Resoconto della seduta n.34 del 25/01/2011
SEDUTA N. 34 DEL 25 GENNAIO 2011


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 33 del 18 gennaio 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 64/2011, in data 20 gennaio 2011, ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Traversini, Ortenzi, Comi, Busilacchi, concernente: “Disposizioni in materia di servizio idrico integrato”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 2, lett. b), della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, lett. c) della legge regionale n. 15/2008;
- n. 65/2011, in data 24 gennaio 2011, ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Giorgi, Traversini, Massi, Marangoni, Romagnoli, concernente: “Modificazioni alla legge regionale 17 gennaio 2011, n. 1. Proroga degli organi degli ERSU”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 96, in data 19 gennaio 2011, del Consigliere Binci: “Moratoria decreto Ronchi”;
- n. 97, in data 24 gennaio 2011 della Consigliera Foschi: “Centrale termoelettrica Wafer Zoo Srl”;
- n. 98, in data 24 gennaio 2011 dei Consiglieri Massi, Marinelli, Zinni, Acquaroli, Foschi, Carloni, Ciriaci, Natali, Trenta, D’Anna: “Sanità: trasporto sanitario d’emergenza e programmato”;
- n. 99, in data 25 gennaio 2011 del Consigliere Bucciarelli: “Adesione dell’Assemblea legislativa delle Marche allo sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici di venerdì 28 gennaio 2011".
Il Presidente della Giunta ha trasmesso, in data 24 gennaio 2011, le seguenti deliberazioni:
- n. 13 del 17/01/2011: “Art. 2, comma 1, lettera A) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 3.312.997,87";
- n. 14 del 17/01/2011: “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della lor. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e relative spese. Euro 132.134,50".
Ha chiesto congedo il Consigliere Perazzoli.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Da notizie di stampa emerge che la Regione Marche è finalmente entrata a far parte di quelle Regioni che favoriscono la sostituzione con il fotovoltaico dei tetti in eternit dei capannoni industriali e degli edifici pubblici.
Nel settembre scorso il sottoscritto ha presentato una mozione relativa a tale problematica, che pur non essendo stata mai discussa noto ora con piacere che almeno è servita a stimolare l’Amministrazione regionale a intervenire in quel settore.
Per cui ora, vista l’importanza della scelta fatta e che è stata comunicata anche all’esterno, credo sarebbe opportuno che il Presidente Spacca oppure l’Assessore all’ambiente ci dicano quali sono i termini di questo progetto; un progetto che è sulla falsariga di ciò che è stato portato avanti dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Lecce.
Pertanto chiedo se è possibile discutere la mia mozione, che non è iscritta all’ordine del giorno di oggi ma che ho presentato sin dal settembre scorso. Ciò vista l’importanza del provvedimento adottato del quale, come ho detto poc’anzi, è stata data comunicazione alla stampa, ma non a chi aveva proposto in tempi non sospetti la stessa soluzione del problema.
Mi sto riferendo alla mozione n. 53 presentata in data 10 settembre 2010.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. A nome anche del collega Marinelli e di tutti i componenti del Gruppo PdL chiedo l’iscrizione e la conseguente discussione in questa seduta della mozione n. 98 riguardante il trasporto sanitario d’emergenza e programmato; al riguardo ci sono interrogazioni anche di altri colleghi.
Questa nostra richiesta è dettata dal fatto che la situazione ha destato grande emergenza nelle nostre associazioni di volontariato e di soccorso.
Pertanto credo sia opportuno, quando arriverà l’Assessore, trattare questo argomento nella mattinata, un tema scaturito da quell’anomalo inserimento di una norma all’interno della legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io chiedo che venga iscritta e votata nella seduta odierna la mozione n. 99 relativa all’adesione dell’Assemblea legislativa delle Marche allo sciopero generale dei metalmeccanici del 28. E se la dovessimo iscrivere dovrà essere votata oggi, ovviamente martedì prossimo sarebbe tardi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vista la richiesta di iscrizione della mozione n. 98 sul trasporto sanitario, faccio presente che ieri ho presentato una interrogazione sul medesimo argomento, per cui nella discussione ne chiedo l’abbinamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Sullo stesso argomento c’è anche una mozione presentata dal sottoscritto e da altri Consiglieri, per cui ne chiedo l’iscrizione e l’abbinamento.

PRESIDENTE. Consigliere Sciapichetti, nelle comunicazioni che ho fatto ad inizio di seduta non ho annunciato la presentazione di questa mozione in quanto non ancora depositata. Se si discuterà la mozione di Massi si potrà eventualmente predisporre una proposta di risoluzione. Perché non essendo stata ancora comunicata non può richiederne l’iscrizione in Aula.

Luca ACACIA SCARPETTI. Presidente, anch’io nel mese di settembre sul tema del trasporto sanitario ho presentato un’interrogazione a risposta scritta di cui ad oggi non ho ancora ricevuto risposta. Pertanto chiedo, se il Regolamento lo consente, di trasformarla in interrogazione a risposta orale.

PRESIDENTE. Allora, per quanto riguarda le interrogazioni dobbiamo intanto sentire se la Giunta è pronta a rispondere ricordo che ha minimo venti giorni di tempo per rispondere. Infatti per l’interrogazione del Consigliere Binci, visto che è stata presentata soltanto ieri, non so se sarà possibile, seppure dovrebbe essere dello stesso argomento di quella del Consigliere Acacia Scarpetti. Dico dovrebbe perché ancora non abbiamo verificato se l’argomento è abbinabile. Comunque, ripeto, dobbiamo sentire la Giunta se è pronta a rispondere. (…) Ho capito, ma il Regolamento prevede un tempo minimo per la risposta della Giunta

Massimo BINCI. Presidente, io nella mia interrogazione, vista la ricaduta economica che ha avuto la modifica, chiedo se si rimanda in Commissione la legge.

PRESIDENTE. Comunque pone una domanda alla Giunta che, le ripeto, ha almeno venti giorni di tempo prima di poter rispondere. Inoltre seppure sia dello stesso argomento della mozione sono due atti diversi e quindi hanno iter diversi.

Massimo BINCI. Io però ho sempre visto mozioni e interrogazioni abbinate.

PRESIDENTE. Sì, ma quando per le interrogazioni è tempo di poter rispondere. Magari la Giunta è anche pronta a rispondere questa mattina, ma comunque glielo dobbiamo chiedere.

Massimo BINCI. Sì, ma intanto, visto che l’argomento è lo stesso, chiedo comunque l’abbinamento.

PRESIDENTE. Bene, su questo non c’è problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà.

Giulio NATALI. Presidente, volevo sapere se c’è stata un’epidemia oppure se è cambiata la compagine governativa! Perché qui vedo presente solo una Giunta di centro. Allora come monocolore volevamo sapere...(...) Appunto, mi preoccupavo perché secondo me c’è già gente pronta! In ogni caso qui alle interrogazioni chi dovrebbe rispondere?!

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Trenta, ne ha facoltà.

Umberto TRENTA. Per manifestare il mio disaccordo con il Consigliere Natali. Io non la reputo una Giunta monocolore bensì un passo sostanziale in avanti. Perché? Perché dopo la venuta ieri del suo amico Fini ad Ancona e nella giusta rappresentanza del Capogruppo dell’UdC credo che ormai sia stato inglobato anche il PD. Per cui mi vanno bene le risposte che darà la Giunta dell’UdC, con la quale non rinnego le tradizioni della buona Democrazia Cristiana, come pure quelle dell’Assessore Donati che nel frattempo ci ha raggiunto.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Camela, ne ha facoltà.

Valeriano CAMELA. Solo per dire, Presidente, che se dovesse essere accettata l’iscrizione di queste mozioni che si segua comunque l’ordine degli anticipi già chiesti in precedenza, che quindi vanno prima.

PRESIDENTE. Certo. Pongo ora in votazione la richiesta di iscrizione del Consigliere D’Anna della mozione n. 53 “Sostituire le coperture in amianto con il fotovoltaico”.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione del Consigliere Massi della mozione n. 98 “Sanità: trasporto sanitario d’emergenza e programmato”, abbinata all’interrogazione n. 258 del Consigliere Binci e all’interrogazione n. 135 del Consigliere Acacia Scarpetti. Però, ripeto, per quanto riguarda le due interrogazioni dobbiamo sapere se la Giunta è pronta a rispondere.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione del Consigliere Bucciarelli della mozione n. 99 “Adesione dell’Assemblea legislativa delle Marche allo sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici di venerdì 28 gennaio 2011".

(L’Assemblea legislativa approva)

Interpellanza n. 15
del Consigliere Ricci
“Chiusura al traffico della SS73 bis”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 15 del Consigliere Ricci.
Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Di questo argomento in maniera informale ne avevamo iniziato a parlare nella seduta scorsa. Nella giornata stessa sono intervenuto personalmente, lo stesso collega Assessore regionale dell’Umbria alle infrastrutture Rometti mi ha detto che ci sono stati dei sopralluoghi. Ora il fatto posso anche descriverlo, seppure lo conosciate, ovvero una caduta di massi abbattutasi sulla SS73 ha rotto la barriera paramassi, per cui il traffico in località Bocca Trabaria, come ricordava il collega D’Anna, è chiuso dal dicembre scorso.
Ci sono stati dei sopralluoghi effettuati dal compartimento umbro dell’Anas, dalla Regione Umbria e dal Comune di San Giustino che è competente in quel territorio. Hanno quindi deciso il ripristino della barriera e una sistemazione della strada. C’è però un problema, ossia che una parte della montagna da cui si sono distaccati i massi è di proprietà privata, per cui su quella parte si sta decidendo chi ha la competenza ad intervenire.
Io ho inoltre fatto presente che pur essendo in territorio umbro la questione interessa fortemente anche la regione Marche, ovviamente per quanto riguarda la provincia di Pesaro Urbino, in quanto è l’unico collegamento con la nostra vicina regione Umbria.
Mi hanno promesso di informarmi costantemente ed io farò il mio dovere stando dietro a tale problema come lo faccio per altre questioni.
Oggi dunque le informazioni sono queste, ossia, una parte di intervento è stata già decisa riguardo alla strada e alla barriera, visto che anche altri massi potrebbero distaccarsi, mentre sulla parte della montagna che è di proprietà privata si deve prima capire chi ha la competenza ad eseguire il lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ringrazio l’Assessore Viventi perché gli devo dare atto che su questo tema è stato attento e lo sta seguendo. Però purtroppo, Assessore, noi in attesa della Fano-Grosseto nell’alta valle del Metauro e per parte della provincia di Pesaro Urbino abbiamo solo quella strada. Tra l’altro in pochi mesi è il secondo episodio che si verifica, per cui certamente condiziona l’economia di quella vallata, costringe infatti ad ampi giri anche per le esigenze minime delle persone.
Su tale questione in queste settimane insieme alla Giunta regionale abbiamo fatto molto, e devo dire che anche tutti i Consiglieri di opposizione sono impegnati a sostenerla, hanno dato il loro contributo.
Però quello che temo è una sorta di rimpallo che vorrei non accadesse. La prima frana era una frana di scarpata, la proprietà era dell’Anas che quindi è intervenuta dietro le pressioni della Provincia e della Regione. Ora è vero che il fenomeno attuale è diverso, si tratta di un rotolamento di massi che parte da un terreno privato a 200 metri a monte, per cui occorre un disgaggio che non può fare l’Anas, ma io ho l’impressione che siccome l’interesse per poter andare in Umbria è prevalentemente dei marchigiani (molto meno lo hanno gli umbri per venire nelle Marche) non vorrei che per verificare di chi è la competenza poi il tempo passa e alla fine quell’intervento non verrà più realizzato.
Mi risulta che l’Anas è impegnata ad intervenire sulla carreggiata, ma c’è difficoltà a far comprendere che a prescindere se coinvolga o meno un terreno privato è comunque un’opera pubblica, perché il rotolamento di massi è un pericolo pubblico. Per cui bisogna che l’Anas insieme alla Regione Umbria intervengano. Tra l’altro la spesa necessaria, Assessore, è modesta, sono 200 mila euro complessivi. Quindi è importante seguire con attenzione invitando l’Umbria a realizzare a non perdere tempo, affinché cioè si realizzi l’intervento a breve.
Il proprietario dice: “ce l’avete messa voi quella strada nel mio terreno”, ma, insomma, quella strada è lì da qualche secolo, quindi mi pare che qualche volta siano questioni anche abbastanza particolari.
Penso che l’atteggiamento della Regione Marche sia corretto, ma io farei ancora più pressione nei confronti della Regione Umbria affinché si renda conto che quella strada intervalliva che ci collega è indispensabile per l’economia del territorio della vallata del Metauro e di tutta la provincia di Pesaro Urbino.
Grazie comunque per l’impegno che per ora è stato messo.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Interpellanza n. 9
del Consigliere Cardogna
“Realizzazione di un secondo casello autostradale a Pesaro in località Celletta - Santa Veneranda ad alto impatto ambientale e socio-economico”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 9 del Consigliere Cardogna che ha la parola per illustrarla.

Adriano CARDOGNA. La Società autostrade per l’Italia ha presentato una bozza di progetto per la realizzazione di un secondo casello autostradale a Pesaro, da costruirsi in località Celletta di Santa Veneranda nell’area verde a fianco del tracciato della A14 e al torrente Genica.
Il Comitato cittadino Celletta-Santa Veneranda, costituitosi nel quartiere omonimo abitato da circa 20 mila persone, si oppone a questa realizzazione e al momento con esso circa 5.000 cittadini in modo dichiarato.
La preoccupazione di questi cittadini è motivata, sia per il fatto che il casello è praticamente dentro il quartiere, tra l’altro di recente edificazione, sia per le immaginabili conseguenze di ordine generale come l’inquinamento dell’aria e l’inquinamento da rumore provocati dall’inevitabile aumento del traffico. Ma soprattutto dal fatto che il casello verrebbe realizzato in zona ad alto rischio di esondazione del torrente Genica, così classificato nel Piano di assetto idrogeologico dell’autorità di bacino regionale e capace di coinvolgere ampi territori urbani. Tanto che in quel luogo è prevista la realizzazione di una cassa di espansione, il cui progetto preliminare è già approvato, il definitivo esecutivo è in fase di completamento – progettazione del valore di 200 mila euro – e sopratutto è già finanziato dalla Regione Marche per un importo di oltre 1,3 milioni di euro.
Il progetto e il finanziamento sono stati fortemente richiesti proprio da quegli enti, Provincia e Comune, che oggi spingono la Società autostrade alla realizzazione del casello in quel luogo. Ho detto “spingono” perché la Società autostrade ebbe ad escludere tale soluzione nel 2007 per seri motivi di sicurezza; al contrario sarebbe allora da chiedersi come mai non si è provveduto a realizzare la cassa di espansione prevista e finanziata.
Per questo motivo il Comitato ha presentato alla Procura un esposto denuncia per sviamento di fondi pubblici e una denuncia alla Commissione delle Comunità europee per inadempimenti al diritto comunitario in materia di valutazione e gestione dei rischi alluvionali.
Per non dire poi che al momento l’area ha contemporaneamente tre destinazioni: area verde a servizio di nuove urbanizzazioni (in quella località sono già previsti circa 500 appartamenti); casello autostradale; cassa di espansione.
L’interpellanza quindi ha lo scopo di avere dalla Regione, in considerazione delle sue prerogative, i chiarimenti necessari.
Una sola nota a margine. I Comitati, come tutti, non hanno sempre ragione, ma vanno riconosciuti come momenti di democrazia, di partecipazione e di attenzione ai bisogni individuali e collettivi e sempre di più ai beni comuni, come suolo, aria, verde, legalità e trasparenza. Ciò è anche per rimotivare i cittadini alla partecipazione democratica.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Il Consigliere Cardogna ha già fatto un’illustrazione piuttosto corretta della situazione.
Vista la complessità e delicatezza del tema ho una relazione scritta degli uffici, quindi l’Assemblea legislativa deve avere pazienza di ascoltarla, anche se potrei dire direttamente a voce, come a me è più congegnale, ciò che penso, ma lo farò alla fine, perché ci sono alcuni passaggi tecnici di cui bisogna comunque prendere visione.
Intanto approfitto per dire, relativamente ai lavori della terza corsia per il tratto da Rimini a Porto Sant’Elpidio, che nell’ultimo incontro con la Società autostrade è stato concordato che tutto il tratto dovrebbe essere completato entro il 2014.
Per quanto concerne il lotto 2 “Cattolica-Fano” (il tratto di cui poi parleremo) sono 28 km per un investimento di circa 517 milioni di euro, e come vi accennavo poc’anzi tutti i lavori per questa parte della terza corsia dell’autostrada dovrebbero essere conclusi entro i primi mesi del 2014.
La Giunta regionale con proprio del 15 maggio 2006 ha concluso il procedimento amministrativo per l’accertamento della conformità urbanistica della terza corsia relativamente i tratti di Gabicce Mare, Gradara, Pesaro e Fano.
In tale atto si sottolineava che in relazione a quanto richiesto dal Comune di Pesaro si chiedeva alla Società autostrade che fossero accolte le seguenti prescrizioni: la possibilità di realizzare una viabilità locale di collegamento e raccordo con il tracciato autostradale tenuto conto delle proposte formulate dal Comune di Pesaro; la possibilità di eliminare dal progetto della società autostrade il nuovo casello proposto di Pesaro centro con le proposte alternative che saranno formulate dal Comune di Pesaro in relazione alla viabilità locale; la possibilità di realizzare una bretella di adduzione sud con la strada montelabbatese concordandone il tracciato con il Comune di Pesaro.
Quindi la delibera della Giunta regionale del 2006 rispondeva a questa imprescindibile procedura in cui i Comuni interessati dal tracciato dovevano concordare con la Società autostrade le eventuali opere compensative o soluzioni alternative, in quanto l’opera infrastrutturale viene a calarsi su un piano regolatore comunale e deve essere compatibile ad esso.
In data 11 gennaio 2010 il Consiglio comunale di Pesaro ha approvato una mozione di indirizzo in cui viene localizzato il secondo casello a Santa Veneranda, con annesse opere complementari all’autostrada. Tale casello nel suo aspetto progettuale non consente l’accesso ai mezzi pesanti, onde evitare che il traffico pesante interessi tracciati comunali.
La Regione, con i Servizi interessati (ambiente, urbanistica e autorità di bacino), valuterà tutte le istanze pervenute ed il rispetto delle norme in materia idraulica, urbanistica, ambientale, quando il progetto sarà presentato per gli adempimenti di competenza.
La Regione Marche ha sottoscritto in data 26 giugno 2007 il quinto Accordo integrativo all’Accordo di programma “Viabilità stradale” con Ministero dello sviluppo economico, Ministero delle Infrastrutture; tale Accordo comprendeva tra l’altro l’intervento denominato “Studio di fattibilità del miglioramento delle percorrenze urbane e dei collegamenti tra Pesaro e Fano conseguenti agli interventi previsti per la realizzazione della terza corsia autostradale dell’A14".
Come previsto dall’Accordo il responsabile dell’attuazione dell’intervento è la Provincia di Pesaro e Urbino che ha affidato il succitato studio alla SINTAGMA srl di Perugia. La Provincia non ha ancora trasmesso ufficialmente tale studio di fattibilità alla Regione.
Sulla vicenda c’è anche da aggiungere che dall’Avvocatura regionale in data 9 giugno è pervenuto un atto di diffida del Comitato cittadino Santa Veneranda-Celletta- Pantano-Cinque Torri (che sicuramente è l’atto citato dal Consigliere nella sua interpellanza).
Trattiamo ora l’altro aspetto importante, delicato ed interessante in merito all’interferenza con la cassa di espansione prevista a Santa Veneranda.
L’area in destra idrografica del torrente Genica, a valle del tracciato dell’Autostrada A14, entro la quale ricadrebbe il secondo casello autostradale di Pesaro, da tempo è in parte mappata come area inondabile a rischio R1 (moderato) nei Piani regionali relativi al rischio idrogeologico, prima dal Piano straordinario del 2001 previsto dalla legge Sarno e successivamente dal PAI nel 2004.
Nel Piano straordinario, tra gli interventi opportuni per mitigare il rischio di esondazione delle zone a valle (area urbana di Pesaro, censita con R4), era indicata la realizzazione di casse di espansione nelle località di Santa Veneranda e di Muraglia in corrispondenza dei due rami del medesimo torrente Genica; per entrambi gli interventi la Regione ha assegnato tra il 2000 e il 2002 complessivi 2.150.000 € circa all’ex Genio Civile regionale, poi confluito nell’Amministrazione della Provincia di Pesaro e Urbino a seguito del decentramento di funzioni avvenuto con la l.r. 10/1999.
Nell’agosto del 2005 la Provincia di Pesaro e Urbino ha presentato, come soggetto attuatore all’ufficio regionale competente per la VIA, i progetti di casse di espansione per la regimazione delle piene in località Santa Veneranda e in località Muraglia, che in quanto entrambi relativi al torrente Genica sono stati unificati nell’ambito della procedura di verifica VIA.
Questa procedura si è conclusa nel febbraio 2008 con un decreto di esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale; nel decreto si subordinavano i progetti stessi al rispetto di varie condizioni e prescrizioni riportate in allegato A al decreto di esclusione.
Ad oggi non sono state fornite indicazioni circa l’evoluzione della progettazione della cassa di esondazione sul Torrente Genica in località Santa Veneranda.
Tuttavia per l’altra cassa di espansione prevista in località Muraglia, in un incontro tenutosi lo scorso 4 agosto la Provincia di Pesaro e Urbino ha evidenziato che a seguito degli approfondimenti eseguiti al fine di ottemperare alle prescrizioni e condizioni del decreto precedentemente richiamato sono emerse alcune difficoltà realizzative (tecniche, finanziarie ed amministrative).
Per garantire gli stessi effetti attesi sull’abitato di Pesaro la Provincia ha valutato preliminarmente alcune soluzioni alternative, da verificare in maggiore dettaglio a breve e da condividere con il Comune di Pesaro e l'Autorità di bacino per verificarne la fattibilità e l’efficacia conseguibile.
Poiché anche per il secondo intervento a Santa Veneranda sussistono presupposti del tutto analoghi, non si può escludere che il medesimo percorso venga riproposto anche per l’intervento programmato dalla Regione nell’area oggetto dell’interpellanza. Agli uffici risulta che il casello di Santa Veneranda non era ancora previsto negli elaborati relativi al solo progetto di ampliamento della terza corsia; pertanto in fase di rilascio del parere regionale non erano state evidenziate problematiche particolari di interferenza tra casello e cassa di espansione.
Era stato tuttavia indicato, per quanto riguarda la definizione degli interventi di sistemazione dell’alveo del Torrente Genica indicati nel progetto di solo ampliamento, di tenere conto degli interventi già previsti nel progetto di realizzazione della cassa di espansione di Santa Veneranda, per il quale era allora in corso il procedimento di valutazione di impatto ambientale di competenza regionale.
Le norme del PAI consentono la realizzazione o l’ampliamento delle infrastrutture viarie ricadenti in aree mappate come inondabili, purché il soggetto attuatore rediga uno studio di compatibilità e ottenga il parere favorevole dell’Autorità idraulica competente (l’ex Genio Civile della Provincia di Pesaro e Urbino) che comunica soltanto all’Autorità di bacino il pervenimento della richiesta del suddetto parere.
Quindi in quella fase – nell’ambito di un mero procedimento amministrativo non discrezionale e nell’esercizio delle funzioni conferite dalla Regione alla Provincia – dovrà essere valutata dalla Provincia stessa l’eventuale compatibilità del nuovo casello con la previsione della cassa di espansione, tenendo conto della prioritaria necessità di garantire la sicurezza idraulica per le aree a valle.
Ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione; eventuali valutazioni di merito potranno essere pertanto effettuate dalle strutture regionali competenti per la VIA (e con il contributo dell’Autorità di bacino qualora richiesto) se e quando il progetto relativo al casello sarà presentato per tali adempimenti.
Posso solo aggiungere, rispetto a questa pesante relazione tecnica, che ho personalmente chiesto al Presidente della Provincia di Pesaro Urbino - essendo io nuovo della materia ed avendo capito che forse qualche problema su un’area in cui era prevista una cassa di espansione poteva esserci - se intendeva riconfermare la scelta del casello a suo tempo fatta. Ho poi ricevuto risposta scritta del Presidente della Provincia di Pesaro Urbino confermativa, appunto, della scelta fatta.
Questo lo posso aggiungere in quanto è avvenuto di recente, e quindi nella risposta tecnica a questa interpellanza non appare, dopodiché vedremo.

PRESIDENTE. Per la replica ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Solo per ringraziare l’Assessore dell’articolata risposta che testimonia la complessità della vicenda.
Ci riserviamo di considerare nel merito i dati tecnici che ci ha fornito, per capire come comportarci nel proseguo. Comunque grazie, Assessore.


Interpellanza n. 10
della Consigliera Romagnoli
“Appropriatezza e consapevolezza del taglio cesareo e sicurezza al parto”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interpellanza n. 10 della Consigliera Romagnoli viene rinviata in quanto l’Assessore Mezzolani ci ha comunicato che per un impegno tarderà.


Interrogazione n. 74
dei Consiglieri Comi, Giancarli
“Futuro della scuola di Scienze mediche veterinarie dell’Università degli studi di Camerino”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 74 dei Consiglieri Comi e Giancarli viene rinviata sempre per assenza dell’Assessore Mezzolani.


Interrogazione n. 238
del Consigliere Natali
“Bando per progressione verticali nell’ambito ZT 13"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 238 del Consigliere Natali è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 189
del Consigliere Massi
“Inaccettabile ritardo nel pagamento delle indennità di esproprio ai proprietari interessati dai lavori della superstrada 77 - Valdichienti nel tratto Sfercia - Foligno”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 189 del Consigliere Massi. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Il collega Massi pone la questione sul ritardo nel pagamento delle indennità di esproprio ai proprietari interessati dai lavori della superstrada 77, praticamente il lato della Quadrilatero.
Sul tema rappresento, Consigliere Massi, quanto la Società Quadrilatero Marche Umbria spa, da noi interpellata, ci ha comunicato.
Sublotto 1.1, tratto Collesentino - Pontelatrave (circa 3 km).
Tale tratto è stato completato e aperto al traffico nel dicembre 2009. Le attività espropriative sono pressoché ultimate, essendo stato pagato circa il 95% delle indennità di esproprio previste. Sul totale delle somme che restano da pagare incide significativamente il ricorso al TAR Marche della ditta Chiumenti.
Sublotto 1.2, tratti Pontelatrave - Muccia e Val Menotre - Foligno (circa 18 km).
I lavori sono stati avviati nel novembre 2009 ed attualmente sono stati realizzati all’8%. Le indennità già concordate con i proprietari ammontano a circa il 35% del totale previsto dal Quadro economico di progetto per gli espropri e per le occupazioni temporanee, mentre ammontano a circa il 17% gli acconti corrisposti. Si segnala inoltre che è stata depositata presso la Tesoreria provinciale del Tesoro competente per zona d’indennità d’esproprio per la ditta Paparelli Camillo che incide per circa il 4% sul totale sopra citato. Tale ditta ha presentato ricorso al TAR avverso la procedura di esproprio ed è contestualmente interessata da procedimenti sia in sede civile che in sede penale, promossi dal contraente generale.
Sub lotto 2.1, tratto Muccia - Val Menotre (circa 18 km).
Anche su tale tratto i lavori sono stati avviati nel novembre 2009 e ad oggi risultano realizzati al 19%. Le indennità già concordate con i proprietari ammontano a circa il 20% del totale previsto dal Quadro economico di progetto per gli espropri e per le occupazioni temporanee, mentre ammontano a circa il 6% gli acconti corrisposti. Al riguardo, occorre considerare che il maggiore avanzamento delle attività espropriative sui tratti Pontelatrave - Muccia e Val Menotre - Foligno (sublotto 1.2) è dovuto al più alto numero di particelle interessate dall’infrastruttura, in quanto trattasi di zone più densamente urbanizzate rispetto al percorso montano del tracciato Muccia - Val Menotre (sublotto 2.1).
Va ulteriormente sottolineato che tutte le attività espropriative sono affidate per legge e per contratto al contraente generale, secondo le disposizioni legislative adottate per i progetti di legge obiettivo (opere strategiche di preminente interesse nazionale), compresi i pagamenti ai proprietari che vengono anticipati dal contraente generale e successivamente rimborsati dalla Società Quadrilatero.
Relativamente ai termini di pagamento degli indennizzi, per quanto previsto dal d.p.r. 327/2001, le scadenze sono fissate rispettivamente al 9 settembre 2012 per il sublotto 1.2 e al 6 luglio 2013 per il sublotto 2.1.
Inoltre, entro il mese di marzo 2011 verranno contattate tutte le ditte proprietarie per eventuali accordi bonari al fine della definizione dell’indennità d’esproprio e occupazione temporanea. Qualora non si giungesse ad un accordo, l’importo così definito verrà depositato pressò la Tesoreria provinciale del Tesoro sopra menzionata.
Tuttavia la Società Quadrilatero provvederà ad indirizzare al contraente generale una lettera di sollecito per la definizione di quanto in argomento nei tempi più rapidi possibili.
Si precisa infine che l’Anas per quanto riguarda il tratto iniziale - da Sfercia a Collesentino di circa 4 km - della nuova statale 77 fino a Foligno di sua competenza, ha già provveduto alla liquidazione di tutte le ditte proprietarie interessate all’opera.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ritengo che la relazione dell’Assessore sia completa, quindi prendo atto di questi dati che spero possano rassicurare, voglio precisarlo, i piccoli proprietari. Perché lì, Assessore, le piccole proprietà su cui passa il tracciato della strada hanno un diffuso disagio. Il grosso proprietario magari può attendere qualcosa in più, ma il piccolo proprietario è stato un po’ asfissiato da questa situazione.
La patologia a cui mi riferivo effettivamente viene riscontrata, infatti nella parte umbra sembra che le procedure siano state fatte in modo più rapido e puntuale, quindi hanno pagato mi pare a tutti. Invece qua, a parte i ricorsi sui quali non possiamo fare niente, prendiamo ora atto del fatto che hanno disposto i pagamenti – l’interrogazione è di qualche mese fa – quindi spero sia risolto.
Colgo l’occasione per annunciare all’Assessore, visto che puntualmente segue questo settore, che parleremo nei prossimi giorni di un problema di occupazione in quel tratto di lavori. Dico solo, senza voler andare fuori tema, che non risultano assunti lavoratori di quella zona, sono tutti portati da fuori. La globalizzazione, la situazione dell’occupazione in tutta Italia la conosciamo, quindi i disoccupati vanno rispettati dal nord al sud, dal sud al nord, però voglio dire all’Assessore e anche al Presidente che lì a margine di circa 700-800 lavoratori già contrattualizzati non risulta ci sia nessun assunto con i nostri uffici per l’impiego. E’ un problema su cui ritorneremo presto.
Comunque grazie per la risposta, ne prendiamo atto.


Interrogazione n. 128
del Consigliere Latini
“Crisi della Ardo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 128 del Consigliere Latini. Ha la parola l’Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Relativamente alla situazione del Gruppo Antonio Merloni di Fabriano, la Regione Marche, non appena emersa la crisi del Gruppo stesso, si è adoperata immediatamente ed energicamente per giungere, nell’ambito dell’amministrazione straordinaria, alla firma dell’Accordo di programma, firmato il 19 marzo scorso, per l’individuazione degli interventi di sostegno ai lavoratori e le azioni di reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi del Gruppo.
Un primo importante risultato si è ottenuto con l’inserimento di 56 comuni nelle province di Ancona e Macerata tra quelli a cui è possibile applicare i benefici della legge 181/89 sull’agevolazione degli insediamenti industriali e del d.l. 185/2000 sul sostegno all’auto-imprenditorialità, benefici importanti e fino ad ora mai applicati nel territorio in questione.
Inoltre nel citato accordo di programma (che tra risorse statali e quelle delle Regioni Marche e Umbria prevede 35 milioni di euro) ci sono altri interventi in parte avviati che contribuiscono a porre le condizioni per il rilancio dello sviluppo economico e occupazionale del territorio, a cominciare dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali ordinari ed in deroga, che servono a sostenere i lavoratori, compresi quelli dell’indotto nella fase più difficile della crisi.
Per poi proseguire con il bonus rivolto a quanti assumono lavoratori che provengono dal Gruppo, con il Fondo di garanzia regionale per il sostegno alle operazioni di finanziamento delle imprese, con il Fas per le opere di urbanizzazione, ristrutturazione e riuso, con i fondi per la formazione e riqualificazione dei lavoratori, con le normative regionali (le nostre leggi 5/2003 e 25/09) previste e già attive sul sostegno alle cooperative, comprese quelle formate da lavoratori che provengono da aziende in crisi.
Abbiamo attivato presso la Commissione europea la richiesta del FEG, misura europea che contribuisce fino al 65% a finanziare misure di politica attiva per i lavoratori.
Queste azioni riportate in allegato all’Accordo di programma sono state, ovviamente, discusse e confrontate sia a livello locale con le Province che gestiscono parte delle politiche attive sul territorio, sia con le organizzazioni sindacali e le organizzazioni rappresentative degli imprenditori, sia a livello nazionale con il Ministero dello sviluppo economico e quello del lavoro, oltre che con l’Agenzia Invitalia che gestirà alcune misure previste nell’accordo, tutto in sinergia stretta e concertata.
L’implementazione delle azioni vedrà anche il ruolo dei Comuni e di tutti gli attori sul territorio per coinvolgere le imprese e i lavoratori, così come è avvenuto nel primo incontro per l’illustrazione delle leggi 181 e 185 svoltosi a Fabriano e organizzato da Confindustria Ancona e dal Comune, momento che ha visto un’ampia partecipazione.
Il 15 ottobre scorso a Roma si è tenuto il primo incontro del Coordinamento, previsto nell’accordo di programma, in cui si è dato formalmente il via all’attuazione delle misure previste nel programma stesso.
Ci sono ancora questioni gestionali e procedurali da registrare, ma il meccanismo è avviato.
E’ evidente che se il Gruppo Merloni sarà ceduto tutto o in parte, si determineranno situazioni molto diverse. La modularità e flessibilità degli interventi consentirà, comunque, di adattare le azioni alle situazioni.
Il termine ultimo dell’avviso pubblico per le manifestazioni di intenzione di acquisto è di ieri lunedì 15 novembre – si scrive “di ieri” in quanto la risposta a questa interrogazione è pronta sin dal giorno in cui venne iscritta per la prima volta all’ordine del giorno dell’Aula -. Ad oggi non si hanno ancora notizie precise e dettagliate circa eventuali interessi concreti manifestati ai Commissari straordinari. In realtà sono state manifestate manifestazioni di interesse ed ora sono all’esame dei Commissari.
In tale ambito, infatti, la procedura prevede che le comunicazioni debbano essere indirizzate al notaio autorizzato dai Commissari a raccogliere tutte le istanze per poi predisporre un verbale ufficiale di ricezione.
Le domande verranno trasmesse ai Commissari che procederanno, anche con il supporto di esperti, alla valutazione delle singole proposte.
Successivamente si aprirà una fase di confronto con i potenziali acquirenti per pervenire eventualmente alla definizione di una proposta di acquisto irrevocabile che sarà portata a conoscenza del comitato di sorveglianza previsto dalla procedura (composto dai rappresentanti dei creditori) e del Ministero dello sviluppo economico a cui compete l’ultima parola in merito alla cessione.
Si ritiene quindi che prima di alcune settimane – perché la procedura è ancora in corso, in realtà manifestazioni di interesse ci sono state, ma si sta ancora valutando, quindi siamo in una fase interlocutoria - non sarà possibile avere conferma o meno di un interesse concreto all’acquisizione di tutto o di parte del complesso aziendale dell’Antonio Merloni.
La Regione Marche, l’Assessorato al lavoro e l’Assessorato alle attività produttive continueranno a monitorare con attenzione e partecipazione gli sviluppi di questa delicata fase di transizione nell’interesse dei lavoratori colpiti dalla crisi e di tutto il territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Solo per una breve replica in quanto la risposta è stata più che esauriente.
Certamente ringrazio l’Assessore per averla svolta, però la crisi della Ardo merita almeno un intervento riepilogativo della situazione riguardo l’attenzione che il mondo politico e amministrativo, dalla Regione alle altre istituzioni, sta mettendo nei confronti non tanto della società quanto di tutti i lavoratori coinvolti.
Le indicazioni che ha appena chiarito l’Assessore sono del tutto positive nell’ambito di quella procedura orientata a far uscire la Ardo da una crisi - una crisi che altrimenti all’opinione pubblica potrebbe sembrare irreversibile -, vedasi ad esempio l’indicazione delle manifestazioni di interesse delle due società, quella iraniana e quella legata a Lottoitalia, che costituisce una speranza per il futuro.
Invito la Regione – ma forse non ce n’è neppure bisogno - a far sì che l’applicazione del fondo anticrisi a livello di bilancio regionale sia portata all’attenzione di un’importante azienda come appunto la Ardo. Altrimenti significherebbe svuotare di contenuto quell’aspetto veramente importante e significativo di un nuovo welfare, che dunque non deve essere più passivo, come abbiamo acriticamente indicato quello storicamente conosciuto, bensì propositivo e positivo, come quello inserito nell’ambito del nuovo bilancio della Regione Marche.
Sicuramente si comprende che la situazione non solo è drammatica, ma è anche di impervia soluzione, però, tra le tante ipotesi messe in campo e le iniziative proposte, l’obiettivo finale, ossia quello di dare continuità di lavoro fattivo e produttivo non soltanto di occupazione in determinate nicchie che poi non danno produttività ai lavoratori e alle famiglie, credo rappresenti un punto strategico della politica industriale della nostra Regione. E su questo ringrazio per quanto testè spiegato dall’Assessore.


Interrogazione n. 159
dei Consiglieri Bucciarelli, Binci
“Tagli delle ore di assistenza scolastica e domiciliare ai minori con handicap operato nell’Ambito Territoriale sociale XXII - Unione dei Comuni della Vallata del Tronto”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 159 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci. Ha la parola l’Assessore Marconi.

Luca MARCONI. L’interrogazione è del 28 settembre 2010, ma nonostante questo non risulta datata riguardo le cose che si chiedono. Infatti l’informazione fondamentale relativa al fatto se l’Ambito territoriale 22 dell’Unione dei Comuni della vallata del Tronto abbia o no proceduto a un drastico taglio delle ore di assistenza o comunque a una diminuzione dei servizi a sostegno della disabilità, in effetti è vera. Noi abbiamo avuto informazioni anche dirette da parte di famiglie che questa operazione è stata fatta.
Chiaramente, Consiglieri, ci muoviamo nell’ambito dell’autonomia, ossia ciascun Comune può fare le scelte che meglio ritiene opportune.
E se poi questo taglio, come viene chiesto, possa essere più o meno giustificato alla luce dei contributi regionali, devo rispondere ugualmente di no.
Nel corso del 2010 il contributo regionale confermava la spesa storica del 2009 addirittura con un incremento significativo di 1 milione e 750 proprio per il servizio assistenza domiciliare, educativa e scolastica. Mentre la cifra complessiva per il 2011 è di 10 milioni e 300 mila euro (destinata al finanziamento della legge 18 del 1996), è aumentata di 2 milioni e 700 - come abbiamo visto nel recente bilancio -, recuperando una cifra una tantum destinata ad altre cose, che doveva essere cancellata ma che invece l’Assemblea legislativa su iniziativa della Giunta ha accolto ad integrazione. Quindi c’è addirittura un aumento del 25% proprio per interventi a favore della disabilità.
Consigliere, io non ho altre informazioni da dare, se non richiamare un quadro generale che ha visto dal 2004 al 2010 un taglio complessivo del fondo unico nazionale da 26 milioni a 10 milioni, che poi con l’ultimo taglio del 2011 è sceso addirittura a 2 milioni e mezzo.
Questi dati noi li abbiamo in gran parte drenati, invitando i Comuni a fare la medesima cosa; la maggior parte dei Comuni l’hanno fatto, altri hanno ritenuto di non farlo.
Posso semplicemente aggiungere che proprio alla luce di queste esperienze e di altre che si stanno manifestando in altri settori – per la non autosufficienza e per la famiglia c’è qualche segnale di cedimento da parte dei Comuni – riteniamo che interventi di settore da parte del bilancio regionale debbano essere ampliati -naturalmente ne parleremo con l’Associazione dei Comuni -. Perché se noi lasciamo sempre più liberi in questo senso poi c’è il rischio che un fondo indistinto finisca per altre vie e non venga utilizzato per tali emergenze.
Emergenze che noi indichiamo come prime. Infatti anche la stessa Conferenza delle Regioni, che deve indicare al Governo le priorità per i livelli essenziali di assistenza per quanto riguarda i servizi sociali, ha indicato i minori fuori famiglia abbandonati e la disabilità. Cioè i due settori sui quali non possiamo usare elasticità, ma ne dobbiamo coprire la spesa che matura. Su altri si possono fare dei ragionamenti ma su questi non si può derogare.
Quindi anche per il bilancio 2011 nella distribuzione dei fondi allargheremo la forbice a favore delle politiche di settore a danno del fondo indistinto. La cifra è sempre quella, ma lo faremo per spingere di più nella direzione di quei servizi che non possono essere abbandonati.
E’ un segnale che diamo, è anche una sorta di coercizione che usiamo nei confronti dei Comuni, sempre d’accordo con loro, affinché almeno i livelli essenziali di assistenza – quindi non parlo di diritti come fate voi, perché il diritto sarebbe ancora più da consacrare – non vengano abbandonati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. E’ vero che l’interrogazione è datata, è del 25 ottobre, per cui nel frattempo l’Associazione dei Comuni ha ripristinato le ore di assistenza fino all’80% di quanto era previsto ed erogato prima del provvedimento.
Ho appreso con piacere, Assessore, la sua dichiarazione con la quale dice che certamente non si può ledere l’autonomia dei Comuni, ma secondo me una qualche forma di pressione politica affinché vengano rispettate le indicazioni va presa
Tanto più che l’Unione dei comuni di cui parliamo vede in tutti i Comuni il PD partito di prima responsabilità. Ecco, un partito che predica bene ed evidentemente razzola male! Vedi il caso in quella Unione dei Comuni dove i genitori di una bambina portatrice di handicap hanno dovuto contrarre un mutuo per garantire l’assistenza scolastica alla propria figlia. Questo lo chiamano essere moderni! In una Unione di comuni, ripeto dove il PD è partito di maggioranza relativa ed esprime tutti i Sindaci. Cosa contraria avviene nel Comune di Ascoli dove il PD è all’opposizione.
Quindi mi auguro, Assessore, che il rapporto con i Comuni non sia un rapporto basato, come lei ha detto, esclusivamente sul fair play, pure necessario, ma che dica chiara quella volontà che lei ha espresso qui, ovvero l’obbligo di dare assistenza a coloro che ne hanno particolarmente bisogno.


Interrogazione n. 168
della Consigliera Foschi
“Procedimenti e provvedimenti regionali di A.I.A. relativi alla Centrale termoelettrica a biomasse Wafer zoo S.r.l. di Schieppe di Orciano (PU)”

Interrogazione n. 169
della Consigliera Foschi
“Autorizzazione Paesaggistica relativa alla Centrale termoelettrica a biomasse Wafer zoo S.r.l. di Schieppe di Orciano (PU)”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 168 e n. 169 della Consigliera Foschi, abbinate. Ha la parola l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Le interrogazioni n. 168 e n. 169 del 2010 vertono entrambe sul procedimento autorizzatorio alla centrale a biomasse della Waferzoo di Schieppe di Orciano.
Con l’interrogazione 168/2010 si mette in discussione la legittimità dell’avvenuto rilascio dell’AIA (ai sensi del D.Lgs n. 372/99) alla Waferzoo s.r.l., con decreto dirigenziale n. 24/DP4 del 29 novembre 2004.
La paventata illegittimità dipenderebbe dal fatto che risulta che la società, seppure proprietaria dell’impianto per la produzione di mangimi animali da foraggi essiccati, sito in Orciano di Pesaro, ha affittato il detto impianto ad altre società.
In particolare, con l’interrogazione si chiede di rispondere ai seguenti quesiti: l’esito dell’approfondimento richiesto all’Avvocatura regionale in ordine all’illegittimo rilascio dell’AIA; se la società Paci & Pagliari Società Agricola a R.L., attuale gestore dell’impianto ed esercente l’attività di trasformazione dei foraggi nello stabilimento di Schieppe di Orciano abbia mai conseguito l’AIA; quali provvedimenti abbia intrapreso o intenda intraprendere la Giunta regionale, in ordine alle irregolarità rappresentate.
E’ stata acquisita una specifica relazione dall’Ufficio competente dalla quale risulta quanto segue.
Sin dalla prima fase di applicazione della normativa in materia di rilascio dell’AIA emerse chiaramente, anche in relazione alla specifica previsione di cui all’art. 4, comma 9, del decreto legislativo 372/99, che a seguito dell’istruttoria condotta dalla P.A. si dovessero individuare le migliori tecniche disponibili che rendessero conforme ciascun impianto esistente ai requisiti previsti dal decreto, al fine di prevenire o ridurre le emissioni.
D’altra parte il d.lgs. 372/2002 non prevedeva, per il rilascio dell’AIA, che fossero svolte indagini particolari riguardo al soggetto richiedente l’autorizzazione, che in base alla modulistica approvata si qualificava “gestore dell’impianto”.
Per le ragioni di cui sopra, dovendosi cioè provvedere a rendere gli impianti conformi alle disposizioni in materia di emissioni mediante interventi tecnici spesso straordinari e molto costosi e che corrispondessero all’applicazione delle BAT, l’Ufficio ritenne che il “gestore dell’impianto”, secondo lo spirito della normativa, fosse da considerarsi colui che deteneva la proprietà del bene, avendo questi il potere, normalmente anche economico oltre che sostanziale, di intervenire sull’impianto.
Dalle ricerche effettuate e dai documenti acquisiti risulta che nel corso del tempo l’esercizio dell’attività produttiva, presso l’impianto di proprietà di Waferzoo srl, sia stata effettuata dalla Società Paci e Pagliari s.n.c. di Paci Patrizio & C. e dalla società “Paci & Pagliari Società Agricola a.r.l.”, con contratti d’affitto d’azienda di breve durata, rinnovabili alla scadenza.
In base alle norme che regolano l’affitto ed anche alle previsioni dei contratti di cui sopra, sono rimaste a carico della società affittuaria le manutenzioni ordinarie dei detti beni, mentre le manutenzioni straordinarie sono rimaste sempre a carico dell’affittante.
Dunque, gli interventi per la modifica o l’adeguamento alla normativa (AIA) degli impianti dell’azienda sono rimasti sempre a carico di Waferzoo s.r.l., rientrando tali interventi tra quelli straordinari.
Del resto appare chiaro che soltanto l’affittante avrebbe potuto eseguire interventi straordinari sugli impianti di sua proprietà, anche in considerazione della brevità dei contratti d’affitto, della durata di un solo anno, che avrebbe reso antieconomico e sconveniente per le ditte affittuarie accollarsi l’onere dei detti interventi.
Quanto ai rapporti tra la società affittante e le affittuarie Waferzoo s.r.l. - Paci e Pagliari s.n.c. di Paci Patrizio & C. - Paci & Pagliari Società Agricola a r.l., gli stessi sono caratterizzati dall’avere le tre ditte, tra loro, assoluta identità della compagine sociale.
Si tratta, in sostanza, da un punto di vista economico, di un’unica impresa frammentata in una pluralità di società a.r.l. che, insieme, costituiscono un gruppo.
Nelle dette società il Sig. Paci Patrizio esercita una posizione di preminenza, detenendo, da solo, la maggior quota del capitale all’interno di ciascuna società, mentre il ruolo di società capogruppo o dominante risulta in capo a Waferzoo, che oltre ad essere proprietaria dell’azienda è detentrice del maggior capitale sociale.
A ciascuna delle società che compongono il gruppo corrisponde, quale oggetto sociale, una distinta fase del processo produttivo o una distinta forma di utilizzazione della stessa azienda.
Unitariamente il gruppo, attraverso le società che ne fanno parte, detiene la proprietà degli impianti, li gestisce ed esercita l’attività produttiva, il tutto con identità di azienda e del sito in località Schieppe di Orciano.
Pertanto, in considerazione dei rapporti che legano tra loro le menzionate società, le quali costituiscono un’unica realtà imprenditoriale, appare corretto che l’AIA sia stata rilasciata alla capogruppo, che anche quale proprietaria dell’azienda detiene il potere sostanziale ed economico di attuare le prescrizioni necessarie a rendere l’impianto conforme alle disposizioni di legge.
Pure l’Avvocatura regionale ha comunicato con nota di condividere l’indirizzo di cui sopra, che appare in linea con le previsioni delle Direttive 96/61/CE e 2008/1/CE, nonché con la definizione di “gestore” precisata con il d.lgs. 128/2010, secondo cui, ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale è “gestore: qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l’impianto oppure che dispone di un potere economico determinante sull’esercizio tecnico dell’impianto stesso”.
Concludo dicendo che non essendo state accertate le irregolarità paventate l’Ufficio non ravvisa la necessità di intraprendere attività in merito, posizione condivisa dal sottoscritto anche alla luce del parere dell’Avvocatura regionale.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. A me pare, Assessore, che la risposta sia stata data solo ad una delle interrogazioni, ossia a quella che mette in evidenza come il gestore dell’impianto sia la Wafer Zoo e non l’ente che ha richiesto l’avvio del procedimento.
Lei tra l’altro, Assessore, mi ha detto che Wafer Zoo e Paci & Pagliari sono la stessa identica cosa, perché uno fa parte dell’altro, invece io le faccio presente che dalle visure camerali le società sono distinte, hanno amministratori distinti. Quindi la pregherei di verificare, a me non risulta corretto ciò che ha testè esposto nella sua risposta che mi riservo di rileggere attentamente. Comunque, le ripeto, dalle visure camerali risulta chiaro che queste due società sono distinte; in base al suo ragionamento, se io con lo stesso nome facessi diverse società non collegate fra di loro poi potrei fare domande solo perché riconducibili a me.
Le società sono diverse e distinte e quindi questo giustificherebbe il ritiro dell’autorizzazione.
Peraltro, Assessore, lei mi ha dato una risposta prettamente tecnica, non specificando la volontà politica, o meglio, a chiusura della risposta dice che è in linea con il parere del tecnico, dando così per scontata la volontà di questa Amministrazione di procedere con la costruzione di quell’impianto.
Allora le faccio presente che a ridosso della campagna elettorale di queste ultime regionali il Presidente Spacca, in una conferenza pubblica tenutasi nei pressi di Corinaldo e San Michele al Fiume ed inerente a un’altra centrale, disse chiaramente che la Regione Marche non aveva più intenzione di procedere con la realizzazione della centrale di Schieppe e che si era già adoperata per chiudere quel procedimento.
Oggi invece prendo atto che la verità è un’altra, ovvero che la Regione Marche ha intenzione di andare avanti con la costruzione di quell’impianto, anche non accertando quanto le dicevo prima. Quindi delle due l’una, o il Presidente Spacca in quell’assemblea tenutasi in campagna elettorale ha voluto prendere in giro qualcuno, oppure già da allora la volontà era diversa, per cui si è trattata di una mera bugia da parte del Presidente.
Le faccio inoltre presente che i Comuni di quella zona e la Provincia di Pesaro Urbino chiedono alla Regione di chiudere quel procedimento, si sono espressi in maniera contraria – seppure la Provincia abbia cambiato il suo parere in itinere ora è contraria – alla realizzazione di quell’impianto.
Anche perché in questa situazione di stallo se gli imprenditori volessero realizzare piccole centrali a biomasse ovviamente non si muovono, perché se non c’è la certezza che quella grande verrà realizzata nessuno va ad investire su una piccola.
Quindi credo sia arrivata l’ora di chiudere questa vicenda. Una vicenda che ha visto sette anni di incertezza, sia del privato che vuole costruire la grande centrale, sia dei cittadini che vivono in quella zona e non sanno che cosa succederà sul loro territorio, sia dei piccoli investitori che vorrebbero fare piccole centrali e che per ora non le fanno.
Concludo dicendo, come ha comunicato ad inizio seduta la Vicepresidente Giorgi, che sull’argomento ho presentato una mozione, che mi auguro venga inserita nell’ordine del giorno della prossima seduta, in quanto spero davvero che questa vicenda si chiuda al più presto.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ora l’interrogazione n. 129 del Consigliere Latini, ma che in questo momento non vedo in Aula. Chiedo agli uffici di cercarlo, visto che l’Assessore competente è presente, se invece il collega Latini non entrerà in Aula, passerei a quella subito dopo dei Consiglieri Marangoni, Zaffini, però non vedo presente l’Assessore Viventi. La successiva interrogazione è invece del Consigliere Bucciarelli, ma non c’è neppure l’Assessore Luchetti. La successiva è di Zinni ma non c’è Mezzolani. La successiva è di Giancarli e non c’è Petrini. Signori, io sono nell’impossibilità di poter svolgere le interrogazioni! Sono le ore 11.45 (…) Bene, gli uffici mi dicono che il Consigliere Latini sta arrivando, quindi un attimo ancora di pazienza. Però, veramente, io stigmatizzo...(…) Prego, Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Propongo, e quindi chiedo che venga votata, Presidente, l’interruzione della seduta per assenza degli Assessori che devono rispondere alle interrogazioni.

PRESIDENTE. Non posso assecondarla, Consigliere, perché il Consigliere Latini è rientrato...

Raffaele BUCCIARELLI. Ma lei intanto la pone in votazione. Poi non è che asseconda me, semmai asseconda l’Assemblea legislativa. Io ho fatto una proposta e quindi chiedo che venga votata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nonostante la lontananza anni luce che dal punto di vista politico mi separa dal Consigliere Bucciarelli, credo che la proposta da lui fatta sia validissima. E’ scandaloso passare da un’interrogazione a un’altra o perché manca l’Assessore o perché manca l’interrogante, insomma, che ci stiamo a fare qui! È una cosa incredibile! Quindi mi pare giustissimo sospendere immediatamente. Altrimenti andiamo a casa, stare qui non ha senso non ha senso! E’ un comportamento indecoroso!

PRESIDENTE. Essendo però rientrato il Consigliere Latini ed essendo presente l’Assessore Canzian…(…) Prego, Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente, al di là della presenza o dell’assenza dell’Assessore, secondo me dovremmo passare alla votazione degli atti su cui siamo ben informati e che conosciamo a menadito.

PRESIDENTE. Consigliere, però siamo ancora nella fase delle interrogazioni, ed ora sono presenti sia l’interrogante Latini che l’Assessore Canzian, quindi andiamo avanti.

Umberto TRENTA. Benissimo, Presidente, la ringrazio, mi scusi.


Interrogazione n. 129
del Consigliere Latini
“L.r. n. 27 del 10.11.2009 - articolo 55 “Testo unico in materia di commercio”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 129 del Consigliere Latini. Ha la parola l’Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. In relazione all’interrogazione del Consigliere Latini posso affermare quanto segue.
Come è noto, a seguito di una serie di incontri con le associazioni di categoria, con i sindacati, le associazioni dei consumatori e l’Anci Marche, l’Assemblea legislativa con la legge di assestamento di bilancio ha apportato alcune modifiche, peraltro ampiamente condivise, all’articolo 55 del Testo unico del commercio, riguardanti, tra l’altro, le deroghe domenicali e festive.
In particolare le novità introdotte sono due, ossia, le deroghe sono state aumentate da 26 a 28, non solo, al fine di evitare le criticità emerse nell’anno 2010 sono state previste sanzioni a carico dei Comuni inadempienti. Queste novità sono state introdotte con la condivisione di tutti gli attori a cui poc’anzi ho fatto riferimento.
Tuttavia questo Assessorato si è impegnato con l’Anci Marche ad iniziare un percorso comune, al fine di monitorare la situazione delle deroghe, anche di quelle delle regioni confinanti, per valutare una eventuale nuova previsione che possa essere soddisfacente per tutte le parti sociali interessate.
E’ utile ricordare, peraltro, che l’attuale normativa non prevede limitazioni alle aperture domenicali e festive in alcune fattispecie. In particolare: nei centri storici, come delimitati dalla zona A del piano regolatore generale (PRG) comunale; nelle zone del lungomare, che il Comune individua entro il limite massimo di metri 250 dalla battigia; nei territori situati all’interno dei confini dei parchi o delle aree protette; nei comuni montani sotto i 2.500 abitanti; nei centri e nuclei abitati inferiori a 500 abitanti dei comuni montani diversi da quelli della lettera precedente.
Già nei giorni scorsi si è svolto un primo ciclo di incontri con l’Anci, le Associazioni di categoria e dei consumatori e con i sindacati, nel quale si è affrontato, tra gli altri, il tema della implementazione delle deroghe domenicali e festive. Un tema molto delicato sul quale, come noto, esistono valutazioni spesso opposte e che va quindi affrontato con buon senso, molto realismo e avendo sempre ben presente le esigenze complessive della nostra comunità.
Entro dieci giorni verrà quindi convocato un tavolo comune con tutti gli attori a cui prima facevo riferimento, ove sarà possibile valutare la possibilità di giungere a una sintesi condivisa da tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Non vi è dubbio che la tematica sia non solo molto complessa, ma sulla quale è anche molto difficile trovare soluzioni che possano soddisfare tutti i soggetti interessati.
La mia interrogazione nasce dalla volontà di far riflettere sull’opportunità di trovare intese innanzitutto con i soggetti interessati, con gli esercizi commerciali di medie e sopratutto piccole dimensioni. Quest’ultimi, infatti, sono quelli che più rischiano l’estinzione proprio a causa di un’eccessiva apertura di deroghe di ogni tipo, quindi non soltanto riguardo alle chiusure domenicali e festive, ma anche in merito alle modalità di approccio alla vendita stessa.
In questo senso le posizioni assunte dalla Confartigianato, dalla Confcommercio e da altre associazioni sindacali e di categoria sono ben note, tutte tendono a valorizzare, se non a difendere, i piccoli e piccolissimi negozi, che, ripeto, in questo momento sono quelli che soffrono maggiormente di questa forte presa di mira nei loro confronti da parte dei grandi e medi centri commerciali.
A mio avviso, inoltre, devono essere valutate e sincronizzate – questo l’Assessore lo ha rimarcato – le posizioni delle altre regioni. A cominciare da quella della regione Abruzzo che ha circa 47 deroghe annuali, un’enormità rispetto alle 26-28 della regione Marche, oppure alla posizione storicamente di grande apertura esistente nella vicina Romagna. Situazioni che fanno migrare, come appunto avviene, intere fasce di consumatori sopratutto nei fine settimana a nord o a sud delle Marche. E questo va ovviamente a discapito degli esercizi commerciali esistenti nelle nostre città; nonostante tutte le difese che partono dalla Regione, e non solo, per gli esercizi commerciali a cielo aperto, per i salotti commerciali, insomma, tutto quello che è inquadrabile nella valorizzazione dell’esistente e che è storicamente insediato, appunto, nelle nostre città.
L’indicazione dell’Assessore di una concertazione, ossia di una implementazione graduale però valorizzando tutte le categorie degli esercizi commerciali – così l’ho intesa - è positiva, purché a mio avviso ci siano delle deroghe, dei controlli che finora non sono stati in qualche modo attuati non tanto e non solo dalla Regione quanto dagli enti locali.
Quindi l’inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni normative deve essere elevato e puntuale. Questo perché la liberalizzazione selvaggia provoca difficoltà magari ai comuni vicini a quelli che vanno in deroga in maniera illegittima. Senza pertanto andare verso quegli effettivi benefici nei confronti del panorama che vogliamo tutelare, ovvero il centro commerciale del terziario che costituisce negli obiettivi essenziali della nostra comunità una fascia di lavoratori che devono essere fortemente tutelati sia nella loro capacità imprenditoriale, sia dal punto di vista della tutela del lavoro.
Un’altra indicazione che mi sento di offrire è che nell’implementazione delle giornate derogabili occorre tenere conto delle giornate di maggior interesse commerciale; ci sono dei Comuni che concedono deroghe che però non sono legate a quelle di maggior interesse commerciale, in questo caso l’aspettativa dell’implementazione è priva di fondo.
Ringrazio comunque l’Assessore della risposta che ci ha fornito.

PRESIDENTE. Il periodo dedicato al sindacato ispettivo è terminato, quindi passiamo al punto successivo dell’ordine del giorno.


Relazione n. 4/2011 della VI Commissione
“Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 4/2011 della VI Commissione. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Intanto, prima di intervenire nel merito, voglio ricordare che sulla stessa natura dell’atto che oggi affrontiamo, questa mattina il Ministro per i rapporti con le Regioni illustrerà, alla presenza del Commissario europeo, la presentazione del “Quinto rapporto sulla coesione economica, sociale e territoriale”.
Mi piace inoltre ricordare che il Presidente dell’Assemblea legislativa, in occasione delle celebrazioni del quarantennale del Consiglio regionale delle Marche, ha indicato nella integrazione europea e nella partecipazione alla formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea una delle sfide principali per la nostra Regione.
In questo quadro, quindi, si colloca la proposta di risoluzione che la VI Commissione, all’unanimità, ha ritenuto di sottoporre al voto di questa Assemblea e che si inserisce nell’attività di partecipazione al processo di formazione del diritto e delle politiche comunitarie, secondo una scelta condivisa dalla Commissione fin dall’inizio della sua legislatura.
L’obiettivo, ormai più volte dichiarato, è duplice. Da un lato c’è la volontà di contribuire, nei limiti del possibile, alla formazione di politiche che siano sempre più rispondenti ai bisogni del territorio marchigiano. Dall’altro c’è la consapevolezza che questi temi possono rappresentare per le Assemblee regionali l’occasione per essere partecipi ad un processo di confronto e di dialogo con i territori, dialogo e confronto forse troppo spesso circoscritti ad aspetti di carattere molto particolare.
L’occasione di oggi è quella di cominciare a riflettere sui temi che costituiranno i pilastri della politica di coesione dopo il 2013. A marzo dello scorso anno la Commissione europea ha adottato una Comunicazione dal titolo “Europa 2020”, con l’intento di delineare gli scenari di sviluppo dell’Unione europea a quella data. La strategia appena menzionata è stata formalmente adottata dal Consiglio europeo nel mese di giugno 2010 ed oggi è al centro del dibattito che si sta avviando in tutti gli Stati membri e che culminerà con l’adozione dei nuovi regolamenti che disciplinano la politica di coesione, e non solo, su cui si concentrerà buona parte delle risorse del bilancio dell’Unione europea in fase avanzata di revisione.
Tre sono le linee direttrici della strategia: una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Europa 2020 delinea un panorama in cui il tema della ricerca come fattore di crescita si unisce a quello della sostenibilità e a quello dell’inclusione sociale. In altre parole, per Europa 2020 il prossimo futuro dovrebbe essere orientato ad uno sviluppo non fine a se stesso, ma piuttosto orientato a ridurre l’impatto ambientale e a limitare il numero di persone che in Europa si trovano in stato di difficoltà economica o sono pericolosamente vicine alla soglia di povertà.
Il 2011 sarà quindi caratterizzato dalla declinazione di questi obiettivi, sui quali sono stato necessariamente generico.
Giudico molto positiva l’iniziativa promossa dall’Assessore Petrini, che ha lanciato un blog sull’argomento, aprendosi al dialogo e ai contributi che il sistema del partenariato saprà e vorrà dare.
Credo che in proposito un ruolo di primo rilievo spetti a tutti noi, in quanto espressione di quel principio di rappresentanza e di democrazia diretta che dovremmo saper utilizzare anche in questo settore.
Dal canto suo l’Unione europea, consapevole della serietà della situazione economica che stanno attraversando, seppur con i dovuti distinguo, tutti gli Stati membri, promuove politiche di investimento basate su una più attenta concentrazione delle priorità strategiche e delle risorse che su queste ultime potranno essere destinate.
Questo approccio riguarda, ad avviso della Commissione europea, non solo le risorse del bilancio UE, ma anche quelle del livello nazionale, dei governi degli Stati membri, dei governi regionali e degli altri enti territoriali.
E’ evidente, quindi, che la proposta chiama in causa anche le scelte che contraddistinguono le politiche di sviluppo e di sostegno adottate a livello regionale.
A questo proposito voglio ricordare che la legge regionale n. 14 del 2006 contiene un articolo, il secondo, che rinvia ad una intesta tra Giunta e Consiglio il compito di definire le modalità di partecipazione alla fase di formazione del diritto dell’Unione europea, secondo una prerogativa riconosciuta alle Regioni dalla legge n. 11 del 2005. Questa legge statale è in fase di aggiornamento, che si è reso necessario a seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. E le Assemblee legislative regionali hanno già fatto proprio il principio di sussidiarietà, come prevedeva il Trattato di Lisbona, per fare in modo che il loro ruolo e in generale in ruolo delle Regioni nella definizione del diritto e delle politiche dell’Unione europea sia rafforzato.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente, quando lei chiama il Consigliere Trenta non deve indugiare o quasi farfugliare!

PRESIDENTE. Le chiedo scusa ma avevo deglutito male, tutto lì, ci mancherebbe altro. La prego di svolgere la sua relazione, non soffermandosi su banalità che non attengono al suo ruolo istituzionale, la prego!

Umberto TRENTA. D’accordo sapientino, lei è veramente bravo! Ma ne parleremo tra qualche giorno in Aula.
Quindi ora, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente Cardogna e le rampogne del Vicepresidente Bugaro fatte al Consigliere Trenta del nord dell’Abruzzo, mi atterrò, così come mi ha indicato il Presidente, ad un breve intervento. Intervento basato sui principali contenuti delle risposte ai quesiti posti dalla Commissione europea, che trovate in allegato alla proposta risoluzione che la VI Commissione ha proposto all’approvazione dell’Aula.
Il punto fondamentale intorno al quale ruotano le conclusioni della Quinta relazione sulla politica di coesione è l’opportunità, segnalata dalla Commissione europea, che le iniziative a sostegno della crescita economica e sociale dei prossimi anni si fondino su una maggiore concentrazione delle risorse che dovrebbero essere rivolte alla realizzazione degli obiettivi previsti all’interno della strategia Europa 2020.
E qui devo dire che la VI Commissione – poi ritornerò all’intervento tecnico - sta veramente dando il meglio di quello che ho trovato sia nelle legislature passate che in questa attuale. Devo dire che il Presidente Cardogna, non me ne voglia, sta lavorando bene – dico “non me ne voglia” perché potrei suscitare osservazioni diverse –. Perché dico questo? Perché grazie anche ad uno staff di primissimo piano – qui faccio un richiamo alla meritocrazia dei dirigenti, dei funzionari o comunque dei collaboratori che ha la Regione – il lavoro si sta svolgendo così come vuole la direttiva che dice che nel 2011 ci deve essere il rigoroso rispetto delle risorse istituzionali, quindi le risorse disponibili per una buona governance. Sicché devo dire che tutto questo sta funzionando bene.
Riprendo l’intervento tecnico. Maggiore concentrazione delle risorse significa in primo luogo coordinamento delle azioni poste in essere sia a livello europeo che a livello nazionale. In altre parole, il messaggio che ci rivolge la Commissione europea è quello di destinare anche le risorse nazionali, vale a dire quelle dei governi centrali, inoltre, per quanto ci riguarda, anche quelli delle Regioni, verso gli interventi che la Commissione sta definendo, nell’ambito di Europa 2020, non solo al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi europei, ma anche per adoperarsi affinché si arrivi ad una migliore efficacia delle realizzazioni.
In questo scenario la VI Commissione ha ritenuto di rispondere alle sollecitazioni provenienti dall’Unione europea suggerendo che un migliore coordinamento delle azioni poste in essere a livello europeo e dagli Stati membri possa essere garantito dalla previsione di strumenti che vadano oltre la mera raccomandazione, concorrendo con un impegno diretto al raggiungimento degli obiettivi contenuti nelle proposte dell’Unione europea.
Altro aspetto che credo debba essere portato all’attenzione dell’Aula riguarda il miglioramento del principio del partenariato – su questo dopo l’intervento tecnico si potrà aprire un dibattito – sul quale sempre più spesso la Commissione europea fa affidamento per pervenire alla definizione di politiche più condivise e realmente rispondenti alle esigenze delle collettività e dei territori europei; per territori europei intendo quello che meglio definiremo come Conferenza Stato-Regioni, quindi nell’ambito dei territori regionali.
Su questo punto la VI Commissione ha ritenuto che il coinvolgimento del sistema delle autonomie locali e regionali – questo è un passaggio su cui farò un inciso – delle parti sociali e della società civile dovrebbe accompagnare il processo di formazione e di attuazione dei programmi in modo costante, per garantire che il cofinanziamento europeo vada dove ce n’è effettivo bisogno. E su questo, ripeto, fra un po' sarò ancora più preciso.
A nostro avviso, inoltre, il partenariato e le procedure di consultazione dovrebbero essere improntate alla massima semplicità, per evitare il rischio che la politica di coesione e, in generale, le politiche europee siano troppo spesso patrimonio di pochi tecnici esperti, ovvero gli esperti della famosa ingegneria di finanza europea, su cui in passato, non ora, aveva fondato le sue fortune la crescita del modello spagnolo.
Su questi aspetti e in generale sulle sollecitazioni che ci ha rivolto anche il Presidente Cardogna auspico che a partire da oggi si attivi il necessario dibattito e confronto politico tra noi e all’esterno di questa Assemblea, dal quale ci auguriamo avranno origine le scelte migliori per lo sviluppo e la valorizzazione dei nostri territori.
Su questo io ho già anticipato con il Presidente Cardogna una Commissione itinerante, cominceremo dal nord dell’Abruzzo sud delle Marche, proprio per progetti specifici. Inoltre ho già dibattuto in VI Commissione su una proposta di legge che finalmente potrà trovare accoglienza in Aula: “Limes territori di confine e progetti cofinanziati e condivisi”. Apro quindi uno scenario ad una visione più strategica di quello che viene inteso da una parte e dall’altra con rimbalzi e polemiche fuori luogo, ovvero sul federalismo fiscale.
La Regione Marche nel sistema della macroregione centrale è una regione cardine, in quanto a sud ha l’Abruzzo, ad ovest il Lazio, l’Umbria, la Toscana, a nord l’Emilia Romagna.
Questo per dire che cosa della regione macrocentrale? Noi dovremmo individuare dei progetti strategici in un confronto tra Stato-Regioni, inserendo sia l’Anci, insomma, tutto quello che è di competenza della Regione, con strumenti finanziari necessari che portino a riformulare una cerniera di legame tra quello che potrebbe essere sconsideratamente valutato federalismo fiscale a se stante. Le Regioni d’Italia possono invece avere proprio sui confini, quindi sui limes, progetti che andrebbero a colmare l’anomalia amministrativa dovuta ad un fatto specifico. Fatto specifico che posso portare ad esempio – e qui mi rivolgo all’Assessore di Sant’Egidio, oh!, chiedo scusa, del sud del piceno, l’Assessore Canzian – Ossia, quando parliamo di Cotuge parliamo di un consorzio turistico dei Monti Gemelli, cioè di un qualcosa che viene amministrato in maniera anomala da amministratori locali del Comune di Ascoli Piceno, dove lei è Consigliere comunale e io sono Presidente del Consiglio. Noi abbiamo portato quel provvedimento in Aula, ecco che qui si calerebbe perfetto “limes territorio di confine”. Significa, cioè, che due regioni (Marche e Abruzzo) che su quell’area strategica hanno individuato un progetto turistico, culturale, ricettivo, strutturale, ecc., ecc., potrebbero trovare una sintesi armonica. Pertanto un progetto strategico nel vero senso della parola, con due amministrazioni regionali (sostenute allora da Sviluppo Italia, oggi da Invitalia) che in Europa portano uno strumento adeguato, peraltro anche dalle normative urbanistiche, visto che abbiamo la legge regionale 5 agosto 1992, n. 34.
In questo senso va il lavoro fatto dalla VI Commissione, in questo senso si può chiedere un voto unanime dell’Aula. Ciò significa mettere in assonanza i poteri locali periferici con il cuore vibrante della politica regionale - che è quella che poi fa la politica del governo, quindi la governance -, inoltre coinvolgere, con questa cerniera di limes, ossia dei territori di confine, le altre Regioni che in concorso condividono e cofinanziano successivamente questo progetto, questa iniziativa.
Concludo l’intervento facendo l’ennesimo richiamo all’Assessore Sara Giannini. Qui c’entrerebbe anche il progetto, caro Assessore, della gestione dei marchi con manodopera marchigiana che vanno a creare quella royalty ridefinendo anche attraverso la rete scolastica unita all’università telematica avanzata - di cui io ho quasi concluso l’elaborazione e che quindi porterò in Aula -, che sarà veramente il progetto compiuto dall’Associazione Università per la pace. Dunque per razionalizzare quelle risorse io preparerò una proposta di legge provocatoria che tolga definitivamente la legge regionale n. 9 del 2002.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi, pongo in votazione la proposta di risoluzione dei Consiglieri Cardogna, Busilacchi, Sciapichetti, Trenta, Bugaro:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Visto:
l’art. 5 del trattato sull’Unione Europea, in base al quale “nei settori che non sono di sua competenza esclusiva l’Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell’azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione”;
l’art. 117, comma 5, della Costituzione, in base al quale “le Regioni e le province autonome, nella materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari”;
la legge 4 febbraio 2005, n. 11, Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, che disciplina all’articolo 5 la partecipazione delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome alla formazione del diritto dell’Unione europea;
la legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, Disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie, che disciplina l’istituto della partecipazione della Regione Marche alla formazione del diritto dell’Unione europea;
la risoluzione dell’Assemblea legislativa delle Marche di martedì 8 giugno 2010, sul rafforzamento del ruolo delle Regioni e delle Province autonome in ordine alla partecipazione al processo di formazione degli atti normativi dell’Unione europea e alla applicazione del principio di sussidiarietà enunciato nel protocollo n. II allegato al Trattato di Lisbona;
Tenuto conto che:
alla politica di coesione europea si applica il principio di sussidiarietà, in quanto materia di competenza non esclusiva dell’Unione europea;
la politica di coesione europea è argomento che riveste un interesse centrale per il sistema delle autonomie regionali e locali, in quanto concorre in maniera determinante allo sviluppo, alla tutela e alla valorizzazione dei territori di queste ultime;
Premesso che:
le Conclusioni della V° relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione contengono un invito a condividere le proposte formulate dalla Commissione europea, rispondendo a quesiti specifici concernenti, in particolare, la politica di coesione dopo il 2013;
appare opportuno sottolineare, in particolare, che l’individuazione degli obiettivi prioritari su cui gli Stati membri e le regioni saranno chiamate a concentrare le risorse nazionali e dell’Unione, secondo quanto auspicato al punto 2.2. delle Conclusioni, dovrà avvenire favorendo il più possibile il confronto e la concertazione con le realtà regionali, territoriali e locali, al fine di garantire che gli stessi obiettivi corrispondano a reali esigenze di sviluppo e tutela dei territori. Questo elemento è inoltre funzionale a garantire un più efficace e rapido impiego delle risorse.
Tutto ciò premesso e considerato,
L’Assemblea legislativa delle Marche approva le considerazioni e le risposte ai quesiti contenuti nelle Conclusioni della V relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione”.
La presente risoluzione sarà inviata alla Commissione europea, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, dei Consigli regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano, ai Presidenti delle Commissioni di Camera e Senato competenti in materia di affari europei e di bilancio, al Ministro dello Sviluppo economico.
Allegato: Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione
Questionario – Risposte della Regione Marche
1) In che modo si potrebbero rafforzare i legami tra la Strategia Europa 2020 e politica di coesione a livello nazionale, subnazionale e di Unione europea? Risposta. Si ritiene, condividendo le osservazioni della Commissione europea, che il modo più efficace per rafforzare i legami tra le politiche di sostegno dell’Unione europea sia quello di fissare obiettivi di carattere obbligatorio, direttamente connessi con la realizzazione delle priorità di Europa 2020, vale a dire 1) l’aumento del tasso di occupazione della popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni di età, 2) l’aumento del PIL investito in azioni di Ricerca e Sviluppo (R&S) 3) il raggiungimento dei traguardi del pacchetto clima/energia – c.d. 20/20/20 4) la riduzione del tasso di abbandono scolastico e l’aumento della percentuale dei giovani in possesso della laurea 5) la riduzione del numero di persone a rischio di povertà. Questi obiettivi, racchiusi nelle tre priorità che caratterizzano Europa 2020 e sintetizzati in una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, rappresentano una sfida fondamentale per il futuro dell’Unione europea e dei popoli che la compongono. Per questi motivi appare giustificabile prevedere che gli Stati membri adottino politiche nazionali non solo complementari ma chiaramente orientate verso questi obiettivi, anche attraverso strumenti vincolanti.
2) L’ambito di applicazione del contratto di partnership per lo sviluppo e gli investimenti dovrebbe andare oltre la politica di coesione? In caso affermativo, in quale modo? Risposta. Non si ravvisano preclusioni per l’estensione del c.d. contratto di partnership per lo sviluppo e gli investimenti anche oltre la politica di coesione, prevedendone quindi l’applicazione anche ad altri strumenti di finanziamento dell’UE; ciò che rileva sono piuttosto le modalità di gestione e di funzionamento di questo strumento, che devono essere improntate alla massima semplificazione, per evitare complicazioni nella fase della gestione dei progetti.
3) In che modo arrivare ad una maggiore concentrazione delle tematiche sulle priorità della Strategia Europa 2020? Risposta. La maggiore concentrazione delle tematiche sulle priorità della Strategia Europa 2020 è un auspicio che la Commissione UE manifesta in modo chiaro, anche sulla scorta della verifica dei risultati prodotti dalla programmazione tuttora in corso. In linea di principio e nell’ottica di una più efficiente e meno dispersivo utilizzo delle risorse, tale proposta appare condivisibile. E’ però indispensabile sottolineare che l’individuazione degli obiettivi prioritari su cui gli Stati membri e le regioni saranno chiamate a concentrare le risorse nazionali e dell’Unione, secondo quanto auspicato al punto 2.2. delle Conclusioni, dovrà avvenire favorendo il più possibile il confronto e la concertazione con le realtà regionali, territoriali e locali, al fine di garantire che gli stessi obiettivi corrispondano a reali esigenze di sviluppo e tutela dei territori. Questo elemento è inoltre funzionale a garantire un più efficace e rapido impiego delle risorse.
4) In che modo le condizionalità, gli incentivi e la gestione basata sui risultati potrebbero rendere più efficace la politica di coesione? Risposta. Il sistema delle condizionalità, degli incentivi e della gestione basata sui risultati già di per sé dovrebbe comportare, come è stato per i passati periodi di programmazione, un incremento dell’efficacia della politica di coesione. Per rendere ancora più utile il ricorso a tale sistema, può essere opportuno affinare le tecniche di valutazione, in modo tale che questa diventi un processo che accompagna il programma operativo per tutta la sua durata. Un sistema di valutazione costante – in itinere – potrebbe sostenere le scelte delle autorità responsabili della gestione degli interventi in modo tale da poter intervenire il più tempestivamente possibile per orientare le risorse verso obiettivi in grado non solo di garantire l’efficacia della spesa ma soprattutto di conseguire i risultati attesi in relazione alla strategia generale in cui la programmazione è inserita. Quindi, si potrebbe prendere in considerazione una condizionalità legata non solo al pieno impiego delle risorse ma anche alla qualità delle realizzazioni, sotto il profilo della coerenza con gli obiettivi generali della programmazione.
5) Come rendere la politica di coesione più orientata ai risultati? Quali obiettivi prioritari dovrebbero essere obbligatori? Risposta. Rendere obbligatori alcuni obiettivi prioritari può di per sé costituire lo strumento per rendere maggiormente efficace gli interventi della politica di coesione. La questione centrale si sposta, in questo caso, sulla scelta di tali obiettivi prioritari, che dovrebbero essere il più possibile condivisi con le realtà territoriali. Da questo punto di vista, appare non opportuno definire un elenco di obiettivi prioritari ugualmente obbligatori per tutti, salva comunque la possibilità di individuare nelle iniziative FARO di Europa 2020 una base comune dalla quale declinare gli interventi che saranno contenuti nei singoli programmi operativi.
6) In che modo la politica di coesione può tenere maggiormente conto del ruolo fondamentale delle zone urbane e dei territori con caratteristiche geografiche nei processi di sviluppo, oltre che dell’emergere di strategie macroregionali? Risposta. La coesione territoriale sarà verosimilmente uno degli elementi fondamentali della prossima programmazione; ciò comporterà l’esigenza di ripensare gli strumenti di intervento e le relative procedure di gestione, facendo in modo però che questo non si traduca in appesantimenti amministrativi e dell’impostazione generale dei programmi. In questo scenario, appare condivisibile introdurre azioni mirate che tengano conto delle specificità dei territori interessati dagli interventi, attraverso l’adattamento e la declinazione degli obiettivi di Europa 2020 in funzione delle esigenze manifestate da tali realtà. Le stesse considerazioni valgono per l’inserimento di strategie macroregionali, che devono comunque rispondere a reali necessità provenienti da territori di confine che presentano problemi e potenzialità analoghe.
7) Come migliorare il principio della partnership e il coinvolgimento dei soggetti locali e regionali, delle parti sociali e della società civile? Risposta. Il coinvolgimento del sistema delle autonomie locali, della parti sociali e della società civile dovrebbe accompagnare tutto il processo di formazione e di attuazione dei programmi. Si richiama al riguardo l’art. 11 del trattato sull’Unione europea, che contiene il principio fondamentale secondo il quale l’azione delle istituzioni europee è basata sul dialogo constante con “le associazioni rappresentative e la società civile”. Questo principio, applicato al funzionamento della politica di coesione, potrebbe comportare, in primo luogo, una semplificazione delle procedure di consultazione, oggi ancora patrimonio di pochi tecnici esperti della materia; sarebbe inoltre auspicabile favorire occasioni di confronto non formale, che troppo spesso risultato essere fini a loro stesse e che dovrebbero essere al contrario funzionali alla individuazione delle scelte strategiche relative allo sviluppo dei territori di riferimento.
8) In che modo può essere semplificato il processo di revisione e come si possono meglio integrare le revisioni effettuate dagli Stati membri e dalla Commissione, pur mantenendo alto il livello di garanzia sulle spese cofinanziate? Risposta. Il processo di revisione di un programma dovrebbe essere inserito all’interno di un quadro di regolamentazione semplice e di facile applicazione. Dovrebbe essere retto dal principio della economicità delle revisioni e della celerità e della certezza dei tempi di procedura. Ciò premesso, occorrerebbe fare in modo che il numero di revisioni sia limitato a reali mutamenti delle condizioni economiche e sociali che hanno costituito il contesto in cui sono maturate le scelte di programmazione.
9) In che modo l’applicazione del principio di proporzionalità potrebbe ridurre gli oneri amministrativi in termini di gestione e di controllo? Si dovrebbero prendere provvedimenti specifici per i programmi di cooperazione territoriale? Risposta. Il principio di proporzionalità è già presente nell’attuale programmazione e si ritiene che possa essere esteso anche dopo il 2013. La previsione di regole ad hoc per i programmi di cooperazione territoriale potrebbe ingenerare confusione e ostacolare processi di semplificazione, rendendo di fatto più difficile individuare all’interno delle amministrazioni che gestiscono i programmi un punto di riferimento unitario, che viceversa potrebbe risultare utile nell’ottica di ottimizzare i processi di gestione, riducendo i relativi oneri a carico della amministrazioni pubbliche.
10) In che modo si può mantenere il giusto equilibrio tra norme comuni per tutti i fondi e riconoscimento delle specificità dei fondi nella definizione delle norme di ammissibilità? Risposta. Si ritiene che nell’ottica della semplificazione della gestione dei programmi cofinanziati e per favorirne la trasparenza sarebbe auspicabile individuare una normativa comune sull’ammissibilità delle spese, come per altro già previsto per i precedenti periodi di programmazione, limitando al massimo le differenziazioni che determinano incertezze e difficoltà operative nella fase della gestione, causando a volte anche un rallentamento delle realizzazioni.
11) In che modo garantire la disciplina finanziaria, prevedendo nel contempo sufficiente flessibilità per elaborare e realizzare programmi e progetti complessi? Risposta. Si condividono le considerazioni della Commissione europea circa il fatto che sarebbe opportuno semplificare la procedura di valutazione, concentrandola sul principale organismo responsabile della gestione. Si evidenzia infatti, al riguardo, che l’inserimento di un organismo accreditato che si assumerebbe la responsabilità della corretta gestione e del controllo dei programmi operativi potrebbe comportare delle difficoltà di rapporto e di individuazione delle responsabilità rispetto ai soggetti direttamente incaricati dell’attuazione dei programmi. Ciò che si auspica, in generale, è però uno snellimento di tutte le procedure di gestione, rendicontazione delle risorse e controllo cui potrebbe essere accompagnata una formazione costante dei soggetti (funzionari della pubblica amministrazione, beneficiari finali degli interventi) per evitare che vengano commessi errori e che si incorra in irregolarità.
12) In che modo si può garantire che l’architettura della politica di coesione tenga conto delle specificità di ogni fondo e in particolare delle necessità di fornire maggiore visibilità e volumi di finanziamento prevedibili per l’FSE e di focalizzarla sulla garanzia degli obiettivi della strategia Europa 2020? Risposta. Una modalità per garantire che ogni fondo mantenga le proprie specificità è quella di caratterizzare il fondo sulla base degli interventi e delle spese ammissibili.
13) In che modo costituire una nuova categoria intermedia di regioni per sostenere quelle che non hanno ancora recuperato terreno? Risposta. Appare condivisibile la proposta avanzata nelle conclusioni dalla Commissione europea che tiene conto di indicatori macroeconomici.”.


(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 49
dei Consiglieri Eusebi, Giorgi, Acacia Scarpetti
“Diniego all’intesa per la realizzazione del rigassificatore API di Falconara”

Mozione n. 72
del Consigliere Bucciarelli
“Rigassificatori”

Interrogazione n. 136
del Consigliere Pieroni
“Realizzazione rigassificatore in località Falconara Marittima”

Interrogazione n. 213
del Consigliere Latini
“Rigassificatore API”

(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 49 dei Consiglieri Eusebi, Giorgi, Acacia Scarpetti, la mozione n. 72 del Consigliere Bucciarelli, l’interrogazione n. 136 del Consigliere Pieroni, l’interrogazione n. 213 del Consigliere Latini, abbinate.
Prima di dare la parola ad uno dei firmatari per l’illustrazione prima della mozione n. 49, vorrei dare la parola all’Assessore Donati in quanto so che ha delle notizie da comunicare, che credo siano in risposta alle due interrogazioni n. 136 e n. 213. (…) Certamente, collega, avrei dovuto dare la parola ad un Consigliere per l’illustrazione, per cui dare la parola prima all’Assessore è forse un mio eccesso di zelo, in ogni caso condivido la sua impostazione
Prego, Assessore Donati.

Sandro DONATI. Presidente, vorrei dare la risposta alle interrogazioni dei Consiglieri Pieroni e Latini sui rigassificatori, ma visto che la questione è in itinere dal punto di vista tecnico, chiedo, se siete d’accordo, di trattare sia le mozioni che le interrogazioni in un momento successivo.

PRESIDENTE. Quando?

Sandro DONATI. Quando gli uffici avranno espletato tutto il loro iter procedimentale.

PRESIDENTE. Quindi la Giunta chiede il rinvio del punto nel suo complesso?

Sandro DONATI. Sì. Se volete posso anche leggere tutto l’iter che stanno ancora predisponendo gli uffici, ma innanzitutto è lunghissimo, ci vorrà molto tempo, inoltre in questo momento penso serva poco per una risposta politica a tale problema.

PRESIDENTE. Bene. Pongo quindi in votazione la richiesta di rinvio di questo punto. (…) Prego, Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, lei non può mettere in votazione una richiesta che viene fatta da un Assessore che, invece, dovrebbe rispondere!

Sandro DONATI. Io ho detto che se volete posso rispondere.

Raffaele BUCCIARELLI. Solo se i Consiglieri ritirano le mozioni e le interrogazioni allora il punto non viene trattato.
Io quindi chiedo che venga discussa la mozione, proprio per andare incontro a quanto diceva l’Assessore, ossia per aiutare gli uffici in questo lungo e difficile iter.

PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli, gli uffici mi dicono che in qualità di Assessore e di Consigliere regionale si può chiedere il rinvio di un punto, quindi sono costretto a porre in votazione la richiesta di rinvio formulata dall’Assessore Donati.

Raffaele BUCCIARELLI. Ma scusate! Semmai sono io che posso chiederlo, io che sono il titolare di una iniziativa come gli altri, non l’Assessore! E’ dal 25 ottobre che c’è una mozione ferma su un tema che deve…

PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli, io mi sto rifacendo a quanto mi viene comunicato dalla Segreteria generale.
Il punto 4) all’ordine del giorno è un punto unico che ricomprende oltre che la sua mozione anche l’antecedente mozione n. 49 dei Consiglieri Eusebi e altri, e le due interrogazioni. Quindi non è un punto separato, è un punto che nell’ordine del giorno è stato abbinato. Siccome è nella facoltà dell’Assessore nonché Consigliere Donati di chiedere il rinvio di un punto, io non posso far altro, come stabilisce il Regolamento, di metterlo al voto dell’Aula che è sovrana. Il Regolamento è molto chiaro.

Raffaele BUCCIARELLI. Allora, Presidente, qui ci sono due mozioni e due interrogazioni che riguardano diversi Consiglieri, dunque sono loro sovrani a chiedere la discussione.

PRESIDENTE. No!

Raffaele BUCCIARELLI. Come no!

PRESIDENTE. Consigliere, lei è sovrano nel presentarla, ma sovrana è l’Aula nel decidere quando discutere. In tutte le Assemblee elettive funziona così. Mi sorprende che dica questo, lei che peraltro ha presieduto quest’Aula in maniera egregia.

Raffaele BUCCIARELLI. Non è mai accaduto che senza il consenso del presentante si rinvii la discussione di una mozione, mai accaduto!

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Eusebi, ne ha facoltà.

Paolo EUSEBI. Di fronte alle sollecitazioni dell’Assessore Donati, evidentemente non dilatorie ma solo di approfondimento, non vedrei niente di male a rinviare. La nostra posizione è chiara, netta e ben espressa nella mozione che abbiamo presentato, ma se si tratta di approfondire nell’interesse dei cittadini marchigiani, farlo adesso o fra dieci giorni non penso cambi nulla.

Mirco RICCI. Nel merito ovviamente l’argomento è delicato, complesso, ci sono approfondimenti tecnici in corso.
Io ho letto sia le mozioni che le interrogazioni, e devo dire che personalmente per una delle due mozioni ero orientato a discuterla in Aula, approfondirla, magari arrivare ad una risoluzione e dopodiché al voto, ma se ora l’Assessore, credo anche a nome della Giunta, chiede un rinvio perché ci sono procedure tecniche in corso di approfondimento, inoltre, io aggiungo, al fine anche giungere ad una proposta strategica più chiara da parte del Governo su dove verranno collocati i rigassificatori nell’Adriatico – seppure alcune indicazioni già le abbiamo –, penso sia opportuno aspettare ancora qualche settimana per ridiscuterla. Quindi discuterla quando conosceremo meglio nel complesso il tema della rigassificazione, che peraltro ha a che fare non tanto con la produzione di energia quanto con il trasporto del materiale ossia di idrocarburi nobili a terra.
Insomma, il problema è complesso, non possiamo dire sempre di no, bisogna cercare di capire in profondità.
Quindi se l’Assessore fa questa richiesta, capendone la portata, credo sia opportuno rinviare di qualche giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Pieroni, ne ha facoltà.

Moreno PIERONI. Essendo firmatario di un’interrogazione noi come socialisti – anzi, approfitto del momento per annunciare all’Assemblea che da oggi abbiamo cambiato la denominazione del nostro gruppo da Alleanza Riformista a Partito Socialista – ovviamente comprendiamo le preoccupazioni che arrivano dai cittadini dei vari territori, come comprendiamo le criticità tecniche di impatto ambientale e turistico oltre a quello della sicurezza.
Chiaramente auspichiamo che la nostra interrogazione possa rafforzare un confronto ampio, che in ogni caso va approfondito e ben ponderano, in merito alla realizzazione dei rigassificatori nel territorio della regione Marche.
Per cui, seppure riteniamo che la politica debba alcune volte dare un input forte e chiaro su alcuni temi importanti sentiti dal territorio marchigiano, non nascondiamo che l’argomento sia assai articolato e legato a molteplici aspetti tecnici.
Quindi prendiamo atto della richiesta dell’Assessore Donati, cercando però di condividere anche un tempo per la discussione che noi proponiamo possa cadere nella seduta non del prossimo martedì ma al massimo in quella successiva, quindi fra due settimane, dove tutti insieme potremo condividere, approfondire e confrontarci sia sulle mozioni che sulle interrogazioni.

PRESIDENTE. Il Consigliere Pieroni, probabilmente inconsapevolmente, ha interpretato il Regolamento che infatti all’articolo 110 stabilisce che la Giunta può chiedere che la risposta venga differita ad un altro giorno determinato.
Quindi, facendo una proposta di buonsenso e se siamo d’accordo, porrei in votazione il rinvio del punto, individuando in martedì 8 febbraio la data in cui discutere di questo tema, magari svolgendolo prioritariamente rispetto a tutti gli altri. (…) Consigliere Bucciarelli, lei sulla proposta di rinvio è già intervenuto, comunque prego.

Raffaele BUCCIARELLI. E’ veramente un modo strano di condurre! Ecco, io prendo atto che questa Giunta, nuova, moderna, più veloce, più adeguata alle esigenze dei marchigiani, non è in grado di discutere una mozione presentata il 29 luglio 2010! Non è in grado! Non è in grado, si dice, perché gli uffici non sono pronti, ma in verità è perché c’è una grossa difficoltà politica e stanno brancolando nel buio.
Ma non è questo che mi preoccupa, già lo sapevamo, quello che mi preoccupa è il silenzio dei Consiglieri di maggioranza, i quali tacitamente permettono di fare quasi carta straccia del diritto che ha ogni Consigliere di discutere dei problemi che riguardano i marchigiani.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio del punto 4) alla seduta dell’8 febbraio, discussione da inserire come punto prioritario.

(L’Assemblea legislativa approva)

(…) Come, Consiglieri, non avete votato? (…) Bene, metto allora a verbale che i Consiglieri Natali e Foschi hanno votato contro, in ogni caso il risultato della votazione non cambia.


Mozione n. 93
dei Consiglieri Giorgi, Acacia Scarpetti, Eusebi, Donati
“Rispetto del diritto alla libertà religiosa”

Mozione n. 90
del Consigliere Marinelli
“Attacchi nei confronti delle comunità cristiane in Iraq”

Mozione n. 92
del Consigliere Zaffini
“Riconoscimento del martirio dei cristiani “Cristianofobia” nei rapporti con le comunità islamiche locali”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 93 dei Consiglieri Giorgi, Acacia Scarpetti, Eusebi, Donati, la mozione n. 90 del Consigliere Marinelli, la mozione n. 92 del Consigliere Zaffini, abbinate.
Ha chiesto parola la Consigliera Giorgi, ne ha facoltà.

Paola GIORGI. Si ripropone oggi in Aula un tema di diritto, in quanto la libertà religiosa è uno dei diritti fondamentali della persona, un diritto sancito nella nostra Costituzione quale diritto di ogni individuo a professare la propria fede e farne propaganda, diritto di esercitare in privato e in pubblico il culto, svolgere e prendere parte a preghiere e incontri religiosi.
Riteniamo, infatti, che il tema in discussione riguardi la radice stessa della nostra Costituzione, la radice stessa della nostra adesione alle Dichiarazioni internazionali dei diritti dell’uomo, riguarda essenzialmente un aspetto che non può più essere relegato all’episodica condanna di azioni di violenza.
Nella mozione abbiamo evidenziato alcune situazioni gravi che interessano molte parti del mondo e molte professioni religiose - come aveva anche evidenziato Sua Santità Benedetto XVI nel messaggio per la giornata mondiale per pace -. Ma gli stessi dati che riportiamo evidenziano anche l’esistenza di una vera persecuzione in atto nei confronti dei cristiani. Siamo infatti in presenza di una vera e propria sistematica e organica persecuzione nei riguardi dei cristiani, che si collega in maniera drammatica ad una forma dilagante di intolleranza religiosa che mette in crisi quella che per noi è una delle libertà fondamentali, la libertà religiosa, ovvero la libertà di credere o di non credere, la libertà di cambiare la propria fede religiosa.
Dunque è con preoccupazione che registriamo in questi tempi un fenomeno che ormai ha una dimensione sistematica, la persecuzione dei cristiani sta diffondendo nel mondo una vera e propria cristianofobia. E’ una spia drammatica, convinti come siamo che la libertà religiosa sia la vera via per la pace.
Mai come adesso, mai come in questo sistema globale, mai come in questo mondo contemporaneo la libertà religiosa viene pervertita e mortificata con finalità che sono alternative rispetto ad un mondo di pace.
Per questo siamo convinti che occorra dispiegare ogni forma di legittima pressione nei riguardi delle diverse realtà del mondo in sede diplomatica e che occorra promuovere nelle scuole e nelle società la massima conoscenza del valore costituzionale della libertà religiosa, un riconoscimento pieno e forte della libertà di vivere e professare la propria fede e al tempo stesso di cambiare religione o credo.
Siamo convinti che quest’Aula si debba esprimere forte di una laicità. Il fondamentalismo è un’offesa alla fede, ancorché si presenti con una forma di esaltazione suprema della fede religiosa, allo stesso modo un eccesso di laicismo finisce con l’essere una mortificazione della fede per quanti credono e per quanti non credono.
Il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea è stato convocato per il 31 gennaio, sarà certamente una sede importante per porre il tema di una sensibilità diversa rispetto alle minoranze religiose del mondo e nello specifico rispetto a questa pericolosa crescita vero una cristianofobia, che sicuramente è la spia di un malessere anche più ampio e che quindi riguarda ogni forma di manifestazione religiosa ancorché diversa dal cristianesimo.
E’ per questo motivo che torno all’affermazione iniziale, ossia, riconoscere la libertà religiosa non è soltanto un modo per rispettare la nostra Carta costituzionale, non è soltanto un modo per prestare ossequio alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che tutti accettiamo e condividiamo, ma in questo terzo millennio è anche un modo concreto, attraverso la diplomazia, attraverso un dialogo che si esplica in tutte le forme, per costruire un mondo di pace.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Probabilmente in questo periodo di crisi mondiale ci siamo dimenticati di un’altra emergenza, che è un’emergenza di civiltà.
In questi giorni ad Ancona si è svolto il Consiglio permanente della CEI, dove ieri il presidente Cardinale Bagnasco ha ricordato che oltre alle conosciute polemiche italiane su Ruby o non Ruby ci sono a livello mondiale delle cose molto importanti che riguardano la Chiesa. Tra i punti del suo discorso ha infatti messo in evidenza la violenza anticristiana nel mondo e la libertà religiosa, che considera un problema non solo mondiale ma specificatamente anche europeo, ossia quell’emarginazione dei simboli che vengono denigrati da persone che vivono nella stessa Europa.
Questo grave atteggiamento è probabilmente una nostra mancanza, ma la Lega non ci sta! Infatti la Lega nella mozione a mia firma ha voluto inserire proprio il termine “cristianofobia”. Anche perché finalmente è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite, la stessa Commissione sui diritti umani che sta indagando sull’intolleranza nel mondo ha voluto inserire questo termine.
Cosa si intende per cristianofobia? Si intende la persecuzione, sopratutto attuata negli ultimi anni, verso la religione cristiana. Negli ultimi tempi si è infatti registrato un triste primato. Ricordo, citando solo alcuni fatti tra quelli verificatesi dal 31 ottobre scorso, che a Baghdad, capitale dell’Iraq, un commando di terroristi ha ucciso in una chiesa due sacerdoti e quarantaquattro fedeli, oppure che il giorno di Natale quanto estremisti islamici hanno attaccato due chiese in Nigeria provocando ottanta vittime, fino ad arrivare all’escalation della strage di Capodanno ad Alessandria d’Egitto, quello che ha poi scatenato il crescere delle varie posizioni che hanno visto anche un ampio dibattito sulla stampa locale.
Per cui anche nella nostra Assemblea non possiamo far finta di niente, ma noi vogliamo andare al di là di una semplice e scontata solidarietà e pressione verso le Ambasciate - pensate voi se i kamikaze si possano interessare ad una mozione! -. Certo, sono cose legittime, ma noi chiediamo di fare uno sforzo maggiore a quella sinistra che purtroppo in questi anni ha fatto battaglie per tutelare la cultura di tutte le altre provenienze ma senza mai pensare che quelle stesse culture non tutelano i diritti umani, non tutelano i diritti civili e neppure quelli dei bambini.
Noi allora ci chiediamo perché questo rispetto verso le altre culture non dovrebbe essere un valore rivolto anche verso la nostra, una cultura che al di là della religione è figlia del logos greco, del diritto romano e della filosofia dei lumi.
Ma voglio soprattutto ribadire che le nostre radici cristiane sono fondamentali, però purtroppo abbiamo esempi deleteri di come molti direttori didattici e maestrine della penna rossa le hanno affossate, abolendo presepi, abolendo canti di Natale, abolendo le benedizioni nelle aule scolastiche dei nostri ragazzi. Un terreno sicuramente fertile per far insediare anche da noi ciò che si paventa come una rinascita islamica, una rinascita deleteria, una rinascita che è veramente una vera emergenza di civiltà e di cultura.
Se il detto “la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”, allora anche la nostra tolleranza deve finire dove inizia l’intolleranza degli altri. Noi siamo stanchi di essere tolleranti con gli intolleranti!
E purtroppo anche in questa Assemblea legislativa ci sono state leggi intolleranti verso i nostri cittadini. In quest’Aula sono state bocciate mozioni che chiedevano semplicemente una revisione delle graduatorie per l’assegnazione delle case oppure dell’assistenza o di tutto quello che in questo momento di crisi hanno bisogno i nostri cittadini. Ebbene, nei confronti dei nostri cittadini vi siete dimostrati intolleranti, questo per noi è veramente uno scandalo!
Dunque noi chiediamo delle cose concrete, non quel solito appello scontato verso un fantomatico impegno di qualche ente sovranazionale. Noi chiediamo semplicemente che venga riconosciuta la cristianofobia, ovvero sia riconosciuto che in questo momento storico ad essere maggiormente colpite sono le persone che hanno un credo cristiano. Questo per noi è fondamentale, lo è in qualsiasi rapporto.
Inoltre chiediamo che nei nostri territori venga sospesa ogni ipotesi di costruzione di minareti e moschee, perché un minimo di pari dignità è sicuramente dovuto; tra l’altro si parla tanto di Paesi moderati, ma quando si parla di Egitto e Pakistan, sì, saranno moderati, ma anche lì la situazione è veramente drammatica, allora vorrei proprio sapere quali sono questi famosi Paesi moderati dove l’islam ammette anche le altre religioni!
Infine chiediamo, a rispetto della nostra provenienza, l’istituzione di una data, il 30 giugno, a ricordo di tutte le attuali vittime cristiane, che è lo stesso giorno in cui la Chiesa romana ricorda i suoi protomartiri che vennero trucidati nei giardini vaticani da Nerone dopo l’incendio di Roma avvenuto nel mese di luglio dell’anno 64 d.C.
Pertanto chiedo a questa Assemblea degli impegni concreti e non solo parole.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marinelli, ne ha facoltà.

Erminio MARINELLI. La mozione da me sottoscritta l’ho presentata i primi di dicembre. Nello specifico è a salvaguardia non soltanto del diritto alla religione dei cristiani, ma per i gravi episodi capitati in questo ultimo periodo in Iraq, ripetutisi poi anche in Nigeria e in Egitto. E’ una situazione che ha coinvolto i nostri fratelli cristiani provocando dei danni inimmaginabili dal punto di vista fisico e soprattutto morale.
Non mi dilungo e non voglio neppure aggiungere nessun altro contributo rispetto a quello che hanno dato i Consiglieri che mi hanno preceduto, voglio però ricordare ciò che è accaduto in Iraq, paese dove sono state massacrate ventisei persone, molte delle quali fortunatamente si è riusciti a portarle e Italia e quindi a curarle.
In Iraq vi è una situazione particolare, ossia c’è una volontà politica orientata ad eliminare i cristiani, cittadini che rappresentano una parte importante della società irachena. In Iraq vi è una popolazione di 22 milioni di abitanti, i cristiani rappresentano solo il 3%, però poi sono il 35% della fascia maggiormente istruita, ovvero sono quelli che intervengono più direttamente nell’istruzione e negli interventi della società civile. Vi sono scuole gestite da suore, da padri gesuiti, vi è anche un collegio universitario nel quale vi ha addirittura studiato il primo ministro. Ma la presenza dei cristiani viene vista come un qualcosa che ostacola la crescita, la rinascita culturale ed economica dell’Iraq, per cui i cristiani devono essere eliminati o addirittura essere utilizzati come merce di scambio con i terroristi di altre nazioni.
L’aumento della disoccupazione fra i cristiani, le confische arbitrarie, la violazione della libertà religiosa e di pensiero, i rapimenti, gli attentati, sono una risposta chiara di quella volontà politica irachena che vuole appunto eliminare intelligencja attraverso i cristiani.
Ovviamente la libertà religiosa è un principio al quale tutti crediamo, per cui dobbiamo essere quanto mai uniti. Come unita secondo me sarà l’Unione europea quando in settimana voterà contro questo modo che impedisce di potersi esprimere.
A conclusione prendo a prestito le parole di Bertone che dice: “la società deve combattere la discriminazione verso i cristiani con la stessa determinazione di come si fa per l’antisemitismo e l’islamofobia”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Trenta, ne ha facoltà.

Umberto TRENTA. Questa mozione così come posta merita il rispetto per motivi direi quasi scontati, ma apre lo scenario, peraltro anche a seguito della visita del Cardinale Bagnasco presente nelle Marche per questioni riguardanti la CEI.
Allora mi viene innanzitutto da introdurre un argomento: fede e religione; e qui prendo la battuta simpatica del mio Capogruppo Massi che per “fede” lui subito pensa ad Emilio, che la dice chiara sul mistero dell’animo umano!
Io quando parlo di fedi penso a progetti di pace, l’argomento è questo, perché poi dalla pace si passa a pace, e pace è parola di Dio.
Allora qual è la differenza che innesca queste polemiche e questa recrudescenza tra uomini di religioni diverse? E’ la fede che arma il terrorismo religioso o sono le fedi in contraddizione con se stesse?
Oggi in Aula avrei anche evitato di fare questo mio intervento, ma io non mi stancherò mai di ricordare, di pungolare, insomma voglio essere come una piccola goccia che in ogni Consiglio riporta il tema sulla legge regionale n. 9 del 2002.
Ecco allora che nel Vangelo la parola più abusata non è amore ma ipocritos!
Caro Presidente Spacca, io mi onorai e mi emoziona ancora vedere lei firmare il manifesto a sostegno dell’Università per la pace dei Premi Nobel. E quella era la differenza tra il relativo e l’assoluto. Cosa che oggi pervade ancora, nonostante le morti, e quindi la negazione della vita che è un dono che non ci appartiene, nel perseguire cioè con l’indifferenza, e quindi con l’ipocrisia, tutto ciò che di buono abbiamo fatto, Presidente Spacca.
Ma lei con la sua affabilità – io sarò sempre legato a lei per questo motivo -, che a volte è messa a dura prova dal contrasto all’interno degli schieramenti politici, non difetta il dono della verità.
Allora è in nome di questa verità che mi permetto di dire che grazie a quella internazionalizzazione che lei, Presidente, presiede con capacità e intelligenza… Presidente, non mi faccia le mossette! Io le sto parlando con il cuore, una cosa che forse non le capita spesso in quest’Aula, che magari è anche un luogo improprio per parlare con il cuore. Le sto parlando con il cuore di una persona che è legata istituzionalmente a quel progetto di legge, che è legata alla sua scaturigine. Quindi, dicevo, lei che è depositario di qualcosa di importante nel dibattito internazionale, come credo anche nello scontro eversivo del terrorismo, oggi potrebbe portare una risposta laica per un impegno cristiano. Un impegno cristiano vincolato all’eredità spirituale di Madre Teresa di Calcutta e ai quattro cardini di Sua Santità Papa Wojtyla, ossia, verità, giustizia, amore e libertà.
Ecco quello che a noi interessa, oltre ovviamente la democrazia. La democrazia, infatti, se non va verso la libertà degli uomini nelle proprie coscienze, nel proprio animo, nel proprio agire, non è un passaggio compiuto.
Quindi ho voluto approfittare di questa mozione per ricordarle, Presidente, che ora verrò a parlarle ufficialmente, perché mi deve dire se vuole rispettare quelle che sono le risoluzioni dell’Onu contenute in quella scrittura privata che parla appunto di Associazione università per la pace.
E “pace”, Presidente, è la parola di Dio. “Siate costruttori di pace” è l’impegno di Papa Wojtyla. Quei quattro cardini, verità, giustizia, amore e libertà, dovrebbero essere il sale del suo agire, Presidente. Ma di questo io non ho dubbi, perché so di parlare all’amico Gian Mario, a quell’amico d’infanzia di quando ci legava la DemosCrazia. (…) Bèh, abbiamo qualche anno di differenza, ma idealmente siamo nati nel pensiero libero di uomini liberi, e non in quello che può suscitare quando io parlo di fede, ovvero svilirla con il nome di Emilio. Per cui, Presidente, il mio discorso è molto profondo e deve toccare il suo cuore e la sua anima.
Dunque sono questi i motivi per cui io nei miei interventi farò sempre riferimento a quella grande legge che lei, Presidente, insieme alla Giunta, sostenne nella legislatura 2000-2005.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l’Assessore Marconi, ne ha facoltà.

Luca MARCONI. Voglio intervenire anche per fornire a questo riguardo l’indicazione del mio Gruppo, quindi vado a un pronunciamento diretto sulle tre mozioni.
Condividiamo appieno quella dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Acacia Scarpetti, Donati, condividiamo anche quella del Consigliere Marinelli, almeno nella parte relativa agli impegni che si vogliono assumere. Abbiamo invece delle grosse riserve riguardo a quella presentata dal Consigliere Zaffini, nella quale notiamo innanzitutto una profonda contraddizione. Ossia, non vorremmo essere in questa operazione più cattolici del Papa! Visto che il Santo Padre in occasione del referendum della Svizzera riguardo all’apertura o meno delle moschee si è dichiarato contro il pronunciato negativo di quella Regione. Cioè quando la Svizzera ha vietato la costruzione delle moschee il Papa ha sottolineato che quel modo di procedere è sbagliato. Quindi una impostazione diversa riteniamo non possa essere accettata.
Peraltro è anche controproducente, perché parlare ad esempio del riconoscimento della cristianofobia in tutti i dialoghi significa non dialogare più con l’islam. E siccome anche in questa nostra regione abbiamo una forte componente islamica, io sono perfettamente del parere, come Assessore all’immigrazione, che bisogna parlare con gli islamici per sottolineare le contraddizioni e le negatività dei comportamenti dei loro amici o connazionali in altre parti del mondo, se invece interrompessimo qualsiasi forma di dialogo non saremmo più in condizione di dire niente.
Quindi siamo contrari a questa impostazione. Inoltre mi permetto di dire che queste cose vanno sempre trattate con molta delicatezza. C’è una versione della guerra in Iraq forse sconosciuta ai media e ai più, che è stata un po’ l’origine di questi mali. Prima è stata ricordata la numerosa comunità cristiana presente in Iraq, come è anche vero che la maggior parte dei ministri e dei fiduciari di Saddam Hussein erano cristiani, persone largamente disposte ad un’operazione che vedesse la fine di quel regime in forma meno violenta di quanto è avvenuto. In quel periodo si è mossa molta diplomazia, e si è mossa partendo proprio da Giovanni Paolo II che ha cercato in tutti i modi di evitare una guerra. Una guerra che seppur fatta nei confronti di un fanatico o di un dittatore è pur sempre una guerra che porta sì alla distruzione del dittatore ma anche alla distruzione di centinaia di migliaia di persone. Ebbene, abbiamo avuto un po’ l’impressione che una parte dell’occidente non sia stata così attenta a quelle intenzioni di pace che potevano essere invece raggiunte attraverso una mediazione, si è voluta la guerra a tutti i costi.
Quindi stiamo molto attenti a non confondere quella che è la dimensione dell’Occidente, le sue nazioni, i suoi popoli, i suoi governi, le sue politiche, con quella che è la realtà dei cristiani.
Direi piuttosto che come comunità marchigiana – già lo facciamo in parte con i minori fuori famiglia – potremmo dimostrare in futuro nei confronti dei profughi che provengono da questi paesi, di qualsiasi etnia o religione essi siano, una maggiore attenzione e una maggiore accoglienza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Riferendomi alla mozione n. 93 firmata dai Consiglieri Giorgi, Acacia Scarpetti, Eusebi, Donati, sicuramente apprezzo un cambiamento di rotta rispetto a ciò che la Giunta regionale, la maggioranza di questa Regione ha fatto e soprattutto rispetto al modo con cui si è comportata negli anni o mesi scorsi.
Tutto quello che sta avvenendo oggi sulla questione della libertà religiosa sono decenni che nel mondo si verifica; io ho avuto modo di visitare l’Egitto nel 1981, parlando con dei cristiani che avevo conosciuto capii che già da allora venivano perseguitati. Certamente non si era arrivati alla strage che si è verificata qualche settimana fa, ma è comunque una cosa che va avanti da troppo tempo nel silenzio generale. Quindi mi associo anche al discorso dell’ipocrisia che ha fatto prima il collega Trenta.
Vedo che finalmente nella mozione prendete l’iniziativa di parlare anche della Cina, una mozione, come tantissime altre, che dunque chiede al Presidente della Giunta di attivarsi verso il Governo nazionale affinché questo interceda verso gli altri. Allora quando noi abbiamo avuto sul nostro territorio l’Ambasciatore cinese glielo potevamo dire direttamente! Abbiamo avuto la fortuna di ospitarlo quindi non c’era bisogno di aspettare che se ne andasse per poi chiedere al Governo: “quando vedi l’Ambasciatore cinese gli dici che lì succede quello che succede”. (…) Benissimo, quando tornerà lo accoglieremo di nuovo!
Caro Presidente, a questo proposito vorrei cioè ricordarle che è possibile parlare di diritti umani in modo corretto anche quando si affrontano determinati incontri, quando se ne ha la possibilità. Come ad esempio è accaduto qualche giorno fa negli Stati Uniti quando in un’occasione il Presidente Obama ha tranquillamente parlato di diritti umani. Cosa che invece il Presidente di questa Regione non è riuscito a fare, perlomeno con modo deciso e chiaro rispetto ad alcune realtà. Realtà per le quali, appunto, non si ha avuto il coraggio di dire - come è stato detto negli Stati Uniti - che ogni giorno, al di là della questione dei cristiani (peraltro non tutti forse sanno che il regime comunista cinese si arroga anche il diritto di nominare dei vescovi, bene, ve lo suggerisco io, potrebbe essere un’integrazione!) c’è una Tien’anmen quotidiana, perché lì ad esempio la politica del figlio unico fa sì che ci siano degli aborti forzati (aborti forzati che avvengono quotidianamente e che nel giro di breve tempo arrivano addirittura al numero esorbitante di 35 mila).
Questa è una mozione e quindi si prende un impegno, però quando abbiamo avuto la “fortuna”, ripeto, di poter parlare direttamente con uno di questi soggetti che voi citate – li citate voi, non io – questa opportunità non l’abbiamo colta. Allora prendiamoci l’impegno nella prossima occasione di evidenziare direttamente a quegli esponenti che rappresentano un Governo cinese – ma se ne capiteranno degli altri che si faccia la stessa cosa - che un regime comunista non può assolutamente arrogarsi il diritto di nominare dei vescovi – ed è intollerabile che questo grave fenomeno non venga evidenziato con forza -, come non può nemmeno far abortire forzatamente tutte le donne che hanno già un figlio. Ritengo sia un atteggiamento indegno di qualsiasi paese che non protesta per quello che accade nel Tibet o per quel che accade nel Turkestan orientale, gli Uiguri che avete citato anche voi.
Faccio allora una proposta. Nella scorsa legislatura abbiamo invitato il premio Nobel Menchù, per cui vi chiedo di fare un’operazione simile invitando in questa Assemblea legislativa il Dalai Lama o la rappresentante del popolo Uiguro.
Questo sarà un segnale molto più forte di una mozione, perché dimostrerà che noi non solo siamo attenti ai problemi di chi è molto lontano (ma che allo stesso tempo è molto vicino), ma che lo vogliamo certificare anche con la presenza fisica sia del Dalai Lama che è già premio Nobel, sia di Rebiyia Kadeer, una esponente del popolo Uiguro che era nelle nomination per il premio Nobel.
Quindi un invito non solo a presentare mozioni ma anche ad agire in un modo concreto. Penso che un invito rivolto ad uno di questi due personaggi possa dare un segnale di inversione di tendenza e possa essere molto più concreto di una serie di mozioni. Atti sicuramente importanti ma che hanno un significato diverso rispetto al riconoscimento ufficiale da parte dell’Assemblea legislativa delle Marche di quelle persone che si battono per gli stessi principi evidenziati in queste mozioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Anch’io condivido l’impostazione delle mozioni in merito alla libertà di religione nel mondo presentate dai Consiglieri Giorgi, Eusebi, Donati, Acacia Scarpetti e dal Capogruppo Marinelli, che dunque ringrazio.
Se è vero che in passato siamo stati un po’ troppo disattenti, volutamente o inconsciamente, alle criticità dei cristiani nel mondo, oggi questo problema è invece fortemente sentito.
Il problema della libertà di religione dei cristiani in Pakistan, come evidenziato nella mozione, sicuramente è vero ed oggi in quei luoghi è un argomento molto sentito, visti anche gli ultimi attentati, ma sicuramente è un problema sentito in tutto il mondo. Non posso infatti dimenticare l’attentato di pochi mesi fa avvenuto in India o di tutte quelle altre problematiche magari meno evidenti ma che i cristiani nel mondo oggi comunque avvertono, e che fortunatamente, anche grazie ai mass media, raggiungono le sensibilità di noi occidentali.
Io non voglio pensare che ci sia un obiettivo internazionale – di questo qualcuno ne parla ma non penso possa mai accadere – che spinga a mandare la maggior parte dei cristiani nei paesi occidentali. Credo sia uno scenario fantomatico, ma comunque il modo di operare nel mondo di alcuni estremisti che attaccano scientemente i cristiani, sicuramente a tutti noi dà da pensare.
Pertanto sono convinto che questa mozione possa essere un ulteriore arricchimento della sensibilità della politica regionale marchigiana a quel percorso religioso che ognuno di noi ha.
Voglio qui portare anche una mia esperienza che ho avuto da Sindaco quando come città di Loreto abbiamo fatto il gemellaggio con la città di Nazareth. Ebbene, non so ci siete stati, ma lì si vede chiaramente che c’è una Nazareth bassa storica dove vi sono cristiani e mussulmani, poi sulle colline attorno alla città vi sono gli insediamenti nuovi degli israeliani. Alcuni religiosi e religiose di Nazareth, con cui ho avuto modo di parlare, mi dicevano che noi cristiani siamo gli ultimi della catena, prima ci sono gli israeliani che controllano, poi ci sono i mussulmani per il numero e per i finanziamenti che ottengono, infine ci sono i cristiani, seppure parecchie scuole cristiane siano frequentate anche dai mussulmani.
Dunque queste situazioni – che peraltro si possono vedere solo recandosi in quei posti in quanto non c’è una grande evidenza mediatica - dimostrano quanto oggi la cristianità nel mondo sia in difficoltà. Ma non per quello che dice o pensa, bensì per atteggiamenti estremisti che nulla hanno a che fare con le religioni. Atteggiamenti estremisti che sicuramente non giovano a una stabilità religiosa.
Quindi per quanto mi riguardo io sono fortemente convinto a votare queste due mozioni, magari trovando se possibile anche una sintesi. Mentre la mozione del Consigliere Zaffini, seppur sempre nel rispetto di chi presenta gli atti, ritengo sia molto provocatoria – forse se ne rende conto lo tesso Consigliere -. Tra l’altro l’atteggiamento in essa richiamato non è neanche voluto dalle massime autorità religiose, seppure possa magari far presa tra alcuni cittadini. Secondo me una mozione dal contenuto così forte significherebbe solo passare dalla ragione al torto, perché il nostro atteggiamento sarebbe proprio uguale a quello che oggi critichiamo.
Quindi invito il Consigliere Zaffini a ritirare la sua mozione e a rapportarsi con le altre presentate, che a mio avviso sono orientate al rispetto della religione, criticando gli atteggiamenti che ci sono stati in particolar modo nei confronti dei cristiani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Per esprimere la condivisione del contenuto delle mozioni Marinelli e Giorgi ed altri, e quindi per ringraziare i Consiglieri di aver posto questo tema così importante e così urgente all’ordine del giorno.
Sappiamo che anche il Parlamento, mi sembra con una condivisione unanime, con una risoluzione di più mozioni abbia votato la condanna a ogni forma di cristianofobia, e soprattutto con l’auspicio che questa cessi nel mondo e che atteggiamenti simili non appartengano più alla civiltà e alla politica dei governi e dei popoli odierni.
In sintesi, per evitare ulteriori discussioni, credo non siano da ripetere le considerazioni, che condivido pienamente, contenute nella parte emotiva e dispositiva delle mozioni che ho menzionato.
Il problema dei cristiani nel mondo è forte, lo ricordavo anche quando votammo all’unanimità la mozione per Asia Bibi condannata per blasfemia e quindi vittima anche lei di intolleranza religiosa nel proprio paese, il Pakistan. Allora dissi che Antonio Socci ricorda spesso che i nuovi perseguitati in questo secolo, il cui numero risulta essere abnorme, sono proprio i cristiani.
Voglio però brevissimamente allargare il tema.
Come ricordava anche l’Assessore Marconi, questo non è un problema che appartiene solo al mondo o solo ai popoli stranieri, quindi un problema lontano che può lasciare le nostre coscienze indenni da esami di coscienza o da esami di una possibilità di cambiamento culturale, comportamentale nei toni, nei modi o come costume e sistema di vita. Perché per tutti noi è possibile dare il proprio apporto per migliorare non solo la condizione dei cristiani ma sicuramente anche di accettazione di ogni libertà religiosa; perché il discorso è sui cristiani ma la difesa è della libertà religiosa in genere.
A tutti nel nostro piccolo - quindi anche in Italia nella mentalità che impera, che a mio avviso per buona parte rischia di essere il nesso eziologico delle intolleranze religiose cristianofobe che avvengono - è possibile fare qualcosa.
Io ritengo che una mentalità relativista, massimalista, di cosiddetto integralismo laicista (infatti troppo spesso associamo la parola integralismo a quello religioso, quando credo che sia dominante nel mondo, come qui, come in Italia, come in certi ambienti anche delle Marche, un integralismo laicista che fa sì che tutti meno i cattolici, e in certe fasi meno il Papa, possano dire la loro), una sorta di mentalità nichilista, a mio avviso troppo spesso ha fatto il paio con una cultura di sinistra, con una cultura che ha favorito la negazione di ogni spirito, la negazione di entità valoriali, insomma, quella negazione che non ha posto al centro l’uomo con i suoi valori, anzi, spesso negando la necessità di fare questo.
Questo fa sì che l’humus culturale di intolleranza - che, ripeto, non è solo nei confronti dei cristiani ma di tutto ciò che appartiene all’etica, allo spirito, alla presenza di valori non negoziabili - spesso ha attecchito grazie ad una connivenza di un preciso pensiero ideologico e troppo spesso anche culturale.
Dico questo non per alzare il dito contro nessuno, ma per dire che tutti nel nostro piccolo, nel nostro ambiente, possiamo fare tanto, ponendo appunto al centro il confronto e il dialogo e soprattutto l’uomo con i suoi valori, quindi un nuovo umanesimo, quello che i cattolici e la Chiesa cattolica in primis predica.
Spero allora che l’Ufficio di Presidenza, che nelle sue competenze di sicuro può farlo, esamini e valuti l’ipotesi di invitare il Dalai Lama, come chiede il Consigliere D’Anna e così come altre cariche istituzionali della nostra nazione hanno fatto, e come penso sia giusto fare per dare un segnale forte.
Ritengo dunque che tanto si possa fare. E questa mozione è giusto che porti i numeri delle problematiche dei paesi intolleranti dove è più forte il problema, ma deve anche provocare una riflessione sul nostro modo di comportarci. Allora qui faccio un accenno anche alla mozione del collega Zaffini. Mozione che come Futuro e Libertà non voteremo perché la chiusura apodittica, che può sembrare intollerante, collega Zaffini, sulle moschee posta in una mozione - che invece deve essere di apertura, di confronto, di grande accoglienza rispetto alla libertà religiosa - stride, stona e sicuramente, per quanto ho detto, va contro un costume, un pensiero, un modo di fare che tutti noi dovremmo invece modificare, acquisire, rendere più accogliente, più favorevole all’integrazione. Quindi va un po’ a negare, se non a ridurre e ridimensionare, la portata della prima parte della mozione.
Insomma, non ritengo sia questo il momento di dire dei no, ma che sia invece il momento di ribadire dei sì incondizionati alla libertà religiosa.
Per questo motivo come Futuro e Libertà sicuramente voteremo le altre due mozioni ma non quella della Lega.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Giorgi, ne ha facoltà.

Paola GIORGI. Ritengo che il dibattito in Aula su questo tema sia stato importante.
Vorrei dire una cosa al Consigliere D’Anna. Lui ha notato nella nostra mozione la presenza della Cina, che noi coerentemente abbiamo inserito, ed avere come Regione Marche, attraverso l’importantissima opera istituzionale svolta dal Presidente Spacca, la possibilità di rivolgerci direttamente a questo Paese è un’opportunità in più che abbiamo.
Abbiamo detto che la libertà religiosa è un passo importante verso la pace, per cui ritengo che azioni oppressive non portino a nulla. Il dialogo è la base di una crescita civile di un Paese in cui appunto c’è il confronto, quello che anche la Regione Marche tramite l’azione del Presidente Spacca sta portando avanti con grande forza.
Lei questo lo ha sottolineato, Consigliere, ma era chiaro sottolinearlo proprio perché qualcun altro l’aveva già evidenziato.
Ritengo che la mozione del Consigliere Marinelli sia condivisibile, in qualche maniera integra un po’ la mozione presentata dal Gruppo Italia dei Valori.
Al Consigliere Zaffini, insieme al Consigliere Marinelli, abbiamo invece chiesto se voleva ammorbidire nei toni quella da lui presentata – come detto anche nel dibattito in Aula –, ma questa volontà non c’è.
Pertanto secondo noi è importante votare sia la mozione del Consigliere Marinelli sia la mozione presentata da Giorgi, Eusebi, Acacia Scarpetti, Donati, perché non stiamo parlando di politica bensì di un diritto fondamentale che quindi va oltre altre cose.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Ritengo che il diritto alla libertà religiosa vada garantito sempre e ovunque nel mondo e in Europa, ma anche in Italia. Dico questo perché dobbiamo certo assolutamente preoccuparci, come è giusto che sia, della libertà religiosa di chiunque nel mondo, non solo dei cristiani, ma dobbiamo preoccuparci anche e sopratutto del diritto alla libertà religiosa dei cristiani a cominciare dall’Italia – dell’Italia! - e ovviamente in tutto il mondo.
Quando uno scrittore giornalista importante, che non è certo di destra, come Giorgio Bocca, dice che quando la percentuale degli stranieri supera il 5% i problemi legati alla multietnicità e alla multirazzialità cominciano ad essere problemi seri e importanti, allora penso che qualche riflessione la dovremmo fare.
La dobbiamo fare nelle Marche dove la media degli stranieri residenti è del 10%, più i clandestini che non conteggiamo. La dobbiamo fare soprattutto in alcune realtà del maceratese, che io conosco bene, a cominciare da Porto Recanati che ha il record italiano della presenza di stranieri, il 22%, e se aggiungiamo i clandestini contati in maniera forfettaria, circa 1.500, sicuramente supereremo il 30% della popolazione ed in estate tra l’altro aumentano.
Ed è così anche per altre realtà che io conosco bene, vedi Corridonia, Monte San Giusto, realtà dove essere italiani significa ormai essere quasi minoranza e quindi esserlo anche nei valori cristiani.
E’ per questo che dico che il diritto ad essere cristiani lo dobbiamo tutelare anche nelle nostre scuole, nei nostri quartieri, nelle nostre città italiane, nelle nostre città marchigiane, quindi non solo in quelle di altre nazioni o di altri continenti.
Quando invece nelle classi di Porto Recanati, di Monte San Giusto o di Corridonia un terzo è italiano e due terzi sono stranieri – la percentuale mediamente è questa - è molto difficile poter tutelare i valori cristiani. Quando non è possibile prepararsi al Santo Natale, quando non è possibile fare riferimento ai valori cristiani altrimenti si offende la maggioranza della città (quei 2/3), ecco allora che nelle nostre città, nei nostri paesi, nelle nostre realtà viene minato il diritto ad essere cristiani. Di questo dobbiamo molto preoccuparci.
Qui ho sentito parlare di scenario fantastico, ossia un Consigliere ha detto che sono tutte invenzioni. No, lo scenario è scientifico, caro Consigliere! C’è un sistema voluto, purtroppo, non è soltanto di pochi estremisti, è un piano organizzato. E’ da questo allora che dobbiamo partire.
Come Capogruppo Lega Nord condivido tutte e tre le mozioni, però devo dire che le prime due, quella del Gruppo Italia dei Valori e quella del Consigliere Marinelli sono poco efficaci. Nel senso che c’è la classica condanna all’intolleranza religiosa, quindi l’affermazione alla libertà religiosa, e insieme c’è l’appello alla nostra diplomazia. Va benissimo, ma l’unica mozione veramente concreta che va oltre queste cose è quella del Consigliere Zaffini, il quale parla del riconoscimento della cristianofobia, prima cosa concreta, inoltre, seconda cosa concreta, chiede di sospendere le moschee, che in Italia sono 800; per carità, per me potrebbero essere anche 1.800 o 2.800, non c’è problema, ma solo con diritto di reciprocità, ossia quando avremo noi cristiani il diritto di fare 800, 1.800, 2.800 chiese in Arabia Saudita e in tutti gli altri Paesi islamici. Questo è ciò che significa rispetto, reciprocità religiosa. La terza cosa concreta che si chiede è l’istituzione della giornata in memoria dei martiri cristiani.
Quindi io voterò tutte e tre le mozioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Voglio ricordare a tutti che il 31 gennaio scade l’abbonamento alla Rai, pagatelo tutti! Utilizzo questo microfono per dire che mi autodenuncio e mi consegno alla Guardia di Finanza perché ho versato 85 euro di canone. Perché? Perché sui quattro servizi previsti tre ce l’ho, piaccia o non piaccia, ossia Rai 1, Rai 2 e Rai 3, ma non ho Rai regionale. Oggi rai regionale è assente, allora non è possibile che Rai regionale sta qui solo quando pensa che possa esserci qualche gazzarra. Fa offesa alla cultura e all’informazione non partecipare quando ci sono temi affrontati costruttivamente come oggi, alcuni anche drammatici, vedi l’inquinamento ambientale. La Rai oggi non c’è! Però la Rai per la Giunta c’è sempre! Quindi pensate allo squilibrio che c’è. Però noi abbiamo diritto a questo servizio sia come Consiglieri sia come cittadini.
Quindi domani consegnerò il mio bollettino di 85 euro anziché 110 perché, ripeto, come cittadino il servizio Rai regionale non ce l’ho. Non è possibile che Rai 3 fa comunicazione politica soltanto una volta la settimana e solo quando in Aula ci sono gli striscioni!

PRESIDENTE. Consigliere Massi, io la multo di 50 euro perché va fuori dal tema!

Francesco MASSI. Io le do anche di più, Presidente! Ho posto tale problema, caro Presidente, perché questo è un servizio pubblico. Se non ci vengono le Rai private non ce ne importa niente, ma se non ci viene il servizio pubblico è gravissimo! E non è la prima volta che avviene! Non è la prima volta che non c’è informazione sui Gruppi e anche sulle minoranze. E questo lo dico anche per i Gruppi di maggioranza, alcuni dei quali spesso non hanno accesso all’informazione.
Quindi chiedo al Presidente e all’Ufficio di presidenza di farsi carico di tale problema.
Vado al punto in discussione, che per quanto ci riguarda è stato illustrato dal collega Marinelli.
L’orientamento del Gruppo del PdL è di votare la mozione Giorgi ed altri e la mozione Marinelli. Invece ci asteniamo, per discorsi che sarebbero abbastanza lunghi, ma che comunque sono stati sufficientemente illustrati, su quella del collega Zaffini.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 93 dei Consiglieri Giorgi, Acacia Scarpetti, Eusebi, Donati.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 90 del Consigliere Marinelli. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 92 del Consigliere Zaffini. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Mozione n. 53
del Consigliere D’Anna
“Sostituire le coperture in amianto con il fotovoltaico”
(Discussione e ritiro)

PRESIDENTE. Passiamo ora alla trattazione della mozione n. 53 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.

Giancarlo D’ANNA. Questa mattina ho chiesto l’anticipo di questa mozione - Presidente Spacca, lei non era ancora presente in Aula -, da me presentata nel settembre 2010, riguardante la sostituzione delle coperture in amianto con il fotovoltaico.
E’ una problematica che nei giorni scorsi ha avuto un riscontro positivo. Tanto è vero che in una conferenza stampa di ieri lo stesso Presidente ha voluto aderire, proprio come si chiede in questa mozione, alla campagna di Legambiente “Eternit free: zero CO2”, al fine di eliminare l’amianto e per far parte di quel gruppo di Regioni (la prima è stata la Toscana) e di Province (come quella di Lecce) che approfittando di una certa situazione hanno dato priorità alla bonifica dei tetti di edifici pubblici o privati, sostituendo appunto l’amianto con il fotovoltaico.
Prendo atto quindi che una proposta proveniente dall’opposizione viene condivisa. Proprio qualche settimana fa il Presidente Spacca diceva che non c’era interscambio di proposte positive fra opposizione e maggioranza, per cui questa è la testimonianza che su certe tematiche si può invece andare d’accordo. Anzi, si deve andare d’accordo. Lei infatti sa benissimo, Presidente, che in Italia i decessi attribuibili all’amianto sono 3 mila l’anno, tra l’altro il picco lo vedremo solo tra qualche anno. Quindi cercare di intervenire in modo serio e continuativo, Presidente, è sicuramente importante.
Lei ricorderà benissimo che in passato il sottoscritto presentò anche una proposta di legge sulla rimozione dell’amianto. Oggi certamente ci sono delle opportunità in più, ma seppure ci siano gli incentivi statali ai quali si aggiungono – per lo meno da notizie di stampa - 250 mila euro della Regione Marche, non penso debba finire qui.
Nel senso che una volta che si è preso atto che il problema serio va anche affrontato in modo diverso.
Quindi mi auspico che al di là dell’adesione a questa campagna “Eternit free”, sulla quale, ripeto, c’era anche una proposta dell’opposizione che quindi è stata direttamente o indirettamente, recepita, ci sia anche continuità nell’affrontare la problematica dell’amianto. Come pure deve esserci una maggiore attenzione verso quel proliferare di impianti fotovoltaici a terra. Impianti che purtroppo qualche settimana fa ci hanno portato alla ribalta del Tg1, ovvero c’è stato un servizio dedicato a questa problematica nel quale alcuni stranieri, olandesi e inglesi, venuti nel nostro territorio a fare investimenti, si sono lamentati che le caratteristiche delle colline, diventate l’icona pubblicitaria della nostra regione anche attraverso uno spot sicuramente discusso, controverso e dibattito, non sono più le stesse.
Dunque è evidente che questa operazione “Eternit free” se non altro consente di ridurre l’impatto visivo e l’invadenza del fotovoltaico. Su cui, vorrei ricordare, la nostra Regione è sicuramente intervenuta in ritardo, ed oggi ne vediamo le conseguenze in quello che io ho definito un vero e proprio stupro delle realtà paesaggistiche nel nostro territorio.
Prendo atto che pur non essendo stata discussa nel momento in cui ho presentato questa mozione da me sottoscritta da questo punto di vista c’è comunque una sintonia. Quindi apprezzo la scelta della Regione Marche di aderire a questa importante campagna, ma voglio sottolineare ancora una volta che non avrebbe senso, Assessore e Presidente, se poi non si continuasse su due fronti. Innanzitutto quello di una maggiore attenzione e quindi incentivi per la rimozione dell’amianto che in questo momento di crisi possono creare occupazione; però, attenzione, rimozione dell’amianto non solo nei grossi edifici ma anche nei piccoli edifici privati. Porto un esempio, seppure la Regione Marche sia consapevole di questo problema, ci si deve rendere conto che molto spesso per il pensionato che ha il vecchio garage, il pollaio, un ripostiglio con la tettoia in amianto fare il cambiamento sarebbe antieconomico. Se allora non intervenissimo anche con altri incentivi magari di minore quantità il rischio potrebbe essere che continui ad accadere ciò che è già successo, ovvero che ognuno si libera dell’amianto a modo suo, magari abbandonandolo nell’ambiente, creando così possibili danni alla salute, come pure costi aggiuntivi, perché poi saranno i Comuni o le Province a dovervi far fronte.
Ci tenevo a fare questa discussione, Presidente, ma era anche per conoscere un po’ meglio i termini di questo accordo siglato ieri, per sapere se in prospettiva c’è l’intenzione di continuare nella politica dell’amianto o comunque vigilare ancora di più relativamente alla proliferazione del fotovoltaico a terra.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, prima di porre in votazione la sua mozione ritengo si debba emendare in quanto c’è una scadenza riferita al dicembre 2010.
Ha chiesto la parola l’Assessore Donati, ne ha facoltà.

Sandro DONATI. La mozione del Consigliere D’Anna è sicuramente di notevole importanza, ma chiedo venga ritirata. Proprio ieri, infatti, abbiamo siglato il protocollo d’intesa con i soggetti interessati, garantendo un’assistenza sia alle grandi imprese che ai privati. Un’assistenza che deriva da un supporto tecnico progettuale e anche finanziario da parte delle banche. Con l’aiuto quindi da parte della Regione per favorire il fotovoltaico non più sui terreni, come ha detto lei, Consigliere, bensì sui tetti delle imprese.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Prendo atto che i suggerimenti venuti anche dall’opposizione sono stati recepiti dalla maggioranza. Questa mozione aveva anticipato la scadenza naturale degli incentivi che appunto sarebbero terminati a dicembre, però oggi c’è una proroga, questo vuol dire che siamo nella direzione giusta. Ripeto, mi auguro che su questo ci sia continuità.
Pertanto ritiro volentieri la mozione perché l’obiettivo che mi ero prefissato è stato raggiunto.

PRESIDENTE. Bene. Grazie, Consigliere D’Anna.

Mozione n. 98
dei Consiglieri Massi, Marinelli, Zinni, Foschi, Carloni, Acquaroli, Ciriaci, Natali, Trenta, D’Anna
“Trasporto sanitario d’emergenza e programmato”
(Rinvio)

PRESIDENTE. Questa mattina è stata iscritta all’ordine del giorno la mozione n. 98 a firma Massi, Marinelli, Zinni, Foschi, Carloni, Acquaroli, Ciriaci, Natali, Trenta, D’Anna, alla quale sono collegate una serie di interrogazioni, la n. 258 del Consigliere Binci, la n. 135 del Consigliere Acacia Scarpetti, la n. 252 del Consigliere Pieroni, la n. 254 dei Consiglieri Zinni, Acquaroli, la n. 255 dei Consiglieri Marinelli, Massi.
Ha chiesto la parola l’Assessore Luchetti, ne ha facoltà.

Marco LUCHETTI. A nome dell’Assessore Mezzolani chiedo il rinvio di questa mozione, intanto perché non c’è l’Assessore che è impegnato per motivi istituzionali. Posso però comunicare che rispetto a questo problema c’è la massima attenzione.
Una questione su cui purtroppo sono intervenute delle normative europee che turbano il quadro che avevamo delineato con la legge 13/2008 di modifica della 36, che purtroppo ha comportato questo tipo di impostazione. Quindi non c’è stata una volontà da parte della Giunta, però stiamo tentando di trovare una soluzione.
Quella normativa che avevamo posto in essere con la Finanziaria era stata chiesta direttamente dal Ministero per ovviare le procedure di infrazione che venivano addebitate alla Regione Marche.
Ora vediamo come poter ottemperare a questo quadro in modo da poter salvaguardare questo grande patrimonio di volontariato che si esprime attraverso le Croci.
L’Assessore Mezzolani potrà essere comunque più chiaro anche riguardo le trattative che si stanno attuando proprio per rideterminare un quadro di maggior chiarezza.
Ecco quindi che sarebbe opportuno un rinvio di questa mozione, perché appunto l’Assessore potrà meglio spiegare il punto della situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Non so se può valere come intervento contro, perché voglio fare una proposta, non quindi un intervento contro.
Se è assente l’Assessore mi pare sia rispettoso e doveroso non procedere alle interrogazioni, invece la mozione credo si possa fare. Una mozione è infatti una dichiarazione di intento politico, che peraltro serve, Presidente, anche a dare qualche spunto in più; penso infatti che sia il Presidente, sia gli Assessori, sia i Consiglieri in questi giorni abbiano avuto un intenso scambio con questo mondo del trasporto del soccorso pubblico sanitario.
Un pronunciamento quindi lo possiamo fare, possiamo magari modificare la mozione oppure farla unitariamente, però mi sembra comunque importante dichiarare la volontà di lavorare insieme all’Assessore e alla Commissione per mettere mano a questa materia. Materia che, permettetemi, in questa Assemblea legislativa il giorno del bilancio è entrata un po’ subdolamente, ovvero in un modo – lo possiamo dire?! – che è offensivo per le prerogative dell’Aula e di ogni Consigliere regionale. Il modo con cui nell’impianto di bilancio è stato inserito questo articolo, Assessore Luchetti, ripeto, è subdolo e offensivo delle prerogative dell’Assemblea legislativa. Poi non andiamo in giro a dire “il valore dell’Assemblea” e magari ci facciamo pure i convegni e scomodiamo anche il prof. Capotosti. Queste cose le dobbiamo dire o no?!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch’io ritengo che questa discussione vada fatta, se non altro perché farà emergere una cosa che mi sembra sia emersa dalle prese di posizione di tutti i partiti sia nei giornali sia nella riunione dei Capigruppo. Ovvero, la maggior parte dei partiti di questa Aula assembleare non condivide la filosofia di quel cambiamento che di fatto esclude le pubbliche assistenze, la CRI e gli enti di diritto pubblico dalla possibilità di partecipare, oltretutto con ricadute fortissime sul bilancio regionale.
Ricordo che nella mattina – questo è il colmo di quel blitz - di discussione del bilancio c’è stata una Commissione che ha presentato gli emendamenti della Giunta, alcuni dei quali sono stati presentati, mentre altri no, per cui siamo entrati in Aula e abbiamo iniziato subito a discutere senza avere avuto neppure il tempo di vederli. Siamo poi arrivati all’art. 15, dopo anche le due ore di discussione sulla questione del vitalizio, ma in un secondo è stato inserita la normativa che prevede la messa in gara per l’assegnazione di tutti i servizi che il Servizio sanitario non può garantire. E la cancellazione di quell’articolo che invece prevedeva la priorità per le associazioni di volontariato e la gara dove non fossero presenti tali associazioni, come avviene per esempio nella provincia di Pesaro.
Credo che l’Assemblea legislativa debba riflettere – mi rivolgo all’Assessore Marcolini – sulla questione dell’affidamento in gara dei servizi di trasporto sanitario in quanto vi è una rilevanza economica ed una ricaduta sull’Assemblea legislativa stessa. Perché se le proporzioni e i dati che le associazioni ci hanno fatto pervenire sono esatti, ci dovrebbe essere un aggravio di 80-85 milioni di euro per il servizio di trasporto sanitario. Quindi fortissime ricadute sul bilancio regionale, oltre a fortissime ricadute rispetto alla considerazione che ha questa politica regionale riguardo il lavoro che attualmente svolgono le associazioni di volontariato nell’ambito del trasporto sanitario e non solo. Perché poi per poter…

PRESIDENTE. Consigliere Binci, lei ha già cominciato la discussione! Sulla proposta della Giunta si può svolgere un intervento a favore ed uno contro, e già quelli contro sono stati due, il suo e quello di Massi!

Massimo BINCI. Concludo, Presidente, dicendo che mi sembra opportuno che all’interno della mozione si dica semplicemente: “L’Assemblea legislativa rimanda per un approfondimento la proposta alla Commissione sanità”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Vorrei fare ai colleghi Consiglieri e al Presidente questa riflessione.
Intanto prendiamo atto della comunicazione che ci ha prodotto la Giunta, ovvero sulla necessità di rinviare le interrogazioni e la mozione sino alla presenza dell’Assessore. E su questo posso convenire. Però ci tengo a fare un chiarimento all’Aula, ai Consiglieri, anche in riferimento alle sollecitazioni che sono arrivate.
La V Commissione non ha bisogno attraverso una mozione, che dovremo discutere e votare, di essere investita della funzione che gli è propria, ovvero quella di analizzare il quadro giuridico che determina le modalità di affidamento del servizio attraverso le sue leggi, perché questa fase l’ha già incardinata. Noi nell’ultima seduta di Commissione, presenti tutti i Consiglieri, abbiamo già comunicato ai singoli Consiglieri lo stato dei fatti. Insieme a tutti i Consiglieri abbiamo incontrato giovedì scorso i rappresentanti dell’Anpas. Abbiamo inoltre convocato per giovedì prossimo una Commissione alla quale parteciperà l’Assessore regionale Mezzolani, il direttore Ruta, per affrontare il Piano sanitario ed esaminare la questione. Tanto è vero che in coda alla Commissione abbiamo invitato per un’audizione i rappresentanti della Croce Rossa.
Quello che ci tengo a dire è che il problema esposto dal collega Massi, dai colleghi Binci, Bucciarelli, dai tanti Consiglieri attraverso interrogazioni, attraverso sollecitazioni di varia natura, è un problema serio, e non è affatto intenzione di nessuno sottovalutarlo. Non è intenzione della Commissione abdicare al suo ruolo, quello di legislatore, di abdicare alla sua funzione di sovranità in materia legislativa, al fine di ricercare ogni strada per addivenire alla salvaguardia di quel nostro patrimonio di volontariato.
Non credo che dobbiamo fare un dibattito per dirci che siamo tutti d’accordo a salvaguardare il patrimonio delle Croci che c’è in questo territorio.
L’attuale legge, quella che è stata contestata dalla Commissione europea, fu presentata, sia pure moderata in certi contenuti, da alcuni Consiglieri, tra i quali il sottoscritto. Quindi io sono stato - avendo fatto l’amministratore di una Croce - tra chi ha insistito più di tanti altri per quella modalità di affidamento.
Per cui siamo intenzionati a difenderla.
La questione non è semplicemente politica, la questione è molto giuridica. Perché la corrispondenza che c’è stata in questi mesi, a partire dal 2 novembre 2009 fino ad oggi, attraverso il dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, su richiesta della Commissione europea e l’Assemblea legislativa, è una corrispondenza di carattere formale che ci ha posto alcune obiezioni, ma non specificatamente in riferimento alla legge bensì alla sua attuazione. Ci hanno posto quesiti che riguardano il valore degli appalti in questione, il tipo di servizio di trasporto sanitario che prendiamo in considerazione, in cosa consiste esattamente la remunerazione…

PRESIDENTE. Però, Consigliere Comi, ora mi vedo costretto a farle le stesse osservazioni che ho rivolto al Consigliere Binci, ossia, non possiamo entrare nel merito, si esprima a favore della richiesta della Giunta e mettiamoci un punto!

Francesco COMI. Abbia pazienza, Presidente, ma qui la questione non è manichea, non è né a favore né contro. Se qualcuno riproduce e schematizza questo dibattito tra sostenitori e detrattori di un modello di gestione del servizio di trasporto sanitario, indicando nella Giunta il principale sostenitore delle procedure di evidenza pubblica e nei Consiglieri coloro che invece difendono un modello di affidamento, se schematizziamo attraverso la banalizzazione e la semplificazione della discussione questa rigidità, faremo un grande errore, non solo, tradiremo anche quell’esigenza di comunicazione e di trasparenza che dobbiamo.
Noi stiamo dicendo che la questione non è politica, siamo tutti d’accordo a votare una mozione che dica che l’affidamento diretto è la strada privilegiata. Riteniamo, però, che il problema non sia questo, bensì quello dell’individuare, ricercare, studiare le strade migliori. E per fare questo non basta l’intesa tra noi, occorre un rapporto interlocutorio serio, un’analisi giuridica approfondita con gli interlocutori giusti. Perché qui rischiamo di darci ragione e poi soccombere di fronte alle prescrizioni che ci sono arrivate dal Consiglio dei Ministri su indicazione della Commissione, non dal Presidente Spacca, non dalla Giunta.
Abbiamo quindi il dovere di rispondere affinché questo rischio sia scongiurato e la prospettiva dell’affidamento alle nostre associazioni sia una prospettiva che possa avere ancora un futuro.
Per questo credo che la proposta, non solo di aspettare l’Assessore per avere l’onore della sua presenza, ma di aspettarlo per condividere con lui il percorso più serio, rigoroso, giuridico (quindi non solo politico) per addivenire alla soluzione, sia la strada più responsabile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta dell’Assessore Luchetti di rinvio della mozione n. 98 e di tutte le interrogazioni presentate sullo stesso argomento.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 99
del Consigliere Bucciarelli
“Adesione dell’Assemblea legislativa delle Marche allo sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici di venerdì 28 gennaio 2011"
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ultimo punto all’ordine del giorno che trattiamo nella seduta odierna è la mozione n. 99 del Consigliere Bucciarelli, che ha la parola per illustrarla.

Raffaele BUCCIARELLI. Sarò telegrafico, Presidente. Questa mozione chiede all’Assemblea legislativa di esprimere la propria solidarietà alle motivazioni e alla Fiom circa lo sciopero generale che la stessa associazione è stata costretta ad indire per venerdì 28 gennaio.
Voglio fare una precisazione che riguarda un emendamento, ovvero è da stralciare l’ultima frase relativa al gonfalone in quanto è una competenza del Presidente della Giunta regionale.
Quello che noi chiediamo è una adesione piena, non una adesione generale, a tutti i lavoratori e a tutte le lotte. Sappiamo come siamo giunti alla proclamazione di questo sciopero, quindi chiediamo all’Assemblea legislativa di prendere una posizione netta e chiara a favore di chi è stato finora discriminato.

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuta alla Presidenza una proposta di risoluzione a firma del Consigliere Ricci.
Ha chiesto la parola il Consigliere Eusebi, ne ha facoltà.

Paolo EUSEBI. La Fiom ha proclamato per venerdì 28 lo sciopero generale dei metalmeccanici in tutte le regioni. Si tratta, secondo noi, di un’azione importante a sostegno dei diritti dei cittadini e dei lavoratori che oggi rischiano di trasformarsi in vittime sacrificali di un accordo che nega garanzie per il presente e progettualità per il domani.
E’ per questo motivo che esprimiamo la nostra solidarietà e saremo a fianco dei lavoratori per dire no in maniera netta e decisa alle violazioni dei diritti di rappresentanza sindacale, per rimarcare l’intoccabilità del diritto d’associazione e per ribadire la nostra ferma opposizione alla violazione dei principi e dei valori della Costituzione italiana e della democrazia.
Non si può cedere a un ricatto che nei fatti tocca la libertà dei lavoratori e della lavoratrici di decidere a quale sindacato aderire.
Quindi voteremo con convinzione la mozione del Presidente Bucciarelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Al di là del dato referendario di qualche giorno fa, è chiaro che ciò che è successo a Mirafiori-Pomigliano mette in evidenza le cose che diceva il Consigliere Eusebi. E’ stata una lacerazione profonda nel mondo del lavoro, nella riduzione dei diritti, quindi c’è la necessità di ritrovare unità sindacale e anche la necessità, Consiglieri Bucciarelli e Eusebi, di dimostrare solidarietà non solo rispetto a un momento particolare, ossia allo sciopero del 28, ma a tutto il mondo del lavoro.
La mia risoluzione ha quindi maglie più larghe, dice che la Regione Marche è vicina a tutte le lotte del mondo del lavoro, non solo a quelle del 28. Altrimenti si potrebbe rischiare di essere parziali, quando invece è un tema che tocca tutti i lavoratori. Perché in realtà il fenomeno di Pomigliano, di Mirafiori riduce i diritti e pone anche a questo Governo, così come ricordava Confindustria qualche sera fa, di riconsiderare la normativa sui contratti di lavoro. Il rischio è proprio quello. Perché, ripeto, al di là di un momento particolare come appunto lo sciopero del 28 – ovviamente siamo tutti vicini a quei lavoratori –, il tema è dimostrare solidarietà e vicinanza all’insieme delle lotte dei lavoratori, mettendo in campo quindi non solo il 28 ma anche le prossime settimane.
Pertanto questa mia risoluzione assume un tono più largo e generale rispetto ai diritti dei lavoratori, diritti che sono da difendere in ogni momento.

PRESIDENTE. Quindi ora prima metterò in votazione la mozione n. 99 del Consigliere Bucciarelli, dopodiché porrò in votazione anche la proposta di risoluzione presentata dal Consigliere Ricci.
Pongo in votazione la mozione n. 99.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Pongo in votazione la seguente proposta di risoluzione presentata dal Consigliere Ricci:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Considerato che le recenti vicende sindacali della Fiat Mirafiori e di Pomigliano hanno segnato un’ulteriore lacerazione nei rapporti tra le organizzazioni sindacali metalmeccaniche e confederali a fronte di arroganti atteggiamenti della proprietà Fiat che ha rotto i rapporti di associazione con Confindustria;
Considerato che il perdurare della crisi occupazionale nel settore metalmeccanico, che vede il Governo latitante rispetto alla politica industriale, implica la necessità di adeguare anche la contrattazione ai fini di articolare più efficacemente le condizioni normative e salariali;
Considerato che sia auspicabile rivedere i criteri e le normative contrattuali sulla rappresentanza al fine di far ritrovare ai sindacati una necessaria sintesi unitaria;
Ricordato che tante aziende metalmeccaniche della nostra regione soffrono le conseguenze della crisi, con mobilità e cassaintegrazione ordinaria e straordinaria e che oggi la crisi stessa ricade pesantemente sui lavoratori;
Nel prendere atto dello sciopero del 28 gennaio indetto dalla FIOM;
Auspica che le organizzazioni sindacali metalmeccaniche ritrovino la massima unità a fronte della grave situazione del Paese.
L’Assemblea legislativa delle Marche è vicina a tutte le lotte dei lavoratori tese alla tutela dei diritti dei lavoratori.”.

(L’Assemblea legislativa approva)

Vi auguro buona giornata, ci vediamo l’8 febbraio. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,50