Resoconto della seduta n.29 del 20/12/2010
SEDUTA N. 29 DEL 20 DICEMBRE 2010
La seduta inizia alle ore 10,50
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letti i processi verbali n. 26 della seduta del 30 novembre 2010 e n. 27 della seduta del 7 dicembre 2010, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge di regionale:
- n. 57/2010 in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni regionali in materia di organizzazione e valutazione del personale, in adeguamento al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n 150, sull’ottimizzazione della produttività, l’efficienza e la trasparenza della pubblica amministrazione”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 58/2010, in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale n. 16/2009 in materia di consumo di prodotti agroalimentari”, assegnata alla III Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 22/2010 in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Deliberazione amministrativa del 28 luglio 2009, n. 128 e Deliberazione amministrativa del 27 luglio 2010, n. 9 - “Programmazione rete scolastica per l’anno 2011/2012", assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, lettera b), della legge regionale n. 15/2008
Comunico, inoltre, che con mio decreto n. 37 del 17/12/2010 ho provveduto a nominare cinque rappresentanti dell’Assemblea dell’Associazione marchigiana per le attività teatrali (AMAT).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 15 in data 15 novembre 2010: “Rendiconto generale della Regione per l’anno 2009";
- n. 16 in data 15 novembre 2010: “Assestamento del bilancio 2010”;
- n. 17 in data 22 novembre 2010: “Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 “Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale”;
- n. 18 in data 6 dicembre 2010: “Modifiche alla legge regionale 18 gennaio 2010, n. 2 “Istituzione della rete escursionistica della Regione Marche”.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Come annunciai nella scorsa seduta porto a conoscenza dell’Aula un atto fondamentale, quello costitutivo del comitato promotore Associazione Università per la pace, per il quale oggi presenterò un emendamento con cui chiedo venga ridotto il contributo all’Università, lasciando una parte minima di quello già stanziato. E quanto stabilito per l’Associazione Università per la pace che venga utilizzato nel comparto della internazionalizzazione della Regione Marche. Perché dico questo? Perché nel rispetto dell’atto costitutivo che ho registrato ad Ancona il 17 dicembre, gli allora 40 Consiglieri regionali, il Presidente della Regione D’Ambrosio e il Presidente dell’Assemblea legislativa Minardi, stabilirono un concetto molto chiaro su quella che è l’attività dell’Università per la pace, su che cosa è la proprietà intellettuale dell’Università per la pace e che cosa deve significare l’Università per la pace per la Regione Marche. Università per la pace che il sottoscritto con atto volontario inserì nell’articolo 14 della pdl n. 30 e poi articolo 15 della legge regionale n. 9.
Questa sarà la ragione di quell’emendamento, non è polemica, bensì un atto per ricondurre l’attività dell’Associazione Università per la pace, che furbescamente in un atto notarile si inserirono diverse sigle – ma su questo non discuto –, tralasciando che il Comitato promotore altresì si adopererà per favorire il gemellaggio con la Fondazione Nobel, il riconoscimento dell’Associazione Università per la pace presso l’ONU e l’ottenimento del riconoscimento della Presidenza della Repubblica italiana e dell’Unione Europea, nonché di Stati, enti e associazioni, sindacati, banche, fondazioni, scuole di ogni ordine e grado e di ogni altro soggetto pubblico privato aventi scopi e finalità analoghi ai fini o connessi ai propri.
PRESIDENTE. Consigliere Trenta, fino a mezzogiorno lei ha tempo per presentare gli emendamenti, poi in sede di discussione degli emendamenti avrà la possibilità di fare un intervento per illustrarli.
Umberto TRENTA. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei, Consigliere. Tenga presente che per presentare gli emendamenti c’è tempo fino alle ore 12.00.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Presidente, proprio per la presentazione degli emendamenti chiedo uno slittamento fino alle ore 15.00, visto che la Commissione probabilmente non li esaminerà prima di quell’ora. Siccome abbiamo iniziato tardi, ci sono i lavori in corso, ci sono persone che ci stanno lavorando, chiedo il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 15,00 anziché alle ore 12.00.
PRESIDENTE. Secondo me lo slittamento sino alle ore 15,00 forse è un po’ esagerato, perché poi gli uffici devono sistemarli. Prorogherei magari di un’ora, quindi sino alle ore 13,00. Siccome appunto, come lei dice, abbiamo iniziato tardi e c’erano delle Commissioni in riunione, farlo slittare di un’ora può essere accettabile.
Bene, allora viene prorogata alle ore 13,00 la scadenza per la presentazione degli emendamenti.
Proposta di legge regionale n. 50
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 della Regione Marche (Legge Finanziaria 2011)”
Proposta di legge regionale n. 51
della Giunta regionale
“Approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2011 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013"
(Discussione congiunta)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 50 ad iniziativa della Giunta regionale e la proposta di legge n. 51 ad iniziativa della Giunta regionale. La relazione e la discussione è unificata, mentre la votazione avverrà in momenti separati.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Latini.
Dino LATINI. Nell’introdurre le relazioni delle due proposte di legge n. 50 e n. 51 vorrei ringraziare tutti i componenti della Commissione per il lavoro finora svolto e ovviamente il personale della Regione e dell’Assemblea legislativa per l’attività che hanno profuso nell’ambito di questa manovra molto importante come sempre è il bilancio di previsione per l’anno futuro.
Entrando nell’argomento non occorre spendere ulteriori parole per quanto riguarda
la profondità dell’incisione dei tagli che sono intervenuti nel corso del 2010 a partire dalla seconda metà, a seguito delle tempeste finanziarie in zona euro che hanno colpito l’Italia e di conseguenza le Marche. Tagli che si attestano ormai in una forbice tra i 170 e i 185 milioni di euro, facendo salire la percentuale in meno da un 67% a un circa 75%. Non servono quindi altre introduzioni, che da parte mia non sono certo di natura polemica, per significare la situazione in cui si è costruita il bilancio 2011 e seguenti. A ciò però voglio aggiungere alcuni fattori che sono intervenuti proprio negli ultimi giorni, direi nelle ultime ore, e che sono i seguenti.
Innanzitutto il provvedimento europeo per il salva Stati, che è stato recepito dall’Unione europea, che va a contenere le bufere speculative finanziarie e che prevede un aumento del capitale della BCE in 10,76 miliardi, i cui effetti si ritengono da parte di tutti positivi, proprio come tenaglia a chiusura delle future possibile ondate speculative sulla zona euro. Questo però mostra che ci sarà sempre di più un’Europa che viaggerà a due velocità, quindi gli istanti di incontro fra la debolezza della zona euro e le sue ricadute sulle regioni fra le più produttive come le Marche, possono costituire un’ulteriore spinta a future manovre sia di natura internazionale che di natura nazionale. Si parla di una manovra di 45 miliardi in procinto di essere emanata o comunque valutata dal Governo nazionale.
Il secondo punto riguarda la quotazione al ribasso della crescita del PIL dell’Italia che non supererà l’1%, molto lontana dalla lepre tedesche del 3,7%. Le Marche sono nella media della previsione dell’1% con impennate positive nel campo della vendita del mercato fuori dalla zona UE e una stagnazione forte in quest’ultima compresa l’Italia. Uno dei limiti da superare nelle Marche il monte ore produttivo è una diversa regolamentazione della salvaguardia delle imprese e dell’accesso al credito per le stesse.
Il terzo motivo è l’approvazione dei decreti attuativi o comunque l’accordo con l’approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale, accordo tra Stato-Regioni che avrà imminenti vantaggi per il trasporto locale. Infatti questo ultimo accordo lo Stato restituirà 400 milioni alle Regione, che si aggiungono ai 425 milioni, 75 dei quali per il trasporto pubblico locale le cui spese sono escluse dal calcolo del patto di stabilità per il 2011.
Questo dato è molto importante perché le Regioni cosiddette virtuose, come sono e potranno essere le Marche, godranno per l’anno 2012 la reintroduzione dei contributi tagliati negli anni precedenti da fiscalizzare oltre alla fiscalizzazione sempre dal 2012 di quelli per il trasporto pubblico e ferro.
Un altro dato importate è che le Regioni non potranno più impegnare spese correnti di quanto a livello minimo è stato impegnato nell’ultimo triennio, e in questo senso le Marche si assesterebbe fra le Regioni più virtuose, più in grado di poter svolgere in maniera flessibile il ruolo di percettore di queste somme.
Un altro dato ancora, ma lo vedremo solo a partire dal 2014, riguarda il tema relativo ai tributi e imposte, a cominciare dall’addizionale Irpef che potrà essere elevata fino al 3% per le Regioni, salvo la decurtazione a livello nazionale.
Entrando nelle tematiche che tutti voi avete visto, ossia le fondamentali che hanno riguardato la costruzione del bilancio, è anche ormai noto quali sono le quattro direttrici su cui ha operato la Giunta nella redazione delle due pdl qui in sede di approvazione: difesa del lavoro e sostegno allo sviluppo; il sociale, la cultura e turismo, come secondo volano produttivo della nostra regione, e la cosiddetta gren economy in termini di incentivi, sopratutto per quanto riguarda gli edifici e le strutture di proprietà pubblica.
Si può discutere su questa impostazione, si può anche ritenere che non copre tutte le possibili ipotesi di lavoro e di esigenze che salgono dal profondo della comunità marchigiana (a cominciare dagli interventi strutturali e di mitigazione del territorio e in particolare della costa, per arrivare alle opere pubbliche di grandi rilievo strategico, oltre le cosiddette opere della Quadrilatero), ma questa rappresenta la scelta programmatica che la Regione ha compiuto prima nel programma elettorale e successivamente negli atti legislativi finora adottati, e che vorrebbe mantenere anche in tempo di una così grave crisi strutturale come quella che sta segnando la nostra epoca.
Su queste quattro direttrici la Regione ha investito molto confidando nella capacità di far diventare i fondi pubblici punto fermo per la crisi ancora in atto e che si protrarrà, secondo le migliori previsioni, anzi, un’iniziale spinta e cinghia di trasmissione per la produttività di almeno tre di queste direttrici, nonché rete di tenuta della pacificità sociale per l’ultima quella cioè più legata ai bisogni dei non abbienti.
Entro ora nell’esame dei dati complessivamente. Le entrate per il 2011 sono di euro 4 miliardi e 800 milioni a fronte di 4 miliardi e 500 milioni del 2010. Un aumento dovuto sostanzialmente ad un miglior avanzo di amministrazione dell’ultimo esercizio finanziario rispetto a quello del 2009 di 367.874.813, che consente appunto di determinare le entrate per il 2011 in un incremento di 288.831.825,96.
Nella realtà va invece rilevato che vi è una diminuzione delle entrate nette 2011 che scendono da 3 miliardi 948 milioni a 3 miliardi 870 milioni del 2010, con una diminuzione netta di 79 milioni. E ciò nonostante vi sarà da un lato un aumento delle entrate dal Titolo I (tributi propri della regione, gettito tributi erariali o quote di esso) di 41 milioni del 2011 rispetto al 2010 (si passa infatti da 3.135.775.909 di quest’anno a 3.179.757 milioni previsti per il 2011) che incidono giocoforza su tutta la comunità marchigiana che ferma tutto il disegno stabilito fino dal 2007 e 2008 di una lento e graduale calo di tributi regionali per aiutare famiglie e imprese. Dall’altro lato vi sarà un aumento di 51 milioni euro per accessioni nuovi mutui, titolo V delle entrate, da 540 milioni del 2010 a 591 milioni e 900 mila nel 2011. Questa accensione di nuovi mutui andrà a pesare sulle spese correnti dei prossimi anni per il pagamento delle rate di ammortamento, portando al limite la quota di autorizzazione possibile della Regione (compensata dal rimborso di 53,6 milioni di euro con una riduzione quindi effettiva di livello di 3,7 milioni). Il tutto rimanendo invece possibile l’indebitamento teorico per la Regione di 850 milioni, ma effettivo per l’anno 2011 di euro 260 milioni, al netto di quella già utilizzata per altri interventi già in atto, euro 539 milioni circa.
Vi è inoltre uno stanziamento maggiore di 2 milioni e 840 mila euro in più nel titolo III (entrate extratributarie) che consiste nel credito vantato nei confronti del Comune di Falconara. Il tutto al netto delle contabilità speciale che per il 2010 ammontano a 1 miliardo e 424 milioni di euro a fronte di 1 miliardo e 600 milioni di euro di quest’anno, per un definito confronto di 6 miliardi e 231 milioni per il 2011 rispetto a 7 miliardi e 100 milioni del 2001.
Queste forzature politiche di bilancio sul versante delle entrate servono per compensare le enormi deficienze di altri titoli. Il titolo II quello relativo ai contributi e trasferimenti da UE e Stato, passa da una previsione finale con assestamento del 2010 di 195 milioni 358 mila euro a 15 milioni 184 mila euro (con un meno 180 milioni di entrate). Il titolo IV quello relativo alle alienazioni e riscossioni crediti scende da 394 milioni e 600 mila a 47 milioni e 300 mila (con un meno entrate per 3476 milioni). Cifre che offrono più realisticamente la mole di interventi necessari per cercare di mantenere in equilibrio un bilancio che tale sia.
Per quanto riguarda le spese aumentano solo di 200 mila euro rispetto all’anno in corso, passando da 4.027.959,080 del 2010 a 4.270.672.645 del 2011; la sanità passa da 2.717.9449.010 pari al 69% del 2010 a 2.712.803.114 del 2011 al 63,5% con una diminuzione percentuale di oltre 6 punti. E invertono l’impegno mantenendo quasi ferme quelle correnti, 3.540.028.246 del 2010 a 3.588.836.285 del 2011. Ed invece implementando quelle per investimento che passano da 487.930.834,03 del 2010 a 681.746.359,44 del 2011 con un incremento di 193 milioni di euro (quasi il 35%), tutti come vedremo dedicati allo sviluppo economico, al sociale, alla green economy e al secondo volano di sviluppo.
L’aumento delle spese riguarda:
- l’area 5 (servizio alla persona e alla comunità) che passa da 3 miliardi e 094 a 3 miliardi 283 milioni;
- l’area 2 (programmazione) che passa da 497 milioni a 691 milioni;
- l’area 1 (assetto istituzionale e organizzativo) che passa da 75 milioni a 89 milioni.
Non deve ingannare la diminuzione dell’area 3 (sviluppo economico) da 184 milioni a 58 milioni, perché assorbiti ai fini di una adeguata implementazione nelle programmazione.
Infatti analizzando i servizi si chiarisce meglio l’impegno delle spese:
- industria artigianato e energia sale da 17,4 milioni a 19,6 milioni;
- l’ambiente da 10,3 a 15,9 milioni di euro;
- cultura, turismo e commercio da 25 milioni a 32 milioni;
- lavoro e istruzioni da 17 a 32 milioni;
- politiche sociali da 35 a 45 milioni;
- salute da 4 a 8 milioni,
- politiche comunitarie da 176,1 a 183,5 milioni;
- politiche di sicurezza e di protezione civile da 3,8 a 9,8 milioni.
Bastano solo questi dati per dire dell’imponenza della manovra compiuta, intesa non solo nella consistenza finanziaria, ma anche nelle scelte compiute del gettito prodotto a favore delle quattro motrici scelte: tutela del lavoro, sociale, green economy e nuovo volano di sviluppo.
Particolare attenzione in questo quadro di stanziamenti va riservato ai vincoli di stabilità, dato che i residui perenti al 31 dicembre 2010 saranno di 574 milioni, molto maggiori di quelli dell’anno precedente e dovuti alle norme sul patto di stabilità che costringe da alcuni anni a riversare sull’anno successivo gli impegni di spesa al fine di non andare oltre soglia 3%.
Si rimane dunque nella linea quinquennale stabilita del 505 di copertura del bilancio 2011 avendo una dotazione di 300 milioni di euro suddiviso per metà circa (165 milioni) di residue perenti regionali (90 di parte corrente e resto di investimenti) e l’altra metà circa di parte statale in cui prevale l’incidenza dei residue perenti per investimenti (104 milioni) rispetto a quelle delle spese correnti di euro 30 milioni.
Costituendo un parte rilevante del bilancio un capitolo a parte merita la spesa sanitaria, calcolata per il 2011 sulla base del FSR, e che non prevede nessuna copertura dei conti regionali. Accanto a ciò vi è il finanziamento dei progetti nazionali meno le trattenute per attività di interesse regionale che è di 2 miliardi e 712 milioni (stimati in attesa della definitiva ripartizione del FSN e applicando la percentuale, presunti dai dati finora in possesso della Regione attraverso la comunicazione offerta dal Governo, che va dal 2,18% al 3% annuo di incremento) e di 2.759 milioni per il 2012. Inserendovi anche i prevedibili costi per la non autosufficienza e il budget per il personale interno e convenzionato e per le strutture specialistiche convenzionate, al fine di abbattere la mobilità passiva extraregionale. Su questo apro una parentesi, nell’accordo tra Stato-Regioni di qualche giorno fa vi è anche il lato positivo che le spese per quanto riguarda il personale della sanità non sono comprese nel patto di stabilità ma sono fuori, quindi vi è una deroga al blocco dell’assunzione del personale.
Il mantenimento del limite di spesa sanitaria in proporzione all’efficienza dei servizi da tenere come stella polare, da un lato, tiene conto della manovra in corso per circa 15 milioni di euro, che va a consolidare nel 2011 con una ulteriore manovra di contenimento della spesa di 42 milioni di euro, a cui dovrà seguire anche un ulteriore limitazione di spesa nell’anno 2012 per 5,5 milioni di euro. Dall’altro lato invece delle specifiche risorse regionali, che sono di 45 milioni per il 2010, 26 per il 20111 e 9 per il 2012, sono significativi gli interventi che riguardano la tutela delle persone non autusufficienti. Solo una unica lettura di tutte le zone e presidi sanitari speciali del flusso di cassa e delle modalità di pagamento consentirà di avere un ulteriore abbattimento di spese senza aver minori servizi.
Il tutto, tenendo conto che eventuali tagli governativi sulla spesa sanitaria, se non dovesse essere applicata quella forbice che accennavo prima, inciderà molto negativamente sul faticoso equilibrio raggiunto a partire dall’inversione di tendenza del 2007 in poi . Una parola sola va dedicata al minor contributo da parte dello stato per l’edilizia sanitaria, network per la terza età a parte, che incide enormemente sulla sistemazione di alcune strutture ospedaliere (il caso di Jesi ne è una prova) e del ricorso alternativo ai minor Fondi FAS che certamente pregiudica fortemente l’acquisizione di stabili costanti introiti per investimenti il cui ruolo è un perno del SSN e del SSR. A partire dal 2012 si spera che l’impegno del Governo di 1500 milioni di euro da destinare alla edilizia sanitaria pubblica sia confermato. Il tutto in attesa dei costi standard per la sanità previsti nel recentissimo accordo Stato-Regione a partire dal 2013, in cui il parametro delle tre Regioni con i conti in ordine potrebbe mettere la Regione Marche in una condizione non negativa.
Un altro tema molto sentito nell’ambito della discussione e delle audizioni della II Commissione, ovviamente sentito anche per quanto riguarda la mancata tutela e copertura, sono i trasporti pubblici, in particolare quelli su gomma che per una regione come le Marche è di vitale importanza per il collegamento dalle colline alla costa ove ci sono di fatto le uniche alternative alla gomma (ferrovia, aeroporto e trasporto marittimo), e quindi è necessario mantenere una quota costante.
Dopo la scure governativa dell’estate scorsa la Regione ha inserito nel suo bilancio una somma a sostituzione sussidiaria dello stesso di oltre 12 milioni di euro (rinviando nel tempo la biglietteria elettronica e gli altri investimenti previsti), riducendo così il gap a circa 26 milioni che potrebbero esse in buona parte decurtati dall’accordo raggiunto tra Stato e Regione giovedì scorso - come vi accennavo prima era previsto un intervento di 75 milioni a favore del solo trasporto, oltre agli altri 400 di restituzione alle Regioni - riducendo così di molto l’intervento ancora necessario, attestandosi sui 10-12 milioni.
Resta il fatto che nel corso della modulazione annuale della spesa si dovranno operare variazioni di bilancio in grado di coprire anche l’effettiva parte mancante del bilancio dei trasporti locali, molti dei quali sono coperti da contratti pluriennali che se non rispettati determineranno anche ulteriori sanzioni a carico della committente regione.
In futuro la razionalizzazione della spesa del trasporto pubblico dovrebbe passare attraverso un massiccio intervento dell’uso di mezzi che utilizzino energie rinnovabili e una adeguata campagna per l’uso degli stessi. Il tutto tenendo comunque conto del servizio sociale che essi offrono all’intero territorio marchigiano, nonché la razionalizzazione delle società di trasporto a livello non solo provinciale ed una determinazione dell’effettivo costo del biglietto adeguato alle necessità delle spese.
Altro tema cruento del bilancio regionale è il dibattito sul ruolo e sulle spese per le Comunità montane, che però hanno visto confermati da parte della Regione gli impegni di spesa a copertura del personale e dei servizi, che rimanendo invece in totale aperta discussione, quella della loro normativa futura di riferimento, costituiscono un passo fondamentale per la messa in sicurezza delle stesse comunità montane. E’ comunque in previsione una ridefinizione di ruoli, compiti, aspetti e funzioni dei comuni montani, all’interno però di un disegno programmatorio che veda al centro altri importanti enti locali e l’assemblemant di tanti servizi in grado di ridurre la spesa pubblica di quel 4% che sarebbe la linea tendenziale futura.
Per quanto riguarda le leggi di spesa regionali, tranne rari casi, sono state tutte rifinanziate con identico importo o lievi modifiche maggiori o minori, ma senza stravolgimenti importanti. In casi più eclatanti sono:
- la 17/79 ridotta a 50 mila euro;
- la 38/1988 portata a 100 mila;
- la 43/1988 ridotta da 9.349.200,00 a 9.079.200,00;
- la 46/1990 a zero;
- quella sulla vigilanza ecologica (29/1992) da 88 a 50 mila euro;
- quella sulla caccia (46/1992) da 267 a 133;
- la 7/1993 (cultura) a zero;
- la 52/1994 da 432 a 139;
- quella sulla protezione fauna selvatica da 2.363.000,00 a 2.500.000,00;
- quella per le aree naturali protette (44/1995) da 3.289.577 a 3.939.000,00;
- quella per i giovani che va a 490;
- quella del volontariato che va da 127 a 250;
- quelle per le persone disabili che si riduce da 40.574.400 a 10374.400;
- quella di invalidi di guerra ridotta a 126;
- quella della Assam che passa da 4.283.000,00 a 3.592.000,00;
- il diritto allo studio che aumenta di oltre 200 mila euro, oltre lo stratosferico intervento della Regione che ha messo 2 milioni e mezzo in più a copertura dei 3 milioni 900 mila in meno che sono arrivati dallo Stato in questo settore;
- quello per al tutela dello sport tra i minori (47/1997) che aumenta a 637 mila da 540 mila;
- quella per i trapianti d’organo che scende a 30.600, 00;
- la 75/95 per la cultura è stata ridotta, ma inserita nel capitolo speciale del pacchetto a favore della cultura di 6 milioni di euro;
- quella per il trasporto pubblico locale (45/1998) che sale da 67.211.600,00 a 69.466.000,00;
- quella per la cartografia regionale (35/1999) che scende da 211.200,00 a 160.000,00;
- quella relativa agli impianti di trasporto in fune che sale da 1 milione e 500 mila a 2 milioni;
- la 27/2001 a zero;
- quella della protezione civile (32/2001) da 2.685.000,00 a .2485.000;
- quella per le risorse genetiche animali e vegetali a zero.
Per quanto riguarda il programma delle opere pubbliche 2011/2013 di importo totale di 26 milioni di euro di cui 11.950 per il 2011, e la restante somma per le altre due annualità del bilancio regionale, di cui 2 di bilancio e il resto da altro trasferimento E’ un programma molto stringato in quanto prevede soltanto degli interventi specifici a protezione e mitigazione delle aree più soggette a frane o a situazioni di regimazione idrauliche ancora non compiute.
La Commissione, al di là del lavoro svolto nella preparazione delle due proposte di legge, è poi direttamente intervenuta con una serie di variazioni apportando, attraverso gli emendamenti proposti dalla Giunta stessa, un aumento complessivo di 28 milioni e 770 mila euro in più e decurtazioni per 24 milioni e 900 mila sulla spesa, per una differenza positiva di 3.864.761,13, le cui entrate sono per 2 milioni e 800 mila da recuperi e 1.021 per accensione nuovi mutui.
La filosofia degli emendamenti è stata propria quella di andare incontro agli impegni assunti nelle quattro grandi direttrici programmatiche.
In sintesi e per upb gli emendamenti hanno riguardato:
Upb 10, sono stati detratti fondi per:
- euro 433 mila per il funzionamento dell’assemblea legislativa regionale, le spese di rappresentanza, il funzionamento degli uffici lo sviluppo e il potenziamento della rete e messi invece al loro posto euro 500 mila per la certificazione del bilancio regionale;
- euro 368 mila per controversie e monitoraggio pronto intervento e inseriti euro 546 mila per comitati e commissioni, comunicazioni istituzionali, esercizio delle funzioni, comunità montane, sicurezza dei cittadini e dei territori;
- euro 209 mila tolti per la gestione associata e inseriti euro 830 per la programmazione negoziata il distacco dalla regione per i comuni della Valmarecchia;
Upb 20:
- euro 15 milioni e 900 mila tolti da consulenze e studi per l’assetto organizzativo, il fondo spese di riserva, le rate dei contributi pluriennali per investimenti e i fondi per i pagamenti residui perenti in parte corrente e parte investimento e sostituti con a favore di fondo anticrisi parte corrente e parte investimenti per 10 milioni di euro e per euro 500 mila per anticipazione regionale;
Upb 30:
- euro 279 mila tolti per la ricerca agricola di parte corrente e investito per euro 550 mila per la promozione agricola parte corrente e parte investimento;
- tolti euro 1 milione e 100 mila tolti da 55 mila per l’ammodernamento impianti la bonifica e forestazione, le calamità naturali (parte investimento), la certificazione delle risorse zootecniche parte corrente, le risorse energetiche di parte investimento e corrente, il sostegno dell’artigianato tipico di parte corrente e investimento, sostituito con impegni per euro 1 milione e 800 mila per forestazione e bonifica di parte corrente, calamità naturali di parte corrente, consorzi di bonifica di parte corrente, pesca e acquicoltura di parte corrente e investimento, sostegno all’artigianato di produzione di parte corrente e sostegno all’artigianato artistico e i servizi reali all’impresa per 800 mila;
- tolti euro 180 mila da politica del credito, cooperazione e internazionalizzazione per sostituirlo con euro 583 mila per la promozione il sostegno alle imprese commerciali e l’organizzazione turistica;
Upb 40:
- tolti euro 3 milioni e 600 mila da piani territoriali di risanamento di parte corrente e investimento, il piano di bacino, il programma di tutela dell’acqua e aria, il sistema aree protette, la riqualificazione delle aree urbane, l’educazione ambientale e rete ecologica, i lavori pubblici di parte corrente e di parte investimento, l’edilizia residenziale, il trasporto pubblico locale e lo sviluppo delle infrastrutture e sostituito con euro 6 milioni e 800 mila per la difesa costiera, per il sistema informativo territoriale, per il ciclo dei rifiuti parte investimento e parte corrente, per le aree da tutelare la rete ecologica e la biodiversità, per il trasporto pubblico locale per parte corrente e per i lavori pubblici e infrastrutture per parte investimento;
Upb 50:
- sono tolti 2 milioni e 300 mila dai macrolivelli di assistenza sanitaria, le strutture sociali, la tutela della cittadinanza, le reti tematiche la catalogazione dei beni culturali e sono sostituiti da euro 6 milioni e 200 mila per la formazione di progetti speciali nazionali/regionali, gli investimenti per attrezzature sanitarie il diritto allo studio, la pratica sportiva per i disabili, la promozione per attività culturali e la promozione della pratica sportiva.
Per quanto attiene al testo di pdl n. 50 la proposta che si sottopone come relatore di maggioranza prevede quanto segue.:
- all’art. 3 la sola variazione di nella previsione delle entrare in 3.873.790.067,73 di entrate;
La soppressione degli artt. 2-6.
LA sostituzione al comma 1 dell’art. 7 con l’aggiunta “dell’efficienza energetica” del patrimonio pubblico e di edilizia scolastica. Il comma 2 con l’assegnazione alla giunta regionale del compito di adottare gli atti necessari all’attuazione di quanto disposto nell’articolo. E l’inserimento del comma 3 del finanziamento per 3 milioni e 200 mila euro nella upb 4.26.04.
L’art. 9 relativo al fondo regionale anticrisi anno 2011 che passa da 7 milioni a 17 milioni e 290 mila di cui 13 e 290 sulla Upb 20818 e 4 milioni per la Upb 20819 della spesa ripartito per favorire le PMI per l’occupazione per 5 milioni, degli investimenti per la ricerca/ innovazione collegati al distretto tecnologico della domotica per 4 milioni, per la compensazione dei canoni Erap per 2.7 milioni, per i contratti di solidarietà per 500 mila, per il diritto allo studio per 300), per i precari 800 mila, per la stabilizzazioni dei contratti a termine 1.100 milioni, per i contributi alle famiglie 1.490 milioni, per i rimborsi dei ticket sanitari 1.400 milioni. La Giunta adotterà i relativi provvedimenti previo parere delle Commissioni.
All’art. 10 viene aggiunta il comma 3 bis che dispone che la Giunta può disporre delle somme per il fondo regionale straordinario per gli interventi prioritari con lo stesso metodo dell’art. 9, vale a dire previo parere delle commissioni competenti.
Viene poi aggiunto l’art. 10 bis che prevede il fondo di rotazione per la progettazione da sostenersi da parte dei comuni con meno di 15 mila abitanti, le modalità di anticipazione del fondo e quelle di rimborso, nonché la disponibilità del fondo che per il 2011 è di 500 mila euro.
All’art. 12 relativo al controllo e riscossione delle tasse automobilistiche regionali vengono aggiunti il comma 2 bis, in cui si dispongono le modalità di trasmissione in formato elettronico dei soggetti abilitati al controllo, nonché l’immediata corresponsione del diritto fisso alla Regione, il comma 2 ter demanda alla Regione il compito dell’istruttoria per il riconoscimento dell’esenzione per i soggetti disabili, nonché l’assunzione delle comunicazioni relative a quelle precedentemente intervenute entro 30 giorni da quando è successo o in caso di decesso del titolare entro i relativi 90 giorni, ed anche il trattamento riservato al veicolo cessato dal regime di esenzione che viene inquadrato come nuovo autoveicolo, nonché il comma 2 quater in cui è stabilito che le domande per la fruizione dei benefici va inoltrata alla struttura regionale entro 90 giorni dalla scadenza prevista;
E’ inserito anche l’art. 12 bis relativo agli interventi comunitari disposto per garantire l’effettivo pieno utilizzo delle risorse comunitarie settore bieticolo FEOGA fino a 3 milioni e 750 mila iscritte nella Upb 30905 e 30912 trovando copertura nella Upb 30301 dello stato di previsione di entrata e con contestuale riduzione del finanziamento in altre spese regionali di settore. Ciò permetterà alla Giunta di pagare costantemente gli accertamenti relativi ai soggetti che hanno ottenuto finanziamento, serva quindi trovarsi nelle condizioni di prorogare nel tempo tale quadro finanziario. La Giunta è poi autorizzata alle variazioni compensativa tra le varie Upb per l’esatto importo delle spese relative agli interventi comunitari da attuarsi ai fini Siope. La giunta definisce il quadro finanziario e le modalità di monitoraggio per le relative risorse finanziarie;
All’art. 13 è aggiunto il 13 bis relativo al personale regionale di cui alle l.r. 11/2010 e 20/2001, stabilendo che per i relativi incentivi è preso a riferimento il trattamento economico complessivo previsto dai contratti individuali di lavoro. Mentre per quanto attiene al personale che arriva da altra amministrazione o enti o aziende private non in posizione di comando. Quest’ultimo potrà optare per il trattamento economico previsto dalla lett b) del comma 11 senza riconoscimento dell’anzianità di servizio;
E’ aggiunto anche l’art. 13 ter di modifica della l.r. 23/1995 che stabilisce per gli amministratori pubblici gli ammontari massimi da corrispondere ai Consiglieri regionali in relazione a quello dei Parlamentari di cui al decreto legge 25 gennaio 2010 n. 2 convertito in legge 26 marzo 201 n. 42, la riduzione in caso di superamento di cui sopra e la misura della diaria mensile per il consigliere regionali stabilita al 31 dicembre 2010;
E’ inoltre aggiunto l’art. 13 quater relativo alla modifica della l.r. 16/1990 del sistema regionale di formazione professionale in cui è stabilito che le iniziative formative si devono concludere con prove e procedimento stabilite originariamente nel progetto finanziato;
Infine l’art. 13 quinquies che modifica la norma votata in sede di assestamento 2010 relativi ai dai epidemiologici dell’Arpam con la soppressione della forma anonima:
All’art. 14 viene inserito l’art. 14 bis che modifica la l.r. 17/2008 per l’adesione a enti fondazioni associazioni comitati e altri organismi disponendo che l’attuazione di accordi nazionali o internazionali può avvenire anche a favore di enti e associazioni costituendi o di breve costituzione;
Sempre all’articolo 14 è inserito l’articolo 14 ter relativo alla modifica della l.r. 18/2008 che dispone gli emolumenti degli amministratori delle Comunità montane con decorrenza dal 31 maggio 2010;
Viene inserito anche l’articolo 14 quater di modifica della l.r. 27/2009 relativa al commercio, disponendo la sospensione dell’autorizzazione fino alla presentazione del DURC o del Certificato di regolarità contributiva rilasciata dall’INPS sostitutiva temporaneamente del DURC, l’abrogazione del 5 comma dell’art. 38 bis e l’inserimento fra i soggetti di cui all’art. 48 della medesima legge delle società consortili con partecipazione pubblica maggioritaria;
All’art. 15 viene aggiunto l’art. 15 bis di modifica della l.r. 16/201 relativo alla determinazione dei nuovi parametri degli oneri di urbanizzazioni che potrà avvenire entro il 30 giugno 2011,
Infine ci sono gli articoli 15 ter e quater relativi ai rifinanziamenti delle leggi di spesa di cui alla tabella B del bilancio nonché all’art. 15 quinquies dell’autorizzazione di spesa per gli investimenti di cui alla tabella c, ed ancora con l’art. 15 sexies quello per il confinanziamento regionale indicati nella tabella D.
Per quanto la pdl n. 51 all’art. 3 e successivi sono modificati gli importi di competenza e di cassa, che non vi leggo, che determinano l’importo iniziale che vi ho detto.
In conclusione le sfide che un bilancio regionale siffatto presenta sono quelle di aver gettato sul piatto della crescita dell’intera comunità non solo tutti i fondi possibili, ma anche la convinzione di preferire a puntare sulle articolate forme di impresa e di lavoro, affinché si possa avviare un processo di miglioramento generale del sistema che a cascata si possa riflettere anche sugli aspetti più sociali e più solidaristici dell’intero sistema. Non si può dimenticare che si sono messi in un piano diverso le esigenze delle infrastrutture e del rafforzamento della protezione del suolo, ma è anche vero che per una situazione che potesse in percentuale incidere nella struttura marchigiana sarebbero stati necessari milioni e milioni di euro, oggi davvero impossibile reperire. Il rischio della scelta compiuta dalla regione è quello di vedere impiegati in linea strutturale tali fondi o meno, cioè quello di evitare per un verso una eccessiva burocratizzazione dell’attuazione delle direttrice indicati come fondamentali, e dall’altro lato di andare fuori dalle esigenze dei possibili soggetti fruitori. Un rischio che vanificherebbe l’intero sforzo oggi deciso su cui si gioca la partita di questo bilancio.
Su questo il consiglio di avviare un controllo costante, aperto, continuativo, in tempo reale da parte di Giunta e Assemblea legislativa e di modificare le storture, i tempi morti, le azioni ingessate, dovrà essere messo in atto da subito.
L’altra sfida vera da affrontare nel medio periodo è quella del federalismo fiscale che porterà davvero una diversa concezione del bilancio in cui regole e risorse andranno assolutamente a braccetto. Infatti i trasferimenti dello Stato andranno a sparire per essere sostituiti da entrate proprie derivanti dalla compartecipazione Iva, dall’addizionale Irpef e Irap e dai nuovi tributi che la Regione potrà istituire, determineranno la scelta della sopravvivenza dell’autonomia della Regione stessa, in grado di raggiungere quegli obiettivi primari che rimangono, dal punto di vista generale e dal punto di vista politico, la solidità e il miglioramento della nostra società marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. La Commissione bilancio consegna all’Assemblea e alla comunità marchigiana una manovra di euro 4.270 milioni in entrata a fronte di 4.027 milioni del 2010. Un aumento dovuto sostanzialmente ad un miglior avanzo di amministrazione dell’ultimo esercizio finanziario rispetto a quello del 2009 di 367.874.813 che consente di determinare le entrate per il 2011 in un incremento di 288.831.825,96.
Le spese quindi aumentano di 43 milioni rispetto all’anno in corso e invertono l’impegno, mantenendo quasi ferme quelle correnti di 3.540.028.246 del 2010 a 3.588.836.285 del 2011, ed invece implementando quelle per investimento che passano da 487.930.834,03 a 681.746.359,44 del 2011 con un incremento di 193 milioni di euro.
Con riferimento alla spesa per assetto organizzativo e istituzionale è determinato in 90.300.526,63. La spesa per programmazione economica e bilancio è determinata in complessivi 686.551.445,33. La spesa per lo sviluppo economico in 59.785.264,54. Mentre la spesa per territorio in 150.199.752,23 e la spesa per servizi alla persona in complessivi 3.283.835.656,34. Quindi corre l’obbligo di sottolineare la differenza tra la spesa per lo sviluppo economico rispetto alle altre che risulta sottodimensionata rispetto a quelle previste in altre regioni.
In Commissione il lavoro di ascolto degli enti e associazioni che per settimane si sono susseguite in audizione hanno portato ad una ridefinizione delle esigenze con l’approvazione di una serie di misure finanziarie anche bipartisan.
E’ stato altresì introdotto per i fondi anticrisi e degli interventi prioritari il metodo del passaggio in Assemblea legislativa per consentire appunto all’Assemblea di partecipare alla individuazione dei criteri di assegnazione e delle modalità di gestione degli stessi.
Nel bilancio 2011 le missioni principali che la Giunta regionale si propone sono: fondo anticrisi, politiche sociali, turismo e cultura e green economy.
Sinceramente è apprezzabile lo sforzo e condivisibili le finalità, ma manca secondo noi una revisione profonda degli sprechi soprattutto in termini gestionali e strutturali che derivano dalle logiche del passato e da centri di spesa consolidati. Però purtroppo o per fortuna quest’anno il bilancio marchigiano è il risultato di una riflessione complessiva della spesa pubblica che il Governo nazionale ha imposto, giustamente, a tutti i soggetti di finanza locale, ma prima di tutto a se stesso e ai suoi Ministeri poi a Regioni ed enti locali. Ciò nel rispetto degli impegni europei e del buon senso. Con la manovra correttiva di luglio, pesante e difficile di 25 miliardi, ha messo al riparo l’Italia dai rischi di destabilizzazione, come invece non hanno saputo fare altri Paesi europei. Questo con l’unico scopo di abbassare il rapporto tra deficit e PIL dal 5% attuale al 2,7% nel 2012, ossia al di sotto del 3%, così come richiesto dall’Unione europea per ristabilire la credibilità dell’Euro Zona. Nella manovra 4 miliardi erano da ricondurre ad una minor spesa per le Regioni.
Riduzione del deficit, questa è la parola d’ordine che è un impegno per tutti, ma deve essere accompagnato anche da ripresa e fiducia. Per questa ragione il nostro atteggiamento sul bilancio è sì di seria opposizione ma comunque di responsabilità.
In questo contesto vanno inquadrate le decisioni del Governo dopo la manovra estiva per avviare una nuova fase di concertazione con le Regioni, per il contenimento della spesa ma soprattutto sul federalismo fiscale e inevitabilmente riguardo l’armonizzazione dei bilanci regionali.
Contenimento della spesa. Il taglio complessivo di 4 miliardi è una parte di quei 25, ma analizzando ciò che è accaduto negli ultimi giorni, con l’accordo tra Governo e le Regioni di giovedì 16 dicembre la situazione è positivamente cambiata, con particolare riferimento alla nostra Regione.
L’accordo tra Regioni e Governo prevede per il finanziamento del trasporto pubblico, in aggiunta ai 425 milioni già previsti con la legge di stabilità, ulteriori 75 milioni, differentemente da quanto era noto durante i lavori di Commissione, per i trasporti pubblici nelle Marche quindi il ripristino totale dei finanziamenti da parte dello Stato, e nella fattispecie del nostro bilancio ci sono i 28 milioni di euro che permettono di lasciare invariato il trasporto pubblico su rotaia e su gomma.
Inoltre secondo quanto deciso dalla conferenza Stato Regioni le spese per il trasporto pubblico saranno escluse dal calcolo ai fini del rispetto del patto di stabilità interno per il 2011.
Inoltre, ancora più rilevante, c’è stato, sempre nell’accordo di giovedì, un impegno a ripristinare i fondi nel 2012, cioè i 4 miliardi oggetto del taglio estivo di cui stiamo discutendo. Quindi la disponibilità seria a ritornare sugli standard degli altri anni già per il prossimo anno è un impegno, ovviamente a patto che la nostra regione, come le altre, mantenga in sanità un impegno per la parte corrente uguale a quelle dell’ultimo triennio cioè mantenga i costi standard in sanità e che rispetti il patto di stabilità interno.
Dalla stessa sottoscrizione si evince che nonostante il taglio, che per le Marche resta ancora da definire sulla base della ripartizione, comunque sarà sempre inferiore alle cifre che stanno girando sulla stampa e questa mattina in Aula. In particolare sulle politiche sociali ci sono ancora da ripartire 200 milioni per interventi sociali e 100 milioni e per borse studio e prestiti d’onore. Credo quindi sia presto per disperare, anzi, sono stati mantenuti con la legge di stabilità, in una percentuale che negli ultimi giorni si è elevata per la sanità, i trasferimenti previsti dall’accordo nazionale con il Ministero che saranno superiori per il 2011 rispetto al 2010, in valore assoluto ci saranno 29 milioni di euro in più.
Per l’edilizia sanitaria viene rispettato l’accordo per finanziare 210 milioni da parte dello Stato investimenti per prossimi anni oltre alla quota spettante di cofinanziamento dalla regione (113 milioni).
Sul federalismo fiscale con il sì delle Regioni si da avvio alla più grande ristrutturazione di finanza pubblica attraverso una logica di federalismo con un fisco regionale e comunale in grado di mettere sempre maggiore autonomia nelle scelte dei governanti locali, con un gettito locale da gestire in autonomia e responsabilità in una seria logica di sussidiarietà.
Sul federalismo differenziato molte regioni da questo bilancio stanno già facendo partire quelle funzioni già previste dall’art. 116 della Costituzione, come in materia di istruzione, tutela dei beni culturali, ricerca, ambiente ordinamento della comunicazione, infrastrutture governo del territorio. Su energia, giustizia di pace e protezione civile alcune regioni soprattutto del nord già con questo esercizio finanziario avviano una fase di protagonismo regionale, ma il nostro bilancio purtroppo su questo trascura questo fenomeno innovativo. Quindi oltre la prudenza secondo noi serve anche il coraggio.
Armonizzazione del bilancio. Il Consiglio dei Ministri di venerdì 17 dicembre ha approvato uno schema di decreto legislativo che armonizza i sistemi contabili e i bilanci delle Regioni, delle Province e degli enti locali. Si tratta di un importante tassello per l’attuazione del federalismo fiscale da non trascurare anche in questo dibattito. Sono delineati inoltre particolari aspetti legati alla contabilità sanitaria e finalizzati alla trasparenza dei conti del settore ed alla responsabilizzazione degli enti preposti.
In un clima di vero cambiamento delle politiche di bilancio, quale questo in cui si colloca il nostro bilancio di previsione 2011, riteniamo necessaria una discussione lontana da prese di posizione ideologiche pro o contro il Governo, ma sui numeri concreti e sui bisogni concreti della nostra comunità. Abituandoci sin d’ora a vivere il federalismo non in modo assistenzialistico, ma come opportunità di slancio.
Per questo abbiamo presentato alcuni emendamenti di buon senso e migliorativi della manovra che sono soprattutto in riferimento ai nuovi bisogni e che presenteremo in dettaglio durante la discussione.
Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Con tutto il rispetto per gli altri Assessori e per il Presidente, mi rivolgo all’Assessore Marcolini, perché è quello che in questi giorni ha tenuto le file anche nella comunicazione esterna riguardo la strategia di bilancio.
All’Assessore Marcolini voglio chiedere questo, so che il peso che gli attribuisco forse è eccessivo, oltre quello della manovra stessa, però è quello più politico. Ecco, noi avremmo il diritto, Assessore, come cittadini non solo come Consiglieri, di conoscere una volta per tutte qual è la proposta del centro-sinistra italiano sulla situazione economica, sulle strategie economiche e finanziarie, su cosa si deve fare in questo Paese. Voi siete tutti bravi a fare piagnisteo, lamentela, critica e proposta, ma alzi la mano un cittadino italiano che sa qual è la proposta strategica alternativa del centro-sinistra. Non lo sa nessuno! Perché vi siete confinati in una posizione soltanto di critica che non fa onore a un partito che ha avuto importanti responsabilità di governo negli ultimi quindici anni. Non l’ha capito nessuno! Dire più soldi ai poveri, più soldi al sociale, meno tagli, sono bravi tutti, ma il problema è che dovete precisare in questo Paese cosa fareste voi se foste al Governo. Siccome non vi sostiene più neanche più Mario Monti, quello che una volta volevate presentare a Presidente del Consiglio, penso che lo sbando sia totale.
Assessore, io ho profondo rispetto per il lavoro che ha fatto, so quanto sia stato difficile, e certamente anche lanciare una protesta fuori da questo emiciclo sicuramente rientra nella strategia politica, però mi permetta, e glielo dico con una certa animosità, nessuno ha capito qual è la proposta alternativa. Non è venuta fuori neanche alla Conferenza Stato-Regioni. Non è venuta fuori! L’appiglio e il grido sul federalismo non ho capito chi lo fa, perché tutti i Governatori della Conferenza Stato-Regioni l’hanno approvato all’unanimità. Dunque è meglio ricondurre nello spirito di responsabilità questo nostro dibattito.
D’altronde il problema dei tagli è un problema, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, di cui qui dentro ne parliamo dal 2000. E voi stessi – poi, certo, è vero, fuori dalle campagne elettorali, fuori dai momenti elettorali, fuori dalla grande propaganda che voi sapete fare – avete ammesso che è stato per manovre di lacrime e sangue di vari Governi, anche il vostro, che si è rientrati in questi dieci anni da gran parte del deficit. Mi dispiace dirlo, ma voi avete messo a rogo D’Ambrosio e il periodo della sua gestione, che avete fatto voi, e lo so che adesso non vi stuzzica nessun dente la storia di D’Ambrosio perché voi quando archiviate poi archiviate di brutto, però quando l’avete esaltato come il Presidente giudice questo l’avete saputo far fruttare molto bene. Complimenti, perché nessuno è capace come voi di esaltare ed affossare in un momento la stessa persona, di mandarla dall’altare alla polvere, come lo fate voi non lo sa fare nessuno.
Avete detto che il periodo D’Ambrosio è stato fallimentare con le consulenze, l’avete detto voi, l’ha detto qui il Governatore. E se non fossero stati i Governi Berlusconi, Prodi, Berlusconi, non avreste fatto alcuna manovra di taglio come invece avete fatto.
Vi voglio ricordare, sempre nell’ambito lamentela e poi chiudo, che a febbraio scorso, artefice il grande Malucelli, ci sono state assunzioni di impiegati nel settore amministrativo della sanità. Decine di assunzioni! Ma forse noi non siamo riusciti a spiegarlo in campagna elettorale, infatti mi colpisce molto quando il Presidente Spacca dice: “fate autocritica”. Sì, la facciamo, noi non siamo certo capaci a spiegare quello che voi meglio di Silvan sapete fare, facendo cioè apparire certe manovre come salutari che invece sono quelle che appesantiscono la spesa. E’ vero, noi non siamo capaci, lo ammetto qui pubblicamente.
Se vado ad esaminare il bilancio, ringraziando il relatore di maggioranza e il relatore di minoranza per la cura che hanno dedicato alle loro relazioni, la prima cosa che debbo sottolineare è che, permettetemi, non vedo una scala di valori. Tramutiamo in managerialità, la scala di valori la vorrei nella scala delle priorità strategiche. Io capisco il momento, però voi tirate a campare, c’è da superare questo momento, navighiamo a vista, allora io vi dico quali sono le contraddizioni che da qui emergono.
Sulla sanità avete mantenuto la pluralità – io dico la polverizzazione – dei livelli di governo gestionale della sanità, e questo ce lo ritroviamo sui conti. Lo vedremo fra qualche mese. Voi avete mantenuto, ve l’ho detto, da Ruta ai distretti, una polverizzazione di centri strategici e decisionali, e questi costano. Il cittadino fuori da qui non lo saprà, stamattina abbiamo tanta assenza in stampa, mi manca anche Alceo Moretti ma fra qualche giorno ci dirà in dieci pagine che qui va tutto bene.
Green economy. Parliamo di fonti energetiche integrative. Il problema di fondo di quello che manca, l’enorme quantità del gap energetico di questa Regione voi non lo affrontate, punto e basta! Mi si risponda qualche volta! Perché per sette-otto anni avete risposto con il piano di Amagliani, e non ci ha creduto nessuno, poi oggi si parla di green economy, di rilancio ecc., ma se vanno a secchio tutti i progetti delle fonti rinnovabili quando arriviamo! A quanto arriviamo e quanto ci manca?
Università. La Regione insegue, il Governatore presiede la conferenza dei rettori. Poi ci troviamo sui giornali che le università, l’Istao, hanno corso più di voi. La Regione insegue, non è protagonista.
Comunità montane, Assessore Canzian. Ci vogliamo sì o no mettere d’accordo sulle zone montane? E’ inutile che continuiamo a parlare di Comunità montane, Unioni di comuni montani, se non ci diciamo qual è il requisito, la caratteristica vera della montanità in questa regione. E se volete ancora tener dentro Fabriano non andate poi a parlare ai cittadini dell’entroterra che voi siete attenti alla mondanità, perché il dramma della gestione del comune piccolo montano non lo vivono i comuni come Fabriano o Tolentino. Ma tanto questo lo dico qui al vento, sappiamo che Fabriano è la capitale! Però se uno è capitale poi lo deve dimostrare anche nei fatti.
Droga. Apprezzo molto l’impegno di questi giorni, ho sentito l’Assessore Marconi: i nostri emendamenti saranno rivolti a potenziare la prevenzione. Che voi date i soldi ai Sert mi sta bene, ma voglio scatenare un dibattito laico e cattolico, così ci capiamo, perché pare che quando si parla di certi argomenti è riserva dei cattolici e non dei laici. Quando parliamo dei Sert parliamo di cura, parliamo di emergenza. Noi allora vogliamo sapere se nella prevenzione ci credete. E credere nella prevenzione significa sostenere e potenziare tutti quelli che sanno comunicare affetti e sentimenti contro solitudine ed emarginazione. E questo si fa prima, non si fa dopo, perché quando vai a chiedere il metadone il problema è scoppiato. Ed anche di questo ne parliamo da qualche lustro.
Infrastrutture. Il Governo nazionale ha fatto quello che ha fatto, non ci ritorno sopra. Abbiamo avuto una buona ricognizione da parte dell’imprenditore Pieralisi sui buoni e i cattivi, che in gran parte è veritiera. Io apprezzo molto le capacità diplomatiche dell’amico imprenditore Pieralisi, è veramente un grande diplomatico, perché ascrivere il governatore Spacca fra i buoni significa aver fatto la letterina di Natale. Perché il governatore Spacca quando noi, caro Viventi, facevamo le mozioni a favore di Quadrilatero, votava con D’Ambrosio, con il PD, con Rifondazione, dicendo che i soldi non c’erano, anche se c’era la pubblicazione della delibera Cipe sulla gazzetta ufficiale. Non so se Alceo Moretti ci può fare una paginetta su questo! La vostra propaganda è in grado di mistificare tutto alla massima potenza, ma Spacca votava contro la Quadrilatero! Se poi adesso, caro amico Viventi, si trova con lei a tagliare i nastri siamo contenti tutti quanti, ma almeno non ci prendiamo in giro! E che un imprenditore lo metta tra i buoni, perché è giusto che un imprenditore sia anche un grande diplomatico, sopratutto in questa regione, questo lo apprezzo, io sarò sempre a favore di qualunque imprenditore che giustamente deve avere buoni rapporti con il potere. Però dico tra noi, non ci prendiamo in giro, perché personalmente non mi sento di stare insieme a chi per anni ha blaterato e sputato su un intervento del governo della Quadrilatero. Mi dispiace che Spacca non c’è ma tanto ho avuto modo di dirglielo anche personalmente.
I nostri emendamenti sono pochi, non sono ostruzionistici, puntano a ristabilire almeno nero su bianco alcuni di questi valori, che ripeto sono: la lotta alla droga, il sostegno casa, famiglia, buoni per le giovani coppie, la sicurezza nelle scuole – poi i colleghi illustreranno quello che abbiamo fatto –.
Ci sono situazioni macroscopiche – chiedo anche al collega Comi di intervenire su questo – e non è una questione solo di territorio, parlo cioè di gestione del patrimonio della Regione, la barzelletta degli Hotel Marche, tra qui quello importantissimo di Tolentino, la cui prima pietra nel 1965 venne posta da Aldo Moro, quando ancora non si considerava amico dei comunisti, poi oggi è ritratto con l’Unità in mano. Hotel di Tolentino oggi sta cadendo a pezzi, la Regione dopo anni lo ha messo in vendita, ma mi pare che sul bilancio non ci sia scritto da nessuna parte che due terzi di quei soldi vanno alla Provincia di Macerata, che nel frattempo ha comprato il nuovo centro per l’impiego che costa tre milioni e mezzo. Il Commissario della Provincia di Macerata ha scritto che se questi soldi non gli arrivano dalla Regione li chiede ai Comuni. Allora, almeno quando si fa un bilancio bisogna stare attenti anche a queste cose.
Chiediamo da tempo, non abbiamo mai avuto soddisfazione, Assessore Marcolini, di avere un report sulle politiche per l’internazionalizzazione. E non mi venite a ripetere che ci sono gli outlet in Cina di Della Valle o della Manas o della Fornarina, perché questi là ci stanno da venti anni, non occorre la Regione. Ma noi vogliamo sapere chi sono gli imprenditori che stanno là con l’aiuto della Regione. Bisogna che ce lo dite.
E quando parliamo di Cina abbiate meno ideologia, peraltro oggi siete un po’ più in difficoltà, perché quando il Consigliere D’Anna ha fatto la contestazione al diplomatico cinese per la vergognosa situazione del premio Nobel, ecco, i premi Nobel si difendono di qualunque colore siano e di qualunque sia il paese che li perseguita, questo per noi è uguale dal Guatemala alla Cina, per qualcuno invece non è la stessa cosa. Poi c’è voluto il Papa per dirvi, parlo ai cattolici del centro-sinistra, della vergognosa situazione del sinodo dei vescovi cinesi. C’è voluto il Papa! Faccio qui un appello al centro-sinistra marchigiano per dire una parola su questo. Come pure sulle persecuzioni nei paesi arabi, ecc..
Da ultimo, coesione, accordo con i sindacati. Dimostrate di avere apertura. Quando nelle concertazioni, cari Assessori, non vi aggiornate ed escludete sindacati autonomi – vi parla uno che è iscritto alla Cisl –, escludete l’Ugl, voi fate sul campo una lesione dei diritti dei lavoratori che non vanno distinti per la maglietta del sindacato o del partito.
Quindi c’è bisogno della cosiddetta coesione, concertazione, come dite voi, non potete escludere le sigle. Questo avviene con la scuola quando escludete fior di sindacati autonomi, come pure in altri settori. Cercate allora di mettere una parola di conciliazione e di rispetto diverso. I lavoratori non vanno umiliati. Il lavoratore si iscrive dove e come gli pare, perché libertà sindacale, se ci tenete ai valori della Costituzione come dite, se ci tenete allo Statuto dei lavoratori, significa che tutti i sindacati vanno rispettati. Quindi vi prego su questo di riparare perché in tutte le vostre azioni assessorili scadete in questa pessima consuetudine, in questa pessima usanza.
Poi ne riparleremo durante la discussione degli emendamenti sui quali, ripeto, dietro ad ognuno per noi c’è un valore che vorremmo discutere insieme a voi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Non voglio addentrarmi negli aspetti più ragionieristici di questo bilancio di previsione, poiché ritengo che i relatori abbiano già inquadrato le cifre essenziali.
Vorrei invece soffermarmi sugli aspetti più politici di questa manovra, partendo da un presupposto. Ossia, quello che è accaduto in questi giorni sui giornali, cioè il classico balletto di cifre inerenti la manovra, è un cattivo modo della politica di spiegare come stanno le cose ai cittadini. Sui giornali vengono cifre che esistono, i tagli, ma vengono spiegati come se fossero una mannaia vampiresca sui conti delle Regioni.
Vorrei allora chiarire alcuni aspetti, se mi è consentito.
Il primo è quello attinente alla critica politica che fa il PD su scala nazionale, e di conseguenza anche su scala locale, in merito al metodo dei tagli lineari avviato questa estate con il decreto 78. Trovo molta ipocrisia e falsità quando si afferma che i tagli lineari sono un metodo sbagliato in quanto bisognava andare a fare dei tagli specifici non si sa bene su che cosa.
Vorrei che fosse chiaro che la manovra del decreto 78, così come, signori Consiglieri, quello che sarà il futuro quando ci saranno altre manovre pesantissimi di tagli, è secondo me un buon modo di fare politica e dire già oggi ai cittadini: “state pronti perché purtroppo ci sarà un’altra dura manovra in futuro”. Questo è quello che ci chiede il fondo monetario internazionale, ce lo chiede l’Ecofin, ce lo chiede l’Unione Europea. Questo ci viene richiesto perché l’Italia è uno dei Paesi migliori nel mondo nelle classifiche sul debito privato delle famiglie che è pressoché inesistente, ma è uno dei peggiori del mondo occidentale e in Europa sul debito pubblico. E sappiamo tutti che per stare in Europa dobbiamo appunto intervenire sul debito pubblico.
I tagli lineari vengono fatti perché è l’unico modo di mantenere la coesione sociale. Se avessimo fatto dei tagli di settore a zero probabilmente in Italia avremmo avuto la guerra civile, su due piedi ci saremmo ritrovati intere categorie di lavoratori pronti a far molto di più di quello che hanno fatto in questi giorni studenti incappucciati che hanno distrutto le nostre città su una buona riforma universitaria.
Francamente è brutto vedere che si spiega nel territorio una manovra di questo bilancio andando ad attaccare questi tagli senza spiegare il perché vengono fatti così.
Un’altra cosa che si chiedono i cittadini e che è inspiegabile è questa: ma se questi tagli sono così drammatici perché la Regione Marche, attraverso le parole dell’Assessore Marcolini, non riesce a compensare in via sussidiaria, quindi in ausilio dei conti liberi della Regione che si possono gestire, a mantenere in piedi i servizi.
I casi allora sono due, o questo taglio del 67% in aumento al 78% delle risorse disponibili paralizza tutto, signori Consiglieri, oppure questo taglio ha colpito prevalentemente gli sprechi e ha colpito l’eccesso di discrezionalità che ha avuto la Regione in questi anni rispetto ad altri enti. Parliamoci chiaramente, le manovre governative degli ultimi anni hanno tagliato prevalentemente ai Comuni. Oggi era impensabile andare a tagliare sui Comuni, si è dovuto tagliare con il decreto 78 sulle Regioni, perché forse navigavano un po’ troppo nell’oro rispetto ad altri enti.
In questo bilancio c’è molta furbizia, perché oltre a qualche bugia, che ho appena detto, accadono cose strane. Da anni il Governo Berlusconi dice che dobbiamo ridurre il personale delle pubbliche amministrazioni, Brunetta ha fatto una normativa rigida sul controllo della qualità del personale, Tremonti ha stabilito dei parametri che hanno detto chiaramente che non dobbiamo assumere troppa gente. Che cosa fa la Regione Marche? Una piccola furbizia! Prendiamo il caso dell’Assam. L’Assam – questo ancora non è arrivato in Assemblea legislativa ma sappiate che il centro-destra si è già accorto di questo atto di furbizia – ha una considerevole variazione in aumento nel bilancio di previsione, perché in realtà è una partita di giro. Infatti la prossima manovra della Regione è quella di prendere i dipendenti dell’Assam, toglierli come dipendenti della Regione, farli diventare dipendenti autonomi dell’Assam, e farlo con il contributo annuale che la Regione dà all’Assam. Tutto questo per consentire, signori Consiglieri, alla Regione Marche di aumentare l’anno prossimo qualche assunzione al fine di evadere il patto di stabilità. Quale sarà il prezzo? Il prezzo che verrà pagato sarà quello che in futuro i dipendenti dell’Assam perderanno tutti gli incentivati del personale della Regione in quanto avranno una singola contrattazione autonoma. Questo è stato fatto per l’Ersu, lo faremo per l’Assam, lo faremo per vari settori.
Altra furbizia, la Giornata delle Marche. Vorrei ricordare a questa Assemblea - tra le altre cose esprimo qui solidarietà all’amico D’Anna per esser stato un po’ criminalizzato da alcuni esponenti della maggioranza come uno che ha rovinato una festa – la festa per celebrare i rapporti con la Cina, lì è ovvio che sarebbe da sciocchi pensare che un ambasciatore cinese a seconda del regalo che uno gli fa su un palco teatrale aumenta o diminuisce la sua voglia di dialogare con le Marche, è ovvio che è stato fatto un lavoro preparatorio a parte che non poteva essere né migliorato né peggiorato dalla Giornata delle Marche. Il problema è che la Giornata delle Marche per far contenti Spacca e l’ambasciatore cinese costa 120 mila euro a questa Regione. Cioè per un convegno per riempire le Muse noi buttiamo via 120 mila euro. Per cui visto che siamo in un’epoca di vacche magre, in un’epoca di tagli, io ho scritto degli emendamenti con cui dimezzo questa cifra. E’ ridicolo che per il 2011 con la crisi si vada a spendere 120 mila euro per autocelebrarsi.
Emendamenti. Il centro-destra ha voluto fare una serie di emendamenti, primo, per dimostrare la sostenibilità della manovra Tremonti in rapporto alle Regioni. Cioè, capiamo i tagli, e vorrei che fosse chiaro che quando Marcolini e Spacca rivendicano in Conferenza delle Regioni al Governo di avere più soldi, badate, fanno bene, è un atto dovuto e legittimo da parte dei nostri esponenti di governo, ma quello che non mi sta bene è quando nel territorio si rivendica questa cosa come insostenibile.
Noi del centro-destra, il PdL insieme agli amici della Lega Nord, abbiamo allora presentato degli emendamenti che dimostrano che c’è ancora spazio di manovra su alcune grandi tematiche che stanno a cuore alle famiglie. Abbiamo aumentato – qui vedremo se il centro-sinistra lo vorrà votare – di oltre 150 mila euro i fondi per gli asili nido, quindi è possibile. Abbiamo aumentato il fondo sismico per l’efficientamento energetico delle scuole, quindi è possibile. Abbiamo aumentato i fondi per la sicurezza e per le polizie municipali e locali, quindi è possibile. Insomma, abbiamo fatto degli emendamenti simbolici per dimostrarvi che...(...) E’ evidente, Consigliere Ricci, non parliamo di grosse cifre, anzi, la ringrazio di questo suo sorriso perché mi ha fatto ricordare una cosa che mi stavo scordando e che è essenziale lasciare ogni volta al dibattito nei confronti della stampa, ossia, che l’85% del bilancio della Regione è la sanità e che non è toccata dai tagli, è un fondo a parte, e che la Regione dovrà discutere in futuro sul piano sanitario regionale su come spendere questi soldi. Quindi di quel rimanente 15%, dove ci sono i tagli del 70% - quindi ricordiamoci di cosa parliamo – c’è ancora spazio di manovra. Per cui la verità è che i cittadini non hanno ancora capito dove avete sperperato, voi avete speso dei soldi in passato non si sa per che cosa, perché, ripeto, a tutt’oggi è possibile aumentare gli asili nido, è possibile aumentare le scuole, è possibile aumentare i soldi alle polizie municipali.
Vado agli ultimi aspetti importanti. Grazie al contributo dell’amico Zaffini abbiamo presentato un emendamento sul fondo anti-crisi per stabilire dei criteri normativi. Se una giovane coppia non è residente da qualche anno nel territorio è evidente che è sbagliato dare i contributi per l’anti-crisi, noi non dobbiamo dare soldi che vanno a finire nell’ambito di un fenomeno migratorio, dobbiamo invece cercare di dare aiuti concreti alle giovani coppie che vivono nel nostro territorio.
Abbiamo ripresentato l’emendamento dei quattro anni per la residenza delle case popolari, perché in termini di costi è un grosso risparmio anche quello di dare con maggiore equità le case popolari a tutti.
Abbiamo presentato emendamenti simbolici anche su altri aspetti. Ne cito uno, la legge sul ricordo delle foibe. Questa Regione non ha mai speso neanche mille euro su una giornata nazionale istituita con legge, come giustamente è stato fatto sulle celebrazioni del 25 Aprile o della drammatica Giornata della memoria sull’olocausto. Quindi anche qui chiedo un impegno istituzionale a dare un segnale alle scuole sulle foibe.
Esempi di razionalizzazione. Noi dobbiamo risparmiare su quei campi che non danno certezza di intervento, uno di questi è il piano della comunicazione e i sistemi informatici. Questa Regione spende troppi soldi per i piani delle comunicazioni e i sistemi informatici, centinaia di migliaia di euro per aggiornamenti di software, centinaia di migliaia di euro per pieghevoli e volantini che sostanzialmente non producono niente rispetto a un soldo dato per un progetto di lavori pubblici a un Comune o per una strada.
Vorrei citare questo meraviglioso fonder fatto per la Giornata delle Marche, che avrà avuto anche un costo – faccio vedere ai signori Consiglieri se non ne hanno preso visione quel giorno –. Qui ci sono scritte delle cose incredibili, c’è scritto che tutto quello che di buono fa la Regione Marche è merito di Spacca, tutto quello che c’è di negativo è tutta colpa di Berlusconi, ma peccato che tutte le cose qui scritte sono il frutto della normativa nazionale del Governo degli ultimi anni. Ne cito alcune: rigori e risparmi, tagli alla burocrazia, risparmi spese amministrative di 26 milioni di euro, tagli di CdA enti e società partecipate, riduzione di emolumenti, riduzione di dirigenti, eliminazioni di auto blu, riduzioni di altre strutture, lotta all’evasione fiscale. Cioè, questo è il decreto 78 del Ministro Tremonti. Quindi in poche parole cercate di prendervi i benefici da un punto di vista dialettico di ciò che di buono ha fatto questo Governo nazionale.
Dopodiché in questo opuscolo alla fine c’è il grande atto conclusivo. Siccome tutti sappiamo che questo bilancio avviene nella transitorietà dalla finanza derivata al federalismo, e che quindi oggi le Marche prendono di meno ma fra due o tre anni con il federalismo e i decreti attuativi a regime potrebbero prendere di più, a cominciare dalla sanità, giustamente scrivete: “Le Marche nel gruppo ristretto di quelle tre-quattro Regioni virtuose sono considerate modello nazionale di riferimento per l’attuazione sul federalismo”. In poche parole criticate il federalismo però poi ai cittadini, a cui il federalismo piace, dite che voi sul federalismo siete in prima fila. Vi dovreste vergognare di scrivere queste cose! Vi dovreste vergognare! Siete schizofrenici e incoerenti, siete sempre finalizzati da un lato a fare il piagnisteo e a criticare il Governo, dall’altro volete invece prendervi i meriti dell’azione dello stesso Governo Berlusconi.
Voglio concludere il mio intervento dicendo che questo è sì un bilancio duro, ma è un bilancio di transitorietà, è un bilancio che costringe la Regione a gestire meglio i suoi soldi. E se li vuoi spendere sul sociale lo puoi fare, se li vuoi spendere sui lavori pubblici lo puoi fare, è una scelta tua. La normativa del federalismo ti obbliga a essere responsabile con i tuoi impegni elettorali.
Quindi mi limito a constatare che questo bilancio della Regione ha fatto solamente un’operazione, ossia quella di fare ciò che il Governo nazionale ha fatto su tutta la pubblica amministrazione. Avete fatto anche voi dei tagli e li avete fatti lineari per accontentare il vostro elettorato. Il che vuol dire che l’azione intrapresa dal Governo Berlusconi non solo è giusta e seria, ma è anche una grande occasione di rilancio per le Marche. Voi vi state adeguanti ma avete paura di dirlo. Noi invece con forza diciamo che questa manovra è sostenibile e dura, ma dobbiamo guardare al futuro con coraggio, come pure con trasparenza, ma il centro-destra è chiaro sul territorio mentre voi no.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto credo che un atto come questo necessiti della presenza sia del Presidente Spacca sia dell’Assessore competete, altrimenti ci parliamo addosso. Quindi se è possibile, Presidente, chiedo la loro presenza. Noi conosciamo quello che diciamo per cui lo vorremmo dire a loro, anche perché non credo che andranno poi a verificare nel verbale che...
PRESIDENTE. L’Assessore Marcolini è uscito un attimo, adesso lo facciamo chiamare.
Giancarlo D’ANNA. Il Presidente Spacca è in Cina?!
PRESIDENTE. Non credo!
Giancarlo D’ANNA. Questo è il mio sesto bilancio e francamente in questo non ho notato quel colpo l’ala, quei provvedimenti che possano dare un’indicazione diversa rispetto a quello che è accaduto in passato.
C’è un’aggravante. Qualche settimana fa – almeno mi sarei aspettato questo in bilancio – questa Assemblea legislativa votò una mozione relativa alle problematiche dei malati di sclerosi laterale amiotrofica e che prevedeva degli impegni precisi, ed io in quel giorno dissi che sarebbe stato opportuno approfittare dell’imminente bilancio per lanciare un segnale. In effetti questo segnale c’è stato, ma è stato a totale indifferenza rispetto a quello che l’Assemblea legislativa aveva deciso all’unanimità qualche settimana fa.
Ritengo che questo sia un bruttissimo segnale, perché va proprio a minare amministrativamente su una categoria rappresentativa di tante altre realtà che soffre sulla propria pelle delle difficoltà enormi. E questa sofferenza non è del periodo della crisi, ma è sofferenza continua di famiglie che a volte sono costrette a lasciare il lavoro e qualche altra volta addirittura a vendere la casa pur di seguire un malato che ha necessità di un’assistenza qualificata 24 ore al giorno.
Questa Assemblea legislativa, questa Giunta in quella direzione non è stata capace nemmeno di dare un segnale, nonostante ci fosse una presa di posizione chiara, marcata, decisa e certificata da una mozione di qualche settimana fa. Questo è gravissimo!
Come è altrettanto grave, nonostante le centinaia di audizioni che vengono vantate sulla stampa come concertazione, come ascolto delle varie categorie, non ci siano dei provvedimenti per tutte quelle associazioni, per tutte quelle realtà, per tutte quelle situazioni di difficoltà sopratutto legate al mondo socio-sanitario. Non si ascoltano oltre 500 associazioni, categorie ecc. e quindi non si danno neppure delle risposte precise o almeno dei segnali.
L’unico segnale che c’è sulla sanità è quello che riguarda ancora una volta una forte concentrazione di investimenti su Ancona e solo illusioni sulle altre realtà. Questo lo dice il piano socio-sanitario 2010-2012. Vi ricordo che il 2010 sta finendo e quindi nel 2011 andiamo a prevedere quello che è già accaduto.
Questo è sintomatico di un modo di amministrare che definire vergognoso è poca cosa.
Non abbiamo neppure visto un’intenzione seria per andare a correggere le problematiche collegate al mondo di chi vive le difficoltà, ad esempio per il problema sulle barriere architettoniche non ci sono investimenti seri e corposi per andare a risolverlo. Ricordo che qualche anno fa, Presidente, quando si trattava della finanziaria del Governo nazionale tanto per cambiare la Regione Marche, che in quanto a buongusto non si fa mancare niente, fece un manifesto con delle mani che strappavano una sedia a rotelle sotto il sedere di chi ci stava sopra. Ebbene, in questa finanziaria dei provvedimenti in quella direzione non ci sono assolutamente. Quindi anche questo è sconsolante.
Neppure sul settore del turismo notiamo niente. L’anno scorso c’è stata quella grossa enfatizzazione con il famoso spot di Dustin Hoffman, allora qui vi ricordo ancora una volta che se oggi dovessimo andare a filmare gli stessi luoghi dove è stato girato lo spot vedremo che, grazie a una disattenzione e a una tardiva presa di posizione della Regione, oggi sono pieni di specchi di fotovoltaico. In alcune realtà della mia provincia, nello specifico Cagli, addirittura sia andrà a costruire un impianto fotovoltaico in una zona di rispetto e di vincolo. Non si riesce proprio a capire come mai in questa regione si possa fare tutto ed il contrario di tutto.
Anche sull’occupazione non vediamo alcun colpo d’ala.
Per quanto riguarda la delocalizzazione voglio qui ringraziare il collega Zinni per l’espressione di solidarietà nei miei confronti, certo, mi fa molto piacere, e va bene, ma credo che quella situazione del teatro delle Muse sia stato uno dei momenti più bassi dal punto di vista della tutela dei diritti umani che questa Regione abbia mai vissuto. Non credo che ci sia un’altra realtà in questo mondo nella quale viene premiato un aguzzino - perché tale è - nel giorno in cui lo stesso vieta a un suo connazionale di ritirare un premio Nobel. In quest’Aula è venuta, su invito del Presidente Bucciarelli, la Menchù, e noi l’abbiamo accolta, ne siamo stati contenti, ma non una parola è stata espressa per Liu Xiaobo quando gli è stato vietato di andare. Non solo, si è avuto anche il cattivo gusto nella giornata dell’assegnazione del premio Nobel, nella ricorrenza dell’emanazione dei diritti umani, di andare a premiare chi ancora oggi nella sua nazione fa 5 mila esecuzioni capitali l’anno delle quali buona parte vengono utilizzate per prelevare organi da vendere nel mercato più o meno clandestino. Questo è stato fatto, questo è altamente vergognoso!
Mi è inoltre dispiaciuto che in quella situazione ci fossero anche rappresentanti della Chiesa, che poi qualche giorno dopo attraverso il Papa hanno denunciato ancora una volta una cosa che non esiste a questo mondo, cioè il fatto che il Governo comunista cinese si arroga anche il diritto di nominare dei vescovi. Dunque anche questo è assolutamente inconcepibile, è intollerabile. E’ inutile che ci vantiamo di dire che Padre Matteo Ricci è il veicolo, è il veicolo di cosa! Si sta girando nella tomba perché è solo un’operazione squisitamente commerciale, su questo non c’è assolutamente dialogo. Certo, la manifestazione per i 400 anni doveva servire anche ad impostare tutte le attività commerciali e prestando molta attenzione ai nostri lavoratori; ed anche su questo c’è da aprire un discorso, ha fatto bene il Capogruppo Massi a chiedere: quali sono coloro che si sono delocalizzati con l’aiuto della Regione?. Ma in ogni caso quello è accaduto è altamente vergognoso. Inoltre si vanno a spendere, come ha ricordato benissimo il collega Zinni, 120 mila euro per andare a premiare chi continua a reprimere la libertà, chi addirittura si arroga il diritto a nominare dei vescovi.
Ritorno al discorso del bilancio. Dopo sollecitazione del sottoscritto in più bilanci, lo scorso anno con mozioni e interrogazioni relativamente allo smaltimento e alla bonifica dell’amianto, tanto per non dare ragione all’opposizione, ma ci sta, ne siamo pure contenti, avete soffiato sul riconoscimento della funzione sociale degli oratori, però ovviamente saremmo stati anche contenti se magari aveste preso spunto dai nostri suggerimenti in merito appunto alla bonifica dell’amianto.
Sono stati fatti dei censimenti relativamente alla presenza di amianto in edifici pubblici e privati, si sono fatti dei corsi di formazione, però poi non ci sono investimenti per. E qui ricordo che in Italia ogni anno ci sono oltre 3 mila morti collegati alla presenza di amianto, che insieme alle polveri sottili, altro argomento che accuratamente viene evitato, sono la causa di morte, in una regione che è sì la più longeva, ma che negli ultimi anni come contropartita ha avuto rispetto alle altre nazioni il maggior incremento di tumori infantili.
Vogliamo parlare delle politiche della sicurezza? C’è un osservatorio, di cui ho fatto parte nella scorsa legislatura, che prende atto di quello che succede. Le cose allora sono due o ci crediamo e ci investiamo oppure lo togliamo di mezzo e utilizziamo quei soldi per fare qualcos’altro.
Credo pertanto che questo bilancio in definitiva non sia altro che la brutta fotocopia di quelli precedenti. Ancora una volta non si è approfittato per eliminare le spese superflue che riguardano la cosiddetta comunicazione istituzionale, tutte le prebende che ci sono, tutti i meccanismi strani e balordi che questa Regione si inventa. Vorrei ricordare che qualche anno fa venne venduto un immobile ad Asteria contro progetti, alcuni dei quali riguardavano la florovivaistica, delle cose incredibili, non si è visto mai qualcuno cedere edifici del valore di 1 milione di euro contro progetti, alcuni dei quali erano assolutamente risibili, non sono stato altro che una giustificazione per cedere poi quell’immobile.
Ancora una volta si è persa una grossa occasione, questo è un bilancio come al solito blindato. Viviamo la sceneggiata sulla stampa che parla di maratona di 3-4-5 giorni, ma presumibilmente domani andrà a finire a tarallucci e vino e si chiude tutto perché le vacanze sono vicine. Non c’è possibilità di incidere su tutti quei problemi legati alla sanità, alle fasce deboli, alla difesa dell’ambiente; anche riguardo all’ultimo piano ribadisco la mia contrarietà, il mio allarme relativamente alla difesa dell’ambiente che viene invalidato con alcuni provvedimenti, parte del piano era condivisibile, ma quello relativamente all’ambiente sicuramente no. Non si risolvono i problemi dell’amianto, tanto, si pensa, non si vede, chi se ne frega.
Assessore Marcolini, siccome prima non c’era voglio ribadirle che mi sarei aspettato non i miracoli, perché ormai essendo alla seconda legislatura ho visto che c’è poco da cambiare e quello che si può cambiare generalmente lo concedete in Commissione, ma almeno che dopo la votazione di quella mozione di qualche settimana fa, che andava incontro alle esigenze delle famiglie dei malati di sclerosi laterale amiotrofica, qualcosa avessimo trovato qua dentro. (…) Eh, allora, Marcolini, stia a sentire, lei tutte le volte...(...) E no, abbia pazienza, su queste cose non è che tutte le volte possiamo fare il gioco delle tre carte! (…) Marcolini, voi state spendendo soldi per dare il premio all’aguzzino cinese. Vergognatevi! Vergognatevi! Avete fatto un’operazione scandalosa! (…) No, vaffanculo ci vai te, hai capito!
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna!
Giancarlo D’ANNA. E no, Presidente, io glielo rimando indietro! Vaffanculo ci vai te, hai capito!
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, la invito a un linguaggio più consono!
Giancarlo D’ANNA. E no, Presidente, semmai riprenda lui! E’ lui che lo ha detto, capito!
PRESIDENTE. Io non ho sentito nulla, concluda il suo intervento, per favore!
Giancarlo D’ANNA. E no, allora concludo con quello che ho appena detto e lo riconfermo!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Dal dibattito ho ascoltato, in modo particolare dalle relazioni del Consigliere Latini e del Consigliere Carloni, alcune questioni complete e importanti, i relatori si sono impegnati a fondo per illustrare al meglio in quest’Aula il bilancio regionale.
Al Consigliere Zinni dico che finalmente si riesce a comunicare che le Marche non sperperano, in termini di costi della politica è la Regione, anche per merito vostro, più virtuosa d’Italia. Vogliamo comunicare anche questo? Magari qualche difficoltà ci sarà pure nella gestione complessiva di un bilancio come questo, ma la Regione Marche, ripeto, è la Regione più virtuosa d’Italia, è quella che spende meno per i costi della politica. Certo, è grazie anche a voi, ma vorrei che fosse comunicato anche all’esterno, però a volte facciamo fatica ad arrivarci.
Sempre per interloquire in maniera positiva l’altra questione è questa. Se noi oggi prendiamo atto del decreto sul federalismo e dell’accordo Stato-Regioni, fatto a larga maggioranza tra Regioni di tutti i colori politici e il Governo, non si può non ricordare che anche sui tagli è stata la stessa cosa. Non ci sono Regioni di diversi colori politici che hanno negato i tagli, che hanno negato i minori trasferimenti del Governo alle Regioni e agli enti locali. Qui sembra, da quello che ho ascoltato, che dovremmo dire che i tagli non ci sono stati. Io sono convinto che il dibattito che ha attraversato il mio partito, la mia maggioranza, sul federalismo, è un dibattito se vuoi debole, in qualche caso di retroguardia, molti di noi erano più convinti di altri di andare in quella direzione. Quindi è vero, è giusto che oggi ci sia un accordo e si proceda. Noi nelle Marche, fra l’altro, lo ha ricordato più volte l’Assessore Marcolini, avremmo anche i parametri in ordine per ricevere queste competenze, queste deleghe, quindi non ci farebbe nemmeno paura. Però è chiaro che il federalismo a cui noi pensiamo è in una visione diversa, è un federalismo solidale, attento complessivamente alle dinamiche socio-economiche dell’intero Paese. E sui tagli è la stessa cosa, le Regioni, anche di centro-destra, hanno criticato profondamente la riduzione dei trasferimenti. Alcune hanno fatto il gioco delle parti, come è normale, ma questo a prescindere che il taglio sia stato più o meno lineare, le parole d’ordine sono state univoche.
E le parole d’ordine usate in quel dibattito oggi magari possono anche essere non più efficaci e non più utili. Ma il tema vero, cari colleghi Consiglieri, non è tanto il taglio lineare, il taglio puntuale che c’è stato, ma è che a questa finanziaria – molti di voi hanno parlato della finanziaria nazionale piuttosto che del bilancio regionale – gli manca un pezzo importante. Lì si è scelto di impostare una finanziaria che riduce le risorse agli enti locali piuttosto che lavorare un po’ di più e un po’ meglio sui temi che riguardano la ricrescita economica di questo Paese, meno risorse sulla formazione, meno risorse per la scuola, meno risorse per gli enti locali, meno per i servizi.
Mi ricordava ad esempio l’Assessore Giannini che il fondo unico regionale per l’attività d’impresa, se i tagli complessivamente arrivano all’80%, segnerà zero.
Quindi se vogliamo discutere di politiche nazionali, se vogliamo verificare i documenti di bilancio economico-finanziari sulla base dei tagli e sugli investimenti per la crescita è un ragionamento, se vogliamo dare un giudizio di merito su questo bilancio è un’altra cosa.
Vedete, il bilancio della Regione Marche per il 2011 merita un plauso innanzitutto su due temi, quello dei trasporti - qua giustamente richiamato anche dai Consiglieri di opposizione -, perché il diritto alla mobilità è uno dei servizi essenziali per le popolazioni, ed il diritto allo studio che è la stessa cosa. Ci mancava pure che dopo aver tagliato circa il 70% di risorse questo Governo nazionale non avesse fatto un passo indietro sui trasporti, sul diritto allo studio o sulla sanità! Ci mancava pure! Quindi è evidente che su questi tre-quattro grandi questioni (trasporti, diritto allo studio, sanità e sociale) la pressione degli enti locali, la pressione delle Regioni, ha fatto in modo che il Governo tornasse con più attenzione a garantire quelle poste.
Purtuttavia la Regione Marche con proprie risorse aggiunge 9 milioni di euro al trasporto pubblico locale, cercando di recuperare sul trasporto su gomma. Le caratteristiche delle Marche le conoscete, ci sono lunghe direttrici costiere e quindi ci sono molti comuni delle aree interne che hanno bisogno di quel tipo di servizio di trasporto pubblico. Anche sul diritto allo studio si sono recuperate con il bilancio regionale diverse risorse, circa 2,5 milioni di euro.
Ecco, basterebbe questo per riconoscere nell’azione della Regione Marche ciò che per noi, per me, ha a che fare con quel famoso modello marchigiano. Cioè una Regione fondata prevalentemente sul tema della rete dei servizi e sulla coesione sociale, una Regione che mantiene le risorse invariate anche in questo bilancio, nonostante i trasferimenti ridotti da parte del Governo, sui temi del lavoro, dell’occupazione, dei servizi, del sociale, del rilancio delle imprese. Quindi per rilanciare l’economia di questa regione non solo azioni di difesa ma anche azioni positive.
Questo è il profilo che vogliamo mantenere, questo è quello che oggi ritroviamo nella proposta di bilancio per il 2011.
Il modello marchigiano non è solo il modello che attraverso la sua rete di impresa esporta o fa l’internazionalizzazione o fa ricerche e innovazione, è anche sistema di welfare che garantisce le famiglie, i lavoratori, che garantisce l’accesso al credito alla piccola e media impresa. Insomma, un modello che costruisce una rete sociale tale da aver spinto in questi anni ai vertici della nazione la nostra realtà.
C’è un altro punto che ritroviamo e che è attinente a ciò che ho appena detto. La Regione Marche non è attenta solo oggi attraverso il suo bilancio ai temi del lavoro e dell’occupazione ed è sostegno all’impresa, ma la Regione Marche nel momento acuto della crisi economica e finanziaria di qualche mese fa era già in prima fila, tra le poche Regioni in Italia, nell’aver individuato risorse. In quel caso dissi che una Regione che ha i conti della sanità in ordine poi, con attenzione e prudenza, può anche permettersi di liberare risorse da destinare a fasi emergenziali.
Oggi, anche se la situazione è leggermente migliorata, trovate in bilancio quote di risorse che vanno a dare una mano ai temi dell’occupazione, dei servizi e del trasferimento ai Comuni. Guardate, noi fino adesso abbiamo annunciato cifre anche in maniera roboante, se volete anche propagandistiche, tuttavia tra qualche settimana il dibattito sul bilancio lo faranno anche i Comuni e per alcuni di questi sarà drammatico garantire le quote per gli asili, le quote per le scuole, le quote per l’assistenza, per la non autosufficienza. Lì vedremo come dolorosamente andrà ad incidere una manovra finanziaria che sceglie di tagliare la spesa pubblica a chi non la produce. In realtà il trasferimento che non avviene incide sugli enti locali che producono una spesa pubblica per una percentuale rispetto alla spesa complessiva molto, molto relativa, molto, molto bassa. Allora, o ci rendiamo conto che questo bilancio è condizionato dal minor trasferimento oppure dobbiamo cercare in qualche modo di difendere ciò che non è difendibile.
I tagli ci sono stati e bisogna prenderne atto. Io prendo atto anche di ciò che diceva il Consigliere Zinni, ovvero che sarà un bilancio duro e complicato, ma rispetto ai temi essenziali che riguardano una Regione che sceglie quella resistenza rispetto a ciò che potrebbe essere uno smantellamento del sistema sociale, troviamo risorse che vanno a coprire quelle voci che ho prima, seppur brevemente, accennato.
Anche rispetto alla sanità ci mancava pure che nella trattativa nazionale non ritornassero poste quanto meno per gli investimenti in sanità! Sarebbe stato il colmo se di fronte a un taglio che oggi è del 70% avessimo avuto una riduzione pari alla metà dei trasporti, pari alla metà del sociale, nessun investimento sulla sanità e niente recupero di risorse per il diritto allo studio. E che facevamo! Altroché federalismo, sarebbe stata drammatico! Il Governo su questo fatto è stato sensibile e in qualche modo ha raggiunto risorse.
Altro punto, per riconoscere anche le cose buone, è il famoso atto di convenzione fra Stato-Regioni sul dissesto idrogeologico. La Regione introita una risorsa su vecchi progetti pari a 36 milioni, quella che verrà speso dai Comuni e Province sul territorio. E’ una cosa buona, ci aiuta, ci permette di liberare in alcuni casi risorse proprie dell’ente.
In realtà con un po’ di equilibrio possiamo dire in maniera innegabile che un bilancio che manca di più di 400 milioni nel prossimo trienni, Assessore, è un bilancio che si costruisce in maniera complicata. Ma a noi politicamente convince, lo dicevo prima e lo ribadisco, perché in questo bilancio ci troviamo un disegno strategico della Regione Marche, cioè una Regione che punta sulla piccola e media impresa, sulla rete dei servizi e sul rapporto con gli enti locali, che è un elemento che caratterizza il nostro governo.
Bisogna inoltre riconoscere che questo bilancio si chiude positivamente anche perché c’è lo sforzo di una piccola manovra interna di risparmio che ha portato a 10 milioni di euro. Ed è sbagliato non riconoscere che temi come il dibattito sugli enti strumentali sia stato negato solo alla fine per risparmiare qualche euro. E’ un dibattito che ha a che fare con un ragionamento di riforma partito molto tempo fa. In realtà ciò che la maggioranza ha chiesto alla Giunta è di procedere sulla via della riforma anche del proprio bilancio, di partire da un bilancio a base zero, di azzerare vecchie leggi di spesa, di verificare l’efficacia e l’efficienza degli enti strumentali. Ed oggi questo ci torna utile rispetto a ciò che è accaduto con la finanziaria nazionale, è un percorso di riforma secondo me molto, molto importante che ci può dare la possibilità di stare più sereni nella costruzione di un bilancio che guarda ai prossimi anni anche rispetto al trasferimento delle deleghe sul federalismo.
Quindi mi pare ci siano tutti gli elementi, al di là delle questioni particolari che ho qui ho ascoltato, alcune delle quali sono anche condivisibili. Se qualcuno mi dice di ridurre qualcosa dal punto di vista delle spese, il fondo della comunicazione, ecc., va bene, proviamoci, ma non sono questi gli elementi che fanno dare un giudizio sul bilancio 2011. Gli elementi sono la riconferma di quella visione strategica di ciò che devono essere le Marche, una regione legata a quei temi di cui ho fatto riferimento.
Questo bilancio ripropone in maniera pari all’anno precedente le poste relative.
Per questo il mio Gruppo ed io personalmente voteremo con molto favore, nonostante le difficoltà, questo bilancio per il 2011.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Sicuramente la Regione Marche è virtuosa sui costi della politica, sì, ma ci fermiamo qui in quanto a virtuosità. Se guardiamo i punti prioritari su cui si fonda il bilancio previsionale, sociale, anticrisi, green economy, cultura e turismo, qui dentro c’è veramente tutto il mondo, è una cosa talmente ampia che è quasi scontato.
Cosa c’è di nuovo? C’è di nuovo che purtroppo ci voleva questa lunga crisi finanziaria, e quindi la legge di stabilità del Governo, per incominciare a vedere qualche piccola sforbiciatina alle spese inutili anche nelle Marche rosse.
Quindi non nascondiamo una certa goduria nel vedere che finalmente si iniziano a tagliuzzare finanziamenti a leggi e leggine create ad arte in questi lunghi anni di amministrazione regionale di centro-sinistra per foraggiare le vostre clientele e lobby.
Ringraziamo il Governo e il Ministro Tremonti che costringe tutte le Regioni, Marche comprese, a cominciare tagliare molte spese inutili e dirottare le risorse solo per mantenere in piedi i servizi e lo stato sociale, questo sì importante per i nostri cittadini.
Assessore Marcolini, questo Governo, grazie anche all’apporto della Lega, ci sta indicando la strada giusta, una strada richiesta fortemente dai nostri cittadini già in tempo di vacche grasse.
La politica finanziaria di chi amministra deve servire i cittadini facendo le scelte migliori e più efficienti e la politica dei partiti deve dare indirizzi, programmazione, e non posti di lavoro e soldi solo a scopo di tornaconto elettorale e di mantenimento del potere.
Abbiamo visto che tutta la diatriba e il lamento sui tagli ai trasporti è tutto rientrato. Inoltre c’è parere unanime da parte della Conferenza delle regioni anche verso le ultime proposte attinenti il decreto sul federalismo fiscale regionale, che contiene anche i costi standard della sanità. E c’è da notare anche che le spese del trasporto pubblico locale saranno escluse dal calcolo ai fini del rispetto del patto di stabilità per il 2011.
Le Regioni in cambio si devono impegnare l’anno prossimo a cofinanziare la cassa integrazione in deroga e ad adottare iniziative per contrastare il fenomeno dei falsi invalidi e partecipare attivamente alla lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso.
Su questo vorrei fare una nota. La Cgil marchigiana rielaborando i dati forniti dal Ministero del lavoro denuncia che vi sono oltre 8.587 lavoratori irregolari di cui 1.645 assunti in nero.
Nelle Marche le imprese sottoposte a controllo risultate irregolari sono 3.255 su un totale di circa 5.100, ovvero il 62,9%.
I lavoratori reclutati in nero sono il 19,2%, con 7 milioni di euro di contributi e premi evasi dalle imprese, poi recuperati attraverso l’attività ispettiva.
Il numero maggiore di assunzioni in nero è stato riscontrato nell’anconetano (il 40% del totale) e dove viene recuperata la somma di contributi e premi evasi più alta, oltre 4 milioni, ossia il 57% del totale.
Quindi chiedo veramente un vostro impegno, perché quando si parla di evasione siete sempre molto attenti invece quando la dovete controllare voi siete molto più lacunosi.
Per cui il federalismo, ormai prossimo a venire, si baserà sui costi standard, non sui costi storici. Anche la nostra regione dovrà via via trasformare i costi storici in costi standard dei servizi. Altrimenti, stando sempre sullo storico, sappiamo bene che si finisce per premiare le situazioni di maggiore inefficienza a scapito di quelle più efficienti. Quando invece quelle più efficienti dovrebbero fare da guida per la trasformazione di quelle meno efficienti e quindi permettere un risparmio della spesa senza andare a ledere e ridurre i servizi.
Questa è la prassi della buona amministrazione che grazie alla forte spinta innovativa della Lega Nord si sta cercando di realizzare nel nostro Paese e nella nostra regione.
In fase di bilancio previsionale non possiamo però tacere sulla situazione di crisi che ha nella nostra regione ha effetti più gravi rispetto a molte altre regioni italiane. Ciò significa che le politiche economiche adottate dalla maggioranza non sono state adeguate, pur non avendo a che fare con i tagli, tagli che arrivano solo ora.
Sempre parlando di bilancio facciamo anche riferimento al crollo che tutte le nostre province hanno avuto nella classifica 2010 sulla qualità della vita del Sole 24 Ore. Secondo questi dati solo la provincia di Pesaro Urbino guadagna 2 posizioni piazzandosi al 29° posto, Ancona scivola al 25°, Ascoli Piceno addirittura al 74° perdendo ben 28 posizioni. La più alta in graduatoria è Macerata ma anch’essa perde otto posizioni dal 4° passa al 12° posto.
Crollano i consumi delle famiglie marchigiane, lo sa, Assessore! Le Marche sono al vertice nella classifica nel calo dei consumi con l’8,1% rispetto al 2007. Lo certifica uno studio della CGIA di Mestre, a fronte di una media del calo nazionale del 5,2%, siamo più avanti addirittura della Calabria (7,7%), della Campania (6,8%) e del Lazio (6,7%). Ogni famiglia marchigiana consuma 1.406 euro in meno e rispetto alla media nazionale che è 706 euro, quindi siamo esattamente ad un calo doppio.
Cosa si è fatto per la famiglia marchigiana? Ben poco!
Si sono rifinanziati con il fondo anticrisi, 1,4 milioni di euro per 1.200 famiglie, che vuoi dire 1200 euro, quindi poco meno della cifra sopra riportata del calo del consumo delle famiglie marchigiane, una cifra che potremmo anche definire adeguata, ma sapete ha chi vanno questi fondi? Bene, ora vi leggo la graduatoria relativa al bando pubblico per la concessione di sussidi alle famiglie con l’utilizzo del fondo regionale anticrisi 2010: 1. Abaz Senat 2. Abazi Sebaat 3. Abdellaqui Walid 4. Abdennabi Chedli 5. Abhari Azeddine 6. Adushi Mitat 7. Agbonze Ekogiawe Monday e finalmente, signori e signori, un applauso perché all’ottavo posto abbiamo Agostini Matteo di Cagli! Questo personaggio non so veramente come sia messo, è veramente scandaloso. Questa è una lista di 1.200 nomi, ma in questa graduatoria dei fondi anticrisi per la famiglia “italiana” su un totale di 1200 più di 700 sono famiglie extracomunitarie! Questo è come considera la Regione Marche i nostri cittadini. E’ veramente vergognoso! E magari queste famiglie sono quelle che già usufruiscono della casa popolare, dell’asilo nido anche se la madre non lavora - tanto lì danno pannolini e pasti gratuiti! -, dell’esenzione dei trasporti, dei libri scolastici gratuiti, che spesso nemmeno ritirano dalle librerie, e via dicendo.
Assessore, nella nostra regione i bisognosi nostrani non mancano, dato che nell’ultimo mese in controtendenza rispetto al dato nazionale sono tornate a crescere nelle Marche le ore di cassa integrazione ordinaria (+15%). Ma le maggiori preoccupazioni sono destate dal notevole incremento delle ore di Cassa integrazione in deroga passate da 1,9 milioni a 18,2 milioni (+873,2%).
E occorre ricordare che molte aziende hanno finito i periodi di cassa integrazione a loro disposizione, mentre la ripresa nelle Marche è ancora molto, molto lontana.
Si stima che ci siano 18 mila lavoratori a reddito zero, avendo esaurito la possibilità di ogni forma di ammortizzatore. Eppure molti di questi nostri disoccupati sono scavalcati da quelli che sono arrivati qui solo da tre anni! E’ veramente scandaloso!
La cassa integrazione in deroga è letteralmente esplosa, questo vuol dire che stiamo assistendo all’agonia delle piccole aziende marchigiane. Siamo una regione a trazione artigianale e manifatturiera e queste aziende continuano a chiudere.
Sono tanti gli stipendi che non entrano più nelle case dei lavoratori, degli imprenditori e degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori.
A fronte della internazionalizzare, di fare viaggi in Cina per conto dei grandi marchi, che non avrebbero neppure bisogno di questo sponsor, la nostra Regione non ha fatto niente o fatto poco o se ha fatto a fatto male per aiutare le piccole e medie imprese e aiutare le famiglie.
Non possiamo puntare solo sulla qualità e l’export, ma dobbiamo fare come ha fatto la Germania ovvero tornare ha produrre la quantità per il consumo interno. Non possiamo pensare di smantellare ulteriormente la nostra grande risorsa manifatturiera.
Quindi cerchiamo gli strumenti normativi per fermare la colonizzazione degli hard discount e delle grandi distribuzioni che fanno cassa e portano via risorse al territorio.
Sentiamo da anni parlare in incontri, convegni, dibattiti, forum di accesso al credito, di innovazione, di semplificazione della burocrazia, anche in questi giorni sui giornali grandi titoloni tipo “innovazione per far volare la ripresa”. Ma allora perché in questi anni le Marche oltre alla crisi non è riuscita nemmeno a fare un salto degno di una struttura industriale?
Nel bilancio sono previsti 5 milioni di fondo garanzia per le piccole e medie imprese, ma questi fondi arrivano veramente a chi li merita? Tutti i finanziamenti fatti in questi anni sono veramente arrivati a chi li meritava? Abbiamo forti dubbi!
Ci sono 4 milioni per ricerca e innovazione che riguardano la domotica per la casa longeva. Allora qui mi viene da fare una battuta, ossia, il costoso spot di Dustin Hoffman ha il pregio di aver fatto arrivare in regione quattro vecchietti pensionati americani entusiasti di passare l’ultima parte della vita nella Marche, ma adesso saranno anche più contenti perché li sistemeremo in una domotica casa longeva, chissà che soddisfazione!
Insomma, 16 milioni di euro in quattro anni per questo progetto domotico che riempie la bocca e fa trend, che non so in quanti conoscono, saremo ignoranti, ma vorremmo vedere cosa c’è dentro e chi c’è dietro.
La Regione a parole esalta il valore delle piccole aziende, in realtà è la stessa Regione Marche a non credere nelle aziende locali, dato che molti degli appalti e manutenzioni (nella sola sanità si parla di più di 880 milioni di euro) li affida a imprese fuori regione perché le nostre non possono dare garanzie milionarie.
Vogliamo fare delle normative che favoriscono le nostre imprese o no? Vogliamo ridare lavoro ai nostri cassintegrati o no? (…) Ancora non ci è arrivato, a parole ci sono sempre. (…) Ecco, bene!
Vanno bene le risorse sul sociale, ma per quanto riguarda la formazione professionale in molte occasioni vengono finanziate senza un progetto concreto e diventano inutili se non finalizzate verso nuove professionalità e riconvertite su nuovi cicli economici. Così come sono, servono più a dare risorse ai formatori, che presumiamo anche questi di parte.
Noi della Lega siamo in politica per far tornare i conti ai nostri cittadini. Primum vivere deinde philosofare, l’apparato pubblico in questi anni si è riempito di filosofi e a farli vivere ci pensavano i contribuenti, ma ora si cambia con i tagli che da qui in avanti sarete costretti a fare probabilmente a qualche centinaia di vostri amici imboscati a far nulla e a prendere comunque lo stipendio, si dovrà trovare una occupazione vera come tutti gli altri cittadini non politicizzati delle Marche.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Io credo che il momento della discussione per un bilancio di previsione, la cosiddetta legge finanziaria della Regione, come quella delle Province, dei Comuni e di qualsiasi ente, debba essere un momento di approfondimento e di discussione generale sulla politica e sulla situazione della nostra società, del nostro sistema imprenditoriale, del mondo scolastico, del mondo agricolo, del mondo produttivo. Altrimenti rischiamo – e questo rischio è sempre presente – di essere autoreferenziali, di parlare di uno strumento importantissimo solo tra di noi, non saremo interattivi nei confronti del mondo esterno a quest’Aula; quest’Aula dove credo, tra l’altro, che i rapporti ed il linguaggio debbano essere più rispettosi di ciò che rappresentiamo e del luogo dove siamo. Qui le buone maniere non guastano mai e questo vale sia per i componenti della Giunta sia per i Consiglieri me compreso.
Diceva il Capogruppo del partito di maggioranza relativa, Consigliere Ricci, che la nostra è una Regione virtuosa, ed è vero, è la Regione dove la politica costa meno, dove i cittadini pagano di meno l’attività politica del governo generale, inoltre diceva che le Marche non sperperano. Però io su questo ho più di un dubbio. E’ vero che questo bilancio ci troviamo a discuterlo in un momento di crisi gravissima, che contraddice, tra l’altro, le tante interviste, le tante pagine di giornali, i quali certamente, non disinteressatamente, dicono invece che le Marche stanno uscendo, che vivono meglio di altre regioni, quasi quasi è un Eldorado! - però, scusate, chiedo scusa al tavolo degli Assessori se disturbo, magari sto zitto affinché possiate parlare! Non vorrei disturbarvi, visto che stiamo discutendo di cose importanti! -.
Dicevo, è vero, la crisi è tremenda, attanaglia tutti, non c’è un settore che non sia coinvolto, ed è proprio in questo quadro che ci troviamo ad operare sulla base anche di una legge nazionale voluta da un Governo che sta in piedi solo perché il capo di quel Governo non vuole essere processato come qualsiasi altro cittadino italiano e che riesce a sottrarsi ai suoi processi comprando, in quanto molto ricco, il voto favorevole di diversi deputati di partiti che qui fanno parte della maggioranza, l’IdV e l’UdC. Cioè, qui siete puri e duri e poi a Roma, un tragitto di soli 250 chilometri, le vostre virtù molto spesso vengono meno e vanno a sostegno di coloro che anziché governare dovrebbero rispondere alla giustizia italiana.
Però non si può negare che i tagli ci sono, che c’è una politica scellerata di questo Governo che non dà prospettive. Ma i tagli potrebbero anche esserci però con essi dovrebbero esserci progetti di prospettiva, di fuoriuscita dalla crisi. Così come sta avvenendo in altri Paesi europei, come sta avvenendo in Germania che si riafferma ancora una volta la locomotiva d’Europa, oppure come sta avvenendo in Francia. E cito sicuramente due governi che non sono né di sinistra né di centro-sinistra. Allora in questo modo uno direbbe bene: “facciamo i sacrifici, subiamo i tagli, ma ci sarà un’uscita e una prospettiva futura”. Qui non c’è, siamo nel buio più totale, non sappiamo come questo Paese uscirà dalla crisi, sappiamo solo che non sarà più come prima.
Quindi la maggioranza regionale che propone una finanziaria di questo tipo non si differenzia molto dal Governo nazionale. Questo dobbiamo dirlo con estrema franchezza, non basta piangere sui tagli del Governo se poi noi facciamo altrettanto.
Questa nuova maggioranza, che è stata voluta con caparbietà, che ha escluso una parte molto importante, quella parte della sinistra che aveva dato un contributo grande per la costruzione della virtù di questa Regione, caratterizza il suo essere dopo 7-8 mesi di lavoro, ci presenta infatti questo bilancio come una maggioranza che accentra. In un momento di crisi ci sarebbe bisogno di allargarsi, di aprirsi al mondo istituzionale, al mondo produttivo, invece questa maggioranza accentra, diventa sempre di più un governo di gestione e sempre meno di programmazione e sempre meno di proposta di sviluppo diverso, come peraltro c’è stato richiesto da ultimo qui in Aula dagli agricoltori.
Ogni anno sentiremo dire che questo è l’anno orribile, è l’anno peggiore, il 2011 sarà ancora peggio, il 2012 non sappiamo come, però di fatto ci sostituiamo a tutte le forme decisionali accentrando. Qui si accentra e si distribuiscono i segnali politici, che poco contano nel merito e nella quantità dei fondi, si distribuiscono, come facevano una volta i seminatori, fondi per oltre 1 milione di euro a quei Comuni che evidentemente hanno l’asso in tasca, sono infatti solo una quindicina su 239. Si distribuiscono risorse, ripeto, oltre 1 milione di euro.
E allora se questa è la filosofia del governo e del gestire il consenso attraverso i contributi, noi oggi non sappiamo come ad esempio saranno divisi e come saranno spesi i fondi sul volontariato, sappiamo con certezza, però, che nei confronti dei giovani noi premeditatamente li dividiamo. Tanto è vero che i giovani che frequenteranno gli oratori hanno il 20% in più di quello che avevano l’anno scorso, infatti la proposta che abbiamo visto va da 500 mila a 600 mila, per cui chi non frequenta gli oratori, ossia i parrocchiani che frequentano i centri di aggregazione giovanile non avranno niente perché il Governo, ed è vero, ha tagliato i fondi.
Ed è così per il volontariato, per la cultura, non c’è neppure un centesimo di proposta condivisa con i Comuni anche sulla messa a norma delle scuole dell’obbligo. E le scuole dell’obbligo, proprio perché sono obbligate, dovrebbero essere a totale carico dello Stato e delle articolazioni dello Stato. Perché spendiamo 1.085 mila euro sparsi in contributi a Comuni e non facciamo invece un progetto, un bando per dire ai Comuni: “partecipate, quanto meno vi copriremo la spesa per la progettazione e per la messa a norma”? Perché non avviene? Perché non c’è un incremento di fondi per i contratti di solidarietà? (…) Non basta, c’è 1 milione e 100 mila euro regalati, Assessore, lei lo sa! (…) No, io parlo di 1.085 mila euro dati per finanziare i cimiteri, per finanziare strade comunali, per finanziare mattatoi. In questa Regione vale più, Assessore, il Carnevale di Fano o la Quintana di Ascoli che non le norme sulla tutela della qualità del lavoro! Ci sono 76.720 euro per la legge sulle norme per la tutela e la qualità del lavoro e 50.000 euro per la Quintana di Ascoli! (...) Questo lo dite voi, non lo dico io! Quello che avete fatto da altre parti poi lo direte, lei avrà possibilità di replicare, ma questi sono dati che ci avete presentato voi! E allora noi abbiamo presentato…(…) Presidente, avrò la possibilità di non essere interrotto!
PRESIDENTE. Lo lasciavo fare perché pensavo che lei, Consigliere, gradisse interloquire, però non essendo così prego l’Assessore di fare silenzio.
Raffaele BUCCIARELLI. Oggi vengo da un’assemblea di Fincantieri dove gli operai rivendicano non soltanto le commesse per lavorare nel 2011 e nel 2012, ma rivendicano anche, Assessore, uno sviluppo generale del territorio. Dov’è il nostro ruolo di regia circa l’uscita ad ovest di Ancona, circa il mancato rispetto da parte del Presidente dell’autorità portuale di un accordo di programma sottoscritto, con tanto di milione di euro promessi che non sono mai arrivati? Quale ruolo vogliamo dare a questa Regione? Quale progetto? Come riusciamo a reperire fondi europei con la Regione macroadriatica? Dove sono questi progetti? Guardando il bilancio non ci sono! Non ci sono perché è comodo, perché di dire “piove Governo ladro” è anche un po’ un gioco di pigrizia mentale.
Governo ladro, certo, è vero, è vero, però fa anche comodo fare la mosca consigliera, come diceva Massi, andando ad inaugurare strade, tra l’altro con anni di ritardo, senza una minima protesta, fatte da altri con altri fondi. Ma il nostro ruolo, della Regione su questo bilancio non si vede. E’ vero che è necessario difenderci e resistere dagli attacchi del centro-destra, ma è anche vero che quando abbiamo la possibilità, fosse anche di un solo centesimo, in un momento di crisi generale lo dobbiamo spendere bene. Noi abbiamo decine di migliaia di famiglie che sono tra le più povere d’Italia – questo ce lo dice la stampa, non lo diciamo noi –, la provincia di Ancona tra l’altro all’interno delle Marche è la più indebitata, abbiamo famiglie che non sanno come arrivare alla fine del mese, quindi anche un centesimo può essere importante, ma se lo spendiamo bene, non regalandolo per clientele. Quelle che si possono definire vere e proprie clientele che non daranno nessun frutto se non quello di fare dire a voi un domani: “ho mantenuto le promesse, vi ho regalato 10-20 mila euro”. Regalate semmai i vostri soldi, i fondi pubblici non vanno regalati, vanno governati e spesi con progetti generali.
I diversi emendamenti che abbiamo presentato sono tutti tesi a favorire la messa a norma delle scuole comunali, investimenti in strutture socio-residenziali, la valorizzazione dell’economia solidale, il rapporto per tutti uguali dei giovani; perché i segnali che dobbiamo dare soprattutto alle giovani generazioni in momenti di crisi devono essere anche quelli che riguardano l’educazione, devono essere positivi, di apertura, trasparenti, alla luce del sole. Ma in questo bilancio non esiste una politica di questo genere.
Restando così il bilancio è ovvio che non lo voteremo. Se però la maggioranza dovesse accogliere gli emendamenti da noi proposti dimostreremo che non siamo ciechi, né prevenuti, né pregiudiziali.
Ma su questo bilancio non sopporteremo la minima clientela che ha nomi e cognomi. E’ stata veramente patetica la corsa a dividersi 200 mila euro tra il Carnevale di Fano, la Quintana di Ascoli ed altri Comuni. E i Consiglieri, quelli che più avevano credibilità e forza, dicevano: “allora 20 mila qui, allora 10 mila là”. Veramente questo non è degno di chi vuole governare una Regione.
Allora noi abbiamo proposto di togliere i fondi - ma non per penalizzarli bensì per fare progetti di interesse generale, soprattutto finalizzati a migliorare le condizioni di vita dei meno abbienti - ai Comuni di Massignano, Pietrarubbia, Montecosaro, Fano, Ascoli Piceno, Ripatransone, Sassocorvaro, Pergola, Serra San Quirico, Apecchio, Serrungarina, Offagna – che è due volte che li prende, evidentemente c’è qualche Santo qua dentro innominato, chissà! –, Fabriano, Montecalvo e infine alla Fiera di Pesaro Slow Food. Perché i fondi per la promozione, Assessore all’agricoltura, ci sono, lei lo sa, che si intervenga con la promozione del vino. Il food dell’Adriatico e la fiera se lo facciano i produttori, chiamiamoli alla corresponsabilizzazione di un progetto di sviluppo. (…) Infatti in Commissione, dai suoi amici e compagni, Assessore Giannini!
PRESIDENTE. No, no, per favore!
Raffaele BUCCIARELLI. Amici e compagni che parlano di moralizzazione del bilancio, ma poi, se possono, hanno comportamenti che non cito in gergo corrente per rispetto di quanto detto prima, ovvero dell’Assise ove ci troviamo.
Occorrono progetti generali che coinvolgano tutta la popolazione marchigiana con le associazioni e le organizzazioni. Questo invece è un bilancio autoreferenziale che guarda a se stesso. Può essere utile a gestire il vostro consenso, ma non mette un granello di sabbia per costruire un sentiero utile che ci possa far uscire dalla crisi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Dico subito con amarezza, non certo per fare polemica, che venendo qui in Regione dall’esperienza di un Comune come Civitanova Marche e di una Provincia come Macerata pensavo ci fosse un’attenzione politica maggiore sull’atto più importante dell’anno, il bilancio. Perché di questo? Perché oggi qui vedo l’assenza del Presidente. Sicuramente massimo rispetto per il Vicepresidente Petrini, per gli Assessori, ma credo che in una fase del genere, a meno che ci siano motivazioni enormi e importanti, il Presidente Spacca non può non partecipare a una simile discussione, portando il suo contributo di esperienza e anche per giustificare e farci capire meglio determinate scelte. E certamente lo dico con il massimo rispetto nei confronti dell’Assessore Marcolini.
All’Assemblea legislativa aperta per Fincantieri il Presidente Spacca era assente, come pure all’Assemblea legislativa aperta per l’agricoltura, nel piano casa non è intervenuto non era presente. Tutti appuntamenti troppo importanti per i quali il Presidente non può avere sempre un qualcosa di più importante da fare.
Chiudo questa parentesi, ma veramente lo dico con dispiacere. Perché l’Assessore Marcolini mi risponderà tecnicamente con decisione e, certo, anche dal punto di vista politico, ma il Presidente ci poteva dare una risposta sotto un’angolazione credo diversa.
Il bilancio è difficile, chi mi ha preceduto ha messo in evidenza le difficoltà che in esso ci sono. Ed è difficile per tutti, Assessore Marcolini, per chi lo fa, per i cittadini che lo ricevono, per i vari organismi – penso al Comune che è l’anello debole del sistema – e certamente anche per chi lo propone, quindi il Governo.
E’ un bilancio che si inserisce in una crisi internazionale sempre più evidente e grave. Nessuno lo scorso anno, quando di questi tempi discutevamo del bilancio 2010, avrebbe mai pensato che oggi ci si sarebbe trovati in una simile situazione, si pensava certamente di stare in una posizione migliore. Oggi a distanza di un anno non solo si ridicono le stesse cose, ma lo si fa con maggior pesantezza, i numeri sono numeri.
Tutti infatti sappiamo che in breve tempo è esplosa la situazione in Grecia, in parte in Spagna, in Portogallo, in Islanda, in Irlanda, abbiamo visto speculazioni non indifferenti internazionali, insomma, una situazione politica ed economica internazionale inimmaginabile solo un anno fa.
In una situazione del genere il Governo centrale di questo famigerato Berlusconi – anzi, non voglio neanche nominarlo – che cosa avrebbe dovuto fare se non tenere fortemente a dritta la barra di un sistema sempre più in difficoltà? Vi è stato infatti un rigido controllo delle spese. Una cosa che sarebbe stata improponibile se al Governo ci fosse stata la sinistra che non sarebbe stata in grado di dare una simile possibilità con la forza necessaria per una situazione così grave.
Il Consigliere Bucciarelli dice che non vi è l’attenzione del Governo in quanto c’è un bilancio senza anima e sempre con tante difficoltà. Ma se si dice questo non si tiene presente la coesione sociale che vi è stata in questo periodo nonostante le difficoltà, nonostante le manifestazioni che vi sono ogni giorno sulla legge Gelmini, nonostante gli infiltrati, nonostante chi interviene solo per creare caos e senza portare alcun contributo alla politica per la risoluzione del problema.
Occorrono sacrifici, occorre il controllo, occorrono scelte precise e coraggiose, occorre una razionalizzazione e delle priorità.
E’ questo che mi aspettavo da questo nostro bilancio, in parte c’è ma per il resto non vedo niente. Poi cercherò di capire meglio dalla risposta che ci darà l’Assessore Marcolini.
Così come non capisco tutti quei piagnistei che fate, si dice sempre che con le nostre risorse siamo bravi, poi se facciamo male dipende dal Governo centrale.
Secondo me occorre onestà politica da parte di tutti, ognuno deve cercare di fare il proprio mestiere - in quest’Aula l’intelligenza e la capacità politica non manca a nessuno – e di tenere conto della difficoltà del momento e che bisogna essere responsabili nelle scelte che si fanno.
Il bilancio 2011, Assessore Marcolini, è completamente diverso da quello del 2010, e per tutti i tagli che ci sono stati questo è normale.
Per un Consigliere regionale non è facile capire un bilancio, bisogna essere esperti di numeri, ed io pur venendo da un’esperienza comunale ho dei limiti in questo in quanto un Comune non ha certamente gli stessi numeri, ma ho comunque messo tanto impegno, ho cercato di estrapolare la parte migliore di questo bilancio - se c’è! – e poi né ho formulato una critica per far capire l’importanza dei dovuti aggiustamenti.
Ho visto un bilancio taglia e incolla in tante cose, all’inizio aveva addirittura finanziato alcune leggi abrogate, come la 75/1997, poi la Commissione si è accorta e ovviamente ha eliminato questo evidente errore. Ma perché è successo? Perché si è tagliato d’accetta senza rendersi conto che alcune leggi erano appunto state abrogate e quindi che non bisognava tagliare niente.
Penso che il vero bilancio starà tutto nel maxi emendamento che è stato presentato una prima volta e poi ripresentato, lì ognuno di noi ha messo quello che poteva vedere. Ora non so se l’ultimo maxi emendamento sarà quello che si discuterà in Aula, perché, ripeto, è stato presentato più volte, è stato rivisto, corretto, contrattato, mercanteggiato. Ecco, è in questa confusione che si inserisce il lavoro di un Consigliere.
E’ chiaro che a seguito della legge a livello nazionale nel taglio delle spese siete partiti per tempo. Ma secondo me, tenendo conto la situazione che abbiamo in questi anni a livello istituzionale, Comuni, Province e Regione, bisognava già intervenire d’acchito, bisognava evitare di partire in ritardo, di fare degli interventi difficili o addirittura di non riuscire neppure a farli. E certamente non è facile dalla sera alla mattina arrivare per esempio a sopprimere l’Ersu o l’Erap. Non era forse meglio - do uno spunto - dare l’incarico alle Province tenendo conto del ruolo sociale che svolgono? Indipendentemente dal fatto che il quid economico potrebbe anche essere azzerato, io credo che tanti amministratori capaci sarebbero disposti a dare il proprio contributo anche senza la possibilità di ricevere qualche risorsa.
L’Erf è stato soppresso dalla sera alla mattina. Io capisco che c’è la necessità di tagliare, ma nel momento in cui si investe per l’internazionalizzazione poi le piccole imprese - la regione Marche ne ha il maggior numero - non hanno più una vetrina sufficiente ad evidenziare le loro capacità e potenzialità.
La sanità occupa la parte preponderante di questo bilancio, la fa da padre padrone e non può essere diversamente. Ma in una situazione del genere sia il Presidente dell’Assemblea legislativa, sia il Presidente Spacca, l’Assessore Mezzolani e anche il Presidente Comi hanno detto che finalmente si lascia la politica fuori dalla sanità. Noi qui siamo tutti adulti, qualcuno lo è anche più di me, qualcuno come me ha esperienza in campo sanitario, perché allora diciamo queste inesattezze! E’ chiaro che il Direttore generale, sulla cui persona non abbiamo nulla da dire, sarà quello che nominerà, magari verrà in Giunta e dirà: “cari Assessori, che nessuno mi dica niente, nomino io”. Ma questo a chi lo fate credere! A chi fate credere che non ci saranno sollecitazioni degli Assessori, secondo me anche lecite, delle Segreterie dei partiti, nel nominare quello o quell’altro! La politica la fa da padrona! Anche perché nelle Marche il PD ha come grande industria proprio la sanità, ha solo quella, ovvero la sanità controllata politicamente.
Allora credo che molte volte, lo dico all’Assessore Marcolini, sarebbe meglio forse non rispondere, a volte il silenzio è più intelligente di tante risposte, oppure se uno è intelligente deve comportarsi come l’Assessore Viventi che nel piano casa ha cercato collaborazione, in quella occasione, infatti, è stata partorita una legge secondo me intelligente proprio perché intelligente è stato chi l’ha portato in questa Assemblea legislativa, cioè, ripeto, l’Assessore Viventi.
La filosofia del bilancio, come ho detto altre vote, ci vede d’accordo, lavoro, sviluppo, sociale, cultura, turismo, green economy. Vedo con piacere, e spero di non essermi sbagliato, Assessore Marcolini, che ci sono 6 milioni in più in cultura e in turismo. Bene, io lo dicevo fin dall’inizio, è chiaro che chi ha i cordoni della borsa ha più possibilità di intervenire, anche perché stanno partendo una serie di progetti indispensabili. Un Assessore che non ha la borsa, Marcolini, non può pretendere in un piagnisteo generale.
Sono contento anche per la Moroder, così la vedremo più spesso in Assemblea legislativa. Se d’altronde non ha risorse economiche al di fuori di andare in giro e parlare di charme non vedo che cosa altro possa fare.
La cultura e il turismo, insieme, hanno una capacità economica a livello industriale, e questo forse si è capito, però io aggiungo, per questi 6 milioni quali sono i progetti, dove li vogliamo spendere? Perché se li vogliamo spendere con Dustin Hoffman non andremo molto lontano. Questo spot è stato visto solo a livello regionale, in piena campagna elettorale, ma il 4 ottobre 2010 la Giunta ha comunque pagato 800 mila euro per la messa in onda per due settimane. Non spendiamo le risorse in questo modo di fare politica!
Assessore Marcolini, io rimango un po’ basito – ci saranno su questo alcuni emendamenti - su una serie di capitoli che ammontano a 1 milione e 300 mila euro. Vi spiego quali: 200 mila euro per esperti addetti al Gabinetto del Presidente, 130 mila euro per convegni, 250 mila euro per analisi ed indagini, 357 mila euro per riviste e notiziari della Giunta (nel primo emendamento erano 300 poi è stato aumentato di 55 mila), 185 mila euro per la convenzione con l’Ansa e con altre agenzia di stampa nazionale, 204 mila per il piano di comunicazione (aumentato anche questo rispetto alla prima stesura), 100 mila euro per il monitoraggio e promozione del programma di Governo. Il tutto per un totale di 1 milione e 314 mila euro. Poi mancano le risorse per quel Comune, per quel territorio o per quel progetto sociale!
Spesso la filosofia del Presidente Spacca è quella dell’apparire, perché tanto per il fare c’è sempre qualcuno che lo fa, c’è una situazione difficile, ma per voi è importante avere a disposizione questa cifra mostruosa per la promozione del Governo e dell’attività della Giunta.
Vorrei inoltre porre alcune domande. Nella prima stesura c’era un fondo per la gestione delle controversie con i creditori corrente di 17 milioni che poi è stato portato a 3 milioni di euro. Ma ci sono queste controversie? E se ci sono, sono di 17 milioni o di 3 milioni?
Vedo inoltre che c’è un fondo per la gestione delle controversie investimento per 16 milioni. Ma queste controversie quante sono? Che cosa sono? Perché sicuramente è una bella cifra.
Un’altra cosa da evidenziare, secondo me, sono i 5 milioni e 600 mila euro per anticipazioni per indennizzi ai soggetti danneggiati in maniera irreversibile per vaccinazioni. Sono anticipi che poi lo Stato ci ridà? Non lo so, non l’ho capito, spero che poi me lo dirà, Assessore.
Come pure vedo nella tabella C l’acquisto di unità immobiliari da destinare a sedi IAT per euro 2 milioni e 293 mila euro, poi questo valore è stato diminuito a 293 mila perché c’è uno stanziamento di 900 mila per la realizzazione del sistema informativo per il turista. Vorrei capire di che cosa si tratta. Sarebbe bene ragionarci, anche perché gli IAT provinciali ormai stanno scomparendo, stanno passando ai Comuni; il Comune di Civitanova ospita nei propri locali lo IAT che era della Provincia di Macerata.
Concludo, ringraziando per la pazienza, non prima di dire due ultimissime cose.
Leggo oggi sul Corriere Adriatico che l’Assessore Marcolini è un po’ risentito. Io capisco che l’Assessore in occasione del bilancio è sotto tensione per la pressione che ha avuto dai Consiglieri e per tante altre cose, e la pazienza molte volte non è di questo mondo. Conoscendo Marcolini so che è persona abbastanza focosa, però capisco il suo stato d’animo. Ma il mio l’emendamento, che non ho più presentato, Assessore, teneva conto dell’esigenza non del mio territorio, ma di un territorio molto più allargato - io non gioco a tennis, è l’unico sport che non faccio! -.
Io sono felice di questa risposta perché finalmente il Corriere Adriatico, che è la Pravda marchigiana, mi ha dato uno spazio che non ho avuto neppure come candidato a Presidente. Quindi, Marinelli pensa al tennis, no, Marinelli pensa al territorio e il territorio di Civitanova ha la stessa dignità del territorio, che so, di Serrungarina. Lei non ha neanche visto l’emendamento, Assessore Marcolini, perché non l’ho presentato e non mi va di presentarlo, ma il dato non è sicuramente debole, è un dato forte di una comunità che ha chiesto qualche cosa.
Io capisco che c’era da dividersi solo 250-300 mila euro, e chiaramente i consiglieri di maggioranza ne hanno diritto perché stanno in maggioranza, ma io vedo veramente, accanto a quello che ha detto il Consigliere Bucciarelli, che vi sono una serie di marchette evidenti finalizzate al pesarese e al fabrianese. Per Fabriano, tabella C, 25 mila euro per una manifestazione di grande rilevanza storica – chi la conosce alzi la mano! – il palio di San Giovanni. Poi per la strada al Comune di Fabriano, al comune di Grotte Frasassi, insomma, sono una serie di marchette lecite, dovute, giuste. Che facciamo tutti quando siamo in maggioranza, ma non si deve neppure pensare che se gli altri presentano un emendamento quello è un dato debole oppure non ci si rende conto che Marinelli non gioca a tennis, Marinelli non gioca con nessuno, anzi, Marcolini, la invito sotto le feste di Natale a venirsi a prendere un punch al circolo tennis così si renderà personalmente conto della realtà della situazione.
Non abbiamo risorse economiche, e lo sappiamo, vedremo eventualmente se sarà possibile con qualche finanziamento, ma questa era l’unica cosa che ho chiesto, ponendo massimo rispetto al ruolo dell’Assessore Marcolini, ma Marcolini come al solito ha risposto a Marinelli in maniera scomposta come è il suo stile, ma io lo ringrazio lo stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi. Comunico che è scaduto il tempo per la presentazione degli emendamenti.
Francesco COMI. Intanto una considerazione schietta fra di noi rispetto a un dibattito che mi sembra quasi inutile, rituale, dove ciascuno fa lo sforzo di esercitarsi in una retorica dialettica che a pochi interessa, ciò lo dimostra anche l’attenzione che ciascun Assessore, ciascun Consigliere di maggioranza e di minoranza riserva a coloro che intervengono. E di questo tutti ce ne dobbiamo assumere la responsabilità.
E’ un dibattito rituale perché da una parte la minoranza esercita l’atteggiamento dovuto di rimproverare alla maggioranza una Regione più attenta, più virtuosa, un impegno più efficace sul territorio e sulle iniziative e magari maggiori risorse da mettere a disposizione, dall’altra la maggioranza esercita la sua funzione, quella di denunciare lo strangolamento della finanza pubblica locale, l’inesorabile necessità di ricorrere a politiche coraggiose di razionalizzazione, l’opportunità politica di fare una scelta di azzeramento del bilancio per ordinare secondo precise priorità e precisi valori le scelte politiche del futuro.
E’ un dibattito nel quale non siamo connessi, per esempio nelle argomentazioni di tutte le minoranze ho sentito rivendicare maggiore attenzione al territorio, poi nessuno osserva che ci troviamo di fronte ad un azzeramento delle risorse investite dal Governo sulle politiche rinnovabili, nessuno ricorda che è stata eliminata la possibilità di sgravio del 55% per coloro che fanno ristrutturazioni osservando tecnologie innovative. Ecco, dimenticandoci di questo contesto si richiedono maggiori risorse.
Forse sono poche le risorse che ha messo a disposizione la Regione, minimo circa 6,5 milioni per la green economy, ma sono sicuramente un segno, un’inversione di tendenza della quale forse possiamo rimproverarci qualcosa ma è sicuramente un attenzione ben precisa.
Un’altra osservazione che ho sentito è rispetto all’impresa. Giustamente viene rimproverato che ci sono poche risorse ma al tempo stesso viene dimenticato che sono stati azzerati i fondi disponibili per le Regioni. Viene rimproverato che il nostro sistema bancario è poco generoso, è poco aperto nei confronti delle piccole e medie imprese. Viene anche dimenticato che un paio di anni fa sono state eliminate tutte le misure di compensazione fiscale, introdotte qualche anno fa da un altro Governo, per garantire tutti quegli istituti di credito per i rischi che correvano nei confronti dei crediti inesigibili che non potevano più raccogliere.
Nel momento in cui c’era maggiore disponibilità di risorse, c’era maggiore paura ad assegnare risorse e maggiore disponibilità di liquidità, noi abbiamo tolto tutte le misure di compensazione fiscale per gli istituti di credito. Un elemento anche questo che viene assolutamente trascurato.
Mentre la Regione fa uno sforzo per garantire la rete di protezione sociale a favore dei lavoratori e delle famiglie in un momento di crisi viene dimenticato non solo che questi fondi a livello nazionale sono stati trascurati, ma addirittura che questo Governo ha investito risorse nel lavoro straordinario mentre c’era la necessità di fare investimento sugli ammortizzatori sociali, cioè ha incentivato forme di occupazione che andavano nella direzione opposta.
Credo allora sia assolutamente necessario connettersi. Dimenticare che questa Regione ha recuperato 22 milioni sull’evasione e sull’elusione fiscale, mentre nel Paese sono state abbattute tutte quelle misure rigorose di contrasto all’evasione fiscale, dimenticare che sono state eliminate tutte quelle sanzioni per punire l’evasione accertata, introdotte dal Governo Prodi, dimenticare che qui un lavoro è stato fatto e che ha raccolto i suoi frutti mentre le misure e il quadro normativo andava destrutturando tutti gli strumenti per responsabilizzare coloro che fanno dell’evasione e dell’elusione uno strumento di condotta ordinaria, ecco, dimenticare questo mi sembra assolutamente paradossale.
Che questo bilancio non sia il migliore bilancio per il futuro posso anche convenirlo, che questo bilancio possa non essere un bilancio che assicura un futuro roseo per i cittadini marchigiani può essere un argomento di discussione, ma voler trascurare che è l’unico bilancio possibile dentro una programmazione rigorosa e seria significa voler affrontare il dibattito in Assemblea legislativa solo in termini demagogici e populistici.
Non possiamo affrontare il futuro delle politiche sociali e sanitarie aumentando il numero delle rivendicazioni. Non possiamo pensare di dare maggiori risposte alle maggiori domande di solidarietà e di uguaglianza che ci sono e che crescono, pensando di non affrontare un disegno di riorganizzazione e di riordino del sistema sanitario regionale.
Qui ci sono due tipi di politica che possiamo affrontare, una realistica, coraggiosa e riformatrice che può dare nel medio termine una prospettiva ed una demagogica e populistica.
So anche in quale grande imbarazzo voi siete a livello nazionale quando questi discorsi sarete costretti a farli anche a gennaio con una nuova manovra finanziaria, manovra che nessuno vi sosterrà perché sarà necessariamente dolorosa e piena di sacrifici.
Voler dimenticare che questo Governo in due anni alle sue leggi di finanza pubblica ha fatto undici manovre correttive significa voler negare che si è trovato o di fronte a grandi crisi economiche imprevedibili o che non aveva mai affrontato il tema dello sviluppo e la riforma di questo Paese, oppure entrambi. Aver affrontato undici manovre di correzione al bilancio annuale nel Parlamento significa aver adottato a livello nazionale una condotta di gestione della finanza pubblica senza prospettiva, senza lungimiranza, senza alcun realismo.
Quindi vi preghiamo, noi che questo sforzo cerchiamo di esercitarlo con molta modestia e con molta difficoltà, di consentirci di farlo.
La Regione ha fatto una scelta, ha ordinato alcune priorità. La prima è stata quella di abbattere i costi della pubblica amministrazione. Saranno pochi 26 milioni di tagli? Non lo so, posso solo osservare che gli enti locali attraverso l’osservazione rigorosa del patto di stabilità hanno contribuito ad abbattere la spesa pubblica di oltre il 16% mentre il Parlamento lo ha fatto solo per l’1%.
Posso solo osservare che a parte le estemporanee affermazioni del Ministro della pubblica amministrazione con cui si denuncia la necessità di fare dei tagli, manca un disegno vero, organico di riforma della pubblica amministrazione. Tagliare 7 miliardi nell’anno 2011 agli enti locali dopo averne tagliato 4,5 miliardi quest’anno, ma senza un vero disegno riformatore, è un atto di grande irresponsabilità.
Dunque vi invitiamo ad esercitare questa responsabilità, facendovi cioè portatori di proposte serie. Non è una cosa difficile, però sarebbe una cosa seria, Consigliere Marinelli e Consigliere Massi, se voi, conoscendo il quadro dei trasferimenti pubblici che abbiamo, meno 180 e meno 400 nei prossimi tre anni, sapendo quante sono le sollecitazioni e i bisogni del territorio, vi esercitaste nel produrci una proposta organica, definita, completa, di gestione delle risorse regionali, su cui fate le scelte. Dire semplicemente che bisogna mettere di più dove c’è di meno è un atteggiamento abbastanza ipocrita, se mi consentite l’espressione.
Quindi una riflessione sul futuro saremo costretti a farla e sarete costretti dolorosamente a farla anche voi in Parlamento quando dovrete adottare la prossima manovra finanziaria.
Un dato mi sembra certo - e su questo un plauso alla Giunta regionale -, ossia, aver selezionato le priorità mettendo al centro la coesione sociale e le politiche sociali mi sembra sia stata scelta coraggiosa.
Trascuriamo il fatto che il fondo regionale è stato azzerato, trascuriamo il fatto che il fondo per l’autosufficienza è stato azzerato, consideriamo che i 10 milioni introdotti dalla Regione Marche per cercare di compensare quelle risorse forse non sono sufficienti, consideriamo che forse le risorse messe per la non autosufficienza non sono sufficienti, però mi sembra che la direzione imboccata dalla Giunta regionale sia una direzione solitaria, una direzione coraggiosa, magari potrebbe anche essere una direzione che non garantisce tutta la soddisfazione e tutte le aspettative, ma credo sia l’unica direzione giusta rispetto a quella imboccata a livello nazionale e in tante altre Regioni.
Tutela del lavoro e ricerca dell’occupazione. Anche da questo punto di vista la rete di protezione sociale che stiamo cercando di consolidare e di mantenere mi sembra una grande sfida.
Ho già detto rispetto alla green economy, anche qui in inversione di tendenza facciamo scelte coraggiose.
Ripeto, questo forse non è il miglior bilancio per il futuro, ma è sicuramente il miglior bilancio possibile in questo quadro economico. E sicuramente la Regione Marche con questa proposta offre anche un modello di organizzazione del bilancio e delle risorse pubbliche per le altre Regioni. E lo dico perché la Regione Marche, insieme ad altre tre Regioni, questo modello già lo è, e lo è per il Governo nazionale che la considera su tutti questi temi un punto di riferimento.
Vi invitiamo allora ad esercitare una denuncia coraggiosa, Consigliere Massi e Consigliere Marinelli, ossia, per le Marche, sulle politiche sociali, sulle politiche sanitarie, sulla riduzione dei costi della pubblica amministrazione, sui temi delle imprese e del lavoro, oggi considerati modelli dal Governo nazionale, di denunciarne l’esclusione da questa categoria prioritaria. Fate questa denuncia, denunciate l’assoluta inopportunità di considerarci un punto di riferimento. Se qualcuno vi ascolterà anche noi vi ascolteremo con maggiore attenzione!
PRESIDENTE. Ho ancora otto Consiglieri iscritti a parlare. Direi di proseguire fino ad esaurimento del dibattito, non credo ci sia la possibilità di iniziare a votare oggi, la Commissione valuta gli emendamenti e domattina cominciamo con la votazione, ma se vogliamo fare tutto oggi per me va benissimo. (…) No, allora tendenzialmente facciamo in questo modo.
Inoltre, ad onor del vero, ci tengo a dire, rispetto all’intervento del Consigliere Marinelli, che il Presidente Spacca avrebbe voluto essere presente, ma non ha potuto davvero fare a meno di partecipare a un incontro istituzionale a Roma, credo che domani sarà presente.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Innanzitutto voglio iniziare dicendo che il bilancio preventivo date le risorse è l’organizzazione della spesa. Allora per il prossimo anno sull’organizzazione della spesa in maniera preventiva date le risorse in linea di massima condivido la proposta che ci offre l’Assessore Marcolini. Come pure condivido l’allocazione delle risorse aggiuntive finalizzata su punti fondamentali che sono la difesa del lavoro, il sostegno allo sviluppo, le politiche sociali, la valorizzazione dei beni culturali e del territorio e la green economy. Quindi, Assessore Marcolini, condivido la struttura tecnica di questo bilancio preventivo.
Passando invece ad un giudizio politico, ritengo, come rappresentante di Sinistra Ecologia e Libertà, che la sede del bilancio preventivo debba essere anche la sede delle valutazioni degli effetti delle politiche che determinano tali risorse. Quindi come Assemblea legislativa occorre ragionare non solo sui numeri, quindi non solo su quanto si spende, ma anche su come si spende.
Indico allora una serie di settori dove secondo Sinistra Ecologia e Libertà è necessario un cambio di approccio da parte della Giunta e della maggioranza, partendo proprio dalle difficoltà.
Qui si parla della difficoltà di risorse per il trasporto pubblico, io rilancio e dico che sul trasporto pubblico c’è una difficoltà di programmazione, c’è carenza del ruolo delle Regioni e delle Province. Ciò che invece è necessario è che le risorse che ci vengono dallo Stato noi pari pari le dobbiamo trasferire alle Province che a loro volta le trasferiscono ai gestori del trasporto pubblico. Non è possibile che la Regione sul trasporto pubblico faccia un lavoro di tesoreria, non è giusto, perché comunque sono soldi dei contribuenti.
Ogni Provincia ha un piano provinciale dei trasporti realizzati dal 2003 al 2004. Nel 2003 lo fece la Provincia di Ancona, io allora ero Assessore provinciale ai trasporti, in cui erano previsti 2 milioni di tagli di chilometri di sovrapposizioni di linee, ma si è andati all’affidamento in gara senza richiedere quelle che erano state le previsioni dello studio fatto dalla Provincia, senza richiedere ai gestori, ai quali si passavano i soldi dei contribuenti, di realizzare una struttura di trasporto pubblico, che era già disegnata, che prevedesse la rottura di traffico, che prevedesse lo scambio gomma ferro, che prevedesse i parcheggi scambiatori, che prevedesse la bigliettazione automatica e la tariffazione unica, in quanto tutto questo avrebbe permesso di liberare risorse per interventi in tal senso. Queste cose, che erano scritte nei piani provinciali, dopo sette anni ancora non ci sono, non si fanno, e nessuno si preoccupa di chiedere interventi efficienti a costo zero che avrebbero effetti sull’aumento del trasporto dei passeggeri e sulla diminuzione delle auto sulle nostre strade.
Peraltro tutto questo avrebbe effetti anche sulla qualità dell’aria delle nostre città, un’altra emergenza che sta arrivando. Ma la Regione che ha fatto il piano di qualità dell’aria, poi le Province che hanno la competenza per i controlli dei livelli e della qualità dell’aria e i Comuni che hanno anch’essi la competenza per i piani comunali del traffico e della viabilità, non sono ancora andati oltre a un semplice accordicchio che praticamente blocca soltanto qualche mezzo diesel.
Quindi la mia critica è sulla programmazione e la gestione di queste risorse.
Ugualmente sul governo urbanistico. Si dice che viene valorizzato il territorio e che il paesaggio delle Marche sia simile a quello dell’Umbria, ma le nostre città sono bruttissime, sono invivibili, non si pensa ai cittadini che ci vivono, ci sono interi quartieri senza servizi, senza piazze, senza punti di ritrovo. Cosa invece ha prodotto la politica della Regione da sei anni che io sono qui come Consigliere regionale? Ha prodotto due piani casa, cioè due deregulation che però sono l’emblema delle politiche emergenziali che partono soltanto dal presupposto di chi lavora in quel settore, non di chi vive nelle case. O magari non vive nelle case perché non ce l’ha! Quindi non c’è una politica della casa per chi appunto non ce l’ha, non c’è una politica che preveda standard che rendano le nostre città più belle, né c’è neppure una politica che tuteli il nostro paesaggio. Quindi secondo me da un punto di vista gestionale e programmatorio in campo urbanistico si va in ordine sparso, ovvero in completa deregulation e non una gestione pubblica.
Comunità montane. Le Comunità montane sono arrivate a otto però di fatto con il taglio delle risorse riescono a malapena a gestire la sopravvivenza gestionale. Ci sono risorse nazionali ed europee per i territori montani a cui le Comunità montane per il meccanismo della compartecipazione non riescono ad accedervi perché non hanno nessun residuo per gli investimenti. Allora almeno abbiamo il coraggio di dire che le risorse che ci sono vanno non alle Comunità montane ma ai territori montani. Sono rimasti pochissimi centinaia di migliaia di euro per ogni territorio provinciale, facciamo quindi una scelta, diciamo che le Comunità montane non esistono più, che esiste il territorio montano, diamo la competenza alle Province e nella Regione Marche istituiamo un Assessorato alla montagna che si interfacci con le Province che poi gestiranno con le risorse - quelle risorse che attualmente vengono consumate per la sopravvivenza delle Comunità montane - per un minimo di investimenti sui territori montani.
Politiche turistiche. Questo forse è l’unico settore dove c’è stato un minimo di intervento strutturale da parte della Regione con il discorso dell’organizzazione dell’internazionalizzazione. C’è un tavolo di regia, a cui sono agganciate anche le politiche di promozione turistica, nel quale gli imprenditori, i Comuni e la Regione coordinano le politiche di internazionalizzazione, ma al di là di questo ancora le risorse vengono spezzettate, gli operatori non riescono a fare un tavolo unico per promuovere veramente il territorio. Gli operatori della costa, su cui purtroppo ancora è appiattita la nostra ricettività turistica, non hanno il coraggio neanche di proporre una gita di un giorno all’interno per paura di perdere un pasto... (…) E’ così Marangoni! Lei mi guarda, ma di fatto non c’è interazione, non c’è una valorizzazione congiunta del territorio che possa permettere di creare nella regione Marche un pacchetto di una settimana. Perché chi viene una settimana nelle Marche è costretto a rimanete tutto il tempo nello stesso albergo, senza nessuno che dica cosa si può andare a vedere in giro per il territorio. Perché si è destrutturata la vecchia rete dell’informazione turistica ecc., ma in questo bilancio ci sono ancora finanziamenti per gli IAT provinciali. Non ci sono di fatto funzioni di accoglienza e di informazione turistica che sono ancora demandate alla buona volontà dei Comuni e degli operatori.
Secondo me c’è poca programmazione però poi come interfaccia per chi vuole fare turismo nelle Marche ci sono almeno venti siti. Quindi non si tratta di poca attrazione ma c’è proprio, secondo me, poca lungimiranza. Ma di chi? A questo punto in parte è degli operatori che in veste di prime persone è comunque comprensibile lavorino in maniera autonoma, ma non è altrettanto comprensibile, vista la pochezza delle risorse, l’attività degli Assessorati al turismo di Comuni, Province e Regione dove ognuno lavora per conto proprio.
Difesa del suolo, dissesto idrogeologico, difesa della costa. In questa Regione le risorse per la difesa del suolo sono tutte assorbite dalla difesa della costa, che è una difesa passiva in quanto tenta, cosa impossibile, di fermare la natura. Le Nazioni Unite parlano di una cosa diversa, cioè parlano di politiche di adattamento rispetto ai mutamenti climatici e quindi sono politiche in qualche caso di arretramento, dove è possibile, di chi è posizionato su quella costa che viene continuamente erosa. Per cui vale la pena finanziare l’arretramento anziché il ripascimento e la protezione che sono invece una spesa continua che mangia risorse, perché dopo un mese si ricrea la stessa situazione e così via.
Difesa del suolo. E’ cinque volte più costoso affrontare le emergenze che non programmare la difesa del suolo. Allora bisogna…(…) Assessore Viventi, lei è per le grandi opere, come l’UdC, per la politica del fare, però…(…) No, cercavo semplicemente un interlocutore, mi scusi!
E’ bene che un bilancio a base zero, dunque un bilancio che non si porti dietro la spesa storica, come è invece ancora questo bilancio, inizi ad individuare in settori strategici come questi degli spazi di spese di investimenti.
Io ho dunque spostato l’attenzione dalla parte finanziaria ingegneristica della costruzione del bilancio all’utilizzo e all’effetto di queste risorse, perché è proprio su questo che voglio confrontarmi con questa Giunta, cioè sull’efficacia e sulla costruzione di una programmazione. Delle richieste che erano state sbeffeggiate di Sinistra Ecologia e Libertà mi sembra che in campo finanziario qualcosina il Presidente Spacca abbia accolto, ha detto: “mettiamo in piedi un gruppo di elaborazione delle politiche economiche e di lettura dei fenomeni economici che guardi un po’ il futuro”; come ha fatto l’Emilia Romagna oppure la Toscana che ha utilizzato un professore dell’Università di Economia delle Marche, che adesso sembra voglio utilizzare anche il Presidente Spacca. Sarebbe bene iniziare a riflettere anche sugli effetti e sul lungo periodo della nostra attività produttiva.
Nel concludere dico che presenterò un emendamento, che ho anticipato anche la scorsa seduta, che non avrà effetti sui Consiglieri attuali e che riguarda i costi della politica. Ma credo che una proposta che abbia effetti sui Consiglieri attuali debba essere discussa insieme ai Consiglieri attuali. L’emendamento che ho proposto avrà effetti dalla prossima legislatura, dice semplicemente: “a decorrere dalla decima legislatura regionale - cioè la prossima - è abrogato l’istituto dell’assegno vitalizio, di cui alla legge regionale n. 23" Uno potrebbe dire: “sì, ma hai fatto uno sforzo di niente!”. Siccome bisogna pensare in un’ottica un po’ più lunga voglio allora ricordare che il vitalizio di ogni Consigliere regionale costa alla Regione 300 mila euro, perché noi ne versiamo 100 mila e ne prendiamo 400 mila nell’aspettativa di vita. Allora fermandoci qui noi faremmo risparmiare nella prossima legislatura 300 mila euro per 50 persone, faremo cioè risparmiare 15 milioni di euro ai nostri figli.
Questo a noi non costa niente però ci permette di evidenziare che è cambiata la situazione economica ossia che è finito il periodo delle vacche grasse. Noi ce ne accorgiamo guardandoci intorno allora intanto iniziamo a parlare di una situazione che non ci costa niente, dopodiché da gennaio, come da impegno che ci eravamo presi l’altra volta, iniziamo a riflettere insieme su come tagliare i costi della politica anche a partire da oggi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un bilancio di previsione puntuale offre uno scarto minimo tra intenzioni, scelte, indirizzi, strategie e realizzazioni concrete. Allora mi sento di dire che questo è un bilancio puntuale. L’abbiamo ascoltato questa mattina nelle relazioni dei colleghi Latini e Carloni, l’abbiamo visto in Commissione con il lavoro degli uffici, della Commissione stessa e del servizio, l’abbiamo visto con la presenza continua dell’Assessore Marcolini.
Questo è un bilancio di circa 5 miliardi di euro, circa 3 sono quelli della sanità, ci sono risorse vincolate, alcune dallo Stato ed altre nella programmazione delle risorse dell’Unione europea del sessennio 2007/2013.
Rispetto a questo bilancio anche chi ha voluto vederci alcune attenzioni particolari ed eccessive ad alcuni Comuni, ad alcuni territori, ha parlato di 1 milione di euro. E badate bene che 1 milione di euro su 4 mila e 8 milioni è di fatto la dimostrazione che il fenomeno, se di questo si tratta, non esiste.
Ma ora questo bilancio guardiamolo più nel merito: la riduzione del debito, la diminuzione della pressione fiscale, la diminuzione dell’Irap per le imprese che creano occupazione. Inoltre in esso a mio avviso ci sono anche altri segnali legati al merito. E non mi riferisco soltanto al patto di stabilità interno ma penso anche al secondo posto in Italia per la correttezza del bilancio e per la regolarità dei conti che presenta la sanità.
Anche se sulla sanità dobbiamo dire che con l’intesa di giovedì scorso diminuiscono i tagli rispetto agli investimenti, ma considerata l’inflazione, considerati i maggiori costi dei beni e dei servizi che in materia sanitaria sono sempre superiori di 2-3 punti, la cifra che mancherà all’appello sulla sanità su base annua nei prossimi tre anni sarà di circa 80 milioni.
Però, dicevo, siamo comunque al secondo posto in Italia per la correttezza del bilancio e per la regolarità dei conti.
Sulle discussioni dei tributi regionali c’è stato un recupero dell’evasione fiscale. Non si ricorre ad anticipazioni di cassa ovvero non ci sono oneri passivi.
Quindi anche se l’anno a venire, il 2011, sarà forse l’anno più difficile nella storia della Regione, credo che le condizioni create dalla Regione ci consentano di affrontarlo con rigore e serietà.
Una cifra però voglio ripeterla. Cioè se questa manovra costa allo Stato soltanto l’1-2% delle sue risorse, alle Regioni costa il 13-14%. E se nel periodo 2007-2009 le Regioni hanno contribuito, come appunto abbiamo fatto qui, alla riduzione del debito pubblico del 6%, lo Stato lo ha fatto salire del 10%. E, guardate, non voglio assolutamente creare una contrapposizione fra Regioni e Stato, io credo nella Repubblica e nelle sue articolazioni di Stato, Regioni e Autonomie locali.
Voglio inoltre sottolineare il dato riguardo ai tagli lineari. Mi sembra che stamattina il collega Zinni abbia detto che i tagli lineari basati sulla spesa storica ci consentono di mantenere la coesione sociale. Ma a mio avviso questo significa che negli ultimi anni le Regioni che hanno maggiormente agito sul contenimento dei costi, come nel nostro caso, verranno penalizzate molto più delle altre, quindi in qualche modo viene penalizzata la virtuosità.
In questo bilancio, oltre ad una lettura più interna, dobbiamo vedere ciò che significa in termini di cultura, di strategie, di scelte. Siamo in presenza di un rinnovato esercizio della responsabilità collettiva, se volete anche dentro un quadro più grande, quello della civilizzazione europea, che è presente nel bilancio come pure negli emendamenti che sono stati presentati. Questa mattina il collega Massi diceva: “ogni nostro emendamento fa riferimento a dei valori”. Quindi, vedete, siamo in presenza di un dato anche culturale.
Sicuramente questo bilancio ha una visione di società, è ancorato al territorio, allo spazio pubblico dove si misurano gli effetti della crisi, dove nascono le paure della globalizzazione, il tutto insieme al bisogno di risposte efficienti, efficaci, solidali.
Quindi la Regione organizza il sistema. La volta scorsa avevo parlato di sistema, poi mi è stato detto: “ma il Cal, il Crel…”. Questa volta hanno dato pareri anche il Cal e il Crel, e la democrazia organizzata sia del mondo sociale che di quello delle istituzioni non è poca cosa. Ma il sistema è più ampio, è più grande, è profondo, più esteso, il sistema sta nella vivacità della società marchigiana.
Dicevo quindi che la Regione organizza il sistema, programma, pianifica, legifera. Il collega Binci prima diceva che dovremmo andare avanti nella gestione del territorio, nella pianificazione, e noi andremo avanti. La Regione investe infatti nell’economia, nelle infrastrutture, nello sviluppo, nel lavoro, nella formazione, nella sanità, nella manutenzione del territorio; qui cito soltanto un dato di questa intesa, di questo accordo Stato-Regioni, sono 56 milioni di euro.
E su ognuna di queste voci potrei dire molte cose, ma non lo faccio perché sono certo che lo faranno nei loro interventi gli Assessori, ognuno sicuramente entrerà nel merito di questi aspetti.
Il collega Binci parlava del trasporto pubblico locale, ma lui sa bene che in discussione c’è anche il piano regionale dei trasporti. Guardate che sul trasporto pubblico locale, anche quando parliamo di mantenere questa situazione, significa che diamo risposte a 214 mila persone che ogni giorno usufruiscono del mezzo pubblico, non parliamo di una sigla. Allora le scelte, quelle che riprendeva prima il Consigliere Comi e che per brevità non riprendo, le priorità, dal fondo anticrisi agli incentivi per il lavoro, per l’economia, alle politiche sociali, alla cultura, al turismo, alla green economy, sono tutte contenute in questo bilancio.
Quindi ci sono politiche coraggiose per la crescita e per l’occupazione. Perché la poca crescita può avere effetti sociali devastanti, i divari di reddito italiani crescono a ritmi vertiginosi, la povertà aumenta ogni giorno ma anche la classe media soffre sempre di più.
È vero che siamo in presenza di una situazione debitoria particolare - tra l’altro da questo punto di vista continuo a pensare che la componente fondamentale dello squilibrio in atto è data dalla finanziarizzazione, dallo spostamento della ricchezza dal lavoro, dalla produzione, dall’economia, dall’impresa - però il basso debito privato, il debito pubblico molto elevato ci salverà, ci salverà la virtù delle famiglie italiane, ma questa virtù sarà messa a dura prova se il welfare viene smantellato, se diminuiscono le pensioni, il lavoro, se i giovani sono inoccupati, se non ci sono tutele per i precari, se c’è mancanza totale di meritocrazia.
Ecco, questo bilancio, per quello che è possibile, con quelle priorità, con quelle scelte, cerca di attenuare questi fenomeni. Tra l’altro il 50% del debito pubblico italiano è detenuto da investitori internazionali. Quindi i servizi pubblici si riducono se non c’è la presenza, come in questo caso, della riposta pubblica. La riduzione della qualità non è certamente un aiuto per l’economia, oltre a rappresentare un’ingiustizia sociale non creeremmo neppure le condizioni per investire nel nostro territorio e tanto più per attrarre investimenti dall’estero.
Quindi dobbiamo fare in modo che la virtuosità, queste Marche plurali, queste Marche virtuose, trovino dentro questo bilancio – e a mio avviso lo trovano -, come pure nel ruolo di questa Istituzione, risposte per mantenere questo stato di cose. Uno stato di cose che, ripeto, costituisce un’eccezione positiva in un quadro europeo, mondiale e anche nazionale pesante.
La grande crisi economica finanziaria, che chiude sicuramente un ciclo di politiche senza regole, ci fa dire che dobbiamo rafforzare la presenza e la risposta pubblica, dentro però la sfera della democrazia anche nella stessa costruzione della decisione.
Io sono convinto che sarà possibile uscire da questa crisi economica soltanto se continuiamo a supportare, ovviamente nel rispetto delle regole, l’economia, chi lavora, chi produce, chi rischia ed investe, e con un’attenzione particolare alle fasce più deboli.
Quindi la dignità del lavoro, la centralità della persona, la forza al merito sono secondo me le condizioni che ci consentono di rifiutare una lenta decadenza a causa di una mancata crescita.
Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Ascoltando gli interventi di alcuni colleghi di maggioranza ho voluto rileggermi i resoconti dell’Assemblea legislativa del dicembre 2009 per capire bene se questo copione veniva o no ripetuto. In realtà la relazione del collega Brandoni, allora relatore di maggioranza, di un partito che oggi tra l’altro siede nei banchi dell’opposizione, ci aveva prospettato un bilancio di previsione molto diverso, ossia prefigurava prospettive ben diverse; forse perché si era stati particolarmente solerti a voler raffigurare quel bilancio di previsione come un bilancio preelettorale, per cui si poteva comprendere bene che ci fossero nuvole più rade rispetto a quelle oggi emerse in questa discussione, rispetto agli scenari che si prefigurano per il futuro.
C’era dunque un bilancio di previsione preelettorale e quindi proprio fatto con altra enfasi, seppure anche lì già aleggiava l’ombra della crisi, l’ombra di entrate più o meno discutibili che venivano rendicontate senza sufficienti garanzie. Come pure su alcune scelte in merito alle uscite c’erano non poche perplessità non solo dai banchi della minoranza ma anche da quelli della maggioranza.
Ricordo bene con quale tipo di artifizio e di capacità sicuramente anche oratoria il Consigliere Brandoni espose il bilancio per poter giustificare che doveva essere in qualche modo allettante sopratutto dal punto di vista elettorale.
E certamente la crisi esisteva allora come esiste oggi. Da parte dell’Assessore la stagione di lacrime e sangue era stata preannunciata anche durante l’ultima manovra, ma il richiamo che fece al senso di responsabilità nei confronti delle minoranze è in realtà risultato essere più che altro un richiamo di massima. Un richiamo di massima che purtroppo non ha visto nello svolgimento dei lavori dell’istruttoria della fase di bilancio il coinvolgimento delle minoranze. E non solo per quelle che potevano essere le prebende o gli orticelli che poi sistematicamente si sono configurati nella costruzione di questo bilancio di previsione, ma sopratutto per quello che è l’elemento mancante fondamentale, che è stato in qualche modo enunciato e sottolineato da alcuni colleghi. Cioè che sicuramente questo è un bilancio di rigore, è un bilancio di taglio, è un bilancio molto coerente con quello che è stato fatto a livello nazionale, infatti il bilancio regionale scimmiotta un po’ quello nazionale, fa cioè tagli orizzontali senza una vera e propria programmazione e una progettualità che possa far intravedere a questa Regione un orizzonte un po’ più confortante.
Dunque quella capacità di governo e di programmazione che dovrebbe avere la Regione, proprio in virtù del fatto che è necessario questo rigore nei conti, ci fa capire che in realtà il ricorso alla demagogia lo sta attuando proprio questa maggioranza per cercare di giustificare una manovra e una finanziaria che è assolutamente attendista o peggio ancora rinunciataria.
Ecco perché il bilancio più che puntuale è inesorabile. Così come inesorabile è anche l’abdicazione che fa questa maggioranza di fronte a una manovra assolutamente deficitaria e sopratutto assente, non prevede infatti nessun intervento di sistema, non prevede una politica di rilancio, lascia solo intravedere una minima speranza in termini di politica nel dare sopravvivenza.
Certamente non vi sono tutti questi grandi interventi in campo di innovazione, così come non sono stati fatti grossi sforzi in termini di supporto alla riconversione delle strutture produttive.
Insomma, ripeto, è un bilancio rigoroso, è un bilancio formale dal punto di vista numerico, però secondo noi dal punto di vista politico è piuttosto carente.
Per cui se vengono stanziate cifre importanti in settori chiave, che non sono soltanto quelli della sanità, mi riferisco ad esempio ai trasporti che costituiscono un po’ il tema nervoso di una Regione, ebbene, oggi prevediamo uno stanziamento di fondi però a fronte di un piano regionale dei trasporti e mobilità assolutamente inesistente, un piano che aleggia in IV Commissione ma che questa Assemblea legislativa non riesce ancora ad approvarlo. E’ abbastanza assurdo che viene riproposto, ritirato e non votato; ci ricordiamo tutti come finì nella precedente legislatura, mancò la maggioranza politica che politicamente potesse approvare quell’atto e che purtroppo ancor oggi non vede far capolino in quest’Aula.
Insomma questa la dice lunga, come dicevo poco fa, sulla mancanza di progettazione e di programmazione in alcuni ambiti chiave. Ambiti che fanno riferimento, appunto, al trasporto, come pure alla tutela delle coste, alla tutela ambientale così diffusamente e genericamente detta, che in realtà si scontra poi con alcuni aspetti molto precipui ed estremamente chiari e puntuali, quelli sì, come appunto il problema dell’erosione delle coste.
A noi non scandalizza più di tanto il ricorso sistematico al marketing, alla comunicazione, seppure siano aspetti che pesano in modo particolare su questo bilancio, più che altro ci preoccupa che quel ricorso sistematico fatto per propagandare le bellezze naturali di una regione, bellezze che esistono da sempre e che prescindono dalle capacità di governo, siano esse di un governo di centro-destra o di centro-sinistra, si tramuti inevitabilmente in un biglietto da visita inservibile. Quindi un fatto che tradirà una volta di più le inadeguatezze e sopratutto le assenze di strategia e di prospettiva di questa Regione. Caratteristiche che purtroppo rivela ogniqualvolta va ad approvare sia manovre di assestamento sia manovre finanziarie di previsione. Manovre che danno il senso di una Regione che è sì rigorosa numericamente, che fa tesoreria come è stato giustamente detto, ma che in realtà non vive di luce propria, non ha prospettive, è l’anima di una Regione che non conosce una strategia politica di previsione e quindi di prospettiva e quindi futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi quindi vorrei con un piccolo sunto cercare di portare la discussione su qualcosa di coerente e sopratutto di programmatico.
Tutti con molta attenzione abbiamo ascoltato quanto pessimismo c’è nelle acclamazioni, quanto pessimismo e paura per il domani vediamo nei nostri giovani, nelle nostre aziende, in chi deve creare benessere e fare impresa.
Allora qui vorrei dare una prima risposta al collega Comi. Il collega Comi prima diceva: “noi stiamo facendo bene, che il Governo ci prenda da esempio, che il Governo dica che la Regione Marche si sta dando da fare e che è tra le Regioni migliori”. Siamo perfettamente d’accordo, collega, perché comunque ci possiamo vantare di avere persone, come l’Assessore Marcolini, professionalmente preparate, puntuali e rigorose nel loro operare, ma dobbiamo anche dire che non si può puntare sempre il dito, avvantaggiare la nostra immagine e poi dire che gli altri lavorano male. Dovremmo invece dire che questo è un momento di crisi, è un momento serio, è un momento di riflessione. Ma è un momento anche deludente se noi stando qua come amministratori – questo più volte l’ho ripetuto in questa Assemblea, e me ne fregio perché comunque è onorevole essere qua – continuano a confrontarci ancora come maggioranza e minoranza, se facciamo cioè ancora discorsi politici in un momento come appunto questo che è di programmazione per tre anni.
L’Assessore Marcolini, sempre così attento, ha programmato, ha visionato questa Regione per molti anni, con molta attenzione ci sta dando delle definizioni importanti, ci sta dicendo che comunque dobbiamo stare attenti, ma io voglio aggiungere che dobbiamo assolutamente anche progettare, dobbiamo dare una prospettiva e dobbiamo mettere in sintonia le istituzioni. Non si può dire che c’è mancanza di ascolto della minoranza al Governo nazionale quando voi stessi non siete capaci di ascoltare la minoranza che è qui in Regione. Noi come minoranza, Assessore, questa volta non abbiamo presentato un solo emendamento con un importo, abbiamo presentato soltanto emendamenti politici, perché siamo stanchi di tornare a casa umiliati, perché siamo stanchi che ci si sorrida in faccia perché secondo voi i nostri emendamenti non hanno senso, non hanno rigore. Allora abbiamo detto basta, quindi non abbiamo presentato emendamenti con cifre, però qui tutti dobbiamo riflettere.
Allora per quella riflessione mi rivolgo ancora una volta al Consigliere Comi. Lui ha puntato il dito, ha detto che la minoranza al Governo non viene ascoltata, bene, a lui allora ribadisco che la minoranza in quest’Aula viene assolutamente umiliata, perché non è detto che dalla minoranza non arrivino proposte serie.
Come minoranza nel precedente assestamento soltanto una cosa eravamo riusciti a spuntare, l’amianto. Bene, oggi su un importo di 197.500 euro c’è stata fatta una riga sopra. Di cosa stiamo parlando, qui si tratta di amianto, di un’emergenza! La cifra era irrisoria quindi è un’umiliazione oltre che un’emergenza, è solo perché è stata proposta dalla minoranza.
Vado ancora avanti. Con i fondi comunitari, che sono stati presi ad esempio anche dal collega Bucciarelli, si devono fare progetti. Quindi la Regione, lo Stato, che metto in gioco anche su questo, devono fare in modo che tali fondi possano essere presi, e che possano essere presi in considerazione anche dalle aziende. Alcune piccole aziende – e in questo caso mi riferisco alla Lombardia – stanno facendo sistema, stanno presentando progetti. Allora facciamo in modo che questi progetti provengano anche da questa nostra regione. Perché è soltanto facendo sistema ed essendo forti, sopratutto in una regione come le Marche dove la piccola e media impresa la fa da padrona dal punto di vista economico, che potremo stimolare e fare comunicazione. Sul nostro bilancio ci sono molte voci che riguardano la comunicazione, la formazione, il confronto, allora facciamo in modo che i fondi che vengono dalla Comunità europea possano essere messi a regime sulle nostre strutture, sulle nostre imprese e sopratutto sui giovani, sulle scuole e sulla loro formazione.
Ringrazio dell’attenzione e concludo dicendo solo un’altra cosa, seppure potrei continuare a parlare ancora a lungo. Ossia, governiamo ma non seminiamo pessimismo. I momenti di riflessione e di crisi non devono essere solo pessimismo, ma per un Governo, come questo delle Marche che è sempre stato da esempio per le altre Regioni, devono essere soprattutto uno spunto per una ripartenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Questo è il mio primo bilancio che affronto in Regione, voglio quindi fare alcune riflessioni di carattere politico sugli interventi che ho ascoltato in Aula. Parto subito dall’ultimo intervento della Consigliera Ciriaci che condivido pienamente.
Il bilancio è un documento di programmazione economico finanziario che si basa sulle risorse che abbiamo a disposizione. Prima il Consigliere Comi ha detto che nei nostri interventi ha sentito fare molta retorica e molta dialettica, quindi credo, senza fare polemica, Consigliere, che volesse dire fine a se stessa. Io condivido, perché da questo bilancio e dai bilanci di questi anni, dalle scelte che si sono intraviste in questi anni da parte della Regione Marche si è fatta appunto quella retorica dialettica che lei prima ha citato, si è cioè vista poca programmazione, poca vicinanza reale al territorio e sopratutto con esso poca sinergia e poche idee.
Credo che questo punto sia difficilmente confutabile, perché è solo retorica citare qua il Governo nazionale quando ci prende a riferimento però poi non perdete occasione per attaccarlo, per fare demagogia su tutti gli interventi e le politiche fatte dal Governo Berlusconi. Allora delle due l’una, o il Governo Berlusconi è un Governo che sbaglia sempre, quindi sbaglia anche quando prende ad esempio la Regione Marche, oppure voi fate demagogia strumentalizzando alcune posizioni singole a vostro favore. Che però ora vi stanno dando torto, perché nella gestione delle politiche regionali i risultati reali che si percepiscono sul territorio vedono una Regione molto più debole e molto meno competitiva rispetto a quella che ormai troppi anni fa avete ereditato quando siete andati al governo di questa Regione.
In Italia e in Europa c’è una discussione globale, profonda e sicuramente difficile del sistema economico finanziario, però i tagli non devono essere presi a pretesto per fare delle scelte unilaterali che possono ingenerare in noi sia delle perplessità che delle riflessioni negative.
Sicuramente occorre essere attenti al bilancio di previsione come momento non solo di divisione dei pani e dei pesci che ci sono stati dati dal Governo e dalle risorse dei nostri contribuenti, ma che sia anche un bilancio che guardi alla programmazione del territorio, che guardi al di là della distribuzione finanziaria delle risorse, che sono sicuramente indispensabili e fondamentali, che guardi a una visione politica dell’economia, del sociale, del territorio, dell’urbano.
Allora qui mi viene da pensare, seppure questo sia il mio primo anno, alle scelte fatte dall’amministrazione di centro-sinistra che governa la Regione Marche. Qualche anno fa la Regione ci aveva proposto l’Asur come medicina inesorabile per la sanità regionale, ma a distanza di qualche anno, nel momento in cui la politica sia sulla qualità dei servizi sia sulle politiche strategiche dei costi ha fallito, c’è stato un ripensamento e un rimodellamento su una nostra proposta iniziale che parlava delle cinque province, una Asur ogni provincia.
Anche la politica della fiera è passata sottotono, il fatto di non avere più un ente regionale di promozione fieristica è grave – in quest’Aula l’avevamo detto – perché si va a colpire la cultura della promozione del territorio.
Così come è grave, bisogna sottolinearlo, che manca una politica del turismo. Non si può solo dire che non c’è una politica del turismo, il turismo non si inventa da un giorno all’altro, si costruisce e si programma negli anni. Allora forse anche su questo c’è demagogia, perché si tende a scambiare la promozione del territorio con il turismo, che sono due cose profondamente differenti. Certo, con qualche risorsa possiamo promuovere il territorio, ma fare turismo è veramente diverso.
Il Consigliere Binci prima diceva che non esiste un sistema turistico, io condivido pienamente. La costa e l’entroterra sono staccati, abbiamo tantissime attrattive dal punto di vista artistico e culturale che sono abbandonate e molto spesso non conosciute neanche da chi vive nel territorio ove sono ubicate, questo perché non abbiamo la capacità di fare una reale sinergia e metterle in rete.
La politica del commercio ha visto concedere autorizzazioni alle multinazionali estere a discapito del piccolo e medio commercio al dettaglio, cosa che ha prodotto un danno anche all’artigianato e alle attività produttive.
Ecco, io mi aspettavo un bilancio che guardasse alle esigenze reali del territorio, che desse risposte nelle piccole cose e non nelle grandi aspettative. Il territorio si aspetta dalla politica, dalla Regione, dalle Istituzioni un appoggio su cui poter far fronte alle realtà immediate e non dunque far perseguire i sogni che purtroppo oggi sono più difficili da raggiungere.
Qualcuno di voi ci ha accusato del fatto che non abbiamo idee, che non abbiamo una strategia, noi invece - lo diceva prima anche il nostro Capogruppo Massi – ce li abbiamo, dateci voi qualche suggerimento. Ma certamente noi in quest’Aula non rimpiangiamo il Governo Prodi in quanto sicuramente non è stato fautore di grandi contributi agli enti locali, alle Regioni, Province e Comuni, sicuramente non è stato un modello di avanguardia da portare ad esempio né in Italia né in Europa né in nessun altro posto.
Prendiamo allora tutti atto della situazione dei tagli, cerchiamo di costruire un bilancio reale che si fa onda su una programmazione seria. E da questa programmazione devono anche scomparire quelle iniziative singole seppure marginali, come diceva prima il Consigliere Giancarli. La programmazione ci deve vedere tutti coinvolti in un programma triennale volto alla valorizzazione di quello che c’è, deve mettere in sinergia quello che c’è, insieme ad una maggiore comunicazione in nome di quel principio di sussidiarietà che dovrebbe regolare la politica in questo momento.
Ma tutto questo non trapela non tanto da questo bilancio quanto dall’atteggiamento di un centro-sinistra e di una Giunta Spacca che è sempre più arroccata su se stessa, che è sempre più arroccata a rispondere alle priorità di chi l’ha votata e non a rispondere al futuro che vuole questa regione, un futuro basato realmente, da Pesaro ad Ascoli, nella valorizzazione delle tantissime realtà produttive che c’erano e che oggi stanno scomparendo, delle tante ricchezze del territorio che non sono ancora valorizzate per quelle che sono, e delle tante e tante geniali idee riguardo l’imprenditorialità, quelle idee che ci avevano contraddistinto negli anni passati e che oggi sono invece soffocate da una politica che non sa più dare spazio alle esigenze del nostro territorio.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Intervengo dopo aver sentito gli interventi dei Consiglieri di maggioranza che vi confesso sono stati veramente di stimolo, poi vedrete se in senso negativo o positivo.
Qui si continua a fare finta di niente. In questa Assemblea legislativa si passa con la massima naturalezza, così come si è fatto con il passaggio da un’alleanza con Binci e Bucciarelli ad un’alleanza con Marconi e Viventi, da un giudizio ad una promozione di bilancio, un giudizio che parte da quello dato al Governo Berlusconi, così come diceva il Consigliere Acquaroli.
Sono tre mesi che ci angosciate con i tagli – non vedo l’Assessore Marcolini – che, lacrime e sangue, ci cadevano addosso. Poi viene il Ministro Brunetta che si complimenta con qualcuno, viene il Ministro Fazio che si complimenta con qualcun altro, dopodiché voi sempre con la massima naturalezza non vi rendete conto che sono elementi di quello stesso Governo presieduto da uno stupratore della democrazia, per stare al giudizio di qualcuno di voi. Ecco, è questa la cosa disdicevole.
Nel mondo occidentale c’è quello che tutti vediamo, e neanche voi potete sottacerlo alle vostre intelligenze, c’è una grande crisi che deriva proprio da quello che diceva qualcuno prima di me, se non sbaglio il Consigliere Giancarli, parlando del grande problema del non essere andati dietro al mondo del lavoro ma dell’essere andati dietro al mondo della finanza dove qualcuno si è arricchito troppo velocemente non sulla base di un’economia economia bensì sulla base di una grande bolla. E tutti sono andati dietro a queste realtà, infatti le crisi hanno colpito sia governi di centro-sinistra sia governi di centro-destra, su questo non c’è stata una grande divisione.
Allora o ne prendiamo atto e ci ragioniamo dimostrando un’onestà intellettuale che dovrebbe farci onore; e da qui dovrebbe anche conseguire che l’emendamento proposto dalla minoranza non è un emendamento contro la maggioranza, ma semmai è un qualche cosa, al di là di chi lo propone, che evidenzia i problemi sul territorio. Oppure continuiamo a fare il solito giochetto di quando qui si parla di tagli, quando qui qualcuno parla di paura del federalismo, quando invece il federalismo avrà una grande virtù, chiamerà i governanti a responsabilità.
Io provenendo non dalla prima Repubblica – ringraziando Iddio non ne ho fatto parte, non ho mai votato un partito della prima Repubblica e ne sono felicissimo, anche perché non la rimpiango affatto, rimpiango solo che la seconda non è troppo distante dalla prima – vorrei allora qui esporvi quel fatto che sapete tutti: ma di quanto sono stati gonfiati… (…) Io non ho mai votato un partito della prima Repubblica e penso che della prima Repubblica si possono considerare tutti quei partiti a cui si rivolse Bettino Craxi nel luglio del 1993 dicendo che si dovevano alzare tutti quelli che non avevano presi i soldi per i loro partiti, ad eccezione, si fece questa specificità, del partito Radicale e del Movimento Sociale italiano. Non giochiamo su queste cose! Con tutti gli errori che possiamo aver fatto sicuramente la tangente Enimont, il miliardino dell’Enimont arrivò a Botteghe Oscure, maggior partito di opposizione - se lo ricordi, cosa molto strana! -, non arrivò a Via della Scrofa…(…) Lei mi interrompe, Assessore Giannini, ma se vuole intervenga ne parliamo insieme, perché ognuno poi ha i Greganti di turno, c’era chi si offriva e si esponeva il petto e poi c’era quell’altro che invece appena gli suonavano alla porta non solo diceva quello che aveva preso ma anche quello che non aveva preso. Lì però c’è un discorso di carattere, io ammiro Greganti, ci mancherebbe altro, per lo meno è uno che ci ha creduto fino alla fine. Altro che voi! Non so chi di voi avrebbe fatto queste scelte.
Ma al di là di questo, dicevo: di quanto è aumentato quel debito pubblico in Italia grazie ad operazioni di questo tipo? L’Italia subisce con questi tagli un surplus di danno per tutto quello che è successo prima. Vorrei allora ricordare a qualcuno di voi, perché è simpaticissimo, di leggere qualche libro sul come si facevano le leggi in Italia nel 1975-1985, quante leggi che provenivano dalle Commissioni parlamentari erano votate non solo dai partiti del centro-sinistra ma anche dal maggior partito di opposizione, perché conveniva a tutti un determinato giochetto, ognuno faceva la sua parte di maggioranza o di minoranza ma le leggi si votavano insieme.
Detto questo, oggi qual è il vostro limite? Secondo me è che non vi rendete conto che noi che appoggiamo convintamene un Governo di centro-destra siamo vittime ingiustificate, inconsapevoli, direi ingiustamente della vostra politica, una politica tutta basata solo sull’antiberlusconismo. E non vi rendete conto di un fatto specifico, che purtroppo tutti i Governi - e parlo di Governi come quello di Sarkosy o come quello laburista in Inghilterra - che dall’estate del 2008, dalla crisi finanziaria, si sono sottoposti all’esame dell’elettorato subendo delle scoppole notevoli, tutti meno il Governo Berlusconi. Questo è il dramma per voi. Però continuate a fare dell’antiberlusconismo che poi alla fine – e questo è un altro tipo di problema – giova solo a Berlusconi, non giova a voi perché non fate proposte di nessun tipo a fronte della critica politica economica di Berlusconi, e non giova a chi sta nel Partito delle Libertà che si trova schiacciato su posizioni berlusconiane.
Dico questo perché poi sarebbe facile, anzi, noi dovremmo aspettarci da voi invece di parlare di quei tagli che ha fatto il Governo che cosa il vostro Governo avrebbe dovuto fare. Cioè ci dovreste dire per primi quale sarebbe il vostro Governo, quali sarebbero i vostri alleati, a chi andreste a rivolgervi per fare una cosa del genere. Anche perché tra poco, ringraziando Iddio, ci saranno le elezioni, è inutile che ce lo nascondiamo, e allora tutte queste cose verranno fuori. E verrà fuori sopratutto la vostra impossibilità di fare un progetto politico adeguato alla crisi economica che attanaglia il mondo occidentale. Allora o voi diventerete laburisti tout court, con tutto quello che ne consegue, oppure dovreste rifarvi un vostro ruolo nuovo, ma questo, con buona pace di Bersani, vi toglierà altri aspetti che al momento sembrano più feraci per voi, altri contatti, per esempio quelli che avete fatto nella Regione Marche lanciando a mare i precedenti alleati, perché a livello nazionale il progetto Marche forse non è ancora pronto per decollare.
La mia è una riflessione soltanto di serietà, e per questo mi riallaccio anche a quello che diceva il Consigliere Binci. In momenti di crisi dovremmo essere noi i primi a verificare che c’è la crisi e a verificare qual è la nostra posizione che dovremmo dare agli altri rispetto agli altri. Allora è su questo che ne va della nostra virtù. Io non vado d’accordo con lei, Consigliere Binci, solo quando dice che tanto saranno cose che non interessano a noi direttamente, no, no, perché sarà facile per tutti noi far capire alla gente la nostra credibilità su questi punti.
Ritorno a quello che dicevamo martedì scorso, ossia che un Consigliere regionale o un Deputato vada in pensione a sessant’anni è cosa assurda e schifosa rispetto a chi va in pensione a sessantacinque anni. Basterebbe questo punto, è su questo che tutti noi, visto quello che ci danno a fine mese, dobbiamo guardarci in faccia e sapere se ognuno di noi è in grado, sulla base appunto di quello che ci danno a fine mese, di aver garantita un’onesta vecchiaia - non una vecchiaia alla Berlusconi, ci mancherebbe altro - rispetto a chi è in giro o a chi sta qui fuori. Perché parlare di tagli è facile, addebitare i tagli agli altri è sempre molto facile, allora l’unica maniera per essere credibili è sottoporre quei tagli prima di tutto a noi stessi.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Solo per qualche risposta al dibattito che è stato sicuramente intenso, ma mi si permetta di dire anche un po’ generico. Perché se è giusta l’osservazione che ha fatto provocatoriamente il Consigliere Massi, Capogruppo del PdL, riguardo alle proposte sul piano nazionale – su cui poi qualcosa diremo – è anche vero che di proposte sul nostro bilancio da parte dell’opposizione, a parte una serie di richiami molto generici, nel concreto ne abbiamo sentite poche.
Prendo la parola anche per ringraziare sinceramente - anche per me, come per altri Consiglieri di maggioranza ed opposizione, è la prima esperienza è il mio primo bilancio - il collega Marcolini, perché al di là di tutta la retorica le cifre parlano. Si potrà dire che è stato giusto, non giusto, e sicuramente il taglio è una grande occasione, perché ogni momento di crisi, di difficoltà e di sacrificio è una grande occasione per vedere se si è più bravi o meno bravi. Per cui ad una Regione che riesce a chiudere i propri conti senza gravi danni e facendo delle scelte con 180 milioni di taglio va riconosciuto che è brava. Io di tutto il bilancio ho toccato soltanto una piccolissima parte, il resto lo ha condotto l’Assessore Marcolini, quindi a lui dobbiamo dire che è stato bravo, è un dato, non so se tutti saremmo stati capaci di dare con la stessa precisione e con lo stesso equilibrio un risultato di questo tipo.
Al tempo stesso questa Regione, con molta umiltà ma anche con grande decisione della Giunta, sta attuando già da alcuni mesi interventi presso il Governo non solo per dire che protestiamo per quello che è stato fatto – l’hanno fatto tutti i Presidenti delle Regioni che in maggioranza sono di centro-destra, quindi è stata non credo neppure una retorica perché in alcuni casi ci ha consentito qualche piccolo rientro –, ma ci stiamo anche adoperando per avere per tutti, non solo per la nostra Regione, degli interventi di carattere straordinario.
Appena due giorni fa il Governo, in questo caso i Servizi sociali, ha approvato per la nostra Regione un progetto straordinario, che avevamo presentato pochi giorni prima, di 1,5 milioni per l’Alzheimer, ce lo finanziano per il 90%. Questo progetto presentato in collaborazione con l’Inrca ci dice che qualche cosa di buono si riesce a fare. Altre cose sono inoltre successe riguardo all’ambiente per cifre molto più significative, abbiamo anche salvaguardato gran parte dei finanziamenti per l’edilizia sanitaria.
Purtroppo però, e lo dico con amarezza, rispetto alle tante assicurazioni che il Ministro Sacconi aveva dato per esempio sulla non autosufficienza, che non era una grande cifra erano appena 400 milioni, sono stati tagliati tutti. Per la nostra Regione è una botta da 10 milioni. Per cui per l’anno prossimo, quando questi soldi non li avremo più, abbiamo messo in conto di attuare altri 10 milioni rispetto a quelli che precedentemente avevamo.
Alla stessa maniera segnalo ai colleghi Consiglieri l’articolo 10, comma 2 dove abbiamo indicato il fondo di priorità regionale corrente per un importo complessivo di 13 milioni, di cui 10 milioni – e questo è il sacrificio – vengono destinati ad integrazione e addirittura in alcuni casi ad allargamento degli stanziamenti del sociale per compensare tutto quello che abbiamo perso dai trasferimenti nazionali.
Quindi se scorrete le voci vedrete che tutte le leggi che riguardano il settore sociale vengono rifinanziate con la stessa entità, e la stessa cosa per quanto riguarda le Upb del sociale, e al tempo stesso mettiamo in conto questi 10 milioni.
Ecco, queste non sono chiacchiere, sono scelte precise, quindi non sono esattamente come è stato detto – la cosa un po’ mi ha sorpreso – ossia tagli lineari indiscriminati. Cioè è stato detto che noi avremmo fatto esattamente la stessa cosa che ha fatto il Governo, non è così, perché leggendo la proposta di legge – che è solo una piccola parte di tutte le tabelle che andremo ad approvare per il bilancio – vedrete che alcune voci vengono ridotte in maniera significativa, altre addirittura scompaiono, per il resto, e risegnalo quelle del sociale, vengono mantenute integralmente nella loro consistenza e con i 10 milioni abbiamo la possibilità addirittura di allargare le voci di spesa. Ne annuncio una per tutte, perché in questa situazione di emergenza sociale abbiamo ritenuto che in modo particolare le famiglie più povere, quelle numerose e le donne sole, debbano essere oggetto di particolare attenzione, ossia, per la piccola legge 30, che stanziava 1 milione 140 mila euro, abbiamo già da quest’anno portato la spesa a 1 milione e 700 e per l’anno prossimo la porteremo a 2 milioni e 300. Non è scritto in bilancio ma è quanto avverrà.
Voglio dare anche serenità al Consigliere Bucciarelli per quanto riguarda il discorso degli oratori. Certo, leggendo in quella maniera dice una cosa vera però non sa i precedenti. Il precedente è che ci portiamo dietro, Consigliere, 450 mila euro di contributo dell’anno in corso che viene erogato nell’anno successivo. Abbiamo allora chiesto al soggetto interlocutore, che ha firmato con noi il protocollo per questa stazione, di non ricevere tutto il contributo in un anno – l’avrebbero ricevuto il doppio per il 2011 – ma che venisse spalmato sui tre anni a venire. Quindi abbiamo 600 mila euro che non sono un di più, Consigliere Bucciarelli, perché avrebbero dovuto ricevere 900 mila euro nel 2011 invece ne ricevono 600 nel 2011, 600 nel 2012 e 600 nel 2013. Questo lo dico per dovere di onestà intellettuale perché sembra che facciamo regali, no, è il contrario, il beneficiario di questo contributo, ripeto, non li riceve tutti in un anno bensì in anni differenti. Quindi ringrazio chi ha avuto questa sensibilità.
Inoltre abbiamo - non è in queste tabelle ma c’è sul bilancio - 1 milione e 200 mila euro, Consigliere Bucciarelli, per i fondi che riguardano i centri per i giovani e per l’infanzia. Sono fondi che si aggiungono ad altri che discuteremo mercoledì riguardo ai centri di aggregazione giovanile. Quindi in questo senso c’è sicuramente attenzione. Ripeto, seppure siamo in un momento di crisi e di difficoltà questi dati vengono regolarmente confermati e in alcuni casi addirittura ampliati.
Un’ultima considerazione la faccio sul piano politico più generale ma che riguarda anche qui una scelta fondamentale che la Regione ha fatto, la famiglia. Colleghi Consiglieri, credo che gli interventi che potremmo immaginare per la famiglia e per le famiglie in difficoltà potranno essere tanti, ma mai sufficienti se al contempo non c’è una seria politica di sviluppo che porti nuovo lavoro e nuova occupazione. E questo non lo può fare la Regione da sola, lo può fare il Governo nazionale, lo possono fare le Istituzioni europee. Che è dunque quello che lamentiamo nei confronti del Governo, non il fatto che abbia dovuto fare i tagli, cosa che si può anche capire, lamentiamo il fatto che sono stati fatti in maniera lineare e che dentro la finanziaria nazionale non ci sono politiche per lo sviluppo. E allora, scusate, è a disposizione di tutti, andate a vedere quali sono stati i tagli fatti ai Ministeri, non c’è niente, non c’è nessun taglio da parte dell’Amministrazione statale nei confronti delle proprie strutture, mentre abbiamo 4-5 miliardi che diventano 7-8 per Regioni, Province e Comuni e 4 miliardi nei confronti delle Regioni. Questi sono dati che difficilmente possono essere confutati e che segnano anche il senso di questa finanziaria e le responsabilità delle scelte che vengono fatte.
Concludo dicendo che rimango un po’ meravigliato che di tante osservazioni poco o niente si è detto rispetto alla sanità, eppure questo bilancio per 2 miliardi e 750 milioni riguarda la sanità. Su questo qualche considerazione, collega Marcolini, ce l’avrei e l’abbiamo anche condivisa insieme. Parlare di sanità da parte dell’opposizione sarebbe stato interessante e difficile, perché si possono dire solo due cose, o si dice che bisogna aumentare la spesa, che in questo contesto diventa molto difficile anche per il generale convincimento da parte dei nostri cittadini che dicono che sulla sanità si sta spendendo troppo – e questo a dirlo sono prevalentemente la stampa e i giornali di destra – oppure si potrebbe dire che bisogna spendere di meno. Benissimo, ma bisogna anche vedere dove c’è da spendere di meno, quali tagli dovrebbero essere fatti. Perché dico questo? Perché nel proseguo dei prossimi cinque anni – ma lo sviluppo deve essere verso i dieci anni – avremo un costante aumento della platea degli utenti dei servizi sociali, socio-assistenziali e socio-sanitari che non potremo soddisfare con uguali aumenti generali di bilancio, perché non avremo fondi per questo. L’unico costo dove potremo attingere sarà riuscire ogni anno a risparmiare qualche cosa lì sulla sanità per portare, Consigliere Acquaroli, proprio sul territorio i fondi che possono essere utilizzati in collaborazione con il volontariato, con l’associazionismo, con le famiglie, per un argomento che sarà esplosivo in termini economici e finanziari nei prossimi anni, cioè l’assistenza agli anziani.
Per il resto i nostri fondi vanno tutti sul territorio, i 60 e rotti milioni del sociale non c’è niente o quasi niente che la Regione fa direttamente, a meno che non si tratti di progetti, per il resto sono tutti soldi (sono il 92-93%) che vengono distribuiti ai Comuni attraverso gli ambiti territoriali sociali.
Quindi su questa linea credo possa essere impostato in maniera positiva, al di là della retorica che qualche volta il bilancio induce, un discorso serio nelle sedi opportune, a cominciare dalla V Commissione dove sul piano socio-sanitario almeno sulle grandi linee, Presidente Comi, dovremmo cercare di cominciare a dire queste cose in maniera concreta. E credo che su questo troveremo anche il conforto dell’opposizione che almeno a parole in questa giornata ha dichiarato questo.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Ruberò a quest’Aula solo cinque minuti, ma ritengo sia doveroso intervenire in un momento così qualificante come appunto quello dell’approvazione del bilancio di previsione per il 2011.
Quando parliamo di bilancio dobbiamo parlare di numeri, di idee e di progetti.
Per quanto riguarda i numeri sappiamo che il bilancio regionale è governato da due sovrabilanci, quello nazionale e quello europeo e che nel bilancio nazionale la politica monetaria e la politica di bilancio oggi non la fa più il Presidente del Consiglio dei Ministri ma l’Europa.
Il quadro in cui ci inseriamo è allora difficilissimo per tutti, qualsiasi Governo di qualsiasi colore ha cercato di contenere la spesa pubblica per rientrare dentro certi parametri, nei quali però non ci stiamo nonostante queste manovre. E’ chiaro quindi che a caduta le Regioni e gli enti locali soffrono e dunque devono impostare bilanci di questo tipo.
Il collega Marconi sollevava prima un problema. Io sono tra quelli che ha detto sin dall’inizio con molta chiarezza ed onestà che noi in questi cinque anni avremmo dovuto affrontare momenti di ristrutturazione e riorganizzazione della spesa regionale e che l’avremmo dovuto fare anche a prescindere dalle manovre nazionali. Certo è che tutti ci saremmo aspettati – su questo dobbiamo essere tutti d’accordo, colleghi Consiglieri – che il Governo nazionale lo stesso metro di misura che ha utilizzato per noi lo avrebbe dovuto utilizzare anche per il taglio della spesa dei propri Ministeri. Avete invece visto che c’è stato uno squilibrio. Probabilmente, è così che lo interpreto, in previsione del federalismo fiscale e dei provvedimenti successivi che avrebbero riguardato le Regioni il buon Ministro Tremonti si è voluto assicurato in questo modo di partire da un dato base più basso rispetto a quello precedente.
Allora su questo, diciamocelo come marchigiani né di destra né di sinistra né di centro, raffrontiamo un parametro...(...) No, no, Consigliere D’Anna, non c’è nessuna crisi di identità, io sono stato sempre un uomo di centro e rimango un uomo di centro, ma siccome sono anche un uomo equilibrato non riesco mai a dire le fregnacce sia da una parte che dall’altra e non le posso nemmeno sentire. Questo è un mio difetto ma consentitemelo!
Allora, dicevo, non è pensabile in un momento come questo che ci si divida su alcune questioni. Il bilancio regionale è per il 75% sanità, il resto è trasporti, scuola, personale, spese, ecc., e se ci fossimo invertiti i ruoli ben pochi cambiamenti si sarebbero potuti a fare. Però dobbiamo anche dire con chiarezza che se queste sono difficoltà allora raffrontiamoci con la condizione di altre Regioni, la Regione Sicilia – parliamo di numeri così ci capiamo tutti – ha 25 mila dipendenti e 2.350 dirigenti, la Regione Marche ha circa 1.350 dipendenti (circa 1250 Giunta e 110 Assemblea legislativa) con 72 dirigenti. Raffrontiamo questi numeri e allora ne viene fuori che i marchigiani di destra e di sinistra - escludiamo quelli di centro così non c’è la crisi di identità! - sono tutti virtuosi e rispetto a questi altri altro che virtuosi, dovrebbero darci un premio, oppure forse un premio per la coglioneria per non aver fatto altre cose che da altre parti hanno probabilmente fatto.
Questo lo dobbiamo dire con chiarezza, per cui quando diciamo che non si possono tenere sullo stesso piano i provvedimenti per Regioni diverse diciamo una cosa vera, una cosa che non ha colore politico. Io negli anni precedenti questo l’ho detto anche a parti invertite; è come se, ad esempio, io peso 140 chili e l’amico Francesco ne pesa 60 e ci presentiamo tutti e due dal dottore che ci dice: “dovete dimagrire 30 chili”, dopodiché io rimango a 110 chili e quindi ho ancora tanto grasso da smaltire mentre Francesco va a 30 chili e muore stecchito di fame.
Questa è la condizione delle Regioni italiane, quindi dovevamo fare ragionamenti differenti dal punto di vista politico, e questo al di là del colore, lo sappiamo tutti che è così.
Ora questo bilancio cosa fa? Cerca di affrontare l’emergenza, per cui dal Presidente della Giunta e dalla maggioranza è stato detto: “prendiamo quattro punti essenziali, la difesa del lavoro, la difesa dello stato sociale, insomma, le cose più importanti e concentriamo su quello, tolta la sanità, le scarse risorse che ci rimangono. E questo abbiamo fatto. Inoltre all’interno della macchina regionale ci sono stati una serie di risparmi, di cui anch’io ne sono promotore, che hanno prodotto circa 10 milioni di euro l’anno di risparmio, che non sono poca cosa. Se non ci fosse stata questa crisi io avrei proposto immediatamente che fossero stati utilizzati per la riduzione dell’Irap, per esempio, ma questo non lo possiamo fare perché i soldi non ci sono.
Forse potremmo fare qualcosa di meglio rivedendo magari i conti della sanità dove ci sono tanti soldi? Probabilmente sì, nei prossimi anni qualcosa di meglio magari si potrà fare, vedremo se sarà possibile.
Credo che su queste cose si debba aprire un confronto serio in quest’Aula, se vogliamo essere legislatori a pieno titolo quando parliamo di questi temi ci dobbiamo liberare un po’ delle posizioni di maggioranza e di opposizione.
Il trasporto pubblico locale era uno dei temi che credo ci angustiava tutti. Ora il Governo, è vero, ha capito, tra l’altro su pressione dei Governatori di centro-destra in primis, che non poteva andare avanti in quelle condizioni. Perché se ci sono 160-170 milioni di tagli, ad esempio la Lombardia ce n’ha 950, quindi capite bene che anche per Formigoni è dura far viaggiare tram, autobus, ecc.. Sicché il Governo ha dovuto rivedere la sua posizione. Ma per questa nuova condizione, che a noi magari ci permetterà, collega Marinelli, di rivedere alcuni conteggi e di salvarci per il 2011, io qua mi sento già di anticipare che dobbiamo pensare al 2012. Quindi sul trasporto pubblico locale non dobbiamo stare a braccia conserte e dire: “bèh, quest’anno l’abbiamo scampata, lisci lisci forse con appena l’1% ci salviamo”, perché l’anno prossimo su questo saremmo comunque in difficoltà. E’ cioè evidente che è un sistema che abbisogna di un ammodernamento, bisogna ripensare a una politica regionale dei trasporti. E’ il caso di parlare dell’azienda unica regionale, non lo so, ne parleremo in Commissione, faremo delle valutazioni, vedremo come si può fare una migliore integrazione tra ferro e gomma, tra urbano ed extraurbano dove secondo me ci sono dei margini di miglioramento e di economia da realizzare. E tutto questo va fatto comunque, anche se il Governo ci dà 10 milioni, è questo che deve fare un amministratore virtuoso.
Per quanto riguarda il piano infrastrutturale (porti, aeroporto, interporto, ecc.) tutti avete visto che ci siamo mossi con grande concretezza. Voglio allora qui citare - senza richiamare né la terza corsia né la Quadrilatero né alcune situazioni che stiamo gestendo con il porto e l’Interporto - la Fano-Grosseto che onestamente sembrava una favola metropolitana. Io quando la vidi per la prima volta in piedi non c’era nessun straccio di progetto, c’erano solo pezzi di progetto su cui io sono stato il primo a dire: “se andiamo dal Ministro Matteoli o dal Ministro Bertinotti e diciamo loro di finanziarci sta roba, quelli ci rispondono sicuramente che non possono farlo”. L’Umbria non aveva niente, nemmeno il progetto di massima, ok, la Regione Marche era la più avanzata perché aveva almeno un progetto di massima, la Regione Toscana aveva alcuni pezzi fatti. Allora abbiamo deciso insieme di dire: “vogliamo ragionare da amministratori, vogliamo arrivarci con un progetto completo per parlarne?” Dopodiché io ho partecipato a due riunioni a Roma e quindi posso dirvi con soddisfazione che abbiamo potuto presentare al Ministro Matteoli il progetto definitivo della Regione Marche per quanto riguarda il tracciato, il quale si è congratulato e ha detto: “aspetto dalle altre Regioni la stessa cosa”. Quindi abbiamo subito inserito un tavolo tecnico - che informo l’Assemblea si riunirà domani con le tre Regioni e il Ministro Matteoli -, sede dove incominceremo veramente a discutere, perché lì si può discutere dei finanziamenti europei, si può discutere di un pedaggio autostradale ecc.. E credo che se vengono accolte queste proposte concrete poi anche la Fano-Grosseto da un sogno metropolitano può diventare una realtà in questi cinque anni. (…) Adesso lasciamo perdere Di Pietro, insomma, qui bisognava costruire tutto, è un progetto da costruire insieme.
E’ per dire che dobbiamo ragionare in questo modo, e anche quando sedevo là vicino al Consigliere Massi dicevo che bisogna stare insieme, governi di destra o di sinistra in Regione e a livello nazionale. Noi sulle grandi infrastrutture dobbiamo stare in collaborazione, dobbiamo lavorare insieme. Perché in Italia già siamo poveretti se stiamo uniti, figuriamoci se stiamo divisi, saremo proprio poveracci, e questo non ce lo possiamo permettere.
Ritengo che oggi il linguaggio che la politica deve utilizzare sia quello della concretezza, cosicché ci saranno gli spazi per tutti per fare qualcosa di buono, altrimenti, signori miei, falliremo tutti quanti.
E’ dunque con questo modo di ragionare che dobbiamo analizzare questo bilancio di previsione che l’Amministrazione presenta oggi in Assemblea legislativa. Quindi anche un’opposizione seria e responsabile, come c’è in quest’Aula, credo debba confrontarsi con questo modo di ragionare.
PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento l’Assessore Marcolini.
Pietro MARCOLINI. Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei iniziare l’intervento ringraziando tutti quelli che sono intervenuti, il Presidente della II Commissione e i membri sia di maggioranza che di opposizione della II Commissione che a mio avviso hanno dato un esempio di lavoro e di ascolto reciproco prezioso.
In apertura vorrei anche giustificare l’assenza del Presidente Spacca, prima reclamata, che per motivi istituzionali è impegnato a Roma ma oggi pomeriggio sarà qui.
La discussione sul bilancio 2011 è riuscita soltanto in parte ad evitare una sorta di gioco delle parti in cui tutti quanti siamo inseriti. Ci sono state delle pregevoli eccezioni, ma a me pare sia necessario ripartire da alcuni dati di fatto per poi separare, come diceva un antico detto, i patti dalle opinioni e quindi dal giudizio politico.
La discussione e l’approvazione della proposta di bilancio 2011 avviene in un momento ancora di forte incertezza e difficoltà dell’economia italiana e marchigiana. La Banca d’Italia nell’ultimo bollettino d’ottobre ha indicato come la crescita mondiale ha dato segni di decelerazione e le proiezioni del fondo monetario internazionale prefigurano un’attività economica segnata da un’ulteriore minore vivacità nel secondo semestre e da un lieve rallentamento nel 2011 sia nei paesi più avanzati sia in quelli emergenti.
Nelle Marche, sempre secondo l’analisi della Banca d’Italia, la ripresa dell’attività economica avviatasi nella primavera del 2009 è proseguita nei primi nove mesi del 2010 con un’intensità tuttavia insufficiente a recuperare i livelli produttivi precedenti l’avvio della recessione. Cioè si prefigura un andamento ancora incerto sia della produzione industriale che delle esportazioni. Per quanto riguarda il mercato del lavoro il trend delle assunzioni è tornato a farsi positivo, ma le forme contrattuali che trovano maggior utilizzo sono i contratti a tempo determinato pari a oltre il 50% del totale. C’è una positiva diminuzione del numero dei lavoratori collocati in mobilità, mentre preoccupa la fortissima crescita della cassa integrazione in deroga.
In questo contesto la predisposizione del nostro bilancio deve tener conto della manovra correttiva dei conti pubblici effettuata con il decreto 78 e poi con legge 122, che ha previsto tagli dei trasferimenti statali di 4 miliardi nel 2011, 4,5 nel 2012 e successivi.
Vorrei allora dire che c’è un dato impressionante, quello cioè che la Regione Marche si troverà a pagare una riduzione di risorse di 170 milioni su 220 quest’anno e addirittura con il 2012 prossimi ai 200 milioni su 220, e per la proiezione del 2012 significa che da 4 miliardi passiamo a 4,5 miliardi. Stando noi grosso modo ad una percentuale attorno al 2,5% sono altri 12,5-13,5 milioni da aggiungere alla serie storica.
A questo va ricordato che bisogna aggiungere un taglio unilaterale, deciso quindici giorni fa dal Governo, del 10% delle risorse del fondo delle aree sottoutilizzate pari a ulteriori 22,5 milioni.
Vorrei inoltre ricordare, dato che qualcuno l’ha ripetuto, che la manovra non è al netto della sanità, ma coinvolge drammaticamente la sanità, l’unico dato positivo si è raggiunto venerdì nell’accordo tra le Regioni e il Governo, di mettere cioè a riparo il turnover della sanità per i prossimi anni. Invece tutto il resto rimane intatto, e il parziale mancato aggiornamento del finanziamento del patto sulla salute da un lato, nonché il definanziamento a partire da maggio dei ticket sulla sanità e il definanziamento dell’edilizia sanitaria, comporta una riduzione di risorse su base annuale nei prossimi tre anni da 70-80 milioni l’anno, ripeto, da 70-80 milioni l’anno! Lo dico a chi ha provato ad accennare, spero ingenuamente, a una manovra che metteva a riparo la sanità. Alla sanità mancano più di 200 milioni nei prossimi tre anni. Quindi è un’ipotesi di azzeramento - e tutti in cuor nostro abbiamo la preoccupazione di fare il bene della nostra comunità – , di riduzione cospicua della stessa missione istituzionale che ha giustificato la nascita delle Regioni.
Per certi versi torniamo a una concezione dell’intervento dello Stato per le comunità regionali e nell’economia precedente alla grande stagione delle riforme in senso di cittadinanza universale. Il Consigliere portavoce del PdL, che è anche medico, ricorderà la riforma di cittadinanza universale che ha riguardato la sanità nel 1978, quella che ci faceva venire dalle mutue diversificate a pagamento, oppure il decentramento amministrativo o l’accompagnamento nello sviluppo economico dello straordinario percorso di successo delle piccole e medie imprese artigiane, industriali e commerciali, che i Comuni hanno imparato ad accompagnare dai piani di insediamento produttivo ai programmi di formazione, all’accompagnamento delle campagne di internazionalizzazione estera che viene indicata, al di là delle critiche maliziose che qua e là si sono manifestate negli ultimi anni – come nei titoli de Il Sole 24 Ore di questa mattina –, come unico faro per la ripresa economica.
Una situazione quindi di vero e proprio annichilimento dell’intervento dello Stato nell’economia e nella società.
L’idea prospettata è una sorta di giungla darwiniana in cui chi ha le forze per resistere può reggere l’urto e l’impatto di una crisi devastante e il mercato riesce a cautelizzare ogni ferita rapidamente. Ecco, in questo senso c’è stata una immagino non voluta anche parzialmente dalle cose che diceva stamattina il Consigliere Marinelli, circa la bontà dei tagli. Perché un conto è la lotta contro gli sprechi e per l’efficientamento che non avrà mai fine, che tutti quanti noi condividiamo, altra cosa è pensare di poter far fronte alle missioni e alla risposta di bisogni che crescono con una riduzione di quattro quinti delle risorse a disposizione.
Qui siamo a un’ipotesi più grave. Io penso che di fronte a questo noi abbiamo agito in maniera responsabile, ma non per bravura dell’iniziativa del Governo regionale o del Presidente che ha dato un impulso in alcune direzioni, perché credo che la chiave di volta sia stata quella della concertazione sociale e della collaborazione istituzionale che appunto anche quest’anno si realizza nella Regione. Quindi il bilancio penso sia la traduzione di una chiara volontà di mettere insieme le ridotte risorse per concentrare – l’ha detto prima il Consigliere Bucciarelli – non per accentrare, ossia l’idea della selezione non dell’arbitrio.
Io capisco l’approccio critico che si ferma su dettagli che tuttora non sono in linea con l’azione che vorremmo, quindi non ho difficoltà a registrare delle smagliature in un tessuto ambizioso, che lo stesso Consigliere Bucciarelli conosce bene e che ha concorso a determinare e il cui sviluppo e sostenibilità ha a lungo condiviso.
Dico che l’elemento tensivo di fondo è stato quello fin da luglio di mettere attorno a un tavolo Comuni, Province, sindacati, associazioni economiche per dire: “queste sono le disponibilità, dove concentriamo le risorse superstiti per cercare di reggere l’urto di una manovra che è ai limiti dello smontaggio dello Stato come siamo abituati a pensare?”.
Io temo che da parte del Governo – e questi sono i documenti che abbiamo elaborato con i colleghi di tutte le altre Regioni, quindi non c’è alcun intento polemico, ve lo assicuro - ci sia una chiara volontà di annullare di fatto la capacità gestionale delle risorse, la possibilità di realizzare interventi e assicurare alla comunità i servizi da sempre garantiti, perché la spesa pubblica è un in re ipso allo spreco e quindi va a prescindere dalle giustificazioni oppure dalla sola rendicontazione sociale. Va ridotta perché è un male intrinseco. Questo è il pensiero sottostante l’azione di Governo. Per cui è lecito chiedersi se la scelta che il Governo ha fatto non sia – non vedo il Consigliere Zaffini – di fatto la negazione, altro che l’affermazione del federalismo! Quel federalismo che è tuttora obiettivo principale del Governo che addirittura ha definito due Ministeri e che sulla scorta degli obiettivi formali che la Lega chiede di poter rendicontare di fronte ad imminenti elezioni lo illustra come un obiettivo raggiunto.
Nella stretta inevitabile il Governo ha svelato uno scopo preciso, che io penso non sia esagerato, quello cioè di scaricare le proprie responsabilità ed esautorare le scelte decisionali delle Regioni, disunire i territori, minare la coesione tra enti locali e cittadini.
La manovra è stata straordinariamente congegnata bene, a luglio si perpetra uno smontaggio delle funzioni storiche dell’intervento nell’economia e nella società. Gli effetti vengono dilazionati nel tempo di sette mesi e contemporaneamente si cerca di finire un passaggio formale e non sostanziale sulla partita del federalismo.
Questo è il combinato disposto che ci dovrebbe portare alle elezioni, con una Lega placata degli intenti federalisti rimasti sul tappeto e dall’altra con Comuni, Province e Regioni che si sobbarcheranno il compito della riduzione drammatica della spesa.
Questo è lo stato di fatto contro cui ci troviamo a combattere e che sul versante delle Regioni insieme vogliamo contrastare. Dico insieme perché la posizione della ricca Lombardia, che è detentrice del 20% del prodotto interno lordo, non differenzia da quella delle Marche oppure del Lazio.
Sul federalismo ha detto parole sagge poco fa il collega Viventi, quindi sul carattere indifferenziato dei tagli che negano l’originalità dei contesti e il percorso virtuoso raggiunto non credo ci siano da spendere ulteriori parole. Non è pensabile trattare scialacquatori e risparmiatori alla stessa maniera, perché il risultato è esattamente opposto a quello della razionalizzazione.
Il secondo elemento è quello che illustrava il Consigliere Silvetti in chiusura, cioè una sorta di prospettiva economica e di intervento della pubblica amministrazione che nel corso dell’anno vira quasi improvvisamente. Questo è un rimprovero che facciamo al Governo. Vorrei ricordare che la campagna elettorale delle amministrative si è svolta in un clima non dico euforico ma ottimistico: “siamo fuori dal tunnel, “la crisi è alle spalle”, “siamo alla vigilia di una ripresa di tono robusto”. Passato poi il passaggio delle amministrative c’è stata la manovra drammatica da 25 miliardi.
Nel merito voglio rispondere alle preoccupazioni che proprio il Consigliere Massi illustrava ma in maniera semplicemente retorica, perché c’è invece l’onere della prova, ovvero, che cosa avremmo dovuto fare noi. E diceva poco fa il Consigliere Comi, che cosa avreste fatto voi è la giustificazione di che cosa avremmo dovuto fare noi. Io allora provo a venire incontro all’interrogativo che faceva Massi con un’affermazione, per esempio, che non si concentra sull’entità dei tagli, sull’ammontare della manovra. Siamo tutti quanti persuasi che la crisi sia planetaria, che non sia di carattere locale o regionale e che gli interventi siano drammatici, quello che non è sostenibile è che si abbatta su una platea così ridotta di soggetti destinati a sopportare gli oneri della ristrutturazione della spesa pubblica, che non vengano prese in considerazione tutte le forme della ricchezza e che vengano escluse tutte le misure di accompagnamento dello sviluppo.
Si è detto che ci sono delle manovre addirittura di due volte più imponenti rispetto a quella italiana, è vero, la Germania, il Regno Unito, la stessa Francia hanno varato misure di riorganizzazione del bilancio dello Stato pari a due-tre volte quella nazionale, ma tutte hanno due costanti. Da un lato misure cospicue di accompagnamento allo sviluppo, penso alla Germania che ha una manovra da 50 miliardi di euro, con 13 miliardi per l’istruzione, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, oppure al programma del conservatore Sarkozy che definisce il pilastri della conoscenza come il primo punto di appoggio di risposta alla crisi, o ancora al Governo conservatore di Cameron che continua con la tripletta delle emergenze britanniche education-education-education, ed il programma non si interrompe con il cambio dal governo laburista a quello conservatore, perché la scommessa produttivistica o mercatista si sostiene con un intervento attivo dello Stato, non con la sua cancellazione, con un reindirizzo anche degli oneri che distribuisca il peso su una platea più larga.
Io sono convinto – su questo credo che una larga maggioranza di buonsenso ci possa far trovare d’accordo - che tutte le forme della ricchezza possono essere considerate, quindi non soltanto il lavoro dipendente che paga anticipatamente le tasse, ma che questo scandalo di 150 miliardi tra evasione, elusione fiscale o questione criminale debba essere messo nel mirino delle misure attive di recupero. E questo lo si fa cominciando a riformare lo strumentario fiscale che va dalla possibilità avanzata dalla BCE, non dall’International Liberal Party, di mettere in posizione del 3 per 10 mila sulle transazioni finanziarie, che darebbero un gettito di 130 miliardi su base annua in Europa. O l’uniformazione della tassazione sulle rendite finanziarie o la tassazione sui grandi patrimoni, che non metta in discussione la tassazione sui titoli di Stato, i risparmi messi a riparo dalla povera gente. Ma parliamo di grandi proprietà, di rendite immobiliari e mobiliari, di transazione sulla gestione finanziaria.
C’è il modo per intervenire in maniera alternativa non cancellando la memoria e la necessità dell’intervento sociale. Noi abbiamo provato a mettere sotto sforzo ognuna delle nostre voci. Abbiamo finito il percorso – vorrei dire onestamente a Bucciarelli –? Assolutamente no, è un percorso non compiuto. Io credo che la Regione - se avessimo tempo ne potremmo parlare anche in questi giorni e in ogni caso nel prossimo futuro - in qualche caso abbia addirittura rischiato livelli di inefficientamento, non di efficientamento. Cito per esempio i casi degli incarichi multipli che i nostri dirigenti si sobbarcano senza avere uno stipendio arricchito e dirigendo più strutture complesse. Guardate che già adesso il direttore dell’Ars, dell’Arpam, dell’Assam, della Protezione civile, della Svim, delle Politiche comunitarie, della Scuola regionale di formazione professionale regionale, per risparmi milionari sono dirigenti ordinari, sono dieci-undici posizioni di dirigenti che generosamente si sobbarcano gli oneri di un’amministrazione complessa, che io peraltro penso debba essere per un periodo limitato nel tempo, lo sforzo straordinario non può essere stabilizzato.
Lo stesso dicasi del cosiddetto privilegio delle auto, che se ci fa risparmiare penso sia uno strumento utile perché ci fa dialogare con la gente che vede in questo un segno di disponibilità. Certo, non efficienta la nostra azione, perché poter essere più mobili sul territorio e potendo lavorare anche durante le ore di viaggio significa un inefficientamento non un efficientamento. Ma abbiamo capito che è una maniera per farsi ascoltare, per non essere interpretati come una casta.
Dunque tutto questo, con l’aggiunta dello smontaggio di consigli di amministrazione già fatti e quelli in programma, porterà a un risparmio attorno agli 8 milioni.
Ma vi rendete conto che far passare l’idea - che è suicidale in termini politici - che con la riduzione dei costi della politica risolviamo il problema dei tagli del Governo, è tra l’ingenuo oppure il maligno! Siamo ad ordini di grandezza che oscillano tra 8-10 milioni rispetto a 170-180 e con il FAS e la sanità forse sono 300 milioni! La sproporzione è assolutamente esagerata.
Il relatore di maggioranza e per certi versi anche quello di minoranza, come pure gli interventi molto sensati del Consigliere Comi, del Capogruppo del PD Ricci, hanno provato ha mettere in piazza pubblica nell’Assemblea istituzionale più importante l’atteggiamento che abbiamo seguito. Cioè non rimandare al mittente - come qualcuno di voi, signori dell’opposizione, ha detto - il compito della razionalizzazione, ma mettendo sul piatto le possibilità di contrasto e di reazione rispetto a una manovra cieca.
Questo è quello che vi chiediamo e per questo insieme dobbiamo batterci perché la battaglia non è mai finita, gli interventi episodici, quelli fuori dal bando, quelli in tabella C, io mi rendo conto, lo voglio dire con grande franchezza, che non tutto può rientrare nelle leggi ordinarie, ma in qualche caso. Noi abbiamo fatto un grosso sforzo, abbiamo portato delle tabelle C che portavano in sé delle spese attorno a 15 milioni e in assestamento a 5 milioni e adesso in preventivo a 1 milione e 800 mila euro. Io penso che una parte di questa spesa sia largamente giustificata e forse c’è qualche cosa di meno valutabile comparativamente in base a dei criteri.
Per cui il lavoro da fare insieme penso sia sulla via giusta. Però questo significa delle due l’una, ossia, alla corresponsabilità nell’allocazione delle risorse corrisponde la possibilità della codecisione, non è pensabile, lo dico ai Consiglieri di opposizione, pensare di non portare l’onere della manovra devastante di carattere nazionale e provare a farsi interpreti innocenti della rappresentanza dei bisogni su base locale, perché questi due elementi sono in drammatica contraddizione tra di loro.
Allora, senza chiedere una sorta di credo aprioristico in una soluzione politica, io dico che nelle soluzioni concrete dovremmo essere disponibili senza pregiudizi. Che è un po’ quello che stiamo cercando di fare sul piano nazionale con il coordinamento sia degli assessorati al bilancio che quelli della sanità, che hanno documenti votati all’unanimità nei confronti del Governo. Penso che la stessa cosa dovremmo farla qui. Allora scegliere di ammettere il confronto dell’opposizione nella scelta delle scelte allocative strategiche penso sia doveroso da parte nostra metterlo sul piatto e penso sia doveroso anche da parte dell’opposizione chiedere un confronto sulle scelte strategiche.
E’ una sfida che dobbiamo accettare, che non ci imbarazza perché è la strada che ci ha consentito di siglare l’intesa con il sindacato (Cgil, Cisl e Uil), con gli artigiani, con i Comuni e con le Province con il parere positivo del CAL, con gli industriali, mi auguro, per quel che riguarda lo stato dei rapporti. Quindi, come dire, a maggior ragione la massima rappresentanza politica, quella dell’Assemblea regionale, è la sede migliore per cercare una condivisione dei settori e dei criteri di allocazione della spesa.
L’ultima battuta riguarda il futuro. Penso valga la pena di ricordare la perdita di un grande servitore dello Stato, Tommaso Padoa Schioppa, che tra i tanti insegnamenti, essendo stato anche un forte conoscitore dell’amministrazione pubblica, ci ha lasciato anche quello di un grande lavoro sulla cosiddetta spending review, rassegna critica di revisione della spesa pubblica, che possa essere valutata obiettivamente e quindi possa essere valutata e comparata fra settori e comparti diversi.
Penso che sulla spending review, sul lascito testamentario di Padoa Schioppa, possa dissolversi quella sensazione, di cui parlava la relazione del Censis, di un deserto che cresce, dello smarrimento, dello sgomento dell’inquietudine che ormai serpeggia non soltanto fra i nostri concittadini, ma anche fra di noi, dell’essere cioè inadeguati allo sforzo necessario per corrispondere ai bisogni delle nostre comunità.
Penso che un’idea sia quella di guardare un orizzonte di medio periodo, stiamo pertanto cercando di avviare un progetto ambizioso e orgoglioso della nostra funzione, quello di Marche 20/20 che cerca di guardare alle scelte di fondo, infrastrutturali, di riorganizzazione dell’economia, di riorganizzazione dei servizi di assistenza e di integrazione sociale. Per esempio su questo versante il contributo del ruolo della famiglia, non ideologico, né antideologico nell’organizzazione dei servizi sociali oppure dei servizi di accompagnamento della vita della nostra società, va in questa direzione, senza pregiudizi, guardando esattamente ai risultati che ne possono conseguire.
Io ritengo, se non muta il quadro, che ci sarà non un anno terribile, il 2011, ma tre anni drammatici. Quindi a differenza dello scorso anno, in cui ci potevamo augurare con le premesse precedenti un miglioramento dato che c’era una ripresa economica che ce lo consentiva e un Governo che ci diceva che la crisi era già passata, temo che dovremo invece dire, ripeto, che avremo tre anni drammatici. Per cui se non organizziamo una linea di resistenza comune, ove non ci sia un’interdizione reciproca che neutralizzi le scelte di fondo, rischieremo di depotenziare la funzione stessa delle Assemblee regionali, che è l’istinto naturale di prevalenza che si respira in Parlamento. Altro che federalismo! In Parlamento si respira e nel Governo invece si agita uno spettro che è neocentralizzatore, tutte le risorse sono concentrate al centro. Guardate ad esempio la vicenda del FAS oppure le vicende del fondino di 1 miliardo e 900 milioni presso la Presidenza del Consiglio o la gestione delle mille proroghe B2B fatta dal Ministro dell’economia o dal Presidente del Consiglio.
Ecco, se non vogliamo subìre questa ingiuria e ci vogliamo attrezzare per tempo credo che una riflessione sulla programmazione economica sostenibile, intelligente, che valuti la conoscenza, le arti creative, l’intelligenza come elemento cruciale, possa essere un terreno su cui misurarci reciprocamente, quindi chi ha più filo più tessa sulla concreta prospettazione di soluzioni concrete, su cui hanno concentrato la loro attenzione il Consigliere D’Anna e gli altri amici dell’opposizione oltre quelli della maggioranza.
Il dovere della proposta e la giustificazione della compatibilità su una prospettiva di medio-lungo termine penso sia non soltanto un nostro diritto ma anche un nostro dovere.
PRESIDENTE. Bene, direi si possano chiudere qua i lavori di questa seduta. Ora si riunirà la II Commissione per valutare…(…) E’ stato fatto? Bene. Noi abbiamo previsto per le ore 9.30 per domattina il termine ultimo per la presentazione dei subemendamenti, allora se la Commissione ha esaurito il suo compito non escludo che si potrebbe esaurire questa sera. Ossia, se chiudiamo i lavori ci diamo una scadenza per la presentazione dei subemendamenti e domattina alle ore 10,00 in punto partiamo con la votazione. Come? (…) Non avete i sub emendamenti? (…) Allora facciamo in questo modo, per domani mattina lasciamo invariato che alle ore 9.30 scade la presentazione per i subemendamenti - ora verranno distribuiti gli emendamenti ai Consiglieri - la Commissione bilancio si è riunita, dopodiché alle ore 10,00 iniziamo con le votazioni. (…) C’è la Commissione domattina alle ore 10,00? (…) Allora cominciamo la seduta alle 10.30. Va bene? (…) Poi se siete d’accordo direi di andare avanti senza sospensione fino alla votazione finale degli atti. (…) Grazie e buona serata.
La seduta termina alle ore 15,45
La seduta inizia alle ore 10,50
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letti i processi verbali n. 26 della seduta del 30 novembre 2010 e n. 27 della seduta del 7 dicembre 2010, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge di regionale:
- n. 57/2010 in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni regionali in materia di organizzazione e valutazione del personale, in adeguamento al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n 150, sull’ottimizzazione della produttività, l’efficienza e la trasparenza della pubblica amministrazione”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 58/2010, in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale n. 16/2009 in materia di consumo di prodotti agroalimentari”, assegnata alla III Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 22/2010 in data 14 dicembre 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Deliberazione amministrativa del 28 luglio 2009, n. 128 e Deliberazione amministrativa del 27 luglio 2010, n. 9 - “Programmazione rete scolastica per l’anno 2011/2012", assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, lettera b), della legge regionale n. 15/2008
Comunico, inoltre, che con mio decreto n. 37 del 17/12/2010 ho provveduto a nominare cinque rappresentanti dell’Assemblea dell’Associazione marchigiana per le attività teatrali (AMAT).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 15 in data 15 novembre 2010: “Rendiconto generale della Regione per l’anno 2009";
- n. 16 in data 15 novembre 2010: “Assestamento del bilancio 2010”;
- n. 17 in data 22 novembre 2010: “Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 “Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale”;
- n. 18 in data 6 dicembre 2010: “Modifiche alla legge regionale 18 gennaio 2010, n. 2 “Istituzione della rete escursionistica della Regione Marche”.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Come annunciai nella scorsa seduta porto a conoscenza dell’Aula un atto fondamentale, quello costitutivo del comitato promotore Associazione Università per la pace, per il quale oggi presenterò un emendamento con cui chiedo venga ridotto il contributo all’Università, lasciando una parte minima di quello già stanziato. E quanto stabilito per l’Associazione Università per la pace che venga utilizzato nel comparto della internazionalizzazione della Regione Marche. Perché dico questo? Perché nel rispetto dell’atto costitutivo che ho registrato ad Ancona il 17 dicembre, gli allora 40 Consiglieri regionali, il Presidente della Regione D’Ambrosio e il Presidente dell’Assemblea legislativa Minardi, stabilirono un concetto molto chiaro su quella che è l’attività dell’Università per la pace, su che cosa è la proprietà intellettuale dell’Università per la pace e che cosa deve significare l’Università per la pace per la Regione Marche. Università per la pace che il sottoscritto con atto volontario inserì nell’articolo 14 della pdl n. 30 e poi articolo 15 della legge regionale n. 9.
Questa sarà la ragione di quell’emendamento, non è polemica, bensì un atto per ricondurre l’attività dell’Associazione Università per la pace, che furbescamente in un atto notarile si inserirono diverse sigle – ma su questo non discuto –, tralasciando che il Comitato promotore altresì si adopererà per favorire il gemellaggio con la Fondazione Nobel, il riconoscimento dell’Associazione Università per la pace presso l’ONU e l’ottenimento del riconoscimento della Presidenza della Repubblica italiana e dell’Unione Europea, nonché di Stati, enti e associazioni, sindacati, banche, fondazioni, scuole di ogni ordine e grado e di ogni altro soggetto pubblico privato aventi scopi e finalità analoghi ai fini o connessi ai propri.
PRESIDENTE. Consigliere Trenta, fino a mezzogiorno lei ha tempo per presentare gli emendamenti, poi in sede di discussione degli emendamenti avrà la possibilità di fare un intervento per illustrarli.
Umberto TRENTA. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei, Consigliere. Tenga presente che per presentare gli emendamenti c’è tempo fino alle ore 12.00.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Presidente, proprio per la presentazione degli emendamenti chiedo uno slittamento fino alle ore 15.00, visto che la Commissione probabilmente non li esaminerà prima di quell’ora. Siccome abbiamo iniziato tardi, ci sono i lavori in corso, ci sono persone che ci stanno lavorando, chiedo il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 15,00 anziché alle ore 12.00.
PRESIDENTE. Secondo me lo slittamento sino alle ore 15,00 forse è un po’ esagerato, perché poi gli uffici devono sistemarli. Prorogherei magari di un’ora, quindi sino alle ore 13,00. Siccome appunto, come lei dice, abbiamo iniziato tardi e c’erano delle Commissioni in riunione, farlo slittare di un’ora può essere accettabile.
Bene, allora viene prorogata alle ore 13,00 la scadenza per la presentazione degli emendamenti.
Proposta di legge regionale n. 50
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 della Regione Marche (Legge Finanziaria 2011)”
Proposta di legge regionale n. 51
della Giunta regionale
“Approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2011 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013"
(Discussione congiunta)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 50 ad iniziativa della Giunta regionale e la proposta di legge n. 51 ad iniziativa della Giunta regionale. La relazione e la discussione è unificata, mentre la votazione avverrà in momenti separati.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Latini.
Dino LATINI. Nell’introdurre le relazioni delle due proposte di legge n. 50 e n. 51 vorrei ringraziare tutti i componenti della Commissione per il lavoro finora svolto e ovviamente il personale della Regione e dell’Assemblea legislativa per l’attività che hanno profuso nell’ambito di questa manovra molto importante come sempre è il bilancio di previsione per l’anno futuro.
Entrando nell’argomento non occorre spendere ulteriori parole per quanto riguarda
la profondità dell’incisione dei tagli che sono intervenuti nel corso del 2010 a partire dalla seconda metà, a seguito delle tempeste finanziarie in zona euro che hanno colpito l’Italia e di conseguenza le Marche. Tagli che si attestano ormai in una forbice tra i 170 e i 185 milioni di euro, facendo salire la percentuale in meno da un 67% a un circa 75%. Non servono quindi altre introduzioni, che da parte mia non sono certo di natura polemica, per significare la situazione in cui si è costruita il bilancio 2011 e seguenti. A ciò però voglio aggiungere alcuni fattori che sono intervenuti proprio negli ultimi giorni, direi nelle ultime ore, e che sono i seguenti.
Innanzitutto il provvedimento europeo per il salva Stati, che è stato recepito dall’Unione europea, che va a contenere le bufere speculative finanziarie e che prevede un aumento del capitale della BCE in 10,76 miliardi, i cui effetti si ritengono da parte di tutti positivi, proprio come tenaglia a chiusura delle future possibile ondate speculative sulla zona euro. Questo però mostra che ci sarà sempre di più un’Europa che viaggerà a due velocità, quindi gli istanti di incontro fra la debolezza della zona euro e le sue ricadute sulle regioni fra le più produttive come le Marche, possono costituire un’ulteriore spinta a future manovre sia di natura internazionale che di natura nazionale. Si parla di una manovra di 45 miliardi in procinto di essere emanata o comunque valutata dal Governo nazionale.
Il secondo punto riguarda la quotazione al ribasso della crescita del PIL dell’Italia che non supererà l’1%, molto lontana dalla lepre tedesche del 3,7%. Le Marche sono nella media della previsione dell’1% con impennate positive nel campo della vendita del mercato fuori dalla zona UE e una stagnazione forte in quest’ultima compresa l’Italia. Uno dei limiti da superare nelle Marche il monte ore produttivo è una diversa regolamentazione della salvaguardia delle imprese e dell’accesso al credito per le stesse.
Il terzo motivo è l’approvazione dei decreti attuativi o comunque l’accordo con l’approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale, accordo tra Stato-Regioni che avrà imminenti vantaggi per il trasporto locale. Infatti questo ultimo accordo lo Stato restituirà 400 milioni alle Regione, che si aggiungono ai 425 milioni, 75 dei quali per il trasporto pubblico locale le cui spese sono escluse dal calcolo del patto di stabilità per il 2011.
Questo dato è molto importante perché le Regioni cosiddette virtuose, come sono e potranno essere le Marche, godranno per l’anno 2012 la reintroduzione dei contributi tagliati negli anni precedenti da fiscalizzare oltre alla fiscalizzazione sempre dal 2012 di quelli per il trasporto pubblico e ferro.
Un altro dato importate è che le Regioni non potranno più impegnare spese correnti di quanto a livello minimo è stato impegnato nell’ultimo triennio, e in questo senso le Marche si assesterebbe fra le Regioni più virtuose, più in grado di poter svolgere in maniera flessibile il ruolo di percettore di queste somme.
Un altro dato ancora, ma lo vedremo solo a partire dal 2014, riguarda il tema relativo ai tributi e imposte, a cominciare dall’addizionale Irpef che potrà essere elevata fino al 3% per le Regioni, salvo la decurtazione a livello nazionale.
Entrando nelle tematiche che tutti voi avete visto, ossia le fondamentali che hanno riguardato la costruzione del bilancio, è anche ormai noto quali sono le quattro direttrici su cui ha operato la Giunta nella redazione delle due pdl qui in sede di approvazione: difesa del lavoro e sostegno allo sviluppo; il sociale, la cultura e turismo, come secondo volano produttivo della nostra regione, e la cosiddetta gren economy in termini di incentivi, sopratutto per quanto riguarda gli edifici e le strutture di proprietà pubblica.
Si può discutere su questa impostazione, si può anche ritenere che non copre tutte le possibili ipotesi di lavoro e di esigenze che salgono dal profondo della comunità marchigiana (a cominciare dagli interventi strutturali e di mitigazione del territorio e in particolare della costa, per arrivare alle opere pubbliche di grandi rilievo strategico, oltre le cosiddette opere della Quadrilatero), ma questa rappresenta la scelta programmatica che la Regione ha compiuto prima nel programma elettorale e successivamente negli atti legislativi finora adottati, e che vorrebbe mantenere anche in tempo di una così grave crisi strutturale come quella che sta segnando la nostra epoca.
Su queste quattro direttrici la Regione ha investito molto confidando nella capacità di far diventare i fondi pubblici punto fermo per la crisi ancora in atto e che si protrarrà, secondo le migliori previsioni, anzi, un’iniziale spinta e cinghia di trasmissione per la produttività di almeno tre di queste direttrici, nonché rete di tenuta della pacificità sociale per l’ultima quella cioè più legata ai bisogni dei non abbienti.
Entro ora nell’esame dei dati complessivamente. Le entrate per il 2011 sono di euro 4 miliardi e 800 milioni a fronte di 4 miliardi e 500 milioni del 2010. Un aumento dovuto sostanzialmente ad un miglior avanzo di amministrazione dell’ultimo esercizio finanziario rispetto a quello del 2009 di 367.874.813, che consente appunto di determinare le entrate per il 2011 in un incremento di 288.831.825,96.
Nella realtà va invece rilevato che vi è una diminuzione delle entrate nette 2011 che scendono da 3 miliardi 948 milioni a 3 miliardi 870 milioni del 2010, con una diminuzione netta di 79 milioni. E ciò nonostante vi sarà da un lato un aumento delle entrate dal Titolo I (tributi propri della regione, gettito tributi erariali o quote di esso) di 41 milioni del 2011 rispetto al 2010 (si passa infatti da 3.135.775.909 di quest’anno a 3.179.757 milioni previsti per il 2011) che incidono giocoforza su tutta la comunità marchigiana che ferma tutto il disegno stabilito fino dal 2007 e 2008 di una lento e graduale calo di tributi regionali per aiutare famiglie e imprese. Dall’altro lato vi sarà un aumento di 51 milioni euro per accessioni nuovi mutui, titolo V delle entrate, da 540 milioni del 2010 a 591 milioni e 900 mila nel 2011. Questa accensione di nuovi mutui andrà a pesare sulle spese correnti dei prossimi anni per il pagamento delle rate di ammortamento, portando al limite la quota di autorizzazione possibile della Regione (compensata dal rimborso di 53,6 milioni di euro con una riduzione quindi effettiva di livello di 3,7 milioni). Il tutto rimanendo invece possibile l’indebitamento teorico per la Regione di 850 milioni, ma effettivo per l’anno 2011 di euro 260 milioni, al netto di quella già utilizzata per altri interventi già in atto, euro 539 milioni circa.
Vi è inoltre uno stanziamento maggiore di 2 milioni e 840 mila euro in più nel titolo III (entrate extratributarie) che consiste nel credito vantato nei confronti del Comune di Falconara. Il tutto al netto delle contabilità speciale che per il 2010 ammontano a 1 miliardo e 424 milioni di euro a fronte di 1 miliardo e 600 milioni di euro di quest’anno, per un definito confronto di 6 miliardi e 231 milioni per il 2011 rispetto a 7 miliardi e 100 milioni del 2001.
Queste forzature politiche di bilancio sul versante delle entrate servono per compensare le enormi deficienze di altri titoli. Il titolo II quello relativo ai contributi e trasferimenti da UE e Stato, passa da una previsione finale con assestamento del 2010 di 195 milioni 358 mila euro a 15 milioni 184 mila euro (con un meno 180 milioni di entrate). Il titolo IV quello relativo alle alienazioni e riscossioni crediti scende da 394 milioni e 600 mila a 47 milioni e 300 mila (con un meno entrate per 3476 milioni). Cifre che offrono più realisticamente la mole di interventi necessari per cercare di mantenere in equilibrio un bilancio che tale sia.
Per quanto riguarda le spese aumentano solo di 200 mila euro rispetto all’anno in corso, passando da 4.027.959,080 del 2010 a 4.270.672.645 del 2011; la sanità passa da 2.717.9449.010 pari al 69% del 2010 a 2.712.803.114 del 2011 al 63,5% con una diminuzione percentuale di oltre 6 punti. E invertono l’impegno mantenendo quasi ferme quelle correnti, 3.540.028.246 del 2010 a 3.588.836.285 del 2011. Ed invece implementando quelle per investimento che passano da 487.930.834,03 del 2010 a 681.746.359,44 del 2011 con un incremento di 193 milioni di euro (quasi il 35%), tutti come vedremo dedicati allo sviluppo economico, al sociale, alla green economy e al secondo volano di sviluppo.
L’aumento delle spese riguarda:
- l’area 5 (servizio alla persona e alla comunità) che passa da 3 miliardi e 094 a 3 miliardi 283 milioni;
- l’area 2 (programmazione) che passa da 497 milioni a 691 milioni;
- l’area 1 (assetto istituzionale e organizzativo) che passa da 75 milioni a 89 milioni.
Non deve ingannare la diminuzione dell’area 3 (sviluppo economico) da 184 milioni a 58 milioni, perché assorbiti ai fini di una adeguata implementazione nelle programmazione.
Infatti analizzando i servizi si chiarisce meglio l’impegno delle spese:
- industria artigianato e energia sale da 17,4 milioni a 19,6 milioni;
- l’ambiente da 10,3 a 15,9 milioni di euro;
- cultura, turismo e commercio da 25 milioni a 32 milioni;
- lavoro e istruzioni da 17 a 32 milioni;
- politiche sociali da 35 a 45 milioni;
- salute da 4 a 8 milioni,
- politiche comunitarie da 176,1 a 183,5 milioni;
- politiche di sicurezza e di protezione civile da 3,8 a 9,8 milioni.
Bastano solo questi dati per dire dell’imponenza della manovra compiuta, intesa non solo nella consistenza finanziaria, ma anche nelle scelte compiute del gettito prodotto a favore delle quattro motrici scelte: tutela del lavoro, sociale, green economy e nuovo volano di sviluppo.
Particolare attenzione in questo quadro di stanziamenti va riservato ai vincoli di stabilità, dato che i residui perenti al 31 dicembre 2010 saranno di 574 milioni, molto maggiori di quelli dell’anno precedente e dovuti alle norme sul patto di stabilità che costringe da alcuni anni a riversare sull’anno successivo gli impegni di spesa al fine di non andare oltre soglia 3%.
Si rimane dunque nella linea quinquennale stabilita del 505 di copertura del bilancio 2011 avendo una dotazione di 300 milioni di euro suddiviso per metà circa (165 milioni) di residue perenti regionali (90 di parte corrente e resto di investimenti) e l’altra metà circa di parte statale in cui prevale l’incidenza dei residue perenti per investimenti (104 milioni) rispetto a quelle delle spese correnti di euro 30 milioni.
Costituendo un parte rilevante del bilancio un capitolo a parte merita la spesa sanitaria, calcolata per il 2011 sulla base del FSR, e che non prevede nessuna copertura dei conti regionali. Accanto a ciò vi è il finanziamento dei progetti nazionali meno le trattenute per attività di interesse regionale che è di 2 miliardi e 712 milioni (stimati in attesa della definitiva ripartizione del FSN e applicando la percentuale, presunti dai dati finora in possesso della Regione attraverso la comunicazione offerta dal Governo, che va dal 2,18% al 3% annuo di incremento) e di 2.759 milioni per il 2012. Inserendovi anche i prevedibili costi per la non autosufficienza e il budget per il personale interno e convenzionato e per le strutture specialistiche convenzionate, al fine di abbattere la mobilità passiva extraregionale. Su questo apro una parentesi, nell’accordo tra Stato-Regioni di qualche giorno fa vi è anche il lato positivo che le spese per quanto riguarda il personale della sanità non sono comprese nel patto di stabilità ma sono fuori, quindi vi è una deroga al blocco dell’assunzione del personale.
Il mantenimento del limite di spesa sanitaria in proporzione all’efficienza dei servizi da tenere come stella polare, da un lato, tiene conto della manovra in corso per circa 15 milioni di euro, che va a consolidare nel 2011 con una ulteriore manovra di contenimento della spesa di 42 milioni di euro, a cui dovrà seguire anche un ulteriore limitazione di spesa nell’anno 2012 per 5,5 milioni di euro. Dall’altro lato invece delle specifiche risorse regionali, che sono di 45 milioni per il 2010, 26 per il 20111 e 9 per il 2012, sono significativi gli interventi che riguardano la tutela delle persone non autusufficienti. Solo una unica lettura di tutte le zone e presidi sanitari speciali del flusso di cassa e delle modalità di pagamento consentirà di avere un ulteriore abbattimento di spese senza aver minori servizi.
Il tutto, tenendo conto che eventuali tagli governativi sulla spesa sanitaria, se non dovesse essere applicata quella forbice che accennavo prima, inciderà molto negativamente sul faticoso equilibrio raggiunto a partire dall’inversione di tendenza del 2007 in poi . Una parola sola va dedicata al minor contributo da parte dello stato per l’edilizia sanitaria, network per la terza età a parte, che incide enormemente sulla sistemazione di alcune strutture ospedaliere (il caso di Jesi ne è una prova) e del ricorso alternativo ai minor Fondi FAS che certamente pregiudica fortemente l’acquisizione di stabili costanti introiti per investimenti il cui ruolo è un perno del SSN e del SSR. A partire dal 2012 si spera che l’impegno del Governo di 1500 milioni di euro da destinare alla edilizia sanitaria pubblica sia confermato. Il tutto in attesa dei costi standard per la sanità previsti nel recentissimo accordo Stato-Regione a partire dal 2013, in cui il parametro delle tre Regioni con i conti in ordine potrebbe mettere la Regione Marche in una condizione non negativa.
Un altro tema molto sentito nell’ambito della discussione e delle audizioni della II Commissione, ovviamente sentito anche per quanto riguarda la mancata tutela e copertura, sono i trasporti pubblici, in particolare quelli su gomma che per una regione come le Marche è di vitale importanza per il collegamento dalle colline alla costa ove ci sono di fatto le uniche alternative alla gomma (ferrovia, aeroporto e trasporto marittimo), e quindi è necessario mantenere una quota costante.
Dopo la scure governativa dell’estate scorsa la Regione ha inserito nel suo bilancio una somma a sostituzione sussidiaria dello stesso di oltre 12 milioni di euro (rinviando nel tempo la biglietteria elettronica e gli altri investimenti previsti), riducendo così il gap a circa 26 milioni che potrebbero esse in buona parte decurtati dall’accordo raggiunto tra Stato e Regione giovedì scorso - come vi accennavo prima era previsto un intervento di 75 milioni a favore del solo trasporto, oltre agli altri 400 di restituzione alle Regioni - riducendo così di molto l’intervento ancora necessario, attestandosi sui 10-12 milioni.
Resta il fatto che nel corso della modulazione annuale della spesa si dovranno operare variazioni di bilancio in grado di coprire anche l’effettiva parte mancante del bilancio dei trasporti locali, molti dei quali sono coperti da contratti pluriennali che se non rispettati determineranno anche ulteriori sanzioni a carico della committente regione.
In futuro la razionalizzazione della spesa del trasporto pubblico dovrebbe passare attraverso un massiccio intervento dell’uso di mezzi che utilizzino energie rinnovabili e una adeguata campagna per l’uso degli stessi. Il tutto tenendo comunque conto del servizio sociale che essi offrono all’intero territorio marchigiano, nonché la razionalizzazione delle società di trasporto a livello non solo provinciale ed una determinazione dell’effettivo costo del biglietto adeguato alle necessità delle spese.
Altro tema cruento del bilancio regionale è il dibattito sul ruolo e sulle spese per le Comunità montane, che però hanno visto confermati da parte della Regione gli impegni di spesa a copertura del personale e dei servizi, che rimanendo invece in totale aperta discussione, quella della loro normativa futura di riferimento, costituiscono un passo fondamentale per la messa in sicurezza delle stesse comunità montane. E’ comunque in previsione una ridefinizione di ruoli, compiti, aspetti e funzioni dei comuni montani, all’interno però di un disegno programmatorio che veda al centro altri importanti enti locali e l’assemblemant di tanti servizi in grado di ridurre la spesa pubblica di quel 4% che sarebbe la linea tendenziale futura.
Per quanto riguarda le leggi di spesa regionali, tranne rari casi, sono state tutte rifinanziate con identico importo o lievi modifiche maggiori o minori, ma senza stravolgimenti importanti. In casi più eclatanti sono:
- la 17/79 ridotta a 50 mila euro;
- la 38/1988 portata a 100 mila;
- la 43/1988 ridotta da 9.349.200,00 a 9.079.200,00;
- la 46/1990 a zero;
- quella sulla vigilanza ecologica (29/1992) da 88 a 50 mila euro;
- quella sulla caccia (46/1992) da 267 a 133;
- la 7/1993 (cultura) a zero;
- la 52/1994 da 432 a 139;
- quella sulla protezione fauna selvatica da 2.363.000,00 a 2.500.000,00;
- quella per le aree naturali protette (44/1995) da 3.289.577 a 3.939.000,00;
- quella per i giovani che va a 490;
- quella del volontariato che va da 127 a 250;
- quelle per le persone disabili che si riduce da 40.574.400 a 10374.400;
- quella di invalidi di guerra ridotta a 126;
- quella della Assam che passa da 4.283.000,00 a 3.592.000,00;
- il diritto allo studio che aumenta di oltre 200 mila euro, oltre lo stratosferico intervento della Regione che ha messo 2 milioni e mezzo in più a copertura dei 3 milioni 900 mila in meno che sono arrivati dallo Stato in questo settore;
- quello per al tutela dello sport tra i minori (47/1997) che aumenta a 637 mila da 540 mila;
- quella per i trapianti d’organo che scende a 30.600, 00;
- la 75/95 per la cultura è stata ridotta, ma inserita nel capitolo speciale del pacchetto a favore della cultura di 6 milioni di euro;
- quella per il trasporto pubblico locale (45/1998) che sale da 67.211.600,00 a 69.466.000,00;
- quella per la cartografia regionale (35/1999) che scende da 211.200,00 a 160.000,00;
- quella relativa agli impianti di trasporto in fune che sale da 1 milione e 500 mila a 2 milioni;
- la 27/2001 a zero;
- quella della protezione civile (32/2001) da 2.685.000,00 a .2485.000;
- quella per le risorse genetiche animali e vegetali a zero.
Per quanto riguarda il programma delle opere pubbliche 2011/2013 di importo totale di 26 milioni di euro di cui 11.950 per il 2011, e la restante somma per le altre due annualità del bilancio regionale, di cui 2 di bilancio e il resto da altro trasferimento E’ un programma molto stringato in quanto prevede soltanto degli interventi specifici a protezione e mitigazione delle aree più soggette a frane o a situazioni di regimazione idrauliche ancora non compiute.
La Commissione, al di là del lavoro svolto nella preparazione delle due proposte di legge, è poi direttamente intervenuta con una serie di variazioni apportando, attraverso gli emendamenti proposti dalla Giunta stessa, un aumento complessivo di 28 milioni e 770 mila euro in più e decurtazioni per 24 milioni e 900 mila sulla spesa, per una differenza positiva di 3.864.761,13, le cui entrate sono per 2 milioni e 800 mila da recuperi e 1.021 per accensione nuovi mutui.
La filosofia degli emendamenti è stata propria quella di andare incontro agli impegni assunti nelle quattro grandi direttrici programmatiche.
In sintesi e per upb gli emendamenti hanno riguardato:
Upb 10, sono stati detratti fondi per:
- euro 433 mila per il funzionamento dell’assemblea legislativa regionale, le spese di rappresentanza, il funzionamento degli uffici lo sviluppo e il potenziamento della rete e messi invece al loro posto euro 500 mila per la certificazione del bilancio regionale;
- euro 368 mila per controversie e monitoraggio pronto intervento e inseriti euro 546 mila per comitati e commissioni, comunicazioni istituzionali, esercizio delle funzioni, comunità montane, sicurezza dei cittadini e dei territori;
- euro 209 mila tolti per la gestione associata e inseriti euro 830 per la programmazione negoziata il distacco dalla regione per i comuni della Valmarecchia;
Upb 20:
- euro 15 milioni e 900 mila tolti da consulenze e studi per l’assetto organizzativo, il fondo spese di riserva, le rate dei contributi pluriennali per investimenti e i fondi per i pagamenti residui perenti in parte corrente e parte investimento e sostituti con a favore di fondo anticrisi parte corrente e parte investimenti per 10 milioni di euro e per euro 500 mila per anticipazione regionale;
Upb 30:
- euro 279 mila tolti per la ricerca agricola di parte corrente e investito per euro 550 mila per la promozione agricola parte corrente e parte investimento;
- tolti euro 1 milione e 100 mila tolti da 55 mila per l’ammodernamento impianti la bonifica e forestazione, le calamità naturali (parte investimento), la certificazione delle risorse zootecniche parte corrente, le risorse energetiche di parte investimento e corrente, il sostegno dell’artigianato tipico di parte corrente e investimento, sostituito con impegni per euro 1 milione e 800 mila per forestazione e bonifica di parte corrente, calamità naturali di parte corrente, consorzi di bonifica di parte corrente, pesca e acquicoltura di parte corrente e investimento, sostegno all’artigianato di produzione di parte corrente e sostegno all’artigianato artistico e i servizi reali all’impresa per 800 mila;
- tolti euro 180 mila da politica del credito, cooperazione e internazionalizzazione per sostituirlo con euro 583 mila per la promozione il sostegno alle imprese commerciali e l’organizzazione turistica;
Upb 40:
- tolti euro 3 milioni e 600 mila da piani territoriali di risanamento di parte corrente e investimento, il piano di bacino, il programma di tutela dell’acqua e aria, il sistema aree protette, la riqualificazione delle aree urbane, l’educazione ambientale e rete ecologica, i lavori pubblici di parte corrente e di parte investimento, l’edilizia residenziale, il trasporto pubblico locale e lo sviluppo delle infrastrutture e sostituito con euro 6 milioni e 800 mila per la difesa costiera, per il sistema informativo territoriale, per il ciclo dei rifiuti parte investimento e parte corrente, per le aree da tutelare la rete ecologica e la biodiversità, per il trasporto pubblico locale per parte corrente e per i lavori pubblici e infrastrutture per parte investimento;
Upb 50:
- sono tolti 2 milioni e 300 mila dai macrolivelli di assistenza sanitaria, le strutture sociali, la tutela della cittadinanza, le reti tematiche la catalogazione dei beni culturali e sono sostituiti da euro 6 milioni e 200 mila per la formazione di progetti speciali nazionali/regionali, gli investimenti per attrezzature sanitarie il diritto allo studio, la pratica sportiva per i disabili, la promozione per attività culturali e la promozione della pratica sportiva.
Per quanto attiene al testo di pdl n. 50 la proposta che si sottopone come relatore di maggioranza prevede quanto segue.:
- all’art. 3 la sola variazione di nella previsione delle entrare in 3.873.790.067,73 di entrate;
La soppressione degli artt. 2-6.
LA sostituzione al comma 1 dell’art. 7 con l’aggiunta “dell’efficienza energetica” del patrimonio pubblico e di edilizia scolastica. Il comma 2 con l’assegnazione alla giunta regionale del compito di adottare gli atti necessari all’attuazione di quanto disposto nell’articolo. E l’inserimento del comma 3 del finanziamento per 3 milioni e 200 mila euro nella upb 4.26.04.
L’art. 9 relativo al fondo regionale anticrisi anno 2011 che passa da 7 milioni a 17 milioni e 290 mila di cui 13 e 290 sulla Upb 20818 e 4 milioni per la Upb 20819 della spesa ripartito per favorire le PMI per l’occupazione per 5 milioni, degli investimenti per la ricerca/ innovazione collegati al distretto tecnologico della domotica per 4 milioni, per la compensazione dei canoni Erap per 2.7 milioni, per i contratti di solidarietà per 500 mila, per il diritto allo studio per 300), per i precari 800 mila, per la stabilizzazioni dei contratti a termine 1.100 milioni, per i contributi alle famiglie 1.490 milioni, per i rimborsi dei ticket sanitari 1.400 milioni. La Giunta adotterà i relativi provvedimenti previo parere delle Commissioni.
All’art. 10 viene aggiunta il comma 3 bis che dispone che la Giunta può disporre delle somme per il fondo regionale straordinario per gli interventi prioritari con lo stesso metodo dell’art. 9, vale a dire previo parere delle commissioni competenti.
Viene poi aggiunto l’art. 10 bis che prevede il fondo di rotazione per la progettazione da sostenersi da parte dei comuni con meno di 15 mila abitanti, le modalità di anticipazione del fondo e quelle di rimborso, nonché la disponibilità del fondo che per il 2011 è di 500 mila euro.
All’art. 12 relativo al controllo e riscossione delle tasse automobilistiche regionali vengono aggiunti il comma 2 bis, in cui si dispongono le modalità di trasmissione in formato elettronico dei soggetti abilitati al controllo, nonché l’immediata corresponsione del diritto fisso alla Regione, il comma 2 ter demanda alla Regione il compito dell’istruttoria per il riconoscimento dell’esenzione per i soggetti disabili, nonché l’assunzione delle comunicazioni relative a quelle precedentemente intervenute entro 30 giorni da quando è successo o in caso di decesso del titolare entro i relativi 90 giorni, ed anche il trattamento riservato al veicolo cessato dal regime di esenzione che viene inquadrato come nuovo autoveicolo, nonché il comma 2 quater in cui è stabilito che le domande per la fruizione dei benefici va inoltrata alla struttura regionale entro 90 giorni dalla scadenza prevista;
E’ inserito anche l’art. 12 bis relativo agli interventi comunitari disposto per garantire l’effettivo pieno utilizzo delle risorse comunitarie settore bieticolo FEOGA fino a 3 milioni e 750 mila iscritte nella Upb 30905 e 30912 trovando copertura nella Upb 30301 dello stato di previsione di entrata e con contestuale riduzione del finanziamento in altre spese regionali di settore. Ciò permetterà alla Giunta di pagare costantemente gli accertamenti relativi ai soggetti che hanno ottenuto finanziamento, serva quindi trovarsi nelle condizioni di prorogare nel tempo tale quadro finanziario. La Giunta è poi autorizzata alle variazioni compensativa tra le varie Upb per l’esatto importo delle spese relative agli interventi comunitari da attuarsi ai fini Siope. La giunta definisce il quadro finanziario e le modalità di monitoraggio per le relative risorse finanziarie;
All’art. 13 è aggiunto il 13 bis relativo al personale regionale di cui alle l.r. 11/2010 e 20/2001, stabilendo che per i relativi incentivi è preso a riferimento il trattamento economico complessivo previsto dai contratti individuali di lavoro. Mentre per quanto attiene al personale che arriva da altra amministrazione o enti o aziende private non in posizione di comando. Quest’ultimo potrà optare per il trattamento economico previsto dalla lett b) del comma 11 senza riconoscimento dell’anzianità di servizio;
E’ aggiunto anche l’art. 13 ter di modifica della l.r. 23/1995 che stabilisce per gli amministratori pubblici gli ammontari massimi da corrispondere ai Consiglieri regionali in relazione a quello dei Parlamentari di cui al decreto legge 25 gennaio 2010 n. 2 convertito in legge 26 marzo 201 n. 42, la riduzione in caso di superamento di cui sopra e la misura della diaria mensile per il consigliere regionali stabilita al 31 dicembre 2010;
E’ inoltre aggiunto l’art. 13 quater relativo alla modifica della l.r. 16/1990 del sistema regionale di formazione professionale in cui è stabilito che le iniziative formative si devono concludere con prove e procedimento stabilite originariamente nel progetto finanziato;
Infine l’art. 13 quinquies che modifica la norma votata in sede di assestamento 2010 relativi ai dai epidemiologici dell’Arpam con la soppressione della forma anonima:
All’art. 14 viene inserito l’art. 14 bis che modifica la l.r. 17/2008 per l’adesione a enti fondazioni associazioni comitati e altri organismi disponendo che l’attuazione di accordi nazionali o internazionali può avvenire anche a favore di enti e associazioni costituendi o di breve costituzione;
Sempre all’articolo 14 è inserito l’articolo 14 ter relativo alla modifica della l.r. 18/2008 che dispone gli emolumenti degli amministratori delle Comunità montane con decorrenza dal 31 maggio 2010;
Viene inserito anche l’articolo 14 quater di modifica della l.r. 27/2009 relativa al commercio, disponendo la sospensione dell’autorizzazione fino alla presentazione del DURC o del Certificato di regolarità contributiva rilasciata dall’INPS sostitutiva temporaneamente del DURC, l’abrogazione del 5 comma dell’art. 38 bis e l’inserimento fra i soggetti di cui all’art. 48 della medesima legge delle società consortili con partecipazione pubblica maggioritaria;
All’art. 15 viene aggiunto l’art. 15 bis di modifica della l.r. 16/201 relativo alla determinazione dei nuovi parametri degli oneri di urbanizzazioni che potrà avvenire entro il 30 giugno 2011,
Infine ci sono gli articoli 15 ter e quater relativi ai rifinanziamenti delle leggi di spesa di cui alla tabella B del bilancio nonché all’art. 15 quinquies dell’autorizzazione di spesa per gli investimenti di cui alla tabella c, ed ancora con l’art. 15 sexies quello per il confinanziamento regionale indicati nella tabella D.
Per quanto la pdl n. 51 all’art. 3 e successivi sono modificati gli importi di competenza e di cassa, che non vi leggo, che determinano l’importo iniziale che vi ho detto.
In conclusione le sfide che un bilancio regionale siffatto presenta sono quelle di aver gettato sul piatto della crescita dell’intera comunità non solo tutti i fondi possibili, ma anche la convinzione di preferire a puntare sulle articolate forme di impresa e di lavoro, affinché si possa avviare un processo di miglioramento generale del sistema che a cascata si possa riflettere anche sugli aspetti più sociali e più solidaristici dell’intero sistema. Non si può dimenticare che si sono messi in un piano diverso le esigenze delle infrastrutture e del rafforzamento della protezione del suolo, ma è anche vero che per una situazione che potesse in percentuale incidere nella struttura marchigiana sarebbero stati necessari milioni e milioni di euro, oggi davvero impossibile reperire. Il rischio della scelta compiuta dalla regione è quello di vedere impiegati in linea strutturale tali fondi o meno, cioè quello di evitare per un verso una eccessiva burocratizzazione dell’attuazione delle direttrice indicati come fondamentali, e dall’altro lato di andare fuori dalle esigenze dei possibili soggetti fruitori. Un rischio che vanificherebbe l’intero sforzo oggi deciso su cui si gioca la partita di questo bilancio.
Su questo il consiglio di avviare un controllo costante, aperto, continuativo, in tempo reale da parte di Giunta e Assemblea legislativa e di modificare le storture, i tempi morti, le azioni ingessate, dovrà essere messo in atto da subito.
L’altra sfida vera da affrontare nel medio periodo è quella del federalismo fiscale che porterà davvero una diversa concezione del bilancio in cui regole e risorse andranno assolutamente a braccetto. Infatti i trasferimenti dello Stato andranno a sparire per essere sostituiti da entrate proprie derivanti dalla compartecipazione Iva, dall’addizionale Irpef e Irap e dai nuovi tributi che la Regione potrà istituire, determineranno la scelta della sopravvivenza dell’autonomia della Regione stessa, in grado di raggiungere quegli obiettivi primari che rimangono, dal punto di vista generale e dal punto di vista politico, la solidità e il miglioramento della nostra società marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. La Commissione bilancio consegna all’Assemblea e alla comunità marchigiana una manovra di euro 4.270 milioni in entrata a fronte di 4.027 milioni del 2010. Un aumento dovuto sostanzialmente ad un miglior avanzo di amministrazione dell’ultimo esercizio finanziario rispetto a quello del 2009 di 367.874.813 che consente di determinare le entrate per il 2011 in un incremento di 288.831.825,96.
Le spese quindi aumentano di 43 milioni rispetto all’anno in corso e invertono l’impegno, mantenendo quasi ferme quelle correnti di 3.540.028.246 del 2010 a 3.588.836.285 del 2011, ed invece implementando quelle per investimento che passano da 487.930.834,03 a 681.746.359,44 del 2011 con un incremento di 193 milioni di euro.
Con riferimento alla spesa per assetto organizzativo e istituzionale è determinato in 90.300.526,63. La spesa per programmazione economica e bilancio è determinata in complessivi 686.551.445,33. La spesa per lo sviluppo economico in 59.785.264,54. Mentre la spesa per territorio in 150.199.752,23 e la spesa per servizi alla persona in complessivi 3.283.835.656,34. Quindi corre l’obbligo di sottolineare la differenza tra la spesa per lo sviluppo economico rispetto alle altre che risulta sottodimensionata rispetto a quelle previste in altre regioni.
In Commissione il lavoro di ascolto degli enti e associazioni che per settimane si sono susseguite in audizione hanno portato ad una ridefinizione delle esigenze con l’approvazione di una serie di misure finanziarie anche bipartisan.
E’ stato altresì introdotto per i fondi anticrisi e degli interventi prioritari il metodo del passaggio in Assemblea legislativa per consentire appunto all’Assemblea di partecipare alla individuazione dei criteri di assegnazione e delle modalità di gestione degli stessi.
Nel bilancio 2011 le missioni principali che la Giunta regionale si propone sono: fondo anticrisi, politiche sociali, turismo e cultura e green economy.
Sinceramente è apprezzabile lo sforzo e condivisibili le finalità, ma manca secondo noi una revisione profonda degli sprechi soprattutto in termini gestionali e strutturali che derivano dalle logiche del passato e da centri di spesa consolidati. Però purtroppo o per fortuna quest’anno il bilancio marchigiano è il risultato di una riflessione complessiva della spesa pubblica che il Governo nazionale ha imposto, giustamente, a tutti i soggetti di finanza locale, ma prima di tutto a se stesso e ai suoi Ministeri poi a Regioni ed enti locali. Ciò nel rispetto degli impegni europei e del buon senso. Con la manovra correttiva di luglio, pesante e difficile di 25 miliardi, ha messo al riparo l’Italia dai rischi di destabilizzazione, come invece non hanno saputo fare altri Paesi europei. Questo con l’unico scopo di abbassare il rapporto tra deficit e PIL dal 5% attuale al 2,7% nel 2012, ossia al di sotto del 3%, così come richiesto dall’Unione europea per ristabilire la credibilità dell’Euro Zona. Nella manovra 4 miliardi erano da ricondurre ad una minor spesa per le Regioni.
Riduzione del deficit, questa è la parola d’ordine che è un impegno per tutti, ma deve essere accompagnato anche da ripresa e fiducia. Per questa ragione il nostro atteggiamento sul bilancio è sì di seria opposizione ma comunque di responsabilità.
In questo contesto vanno inquadrate le decisioni del Governo dopo la manovra estiva per avviare una nuova fase di concertazione con le Regioni, per il contenimento della spesa ma soprattutto sul federalismo fiscale e inevitabilmente riguardo l’armonizzazione dei bilanci regionali.
Contenimento della spesa. Il taglio complessivo di 4 miliardi è una parte di quei 25, ma analizzando ciò che è accaduto negli ultimi giorni, con l’accordo tra Governo e le Regioni di giovedì 16 dicembre la situazione è positivamente cambiata, con particolare riferimento alla nostra Regione.
L’accordo tra Regioni e Governo prevede per il finanziamento del trasporto pubblico, in aggiunta ai 425 milioni già previsti con la legge di stabilità, ulteriori 75 milioni, differentemente da quanto era noto durante i lavori di Commissione, per i trasporti pubblici nelle Marche quindi il ripristino totale dei finanziamenti da parte dello Stato, e nella fattispecie del nostro bilancio ci sono i 28 milioni di euro che permettono di lasciare invariato il trasporto pubblico su rotaia e su gomma.
Inoltre secondo quanto deciso dalla conferenza Stato Regioni le spese per il trasporto pubblico saranno escluse dal calcolo ai fini del rispetto del patto di stabilità interno per il 2011.
Inoltre, ancora più rilevante, c’è stato, sempre nell’accordo di giovedì, un impegno a ripristinare i fondi nel 2012, cioè i 4 miliardi oggetto del taglio estivo di cui stiamo discutendo. Quindi la disponibilità seria a ritornare sugli standard degli altri anni già per il prossimo anno è un impegno, ovviamente a patto che la nostra regione, come le altre, mantenga in sanità un impegno per la parte corrente uguale a quelle dell’ultimo triennio cioè mantenga i costi standard in sanità e che rispetti il patto di stabilità interno.
Dalla stessa sottoscrizione si evince che nonostante il taglio, che per le Marche resta ancora da definire sulla base della ripartizione, comunque sarà sempre inferiore alle cifre che stanno girando sulla stampa e questa mattina in Aula. In particolare sulle politiche sociali ci sono ancora da ripartire 200 milioni per interventi sociali e 100 milioni e per borse studio e prestiti d’onore. Credo quindi sia presto per disperare, anzi, sono stati mantenuti con la legge di stabilità, in una percentuale che negli ultimi giorni si è elevata per la sanità, i trasferimenti previsti dall’accordo nazionale con il Ministero che saranno superiori per il 2011 rispetto al 2010, in valore assoluto ci saranno 29 milioni di euro in più.
Per l’edilizia sanitaria viene rispettato l’accordo per finanziare 210 milioni da parte dello Stato investimenti per prossimi anni oltre alla quota spettante di cofinanziamento dalla regione (113 milioni).
Sul federalismo fiscale con il sì delle Regioni si da avvio alla più grande ristrutturazione di finanza pubblica attraverso una logica di federalismo con un fisco regionale e comunale in grado di mettere sempre maggiore autonomia nelle scelte dei governanti locali, con un gettito locale da gestire in autonomia e responsabilità in una seria logica di sussidiarietà.
Sul federalismo differenziato molte regioni da questo bilancio stanno già facendo partire quelle funzioni già previste dall’art. 116 della Costituzione, come in materia di istruzione, tutela dei beni culturali, ricerca, ambiente ordinamento della comunicazione, infrastrutture governo del territorio. Su energia, giustizia di pace e protezione civile alcune regioni soprattutto del nord già con questo esercizio finanziario avviano una fase di protagonismo regionale, ma il nostro bilancio purtroppo su questo trascura questo fenomeno innovativo. Quindi oltre la prudenza secondo noi serve anche il coraggio.
Armonizzazione del bilancio. Il Consiglio dei Ministri di venerdì 17 dicembre ha approvato uno schema di decreto legislativo che armonizza i sistemi contabili e i bilanci delle Regioni, delle Province e degli enti locali. Si tratta di un importante tassello per l’attuazione del federalismo fiscale da non trascurare anche in questo dibattito. Sono delineati inoltre particolari aspetti legati alla contabilità sanitaria e finalizzati alla trasparenza dei conti del settore ed alla responsabilizzazione degli enti preposti.
In un clima di vero cambiamento delle politiche di bilancio, quale questo in cui si colloca il nostro bilancio di previsione 2011, riteniamo necessaria una discussione lontana da prese di posizione ideologiche pro o contro il Governo, ma sui numeri concreti e sui bisogni concreti della nostra comunità. Abituandoci sin d’ora a vivere il federalismo non in modo assistenzialistico, ma come opportunità di slancio.
Per questo abbiamo presentato alcuni emendamenti di buon senso e migliorativi della manovra che sono soprattutto in riferimento ai nuovi bisogni e che presenteremo in dettaglio durante la discussione.
Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Con tutto il rispetto per gli altri Assessori e per il Presidente, mi rivolgo all’Assessore Marcolini, perché è quello che in questi giorni ha tenuto le file anche nella comunicazione esterna riguardo la strategia di bilancio.
All’Assessore Marcolini voglio chiedere questo, so che il peso che gli attribuisco forse è eccessivo, oltre quello della manovra stessa, però è quello più politico. Ecco, noi avremmo il diritto, Assessore, come cittadini non solo come Consiglieri, di conoscere una volta per tutte qual è la proposta del centro-sinistra italiano sulla situazione economica, sulle strategie economiche e finanziarie, su cosa si deve fare in questo Paese. Voi siete tutti bravi a fare piagnisteo, lamentela, critica e proposta, ma alzi la mano un cittadino italiano che sa qual è la proposta strategica alternativa del centro-sinistra. Non lo sa nessuno! Perché vi siete confinati in una posizione soltanto di critica che non fa onore a un partito che ha avuto importanti responsabilità di governo negli ultimi quindici anni. Non l’ha capito nessuno! Dire più soldi ai poveri, più soldi al sociale, meno tagli, sono bravi tutti, ma il problema è che dovete precisare in questo Paese cosa fareste voi se foste al Governo. Siccome non vi sostiene più neanche più Mario Monti, quello che una volta volevate presentare a Presidente del Consiglio, penso che lo sbando sia totale.
Assessore, io ho profondo rispetto per il lavoro che ha fatto, so quanto sia stato difficile, e certamente anche lanciare una protesta fuori da questo emiciclo sicuramente rientra nella strategia politica, però mi permetta, e glielo dico con una certa animosità, nessuno ha capito qual è la proposta alternativa. Non è venuta fuori neanche alla Conferenza Stato-Regioni. Non è venuta fuori! L’appiglio e il grido sul federalismo non ho capito chi lo fa, perché tutti i Governatori della Conferenza Stato-Regioni l’hanno approvato all’unanimità. Dunque è meglio ricondurre nello spirito di responsabilità questo nostro dibattito.
D’altronde il problema dei tagli è un problema, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, di cui qui dentro ne parliamo dal 2000. E voi stessi – poi, certo, è vero, fuori dalle campagne elettorali, fuori dai momenti elettorali, fuori dalla grande propaganda che voi sapete fare – avete ammesso che è stato per manovre di lacrime e sangue di vari Governi, anche il vostro, che si è rientrati in questi dieci anni da gran parte del deficit. Mi dispiace dirlo, ma voi avete messo a rogo D’Ambrosio e il periodo della sua gestione, che avete fatto voi, e lo so che adesso non vi stuzzica nessun dente la storia di D’Ambrosio perché voi quando archiviate poi archiviate di brutto, però quando l’avete esaltato come il Presidente giudice questo l’avete saputo far fruttare molto bene. Complimenti, perché nessuno è capace come voi di esaltare ed affossare in un momento la stessa persona, di mandarla dall’altare alla polvere, come lo fate voi non lo sa fare nessuno.
Avete detto che il periodo D’Ambrosio è stato fallimentare con le consulenze, l’avete detto voi, l’ha detto qui il Governatore. E se non fossero stati i Governi Berlusconi, Prodi, Berlusconi, non avreste fatto alcuna manovra di taglio come invece avete fatto.
Vi voglio ricordare, sempre nell’ambito lamentela e poi chiudo, che a febbraio scorso, artefice il grande Malucelli, ci sono state assunzioni di impiegati nel settore amministrativo della sanità. Decine di assunzioni! Ma forse noi non siamo riusciti a spiegarlo in campagna elettorale, infatti mi colpisce molto quando il Presidente Spacca dice: “fate autocritica”. Sì, la facciamo, noi non siamo certo capaci a spiegare quello che voi meglio di Silvan sapete fare, facendo cioè apparire certe manovre come salutari che invece sono quelle che appesantiscono la spesa. E’ vero, noi non siamo capaci, lo ammetto qui pubblicamente.
Se vado ad esaminare il bilancio, ringraziando il relatore di maggioranza e il relatore di minoranza per la cura che hanno dedicato alle loro relazioni, la prima cosa che debbo sottolineare è che, permettetemi, non vedo una scala di valori. Tramutiamo in managerialità, la scala di valori la vorrei nella scala delle priorità strategiche. Io capisco il momento, però voi tirate a campare, c’è da superare questo momento, navighiamo a vista, allora io vi dico quali sono le contraddizioni che da qui emergono.
Sulla sanità avete mantenuto la pluralità – io dico la polverizzazione – dei livelli di governo gestionale della sanità, e questo ce lo ritroviamo sui conti. Lo vedremo fra qualche mese. Voi avete mantenuto, ve l’ho detto, da Ruta ai distretti, una polverizzazione di centri strategici e decisionali, e questi costano. Il cittadino fuori da qui non lo saprà, stamattina abbiamo tanta assenza in stampa, mi manca anche Alceo Moretti ma fra qualche giorno ci dirà in dieci pagine che qui va tutto bene.
Green economy. Parliamo di fonti energetiche integrative. Il problema di fondo di quello che manca, l’enorme quantità del gap energetico di questa Regione voi non lo affrontate, punto e basta! Mi si risponda qualche volta! Perché per sette-otto anni avete risposto con il piano di Amagliani, e non ci ha creduto nessuno, poi oggi si parla di green economy, di rilancio ecc., ma se vanno a secchio tutti i progetti delle fonti rinnovabili quando arriviamo! A quanto arriviamo e quanto ci manca?
Università. La Regione insegue, il Governatore presiede la conferenza dei rettori. Poi ci troviamo sui giornali che le università, l’Istao, hanno corso più di voi. La Regione insegue, non è protagonista.
Comunità montane, Assessore Canzian. Ci vogliamo sì o no mettere d’accordo sulle zone montane? E’ inutile che continuiamo a parlare di Comunità montane, Unioni di comuni montani, se non ci diciamo qual è il requisito, la caratteristica vera della montanità in questa regione. E se volete ancora tener dentro Fabriano non andate poi a parlare ai cittadini dell’entroterra che voi siete attenti alla mondanità, perché il dramma della gestione del comune piccolo montano non lo vivono i comuni come Fabriano o Tolentino. Ma tanto questo lo dico qui al vento, sappiamo che Fabriano è la capitale! Però se uno è capitale poi lo deve dimostrare anche nei fatti.
Droga. Apprezzo molto l’impegno di questi giorni, ho sentito l’Assessore Marconi: i nostri emendamenti saranno rivolti a potenziare la prevenzione. Che voi date i soldi ai Sert mi sta bene, ma voglio scatenare un dibattito laico e cattolico, così ci capiamo, perché pare che quando si parla di certi argomenti è riserva dei cattolici e non dei laici. Quando parliamo dei Sert parliamo di cura, parliamo di emergenza. Noi allora vogliamo sapere se nella prevenzione ci credete. E credere nella prevenzione significa sostenere e potenziare tutti quelli che sanno comunicare affetti e sentimenti contro solitudine ed emarginazione. E questo si fa prima, non si fa dopo, perché quando vai a chiedere il metadone il problema è scoppiato. Ed anche di questo ne parliamo da qualche lustro.
Infrastrutture. Il Governo nazionale ha fatto quello che ha fatto, non ci ritorno sopra. Abbiamo avuto una buona ricognizione da parte dell’imprenditore Pieralisi sui buoni e i cattivi, che in gran parte è veritiera. Io apprezzo molto le capacità diplomatiche dell’amico imprenditore Pieralisi, è veramente un grande diplomatico, perché ascrivere il governatore Spacca fra i buoni significa aver fatto la letterina di Natale. Perché il governatore Spacca quando noi, caro Viventi, facevamo le mozioni a favore di Quadrilatero, votava con D’Ambrosio, con il PD, con Rifondazione, dicendo che i soldi non c’erano, anche se c’era la pubblicazione della delibera Cipe sulla gazzetta ufficiale. Non so se Alceo Moretti ci può fare una paginetta su questo! La vostra propaganda è in grado di mistificare tutto alla massima potenza, ma Spacca votava contro la Quadrilatero! Se poi adesso, caro amico Viventi, si trova con lei a tagliare i nastri siamo contenti tutti quanti, ma almeno non ci prendiamo in giro! E che un imprenditore lo metta tra i buoni, perché è giusto che un imprenditore sia anche un grande diplomatico, sopratutto in questa regione, questo lo apprezzo, io sarò sempre a favore di qualunque imprenditore che giustamente deve avere buoni rapporti con il potere. Però dico tra noi, non ci prendiamo in giro, perché personalmente non mi sento di stare insieme a chi per anni ha blaterato e sputato su un intervento del governo della Quadrilatero. Mi dispiace che Spacca non c’è ma tanto ho avuto modo di dirglielo anche personalmente.
I nostri emendamenti sono pochi, non sono ostruzionistici, puntano a ristabilire almeno nero su bianco alcuni di questi valori, che ripeto sono: la lotta alla droga, il sostegno casa, famiglia, buoni per le giovani coppie, la sicurezza nelle scuole – poi i colleghi illustreranno quello che abbiamo fatto –.
Ci sono situazioni macroscopiche – chiedo anche al collega Comi di intervenire su questo – e non è una questione solo di territorio, parlo cioè di gestione del patrimonio della Regione, la barzelletta degli Hotel Marche, tra qui quello importantissimo di Tolentino, la cui prima pietra nel 1965 venne posta da Aldo Moro, quando ancora non si considerava amico dei comunisti, poi oggi è ritratto con l’Unità in mano. Hotel di Tolentino oggi sta cadendo a pezzi, la Regione dopo anni lo ha messo in vendita, ma mi pare che sul bilancio non ci sia scritto da nessuna parte che due terzi di quei soldi vanno alla Provincia di Macerata, che nel frattempo ha comprato il nuovo centro per l’impiego che costa tre milioni e mezzo. Il Commissario della Provincia di Macerata ha scritto che se questi soldi non gli arrivano dalla Regione li chiede ai Comuni. Allora, almeno quando si fa un bilancio bisogna stare attenti anche a queste cose.
Chiediamo da tempo, non abbiamo mai avuto soddisfazione, Assessore Marcolini, di avere un report sulle politiche per l’internazionalizzazione. E non mi venite a ripetere che ci sono gli outlet in Cina di Della Valle o della Manas o della Fornarina, perché questi là ci stanno da venti anni, non occorre la Regione. Ma noi vogliamo sapere chi sono gli imprenditori che stanno là con l’aiuto della Regione. Bisogna che ce lo dite.
E quando parliamo di Cina abbiate meno ideologia, peraltro oggi siete un po’ più in difficoltà, perché quando il Consigliere D’Anna ha fatto la contestazione al diplomatico cinese per la vergognosa situazione del premio Nobel, ecco, i premi Nobel si difendono di qualunque colore siano e di qualunque sia il paese che li perseguita, questo per noi è uguale dal Guatemala alla Cina, per qualcuno invece non è la stessa cosa. Poi c’è voluto il Papa per dirvi, parlo ai cattolici del centro-sinistra, della vergognosa situazione del sinodo dei vescovi cinesi. C’è voluto il Papa! Faccio qui un appello al centro-sinistra marchigiano per dire una parola su questo. Come pure sulle persecuzioni nei paesi arabi, ecc..
Da ultimo, coesione, accordo con i sindacati. Dimostrate di avere apertura. Quando nelle concertazioni, cari Assessori, non vi aggiornate ed escludete sindacati autonomi – vi parla uno che è iscritto alla Cisl –, escludete l’Ugl, voi fate sul campo una lesione dei diritti dei lavoratori che non vanno distinti per la maglietta del sindacato o del partito.
Quindi c’è bisogno della cosiddetta coesione, concertazione, come dite voi, non potete escludere le sigle. Questo avviene con la scuola quando escludete fior di sindacati autonomi, come pure in altri settori. Cercate allora di mettere una parola di conciliazione e di rispetto diverso. I lavoratori non vanno umiliati. Il lavoratore si iscrive dove e come gli pare, perché libertà sindacale, se ci tenete ai valori della Costituzione come dite, se ci tenete allo Statuto dei lavoratori, significa che tutti i sindacati vanno rispettati. Quindi vi prego su questo di riparare perché in tutte le vostre azioni assessorili scadete in questa pessima consuetudine, in questa pessima usanza.
Poi ne riparleremo durante la discussione degli emendamenti sui quali, ripeto, dietro ad ognuno per noi c’è un valore che vorremmo discutere insieme a voi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Non voglio addentrarmi negli aspetti più ragionieristici di questo bilancio di previsione, poiché ritengo che i relatori abbiano già inquadrato le cifre essenziali.
Vorrei invece soffermarmi sugli aspetti più politici di questa manovra, partendo da un presupposto. Ossia, quello che è accaduto in questi giorni sui giornali, cioè il classico balletto di cifre inerenti la manovra, è un cattivo modo della politica di spiegare come stanno le cose ai cittadini. Sui giornali vengono cifre che esistono, i tagli, ma vengono spiegati come se fossero una mannaia vampiresca sui conti delle Regioni.
Vorrei allora chiarire alcuni aspetti, se mi è consentito.
Il primo è quello attinente alla critica politica che fa il PD su scala nazionale, e di conseguenza anche su scala locale, in merito al metodo dei tagli lineari avviato questa estate con il decreto 78. Trovo molta ipocrisia e falsità quando si afferma che i tagli lineari sono un metodo sbagliato in quanto bisognava andare a fare dei tagli specifici non si sa bene su che cosa.
Vorrei che fosse chiaro che la manovra del decreto 78, così come, signori Consiglieri, quello che sarà il futuro quando ci saranno altre manovre pesantissimi di tagli, è secondo me un buon modo di fare politica e dire già oggi ai cittadini: “state pronti perché purtroppo ci sarà un’altra dura manovra in futuro”. Questo è quello che ci chiede il fondo monetario internazionale, ce lo chiede l’Ecofin, ce lo chiede l’Unione Europea. Questo ci viene richiesto perché l’Italia è uno dei Paesi migliori nel mondo nelle classifiche sul debito privato delle famiglie che è pressoché inesistente, ma è uno dei peggiori del mondo occidentale e in Europa sul debito pubblico. E sappiamo tutti che per stare in Europa dobbiamo appunto intervenire sul debito pubblico.
I tagli lineari vengono fatti perché è l’unico modo di mantenere la coesione sociale. Se avessimo fatto dei tagli di settore a zero probabilmente in Italia avremmo avuto la guerra civile, su due piedi ci saremmo ritrovati intere categorie di lavoratori pronti a far molto di più di quello che hanno fatto in questi giorni studenti incappucciati che hanno distrutto le nostre città su una buona riforma universitaria.
Francamente è brutto vedere che si spiega nel territorio una manovra di questo bilancio andando ad attaccare questi tagli senza spiegare il perché vengono fatti così.
Un’altra cosa che si chiedono i cittadini e che è inspiegabile è questa: ma se questi tagli sono così drammatici perché la Regione Marche, attraverso le parole dell’Assessore Marcolini, non riesce a compensare in via sussidiaria, quindi in ausilio dei conti liberi della Regione che si possono gestire, a mantenere in piedi i servizi.
I casi allora sono due, o questo taglio del 67% in aumento al 78% delle risorse disponibili paralizza tutto, signori Consiglieri, oppure questo taglio ha colpito prevalentemente gli sprechi e ha colpito l’eccesso di discrezionalità che ha avuto la Regione in questi anni rispetto ad altri enti. Parliamoci chiaramente, le manovre governative degli ultimi anni hanno tagliato prevalentemente ai Comuni. Oggi era impensabile andare a tagliare sui Comuni, si è dovuto tagliare con il decreto 78 sulle Regioni, perché forse navigavano un po’ troppo nell’oro rispetto ad altri enti.
In questo bilancio c’è molta furbizia, perché oltre a qualche bugia, che ho appena detto, accadono cose strane. Da anni il Governo Berlusconi dice che dobbiamo ridurre il personale delle pubbliche amministrazioni, Brunetta ha fatto una normativa rigida sul controllo della qualità del personale, Tremonti ha stabilito dei parametri che hanno detto chiaramente che non dobbiamo assumere troppa gente. Che cosa fa la Regione Marche? Una piccola furbizia! Prendiamo il caso dell’Assam. L’Assam – questo ancora non è arrivato in Assemblea legislativa ma sappiate che il centro-destra si è già accorto di questo atto di furbizia – ha una considerevole variazione in aumento nel bilancio di previsione, perché in realtà è una partita di giro. Infatti la prossima manovra della Regione è quella di prendere i dipendenti dell’Assam, toglierli come dipendenti della Regione, farli diventare dipendenti autonomi dell’Assam, e farlo con il contributo annuale che la Regione dà all’Assam. Tutto questo per consentire, signori Consiglieri, alla Regione Marche di aumentare l’anno prossimo qualche assunzione al fine di evadere il patto di stabilità. Quale sarà il prezzo? Il prezzo che verrà pagato sarà quello che in futuro i dipendenti dell’Assam perderanno tutti gli incentivati del personale della Regione in quanto avranno una singola contrattazione autonoma. Questo è stato fatto per l’Ersu, lo faremo per l’Assam, lo faremo per vari settori.
Altra furbizia, la Giornata delle Marche. Vorrei ricordare a questa Assemblea - tra le altre cose esprimo qui solidarietà all’amico D’Anna per esser stato un po’ criminalizzato da alcuni esponenti della maggioranza come uno che ha rovinato una festa – la festa per celebrare i rapporti con la Cina, lì è ovvio che sarebbe da sciocchi pensare che un ambasciatore cinese a seconda del regalo che uno gli fa su un palco teatrale aumenta o diminuisce la sua voglia di dialogare con le Marche, è ovvio che è stato fatto un lavoro preparatorio a parte che non poteva essere né migliorato né peggiorato dalla Giornata delle Marche. Il problema è che la Giornata delle Marche per far contenti Spacca e l’ambasciatore cinese costa 120 mila euro a questa Regione. Cioè per un convegno per riempire le Muse noi buttiamo via 120 mila euro. Per cui visto che siamo in un’epoca di vacche magre, in un’epoca di tagli, io ho scritto degli emendamenti con cui dimezzo questa cifra. E’ ridicolo che per il 2011 con la crisi si vada a spendere 120 mila euro per autocelebrarsi.
Emendamenti. Il centro-destra ha voluto fare una serie di emendamenti, primo, per dimostrare la sostenibilità della manovra Tremonti in rapporto alle Regioni. Cioè, capiamo i tagli, e vorrei che fosse chiaro che quando Marcolini e Spacca rivendicano in Conferenza delle Regioni al Governo di avere più soldi, badate, fanno bene, è un atto dovuto e legittimo da parte dei nostri esponenti di governo, ma quello che non mi sta bene è quando nel territorio si rivendica questa cosa come insostenibile.
Noi del centro-destra, il PdL insieme agli amici della Lega Nord, abbiamo allora presentato degli emendamenti che dimostrano che c’è ancora spazio di manovra su alcune grandi tematiche che stanno a cuore alle famiglie. Abbiamo aumentato – qui vedremo se il centro-sinistra lo vorrà votare – di oltre 150 mila euro i fondi per gli asili nido, quindi è possibile. Abbiamo aumentato il fondo sismico per l’efficientamento energetico delle scuole, quindi è possibile. Abbiamo aumentato i fondi per la sicurezza e per le polizie municipali e locali, quindi è possibile. Insomma, abbiamo fatto degli emendamenti simbolici per dimostrarvi che...(...) E’ evidente, Consigliere Ricci, non parliamo di grosse cifre, anzi, la ringrazio di questo suo sorriso perché mi ha fatto ricordare una cosa che mi stavo scordando e che è essenziale lasciare ogni volta al dibattito nei confronti della stampa, ossia, che l’85% del bilancio della Regione è la sanità e che non è toccata dai tagli, è un fondo a parte, e che la Regione dovrà discutere in futuro sul piano sanitario regionale su come spendere questi soldi. Quindi di quel rimanente 15%, dove ci sono i tagli del 70% - quindi ricordiamoci di cosa parliamo – c’è ancora spazio di manovra. Per cui la verità è che i cittadini non hanno ancora capito dove avete sperperato, voi avete speso dei soldi in passato non si sa per che cosa, perché, ripeto, a tutt’oggi è possibile aumentare gli asili nido, è possibile aumentare le scuole, è possibile aumentare i soldi alle polizie municipali.
Vado agli ultimi aspetti importanti. Grazie al contributo dell’amico Zaffini abbiamo presentato un emendamento sul fondo anti-crisi per stabilire dei criteri normativi. Se una giovane coppia non è residente da qualche anno nel territorio è evidente che è sbagliato dare i contributi per l’anti-crisi, noi non dobbiamo dare soldi che vanno a finire nell’ambito di un fenomeno migratorio, dobbiamo invece cercare di dare aiuti concreti alle giovani coppie che vivono nel nostro territorio.
Abbiamo ripresentato l’emendamento dei quattro anni per la residenza delle case popolari, perché in termini di costi è un grosso risparmio anche quello di dare con maggiore equità le case popolari a tutti.
Abbiamo presentato emendamenti simbolici anche su altri aspetti. Ne cito uno, la legge sul ricordo delle foibe. Questa Regione non ha mai speso neanche mille euro su una giornata nazionale istituita con legge, come giustamente è stato fatto sulle celebrazioni del 25 Aprile o della drammatica Giornata della memoria sull’olocausto. Quindi anche qui chiedo un impegno istituzionale a dare un segnale alle scuole sulle foibe.
Esempi di razionalizzazione. Noi dobbiamo risparmiare su quei campi che non danno certezza di intervento, uno di questi è il piano della comunicazione e i sistemi informatici. Questa Regione spende troppi soldi per i piani delle comunicazioni e i sistemi informatici, centinaia di migliaia di euro per aggiornamenti di software, centinaia di migliaia di euro per pieghevoli e volantini che sostanzialmente non producono niente rispetto a un soldo dato per un progetto di lavori pubblici a un Comune o per una strada.
Vorrei citare questo meraviglioso fonder fatto per la Giornata delle Marche, che avrà avuto anche un costo – faccio vedere ai signori Consiglieri se non ne hanno preso visione quel giorno –. Qui ci sono scritte delle cose incredibili, c’è scritto che tutto quello che di buono fa la Regione Marche è merito di Spacca, tutto quello che c’è di negativo è tutta colpa di Berlusconi, ma peccato che tutte le cose qui scritte sono il frutto della normativa nazionale del Governo degli ultimi anni. Ne cito alcune: rigori e risparmi, tagli alla burocrazia, risparmi spese amministrative di 26 milioni di euro, tagli di CdA enti e società partecipate, riduzione di emolumenti, riduzione di dirigenti, eliminazioni di auto blu, riduzioni di altre strutture, lotta all’evasione fiscale. Cioè, questo è il decreto 78 del Ministro Tremonti. Quindi in poche parole cercate di prendervi i benefici da un punto di vista dialettico di ciò che di buono ha fatto questo Governo nazionale.
Dopodiché in questo opuscolo alla fine c’è il grande atto conclusivo. Siccome tutti sappiamo che questo bilancio avviene nella transitorietà dalla finanza derivata al federalismo, e che quindi oggi le Marche prendono di meno ma fra due o tre anni con il federalismo e i decreti attuativi a regime potrebbero prendere di più, a cominciare dalla sanità, giustamente scrivete: “Le Marche nel gruppo ristretto di quelle tre-quattro Regioni virtuose sono considerate modello nazionale di riferimento per l’attuazione sul federalismo”. In poche parole criticate il federalismo però poi ai cittadini, a cui il federalismo piace, dite che voi sul federalismo siete in prima fila. Vi dovreste vergognare di scrivere queste cose! Vi dovreste vergognare! Siete schizofrenici e incoerenti, siete sempre finalizzati da un lato a fare il piagnisteo e a criticare il Governo, dall’altro volete invece prendervi i meriti dell’azione dello stesso Governo Berlusconi.
Voglio concludere il mio intervento dicendo che questo è sì un bilancio duro, ma è un bilancio di transitorietà, è un bilancio che costringe la Regione a gestire meglio i suoi soldi. E se li vuoi spendere sul sociale lo puoi fare, se li vuoi spendere sui lavori pubblici lo puoi fare, è una scelta tua. La normativa del federalismo ti obbliga a essere responsabile con i tuoi impegni elettorali.
Quindi mi limito a constatare che questo bilancio della Regione ha fatto solamente un’operazione, ossia quella di fare ciò che il Governo nazionale ha fatto su tutta la pubblica amministrazione. Avete fatto anche voi dei tagli e li avete fatti lineari per accontentare il vostro elettorato. Il che vuol dire che l’azione intrapresa dal Governo Berlusconi non solo è giusta e seria, ma è anche una grande occasione di rilancio per le Marche. Voi vi state adeguanti ma avete paura di dirlo. Noi invece con forza diciamo che questa manovra è sostenibile e dura, ma dobbiamo guardare al futuro con coraggio, come pure con trasparenza, ma il centro-destra è chiaro sul territorio mentre voi no.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto credo che un atto come questo necessiti della presenza sia del Presidente Spacca sia dell’Assessore competete, altrimenti ci parliamo addosso. Quindi se è possibile, Presidente, chiedo la loro presenza. Noi conosciamo quello che diciamo per cui lo vorremmo dire a loro, anche perché non credo che andranno poi a verificare nel verbale che...
PRESIDENTE. L’Assessore Marcolini è uscito un attimo, adesso lo facciamo chiamare.
Giancarlo D’ANNA. Il Presidente Spacca è in Cina?!
PRESIDENTE. Non credo!
Giancarlo D’ANNA. Questo è il mio sesto bilancio e francamente in questo non ho notato quel colpo l’ala, quei provvedimenti che possano dare un’indicazione diversa rispetto a quello che è accaduto in passato.
C’è un’aggravante. Qualche settimana fa – almeno mi sarei aspettato questo in bilancio – questa Assemblea legislativa votò una mozione relativa alle problematiche dei malati di sclerosi laterale amiotrofica e che prevedeva degli impegni precisi, ed io in quel giorno dissi che sarebbe stato opportuno approfittare dell’imminente bilancio per lanciare un segnale. In effetti questo segnale c’è stato, ma è stato a totale indifferenza rispetto a quello che l’Assemblea legislativa aveva deciso all’unanimità qualche settimana fa.
Ritengo che questo sia un bruttissimo segnale, perché va proprio a minare amministrativamente su una categoria rappresentativa di tante altre realtà che soffre sulla propria pelle delle difficoltà enormi. E questa sofferenza non è del periodo della crisi, ma è sofferenza continua di famiglie che a volte sono costrette a lasciare il lavoro e qualche altra volta addirittura a vendere la casa pur di seguire un malato che ha necessità di un’assistenza qualificata 24 ore al giorno.
Questa Assemblea legislativa, questa Giunta in quella direzione non è stata capace nemmeno di dare un segnale, nonostante ci fosse una presa di posizione chiara, marcata, decisa e certificata da una mozione di qualche settimana fa. Questo è gravissimo!
Come è altrettanto grave, nonostante le centinaia di audizioni che vengono vantate sulla stampa come concertazione, come ascolto delle varie categorie, non ci siano dei provvedimenti per tutte quelle associazioni, per tutte quelle realtà, per tutte quelle situazioni di difficoltà sopratutto legate al mondo socio-sanitario. Non si ascoltano oltre 500 associazioni, categorie ecc. e quindi non si danno neppure delle risposte precise o almeno dei segnali.
L’unico segnale che c’è sulla sanità è quello che riguarda ancora una volta una forte concentrazione di investimenti su Ancona e solo illusioni sulle altre realtà. Questo lo dice il piano socio-sanitario 2010-2012. Vi ricordo che il 2010 sta finendo e quindi nel 2011 andiamo a prevedere quello che è già accaduto.
Questo è sintomatico di un modo di amministrare che definire vergognoso è poca cosa.
Non abbiamo neppure visto un’intenzione seria per andare a correggere le problematiche collegate al mondo di chi vive le difficoltà, ad esempio per il problema sulle barriere architettoniche non ci sono investimenti seri e corposi per andare a risolverlo. Ricordo che qualche anno fa, Presidente, quando si trattava della finanziaria del Governo nazionale tanto per cambiare la Regione Marche, che in quanto a buongusto non si fa mancare niente, fece un manifesto con delle mani che strappavano una sedia a rotelle sotto il sedere di chi ci stava sopra. Ebbene, in questa finanziaria dei provvedimenti in quella direzione non ci sono assolutamente. Quindi anche questo è sconsolante.
Neppure sul settore del turismo notiamo niente. L’anno scorso c’è stata quella grossa enfatizzazione con il famoso spot di Dustin Hoffman, allora qui vi ricordo ancora una volta che se oggi dovessimo andare a filmare gli stessi luoghi dove è stato girato lo spot vedremo che, grazie a una disattenzione e a una tardiva presa di posizione della Regione, oggi sono pieni di specchi di fotovoltaico. In alcune realtà della mia provincia, nello specifico Cagli, addirittura sia andrà a costruire un impianto fotovoltaico in una zona di rispetto e di vincolo. Non si riesce proprio a capire come mai in questa regione si possa fare tutto ed il contrario di tutto.
Anche sull’occupazione non vediamo alcun colpo d’ala.
Per quanto riguarda la delocalizzazione voglio qui ringraziare il collega Zinni per l’espressione di solidarietà nei miei confronti, certo, mi fa molto piacere, e va bene, ma credo che quella situazione del teatro delle Muse sia stato uno dei momenti più bassi dal punto di vista della tutela dei diritti umani che questa Regione abbia mai vissuto. Non credo che ci sia un’altra realtà in questo mondo nella quale viene premiato un aguzzino - perché tale è - nel giorno in cui lo stesso vieta a un suo connazionale di ritirare un premio Nobel. In quest’Aula è venuta, su invito del Presidente Bucciarelli, la Menchù, e noi l’abbiamo accolta, ne siamo stati contenti, ma non una parola è stata espressa per Liu Xiaobo quando gli è stato vietato di andare. Non solo, si è avuto anche il cattivo gusto nella giornata dell’assegnazione del premio Nobel, nella ricorrenza dell’emanazione dei diritti umani, di andare a premiare chi ancora oggi nella sua nazione fa 5 mila esecuzioni capitali l’anno delle quali buona parte vengono utilizzate per prelevare organi da vendere nel mercato più o meno clandestino. Questo è stato fatto, questo è altamente vergognoso!
Mi è inoltre dispiaciuto che in quella situazione ci fossero anche rappresentanti della Chiesa, che poi qualche giorno dopo attraverso il Papa hanno denunciato ancora una volta una cosa che non esiste a questo mondo, cioè il fatto che il Governo comunista cinese si arroga anche il diritto di nominare dei vescovi. Dunque anche questo è assolutamente inconcepibile, è intollerabile. E’ inutile che ci vantiamo di dire che Padre Matteo Ricci è il veicolo, è il veicolo di cosa! Si sta girando nella tomba perché è solo un’operazione squisitamente commerciale, su questo non c’è assolutamente dialogo. Certo, la manifestazione per i 400 anni doveva servire anche ad impostare tutte le attività commerciali e prestando molta attenzione ai nostri lavoratori; ed anche su questo c’è da aprire un discorso, ha fatto bene il Capogruppo Massi a chiedere: quali sono coloro che si sono delocalizzati con l’aiuto della Regione?. Ma in ogni caso quello è accaduto è altamente vergognoso. Inoltre si vanno a spendere, come ha ricordato benissimo il collega Zinni, 120 mila euro per andare a premiare chi continua a reprimere la libertà, chi addirittura si arroga il diritto a nominare dei vescovi.
Ritorno al discorso del bilancio. Dopo sollecitazione del sottoscritto in più bilanci, lo scorso anno con mozioni e interrogazioni relativamente allo smaltimento e alla bonifica dell’amianto, tanto per non dare ragione all’opposizione, ma ci sta, ne siamo pure contenti, avete soffiato sul riconoscimento della funzione sociale degli oratori, però ovviamente saremmo stati anche contenti se magari aveste preso spunto dai nostri suggerimenti in merito appunto alla bonifica dell’amianto.
Sono stati fatti dei censimenti relativamente alla presenza di amianto in edifici pubblici e privati, si sono fatti dei corsi di formazione, però poi non ci sono investimenti per. E qui ricordo che in Italia ogni anno ci sono oltre 3 mila morti collegati alla presenza di amianto, che insieme alle polveri sottili, altro argomento che accuratamente viene evitato, sono la causa di morte, in una regione che è sì la più longeva, ma che negli ultimi anni come contropartita ha avuto rispetto alle altre nazioni il maggior incremento di tumori infantili.
Vogliamo parlare delle politiche della sicurezza? C’è un osservatorio, di cui ho fatto parte nella scorsa legislatura, che prende atto di quello che succede. Le cose allora sono due o ci crediamo e ci investiamo oppure lo togliamo di mezzo e utilizziamo quei soldi per fare qualcos’altro.
Credo pertanto che questo bilancio in definitiva non sia altro che la brutta fotocopia di quelli precedenti. Ancora una volta non si è approfittato per eliminare le spese superflue che riguardano la cosiddetta comunicazione istituzionale, tutte le prebende che ci sono, tutti i meccanismi strani e balordi che questa Regione si inventa. Vorrei ricordare che qualche anno fa venne venduto un immobile ad Asteria contro progetti, alcuni dei quali riguardavano la florovivaistica, delle cose incredibili, non si è visto mai qualcuno cedere edifici del valore di 1 milione di euro contro progetti, alcuni dei quali erano assolutamente risibili, non sono stato altro che una giustificazione per cedere poi quell’immobile.
Ancora una volta si è persa una grossa occasione, questo è un bilancio come al solito blindato. Viviamo la sceneggiata sulla stampa che parla di maratona di 3-4-5 giorni, ma presumibilmente domani andrà a finire a tarallucci e vino e si chiude tutto perché le vacanze sono vicine. Non c’è possibilità di incidere su tutti quei problemi legati alla sanità, alle fasce deboli, alla difesa dell’ambiente; anche riguardo all’ultimo piano ribadisco la mia contrarietà, il mio allarme relativamente alla difesa dell’ambiente che viene invalidato con alcuni provvedimenti, parte del piano era condivisibile, ma quello relativamente all’ambiente sicuramente no. Non si risolvono i problemi dell’amianto, tanto, si pensa, non si vede, chi se ne frega.
Assessore Marcolini, siccome prima non c’era voglio ribadirle che mi sarei aspettato non i miracoli, perché ormai essendo alla seconda legislatura ho visto che c’è poco da cambiare e quello che si può cambiare generalmente lo concedete in Commissione, ma almeno che dopo la votazione di quella mozione di qualche settimana fa, che andava incontro alle esigenze delle famiglie dei malati di sclerosi laterale amiotrofica, qualcosa avessimo trovato qua dentro. (…) Eh, allora, Marcolini, stia a sentire, lei tutte le volte...(...) E no, abbia pazienza, su queste cose non è che tutte le volte possiamo fare il gioco delle tre carte! (…) Marcolini, voi state spendendo soldi per dare il premio all’aguzzino cinese. Vergognatevi! Vergognatevi! Avete fatto un’operazione scandalosa! (…) No, vaffanculo ci vai te, hai capito!
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna!
Giancarlo D’ANNA. E no, Presidente, io glielo rimando indietro! Vaffanculo ci vai te, hai capito!
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, la invito a un linguaggio più consono!
Giancarlo D’ANNA. E no, Presidente, semmai riprenda lui! E’ lui che lo ha detto, capito!
PRESIDENTE. Io non ho sentito nulla, concluda il suo intervento, per favore!
Giancarlo D’ANNA. E no, allora concludo con quello che ho appena detto e lo riconfermo!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Dal dibattito ho ascoltato, in modo particolare dalle relazioni del Consigliere Latini e del Consigliere Carloni, alcune questioni complete e importanti, i relatori si sono impegnati a fondo per illustrare al meglio in quest’Aula il bilancio regionale.
Al Consigliere Zinni dico che finalmente si riesce a comunicare che le Marche non sperperano, in termini di costi della politica è la Regione, anche per merito vostro, più virtuosa d’Italia. Vogliamo comunicare anche questo? Magari qualche difficoltà ci sarà pure nella gestione complessiva di un bilancio come questo, ma la Regione Marche, ripeto, è la Regione più virtuosa d’Italia, è quella che spende meno per i costi della politica. Certo, è grazie anche a voi, ma vorrei che fosse comunicato anche all’esterno, però a volte facciamo fatica ad arrivarci.
Sempre per interloquire in maniera positiva l’altra questione è questa. Se noi oggi prendiamo atto del decreto sul federalismo e dell’accordo Stato-Regioni, fatto a larga maggioranza tra Regioni di tutti i colori politici e il Governo, non si può non ricordare che anche sui tagli è stata la stessa cosa. Non ci sono Regioni di diversi colori politici che hanno negato i tagli, che hanno negato i minori trasferimenti del Governo alle Regioni e agli enti locali. Qui sembra, da quello che ho ascoltato, che dovremmo dire che i tagli non ci sono stati. Io sono convinto che il dibattito che ha attraversato il mio partito, la mia maggioranza, sul federalismo, è un dibattito se vuoi debole, in qualche caso di retroguardia, molti di noi erano più convinti di altri di andare in quella direzione. Quindi è vero, è giusto che oggi ci sia un accordo e si proceda. Noi nelle Marche, fra l’altro, lo ha ricordato più volte l’Assessore Marcolini, avremmo anche i parametri in ordine per ricevere queste competenze, queste deleghe, quindi non ci farebbe nemmeno paura. Però è chiaro che il federalismo a cui noi pensiamo è in una visione diversa, è un federalismo solidale, attento complessivamente alle dinamiche socio-economiche dell’intero Paese. E sui tagli è la stessa cosa, le Regioni, anche di centro-destra, hanno criticato profondamente la riduzione dei trasferimenti. Alcune hanno fatto il gioco delle parti, come è normale, ma questo a prescindere che il taglio sia stato più o meno lineare, le parole d’ordine sono state univoche.
E le parole d’ordine usate in quel dibattito oggi magari possono anche essere non più efficaci e non più utili. Ma il tema vero, cari colleghi Consiglieri, non è tanto il taglio lineare, il taglio puntuale che c’è stato, ma è che a questa finanziaria – molti di voi hanno parlato della finanziaria nazionale piuttosto che del bilancio regionale – gli manca un pezzo importante. Lì si è scelto di impostare una finanziaria che riduce le risorse agli enti locali piuttosto che lavorare un po’ di più e un po’ meglio sui temi che riguardano la ricrescita economica di questo Paese, meno risorse sulla formazione, meno risorse per la scuola, meno risorse per gli enti locali, meno per i servizi.
Mi ricordava ad esempio l’Assessore Giannini che il fondo unico regionale per l’attività d’impresa, se i tagli complessivamente arrivano all’80%, segnerà zero.
Quindi se vogliamo discutere di politiche nazionali, se vogliamo verificare i documenti di bilancio economico-finanziari sulla base dei tagli e sugli investimenti per la crescita è un ragionamento, se vogliamo dare un giudizio di merito su questo bilancio è un’altra cosa.
Vedete, il bilancio della Regione Marche per il 2011 merita un plauso innanzitutto su due temi, quello dei trasporti - qua giustamente richiamato anche dai Consiglieri di opposizione -, perché il diritto alla mobilità è uno dei servizi essenziali per le popolazioni, ed il diritto allo studio che è la stessa cosa. Ci mancava pure che dopo aver tagliato circa il 70% di risorse questo Governo nazionale non avesse fatto un passo indietro sui trasporti, sul diritto allo studio o sulla sanità! Ci mancava pure! Quindi è evidente che su questi tre-quattro grandi questioni (trasporti, diritto allo studio, sanità e sociale) la pressione degli enti locali, la pressione delle Regioni, ha fatto in modo che il Governo tornasse con più attenzione a garantire quelle poste.
Purtuttavia la Regione Marche con proprie risorse aggiunge 9 milioni di euro al trasporto pubblico locale, cercando di recuperare sul trasporto su gomma. Le caratteristiche delle Marche le conoscete, ci sono lunghe direttrici costiere e quindi ci sono molti comuni delle aree interne che hanno bisogno di quel tipo di servizio di trasporto pubblico. Anche sul diritto allo studio si sono recuperate con il bilancio regionale diverse risorse, circa 2,5 milioni di euro.
Ecco, basterebbe questo per riconoscere nell’azione della Regione Marche ciò che per noi, per me, ha a che fare con quel famoso modello marchigiano. Cioè una Regione fondata prevalentemente sul tema della rete dei servizi e sulla coesione sociale, una Regione che mantiene le risorse invariate anche in questo bilancio, nonostante i trasferimenti ridotti da parte del Governo, sui temi del lavoro, dell’occupazione, dei servizi, del sociale, del rilancio delle imprese. Quindi per rilanciare l’economia di questa regione non solo azioni di difesa ma anche azioni positive.
Questo è il profilo che vogliamo mantenere, questo è quello che oggi ritroviamo nella proposta di bilancio per il 2011.
Il modello marchigiano non è solo il modello che attraverso la sua rete di impresa esporta o fa l’internazionalizzazione o fa ricerche e innovazione, è anche sistema di welfare che garantisce le famiglie, i lavoratori, che garantisce l’accesso al credito alla piccola e media impresa. Insomma, un modello che costruisce una rete sociale tale da aver spinto in questi anni ai vertici della nazione la nostra realtà.
C’è un altro punto che ritroviamo e che è attinente a ciò che ho appena detto. La Regione Marche non è attenta solo oggi attraverso il suo bilancio ai temi del lavoro e dell’occupazione ed è sostegno all’impresa, ma la Regione Marche nel momento acuto della crisi economica e finanziaria di qualche mese fa era già in prima fila, tra le poche Regioni in Italia, nell’aver individuato risorse. In quel caso dissi che una Regione che ha i conti della sanità in ordine poi, con attenzione e prudenza, può anche permettersi di liberare risorse da destinare a fasi emergenziali.
Oggi, anche se la situazione è leggermente migliorata, trovate in bilancio quote di risorse che vanno a dare una mano ai temi dell’occupazione, dei servizi e del trasferimento ai Comuni. Guardate, noi fino adesso abbiamo annunciato cifre anche in maniera roboante, se volete anche propagandistiche, tuttavia tra qualche settimana il dibattito sul bilancio lo faranno anche i Comuni e per alcuni di questi sarà drammatico garantire le quote per gli asili, le quote per le scuole, le quote per l’assistenza, per la non autosufficienza. Lì vedremo come dolorosamente andrà ad incidere una manovra finanziaria che sceglie di tagliare la spesa pubblica a chi non la produce. In realtà il trasferimento che non avviene incide sugli enti locali che producono una spesa pubblica per una percentuale rispetto alla spesa complessiva molto, molto relativa, molto, molto bassa. Allora, o ci rendiamo conto che questo bilancio è condizionato dal minor trasferimento oppure dobbiamo cercare in qualche modo di difendere ciò che non è difendibile.
I tagli ci sono stati e bisogna prenderne atto. Io prendo atto anche di ciò che diceva il Consigliere Zinni, ovvero che sarà un bilancio duro e complicato, ma rispetto ai temi essenziali che riguardano una Regione che sceglie quella resistenza rispetto a ciò che potrebbe essere uno smantellamento del sistema sociale, troviamo risorse che vanno a coprire quelle voci che ho prima, seppur brevemente, accennato.
Anche rispetto alla sanità ci mancava pure che nella trattativa nazionale non ritornassero poste quanto meno per gli investimenti in sanità! Sarebbe stato il colmo se di fronte a un taglio che oggi è del 70% avessimo avuto una riduzione pari alla metà dei trasporti, pari alla metà del sociale, nessun investimento sulla sanità e niente recupero di risorse per il diritto allo studio. E che facevamo! Altroché federalismo, sarebbe stata drammatico! Il Governo su questo fatto è stato sensibile e in qualche modo ha raggiunto risorse.
Altro punto, per riconoscere anche le cose buone, è il famoso atto di convenzione fra Stato-Regioni sul dissesto idrogeologico. La Regione introita una risorsa su vecchi progetti pari a 36 milioni, quella che verrà speso dai Comuni e Province sul territorio. E’ una cosa buona, ci aiuta, ci permette di liberare in alcuni casi risorse proprie dell’ente.
In realtà con un po’ di equilibrio possiamo dire in maniera innegabile che un bilancio che manca di più di 400 milioni nel prossimo trienni, Assessore, è un bilancio che si costruisce in maniera complicata. Ma a noi politicamente convince, lo dicevo prima e lo ribadisco, perché in questo bilancio ci troviamo un disegno strategico della Regione Marche, cioè una Regione che punta sulla piccola e media impresa, sulla rete dei servizi e sul rapporto con gli enti locali, che è un elemento che caratterizza il nostro governo.
Bisogna inoltre riconoscere che questo bilancio si chiude positivamente anche perché c’è lo sforzo di una piccola manovra interna di risparmio che ha portato a 10 milioni di euro. Ed è sbagliato non riconoscere che temi come il dibattito sugli enti strumentali sia stato negato solo alla fine per risparmiare qualche euro. E’ un dibattito che ha a che fare con un ragionamento di riforma partito molto tempo fa. In realtà ciò che la maggioranza ha chiesto alla Giunta è di procedere sulla via della riforma anche del proprio bilancio, di partire da un bilancio a base zero, di azzerare vecchie leggi di spesa, di verificare l’efficacia e l’efficienza degli enti strumentali. Ed oggi questo ci torna utile rispetto a ciò che è accaduto con la finanziaria nazionale, è un percorso di riforma secondo me molto, molto importante che ci può dare la possibilità di stare più sereni nella costruzione di un bilancio che guarda ai prossimi anni anche rispetto al trasferimento delle deleghe sul federalismo.
Quindi mi pare ci siano tutti gli elementi, al di là delle questioni particolari che ho qui ho ascoltato, alcune delle quali sono anche condivisibili. Se qualcuno mi dice di ridurre qualcosa dal punto di vista delle spese, il fondo della comunicazione, ecc., va bene, proviamoci, ma non sono questi gli elementi che fanno dare un giudizio sul bilancio 2011. Gli elementi sono la riconferma di quella visione strategica di ciò che devono essere le Marche, una regione legata a quei temi di cui ho fatto riferimento.
Questo bilancio ripropone in maniera pari all’anno precedente le poste relative.
Per questo il mio Gruppo ed io personalmente voteremo con molto favore, nonostante le difficoltà, questo bilancio per il 2011.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Sicuramente la Regione Marche è virtuosa sui costi della politica, sì, ma ci fermiamo qui in quanto a virtuosità. Se guardiamo i punti prioritari su cui si fonda il bilancio previsionale, sociale, anticrisi, green economy, cultura e turismo, qui dentro c’è veramente tutto il mondo, è una cosa talmente ampia che è quasi scontato.
Cosa c’è di nuovo? C’è di nuovo che purtroppo ci voleva questa lunga crisi finanziaria, e quindi la legge di stabilità del Governo, per incominciare a vedere qualche piccola sforbiciatina alle spese inutili anche nelle Marche rosse.
Quindi non nascondiamo una certa goduria nel vedere che finalmente si iniziano a tagliuzzare finanziamenti a leggi e leggine create ad arte in questi lunghi anni di amministrazione regionale di centro-sinistra per foraggiare le vostre clientele e lobby.
Ringraziamo il Governo e il Ministro Tremonti che costringe tutte le Regioni, Marche comprese, a cominciare tagliare molte spese inutili e dirottare le risorse solo per mantenere in piedi i servizi e lo stato sociale, questo sì importante per i nostri cittadini.
Assessore Marcolini, questo Governo, grazie anche all’apporto della Lega, ci sta indicando la strada giusta, una strada richiesta fortemente dai nostri cittadini già in tempo di vacche grasse.
La politica finanziaria di chi amministra deve servire i cittadini facendo le scelte migliori e più efficienti e la politica dei partiti deve dare indirizzi, programmazione, e non posti di lavoro e soldi solo a scopo di tornaconto elettorale e di mantenimento del potere.
Abbiamo visto che tutta la diatriba e il lamento sui tagli ai trasporti è tutto rientrato. Inoltre c’è parere unanime da parte della Conferenza delle regioni anche verso le ultime proposte attinenti il decreto sul federalismo fiscale regionale, che contiene anche i costi standard della sanità. E c’è da notare anche che le spese del trasporto pubblico locale saranno escluse dal calcolo ai fini del rispetto del patto di stabilità per il 2011.
Le Regioni in cambio si devono impegnare l’anno prossimo a cofinanziare la cassa integrazione in deroga e ad adottare iniziative per contrastare il fenomeno dei falsi invalidi e partecipare attivamente alla lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso.
Su questo vorrei fare una nota. La Cgil marchigiana rielaborando i dati forniti dal Ministero del lavoro denuncia che vi sono oltre 8.587 lavoratori irregolari di cui 1.645 assunti in nero.
Nelle Marche le imprese sottoposte a controllo risultate irregolari sono 3.255 su un totale di circa 5.100, ovvero il 62,9%.
I lavoratori reclutati in nero sono il 19,2%, con 7 milioni di euro di contributi e premi evasi dalle imprese, poi recuperati attraverso l’attività ispettiva.
Il numero maggiore di assunzioni in nero è stato riscontrato nell’anconetano (il 40% del totale) e dove viene recuperata la somma di contributi e premi evasi più alta, oltre 4 milioni, ossia il 57% del totale.
Quindi chiedo veramente un vostro impegno, perché quando si parla di evasione siete sempre molto attenti invece quando la dovete controllare voi siete molto più lacunosi.
Per cui il federalismo, ormai prossimo a venire, si baserà sui costi standard, non sui costi storici. Anche la nostra regione dovrà via via trasformare i costi storici in costi standard dei servizi. Altrimenti, stando sempre sullo storico, sappiamo bene che si finisce per premiare le situazioni di maggiore inefficienza a scapito di quelle più efficienti. Quando invece quelle più efficienti dovrebbero fare da guida per la trasformazione di quelle meno efficienti e quindi permettere un risparmio della spesa senza andare a ledere e ridurre i servizi.
Questa è la prassi della buona amministrazione che grazie alla forte spinta innovativa della Lega Nord si sta cercando di realizzare nel nostro Paese e nella nostra regione.
In fase di bilancio previsionale non possiamo però tacere sulla situazione di crisi che ha nella nostra regione ha effetti più gravi rispetto a molte altre regioni italiane. Ciò significa che le politiche economiche adottate dalla maggioranza non sono state adeguate, pur non avendo a che fare con i tagli, tagli che arrivano solo ora.
Sempre parlando di bilancio facciamo anche riferimento al crollo che tutte le nostre province hanno avuto nella classifica 2010 sulla qualità della vita del Sole 24 Ore. Secondo questi dati solo la provincia di Pesaro Urbino guadagna 2 posizioni piazzandosi al 29° posto, Ancona scivola al 25°, Ascoli Piceno addirittura al 74° perdendo ben 28 posizioni. La più alta in graduatoria è Macerata ma anch’essa perde otto posizioni dal 4° passa al 12° posto.
Crollano i consumi delle famiglie marchigiane, lo sa, Assessore! Le Marche sono al vertice nella classifica nel calo dei consumi con l’8,1% rispetto al 2007. Lo certifica uno studio della CGIA di Mestre, a fronte di una media del calo nazionale del 5,2%, siamo più avanti addirittura della Calabria (7,7%), della Campania (6,8%) e del Lazio (6,7%). Ogni famiglia marchigiana consuma 1.406 euro in meno e rispetto alla media nazionale che è 706 euro, quindi siamo esattamente ad un calo doppio.
Cosa si è fatto per la famiglia marchigiana? Ben poco!
Si sono rifinanziati con il fondo anticrisi, 1,4 milioni di euro per 1.200 famiglie, che vuoi dire 1200 euro, quindi poco meno della cifra sopra riportata del calo del consumo delle famiglie marchigiane, una cifra che potremmo anche definire adeguata, ma sapete ha chi vanno questi fondi? Bene, ora vi leggo la graduatoria relativa al bando pubblico per la concessione di sussidi alle famiglie con l’utilizzo del fondo regionale anticrisi 2010: 1. Abaz Senat 2. Abazi Sebaat 3. Abdellaqui Walid 4. Abdennabi Chedli 5. Abhari Azeddine 6. Adushi Mitat 7. Agbonze Ekogiawe Monday e finalmente, signori e signori, un applauso perché all’ottavo posto abbiamo Agostini Matteo di Cagli! Questo personaggio non so veramente come sia messo, è veramente scandaloso. Questa è una lista di 1.200 nomi, ma in questa graduatoria dei fondi anticrisi per la famiglia “italiana” su un totale di 1200 più di 700 sono famiglie extracomunitarie! Questo è come considera la Regione Marche i nostri cittadini. E’ veramente vergognoso! E magari queste famiglie sono quelle che già usufruiscono della casa popolare, dell’asilo nido anche se la madre non lavora - tanto lì danno pannolini e pasti gratuiti! -, dell’esenzione dei trasporti, dei libri scolastici gratuiti, che spesso nemmeno ritirano dalle librerie, e via dicendo.
Assessore, nella nostra regione i bisognosi nostrani non mancano, dato che nell’ultimo mese in controtendenza rispetto al dato nazionale sono tornate a crescere nelle Marche le ore di cassa integrazione ordinaria (+15%). Ma le maggiori preoccupazioni sono destate dal notevole incremento delle ore di Cassa integrazione in deroga passate da 1,9 milioni a 18,2 milioni (+873,2%).
E occorre ricordare che molte aziende hanno finito i periodi di cassa integrazione a loro disposizione, mentre la ripresa nelle Marche è ancora molto, molto lontana.
Si stima che ci siano 18 mila lavoratori a reddito zero, avendo esaurito la possibilità di ogni forma di ammortizzatore. Eppure molti di questi nostri disoccupati sono scavalcati da quelli che sono arrivati qui solo da tre anni! E’ veramente scandaloso!
La cassa integrazione in deroga è letteralmente esplosa, questo vuol dire che stiamo assistendo all’agonia delle piccole aziende marchigiane. Siamo una regione a trazione artigianale e manifatturiera e queste aziende continuano a chiudere.
Sono tanti gli stipendi che non entrano più nelle case dei lavoratori, degli imprenditori e degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori.
A fronte della internazionalizzare, di fare viaggi in Cina per conto dei grandi marchi, che non avrebbero neppure bisogno di questo sponsor, la nostra Regione non ha fatto niente o fatto poco o se ha fatto a fatto male per aiutare le piccole e medie imprese e aiutare le famiglie.
Non possiamo puntare solo sulla qualità e l’export, ma dobbiamo fare come ha fatto la Germania ovvero tornare ha produrre la quantità per il consumo interno. Non possiamo pensare di smantellare ulteriormente la nostra grande risorsa manifatturiera.
Quindi cerchiamo gli strumenti normativi per fermare la colonizzazione degli hard discount e delle grandi distribuzioni che fanno cassa e portano via risorse al territorio.
Sentiamo da anni parlare in incontri, convegni, dibattiti, forum di accesso al credito, di innovazione, di semplificazione della burocrazia, anche in questi giorni sui giornali grandi titoloni tipo “innovazione per far volare la ripresa”. Ma allora perché in questi anni le Marche oltre alla crisi non è riuscita nemmeno a fare un salto degno di una struttura industriale?
Nel bilancio sono previsti 5 milioni di fondo garanzia per le piccole e medie imprese, ma questi fondi arrivano veramente a chi li merita? Tutti i finanziamenti fatti in questi anni sono veramente arrivati a chi li meritava? Abbiamo forti dubbi!
Ci sono 4 milioni per ricerca e innovazione che riguardano la domotica per la casa longeva. Allora qui mi viene da fare una battuta, ossia, il costoso spot di Dustin Hoffman ha il pregio di aver fatto arrivare in regione quattro vecchietti pensionati americani entusiasti di passare l’ultima parte della vita nella Marche, ma adesso saranno anche più contenti perché li sistemeremo in una domotica casa longeva, chissà che soddisfazione!
Insomma, 16 milioni di euro in quattro anni per questo progetto domotico che riempie la bocca e fa trend, che non so in quanti conoscono, saremo ignoranti, ma vorremmo vedere cosa c’è dentro e chi c’è dietro.
La Regione a parole esalta il valore delle piccole aziende, in realtà è la stessa Regione Marche a non credere nelle aziende locali, dato che molti degli appalti e manutenzioni (nella sola sanità si parla di più di 880 milioni di euro) li affida a imprese fuori regione perché le nostre non possono dare garanzie milionarie.
Vogliamo fare delle normative che favoriscono le nostre imprese o no? Vogliamo ridare lavoro ai nostri cassintegrati o no? (…) Ancora non ci è arrivato, a parole ci sono sempre. (…) Ecco, bene!
Vanno bene le risorse sul sociale, ma per quanto riguarda la formazione professionale in molte occasioni vengono finanziate senza un progetto concreto e diventano inutili se non finalizzate verso nuove professionalità e riconvertite su nuovi cicli economici. Così come sono, servono più a dare risorse ai formatori, che presumiamo anche questi di parte.
Noi della Lega siamo in politica per far tornare i conti ai nostri cittadini. Primum vivere deinde philosofare, l’apparato pubblico in questi anni si è riempito di filosofi e a farli vivere ci pensavano i contribuenti, ma ora si cambia con i tagli che da qui in avanti sarete costretti a fare probabilmente a qualche centinaia di vostri amici imboscati a far nulla e a prendere comunque lo stipendio, si dovrà trovare una occupazione vera come tutti gli altri cittadini non politicizzati delle Marche.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Io credo che il momento della discussione per un bilancio di previsione, la cosiddetta legge finanziaria della Regione, come quella delle Province, dei Comuni e di qualsiasi ente, debba essere un momento di approfondimento e di discussione generale sulla politica e sulla situazione della nostra società, del nostro sistema imprenditoriale, del mondo scolastico, del mondo agricolo, del mondo produttivo. Altrimenti rischiamo – e questo rischio è sempre presente – di essere autoreferenziali, di parlare di uno strumento importantissimo solo tra di noi, non saremo interattivi nei confronti del mondo esterno a quest’Aula; quest’Aula dove credo, tra l’altro, che i rapporti ed il linguaggio debbano essere più rispettosi di ciò che rappresentiamo e del luogo dove siamo. Qui le buone maniere non guastano mai e questo vale sia per i componenti della Giunta sia per i Consiglieri me compreso.
Diceva il Capogruppo del partito di maggioranza relativa, Consigliere Ricci, che la nostra è una Regione virtuosa, ed è vero, è la Regione dove la politica costa meno, dove i cittadini pagano di meno l’attività politica del governo generale, inoltre diceva che le Marche non sperperano. Però io su questo ho più di un dubbio. E’ vero che questo bilancio ci troviamo a discuterlo in un momento di crisi gravissima, che contraddice, tra l’altro, le tante interviste, le tante pagine di giornali, i quali certamente, non disinteressatamente, dicono invece che le Marche stanno uscendo, che vivono meglio di altre regioni, quasi quasi è un Eldorado! - però, scusate, chiedo scusa al tavolo degli Assessori se disturbo, magari sto zitto affinché possiate parlare! Non vorrei disturbarvi, visto che stiamo discutendo di cose importanti! -.
Dicevo, è vero, la crisi è tremenda, attanaglia tutti, non c’è un settore che non sia coinvolto, ed è proprio in questo quadro che ci troviamo ad operare sulla base anche di una legge nazionale voluta da un Governo che sta in piedi solo perché il capo di quel Governo non vuole essere processato come qualsiasi altro cittadino italiano e che riesce a sottrarsi ai suoi processi comprando, in quanto molto ricco, il voto favorevole di diversi deputati di partiti che qui fanno parte della maggioranza, l’IdV e l’UdC. Cioè, qui siete puri e duri e poi a Roma, un tragitto di soli 250 chilometri, le vostre virtù molto spesso vengono meno e vanno a sostegno di coloro che anziché governare dovrebbero rispondere alla giustizia italiana.
Però non si può negare che i tagli ci sono, che c’è una politica scellerata di questo Governo che non dà prospettive. Ma i tagli potrebbero anche esserci però con essi dovrebbero esserci progetti di prospettiva, di fuoriuscita dalla crisi. Così come sta avvenendo in altri Paesi europei, come sta avvenendo in Germania che si riafferma ancora una volta la locomotiva d’Europa, oppure come sta avvenendo in Francia. E cito sicuramente due governi che non sono né di sinistra né di centro-sinistra. Allora in questo modo uno direbbe bene: “facciamo i sacrifici, subiamo i tagli, ma ci sarà un’uscita e una prospettiva futura”. Qui non c’è, siamo nel buio più totale, non sappiamo come questo Paese uscirà dalla crisi, sappiamo solo che non sarà più come prima.
Quindi la maggioranza regionale che propone una finanziaria di questo tipo non si differenzia molto dal Governo nazionale. Questo dobbiamo dirlo con estrema franchezza, non basta piangere sui tagli del Governo se poi noi facciamo altrettanto.
Questa nuova maggioranza, che è stata voluta con caparbietà, che ha escluso una parte molto importante, quella parte della sinistra che aveva dato un contributo grande per la costruzione della virtù di questa Regione, caratterizza il suo essere dopo 7-8 mesi di lavoro, ci presenta infatti questo bilancio come una maggioranza che accentra. In un momento di crisi ci sarebbe bisogno di allargarsi, di aprirsi al mondo istituzionale, al mondo produttivo, invece questa maggioranza accentra, diventa sempre di più un governo di gestione e sempre meno di programmazione e sempre meno di proposta di sviluppo diverso, come peraltro c’è stato richiesto da ultimo qui in Aula dagli agricoltori.
Ogni anno sentiremo dire che questo è l’anno orribile, è l’anno peggiore, il 2011 sarà ancora peggio, il 2012 non sappiamo come, però di fatto ci sostituiamo a tutte le forme decisionali accentrando. Qui si accentra e si distribuiscono i segnali politici, che poco contano nel merito e nella quantità dei fondi, si distribuiscono, come facevano una volta i seminatori, fondi per oltre 1 milione di euro a quei Comuni che evidentemente hanno l’asso in tasca, sono infatti solo una quindicina su 239. Si distribuiscono risorse, ripeto, oltre 1 milione di euro.
E allora se questa è la filosofia del governo e del gestire il consenso attraverso i contributi, noi oggi non sappiamo come ad esempio saranno divisi e come saranno spesi i fondi sul volontariato, sappiamo con certezza, però, che nei confronti dei giovani noi premeditatamente li dividiamo. Tanto è vero che i giovani che frequenteranno gli oratori hanno il 20% in più di quello che avevano l’anno scorso, infatti la proposta che abbiamo visto va da 500 mila a 600 mila, per cui chi non frequenta gli oratori, ossia i parrocchiani che frequentano i centri di aggregazione giovanile non avranno niente perché il Governo, ed è vero, ha tagliato i fondi.
Ed è così per il volontariato, per la cultura, non c’è neppure un centesimo di proposta condivisa con i Comuni anche sulla messa a norma delle scuole dell’obbligo. E le scuole dell’obbligo, proprio perché sono obbligate, dovrebbero essere a totale carico dello Stato e delle articolazioni dello Stato. Perché spendiamo 1.085 mila euro sparsi in contributi a Comuni e non facciamo invece un progetto, un bando per dire ai Comuni: “partecipate, quanto meno vi copriremo la spesa per la progettazione e per la messa a norma”? Perché non avviene? Perché non c’è un incremento di fondi per i contratti di solidarietà? (…) Non basta, c’è 1 milione e 100 mila euro regalati, Assessore, lei lo sa! (…) No, io parlo di 1.085 mila euro dati per finanziare i cimiteri, per finanziare strade comunali, per finanziare mattatoi. In questa Regione vale più, Assessore, il Carnevale di Fano o la Quintana di Ascoli che non le norme sulla tutela della qualità del lavoro! Ci sono 76.720 euro per la legge sulle norme per la tutela e la qualità del lavoro e 50.000 euro per la Quintana di Ascoli! (...) Questo lo dite voi, non lo dico io! Quello che avete fatto da altre parti poi lo direte, lei avrà possibilità di replicare, ma questi sono dati che ci avete presentato voi! E allora noi abbiamo presentato…(…) Presidente, avrò la possibilità di non essere interrotto!
PRESIDENTE. Lo lasciavo fare perché pensavo che lei, Consigliere, gradisse interloquire, però non essendo così prego l’Assessore di fare silenzio.
Raffaele BUCCIARELLI. Oggi vengo da un’assemblea di Fincantieri dove gli operai rivendicano non soltanto le commesse per lavorare nel 2011 e nel 2012, ma rivendicano anche, Assessore, uno sviluppo generale del territorio. Dov’è il nostro ruolo di regia circa l’uscita ad ovest di Ancona, circa il mancato rispetto da parte del Presidente dell’autorità portuale di un accordo di programma sottoscritto, con tanto di milione di euro promessi che non sono mai arrivati? Quale ruolo vogliamo dare a questa Regione? Quale progetto? Come riusciamo a reperire fondi europei con la Regione macroadriatica? Dove sono questi progetti? Guardando il bilancio non ci sono! Non ci sono perché è comodo, perché di dire “piove Governo ladro” è anche un po’ un gioco di pigrizia mentale.
Governo ladro, certo, è vero, è vero, però fa anche comodo fare la mosca consigliera, come diceva Massi, andando ad inaugurare strade, tra l’altro con anni di ritardo, senza una minima protesta, fatte da altri con altri fondi. Ma il nostro ruolo, della Regione su questo bilancio non si vede. E’ vero che è necessario difenderci e resistere dagli attacchi del centro-destra, ma è anche vero che quando abbiamo la possibilità, fosse anche di un solo centesimo, in un momento di crisi generale lo dobbiamo spendere bene. Noi abbiamo decine di migliaia di famiglie che sono tra le più povere d’Italia – questo ce lo dice la stampa, non lo diciamo noi –, la provincia di Ancona tra l’altro all’interno delle Marche è la più indebitata, abbiamo famiglie che non sanno come arrivare alla fine del mese, quindi anche un centesimo può essere importante, ma se lo spendiamo bene, non regalandolo per clientele. Quelle che si possono definire vere e proprie clientele che non daranno nessun frutto se non quello di fare dire a voi un domani: “ho mantenuto le promesse, vi ho regalato 10-20 mila euro”. Regalate semmai i vostri soldi, i fondi pubblici non vanno regalati, vanno governati e spesi con progetti generali.
I diversi emendamenti che abbiamo presentato sono tutti tesi a favorire la messa a norma delle scuole comunali, investimenti in strutture socio-residenziali, la valorizzazione dell’economia solidale, il rapporto per tutti uguali dei giovani; perché i segnali che dobbiamo dare soprattutto alle giovani generazioni in momenti di crisi devono essere anche quelli che riguardano l’educazione, devono essere positivi, di apertura, trasparenti, alla luce del sole. Ma in questo bilancio non esiste una politica di questo genere.
Restando così il bilancio è ovvio che non lo voteremo. Se però la maggioranza dovesse accogliere gli emendamenti da noi proposti dimostreremo che non siamo ciechi, né prevenuti, né pregiudiziali.
Ma su questo bilancio non sopporteremo la minima clientela che ha nomi e cognomi. E’ stata veramente patetica la corsa a dividersi 200 mila euro tra il Carnevale di Fano, la Quintana di Ascoli ed altri Comuni. E i Consiglieri, quelli che più avevano credibilità e forza, dicevano: “allora 20 mila qui, allora 10 mila là”. Veramente questo non è degno di chi vuole governare una Regione.
Allora noi abbiamo proposto di togliere i fondi - ma non per penalizzarli bensì per fare progetti di interesse generale, soprattutto finalizzati a migliorare le condizioni di vita dei meno abbienti - ai Comuni di Massignano, Pietrarubbia, Montecosaro, Fano, Ascoli Piceno, Ripatransone, Sassocorvaro, Pergola, Serra San Quirico, Apecchio, Serrungarina, Offagna – che è due volte che li prende, evidentemente c’è qualche Santo qua dentro innominato, chissà! –, Fabriano, Montecalvo e infine alla Fiera di Pesaro Slow Food. Perché i fondi per la promozione, Assessore all’agricoltura, ci sono, lei lo sa, che si intervenga con la promozione del vino. Il food dell’Adriatico e la fiera se lo facciano i produttori, chiamiamoli alla corresponsabilizzazione di un progetto di sviluppo. (…) Infatti in Commissione, dai suoi amici e compagni, Assessore Giannini!
PRESIDENTE. No, no, per favore!
Raffaele BUCCIARELLI. Amici e compagni che parlano di moralizzazione del bilancio, ma poi, se possono, hanno comportamenti che non cito in gergo corrente per rispetto di quanto detto prima, ovvero dell’Assise ove ci troviamo.
Occorrono progetti generali che coinvolgano tutta la popolazione marchigiana con le associazioni e le organizzazioni. Questo invece è un bilancio autoreferenziale che guarda a se stesso. Può essere utile a gestire il vostro consenso, ma non mette un granello di sabbia per costruire un sentiero utile che ci possa far uscire dalla crisi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Dico subito con amarezza, non certo per fare polemica, che venendo qui in Regione dall’esperienza di un Comune come Civitanova Marche e di una Provincia come Macerata pensavo ci fosse un’attenzione politica maggiore sull’atto più importante dell’anno, il bilancio. Perché di questo? Perché oggi qui vedo l’assenza del Presidente. Sicuramente massimo rispetto per il Vicepresidente Petrini, per gli Assessori, ma credo che in una fase del genere, a meno che ci siano motivazioni enormi e importanti, il Presidente Spacca non può non partecipare a una simile discussione, portando il suo contributo di esperienza e anche per giustificare e farci capire meglio determinate scelte. E certamente lo dico con il massimo rispetto nei confronti dell’Assessore Marcolini.
All’Assemblea legislativa aperta per Fincantieri il Presidente Spacca era assente, come pure all’Assemblea legislativa aperta per l’agricoltura, nel piano casa non è intervenuto non era presente. Tutti appuntamenti troppo importanti per i quali il Presidente non può avere sempre un qualcosa di più importante da fare.
Chiudo questa parentesi, ma veramente lo dico con dispiacere. Perché l’Assessore Marcolini mi risponderà tecnicamente con decisione e, certo, anche dal punto di vista politico, ma il Presidente ci poteva dare una risposta sotto un’angolazione credo diversa.
Il bilancio è difficile, chi mi ha preceduto ha messo in evidenza le difficoltà che in esso ci sono. Ed è difficile per tutti, Assessore Marcolini, per chi lo fa, per i cittadini che lo ricevono, per i vari organismi – penso al Comune che è l’anello debole del sistema – e certamente anche per chi lo propone, quindi il Governo.
E’ un bilancio che si inserisce in una crisi internazionale sempre più evidente e grave. Nessuno lo scorso anno, quando di questi tempi discutevamo del bilancio 2010, avrebbe mai pensato che oggi ci si sarebbe trovati in una simile situazione, si pensava certamente di stare in una posizione migliore. Oggi a distanza di un anno non solo si ridicono le stesse cose, ma lo si fa con maggior pesantezza, i numeri sono numeri.
Tutti infatti sappiamo che in breve tempo è esplosa la situazione in Grecia, in parte in Spagna, in Portogallo, in Islanda, in Irlanda, abbiamo visto speculazioni non indifferenti internazionali, insomma, una situazione politica ed economica internazionale inimmaginabile solo un anno fa.
In una situazione del genere il Governo centrale di questo famigerato Berlusconi – anzi, non voglio neanche nominarlo – che cosa avrebbe dovuto fare se non tenere fortemente a dritta la barra di un sistema sempre più in difficoltà? Vi è stato infatti un rigido controllo delle spese. Una cosa che sarebbe stata improponibile se al Governo ci fosse stata la sinistra che non sarebbe stata in grado di dare una simile possibilità con la forza necessaria per una situazione così grave.
Il Consigliere Bucciarelli dice che non vi è l’attenzione del Governo in quanto c’è un bilancio senza anima e sempre con tante difficoltà. Ma se si dice questo non si tiene presente la coesione sociale che vi è stata in questo periodo nonostante le difficoltà, nonostante le manifestazioni che vi sono ogni giorno sulla legge Gelmini, nonostante gli infiltrati, nonostante chi interviene solo per creare caos e senza portare alcun contributo alla politica per la risoluzione del problema.
Occorrono sacrifici, occorre il controllo, occorrono scelte precise e coraggiose, occorre una razionalizzazione e delle priorità.
E’ questo che mi aspettavo da questo nostro bilancio, in parte c’è ma per il resto non vedo niente. Poi cercherò di capire meglio dalla risposta che ci darà l’Assessore Marcolini.
Così come non capisco tutti quei piagnistei che fate, si dice sempre che con le nostre risorse siamo bravi, poi se facciamo male dipende dal Governo centrale.
Secondo me occorre onestà politica da parte di tutti, ognuno deve cercare di fare il proprio mestiere - in quest’Aula l’intelligenza e la capacità politica non manca a nessuno – e di tenere conto della difficoltà del momento e che bisogna essere responsabili nelle scelte che si fanno.
Il bilancio 2011, Assessore Marcolini, è completamente diverso da quello del 2010, e per tutti i tagli che ci sono stati questo è normale.
Per un Consigliere regionale non è facile capire un bilancio, bisogna essere esperti di numeri, ed io pur venendo da un’esperienza comunale ho dei limiti in questo in quanto un Comune non ha certamente gli stessi numeri, ma ho comunque messo tanto impegno, ho cercato di estrapolare la parte migliore di questo bilancio - se c’è! – e poi né ho formulato una critica per far capire l’importanza dei dovuti aggiustamenti.
Ho visto un bilancio taglia e incolla in tante cose, all’inizio aveva addirittura finanziato alcune leggi abrogate, come la 75/1997, poi la Commissione si è accorta e ovviamente ha eliminato questo evidente errore. Ma perché è successo? Perché si è tagliato d’accetta senza rendersi conto che alcune leggi erano appunto state abrogate e quindi che non bisognava tagliare niente.
Penso che il vero bilancio starà tutto nel maxi emendamento che è stato presentato una prima volta e poi ripresentato, lì ognuno di noi ha messo quello che poteva vedere. Ora non so se l’ultimo maxi emendamento sarà quello che si discuterà in Aula, perché, ripeto, è stato presentato più volte, è stato rivisto, corretto, contrattato, mercanteggiato. Ecco, è in questa confusione che si inserisce il lavoro di un Consigliere.
E’ chiaro che a seguito della legge a livello nazionale nel taglio delle spese siete partiti per tempo. Ma secondo me, tenendo conto la situazione che abbiamo in questi anni a livello istituzionale, Comuni, Province e Regione, bisognava già intervenire d’acchito, bisognava evitare di partire in ritardo, di fare degli interventi difficili o addirittura di non riuscire neppure a farli. E certamente non è facile dalla sera alla mattina arrivare per esempio a sopprimere l’Ersu o l’Erap. Non era forse meglio - do uno spunto - dare l’incarico alle Province tenendo conto del ruolo sociale che svolgono? Indipendentemente dal fatto che il quid economico potrebbe anche essere azzerato, io credo che tanti amministratori capaci sarebbero disposti a dare il proprio contributo anche senza la possibilità di ricevere qualche risorsa.
L’Erf è stato soppresso dalla sera alla mattina. Io capisco che c’è la necessità di tagliare, ma nel momento in cui si investe per l’internazionalizzazione poi le piccole imprese - la regione Marche ne ha il maggior numero - non hanno più una vetrina sufficiente ad evidenziare le loro capacità e potenzialità.
La sanità occupa la parte preponderante di questo bilancio, la fa da padre padrone e non può essere diversamente. Ma in una situazione del genere sia il Presidente dell’Assemblea legislativa, sia il Presidente Spacca, l’Assessore Mezzolani e anche il Presidente Comi hanno detto che finalmente si lascia la politica fuori dalla sanità. Noi qui siamo tutti adulti, qualcuno lo è anche più di me, qualcuno come me ha esperienza in campo sanitario, perché allora diciamo queste inesattezze! E’ chiaro che il Direttore generale, sulla cui persona non abbiamo nulla da dire, sarà quello che nominerà, magari verrà in Giunta e dirà: “cari Assessori, che nessuno mi dica niente, nomino io”. Ma questo a chi lo fate credere! A chi fate credere che non ci saranno sollecitazioni degli Assessori, secondo me anche lecite, delle Segreterie dei partiti, nel nominare quello o quell’altro! La politica la fa da padrona! Anche perché nelle Marche il PD ha come grande industria proprio la sanità, ha solo quella, ovvero la sanità controllata politicamente.
Allora credo che molte volte, lo dico all’Assessore Marcolini, sarebbe meglio forse non rispondere, a volte il silenzio è più intelligente di tante risposte, oppure se uno è intelligente deve comportarsi come l’Assessore Viventi che nel piano casa ha cercato collaborazione, in quella occasione, infatti, è stata partorita una legge secondo me intelligente proprio perché intelligente è stato chi l’ha portato in questa Assemblea legislativa, cioè, ripeto, l’Assessore Viventi.
La filosofia del bilancio, come ho detto altre vote, ci vede d’accordo, lavoro, sviluppo, sociale, cultura, turismo, green economy. Vedo con piacere, e spero di non essermi sbagliato, Assessore Marcolini, che ci sono 6 milioni in più in cultura e in turismo. Bene, io lo dicevo fin dall’inizio, è chiaro che chi ha i cordoni della borsa ha più possibilità di intervenire, anche perché stanno partendo una serie di progetti indispensabili. Un Assessore che non ha la borsa, Marcolini, non può pretendere in un piagnisteo generale.
Sono contento anche per la Moroder, così la vedremo più spesso in Assemblea legislativa. Se d’altronde non ha risorse economiche al di fuori di andare in giro e parlare di charme non vedo che cosa altro possa fare.
La cultura e il turismo, insieme, hanno una capacità economica a livello industriale, e questo forse si è capito, però io aggiungo, per questi 6 milioni quali sono i progetti, dove li vogliamo spendere? Perché se li vogliamo spendere con Dustin Hoffman non andremo molto lontano. Questo spot è stato visto solo a livello regionale, in piena campagna elettorale, ma il 4 ottobre 2010 la Giunta ha comunque pagato 800 mila euro per la messa in onda per due settimane. Non spendiamo le risorse in questo modo di fare politica!
Assessore Marcolini, io rimango un po’ basito – ci saranno su questo alcuni emendamenti - su una serie di capitoli che ammontano a 1 milione e 300 mila euro. Vi spiego quali: 200 mila euro per esperti addetti al Gabinetto del Presidente, 130 mila euro per convegni, 250 mila euro per analisi ed indagini, 357 mila euro per riviste e notiziari della Giunta (nel primo emendamento erano 300 poi è stato aumentato di 55 mila), 185 mila euro per la convenzione con l’Ansa e con altre agenzia di stampa nazionale, 204 mila per il piano di comunicazione (aumentato anche questo rispetto alla prima stesura), 100 mila euro per il monitoraggio e promozione del programma di Governo. Il tutto per un totale di 1 milione e 314 mila euro. Poi mancano le risorse per quel Comune, per quel territorio o per quel progetto sociale!
Spesso la filosofia del Presidente Spacca è quella dell’apparire, perché tanto per il fare c’è sempre qualcuno che lo fa, c’è una situazione difficile, ma per voi è importante avere a disposizione questa cifra mostruosa per la promozione del Governo e dell’attività della Giunta.
Vorrei inoltre porre alcune domande. Nella prima stesura c’era un fondo per la gestione delle controversie con i creditori corrente di 17 milioni che poi è stato portato a 3 milioni di euro. Ma ci sono queste controversie? E se ci sono, sono di 17 milioni o di 3 milioni?
Vedo inoltre che c’è un fondo per la gestione delle controversie investimento per 16 milioni. Ma queste controversie quante sono? Che cosa sono? Perché sicuramente è una bella cifra.
Un’altra cosa da evidenziare, secondo me, sono i 5 milioni e 600 mila euro per anticipazioni per indennizzi ai soggetti danneggiati in maniera irreversibile per vaccinazioni. Sono anticipi che poi lo Stato ci ridà? Non lo so, non l’ho capito, spero che poi me lo dirà, Assessore.
Come pure vedo nella tabella C l’acquisto di unità immobiliari da destinare a sedi IAT per euro 2 milioni e 293 mila euro, poi questo valore è stato diminuito a 293 mila perché c’è uno stanziamento di 900 mila per la realizzazione del sistema informativo per il turista. Vorrei capire di che cosa si tratta. Sarebbe bene ragionarci, anche perché gli IAT provinciali ormai stanno scomparendo, stanno passando ai Comuni; il Comune di Civitanova ospita nei propri locali lo IAT che era della Provincia di Macerata.
Concludo, ringraziando per la pazienza, non prima di dire due ultimissime cose.
Leggo oggi sul Corriere Adriatico che l’Assessore Marcolini è un po’ risentito. Io capisco che l’Assessore in occasione del bilancio è sotto tensione per la pressione che ha avuto dai Consiglieri e per tante altre cose, e la pazienza molte volte non è di questo mondo. Conoscendo Marcolini so che è persona abbastanza focosa, però capisco il suo stato d’animo. Ma il mio l’emendamento, che non ho più presentato, Assessore, teneva conto dell’esigenza non del mio territorio, ma di un territorio molto più allargato - io non gioco a tennis, è l’unico sport che non faccio! -.
Io sono felice di questa risposta perché finalmente il Corriere Adriatico, che è la Pravda marchigiana, mi ha dato uno spazio che non ho avuto neppure come candidato a Presidente. Quindi, Marinelli pensa al tennis, no, Marinelli pensa al territorio e il territorio di Civitanova ha la stessa dignità del territorio, che so, di Serrungarina. Lei non ha neanche visto l’emendamento, Assessore Marcolini, perché non l’ho presentato e non mi va di presentarlo, ma il dato non è sicuramente debole, è un dato forte di una comunità che ha chiesto qualche cosa.
Io capisco che c’era da dividersi solo 250-300 mila euro, e chiaramente i consiglieri di maggioranza ne hanno diritto perché stanno in maggioranza, ma io vedo veramente, accanto a quello che ha detto il Consigliere Bucciarelli, che vi sono una serie di marchette evidenti finalizzate al pesarese e al fabrianese. Per Fabriano, tabella C, 25 mila euro per una manifestazione di grande rilevanza storica – chi la conosce alzi la mano! – il palio di San Giovanni. Poi per la strada al Comune di Fabriano, al comune di Grotte Frasassi, insomma, sono una serie di marchette lecite, dovute, giuste. Che facciamo tutti quando siamo in maggioranza, ma non si deve neppure pensare che se gli altri presentano un emendamento quello è un dato debole oppure non ci si rende conto che Marinelli non gioca a tennis, Marinelli non gioca con nessuno, anzi, Marcolini, la invito sotto le feste di Natale a venirsi a prendere un punch al circolo tennis così si renderà personalmente conto della realtà della situazione.
Non abbiamo risorse economiche, e lo sappiamo, vedremo eventualmente se sarà possibile con qualche finanziamento, ma questa era l’unica cosa che ho chiesto, ponendo massimo rispetto al ruolo dell’Assessore Marcolini, ma Marcolini come al solito ha risposto a Marinelli in maniera scomposta come è il suo stile, ma io lo ringrazio lo stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi. Comunico che è scaduto il tempo per la presentazione degli emendamenti.
Francesco COMI. Intanto una considerazione schietta fra di noi rispetto a un dibattito che mi sembra quasi inutile, rituale, dove ciascuno fa lo sforzo di esercitarsi in una retorica dialettica che a pochi interessa, ciò lo dimostra anche l’attenzione che ciascun Assessore, ciascun Consigliere di maggioranza e di minoranza riserva a coloro che intervengono. E di questo tutti ce ne dobbiamo assumere la responsabilità.
E’ un dibattito rituale perché da una parte la minoranza esercita l’atteggiamento dovuto di rimproverare alla maggioranza una Regione più attenta, più virtuosa, un impegno più efficace sul territorio e sulle iniziative e magari maggiori risorse da mettere a disposizione, dall’altra la maggioranza esercita la sua funzione, quella di denunciare lo strangolamento della finanza pubblica locale, l’inesorabile necessità di ricorrere a politiche coraggiose di razionalizzazione, l’opportunità politica di fare una scelta di azzeramento del bilancio per ordinare secondo precise priorità e precisi valori le scelte politiche del futuro.
E’ un dibattito nel quale non siamo connessi, per esempio nelle argomentazioni di tutte le minoranze ho sentito rivendicare maggiore attenzione al territorio, poi nessuno osserva che ci troviamo di fronte ad un azzeramento delle risorse investite dal Governo sulle politiche rinnovabili, nessuno ricorda che è stata eliminata la possibilità di sgravio del 55% per coloro che fanno ristrutturazioni osservando tecnologie innovative. Ecco, dimenticandoci di questo contesto si richiedono maggiori risorse.
Forse sono poche le risorse che ha messo a disposizione la Regione, minimo circa 6,5 milioni per la green economy, ma sono sicuramente un segno, un’inversione di tendenza della quale forse possiamo rimproverarci qualcosa ma è sicuramente un attenzione ben precisa.
Un’altra osservazione che ho sentito è rispetto all’impresa. Giustamente viene rimproverato che ci sono poche risorse ma al tempo stesso viene dimenticato che sono stati azzerati i fondi disponibili per le Regioni. Viene rimproverato che il nostro sistema bancario è poco generoso, è poco aperto nei confronti delle piccole e medie imprese. Viene anche dimenticato che un paio di anni fa sono state eliminate tutte le misure di compensazione fiscale, introdotte qualche anno fa da un altro Governo, per garantire tutti quegli istituti di credito per i rischi che correvano nei confronti dei crediti inesigibili che non potevano più raccogliere.
Nel momento in cui c’era maggiore disponibilità di risorse, c’era maggiore paura ad assegnare risorse e maggiore disponibilità di liquidità, noi abbiamo tolto tutte le misure di compensazione fiscale per gli istituti di credito. Un elemento anche questo che viene assolutamente trascurato.
Mentre la Regione fa uno sforzo per garantire la rete di protezione sociale a favore dei lavoratori e delle famiglie in un momento di crisi viene dimenticato non solo che questi fondi a livello nazionale sono stati trascurati, ma addirittura che questo Governo ha investito risorse nel lavoro straordinario mentre c’era la necessità di fare investimento sugli ammortizzatori sociali, cioè ha incentivato forme di occupazione che andavano nella direzione opposta.
Credo allora sia assolutamente necessario connettersi. Dimenticare che questa Regione ha recuperato 22 milioni sull’evasione e sull’elusione fiscale, mentre nel Paese sono state abbattute tutte quelle misure rigorose di contrasto all’evasione fiscale, dimenticare che sono state eliminate tutte quelle sanzioni per punire l’evasione accertata, introdotte dal Governo Prodi, dimenticare che qui un lavoro è stato fatto e che ha raccolto i suoi frutti mentre le misure e il quadro normativo andava destrutturando tutti gli strumenti per responsabilizzare coloro che fanno dell’evasione e dell’elusione uno strumento di condotta ordinaria, ecco, dimenticare questo mi sembra assolutamente paradossale.
Che questo bilancio non sia il migliore bilancio per il futuro posso anche convenirlo, che questo bilancio possa non essere un bilancio che assicura un futuro roseo per i cittadini marchigiani può essere un argomento di discussione, ma voler trascurare che è l’unico bilancio possibile dentro una programmazione rigorosa e seria significa voler affrontare il dibattito in Assemblea legislativa solo in termini demagogici e populistici.
Non possiamo affrontare il futuro delle politiche sociali e sanitarie aumentando il numero delle rivendicazioni. Non possiamo pensare di dare maggiori risposte alle maggiori domande di solidarietà e di uguaglianza che ci sono e che crescono, pensando di non affrontare un disegno di riorganizzazione e di riordino del sistema sanitario regionale.
Qui ci sono due tipi di politica che possiamo affrontare, una realistica, coraggiosa e riformatrice che può dare nel medio termine una prospettiva ed una demagogica e populistica.
So anche in quale grande imbarazzo voi siete a livello nazionale quando questi discorsi sarete costretti a farli anche a gennaio con una nuova manovra finanziaria, manovra che nessuno vi sosterrà perché sarà necessariamente dolorosa e piena di sacrifici.
Voler dimenticare che questo Governo in due anni alle sue leggi di finanza pubblica ha fatto undici manovre correttive significa voler negare che si è trovato o di fronte a grandi crisi economiche imprevedibili o che non aveva mai affrontato il tema dello sviluppo e la riforma di questo Paese, oppure entrambi. Aver affrontato undici manovre di correzione al bilancio annuale nel Parlamento significa aver adottato a livello nazionale una condotta di gestione della finanza pubblica senza prospettiva, senza lungimiranza, senza alcun realismo.
Quindi vi preghiamo, noi che questo sforzo cerchiamo di esercitarlo con molta modestia e con molta difficoltà, di consentirci di farlo.
La Regione ha fatto una scelta, ha ordinato alcune priorità. La prima è stata quella di abbattere i costi della pubblica amministrazione. Saranno pochi 26 milioni di tagli? Non lo so, posso solo osservare che gli enti locali attraverso l’osservazione rigorosa del patto di stabilità hanno contribuito ad abbattere la spesa pubblica di oltre il 16% mentre il Parlamento lo ha fatto solo per l’1%.
Posso solo osservare che a parte le estemporanee affermazioni del Ministro della pubblica amministrazione con cui si denuncia la necessità di fare dei tagli, manca un disegno vero, organico di riforma della pubblica amministrazione. Tagliare 7 miliardi nell’anno 2011 agli enti locali dopo averne tagliato 4,5 miliardi quest’anno, ma senza un vero disegno riformatore, è un atto di grande irresponsabilità.
Dunque vi invitiamo ad esercitare questa responsabilità, facendovi cioè portatori di proposte serie. Non è una cosa difficile, però sarebbe una cosa seria, Consigliere Marinelli e Consigliere Massi, se voi, conoscendo il quadro dei trasferimenti pubblici che abbiamo, meno 180 e meno 400 nei prossimi tre anni, sapendo quante sono le sollecitazioni e i bisogni del territorio, vi esercitaste nel produrci una proposta organica, definita, completa, di gestione delle risorse regionali, su cui fate le scelte. Dire semplicemente che bisogna mettere di più dove c’è di meno è un atteggiamento abbastanza ipocrita, se mi consentite l’espressione.
Quindi una riflessione sul futuro saremo costretti a farla e sarete costretti dolorosamente a farla anche voi in Parlamento quando dovrete adottare la prossima manovra finanziaria.
Un dato mi sembra certo - e su questo un plauso alla Giunta regionale -, ossia, aver selezionato le priorità mettendo al centro la coesione sociale e le politiche sociali mi sembra sia stata scelta coraggiosa.
Trascuriamo il fatto che il fondo regionale è stato azzerato, trascuriamo il fatto che il fondo per l’autosufficienza è stato azzerato, consideriamo che i 10 milioni introdotti dalla Regione Marche per cercare di compensare quelle risorse forse non sono sufficienti, consideriamo che forse le risorse messe per la non autosufficienza non sono sufficienti, però mi sembra che la direzione imboccata dalla Giunta regionale sia una direzione solitaria, una direzione coraggiosa, magari potrebbe anche essere una direzione che non garantisce tutta la soddisfazione e tutte le aspettative, ma credo sia l’unica direzione giusta rispetto a quella imboccata a livello nazionale e in tante altre Regioni.
Tutela del lavoro e ricerca dell’occupazione. Anche da questo punto di vista la rete di protezione sociale che stiamo cercando di consolidare e di mantenere mi sembra una grande sfida.
Ho già detto rispetto alla green economy, anche qui in inversione di tendenza facciamo scelte coraggiose.
Ripeto, questo forse non è il miglior bilancio per il futuro, ma è sicuramente il miglior bilancio possibile in questo quadro economico. E sicuramente la Regione Marche con questa proposta offre anche un modello di organizzazione del bilancio e delle risorse pubbliche per le altre Regioni. E lo dico perché la Regione Marche, insieme ad altre tre Regioni, questo modello già lo è, e lo è per il Governo nazionale che la considera su tutti questi temi un punto di riferimento.
Vi invitiamo allora ad esercitare una denuncia coraggiosa, Consigliere Massi e Consigliere Marinelli, ossia, per le Marche, sulle politiche sociali, sulle politiche sanitarie, sulla riduzione dei costi della pubblica amministrazione, sui temi delle imprese e del lavoro, oggi considerati modelli dal Governo nazionale, di denunciarne l’esclusione da questa categoria prioritaria. Fate questa denuncia, denunciate l’assoluta inopportunità di considerarci un punto di riferimento. Se qualcuno vi ascolterà anche noi vi ascolteremo con maggiore attenzione!
PRESIDENTE. Ho ancora otto Consiglieri iscritti a parlare. Direi di proseguire fino ad esaurimento del dibattito, non credo ci sia la possibilità di iniziare a votare oggi, la Commissione valuta gli emendamenti e domattina cominciamo con la votazione, ma se vogliamo fare tutto oggi per me va benissimo. (…) No, allora tendenzialmente facciamo in questo modo.
Inoltre, ad onor del vero, ci tengo a dire, rispetto all’intervento del Consigliere Marinelli, che il Presidente Spacca avrebbe voluto essere presente, ma non ha potuto davvero fare a meno di partecipare a un incontro istituzionale a Roma, credo che domani sarà presente.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Innanzitutto voglio iniziare dicendo che il bilancio preventivo date le risorse è l’organizzazione della spesa. Allora per il prossimo anno sull’organizzazione della spesa in maniera preventiva date le risorse in linea di massima condivido la proposta che ci offre l’Assessore Marcolini. Come pure condivido l’allocazione delle risorse aggiuntive finalizzata su punti fondamentali che sono la difesa del lavoro, il sostegno allo sviluppo, le politiche sociali, la valorizzazione dei beni culturali e del territorio e la green economy. Quindi, Assessore Marcolini, condivido la struttura tecnica di questo bilancio preventivo.
Passando invece ad un giudizio politico, ritengo, come rappresentante di Sinistra Ecologia e Libertà, che la sede del bilancio preventivo debba essere anche la sede delle valutazioni degli effetti delle politiche che determinano tali risorse. Quindi come Assemblea legislativa occorre ragionare non solo sui numeri, quindi non solo su quanto si spende, ma anche su come si spende.
Indico allora una serie di settori dove secondo Sinistra Ecologia e Libertà è necessario un cambio di approccio da parte della Giunta e della maggioranza, partendo proprio dalle difficoltà.
Qui si parla della difficoltà di risorse per il trasporto pubblico, io rilancio e dico che sul trasporto pubblico c’è una difficoltà di programmazione, c’è carenza del ruolo delle Regioni e delle Province. Ciò che invece è necessario è che le risorse che ci vengono dallo Stato noi pari pari le dobbiamo trasferire alle Province che a loro volta le trasferiscono ai gestori del trasporto pubblico. Non è possibile che la Regione sul trasporto pubblico faccia un lavoro di tesoreria, non è giusto, perché comunque sono soldi dei contribuenti.
Ogni Provincia ha un piano provinciale dei trasporti realizzati dal 2003 al 2004. Nel 2003 lo fece la Provincia di Ancona, io allora ero Assessore provinciale ai trasporti, in cui erano previsti 2 milioni di tagli di chilometri di sovrapposizioni di linee, ma si è andati all’affidamento in gara senza richiedere quelle che erano state le previsioni dello studio fatto dalla Provincia, senza richiedere ai gestori, ai quali si passavano i soldi dei contribuenti, di realizzare una struttura di trasporto pubblico, che era già disegnata, che prevedesse la rottura di traffico, che prevedesse lo scambio gomma ferro, che prevedesse i parcheggi scambiatori, che prevedesse la bigliettazione automatica e la tariffazione unica, in quanto tutto questo avrebbe permesso di liberare risorse per interventi in tal senso. Queste cose, che erano scritte nei piani provinciali, dopo sette anni ancora non ci sono, non si fanno, e nessuno si preoccupa di chiedere interventi efficienti a costo zero che avrebbero effetti sull’aumento del trasporto dei passeggeri e sulla diminuzione delle auto sulle nostre strade.
Peraltro tutto questo avrebbe effetti anche sulla qualità dell’aria delle nostre città, un’altra emergenza che sta arrivando. Ma la Regione che ha fatto il piano di qualità dell’aria, poi le Province che hanno la competenza per i controlli dei livelli e della qualità dell’aria e i Comuni che hanno anch’essi la competenza per i piani comunali del traffico e della viabilità, non sono ancora andati oltre a un semplice accordicchio che praticamente blocca soltanto qualche mezzo diesel.
Quindi la mia critica è sulla programmazione e la gestione di queste risorse.
Ugualmente sul governo urbanistico. Si dice che viene valorizzato il territorio e che il paesaggio delle Marche sia simile a quello dell’Umbria, ma le nostre città sono bruttissime, sono invivibili, non si pensa ai cittadini che ci vivono, ci sono interi quartieri senza servizi, senza piazze, senza punti di ritrovo. Cosa invece ha prodotto la politica della Regione da sei anni che io sono qui come Consigliere regionale? Ha prodotto due piani casa, cioè due deregulation che però sono l’emblema delle politiche emergenziali che partono soltanto dal presupposto di chi lavora in quel settore, non di chi vive nelle case. O magari non vive nelle case perché non ce l’ha! Quindi non c’è una politica della casa per chi appunto non ce l’ha, non c’è una politica che preveda standard che rendano le nostre città più belle, né c’è neppure una politica che tuteli il nostro paesaggio. Quindi secondo me da un punto di vista gestionale e programmatorio in campo urbanistico si va in ordine sparso, ovvero in completa deregulation e non una gestione pubblica.
Comunità montane. Le Comunità montane sono arrivate a otto però di fatto con il taglio delle risorse riescono a malapena a gestire la sopravvivenza gestionale. Ci sono risorse nazionali ed europee per i territori montani a cui le Comunità montane per il meccanismo della compartecipazione non riescono ad accedervi perché non hanno nessun residuo per gli investimenti. Allora almeno abbiamo il coraggio di dire che le risorse che ci sono vanno non alle Comunità montane ma ai territori montani. Sono rimasti pochissimi centinaia di migliaia di euro per ogni territorio provinciale, facciamo quindi una scelta, diciamo che le Comunità montane non esistono più, che esiste il territorio montano, diamo la competenza alle Province e nella Regione Marche istituiamo un Assessorato alla montagna che si interfacci con le Province che poi gestiranno con le risorse - quelle risorse che attualmente vengono consumate per la sopravvivenza delle Comunità montane - per un minimo di investimenti sui territori montani.
Politiche turistiche. Questo forse è l’unico settore dove c’è stato un minimo di intervento strutturale da parte della Regione con il discorso dell’organizzazione dell’internazionalizzazione. C’è un tavolo di regia, a cui sono agganciate anche le politiche di promozione turistica, nel quale gli imprenditori, i Comuni e la Regione coordinano le politiche di internazionalizzazione, ma al di là di questo ancora le risorse vengono spezzettate, gli operatori non riescono a fare un tavolo unico per promuovere veramente il territorio. Gli operatori della costa, su cui purtroppo ancora è appiattita la nostra ricettività turistica, non hanno il coraggio neanche di proporre una gita di un giorno all’interno per paura di perdere un pasto... (…) E’ così Marangoni! Lei mi guarda, ma di fatto non c’è interazione, non c’è una valorizzazione congiunta del territorio che possa permettere di creare nella regione Marche un pacchetto di una settimana. Perché chi viene una settimana nelle Marche è costretto a rimanete tutto il tempo nello stesso albergo, senza nessuno che dica cosa si può andare a vedere in giro per il territorio. Perché si è destrutturata la vecchia rete dell’informazione turistica ecc., ma in questo bilancio ci sono ancora finanziamenti per gli IAT provinciali. Non ci sono di fatto funzioni di accoglienza e di informazione turistica che sono ancora demandate alla buona volontà dei Comuni e degli operatori.
Secondo me c’è poca programmazione però poi come interfaccia per chi vuole fare turismo nelle Marche ci sono almeno venti siti. Quindi non si tratta di poca attrazione ma c’è proprio, secondo me, poca lungimiranza. Ma di chi? A questo punto in parte è degli operatori che in veste di prime persone è comunque comprensibile lavorino in maniera autonoma, ma non è altrettanto comprensibile, vista la pochezza delle risorse, l’attività degli Assessorati al turismo di Comuni, Province e Regione dove ognuno lavora per conto proprio.
Difesa del suolo, dissesto idrogeologico, difesa della costa. In questa Regione le risorse per la difesa del suolo sono tutte assorbite dalla difesa della costa, che è una difesa passiva in quanto tenta, cosa impossibile, di fermare la natura. Le Nazioni Unite parlano di una cosa diversa, cioè parlano di politiche di adattamento rispetto ai mutamenti climatici e quindi sono politiche in qualche caso di arretramento, dove è possibile, di chi è posizionato su quella costa che viene continuamente erosa. Per cui vale la pena finanziare l’arretramento anziché il ripascimento e la protezione che sono invece una spesa continua che mangia risorse, perché dopo un mese si ricrea la stessa situazione e così via.
Difesa del suolo. E’ cinque volte più costoso affrontare le emergenze che non programmare la difesa del suolo. Allora bisogna…(…) Assessore Viventi, lei è per le grandi opere, come l’UdC, per la politica del fare, però…(…) No, cercavo semplicemente un interlocutore, mi scusi!
E’ bene che un bilancio a base zero, dunque un bilancio che non si porti dietro la spesa storica, come è invece ancora questo bilancio, inizi ad individuare in settori strategici come questi degli spazi di spese di investimenti.
Io ho dunque spostato l’attenzione dalla parte finanziaria ingegneristica della costruzione del bilancio all’utilizzo e all’effetto di queste risorse, perché è proprio su questo che voglio confrontarmi con questa Giunta, cioè sull’efficacia e sulla costruzione di una programmazione. Delle richieste che erano state sbeffeggiate di Sinistra Ecologia e Libertà mi sembra che in campo finanziario qualcosina il Presidente Spacca abbia accolto, ha detto: “mettiamo in piedi un gruppo di elaborazione delle politiche economiche e di lettura dei fenomeni economici che guardi un po’ il futuro”; come ha fatto l’Emilia Romagna oppure la Toscana che ha utilizzato un professore dell’Università di Economia delle Marche, che adesso sembra voglio utilizzare anche il Presidente Spacca. Sarebbe bene iniziare a riflettere anche sugli effetti e sul lungo periodo della nostra attività produttiva.
Nel concludere dico che presenterò un emendamento, che ho anticipato anche la scorsa seduta, che non avrà effetti sui Consiglieri attuali e che riguarda i costi della politica. Ma credo che una proposta che abbia effetti sui Consiglieri attuali debba essere discussa insieme ai Consiglieri attuali. L’emendamento che ho proposto avrà effetti dalla prossima legislatura, dice semplicemente: “a decorrere dalla decima legislatura regionale - cioè la prossima - è abrogato l’istituto dell’assegno vitalizio, di cui alla legge regionale n. 23" Uno potrebbe dire: “sì, ma hai fatto uno sforzo di niente!”. Siccome bisogna pensare in un’ottica un po’ più lunga voglio allora ricordare che il vitalizio di ogni Consigliere regionale costa alla Regione 300 mila euro, perché noi ne versiamo 100 mila e ne prendiamo 400 mila nell’aspettativa di vita. Allora fermandoci qui noi faremmo risparmiare nella prossima legislatura 300 mila euro per 50 persone, faremo cioè risparmiare 15 milioni di euro ai nostri figli.
Questo a noi non costa niente però ci permette di evidenziare che è cambiata la situazione economica ossia che è finito il periodo delle vacche grasse. Noi ce ne accorgiamo guardandoci intorno allora intanto iniziamo a parlare di una situazione che non ci costa niente, dopodiché da gennaio, come da impegno che ci eravamo presi l’altra volta, iniziamo a riflettere insieme su come tagliare i costi della politica anche a partire da oggi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un bilancio di previsione puntuale offre uno scarto minimo tra intenzioni, scelte, indirizzi, strategie e realizzazioni concrete. Allora mi sento di dire che questo è un bilancio puntuale. L’abbiamo ascoltato questa mattina nelle relazioni dei colleghi Latini e Carloni, l’abbiamo visto in Commissione con il lavoro degli uffici, della Commissione stessa e del servizio, l’abbiamo visto con la presenza continua dell’Assessore Marcolini.
Questo è un bilancio di circa 5 miliardi di euro, circa 3 sono quelli della sanità, ci sono risorse vincolate, alcune dallo Stato ed altre nella programmazione delle risorse dell’Unione europea del sessennio 2007/2013.
Rispetto a questo bilancio anche chi ha voluto vederci alcune attenzioni particolari ed eccessive ad alcuni Comuni, ad alcuni territori, ha parlato di 1 milione di euro. E badate bene che 1 milione di euro su 4 mila e 8 milioni è di fatto la dimostrazione che il fenomeno, se di questo si tratta, non esiste.
Ma ora questo bilancio guardiamolo più nel merito: la riduzione del debito, la diminuzione della pressione fiscale, la diminuzione dell’Irap per le imprese che creano occupazione. Inoltre in esso a mio avviso ci sono anche altri segnali legati al merito. E non mi riferisco soltanto al patto di stabilità interno ma penso anche al secondo posto in Italia per la correttezza del bilancio e per la regolarità dei conti che presenta la sanità.
Anche se sulla sanità dobbiamo dire che con l’intesa di giovedì scorso diminuiscono i tagli rispetto agli investimenti, ma considerata l’inflazione, considerati i maggiori costi dei beni e dei servizi che in materia sanitaria sono sempre superiori di 2-3 punti, la cifra che mancherà all’appello sulla sanità su base annua nei prossimi tre anni sarà di circa 80 milioni.
Però, dicevo, siamo comunque al secondo posto in Italia per la correttezza del bilancio e per la regolarità dei conti.
Sulle discussioni dei tributi regionali c’è stato un recupero dell’evasione fiscale. Non si ricorre ad anticipazioni di cassa ovvero non ci sono oneri passivi.
Quindi anche se l’anno a venire, il 2011, sarà forse l’anno più difficile nella storia della Regione, credo che le condizioni create dalla Regione ci consentano di affrontarlo con rigore e serietà.
Una cifra però voglio ripeterla. Cioè se questa manovra costa allo Stato soltanto l’1-2% delle sue risorse, alle Regioni costa il 13-14%. E se nel periodo 2007-2009 le Regioni hanno contribuito, come appunto abbiamo fatto qui, alla riduzione del debito pubblico del 6%, lo Stato lo ha fatto salire del 10%. E, guardate, non voglio assolutamente creare una contrapposizione fra Regioni e Stato, io credo nella Repubblica e nelle sue articolazioni di Stato, Regioni e Autonomie locali.
Voglio inoltre sottolineare il dato riguardo ai tagli lineari. Mi sembra che stamattina il collega Zinni abbia detto che i tagli lineari basati sulla spesa storica ci consentono di mantenere la coesione sociale. Ma a mio avviso questo significa che negli ultimi anni le Regioni che hanno maggiormente agito sul contenimento dei costi, come nel nostro caso, verranno penalizzate molto più delle altre, quindi in qualche modo viene penalizzata la virtuosità.
In questo bilancio, oltre ad una lettura più interna, dobbiamo vedere ciò che significa in termini di cultura, di strategie, di scelte. Siamo in presenza di un rinnovato esercizio della responsabilità collettiva, se volete anche dentro un quadro più grande, quello della civilizzazione europea, che è presente nel bilancio come pure negli emendamenti che sono stati presentati. Questa mattina il collega Massi diceva: “ogni nostro emendamento fa riferimento a dei valori”. Quindi, vedete, siamo in presenza di un dato anche culturale.
Sicuramente questo bilancio ha una visione di società, è ancorato al territorio, allo spazio pubblico dove si misurano gli effetti della crisi, dove nascono le paure della globalizzazione, il tutto insieme al bisogno di risposte efficienti, efficaci, solidali.
Quindi la Regione organizza il sistema. La volta scorsa avevo parlato di sistema, poi mi è stato detto: “ma il Cal, il Crel…”. Questa volta hanno dato pareri anche il Cal e il Crel, e la democrazia organizzata sia del mondo sociale che di quello delle istituzioni non è poca cosa. Ma il sistema è più ampio, è più grande, è profondo, più esteso, il sistema sta nella vivacità della società marchigiana.
Dicevo quindi che la Regione organizza il sistema, programma, pianifica, legifera. Il collega Binci prima diceva che dovremmo andare avanti nella gestione del territorio, nella pianificazione, e noi andremo avanti. La Regione investe infatti nell’economia, nelle infrastrutture, nello sviluppo, nel lavoro, nella formazione, nella sanità, nella manutenzione del territorio; qui cito soltanto un dato di questa intesa, di questo accordo Stato-Regioni, sono 56 milioni di euro.
E su ognuna di queste voci potrei dire molte cose, ma non lo faccio perché sono certo che lo faranno nei loro interventi gli Assessori, ognuno sicuramente entrerà nel merito di questi aspetti.
Il collega Binci parlava del trasporto pubblico locale, ma lui sa bene che in discussione c’è anche il piano regionale dei trasporti. Guardate che sul trasporto pubblico locale, anche quando parliamo di mantenere questa situazione, significa che diamo risposte a 214 mila persone che ogni giorno usufruiscono del mezzo pubblico, non parliamo di una sigla. Allora le scelte, quelle che riprendeva prima il Consigliere Comi e che per brevità non riprendo, le priorità, dal fondo anticrisi agli incentivi per il lavoro, per l’economia, alle politiche sociali, alla cultura, al turismo, alla green economy, sono tutte contenute in questo bilancio.
Quindi ci sono politiche coraggiose per la crescita e per l’occupazione. Perché la poca crescita può avere effetti sociali devastanti, i divari di reddito italiani crescono a ritmi vertiginosi, la povertà aumenta ogni giorno ma anche la classe media soffre sempre di più.
È vero che siamo in presenza di una situazione debitoria particolare - tra l’altro da questo punto di vista continuo a pensare che la componente fondamentale dello squilibrio in atto è data dalla finanziarizzazione, dallo spostamento della ricchezza dal lavoro, dalla produzione, dall’economia, dall’impresa - però il basso debito privato, il debito pubblico molto elevato ci salverà, ci salverà la virtù delle famiglie italiane, ma questa virtù sarà messa a dura prova se il welfare viene smantellato, se diminuiscono le pensioni, il lavoro, se i giovani sono inoccupati, se non ci sono tutele per i precari, se c’è mancanza totale di meritocrazia.
Ecco, questo bilancio, per quello che è possibile, con quelle priorità, con quelle scelte, cerca di attenuare questi fenomeni. Tra l’altro il 50% del debito pubblico italiano è detenuto da investitori internazionali. Quindi i servizi pubblici si riducono se non c’è la presenza, come in questo caso, della riposta pubblica. La riduzione della qualità non è certamente un aiuto per l’economia, oltre a rappresentare un’ingiustizia sociale non creeremmo neppure le condizioni per investire nel nostro territorio e tanto più per attrarre investimenti dall’estero.
Quindi dobbiamo fare in modo che la virtuosità, queste Marche plurali, queste Marche virtuose, trovino dentro questo bilancio – e a mio avviso lo trovano -, come pure nel ruolo di questa Istituzione, risposte per mantenere questo stato di cose. Uno stato di cose che, ripeto, costituisce un’eccezione positiva in un quadro europeo, mondiale e anche nazionale pesante.
La grande crisi economica finanziaria, che chiude sicuramente un ciclo di politiche senza regole, ci fa dire che dobbiamo rafforzare la presenza e la risposta pubblica, dentro però la sfera della democrazia anche nella stessa costruzione della decisione.
Io sono convinto che sarà possibile uscire da questa crisi economica soltanto se continuiamo a supportare, ovviamente nel rispetto delle regole, l’economia, chi lavora, chi produce, chi rischia ed investe, e con un’attenzione particolare alle fasce più deboli.
Quindi la dignità del lavoro, la centralità della persona, la forza al merito sono secondo me le condizioni che ci consentono di rifiutare una lenta decadenza a causa di una mancata crescita.
Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Ascoltando gli interventi di alcuni colleghi di maggioranza ho voluto rileggermi i resoconti dell’Assemblea legislativa del dicembre 2009 per capire bene se questo copione veniva o no ripetuto. In realtà la relazione del collega Brandoni, allora relatore di maggioranza, di un partito che oggi tra l’altro siede nei banchi dell’opposizione, ci aveva prospettato un bilancio di previsione molto diverso, ossia prefigurava prospettive ben diverse; forse perché si era stati particolarmente solerti a voler raffigurare quel bilancio di previsione come un bilancio preelettorale, per cui si poteva comprendere bene che ci fossero nuvole più rade rispetto a quelle oggi emerse in questa discussione, rispetto agli scenari che si prefigurano per il futuro.
C’era dunque un bilancio di previsione preelettorale e quindi proprio fatto con altra enfasi, seppure anche lì già aleggiava l’ombra della crisi, l’ombra di entrate più o meno discutibili che venivano rendicontate senza sufficienti garanzie. Come pure su alcune scelte in merito alle uscite c’erano non poche perplessità non solo dai banchi della minoranza ma anche da quelli della maggioranza.
Ricordo bene con quale tipo di artifizio e di capacità sicuramente anche oratoria il Consigliere Brandoni espose il bilancio per poter giustificare che doveva essere in qualche modo allettante sopratutto dal punto di vista elettorale.
E certamente la crisi esisteva allora come esiste oggi. Da parte dell’Assessore la stagione di lacrime e sangue era stata preannunciata anche durante l’ultima manovra, ma il richiamo che fece al senso di responsabilità nei confronti delle minoranze è in realtà risultato essere più che altro un richiamo di massima. Un richiamo di massima che purtroppo non ha visto nello svolgimento dei lavori dell’istruttoria della fase di bilancio il coinvolgimento delle minoranze. E non solo per quelle che potevano essere le prebende o gli orticelli che poi sistematicamente si sono configurati nella costruzione di questo bilancio di previsione, ma sopratutto per quello che è l’elemento mancante fondamentale, che è stato in qualche modo enunciato e sottolineato da alcuni colleghi. Cioè che sicuramente questo è un bilancio di rigore, è un bilancio di taglio, è un bilancio molto coerente con quello che è stato fatto a livello nazionale, infatti il bilancio regionale scimmiotta un po’ quello nazionale, fa cioè tagli orizzontali senza una vera e propria programmazione e una progettualità che possa far intravedere a questa Regione un orizzonte un po’ più confortante.
Dunque quella capacità di governo e di programmazione che dovrebbe avere la Regione, proprio in virtù del fatto che è necessario questo rigore nei conti, ci fa capire che in realtà il ricorso alla demagogia lo sta attuando proprio questa maggioranza per cercare di giustificare una manovra e una finanziaria che è assolutamente attendista o peggio ancora rinunciataria.
Ecco perché il bilancio più che puntuale è inesorabile. Così come inesorabile è anche l’abdicazione che fa questa maggioranza di fronte a una manovra assolutamente deficitaria e sopratutto assente, non prevede infatti nessun intervento di sistema, non prevede una politica di rilancio, lascia solo intravedere una minima speranza in termini di politica nel dare sopravvivenza.
Certamente non vi sono tutti questi grandi interventi in campo di innovazione, così come non sono stati fatti grossi sforzi in termini di supporto alla riconversione delle strutture produttive.
Insomma, ripeto, è un bilancio rigoroso, è un bilancio formale dal punto di vista numerico, però secondo noi dal punto di vista politico è piuttosto carente.
Per cui se vengono stanziate cifre importanti in settori chiave, che non sono soltanto quelli della sanità, mi riferisco ad esempio ai trasporti che costituiscono un po’ il tema nervoso di una Regione, ebbene, oggi prevediamo uno stanziamento di fondi però a fronte di un piano regionale dei trasporti e mobilità assolutamente inesistente, un piano che aleggia in IV Commissione ma che questa Assemblea legislativa non riesce ancora ad approvarlo. E’ abbastanza assurdo che viene riproposto, ritirato e non votato; ci ricordiamo tutti come finì nella precedente legislatura, mancò la maggioranza politica che politicamente potesse approvare quell’atto e che purtroppo ancor oggi non vede far capolino in quest’Aula.
Insomma questa la dice lunga, come dicevo poco fa, sulla mancanza di progettazione e di programmazione in alcuni ambiti chiave. Ambiti che fanno riferimento, appunto, al trasporto, come pure alla tutela delle coste, alla tutela ambientale così diffusamente e genericamente detta, che in realtà si scontra poi con alcuni aspetti molto precipui ed estremamente chiari e puntuali, quelli sì, come appunto il problema dell’erosione delle coste.
A noi non scandalizza più di tanto il ricorso sistematico al marketing, alla comunicazione, seppure siano aspetti che pesano in modo particolare su questo bilancio, più che altro ci preoccupa che quel ricorso sistematico fatto per propagandare le bellezze naturali di una regione, bellezze che esistono da sempre e che prescindono dalle capacità di governo, siano esse di un governo di centro-destra o di centro-sinistra, si tramuti inevitabilmente in un biglietto da visita inservibile. Quindi un fatto che tradirà una volta di più le inadeguatezze e sopratutto le assenze di strategia e di prospettiva di questa Regione. Caratteristiche che purtroppo rivela ogniqualvolta va ad approvare sia manovre di assestamento sia manovre finanziarie di previsione. Manovre che danno il senso di una Regione che è sì rigorosa numericamente, che fa tesoreria come è stato giustamente detto, ma che in realtà non vive di luce propria, non ha prospettive, è l’anima di una Regione che non conosce una strategia politica di previsione e quindi di prospettiva e quindi futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi quindi vorrei con un piccolo sunto cercare di portare la discussione su qualcosa di coerente e sopratutto di programmatico.
Tutti con molta attenzione abbiamo ascoltato quanto pessimismo c’è nelle acclamazioni, quanto pessimismo e paura per il domani vediamo nei nostri giovani, nelle nostre aziende, in chi deve creare benessere e fare impresa.
Allora qui vorrei dare una prima risposta al collega Comi. Il collega Comi prima diceva: “noi stiamo facendo bene, che il Governo ci prenda da esempio, che il Governo dica che la Regione Marche si sta dando da fare e che è tra le Regioni migliori”. Siamo perfettamente d’accordo, collega, perché comunque ci possiamo vantare di avere persone, come l’Assessore Marcolini, professionalmente preparate, puntuali e rigorose nel loro operare, ma dobbiamo anche dire che non si può puntare sempre il dito, avvantaggiare la nostra immagine e poi dire che gli altri lavorano male. Dovremmo invece dire che questo è un momento di crisi, è un momento serio, è un momento di riflessione. Ma è un momento anche deludente se noi stando qua come amministratori – questo più volte l’ho ripetuto in questa Assemblea, e me ne fregio perché comunque è onorevole essere qua – continuano a confrontarci ancora come maggioranza e minoranza, se facciamo cioè ancora discorsi politici in un momento come appunto questo che è di programmazione per tre anni.
L’Assessore Marcolini, sempre così attento, ha programmato, ha visionato questa Regione per molti anni, con molta attenzione ci sta dando delle definizioni importanti, ci sta dicendo che comunque dobbiamo stare attenti, ma io voglio aggiungere che dobbiamo assolutamente anche progettare, dobbiamo dare una prospettiva e dobbiamo mettere in sintonia le istituzioni. Non si può dire che c’è mancanza di ascolto della minoranza al Governo nazionale quando voi stessi non siete capaci di ascoltare la minoranza che è qui in Regione. Noi come minoranza, Assessore, questa volta non abbiamo presentato un solo emendamento con un importo, abbiamo presentato soltanto emendamenti politici, perché siamo stanchi di tornare a casa umiliati, perché siamo stanchi che ci si sorrida in faccia perché secondo voi i nostri emendamenti non hanno senso, non hanno rigore. Allora abbiamo detto basta, quindi non abbiamo presentato emendamenti con cifre, però qui tutti dobbiamo riflettere.
Allora per quella riflessione mi rivolgo ancora una volta al Consigliere Comi. Lui ha puntato il dito, ha detto che la minoranza al Governo non viene ascoltata, bene, a lui allora ribadisco che la minoranza in quest’Aula viene assolutamente umiliata, perché non è detto che dalla minoranza non arrivino proposte serie.
Come minoranza nel precedente assestamento soltanto una cosa eravamo riusciti a spuntare, l’amianto. Bene, oggi su un importo di 197.500 euro c’è stata fatta una riga sopra. Di cosa stiamo parlando, qui si tratta di amianto, di un’emergenza! La cifra era irrisoria quindi è un’umiliazione oltre che un’emergenza, è solo perché è stata proposta dalla minoranza.
Vado ancora avanti. Con i fondi comunitari, che sono stati presi ad esempio anche dal collega Bucciarelli, si devono fare progetti. Quindi la Regione, lo Stato, che metto in gioco anche su questo, devono fare in modo che tali fondi possano essere presi, e che possano essere presi in considerazione anche dalle aziende. Alcune piccole aziende – e in questo caso mi riferisco alla Lombardia – stanno facendo sistema, stanno presentando progetti. Allora facciamo in modo che questi progetti provengano anche da questa nostra regione. Perché è soltanto facendo sistema ed essendo forti, sopratutto in una regione come le Marche dove la piccola e media impresa la fa da padrona dal punto di vista economico, che potremo stimolare e fare comunicazione. Sul nostro bilancio ci sono molte voci che riguardano la comunicazione, la formazione, il confronto, allora facciamo in modo che i fondi che vengono dalla Comunità europea possano essere messi a regime sulle nostre strutture, sulle nostre imprese e sopratutto sui giovani, sulle scuole e sulla loro formazione.
Ringrazio dell’attenzione e concludo dicendo solo un’altra cosa, seppure potrei continuare a parlare ancora a lungo. Ossia, governiamo ma non seminiamo pessimismo. I momenti di riflessione e di crisi non devono essere solo pessimismo, ma per un Governo, come questo delle Marche che è sempre stato da esempio per le altre Regioni, devono essere soprattutto uno spunto per una ripartenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Questo è il mio primo bilancio che affronto in Regione, voglio quindi fare alcune riflessioni di carattere politico sugli interventi che ho ascoltato in Aula. Parto subito dall’ultimo intervento della Consigliera Ciriaci che condivido pienamente.
Il bilancio è un documento di programmazione economico finanziario che si basa sulle risorse che abbiamo a disposizione. Prima il Consigliere Comi ha detto che nei nostri interventi ha sentito fare molta retorica e molta dialettica, quindi credo, senza fare polemica, Consigliere, che volesse dire fine a se stessa. Io condivido, perché da questo bilancio e dai bilanci di questi anni, dalle scelte che si sono intraviste in questi anni da parte della Regione Marche si è fatta appunto quella retorica dialettica che lei prima ha citato, si è cioè vista poca programmazione, poca vicinanza reale al territorio e sopratutto con esso poca sinergia e poche idee.
Credo che questo punto sia difficilmente confutabile, perché è solo retorica citare qua il Governo nazionale quando ci prende a riferimento però poi non perdete occasione per attaccarlo, per fare demagogia su tutti gli interventi e le politiche fatte dal Governo Berlusconi. Allora delle due l’una, o il Governo Berlusconi è un Governo che sbaglia sempre, quindi sbaglia anche quando prende ad esempio la Regione Marche, oppure voi fate demagogia strumentalizzando alcune posizioni singole a vostro favore. Che però ora vi stanno dando torto, perché nella gestione delle politiche regionali i risultati reali che si percepiscono sul territorio vedono una Regione molto più debole e molto meno competitiva rispetto a quella che ormai troppi anni fa avete ereditato quando siete andati al governo di questa Regione.
In Italia e in Europa c’è una discussione globale, profonda e sicuramente difficile del sistema economico finanziario, però i tagli non devono essere presi a pretesto per fare delle scelte unilaterali che possono ingenerare in noi sia delle perplessità che delle riflessioni negative.
Sicuramente occorre essere attenti al bilancio di previsione come momento non solo di divisione dei pani e dei pesci che ci sono stati dati dal Governo e dalle risorse dei nostri contribuenti, ma che sia anche un bilancio che guardi alla programmazione del territorio, che guardi al di là della distribuzione finanziaria delle risorse, che sono sicuramente indispensabili e fondamentali, che guardi a una visione politica dell’economia, del sociale, del territorio, dell’urbano.
Allora qui mi viene da pensare, seppure questo sia il mio primo anno, alle scelte fatte dall’amministrazione di centro-sinistra che governa la Regione Marche. Qualche anno fa la Regione ci aveva proposto l’Asur come medicina inesorabile per la sanità regionale, ma a distanza di qualche anno, nel momento in cui la politica sia sulla qualità dei servizi sia sulle politiche strategiche dei costi ha fallito, c’è stato un ripensamento e un rimodellamento su una nostra proposta iniziale che parlava delle cinque province, una Asur ogni provincia.
Anche la politica della fiera è passata sottotono, il fatto di non avere più un ente regionale di promozione fieristica è grave – in quest’Aula l’avevamo detto – perché si va a colpire la cultura della promozione del territorio.
Così come è grave, bisogna sottolinearlo, che manca una politica del turismo. Non si può solo dire che non c’è una politica del turismo, il turismo non si inventa da un giorno all’altro, si costruisce e si programma negli anni. Allora forse anche su questo c’è demagogia, perché si tende a scambiare la promozione del territorio con il turismo, che sono due cose profondamente differenti. Certo, con qualche risorsa possiamo promuovere il territorio, ma fare turismo è veramente diverso.
Il Consigliere Binci prima diceva che non esiste un sistema turistico, io condivido pienamente. La costa e l’entroterra sono staccati, abbiamo tantissime attrattive dal punto di vista artistico e culturale che sono abbandonate e molto spesso non conosciute neanche da chi vive nel territorio ove sono ubicate, questo perché non abbiamo la capacità di fare una reale sinergia e metterle in rete.
La politica del commercio ha visto concedere autorizzazioni alle multinazionali estere a discapito del piccolo e medio commercio al dettaglio, cosa che ha prodotto un danno anche all’artigianato e alle attività produttive.
Ecco, io mi aspettavo un bilancio che guardasse alle esigenze reali del territorio, che desse risposte nelle piccole cose e non nelle grandi aspettative. Il territorio si aspetta dalla politica, dalla Regione, dalle Istituzioni un appoggio su cui poter far fronte alle realtà immediate e non dunque far perseguire i sogni che purtroppo oggi sono più difficili da raggiungere.
Qualcuno di voi ci ha accusato del fatto che non abbiamo idee, che non abbiamo una strategia, noi invece - lo diceva prima anche il nostro Capogruppo Massi – ce li abbiamo, dateci voi qualche suggerimento. Ma certamente noi in quest’Aula non rimpiangiamo il Governo Prodi in quanto sicuramente non è stato fautore di grandi contributi agli enti locali, alle Regioni, Province e Comuni, sicuramente non è stato un modello di avanguardia da portare ad esempio né in Italia né in Europa né in nessun altro posto.
Prendiamo allora tutti atto della situazione dei tagli, cerchiamo di costruire un bilancio reale che si fa onda su una programmazione seria. E da questa programmazione devono anche scomparire quelle iniziative singole seppure marginali, come diceva prima il Consigliere Giancarli. La programmazione ci deve vedere tutti coinvolti in un programma triennale volto alla valorizzazione di quello che c’è, deve mettere in sinergia quello che c’è, insieme ad una maggiore comunicazione in nome di quel principio di sussidiarietà che dovrebbe regolare la politica in questo momento.
Ma tutto questo non trapela non tanto da questo bilancio quanto dall’atteggiamento di un centro-sinistra e di una Giunta Spacca che è sempre più arroccata su se stessa, che è sempre più arroccata a rispondere alle priorità di chi l’ha votata e non a rispondere al futuro che vuole questa regione, un futuro basato realmente, da Pesaro ad Ascoli, nella valorizzazione delle tantissime realtà produttive che c’erano e che oggi stanno scomparendo, delle tante ricchezze del territorio che non sono ancora valorizzate per quelle che sono, e delle tante e tante geniali idee riguardo l’imprenditorialità, quelle idee che ci avevano contraddistinto negli anni passati e che oggi sono invece soffocate da una politica che non sa più dare spazio alle esigenze del nostro territorio.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Intervengo dopo aver sentito gli interventi dei Consiglieri di maggioranza che vi confesso sono stati veramente di stimolo, poi vedrete se in senso negativo o positivo.
Qui si continua a fare finta di niente. In questa Assemblea legislativa si passa con la massima naturalezza, così come si è fatto con il passaggio da un’alleanza con Binci e Bucciarelli ad un’alleanza con Marconi e Viventi, da un giudizio ad una promozione di bilancio, un giudizio che parte da quello dato al Governo Berlusconi, così come diceva il Consigliere Acquaroli.
Sono tre mesi che ci angosciate con i tagli – non vedo l’Assessore Marcolini – che, lacrime e sangue, ci cadevano addosso. Poi viene il Ministro Brunetta che si complimenta con qualcuno, viene il Ministro Fazio che si complimenta con qualcun altro, dopodiché voi sempre con la massima naturalezza non vi rendete conto che sono elementi di quello stesso Governo presieduto da uno stupratore della democrazia, per stare al giudizio di qualcuno di voi. Ecco, è questa la cosa disdicevole.
Nel mondo occidentale c’è quello che tutti vediamo, e neanche voi potete sottacerlo alle vostre intelligenze, c’è una grande crisi che deriva proprio da quello che diceva qualcuno prima di me, se non sbaglio il Consigliere Giancarli, parlando del grande problema del non essere andati dietro al mondo del lavoro ma dell’essere andati dietro al mondo della finanza dove qualcuno si è arricchito troppo velocemente non sulla base di un’economia economia bensì sulla base di una grande bolla. E tutti sono andati dietro a queste realtà, infatti le crisi hanno colpito sia governi di centro-sinistra sia governi di centro-destra, su questo non c’è stata una grande divisione.
Allora o ne prendiamo atto e ci ragioniamo dimostrando un’onestà intellettuale che dovrebbe farci onore; e da qui dovrebbe anche conseguire che l’emendamento proposto dalla minoranza non è un emendamento contro la maggioranza, ma semmai è un qualche cosa, al di là di chi lo propone, che evidenzia i problemi sul territorio. Oppure continuiamo a fare il solito giochetto di quando qui si parla di tagli, quando qui qualcuno parla di paura del federalismo, quando invece il federalismo avrà una grande virtù, chiamerà i governanti a responsabilità.
Io provenendo non dalla prima Repubblica – ringraziando Iddio non ne ho fatto parte, non ho mai votato un partito della prima Repubblica e ne sono felicissimo, anche perché non la rimpiango affatto, rimpiango solo che la seconda non è troppo distante dalla prima – vorrei allora qui esporvi quel fatto che sapete tutti: ma di quanto sono stati gonfiati… (…) Io non ho mai votato un partito della prima Repubblica e penso che della prima Repubblica si possono considerare tutti quei partiti a cui si rivolse Bettino Craxi nel luglio del 1993 dicendo che si dovevano alzare tutti quelli che non avevano presi i soldi per i loro partiti, ad eccezione, si fece questa specificità, del partito Radicale e del Movimento Sociale italiano. Non giochiamo su queste cose! Con tutti gli errori che possiamo aver fatto sicuramente la tangente Enimont, il miliardino dell’Enimont arrivò a Botteghe Oscure, maggior partito di opposizione - se lo ricordi, cosa molto strana! -, non arrivò a Via della Scrofa…(…) Lei mi interrompe, Assessore Giannini, ma se vuole intervenga ne parliamo insieme, perché ognuno poi ha i Greganti di turno, c’era chi si offriva e si esponeva il petto e poi c’era quell’altro che invece appena gli suonavano alla porta non solo diceva quello che aveva preso ma anche quello che non aveva preso. Lì però c’è un discorso di carattere, io ammiro Greganti, ci mancherebbe altro, per lo meno è uno che ci ha creduto fino alla fine. Altro che voi! Non so chi di voi avrebbe fatto queste scelte.
Ma al di là di questo, dicevo: di quanto è aumentato quel debito pubblico in Italia grazie ad operazioni di questo tipo? L’Italia subisce con questi tagli un surplus di danno per tutto quello che è successo prima. Vorrei allora ricordare a qualcuno di voi, perché è simpaticissimo, di leggere qualche libro sul come si facevano le leggi in Italia nel 1975-1985, quante leggi che provenivano dalle Commissioni parlamentari erano votate non solo dai partiti del centro-sinistra ma anche dal maggior partito di opposizione, perché conveniva a tutti un determinato giochetto, ognuno faceva la sua parte di maggioranza o di minoranza ma le leggi si votavano insieme.
Detto questo, oggi qual è il vostro limite? Secondo me è che non vi rendete conto che noi che appoggiamo convintamene un Governo di centro-destra siamo vittime ingiustificate, inconsapevoli, direi ingiustamente della vostra politica, una politica tutta basata solo sull’antiberlusconismo. E non vi rendete conto di un fatto specifico, che purtroppo tutti i Governi - e parlo di Governi come quello di Sarkosy o come quello laburista in Inghilterra - che dall’estate del 2008, dalla crisi finanziaria, si sono sottoposti all’esame dell’elettorato subendo delle scoppole notevoli, tutti meno il Governo Berlusconi. Questo è il dramma per voi. Però continuate a fare dell’antiberlusconismo che poi alla fine – e questo è un altro tipo di problema – giova solo a Berlusconi, non giova a voi perché non fate proposte di nessun tipo a fronte della critica politica economica di Berlusconi, e non giova a chi sta nel Partito delle Libertà che si trova schiacciato su posizioni berlusconiane.
Dico questo perché poi sarebbe facile, anzi, noi dovremmo aspettarci da voi invece di parlare di quei tagli che ha fatto il Governo che cosa il vostro Governo avrebbe dovuto fare. Cioè ci dovreste dire per primi quale sarebbe il vostro Governo, quali sarebbero i vostri alleati, a chi andreste a rivolgervi per fare una cosa del genere. Anche perché tra poco, ringraziando Iddio, ci saranno le elezioni, è inutile che ce lo nascondiamo, e allora tutte queste cose verranno fuori. E verrà fuori sopratutto la vostra impossibilità di fare un progetto politico adeguato alla crisi economica che attanaglia il mondo occidentale. Allora o voi diventerete laburisti tout court, con tutto quello che ne consegue, oppure dovreste rifarvi un vostro ruolo nuovo, ma questo, con buona pace di Bersani, vi toglierà altri aspetti che al momento sembrano più feraci per voi, altri contatti, per esempio quelli che avete fatto nella Regione Marche lanciando a mare i precedenti alleati, perché a livello nazionale il progetto Marche forse non è ancora pronto per decollare.
La mia è una riflessione soltanto di serietà, e per questo mi riallaccio anche a quello che diceva il Consigliere Binci. In momenti di crisi dovremmo essere noi i primi a verificare che c’è la crisi e a verificare qual è la nostra posizione che dovremmo dare agli altri rispetto agli altri. Allora è su questo che ne va della nostra virtù. Io non vado d’accordo con lei, Consigliere Binci, solo quando dice che tanto saranno cose che non interessano a noi direttamente, no, no, perché sarà facile per tutti noi far capire alla gente la nostra credibilità su questi punti.
Ritorno a quello che dicevamo martedì scorso, ossia che un Consigliere regionale o un Deputato vada in pensione a sessant’anni è cosa assurda e schifosa rispetto a chi va in pensione a sessantacinque anni. Basterebbe questo punto, è su questo che tutti noi, visto quello che ci danno a fine mese, dobbiamo guardarci in faccia e sapere se ognuno di noi è in grado, sulla base appunto di quello che ci danno a fine mese, di aver garantita un’onesta vecchiaia - non una vecchiaia alla Berlusconi, ci mancherebbe altro - rispetto a chi è in giro o a chi sta qui fuori. Perché parlare di tagli è facile, addebitare i tagli agli altri è sempre molto facile, allora l’unica maniera per essere credibili è sottoporre quei tagli prima di tutto a noi stessi.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Solo per qualche risposta al dibattito che è stato sicuramente intenso, ma mi si permetta di dire anche un po’ generico. Perché se è giusta l’osservazione che ha fatto provocatoriamente il Consigliere Massi, Capogruppo del PdL, riguardo alle proposte sul piano nazionale – su cui poi qualcosa diremo – è anche vero che di proposte sul nostro bilancio da parte dell’opposizione, a parte una serie di richiami molto generici, nel concreto ne abbiamo sentite poche.
Prendo la parola anche per ringraziare sinceramente - anche per me, come per altri Consiglieri di maggioranza ed opposizione, è la prima esperienza è il mio primo bilancio - il collega Marcolini, perché al di là di tutta la retorica le cifre parlano. Si potrà dire che è stato giusto, non giusto, e sicuramente il taglio è una grande occasione, perché ogni momento di crisi, di difficoltà e di sacrificio è una grande occasione per vedere se si è più bravi o meno bravi. Per cui ad una Regione che riesce a chiudere i propri conti senza gravi danni e facendo delle scelte con 180 milioni di taglio va riconosciuto che è brava. Io di tutto il bilancio ho toccato soltanto una piccolissima parte, il resto lo ha condotto l’Assessore Marcolini, quindi a lui dobbiamo dire che è stato bravo, è un dato, non so se tutti saremmo stati capaci di dare con la stessa precisione e con lo stesso equilibrio un risultato di questo tipo.
Al tempo stesso questa Regione, con molta umiltà ma anche con grande decisione della Giunta, sta attuando già da alcuni mesi interventi presso il Governo non solo per dire che protestiamo per quello che è stato fatto – l’hanno fatto tutti i Presidenti delle Regioni che in maggioranza sono di centro-destra, quindi è stata non credo neppure una retorica perché in alcuni casi ci ha consentito qualche piccolo rientro –, ma ci stiamo anche adoperando per avere per tutti, non solo per la nostra Regione, degli interventi di carattere straordinario.
Appena due giorni fa il Governo, in questo caso i Servizi sociali, ha approvato per la nostra Regione un progetto straordinario, che avevamo presentato pochi giorni prima, di 1,5 milioni per l’Alzheimer, ce lo finanziano per il 90%. Questo progetto presentato in collaborazione con l’Inrca ci dice che qualche cosa di buono si riesce a fare. Altre cose sono inoltre successe riguardo all’ambiente per cifre molto più significative, abbiamo anche salvaguardato gran parte dei finanziamenti per l’edilizia sanitaria.
Purtroppo però, e lo dico con amarezza, rispetto alle tante assicurazioni che il Ministro Sacconi aveva dato per esempio sulla non autosufficienza, che non era una grande cifra erano appena 400 milioni, sono stati tagliati tutti. Per la nostra Regione è una botta da 10 milioni. Per cui per l’anno prossimo, quando questi soldi non li avremo più, abbiamo messo in conto di attuare altri 10 milioni rispetto a quelli che precedentemente avevamo.
Alla stessa maniera segnalo ai colleghi Consiglieri l’articolo 10, comma 2 dove abbiamo indicato il fondo di priorità regionale corrente per un importo complessivo di 13 milioni, di cui 10 milioni – e questo è il sacrificio – vengono destinati ad integrazione e addirittura in alcuni casi ad allargamento degli stanziamenti del sociale per compensare tutto quello che abbiamo perso dai trasferimenti nazionali.
Quindi se scorrete le voci vedrete che tutte le leggi che riguardano il settore sociale vengono rifinanziate con la stessa entità, e la stessa cosa per quanto riguarda le Upb del sociale, e al tempo stesso mettiamo in conto questi 10 milioni.
Ecco, queste non sono chiacchiere, sono scelte precise, quindi non sono esattamente come è stato detto – la cosa un po’ mi ha sorpreso – ossia tagli lineari indiscriminati. Cioè è stato detto che noi avremmo fatto esattamente la stessa cosa che ha fatto il Governo, non è così, perché leggendo la proposta di legge – che è solo una piccola parte di tutte le tabelle che andremo ad approvare per il bilancio – vedrete che alcune voci vengono ridotte in maniera significativa, altre addirittura scompaiono, per il resto, e risegnalo quelle del sociale, vengono mantenute integralmente nella loro consistenza e con i 10 milioni abbiamo la possibilità addirittura di allargare le voci di spesa. Ne annuncio una per tutte, perché in questa situazione di emergenza sociale abbiamo ritenuto che in modo particolare le famiglie più povere, quelle numerose e le donne sole, debbano essere oggetto di particolare attenzione, ossia, per la piccola legge 30, che stanziava 1 milione 140 mila euro, abbiamo già da quest’anno portato la spesa a 1 milione e 700 e per l’anno prossimo la porteremo a 2 milioni e 300. Non è scritto in bilancio ma è quanto avverrà.
Voglio dare anche serenità al Consigliere Bucciarelli per quanto riguarda il discorso degli oratori. Certo, leggendo in quella maniera dice una cosa vera però non sa i precedenti. Il precedente è che ci portiamo dietro, Consigliere, 450 mila euro di contributo dell’anno in corso che viene erogato nell’anno successivo. Abbiamo allora chiesto al soggetto interlocutore, che ha firmato con noi il protocollo per questa stazione, di non ricevere tutto il contributo in un anno – l’avrebbero ricevuto il doppio per il 2011 – ma che venisse spalmato sui tre anni a venire. Quindi abbiamo 600 mila euro che non sono un di più, Consigliere Bucciarelli, perché avrebbero dovuto ricevere 900 mila euro nel 2011 invece ne ricevono 600 nel 2011, 600 nel 2012 e 600 nel 2013. Questo lo dico per dovere di onestà intellettuale perché sembra che facciamo regali, no, è il contrario, il beneficiario di questo contributo, ripeto, non li riceve tutti in un anno bensì in anni differenti. Quindi ringrazio chi ha avuto questa sensibilità.
Inoltre abbiamo - non è in queste tabelle ma c’è sul bilancio - 1 milione e 200 mila euro, Consigliere Bucciarelli, per i fondi che riguardano i centri per i giovani e per l’infanzia. Sono fondi che si aggiungono ad altri che discuteremo mercoledì riguardo ai centri di aggregazione giovanile. Quindi in questo senso c’è sicuramente attenzione. Ripeto, seppure siamo in un momento di crisi e di difficoltà questi dati vengono regolarmente confermati e in alcuni casi addirittura ampliati.
Un’ultima considerazione la faccio sul piano politico più generale ma che riguarda anche qui una scelta fondamentale che la Regione ha fatto, la famiglia. Colleghi Consiglieri, credo che gli interventi che potremmo immaginare per la famiglia e per le famiglie in difficoltà potranno essere tanti, ma mai sufficienti se al contempo non c’è una seria politica di sviluppo che porti nuovo lavoro e nuova occupazione. E questo non lo può fare la Regione da sola, lo può fare il Governo nazionale, lo possono fare le Istituzioni europee. Che è dunque quello che lamentiamo nei confronti del Governo, non il fatto che abbia dovuto fare i tagli, cosa che si può anche capire, lamentiamo il fatto che sono stati fatti in maniera lineare e che dentro la finanziaria nazionale non ci sono politiche per lo sviluppo. E allora, scusate, è a disposizione di tutti, andate a vedere quali sono stati i tagli fatti ai Ministeri, non c’è niente, non c’è nessun taglio da parte dell’Amministrazione statale nei confronti delle proprie strutture, mentre abbiamo 4-5 miliardi che diventano 7-8 per Regioni, Province e Comuni e 4 miliardi nei confronti delle Regioni. Questi sono dati che difficilmente possono essere confutati e che segnano anche il senso di questa finanziaria e le responsabilità delle scelte che vengono fatte.
Concludo dicendo che rimango un po’ meravigliato che di tante osservazioni poco o niente si è detto rispetto alla sanità, eppure questo bilancio per 2 miliardi e 750 milioni riguarda la sanità. Su questo qualche considerazione, collega Marcolini, ce l’avrei e l’abbiamo anche condivisa insieme. Parlare di sanità da parte dell’opposizione sarebbe stato interessante e difficile, perché si possono dire solo due cose, o si dice che bisogna aumentare la spesa, che in questo contesto diventa molto difficile anche per il generale convincimento da parte dei nostri cittadini che dicono che sulla sanità si sta spendendo troppo – e questo a dirlo sono prevalentemente la stampa e i giornali di destra – oppure si potrebbe dire che bisogna spendere di meno. Benissimo, ma bisogna anche vedere dove c’è da spendere di meno, quali tagli dovrebbero essere fatti. Perché dico questo? Perché nel proseguo dei prossimi cinque anni – ma lo sviluppo deve essere verso i dieci anni – avremo un costante aumento della platea degli utenti dei servizi sociali, socio-assistenziali e socio-sanitari che non potremo soddisfare con uguali aumenti generali di bilancio, perché non avremo fondi per questo. L’unico costo dove potremo attingere sarà riuscire ogni anno a risparmiare qualche cosa lì sulla sanità per portare, Consigliere Acquaroli, proprio sul territorio i fondi che possono essere utilizzati in collaborazione con il volontariato, con l’associazionismo, con le famiglie, per un argomento che sarà esplosivo in termini economici e finanziari nei prossimi anni, cioè l’assistenza agli anziani.
Per il resto i nostri fondi vanno tutti sul territorio, i 60 e rotti milioni del sociale non c’è niente o quasi niente che la Regione fa direttamente, a meno che non si tratti di progetti, per il resto sono tutti soldi (sono il 92-93%) che vengono distribuiti ai Comuni attraverso gli ambiti territoriali sociali.
Quindi su questa linea credo possa essere impostato in maniera positiva, al di là della retorica che qualche volta il bilancio induce, un discorso serio nelle sedi opportune, a cominciare dalla V Commissione dove sul piano socio-sanitario almeno sulle grandi linee, Presidente Comi, dovremmo cercare di cominciare a dire queste cose in maniera concreta. E credo che su questo troveremo anche il conforto dell’opposizione che almeno a parole in questa giornata ha dichiarato questo.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Ruberò a quest’Aula solo cinque minuti, ma ritengo sia doveroso intervenire in un momento così qualificante come appunto quello dell’approvazione del bilancio di previsione per il 2011.
Quando parliamo di bilancio dobbiamo parlare di numeri, di idee e di progetti.
Per quanto riguarda i numeri sappiamo che il bilancio regionale è governato da due sovrabilanci, quello nazionale e quello europeo e che nel bilancio nazionale la politica monetaria e la politica di bilancio oggi non la fa più il Presidente del Consiglio dei Ministri ma l’Europa.
Il quadro in cui ci inseriamo è allora difficilissimo per tutti, qualsiasi Governo di qualsiasi colore ha cercato di contenere la spesa pubblica per rientrare dentro certi parametri, nei quali però non ci stiamo nonostante queste manovre. E’ chiaro quindi che a caduta le Regioni e gli enti locali soffrono e dunque devono impostare bilanci di questo tipo.
Il collega Marconi sollevava prima un problema. Io sono tra quelli che ha detto sin dall’inizio con molta chiarezza ed onestà che noi in questi cinque anni avremmo dovuto affrontare momenti di ristrutturazione e riorganizzazione della spesa regionale e che l’avremmo dovuto fare anche a prescindere dalle manovre nazionali. Certo è che tutti ci saremmo aspettati – su questo dobbiamo essere tutti d’accordo, colleghi Consiglieri – che il Governo nazionale lo stesso metro di misura che ha utilizzato per noi lo avrebbe dovuto utilizzare anche per il taglio della spesa dei propri Ministeri. Avete invece visto che c’è stato uno squilibrio. Probabilmente, è così che lo interpreto, in previsione del federalismo fiscale e dei provvedimenti successivi che avrebbero riguardato le Regioni il buon Ministro Tremonti si è voluto assicurato in questo modo di partire da un dato base più basso rispetto a quello precedente.
Allora su questo, diciamocelo come marchigiani né di destra né di sinistra né di centro, raffrontiamo un parametro...(...) No, no, Consigliere D’Anna, non c’è nessuna crisi di identità, io sono stato sempre un uomo di centro e rimango un uomo di centro, ma siccome sono anche un uomo equilibrato non riesco mai a dire le fregnacce sia da una parte che dall’altra e non le posso nemmeno sentire. Questo è un mio difetto ma consentitemelo!
Allora, dicevo, non è pensabile in un momento come questo che ci si divida su alcune questioni. Il bilancio regionale è per il 75% sanità, il resto è trasporti, scuola, personale, spese, ecc., e se ci fossimo invertiti i ruoli ben pochi cambiamenti si sarebbero potuti a fare. Però dobbiamo anche dire con chiarezza che se queste sono difficoltà allora raffrontiamoci con la condizione di altre Regioni, la Regione Sicilia – parliamo di numeri così ci capiamo tutti – ha 25 mila dipendenti e 2.350 dirigenti, la Regione Marche ha circa 1.350 dipendenti (circa 1250 Giunta e 110 Assemblea legislativa) con 72 dirigenti. Raffrontiamo questi numeri e allora ne viene fuori che i marchigiani di destra e di sinistra - escludiamo quelli di centro così non c’è la crisi di identità! - sono tutti virtuosi e rispetto a questi altri altro che virtuosi, dovrebbero darci un premio, oppure forse un premio per la coglioneria per non aver fatto altre cose che da altre parti hanno probabilmente fatto.
Questo lo dobbiamo dire con chiarezza, per cui quando diciamo che non si possono tenere sullo stesso piano i provvedimenti per Regioni diverse diciamo una cosa vera, una cosa che non ha colore politico. Io negli anni precedenti questo l’ho detto anche a parti invertite; è come se, ad esempio, io peso 140 chili e l’amico Francesco ne pesa 60 e ci presentiamo tutti e due dal dottore che ci dice: “dovete dimagrire 30 chili”, dopodiché io rimango a 110 chili e quindi ho ancora tanto grasso da smaltire mentre Francesco va a 30 chili e muore stecchito di fame.
Questa è la condizione delle Regioni italiane, quindi dovevamo fare ragionamenti differenti dal punto di vista politico, e questo al di là del colore, lo sappiamo tutti che è così.
Ora questo bilancio cosa fa? Cerca di affrontare l’emergenza, per cui dal Presidente della Giunta e dalla maggioranza è stato detto: “prendiamo quattro punti essenziali, la difesa del lavoro, la difesa dello stato sociale, insomma, le cose più importanti e concentriamo su quello, tolta la sanità, le scarse risorse che ci rimangono. E questo abbiamo fatto. Inoltre all’interno della macchina regionale ci sono stati una serie di risparmi, di cui anch’io ne sono promotore, che hanno prodotto circa 10 milioni di euro l’anno di risparmio, che non sono poca cosa. Se non ci fosse stata questa crisi io avrei proposto immediatamente che fossero stati utilizzati per la riduzione dell’Irap, per esempio, ma questo non lo possiamo fare perché i soldi non ci sono.
Forse potremmo fare qualcosa di meglio rivedendo magari i conti della sanità dove ci sono tanti soldi? Probabilmente sì, nei prossimi anni qualcosa di meglio magari si potrà fare, vedremo se sarà possibile.
Credo che su queste cose si debba aprire un confronto serio in quest’Aula, se vogliamo essere legislatori a pieno titolo quando parliamo di questi temi ci dobbiamo liberare un po’ delle posizioni di maggioranza e di opposizione.
Il trasporto pubblico locale era uno dei temi che credo ci angustiava tutti. Ora il Governo, è vero, ha capito, tra l’altro su pressione dei Governatori di centro-destra in primis, che non poteva andare avanti in quelle condizioni. Perché se ci sono 160-170 milioni di tagli, ad esempio la Lombardia ce n’ha 950, quindi capite bene che anche per Formigoni è dura far viaggiare tram, autobus, ecc.. Sicché il Governo ha dovuto rivedere la sua posizione. Ma per questa nuova condizione, che a noi magari ci permetterà, collega Marinelli, di rivedere alcuni conteggi e di salvarci per il 2011, io qua mi sento già di anticipare che dobbiamo pensare al 2012. Quindi sul trasporto pubblico locale non dobbiamo stare a braccia conserte e dire: “bèh, quest’anno l’abbiamo scampata, lisci lisci forse con appena l’1% ci salviamo”, perché l’anno prossimo su questo saremmo comunque in difficoltà. E’ cioè evidente che è un sistema che abbisogna di un ammodernamento, bisogna ripensare a una politica regionale dei trasporti. E’ il caso di parlare dell’azienda unica regionale, non lo so, ne parleremo in Commissione, faremo delle valutazioni, vedremo come si può fare una migliore integrazione tra ferro e gomma, tra urbano ed extraurbano dove secondo me ci sono dei margini di miglioramento e di economia da realizzare. E tutto questo va fatto comunque, anche se il Governo ci dà 10 milioni, è questo che deve fare un amministratore virtuoso.
Per quanto riguarda il piano infrastrutturale (porti, aeroporto, interporto, ecc.) tutti avete visto che ci siamo mossi con grande concretezza. Voglio allora qui citare - senza richiamare né la terza corsia né la Quadrilatero né alcune situazioni che stiamo gestendo con il porto e l’Interporto - la Fano-Grosseto che onestamente sembrava una favola metropolitana. Io quando la vidi per la prima volta in piedi non c’era nessun straccio di progetto, c’erano solo pezzi di progetto su cui io sono stato il primo a dire: “se andiamo dal Ministro Matteoli o dal Ministro Bertinotti e diciamo loro di finanziarci sta roba, quelli ci rispondono sicuramente che non possono farlo”. L’Umbria non aveva niente, nemmeno il progetto di massima, ok, la Regione Marche era la più avanzata perché aveva almeno un progetto di massima, la Regione Toscana aveva alcuni pezzi fatti. Allora abbiamo deciso insieme di dire: “vogliamo ragionare da amministratori, vogliamo arrivarci con un progetto completo per parlarne?” Dopodiché io ho partecipato a due riunioni a Roma e quindi posso dirvi con soddisfazione che abbiamo potuto presentare al Ministro Matteoli il progetto definitivo della Regione Marche per quanto riguarda il tracciato, il quale si è congratulato e ha detto: “aspetto dalle altre Regioni la stessa cosa”. Quindi abbiamo subito inserito un tavolo tecnico - che informo l’Assemblea si riunirà domani con le tre Regioni e il Ministro Matteoli -, sede dove incominceremo veramente a discutere, perché lì si può discutere dei finanziamenti europei, si può discutere di un pedaggio autostradale ecc.. E credo che se vengono accolte queste proposte concrete poi anche la Fano-Grosseto da un sogno metropolitano può diventare una realtà in questi cinque anni. (…) Adesso lasciamo perdere Di Pietro, insomma, qui bisognava costruire tutto, è un progetto da costruire insieme.
E’ per dire che dobbiamo ragionare in questo modo, e anche quando sedevo là vicino al Consigliere Massi dicevo che bisogna stare insieme, governi di destra o di sinistra in Regione e a livello nazionale. Noi sulle grandi infrastrutture dobbiamo stare in collaborazione, dobbiamo lavorare insieme. Perché in Italia già siamo poveretti se stiamo uniti, figuriamoci se stiamo divisi, saremo proprio poveracci, e questo non ce lo possiamo permettere.
Ritengo che oggi il linguaggio che la politica deve utilizzare sia quello della concretezza, cosicché ci saranno gli spazi per tutti per fare qualcosa di buono, altrimenti, signori miei, falliremo tutti quanti.
E’ dunque con questo modo di ragionare che dobbiamo analizzare questo bilancio di previsione che l’Amministrazione presenta oggi in Assemblea legislativa. Quindi anche un’opposizione seria e responsabile, come c’è in quest’Aula, credo debba confrontarsi con questo modo di ragionare.
PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento l’Assessore Marcolini.
Pietro MARCOLINI. Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei iniziare l’intervento ringraziando tutti quelli che sono intervenuti, il Presidente della II Commissione e i membri sia di maggioranza che di opposizione della II Commissione che a mio avviso hanno dato un esempio di lavoro e di ascolto reciproco prezioso.
In apertura vorrei anche giustificare l’assenza del Presidente Spacca, prima reclamata, che per motivi istituzionali è impegnato a Roma ma oggi pomeriggio sarà qui.
La discussione sul bilancio 2011 è riuscita soltanto in parte ad evitare una sorta di gioco delle parti in cui tutti quanti siamo inseriti. Ci sono state delle pregevoli eccezioni, ma a me pare sia necessario ripartire da alcuni dati di fatto per poi separare, come diceva un antico detto, i patti dalle opinioni e quindi dal giudizio politico.
La discussione e l’approvazione della proposta di bilancio 2011 avviene in un momento ancora di forte incertezza e difficoltà dell’economia italiana e marchigiana. La Banca d’Italia nell’ultimo bollettino d’ottobre ha indicato come la crescita mondiale ha dato segni di decelerazione e le proiezioni del fondo monetario internazionale prefigurano un’attività economica segnata da un’ulteriore minore vivacità nel secondo semestre e da un lieve rallentamento nel 2011 sia nei paesi più avanzati sia in quelli emergenti.
Nelle Marche, sempre secondo l’analisi della Banca d’Italia, la ripresa dell’attività economica avviatasi nella primavera del 2009 è proseguita nei primi nove mesi del 2010 con un’intensità tuttavia insufficiente a recuperare i livelli produttivi precedenti l’avvio della recessione. Cioè si prefigura un andamento ancora incerto sia della produzione industriale che delle esportazioni. Per quanto riguarda il mercato del lavoro il trend delle assunzioni è tornato a farsi positivo, ma le forme contrattuali che trovano maggior utilizzo sono i contratti a tempo determinato pari a oltre il 50% del totale. C’è una positiva diminuzione del numero dei lavoratori collocati in mobilità, mentre preoccupa la fortissima crescita della cassa integrazione in deroga.
In questo contesto la predisposizione del nostro bilancio deve tener conto della manovra correttiva dei conti pubblici effettuata con il decreto 78 e poi con legge 122, che ha previsto tagli dei trasferimenti statali di 4 miliardi nel 2011, 4,5 nel 2012 e successivi.
Vorrei allora dire che c’è un dato impressionante, quello cioè che la Regione Marche si troverà a pagare una riduzione di risorse di 170 milioni su 220 quest’anno e addirittura con il 2012 prossimi ai 200 milioni su 220, e per la proiezione del 2012 significa che da 4 miliardi passiamo a 4,5 miliardi. Stando noi grosso modo ad una percentuale attorno al 2,5% sono altri 12,5-13,5 milioni da aggiungere alla serie storica.
A questo va ricordato che bisogna aggiungere un taglio unilaterale, deciso quindici giorni fa dal Governo, del 10% delle risorse del fondo delle aree sottoutilizzate pari a ulteriori 22,5 milioni.
Vorrei inoltre ricordare, dato che qualcuno l’ha ripetuto, che la manovra non è al netto della sanità, ma coinvolge drammaticamente la sanità, l’unico dato positivo si è raggiunto venerdì nell’accordo tra le Regioni e il Governo, di mettere cioè a riparo il turnover della sanità per i prossimi anni. Invece tutto il resto rimane intatto, e il parziale mancato aggiornamento del finanziamento del patto sulla salute da un lato, nonché il definanziamento a partire da maggio dei ticket sulla sanità e il definanziamento dell’edilizia sanitaria, comporta una riduzione di risorse su base annuale nei prossimi tre anni da 70-80 milioni l’anno, ripeto, da 70-80 milioni l’anno! Lo dico a chi ha provato ad accennare, spero ingenuamente, a una manovra che metteva a riparo la sanità. Alla sanità mancano più di 200 milioni nei prossimi tre anni. Quindi è un’ipotesi di azzeramento - e tutti in cuor nostro abbiamo la preoccupazione di fare il bene della nostra comunità – , di riduzione cospicua della stessa missione istituzionale che ha giustificato la nascita delle Regioni.
Per certi versi torniamo a una concezione dell’intervento dello Stato per le comunità regionali e nell’economia precedente alla grande stagione delle riforme in senso di cittadinanza universale. Il Consigliere portavoce del PdL, che è anche medico, ricorderà la riforma di cittadinanza universale che ha riguardato la sanità nel 1978, quella che ci faceva venire dalle mutue diversificate a pagamento, oppure il decentramento amministrativo o l’accompagnamento nello sviluppo economico dello straordinario percorso di successo delle piccole e medie imprese artigiane, industriali e commerciali, che i Comuni hanno imparato ad accompagnare dai piani di insediamento produttivo ai programmi di formazione, all’accompagnamento delle campagne di internazionalizzazione estera che viene indicata, al di là delle critiche maliziose che qua e là si sono manifestate negli ultimi anni – come nei titoli de Il Sole 24 Ore di questa mattina –, come unico faro per la ripresa economica.
Una situazione quindi di vero e proprio annichilimento dell’intervento dello Stato nell’economia e nella società.
L’idea prospettata è una sorta di giungla darwiniana in cui chi ha le forze per resistere può reggere l’urto e l’impatto di una crisi devastante e il mercato riesce a cautelizzare ogni ferita rapidamente. Ecco, in questo senso c’è stata una immagino non voluta anche parzialmente dalle cose che diceva stamattina il Consigliere Marinelli, circa la bontà dei tagli. Perché un conto è la lotta contro gli sprechi e per l’efficientamento che non avrà mai fine, che tutti quanti noi condividiamo, altra cosa è pensare di poter far fronte alle missioni e alla risposta di bisogni che crescono con una riduzione di quattro quinti delle risorse a disposizione.
Qui siamo a un’ipotesi più grave. Io penso che di fronte a questo noi abbiamo agito in maniera responsabile, ma non per bravura dell’iniziativa del Governo regionale o del Presidente che ha dato un impulso in alcune direzioni, perché credo che la chiave di volta sia stata quella della concertazione sociale e della collaborazione istituzionale che appunto anche quest’anno si realizza nella Regione. Quindi il bilancio penso sia la traduzione di una chiara volontà di mettere insieme le ridotte risorse per concentrare – l’ha detto prima il Consigliere Bucciarelli – non per accentrare, ossia l’idea della selezione non dell’arbitrio.
Io capisco l’approccio critico che si ferma su dettagli che tuttora non sono in linea con l’azione che vorremmo, quindi non ho difficoltà a registrare delle smagliature in un tessuto ambizioso, che lo stesso Consigliere Bucciarelli conosce bene e che ha concorso a determinare e il cui sviluppo e sostenibilità ha a lungo condiviso.
Dico che l’elemento tensivo di fondo è stato quello fin da luglio di mettere attorno a un tavolo Comuni, Province, sindacati, associazioni economiche per dire: “queste sono le disponibilità, dove concentriamo le risorse superstiti per cercare di reggere l’urto di una manovra che è ai limiti dello smontaggio dello Stato come siamo abituati a pensare?”.
Io temo che da parte del Governo – e questi sono i documenti che abbiamo elaborato con i colleghi di tutte le altre Regioni, quindi non c’è alcun intento polemico, ve lo assicuro - ci sia una chiara volontà di annullare di fatto la capacità gestionale delle risorse, la possibilità di realizzare interventi e assicurare alla comunità i servizi da sempre garantiti, perché la spesa pubblica è un in re ipso allo spreco e quindi va a prescindere dalle giustificazioni oppure dalla sola rendicontazione sociale. Va ridotta perché è un male intrinseco. Questo è il pensiero sottostante l’azione di Governo. Per cui è lecito chiedersi se la scelta che il Governo ha fatto non sia – non vedo il Consigliere Zaffini – di fatto la negazione, altro che l’affermazione del federalismo! Quel federalismo che è tuttora obiettivo principale del Governo che addirittura ha definito due Ministeri e che sulla scorta degli obiettivi formali che la Lega chiede di poter rendicontare di fronte ad imminenti elezioni lo illustra come un obiettivo raggiunto.
Nella stretta inevitabile il Governo ha svelato uno scopo preciso, che io penso non sia esagerato, quello cioè di scaricare le proprie responsabilità ed esautorare le scelte decisionali delle Regioni, disunire i territori, minare la coesione tra enti locali e cittadini.
La manovra è stata straordinariamente congegnata bene, a luglio si perpetra uno smontaggio delle funzioni storiche dell’intervento nell’economia e nella società. Gli effetti vengono dilazionati nel tempo di sette mesi e contemporaneamente si cerca di finire un passaggio formale e non sostanziale sulla partita del federalismo.
Questo è il combinato disposto che ci dovrebbe portare alle elezioni, con una Lega placata degli intenti federalisti rimasti sul tappeto e dall’altra con Comuni, Province e Regioni che si sobbarcheranno il compito della riduzione drammatica della spesa.
Questo è lo stato di fatto contro cui ci troviamo a combattere e che sul versante delle Regioni insieme vogliamo contrastare. Dico insieme perché la posizione della ricca Lombardia, che è detentrice del 20% del prodotto interno lordo, non differenzia da quella delle Marche oppure del Lazio.
Sul federalismo ha detto parole sagge poco fa il collega Viventi, quindi sul carattere indifferenziato dei tagli che negano l’originalità dei contesti e il percorso virtuoso raggiunto non credo ci siano da spendere ulteriori parole. Non è pensabile trattare scialacquatori e risparmiatori alla stessa maniera, perché il risultato è esattamente opposto a quello della razionalizzazione.
Il secondo elemento è quello che illustrava il Consigliere Silvetti in chiusura, cioè una sorta di prospettiva economica e di intervento della pubblica amministrazione che nel corso dell’anno vira quasi improvvisamente. Questo è un rimprovero che facciamo al Governo. Vorrei ricordare che la campagna elettorale delle amministrative si è svolta in un clima non dico euforico ma ottimistico: “siamo fuori dal tunnel, “la crisi è alle spalle”, “siamo alla vigilia di una ripresa di tono robusto”. Passato poi il passaggio delle amministrative c’è stata la manovra drammatica da 25 miliardi.
Nel merito voglio rispondere alle preoccupazioni che proprio il Consigliere Massi illustrava ma in maniera semplicemente retorica, perché c’è invece l’onere della prova, ovvero, che cosa avremmo dovuto fare noi. E diceva poco fa il Consigliere Comi, che cosa avreste fatto voi è la giustificazione di che cosa avremmo dovuto fare noi. Io allora provo a venire incontro all’interrogativo che faceva Massi con un’affermazione, per esempio, che non si concentra sull’entità dei tagli, sull’ammontare della manovra. Siamo tutti quanti persuasi che la crisi sia planetaria, che non sia di carattere locale o regionale e che gli interventi siano drammatici, quello che non è sostenibile è che si abbatta su una platea così ridotta di soggetti destinati a sopportare gli oneri della ristrutturazione della spesa pubblica, che non vengano prese in considerazione tutte le forme della ricchezza e che vengano escluse tutte le misure di accompagnamento dello sviluppo.
Si è detto che ci sono delle manovre addirittura di due volte più imponenti rispetto a quella italiana, è vero, la Germania, il Regno Unito, la stessa Francia hanno varato misure di riorganizzazione del bilancio dello Stato pari a due-tre volte quella nazionale, ma tutte hanno due costanti. Da un lato misure cospicue di accompagnamento allo sviluppo, penso alla Germania che ha una manovra da 50 miliardi di euro, con 13 miliardi per l’istruzione, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, oppure al programma del conservatore Sarkozy che definisce il pilastri della conoscenza come il primo punto di appoggio di risposta alla crisi, o ancora al Governo conservatore di Cameron che continua con la tripletta delle emergenze britanniche education-education-education, ed il programma non si interrompe con il cambio dal governo laburista a quello conservatore, perché la scommessa produttivistica o mercatista si sostiene con un intervento attivo dello Stato, non con la sua cancellazione, con un reindirizzo anche degli oneri che distribuisca il peso su una platea più larga.
Io sono convinto – su questo credo che una larga maggioranza di buonsenso ci possa far trovare d’accordo - che tutte le forme della ricchezza possono essere considerate, quindi non soltanto il lavoro dipendente che paga anticipatamente le tasse, ma che questo scandalo di 150 miliardi tra evasione, elusione fiscale o questione criminale debba essere messo nel mirino delle misure attive di recupero. E questo lo si fa cominciando a riformare lo strumentario fiscale che va dalla possibilità avanzata dalla BCE, non dall’International Liberal Party, di mettere in posizione del 3 per 10 mila sulle transazioni finanziarie, che darebbero un gettito di 130 miliardi su base annua in Europa. O l’uniformazione della tassazione sulle rendite finanziarie o la tassazione sui grandi patrimoni, che non metta in discussione la tassazione sui titoli di Stato, i risparmi messi a riparo dalla povera gente. Ma parliamo di grandi proprietà, di rendite immobiliari e mobiliari, di transazione sulla gestione finanziaria.
C’è il modo per intervenire in maniera alternativa non cancellando la memoria e la necessità dell’intervento sociale. Noi abbiamo provato a mettere sotto sforzo ognuna delle nostre voci. Abbiamo finito il percorso – vorrei dire onestamente a Bucciarelli –? Assolutamente no, è un percorso non compiuto. Io credo che la Regione - se avessimo tempo ne potremmo parlare anche in questi giorni e in ogni caso nel prossimo futuro - in qualche caso abbia addirittura rischiato livelli di inefficientamento, non di efficientamento. Cito per esempio i casi degli incarichi multipli che i nostri dirigenti si sobbarcano senza avere uno stipendio arricchito e dirigendo più strutture complesse. Guardate che già adesso il direttore dell’Ars, dell’Arpam, dell’Assam, della Protezione civile, della Svim, delle Politiche comunitarie, della Scuola regionale di formazione professionale regionale, per risparmi milionari sono dirigenti ordinari, sono dieci-undici posizioni di dirigenti che generosamente si sobbarcano gli oneri di un’amministrazione complessa, che io peraltro penso debba essere per un periodo limitato nel tempo, lo sforzo straordinario non può essere stabilizzato.
Lo stesso dicasi del cosiddetto privilegio delle auto, che se ci fa risparmiare penso sia uno strumento utile perché ci fa dialogare con la gente che vede in questo un segno di disponibilità. Certo, non efficienta la nostra azione, perché poter essere più mobili sul territorio e potendo lavorare anche durante le ore di viaggio significa un inefficientamento non un efficientamento. Ma abbiamo capito che è una maniera per farsi ascoltare, per non essere interpretati come una casta.
Dunque tutto questo, con l’aggiunta dello smontaggio di consigli di amministrazione già fatti e quelli in programma, porterà a un risparmio attorno agli 8 milioni.
Ma vi rendete conto che far passare l’idea - che è suicidale in termini politici - che con la riduzione dei costi della politica risolviamo il problema dei tagli del Governo, è tra l’ingenuo oppure il maligno! Siamo ad ordini di grandezza che oscillano tra 8-10 milioni rispetto a 170-180 e con il FAS e la sanità forse sono 300 milioni! La sproporzione è assolutamente esagerata.
Il relatore di maggioranza e per certi versi anche quello di minoranza, come pure gli interventi molto sensati del Consigliere Comi, del Capogruppo del PD Ricci, hanno provato ha mettere in piazza pubblica nell’Assemblea istituzionale più importante l’atteggiamento che abbiamo seguito. Cioè non rimandare al mittente - come qualcuno di voi, signori dell’opposizione, ha detto - il compito della razionalizzazione, ma mettendo sul piatto le possibilità di contrasto e di reazione rispetto a una manovra cieca.
Questo è quello che vi chiediamo e per questo insieme dobbiamo batterci perché la battaglia non è mai finita, gli interventi episodici, quelli fuori dal bando, quelli in tabella C, io mi rendo conto, lo voglio dire con grande franchezza, che non tutto può rientrare nelle leggi ordinarie, ma in qualche caso. Noi abbiamo fatto un grosso sforzo, abbiamo portato delle tabelle C che portavano in sé delle spese attorno a 15 milioni e in assestamento a 5 milioni e adesso in preventivo a 1 milione e 800 mila euro. Io penso che una parte di questa spesa sia largamente giustificata e forse c’è qualche cosa di meno valutabile comparativamente in base a dei criteri.
Per cui il lavoro da fare insieme penso sia sulla via giusta. Però questo significa delle due l’una, ossia, alla corresponsabilità nell’allocazione delle risorse corrisponde la possibilità della codecisione, non è pensabile, lo dico ai Consiglieri di opposizione, pensare di non portare l’onere della manovra devastante di carattere nazionale e provare a farsi interpreti innocenti della rappresentanza dei bisogni su base locale, perché questi due elementi sono in drammatica contraddizione tra di loro.
Allora, senza chiedere una sorta di credo aprioristico in una soluzione politica, io dico che nelle soluzioni concrete dovremmo essere disponibili senza pregiudizi. Che è un po’ quello che stiamo cercando di fare sul piano nazionale con il coordinamento sia degli assessorati al bilancio che quelli della sanità, che hanno documenti votati all’unanimità nei confronti del Governo. Penso che la stessa cosa dovremmo farla qui. Allora scegliere di ammettere il confronto dell’opposizione nella scelta delle scelte allocative strategiche penso sia doveroso da parte nostra metterlo sul piatto e penso sia doveroso anche da parte dell’opposizione chiedere un confronto sulle scelte strategiche.
E’ una sfida che dobbiamo accettare, che non ci imbarazza perché è la strada che ci ha consentito di siglare l’intesa con il sindacato (Cgil, Cisl e Uil), con gli artigiani, con i Comuni e con le Province con il parere positivo del CAL, con gli industriali, mi auguro, per quel che riguarda lo stato dei rapporti. Quindi, come dire, a maggior ragione la massima rappresentanza politica, quella dell’Assemblea regionale, è la sede migliore per cercare una condivisione dei settori e dei criteri di allocazione della spesa.
L’ultima battuta riguarda il futuro. Penso valga la pena di ricordare la perdita di un grande servitore dello Stato, Tommaso Padoa Schioppa, che tra i tanti insegnamenti, essendo stato anche un forte conoscitore dell’amministrazione pubblica, ci ha lasciato anche quello di un grande lavoro sulla cosiddetta spending review, rassegna critica di revisione della spesa pubblica, che possa essere valutata obiettivamente e quindi possa essere valutata e comparata fra settori e comparti diversi.
Penso che sulla spending review, sul lascito testamentario di Padoa Schioppa, possa dissolversi quella sensazione, di cui parlava la relazione del Censis, di un deserto che cresce, dello smarrimento, dello sgomento dell’inquietudine che ormai serpeggia non soltanto fra i nostri concittadini, ma anche fra di noi, dell’essere cioè inadeguati allo sforzo necessario per corrispondere ai bisogni delle nostre comunità.
Penso che un’idea sia quella di guardare un orizzonte di medio periodo, stiamo pertanto cercando di avviare un progetto ambizioso e orgoglioso della nostra funzione, quello di Marche 20/20 che cerca di guardare alle scelte di fondo, infrastrutturali, di riorganizzazione dell’economia, di riorganizzazione dei servizi di assistenza e di integrazione sociale. Per esempio su questo versante il contributo del ruolo della famiglia, non ideologico, né antideologico nell’organizzazione dei servizi sociali oppure dei servizi di accompagnamento della vita della nostra società, va in questa direzione, senza pregiudizi, guardando esattamente ai risultati che ne possono conseguire.
Io ritengo, se non muta il quadro, che ci sarà non un anno terribile, il 2011, ma tre anni drammatici. Quindi a differenza dello scorso anno, in cui ci potevamo augurare con le premesse precedenti un miglioramento dato che c’era una ripresa economica che ce lo consentiva e un Governo che ci diceva che la crisi era già passata, temo che dovremo invece dire, ripeto, che avremo tre anni drammatici. Per cui se non organizziamo una linea di resistenza comune, ove non ci sia un’interdizione reciproca che neutralizzi le scelte di fondo, rischieremo di depotenziare la funzione stessa delle Assemblee regionali, che è l’istinto naturale di prevalenza che si respira in Parlamento. Altro che federalismo! In Parlamento si respira e nel Governo invece si agita uno spettro che è neocentralizzatore, tutte le risorse sono concentrate al centro. Guardate ad esempio la vicenda del FAS oppure le vicende del fondino di 1 miliardo e 900 milioni presso la Presidenza del Consiglio o la gestione delle mille proroghe B2B fatta dal Ministro dell’economia o dal Presidente del Consiglio.
Ecco, se non vogliamo subìre questa ingiuria e ci vogliamo attrezzare per tempo credo che una riflessione sulla programmazione economica sostenibile, intelligente, che valuti la conoscenza, le arti creative, l’intelligenza come elemento cruciale, possa essere un terreno su cui misurarci reciprocamente, quindi chi ha più filo più tessa sulla concreta prospettazione di soluzioni concrete, su cui hanno concentrato la loro attenzione il Consigliere D’Anna e gli altri amici dell’opposizione oltre quelli della maggioranza.
Il dovere della proposta e la giustificazione della compatibilità su una prospettiva di medio-lungo termine penso sia non soltanto un nostro diritto ma anche un nostro dovere.
PRESIDENTE. Bene, direi si possano chiudere qua i lavori di questa seduta. Ora si riunirà la II Commissione per valutare…(…) E’ stato fatto? Bene. Noi abbiamo previsto per le ore 9.30 per domattina il termine ultimo per la presentazione dei subemendamenti, allora se la Commissione ha esaurito il suo compito non escludo che si potrebbe esaurire questa sera. Ossia, se chiudiamo i lavori ci diamo una scadenza per la presentazione dei subemendamenti e domattina alle ore 10,00 in punto partiamo con la votazione. Come? (…) Non avete i sub emendamenti? (…) Allora facciamo in questo modo, per domani mattina lasciamo invariato che alle ore 9.30 scade la presentazione per i subemendamenti - ora verranno distribuiti gli emendamenti ai Consiglieri - la Commissione bilancio si è riunita, dopodiché alle ore 10,00 iniziamo con le votazioni. (…) C’è la Commissione domattina alle ore 10,00? (…) Allora cominciamo la seduta alle 10.30. Va bene? (…) Poi se siete d’accordo direi di andare avanti senza sospensione fino alla votazione finale degli atti. (…) Grazie e buona serata.
La seduta termina alle ore 15,45