Resoconto della seduta n.175 del 11/11/2014
SEDUTA N. 175 DELL'11 NOVEMBRE 2014

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 175 dell'11 novembre 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 174 del 28 ottobre, il quale, ove non vi siano obiezioni ...
Non c'è nessun membro della Giunta, non possiamo dare inizio al Consiglio.
Chiamiamo qualcuno, se non arriva almeno un Assessore dichiaro chiusa la seduta.
E' presente un Assessore, quindi, possiamo dare inizio alla seduta n. 175.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 174 del 28 ottobre, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 454 in data 30 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche della legge regionale 30 dicembre 1989, n. 33: Organizzazione e disciplina delle strutture nefro-dialitiche nella Regione Marche e della legge regionale 23 febbraio 2009, n. 1: Nuove disposizioni in materia di prevenzione e cura del diabete mellito”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno;
n. 455 in data 3 novembre, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Badiali, Bugaro, Camela, Comi, Eusebi, Foschi, Natali, Perazzoli, Pieroni, Zinni, concernente: “Disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete mellito”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'artico 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 741 della Consigliera Ciriaci: “Intervento urgente sul drenaggio dell'imbocco del porto sangiorgese che versa in situazione critica”;
n. 742 del Consigliere Bugaro: “Rapporti tra Aziende in ristrutturazione - stato di crisi e settore del credito”;
n. 743 del Consigliere Binci: “Solidarietà agli operai AST di Terni per le cariche subìte alla pacifica manifestazione di mercoledì 29 ottobre a Roma”;
n. 744 del Consigliere Marangoni: “Ospedale generale provinciale di Macerata. struttura dell'hospice mai aperta sebbene da tempo arredata. La Regione intervenga”;
n. 745 dei Consiglieri Giancarli, Badiali: “Legge di stabilità 2015 – aggravio della tassazione sulle Fondazioni bancarie”;
n. 746 dei Consiglieri Massi, Perazzoli, Traversini, Marangoni, Romagnoli, Ortenzi: “Grave danno alla comunità marchigiana causa chiusura di molte emittenti radiotelevisive”.
Comunico inoltre che il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 27 in data 27 ottobre “Rendiconto generale della Regione per l'anno 2013”;
n. 28 in data 29 ottobre “Proroga dei termini dell'articolo 5 della legge regionale 11 novembre 2013, n. 35 “Norme in materia di unioni montane e di esercizio associato delle funzioni dei Comuni montani”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere D'Anna, il Presidente Spacca, gli Assessori Mezzolani e Malaspina.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente mi rivolgo a lei, perché lei molto cortesemente, in riferimento ad una mia sollecitazione su un determinato trattamento che io ho subìto da un burocrate della sanità e di cui mi sono lamentato, non per la presunta offesa nei miei confronti che proprio non c'era da un certo punto di vista, ma per il rispetto dei Consiglieri regionali tutti, mi è pervenuta, per conoscenza, una sua lettera indirizzata all'Assessore Mezzolani, risale ad un mese fa. In questa sollecitava all'Assessore Mezzolani a verificare se le mie lamentele fossero o meno rispondenti al vero o frutto dell'immaginazione di qualcuno, le garantisco che non mi verrebbe mai in mente di perdere tempo con cose del genere, ma io sto ancora attendendo che l'Assessore Mezzolani abbia “il buon senso, la cortesia, l'educazione”, potremmo mettere tanti termini, per ottemperare a quello che lei gli ha richiesto.
Penso che sia sempre per il rispetto dell'istituzione Consigliere regionale.

PRESIDENTE. Sono assolutamente d'accordo, Consigliere Natali, faremo in data odierna una sollecitazione all'Assessore Mezzolani.
In questo momento dovrei cominciare a trattare le interrogazioni, però mi vedo costretto a superare questo punto all'ordine del giorno perché gli Assessori che dovrebbero rispondere non ci sono. Se la rinuncia all'indennità produce questi effetti è allarmante …

(voci fuori microfono)

PRESIDENTE. No, io non sospendo niente, vado avanti …

(voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Dovrebbero rispondere alle interrogazioni gli Assessori: Giorgi, Mezzolani, Malaspina per cui il primo punto …
Dopo abbiamo due interpellanze alle quali deve rispondere l'Assessore Viventi, quindi il punto numero 1 lo dichiaro esaurito per impossibilità sopravvenuta e passo al punto numero (...) Prego?

(interrompe l'Assessore Giannini)

PRESIDENTE. Di che numero parliamo? (...) Fra le mozioni? Punto 21? (...) No, comunque non compare fra le interrogazioni, quindi il punto delle interrogazioni è esaurito. Passiamo al punto numero 2: interpellanze.

Interpellanza n. 63
ad iniziativa del Consigliere Marangoni
“Concorso pubblico per n. 13 dirigenti: bando di concorso approvato con decreto n. 23/SGG del 25/11/2013 e pubblicato sul BURM n. 95/2013. Palese illegittima DGR n. 78 del 27/01/2014”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 63 del Consigliere Marangoni che ha la parola per illustrarla.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. Mi spiace che adesso sia uscito il Presidente della mia Commissione, perché proprio ieri …, al Presidente della Commissione Perazzoli voglio ricordare che ieri in I Commissione siamo stati lungimiranti, eccezionalmente lungimiranti, perché, contemporaneamente a quanto ha dichiarato l'illustre Consigliere Comi sulla stampa e all'Ansa, e cioè che il Presidente Spacca ed il Consigliere Comi annunciano di rinunciare alle indennità di tutti gli Assessori e del Presidente della Giunta, io ho detto: “No! Rinunciamo alle indennità di tutti coloro che hanno indennità di funzione, non solo Assessori, ma anche Presidente del Consiglio e Vicepresidenti". Guarda caso io l'ho detto e subito sulla stampa loro hanno asserito la stessa cosa, siamo stati fantasticamente …

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, abbia pazienza, lei è notoriamente free lance, però …

Enzo MARANGONI. Questo per dire che c'è soltanto l'Assessore Viventi, quindi le indennità degli altri le dovremmo dare tutte a lui, tutte quante, guarda un po'!
Adesso presento l'interpellanza.
A questo punto, populismo per populismo, come ha fatto il Consigliere Comi, lo faccio pure io. Ormai siamo alla frutta, mi pare, la mia era una provocazione ieri, ma vedo che il segretario del Partito Democratico è stato contemporaneo alla mia idea provocatoria, lui va addirittura sulla stampa, la mia era interna e per gli addetti ai lavori.
Vedo che in effetti si comportano in modo coerente. No? Rinunciano almeno a parole all'indennità e non si presentano. Complimenti!
L'interpellanza, Assessore Viventi, è un tema che conosciamo tutti. E' un tema sul quale mi sarei aspettato l'intervento anche di altri Consiglieri, ma sono stato l'unico a sollevarlo. Vedo che l'Assessore annuisce e concorda e sia con atti in Consiglio, questa interpellanza, che sulla stampa, questo concorso per 13 dirigenti sembra veramente strano, molto strano!
Ha dato luogo ad una serie di problemi, alcuni ricorsi, tante vociferazioni, tanti “si dice” ed io ho chiesto anche il ritiro in autotutela di questo concorso perché mi sembra che ci siano tutti i presupposti affinchè le cose possano finire molto male sul piano giuridico, sul piano giudiziario, ed anche dal punto di vista dell'immagine della Regione.
Fondamentalmente il contenuto in sintesi dell'interpellanza è questo, quindi chiedo un parere all'illustre Assessore presente per primo alla seduta odierna. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio il Consigliere Marangoni che ha posto questo problema perché è compito del Consigliere regionale vigilare sull'attività degli amministratori, dell'amministrazione in genere.
Per quanto riguarda questo concorso pubblico, i famosi 13 posti, ne parlammo già a suo tempo un paio di anni fa, mi pare, in quest'Aula, do alcune informazioni.
Il concorso andrà avanti. Rispetto le idee di tutti però ritengo che non ci siano le condizioni per la sospensione. Ci sono alcuni ricorsi, 4-5 ricorsi per mobilità. Le darò anche un appunto scritto, adesso non annoio l'Aula leggendo tutto il breviario che mi è stato preparato, le rispondo a braccio poi se vuole le do il testo in cui ci sono, precisi, i ricorsi, i riferimenti e quant'altro.
Un'altra informazione che in premessa vorrei darle è questa: i nominativi di tutti i concorrenti, non c'è privacy, sono sul sito, quindi, li può vedere tranquillamente.
Ritengo che sia interesse della Regione, non della Giunta regionale, della Regione in senso lato effettuare questo concorso. Abbiamo avuto dei problemi nella composizione della Commissione, è stato abbastanza difficile, dico una cosa che forse non sarà vera però noi, tutti presi dall'eccesso di spending review, abbiamo portato i gettoni, io ho pensato questo, forse sarà una mia piccola maliziosità, chiamiamola così, a 30 euro e si è faticato a comporre la Commissione.
Nella Giunta di ieri, sono riuscito finalmente a portare l'approvazione della Commissione, questa è un'altra risposta, e si andrà avanti, ci sono i tre componenti della Commissione, anche di questi le farò avere i nominativi, e ci sono i vari esperti indicati dalle Università per quanto riguarda le 11 materie differenti, se non vado errato, che abbisognano di esperti.
Nella giornata di ieri la Giunta regionale ha finalmente approvato la composizione della Commissione.
Sul sito le ho risposto, in merito ai ricorsi le dico che glieli farò avere tutti.
Sono tranquillo, Consigliere Marangoni, lo dico anche professionalmente, perchè abbiamo seguito una linea che era stata indicata da quest'Aula ed anche dalle organizzazioni sindacali, quella del concorso pubblico, quindi io con una mentalità privatista, lo dissi a suo tempo, però mi rendo conto che qui siamo amministratori pubblici, quindi bisogna seguire questa regola ed è giusto che sia così, mi sarei comportato anche diversamente, però le regole sono queste e le rispettiamo.
Vorrei tranquillizzare, anche dal punto di vista professionale per quelle che sono le mie competenze, che tutto è regolare e si svolgerà, mi auguro, nella massima regolarità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio l'Assessore, non concordo nel merito delle conclusioni, ma fa parte dei punti di vista legittimi. Ritiro subito la documentazione scritta disponibile, l'altra me la farà avere.
Ho apprezzato anche la sintesi, come fa di solito, rispetto ad altri suoi colleghi che leggono 14 pagine di risposte fatte dai tecnici che poi non sanno tradurre in considerazioni pratiche, immediate, sintetiche. Per questo si è meritato, non le 7 indennità di funzione degli Assessori mancanti all'inizio, ma le 5 perché due Assessori, nel frattempo, sono arrivati. Mi dispiace per lei.

Interpellanza n. 65
ad iniziativa del Consigliere Zinni
"Fondazione opere laiche lauretane e Pia Casa Hermes di Loreto"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 65 ad iniziativa del Consigliere Zinni, ha la parola per illustrarla.

Giovanni ZINNI. Assessore Viventi come lei saprà questa interpellanza, neanche a farlo apposta, si discute in un momento politico in cui è caduto il Sindaco di Loreto che ha avuto un ruolo, in termini polemici e politici, nei confronti della Fondazione opere laiche lauretane. Questo è stato addirittura oggetto di una spaccatura frontale all'interno dell'amministrazione comunale loretana con un viaggio senza ritorno perché ieri è caduto il Sindaco ed il Comune di Loreto andrà a nuove elezioni comunali in primavera.
(…) Rientra nei termini di legge, credo che entro gennaio ci rientri, adesso non mi voglio sostituire al commissario prefettizio, però credo che ci rientri, non lo so, presumo di si.
Come lei saprà, Assessore, la questione delle opere laiche è diventata una questione centrale nella vita politica e istituzionale di Loreto. Non a caso lei si è fatto carico, se non erro, di istituire questo comitato di vigilanza affinché controllasse l'operato della Fondazione.
Credo che ci siano una serie di aspetti che debbano essere rimarcati.
Il primo è questo infinito dibattito sulla natura giuridica della Fondazione che a tutti gli effetti di legge, ma soprattutto giurisprudenziali, è evidente, non è pubblica, come stabilito da una sentenza molto chiara della Corte di Cassazione. Sostanzialmente ci sono una serie di requisiti che dovrebbero sussistere e che in realtà non ci sono, vale a dire il fatto che sia stata istituita per soddisfare specificatamente bisogni di carattere generali, non industriali o commerciali, essere dotata di personalità giuridica, attività sostanzialmente finanziata in modo maggioritario dallo Stato e dalle sue diramazioni.
E' evidente che laddove non ci sono tutti e tre questi requisiti non è possibile parlare di una fondazione che ha carattere giuridico esclusivamente pubblico.
Sono state insistenti le voci di corridoio sul fatto … non c'è problema sono io che mi intristisco parlando a me stesso, è un problema psichiatrico il mio, sono abituato alla normalità, purtroppo il Consiglio regionale è sempre qualcosa di anormale.
Dicevo che purtroppo serpeggia da tempo la voce che la Fondazione potrebbe essere commissariata. Voi capite che una Fondazione che non ha carattere giuridico pubblico, ma privato, è commissariabile solamente laddove vengano compiuti atti gravi di bilancio o contro gli scopi statutari tali da consentire l'invasione di campo di un soggetto terzo controllore qual è in questo caso la Regione. Controllare è una cosa, commissariare è un'altra.
Controllare va benissimo, evviva Dio, ci mancherebbe il contrario, commissariare laddove non ci sono i presupposti di legge è una forzatura politica, e in questo caso vorrebbe dire, visto che l'ha chiesto l'ex Sindaco Nicoletti, fare da sponda politica all'ex Sindaco in maniera arbitraria ed anche invasiva.
Posto in essere che voglio credere alla buona fede dell'ufficio, e ci mancherebbe, io chiedo un chiarimento perché dalle mie verifiche, non mi risulta che questa Fondazione abbia compiuto atti contro i propri scopi statutari, ma soprattutto non abbia adottato una condotta penalmente rilevante o illecita amministrativa ai fini dell'utilizzo dei soldi del proprio bilancio.
Aggiungo che è prassi storica e, a mio avviso mi sia consentito, ingiustificabile, che questa Fondazione sia una specie di bancomat dell'amministrazione comunale di Loreto che, quando non sa come fare per pagare qualcosa di sociale, va di corsa a bussare, tant'è che nel giro di poco tempo sono stati dati 341.000 euro all'attività dell'Assessorato dei servizi sociali, 59.000 euro a quello della cultura, 10.000 euro al turismo, 15.000 euro allo sport e poi ci sono concessioni in uso gratuito al Comune di Loreto di vari lotti di terreni e locali.
Vorrei capire e, approfittando di questa interpellanza, fare il punto della situazione di questo comitato di vigilanza e rendere, diciamo, pubblico l'operato di controllo della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Le rispondo a braccio, non ho qui il testo, però ho gestito la questione e la conosco bene. Ritengo che lei abbia fatto una cosa utile presentando questa interpellanza perché così chiariamo pubblicamente quali sono le situazioni.
Mi pare di ricordare che nel mese di marzo o aprile, mi scusi, ma più o meno quest'anno, la Giunta ha deciso di incaricarmi di fare una Commissione con il dott. Londrillo dell'Ufficio legislativo e l'Avv. Costanzi, non so chi altri, comunque una Commissione. Di fatto ci siamo riuniti sempre noi tre, abbiamo valutato la situazione, abbiamo incontrato separatamente sia il Consiglio di amministrazione delle opere laiche che il Sindaco e l'allora Giunta in carica del Comune di Loreto e abbiamo chiesto anche una verifica della situazione patrimoniale, quindi un esame dei bilanci. Un'azione a tutto tondo come andava fatta, professionalmente, senza farci condizionare minimamente dalle posizioni politiche. A scanso di equivoci dico che il Sindaco di Loreto è dell'UdC, uno dei pochissimi Sindaci dell'UdC ma questo, voi mi conoscete, non condiziona in alcun modo il mio agire perché qui faccio l'amministratore ed è giusto che sia così.
Siamo pertanto partiti dall'esame, il grande contrasto è stato sullo statuto, come lei ben saprà, perché c'era una modifica su cui non si riusciva a trovare un'intesa tra il Consiglio di amministrazione e il governo della città. Ci abbiamo lavorato seriamente, siamo arrivati alla conclusione e finalmente abbiamo approvato il nuovo statuto che è stato accettato dal Consiglio e dal Sindaco, purtroppo, credo, per lo meno di questo non sono certo, non è stato approvato dal consiglio comunale di Loreto e da qui è scaturito il discorso della crisi politica che sta investendo il Comune.
Ripeto, Sindaco, Segretario comunale presente e CdA hanno approvato questo, la Regione l'ha approvato, questo è un punto fermo, sullo statuto la parola è chiara, tecnicamente si riducono a 5 i componenti.
E' giusto quello che lei ha detto, la Fondazione opere laiche di Loreto dal punto di vista squisitamente giuridico appartiene alla categoria delle fondazioni di diritto privato, su questo non ci sono dubbi, da ciò ne discende, ne consegue, che anche l'azione di controllo che la Regione è chiamata per legge ad effettuare, deve essere nei limiti e nei termini di legge e non può prevaricarli.
Per chiudere la partita definitivamente, il grosso lo abbiamo fatto, dobbiamo aspettare un attimo l'ultimo dato, non so se in questi giorni tumultuosi siano arrivati i dati del bilancio 2013 e del preventivo 2014, per cui aspettiamo un attimo l'andamento del 2014 per verificare il tutto e poi chiuderemo la partita senza la necessità di commissariare se questo non è giustificato. Da quello che ho visto e da quello che mi hanno riferito fino ad ora, ma non conosco il 2014, ci sono delle perdite di bilancio che mi sembra complessivamente ammontino a circa 2 milioni di euro che ovviamente qualche domanda la pongono perché è una fondazione che ha tanti beni, mi pare di ricordare, sempre a memoria, che parliamo anche di 130 ettari di terreno o giù di lì.
Questo però non significa che automaticamente “commissarieremo”. Bisogna vedere se sta rientrando o se si stanno facendo azioni di rientro sul bilancio ed io farò sapere, anzi sarà mia premura, a lei ed a questa Aula nel giro di 10-15 giorni, appena avremo concluso l'esame di questi ultimi bilanci, le conclusioni ma, ripeto, il discorso sul commissariamento che era una cosa data per fatta, l’ho letto sui giornali ed ho sentito delle voci, non è assolutamente vero, penso di aver detto tutto quello che potevo dirvi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Ringrazio l'Assessore Viventi, mi sembra una risposta pertinente ed istituzionale, ma mi permetto di aggiungere un paio di commenti politici, nel senso che lei giustamente rimarca il fatto di un passivo oggettivamente esistente nei bilanci della Fondazione. Deve essere chiara una cosa, non certo a lei, perché la sua risposta è stata pertinente ed equilibrata, però, lo dico come notizia puramente informativa per ogni collega, se la Regione Marche dovesse commissariare chiunque abbia un passivo, saremmo di fronte ad un nuovo regime da Unione Sovietica.
Da questo punto di vista è evidente che bisogna arrivare all'ipotesi di commissariamento solamente laddove queste passività: a) si sono chiaramente costituite in una condotta contro gli scopi statutari; b) sono state fatte con un comportamento doloso che porta quasi ad un illecito gestionale.
Da questo punto di vista è evidente e giusto che la Fondazione opere laiche non paghi il prezzo della politica lauretana perché, come lei giustamente ha rimarcato, il buon senso della Fondazione ha fatto si che venissero approvate le modifiche dello statuto, mentre il consiglio comunale non sapeva, evidentemente, qual era il suo indirizzo prioritario e da questo punto di vista è importante che la Fondazione possa avere il suo percorso istituzionale, serio, autonomo, fino alle elezioni; adesso non rammento se statutariamente si devono rinnovare o meno le cariche con il nuovo Sindaco.
La ringrazio e mi preme ribadire che il sottoscritto vigilerà affinché non ci siano mai alcune tentazioni politiche di fare commissariamenti non tecnici, ma politici. Bene, grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Prima di passare al punto 3, ho dimenticato di comunicare in apertura di seduta, come richiesto alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 746 relativa al rischio chiusura di molte emittenti radio televisive di tutte le regioni adriatiche fra cui anche le Marche. Se l'Aula è d'accordo, abbiamo deciso di iscriverla al punto 8 bis dell'ordine del giorno, non ci sono obiezioni, quindi la iscriviamo. Avrei dovuto farlo all'inizio della seduta, lo faccio adesso.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch'io vorrei chiedere, approfittando di questa introduzione che ha fatto, l'iscrizione all'ordine del giorno di una interrogazione che ho presentato. Siccome non ho partecipato alla riunione dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno dell'interrogazione che ho presentato sullo studio epidemiologico di Falconara e registro dei tumori.

PRESIDENTE. Non nell'ordine del giorno di oggi?

Massimo BINCI. No, chiedo l'iscrizione nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Va bene. Il tavolo tecnico ha capito cosa ha richiesto il Consigliere?

Massimo BINCI. L'iscrizione di una interrogazione e la messa all'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

Proposta di legge n. 422 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2009, n. 27: Testo unico in materia di commercio, alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9: Testo unico delle norme regionali in materia di turismo e alla legge regionale 29 aprile 2008, n. 8: Interventi di sostegno e promozione del commercio equo e solidale"

Proposta di legge n. 403
ad iniziativa dei Consiglieri Marangoni, Trenta
"Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2009, n. 27: Testo unico in materia di commercio"

Proposta di legge regionale n. 192
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
"Modifica alla legge regionale 10 novembre 2009, n. 27: Testo unico in materia di commercio"

Proposta di legge n. 186
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2009, n. 27: Testo unico in materia di commercio"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 422 della Giunta regionale, la proposta di legge n. 403 dei Consiglieri Marangoni e Trenta, la proposta di legge n. 192 del Consigliere Pieroni e la proposta di legge n. 186 del Consigliere Latini, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente. La proposta di legge che discutiamo oggi ha la finalità di recepire nell'ordinamento regionale alcune disposizioni statali finalizzate a porre in essere una progressiva liberalizzazione delle attività economiche, compresa quella commerciale, allo scopo di incentivare lo sviluppo.
Nel dettaglio sono state riconsiderati i requisiti obbligatori delle medie e delle grandi strutture di vendita che saranno dettagliati nel regolamento attuativo. Il regolamento è pronto, il 18 novembre ci saranno le audizioni per le associazioni di categoria poi potrà essere approvato dalla Giunta con il parere della Commissione.
Sono state aggiornate le previsioni relative ai requisiti soggettivi di accesso all'attività commerciale, nonché le disposizioni relative alla disciplina dell'esercizio congiunto, nello stesso locale, dell'attività di vendita all'ingrosso e al dettaglio.
Un'altra modifica concernente il commercio in sede fissa riguarda la creazione di una nuova tipologia di struttura definita parco commerciale che di fatto rappresenta un chiarimento su come considerare questa realtà: vengono disciplinate in questo caso strutture di medie e grandi dimensioni che per la loro contiguità urbanistica hanno un impianto unitario sul territorio e che pertanto vengono trattate per la superficie di vendita complessivamente considerata anche al fine di evitare elusioni normative.
Per quanto riguarda l'attività commerciale esercitata in aree pubbliche, le modifiche introdotte recepiscono quanto deciso in sede di intesa raggiunta nel 2012 dalla Conferenza unificata e prevedono criteri di applicazione nelle procedure di selezione per l'assegnazione dei posteggi su tutte le aree, prevedendo in particolare che tra i criteri di selezione considerati ci sia quello della partecipazione alle spunte, indipendentemente dall'effettivo utilizzo del posteggio. Questa è una cosa che chiarisce il metodo di selezione dei posteggi nelle aree suddette.
Sempre in materia di commercio su aree pubbliche è stato introdotto un ulteriore strumento di semplificazione per l'attività svolta in forma itinerante che riguarda l'utilizzo della Scia in luogo all'attuale autorizzazione.
Oltre alle modifiche introdotte nel Testo Unico del commercio, è stata apportata una modifica al Testo Unico del turismo prevedendo che nel rispetto della normativa igienico sanitaria gli esercizi di affittacamere, regolarmente iscritti alla Camera di commercio, possono fornire servizio di prima colazione.
Si è chiarita infine la questione dei centri rurali di ristoro e degustazione, già previsti dalla legge regionale sull'agriturismo del 2002 e non riproposti nella nuova normativa regionale di settore del 2011, per un errore di trascrizione, per un errore meramente tecnico, che diventano una tipologia di attività inserita nel Testo Unico del commercio, vincolata al rispetto di alcuni requisiti, tra i quali quello che la ristorazione deve basarsi su una offerta gastronomica tipica della zona.
La Commissione ha condiviso un emendamento riguardante l'approvazione del regolamento regionale in materia di commercio in sede fissa, che dovrà essere approvato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della proposta di legge; questa specificazione si è resa necessaria anche al fine di dare maggiore certezza giuridica.
Il regolamento sta per essere approvato dalla Giunta e darà attuazione a tutta la normativa del commercio che stiamo discutendo.
Ulteriore ed ultima modifica di particolare rilievo imposta dalla disciplina statale è quella che ha liberalizzato gli orari e le aperture domenicali e festive per le attività commerciali. In base infatti alla nuova disposizione, le attività commerciali sono svolte senza il limite del rispetto degli orari di apertura e di chiusura, dell'obbligo di chiusura domenicale e festiva e della mezza giornata di chiusura infrasettimanale.
Qui abbiamo dovuto recepire la normativa nazionale del Governo Monti che aveva nel 2012 apportato queste modifiche di liberalizzazione.
Rispetto a questo tema, la III Commissione ha discusso ed approfondito la tematica che oggi stiamo affrontando: diversi articoli di modifica e di correzione della legge del commercio, del turismo e quant'altro, ed anche un ordine del giorno che impegna la Giunta a sollecitare, ulteriormente perché è già stato fatto, una riflessione a livello di Conferenza Stato-Regioni che porti anche ad una modifica della normativa statale, almeno questa non imposta dall'Europa, non è un'imposizione dell'Europa, in considerazione del fatto che questo tipo di liberalizzazioni producono effetti anticoncorrenziali, non creano nuovi posti di lavoro e, più in generale, determinano un peggioramento della qualità della vita di imprenditori e lavoratori, con particolare riguardo alle forme di commercio, le poche rimaste, basate su una organizzazione di tipo familiare.
Quello che è stato detto in Commissione è che questa apertura ormai senza regole, uno può tenere aperto giorno e notte, domenica non domenica, 1° dell'anno, 1° maggio, 25 dicembre, è una normativa troppo aperta, troppo libera, crea sicuramente delle difficoltà a tutto il settore del commercio e non dà quelle risposte che, nella prima ipotesi, dovevano essere di maggiore occupazione, di maggiore vendita e crescita del settore del commercio.
Con questo ordine del giorno sollecitiamo la Giunta a portare al tavolo delle Regioni questa discussione perché a livello nazionale si riveda questa normativa, definendo per gli esercizi commerciali quante domeniche possono stare aperti, gli orari infrasettimanali, altrimenti c'è una concorrenza sleale fra un tipo di commercio ed un altro, fra una attività ed un'altra. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. Il Consigliere Badiali ha già tratteggiato nelle linee essenziali la proposta di legge 422, io vorrei solamente sottolineare alcuni passaggi agli amici colleghi Consiglieri dell'Aula, tenendo conto che questo non è altro che un adeguamento della normativa regionale vigente alle novità introdotte da quella nazionale. Non dico che sia un fatto dovuto, ma c'è la necessità di tener conto anche del pacchetto dei decreti varati dal Governo fra cui il decreto "salva Italia".
C'è da dire che questo processo di liberalizzazione è stato avviato già da alcuni anni, prima con la direttiva europea del dicembre 2006, la famosa direttiva Bolkestein, e c'è la necessità di adoperarsi tenendo conto degli interventi normativi effettuati dallo Stato italiano in virtù della potestà legislativa per la tutela della concorrenza.
Sottolineo brevissimamente le disposizioni sono introdotte: vengono ridefiniti i requisiti obbligatori delle medie e grandi strutture di vendita, eliminando quelle anticoncorrenziali; vengono aggiornati i requisiti soggettivi di accesso all'attività commerciale; vengono aggiornate le disposizioni relative alla disciplina dell'esercizio congiunto nello stesso locale delle attività di vendita all'ingrosso e al dettaglio; vengono previsti parchi commerciali e gli shop temporary; viene introdotta la Scia; viene previsto che le informazioni relative all'irregolarità contributiva siano acquisite direttamente dai Comuni, cioè i Comuni devono verificare d'ufficio la regolarità contributiva delle imprese autorizzate; c'è una semplificazione della concessione edilizia, prima era necessario fare la domanda al Comune, attendere il parere della Commissione, ora basta la sola comunicazione al Comune per poter avviare i lavori; vengono apportate alcune modifiche al Testo Unico del turismo, come ad esempio la previsione che gli esercizi di affittacamere, regolarmente iscritti, possono tranquillamente fornire il servizio di prima colazione. Sono piccole cose che, secondo me, fanno stare al passo con i tempi le attività commerciali.
Come III Commissione abbiamo inserito la disposizione che il regolamento regionale, il Testo Unico sul commercio, dovrà essere approvato dalla Giunta entro 60 giorni, c'è la necessità di porre un freno a questo numero di giorni, questo significa che anche il regolamento relativo al commercio in sede fissa dovrà essere realizzato in 60 giorni ed è anche quello che chiede il Cal. C'è la necessità che l'input della III Commissione e del Cal venga approvato e preso in considerazione.
Vorrei sottolineare questa proposta, secondo me, un po' bizzarra del commercio: i titolari degli stabilimenti balneari possono utilizzare gli spazi in concessione anche nella stagione invernale, io chiaramente ho già affittato l'ombrellone in dicembre. Gli spazi possono essere utilizzati per attività commerciali, tenendo conto che il Comune potrà benissimo dire al sua e ci saranno gli obblighi derivanti dalla realtà comunale.
Viene recepita la liberalizzazione degli orari di apertura domenicale. La liberalizzazione degli orari apre una discussione che ci porterebbe fuori, lontano, da quello che è il commercio perché con il decreto "salva Italia" c'è questa liberalizzazione alla massima potenza, non ci sono più limiti per le aperture domenicali, infrasettimanali, gli esercizi commerciali di somministrazione e di alimenti possono, senza alcun vincolo, rimanere aperti indistintamente, questo nell'ambito della tutela della concorrenza. E' giusto? E' corretto? E' eccessivo? E' sbagliato? Mi fermo qui, ognuno ha la sua coscienza!
Vorrei solamente ricordare il dibattito che è nato a livello nazionale in occasione della Pasquetta, del 25 aprile, del 1° maggio, e vorrei ricordare quello che ha espresso, non tanto la Conferenza Episcopale marchigiana, per carità, merita rispetto, ma Papa Francesco quando ha detto che la priorità non va al commercio, ma va all'umano, non va al gratuito, ma alle relazioni non commerciali, ma familiari, amicali e sociali. Ognuno ha il proprio credo, la propria sensibilità però vorrei dire che quel decreto che è stato fatto per stimolare la concorrenza, per rilanciare l'occupazione, i consumi, molto probabilmente non ha sortito l'effetto sperato.
Ho sintetizzato in 4 numeri i dati nazionali: in questo periodo, dal 2012 al 2014, hanno chiuso 56.000 imprese, si sono persi più di 100.000 posti di lavoro, sono stati registrati 28 miliardi di minor consumi. In base a questi dati non sembrerebbe che ci siano stati dei vantaggi né in termini economici né sicuramente in termini sociali, quindi, mi rifaccio a quanto ha detto il Presidente Badiali: c'è la necessità che attraverso la Conferenza Stato-Regioni venga avviato un percorso di rivisitazione delle liberalizzazioni che hanno portato, credo, solo danni. Questo Dio denaro ha creato dei problemi sociali e non ha risolto i problemi economici e commerciali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non per rappresentare uno scampolo di dibattito su un regolamento, in verità, di un'importanza abissale, rispetto a tanti altri atti, Assessore Canzian, che assumiamo in questo Consiglio regionale, ma evidentemente siamo ormai sul fine della legislatura e l'interesse della amministrazione sull'amministrazione è relativamente basso.
Lo dico perché con questo intervento voglio sostenere in modo particolare l'ordine del giorno presentato dal Presidente Badiali, che condividiamo tutti, relativamente forse alla questione fondamentale che gira intorno all'applicazione delle disposizioni nazionali.
Il regolamento è ben fatto, l'abbiamo predisposto in Commissione con diversi mesi di lavoro, cercando di ascoltare tutti, ma non di fare lobby che forse su questa materia era la tentazione più difficile da scongiurare, perché era ovvio dire "aggiustiamo situazioni territoriali, locali o interessi legati a categorie" secondo una visione che avrebbe scomposto un'adesione chiara ad un interesse generale.
L'interesse generale c'è e guarda al consumatore, guarda al cittadino. Quello che non abbiamo potuto fare è incidere sulla cosa più importante per la quale facciamo l'ordine del giorno, cioè gli orari. Intorno alla vicenda commercio c'è la questione fondamentale degli orari e su questo, Assessore lo chiedo a lei perché siede in Conferenza Stato-Regioni, non solo come Assessore al ramo, ma in sostituzione del Presidente Spacca, in qualità di Vicepresidente, dobbiamo veramente alzare la voce.
La necessità di uniformare gli orari a livello nazionale è indubbia. E' una stupidaggine immaginare - la vicenda della sua provincia, di Ascoli Piceno, è un caso - di non uniformare gli orari a livello nazionale perchè significherebbe avere a San Benedetto la chiusura domenicale e a Giulianova l'apertura h24, compreso Natale, Pasqua e le feste comandate. Questo non è possibile! Non ha senso vivere il federalismo. Diventa una stupidaggine spezzettare l'Italia creando oggettivamente delle condizioni di concorrenza che non possono essere supportate.
Il principio dell'uniformità lo dobbiamo sposare in pieno, ma d'altra parte non è possibile, soprattutto in questo contesto sociale, accettare l'idea dell'assoluta liberalizzazione, cioè non è possibile fare una sciocchezza come quella dell'apertura h24 che è stata sconfessata in sede europea, lo dico con i dati, infatti abbiamo due esperienze nazionali esattamente all'opposto. Una è quella inglese o britannica nella quale vige il regime della liberalizzazione assoluta degli orari di apertura degli esercizi commerciali e l'altra è quella tedesca dove gli esercizi commerciali chiudono alle 17,00-17,30 di pomeriggio e stanno chiusi il sabato pomeriggio e la domenica, rispettando il consumatore. Non voglio fare della facile ironia o della facile filosofia su questo argomento, ma non è possibile che la vita del cittadino italiano sia consumata tra lavoro per produrre reddito e lavoro per consumarlo, attraverso un sistema di consumi non stop. In questi due Paesi è stato dimostrato che l'apertura h24 in Inghilterra non ha prodotto nessun aumento significativo dei consumi, anzi nel periodo di crisi dal 2008 ad oggi i consumi sono calati esattamente come nel resto d'Europa e si sono messi in movimento quando il Pil inglese si è mosso per altri motivi, non certamente per la liberalizzazione degli orari. Al contrario in Germania, dove c'è una forte regolamentazione degli orari e le chiusure sono estremamente limitate, i consumi sono cresciuti, ma perché è cresciuto il lavoro, perché è cresciuto il reddito, adesso è fermo anche in Germania, ma non è aprendo i negozi a tutte le ore che si agevola questo tipo di attività.
Tra le altre cose, Assessore, avevo l'intenzione di presentare una proposta legge ad hoc, ma non è facile farla perché la legislazione è nazionale, non è concorrente, è esclusiva, sul problema degli alcolici. Aprire esercizi commerciali a tutte le ore significa che alle 3, alle 4, alle 5 di mattina è possibile anche per i minori, perché i controlli sono quelli che sono, accedere a locali dove, con facilità, possono essere acquistati i super alcolici, con evidenti danni sociali, personali ed umani.
Votiamo serenamente questa legge perché, ripeto, tra uffici, Giunta e Consiglio si è fatta la cosa migliore e sosteniamo con forza l'ordine del giorno del Consigliere Badiali perché è quello attraverso il quale facciamo sentire la nostra povera voce, è la voce del 2,7% di italiani, ma può contare perché è una battaglia di civiltà che va fatta con convinzione. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Grazie Presidente. Solo per puntualizzare ed accogliere alcuni inviti che ho ascoltato sia da parte del Consigliere Marinelli che del Consigliere Marconi.
Come sapete la Regione Marche - per accogliere alcuni input che sono venuti dall'intervento del Consigliere Marconi - coordina in sede di Conferenza delle Regioni la Commissione attività produttive e commercio e proprio con questo ruolo abbiamo chiesto, nel luglio scorso, quindi qualche mese fa, un'audizione alla X Commissione del Parlamento, presieduta dall'onorevole Epifani. Abbiamo consegnato un documento che va proprio nella direzione a cui voi avete fatto riferimento e in particolar modo ai contenuti dell'emendamento o meglio dell'ordine del giorno del Consigliere Badiali.
Vi informo che qualche giorno fa è stata approvata la proposta di legge dalla Camera che fissa in 12 giornate festive il massimo delle aperture e rimanda alle comunità locali, in particolar modo ai Comuni, ad una concertazione tra Comuni e associazioni rappresentative del commercio, la definizione di quali giornate festive mantenere la chiusura degli esercizi commerciali. Devo dire che è stato un buon risultato, un ottimo risultato da parte della Commissione attività produttive e commercio perché è stato recepito in pieno il documento che avevamo presentato, non solo in questa proposta di legge che, ripeto, è stata approvata in prima lettura alla Camera, ma sono stati anche stanziati 10 milioni di euro a supporto, a sostegno del commercio ed è una novità importante perché, come sapete, da qualche anno, da un paio di anni almeno, la finanziaria non prevede fondi, risorse dello Stato a sostegno delle attività commerciali.
Ci siamo mossi in questa direzione ed alcuni risultati importanti da questo punto di vista sono stati raggiunti, ora speriamo che questa proposta di legge superi anche la lettura del Senato.
Credo che ci sia un'omogeneità, una coerenza, nel nostro comportamento ma anche nelle sollecitazioni, nelle considerazioni e negli inviti che ho ascoltato dal Consigliere Marconi e dai relatori sia di maggioranza che di minoranza. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Pieroni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che questa legge che andiamo ad approvare oggi sia importante e non può passare sotto un silenzio così forte, perché andrà, come ho sentito da alcuni interventi che sono stati fatti, a modificare sostanzialmente e fortemente il nostro tessuto economico e sociale.
Da questo punto di vista, alcuni emendamenti che ho presentato sono legati a mantenere questa situazione, perché non è pensabile che, non solo la legge, ma successivamente anche il regolamento che non verrà in Aula e che verrà semplicemente discusso dalla Commissione, daranno un segnale forte. Non so se i Consiglieri sanno che sono ferme, sono giacenti, all'interno dei vari uffici della Regione Marche almeno 10-15 richieste, se non di più, di grande distribuzione. Parliamo, quindi, di grandi strutture, di grande distribuzione, sopra i 10.000 metri quadrati, per cui credo che su questa questione dobbiamo avere grande attenzione e consapevolezza di quello che facciamo.
E' forse una delle ultime leggi che andiamo ad approvare e non vorrei che fossimo ricordati come coloro che hanno approvato una legge che ha desertificato il piccolo e medio commercio.
In questo contesto, non è pensabile che qualcuno dica, come ho sentito, che questa legge non ha nulla a che fare con il regolamento. E' tutto o quasi collegato tra la legge ed il regolamento, che quest'Aula non vedrà, ed alcuni emendamenti, perlomeno alcuni, sono di buon senso e cercano di equilibrare, almeno per quello che è possibile, questa scelta che se andrà avanti così, in maniera netta, rischierà di creare al nostro commercio, dal pesarese all'ascolano, una serie di grandi criticità, per lo meno al piccolo e medio commercio che noi dobbiamo tutelare al di là delle enunciazioni semplici.
Questo è un emendamento che all'articolo 3, comma 1, aggiunge il seguente comma: "Dopo il comma 1, dell'articolo 4, della legge regionale 10 novembre è aggiunto il seguente comma: 1bis) I Comuni che intendono procedere su aree già destinate ad uso commerciale, ad insediare grandi strutture di vendita" - diciamo che se ci sono delle strutture già esistenti, questo va bene, ma se vogliamo creare delle strutture di grande distribuzione - "come individuate alla lettera h) del comma 1, dell'articolo 10, sono obbligati a richiedere un parere vincolante ai Comuni limitrofi. 1ter) I Comuni, in relazione all'individuazione delle aree da destinare alle grandi strutture di vendita, come individuate dalla lettera h) del comma 1, dell'articolo 10, non possono modificare il loro piano regolatore generale fino a quando non entrerà in vigore la normativa attuativa della nuova legge regionale urbanistica".
Questo perché? Qual è il grosso rischio? E' quello che un Comune possa influenzare tutto il commercio, ripeto, piccolo e medio dei Comuni limitrofi.
Questo è un emendamento che sostanzialmente dice - come avrete capito bene - 1) che dovrà essere chiesto un parere vincolante a tutti i Comuni limitrofi, 2) non potrà essere modificato dal Comune il piano regolatore per far insediare questa grande distribuzione, almeno sino a quando non ci sarà la legge urbanistica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Voglio interloquire con il Consigliere Pieroni, capisco le sue preoccupazioni, ma non è possibile risolvere questo problema in questa sede, con questo emendamento e cerco di spiegare il perché.
Nella lettera 1/bis che il Consigliere Pieroni richiama, la Regione deve chiedere al Comune un parere vincolante, questo non è possibile, non possiamo imporre per legge il parere vincolante, lo strumento di programmazione è il piano territoriale di coordinamento (PTC) e stabilisce a livello sovracomunale le regole o la localizzazione immediata della grande distribuzione o l'accordo di programma.
E' il piano territoriale di coordinamento adottato dalle Province che abbiamo fatto con legge e su quella questione tutte hanno fatto il piano territoriale di coordinamento, esempio concreto la provincia di Pesaro che ha già stabilito dove sarà la grande distribuzione, una o due, non so quelle che saranno, mentre le Province di Ancona, di Macerata, di Ascoli Piceno, hanno deciso che faranno le consultazioni per individuare l'accordo di programma. Nell'accordo di programma i Comuni diranno si o no, ma non lo diranno a noi e lo diranno in base al tavolo di programmazione messo in piedi dal tavolo di coordinamento provinciale.
L'altra questione che riferiva il Consigliere Pieroni è quella non dobbiamo far niente fino all'entrata in vigore della normativa attuativa della nuova legge urbanistica regionale, non sta assolutamente in piedi, perché noi dobbiamo sempre applicare le disposizioni vigenti, non possiamo dire questa non si applica fino a che non faremo la legge, perché è una cosa che qualsiasi avvocato di III° livello, non di I° livello, potrebbe impugnare e noi perderemo tranquillamente.
Stiamo con i piedi per terra, chiedo di stare con i piedi per terra, perché con questa questione non si apre alla grande distribuzione, assolutamente, perché c'è il piano territoriale di coordinamento e all'interno c'è l'accordo di programma fra tutti i Comuni e gli enti Provincia chiamati a dirimere questa cosa. Perciò dico: tranquilli, sereni e su questo piano andiamo avanti, per questo dico di bocciare ...

(interrompe il Consigliere Perazzoli)

Fabio BADIALI. C'è la legge sui piani regolatori che dice che deve essere stata approvata al 75% delle aree ...

(interrompe il Consigliere Perazzoli)

Fabio BADIALI. Esatto, per questo c'è il parere negativo della Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Trovo che l'emendamento del Consigliere Pieroni sia di grande buon senso, assolutamente condivisibile, perché dice: se c'è un'area destinata ad uso commerciale, nel comma 1bis, nella quale insediare grandi strutture di vendita da parte di un Comune che è al confine con altri, bisogna sentire anche gli altri Comuni - questo dice sostanzialmente all'1bis - e ci vuole un parere vincolante dei Comuni limitrofi. Mi sembra correttissimo perché nella toponomastica, nella geografia e nell'orografia della regione Marche i Comuni sono tutti incastrati, sono tutti vicini, specialmente in certe zone, quindi è bene che un Comune che voglia fare questo, chieda il consenso, un parere ai Comuni limitrofi perché cambia l'economia non sono del Comune, ma di una grande zona. Può anche cambiare l'economia di mezza provincia in certi casi.
Condivido perfettamente anche l'1ter: laddove si tratti di individuare delle aree da destinare a grandi strutture di vendita - stessa cosa, anchequi - non si può far nulla fino a quando non entrerà in vigore la nuova legge urbanistica regionale.
Consigliere Pieroni, sono d'accordo al di là della fattibilità o meno giuridica, come ha detto prima il Presidente della Commissione, però credo che la politica sia fatta prima di tutto di coerenza, ci metto anche le tre "C", coraggio e capacità. La prima è la coerenza e, siccome non viviamo a New York, ma io vivo a Recanati e lei a Loreto, sa benissimo che tutta la grande area commerciale, la grandissima area commerciale, dove sono presenti grandi strutture di vendita che sta nel suo Comune, nel Comune di Loreto, in realtà tutti pensano che sia a Porto Recanati. Non è a Porto Recanati, è nel Comune di Loreto, ma in realtà è attaccata, sta dentro, entra dentro Porto Recanati e allora la coerenza significa che prima lei ha razzolato male, quando era Sindaco, e adesso predica bene.
Questo emendamento lo voto perché sono d'accordo, ma l'invito a riflettere sul comportamento amministrativo che ha avuto nei decenni precedenti, negli anni precedenti, perché la struttura è entrata dentro il Comune di Porto Recanati, proprio dentro, anche se è nel suo Comune. Se avesse attuato questo concetto nei fatti, non avrebbe sconvolto l'economia di una zona, quindi, la invito ad una maggiore coerenza, ma voto l'emendamento perché ci credo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Sostengo con forza questa mia posizione.
Parto velocissimamente dall'intervento fatto dal Consigliere Marangoni in quanto dimostra che noi Consiglieri, io per primo, non sappiamo cosa s'intende per grande, media e piccola distribuzione e l'intervento del Consigliere Marangoni conferma che ha poco approfondito, e questo mi preoccupa, Consigliere Marangoni, per noi tutti, in quanto a Loreto non c'è mai stata un'iniziativa commerciale di grande distribuzione, (...) media e piccola, perché parliamo di metri quadrati, al di sotto di 2.500 metri quadrati ...

(interrompe il consigliere Marangoni)

Moreno PIERONI. Oltretutto chi le ha dato queste informazioni ..., Consigliere mi scusi, io non l'ho interrotta ed ho ascoltato con grande attenzione questo suo mirato intervento: "ascolto di altri senza approfondire". Sa qual è il problema Consigliere? E' che il piano regolatore del commercio, in quella zona, non l'ha fatto Moreno Pieroni, l'ha fatto nel 1997 l'allora Sindaco Massimo Marconi. Quindi l'impegno commerciale era tutto predisposto, non ero io il Sindaco. Chi le dà queste informazioni deve dargliele in maniera giusta.
Per riportare l'argomento alla sostanza, non alle stupidaggini, credo che, Presidente Badiali, noi dobbiamo stare attenti perché lei ha detto una cosa importante che io ho già approfondito, ma non so se i Consiglieri - Consigliere Badiali, scusi, sto interloquendo con lei, capisco che lei ha studiato tutta la materia in maniera approfondita e non ha bisogno di controreplica o di discussione, ma ci dia la possibilità anche a noi di capire la sostanza del suo intervento - quello che voglio dire, Presidente Badiali, è che forse è sfuggito, alla maggioranza dei Consiglieri nel suo intervento, nelle sue affermazioni, l'ha detto con grande chiarezza, ma buttandolo là tra le righe, che Pesaro ha fatto il PTC e con grande chiarezza ha definito dove devono andare e dove non devono andare, ma le altre Province sostanzialmente non hanno fatto niente, stanno soltanto, questo l'ho approfondito anch'io, fino a prova contraria, incontrando per una serie di consultazioni i vari territori e, quindi, gli enti locali. Le dico questo perché forse lei lo sa e se lo sa, lo ricordo a me stesso e non a lei che questa materia e questa legge l'ha approfondita in maniera importante, nella fase transitoria della legge, poi lo andremo a votare, c'è uno degli ultimi articoli che dice che la Regione, se non ci sono i PTC approvati, si prende la responsabilità, aumentando, se non sbaglio, non ho capito, fino a un massimo del 30%, questo lo leggeremo, gli oneri di urbanizzazione che deve versare la grande distribuzione.
Questa è la sostanza, poi lo leggeremo se non è vero, lo leggeremo e vedremo chi ha ragione tra me e lei su questa cosa. Vedo che glissa con la testa, vedremo se tra le norme transitorie c'è scritto sostanzialmente quello che le sto dicendo, allora dico che non possiamo rischiare, Presidente, per interessi di grandi gruppi di distribuzione di fare una legge che ci riporta, tutte queste norme giuridiche che lei ha citato, alla famosa legge, ho visto sta girando anche oggi, che riguarda le biomasse e quant'altro, legge che sembrava avere pareri ben definiti, ma con la quale ci siamo trovati ricorsi dei Comuni, dei cittadini e quant'altro.
Credo che la saggezza nostra, l'intelligenza nostra, sia di approvare questo emendamento che sicuramente non sconvolge l'impianto della legge, ma dà soltanto più certezze ai territori, ai Comuni e soprattutto tutela, come ripeto, la piccola e la media distribuzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Chiedo scusa nel ripetere l'intervento di prima, ho detto che noi abbiamo discusso questa normativa, questa legge, in Commissione per due mesi circa, abbiamo approfondito tutte le questioni, sicuramente possiamo aver sbagliato, ma insieme ai tecnici abbiamo stabilito che questa è la cosa più corretta e più giusta da fare.
La preoccupazione di aprire alla grande distribuzione, vi dico è una preoccupazione che non sta in piedi, e noi abbiamo tenuto fede e impegno affinchè, per la grande distribuzione, non ci sia una normativa selvaggia e questo lo stabiliscono i piani territoriali di coordinamento delle Province. Tutte le Province hanno il piano territoriale di coordinamento e fanno un accordo di programma, se nell'accordo di programma, dove sono compresi i Comuni, le Province, le associazioni, non so chi c'è, c'è un Comune che dice di no, l'accordo di programma non si fa e, per anni, non si fa quella grande struttura sul territorio.
Per quanto riguarda quello che ha detto il Consigliere Pieroni, la norma transitoria finale dice: "in attesa che le Province approvino ed adeguino il piano territoriale di coordinamento ...", devono riadeguarlo alla normativa nazionale che è uscita, ma c'è quello che è già in vigore, ed il punto sotto "è subordinato alla compatibilità con le previsioni contenute nella legge regionale e nel suo regolamento attuativo e con lo strumento urbanistico comunale, nonché al rispetto del vigente PTC" Al rispetto del vigente PTC non è che c'è una ... va bene, è vigente quello che prevede l'accordo di programma e il consenso di tutte le parti, se non c'è quello non si va alla grande distribuzione, perciò Consigliere Pieroni, con l'umiltà di una persona che non conosce la materia e il settore in maniera specifica, ma che ha approfondito in questi due mesi in Commissione, le chiedo di essere tranquillo su questo punto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Mi sento in dovere di intervenire perché ho sentito parlare con forza di piani territoriali di coordinamento, l'ha fatto il Presidente Badiali, il Consigliere Pieroni ed anche altri.
Il piano territoriale di coordinamento, in questo caso della provincia di Ancona, ha recepito un emendamento di una grande organizzazione del commercio, soprattutto commercio al dettaglio, e non prevede chissà quali autorizzazioni per la grande distribuzione. E' stata rilasciata a suo tempo un'autorizzazione per un centro altamente specializzato, posso dire anche il nome, Ikea, ed è stato fatto d'intesa con i Comuni di Ancona, Camerano, Osimo, e prevede, raccogliendo queste indicazioni e accogliendo l'emendamento di questa grande organizzazione del commercio, un'autorizzazione nell'aria di Ancona nord, ovvero Falconara-Jesi.
So che da diversi anni su quell'area non è stata rilasciata alcuna autorizzazione, c'è stata un'intensa fase di consultazioni, di confronto, di incontro, perché le autorizzazioni venivano richieste nelle aree dei Comuni di Chiaravalle, di Camerata Picena, di Jesi, di Montemarciano ma, che io sappia, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione.
Poi c'è un altro problema aperto che va in deroga al piano territoriale di coordinamento ed è la legge di riconversione degli zuccherifici. Su quello c'è un'intesa a parte.
Ringrazio il Vicepresidente Bugaro che ha voluto darmi la parola, la mia non è una dichiarazione di voto, perché io sono sempre disciplinato, quindi, non debbo mai dichiarare nulla perché faccio sempre quello che fa il gruppo, però ci tenevo a fare questa precisazione.
Ringrazio il Vicepresidente e ringrazio i colleghi che mi hanno ascoltato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Semplicemente per sostenere l'emendamento del Consigliere Pieroni perché di fatto il nostro territorio e i cittadini che hanno un'attività di piccolo commercio, tra l'altro è quello che permette di mantenere vive le nostre città, sono stati e continuano ad essere danneggiati, quindi io chiedo che siano maggiormente tutelate le volontà dei cittadini, degli operatori, dei Comuni, anche quelli limitrofi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Mi scuso con i colleghi, non avrei voluto intervenire però credo che questo sia un po' il cuore della regolamentazione del commercio e siamo tutti d'accordo sul fatto che occorre porre un freno allo sviluppo della grande distribuzione in una regione, come le Marche, che è già abbastanza satura.
Voglio rassicurare, avendo il ricordo di quando lavoravo in una associazione di commercio e di quanto facevo parte della III Commissione, dicendo che per capire meglio l'articolo 1 bisognerebbe rileggere l'articolo 3 che dice: "in particolare quelli finalizzati ad individuare le aree di localizzazione delle grandi strutture di vendita attraverso la valutazione dell'impatto di flussi di traffico, nonché in relazione alla rete viaria ed agli accessi" e al comma 2 "il PTC individua le aree di localizzazione delle grandi strutture di vendita, tenendo anche conto degli effetti d'ambito sovracomunale di fenomeni di concentrazione territoriale di altri esercizi che producono impatti equivalenti a quelli delle grandi strutture di vendita".
Con questa dicitura il PTC, per esempio di Ascoli, fatto in un'epoca antica che prevedeva la bassa vallata del Tronto, come potrebbe essere in Ancona la bassa vallata dell'Esino, non vale fino a che la Provincia di Ascoli non dice si fa lì, studia il traffico, la concentrazione, quindi, nessuna struttura di vendita di grande distribuzione si può fare. Questo lo dice la legge, per questo andare ad appesantire ulteriormente significa mettere vincoli che già esistono, perché il PTC non è una imposizione di Dio, è una scelta che fanno gli amministratori, tanto più con la composizione dell'attuale Provincia che è l'organizzazione dei Sindaci.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pieroni, Binci, Acacia Scarpetti.
Favorevoli: Binci, Brini, Bugaro, Carloni, Ciriaci, Foschi, Latini, Marangoni, Marinelli, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Solazzi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Chiedo scusa all'Aula e all'Assemblea, però i Consiglieri, secondo me, devono essere richiamati a stare al proprio posto di lavoro e il posto di lavoro è l'Aula.
In merito all'articolo 3, l'emendamento a firma del Consigliere Pieroni non preoccupa la Regione Marche perché sarà impugnato in quanto è contro legge, però per essere coerenti con quello che abbiamo detto, sarebbe opportuno votare contro l'articolo 3. Questo è ciò che chiedo.

Articolo 3, così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Quanto scritto nell'emendamento 5/1 è già presente nella legge che stiamo modificando, cioè il divieto di esercizio di attività commerciali, punti a), b), c), d), e) e f), è presente nella legge che stiamo modificando.
L'unica modifica che ho fatto insieme al Consigliere Zaffini è quella di estendere questi divieti, così come sono, non ho modificato nulla nel merito, allo svolgimento dell'attività commerciale non solo a coloro che hanno in Italia riportato sentenze di condanna o sono stati dichiarati delinquenti abituali, nell'ottica della globalizzazione che di fatto esiste, nell'ottica anche della Macroregione Adriatico-Ionica, sarà contento il Presidente Spacca che non vedo, non solo alle sentenze e ai fatti giuridici rilevanti in Italia, come dice la legge attuale, ma estenderli anche a sentenze e fatti avvenuti in tutta l'Unione Europea ed anche nei Paesi extra Unione Europea, tutto qua.
Questa è la modifica. Il testo è quello di prima, cambia soltanto dalla sentenza nazionale a sentenza della UE o avvenuta nei paesi extra UE. Questa è l'innovazione rispetto alla legge precedente.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/1 bis a firma della III Commissione.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio Badiali. E’ richiesto dal Servizio. Parere favorevole della Commissione.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5/2 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. La modifica riguarda la durata del divieto d'esercizio di attività sempre con riferimento ai casi che prima avete bocciato, per cui ancora una volta avete premiato gli extracomunitari che delinquono ed anche i comunitari che delinquono. Li avete premiati ancora una volta a danno degli italiani. Ancora una volta, e questo caso è riferito agli italiani perché avete bocciato gli altri. Complimenti! Privilegiate ancora gli extracomunitari e i comunitari che delinquono rispetto agli italiani che vanno sempre in seconda, terza, quarta battuta, rispetto ai vostri interessi.
In questo caso avendo bocciato l'emendamento parliamo solo degli italiani.
Se questo emendamento viene approvato, la durata del divieto di esercizio nei casi delle sentenze abbastanza gravi, molto gravi, passa da 5 a 10 anni. Durata di 10 anni di divieto dell'esercizio commerciale. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 5/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/3 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/3 bis a firma della III Commissione. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Parere favorevole della Commissione.

PRESIDENTE. 5/3 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5/4 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho il piacere di presentarlo. Questo emendamento dice che chi vuol fare un'attività commerciale deve conoscere l'italiano. Non dice nient'altro. Parliamo dei casi in cui una persona non abbia svolto l'obbligo scolastico in Italia, non abbia conseguito studi in Italia. Deve conoscere l'italiano perché se sa, come accade in certi posti, soltanto il pakistano, per esempio, Corridonia è detta anche Pakistonia, nella mia provincia, non va bene perché conosce soltanto certe lingue orientali. Questo accade anche per gli anconetani al Piano, dove un vostro Presidente di circoscrizione si vantò, anni fa, di aver portato 5.000 stranieri, salvo poi ricredersi due anni dopo dicendo sul giornale "ho sbagliato", e si lecca le ferite, non va bene.
Per vendere qualche cosa in Italia bisogna conoscere la lingua del Paese: l'Italia, mi sembra il minimo da chiedere.
Ma siccome siete rossi nella testa, votate rosso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Aggiungo solo una piccola cosa perché questa è la nostra quotidianità sul territorio. A me è successo che nella mia città, in un locale della costa di Fano, un piccolo bar, ho chiesto una moretta, non so se tutti sapete cos'è, è una bevanda tipicamente fanese con correzione, ed una cameriera mi ha detto che non sapeva cosa era.
Questo per dire cosa stiamo perdendo, vuol dire non aver cura delle cose proprie perché ... No, la cameriera non era italiana, era albanese, ma io ce l'ho anche con i nostri imprenditori che per pagare qualche centinaia di euro in meno assumono persone che non conoscono i nostri piatti, le nostre tradizioni e la moretta fanese che per un fanese è un mito. Questo a dimostrazione che quello che noi chiediamo ... Io non mi arrabbio con chi cerca lavoro e toglie un posto a chi sa cos'è la moretta, perché i lavori che gli italiani non vogliono più fare non ci sono più. Grazie a voi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Parere contrario perché non è competenza della Regione, ma è materia nazionale.

PRESIDENTE. Emendamento 5/4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Una domanda sull'ordine dei lavori. Sento spesso il Presidente della III Commissione, Consigliere Badiali, dichiarare che la materia dell'emendamento non è di competenza del Consiglio regionale e noi lo votiamo. Se non è di competenza regionale l'emendamento non è ammissibile, allora perché votiamo una cosa che non è ammissibile? O è di competenza del Consiglio regionale e allora dobbiamo esprimerci o non è di competenza del Consiglio regionale e, quindi, l'emendamento non è ammissibile e non dovremmo votarlo.
Chiedo che sia fatta chiarezza su questo.

PRESIDENTE. Va data una risposta perché l’intervento del Consigliere Bucciarelli mi sembra plausibile. L'Ufficio di Presidenza può determinarsi nel ritenere un emendamento inammissibile in quanto contra legem, noi lo facciamo rarissimamente, qualche volta lo facciamo. Però, parliamoci chiaro, non siamo né Giudici del Tar né componenti della Consulta Costituzionale e quando è palese ci assumiamo la responsabilità di dichiarare inammissibile un emendamento.
In questi casi, convengo con quanto ha detto il Consigliere Badiali e con quanto ha detto ora il Consigliere Bucciarelli, alcuni di questi emendamenti, anche quello approvato dall'Aula a firma del Consigliere Pieroni, contrastano con la normativa nazionale e probabilmente saranno oggetto di impugnativa, però richiederebbero un approfondimento normativo di comparazione con la normativa, allora quando è così, lasciamo all'Aula la possibilità di votare perché dovremo dare un giudizio giuridico abbastanza complicato, atteso che tutte le leggi regionali vanno al vaglio del Governo. Peraltro c'è la possibilità di presentare nel caso di emendamenti approvati, non di una legge respinta, una proposta di legge, anche immediatamente, di modifica, cosa che non è possibile, se non entro un lasso di tempo, per una legge che è stata respinta, ma laddove la legge sia stata approvata c'è la possibilità di modificarla, in più c'è il vaglio del Governo e la possibilità di fare ricorso.
Diciamo che è discutibile, però ci siamo dati questo modus operandi, quando è palesemente, indiscutibilmente, contra legem diciamo no all'ammissibilità, quando è discutibile lasciamo all'Aula, salvo poi tutte le possibilità che sono a disposizione del sistema per modificare quanto deliberato.
Detto questo, mi pare che abbiamo già votato l'articolo 5.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma del Consigliere Pieroni. Ha la parola il Consigliere Badiali,

Fabio BADIALI. Parere della Commissione: contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma della III Commissione. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Richiesta tecnica. Parere favorevole della Commissione.

PRESIDENTE. Emendamento 8/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questo emendamento si riferisce a situazioni che, sempre più diffuse, abbiamo, non solo al Nord, ma anche nelle nostre città, fortissime concentrazioni, specie in alcuni centri storici, dei cosiddetti negozi etnici. Se voi andate per esempio a Fano, ormai i parrucchieri italiani, specialmente da donna, non ci sono più, ma anche per uomini, ci sono parrucchieri cinesi, sto esagerando per farmi capire dai non fanesi, tantissimi parrucchieri cinesi che costano meno della metà. A Pesaro lo stesso, costano meno della metà, quindi, abbiamo una serie di commercianti, in questo caso sono artigiani, in verità, che sono a rischio di posto di lavoro dove generazioni si stanno perdendo.
Stessa cosa per esempio al centro di Corridonia che vista la numerosissima comunità pakistana il Prefetto ha cambiato nome, non più Corridonia, ma Pakistonia o Pakidonia, Consigliere Sciapichetti è d'accordo? Vedo un assenso, quindi, Pakistonia o Pakidonia ed il centro è pieno di negozi pakistani.
Se andate al Piano di Ancona, il vostro Presidente di circoscrizione, non so se c'è ancora, si vantò sul giornale di aver portato 5.000 mila extra comunitari, troverete un sacco di negozi etnici e pochissimi italiani.
In questo emendamento noi scriviamo, basta il primo comma perché il resto è consequenziale, che gli esercizi commerciali etnici alimentari o non alimentari, i franchising, le catene internazionali alimentari e non alimentari - riguarda anche i negozi cinesi, i fast food, anche il McDonald - e gli esercizi di servizio di noleggio a tempo di concessione internet che stanno aperti tutta la notte non potranno superare la quota del 10% sul numero totale degli esercizi di vicinato. Tra l'altro 10% è la percentuale di extracomunitari presente nel territorio marchigiano.
Un invito a ragionare per tutelare il nostro commercio, il nostro artigianato, le persone italiane e marchigiane che hanno lavorato e contribuito a far crescere questa nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Parere contrario, è normativa statale.

PRESIDENTE. Emendamento 10/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/1 bis a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. La tematica è molto stimolante per chi come me e il Consigliere Marangoni vieniamo da un partito che si è annacquato in vari rivoli e difende ora anche le arance siciliane. Questo mi stupisce molto, comunque a parte questo ... certo, io adesso faccio parte di Fratelli d'Italia, quindi, pensi a lei. (…) Io ho capito l’andazzo prima di qualcun altro.
Questo emendamento è ancora più anticostituzionale, mi rivolgo alla Consigliera Bellabarba, prima ho sentito dire che c'erano le motivazioni per un'istigazione all'odio razziale, io la voglio invitare ad essere un attimo più attenta a quello che succede, perché il Consigliere Marangoni ha citato le parrucchierie di Fano, adesso lui ha esagerato, perché sicuramente non è così, anche ce ne sono tanti, però una parrucchieria del centro di Fano ...

PRESIDENTE. Il Consigliere Marangoni non ha bisogno del parrucchiere. E’ questo il problema!

Roberto ZAFFINI. Una parrucchieria del centro di Fano, cara Consigliera Bellabarba, tra il Duomo e Santa Maria Nuova, in un vicoletto, ha esibito per più di due mesi il cartello “cercasi parrucchiere italiano”. Questo parrucchiere cinese aveva un cartello così e le faccio vedere le fotografie, dove c'era scritto “cercasi parrucchiere italiano”, se fosse stato il contrario …, io ho scatenato un putiferio sulla pagina facebook di un sito dove ci sono tematiche e problematiche fanesi. Mi dice lei, cosa sarebbe successo se lo avesse fatto un parrucchiere italiano e avesse scritto la stessa cosa e cioè che cercava un parrucchiere italiano?
Vi rendete conto? Quando usate le parole dovete capire che anche quando le usano gli altri hanno la stessa valenza, ... io? Sono qui a fare un lavoro di resistenza perché questo articolo è sicuramente anticostituzionale. Noi stiamo difendendo con le unghie i nostri centri storici, perché se avete guardato i dati delle nascite uno su quattro non è italiano. Chiaramente a voi non interessa niente di questo perché siete allo sbando, avete solo un residuo di identità, ma penso che la state perdendo perché non esiste più un partito di riferimento, esiste un nome, quindi voi non avete più … Noi cerchiamo di fare un discorso di resistenza, a Fano davanti l'Arco di Augusto - l'avete mai visto voi l'Arco di Augusto? Un patrimonio culturale immenso - c'è un negozietto cinese che ha messo due lampioni tutti colorati, ha messo fuori gli ombrelloni con i canotti e la Sovrintendenza alle belle arti rompe le scatole solo agli esercizi italiani chiedendo i tavolini tutti uguali e dando regole assurde, mentre questi qui si permettono di fare tutto quello che vogliono! Questo deve finire, questo è un discorso di resistenza.
Questo emendamento sicuramente lo boccerete però noi un’identità ce l'abbiamo, voi non ce l'avete più.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Molto velocemente solo perché sono stata come sempre a sproposito chiamata in causa, non voglio fare troppe polemiche, ma per decenza mi limito a citare solo qualche dato in considerazione che i partiti ai quali appartengono il Consigliere Marangoni ed il Consigliere Zaffini sono partiti che notoriamente si richiamano a Dio, Patria e famiglia, voglio citare soltanto il rapporto Caritas. Bene?
Il rapporto Caritas sull'immigrazione dice che in Italia ci sono 5 milioni di stranieri che contribuiscono al nostro Pil e contribuiscono per ben l'11%. Sono persone che lavorano e pagano le tasse come noi, che però alla fine della loro vita lavorativa soltanto 1 su 12 andrà in pensione e godrà della pensione, mentre gli italiani, fortunatamente, 1 su 3, però gli stranieri lavorano tanto quanto noi. Voglio ricordare questo!
Contribuiscono tra l'altro a pagare le nostre pensioni perché senza i contributi degli immigrati le nostre pensioni riusciremo a pagarle in maniera più difficoltosa.
Altre cose, gli stranieri fanno figli, per fortuna, tante piccole scuole nei nostri piccoli Comuni che tutti noi difendiamo perché devono esserci i servizi sul territorio, si reggono grazie ai figli degli stranieri che fortunatamente frequentano le nostre scuole e ci permettono di tenerle aperte anche in Comuni molto piccoli, però a fronte di questi doveri non diamo mai nessun tipo di diritto neanche ai figli degli immigrati che sono nati qui, che vivono qui, che frequentano le nostre scuole, che parlano la nostra lingua, e gli facciamo aspettare 15 anni per avere la cittadinanza italiana.
L'unica resistenza che fa Consigliere Zaffini è la resistenza alla crescita culturale e mi dispiace per lei perché dal confronto con le altre culture c'è sempre e solo arricchimento e se voi smetteste una buona volta di fare populismo e propaganda, di fare gli incendiari, e vi sedeste ad un tavolo a discutere seriamente di immigrazione e a non sparare stupidaggini, perché queste che dite sono per l'ennesima volta delle stupidaggini che fanno male, fanno male a noi italiani ...

(voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Consigliera Bellabarba io pregherei di attenervi …, ragazzi stiamo parlando di un emendamento ...

Letizia BELLABARBA. Presidente dopo 5 emendamenti di questo tono siamo stati tutti zitti per decenza, però arriva un punto ...

PRESIDENTE. No, lei non deve stare zitta, si figuri se la voglio tacitare ...

Letizia BELLABARBA. ... si arriva ad un certo punto che non è più sopportabile ...

PRESIDENTE. ... Si, però come dicevano i latini, non i cinesi, est modus in rebus nel senso che lei ha detto quello che voleva dire ...

Letizia BELLABARBA. Si, ma io non offendo nessuno, ho solo alzato il tono della voce perché mi interrompono.

PRESIDENTE. ... No, glielo dico in italiano, diamoci una regolata. Si è capita la differenziazione fra il Consigliere Zaffini che ha paura di queste luci colorate vicino all'Arco di Augusto, si è capita ...

Letizia BELLABARBA. Presidente non c'è niente da ridere, mi scusi, non c'è niente da ridere perché vediamo quello che succede nel nostro Paese a causa del Segretario del Partito ...

PRESIDENTE. Ma chi ride! Vuole risolvere i problemi dell'immigrazione stamattina su un emendamento della legge sul commercio? Allora ...

(voci fuori microfono)

Letizia BELLABARBA. Scusi, Presidente …

PRESIDENTE. Va bene.

Letizia BELLABARBA. Scusi Presidente lei ha ragione, ma siccome ...

PRESIDENTE. Vede cosa succede?

Letizia BELLABARBA. Lei ha ragione, però non si è parlato solo dell’emendamento alla legge sul commercio, si è andato ben oltre, perché se si fosse trattato solo di quello sarei stata zitta, siccome si è andato ben oltre a un certo punto parte l'embolo. Mi scuso per aver alzato la voce e concludo invitando i colleghi Consiglieri a guardarsi i dati e non a limitarsi al negozio sotto casa.

PRESIDENTE. Io non uso mai due metodi e due misure nei confronti di nessuno. Chiaro? L'ho lasciata parlare per 5 minuti poi le ho chiesto se si conteneva perché capisco che ha interesse sull'emendamento per ragioni "personali", però entro almeno le regole. Non le ho tolto la parola appena ha cominciato a trattare l'argomento. No?
Consigliera Ortenzi, mi ha chiesto la parola?

(interviene fuori microfono la Consigliera Ortenzi)

PRESIDENTE. Va bene, mi segno questa cosa. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Faccio un appello al buon senso, stiamo discutendo una legge che riguarda il commercio e il turismo, gli adeguamenti alla normativa nazionale e i miglioramenti, dove possibile, alla normativa regionale che si sono resi necessari nel corso del tempo.
Invito tutti a lasciare da parte le beghe e diciamo le esternazioni da campagna elettorale che non sono di questa sede, ma di altre.
Discutiamo in merito alla questione di quello che è ammissibile e di quello che non lo è. Non è ammissibile perché è una competenza statale.
Se è possibile ritorniamo all'argomento della legge e discutiamo quello perché è possibile portare un miglioramento a queste cose.
Il parere della Commissione è contrario all'emendamento 10/1 bis.

PRESIDENTE. Emendamento 10/1bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/2 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nel presentare questo emendamento lungi da me l'idea di far partire l'embolo a qualcuno, casomai è qualcun altro che ha fatto partire l'ebola con milioni e milioni di clandestini e migliaia e migliaia di clandestini che arriveranno ...

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni parli dell'emendamento!

Enzo MARANGONI. No, ho sentito embolo e a me è venuto in mente l'ebola che sta arrivando.
Tutte le volte che bocciate i nostri emendamenti vi dimenticate dei 10 milioni di italiani poveri. Vi ricordate solo dei clandestini extracomunitari e vi dimenticate dei 10 milioni di italiani poveri che avete ridotto in povertà e continuate a farlo sempre di più.
Vengo all'emendamento come da giusto invito del Presidente.
L'emendamento 10/2 fa riferimento alle insegne, un tema accennato anche prima.
Chiedo che le insegne degli esercizi di vicinato, compresi gli esercizi commerciali etnici, alimentari no alimentari, in franchising, anche le catene internazionali, siano in lingua italiana, devono essere in lingua italiana, ovviamente è possibile anche un'altra lingua, ma deve essere in aggiunta, non in sostituzione della lingua italiana. In aggiunta, visibilmente subalterna, di dimensione inferiore anche, altrimenti non manteniamo nemmeno l'identità della nostra lingua, l'identità dei centri storici, la nostra cultura, i nostri valori, i nostri riferimenti.
Questo significa difendere la nostra cultura, a voi non importa niente perché non siete multiculturali, ma siete per l'azzeramento della nostra cultura. E’ questa la verità.
Questo è il senso dell'emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 10/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento 12/1 a firma del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento 13/01 a firma del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 13/1 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 13/2 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Romagnoli, Zinni, Natali.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Latini, Luchetti, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Bugaro, Ciriaci, Foschi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zinni.
Astenuti: Bucciarelli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17.
Emendamento 17/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 21bis/1, istitutivo dell’art. 21 bis, a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Qui c'è un problema che tutti conosciamo: spesso accade che nelle aree adibite ad esercizio commerciale, cioè il giorno del mercato, non tutti gli esercenti, non tutti gli ambulanti, trovino posto e si assiste anche a qualche scena antipatica, quindi con questo emendamento si invita i Comuni a destinare, oltre al giorno di mercato, oltre l'area prevista per il mercato, per le fiere eccetera, altre aree, altri posteggi in giorni diversi da quelli dove normalmente si svolge il ... non permanente, non sempre, non quando vogliono.
Individuare un'altra area e almeno un altro giorno, aggiungere area ai mercati, perché in questa situazione di grave crisi economica non può fare solo che bene, può essere d'aiuto anche per gli ambulanti, per le persone che svolgono attività commerciali itineranti, quindi aggiungere, prevedere altri giorni, altri orari, altri posti, diversi ovviamente da quelli …, in altri quartieri, in altre zone, dove si fa normalmente il mercato o la fiera, presentando una semplice comunicazione, una volta che è predisposto il giorno, il luogo, eccetera l'ambulante presenta una semplice comunicazione ed ovviamente paga una tariffa comunale per l'occupazione prevista. Sarebbe anche un vantaggio economico per l'ente pubblico ed una possibilità di sviluppo, di piccolo sviluppo economico per gli ambulanti.
Questo è il senso dell'emendamento, anche gli extracomunitari sono previsti, non c'è esclusione, se vi interessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottaviano BRINI. Consigliere Marangoni la invito il sabato a venire al mercato a Civitanova. Il 99,9% è composto da extracomunitari, questo ampliamento va contro quello che, cioè ...

(interrompe il Consigliere Marangoni)

Ottaviano BRINI. No, ha dimostrato adesso che non è razzista, però un po' di cautela, lasciamo l'autonomia e l'indipendenza ai Comuni di decidere.
La invito il sabato a venire a prendere un caffè, il mercato va bene e funziona, ma la maggioranza è tutta extracomunitaria, di italiani ce ne sono pochi ... quindi, cautela, lasciamo l'autonomia ai Sindaci che possano gestire il loro territorio.

PRESIDENTE. Emendamento 21bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 29.
Emendamento 29/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 29 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 30.
Emendamento 30/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 30 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 31.Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 32. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 34. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 35. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 36. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 37. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 38. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 39. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 40. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 41. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 42. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 43. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 44. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 44 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 45. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 46. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 47. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 47 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 48. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 49. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 50. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 50 bis (Dichiarazione d'urgenza). Ricordo che per essere approvata ci vogliono 22 voti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 a firma del Consigliere Badiali (in qualità di Presidente della III Commissione). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Alcune cose contenute nel testo presentato, anzi molte cose, le condivido, ma la proposta di legge n. 403 del 24 marzo 2014, abbinata a queste, a firma mia e del Consigliere Trenta, prevedeva alcune modifiche.
Queste modifiche non sono state considerate dalla Commissione che ha redatto il Testo Unico. Non sono state prese in considerazione ed alcune, non tutte, le ho trasformate in emendamenti che sono stati bocciati, quindi il mio voto alla legge è contrario.

Proposta di legge n. 422, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Brini.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Latini, Luchetti, Marconi, Marinelli, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Brini, Bugaro, Marangoni, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Astenuti. Binci, Bucciarelli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 436
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7: Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 436 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è finalizzata a chiarire ulteriormente la natura giuridica degli Ambiti Territoriali di Caccia, al fine di riconoscere loro la personalità giuridica di diritto privato, indispensabile per permettere ai vertici degli ATC di operare con maggiore serenità e trasparenza.
Al riguardo, la proposta precisa che "Gli ambiti territoriali di caccia sono strutture associative di diritto privato che perseguono finalità di interesse pubblico. Quali organismi tecnico-operativi sono dotati di autonomia organizzativa, statutaria e finanziaria nei limiti stabiliti dalla presente legge e dagli atti programmatici e amministrativi della Regione e delle Province. Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge e dagli statuti degli ambiti si applicano le disposizioni del Libro I, Titolo II, del Codice civile".
Il riferimento espresso all'autonomia finanziaria, nei limiti stabiliti da quanto previsto dall'ordinamento regionale, consente di avere maggiore chiarezza sulle risorse ...

PRESIDENTE. C'è un brusio di fondo in Aula inaccettabile. Il collega sta illustrando una proposta di legge, per cortesia.

Fabio BADIALI. Il riferimento espresso all'autonomia finanziaria, nei limiti stabiliti da quanto previsto dall'ordinamento regionale, consente di avere maggiore chiarezza sulle risorse di cui dispongono gli ATC anche al fine di far fronte ai risarcimenti dei danni causati dalla fauna selvatica.
La Commissione ha ritenuto anche opportuno non modificare l'attuale sistema di compartecipazione degli ATC al risarcimento del danno, sopprimendo quindi l'articolo 2 della proposta presentata dalla Giunta, in quanto si tratta di un sistema che si basa sulla partecipazione degli Ambiti stessi al controllo dei danni, secondo quanto previsto dal regolamento regionale sul risarcimento del danno e dal regolamento regionale sulla gestione degli ungulati.
A nostro modesto parere, abbiamo un regolamento approvato dalla Commissione e dall'Aula nel quale abbiamo messo una forma incentivante per una buona gestione degli ATC, nel senso che più gestiscono bene, meno danni ci sono da parte degli ungulati, meno pagano la quota parte per il risarcimento danni, perciò è una cosa premiante, più stai attento e meno paghi, meno sei attento e più paghi, perciò abbiamo preferito non modificare questa questione.
Si tratta infatti di un meccanismo che comincia a dare effetti positivi, dal momento che almeno in alcuni territori regionali, mi riferisco alla provincia di Macerata, ai 2 ATC di Macerata, mi riferisco all'ATC di Fermo, mi riferisco tutto sommato anche a quelli di Ancona e Pesaro in parte, si hanno dei risultati positivi.
La Commissione ha inoltre presentato una proposta di ordine del giorno che impegna la Giunta regionale ad adottare lo statuto tipo degli ATC. La legge prevede che si debba fare il regolamento tipo per la gestione degli ATC, tutti gli ATC dal numero 1 di Pesaro al numero 8 di Ascoli Piceno devono avere un regolamento tipo uguale, e per questo abbiamo fatto l’ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Questo è l'atto conseguente all'ultima modifica che avevamo apportato alla legge n. 7 del '95 dove avevamo creato le condizioni per la definizione della personalità giuridica dell'ATC. Ad un anno da quella modifica credo che sia assolutamente necessario provvedere oggi con l'approvazione della proposta di legge.
Dico che a mio avviso bene ha lavorato la Commissione nel sopprimere sia l'articolo 2 che il 3 ed il 4 contenuti nell'originaria proposta della Giunta perché modificare il sistema della compartecipazione al risarcimento dei danni era a mio avviso sbagliato, fatto tra l'altro con una formula per niente chiara.
Chiedo che la Giunta specifichi nel proprio regolamento, e lo faccia ogni anno, che laddove non va a modificare la percentuale di risarcimento di competenza degli ATC, si intenda quella dell'anno precedente perché questa cosa non è chiara e non sta avvenendo. E’ opportuno che la Giunta lo faccia, Presidente Badiali, è opportuno precisare, ogni anno, agli ATC che laddove la percentuale di risarcimento che spetta agli ATC non venga cambiata, questa sia comunicata prontamente agli Ambiti.
Credo che sia corretto anche non modificare l'articolo 34 relativamente al risarcimento dei danni da incidente.
Intervengo in merito all'emendamento, mi sembra corretto perché si tratta semplicemente di recepire una modifica portata alla legge 157 da un decreto governativo recentemente convertito in legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Lo faccio per agevolare il percorso, io ho presentato degli emendamenti e dal mio punto di vista questi emendamenti vanno nella direzione e nella necessità di avere, con gli interventi migliorativi dell'ambiente, un territorio in grado di produrre ambiente e fauna e favorire l'autogoverno degli Ambiti Territoriali di Caccia, su questo faccio un intervento complessivo senza che intervenga dopo, ma brevemente, su questo concordo con le ragioni ...

PRESIDENTE. Li ritira tutti e tre?

Enzo GIANCARLI. Si. Illustrate dal Presidente Badiali nella proposta di ordine del giorno sullo statuto tipo e resto nella direzione degli agricoltori e dell’agricoltura.
Questi tre emendamenti li ritiro perché ho ascoltato l'intervento del Presidente ed anche quello della Consigliera Foschi e li ringrazio.
Questi emendamenti li ritiro perché credo, proprio dai colloqui che ho avuto con loro, da un lato di evitare impugnative da parte del Governo perché ad esempio quello sugli aspetti legati agli ungulati è già previsto per i palmipedi e trampolieri e potrebbe semmai essere prevista come caccia di selezione, gli altri sono dentro il ragionamento delle cacce in deroga, comunque l'obiettivo, ripeto, è un territorio in grado di produrre ambiente e fauna, è l'autogoverno, è la necessità di avere una agricoltura che sia nelle condizioni di non subìre più danni, come purtroppo sta avvenendo, da parte di alcune specie selvatiche, in particolare dai cinghiali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. E’ doveroso per me intervenire su questa materia.
Anch'io ho presentato un paio di emendamenti che dichiaro di ritirare, quindi ritiro gli emendamenti n. 1/1/1 e n. 1/1, perché nell’ottimistica ipotesi che possano essere approvati comunque non migliorerebbero sostanzialmente una proposta di legge sulla quale ho tutte le mie riserve, come ho delle riserve oramai in generale sulla nostra legge regionale che non recepiva bene, a mio giudizio e a giudizio dei Verdi, la legge nazionale che ricordo a tutti ha un titolo: "Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria", quindi la caccia come elemento di gestione della fauna.
Per venire all'argomento di oggi, non riesco a farmi convincere come la fauna, che è definita dalla legge nazionale, bene indisponibile dello Stato, possa essere gestita da una associazione, da un ente di diritto privato, il quale non si occupa soltanto di risarcimento danni o altro, ma del monitoraggio della fauna e di tante altre attività che hanno una forte rilevanza pubblica, senza voler toccare, perché sarebbe troppo strumentale, il richiamo che occorrerebbe rendere esplicito e cioè che gli ATC nella loro ricerca di beni, servizi e lavori si affidassero al codice degli appalti.
Un generico richiamo alla trasparenza ed alla correttezza non mi sembra adeguato, ma anche a garanzia degli stessi amministratori degli ATC, ed anche a livello nazionale questa cosa è stata risolta in modo diverso.
Colgo l'occasione per lasciare così come memoria agli atti la mia contrarietà, che è quella della stragrande maggioranza dei cittadini in questo Paese, riguardo a questi aspetti che riguardano la caccia e che difficilmente vengono recepiti dalle Assemblee regionali. Qualcosa di meglio si poteva fare, in generale, anche perché negli ultimi 20 anni i cacciatori marchigiani sono dimezzati e potevano esserci le condizioni per rivedere per bene la nostra legge che contemperasse le esigenze di tutte le parti interessate o come utenti oppure come cittadini che "subiscono", ma non in termine dispregiativo, questo tipo di attività.
La strategia di assecondare le richieste della parte, che io definisco meno evoluta, del mondo venatorio non mi sembra abbia dato dei risultati positivi e anche su questo sarebbe bene che ognuno di noi si pronunciasse, volendo.
La fauna selvatica stanziale si è rarefatta in questi anni mentre invece proliferano in maniera incontrollata i cinghiali con gravi danni all’agricoltura e pericoli per la circolazione stradale.
Questo è il sintomo che questa forma di gestione non ha funzionato, dovremmo farci i conti, non voglio enfatizzare troppo con tutti quanti i problemi che la nostra società ha, non voglio enfatizzare.
L'istituzione degli Ambiti di Caccia doveva eliminare il nomadismo venatorio e coinvolgere anche ambientalisti ed agricoltori nella gestione faunistico-venatoria, ma non è stato così, proprio perché a queste strutture di fatto sono state attribuite competenze gestionali e poteri senza prevedere un efficace sistema di controllo che ancora permane, anche con queste modifiche.
Il ruolo pubblico degli ATC è fuori discussone e questo è stato riconosciuto da diverse sentenze comprese quelle della Corte di Cassazione, hanno un ruolo pubblico e, senza aggravarle per questa definizione, sarebbe stato importante, secondo me, lavorare affinché meglio si potessero contemperare queste finalità con quelle che poi molti di noi definiscono come delle rigidità che ricadono sugli ATC, ma torno a ripetere, la fauna è un bene indisponibile dello Stato non può essere affidata semplicemente ad una organizzazione di diritto privato, per questo preannuncio e colgo l'occasione di questo momento per fare la mia dichiarazione di voto: dichiaro il mio voto contrario alla proposta di legge oggi in esame. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Un breve intervento per ringraziare i colleghi e la Consigliera Elisabetta Foschi, Consigliera di minoranza, che ha detto, giustamente, che la Giunta deve fare una delibera nella quale ogni anno stabilire la cifra a cui gli ATC devono compartecipare e se non lo fa, vale quella dell'anno precedente. Questa è una cosa che abbiamo chiarito con l'Assessore e con gli uffici e dovrebbe essere imminente.
Ringrazio il Consigliere Giancarli per aver ritirato i suoi emendamenti che in parte sono stati recepiti, perché il secondo ed terzo emendamento non sono in questa legge, la n. 7, ma dovrebbero essere messi nella 8, sulla "caccia in deroga agli storni". Per quanto riguarda quello della neve lo abbiamo recepito come Commissione ed è stato inserito nella modifica della legge 157 a livello nazionale. La caccia di selezione, oltre che i palmipedi ed ad un’altra specie, si può fare tutto l'anno anche per gli ungulati, nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e quant'altro.
Ringrazio il Consigliere Cardogna, anche se le sue dichiarazioni possono non essere condivise, nel senso che siamo in un Paese democratico e ognuno ha le proprie opinioni, però vorrei rassicurarlo sulla questione della buona gestione degli ATC. Abbiamo inserito un emendamento nel quale diciamo che sono strutture private che operano nell'interesse pubblico e operano nel rispetto dei principi di trasparenza e correttezza. Qualcuno potrebbe obiettare che questo vuol dire tutto e niente. Può dire tutto nel senso che trasparenza e correttezza significano anche fare le gare di appalto quando servono, quando si ritengono necessarie, per una gestione più attenta ed oculata. Su questo abbiamo richiamato la sentenza della Corte di Appello di Ancona che dice: "non si può porre in dubbio che se non si può giungere ad affermare la necessità di applicazione della normativa in tema di contabilità pubblica e di contratti della pubblica amministrazione", nel senso che non possiamo dire chi deve rispettare la contabilità pubblica e i contratti della pubblica amministrazione, però "la necessità di rispondere dell'operato della medesima ATC ai principi generali che disciplinano la materia ovvero quanto meno ai principi di trasparenza e di correttezza". Questo è quello che ha detto il Tribunale di Ancona in una sentenza richiesta da alcune persone e a questo ci siamo attenuti. Penso che sia una cosa importante ... richiamare l'ATC di diritto pubblico significa esporre la Regione perchè fra qualche tempo, siccome sono enti pubblici, possono far richiesta di rientrare nella disponibilità ed essere dipendenti della Regione Marche. Questo non possiamo permettercelo, non è corretto e non è giusto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1/1 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Cardogna. Ritirato.

Emendamento 1/2 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Soppresso.

Emendamento 2 bis/1 a firma del Consigliere Giancarli. Ritirato.
Emendamento 2 bis/2 a firma del Consigliere Giancarli. Ritirato.
Emendamento 2 bis/3 a firma del Consigliere Giancarli. Ritirato.

Emendamento 2bis/4, istitutivo dell’art. 2 bis, a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno a firma del Consigliere Badiali (in qualità di Presidente della III Commissione). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio semplicemente, condividendo l'intervento del Consigliere Cardogna, anticipare il mio voto contrario proprio perché credo che gli ATC siano di fatto l'espressione di una categoria che gestisce l'attività venatoria, mentre giustamente è stato fatto osservare che la fauna è un bene indisponibile dello Stato che credo debba essere gestita da un ente di diritto pubblico e non di diritto privato, altrimenti non c'è la garanzia rispetto alla tutela del bene che si va a gestire, anche perchè il ruolo di programmazione, di indirizzo è proprio dello Stato, delegato alle Regioni e non c'è un collegamento diretto, una possibilità di controllo.
Mi sembra che forse ci possono essere dei profili di incostituzionalità e vedremo se le associazioni ambientaliste riterranno di porre questo quesito, comunque sia ritengo che questa legge debba essere bocciata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, affinché rimanga agli atti questo concetto.
Rispetto alla questione che la fauna selvatica è un bene indisponibile dello Stato, io ne ho fatto una questione di principio e quando modificammo la legge regionale, la prima volta, quando ci fu quella corposa modifica, chiaramente non votai.
E' vero che non approvare questa legge significa lasciare sulla graticola, in maniera ingiusta, i Presidenti attuali, ed è altresì vero che lo Stato - avrei scommesso tutto quello che avevo - non ha impugnato il vero merito della questione, cioè non lasciare ad un ente di diritto privato la gestione della selvaggina. Per lo Stato è andata bene, quindi, dobbiamo togliere gli attuali Presidenti degli ATC da quella situazione paradossale di diritto civilistico e privato che li vede coinvolti in prima persona con le eventuali responsabilità.
Ribadendo il concetto che incredibilmente in Italia lo Stato ha detto si ad un privato che gestisce un bene pubblico, sono favorevole a questa legge perché va a salvare i diritti privati degli attuali Presidenti. Grazie.

Proposta di legge n. 436, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 444
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifica alla legge regionale 26 marzo 2012, n. 3: Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale - VIA"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 444 ad iniziativa della Giunta regionale. Mi dicono che questa proposta di legge deve essere rinviata. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, nella giornata di ieri sono stati formulati numerosissimi emendamenti a questa proposta pertanto, in nome di una prassi che privilegia la partecipazione, la collegialità, la pluralità della Commissione, chiedo il tempo necessario per la Commissione stessa di esaminarli e di iscrivere questa proposta di legge nella prima seduta utile dell'Assemblea legislativa, ovvero per la prossima settimana.

PRESIDENTE. Va bene. Se voi siete d'accordo, io farei in questa maniera: prima di affrontare la proposta di legge n. 415, voterei la proposta di atto amministrativo n. 88, che è quella successiva, richiede un solo voto e non ci sono emendamenti, così non va alla prossima volta ed affrontiamo poi la proposta di legge n. 415 che riguarda le disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale. (...) Senza relazione, è un atto amministrativo.

Proposta di atto amministrativo n. 88
ad iniziativa della Giunta regionale
"Programma statistico regionale - PSR anni 2014/2016. Legge regionale 29 marzo 1999, n. 6"
(Nuova titolazione) "Programma statistico regionale - PSR anni 2015/2017. Legge regionale 29 marzo 1999, n. 6"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 88 ad iniziativa della Giunta regionale. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 415
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 22 aprile 2013, n. 6: Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale e alla legge regionale 29 novembre 2013, n. 44: Assestamento di bilancio 2013"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 415 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente. Prima di passare ad illustrare brevemente i pochi articoli di questa legge di modifica relativa al trasporto pubblico, direi che sono d'obbligo due questioni di carattere preliminare attinenti alla riforma che stiamo per approvare.
La prima questione preliminare è la necessità, credo, di chiedere o fare un ulteriore appello alla Giunta, alle forze politiche, al Consiglio, affinché ci si renda conto e si faccia una battaglia adeguata rispetto al fatto che le Marche ancora oggi sono l'ultima Regione di questo Paese per il trasferimento pro capite di risorse sul trasporto pubblico.
Non parlo di colpe, faccio un appello generale affinchè ci sia una spinta del Governo delle Marche, dei parlamentari delle Marche, della Regione, di tutti coloro che possono, ad invertire questa tendenza che non è una questione di carattere generale o specifica, riguarda il fatto che di fronte ad un assestamento non semplice, che affronteremo le prossime settimane in quest'Aula, le risorse per il trasporto pubblico rischiano di diminuire perchè la riforma del trasporto pubblico è stata annunciata da subito come una riforma a risorse calanti, in diminuzione, costantemente in diminuzione. Questa non è una novità, non è una questione di bravi e cattivi, sappiamo da tempo che è così, però non possiamo più reggere una differenza del 30%, fra l'ultima Regione, che siamo noi, e quella che ci sta immediatamente sopra. Questa è una cosa preliminare che credo vada ricordata.
La seconda questione preliminare, al di là degli effetti della legge che voteremo, è la necessità di andare verso le gare per l'affidamento del servizio.
Noi abbiamo affrontato un dibattito, non solo in questa sede, non solo nei territori, ma recentemente anche a livello nazionale, su possibilità diverse da quelle dell'affidamento del servizio pubblico attraverso le gare. Credo che la gara ad evidenza pubblica per assegnare il servizio sia una nostra scelta definitiva anche se andremo ad una proroga dei contratti di servizio in essere. Va bene la proroga perché è necessario dare tempo agli enti locali, alle Province e alla Regione, per attrezzarsi, ma la gara è sullo sfondo e credo che sia una scelta ormai definitiva rispetto ad altre forme di affidamento in auge.
Queste sono le due cose preliminari rispetto alla legge che stiamo votando, l'ulteriore sforzo per riequilibrare le risorse delle Regioni sul trasporto pubblico e, a prescindere dalle proroghe, fare assolutamente le gare.
Passiamo velocemente all'articolato. Abbiamo di fronte pochi articoli, l'articolo 2 è quello che ha un certo rilievo, e regola le funzioni tra Province e Regione. Abbiamo ritenuto opportuno che, rispetto ai progetti di rete che devono essere realizzati, ci sia un'intesa tra Regione e Province, l'intesa è abbastanza singolare nel senso che all'articolo 3 le modifiche al progetto di rete che vengono apportate dalle Province sono indicate come ipotesi di recepimento, nel senso che se le modifiche non vengono recepite, la Giunta regionale approva ugualmente il progetto di rete a prescindere da ciò che dice la Conferenza dei servizi. E' un'intesa, tutto sommato, molto singolare, purtuttavia è un aspetto importante che noi abbiamo chiesto nella fase di discussione in Commissione.
L'articolo 4 è una prima proroga, una prima possibilità che noi diamo alle Province, passiamo da 30 a 90 giorni per avviare le procedure di affidamento, una volta ottenuti i programmi regionali. Si può fare, è una concessione che noi riteniamo opportuna per agevolare la realizzazione dell'avvio di un percorso, ma la parte più consistente è legata all'articolo 5 di questa proposta di legge che riguarda la proroga dell'attuale contratto di servizio al 30 settembre 2015.
Su questa data la Commissione ha raggiunto una sintesi. Noi abbiamo discusso, abbiamo anche atteso dinamiche di questioni nazionali, siamo passati a ipotesi di proroga diversa ed alla fine nel testo si è prevista una proroga del contratto di servizio in essere al settembre 2015, mi pare che sia ragionevole.
E' ovvio che nel frattempo le Province dovranno essere sollecitate, al di là di ciò che prevede la legge, a partire con i loro percorsi per arrivare a quel termine con i bandi pronti ad affidare il successivo contratto di servizio attraverso gara di evidenza pubblica, senza più perdere tempo.
Ci sono difficoltà anche in queste ore, ne parlavo prima con l'Assessore Marcolini, perché c'è la questione delle risorse, del recupero dell'Iva che non si riesce a garantire ai Comuni. Si riuscirà a garantire alle Province per almeno il 50%, già gli uffici hanno comunicato, anzi no, hanno erogato il primo 50% sulle semestralità, sulla base delle due semestralità, per cui c'è anche la difficoltà delle Province ad avere questa risorsa tutta insieme. Comunque sia il tema, al di là di questa proroga necessaria, è sempre questo: noi abbiamo difficoltà a gestire una riforma così complessa come quella del servizio del trasporto pubblico con risorse sempre in diminuzione.
Non riusciamo ad avere risposte positive dai Governi, siamo in difficoltà a coprire l'Iva ed a garantire le stesse risorse nel prossimo assestamento di bilancio. Questo è un tema centrale di questa fine legislatura anche perché scade il contratto di servizio. Penso che sul tema, al di là delle varie posizioni di carattere politico, si debba trovare un'intesa per fare in modo che questa proposta di legge possa avere il voto unanime di quest'Aula.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Siamo nella fase precedente all'effettuazione di una gara unica regionale su base provinciale per quanto riguarda la programmazione, la progettazione della rete di trasporto.
Questa legge è importante perché proroga i contratti di servizio sino al 30 settembre 2015 per far si che il confronto tra i vari attori del trasporto pubblico permetta la definizione dei contratti di servizio e del capitolato di gara. L'importante è che non ci soffermiamo solo sulla parte tecnica, ma sulla sostanza. In questo periodo, questo è un invito all'Assessore, bisogna che all'interno dei capitolati di gara entrino i contenuti che permettano di migliorare il trasporto pubblico soprattutto nella direzione di aumentare i trasportati e, quindi, l'appetibilità del trasporto pubblico, con delle strategie di marketing, delle strategie dei prezzi, mentre ho visto che il Comune di Ancona propone l'aumento del prezzo dei biglietti, ma ricordiamoci che il 70% dei ricavi, quindi il costo di gestione del trasporto pubblico, è dato dallo Stato, noi lo riceviamo e lo giriamo ai gestori.
Bisognerebbe che chi mette il 70% delle risorse pubbliche controlli che siano utilizzate al meglio, nella logica non solo della gestione delle ditte che fanno il trasporto, ma soprattutto nell'efficienza degli investimenti. Dobbiamo far si che gli autobus viaggino pieni e nelle ore, per dire, in cui c'è poca richiesta, diminuire i prezzi per incentivare chi non ha esigenze specifiche di orari all'utilizzo del trasporto pubblico ed indirizzando i giovani all'uso del mezzo pubblico.
Occorrono una serie di investimenti, ricordo che oltre agli autobus è importante e primario investire, per esempio, sulla sicurezza delle fermate, sull'adeguamento delle barriere architettoniche delle fermate, sulla messa in sicurezza rispetto alle intemperie ed al traffico automobilistico perché moltissime fermate sono lungo le strade in cui c'è una forte viabilità e chi aspetta l'autobus rischia la vita perché è in una situazione non protetta e sta anche sotto l'acqua. E' chiaro che questa situazione non incentiva l'uso del trasporto pubblico.
Un altro investimento è quello informatico. Non è possibile che chi sta ad una fermata si trovi nell'indecisione e nell'inconsapevolezza di quando arriverà l'autobus. In tutta Europa ci sono le palline elettroniche che indicano quando arriverà l'autobus e l'aumento dell'utilizzo informatico permette di avere informazioni tramite internet, ormai tutti hanno gli smartphone, specialmente i giovani. Bisognerebbe andare in questa direzione.
Con questa legge noi dilazioniamo il termine al 30 giugno per l'applicazione dei contratti di servizio, per la validità dei contratti di servizio, ma il lavoro da fare non è solo aspettare le burocrazie di una gara, ma cercare di utilizzare questo tempo lavorando sui contratti di servizio e sul capitolato di gara affinché migliori e sia più efficiente il trasporto pubblico per i cittadini marchigiani.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Su questa legge due sono i problemi due gli aspetti, uno politico e uno amministrativo. Partiamo da quello politico che dà un senso a quanto stiamo discutendo.
Io non ho capito perché, e me lo sono chiesto anche questa mattina, l'Anav nel denunciare alcune cose tra i vari interlocutori ha anche il Consigliere regionale Francesco Comi, segretario del Partito Democratico, ed ho pensato "se scrivono al Consigliere Comi significa che il problema è del PD". La lettera dice che sfuggono alla Regione Marche, in preda ad un delirio, le cause, che non è stata capace di fare i tagli dei servizi, aggiunge che la Regione Marche è ultima in Italia per trasferimento pro capite del fondo nazionale, ed alla fine chiede la testa del buon Assessore Viventi.
In Commissione, non da ex democristiano o da democristiano, non politicamente, ma personalmente, ho sempre stimato ed apprezzato l'Assessore Viventi, mi sono permesso di dire: "Facciamo un documento a sostegno dell'Assessore Viventi non politicamente, umanamente, perché ero e sono convinto che l'Assessore Viventi non c'entri niente con questa roba".
Nessuno ha mosso paglia, nessuno ha parlato e la lettera è rimasta .. però al Consigliere Comi oggi chiedo come mai, alla luce di tutto questo, volessero la testa dell'Assessore Viventi, tra l'altro, l'altro giorno, tra i vari Assessori che dovevano saltare guarda caso sulla stampa c'era il nome di Luigi Viventi. Questo è l'aspetto politico. Non è che chi la fa la pensa, perché noi siamo all'opposizione, non vogliamo la testa dell’Assessore Viventi, caso mai è un problema della maggioranza.
Cerco di capire come il Consigliere Comi c'entri in questa diatriba. Io apprezzo il Presidente Giancarli, lo stimo come persona, questo documento ce l’ha consegnato lui, non era indirizzato alla Commissione competente, c'è una sfilza di nomi tranne quello della Commissione competente, però c'è il nome di Francesco Comi.
Adesso non so se è stata rifatta la lettera, per chiedere le sue dimissioni o se non è arrivata, questo è l'aspetto politico che il Consigliere Comi spero mi chiarirà. Non è che ha un rapporto personale, preferenziale, con l'Anav, essendo il segretario del PD, perché i Consiglieri regionali sono 42 e tutti devono essere coinvolti eventualmente in questa proposta. Questo l'aspetto politico.
Per quanto riguarda l'aspetto amministrativo è ancora più grave che il buon Capogruppo Consigliere Ricci non sia stato coinvolto su questa lettera, se non dal Presidente Giancarli. Era all'oscuro, come ero all'oscuro io. Essendo un Capogruppo di 14 Consiglieri regionali penso che fosse doveroso, non dico d'obbligatorio, ma doveroso che fosse informato. Ha fatto bene il Presidente che con correttezza ha informato tutta la Commissione ed ha illustrato quanto stava emergendo.
L'aspetto amministrativo più grave, caro Consigliere Ricci, è che lei oggi ha cercato di dire "ma, sa, 68 euro", noi siamo da anni la Regione che prende meno soldi pro capite per abitante, lo ha detto lei in Commissione, quando altre Regioni limitrofe prendono 130 euro, 100, insomma noi siamo gli ultimi.
Oggi il Capogruppo dice che dobbiamo tagliare i trasferimenti, perché non dite, Consigliere Comi, sulla stampa che siete virtuosi. Non siete stati capaci nelle riunioni Stato-Regione di fare una buona trattativa per trasferire i fondi per il trasporto pubblico. Questo è gravissimo ed oggi le Marche sono penalizzate per errori amministrativi contabili che sono stati fatti precedentemente.
Non può ricadere sull'Assessore Viventi, io non devo fare l'avvocato dell'Assessore Viventi, me ne guardo bene, però penso che una riflessione su chi ha gestito i trasporti, su chi ha gestito il governo della Regione Marche a livello amministrativo deve essere fatta. Se l'Anav arriva a chiedere le dimissioni di un Assessore io mi preoccupo, l'Anav deve collaborare, non deve chiedere le dimissioni.
(…) Consigliere Binci, questo l’ha detto lei in Commissione e lo ripete anche oggi, mi fa piacere, però non l'ho detto io, la mia è un'altra valutazione.
Abbiamo trovato una lieve resistenza per l’effettuazione delle gare, bravo è stato il Presidente Giancarli, l'Assessore soprattutto e la Commissione a dire: "No, le gare devono essere fatte". Ecco il motivo per cui voterò a favore di questa legge. E’ stato dato un giusto tempo alle Province, si debbono insediare le nuove, ed un giusto tempo per la proroga delle concessioni. Questo è un atto perfetto, però rimane sempre il vuoto politico.
Caro Consigliere Comi, lei parla di tagli, parla negli spot televisivi che fa sui giornali, e concludo Presidente, mi vuol dire dove è stato tutto questo tempo, oggi dovrà dire ai suoi maceratesi perché non hanno più le linee. Ci sono i tagli della Regione, Berlusconi non c'è più, adesso non avete più alibi, prima sentivo sempre in Consiglio regionale: "la colpa è del Governo Berlusconi, la colpa è di Berlusconi", adesso la colpa di chi è? Del Consigliere Ricci, della Giunta, di chi non ha fatto quello che doveva fare? Adesso dovrà spiegare nelle Marche, nel passaggio che farà da Pesaro ad Ascoli perché ci sono questi tagli e dovrà fare nomi e cognomi di chi ha commesso questo grande errore.
Consigliere Ricci è un fatto gravissimo ed oggi trattando nella Conferenza Stato-Regioni per fare l'assestamento sulle spese, non possiamo dire che siamo virtuosi, dovete dire che siete somari, somari! Non siete stati capaci di portare a casa i soldi che vi aspettavano, per i maceratesi, per il trasporto pubblico, non per il privato. Questo è un fatto gravissimo che va denunciato ed ognuno deve fare un proprio esame.
Personalmente voterò questa legge e mi auguro che anche i colleghi, critici sull'aspetto politico ed amministrativo, ma positivi su come il Presidente Giancarli e l'Assessore hanno condotto ..., in Commissione c'era addirittura chi voleva che si facessero le gare il 31 dicembre, sarebbe stato giusto, però alla fine è prevalso il buon senso, si è trovato un equilibrio, non una mediazione, perché non abbiamo mediato, le gare debbono essere fatte.
Sotto l'aspetto politico mi auguro che il caro Consigliere Comi chiarisca, in questo momento, come mai la Regione Marche è la più penalizzata, non la più virtuosa, a livello regionale sul trasferimento pro capite e se ci sono dei tagli la responsabilità politica ed amministrativa è la sua.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Molto brevemente per dire che voteremo a favore di questa legge che sicuramente testimonia un grave ritardo culturale e politico sul versante dei trasporti da parte della maggioranza e del centro sinistra, non solo della maggioranza della Regione, ma di quelle maggioranze di centro sinistra che in questi anni nelle Province e in molti Comuni interessati, nei Comuni principali, hanno nettamente snobbato un processo di semplificazione e unificazione verso un'unica gara, verso un unico bacino che a tutt'oggi non esiste. Noi teoricamente dovremmo avere un unico bacino, ma di fatto rimaniamo ancora a galleggiare su aree provinciali e ci ritroviamo il costo del trasporto pubblico che paradossalmente nelle Marche è più costoso e sarà più costoso di quello che si è paventato, non solo per questo motivo, ma perché nel tempo di pasticci ne sono stati fatti parecchi.
Vorrei ricordare come, ad esempio, nell'azienda anconetana Conerobus si è più volte dovuto aggiungere liquidità al bilancio della società perché un’errata gestione ha portato ad avere un maggior costo per la forza del lavoro ed i lavoratori hanno vinto giustamente dei ricorsi perché spettavano loro una serie di emolumenti.
Ora non riprendo quello che ha detto il Consigliere Brini che condivido, ma la preoccupazione è la fine che faranno le forze lavoro del settore del trasporto pubblico. E’ una preoccupazione oggettiva, non credo che sia opinabile. Sopravviveranno queste forze lavoro? Queste aziende riusciranno nel tempo ad essere competitive al punto tale da uscire indenni da queste gare? Francamente non lo so, credo che questa legge sia necessaria per cercare di andare avanti e recuperare del tempo.
Infine, da un punto di vista politico, il Consigliere Brini ha detto: "Siete stati incapaci di rivendicare i giusti fondi che il Governo centrale doveva dare", vorrei ricordare anche al Consigliere Brini che in realtà questo succede in tutti i settori della Regione Marche perché a parte il settore della sanità, dove grazie al centro destra e alla riforma del federalismo fiscale dei costi standard la Regione Marche ha ottenuto un bonus di 30 milioni di euro, peraltro bruciato malamente con il saldo della mobilità passiva che è di 40 milioni di euro e praticamente questa virtuosità è stata buttata nel cestino da parte dell'Assessore Mezzolani e della Giunta, in ogni tavolo, in ogni luogo questa incapacità di rivendicazione è sempre presente. Presente sulle infrastrutture, ancora ogni tanto si legge sul giornale che c'è un piccolo step sulla grande viabilità e le infrastrutture. Come non ricordarsi che il centro sinistra della Regione Marche paralizzò letteralmente, quando nacque, l'azione della Quadrilatero? Come non ricordare i tempi morti, i tempi persi su tante altre questioni?
Credo che, forse oggi non è questo il luogo per fare questa riflessione, la vostra debolezza, anche come maggioranza, sia oramai evidentemente palese. Oggi qui c'è una maggioranza ha il 50% di sopravvivenza perché si è spaccato un grosso gruppo e fa capo al Presidente della Regione e credo che vi dovreste interrogare se sia il caso o meno di essere più trasparenti politicamente nei confronti dei marchigiani e dire chiaramente se esiste ancora una maggioranza o meno qui dentro e nel caso se è la maggioranza dei fallimenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Veramente due parole, perché ho visto che prenderà la parola l'Assessore Viventi.
Voglio ringraziare i relatori e ringrazio per le parole dette anche i colleghi della Commissione, il Consigliere Brini. Soltanto un fatto personale, non personale che riguarda me, ma in questo caso riguarda l'Assessore.
Nel verbale della Commissione noi abbiamo scritto rispetto a quella lettera citata dal Consigliere Brini: "Affermiamo che la lettera inviata" - e faccio i nomi - "da Del Bello e Alessandrini nella quale si chiedevano le dimissioni dell’Assessore Viventi è indelicata sul piano umano e inefficace sul piano politico". Questo ci tenevo a dirlo, lo abbiamo scritto nel verbale, ci tenevo a dirlo perché mi fa piacere che rimanga agli atti.
Sul resto non aggiungo nulla perché la relazione del nostro Capogruppo, nonché relatore di maggioranza Consigliere Ricci, e la relazione di minoranza del Consigliere Binci, sono state esaurienti, veramente non voglio aggiungere nulla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio tutti gli intervenuti per le parole di stima, a cominciare dal Consigliere Brini, ma vorrei approfittare per fare un punto chiaro sul trasporto pubblico locale e dire due parole su questa legge.
C'è stato un contrasto con alcune associazioni di trasportatori, sicuramente per l'impostazione che io ho dato e la ripeto con grande chiarezza perché ormai avete imparato a conoscermi - io ho un difetto grandissimo che è quello di parlare sempre chiaro e in faccia sia se conviene politicamente sia se non conviene, perché faccio l'amministratore e penso di farlo nella maniera giusta per tutelare gli interessi dei cittadini - ho lavorato insieme al Servizio alacremente per due anni per predisporre tutti gli atti, i bandi, per una gara di livello europeo che consentirà al servizio, al trasporto pubblico regionale per i prossimi 6 anni di essere governato e, se ricordate, questo Consiglio ha anche approvato, mi pare all'unanimità, una nuova legge sulla governance dello stesso.
C'era una preoccupazione da parte di alcune associazioni datoriali che si riferiva all'espletamento delle gare. La preoccupazione era che in gare di questo livello potessero intervenire anche aziende fuori regione o altre situazioni. E' anche una preoccupazione legittima, però in quelle sedi ho ribadito la mia ferma volontà e al di là del fatto che abbiamo sottoscritto un accordo anche con le organizzazioni sindacali al momento della governance per la tutela dei posti di lavoro, secondo me, in questa fase, in questo momento storico, in ogni settore dobbiamo fare le gare, dobbiamo andare avanti anche su altre questioni che riguardano altri servizi pubblici, per trasparenza e economicità nella gestione.
Le cose sono poi rientrate perché tutti hanno capito che c'era la volontà, non punitiva e non politica, di dare un buon governo a questo settore.
Nel frattempo la Commissione trasporti e la Giunta hanno accettato questo ed hanno provveduto ad effettuare una proroga del servizio al 30 settembre 2015 per dare tempo alle Province di predisporre con adeguata attenzione tutta la documentazione che provvederò a trasmettere nei prossimi giorni in maniera tale che chi arriverà dopo di noi e dopo di me si troverà il lavoro fatto, compiuto, le Province un lavoro organizzato ed il 30 settembre, come volontà del Consiglio, le gare si faranno. Questo dal punto di vista gestionale amministrativo.
Approfitto anche per dire due cose per quanto che riguarda lo status. Ricordo a tutto il Consiglio quello che ho detto in Commissione trasporti sia nazionale che regionale, nel marzo 2013 abbiamo avuto la possibilità di constatare, nel 2013 il fondo indistinto che era fatto di trasferimenti statali è diventato distinto, io sono abituato a fare i conti, ed è dal 1997, non dall'altro ieri, che abbiamo una condizione in cui il Governo, e ci sono stati Governi di destra, di sinistra, di centro, tutti, ha preso la spesa storica ed ha perpetuata, anno per anno, le divisioni e probabilmente essendo stati attenti anche negli anni precedenti - com'è caratteristica dei marchigiani e degli amministratori marchigiani, a non buttare via soldi, parlo addirittura di 15-20 anni fa, non parlo di noi - ce la siamo presa nel sacco, per essere molto chiari, perché con questo sistema che ancora oggi vige e contro il quale io mi sono battuto per un anno e mezzo ferocemente portando tutte queste tabelline - l'ho presentate a 3 o 4 Presidenti del Consiglio diversi – ma non sono riuscito ancora ad avere risposte. Con queste tabelline noi percepiamo 68,5 euro per abitante nelle Marche, a fronte della Basilicata che è al top che ha 130, e per dire l'Umbria che ha 110.
Voi capite che sono differenze abissali, ... non mi ricordo l'Abruzzo, comunque sopra i 100 sicuramente, differenze abissali, la nostra morfologia con l'Umbria è molto simile, per questo ho citato l'Umbria con 110.
Per cui è incomprensibile ed inaccettabile che ci sia questa condizione, addirittura mi sono incolpato di avere chiesto al servizio trasporti, alle aziende in particolare di fare un efficientamento del 10% nei due anni precedenti perché, se questa è la risposta, non dovevo farlo fare.
L'unica nota positiva che debbo dire a questo Consiglio regionale è che - qualcuno della stampa non ha nemmeno riportato la notizia, io non avrei voluto la prima pagina, come mia consuetudine, ma era una notizia importante - noi abbiamo ottenuto, 10 giorni fa, che il Governo Renzi, questo è un segnale di cambiamento, ha detto: andiamo con i costi standard anche sui trasporti. Quello che chiediamo da due anni e che non si è fatto, ed ha istituito a Roma una Commissione di cui fanno parte i rappresentanti del Governo ed i rappresentanti di 5 Regioni italiane che sono state scelte proprio sulla base dei conti economici che l'Università di Roma ha effettuato. Tra queste 5 Regioni, consentitemelo, ho avuto questa soddisfazione, c'è anche la Regione Marche e questo è il primo e ad oggi unico risultato che abbiamo ottenuto dopo due anni di battaglie.
E' chiaro che non abbiamo ottenuto nulla se poi non si scenderà nei contenuti concreti e non si attuerà il discorso dei costi standard perché solo così potremmo riequilibrare in parte. Io avevo chiesto l'istituzione di un fondo perequativo nazionale che venisse incontro a questa disuguaglianza di trattamento inaccettabile, ma non l'ho ottenuto con nessun tipo di Governo, anche perché, questo lo dobbiamo dire, quando siamo stati all'interno della discussione, perché il Governo ci ha detto: “E' compito vostro, mettetevi d'accordo, io posso darti anche 120", ma fra le Regioni non c'è stata solidarietà. Tutti hanno condiviso, hanno preso atto dei numeri, ma quando occorre togliersi anche mezzo milione di questi tempi, nessuno è disponibile a toglierseli e a darli a te, anche perché in tante Regioni italiane il settore del trasporto pubblico è messo male e molte aziende sono al collasso, quindi nessun amministratore regionale è disposto a fare ...
Consentitemi, e chiudo, di dare un merito alle nostre aziende, ai lavoratori di questo settore delle Marche, perché se con questi bassi trasferimenti, noi stiamo in piedi e possiamo considerarci efficienti, il merito non è dell'Assessore regionale ai trasporti che anzi ha infierito con il chiedere l'efficienza del 10%, ma è merito di chi lavora. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 415. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomine

Elezione del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind)
(articolo 9, comma 1, lettera e), legge regionale 19 novembre 1996, n. 48 - legge regionale 4 dicembre 2008, n. 35 - articolo 22, comma 6, legge regionale 29 novembre 2013, n. 44) - Voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind). Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 28
Schede bianche n. 8
Schede nulle n. 4
Schede valide n. 16

Hanno ricevuto voti:
Caglio Erika 2,
Liboni Giulia 0,
Renzi Sauro 0,
Marcantoni Giacomo 14.

Proclamo eletto Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind) il dott. Marcantoni Giacomo.

Elezione di un componente della Commissione amministratrice dell'Azienda speciale consorziale del Catria.
(Articolo 5, Statuto Ente - articolo 4, Regolamento Ente) - Voto limitato ad uno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di un componente della Commissione amministratrice dell'Azienda speciale consorziale del Catria. Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 29
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 23

Hanno ricevuto voti:
Pala Sabrina 4,
Amadori Luca 19.

Proclamo eletto componente della Commissione amministratrice dell'Azienda speciale consorziale del Catria il sig. Amadori Luca.

Mozione n. 746
ad iniziativa dei Consiglieri Massi, Perazzoli, Traversini, Marangoni, Romagnoli, Ortenzi
"Grave danno alla comunità marchigiana causa chiusura di molte emittenti radiotelevisive"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 746 dei Consiglieri Massi, Perazzoli, Traversini, Marangoni, Romagnoli, Ortenzi, la mettiamo subito al voto, quindi non pongo tempo in mezzo, va veramente votata perché è scandaloso ciò che sta avvenendo in questo nostro Paese.
Ricordo che avevo preso all'epoca una posizione durissima nei confronti dell'Agicom in merito alla gestione del passaggio al digitale, dicendo che molte frequenze erano state attribuite anche a Paesi diversi, in modo particolare quelli della ex Jugoslavia, e questo avrebbe comportato probabilmente un problema grosso per le emittenti televisive.
Credo di poter dire che le rimostranze che sono state fatte da me, dalla votazione di documenti anche in Consiglio, dal nostro Co.Re.Com. regionale, nel passaggio al digitale, sono state quasi irrise. Si è andato avanti nel modo in cui tutti sappiamo e oggi c'è il rischio di minare la democrazia in un Paese in cui già la sopravvivenza di molti organi di informazione è quanto mai complicata, anche per il restringimento delle risorse pubbliche a disposizione, per il calo della pubblicità e quant'altro.
Secondo me è opportuno approvare questa mozione, non vale soltanto per le Marche è evidente, vale per tutte le Regioni che insistono sul Mare Adriatico. Era qualcosa che avevamo in qualche modo previsto, purtroppo siamo stati inascoltati e oggi votiamo questa mozione nella speranza di contribuire ..., tra l'altro chi ha investito nel passaggio al digitale, sono stati fatti anche degli investimenti, oltre il danno ha la beffa, quindi, vi pregherei di votare questa mozione.
Mozione n. 746. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 735
ad iniziativa dei Consiglieri Foschi, Natali, Bugaro, Marangoni, Ciriaci, Trenta
"Erogazione contributo alla Fondazione Banco Alimentare onlus"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 735 dei Consiglieri Foschi, Natali, Bugaro, Marangoni, Ciriaci, Trenta
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ci sono tante istituzioni che lavorano nella distribuzione di viveri, non capisco perché debba essere individuata ..., o si chiede uno stanziamento per andare incontro alle situazioni di povertà economica estrema, perché il problema è della Giunta e da quello che mi risulta il problema è che l'Italia non riceve più gli aiuti CEE in quanto è uscita dalla fascia di Paesi che hanno diritto a ricevere gli aiuti e le derrate alimentari dalla CEE.
Per questo ci sono una serie di associazioni che svolgono una funzione caritativa o sociale o di distribuzione di pacchi viveri come può essere la Caritas, come sono le varie case d'accoglienza, la Croce Rossa, eccetera, ed il Banco Alimentare è nato per raccogliere fondi per distribuire questo tipo di risorse.
Non capisco perché la mozione deve essere così mirata, al limite sarebbe più importante, e chiudo, chiedere alla Giunta di fornire beni di prima necessità alle associazioni, al limite anche ai Comuni, che garantiscono la distribuzione di viveri alle persone in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Non è questo il problema, esiste già una deliberazione di Giunta che stanzia un contributo, si chiede solo di procedere subito perché c'è un'esigenza, solo questo, senza mettere in discussione tutto il resto.

PRESIDENTE. Mozione n. 735. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,15.