Resoconto della seduta n.184 del 27/01/2015
SEDUTA APERTA
COMMEMORAZIONE GIORNATA DELLA MEMORIA

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, la prima parte di questa seduta del Consiglio regionale è dedicata, come tutti gli anni, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, al ricordo di quella pagina che definire triste è forse dire poco.
Quella pagina drammatica, quella pagina che è indimenticabile, che non deve essere dimenticata, fatta di atrocità, fatta di comportamenti che non si addicono alla persona.
Una tragedia immane che ha caratterizzato il secolo scorso e che è bene, nonostante tutto, non come mera celebrazione, ma come volontà di non dimenticare, riproporre tutti gli anni come momento di approfondimento, di confronto, di valutazione attenta, nella considerazione che quella pagina buia, tragica della storia dell'umanità, non può essere ascritta al passato, a qualche cosa che dobbiamo ricordare, ma deve essere il monito sul fatto che purtroppo la storia non si chiude con quella pagina di atrocità, ed il ricordo di quei fatti così dolorosi deve orientare il comportamento di tutti, delle istituzioni e dei singoli cittadini, nella consapevolezza che a tanti anni di distanza sono ancora presenti, in questo nostro tempo contemporaneo, in questo nostro mondo, i germi della malvagità, della sopraffazione. Sono presenti dei comportamenti che ci rendono increduli per come tanta atrocità può essere perpetrata da un essere umano su altri esseri umani.
Sarebbe fin troppo facile ricordare ciò che è accaduto solo pochi giorni fa in Francia, ma quasi tutti i giorni ci sono pagine che si iscrivono in quel calvario che sono le atrocità compiute da uomini verso altri uomini.
La giornata della memoria ha una sua particolarità, perché il secolo scorso è stato caratterizzato da un evento che per proporzioni è inenarrabile e come Assemblea legislativa abbiamo caratterizzato, sempre, tutte le iniziative che abbiamo assunto come il desiderio non tanto di celebrare in modo formale, in modo quasi d'ufficio questa data e questa ricorrenza, ma tutti gli anni abbiamo fatto in modo che questa data coinvolgesse il più possibile, anche qui senza nessuna inflessione retorica, le giovani generazioni che devono conoscere, perché la conoscenza è forse l'antidoto migliore per poter gestire un presente complicato e difficile e per guardare al futuro con la speranza che simili accadimenti non ci siano più.
Non è un caso che anche in questa occasione abbiamo coinvolto le istituzioni scolastiche e la prima cosa che faccio è salutare i ragazzi, le ragazze ed i docenti, del liceo Leopardi di Macerata, del liceo Galilei di Ancona e del liceo Rinaldini di Ancona.
Do il benvenuto a questi ragazzi ed ai loro docenti nell'Aula dell'Assemblea legislativa delle Marche. Quando ci vengono a fare visita le scolaresche dico che dobbiamo dire un grazie enorme alle insegnanti ed agli insegnanti che cercano di avvicinare i ragazzi e le ragazze alle istituzioni in un momento caratterizzato da antipolitica, caratterizzato da comportamenti che spesso vedono le istituzioni distanti e nemiche.
Il lavoro, l'impegno, la dedizione dei docenti e degli insegnanti nel far comprendere ai ragazzi che cosa sono le Assemblee, che cosa sono gli organismi che assumono le decisioni, nel far riconoscere queste istituzioni, è un'opera importante e di questo dobbiamo ringraziare chi fuori dagli obblighi scolastici si dedica a questa attività.
Fatta questa parentesi debbo dire che quest'anno abbiamo avuto l'opportunità di organizzare la Giornata della memoria, naturalmente ringrazio tutti, insieme all'Associazione Amici della Musica di Ancona, all'Associazione Michelli, al Comune di Ancona, All'Assessorato alla cultura del Comune di Ancona, alla Comunità Ebraica di Ancona e a Rai Radio 3.
Questa giornata si organizza in alcuni eventi, il primo è questo di stamattina nell'Aula assembleare, in serata ci sarà l'evento al Teatro delle Muse che si articolerà in due momenti, uno alle 18,00 e uno alle 20,15. Di questo ci parlerà in modo particolare il Direttore di Rai Radio 3, Marino Sinibaldi, che saluto a nome di tutta l'Assemblea consiliare. Lo ringrazio per questa opportunità che ci ha dato e voglio ricordare che Rai Radio 3 ogni anno sceglie una città in cui celebrare la Giornata della memoria e quest'anno, grazie a questa collaborazione, a questa sinergia che abbiamo insieme agli Amici della Musica di Ancona, siamo riusciti, e per questo ringraziamo il Direttore Sinibaldi, a far si che Rai Radio 3 scegliesse la città di Ancona per celebrarla.
Voglio fare una sottolineatura e dire che il Direttore è appena tornato da un viaggio ad Auschwitz con 600 ragazzi delle scuole della Toscana, peraltro quest'anno ricorre il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
Insieme a me, poi prenderanno la parola e li ringrazio per aver accolto l'invito, ci sono Frida Di Segni Russi, Presidente dell'Aned di Ancona, associazione di deportati, conosciutissima. Si confronta da sempre nel dialogo interreligioso, nella divulgazione della cultura ebraica, tiene conferenze e lezioni, scrive libri - la ringraziamo della sua presenza - e Gilberto Salmoni deportato a Buchenwald e Presidente dell'Aned di Genova. Lo ringrazio per la sua presenza e per la sua testimonianza perché forse non c'è nulla di più efficace nel narrare, nel raccontare una storia, ed ascoltare le parole di chi quell'accadimento in qualche modo lo ha vissuto, quindi l'interprete originale.
Prima di passare la parola al Direttore di Rai Radio 3, se siamo pronti, manderei un brevissimo filmato. Grazie.

(proiezione filmato)

(Applausi)

PRESIDENTE. E' sempre molto toccante ascoltare questa musica e vedere queste immagini. Quanti volti di bambini! La violenza è sempre violenza, ma quando colpisce i soggetti più deboli è davvero raccapricciante. Non ci sono parole sufficientemente efficaci per descrivere ciò che è accaduto.
Ha la parola il dott. Marino Sinibaldi, Direttore di Rai Radio 3. Prego.

Marino SINIBALDI. Buongiorno e grazie. Sono qui anzitutto per ringraziare le istituzioni, la comunità e i cittadini di Ancona e delle Marche. E' vero che noi ogni anno scegliamo una città per raccontare il Giorno della memoria, per evitare che il racconto diventi generico, ed è uno dei rischi, per raccontare le realtà locali, le comunità ebraiche locali, le forme della deportazione e anche le forme della resistenza che sono state entrambe molto significative ad Ancona e nelle Marche.
Ringrazio, quindi, tramite il Presidente Solazzi e la Vicepresidente Ortenzi, l'Assemblea regionale e le istituzioni, i ragazzi, l'Associazione Amici della Musica, il Comune di Ancona, la Comunità Ebraica con la quale collaboreremo per l'evento di questa sera al quale vi invito a partecipare; avviene al Teatro delle Muse, ma vi invito anche ad ascoltarlo, se volete, attraverso le onde di Radio 3, posso anche dire la frequenza, 92.3 ad Ancona, non so a Macerata, ma Radio 3 si può seguire anche sui canali digitali della TV con le applicazioni per smartphone e tablet, lo dico non per fare pubblicità a Radio 3, ma per fare pubblicità soprattutto a questa serata nella quale molte testimonianze e molti linguaggi, anche quello della musica e del teatro, cioè il linguaggio dell'arte, aiuteranno a fare qualche cosa.
Aiuteranno a fare una cosa che è stata al centro anche di quel viaggio che abbiamo fatto con la Regione Toscana e con più di 600 ragazzi nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, perché vedete la Giornata della Memoria è una meritoria istituzione, con molta fatica l'abbiamo istituita in Italia 15 anni fa, però noi tutti, noi adulti ed anche i ragazzi, dobbiamo essere consapevoli che c'è un rischio, c'è un rischio di assuefazione, c'è un rischio di retorica, c'è il rischio, ragazzi, che questa vi sembri un'ora di lezione come le altre. Da antico studente non posso confessare una diffidenza verso le ore di lezione, immagino siano presenti anche i vostri professori, quindi sarò cauto, ma questa non è un'ora di lezione come le altre, è qualche cosa che deve sfuggire al ritmo normale delle nostre esistenze.
Il viaggio che abbiamo fatto ad Auschwitz con i ragazzi toscani, i ragazzi delle medie superiori e dei primi anni di università, è stato significativo proprio per questo. Queste immagini, Presidente, sono toccanti, ma c'è il rischio che a queste immagini noi ci abituiamo, le abbiamo viste molte volte. Il viaggio ad Auschwitz, come anche leggere, studiare, approfondire questa realtà, ci aiuta a sfuggire dall'automatismo, ormai siamo sommersi da immagini, non è più come 10 o 20 anni fa quando della shoah sapevamo davvero pochissimo, sono cresciuto nella rimozione di quell'evento. Rimozione operata in primo luogo da chi ne era responsabile, quindi dai politici che negli anni '40 non solo in Germania, ma anche in Italia hanno contribuito a deportare questi ragazzi, ma guardare e avvicinarsi a quella realtà significa strapparla all'abitudine, strapparla all'impressione che siano immagini come altre, immagini dell'orrore dalle quali siamo continuamente invasi.
Quei binari che avete visto all'inizio, quei binari che passano tra le due torrette del campo di Birkenau, è una delle immagini più celebri, sembra un binario come gli altri, quel binario arrivava all'ingresso del campo di Birkenau per rendere molto facile portare, con la feroce precisione delle ferrovie tedesche, i deportati fino al campo di Birkenau.
Il campo di Birkenau è un campo di concentramento particolare, è un enorme spianata dove c'è solo morte, non c'è nulla! Ci sono solo baracche piccolissime, in un campo enorme circondato da piccoli boschi di betulle che confluiscono in due grandi forni crematori. Due metodi rapidi inventati nel tempo, con l'efficienza dell'industria tedesca, delle fabbriche tedesche, dei ingegneri tedeschi, per rendere più veloce lo smaltimento degli stucke, “pezzi” chiamavano quegli uomini e quelle donne, ebrei, omosessuali, zingari, soprattutto ebrei, ma anche zingari, omosessuali, deportati politici, dissidenti politici e militari.
Quella ferrovia fu costruita dentro il campo perché quando si trattò, nel '44, di sterminare rapidamente 400.000 ungheresi, non era possibile fermarsi alle porte del campo, era troppo complicato. Fu costruita una ferrovia per rendere più efficace lo smaltimento di 400.000 ebrei ungheresi deportati molto rapidamente negli ultimi anni della guerra, altrimenti il compito di sterminare l'intera razza ebraica, come la chiamavano, rischiava di rimanere irrisolto.
Quei ragazzi che avete visto sono una piccola parte dei ragazzi di Auschwitz, ad Auschwitz e Birkenau furono deportati 200.000 ragazzi, 200.000 bambini per essere più precisi, ne sopravvissero 50.
Fate voi la sottrazione dell'orrore. Di 200.000 bambini portati in quel campo ne sopravvissero 50. Andare lì o leggere, studiare, ascoltare come farete tra poco le voci dei testimoni serve a questo, a strapparci tutti dall'abitudine. Serve anche a farci guardare meglio le altre stragi che avvengono ancora sotto i nostri occhi perché la shoah fu qualche cosa di unico, di irripetibile, l'operazione lucida, determinata, burocraticamente organizzata, efficiente fino ai minimi particolari, strutturata dai nazisti con la collaborazione nei Paesi occupati, dei loro alleati locali, quindi anche dei fascisti in Italia.
Lo sterminio degli ebrei fu qualcosa senza precedenti, qualcosa di programmato, di studiato, di basato su teorie dichiarate, scritte già nei libri e nei manifesti della razza, come nella legge italiana per la difesa della razza. La legge vergogna che fu varata nel 1938 nel nostro Paese. Ma non furono solo gli ebrei ad essere portati là e ci aiuta a capire come altre minoranze, altri dissidenti: gli zingari, gli omosessuali, i dissidenti politici e militari erano lì rinchiusi e sterminati con il loro segnale, con il loro triangolo. La stella gialla per gli ebrei, il triangolo rosa per gli omosessuali, il triangolo rosso per i deportati politici, i triangoli verdi e viola per i Rom. Ci aiuta a capire come queste categorie sono le stesse ancora oggi, oggetto di discriminazione nel resto del mondo e anche nei nostri Paesi così civili. Sono esattamente le stesse categorie, quindi non riduciamo l'unicità della shoah e dello sterminio degli ebrei, non ridimensioniamo quello che fu fatto contro gli ebrei e non ridimensioniamo il rischio, ancora presente, dell'antisemitismo se parliamo delle altre stragi, ma anzi ci aiutano a capire come quel veleno sia sempre presente tra noi ed in maniera subdola circola ancora. Sono ancora quelli gli oggetti di discriminazione: gli ebrei, gli omosessuali, i zingari, le persone che hanno una fede, una religione o un credo politico differente. Una discriminazione che in molti casi è ancora subdola e silenziosa, ma può facilmente diventare violenta se noi non la capiamo.
Come diceva Primo Levi “è accaduto e quindi può ancora accadere”, questo dobbiamo tenerlo a mente, per questo è importante strappare questa giornata alla ritualità che pure è meritoria, alla celebrazione che è comprensibile e renderla qualche cosa che ha un senso per le vostre vite.
I ragazzi toscani che sono stati là, le loro testimonianze le stiamo trasmettendo per radio, se avete voglia di ascoltarle o di trovarle sul nostro sito, le potete risentire tutte insieme, hanno questo segno, non erano ragazzi impreparati, avevano letto, avevano studiato, ma guardare, guadare meglio quelle immagini, capire come dietro quella ferrovia non c'era un normale scartamento ferroviario, ma un progetto incredibile, per come è stato concepito e feroce per come è stato attuato, ci aiuta non solo a capire il passato, ma a capire il presente, ad essere avvertiti, ad essere sensibili, ad essere vigili sul nostro presente.
Un momento importante di questo lavoro che cerchiamo di fare è ascoltare le voci dei testimoni. Qui ne abbiamo due ai quali cedo subito la parola perché vorrei ascoltarli, non so se avete le schede, li conoscete già, i vostri insegnanti vi hanno detto qualche cosa, Gilberto Salmoni e Frida Di Segni Russi, adesso porteranno la loro testimonianza. Non so se hanno bisogno delle mie domande. Le loro sono storie toccanti, bellissime si potrebbe anche dire perché sono storie di sopravvissuti, ma naturalmente drammatiche.
Chiederei a Gilberto Salmoni di raccontare qualcosa della sua esperienza anche perché Gilberto quando fu deportato non aveva nemmeno compiuto 16 anni, era più giovane della gran parte di voi, era nato del giugno del '28, e nell'aprile del 44 con la sua famiglia, che è stata purtroppo catturata dai nazifascisti e spedita nei campi di concentramento, cercava di sfuggire a questo destino.
Ditemi ragazzi se non sentite qualcosa di familiare in questa storia. Cercava di sfuggire a questo destino andando in un altro Paese. Cercava di sfuggire questo destino superando un confine, in quel caso il confine nevoso che ci separa dalla Svizzera, non venivano accolti - sentite qualche cosa di familiare in questa immagine? - non venivano accolti gli italiani esuli e perseguitati, i cittadini ebrei che fuggivano dallo sterminio, non venivano facilmente accolti in quel Paese. La barca è piena dicevano gli svizzeri. Sentite qualcosa di familiare in questa frase? O è qualcosa, secondo voi, che riguarda solo il passato?
Gilberto fu catturato su quelle nevi, fu lasciato abbandonato in una casupola, fu catturato dalla milizia fascista, fu trasferito nelle carceri militari, io lo dico rapidamente, ma tutto questo è qualcosa di drammatico, pensatelo con lo sguardo e la mente di un ragazzo che non ha compiuto nemmeno 16 anni, e fu spedito a Buchenwald, anzi la sua famiglia fu separata, qualcuno ad Auschwitz e lui e suo fratello a Buchenwald.
Gilberto, penso che sarebbe bello se lei restituisse qualcosa del suo sguardo di allora, di quello che accadde in quel lungo anno di detenzione nel lager di Buchenwald.

(Applausi)

Gilberto SALMONI. Grazie. Vorrei leggervi per iniziare due righe di uno scrittore tedesco che si chiamava Ernst Wiechert, e pensava, essendo all'epoca molto conosciuto, molto letto dalla popolazione tedesca, che certe cose poteva ancora dirle senza correre rischi e invece ad un certo momento la polizia è andata a casa sua e l'ha portato a Buchenwald. Il libro si intitola "La selva dei morti".
Buchenwald è stato costruito nel 1937, era un campo di sterminio assoluto, le percentuali testè dette sono di sterminio, quando si arriva al 95% è una cosa sistematica, e gli ebrei genovesi non sopravvissuti sono stati oltre il 90%. Quelli erano i campi di sterminio, ma c'erano i campi di smistamento, un numero incredibile di campi elencati da una legge del Parlamento tedesco, 1.300. Bolzano ne aveva due, erano in Italia, ma erano governati dalle truppe scelte delle SS.
Chiaramente queste righe sono state scritte dopo, Wiechert è stato liberato pochi mesi dopo, ma ha avuto modo di fare la vita del prigioniero in un momento di forte vittoria per il regime nazista.
Hitler nel 1938 non aveva ancora dichiarato guerra a nessuno, aveva solo sistemato gli avversari politici e gli ebrei, soprattutto, ma non solo. Questo è un picco di fantasia malefica, l'organizzazione interna del lager era affidata a persone prelevate dalle prigioni, cioè delinquenti, le quali facevano spiate, infierivano contro i deportati politici ed ebrei con la stella gialla.
C'era questo e Wiechert parla di sè stesso come di un Giovanni e dice: “Avrebbe dovuto consigliare ed era egli stesso in cerca di consiglio, avrebbe dovuto aiutare, non era in grado, sapeva che le carceri erano affollate di innocenti e nei campi la morte continuava la sua tragica messe, che gli uffici erano tenuti da persone indegne, i giornali diretti da ciarlatani. Sapeva che si schernivano Iddio e il suo libro, che si ponevano idoli su troni, si educava la gioventù a disprezzare e vilipendere quel che le mani dei vecchi avevano eretto ed onorato. Sapeva che tutto un popolo in pochi anni si era trasformato in un popolo di servi. Servi sulle cattedre universitarie, sui seggi dei tribunali, nelle aule delle scuole, sui ponti di comando delle navi, alla testa degli eserciti, allo scrittoio dei poeti. Servi dovunque vi fosse una parola da dire, un gesto da compiere, un'accusa da tacere, una fede da proclamare”.
Questo è il ritratto della trasformazione di una nazione di alta cultura, come la Germania, una trasformazione che si è svolta in pochissimi anni, dal '32 al '38 e che è andata avanti fino alla fine di questo crepuscolo degli dei. Crepuscolo che c'è stato perché si sono suicidati, Goebbels è arrivato ad ammazzare le sue 4 figlie, poi la moglie e sè stesso. Veramente una fine! Molti altri sono stati condannati dal tribunale di Norimberga.
Ma questa gente come è andata al comando?
Ha trovato qualcuno che ha finanziato, qualcuno che temeva il pericolo dell'espansione del comunismo negli altri Paesi europei. In Italia questo discorso era successo ancora prima e, a parte che vi racconterò qualche cosa di quello che mi è capitato, il motivo che vedo nelle mie testimonianze, di cui vi dirò qualche cosa certamente, è di avvertire, di stare attenti a chi ci governa. Di superare la noia di leggere i giornali, delle volte non si capisce bene cosa fa uno e cosa fa l'altro, però bisogna seguire, essere pronti a reagire se succede qualche cosa di brutto. Questo è quello che è mancato quando in Italia si è sviluppato il fascismo.
Si, non era facile, Matteotti ha parlato chiaramente in Parlamento ed ha detto che le elezioni erano da considerare non valide perché il controllo dei seggi era affidato alla milizia fascista. Il controllo dei seggi era affidato alla milizia fascista, dai notai dove qualcuno cercava di avere i testimoni per presentarsi candidato alle elezioni ... L'Italia era invasa, era invasa dai manganelli, da persone con la camicia nera, con il manganello, e tutte queste cose la nazione le ha sopportate, ha taciuto, ha avuto paura. Lo stesso è successo in Germania e quelli che non hanno avuto paura sono stati puniti, sono stati arrestati, sono stati mandati al confino, come si usava dire allora, in Paesi allora lontanissimi e sperduti.
Bisogna avere questa attenzione.
Attenzione a quello che succede giorno per giorno, in ogni Paese. Adesso la Germania è un'altra cosa, io sono stato invitato l'anno scorso, anche quest'anno, a recarmi a Buchenwald per l'anniversario del 70° anno di liberazione e sono stato trattato con amicizia, con cortesia, con attenzione. Una cosa che commuove e rallegra è vedere il popolo tedesco cambiato radicalmente, logicamente.
Questa è stata un'esperienza molto positiva ed io quest'anno penso di tornare. Con queste persone che curano con molta attenzione il memoriale del lager si sono create anche delle amicizie. Il memoriale è pieno di documenti, io ne ho avuti alcuni che parlavano, modestamente diciamo, di me e di mio fratello, ovviamente all'interno di un gruppo, c'erano anche i nostri nomi, anche perché mio fratello faceva parte, questa è una storia molto particolare di Buchenwald che io ignoravo, di un comitato clandestino che legava tutte le nazioni più importanti dell'Europa rappresentate lì dagli antinazisti, dagli antifascisti ed anche dagli ebrei, dai zingari e dai omosessuali. C'erano anche Testimoni di Geova.
La situazione rispetto a quello che raccontava Wiechert nel suo libro era, si fa per dire, migliorata per il rapporto tra il numero di prigionieri. All'inizio il lager era stato costruito per ospitare 7.000 persone La metà delle baracche era bella, se uno non avesse visto quanta gente c'era dentro avrebbe detto: ma come li trattano bene! Invece stavamo due per letto, i letti erano a tre piani, lo spazio dove si stava in due era molto ristretto, però all'interno della baracca c'erano i gabinetti, c'era l'acqua che delle volte mancava, ma la mattina ci si poteva lavare. Se la Croce Rossa, in assenza della popolazione che abitava lì, avesse visto queste baracche avrebbe detto: come li trattano bene! Soltanto che da 7.000 siamo arrivati a 50.000, queste sono statistiche riportate nel testo ufficiale, e poi a 80.000. Poi sotto hanno costruito un campo per quelli che non stavano più in piedi, per quelli da lasciar morire, non aveva gabinetti e non so quanto da mangiare arrivasse; arrivava già poco a noi, pochissimo.
L'organizzazione sembrava perfetta, fu affidata poi agli internati. La gestione dei prigionieri era affidata agli internati con la sorveglianza delle SS e per fortuna i primi internati furono i comunisti-socialisti tedeschi e gli ebrei tedeschi i quali hanno saputo, dopo anni di lotta e di sofferenza, sopprimere letteralmente questi ex carcerati che governavano il campo e sostituirli con prigionieri politici.
Questo è stato un miglioramento forte nonostante la disciplina tenuta. Venivamo svegliati la mattina prestissimo, non avevamo più i nostri vestiti e neanche un orologio. Nessuno di noi aveva un orologio, io non so a che ora ci svegliassero, ma era quasi sempre buio, forse d'estate c'era la prima luce, ci svegliavano e ci davano quel poco da mangiare, cioè un pezzettino di pane, un pezzo di margarina, un po' di roba scura da bere, e poi si andava in piazza d'appello e dopo la piazza d'appello si andava a lavorare.
Rispetto al momento di Wiechert, dove 7.000 persone probabilmente avevano più di un migliaio di guardiani, più quelli dei triangoli verdi che facevano anche le spiate alle SS per avere riconoscenza, per avere qualche premio, eravamo in una situazione migliore. Le SS erano diminuite perché probabilmente dovevano andare al fronte, quando siamo arrivati lì nel '44 lo sbarco in Normandia c'era stato, e oramai la Germania era attaccata da due fronti, dal fronte orientale e da quello occidentale. Il rapporto numerico era diverso e la sorveglianza su di noi era meno stretta per cui uno non smetteva mai di lavorare, ma cambiava ritmo e quando veniva avvertito dai compagni con dei segnali che avevamo stabilito, cercava di lavorare un po' più svelto, comunque non andava mai bene. Questa era la nostra vita lì!
Invece in quel piccolo campo non c'erano gabinetti, non so se come e quando arrivava qualcosa da mangiare. L'ignoravamo quasi, sapevamo che esisteva, lo chiamavamo piccolo campo, ma l'abbiamo visto dopo la liberazione. C'erano molte persone, forse la minoranza capiva ancora qualcosa. Tra loro c'erano nomi conosciuti, Elie Wiesel e Imer Kertész, due premi Nobel, Kertész per la letteratura e Wiesel per la pace. Erano lì ammucchiati e noi che dopo la liberazione stavamo ancora in piedi, siamo andati a cercare di far scendere questa gente. Tanti non capivano assolutamente cosa fosse successo nonostante noi, in varie lingue, cercassimo di dire: siamo liberi, oramai siamo liberi! Molti non capivano e siccome non stavano in piedi sono stati caricati su delle carriole, su cose improvvisate per essere portati all'esercito americano che ormai aveva preso il possesso di quella zona.
Gli ultimi giorni sono stati tragici perché il comandante, una settimana prima che arrivassero gli americani, aveva annunciato: "Da domani evacuiamo il campo". A quel punto la rappresentanza della resistenza clandestina è uscita allo scoperto e ha detto: "Se chiamano la vostra baracca per partire cercate di ritardare il più possibile, se no ci fanno fuori tutti. Soprattutto vi diciamo dov'è il deposito delle nostre scarpe, delle scarpe di ciascuno di noi".
Quando si arrivava, si passava in un corridoio, anzi prima del corridoio si passava in una doccia, dove si cercava di vedere se usciva gas o se usciva acqua, perché sapevamo benissimo dell'esistenza delle camere a gas. Dopo aver fatto la doccia ed essere stati rapati, la nostra roba non la vedevamo più, passavamo in un corridoio dove altri internati, senza neanche guardarti in faccia, ti tiravano una camicia, un paio di calzoni, una giacca, alla fine trovavi un berretto, infilavi gli zoccoli e questo era il tuo vestito. Poi entravi in un ufficio gestito da internati che probabilmente era molto importante perché vedendoti capivano se metterti a conoscenza dell'esistenza di un comitato clandestino oppure no.
E' chiaro io ero giovane. Quando hanno scritto "professione: IV ginnasio", figuriamoci, era un cosa assolutamente squalificante, invece mio fratello era medico, era un po' meno trascurabile.
Questo è stato il nostro arrivo. Ci è stato dato il numero, il triangolo e ci è stata assegnata la baracca. Si stava un po' di giorni in quarantena, c'era questa assurdità, ci tenevano in quarantena per non attaccare malattie agli altri. Viceversa noi dovevamo cercare di non prendere le malattie, era pieno di persone con la Tbc! Dovevamo cercare noi di non prenderla! Tutto il mondo era capovolto, un mondo irrazionale.
Le prime baracche erano abitate in prevalenza da russi, da polacchi, da cecoslovacchi, brave persone sicuramente, ma con le quali era abbastanza difficile dialogare ed avere delle informazioni. Italiani eravamo pochi.
Questo campo era una fonte di guadagno per le SS, come del resto anche gli altri campi. In Turingia c'era un nazista molto amico di Hitler e lo invitava a Weimar ogni due per tre, ce l'hanno detto adesso quando siamo andati a Weimar, la città della cultura tedesca, la città di Goethe e di Schiller.
Questa persona che si chiamava Fritz Sauckel dava il nome a fabbriche di armi che erano immediatamente confinanti con il lager. Molti internati andavano a lavorare gratis, pagati con delle monete dove c'era scritto SS 0,60 marchi o 0,50 marchi e con questo guadagno uno poteva, facendo del cammino, recarsi in una specie di spaccio e comprare un po' di birra.
Era una cosa che ho avuto anch'io pur non lavorando nelle fabbriche. Una volta ho avuto una paga e sono andato a prendere una birra che era qualcosa di nutriente, più delle altre cose che ci davano, però c'era un lungo cammino da fare ed io ho rinunciato, perché la sera si era abbastanza stanchi e c'era il secondo appello.
Il morale tra noi, quando uno non aveva qualche accidente addosso, era alto, perché vedevamo continuamente passare aerei americani indisturbati, oramai non c'era nessuno che avesse la forza di mandare un apparecchio da caccia o sparare un colpo di antiaerea come invece avveniva nei primi mesi.
Ormai la Germania era in ginocchio, chiaramente era in ginocchio. Questo cosa voleva dire? Voleva dire che noi vedevamo arrivare all'interno del lager i sopravvissuti dalle marce della morte perché la Germania era piena di lager, vi ho detto che ne hanno contati più di 1.300, e Buchenwald aveva più di 130 campi satelliti che noi alimentavamo. Ogni sera venivano chiamati i numeri, io sono stato chiamato due volte per partire e due volte mio fratello è riuscito a farmi togliere, era la lotteria della morte. Venivano persone anche da posti lontani come Auschwitz e Birkenau. Elie Wiesel e Imen Kertész erano lì perché erano arrivati con dei vagoni. Ad un nostro amico, Alberto Berti - ha scritto un libro "Viaggio nel pianeta nazista, ormai è morto - mentre stava lavorando con noi, era nel nostro gruppo con me e mio fratello, ad un certo punto hanno preso il suo numero e gli hanno detto: "Da domani, anzi da subito, fai parte di un altro gruppo" ed è andato a scaricare i vagoni che arrivavano da Auschwitz. Cose incredibili! Scaricavano alcune persone vive, molte morte. Chissà quanto erano state in viaggio! Questo era il nostro destino!
Ci sono stati dei titoli un po' esagerati: "Buchenwald liberato dall'esterno e dall'interno". E' vero, il comitato di resistenza era riuscito a portare dentro il campo delle armi a pezzi, perché quelle fabbriche, dove lavoravano gli internati, producevano armi ed ho visto, prima del primo americano, un internato con un fucile. Me ne sono stupito perchè questo che mi sembrava un buon segno, non mi dava una grande sicurezza.
Il giorno dopo è entrata una jeep di americani nel lager ed abbiamo pensato che forse eravamo veramente liberi.
Il comitato clandestino aveva operato. Aveva stabilito delle squadre, mettendo all'interno anche persone che non sapevano niente, come me, perché ognuno di quelli del comitato clandestino doveva individuare 5 persone da arruolare all'ultimo momento, fortunatamente quando queste squadre sono entrate in azione le SS erano già scappate. Quindi non ci sono stati altri morti, non ci sono state battaglie, però qualcuno è andato fuori con quei pochi fucili, molti erano scappati senza armi, ed io qualche giorno dopo ho scoperto che in un recinto c'erano dentro un'ottantina di SS un'ottantina, mica pochi, che si erano arresi agli internati.
Ho visto una di quelle cose che mi commuovono ancora e che segnano, ho visto un internato come me dire: "Quello lì mi ha picchiato, adesso entro dentro e gliene do due". Quelli del comitato clandestino l'hanno fermato subito ed hanno detto: "Assolutamente no, noi non siamo come loro!" Io sono rimasto lì ..., ho pensato: "Accidenti che gente che c'è tra noi!" E' stata veramente una lezione!
Io sono sopravvissuto abbastanza bene, non ho malattie, non ho ..., certo è stata una lezione dura, purtroppo ho perduto molte persone di famiglia. Quando siamo tornati a Genova abbiamo trovato l'appartamento vuoto.
Questa esperienza di prigionia ha avuto dei riflessi positivi sullo stare attenti, sull'interpretare le cose. Non credo di avere la verità in pugno, ma bisogna saper leggere meglio quello che succede, stare attenti! Questa è la raccomandazione che faccio agli studenti quando vado nelle scuole a Genova - con grande piacere perché si stabilisce anche una relazione molto calda - state attenti, la politica può anche non piacere a qualcuno, ma è necessaria. Qualcuno che ci governi ci vuole, ma bisogna stare attenti e, al momento di votare, capire se quella persona ci sta raccontando delle storie, sta pensando di fare una carriera tanto per collocarsi da qualche parte e ammucchiare quattrini in qualche modo, cosa che purtroppo nel nostro Paese è abbastanza frequente, oppure è seria, fidata e onesta.
Questo è il messaggio che vorrei mandare oggi!

(Applausi)

Marino SINIBALDI. Vorrei ringraziare Gilberto e sottolineare che la sua sobrietà ligure, diciamo così, l'asciuttezza miracolosa con la quale descrive, rischia di "confonderci". Io ho raccontato quando ad Innsbruck la sua famiglia fu separata. La storia che ha raccontato Gilberto è la storia di lui e di suo fratello che sono finiti nel campo di Buchenwald, di cui ha raccontato le vicende particolari, compresa l'attività di resistenza, la sua vita straordinaria pure nelle forme minime che ha avuto in quel campo. Suo padre, sua madre e sua sorella sono finiti sull'altro treno, quello che andava ad Auschwitz e da lì non sono tornati.
Appena arrivati al campo furono liquidati. Questa è un'altra cosa quasi incomprensibile per noi: l'organizzazione di un'enorme macchina per lo sterminio che serviva solo a concentrare nei campi le persone da eliminare immediatamente. Le persone più anziane, le ragazze di 15, 16 non sono sopravvissute, nessuno è sopravvissuto. Vi ricordo i 50 ragazzi, bambini, sopravvissuti su 200.000. Devo aggiungere che quei 50 furono risparmiati perché erano oggetto di esperimenti medici, soprattutto i gemelli, come nel caso delle sorelle Bucci che sono le uniche due bambine sopravvissute che abbiamo ancora in Italia, non sono gemelle, ma talmente vicine per età che lo apparivano. Furono risparmiate perché Mengele, il medico che lavorava nel campo di Auschwitz, amava particolarmente fare esperimenti medici sui gemelli e queste furono risparmiate fino alla fine perché erano materiale scientifico. Naturalmente la morte di quei bambini dopo gli esperimenti era una morte particolarmente atroce ed ha riguardato grandissima parte di quei 200.000.
I genitori e la sorella di Gilberto Salmoni ritenuti incapaci di lavorare, furono immediatamente liquidati all'arrivo al campo.
Un'enorme organizzazione militare-burocratica che costruiva ferrovie, costruiva treni, costruiva apparati di registrazione e di organizzazione per la pura eliminazione, questo era lo scopo, non è un accidente, questo era lo scopo.
Gilberto all'inizio ha letto un brano, ha letto un brano sui servi, non so se ne abbiate capito il senso e perché ha letto quel brano sui servi.
Secondo me Gilberto, vediamo se ho capito bene, ha letto quel brano perché se queste cose accadono occorrono molte complicità. Ad un certo punto ha parlato di Weimar, ha detto Goethe e Schiller, non so se sono figure che incontrate nei vostri studi, la shoah, l'epicentro della shoah, non è avvenuto in un luogo barbaro del nostro mondo, non è avvenuto in quei luoghi barbari dei quali temiamo l'invasione. La shoah non è arrivata qui dai barconi, non è arrivata qui da un libro di altre religioni. La shoah è avvenuta nel cuore della civiltà europea, forse nel punto più alto della civiltà europea, a pochi passi da Weimar, la città di Goethe e di Schiller, dove forse è nata la cultura occidentale moderna, lì è avvenuta la shoah.
Ad Ancona nel 1556, quando non c'era l'Islam, non c'era il Corano, non c'erano i clandestini, non c'erano nemmeno le periferie francesi nelle quali pensiamo alberghi l'antisemitismo, c'erano dei marrani portoghesi, cioè degli ebrei costretti a convertirsi a forza perché questo volevano le politiche e la religione dell'epoca, che non era l'Islam, dobbiamo dirlo. Vennero ad Ancona e molti marrani, convertiti a forza, continuarono segretamente a conservare il proprio culto, il proprio culto ebraico. Noi pensiamo, non so nemmeno se pensiamo o facciamo di finta di pensare, che la libertà di religione sia tale tanto più nelle forme private. Ma non è così! Nel 1556, un papa, Paolo IV, l'inquisizione, pensava che questi poveri ebrei, questi poveri ebrei portoghesi ormai marchigiani, ormai anconetani, fossero degli apostati. Oggi la condanna per apostasia avviene forse in qualche villaggio del Pakistan. Noi pensiamo sia legata ad una particolare religione, ma l'apostasia è legata a tutte le religioni e questo fatto è avvenuto in Ancona, dove 25 marrani, ebrei convertiti, non sappiamo nemmeno quanto e come, sono stati bruciati vivi, anzi impiccati e poi bruciati in una piazza di Ancona.
Questo è accaduto 5 secoli fa e dobbiamo essere orgogliosi di appartenere ad una comunità, ad una civiltà, per qualcuno di noi e di voi anche ad una religione, che queste cose in 500 anni le ha superate. Ma le ha superate? Non ci sono i roghi in piazza, ma non erano islamici i kapò che perseguitarono Gilberto e uccisero la sua famiglia. Non erano islamici, non praticavano quella religione che a noi sembra l'unica pericolosa e l'unica non vaccinata dal rischio dello sterminio.
Naturalmente dove ci sono i servi, c'è anche un po' di umanità. Non so se trovate come me miracolosa l'idea che un deportato, un uomo che ha vissuto nel campo di Buchenwald, che è stato picchiato ed ha rischiato ogni giorno la morte, venga fermato quando tenta, se ho capito bene Gilberto, nemmeno di uccidere, ma di restituire un paio di calci. Questa è la traccia di umanità che può sopravvivere ovunque ed è miracoloso che questo sia accaduto nel luogo più disumanizzato della nostra storia, cioè nei campi di sterminio. Ci dice qualche cosa sull'uomo, su come è fatto l'uomo. Roman Gary fu un prigioniero e ha raccontato di un gruppo di deportati nel lager che erano costretti a lavori di fatica pura, spesso venivano usati per lavori di fatica sovrumana: semplici spostamenti di traversine ferroviarie, di sacchi di materiali, di macerie dei bombardamenti americani. Questo gruppo di prigionieri, di deportati vicini alla morte, sfiniti dalla fame e dalla fatica che trasportano pile enormi, insensate, di materiale, ad un certo punto vedono, mi colpisce la storia, la ricordo come un'immagine, dei coleotteri rovesciati - non so come li chiamate, a Roma si chiamano bacarozzi, immagino abbiate un termine locale per definire le blatte - e si fermano, sotto il loro peso enorme, per rovesciare le blatte, che da noi non sono gli animali più amati, ammettiamolo, soprattutto dalle nostre ragazze, per permettere loro di riprendere il cammino.
Qui c'è la traccia dell'umanità che possiamo vedere ovunque. Dopo aver detto della strage degli ebrei nell'Ancona del 1500, dobbiamo dire che per fortuna la shoah non ha colpito particolarmente la comunità ebraica marchigiana e ci sono stati episodi significativi di solidarietà.
Frida Di Segni Russi appartiene alla comunità romana che ha un rabbino per noi famoso in quanto bravo medico, è suo fratello minore, Riccardo Di Segni, molto amato, molto simpatico e molto romano. Lei appartiene alla comunità romana ed ha incrociato la comunità marchigiana, la famiglia Russi, altra storia terribile della shoah, storia di depredazione, di espropriazione - non trascurate quelle immagini che raccontava Gilberto - la shoah fu uno sterminio, ma anche una gigantesca espropriazione, espoliazione dei beni degli ebrei. Rudolf Hoess comandante del campo di Auschwitz, era un piccolo borghese tedesco che andò a vivere in una villetta bellissima, molto fiorita, con i suoi cinque bambini a 100 metri dal campo dove sterminava gli ebrei. Non so se l'immagine vi consola, ma a metà tra la sua casetta, la sua villetta, ed il campo c'è la forca dove fu impiccato, perché quando fu condannato, decisero di impiccarlo lì, nel campo dove aveva fatto scomparire, calcolando i tre campi di Auschwitz, circa 1.100.000 persone.
Rudolf Hoess era tornato in Germania con sei vagoni di merce, sei vagoni di merce sottratta ai polacchi, soprattutto agli ebrei polacchi che erano 3.000.000, erano il 10% della popolazione.
La famiglia Russi, per esempio, fu espropriata di un'importante industria farmaceutica, una delle più importanti dell'Italia degli anni '30, una delle due più importanti che erano qui in Ancona. Anche questo è la shoah, anche questo è la cancellazione della storia, dei beni, della vita, del lavoro delle persone.
Frida vorrei che raccontasse questa storia, anche partendo da cose che conosco meno e che stasera cercheremo di raccontare al Teatro delle Muse. Episodi di solidarietà, di incontri, quello che vi salvò, che salvò quasi tutte le famiglie ebraiche anconetane e marchigiane, dal destino della deportazione.

Frida DI SEGNI RUSSI. Della famiglia Russi, ne parlerà ampiamente una nostra cugina, Emanuela Dviri, stasera e domani. Voglio solo aggiungere che nel libro che ho già letto, che domani presenterà, c'è questo affresco delle due famiglie d'appartenenza, famiglia Russi e famiglia Vitali Norsa di Padova. Se qualcuno leggerà questo libro, c'è un quadretto di mio marito bambino, e lo voglio far presente, perché rappresenta quello che erano i bambini perseguitati che lo sapevano e non lo sapevano, come me. Poi vi farò un piccolo affresco, ma prima voglio fare un riferimento perché qui si parla della famiglia Russi, ma mia suocera si chiamava Ascoli, era la primogenita di 12 fratelli, il nonno di mio marito materno si chiamava Leone, erano 12 fratelli e almeno tre fanno parte della storia di questa città.
Uno si chiamava Roberto Ascoli avvocato dello Stato, traduttore di Shelley. Quando la Regina Elisabetta, in visita in Italia, si imbarcò in Ancona, l'unica persona di cui domandò fu Roberto Ascoli. Poi i due fratelli, il generale di corpo d'armata Ascoli e l'ammiraglio Aldo Ascoli.
Tre, quattro anni fa l'ammiraglio Aldo Ascoli è stato ricordato a Roma, presso la sede dell'unione delle comunità ebraiche, con la marina militare e con le capitanerie di porto, perché riuscì a fuggire da San Benedetto del Tronto con i motopescherecci che qualcuno di buona volontà, e qui passiamo al discorso della solidarietà, aveva messo a disposizione. Riuscì a passare le linee insieme, mi pare d'aver capito, ma di questo non sono sicura, qui è presente la sorella, ad un altro personaggio che voi dovreste ben conoscere perché è stato Sindaco di Ancona, Claudio Salmoni.
E' stato il destino che mi ha portato da Roma nelle Marche, in un primo momento per nascondermi ed in un secondo momento per il matrimonio. Sono imparentata con tutti questi e, mi dispiace che non ci siano, ma lo sapevano benissimo, il comandante del porto di prima ha contribuito a istituire questa cerimonia fatta presso l'unione delle comunità perché l'ammiraglio Aldo Ascoli, che per fortuna è riuscito a fuggire, è scampato ed è andato a Bari, dove c'era il governo Badoglio, come ben sapete, dopo la guerra è stato reintegrato nel grado, dato che nel frattempo era stato, come tutti gli ufficiali, i militari, epurato dall'esercito italiano e perseguitato. Tutti hanno avuto questa storia. E’ stato colui che ha creato, così come le vediamo oggi, le capitanerie di porto. Lo dico per Ancona e per le Marche, tra l'altro è seppellito nel cimitero di Tavernelle, anche se dopo la guerra ha vissuto molto a Roma.
La mia storia è un intreccio di reazione e di solidarietà. Dico reazione perché i miei genitori per primi mi hanno protetto, hanno protetto la mia immagine di bambina, sapevo di essere fuggiasca, ma non tremavo, non piangevo, facevo una vita normale perché mi sentivo completamente protetta dai miei genitori.
Abitavo a Roma, mio padre e mia madre erano una famiglia normale. Mio padre medico, ufficiale della Croce Rossa, molto addentro alle questioni ebraiche. Era consigliere della comunità ebraica di Roma ed era, questo l'abbiamo saputo tanti, tanti anni dopo, pochi anni fa, da degli studi fatti da uno studente, un sorvegliato dalla polizia che non sapeva decidere se era un sovversivo oppure no. Era stato ufficiale medico della Croce Rossa prima di essere cacciato via per le leggi razziali. Nel consiglio della comunità era a favore del rabbino Prato, che nel frattempo era stato cacciato via dalla comunità di Roma ed era andato nell'allora Palestina.
La vita comporta varie cose e alla fine della guerra, dopo tutto quello che è successo, il rabbino Prato è tornato a Roma ed è stato il mio rabbino, dico mio, perché mi ha portato alla mia maggiorità religiosa e lo voglio ricordare perché questa è una cosa bella.
A Roma ci fu la giornata dell'oro, penso che tutti sappiate cosa è stata. Fu il ricatto che Kappler fece alla comunità ebraica: “Entro dopodomani 50 chilogrammi d'oro, altrimenti preleviamo 200 ostaggi”. Amici di mio padre, sicuramente antifascisti, che aveva continuato di nascosto a frequentare, gli segnalarono il fatto che non era il caso che restasse, lì per lì non avevano dato molti particolari, poi abbiamo saputo che mio padre era tra i primi 10 di questi 200 ostaggi che sarebbero stati prelevati in caso di non consegna dei 50 chilogrammi d'oro.
Come saprete i 50 chilogrammi d'oro furono dati, ma malgrado questo Kappler si rimangiò la parola data e il 16 ottobre 1943 fece la razzia degli ebrei di Roma, cominciando dal ghetto. La mia famiglia non abitava troppo lontano, per chi è romano, a Piazza Benedetto Cairoli, tra via Arenula e via dei Giubbonari, tanto per avere un riferimento anche temporale, ed alle cinque di mattina hanno bussato a casa mia per venirci a prelevare, mio padre però, ripeto ancora una volta, era medico ed aveva contatti con molti farmacisti, in particolare uno che aveva dei possedimenti a San Severino Marche, si vede che i contatti erano maturati già da prima, ed in due ore siamo fuggiti da Roma e siamo arrivati a San Severino. C'è qualche ragazzo di Macerata? San Severino è dalle parti di Macerata. Lì siamo arrivati in due ore, fuggiti senza niente, perché mio padre disse a mia madre :"Non torno a casa, ci troviamo alla stazione coi bambini, non portare valigie, non farti vedere con borse".
Siamo stati in questa casa colonica, che praticamente era di fronte alla villa di questo Dott. Strampelli per nove mesi, naturalmente con documenti falsi, però tutti sapevano chi eravamo. Ecco la solidarietà! Lo sapevano tutti! Lo sapeva il parroco, lo sapevano gli Strampelli e tutto il contorno. Lo sapevano i contadini, lo sapeva la mia maestra.
In principio non avevamo niente. Siamo andati così nudi e crudi, allora il parroco del Paese fece un appello: "Sono arrivate delle persone sfollate, non hanno niente, hanno due bambini - io avevo 6 anni e mio fratello 3 - non hanno da mangiare". C'è stata la risposta, perché non avevamo proprio niente, chi ci ha portato un letto, chi ci ha portato il tavolo, le sedie. Poi, piano piano mio padre ha cominciato a farsi un nome, andava nelle campagne, visitava ed era ripagato in natura, gli davano che so caciotte, formaggi, latte, uova, eccetera. Non abbiamo mai sofferto la fame.
Si era formata da pochissimi giorni la banda partigiana del luogo e mio padre è entrato a farne parte, banda Mario. Più tardi disse a mio fratello piccolo, mio padre che odiava le armi, era un ufficiale medico della Croce Rossa e in genere i medici salvano le vite umane, "C'è un momento nella vita in cui bisogna scegliere". Scelse di proteggere la sua famiglia, tutto il Paese e tutta l'Italia e tutto questo l'ha lasciato scritto nel suo diario di guerra, che da pochi anni, San Severino Marche ha pubblicato: "Mosé Di Segni, medico partigiano". Si sentiva, ripeto, profondamente ebreo, ma non c'è una parola su questo. E' tutto dedicato all'Italia. Per dare all'Italia una prospettiva di giustizia e libertà.
Quando c'erano le retate, non è che lì stavamo tranquilli soltanto a studiare, Serripola è una frazione di San Severino che sta su una collinetta, ogni tanto venivano delle brigate miste di nazifascisti a fare delle retate, però c'era sempre chi guardava e avvertiva i miei genitori ed essi fuggivano in montagna, mentre noi bambini, se era mattina, stavamo a scuola. Una scuola un po' particolare perché i bambini erano pochissimi, per cui dalle 8,30 alle 9,30 c'era la terza elementare, dalle 9,30 alle 10,30 la seconda elementare e dalle 11,30 alle 12,30 la prima elementare. Ufficialmente frequentavo la seconda, però se mi svegliavo presto facevo anche la terza e la prima aiutando la maestra, perché venivo da Roma, quindi ero più acculturata, diciamo così. Questa maestra mi adorava e disse alla mia mamma: "Stia tranquilla che se succede qualcosa - dato che aveva avuto tre maschi - Frida la prendo io". Per mia madre non sarà stato consolante, ma comunque sapeva.
Il mio fratellino invece giocava nella villa, a noi allora ci sembrava chissà che villa, era una villetta come ce ne sono tante qui nelle campagne marchigiane, con tre coetanei, uno era il nipote di questo Giulio Strampelli, e si chiamava lo stesso Giulio, Giulietto, e uno di questi altri due bambini, è venuto fuori da una fotografia - se era pomeriggio, tempo bello o altri momenti, ci giocavo anch'io con questo bambino - è il nostro arcivescovo, il cardinale Menichelli. Pensate come è piccola e grande la storia. Ci siamo ritrovati dopo sessant'anni!
Abbiamo avuto dei momenti di pericolo, la mattina ero a scuola, ma nel pomeriggio andavo nelle case dei contadini che mi facevano passare per figlia loro ed avevo due ordini: non dire mai il mio vero nome e non dire che ero ebrea e addirittura, quando stavo in casa dei contadini, di non parlare perché dall'accento si sarebbe riconosciuto che non ero di lì. Non che ce l'abbia molto, ma un po' forse si sente.
Racconto questo fatto, l'ho sempre raccontato in giro per varie Regioni, perché credo che l'arma più forte contro l'ignoranza e la violenza, è stato detto, ma lo ripeto, sia la conoscenza. La conoscenza qui è questa, ma io voglio dire anche la conoscenza degli usi, dei costumi, delle festività degli altri, del pensiero degli altri, dell'alimentazione degli altri.
A proposito di alimentazione, spesso di pomeriggio ero in una casa di contadini che qualche volta hanno fatto anche i finti tonti - ho avuto conferma di queste cose perché sono tornata e l'ho trovati, non sono fantasie letterarie – come quando chiesero ad una di queste contadine: "Ci sono ebrei qui?" Questa rispose: "Chi so' gli ebrei?" Questo non sapeva cosa fare e disse: "Sono quelli che non vanno in chiesa e non mangiano i salati" - i salati da quelle parti sono i salumi, cioè i derivati del maiale - e questa contadina sfacciata, coraggiosa, non so come dire, disse: "Davvero? Allora sono ebrea anch'io perché in chiesa non ci vado e i salati mi fanno male". C'erano anche questi risvolti, diciamo, comici e vitali.
Però successe che il giorno della liberazione di Roma tutti stavano a sentire radio Londra e non s'accorsero che arrivava la solita truppa mista nazifascista e ci presero, mio padre, tra l'altro, aveva passato tutta la notte, pensate io ce l'ho stampata ancora negli occhi, a togliere le etichette dai medicinali che gli erano stati paracadutati da aerei alleati, li trovarono, circondarono questa casa colonica quadrata, e ci chiusero lì dentro mentre continuavano il rastrellamento perché non cercavano solo ebrei, ma anche renitenti alla leva.
Lì passavano le ore, mia mamma, mantenendo la freddezza, ci aveva ordinato, a me e a mio fratello, di tornare a letto, avevamo un letto solo, uno dormiva da capo e l'altro da piedi, e di stare tranquilli. Però io più grandicella li sentivo mormorare: "Adesso è finita, oramai è finita", finché da una delle case vicine venne fuori un urlo, e quell'urlo fu benedetto, l'urlo di una madre a cui avevano trovato il figlio renitente alla leva. Il parroco prese questo urlo come l'urlo di mia madre, non so perché, e con la scusa di andare a dire messa in un altro paesino, andò in montagna, avvertì i partigiani e disse loro: "Hanno preso il dottore! Hanno preso il dottore!" che tra l'altro era molto amato, questo dei propri padri si può dire, per l'umanità che aveva sempre donato a piene mani a tutti. Sono venuti in forza e ci hanno liberato tempo a tempo e quando, pochi giorni dopo, sono arrivati a San Severino gli alleati inglesi e i bersaglieri, San Severino era stata liberata.

(Applausi)

Marino SIBALDI. Grazie a Frida, anche per questo accenno che ha fatto alla resistenza della lotta partigiana. Accenno particolarmente importante perché quest'anno, il 25 aprile, sarà il 70º anniversario della liberazione, della liberazione del nostro Paese, del nord Italia. Ancona fu liberata molto prima, per fortuna, come nel racconto che ora Frida ha fatto, Ancona fu liberata, forse i ragazzi lo sapranno, i Consiglieri sicuramente, dalle truppe polacche del generale Anders e dai partigiani del centro Italia.
E’ molto importante almeno per me ricordare i militari polacchi che, Auschwitz è in Polonia, hanno pagato durissimamente l'occupazione militare tedesca. Qualche polacco, per la verità, come spesso accade, si era anche alleato con gli occupanti militari, ma è particolarmente toccante pensare che mentre i polacchi erano uccisi e massacrati dai tedeschi, come non è accaduto a nessun popolo europeo, dei loro coraggiosi connazionali combattevano con gli alleati e la seconda armata, mi sembra, quella del generale Anders arrivò ad Ancona e collaborò persino a liberare le nostre terre. Pensate a quanto può essere feroce, ma anche generosa l'umanità, come in questo caso.
Vi ringrazio. Ringrazio i testimoni, ringrazio i ragazzi che hanno ascoltato questi racconti non so con quali emozioni, a parte l'invidia per l'orario scolastico di Frida che, se ho capito bene, faceva un'ora di lezione al giorno. Adesso non voglio che i ragazzi denuncino l'ammirazione per quest'organizzazione degli studi perché non possono farlo qui, solo segretamente, però come vedete la formazione non dipende dal numero delle ore, Frida Di Segni Russi è una magnifica narratrice oltre che una testimone preziosa.
Ringrazio soprattutto i Consiglieri che ci hanno ascoltato, spero che ora facciano il loro lavoro che è il nostro augurio migliore perché questo è il modo per ridare fiducia anche nella politica, come chiedeva molto efficacemente Gilberto Salmoni.
Ringrazio soprattutto di nuovo Ancona, le Marche per averci ospitato e per aver ospitato la trasmissione di Radio 3, lo spettacolo che andrà questa sera dal Teatro delle Muse.
Vi lascio al vostro lavoro, chiederei ancora un applauso, a questo punto affettuoso, perché abbiamo conosciuto Frida Di Segni Russi e Gilberto Salmoni.

(Applausi)

PRESIDENTE. Ringrazio il Direttore di Rai Radio 3, ringrazio la signora Frida Di Segni Russi e Gilberto Salmoni. Vi ringrazio a nome dell'intera Assemblea legislativa, voglio solo ricordare che questa giornata proseguirà con due appuntamenti: uno alle 18,00 al ridotto del Teatro delle Muse e uno alle 20,15 sempre al Teatro delle Muse. Nel corso della serata, in modo particolare, ci sarà la rappresentazione del monologo "Sopravvissuti" tratto da "I cannibali" di Tabori.
Saluto a nome dell'Aula i ragazzi e le ragazze del Liceo Leopardi di Macerata, del Liceo Galilei di Ancona e del Liceo Rinaldini di Ancona. Un saluto a tutti voi ed ai vostri docenti. Grazie della vostra significativa presenza.

SEDUTA N. 184 DEL 27 GENNAIO 2015

La seduta inizia alle ore 12,10

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 184 del 27 gennaio 2015. Do per letto il processo verbale della seduta n. 183 del 20 gennaio, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E’ stata presentata la seguente petizione:
n. 13 in data 23 gennaio, ad iniziativa della Federazione regionale delle Associazioni di tutela dei diritti dei diabetici marchigiani, concernente: “A favore della costituzione di un unico dipartimento regionale diabetologico, che preservi l'autonomia gestionale dei centri diabetologici marchigiani attualmente operanti, che tuteli le specificità dell'assistenza pediatrica e del “piede diabetico” e si configuri strutturale all'interno dell'Asur e funzionale con le Aziende ospedaliere”, assegnata alla V Commissione assembleare ai sensi dell’art. 127 del Regolamento Interno;
sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 764 dei Consiglieri Ciriaci, Foschi: “Assistenza didattica a rischio per gli studenti minorati sensoriali delle Marche”;
n. 765 del Consigliere Latini: “Dotazione da parte di tutti i Comuni della Regione Marche di un regolamento che disciplini il divieto all'attendamento nel territorio regionale di circhi e mostre viaggianti con animali al seguito”;
n. 766 del Consigliere Latini: “Esenzione IMU sui terreni agricoli montani”;
n. 767 del Consigliere Marangoni: “Un altro morto a Cingoli per ambulanza senza medico. Secondo fatto in due mesi: la Regione si assuma le sue responsabilità”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la legge regionale:
n. 1 del 15 gennaio “Modifiche alla legge regionale 26 marzo 2012, n. 3 “Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale – VIA”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bucciarelli, Carloni, Traversini e Cardogna.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi si è deciso di spostare la mozione numero 760 al punto 4 bis. Peraltro, la comunicazione è stata data in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, c'è la richiesta pervenuta nei giorni scorsi di discutere una mozione presentata dal Consigliere Latini relativa al pagamento della tassa di circolazione delle auto d'epoca. Mi pare che un’altra mozione di questo tipo sia stata presentata qualche tempo fa ed aveva come primo firmatario il Consigliere Giancarli. Se l'Aula è d'accordo, iscriverei al punto 4 bis la mozione n. 760 e al punto 4 ter le mozioni nn. 424 e 728. Se non ci sono obiezioni, ritengo che possa essere così modificato l'ordine del giorno della seduta.
Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Intervengo per chiedere l'anticipazione del punto 43.

PRESIDENTE. Questa è una proposta di legge che, per la verità, approda in Aula a norma dell’art. 67 del Regolamento interno che prevede l'iscrizione anche se la Commissione non ha provveduto alla relazione. Ritengo che non posso ammettere la richiesta, come dire, d’impulso, ma la mettiamo in votazione.

Luca ACACIA SCARPETTI. Io ho chiesto l’iscrizione ai sensi dell'articolo 67. Non ha avuto un voto negativo, non si è voluto discuterla, scusate, votarla, anche se in Commissione se ne è parlato. Ci sono pareri di Anci, Upi, Dirigenti e quant'altro. Presidente, io seguo l'iter, lo facciamo insieme e poi vediamo come questo atto va a finire.

PRESIDENTE. E’ un atto iscritto ai sensi dell'articolo 67 e, siccome non è un’interrogazione o un’interpellanza, non mi permetto di dire lo spostiamo, sento l'Aula se è disponibile a trattarlo ...

Luca ACACIA SCARPETTI. Va bene grazie.

PRESIDENTE. No, voglio spiegarmi bene con lei, perché dopo aver letto stamattina le sue dichiarazioni sui giornali, ho paura di non essere compreso.
L'unica proposta che posso fare è che mettiamo in votazione la sua richiesta e potremmo spostare l’atto al punto ...
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Al primo punto del prossimo Consiglio, così abbiamo tempo per approfondirla.

PRESIDENTE. Al primo punto del prossimo Consiglio valutati gli altri punti. Certo non metterla agli ultimi posti come siamo soliti fare con quelle che non hanno passato il vaglio della Commissione, metterla naturalmente fra i punti prioritari, quindi, la inseriamo fra le proposte di legge o gli atti amministrativi, comunque dopo le interrogazioni e le interpellanze.

Luca ACACIA SCARPETTI. Prendo atto di questo impegno politico che la maggioranza ha formalizzato, ritiro, quindi, la richiesta di anticipazione, fiducioso di poterla discutere la prossima seduta di Consiglio, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Presidente, abbiamo in calendario, all'ordine del giorno, la legge statutaria. Senza infingimenti, leggiamo tutti la stampa, chiedo un quarto d'ora di sospensione, se possibile, per una discussione con alcuni colleghi in modo di avere chiarezza e decidere con scienza e coscienza.

PRESIDENTE. Una sospensione non la neghiamo mai a nessuno. Non ho mai creduto nella sospensione di un quarto d'ora, Consigliere Eusebi. Sa quanto affetto nutro per lei, ma non dica bugie, minimo, su un tema del genere, ci vorrà mezz'ora, giusto per rendere edotti gli altri Consiglieri.
Va bene la sospensione, non prima di aver dato la parola al Consigliere Natali, l'ultimo intervento richiesto nella fase preliminare.
Consigliera Bellabarba non l'avevo vista, quindi prima il Consigliere Natali e la Consigliera Bellabarba e poi sospendiamo.

Comunicazione ai sensi dell’art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, mi scuso con lei, le rubo 3 minuti, ma ritengo che sia una problematica abbastanza importante.
Questi giorni si è discusso, e mi spiace che non ci sia il Presidente Spacca, comunque c'è l'Assessore alla sanità, quindi per me è uguale, di un problema del Direttore dell'Area vasta 5 di Ascoli Piceno.
Mi sono fatto promotore di una richiesta di accesso agli atti in quanto un Consigliere comunale del mio territorio aveva invitato tutti i componenti della V Commissione a farlo. Il Presidente della V Commissione ha ritenuto di non farlo, io l'ho fatto, sono arrivati questi documenti, io li ho rimessi alla Dott.ssa Moroni perché verificasse se l'autocertificazione fornita dal Direttore dell'Area vasta 5 sia conforme o meno ai documenti che mi sono arrivati dall'Asur Marche.
Su questo c'è stata una polemica sui giornali in cui il Dott. Del Moro ha ritenuto di dover querelare, per lo meno ha detto, il Consigliere comunale Ciccanti che era il promotore di questa istanza.
A me arriva una nota a verbale del 13 gennaio, della Giunta, con cui gli atti ...

PRESIDENTE. Lei sta svolgendo un’interrogazione, cosa sta facendo?

Giulio NATALI. No, mi scusi un attimo, non è una interrogazione, è una cosa molto più importante.

PRESIDENTE. Va bene, però mi raccomando ....

Giulio NATALI. Finisco in un minuto. Una nota del 13 gennaio con cui si rimettono gli atti al Direttore generale dell'Asur Genga perché decida se l'autocertificazione è conforme ai documenti dell'Asur.
Mi arriva un'altra nota verbale, Presidente però chiedo la sua attenzione, del 20 gennaio con cui il Direttore Generale dell'Asur, che è quello che nomina i Direttori di Area vasta, per quello che so, per quel poco che so, che dice che la delibera 761 dell'Unità sanitaria locale 5, con la quale è stato attribuito l'incarico di secondo livello dirigenziale nel ruolo sanitario non medico, è illegittima. Per cui stando a questa dichiarazione del Direttore Generale dell'Asur Marche, il Direttore dell'Area vasta 5 svolge un ruolo in maniera arbitraria, possiamo dire, al di là di quello che significa in altre sedi tutto questo.
Si dice pure che qualcuno abbia portato un altro parere non sottoscritto, che è di contrario orientamento, ad oggi Presidente io non ne so nulla, le ripeto, mi sembra una cosa di una gravità assoluta, anche perché il Direttore dell'Area vasta 5 continua tranquillamente a svolgere il suo mandato come se questo non esistesse.
Io non ho altre risposte e da un'autocertificazione non giusta, non dico altro, emergono altri aspetti, io le faccio solo presente, ci tengo, che venga riportato, che domani mattina sarò alla Procura della Repubblica del Tribunale di Ascoli Piceno. Solo questo.

PRESIDENTE. Consigliere Natali lei è liberissimo, io sono molto tollerante, però nei discorsi preliminari dobbiamo attenerci su un tema urgentissimo o …, ma no, va bene, comunque ci siamo capiti.
Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente, solo per chiedere all'Assessore Malaspina, se può rispondere oggi o la prossima seduta all’interrogazione che ho presentato sul tarlo asiatico. E' un'emergenza attuale, molto attuale, di cui sta soffrendo soprattutto la provincia di Fermo, Comuni e privati cittadini.
So che l'Assessore ha già dato una risposta a mezzo stampa, però la mia interrogazione contiene anche altri aspetti, quindi, se è possibile, vorrei avere una risposta oggi o la prossima seduta. Grazie.

PRESIDENTE. A meno che l’Assessore non sia pronta a rispondere, siccome non è iscritta, sollecito il tavolo tecnico a prendere nota di questa richiesta che iscriveremo la prossima seduta. L'Assessore lo sa, annuisce, quindi, non ci sono problemi.
Non essendoci altri interventi sospendiamo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 12,20

La seduta riprende alle ore 13,45

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, visto la richiesta di parecchi Consiglieri e considerato che prima c'è stata la Giornata della Memoria e poi la sospensione, bypasserei le interrogazioni e le interpellanze e inizierei direttamente dal punto due.
Il punto 3 siamo costretti a rinviarlo perché il Consigliere Natali mi ha detto anticipatamente che si sarebbe dovuto assentare ad un certo orario, per cui non lo possiamo trattare.
Di urgente vedo soltanto le due mozioni presentate dal Consigliere Latini e dal primo firmatario Consigliere Giancarli che hanno una scadenza bruciante, quindi, potremo votarle anche perché mi pare che ci sia una certa unanimità. Se siete d'accordo procederei in questo modo? Va bene.

Deliberazione legislativa statutaria
"Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 - 'Statuto della Regione Marche" (seconda approvazione ai sensi dell’art. 123, secondo comma della Costituzione)
(approvata dall’Assemblea legislativa regionale, in prima votazione, a maggioranza assoluta, nella seduta del 28 ottobre 2014, n. 174)

(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria "Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 - 'Statuto della Regione Marche".
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Credo che la sospensione sia stata utile e le cose che sto per dire permettoneanno, visto che siamo in prossimità della conclusione di questa legislatura, di arrivare ad una modifica di alcune parti dello Statuto e nelle prossime settimane alla modifica della legge elettorale, due questioni molto delicate, con una convergenza molto ampia.
Voglio ringraziare, non lo faccio quasi mai, i componenti della Commissione che su queste materie lavorano dalla primavera scorsa con tutti i problemi politici che ci sono stati nel frattempo ed in particolare in questi ultimi giorni.
Devo ringraziare il relatore di minoranza Consigliere Massi che da quest'Aula l'altra volta sollecitò un ulteriore lavoro per trovare una sintesi, che dopo illustrerò e che forse oggi abbiamo trovato, ed il Consigliere Eusebi che ha fatto un lavoro più nascosto per arrivare a una sintesi.
Nella sostanza l'accordo che avremo trovato, perché credo che oggi i massimi esponenti del mio partito, i miei capi confermeranno ...

PRESIDENTE. Renzi, quindi.

Paolo PERAZZOLI. No, quelli locali, non miro tanto in alto ..., il mio capo assoluto sarebbe … ecco l'ha detto ...

PRESIDENTE. Lì la volevo portare, vede che ci è cascato!

Paolo PERAZZOLI. No, non ci casco, anzi ogni volta che lo posso dire, lo dico con gioia.

PRESIDENTE. Registrate tutto per favore.

Paolo PERAZZOLI. Se si voterà il 17 maggio, oggi è l'ultimo giorno utile per apportare modifiche alla deliberazione che abbiamo approvato l'altra volta.
L'accordo prevede di sostituire …, io ho presentato un emendamento che da 6, cioè dalla libertà totale, mette il limite di 4 e con un sub emendamento che ho già firmato e che verrà distribuito fra poco, sostituisco la parola “quattro” con la parola “tre” come da richiesta sia di Marche 2020 che, mi pare, di Forza Italia.
Contemporaneamente l'accordo sulle modifiche alla legge elettorale, che forse è la materia più delicata, riguarda le soglie su cui stavamo già discutendo. C'è una mia proposta …, comunque le nuove soglie dovrebbero essere: il 40%, 18 Consiglieri, sopra al ...

(interrompe il Consigliere Binci)

PRESIDENTE. Stavo per dire ..., però mi pare che in modo trasparente stia dicendo che questo raggiungimento è frutto di un accordo più ampio ...

Paolo PERAZZOLI. Non stiamo parlando di una cosa che non c'entra …

PRESIDENTE. Adesso entrare nei particolari ..., mi pare legittimo che illustri un accordo alla luce del sole, sarebbe peggio, come dire, sottacere perché poi la stampa ci ricami. Dice qual è la realtà, fra l'altro ...

(interrompe il Consigliere Binci)

PRESIDENTE. Non possiamo impedire al Consigliere di dire quello che vuole.

Paolo PERAZZOLI. ... e sopra 34%, 16 Consiglieri.
C'è un problema tecnico che viene posto agli uffici in quanto la legge nel quadro nazionale pone l'esigenza di garantire una maggioranza stabile, per cui credo che vada introdotto anche il fatto che sotto non meno di 15.
L'altra cosa, rispetto al dibattito in Commissione, è quella di rintrodurre l’elezione del primo perdente dei candidati Presidenti, cioè il primo candidato Presidente perdente viene eletto Consigliere regionale, come richiesto da Forza Italia, da Marche 2020 e da altri. Rimarrebbe la legge attuale e non verrebbe modificata.
Alla fine le modifiche saranno limitate rispetto alla legge attuale, ma ci permettono di arrivarci con un consenso molto ampio ed un lavoro che eviterà la contrapposizione, anche perché sarebbe sbagliato arrivare al voto, per chi si candiderà, con una polemica sulla legittimità delle cose approvate.
Oggi sarebbe cosa buona e giusta approvare il sub emendamento e, quindi, la legge della modifica dello Statuto, a questo punto in prima lettura, e dalla settimana prossima iniziare l'iter per le modifiche alla legge elettorale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Mi scuso se prima della sospensione non sono riuscito a chiedere l'iscrizione della mozione n. 762, da me presentata, concernente: "Fondi destinati all'attività sportiva anno 2015".
Ritengo indispensabile che questo Consiglio, viste anche le sollecitazioni che vengono dal mondo sportivo, dal Coni e soprattutto dal mondo dello sport per diversamente abili, possa discutere questa mozione che impegna l'amministrazione regionale a reinserire nel proprio bilancio una cifra giusta e congrua, perché è impensabile che lo sport nelle Marche possa avere nel capitolo finanziamenti pari a zero.
Chiedo al Presidente che nel prossimo ordine del giorno, quindi, martedì, questa mozione sia inserita tra i primi 5 punti. Grazie Presidente.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Va bene, se non ci sono problemi, direi che si può fare.
Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Cari colleghi debbo per forza ritornare alla votazione del 27 ottobre, chiedo scusa, che tante polemiche ha suscitato. Qualche cittadino si è preoccupato dei 6 Assessori, è vero, ed anche i movimenti politici che ambiscono a venire dentro quest'Aula si sono scatenati in maniera, credo, abbastanza scorretta nei confronti della politica.
Voglio ora intervenire a favore della politica.
Il 27 ottobre il gruppo PdL-NCD si è preso la responsabilità di votare i 6 Assessori. Era un capriccio? No!
Era un rilievo che aveva posto il gruppo del PD per ragionare sulla funzionalità del prossimo Consiglio, con Consiglieri ridotti e con la possibilità che il Consiglio fosse in qualche modo svilito delle sue funzioni. Un’obiezione fondata, e noi come NCD abbiamo votato quella proposta.
Tutti voi ricorderete che abbiamo chiesto, per votare e portare avanti quella proposta, seppure modificata, anche il cambiamento della legge elettorale.
Non la voglio fare lunga, voglio dire che ci fu qualcuno nella maggioranza attuale che tacciò il NCD di inciucista, perché avrebbe fatto, di lì a poco, accordi elettorali con il PD, e alla mia destra ci furono i colleghi di Forza Italia, tranne uno, che obiettarono la stessa cosa, dicendo: "Avete fatto un accordo con il PD".
Debbo dire che l'amico Bugaro mi si avvicinò, dicendo: "La tua votazione è stata provocatoria, però è possibile che a seguito di questo qualcosa possa cambiare". Lo voglio dire perché aveva capito il ragionamento politico, quindi, lo ringrazio.
Oggi sottolineo con soddisfazione un risultato, mi permetto di citare un personaggio che, per chi viene da una certa formazione politica, tocca un po' il cuore, parlo del filosofo spagnolo Miguel De Unamuno perseguitato dalla dittatura di Franco che disse: "Vinceremo, però per vincere bisogna convincere, per convincere bisogna persuadere". E’ stata portata avanti, in questi giorni, in questi mesi, un'opera di persuasione con un grimaldello politico? Si! Sta nel gioco politico, nessuno scandalo e se uno si prende il merito, ringrazio il Consigliere Perazzoli che lo ha detto, è quello di avere, in qualche modo, persuaso. Devo dare atto, anche a quelli che sono stati al tavolo della trattativa, dell'approfondimento, del convincimento, della persuasione.
Debbo ringraziare il Consigliere Perazzoli che, come Presidente della Commissione, debbo dirlo, il 27 ottobre disse: "Voglio verificare se ci sono le condizioni per venire incontro alla riflessione sulla legge elettorale". Si dice che i politici non mantengono, ma debbo dire che il Consigliere Perazzoli lo ha detto il 27 ottobre e lo ha portato avanti discutendo molto anche nel suo partito.
In queste ultime ore, in questi ultimi giorni, il capogruppo Ricci ha dato la massima disponibilità, oggi c'è una convergenza, possiamo dirlo, chiamiamolo Marche 2020, Presidente, non lo so, ma si arriva ad un accordo che riguarda anche persone e Consiglieri che sono vicini al Presidente Spacca.
Oggi si arriva ad un accordo, ad un compromesso! Vogliamo fare scandalo tra le forze politiche? Mi onoro di fare compromessi perché sui compromessi è cresciuta la democrazia italiana, quindi, mi onoro di farlo. Un conto è l’inciucio, un conto è il compromesso. Mi onoro di fare compromessi e ringrazio chi i compromessi li ha promossi, li ha accettati, l'ottimo è nemico del meglio.
Io pensavo ad un altro tipo di legge elettorale, l'ho detto, a luglio ero favorevole al doppio turno, lo sono anche oggi, ma so che non ci sono le condizioni per chi si colloca al centro sinistra, per chi si colloca al centro destra, sono posizioni che rispetto, non voglio venire ad un altro pianeta, sto con i piedi per terra, e dico che se oggi viene votata questa proposta, si raggiunge un risultato credibile e questo Consiglio regionale ne esce fuori in maniera prestigiosa, a testa alta, senza appesantire i costi o mettere paura ai cittadini sui costi. Dobbiamo essere assolutamente tutti soddisfatti.
E' legittima anche la domanda del Consigliere Binci sulla legge elettorale, perché credo che ci sia la possibilità di fare una legge elettorale che rispetti i principi di costituzionalità, di proporzionalità, di governabilità, di rispetto del cittadino elettore, ma la cosa più importante, il più bel risultato di oggi è che se si vota fra pochi giorni la legge elettorale, queste votazioni risulteranno ai cittadini, fuori, depurate da ogni intrallazzo elettorale e da ogni convenienza elettorale. Tutti ne escono bene e con grande prestigio.
Ringrazio il Presidente Perazzoli ed i colleghi della politica che hanno consentito nel tempo e anche con discussioni accese, rimuovendo tutti i sospetti, di essere oggi convergenti su questo risultato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Oggi la politica dovrebbe aver preso lezione dalla Giornata della memoria, introduco così il mio intervento.
La memoria non è solo un minuto di silenzio e mi viene da dire: cosa parli a fare Trenta? Il mio pensiero lo conoscete tutti, io sono contro la partitocrazia, contro la nomenclatura e contro il clientelismo. Questo per dire che le lezioni di bon ton non mi possono venire da chi un giorno parlava ed operava di conseguenza ed oggi improvvisamente parla di buona politica. O ero distratto allora o mi difetta la memoria, ecco perché la memoria non è solo un minuto di silenzio, altrimenti dovrei mettermi seduto e tacere.
Il Presidente della Commissione Perazzoli ha ringraziato tutti, quindi, io temo i greci anche quando portano regali, Presidente, non posso non ricordare i toni alti di un aspro dibattito politico in quest'Aula, quando il Presidente super partes Vittoriano Solazzi ebbe a redarguire in Aula alcuni Consiglieri.
Ancora oggi non esiste, come dice il Consigliere Massi, l'ottimo, la cosa perfetta, perché siamo uomini, abbiamo interessi di parte, interessi di partito, interessi di politica marginale, o se preferite, considerando i tempi che corrono, mala tempora currunt, scusi Marche 2020 che fuma in Aula, è una sigaretta ecologica, lei ebbe a dire alcune cose ed oggi ha partecipato ad una riunione. Ritengo che ci siano ancora margini per la seconda lettura, anche se risicati, io sono contro gli Assessori esterni, però la politica è l'arte di ridimensionare l'idea di perfezione politica che un Consigliere può avere o potrebbe avere, nel senso che bisogna comunque dare un segnale di buona governance, un esempio di buona politica ai nostri elettori.
Oggi in questo Consiglio, non posso venir meno ad un patto tra persone che rappresentano i partiti di maggioranza o meglio ancora, nello schieramento, due partiti importanti, quindi il PD e Forza Italia, per cui viene meno anche la convinzione personale e con molta umiltà dico: me ne faccio una ragione.
Non siamo perfetti, ma perfettibili e con l’accordo che oggi proponiamo all'Aula, mi auguro che se ne esca, come dice il Consigliere Massi, a testa alta, in modo che chi guarda dall'esterno, possa ancora avere un minimo di speranza verso la buona politica,
Va bene da 6 Assessori a 4, noi avevamo proposto 3, e devo dire che oggi il Consigliere Perazzoli ci ha spiazzato tutti, è riuscito a mediare in Commissione questo nostro desiderio minimo che resta sempre però un desiderio minimo. Ripeto, gli accordi si fanno tra partiti che hanno responsabilità di governo, noi siamo alternativi, caro Consigliere Ricci, mio capogruppo di maggioranza del PD, io sono capogruppo di un partito importante come Forza Italia ed ho avuto l'ambizione, e la reclamo con forza, di aver ricostituito in quest'Aula.
Oggi noi siamo 7 Consiglieri regionali all'interno del nostro Gruppo, abbiamo fatto anche una dolorosa riflessione perché un partito liberista è un partito liberista e resta tale.
E' stato fatto un accenno a Marche 2020 che ha avuto ed ha nella regione Marche un significato importante. L'equivoco politico sul quale si sta giocando questa partita, non riguarda una lotta becera tra partiti o espressioni diverse di quel partitismo, ma è, e mi auguro che sia, come sarà, quella riflessione attenta che gli elettori della regione Marche dovranno valutare nella concretezza dei fatti.
Il messaggio è chiaro, sbarramento al 40%, va bene, chi viene candidato come Presidente, come Governatore deve avere la sua riflessione pratica in questo Consiglio, come avrà, e come il cambiamento di posizione dovuto alla lungimirante azione di Quagliariello può aver avuto in noi un momento di riflessione. Porte aperte a tutti diceva e dice lo statista Silvio Berlusconi, che si contraffaccia in un patto importante per quello che è il governo nazionale, il Patto del Nazzareno, pertanto il capogruppo di Forza Italia non può non essere d'accordo con questa riflessione politica che riguarda la governance, la partecipazione democratica, ma soprattutto l'alternanza.
Mi auguro che i nostri concittadini abbiano una visione positiva di quello che noi oggi decidiamo in Aula. Il desiderio di ognuno o l'interesse anche peloso della politica può oggi avere una sua rappresentanza, caro Consigliere Ricci, mi fa piacere che si metta gli occhiali perché possa vedere oltre lo scritto quello che sto dicendo, perché quando un uomo parla con il cuore e con la mente riflette trova sempre una soluzione, una soluzione possibile rispetto alle riflessioni, anche amare, dello stesso uomo.
Pertanto non posso non essere d'accordo con questa visione, con questa soluzione che, ripeto, è l'unica, non dico l'unica, forse l'unica, soluzione possibile alla quale oggi siamo chiamati responsabilmente a dare atto consequenziale.
Per cui a nome di Forza Italia dico che va bene e mi fermo, va bene significa che questa è la soluzione alla quale siamo giunti, condividendo il principio democratico per questi tempi della politica regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie Presidente. Noi sei mesi fa avevamo palesato un intendimento molto chiaro e avevamo detto che sulla legge elettorale, sulle regole del gioco, non saremmo stati in alcun modo disponibili alle modifiche se non a determinate condizioni.
Lo avevamo detto perchè a sei mesi dal voto, a pochi mesi dal voto, non si può modificare una legge elettorale perché c'è il rischio che questa sia il frutto della somma degli interessi e delle aspirazioni dei contendenti.
Avevamo condiviso la necessità di non modificarla o di modificarla a precise condizioni, ovvero la larga convergenza dell'Assemblea legislativa e soprattutto nel merito su argomenti di non significativo valore.
Questa condivisione il PD l'aveva manifestata insieme ad un'altra grande forza politica che era Forza Italia. Qualcuno ci ha interrogato sul perché solo queste due forze tra loro contendenti, alternative, antagoniste, anche nella prossima contesa elettorale, potessero decidere di confrontarsi. Noi avevamo risposto con molta chiarezza che se si deve ricercare una larga condivisione, questa non poteva avvenire a maggioranza sulla legge elettorale, ma doveva avvenire attraverso il dialogo con il principale interlocutore dell'attuale minoranza in Consiglio regionale.
Quelle opinioni rimangono ferme e sulla base di quell'intendimento oggi condividiamo alcune condizioni della modifica della legge elettorale che sono: il mantenimento sostanziale dell'impianto elettorale, come ha detto il Consigliere Massi, come ha fatto intendere il collega Trenta, che significa il mantenimento del sistema elettorale senza il doppio turno, che privilegia il principio dell'alternanza, il sistema bipolare e, nella nostra istituzione, abbiamo convenuto che non si può fare una legge che penalizzi la rappresentanza di coloro che competono, per cui è evidente che chi perde le elezioni ha diritto di stare in Consiglio regionale, come chi perde le elezioni in un Consiglio comunale o provinciale ha diritto, con la legge 81 del '93, il testo unico degli enti locali, a stare nell'Assemblea comunale o provinciale.
Abbiamo convenuto che il sistema per l'elezione del Consigliere deve essere quello della preferenza secca per evitare, in una regione in cui ci sono collegi piccoli, con poche candidature, che un sistema di preferenza multipla possa in nome di una maggiore rappresentanza di genere, garantire cordate che non possiamo favorire. Abbiamo convenuto che si debba mettere al riparo la nostra legge da una censura che riguardi il premio di maggioranza.
Voglio che sia chiaro a tutta l'Assemblea legislativa e a chi ci ascolta: questa legge è assolutamente legittima, è legittima, non ha subìto alcuna censura, alcuna impugnativa da parte di alcuno, è stata applicata e in base ad essa noi siamo qui, ma nel dubbio che qualcuno potesse sospettare questo, accediamo all'idea anche di graduare il premio di maggioranza, perché questa è una richiesta che è emersa da più forze di quest'Assemblea legislativa. Perché queste cose le diciamo oggi, quando la legge elettorale non si approva in questa seduta e potremmo anche farne a meno? Perché vogliamo che sia trasparente, chiaro, inequivoco, di fronte ai marchigiani e alle forze politiche, a tutti i Consiglieri, l'impegno a trasferire anche nel voto dello Statuto la volontà a condividere le regole.
Lo Statuto. Il PD e le altre forze della maggioranza hanno espresso una richiesta di 6 Assessori esterni, a quella proposta, in quella sede, quando l'abbiamo approvata, non fu formulata nessuna proposta di mediazione. In quella sede, sul piano ufficiale nessuno propose formalmente alcuna mediazione, come avviene oggi.
Sulla proposta a quattro non ci furono mediazione e fu posto un problema e vorrei che oggi venisse, cara Consigliera, visto che fa parte dell'Ufficio di Presidenza, mantenuto l'impegno. Noi ci siamo posti il problema della funzionalità del Consiglio. Con 30 Consiglieri e con nessun Assessore esterno esiste un problema di funzionalità delle Commissioni, dell'Ufficio di Presidenza, che rimane. Per cui avendo tutti fatto un passo indietro, coloro che ne volevano 6, coloro che ne volevano 4 e coloro che non ne volevano nessuno, e avendo raccolto una mediazione, ci deve essere l'impegno a rendere funzionale, modificando il Regolamento di gestione del Consiglio, il meccanismo di partecipazione e di funzionamento delle Commissioni consiliari, perché così com'è attualmente strutturato non consentirà agevolmente il lavoro impegnativo che dovranno fare.
Detto questo siamo soddisfatti di aver raggiunto una mediazione sullo Statuto, di aver trovato delle modifiche alla legge elettorale condivise con la gran parte delle forze politiche, per cui oggi onoreremo questo impegno votando lo Statuto a 3, con coloro che vorranno esserci, e domani onoreremo il nostro impegno portando esclusivamente in discussione in Commissione e in Aula sulla legge elettorale le proposte che abbiamo recitato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Sono onorato di parlare a nome dell'intergruppo Marche 2020 e lo dico col cuore.
Noi volevamo una legge elettorale che si ponesse l'obiettivo di dotare la nostra Regione di un sistema elettorale che assicurasse la rappresentanza democratica nell'Assemblea legislativa delle Marche. Secondo me questo è il compito primo di un sistema elettorale, compito primo che va conciliato con la salvaguardia del principio di governabilità, essenziale per l'operatività di ogni istituzione.
Se l'avessi potuta fare io, d'imperio, come un dittatore, probabilmente non sarebbe stata così, perché secondo me al non raggiungimento di una soglia minima sarebbe stato più serio, nel senso più duraturo, abbinare un doppio turno, ma così non è e andiamo avanti.
Questa proposta garantisce il minimo dei due obiettivi che a mio parere una legge elettorale deve avere. La legge elettorale che andremo a votare nei prossimi giorni o nelle prossime settimane ha i caratteri, i crismi, che il Presidente della I Commissione …, che ringrazio per gli sforzi enormi che ha fatto in questi mesi. Siamo arrivati caro Presidente della I Commissione, a quel disegno che avevamo percorso insieme sin dai primi tempi della Commissione, un sistema globale accettabile.
Ognuno avrebbe voluto qualcosa di diverso, ma alla fine gli sforzi sono stati premiati.
Adesso consentitemi una piccola polemica, ma è proprio piccola.
Siamo riusciti, io ero un nemico degli Assessori esterni, a limitare i danni anche su questo fronte, lo dico con il sorriso sulle labbra, non avrei votato, non è l'optimum per me, per noi, ma nella filosofia che ha detto prima il segretario regionale del PD Comi, alla fine abbiamo depurato da una serie di polemiche inutili la prossima campagna elettorale che ci vedrà su fronti contrapposti.
Un’ultima piccolissima considerazione: con questa legge, secondo il mio modesto parere, si prenderà atto che non c'è un sistema bipolare classico. So che a tutti gli innamorati dei vari patti del Nazareno questo non piace ma, e questo lo dico a titolo personale, si sancisce che il sistema bipolare classico di questa legge elettorale non esiste.
Per cui noi daremo il nostro voto allo Statuto perché indispensabile, convinti del metodo, poi ognuno ha le sue virgole di disappunto, ma quando tutti hanno virgole di disappunto, vuol dire che alla fine è stato raggiunto il risultato migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sullo Statuto sono contento che di fatto si faccia marcia indietro rispetto alla proposta di ottobre. Proposta che prevedeva che tutti i 6 Assessori potessero essere esterni. Ipotesi che in Aula avevo contestato ed avevo presentato un emendamento per portare a un massimo di 2 gli Assessori esterni, a fronte del fatto che il Consiglio l’anno prima aveva deciso di ridurre i costi della politica, i costi in genere, e di indirizzarli su altre voci. Aveva deciso di ridurre il numero dei Consiglieri regionali anche rispetto all'indicazione della legge nazionale, da 43 a 30, e questo escamotage dei 6 Assessori esterni era un modo per la maggioranza di recuperare gli eletti persi. Era un modo per aggirare lo spirito sia della proposta del Consiglio regionale che della legge nazionale.
Bene che ora si ritorni indietro. Io avevo proposto 2 Assessori esterni, comunque sia 3 mi sembra una soluzione condivisibile, visto che il numero massimo non è un obbligo.
L'altra questione che mi fa un po' sorridere è l’inserimento della legge elettorale, anche l'altra volta mi ha fatto sorridere il fatto che il Gruppo NCD avesse votato la proposta di 6 in cambio di una futura modifica della legge elettorale, mi sembra che questa proposta …, mi scuso, ma ho contestato, mentre parlava il Consigliere Perazzoli, il fatto che questo accordo, diciamo sottobanco e fuori dalle Aule del Consiglio e delle Commissioni, fosse un accordo di massima sulla proposta di modifica della legge elettorale. Sul merito rinvio al confronto in Commissione e mi permetto di dire che una maggioranza di 16 a 14 non garantisce sicuramente la funzionalità del prossimo Consiglio regionale e va contro quello spirito che si è consolidato, cioè che ci debba essere una maggioranza e una minoranza e che non ci debbano essere inciuci. 16 Consiglieri di maggioranza e 14 di minoranza favoriscono, secondo me, una gestione delle leggi, degli atti e delle Commissioni confusionaria e questo non è un bene. La confusione non è un bene quando si deve decidere dei soldi, della salute e della vita dei cittadini di una regione.
Voterò a favore della riduzione degli Assessori esterni da 6 a 3 perché va nella direzione che l'altra volta, con gli emendamenti, avevo auspicato.
Mi riservo in Commissione di intervenire sulla legge elettorale e di verificare anche gli effetti che questa potrebbe avere sulla governabilità di questa regione. Anche se lo faccio da una posizione di opposizione e di minoranza, mi pongo il problema che chi amministra deve avere la possibilità e la responsabilità di decidere.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Natali, Zinni, Romagnoli, Zaffini, Foschi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 1/1bis/1 a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/1bis a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/2 a firma del Consigliere Eusebi. Decaduto

Articolo 1 così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma dei Consiglieri Natali, Zinni, Romagnoli, Zaffini, Foschi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 (dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Deliberazione legislativa statutaria, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ricci, Trenta, Comi.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Binci Brini, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Trenta.
Contrari: D'Anna.
Astenuti: Romagnoli, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti) (*)

(*) n.d.r. seconda deliberazione non conforme a quella adottata nella seduta del 28 ottobre 2014, n. 174

Mozione n. 424
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Ricci, Giancarli, Sciapichetti
"Esenzione della tassa automobilistica per motoveicoli ed autoveicoli aventi interesse storico e collezionistico"

Mozione n. 728
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Sciapichetti, Bellabarba
"Esenzione della tassa automobilistica per motoveicoli ed autoveicoli aventi interesse storico e collezionistico"
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 424 dei Consiglieri Latini, Ricci, Giancarli, Sciapichetti e la mozione n. 728 dei Consiglieri Giancarli, Sciapichetti, Bellabarba, abbinate.
Ho registrato che c'era l'accordo di tutti su queste mozioni che riguardano una scadenza segnalata dal Consigliere Latini.
Ci sono due diversi testi, secondo me, se siete d'accordo, potremmo prenderne uno, mi pare che si somiglino molto, altrimenti dovremmo votare tutte e due le mozioni che sono praticamente uguali.
Prendiamo un testo, ci mettiamo tutte le firme che erano nei due testi ...
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Vorrei fare un appello alla Giunta affinchè verifichi la possibilità di fare uno sconto sulle tasse automobilistiche alle macchine ecologiche, come hanno fatto molte Regioni.

PRESIDENTE. Scusate ...

(Voci fuori microfono)

Paolo PERAZZOLI. No, ho detto in altre occasioni, infatti ...

PRESIDENTE. Lo possiamo fare Consigliere Perazzoli, senza far adesso un emendamento che sarebbe problematico, ci prendiamo l'impegno di redigere un testo e lo portiamo … Qui c'è un'urgenza che secondo me molte Regioni hanno già risolto in questo modo ....

Paolo PERAZZOLI. D'accordo, Presidente, era un invito, presenterò un testo ...

PRESIDENTE. Lo dico all'Aula, in molte Regioni questo problema è stato risolto - abbiate pazienza, è un minuto in più - in questo momento non c'è il Presidente, ma c'è il Vicepresidente, fate tesoro di questa mozione perché i tempi sono strettissimi in quanto il pagamento deve avvenire entro il 31. Molte altre Regioni hanno aderito a questa richiesta. Quindi, oltre all'approvazione della risoluzione, se mi consentite, inviterei la Giunta a mobilitarsi per accogliere, come hanno fatto altre Regioni. Penso per esempio alla Toscana, all'Emilia Romagna ...
Metterei in votazione la risoluzione rinveniente dai due testi presentati, uno dai Consiglieri Giancarli, Sciapichetti e Bellabarba e l'altro dai Consiglieri Latini, Ricci, Giancarli, Sciapichetti.
Il testo più recente, quello della mozione n. 728, diventa la proposta di risoluzione che possono firmare tutti coloro che lo vogliono.
Se è d'accordo, la mettiamo in votazione ... Non mi sono accorto, sospendiamo per un minuto la votazione.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Queste mozioni sono molto vecchie, ottobre 2012 e settembre 2014, quindi il contenuto e l'impegno sono per certi aspetti superati a meno che la proposta di risoluzione che state firmando, che io non posso vedere perché è lì, non faccia riferimento a quello che è successo dopo queste mozioni con la legge di stabilità 2015.
La legge di stabilità 2015 ha abrogato l'esenzione per i veicoli e motoveicoli storici ultraventennali prevista dall’articolo 63, ai commi 2 e 3, della legge 342/2000. In conseguenza di ciò, in questo momento, per avere l'esenzione per le auto storiche occorrono più di 30 anni.
Non so se la risoluzione fa riferimento a questo, io vorrei che la Regione, e mi auguro che sia questa la proposta di risoluzione ...

PRESIDENTE. Nell'ultimo testo che non è così datato, come dice lei, perché è di settembre 2014, si parla di quelle oltre 20 anni ...

Enzo MARANGONI. Parliamo della mozione n. 728?

PRESIDENTE. Quella che essendo più recente, abbiamo preso per la proposta di risoluzione. Il testo è di ottobre 2014.

Enzo MARANGONI. Con la legge n. 190 del 23 dicembre 2014, legge di stabilità, lo Stato ha abrogato l'esenzione ventennale. Tanto è vero che il Presidente Loi, dell'Associazione delle auto storiche italiane è intervenuto sul tema e alcune Regioni si stanno mobilitando per metterci una pezza. Questo la Regione Marche non l’ha ancora fatto. Se può leggere la risoluzione così chiariamo l'equivoco, tutto qui, Presidente.

PRESIDENTE. L’impegno del testo finale: "Impegna il Presidente della Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa finalizzata a dare all'istituto dell'esenzione della tassa automobilistica regionale per i veicoli ultraventennali, un'applicazione coerente con l'interpretazione fornita dalla giurisprudenza sopraindicata e dalla stessa agenzia dell'entrate, anche al fine di evitare un inutile contenzioso tributario con conseguenti costi sia per i cittadini che per le Regioni". Potremmo cancellare tutta questa cosa e semplificarla.

Enzo MARANGONI. Quello che ha letto è l'impegno della mozione n. 728. Ce l'ho in mano, sto dicendo che l’impegno di questa mozione è superato dalla legge del 23 dicembre 2014, legge di stabilità 2015, che ha tolto l'esenzione ai motoveicoli e autoveicoli ultraventennali prevedendola per quelli ultratrentennali, dai trent'anni in su.
Quello che sto dicendo è un'altra cosa, stiamo votando una cosa vecchia perché lo Stato l'ha già bocciata, quello su cui dovremmo impegnarci è un'altra cosa, come finora ha fatto solo la Regione autonoma del Trentino Alto Adige, ma altre Regioni si stanno mobilitando. Dovremmo ripristinare a livello regionale l'esenzione per i veicoli che hanno da 20 a 30 anni perché lo Stato la consente solo agli ultratrentennali.
Voglio dire che questa mozione è superata, tanto è vero che l'Associazione delle auto storiche presieduta da Loi ha fatto una richiesta a tutte le Regioni affinché si impegnino in questo senso. Questo è il senso del mio intervento.
Chiedo, quindi, che la Regione Marche, se posso fare un’aggiunta alla risoluzione, si impegni affinché le auto ultraventennali godano dell'esenzione come prima perché i problemi sono due. Bisogna tutelare le classi deboli in quanto ci sono delle auto che hanno più di vent'anni non per amore della storicità, ma perché le posseggono persone con reddito limitato, persone "povere" che non possono permettersi di cambiare l'auto ...

PRESIDENTE. Se mi fa un’indagine sociologica ...

Enzo MARANGONI. No, sto dicendo la motivazione ...

PRESIDENTE. Allora modifichiamo il dispositivo ...

Enzo MARANGONI. Questo sto dicendo, sto spiegando perché ...

PRESIDENTE. Mi dia una mano a modificare il dispositivo: "impegna il Presidente della Giunta regionale ad assumere ...

Enzo MARANGONI. Posso parlare o non posso parlare! Il primo aspetto è sociale: tutelare le persone che hanno l'auto ASI, perché non possono permettersi altro; il secondo aspetto riguarda la parte collezionistica, gli amanti della auto storiche. C’è un indotto, meccanici, eccetera, che lavora.
Il dispositivo è superato.
Chiedo che la Regione Marche si impegni in Conferenza Stato-Regioni ed anche con propri atti a ripristinare la situazione precedente e che garantisca l'esenzione alle auto che hanno da 20 a 30 anni. Questa è la richiesta!

PRESIDENTE. Ho capito, il problema è che nel testo non ci possiamo mettere l'analisi, proviamo a correggere: "Impegna il Presidente della Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa finalizzata a dare all'istituto dell'esenzione della tassa automobilistica regionale per i veicoli …", anzi no, "Impegna il Presidente della Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa finalizzata alla esenzione della tassa automobilistica regionale per i veicoli e motoveicoli ultra ventennali" e cancellerei il resto.

Risoluzione sulle mozioni nn. 724 e 728 ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Trenta, Ciriaci, Foschi, Bugaro, Latini, Giancarli, Malaspina, Zinni, Marangoni, Bellabarba.

Coordinamento tecnico, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di risoluzione con l'impegno del Presidente della Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa finalizzata alla esenzione dalla tassa automobilistica regionale dei veicoli e motoveicoli ultra ventennali. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Chiudiamo i lavori di questo Consiglio, ci vediamo martedì prossimo, buon pomeriggio.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,50