Resoconto della seduta n.191 del 31/03/2015
SEDUTA N. 191 DEL 31 MARZO 2015

La seduta inizia alle ore 11,45

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 191 del 31 marzo 2015. Do per letto il processo verbale della seduta n. 190 del 17 marzo, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 482 in data 23 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Comi, D'Anna, concernente: “Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10: Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007, e trasmessa alla VI Commissione assembleare per il parere ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 483 in data 24 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni regionali del 2015”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare per il parere ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 484 in data 25 marzo, ad iniziativa del Consigliere Marconi, concernente: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1998, n. 30: Interventi di sostegno alla famiglia”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla I Commissione assembleare permanente ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno e alla VI Commissione assembleare permanente per il parere ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 485 in data 25 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Attuazione dell'articolo 22 della legge regionale 37/2014 e successive modificazioni - Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 2014, n. 36 'Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2015 e pluriennale 2015/2017 della Regione. Legge finanziaria 2015' e alla legge regionale 30 dicembre 2014, n. 37 'Bilancio di previsione per l'anno 2015 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2015/2017'”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), n. 1) della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare per il parere ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
777 della Consigliera Foschi “Chiusura reparto Polizia postale e delle comunicazioni di Pesaro-Urbino”;
778 del Consigliere Trenta “Tagli e razionalizzazioni degli uffici nel territorio regionale causa piano di rimodulazione prospettato da Poste Italiane S.p.A.”;
779 del Consigliere Solazzi “Adesione al meeting di pace nelle trincee della Grande Guerra: Udine, Monfalcone, Sagrado, Savogna d'Isonzo, Gorizia, Nova Gorici (Slovenia) Drenchia, Tolmin (Slovenia), Fogliano Redipuglia, 17-18 aprile 2015”;
780 del Consigliere Marangoni “Bambino affetto da sindrome di Dravet e appello di una mamma di Corridonia. Attivazione immediata della Regione Marche in sede nazionale e iscrizione malattia rara nel relativo registro regionale”;
781 dei Consiglieri Solazzi, Natali, Ortenzi, Zaffini, Camela, D'Anna, Binci, Giancarli, Ricci, Massi, Marangoni, Bugaro, Bucciarelli, Perazzoli, Bellabarba, Busilacchi “Difesa dello stato sociale e delle autonomie locali”.
Comunico, inoltre, che ho provveduto con decreto n. 7 del 26 marzo alla designazione di un componente effettivo del Comitato paritetico di reciproca consultazione (servitù militari).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 6 in data 9 marzo “Riconoscimento dell'agricoltore come custode dell'ambiente e del territorio”;
n. 7 in data 9 marzo “Modifiche alla legge regionale 16 luglio 2007, n. 8 'Disciplina delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE del 2 aprile 1979' e dell'articolo 19 bis della legge 11 febbraio 1992. n. 157 'Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio' e modifica alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 'Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria'”;
n. 8 in data 9 marzo “Modifiche alla legge regionale 10 aprile 2004, n. 4: Disciplina del Consiglio delle Autonomie Locali”;
n. 9 in data 24 marzo “Disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete mellito”;
n. 10 in data 24 marzo “Modifica alla legge regionale 26 giugno 2008, n. 15: Disciplina del Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro (CREL);
n. 11 in data 24 marzo “Disposizioni per l'istituzione della banca regionale della terra e per favorire l'occupazione nel settore agricolo”.
Comunico inoltre che il Presidente della Giunta regionale ha emanato il seguente Regolamento regionale:
n. 3 in data 13 marzo “Trattamento dei dati inseriti nel registro tumori di cui alla legge regionale 10 aprile 2012, n. 6: Osservatorio epidemiologico regionale. Registri regionali delle cause di morte e di patologia”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Marinelli e Romagnoli.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Come ricorderà Presidente, lo ricordo anche ai colleghi, nell'ultima seduta abbiamo stabilito di mettere al primo punto delle mozioni, la mozione presentata da me e dal Consigliere Comi: “Provvedimento disciplinare nei confronti del reparto di ostetricia dell'Ospedale di Pesaro" …

PRESIDENTE. Per favore, un attimo di attenzione, credo che ci sarà una proposta che dovremo valutare, prego Consigliere Massi.

Francesco MASSI. La proposta è, se possibile, di discuterla ed approvarla, anche senza discussione, subito dopo le interrogazioni.
Adesso con il Consigliere Comi la modificheremo in alcune parti, quindi penso che potrà avere una discussione molto … esatto!
Chiedo, quindi, anche a nome del Consigliere Comi, se possiamo, di affrontarla subito dopo le interrogazioni, possibilmente senza discussione.

PRESIDENTE. Questa è la richiesta che fa, però io ho da fare una proposta diversa, poi sentiremo gli interventi dei Consiglieri Marangoni e Natali, se siete d'accordo, proporrei di spostare al primo punto la mozione concordata con le rappresentanze sindacali regionali: Cgil, Cisl, Uil ed integrata dai Presidenti delle Province attraverso un emendamento che proporrò.
Se l'Aula è d'accordo la sposterei al primo posto, e considerato che, almeno mi pare, c'è un accordo su alcune variazioni, il dibattito non dovrebbe essere proibitivo e non dovrebbe allungare i tempi, possiamo metterla in votazione.
Faccio anche un'altra proposta: la proposta di legge regionale n. 470 “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province” è all'ultimo posto dei provvedimenti legislativi, considerate l'urgenza, l'attesa ed anche la presenza di molti soggetti interessati, se siete d'accordo, subito dopo le mozioni, la sposterei dal punto 6 al punto 1, altrimenti, considerati i lavori, rischieremo di arrivare a dibattere questo discorso sulle Province nel tardo pomeriggio.
Se l'Aula è d'accordo su questa proposta, direi di andare avanti in questo modo, atteso che hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Marangoni, Natali e Perazzoli.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, come concordato nella riunione dei Capigruppo, chiedo l'immediata iscrizione e possibilmente l'approvazione, anche senza discussione, perché è una cosa talmente evidente, della mozione n. 780 presentata da me una settimana fa sul caso di un bambino affetto da sindrome di Dravet e appello di una mamma di Corridonia.
Si tratta semplicemente di impegnare la Regione Marche ad attivarsi affinché inserisca questa malattia rara nel registro regionale e si attivi anche livello nazionale.
E' un caso drammatico con pesanti implicazioni economiche che riguarda questa famiglia, ma anche altre, ovviamente.

PRESIDENTE. Io non so cosa ne pensino l'Assessore alla sanità ed il Presidente della V Commissione, non ho problemi a metterla se non apriamo una discussione lunghissima …

Enzo MARANGONI. Può non esserci la discussione. Magari la prossima volta ...

PRESIDENTE. Se c'è l'accordo sostanziale sulla mozione del Consigliere Marangoni di inserire tra le malattie rare questa sindrome ....

Enzo MARANGONI. Va bene anche la prossima volta, l'importante è che la facciamo.

PRESIDENTE. Al tavolo tecnico: questa la iscriviamo al primo punto della prossima seduta.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. E' fuori dell'ordine del giorno. E' una cosa che ritengo di sottoporre alla sua attenzione, Presidente, la situazione del Direttore dell'Area vasta n. 5 che è tornato ad essere un biologo. Sono finite le primarie del PD, torna nuovamente alla luce perché leggo che sul Direttore amministrativo dell'Asur, in questo caso Presidente, si sarebbe aperta una discussione in Giunta tanto che l'Assessore Mezzolani avrebbe chiesto al biologo Del Moro di dare corso alla procedura di annullamento di atti relativi all'iter professionale del Direttore amministrativo dell'Asur.
Lei capisce che quanto recepito, quanto esposto nella determina 345 dell'11 marzo 2015 dell'Area vasta n. 2 dovrà essere portato all'attenzione di una Commissione che aveva inserito questo signore nell'elenco degli idonei a svolgere il ruolo di Direttore di Area vasta.
Questa determina è dell'11 marzo ed io vorrei sapere, a 20 giorni di distanza, dall'Assessore se ha la bontà di rispondermi, da altri componenti della Giunta, se saranno così cortesi, come si può chiedere ad una persona che fa il biologo, secondo questa determina che è esecutiva, questa è una determina contro cui si potrà ricorrere, ma in questo momento esecutiva, di procedere all'annullamento del Direttore amministrativo dell'Asur.
Non so se vi rendete conto di quali tipi di danni si possono provocare in questo modo, io lo evidenzio qui a futura memoria.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Ero distratto in merito all'anticipazione del punto sulla Provincia, facciamo prima le interrogazioni? Perché ci sono alcuni emendamenti che si stanno perfezionando da parte …

PRESIDENTE. Su questa mozione?

Paolo PERAZZOLI. Sulle Province …

PRESIDENTE. Sulla legge di riordino?

Paolo PERAZZOLI. Se ci sono le interrogazioni abbiamo tempo, se no facciamo fatica.

PRESIDENTE. Certo.

Paolo PERAZZOLI. Se no possiamo fare quello che è stato chiesto adesso ed io …

PRESIDENTE. Facciamo così, andiamo avanti perché al momento abbiamo tre mozioni, discutiamo le mozioni e le approviamo, finite le mozioni mi dite a che punto siete con il riordino e proseguiremo con l'ordine del giorno fino a quanto sarà pronta la proposta di legge e potremmo inserirla.

Paolo PERAZZOLI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza, l'esame e l'approvazione della proposta di legge n. 483: Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni regionali del 2015 e gli adempimenti di fine legislatura. E' un adempimento tecnico per poter fare le elezioni.

PRESIDENTE. Va bene, la inseriamo al punto 6 bis.

Paolo PERAZZOLI. Non possiamo metterla subito? Tanto non c'è discussione.

PRESIDENTE. Va bene, la mettiamo al primo punto.

Mozione n. 781
ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Natali, Ortenzi, Zaffini, Camela, D'Anna, Binci, Giancarli, Ricci, Massi, Marangoni, Bugaro, Bucciarelli, Perazzoli, Bellabarba, Busilacchi
“Difesa dello stato sociale e delle autonomie locali”
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 781 dei Consiglieri Solazzi, Natali, Ortenzi, Zaffini, Camela, D'Anna, Binci, Giancarli, Ricci, Massi, Marangoni, Bugaro, Bucciarelli, Perazzoli, Bellabarba, Busilacchi.
Cominciamo subito come ho proposto visto che non ci sono state obiezioni a mettere in discussione e votazione la mozione che è nata dal confronto con la rappresentanza sindacale Cgil, Cisl e Uil.
Ho chiesto che venisse distribuita a tutti, quindi penso che tutti i Consiglieri ne abbiano copia.
Nel mentre abbiamo incontrato anche i Presidenti delle cinque Province marchigiane e abbiamo concordato con loro di inserire all'interno di questa mozione un emendamento che ho già presentato.
Voi avete il testo della mozione il quarto periodo del dispositivo è sostituito dal seguente ..., anzi facciamo così, vi leggo tutto il dispositivo della mozione, poi la votiamo.
Dopo le premesse generali, la mozione si esprime in questo modo: "In questo contesto l'Assemblea legislativa delle Marche invita il Governo a modificare le proprie scelte finanziarie, in particolare riducendo l'entità dei tagli ai trasferimenti alle Regioni ed agli enti locali, a partire dai settori più rilevanti riconoscendo, il principio di responsabilità e di equità e superando la logica dei tagli lineari; invita il Governo ad intervenire sugli aspetti finanziari e occupazionali delle Province, tenendo conto dei rilievi da ultimi espressi da parte della Conferenza delle Regioni nell'audizione parlamentare del 19 marzo 2015; assume come prioritario, anche in sede di variazione di assestamento di bilancio, il sostegno alle politiche sociali, compreso il diritto allo studio, al trasporto pubblico locale, alle politiche di sviluppo e del lavoro, tenendo anche conto delle opportunità offerte dai fondi strutturali".
Il quarto capoverso dovrebbe essere sostituito da questo concordato con i Presidenti delle Province: "Nel processo di riordino delle funzioni delle Province si impegna a salvaguardare l'occupazione di tutto il personale e a mantenere il livello dei servizi alla comunità, anche attraverso il cofinanziamento degli oneri relativi allo svolgimento delle funzioni delle Province stesse". Questo è l'emendamento.
L'ultimo capoverso: "Si impegna direttamente ed invita il sistema delle autonomie locali a fare altrettanto, a favorire il processo di riforme di aggregazione degli enti e delle società nella gestione delle funzioni e dei servizi della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici locali, ad iniziare dall'attuazione della legge regionale che ha recentemente varato il piano di riordino territoriale con l'individuazione delle dimensioni territoriali ottimali per la gestione associata".
Il testo della mozione è in vostro possesso, la proposta di emendamento vi verrà distribuita subito. Vi do il tempo di visualizzare l'emendamento e, se non ci sono problemi, possiamo mettere in votazione la mozione dei Consiglieri Massi e Comi. E' pronto il testo? Va bene!

Mozione n. 768
ad iniziativa dei Consiglieri Massi, Comi
"Provvedimento disciplinare nei confronti del reparto di ostetricia dell'Ospedale San Salvatore di Pesaro"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 768 dei Consiglieri Massi e Comi.
Ha la parola per l'illustrazione il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Nella mozione a firma mia e del Consigliere Comi, accorcio l'illustrazione della vicenda che i colleghi già conoscono, nella parte espositiva c'è scritto che si impegna la Giunta, il Presidente e l'Assessore ad approfondire le fasi della vicenda ed a verificare, con i mezzi consentiti di accertamento interno, se il personale citato in più dichiarazioni, a sproposito da quella persona che voi sapete, abbia agito secondo deontologia, in modo conforme all'articolo 11 della legge 184.
Viene tolta la parte della querela e la parte del procedimento disciplinare, si chiede alla Giunta di fare l'accertamento interno.

PRESIDENTE. Va bene Consigliere Massi, se siamo d'accordo, la mettiamo in votazione.
Scusi Consigliere Massi, il testo della mozione rispetto a quello che c'è in Presidenza è stato modificato?

Francesco MASSI. Ho detto che è stato modificato e l'ho letto.

PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Massi e Comi, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Mozione n. 768 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la mozione "Difesa dello stato sociale e delle autonomie locali" siamo pronti nella valutazione? La mettiamo in votazione o passiamo ... mi pare che abbiate preso atto dell'emendamento, quindi si può aprire la discussione.

Mozione n. 781
“Difesa dello stato sociale e delle autonomie locali”
(Prosecuzione discussione e votazione)

PRESIDENTE. Apriamo la discussione sulla mozione numero 781 su cui c'è anche l'emendamento a cui ho fatto riferimento prima.
Ha la parola l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Signor Presidente, signori Consiglieri, la mozione rappresenta in maniera sintetica il più grave dei problemi del riordino istituzionale dell'ultimo anno.
E' un problema che correttamente va impostato coinvolgendo un convitato di pietra che al momento attuale non presenta responsabilità, è il riordino delle funzioni deciso a livello centrale con due atti fondamentali: la proposta di legge Delrio, poi diventata legge, e le modifiche avvenute nella legge di stabilità.
Correttamente la legge Delrio pensava ad un riordino, ad uno spacchettamento a monte e a valle delle funzioni delle Province, assicurando la copertura. In tal senso ci sono infinite sentenze della Corte Costituzionale che indirizzano le competenze soltanto a condizione di aver verificato la copertura finanziaria, in altre parole non si può attribuire senza copertura, né si può togliere, se mantenendo, risorse a copertura finanziaria di funzioni stabilite da legge dello Stato.
Mentre la legge Delrio prevedeva uno spacchettamento verso i Comuni e verso le Regioni delle funzioni cardinali delle Province che venivano riorientate, nella legge di stabilità è stato unilateralmente stabilito un definanziamento delle spese per il personale delle Province, nonché di altre funzioni importanti delle Province, confondendo quello che era stato l'obiettivo di riduzione delle spese della casta, con una unilaterale riduzione del fatturato delle Province, cioè delle funzioni cardinali importanti che esse svolgevano.
Parlo delle funzioni proprie e di quelle delegate, come quelle delle strade e dell'Anas, parlo soprattutto della manutenzione e dei servizi fondamentali per gli istituti tecnici e per i licei, parlo dei centri per l'impiego, della formazione professionale, in maniera diretta e indiretta.
A tutto questo la legge di stabilità ha corrisposto un taglio di 1 miliardo di euro di carattere istituzionale nazionale a cui seguiranno 2 miliardi di taglio nel 2016 e ben 3 miliardi nel 2017.
La cosa sorprendente che è avvenuta è che la Regione nel dibattito da oggetto ferito e non feritore, nella logica dei rapporti tra le parti politiche, si è trasformata in una sorta di responsabile interlocutore di quello che avveniva a monte della Regione, avendo la Regione Marche, come voi sapete, è all'ordine del giorno, una variazione straordinaria di bilancio, un taglio di circa 5,2 miliardi di carattere nazionale e di oltre 230 milioni.
Questa è la situazione di fondo. Lo dico anche ai rappresentanti delle Province che sono qui in Aula con i quali abbiamo avuto modo di sentirci in due occasioni differenti, garantendo la solidarietà e la responsabilità della Regione limitatamente alle proprie funzioni istituzionali. E' seguito un incontro e rispetto alla potenziale assicurazione sul versante dei posti di lavoro, su cui un Viceministro piuttosto temerario aveva fatto spallucce dicendo: “Ci saranno 2 anni al 100%, 2 anni all'80% e poi il personale eccedente penserà, come per il privato, al proprio futuro”, di fronte ad una minaccia così irresponsabile, abbiamo detto che in ogni caso la Regione si farebbe fatta carico e questo è l'impegno che come Giunta abbiamo determinato e come Assemblea, mi pare, facciamo bene ad affermare.
Ogni responsabilità è a valle di chi questo spostamento di funzioni e di attività è responsabile, quindi ogni nostro atto è a valle dei provvedimenti del Governo in proposito di riorientamento istituzionale.
Abbiamo avuto occasionalmente modo di parlarne, da ultimo in maniera frettolosa perfino stamattina, c’è il problema che con le Province e con la comunità regionale bisognerà stabilire, come dice la mozione, in relazione al trasporto pubblico locale, di cui una parte è stata delegata alla competenza provinciale, al sociale, al diritto allo studio, alle funzioni di sostegno allo sviluppo economico, una corresponsabilità che metta insieme la Regione, le Province e gli stessi Comuni.
Su questo c'è la necessità e, per evitare la sagra delle ipocrisie oppure il disincanto e la disillusione delle cifre che effettivamente possono essere messe a bilancio, lo voglio dire con la più onesta delle affermazioni, di garantire sul versante del personale, in ogni caso, l'apertura di un paracadute di fronte ad un'eventuale irresponsabile normazione originale e inedita in Italia che è stata sperimentata negli ultimi anni soltanto in Grecia, dove pezzi di pubblica amministrazione sono stati cancellati con un atto di legge.
Su questo garantiamo una piena e coerente corresponsabilità, a valle, ripeto, di una interlocuzione e di un contenzioso che Comuni, Province e Regioni debbono, insieme ai propri parlamentari, rappresentare sul piano nazionale, perché non è pensabile qui rappresentare una discussione in cui le difficoltà vengono ridotte sulla base delle accise e dei feriti, anziché dalla parte dei feritori.
Capisc, e nel rapporto di leale collaborazione dobbiamo riconoscere che le difficoltà che noi conosciamo sono presenti anche sul piano nazionale, ma la corresponsabilità è la base d'appoggio della codecisione, non può esistere un livello nazionale che dopo aver tagliato in maniera severa i bilanci di Comuni, di Province e di Regioni, addirittura come succede per la sanità, appesantendo i livelli essenziali di assistenza, inaugurando stagioni di uno stato sociale che si espande con risorse finanziarie in netta riduzione, allarghi i livelli essenziali di assistenza alle nuove malattie, alle cure antidiabetiche più efficienti, riducendo il fondo sanitario nazionale. Le due cose purtroppo non stanno insieme. Chi racconta queste cose semplicemente allontana il calice della responsabilità ingannando gli interlocutori. Lo dico per la correttezza che è dovuta, quindi l'unica cosa che possiamo dire è che il personale nella mobilità, nell'assicurazione, nel caso dovessero scattare ..., ci auguriamo di no perché la mobilitazione compatta tra gennaio e i primi di febbraio ha fatto sì che maturasse il 29 gennaio la circolare Lanzetta-Madia, che non risolve il problema, ma è una risposta che, in qualche maniera, integra e dà un margine di interlocuzione rispetto all’unilaterale determinazione della legge di stabilità.
Bisogna tenere le Regioni unite su questo versante, bisogna tenere, in campo regionale, Regione, Province e Comuni attorno a un tavolo vedendo quello che è concretamente disponibile sul versante del bilancio.
Un’ultima battuta la voglio fare perché siamo alla vigilia di discussioni importanti più generali, l'Assemblea regionale con un atto di responsabilità e, se mi consentite, anche la Giunta, nonostante le difficoltà politiche piuttosto movimentate di queste settimane, si sono assunte la responsabilità - l'altro ieri c'è stata la discussione in Commissione bilancio, domani e dopodomani continuerà nelle sedi istituzionali - anziché di rinviare le scelte responsabili e capaci, come dire più no che si, tanti più no che si a luglio o a settembre con l'Assemblea rinnovata e con la Giunta rinnovata, non essendo andata in esercizio provvisorio, di mettere a disposizione della comunità regionale 315 milioni alla data del 27 marzo e a questi aggiungere 60 milioni di cui 35 milioni di investimento e 25 milioni di parte corrente per le necessità che si presenteranno in maniera drammatica al nostro cospetto.
E’ chiaro, lo sappiamo tutti, lo sa a maggior ragione chi assume questi atti in Giunta, lo sanno anche tutti i Consiglieri di opposizione a cui devo riconoscere senso di responsabilità, che non verremo ringraziati per i 315 milioni che, stando al lavoro anche domenica mattina, siamo riusciti a mettere a disposizione, non verremo ringraziati per i 60 milioni delle variazioni straordinarie di bilancio, ma verremo criticati aspramente, ce n'è motivo, per i bisogni reali, concreti, socialmente rilevanti, insoddisfatti per 160-170 milioni.
Noi questa consapevolezza ce l'abbiamo e dobbiamo dire la verità a tutti, perché altrimenti, aprendo quattro tavoli contemporanei, se provassimo a dire che verrà finanziato quello che manca all'appello per il sociale, per il diritto allo studio, per il trasporto, per lo sviluppo economico o per le attività fondamentali delle Province, diremo una cosa non mantenibile, non onorabile, e questo sarebbe di disdoro per la funzione istituzionale e di grande disincanto e disillusione per i beneficiari.
Siamo in un momento di grande difficoltà, quello che la Giunta regionale, e spero anche l’Assemblea, può fare è quella mettere in piedi con senso di responsabilità un tavolo che metta insieme le Province, i Comuni, la Regione, con le risorse a disposizione e l'elenco delle emergenze più gravi, e in quel tavolo istituzionale di eletti democraticamente e di impegni istituzionali decidere, tutto è emergente, quanto sia più emergente, la scelta del sociale rispetto allo sviluppo economico, lo sviluppo economico rispetto al diritto allo studio e via dicendo.
Chi partecipa a quel tavolo non può inventarsi altri quattro tavoli bilaterali di incendio, di focolaio, di rivolta, perché tutti quanti dobbiamo essere consapevoli dei vincoli che abbiamo a disposizione.
Tornando, Presidente, alla mozione, penso che il testo base rientri nel ragionamento degli impegni che possiamo sostenere, se invece ci si chiede, preventivamente e non a valle del rapporto con il Governo, un cofinanziamento senza limiti degli oneri che riguardano lo svolgimento delle funzioni, noi stiamo scrivendo una cosa che non ha valore di legge e che non verrà tradotta, perché non ci sono le possibilità finanziarie ed economiche.
Lo dico con la necessaria chiarezza se poi, come dire, per una pacca sulla spalla in più, vogliamo votare anche l'emendamento possiamo farlo, non vengono quantificati gli oneri né dettate le norme di ancoraggio della spesa, ma non c'è la capienza perché l'ultimo euro impegnato è stato destinato alle variazioni di bilancio, rispetto alle quali soltanto cancellando quelle cifre potranno essere rinvenuti 1, 10, 20 milioni - sono 25 quelli correnti - disponibili ad eventuale copertura di fabbisogni che in qualche maniera potranno emergere.
Il parere che mi sento di dare è quello di uno sforzo condiviso per quello che riguarda la mozione, di preoccupazione, quindi suggerirei, come dire, una formulazione diversa a valle di quello che succede nel confronto col Governo per quello che riguarda l'eventuale, scriverei così, coinvolgimento con il cofinanziamento da parte delle Regioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

(il Consigliere Bugaro parla dagli scranni dell'opposizione)

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente, intervengo da qui perché parlando tocco toni politici, quindi non dallo scranno istituzionale.
Ho ascoltato l'Assessore Marcolini e una riflessione di fondo mi viene.
Assessore, capisco il suo imbarazzo, ma non possiamo non parlare in questa sede del problema dei problemi, che non è la lotta fra poveri, e in questo caso fra Province e Regioni, ma del convitato di pietra che sta qui e che è il Governo, il quale ha affrontato con una lucida e scientifica strategia la questione. Ha attaccato prima le Province, come se fossero le responsabili dei problemi economici di questo Paese, ha scatenato la Guardia di Finanza in tutta Italia contro le Regioni, prendendo degli esempi chiari, partendo dagli esempi di satrapi veri, come quelli del Lazio, e delegittimando tutte le Regioni.
Raggiunto questo duplice obiettivo, ha preso, altro che i tagli lineari di berlusconiana e tremontiana memoria, l'accetta ed ha tagliato in maniera radente tutto quello che era possibile tagliare.
Oggi in questa Regione mancano 14 milioni di euro per il trasporto pubblico locale e 5 milioni di euro per il diritto allo studio e, ditelo, non siamo nelle condizioni, ovvero non siete nelle condizioni, di poter dare risposte.
Il problema non è fra le Regioni e le Province, il problema è che manca un disegno nazionale di articolazione dello Stato. Si vuole disarticolare lo Stato colpendo in maniera difforme le Regioni, le Province, il Senato delle Regioni. Da una parte i Consiglieri regionali sono i satrapi di questa Regione, dall'altra li si vuole nominare a Senatori della Repubblica. C'è una legge elettorale che è in discussione che è la negazione della democrazia e questo è il risultato: ci scanniamo, ci arrabattiamo, decidete voi quale sia la formula migliore, per cercare di dare risposte ai cittadini e ai livelli occupazionali senza avere oggi, davvero, le risorse possibili.
Alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi abbiamo audito i Presidenti delle Province o di quello che rimane delle Province, che hanno l'esigenza per chiudere i bilanci di avere 30 milioni di euro da qui alla fine dell'anno. La vostra manovra di bilancio ne ha complessivamente 24, quindi, questa è la dimostrazione dell'impossibilità, se vogliamo dare vere verità, scusate la contraddizione dei termini, o la banalità, se vogliamo dare delle risposte vere dobbiamo dire la verità: non ci sono i soldi e a Roma continuano a non tagliare gli sprechi veri! Perché? Perché il bilancio dello Stato, che adesso si chiama legge di stabilità, una volta era la finanziaria, ogni tanto se ne inventano di nuove, non è fatto sulla spesa corrente, ma sul tendenziale. Questa è un'abnormità tutta italiana, ovvero quest'anno spendo 100 miliardi, dico una cifra, il prossimo anno ne dovrei spendere 120, taglio del 20 % e quindi il 20% in meno delle spese non è sui 100 miliardi, quindi ne spendo 80, ma è sui 20 di più, tant'è che le spese dello Stato negli ultimi vent'anni, annualmente, parliamo sempre di tagli, sono cresciute ed i tagli veri sono stati fatti solo negli enti locali. Questa è la verità!
Assessore, Giunta, prendetevela con il vostro capo di Governo che sta destrutturando un Paese senza offrire di contro un modello alternativo.
Siamo tutti d'accordo nel fare le riforme, ma est modus in rebus, c'è modo e modo di farle. Da una parte tu vuoi modificare lo stato delle cose perché non funziona? Siamo d'accordo! Il bicameralismo perfetto, tutto quello che volete, ma non si può fare in questa maniera, ci vuole un disegno organico.
I padri costituenti quando fecero la Costituzione la fecero aderente alle esigenze di quell'epoca, adesso se ne vogliamo fare un'altra siamo tutti d'accordo, ma bisogna fare un disegno organico, perché se no non ne usciamo, fra un po' avremo le strade impercorribili, non si pagheranno più le bollette delle scuole, i servizi essenziali alla persona non potranno essere erogati, questo è il renzismo, però tutto va bene perché con la stampa, i grandi giornali, proprietari ed azionisti, avete fatto corpo unico, vi danno ragione, tutto va bene, ma fra poco il collo di bottiglia arriva, quello vero arriva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Apprezzo il Consigliere Bugaro che articola il suo ragionamento venendo tra i banchi del suo partito.
Il ragionamento che faccio ricalca in parte quello che ha fatto il Consigliere Bugaro.
Non vedo qui la dovuta rivolta, Assessore. Sui numeri che ci dà, noi non stiamo a discutere. Prima abbiamo sentito i Presidenti delle Province, tutti espressione del colore della vostra Giunta, abbiamo sentito i sindacati, non hanno parlato di aria fritta o di sprechi, hanno parlato di cose serie, di cose reali, di cose che chi ha amministrato sa quanto contano e quanto siano pesanti da affrontare nel confronto con i cittadini.
E' inutile che noi ragioniamo qui, loro vengono a chiedere il cofinanziamento, io vorrei sapere a quale santo si voterà l'Assessore Marcolini per riuscire a tirare fuori, a imputare delle somme per fare questo.
C'è l'Assessore Marcolini, ci poteva essere chiunque altro al suo posto, di un altro colore politico, ma la rivolta che si esige da un Consiglio regionale, da tutti, è contro una manovra di questo tipo, e questa non c'è!
Abbiamo qui il Segretario regionale del PD, massima espressione politica del governo Renzi, in questa situazione dovrebbe essere lui, come il Segretario del partito che lui rappresenta a livello regionale, a dire come giustifica quello che ha detto finora l'Assessore Marcolini, non possiamo ragionare sempre ...
Io ho contestato e ho fatto determinate scelte l'ultimo anno del Ministro Tremonti che non era altro che un pre Monti, nient'altro. Potremmo discutere sulle cause di tutto quello che è successo.
Oggi c'è una responsabilità in capo a qualcuno, a un partito e qui abbiamo i responsabili dello stesso partito che ai Presidenti delle Province, ai sindacati, raccontano frottole. Come le vogliamo dir?. Alzano la polvere! Cosa vi raccontano? Qual è la giustificazione che c'è?
Oggi c'è un'Italia ..., oggi sono scese in piazza 3 Italie diverse, nessuno scende più in piazza, quelli hanno diritto di parola, poi possiamo contestare tutto, potremmo contestare tutto, ognuno può contestare gli altri, ci sono state 3 manifestazioni negli ultimi mesi, nell'ultimo mese, non le ha fatte il PD, né i partiti di opposizione. Una l'ha fatta Landini sabato scorso, un'altra l'ha fatta la Lega ed un'altra ancora l'ha fatta Fratelli d'Italia, scendendo in piazza contro questo Governo, dicendo che questo è un Governo che massacra il popolo, e non massacra per risanare i nostri bilanci, dobbiamo essere chiari su questo, e su questo c'è il discrimine rispetto a quello che ha detto il Consigliere Bugaro prima, io la penso come lei, mi meraviglia che questa posizione sia venuta dopo l'elezione di Mattarella, perché è avvenuta dopo l'elezione al quirinale di Mattarella, se ci fosse stata l'elezione al Quirinale di Amato, non so che differenza ci sarebbe stata! Tutti e due provenienti dalla stessa situazione: 420.000 euro all'anno, sbaglio?
Se non ci fosse stato tutto questo oggi Forza Italia avrebbe un’altra posizione, se non ci fosse stata una sentenza a luglio 2013 forse neanche il Governo Letta sarebbe caduto ed avrebbe realizzato quello che ha fatto il Governo Monti e quello che sta facendo il Governo Renzi. Nè più nè meno!
Ragionare e “prendere in giro” chi viene qui a esternare dei bisogni, mi sembra un po' fuorviante rispetto al problema. Qui c’è in discussione il rapporto che ha il nostro Governo che spreme tutti, senza costruire nulla, nei confronti di un’Europa che non ci piace, anzi a qualcuno piace molto, c’è qualcuno che dietro a questa Europa ancora vuole fare lo sgabello di chi comanda, parlo a futura memoria, e ritengo che ogni e qualsiasi alleanza debba avere questi specifici requisiti per fare politica diversa non per fare cose diverse.
La contestazione di quello che fa Renzi in Italia diventa un limite se rimane solo al ragionamento italiano. E' un ragionamento diverso da fare rispetto a quello che fa Renzi, rispetto a chi in Europa fa quello che fa, e non a caso qualcuno ieri si è molto compiaciuto della vittoria di Sarkozy, quello che ridacchiava insieme alla Merkel quando Berlusconi non so che cosa facesse. Grazie.

PRESIDENTE. Gli iscritti a parlare sono i Consiglieri Zinni, Bucciarelli, Perazzoli, Pieroni, Brini, Ricci, Busilacchi ….

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Scusate, forse vi siete un po’ distratti, stiamo parlando della mozione e nel momento in cui affronteremo quello che ho richiesto all’Aula e che mi pare sia stato accolto, cioè lo spostamento al primo punto della proposta di legge relativa al riordino delle Province ci saranno gli interventi del relatore di maggioranza e del relatore di minoranza. Questo è scontato.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Va bene, capisco tutto, però la relazione di maggioranza e di minoranza va fatta quando trattiamo l’atto, a meno che quando affrontiamo l’atto e io vi do la parola fate riferimento alle cose che sono state dette. Come volete, decidete voi.
Gli iscritti a parlare sono i Consiglieri Zinni, Bucciarelli, Perazzoli, Pieroni, Brini, Ricci, Busilacchi, Massi.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. L’appassionata relazione dell'Assessore Marcolini impone di intervenire direttamente sulla mozione, se non altro per dire innanzitutto una cosa: se un Consiglio regionale è costretto a fare una mozione che dice una cosa diversa rispetto alla legge che approva dopo, ci sarà un perché.
Questa mozione è la mozione degli affetti e dice giustamente che non ci stiamo a questa sciagurata riforma Delrio e che faremo di tutto per salvare il personale della Provincia.
La legge però dice un’altra cosa. La legge accetta la sciagurata riforma di questo Governo, Governo Renzi, che non solo ha le colpe di tutto questo, ma è la ciliegina sulla torta di un lungo percorso iniziato, diciamoci la verità, sin da quando un certo Romano Prodi accettò il cambio a tasso fisso a lire 1936 per un euro, proseguito con vari Governi che hanno cercato di dimostrare che l'Italia avesse ancora una sovranità, e con il decreto 78 si è iniziato un percorso di tagli strutturali pesantissimi alla pubblica amministrazione, nel nome di un dogma sbagliato e pericoloso, cioè la spending review.
Vorrei che fosse chiara una cosa e che restasse a verbale di questo dibattito: non è vero che la spesa pubblica italiana è la più alta d'Europa. Non è vero, è una balla! Lo è attraverso che cosa? Gli interessi del debito pubblico. Al netto degli interessi del debito pubblico la nostra spesa è minore della Germania. Ce le vogliamo dire queste cose? Se togliamo il sistema bancario europeo la nostra spesa pubblica è minore della Germania, la nostra spesa pubblica non vuol dire solo Province, Regioni e Comuni, ma servizi sociali, sanità, investimenti, infrastrutture.
A me dispiace che anche il Presidente Berlusconi abbia sostanzialmente appoggiato questo Governo Renzi, forse è la dimostrazione che esiste in Italia, al di là di destra, sinistra e centro, una parte della politica che è rassegnata agli ordini di Bruxelles e dell'alta finanza internazionale, ma c’è una parte della politica che non ci sta più ed io e il Consigliere Natali ne siamo rappresentanti ed è Fratelli d’Italia. Noi non ci stiamo più a questa balla colossale che i soldi non ci sono, non è che i soldi non ci sono, c’è un'Europa sciagurata che insieme al burattino Renzi dice di metterli altrove, sulla BCE e su tante altre cose, vedasi Trattato di Basilea 3, eccetera.
Vengo al dunque sulle Province. La pagliacciata tutta italiana di fare le finte riforme è una cosa che non si può più accettare, e questo dibattito delle riforme sì o no sta diventando il tormentone delle primarie del Partito Democratico. Le primarie quelle vere, quelle che fate alle riunioni di nascosto dove decidete la linea politica di questo governo e la verità è che il Partito Democratico non solo è complice di tutto questo, ma ne è protagonista assoluto, vuole il primato liberal liberista in assoluto.
Vengo a dei dati concreti, al taglio di 230 milioni di euro che subisce la Regione Marche, se vi ricordate, colleghi, quando iniziò il decreto 78, la prima volta, intervenni in Aula e dissi finalmente un po' di cura dimagrante per le Regioni perché effettivamente le Regioni fra il Titolo V e le risorse che avevano avuto, avevano ricevuto talmente in abbondanza che probabilmente ad un certo punto si è iniziato anche a spendere senza un grande criterio. Ora il problema è che si è invertito questo meccanismo al paradosso, siamo passati da una cura dimagrante alla paralisi.
230 milioni di euro sono una paralisi: tutte le leggi della tabella A azzerate tranne il trasporto pubblico, la cultura, un’altra cosa che non ricordo, mentre la sanità inizia ad avere dei tagli e la legge sul sociale a zero.
Faccio un esempio banale, sciocco, per il dragaggio dei porti servirebbero oltre 10 milioni di euro e ne abbiamo 2, quindi vuol dire che potrò fare un dragaggio, due, ma non farò quello che devo fare. Il dragaggio dei porti è un esempio sciocco rispetto a tutto quanto, ma pensate a chi lavora col dragaggio del porto, il disagio che avrà, i costi sociali che avranno i pescatori quando si rompà la barca perché il porto non è dragato.
Vengo al punto, le risposte a questa pagliacciata di riforma Delrio sono la protesta ed i meccanismi di solidarietà. Stanno creando dei meccanismi che mettono i dipendenti pubblici gli uni contro gli altri, perché solo un malato di mente può fare un meccanismo di mobilità al 50% di riduzione del personale. E' una cosa gravissima, perché significa spaccare la gente fra chi farà parte di quelle competenze che andranno subito in Regione e quelle che non ci andranno. Questa è una cosa vergognosa e io vado a concludere questo mio intervento sulla mozione, perché mi riservo di intervenire poi nel dibattito della legge.
Bisogna protestare uniti nei confronti di questo Governo per pretendere, se per davvero c'è un riordino strutturale, le coperture che garantiscano l'assorbimento delle Province e delle Regioni. Io non sono attaccato alla Regione a tutti i costi, io sono aperto a chiudere anche le Regioni, tranquillamente, ma se vogliamo chiudere Province e Regioni qualcuno mi deve dire qual è l'ente che le sostituirà, con che competenze, personale e quant'altro.
Concludo questo mio intervento dicendo che Fratelli d’Italia non accetta la logica dittatoriale dell'Unione europea che ci vuole come la Grecia, con la logica che il dipendente pubblico va licenziato, se non altro per un motivo non ideologico: ogni licenziato in più in Italia è un'altra bocca da sfamare.

Presidenza del Vice Presidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Intanto mi complimento e la ringrazio perché ha parlato, rappresentando Forza Italia, dallo scranno da Consigliere regionale e non dal tavolo della Presidenza, così come avevo chiesto da tanto tempo, dando tra l’altro una lezione a chi fa il Segretario di un partito e anche il capo di Governo, come avveniva nell'Unione Sovietica tanto bistrattata.
Epidermicamente verrebbero la voglia di dire: "Avete creato questa situazione politica istituzionale, gestitevela!" oppure verrebbe la voglia di dire: "Non ragioniamo sul riordino delle Province, ma sul disordine delle Province", però la questione è troppo seria, la riorganizzazione statuale a cui stiamo assistendo è troppo seria ed è frutto di un processo che va avanti da decenni.
Il berlusconismo voleva privatizzare tutto e rendeva tutto apparente ed efficiente per alcuni e apparente per tutti, dopo è venuto il Governo Monti, poi il tentativo dell'ultimo socialdemocratico dentro il PD, Bersani, fatto fuori, ed ancora il tentativo del popolare PD Letta, sta sereno. C’è voluto il bullo di Pontassieve per dire: "Adesso comando io, adesso si fa così, io cambio, io faccio, voi pagate i danni, voi riparate". Questa è la situazione.
Questo processo che per ovvi motivi di tempo ho abbreviato, risponde agli interessi del capitale finanziario mondiale che evita, ha terrore della democrazia e degli spazi di confronto, come erano le Province e come sono le Regioni. Ha il terrore della partecipazione popolare dei cittadini, ha bisogno di essere efficiente, snello nelle decisioni. Dobbiamo essere competitivi, correre non si sa verso dove, ma correre, dobbiamo velocizzare. Da quanti anni ci sentiamo dire queste cose? Veramente verrebbe la voglia di dire adesso gestitevela, ma dietro questo ci sono decine e decine di migliaia di esseri umani, di donne, di uomini, di lavoratori con le famiglie. C'è una nazione che vive nel precariato e che non ha futuro ed è a questo che dobbiamo rispondere.
Assessore ho ascoltato con molta attenzione quello che ha detto perché sa bene, al di là dei rapporti personali, il rapporto politico che c’è tra noi, però mi permetto di dirle che non siete molto credibili e le spiego il perché.
Se è vero che noi oggi ci troviamo qui a risanare un danno ed una scelta scellerata, irresponsabile, come ha detto lei, ha parlato di politiche irresponsabili del Governo Renzi, del Governo centrale e di chi lo sostiene, è anche vero che lei non ha dato grande esempio ieri presentando il bilancio regionale alla stampa prima di aver chiamato i Presidenti delle Province, i Presidenti dei Comuni, le organizzazioni sindacali. La partecipazione è una cosa seria. La democrazia è seria. Cosa c'entra il candidato Ceriscioli con il bilancio del 2015 della Regione Marche? Cosa c'entra? In questo modo si umilia il ruolo istituzionale dei Presidenti delle Province che abbiamo ricevuto questa mattina e che ci hanno richiamato ad una lotta di civiltà. Il Presidente della Provincia di Macerata ci ha detto che questo è un dissesto finanziario delle Province programmato e voluto dal Governo che riceve la fiducia di un Parlamento ricattato dal bullo, un Parlamento nominato per la stragrande maggioranza dei deputati o eletto sulla base delle primarie via e-mail. Una persona che con 150 voti si trova a fare il deputato non ci sta ad andare a casa, è ricattato e vota tutto, in questo modo è ridotto questo Paese. C'è un problema di democrazia reale.
Hanno ridotto i Consigli comunali, hanno abolito le Province, avete ridotto contenti e soddisfatti, salvo poi tentare di andare indietro, il numero dei Consiglieri regionali. Il Senato non conterà più niente e la legge elettorale che vi farà ingoiare sarà una legge elettorale che prevederà tutti o la maggior parte dei deputati nominati. Dov’è la democrazia in questo Paese? Dove portate questo Paese? C’è una corresponsabilità morale, etica, politica o no degli scritti e di coloro che sono eletti nelle liste del Partito Democratico? C'è bisogno o no di raddrizzare la schiena e di guardare in fronte la realtà e non dire una cosa nelle emozioni e poi farne un’altra con gli atti normativi. Credetemi non cerco l’applauso, lo dico soffrendo, perché so cosa è una Provincia, so quale ruolo svolge la Provincia e so cosa vuol dire la democrazia.
Appartengo ad un partito, i Comunisti italiani, il Partito Comunista d'Italia che non ha spazio sulla stampa, se non per il gossip a cui richiamava e che non interessa più nemmeno alla Magistratura, per dire. Un partito piccolo portatore di grandi speranze. Noi abbiamo ancora la speranza che il popolo italiano si svegli, che non resti narcotizzato, che non resti succube della propaganda del bullo: io asfalto tutti. Chi di asfalto ferisce speriamo che di asfalto perisca, però non perirà se anche da voi, cari colleghi della maggioranza e del PD, non si alza un grido di ribellione. Liberate i vostri parlamentari, chiedete loro di esercitare la libertà per rivedere le norme sbagliate e per approvare una legge elettorale che sia portatrice e rappresentante della volontà popolare.
Questo vi chiediamo e per il prossimo bilancio io oggi ho proposto, sfrutto 2 minuti di più Presidente perché non interverrò sulla legge se non per un emendamento, di approvare l'assestamento di bilancio con la legge relativa alle Province perché credo - prendo 2 minuti perché non interverrò nella discussione generale dell’atto - e l'esperienza mi insegna, ormai ho i capelli bianchi da un pezzo, che un ordine del giorno ed una mozione non si negano a nessuno, mentre a tutte quelle persone che non sanno cosa faranno domani, dopodomani, a tutte quelle persone che hanno i figli che vanno a scuola - magari non ci saranno i soldi per il riscaldamento, le scuole saranno chiuse perché inagibili e non a norma, non in sicurezza, non ci sarà acqua, questa è la situazione, o perché i pulmini non riusciranno a percorrere le strade che portano alle scuole - a tutte quelle persone noi dobbiamo una risposta, non parole.
Ho proposto fatti, approviamo l'assestamento del bilancio dove mettiamo soldi e lì voglio vederli colleghi, tra poco voglio vederli, mettiamo i soldi per le funzioni indispensabili, dopo di che approviamo la legge, dando un senso a quello che facciamo. Creiamo prima le condizioni per risolvere i problemi che magari potranno emergere. L’esatto contrario di quello che ha fatto Renzi, l'esatto contrario di quello che ha fatto il Governo Renzi. E' ora di invertire la tendenza. Non è stato accolto, sarò qui, voterò, darò un contributo alla legge sulle Province per responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, altrimenti, ripeto, verrebbe voglia di dire: "Queste sono le condizioni in cui avete ridotto il Paese, le famiglie italiane, adesso vedetevela voi". Però la cultura di governo di noi comunisti non è stata mai questa. Ci siamo anche assunti responsabilità che altri hanno declinato, che altri hanno evitato, e abbiamo risanato questo Paese, abbiamo contribuito a risanarlo, ed anche questa Regione, che se ci si vanta tanto, per esempio, sulla sanità, è bene che il bilancio della sanità sia preso ad esempio in Italia, e fra quelli che hanno adottato i provvedimenti per risanarlo c’erano i comunisti in maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Perazzoli che rinuncia perché parlerà poi sull’atto.
La proposta informale che mi sento di avanzare all’Aula è che chi interviene su questa mozione, vista la mole di lavoro che oggi abbiamo in calendario e le poche sedute a disposizione per approvare gli atti importanti, faccia possibilmente un intervento omnicomprensivo su questo argomento e sulla proposta di legge sul riordino delle Province così guadagniamo tempo e possiamo andare più spediti.
Ciò premesso, il Consigliere Pieroni non è in Aula, cercatelo, interverrà dopo il Consigliere Brini a cui cedo la parola.
Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Dispiace che alcuni colleghi siano andati fuori tema su un argomento così importante e delicato, prendendosela con Forza Italia. Non riesco a capire perché e per come.
Si parla di problemi seri, problemi che riguardano le Province, collegati al personale, ai servizi, però se si cerca di provocare, rigettiamo tutto al mittente.
Non vogliamo andare fuori tema anche noi, vogliamo fare un ragionamento, seppur breve, che riguarda questa tematica che è all'ordine del giorno e cioè quali Province e quali servizi dobbiamo avere dopo la legge Delrio? Anche se, a mio avviso, al primo posto c'è da metterci la questione del personale.
Quando ci siamo incontrati nella Conferenza dei Capigruppo con i Presidenti delle Province, mi auguro di aver capito male o di aver interpretato male un intervento, un Presidente si preoccupava di più di mantenere la Provincia con i servizi e metteva in secondo piano il problema occupazionale. Mi auguro di aver capito male, se così è, questa è una cosa che deve far riflettere, compagno Comi, su una politica, una strategia, che non è più quella della sinistra, è una strategia nuova, se così è ne prendiamo atto e cominciamo a ragionare.
L'Assessore Marcolini, persona seria, competente che non si tira mai indietro, oggi - anziché fare una corsa e dire si voterà per le regionali chi più ne ha più ne metta, chi può promettere prometta - ha voluto mettere a nudo ed ha fatto come al suo solito un intervento serio, ponderato, basato più sui numeri che sulle promesse. Anche in questo caso, Assessore Marcolini mi corregga se sbaglio, mi pare di aver capito che per quanto riguarda le risorse di investimento per le Province ci sono circa 6 milioni per le scuole e le strade. Mi pare di aver capito che c'è un impegno serio e concreto per il personale a livello delle Province, quindi, non riesco a capire, in questo momento, quando si parla di funzionalità e di servizi, come i servizi possono funzionare se non c'è il personale. Caro Consigliere Comi lo dica al suo presidente che non è eletto dal PD, ma è stato eletto dal PD nelle comunali, senza personale i servizi non funzionano.
Mi pare di aver capito male, però eravamo in tanti, se qualcuno mi deve correggere, mi corregga e mi meraviglia che ad alcuni Presidenti dei gruppi che erano presenti sia sfuggito questo passaggio. Penso che al Capogruppo Consigliere Ricci non sia sfuggito perché gliel'ho detto immediatamente "Mirco qui ...", l'ho detto anche al Consigliere Perazzoli, penso di aver sbagliato, ma se ho sbagliato correggetemi. Consigliere Perazzoli nell'intervento che farà, potrà dirmi: "Guardi Consigliere Brini che ha capito male", me lo auguro, tanto è vero che vi ho fatto la battuta: "Siete diventati tutti democristiani", non ci sono più i comunisti che difendono i lavoratori, una volta erano al primo posto.
Fatta questa riflessione, mi auguro che tutti ci troviamo sull'intervento dell'Assessore Marcolini, perché in questo momento, in base alle risorse che ci sono, si devono programmare gli interventi da fare, garantire il personale, garantire le scuole, garantire le strade. Caro Assessore Marcolini ci sono anche altri problemi sulla funzionalità delle Province, però potranno essere affrontati successivamente.
Ho saputo, ancora non è in essere, che la Provincia di Macerata vuole attirare a sè tutto il discorso della nuova norma sugli appalti, ben venga, ma deve essere pianificato, concordato, e portato avanti con i Comuni anche della Provincia di Macerata che possono compartecipare con le risorse e utilizzare il personale della Provincia.
Rimangono aperte altre problematiche, Assessore Marcolini, il sociale, i trasporti. Se per i trasporti oggi mancano milioni e milioni è perchè c'è stata una politica sbagliata della Regione Marche. Negli anni per essere una Regione virtuosa avete rinunciato ad equiparare il trasferimento con le altre Regioni. Ci sono Regioni inferiori a noi che hanno fatto la parte del leone. L'Assessore Marcolini e l'Assessore Viventi sono a conoscenza di questa problematica, oggi purtroppo i trasferimenti sono inferiori perché per molti anni non si è mai aggiornata la richiesta e purtroppo la Regione virtuosa alla fine paga per tutti, mentre le Regioni, tipo la Calabria, l'Abruzzo, hanno trasferimenti che sono, non dico il doppio, ma superiori ai nostri, e l'Assessore Marcolini questo lo può confermare.
E' così Presidente, è un'amara realtà, per essere virtuosi siamo stati penalizzati rispetto a spreconi che utilizzavano soldi e non davano servizi ed oggi il trasporto pubblico marchigiano è al collasso.
Chiudo, Presidente, facendo un appello soprattutto all'Assessore Marcolini, tutti gli interventi sono positivi, tutti gli interventi vanno bene, però facciamo un ragionamento serio e concreto: quante risorse sono a disposizione? In base a questo la II e la V Commissione si riuniranno e ragioneranno sulle risorse che ci sono. E' inutile dire "vediamo, ... facciamo, ... discutiamo emendamenti e mozioni", se non ci sono le risorse si ingigantiscono le problematiche delle scuole, delle strade e del personale, ma se c'è qualche risorsa in più ben venga ed insieme alle due Commissioni trovate una soluzione per soddisfare al meglio un'esigenza che è reale.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Stiamo discutendo di una mozione e spero che poi passeremo in maniera veloce all'approvazione della legge perché le mozioni sono un atto di indirizzo politico, ma la sostanza è l'approvazione della legge e credo che le Province, ma soprattutto tutti coloro che lavorano e operano all'interno delle stesse, oggi da questo Consiglio regionale vogliono una risposta forte .
Questo confronto su questa mozione, intavolato in questo momento, nasce dal momento politico che stiamo vivendo. Un momento politico elettorale dove in maniera del tutto personalizzata, ognuno di noi legato all'appartenenza politica, tiene un atteggiamento più o meno condiviso per quello che riguarda le scelte del Governo e quant'altro.
Credo che dobbiamo cominciare a ragionare in maniera seria, in maniera corretta, con grande franchezza, al di là degli schieramenti, perché per chi come me è stato per due legislature Assessore provinciale ad Ancona ed ha visto con grande chiarezza e ha toccato con mano quanto siano importanti le Province su una serie di temi, su una serie di settori, e quanto sono capaci tutti coloro che operano all'interno della Provincia di Ancona in questo caso, ma siano certo in tutte le Province della regione Marche ..., è chiaro che oggi dobbiamo assolutamente approvare questa legge, naturalmente con una serie di distinguo, ma l'obiettivo finale è quello di dare una giusta risposta a chi in questo momento sta vivendo una criticità forte che nasce dall'atteggiamento del Governo, ma è giusto anche dirlo, nasce anche da una situazione congiunturale che si è creata in Italia.
Oggi dobbiamo essere responsabili a tutto tondo per dare una risposta forte a chi ha un'aspettativa giusta, a chi è preoccupato del proprio futuro e a chi deve fare un percorso all'interno di altri enti.
Sono convinto che tutti noi, anche in un momento preelettorale, dove le fibrillazioni sono maggiori, dove le responsabilità vengono scaricate a destra, a sinistra, al centro e quant'altro, avremo la capacità e la ragionevolezza di dare una risposta a chi ha questa necessità, quindi, per quello che mi riguarda, non mi dilungo, Presidente, Consiglieri, in un intervento dal punto di vista politico, e spero che in tempi brevi entreremo nel vivo della proposta di legge che poi è il succo di tutto il nostro ragionamento che questa mattina dovremo fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Apprezzo in questa fase di dibattito e spero fino al voto la presenza del Presidente della Giunta perché questo è un argomento di grande rilievo ed avviene al termine del percorso della legislatura.
Il riordino delle Province è uno degli argomenti più significativi che discutiamo in questo consesso poco prima del voto.
Questa mattina ai Capigruppo si è discusso e l'ordine del giorno scaturisce anche dall'incontro con i sindacati e le Province. Devo dire che alcune cose ovviamente le voteremo, sono state condivise e per rispondere al Consigliere Brini che la distinzione e la priorità fra servizi e personale non l'ho raccolta, forse ho capito male, forse qualcuno si è espresso in maniera non chiara. Sarebbe assurdo pensare che ci sia l'indicazione di priorità dei servizi rispetto al tema del personale. Le due cose stanno insieme perché i servizi vengono garantiti dal personale, quindi, le due cose sono legate.
Andando rapidamente e raccogliendo un po' quello che è stato detto nel dibattito, voglio tornare in maniera specifica al punto in questione, perché la discussione mi è sembrata molto appassionata ed interessante, ma anche propedeutica alla prossima campagna elettorale, se volete, però ci sta, capisco che ci sta, è comprensibile.
Penso che questo Paese abbia bisogno, come sta facendo, di riforme profonde. Alcune le abbiamo apprezzate, altre meno: la riforma delle istituzioni, del lavoro, della spesa pubblica, per cui credo che attaccare il Governo Renzi o questo Governo perché sta compiendo le riforme sia un'autorete formidabile. Questo Paese ha bisogno di recuperare terreno e le riforme sono un tratto essenziale di una dinamica per far crescere questo Stato.
Alcune riforme, grandi e piccole, non le abbiamo condivise. Quella del riordino delle Province non l'abbiamo condivisa, non l'ho condivisa dall'inizio, anzi si pensava che fosse quasi assurdo passare da un tempo in cui, abbiamo potenziato quell'ente - ve lo ricordate no? L'abbiamo potenziato, formazione, sociale, trasporti, viabilità ex Anas – per poi repentinamente, nell'arco di 10 anni, spolparlo delle competenze, però l'impressione che ho è che il futuro per questo ente sia molto incerto.
E' stato anche detto nel dibattito che ci si aspettava una proposta più ampia di riordino del sistema delle istituzioni pubbliche, la carta delle autonomie l'attendiamo da una vita, ma ancora non l'abbiamo intravista. Per cui penso che oggi noi dobbiamo centrare un punto e non commettere l'errore che tutti qua hanno segnalato e che noi abbiamo segnalato anche in precedenza, e cioè che è stata anticipata la riduzione di risorse, il taglio delle risorse verso i territori, rispetto al disegno Delrio quantomeno condiviso in larga parte.
Per quello che possiamo fare, Assessore Marcolini, noi oggi abbiamo la possibilità, nella nostra dimensione, per le risorse che abbiamo, di tenere più vicini i due passaggi e cioè il riordino delle Province che facciamo oggi e la variazione di bilancio che faremo domani. In realtà questo passaggio, per intenderci, lo possiamo pensare, ragionare contestualmente al contributo che possiamo dare per garantire i servizi e il personale delle Province.
Credo che con questa mozione che stiamo votando, anche con l'emendamento che ho visto circolare a firma del Consigliere Solazzi, mi pare rivisto e ritoccato dall'Assessore Marcolini e dall'Assessore Canzian, lo sforzo estremo si possa fare, date le risorse che abbiamo: 35 milioni, mi pare Assessore, sugli investimenti e 24 per la spesa corrente e ritengo anche più vicina una legge di riordino che in I Commissione è uscita all'unanimità, credo Presidente, e che è stata condivisa anche stamattina. Ho colto questa condivisione all'interno dell'incontro con i Capigruppo, dalle Province e dai sindacati, insomma la proposta di riordino è una proposta di riforma condivisa, ampiamente condivisa.
Se saremo in grado di rispondere ad alcune esigenze fondamentali, tenendo insieme il passaggio anche della variazione di bilancio, potremo aumentare un po' il contributo da garantire a questo ente che, se non ho capito male, questa mattina lo ricordavano i Presidenti Tagliolini, Cesetti ed altri, ci chiede 6 mesi di sopravvivenza fino ad arrivare alla formulazione complessiva di una riforma, tendendo anche conto delle risorse che dovrebbero assolutamente intervenire anche da parte dello Stato.
Per cui nel merito, e poi chiudo, la nostra funzione oggi è quella, come dire, di non assecondare definitivamente e completamente le richieste delle Province, non ce la faremo, non reggeremo, ma di andare in una direzione tale che la legge di riordino e la variazione di bilancio possano permetterci, in qualche modo, di gestire questo passaggio complicato.
I temi elencati nella mozione sono quelli che hanno ricordato anche altri Consiglieri, da ultimo il Consigliere Brini, ed è evidente che il cofinanziamento, come veniva anche ricordato nell'intervento dall'Assessore Marcolini, è un pochino più complicato rispetto al personale e ad altri temi, purtuttavia credo che ancora abbiamo qualche giorno di tempo. La disponibilità del gruppo del PD è piena, altrettanto della Commissione e credo che insieme all'Assessore, al Presidente Spacca e a tutta la Giunta potremo chiudere questo mandato elettorale di fine legislatura con un'attenzione particolare al tema del riordino delle Province e delle poste da mettere a disposizione di questo ente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Credo sia giusto che, in attesa delle discussioni specifiche sulla legge di riordino questa mattina e sul bilancio la prossima settimana, fin da subito questa mozione leghi il tema, a partire dal titolo, della difesa del nostro stato sociale a quello delle autonomie locali.
Come ricordava l'Assessore Marcolini nel primo intervento che ho pienamente condiviso, queste singole questioni sono politicamente da inquadrare in un contesto unico, in un contesto nazionale, in un contesto difficile che il Paese sta affrontando da alcuni anni, richiamate anche nella mozione, non solamente i 230 milioni di euro che ci troveremo in meno quest'anno, ma anche i tagli delle risorse dal 2009 al 2013 che per il 38% hanno gravato sulle Regioni italiane, a fronte, devo dire, dei pochi tagli ai ministeri centrali.
Credo che gli aspetti di contesto importanti all'interno del quale sono situate le discussioni specifiche, in particolare quella del riordino delle Province, siano due. Uno è l’azione di revisione istituzionale che si sta facendo nel Paese, ed il secondo aspetto che vincola fortemente il primo è la crisi che abbiamo nel nostro Paese, non solamente una crisi economica, ma anche una crisi di finanza pubblica.
Credo che questi siano i due elementi all'interno dei quali dobbiamo situare le nostre discussioni, soprattutto questo secondo aspetto, senza chiamare in causa l'euro.
E’ del tutto evidente che in una crisi come quella attuale il Governo è chiamato ad una responsabilità, il governo sta portando avanti delle riforme, credo con coraggio e con senso di responsabilità, però è giusto, come fa questa mozione, chiedere più chiarezza perché non è possibile affrontare solamente alcuni aspetti e fare in modo che la crisi di finanza pubblica, implicitamente, voglia dire crisi istituzionale e paralisi di alcuni enti.
Ho timore che stiamo assistendo alla totale cancellazione delle Regioni per un lento dissanguamento; questo sta avvenendo! Allora il Governo abbia il coraggio di dire che le Regioni non servono più!
Non si può affrontare una riforma istituzionale per cui oggi, anzi nel futuro, quando la riforma costituzionale sarà approvata, avremo soltanto due livelli prima del Governo centrale: i Comuni e le Regioni ed in tutti gli atti che noi oggi approveremo stiamo parlando di come le funzioni verranno riordinate anche alle Regioni, e in un momento in cui queste dovrebbero avere un peso maggiore, si assiste a questo lento dissanguamento.
Su questo credo che tutte le Regioni dovrebbero chiedere più chiarezza nell'assunzione di responsabilità, non solamente per avere più trasparenza, come qualcuno ha ricordato prima, sul vero riordino dell'assetto istituzionale del Paese, ma soprattutto sugli effetti di questo riordino, perché gli effetti sono quelli che riguardano i servizi alla persona, i servizi sociali, il personale delle Province, perché oggi noi discutiamo di queste cose.
Spesso sono intervenuto in maniera antipopulista, ma adesso lasciatemi dire una cosa, mentre noi discutiamo di queste cose i funzionari della Camera continuano a guadagnare quello che guadagnano, i dipendenti dei Ministeri continuano a guadagnare quello che guadagnano, ed allora non è possibile in un momento come questo fare due pesi e due misure.
Stiamo vivendo una fase difficile in cui molto del lavoro che abbiamo fatto in questi anni rischia di essere non dico compromesso, ma certamente svilito da questi tagli. Abbiamo approvato pochi mesi fa alcune leggi importanti, penso a quella sull'autismo, ed oggi rischiano di avere poche risorse, quasi zero. Sui temi del diritto allo studio, del welfare locale, abbiamo fatto degli sforzi significativi ed oggi questi tagli rischiano di cancellarli.
Va bene chiedere una spending review in una fase in cui tutto il Paese deve fare un sacrificio, va bene chiedere un efficientamento del sistema, noi lo stiamo facendo, l'abbiamo fatto, credo che con le spese di funzionamento dell'ente siamo un'eccellenza a livello nazionale, va bene anche pensare ad un riordino del nostro welfare, abbiamo fatto delle riforme importanti, ricordo il tema degli ambiti sociali, recentemente abbiamo parlato di tutta la riforma degli ambiti ottimali, quindi della governance del sistema marchigiano dei servizi alla persona, abbiamo fatto uno sforzo anche complicato, però non è possibile oggi assumersi, come dire, questo scaricabarile per cui siamo noi, sono le Regioni, i Comuni e le Province a dover pagare tutto il peso di questa fase così difficile.
Lo stato sociale ha rappresentato una delle più importanti conquiste del nostro dopoguerra in una fase in cui il Paese era in ginocchio. Credo che, in questo momento di difficoltà, vada salvaguardato insieme a tutti i servizi alla persona.
L'impegno che è stato già ricordato nella Conferenza dei Capigruppo, come Presidente della V Commissione, e lo dico anche all'Ufficio di Presidenza e a tutti colleghi, è quello di fare in modo che possa esserci, prima della II Commissione, un incontro per cercare di fare il possibile su questo versante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Sarò brevissimo. A nome del Gruppo che rappresento confermo tutta la disponibilità affinchè entro la fine di questa legislatura ci sia, Assessore Marcolini, la possibilità di venire incontro alle esigenze che oggi i Presidenti ci hanno prospettato.
Situazione drammatica che confermo, che vivo anche da cittadino per quello che si vede purtroppo sul territorio, nelle scuole e in tutti gli altri servizi.
So che i miracoli non sono possibili, non è facile fare promesse, neanche nella vecchia consuetudine italiana di fare promesse prima delle elezioni, quindi dobbiamo fuggire da questa tentazione, essere realistici, mettendoci comunque a disposizione.
Voglio solo precisare una cosa e mi piace farlo in questa fine legislatura perché forse c'è un po' più di attenzione fra di noi ed anche tra noi e i cittadini, con orgoglio voglio ribadire, anche per il mestiere che faccio fuori da qua dentro, che è quello di Segretario comunale, penso che vi sarete stufati di ascoltare queste riflessioni fatte anche in passato, quanto ho detto senza timore reverenziale per nessun partito e per nessun capo, neanche il mio, e cioè che in questo Paese da vent'anni le riforme sono state oggetto di sola propaganda politica e nessuno, lasciatemelo dire, di centro-destra e di centro-sinistra ci ha capito niente su quello che c'era da fare.
Comincio, ma non la faccio lunga, dal buon Bassanini che per snellire l'attività della pubblica amministrazione non ha fatto altro che azzerare quasi tutti i poteri dei Consigli comunali e provinciali, il risultato l'abbiamo visto: abolizione dei Comitati di controllo e nessun potere ai Consigli comunali e provinciali. Se un Sindaco vuole li riunisce due volte all'anno e per il resto non contano più nulla. Questo è stato il buon Bassanini, era di un partito? Si, l'hanno votato tutti, la legge più votata d'Italia. La legge Bassanini ha preso 920 voti tra Camera e Senato, una cosa mostruosa, li ha presi da tutti, da destra a sinistra, è una demagogia? Ce lo dobbiamo dire!
Due: prima la sinistra si è messa a inseguire la Lega ed è venuta fuori la riforma costituzionale del 2001 approvata con quattro voti, un momento buio della nostra Repubblica, la Lega l’ha inseguita la destra, poi l’ha inseguita la sinistra, ed infine l’hanno inseguita tutti. Oggi sentite più parlare di federalismo? Nessuno ne parla più perché le riforme che sono state portate avanti sono state quelle spettacolari non quelle che riguardavano l'organizzazione dei servizi a cominciare dal basso. Di questo non ne ha parlato nessuno, oggi è chiaro che con l'incalzare della crisi, non voglio fare la giustificazione a Renzi, al mio partito che l'appoggia o ad altri che facendo opposizione sperano di lucrare più consenso, ci sono state proposte costituzionali, qualcuna spettacolare ed altre che hanno portato a promettere all'Europa che in questo Paese ci sarebbero stati solo tre livelli di governo e non più quattro, cioè la vecchia articolazione Stato-Regione-Provincia-Comune. Un livello doveva saltare, e il Governo ha scelto, ma non dico a Renzi, lo avevano pensato anche altri, oggettivamente tutti, di togliere il livello delle Province la cui riforma non può essere immediata perché occorre la riforma costituzionale, questo ci può anche stare, ma quello che non viene studiato e non viene costruito bene, perché la fretta ha portato anche a questo, è come organizzare i servizi sul territorio.
L'ho detto più volte, lo dico personalmente, è una mia simpatia personale, così non faccio torto né a destra né a sinistra, per me il miglior modello di quello che sta sotto lo Stato, quindi più vicino al cittadino, è quello francese dove ricordo a tutti ci sono 36.000 Comuni e sono riusciti ad organizzare il territorio per Dipartimenti, possiamo analogamente accostarli alle nostre Province, ma non sono così. Per ogni Dipartimento ci sono raggruppamenti da 100, 120 Comuni con il macro Sindaco, la macro Giunta, il macro ufficio tecnico, il macro ufficio ragioneria. Sono cambiati i ruoli, le funzioni, le mission, perché non funziona più né il vecchio caro buon geometra né il vecchio caro buon ragioniere. Non funzionano più, le esigenze sono completamente diverse.
In Italia non si è voluto mettere mano a questo, in parte si è voluto delegare alla Regione l’organizzazione del territorio, può essere anche giusto, ed in parte lo Stato ha mantenuto la possibilità di incidere nell'organizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi sul territorio.
Finisco qui perché oggi non possiamo fare un convegno, invito tutti i colleghi a non utilizzare questo strumento per una propaganda perché tanto, predico anche a me stesso, in questo momento, non serve, però faccio un augurio al prossimo Consiglio regionale e naturalmente al nostro Parlamento di approfondire l'organizzazione locale prima di fare riforme spettacolari, nella cui tentazione sono caduti tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato i colleghi ed in questi giorni ho partecipato, pur non essendone componente, ai lavori della I Commissione e voglio ringraziare il Presidente Perazzoli, il Vicepresidente Massi, i componenti della Commissione, perché hanno costruito in modo serio, approfondito, la proposta di legge. Hanno rivolto un'attenzione particolare alle persone che lavorano nelle Province, tra l'altro questa mattina, sarà poi il Consigliere Perazzoli ad illustrarlo, la Commissione ha presentato anche un ulteriore emendamento, proprio per cogliere alcuni aspetti, dal sociale alla polizia provinciale.
Ho anche letto la lettera che c'è stata inviata dai Presidenti delle Province con la quale rivolgono un appello ai Consiglieri regionali affinché si facciano carico dei problemi dei territori e adottino una variazione di bilancio funzionale al mantenimento dei servizi. Ho ascoltato loro, ho ascoltato in particolare la dott.ssa Liana Serrani, Presidente della Provincia di Ancona.
Questa mattina ci siamo incontrati con le organizzazioni sindacali marchigiane rappresentate tra l'altro ai massimi livelli, ed oggi affrontiamo un problema importante, il problema che riguarda il funzionamento dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni, della pubblica amministrazione. Un problema che ha a che fare con la vita del Paese, con la competitività del Paese, con i servizi alle persone e alle comunità in quanto tocca da vicino la vita delle persone che in queste istituzioni lavorano.
I due aspetti non li metterei in contrapposizione, i servizi che queste istituzioni forniscono alle comunità, dal trasporto pubblico locale, alle scuole, al lavoro, e i tanti servizi fondamentali che queste istituzioni hanno svolto, debbono continuare a svolgerli in forma diversa, con la vita di chi, ripeto, queste funzioni poi le esercita.
Mi sento di condividere una preoccupazione che è forte forse per un senso di appartenenza che ho, l'ha ricordato il Consigliere Pieroni, l'ha anche ricordato il Consigliere Bucciarelli nel suo intervento, anche se il Consigliere Bucciarelli alla fine ha fatto alcune considerazioni politiche che sono interessanti ed anche stimolanti.
Mi sento di rispondere a tutto questo dicendo che è difficile, usando le parole di una grande persona che non voglio citare perché non va citata per una legge anche importante, essere in connessione sentimentale con il popolo in questo contesto, in questi momenti, però viene richiesta da parte nostra e la condivido.
Ho detto che negli interventi dei Consiglieri Pieroni e Bucciarelli è emerso questo senso di appartenenza e di amarezza, perché abbiamo assistito al pasticcio che è nato con il Governo Monti, proseguito con gli atti successivi in cui non si è recuperato, anche se ci sono stati tentativi, perché c'è uno scarto, dobbiamo dirlo, tra la legge Delrio e la legge di stabilità. Una lunga agonia che non vorremmo che conduca all'estinzione, com'è stato detto da alcuni, delle Province per soffocamento.
A questo dobbiamo opporre la nostra forza, la nostra resistenza, utilizzando tutti quegli spazi politici, istituzionali, necessari, con un'azione, come ha detto l'Assessore Marcolini, piena e coerente di responsabilità.
Siamo in presenza di alcune leggi che sono anche in contrasto con delle norme ed in assenza di un'adeguata azione di coordinamento legislativo, forse una chiara volontà politica, funzioni fondamentali, funzioni diverse da quelle fondamentali, osservatorio nazionale, osservatori regionali, beni, risorse finanziarie, risorse umane, beni strumentali, aspetti organizzativi, ma tutto questo a cosa porta se non c'è un forte senso di responsabilità? Risorse in meno per le Regioni, risorse ridotte notevolmente per le Province, contenimento della spesa per la dotazione organica del personale, complesse procedure di mobilità in tutte le amministrazioni pubbliche con modalità incerte e con tempi indefiniti.
In questo quadro credo che le previsioni che siamo in grado di porre siano sicuramente difficili, penso alle funzioni fondamentali, alle altre funzioni, al quadro che anche questa mattina ci veniva descritto, forse la parola è quella che è stata usata anche qui, una situazione di predissesto finanziario, ma la Regione ha risorse aggiuntive per supplire a questa difficilissima situazione delle Province? Faccio mie le parole del mio Capogruppo, il Consigliere Ricci, ed in parte anche quelle dell'Assessore Marcolini, non perché non le condivida, ma giustamente l'Assessore al bilancio è prudente, però credo che dobbiamo fare in modo di utilizzare con responsabilità coerente tutti gli spazi, tutte le possibilità, per venire incontro a questo duplice aspetto: le funzioni da un lato e le risorse per superare questi pochi mesi, speriamo siano pochi mesi, almeno questa fase fino all'autunno, che consentano, fino a quando non ci sarà un riordino, di far vivere queste istituzioni e di dare una certezza alle persone che in queste istituzioni lavorano e al tempo stesso dare quei servizi ai cittadini, dalla fragilità all'emergenza sociale, al diritto allo studio, alla cultura, a quelle funzioni che non sono classificate in un modo, ma sono classificate in un altro, ma che rispetto alla vita delle comunità e dei cittadini nulla cambia.
Un effettivo processo di riforma con un salto di qualità, questo deve portare una riforma, Presidente concludo, un salto di qualità delle prestazioni in un nuovo contesto istituzionale.
Per brevità non mi soffermo sugli aspetti di quella che potrebbe essere una nuova organizzazione, comprese le macroregioni, non la Macroregione Adriatica-Ionica, sul discorso che si sta facendo e che potrebbe portare ad una nuova organizzazione delle Marche, ma rifiutando, dicendo no con forza, a quella vergognosa proposta che vuole dividere le Marche, la Provincia di Pesaro con l'Emilia-Romagna e le altre Province con l'Abruzzo e così via. Sono proposte che dobbiamo con forza rifiutare. Quindi piena responsabilità e far sì che in modo coerente, in modo serio, partendo da quelle che sono le leggi, ma mettendoci la nostra autonomia e la nostra intelligenza, si possano dare risposte vere ai bisogni delle persone e le persone tutte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Condivido molte delle riflessioni che sono state fatte dai colleghi, però devo fare alcune precisazioni rispetto al quadro generale in cui si inserisce questa legge, si inserisce la manovra finanziaria, ma soprattutto si inserisce la prospettiva di riorganizzazione delle funzioni e delle competenze che dovranno organizzare il nostro territorio.
Tante volte in questi cinque anni abbiamo fatto questa riflessione, direi che l'abbiamo fatta in termini anche non sempre concentrati, come sarebbe dovuto avvenire, spesso mettendo in evidenza le difficoltà che aveva il Governo regionale nel comporre le proprie poste di bilancio. Abbiamo richiamato la strategia che da parte del Governo centrale si andava realizzando, ovvero l'impoverimento delle risorse finanziarie verso gli enti locali e le Regioni e contestualmente una rimodulazione anche delle competenze che avrebbe portato ad una strategia di ricentralizzazione verso lo Stato.
Nel dibattito che abbiamo avuto è sembrato spesso, se andate a rileggere gli atti, che questo fosse un richiamo, in qualche modo, fatto per coprire delle difficoltà che erano proprie dell'azione di Governo regionale, in realtà oggi scopriamo sulla nostra pelle che non è così, che è in corso da diverso tempo, e lo abbiamo sottovalutato tutti, dai Comuni, agli enti locali, alle Regioni, una strategia di ricentralizzazione che passa attraverso un impoverimento finanziario di Regioni ed enti locali e passa attraverso una progressiva riduzione delle competenze come avverrà con l'approvazione, da parte del Parlamento, della modifica del Titolo V della seconda parte della Costituzione. Passerà anche attraverso un ulteriore elemento di cui si inizia a parlare e cioè la ridefinizione dei territori che definiranno le regioni.
In questo contesto che ci porterà ognuno ad esprimere le proprie valutazioni, le proprie considerazioni, c'è un fatto che è indubitabile, e che non posso accettare come Presidente della Regione Marche in questi cinque anni, ovvero il fatto che da parte nostra non ci sia stata un'azione continua, costante, di reperimento delle risorse in funzione dei bisogni della nostra comunità. Non è vero che noi siamo stati sottodimensionati per quanto riguarda i flussi finanziari, perché il principale flusso finanziario che ricade sulla nostra regione che è quello che afferisce la sanità, ci porta a una ripartizione del fondo sanitario nazionale molto più alto della quota che ci spetterebbe in base ai criteri che la Conferenza delle Regioni ha dato. Questo è in virtù e il frutto dell'azione di innovazione organizzativa che è stata fatta nella sanità e che ha portato una premialità, quella premialità, insieme all'utilizzo delle marginalità del nostro bilancio, ci consente in questo momento di far fronte alle necessità della nostra comunità, in modo particolare ai bisogni sociali della nostra comunità, perché noi spendiamo la premialità che abbiamo saputo ottenere dalla gestione della sanità della nostra regione. Nessun'altra Regione è riuscita a fare questo, che poi ci sia stato per contro un altro problema che riguarda il fondo del trasporto pubblico locale, è vero, ma non possiamo generalizzare il giudizio rispetto all'azione di Governo.
E' vero che nel trasporto pubblico locale noi abbiamo una quota di riparto che è inferiore del 30% a quella della penultima Regione d'Italia, ma questa è un'azione che non abbiamo saputo sviluppare adeguatamente per risalire la china, come abbiamo fatto nella sanità, prima o poi qualcuno questa cosa la dovrà dire.
Mentre nella sanità abbiamo fatto un'azione di innovazione forte e di riorganizzazione forte, inventando, dieci anni fa, un modello che oggi viene copiato dalla Toscana e viene presentato come una grande rivoluzione, di là questa innovazione organizzativa, strutturale, logistica, non l’abbiamo saputa fare, quindi non si può dare un giudizio tout court bisogna che, in qualche modo, facciamo un'analisi della situazione. Un’analisi della situazione che ci porta a dire che noi in questi cinque anni abbiamo dato alle Province e agli enti locali 250 milioni di euro di risorse attraverso il patto di stabilità verticale, togliendo capacità di spesa alla Regione e concedendola a chi era in difficoltà per i tagli che il Governo nazionale stava facendo per primo nei loro confronti.
Oggi che quel taglio arriva pesantemente su di noi con 5,2 miliardi di euro tagliati alle Regioni è chiaro che quest'azione non è più proponibile, non è più fattibile. Se abbiamo 5,2 miliardi di euro di tagli che si scaricano pesantemente sia sulle spese correnti che sulle spese di investimento della nostra regione, non è possibile che la Regione faccia da compensazione alle difficoltà che si creano sotto e che vengono create sopra.
Credo che non si possa fare come i polli di Renzo che ci mettiamo a litigare tra Province, enti locali e Regione, bisogna che, in qualche modo, parta una strategia di rivendicazione forte rispetto al Governo nazionale che le altre Regioni stanno facendo perché privilegiano il senso della loro comunità e i bisogni della loro comunità rispetto al senso di appartenenza.
Una rivendicazione forte nei confronti del Governo nazionale che non porti avanti questo stillicidio sfinente, che chiarisca quali sono le risorse disponibili in relazione alle competenze che rimangono, perché alcune sono ancora in fase di discussione e non sappiamo chi le eserciterà, alcune sono ancora dentro le Commissioni consultive di confronto e non sappiamo chi le eserciterà, quindi, è un'area grigia che comunque rimarrà in capo al bilancio della Regione e sarà un'area grigia che peserà enormemente non su di noi, ma sulla vita dei cittadini, sulla vita delle imprese, sulla vita delle famiglie.
Questa mozione legittima, perché è legittimo prima di tutto farsi carico della salvaguardia dell'occupazione, lo abbiamo fatto sempre in cinque anni e non possiamo non farlo ora, ricordo che voi, noi, insieme, abbiamo deciso di spendere più di 1.250.000.000 soprattutto di fondi europei per difendere tutti i lavoratori di questa regione che in questi cinque anni sono stati in crisi e le loro famiglie. 1.250.000.000 non è un intervento marginale, è un intervento che qualifica e definisce un'azione di governo. Interrompiamo ora questa continuità di protezione? No, non la possiamo interrompere, questo, quindi, è un impegno che ci prendiamo, ma non possiamo neanche nasconderci che le difficoltà sono crescenti.
Chi pensa che in questa Regione sia stata fatta malamministrazione sbaglia, chi pensa che in questa Regione ci siano sacche di inefficienza e che, quindi, il prossimo Presidente potrà venire qui e utilizzare le sacche di inefficienza che ci sono, perché ci sono soldi non spesi, sbaglia.
Quello che dobbiamo fare è un'azione che, ripeto, in qualche modo, si rivolga come sta facendo la Conferenza delle Regioni …, ma deve partire anche da noi e oltrepassare quelli che sono gli egoismi dell'appartenenza a salvaguardia di quella che è l'autonomia e la forza del nostro territorio.
L'autonomia è la forza della nostra comunità, perché se non facciamo questo, non avremo più le Marche, avremo un'altra geografia e un'altra appartenenza, avremo un'altra composizione, un'altra sintesi dei bisogni di una comunità più allargata, rispetto a cui la nostra identità si stempererà e non sarà più possibile realizzare quella coesione sociale fortissima rispetto a quei bisogni che fino ad oggi sono stati salvaguardati.
Facciamoci carico, in una prospettiva di impegno progressiva che oggi assumiamo noi e domani assumerà qualcun altro, di un passaggio graduale che passa attraverso la variazione del primo stralcio della variazione di bilancio, come ha detto l'Assessore Marcolini, che passa attraverso la variazione di bilancio che sarà il primo atto del nuovo governo e che nella nuova legislatura si dovrà realizzare, compatibilmente con le risorse che avremo a disposizione, ma contemporaneamente bisogna fare questa azione di presenza e di pressing, tutti insieme, i sindacati, le istituzioni, le forze sociali, nei confronti di chi ha in mano le sorti vere di questa partita ovvero il Governo nazionale.

PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma del Consigliere Solazzi.
Rispetto all'emendamento che ho presentato voglio dire che c'è stata una piccolissima variazione e l'emendamento è, nella versione definitiva, questo: "nel processo di riordino delle funzioni delle Province, l’Assemblea legislativa si impegna a salvaguardare l'occupazione di tutto il personale e a mantenere il livello dei servizi alla comunità anche attraverso il cofinanziamento degli oneri relativi allo svolgimento delle funzioni oggetto di riordino". Questa è la versione finale che propongo per questo emendamento.
Ha la parola l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Relativamente all'emendamento che lei ha presentato vorrei aggiungere, se possibile, anche sulla scorta delle considerazioni che ha fatto adesso il Presidente, un’ulteriore precisazione perché non possiamo, in alcun modo, esonerare il Governo dal contribuire a definire questa questione, perché credo che la questione delle risorse se la giochiamo, così come il Presidente prima ha detto, in un ambito, in un campo da gioco che è quello di Province e Regione, non riusciremo in alcun modo a risolverla, quindi, se lo si ritiene opportuno, aggiungere all'emendamento così come lei lo ha definito e letto, anche una frase che è la seguente, che provo a leggere, riprendo brevemente le ultime due righe del suo emendamento: “Attraverso il cofinanziamento degli oneri relativi allo svolgimento delle funzioni oggetto di riordino”, fin qui è il suo emendamento, “successivi alla ridefinizione degli impegni aggiuntivi necessari alla copertura delle deleghe così ridefinite” perché ci lascia in qualche modo la possibilità di ...


PRESIDENTE. Vicepresidente Canzian lei sa la stima e il rispetto che ho nei suoi confronti, lei ha la possibilità tecnica di presentare un sub emendamento, ma io il mio non lo cambio ed intendo metterlo in votazione perché quello è politichese puro ed è una presa in giro nei confronti di tutti. Mi perdoni!

Antonio CANZIAN. Va bene, quindi se rimane così ...

PRESIDENTE. No, lei sa la stima ...

Antonio CANZIAN. Va bene, era un contributo che volevo dare ...

PRESIDENTE. Nel senso che lei o chi per lei tecnicamente può presentare un sub emendamento, però io non intendo ritirare l'emendamento perché messo così nella mozione ha un significato, soprattutto nel contesto di un processo approvativo della variazione di bilancio che andrà in Commissione giovedì e in Consiglio la prossima settimana, messo così è tamquam non esset, è come se non dicessimo nulla, secondo me, poi, ripeto, è possibile per chi lo vuole fare un sub emendamento.
Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. A nome mio e dei Consiglieri Brini e Marangoni chiedo su tutti questi atti la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Bene, se non ci sono altre richieste di intervento ...
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ho partecipato all'incontro dei Capigruppo con le Province, o c'è una sintesi sulle due ipotesi oppure voto l'emendamento così come è stato presentato a firma del Presidente Solazzi perché, come ho detto nel mio intervento, bisogna rimanere sul concreto, teniamo insieme le cose, la legge di riordino e la variazione di bilancio, cadere in soluzioni poco comprensibili in questa fase non serve, assolutamente non serve.
Abbiamo dei limiti nel nostro bilancio, sappiamo che non possiamo allargarci più di tanto, lo sanno i Presidenti delle Province che questa mattina sono con noi, sanno che le loro richieste potrebbero non trovare capienza in quella disponibilità, lo sanno e l'hanno detto, però il politichese non serve, per cui o c'è una sintesi o io propongo di votare l'emendamento del Presidente Solazzi così com'è.

PRESIDENTE. Emendamento 1, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Bugaro, Brini, Marangoni.

Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Debbo dire che su questa mozione ci sono le firme, oltre che del sottoscritto, di gran parte dei Consiglieri regionali, questo per correttezza, comunque di tutti i Capigruppo, dei Presidenti delle Commissioni, quindi, è a larga rappresentanza.
Mozione n. 781, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Bugaro, Brini, Marangoni.

Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, Comi, D'Anna, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 470 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province”

Proposta di legge n. 252
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Riordino delle funzioni amministrative provinciali”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 470 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 252 del Consigliere Latini, abbinate.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. In Italia è sempre complicato discutere in modo serio dei problemi veri ed in fase pre elettorale lo è ancora di più.
Ho rinunciato a parlare prima perché credo che sia utile attenersi un po' di più alle questioni oggetto della proposta di legge.
Signor Presidente abbiamo avuto per tempo, presso il suo ufficio, un incontro tra lei, il sottoscritto, in quanto Presidente della I Commissione, e una delegazione del Cal, per avviare un confronto tra i vari soggetti ed arrivare ad una proposta di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali nella regione Marche, questo più di un anno fa. Dopo siamo stati travolti da iniziative legislative nazionali, dalla legge Delrio e tutto quello che ha comportato: conferenze nazionali, decreti legislativi attuativi, circolari, e dalla legge di stabilità che ci ha gettato tutti nello sconforto.
Su questo ho assistito ad una gara, chi, quale tipo di Governo, quale colore, abbia più responsabilità. Mi pare che si possa dire, con grande senso di realismo, che tutti i Governi, senza nessuna distinzione, si sono impegnati con gli applausi dell'opinione pubblica. Questo bisogna dirlo, perché è passata nell'opinione pubblica l'idea che più si taglia a Regioni, Province e Comuni più si taglia il malcostume politico. In Italia è passata l'idea che purché ci si muova va bene, qualunque cosa, non importa la direzione di marcia, poi verificheremo le cose che abbiamo sbagliato.
Ora abbiamo, lo avete detto tutti, un taglio drammatico delle risorse che rischia di fare apparire questa legge come quella in sanità: "l'operazione è riuscita ma il paziente è morto" perché di questo si tratta. Mancando le risorse, difficilmente le funzioni possono essere esercitate ed il personale è in grande fibrillazione.
Nel rapporto franco e leale con i Presidenti delle Province sono rimasto sconcertato dai contenuti di una lettera che hanno inviato a tutti noi, a me di sicuro, ma anche ad altri penso, in cui praticamente si lamenta la situazione drammatica in cui versa la Provincia, ma non viene mai citato il Governo, come se tutta la partita fosse tra Provincia e Regione. Solo oggi con la mozione facciamo in parte giustizia, perché, ripeto, il clima pre elettorale rende difficile discutere in modo schietto e leale di tutto.
La legge è una buona legge, riconosciuta da tutti, dai sindacati e dalle Province. Siamo partiti da un buon testo della Giunta regionale che abbiamo migliorato attraverso un lavoro "gomito a gomito", sullo stesso tavolo, sia con i sindacati che con i Presidenti delle Province e gli uffici. Abbiamo fatto un lavoro di cesello, abbiamo rivisto la tabella A, gli allegati, tutto. Una buona legge.
Siccome è stata mitizzata la legge approvata dalla Regione Toscana, la nostra diventerà una sorta di Vangelo, perché credo che sia migliore, più rispondente alle preoccupazioni dei dipendenti e della comunità marchigiana, però voglio altrettanto dire che è un’occasione persa perché in Italia non si riesce a discutere seriamente avendo sempre l'assillo di mischiare un riordino con le esigenze economiche del momento. Invece c'è da migliorare, c'è da riorganizzare, ma non si può riportare tutto al livello più alto perché la cosa migliore, e di questo sono convinto, è che la gestione dei servizi sia al livello più vicino ai cittadini. Qui addirittura si pensa di riportare a livello nazionale la gestione del mercato del lavoro. Una delle cose che mi sembrava fatta bene era che la formazione e la gestione del mercato del lavoro fossero insieme, qua invece si separano nuovamente, siamo veramente …, altro che pendolo.
Siamo in una fase grave, quasi drammatica più per il presente che per il futuro delle Province. Siamo in una fase di transizione, in mezzo al guado, e non sappiamo quanto durerà. Noi nella legge abbiamo posto un vincolo, il 31 dicembre, ma in questa fase la Regione e le Province non hanno risorse e i servizi hanno bisogno di essere erogati, le strade hanno bisogno di essere curate, i danni dei cinghiali e quant'altro devono essere pagati. Ci sono delle cose che rischiamo di scaricarle sui cittadini.
Noi abbiamo detto: entro dicembre i successivi atti per dare attuazione, previo accordo con le Province, sentiti l'Osservatorio, il Cal e il Crel, abbiamo voluto inserirli. Ma un altro difetto è che si arriva sempre lunghi a predisporre gli atti e poi si pretende una discussione veloce. Prendiamoci il tempo necessario e affinchè la discussione avvenga in contemporanea meglio prepararsi prima. Adesso va di moda demonizzare la concertazione, io dico che la concertazione ha salvato l'Italia perché si discute prima, discutere quando tutto è pronto è una recita che può essere più o meno ..., quindi, sostanzialmente salvaguardiamo il personale. Ho assistito alla preoccupazione che riguarda il personale delle Province e, per la lettura sbagliata di alcuni commi, anche il personale della Regione ha detto: "Voi vi preoccupate di quelli delle Province, ma non vi preoccupate di noi". Siamo veramente alla lotta non tra i galli, ma tra i poveri.
Il personale viene salvaguardato, facciamo il possibile per salvaguardarlo, abbiamo portato in Regione anche funzioni che inizialmente non erano previste ed alla fine di questo processo, ci saranno anche persone che andranno in pensione, nessuno rimarrà a piedi.
Sono state escluse per accordo nazionale la polizia locale e il mercato del lavoro, e questo come dicevo è preoccupante. Anche se noi nella legge abbiamo voluto raccogliere quanto ci veniva chiesto per dare una rassicurazione, un indirizzo che cercheremo di risolvere se Roma ce ne darà la possibilità. Oltre ad essere un’affermazione di principi è anche un’affermazione di sostanza.
Abbiamo lavorato sull'articolo 7 e sull'allegato riportando in Regione funzioni importanti, a partire da una funzione che veniva lamentata dalle Province che è quella delle strade ex Anas. Strade che la Regione aveva delegato alle Province, ma i soldi che non ci sono più, né per la Regione né per la Provincia. Abbiamo ritenuto sbagliato lasciarle in capo alla Provincia, troveremo in qualche modo le risorse ed abbiamo alleggerito di molto il bilancio e le esigenze delle Province. I beni culturali, il turismo, il trasporto pubblico locale, la pesca, l'agricoltura, tante funzioni tornano alla Regione.
Nel concludere voglio dire: attenzione non facciamo un nuovo piccolo centralismo regionale. La prossima legislatura dovrà affrontare questi argomenti per vedere come la Regione potrà programmare gli enti locali, da soli o attraverso l'associazionismo, gli ambiti territoriali, le Province come si chiameranno, e come si potranno svolgere le funzioni a livello più vicino ai cittadini.
L'ultima cosa che voglio dire è che la mozione già rappresenta una buona traccia su cui lavorare nei prossimi mesi.
Gli emendamenti sono pochi a conferma di un lavoro fatto in modo democratico con il consenso di tutti e con pazienza.
Voglio ringraziare gli uffici, me lo dovete permettere perché non lo faccio quasi mai, noi facciamo il nostro dovere quando lavoriamo, così pure i dipendenti, ma in questa fase, in tempi così ristretti, sono stati sottoposti anche ad uno stress intellettuale per capire i collegamenti tra l'articolo 7, gli allegati, eccetera, avendo cambiato un sacco di volte.
La disponibilità al confronto è stata di tutti quanti, dal Cal al Crel, ai Sindacati, alle Province, ai Consiglieri della Commissione, quindi, abbiamo pochi emendamenti. Alcuni proporrò di accoglierli. C'è un emendamento della Commissione che ne fa decadere diversi.
Credo che possiamo procedere all'approvazione anche unanime di una legge che, ripeto, è una buona legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Anch'io sarò brevissimo e mi associo a quanto detto dal Consigliere Perazzoli se non altro per sottolineare il clima che c'è stato in Commissione e la particolare collaborazione. Ringrazio lui, gli altri colleghi e tutti i soggetti che sono venuti nelle audizioni o ad un incontro, un contatto continuo, per migliorar questo testo.
Sono assolutamente soddisfatto, mi rendo conto che nei dipendenti ci può essere una incertezza generale che purtroppo riguarda il momento che esiste, però credo che come Regione abbiamo dato la risposta giusta, assestando, interpretando, cercando di capire come sistemare situazioni che tra l'altro abbiamo ereditato anche da circostanze passate. Pensiamo ai dipendenti regionali che sono passati alle Province e che ritorneranno in Regione. Alcuni rimarranno, altri hanno cambiato le funzioni, non è stato semplice, credo che come Regione abbiamo dato la risposta giusta.
Una sola riflessione finale, prima ho detto che cosa penso delle riforme che in questo Paese dovrebbero essere fatte in modo scevro da qualunque condizionamento, quanto meno elettorale o spettacolare, però dico una cosa: c'è la possibilità ora che la Regione riprende del personale, e in attesa che il personale rimanga ad operare nei territori provinciali, nell'ente Provincia o che trovi un approdo finale definitivo che spero non sia quello dell'esubero o del licenziamento, non credo si arriverà a questo, di parlare di organizzare al meglio i servizi. Noi siamo l'ente Regione per cui, quando saranno inquadrati come dipendenti regionali, dovremo parlare con loro per definire meglio la qualità e la risposta dei servizi, puntando, possiamo dircelo, a superare quello che è stato il danno più grande per i pubblici dipendenti e per la pubblica amministrazione, i troppi appiattimenti senza riconoscimento di meriti e sacrifici, vediamo se ce la facciamo in una nuova stagione, naturalmente lo auguro anche al nuovo Consiglio regionale, lo auguro a tutti noi come cittadini partendo da questo concetto: guardiamo il territorio e per quanto riguarda il personale che rimane ad operare nei servizi fondamentali, le funzioni fondamentali delle Province, credo ci sia la possibilità di chiarire tutto, cioè il problema delle polizie provinciali, del personale dei Ciof e dei centri per i quali, sono d'accordo con il Consigliere Perazzoli, scorporare, tagliare in due questi settori, quando invece dovrebbero integrarsi l'un l'altro, quello del lavoro e della formazione, è una patologia alla quale bisogna assolutamente mettere riparo, non so se con legge nazionale o, se ce la faremo, con nostra legge, però credo che dobbiamo farlo, altrimenti il messaggio che parte è sicuramente debole.
Esprimo la massima soddisfazione per questo testo e vediamo anche gli emendamenti che potranno migliorarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non ho parlato prima perché mi sembrava che l'intervento dovesse essere fatto nel merito della discussione della legge.
La legge Delrio ha previsto il riordino delle funzioni delle Province prevedendo l'assegnazione delle risorse agli enti a cui trasferiva le funzioni non fondamentali, addirittura non prevedendo i tagli che la legge di stabilità successivamente ha effettuato. Il riordino delle funzioni delle Province era iniziato con un altro spirito e si è trasformato in uno spirito punitivo con tagli di 1 miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016, 3 miliardi per il 2017, previsti dalla legge di stabilità, come è stato detto anche da altri.
Al di là del riordino, la questione fondamentale di cui si è discusso nella mozione e che verte anche sulla legge è che con la mozione si garantisce il personale, ma la legge regionale, cioè questa legge regionale di riordino, non trasferisce tutto il personale legato alle funzioni non fondamentali, perché l'allegato B dice che rispetto ad ogni funzione si trasferisce il personale che svolge funzioni legate a leggi regionali. Se attualmente sui servizi sociali ci sono sei persone per ogni Provincia di fatto il trasferimento è solo per alcune funzioni. Se per la cultura, per il turismo, ci sono dieci persone, il trasferimento riguarda solo le persone che lavorano negli uffici indicati dagli articoli di legge che stanno nell'allegato B.
Questo è quello che preoccupa di questa legge, e l'azione politica di chi ha sottoscritto questa mozione deve svolgersi in questa Regione, ma soprattutto nel Parlamento italiano.
Il relatore Consigliere Perazzoli ha fatto riferimento alla legge della Toscana dicendo che la nostra è migliore, però la legge della Toscana indica le funzioni che vengono trasferite e non discrimina all'interno di quelle funzioni le persone che svolgono attività regolamentate da alcune leggi regionali, ma dice che per quelle funzioni il personale è trasferito.
Secondo me, quello che noi abbiamo detto con la mozione, la Regione Toscana ha avuto il coraggio di dirlo con legge. Penso abbia fatto uno sforzo in più di quello che noi ci siamo sentiti di fare perché in Commissione la proposta che era uscita dall'Osservatorio è stata bocciata dalla proposta di Giunta, tanto è vero che i sindacati ed i Presidenti delle Province hanno detto che, in qualche modo, con la proposta della Giunta c'erano delle limitazioni rispetto alla proposta uscita dall'Osservatorio che aveva costruito la bozza della proposta di legge.
Il problema è che tutto il personale, se la legge verrà interpretata in maniera restrittiva, che non svolge le funzioni dell'allegato A, relative a quelle leggi, in qualche modo, resta alla Provincia senza funzioni e costituirà l'elenco del personale che non svolge funzioni e costituirà le liste di proscrizione e l'elenco dei lavoratori che rischierà quello che è previsto nella legge e che speriamo venga cambiato.
Ci sono state due leggi, la legge Delrio che ragiona in un modo non penalizzante e parla di riorganizzazione e la legge di stabilità che taglia 6 miliardi in tre anni. Evidentemente queste due leggi sono in disaccordo tra loro perché un riordino può avvenire solo con una riorganizzazione ragionata e con il mantenimento delle risorse, almeno nel breve periodo, perché se ci deve essere riorganizzazione ed efficientamento, questo non può avvenire da un giorno all'altro, tanto più non può passare con l’indebitamento di tutti e due gli attori, le Province e la Regione che dovrebbero fare il riordino senza ..., perché le Province dovranno continuare a pagare il personale, anche quello che forse dal prossimo anno passerà in Regione, e le Regioni dovranno farsi carico delle nuove funzioni, mentre lo Stato non fa niente e taglia risorse.
C'è qualcosa che non va in questa riorganizzazione, questa non è una riorganizzazione, bastava chiamare, come fanno le imprese multinazionali quando vogliono tagliare sul costo del personale, i tagliatori di teste, perché tutta la riorganizzazione sembra voler andare sul risparmio del costo del personale. Non era questa la proposta iniziale dello stesso Renzi e penso che sia vergognoso partire da una riflessione sulla riorganizzazione dello Stato e dei livelli dello Stato prevedendo solo il taglio del personale.
L'ultima questione, siccome non devono andare disperse le professionalità, bisogna che la Regione colga l'occasione per una propria riorganizzazione, visto che avrà nuove funzioni ed alcune potrebbe prenderle anche dalla Provincia. Penso per esempio alle autorizzazioni integrate ambientali, alle autorizzazioni energetiche che fino ad un certo livello sono regionali; la parte più bassa delle autorizzazioni uniche potrebbero, per esempio, venire insieme a tutto il personale. Penso al discorso della qualità dell'aria, c'è del personale molto valido che potrebbe venire in Regione, però il problema più grosso è che la Regione deve, in previsione dell'utilizzo del personale che verrà dalla Provincia, riorganizzarsi per valorizzarsi al meglio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 2/2/1 a firma del Consigliere Bucciarelli, ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Il Consiglio può decidere quello che vuole, ma io ho preso pari pari una richiesta fatta dal Cal al Consiglio regionale, quindi, voi potete anche votare contro, però dovete spiegarmi perché ascoltate le Province, fate gli ordini del giorno su quello che chiedono le Province e poi votate contro. Io mantengo il mio sub emendamento.

PRESIDENTE. Sub emendamento 2/2/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/2 a firma del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/3 a firma del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/4 a firma del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/5 a firma del Consigliere Solazzi.
Su questo vi chiedo una riflessione perchè fra l'altro l'ho, in qualche modo, mutuato dalla legge della Toscana che su questo punto mi sembra abbastanza buona per cui non so perché c'è il voto contrario da parte del gruppo PD ..., va bene, se ci avete riflettuto abbastanza, va bene ..., però la Toscana diversamente da noi l'ha unificata, però siete liberi di fare ...
Emendamento 2/5 lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Zinni, Foschi.
Favorevoli: Brini, Binci, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Pieroni, Silvetti, Solazzi, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Comi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Paolo PERAZZOLI. ... sembra che sia un gioco e non un fatto serio!

PRESIDENTE. No, perchè un gioco? Hanno votato ..., tra l'altro non era un emendamento fatto a capocchia, ma era nato da un confronto abbastanza forte e mi pare che sia stato condiviso da pochi per quello che doveva essere. Non importa!

Articolo 2 così come emendato. Per l'approvazione dell'articolo 2 ci vogliono 22 voti favorevoli altrimenti decade tutto, quindi, con senso di responsabilità, a cominciare dal sottoscritto, vi chiedo di votare a favore perché se questo articolo non consegue la maggioranza, non dei votanti, ma degli assegnati, quindi 22, maggioranza assoluta, decade tutta l'impalcatura.
Articolo 2 così come emendato, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Zinni, Foschi.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Binci, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 3. Si continua con l'appello nominale? Si, su tutto. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bugaro, Natali, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Comi, D'Anna, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bugaro, Foschi, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, D'Anna, Eusebi, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Foschi, Natali, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/01 a firma del Consigliere Massi.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Questo emendamento riguarda il personale che dalla Regione è stato trasferito alle Province e che tornerebbe in Regione a prescindere dalle funzioni delegate. Possono essere parecchie persone ed alcune di queste, tra l'altro, hanno avuto un avanzamento di grado, credo che sia meglio che la Giunta nel contrattare con le singole Province affronti la problematica di quei dipendenti che non hanno avuto premiazioni e rischiano di andare in mobilità ed in questo caso possono essere ripresi.
Voglio dire di non fare questo con un emendamento che riguarderebbe tutti compreso chi è stato premiato. Tra l'altro credo che comporterebbe una variazione di bilancio perché sono persone extra deleghe.

PRESIDENTE. Emendamento 6/01. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Latini, Marangoni, Massi, Silvetti.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Camela, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini, Trenta, Zinni.
Astenuti: D'Anna.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/1 a firma del Consigliere Ricci. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Marangoni, Silvetti, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 6/1 bis ad iniziativa della I Commissione. Se passa decadono gli emendamenti 6/2, 6/3, 6/4, 6/5 e 6/6.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Non capisco perché il Presidente della Commissione abbia voluto riscrivere il testo quando la volontà politica è unanime e trasversale e tra l'altro è stato richiesto da chi è interessato.
Gli emendamenti 6/3 a firma mia, 6/4 a firma del Consigliere Bugaro, 6/5 a firma del Consigliere Pieroni, sono simili, per cui vorrei capire dal Presidente perché l'ha dovuto riscrivere, forse sarebbe meglio votare quello che è stato richiesto dai rappresentanti della polizia provinciale perché nell'emendamento a firma del sottoscritto, ma anche di altri, è chiarito che la polizia provinciale deve continuare ad esistere svolgendo gli attuali livelli di presidio del territorio in funzione di una maggiore tutela ambientale.
Ho paura che questa formula stringata, ridotta al comma 5 ter, sia un po' leggerina, tutto qua Presidente.
Io opterei per votare quello a firma mia che poi è lo stesso del Consigliere Pieroni ed altri, perché c'è il rafforzativo delle attività della polizia provinciale e si sottolinea che per noi l'attività della polizia provinciale è un bene.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. A supporto di quanto detto dal collega Zinni faccio appello alla sensibilità del Presidente della I Commissione perché tra le altre cose il suo sub, qualora venisse approvato, annullerebbe quello del Consigliere Zinni, del sottoscritto, del Consigliere Pieroni e di altri.
Tra l'altro prevede che la Giunta regionale, cioè la nuova Giunta regionale, entro sei mesi presenti una proposta di legge e via dicendo.
Scusi Consigliere Perazzoli, un attimo di attenzione perché è importante. Oggi noi restituiamo delle competenze dalle Province alla Regione, ma di fatto lasciamo semiscoperta la possibilità del controllo, invece con il nostro emendamento che tra l'altro non è nostro, ma è copiato da quanto approvato dalla Regione Umbria, paro paro, se lei lo vede è copia incolla, si dà una continuità operativa, cosa che questo suo sub emendamento mette in crisi.
La invito a riflettere, ad approvare e, quindi, a dare indicazione di voto positivo rispetto all'emendamento del Consigliere Zinni ed altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Nell'intervento di questa mattina ho ringraziato il Presidente Perazzoli, il Vicepresidente Massi, i componenti della I Commissione per lo sforzo che hanno fatto. Secondo me la Commissione fa un ulteriore passo in avanti anche rispetto al testo licenziato dalla stessa perché al comma 5 bis, punto b), aveva scritto: "Eventuali proposte di atto necessarie a dare attuazione alle disposizioni statali in materia di polizia provinciale e mercato del lavoro". Questo significava che si era in attesa dell'accordo Stato-Regioni e si mantenevano ferme le funzioni in attesa del riordino.
Il sub emendamento della Commissione fa un ulteriore passo avanti, quindi, intervengo, poi magari lo farà il Presidente, per sottolineare questo ulteriore sforzo che la Commissione ha voluto fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Premesso che chi svolge la funzione di Polizia deve far rispettare tutte le leggi e tutte le norme. comprese le ordinanze dei Sindaci o norme regionali, adesso in questa fase che durerà sei-sette mesi noi abbiamo messo entro il 31 dicembre, la caccia continuerà a rimanere ..., tutto rimane lì, infatti i Presidenti delle Province insistono nel dirci dateci i soldi perché noi continueremo a gestire le funzioni fino a che non avverrà il passaggio.
Quindi in questa fase non cambia niente, caso mai il problema si pone dopo, ... ma che c'entra se il Governo della caccia è in capo alla Regione, il rispetto delle ordinanze farà capo a tutti i corpi di polizia locale e non locale che stanno sul territorio a prescindere da chi li paga. Se no veramente alcune regole elementari ... Quello della Provincia fa solo quello lì ed il vigile urbano se capita una cosa non la fa?
L'emendamento che abbiamo riscritto, che ha nuovamente preparato l'ufficio tiene conto del parere del Cal, della legge sulla polizia locale che già esiste e che in alcune parti l'emendamento riproponeva pari pari, per cui non ha senso. Quindi è un emendamento perfetto che nella sostanza va in quella direzione.
Permettetemi di dire che abbiamo discusso di una questione che non riguarda questa legge, diciamoci pure questo, perché per l'accordo Stato-Regioni è stata esclusa, però le pressioni dei Consiglieri sono state tante, l'abbiamo discussa e credo che abbiamo trovato la formulazione migliore per non scrivere cose che alla fine sembrano fatte più per manifesto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Data la delicatezza dell'argomento, forse il Presidente Perazzoli non ha ben capito di cosa parliamo nell'emendamento 6/3 a firma mia ed anche di altri.
La prima parte dell'emendamento il Consigliere Perazzoli l'ha fatta propria, va bene, ed è quella che dice: "E' esclusa dal riordino la polizia provinciale che resta fino a quando lo Stato non si pronuncia sul suo futuro", ma la seconda parte del mio emendamento a differenza di quello del Consigliere Perazzoli, dice una cosa molto chiara e cioè che la Giunta regionale e, quindi, la Regione Marche si accolla l'onere di garantire attraverso dei contributi il finanziamento dell'attività della polizia provinciale finché non si decide dove va a finire.
E' una posizione di garanzia diversa rispetto a dire, scusate, basta leggere, che un organismo che fa parte di un altro ente continua ad esistere, è una cosa pleonastica perché quell'ente stabilisce se la polizia provinciale esiste o no, ed è la Provincia, in accordo con lo Stato, con una normativa. Per garantire il funzionamento e il pagamento degli stipendi, se permettete, noi possiamo metterci una norma di garanzia oppure no. Io sono per metterla.

PRESIDENTE. Emendamento 6/1 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marconi, Massi, Mezzolani, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, D'Anna, Foschi, Marangoni, Pieroni, Solazzi, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Bugaro, Silvetti.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 6/2 a firma dei Consiglieri Bucciarelli, Cardogna, Binci. Decaduto
Emendamento 6/3 a firma del Consigliere Zinni. Decaduto
Emendamento 6/4 a firma dei Consiglieri Bugaro, Romagnoli. Decaduto
Emendamento 6/5 a firma del Consigliere Pieroni. Decaduto

Emendamento 6/6 a firma del Consigliere Binci.
C'è un problema tecnico: capire se l'emendamento appena approvato è in grado di travolgere anche l'emendamento Binci.
C'è qualche dubbio sul fatto che l'emendamento del Presidente Perazzoli travolga oltre agli altri emendamenti che ho citato anche il 6/6 a firma del Consigliere Binci, per non incorrere in errore, lo metterei in votazione.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Siccome alcune funzioni saranno, per esempio, nell'ambito della legge sulla caccia trasferite alla Regione ed i compiti di vigilanza, in questo modo, spezzettati, in questo emendamento si dice una cosa semplicissima: "La polizia provinciale continua ad esercitare i compiti di vigilanza anche nell'ambito delle funzioni oggetto di riordino ai sensi della presente legge".

(interrompe il Consigliere Perazzoli)

Massimo BINCI. No, non è una cosa ovvia perché, per esempio potrebbe essere nella logica ..., anche perché potrebbero intervenire per esempio i controlli da parte degli ambiti di caccia oppure da parte di altri, cioè potremmo delegare ..., sono state svolte dalla Polizia provinciale, magari le demandiamo agli ambiti di caccia o ad altri aspetti, secondo me è bene che comunque sia loro possano intervenire.

PRESIDENTE. Emendamento 6/6. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Ciriaci, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bugaro.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Bellabarba, Binci, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Natali, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma della Consigliera Bellabarba. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, D'Anna, Giancarli, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Bugaro, Foschi.
Astenuti: Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Ciriaci, D'Anna, Giancarli, Giannini, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bugaro, Natali, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 (Dichiarazione d'urgenza), sono necessari 22 voti favorevoli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Giancarli, Latini, Luchetti, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Ciriaci, D'Anna, Giancarli, Giannini, Luchetti, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente. Intervengo per dire che il Gruppo di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale si asterrà sull'atto per i seguenti motivi: noi non ci vogliamo prendere la responsabilità di una legge che avrà poche possibilità di realizzazione concreta entro la fine dell'anno. Ci sembra un modo per avvallare il Governo Renzi su una riforma che, secondo noi, non è seria, non è rispettosa della professionalità del percorso dei dipendenti delle Province, non è funzionale alla possibilità che la Regione recuperi delle competenze perché non c'è copertura.
Prima il Consigliere Binci ha detto della legge Delrio buona e della legge di stabilità cattiva con i tagli, noi non crediamo a questo, per noi è un tutt'uno. E' un percorso di smantellamento degli enti locali e delle Regioni senza avere una risposta diversa. Si possono chiudere le Province o le Regioni a patto non solo di salvare il personale, ma di dire chiaramente chi deve dare servizi e risorse al territorio. Noi votiamo questa legge, mentre questo sciagurato Governo Renzi ha sottratto 230 milioni di euro al territorio delle Marche. Perché la devo votare?
Noi opposizione abbiamo garantito che venisse calendarizzata, che venisse approfondita in Commissione, che venisse discussa, abbiamo audito tutti, abbiamo garantito con serietà che oggi ci sia la possibilità di adottarla, perché è un pezzettino di speranza in più per i dipendenti della Provincia, ma non chiedeteci di votare a favore, noi ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Intervengo anch'io per giustificare il voto di astensione, nel senso che è una responsabilità di chi ha fatto i tagli, di chi ha proposto la legge e di chi gestisce questa Regione, quindi, è importante che la legge si faccia per evitare il potere sostitutivo del Governo che sicuramente farebbe peggio di come siamo riusciti a fare in Commissione con il contributo di tutti, però è bene chiarire di chi sono le responsabilità della situazione in cui siamo arrivati in questa cattivissima riorganizzazione degli enti locali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Parto da quest'ultima dichiarazione del Consigliere Binci che condivido in tutto meno che sulla decisione finale del voto di astensione, per un semplice motivo, penso che poche volte siamo usciti da questa Aula, anche quando abbiamo votato all'unanimità, facendo i salti di gioia. Penso che siano state poche le volte.
Siamo stati abituati ad un concetto e cioè che l'ottimo è nemico del meglio, quindi, dobbiamo essere realisti perché credo che oggi meglio di questo non si poteva fare. Sinceramente penso proprio di no e anche per quello che dice il Consigliere Binci, un eventuale intervento con potere sostitutivo, potrebbe essere, viste le premessa, una cosa peggiore.
Non so se successivamente tutto potrà essere risolto in sede di decreto attuativo regolamentare, però credo che oggi, vista anche la consultazione, la quantità oltre che la qualità dei dipendenti e dei sindacati che abbiamo incontrato, questa sia, ripeto, la risposta migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, sarò velocissimo perché mi ha rubato l'intervento il Consigliere Massi. Sono perfino d'accordo con l'intervento del Consigliere Zinni, sono d'accordo con l'intervento del Consigliere Binci ed il Consigliere Massi ha sintetizzato quello che avrei voluto dire. Soprattutto mi è piaciuta la parte del Consigliere Binci quando ha detto che se ci avesse messo le mani il Governo sicuramente, viste le premesse, sarebbe stato peggio.
Questo Governo che scarica sulla Regione Marche e sugli enti locali la propria inettitudine, secondo me, merita di essere attaccato in maniera più forte da quest'Aula, però questo è il meglio che si poteva fare, dice il Consigliere Massi, quindi voteremo quest'atto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 1 sulla proposta di legge n. 470 a firma dei Consiglieri Bellabarba, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, Carloni, Silvetti, Marangoni, Perazzoli, che dice: "Impegna la Giunta regionale a porre in essere tale riordino qualora la riforma della materia attualmente all'esame delle amministrazioni centrali determini un'allocazione di funzioni amministrative in capo all'amministrazione regionale stessa". Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Ciriaci.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 470, così come emendata, la pongo in votazione.

Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Binci, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 483
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni regionali del 2015”

(Nuova titolazione) "Disposizioni urgenti per le elezioni regionali e gli adempimenti di fine legislatura"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 483 della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Presidente, sono alcuni adempimenti necessari per la fine di questa legislatura, per l'approvazione della variazione di bilancio, per l'indizione delle elezioni ed un atto amministrativo da perfezionare, ma la cosa più urgente è questa della ...

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 ter. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 (Dichiarazione d'urgenza), ci vuole la maggioranza assoluta degli assegnati. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 483. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 478
ad iniziativa del Consigliere Perazzoli
"Ulteriori modifiche alla legge regionale 17 dicembre 2012, n. 41: Norme per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei componenti gli organi della Regione, dei titolari di cariche in istituti regionali di garanzia e di cariche direttive in enti o società"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 478 del Consigliere Perazzoli che ne ha chiesto il rinvio in Commissione.

Deliberazione legislativa statutaria
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 “Statuto della Regione Marche”

(seconda approvazione ai sensi dell'art. 123, secondo comma della Costituzione)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione per fare una riunione di gruppo perché ci sono pareri non concordi sulla questione dello Statuto. Grazie.

PRESIDENTE. Quando un gruppo chiede la sospensione, noi la concediamo sempre, però oggi i lavori sono abbastanza tirati, quindi che siano cinque minuti.
Non abbiamo mai negato a nessuno una sospensione, però oggi ci sono molti atti da approvare. Per me va bene, diamo la sospensione.

La seduta è sospesa alle ore 15,00.

La seduta riprende alle ore 15,20.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. I relatori di maggioranza e di minoranza rinunciano a parlare?
Bisogna far presente che serve la maggioranza qualificata che vuol dire 22 voti.
Passiamo alla votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, D'Anna.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, D'Anna, Foschi, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Binci, D'Anna, Foschi, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Binci, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: D'Anna, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: D'Anna, Foschi, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: D'Anna, Foschi, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Binci, D'Anna, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Deliberazione legislativa statutaria. La pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Binci, D'Anna, Foschi, Natali, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di atto amministrativo n. 100
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione definitiva del POR FSE 2014/2020. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 100 della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, sarà una lunga relazione in quanto è assente il collega Marinelli con il quale insieme alla Commissione non abbiamo concordato nulla perché non c'era nulla da concordare.
Presidente Badiali, l'atto ha subìto qualche aggiustamento tecnico, nessun aggiustamento di sostanza, quindi possiamo votarlo esattamente come abbiamo fatto qualche mese fa.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 100. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 101
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione definitiva del POR FESR 2014/2020. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 101 della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Più che altro sappiamo che è un atto importante, lo Statuto regionale e la legge regionale 14 del 2006 attribuiscono alla nostra Assemblea legislativa le competenze in materia di programmazione europea, quindi spetta all'Assemblea legislativa l'approvazione dei piani e dei programmi cofinanziati con le risorse europee.
Fedele a queste disposizioni l'anno scorso la VI Commissione, di cui sono membro, di concerto con la III ed anche con la IV, ha seguito da vicino i lavori riguardanti il nuovo programma regionale che, come sappiamo, darà attuazione per il periodo 2014-2020 agli interventi cofinanziati dal fondo europeo di sviluppo regionale. Questo l'abbiamo fatto nella convinzione e nella consapevolezza che si trattano di risorse indispensabili e vitali per noi, soprattutto in questo momento che sappiamo essere sotto una revisione della spesa particolarmente severa, che si sta traducendo, come abbiamo visto anche stamattina, in tagli più o meno lineari delle politiche regionali e locali.
L'anno scorso tra l'altro, tra il mese di giugno e la prima metà del mese di luglio, la VI Commissione ha lavorato molto intensamente per fare in modo che la proposta di programma operativo venisse deliberata in tempo al fine di garantire, prima possibile, l'esame e la successiva approvazione da parte della Commissione europea.
C'era anche una proposta unanime dei membri della VI Commissione, i quali avevano approvato alcune modifiche che consentivano di recuperare, per così dire, la dimensione ambientale del programma che, secondo noi, era stata sostanzialmente ignorata. In particolare nell'asse 6 avevamo inserito alcuni interventi finalizzati alla valorizzazione e tutela della biodiversità, questo non soltanto come fattore di conservazione, ma anche come fattore di sviluppo economico e sociale.
Questa impostazione, lo voglio ricordare, era in linea con i contenuti dell'accordo di partenariato e effettivamente non ha incontrato una contrarietà assoluta da parte dei servizi della Commissione europea le cui osservazioni avevano piuttosto rilevato che occorreva dare conto nell'analisi di contesto iniziale delle modifiche poi apportate dal Consiglio. Per questo ci dispiace sottolineare come le proposte del Consiglio siano state sottovalutate, per non dire ignorante dalla Giunta regionale che al termine del negoziato ha riadottato il programma operativo stralciando gran parte delle modifiche condivise dall'Aula.
Oltre a questo ci dispiace anche sottolineare come sia rimasto inattuato un ordine del giorno approvato dal Consiglio con le proposte di programma operativo del luglio 2014 che impegnava la Giunta a tenerlo informato dello stato dei negoziati con la Commissione europea. Quindi prendiamo atto che la Giunta ha seguito, in questo caso, modalità operative diverse rispetto a quelle che stiamo seguendo, sempre con riunioni della III e della VI Commissione in modo congiunto, seguendo in modo costante i negoziati con la Commissione europea, grazie anche alla disponibilità dei funzionari che ci rendicontano passo passo le modifiche che stanno avvenendo.
Oggi siamo all'approvazione definitiva del Por Fesr che stanzia più di 600 milioni di euro per il territorio regionale e che, come sappiamo, è molto atteso sia dal mondo delle imprese che dal sindacato, nonché dal mondo del lavoro in generale.
Seguendo l'impostazione propria della normativa europea e dell'accordo di partenariato sappiamo, e questo abbiamo seguito, che il programma si articola in 6 obiettivi tematici, tradotti in altrettanti assi rivolti nel dettaglio a sostenere la ricerca, l'innovazione, lo sviluppo tecnologico, nonché la competitività dei sistemi produttivi, l'agenda digitale per il rafforzamento delle infrastrutture di connettività, la sostenibilità energetica che mira in particolare a migliorare l'efficienza energetica negli edifici pubblici e a favorire la mobilità urbana più rispettosa dell'ambiente.
L'obiettivo 5 ha come finalità il contrasto ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei rischi e sarà attuato attraverso azioni di mitigazione dell'erosione costiera e di prevenzione e gestione degli eventi calamitosi che, come sappiamo, soprattutto negli ultimi anni, hanno interessato sia i centri storici che le aree periferiche di alcune città marchigiane.
Infine, come ho ricordato prima, l'obiettivo tematico 6, riservato alla valorizzazione e promozione del patrimonio naturale e culturale, è finalizzato ad incentivare l'offerta di servizi e la fruibilità del patrimonio culturale della regione.
Nel rispetto di quanto previsto dalla normativa europea, più della metà di queste risorse è destinata agli interventi a sostegno della competitività del sistema delle nostre imprese, nell'auspicio che rappresentino l'occasione per creare e mantenere posti di lavoro anche a carattere qualificato.
L'approvazione definitiva del programma, quindi quello che stiamo per votare, è un atto molto importante che renderà possibile la pubblicazione dei primi bandi, che sono stati già predisposti e concertati con il sistema delle imprese, rispetto ai quali, come ho detto prima, si sono create notevoli attenzioni ed aspettative.
Per tutto quello che ho richiamato, il senso di responsabilità rispetto alla situazione anche socio-economica del Paese, che come sappiamo è ancora in una profonda crisi e non sta di certo risparmiando le Marche, mi conduce a dire che dobbiamo fare in fretta e quindi questo atto va, come stiamo per fare, approvato e reso immediatamente operativo.
Nella conclusione non posso che ribadire il rammarico per una procedura che nei fatti ha marginalizzato e ha fatto a meno dei contributi che il Consiglio regionale avrebbe potuto dare in modo più fattivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Intervengo riportando l'esperienza di Vicepresidente della VI Commissione e parto da una considerazione così, semplice: processo di adesione delle norme europee e attuazione dei fondi comunitari.
Noi abbiamo sempre più bisogno delle risorse europee e dobbiamo imparare a programmare meglio, questo è anche un appello che rivolgo direttamente alla Giunta, meno tempo e maggiore efficacia, perché è questo quello che ci chiedono le imprese e i cittadini della nostra regione.
Credo che sia una questione che riguarda un po' tutti noi. Nelle Marche la procedura di approvazione dei programmi operativi che utilizzano risorse europee è iniziata a giugno dello scorso anno. Il Consiglio ha seguito molto da vicino l'evoluzione di questi programmi e li ha elaborati a metà luglio 2014, poi è iniziato un lungo negoziato con il servizio della Commissione europea e la prossima settimana il Por-Fse e il Por-Fesr saranno deliberati definitivamente dall'Assemblea legislativa regionale e, quindi, ci troveremo a parlare proprio di questo.
Per quanto riguarda il programma di sviluppo rurale, che si rivolge al mondo agricolo, siamo ancora un po' indietro perché il negoziato con la Commissione europea sui contenuti dell'atto si è dimostrato molto duro. In sostanza occorre più di un anno e mezzo per approvare gli interventi di sostegno al territorio e al sistema delle imprese anche per un atteggiamento a volte paternalistico, passatemi il termine, da parte della Commissione europea che ci "suggerisce" quello che possiamo fare con i fondi europei, fondi che, neanche tanto alla fine, sono per lo più risorse degli italiani, tenuto conto che l'Italia è Paese contributore netto, nel senso che versa all'Unione europea più di quanto riceve.
Non metto in discussione il principio di solidarietà tra gli Stati membri che è uno dei principi fondamentali su cui l'Unione europea è stata costruita, dico però che anche a livello regionale dobbiamo migliorare la nostra capacità di relazione e di dialogo con le istituzioni europee, anche a fronte del fatto che spesso le amministrazioni del Governo centrale non si dimostrano particolarmente attente alle questioni di carattere territoriale e locale.
Considerando quello che abbiamo profuso come VI Commissione, ripeto, sempre residuale, considerata così, io ho quasi sempre condiviso le iniziative del Presidente Cardogna al cui impegno va riconosciuto il merito di aver posto l'Assemblea legislativa regionale e le sue funzioni di indirizzo e controllo al centro dell'attenzione della Commissione stessa.
Lo stesso metodo è stato seguito per l'analisi e l'approvazione di questo atto.
Come ha ricordato la Consigliera Bellabarba abbiamo lavorato molto tra giugno e luglio dello scorso anno rispettando i tempi che la procedura europea ci ha di fatto imposto, per perseguire l'obiettivo comune, non poteva che essere così, di arrivare presto all'approvazione del programma.
Abbiamo lavorato intensamente senza rinunciare alle nostre prerogative di Consiglieri regionali ai quali l'ordinamento regionale riserva il compito di approvare i programmi operativi cofinanziati con risorse europee.
Nel corso dell'esame della proposta di Por-Fesr, la VI Commissione, confrontandosi anche con la III, ha approvato alcune modifiche, animata dalla volontà di fornire un contributo reale ai lavori della Giunta regionale e non certo da quella di andare a ridefinire gli equilibri faticosamente raggiunti, così come si legge nel documento. Il Por-Fesr nelle Marche sarà inoltre lo strumento per dare attuazione alla strategia Adriatico-Ionica i cui quattro pilastri saranno implementati degli interventi previsti dagli obiettivi specifici del programma. Anche su questo, Presidente, vigileremo con grande attenzione perché dobbiamo cogliere ogni spunto positivo derivante dall'attuazione in concreto della strategia macro regionale.
La Consigliera Bellabarba ha ricordato che ci sono i bandi pronti e che questi sono molto attesi dalle imprese marchigiane, pertanto, pur stigmatizzando la procedura seguita per arrivare al voto di oggi, credo di poter confermare quel voto di astensione già espresso a luglio, basato sulla consapevolezza che stiamo parlando delle ultime risorse rimaste e sulla speranza che queste risorse, fino all'ultimo euro, siano destinate per lo sviluppo e la salvaguardia della nostra comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma del Consigliere Solazzi. Ritirato

Ordine del giorno n. 1 a firma del Consigliere Solazzi.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Bucciarelli, Giancarli, Busilacchi e Traversini che dice: “Nel dispositivo dopo le parole "Sant'Angelo in Vado" inserire "il Comune di Peglio".
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Presidente mi è venuto un dubbio, se qualcuno può rispondermi perchè è importante, in quanto impegna la Giunta a modificare la propria deliberazione n. 1126, questo significa che blocchiamo il Fesr per tutto il periodo?

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Non blocchiamo nulla, quella deliberazione riguarda l'individuazione dell'area pilota, tra l'altro nel Por-Fesr non sono nemmeno individuati i Comuni in maniera esplicita. Non incide sull'approvazione del documento, ma sul percorso delle aree interne.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 101. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Possiamo dichiarare sciolta la seduta.
Per la prossima seduta abbiamo messo a calendario, se non sbaglio, il giorno 8 - chi mi fa da supporto qui, mi lasciate solo? - però la volontà della Giunta è di portare in Consiglio, che sarebbe il penultimo, la variazione di bilancio, è probabile che questo giorno possa slittare dall'8 al 9. Ve lo faremo sapere nelle prossime ore, perché anche per il 9 ci sono dei problemi, ma dobbiamo valutare se gli atti sono pronti.
Buon pomeriggio.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,50.