Resoconto della seduta n.193 del 14/04/2015
SEDUTA N. 193 DEL 14 APRILE 2015

La seduta inizia alle ore 10,50

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 193 del 14 aprile 2015. Do per letto il processo verbale della seduta n. 192 del 9 aprile, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente mozione:
n. 786 del Consigliere Solazzi "Rischio chiusura del 'Il Messaggero' nelle Marche".
E' stata presentata la seguente proposta di Regolamento interno:
n. 12 in data 9 aprile, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Modifiche al Regolamento interno dell'Assemblea legislativa delle Marche” (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 12 in data 1 aprile “Disposizioni urgenti per le elezioni regionali e gli adempimenti di fine legislatura”;
n. 13 in data 3 aprile “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province”.
Il Presidente della Giunta regionale ha emanato il seguente Regolamento regionale:
n. 4 in data 3 aprile “Disposizioni per la gestione dei beni immobili della Regione”.

Questo è un aspetto tecnico della comunicazione, vi comunico che al termine di questa seduta, che dovrebbe essere l'ultima della IX legislatura, si procederà all'approvazione del processo verbale della stessa, perché, essendo l'ultima, è normale che il processo verbale della seduta non potrà essere approvato dalla successiva Assemblea che verrà nominata dall'elezione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Debbo aggiungere, spero che ci siano tutti i Consiglieri e che comunque mi ascoltiate, che probabilmente questa non sarà l'ultima seduta del Consiglio regionale, mi dicono che c'è l'esigenza di approvare, in tempi veloci, per non procurare danni rispetto al ritorno di quest'atto in Europa, il Piano di sviluppo rurale, il Psr.
Non mi è stata comunicata la data precisa in cui questo Consiglio si dovrà tenere, però vi informo e in qualche modo vi allerto sul fatto che per l'approvazione del Piano di sviluppo rurale ci sarà la necessità di convocare un ulteriore Consiglio regionale.
Questo è quello che mi dice in particolare l'Assessore competente.

Mozione n. 786
ad iniziativa del Consigliere Solazzi
"Rischio chiusura del 'Il Messaggero' nelle Marche"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 786 del Consigliere Solazzi.
Questa mozione che vi è stata distribuita, riguarda il rischio chiusura nella regione Marche di due redazioni del quotidiano il Messaggero, precisamente le redazioni di Ascoli Piceno e di Pesaro.
Io ho provato a buttarla giù, in modo se volete anche frettoloso, ma nella sostanza credo che sia condivisibile.
Se siete d'accordo, metterei in votazione questa mozione che vi è stata distribuita. Vi leggo soltanto l'impegno finale: "L'Assemblea impegna il Presidente della Giunta regionale delle Marche ad invitare la società editrice de "Il Messaggero" a non ridurre la sua presenza nelle Marche nell'interesse di tutta la comunità marchigiana".
Mozione n. 786, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente. Si ricorderà che 5 anni fa sono entrato qui parlando dialetto fanese, vorrei, quindi, prendermi un attimo questa platea per salutare tutti i miei colleghi Consiglieri, è stata un'esperienza di alti e bassi e penso che sia anche doveroso, dopo 5 anni, un minimo di attenzione.
Posso dire che purtroppo per la mia provincia non è cambiato tanto, soprattutto per Fano ci sono delle tematiche che sono impellenti, come il dragaggio del porto e la sanità, che ancora non vedono traccia di soluzione.
Ultima cosa, vorrei dire anche i giornalisti che quando si parla di indagini devono fare chiarezza, perché io mi reputo un santo, dovete guardare e leggere i documenti della Procura perchè anche gli stessi finanzieri mi hanno detto: "Ma dov'è il capo di imputazione che ti riguarda?"
Voglio il bollino blu ...

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, può anche darsi che lei sia un santo, ma l'equilibrio non le appartiene. Può essere anche un santo ma un po' squilibrato. Abbia pazienza! Se tutti, magari non con queste modalità ci mettiamo (...) Ho capito, ma se ognuno di noi si mette a parlare è finita la giostra, dopo di che vi ho detto prima che non sarà l'ultima riunione, quindi la possibilità di qualche sfogo ci potrà essere in una seduta successiva, però è anche il modo no? Andiamo avanti.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente, capisco che un intervento di questo genere può essere interpretato come l'inizio di una campagna elettorale, però voglio fare un ragionamento con i colleghi in merito alla legge elettorale che noi praticamente all'unanimità abbiamo votato qualche settimana fa; scaturita da un lavoro lungo di Commissione, di confronto.
Io ero tra quelli che volevano il doppio turno, figuriamoci! Tutti abbiamo rinunciato a qualcosa per arrivare ad un accordo e credo che votare una legge elettorale, anche se nell'imminenza delle elezioni, però in quel modo è stato, anche con un criterio che va verso i valori che la Corte Costituzionale aveva sottolineato nei confronti della legge nazionale, quindi, una legge più proporzionale, più rispondente diciamo, con il premio graduale, a quelle che sono le esigenze che dovrà affrontare anche la legge nazionale, sia stato un momento prestigioso per quest'Aula e la notizia che il Governo si appresti ad impugnare questa legge è qualcosa, come Consiglieri regionali, su cui ragionare.
Non voglio creare problemi politici più di quelli che ci sono e che sono di fronte agli occhi di tutti, per cui non serve la foglia di fico per scappare dai problemi politici che ci sono, ricordo il ragionamento del collega Presidente Perazzoli che disse in maniera molto corretta, all'inizio dei lavori della Commissione: "Non voglio risolvere problemi politici con norme", si riferiva al terzo mandato e via di seguito, posizione corretta che riconosco a vita al Consigliere Perazzoli, ma oggi c'è la notizia che un possibile Consiglio dei Ministri potrebbe occuparsi della legge regionale delle Marche.
Al di fuori dei giochi politici, oggi mi sentirei di dire, il Consiglio regionale dovrebbe dire: "No, crediamo nella legge che abbiamo approvato tutti. E' una legge adeguata", poi i problemi politici si risolveranno prima nelle piazze, come si faceva una volta, spero, e poi nell'urna.
Credo però che oggi il Consiglio debba pronunciarsi.
Sono disponibile anche a sottoscrivere un ordine del giorno, se possibile, da mandare al Governo, al Governo c'è anche il mio partito, per dire: "In questa legge ci crediamo e vorremmo che fosse rispettata fino in fondo anche dal Governo".
E' possibile?

PRESIDENTE. Consigliere Massi, non possiamo votare una dichiarazione, ma se c'è una mozione la mettiamo in votazione senza nessun problema. Questo si può fare, naturalmente si può votare una mozione non una dichiarazione, quindi se qualcuno vuole lavorare su una possibile mozione non c'è nessun problema. (...) Tendenzialmente direi di no ed ho anche dato un suggerimento. Come sapete, io cerco di avere una gestione equilibrata.
E' intervenuto il Consigliere Massi, probabilmente il Consigliere Comi vorrà dire qualcosa dopo di che chiudiamo qui e, se vogliamo andare avanti, metterei in coda un'eventuale proposta di mozione che dovesse nascere, altrimenti si chiude il discorso.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie Presidente. ascoltando le parole del Consigliere Massi ci tenevo a dire questo in merito al dibattito di questi giorni: c'è la tentazione forte da parte di tutti di trasformare questo tipo di iniziativa del Governo in un atto politico, è quindi come un'iniziativa di interdizione politica rispetto alla Regione Marche.
Vorrei che noi lo affrontassimo, come lo sta facendo almeno il PD delle Marche, in termini molto distaccati e non politici. Il Governo ha tra le sue funzioni, il Consigliere Massi lo saprà, ne sarà consapevole più di altri, oltre alla funzione di governo, oltre alla funzione legislativa, in termini istituzionali un'altra funzione che non è politica, che è quella di controllo sugli atti legislativi e questa funzione di controllo è esercitata sulla base di valutazioni e di pareri di carattere squisitamente giuridico e formale e non politico.
Penso che dobbiamo, secondo me, avere la certezza che la legge che abbiamo fatto abbia tutti i requisiti di legittimità, perché se non lo fosse si aprirebbe un problema serio anche nei confronti del Consiglio regionale che attraverso i pareri legislativi di tutti i suoi uffici ha dato esito favorevole.
Se quel parere fosse effettivamente contrario, si aprirebbe un problema serio per il futuro anche per la certezza delle elezioni. Credo che se abbiamo fatto errori, non dobbiamo commetterne altri, e quello che dobbiamo rivendicare dal Consiglio regionale delle Marche è la certezza della legge e del diritto per evitare di mettere i marchigiani all'indomani del voto di fronte a qualche contraddizione e a qualche problema, senza trasformare questa iniziativa in un fatto squisitamente politico.
Se poi il giudizio del Governo fosse di contrarietà alla legge, fosse un giudizio chiaro di censura alla legge, questo non significa che la legge decade, che viene sospesa, viene rimessa alla volontà dei soggetti coinvolti la valutazione di opportunità.
Noi diciamo che il Governo deve fare seriamente con tutti i suoi componenti, compresi quelli che rappresentano il Consigliere Massi, perché a me risulta che il parere di illegittimità sia stato prodotto dal Ministro Alfano attraverso il Ministero dell'Interno, e noi dobbiamo accertarsi che quel parere sia serio, poi faremo le nostre valutazioni politiche, però non credo che qui dobbiamo trasformare quest'atto squisitamente giuridico e di controllo in un atto di iniziativa politica.
Al PD personalmente non interessa quale sarà il candidato, anzi paradossalmente noi siamo preoccupati che, semmai cambiasse il candidato, dai sondaggi potrebbe emergere anche una candidatura più competitiva e più forte di quella che oggi viene da qualcuno messa in discussione, quindi da parte nostra nessun timore, nessuna preoccupazione.

PRESIDENTE. Io voglio aggiungere soltanto che, come Presidente dell'Aula lo dico cercando di estraniarmi da polemiche politiche dalle quali è difficile estraniarsi perché non mi pare che ci sia qualcuno che faccia polemica politica e qualcun altro che ha senso di responsabilità e gli consente di non farla, mi pare il contrario per la verità, un'eventuale dichiarazione di illegittimità costituzionale il Governo non la può fare, il Governo può fare il controllo delle leggi regionali per due ragioni: nel caso di legislatura concorrente per un conflitto di competenza fra quanto legifera il Consiglio regionale e quanto di competenza del Parlamento; e l'altro controllo che può effettuare sugli atti legislativi emanati dai Consigli regionali è quello di legittimità costituzionale ed in questo caso mi pare che si parli della legittimità costituzionale dell'atto.
Un fatto è certo, non voglio pensare che siano ragioni politiche, ma se non fossero ragioni politiche questa Assemblea e tutta la struttura tecnico-amministrativa sarebbero travolte perché abbiamo approvato un atto, e non ce n'eravamo resi conto, lesivo dei principi della Costituzione. E' una delegittimazione di ognuno di noi e di tutta la struttura tecnica della Regione Marche, perché qui dentro non ho sentito nessuno, né fra i Consiglieri né nella struttura tecnica, paventare il minimo dubbio sul rischio di illegittimità costituzionale dell'atto che è stato votato.
Prendiamo atto di questo, prendo atto di questo, e chiudo dicendo che se qualcuno ritiene di dover aprire adesso il dibattito su questo argomento presenti una mozione, io non sono contrario ad aprire il dibattito e a votare un documento, però al di là di questo breve intermezzo che abbiamo fatto direi di proseguire con l'ordine del giorno perché ci sono degli atti la cui approvazione è in qualche modo "necessitata", anzi a questo punto restringerei il tempo per le interrogazioni e passerei agli atti.
Se alla Presidenza arriverà, ripeto, una mozione sull'argomento, se siete d'accordo, la discuteremo senza alcun problema.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Siccome è stato posto un problema di legittimità, ricordo che oggi facciamo gli ultimi atti presenti e urgenti che possiamo fare, ma ho sentito anche da dirigenti e da Consiglieri che c'è la volontà di approvare successivamente a questo periodo, il Por del Piano di sviluppo rurale, posso argomentare?
Siccome è una normativa regionale che prevede questo passaggio di riapprovazione, potremmo anche fare in questa giornata una leggina che dice che nella fase transitoria, di non vigenza del Consiglio regionale, l'atto può essere approvato dalla Giunta.
Sono due righe che mette, in qualche modo, solo per questo periodo di vigenza, in sicurezza la legalità di un atto che altrimenti se fosse approvato, rischierebbe la contestazione e l'allungamento dei tempi per l'utilizzo delle risorse comunitarie.
Pongo un problema, non do una risposta.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, capisco la proposta, la confronti con la struttura tecnica, se qualcuno propone una proposta di legge, io sono disponibile a metterla in discussione, valutate però se questa cosa può avvenire, se è legittimamente sostenibile una cosa del genere, perchè una proposta di legge per quanto minuscola, come dice lei, il suo iter ce l'ha e quindi dovrebbe andare in Commissione, non so se al Cal, probabilmente no, o al Crel, ed essere portata in Aula, però valutatela tecnicamente dopo di che la massima disponibilità per finire nel migliore dei modi o comunque nel modo in cui l'Assemblea ritiene opportuno.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho sentito poco fa che ha ventilato l'ipotesi di passare direttamente agli atti ...

PRESIDENTE. No, qualche interrogazione la facciamo, ma velocemente.

Enzo MARANGONI. Avrei la necessità, l'aspetto da 6 mesi, della risposta all'interrogazione n. 1789, se possibile.

PRESIDENTE. Non c'è problema, è la terza comunque viene fatta.

Interrogazione n. 1943
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Badiali
"Lavori della tratta Albacina-Serra San Quirico del maxi lotto 2 del progetto Quadrilatero Marche"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1943 dei Consiglieri Giancarli e Badiali.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. In relazione all'interrogazione dei Consiglieri Giancarli e Badiali, io ho chiesto un approfondimento tecnico a Quadrilatero e proprio ieri abbiamo fatto un incontro a Cancelli per altre motivazioni che sono inerenti la tematica dell'interrogazione, poi magari do alcune informazioni sulla questione.
Il progetto di cui si parla è stato approvato dalla Società Quadrilatero nell'agosto 2008 e successivamente dalla Regione Marche, sentiti i Comuni interessati, e prevede la realizzazione di uno svincolo, parliamo di Serra San Quirico strada statale 76, a livelli sfalsati, con configurazione a rotatoria inferiore, che consente le manovre di diversione e di immissione sia in carreggiata nord che in carreggiata sud.
Si specifica che è tramite la prima bretella di collegamento al centro abitato che avviene l'innesto alla viabilità secondaria, con distribuzione dei flussi di traffico in entrata e in uscita dal territorio di Serra San Quirico.
Il progetto esecutivo approvato prevede altresì che Quadrilatero realizzi il primo tratto di tale bretella (200 metri) comprendente la costruzione di un ponte per il sovrappasso del fiume Esino. Il secondo tratto (circa 250 metri), che oltrepassa la linea ferroviaria e che si collega alla ex strada statale 76, è di competenza di Rete Ferroviaria Italiana, essendo inserito nel progetto di raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara.
Come già previsto nel progetto definitivo, presentato in Conferenza di servizi nel 2004 e successivamente confermato nel progetto esecutivo, la società Quadrilatero non poteva allora farsi carico di completare il collegamento, oltre al tratto previsto, anche in considerazione di tutte le variabili progettuali di competenza di Rete Ferroviaria Italiana.
Qualora la bretella non venisse completata oltre il primo tratto di competenza Quadrilatero, il collegamento da e per Serra San Quirico sarebbe comunque assicurato tramite la viabilità esistente, anche se soggetto ad un percorso più lungo.
Il tratto di competenza Quadrilatero risolve infatti il superamento del fiume Esino, ma non trova completa funzionalità senza la realizzazione del tratto di competenza di Rete Ferroviaria Italiana.
Questa è l'analisi tecnica da parte di Quadrilatero.
Gli interroganti chiedevano di attivarsi affinché potesse nascere un tavolo con Rete Ferroviaria Italiana, Quadrilatero e Anas al fine di trovare una soluzione, chiaramente il raddoppio dell'Orte-Falconara è lungi dal divenire, per andare a completare quel tratto mancante.
Ieri ho parlato con Quadrilatero, c'è disponibilità, ho parlato con RFI, c'è disponibilità, stiamo aspettando una risposta di Anas, quindi penso che entro breve, in genere siamo riusciti entro breve a convocare i tavoli, riusciremo a convocare questo tavolo e a capire come si può risolvere la situazione anche se la viabilità per quanto ci dice Quadrilatero non sarebbe compromessa nell'ultimo tratto, ma sicuramente di qualità inferiore.
Approfitto, visto che parliamo di strada statale 76, per riferire in merito ad un incontro che abbiamo avuto ieri con il Presidente, con Quadrilatero, con Astaldi e con il Commissario Saitta, per quanto concerne la ripresa dei lavori della strada statale 76. Come sapete la Saitta è la Commissaria Straordinaria i Dirpa e Impresa e, dopo una serie di procedimenti, di procedure, siamo riusciti a portare avanti il ramo d'azienda è stato per il momento affittato tramite bando e acquisito da Astaldi. Ora verrà totalmente ceduto, i lavori sull'intera tratta sono ripresi, i 132 operai, tutta la forza lavoro è stata reimpiegata totalmente e il termine dei lavori è previsto per il 2017.
Entro l'estate riprenderanno anche i lavori della pedemontana perché sono inseriti e fanno parte dello stesso lotto. Questa è un'informazione positiva che volevo comunicare all'Aula.
Per il resto appena riusciremo ad avere la risposta di Anas faremo questo tavolo e vedremo come risolvere la problematica.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore la ringrazio, non la ringrazio a nome del Consigliere Badiali perché lo farà personalmente, interverrà dopo di me.
Lei ha evidenziato in modo chiaro la difficoltà che sorge su quell'uscita. Saremmo in presenza di un'arteria che collega le Marche all'Umbria e quella comunità si troverebbe nei fatti senza uscita, perché l'altro percorso sarebbe lunghissimo, tortuoso, non è l'uscita di una superstrada.
Come lei ha detto, il secondo tratto è di competenza di Rete Ferroviaria Italiana ed era previsto nel raddoppio della Orte-Falconara, è chiaro che su questo, credo, che dobbiamo insistere perché è un obiettivo irrinunciabile, ma i tempi saranno estremamente lunghi e, proprio perché saranno estremamente lunghi, noi indicavamo la necessità di vedere la società Quadrilatero, poi d'intesa con altri soggetti, ma soprattutto la società Quadrilatero, sappiamo che le altre istituzioni avrebbero difficoltà ad intervenire, che dovrebbe farsi carico di questo problema.
Credo che dare una risposta alla comunità di Serra San Quirico rientri anche nella nuova filosofia del Ministero dei lavori pubblici, il fatto che questo Ministro, l'onorevole Delrio, e questo Governo siano andati a rivedere quella che era la legge obiettivo, quelle che erano le grandi opere, insistendo su più cantieri, su opere che non sono esclusivamente opere pubbliche, cioè infrastrutture - penso ad altre opere, tipo all'assetto idrogeologico, alla sistemazione delle scuole e così via - estendendo la possibilità con più cantieri, con molti cantieri diffusi nel territorio, è un'attenzione alle comunità e fra le attenzioni alle comunità ci metto anche un'uscita agevole da una grande opera come quella che si sta realizzando sulla Ancona-Perugia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente. Ha già detto molto il Consigliere Giancarli, noi la risposta dell'Assessore Giorgi l'abbiamo presa nel senso buono del termine, perché vuol dire che c'è stato un impegno e questo impegno deve essere costante nell'essere ancora portato avanti ancora, non possiamo pensare che dei nuovi lavori vadano ad incidere negativamente su una realtà importante come quella di serra di San Quirico e di tutto il circondario.
Attualmente ci sono sia l'ingresso che l'uscita della superstrada ed in maniera eccezionale, ampliando la superstrada, non avremmo più l'uscita per quelli che vengono da Roma, Fabriano e via discorrendo.
Dobbiamo cercare di mettere insieme, in un tavolo, Anas e Ferrovie dello Stato perché non è pensabile che un passaggio a livello che sta chiuso anche un quarto d'ora possa essere l'uscita primaria di una superstrada. Questo non è pensabile.
Bisogna continuare ad andare avanti su questo percorso, stringere gli atti e renderli successivamente esecutivi, anche l'impegno che il Governo si è preso, il nuovo Ministro, nel dire: facciamo le opere quelle indispensabili, ma completiamole. Questo deve essere un completamento. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

Interrogazione n. 1789
ad iniziativa del Consigliere Marangoni
"Impianto a biogas di Corridonia. Valori di alcuni inquinanti atmosferici nove volte più alti della soglia limite. Piano di spegnimento stranamente inattuato. Dopo ben sette mesi ancora non si è avuta la chiusura definitiva dell'impianto: la Regione Marche latita nel relativo controllo"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1789 del Consigliere Marangoni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. La risposta è lunga ed articolata e prevede 5 pagine di descrizione di tutto l'iter, se il Consigliere Marangoni me lo consente, salterei tutta la descrizione, gliela do per iscritto, e risponderei direttamente ai quesiti posti.
Relativamente ai quesiti posti nell'interrogazione sinteticamente si specifica:
1. La Regione Marche, per tutelare la salute pubblica e l'ambiente ha avviato una campagna di controlli chiedendo all'Arpam di effettuare controlli sulle matrici ambientali (emissioni in atmosfera, scarichi acque, materiali in ingresso ed in uscita, digestato, ecc.) nonché opportune verifiche sulla corretta conduzione degli impianti. Dall'11 dicembre 2014 l'impianto di Corridonia ha interrotto la produzione di energia elettrica.
2. In merito all'eventuale annullamento della determina della Provincia di Macerata n. 234 del 7 luglio 2014 (Determina di giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni) per le anomalie riscontrate sulle emissioni di C.O.T., con la nota prot. n. 629814 del 5 settembre 2014 sopra richiamata sono stati chiesti chiarimenti alla stessa Provincia, la quale ha avviato un procedimento di riesame della determina 234/2014. L'esito del riesame del provvedimento di V.I.A. da parte della stessa Provincia ha comportato, in sintesi, l'aggiunta della prescrizione di installare il post-combustore e l'adeguamento del Piano di monitoraggio per il controllo del rispetto dei limiti emissivi.
3. Circa il quesito per il quale si chiede "come mai la Provincia di Macerata ha emesso il decreto senza tenere conto della sentenza del Consiglio di Stato del 2 luglio 2014, la quale sancisce che il valore di C.O.T. va considerato nel suo totale, includendo anche la parte di emissione metanica", la competente Struttura regionale ha formalmente posto la questione alla Provincia stessa. Questa ha quindi avviato il procedimento di riesame del precedente provvedimento di V.I.A., pervenendo alla determinazione del Dirigente del Settore ambiente n. 53/X del 18 febbraio 2015 con la quale è stato rilasciato giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni. In particolare è stata aggiunta l'ulteriore prescrizione di aggiornare la documentazione con un elaborato contenente il post-combustore e adeguare il Piano di monitoraggio per il controllo del rispetto dei limiti di emissione.
4. Il Piano di spegnimento, come comunicato dalla stessa VBIO1, è stato prontamente riattivato dopo la mancata conversione in legge dell'art. 15, comma 4, del decreto legge 91/2014. Si è chiesto quindi ad Arpam di effettuare un sopralluogo allo scopo di verificare l'effettiva riattivazione del piano di spegnimento secondo le modalità previste dal Piano denominato "Scenario 1" come già valutato positivamente dalla stessa Arpam. Con nota del 17 dicembre 2014 la Società VBIO1 ha comunicato che la sospensione dell'attività dell'impianto, da intendersi come interruzione della produzione di energia elettrica, è avvenuta in data 11 dicembre 2014.
5. La Regione Marche ha imposto alla Società VBIO1 il "Piano di sospensione dell'attività di produzione di energia elettrica e di messa in sicurezza dell'impianto" come valutato positivamente dall'Arpam.
6. La Regione Marche, in ottemperanza alla sentenza del TAR Marche n. 659/2013, ha imposto alla Società VBIO1 di avviare il succitato piano di sospensione dell'attività di produzione di energia elettrica e di messa in sicurezza dell'impianto.
7. Ritenendo superati i motivi ostativi all'avvio del procedimento di rinnovazione, in quanto la procedura di V.I.A. è stata compiutamente espletata con esiti prescrittivi volti al superamento delle criticità evidenziate dalle misure richieste dalla Regione, con nota prot. n. 177862 del 12 marzo 2015 la competente struttura regionale ha invitato la Società VBIO1 a voler manifestare, con apposita istanza formulata ai sensi di legge, il permanere del proprio eventuale interesse all'avvio del procedimento per la rinnovazione dell'autorizzazione ex art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003; al momento non è pervenuto alcun riscontro.
Relativamente alla questione C.O.T. (Carbonio Organico Totale), di cui è stato accertato il superamento dei limiti emissivi, vanno fatte le seguenti osservazioni.
II limite delle emissioni di C.O.T., che per gli impianti per la produzione di energia elettrica da biogas è fissato dal Testo Unico dell'Ambiente in 150 milligrammi per norma al metro cubo (decreto legislativo. n. 152/2006 Parte III, punto 1.3, lettera a) dell'allegato 1 alla parte V), è di interpretazione incerta e controversa. Per ciò le Regioni Emilia Romagna e Lombardia hanno avvertito l'esigenza di adottare una propria regolamentazione con la quale si precisa che, in linea con la normativa europea, il detto limite di 150 non comprende il C.O.T. contenuto nella quota metanifera, cioè quello compreso nella frazione incombusta di metano che residua dal ciclo di produzione.
Diversamente, qualora si acceda ad una diversa interpretazione del limite fissato dal decreto legislativo. n. 152/2006 (nel senso che dal calcolo del C.O.T. non debba escludersi la quota metanifera) risulta che nessuno degli impianti alimentati a biogas sia strutturalmente in grado di rispettare l'anzidetto limite e ciò vale, con tutta probabilità, in tutta Italia, fatti salvi gli impianti dotati dei così detti post-combustore.
Sulla questione così controversa il Consiglio di Stato si è pronunciato con la sentenza n. 3316 del 2 luglio 2014 in cui si esclude che, ai sensi della legislazione italiana vigente, si possa effettuare la misurazione dei C.O.T. "escluso metano".

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio l'Assessore e la ringrazio anche per aver fatto la sintesi di un trattato.
Mi rendo conto che la questione tecnico-giuridica è molto complessa e noi non abbiamo il tempo e le modalità anche perché siamo presi un po' dalla campagna elettorale iniziata, c'è quindi agitazione.
In effetti ho sentito molto poco, mi scuso, causa anche il timbro di voce basso come il mio, comunque ritiro il tutto e mi limito a qualche sintesi politica, qualche considerazione la devo fare anche perchè qui abbiamo un impianto che inquina 9 volte di più di quello che prevede la legge, cioè il 900% in più del limite massimo di legge.
Abbiamo un impianto che doveva essere spento un anno fa per provvedimento regionale e questo spegnimento totale non è avvenuto.
Un impianto dichiarato due volte illegittimo dalla magistratura, Tar e Consiglio di Stato, nonostante tutto questo, nonostante che sia 900 volte più inquinante del massimo previsto dalla legge, 900%, nonostante sia stato dichiarato illegittimo per due volte dalla magistratura, nonostante dovesse essere spento un anno fa, guarda caso il PD della Provincia di Macerata, caro Consigliere Comi che si è distratto, cioè la Provincia di Macerata retta dal PD, salvo la foglia di fico del Presidente UdC, ma diciamo PD che ci capiamo prima, ha autorizzato la V.I.A. ex post, cioè postuma, a questo impianto con queste premesse.
Tra l'altro questo è un impianto che fu all'origine della legge 3 del 2012, anticipata 4 mesi prima dalla coppia malefica, passatemi il termine bonario, Petrini-Giannini che nell'assestamento di bilancio 2011 fece la norma ad aziendam per questo impianto di San Rocciano di Corridonia, ad aziendam, ad hoc.
Il PD non c'è riuscito a farlo a giugno 2014 col famoso decreto Renzi, comma salva biogas delle Marche, nonostante lo avesse proposto, adesso è arrivata la Provincia gestita dal PD che ha autorizzato la V.I.A. ex post, a mio avviso illegittima perché contraria alle norme europee e perché viola i principi di precauzione.
Il PD non è riuscito a fare dalla porta e, quindi, fa dalla finestra la V.I.A. ex post, su questo impianto due volte dichiarato illegittimo che inquina il 900% in più del limite della legge e che doveva essere spento un anno fa.
Queste considerazioni politiche più che tecniche, perché poi il tecnicismo lo vediamo in altri contesti, mi fanno concludere, adesso il compagno è uscito, il segretario del PD regionale, ma anche maceratese o tolentinate, che il vero significato della lettera D dopo la lettera P, cioè partito, non sia democratico, ma partito degli affari del biogas, partito del biogas visto che siamo all'origine e alla conclusione di tutto. Grazie.

Interrogazione n. 1717
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
"Riordino dei comitati etici nella Regione Marche"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1717 del Consigliere Marinelli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Qui si è seguito quanto disposto dall'articolo 12, comma 10 del decreto legge n. 158/2012, convertito in legge n. 189/2012, in base a questa legge la Regione Marche con deliberazione di Giunta regionale n. 1104 del 29 settembre 2014 ha istituito il Comitato etico regionale per tutti gli Enti del servizio sanitario regionale, ed ha approvato con il medesimo atto le disposizioni concernenti la riorganizzazione del Comitato etico regionale delle Marche, con sede presso l'Azienda ospedaliera universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - Lancisi - G. Salesi".
I criteri seguiti sono quelli indicati dall'articolo 12, comma 10, lettere a) e b) del decreto legge 158/2012 dove si esplicita che: "a ciascun comitato etico è attribuita una competenza territoriale di una o più province, in modo che sia rispettato il parametro di un comitato per ogni milione di abitanti, fatta salva la possibilità di prevedere un ulteriore comitato etico, con competenza estesa a uno o più istituti di ricovero e cura a carattere scientifico", e il criterio di cui alla lettera b) riferito ai pareri resi da ciascun comitato etico.
Poiché la popolazione residente (questo secondo i dati Istat, popolazione al 1 gennaio 2012) nella Regione Marche corrisponde ad 1.540.688, si è disposto di istituire un unico Comitato etico regionale. Il Coordinamento degli Enti nella seduta del 17 settembre 2014 ha ritenuto che la presenza di un unico Comitato etico regionale per la sperimentazione clinica rispondesse alle esigenze di efficienza e uniformità necessarie a garantire la competitività del territorio regionale nel settore della ricerca clinica.
La composizione del CER garantisce adeguata rappresentatività del personale dipendente proveniente da ciascuno degli Enti del Servizio sanitario regionale nonché l'interdisciplinarietà, la complementarietà, la rappresentanza di entrambi i sessi, le qualifiche e l'esperienza necessarie a valutare gli aspetti etici, scientifici e metodologici degli studi proposti.
Le disposizioni regionali assicurano la rispondenza di tale riorganizzazione agli standard qualitativi e il patrimonio di impegno e conoscenze già acquisiti per la sperimentazione clinica della nostra Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. La mia interrogazione è di circa un anno fa e voleva solamente sapere dall'Assessore la situazione dei Comitati etici nelle Marche, cioè se la nostra Regione si fosse adeguata o meno alla legge 189 del 2012 che metteva come termine perentorio il 30 giugno 2013.
Leggendo questo termine che era scaduto mi è venuto in mente di conoscere le motivazioni della lentezza nello scioglimento dei Comitati etici.
Nelle Marche c'erano, in base alla legge, 15 Comitati che si sono ridotti ad 1. Un Comitato per ogni milione di abitanti, ci siamo anche se al limite, un altro Comitato può nascere nell'Istituto di ricovero a carattere scientifico.
C'è una bella spending review a livello nazionale perché si passa da 250 a un centinaio, quindi, volevo solamente sapere dall'Assessore com'era la situazione. Vedo che ci siamo adeguati, in ritardo, però ci siamo adeguati, tenendo conto che la normativa parlava di giugno 2013 e la deliberazione della Giunta è del 29 settembre 2014. Grazie.

Interrogazione n. 1903
ad iniziativa dei Consiglieri Bellabarba, Busilacchi
"Criteri di valutazione dei risultati conseguiti e della realizzazione degli obiettivi fissati per i direttori di Area vasta"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1903 dei Consiglieri Bellabarba e Busilacchi.
Colleghi, mi sembra che con il Presidente si sia stabilito, lo ha detto lui, che avremmo concluso le risposte alle interrogazioni abbastanza velocemente per andare avanti con l'ordine del giorno, se siete d'accordo, facciamo questa e poi andiamo avanti con l'ordine del giorno. Può andare bene? Nessuno protesta quindi andiamo.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a questa interrogazione è necessario premettere che i contratti dei direttori di area vasta prevedono, come indicato nello schema di contratto, approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 34/2014, la possibilità di integrare il trattamento economico di una quota fino al 20% del trattamento stesso, finalizzata al conseguimento di obiettivi economici e sanitari fissati dal Direttore generale dell'Asur.
Tali obiettivi sono strettamente correlati agli obiettivi assegnati alla Direzione generale dell'Asur con le delibere di Giunta regionale nn. 1750/2013, 986/2014 e 1319/2014. Trattasi pertanto di diritto soggettivo acquisito in forza del contratto a suo tempo sottoscritto e che, essendo regolamentato dalle norme di diritto civile, non può essere negato successivamente da alcuna disposizione regionale.
Si aggiungono inoltre i seguenti elementi sulla base della relazione inviata dalla Direzione generale dell'Asur in data 27 gennaio 2015.
Con determina dell'Asur n. 766 del 14 novembre 2014 in recepimento delle disposizioni di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 986/2014 che assegna il budget provvisorio e gli obiettivi sanitari alle Direzioni, sono stati assegnati alle Aree vaste gli obiettivi di natura sanitaria, riportati all'allegato 2 alla determina e richiamati nella successiva determina n. 801/2014 sui criteri di valutazione dei Direttori di area vasta.
Con determina del Direttore generale dell'Asur n. 801 del 28 novembre 2014 sono stati approvati i criteri di valutazione dei risultati conseguiti e della realizzazione degli obiettivi fissati per i Direttori di Area vasta, in applicazione del dispositivo contenuto all'art. 4, comma 8, della legge regionale 13/2003, così come modificato dall'art. 4 legge regionale 17 dell'1 agosto 2011.
Tale provvedimento è ispirato ai principi invocati dai Consiglieri nella interrogazione, in quanto prevede:
a) una stretta correlazione tra la valutazione dei risultati conseguiti dai Direttori di Area vasta ed i risultati di gestione aziendale, rispetto ai quali è valutato il Direttore generale in applicazione della deliberazione di Giunta regionale 1319 del 24 novembre 2014;
b) l'assegnazione di obiettivi di natura sanitaria, che devono essere conseguiti nel rispetto dell'equilibrio di bilancio, tra questi è dato particolare risalto all'abbassamento delle liste di attesa, alla riduzione della mobilità passiva ed al risparmio per l'acquisizione dei beni e servizi, così come richiesto nella interrogazione.
Si precisa che la tabella riportata nella richiamata determina, riproposta di seguito, rappresenta i criteri di equivalenza tra i risultati di gestione conseguiti dal Direttore generale e la percentuale di integrazione del trattamento economico spettante ai Direttori di Area vasta, quindi c'è la descrizione della tabella.
Il trattamento economico integrativo dei Direttori di area vasta potrà essere pari alla percentuale massima del 20% contrattualmente prevista solo nel caso in cui il Direttore generale, sulla base dei parametri stabiliti dalla Giunta regionale per i Direttori degli Enti del Servizio sanitario e del Dipartimento trasfusionale (DIRMT) (di cui alla deliberazione di Giunta regionale 1319 del 24 novembre 2014), raggiunga un risultato massimo del 100%.
Nel caso in cui non si riscontrasse il pieno raggiungimento degli obiettivi e i risultati aziendali da parte del Direttore generale, la percentuale massima di trattamento economico integrativo per i Direttori di Area vasta scende dal 20%:
- al 17,5% se il raggiungimento degli obiettivi del Direttore generale è tra il 90 ed il 100%;
- al 15% se il raggiungimento degli obiettivi del Direttore generale è tra l'80 ed il 90%;
- al 12,5%, se il raggiungimento degli obiettivi del Direttore generale è tra il 70 e l'80%;
- al 10% se il raggiungimento degli obiettivi del Direttore generale è tra lo 0 e il 70%.
In ogni caso, qualunque sia la misura percentuale di trattamento economico integrativo spettante al Direttore di Area vasta sulla base dei criteri sopra specificati, essa rappresenta una misura massima del premio, perché potrà essere corrisposto solo previa verifica del raggiungimento degli obiettivi specificatamente assegnati all'Area vasta, così come riportato al punto 4 della determina.
Pertanto, laddove il Direttore generale non abbia conseguito alcun risultato di gestione (percentuale di raggiungimento pari allo 0%) ed al contrario il Direttore di Area vasta abbia ottenuto il pieno raggiungimento degli obiettivi assegnati (pari al 100%) nell'ambito del budget assegnato all'Area vasta, la verifica del risultato raggiunto può portare all'assegnazione al Direttore di area vasta di un premio pari al 10%.
Si precisa inoltre che i criteri di valutazione approvati per l'anno 2014 all'allegato 1 della determina n. 801 citata prevedono, oltre al perseguimento degli obiettivi economico-finanziari, il raggiungimento degli obiettivi sanitari, aziendali e dell'area ATL. Tali obiettivi, in coerenza con la deliberazione di Giunta regionale n. 1319/2014, che assegna gli obiettivi ai Direttori Generali per l'anno 2014, comprendono, tra gli altri, gli obiettivi seguenti:
a) liste di attesa:
I. incremento delle agende dedicate per le classi di priorità B e D per le prestazioni di mammografia e di oculistica;
II. produzione di reportistica attestante la definizione, entro il 15 dicembre 2014, di slot dedicati nelle agende di oncologia, diabetologia, nefrologia, cardiologia per la presa in carico di pazienti cronici sottoposti a follow up;
b) riduzione della mobilità passiva extra regionale per le prestazioni di risonanza magnetica;
c) centralizzazione acquisti (gare SUAM): le Aziende del Servizio sanitario regionale e l'Inrca debbono trasmettere la documentazione di competenza per acquisti relativi a procedure di gara SUAM nelle modalità definite dalla deliberazione di Giunta regionale n. 1670/2012 e dalla deliberazione di Giunta regionale n. 649/20 13 e 1752/2013.
Questa è la risposta alle osservazioni sollevate dai Consiglieri Busilacchi e Bellabarba.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Ringraziamo l'Assessore per la risposta e la parte che ci soddisfa di più, credo di poter parlare anche a nome del Consigliere Busilacchi, è quella relativa alla SUAM e alla notizia che stanno partendo le prime gare d'appalto.
Rispetto ai compensi, ai premi dei Direttori di Area vasta, sinceramente non sono molto soddisfatta perché un Direttore di Area vasta che non raggiunge nessun risultato, quindi il suo rendimento è pari allo 0%, avrà comunque un premio del 10%. Non mi pare che ci siano cambiamenti da questo punto di vista. Penso che dobbiamo rivedere, a questo punto è chiaro che sarà la prossima Giunta regionale, un po' i parametri che vengono presi in considerazione per assegnare i premi ai Direttori di Area vasta.
Credo che siano ancora validi i nostri suggerimenti che evidenziavamo nell'interrogazione, uno su tutti riguarda le liste di attesa e credo che prendere questo parametro sia molto importante per giudicare anche il lavoro di un Direttore di Area vasta.
Ringraziamo l'Assessore però pensiamo, nonostante i diritti soggettivi acquisiti, giustamente ci sono i contratti che tutelano le professionalità, quindi non possiamo andare contro a questo, per quello che riguarda le scelte della Giunta regionale, a qualche parametro un po' più attinente al lavoro dei Direttori, che riguardi più da vicino i servizi che vengono offerti agli utenti. Da questo punto di vista uno sforzo lo possiamo fare. Grazie.

Proposta di legge n. 462 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia"

Proposta di legge n. 1
ad iniziativa dei Consiglieri Trenta, Bugaro, Ciriaci
"Recupero abitativo dei sottotetti"

Proposta di legge n. 106
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffini, Zinni, Latini
"Norme in materia di recupero di sottotetti e di locali seminterrati esistenti"

Proposta di legge n. 451
ad iniziativa dei Consiglieri Brini, Marinelli
"Norme per il recupero abitativo dei sottotetti esistenti"

Proposta di legge n. 360
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Marconi, Donati, Silvetti, Acquaroli
"Modifiche alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22: Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile"

Proposta di legge n. 337
ad iniziativa dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Latini
"Proroga del termine previsto dall'articolo 9 della legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22: Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile"

Proposta di legge n. 128
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Disposizioni per la riduzione del rischio sismico e disciplina delle procedure per il rilascio dell'autorizzazione sismica"

Proposta di legge n. 31
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
"Provvedimenti della Regione a sostegno di tecniche di indagine che consentano ai proprietari di immobili di conoscere sui medesimi la valutazione di rischio sismico ed il conseguente rilascio di certificati di vulnerabilità sismica"

Proposta di legge n. 321
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Norme per il sostegno dell'attività edilizia nella Regione Marche"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 462 della Giunta regionale, la proposta di legge n. 1 dei Consiglieri Trenta, Bugaro, Ciriaci, la proposta di legge n. 106 dei Consiglieri Zaffini, Zinni, Latini, la proposta di legge n. 451 dei Consiglieri Brini, Marinelli, la proposta di legge n. 360 dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Marconi, Donati, Silvetti, Acquaroli, la proposta di legge n. 337 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Latini, la proposta di legge n. 128 del Consigliere Latini, la proposta di legge n. 31 del Consigliere Bugaro e la proposta di legge n. 321 del Consigliere Latini, abbinate.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Voglio salutare il Consigliere Zaffini, non lo vedo in Aula e non so parlare pesarese, però lo saluto e confermo che è una persona sicuramente degna che ha dato un grande contributo in questi 5 anni.
Presidente, la proposta di legge 462/2013 finalizzata ad introdurre mezzi di semplificazione ed accelerazione dell'attività edilizia, leggo perché il provvedimento, per i Consiglieri regionali interessati, non è un provvedimento squisitamente politico, lo vedremo poi in sede di emendamenti, c'è una questione politica abbastanza importante relativa ai sottotetti, ma per quanto riguarda il resto è un provvedimento tecnico, non a caso il titolo della legge è "Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia". Non lo faccio abitualmente, ma credo che sia più corretto che dia lettura di questa relazione.
Questa legge è finalizzata ad introdurre elementi di semplificazione ed accelerazione dell'attività edilizia nel rispetto dei principi fondamentali contenuti nella normativa vigente.
Si è resa necessaria per due motivi, innanzitutto per dare attuazione alle recenti disposizioni statali intervenute nell'ambito delle procedure edilizie ed anche per fronteggiare la crisi che il settore delle costruzioni sta da tempo attraversando, in questo senso credo anche tutte le altre proposte, molte altre proposte che sono state collegate a questa presentata praticamente dall'intero Consiglio regionale, dall'altra parte una delle principali azioni di questa legge è quella di semplificare un'attività, una normativa molto complessa.
In primo luogo vengono disciplinate le funzioni della Regione e dei Comuni in materia, articoli 2 e 3, attribuendo in particolare alla Giunta regionale l'onere di approvare appositi regolamenti contenenti la tipologia delle opere e le classi di interventi edilizi - spero che questa delega sia ben compresa dal Consiglio perché è materia tecnica anche se tocca argomenti delicati e sarebbe praticamente impossibile se restasse di competenza del Consiglio regionale - stabilisce quindi gli interventi edilizi, gli indici, i parametri edilizi e urbanistici, la legge detta al solito i confini di carattere generale.
Inoltre, come altre Regioni hanno già fatto, si è proceduto alla definizione di opere e di interventi realizzabili con i vari titoli abitativi edilizi, cercando di eliminare il livello di complessità dei procedimenti amministrativi con effettiva rilevanza delle opere di edilizia previste.
Credo che, colleghi Consiglieri, la complessità resti per quanto sia stato fatto questo sforzo di semplificazione. Chiaramente ci muoviamo in una materia che nel tempo ha affastellato, ammucchiato tanti criteri e diventa veramente difficile arrivare a criteri significativi senza danneggiare quanto già è stato fatto dalle normative in corso.
Si precisa a tale proposito che il recepimento delle innovazioni statali non è stato effettuato in modo meramente riproduttivo in quanto il decreto del Presidente della Repubblica attribuisce alle Regioni a statuto la facoltà di estendere o ridurre l'ambito applicativo dei vari titoli abitativi edilizi ivi previsti.
Molte tipologie di interventi minori sono state perciò svincolate da obblighi procedimentali e, nel rispetto comunque della legislazione nazionale vigente, sono state classificate come edilizia libera, segnalo l'articolo 4. Tali interventi dovranno perciò essere realizzati senza alcun onere di comunicazione, questo è il dato della semplificazione, o di acquisizione di titoli abitativi, ma sempre nel rispetto delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e di tutte le normative di settore aventi incidenza in materia edilizia.
Qui ci auguriamo, colleghi Consiglieri, che i Comuni non facciano peggio e che invece di accelerare nella direzione della semplificazione creino ulteriori problemi. Mi auguro che lo spirito di questa legge sia largamente condiviso anche dalle autonomie locali.
Nell'articolo 5 viene poi individuata una serie di interventi che possono essere realizzati con una semplice comunicazione di inizio lavori, abbiamo la nuova sigla, C.I.L., da parte dell'interessato all'amministrazione competente, prevedendo inoltre un'attività istruttoria di verifica e controllo a campione mediante il sistema di sorteggio, posta in capo allo sportello unico per l'edilizia (S.U.E.), che si può concludere anche con il divieto di proseguire l'attività oggetto della C.I.L..
Si prevede all'articolo 6 un incremento dell'applicazione dell'istituto della S.c.i.a. che sostituisce completamente la D.i.a.. Tale sostituzione viene effettuata disciplinando l'articolo 7, in modo espresso il procedimento di S.c.i.a. che viene normato nei vari passaggi, definendo le modalità di controllo minimo a campione e mediante sorteggio del provvedimento di S.c.i.a. da parte dei Comuni, sia di completezza documentale che di merito, nonché di controllo delle varie fasi di realizzazione che può portare, anche in questa ipotesi, al divieto di proseguire l'attività oggetto della S.c.i.a..
Si è ritenuto opportuno inserire durante l'esame in Commissione anche un articolo che individui quali sono gli interventi soggetti a permesso di costruire mediante un espresso richiamo a quelli elencati nell'articolo 10 e nel testo unico dell'edilizia.
Fra le novità di maggior rilievo, segnalo in esame l'articolo 9, dove viene prevista la possibilità del Comune di autorizzare a titolo temporaneo, per la durata di 6 mesi, prorogabili una sola volta fino ad un massimo di 24 mesi, interventi edilizi anche difformi dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali destinati al soddisfacimento di documentate esigenze di carattere improrogabile e transitorio, non altrimenti realizzabili. Sulle fattispecie possiamo poi fare in corso di dibattito le necessarie esemplificazioni.
Tale autorizzazione può essere rilasciata solo per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblico interesse e per garantire lo svolgimento delle attività produttive qualora l'immobile in cui esse si esercitano sia interessato ad interventi edilizi che ne producono o limitano l'utilizzo.
Gli articoli 11 e 12 introducono specifiche deroghe, in particolare alle esigenze dei confini e alle distanze tra confini e fabbricati, finalizzate ad incentivare la realizzazione di interventi di miglioramento del rendimento energetico o del comportamento sismico dei fabbricati esistenti. Questo naturalmente era previsto dal decreto del Presidente della Repubblica. Viene poi prevista la possibilità di recuperare i sottotetti - questa è la questione un po' più delicata da un punto di vista politico perché ha incrociato altre iniziative di legge presentate ed esaminate dalla Commissione, ma mai portate a compimento - degli edifici esistenti alla data del 30 giugno 2014, colmando quindi una lacuna esistente nel sistema normativo che appunto non prevede una disciplina a regime in materia. Infatti quella contenuta nel Piano casa regionale ha un periodo di efficacia limitato nel tempo, ma ci sono emendamenti che allargano di molto la previsione che la Commissione ha nel testo attualmente inserito.
All'articolo 14 viene poi disciplinato il livello di qualità delle opere di interventi edilizi, ponendo a carico della Regione l'onere di promuovere comportamenti che innalzino tali qualità e prevedano che i regolamenti edilizi comunali contengano previsioni normative finalizzate in tal senso.
L'articolo 15 regola le altezze minime e medie riferite ai locali destinati alla residenza di soppalchi, prevedendo la possibilità di autorizzare altezze diverse nei casi di recupero del patrimonio edilizio esistente.
Gli articoli 13, 16, 17 e 18 disciplinano rispettivamente il certificato di destinazione urbanistica, il certificato di agibilità.
L'articolo 19 detta le disposizioni transitorie finali, in particolare in attuazione dell'articolo 2 bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 380, il cosiddetto "sblocca Italia", nella realizzazione di interventi di ampliamento e demolizione e ricostruzione previsti nel Piano casa regionale e prevede la possibilità di derogare i limiti contenuti all'articolo 9 del decreto ministeriale 1444 del 1968 per le distanze tra gli edifici e dai confini, nel rispetto delle norme del Codice Civile.
Aggiungo in conclusione una osservazione testé fatta in Commissione dal Presidente Giancarli relativamente al fatto che queste norme sulla semplificazione purtroppo le facciamo perché il d.p.r. nazionale le prevede, ma manca, per quanto riguarda la normativa regionale, un atto che la Commissione riteneva fondamentale che era "Norme per il governo del territorio", di fronte a queste avremmo avuto un riordino complessivo e di fronte a questo riordino complessivo avrebbe avuto anche un senso, un contenuto, un colore diverso, il ragionamento che stiamo facendo oggi intorno alla semplificazione. Manca questo atto che questa legislatura non è riuscita a portare all'attenzione dell'Aula, ma che sarà certamente uno dei prossimi atti che vedrete nella prossima legislatura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condivido tutta la parte sulla semplificazione, soprattutto la parte della semplificazione è ancora tutta da attuare in quanto si rimanda a regolamenti della Giunta per individuare dei regolamenti tipo da applicare ai Comuni.
Finora si è lavorato poco sulla semplificazione amministrativa e l'attenzione della politica è sempre stata rivolta al tentativo di ridurre vincoli, aumentare al massimo quasi la capacità edificatoria, non rendendosi conto che in questo momento non c'è la necessità di nuovi volumi abitativi, ma c'è casomai la necessità, anche da parte delle imprese, di rendere più trasparente e più omogenea su tutto il territorio regionale la normativa, migliorare la qualità del costruire e dare la possibilità del riuso e riqualificazione degli edifici esistenti.
Su questo ancora, secondo me, siamo molto indietro, però per quanto riguarda gli intenti della legge di sburocratizzare, semplificare i piccoli interventi di manutenzione, questi vanno incontro più che alle imprese all'esigenza dei cittadini che non devono sostenere costi per pratiche burocratiche non giustificati dall'entità degli interventi. Quindi, in questo senso, condivido in un'ottica di cittadino consumatore.
Per quanto riguarda l'individuazione degli interventi che vanno sottoposti a procedure semplificate e omogenee su tutto il territorio, diciamo che è un discorso di semplificazione che condivido.
Mi sembra che la proposta relativa alla parte dei sottotenenti non va a stravolgere la qualità ambientale, perché mantiene un'altezza di metri 2,40, l'altezza media attualmente esistente, e non peggiora le qualità abitative. Anche l'aspetto che dice che i sottotetti che vengono recuperati o risistemati non possono diventare unità a sè stanti è positivo, altrimenti ci sarebbe la creazione di nuove unità abitative in un momento in cui le unità abitative sono già sotto utilizzate. C'è una grossa percentuale di unità abitative vuote e si avrebbe solo una speculazione edilizia che peggiorerebbe la qualità abitativa degli edifici esistenti.
Purtroppo ho visto una serie di emendamenti peggiorativi della qualità abitativa dei sottotetti, per cui chiedo che questa norma non venga stravolta dagli emendamenti presentati in Aula, in considerazione del fatto che siamo in un momento di fine legislatura e non c'è la possibilità di recuperare gli errori che potrebbero venire dall'approvare norme di cui non si può valutare attentamente l'impatto sulla qualità della vita e gli effetti sulla qualità del costruito nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Andiamo a votare una proposta di legge che è importante e che conclude una legislatura, su cui questo Consiglio è intervenuto varie volte, anche se non sempre in modo organico, ma in modo che io ritengo positivo perché favorisce il soddisfacimento dei bisogni abitativi con la valorizzazione di gran parte del patrimonio edilizio esistente.
I signori del no parlano sempre di speculazione edilizia, in realtà il più delle volte parliamo di soluzioni che aiutano a soddisfare esigenze abitative per lo più familiari, che riguardano i figli, ed i signor no a tutto dovrebbero dirci come si fa a non utilizzare più suolo nuovo, a non usare patrimonio nuovo - io sono per il si - se non si fanno nuovi edifici bisogna utilizzare il patrimonio esistente o permettere di utilizzare i sottotenenti andando avanti sulla soluzione di andare in alto, però questi sono contro l'andare in altezza, l'aumentare gli indici volumetrici, sono contro tutto.
Parlando di patrimonio edilizio invenduto, le esigenze di mercato non sempre si conciliano con le esigenze abitative di famiglie che hanno diversi figli.
Credo che con questa norma così come è arrivata, su alcuni aspetti, si sarebbero fatti passi indietro rispetto a quello che questo Consiglio ha già approvato, per questo, lo dico adesso poi magari su alcuni emendamenti se si aprirà una discussione ritornerò, è un fatto positivo, ma teniamo conto di alcune cose che nel corso degli anni sono state approvate e che rischiano di essere cancellate con questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Vorrei un'attenzione per ogni emendamento perché sono pochi, ma molto specifici, magari se su ogni emendamento può ... se ho il microfono aperto andiamo più agevolmente in quanto esprimo il parere della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 bis.
Emendamento 7 bis/01 (emendamento soppressivo) ad iniziativa della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7 bis/1 a firma del Consigliere Perazzoli. Decaduto

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 9/2 a firma del Consigliere Perazzoli. Ritirato.

Articolo 9 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12
Emendamento 12/1 a firma del Consigliere Perazzoli. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo modifica la sagoma dell'edificio, perché innalza, infatti fa riferimento all'articolo 12, comma 1 che dice: "al fine di favorire interventi di prevenzione sismica ..., nell'ambito di un processo complessivo, a ridurre la vulnerabilità sismica dell'edificio, anche qualora comportino un incremento dell’altezza non superiore a centimetri 30" qui invece viene messo a 50, non capisco.
30 centimetri è la distanza che viene indicata a compensazione dell'intervento, per esempio, per mettere un cappotto termico o cose di questo genere, non si capisce perché in questa sede deve essere aumentata discrezionalmente a 50.
E' un'indicazione che è uscita dalla Commissione, da un confronto con i tecnici, chiedo che rimanga quello che è stato proposto dalla Giunta e dalla Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Questo è un caso tipico dei signor no.
La Commissione ha dato parere favorevole perché si tratta chiaramente di una svista, già nel 2010 la Giunta regionale aveva deliberato i 50 centimetri e chiaramente c'è stato un errore, tanto è vero che anche l'ufficio è d'accordo, quindi c'è un riflesso condizionato, basta dire no, la soluzione è sempre peggiorativa.
Sono tutti d'accordo a che venga approvato e sanato un errore che è chiaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ho detto semplicemente che quest'atto era la proposta degli uffici e della Commissione, se gli uffici questa mattina hanno detto che si sono sbagliati, prendo atto di questo, però i signor no e i signor si li vediamo dopo quando votiamo le distanze e l'altezza dei sottotetti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Confermo quello che ha detto il Consigliere Perazzoli, questa mattina i tecnici hanno indicato ...

PRESIDENTE. Emendamento 12/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento 13/1 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.

Roberto ZAFFINI. Ho presentato una legge specifica sul tema firmata anche dai Consiglieri Latini e Zinni, nella quale l'altezza dei sottotetti era rivista in maniera più attuale e più moderna, nel senso che abbiamo fatto riferimento a Regioni che hanno modificato le proprie leggi, come il Friuli e il Lazio che addirittura ha portato la misura media per tutti gli ambienti a 2 metri.
Chiedo, quindi, una revisione perché la misura di metri 2,40 è esattamente come il Piano casa ed è, diciamo, anche antistorica perché ormai tutte le Regioni vanno verso una diversa proporzione date le nuove tecnologie, le biotecnologie, la bioedilizia, le applicazioni che ci sono nella costruzione e nella realizzazione degli ambienti.
Non a caso mi sono avvalso di un esperto in materia sanitaria degli ambienti che ha avallato l'ipotesi di poter creare delle nuove unità abitative di metri 2,10 di altezza anche perché, guardiamoci negli occhi, sono ancora evidenti a tutti alcune situazioni di terremotati che vivono nei container o in bungalow turistici. Sono situazioni che confermano che si può benissimo vivere e creare anche un volano economico per la nostra economia, soprattutto nei centri storici dove le altezze non possono essere modificate però, avendo queste misure, si possono creare dei locali per i propri figli ed un aumento del valore economico di questi ambienti.
Chiedo all'Assemblea di pensare a questa proposta che sicuramente va a favore dei cittadini ed anche dell'economia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sulla proposta di legge del Consigliere Zaffini la Commissione non era giunta a nessuna conclusione.
Il parere della Commissione su questo emendamento è contrario, perché abbiamo discusso la legge a suo tempo e sulla legge non si è trovato un accordo, non è una cosa chiusa dalla Commissione, quindi, esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 13/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 13/2 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 13/3 a firma del Consigliere Perazzoli. Ritirato.

Emendamento 13/4 a firma del Consigliere Perazzoli. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Su questo emendamento, ma anche sugli emendamenti 13/5, 13/6 e 13/7, la Commissione non è addivenuta a nessun risultato, non c'è stata votazione, la questione rimane aperta - è già stata presentata dal Consigliere Perazzoli - e, sostanzialmente è questa: le proposte dei colleghi mirano a rendere autonoma l'unità abitativa sottotetto che abbia i requisiti minimi previsti già dal Piano casa, cioè metri 2,40 di altezza media, su questo, ripeto, c'è stato contrasto, personalmente esprimo il mio parere contrario, ma l'Aula è sovrana su una proposta per la quale non c'è stata l'indicazione della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Se non vengono approvati questi emendamenti, noi torniamo indietro rispetto a quello che questo Consiglio ha già approvato con il Piano casa. Sarebbe una cosa veramente incredibile nella stessa legislatura cose opposte.
Ho proposto 3 emendamenti che cancellano questo divieto e rimane la legislazione attuale, non introducono niente, quello che c'è rimane, quindi invito a votare questi miei 3 emendamenti in modo positivo ed invito il Consigliere Zaffini, se mi ascolta, a ritirare il suo perché la finalità è identica, però il suo non toglie questi brani e, quindi, sarebbe in contraddizione con il resto della legge, l'obiettivo è lo stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Presidente ripeto la mia dichiarazione di voto perché quello che ha detto nell'intervento il Consigliere Perazzoli non è esatto.
Lui dice torniamo indietro rispetto alla normativa vigente, il Consiglio deve sapere che la normativa vigente è quella del Piano casa che prevede in termini provvisori la possibilità, si in termini provvisori, questo significherebbe renderlo definitivo, lo renderemmo definitivo in tutta la regione Marche, di rendere abitabile e vendibile come unità immobiliare autonoma un appartamento con un'altezza media di 2,40.
Invito l'Assemblea ad un'adeguata riflessione, non stiamo facendo niente di dirimente, non stiamo facendo la storia della regione, però per correttezza diciamo che la normativa c'è, ma la normativa del Piano casa è provvisoria e questo la renderebbe definitiva.
Il Presidente Giancarli giustamente in Commissione ha detto che questo era meglio esaminarlo all'interno del contesto delle norme sul governo del territorio, armonizzandolo con il resto ed io rimango di questa opinione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Dichiaro il mio voto contrario su questi emendamenti, su questo e su quelli che vengono dopo, per le stesse motivazioni che ha illustrato il Consigliere Marconi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Dichiarazione di voto per sostenere gli emendamenti del Consigliere Perazzoli perché guardandoci un po' intorno l'altezza media di metri 2,40 è tale in molte parti del nord Italia, non dico in Europa, ed è usata tantissimo perché è una vera manovra verso il risparmio energetico delle abitazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Vorrei capire, con questo emendamento non si prevede un aumento di volumetrie, quindi si consente l'utilizzo in modo autonomo, rispetto alle altre unità abitative, dei sottotetti che diventano appartamenti vendibili separatamente, però non si prevede l'aumento del tetto, la realizzazione di aumento di volume, rimane la volumetria assentita. Mi pare ragionevole anche perché parliamo di evitare l'utilizzo improprio del territorio, così utilizziamo meglio le volumetrie che sono state già realizzate. Io voto a favore.

PRESIDENTE. Emendamento 13/4. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Cardogna, Binci, Marconi.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Brini, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Ciriaci, Comi, Donati, Foschi, Giannini, Luchetti, Marangoni, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Binci, Cardogna, Latini, Marconi.
Astenuti: Eusebi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 13/5 a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 13/6 a firma del Consigliere Zaffini. Ritirato.

Emendamento 13/7 a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento 19/1 a firma del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento 20/1 a firma del Consigliere Massi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Alla fine della legislatura scriverò un piccolo trattato su questo emendamento che viaggia da tre anni per finanziaria, assestamenti, edilizia, urbanistica, Piano casa, sempre tutti d'accordo, spero che stavolta sia la sede giusta, è solo lo spostamento dall'area di sedime a 150 metri, anziché 100, 150.
Avete richieste di operatori, categorie ben più ampie, però almeno 150.

PRESIDENTE. Emendamento 20/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20 così come emendato. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Vorrei ringraziare i relatori di maggioranza, di minoranza e la Commissione perché è stato fatto un lavoro, a mio avviso, interessante, che coglie nel senso profondo un'enunciazione ed un principio che è quello di costruire sul costruito.
Come ha ricordato il Consigliere Marconi, avremmo voluto concludere questa legislatura anche con l'altra legge, quella sul governo del territorio, già nel luglio scorso la Commissione, di cui ho la responsabilità, ha licenziato il testo definitivo. Una legge complessa, una legge che attendiamo da più legislature, ma su quella legge il parere del Cal è arrivato a ridosso delle festività natalizie, non sto dicendo che il Cal ha impiegato molto tempo, sto dicendo che la complessità di quella legge ha portato da luglio a dicembre ad avere un parere, mentre il Crel, il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, non si è pronunciato a dimostrazione ancora una volta della complessità.
In Commissione abbiamo nuovamente esaminato la legge, dopo il parere del Consiglio delle autonomie locali, abbiamo accolto tutto o quasi di quello che indicava ed abbiamo rinviato tutto al Cal e al Crel, la legislatura si chiude e siamo in attesa di questo parere.
Avremmo voluto tenere insieme queste due leggi, non è stato possibile, però questa legge, credo di poterlo dire, dà una risposta forte con tutti gli elementi di semplificazione e accelerazione alle attività edilizie, fa chiarezza sui titoli abitativi, interviene sull'esistente e sui punti più controversi, sui 2,40 metri di altezza e mi piace precisare, rispetto a quanto ha detto il Consigliere Acacia Scarpetti, che la Commissione, come del resto quest'Aula, si è espressa favorevolmente. Non abbiamo accolto i 2,10 metri perché ci sembra che un'abitazione per essere tale deve avere un'altezza che garantisca comfort, ottimalità, funzionalità per chi ci vive, quindi abbiamo mantenuto i 2,40 metri, un fatto importante.
La discussione che c'è stata sull'emendamento, sul quale la Commissione ha avuto la posizione espressa dal relatore di maggioranza, ha avuto pareri discordanti perché il punto politico rimane nel fatto che va in Aula soltanto una e non le due leggi come avremmo voluto. Tant'è che io stesso su quel punto non ho partecipato alla votazione perché mancando l'altra legge non avevo gli elementi per dire si o no, però su quel punto non era in discussione chissà cosa, era in discussione la possibilità di rendere autonomo un alloggio, un alloggio che ha tutti i requisiti previsti dalla legge.
Ripeto, il concetto di questa legge, quindi siamo soddisfatti di averla portata in Aula, sta nel fatto di poter intervenire con più celerità sul costruito, sta nel fatto che consente di risparmiare il suolo, sta nel fatto che interviene semplificando le procedure burocratiche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Intervengo per dichiarare il mio voto contrario a questa legge.
In questa legislatura avevamo pochi obiettivi in materia legislativa e la legge sul governo del territorio era uno di questi, non siamo riusciti a farla, possiamo trovare tutte le motivazioni che non discuto, ma i fatti rimangono. Dal primo giorno di questa legislatura avevamo quest'obiettivo, non l'abbiamo raggiunto.
Approvare questa serie di norme in chiusura di legislatura non mi convince assolutamente, abbiamo abdicato al nostro compito, facciamo contenti i signori del si. Vorrei ricordare che i signori del si sono anche quelli che hanno ridotto questo Paese nelle condizioni in cui è oggi. Basta leggere le cronache di questi giorni che finalmente portano alle dimissioni dei grandi burocrati di Stato che, alla faccia e in barba ai governi politici e alla politica, hanno fatto e disfatto come hanno creduto, probabilmente assecondando richieste più o meno esplicite della nostra classe politica.
Questi sono i signori del si, ma non mi faccio rinchiudere in una gabbia con i signori del no, perché se i signori del no avessero avuto più peso in questa nostra società ..., d'altra parte ne devo prendere atto, perché democraticamente se uno i voti non ce l'ha, non ce l'ha, ne prendo atto, ma non ci sto ad essere un signore del no, ricordo ai signori del si di guardare come è ridotto questo Paese.
Quindi con grande convinzione dichiaro il voto contrario a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Annuncio il mio voto favorevole, anche perché in Commissione è stato fatto un bel lavoro anche se alcune cose, a nostro avviso, potevano essere fatte un po' meglio.
Tutto sommato è una buona legge, come ha detto anche il Presidente Giancarli, ci siamo adoperati tutti affinché da quest'Aula uscisse la migliore legge possibile.
Noto, Presidente Giancarli mi segua un momento, oltre l'aspetto dell'edilizia che stiamo discutendo, una stonatura politica e programmatica. Se una protesta viene da un suo alleato di governo e di futuro governo su una legge che noi abbiamo fatto, non so su quale programma per la prossima legislatura avete gettato le basi con Ceriscioli? Se così è gli ambientalisti stanno facendo una forte critica alla politica di questa maggioranza, allora la prospettiva sul futuro di questa alleanza su cosa si basa? Sulle poltrone? Sulla divisione dei pani? Sugli assessorati? Posso capire il Consigliere Binci che è fuori dal coro e non si allinea ai signori del si ed ai signori del no a seconda delle convenienze politiche o di chi magari dovrà essere eletto per qualche manciata di voti, perché ne bastano pochi per essere eletti, allora vorrei capire, Presidente, abbiamo sbagliato noi a votare con lei o hanno ragione gli ambientalisti-Verdi che criticano questa legge?
Se abbiamo sbagliato noi, dobbiamo rivedere le nostre posizioni, se invece non abbiamo sbagliato, non capisco questa critica da parte degli ambientalisti al PD, cioè il programma che state preparando ...
Concludo Presidente, noi voteremo convinti questa legge senza farci campagne elettorali, demagogia o strumentalizzazione. Adesso mi auguro che il Consigliere Perazzoli le lanci un salvagente, qualche cosa, per venire fuori da quella cantonata che è stata presa e mi auguro che per lo meno su una legge così importante, visto che siete prossimi ad una campagna elettorale, ci sia coesione con gli ambientalisti, i verdi, non so quelli che sono.
Il Consigliere Binci fa bene a fare il suo lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condivido le motivazioni espresse dal Consigliere Cardogna rispetto al voto contrario, anche alla luce degli effetti dell'operato dei signori del si e del Partito Democratico di questo Governo, ma anche del Governo precedente rispetto alle questioni legate ai grandi appalti ed alle grandi opere, dal Mose all'Expo, alle ultime questioni dell'Anas.
Al Consigliere Brini che si meraviglia, all'interno della maggioranza, del voto contrario del Consigliere Cardogna vorrei dire che da buon ecologista vuole rilevare gli aspetti della gestione degli affari dei grandi appalti, invece di andare a intervenire sulla gestione del territorio, sul dissesto.
Noi abbiamo passato, minimo, le ultime due legislature a fare deroghe urbanistiche, a fare deroghe anche rispetto alle altezze, rispetto al peggioramento della qualità della vita nelle nostre città che già fanno schifo, deroghe nelle zone esondabili, ricerca per andare in deroga alle previsioni del Pai per costruire sempre di più, però, Consigliere Brini, non si meraviglia del fatto che la sua maggioranza su queste questioni, sulle questioni dove c'è la ciccia, dove ci sono gli affari, vota sempre a favore di questa maggioranza. Di fatto si parla di sistema bipolare, in questa Italia c'è un sistema unipolare che è quello degli affari, delle lobby e, al di là di questa legge, questo si vede nell'amministrazione di questa regione e nell'amministrazione del Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che al di là delle contrapposizioni di carattere politico e al di là del fermento preelettorale che pervade un po' tutti noi, su questo tema dobbiamo ammettere, Consiglieri colleghi, che ci sono sensibilità diverse, trasversali a tutte le coalizioni, trasversali a tutte le alleanze.
E' chiaro che su questa questione io sono convinto e voterò favorevolmente per due aspetti: il primo perché, come ha ricordato prima l'Assessore Giannini nell'intervento, noi non andiamo ad aumentare una cubatura esistente sia nei centri che fuori dai centri, ma andiamo a creare una serie di opportunità in questo momento di difficoltà economica, e non parlo degli imprenditori e quant'altro, parlo delle famiglie, è chiaro che permettere ad una famiglia di poter recuperare un sottotetto e trasformarlo in una mansarda abitabile, ed entro proprio nello specifico, dà la possibilità di reinvestire all'interno del proprio nucleo abitativo in termini minori, creando la possibilità di avere una residenza.
Al di là delle sensibilità che ci stanno tutte, Consigliere Brini, è importante che questa legge vada nel verso giusto, e il verso giusto secondo me è quello che abbiamo detto in questi cinque anni, che ho sentito ripetere un po' da tutti in questi cinque anni, ed è quello di non aumentare la cubatura e lo sviluppo edilizio nel territorio marchigiano, e questo sicuramente va in quell'ottica e in quella logica.
Credo che al di là delle varie affermazioni questa è sicuramente una buona legge, una delle ultime proposte di legge che andiamo ad approvare, è una legge che sicuramente sarà utile alle famiglie e potrà, questo lo dico per secondo, mantenere un po' più alto il livello di imprenditorialità nella nostra Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Vorrei ricordare che la legge che approviamo adesso è una legge positiva e vorrei altresì dire che nella vita e nell'attività istituzionale bisogna dire i si e bisogna dire no, perché dire sempre si o dire sempre no non è sinonimo di intelligenza politica, ma è sinonimo di ottusità, in tutti e due i casi.
La grande speculazione, noi siamo abituati da un giornalismo forse urlato ad usare termini come mega, grande, o la speculazione edilizia non ha bisogno di queste norme, ma di cose diverse e gli scandali, le ruberie, si fanno su cose diverse. Qui parliamo di interventi sul patrimonio edilizio esistente, un'edilizia fatta di due o tre piani, di piccoli edifici, perché in un condominio, come quello in cui abito e come abita tanta gente qui dentro, tanti Consiglieri, provate a mettere d'accodo 10 condomini per fare un ampliamento e vedete se ci riuscirete. Una delle principali cause di ingolfamento dei tribunali sono le liti tra condomini. Voi pensate che il Piano si possa applicare facilmente sui condomini grandi? Se serve per un’affermazione retorica, per motivare il no va bene, altrimenti diciamo una cosa inesistente.
Credo che stiamo facendo una cosa buona, una cosa giusta, cerchiamo di semplificare, troppo spesso si adottano leggi sulla semplificazione che in realtà sono una complicazione. E’ giusto avere delle precauzioni, è giusto tutto, però bisogna essere anche coerenti. Non sono tanti i casi in giro per le Marche, però quei casi li risolviamo in modo ragionevole, senza incentivare l'ulteriore uso del territorio.
Per questo credo che sia una legge che nel complesso sia positiva e anche se siamo all'ultima seduta di questo Consiglio regionale è un buon frutto che non produce cementificazione, ma utilizza al meglio le leggi per impedire che il fabbisogno abitativo si rivolga esclusivamente alle nuove edificazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del Gruppo dell'UdC precisando che non aderiamo né al partito del si né al partito del no, ma proviamo e tentiamo al partito del buon senso e della correttezza nei procedimenti legislativi, perché non è la prima volta che usiamo il bilancio per fare le leggi elettorali, per fare le leggi edilizie, per fare provvedimenti di questo tipo. Qui non siamo di fronte a questo caso, ma siamo di fronte ad un dato non proprio …, siamo di fronte ad una legge sulla semplificazione in materia edilizia e ci infiliamo dentro una norma di sostanza come quella dei sottotetti che non semplifica proprio niente, non è rispettosa del titolo della legge, per questo, seppur in rosso, verde, minoranza, ho aggiunto anche il bianco così abbiamo fatto il tricolore, Consigliere Binci, mi sono unito agli altri colleghi, anzi ho proposto per primo la bocciatura di un emendamento che è stato approvato a larga, larghissima maggioranza, Io ho sempre qualche sospetto sulle larghissime maggioranze perché ho l'impressione che non ci sia una grande e corretta riflessione su un provvedimento, ma credo nella buona fede del Consigliere Perazzoli che in Commissione ha spiegato cose di buon senso, cioè far fare i sottotetti alla famiglia. Purtroppo non possiamo fare un sub emendamento perché scherzando ho detto: “Facciamo un sub emendamento che escluda da questi sottotetti gli extracomunitari, che escluda da questi sottotetti chi non è un familiare” perché ho l'impressione che questi sottotetti per decine di migliaia saranno le case di secondo ordine che daremo ai nostri stranieri, perché non avendo possibilità economiche finiranno lì, come già è successo in tante realtà. Ci sono tanti modi per trattare male gli extracomunitari, c'è quello di spianare i campi Rom, ma c'è anche quello di offrire soluzioni poco dignitose. E’ vero Consigliere Perazzoli che 2 metri e 40 di media non sono un’altezza insignificante, però non usiamo argomentazioni improprie del tipo risparmiamo energeticamente, perché il risparmio energetico d'inverno c’è sicuramente, ma d'estate devi mettere l'aria condizionata perché non si vive in un sottotetto su una media di 2,40 metri, perché bisogna vedere poi com'è lo spiovente.
Le questioni erano tante, tanto è vero che non abbiamo approvato la legge perché non siamo riusciti ad arrivare ad una definizione in quel senso perché, caro Consigliere Acacia Scarpetti, si sta caldissimi anche dentro una bara, dentro una tomba si sta caldissimi, c'è una persona, un metro cubo di area la consumi subito e stai caldissimo, ma non usiamo questo tipo di argomentazioni. La nostra civiltà, nel nostro Paese, nel medioevo faceva case molto più alte di quelle che abbiamo oggi, in questa direzione siamo andati sempre peggio, e questo non è un dato di civiltà è un dato che riduce rispetto a quello che potrebbe essere un dato positivo. Tanto è vero, e non capisco il perché, abbiamo respinto tutti insieme, maggioranza compresa, gli emendamenti del Consigliere Zaffini che portavano addirittura ad un sedicesimo la misura della luce all'interno dell'abitazione in rapporto alla superficie. Sarebbero andati bene anche quelli del Consigliere Zaffini, facciamo gli oblò, facciamoli a 2 metri e 10 come lui ha detto, avremo più caldo e più risparmio energetico.
Non ci siamo, è una cosa semi dignitosa, l'impianto della legge resta positivo.
E’ vero quello che ha detto il Presidente Giancarli che avremmo dovuto approvare anche l'altra legge ma anche lì, caro Consigliere Giancarli, è evidente che c'è un'immaturità sul piano politico e c'è un'immaturità quando non si riesce ad arrivare ad una sintesi e mi auguro nella prossima legislatura che questo provvedimento veda la luce dopo che per la quarta o quinta volta verrà portato all'attenzione del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Il mio intervento è molto breve. Mi associo al giudizio positivo espresso adesso dal Consigliere Marconi sull'impianto della legge.
E’ vero quello che lui dice, e cioè che è una legge per la semplificazione per cui il discorso dei sottotenenti c’entra relativamente, però a titolo personale vorrei ricordare a quest'Aula, forse non servirà, che nel 2001-2002 presentai una proposta di legge, la prima in Italia per il recupero abitativo dei sottotenenti che venne anche molto apprezzata su alcuni quotidiani, tra cui Il Sole 24 ore, ma che non vide mai visto la luce.
Dico che questo è un modo per fare una cosa che penso concreta perché non si consuma nuovo suolo, si dà la possibilità di sistemare alcune situazioni e comunque i Comuni incassano degli oneri di urbanizzazione che non fanno sicuramente scomodo. Tutto sommato penso che sia una cosa positiva, poi per il resto va bene quello che è stato detto. Grazie.

Proposta di legge n. 462 (testo base) così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 482 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Comi, D'Anna, Badiali, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni, Bugaro, Foschi, Perazzoli
"Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10: Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo"

Proposta di legge n. 325
ad iniziativa dei Consiglieri D'Anna, Comi
"Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10: Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo”

Proposta di legge n. 283
ad iniziativa della Consigliera Giorgi
"Prestazioni medico veterinarie particolari e specialistiche. Modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10: Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo"

Proposta di legge n. 213
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10: Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 482 dei Consiglieri Busilacchi, Comi, D'Anna, Badiali, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni, Bugaro, Foschi, Perazzoli, la proposta di legge n. 325 dei Consiglieri Comi, D'Anna, la proposta di legge n. 283 della Consigliera Giorgi e la proposta di legge n. 213 del Consigliere Latini, abbinate.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente, sarò brevissimo. La proposta di legge intende aggiornare la disciplina dettata dalla legge regionale n. 10 del 1997 "Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo" la quale ha dato attuazione alla legge quadro nazionale, in materia, del 1991.
Sono, quindi, 18 anni che questa legge non è stata oggetto di modifiche per adeguare la normativa statale ed europea di settore, né di modifiche tese ad evidenziare lacune legislative ed inefficienza di alcune misure che erano lì previste; quella legge infatti presenta degli aspetti non più attuali che rendono difficile il raggiungimento dello scopo di prevenzione e contenimento del randagismo canino e felino.
Per questa ragione è necessario e non più rinviabile adeguare la normativa vigente, come da anni richiesto dalle associazioni di protezione animali iscritte nel registro regionale del volontariato. Devo dire che in questo anno le associazioni hanno lavorato, con un loro gruppo di coordinamento, insieme agli uffici che ringrazio ed hanno prodotto un ottimo risultato.
Si ricorda che la tutela degli animali e la lotta al randagismo sono principi fondamentali sanciti sin dal 1991, anno in cui è stata emanata, come già detto, la legge quadro sul randagismo, nella quale si enuncia il principio generale secondo il quale "lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d'affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente".
La proposta di legge n. 482 è il testo base scelto dalla Commissione, abbinato ad altre proposte di legge sulla stessa materia, la n. 325 del 2013, la n. 283 del 2013 e la n. 213 del 2012.
Sono 15 articoli, in alcuni casi sono modifiche del tutto tecniche, ad esempio si adegua la parola tatuaggio con la parola microchip, visto che oggi esiste la microchippatura, altre modifiche invece sono più sostanziali ed hanno la finalità di tutelare maggiormente l'animale da affezione. Ad esempio all'articolo 1 si prevede il divieto di organizzare competizioni con animali che possano comportare maltrattamenti o sevizie; all'articolo 12 sono fatti degli specifici divieti, per esempio detenere gli animali legati alla catena o in spazi angusti privi di acqua e cibo necessari, si prevedono delle campagne di sterilizzazione da parte dei Comuni degli animali di proprietà per ridurre il fenomeno del randagismo e si prevedono, anche all'articolo 3, delle aree verdi idonee per la sgambatura quotidiana degli animali presso i canili e i rifugi.
Si prevedono anche dei compiti dell'Asur come per esempio l'obbligatorietà della microchippatura dei cani, l'esecuzione dei test per il controllo della leishmaniosi secondo le indicazioni che saranno poi fornite dalla Giunta.
Sono inoltre meglio definiti alcuni rapporti di collaborazione tra enti e associazioni di volontariato iscritte nel registro previsto che potranno segnalare all'Asur i maltrattamenti.
Infine all'articolo 7 si precisa cosa si intende per allevamento a scopo di commercio, cioè si definisce meglio questa fattispecie.
Viene definita e come detto migliorata tutta la normativa di settore che da tempo era ferma.
Rimane la richiesta più generale da parte delle associazioni di rivedere tutto il settore in un testo unico, cosa che si potrà fare indubbiamente non ora, ma nella prossima legislatura, intanto approvare oggi questa proposta di legge è un buon segnale per conseguire i risultati di questo adeguamento normativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Mi associo e condivido la relazione del Presidente.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Chiaramente condivido l'approvazione di questa norma alla quale avevo anche contribuito quando ero in V Commissione l'avevo seguita con particolare interesse.
Il relatore di maggioranza, Consigliere Busilacchi, ha citato una serie di norme, di proposte di legge che sono state inserite o affrontate quando è stata redatta la proposta, una è stata completamente disattesa anche se a mio avviso dava un contributo importante, soprattutto metteva a fattor comune per quanto riguardava un'eccellenza che abbiamo sul territorio.
Avevo fatto una proposta di legge che poteva essere inserita tramite un emendamento la quale prevedeva che: “I Comuni singoli o associati o le Comunità montane garantiscono l'assistenza sanitaria di base” questo era il testo “agli animali d'affezione di competenza, presenti nelle strutture di ricovero. Assicurano, altresì, a detti animali le prestazioni medico veterinarie particolari e specialistiche, anche tramite apposite convenzioni con le strutture universitarie dell'ospedale veterinario universitario didattico dell'Università di Camerino”.
Come sapete nella nostra regione c'è una facoltà di veterinaria che fa parte dell'Università di Camerino, è una facoltà che ha un riconoscimento europeo, è una facoltà che ha permesso l'istituzione di un ospedale veterinario H24 che come Commissione abbiamo visitato ed ha in corso diverse convenzioni con alcune strutture. Grazie a questa convenzione la salute degli animali è più controllata ed elevata e l'adozione degli stessi è incrementata.
Era un contributo per migliorare la salute degli animali e conseguentemente per incrementare l'adottabilità degli stessi e diminuire i costi pubblici che gravano su questi.
Mi è stato detto, so che il Presidente Busilacchi ha fatto un approfondimento, che questo avrebbe comportato un costo, in realtà non è così, in altre parti sono state effettuate e qui non è un obbligo e quando si dice anche tramite apposite convenzioni è una sorta di invito per mettere a sistema più attori che ruotano intorno ad una stessa tematica. Sono un po' delusa dal fatto che non sia stata inserita perché sarebbe andata a valorizzare una realtà importante del nostro territorio. Poi le possibilità per attivare le convinzioni potevano essere trovate anche dalle singole strutture, faccio degli esempi, alcune Comunità montane che gestiscono canili hanno queste convenzioni e portano questi benefici, quindi mi dispiace veramente che non sia stato inserito questo passo che era molto importante.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento 12/1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Questa norma, l'articolo che stiamo trattando, prevede una serie di divieti tutti condivisibilissimi, chiedo di aggiungere il divieto di utilizzare animali per l'accattonaggio, tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Questo articolo l'abbiamo esaminato in Commissione e su questo punto mi permetto, trattandosi di una legge che ognuno di noi vive con la passione, specialmente chi come me ama gli animali, di chiedere al Consigliere Marangoni, capisco il suo emendamento, di ritirarlo perché così come illustrato, come scritto, può ingenerare equivoci dalle implicazioni pericolose.
Capisco che è brutto utilizzare gli animali di qualsiasi specie per la pratica dell'accattonaggio, il problema è che gli ultimi, quelli che vediamo agli angoli delle strade, spesso amano il proprio cane più di loro stessi.
Sarei favorevole a votare l’emendamento se fosse chiaro che riguarda chi sfrutta il cane per l'accattonaggio, ma l'amico che vive con lui, spesso è l'unica famiglia che il barbone ha e gli fa compagnia, rischiare che qualcuno glielo tolga, anche in quel difficile momento dell'accattonaggio, mi sembrerebbe veramente una cattiveria.
Questo è come la penso io, quindi voterò contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Se la realtà fosse quella che descrive il Consigliere Eusebi come si potrebbe contraddire! Il problema è che non è così, perché appena giriamo l'angolo spesso a quel cane gli danno delle bastonate ed è uno strumento ... Guardate che accade!
Spesso l'animale è utilizzato semplicemente al fine di impietosire il viandante, il cittadino, al fine di prendere qualche moneta, ma questo amore sviscerato spesso non c'è, per questo ho presentato l'emendamento che tra l'altro hanno richiesto le associazioni degli ambientalisti.

PRESIDENTE. Emendamento 12/1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. La ringrazio, mi scuso, ma voglio chiudere in bellezza questa mia esperienza da Consigliere regionale, voterò con convinzione questa legge che purtroppo, non per colpa dell'estensore della legge né del relatore né della V Commissione né tanto meno dei funzionari che hanno con passione lavorato perché si arrivasse a questo voto, non affronta il grave problema dei canili gestiti dagli imprenditori privati, i quali spesso non hanno nessun interesse ad incentivare le adozioni.
Come ha detto bene il Presidente della mia Commissione, bisognerà nella nostra regione mettere mano organicamente al problema dei canili e dei gattili.
Si è fatto un passo avanti nel ribadire alcuni principi, è stato fatto un piccolo passo avanti verso l'incentivazione della sterilizzazione, però, perché resti ai posteri, bisogna assolutamente mettere mano a chi maltratta i cani e parlo purtroppo degli "imprenditori privati" che gestiscono i canili spesso in maniera veramente criminale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ruberò solamente un minuto, visto che il Consigliere Eusebi ha giustamente affrontato questo argomento, condivido quello che ha detto e approfitto per dire che le associazioni no-profit, il volontariato, svolgono un'azione encomiabile, da questo punto di vista e, vi leggo un dato, nel corso del 2014, a fronte di 132 ingressi in canili gestiti da associazioni no-profit sono stati affidati 102 cani, tutti i 61 cuccioli che erano entrati sono stati affidati.
Le associazioni di volontariato stanno svolgendo un'azione molto importante sia dal punto di vista sociale che economico perché questo aspetto sgrava ulteriormente i Comuni dal punto di vista economico.
Segnalo che il Cal, ad esempio, ha dato un parere favorevole, chiedendo però che non ci siano oneri aggiuntivi a carico degli enti locali, per questo non ci siamo sentiti all'ultimo momento di inserire il tema della convenzione che pure è una cosa giusta.
Questo intervento del terzo settore, anche da questo punto di vista, anche in questa materia, oltre a svolgere una funzione umanitaria, sociale e di sensibilizzazione, interviene dal punto di vista economico.

Proposta di legge n. 482. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 477
ad iniziativa della Giunta regionale
"Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 477 della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. La proposta di legge 477 che stiamo per votare va ad abrogare la legge regionale n. 9 del 2008 e recepisce le novità fissate come standard minimi inderogabili dall'articolo 10, comma 2, del d.p.r. 74 del 2013.
Le novità sono le seguenti: la prima, questa proposta di legge amplia, rispetto alla legge regionale n. 9 del 2008, le tipologie di impianto da sottoporre a controllo e ispezione introducendo l'obbligo di tali operazioni anche per gli impianti termici con macchine frigorifere/pompe di calore, per quelli alimentati da teleriscaldamento e per quelli cogenerativi.
Il secondo punto di novità: per gli impianti fino a 100 kW prevede che le autorità competenti effettuino esclusivamente accertamenti documentali sui rapporti di controllo e di efficienza energetica pervenuti, diminuendo così drasticamente il numero di ispezioni in campo su tali impianti, queste vanno effettuate solo in caso di irregolarità riscontrate dal controllo documentale.
Il terzo punto: cambia la programmazione dell'ispezione sugli impianti di potenza superiore per i quali non si prevede più un controllo a campione, ma l'ispezione sul 100% degli impianti con una periodicità definita in base alla potenza ed al tipo di alimentazione energetica.
In coerenza con il d.p.r. 74 del 2013, la proposta di legge prevede inoltre che la Regione predisponga il catasto regionale degli impianti termici e che promuova campagne d'informazione e sensibilizzazione dei cittadini sugli adempimenti stabiliti dalla normativa.
Pur se il d.p.r. 74 del 2013 dà facoltà alle Regioni di ampliare la cadenza delle trasmissioni dei rapporti di efficienza energetica alle autorità competenti per i controlli, vale a dire Province e Comuni sopra i 40.000 abitanti, la scelta fatta con la presente proposta di legge è stata quella di attenersi agli standard minimi richiesti dal d.p.r. 74 del 2013, per le caldaiette domestiche, impianti fino a 100 kW, la cadenza di invio del rapporto di efficienza energetica passa quindi da 2 a 4 anni.
In coerenza con quanto stabilito dal suddetto decreto e dal decreto legislativo 192 del 2005, la copertura dei costi delle attività ispettive di controllo e di gestione del catasto impianti viene assicurata mediante la corresponsione di un contributo da parte del titolare dell'impianto stesso.
A questo fine, come avveniva anche con la vecchia legge regionale del 2008, si prevede che il rapporto di controllo di efficienza energetica sia corredato di un segno identificativo, il cosiddetto bollino verde, il cui costo articolato per potenza e tipologia è a carico del responsabile dell'impianto. Non potrebbe essere diversamente.
La legge regionale vecchia prevedeva erroneamente la gratuità del segno identificativo per l'utente contravvenendo disposizioni normative nazionali e comunitarie non derogabili su questo punto.
La presente proposta di legge sana, quindi, anche l'anomalia contenuta in merito alla legge regionale n. 9 del 2008 ed introduce un'articolazione dei costi che, per quanto riguarda le caldaiette domestiche, mantiene sostanzialmente invariato il costo del segno identificativo che passa da 7 euro ogni 2 anni a 14 euro ogni 4, ponendolo a carico del responsabile di impianto in conformità con le norme nazionali e comunitarie.
Per permettere di verificare la manutenzione obbligatoria in base alle leggi nazionali, ai fini della sicurezza dell'impianto è stata effettuata …, essa è prevista anche nel periodo intermedio tra l'invio di un rapporto di efficienza energetica e l'altro.
La proposta di legge in oggetto prevede inoltre l'invio alle autorità competenti di una dichiarazione di avvenuta manutenzione a cura del manutentore senza nessun costo per l'utente.
La IV Commissione consiliare ha così modificato la proposta di legge della Giunta regionale che prevedeva l'invio, a metà periodo, per i soli impianti che devono effettuare una manutenzione con cadenza almeno biennale, di un rapporto di efficienza energetica privo di controllo dei fumi e di segno identificativo. Si è ritenuto di cambiare questo tipo di documento da trasmettere per non ingenerare confusione nell'utente tra gli obblighi inerenti il controllo dell'efficienza energetica, ovvero i fumi, e quelli relativi alla manutenzione, ovvero l'attività ordinaria.
La legge prevede all'articolo 18 un periodo transitorio in cui portare a compimento nei territori, in cui sia necessaria, l'attività di autocertificazione, controllo e ispezione degli impianti termici relativi al biennio 2013-2014 e ai bienni precedenti.
La legge regionale del 2008 in virtù di alcune anomalie in essa contenute ha infatti avuto un’applicazione non uniforme sul territorio regionale. Il periodo transitorio necessario per sanare tale differenza è per riportare ad una uniformità la situazione delle diverse Province.
Va anche segnalato che le entrate per la Regione, derivanti da una percentuale di quanto l'utente paga per il segno identificativo all'articolo 14, si manifesteranno a partire dal 2017 secondo quanto stabilito dallo stesso articolo 18, comma 1, lettera h), per permettere l'entrata a regime della nuova normativa, dopo la conclusione del periodo transitorio di cui sopra.
Le stime alla base delle entrate sono state elaborate dal Servizio applicando le tariffe degli impianti termici risultanti all'Istat 2011.
Infine il testo della proposta di legge è stato redatto anche sulla base di quanto emerso in numerosi momenti di consultazione con tutti i soggetti interessati: Comuni, pubbliche amministrazioni, manutentori e consumatori, che hanno espresso le proprie considerazioni, qualche volta anche contrastanti e non omogenee purtuttavia utili nelle sedi istituzionali preposte, ovvero sia Cal e Crel.
Le rispettive discussioni hanno portato il testo ad un'armonizzazione soddisfacente per tutte le componenti coinvolte che in un tavolo di valutazione congiunta potranno eventualmente operare il monitoraggio dell'attuazione della legge ed il superamento delle possibili criticità emergenti mediante eventuali proposte di interventi correttivi.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non intervengo.

Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 ad iniziativa della IV Commissione. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 ad iniziativa della IV Commissione. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ripetiamo il voto sulla dichiarazione d'urgenza perché a qualcuno non ha preso.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 477, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Massimo BINCI. Mi dispiace fare l'intervento a legge approvata, però non è indifferente il fatto che un Consigliere abbia segnato che non è stata presa la votazione, perché potrebbe non esserci la pubblicazione entro i termini di validità della legislatura e probabilmente la legge potrebbe non essere applicata.
Siccome era presente ed ha confermato che non è stato preso il voto, chiedo che il voto venga conteggiato.

PRESIDENTE. Guardi Consigliere Binci, lei ha ragione, ma io penso di aver dato la possibilità all'Aula di votare due volte, ... poi me lo doveva chiedere lui e non il Consigliere Ricci perché io posso anche pensare che lui non volesse votare.
Gli uffici mi stanno dicendo che non è proprio così, perché anche la legge di prima, quella sull’edilizia, non aveva la dichiarazione di urgenza per cui è nelle stesse condizioni, quindi, non inventiamo ...
Passiamo al punto successivo.

Proposta di atto amministrativo n. 98
ad iniziativa della Giunta regionale
"Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr). Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 98 della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Il Piano di gestione dei rifiuti della Regione Marche è stato redatto in ottemperanza all'articolo 199 del decreto legislativo 152 del 2006.
Questo Piano e questa discussione in Aula sono stati preceduti da un lungo lavoro di concertazione, fatto dal Servizio e dalla Giunta regionale, tra l'altro le stesse attività di studio sono partite da un'analisi e valutazione dello stato di fatto gestionale, sia per gli urbani che per gli speciali, dall'individuazione delle criticità del sistema e degli obiettivi della pianificazione: modelli previsionali, individuazioni delle linee strategiche, proposte metodologiche, per il raggiungimento degli obiettivi stessi del Piano e per l'elaborazione della proposta di Piano regionale.
Contestualmente alla redazione del Piano si sono svolte le procedure di valutazione ambientale strategica, la Vas, questo Piano è stato sottoposto a Vas, e di valutazione di incidenza sui siti di interesse comunitario, quindi, il Piano costituisce uno strumento programmatico strategico per governare la gestione integrata del ciclo dei rifiuti prodotti nella regione Marche.
Il Piano regionale ha una valenza temporale fino al 2020 e gli obiettivi principali, fondamentali, sono: l'aumento della raccolta differenziata attraverso la riorganizzazione dei servizi di raccolta, secondo il modello porta porta, tenete presente che in questa regione siamo oltre il 60%, circa 64% di raccolta differenziata, siamo di 20 punti sopra la media dell'Italia centrale; la massimizzazione del recupero di materiali anche attraverso la valorizzazione del rifiuto indifferenziato; il miglioramento delle prestazioni tecnico ambientali degli impianti; la massima riduzione dello smaltimento in discarica.
In continuità con il Piano vigente si conferma anche nel nuovo che nel contesto marchigiano non sono percorribili soluzioni che prevedano la realizzazione di uno o più impianti di trattamento termico, termo valorizzatori, da destinare al recupero energetico del rifiuto urbano indifferenziato.
Questi sono gli obiettivi, tra l'altro sviluppati attraverso la riduzione alla fonte della quantità e della pericolosità dei rifiuti, ovvero produrre meno rifiuti ed aumentare la qualità degli stessi, ed al tempo stesso attraverso la contrazione della produzione pro capite. Noi siamo a circa 480 chilogrammi a persona, l'obiettivo è di ridurre almeno del 10%.
Il Piano dal punto di vista degli obiettivi ha questa caratteristica, ovvero quella di ridurre notevolmente la quantità dei rifiuti e di aumentare la raccolta differenziata, e dal punto di vista della governance, il mantenimento dei 5 Ato e delle relative autorità d'ambito. Auspicabile è una possibile integrazione funzionale ma, ripeto, l'integrazione funzionale sta all'autonomia delle stesse autorità rappresentate dai Sindaci, dai Presidenti delle Province (fino a quando queste resteranno in vita).
C'è una parte legata alle dinamiche di incremento della raccolta differenziata e quando prima ho parlato del 64% della nostra regione, questo ci fa ben sperare per raggiungere l'obiettivo di aumentare di 10 punti.
Poi ci sono delle tempistiche relative all'esigenza di riorganizzazione dei servizi che potranno presentarsi nei diversi contesti territoriali.
Un obiettivo che va perseguito attiene al miglioramento della qualità dei materiali intercettati con la raccolta differenziata ed avviati al recupero.
C'è tutta una parte legata all'impiantistica, ovvero al trattamento meccanico biologico, agli impianti di compostaggio. Una parte, se volete, considerevole del territorio regionale ha alcune difficoltà, soprattutto quella che riguarda le province di Pesaro e di Ancona e c'è la necessità di sviluppare impianti di pretrattamento ma, da questo punto, ad esempio, per quello che riguarda la provincia di Ancona si è in una fase avanzata nell'impianto di Corinaldo.
Rispetto alla necessità degli impianti la Regione e il Piano stabiliscono, attraverso indicazioni di carattere generale, quelle che sono le necessità, ma la localizzazione viene stabilita dall'Ambito.
In merito agli impianti individuati per smaltire i rifiuti urbani, ripeto, il Piano stabilisce il numero, l'Ambito stabilisce la localizzazione, in più c'è una manovra molto precisa: gli speciali possono essere conferiti fino al 50% dell'urbano conferito.
Guardate, io non voglio farla molto lunga anche perché ci sono tutti gli obiettivi, la gestione dei rifiuti nello scenario di Piano, l'evoluzione della promozione dei rifiuti, penso al compostaggio domestico, all'acqua alla spina, alla promozione del riutilizzo, penso ai mercati, tra l'altro quella dei mercati è una norma che è stata inserita dalla Commissione.
L'obiettivo è quello dell'autosufficienza degli impianti sia per quello che riguarda il trattamento della forsu con il compostaggio che per l'autosufficienza nella fase ultima di smaltimento entro il 2020, quindi, nel quadro della diminuzione dei rifiuti, nel quadro dell'aumento della raccolta differenziata, la necessità dell'autosufficienza per ogni atto.
Ci sono altri aspetti che, ripeto, mi limito ad enunciare soltanto per titoli, penso alla gestione dei rifiuti speciali, alla previsione di produzione dei rifiuti speciali nello stesso scenario di riferimento, penso alla valutazione del fabbisogno di recupero, al trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali.
Rispetto alla governance credo che il quadro normativo regionale già stabilisca la sostanziale e piena autosufficienza gestionale a livello di Ato. Possono esserci poi delle eccezioni fatte dalla stipula di accordi interprovinciali ma, ripeto, accordi in cui la democrazia, le istituzioni, la politica, le associazioni, decidono di andare avanti.
La proposta conferma l'attuale assetto istituzionale, il mantenimento dei cinque ambiti e, da questo punto di vista, credo che dobbiamo lavorare, ma questo è,negli anni, un obiettivo politico, istituzionale, per il raggiungimento di una maggiore dimensione regionale che è data dal minor numero di ambiti, ma il Piano non prevede questo, se non le azioni che possono e devono essere costruite nel territorio.
Rispetto a tutto ciò noi ci permettiamo, e questo è scritto chiaramente, anche di indicare alcune azioni per la definizione di specifici programmi e progetti di intervento, penso alla comunicazione ambientale, alle azioni finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti, all'azione per il sostegno del recupero, all'azione per l'ottimizzazione del sistema impiantistico.
Non volevo farla lunga, ma credo di non avercela fatta, tra l'altro illustrare un Piano complesso ad un'Assemblea, ovviamente capisco nella sua ultima seduta, un po’ distratta, ma sta nei fatti e, quindi, credo, almeno da parte mia, di aver dato ai colleghi un contributo per esprimere un giudizio in piena consapevolezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo atto è importante, il Piano regionale di gestione dei rifiuti verifica la situazione attuale rispetto alla raccolta dei rifiuti e al ciclo dei rifiuti nella regione Marche.
C'è un aspetto positivo, siamo arrivati al 62, 63% di raccolta differenziata e questo è merito dello sforzo della Regione Marche ed anche di tutti i Comuni ed è altresì indicativo di un cambiamento culturale che lentamente c'è stato anche tra i cittadini.
Questo è un passo importante perché quando siamo partiti eravamo gli ultimi della classe in Italia. Penso che sia un passo importante che abbiamo potuto raggiungere per una norma piccolissima inserita da questo Consiglio che allora sembrava una norma punitiva, ancora c'è, e prevedeva una sovrattassa per chi non raggiungeva i livelli di raccolta differenziata previsti dalla norma nazionale. Siamo partiti, mi sembra, dal 55% ed oggi questa soprattassa si applica ai Comuni che non raggiungono il 65%.
Questo ha fatto si che tutte le amministrazioni comunali si attivassero e mettessero in atto quelle che sono le best practice, le migliori pratiche detto in italiano, per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata, qui viene indicato quello che di fatto ha permesso di raggiungere questo obiettivo, il porta a porta spinto. Fortunatamente questo obiettivo è stato raggiunto anche con le poche risorse disponibili, quindi diciamo che siamo stati bravi a fare questo.
Per non dilungarmi, vado su quelle che considero le criticità e su quello che non condivido.
Si sono fatti tre scenari da qui al 2020, 3 ipotesi di scenari: uno iniziale in cui si continua con questa modalità; un altro con un recupero di materia spinto ed un altro scenario ancora in cui si prevede la creazione di impianti per la produzione e per la selezione del CSS, combustibile solido secondario, che sarebbe la valorizzazione energetica.
Per due motivi non condivido il terzo scenario che viene dato come quello migliore, ma non tiene conto delle controindicazioni che dà.
La prima è che nel momento in cui si dà la possibilità di creare CSS, in qualche modo si rischia di bloccare la spinta verso la differenziazione. Quando sono arrivato in questo Consiglio, nel 2005, eravamo al 30% di raccolta differenziata e c'era una proposta, portata avanti con forza, fortunatamente non passata, di andare alla termovalorizzazione. Eravamo nella fase in cui sembrava che la termovalorizzazione fosse la soluzione al problema rifiuti che non si riusciva a governare. Se nel 2005 avessimo preso quella strada, non saremo arrivati all'attuale 62% di raccolta differenziata e credo che anche oggi indicare quella strada, cioè dire che da adesso in poi il percorso è quello della produzione di CSS, possa interrompere il percorso di crescita della raccolta differenziata, soprattutto riferito al fatto che l'impiantistica dovrebbe partire da subito, ma se parte l'impiantistica per il CSS e non c'è una priorità rispetto ai tempi, non parte l'impiantistica di cui manchiamo.
Ricordo che il frutto della nostra raccolta differenziata, per esempio, i rifiuti umidi, dobbiamo portarlo fuori regione, con costi di trasporti. Noi, all’interno della regione non abbiamo gli impianti sufficienti per la lavorazione dell'umido che avviene con un percorso di creazione di humus o con un percorso di valorizzazione come il biogas, e per questo servono impianti, servono risorse e bisognerebbe dare indicazioni agli Ato che questa è una priorità.
L'altra priorità è che ci debbono essere gli impianti di trattamento selezione del rifiuto ancora non differenziato, che ancora manca in diversi Ato. Altre questioni sono le piattaforme per alcuni tipi di materiale. Penso, quindi, che in questo periodo, da qui al 2020, queste dovrebbero essere le priorità oltre al fatto di spingere il porta a porta dove questo non avviene.
Il discorso della produzione di CSS rischia di essere un blocco per questo andamento positivo. Tra l'altro in merito al CSS è detto che preferibilmente andrebbe chiusa in qualche modo la filiera con l'utilizzo diretto all'interno o di cementifici o di centrali termoelettriche, ma c'è, in questo senso, una forte opposizione al cementificio da parte dei cittadini che devono sopportare l'impatto del cementificio della Saci a Castel Raimondo. Se andiamo a dare anche il CSS, avrebbero un’ulteriore situazione di degrado, oppure se andiamo a fare un'altra centrale sopra i 50 megawatt, una centrale termo elettrica, come potrebbe essere la raffineria Api, avremmo un'altra situazione ad elevato rischio di crisi ambientale, una situazioni di sofferenza ambientale che certamente i cittadini non auspicano.
In questo senso ho fatto degli emendamenti, mi rendo conto che sono semplicemente soppressivi per indicare un problema e spero che gli uffici e la Giunta regionale siano così intelligenti da dare priorità a quelle che sono le esigenze anche impiantistiche che lavorano, come ho detto, sulla valorizzazione e sulla lavorazione dei prodotti della raccolta differenziata e sulla selezione dell'indifferenziato, e che non diano priorità alla produzione di questo CSS perchè, in diversi scenari di recupero spinto di materia, c'è una previsione di diminuzione della produzione di rifiuti in discarica del 21% al 2020 rispetto allo scenario iniziale. Nel caso della produzione di CSS questo scenario iniziale di diminuzione è di poco superiore alla capacità di abbancamento che abbiamo nelle nostre discariche al 2020 che è di 8 milioni e che verrebbe ridotta solamente di 3 nello scenario di recupero spinto di materia.
Mi sembra che lo scenario di recupero spinto di materia sia il più virtuoso e permette l'andamento che abbiamo preso. Finora abbiamo sempre rifiutato lo scenario della valorizzazione energetica, al di là che si dica inceneritore o meno, perché l'inceneritore ha paradossalmente dal punto di vista ambientale regole di emissioni molto più stringenti rispetto alla valorizzazione energetica che viene fatta nei cementifici.
Chiedo all'Assessore, al relatore di maggioranza, se c'è la volontà, di dare priorità alla valorizzazione dei materiali rispetto alla valorizzazione energetica, anche rispetto all'impiantistica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Sarò rapidissimo per dire che esprimiamo il nostro disappunto per il fatto che quest'atto sia stato portato in Aula oggi.
E’ evidente che un Piano di queste dimensioni ha una rilevanza politica strategica nei confronti della gestione del ciclo integrato dei rifiuti ed è evidente che è anche materia di contendere elettorale perché i cittadini si confronteranno il 31 maggio su quale Governo regionale avranno. Governo regionale che dovrà dire che tipo di sistema integrato dei rifiuti vorrà e francamente è grave vedere che questo atto arriva oggi, perché in 5 anni c'è stato tutto il tempo necessario per approfondirlo, sviscerarlo in ogni dove e fare delle scelte politiche.
Siamo ora in un clima di dismissione, si vede dall'attenzione del dibattito, si vede dalla mancanza dei numeri in Aula, votazione con 10 persone, siamo a una fase laconica ...

PRESIDENTE. Colleghi scusate c'è un brusio che rende impossibile a chi vuole di poter seguire il dibattito ..., prego Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie. Siamo in una fase in cui molti sono anche disinteressati, probabilmente c'è chi si candida, chi non si ricandida, ma la verità è che l'argomento dei rifiuti merita tutto il dibattito democratico elettorale, tutto.
Faccio oggi una provocazione sciocca, buttata lì così, ma non è una provocazione: perché non fare un inceneritore per la frazione del secco? Qualcuno potrebbe obiettare giustamente ed è lì che si fa il dibattito, ma oggi, 14 di aprile, questo dibattito hanno diritto di farlo solo gli elettori.
Vi chiedo di ritirare l'atto che è una forzatura politica.
Lo chiedo, ma non so a chi perché la maggioranza non esiste più, Presidente Spacca, Consigliere Ricci, non esiste più, alcuni non si candidano, alcuni stanno pensando ad altro, non lo so, chiedo genericamente al PD di mandare un sms a Ceriscioli e dirgli che è una porcheria se oggi approviamo il Piano dei rifiuti senza che si siano espressi gli elettori in campagna elettorale. C'è il Consigliere Comi coordinatore del PD, Consigliere Comi faccia un atto di coraggio e ritiri questo atto, che venga sottoposto al dibattito degli elettori, il nuovo Consiglio fra un mese e mezzo lo deciderà e adotterà.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente. Intervengo per sottolineare, al contrario, l'importanza di questo atto ed anche per evidenziare un aspetto in particolare, perché il tempo in realtà per discutere, Consigliere Zinni, c'è stato, è trascorso e l'abbiamo passato, l'ha passato soprattutto la Commissione ed anche il Servizio ambiente a confrontarsi ed a parlare di rifiuti con tutti i soggetti titolati.
Questo Piano, se non sbaglio, ma il Presidente Giancarli può correggermi, ha passato anche la Vas ed ha avuto un parere positivo, non solo, il Cal e il Crel hanno dato parere favorevole, sappiamo che il Cal e il Crel sono espressione degli enti locali e soggetti molto importanti della nostra regione, infine sono arrivate molte sollecitazioni sia da associazioni che si occupano e trattano la materia dei rifiuti, della raccolta e dello smaltimento, che di associazioni di categoria importanti che hanno sollecitato e anzi avrebbero imputato alla IV Commissione una grave responsabilità in caso di mancata approvazione di questo atto.
Quello che voglio sottolineare ed evidenziare, forse perché è quello che più di tutto ha suscitato qualche preoccupazione, è il fatto che questo Piano ribadisce la totale autonomia degli ambiti territoriali ottimali proprio nella programmazione e nella pianificazione nel loro territorio su come applicare una gestione e uno smaltimento sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale.
Questo secondo me è importante perché da un lato responsabilizza questi territori che così possono concorrere sia alla buona pratica che alla gestione, nonché al controllo. Inoltre gli Ato possono fare tra loro anche degli accordi interprovinciali per individuare, prima si parlava di impiantistica o anche di discariche, dove, come e se collocare dei nuovi impianti. Siccome si parlava di priorità, penso che una dovrebbe essere quella di recuperare, dove è possibile, delle discariche esistenti, so per esempio che c'è un problema nella provincia di Ascoli dove c'è una discarica amministrativamente dichiarata chiusa che ha un ricorso pendente, in quel caso, se il ricorso fosse positivo e questa discarica utilizzabile, invece di farne una nuova si potrebbe utilizzare quella esistente. Queste sono le cose a cui dobbiamo secondo me dare priorità.
Ne approfitto per dire due parole anche sull'ordine del giorno che ho presentato e che può sembrare banale, ma che secondo me contribuisce ad aumentare e a razionalizzare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e a renderli più efficace. Chiedo alla Giunta di prevedere, se è possibile farlo con una variazione nel Piano in futuro o di darla come indicazioni agli ambiti territoriali ottimali, l'utilizzo e l'adozione dei sacchetti per la raccolta differenziata che siano uguali per tutto territorio per colore, dimensione, tipologia e materiale utilizzato.
Sembra una sciocchezza invece non lo è, perché questo concorre ad un più rapido ed efficace smaltimento e trattamento dei rifiuti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Le perplessità sono emerse qui in Aula sull'approvazione o meno di questa legge - alcuni Commissari della IV Commissione le hanno evidenziate, tra cui il Consigliere Binci ed il sottoscritto - per cui chiedo se sia opportuno o meno rinviare questo atto, alla luce anche di quanto detto precedentemente da qualche collega, in modo tale che possa essere esaminato nel migliore dei modi, senza fretta, a parte i pareri che ci dicono essere arrivati.
L'atto da qualche giorno è in Commissione e noi ne abbiamo proposto al Presidente, anche se non c'è stato un voto in tal senso, il rinvio.
Presidente Bugaro la invito a mettere in votazione il rinvio di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Chiaramente il rinvio definitivo perché non può essere in Commissione. Sono costretto a metterlo ai voti ...
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Faccio un appello a tutti i Consiglieri di maggioranza e minoranza, sinceramente non capisco la posizione del Consigliere Brini, perché questa è una norma urgente che avevamo promesso da tempo, per cui credo che dobbiamo approvarla convintamente. In Commissione si è fatto un ottimo lavoro ...
Faccio un appello affinché sia votata perché è urgente.
Gli aspetti giuridici, legali, oltre i motivi di opportunità, di organizzazione, di efficienza, di efficacia, di qualità dell'ambiente, impongono che il Piano sia approvato, quindi chiedo Presidente che richiami l'Aula, anche i Consiglieri che sono nel corridoio, perché dobbiamo esprimerci.
Questa è la mia tesi contro il rinvio; dobbiamo votare questa norma.

PRESIDENTE. Proposta di rinvio, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. L'esigenza di approvare il Piano regionale è dettata oltre che dall’importanza di aggiornare l’assetti della gestione regionale dei rifiuti, anche dalla necessità di scongiurare un'eventuale procedura di infrazione comunitaria.
Come ha già detto il Presidente della Commissione, contestualmente alla redazione del Piano sono state svolte le procedure di valutazione ambientale strategica (Vas) e di valutazione di incidenza sui siti di interesse comunitario.
Queste procedure si sono concluse favorevolmente con prescrizioni e con l'emanazione da parte dell'autorità competente del decreto numero 137/VAA del 30 dicembre 2014.
Si precisa che il processo di consultazione con i referenti istituzionali, le rappresentanze di categoria, le organizzazioni e le rappresentanze della società civile, della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste, coinvolte nelle tematiche della prevenzione e gestione dei rifiuti, è stato ampio e partecipato e ha richiesto anche un certo periodo di tempo e si è registrato un grande interesse ad un proficuo contraddittorio in sede di consultazione per la Vas.
La stesura finale del Piano ha puntualmente recepito le prescrizioni derivanti dalla Vas, spesso emanazione delle osservazioni pervenute dai vari stakeholders, tanto che l'Assessorato ha ricevuto numerose espressioni di accoglimento ed apprezzamento dei contenuti del Piano e di richiesta di approvazione dello stesso entro la vigente legislatura.
Il Piano costituisce lo strumento programmatico strategico per governare la gestione integrata del ciclo dei rifiuti prodotti nel territorio regionale, con la finalità prevalente di ricondurre lo smaltimento dei rifiuti ad una operazione residuale di quantità ed impatto sempre più limitati, come previsto dagli indirizzi comunitari sulla gerarchia dei rifiuti e sulla sostenibilità ambientale della loro gestione.
In continuità con la precedente pianificazione di settore si conferma, è stato già detto, ma lo voglio ribadire, anche nel nuovo Piano che nel contesto marchigiano non sono percorribili soluzioni che prevedano la realizzazione di uno o più impianti di trattamento termico di termo valorizzazione da destinare al recupero energetico del rifiuto urbano indifferenziato.
Un elemento di novità che caratterizza il nuovo Piano è il futuro assetto gestionale che consentirà nel tempo il conseguimento di migliori prestazioni, superando a livello di singolo ambito territoriale ottimale le situazioni di difficoltà oggi registrate.
Si tende quindi in maniera decisa verso un sistema in grado di permettere una maggiore efficienza ed economicità della gestione dei rifiuti con conseguente contenimento/riduzione dei costi a carico dei cittadini.
La proposta di Piano pur confermando l'attuale assetto istituzionale, quindi il mantenimento di 5 Ato e della relativa autorità d'ambito, auspica una possibile integrazione funzionale su base volontaria tra le autorità d'ambito per il conseguimento delle migliori prestazioni del sistema gestionale.
Questo vale soprattutto per quanto attiene alle problematiche del soddisfacimento dei fabbisogni impiantistici, superando così quell'elemento di frammentarietà che ha caratterizzato fino ad oggi il settore e che rischia di rappresentare il vero e fondamentale vincolo al raggiungimento degli obiettivi di efficacia e di efficienza che vogliamo, esponendo i nostri territori a situazioni di emergenza.
Colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Giancarli, il relatore di maggioranza e di minoranza, tutta la Commissione, per il grande lavoro svolto ed in breve tempo, colgo anche l'occasione per ringraziare i dirigenti, i funzionari e tutti i dipendenti dell'Assessorato che hanno lavorato ininterrottamente per cercare di raggiungere questo obiettivo prima della fine della legislatura. Obiettivo che ritengo importante raggiungere soprattutto per la necessità di scongiurare un’eventuale procedura di infrazione comunitaria. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma del Consigliere Binci. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, ma credo che su questo non ci sia da aggiungere nulla, tra l'altro abbiamo ascoltato ora l'Assessore che ha messo in evidenza gli obiettivi, il quadro, le analisi che sono state effettuate.
Su un punto Assessore mi permetto di correggerla, voglio dividere con il relatore di minoranza, estendo i ringraziamenti anche al Consigliere Binci, solo questo ... no, non sono intervenuto per ringraziare il Consigliere Binci, lo faccio volentieri, ma sono intervenuto perché stiamo discutendo sugli emendamenti.
Nel Piano è scritto chiaramente: “In continuità con il Piano vigente confermiamo che non sono percorribili soluzioni che prevedano la realizzazione di uno o più impianti di trattamento termico”. Rispetto agli emendamenti in cui si parla di CSS, ovvero combustibile solido secondario, mi permetto di fare questa precisazione: il Piano prevede due scenari, un recupero di materia o un recupero di energia attraverso la produzione di un combustibile, ma ovviamente non è il Piano che stabilisce rispetto a questi scenari, perché anche questo viene rimandato gli ambiti.
Chiarito che non siamo in presenza di impianti di trattamento termico, ma nemmeno mi permetto di dire termodinamici, stiamo discutendo di qualcosa che potrebbe essere prodotto se l'ambito lo stabilisse; potrebbe essere anche utilizzato in un'altra Regione, oppure non essere prodotto nelle Marche, realizzato in altre Regioni e utilizzato nelle Marche.
Tra l'altro siamo in presenza di una norma che è il decreto legislativo 36 del 2003 in attuazione di una direttiva dell'Unione europea che è la 9198 sui rifiuti, in cui si dice che è vietato smaltire in discarica rifiuti che hanno potere calorifico.
Oggi siamo in presenza di una normativa che dà questa deroga, ma fra qualche mese questa deroga potrebbe non esserci più e potremmo essere addirittura in una situazione di non conformità del Piano, quindi questi emendamenti che il Consigliere Binci propone, che sono stati già proposti in sede di Vas e che non sono stati accolti, a nostro avviso non possono essere accolti perché, ripeto e lo dico fino alla noia, non siamo in presenza di impianti di trattamento termico, non siamo in presenza di impianti di trattamento termodinamico, non siamo in presenza nemmeno di uno scenario definito, ma sono più scenari e spetta all'Ambito stabilirli.
Anche se sul piano personale mi dispiace, perché tra l'altro ho iniziato questo intervento ringraziando Assessore, era una precisazione di carattere sostanziale, ma amichevole, divido a metà con il Consigliere Binci i ringraziamenti che lei ha fatto e, quindi, mi dispiace non accogliere questa cosa, ma credo che contrasti con la filosofia del Piano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io non ho parlato di illegittimità del Piano, ho parlato di un altro aspetto e mi aspettavo, non ho sentito purtroppo tutta la relazione dell'Assessore …, ho detto che i miei emendamenti erano volti a ottenere una rassicurazione in questa sede da parte dell'amministrazione che cambierà, però può dare delle indicazioni rispetto alle priorità-
E' vero che in questo Piano si parla di impianti che vanno fatti per la produzione del CSS, allora io dico questi impianti sono precedenti o successivi alla realizzazione di tutti gli impianti che permettono la migliore valorizzazione di tutto il percorso di raccolta differenziata? Perché noi abbiamo raggiunto gli alti obiettivi di raccolta differenziata e prevediamo di arrivare al 70% al 2020, ma non abbiamo gli impianti sufficienti per il trattamento di questa raccolta differenziata, quindi, vorrei una rassicurazione in questo senso, che la precedenza venga data alla lavorazione dei prodotti della raccolta differenziata, perché noi portiamo tutta la raccolta differenziata per la maggior parte al di fuori della nostra regione.
E’ inutile dire che dobbiamo dare precedenza alla lavorazione e alla combustione per la produzione di energia elettrica del residuo della raccolta differenziata, quando poi la raccolta differenziata la portiamo fuori regione.
Facciamo prima gli impianti necessari a questo, tra l'altro anche quelli producono energia, potrebbero produrre energia e recupero di materiale, e poi eventualmente ragioniamo sul residuo secco dei rifiuti urbani.
Questo è lo spirito con cui ho fatto gli emendamenti, qui non ci sono le priorità, si dice che non si possono dare, va bene, ma mettiamo risorse, addirittura potrebbero arrivare risorse anche dai fondi comunitari, dove li indirizziamo? Sugli impianti per la trasformazione del rifiuto umido o sugli impianti per la produzione di CSS?
Il CSS deve essere uno scenario che andremo a verificare quando avremmo fatto tutto il resto ed allora ragioneremo su questo aspetto, cioè come utilizzare il materiale residuo, in presenza di una capacità di abbancamento nelle discariche che è di 8 milioni di tonnellate a fronte, al 2020, di una produzione, nello scenario iniziale, di 3 milioni di tonnellate, quindi a 2020 avremo una capacità residua di abbancamento in discarica di 5 milioni di tonnellate.
Dico questo: in che direzione vogliamo andare? Anche perché questi grossi impianti di produzione del CSS sono anche molto più costosi e da un punto di vista tolgono, diciamo, meno materiale e danno meno risparmio energetico rispetto al buon utilizzo della raccolta differenziata.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2 a firma del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3 a firma del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 4 a firma del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Ordine del giorno n. 1 a firma della Consigliera Bellabarba. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 a firma dei Consiglieri Perazzoli, Bellabarba, Donati, Camela. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 98. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento interno n. 12
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Modifiche al Regolamento Interno dell'Assemblea legislativa"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di Regolamento interno n. 12 dell'Ufficio di Presidenza, ricordo all'Aula, così almeno non incappiamo nei problemi di prima, che servono 22 voti.
La discussione è aperta. Ha la parola la relatrice Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Dopo un lungo lavoro della Commissione straordinaria portiamo oggi in Aula la modifica del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa.
In maniera molto sintetica, segnalo che l'Ufficio di Presidenza il 7 aprile scorso, sentito il parere della I Commissione consiliare permanente, ha ritenuto di sottoporre a questa Assemblea una proposta di modifica del Regolamento interno limitata alle sole disposizioni sulle quali, nell'ampio dibattito che si è sviluppato in seno al Consiglio, si era realizzata un'ampia convergenza, affinchè consentano all'Assemblea neo eletta di operare sin da subito con normative più rigorose, più aderenti alla prassi pluriennali in atto e conforme al quadro normativo nazionale e regionale vigente.
Le modifiche riguardano, oltre alla norma che individua la titolarità del Presidente del Consiglio a convocare la neo-eletta Assemblea legislativa, le discipline relative alla composizione e costituzione di gruppi assembleari; la pubblicità delle deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza; il numero, le competenze, la durata della Commissioni assembleari; la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi; i pareri obbligatori e facoltativi del Cal; i pareri obbligatori e facoltativi del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (Crel); la sessione di bilancio; le Commissioni d'inchiesta e le interrogazioni a risposta immediata.
Si è infine provveduto ad abrogare espressamente le disposizioni regolamentari incompatibili con la nuova normativa e quelle in contrasto con lo Statuto della Regione e con le altre normative legislative che si sono succedute fino ad oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di Regolamento Interno n. 12, la pongo in votazione. Ricordo che ci vogliono 22 voti.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. Dobbiamo fare l'ultimo espletamento: l'approvazione del verbale.
Do per approvato il processo verbale della seduta 193 del 14 aprile 2015 che reca la trattazione ed approvazione dei seguenti atti:
mozione 786 "Rischio di chiusura redazione de "Il Messaggero" delle Marche";
proposta di legge n. 462;
proposta di legge 482;
proposta di legge 477,
proposta di atto amministrativo n. 98;
proposta di regolamento interno n. 12;
questi gli atti oltre alle interrogazioni e a tutti i sindacati ispettivi.
Colleghi è stato un grande privilegio ... Il 15 maggio ci dovremmo rivedere per il Psr, comunque non so se in quella occasione presiederò, vi devo dire che è stato per me un grande privilegio personale, umano, poter condividere con voi questi 5 anni e aver avuto nella mia vita non solo la possibilità di poter votare due volte il Presidente della Repubblica, ma anche di presiedere spesso questa Aula. Vi voglio bene. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,35