Resoconto della seduta n.19 del 10/02/2016
SEDUTA N. 19 DEL 10 FEBBRAIO 2016
La seduta inizia alle ore 13,00

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 19 del 10 febbraio 2016. Do per letti i processi verbali delle sedute nn. 17 e 18, rispettivamente del 19 gennaio e 2 febbraio 2016, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 29 in data 4 febbraio, ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo e Minardi concernente: “Modifiche alle leggi regionali 30 giugno 2003, n. 14, 26 febbraio 2008, n. 3 e 28 dicembre 2010, n. 22”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla II Commissione ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno;
- n. 30 in data 8 febbraio, ad iniziativa dei Consiglieri Marconi e Rapa, concernente: “Attività consultoriali: convenzione con soggetti privati e associazioni di volontariato”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4 della legge regionale 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 15/2008 e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
- n. 9 in data 4 febbraio, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Istituzione di una commissione consiliare d'indagine sul caso Banca Marche” (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 79 del Consigliere Giorgini, Biancani, Giacinti, Giancarli, Traversini, Talè, Marconi, Urbinati, Micucci, Rapa, Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Maggi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Leonardi, Malaigia, “San Benedetto Stoccaggio - Concessione di stoccaggio gas naturale in sotterraneo: diniego dell'intesa di cui all'art. 1 comma 60 della legge 239/2004”;
- n. 80 del Consigliere Fabbri “Sospensione trattamento rifiuti urbani indifferenziati, raccolti nei Comuni dell'ATO 2, presso gli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) sito in località Cà Lucio di Urbino (PU) e in località San Biagio di Fermo”;
- n. 81 del Consigliere Marconi “Promuovere e valorizzare l'affidamento familiare”;
- n. 82 del consigliere Bisonni “Impegno della Giunta regionale ad esprimere parere negativo in sede di Conferenza Stato-Regioni all'articolo 35 del decreto legge 133/2014”.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Bravi e Pieroni ed il Consigliere Zaffiri.

Proposta di deliberazione n. 9
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Istituzione di una Commissione consiliare d’indagine sul caso Banca Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 9 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Con questo atto andiamo a votare l'istituzione di una Commissione d'indagine relativamente a quanto accaduto in Banca Marche, alle gravi perdite che ha avuto e anche al dissesto finanziario della banca stessa.
La richiesta di istituzione della Commissione è stata presentata da 14 Consiglieri, esattamente i 14 Consiglieri della maggioranza, e la normativa prevede che la richiesta venga presentata da almeno un terzo dei Consiglieri componenti il Consiglio regionale.
La valutazione sull'ammissibilità, relativamente all'istituzione di una Commissione di indagine, spetta all'Ufficio di Presidenza che ha verificato positivamente l'ammissibilità e quindi la possibilità di istituire la Commissione d'indagine, ai sensi dell'articolo 24 dello Statuto e dell'articolo 98 del Regolamento interno, che prevede la possibilità di costituire Commissioni speciali.
L'atto finale spetta al Consiglio. La decisione finale sul merito, che arriva dopo la richiesta fatta dai 14 Consiglieri che sono: Busilacchi, Marconi, Micucci, Giacinti, Rapa, Talè, Giancarli, Traversini, Minardi, Cesetti, Ceriscioli, Casini, Sciapichetti, Bora, compete al Consiglio regionale, sapendo che l'istituzione di una Commissione speciale è una facoltà e non un obbligo da parte del Consiglio stesso.
L'atto che andiamo ad approvare oggi prevede l'istituzione di una Commissione di indagine, relativamente alla questione di Banca Marche, come ho detto prima, al dissesto finanziario e a quanto è accaduto, che ha provocato le gravi perdite che purtroppo hanno dovuto registrare i risparmiatori marchigiani, molti dei quali hanno perso gran parte, se non tutti, i risparmi di una vita.
L'obiettivo della Commissione è quello di acquisire le informazioni necessarie per far piena luce sulle ragioni che hanno portato l'istituto Banca Marche ad accumulare le pesanti perdite, che hanno provocato un grave danno agli investitori ed alla comunità marchigiana tutta, ed individuare le azioni più efficaci da intraprendere.
La proposta dell'Ufficio di Presidenza è passata alla Conferenza dei capigruppo del 26 gennaio, che ha valutato positivamente la proposta di istituire la Commissione speciale di indagine di cui faranno parte i capigruppo del Consiglio regionale. E' una Commissione speciale.
C'è un emendamento che è stato presentato questa mattina dopo una discussione, una valutazione, fatta in sede di Conferenza dei capigruppo che prevede, se sarà votato, la possibilità per i Presidenti dei gruppi di delegare altro Consigliere dello stesso gruppo, fermo restando il principio che alla Commissione, essendo regolamentata dalla normativa che riguarda tutte le Commissioni permanenti, possono partecipare tutti i Consiglieri, quindi potranno partecipare alla Commissione speciale anche i Consiglieri regionali che non ne sono componenti di diritto.
L'emendamento che dovremo votare, prima dell'atto definitivo, prevede la possibilità - illustro anche l'emendamento - per i capigruppo di designare in Commissione un altro componente del gruppo stesso. Lo leggo testualmente: “Articolo 1 bis - Di stabilire che i Presidenti dei gruppi assembleari entro 7 giorni dall'approvazione del presente atto (entro 7 giorni perché entro 10 giorni dall'approvazione dell'atto il Presidente del Consiglio dovrà istituire la Commissione) possano designare altro Consigliere del proprio gruppo a far parte della Commissione in propria sostituzione”.
L'atto prevede che la Commissione abbia un mandato di 4 mesi, ma c'è un emendamento che prevede che i mesi siano portati a 3, quindi, un mese in meno. Anche questo è un emendamento che l'Aula dovrà votare.
Il voto dei componenti della Commissione sarà un voto ponderato, ovvero ogni componente sarà in rappresentanza del proprio gruppo e rappresenterà tanti voti quanti sono i componenti del gruppo di appartenenza.
Al momento dell'insediamento dovranno essere eletti un Presidente ed un Vicepresidente. La Presidenza spetta alla minoranza, quindi sarà eletto Presidente il Consigliere di minoranza che avrà raggiunto il maggior numero di voti e sarà Vicepresidente il Consigliere di maggioranza che avrà avuto il maggior numero di voti.
Aggiungo soltanto che considero questo atto importante, tenuto conto anche della scelta, che ha fatto la Giunta di interessare l'Ufficio legale della Regione, di valutare se ci sono le condizioni per costituirsi parte civile nei confronti di chi ha causato questo dissesto finanziario. Anche alla luce di questo, ritengo importante questo atto perché non è soltanto un modo per dare informazioni al Consiglio regionale, rispetto a quanto è accaduto all'interno di Banca Marche, ma è un modo per dare delle risposte ai marchigiani, alla comunità marchigiana, ai 43.000 azionisti che hanno perso tutto o buona parte dei propri risparmi, molto spesso i risparmi di una vita, quindi per capire, comprendre e ricostruire quanto è avvenuto.
Ritengo questa una “operazione trasparenza”. La Commissione dovrà fare una serie di audizioni, acquisire dati, informazioni, elementi, redigere una relazione che dovrà essere poi portata in Consiglio regionale per l'approvazione. L'atto finale della Commissione si concluderà con la votazione in Consiglio regionale.
Va ricordato, e chiudo, un altro elemento che non è secondario - non solo la difficoltà della Banca che è andata in dissesto con tutto ciò che sappiamo, cioè la bad bank, la Nuova Banca Marche, le perdite gravissime della banca stessa, la perdita gravissima dei risparmi di 43.000 azionisti marchigiani – e che non va sottovalutato è rappresentato dalle perdite delle azioni e quindi del capitale che hanno registrato le Fondazioni bancarie, che sono quelle di Jesi, Macerata e Pesaro, che, entrate successivamente con una quota ridotta, hanno perso gran parte del proprio capitale, la conseguenza è che gli utili della banca erano risorse che le Fondazioni riversavano nei territori, al volontariato, al sociale, all'istruzione, alla sanità e alla cultura. Queste risorse oggi vengono meno perché con la perdita del capitale da parte delle Fondazioni non ci saranno più gli utili, o per lo meno non ci saranno gli utili che c'erano fino a 2 anni fa, e questo sarà un altro ulteriore problema perché tanti mondi a cui erano di supporto, e li ripeto, il sociale, il volontariato, la cultura, l'istruzione, compresa anche la sanità, perché le Fondazioni acquistavano strumenti anche per le nostre strutture sanitarie, oggi vivranno delle difficoltà maggiori a cui qualcun altro dovrà dare aiuto, considerato che le risorse pubbliche sono sempre di meno.
Credo di aver dato tutte le informazioni essenziali per la costituzione della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Voterò a favore di questa proposta, peraltro già in fase di bilancio dicemmo che era opportuno fare una Commissione.
Ritengo che sia una cosa da fare velocemente, Presidente, perché se passa altro tempo l'effetto di questa vicenda finisce. Perché finisce? E' bene chiarirlo, in quest'Aula, questa mattina, questa Commissione d'inchiesta non è qualcosa che si sovrappone all'attività della Magistratura o che si deve contrapporre all'attività che stanno facendo gli organi inquirenti in questa fase sulla vicenda, ma è un'indagine di tipo politico.
Cosa significa? Secondo me significa dare una verità storica, una lettura storica a quello che è successo in questi ultimi 10 anni. Rapidamente, in qualche mese, cercare di ricostruire non tanto le responsabilità giudiziarie, che non competono a noi, ma ricostruire i passaggi di potere, quelli che sono sottesi a questa vicenda e che chi vi parla ha da tempo denunciato, da molto tempo, prima che nascesse la questione ed ha fatto in modo che alcune verità fossero portate alla luce, qualche volta attaccato anche dagli stessi partiti che oggi dicono che questa Commissione non serve e che non bisognerebbe farla, perchè certi sistemi di potere sono trasversali. Sono sistemi che non sono né di destra né di sinistra, non sono appartenenti ad associazioni segrete o meno segrete, sono poteri, personali talvolta, che in qualche modo sulle Fondazioni e poi sulla banca stessa, hanno fatto pesare la loro attività. Attività che molto spesso era a vantaggio dei cittadini, ma molte volte era ad appannaggio e a soddisfazione di un potere personale.
Chi mi conosce sa che su questa vicenda, dal 2010 in avanti, non ho mai fatto sconti ed ho in qualche modo messo la faccia su vicende molto importanti, denunciando alcuni fatti che riguardavano gli investimenti forsennati nell'azionariato Banca Marche da parte delle Fondazioni, che si stavano indebitando per comprare le azioni, quando già la Banca d'Italia scriveva che era inopportuno che le Fondazioni bancarie entrassero nei capitali e nell'azionariato delle banche.
In questa vicenda ci sono due cose, secondo me, che i nove componenti della Commissione dovranno vagliare. La prima e più importante è la responsabilità e il ruolo che ha avuto Banca d'Italia sulla mancata vigilanza della vicenda. E' un fatto politico, non è un fatto giudiziario. La seconda è il ruolo che hanno avuto, in termini di potere personale, per la mancata vigilanza, le Fondazioni che rappresentano il territorio che, diciamolo chiaramente, rappresentano la politica. Situazioni che in qualche modo devono essere raccontate, sviscerate senza animosità, senza giustizialismo, che appartiene ad un'altra categoria dell'attività, e con verità, dare una sintesi storica rileggibile, anche fra 10 anni, di quanto è successo, in modo lucido, sereno e distaccato. E' opportuno farlo, lo dobbiamo fare per quelle persone che sono rimaste vittime di questa tragedia perché, come me, credo anche voi, abbiate ascoltato tante famiglie che hanno davvero perso tutto grazie a Banca Marche, quindi è giusto ridare una lettura oggettiva di quello che è successo dal punto di vista politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Signori Presidenti e signori Consiglieri, come saprete il Movimento 5 Stelle aveva presentato su questo argomento una mozione che è stata respinta, anche se devo dire, di questo ne siamo moderatamente soddisfatti, che la nostra proposta di costituzione di parte civile da parte della Regione è stata accettata dalla maggioranza.
La mozione è stata respinta e al posto della mozione è venuta fuori questa Commissione d'indagine, che a noi sembra un brodino riscaldato, ma visto che c'è cercheremo di trasformarlo in un cibo sapido, per cui nella Conferenza dei capigruppo abbiamo dato delle indicazioni - indicazioni che sono venute da noi del gruppo Movimento 5 Stelle – che tutta la minoranza sia presente nella Commissione. Anche se ci sarà, la maggioranza l'ha chiesto, il voto ponderato, nel senso che giustamente richiede la maggioranza anche in Commissione. Tutti i rappresentanti dei gruppi di minoranza saranno rappresentati in questa Commissione, che deve essere una Commissione di indagine, non una Commissione di cronaca, per cui deve indagare ed individuare le responsabilità, anche se vengono dalla politica o dall'appartenenza del partito nelle cui liste i Consiglieri militano.
Detto questo, noi ci asterremo per questa ragione sulla votazione della Commissione d'indagine. Voteremo invece a favore dei due emendamenti, sia quello che prevede che il capogruppo possa nominare un Consigliere del proprio gruppo a rappresentare il gruppo stesso, che quello che prevede un tempo di 3 mesi per presentare la relazione.
Noi qui non l'abbiamo detto, ma vogliamo ribadirlo, anche se credo che non ce ne sia necessità, crediamo e auspichiamo che questa Commissione nella Presidenza, nella Vicepresidenza e nella sua attività non costi denaro pubblico per quanto riguarda gettoni di presenza o altro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Partecipo a questa Commissione, visto che sono indicato in delibera, se non ci sono i gettoni di presenza, però sappiamo che non ci sono, Consigliere Maggi, perché è come una Commissione ordinaria o la Conferenza dei capigruppo.
Mi permetto di fare solo poche raccomandazioni per una piccola esperienza fatta, anche altri Consiglieri l'hanno fatta in eguali Commissioni di inchiesta, noi non abbiamo alcun potere reale d'indagine al di fuori dei nostri uffici e delle nostre amministrazioni. Tanto è vero che quando ne parlammo, qualche mese fa, dicemmo che questo doveva essere un gruppo di lavoro che stabiliva i termini della questione in maniera chiara per non continuare l'ennesimo dibattito in Aula in cui ognuno diceva la sua, più o meno cercando di accattivarsi le simpatie dei 44.000 azionisti. Questa è la realtà! Mi permetto di dirlo perché questa è la realtà.
Cosa potremmo fare? Certamente esaminare una parte di documentazione, certamente invitare alcuni soggetti, molto cortesemente chiedere se vogliono venire, perché non saranno obbligati a presentarsi, a differenza di quello che abbiamo fatto con la Commissione di inchiesta su Asteria, dove abbiamo convocato i dipendenti della Regione, che erano obbligati a venire, oppure chiedevamo, anche lì, molto gentilmente ad altre persone se volevano venire perché mica erano obbligati, qui non abbiamo poteri al di fuori delle nostre competenze.
E' chiaro, come ha detto bene il Consigliere Carloni, di cui sottoscrivo l'intervento, che la Commissione non può essere né giustizialista né forcaiola, per un motivo molto semplice, perché rimarremo da soli, alla prima accusa fuori posto chi è intervenuto potrà alzarsi ed andare via, perché ripeto non è tenuto nella maniera più assoluta ad essere presente.
Raccomando in questo senso grande moderazione, se vogliamo raggiungere l'obiettivo, perché se il Consigliere Maggi, come ha detto nel suo intervento, sa già qual è il risultato, indica partiti, appartenenze, non facciamo questa Commissione. Se la facciamo è, non solo per cercare di capire, come voi del Movimento 5 Stelle ed io abbiamo detto, ma di avere qualche soluzione, cioè riuscire, approfondendo l'argomento, a trovare qualche soluzione aggiuntiva.
Ho sentito cose, se il dato della bad bank è intorno al 38%, quello che viene assegnato è al 17%, c'è un margine del 19% su cui si può lavorare, una parte di questo potrebbe essere restituito agli azionisti. Ho sentito queste cose e le ho viste anche scritte, non so se sono fantasie erotiche o se sono cose che hanno un qualche fondamento, perché se sono fantasie erotiche le lasciamo all'orgasmo mediatico, ma se sono cose che hanno un fondamento la Commissione dovrebbe servire per verificarle. Questa è una cosa seria, è l'assunzione di responsabilità nei confronti di 44.000 persone, in gran parte truffate, in gran parte non truffate, non lo sappiamo, lo verificheremo nel corso di questa Commissione.
Non ho presentato emendamenti, ma vorrei, Presidente Mastrovincenzo, visto che abbiamo i verbali, non c'è bisogno ogni volta di formalizzare tutto, che la Commissione abbia anche questo mandato, se siete tutti d'accordo, poi ce lo prenderemo lì di fatto, di formulare non solo un risultato su quello che è successo, dove magari non scopriremo quasi niente, ma trovare quelle soluzioni politiche ed amministrative che il Presidente Ceriscioli potrà rappresentare nella mediazione che sta facendo con il Governo nelle sedi opportune.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non ripeto quanto già è stato detto dal Consigliere Marconi, ma condivido anch'io in larga parte gli interventi precedenti, in particolare quello del Consigliere Carloni.
Intervengo per un'altra ragione, ovviamente i filoni di intervento sono numerosi: Banca Marche e l'economia, Banca Marche e il territorio, Banca Marche e i risparmiatori traditi, Banca Marche e la comunità marchigiana, potrei dire molte cose, più di me le hanno dette autorevoli figure di Stato quando hanno affermato che quello di Banca Marche costituisce il maggior disastro bancario verificatosi in Italia dopo i casi Sindona e Calvi.
Sulla vigilanza sono d'accordo con quello che è stato detto, in modo molto chiaro dal Consigliere Carloni. L'ho fatto presente in quest'Aula, su questo tema, anche in un intervento precedente, quando ho detto che dovevamo chiederci se tutto aveva funzionato nella vigilanza, se tutte le autorità indipendenti, i responsabili dei controlli sui mercati, a partire dalla stessa Bankitalia per arrivare alla Consob, avessero fatto la loro parte sulla vigilanza, sulla qualità dei prodotti venduti e, potrei continuare, sul ruolo delle Fondazioni e così via.
Mi fermo perché vorrei, da parte dell'Ufficio di Presidenza, che mi si dica qual è stata la valutazione per cui si va all'istituzione della Commissione d'indagine perché nel documento votato il 12 gennaio in quest'Aula si parlava di Commissione di inchiesta o di indagine. Qual è stata la valutazione o gli impedimenti giuridici per cui si va alla costituzione di una Commissione di indagine e non di inchiesta?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche cose, senza entrare troppo nel merito della questione che sarà oggetto della Commissione d'indagine, parleremo in quella sede e poi in Aula quando arriverà la relazione.
Credo che sia utile confermare l'importanza di questa decisione, ricordo che il nostro gruppo ed altri colleghi della maggioranza hanno portato questa richiesta di istituire questa Commissione d'indagine che si somma all'idea della costituzione di parte civile.
Molte delle questioni che ho sentito negli ultimi interventi, e che sono condivisibili, saranno oggetto di incontri della Commissione, in particolare la valutazione, chiamando gli interlocutori interessati, di chi doveva svolgere le funzioni di vigilanza e di controllo, però, ripeto, non entro in questi aspetti sostanziali, ne parleremo nella sede opportuna.
Mi limito ad una considerazione di carattere formale, legata alla formula che è stata adottata. Noi avevamo richiesto la costituzione di una Commissione d'inchiesta, ho saputo, poi eventualmente lo dirà anche il Consigliere Minardi, che la valutazione per ragioni tecniche è stata fatta per la Commissione d'indagine. C'è una piccola differenza che c'è stata illustrata ad una Conferenza dei capigruppo, dico la verità personalmente avrei gradito che la Commissione di indagine si potesse fare in seno alla Commissione competente, alla II^, però ho avuto modo di verificare nella Conferenza dei capigruppo che questa soluzione non era la più gradita, in particolare dalla minoranza, e nella formulazione che si è trovata si garantisce una partecipazione della pluralità della minoranza.
Avremmo potuto fare una forzatura perché all'interno della Conferenza dei capigruppo, com'è noto, la maggioranza può esercitare il “potere” di maggioranza, ma non abbiamo voluto farlo perché, vista la natura di questa Commissione e vista anche una norma che prevede che la Commissione d'inchiesta e di indagine sia presieduta dalla minoranza, proprio per le sue specificità ispettive, abbiamo inteso mettere da parte una nostra preferenza, mia personale ed anche di molti altri colleghi del gruppo, per preservare al massimo il principio di rappresentatività democratica.
Tra l'altro voglio anche dire, sono contento che rimanga agli atti, che negli ultimi giorni ho ricevuto da due o tre colleghi del gruppo la richiesta di poter partecipare a questa Commissione. Questa mattina ho portato alla Conferenza dei capigruppo la proposta di costituire la Commissione in modo diverso rispetto alla formulazione che era stata adottata nell'ultima Conferenza dei capigruppo, in cui ero assente, nella quale si era assunta la decisione sulla scorta di quella valutazione di massima rappresentatività.
Questa mattina ho capito che quei motivi, che sono stati anche illustrati dal Consigliere Maggi permangono, però sono contento perchè, come in tutte le altre Commissioni, ci sarà la possibilità per tutti i Consiglieri di prendere parte ai lavori della Commissione, con l'unica differenza che nel momento finale, quello della votazione, voteranno solamente i componenti effettivi, posto che sappiamo che la relazione o le relazioni verranno poi votate dall'Aula.
Credo che alla fine la mediazione proposta dall'Ufficio di Presidenza tenga anche un po' conto della questione che avevo proposto questa mattina, quindi va bene così, andiamo avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Purtroppo in Italia siamo abituati che quando non si vuole arrivare alla soluzione di un problema si istituisce una bella Commissione di inchiesta o di indagine, che dir si voglia, con lo scopo di non arrivare alla soluzione del problema, per cui, caro Consigliere Giancarli, in questo caso, ritengo che la differenza, nella sostanza, tra Commissione di indagine e di inchiesta non sia così rilevante.
Questa parola, tra parentesi, a mio avviso, dà anche una falsa aspettativa, nel senso che sembra quasi che la Commissione di indagine abbia il potere di indagare, di capire, invece voglio ricordare che, non so se è il decreto 180 o il 183, l'articolo 5 su queste vicende parla di segretezza, quindi c'è un segreto di Stato, in più sappiamo, come ha ricordato il Consigliere Marconi, che i soggetti possono anche rifiutarsi di partecipare alle riunioni, per cui abbiamo un articolo di legge che impone la segretezza ed abbiamo dei soggetti interessati che addirittura possono rifiutarsi di partecipare a questa Commissione, quindi a cosa serve questa Commissione lo capiamo bene tutti.
L'unica cosa a cui potrebbe servire è quella di permettere ai Consiglieri di farsi un'idea più approfondita, anche se mi viene da chiedere se oramai questa vicenda non sia ben chiara a tutti. Penso che sul pasticcio che è stato fatto su Banca Marche, le responsabilità che ci sono, e via dicendo, anche alla luce di tutto quello che abbiamo letto a mezzo stampa e saputo dalle conferenze, ognuno di noi si sia fatto un'idea ben precisa.
Innanzitutto ritengo che l'emendamento del Consigliere Celani di ridurre i tempi, anche perché siamo parecchio in ritardo, sia da accogliere, come penso che si possa accogliere l'emendamento della sostituzione del capogruppo con un componente del gruppo stesso, anche se credo, per tutto quello che ho detto, che il fatto di costituire questa Commissione sia abbastanza inconsistente e non indagherà proprio su un bel niente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Semplicemente per chiarire al Consigliere Busilacchi il motivo per cui noi della minoranza avevamo fatto un altro emendamento. Per noi era prioritaria la tutela dei 40.000 azionisti ed obbligazionisti che con il decreto “salva banche” si sono visti annullare, nel giro di ventiquattr'ore, tutte le azioni e le obbligazioni.
Per noi era prioritario questo, e avevamo fatto un emendamento per far sì che quegli azionisti ed obbligazionisti potessero nella Nuova Banca avere una partecipazione.
La Commissione d'inchiesta o di indagine credo che sia prerogativa del Governo ed era stata annunciata a livello nazionale, ma ad oggi non si sa nulla, ecco perché per noi era fondamentale la tutela degli azionisti ed obbligazionisti e lasciare la Commissione d'inchiesta al Governo.
Questo a tutt'oggi ancora non è avvenuto. Naturalmente è stato approvato il vostro emendamento, ne prendiamo atto, è solo questo il motivo, non ce n'è un altro, per noi è importante la difesa di coloro che hanno perso tutto, per voi è molto più importante la Commissione d'inchiesta.
Per noi la Commissione d'inchiesta è prerogativa del Governo, a tutt'oggi però non è stato fatto nulla, quindi prendiamo atto di questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Visto che tutti quanti i miei colleghi sono emozionatissimi nel fare questa Commissione, a questo punto facciamola! L'importante è sapere per tempo la data della prima seduta in modo che mi possa vestire bene perché in occasione di questi eventi speciali bisogna essere “carinissimi”.
Voglio vedere tutti quelli che inviteremo, ad esempio, se viene un pezzo grosso anche noi dobbiamo essere all'altezza. Se vengono anche tutti gli altri “birichini” sarà un'emozione fortissima.
Invece di trastullarci con le Commissioni che non contano niente, pensavo, tornando a due ore fa, all'incontro con i sindacati dell'aeroporto e vorrei dare uno stimolo a chi governa la Regione affinchè si attivi per l'aeroporto perché si è capito che i giorni sono contati. Quella è una cosa molto più importante e non vorrei che fra tre mesi istituissimo una Commissione carinissima per capire come sono andate le cose. Noi siamo bravi per le Commissioni, meno bravi per la parte dinamica, commerciale, veloce.
Da fuori ci vedono spenti, Presidente, ma io non sono spento per niente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Telegraficamente Presidente. Non sarei intervenuto, ma il Consigliere Zura Puntaroni mi dà modo, con la sua simpatica e per certi versi anche realistica ironia, di ribadire che questa Commissione di indagine è utile all'istituzione Regione ed è utile alla comunità regionale.
Sappiamo tutti quali siano i limiti di questa Commissione, che non ha la possibilità “coercitiva” di imporre a chiunque di essere presente, di dare spiegazioni, però questo, se vogliamo, è nella responsabilità del chiamato, perché, come ha detto il Consigliere Zura Puntaroni, è ovvio che questa Commissione non potrà obbligare un soggetto, l'ha detto il Consigliere, ad essere audito, ma potrà chiedere, se del caso, un'audizione, poi sarà nella sua responsabilità dire no ad una istituzione della Repubblica italiana qual è la Regione, che ha il dovere di tutelare la propria comunità, i suoi risparmiatori, le imprese, i cittadini e di verificare come si sono svolte determinate attività.
Credo in sostanza che sia utile, opportuno e necessario accendere un faro su questa vicenda.
Non penso che questa Commissione sarà un luogo inutile, questo dipende dai suoi componenti, dalla capacità di saper andare a fondo, comprendere, credo che questo sia giusto, e capire innanzitutto perché certi fatti si sono verificati.
L'ha ricordato il Consigliere Giancarli, dopo il caso Sindona, la vicenda Banca Marche è uno dei fatti più gravi, quindi non è giusto che la Regione si interroghi intorno a questo o tenti quanto meno di interrogarsi? Penso di si, quindi noi come Governo regionale, Presidente, auspichiamo la approvazione di questo percorso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Per chiarire le questioni che ha posto il Consigliere Giancarli: Commissione di indagine e non Commissione di inchiesta.
La Commissione di inchiesta è esplicitamente regolamentata, leggo l'articolo 99 del Regolamento: “Il Consiglio può istituire Commissioni d'inchiesta su materie di interesse per la Regione a seguito di richiesta motivata presentata da almeno un terzo dei suoi componenti all'Ufficio di Presidenza. L'inchiesta deve comunque riguardare l'attività dell'amministrazione regionale, di enti ed aziende dipendenti, vigilate o partecipate dalla Regione”.
Banca Marche non rientra nell'attività dell'amministrazione regionale, non è un ente dipendente, non è vigilato o partecipato, ecco perché si è optato per la scelta di fare la Commissione d'indagine pur ribadendo che poteva essere legittimo fare questo lavoro all'interno della II Commissione però per le motivazione che …
La Commissione d'inchiesta deve comunque riguardare l'attività dell'amministrazione regionale di enti ed aziende dipendenti, vigilate o partecipate dalla Regione, per Banca Marche purtroppo, dalla valutazione che è stata fatta dall'Ufficio di Presidenza, con il supporto della struttura e della segreteria generale, non era possibile farla, dopodichè alla fine, credo che la sostanza non cambi.
L'importante è cercare di fare luce su quanto è accaduto perché questo è quello che ci chiedono gli oltre 43.000 cittadini marchigiani, ma ricordo sempre anche le Fondazioni, perché quello che è venuto meno alle Fondazioni si riverbera automaticamente su settori delicati della nostra comunità regionale come il volontariato, la cultura, l'istruzione ed il sociale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 01 a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Malaigia. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Celani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 9, così come emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 7
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Revoca della deliberazione n. 10 del 20 ottobre 2015 ‘Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente la fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro’”

Proposta di deliberazione n. 8
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Revoca della deliberazione n. 11 del 20 ottobre 2015 ‘Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente la fusione per incorporazione del Comune di Tavoleto nel Comune di Urbino”
(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di deliberazione n. 7 e n. 8 entrambe ad iniziativa del Consigliere Giacinti.
Procediamo con la discussione congiunta a cui seguirà la votazione separata.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto a tutta l'Assemblea.
Questa proposta prende origine dall'abrogazione avvenuta a suo tempo dell'articolo 4 della legge regionale 25 del 2015, quella norma transitoria che, se ricordate bene, fu occasione di dibattito quando adeguammo la legge regionale sulle fusioni per incorporazione alla legge Delrio,che nel frattempo era entrata in vigore.
Questa proposta di determinazione si rende necessaria per un eccesso, forse, passatemi questo termine, di chiarezza dopo l'abrogazione dell'articolo 4, ovvero l'abrogazione di quella disposizione che disciplinava la transitorietà del dettato precedente, in quanto, se ricorderete, a quell'epoca erano già iniziate le procedure per l'incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro, e di Tavoleto nel Comune di Urbino.
Per cancellare ogni dubbio abbiamo pensato di proporre questo atto in maniera da dissipare eventualmente ogni questione e, dato che non esiste più la norma transitoria, fosse opportuno procedere all'eliminazione di quegli atti che sono ancora in vigore, seppure una scuola di pensiero potrebbe anche optare per un'interpretazione, in tal senso, de plano, visto che l'articolo 4 non c'è più, ma la rendiamo più semplice, aderiamo a quella scuola più pragmatica: ritirando gli atti in corso viene meno questo obbligo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Duole fare un excursus storico, basterebbe riprendere le registrazioni del 20 ottobre e quello che ci siamo detti in quella seduta per ricordare banalmente che gran parte della minoranza ed in particolar modo i cittadini, che facevano parte di quei territori, erano venuti in Aula a dirci, in particolar modo alla Giunta, che la fretta con cui si stava procedendo, in violazione alla legge Delrio, era un atto illegittimo.
Ricordo in modo particolare, l'ho detto in tutte le salse, ho anche scritto una lettera al Presidente Ceriscioli su questa vicenda dicendogli che avrebbe creato i presupposti di illegittimità amministrativa dell'atto, perché la norma transitoria sarebbe stata in pieno contrasto con una norma di rango superiore, che è la legge nazionale Delrio. Avevo fatto presente in modo anche sereno, senza farne una questione politica, che quanto meno sarebbe stato opportuno, per questa annessione, chiedere agli annessi se volevano andare con Pesaro.
A Mombaroccio sono arrivati di prepotenza gli esponenti del pesarese, che in qualche modo hanno detto: “Da domani vi rendiamo felici, diventate anche voi pesaresi”, come facevano i romani, arrivavano nelle città e dicevano: “Da domani diventate romani e quindi sarete beneficiari di diritti incredibili”.
Questo atteggiamento a molti cittadini, prima ancora che alla politica, ha lasciato una ferita perché alcuni ritengono che quell'autonomia sia da difendere, come la storia, le tradizioni, il fatto di avere un bilancio autonomo, quindi non cedere ad una compravendita in qualche modo finanziaria perché in questo momento c'è crisi anche nei bilanci degli enti locali.
Tutti atteggiamenti che lasciavano presagire una difficoltà nel trovare una sintesi e mi ricordo quando in I Commissione, c'è qui il Presidente che può testimoniarlo, ho detto al Sindaco di Mombaroccio: “Ma non le pare più opportuno fare prima in modo che i suoi cittadini siano d'accordo con lei su quello che sta facendo anziché venire qui, in un clima di evidente forzatura rispetto alle norme, per correre avanti, sapendo che la norma transitoria che costituiamo è illegittima?”
Questa cosa è stata sottovalutata, dispiace perché sono stati sprecati soldi pubblici, è stato perso del tempo quando si potevano fare le cose in modo serio, come gran parte della minoranza diceva. Io l'ho detto in tutti i modi, in tutte le maniere, ascoltando anche in modo più umile i cittadini che si lamentavano in quel momento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Riprendo le parole del Consigliere Carloni perché qui ci sarebbe da dire: “Ve l'avevo detto! Ve l'avevo detto! Ve l'avevo detto!” Tre volte. Già in Commissione.
La fretta e l'arroganza vi hanno portato a fare un autogol, ed oggi su Il Messaggero c'è scritto: “Urbino ha deciso, ricorrerà al Tar per la mancata fusione con Tavoleto”, adesso non entro nel merito, però ci saranno degli strascichi.
Noi abbiamo presentato interrogazioni e mozioni, avevo anche chiesto di individuare il danno erariale, perchè: ve l'avevamo detto! Ve l'avevamo detto! Ve l'avevamo detto! Adesso spero che non facciate altre brutte figure.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Solo per contribuire a rendere più razionale e scientifico il dibattito, rispondo al Consigliere Carloni ed al Consigliere Fabbri in questo senso.
Le vostre doglianze, le vostre argomentazioni, possono essere più che legittime, ma non sono contestualizzabili in questa precisa azione odierna.
Mi spiego, quello che voi dite può avere il giusto peso, ma era da evidenziare, come avete fatto, nel dibattito precedente quando si è provveduto all'eliminazione dell'articolo 4, cioè di quella norma transitoria.
Perché badate bene, la revoca degli atti che sono in sospeso, in conseguenza dell'eliminazione dell'articolo 4, fatta a suo tempo e di cui discutiamo oggi, deriva da quella revoca. Il “ve l'avevo detto”, Consigliere Fabbri, non tiene, nel senso che nel merito non ci arriviamo. Oggi non avrebbe più senso, vista la revoca dell'articolo 4, ma non sarebbe da escludere perchè, lo metto come possibilità giuridica, senza dibattere su questo tema che ormai, a questo punto della questione, sarebbe ozioso, nel merito non ci si è entrati e non c'è entrato il Tar. Il Tar ha dato solo una sospensiva sul termine, senza entrare nel merito, la discussione sarebbe rinviata, ma la Giunta ha ritenuto opportuno revocare quell'articolo, di conseguenza andiamo naturalmente verso questo atto, ma badate bene, in teoria non sarebbe da escludere che l'articolo 4 nel merito, potesse avere, se fosse rimasto in vita, la sua valenza, motivo per cui era stato introdotto.
Se ricordate bene in quel dibattito ed in altre occasioni era emerso che il Tar della Lombardia aveva accettato azioni che andavano in un senso, senza che nel frattempo la legge regionale della Lombardia si fosse adeguata alla legge Delrio. Questo per ricordare un passaggio che era stato oggetto del parere di un esperto nel dibattito dell'epoca.
Solo per ricordare che forse è fuori luogo questa nuova sottolineatura odierna rispetto al contesto di cui stiamo discutendo, cosa legittima, al di là di entrare o meno nel merito, quando nella seduta precedente fu abrogato l'articolo 4.
Giusto per chiarire i termini della questione e dividere le fattispecie giuridiche e non per rispondere al fatto che politicamente voi potete pensarla in un modo piuttosto che in un altro. Spero di essere stato esaustivo, grazie.

Proposta di deliberazione n. 7
“Revoca della deliberazione n. 10 del 20 ottobre 2015 ‘Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente la fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro’”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 7. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 8
“Revoca della deliberazione n. 11 del 20 ottobre 2015 ‘Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente la fusione per incorporazione del Comune di Tavoleto nel Comune di Urbino”
(Votazione)

PRESIDENTE. Proposta di deliberazione n. 8. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge statutaria n. 26
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Urbinati, Celani, Volpini, Giacinti, Rapa, Marconi, Micucci, Traversini, Talè, Minardi, Carloni
“Modifica alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 ‘Statuto della Regione Marche’”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge statutaria n. 26 ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Urbinati, Celani, Volpini, Giacinti, Rapa, Marconi, Micucci, Traversini, Talè, Minardi, Carloni.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Approfitto della parola per chiedere il rinvio di questa proposta di legge e anche del punto 6, la mozione n. 76 riguardante il Salesi, perché credo che entrambe le questioni sia utile discuterle quando è presente il Presidente della Regione che purtroppo si è dovuto assentare, quindi chiedo il rinvio alla prossima seduta.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere. Tra l'altro adesso è assente il Consigliere Giancarli, ma il Consigliere Celani mi aveva accennato ad una proposta di rinvio della mozione n. 63, vedremo quando rientrerà il Consigliere Giancarli.
Procediamo con le interrogazioni.

Interrogazione n. 97
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
"Inquinamento ambientale nelle Marche e stato di attuazione delle direttive europee 2008/50/CE e 2004/107/CE, e del D.Lgs. 155/2010 e s.m.i.”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 97 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Il Consigliere Giorgini ha fatto una interrogazione precisa e dettagliata nel merito tecnico e, riguardando argomenti tecnici, ci obbliga a fare una risposta abbastanza circostanziata che entra nel merito tecnico. Me ne scuso in anticipo, abbastanza lunga, non vorrei tediare più di tanto l'Assemblea, ma con la speranza di assolvere a quelle che sono le richieste di chiarimento del Consigliere.
Penso che sia necessario addentrarsi nel merito, poi una copia della risposta completa gliela lascerò, adesso cerco di fare una sintesi tra tutti gli appunti che l'Ufficio ha presentato.
Il Consigliere ci interroga relativamente alle azioni che la Regione sta intraprendendo per l'Ozono Troposferico, il Biossido di Azoto e altri inquinanti atmosferici – una copia molto più lunga gliela lascio, adesso cercherò di fare una sintesi in base alla risposta che l'Ufficio ha preparato. Attualmente la rete regionale presenta 13 punti di campionamento dell'inquinante ozono. Nel triennio 2013-2015 è stato superato il valore obiettivo nella stazione di Ascoli Piceno (Monticelli), Urbino (Via Neruda), Montemonaco.
Nel 2013 è stata superata per tre volte la soglia di informazione nelle stazioni di Pesaro (Via Scarpatini), Ascoli Piceno (Monticelli).
Non ci sono stati superamenti delle soglie di informazione di allarme nel 2014, nel 2015 è stata superata la soglia di informazione nelle stazioni di Ascoli Piceno (Monticelli) 7 volte, Macerata (Collevario) 2 volte, Urbino (Via Neruda) 1 volta.
Informazioni al pubblico superamenti soglie per l'Ozono.
La Regione Marche, in collaborazione con I'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (Arpam), ha messo a punto un sistema di informazione al pubblico attraverso i maggiori mezzi di comunicazione di massa, da attivare in occasione delle giornate in cui si è prossimi a superare la soglia di informazione o è già stata superata.
Misure riduzione precursori ozono.
Il decreto legislativo 155 del 2010 prevede che se in una o più aree il livello dell'ozono supera gli obiettivi, a lungo termine sono inferiori o uguali ai valori obiettivo, vengono adottate le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree.
Tali misure devono essere coerenti con quelle previste nel piano di risanamento e mantenimento adottato per le Marche con deliberazione del Consiglio regionale 143 del 2010.
Nel corso degli ultimi anni la Regione ha adottato una serie di misure per la riduzione delle emissioni da traffico veicolare, una della maggiori fonti di emissione dei precursori dell'ozono, fra le quali: concessione di contributi alle imprese per l'adeguamento del parco veicoli; concessione contributi per rinnovo mezzi in servizio nel trasporto pubblico locale; contributi per l'acquisto di treni regionali; realizzazione di parcheggi scambiatori; realizzazione piste ciclabili; contributi per abbonamenti agevolati.
Fin dal 1994, con la deliberazione della Giunta regionale 3913, la Regione ha imposto che, per il rilascio di nuove autorizzazioni o di autorizzazioni modificative per le attività produttive, nelle Marche vigano limiti di emissione pari al 50% di quelli nazionali.
Inoltre gli uffici regionali preposti al rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali e al rinnovo delle medesime, come del resto gli uffici provinciali preposti al rilascio delle AIA e delle Autorizzazioni uniche ambientali, impongono le migliori tecnologie disponibili (BAT) e quindi una progressiva diminuzione delle emissioni.
Biossido di azoto.
La principale fonte di emissione degli ossidi di azoto, monossido e biossido, è il traffico veicolare, altre fonti sono gli impianti di riscaldamento civili e industriali.
Il biossido di azoto è attualmente monitorato da 16 delle 17 stazioni che compongono la rete di monitoraggio regionale, come stabilito dalle deliberazioni di Giunta regionale 25/2013 e 384/2013.
Negli ultimi 5 anni, 2011-2015, in nessuna stazione di monitoraggio sono stati rilevati superamenti del valore limite orario di quello annuale. Attualmente sono in vigore: il Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell'aria approvato con deliberazione del Consiglio regionale 143/2010 e il Piano di azione approvato con deliberazione del Consiglio regionale 52/2007.
Per le misure adottate dalla Regione si richiama a quanto detto per l'ozono.
Altri inquinanti atmosferici (biossido di zolfo, piombo, benzene, monossido di carbonio).
Questi altri inquinanti, debitamente monitorati dalla rete regionale di monitoraggio, non hanno evidenziato, nel corso degli anni, superamenti dei valori limite.
Azioni intraprese e da intraprendere per diminuire concentrazioni in atmosfera del particolato atmosferico.
Negli ultimi anni in alcune stazioni di monitoraggio il valore limite giornaliero è stato superato più delle 35 volte consentite, in particolare dopo un progressivo generale miglioramento dal 2011 al 2014, l'anno scorso causa condizioni meteo non favorevoli alla dispersione degli inquinanti, le stazioni di Jesi, San Benedetto, Fano (Via Montegrappa), Falconara (Scuola), Pesaro (Via Scarpellini), hanno registrato più superamenti di quelli consentiti.
Negli ultimi 5 anni, 2011-2015, il valore limite della concentrazione media annuale per il PM10 non è stato mai superato in nessuna stazione della rete di monitoraggio.
Negli ultimi 5 anni, 2011-2015, il valore limite della concentrazione media annuale per il PM2 non è stata mai superata in nessuna delle stazioni della rete di monitoraggio.
Azioni intraprese dalla Regione Marche:
La Regione Marche ha approvato i seguenti atti di pianificazione previsti dalla normativa inerente alla tutela della qualità dell'aria ambientale, il Piano del risanamento e mantenimento della qualità dell'aria ambientale approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 143/2010; il Piano di azione approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 52/2007; la zonizzazione e classificazione del territorio regionale approvato con deliberazione amministrativa dell'Assemblea legislativa delle Marche n. 116/2014. Quest'ultima deliberazione amministrativa ha individuato la zona costiera e valliva, zona soggetta a rischio di superamento dei valori limiti di alcuni inquinanti, in particolare le polveri sottili e la zona collinare-montana considerata non a rischio di superamento per le polveri sottili.
Nel corso degli ultimi anni la Regione ha adottato le seguenti misure per la riduzione delle emissioni da traffico veicolare, una delle maggiori fonti di emissione delle polveri sottili primarie, nonché dei precursori delle polveri sottili secondarie: concessione di contributi alle imprese per l'adeguamento del parco veicoli, concessione contributi per rinnovo mezzi in servizio al trasporto pubblico locale, contributi per l'acquisto di treni regionali, realizzazione di parcheggi scambiatori, realizzazione di piste ciclabili.
La Regione Marche al fine di prevenire il superamento dei valori limite per le polveri sottili fin dal biennio 2009-2010, ha definito le misure contingenti da adottare in attuazione del Piano di azione sopramenzionato, mediante ordinanze comunali nelle sole aree considerate a rischio di superamento.
Da ultimo, con deliberazione di Giunta regionale del 30 novembre 2015 n. 1064, le misure contingenti adottate riguardano maggiori fonti emissive, posso anche elencarle, ma in sintesi le misure contingenti sono: traffico veicolare, divieto di circolazione dal lunedì al venerdì esclusi i giorni festivi secondo un orario stabilito che conoscete, attività produttive. Le attività produttive autorizzate all'emissione in atmosfera debbono ridurre le emissioni di polveri in totale di ossido di azoto del 10%, rispetto ai limiti autorizzati, salvo quelli autorizzati con limite uguale o inferiore al 45% dei limiti nazionali, biomasse da riscaldamento domestico, divieto di accensione degli impianti dei singoli apparecchi termici a biomasse solide utilizzate per il riscaldamento o solo per la produzione di acqua sanitaria. E' consentita la sostituzione di apparecchi obsoleti esistenti con altri ad elevate prestazioni o l'acquisto di un nuovo apparecchio senza rottamare installandone uno con prestazioni molto elevate.
Il Consigliere chiede anche in merito ai Piani di qualità dell'aria.
Come rappresentato nella risposta precedente sia le misure strutturali sia quelle contingenti sono attuative dei Piani di qualità dell'aria.
Le misure strutturali vengono attuate da tutti gli Enti competenti nei vari settori, Regione, Province, Comuni, Trenitalia gestore del trasporto pubblico locale ed altri, compatibilmente con gli stanziamenti disponibili.
Quelle contingenti vengono attuate mediante ordinanze dei Comuni, gli uffici regionali monitorano l'attuazione da parte dei Comuni.
Quanto alle sanzioni la Regione non può imporle. Tuttavia il Presidente della Giunta regionale, se necessario, può imporre direttamente ai cittadini l'applicazione delle misure qualora ci fossero palesi non applicazioni.
Procedura di infrazione 2014/2147.
Il competente Ufficio regionale ha partecipato ai lavori del Ministero in risposta alla procedura di infrazione 2014/2147 per il superamento del PM10 producendo la documentazione richiesta da parte delle Regioni, si riporta il testo del comunicato pervenuto dall'ufficio regionale di Bruxelles a seguito dell'incontro tenuto con la Rappresentanza Permanente dell'Italia presso la UE, il 23 aprile 2015, ad oggetto "Osservazioni procedure infrazioni Marche/Italia: “Come risulta dalla lettera inviata dal Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare il 14 ottobre 2014, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per le politiche europee, con allegata la tabella dei valori della Regione Marche, le Marche rientrano nei valori limite e quindi il problema va risolto a livello nazionale Italiano."
Pertanto al momento la procedura di infrazione non riguarda specificatamente le Marche.
Nuovo piano di monitoraggio della qualità dell'aria.
Con l'entrata in vigore del decreto legislativo 155/2010 in recepimento della direttiva 2008/50/CE, sono previsti alcuni adempimenti al fine di effettuare una valutazione della qualità dell'aria secondo regole e metodi uniformi a livello nazionale e dell'Unione europea.
Pertanto la Regione, con deliberazione del Consiglio regionale 116/2014, ha approvato la nuova zonizzazione e classificazione del territorio regionale, come ho detto prima, ai fini della valutazione della qualità dell'aria e dell'ambiente.
II competente Ufficio regionale sta redigendo il progetto di una nuova rete di monitoraggio della qualità dell'aria e dell'ambiente, che prevederà la diversa collocazione in nuove stazioni, questo lo dico anche in merito alle notizie apparse oggi sulla stampa di Ancona, dove è necessario l'adeguamento strumentale.
A questo proposito utilizzando appositi stanziamenti del bilancio regionale, sono stati concessi all'Arpam 213.000 euro con decreto del dirigente della P.F. 11 agosto 2015, 437.000 euro con decreto del 13 ottobre 2015 e 700.000 euro con decreto del 30 dicembre 2015. Li abbiamo messi in questa legislatura e in questo mandato.
I dati su inquinanti monitorati possono essere visionati nel sito dell'Arpam.
Per quanto riguarda gli indicatori di inquinanti non normati si ritiene opportuno dedicare tutte le risorse disponibili al monitoraggio degli inquinanti previsti dalla norma, che evidentemente sono ritenuti, a livello comunitario, i più pericolosi, secondo le procedure stabilite dalla norma medesima. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Grazie Assessore della risposta, ma ci sono molte cose che non rispecchiano la realtà. Qui stiamo parlando di un problema che provoca 3 milioni di morti ogni anno, stiamo parlando di un killer che è più pericoloso di qualsiasi virus in circolazione.
Prima di tutto le cose che ho scritto sono tratte dalla nuova direttiva n. 2015/1480/UE. Quali sono i problemi del monitoraggio? Innanzitutto ha detto una cosa non esatta perché lei riferisce che le centraline sforano il PM10 e non sforano il PM2,5. Questo non può essere assolutamente vero, per il semplice fatto che gli inquinanti di particolato PM10 e PM2,5 hanno la stessa consistenza. Questo dato è tratto da una relazione dell'Arpam, quindi non me lo sono inventato io, e le spiego qual è la differenza sostanziale. Vede (il Consigliere mostra un foglio), queste sono le PM10 e queste sono le PM2,5 c'è particolato PM10 e c'è particolato PM2,5, qual è la differenza sostanziale? Mentre il PM10 non fa nulla, poi se ho tempo le faccio vedere il perché, quindi non uccide, il PM2,5 fa tutti i morti che adesso le elenco: 3,2 milioni nel mondo, 403.000 in Europa e 84.000 in Italia ogni anno.
Caro Assessore, sto parlando di morti premature, non sto parlando di morti di vecchiaia, cioè di morti che avvengono a 40 anni per un ictus, per una trombosi, per tante problematiche che sono connesse al PM2,5.
Perché ho fatto questa interrogazione? Io l'ho portata anche in Commissione, perché qui si guarda il dito e non si vede la luna. Qui si chiudono ospedali, si tolgono dipendenti ospedalieri, si riducono tutte le cose che servono alla sanità, ma non si guarda un problema che costa ad ogni Regione un miliardo di euro l'anno, 22 miliardi di euro per l'Italia, le Regioni sono 20 quindi costa un miliardo di euro a ciascuna.
Tutti i rapporti che ho dell'Ea, dell'Ispra, di Legambiente, confermano questi dati, noi dobbiamo prendere coscienza che siamo di fronte alla nuova peste del XXI secolo, e non sto scherzando su queste cose, perché è la scienza che lo dice, non lo dico io che sono un cittadino normalissimo, nemmeno molto acculturato con lauree e diplomi.
Il problema che io voglio porre, e l'ho posto anche in Commissione, prima di tutto è quello di sensibilizzare sul fatto che il monitoraggio delle polveri sottili deve essere adeguato ai tempi. Molte centraline dopo i 35 sforamenti vanno in manutenzione per evitare di prendere le multe dalla Comunità europea e le Marche non solo sono citate nella prima infrazione, la 2014/2047, ma anche nella 2015/2043 comminata a maggio 2015, un miliardo di euro per infrazione per superamento delle polveri.
La problematica ulteriore, caro Assessore, è che è sbagliato anche il monitoraggio, mi scusi se le faccio un discorso tecnico, il monitoraggio del PM10 non serve più a nulla perché in una PM10 ci sono 64 particelle del 2,5, quindi, siccome il rilevamento viene fatto per peso e non per volume, significa che se lei mi dice 25 microgrammi al metro cubo, vuol dire che non ce ne sono 25 microgrammi, ma ce ne sono molti di più perché in una particella di PM10 ce ne sono 64 di PM2,5.
E' il monitoraggio in sè per sè che è sbagliato, e l'ultima direttiva, su cui ho basato la mia interrogazione, non è stata considerata dai tecnici e dai dirigenti come avrebbe meritato perché il problema sta nel fatto che bisogna monitorare in maniera corretta!
Le posso dire questo, se noi fermassimo tutte le macchine che circolano nelle Marche, e cioè le 610 macchine ogni 1000 abitanti, non avremmo risolto nemmeno il 10% del problema degli inquinanti, perché c'è l'asfalto, ci sono i freni, ci sono tanti meccanismi.
Noi dobbiamo capire che questo è un problema enorme, le faccio vedere due cose straordinarie, questi sono dei documenti che mi ha dato il Prof. Montanari che nel '99 ha scoperto le polveri sottili, (il Consigliere mostra un foglio) questa è una particella di PM10 vista al microscopio elettronico, il PM10 è un metallo che una volta entrato nel corpo umano non ne esce più, provocando ictus e trombosi.
Un altro problema è dato dalla fragilità di queste particelle che spezzandosi si raddoppiano e si triplicano.
Ora vi mostro un capello e questa è una particella di PM10 ed una di PM2,5, che ricordo essere contenute in numero di 64 in una particella di PM10, quindi cosa monitoriamo a fare le PM10 che in pratica non servono a nulla?
In questa ulteriore immagine vi mostro particelle di PM10 nel sangue, vedete il metallo? Ce lo abbiamo tutti, allora ribadisco, il problema non è il fatto di monitorare le PM10, perché non servono a nulla, noi dobbiamo monitorare per sapere qual è il grado reale di inquinamento e non bloccare le centraline al superamento dei 35 sforamenti per non pagare le multe.
Tutti i dati contenuti nei rapporti dell'Ea, di Legambiente, dell'OMS sono confermati dalla Regione Marche che - in Regione c'è gente che lavora molto bene, c'è gente che lavora male, ma anche bene - ha pubblicato uno studio dell'Arpam “Impatto di alcuni contaminanti atmosferici sulla salute della popolazione marchigiana” che parla chiaro, non solo dei danni, ma anche dei costi, il 97% dei residenti nelle Marche nel 2007 è stato esposto a concentrazioni di PM2,5 - del PM10 ormai non se ne parla più, è roba vecchia, pachidermica, dell'età preistorica - superiore alle linee guida proposte dall'Organizzazione mondiale della sanità, politiche ambientali in grado di ridurre le concentrazioni di polvere atmosferica ai valori di sicurezza dell'OMS, quindi le PM2,5 a 10 microgrammi al metro cubo, non a 25, potrebbero ridurre la mortalità precoce per tutte le cause, per circa 2.900 anni potenziali di vita e ridurrebbero altresì di circa 230 milioni di euro i costi sanitari. Solo riducendo questa cosa, e noi lo dobbiamo fare, si risparmierebbero 230 milioni di euro, questo lo dice l'Arpam, Marco Baldini e Silvia Bertolacci che hanno fatto questo studio eccezionale.
Le conclusioni dello studio dicono: “lo studio fornisce ulteriore conferma dell'utilità e della convenienza dell'implementazione di efficaci politiche ambientali di mitigazione dell'inquinamento atmosferico”.
Io che cosa chiedo? Questo è un discorso che meriterebbe molto più tempo, perché qui stiamo parlando di 80.000 morti all'anno che nel 2020 potrebbero raddoppiare. Concludo questo mio intervento lanciando una proposta che formalizzerò molto presto, ovvero quella di costruire un organismo tecnico-politico capace di agire a 360°, che coordini tutti gli uffici regionali, sia istituzionali che paraistituzionali, Asur, Arpam, eccetera, e che incida sia in fase di raccolta dati, sia in fase di monitoraggio, che in fase di definizione dei fattori inquinanti - perché anche se qui non sappiamo di che cosa moriamo, moriamo a norma di legge, ma non sappiamo il perché - ma soprattutto in fase propositiva, con proposte da attuare e da finanziare che vadano ad abbattere le emissioni di particolato fine e quindi anche degli enormi costi sanitari. Enormi e spaventosi. Spendiamo per la sanità sui 3 miliardi di euro ed io sono convinto che, nel giro di 5 anni, una politica adeguata e seria andrebbe a ridurre del 30% i costi sanitari.
Tutto questo dovrebbe avvenire con una visione complessiva della problematica altrimenti sarà inutile chiudere ospedali, ridurre le strutture, togliere medici ed infermieri, tagliare sui costi dei macchinari e delle materie prime, perché con questo sistema non risolveremo mai nulla.
La ringrazio per la risposta, ma i dirigenti ed i tecnici che l'hanno fatta non ci hanno capito nulla. Grazie.

Interrogazione n. 102
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Volpini
"Importanza della Commissione tecnica paritetica”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 102 dei Consiglieri Busilacchi, Volpini.
Il Presidente Ceriscioli ha delegato alla risposta l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con deliberazione di Giunta regionale n. 166/2015 la Regione Marche ha proceduto al rinnovo della Commissione tecnica paritetica e ha nominato i rappresentanti regionali, e recepito e designato i rappresentanti dell'Università Politecnica delle Marche.
Tale Commissione rappresenta uno strumento operativo per la formulazione di specifici protocolli d'intesa al fine di disciplinare le modalità di collaborazione tra il Servizio sanitario regionale e l'Università Politecnica delle Marche, in particolare la Facoltà di Medicina e Chirurgia, per quanto concerne la formazione di Medicina Generale, corsi di laurea delle professioni sanitarie e dei pediatri di libera scelta, formazione specialistica e di quant'altro attenga agli adempimenti di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 1035/2004.
In relazione al secondo punto, il primo incontro della Commissione tecnica paritetica si è tenuto il 19 luglio 2015 con convocazione per le vie brevi ed urgente, nel mentre era in itinere la nomina del nuovo Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche, per rispondere all'urgenza di apportare modifiche al protocollo d'Intesa tra la Regione Marche e l'Università.
Infatti tali modifiche si sono rese necessarie per rendere sempre più efficace l'offerta formativa didattica, per rispondere alle indicazioni ministeriali concernenti i nuovi requisiti di docenza e di direzione per i corsi di laurea delle professioni sanitarie, nonché per le modifiche delle denominazioni di coordinatore dell'attività formativa pratica e di tirocinio clinico e infine per recepire la Direttiva 2013/55/UE che definisce le norme relative al riconoscimento delle qualifiche professionali nell'ambito degli Stati membri, a cui le Facoltà di Medicina dei vari Atenei, si sono di recente conformate. Pertanto è stata approvata la deliberazione di Giunta regionale n. 1197/2015: "Integrazioni e modifiche al Protocollo d'Intesa tra l'Università Politecnica delle Marche e la Regione Marche del 22 maggio 2007".
Circa l'ultimo punto si può comunque affermare che a seguito della decadenza del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, indicato nella deliberazione di Giunta regionale 166/2015, è in fase di revisione l'atto citato, per garantire i rapporti di collaborazione tra Servizio sanitario regionale e Università, per elevare i livelli di integrazione tra didattica ed assistenza, allo scopo finale di raggiungere l'obiettivo di ottimizzare il livello del Sistema Sanitario Regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio l'Assessore e la Giunta per questa risposta. La replica è brevissima nel senso che questa Commissione paritetica è stata istituita, come ricordato, con questo Protocollo d'Intesa, ha una funzione molto importante perché è l'organismo in cui sono rappresentati la Regione e l'Università che, come è riconosciuto in quel Protocollo d'Intesa, ha un ruolo importante in vari aspetti del Sistema sanitario regionale, sia sul piano della formazione che su quello dell'erogazione di alcuni servizi.
Poiché questa Commissione, che voglio ricordarlo non ha costi, si partecipa senza alcun gettone, alcuni anni fa ha smesso di funzionare, l'auspicio è che con questo atto, che è stato adesso ricordato dall'Assessore Cesetti e che la istituisce nuovamente, possa svolgere al meglio la propria funzione. Grazie.

Interrogazione n. 103
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Ospedale di Matelica”

Interrogazione n. 104
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Ospedale di Tolentino”

(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 103 e n. 104 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. In relazione a quanto richiesto con l'interrogazione 103, si informa che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 1183 del 22 dicembre 2015, ha chiesto il parere alla competente Commissione assembleare sullo schema di deliberazione concernente: "Adeguamento delle Case della Salute di tipo C, ridefinite Ospedali di Comunità, in coerenza con gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera di cui al DM 70/2015. Revisione della DGR 735/2013, DGR 920/2013 e DGR 1476/2013" e con la deliberazione di Giunta regionale 1218/2015 integrava la precedente.
Nella deliberazione di Giunta regionale n. 735/2013 e nelle proposte sopra citate, deliberazioni di Giunta regionale nn. 1183/2015 e 1218/2015, per quanto attiene la struttura di Matelica sono previsti 20 posti letto, di cui 10 di riabilitazione intensiva extraospedaliera e 10 di riabilitazione estensiva gestiti da struttura privata accreditata; inoltre sono previsti 12 posti di RSA e 8 posti di cure per cure intermedie.
Inoltre è previsto un punto di primo prelievo e i seguenti ambulatori e attività, con possibilità di ulteriori incrementi: Diabetologia, Chirurgia, Oculistica, Medicina, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Fisiatria, Urologia, Neurologia, Pneumologia, Geriatria, Dermatologia, Odontoiatria, Cardiologia, Otorino, Stomatoterapia, Diagnostica per immagini, Ematologia, Angiologia/Ecodoppler, Endocrinologia.
Per quanto attiene la copertura sanitaria resta immutato quanto previsto nella deliberazione di Giunta regionale n. 735/2013 con le proposte citate: presenza dell'integrazione di cure primarie con ambulatori di medici di medicina generale/pediatri di libera scelta, medico di continuità assistenziale, che assicura gli interventi di emergenza territoriale e partecipa alle prestazioni di Primo Intervento, ai sensi della legge regionale 36/1998 e sue modificazioni.
Infine, come descritto nella nota a verbale n. 18 del 20 gennaio u.s., in sede di approvazione del verbale n. 16 dell'11 gennaio 2016, si riporta che: "Nel corso della seduta dell'11 gennaio 2016 si è intervenuti sulla questione del mezzo di soccorso avanzato di Matelica; in tale sede, su precisa richiesta di un Consigliere regionale, la dr.ssa XY fa presente che c'è una proposta che prevede, tra l'altro la presenza del MSA H24 presso l'Ospedale di Matelica", non smentito dai presenti.
Interrogazione n. 104 concernente: “Ospedale di Tolentino”. In riferimento al primo punto dell'interrogazione di cui all'oggetto, si rappresenta che il decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012 prevedeva che le Regioni riducessero lo standard dei posti letto a 3,7/1000 abitanti. Per tale motivo, con deliberazione di Giunta regionale n. 735 del 20 maggio 2013, si è dato corso ad un necessario processo di razionalizzazione della rete ospedaliera mediante la riconversione delle piccole strutture ospedaliere. Nello specifico, per Tolentino erano stati previsti 10 posti letto per day surgery, 20 posti letto per lungodegenza e 20 posti letto per cure intermedie. Inoltre viene garantita la presenza del Centro dialisi assistenza decentrata, del punto prelievo, del mezzo di soccorso avanzato h24, che assicura gli interventi di emergenza urgenza territoriale e partecipa alle prestazioni di primo intervento, come regolamentato dalla legge 36/98 e sue modificazioni e del medico di continuità assistenziale e prevista l'integrazione di cure primarie con ambulatori di medici di medicina generale/pediatri di libera scelta.
Tra le attività ambulatoriali sono previste quella di Dermatologia, Psichiatria, Cardiologia, Otorino, Pediatria, Diagnostica per immagini, Nefrologia e Dialisi, Analgesia/Terapia del dolore, Chirurgia, Oculistica, Medicina, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Fisiatria e Urologia.
Circa il secondo punto, il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015, recepito con deliberazione di Giunta regionale 541/2015, ridefinisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera e richiama le Regioni a verificarne la coerenza.
Per tale motivazione è indispensabile procedere alla revisione delle Case della salute tipo C, garantendo, ove necessario, la presenza H12 nei punti di primo intervento territoriale. Tale proposta, attualmente in fase di valutazione da parte della IV Commissione assembleare, prevede nella struttura di Tolentino, qualora venisse attuata, la trasformazione di 20 letti di lungodegenza e 10 di day surgery in 30 letti di cure intermedie, che si aggiungerebbero ai 20 letti di cure intermedie già presenti per un totale di 50.
Nel caso la proposta venisse attuata, non verrebbero messe in atto modifiche delle altre attività, comprese quelle specialistiche ambulatoriali e quelle relative alla rete di emergenza/urgenza (MSA H24), ma anzi è previsto l'inserimento del percorso ambulatoriale per il disturbo del comportamento alimentare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Per quanto riguarda Matelica è importante una continuità assistenziale H24 fondamentale per la copertura sanitaria richiesta. Voi dite che c'è, però formalmente io non vedo l'atto. E' questo il problema! Se dite: “Si c'è la copertura H24” dov'è l'atto formale? E' questo il problema.
Sono soddisfatta della sua risposta se fosse così …

Fabrizio CESETTI. L'atto formale è la risposta, che è un atto formale.

Jessica MARCOZZI. Allora la sua risposta sarà pubblicata.

Fabrizio CESETTI. L'atto formale, Presidente, è una risposta perché non stiamo qui a …, non facciamo una discussione privata, è l'Assessore che su delega del Presidente fa una dichiarazione formale.

Jessica MARCOZZI. Perfetto, perché qui, Assessore, non si tratta di difendere posizioni politiche di centro destra o di centro sinistra, quello che mi interessa è la salvaguardia della salute dei cittadini, su cui non dobbiamo scherzare.
Per quanto riguarda Matelica le dico che la sua risposta mi va bene, ma deve essere quella, deve essere un atto formale perché poi la pubblicheremo.
Per quanto riguarda Tolentino, auspico, lo stavo dicendo anche con il Presidente della Commissione sanità, un tavolo con l'amministrazione perché è importante assicurare a tutti i cittadini parità di trattamento, considerando l'esistenza di un territorio montano già fortemente penalizzato e confermando la presenza di strutture ospedaliere ben funzionanti e rispondenti alle esigenze dei territori.
Ne stavo parlando sia con il Presidente Ceriscioli che con il Presidente della Commissione sanità per avere un confronto con l'amministrazione per arrivare ad una soluzione condivisa.
Per Tolentino non sono soddisfatta, per Matelica si, ma quello deve essere.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. La mozione n. 76, come è stato chiesto, è stata rinviata.
Sulla mozione n. 63 ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente, ma non prendo la parola per un breve intervento, come vedete in Aula non è presente il Consigliere Celani, primo firmatario di questa mozione, che tra l'altro è alla BIT, chiedo, quindi, di rinviarla e ovviamente di inserirla al primo punto della prossima seduta. Grazie.

PRESIDENTE. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,35