Resoconto della seduta n.35 del 08/02/2011
SEDUTA N. 35 DELL’8 FEBBRAIO 2011


La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 34 del 25 gennaio 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 66, in data 24 gennaio 2011, ad iniziativa del Consigliere Zaffini concernente: “Modifiche alla legge regionale 1 luglio 2008, n. 18 “Norme in materia di Comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”, assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007;
- n. 67 in data 24 gennaio 2011, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Norme e provvedimenti per favorire le opportunità di vita autonoma e l’integrazione sociale delle persone disabili”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno e al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 68 in data 1 febbraio 2011 ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla V Commissione per l’eventuale richiesta di espressione di parere ai sensi dell’articolo 68 del Regolamento Interno;
- n. 69 in data 1 febbraio 2011 ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifica alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 - Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 100, in data 25 gennaio 2011, dei Consiglieri Sciapichetti, Comi, Giancarli: “Trasporto sanitario (d’emergenza e programmato) nella Regione Marche”;
- n. 101, in data 28 gennaio 2011 del Consigliere Acquaroli: “UGL mancato coinvolgimento firma protocollo d’intesa tra Regione Marche e le Confederazioni sindacali regionali CGIL - CISL - UIL”;
- n. 102, in data 28 gennaio 2011 del Consigliere Pieroni: “Raddoppio Strada Statale 16 “;
- n. 103, in data 28 gennaio 2011 dei Consiglieri Pieroni, Bucciarelli: “Situazione economico - occupazionale dell’officina FS di Ancona e Fabriano”
- n. 104, in data 3 febbraio 2011, ad iniziativa del Consigliere Pieroni: “Decreti del Ministero dell’Ambiente per la concessone della compatibilità ambientale dei rigassificatori di Falconara e di Porto Recanati (Riviera del Conero);
- n. 105, in data 3 febbraio 2011, ad iniziativa della Consigliera Giorgi: “In difesa della dignità delle donne - adesione alla manifestazione del 13 febbraio”
- n. 106, in data 7 febbraio 2011, ad iniziativa del Consigliere Binci “Contro la realizzazione del rigassificatore di Ancona - Falconara Marittima”
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 66 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. n. 31/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 991.673,74";
- n. 67 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e relative spese. € 3.452.794,20";
- n. 68 “Art. 2, comma 1 lettera a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 15.299.694,47 - Modifiche tecniche al POA 2011";
- n. 69 “Art. 2, comma 1, lettera a), della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 679.320,00";
- n. 70 “Art. 2, comma 1, lettera a), della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 5.287.300,43";
- n. 71 “Art. 2, comma 1, lettera a), della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 2.613.332,68";
- n. 72 “Art. 21, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese impreviste per l’integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 10614101 “Approvazione dello schema di intesa tra la Regione Emilia Romagna e la Regione Marche” del bilancio 2011. € 350.000,00".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Camela, Perazzoli e gli Assessori Donati, Mezzolani.
Devo aggiungere, affinché non vi siano interpretazioni non veritiere, che i Consiglieri Camela e Perazzoli sono assenti per ragioni di salute, mentre l’Assessore Mezzolani e l’Assessore Marcolini, anch’egli assente, entrambi sono impegnati per tre giorni a Roma riguardo la trattativa del riparto dei fondi relativi alla sanità. Questo è quanto mi è stato comunicato, quindi per correttezza lo porto alla conoscenza dell’Aula.
Prima di dare inizio ai lavori, interpretando il sentimento di tutta l’Assemblea, saluto, dando loro il benvenuto, gli alunni e gli insegnanti delle scuole presenti questa mattina nell’Aula dell’Assemblea legislativa delle Marche, precisamente la Scuola Media Bacci di Casette D’Ete, classi I E e I F e la Scuola Elementare Federico Conti di Jesi, classi V A, V B e V C.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, faccio due richieste.
Prima. Considerato che dopodomani 10 febbraio ricorrerà la Giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata (istituita con legge nel 2004) chiedo all’Assemblea di ricordare questo evento con un minuto di silenzio.
La seconda richiesta si riferisce invece ai lavori assembleari. Chiedo cioè l’anticipo di tutte le interrogazioni e di tutte le mozioni relative al trasporto sanitario. Vista la presenza in Aula dei rappresentanti dei volontari credo sia opportuno discuterne adesso, dopodiché prevedere magari un documento comune che possa essere un rafforzativo per la delegazione che domani si recherà a Roma. Una delegazione che dovrà verificare quali opportunità ci sono affinché ciò che è stato modificato con un emendamento al bilancio, in modo anche molto discutibile, possa essere recuperato.
Ritengo che un rafforzativo attraverso l’approvazione di un documento comune dell’Assemblea legislativa possa essere utile a questa delegazione che appunto domani si recherà a Roma.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, riguardo al minuto di silenzio, per carità, non è che si vuole negare, ma la linea seguita dall’Assemblea legislativa è che il minuto di silenzio si attua quando c’è un fatto attuale che vede magari la scomparsa di una personalità, di un concittadino o altro di rilevante importanza, mentre per le ricorrenze, qualsiasi esse siano, non l’abbiamo mai adottato.
Cosa diversa sarebbe – su questo sarei assolutamente disponile – se invece si presentasse ad esempio un ordine del giorno o un documento in cui si stigmatizza un certo evento. In quel caso l’Aula ne potrebbe discutere e procedere al voto.
Ripeto, come linea adottata da sempre dall’Aula il minuto di silenzio è riferito in casi particolari di morti, di uccisioni ecc. che riguardano l’attualità. Altrimenti, per non togliere solennità a nessuna ricorrenza, lo dovremmo fare per tutte.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per chiedere l’iscrizione della mozione n. 106, di cui poc’anzi ne è stata data comunicazione, in quanto è inerente al tema di altre mozioni iscritte all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Come stabilito nella Conferenza dei Capigruppo, chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno e la discussione in data odierna della mozione n. 105, da lei annunciata, in difesa della dignità delle donne, adesione alla manifestazione del 13 febbraio.

PRESIDENTE: Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Anch’io, come anticipato in Conferenza dei Capigruppo, chiedo l’iscrizione, per poterla discutere contestualmente, della mozione n. 100, presentata da alcuni Consiglieri, sul trasporto sanitario.

PRESIDENTE. Bene. Pongo quindi in votazione queste tre richieste formulate dai Consiglieri Binci (mozione 106), Giorgi (mozione 105) e Comi (mozione 100)...(…) Cosa ha chiesto, Consigliere?

Giancarlo D’ANNA. Avevo chiesto, Presidente, l’anticipo della discussione di tutte le interrogazioni e mozioni riguardanti il trasporto sanitario.

PRESIDENTE. Allora intanto pongo in votazione le tre richieste di iscrizioni all’ordine del giorno, poi prenderemo in considerazione la sua proposta, Consigliere D’Anna.
Pongo in votazione la richiesta di iscrizione del Consigliere Binci di iscrizione della mozione n. 106.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione della Consigliera Giorgi della mozione n. 105.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione del Consigliere Comi della mozione n. 100.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Il Consigliere D’Anna poc’anzi ha chiesto di anticipare, se ho capito bene, prima delle interrogazioni iscritte le mozioni riguardanti il trasporto sanitario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Trovo questa richiesta coerente con quanto deciso poco fa in Conferenza dei Capigruppo, quella cioè di affrontare la questione del trasporto sanitario posta da tutte le mozioni e interrogazioni. Ciò in vista delle cose che dovrebbero accadere tra domani e dopodomani a Roma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pieroni, ne ha facoltà

Moreno PIERONI. Anch’io mi associo a quanto detto dal Consigliere Cardogna. Ritengo infatti utile la discussione sin da oggi al fine di supportare ancor più la posizione che sia il Presidente sia il Vicepresidente della Commissione sanità regionale dovranno portare all’attenzione del Ministero. Un dibattito sarà sicuramente utile per rafforzare la posizione della Regione che sostanzialmente vuol recuperare la posizione in merito al trasporto sanitario dei volontari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricci, ne ha facoltà

Mirco RICCI. Anch’io condivido l’anticipo della discussione di questo argomento, ma vorrei aggiungerei anche un’altra cosa, Presidente. Affiderei a lei e alla Presidenza di valutare l’opportunità - oltre che votare una risoluzione che accompagni la delegazione presso il Ministero - di mettere in campo una delegazione di quest’Aula che incontri coloro che oggi sono qui ad ascoltare il dibattito. Potrebbe essere un elemento in più per cogliere qualche sfumatura che magari ci sfugge.

PRESIDENTE. Consigliere Ricci, sì, faccio mia questa proposta, però ritengo, anche per permettere ai rappresentanti del volontariato del trasporto sanitario di seguire il dibattito in Aula, che sarebbe bene trattare il punto all’ordine del giorno e nel mentre lavorare per la costruzione di una delegazione dell’Assemblea legislativa alla quale parteciperò – poi vedremo quale potrà essere la sua composizione, secondo me dovrebbe essere composta da tutti i Capigruppo –, dopodiché appena esaurito il punto incontreremo appunto i rappresentanti del volontariato del trasporto sanitario.
Se siete d’accordo procederei in questo modo. Per cui, se non ci sono obiezioni, do per accettata questa proposta.
Pertanto ora dobbiamo trattare la mozione n. 98 e la mozione n. 100, testè iscritta, relative al trasporto sanitario.


Mozione n. 98
dei Consiglieri Massi, Marinelli, Zinni, Foschi, Carloni, Acquaroli, Ciriaci, Natali, Trenta, D’Anna
“Trasporto Sanitario d’emergenza e programmato”

Mozione n. 100
dei Consiglieri Sciapichetti, Comi, Giancarli
“Trasporto sanitario (d’emergenza e programmato) nella Regione Marche”

(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 98 dei Consiglieri Massi. Marinelli, Zinni, Foschi, Carloni, Acquaroli, Ciriaci, Natali, Trenta, D’Anna, e la mozione n. 100 dei Consiglieri Sciapichetti, Comi, Giancarli, abbinate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Sull’argomento, Presidente, c’è anche una mia interrogazione. Penso che interrogazioni su uno stesso argomento vadano accorpate alla discussione delle mozioni.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, premesso che sulle mozioni tutti possono intervenire, quindi intervenendo su queste potrebbe benissimo far riferimento anche alla sua interrogazione, però le interrogazioni non le trattiamo perché essendo assente l’Assessore non mi è pervenuta nessuna indicazione di delega ad un altro Assessore per quanto riguarda la risposta ad esse. Per altre interrogazioni vi è sì una delega all’Assessore Giannini, ma non su quelle che riguardano il trasporto sanitario.

Massimo BINCI. Allora, Presidente, esprimerò il mio pensiero all’interno della discussione sulle mozioni.

PRESIDENTE. Esatto, perché, ripeto, sulle mozioni tutti possono intervenire. Pertanto ora apro il dibattito in modo congiunto sulle mozioni n. 98 e n. 100.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Sono contento che i Consiglieri abbiano deciso di affrontare nella seduta odierna questo delicato argomento, però sono molto meno contento dell’assenza dell’Assessore, politicamente la ritengo molto grave, visto che si sapeva... (…) Bèh, allora per un argomento così importante si poteva spostare la seduta assembleare ad un altro giorno.
La fibrillazione che c’è nel settore ha infatti portato, giustamente, la maggioranza a prendere atto che quello che accaduto prima di Natale è stato molto grave. A tutt’oggi però non sappiamo, per bocca dell’Assessore e della Giunta, se e in che termini esiste una procedura di infrazione nei confronti della Regione Marche da parte dell’Unione europea, non ne conosciamo in contenuti, ne percepiamo semplicemente la fonte, cioè il fatto che in questi anni si sia creata una sostanziale divergenza sul modello di trasporto sanitario.
Sappiamo che molti Paesi dell’Unione europea hanno una strutturazione diversa, come sappiamo che l’Italia è invece il paese delle associazioni di volontariato, delle Misericordie, della Croce Rossa, delle Anpas.
Non possiamo far finta che nel corso degli anni l’Unione europea non abbia fatto delle leggi, che peraltro è stato anche motivo di reclami di quei soggetti di diritto privato che ambiscono a gestire in regime di concorrenza il trasporto sanitario. Ma ciò non toglie che questa Regione sembra quasi abbia avuto una visione sonnolenta sul problema per diversi mesi, se non anni, e che abbia fatto finta di non percepire quello che è accaduto alla Regione Toscana poco più di un anno fa.
Per cui oggi ci ritroviamo ad avere una maggioranza politica che in Commissione finanza e bilancio, alla quale appartengo, prima di Natale con un blitz ha portato questa norma in sede di discussione e votazione di bilancio. Una norma che nemmeno i componenti della Commissione capirono di che cosa si trattasse. Io ricordo che in quella sede mi astenni proprio perché avevo visto qualcosa di strano, poi lessi due ore dopo in Assemblea legislativa il provvedimento, ne rimasi molto sconcertato e alla fine votai contro unitamente a pochi altri Consiglieri del mio Gruppo.
Questi sono i fatti politici, vale a dire che si è fatto un blitz. La motivazione ufficiale, che abbiamo appreso solo da Rai 3 in un’intervista fatta all’Assessore - quindi ribadisco che di ufficiale in questo senso in termini di contenuto non c’è nulla –, è che siccome è in corso un intervento dell’Unione europea intanto – così si è pensato - diamo un colpo secco alla legge e cambiamo il meccanismo, dopodiché ne riparliamo.
Bèh, devo dire che come Consigliere regionale mi sento un po’ frustrato, avrei infatti preferito almeno venti giorni prima della votazione del bilancio avviare una discussione congiunta tra Commissione sanità, per quanto di competenza, e Commissione bilancio per la congruità e la copertura.
Ma questo non è avvenuto, quindi oggi con queste mozioni, vale a dire con atti di indirizzo sulla Giunta, chiediamo che venga rivisto il problema.
Il Popolo della Libertà lo ha fatto in maniera più enfatica, più precisa, mentre alcuni Consiglieri di maggioranza lo hanno fatto in maniera più blanda, ma comunque colgo in voi la buonafede di chi percepisce il disagio su ciò che è accaduto.
Adesso il vero problema – e su questo bisogna essere molto franchi – è quello di avviare immediatamente una procedura di approfondimento forte in termini normativi. Sopratutto bisogna cercare non solo di ritornare all’interno dell’impianto europeo e allo stesso tempo salvaguardando le associazioni di volontariato della Croce Rossa, ma occorre fare innanzitutto chiarezza in questa sede istituzionale. Spero che esista un esponente autorevole della maggioranza che su questo argomento dica con maggior precisione quali sono al momento i rapporti con l’Unione europea, fino a che punto c’è una procedura di infrazione, fino a che punto è stata violata questa concorrenza presunta nell’ambito dell’affidamento del servizio del trasporto sanitario. Noi dei dettagli tecnici non sappiamo nulla, abbiamo solo capito che c’è un disagio.
Vado brevemente alla morale della mia conclusione, non voglio accentrare troppo la scena.
Ritengo che questa Assemblea legislativa abbia il dovere morale di rivedere immediatamente l’impianto normativo, cercando di trovare una soluzione che da un lato non consenta all’Unione europea di andare avanti sull’infrazione, ma dall’altro consenta la salvaguardia di una serie di realtà.
Vorrei infatti ricordare a questa Assemblea legislativa che qualora si andasse avanti con questo nuovo impianto normativo, votato e voluto da voi – da voi! - prima di Natale, ci ritroveremmo con Onlus completamente svuotate nel loro significato morale e completamente violentate nella loro organizzazione economico-strutturale. Ci ritroveremmo la Croce rossa italiana tagliata fuori, morta! Tant’è che il Commissario nazionale Rocca già da tempo ha chiesto al Governo – è stato fatto un primo passaggio normativo in finanziaria – di poter rivedere anche la natura giuridica del soggetto. Perché se questo non potesse accadere voi capite che un ente pubblico sul trasporto sanitario non potrebbe andare a gara con soggetti di diritto privato. Insomma, anche qui siamo stati imprudenti, abbiamo fatto una cosa senza sentire il Commissario nazionale della Croce Rossa, senza sentire a che punto fosse la questione sul piano nazionale; infatti questa storia, signori, non tocca solo le Marche, ma tocca tutto il nostro modello di Onlus, di Anpas, di Croce Rossa.
Perché allora fare questa accelerazione quando invece potevamo procrastinare di un mese la votazione di quella norma? Potevamo fare delle consultazioni, rapportandoci sul problema anche con la Conferenza Stato-Regioni, perché è oggettivo, andando poi ad affrontare l’argomento in questa Assemblea. Non si capisce perché c’è stata questa accelerazione senza andare a capire sul piano nazionale ed europeo cosa stesse accadendo.
Qual è la morale della favola? Oggi ci siamo incartati, o meglio, vi siete incartati politicamente; peraltro a questi signori, tutti quanti insieme, dobbiamo dire grazie per il grande lavoro che hanno svolto in questi anni (Misericordie, Croce Rossa, Anpas, ecc.). Oggi vi siete incartati perché da un lato non volete far vedere che avete sbagliato, ma dall’altro sapete benissimo che se non ci rimettiamo le mani faremo a questi signori un gravissimo danno. Non solo, faremo anche un danno a noi stessi, perché rischieremmo di perdere questa meravigliosa esperienza del terzo settore, del volontariato e quant’altro.
Concludo dicendo che i soggetti del diritto privato hanno anche loro dei diritti legittimi e se l’impianto normativo dovrà consentire spazi dovremmo prenderne atto, però ritengo anche che oggi la battaglia sia quella di rimodellare un modello di governance di volontariato sul trasporto sanitario prettamente italiano, fortemente italiano, meravigliosamente italiano, all’interno di un impianto normativo europeo ma all’interno anche di una concordia nazionale.
Signori, qui voi avete sbagliato, metteteci una toppa in fretta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Bene ha fatto il collega Zinni, componente della Commissione bilancio, ad evidenziare quello che è successo in quelle accelerazioni d’Aula, con cui spesso l’Esecutivo compie dei colpi di mano. Colpi di mano che portano in qualche modo a sopraffare il lavoro della Commissione, il lavoro dei Consiglieri, per affrettare, come in questo caso, su un comma nascosto e messo lì all’ultimo minuto durante la manovra di bilancio per colpire un settore. Ritengo invece ci sarebbe stato bisogno di un rispetto diverso nei confronti dell’Aula e della funzione legislativa di tutti noi 43 Consiglieri. Ma questo è stato evidenziato, serva quindi per riflettere per il futuro.
La mozione che abbiamo presentato reca la firma di tutti i Consiglieri del PdL, a cui si deve aggiungere anche quella del collega Bugaro che il giorno che l’abbiamo depositata era assente e quindi non ha potuto firmare, ma sia chiaro che anche lui ha aderito a questa mozione. Quindi tutti noi undici Consiglieri del PdL crediamo fermamente in quello che c’è scritto in tale mozione, e che voglio qui riproporre e risottolineare, noi che crediamo nell’iniziativa privata e nella libera impresa.
Siamo infatti convinti che ogni ipotesi di sviluppo di questo Paese passa attraverso la conciliazione di due grandi valori, la sussidiarietà e la qualità della vita. Siamo di fronte a un argomento che evidenzia una contraddizione dentro il valore e il sistema complessivo della sussidiarietà, cioè dove deve cessare il valore, il rischio, l’iniziativa della libera impresa privata e dove invece va salvaguardato il valore del volontariato, di quella abnegazione che ci ha consentito – è stato sottolineato prima – di fare di questa terra marchigiana un esempio nel messaggio da lanciare della solidarietà, della tolleranza, dell’amicizia, del rispetto.
Insieme abbiamo sempre promosso questo nostro valore, un valore che è assolutamente antico, che è cattolico e laico, che è trasversale, che accomuna gente di tutti i colori politici, che ha fatto veramente di noi regione Marche, territorio, comunità, popolo, un esempio .
Riteniamo che, pur nel rispetto di quell’Unione europea che tutti abbiamo voluto, ci siano tutti gli spazi per poter inserire una nostra normativa a salvaguardia di questo immenso valore. Senza ledere i diritti di nessuno penso che possiamo ancora assicurare alla nostra comunità il servizio delle Croci, dell’Anpas, del volontariato che tutti conosciamo e che tutti ringraziamo, ma non solo oggi perché sono presenti in quest’Aula, perché noi tutti quanti insieme – per fortuna su questo non ci siamo mai divisi – l’abbiamo sempre fatto nella nostra attività e vita politica.
Con questa mozione vogliamo chiamare l’Aula – verrà detto anche negli interventi successivi del nostro Gruppo – ad un pronunciamento, al fine di consentire, a chi dovrà incontrare gli organismi dello Stato e dell’Unione europea, di andarci con un documento utile già dall’incontro di domani, quindi al Presidente e al Vicepresidente della Commissione sanità che rappresentano tutti gli schieramenti.
L’abbiamo presentata perché riteniamo che sia un messaggio forte di quest’Aula.
Allo stesso tempo dichiariamo la nostra disponibilità a non perseguire divisioni di schieramenti che sarebbe assolutamente inutile.
Siamo quindi pronti, alla fine del dibattito e dopo l’incontro dei Capigruppo con la delegazione dei rappresentanti qui presenti, a formulare un documento unitario. Un documento che, come sempre nella nostra tradizione, sia costruttivo. Noi infatti nella nostra consuetudine ed attività sempre cerchiamo di fare atti costruttivi, non siamo in maggioranza, non siamo al governo, però cerchiamo di farlo a tutela del valore che la comunità marchigiana esprime di fronte, in questo caso, al problema del trasporto sanitario.
Esprimo dunque la nostra disponibilità, mettiamoci a lavoro a tavolino alla fine dell’incontro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Anch’io credo che oggi l’anticipazione di questo punto permetta all’Aula di entrare in un argomento importante e sentito e che quindi merita attenzione ed approfondimento.
Io avendo avuto esperienza di Sindaco in una città della provincia di Ancona per nove anni del volontariato ho potuto apprezzare non soltanto l’impegno nel campo sanitario, che in quanto tale è sempre presente, ma anche nel campo dei piccoli problemi sociali che hanno i cittadini. Ho potuto apprezzare quanto le Croci o comunque tutti coloro che fanno volontariato hanno sempre attivato, facendolo in collaborazione con le istituzioni locali.
Dunque questo è intanto un punto di partenza importante, perché sfido chiunque a capire che se un domani la Regione Marche non dovesse trovare la giusta soluzione a questo problema, come poi potrà dare risposte a quel microcosmo sociale che esiste nei vari comuni con le associazioni o le società private. Giustamente, infatti, le società private hanno un altro scopo, quello di avere un utile importante, per cui creano tutta una serie di servizi che seppur validi sono comunque molto differenziati rispetto a quelli che danno le Croci.
Parto da questa valutazione per dire che quando come Gruppo e come Consigliere socialista ci accorgemmo che nella finanziaria approvata del 2011 passò quell’ormai famoso emendamento, già l’11 gennaio 2011 presentammo un’interrogazione con cui chiedevamo il ripristino del fondo e il ripristino del rapporto con le Croci.
Oggi sicuramente c’è stata un’evoluzione. Debbo dare atto a tutta la Commissione sanità e servizi sociali, di cui faccio parte, ed in particolar modo al Presidente e al Vicepresidente che avendo preso fortemente a cuore tale problematica si sono poi resi conto, avendo peraltro incontrato i rappresentanti regionali delle varie Croci, che non possiamo assolutamente sottovalutare, appunto, questo problema, questo argomento.
Come pure importante è l’incontro di domani definito dalla Commissione sanità e che vedrà i rappresentanti sia di maggioranza che di opposizione alla presenza del Ministero per trovare la soluzione; peraltro io ritengo sia giusto non lasciare lo spazio soltanto ai tecnici, perché questi hanno sì un modo di operare legittimo, ma non seguono le problematiche in maniera forte come può invece fare la politica.
Io sono dunque convinto che tutti insieme, al di là di maggioranza e opposizione, ossia superando questi scogli che ci dividono, potremmo trovare la soluzione a un argomento così importante. Ritengo infatti sia impossibile chiedere alle varie associazioni di volontariato del trasporto sanitario di trasformarsi, di perdere quella loro peculiarità dell’essere volontari, per poi diventare non si sa bene cosa.
Quindi se oggi riusciremo con la produzione di una risoluzione a fare una sintesi delle due mozioni, cercando di essere sensibili e attenti, sicuramente rafforzeremo la posizione della delegazione che andrà ad incontrare il Ministero della salute.
Non basta questo, certo, perché sono altrettanto convinto che la Giunta regionale, supportata da questa Assemblea legislativa, debba assolutamente trovare, senza indecisioni, le giuste risposte per un mondo così importante, un mondo che fino ad oggi ha dato risposte forti non soltanto alla sanità ma anche dal punto di vista sociale.
La legge del 2008, come ricordava qualcuno, andava in quella direzione, bene fece la Giunta Spacca ad approvare quella normativa affinché si potesse dare una risposta forte alle associazioni di volontariato dei trasporti sanitari, ma oggi siamo chiamati a risolvere un ulteriore problema. Peraltro sono convinto che la Regione Marche non debba essere tra le prime Regioni ad adottare un provvedimento seppur importante come quello della Comunità europea, ma debba fare di tutto per risolvere una simile problematica. Una problematica tra le più importanti che andremo a risolvere, perché daremo una risposta non soltanto alle Croci e a tutte le associazioni di volontariato, ma sicuramente anche a tutti quei cittadini che hanno delle gravi difficoltà sia sanitarie che sociali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Sicuramente la valanga di interrogazioni e di mozioni oggi presenti sull’argomento del trasporto sanitario è significativa dell’attenzione e sopratutto della gravità del problema. Un problema, come ricordato, che scaturisce da un emendamento presentato all’ultimo momento, che da una parte ha tratto in inganno diversi Consiglieri, dall’altra non ha dato il tempo necessario di valutare con attenzione ciò che poi si è rivelato dare conseguenze gravissime a chi da tanti anni si adopera per dare supporto a un servizio fondamentale.
Quindi non si tratta di fare una battaglia tra privato e volontariato, si tratta di chiarire bene le cose. E visto che questa corrispondenza con gli organi competenti, quindi con chi si occupava della vicenda, cioè l’Europa, risale addirittura al 2009, credo che l’impatto sia ulteriormente grave. Non si capisce perché dopo due anni e mezzo-tre anni si intervenga in modo assolutamente non trasparente e senza coinvolgere la Commissione sanità deputata a valutare le problematiche appunto della sanità; tanto è vero che domani sarà la Commissione sanità, insieme al Presidente Comi e ai tecnici, che andrà a Roma per verificare qualsiasi opportunità o possibilità per ripristinare o modificare lo status precedente che necessita di essere affrontato una volta per tutte.
Pertanto il documento che oggi dovrà scaturire dall’Aula dovrà essere necessariamente rafforzativo per quella delegazione che domani, con una unità di intenti e una trasversalità apprezzabile, porterà le istanze del volontariato in generale e quelle recepite da quest’Aula.
Francamente, Presidente, mi dispiace che al di là delle assenze giustificate non sia presente buona parte della Giunta, quella stessa Giunta che decidendo di presentare quell’emendamento oggi ci ha messo in queste condizioni. Credo che sia un ulteriore schiaffo, anche pesante, nei confronti di una situazione veramente difficile e drammatica, che oggi ci viene esplicitata anche con la presenza in Aula di tanti volontari.
Quindi fatto grave è quella decisione, che seppure doveva essere presa non è stata assolutamente né condivisa, né spiegata, come altrettanto grave è oggi l’assenza di buona parte della Giunta in una situazione così importante che, ripeto, vede tante presenze oggi in Aula.
Ma ritengo che questa situazione ci abbia insegnato molto, oggi infatti c’è una maggiore condivisione, una maggiore disponibilità ad accettare i suggerimenti che provengono anche dall’opposizione. Come del resto stiamo dimostrando in Commissione sanità, quando ci sono degli argomenti importanti e quando si affrontano le problematiche in modo serio si può infatti trovare una linea comune per risolvere il problema.
Ora mi auguro che insieme al Consigliere Comi ed ai Capigruppo riusciremo a fare una sintesi dei vari documenti presentati, al fine di rafforzare la delegazione che domani andrà a Roma. Ma allo stesso tempo vogliamo sia anche un invito alla Giunta riguardo la questione sanità, che oltre ad essere quella che ha una maggiore consistenza economica in bilancio, ha anche una maggior presa nei cittadini, e noi il diritto alla salute vogliamo continuare a tutelarlo nel miglior modo possibile, nonostante siamo in un momento particolare. Quindi, a proposito di questo, che sia anche un invito a non speculare, come è stato fatto, sulle risorse che provengono dal Governo nazionale. In questi ultimi mesi l’Assessore Mezzolani, la maggioranza ha infatti tenuto ad evidenziare un taglio di 80 milioni, però oggi abbiamo la conferma che le cifre che devono essere assegnate alla Regione Marche devono ancora essere stabilite. Allora questo non è assolutamente un modo corretto di agire. Ossia, bisogna innanzitutto capire perché in questi mesi è stata fornita una cifra di un certo tipo e su cosa si è basata. Anche perché non vorremmo che un domani l’Assessore Mezzolani venga qui a dirci: “ci hanno tolto 65 milioni, quindi siamo riusciti a prenderne 15 rispetto a quelli che ci volevano tagliare”. Non penso, ripeto, che questo sia il modo corretto di agire, ritengo che l’argomento sia molto serio e che quindi debba necessariamente essere affrontato come lo stiamo affrontando in Commissione sanità.
Mi auguro che domani si potranno avere le idee più chiare, ma seppure non avessimo una risposta immediata sicuramente potremmo porre le basi. Perché se il problema rimarrà quello della Comunità europea si dovrà iniziare a fare pressione su di essa, per cui i Parlamentari europei italiani dovranno riportare presso la Comunità europea questa esigenza, ad esempio questa differenza che c’è tra il volontariato italiano ed alcune situazioni simili di Francia e Germania che hanno ispirato normative come quella appunto che ci riguarda.
Quindi con la massima collaborazione credo che alla fine del dibattito riusciremo a produrre un documento di sintesi che potrà dare un segnale forte all’incontro di domani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che questa discussione di oggi sia basata su due paradossi.
Il primo è che se non fosse stata per l’opera dei volontari, dell’Anpas, della Croce Rossa e dei diretti interessati, non ci saremmo nemmeno resi conto di aver approvato una cosa di cui non c’eravamo appunto accorti. Infatti la modifica alla legge finanziaria che abbiamo approvato relativa al trasporto sanitario è avvenuta con un atto piratesco. Io non riesco a trovare un termine migliore per definire il comportamento del Governo regionale, una Giunta che alla mattina alle ore 10,00 si presenta in Commissione e che quindi due ore prima dell’inizio della votazione della finanziaria pone un emendamento, non lo spiega, non lo illustra e poi noi lo votiamo senza neppure renderci conto. E questo è stato detto e riconosciuto da tutti i Consiglieri, anche quelli di maggioranza, in sede di Commissione.
E’ un comportamento scorretto, non è né leale né democratico. E di questo è responsabile esclusivamente il Governo regionale.
Non può essere che vengano realizzati colpi di mano in questo modo, umiliando l’Assemblea legislativa, non sollevando problemi che coinvolgono la vita di tantissimi marchigiani durante tutto l’arco dell’anno, non può essere, cioè, che non si rispettino i princìpi della democrazia.
Questo è il primo paradosso. Quindi dobbiamo ringraziare chi ci ha informati che avevamo fatto questo. E questa è la realtà nuda e cruda, non abbiamo avuto neanche il tempo di renderci conto. Io personalmente ho votato contro, potrei quindi liberarmi la coscienza, ma non basta, non sono soddisfatto, perché rimane il fatto che non è corretto votare cose che non si conoscono. Cari Consiglieri, dobbiamo prendere coscienza che il berlusconismo è anche qua dentro, è una cultura, è un modo di fare dirigistico che va assolutamente cambiato.
E guardate che in Commissione assembleare il sottoscritto ha chiesto tutta la documentazione per poter capire come era maturata quella discussione del Governo regionale che vedeva portare in Assemblea legislativa quell’emendamento. Perché sembra addirittura che da ottobre l’ufficio preposto dell’Unione europea presso il Ministero a Roma abbia avuto garanzie scritte e sembra che ci sia un funzionario che nega questa lettera. E la presenza di questa lettera al sottoscritto in Commissione non è stata negata. Il sottoscritto in Commissione ha chiesto all’Assessore la disponibilità di questo documento e l’Assessore ha dato mandato di fornircelo. Ebbene, Presidente dell’Assemblea legislativa, lei che ha la prerogativa di tutelare i diritti dei Consiglieri, io le dico che questa lettera, che so esistere, non l’ho ancora avuta. E’ come se fosse un segreto, quando invece è un atto pubblico che, ripeto, riguarda migliaia di marchigiani ma che i Consiglieri regionali non lo conoscono e non si capisce perché.
Chi è stato a dire al Ministero e all’ufficio dell’Unione europea a Roma che questa anomalia marchigiana sarebbe stata sanata? E’ stato un Assessore? Quale? E’ stato il Presidente della Giunta? Come? Non lo sappiamo! E quindi si continua, per cui è grave, lo dico con dispiacere, ma così è. L’Assessore ha detto che non c’è stata malafede, gli credo, mi fido, però resta il fatto che io a tutt’oggi non ho visto nulla. Pertanto non posso neppure discutere nel merito pienamente perché appunto non siamo messi nelle condizioni di farlo. Questa è la realtà, cari Consiglieri di maggioranza e di minoranza e cari rappresentanti della Giunta.
Il secondo paradosso è che mentre l’Assessore sta a Roma a negoziare per avere di più – comprendo quindi che non sia qui, ha ragione il Vicepresidente Petrini che dice appunto che sta negoziando, speriamo che riesca a portare a casa il massimo, perché è un negoziato duro, sappiamo tutti qual è la situazione internazionale e qual è la situazione del debito pubblico in Italia e i tagli che dovremo fare –, ma la scelta che abbiamo fatto ci fa spendere dieci volte tanto. Allora bisogna organizzare quello che sul piano politico è organizzabile, si dovrebbe fare sistema tra il Governo e l’Assemblea legislativa, tra tutte forze politiche, affinché si crei una vertenza, magari come ha fatto la Toscana, come ha fatto l’Austria o come hanno fatto alcuni Lànder della Germania. Insomma, io come non lo so, non sono un Ministro della sanità della Regione Marche – così li chiamano in Germania, Ministri –, ma so che c’è bisogno di questo. Noi dobbiamo sanare un’anomalia, non può essere che l’Unione europea imponga all’Italia di modificare quello che culturalmente è nostro, il volontariato, la solidarietà, il saperci interessare anche dei problemi degli altri. Certo, ci sono contraddizioni anche qui, non dobbiamo nascondercelo, ad esempio sulla valenza economica del servizio, però è innegabile che l’attività di tantissimi volontari italiani e marchigiani non può essere misurata con gli euro così come vorrebbe la Commissione europea.
Se allora vogliamo cambiare questo andazzo, questo sistema, dobbiamo organizzarci. Ecco perché è grave quello che ha fatto il Governo regionale, un Governo che ci ha tenuto all’oscuro di questo pensando presuntuosamente di risolvere il problema da solo.
Oggi quindi dobbiamo recuperare. Dalla parte nostra parte ovviamente abbiamo tutte le associazioni. Ed io proprio perché sono dalla parte delle associazioni ho proposto – sono contento che il Presidente lo abbia accettato - alla Conferenza dei Capigruppo che tutti i Capigruppo incontrino una loro delegazione.
Inoltre oggi abbiamo disponibilità di tutti i Gruppi assembleari di discutere un documento unitario che dia forza alla delegazione dell’Assemblea legislativa che domani andrà a parlare al Ministero e alla Giunta che tratterà.
Ma questo poteva essere fatto ad ottobre anziché dare garanzie all’Ufficio dell’Unione europea a Roma e al Ministero che avremmo sanato la presunta anomalia marchigiana.
Ecco dunque la condanna che mi sento di fare a questo Governo, perché anziché mobilitare tutte le forze politiche e sociali della nostra regione per mantenere quanto di positivo c’è in questa regione, si è corsi in segreto a dire: “state tranquilli, lo saneremo”. E quasi in segreto si è voluto presentare all’ultimo momento un emendamento, traendo così in inganno anche i Consiglieri della maggioranza.
Non è stata sicuramente scritta una bella pagina della storia del volontariato e dei servizi di questa Regione. Sta a noi recuperarla. Noi comunisti siamo disponibili. Daremo il nostro contributo. Però, ripeto, un contributo e la forza della coesione ci sono quando c’è lealtà e rispetto, quando c’è chiarezza e trasparenza. Ed in questo caso, lo ripeto per l’ennesima volta, il Governo regionale ha lavorato al contrario, nascondendo il problema e la sua soluzione all’Assemblea legislativa.
Ora mi auguro che riusciremo ad andare in controtendenza, ad affermare e a confermare l’esistenza di questo servizio che in grandissima parte è svolto dai volontari. Certamente non è un’opera facile, probabilmente se avessimo cominciato prima saremmo già a un buon passo, ma siccome non è mai troppo tardi, ed io sono ottimista, dichiaro la piena disponibilità dei Comunisti Italiani e di Rifondazione Comunista ad agire affinché questo male venga sanato.
Presidente, le ripeto, è verbalizzato, intervenga affinché gli uffici forniscano ai Consiglieri regionali tutta la documentazione relativa a questo tema, in particolare la lettera con cui, non so, ripeto, se il Presidente o l’Assessore, è stato garantito al Ministero già da ottobre che le cose sarebbero cambiate e che poi sia stato fatto in silenzio.

PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli, capisco anche un po’ le ragioni dello spettacolo, ma visto che lei ora mi investe pubblicamente di questa cosa le dico che avrebbe potuto farlo de visu et de auditu anche con lettera. (…) No, Consigliere, ma siccome lei ora in Aula lo ha chiesto con un tono come se io non avessi provveduto...

Raffaele BUCCIARELLI. No, no...

PRESIDENTE. Le garantisco che sarà mio dovere no chiedere ma ottenere quanto di spettanza ai Consiglieri che, al di là dei partiti di appartenenza e del ruolo di maggioranza o di minoranza, hanno diritto di avere tutto quanto spetta loro in tempi celeri per poter svolgere il proprio ruolo.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch’io stigmatizzo il modo nascosto in cui questa modifica è stata inserita all’interno della finanziaria, ossia senza essere presentata e votata con la semplice applicazione del numerino sull’emendamento.
Mi sembra però che in questo momento ci sia la volontà condivisa, almeno quella che è emersa pubblicamente, di tutti i Gruppi, di tutti i Consiglieri a modificare la norma introdotta nella finanziaria.
Norma che, ricordo, ha abolito quanto previsto nella legge 13/2008. La proposta di legge venne presentata dalla Consigliera Benatti, anch’io ero tra i firmatari, l’attuale Assessore Luchetti era Presidente della Commissione sanità, su cui con grande sforzo e in un arco di tempo di circa un anno e mezzo si lavorò affinché la legge potesse rispondere a tutte le esigenze, anche di tipo formale, rispetto alle norme comunitarie e ai servizi sanitari come servizi pubblici. Si era riusciti a stabilire che il trasporto sanitario venisse assicurato dalle aziende sanitarie e dall’Inrca ed ove non fosse possibile in via prioritaria veniva assicurato l’affidamento alle associazioni di volontariato, alla CRI e agli altri enti pubblici accreditati (come le Misericordie), al fine di garantire l’espletamento del servizio generale in condizione di equilibrio economico per il bilancio regionale. Ed i rapporti venivano regolati da convenzione. Quindi laddove non era possibile garantire il servizio di trasporto sanitario attraverso il Servizio sanitario regionale si interveniva con l’affidamento alle associazioni di volontariato.
Dunque a quelle associazioni che garantiscono oltre che un servizio di efficienza e di capillarità anche, lo ricordo, di economicità. Non si può infatti nascondere che la modifica intervenuta, che obbliga alle gare anche le associazioni di volontariato, porterà per il trasporto sanitario da parte della Regione Marche un aggravio altissimo di costi, perché dai 25 milioni attuali si dovranno aggiungere 80-90 milioni di euro all’anno.
Pertanto questo evidenzia anche la scorrettezza dell’emendamento presentato al bilancio, in quanto chi l’ha voluto introdurre – si presuppone l’Assessorato – avrebbe anche dovuto indicare con quale risorse il bilancio può far fronte all’aggravio di costi.
Quindi oltre ad una scorrettezza formale c’è stata anche una scorrettezza sostanziale rispetto a come va costruito un bilancio, nel quale appunto non si possono introdurre norme che aumentano le spese senza trovare le dovute compensazioni.
Auspico pertanto che si ritorni nella direzione della legge 13/2008 abrogata.
La Comunità europea riguardo i servizi pubblici distingue quelli di interesse generale e privi di rilevanza economica e permette affidamenti diretti anche di questo tipo purché siano compensati rispetto ai costi sostenuti. E questo attualmente avviene nella nostra regione anche per quanto riguarda i servizi forniti dalle associazioni di volontariato. Quindi è possibile la costruzione di una legge che ritorni all’affidamento prioritario.
Oltretutto non esiste nessuna richiesta da parte della Comunità europea rispetto alla nostra legge. Anzi, riguardo ai ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato presentati da alcuni operatori della sanità privata rispetto all’architettura di questa legge è il TAR stesso che ha detto che è corretta.
A questo punto visto che per questa nostra legge non c’è una richiesta della Comunità europea, non ci sono obblighi rispetto a sentenze giudiziarie, che, ripeto, l’hanno confermata, bisogna riproporla. Certamente spiegandone le motivazioni, pertanto benvenga il confronto che domani il Presidente Comi della Commissione sanità avrà con il Ministero della sanità, ma in ogni caso la Commissione deve andare con una proposta concreta e precisa, su cui certamente confrontarsi ma comunque da difendere e non magari da ritirare appena qualcuno porrà dei piccoli problemi.
Questa è dunque la volontà espressa dall’Assemblea legislativa, per cui la Commissione ha mandato pieno per reinserire l’affidamento in via prioritaria alle associazioni di volontariato e per definire una legge in tal senso.

Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Molto rapidamente perché non voglio ripetere quello che diversi altri colleghi hanno già espresso.
Voglio soltanto dire che mi rammarica che davanti a una vicenda così importante, una vicenda che tocca tante persone e tante sensibilità, che ha anche ricadute economiche notevoli nel bilancio regionale, fra i tanti interventi che ci sono stati devo ancora sentire la voce della maggioranza, ossia non si è ancora sentito nessun collega intervenire per giustificare, argomentare i motivi che hanno portato all’approvazione di quell’emendamento.
Come voi sapete io sono stato Consigliere anche nella precedente legislatura e in quell’esperienza fui membro della V Commissione sanità. All’epoca facemmo una battaglia sincera, vera e profonda a difesa del mondo del volontariato e la spuntammo. Infatti, come ricorderanno i colleghi che c’erano, la legge 13 del 2008 fu la sintesi di un percorso difficile. Le pressioni furono tante, ma comunque riuscimmo, con un testo che fu definito, non da noi ma dall’utenza, equilibrato, a coniugare le esigenze del mondo del volontariato e, laddove non era possibile la loro presenza, con quelle del mondo privato.
Non ho difficoltà quindi a ringraziare l’allora collega Stefania Benatti - che oggi non siede più tra noi nell’Assemblea regionale, ma svolge altra funzione di tipo politico – in quanto insieme facemmo un lavoro importante che portò a un risultato apprezzato che aveva messo in equilibrio l’intero sistema.
Ma voglio anche ricordare che non fu un percorso sotterraneo bensì un percorso vivace, lungo, difficile, complesso, di mediazione, un percorso che portò poi a un risultato, quindi è l’esatto contrario di quello che è avvenuto lo scorso dicembre. Ma essendo io portatore di buona fede voglio qui portare ai colleghi di maggioranza il concetto appunto della buona fede, perché hanno votato una cosa inserita quasi nottetempo e che è stata approvata in maniera silente, forse senza neppure conoscere le ricadute che quella manovra avrebbe provocato nel nostro territorio.
Ricadute che io reputo estremamente pericolose in quanto rischiano di vanificare l’esperienza di tanti volontari. Volontari che necessitano del ringraziamento – ringraziamento, lo voglio sottolineare – di tutti noi, sono persone che donano parte del loro tempo e delle loro risorse per la nostra comunità. E questo non è un fatto che può essere cancellato con un emendamento, anzi, al contrario, è un fatto che deve essere esaltato nella massima espressione democratica della Regione. E non lo dico perché i rappresentati di queste associazioni sono qui presenti e ci ascoltano, lo dico perché è questo l’atteggiamento corretto che si deve tenere, occorre cioè un rapporto corretto tra le istituzioni e il territorio, tra coloro che si impegnano nei diversi livelli; noi politici non possiamo pretendere rispetto se non diamo noi stessi rispetto a chi laicamente e disinteressatamente si impegna. Ci tengo a sottolineare questo, non lo faccio per demagogia, sapete che non sono un demagogo, spesso anche su vicende più scabrose mi assumo le mie responsabilità andando magari controcorrente pur di affermare quanto penso, che piaccia o non piaccia. E’ così che intendo la democrazia.
Mi auguro – e faccio appello alla sensibilità del Presidente della Giunta regionale – che ci sia un ripensamento e una rivisitazione di questo provvedimento, al fine di giungere ad una decisione, quella sì, finale, che sia di equilibrio fra le esigenze del territorio ma che ponga sempre prima di ogni altra decisione il mantenimento e la salvaguardia del mondo del volontariato, che è una grande prerogativa del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. I colleghi che mi hanno preceduto hanno già detto moltissimo in quanto è un argomento su cui ci interroghiamo ormai da circa un mese.
Noi come minoranza di questa problematica ci eravamo già accorti, infatti il Consigliere Zinni in Commissione ci aveva allertato sulla difficoltà di quell’emendamento. Un emendamento presentato, secondo me, in maniera un po’ superficiale in quelle mattine piene di impegni e di tanti emendamenti dovuti al bilancio. Un emendamento votato dalla maggioranza con molta leggerezza, senza neppure rendersi conto di ciò che si stava facendo.
Ripeto, il Consigliere Zinni, che è un nostro Consigliere in Commissione bilancio, ci aveva parlato delle difficoltà che sarebbero venute votando quell’emendamento. Ed infatti così è stato.
Oggi la presentazione di tante mozioni e interrogazioni bipartisan dimostra che dopo un lungo dibattito e un serrato confronto con tutte le parti politiche c’è la necessità di rivedere serenamente e tranquillamente questa situazione inaccettabile; qui nessuno vuole creare problemi a realtà così importanti come sono appunto le Croci e le Misericordie.
E’ inutile parlare dell’importanza delle Croci e delle Misericordie, siamo tutti convinti del loro ruolo propositivo e centrale nella realtà sociale e per l’equilibrio delle nostre collettività. Chi vi parla oltre ad essere medico è cresciuto nell’Università di Siena dove le Misericordie hanno una capacità gestionale, integrativa, di efficienza e di qualità che veramente va al di sopra di ogni altra considerazione. Quindi al di là dell’intervento che svolgono tutte queste persone fatto in maniera disinteressata, sopra le parti, di giorno e di notte, ritengo dovremmo dare delle risposte politiche certe e sicure, come pure risposte di sostanza tenendo conto della normativa europea.
Dello Stato Europa, di cui l’Italia è una Regione, ne siamo tutti convinti, ma ogni tanto crea delle difficoltà mettendo sullo stesso piano situazioni che sono tra loro ben diverse. Mi viene ad esempio in mente la nuova normativa sulla pesca che nel giugno 2010 creò non poche difficoltà, con l’individuazione di maglie più larghe ci furono situazioni di grosso disagio per i nostri pescatori, come se il mare Adriatico avesse le stesse dimensioni di un oceano. Oppure la nuova normativa sul demanio, con la quale gente che ha lavorato e che ha investito risorse economiche sul demanio si trova a partecipare a una gara aperta a tutti; anche qui bisognerà mettervi mano, perché un conto è uno che lavora in quel settore da trent’anni, un conto sono io che arrivo e partecipo a queste gare. Occorrono regole.
Sto solo facendo degli esempi per far capire come ogni tanto legifera l’Europa. Ma non è che sia contro l’Italia, quindi, o non siamo ben rappresentati oppure non stiamo attenti e non ci facciamo valere.
Per cui, ritornando al tema di oggi, poi arriva l’Anpas! Sì, certo, perché si mette il pubblico ed il privato in uno stesso calderone andando così a creare tanta confusione, con difficoltà da parte di tutte le forze politiche di poter dare una risposta.
Quindi mi auguro che oggi, così come è stato detto in Conferenza dei Capigruppo, si possa approvare una risoluzione unitaria, perché tutti vogliamo risolvere questo problema. Un problema, lo ripeto, affrontato in maniera molto superficiale nello scorso mese di dicembre. Dobbiamo fornire un documento forte ai Consiglieri che domani si recheranno a Roma per far valere questa questione, in cui si dovrà tenere conto che la nostra piccola realtà è formata da un insieme di tante eccellenze e di tante bellissime cose, tra cui anche l’Anpas, un servizio indispensabile che non può essere penalizzato tout court a livello europeo, bisogna fare dei distinguo.
Credo dunque che da quest’Aula partirà un messaggio forte e unitario su questo settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Sarò rapido. Il dibattito ovviamente è utile, alcuni interventi sono stati anche moderati e di equilibrio.
In realtà questo tema in seconda Commissione bilancio lo abbiamo affrontato, se volete, anche con un tono tutto sommato distaccato da parte di tutti, a volte arrivano cose all’improvviso e non ci si accorge.
Questa mattina in sede di Conferenza i Capigruppo mi era sembrato avessero un tono molto disponibile al confronto, unitario, mentre l’Aula, ovviamente, ha assunto un atteggiamento diverso, perché magari ci sono presenze giustamente interessate. E’ sempre così, ma lo capisco, è il gioco delle parti, ci sta pure. Però ciò che non condivido è che rispetto a quello che se volete è anche un errore, anzi, sottolineo che è un errore l’aver corretto la legge 13 rispetto al trasporto sanitario, non credo si possa poi mettere in discussione l’attenzione della Giunta regionale rispetto ai temi del volontariato. La legge 13 era a tutela del volontariato in quanto aveva in qualche modo garantito anche il trasporto sanitario fatto, appunto, dal volontariato. Le Croci Rosse sono un simbolo, c’è qualcuno che le mette in discussione in quest’Aula? La Giunta? E una Giunta che non ha l’attenzione su questo tema? No, questo non è accettabile!
Certo è che aver dovuto con atto dovuto – scusate il bisticcio di parole – aderire alle indicazioni comunitarie ha indotto a un errore, un errore che va corretto.
La Toscana ha fatto come noi, ha modificato la legge rispetto alle indicazioni comunitarie, poi c’è stato un ricorso di un privato, la legge è stata impugnata e deve tornare indietro, dopodiché vi è stato un secondo tentativo di correzione della Regione ed una seconda impugnativa.
Per cui il tema è proprio questo, ossia trovare la forma, anche attraverso le indicazioni che domani i delegati dell’Assemblea legislativa Consiglieri Comi e D’Anna potranno trarre, per andare a risolvere l’impasse in cui ci sta mettendo su questo tema la direttiva comunitaria. Quindi tornare a garantire il servizio del volontariato, in modo particolare del trasporto sanitario, così come lo prevedeva la legge 13. Cioè dobbiamo tornare con certezza alla nostra legge sul volontariato. E’ questo che serve, piuttosto che la polemica che certamente capisco ma che per certi versi non serve; in Italia questo fenomeno sta accadendo in quasi tutte le Regioni. Insomma, bisogna cercare di correggere.
Ecco perché oggi una risoluzione unitaria può rafforzare la stessa delegazione, un documento che concordi sulla necessità di un percorso che ci riporti alla pienezza della legge 13 che abbiamo messo in campo. Dobbiamo ossia sostenere il fatto che questa Giunta il volontariato lo ha sempre sostenuto e sempre lo sosterrà in quanto è un elemento fondamentale della coesione sociale di una realtà e della convivenza civile. Ci mancherebbe che non facessimo questo! Quindi mi pare che su questo punto di vista sicuramente l’Assemblea legislativa ci si ritrova.
Ripeto, questa mattina alla Conferenza dei Capigruppo il tono era questo, qui in Aula il tono è stato leggermente diverso, è anche un po’ il gioco delle parti, non lo condivido, ma mi rendo conto che ci sta.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Sarò molto concisa perché gli interventi che mi hanno anticipato sono già stati molto chiari e tutti si sono indirizzati a favore del sostegno del lavoro svolto dalle associazioni di volontariato.
Vorrei però fare un’ulteriore sollecitazione, ossia che a seguito dell’incontro che ci sarà con le associazioni possa poi uscire da quest’Aula un documento trasversale. Perché il clima che abbiamo vissuto in questo dibattito e con l’ultimo intervento fatto dal collega Ricci ci porta a fare una riflessione, ci porta ad avere in questo momento uno spirito di saggezza, perché non credo sia volontà né della maggioranza né della minoranza andare ad umiliare tutto quel lavoro costruttivo e capillare che per decenni i dipendenti delle associazioni di volontariato hanno svolto sul nostro territorio. Chi come noi rappresenta il territorio sa bene quante associazioni sono nate, quanta passione c’è dietro ad ogni ragazzo, ad ogni ragazza, ad ogni persona che lavora all’interno di esse. Quindi non bisogna assolutamente umiliarle, anzi, dobbiamo valutarle, sponsorizzarle proprio dal punto di vista morale. Ed oggi più che mai, visto il momento economico particolare che stiamo attraversando, una spesa che passa da 30 milioni di euro a 85-90 milioni è assolutamente impensabile.
Pertanto, a sostegno di tutti quelli che lavorano in queste associazioni, dalla Croce Rossa alle piccole associazioni, dall’uomo ormai in pensione fino al ragazzino, che nel dedicarsi con abnegazione al volontariato svolgono anche una funzione sociale, dobbiamo tutti impegnarci affinché la Comunità europea possa ascoltare un messaggio trasversale ed univoco che viene dalla Regione Marche, che viene dal cittadino marchigiano, dunque un messaggio che va in modo concreto a supporto di chi crede nel sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Farò un intervento breve, ma alcune considerazioni mi sento di farle.
Non so, collega Bucciarelli, se ci troviamo di fronte a una vicenda piratesca o banditesca, ma è chiaro che in Giunta chi ha posto in essere una modifica alla finanziaria in questo specifico punto lo ha fatto in modo cosciente, in altre sedi si direbbe in modo doloso.
Ma altrettanto colposa è la responsabilità di chi non ha fermato le cose in Commissione, ad esempio di chi si è astenuto, di chi doveva controllare meglio che questa vicenda non scivolasse nel ridicolo, perché oggi in quest’Aula tutti ci troviamo a dover chiedere scusa, cioè il mea culpa lo dobbiamo fare tutti, maggioranza e opposizione.
Deve esserci un’assunzione di responsabilità perché non è che non sia successo nulla, è successo che per un errore fatto dalla Commissione e da quest’Aula il territorio e gli operatori ci stavano rimettendo l’osso del collo. Quindi l’errore va assolutamente registrato, va fatta un’assunzione di responsabilità. E lo faremo una volta di più se approveremo uno stesso documento, cosa che Futuro e Libertà auspica fortemente.
Però al problema tecnico normativo si aggiunge anche un problema di carattere contenutistico. Cioè che questa Regione, a differenza di altre, non ha mai voluto inserire il sistema delle associazioni del volontariato e della Croce Rossa all’interno del sistema sanitario. Ha sempre vissuto la presenza delle varie organizzazioni di volontariato e la Croce Rossa come un’appendice un po’ fastidiosa, alla quale si poteva anche tardare qualche anno prima di pagare certi rimborsi, e tutto sommato si poteva anche affrontare un contenzioso amministrativo di fronte ad alcune legittime istanze delle associazioni di volontariato.
Per cui ciò che non era chiaro era proprio il quadro normativo. Quindi c’è anche un conflitto di competenze che auspichiamo che la Commissione e soprattutto la delegazione domani riuscirà a dirimere.
Dobbiamo quindi dare quanto prima un documento unitario per poter dimostrare che c’è un impegno politico di questa Regione. Perché poi non ci si può riempire la bocca di belle parole, di principio di sussidiarietà, della volontà di questa Assemblea di garantire la continuità dei servizi, della qualità della vita o della salvaguardia dell’occupazione, tutte bei princìpi, ma che purtroppo poi si scontrano con una finanziaria che per certi versi è addirittura vergognosa, che stava fortemente compromettendo gli interessi del territorio e soprattutto la continuità di un servizio. Un servizio che a oggi è quanto mai fondamentale e sostanziale, che quindi ha pieno diritto di essere parte integrante del sistema sanitario regionale.
Va da se che questo non va a cambiare solo l’atteggiamento ma anche l’orientamento sia di questa Assemblea legislativa come pure della Giunta. Una Giunta che non può con questi blitz compromettere un processo normativo di una Regione e l’operato della stessa Assemblea legislativa.
Per questo motivo il Gruppo Futuro e Libertà auspica quanto prima l’approvazione in quest’Aula di un documento comune che vada sì a diminuire i contenziosi e a defaticare la gravosa attività giudiziaria, che vada sì incontro a una buona sanità regionale, ma che vada soprattutto a diminuire quella conflittualità che purtroppo esiste tra alcune associazioni di volontariato, che vengono alimentate proprio da un cattivo quadro normativo e da un’ambiguità politica di cui noi tutti siamo responsabili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Intanto una considerazione. Come ho già detto nell’ultima seduta, credo dovremmo sgombrare il campo dal tentativo di ridurre la discussione alla solita manichea dialettica tra parti politiche che si contendono per forza la diversità di posizioni. Non dobbiamo cioè trasformare anche questa questione nella solita strumentale occasione di discussione politica. Perché in questa sede non ci sono detrattori e sostenitori di un modello di servizio di trasporto sanitario, ci sono tutti i Consiglieri determinati e convinti che ci sia una via maestra, che ci sia una soluzione migliore delle altre. Ecco, noi tutti siamo impegnati in questa direzione. Lo dico da Presidente della Commissione sanità, dopo essere stato tra chi, insieme a Stefania Benatti, presentò la legge sul trasporto sanitario, quella che oggi è stata messa in discussione.
Quindi cerchiamo di emanciparci dalla tentazione di una discussione tutta politica: è colpa del PD, è colpa del PdL. Questo a me francamente non appassiona, non credo ci consenta neppure di affrontare seriamente il problema.
Vado alla questione. La prima cosa è che c’è stata una norma che nell’ultima finanziaria è stata abrogata. Ora rispetto a questo tutti abbiamo denunciato, in maniera più sommessa o in maniera più determinata, la necessità da parte della Giunta di condividere con l’Assemblea legislativa tutte le disposizioni ordinamentali, di non trascurare, neppure nella sede emergenziale, il dibattito con l’Aula, ossia di rendere l’Assemblea legislativa consapevole delle questioni. Tutti abbiamo denunciato questa cosa, a partire dalla V Commissione che non ha discusso mai la materia.
Detto questo, se noi continuiamo a discutere sulle responsabilità politiche ma senza entrare nel merito, rischiamo di compromettere un percorso. Quindi penso debba esserci una discussione di merito non solo di metodo.
Nel merito, quella iniziativa di modifica della Giunta prende spunto – esaminando la documentazione che è stata formalmente prodotta agli atti della Commissione – da una procedura di pre-infrazione che la Commissione europea ha aperto nei confronti della nostra Regione. Una procedura di pre-infrazione, che segue un confronto che è durato alcune settimane, nella quale a seguito di diversi chiarimenti rispetto alle modalità di affidamento del servizio nella nostra regione e a seguito di come questo venisse di fatto gestito, veniva contestato che i servizi affidati con schede di committenza di trasporto non fossero tutti strettamente sanitari per circa 270 mila euro per tutto il territorio regionale. Questa è stata l’obiezione sollevata nei confronti della Regione Marche. Dunque noi partiamo da questa considerazione, sapendo che tutti abbiamo a cuore un obiettivo unico e imprescindibile, quello della salvaguardia del patrimonio che abbiamo.
Noi a suo tempo approvammo una legge che aveva delle ragioni che possiamo ancora difendere, anzi, che dobbiamo marcare con molta determinazione, ragioni che riguardavano il fatto che i servizi di trasporto sanitari possono essere considerati – questa era l’argomentazione alla base della proposta di legge che poi approvammo in quest’Aula – attività di interesse generale sottratte al mercato e per queste assicurate in via prioritaria alle associazioni di volontariato dell’Anpas e alla Croce Rossa. Quindi nelle argomentazioni con le quali abbiamo predisposto quella legge e che abbiamo portato all’approvazione di quest’Aula si prevedeva che l’attività prestata da questi soggetti non venisse retribuita ma solo remunerata dei costi effettivamente sostenuti, senza alcuna sovracompensazione delle spese né contro partita economica.
Questa soluzione adottata, che era alla base di quella norma che noi tutti abbiamo difeso, è stata sostenuta e difesa anche dalla giurisprudenza della stessa Corte di Giustizia, la quale ha affermato che un metodo di pagamento che supera il semplice rimborso delle spese sostenute configura una contropartita di carattere economico e rende la convenzione stipulata per lo svolgimento dell’attività di trasporto sanitario a titolo oneroso e non più a titolo gratuito. Per cui in quel caso avremo un servizio che opera nel mercato e che pertanto non può essere sottratto alla concorrenza.
Su queste motivazioni noi dunque siamo riusciti a fare una legge che è stata una delle poche leggi approvate in tutto il Paese. Tanto è vero che la Regione Toscana subito dopo, visto che la sua era contestata, ma non attraverso una pre-infrazione bensì attraverso una sanzione comunitaria, aveva preso a modello la nostra legge regionale, l’aveva mutuata, fatta sua e quindi approvata. Sicché oggi anche la Regione Toscana deve fare i conti non tanto con la legge quanto con la sua applicazione.
Pertanto, che cosa possiamo fare? Intanto la questione, lo ribadisco, non è politica. Poi se uno vuole divertirsi a fare un dibattito politico tra guelfi e ghibellini, tra bianchi, rossi e neri, faccia pure, ma la questione non è politica, la questione è di carattere giuridico e di carattere formale, almeno io così la intendo proprio perché ho le idee politicamente chiare rispetto a quello che si dovrebbe fare.
Dobbiamo allora chiarire alcune questioni.
Primo, il servizio di trasporto sanitario è un servizio a rilevanza economica? E come tale, è un servizio che è soggetto alle leggi del mercato, quindi alle procedure di evidenza pubblica? Questa è la prima questione che dobbiamo chiarire – ora semplifico la discussione perché poi abbiamo i nostri uffici legali che da questo punto di vista ci sostengono –.
Secondo, semmai il servizio di trasporto fosse un servizio a rilevanza economica, lo è anche il servizio di trasporto sanitario?
Terzo, quali sono le categorie di trasporto che sono sanitarie e quali sono le categorie di trasporto che non sono sanitarie? E semmai fosse così, quali sono quelle che necessariamente devono andare a gara e quelle che possiamo sottrarre?
Quarto, possono le Croci avere comunque una possibilità di affidamento diretto, oppure solo la Croce Rossa che è un ente pubblico?
C’è dunque la possibilità di trovare una soluzione? Credo che una soluzione la possiamo trovare, la cercheremo e opereremo in una duplice direzione.
E la duplice operazione qual è?
Intanto – semplifico - che il trasporto sanitario per noi non è un servizio e come tale non è soggetto alle condizioni del mercato, tanto è vero che non vi sono preclusioni al fatto che questo servizio a termini gratuiti con solo mero rimborso delle spese possa essere svolto anche da un privato, che se lo volesse fare a quelle condizioni non ci sono problemi. Quindi prima di tutto sosteniamo l’assenza di economicità in quella attività.
Secondo – e questa è l’obiezione che cercheremo di muovere nei confronti degli interlocutori della Comunità europea –, c’è un principio ordinamentale, sancito anche dalla Corte Costituzionale italiana e che viene definito dalla dottrina come la cosiddetta teoria dei contro limiti, in base al quale la prevalenza di un diritto rispetto ad un altro – e qui la prevalenza eventuale del diritto comunitario rispetto a quello nazionale, con la conseguente decisione su cui si deve applicare – si ferma di fronte ai principi fondamentali di un ordinamento statale. Ora noi abbiamo una norma, munita di presidio costituzionale che sta all’articolo 2, che ribadisce il valore del volontariato, la sua espressione di partecipazione, di solidarietà e di pluralismo, di volontariato prestato a titolo gratuito, personale, spontaneo, senza fini di lucro. Noi pensiamo che quel presidio costituzionale e la legge 266/1991 possano essere princìpi ordinamentali forti attraverso cui presidiare e difendere una prerogativa, che è quella della sottrazione di questa attività, che non è un servizio economico, al mercato.
Ecco, con queste argomenti domani andremo ad incontrare la delegazione. Sarà un percorso complicato, difficile, non politico, lo faremo in maniera trasparente, lo faremo con il contributo di tutti; la presenza del Presidente e del Vicepresidente della Commissione è infatti proprio per dare il senso della partecipazione collettiva di un’intera Assemblea legislativa.
Non abbiamo nessuna intenzione di mettere in discussione quello che per noi è un valore – per me, che sono stato amministratore di una Croce, lo è anche a titolo personale –, ma vorremmo affrontare questo dibattito in termini pragmatici, concreti, giuridici e non sotto la demagogica pressione di spinte di carattere partitico o populistico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Capisco la profonda difficoltà della maggioranza, che arriva qui perché portata qui, perché chiaramente quando uno è inseguito si mette a correre, e ci dice che questa non è una questione politica. Ci mancherebbe altro, siamo tutti d’accordo, anzi, forse non siamo tutti d’accordo su tutto. E spiego il perché.
Qui la cosa che si contesta politicamente – non voglio interpretare il Presidente Bucciarelli – è questa, ossia che la maggioranza di questa Regione Marche o per lo meno la Giunta regionale, che non so quanto sia collegata con la maggioranza dei Consiglieri, dall’ottobre dell’anno scorso era consapevole di una determinata situazione, ma non ha comunicato niente, forse neanche ai propri Consiglieri, e questo lo vorrei sapere dai Consiglieri regionali di maggioranza. Dopodiché arriviamo all’approvazione del bilancio. Siccome io ho fatto, e lo faccio tuttora, il consigliere di maggioranza in altro ambito, so come avvengono le frette e le furie di certe situazioni, ma qui non c’era una fretta e una furia perché partiamo da ottobre.
E quando il Consigliere Bucciarelli parla di una comunicazione che non riusciamo ad avere poi è quello che fa pensare male. Perché le frette sui discorsi che abbiamo fatto tutti li continuiamo a fare ognuno nei nostri ruoli che reciprocamente rivestiamo. Da ottobre non si è saputo nulla, voi, non noi, noi siamo i sudditi, non dobbiamo sapere, voi non sapevate nulla, ma questo non lo contestate, poi ci venite a dire che adesso c’è la speculazione politica.
Io se fossi stato in voi, proprio per la dignità del Consigliere regionale, avrei io stesso mosso delle contestazioni su quel metodo – magari lo avete fatto nelle opportune sedi – che vi ha portato a votare quell’emendamento, su cui noi abbiamo votato contro ma non è questo quello che ci salvaguarda.
Poi tutto il mondo del volontariato si è mosso quindi siete stati costretti – voi che comandate in Regione Marche, voi che dettate i tempi, voi che non ci date neanche i documenti nonostante specifiche richieste! – a venire qui per cercare di salvare capre e cavoli.
Detto questo, perché sentire dire che qui non c’è politica o altro, quando io avrei invece fatto oggi - mi dispiace che in questo momento non ci sia il Presidente Solazzi - e lo dico con una sincerità massima, credetemi, un minuto di raccoglimento per quei quattro bambini Rom morti bruciati, quattro bambini! Ognuno di noi ha dei figli. Quattro bambini, ma qua non se ne è accorto nessuno! Però c’è chi su questo ha fatto strumentalizzazione politica, caro Comi! Si diceva che il Sindaco Alemanno a Roma era contro certe cose, però è stato l’unico Sindaco che è andato in quei campi, ha progettato, sta cercando di portare avanti una rivisitazione per dare dignità alle persone. Per dare dignità alle persone che si comportano bene, a chi rispetta la legge, è questa la profonda differenza, non a tutti, a chi rispetta la legge. Ma nessuno di noi può dimenticare che ieri sono morti quattro bambini e che la società civile italiana tollerava che stessero in quelle condizioni.
Io da assessore al Comune di Ascoli Piceno con questi signori ho avuto a che fare, non vorrei entrare nei dettagli perché non mi entusiasma più parlarne, dico solo che un giorno partecipai in Prefettura a un qualcuno che mi diceva, a fronte di contestazioni, che erano quelle di non mandare un bambino a scuola, di non volere l’integrazione - quindi non che qualcuno rifiutava loro l’integrazione - perché quella era la loro cultura. Allora è lì che c’è razzismo, ma è un razzismo al contrario.
La xenofobia lì nasce la contrario, perché nel momento in cui si consente a quelle persone di non rispettare la legge e di fare altro succedono quei fenomeni, specie nei piccoli Comuni, di cui poi tutti ci lamentiamo e che fanno tutti quanti strepitare.
Noi qui il minuto di raccoglimento lo dobbiamo fare per quei quattro bambini innocenti, bambini che però non dovrebbero stare nelle mani di persone che li mandano a fare l’elemosina, per non dire altro! Quei bambini devono essere tolti da quelle comunità! E mi prendo tutto il diritto di dire quello che dico. Quando un genitore insegna ai figli a rubare, a campare di elemosina e a non andare a scuola, quel genitore non ha diritto di insegnarle quelle cose a un minore!
Su questo dobbiamo dunque fare le nostre battaglie, su questo dobbiamo fare le nostre guerre, è su questo che dobbiamo essere uniti. Scusate la digressione.
Comunque, al di là della politica, qui c’è il problema delle Croci, ma il problema delle Croci va esaminato in un altro modo.
Io non voglio inimicarmi nessuno, penso che nessuno sta qui a farsi pubblicità o a riguardarci allo specchio per risentirci domani, ma chi è contro il mondo del volontariato? Nessuno, ci mancherebbe altro! Però c’è anche da fare qualche distinguo. Spero che qualcuno di voi lo dica. Perché è chiaro che quando c’è un rimborso di spese vive non c’è gara, ci mancherebbe altro.
Noi tutti viviamo con tante Croci, con tanti Comuni e con tanto altro. Quando c’è un rimborso forfettario non è rimborso di spese vive! Qui bisogna normare queste cose, bisogna dire che cosa è il rimborso forfettario. A quel punto saremmo tutelati da chiunque vorrà intervenire su queste cose. Noi invece come sempre abbiamo lasciato delle maglie larghissime, dei paletti invisibili, una discesa libera senza paletti, per cui oggi arriva qualcuno che ci fa le bucce.
E’ infatti un po’ difficile rispondere a determinate questioni che ci vengono poste, specie nel momento in cui siamo tutti così contenti di stare in Europa, al punto che ogni volta quando si parlava di Prodi dicevamo che era lui che ci aveva fatto entrare in Europa; mi ricordo un vecchietto un giorni mi disse: “perché fino adesso dove stavamo? Stavamo in Africa?”. No, stiamo in Europa grazie a Prodi!
Allora l’Europa è questa, l’Europa significa che la gara si fa! E non si fa nel momento in cui noi riusciamo a normare e a dire che non si fa la gara ma non perché ci conviene, perché questo è lo stato sociale o lo vogliamo o non lo vogliamo, il dirigismo o lo vogliamo o non lo vogliamo, non possiamo essere un giorno pesce e un giorno carne, dobbiamo darci uniformità di comportamenti.
Per cui tutto quello che si andrà a fare con la Commissione, ok, ma stiamo tappando un buco. Speriamo di tapparlo bene, di non fare con la toppa un buco più grande. Ma in ogni caso quello che manca è una normativa più seria. Una normativa che serva agli operatori del settore per essere tutelati. Perché il volontariato deve essere volontariato! Che significa volontariato? Io ho sempre saputo che significava al massimo il rimborso delle spese vive e documentate. Dimostratemi il contrario!
Allora sarà il caso, ripeto, che ci si metta mano con un’apposita legge. Inoltre che si evitino ulteriori situazioni del genere. Perché poi il buon Comi io lo capisco, lo capiamo tutti, è sempre il discorso dei ruoli che svolgiamo, ma non ci può venire a dire che c’è la strumentalizzazione e che prima eravamo tutti d’accordo. Io faccio parte della Commissione sanità e con Bucciarelli eravamo sbalorditi quando l’ufficio legale della Regione ci comunicava certe cose che anche noi avremmo dovuto sapere. Ed il problema era – e questo è il vostro vero problema politico – che neanche voi le sapevate!
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Parto proprio da una sua considerazione sul rispetto. Oggi è facile dire tutto quello che hanno già detto in sintesi, comunque l’intervento del Presidente Comi è stato misurato, garbato, seppure investa il ruolo della maggioranza e quindi della Commissione di cui è Presidente.
Sulla questione ci sono da aprire tre parentesi: la gara, l’infrazione, il sotto ricorso.
Quando l’Europa detta un procedimento che va ad inficiare un ordinamento giuridico di uno Stato membro, nella fattispecie nelle Regioni che la compongono, siamo chiamati, a prescindere dal populismo, a dire che siamo nel rispetto della legalità.
Qui non c’è uno scontro fra pubblico e privato, non è questo, il ruolo che ha avuto ad oggi il volontariato e il suo radicamento nel tessuto socio-sanitario marchigiano è un punto fermo, però tutto questo va distinto in due ambiti, l’ambito amministrativo delle Croci e l’ambito del volontariato.
Il volontariato è irrinunciabile, per cui ritengo che la legge morale e l’etica della politica ci impongano di superare la problematica implicita dell’argomento. Ma per aprirci in maniera concreta dobbiamo una risposta. Quindi mandare una delegazione composta dal Presidente e Vicepresidente dell’Aula assembleare, che quindi è il pensiero di tutta la rappresentanza elettiva dell’Assemblea legislativa, è andare a pietire qualcosa contra legem.
Allora visto che noi possiamo attuare la programmazione regionale e che abbiamo una sanità regionale dal Governo definita virtuosa, la questione meritava senz’altro una considerazione nella Commissione bilancio, perché io penso che alla fine si tratti proprio di bilancio.
Quando si parla di trasporti mi sento di esprimere un pensiero ad alta voce. Il trasporto significa rigore amministrativo, significa ridurre gli Assessori all’Assemblea elettiva, ridurre il numero dei Consiglieri regionali con propria legge. Ma soprattutto significa ridefinire nell’ambito dei trasporti anche il ruolo degli autisti così come è stato espresso dal Presidente Spacca, che non ci ha portato a un risparmio oggettivo, anzi, ha portato ad un aumento di spesa, perché noi, credendo di dare quel senso di rispetto al popolo che vota, abbiamo invece dato un messaggio diverso, un messaggio ipocrita. E siccome è facile fare populismo allora io dico che bisogna tornare ad una sintesi tra ipocrisia e realtà rappresentata.
Quando io parlo di un concetto, e lo difendo, mi riferisco ad un qualcosa che in questo momento riguarda ciò che non è un problema. Per cui dico alla Commissione sanità, nella totale rappresentanza del Presidente e del Vicepresidente, che dobbiamo sì restare nell’ambito della legge ma dobbiamo anche distinguere i due concetti.
Il concetto del volontariato a tutto tondo deve rimanere fermo quindi va inserito in una corretta programmazione economica che veda un capitolo di spesa preciso. Inoltre ci vogliono regole certe e, aggiungo, controlli altrettanto adeguati; perché sul discorso del rimborso non posso non percepire con una certa ansietà il buon lavoro svolto da chi si occupa del male del contribuente, perché le Croci ed il volontariato si muovono sempre su un problema oggettivo che riguarda tutti nessuno escluso.
A questa maggioranza, a cui non devo imputare niente se non la difficoltà nel rispettare le leggi europee, quindi un ordinamento giuridico ben preciso, non possiamo però non fare un piccolo appunto su fatto che nella Commissione bilancio dobbiamo prevedere la problematica che si riferisce al volontariato. E dobbiamo farlo, ripeto, con regole precise e con controlli certi, perché è questo il tessuto sociale e socio-sanitario della regione Marche. Devo dire che la Regione Marche ha fatto questo in maniera ineccepibile, però oggi fare populismo, dare responsabilità politiche, significa semplicemente non considerare che c’è una legge europea che ci impone certi ambiti di legge insuperabili; potremo anche fare un passo in avanti, come ha fatto la Regione Toscana, però poi puntualmente si va sotto ricorso.
Allora inseriamo nel nostro bilancio regionale, con questa sanità virtuosa che lo occupa per l’80%, le giuste corrispondenze per il sostegno del volontariato, che sia il rimborso spese o un altro strumento finanziario, ma che comunque tenga conto che la legge morale e l’etica della politica ci impongono a questa univoca direzione che, ripeto, è il nostro bilancio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Nel mese di settembre noi dell’Italia dei Valori questo problema già lo evidenziavamo, agli atti c’è un’interrogazione del nostro Consigliere Acacia Scarpetti.
Il metodo con cui è stato affrontato il problema nel nostro bilancio, già stigmatizzato dal Presidente Solazzi, siamo certi che è sbagliato, come siamo altrettanto certi che non verrà più usato.
Questa maggioranza è geneticamente per la valorizzazione del volontariato. Detto questo, se non vogliamo fare chiacchiere e prendere per i fondelli associazioni e cittadini benemeriti, l’unica strada è quella che sta seguendo il Presidente della V Commissione, di cui faccio parte, Francesco Comi. Solo quella è la strada da seguire, ossia, lo studio giuridico delle situazioni e il confronto con gli organismi nazionali e comunitari che si occupano di questo problema.
Alcuni elementi critici li hanno ben evidenziati nei loro interventi sia il Presidente Comi che il collega avv. Natali, due tra gli interventi più intelligenti e meno demagogici che sono stati fatti in quest’Aula.
L’obiettivo di questa maggioranza è chiaro, l’impegno sarà massimo, il risultato però – sempre ricollegandomi al fatto che non dobbiamo prendere in giro nessuno – potrebbe non dipendere solo dai nostri desideri e dal nostro impegno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Confesso che ho un po’ di imbarazzo a parlare oggi si questo argomento, di questi problemi negli anni scorsi se ne è molto discusso con i tanti volontari dell’Anpas e della Croce Rossa; io per tanti anni a Macerata sono stato onorato soprattutto dai militi di fare il presidente di un’associazione.
Guardate, questo non è più il tempo di promesse, di retorica o di demagogia, i volontari si aspettano qualcosa di concreto. I volontari in sintesi ci chiedono di poter continuare a svolgere un servizio che in questa regione negli anni ha sempre funzionato, consentendo tra l’altro alla comunità marchigiana anche un risparmio economico incredibile.
Oggi l’Assessore non è presente in questa Aula proprio perché è a Roma per discutere sui tagli che il Governo nazionale sta facendo anche sul settore della sanità. Ma può andare fiero a Roma perché nelle Marche abbiamo un servizio sanitario, come abbiamo detto in altre occasioni, che funziona. Il servizio sanitario marchigiano è infatti preso a modello a livello nazionale. Ma se viene preso a modello è anche e soprattutto per il fatto che in questi anni ci sono stati tanti volontari che sia nel campo del trasporto sanitario come in altri settori si sono sacrificati con la loro attività di portare avanti certi servizi.
Su questo tema dovremmo evitare le divisioni, per cui concordo con i colleghi che hanno detto che dobbiamo arrivare ad una risoluzione unitaria fatta propria da tutta l’Assemblea legislativa, affinché domani si possa dare più forza ai nostri rappresentanti che vanno a Roma ad affrontare la questione.
Dal punto di vista tecnico ha parlato il Presidente della Commissione Comi. Io condivido pienamente quello che ha detto. Ma non ci sto ad essere trattato da qualcuno come colui che non ha a cuore le sorti del volontariato o che non pensa al problema del trasporto sanitario, perché, voglio sottolineare, la legge 13 di cui abbiamo discusso quest’oggi l’ha voluta il centro-sinistra, l’ha voluta il Partito Democratico. Quindi noi possiamo essere orgogliosi e andare a testa alta per quello che abbiamo fatto.
Certo, con onestà diciamo anche, lo ha detto il mio Capogruppo Ricci, che quando abbiamo votato quell’emendamento al bilancio abbiamo commesso un errore, ma ora c’è la disponibilità piena nel voler trovare la soluzione dal punto di vista tecnico. Dico dal punto di vista tecnico perché dal punto di vista tecnico-giuridico anche qui non prendiamoci in giro, la legge 13 che aveva introdotto il concetto del rimborso dei costi effettivamente sostenuti sappiamo bene che in questi anni non ci aveva messo a riparo da qualsiasi rischio, sappiamo che ci sono stati comunque privati che più volte hanno fatto ricorso, sappiamo che c’è stato del contenzioso. Allora dobbiamo cogliere l’occasione per mettere definitivamente fine a questa pagina, per trovare una soluzione che metta a riparo il volontariato del trasporto sanitario, al quale dobbiamo riconoscere il ruolo che ha sempre avuto all’interno del sistema sanitario.
E magari, io aggiungo, dovremmo anche trattare con qualche nostro Parlamentare europeo, oltre che andare a Roma. Perché è l’Europa che deve accorgersi della specificità tutta italiana. E’ infatti solo in Italia che operano i volontari, in altre nazioni europee non ci sono, forse, come dice il Presidente Bucciarelli, qualcosa di simile lo possiamo trovare in Germania. In Italia le Croci e le pubbliche assistenze ultracentenarie svolgono questa attività e lo fanno nel rispetto delle regole, garantendo così un servizio molto qualificato. Pertanto dovremmo fare in modo che in Europa venga salvaguardata questa specificità tutta italiana.
Riguardo alla Commissione bilancio – lo voglio dire non per fare polemica ma perché è un dato di fatto, ho visto che qui ci siamo rimpallati delle responsabilità - c’è stato chi ha votato a favore però non ci sono stati voti contrari, neppure quelli dell’opposizione che si è astenuta. (…)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, non interrompete!

Angelo SCIAPICHETTI. Sì, sto parlando della Commissione bilancio! Collega Zinni, vedo che lei è particolarmente sensibile, ed io sto parlando della Commissione bilancio dove ci sono anch’io, e la verità è che io ho votato a favore e lei si è astenuto! Questo è un dato di fatto, è vero o no?! (…)

PRESIDENTE. Colleghi, non può esserci contraddittorio, per favore!

Angelo SCIAPICHETTI. Quindi ognuno correttamente si deve assumere le proprie responsabilità. In ogni caso credo che su questa vicenda dobbiamo ora superare le divisioni e arrivare ad un documento unanime. Mi sembra che i presupposti ci siano. Dunque su questo, noi che vi abbiamo presentato anche una mozione, siamo ampiamente disponibili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Sul principio della tutela del volontariato, in particolare l’attività delle Croci, non ci sono dubbi, non credo nessuno ne metta in discussione in questa sala e fuori la fondamentale importanza che hanno a livello comunitario e a livello nazionale.
Vorrei qui collegarmi all’intervento del collega Comi che credo non sia stato, almeno secondo me, sufficientemente compreso. L’aspetto tecnico che il collega ha evidenziato ha posto la necessità di essere molto realisti rispetto sia a quello che è successo sia a quello che si può fare per i regolamenti che abbiamo.
Innanzitutto voglio sottolineare, senza essere difensori d’ufficio né della Giunta, né della Commissione bilancio che rappresento, che non vi è stato un errore nell’emendamento presentato, semmai l’errore poteva essere che nel contesto dell’approvazione della legge di stabilità per il 2011 l’amministrazione regionale si dimenticasse di un’indicazione ben precisa, ossia dell’avvertimento di pre-infrazione che la Commissione europea le aveva rivolto. Ed il problema di fondo era la ricaduta negativa che avrebbe determinato in termini economici, perché 30 milioni di euro, ovvero l’attività messa in contestazione dalla Commissione europea, avrebbe visto una ricaduta economica di qualche milione di multa nei confronti della Regione Marche. Se solo facciamo un raffronto a rigor di proporzione, un’infrazione ad esempio sull’attuazione del regolamento della privacy è costata 200 mila euro.
Quindi è stato un atto non solo privo di dolo – me ne assumo la responsabilità andando fuori onda rispetto agli altri –, non solo privo di colpevolezza o di negligenza nella valutazione, ma anche un atto dovuto, un atto che nell’applicazione dell’attuazione della legge di bilancio era estremamente necessario.
Altra aspetto invece è cosa provoca il rispetto delle norme europee nell’attuazione della legge di bilancio, come su tutte le altre leggi, regolamenti ed altre norme inserite nei Paesi comunitari, per cui anche nell’Italia e quindi nell’Europa e nelle Regioni.
Questo è il dato di fondo. E su questo bisogna essere, anche nei confronti dei tanti rappresentanti delle Croci e dell’Anpas che ci ascoltano, molto, molto chiari. Non dobbiamo ripetere come è successo nel caso della mozione sui rigassificatori di Numana rispetto a quello che le procedure amministrative a livello nazionale e internazionale propongono stabilmente in maniera chiara fin da adesso.
Vi è una zona del trasporto sanitario, o meglio, come viene definito nella mozione, del trasporto sanitario d’emergenza programmato, che rischia di essere per sempre soggetto a bando di gara. Ed il trasporto che si riferisce a quello del taxi sanitario, del sangue o dei farmaci è una parte del trasporto che oggi inquadriamo nell’attività fortemente positiva delle Croci, ma che rischia, proprio per come è definita la norma europea, di non poter più rientrare tra i trasporti soggetti a rimborso oppure rischiano di essere esclusi dalla rilevanza economica.
Questo è un dato oggettivo di cui dobbiamo prendere atto e che, indipendentemente da come lavoreremo alla modifica della legge 13 o alla riproposizione di altre norme regionali, paga il prezzo di un’impostazione europea che è ben diversa dalla nostra realtà.
E’ vero, come diceva il collega Sciapichetti, che bisogna far capire all’Europa di quali importanti vitalità volontaristiche è cultrice l’Italia, ma è altrettanto vero che se non ci saranno modificazioni a livello europeo questo sarà uno dei tre segmenti del trasporto su cui ogni territorio si dovrà per forza di cose – è una mia posizione, ma lo vedremo nei prossimi giorni – mettere in gioco. A meno che non si ritorni a quel discorso che sosteneva prima il collega Trenta, ovvero far si che sia la Regione ad individuare in altra maniera le funzioni essenziali del volontariato ed in particolare delle Croci.
L’80% del trasporto compiuto dalle Croci e dall’Anpas è sottoposto a una soluzione convenzionale. Per cui la Regione, con quello che succederà domani nell’incontro e insieme a tutti coloro che si vorranno impegnare, potrà lavorare per trovare una soluzione che non sia in deroga ma che si appiani con l’impostazione della Commissione Europea. Mi riferisco ai trasporti di emergenza-urgenza che sono certamente qualificabili sia dal punto di vista giuridico sia da punto di vista…

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Consiglieri, vi prego di moderarvi nella confusione che sento in Aula, per rispetto di chi parla e per far comprendere a quelli che vogliono ascoltare. Mi scusi, Consigliere Latini, prego, continui pure.

Dino LATINI. Grazie, Presidente, mi avvio alla conclusione. Dicevo, ci sono due grandi settori che raccolgono circa l’80% dell’attuale trasporto e che possono essere salvaguardati con un’apposita convenzione, spacchettando il concetto del trasporto a rilevanza economica e del trasporto non a rilevanza economica. Mi riferisco al trasporto dell’emergenza-urgenza su cui non vi è dubbio che non solo sia a rilevanza economica ma che certamente è anche urgente, necessario e improrogabile.
L’altro pacchetto intermedio fra questo ed il trasporto di diverso tipo riguarda i cosiddetti trasporti programmati, su cui la valenza e la discrezionalità dell’ente nello stabilire la norma di riferimento può in qualche modo salvaguardare la stessa attività delle Croci.
Quindi dobbiamo creare le condizioni – sono convinto che il Presidente Comi insieme alla Giunta e tutti noi lo faremo con l’attenzione dovuta nel più breve tempo possibile - affinché l’attuale situazione non sia derogata ma impostata nella suddivisione di quelli che sono oggi i profili e le tipologie dei trasporti ed inseriti in una diversa categoria esclusa dal trasporto a rilevanza economica.
Questo è un aspetto di natura strettamente tecnica, quindi non incide sulla tematica di ordine ideologico e politico del perché l‘amministrazione regionale abbia fatto questa scelta nella legge di stabilità e del perché semmai sembra quasi che questa norma vada contro la volontà di incentivare il sociale. Solo lavorando su questa direzione riusciremo a portare a casa un risultato nell’interesse di tutti. Altrimenti pur votando all’unanimità una risoluzione di impegni poi nel concreto le scelte potranno non andare a coniugare le esigenze di chi oggi svolge attività volontaristica nel trasporto sanitario, che appunto può vedere il rischio di essere espulso in maniera involontaria dalla pubblica amministrazione da questo suo ruolo importante e fortemente incentivante rispetto all’aiuto che viene rivolto alle persone che ne hanno bisogno.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Ho ascoltato tutto il dibattito e sinceramente sentire dalla gran parte dei colleghi, soprattutto da quelli della maggioranza, che purtroppo c’è stato un problema in fase di approvazione di bilancio, sentir dire dal Capogruppo del PD Ricci “talvolta arrivano cose all’improvviso e non ci si accorge”, queste sono le sue testuali parole, a me componente di quest’Aula, Consigliera regionale eletta per essere qui a legiferare per questa regione, è un atteggiamento che indigna un po'. Tutti veniamo eletti per questo compito, siamo anche tutti retribuiti per svolgerlo, quindi credo che non si possa assolutamente arrivare a dire, come è successo oggi “purtroppo arrivano le cose all’improvviso e capita anche questo”.
Se siamo tutti d’accordo a trovare una soluzione per i trasporti sanitari dobbiamo anche essere tutti assolutamente d’accordo che non si può più consentire il ripetere di una cosa del genere. E’ vergognoso - lo dico quale componente di questa Assemblea - che ci siano le condizioni in cui si è chiamati a votare le cose all’improvviso senza neppure avere la passibilità di conoscere quello che si andrà ad approvare. Si vota e si approva quanto meno ciò che si conosce.
Allora se c’è la colpa di qualcuno che ha preteso che l’Aula votasse quell’emendamento, vorrei che l’Aula, tutta, nella sua complessità, avesse almeno la dignità di replicare, a chi ci chiede questo, per dire che le cose che non si motivano, le cose che non si conoscono non si votano.
Quindi mi auguro che questo atteggiamento venga dalla Presidenza dell’Assemblea legislativa e da tutti i suoi componenti, dai Presidenti delle Commissioni, soprattutto laddove il tema portato all’attenzione dell’Aula è di competenza delle Commissioni, e da tutti i Consiglieri. Questo sarebbe un atteggiamento responsabile. Io non so con quale modo e con quale faccia andiamo a dire alla gente che è arrivata una cosa in quest’Aula all’ultimo minuto e non ce ne siamo accorti! Una cosa che, come giustamente ha detto il collega Bucciarelli, se non ce l’avessero fatto notare da fuori neanche ci saremmo accorti. Ma che ci stiamo a fare qui! Attenzione, vediamo di essere in questo tutti più responsabili!
Tanto più che – collega Bucciarelli, mi ricollego al suo intervento – in una nota a verbale letta dall’Assessore Mezzolani in una seduta di Giunta il 25 ottobre scorso – ecco, anche qui la scorrettezza, la comunicazione l’Assessore Mezzolani la fa alla Giunta, ma siccome è relativa alla necessità di modificare una legge, quella stessa comunicazione l’avrebbe dovuta fare anche nei confronti dell’organismo che quella legge va a modificare, che è l’Assemblea legislativa, non la Giunta – si dice, ne cito solo una parte: “è arrivata indicazione dalla Comunità europea” – non si capisce in quali termini – “di provvedere alla modifica della legge regionale 36/1998, in particolare nelle parti in cui è prevista la possibilità di affidamento del servizio di trasporto sanitario alle associazioni di volontariato, alle Croci Rosse e agli altri enti pubblici accreditati mediante la stipula di convenzioni non precedute da procedure concorsuali. Ciò stante, al fine di evitare la procedura di infrazione europea, si rileva l’opportunità di aderire alle indicazioni della Commissione europea procedendo alla modifica della legge regionale 36/1998". Comunicazione a verbale dell’Assessore Mezzolani, data il 25 ottobre, sulla opportunità e necessità di provvedere alla modifica della legge.
Era ottobre quindi c’era tutto il tempo per intervenire. Uno per aprire un dibattito sull’opportunità o meno, sull’appropriatezza o meno di questa norma della Comunità europea. Aprire un dibattito e magari chiamare l’Assemblea legislativa sulla necessità di intervenire nei confronti della Comunità europea per difendere quelle associazioni di volontariato - volontariato che a parole difendiamo sempre ma poi nei fatti no -. Quella era la circostanza giusta.
Inoltre si doveva informare l’Assemblea legislativa visto che, ripeto, la modifica della legge era di competenza della stessa. Ed era una modifica talmente importante e fondamentale che doveva andare nella Commissione competente sanità e nella Commissione bilancio, visto che, come rilevava anche il collega Binci, l’impossibilità di far ricorso alle associazioni di volontariato e la necessità di andare a gare avrebbe comportato un impegno maggiore di spesa.
Tutto questo non è stato volutamente fatto, perché non è stata un’indicazione data dalla Comunità europea a ridosso della nostra manovra finanziaria la mattina stessa in cui eravamo chiamati a votare il bilancio, era stata data ad ottobre. E’ questa la gravità!
Tra l’altro vorrei anche aggiungere che il modo per parlare di trasporto…

PRESIDENTE. Vi prego, Consiglieri, mi dispiace essere ripetitivo, però se non si vogliono seguire i lavori si esce fuori dall’Aula e si parla come uno vuole! Posso capire che c’è anche l’esigenza di dirsi delle cose, ma se si fa qui dentro non si riesce a seguire niente! Mi scusi, Consigliera, prego.

Elisabetta FOSCHI. Stavo dicendo che l’opportunità per informare l’Assemblea legislativa di questa richiesta della Comunità europea di modificare la legge l’Assessore l’ha avuta anche successivamente. Come ricordava il collega Eusebi, già da settembre c’erano interrogazioni, del collega Acacia Scarpetti, del collega D’Anna, della sottoscritta, che riguardavano il trasporto sanitario in una determinata provincia, quella di Pesaro Urbino, dove si era riscontrata l’esclusione della Croce Rossa. In merito si chiedeva come mai si era arrivati a quella gara d’appalto, come mai si era arrivati ad escludere la Croce Rossa dalla possibilità di continuare ad effettuare il servizio di trasporto sanitario così come aveva sempre fatto. E l’Assessore Mezzolani, badate bene, risponde che la Croce Rossa non aveva potuto effettuare il servizio perché aveva chiesto rimborsi troppo elevati rispetto a quelli stabiliti dalla Giunta, ma si era guardato bene di parlare di quella legge. Era l’11 gennaio, quindi prima che noi ricevessimo le lettere delle associazioni di volontariato, quando l’Assessore Mezzolani ci rispondeva sul trasporto sanitario di questa regione, nel caso specifico della provincia di Pesaro Urbino, dicendo che appunto a Pesaro c’era stato un problema sull’entità dei rimborsi, ma poi taceva su tutto il resto.
Dunque anche quello poteva essere un momento per aprire un confronto, seppure tardivo perché la manovra di bilancio era già stata fatta votare. Ma neppure in quella circostanza, ripeto, a seguito della manovra approvata, si è ritenuto opportuno informare l’Assemblea legislativa su quanto stava accadendo, tanto che, appunto, sono poi state le associazioni di categoria a scriverci e a metterci ben in evidenza quello che stava accadendo.
Concludo ribadendo che a me tutte queste circostanze della fretta dell’ultimo minuto non piacciono molto, perché poi quando vado a ricostruire mi accorgo che c’era tutto il tempo sia per affrontare la questione diversamente, sia per replicare alla Comunità europea, sia per fare quello che altre Regioni hanno fatto. Allora qui forse c’è la volontà di preferire una via rispetto ad un’altra. Altrimenti se davvero si vuole difendere il volontariato si fa di tutto per evitare che si creino le condizioni per non dare alle associazioni di volontariato un servizio quale quello sanitario, un servizio importantissimo svolto fino adesso in maniera eccellente.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento il Vicepresidente Petrini che ha chiesto di intervenire a nome della Giunta.

Paolo PETRINI. Il dibattito è stato particolarmente ricco, appropriato e anche sentito. Del resto non poteva essere altrimenti, parliamo infatti di funzioni essenziali che determinati soggetti svolgono nel territorio da molti anni. Funzioni svolte in maniera tale da coinvolgere tutte le comunità ove tali soggetti operano. Tanto che non esito ad affermare che le varie Croci, la Croce Rossa e tutte le pubbliche assistenze in genere, ormai nelle nostre comunità sono elementi identitari. Molti di noi hanno fatto gli amministratori pubblici locali quindi nel tempo hanno potuto constatare quale sia la funzione di questi soggetti.
Per cui in quest’Aula non è su questo che ci dividiamo, questi sono valori e princìpi che condividiamo tutti quanti, rappresentano dei tratti distintivi della comunità marchigiana e anche della comunità italiana. Sono tratti distintivi e peculiarità che non hanno pari riscontro in Europa e quindi l’Europa nel momento in cui afferma determinati princìpi non ha ravvisato come essere particolarmente meritevoli di eccezione.
Faccio l’esempio che qui tutti quanti conosciamo, quello delle concessioni demaniali marittime. Anche in questo caso l’Italia si trova in una posizione di assoluta specificità rispetto ad altri Stati europei. Difatti anche su questo stiamo soffrendo molto per dimostrare qual è ad esempio l’organizzazione turistica delle nostre coste e quindi il differente atteggiamento che l’Unione europea deve avere nei nostri confronti relativamente a tale questione.
Lo stesso dovremmo chiedere per quanto riguarda l’organizzazione di questo importante servizio. Una peculiarità che non è che l’Europa non ci riconosce perché abbiamo una Comunità matrigna, non ce la riconosce perché nel gioco delle maggioranze e delle minoranze tra Stati, quindi non solo politiche, noi in questo caso rappresentiamo un’eccezione. Un’eccezione che non deve spingerci del tutto acriticamente ad accettare quello che ci dice l’Europa, anzi, deve spingerci a lottare per far sì che la nostra specificità possa essere ogni volta difesa, per cui anche in questa particolare circostanza e situazione.
Una difesa che ad oggi non è riuscita a fare neanche il Governo nazionale, che a differenza delle concessioni demaniali marittime, di cui parlavo poc’anzi, non ha neanche continuato quella battaglia, perché non vi è nessuna attività in corso di dialettica con l’Unione europea per far sì che quella direttiva venga rivista.
Quindi in prima battuta credo che non possiamo limitarci a discutere di questo argomento lasciandoci intrappolare dal territorio come se fosse solo una questione marchigiana. È una questione nazionale. Questione che tra l’altro le altre Regioni, Consigliera Foschi, non hanno affatto risolto, perché chi ci ha provato, come la Toscana, subito dopo ha pagato con eclatanti conseguenze.
Quindi non è che siamo in quest’Aula, dopo aver condiviso princìpi e valori, a illudere tutti che non cambierà niente e si tornerà come prima. Come prima probabilmente non ci riusciremo, anche se sono convinto che anziché agire con l’accetta e con la sciabola forse è meglio agire con un cacciavite, cioè con strumenti che possano permetterci di cambiare e fare una manutenzione, diciamo così, di quella norma che oggi abbiamo a disposizione, in maniera tale da mantenere la funzione e la forza che questi soggetti svolgono e rappresentano nel territorio.
Quanto è avvenuto alla fine del 2010 con l’approvazione di quell’emendamento al bilancio credo sia stato il frutto della convinzione di non poter fare altrimenti, non c’erano più ulteriori margini di possibilità e quindi bisognava sbrigarsi per non sopportare le sanzioni di cui avremmo certamente patito.
Al di là di questa convinzione, che probabilmente è difficilmente contestabile, in situazioni come queste la “lotta” forse va portata anche oltre quelli che sono i rapporti tra istituzioni regionali, nazionali ed europee.
Quindi sono qui ad affermare a nome della Giunta che certamente non solo attraverso il compito che si è assunto la V Commissione di andare domani ad esplorare tutte quelle che possono essere le piste nuove da poter percorrere, ma anche all’interno della Conferenza delle Regioni si possono trovare modalità condivise e comuni tra le Regioni, perché difficilmente solo noi riusciremo a trovare una soluzione per le Marche mentre gli altri rimarranno in infrazione e cancelleranno quello che è un patrimonio storico, sociale e culturale.
Quindi dobbiamo farci carico di un problema nazionale e noi ce ne facciamo carico per la nostra parte di Regione Marche, che con questa convinzione contribuirà insieme alle altre Regioni al tavolo della Conferenza Stato-Regioni a ricercare tutte le soluzioni possibili, spingendo, se servirà, anche il Governo nazionale a riaprire la questione. Una questione che se riaperta può comunque consentirci di avere degli spiragli che, attraverso delle modifiche, come affermato anche da altri Consiglieri, possano permetterci di mantenere l’attuale assetto che fino ad oggi ci ha consentito di gestire brillantemente questo servizio.

PRESIDENTE. E’ stata presentata la seguente proposta di risoluzione sulle mozioni n. 98 e n. 100 a firma dei Consiglieri Comi, Bucciarelli, Marinelli, D’Anna, Eusebi, Massi, Latini, Malaspina, Cardogna, Silvetti, Zaffini, Marangoni, Ricci, Pieroni, Binci:
“L’Assemblea legislativa della Regione Marche
Premesso che:
- l’articolo 15 della l.r. 20/2010 modifica il comma 2 e sopprime il comma 3 dell’articolo 10 bis della l.r. 36/1998 ed apre le porte ad un servizio solo privatistico, portando in gara d’appalto il trasporto sanitario di emergenza (118) e programmato che prima, in via prioritaria, erano affidate ad associazioni di Volontariato, alla CRI ed altri enti pubblici, che potranno con enormi difficoltà partecipare alle previste gare d’appalto;
- con l’emanazione della legge 13/2008 si era provveduto ad adeguare la normativa regionale nel rispetto di quanto previsto anche dalla normativa europea anche con il concetto dell’introduzione del rimborso dei costi effettivamente sostenuti;
Rilevato che I’ANPAS Marche, il Comitato Regionale Marche della Croce Rossa Italiana e la Confederazione delle Misericordie Marche, in un comunicato congiunto, hanno elencato i danni che tale modifica apporta:
- annullamento di un sistema di solidarietà sociale e cittadinanza attiva, che da più di un secolo nella regione Marche aiuta i nostri governanti a garantire elevatissimi livelli di assistenza, non rimanendo peraltro vincolati a mere disponibilità di bilancio, ma lavorando in sinergia alla ricerca di soluzioni utili alla popolazione ed economicamente compatibili;
- azzeramento, di un sistema di trasporto sanitario (d’emergenza e programmato) efficace, efficiente, capillare, facilmente adattabile ed a basso costo per la Regione Marche (e quindi per il contribuente), che in nessun modo potrà continuare ad essere garantito con gli attuali standard;
- necessità di reperire nell’immediato futuro circa 85/90 milioni dì euro, in aggiunta ai circa 24 milioni spese oggi dalla Regione Marche per assicurare tutto il servizio di trasporto sanitario (d’emergenza e programmato). Questa attendibile previsione è ottenuta in base ai costi attualmente sostenuti nella provincia di Pesaro (allegato 1) ove, come noto, da anni il servizio è garantita dall’ente pubblico e dalle società private selezionare mediante gara d’appalto, e quindi secondo il miglior prezzo riscontrabile dal “mercato” (almeno cinque volte superiore ai costi sostenuti nella altre province grazie all’ausilio delle organizzazioni di volontariato;
Evidenziato che gli effetti di tale modifiche sono potenzialmente penalizzanti sia per quanto riguarda il futuro delle associazioni e della CRI che da sempre fanno una attività meritoria al servizio della popolazione marchigiana sia dal punto dei costi inerenti il trasporto sanitario che ricadrà inevitabilmente sulle spalle dei contribuenti;
Considerato che la norma approvata è in palese contrasto con il riconoscimento di un ruolo imprescindibile svolto dalle Associazioni di Volontariato e dalla CRI nell’ambito del trasporto sanitario regionale che deve riconoscere, come tante altre regioni hanno fatto e come era profonda tradizione della nostra regione, un ruolo preminente alle associazioni di volontariato ed alla CRI all’interno del “Sistema sanitario” in considerazione anche della .loro capillare diffusione territoriale, dell’importante valore che le stesse rivestono sul piano della promozione e della crescita della coesione sociale, del radicamento nel tessuto sociosanitario marchigiano che ha consentito in questi decenni di consolidare esperienze importantissime di “sussidiarietà” che hanno salvaguardato la tenuta del sistema sanitario regionale;
Rimarcato che la Giunta non ha divulgato le infrazioni rilevate dalla Corte europea e dalle quali è scaturita la necessità di proporre la modifica della l.r. 36/1998 tanto che né la commissione competente, né l’Assemblea hanno ricevuto traccia formale, mentre sono conosciute le decisioni del Tar e del Consiglio di Stato. Della Corte di Giustizia si conosce solo la sentenza C-26/2003 dell’11.01.2005 con la quale sono stati aperti maggiori spiragli in ordine alla possibilità di affidamento diretto degli appalti di servizio agli enti non profit accreditati che operano nel settore dei servizi sociosanitari alla persona. La Corte di Giustizia ha reso evidente che essendo gli organismi dei terzo settore, a differenza dei soggetti no profit, rivolti per loro natura alla realizzazione dell’interesse generale della collettività, qualora essi assumano personalità giuridica, e siano sottoposti ad uno stringente controllo finanziario, gestionale, ed organizzativo pubblico, sembrano avere tutti i requisiti per l’affidamento in house richiesti;
Evidenziata la problematica inerente il patrimonio delle Onlus ad esempio le autoambulanze acquistate con donazioni di fondazioni e/o fondi pubblici;
Rimarcata la necessità di rispettare l’iter di approvazione delle leggi di bilancio e di assestamento come stabilito dagli articoli 67 bis, 68, 69 e 70 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa regionale;
Visto l’articolo 121 della Costituzione e l’articolo 21 dello Statuto regionale;
Impegna la Giunta regionale:
1) ad intraprendere tutte le azioni opportune, ivi compresa la modifica dell’articolo 15 della l.r. 20/2010, al fine di evidenziare e garantire il ruolo del volontariato e della CRI nelle attività di soccorso-trasporto sanitario, che divengono competenze proprie di Pubbliche Assistenze, Croce Rossa e Misericordie, inserendo le stesse in un circuito di programmazione regionale e aziendale;
2) a relazionare in Aula sulle rilevazione fatte dalla Corte di Giustizia in merito ai commi 2 e 3 dell’articolo 10 bis della l.r. 36/1998 non modificata dall’articolo 15 della l.r. 20/2010;
3) a non apportare modifiche di merito alle norme regionali con le leggi finanziarie.”.
(…) Consiglieri, questo vale per tutti. Peraltro devo dire che un eccesso di modifiche alle leggi regionali si era verificato in sede di assestamento, poi nel bilancio di previsione, dopo la richiesta formale di questa Presidenza, si era ristretto di molto. Però purtroppo questo è sicuramente un caso spiacevole, per cui non ribadisco ciò che ho avuto già modo di dire.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Come avevamo deciso all’inizio di seduta si riteneva di incontrare i rappresentanti delle associazioni, quindi i Presidenti dei Gruppi possono accomodarsi fuori dall’Aula, poi li raggiungerò anch’io, per incontrare appunto la delegazione.
(…) Consiglieri, io vorrei fare solo, vista l’urgenza, la proposta di legge regionale n. 65, punto 3) dell’ordine del giorno, e la mozione n. 105 presentata dalla Consigliera Giorgi perché altrimenti scadrebbe.
Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà.

Commemorazione in memoria dei quattro bambini morti nell’incendio di una baracca nel campo Rom a Tor Fiscale.

Giulio NATALI. Presidente, quando prima lei non presiedeva io avevo chiesto un minuto di raccoglimento per i quattro bambini Rom morti domenica sera.

PRESIDENTE. La ringrazio infinitamente, Consigliere, aderisco alla richiesta. Prego i Consiglieri di alzarsi in piedi per osservare un minuto in memoria di questi bambini.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Chiedo che venga discussa oggi la mozione n. 97 sulla centrale di Schieppe, che è iscritta subito dopo quella dei trasporti, così come eravamo rimasti d’accordo nell’ultima seduta.

PRESIDENTE. Mi sembra però non opportuno, in assenza dell’Assessore competente, votare una mozione che impegna la Giunta. Mi prendo l’impegno di metterla al primo punto della prossima seduta.


Proposta di legge regionale n. 65
dei Consiglieri Ortenzi, Giorgi, Traversini, Massi, Marangoni, Romagnoli
“Modifica ala legge regionale 17 gennaio 2011, n. 1 - Proroga degli organi degli ERSU”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 65 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Giorgi, Traversini, Massi, Marangoni, Romagnoli.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Questa proposta di legge è una normativa di coordinamento legata alla legge regionale 34/1996 “Norme per le nomine e designazioni di spettanza della Regione”. Praticamente è un’interpretazione della legge, una prassi.
Con la legge regionale 1/2011 abbiamo prorogato gli organi degli ERSU e questo comma aggiuntivo che presentiamo oggi proroga la presentazione delle candidature fino al 7 marzo, però salvaguardando i procedimenti già esperiti relativamente alle candidature presentate.
In base a quanto previsto dalla legge 34/1996 i dati della riapertura dei termini e le candidature verranno comunicate nel sito ufficiale dell’Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consiglieri Massi.

Francesco MASSI. Su questo atto siamo d’accordo, in Commissione abbiamo votato all’unanimità, è un atto dovuto, si proroga il termine di scadenza per la presentazione delle nuove candidature dei consigli di amministrazione degli ERSU.
Però voglio aggiungere che siamo di fronte, lo dico per portarlo a conoscenza di tutti i Consiglieri, a un dibattito in corso sul quale bisognerà chiarirsi a breve. Ci sono impostazioni diverse, è nota la posizione del PdL, noi siamo per la conservazione dei consigli di amministrazione. Se ci deve essere un controllo sulla capacità di spesa, bèh, si faccia, una volta c’erano i comitati di controllo. Ma ne riparleremo in altra sede, è solo per dire che si acceleri tra le forze politiche e i Gruppi assembleari questo confronto, cercando di sfuggire dalla demagogia dei grandi messaggi mediatici.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 65. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 105
della Consigliera Giorgi
“In difesa della dignità delle donne - Adesione alla manifestazione del 13 febbraio”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 105 della Consigliera Giorgi, che ha la parola per illustrarla.

Paola GIORGI. Innanzitutto voglio ringraziare i colleghi Consiglieri per aver accettato l’iscrizione in Aula della mozione.
Torniamo ancora una volta in quest’Aula a parlare di diritti e di donne, però oggi non parliamo di Iraq, di Pakistan, non parliamo di Sakineh o di Asia Bibi, parliamo di Italia, parliamo di attualità, parliamo della condizione delle donne in Italia, in fondo parliamo dell’approccio culturale nei confronti delle donne in Italia, insomma, parliamo della cultura del nostro Paese.
In Italia le donne hanno compiuto un grande percorso di riconoscimento dei diritti. Diritti costituzionali ispirati al principio di uguaglianza sociale e di pari opportunità, un percorso di valori condivisi che hanno come punto di partenza la dignità della donna. Una dignità che oggi comprendiamo non dipende dallo stato sociale, economico o politico delle donne, ma dall’applicazione pratica dei valori cardinali nella vita individuale e collettiva.
Domenica 13 febbraio le donne scenderanno in piazza a difesa della loro dignità con uno slogan “Se non ora quando?”.
Nel 1946 le donne sono state protagoniste della Costituente, ventuno furono le elette. Ed oggi le donne scendono in piazza a difesa del valore cardine della battaglia di uguaglianza, la dignità, e questo in Italia è il sintomo di una regressione culturale in atto.
Quando e come si è spezzato il filo del progresso?
Credo che da venti anni a questa parte il ruolo principale nella regressione culturale del nostro Paese lo abbia svolto la televisione. La televisione commerciale prima e di seguito quella pubblica che si è a questa adeguata. Attraverso la televisione, il mezzo più diretto e potente di comunicazione, si è trasmesso un messaggio devastante che ha messo al primo posto il “valore” dall’apparire: esisto in quanto appaio, non per ciò che sono, non per ciò che valgo, non per ciò che conosco, non per ciò che ho imparato. Il tutto, secondo il messaggio televisivo, è accessibile a tutti, senza la discriminante del merito. Le uniche discriminanti riconosciute, e quindi premiate, sono la disponibilità e la bellezza, una bellezza omologata e accessibile attraverso il danaro.
La televisione ha scientemente creato un contesto culturale da basso medioevo nel quale un’intera generazione si formata e del quale le maggiori vittime sono le donne.
Dunque ciò che chiedo a questa Assemblea, ai singoli Consiglieri, è una presa di posizione culturale, non politica, quella è una conseguente onestà intellettuale. E lo chiedo in un ambito in cui oggi, ancora, si giustifica e si riconosce il ruolo di donna ancella e la mercificazione del corpo. Anzi, della carne, perché il corpo è la memoria di una storia individuale, il corpo è la sede dell’anima, per chi ci crede, dove c’è merce e non individuo, non c’è corpo. Quindi la carne come strumento per fare carriera, mortificando il valore di chi, donna, raggiunge posizioni per merito, per intelletto, per impegno e per passione. E le Consigliere elette in quest’Aula sono un esempio in tal senso.
Io vorrei sentire lo sdegno di fronte a questa svendita dei valori, di fronte all’Italia che si scopre umiliata e nuda davanti agli occhi degli altri. Il mondo intero ci deride, ci giudica incapaci di reagire e si stupisce della sconcertante incapacità di reagire, della nostra passività.
Sicché la manifestazione del 13 febbraio è un’occasione creata dalle donne per dimostrare una reazione culturale del nostro Paese.
L’Italia è donna. E questo lo hanno sancito artisti, pittori, poeti. Ho in mente un quadro di Hayez, “La meditazione”, che rappresenta una giovane bellissima donna bruna a seno nudo, con un libro e una croce tra le mani. La ragazza è imbronciata, umiliata, consapevole della sua nudità e ci guarda dritto negli occhi con dolore ma senza vergogna. Non è una prostituta, ma è stata prostituita. Quella donna è l’Italia! Sdegniamoci dunque per l’Italia umiliata e prostituita e guardiamo in faccia il nostro dolore ma senza vergogna. La ragazza tiene poi tra le mani un libro e una croce su cui a pigmento rosso sono dipinti dei numeri, è una data: 1848 - per chi non se lo ricorda, fu l’inizio della Rivoluzione -.
Dunque la ragazza umiliata di Hayez, la nostra Italia umiliata, ci chiede oggi di fare il nostro ’48.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. La mia è una dichiarazione di voto, Presidente. Ovviamente aderisco e quindi voterò a favore di questa mozione per la mia, per la nostra storia politica di Comunisti.
I Comunisti hanno sempre cercato, almeno qui in Italia, di difendere la dignità di tutte le persone, degli uomini e delle donne, dei maschi e delle femmine e dei diversi, dei giovani e degli anziani, e che si indignano per il fatto che ci sia ancora chi non ha la casa, chi non ha accesso alla scuola, alla sanità, all’alimentazione, insomma, ai diritti fondamentali delle persone. Quindi votiamo questa mozione con grande convinzione.
Ma c’è un motivo in più che voglio condividere con l’Assemblea legislativa. Le donne fanno bene a protestare, ma credo che il comportamento della mercificazione del corpo della donna, l’uso mediatico che se ne fa, debba indignare prima di tutti noi uomini, noi maschi. E’ vergognoso! Non mi ci riconosco, io sono, e lo dico con orgoglio, un’altra cosa, non solo perché vengo da un’altra storia politica e sociale, ma è proprio perché ho maturato nella mia ormai considerevole durata della vita delle convinzioni forti.
Quando i valori che sono alla base dell’essere umano vengono mercificati – il corpo è memoria storica, è identità che si confonde con un ambiente, con una terra, con una lingua, con un sentire comune, con il vibrare di energie comuni – siamo vicini al baratro. Ed io credo che in Italia oggi ci siamo.
Pertanto, per tutto questo, con grande convinzione noi Comunisti voteremo a favore di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Ovviamente sottoscrivo totalmente le parole della collega Giorgi e del collega Bucciarelli.
Avremmo potuto affondare la lama nella ferita che si sta aprendo sempre più nel Paese e quindi offrire oggi all’Assemblea valutazioni, considerazioni e riflessioni molto più politiche e di parte. Ma non lo voglio fare, seppure, ripeto, ci sarebbero da dire tante, troppe cose, difficili anche per noi che abbiamo lo stomaco buono in quanto pratichiamo i luoghi della politica da tanti anni – parlo per me che forse sono una tra le più anziane –. Quindi non voglio dire tutto, voglio soltanto ribadire quanto già, seppure a grandi linee, il collega Buccialirelli… Consiglieri, scusate, capisco che non si vota un qualcosa di importante (!), ma forse un po’ di attenzione in più, non per me ma per il rispetto di un discorso che parla di dignità, sarebbe quanto mai opportuna, grazie! Se riuscissimo noi stessi a riacquistare un po’ di dignità per la questione che stiamo trattando non sarebbe male non solo per noi donne ma anche per gli uomini!
Io parteciperò convintamente alla manifestazione del 13 febbraio, e non perché è stata promossa dalle donne di sinistra e di centro-sinistra, ma in quanto è una manifestazione promossa da tante donne – io sono tra le prime organizzatrici – che per la maggioranza non si riconoscono in alcun partito; richiamando ad esempio la mia esperienza, nel fermano sono stata contattata da molte mie ex colleghe o da donne – per ricordarne solo alcune - che lavorano in associazioni di volontariato che si occupano dei poveri.
Insomma, è una manifestazione trasversale. E’ un evento che attraverserà le più grandi piazze di tutta Italia che verranno riempite da tante donne e da tanti uomini.
Pertanto non è più una questione di noi, di voi, di destra, di sinistra, e neanche una questione di uomini e donne, come diceva prima il Consigliere Bucciarelli, ma si tratta soltanto di voler essere – e lo voglio ben scandire – persone per bene.
Nella mozione si dice che nella manifestazione del 13, a cui parteciperanno le donne veramente democratiche – quindi non solo quelle del PD –, verrà denunciata la questione della dignità violata. Allora io mi chiedo: è una dignità solo della donna? Non credo!
Al centro di questo indecente teatrino di Arcore, – io dico “discoteca”, perché di questo si tratta -, dove la destra cerca con un velo pietoso di ammantare certe nefandezze, c’è una messa in scena della virilità maschile che prima delle donne credo offenda soprattutto gli uomini - prego qui gli uomini di sentirla propria questa considerazione -. Ci sono ragazze che si vendono, è vero, ma soprattutto sono gli uomini che grazie al denaro e al potere - un immenso potere in questo caso del premier Berlusconi – dispongono del loro corpo e le gratificano appunto con denaro, con case, con monili. Monili tra l’altro comprati all’ingrosso. Voglio qui rammentarvi del gossip che tutti abbiamo letto o visto nelle televisioni del Capo del Governo, in particolare sulla rete di Emilio Fede, che comunque un po’ infedele è stato, dove Berlusconi acquistava già da anni spille a farfallina (monili di cattivo gusto) in serie, dieci, venti, trenta – chissà perché! -. Monili comprati in bottegucce dove si recava con i suoi bodyguards. Ed ora dunque abbiamo capito il significato di questa bigiotteria acquistata in serie, abbiamo capito per chi era e dove veniva offerta.
Ecco, mentre noi giustamente ci preoccupiamo della dignità femminile, mi sconcerta e preoccupa che nessun uomo “normale” abbia sentito il bisogno di difendere anche la dignità del genere maschile. E mi rivolgo soprattutto agli uomini del centro-sinistra in quanto sono coloro che sento più vicino a me.
Il modello che ci pone in vista Berlusconi – e non parlo di un uomo qualsiasi ma di quell’uomo che governa il nostro Paese – è così povero, così violento, per non dire squallido, che per un uomo di buona volontà, un uomo, ripeto, “normale”, penso sia difficile accettarlo in quanto è sicuramente una ferita inferta anche alla sua dignità.
Dunque vorrei che gli uomini che con noi manifesteranno in piazza il 13 lo facessero non solo per difendere la dignità delle donne ma anche la loro.
Non credo sia più tempo di alzare le spalle e dire “non mi riguarda”. Non è più tempo di chiedersi neppure il perché un Capo di governo si comporti in modo così basso da procurare nei confronti del mondo intero un’enorme vergogna per tutto il suo Paese. E’ ora invece di chiedersi come è possibile che tanti italiani gli permettano di occupare ancora il ruolo di Capo del governo di un Paese come l’Italia.
Ma soprattutto è ora di chiedersi come è possibile che padri o fratelli si elettrizzino, o addirittura auspichino con un “magari!”, di fronte alla domanda se sarebbero contenti se la propria figlia o sorella venisse pagata per prestazioni sessuali da un ricco vecchio. E’ una cosa devastante che ritengo non possa essere accettata da nessuno!
Ma in Italia i nostri uomini, le nostre ragazze, le nostre donne non sono tutto questo. E’ il momento di dirlo in maniera forte e chiara. Pertanto lo faremo in tanti il 13 nelle piazze.
Il motto “Se non ora quando?” non è affatto preso a caso, è il titolo di un romanzo di Primo Levi che nel 1982 ha vinto i Premi di Viareggio e Campiello. E’ un titolo che rappresenta la determinazione di tante donne impegnate nel lavoro, nelle istituzioni, nei partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni, nel volontariato.
Insomma, donne che vogliono dire “basta!”, donne che vogliono contribuire a rendere un Paese più civile, un Paese con una diversa concezione del significato della parola ricchezza, dunque un significato diverso da quello che oggi si ha o si vuol far apparire.
Quindi donne che vogliono una società più accogliente, più civile e più ricca interiormente. Questa è la società in cui vogliono vivere in futuro. Donne che testimoniano vite vissute, costruite nella normalità, donne che hanno esperienze di vita ricca di dignitosi percorsi di lavoro, di impegno sociale e civile. Ma che oggi sono cancellate dalla ripetuta ed ostentata indecente rappresentazione di una donna come oggetto di scambio sessuale così come offerta dai giornali, dalle televisioni, dalla pubblicità. Una rappresentazione che inquina la convivenza civile e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile ed etica, e direi soprattutto religiosa del Paese, ma su questo, seppure vorrei, non posso ora addentrarmi.
Voglio allora concludere proprio con parole di Primo Levi: “Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non così, come? E se non ora, quando?”

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente, io sono veramente felice che la Consigliera Giorgi abbia portato in Aula questo tema: difesa e dignità della donna.
Il mio pensiero va allora subito a mia madre quando vedeva il figliolo arrampicare lo scranno della politica - come sempre i peggiori nemici li abbiamo in casa ed i migliori amici in politica non esistono -. Allora comincio qui a fare una storia personale.
Ora intanto dico: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” oppure “Chi di voi ha mai tradito la sua donna o il suo uomo?”
Mia madre sono sessant’anni che condivide lo stesso tetto coniugale con mio padre, hanno 88 e 87 anni. Faceva la maestra. E mia madre mi ha sempre educato al rispetto della donna. Dunque è quel rispetto, per chi crede nella cristianità del principio, che mi porta a dire che in Italia la donna è mater e quindi non è carne umiliata e nuda.
Allora qui penso a una Santa molto cara alle donne, Sant’Anna, che insieme a Sant’Agostino, per quello che ricordo, è tra i Santi più umani, ed è patrona delle donne incinta.
Io in politica ho incontrato molto donne, ma tra loro chi parla di carne e di carne umiliata e nuda c’è anche chi poi condivide l’aborto. Non certo lei, signora Giorgi, però voglio aggiungere con molta franchezza, lei è arrivata a quel ruolo in Assemblea legislativa per i suoi meriti politici quando era a destra o per i suoi meriti politici oggi che è a sinistra? (…) Che cosa c’entra? Eh, no! Voi avete parlato di una persona assente e chi tace acconsente. Per me Silvio Berlusconi, che tutti voi vi affannate a citare, è un signor nessuno che sta a Milano... (…) Sì, perché l’ha citato proprio lei, Consigliera Ortenzi! Quindi vado alla storia politica di ognuno di noi, dunque chi è senza peccato scagli la prima pietra! Se lei avesse una pietra in mano la scaglierebbe? Qui in Assemblea legislativa siamo tutti paritetici e non credo che nessuno di noi abbia mai offeso qualcuno di voi… (…) Eh, no! E’ che voi volete arrivare alla vostra verità! Ma la verità è una! E non è come dice l’assente Consigliere Bucciarelli che ha parlato di valori, io le sto parlando di virtù. Lei è come me cristiana e come me levò alto il grido per il padre che era là nella giungla, ma nessuno si è mosso, come ha fatto il Presidente Solazzi che doveva parlare dei martiri cristiani.
Allora se ci vogliamo raccontare la verità, diciamola, senza aver paura di proclamarla. Perché la verità è una ed è assoluta. E’ assoluta! E’ nei dieci comandamenti! E lei, Rosalba Ortenzi, i dieci comandamenti come ogni buon cristiano penso se li scorda sette volte al giorno…(…) Ecco, io non ho dubbio di questo, so che lei è in verità come lo sono io
C’è però anche un altro fatto, ossia, che la giustizia, come diceva Papa Wojtyla, si amministra con la verità. Ma oggi quando non si è certi della verità poi vi è una verità giudiziaria fatta sulle carte processuali e sulle intercettazioni, che oggi ci vengono proposte in Aula secondo la versione del Paola Giorgi pensiero, ossia che le donne vengono offese quasi quasi da chi ecc. ecc., lo avete detto.
Siccome io sono da questa parte politica non mi permetterei mai di offendere lei, Paola Giorgi, però lei non deve permettersi di offendere la parte politica che rappresento! Magari qualcuno potrà anche dimostrare quello che voi andate dicendo, ma non lo dovrà fare con il giustizialismo bensì con la verità e la giustizia, che sono ancora due cose da accertare e distanti.
Poi c’è anche l’amore. E l’amore mi porta a perdonare. E sì, lo so che lei sorride, e sorride anche bene, perché la vita le ha sorriso! Voi qui avete citato tanto gente dimenticando però di citare una parte importante, una parte che risale alla storia della donna, risale a quel periodo quando c'erano donne come Elena, una donna che causò lo scoppio di una guerra divenuta epica, insomma una donna con una targa particolare “TR” – come la nostra vicina Terni -!
Io questa mozione la voterò perché sono convinto che la donna è depositaria unica di quel dono della vita che non ci appartiene, ma proprio per questo non può essere commissionata ad una retorica politica priva di fondamento e di senso politico. Che è inopportuna proprio perché qui si condannano i mass media con quello che fanno qua e là.
Mi sento qui di citare un esempio personale, e lo farò con un linguaggio semplice, di uso comune, che possiamo capire tutti perché sono cose vere, sono parabole. Questa estate l’Assessore Sara Giannini ha presenziato la finale di miss Italia, finale alla quale volle partecipare - sapete come sono le ragazze di questa età - anche la mia figliola. La mia simpatia per Sara Giannini credo ormai sia conclamata in quest’Aula, è sempre sorridente, ha uno sguardo bello e pulito, fa una lotta politica che apprezzo, ma in quel particolare era comunque lì a presenziare un concorso di miss Italia. Un concorso che io non condivido, però un padre per una figlia che fa, si arma di coraggio e ci va. Però poi si rosica dentro perché stando in mezzo alla gente di quella sua bella figlia sente fare anche tutti i vari apprezzamenti. Insomma, in verità devo dire che la cosa mi dava proprio fastidio.
Ecco allora perché condivido questa mozione, però la condivido come un padre che ha visto sfilare la figlia in costume da bagno e 1.000-2.000 persone buttavano giù cose irripetibili che mi hanno dato fastidio dentro. Mi hanno dato fastidio dentro perché il mio concetto di vita è: verità, amore, giustizia, libertà. La libertà di vedere e di soffrire per mia figlia lì paragonata come quella ragazza di cui oggi ci si sta interessando. Una ragazza che dovrebbe essere minorenne come appunto minorenne è mia figlia che sfilava lì, peraltro oggetto non solo degli uomini, ma anche delle donne, che tra di loro sono anche molto più cattive e molto più severe nei giudizi.
Che cosa però mi rasserenò? Proprio lo sguardo simpatico di Sara Giannini che proclamava la vincitrice locale. Certo, in un concorso di miss Italia esiste anche questo, ma c’era comunque l’Assessore regionale!
Peraltro anche lei partecipò a una cosa del genere, Vice presidente Paola Giorgi! Allora noi quando parliamo di donne parliamo anche di queste ragazze magari avvinte da una vita fatua che non porta a niente? Come appunto non c’è niente in un concorso di bellezza, però quel concorso noi l’abbiamo sostenuto! Oppure volete che vi parli di charme Marche o di Dustin Hoffman!
Torno però al discorso serio sulla vita, per cui dico che questa mozione sarebbe stata una cosa bella, Vice presidente Giorgi, se però fatta nel senso della verità, nel senso di quell’amore vero che può avere un genitore per una figlia, nel senso delle persone immigrate, di quelle persone che abbiamo accettato in Italia; i quattro Rom di cui oggi abbiamo rispettato un minuto di silenzio… Presidente, mi ascolti, la prego, lei in quest’Aula ha il ruolo più importante, e siccome è una persona all’altezza della situazione ed ha un nome bellissimo, Vittoriano, lo onori e ascolti. (…) Ecco, allora le dico, Presidente, lei mi ci ha proprio portato, mater semper certa.
Vedete allora quanta fortuna avete voi donne! E’ questo che dobbiamo rispettare di voi, la vostra virtù. Ma da questa mozione, non si legge, non si percepisce il significato sacro della virtù. Se io le facessi una domanda intima, Paola Giorgi, ossia, lei quando ha perso la sua virtù? Mi auguro l’abbia persa per amore, come io emozionato la prima volta che incontrai mia moglie. E lo posso dire forte. Quindi quando parlo io so bene di che cosa parlo. Ed ecco perché parlo di mia moglie, di mia figlia e di mia madre, cose di cui sono certo.
Concludo. Voterò sì questa mozione, ma la voterò nel senso critico. Perché? Perché la donna non ha bisogno di rispetto, mia madre ha dato rispetto per sessant’anni a mio padre, è quello per me il rispetto sacro nel contesto della vita. Ed io credo che di fronte a un grande uomo vicino c’è sempre una grande donna.
Da quest’Aula deve dunque uscire un messaggio chiaro, vero, assoluto: la donna è sacra, la donna è fondamento della famiglia, della società, dei nostri sentimenti più intimi e più reconditi.
Pertanto tutto questo lei non me lo può sciupare, io che sono uomo di cinquantasei anni sempre vissuto con la convinzione di quel concetto di donna.
Ad esempio non ha citato una Santa, Madre Teresa di Calcutta. Ma in quest’Aula qualcuno aveva firmato – quaranta Consiglieri regionali e due Presidenti, non c’era la Giorgi però colmeremo la lacuna –, perché? Perché in cinque continenti quella donna nel silenzio e nel rispetto assoluto ha portato alto il valore della donna che è genitrice, rinunciando alla cosa più cara proprio quando asseriva che i suoi migliori testimoni erano i bambini, ossia rinunciando alla maternità. E partì da qui, da Loreto, non è che stava nella vicina Albania! Ma questo è un esempio che qui manca, ma sicuramente è una piccola dimenticanza.
Quindi voterò questa mozione, ma sia ben chiaro, non strumentalizziamo il significato della donna. Io, Umberto Trenta, ripeto, ho difficoltà a percepire che qualcuno possa strumentalizzare quel concetto della donna a me tanto caro, perché caro è il senso della vita, il senso della vita cristiana. Però qui questa cosa non traspare, seppure io condivida il suo impegno nella risoluzione.

PRESIDENTE. Bene, ora…

Paola GIORGI. Presidente, mi scusi, chiedo di intervenire per questione personale.

PRESIDENTE. Sì, seppure vi prego di contenervi e sopratutto, se volete onorare la mozione presentata che è fatta molto bene, di cercare, come dire, di volare un po’ più alto. Altrimenti va a finire che con il dibattito finiamo di vanificare il significato importante di questo documento.
Prego, Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie, Presidente. Io ho presentato la mozione convintamente per i contenuti e nella mia relazione ho gettato un seme culturale. Ho cioè insistito più volte che avrei voluto una presa di posizione culturale, ma lei demagogicamente, Consigliere, l’ha messa dal punto di vista politico.
I suoi punti di riferimento io li apprezzo, li amo, li condivido, i miei me li tengo per me. Io infatti non ho parlato di corpo, ho parlato di carne.
Per quanto invece riguarda le mie posizioni io sono convinta di essere qui per merito, per impegno, per passione, per capacità. Tra l’altro lei stesso pochi giorni fa ha ribadito che ha una stima personale politica nei miei confronti. (…) Non è vero! Non è indubbio, perché lei fa demagogia su una cosa mentre io ho cercato di alzare un po’ il livello mettendola sul piano culturale. Ma probabilmente lei non è pronto ad accettarla e quindi ha ribaltato la frittata!
Ripeto, le sue convinzioni personali le condivido perfettamente, ma che io sono una persona fortunata lei non può saperlo, lei della mia vita non sa niente, se vuole gliela racconto ma in un altro contesto, non credo proprio che al pubblico o ai nostri colleghi interessi.
Ripeto, io ho chiesto una presa di posizione culturale su un’evidenza dell’attualità della condizione della donna oggi. Tra l’altro io sono stata una donna di spettacolo, perché di professione, prima di arrivar qua, ho fatto l’attrice di teatro, quindi so cosa significa lavorare, so cosa significa la difficoltà di intraprendere quella professione, una professione che oggi è inquinata proprio da certi modelli. Quindi prima di parlare si informi meglio e poi in questo contesto non dica quelle cose personali che sono oltremodo noiose!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Io inizierei con il dire “Quousque tandem abutere, patientia nostra”…(…) No, Catilina non ce lo metto. Perché vede, Consigliera Giorgi, quello che lei ha detto posso condividerlo o meno, ma stride molto con l’interpretazione che ha dato la collega della sua maggioranza Consigliera Ortenzi. Quindi prima di fare la lezioncina al Consigliere Trenta, sulla base di quello che lei ha ritenuto di contrapporgli come fatto personale, mettetevi d’accordo.
Non vi rendete conto di un fatto, che a me potrebbe anche stare bene, invece non mi sta bene. I più grandi agit-prop del Presidente Berlusconi siete voi! Siete voi! Ve ne rendete conto? Voi siete i veri berlusconiani!
Perché vi dico questo? Perché io sono alleato dello stesso partito del Presidente Berlusconi con tutta altra storia. In un momento politico come questo sono dello stesso partito presieduto dal Presidente Berlusconi, ma rivendico la mia totale libertà di pensiero e la mia totale libertà di veduta.
Il mio problema è come quando una volta si diceva che D’Annunzio era un noto cocainomane, vero, pare sia una cosa sicura, ma non ce ne può fregare di meno se lui era o meno cocainomane. Faceva le sue poesie e poi si faceva la sua coca, ma chi se ne frega. Il problema è quando la cocaina la prendono più persone e quindi diventa un fenomeno sociale. Che invece la assorbisse D’Annunzio non è un fenomeno sociale, il problema è il dopo, è il post D’Annunzio.
Quindi è buffo che per attaccare un Presidente del Consiglio si dicano queste cose. Io a fronte di raccogliere dieci milioni di firme pretenderei le elezioni domani. Domani!
Allora se fosse vero tutto questo il problema non è Berlusconi, il problema vero è che c’è qualche mamma che è tutta contenta che il modello di vita sia che la propria ragazza vada da Berlusconi o da chiunque altro in quelle condizioni. Questo è il problema!
Fatemi un po’ capire, ma secondo voi questo modello di vita che voi contestate – se volessi dare il livello della critica che dà la Consigliere Giorgi con la sua mozione e non una mera strumentalizzazione, come invece penso che sia – deriva da Berlusconi? Siete veramente i più grandi agit-prop!
Ricordo quando nella mia giovinezza sentivo dire: “l’utero è mio e lo gestisco io”. Lei dov’era Consigliera Ortenzi? Lei dov’era Consigliera Giannini? La Consigliera Giorgi no in quanto era ancora piccola. (…) Certo, per motivi anagrafici, ma appena l’Assessore Giannini ha recepito il tutto penso ci potrebbe ora ben dire dove sarebbe stata!
Il problema della donna vista in un certo modo non viene sicuramente da Berlusconi. Ma vi rendete conto del piacere che gli fate! Voi e i giudici siete i più grandi suoi agit-prop! Voi siete quelli che riusciranno sempre a fargli avere un grande consenso.
La grande difficoltà di chi è nel PdL in questo momento, che vorrebbe discutere di tremila cose – lo dico chiaramente davanti a tutti come ho sempre fatto nella mia vita – è che di fronte c’è chi rafforza indiscutibilmente la sua posizione. Voi e i procuratori della Repubblica. I procuratori della Repubblica che fanno intercettazioni per sette mesi per cose del genere in uno Stato serio non so che cosa dovrebbero andare a fare!
Voi che fate una critica alla società che è venuta fuori e che oggi secondo voi troverebbe la consacrazione nelle serate di Arcore, non vi rendete conto da dove parte quella società. Il problema vero è questo. Da dove è partita quella società? Quando si parlava della società retriva, di chi pensava che la donna dovesse fare certe cose, nessuno pensava che la donna dovesse fare certe cose. C’è qualcuno che invece ha voluto sfondare le porte; per lo meno dagli anni settanta, e Berlusconi all’epoca forse stava pensando a far andare avanti Craxi, e molti di voi ci governavano insieme, se non sbaglio! Voi avete sfondato quelle porte ed oggi quella che noi abbiamo davanti è l’inevitabile conseguenza.
Ma a voi questo non importa, dunque questa è la vera strumentalizzazione, pertanto io voterò contro questa mozione.
E poi perché leggo questi nomi di donne? Perché non c’è Oriana Fallaci? Perché non c’è Claretta Petacci? Fatemi capire! Come mai ve le scordate? Perché voi strumentalizzate dalla mattina alla sera tutto!
Dunque per questo convintamente voterò contro questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Non è la prima volta che assisto a dibattiti di questo tipo. Converrete infatti, amiche e compagne del centro-sinistra, che il momento che è stato scelto, il modo in cui si propone, fa parte di una polemica politica che è legittima ma che sicuramente non aggrega le donne, perché prima di tutto non aggrega le persone. Questo è il problema.
C’è un problema di elenco di nomi, come diceva il Consigliere Natali, non solo manca una donna come Oriana Fallaci ma manca anche una donna come Maria Eletta Martini, la donna capo della partigiane cattoliche, la si poteva mettere insieme a Nilde Iotti, oppure non c’è Madre Teresa di Calcutta. Insomma, c’è un elenco di parte, non è stato fatto uno sforzo per aggregare. Ma questo fa parte del gioco politico, che io rispetto, ma non pensate che poi possa aggregare.
Vedete, venti-trent’anni fa c’erano deputati cattolici - probabilmente anche troppo bacchettoni, io infatti non ero d’accordo - che proponevano in Parlamento leggi severe ad esempio sulla pornografia, dove la donna è comunque sicuramente umiliata e mercificata, ed allora la sinistra rispondeva dicendo “sono leggi anacronistiche”.
I vostri movimenti in tutto il mondo non parlano della liberazione della donna, e non mi riferisco soltanto alle donne col burqa umiliate e rese schiave, ma parlo anche di Paesi, purtroppo governati dal partito comunista cinese – perché questo è - che hanno fatto leggi con l’aborto obbligatorio. Obbligatorio! E questo dovreste dirlo.
Si può criticare il Consigliere D’Anna quando fa un’azione contro l’ambasciatore cinese sul Tibet? Certo, ma non è che rompereste i rapporti diplomatici dicendo che in Cina mezzo miliardo di donne sono obbligate ad abortire per legge e con torture conseguenti!
Ecco, la distanza tra noi sapete qual è? E’ che impostate sempre in maniera talmente politica che poi non riuscite ad aggregare.
Il Gruppo singolarmente su questo documento potrà votare come vuole, non c’è una direttiva di gruppo. Per quanto mi riguarda sono a disagio. Allora vi richiamo un episodio, che vi riporterò sempre fino alla noia. Sul 25 aprile siamo tutti uniti? Sì. Ma poi non avete – nessuno, neanche il PD - neppure criticato quelle persone che in piazza Duomo a Milano hanno insultato il padre della Moratti. Voi avete insultato la Moratti, il padre della Moratti è un partigiano decorato, partecipava al 25 aprile, e voi per divisione politica avete insultato la Moratti e il padre. Questo è quello che riuscite a fare.
Se allora non vi depurate da questo astio, da questo rancore, non vi sarà facile aggregare. Ripeto, è un gioco che potete fare ma non pretendete di aggregare.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Questa mozione sostanzialmente chiede di restituire dignità e valore alle donne in una fase in cui la dignità, si dice, viene calpestata da una serie di manifestazioni, di programmi televisivi, non si capisce bene. Ossia, come se non fosse un caso che questa mozione venga presentata in questi giorni, perché, a ben vedere, in essa non c’è nessun collegamento diretto, vi è infatti scritto quanto peraltro venuto fuori anche dal dibattito. Cioè, si parla di dignità e valore delle donne in una fase in cui la dignità e il valore delle donne non è difesa neppure da chi fa questi documenti, perché per quanto mi riguarda… Senta, Vice presidente Giorgi, non mi faccia questi atteggiamenti…(…) No, no, io ho visto atteggiamenti…

PRESIDENTE. Per favore! Continui Consigliera Foschi! Non guardi la Giorgi, guardi me!

Elisabetta FOSCHI. Scusi, Presidente, ma mi rivolgo alla Giorgi in quanto firmataria di questa mozione, che tra l’altro ricordo anche in altri contesti, ossia quando la Vice presidente Giorgi militava nello stesso mio partito, oppure quando, contro certi atteggiamenti femministi e strumentali della sinistra, anche lei diceva le cose che io continuo a dire oggi e che lei invece ha cambiato. Per cui in questo foglio manca un valore che io vorrei vedere riconosciuto dalle donne, la coerenza. In questo elenco di valori non c’è, mi dispiace. Ma ne capisco anche il perché, almeno vedo l’onestà di non inserirlo.
Io vorrei parlare dignità e valore delle donne nel momento in cui si passasse da un periodo di presunte cose che accadono ad un momento che eventualmente venissero accertate. Allora sì che ci sarà il mio impegno. Ma in questa fase parlare di dignità riterrei che quanto meno voglia significare di chiedere che si faccia chiarezza e che si chiudano anche eventuali atti giudiziari, che si dovrebbero magari anche aprire, ma non in questa fase, perché la donna nei confronti delle altre dovrebbe essere garantista.
Questo documento è talmente strumentale da aver depennato da quell’elenco di donne che hanno contribuito a fare la storia e la cultura dell’Italia una persona come Oriana Fallaci, una donna che ormai non considerate più… (…) Ma qui c’è una sorta di elenco di nominativi, mi scusi, èh!

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Consigliera Ortenzi, sta parlando la Foschi! E lei, Consigliera Foschi, continui a parlare!

Elisabetta FOSCHI. Stavo dicendo che la presenza di alcune donne e la mancanza di altre non è casuale, aspetto che dunque denota la strumentalità che io ravviso in questo documento. Mi scusi, ma mi conceda di dirlo! (…) Io ho detto chiaramente qual è il mio impegno, cioè, nel momento in cui io mi sentissi offesa da atteggiamenti accertati sarò pronta a discutere, ma in questa fase no, perché è prettamente strumentale e di sostegno a una manifestazione di partito.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Ascoltando il dibattito credo ci siano due questioni su cui dobbiamo riflettere in qualità di componenti di istituzioni, in qualità di individui e anche in qualità di rappresentanti di generi quindi come donne e uomini.
Leggendo la mozione ciò che emerge è la volontà di iniziare a ridiscutere di quel modello sociale che si sta definendo, un modello che sta diventando normale; poi parlerò anche di questioni che riguardano la politica, perché qui si sono sovrapposte discussioni che invece non sono sovrapponibili.
Il modello sociale e culturale che sta dilagando è quello che per poter vivere in modo piacevole si può sacrificare qualsiasi cosa. Si può sacrificare la propria onestà, la propria coerenza, la propria intelligenza, il proprio corpo, a fronte magari di un paio di scarpe o di una borsa firmate, di una cena oppure frequentare persone che si immagina siano potenti o che lo sono. (…) Io sto facendo una mia riflessione, Consigliera, e non ho interrotto nessuno. Una riflessione che mi riguarda direttamente, nel senso che sto pensando a che cosa immaginano le persone quando leggono di me, di lei, di altre Consigliere regionali o di altre Parlamentari, magari immaginano che qualcuno di noi per arrivare nel luogo in cui sta possa aver usato scorciatoie. Siccome questo non mi riguarda, come penso non riguardi nessuno di noi, dobbiamo respingere questa idea che si sta delineando nella testa delle persone. Inoltre credo che quei comportamenti non ancora accertati dalla Magistratura e che non riguardano questa mozione voi li avete comunque introdotti nella discussione. Certo, anch’io spero siano accertati in senso negativo, ma sarebbe molto facile appurarlo, basterebbe presentarsi in giudizio, cosicché si potrebbero chiarire tutte le questioni che in questi giorni stanno appassionando il gossip dei nostri quotidiani, si ristabilirebbe l’onore del Presidente del Consiglio e del Paese tutto e riprenderemo finalmente a parlare dei problemi seri che affliggono i nostri cittadini, le nostre imprese e l’Italia.
Questo però non significa che come componenti delle istituzioni non dobbiamo affrontare il tema dello spaccato di società che emerge leggendo le intercettazioni, senza voler emettere giudizi definitivi perché per questo ci sono i tribunali. Uno spaccato di società che non rappresenta il nostro vero Paese. Non è vero che tutte le donne e tutti gli uomini si scambiano telefonate di quel tipo o che si esprimono in quel modo. La maggior parte degli italiani e delle italiane non sono così, per cui questo ci deve far riflettere.
Quindi questa riflessione, quella manifestazione è perché si abbia la consapevolezza che vi è un sistema che in alcune livelli della nostra società si sta accreditando, quindi dobbiamo combattere per il bene di tutti.
Questo è il livello vero della discussione. E non si può sovrapporre, come ha fatto prima il Consigliere Trenta, che è persona simpatica e gradevole, un’innocente passeggiata di ragazze che partecipano ad un concorso di Miss Italia con altre cose che nulla hanno a che vedere con questo. Nulla ha a che vedere anche con la serietà di quelle ragazze che ricorderanno quella sfilata solo come un episodio piacevole della vita. Ragazze a cui ognuno di noi evidenzia, in quella ed in qualsiasi altra occasione, che quello è sì un episodio piacevole della vita, ma poi la vita è fatta anche di impegno, di sacrificio, di studio, di convinzioni e di azioni conseguenti, quindi di coerenza, come anche lei, Consigliera, ricordava.
Per cui è questo il significato della mozione. Il dato che emerge del momento storico difficile, culturale, sociale, politico del nostro Paese è un contorno.
Voglio però socializzare con l’Aula un aspetto. Io recentemente sono andata a vedere un film, che molti di voi avranno visto, una parodia politica che sembra quasi una premonizione, ma ciò che a me ha dato fastidio è che le persone che uscivano dal cinema ritenevano che chi fa politica non fosse diverso da chi rappresentava quella situazione, cioè si identificava chi fa politica in quel modo di comportarsi. Allora visto che io non mi ci rappresento affatto non voglio arrendermi al fatto che ci sia qualcuno che fa di tutta l’erba un fascio. Io non sono così! Pertanto si sta cercando, indipendentemente dalle funzioni politiche e istituzionali, di fare in modo che su questo ci sia una riflessione collettiva.
Quando prima si è detto dove sarei stata io se fossi nata nel periodo della contestazione della donna, sicuramente sarei stata nella parte dell’autodeterminazione, che vuol dire anche scegliere di sbagliare, però non vuol dire che lo sbaglio individuale debba poi essere la scelta di tutti.
Allora noi dobbiamo dire che quello è uno sbaglio, che è un modello che non ci appartiene e che quindi non vogliamo promuovere.
E la cosa avvilente è che la promozione di un simile comportamento sembra – dico sembra, perché poi lo accerteranno i giudici e spero lo facciano nel più breve tempo possibile – sia promossa da chi, invece, per funzioni, per carica ha il dovere istituzionale di affermare nel Paese un modello sociale di cui non ci si debba vergognare. Perché un conto è la determinazione di singoli individui, siano essi uomini o donne, a scegliere un percorso di vita e quindi anche di sbagliare, un conto è che questo diventi modello, un conto che questo diventi accettato, un conto che questo venga promosso. Promosso! E’ infatti avvilente sentire delle madri che intervistate – quindi non serve l’accertamento dei giudici – dicono: “Fidanzata di ics? Magari!”, oppure che parlando al telefono con la figlia dicono: “spillagli il più possibile”.
E’ questo il modello sociale, indipendentemente dalle parti politiche a cui apparteniamo, che vogliamo promuovere? E’ quello che ambiamo per i nostri figli e nipoti, per i nostri giovani?
Dunque se è questa la discussione questo è il punto su cui siamo chiamati a rispondere.
In questi giorni seguendo le tribune politiche noto spesso una sorta di difficoltà quando di fronte a questi argomenti Parlamentari donne – siano esse del PdL o di AN o di Forza Italia – si trovano a giustificare comportamenti di questo genere.
Noi non sediamo qui per quei comportamenti, siamo sedute qui perché tutti i giorni ci confrontiamo con i problemi delle persone, perché mettiamo nell’azione politica la nostra passione, il nostro essere donne e rappresentanti di un genere. Non è un discorso né femminista né sessista, è un discorso di rispetto prima di tutto nei confronti di noi stesse.
Dunque il modello che sta oggi venendo fuori a livello istituzionale lo dobbiamo combattere e lo dobbiamo fare anche superando quelle divisioni che magari ci possono portare a non pensarla allo stesso modo su singoli problemi. Penso che nemmeno voi rappresentanti del PdL, donne impegnate nella politica, vogliate essere accumunate a quel modello di promozione politica, di promozione di classi dirigenti. Voi avete sicuramente storie molto diverse di cui potete andare orgogliose, come io lo sono della mia. Per cui io non permetto a nessuno, attraverso certi comportanti e certe azioni istituzionali, di infangare anche la mia storia, quindi la difendo con forza.
Pertanto su questa mozione il passo culturale che dobbiamo fare è su questo. Berlusconi non è che andrà via a seguito dell’iniziativa del 13, Berlusconi se ne andrà via solo se avrà un rigurgito di dignità. Ma questo è un tema che non affrontiamo in questa mozione. Se poi uno si sente in grado di interpretare i bisogni di un grande Paese come quello italiano e se rappresenta nel mondo al meglio la dignità del nostro Paese, anche questa è un’altra questione.
Pertanto il punto che dovremmo affrontare è come le istituzioni non tutelano se stesse ma come consentono ai cittadini di rispettarle. I cittadini non ci rispettano più! I cittadini ci considerano approfittatori, ci considerano gente che fa perdere loro solo tempo e soldi. Ci considerano persone che alla sera vanno a fare quelle robe lì! Io questo non lo posso consentire! Io nella mia vita dopo cena ho fatto solo le riunioni per risolvere i problemi delle persone, poi se ho fatto male o bene lo decideranno gli elettori, ma quello è stato il mio percorso. E non consento a nessuno di pensare che si può aver avuto quel posto perché magari si sono avute frequentazioni politiche o amicizie che hanno consentito di fare carriera velocemente. No!
Pertanto è questo ciò di cui si discute in questa mozione e credo che le prime a dover interpretare questa cosa debbano essere proprio le donne del PdL. Perché questo è un giudizio che riguarda sicuramente me ma soprattutto voi. (...) Infatti una Consigliera del PdL di Milano sta raccogliendo le firme per chiedere le dimissioni della Minetti! Certamente gli errori nella costruzione delle liste li possiamo fare tutti, ma quelli macroscopici si dovrebbero evitare prima! Il punto è che non si può dare l’impressione ai cittadini che le selezioni delle classi dirigenti avvengono solo attraverso quel modello lì. Questo come esponenti istituzionali lo dobbiamo gridare forte. Altrimenti è inutile parlare ai rappresentanti delle Croci dicendo che risolveremo il loro problema quando poi usciti da qui pensano che comunque una parte di noi arriva per vie traverse. Non rispetteranno mai nessuna decisione che assumeremo qui proprio perché ci considereranno inadeguati e incompetenti a farlo.
Dunque questa riflessione credo debba riguardare molto anche voi…(…) Certo, riguarda noi, infatti lo sto facendo! (…) L’ho già detto prima, gli errori possiamo farli tutti, però ci sono comunque comportamenti che vanno condannati indipendentemente se fatti dal Presidente del Consiglio oppure da un oscuro cittadino di un qualsiasi paese delle Marche. Noi se fosse stato un qualsiasi cittadino avremmo agito da censori, avremmo giudicato e forse ci saremmo anche lasciati andare a qualche giudizio, proprio perché non era Berlusconi Presidente del Consiglio. La legge deve essere uguale per tutti
Dunque togliendo la questione politica rimane il punto di quale società insieme, ognuno dal proprio punto di vista politico, vogliamo contribuire a costruire. Non credo sia quella di una società che vede ragazze di venti anni che si atteggiano a donne vissute e che invece di essere tutelate vengono portate alle cene o vengono retribuite per la loro, diciamo, presenza – infatti fino adesso almeno la presenza è stata accertata – con borse o scarpe firmate oppure con appartamenti.
Io ritengo che qualunque donna, anche quella che vale di meno, valga più di un paio di scarpe!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Potrei, per ovvie ragioni, essere tentata più di altri a cadere nella polemica, estrapolando il contenuto di questa mozione privilegiando la causa che probabilmente ha determinato questa riflessione, come senz’altro ha determinato anche la manifestazione di Milano. Io invece non voglio – anzi, mi dispiace che questo sia avvenuto - cadere appunto in polemica. Seppur il mio pensiero sia chiaro, e l’imbarazzo di donna e di politica – come ho detto sui giornali – ha in parte addirittura determinato la scelta politica e di partito che ho fatto. Ho anche detto che se questa vicenda - come altre, ma soprattutto questa - mi avesse colto quando stavo ancora nel PdL non solo avrei avuto problemi nel digerire la cosa ma anche a difenderla, come invece vedo che altri colleghi, anche legittimamente, riescono a cogliere altri aspetti, quindi non quelli, diciamo, più di denuncia o magari più di riprorevolezza.
Non voglio proseguire nella polemica, seppur sia convinta che il politico abbia doveri di etica pubblica e anche doveri alti, quasi calvinisticamente, di etica privata. Sono inoltre convinta che la stessa privacy, invocata oggi da più parti, scolori, si affievolisca, venga meno, e così le pareti della stessa casa di nostra abitazione man mano che crescono le responsabilità pubbliche, le cariche pubbliche di chi abita quella casa, fino a diventare da pareti di cemento armato a pareti di vetro.
Ritengo che abbia colto, quasi anticipandomi, il nocciolo della questione il collega Consigliere Natali quando individua – è su questo che voglio sviluppare il mio intervento - la scaturigine di tutto questo nel problema educativo – è di questo che dovremmo parlare -, ma senza additare chi di questo modello educativo è in questo momento il principale testimonial, seppur con tutte le riserve che la vicenda giudiziaria ci impone e nelle quali non intendo entrare.
Perché dico questo e perché ho preso la parola? Io avevo già aderito alla manifestazione di domenica, trovandomi peraltro già a Milano per il congresso fondativo di Futuro e Libertà, chiarendo che voglio esserci – questa mia presa di posizione l’ho espressa anche sul Secolo - affinché ci siano tutte le culture di provenienza e sopratutto ci siano donne di estrazione diversa da quelle che inizialmente hanno promosso la manifestazione. Donne che a mio avviso hanno un approccio culturale profondamente diverso dal mio e con il quale mi accingo a difendere la dignità della donna e a rivendicarne la sua centralità.
Il vero problema, dicevo, è dunque educativo. Non voglio certo sminuire il fenomeno della mercificazione delle donne e del loro corpo, delle scorciatoie, del meretrice in alcuni casi o del mercimonio di ogni tipo. E non voglio sminuirlo dicendo che è stato sempre così o così fan tutte, no. Sicuramente oggi il fenomeno ha delle dimensioni quasi strutturali, quasi sistemiche e quindi è sicuramente più allarmante. Però è comunque espressione di altri problemi, è espressione di una società, di un assetto antropologico che ha privilegiato una certa cultura e che soprattutto si trova a dover affrontare, ripeto, una vera e propria emergenza educativa. Emergenza educativa che ha bisogno non solo di porre nuovamente al centro la persona, non solo di ripresentare, come dico spesso, la non negoziabilità di certi valori, ma soprattutto deve ristabilire la centralità di figure educative.
Allora qui non posso non fare riferimento alla donna che troppo spesso ha un approccio – devo dire non nella mozione ma negli interventi sì -, come dire, esclusivamente rivendicativo dei propri diritti e non sempre di assunzione di responsabilità.
Cioè, io come madre non posso tacere il fatto che le figlie che si concedono ai maschi che sono i dragoni, i pigmalioni o coloro che usufruiscono dei favori e del corpo femminile sono figli nostri, sono in primis figli di madri che non so fino a che punto hanno abdicato al loro ruolo primario non solo di educatrici ma debbo dire anche di modelli, ossia, molto spesso abbiamo avuto paura di essere modello tradizionalista, retrò, di donna che antepone la cultura dei doveri e delle regole a quella dei diritti.
Seguendo i dibattiti sui giornali posso dire che mi è piaciuta un’osservazione apparsa sul Corriere della Sera dove proprio si diceva “ma sono figli nostri”.
Allora riappropriamoci di una funzione educatrice forte, che, certo, è scomoda in quanto ci impone, ripeto, di essere noi esempio per primi.
Oggi abbiamo certi esempi di uomini, certi esempi di bullismo, allora ecco perché dico che è un discorso anche pedagogico, perché il bullismo non è solo dei quindicenni, il bullismo è anche quello senile, come vediamo in qualche caso di cui ci stiamo occupando. Per cui certamente il bullismo è un atteggiamento dei maschi, ma non è questo che può risolvere il problema e farcene tirar fuori.
Io credo che se la donna voglia legittimamente fare altro e quindi non prenda in considerazione che comunque il ruolo e l’onere educativo deve imporgli di abituare i propri figli ad una certa educazione, ad una educazione non orientata al pensiero facile, al pensiero debole bensì al pensiero forte, alla schiena dritta, ai valori, alla salvaguardia del proprio corpo, della propria castità, che è una definizione non solo fisica ma prima di tutto etica e morale, allora, ecco, io vado a Milano, ma ci vado perché spero – ci spero ma non ne sono certa – che da questa forte rivendicazione sorga anche un’assunzione di responsabilità, ossia che si prenda per mano il problema principale, dunque quel problema pedagogico ed educativo.
Problema pedagogico ed educativo che non può, ripeto, essere ridotto alla polemica politica, al maschio che ci dà dei cattivi esempi, perché questo, permettetemi di dire, è sempre avvenuto, ma deve essere affiancato da un riposizionamento della donna e della sua funzione. Funzione che io definisco primaria e che poi è anche il nostro tesoretto, cioè quello di poter incidere - incidere in senso buono, non in senso di plasmare le coscienze o i cervelli - sulla formazione.
Ecco, la formazione, ma se ne parla più? Oppure siamo anche noi prese dai modelli Grande Fratello, dalla facilità, dallo stare più dentro che fuori, da una politica che va coniugata anche al femminile, che favorisca tutto questo, che ci consenta di fare questo ed altro?
Insomma, io non pongo fine alle rivendicazioni dei diritti, perché è giusto che la donna, che ha il compito principale educativo, della casa e della famiglia, venga sia aiutata in tutti i modi, però questo non può essere un esonero per la donna da certe responsabilità e da certi principi di cui spesso ha rinunciato a porre al centro della propria educazione e soprattutto a porre al centro della coscienza e dell’etica dei propri figli.
Se mia figlia mi avesse chiesto una scorciatoia simile – dico questo non per ridurre il problema, ma per completarlo a 360 gradi, perché è con questo mio approccio, è con questa mia provenienza culturale che partecipo -, se mi avesse detto “presentami tizio perché ho bisogno, ecc.” oppure se avesse a mia insaputa frequentato certi ambienti, bèh, io in primis mi sarei interrogata sul mio fallimento.
Poi, certo, le concause possono essere tante, però donna è anche assunzione di responsabilità, donna è anche compito primario svolto come va svolto, donna è favorire non solo la cultura dei diritti ma anche quella dei doveri. Questo se vogliamo far sì che anche a Milano non sia solo l’ennesimo slogan o che addirittura possa prevalere un relativismo che poi ci fa più male che bene.
Concludo dicendo che voterò la mozione se, mi permetto di suggerire, l’enunciazione delle donne presenti verrà tolta, perché sinceramente è carente, non include tutti. Mentre il resto mi pare, al di là del dibattito che non ha fatto che peggiorare ciò che in essa è scritto, mi pare votabile anche per chi come me vuole essere scevra da polemica.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ora è in corso ancora il dibattito, peraltro noto una forte sensibilità su un tema femminile, c’è infatti un’Aula che gronda presenze.
Aveva chiesto di intervenire il Consigliere Zinni, ma noto che in questo momento non c’è, per cui do la parola alla Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Sarò molto sintetica. Ho letto con attenzione la mozione e ho ascoltato gli interventi dei colleghi, per cui mi sento di esprimere una dichiarazione di voto a favore di questa mozione, con l’impegno però da parte della collega di voler togliere la faziosità politica, quindi di fare un discorso trasversale e di dignità della donna vera.
Ho apprezzato l’intervento della collega Assessore Giannini che ha riportato il discorso a un modello sociale, culturale, a un modello di donna che partecipa, a un modello di donna che si impegna e lavora, a un modello di madre, a un modello di principi. Certamente ognuna di noi ha la propria storia, più forte o più fragile, ma comunque è un modello di donna.
Invece non ho condiviso quando nella discussione si è voluto riportare alla politica la questione posta dalla mozione, quando si è voluto riportare il tutto ad un giudizio personale su chi o come. Non è questo il luogo adatto, il luogo adatto per giudicare quelle cose sta altrove. Se qualcuno rimane a svolgere magari il ruolo di Presidente oppure no non dipende da noi. La nostra dignità non ha assolutamente colore politico, non pone assolutamente condizioni.
Le parole qui riportate, come intelletto, talento, dignità, coraggio, grinta, impegno, maternità, non sono né di destra né di sinistra.
Cari colleghi, qui allora affermo, e mi rivolgo soprattutto alla collega che l’ha presentata, che dobbiamo fare in modo che questa mozione sia di noi donne.

PRESIDENTE. E’ stato presentato un emendamento a firma della Consigliera Giorgi:
Nelle premesse sopprimere le parole da “Ce lo ricordano continuamente” alle parole “i propri diritti”. Quindi tutta la parte che fa riferimento ad alcune donne. Capisco, perché è sempre difficile fare un elenco che possa comprendere tutti quelli che lo meritano. E’ difficile elencare tutte le autorità che ci sono in una cerimonia ufficiale, figuriamoci qui.
Pongo quindi in votazione questo emendamento. Dichiaro aperta la votazione…(…) Consigliere, sopprime tutta la parte che fa riferimento ad un elenco di nomi. (…) Allora, Consigliere, innanzitutto si sieda al suo posto dopodiché chiede di intervenire! Non siamo al bar, chiaro! Per cui se si siede e riformula la domanda le rispondo altrimenti la invito ad abbandonare l’Aula! (…) Benissimo, chiede la parola? (…) A parte che siamo già in fase di votazione, però visto che sono di manica larga, qual è il tema, Consigliere Marangoni?

Enzo MARANGONI. Grazie della manica larga, Presidente! Ho capito male o un collega ha chiesto la verifica del numero legale?

PRESIDENTE. Sì, nel momento in cui c’era ancora il dibattito in corso un collega ha chiesto di verificare il numero legale però poi si è assentato.
In primis, chi chiede il numero legale è obbligato a rimanere, non può assentarsi, inoltre non lo poteva chiedere mentre si stava ancora sviluppando il dibattito. Ed aggiungo che il discrimine è che se chiedi la verifica del numero legale sei considerato presente e pertanto partecipi alla costituzione del numero legale.

Enzo MARANGONI. Forse è per quello che è uscito. Allora, Presidente, se posso, chiedo io la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. No, siamo già in fase di votazione quindi non è consentito.
Chiusa la votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 105, così come emendata.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.



La seduta termina alle ore 14,35