Resoconto della seduta n.164 del 17/07/2014
SEDUTA N. 164 DEL 17 LUGLIO 2014

La seduta inizia alle ore 11,05

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 164 del 17 luglio 2014. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 162 dell'1 luglio 2014 e n. 163 dell'8 luglio 2014, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 429 in data 26 giugno, ad iniziativa del Consigliere Marinelli, concernente: “Valorizzazione e riconoscimento delle tipicità gastronomiche delle Marche”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 85 in data 11 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Legge regionale 36/2005, articoli 5, 6 bis e 20 septiesdecies: Piano regionale di edilizia residenziale (triennio 2014-2016)”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera c) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), della legge regionale n. 15/2008.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 700 del Consigliere Latini “Timori occupazionali sull'accordo Indesit-Whirpool”;
n. 701 del Consigliere Marangoni “Per la Regione Marche ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B? Il caso di Montecopiolo. Intervento a sostegno del Comune per garantire un minimo essenziale e vitale di trasporto pubblico locale. Non stupiamoci se il Comune di Montecopiolo vuole andare in Emilia Romagna”;
n. 702 dei Consiglieri Bellabarba, Busilacchi, Giancarli “Adesione della Regione Marche all'appello delle ONG per la cessazione delle azioni militari sulla striscia di Gaza”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 16 in data 7 luglio “Disposizioni per l'attuazione delle politiche regionali per la promozione della cultura della legalità”;
n. 17 in data 9 luglio “Modifica alla deliberazione legislativa approvata nella seduta assembleare del 1° luglio 2014, n. 162 concernente: Disposizioni per l'attuazione delle politiche regionali per la promozione della cultura della legalità”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carloni, Silvetti e l'Assessore Giannini.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Colleghi, c'è un problema nell'organizzazione dei lavori. Considerato che il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato alle ore 14 e forse oltre, c'è un arretrato da parte della Commissione III, mentre la VI ha concluso i lavori. Mi sono informato con il Presidente, mi ha detto che forse c'è un paio d'ore di lavoro.
Ritengo, se siamo d'accordo perché lo decidiamo insieme, di iniziare il percorso, accorpare la discussione dei tre atti amministrativi, altrimenti saremo costretti a individuare altre sedute, quindi, accorpare, illustrare, confrontarci ed aprire la discussione, nel momento in cui il dibattito si chiude, sospendere la seduta per dare modo alla Commissione di finire i lavori, poi tornare in Aula per votare gli emendamenti e per l'approvazione dell'atto finale.
Ritengo che questa sia la strada migliore, per quanto impervia, perché comunque i tempi rischiano di essere lunghi. La raccomandazione è quella di contenere i tempi, è un auspicio, non posso fare altro.
Se siamo d'accordo, inizierei la seduta trattando l'atto amministrativo 80, relatore di maggioranza Consigliere Badiali, relatrice di minoranza Consigliera Ciriaci, l'atto amministrativo 81, relatore di maggioranza Consigliere Marconi, relatore di minoranza Consigliere Marinelli, e l' atto amministrativo 82, relatore di maggioranza Consigliere Cardogna e relatore di minoranza Consigliere Trenta.

Proposta di atto amministrativo n. 80
ad iniziativa della Giunta regionale
"Programma di Sviluppo rurale della Regione Marche 2014/2020 in attuazione del Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013"
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 80 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente, grazie colleghi. Oggi sicuramente è una seduta un po' anomala anche per il dibattito che andiamo ad affrontare su tre atti comunitari che portano nella nostra Regione risorse per circa 1 miliardo e 150 milioni di euro. L’iter è accelerato perché entro il 22 luglio gli atti devono per forza essere inviati alla Commissione europea, altrimenti perderemo minimo un anno di tempo ed invece di intervenire con le risorse e con i bandi nel 2015 si slitterebbe al 2016.
Secondo me questo non possiamo permettercelo, è un atto di rispetto verso i cittadini, verso le nostre imprese, verso la nostra collettività e, quindi, dobbiamo andare avanti, anche se è vero che c'è qualcosa che non funziona, come presentare gli emendamenti fino alle ore 14 del giorno prima. Poi arrivano 100 emendamenti ed è difficile essere pronti per la mattina alle ore 9,00. Questa è una cosa su cui forse dobbiamo ragionare e modificare il Regolamento.
Per quanto riguarda l'atto n. 80, sono d'accordo sulla discussione in forma accorpata, perché integrata è la politica dei tre atti che andiamo a fare, l’80, l’81 e l’82. Di conseguenza anche quello della politica rurale, analogamente agli altri fondi strutturali di investimento, è chiamato a concorrere fortemente a questi obiettivi strategici e, quindi, il programma di sviluppo rurale, anche più rispetto al periodo 2007-2013 diventa un programma di sviluppo delle aree rurali più ampio, non solo un programma settoriale di un solo settore: l'agricoltura.
II programma di sviluppo rurale si deve coordinare con le politiche portate avanti dagli altri fondi e questo coordinamento avviene a livello nazionale attraverso quel documento chiamato "Accordo di partenariato” che è un'altra novità di questo periodo di programmazione e che definisce come lo Stato Italia intende contribuire agli obiettivi dell'Unione Europea stabilendo obiettivi, azioni, risultati attesi.
La complessità per la programmazione del PSR deriva anche da un’altra fronte, non è soltanto questo, anche dal primo pilastro della PAC che eroga i pagamenti diretti alle aziende agricole. Dal primo pilastro arriveranno nella nostra Regione circa 130 milioni di euro l'anno, per un totale di 840 milioni nel periodo 2015-2020. Una risorsa molto importante anche questa.
Il programma di sviluppo rurale deve agire in complementarietà anche con questa politica che viene stabilita a livello nazionale con un decreto del Ministero dell’Agricoltura che sarà esaminato nella Conferenza Stato Regioni entro il mese di luglio. Pertanto tutti quegli aspetti del programma di sviluppo rurale che si intersecano col primo pilastro non si possono considerare definitivi e in alcuni casi sono, per forza di cose, del tutto assenti dall'attuale versione. E’ per questo che dovremmo fare il secondo percorso, il secondo passaggio, quando l’atto ritornerà dalla Comunità europea, a settembre, ottobre, e verrà in Commissione, in Aula e ci sarà un ulteriore dibattito su queste questioni.
Per tutte queste ragioni il programma di sviluppo rurale che oggi sottoponiamo all'Aula non può certo essere considerato definitivo. L'approvazione del programma e l'invio alla Commissione europea entro il 22 luglio è indispensabile per avviare la procedura di esame in tempo utile per stare all'interno del 2015. Significa fra pochi mesi, entro l'anno successivo, per emanare i nuovi bandi che potranno uscire entro il 2015 altrimenti ci sarà uno slittamento di tutte le operazioni.
Ora voglio annunciare un po' le linee strategiche. Il programma di sviluppo rurale Marche si focalizza su due risorse, prevalentemente sugli obiettivi tematici.
L'obiettivo tematico 3 promuove la competitività ed ha un valore del 36% su 195 milioni di euro ed è quello che ha più risorse sulla competitività.
L'obiettivo tematico 5 promuove l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi, ed insieme all'obiettivo tematico 4, che è la bassa emissione di carbonio, avrà, per la tutela dell'ambiente, altri 195 milioni di euro, perciò per quanto riguarda le risorse è complementare a quello della competitività.
All'obiettivo tematico 9 “promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà” va l'11% delle risorse, pari a 60 milioni di euro circa. Se sommiamo anche le risorse per la banda larga e per la diversificazione dell'occupazione complessivamente allo sviluppo delle aree rurali va il 15% delle risorse, per un totale di 82 milioni di euro.
Per ultimo, all'obiettivo tematico 1 “rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione” viene destinato l'8% delle risorse, per un totale di 40 milioni di euro. Anche qui la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione devono avere una forte sostanza.
Rispetto alla programmazione 2007-2014 si conferma il sostegno ad azioni di formazione, informazione e consulenza ampliando il ventaglio delle azioni che sono rivolte non solo al mondo imprenditoriale agricolo e forestale, ma più in generale ai soggetti che operano nel contesto rurale, quali soggetti gestori del territorio, operatori economici e piccole e medie imprese operanti nelle aree rurali.
Nel vecchio programma di sviluppo rurale la consulenza era soltanto settoriale per una parte minimale delle azioni, oggi riguarda tutte le azioni perché se non facciamo consulenza, non facciamo informazione, non facciamo formazione a tutti i soggetti che operano nel mondo rurale, nel mondo dell'impresa agricola, delle piccole e medie imprese, non possiamo convincerli a partecipare ai bandi e ad essere parte vitale ed importante di questa nuova programmazione.
Si rafforza, per esempio, il supporto all’innovazione a cui si assegnano con la misura 16 risorse sette volte superiori al vecchio programma di sviluppo rurale. Sembra un’esagerazione, ma pensate che sono passati sette anni e che l'innovazione ha fatto passi da gigante per cui dobbiamo cercare di valorizzare sempre di più questa questione.
Si conferma il sostegno alla competitività delle imprese agricole con particolare riferimento alla qualità delle produzioni, alla multifunzionalità aziendale – pochi mesi fa come III Commissione e come Consiglio regionale abbiamo fatto una legge sulla multifunzionalità, dobbiamo valorizzarla e svilupparla - volta all'erogazione dei servizi sociali, ambientali, ricreativi e turistici, all'efficienza energetica, alla sostenibilità ambientale. Sono obiettivi che stanno a cuore a tutti, a tutta la nostra regione.
Si conferma il sostegno all'insediamento ex novo di giovani imprenditori agricoli garantendo loro anche un adeguato supporto di consulenza e di formazione ed informazione. Chi può portare avanti un'azienda? I giovani, sono i giovani in tutti i settori anche in agricoltura, perciò diamo uno spazio maggiore e diamo degli incentivi ai giovani che vogliono intraprendere il mondo dell'impresa agricola o di filiera.
Si rafforza il supporto all'aggregazione fra imprese, alla creazione e sviluppo di filiere sia di produzione agroalimentare di rilevanza regionale, anche orientate all'internazionalizzazione e quindi ad aggredire i mercati esteri, sia di filiere corte di produzione agro-alimentari di qualità o di produzioni tipiche locali orientate ai mercati locali ed alla promozione del territorio. E’ molto importante lavorare in filiera, avere una filiera molto consistente e aggredire i mercati esteri. Leggendo i giornali in questi giorni vediamo che il nostro Presidente sta svolgendo un ruolo importante su questa tematica soprattutto con le imprese che operano in questo settore.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali si conferma l'azione e l'attenzione verso il settore biologico, verso la produzione di energie da fonti rinnovabili con impianti di piccola dimensione, azioni singole e collettive, attraverso gli accordi agroambientali di area per la tutela della biodiversità, per il risparmio dell'acqua e la sua qualità. Gli accordi agroambientali di area possono essere difficili? E' vero, può essere difficile mettere intorno ad un tavolo tutti gli attori di un territorio, ma sono indispensabili per portare avanti lo sviluppo di coesione fra tutti i territori. Questo penso che sia una parte importante.
L'altra parte importante è il rischio del dissesto idrogeologico con interventi integrati, anche qui, il dissesto idrogeologico deve rientrare nella programmazione del piano di sviluppo rurale perché è a vantaggio del mondo ambientale, del mondo del territorio, di tutto il mondo delle produzioni agricole.
Si rafforza il sostegno delle aree rurali montane e la risorsa bosco: “per favorire la permanenza degli agricoltori nelle aree montane si potenziano le indennità compensative, si consentono investimenti anche funzionali ad incentivare l'occupazione, per la prevenzione dei danni alle foreste. Si sostengono tutte quelle azioni di gestione attive del bosco per potenziarne la fruizione turistica”. Anche qui si cerca di dare un vantaggio seppur piccolo, ma significativo, soprattutto da un punto di vista politico per incentivare chi vuole investire nelle aree collinari, in montagna, avere la possibilità di avere più risorse di chi sta in pianura o vicino al mare. Anche questo penso sia un disegno politico intelligente.
L'altra cosa è rafforzare il supporto allo sviluppo economico e all'inclusione sociale delle aree rurali attraverso il sostegno, la creazione di nuove microimprese nelle aree rurali anche in settori non agricoli come quello artigianale, turistico, dei servizi alla persona. Su questo c'è la programmazione da parte dei Gal che propone dei piani di sviluppo locali secondo l'approccio leader. Nel periodo 2007-2014 i leader nella nostra regione hanno avuto uno sviluppo eccezionale, chi più, chi meno, i 6 leader, sono stati veramente un volano, un traino anche per gli enti locali, per le aziende, anche per la rimodulazione delle aree rurali e su questo ci sono forti risorse soprattutto per quanto riguarda l'accessibilità ai servizi sociali essenziali alle popolazioni rurali, implementando le infrastrutture per la banda larga in maniera integrata con il piano telematico e l'agenda digitale.
Detto questo, dopo aver cercato di spiegare a grandi linee le azioni e gli obiettivi tematici più importanti e consistenti sia sul piano della programmazione che delle risorse economiche, domando: va tutto bene? No, non va tutto bene colleghi. Questa è la prima fase di un confronto complesso e lungo, capace di dare un forte impulso alla nostra economia regionale in tutti i settori economici, ma per far questo occorre, ne sono pienamente convinto ed anche la struttura tecnica ne è cosciente, che nella seconda lettura, dopo il primo passaggio alla Comunità europea, sia necessario trovare delle forme più intelligenti e meno burocratiche per l'applicazione del programma di sviluppo rurale in tutte le sue forme. Soprattutto grande senso di responsabilità e semplificazione nella gestione dei bandi comprensivi a tutti, senza richiesta di documentazione a volte incomprensibile e che non serve. Penso che la struttura dovrà farsi carico di questa cosa e penso che lo farà. Per questo la Commissione propone l’approvazione di un ordine del giorno specifico per dire che i bandi devono essere fatti in modo intelligente, più vicini alla gente, più comprensibili e meno burocratici.
Per ultimo, ma non ultimo, ringrazio la struttura tecnica della Giunta che ha lavorato in maniera stressante perché le linee guida, se pensate, sono arrivate 15 giorni fa dal Ministero e dall'Europa. In 15 giorni si è costruito, al di là dei tavoli tecnici verdi che sono stati messi in piedi nell'ultimo anno, il programma di sviluppo rurale. Anche noi come Commissione abbiamo lavorato alacremente e dobbiamo continuare a lavorare sugli emendamenti.
Un ringraziamento alla struttura dell'Assessorato ed un ringraziamento alla struttura della Commissione, hanno lavorato con molto impegno ed a tutti i Consiglieri che fanno parte dell'Aula e delle Commissioni. Grazie.

PRESIDENTE. Vi prego di contenervi nella lettura di questi testi anche perché il grado di attenzione dell'Aula mi sembra prossimo allo zero,(…) mi pare, non ho detto tutti, ma mi pare, se non ci credete fra 10 minuti vi porto all'attenzione quanti seguono le cose che si dicono. E' un richiamo all'Aula.
Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente, sarò breve, prendendo in considerazione la sua affermazione sulla brevità.
Sarò breve perché questo atto ci richiama al dovere ed alla responsabilità.
Con tutto ciò che abbiamo nel territorio: difficoltà, crisi economica, questo atto, insieme all’81 e all’82, è uno dei pochi strumenti che ci permette di andare avanti e di avere qualche spiraglio di sostegno economico per le aziende che vogliono adoperarsi a costruire qualche cosa che sia competitivo e che abbia una responsabilità ed una forza anche nei confronti degli altri territori. In questo caso mi riferisco ai territori nazionali, europei e oltre l'Europa stessa.
Prima di tutto voglio congratularmi e ringraziare per il lavoro fatto all'interno della nostra Commissione. Ringrazio, una per tutti, la dottoressa Sardella che è stata efficace ed efficiente vicino a tutti noi, a prescindere dalla nostra posizione politica, tecnica e veramente attenta.
Dopo di che ringrazio il Presidente che ci ha permesso di lavorare su questo atto, ma voglio fargli anche un’osservazione ed una puntualizzazione.
Ha fatto prima un riferimento agli emendamenti arrivati tardi, dobbiamo dire che questo atto dal Consiglio Europeo, dalla Commissione Europea ha avuto i primi criteri per la misura nel 2013, noi lo abbiamo avuto in Commissione soltanto, dico tanto, 30 giorni fa. Tutto ciò significa entrare nel merito, leggerlo più volte e non è facile, leggerlo soltanto significa guardarlo, non entrare nel merito.
Come dicevo prima la struttura regionale, sia della Giunta, quindi, la dottoressa che ha seguito in Giunta, che la Commissione, ci hanno permesso piano piano di entrare all'interno dell'atto, mi scuso, quindi, per gli emendamenti che sono stati presentati ieri, ma comunque entro le ore 14,00.
Dopo di che voglio portare la nostra attenzione di minoranza, con i nostri emendamenti, ai giovani. Abbiamo chiesto un aumento di attenzione sia in termini di tempi che in termini economici.
Un'altra osservazione e puntualizzazione la voglio fare sull’informazione; sono sintetica Presidente perchè anche durante l’esame degli emendamenti si interverrà.
Noi abbiamo avuto un precedente piano di sviluppo regionale che era attuabile ed è stato attuato sul territorio con molte difficoltà dagli operatori stessi ed ha avuto poca possibilità di divulgazione, qui mi voglio soffermare sui fondi che sono stati destinati all'informazione.
Un'informazione corretta è la cosa più importante che dobbiamo fare. Dobbiamo farla giungere, lo diceva prima il Presidente, a tutti gli organi, quindi alle Associazioni di categoria, alle Università, a tutto ciò che può diventare parte integrante, informativa, affinché qualsiasi agricoltore, chiuso nella propria attività, possa essere in grado di leggere e di competere con questo piano di sviluppo che fa la differenza tra chi ne accede e chi no.
Come ho detto prima, abbiamo presentato degli emendamenti nei quali spiegheremo bene quali sono le nostre osservazioni e vado alla conclusione perché sviluppo i punti. Tutti gli obiettivi dal 3 al 5, il 4, il 9, il primo in modo particolare, sono condivisi anche se ci riserviamo di discutere i nostri emendamenti per vedere se, consentendo anche la partecipazione della minoranza alla costruzione di un piano di sviluppo rurale adeguato ed a misura del territorio, della popolazione marchigiana, possono essere accolti e in quel caso faremo la nostra dichiarazione sul voto e diremo la nostra posizione.
Grazie, grazie per il lavoro fatto, massima disponibilità, soprattutto dobbiamo essere attenti, Presidente, affinché questi binari che oggi abbiamo costruito siano poi condivisi con noi nella direzione e nel mezzo che viene messo sopra. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie Consigliera Ciriaci.
Facciamo le relazioni di maggioranza e minoranza, poi si apre il dibattito e gli Assessori competenti aprono prima degli interventi o chiudono dopo averli ascoltati.

Proposta di atto amministrativo n. 81
ad iniziativa della Giunta regionale
"Regolamento 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio sul Programma operativo regionale delle Marche (POR - Marche) - Fondo sociale europeo (FSE) relativo al periodo 2014/2020"
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 81 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Inizio subito agganciandomi ad una sua osservazione relativa al fatto che in effetti questo atto è sostanzialmente della Giunta e degli Assessori competenti ed il Consiglio, le Commissioni e noi relatori ci siamo limitati all’osservazione di un atto che per la sua complessità tecnica ed anche per la quantità non può che essere tale, quindi, accolgo il suggerimento del Presidente consigliando, fin da subito e non alla fine, che gli Assessori possano intervenire per dare conto anche più nel dettaglio di quello che stiamo facendo.
Il mio compito, come quello del Consigliere Marinelli, è stato più semplice rispetto ai colleghi degli altri due provvedimenti perché noi, caro Consigliere Marinelli, ci limitiamo a 93 pagine, scritte bene, abbastanza semplici e comprensibili contro le 190 del FESR e le circa 700 del fondo rurale. Tutto questo per 1 miliardo e 150 milioni di euro che non andrebbero disprezzati non fosse altro che sono gli unici soldi liberi che potremo spendere nei prossimi sette anni, al di fuori di un bilancio ordinario che è sostanzialmente ingessato. Anzi in questi ultimi due anni abbiamo notato come i fondi della sanità abbiano finito per assorbire, in maniera sempre più consistente, i fondi degli altri settori che erano gli unici, con poche centinaia di milioni di euro, su cui potevamo ancora operare delle scelte.
Se oggi passeremo una giornata a discutere di questo e ad esaminare gli emendamenti con la dovuta attenzione, senza pregiudizio alcuno, come è stato già fatto in Commissione, sia che venissero dai banchi della minoranza che da quelli della maggioranza, credo che faremo un’opera meritoria e necessaria perché stiamo decidendo per lo più del futuro degli investimenti possibili nei settori strategici dell'agricoltura, dell'occupazione, della formazione professionale, del territorio, dei programmi di sviluppo della Regione Marche. Senza farci grandi illusioni sulla rilettura che verrà dopo l'esame da parte della Commissione europea. Perché? Perché la rilettura sarà solo su quello che la Commissione avrà detto e non su tutto, quindi, stiamo bene attenti ed esaminiamoli con tutta la calma e l'attenzione che meritano.
Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo che è stato esaminato in III Commissione insieme al Piano di sviluppo rurale c'è da aggiungere rispetto a quello che ha puntualmente detto il Presidente Badiali che abbiamo avuto a disposizione un'unica segreteria, quindi, un lavoro veramente preciso, nonostante l'ingolfamento di cui si è parlato.
Il Fondo sociale europeo è già letto, lo do per letto, quindi non entro nelle osservazioni di dettaglio se non per alcune segnalazioni perché anche rispetto al programma di sviluppo rurale che è monumentale, il Fondo sociale europeo è facilmente aggredibile.
E’ difficile dire che non c'è stato il tempo per vederlo, 93 pagine, metà schede, non dico che si potevano saltare, ma non esigevano un’attenzione particolare. E’ facilmente comprensibile e diciamo che sta dentro la regola, lo dico ad onore di chi l'ha redatto, dei fondi europei, dei progetti europei, cioè sta sulle generali e non sui dettagli.
Come si articola da un punto di vista economico? I 287 milioni del Fondo sociale europeo vanno sostanzialmente in tre grandi tronconi. C'è la regola del 20% che è nazionale, viene rispettata per tutti i settori fatto eccezione per le politiche sociali, siamo al 18% regionale ma, come è già stato detto in Commissione, il 20% deve essere rispettato in sede nazionale, se questo non avverrà, riceveremo una osservazione e sulla base di quella dovremo aumentare i fondi per le politiche sociali.
La grossa novità del Fondo sociale europeo rispetto ai sette anni precedenti è che viene interamente destinato a progetti innovativi e non come è stato nel passato, almeno in parte, per sostenere le politiche della disoccupazione cioè sostegno e contrasto alla disoccupazione, sostanzialmente ad integrare le casse integrazioni.
Questo non è stato possibile per una esplicita direttiva europea, quindi i 287 milioni di euro, a parte le spese tecniche, sono stati destinati: 50 milioni per l'inclusione sociale, circa 200 milioni per le politiche del lavoro ed altre decine di milioni per la formazione. Soldi freschi, tanti, che debbono essere spesi bene, non solo nella fase decisionale che ci compete oggi, la fase nella quale decidiamo le grandi linee, ma grande attenzione dovrà essere posta successivamente ai bandi ed a tutte le fasi attuative.
Questo fondo, forse, a differenza degli altri due, è quello che registra oltre a questo, il maggior numero di novità perché in questi sette anni di crisi economica sono caduti una serie di miti e il Fondo sociale europeo, almeno per il settore del lavoro, Assessore Luchetti, finisce per dare delle significative novità.
La prima, finisce l'idea della difesa del posto. Questo è stato oggetto di grande discussione sul piano ideologico, economico, sociale, non c'è più la difesa del posto, ormai abbiamo preso atto anche in Italia che la figura del ragioniere non c'è più. Una volta “bello de’ mamma fai il ragioniere che stai a posto per tutta la vita”, non c'è più, il posto da ragioniere non esiste più, non è identificabile più in nessun tipo di attività, né nella pubblica amministrazione né nel settore privato.
C'è una grande novità, ci sono grandi novità un po' in tutti i settori, in modo particolare le forme di sostegno. Per la prima volta facciamo i conti con quella figura che nell'acronimo inglese viene nominata come neet e che sostanzialmente fa il conto su circa 2 milioni di giovani italiani che non studiano più, non cercano un lavoro, non lavorano e non sono neanche iscritti nelle liste di disoccupazione. Una cifra enorme. Ci sembrava che questo fenomeno non dovesse mai interessare il nostro Paese, quando 10-12 anni fa l'Inghilterra segnalava il primo milione di neet pensavamo che fosse una cosa del nord Europa ed invece ha toccato anche il nostro Paese, complice la crisi? Certamente anche una nuova educazione, un nuovo modo di concepire l'approccio con la società, ma sta di fatto che questa situazione c'è.
I progetti di garanzia giovani ed altri vanno nella direzione di recuperare queste realtà. Questo tipo di provvedimento potrebbe essere discutibile, perché aiutare chi si è abbandonato e non sostenere chi magari in questi due, tre, quattro anni ha lottato con se stesso, con la sua famiglia, con il mondo che c'è intorno per cercare di avere qualche risultato? Questa domanda è legittima, il fondo dà una risposta perché tiene conto di tutto il ventaglio delle ipotesi socio-psicologiche, potremmo dire, socio-educative che sono maturate in questi anni, c'è l'aiuto ai neet, ma c'è anche molto aiuto per giovani di buona volontà che hanno pensato di mettere su un'impresa, che vogliono riqualificarsi professionalmente, che hanno fatto dei lavori che non sono più utili ed hanno bisogno di essere riconvertiti in altri settori.
Plauso al piano da questo punto di vista, poi dirò alcune cose che meritano un minore plauso, ma che abbiamo cercato di rimediare attraverso qualche mite emendamento.
C'è un intervento, l'8.1, sull'abbandono scolastico, li cito soltanto, una priorità, l'8.5, sull'adattamento ai cambiamenti, anche questa cosa, non so se sette anni fa già era presente, Assessore Luchetti, ma è strategica. E’ necessario capire che, ed è bello il titolo di questa priorità, non solo i lavoratori, ma anche gli imprenditori hanno bisogno di comprendere i cambiamenti e in questo l'intervento c'è.
C'è anche e penso che sia uno dei fondamentali e più centrati interventi di priorità l'8.3, dove si parla di spirito imprenditoriale di cui abbiamo assolutamente bisogno. Certo non è facile crearlo attraverso l'intervento pubblico, l'intervento pubblico può solo favorire chi questo spirito, in qualche maniera, l'ha manifestato. Non sarà facile, Assessore, trovare i modi per individuarlo, perché non è facile, lo spirito è una cosa per sua natura impalpabile, non si insegna, come diceva Don Abbondio: “O ce l'hai il coraggio o nessuno ce lo può dare”, però è vero che la contaminazione con altre esperienze può essere utile: aprire alla fiducia, mandare all’estero un ragazzo di 20, 21 anni che ha delle possibilità e delle energie, fargli fare esperienza in Paesi emergenti, per fare emergere lo spirito di imprenditorialità, è quello che ha fatto grande l'Italia negli anni '50, '60.
C'è il sostegno ai lavoratori in mobilità, c'è anche, e chiudo, l'evidenza delle priorità, con il punto 8.6 dove si parla di invecchiamento attivo. Anche questo è un fenomeno completamente nuovo, in parte legato all'allungamento dell'età pensionabile, indubbiamente, in parte legato al fatto che abbiamo anche nelle Marche migliaia di lavoratori che perdono il lavoro nella fascia di età tra i 45 e i 55 anni e non possono dire: “Vado in pensione” perché la pensione la maturano a 65, 66 addirittura a 67 anni se non hanno iniziato a lavorare presto. L'invecchiamento attivo è un altro intervento strategico, fondamentale, proprio per aiutare questa nuova situazione che si viene a determinare.
Ho finito, dico solo due cose riguardo alle osservazioni che sono emerse in Commissione, in verità molto poche nelle audizioni. Una è stata fatta dalle Province, Assessore Luchetti, che lamentano il fatto che per quanto riguarda l'istruzione professionale non c'è più alcun riferimento al soggetto deputato a questo scopo. Siamo di fronte ad una questione che non è solo dei fondi europei, ma un po' di tutti i settori. Abbiamo detto di non includere l'osservazione delle Province dentro il fondo perché la cosa può essere determinata in forma diversa da quella che oggi decidiamo e questo avrebbe comportato una modifica del Piano. Abbiamo accolto l'osservazione del funzionario che diceva che questa cosa poteva essere eccessivamente pericolosa, ma abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale diciamo che la Regione fa una scelta, decide che l'articolazione territoriale nell'organizzazione della formazione sia quella delle Aree vaste, sostanzialmente delle vecchie Province. Non saranno più quelle le Province? Andremo a quattro, a tre, non lo sappiamo, ma diciamo che il riferimento è quello, non diciamo che lo devono far loro, ma diciamo che il riferimento è quello, perché, diciamo che la dimensione professionale troppo piccola non va, ma troppo grossa, cioè concentrare tutto a livello regionale, sarebbe una stupidaggine.
L'altro argomento è stato sollevato dal terzo settore, particolarmente dalla Caritas e da altre Associazioni, e lamentava che il fondo sociale europeo non fa alcun riferimento alla povertà, anzi esclude interventi sulla povertà, perché si dice, e la cosa può sembrare quasi brutta, che non c'è un fenomeno rilevante di povertà nella nostra regione. Questo secondo i criteri europei è vero, cioè il fenomeno deve essere talmente rilevante, penso all'area della Grecia, del sud dell'Italia, o della Spagna, da giustificare una parte consistente dell'intervento del fondo a favore delle povertà.
Abbiamo detto che l'intervento contro la povertà è tutto quello che anticipa, attraverso politiche del lavoro, lo scivolamento di decine di migliaia di marchigiani nell'area della povertà estrema o comunque della povertà emergente e quindi una risposta già c'è. L'intervento diretto, Assessore, l'abbiamo immaginato mettendo in conto una serie di emendamenti che hanno già modificato il testo dove, nelle politiche di inclusione sociale, quindi più sul versante dei servizi sociali, si tiene conto dei criteri, in modo particolare di chi è già in quella condizione, si aiuta una categoria di persone, cioè chi in quella categoria ha maturato da alcuni mesi o addirittura da anni una situazione di reddito sotto la soglia della povertà o addirittura sia nella condizione di povertà estrema.
Al tempo stesso abbiamo detto che quello che il fondo sociale europeo alleggerirà del bilancio regionale, potrà essere destinato, parte di questo, ad aumentare le politiche dirette al sostegno della povertà estrema perché dentro la povertà estrema ci sono anche situazioni che non vogliono emergere, cioè persone che dovranno essere sempre e comunque assistite perché non vogliono fare altro che quello, hanno deciso di fare i barboni per tutta la vita e anche se vengono loro proposti percorsi lavorativi non se la sentono più. Queste persone non possono essere abbandonate a loro stesse e vanno aiutate. Purtroppo questo numero è in deciso aumento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. L'intervento del Consigliere Marconi ha già sintetizzato il fondo sociale europeo che è certamente uno dei principali assi di finanziamento dell'Europa nei confronti delle Regioni.
E’ una grande opportunità, rispetto al 2007-2013 ci sono circa 10 milioni di euro in più, non sono pochi, è chiaro che ci sono delle novità, come ha detto il Consigliere Marconi, tenendo conto degli errori del precedente ed anche della nuova realtà che stiamo vivendo in Italia, e nelle Marche in particolare.
Le parole chiave che ho sottolineato sono queste: crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Sono delle belle parole, il piano è ricco di contenuto che deve essere a sua volta riempito di operatività, di un'attenzione maggiore verso il territorio tenendo conto della realtà che stiamo vivendo.
La novità che ho notato riguarda soprattutto la concentrazione delle risorse su alcuni progetti. Credo che sia una cosa positiva, perché concentrare più risorse su alcuni progetti significa intervenire in maniera più massiccia, più concreta, più forte per ottenere dei risultati.
E' chiaro che bisogna scegliere delle priorità. La Giunta sceglierà delle priorità, ne ha indicate anche alcune e gli obiettivi del fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020 sono soprattutto questi sintetizzati: inserimento lavorativo; aiutare i giovani ad entrare nel mercato del lavoro; inclusione sociale, un problema serio soprattutto nelle persone svantaggiate, con difficoltà, per evitare che, già emarginate, possono ancora diventare più emarginate; istruzione migliore; pubblica amministrazione migliore. Sono concetti che condividiamo tutti, non so come a livello pratico si possano trasformare in progetti tali da rendere queste parole significative.
E' chiaro che il programma operativo della Regione Marche ha guardato con attenzione questo fondo sociale cercando attraverso gli interventi di innalzare i livelli occupazionali e favorire l'inclusione sociale.
Quattro assi: occupazione; inclusione sociale; istruzione e formazione; capacità istituzionale, poi ce ne sono altri, ma questi quattro assi assorbono più del 50% delle risorse, gli altri sono complementari a questi assi principali. Non ne parlo perché altrimenti mi dilungerei troppo, poi si ritornerà su queste priorità d'intervento quando ritornerà dall'Europa e quando avrà avuto l'ok della nostra Giunta.
Le risorse sono 10 milioni di euro in più, chiaramente c'è questa fretta perché tutto deve arrivare in Europa entro il 22 luglio, poi verrà approvato il Por da parte della Commissione europea, sarà operativo, e in quel caso dovrà ritornare con l'ok della Giunta, delle Commissioni, si ritornerà qui in Consiglio regionale sicuramente nel tardo autunno.
Nuovi scenari e criticità. Assessore c'è una situazione inimmaginabile sette-dieci anni fa, ho guardato anche la rassegna stampa di questi giorni, ci sono dei dati allarmanti, preoccupanti che lei Assessore Luchetti conosce meglio di tutti noi: una contrazione dei livelli occupazionali enorme; l'industria ha perso 33.000 addetti; la forza del lavoro alla ricerca di impiego è di 77.000 persone, è aumentata rispetto ai 27.000 del 2007; c'è una criticità enorme tra i giovani; fra il 2008 ed il 2010 l'indice di povertà ha superato i valori medi delle Regioni del centro-nord. E’ una situazione che mette preoccupazione e dà responsabilità alle parti politiche, ai Consiglieri e sollecita un’attenzione maggiore da parte della Giunta su quei settori che rappresentano l'equilibrio sociale della nostra regione, che è in enorme difficoltà e che sta tenendo con una certa preoccupazione.
Ho visto che il tasso di disoccupazione è salito dall'11,4% del primo trimestre del 2013, all'11,7 dello stesso periodo di quest'anno, nonostante c'è un piccolo aumento dell'occupazione, lo 0,1%, c'è questa disoccupazione evidente e nei prossimi mesi avremo dati ancora più negativi. In base ai dati forniti dall'Unioncamere e dal Ministero del lavoro noi perderemo nei prossimi mesi 6.500 posti di lavoro. La Provincia più colpita sarà Ancona, poi Pesaro-Urbino, Macerata, Ascoli e Fermo.
La situazione è quanto mai drammatica e diventa drammatica all'inverosimile se parliamo di giovani. Il Consigliere Marconi ha detto che i neet sono 47.000, giovani che sotto i 29 anni non studiano, non lavorano, non partecipano a corsi di formazione e ad aggiornamento professionale. Sono 47.000 e 25.000 di questi sono scoraggiati e hanno rinunciato ad iscriversi ai centri per l'impiego. Rischiamo che un’intera generazione non andrà a lavorare. Rischiamo che i giovani si scoraggino ed intraprendano delle strade che non sono quelle che un genitore immaginava e pensava quando studiavano. Tenendo conto che il sistema degli ammortizzatori sociali è strutturato per la tutela di chi lavora, non per chi non ha lavoro, quindi, in base a queste considerazioni dobbiamo pensare ad intervenire.
Credo che dobbiamo soprattutto tener conto, non vedo il Presidente Badiali, delle critiche che sono arrivate dalle Province che sono state un po' emarginate nella discussione di questo fondo sociale. Mi baso soprattutto sulla Provincia di Macerata che insieme agli enti locali è stata coinvolta in maniera generica e formale nelle sedi della Commissione regionale. Il coinvolgimento si è fermato lì, lo so, forse il tempo era poco, Assessore, (…) però questo è un atto che la Provincia ha mandato, se l'ha mandato, molto probabilmente, non sarà stato esaustivo, capisco anche le necessità della Provincia, parlo della Provincia di Macerata, e dell'Assessorato, però tengo anche a ricordare l'importanza delle Province come organismo intermedio nella gestione di certi fondi. Tenendo conto che le Province sono ad esaurimento, chiaramente la Provincia, soprattutto chi ce l'ha, come la Provincia di Macerata, deve dare continuità al sistema di gestione che ha funzionato tenendo conto che la Provincia di Macerata si è fatta carico di anticipare risorse per sette 7, 8 milioni l'anno, quindi c'è da tener conto anche di questo ruolo che io difendo, non in maniera campanilistica, ma in maniera pratica ed attuativa.
Mi auguro che questo fondo sociale sia un’opportunità, deve essere un’opportunità intelligente, giovani, persone svantaggiate, persone disabili, non può essere diversamente, sono queste le tre categorie che dobbiamo tutelare in questa fase difficile. Occorre sostenere le persone più vulnerabili, occorre sostenere la creazione di nuove imprese, una maggiore integrazione fra scuola, università, impresa, incontro tra domanda e offerta.
Assessore c'è molto da lavorare tenendo conto degli errori fatti in passato ed anche di queste nuove opportunità e dei circa 10 milioni di euro in più che abbiamo nel fondo sociale europeo.
La Regione Marche non può aspettare. I dati che ho detto in maniera sintetica sulla disoccupazione, sul problema dei giovani, sono allarmanti. Sta alla politica, a tutta la politica, al Consiglio regionale prendersi carico, non solo da politici, ma da genitori e da cittadini, di questa regione che è in sofferenza. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

Proposta di atto amministrativo n. 82
ad iniziativa della Giunta regionale
"Regolamento 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio sul Programma operativo regionale delle Marche (POR - Marche) - Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) relativo al periodo 2014/2020"
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 82 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. In premessa mi associo ai ringraziamenti che i miei colleghi hanno rivolto ai servizi della Giunta, ai servizi del Consiglio che io estendo anche alla Segreteria dell'Assemblea.
Questo lo faccio associandomi a loro anche perché nei lavori su questi programmi operativi abbiamo intrapreso una strada un po' insolita e la III e la VI Commissione hanno lavorato congiuntamente su tutti e tre gli atti.
Quello di cui sono relatore si occupa della proposta di atto amministrativo che la Giunta ha sottoposto all'Assemblea legislativa e che deve essere trasmesso, come già è stato detto, entro il 22 di luglio alla Commissione, non è un problema soltanto nostro, marchigiano, non è un problema regionale, tant'è che è stato oggetto di una comunicazione e di un ordine del giorno della Conferenza delle Regioni per raccomandare a tutte le Regioni il rispetto di questi tempi e questo ha comportato delle criticità che prima sono state evidenziate.
La definizione delle scelte strategiche effettuate dall'amministrazione regionale, con la conseguente selezione degli obiettivi tematici ritenuti più pertinenti, è stata effettuata tenendo in debita considerazione i seguenti elementi:
- i fabbisogni di intervento emersi in esito alla analisi di contesto;
- le raccomandazioni specifiche del Consiglio per l'anno 2013;
- le priorità di finanziamento indicate per l'Italia nel cosiddetto Position Paper del 9 dicembre 2012;
- il Quadro strategico Comune (QSC) allegato al Reg. UE n. 1303/2013;
- i vincoli di concentrazione tematica di cui ai relativi articoli;
- la cornice di riferimento dell'Accordo di Partenariato trasmesso dall'Italia alla Commissione in data 22 aprile 2014 di cui soltanto recentemente sono arrivate le osservazioni.
Sulla scorta di quanto sopra, il Programma operativo regionale mette in campo risorse per un ammontare di 337.383.288 di euro, prevede un'articolazione in 6 Obiettivi tematici, e nel dettaglio gli obiettivi tematici si occupano delle seguenti questioni:
- l'asse prioritario 1 riguarda il rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione. Si concentra su due priorità la prima delle quali si ricollega alla necessità di rafforzare, anche grazie all'intervento congiunto del fondo sociale europeo, il sistema delle strutture di ricerca pubblico-private regionali minacciate dalla progressiva riduzione di risorse pubbliche, incapace di trattenere nella nostra regione un elevato numero di ricercatori e ancora poco aperte alla cooperazione nazionale/internazionale in ambiti strategici per la crescita economica. La seconda priorità viene motivata con la necessità di accrescere gli investimenti in ricerca ed innovazione da parte del sistema regionale che ha difficoltà a sostenere autonomi percorsi di sviluppo per la presenza di imprese di ridotte dimensioni, specializzate nei comparti tradizionali e a basso valore aggiunto;
- l'asse prioritario 2 riguarda il miglioramento dell'accesso alle tecnologie e dell'informazione. Anche questo si articola su due priorità fondamentali. La prima in considerazione della necessità di rafforzare i sistemi di connettività, con particolare riferimento al tessuto produttivo, la seconda si ricollega invece alla esigenza di migliorare i servizi offerti dalla pubblica amministrazione regionale;
- l'asse prioritario 3 promuove la competitività delle piccole e medie imprese. Due anche qui le priorità. La prima al fine di sviluppare e rafforzare, in maniera coordinata con il fondo sociale europeo, nuovi modelli di attività per le piccole e medie imprese, e in particolare per l'internazionalizzazione, la seconda la cui scelta è giustificata dalla necessità di rafforzare i processi di capitalizzazione del sistema delle piccole e medie imprese marchigiane di solito poco inclini a ricorrere all'indebitamento per finanziare nuovi investimenti e che con l'avvento della crisi hanno conosciuto nuove difficoltà sul mercato del credito;
- l'asse prioritario 4: sostenere la transizione verso un'economia a bassa emissione di carbone in tutti i settori, si articola in 4 priorità di investimento. La prima per sostenere la produzione di energia attraverso una fonte rinnovabile che valorizzi una filiera locale quale quella del bosco-legno. La seconda per un miglioramento delle performance energetiche delle piccole e medie imprese. La terza è determinata in continuità con gli interventi realizzati nella precedente programmazione. La quarta è correlata alla esigenza di incrementare l'utenza dei sistemi di mobilità urbana sostenibile;
- l'asse prioritario 5 promuove l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi. Riguarda un’unica priorità che è legata alla necessità di contrastare il progressivo degrado del territorio e ridurre l'alta percentuale di Comuni a rischio idrogeologico, al fine ultimo di mantenere il potenziale di attrattività della regione che punta alla diversificazione dei flussi turistici per la gran parte ancora legati al turismo balneare. Questa priorità ha tenuto conto e tiene conto anche del vasto dibattito che in quattro anni e mezzo questa Assemblea ha prodotto in materia di dissesto idrogeologico;
- l'asse prioritario 6: tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse. Selezionate due priorità di investimento, la prima è legata alla volontà di incentrare sul patrimonio culturale della regione un processo di diversificazione delle leve di sviluppo che sia in grado di valorizzare sia i territori ricadenti in area interna sia i centri urbani maggiori. Attraverso questo obiettivo tematico si vuole altresì perseguire l'obiettivo di accrescere il posizionamento competitivo delle Marche come meta turistica di interesse, rivolgendosi ad un target di visitatori sempre più internazionale e puntando ad una maggiore destagionalizzazione dei flussi. Il secondo riguarda il tema della biodiversità.
L'ultimo tema è quello degli investimenti territoriali integrati. Attraverso il POR FESR la Regione fa altresì propria la possibilità, offerta dal Regolamento, di porre in essere i cosiddetti investimenti territoriali integrati, con risorse provenienti da due o più obiettivi tematici, al fine di sostenere strategie di intervento riguardanti aree urbane e non con specifiche caratteristiche.
Con riferimento all'ambito urbano la Regione Marche, aderendo alle priorità dell'Agenda Urbana definite nell'Accordo di Partenariato, finanzierà con il POR due ITI Urbani, che sono quello di Ancona per quanto riguarda la sua rilevanza strategica del fronte mare, il cosiddetto waterfront, e quello dell'ITI del Piceno che verterà sul programma di riqualificazione urbana dell'area ex storica GL Carbon.
L'approccio territoriale integrato riguarderà infine anche l'ambito non urbano, focalizzandosi sul distretto del fabrianese e mettendo in campo la strategia nazionale per le aree interne che è stata anche oggetto di una risoluzione votata all'unanimità da questo Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Parto dalle ovvietà. Non avevamo margine per poter fare chissà che, stravolgimenti, risorse, eccetera. Parto da due pareri: numero 22 e numero 8 del 2014, due deliberazioni per esprimere parere favorevole.
Il documento di cui oggi stiamo parlando non è ovviamente un atto di programmazione qualunque, ma è un atto fondamentale per la nostra regione e per altre regioni d'Italia, forse qui ci sono le uniche vere risorse cui affidare insieme a quelle del Por Fse e del programma di sviluppo rurale la ripresa e l'uscita da questa grave crisi.
Caro Presidente Cardogna, oggi con la destinazione dei 6 obiettivi tematici, andiamo a gestire 337 milioni di euro in sette anni. Il compito della Regione è di spenderli al meglio, di questo mi preoccupo, di spenderli al meglio. Dovremmo esulare dalla logica degli interventi a pioggia. Su questo obiettivo, nel pieno impiego delle risorse che difficilmente raggiungeranno la piena efficacia, saranno utilizzati per le priorità e le necessità che il territorio manifesta.
Noi abbiamo fatto un lavoro massacrante, ci hanno sempre considerato una Commissione residuale e abbiamo visto che alla fine …, eppure è una Commissione, caro Presidente Cardogna, di questo le do atto, che ha sempre e comunque lavorato, anche nella considerazione a volte di quest'Aula distratta, dove ognuno segue così come stanno seguendo i lavori, se adesso fa una domanda specifica ad uno di questi signori per richiamarli all'attenzione, questi signori pensano di essere già a Bruxelles o nel Governo Renzi.
La VI Commissione ha condiviso un lavoro che potremmo definire di aggiustamento. Ha in parte ridefinito alcune tematiche dell'obiettivo 5 riservato alle azioni di prevenzione del rischio idrogeologico, concentrando ulteriormente le risorse proprio per conseguire l'obiettivo di una spesa il più possibile efficace, ma anche su questo la mancanza di programmazione di chi dovrebbe, come Assessore, avere a cuore la tutela idrogeologica della regione, si ricorda di questi aggiustamenti, caro Presidente Cardogna, solo in presenza di eventi calamitosi di una certa gravità. Quindi ci sarà da rivedere un attimo la logica di questa politica, prevenire caro Consigliere Cardogna, parlo a lei perché l'Assessore Luchetti sta riguardando gli emendamenti per aggiustare il tiro su alcune risorse, ma questo è ovvio, l'Assessore lo fa, il Consigliere Latini propone, ma non è questo il problema.
Noi sappiamo che le risorse stanziate non sono sufficienti per i grandi problemi di dissesto che il territorio regionale continua a manifestare con segnali sempre più distruttivi e preoccupanti. Sono segnali che non possono essere ignorati perché ormai tutti abbiamo ben compreso che investire nella prevenzione significa evitare interventi di ripristino, più costosi e soprattutto significa prevenire situazioni drammatiche.
Non vedo quali motivi ci possono essere per esprimere una forte contrarietà a questa impostazione, tenuto conto che l'ultima alluvione risale allo scorso 4 maggio e non si dica che ormai è solo colpa delle bombe d'acqua che non si possono prevedere. C'è qualcosa di diverso, qui siamo in presenza di un ecosistema che va razionalizzato ognuno per la propria parte, per la propria competenza, ma soprattutto per la propria quotidianità. Qui c'è gente che parla di queste cose ed è distante 1.000 miglia da quello che significa il patrimonio geomorfologico, geografico di quel paesaggio che è anche il paesaggio rurale, paesaggio di cui le Marche sono rappresentanti del mondo.
Non entro ulteriormente nel merito degli obiettivi tematici perché lo ha fatto in modo approfondito il relatore di maggioranza, mi soffermo su un tema a me caro, al quale è legata una nuova visione dello sviluppo regionale che getta un ponte tra le due sponde dell'Adriatico, e su questo anche noi abbiamo visto, al di là delle sbandierate manifestazioni che si susseguono all'interno della regione e che suscitano qualche mal di pancia a chi oggi avrebbe dovuto essere in Aula per l'approvazione di un documento importante, ed invece credo che sia ad una sfilata di inaugurazione per il loro leader nazionale.
Il Por Fesr infatti contiene alcuni accenni alla relazione di interventi della strategia macro regionale Adriatica-Ionica che almeno sulla carta rappresenta un’opportunità per considerare e consolidare la cooperazione con i Paesi della sponda orientale dell'Adriatico e promuovere progetti di sviluppo comuni come si legge testualmente nel documento di cui discutiamo.
Il punto è proprio questo, al di là delle belle intenzioni è un po' poco quello che si dice e si comprende delle potenzialità che la macroregione ha in sé in termini di crescita e di sviluppo per il nostro tessuto produttivo, economico e anche sociale. Si parla di quattro pilastri, Consigliere Cardogna e a noi hanno detto "sai la Commissione ..." perché è una strategia che appartiene già all'Europa, il 24 ottobre, queste qui saranno carte con le quali misurarsi.
Noi come Consiglieri regionali, noi come VI Commissione, abbiamo l'obbligo morale, non solo politico, di far emergere un tessuto etico nella gestione di queste risorse già destinate e, quindi come ho sempre richiesto che ci sia la copertura finanziaria. Non mi ha mai risposto nessuno, non sappiamo quanto costa, quanto l'iter è iniziato, eccetera, se non per l'attenta, quasi maniacale, rincorsa alla ricerca di quei documenti a titolo individuale e personale.
Quattro pilastri: guidare una crescita innovativa marittima e marina, connettere la regione, migliorare la qualità ambientale, turismo sostenibile, in una regione, come quella europea, e qui non c'è un cenno a quell'attività che dovrà consentire il lavoro, sul fatto che la nostra regione europea è ormai verso una progressiva senilità e non ha risorse umane da investire in questo futuro che qui dipingiamo, ma di cui non siamo capaci di gestire il progresso e i passi successivi.
Una nazione vecchia che si imposta su vecchi organismi economico-finanziari di programmazione non ha futuro, Consigliere Cardogna, e queste cose condotte in maniera stanca da un'Aula distratta, fuori da ogni logica amministrativa, parla di Europa. Ma non si va molto oltre, nel senso che stando al programma operativo non è chiaro, al di là dei tanti possibili interventi attivabili, cosa farà in concreto la strategia e soprattutto quali saranno le ricadute positive per il territorio della regione. Non ci resta che la speranza, Consigliere Cardogna, perché vedo che l'incapacità amministrativa che poi ci converrà, ma questo è un atto di garbo e gratitudine forse verso la sua Presidenza, ed io chiederò al Gruppo quanto meno l'astensione proprio per quella speranza, perché lei ha lavorato insieme a me, abbiamo lavorato con la Commissione ed anche tra Commissioni, e quindi nel rispetto di questa regione e dei suoi abitanti, un voto di astensione per la speranza. Grazie.

PRESIDENTE. Abbiamo completato le relazioni dei colleghi di maggioranza e di minoranza. La discussione è aperta.
Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. Prima di iniziare ad illustrare la mia relazione vorrei consegnargliela per metterla a disposizione anche dei Consiglieri.
Buongiorno a tutti, saluto idealmente, anche se non è presente, il Presidente della Regione Spacca, il Presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Solazzi, i Presidenti e i membri delle Commissioni che hanno lavorato al Psr, i Consiglieri regionali e tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria agricole, del mondo dell'associazionismo, degli industriali, delle forze ambientaliste e del sistema bancario, interessati a vario titolo al piano e presenti in Aula come auditori.
Non sarebbe chiaro è sufficiente parlare di Psr se non viene inserito il discorso degli interventi in esso previsti nel contesto della globale rivisitazione della nuova Pac e a livello europeo nel programma Europa 2020.
Non a caso la trattativa sul primo pilastro e sugli OCM si è svolta quasi parallelamente alla costruzione del nuovo piano di sviluppo rurale delle Marche.
Parto quindi dalle conclusioni per illustrare quello che in un anno e mezzo di lavoro intenso dei nostri uffici, che sentitamente ringrazio unitamente al tavolo di partenariato che si è riunito per ben sette volte, e al tavolo verde che si è riunito per cinque volte, grazie a questo grande lavoro oggi abbiamo una Pac più equa, attenta ai giovani e al lavoro e tra poco avremo, spero un nuovo Psr per le Marche più attento alle aree interne, alla zootecnia, all'agricoltura di qualità e biologica, alla trasformazione e commercializzazione delle produzioni agroalimentari, alle filiere, ai giovani e alla difesa attiva dei beni comuni, dell'ambiente con un ruolo attivo alle aree interne, alle aree protette e a parchi.
Ma parliamo ora brevemente della Pac. L'accordo in sede di Conferenza Stato Regioni sue scelte nazionali per l'applicazione in Italia diretti degli aiuti diretti previsti dalla riforma della politica agricola comune, è stato di fatto raggiunto anche se manca ancora il timbro dell'ufficialità.
Questo consentirebbe di rispettare la scadenza dell'1 agosto prossimo, data dentro cui ogni Stato membro deve comunicare a Bruxelles le proprie scelte su aspetti chiave della recente riforma.
A livello di parte dello Stato membro Italia si è deciso comunque di attuare solo una minima parte della grandissima quantità di opzioni previste dal pacchetto complessivo dei pagamenti di base, con l'obiettivo di attuare una profonda semplificazione.
Per quanto riguarda le priorità si è puntato a rafforzare il sostegno ai giovani, privilegiare la componente lavoro del sistema agricolo, avviare una più equa redistribuzione territoriale delle risorse.
Ma entriamo brevemente in alcuni dettagli di quelle che rappresenteranno le scelte più significative per la nostra regione.
Quante sono le risorse per la politica agricola comunitaria nelle Marche, è stato già detto, ma è bene ripeterlo, per comprendere l'importanza della politica agricola comunitaria la Pac, come ormai tutti la conoscono, facciamo riferimento alle risorse messe in gioco nel periodo 2014-2020, si tratta di:
- livello Unione europea - 363 miliardi del bilancio comunitario per tutta l'Unione europea;
- livello Italia - 52 miliardi di cui 27 per i pagamenti diretti, 10 per lo sviluppo rurale e 4 per le organizzazioni di mercato;
- livello Marche - 1,3 miliardi di cui ci 537 milioni per lo sviluppo rurale (II pilastro), 840 milioni per il I pilastro di cui 780 per pagamenti diretti alle aziende agricole e 60 milioni dell'OCM. Nello specifico il I pilastro ogni anno mette in campo circa 135 milioni di euro per i pagamenti diretti e per i quali sono interessate oltre 30.000 aziende. Sulle slide potete vedere il dettaglio, io cercherò di dare solo le linee essenziali per essere più breve.
Quali sono le scelte per il cosiddetto I pilastro, cioè la definizione dell'utilizzo dei circa 840 milioni di pagamenti diretti?
Vi sono diverse novità rispetto al passato!
In primo luogo che gli Stati membri, come l'Italia, possono decidere sulla modalità di erogazione degli aiuti. Poi l'inserimento di un premio aggiuntivo per i giovani al di sotto dei 40 anni, per le Marche sono stimati oltre 900 giovani aventi diritto all'aumento del titolo ad ettaro del 25%. Infine uno sforzo di semplificazione che si concretizza con la soglia minima dei pagamenti, per esempio al di sotto dei 300 euro non vengono erogati aiuti, ed il regime dei piccoli agricoltori, fino a 1.250 euro in montagna e 5.000 nelle aree normali vengono erogati aiuti senza dover ripetere la domanda annuale e rispettare tutte le regole ambientali aggiuntive come il greening.
Quanto valgono attualmente i premi Pac nelle Marche?
Pagamenti diretti: circa 150 milioni di euro all'anno, aziende interessate 34.000, di cui 15 milioni è il valore dell'accoppiato con circa 15.000 aziende interessate, 13 milioni valgono i seminativi e 2 milioni fra bovini , ovi-caprini, bietole e olio.
OCM: circa 10 milioni all'anno di cui 7,7 milioni all'OCM vino, 2 all'OCM ortofrutta e 0,4 all'OCM olio.
I pilastro per le Marche, le scelte generali sono: per le aree svantaggiate si è deciso di non utilizzare specifiche risorse per aree svantaggiate. Questo avrebbe creato problemi di ulteriore complicazione amministrativa per dare quindi una giusta ed equa compensazione in Italia si utilizzerà il II pilastro e come vedremo per le Marche sarà proprio il Psr a sostenere le aree interne con le proprie risorse.
Le superfici agricole ammesse: c'è l'ammissibilità di tutte le superfici agricole, siamo a circa 12 milioni di ettari, per ora i calcoli vengono fatti con i valori del censimento Istat.
Il valore dei titoli: calcolo del valore iniziale dei titoli sul pagato per il 2014.Per le nuove entrate, ortofrutta e vigneti, che è una novità, il titolo medio in Italia è di circa 200 euro ad ettaro, queste colture ne trarranno un ulteriore vantaggio competitivo.
Quello che è importante e mi preme sottolinearlo, che è stata accolta la proposta delle Marche per risolvere le speculazioni sulle superfici pascolive.
E' stata introdotta la figura dell'agricoltore attivo che è il vero beneficiario della Pac e c'è un limite minimo per i pagamenti. Le aziende percepiranno aiuti Pac se l'importo da ricevere supera o è uguale a 250 euro, nel 2015 e nel 2016, poi 300 euro per gli anni successivi.
Il sostegno accoppiato: va alla zootecnia da latte circa 61 milioni di euro, 45 euro a capo stimato, circa 24 milioni di euro, 96 euro a capo stimato. Codice allevamento zone di montagna, è importante per noi anche se abbiamo pochi capi per i nostri territori per mantenere e favorire la permanenza degli agricoltori nelle zone montane. Qui integreremo questi aiuti con l'indennità compensativa del Psr, per circa 400 euro a capo, e con gli aiuti alla qualità proprio per cercare di mantenere competitivo il settore del latte delle Marche, scongiurando pericolose ristutturazioni, come per fortuna non è avvenuto in Cooperlat, e rafforzando il sistema latte di qualità a marchio QM delle Marche.
Gli aiuti vanno alla zootecnia da carne, agli ovi-caprini, ai seminativi e, qui mi soffermo un momento, alle oleoproteaginose e al grano duro. Solo per il centro ci sono 30 milioni di euro, circa 100 euro ad ettaro. Il vantaggio per la nostra regione è presto detto: noi abbiamo il 49% della superficie delle potenziali colture investite nel 2013 nelle regioni del centro Italia. Per noi questa è stata la scelta più importante, una battaglia che ho fatto da sola, come Assessore delle Marche, a volte, spesso direi, anche contro le Regioni del centro che avevano solo interesse per l'olio. Noi qui rappresentiamo più di un terzo dei seminativi e nelle aproteiche possiamo ammettere anche il pisello da industria, il fagiolino, i fagioli, eccetera.
In qualità di Assessore all'agricoltura della Regione Marche, con il sostegno anche del Presidente Spacca, in relazione all'accordo sul I pilastro, posso sottolineare l'importanza della scelta e cioè dell'inserimento del grano duro fra gli aiuti accoppiati ai seminativi del centro sud.
E' stata una conquista strategica per la produzione di pasta nazionale made in Italy ma anche per i tanti piccoli produttori di pasta che oggi esaltano la nostra qualità nelle filiere corte e nell'alta qualità, vedi l'IGP Maccheroncini di Campofilone, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
Passiamo ora a presentare il Psr delle Marche 2014-2020.
Il programma di sviluppo rurale 2014-2020, come ripeto per l'ennesima volta, ha una dotazione di 537.924.000 euro di quota pubblica, con un incremento di oltre 56 milioni di euro rispetto al periodo 2007-2013.
Purtroppo le risorse aggiuntive sono quasi tutte derivanti dal bilancio regionale. per le seguenti ragioni: le misure ambientali in passato non prevedevano la compartecipazione delle Regioni, mentre nel periodo 2014-2020 anche queste misure sottostanno alla regola del 70% Stato e 30% Regioni per un costo aggiuntivo pari a 35 milioni di euro; per favorire le Regioni del sud la quota nazionale è stata ridotta in queste Regioni ed aumentata nelle regioni del centro-nord, costo aggiuntivo circa 17 milioni di euro.
Queste risorse sono state destinate:
- circa il 40% delle risorse assegnato alle tematiche ambientali;
- il 40% sono per la competitività.
Rispetto al precedente periodo di programmazione inoltre è rafforzata l'attenzione sul sostegno all'inclusione sociale, allo sviluppo economico delle aree rurali, soprattutto interne, con un'assegnazione pari a circa il 12% del totale.
Il sostegno alla ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione e al miglioramento delle competenze e conoscenze del settore agricolo e nelle aree rurali gode di risorse pari a oltre il 6% del totale complessivo.
Altre allocazioni finanziarie del Psr ...

PRESIDENTE. Colleghi scusate, è una relazione impegnativa per la quale ringraziamo l'Assessore, quindi, se potete fare silenzio, anche perché l'Assessore Malaspina non è una urlatrice e giustamente parla con il tono di voce che ha, però un po' di rispetto, grazie.

Maura MALASPINA. Le allocazioni finanziarie del Psr 2014-2020 per priorità e il confronto con le assegnazioni del PSR 2007-2013 potete vederle sia nelle tabelle che abbiamo distribuito che nelle slide.
Andando più nel dettaglio, sulla base dei principali fabbisogni emersi tanto dall'analisi del contesto regionale che dai numerosi incontri di partenariato svolti nel corso del 2013, il Psr 2014-2020 individua 7 scelte strategiche importanti:
- riqualificare il sistema della conoscenza in ambito rurale. L'obiettivo è trasversale a tutti gli altri e prevede una dotazione di risorse molto più alta del passato per la ricerca e la sperimentazione. Si punta inoltre alla razionalizzazione degli interventi attraverso la loro messa in rete;
- sostenere la competitività delle imprese agricole e lo start up di nuove attività produttive. Ai fini del sostegno all'occupazione si sostengono sia il ricambio generazionale in agricoltura, come nel vecchio Psr, ma anche lo start up di microimprese nelle aree a più alto indice di ruralità, nel settore dei servizi sociali, ambientali, ricreativi, turistici;
- incoraggiare tutte le forme di aggregazione d'impresa. Si cercherà di favorire tutte le aggregazioni di produttori agricoli finalizzate all'acquisizione di una maggiore quota di valore aggiunto all'interno dell'impresa agricola, attraverso la valorizzazione delle produzioni con un sistema di tracciabilità e certificazione, l'esaltazione del legame prodotto di qualità-territorio, l'eliminazione di alcuni intermediari nella filiera; l'aumento del potere contrattuale dei produttori nella definizione dei prezzi;
- preservare il paesaggio delle aree rurali delle Marche e di intervenire nella prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio di alluvioni. E' necessario trovare forme di prevenzione per le sempre più frequenti alluvioni fenomeni di dissesto. Con il contributo del PSR si cercherà di avviare una fase che vede: l'individuazione di uno o più Comuni capofila di accordi d'area; interventi infrastrutturali pubblici sui corsi d'acqua e strade; sensibilizzazione degli agricoltori sulla problematica; partecipazione volontaria di agricoltori a misure di protezione e prevenzione, fasce di rispetto, siepi, inerbimenti, fossi, eccetera;
- ridurre l'impatto negativo delle attività agricole sull'ambiente e sui cambiamenti climatici;
- favorire l'occupazione nelle aree montane anche attraverso il sostegno dell'agricoltura e la tutela e la valorizzazione delle foreste;
- favorire lo sviluppo economico e l'inclusione sociale delle aree rurali.
Grosso modo, avete visto nelle slide, potrete continuare a vedere nel dettaglio o avere tutte le schede più specifiche sulle misure più importanti.
Chiudendo questo mio intervento desidero sottolineare che concludere oggi l'iter dell'approvazione del PSR significherà vedere le Marche fra le prime Regioni ad inviare a Bruxelles la bozza del nuovo programma 2014-2020. Questo ci consentirà di rendere operativo il nuovo programma di sviluppo rurale per la fine del prossimo autunno, durante il quale, mi auguro, saranno pronti i primi bandi.
Se la competitività sarà il leit motiv del programma, gli interventi principali riguarderanno i giovani e il ricambio generazionale.
Il nostro obiettivo è raddoppiare il numero di giovani che faranno impresa in agricoltura. Oggi sono il 17% e per questo saranno strategiche altre misure in studio anche da parte del Governo con il pacchetto "Campolibero" per la tutela della qualità agroalimentare e per garantire il vero "Made in Italy". I programmi riguardanti il credito, l'accesso alla terra e un nuovo slancio cooperativistico per superare le molte difficoltà e rigidità che oggi ostacolano l'inserimento dei giovani ai quali spesso risulta difficile avere terra da coltivare.
Per quanto riguarda il credito è stata sottolineata la necessità di mettere a disposizione gli strumenti adatti alle imprese agricole, fondo perduto si, ma anche mutui e contributi in conto interessi, leasing e sostegno alle garanzie da parte dei Confidi. Imprese che hanno bisogni e caratteristiche diverse rispetto alle imprese manifatturiere.
I progetti di filiera e i progetti di filiera territoriali sono vitali per sostenere le aree rurali. Sono molte quelle dove non vi sono prodotti cosiddetti di punta, che non riescono a fare massa critica economica e agroalimentare.
Con le filiere territoriali invece potremmo garantire reddito a tutti gli operatori della filiera incentivando le produzioni a "chilometro zero" e fare in modo che la stessa produca una ricchezza che resti nelle Marche. Questo attraverso la vendita diretta, ma anche attraverso l'assunzione in gestione di mense scolastiche e pubbliche, con contratti con la media distribuzione e la distribuzione di vicinato a capitale locale, con i nuovi mercatini locali del bio o dei g.a.s..
Una filiera strutturata può creare nuovi posti di lavoro e soprattutto nel settore agricolo, in quello alimentare e nell'indotto dei servizi.
Prestare attenzione alle filiere significa garantire il mantenimento del tessuto di imprese agricole che si sta gradualmente riducendo. Aiutare le aziende agricole a continuare la propria attività significa mantenere l'occupazione e il prezioso presidio del territorio.
Gli altri pilastri del PSR riguardano l'ambiente e il territorio, con il settore forestale presidio primario per uscire dalla logica emergenziale nei confronti del dissesto idrogeologico e dei cambiamenti climatici, il miglioramento della qualità e la tracciabilità dei prodotti, l'integrazione sempre maggiore della ricerca e dell'innovazione con università e centri di ricerca in forte sinergia con il mondo produttivo.
La semplificazione sarà la punta di forza del Programma perché capace di ridurre tempi e dare immediate soluzioni ai problemi delle imprese agricole.
Tra le priorità sulle quali si indirizzerà l'azione regionale ci saranno la zootecnia delle aree interne, il latte di qualità, il settore enologico, il biologico e l'olio, i settori legati al turismo rurale e alla valorizzazione dei beni comuni e dell'offerta di servizi comunitari come gli agri-nido e le case della longevità attiva, la creazione di nuove filiere a marchi QM nel settore della pasta, degli ortaggi, della frutta e delle produzioni da consumo fresco, il rafforzamento del settore delle proteo-oleaginose.
Anche per questo la nuova programmazione 2014-2020 è stata pensata all'insegna della semplificazione, per garantire agli agricoltori meno burocrazia e procedure più rapide. A vantaggio delle imprese previste inoltre una forte riduzione degli oneri amministrativi e una profonda semplificazione dei criteri di selezione.
Tutte le informazioni sui bandi saranno diffuse capillarmente anche attraverso ogni mezzo di comunicazione compreso il web.
Dobbiamo fare tutto questo nel miglior modo possibile e in tempi brevi perché la Regione intende dare alle imprese marchigiane le risposte che esse attendono e far si che l'agricoltura possa dare il suo indispensabile contributo alla ripresa economica di questa nostra bellissima terra. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Signor Presidente, Consiglieri, penso che, come hanno già detto i relatori e poco fa la collega Malaspina, quella che ci accingiamo a votare sia la programmazione più importante, non soltanto del quinquennio della legislatura che stiamo scorrendo, ma soprattutto della prossima. Quindi dobbiamo essere sufficientemente lungimiranti e disinteressati per due motivi: uno in via di spirito pratico, perché quello che stiamo programmando non lo spenderemo noi, perché noi saremo in facing-out per tutto il 2015 e perchè ci dovremo preoccupare di spendere fino all'ultimo euro dei 190 milioni residui della programmazione passata. Dobbiamo essere, quindi, di necessità e di virtù capaci di concentrare gli interventi, come fortunatamente l'Unione europea, la Commissione ci indica, sulle faglie, sugli obiettivi che cercano di contrastare le ragioni della crisi in un processo di modernizzazione incentrata sulla ricerca scientifica, l'innovazione tecnologica, l'agenda digitale, la sostenibilità ambientale, verso quel sistema diffuso di città e territori intelligenti e rispettosi dell'ambiente.
Ora l'altro elemento è quello che è già stato sottolineato di carattere finanziario. Oggi stiamo programmando per i prossimi sette anni, sei anni e mezzo, siamo a luglio, circa 1.100-1.200 milioni a cui si aggiungeranno i fondi del fondo sociale di coesione che oscillano tra i 250 e i 270 milioni, quindi parliamo di una cifra attorno ad 1 miliardo e 400 milioni nei prossimi anni.
E' fondamentale fare tesoro di questa provvista finanziaria ed evitare di ripetere l'istinto alla coazione, l'istinto di ripetere lo storico anche se la programmazione che ci accingiamo a votare è fortemente ipotecata dalla ripetizione dell'esistente e non va nella direzione giusta. Un limite se mi è consentito esprimere, portandone ovviamente la responsabilità, è quello di pensare che il resto delle variabili sia rimasto invariato e che, quindi, con i fondi comunitari sia possibile lavorare sul di più, non dico sul superfluo, ma sul valore non immediatamente strategico, ma urgente, emergenziale.
Penso che qualche eccesso da questo punto di vista ci stia e che la programmazione che ci accingiamo ad approvare possa essere mitigata già nella giornata di oggi e soprattutto nei lavori di correzione che i Comitati di sorveglianza nei prossimi anni faranno.
La mia riflessione ovviamente non vuole aggiungersi a quella delle tre autorità responsabili, penso al Fondo sociale europeo, al Fesr e al Psr.
Vorrei riflettere su due elementi di fondo, di analisi basica, posta in tutti e tre i documenti nell'analisi: minacce, opportunità, forza e debolezza. E' una riflessione su cui la Regione politicamente, programmaticamente, deve riflettere. Sono tantissimi i segnali che vanno in questa direzione che ci obbligano a riflettere su come il livello di benessere della nostra regione, la qualità del nostro territorio, la coesione sociale, la capacità innovativa, la vocazione imprenditoriale, siano drammaticamente, insistentemente messe in discussione. Dobbiamo avere tutti quanti questa percezione, considerando gli interventi che dobbiamo cercare di improntare, come di contrasto, a questa tendenza inerziale che non è in senso positivo, non soltanto in termini assoluti, ma anche in termini relativi.
I dati delle ultime relazioni semestrali, non parlo delle ultime settimane, ci dicono che mentre la Regione Marche fino al 2004 è stata in termini reattivi sopra la soglia della risposta resiliente di carattere nazionale, dal 2007 al 2013 è invece tra le Regioni meno reattive, abbondantemente sotto la media nazionale e, quindi, il segnale che dobbiamo dare non è di disperazione, ma nemmeno ottimistico o euforizzante. Un segnale di consapevole preoccupazione sapendo che l'equilibrio fiscale, quello economico, quello sociale, quello del mercato del lavoro, quello territoriale, sono drammaticamente messi in discussione. Questo è il campo della riflessione che noi dobbiamo svolgere e su cui dobbiamo intervenire. Per fare questo la concentrazione degli interventi è fondamentale. Penso che l'integrazione dei fondi sia una possibilità a cui non possiamo rinunciare e che non possiamo rifiutare.
Fino a qualche anno fa, c’era un limite addirittura normativo circa l'integrazione del Fse con il Fesr nell’ordine del 10%, se invece riusciamo ad intrecciare in trasparenza i tre documenti programmatici, riusciamo ad alzare lo sguardo e a intrecciare gli interventi delle politiche del lavoro, della formazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale e, nel concetto lato di ruralità che rappresenta come dotazione finanziaria la somma dei primi due grandi capitoli, riusciremo a portare a coerenza un programma degno, all'altezza della crisi che ho appena annunciato.
La manutenzione del territorio, il dissesto idrogeologico, le 14.000 frane censite, i 170 km di coste ingiuriate dall'erosione marina, la necessità di sovvenire alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale, le lamentazioni dei nostri parchi, sono in parte giustificate dalla necessità di valorizzare, non soltanto di conservare, il patrimonio che noi abbiamo in custodia.
Lo stesso vale per il capitolo straordinario del fondo sociale europeo, cui stiamo cercando di dare un'attuazione che non è emergenziale come è stata nella seconda parte della programmazione in corso. Ammortizzatori sociali che hanno giustificato ampiamente la conversione dei finanziamenti della formazione professionale in politiche passive del lavoro, ma insieme alle politiche passive del lavoro dobbiamo avere anche in mente le politiche attive che sono quelle di creazione di nuovo lavoro, di intercetta delle nuove opportunità, capaci anche di reggere un mancato incontro, come si dice un mismatch, tra il lavoro che si crea, non dove la crisi produce distruzione di lavoro, che è un dramma difficilmente affrontabile, ma è quello che abbiamo. Abbiamo la desertificazione di alcune aree industriali un tempo floride e abbiamo la creazione di 18.000 posti di lavoro in campo informatico, web, che sono distribuiti sul territorio in maniera non concentrata e lì si produce uno strappo sociale.
Voi pensate che noi possiamo reggere a livello regionale, come se avessimo una sorta di complesso di Atlante, sulle spalle gracili della Regione, ed io direi delle Regioni che non godono di buona fama, né per l'attualità né per la prospettiva, una politica industriale mancante, una politica economica che non è di tipo anticiclico e di espansione nè sul piano europeo, né sul piano nazionale.
Penso, quindi, che la partita dell'integrazione dei fondi comunitari, in nome di due principi: intersettorialità e territorialità, quindi georeferenziazione degli interventi territoriali, Iti, ma anche Pil, ma anche Pac, programmi d'azione comune, tutte le sigle vanno nella stessa direzione, si intreccia lodevolmente anche con le previsioni della legge urbanistica ed obbliga o comunque promuove, vedremo qual è l'intensità dello strumento a cui abbiamo pensato, la necessità delle politiche comunitarie, di una rete minima, di una scala minima capace di intercettare e di organizzare una risposta economica all'altezza della crisi.
Questo è il primo. Il secondo è quello intersettoriale a cui si fa riferimento per i tre fondi, cui corrisponde non l’antica divisione per assi, misure, azioni, ma per obiettivi tematici, che sono gli stessi in tutti e tre i fondi. Siamo obbligati a pensare unitario e, quindi, cito un caso che è stato risolto e quindi lo cito positivamente, se emerge una priorità bisogna avere il colpo d'occhio della locazione della risposta di questa priorità su tutto l’arco delle possibilità comunitarie e non soltanto su una, quindi, è una proposta di cui abbiamo discusso anche in Giunta, l’idea è di arrivare non soltanto a una cabina, ma a qualche cosa di più stringente per quello che riguarda l'indirizzo ed il coordinamento delle politiche comunitarie che parte dal livello del governo. Ne abbiamo sentito l’urgenza, penso che sia in questa occasione necessario sottolinearne il carattere strategico, sapendo che non c’è una discussione, diciamo, di rivendicazione di gestione in questi mesi, è del tutto evidente, stiamo approvando un documento che andrà in esecuzione, parliamo, però, di una necessità di gestione, di programmazione straordinariamente efficientante.
L’ultima osservazione che vorrei fare riguarda il concetto di ruralità. C'è un problema che riguarda la nostra regione, che riguarda la scala, noi siamo una piccola regione periferica, con 1.560.000 abitanti, di cui circa un 10% immigrato con bassa qualificazione, molto anziana, alla periferia delle grandi reti di comunicazione. Dobbiamo essere consapevoli di questo perché il problema della dimensione è un problema cruciale, è il campo, quello attuale, di cui parla anche Papa Francesco, delle megalopoli o delle città intermedie in cui si produce innovazione, parliamo di 20 città da 20 milioni d'abitanti, dove si produce l'innovazione urbana sistemica o delle 500 città intermedie, tra 2 milioni e 5 milioni d'abitanti, in cui si produce l'innovazione.
Noi rischiamo di rimanere marginali rispetto a questi fenomeni in assoluto e tanto più se non saremo in grado di costituire una rete, una strategia di integrazione regionale ed interregionale. Regionale per i motivi che ho già detto prima, e che non ho il tempo ovviamente di specificare esemplarmente, e interregionale in strategie macro regionali riempite di contenuto. Quindi, macro regionali di armatura strategica, trasversale, longitudinale ed internazionale, come ci siamo venuti ripetendo negli ultimi anni sul versante adriatico-ionico, e anche della documentazione strategica territoriale con il Ministero delle infrastrutture di trasporto non soltanto longitudinale ma anche trasversale.
Questo è un elemento che affronteremo con l’Fsc con la mobilità, trasporti, infrastrutture, ponendo le basi per ferrovia, raddoppio delle ferrovie, strade e autostrade, porti ed aeroporti e interporti. L’unica piastra logistica su cui stiamo cercando di lavorare in termini integrati, anche con i fondi comunitari, dal porto all'aeroporto e all'interporto anche sul versante delle due trasversali, la Fano-Grosseto e la Ancona-Orte per quello che riguarda la ferrovia.
L'elemento della scala della dimensione è cruciale per ogni affaccio sul versante degli strumenti adeguati.
Finisco, penso che la Regione come sta facendo e lo dovrebbe fare a mio avviso con un consenso largo, in cui la divisione partitica locale sfuma ed evapora. Convinti che se non saremo in grado di mettere insieme le nostre piccole risorse, non soltanto i piani di riparto nazionale, ma soprattutto sul piano internazionale europeo, la possibilità di varare un piano Delors-Prodi degli anni 2020, sfumerà definitivamente.
C’è una battaglia di carattere strategico, continentale, la politica industriale che non si fa più da vent'anni in Italia deve essere ripristinata, ma può essere ripristinata con una prospettiva realistica se sul piano europeo ci sarà un cambiamento di indirizzo e di marcia ed io non mi scandalizzerei, perché adesso c’è stata una competizione tra i livelli istituzionali, per esempio nella divisione delle risorse tra Pon e Por, se ci fosse un obiettivo condiviso non dovremmo avere timore di approvare un Pon infrastrutture a cui diamo un contributo di realizzazione per quello che riguarda le priorità a cui prima ho accennato.
L'occasione di oggi è conclusiva per la parte programmatoria, non è conclusiva per la parte gestionale, ma deve cercare di mantenere questo profilo alto sugli interrogativi di fondo, buttando lo scandaglio più in profondità, sui chiaroscuri della crisi economico e sociale che non accenna a diminuire e sulla strumentazione necessaria per cercare di contrastarla nei prossimi anni.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente. Vorrei rovinare bonariamente questo clima così ovattato. Sembra che stamattina stiamo votando atti dovuti, buttati lì, bisogna per forza prendere il prodotto completo così come è.
Credo che oggi noi stiamo compiendo un'azione politica o forse siamo ignari di farlo, però di fatto andiamo ad adottare, e mi riferisco in particolare modo al programma di sviluppo rurale, un piano che per quanto possa essere, non è detto che lo sia, modificabile in un secondo momento, di fatto costruisce un'impalcatura con la quale noi ci interfacceremo con l’Unione europea.
Innanzitutto c’è un problema politico. Se sul piano del metodo la bozza di piano viene consegnata alle parti sociali tardi, se ai Consiglieri viene dato poco tempo per affrontare la questione - vorrei ricordare che è un bel malloppo da studiare, c’è poco da fare, va studiato e non è facile in pochi giorni - e se a ciò aggiungiamo che, pare, una birichina Unione europea, fra i vari uffici collegati, consegna atti propedeutici alla realizzazione di questo piano tardivamente, mi chiedo come facciamo a non capire che c'è un problema politico, che il rapporto diretto Unione europea-Regioni, è un rapporto fallimentare che mette ognuno di noi nelle peggiori condizioni di lavorare e che impedisce allo Stato di fare cerniera.
Prima qualcuno ha detto che l'Unione europea ci dà 10 milioni di euro in più, ma non scherziamo! Questi sono sconti alle fregature del passato. Noi siamo, nei confronti dell'Unione Europea, un Paese fra i principali contributori netti. Noi diamo e riceviamo nulla. Dal 2004 al 2010, rapporto della Corte dei Conti, abbiamo regalato all'Unione Europea 35 miliardi di euro. Noi in questi ultimi anni diamo di più di quello che riceviamo e quale può essere il comparto che ne soffre di più se non il settore agricolo? Il più debole, quello che non ha lobby, è questo quello che soffre di più.
La cornice di riferimento è che noi abbiamo un rapporto disgraziato con l’Unione Europea, non è un fatto ideologico, io adoro l'Europa nazione che non c'è, ma sul campo c'è il fatto che ci danno meno soldi, quindi, se quest'anno abbiamo qualcosa di più, è lo sconto su una fregatura del passato.
Veniamo invece all’atto politico in sè. Su questo c'è da dire una cosa importante. Prima l’Assessore si faceva vanto, se ho capito bene, di essere la prima Regione a consegnare l'atto. Male! I meno furbi siamo! Quelli che tutelano di meno il territorio. Perché, e se la Conferenza delle Regioni serve a qualcosa, bisognava andare dal Presidente Renzi, vorrei ricordare che in questo momento ha un ruolo primario nell'Unione Europea, e dire chiaramente che la data del 22 andava prorogata. E' una vergogna che nessuno si sia alzato in piedi per dire questo.
Dico che la Giunta è complice, mi dispiace, l’Assessore Marcolini fa sempre interventi di alto livello, ma a me dispiace, la colpa c’è, politica! Bisognava andare da Renzi e dire: “Svegliati”, altro che maglietta di Gomez alla Merkel. Il 22 è poco tempo per fare insieme ai nostri operatori il programma di sviluppo rurale. Tant’è che per la prima volta, in questa legislatura, si rischia di adottare un piano che è giudicato negativamente, all'unanimità, da tutte le Associazioni di categoria. Il tavolo unitario di Agrinsieme, che raccoglie tutte le sigle possibili, immaginabili, dai piccoli coltivatori ai grandi coltivatori, culturalmente di un modo o di un altro, ci dice che questo piano non è potabile come acqua, non è acqua da bere, e ci dice alcune cose ben precise e concrete.
Innanzitutto la cavillosità di questo piano, laddove abbiamo 17 misure di riferimento che si declinano in azioni tipiche, tipizzate giuridicamente, azioni tipizzate, pensate un po' dalle 54 azioni, di una volta, passiamo a 137. Questo vuol dire aumentare la burocrazia, non l’erogazione, lo sviluppo, l'occupazione, tutte quelle belle parole che ci sentiamo sempre raccontare da questi documenti dell'Unione europea, di sussidiarietà. L’Unione Europea non applica la sussidiarietà, la uccide. Questa non è sussidiarietà, ma è moltiplicare le azioni, incastrare i piccoli imprenditori in che cosa? Costringerli all’aumento dell’utilizzo dell'assistenza tecnica, tant’è che nel piano c'è un sacco di destinazione di risorse all'assistenza tecnica e meno alla progettualità. Che giovani imprenditori agricoli vogliamo inventarci con un piano confezionato in questo modo? Dov’è lo sviluppo? Non c’è lo sviluppo, semmai ci sarà il solito miracolo italiano di complicarsi prima la vita a livello burocratico e normativo per poi compiere il miracolo di andare ad intervenire e riuscire, a far prendere qualcosa agli operatori del settore.
Non solo, da questo punto di vista ci sono più vincoli, più dettagli che hanno portato le Associazioni di categoria a prendere le distanze da questo piano e ciò non è mai accaduto.
Tra le altre cose parliamo di Associazioni di categoria che in questi anni sono sempre state molto propositive nei confronti delle istituzioni. Raramente ho assistito a momenti di grave tensione fra queste Associazioni di categoria e la Regione, proprio perché evidentemente i piani passati riuscivano ad avere un'interazione che oggi non c'è.
Ci sono poi delle criticità che vengono anche scritte. Tra le altre cose adesso è arrivato il parere del Crel che fa proprie queste criticità e le esprime: c'è il problema non solo dei giovani, ma anche delle aree montane che non vengono sviluppate. L’Italia è un Paese che non investe sulle aree montane. Per investire sulle aree montane ci sono da dire delle cose oltre a quello che si può fare con i soldi europei e con le nostre risorse. La Regione Marche non aiuta lo sviluppo delle aree montane a prescindere da questo piano. Quando inizio a togliere le scuole, gli ospedali, non faccio le strade, non creo situazioni infrastrutturali di bacino, è normale che il cittadino non viva in montagna, perché in montagna non c'è niente.
Da questo punto di vista, l’auspicio che ha tirato fuori l’Assessore Marcolini di lavorare in termini di coordinamento fra tutte le risorse europee a prescindere dalla settorialità, è uno dei motivi di principale criticità rivolto dalle Associazioni di categoria, addirittura dicono espressamente che sui fondi della formazione non è previsto nulla per il settore agricolo, allora (...) no, dico che è vero, dico quello che leggo, che c’è una criticità, ci vuole maggior dialogo, viene scritto dal Crel: “Con altri fondi strutturali UE, così da ottimizzare le risorse a disposizione” evidentemente dal loro punto di vista non c'è la percezione positiva di questo aspetto.
Il problema vero è cosa conviene fare oggi, arrivati a questo punto. Per me sarebbe fin troppo facile fare una relazione politica da Consigliere dell'opposizione, sfilarmi e finire la questione. No! Qualcuno parlava di senso di responsabilità. Il senso di responsabilità ce l’ha anche chi, come me, non ama questa Unione Europea così com'è ridotta, questa carcassa europea che fa finta di essere un'entità statale. Ho presentato degli emendamenti cercando di cogliere alcuni aspetti proposti da Agrinsieme. Credo che altri Consiglieri abbiano fatto lo stesso, dico che oggi si può chiudere questa storia in due modi: primo: o la Commissione ha la capacità insieme, e lo dico, prima qualcuno ringraziava chi ha lavorato degli uffici, facciamo a capirci su una cosa, li ringrazio anch’io perché i dipendenti della Regione si devono sempre ringraziare per il grande lavoro che fanno facciamo a capirci, ma o questo piano, e concludo, ha un grave problema politico oppure ha anche un grave problema tecnico, e chi l'ha scritto forse non ha ben valutato queste 137 azioni e 750 pagine.
La Commissione oggi dovrebbe fare il miracolo, magari si sospende il Consiglio e si riconvoca domattina, di accogliere tutti gli emendamenti e le osservazioni di Agrinsieme, laddove siano sostenibili. E' è ovvio che se Agrinsieme prende la cantonata di fare una cosa contro legem, evviva Dio, non verrà accolta, ma credo che sia stata abbastanza precisa. Secondo: se questo non accadrà oggi, riconvochiamoci lunedì, prima del 22, e passiamo il week end a vedere come migliorare questo piano, perché questo piano non è condiviso da nessuno.
Invito la Giunta, la maggioranza, capisco di non essere il Messia, né tanto meno come Consigliere di minoranza di essere particolarmente convincente, i colleghi della maggioranza a non sottovalutare cosa stanno votando, perché come diceva giustamente l’Assessore Marcolini, quello che oggi noi votiamo inciderà più avanti e non vorrei che qualcuno di voi rimanesse alla storia per essere un criminale che ha ucciso l’agricoltura marchigiana. Io non voglio esserlo, quindi scusate se sono un po' così, fuori dalle righe, però invito ad una responsabilità vera. Prima di spedirlo a Bruxelles cerchiamo di metterci le mani per davvero, perché questa cosa così com’è non va bene.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Grazie collega, ci mette un po’ di angoscia, però noi andiamo avanti. Ci ha invitato a venire qui domenica, se volete ne possiamo parlare insieme, questo può essere condiviso dai colleghi, perché è un consiglio abbastanza singolare.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. E' ovvio che noi oggi ci apprestiamo a votare tre strumenti che avrebbero, potenzialmente, la possibilità di segnare in modo preciso lo sviluppo di questa nostra regione, da qui al 2020.
Strumenti importanti, io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi di tutti, in particolare degli Assessori. Dico subito per inciso che avrei preferito mi fosse stata risparmiata la lettura di un intervento preparato per un convegno con incluse conclusioni rivolto al sistema bancario che non è in Aula, rivolto al sistema ambientalista che non è in Aula. Però questo è un segno dei tempi su cui tornerò dopo.
Ho ascoltato anche, ovviamente, l’Assessore Marcolini, il cui spessore politico credo sia innegabile, però a me sorgono alcune domande, Assessore. Lei parla di intersettorialità, è vero, però a me risulta che la Giunta o quantomeno i Capigruppo, la maggioranza, non si siano mai riuniti, né sia esistito né esiste un tavolo di coordinamento di tutte queste tre misure.
Ogni Assessore di competenza ha lavorato per conto proprio. Promosso convegni, come abbiamo ascoltato, preso impegni, a volte come abbiamo saputo, come ci è stato detto, però tutto sfilacciato, non c'è.
Di fronte ad una realtà che vede la nostra regione perdere continuamente ricchezze in termini di occupazione, giovani che non hanno futuro, fabbriche che chiudono, fabbriche che vengono vendute e che hanno condizionato questa regione, il Presidente Spacca ora con chi sta? Con Paola Merloni, cioè con la lista Monti come ha dichiarato in campagna elettorale o con gli operai come ha dichiarato qui? Si è detto meravigliato e vuole vederci chiaro, per fortuna vuole vederci chiaro, di certo gli operai, i dipendenti, i lavoratori, continuano a pagare questa crisi.
Un altro Merloni ha chiuso e sappiamo che strascichi ci sono. Non c'è la luce che ci faccia vedere un'uscita da questo tunnel.
La povertà estrema aumenta, io ho la fortuna di abitare sopra una sede della Caritas e vi garantisco che in un piccolo centro, come Maiolati Spontini, il lunedì pomeriggio c'è la fila anche di italiani che vanno a prendere pasta, pomodoro e conserve, la fila! Quindi, quello che io ho ascoltato qui dentro è fuori da tutta questa realtà. Veramente è al di fuori!
Questi tre strumenti avrebbero potuto incidere e dare una speranza, invece niente. Non c'è, non c'è un progetto politico, dice l’Assessore Marcolini: “Questa è conclusiva per la programmazione, non per la gestione”, ma è nella programmazione che sta il segreto. Cosa vogliamo da questa Regione da qui al 2020? Cosa proponiamo? La gestione appartiene alla volontà di programmare. Nelle varie Commissioni, a cui ho partecipato, ci siamo trovati a modificare l'impostazione di alcuni provvedimenti, ma c'erano già impegni precisi, sono stati detti, andremo nel Comune X e faremo questi interventi perché modificheremo il piano Y, senza considerare che il piano lo approva il Consiglio e ad una mia protesta, siamo stati tacciati di essere un Consiglio che fa chiacchiere. Un Assessore illuminato e grazioso nel modo di intervenire dice che il Consiglio fa chiacchiere.
E’ questa la logica, Assessore Marcolini, che ha guidato, credo, questo piano.
Che dire, in tutte le riunioni alle quali ho partecipato e alle quali erano presenti le organizzazioni agricole è stata chiesta la semplificazione: meno misure, meno sottomisure. La programmazione è politica, trattiamo con l'Unione europea, non dico dei tempi, sono d'accordo con il Consigliere Zinni, anche se io non me la prendo con chi legge gli interventi scritti da altri, ma me la prendo con la testa politica del Governo regionale che dovrebbe trattare e far rispettare questa Regione dall’Unione europea. Non è possibile mettere i Consiglieri nelle condizioni, in cinque giorni, dieci giorni, di approvare piani di tale importanza. Non è possibile!
Doveva essere messo in atto un tour de force con gli altri Presidenti delle Regioni e dire “Non accettiamo questi tempi”. Altro che 1000 giorni, i proclami del bullo di Pontassieve, ci vogliono fatti! Far rispettare le nostre Regioni, altrimenti non esiste capacità e possibilità di programmare. Non c’è e infatti non c’è.
C’è una visione notarile di distribuzione dei fondi, coazione a ripetere, Assessore, come è avvenuto nel passato, con tempi obbligati dall'Unione europea e con alcuni Assessori che hanno già venduto, promesso soldi, a Sindaci, al territorio, è vero anche questo. Diciamocelo!
Sappiamo quello che è successo nelle ultime 48 ore, però io non capisco, mi riesce difficile capire, la posizione morbida di parte della minoranza.
Dobbiamo essere liberi, liberi da qualsiasi condizionamento anche personale, lo dico con grande franchezza e sincerità. Mi hanno insegnato che chi parla in faccia non è traditore, noi dobbiamo ragionare con grande libertà e la libertà significa non essere condizionati da niente, neanche da ipotetici, probabili, veri, non so, interessi nostri.
Noi dobbiamo rendere un servizio alle Marche, approvando tre strumenti di programmazione che siano veri, che non siano la ripetizione, come avviene, e a volte la mortificazione. Diceva l’Assessore che i giovani hanno un premio, e chi glielo dà? L’Unione europea l'ha già previsto. Allora perché venderlo qui come …, perché insultare così chi lavora, chi merita, a volte in montagna, soprattutto penso a quelli che meritano un premio per stare sul territorio, dobbiamo mettere al centro il territorio, era questa l’occasione. Territorio significa colline, significa campi, significa paesaggio, significa storia, significa cultura, ma se non mettiamo al centro della nostra azione queste cose, questi valori, questa nostra regione, facciamo una politica sana o facciamo, lo ripeto, i notai, distribuiamo fondi per poi avere un tornaconto sul piano elettorale e politico.
C’è bisogno di un adattamento al cambiamento, come diceva il collega Consigliere Marconi, è vero, ma l’adattamento al cambiamento prima di tutti lo deve avere questo ente, questo Governo regionale. Prima di tutti. Perché gli agricoltori, gli imprenditori, i disoccupati lo sentono il cambiamento, chi non arriva alla fine del mese lo sente ed si è adattato, è obbligato ad adattarsi. Sono gli Assessori che hanno promesso soldi pensando di poter realizzare in campagna elettorale i propri progetti che non si sono adattati, che sono rimasti indietro.
Ecco perché credo che non siano approvabili, non siano degni di favore almeno per quanto riguarda i Comunisti questi tre strumenti di programmazione e mi consenta, mi permetta, Assessore, proprio perché ho notato lo spessore politico del suo intervento mi piace confrontarmi, non posso confrontarmi con chi legge una cosa così, anche male tra l’altro, lei dice siamo piccoli e marginali, è vero. Marca no? Il nome. Siamo piccoli e marginali e rischiamo sia sul piano fisico, sul piano culturale e scientifico l'emarginazione dai grandi centri dove si produce innovazione, è vero, ma a quale innovazione ci riferiamo?
Credo che se mettiamo al centro il nostro territorio con le sue bellezze, la sua capacità di produzione, mi viene in mente, mentre parlo, l’agricoltura biologica delle Marche, con coraggio puntiamo su un settore, su due, mi viene in mente il recupero dei centri rurali per cui la Regione ha finanziato un progetto che è stato presentato. Se noi non puntiamo sul territorio, su un turismo intelligente, colto, essendo una regione piccola, se non puntiamo su questo, noi si che siamo marginali, perché negli altri settori, la vendita della Indesit ci insegna, siamo perdenti, perché i nostri cari imprenditori sono mercanti. Fanno rimpiangere l’Aristide Merloni che legava il territorio, la cultura della produzione alla fabbrica, questi lo fanno rimpiangere, fanno cassa, vendono e quando incassano non gli interessa niente del territorio e di chi ci abita.
Noi dobbiamo invertire la programmazione, ma qui non c’è, nessuno lo propone, avete sentito qualcuno degli Assessori proporlo? Non c’è. Io non mi riferisco in particolare al partito di maggioranza relativa, c’è bisogno di un salto di qualità anche politico, basta, anche voi essere sfilacciati, occorre un progetto serio, credibile che metta insieme tutti i soggetti che operano sul territorio a partire da chi ci lavora. Occorre che il giovane e gli agricoltori in genere quando sentono parlare di Psr non dicano più: “Per carità, meglio non farlo”, perché è questo che avviene. Oppure com'è accaduto di sentirmi dire: “Rispetto a 750.000 euro concessi te ne togliamo 120 mila per motivi burocratici” ma è nella norma, è normale, 120.000 euro ad un agricoltore, ad un'azienda agricola.
Questi sono fatti. Occorre invertire.
Noi il nostro contributo lo abbiamo dato nelle Commissioni e continueremo a darlo, senza se e senza ma, tenendo sempre conto che non ci interessano né le piccole misure, che possono favorire un'azienda piuttosto che l'altra, né piccole misure che possono favorire un Assessore o un Consigliere perché lì è il suo bacino elettorale. Noi abbiamo una visione della regione e quando dico regione parto dal confine dell’Emilia fino a quello dell'Abruzzo ed entroterra.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli. Abbiamo poi gli interventi dell’Assessore Giorgi e a seguire dell’Assessore Luchetti.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Voglio associarmi ai ringraziamenti che qui sono stati fatti ed estenderli da parte mia ai relatori di maggioranza e di minoranza.
Non voglio rispondere, soprattutto per quello che riguarda il programma di sviluppo rurale, alle critiche anche forti che sono state fatte dai Consiglieri Bucciarelli e Zinni, perché lo dico in modo molto franco, avrei preferito che al di là dei tempi stretti o meno, l'Assessore fosse intervenuta al termine del dibattito e avesse risposto.
Credo che dobbiamo sempre partire dal rispetto delle regole, voglio mantenere il mio ruolo di Consigliere, però concordo con alcune considerazioni che ha fatto l'Assessore Marcolini e sottolineare il fatto che questa discussione e questa approvazione di importanti atti di programmazione europea, coincide con una nuova fase, con l'assunzione da parte dell'Italia del semestre di Presidenza del Consiglio. Una responsabilità grande e pesante per l'Italia, ma sicuramente un'opportunità. Io non voglio difendere qui il Governo e il Presidente Renzi però dobbiamo essere molto concreti, mentre stiamo discutendo della programmazione di queste risorse, ci sono altri 300 miliardi di euro dell'Unione europea con tempi certi, con date certe, grazie appunto a questa fase - su questo ci tornerò dopo - che il Presidente ha sicuramente saputo cogliere, anche perché arriva all'appuntamento con una grande forza che gli italiani gli hanno dato e che esercita da un lato per le riforme e dall'altro per maggiori margini finanziari, perché è vero in parte quello che è stato detto, ma se non c'è una svolta in senso keynesiano, facciamo fatica a discutere quello che è il modello di crescita che vogliamo, quindi, occorre una svolta che si sta cercando di realizzare e dall'altro un progetto di una vera e propria integrazione europea. Credo che dobbiamo fare un salto di qualità anche da questo punto di vista, quindi, occorre una direzione più politica, una direzione più intelligente, più dinamica. Qui, adesso, non voglio allargare molto il discorso, ma se vediamo: 2014 Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea, non vi chiedo di leggerlo, perché abbiamo tutti molte cose da leggere, però se la riunione del Consiglio regionale delle Marche serve anche di domenica, se serve ai marchigiani, credo che vada fatta, quindi, su questo concordo con il Consigliere Zinni, se c'è la necessità di discutere ..., ovviamente non sono per rinviare oggi, sono per votare …

PRESIDENTE. Considerato il grande interesse che registriamo, credo che potremo farlo anche di domenica, perché vedo che c’è un'attenzione straordinaria da parte dell’Aula.

Enzo GIANCARLI. Presidente chiarisco. Sono perché non si rinvii nulla e si voti, ma faccio questa affermazione: se serve ai marchigiani il Consiglio, come ognuno di noi, deve essere a disposizione.
Ritorno alla Presidenza italiana in cui c’è scritto: rivitalizzare la strategia Europa 20.20 e accanto a questo ci sono anche altri aspetti importanti che per brevità adesso vi risparmio. Però, credo che questo ruolo decisivo, anche rispetto alle risorse, va bene se è attribuito agli strumenti propri dell'Unione europea e, quindi, al bilancio comunitario, alla Banca europea degli investimenti. Ovviamente un'Europa più vicina ai cittadini, uno spazio di democrazia, di diritti, di libertà.
Credo che quanto è avvenuto due giorni fa: l'elezione del Presidente della Commissione europea, il popolare Junker, legato ad un documento di indirizzo strategico con un accordo sui contenuti, un punto cruciale, un corretto equilibrio tra stabilità e di crescita e, quindi, un'applicazione delle regole esistenti più favorevole alla crescita, più flessibilità, ci porta già oltre la programmazione di cui stiamo discutendo, a grandi progetti di lungo periodo direttamente sostenuti dall'Unione europea: dalle infrastrutture, dai trasporti, dall’energia, alla ricerca, all'agricoltura, alla formazione, alla banda larga, alla messa in sicurezza del territorio, e potrei continuare.
Credo alla vittoria che c'è stata del Parlamento europeo e della democrazia parlamentare, perché le scelte, il potere, sono nelle mani degli elettori, e non possiamo ignorare il fatto che il Presidente della Commissione sia il candidato del partito più votato dai cittadini europei, non possiamo ignorare questi fatti di democrazia che non sono aspetti formali, ma sostanziali rispetto alle scelte e ai bisogni delle regioni europee.
Rispetto ai tre atti di programmazione, concordo anch'io che forte deve essere l'azione e la volontà di semplificazione. Non so se da qui a settembre, quando torneremo a discutere questi aspetti, ci sarà una volontà, una possibilità di ridiscutere nel metodo alcuni aspetti. Sulla semplificazione credo che concordiamo tutti, però voglio dire una cosa al Consigliere Zinni, quando chiede al Presidente del Consiglio italiano più tempo, a me non piace la polemica, non voglio farla con nessuno, non voglio farla né con la Giunta né …, però un punto è fermo: il Governo non nomina gli Assessori regionali. Questo credo che vada detto. Gli Assessori regionali non sono nominati dal Governo italiano.
Fatta questa considerazione, sul programma di sviluppo rurale il Consigliere Badiali è stato molto chiaro, anche profondo e soprattutto ha insistito sull'aspetto legato all'agricoltura in senso stretto e rispetto al concetto di ruralità.
Credo che dobbiamo dare coerenza a quanto il Consigliere Badiali ha affermato: questo strumento, come forte impulso all'economia regionale.
Rispetto al programma di sviluppo rurale e rispetto agli altri strumenti di programmazione, dobbiamo fare in modo che siano inquadrati dentro quel ragionamento che faceva l’Assessore Marcolini che per brevità non riprendo, ma voglio sottolineare quel quadro in cui tutto è messo in discussione: dall'economia alla coesione sociale, anche alla presenza di gruppi non italiani nel nostro territorio.
Sull'agricoltura prima il Consigliere Busilacchi mi ha fatto vedere il Wall Street journal. Oggi, no venti giorni fa, il giornale parla di un segreto nascosto nell'Italia: è il verdicchio. Potrei continuare su questi aspetti delle nostre eccellenze, delle nostre produzioni di qualità.
E' chiaro che dobbiamo fare bene. Costruire le politiche, le scelte, con le imprese agricole, con gli imprenditori agricoli, con le Associazioni, con il territorio. Fare in modo che questa ricchezza, ripeto, oggi siamo nel mondo, ma lo siamo sempre, oggi perché c'è un grande giornale, lo siamo sempre per questo settore, ma anche per altri, per quello che rappresentano rispetto alla necessità di un nuovo tipo di crescita, rispetto alla necessità di dare risposte alla nostra economia, di dare risposte alle giovani generazioni. E' la sostenibilità, sono le cose che durano nel tempo, quelle che danno valore al territorio e che dobbiamo sostenere con forza.
A mio avviso, anche rispetto alle novità che ci sono nel Fse e nel Fesr, dobbiamo, ripeto, dare valore politico e strategico a tutto quello che oggi andiamo a votare sapendo che l'Europa sta cambiando.
Dobbiamo fare in modo, come Marche, di essere puntuali, di essere attenti, di utilizzare le risorse con una visione fortemente innovativa, ma al tempo stesso con una capacità di costruire le decisioni con le istituzioni, con i soggetti della partecipazione e con i corpi intermedi che hanno un grande valore democratico perché mentre l'Europa da un lato comincia a dar forza alle istituzioni europee, noi dall'altra parte dobbiamo avere la capacità di dare forza ai cittadini marchigiani e a chi li rappresenta.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Inizio anch’io, come ha fatto il Presidente Giancarli, ringraziando le Commissioni per il lavoro svolto.
Stamattina stiamo approvando tre piani strategici ed io sono estremamente convinta della strategicità dei nostri programmi operativi e farò delle riflessioni in maniera puntuale rispetto al documento Fesr che ho seguito passo per passo dall'inizio.
Dico che sono documenti strategici, perché sono documenti largamente condivisi con il partenariato e rispondono alle necessità che questa regione ha, ma ne rispondono in un contesto più ampio. Un contesto al quale noi dobbiamo assolutamente guardare. Lo dico con piena convinzione e lo dico ancora più convinta dopo undici mesi di esperienza di partenariato proprio sulla costruzione del Por.
Parliamo di un documento strategico che nasce da elementi che arrivano dalla Commissione europea, quindi elementi che arrivano dall’Unione Europea che ci detta delle linee. E' vero, questo è stato indicato da tutti, ci detta delle linee all’interno delle quali noi ci dobbiamo muovere. Sono linee che sono un obiettivo, obiettivo Europa 2020, nel quale la Regione Marche, Paese Italia, devono chiaramente riconoscersi se hanno riconosciuto l'appartenenza, portando un contributo reale che è poi il valore aggiunto della possibilità di questo percorso di avere un documento di base nel quale c'è un grande apporto volendo della sussidiarietà.
Per questo ribadisco l'importanza strategica dell'approvazione delle risorse di stamattina, che hanno una importanza ancora più rilevante per quanto concerne il futuro della nostra regione.
Parliamo della programmazione di risorse fondamentali per i prossimi sette anni e questo elemento del partenariato è un elemento qualificante di tutta l’azione che è stata fatta.
Con il Por Fesr noi abbiano iniziato gli incontri con il territorio il 18 luglio 2013, quindi un anno fa. Abbiamo dialogato con circa 4.000 persone direttamente, oltre tutti gli strumenti, tutte le sollecitazioni, tutti gli inviti che sono venuti, mettendo a disposizione anche uno strumento informatico. Ricordiamoci che viviamo in una era digitale, non dobbiamo aver paura di iniziare i dialoghi anche con altri strumenti.
Un piano assolutamente partecipato, così partecipato, il Consigliere Bucciarelli è uscito, che quindici giorni fa in Giunta abbiamo deciso di continuare questo partenariato che ha portato veramente un valore aggiunto. Mi riferisco specificatamente al Por Fesr che ho seguito in prima persona, ma il percorso è stato uguale per tutti e tre i documenti. Noi abbiamo deliberato in Giunta che il partenariato che ha caratterizzato la costruzione dei Por continui, continui in tutta la fase di attuazione, dialogo-confronto continuo, serrato con le parti sociali, con le parti sindacali, chiaramente può anche essere aperto, e questo lo dico qui, ad una rappresentanza consiliare. Questo è un aspetto qualificante, se parliamo di un elemento strategico che deve essere calato nel territorio e deve rispondere alle esigenze del territorio.
Questo è stato fatto, e questo è nato, e questo rafforza il documento.
Ci sono diversi livelli di concertazioni che hanno portato a questo documento, la concertazione territoriale forte, serrata, apertissima. Credo che il parere che ha espresso il Crel in merito al Por Fesr documenti e testimoni questo lavoro che è stato fatto.
Ci sono altri livelli di partenariato, il nostro dialogo aperto con il Governo, ricordava prima l’Assessore Marcolini la questione dei Pon nazionali, ci sono dei piani operativi nazionali che incidono nel nostro territorio, per la prima volta, noi, come Regioni sviluppate, abbiamo partecipato anche il finanziamento dei Pon nazionali e, quindi, un 13%, mi sembra, delle risorse ricadranno nel nostro territorio. Non saranno risorse gestite direttamente da noi, ma sono comunque aggiuntive per il nostro territorio.
Tra l’altro ieri pomeriggio c’è stato a Palazzo Chigi un incontro con il sottosegretario Del Rio con le Regioni proprio per fare un punto sulla programmazione. C’è questa volontà di essere, come sistema Paese, puntuale, efficacie e credibile nei confronti dell’Europa, ed inviare questi nostri programmi entro il 21 luglio è un tema importante.
Un altro tema è stato rilanciato ieri in questo incontro, voglio riportarlo, per esempio, e mette al centro il lavoro che deve fare anche il Governo - ve lo dico per puntualizzare i livelli diversi di confronto e rapporto che ci sono, non dobbiamo guardare solo a quello che succede nella nostra Regione, dobbiamo guardare la nostra Regione gettando però lo sguardo oltre, questo è il tema strategico, questo significa fare una programmazione comunitaria - ieri a quel tavolo è stato sollevato di nuovo il tema del patto di stabilità perché ancora non siamo riusciti, come Governo italiano, ad avere una risposta decisa, specifica a questa domanda forte che è stata posta in primis dalle Regioni al Governo, al tavolo, mi ricordo, dai Presidenti delle Regioni per escludere il cofinanziamento dal patto di stabilità. Non è un elemento secondario perché se abbiamo risorse, ma poi non riusciamo a spenderle e ci sono risorse finalizzate agli enti locali, questo è un tema principale, per questo non dobbiamo chiudere questo confronto qui, ma aprirlo altrimenti diventa un confronto miope, cieco e non esaustivo.
Per queste motivazioni nell'obiettivo strategico, ampio, in un contesto più ampio, abbiamo inserito gli obiettivi strategici della nostra Regione, secondo me, in maniera puntuale e assolutamente rispondente alla necessità.
E’ vero, come ha detto l’Assessore Marcolini, che non riusciamo ancora a guardare avanti, viviamo una situazione contingente che va affrontata. Anche questo abbiamo messo in campo, perché l'Europa ce lo permetteva, questo doppio livello, ma con una visione più portata allo sviluppo. Del resto le linee che ci ha dettato l’Europa che erano quelle di costruire regioni intelligenti, sostenibili e inclusive, comprendono anche il tema del confronto e dell’affronto alle tematiche che sono più emergenti ed urgenti in questo momento, che non viviamo noi solo come Regione Marche, ma che vive l'Europa intera a livelli e a gradi diversi, ma per noi assolutamente importanti.
Come sapete c’erano delle linee indicative dalle quali non potevamo discordare. Per esempio, noi siamo una regione più sviluppata ed avevamo l'obbligo di investire nei primi quattro obiettivi tematici almeno l'80%. Sono quattro obiettivi tematici che guardano totalmente allo sviluppo con un occhio molto attento alla sostenibilità ambientale. Noi l'abbiamo rispettato ed il documento della Giunta è ancora più estremo in questa direzione e adesso non viene ridimensionato perché anche questo spostamento genera comunque economia. Quindi, il tema del rilancio rimane anche in questa nuova versione più finalizzato, localizzato in un tema specifico, però rimane il tema della crescita economica che è fondamentale.
Quando a febbraio siamo andati a Bruxelles, nel momento della costruzione del Por - abbiamo avuto un dialogo diretto con la Commissione europea proprio per arrivare a questo 21 luglio con un documento che viva, nei sei mesi che ci sono ancora, un rapporto con la Commissione più fluido - ci è stato chiesto: “Perché volete attivare anche gli altri due obiettivi tematici?” Perché il tema della concentrazione, il tema dell'integrazione sono due filoni fondamentali e importanti noi lo abbiamo spiegato proprio in una visione di economia, di sviluppo economico, ma specificata alle caratteristiche del nostro territorio.
Questa nostra spiegazione è stata esaustiva ed accolta in maniera positiva, questo per fare un panorama ampio nel quale ci muoviamo, ma il panorama non va mai dimenticato quando mettiamo in campo azioni del genere, quando parliamo di strumenti di programmazione europea, perché di questo stiamo parlando.
Non entro nel merito del documento anche perchè la relazione del Presidente della VI Commissione Cardogna ha specificato bene le indicazioni che sono state portate avanti.
Chiaramente l'obiettivo tematico 1, proprio in questa visione, è molto presente, molto importante. Nell'obiettivo tematico 1 ci sono le azioni di incremento dell'attività dell’impresa, dell'innovazione. Noi siamo una Regione con un sistema produttivo che ha grandissime possibilità in questo campo. Questa è una grande occasione, un obiettivo europeo che si cala perfettamente nel tessuto economico della nostra regione, quindi, assolutamente positiva questa possibilità che ci viene data.
L’obiettivo tematico 2, l'agenda digitale, c'è una locazione specifica che può essere considerata non elevata, un 7%, ma ricordo che l'agenda digitale essendo un fattore di innovazione e di sviluppo è un tema trasversale che noi troviamo in tutti gli obiettivi. Questo va ricordato, va rimarcato dove mettiamo in campo azioni anche per favorire processi amministrativi nella pubblica amministrazione così come abbiamo iniziato in questa programmazione. La Regione con questi strumenti va a facilitare il dialogo tra le pubbliche amministrazioni anche nella direzione dello snellimento e questo è fondamentale. Queste sono azioni estremamente qualificanti e la banda larga, la banda ultra larga, nei distretti produttivi, nell’intervento della pubblica amministrazione è fondamentale.
L’obiettivo tematico 3, il sistema della competitività, c’è attenzione, questo obiettivo ci dà l'opportunità di andare ad agire nelle aree più in crisi, di andare a contrastare gli elementi di crisi. Per noi è molto importante e, anche su specifica sottolineatura dell’Unione europea, si va attraverso l’intervento di questi obiettivi a sviluppare il tema dell'internazionalizzazione. Quanto è caro questo tema e quanto è aderente al nostro sistema produttivo il tema dell'internazionalizzazione!
Obiettivo tematico 4, anche qui ci sono grandissime possibilità, la questione della riduzione dei consumi energetici negli edifici pubblici. Abbiamo voluto andare incontro al sistema produttivo e ricordo che la nostra è una regione manifatturiera, quindi il sistema produttivo va accompagnato, va aiutato, va implementato, ma proprio per la crescita della nostra regione c'è una misura che ha un significato, una misura, una allocazione, scusate, un'azione per andare a proseguire sul tema del legno che è molto presente.
Tra l’altro, lo dico adesso, con il Presidente Cardogna ne abbiamo parlato prima, so che ha creato delle problematiche, qualche discussione, la possibilità di intervenire attraverso il Por Fesr per l’efficientamento energetico nelle nuove costruzioni.
Questo ha un significato in linea coerente con tutta l'attività che noi abbiamo messo su per quanto concerne la filiera del legno e lo troviamo nel Feasr. Adesso lo abbiamo implementato con questo ulteriore passaggio nelle Commissioni e nel Fesr e con questa piccola parola, anche, andiamo a crearci una possibilità che ancora non è codificata, perché in questa fase nessuno ce lo chiede, di poter iniziare una nuova tipologia di edificazione parlando del legno che, dal punto di vista dell’efficientamento energetico, ha un significato forte ed un’azione estremamente qualificante. Credo che possa essere lasciata, se vista, in questa direzione.
Purtroppo ho sentito tante cose che non appartengono alla realtà. Diciamo che abbiamo guardato un po' oltre. Invito tutti a guardare un po' oltre, ho fatto questo appunto perché so che è una delle materie che ha creato più dibattito.
Obiettivo tematico 5, clima e rischi. C ci è stato chiesto: “Perché lo attivate”. Lo attiviamo perché se vogliamo sviluppare e basare un'economia sul nostro territorio, il nostro territorio deve essere preservato, conservato, rimesso a regime, anche da un punto di vista della riduzione del rischio idrogeologico e dell'erosione costiera.
Obiettivo tematico 6, la tutela dell'ambiente, la valorizzazione delle risorse turistiche e culturali. Se il primo motore, abbiamo detto, è la manifattura, e da questo non ci dobbiamo spostare, il secondo motore è il turismo e la cultura e questa è una grande opportunità che ci viene data dalla programmazione europea.
Abbiamo evidenziato il tema delle aree interne, e qui mi fermo un attimo. Anche quella delle aree interne è una strategia. Non è che la Commissione europea ci dice: “Individuate due aree, due gruppi di Comuni e diamo delle risorse”. No, c’è una strategia europea, nazionale, che dà un ruolo fondamentale alle Regioni.
C’è una strategia che va a combattere l’impoverimento demografico delle zone interne, quindi anche per la nostra regione che ha da un punto di vista morfologico delle caratteristiche è fondamentale e importante. Il nostro territorio ha lavorato. Le nostre proposte sono venute dal territorio e, un mese fa circa, ci sono stati 14 rappresentanti ministeriali, sono stati due giorni sul nostro territorio a fare un tour, a verificare questa progettualità. Abbiamo avuto un riscontro assolutamente positivo, perché anche queste sono azioni, progetti, programmi, volontà, affinchè la strategia vada oltre il gestire insieme delle risorse, ma sia anche percorrere dei percorsi nuovi da un punto di vista amministrativo di questi Comuni, anche spinti. Laddove è stata riconosciuta la volontà, c’è stata riportato questa cosa in maniera molto positiva. Questo lo sottolineo. Tra l’altro c’è stata una vera attenzione a tutto il territorio, magari dove spicca una capacità progettuale più elevata che noi non possiamo non tenere in considerazione perché le risorse vanno investire, io non dico i soldi vanno spesi, dico le risorse vanno investite, mi piace di più.
Anche per le aree urbane si è fatto un lavoro di grande ascolto rispetto alle capacità e alle necessità del territorio.
Bene, ho detto tantissime cose.
L’integrazione: credo che già con questi tre strumenti si sia fatto un grande passo avanti in merito all'integrazione delle risorse in questa cabina di regia, adesso definiamola così, ma non si chiama così, è un comitato che abbiamo approvato in Giunta, che abbiamo aperto raccogliendo anche delle richieste che venivano dal partenariato con il quale abbiamo condiviso tanti mesi di lavoro ed era giusto continuare a condividere. C’è la presenza di tutti gli Assessorati, quindi c’è la presenza di chi poi entra nel merito delle singole questioni per cercare di lavorare insieme.
Questo è un altro fattore qualificante di tutto il lavoro che è stato portato avanti, ma non basta perché quando parliamo di integrazione non dobbiamo parlare solo di integrazione fra i fondi strutturali, dobbiamo parlare anche di integrazione con i fondi diretti che sono la maggior parte delle risorse che l'Europa ci mette a disposizione. Su questo abbiamo lavorato in questo anno, attivando una strettissima collaborazione con Svim ed insieme a Svim abbiamo avviato un'altra iniziativa che porta solo ricchezza alla regione, nel senso che abbiamo individuato delle collaborazioni esterne che non sono delle consulenze, ma delle collaborazioni elevate. Abbiamo messo dei paletti altissimi che ci porteranno direttamente ad avere accesso ai fondi, lavoreranno con le nostre strutture, con Svim, con l’Assessorato, ma anche a disposizione del territorio, per portare la possibilità anche al territorio di accedere ai fondi diretti. Questa era la grande richiesta che veniva. La capacità progettuale dei Comuni molte volte non è sufficiente per poter ambire a partecipare con successo a dei progetti europei, noi abbiamo pensato anche a questo.
Per questo sono molto soddisfatta del lavoro che è stato fatto, Adesso chiaramente le strade vanno seguite, c’è questo dialogo aperto con la Commissione dopo l’invio del programma per altri sei mesi, ma credo che per tutto il lavoro che è stato fatto fino adesso non ci dovrebbero essere difficoltà.
Chiudo lanciando un invito al Consigliere Bucciarelli, solo la lettura del Vangelo secondo Matteo versetto 23.27. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Grazie Presidente. Intervengo sulla programmazione relativamente al Fondo sociale europeo che indubbiamente costituisce, insieme agli altri progetti, una parte importante attinente a quel mondo del lavoro, e non solo, soprattutto al mondo giovanile che non può non essere preso in considerazione in termini primari per il nostro futuro.
Innanzitutto una premessa doverosa rispetto a quello che si è detto su questa programmazione. Noi ci troviamo di fronte ad una programmazione di sette anni di cui uno già è trascorso inutilmente, come sapete, non so se già è stato detto, ma come Governo siamo alle prese con l'accordo di partenariato a livello europeo e in un momento come questo è una questione quasi ridicola, saltare un anno nell'utilizzo dei fondi disponibili a fronte di quello che ci sta capitando addosso, con la crisi economica. E' veramente un anacronismo.
A proposito di quella che è la programmazione europea voglio fare una sottolineatura pensando all'esperienza che abbiamo fatto nella passata programmazione. Ci siamo trovati di fronte, in sette anni, al mutamento fondamentale delle condizioni di vita del nostro paese e non solo, questo la dice lunga su una modalità di programmazione europea che, secondo me, ha fatto il suo tempo. Gli interventi di programmazione europea sullo sviluppo, sulla formazione, hanno assolutamente bisogno di un aggiornamento che ci consenta di intervenire più efficacemente sulle cose che cambiano.
Sono metodologie che derivano da esperienza trentennale, ma le cose sono cambiate, non solo in termini spaziali e temporali, ma anche quantitativi, se si pensa che quella programmazione era stata impostata inizialmente per pochi Paesi, oggi siamo arrivati a 28, questo la dice lunga su come sono cambiate anche le condizioni dello sviluppo complessivo della nostra Europa.
Molto sinteticamente voglio rilevare due questioni. La prima è che nonostante quello che ho ascoltato nei vari interventi dal relatore a quelli successivi sulla base di alcune valutazioni che si sono fatte sull'utilizzo dei fondi europei, è necessario tener presente, in maniera molto precisa, che gli obiettivi, come ha detto per esempio l'Assessore Marcolini, dell’integrazione dell'utilizzo dei fondi si innestano su quelli che sono gli obiettivi di una programmazione nostra, cioè gli strumenti, parte almeno, degli strumenti che abbiamo a disposizione non possono prescindere, al di là della loro allocazione, da una interrelazione sugli obiettivi che noi vogliamo proporci come regione in termini di prospettiva e che possiamo proporre ai nostri marchigiani.
Da questo punto di vista, il fatto che abbiamo, per esempio, già una programmazione delle attività produttive con le attività del lavoro, la dice lunga su come l'integrazione dell'utilizzo dei fondi si pone come uno strumento essenziale.
D'altra parte, al di là dell'integrazione, dobbiamo pensare anche che la programmazione europea ha indubbiamente bisogno di essere proiettata in quelli che sono alcuni pochi obiettivi di sviluppo, così come ci raccomanda l'Europa, su cui, come Regione Marche puntiamo. Uno di questi obiettivi non può essere che la cura del nostro capitale umano. E’ chiaro che la misura 8.1 per esempio, dove abbiamo messo la maggior parte delle risorse del Fondo sociale europeo, si rivolge alle condizioni della nostra realtà occupazionale. Cioè non possiamo prescindere dal fatto che siamo arrivati all'11.7 di disoccupazione e che questo fenomeno, inusitato per la nostra comunità, rischia effettivamente di corrodere quella che è la nostra coesione sociale. Uno sforzo enorme su quello che è stata l'ossatura del nostro sviluppo, cioè sul lavoro, è chiaro che dobbiamo tenerlo presente. Non a caso, gli ultimi due bandi che abbiamo fatto come Regione li abbiamo dedicati agli ultra quarantacinquenni disoccupati. Perché è un fenomeno che noi non abbiamo mai avuto, è un fenomeno che sta indubbiamente interessando una quota di popolazione che rischia di non avere più futuro e pertanto oltre ad un ragionamento di riprofessionalizzazione, di tirocinio verso nuove professionalità per dare chances ulteriori a chi ha perso il posto di lavoro, non possiamo non tenere presente che questi interventi possono essere rivolti anche a coloro che hanno bisogno di reddito.
D'altra parte non possiamo sottacere quello che è un altro obiettivo fondamentale che ci proponiamo con il Fse, che è quello della cura del capitale umano, cioè quello che noi possiamo fare per permettere ai nostri ragazzi in particolare di crescere in un humus che dia loro delle chances maggiori sia di professionalità che di auto impresa.
Da questo punto di vista curiamo da vicino una delle questioni che è presente nel Fse e che secondo me non dobbiamo sottovalutare, è quella dello sforzo che faremo per i processi di istruzione, non so se ci avete fatto caso, abbiamo parlato per esempio di scuola montessoriana. Questo significa convertire professionalmente migliaia di insegnanti per sviluppare nella nostra regione una metodologia didattica che in parte è stata già acquisita nell'esperienza di questi anni, per esempio nella scuola primaria e dell'infanzia, ma che ha bisogno di ulteriore slancio, se è vero che il metodo montessoriano è stato acquisito addirittura dai cinesi, hanno aperto un anno e mezzo fa 10.000 scuole montessoriane e l'Olanda ce l'ha come curriculum didattico fondamentale della propria scuola. E' chiaro che da parte nostra dobbiamo fare uno sforzo in più proprio perché tutti quei fenomeni innovativi che si stanno inserendo nei processi di apprendimento, come per esempio la digitalizzazione, si possano sposare più adeguatamente verso una metodologia montessoriana che non è più l'insegnamento frontale, ma l'insegnamento che nasce dall'esperienza comune dei ragazzi.
Questo è uno, ma possiamo andare avanti, per esempio, con quello che potrà essere lo sviluppo che abbiamo realizzato con i dottorati di ricerca. Quei dottorati danno la possibilità alle università di collegarsi al nostro tessuto imprenditoriale per portare la ricerca all'interno delle nostre imprese.
Abbiamo fatto 181 dottorati di ricerca, ne stanno partendo altri 80. Pensate che sforzo! Questo è stato preso come best practices anche nel programma Horizon 2020, come modalità innovativa per fare in modo che i nostri giovani possano interloquire. Questa modalità innovativa di rapporto tra ricerca e occupazione o meglio tra ricerca e innovazione all'interno delle imprese è sicuramente una strada perseguire, da sviluppare,
Ho accennato a queste due questioni per dire come il fondo sociale europeo deve interessarsi soprattutto della crescita culturale della nostra gente, a tutti i livelli, perché non si parla solamente di ragazzi dentro la scuola, di studenti laureati, ma si parla, per esempio, di quello che abbiamo inserito della formazione continua. La crescita deve essere di tutto il mondo del lavoro, di tutta la gente marchigiana, perché se è vero che dobbiamo elevare la qualità del nostro manifatturiero che è stato colpito fortemente dalla crisi, dobbiamo fare in modo che la qualità corrisponda anche ad una nuova professionalità che si paragoni con i nuovi processi di innovazione.
Ho fatto questi accenni per sottolineare alcuni aspetti del fondo sociale europeo che abbiamo definito per accennare a quelle che possono essere le prospettive di fondo degli obiettivi che ci poniamo davanti che non sono solamente, ripeto, quelli tradizionali, ma sono assolutamente da collocare in una fase di innovazione profonda.
E' chiaro poi che il Fondo sociale ha puntato, come ho già detto, su alcuni obiettivi di fondo e non possiamo non tener conto di altri obiettivi che si paragonano un po' con gli obiettivi principali e che devono continuare l'esperienza che abbiamo sviluppato nella passata programmazione perché sono stati ritenuti opportuni. E’ il caso per esempio di sviluppare tutte le questioni inerenti l'inserimento nel mondo del lavoro della donna. Abbiamo fatto un progetto di conciliazione molto interessante che non possiamo non continuare, però al di là di tutte le cose che possiamo elencare e che sono contenute in questo documento, quello che dobbiamo tenere presente sono questi due elementi: integrazione da una parte ed elevazione culturale complessiva della nostra gente.
Spero che l'accordo di partenariato a livello nazionale si concluda il più presto possibile per metterci in condizione di avere le risorse disponibili per andare avanti nei progetti.
Stiamo attraversando un periodo abbastanza complicato per il fatto che abbiamo utilizzato tutto il Fondo sociale europeo, da qualche parte siamo addirittura in overbooking per cui dobbiamo stabilire bene come tarare quello che dobbiamo spendere ulteriormente, però la cosa più importante è che queste risorse che abbiamo a disposizione ci siano messe in disponibilità al più presto possibile.
Questa è una raccomandazione che farei al Governo Renzi: “Si d'accordo, tutto bene, ma c'è questo problema dell'accordo di partenariato che prima si chiude meglio è”. Grazie.

PRESIDENTE. Ho sentito il lavoro che sta facendo la Commissione, riprendiamo i lavori alle 14,15 partendo dall'atto amministrativo 82. Questa è la road map, quindi alle 14,15 apro la seduta, chi c'è c'è, chi non c'è si arrangia, chiaro? La seduta è sospesa, ci vediamo alle 14,15 e cominciamo con la votazione dell’atto amministrativo n. 82, acronimo Fesr.

La seduta è sospesa alle ore 14,00.

La seduta riprende alle ore 14,40.

PRESIDENTE. Va bene, diamo inizio alla seduta pomeridiana, partiamo dall’atto amministrativo n. 82, gli emendamenti dall'1 al 7 sono ritirati. Sono ritirati tutti gli emendamenti a firma dell’Assessore Giorgi.

Emendamento n. 1 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 1 bis a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 2 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 2 bis a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 2 ter a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 3 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 4 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 5 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 bis a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 ter a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 quater a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 quinquies a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 sexies a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 septies a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 octies a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 6 nonies a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 7 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 7 bis a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 8 a firma del Consigliere Latini.
Cosa dice la Commissione? ... Sono molto dispiaciuto, ma non vedo quale altra soluzione ho.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Attendo qualche minuto, poi chiudo la seduta e la riconvochiamo per domani. Scusate, non so cosa debbo fare. Quando ho detto che la seduta sarebbe stata riconvocata alle 14,15 nessuno ha obiettato.
Va bene, attendiamo un attimo.
Scusate, voglio sapere se sull'atto 82 la Commissione ha finito il lavoro? Il tavolo tecnico mi ha comunicato che sull'82 i lavori sono finiti alle 13,30, allora se sono finiti si vota questo atto. Sull'82? (...) Quando ci siamo lasciati abbiamo detto alle 14,15 e mi è stato detto che l'82 era chiuso.
Sospendiamo la seduta, però alle 15,00, chi c'è c'è, si parte.

La seduta è sospesa alle ore 14,45.

La seduta riprende alle ore 15,05.

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Emendamento n. 8 a firma del Consigliere Latini. Se la Commissione ci dice il parere così semplifichiamo. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 bis ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 10 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 11 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 12 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 13 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 14 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 15 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 16 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 16 bis ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 17 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 18 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 19 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 20 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 20/0/ bis ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 20 bis/1 ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 20 bis ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 20 ter ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 21 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 22 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 23 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 24 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 25 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 26 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Ho il piacere di illustrarlo perché ho notato, con mia grande meraviglia, che il Presidente della Commissione, che pure sembrerebbe essere dei Verdi almeno, così pare dai gruppi consiliari, ha bocciato emendamenti che prevedono un contenimento dell'anidride carbonica. Meraviglioso! CO2!
Ha bocciato emendamenti ambientalisti, ha bocciato emendamenti che se messi in un congresso nazionale del suo partito lo farebbero anche lievitare, quindi, tutto quello che è in funzione dell'ambiente, anche se lo propone il Consigliere Marangoni, viene bocciato dall'esponente dei verdi. Meraviglioso!
Allora comincio ad illustrarli, così vediamo chi è veramente per l'ambiente e chi lo è apparentemente, perché è verde fuori, ma rosso dentro, evidentemente, oppure dentro ha altri obiettivi ancora peggiori.
Ebbene si! Quando ci vuole ci vuole, visto i risultati.
L'emendamento n. 26 riguarda una maggior tutela, la salvaguardia della fascia costiera dall'erosione marina, perché cambia la frase: "con particolare attenzione alla salvaguardia della fascia costiera dall'erosione marina nonché al recupero e rinaturalizzazione del litorale", ma siccome si vota a prescindere, tutto quello che fa l'opposizione, che chiede l'opposizione, che propone l'opposizione, non va bene, quindi invito il verde Presidente della Commissione a votare rosso anche a questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. E' un'informazione per l'Aula. La Commissione respinge gli emendamenti del Consigliere Marangoni perché sono assolutamente inutili e ridondanti.
Se il Consigliere Marangoni conoscesse gli atti preliminari al programma operativo della Regione Marche, quindi conoscesse il Regolamento comunitario, l'Accordo di partenariato e così via, capirebbe che le cose che giustamente lui segnala con questi emendamenti, sono già contenute nella legislazione attuale che verrà applicata.
Quindi, confermo il rosso.

PRESIDENTE. Emendamento n. 26. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 27 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 28 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 29 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 30 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 30 bis a firma del Consigliere Ricci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 31 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 32 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento n. 33 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 34 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 35 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Questo emendamento ho il piacere di illustrarlo perché riguarda strettamente i drammatici fatti che sono avvenuti a Senigallia, poche settimane fa, dove abbiamo avuto 3 morti ed innumerevoli danni economici al patrimonio, alle case.
Qui si tratta di inserire dopo le parole 'vasche di laminazione', le parole 'o casse di espansione' e quindi la frase diventerebbe: "realizzazione di vasche di laminazione o casse di espansione in aree idonee che oltre a favorire la presenza di fauna selvatica svolgeranno una funzione idraulica riducendo i livelli di piena".
Credo che sia il caso di ricordare che tanti anni fa, 30 anni fa, e qui ci sono amministratori di quella zona o comunque Presidenti di Provincia, della Provincia di Ancona, ci furono fondi Fio che sono rimasti fermi per 30 anni ed erano finalizzati alle casse di espansione, parliamo di cifrette, di 16 miliardi di vecchie lire.
Nulla è mai stato fatto e se fosse stato fatto qualcosa non avremmo avuto 3 morti e danni enormi.
Però il porto è stato fatto, è stato fatto anche male e ci sono stati rimpalli di responsabilità enormi tra Regione, Comune di Senigallia, Provincia dove il progetto è stato fermo 10 anni, eccetera.
Il riferimento è alla necessità di prevedere non solo le vasche di laminazione, ma le casse di espansione, quindi, la possibilità di fare defluire le acque in caso di piena, perché ricordiamo che Senigallia è un'area di esondazione, non da adesso, ma da sempre. Ha grossi problemi da parecchi decenni, da parecchi decenni a questa parte e c'è una zona che è a rischio R4 anche se è stata svilita, in questo senso, per vari motivi politici nei decenni scorsi. Credo che vada riconosciuto, ma di Senigallia, magari, ne riparleremo nelle sedi opportune, perché questo è solo un emendamento.
Chiedo l'approvazione di questo emendamento al fine di prevenire disastri come quelli che ci sono stati. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento n. 35 . Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 36 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 36 bis ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 37 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Emendamento 37 bis d iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 37 ter ad iniziativa della VI Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 38 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Grazie. Qui siamo nella sezione 4 'approccio integrato allo sviluppo territoriale' nell'ambito, e cito adesso, 'delle azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile'. C'è un'attenzione particolare alle città di Ancona e di Ascoli Piceno, chiedo che dopo le parole: "riguarderà le città di Ancona e di Ascoli Piceno" vengano aggiunte le seguenti "nonchè la città di Macerata".
Dopo spiego meglio il perché, nell'emendamento n. 43 perchè la città di Macerata, il maceratese, si trovano in una situazione drammatica. E' la provincia che ha avuto l'aumento maggiore del tasso di disoccupazione in questi anni. Era una provincia virtuosa, da questo punto di vista, fino a pochi anni fa e adesso ha il delta maggiore di disoccupazione. Ha una situazione drammatica dal punto di vista dell'accesso al credito, una difficoltà enorme per quanto riguarda le piccole e le micro imprese in particolare gli artigiani, credo, quindi, che occorra considerare Macerata come Ascoli e come Ancona. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 38. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 39 a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 40 a firma dell'Assessore Giorgi. Ritirato

Sub emendamento n. 41/1/1 a firma dei Consiglieri Ricci, Sciapichetti, Bellabarba. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 41/1 a firma del Consigliere Ricci. Se non passa decade anche il sub emendamento che è stato già votato, lo dico per conoscenza vostra. Ci sono dei problemi per cui mi chiedete una sospensione? C'è un problema su cui mi chiedete una sospensione? Metto in votazione?
Sub emendamento 41/1 a cui si riferisce il sub emendamento Ricci in precedenza votato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 41 a firma del Consigliere Ricci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è sospesa alle ore 15,30.

La seduta riprende alle ore 15,45.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Sub emendamento 42/1/1 a firma del Consigliere Ricci.
Debbo rendere edotti i Consiglieri che c'è stata una variazione perché in sede di coordinamento tecnico preventivo non ci tornava, stiamo parlando del 42/1/1 là dove alla fine si dice: "lo sviluppo degli Iti su richiamati (Ancona, Piceno, Pesaro, Fano, Macerata e Fermo) . E' chiaro?
Sub emendamento 42/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 42/1 a firma del Consigliere Ricci. Decaduto

Emendamento n. 42 a firma del Consigliere Ricci. Decaduto

Emendamento n. 43 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 82, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'atto amministrativo n. 81.

Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Che cosa? (...) No, io ho detto che il Presidente della Commissione ogni volta può dare indicazioni. L'ha sempre fatto fino ad adesso. Chi è il Presidente della Commissione? .. L'ha sempre fatto fino al punto 4, adesso siamo al 5. (...) Certo il Presidente è abilitato a dare l'indirizzo, è relatore di maggioranza!

Emendamento n. 5 a firma del Consigliere Latini.

PRESIDENTE. ... No, Consigliere Busilacchi, rispondo io, il tema è che ho sbagliato, non in quanto Presidente ma, mi pare, in quanto relatore di maggioranza. (...) Consigliere Marconi? Perfetto, il relatore dà l'indicazione di maggioranza per la maggioranza, il relatore di minoranza, per la minoranza. Non è uno scandalo (...) no, va benissimo, non c'è nessun problema, è un'agevolazione per i Consiglieri, è un'accelerazione, no?

Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Chi ha detto rosso? (...) Ascoltate, non penso che dobbiamo ricominciare sempre da capo, l'indirizzo che dà il relatore di maggioranza è chiaro, se qualcuno vuole intervenire perché in disaccordo chiede la parola ed interviene. E' evidente, questa è un'indicazione, non è che è un ordine di voto, è l'indicazione del relatore di maggioranza. Comunque l'emendamento 6 è stato approvato.

Emendamento n. 7 a firma del Consigliere Latini. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Parimenti all'emendamento precedente questa imputazione della misura è scorretta perché qui si sostiene di inserirla nell'8.2, è errato in quanto è già compresa nell'8.1.
Mettiamo delle misure in un punto sbagliato perché sono già contenute nel precedente, per cui noi andiamo a incrementare le disponibilità togliendole da un'altra parte, in maniera insignificante. (...) E' la stessa cosa.

Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 a firma del Consigliere Latini. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Stessa cosa di prima, questo intervento è già compreso. Imputarlo, come dice l'emendamento, in una misura diversa è pleonastico, non va bene, secondo il mio modo di vedere.
Capisco che uno vuole ..., è tutto previsto nell'8.1, qui invece mettiamo fondi nell'8.2, dal punto di vista dell'organicità dell'intervento non ha senso, pertanto io direi di votare contro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 9 a firma dell'Assessore Luchetti, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Marco LUCHETTI. Introdurre la dizione "anche con contributi a fondo perduto" ha un preciso significato, e cioè che questo intervento a fondo perduto sarebbe utilizzato solamente per le imprese giovanili. Siccome la norma prevede un'altra cosa, e cioè che l'imputazione sul fondo perduto può essere utilizzata per tutti, non solo per i giovani, mettendo questa dizione si relega il fondo perduto solo per i giovani, ecco perché va cancellata. ... Certo è uno strumento che deve essere utilizzato, se io voglio ...

PRESIDENTE. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 10 a firma del Consigliere Marconi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Luca MARCONI. Presidente la Commissione ha espresso parere contrario e, quindi, come relatore di maggioranza riferisco quanto la Commissione ha già fatto anche in due passaggi successivi.
Insisto nel presentare questo emendamento per una questione puramente letteraria legata alla parola genere.
La parola genere in sede europea è oggetto, colleghi Consiglieri, di grande confusione.
Nella nostra tradizione giuridica, non ancora sconfessata da nessuno, né dalla Costituzione né da altri provvedimenti, per genere si intende il genere maschile, femminile, sessuale. Non semplicemente genere, perché la parola dice molto in questo campo. Ho voluto precisarlo in questo senso perchè l'emendamento è attaccato ad una modifica presentata dalla Consigliera Bellabarba che sottolinea la necessità di una precisazione riguardo al genere che approvo in pieno ed aggiungo ciò perchè questa precisazione intorno al genere sia chiara, intorno ai due generi che almeno attualmente il nostro ordinamento giuridico riconosce come legittimi. Altri non ce ne sono.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Marconi, Zaffini.

Favorevoli: Brini, Bugaro, Camela, Ciriaci, Foschi, Latini, Marangoni, Marconi, Marinelli, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni,
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 11 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 12 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 13 a firma del Consigliere Solazzi.
Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questo è un tema molto importante, però dirimente per quanto riguarda la valutazione della Commissione europea su provvedimenti di questo genere, qui si propongono interventi volti all'accesso ai servizi socio-sanitari.
C'è una direttiva specifica della Commissione europea che dice che non si possono prevedere interventi in campo sanitario da parte del Fse. Se si vuole fare un sub emendamento, consiglio al proponente di togliere 'sanitario' e lasciare 'servizi sociali', saremo in un ambito leggermente diverso ed addirittura anche possibile, perché c'è una diatriba, su questa questione del sanitario, nell'accordo di partenariato tra il Governo italiano e la Commissione.
In Commissione europea la sanità non può essere prevista nell'utilizzo del fondo per cui noi rischiamo di farci rinviare questo provvedimento. Se si fa il sub emendamento per togliere 'sanitario' posso in qualche modo accedere, ma socio-sanitario, vi assicuro che in Commissione europea non passa.

PRESIDENTE. L'atteggiamento prono rispetto alla Commissione europea non l'ho mai condiviso, quindi, non muovo una virgola di questo emendamento che mi pare corretto e peraltro concordato con tutte le organizzazioni no profit, le associazioni non governative, le associazioni di volontariato.
Mi sembra una misura che, anche se non dovesse essere accolta definitivamente, secondo me, segna un'esigenza ed un'emergenza che c'è e far finta che non ci sia è un errore, dopo di che lo rimetto alla votazione dell'Aula. Anzi non intendo nemmeno esagerare perché c'è una sorta di conflitto.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Pregherei il proponente di presentare questo sub emendamento, in quanto nella dizione anche letteraria spesso socio-sanitaria è una terminologia che da noi viene utilizzata per i servizi sociali alle persone, però messa qui viene interpretata diversamente dalla Comunità e le risorse, nel caso dell'emendamento, sarebbero eventualmente suddivise tra quelle sociali e quelle sanitarie.
Direi di portare a casa almeno gli interventi sul sociale che sono ammessi e non rinunciare a questa linea.
Chiedo di non far decadere la possibilità di reperire risorse in questo settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Intervengo per sostenere la richiesta del Consigliere Binci perché in ben altri 8 punti del provvedimento noi abbiamo inserito frasi e terminologie che richiamano sostanzialmente quelle dell'emendamento del Presidente Solazzi, quindi, è in linea con quello che la Commissione ha già fatto e per questo ha espresso parere favorevole all'emendamento.
Se la parola sanitario crea problemi, basta toglierla con un sub emendamento e abbiamo esattamente la stessa terminologia, cioè invece che 'socio-sanitaria' 'sociale' ed abbiamo la stessa terminologia che abbiamo usato in tutti gli altri inserimenti fatti, in tutti gli altri punti. Può essere una soluzione, se no, votiamo.

PRESIDENTE. Se c'è un sub emendamento lo metto in votazione. C'è qualcuno che fa il sub emendamento? Va bene, Consigliere Binci, sono d'accordo. Sono d'accordo con l'Assessore Luchetti che si preoccupa delle ire della Commissione europea.

Sub emendamento n. 13/1 a firma dei Consiglieri Binci e Marconi che sostanzialmente propone di sostituire nell'emendamento n. 13 le parole "servizi socio-sanitari" con la dicitura "servizi sociali", sarebbe quindi: "interventi volti all'accesso ai servizi sociali delle persone a rischio di esclusione sociale con particolare attenzione alle persone migranti". Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 13 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 14 a firma dei Consiglieri Latini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 15 a firma dell'Assessore Luchetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 16 a firma dell'Assessore Luchetti, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Marco LUCHETTI. So che la Commissione ha espresso parere favorevole rispetto a questo emendamento.
L'osservazione che ho proposto al relatore è che la definizione di interventi formativi professionalizzanti, anche se nel testo c'è scritto "anche interventi", relega l'intervento formativo in un campo specifico, cioè si vorrebbero evitare degli interventi specialistici menzionati direttamente sul testo, perché questo complica dal punto di vista dei Comitati di Sorveglianza, eccetera, la finalizzazione degli interventi formativi. In qualche modo restringe, ecco perché se fosse possibile ..., non so se la Consigliera Bellabarba condivide, è restringere il campo perché sono già previsti, se noi andiamo a segmentare questa roba qualcuno potrebbe dire: "Perché non ci avete aggiunto anche altri interventi specifici?"

PRESIDENTE. Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 17 a firma dell'Assessore Luchetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico.
Emendamento 1/1 a firma dell'Assessore Luchetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 a firma dei Consiglieri Cardogna e Badiali: "Impegna la Giunta regionale a prevedere, quale criterio indicativo, la possibilità di assegnare la funzione di Organismo intermedio ad una struttura di Area vasta coincidente con i territori delle Province". Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 a firma dei Consiglieri Cardogna e Badiali. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 81 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Passiamo all'atto amministrativo n. 80. Gli emendamenti non li ho.
Voglio sapere dal tavolo tecnico che problemi ci sono. Siccome non siamo in fase di Commissione, mi dite qual è il problema? E' tecnico o politico? I problemi tecnici li sottoponete a me, sembra che siamo ancora in fase de iure condendo, il che non può essere. I lavori della Commissione sono finiti, mi passate la roba o no? E' chiaro? Se ci sono problemi politici, non è che possiamo stare qui tenendo tutti fermi per ragionamenti che non attengono a fatti tecnici sugli atti. E' questo il problema.
Scusate, se no sospendiamo, non è che si può fare una cosa per un'altra? ... Quali fotocopie, io ho tutto. Sto aspettando di partire, mi dite qual è il problema?
Mi dicono che non posso partire perché ci sono problemi tecnici, vorrei sapere quali sono?

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ho capito. Apprendiamo con 24 ore di ritardo che non c'era la compatibilità fra i sistemi informatici. Diciamo che i sistemi informatici, i software, non dialogavano.
Sospendiamo un attimo la seduta, voglio capire cosa succede. Riprendiamo alle 16,45.

La seduta è sospesa alle ore 16,35.

La seduta riprende alle ore 17,00

PRESIDENTE. Riprendiamo le votazioni dell'atto amministrativo n. 80
Emendamento n. 01.1 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.2 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.3 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.4 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.5 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Questi sono emendamenti.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Come non importa, importa!

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Avete tutti gli emendamenti?

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Si ricomincia da capo.
Appello nominale a nome dei Consiglieri Marangoni, Ciriaci, Foschi, Trenta, Zaffini, Zinni.
Tutte le votazioni per appello nominale, dall'inizio alla fine.
Emendamento n. 01.1 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marinelli, Romagnoli, Silvetti, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.2 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi.
Contrari: Brini, Marangoni, Zinni.
Astenuti: Binci, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marinelli, Silvetti, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.3 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, D'Anna, Marangoni, Natali, Zinni.
Astenuti: Binci, Bugaro.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.4 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Cardogna, Ciriaci, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Natali, Zaffini.
Astenuti: Marangoni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 01.5 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, D'Anna, Natali, Romagnoli, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Natali, Romagnoli, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Silvetti, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato
Emendamento n. 3 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 4 a firma del Consigliere Marinelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marinelli, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato
Emendamento n. 6 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 6 bis a firma del Consigliere Latini.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Dal momento che c'è una votazione per appello nominale e poiché devo assentarmi e non posso restare fino alla votazione finale, dichiaro che voterò contro l'atto, affinché resti agli atti. Non so come funziona, però visto che c'è una mia dichiarazione, credo che qualsiasi Consigliere al momento del voto possa spingere il tasto rosso.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Camela, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marconi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 7 bis a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 ter a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Camela, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Eusebi.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 9 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 11 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 12 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 13 a firma dell'Assessore Malaspina. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, D'Anna, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Eusebi, Marangoni, Massi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 14 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Binci, Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 15 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Binci, Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 15 bis a firma del Consigliere Latini. Decaduto
Emendamento n. 16 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 17 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Marangoni, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 17 bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Marangoni, Marinelli, Natali, Trenta, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 18 a firma del Consigliere Marinelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 19 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 20 delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato
Emendamento n. 21 della Consigliera Ciriaci. Ritirato
Emendamento n. 22 a firma dell'Assessore Malaspina. Ritirato

Emendamento n. 23 a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro, Canzian, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giorgi, Malaspina, Marconi, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini.
Contrari: Brini, Natali.
Astenuti: Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 24 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 25 a firma del Consigliere Zinni. Decaduto

Emendamento n. 26 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Brini, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 27 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Camela, Canzian, Cardogna, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 28 a firma del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 29 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Canzian, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 30 a firma del Consigliere Latini. Decaduto

Emendamento n. 31 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Cardogna, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Perazzoli, Ricci, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 32 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 33 delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 34 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 35 a firma del Consigliere Zinni. Decaduto
Emendamento n. 36 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato
Emendamento n. 37 delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Sub emendamento n. 38/1 a firma della Consigliera Ciriaci aull'emendamento n. 38 della Consigliera Foschi, esatto? Il 38 non è ritirato, giusto? Bene. Il sub emendamento ..., come? (...) Il 36 è ritirato, non l'abbiamo votato. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Abbiamo detto che sulle cooperative agricole dovevamo inserire anche le cooperative di conduzione in quanto ci sono delle situazioni precarie di lavoro e magari una cooperativa può assumere, per cui può essere di conduzione di chi non lavora, ovviamente e, quindi, in Commissione avevamo detto si.

PRESIDENTE. Consigliera Ciriaci, di cosa parliamo? Torniamo un attimo indietro. Scusate, abbiate pazienza. Cerco di andare veloce, però capisco che nella velocità possiamo perdere qualcosa.
Prima di tutto viene la volontà dei Consiglieri, quindi siamo disponibili a fare un passo indietro. Vuole che si rimetta in votazione il 36 perché non è ritirato? Io ce l'avevo fra quelli ritirati, però se c'è stato un errore lo ripariamo.
Rimettiamo in votazione l'emendamento 36 che io ho interpretato come ritirato ed invece permane. Quindi non è ritirato e lo mettiamo ai voti.

Emendamento n. 36 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Solazzi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. L'emendamento 37 a me risulta ritirato. Bene. Il 38 non risulta ritirato e c'è un sub emendamento.

Sub emendamento n. 38/1 a firma della Consigliera Ciriaci. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Camela, Canzian Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 38 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Camela, Canzian Cardogna, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 39 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Foschi, Marangoni, Marinelli, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 40 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 41 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 42 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 42 bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Natali, Silvetti, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 43 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato
Emendamento 44 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato

Emendamento n. 44 bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 45 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato

Emendamento n. 46 a firma dell'Assessore Malaspina. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Ciriaci, Comi, D'Anna, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Perazzoli, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini.
Contrari: Brini, Bugaro, Natali, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 47 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 48 a firma dell'Assessore Malaspina. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini.
Contrari: Brini, Bugaro, Natali, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 49 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato

Emendamento n. 49/0 bis a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zinni.
Contrari: Brini, Bugaro, Marangoni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 49 bis a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, Bugaro.
Astenuti: Romagnoli, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 50/1 a firma della Consigliera Ciriaci. Decaduto
Emendamento n. 50 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Decaduto

Emendamento n. 50 bis a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, Natali.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 50 ter a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Camela, Canzian, Comi, D'Anna, Donati, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, Bugaro, Natali.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 51 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 52 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Ritirato

Emendamento n. 53 a firma dell'Assessore Malaspina. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Ciriaci, Comi, Donati, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zinni.
Contrari: Brini, Marinelli, Silvetti.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 54 a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Canzian, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, Bugaro, Eusebi, Natali, Silvetti.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 55 a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Donati, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci.
Contrari: Binci, Brini, Eusebi, Natali, Zinni.
Astenuti: Marinelli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 56 a firma delle Consigliere Ciriaci e Foschi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Bugaro, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Trenta, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 57 a firma della Consigliera Ciriaci. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Bugaro, Busilacchi, Camela, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Solazzi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 57 bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Cardogna, D'Anna, Foschi, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 57 ter ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Natali, Silvetti, Trenta, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 57 quater ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, D'Anna, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 58 a firma delle Consigliere Ciriaci, Foschi. Ritirato

Emendamento n. 59 a firma dell'Assessore Malaspina. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Natali, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 59 bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Cardogna, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, D'Anna, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 60 a firma del Consigliere Marinelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, D'Anna, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Eusebi.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 61 a firma del Consigliere Marinelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Binci, Brini, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 62 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi.
Contrari: Brini, D'Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Cardogna, Ciriaci, Comi, Eusebi, Foschi, Giancarli, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Zinni.
Contrari: Brini, D'Anna.
Astenuti: Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 a firma dei Consiglieri Cardogna e Badiali. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Marangoni, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Ciriaci.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 a firma dei Consiglieri Cardogna e Badiali. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Brini, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Bugaro, Ciriaci.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Adesso non ci resta nient'altro che votare l'atto così come emendato, però hanno già chiesto di intervenire e, se mi date i nomi di chi vuol fare la dichiarazione di voto, dichiaro chiusa la discussione. In ordine hanno chiesto di intervenire i Consiglieri: Binci, Camela, Zinni. Ci sono altri che chiedono di intervenire? No. Il Consigliere Bucciarelli ha lasciato un post. In ordine i Consiglieri Binci, Camela, Zinni. Le iscrizioni sono chiuse e poi si passa al voto.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto annuncio il voto di astensione su questo e, come l'ho dato, sugli altri piani.
Sono stati approvati due ordini del giorno, sia per il Psr che per il Fse, in cui si invita a monitorare. Ritengo che la proposta più interessante sia quella venuta dall'Assessore Marcolini che ha detto: "Bisogna seguire e fare gruppi di lavoro sugli investimenti e sulla programmazione comunitaria", cioè non può essere che la programmazione comunitaria abbia un momento come questo, che è il momento della creazione dei piani, e poi tutta la trattativa e tutta la riflessione siano interne alle poche persone che nelle strutture seguono la trattativa con Bruxelles, e c'è anche la questione dei bandi.
Credo che sulla proposta fatta dall'Assessore Marcolini in cui si dice che serve integrazione, serve intersettorialità, interterritorialità e coordinamento tra i fondi, noi dovremmo iniziare a fare queste azioni. Cioè gruppi di lavoro intersettoriali, anche un gruppo di lavoro che faccia monitoraggio di quello che è il nostro territorio e di quello che è il confronto su questi temi rispetto, al Fesr al Psr, ed anche delle azioni della formazione del Fse e che, in qualche modo, ci sia un osservatorio sulla politica economica, un osservatorio che aiuti con dati reali e con input anche dal basso la programmazione regionale.
Il motivo del mio voto di astensione, quello di Sinistra ecologia e libertà, è che si arriva sempre all'ultimo giorno e la fase di costruzione di questi piani, al di là degli incontri con gli uffici, non coinvolge l'intera comunità regionale e neanche si colgono le possibilità. Secondo me c'è poca riflessione rispetto al passato periodo di programmazione, non c'è stata una riflessione su quali misure hanno portato occupazione. Ogni volta si riparte da capo su quello che sarà innovazione, ricerca, collaborazione con gli enti di ricerca, eccetera. Siamo sempre allo stesso punto, quindi bisogna fare attenzione, nello specifico sul Psr, la nostra regione deve valorizzare la qualità delle produzioni, la qualità delle specificità territoriali, la qualità del paesaggio che è molto legata alle produzioni agricole, ed in questo senso dare organicità alle politiche agricole.
Noto con piacere che uno dei pochi aspetti di intersettorialità che è stato portato avanti, spero che rimanga nelle misure dei bandi, è quello di utilizzare le risorse comunitarie per lavorare e per la prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio idraulico. In questo senso chiedo alla Giunta di sviluppare le proposte anche in considerazione dell'ordine del giorno che è stato approvato in Consiglio: un gruppo di lavoro di tecnici regionali che prepari e si confronti anche con gli attori locali e che porti avanti poi gli accordi d'area per la riduzione, per esempio, del dissesto idrogeologico, Mettere, quindi, i tecnici regionali a disposizione per la predisposizione dei progetti, visto che sono progetti per la maggior parte promossi dai Comuni affinché si massimizzi quello che è il vantaggio di queste risorse comunitarie.
Anche sul Fse bisogna fare attenzione perché finora abbiamo approvato un piano che è molto generico. Riprende quelli che sono gli indirizzi comunitari, sottintende, ma non scrive quella che è la realtà regionale, come e in che settore verrà sviluppata la formazione, come e in che settore gli interventi andranno nella direzione dell'inserimento lavorativo, della formazione dei giovani e degli over 45, per esempio, esclusi dal mercato del lavoro.
Vado a chiudere Presidente, visto che nelle linee di indirizzo si dice che il Fse dovrebbe affrontare anche le questioni del problema della mancanza di reddito e in qualche modo della povertà, ricordo un dato uscito proprio in questi giorni: in Italia ci sono 6 milioni di poveri assoluti e 4 milioni di poveri relativi. Bisogna che queste azioni vengano rivolte a chi è senza lavoro, a chi non ha un percorso formativo che gli permette di ricercare o crearsi un lavoro per andare incontro a questi problemi di reddito.
L'altra questione critica rispetto al Fesr è la questione dell'asse città. Secondo me, per la situazione critica in cui sono tutti i nostri centri urbani, l'asse città avrebbe dovuto risolvere o perlomeno intervenire sulle criticità delle nostre città che sono oramai piene di ex aree industriali dismesse, sono piene di interi quartieri da riqualificare, sia da un punto di vista urbanistico che energetico.
Siamo all'inizio di un lavoro, chiedo alla Giunta di dotarsi di strumenti, di seguire, in questi sette anni, anche da un punto di vista della programmazione e dell'analisi, cogliendo quelle che sono le opportunità dei fondi comunitari e di interfacciarsi con il Consiglio, affinché questo riesca a seguirne la progressione degli interventi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Grazie Presidente sarò molto sintetico. Il quadro disegnato dall'Unione Europea prevede per i prossimi sette anni circa 1 miliardo di euro per la crescita e l'occupazione.
La strategia europea 2020 è stata elaborata con l'obiettivo di uscire dalla crisi che nel 2008 ha colpito tanti Paesi europei.
Si tratta però di uscire più forti dalla crisi superando tutte le criticità che hanno indebolito alcune nazioni europee, ma non si tratta solo di rafforzare il sistema creditizio attraverso l'unione bancaria per mettere al riparo da ulteriori crisi finanziarie il sistema finanziario europeo, si tratta anche di potenziare il sistema produttivo per renderlo più competitivo attraverso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Su questa linea è stata pensata la nuova Pac, la nuova politica agricola comune, la strategia attuata mira ad affrontare le grandi sfide moderne, attuali, come la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici, la crescita sostenibile, la creazione di posti di lavoro nelle zone rurali.
La nuova Pac rafforza la posizione degli agricoltori della catena di produzione alimentare, sostenendo una agricoltura orientata al mercato dal momento che non sono più previste sovvenzioni all'esportazione. Infatti nel 2011 le esportazione dei prodotti agricoli ammontavano al 7% delle esportazioni complessive, superiori al fatturato dell'industria automobilistica o dell'industria farmaceutica, quindi l'agricoltura è per l'Europa un settore strategico, il 70% degli attuali finanziamenti agricoli proviene dall'Unione europea.
Il bilancio europeo ha assegnato alle Marche 1.300 milioni, con ben 534 milioni per lo sviluppo rurale. Un'assegnazione superiore di 52 milioni di euro rispetto a quella del settennio precedente. Va riferito all'Assessore Malaspina il risultato di un incremento della dotazione finanziaria ottenuto in sede di Conferenza Stato-Regioni anche se una buona parte di tale risultato è stato consumato per cofinanziare la misura ambiente che nel passato era finanziata, sostenuta interamente dall'Unione europea.
Quindi abbiamo una Pac più attenta ai giovani, al lavoro, perché improntata alla crescita ed alla competitività, sia sul lato dei costi che sul lato della qualità. Inoltre il nuovo piano di sviluppo rurale per le Marche è più attento alle aree interne, alla zootecnia, all'agricoltura di qualità e biologica, alla trasformazione e commercializzazione delle produzioni agroalimentari, alla difesa dell'ambiente attraverso la valorizzazione delle aree interne, i parchi e le aree protette.
Segnalo l'importanza delle scelte strategiche contenute nel documento redatto dal nostro Assessore: priorità delle risorse alle tematiche ambientali, della competitività, all'inclusione sociale e allo sviluppo delle aree interne. Espressioni di una visione di sistema che tende a considerare la difesa del territorio come risorsa per una migliore competitività che genera ricchezza destinata all'inclusione sociale e all'occupazione dei giovani.
L'insieme delle scelte strategiche proposte, mirano ad alzare il livello di competitività del sistema Marche, tra tali scelte voglio sottolineare la misura relativa alla zootecnia da latte, per due motivi: uno per l'alto valore ambientale, perché la buona tenuta dei pascoli è anche un presidio umano utile alla difesa del sistema idrogeologico per prevenire quei disastri di cui troppo spesso registriamo gli eventi, l'altro perché rappresenta un'integrazione di reddito importante nella difesa del polo lattiero caseario che per esempio ha permesso la costituzione della cooperativa Cooperlat.
Di fronte a questa strategia non può pertanto essere accettata la chiusura dello stabilimento della lavorazione del latte fresco della Coalac di Ascoli da parte del gruppo Cooperlat. Il latte fresco Marche rappresenta il marchio, il brand del gruppo Cooperlat anzi ne potrebbe rappresentare il core business.
La rottura delle trattative da parte dell'amministratore della Cooperlat è un fatto grave e mortificante per la Regione che aveva posto in essere una serie di misure per sostenere il polo del latte marchigiano.
La pubblicazione del bilancio 2013 del gruppo Cooperlat, da dove risulta una perdita di oltre 5 milioni di euro, di cui 4,2 provocati da una compartecipata Abit Piemonte, denota quanto fosse infondato l'additamento verso lo stabilimento Coalac quale centro di costo da eliminare perché generatore di deficit, di disavanzo.
L'amara verità emersa è che la Regione Marche nell'erogare finanziamenti verso la Cooperlat, in realtà finanzia imprese come la Abit Piemonte, e questo è inaccettabile.
Chiedo pertanto che vengano bloccati tutti i finanziamenti verso la Cooperlat, essendo inaccettabile che si finanzi un'azienda in perdita a causa delle inefficienze ed incapacità operative della sua governance.
In una fase di spending review, dove anche la spesa pubblica per investimenti è tagliata dai minori trasferimenti dello Stato, il valore aggiunto dei finanziamenti europei è motivo di grande significato per lo sviluppo delle Marche.
Se l'Expo 2015 mette l'Italia al centro dell'attenzione mondiale per la sua qualità della vita e della salute dovuta alla cosiddetta dieta mediterranea, a maggior ragione l'Italia deve mettere le Marche per la sua qualità della vita, come 'città regione', stante la longevità della vita dei marchigiani tra le più alte al mondo.
Saper mangiare, saper vivere un territorio che sa tutelare i propri prodotti con la tutela del proprio territorio e del proprio paesaggio è condizione necessaria per innalzare, con il sistema dell'istruzione, il livello di competitività generale dei propri fattori economici fra cui il settore manifatturiero e turistico.
Per queste ragioni dichiaro il voto favorevole dell'UdC a questa e alle altre due proposte di atto amministrativo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Brevemente per dire che a nome del Gruppo Centro Destra Marche voteremo contro questo programma, questo piano, perché non è stato minimamente tenuto in considerazione il dibattito dell'Aula.
Gli emendamenti, quelli più importanti, sono stati tutti respinti. Poca cosa è stata presa da parte delle forze di maggioranza. Aggiungo che tutto il documento delle Associazioni di categoria di Agrinsieme non è stato praticamente tenuto in considerazione.
Una maggioranza che si chiude a riccio e che pretende di imporre, in maniera anche forzata, un piano che non rappresenta tutte quelle aspettative che c'erano, quindi, convintamente votiamo contro nella speranza di poter rimettere le mani il prima possibile su questo piano che è assolutamente carente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Soltanto due parole come Presidente della Commissione attività produttive e lavoro che ha seguito i due progetti e programmi europei, il Fse e il Psr.
Ringrazio l'Aula e il Consiglio regionale per la votazione di questi atti, in una giornata convulsa e difficile, come è stata quella di oggi, ringrazio soprattutto i commissari della III Commissione che hanno lavorato con impegno e per molte ore per riuscire a mettere insieme un sistema che era difficile da comprendere e da capire, anche per questioni di tempo e di giorni che purtroppo non ci sono stati dati, per necessità non legate alla Regione, ma nazionali ed europee.
Questo Psr può essere migliorato e la fase per migliorarlo, la seconda tornata, sarà ad ottobre-novembre quando ritornerà da Bruxelles con le osservazioni che la Comunità europea farà a queste nostre approvazioni che facciamo oggi.
Ci sono stati degli emendamenti che sono stati bocciati, degli emendamenti sono stati ritirati, ringrazio chi li ha ritirati, ci sono stati emendamenti che sono stati approvati con la convinzione di tutta l'Aula, per questo ringrazio.

PRESIDENTE. La Consigliera Ciriaci rinuncia all'intervento, è sempre toccata da una sensibilità assolutamente pregevole.
Essendosi esaurito il dibattito, metterei in votazione l'intero atto amministrativo 80.

Proposta di atto amministrativo n. 80, così come emendata, la pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Brini, Bugaro, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Binci, Ciriaci, Marangoni, Silvetti, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ringrazio tutti i Consiglieri. Abbiamo dovuto agire anche in condizioni di disagio, però tutti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità.
Ringrazio i dipendenti, non sono solito farlo, perché il lavoro che fanno è il lavoro che debbono fare, quindi, non ci vedo nulla di straordinario, però in questo caso sono stati chiamati ad un impegno notevolissimo sia l'Assessorato, sia la struttura del Consiglio, perché arrivare con queste scadenze stringenti non era semplice e, quindi, meritano l'apprezzamento per il lavoro svolto che ci consente di stare nei termini, forse fra le prime Regioni in Italia. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,55.