Resoconto della seduta n.35 del 05/07/2016
SEDUTA N. 35 DEL 5 LUGLIO 2016

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 35 del 5 luglio 2016.
Comunico che
è stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 20 in data 28 giugno, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Piano del Parco del Sasso Simone e Simoncello - deliberazione dell'Assemblea legislativa 10 luglio 2007, n. 61 - Piano particolareggiato dell'Area speciale dell'Eremo della Madonna del Faggio. Norme di indirizzo e norme prescrittive. Interpretazione autentica”, assegnata alla III Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 4 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 26 giugno 2018, n. 15;.
sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 138 del Consigliere Fabbri, concernente: “Sostegno dei Comuni a cui è stata assegnata anche la 'Bandiera Trasparente'";
n. 139 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Mastrovincenzo, concernente: “Comune di Monte San Vito: progetto presentato dalla società SNAM rete Gas per la realizzazione di n. 1 impianto trappola a monte del metanodotto in uscita dall'impianto Eni E&P”;
n. 140 del Consigliere Maggi, concernente: “Tutela della salute nell'alimentazione”;
n. 141 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni, concernente: “Rischio esodati della Scuola per docenti III fascia di Istituto”;
n. 142 dei Consiglieri Giancarli, Biancani, concernente: “Richiesta finanziamenti completamento raddoppio ferrovia Orte-Falconara Marittima”;
n. 143 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni, concernente: “Rischio esodati della scuola per docenti abilitati non stabilizzati”;
n. 144 della Consigliera Marcozzi, concernente: “Provvedimenti economici, finanziari e commerciali, a seguito delle sanzioni alla Russia per la questione Ucraina”.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Chiedo di ritirare la mozione 137 "Rischio esodati della scuola per docenti abilitati non stabilizzati" e di sostituirla con le mozioni 141 e 143 che sono sullo stesso argomento, ma le fasce di istituto sono separate.

PRESIDENTE. La richiesta della Vicepresidente la valuteremo con il voto.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Chiedo l'iscrizione della mozione n. 139 quella su Monte San Vito.

PRESIDENTE. A questo punto dobbiamo votare le due richieste, vi pregherei di prendere posto per la votazione.
Iscrizione all’ordine del giorno delle mozioni nn. 141 e 143 annunciate poc'anzi. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 139. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. La mozione n. 139 sarà posta all’ultimo punto dell'ordine del giorno e le due mozioni indicate dalla Vicepresidente Malaigia saranno inserite come penultima e terzultima mozione, ai punti 12 e 13.

Commemorazione vittime attentato terroristico a Dacca
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Prendo la parola per chiedere un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'attentato di Dacca, come condanna e denuncia di ogni forma di terrorismo.

(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Interrogazione n. 197
ad iniziativa del Consigliere Micucci
"Sostenimento dei costi di assistenza di pazienti con provenienza diversa dalla regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 197 del Consigliere Micucci.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Rispetto ai residenti che provengono da altre regioni nei servizi di natura residenziale, soprattutto nella zona del maceratese, i passaggi sono questi: a livello di Conferenza dei Presidenti un accordo sul fatto che questi costi fossero riconosciuti dalla realtà di provenienza, è stato messo a verbale, ma ancora non completamente realizzato, soprattutto c’è la necessità di avere un ulteriore passaggio in termini di efficacia nell'agire.
Dal 2015 è stata stabilita una modalità operativa che fa anticipare all'Asur le risorse, quindi, diciamo, che per il 2015 il problema non c'è stato, nel senso che l'Asur ha anticipato le risorse con una doppia fatturazione una diretta alle realtà d'origine e un’altra all'Asur in modo da iniziare a costruire una documentazione finalizzata a ...
Anche quest'anno credo che non lasceremo a piedi le strutture, anche perché danno servizi importanti, con l'impegno di riprendere in conferenza dei servizi il percorso fino ad una completa definizione, con l'obiettivo di non mettere in difficoltà soprattutto le persone che da anni e anni si rivolgono e risiedono in quelle strutture e parimenti i gestori delle stesse che possono veder riconosciute le risorse che impegnano nell'assistenza.
C'è questo doppio binario che cercheremo di risolvere senza far pesare il passaggio sui gestori delle realtà citate nell'interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Ringrazio il Presidente per la risposta e soprattutto per l'impegno a non lasciare sole queste realtà che, come diceva lui stesso, sono concentrate soprattutto nel sud delle Marche e quindi nella provincia di Macerata ed anche nel fermano.
Queste sono strutture che proprio per la loro lungimiranza da decenni accolgono soggetti disabili provenienti da molte regioni d'Italia e credo che sia corretto che i costi socio-sanitari di questa accoglienza non ricadano sulla regione Marche che, un po' per l'organizzazione, un po' per il volontariato di anni fa, si è organizzata nell'ospitalità di questi soggetti.
Ripeto, da una parte colgo favorevolmente la disponibilità della Regione attraverso l'Asur di non lasciare sole queste realtà e mi auguro che Asur sia operativa in tempi più stretti perché c'è un problema gestionale laddove queste strutture, a volte possono essere grandi, a volte di piccole dimensioni, non vedendosi riconoscere in tempi ragionevolmente brevi determinate risorse, hanno difficoltà economiche.
Dall'altra mi permetto di sollecitare ulteriormente - la volontà di questa interrogazione era anche questa, perché è interesse in primis della Regione Marche vedersi riconoscere dei corrispettivi da parte di altre Regioni che usufruiscono di questa situazione - i servizi della Giunta a riprendere la trattativa attraverso il tavolo Stato-Regioni per poter dare una risposta definitiva a questo problema, una risposta che non può essere quella che tempo fa era stata prospettata, cioè far rientrare questi soggetti nelle regioni di origine perché parliamo di persone che da 30/40 anni ormai risiedono e di fatto hanno messo radici, come si dice, nella nostra regione.
Grazie della risposta e mi auguro che un riscontro definitivo possa arrivare a breve anche dalle altre Regioni. Grazie.

Interrogazione n. 169
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Rette in residenzialità e semi-residenzialità di aree sanitarie extra-ospedaliere e sociosanitarie per settori anziani non autosufficienti, disabili e salute mentale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 169 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. L'occasione è importante oltre che per rispondere all'interrogazione anche per far chiarezza perchè le persone intellettualmente oneste quando interverranno la prossima volta sulla materia lo faranno con disonestà intellettuale o riconosceranno in maniera diversa ruoli e responsabilità.
Si tratta del fatto che, benché fin dal 2001 fosse chiaro per norma che determinati servizi fossero finanziabili dal fondo sanitario per il 70% massimo - e quindi indicava la natura del servizio come socio-sanitario per un 30% socio per un 70% sanitario - la Regione ha continuato in molti casi, diciamo come al solito, in maniera disomogenea nel territorio regionale a finanziare il servizio al 100%, dico disomogenea, perché in alcuni casi già si provvedeva a coprire il 30% attraverso i Comuni o gli ambiti sociali.
Questa problematica si è trascinata per circa 12 anni fino a quando nel 2013 fu fatta esplicita richiesta alla sanità marchigiana di finanziare quello che era previsto per legge e non di più, finanziare quindi il 70% e non il 100%.
In realtà anche nel 2013 è stato finanziato, come nel 2014 e nel 2015, a 2 anni non dalla legge, che è del 2001, ma dalla presa di coscienza del contributo al 70%e si è incardinato il percorso che prevedeva che il 70% fosse sanitario, perché i fondi sanitari possono pagare solo la sanità, e il 30% sociale.
Sempre nel 2013 un accordo Regione-Sindacato parlava di un percorso che, attraverso un finanziamento con un fondo di solidarietà, potesse aiutare la parte sociale, l'ambiguità della partenza è che si era pensato di utilizzare fondi sanitari per finanziare la parte sociale, ma non è possibile a meno di particolari eccezioni, cosa che ovviamente il Ministero ben si guarda perché le eccezioni diverrebbero la regola, ed a distanza di 3 anni ci si è resi conto che questo tipo di eccezione non verrà mai fatta.
La questione sta nel suo alveo, ovvero 70% fondi sanitari, 30% altri fondi, essendo fondi di natura sociale la titolarità dei fondi sociali ce l'hanno i Comuni attraverso gli Ambiti, quindi il 30% è a carico dei Comuni attraverso gli Ambiti e il percorso per coprire il 30% può essere realizzato attraverso tariffazione o attraverso contributo sociale.
Questa natura non si evince dall'interrogazione, perché dice: “La Regione dà contributi alle famiglie”, la Regione non eroga contributi diretti sociali alle famiglie, dà contributi attraverso gli Ambiti, quindi eventualmente la domanda doveva essere: “Ha intenzione la Regione di dare un contributo agli Ambiti per coprire in parte questa nuova spesa?”
La volontà è quella di recuperare una risorsa a contributo degli Ambiti che dovranno però provvedere a mettere a regime tutto il resto del percorso, ad esempio, l'introduzione dell'Isee per decidere in che misura si compartecipa, la misura del finanziamento diretto in termini sociali che andrà a ridurre l'impatto delle tariffe e così via.
Noi ridaremo chiarezza a questa materia ricordando che non è possibile con i fondi sanitari finanziare la parte sociale che è a carico di chi ha la titolarità, ovvero gli Ambiti, e noi con fondi non sanitari possiamo contribuire all'interno di questo percorso, quindi dare una mano, e sta poi agli Ambiti stabilire contributo, tariffazione e via dicendo.
Questo significa anche, ad esempio, quello che si è messo in moto in questi due anni, ovvero, non essendo più un servizio a totale copertura sanitaria, ma sociosanitaria, è possibile per i soggetti richiedere l'assegno di accompagnamento che fino a 2 anni fa non potevano avere perché il servizio era a totale carico sanitario, che copriva già una parte quell’eventuale tariffa. Attraverso il contributo di accompagnamento si può coprire la tariffa, fondi statali che i soggetti non potevano prendere e che adesso prendono e che possono utilizzare per coprire una parte.
Attraverso il contributo regionale, il contributo che gli Ambiti vorranno dare, l'assegno di accompagnamento e quello che resta con una tariffa modulata con l'Isee, è possibile uscire da questa fase chiamiamola ambigua, in cui si parla anche un linguaggio strano; ovvero, l'uso di fondi sanitari per coprire una parte sociale, tariffazioni dirette di natura sociale dalla Regione alle famiglie e via dicendo, questo per rientrare nell'alveo.
Lo dico soprattutto a tutti quegli amministratori locali che non avendo ben compreso la natura di questa partita si sono scagliati nei confronti della Regione chiedendo come mai non coprisse la parte sociale, mentre la prima domanda che avrebbero dovuto porsi, essendo una quota di natura sociale, è quanto ci metto del mio fondo sociale a copertura di questa partita?
Riporteremo tutto nell'alveo, stiamo reperendo risorse dell'ordine di 1/2 milioni di euro, ovviamente non sanitari, per contribuire all'attivazione di questo percorso, dopodiché, attraverso il contributo diretto dei Comuni tramite gli Ambiti, una calmierazione con l'Isee - perché è anche giusto che chi ha un Isee alto contribuisca ai servizi - porteremo a regime questa partita così particolare nel suo percorso, a beneficio soprattutto delle persone che godono di questi servizi, in modo che il passaggio non sia il 30% a totale carico, anzi, in molti casi il contributo potrebbe essere addirittura azzerato, mantenendo un minimo di richiesta a chi ha più capacità economica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Innanzitutto grazie Presidente per aver fatto chiarezza. C'è stata una vera sommossa in merito e purtroppo questa, come dice lei, è una fase ambigua, però noi stiamo trattando di categorie deboli, parliamo di anziani non autosufficienti, di disabili e di persone con problemi di salute mentale.
Voi capite che la sommossa c’è stata perché le famiglie si sono viste aumentare le rette e si sono trovate a doverle pagare, soprattutto alcune famiglie che negli anni passati non hanno pagato.
Aver fatto chiarezza sulla parte sanitaria e sulla parte sociale naturalmente è importante.
Cosa significa questo? Significa che anche la Regione, come ha detto lei, si impegnerà affinché si dia un aiuto agli Ambiti i quali riverseranno i soldi ai Comuni.
C’è stato anche un ritardo da parte della Regione nel comunicare quanto è avvenuto, infatti è uscito sulla stampa – su Il Resto del Carlino e su Il Corriere Adriatico del 28 aprile – e gli articoli facevano riferimento al fatto che queste famiglie erano rimaste spiazzate perché non avevano capito cosa stava accadendo.
Lei in questo momento ha fatto chiarezza, la Regione si deve impegnare a dare i fondi agli Ambiti i quali li riverseranno ai Comuni, infatti qui nell'interrogazione avevo chiesto di dare dei contributi agli Ambiti.
Mi auguro che a questa sua risposta sia dato seguito. Grazie.

Interrogazione n. 181
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Verifica idoneità incarichi dirigenziali Asur”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 181 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente.
Punto 1) i soggetti della commissione in oggetto non hanno fatto parte di altre commissioni di concorso per le nomine di incarichi dirigenziali all'interno dell'Asur – poi vi lascio la copia.
Punto 2) da quanto precisato al punto 1 consegue che non è necessaria alcuna attivazione a seguito della partecipazione ad altri concorsi perché non c'è stata.
Punto 3) nell'attuale legislatura regionale, la questione dell'etica, della legalità, della trasparenza e della prevenzione della corruzione è centrale, dal momento che il piano di prevenzione della corruzione, approvato con delibera di Giunta regionale n. 29/2016, è stato incentrato sul principio di coordinamento e di potenziamento dei sistemi di controllo interno ed esterno esistenti, in modo da valorizzare anche il controllo civico e la partecipazione attiva dei cittadini.
II piano delle perfomance 2016-2018, approvato con delibera di Giunta regionale n. 906/2015, prescrive che il personale sia valutato, ai fini del trattamento economico accessorio, anche sulla base dei risultati conseguiti nell'attività di recepimento delle misure per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza.
Con delibera di Giunta regionale n. 366/2016 è stata approvata una convenzione con la Corte dei Conti, per rendere trasparenti e condividere tutti i dati regionali contabili utili per l'attività di controllo.
Con delibera di Giunta regionale n. 468/2016 è stato approvato il piano biennale degli acquisti di beni e servizi per gli enti del Servizio sanitario regionale mediante procedure contrattuali gestite dalla Suam con le relative disposizioni attuative.
Successivamente al piano perfomance verranno definiti i protocolli di legalità da stipulare con le Prefetture e con l'Anac per il coordinamento della vigilanza sulle procedure di appalto e sui fenomeni di criminalità ad essi connessi, nonché per agevolare gli enti territoriali della Regione nell'analisi di contesto necessaria alla predisposizione dei loro piani di prevenzione della corruzione.
Questa mi sembra una cosa importante, ma sono molte le azioni convergenti e coordinate che rispondono a questa esigenza rappresentata attraverso l'interrogazione dalla Consigliera Pergolesi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente per questa risposta puntuale, però parla solo di azioni sulla carta, a noi piacerebbe vedere delle azioni concrete con fasi disciplinari e di controllo, come previsto dai vari codici comportamentali e disciplinari sia della Regine che di vari decreti legislativi.
Mi auguro, viste le ultime notizie sulla stampa, che vengano attuate quelle che sono le possibili verifiche da parte della Regione Marche. Grazie.

Interrogazione n. 219
ad iniziativa del Consigliere Rapa
"Soppressione della fermata di Pesaro del treno Frecciarossa 9593-9594”

Interrogazione n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Minardi
“Mancata fermata del treno Frecciarossa 9593-9594 a Pesaro”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 219 del Consigliere Rapa e l'interrogazione n. 221 dei Consiglieri Biancani, Minardi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. I treni Frecciarossa 9593-9594 lo scorso anno hanno effettuato la fermata a Pesaro per il periodo estivo fino al 19 settembre con caratteristiche sperimentali. Tale opportunità non è stata riproposta quest'anno a causa di uno scarso afflusso di passeggeri che ha determinato ricavi non soddisfacenti a detta di Trenitalia.
Corre l'obbligo di precisare che Trenitalia Alta Velocità non è tenuta a condividere queste scelte con la Regione in quanto i servizi effettuati sono esclusivamente a mercato, fuori da contratti di servizio e da contribuzione pubblica.
Peraltro - sostiene Trenitalia - il collegamento diretto Milano-Pesaro è molto veloce ( 2h 35') ed è prevista in orario una coppia quotidiana di treni Frecciarossa: da Pesaro alle 6.36 con arrivo a Milano alle 9.20 e da Milano alle 17.40 con arrivo a Pesaro alle 20.15.
Ulteriori collegamenti veloci tra Pesaro e Milano sono garantiti da 8 coppie di treni Frecciabianca oltre gli intercity e interregionali.
Questo è quello che Trenitalia ha risposto alle pressioni ed alle sollecitazioni della Regione, voglio precisare che sarà cura della Giunta regionale rappresentare la richiesta, per l'ennesima volta, dei Consiglieri regionali alla dirigenza di Trenitalia.
Rinnoveremo nei prossimi giorni, come abbiamo già fatto in passato, la nostra richiesta a Trenitalia, ma ad oggi le risposte che ci ha fornito sono quelle che ho letto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio l'Assessore per la risposta precisa e soprattutto per l'impegno a rappresentare questa istanza.
Nell'ottica di cercare di sviluppare il territorio sono necessari questi collegamenti, soprattutto se si ritiene che il comparto del turismo sia una colonna per la nostra economia. Oggi come oggi è indispensabile che le destinazioni marchigiane siano il più possibile fruibili dai turisti.
Per questo ringrazio l'Assessore e per il grande impegno profuso in questa circostanza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Mi associo anch'io ai ringraziamenti del Consigliere Rapa nei confronti dell'Assessore Sciapichetti, sono sicuro che insieme ai suoi uffici farà tutto il possibile per stimolare Trenitalia a ripristinare il treno Frecciarossa.
So che l'Assessore sta già lavorando ad un livello più ampio, cercando di porre il trasporto ferroviario come tema strategico per la nostra regione e fare in modo che il nostro territorio venga servito di più rispetto ad oggi, perché il collegamento ferroviario è sicuramente importante e lo è ancora di più quello con i Frecciarossa che ci mette in comunicazione con aeroporti importanti per il nostro territorio.
Con il Consigliere Giancarli ho presentato anche una mozione che ribadisce che il vero tema del collegamento del nostro territorio regionale è quello con la costa tirrenica e quindi con Roma.
So che l'Assessore si sta adoperando anche in questo senso, però abbiamo presentato questa mozione per sollecitare il Governo a mettere finanziamenti ed iniziare ad investire anche su questa tratta che oggi è veramente deficitaria rispetto al resto d'Italia. Grazie.

Interpellanza n. 6
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Impianto trattamento rifiuti Società r.l. di Ascoli Piceno – Maltignano – provincia di Ascoli Piceno”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 6 del Consigliere Giorgini che ha la parola per illustrarla.

Peppino GIORGINI. Signori, qui parliamo parlando di una problematica di cui mi sto occupando da 5/6 anni.
La situazione è anomala, molto anomala, più di ogni altra che si sia mai verificata nella regione Marche, è un precedente che ha dell'assurdo per certi versi e dell'innaturale per altri.
Per spiegare un po' la situazione, userò una piccola sintesi perché la realtà è molto più complessa di quanto oggi potremmo riuscire a capire in questo Consiglio, quindi cercherò nel migliore dei modi di far capire di cosa stiamo parlando.
Il Piceno Consid è titolare di un impianto di trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non, sito nel Comune di Maltignano, zona industriale Bonifica del Tronto.
L'impianto confina con l'area di proprietà di una ditta e con la Strada provinciale Bonifica del Tronto.
L'autorizzazione all'esercizio dell'impianto del Piceno Consid, gestito oggi da una Società a responsabilità limitata, è stata rilasciata nei primi anni 2000 ed è stata rinnovata in regime transitorio nell'anno 2007 con scadenza 2017.
Nell'anno 2007 fu rilasciata dalla Provincia di Ascoli Piceno - evito di dire il nome di chi l'ha rilasciata - dal momento che, pur non essendo l'impianto a norma con le disposizioni legislative entrate in vigore nell'anno 2002 (obbligo della procedura di VIA - valutazione di impatto ambientale), era in itinere la procedura di VIA presentata dal gestore dell'impianto.
A conferma del fatto che l'autorizzazione è stata rilasciata in via transitoria, nell'anno 2008 la Provincia di Ascoli Piceno, con propria determina, ha imposto la riduzione dei parametri dello scarico in deroga, rimarcando il fatto che l'impianto poteva continuare ad esercitare in virtù della procedura di VIA in itinere. Nell'anno 2010 la politica del Piceno Consind, che ricordo è un ente pubblico, ha approvato la modifica della compagine sociale con I'uscita dell’unico soggetto in possesso dei requisiti richiesti dalla gara di appalto – attenzione a questo particolare poi vi spiegherò il perché, naturalmente questa Giunta non c’entra niente perché questa storia è iniziata anni addietro - per la gestione dell'impianto di trattamento rifiuti di Maltignano.
Nell'anno 2012, inspiegabilmente, la suddetta procedura di VIA è stata ritirata dalla Ditta/Piceno Consind e di fatto è decaduta l'unica motivazione per la quale l'autorizzazione all'esercizio era stata rilasciata.
Dal 2012 ad oggi non risulta che la Ditta/Piceno Consind abbia alcuna autorizzazione all'esercizio, poiché è sprovvista non solo di procedura di VIA, ma anche di AIA, autorizzazioni indispensabili e necessarie in base alle vigenti normative.
Ad oggi non risulta inoltre che il Piceno Consind si sia attivato per una nuova procedura di VIA propedeutica alla richiesta dell'autorizzazione integrata ambientale. Pertanto il Piceno Consind e la Società a responsabilità limitata continuano a svolgere la loro attività senza le necessarie autorizzazioni e, quindi, in modo assolutamente illegittimo.
L'impianto di trattamento del Piceno Consind, come riportato negli atti emessi dagli enti preposti al controllo della suddetta attività, documentazione raccolta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e delibera della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri – qui stiamo parlando di cose gravissime, questa è la delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri firmata da Renzi che poi citerò successivamente - risulta non essere in regola con le vigenti disposizioni normative sotto diversi aspetti. Tra essi quello maggiormente significativo è legato al sito nel quale lo stesso impianto si colloca, quindi stiamo parlando del sito. Di fatto quest'ultimo è posto in una zona con rischio esondazione E3, ad alto rischio di esondazione.
Non risulta ad oggi che lo stesso Ente (Piceno Consind) si sia attivato per la progettazione mirata all’eliminazione del livello di rischio di esondazione E3 gravante sul sito e al declassamento dello stesso da livello di rischio E3 a livello di rischio E2, livello minimo indispensabile per permettere la costruzione di nuovi impianti e/o il mantenimento di impianti esistenti di trattamento rifiuti.
Nella relazione tecnica del geologo – evito il nome - sono riportati gli interventi individuati dall'Autorità di Bacino – l'unica autorità competente a rilasciare l'autorizzazione, la stessa cosa la ritroviamo nella nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri – con propri decreti e adozioni, imprescindibili ai fini del declassamento del sito dell'impianto esistente.
Sinteticamente gli interventi consisterebbero in: adeguamento della sezione di deflusso del tratto terminale del Fosso Maltignano, rimozione del distributore di benzina e dell'area ex "13 e mezzo" e ricostruzione dell'argine in prossimità della S.P. Bonifica, bonifica del sito per la dismissione dell'impianto carburante, realizzazione di difese spondali sia in sinistra che in destra orografica, per un tratto sufficientemente prolungato a monte della zona di interesse.
I suddetti interventi, ammesso che attraverso gli stessi si riesca a
declassare l'area di sedime dell'impianto esistente da E3 a E2, non
compromettendo il livello di rischio delle aree limitrofe, sono
sicuramente molto onerosi (stimabili in qualche milione di euro).
Il problema maggiore è quale ente dovrà farsi carico di tale investimento, dato che sicuramente i suddetti interventi non spettano al gestore dell'impianto. Si tenga presente che la Società a responsabilità limitata è il soggetto che si è aggiudicato la gara di appalto che prevedeva la sola costruzione e gestione di impianto trattamento liquidi pericolosi e non. Nello stesso contratto non è in alcun modo previsto che lo stesso concessionario realizzi opere straordinarie al di fuori delle linee guida previste dal bando.
Poiché gli interventi interessano un'area demaniale su cui insistono un impianto di carburante privato che secondo la Provincia di Ascoli Piceno - Genio Civile - dovrebbe essere smantellato con conseguente bonifica dell'area, un ex ristorante che deve essere smantellato e un'attività in esercizio di lavorazione del legname, anch'essa da smantellare, perché il Piceno Consind dovrebbe intervenire a proprie spese per sanare una criticità della Provincia riguardante gli argini del fiume e rimuovere sempre a proprie spese attività in esercizio su aree demaniali? Per quale motivo invece la Provincia dovrebbe compiere a proprie spese (e, in definitiva, con denaro pubblico) i suddetti investimenti mirati esclusivamente al declassamento dell'area di sedime di un impianto di trattamento rifiuti dato in concessione ad una società privata e di proprietà del Piceno Consind (ente pubblico economico)? Oltretutto, ipotizzando un intervento economico a carico del Piceno Consind (soggetto pubblico economico in notissima situazione di enorme sofferenza), gli utili derivanti dall'attività di trattamento, secondo il contratto sottoscritto a valle di una gara di appalto aggiudicata dalla Società r.l., sono tali da permettere al Piceno Consind l'esecuzione di un tale investimento? Visto che l'utile del Piceno Consind ammonta a circa il 6% del fatturato - oltre al canone di affitto di euro 150.000 annuo - e che lo stesso fatturato, a seguito della delibera della Provincia che ha drasticamente ridotto, da 500 mc/g a 350 mc/g, il quantitativo massimo giornaliero di rifiuti non pericolosi da trattare è comunque destinato a diminuire.
Ulteriore dubbio, e sto per concludere, un ente come il Piceno Consind può contrarre nuovi debiti per compiere interventi su aree demaniali? Quale sarebbe l'asset per il Piceno Consind di un simile e costoso intervento? A quanto ammonteranno gli ulteriori costi che il Piceno Consind dovrebbe sostenere per il mantenimento in efficienza e l'adeguamento dell'impianto di trattamento rifiuti ormai praticamente obsoleto?
Basti pensare che il solo impianto per la captazione delle emissioni odorigene - e qui abbiamo un incidente che è successo nel 2012 nella zona di Castel di Lama, di Villa Sant'Antonio che creò il panico, intervennero i vigili del fuoco, la Procura, intervenne mezza provincia di Ascoli perché il problema era enorme - prodotte dalle varie sezioni dell'impianto ha un costo di stimabile in unmilione di euro per rispettare le prescrizioni dell'Arpam.
In conclusione è lecito chiedersi: quali saranno i tempi per l'ammortamento di un simile intervento?
Per tutto quanto esposto appare evidente che l'impianto del Piceno Consid in concessione alla Società a responsabilità limitata, è destinato alla inevitabile interruzione dell'attività.
Allora signori, questo che vi ho letto adesso io, non è una cosa che ho scritto io, sarà paradossale, ma è una cosa che ha scritto sulla valutazione di impatto ambientale l'ex socio, questa è la valutazione di impatto ambientale, quindi una parte della società che aveva il 49% della Società a responsabilità limitata praticamente si è staccata ed ora sta dicendo le cose che noi diciamo da anni all'ex socio, e cioè che la Società praticamente opera in regime senza valutazione di impatto ambientale, né autorizzazione integrale ambientale.
Il problema è questo, questa situazione, che non riguarda questa Giunta perché la cosa va molto indietro nel tempo, è finita alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dove, senza farla lunga, Renzi in persona ha detto: “Delibera, nei termini di cui alle prescrizioni ed alle verifiche indicate dagli enti che nel procedimento hanno espresso valutazioni condizionate sugli interventi in argomento, a condizione che l'Autorità di Bacino si esprima favorevolmente”. Ma come può esprimersi se c'è un Pai? Come può l'Autorità di Bacino declassare così da E3 ad E2 una zona?
(…) Certo che è un parere negativo, allora la preoccupazione - voglio dire che non c'è nessun fatto politico e nemmeno conosco i proprietari di questa azienda – è che, noi lo sappiamo, il fiume Tronto è un fiume pericoloso, questi sono dentro il fiume Tronto e qualora dovesse succedere una problematica, come un’alluvione, ricordo che nel '92 una piccola portata del fiume, 800 metri cubi al secondo, causò 100 miliardi di lire di allora di danni solo nella zona di Porto d'Ascoli, anche con una portata inferiore, potrebbe provocare un disastro ambientale di proporzioni bibliche.
Oltretutto signori la Società a responsabilità limitata, e prima di dirlo qui in Consiglio l'ho detto ai cittadini, risulta indagata – non vuol dire che sia stata condannata, perché al momento è indagata – e 898 pagine del Noe di Potenza la situazione è molto più complessa di quanto la parola indagato possa dire, per cui nell’inchiesta Eni Cova di Viggiano risulta che migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosissimi sono stati trasportati in tutta Italia con codici Cer falsi, la mia preoccupazione è che - ed è la preoccupazione di tutti i cittadini del piceno, in quanto io sono di San Benedetto - tutto ciò che viene sversato nel fiume Tronto arriva purtroppo a San Benedetto, allora mi domando: come è possibile che da 15/16 anni un’azienda possa operare senza la valutazione di impatto ambientale e senza l'autorizzazione integrata ambientale?
Qui non stiamo parlando di noccioline, stiamo parlando di rifiuti tossici pericolosi, quindi credo che la Regione debba mettere mano a questa situazione anche perché trovo molto strano che al centro di questa azienda ci sia lo stemma della Regione Marche, trovo alquanto anomalo che la Regione Marche abbia il proprio simbolo su una azienda che opera in piena illegalità.
Il nostro caro Presidente delle volte fa degli esempi, ma è mai possibile che io per togliere un pezzo di amianto dal mio cancello ho dovuto fare 10 domande, versamenti, bollettini, e questi praticamente gestiscono rifiuti anche pericolosi senza la valutazione di impatto ambientale e senza l'autorizzazione integrata ambientale.
Non so cosa potrebbe succedere ed io credo che, per il bene del Piceno che io amo profondamente ed anche di San Benedetto del Tronto, se si verificassero delle piogge torrenziali e - non sia mai - venisse aggredita questa industria tutto arriverebbe, nel mese di luglio, a San Benedetto del Tronto. Dio ci liberi da questo, mi faccio anche il segno della croce, che non succeda perché non posso immaginare cosa si potrebbe verificare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio il Consigliere Giorgini perché nell'interpellanza ha esposto una serie di problematiche molto complesse che non risalgono a ieri, ma all'altro ieri, come lui effettivamente diceva, non c’entra niente l'aspetto politico, c'è un problema di ordine tecnico.
Con gli uffici abbiamo cercato di fare una ricostruzione della storia che, chiedo scusa per la lunghezza, dovrei assolutamente riportare e leggere perché ci sono alcuni passaggi che gli uffici mettono in evidenza con delle date e con dei documenti che servono per ricostruire.
Lei nell'interpellanza chiede se la Regione è a conoscenza di quanto esposto e della determina della Provincia di Ascoli Piceno, che di fatto ha nuovamente prorogato l'attività di questa società pur priva di Via e di Aia, e se tale competenza di proroga rientra tra le competenze della Provincia.
In sintesi: la Giunta e gli uffici regionali sono conoscenza della delicata questione oggetto della presente interpellanza. La questione è nota, come lei ricordava poc'anzi, anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che nel marzo dello scorso anno ha convocato una riunione istruttoria sul procedimento per il rilascio dell'Aia in favore del centro per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi di proprietà del Piceno Consind (oggi gestore la Società r.l.), nel Comune di Maltignano (AP).
In proposito la Regione Marche, per il tramite della P.F. Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, con parere prot. 493041 del 5 luglio 2015, esprimeva che non sussistevano le condizioni per il rilascio dell'Aia, ma che poteva essere valutata la possibilità del rilascio di una Autorizzazione Integrata Ambientale "provvisoria", che garantisse che fossero attesi tutti gli obblighi di legge, che i quantitativi massimi di rifiuti trattati dall'impianto non superassero quelli indicati dall'Arpam, che scarichi idrici, metodiche di analisi, gestione delle acque di seconda pioggia, emissioni in atmosfera fossero realizzati come prescritto dalla stessa Arpam, che l'impianto eliminasse le emissioni maleodoranti, che non interferisse con le problematiche connesse al rischio e che il progetto da assoggettare alla procedura di riesame dell'Aia provvisoria fosse presentato entro un termine congruo (esempio massimo 6 mesi).
Nello stesso parere la P.F. Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali precisava che fino a quando la Società r.l. non avesse ottemperato a quanto sopra indicato e, conseguentemente ottenuto l'autorizzazione integrata ambientale provvisoria, la Provincia di Ascoli Piceno avrebbe dovuto valutare se sospendere l'attività in relazione ai suoi possibili impatti su ambiente e salute, così come qualora nell'esercizio provvisorio dell'impianto (ad Aia provvisoria ottenuta) non fosse possibile il rispetto di una o più delle prescrizioni sopra riportate. Questo anche onde non incorrere nelle sanzioni europee per la relativa procedura.
Anche sulla base del parere della Regione Marche la Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 30 dicembre 2015 ha deliberato di ritenere percorribile quanto da noi proposto.
Successivamente la Provincia di Ascoli Piceno ha inviato le determinazioni n. 439 del 4 marzo 2016 e n. 595 del 23 marzo 2016 con cui, nel prendere atto del contenuto della Delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2015, ha prescritto alla Società r.l. conformarsi alle prescrizioni dell'Arpam formulate con la nota n. 13246 del 17 aprile 2015 e di realizzare, nel termine di 60 giorni, le opere relative al contenimento delle emissioni inquinanti, alla gestione delle acque piovane e alla riduzione del rischio idraulico, così come descritte nella documentazione trasmessa nel corso del procedimento di Aia ed anche valutata da Arpam con la suddetta nota, nonché di dare avvio al procedimento presso l'Autorità di bacino Interregionale del Fiume Tronto per la declassifìcazione dell'area dal rischio idraulico da E3 a quello E2. La Provincia di Ascoli Piceno con successiva nota prot. n. 16342 del 5 maggio 2016 ha comunicato di non essere intenzionata a sospendere le attività in considerazione degli ingenti e possibili danni economici a cui la Provincia non potrebbe far fronte (in caso di soccombenza nel ricorso al Tar che presumibilmente sarebbe opposto dalla ditta) e fa espresso riferimento all'esercizio dei poteri sostitutivi da parte della Regione.
II 13 giugno 2016 la P.F. Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali regionale ha convocato quindi un incontro per analizzare gli atti e lo stato dell'arte, relativamente al procedimento di cui trattasi.
La Provincia di Ascoli Piceno, con nota n. 20669 del 16 giugno 2016 ha trasmesso la Determina Dirigenziale n. 1030 del 15 giugno 2016 con cui diffida la Società r.l. ed il Piceno Consind a completare entro e non oltre 30 giorni le opere (realizzate in gran parte ma ancora non ultimate) previste nelle suddette Determine Dirigenziali n. 439 e n. 595 del 2016; con tale atto si prescriveva inoltre la presentazione, entro 15 giorni, degli elaborati tecnici "as built" relativi ai lavori di attraversamento del Fiume Tronto con l'indicazione della messa in funzione delle opere, di un conseguente aggiornamento dello studio di rischio redatto ai sensi dell'art. 31 delle norme tecniche attuative del Piano tutela delle acque della Regione Marche e del Piano di monitoraggio e controllo dell'impianto aggiornato agli interventi eseguiti.
II 23 giugno scorso, infine, la P.F. regionale, con diffida prot. n. 423456 del 23 giugno 2016, ha intimato alla Provincia di Ascoli Piceno di dare corso alla sospensione dell'attività o revoca dell'autorizzazione.
Secondo motivo per cui lei fa l'interpellanza: i motivi per cui l'impianto di proprietà del Consorzio Piceno Consind, (già Consorzio per l'industrializzazione delle Valli dei Tronto, dell'Aso e del Tesino) non è stato assoggettato a procedura Via durante l'istruttoria del rilascio delle originarie autorizzazioni da parte della Regione Marche sebbene la normativa di riferimento fosse già vigente dal 1996.
La Regione Marche, con delibera di Giunta regionale n. 1227 del 24 maggio 1999, ha deliberato di dichiarare la compatibilità paesistico ambientale di cui agli articoli 63 bis e ter del progetto relativo all'impianto per l'esercizio dell'attività di trattamento di rifiuti speciali sito nel Comune di Maltignano (AP) presentato dal Consorzio per la Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino. L'allora Responsabile del procedimento, a fronte del parere negativo del Comune di Maltignano, ha trasmesso la pratica, unitamente alla proposta di accoglimento dell'Amministrazione procedente, al Presidente della Giunta regionale il quale emette parere ufficiale prot. 517/GAB del 20 maggio 1999, di condivisione dell'ipotesi di concludere il procedimento in questione in senso positivo.
Con una serie di deliberazioni di Giunta, la Regione Marche ha recepito il DPR 12 aprile 1996, tuttavia la dichiarazione di compatibilità col Piano paesistico ambientale regionale è stata definitivamente sostituita dalla Via solo con la legge regionale n. 7/2004. Ne consegue che appare difficile oggi contestare la regolarità delle autorizzazioni regionali. Tra l'altro le autorizzazioni regionali stesse sono state superate dalla determinazione del dirigente della Provincia di Ascoli Piceno n. 1849/GEN del 10 aprile 2007 (rinnovo con modifica delle autorizzazioni regionali).
La terza richiesta che lei fa è: se in considerazione del fatto che, attualmente l'impianto esercita la propria attività in assenza di Aia, la Regione Marche non intenda avvalersi del principio di autotutela e revocare o quanto meno sospendere le autorizzazioni rilasciate con le delibere di Giunta regionale n. 2323 del 28 settembre 1998 e n. 1227 del 24 maggio 1999.
Considerato che la Provincia di Ascoli Piceno ha rinnovato l'autorizzazione di cui trattasi con determinazione n. 1849/GEN/2007 - nella quale, tra l'altro, viene espressamente detto che l'autorizzazione medesima potrà essere revocata con provvedimento motivato qualora ricorrano motivi di interesse pubblico, la cui valutazione è rimessa al giudizio insindacabile della Provincia medesima, nonché per inosservanza delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione stessa - revocare o sospendere attualmente le autorizzazioni regionali ormai superate dal rinnovo dell'autorizzazione provinciale, non ha efficacia amministrativa.
L'unico modo per poter intervenire sull'autorizzazione di cui all'atto provinciale n. 1849/GEN/2007 è quello di esercitare poteri sostitutivi e sospendere o revocare le attività dell'impianto. Tale percorso, ritenuto di notevole gravità, non potrà che avvenire a seguito dell'attivazione di tutti i meccanismi collaborativi con la Provincia medesima (audizione, avvenuta il 13 giugno 2016, e diffida ad adempiere prot. 423456 del 23 giugno 2016) e della valutazione ponderata di tutti gli interessi pubblici coinvolti.
Poi chiede: se l'azienda in questione è stata autorizzata all'utilizzo del logo regionale.
I nostri uffici non sono a conoscenza dell'utilizzo del logo regionale, né risulta che agli atti fino ad oggi esaminati ci siano autorizzazioni.
Altra domanda: se la Regione Marche, a titolo precauzionale, anche per il tramite dell'Asur e dell'Arpam, ha intenzione di avviare uno studio volto alla verifica dello stato d'inquinamento dell'area interessata all'attività di tale azienda.
La Regione Marche conferma che ha in animo di intraprendere ogni misura ritenuta necessaria alla salvaguardia dell'incolumità e della salute della popolazione.

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Giorgini. Mi raccomando tempi brevi.

Peppino GIORGINI. Rispetto sempre i tempi, Presidente. Ringrazio molto Assessore, però penso che sia doveroso che io precisi alcune cose.
Noi stiamo pagando ancora, come cittadini marchigiani, vi dico questo per farvi capire dove voglio arrivare, dal 1992 milioni di euro di danni, quando un ingegnere, che forse molti di voi ricorderanno, fu condannato per i lavori fatti nell'alveo del fiume Tronto. Ecco l'importanza di un dirigente che firma un atto, anche di proroga, nel quale si vede la netta mancanza dei requisiti. Se noi andiamo a vedere il piano di assetto idrogeologico del fiume Tronto, quella zona è classificata E3, ad alto rischio esondazione, non solo non dovrebbe esserci un impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non, ma non potrebbe starci nemmeno una rivendita di lupini.
Stiamo parlando di una cosa gravissima e quello che dico non è una minaccia, però ho detto il motivo per cui i dirigenti, che rispondono in proprio, devono stare molto attenti a quello che fanno perché non succede niente e tutto va bene, ma qualora succedesse le cose peggiorerebbero, come dopo l’autorizzazione data dall’ingegnere di fare i lavori nel fiume Tronto e nel 1992 il fiume Tronto esondò e fece 100 miliardi di lire di danni,.
Assessore, riconosco la sua onestà, non la metto assolutamente in dubbio, però quando il Presidente del Consiglio dice: “A condizione che l'Autorità di Bacino si esprima favorevolmente”, signori, io faccio politica da poco, non sono a livello dei Consiglieri qui presenti, ma come si può dire che l'Autorità di Bacino si deve esprimere favorevolmente quando il Pai dice che quella è una zona E3 ad alto rischio esondazione? Non potrebbe starci nemmeno un carretto con i lupini e invece c'è un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi! Di che cosa stiamo parlando?
La Provincia, i dirigenti della Provincia, i dirigenti della Regione devono essere molto cauti su questo, perché, come ho detto, non succede nulla, mi auguro vivamente che non succeda nulla, ma qui stiamo parlando di un rischio enorme. Vi immaginate se tutto quel percolato di bonifica, come ho detto prima, arrivasse a San Benedetto del Tronto, nel mese di luglio, dove c’è unmilione di presenze? Distruggerebbe un'intera attività turistica! Il danno non sarebbe per Ascoli Piceno, per Maltignano, ma sarebbe per tutti i Comuni che operano lungo la costa adriatica, Martinsicuro, San Benedetto, stiamo parlando di una cosa gravissima.
Vi prego, non so come, non faccio il mago, di stare molto attenti a quello che faranno i dirigenti della Regione, di essere cauti e di valutare bene questa situazione che è molto pericolosa. Fino adesso siamo stati fortunati, dal 2000 ad oggi sono passati 15 anni, siamo stati fortunati tranne qualche volta che è scoppiato qualcosa, però dobbiamo essere molto cauti. La ringrazio per la risposta.

Interpellanza n. 7
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Nomina Direttore Erap Marche e relative presidi territoriali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 7 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente per averci dato l'opportunità di discutere di queste nomine che riguardano l’Erap.
A nostro avviso questa situazione è stata gestita in modo non molto chiaro perché, ci sembra, che tutto nasca da un problema legato al direttore dell'Erap di Ancona, probabilmente qualche ente locale di questo territorio ha chiesto all’Erap un valore sovrastimato per un intervento da fare sulla caserma Fazio di Ancona e credo che da questo sia nato un po' il problema sui direttori dell'Erap.
Direttori dell'Erap sui quali, anche in questi ultimi giorni, c’è un po' di fibrillazione, perché, Presidente, ancora una volta un direttore dell'Erap verrebbe preso o è già stato preso per un’attività politico amministrativa.
Noi ci chiediamo cosa significa tutto questo valzer per l'Erap, per un ente estremamente importante, anche se noi abbiamo presentato una proposta di legge per sopprimerlo, per passare la gestione alla Regione e per trasferire alla stessa il personale, con questo chiudo la parentesi perché l'ho citata come esempio.
Quello che noi vorremmo capire bene è se il personale che è stato nominato, ad esempio anche quello regionale, l'attuale direttore della Provincia di Macerata, risponde a dei criteri, perché qui viene detto che è stata fatta un’istruttoria sui curricula di alta specializzazione. A noi risulterebbe che questi direttori hanno firmato un impegno, in modo particolare per dare uno sviluppo all'Erap, per esercitare le funzioni di responsabilità del presidio, una serie di cose, tutto questo dovrebbe essere avvenuto nella selezione effettuata dal Segretario generale della Regione Marche.
Se questa selezione indica che le nomine rispondono alle professionalità, noi vorremmo capire e chiediamo - siccome sono state fatte delle interpellanze - che tipo di selezione è stata fatta e quale tipo di impegno hanno preso i direttori al momento della nomina, perché se ne distogliamo uno per un tempo parziale, come quello della provincia di Ancona - è l'Erap più importante del territorio regionale perché ha un numero di abitazioni da gestire senz'altro superiore agli altri, non me ne vogliano gli altri, però la densità abitativa della provincia di Ancona porta a questo dato - l’impegno che era stato preso assumendo questo incarico vale ancora o non vale? Se vale è chiaro che la sua nomina ad amministratore politico non si incastra bene con quello che è successo.
A noi sembra che questa cosa degli Erap sia gestita non dico all'acqua di rose, però con molta leggerezza, Presidente.
Riteniamo che questo sia un aspetto molto importante perché l’Erap gestisce diversi milioni di finanziamenti, l’abbiamo letto sulla stampa pochi giorni fa, decine di milioni, e c'è stata anche un’interpellanza o un’interrogazione di un collega di quest'Aula proprio su questo argomento, però allo stesso tempo si prendono dirigenti a tempo determinato per intervenire, così è riportato dalla stampa e dagli organi di informazione.
Non so cosa racconterà, cosa dirà l'Assessore competente per gli Erap, noi chiediamo la verifica di tutti gli atti istruttori, bisogna che quelle pratiche ci vengano fornite per verificare se esistono i presupposti di una scelta oculata secondo i criteri - visto che ci dite che ci sono dei criteri - se i curricula corrispondono agli incarichi, se ci sono state delle selezioni, chiamiamole così, per formulare la proposta del Segretario generale e se gli impegni che sono stati sottoscritti, per quanto riguarda gli incarichi da dirigente per l'Erap, prevedono che i dirigenti devono rimanere in questo settore oppure contengono delle clausole.
Se ci sono delle clausole che prevedono che l’incarico può essere lasciato, credo che gli atti che sono accaduti in queste ultime ore vadano bene, ma se ci sono delle clausole che prevedono di fare il direttore dell'Erap, queste cose non vanno assolutamente bene.
Penso che questo sia un passaggio indispensabile per poter fare chiarezza su questo argomento che riteniamo estremamente importante per la Regione, soprattutto perché ci sono di mezzo finanziamenti pubblici.
Poi se anche l'altra richiesta è vera, perché dovrebbe essere vera, se non è vera potrebbero essere tutte chiacchiere, ma le chiacchiere, quando ci sono, si dice che sono di Dio, c’è un detto che in sostanza dice che sono vere.
Se è vero che c'è qualcosa che non andava bene sull'Erap, perché doveva pagare una super valutazione per un immobile, è necessario capire questo passaggio, se è trasparente oppure lascia dei dubbi, lascia delle nebbie. Come Lega, per quanto ci riguarda, ci sembra che il passaggio delle nomine dei direttori dell’Erap non sia chiaro, in modo particolare quello della provincia di Ancona perché di recente è stato nominato Assessore al Comune di Ancona e tutto questo potrebbe portare anche a delle incompatibilità, se non sono incompatibilità, sono aspetti morali e di trasparenza, perché l'Erap che gestisce, come ho detto prima, decine di milioni di euro, si rapporta direttamente con il Comune capoluogo di Regione.
Questo Presidente lo chiedo a lei perché dal suo insediamento e in qualsiasi intervento rivendica e sottolinea la trasparenza, la legittimità delle cose, vorrei capire se anche qui c'è legittimità negli atti e se c'è trasparenza in tutto quello che è avvenuto e che sta avvenendo attorno agli Erap. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. In merito all'interpellanza di cui all'oggetto si evidenzia quanto segue.
Con deliberazione della Giunta regionale n. 292 del 31 marzo 2016 sono stati conferiti gli incarichi di direzione dell'Erap Marche e dei relativi presidi.
Le scelte del conferimento degli incarichi sono derivate innanzitutto da un'attenta valutazione dei curricula di tutti i dirigenti interessati, presenti nei vari presidi; i curricula sono stati acquisiti dalla P.F. Organizzazione, Amministrazione del personale e Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione e sono agli atti della Segreteria Generale della Giunta regionale.
Inoltre tutti i dirigenti sono stati convocati via e-mail al fine di effettuare un colloquio con il Segretario generale.
Solo al termine di questa attività di analisi e valutazione si è proceduto alla scelta delle figure dirigenziali, anche in applicazione del criterio di rotazione degli incarichi fissato oltre che dall'articolo 31 della legge regionale 20/2001, dalla normativa nazionale di cui alla legge 190/2012.
Mi permetto di aggiungere, fuori dalla risposta scritta che è stata predisposta dagli uffici, che in merito al principio della rotazione e della sua applicazione ci sono state diverse invocazioni da parte dello stesso Consigliere Zaffiri, ho risposto anche ad interpellanze ed interrogazioni sul punto, quindi nel caso di specie questo principio, giustamente invocato più volte dal Consigliere Zaffiri, ha trovato piena e discreta applicazione ed è evidente, aggiungo sempre fuori dallo scritto, che la valutazione dei curricula, acquisiti agli atti dalla Segreteria generale e a disposizione del Consigliere e di chiunque voglia accedere a tali atti, unitamente al colloquio di valutazione del Segretario generale, credo che soddisfino pienamente quelli che sono i criteri che sottintendono a queste nomine, dove è evidente che c'è una scelta discrezionale, ma questa scelta deve avvenire, come è avvenuto nel caso di specie, nel pieno rispetto della legalità e del requisito anche e soprattutto dell'imparzialità e quello della rotazione, lo ripeto, con il fine ultimo di garantire la migliore soluzione possibile nei vari presidi.
Relativamente al Dirigente interessato, lo stesso, come attestato nella determina del responsabile del presidio Erap di Ancona n. 29 del 23 febbraio 2016, a fronte dell'ipotesi di incompatibilità di cui al comma 3 articolo 1 decreto legislativo 39/2013 tra la figura di Dirigente dell'Erap e Assessore ai lavori pubblici del Comune di Ancona, ha optato per le dimissioni da Assessore ed il conferimento dell'incarico di Dirigente presso I'Erap Marche. Lo stesso dirigente successivamente, con nota del 28 giugno 2016, in relazione al decreto del Sindaco del Comune di Ancona n. 12 del 27 giugno 2016 di nomina quale Assessore comunale con delega ai Lavori Pubblici - Frana - Casa - Patrimonio, ha chiesto a decorrere dall'11 luglio 2016 e per un periodo temporaneo di 4 mesi di essere collocato in aspettativa.
E' evidente, aggiungo sempre fuori dal testo ed è ovviamente una considerazione di carattere personale, che l'assunzione di un ufficio pubblico, come la nomina di Assessore nel caso di specie, è un diritto di qualsiasi soggetto, come è un suo diritto in questo caso porsi in aspettativa.
Poi il comportamento può essere più o meno discutibile, più o meno condivisibile, però è evidente che quello è un diritto sacrosanto che non si può negare e dal mio punto di visto l'apposizione di una clausola nella nomina di un contratto di dirigente che vieti ab origine una soluzione di questo tipo, ripeto, credo che sia, quella si, una clausola illegittima, ma queste sono fuori dall'atto scritto mie considerazioni personali che ritengo di declinare in quest'Aula e che ovviamente appartengono soltanto alle mie convinzioni e non può coinvolgere nessun altro.

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Assessore, per quanto ci riguarda, ha fatto effettivamente un’esposizione corretta in termini politici, glielo dico con la massima franchezza, però ancora dei dubbi rimangono, perché abbiamo riportato anche nella nostra interpellanza che sul contratto - questo è l'aspetto, lo so quello che ha detto nella sua frase finale, ma bisogna capire, questo è il senso della cosa, se viene scritta una cosa e poi se ne fa un'altra, questo è il problema, Assessore, se è stato scritto - qui ho una frase virgolettata, dovrebbe essere scritto “A svolgere a tempo pieno e con impegno esclusivo a favore dell'Erap Marche le funzioni di responsabile del presidio. Il Responsabile si impegna a dare attuazione agli obiettivi fissati annualmente dalla Giunta regionale”. Se questa frase è scritta nel contratto, Assessore, pesa perché vuol dire che quella persona si è resa responsabile e la Regione ha fatto un investimento, poi può cambiare - però perché c'è scritto questo? - può cambiare perché è giusto che possa cambiare, io l'ho seguita nel suo intervento, però chi ha fatto firmare questa clausola ha la memoria corta, ha qualcosa che non funziona, se l'ha fatta firmare un dirigente vuol dire che non è un dirigente, mi lasci passare la parola, se gliela ha fatta firmare, non credo, la politica, per capirci, le cose devono essere viste con attenzione.
Quando noi diciamo: viste con attenzione, che tutto sia liscio ..., qui sembrerebbe che sia successo questa cosa qui.
Credo che dagli atti si possano vedere ancora più dettagliatamente le cose, però penso che in queste nomine un po' di nebbia ci sia, Assessore.
Le cose che danno fastidio alla Lega sono queste: quando ci sono delle leggi approvate da quest'Aula, o fatti come questi - se è vera questa clausola scritta contrattualmente, perché le parole scritte rimangono – che vengono messi sotto i piedi, allora dobbiamo riflettere in un altro modo, vedremo questo contratto, ma se c'è scritto che l'attività era in esclusiva per la Regione - con questa clausola - mi lasci passare la parola, c'è di sicuro leggerezza, c'è una cosa che non si doveva fare, magari si modificava il contratto e poi si faceva. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Rispondo al Consigliere Zaffiri, innanzitutto prendo atto che tutto sommato si è dichiarato soddisfatto dalla risposta.
In relazione alla clausola opportunamente letta dal Consigliere Zaffiri io rispondo molto semplicemente, (…) come no! Mi risulta, sa perché Consigliere Zaffiri, perché quella che lei ha letto è una clausola quasi di stile della nomina ad incarico di dirigente perché attiene al conseguimento dell'obiettivo che è l'oggetto principe della nomina dirigenziale. E' di tutta evidenza, lei conveniva con me prima, che non si può negare l'assunzione di un ufficio pubblico, come la nomina ad Assessore, perché è un diritto sacrosanto e sarebbe illegittima, quella si, una clausola che vietasse ab origine l'assunzione.
E' evidente che la clausola che lei ha letto, e mi taccio, attiene ad una clausola quasi di stile ed è evidente che dal mio punto di vista, anche qui lo dico a titolo personale, il dirigente che è stato nominato, che ha sottoscritto quella clausola, se non potrà conseguire gli obiettivi prefissati, questo atterrà alla sua valutazione. Allora si, quando avverrà il momento della valutazione lì sarà compito della politica, in quel caso della Giunta regionale.
Ritengo di aver chiarito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Sono perfettamente d'accordo con quanto lei ha poc'anzi detto, non posso dire di no, allora le clausole in questi contratti non ci vanno messe, Assessore, questo è il problema.
Non c'è solo questo caso, nel settore della sanità ci sono casi simili dove ci sono queste clausole e non vengono rispettate.
Queste cose danno fastidio al cittadino, Assessore lei deve convenire che è preferibile non mettere queste clausole perché quando vengono stravolte e non vengono rispettate …, allora non si prendono le persone per mandarle da un'altra parte, ha capito? Oppure gli si fa rispettare il contratto, perché delle cose una, non due, non possono esserci due cose che valgono su un contratto, ce n'è una sola che vale. Grazie.

Proposta di legge n. 56
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Giancarli, Giacinti, Micucci
“Modifica alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 'Norme per la disciplina delle attività estrattive'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 56 dei Consiglieri Biancani, Giancarli, Giacinti, Micucci.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge che, come ha già detto, è stata firmata da me e dai Consiglieri Giancarli, Giacinti, Micucci si vuole portare una modifica alla legge regionale n. 71 che norma la disciplina delle attività estrattive.
In particolare l'articolo 1 di questa proposta di legge va a modificare l'articolo 2 della legge regionale n. 71, dopo il comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale del 1 dicembre 1997 n. 71 “Norme per la disciplina delle attività estrattive” è inserito il comma 3 bis.
Il comma 3 bis prevede che “I materiali di risulta ottenuti dall'esecuzione degli interventi di cui alla legge regionale 31 'Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua' e della legge regionale n. 48 'Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua' non sono assoggettati alla disciplina sulle attività estrattive contenute nella presente legge”.
L'articolo 2, che è una norma transitoria, dice che le disposizioni di cui al comma 3 bis si applicano agli interventi autorizzati ai sensi delle leggi regionali n. 31 e n. 48 qualora questi interventi non siano ancora conclusi.
Questa proposta di legge è importante, innanzitutto l'obiettivo è quello di escludere espressamente quelli che sono gli interventi di manutenzione previsti dalle leggi regionali n. 31 e n. 48, riguardanti interventi di manutenzione, di sistemazione dei corsi d'acqua, dall'annovero delle opere pubbliche che rientrano nella direttiva del Piano regionale dell’attività estrattive in particolare dell'articolo 6, comma 2, lettera f), per cui i materiali di risulta legati ad un intervento di opera pubblica non vanno contemplati all'interno dei materiali di risulta di altri tipi di opere.
L'obiettivo primario, come dicevo, è quello di agevolare e razionalizzare gli interventi di manutenzione e di riqualificazione dei corsi d'acqua e degli invasi artificiali tramite una netta separazione tra le leggi regionali n. 31 e n. 48 rispetto alla legge regionale n. 71, questo perché oggi l'attività estrattiva è vietata nei fiumi, quindi non è possibile farla, ed il soggetto che interviene per fare la manutenzione sui corsi d'acqua principali è la stessa Regione Marche e non si capisce perché la Regione Marche, quando fa un intervento di manutenzione che progetta ed autorizza, rientra tra le attività estrattive, mentre si tratta di opere pubbliche con finalità di pubblica utilità.
La presente proposta di legge vuole in qualche modo suddividere in maniera chiara le due normative, suddivisione che non va minimamente ad inficiare o a ridurre il controllo sulla qualità del progetto o sulle varie autorizzazioni ambientali perché l'ufficio attività estrattive si limitava a fare il calcolo degli oneri previsti dall’articolo 17, comma 8, della legge regionale n. 71 che prevede un contributo qualora ci sia del materiale di esubero. Ovviamente con questa modifica il contributo, non rientrando più nella legge n. 71, non è più dovuto e le eventuali risorse che potrebbero derivare dalla valorizzazione del materiale verranno direttamente utilizzate per migliorare l'intervento.
E' strano che la Regione Marche sia un soggetto cavatore se rientra nella legge regionale n. 71, quando non è possibile prima di tutto fare le cave nei fiumi e poi la Regione Marche non fa sicuramente le cave, quando interviene nei fiumi non fa un’attività estrattiva, bensì un intervento di opera pubblica per interesse pubblico.
Con questa norma si va anche a ridurre l'iter autorizzativo, oggi per fare un progetto la Regione deve essere autorizzata e se il Servizio Genio civile fa un progetto deve essere autorizzato da un altro ufficio della Regione, da quello che si occupa delle attività estrattive, sembra un ulteriore appesantimento dell'iter burocratico-amministrativo per arrivare all'approvazione del progetto.
Questo atto è stato presentato in Commissione, è stato condiviso sia con l'Assessore di riferimento che con gli uffici che hanno dichiarato più volte che questa proposta di legge è importante e va a snellire l'iter amministrativo, senza minimamente intaccare, come dicevo, la qualità ed il controllo dal punto di vista ambientale, ma mettendo sul piatto quelle eventuali risorse che si potranno ricavare dalla valorizzazione del materiale prevista da altre normative, per riuscire ad implementare il servizio, il tipo di progetto, l'intervento che la Regione Marche si trova a fare.
Questa legge va nella direzione di fare più interventi, di renderli più veloci e più efficaci sul territorio.
Penso che sia una proposta di legge importante e vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. In Commissione ho spiegato i motivi per cui non ho votato favorevolmente questa proposta di legge.
Credo che il problema che abbiamo nelle nostre spiagge, che stanno quasi scomparendo, sia dovuto al fatto che i fiumi non trasportano più sabbia o materiale litoide verso il mare.
Ho ritenuto questa legge non adatta al momento perché ha molte problematiche e, secondo me, non agevola il processo di riqualificazione delle nostre spiagge, anzi lo penalizza ancora di più, il motivo non è solo una mera semplificazione, ma il fatto di risparmiare qualche soldo di cacio che veniva dato ai Comuni.
Partiamo dal concetto che secondo il nostro modo di vedere la Regione non può privare i fiumi della cava, destabilizzando l'ecosistema fluviale per ragioni di risparmio economico, vendendo, perché di questo si tratta, la ghiaia a chi lavora all'interno dei fiumi su appalti della stessa Regione.
Il materiale litoide deve rimanere nei fiumi e casomai va tolto dove ci sono le briglie che bloccano il deflusso naturale fino alla foce, crediamo che questa sia un'opera congrua, il resto deve essere ridistribuito lungo l'asta fluviale per far si che si ricostruisca l'ecosistema fluviale e possa arrivare alla foce evitando o riducendo le spese di ripascimento, quello di cui parlavo prima.
Eliminare questa attività dalle attività estrattive consentirà alle imprese private che lavorano nei fiumi per appalti della Regione di avere una procedura meno controllata, soprattutto in merito all'aspetto ambientale.
Vi ricordo, qualora ce ne fossimo dimenticati, che la regione Marche è una delle regioni d'Italia il cui assetto idrogeologico è a più alto rischio, quindi toccare i fiumi esclusivamente per risparmiare qualche lira non credo che abbia dei benefici successivi.
Presupponiamo che il controllo ambientale avrà sicuramente delle maglie più larghe e probabilmente sarà più blando di quanto non lo sia stato prima, questo è chiaro, perché non essendo più denominata cava è normale che ci saranno per altre cose, ma non riguardanti il tema ambientale, per il semplice motivo che non risulterà più marchiata come zona estrattiva.
Il secondo fattore che abbiamo trovato e questo …, non è che vogliamo essere contrari, non marchiateci perchè siamo contrari a tutte le cose che vediamo, vi assicuro che non è così, in Commissione noi abbiamo un rapporto con il Presidente e su alcune questioni le nostre visioni a volte collimano, non dico questo perché il nostro gruppo vuole dimostrare la propria contrarietà verso una proposta di legge, ma perché noi la vediamo in questo modo, il nostro modo di vedere è questo. Poi bisogna capire se è sbagliato il nostro o il vostro, per questo vorrei aprire questa parentesi.
Il secondo fattore negativo è che probabilmente la riqualificazione dei corsi d'acqua oggetto delle opere potrebbe essere un optional da parte di chi vince il bando dei lavori, anche e soprattutto se non ci sono controlli costanti da parte della forestale, chi vince il bando potrebbe farlo. Dovrebbe esserci il controllo della Regione, la valutazione di impatto ambientale, siamo d'accordo, il materiale litoide sarà tracciato, lo sappiamo, lo sto vedendo con il Consorzio di bonifica, la Regione dovrebbe vigilare su tutto, ma in pratica non riesce a farlo.
Tenendo conto che per la Regione fare la manutenzione dovrebbe essere non un dovere ma un obbligo in quanto parliamo di demanio pubblico, quindi non dovrebbe dire: “Faccio questo per risparmiare”, è un obbligo? Lo deve fare! Per quale motivo deve risparmiare?
Non si riesce a capire il motivo di questa modifica. Solo ed esclusivamente per risparmiare quei pochi soldi che venivano dati ai tribolanti ed affamati di risorse denominati Comuni.
Abbiamo tolto ai Comuni, è vero che si fanno i lavori sui fiumi, ma non possiamo tra enti pubblici fare le guerre: “Io ti tolgo questo perché i lavori li faccio io”. Noi sappiamo che i Comuni sono in grossa difficoltà, quindi non credo che sia questo il motivo, sinceramente, senza buttare dubbi su questa legge, non credo che la sua motivazione riguardi il fatto che vengono risparmiati i soldi che venivano dati ai Comuni.
Noi voteremo no perché non si baratta la natura con il risparmio economico, non possiamo parlare di baratto economico con la natura perché poi ne paghiamo le conseguenze. Dopo ci arriva il conto, quando è passato in giudicato, noi risparmiamo 10 e dopo pagheremo 100, se non impariamo a prevenire su tutto anziché curare la situazione di questo Paese sarà sempre una rincorsa.
Noi siamo un ente pubblico e non possiamo in nessun modo ragionare come ragionano i privati altrimenti ci sarebbe solo un ente o pubblico o privato, se noi ragioniamo come un ente privato è inutile che ci chiamiamo pubblico.
Riteniamo questa legge impropria e quindi voteremo no. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Il mio intervento è, oltre che per dichiarare il voto favorevole, per rassicurare me stesso rispetto ai ragionamenti che ha fatto il relatore di minoranza perché, l'ho chiesto anche al relatore di maggioranza, se questa norma mira a tenere separata l'attività estrattiva da quanto previsto dalla legge n. 48 del 2013, che in qualche maniera ho concorso a fare ed a votare, credo che sia una cosa estremamente utile e penso anche che, se si vuole convincere, il Consigliere Giorgini a votare a favore di questa legge, perché tutte le sue argomentazioni, che possono essere valide per qualsiasi altro argomento - non metto in discussione il fatto della vigilanza - forse in questo caso non hanno senso.
La norma 48/2013 staccandola mette in condizione di fare più rapidamente le manutenzioni che non si stanno facendo dal 2013, cioè tutto questo pericolo di intervento sui fiumi ..., intanto tiriamo fuori il materiale litoide dalla cubatura contingentata delle cave anche perché la legge 48/2013 prevede tanti e tali controlli preventivi e successivi da far paura. A parte che quello che si fa in una cava non lo vede quasi nessuno, perché le cave sono dove tutti sapete, quello che si può fare nel fiume Potenza o nel fiume Tronto lo vedono tutti, quindi non è che è una attività fuori controllo, per giunta questi progetti sono portati avanti dalla Provincia, adesso non so se sarà il Genio Civile o la Regione direttamente, ed i progetti, almeno nella provincia di Macerata - li abbiamo approvati con la Provincia in carica che scade in questi giorni - ancora non sono iniziati, quindi non vedo il pericolo di questo “macello” che viene annunciato.
Ripeto, il problema della 48/2013, Consigliere Giorgini, era che c'erano troppi vincoli, troppi controlli preventivi, troppe previsioni, troppe difficoltà per cui si rischiava addirittura di vanificare l'effetto di una legge che finalmente dopo 25/26 anni …, abbiamo vissuto, come spesso succede in Italia, i due estremi, fino a 25 anni fa interventi sui fiumi trattati come cave, poi neanche più una paletta in un fiume, se un bambino andava in un fiume con una paletta e faceva una buchetta, il castelletto, veniva immediatamente denunciato. Da un estremo ad un altro!
Questa legge finalmente mette le cose in equilibrio, dice che gli interventi possono essere fatti solo a fronte di progetti su tutto l'alveo o specifici su tratti di alveo, ma tratti di alveo non significa interventi puntiformi, ma interventi di una certa consistenza lineare di almeno alcuni chilometri.
Di fronte a tutto questo credo che tutti i cataclismi o le visioni apocalittiche che lei sta enunciando non abbiano ragione di esistere, anzi mette ordine, perché sulla 48/2013 metterci anche tutte le previsioni che riguardano le cave, tra le altre cose in un contesto geologico completamente diverso, è quasi cretino, cioè voglio dire che un conto è quello che faccio nelle cave, io non credo che la breccia che tiro fuori dalle cave sia oggetto di particolare controlli come magari è quella dei fiumi, soprattutto se la breccia che prendo dai fiumi, materiale litoide in italiano, viene poi utilizzata ad esempio per un ripascimento, chiaramente soggetto ad analisi chimiche che non vengono fatte per quello che viene estratto in una cava il cui utilizzo può essere diverso.
Credo che la norma sia quanto mai opportuna e, ripeto, la norma è quella che è scritta, poi dietro una norma si può mettere qualsiasi intenzione, si può fare per qualsiasi legge, ma in questo caso anche facendolo non regge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Ho riflettuto molto su questo argomento e su questa normativa perché credo che uno degli aspetti più importanti che dobbiamo affrontare, ogni volta che c'è un dissesto idrogeologico su questo nostro territorio, è quello della regimentazione delle acque fluviali e quindi della sistemazione idraulica.
Devo dire che negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi decenni, noi in forza di una cultura estremamente conservativa del territorio, intendendo l'ambiente non una risorsa, ma un bene da conservare e mummificare, abbiamo prodotto tantissimi guai.
Io sono sempre stato convinto che l'ambiente è un bene che può dare sviluppo, è una risorsa se opportunamente trattata, se opportunamente utilizzata. Se invece noi riteniamo l'ambiente come un totem, un qualcosa che va conservato a prescindere e che va mummificato è chiaro che diventa qualcosa di ostile perché l'ambiente va vissuto.
Dico questo perché nelle normative che hanno regolato in passato, negli ultimi decenni, la regimentazione delle acque e la situazione idraulica dei fiumi è successo proprio questo.
Devo dire, ad onore del vero, che magari è successo anche a ragione perché negli anni '70, '80 credo che qualche disastro sia stato fatto, però a dei disastri si è posto rimedio con altrettanti disastri, in negativo, perché vi dico che soprattutto in virtù delle normative vigenti, ogni volta che noi facciamo un intervento di sistemazione idraulica, alla successiva ondata di piena, oppure di maltempo consistente, siamo da capo, cioè tutti i lavori che facciamo con questi criteri non servono assolutamente a nulla, e se noi continuiamo a non regimentare il tutto, a non tenere sotto controllo anche la flora all'interno degli alvei, soprattutto nelle sponde e in prossimità degli attraversamenti, noi provochiamo soltanto danni.
Molti ponti di questa nostra regione, in muratura, ad arco, che avevano una certa valenza storica, costruiti nel secolo scorso, sono crollati per questo motivo, quindi abbiamo delle colpe da questo punto di vista, occorre fare riflessioni di questo tipo perché non possiamo sempre dire: “E' andato tutto bene, abbiamo conservato ...” no, noi abbiamo provocato dei danni incredibili, basta dire che in alcuni fiumi della mia provincia, al confine tra Ascoli e Fermo, sull'Aso, ci sono ponti crollati da 3 anni che non riusciamo a ripristinare per problemi di risorse, ma anche per questioni tecnologiche perché la Sovrintendenza impone che vengano ricostruiti tali e quali com'erano, la tecnologia moderna ed i costi impongono altre modalità, quindi siamo all'empasse con gravi danni per quanto riguarda l'economia locale.
Ritengo che questa norma vada nel senso di migliorare la possibilità degli interventi nei fiumi, sono favorevolissimo a questo tipo di discorso e faccio una piccola nota polemica: apprendo con piacere che questa maggioranza dopo tanti anni che ci prova la porta a casa anche con il nostro contributo.
Noi siamo favorevoli, lo abbiamo detto anche in epoca passata, per lo meno la mia parte politica, ognuno è giusto che faccia le proprie considerazioni, la mia parte politica è sempre stata favorevole, però negli anni passati questo consesso non ha mai avuto la capacità e la forza, l'allora maggioranza, di fare un provvedimento di questo tipo.
Credo che oggi si possa essere soddisfatti e si possa non soltanto accelerare il processo di realizzazione di un'opera pubblica all'interno di un fiume, quale essa sia: la realizzazione di un ponte, la realizzazione di una passerella, la sistemazione di un argine e quant'altro, ma fare interventi specifici volti alla salvaguardia e alla sicurezza degli abitati che sono a ridosso di questi alvei.
Torno indietro un attimo sull'interpellanza che ha fatto il Consigliere Giorgini poc'anzi, se noi volessimo fare qualcosa di veloce per mettere in sicurezza quell'impianto di trattamento reflui, secondo la norma che c'è oggi, sarebbero necessari 6 mesi per ottenere Aia e tutto il resto, perché entriamo nel del Piano per le attività estrattive, in questo modo invece si accelera moltissimo.
Credo che il problema saranno i controlli, però in questo momento abbiamo un unico ente che fa il controllore e che può essere anche controllato ed è la Regione perché le competenze oggi sono tornate in capo alla Regione, quindi il Genio civile non è più una funzione delegata dalla Regione alle Province, ma è una funzione propria, quindi sarebbe anche anacronistico che io che autorizzi me stesso a fare e prenda i soldi di un Comune per effetto di quella norma stranissima che è contenuta nella legge n. 48, per cui credo che un po' di ordine vada fatto, mi auguro soltanto che il controllo di questa cosa venga adeguatamente attuato.
Penso che questa norma introduca un punto favorevole per snellire alcune procedure che ingessano oltre il dovuto, non è soltanto questa, ce ne sono altre per quanto riguarda la sistemazione idraulica dei fiumi contenute all'interno del Piano paesistico ambientale regionale che mi auguro, anche lì nell'ottica di considerare l'ambiente una risorsa, possano essere prossimamente rivisitate.
Concludo dicendo che sono favorevole all'approvazione di questa modifica di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che, dopo l'introduzione del Presidente della Commissione che ha introdotto l'argomento ed ha spiegato la modifica a queste leggi, che semplifica e va verso la semplificazione di una attività lavorativa, mantenendo nello stesso tempo i vincoli per quanto riguarda determinate attività lavorative, sia un aspetto positivo, anche se penso che sia mancato qualcosa.
Ho sentito il Consigliere Celani che ha ripreso questo argomento ed ha detto il problema vero di questa legge e, dopo un periodo molto lungo - facevo adesso i conti - superiore ai 15 anni, si corregge e si interviene su una cosa che l'attuale maggioranza non aveva affrontato prima, perché questo è mancato nell'introduzione del Presidente quando ha presentato questa modifica di legge.
Noi non siamo stati presenti nel Governo di questa Regione, questa è una cosa che va a sanare un vostro vecchio provvedimento e noi non possiamo che prenderne atto con soddisfazione perchè vi siete accorti che c'erano delle carenze.
Prendiamo atto che i nuovi Consiglieri, per quanto riguarda la maggioranza, hanno recepito questo argomento, però poc'anzi ho sentito qualche Consigliere della maggioranza, è stata un po' una nota stonata, dire che finalmente si mette mano ad un provvedimento. Questo lo deve dire dentro casa sua, questo, per quanto ci riguarda, è l'aspetto essenziale della discussione, dico ben venga questa modifica, però credo che la politica debba sottolineare questo aspetto, l'incongruità di questo provvedimento voluto probabilmente da una parte della maggioranza che prima ostacolava questa modifica e che nell'attuale maggioranza non è presente e questa è la cosa vera di questa discussione.
Come gruppo ne prendiamo atto e esprimeremo una votazione positiva perché va ad alleggerire e modificare una situazione incongrua che la stessa maggioranza oggi ha riconosciuto che andava e va migliorata, sempre quella stessa maggioranza che ha determinato la legge del 1997 la n. 71. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Quando ho chiesto la parola era sulle stesse motivazioni del Consigliere Marconi che, ascoltando l'intervento del relatore di minoranza, che sottolineava una serie di aspetti correlati agli interventi sui fiumi, rispetto alla natura del provvedimento non avevano quel tipo di contraddizione.
La particolarità del Presidente di Commissione Biancani è che ha vissuto anche negli enti locali il ruolo di Assessore ai lavori pubblici e guarda dentro le normative con quella concretezza di chi opera all'interno di un sistema, quindi nella misura in cui non si qualifica come materiale di cava, ma come attività di scavo all'interno di una manutenzione, è evidente che si tolgono dei problemi rispetto al costo di estrazione di quanto si era previsto, ma non va a cambiare nulla dei parametri attraverso i quali si opera, non si allargano le maglie rispetto alle regole che riguardano il progetto, la sua valutazione e l'efficacia. A parità di progetto il materiale di scavo anziché essere valutato come se fosse una cava viene valutato come normale materiale di scavo all'interno di un'opera pubblica, quindi in termini concreti produce un risparmio, ma non va a modificare le attenzioni di carattere ambientale che venivano sottolineate nell'illustrazione del Consigliere Giorgini, cioè l'intervento è esattamente lo stesso, è solo un modo diverso di qualificare il materiale.
In secondo luogo, sul piano più schiettamente filosofico dire che quando faccio un intervento di manutenzione sto operando come se lo facessi in termini di estrazione, sono, anche dal punto di vista dell'impostazione, due cose completamente diverse.
Riprofilare un fiume per portarlo ad una sezione ottimale o un fosso, quello che è, nulla c'entra con una attività estrattiva che serve ad avere materiale per metterlo sul mercato. Da una parte abbiamo un lavoro che va a riqualificare un bene, dall'altra è prendere del materiale dove il fine è il materiale stesso.
Anche questa equiparazione ingenera, secondo me, confusione e ci permette di distinguere da quello che oggi non è più consentito, ovvero fare attività di cava all'interno dell'alveo dei fiumi, rispetto a quello che è necessario, come dicevamo, ovvero fare questi interventi.
Gli aspetti ambientali non vengono modificati, filosoficamente è più corretto rispetto ad un'altra impostazione, il risultato è anche quello di spendere meno di un contributo normalmente destinato a chi prende il materiale per venderlo, ma con un risultato molto semplice: eventualmente ci saranno risorse per fare di più.
Non è un settore dove saremo in grado di mettere tutte le risorse che permetteranno di risolvere il problema su tutti i corsi d'acqua, nella misura in cui l'incidenza del costo è minore ci permetterà di affrontare un altro tratto dello stesso fiume, piuttosto che un altro problema a latere laddove si dovesse intervenire; sono risorse che rimangono all'interno del sistema anziché essere disperse per una sbagliata qualificazione del materiale.
C'è molto buon senso, molta qualità, non si va per niente in contraddizione con le questioni legittime sollevate dal Consigliere, è vero anche quello che diceva il Consigliere Celani e cioè che con il portare azioni di gestione dentro la Regione, che invece aveva funzioni soprattutto di controllo, si porta a far coincidere controllore e controllato, ma questi sono effetti indiretti di un cambio di ruolo all'interno di un sistema, ma non parliamo anche in questo caso di attività privata, è l'opera pubblica realizzata dal soggetto che deve intervenire.
Nell'idea di fondo è vero che controllore e controllato vengono a coincidere per un cambio di ruolo all'interno del sistema, però lo facciamo sempre in un ambito assolutamente pubblico.
Non si capisce perché attraverso quella che è la normale procedura di un'opera pubblica noi verremo meno in rapporto ad altre questioni che sono anche, nell'immaginario collettivo, l'eredità di quando negli alvei fluviali si poteva fare attività di cava, attività privata e dove ogni palata in più non era tanto difesa del suolo quanto più materiale da vendere, in una logica completamente diversa da quella che è materia oggetto dell'atto in questione che riguarda opere pubbliche, interventi che hanno 3.000 forme di regolazione, perché sono tanti i pareri ai quali devono sottostare anche gli enti statali che intervengono a tutela del paesaggio e di altro, o idraulicamente quando le Autorità di Bacino saranno interregionali, quindi non saranno più soggetti regionali, con l'effetto positivo di poter aumentare semplicemente i lavori, gli interventi che si fanno.
Quando si dice che una categoria poco praticata, ma molto utile nell'amministrare e nella politica è quella dell'umiltà, cosa significa? Porre le proprie idee ma poi essere disponibili di fronte a un contradditorio anche a rivedere la propria posizione, con la capacità di fare un passo in avanti qualora il dibattito, il ragionamento ci offra l'opportunità di farlo.
Si parla di arroganza quando uno ponendo il proprio pensiero, si accorge rispetto ad un dibattito, che certo è giusto, che magari non c'entrava, come in questo caso, e pretende di mantenerlo perché “è il mio e va difeso ad oltranza”.
Un atteggiamento corretto ci può aiutare tutti quanti a convenire su un atto che è solo a favore del territorio e che non modifica nessun parametro ambientale riguardo agli interventi in questione, li lascia tutti inalterati e tutti intatti, toglie qualche costo che si traduce immediatamente in una maggiore quantità di interventi a difesa del suolo.

PRESIDENTE. L'atto non ha emendamenti. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Al Consigliere Marconi voglio dire che, come è mio costume, rispetto sempre le opinioni di tutti perché in democrazia così deve essere, non mi permetto mai di contrastare un'opinione perché come io ho le mie vedute lei Consigliere ha le sue, che non condivido.
Io non ho parlato di nulla di apocalittico perché mi occupo di queste cose da molto tempo, ho visitato per metà della loro lunghezza sia il fiume Aso che il fiume Tenna e i problemi non sono quelli che voi state dicendo, i problemi sono ben altri, sono quelli delle briglie, delle dighe, degli impianti idroelettrici, magari il materiale litoide si accumula in una zona ed in altre non c’è.
Il problema non è su tutta la lunghezza del fiume, ad esempio sui 70 chilometri del Tenna e sui 63 del fiume Aso, il problema è in determinati punti. Il Presidente diceva di cambiare opinione, ma se noi abbiamo una visione e voi ne avete un'altra, io rispetto la vostra, ma voi dovete rispettare la nostra.
Un punto importante è che noi non crediamo assolutamente che la Regione possa vigilare, diciamo così, io non mi fido della Regione che vigila, non mi fido assolutamente, devo dire che la Regione non è in grado di vigilare perché se parliamo del controllo del suolo ed idraulico va bene, ma la forestale non esiste quasi più, non esiste più, quindi i controlli ambientali chi li farà? La Regione Marche?
Scusatemi, ma io non mi fido dei controlli della Regione Marche, credo che chi vivrà vedrà e vedremo in futuro se su questa legge ci siamo sbagliati, saremo i primi a dire: “Avevate ragione voi, ci siamo sbagliati, perché nella nostra visione abbiamo visto una cosa”. Sarò il primo a dirlo, magari non sarò più in questo Consiglio ma lo dirò stesso, oppure probabilmente siete voi che vi state sbagliando, quindi la dichiarazione è quella che ho detto prima. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Ovviamente il nostro voto sarà favorevole avendo noi presentato questa proposta di legge.
Vorrei solo dire due cose al Consigliere Giorgini, noi in Commissione abbiamo fatto due incontri, dove abbiamo chiamato i referenti degli uffici, sia dell'ufficio cave che quello della difesa del suolo, perché sulla base delle sue richieste, ma devo dire anche del Consigliere Bisonni, c'era la necessità e la volontà di capire se questa proposta di legge modificasse qualcosa nella modalità con la quale vengono fatti gli interventi sui fiumi e se venisse ridotto il controllo ambientale. I due dirigenti hanno confermato che le due cose non c'entrano nulla e noi oggi stiamo approvando una norma che non va a modificare la modalità di intervento o a ridurre i controlli ambientali, ma dice solo che non è possibile che la Regione Marche quando fa un intervento all'interno di un fiume venga considerata come un soggetto cavatore, perché non fa una cava dentro il fiume, è un soggetto pubblico, è un'opera pubblica, nell'interesse pubblico, quindi non si vede perché le attività di manutenzione dei corsi d'acqua devono rientrare all'interno delle norme che regolano le attività estrattive.
Questa legge separa queste due norme, perché non è giusto che siano insieme, quindi la Regione non è soggetto cavatore, non lo è mai stato e non ho capito perché fino ad oggi veniva considerata tale.
Il soggetto cavatore quando estrae la ghiaia lo fa per venderla, la commercializza e ne trae un guadagno; la Regione Marche non estrae ghiaia e se nel progetto viene considerata in più la quantità di ghiaia, ma non per questa modifica di legge che stiamo facendo, ma per altre leggi oggi vigenti, il valore può essere utilizzato per migliorare lo stesso intervento o utilizzato per altro, quindi va nella direzione del miglioramento ambientale e della messa in sicurezza degli attuali bacini naturali. Va proprio in un'altra direzione.
Dopodiché, come sa il Consigliere Giorgini, penso che il rispetto reciproco sia massimo, però vorrei dare un segnale politico e la maggioranza o chi voterà questo atto non lo fa per dire: “Si può fare quello che si vuole nelle cave e da domani mattina prendiamo la ghiaia, la togliamo, l'andiamo a vendere perché la Regione ci vuole guadagnare”. Non è questo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Come gruppo Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale annuncio il voto favorevole a questa proposta di legge.
Reputo che sani una situazione che creava una serie di difficoltà e soprattutto mi auguro che il prima possibile porti a fare degli interventi di manutenzione importante negli alvei dei fiumi, assolutamente fondamentali.
In merito al discorso del materiale, di quello che faceva prima il corso naturale dei fiumi, purtroppo ho viste le ripercussioni, per quanto riguarda l'ambito della difesa della costa ed il ripascimento naturale, che provocava il materiale depositato sull'alveo dei fiumi con il naturale lavoro delle acque. Da tanti anni, la captazione ed altri fenomeni da parte dell'uomo, hanno portato ad un impoverimento di questo servizio e credo che poter intervenire, sia per una manutenzione che per una pulizia, in termini anche rapidi, possa andare incontro alla problematica di cui parlava il Consigliere Giorgini in parte avversa, cioè il discorso delle esondazioni.
Se c'è una manutenzione seria, fatta in maniera concreta, fatta con tutte le cautele ed i controlli possibili, che mi sembra siano garantiti, sarà importante anche per prevenire fenomeni di esondazioni che hanno purtroppo avuto anche delle conseguenze pesanti con la perdita di vite umane ed hanno creato situazioni di grave emergenza, quindi, ribadisco che il voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie. Il voto l’ho già anticipato, intervengo solo per precisare che le visioni apocalittiche hanno sempre un fondamento di verità, nel senso che si immaginano dei disastri su dei presupposti reali. Qui non c'è neanche il presupposto reale, siamo sul piano della pura fantasia, perché - sento ancora da parte di chi si oppone - questa legge - mi auguro Presidente che ci sia una comunicazione adeguata riguardo a questo perché non vorrei essere complice con questa approvazione dello scempio che viene annunciato - non dà e non consente, non questa, ma la n. 48 del 2013, nessun intervento di privati. Quando abbiamo fatto la legge nel dicembre 2013 era esattamente perché, finalmente - i privati già non ci andavano o ci andavano per fare le cave - l'intervento fosse esclusivamente pubblico con progetti della Provincia approvati dalla Regione.
Quello che lamentano i Comuni, le popolazioni, quelli che si vedono l'acqua in casa, quelli che sono morti, quelli che si lamentano, è perché c'è troppa lentezza nell'applicazione di questa legge. Questa norma dà una piccola spinta, in senso accelerativo, sicuramente non in termini economici. L’ha detto bene il Presidente Ceriscioli, ci può essere qualche piccolo aiuto in più, ma sappiamo bene che questa operazione, Presidente, avremmo dovuta farla in altri tempi, quando iniziavano i lavori della terza corsia, se a suo tempo l'avessimo fatta avremmo potuto pulire i fiumi delle Marche e avremmo saputo dove mettere la breccia che ci avrebbero pagato.
Oggi non te la compra più nessuno perché l'attività edilizia purtroppo è ferma, le opere pubbliche che vengono fatte sono poche, ma questo non c'entra nulla con quello che stiamo approvando in questo momento, non c'è l'intervento dei privati, semmai questa divisione.
Confermo il voto positivo, convinto e, ripeto, faccio una raccomandazione riguardo alla comunicazione perché su questa materia estremamente delicata non vorrei che si facciano delle speculazioni pericolose.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Anch'io annuncio il mio voto favorevole a questa proposta di legge.
Voglio precisare una cosa, in Commissione io e anche il Consigliere Giorgini ci siamo molto preoccupati di vedere se c'erano dei risvolti ambientali sotto, tanto è vero che ho chiesto, ed in effetti sono arrivati entrambi, i dirigenti preposti che abbiamo tempestato di domande.
Quello che è venuto fuori è che questa norma è sostanzialmente finanziaria, non tocca in alcun modo gli aspetti di carattere ambientale, anzi siccome libera delle risorse favorisce semmai gli interventi di manutenzione sui fiumi, per cui ritengo che questa norma sia assolutamente da votare favorevolmente, perché, ripeto, 1) non tocca gli aspetti ambientali, essendo una norma sostanzialmente finanziaria; 2) libera in questa maniera delle risorse e di conseguenza ci potranno essere più possibilità di intervento e di manutenzione sui nostri fiumi. Grazie.

Proposta di legge n. 56. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 15
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e delle attività motorio-ricreative 2016/2020. Legge regionale 2 aprile 2012, n. 5, articolo 6”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 15 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Buongiorno a tutti. Grazie Presidente. Quale miglior momento poteva esserci per portare in Consiglio un provvedimento così importante! E’ in corso un europeo di calcio, ma soprattutto ci stiamo avvicinando alle olimpiadi brasiliane, quindi il momento di maggior esaltazione di quella che è l'attività sportiva e soprattutto di esaltazione di quelli che sono i valori dello sport che oggi la nostra società intende dare ai cittadini.
L'aspetto sportivo è un argomento che la Regione Marche ha preso sempre in seria considerazione, lo si vede dagli atti, lo si vede dalla storia che questa regione ha nello sport italiano, anche come conferimento di medaglie olimpiche.
Noi oggi portiamo un atto che è la programmazione per i prossimi 5 anni, un atto che mette dentro tutti quelli che sono i valori dello sport. La Regione Marche, attraverso un atto politico, una programmazione, una pianificazione, cerca nella nostra società, quella marchigiana, di far evolvere soprattutto i valori dello sport: lealtà e condivisione e di promuovere alcuni temi importanti come la socializzazione, l'educazione ed anche la prevenzione, rilevante nella società moderna, la prevenzione di malattie cardiovascolari, incidendo sugli aspetti della salute e del benessere.
L'atto è molto articolato ed importante ed alla fine prevede anche una consistente dotazione finanziaria che si sta formalizzando in questi giorni. E' proprio di questi giorni l'uscita di un ulteriore bando che mette ancora 300.000 euro a disposizione delle società sportive della nostra regione per l'acquisto di defibrillatori. Sappiamo quanto queste attrezzature siano importanti nei nostri impianti sportivi e quanto sia importante la formazione per poterli usare, bene, la Regione Marche con questo investimento è una delle Regioni più dotate da questo punto di vista e credo che sia un motivo di orgoglio per tutti.
Gli aspetti che vediamo in questo provvedimento partono dall'infanzia, dalla scuola primaria perché i progetti che la Regione mette in campo riguardano soprattutto la possibilità di creare un terreno fertile nelle amministrazioni locali per intraprendere progetti sportivi. E' molto importante.
Un altro aspetto straordinario che ci troviamo a combattere soprattutto negli ultimi anni è quello della lotta al doping che purtroppo, come sappiamo, si sta diffondendo in maniera molto massiccia anche nello sport dilettantistico. Questa è una vera piaga perché nello sport dilettantistico i controlli sono molto limitati, quasi inesistenti. C'è una cultura molto diffusa all'uso massiccio o meno di sostanze che ledono uno dei valori principali dello sport, ovvero quello della lealtà e del rispetto dell'avversario.
In Italia, come sappiamo, lo sport è regolato dal decreto legge n. 616 del '77, è da questo anno che alle Regioni viene riconosciuta la competenza esclusiva su questa materia, quindi noi abbiamo un'autonomia nel muoverci nella programmazione sportiva all'interno di quello che è un contenitore nazionale. che tutti noi conosciamo, ovvero il Comitato olimpico all'interno del Coni.
Anche l'Europa crede molto nel valore dello sport, come sappiamo nel trattato di Lisbona è inserito un capitolo che parla in maniera importante dello sviluppo dello sport nei cittadini europei, anche perchè alcune statistiche evidenziano che il 59%, quasi il 60% dei cittadini dell'Unione europea non pratica sport.
C'è una differenza enorme tra il nord ed il sud dell'Europa e l'Italia rispecchia esattamente questa percentuale, in Italia solo il 24% della popolazione pratica lo sport in maniera costante, un'altra parte vicina al 20% lo fa in maniera saltuaria.
Il lavoro che questo piano intende fare è anche quello di cercare di aumentare questa percentuale attraverso degli investimenti sugli impianti sportivi ed attraverso il sostegno che dobbiamo dare alle nostre oltre 5.000 società sportive che sono nella regione Marche. L'Europa lo fa anche attraverso un Piano che noi speriamo possa svilupparsi anche nella nostra regione, nei nostri territori, ed è quello dell'Erasmus plus che, come dice la parola stessa, parte da un progetto che riguarda i giovani europei, quindi, interessando i giovani, lo sport è un aspetto molto importante che noi possiamo perseguire.
Un'altra cosa rilevante riguarda la nostra regione, come dicevo, ci sono 5.400 società sportive e 25 società paralimpiche per disabili, che vede in questo piano un importantissimo stanziamento perché noi con tanto sacrificio, non è stato facile, l'abbiamo visto nella variazione di bilancio della settimana scorsa, abbiamo dedicato allo sport una parte notevole. Questo già testimonia la considerazione che noi diamo alle nostre società sportive, al nostro movimento sportivo, che tante soddisfazioni dà. Pensate, la Regione Marche è una delle Regioni più medagliate da un punto di vista olimpico nel rapporto tra popolazione e società sportive. Questo è un aspetto molto significativo che dipende anche dalle tante eccellenze che abbiamo in giro per i territori, non è un caso che la provincia più medagliata sia quella di Ancona, il riferimento non può che andare alla grande scuola schermistica che abbiamo nella città di Jesi, ma sta crescendo anche lo sport paralimpico tant'è che alle ultime olimpiadi abbiamo avuto un oro ed un argento di atleti marchigiani che hanno partecipato alla paralimpiade.
Tempo fa facemmo la proposta, tra le prime Regioni in Italia, di inserire lo sport nella Costituzione come bene comune e come patrimonio della nazione, speriamo che il Parlamento, il Senato in particolare in questo caso possa recepire le istanze di tantissime altre Regioni.
Un altro aspetto che è in questo momento, secondo me, forse quello più importante perché mette dentro tutto quello che abbiamo detto finora, è l'interazione che lo sport ha con gli altri settori, in particolare con quello dell'economia.
Molti di noi vengono da territori principalmente turistici, possiamo toccare con mano e vedere, ad esempio, le presenze turistiche che riusciamo a portare nei nostri territori con qualche evento sportivo che spesso è, anzi quasi sempre, dilettantistico. Per questo il Piano prevede una programmazione seria, che la Giunta farà anno per anno, per incentivare tutti quei Comuni, tutte quelle società sportive che oltre a svolgere la propria attività portano nella nostra regione importanti manifestazioni. Vengo da un territorio in cui la settimana scorsa per una gara di pesca sportiva internazionale ci sono state più di 3.000 presenze negli esercizi alberghieri in una sola settimana, parliamo di numeri rilevanti che servono a reggere anche la nostra economia turistica.
La Regione vuole porre l'attenzione su tutti questi temi, noi torneremo in quest'Aula per i Piani annuali, per programmare le ingenti risorse che in controtendenza, rispetto agli altri anni, con la variazione di bilancio abbiamo messo a disposizione degli impianti sportivi.
Come sappiamo purtroppo quello dell'impiantistica è un settore che risente della crisi economica che c'è stata, ma soprattutto risente del patto di stabilità che ha insistito in maniera pesante sugli enti come la Regione, ma soprattutto sui Comuni limitando fortemente importanti investimenti. Tante città della regione Marche erano grado di dotarsi di impianti sportivi all'avanguardia che purtroppo o per fortuna hanno bisogno di essere messi a norma e purtroppo il patto di stabilità ha fortemente limitato.
Noi abbiamo stanziato risorse importanti, solo nel 2016 abbiamo quasi 600.000 euro fino ad arrivare a 2.100.000 euro nel 2017 ed a 1.500.000 nel 2018, queste sono le disponibilità che ad oggi abbiamo messo sul bilancio, nero su bianco.
Questo già dà l'impressione di quello che vogliamo fare, poi i Piani sono belli, sono astratti, parlano di quanto è bello il mondo, ma se non gli diamo sostanza attraverso delle risorse sarà molto difficile perseguirli.
Questo è il lavoro che la Giunta farà, lo farà bene come ha fatto questo Piano che è stato largamente condiviso anche nelle audizioni che abbiamo fatto in I Commissione. Noi vogliamo fortemente e nuovamente ribadire un grande lavoro che vogliamo fare insieme alle nostre e tante società sportive che voglio ringraziare, credo dovremmo farlo tutti, perchè spesso lavorano in condizioni impossibili in quanto la crisi economica ha portato anche ad un radicale e vistoso ridimensionamento delle sponsorizzazioni dei privati, sappiamo benissimo che quasi tutte le società sportive della nostra regione, come tutte le società sportive del Paese, vivono anche e soprattutto di contributi privati.
Questo è un motivo in più per stare vicini al mondo sportivo marchigiano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. L'illustrazione che ha fatto il Consigliere Urbinati per la maggioranza sicuramente mette in luce le prerogative di questo Piano, i principi e i concetti che ha espresso.
Non ripeterò quello che ha detto il Consigliere Urbinati, ma facendo fede al mio ruolo di opposizione metterò in luce quello che di queste dichiarazioni di principio, nella pratica non viene riscontrato.
Siamo qui in Aula ad approvare questo Piano regionale che si chiama “Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e delle attività motorio-ricreative”.
Questo provvedimento ci è stato illustrato in Commissione, come Segreteria del Presidente Ceriscioli, da un esponente importante perché è Presidente del Coni, ce l'ha illustrato ed abbiamo potuto fare delle domande e delle nostre osservazioni.
Questo Piano vuole promuovere a livello regionale lo sport e le attività motorio-ricreative in generale, quale strumento per la formazione e la salute della persona attraverso il miglioramento degli stili di vita individuali e collettivi nonché lo sviluppo delle relazioni sociali e dell'integrazione interculturale; questo è un aspetto sicuramente molto importante che nel momento storico che stiamo vivendo ha una particolare valenza.
Questo Piano per raggiungere gli obiettivi che si è prefissato vuole promuovere la diffusione della pratica sportiva, dello sport di cittadinanza, noi questa cosa l'avevamo già avvertita - visto che siamo nei territori, come tutti voi credo, e parliamo con la gente, abbiamo contatti con la gente, fino ad un anno fa siamo stati cittadini ed ora siamo qua all'interno dell'istituzione - e resa più facile, più possibile, più aperta a tutti con una mozione che avevamo presentato qualche tempo fa che diceva che i bandi per i contributi non dovevano essere fatti in agosto, ma in periodi diversi perché le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche, che sono la maggior parte nelle Marche e che svolgono questa funzione sociale di integrazione di cui parla il Piano, fondate sul volontariato ad agosto - questi poveracci che si impegnano oltre al lavoro, alla famiglia, alle società sportive - si prendono un periodo di ferie e di riposo, per cui mettere i bandi dei finanziamenti ad agosto significa comunicarlo solo alle persone che sono dentro le cose della politica e lasciar fuori un sacco di gente.
Questa mozione è stata approvata, tra l'altro diceva che i bandi per le società sportive dovevano essere comunicati a tutti i Consiglieri, in modo che nei loro territori potessero farsi parte diligente per divulgare questa cosa alle società sportive che svolgono un lavoro sicuramente benemerito.
Questa mozione è stata approvata e speriamo che, nel momento in cui ci saranno dei contributi, ci saranno delle iniziative particolari che possono essere non solo finanziarie, venga rispettata nei fatti anche perché, mi sembra, è stata approvata addirittura all'unanimità.
Poi c'è la gestione e la riqualificazione degli impianti sportivi, ne ha parlato prima il Consigliere Urbinati. Non stiamo parlando di grandi palasport, anche se la gran parte delle medaglie viene da Jesi ed il palascherma di Jesi è in una condizione pietosa, ma di una serie di piccole strutture – parlo, ad esempio, della pista di skateboard appena fuori di Ancona, lasciata in abbandono - che non hanno alcun tipo di manutenzione, sono importantissime sul territorio e sono lasciate completamente abbandonate, non solo, ma addirittura ci sono degli impedimenti di carattere burocratico nel momento in cui le società sportive vogliono farsi carico e parte diligente per metterli a posto, gratuitamente, comprando i materiali ed impegnando il proprio lavoro. Questa cosa non si può fare perché ci sono questi impedimenti di carattere burocratico.
C'è ancora in questo Piano la divulgazione dei valori dello sport al fine di sostenere l'integrazione sociale ed interculturale, peccato, voglio citare un fatto di cronaca, che un personaggio sui generis, un ultrà dell'Ancona, sia ancora in galera per 7 mesi ed era uno di quelli che aveva fatto una società di calcio, ne era il Presidente, di extracomunitari, di persone che stavano fuori. Ovviamente sono andato a trovarlo in carcere, è lì per non aver adempiuto all’obbligo di firma sul daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) perché è un tifoso dell'Ancona. Questa integrazione interculturale nello sport aveva un’applicazione pratica.
Poi c’è il miglioramento della qualità della vita e della salute individuale e collettiva e la prevenzione delle patologie, sempre per l'integrazione sociale, voglio dire che lo sport è importantissimo soprattutto nel momento storico in cui viviamo.
Ormai l'integrazione sociale non è più de visu, non è più di persona, non è più il contatto culturale, ma soprattutto i giovani, i ragazzi fanno un'integrazione sociale virtuale attraverso i tablet, attraverso gli smartphone, attraverso i computer - ci sono anche attività sportive che vengono fatte in tutto il mondo cliccando sullo smartphone le partite di calcio – e lo sport è sicuramente riporta al valore della socializzazione, al valore dell'incontro, al valore dello scambio, al valore della conoscenza, al valore del contatto personale che si sta perdendo con questa nuova tecnologia, che per alcuni aspetti aiuta moltissimo la nostra vita, ma per altri determina una situazione aberrante.
Il Consigliere Urbinati ha poi parlato delle paralimpiadi, lo sport per i diversamente abili, questa è sicuramente una cosa molto importante, è un grande segno di civiltà di questo nostro Paese che purtroppo ne dà pochi, però c'è da dire che ancora siamo indietro perché parliamo di queste cose, parliamo dello sport dei diversamente abili, ma ancora un sacco di Comuni, un sacco di edifici pubblici, non privati, hanno le barriere architettoniche che non si riescono ad eliminare.
Ancona per esempio, che è il capoluogo delle Marche, per chi gira in carrozzina o per chi ha delle difficoltà di deambulazione è veramente una corsa ad ostacoli.
Lo sport va bene, ma la disabilità bisogna ricordarsela non solo quando si parla di sport, ma quando si parla di vita quotidiana che è quella che occupa la maggior parte della vita di costoro che sono penalizzati rispetto a noi.
Dicevo della realizzazione e riqualificazione della gestione degli impianti sportivi, poi in questo Piano c'è la valenza turistico culturale dello sport e noi del Movimento 5 Stelle siamo consapevoli del valore economico dello sport, non solo delle grandi manifestazioni di carattere nazionale, che sono molto appetibili, ma anche di quelle dove vengono un sacco di famiglie e di ragazzini che vanno negli alberghi. Manifestazioni anche piccole, di ginnastica, di mini basket o altro che attraggono e sono un volano per l'economia regionale, hanno quindi questa doppia funzione sia economica che di sviluppo socio-culturale.
Termino così, la promozione sportiva e motoria nelle scuole, diceva, e sono d'accordo con lui, che il progetto Erasmus è molto importante, però nelle scuole, sia per le strutture che per i programmi didattici, non è cambiato molto da quando andavo a scuola io, per cui la lezione di ginnastica veniva considerata una materia di serie B. Nei Paesi stranieri c'è la promozione dello sport agonistico, ci sono squadre di basket, squadre di baseball, squadre di pallavolo e la socializzazione e l'integrazione vengono promosse dalla scuola. La ginnastica nella scuola è sicuramente marginalizzata e viene considerata assolutamente poco anche se, secondo me, la pratica dello sport, oltre l'insegnamento delle materie, è quella che dà una lezione di vita importante e fondamentale.
La sanità dell'attività sportiva oltre il doping. C'è da dire che la Regione ha stanziato un sacco di soldi per i defibrillatori e per rendere l'attività sicura però c'è da dire che metà dei defibrillatori non hanno il personale competente per poterli usare per cui questa spesa giusta e sacrosanta che la Regione ha imposto deve essere resa efficace ed effettiva, dovrebbero esserci dei corsi per imparare l'uso dei defibrillatori, mi sembra che sia una questione di 5 ore, una cosa molto semplice e non poterla e non saperla organizzare è veramente una pecca insostenibile.
Voglio terminare dicendo che nel 2012 c'è stata la costituzione di un comitato regionale per lo sport ed il tempo libero, c'è stata l'istituzione dell'osservatorio dello sport delle Marche con il contributo del Coni e con il contributo delle società sportive, anche dilettantistiche, noi stiamo aspettando i risultati concreti, stiamo aspettando che questi organismi istituiti dalla Regione possano fornirci dei dati concreti.
Concludo dicendo che il Piano è condivisibile, crediamo fortemente nel valore dello sport, della socializzazione, dell'integrazione, della scuola di vita che lo sport ha dato e darà ancora, non voteremo a favore di questo Piano, ma ci asterremo perché ci aspettiamo che questi principi che condividiamo siano applicati nel concreto. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Un breve intervento per sottolineare il fatto che sulla retorica dello sport e sulla necessità di farlo in forma sempre più diffusa ci siamo tutti.
Questo Piano mette in evidenza la dimensione scolastica, su cui dirò qualcosa, la disabilità e la banca dati.
Sulla disabilità nulla quaestio, è già stato detto dai relatori di maggioranza e di minoranza, al di là della disabilità grave, quella che produce invalidità permanente, credo, non so se lo diceva il relatore Urbinati, che lo sport abbia anche una funzione preventiva nella disabilità che arriva con l'età, dovuta o al troppo o al poco movimento. C'è anche il troppo movimento che crea disabilità, per cui sicuramente uno sport equilibrato, si parla, ormai va di moda, di cittadinanza attiva anche riguardo allo sport, di cittadinanza sportiva, a dire lo sport diffuso tra tutti.
Vorrei fare 2 proposte concrete che in qualche maniera sono ventilate, la prima nasce da una domanda, mi chiedo perché non sia possibile nelle scuole che ne hanno l'opportunità di organizzare attività sportive nel pomeriggio. Lo sottolineeremo all'Assessore Bravi se può farsi promotrice presso le istituzioni scolastiche governative di questo aspetto, quell'oretta di educazione fisica infilata tra le 10,30 e le 11,30 credo che sia una delle cose peggiori che possono essere fatte e che tutti abbiamo subìto come una cosa per la quale era molto facile chiedere l'esonero perché scomoda e fatta male.
L'attività sportiva dovrebbe essere a fine giornata, quindi tarda mattinata, oppure messa nel pomeriggio e, ripeto, molte scuole, anche dotate di mense potrebbero accogliere questo tipo di attività e non un'oretta di cui mezz'ora passata negli spostamenti o negli spogliatoi, ma 2 o 3 ore in cui l'attività diventa una cosa seria magari contraendo un po' l'orario mattutino. Capisco che mette in moto grossi problemi di natura organizzativa, ma come in tutte le cose o cominciamo oppure non si parte mai.
Questo potrebbe portare a quella incentivazione di cui parlava anche il Consigliere Maggi, cioè dire cerchiamo di far conoscere gli sport in modo che i ragazzi nell'età in cui ancora non hanno scelto, non si appassionino solo ad alcuni sport di natura agonistica, penso al calcio per tutti, ma conoscano anche i cosiddetti sport minori che hanno invece una grande valenza anche da un punto di vista educativo, non è minore, ma sicuramente meno frequentato, e penso all'atletica.
L'altra cosa, leggo della banca dati, a pagina 73, nel capitolo n. 20 “Impianti ed attrezzature per lo sport”, io non voglio ridurre al minimo tutto il ragionamento né pretendo che i pochi soldi del bando attivato dal 2013 debbano essere destinati agli impianti ed alle attrezzature, però dico che prima di ogni altra cosa deve essere data priorità agli impianti ed alle attrezzature.
Dalla rilevazione di questa banca dati, dettagliata, per carità di Dio, ma veloce mi auguro e neanche troppo dettagliata, non verrà fuori la necessità delle priorità di intervento anche in una dimensione intercomunale, come è scritto nella relazione, ma in una dimensione interpoderale, Presidente, perché qui non abbiamo impianti sportivi fra Comuni, abbiamo impianti sportivi fra poderi, fra vie, fra quartieri, tanto è il numero degli impianti sportivi presenti nelle Marche.
Lo dico perché scherzosamente se vi confrontate con un milanese o un romano che vi dice che hanno anche i campi da tennis potremmo dire, come succedeva a me qualche anno fa quando ero Sindaco di Recanati, di avere ben 14 campi da tennis per 20.000 abitanti, poi 6 li abbiamo dovuti chiudere perché non c'era nessuno che faceva la manutenzione, venivano utilizzati troppo poco ed erano bellissimi campi in terra battuta, che si usano sempre meno, ma che hanno un grande fascino.
La stessa cosa la potremmo dire per i campi sportivi, maggiori, regolari, minori, per le piscine, la sola provincia di Macerata, lo dicevo con il Consigliere Micucci, ne conta 5 per 300.000 abitanti, con Loreto che è attaccata sarebbero 6, una piscina ogni 50.000 abitanti e siamo una regione ed una provincia che ha il mare.
Ho detto questo e faccio la retorica su questo, non sull'attività sportiva che chiaramente condivido, per dire che l'unico vero problema sono le manutenzioni perché tanti sono i centri sportivi che vediamo coperti di erbaccia, abbandonati, poco utilizzati, sottoutilizzati, perché la manutenzione negli anni costa molto di più di quanto non costi realizzarli. Negli anni della spesa facile avevamo la possibilità di accedere ai mutui del Credito sportivo, della stessa Cassa depositi e prestiti o altre robe, anche da parte di qualche privato che magari metteva su l'impianto che poi rimaneva lì.
Manutenzione difficile, manutenzione estemporanea, manutenzioni fatte male, oggi poi i Comuni hanno le priorità, non riescono a star dietro alle manutenzioni stradali figuriamoci se possono preoccuparsi di una attenta, puntuale, bella manutenzione degli impianti sportivi che devono essere anche appetibili, non dismessi, non con recinzioni divelte, non con barriere metalliche arrugginite, non con spogliatoi ed attrezzature per lavarsi tenute malissimo.
Io ho questo tipo di ricordo che purtroppo non è stato cancellato, quindi la mia raccomandazione, Presidente, è che si faccia di tutto perché ci sia una priorità assoluta all’attività di manutenzione rispetto a tutto il resto, cioè spingiamo un po' di più lì le percentuali della spesa relativamente al bando in oggetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che questo, al di là di alcune specificità che adesso magari mi preme evidenziare, è un atto di programmazione di carattere generale dove si fa fatica a dire di non essere d'accordo perché contiene degli indirizzi ispiratori abbastanza pregnanti.
Ora che lo sport sia un veicolo di promozione sociale, ma soprattutto umana, ormai è un fatto indiscusso, quindi la diffusione della pratica sportiva, il diritto allo sport, al gioco per quanto riguarda i più piccoli, è un elemento importante nelle scelte politiche che un ente locale deve fare, ed anche l'ente Regione, che è deputato ai sensi del Titolo V articolo 117 della Costituzione, modificato nel 2001 - che prevede delle precise responsabilità dell'ente Regione in questo settore - non può che vederci d'accordo.
C'è poi un altro aspetto su cui riflettere, la pratica sportiva intesa come momento ludico è statisticamente, ormai verificato, appannaggio dei più giovani. Statisticamente, come dice la relazione, sono i ragazzi compresi fra i 14 ed i 19 anni che nella misura percentuale di quasi il 70% si avvicinano alle discipline sportive, quindi c'è un ulteriore senso di responsabilità da parte dell'ente pubblico a curare questo diritto, che è un diritto non soltanto alla promozione intesa come crescita umana, ma anche come crescita di valori perché nello sport, fatto a livello amatoriale, a livello sociale e a livello agonistico, ci sono dei valori che sono gli stessi e che servono a fortificarsi, basta il discorso del sacrificio.
Tanti anni fa, ebbi ad assistere ad una conferenza del compianto Prof. Vittori - come sapete è stato per la Regione Marche e per Ascoli in particolare una persona che ha dato moltissimo in termini di politica sportiva, non soltanto come allenatore di una specifica attività, ma anche e soprattutto come uomo – e disse che quando allenava questi ragazzi la prima cosa che diceva loro era: “Guardate che venite qua non soltanto a divertirvi ma anche per abituarvi al sacrificio”; lo sport è anche questo, è una disciplina, è un modo per avvicinare i nostri giovani a capire che cos'è il sacrificio e il rispetto di chi ti sta accanto.
Molto spesso le prime sconfitte che una persona da un punto di vista umano subisce sono quelle in ambito sportivo, di sconfitte ne arriveranno altre, in campo sociale, in campo politico, in campo professionale, però le prime da ragazzino, la piccola competizione che si fa magari per gioco anche all'asilo, sono lì e se non ci si tempra, se non si è preparati, si possono avere dei contraccolpi.
Per cui, ripeto, l'attenzione è importante, dobbiamo stare attenti a chi affidare questo compito, perché non sempre abbiamo delle strutture professionistiche che possono gestire lo sport in questo senso, non abbiamo le risorse e non abbiamo gli uomini per farlo, allora ci dobbiamo affidare, come spesso succede, come sempre succede, al sistema del volontariato, al mondo del volontariato.
Guardate, ultimamente da una rivista specializzata è stato fatto un calcolo semplicissimo: in Italia lo sport amatoriale, quello che interessa noi per la crescita e promozione umana è in mano ad un sistema del volontariato che mette a disposizione ogni anno oltre 10 milioni di ore gratuitamente, il che significa che se domani mattina tutte queste persone del sistema del volontariato decidessero di incrociare le mani, verrebbe giù tutto il sistema dello sport italiano. Non c'è alternativa e non c'è ombra di smentita da questo punto di vista, si regge soprattutto sul sistema del volontariato. Noi dobbiamo guardare con attenzione a questo mondo che non reclama grandi risorse, non è che chi ama lo sport e va ad allenare la squadretta di ragazzini – basket, calcio - vuole lo stipendio, vuole essere rimborsato, vuole essere gratificato umanamente, vuole essere gratificato lavorando in un campetto decente, vuole lavorare in un ambiente sereno, sicuro, che non ci siano riflessi se il bambino si fa male perché c'è la buca oppure perché la recinzione non è a norma.
Credo che in questo Piano dobbiamo guardare a questi due aspetti fondamentali: all'impiantistica sportiva, e se è vero che nelle Marche abbiamo censito oltre 6/7 mila impianti, quindi siamo da un punto di vista numerico una delle regioni virtuose, non lo siamo dal punto di vista dell'efficienza, non lo siamo dal punto di vista della qualità, non lo siamo dal punto di vista dell'equa distribuzione nella regione, da Pesaro ad Ascoli. Non abbiamo strutture tali da ospitare grandi manifestazioni, ma queste sono poco importanti, interessa il quotidiano per quanto riguarda questa pratica sportiva, quindi dobbiamo lavorare su questo tipo di discorso, dobbiamo essere vicini agli enti locali ed alle associazioni sportive che gestiscono questi enti. Secondo, dobbiamo dare una attenzione particolare alle associazioni di volontariato che gestiscono l'educazione e la crescita di questi ragazzini con una attenzione di questo tipo.
Guardate, io ho avuto un'esperienza in Francia, quando ero Sindaco eravamo gemellati con Massy, una cittadina, un sobborgo di Parigi, nella parte a sud, di circa 50.000 abitanti, lo sport lì funziona in questo modo – ne sono rimasto impressionato - ogni anno nel mese di settembre c'era la famosa festa delle associazioni - ci hanno invitato a questa grande festa - dove tutte le società sportive di volontariato mostravano in una kermesse molto bella e colorata quello che facevano ed ovviamente prendevano iscrizioni, invogliavano i ragazzini di questa città ad iscriversi ad una attività, potendo scegliere tra un ventaglio incredibile di discipline ed attività sportive. Queste associazioni erano tutte censite e classificate e tutte ricevevano un piccolo contributo, era piccolissimo ma ce l'avevano tutti, non c'era soltanto chi faceva lo sport ad un certo livello o chi faceva il campionato di … ad avere diritto al contributo, no, tutti avevano diritto in misura equa, quindi se avevano da dividere 100.000 euro questi erano divisi in proporzione e nessuno rimaneva fuori, tutti si sentivano gratificati nella misura in cui andavano ad espletare il loro compito.
Mi auguro che anche qui ..., so bene che in tanti Comuni della nostra regione esistono gli Albi delle associazioni sportive e gli Albi delle associazioni di volontariato, andiamo a censirli, andiamo a vedere chi ci opera dentro, gratifichiamo queste persone che gratuitamente mettono a disposizione il loro tempo libero. In questo Piano ho ritrovato alcuni passaggi non proprio pregnanti su questo aspetto, mi auguro che possano essere approfonditi in questi anni e soprattutto si possano trovare quelle modestissime risorse affinché queste persone possano essere gratificate.
Ovviamente sono favorevole a quest'atto con una piccola riserva perché vorrei capire come questo indirizzo verrà attuato effettivamente su queste due direzioni, la direzione dell'impiantistica sportiva - non pretendo che vengano realizzati grandi palazzetti dello sport, ma che sistematicamente possano essere messi in sicurezza in modo da utilizzare nel modo migliore quelli che già esistono - e soprattutto che il mondo del volontariato, che assiste e che aiuta la crescita dei nostri ragazzi, possa essere gratificato con qualche piccola risorsa, ma anche e soprattutto umanamente con qualche riconoscimento perché, ripeto, se domani mattina tutti decidessero di incrociare le mani noi non saremo in grado assolutamente di gestire questo sistema e sarebbe la sconfitta di una società civile che si basa sulla relazionalità perché il mondo dello sport è anche relazione; la disciplina sportiva è relazione con gli altri, ecco perché è crescita umana e sociale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Brevemente perché l'argomento è ghiotto di tante sottolineature.
Mi riconosco pienamente sia nella relazione fatta dal Consigliere Urbinati che nelle varie considerazioni dei Consiglieri che sono intervenuti: l'importanza del volontariato, che ci ricordava adesso il Consigliere Celani, il sociale, lo sport per disabili, l'importanza dell'impiantistica e tutte le varie riflessioni che sono state fatte, ma vorrei soffermarmi su tre aspetti che riguardano lo sport, quelli che forse mi sono anche più congeniali.
Il primo, che è stato accennato dal Consigliere Urbinati, riguarda l'importanza dello sport, ma più dello sport dell'attività motoria, dell'attività fisica per quel che riguarda la salute e non solo in termini di prevenzione di malattie cardiovascolari, esistono studi ed evidenze scientifiche sempre più corroboranti dell'importanza dell'attività fisica per la prevenzione anche di altre malattie croniche o degenerative, penso soprattutto alle malattie neurologiche, ma anche sull'attività fisica, sull'attività motoria anche in ambito curativo, esistono lavori, esistono evidenze scientifiche di come l'attività fisica costante in alcune problematiche, in alcune patologie, penso al diabete ed all'ipertensione, riduca il consumo addirittura di farmaci, quindi un'attività fisica intesa come importante fattore di salute.
L'altro aspetto, non lo so perché non ho letto bene l'atto, riguarda la lotta al doping. Lo ricordava il Consigliere Urbinati, questo fenomeno non è appannaggio soltanto dello sport professionistico, ma è una pratica molto diffusa anche in ambito dilettantistico, soprattutto tra i giovani che si approcciano a fare il salto nelle varie categorie. E' di tutti i giorni o comunque sono relativamente frequenti i sequestri di sostanze anabolizzanti che vengono consumate nelle palestre, quindi sollecito una maggiore attenzione anche con questo atto programmatorio nei confronti di questo elemento.
L'altro riguarda l'uso dei defibrillatori, importanti non solo in ambito sportivo, ma anche più in generale, qui c'è un problema di formazione, c'è un problema di chi utilizza questi importantissimi strumenti di aiuto. Penso che su questo atto di indirizzo possa essere inserito che siano le strutture pubbliche, che siano le Asur attraverso le loro articolazioni, le Aree vaste, a promuovere dei corsi per l'utilizzo di questi defibrillatori, che non siano soltanto appannaggio delle ditte che li vendono oppure di associazioni private, ma che siano strutturati all'interno dell'attività delle Aree vaste in modo da dare quella continuità e quella certificazione di qualità che è utile quando si utilizzano strumenti così importanti.
Queste due sottolineature mi premeva farle perché in un atto di programmazione come questo penso che sia importante inserire anche questi elementi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Ho sentito gli interventi degli altri colleghi, una osservazione che non avevo fatto e che avevo segnato qui negli appunti, che mi ha sollecitato il Consigliere Celani, è che lo sport è a beneficio solo delle fasce più giovani. Chi è stato in Estremo oriente avrà visto che in Cina e in Giappone la mattina prima di andare a lavorare fanno tai chi e questa pratica dello sport all'aperto secondo me potrebbe essere incentivata con grandi benefici anche per coloro che non sono più giovanissimi, lo dico per me, questo costa pochissimo, ci potrebbero essere delle situazioni all'aperto nei parchi che potrebbero essere molto importanti in questo senso.
Noi condividiamo i principi, condividiamo gli scopi, condividiamo le funzioni dello sport, siamo consapevoli e condividiamo i principi che sono stati espressi, aspettiamo soltanto di vedere, di verificare nei fatti che quelle disfunzioni che anche i Consiglieri di maggioranza hanno evidenziato siano superate.
Ci asteniamo, ma siamo sicuramente a favore e siamo disponibili a dare un contributo anche fattivo nel momento in cui le pratiche sportive e le pratiche motorie saranno portate avanti e dovesse essere richiesto il nostro intervento, quindi ci asteniamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Noi crediamo che questa proposta, questa impalcatura sia una cosa estremamente importante per lo sport, però c'è sempre di mezzo la gestione. Noi siamo un po' scettici sull'aspetto della gestione anche perché altre leggi sono state fatte in modo ottimo da quest'Aula e nella loro applicazione trovano sempre delle difficoltà.
Per questo motivo come impalcatura, come legge, siamo favorevoli, pertanto esprimeremo un voto di astensione rispetto a questa proposta di atto amministrativo. Grazie.

PREIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Sono molto soddisfatto della discussione che ha attivato questo argomento.
Sono stati contributi importanti, è arrivato un apporto molto significativo anche dal relatore di minoranza con cui ci eravamo già ampiamente confrontati anche in Commissione. Ci sono degli spunti che io condivido, delle osservazioni fatte che non prendo come critiche, ma come osservazioni giustissime, in quanto credo che anche il Presidente della IV Commissione Volpini insieme a noi abbia preso un impegno ben preciso che è quello della diffusione dell'uso dei defibrillatori che, ricordiamolo, possono essere utili non solo all'interno di un impianto sportivo, ma sul luogo di lavoro, in un luogo pubblico qualsiasi, magari al supermercato quando facciamo la spesa.
Avere tanti cittadini che sanno utilizzare il defibrillatore è un valore aggiunto per la società e siccome noi nelle Marche a livello sportivo ci sentiamo sotto certi aspetti all'avanguardia credo che dovremo farlo anche da questo punto di vista, quindi ci attiveremo presso l'Asur regionale, poi attraverso le Aree vaste per organizzare e diffondere tra i cittadini la capacità dell'uso dei defibrillatori.
Condivido anche quello che è stato detto dal Consigliere Maggi sugli impianti sportivi, purtroppo abbiamo vissuto un periodo in cui il patto di stabilità ha fortemente limitato gli investimenti su quei tipi di strutture, paradossalmente l'ha fatto anche su quelle sanitarie e scolastiche. Spero che questo periodo nel nostro Paese possa essere definitivamente superato, l'austerità dobbiamo farla in altri settori non in settori vitali della vita pubblica e credo molto nelle convenzioni del pubblico per quanto riguarda la gestione degli impianti sportivi insieme alle società sportive perché è un dato di fatto, non solo per gli impianti sportivi, ma anche ad esempio per le aree verdi, quando c'è una gestione seria ed attenta, mista tra amministrazioni, in particolare amministrazioni comunali, e associazioni di liberi cittadini, che gratuitamente in maniera volontaria offrono questo servizio, si riescono a superare tante problematiche e soprattutto si riesce a dare molta più attenzione a questi impianti.
E' vero che spesso c'è molta burocrazia per poter arrivare a questi accordi e a queste gestioni, noi come Regione dovremo cercare di facilitare questi percorsi.
Va bene lo sport per tutte le età, anche i progetti per la terza età sono molto importanti da un punto di vista sportivo perché, come diceva il Consigliere Volpini, sono anche un antidoto ed una cura a tante patologie. Ricordo nella mia breve attività natatoria a livello master, c'era un novantenne livornese, 20 anni fa, quindi non credo che sia ancora di questo mondo, me lo auguro, soprannominato il generale, che ogni anno si contendeva la medaglia d'oro del trofeo master oltre i 90 anni con un cinese, erano solamente in due, però riuscivano a dare a tutte le competizioni agonistiche che si facevano uno spirito che era quello della partecipazione e della lealtà di cui abbiamo ampiamente dibattuto con questo atto.
Il voto del Partito Democratico sarà favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Lo sport è sempre abbastanza maltrattato, purtroppo le associazioni sportive della nostra regione sono in sofferenza, soprattutto perché mancano loro contributi economici in grado di aiutarle a portare avanti le loro attività.
Tuttavia credo che questo Piano sia da approvare nei principi, è un atto di indirizzo che esalta il valore dello sport, pone degli obiettivi assolutamente da condividere, elevando lo sport ad un valore superiore alla comune pratica.
Penso che questo sia totalmente condivisibile per cui io voterò favorevolmente, concordo anche su quanto espresso dal Consigliere Volpini perché ritengo molto importante che vengano fatti anche dei corsi da parte dell'Asur sull'uso dei defibrillatori, li ritengo essenziali, anzi dovrebbero, a mio avviso, essere presenti in tutte le strutture pubbliche.
Accolgo favorevolmente questa proposta ed anche le osservazioni dei vari colleghi che si sono espressi a tal proposito.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 15. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomina

Elezione del Revisore unico dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario (ERSU) di Ancona
(articolo 13, comma 1, della l.r. 2 settembre 1996, n. 38; articolo 1, comma 5, della l.r. 21 settembre 2015, n. 23) – voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina del revisore unico dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario (ERSU) di Ancona. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Vicepresidente Minardi effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e di inconferibilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 29
Schede bianche n. 9
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 18

Hanno ricevuti voti:
Ferretti Marco n. 17
Baldini Michele n. 1
Sopranzi Michela n. 0
Zamporlini Alessandra n. 0.

Proclamo eletto Revisore unico dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario (ERSU) di Ancona il dott. Marco Ferretti.

Mozione n. 115
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Riduzione delle tariffe del trasporto pubblico locale"
(Rinvio)

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Vorrei chiedere al Consigliere Bisonni se è possibile rinviare la discussione della mozione n. 115 perché dovremmo approfondire alcuni argomenti che sono abbastanza importanti e delicati. Grazie.


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Va bene. Mi rendo disponibile al rinvio nella speranza che questo sia utile a trovare una soluzione per il bene dei marchigiani.

Mozione n. 113
ad iniziativa del Consigliere Talè
"Convenzione Regione-Province sulle funzioni di tutela, vigilanza e controllo in materia di caccia e pesca"
(Rinvio)

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Vorrei chiedere al Consigliere Talè se possiamo discutere nel prossimo Consiglio questa mozione in quanto, proprio per definire l'argomento che riguarda la Polizia provinciale, una serie di incontri si terranno questa settimana, probabilmente per la prossima volta saremo pronti a discutere con più compiutezza questo argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE'. Va bene, aspettiamo il prossimo Consiglio.

Mozione n. 90
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Guardia medica di Porto Recanati. Mantenimento di questo importante presidio nell'arco dell'anno e non solo nel periodo estivo. Modifica determina Direttore generale Asur n. 915 del 24/12/2015"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 90 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Torniamo a discutere la mozione che era arrivata in Aula qualche mese fa, riassumo brevemente la situazione per cui a seguito della riorganizzazione sanitaria la guardia medica di Porto Recanati dovrà essere soppressa per andare a sopperire o intensificare il personale dell'ospedale di Recanati.
A seguito di una serie di notizie di stampa si era giustamente diffuso un certo allarmismo all'interno della popolazione e ho avuto la possibilità di confrontarmi più volte con i funzionari sanitari dell'Area vasta 3 per capire qual era la situazione, mi fu garantito il mantenimento durante il periodo estivo, ma nessun tipo di garanzia rispetto alla prosecuzione del servizio.
Ora devo dire con onestà che queste garanzie, mi sono confrontata anche recentemente, non mi sono pervenute da parte del personale, mi auguro però che la riflessione e quindi questa aggiunta di tempo richiesta qualche mese fa, per valutare se ci potessero essere delle condizioni tali da far prendere una decisione diversa rispetto a quanto stabilito sino ad oggi, sia servito a giungere ad una soluzione positiva.
Oggi reputo che vada presa anche una posizione politica in questo senso, è ovvio che le critiche che in questi mesi non solo dai banchi dell'opposizione ma principalmente da parte dei cittadini ed anche di amministratori dei territori, indipendentemente dal colore politico da essi rappresentato - le proteste dei Sindaci, le proteste dei comitati che sono nati rispetto ad un impoverimento dei servizi sanitari offerti ai cittadini in nome di questa riorganizzazione - richiedono delle prese di posizione e degli interventi politici.
Ho evidenziato anche quella che è una peculiarità di Porto Recanati, che avendo un turismo che si basa prettamente sulla presenza di seconde case, consente, durante il periodo estivo, ad esempio, di passare da 12.000 abitanti alle 70/80 mila presenze sul territorio, è una peculiarità che consente, anche durante il resto dell'anno, di avere una popolazione che stabilmente sta sul nostro territorio, ma che non è censita fra quella regolarmente residente.
Comprendo le difficoltà ed i tentativi di cercare di fornire delle risposte rispetto a quello che diceva il Presidente l'altra volta, utenze e quant'altro, non so le risultanze rispetto a questo, mi auguro che la scelta vada anche nella direzione di comprendere che - ed è questo lo sforzo che in questi mesi in più riprese, al di fuori della situazione contingente di oggi di Porto Recanati, sto cercando di far comprendere - a volte il mero rispetto di criteri matematici o di percentuali non corrisponde alle esigenze del territorio e su queste bisognerebbe fare un approfondimento, ma soprattutto delle scelte in campo politico.
Mi auguro che questo tempo richiesto non sia stato, come voluto dal Consigliere Marconi l'altra volta, un pretesto di natura elettorale, ma abbia consentito di fare un reale approfondimento e possa portare ad una risposta positiva rispetto a un'esigenza che riguarda molte persone. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Come detto in sede di prima discussione di questa mozione, è possibile misurare il numero degli abitanti di una comunità anche in maniera deduttiva senza necessariamente andarli a contare, che è un po' la problematica rilevata.
E' una frase buffa, ma in questo caso “l'immondizia canta”, nel senso che è un po' come carta canta, anche la produzione di rifiuti è un indice abbastanza affidabile per stimare il numero di abitanti di una comunità.
Io ho i dati che ci ha fornito il Cosmari sulla raccolta dei rifiuti differenziati e indifferenziati in tutti i mesi dell'anno della località sulla quale dobbiamo misurare la popolazione. Astea che gestisce l'acqua non ci ha fornito dati sul consumo complessivo.
Nei mesi invernali, a partire da ottobre, novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo, la produzione dei rifiuti è in linea con la città di 12.500 abitanti, siccome la produzione pro capite viene stimata fra una forbice che va dai 370 chili anno/persona e 450 chili anno/persona, la cifra di 400.000 chilogrammi che viene raccolta in questi mesi è perfettamente allineata con la forbice che, andando da 370.000 a 430.000 chili, rappresenta la produzione di una popolazione di 12.000 abitanti, mentre d'estate si arriva effettivamente quasi ad un milione di chilogrammi che corrisponde circa ad una realtà di 32.000 abitanti o più, a seconda del valore di forbice che andiamo a prendere come produzione di rifiuti.
Mentre d'estate si supera i 20.000 abitanti, che è la soglia per l'esigenza, e quindi correttamente è messa a disposizione una guardia medica in più, a servizio di una comunità che quasi triplica il numero di abitanti, d'inverno il numero è molto al di sotto dei 20.000 e quindi non giustificherebbe una seconda figura.
I dati ci dicono che la crescita è estiva e che d'estate è giustificato il servizio di guardia medica - i numeri sono quelli relativi alla produzione di rifiuti - ma in inverno non è motivato, se ci fossero stati intorno ai 600.000 chili/mese di rifiuti raccolti, sarebbe stata una cifra di abitanti stimabile intorno ai 20.000, essendo molto al di sotto, perché parliamo di 400.000, siamo molto lontani dai valori.
Se avessi avuto anche i dati dell'acqua ed altri consumi avremmo potuto incrociarli, ma già questo primo dato si esprime negativamente rispetto al numero di abitanti in rapporto al quale è possibile per legge attivare un'ulteriore guardia medica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente per questi dati. E' ovvio che qui l'intervento che si chiedeva riguardava anche una scelta politica su un territorio da tutelare, sul quale far mantenere attivi dei servizi che reputo importanti.
A questo punto prendo spunto da quello che lei ha detto per chiederle: il fatto che durante l'estate si superi il parametro che lei ha preso unicamente ad oggetto, quello delle almeno 20.000 presenze, avrà come effetto che negli anni successivi al 2016 la guardia medica verrà mantenuta durante l'estate oppure se non ci sarà a fine estate in quali mesi verrà ripristinata? Oggi c'è una situazione in cui la guardia medica è presente e verrà tolta per accorparla all'Ospedale di Recanati e garantire la copertura notturna, di fatto è una coperta corta che toglie il servizio a Porto Recanati per garantire il presidio a Recanati.
Questa è la realtà dei fatti poi possiamo mettere il parametro, però il fatto è che il servizio oggi c'era e da non so, da settembre, ottobre, i dirigenti dell'Area vasta non me l'hanno saputo dire, o non lo sanno neanche loro, o non è stato deciso, non so se dalla politica o dalla parte tecnica, comunque a fine estate verrà tolto.
Visto che lei mi conferma che durante i mesi estivi questo dato sfora, vorrei capire se rispetto alle vostre previsioni un servizio che oggi è attivo e che verrà tolto a fine estate, nei prossimi anni come previsione - vorrei avere la conferma - verrà mantenuto oppure no.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. La ricerca è stata fatta, questi dati confermano che d'estate si giustifica una figura in più sul territorio perché c'è una crescita di popolazione notevole.
Io le dico che i numeri non solo servono per dire che d'inverno non è possibile mettere una figura in più, ma servono anche a giustificare che d'estate è corretto perchè c'è una popolazione e bisogna dare le risposte. E' molto importante questa corrispondenza altrimenti i bisogni si vanno a scaricare nei pronto soccorso e non è opportuno, quindi si.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 90. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 110
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Traversini, Giancarli, Celani
"Salvaguardia, conservazione, ripristino e valorizzazione dei mulini storici ad acqua nel territorio marchigiano"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 110 dei Consiglieri Zaffiri, Traversini, Giancarli, Celani.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie a tutti i colleghi che hanno contribuito a presentare questa mozione bipartisan perché crediamo che per la storia non esista né la destra né la sinistra, né la maggioranza né l'opposizione.
E' un aspetto che stamattina qui in Aula vogliamo sottolineare, poi i Consiglieri Celani, Traversini, Giancarli, integreranno le mie considerazioni, e sottoporre all'attenzione di tutti i colleghi.
Questa mozione è estremamente importante perché riguarda un pezzo di storia della nostra comunità marchigiana, fatta da agricoltori prima che diventassero industriali nella zona dell'Appennino, nella cantieristica di Ancona, di Pesaro e della stessa San Benedetto.
Era un’attività prevalentemente agricola dove i mulini ad acqua, che sono la nostra storia, erano alla base della nostra attività dell'entroterra, della media collina.
Questo è un aspetto molto importante, è lunga la storia che interessa questa realtà, ma in questi ultimi periodi c’è stata l’attenzione dei giovani che hanno svolto le loro tesi universitarie, è stato un momento di verifica, così ci dicono, le indagini fatte dai ragazzi. Nel nostro territorio ci sono più di 80 mulini, molti sono funzionanti, non soffrono a causa delle leggi - c'è la legge 43/98 inserita nel terzo millennio, la legge 166 dell’1 agosto del 2002, ci sono diverse leggi - ma quello che sottoponiamo all’Aula questa mattina è una attenzione diversa, quella di censire questi mulini ad acqua per inserirli nel nostro patrimonio.
Non c'è l'Assessore al turismo, ma credo che un aspetto fondamentale sia inserire questi mulini ad acqua nei circuiti itineranti del turismo, perché fanno parte della nostra storia marchigiana, pertanto con i colleghi abbiamo valutato questo aspetto essenziale, non solo per quanto riguarda l'Assessore Cesetti che in questo momento è disattento.
Questa mozione prevede un intervento dell'Assessore al bilancio per le caratteristiche della storia che poc'anzi ho evidenziato e per l'inserimento nel circuito del turismo: turismo/storia/finanziamento anche perché questi mulini vengono depauperati in continuazione per l'incuria, per i pochi finanziamenti, basterebbero qualche decina di migliaia di euro che sono mancate nella legge 43 e nella legge 166. Questo è il problema di fondo.
L'Aula quest'oggi dovrebbe valutare con attenzione diversa anche perchè ho detto che è una cosa bipartisan, pertanto mi fermo qui e ringrazio di nuovo i colleghi che hanno contribuito a far si che questa mozione diventi un atto del Consiglio regionale. Pertanto grazie ai Consiglieri Traversini, Giancarli e Celani.
Mi fermo qui perché è inutile sottolineare ancora questo aspetto molto importante, eventualmente i colleghi riprenderanno questa discussione per integrarla se necessario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Andrò velocemente anche perché il Consigliere Zaffiri ha illustrato benissimo la mozione che ha preparato con impegno e che ha condiviso con noi firmatari.
L'abbiamo condivisa perché i mulini ad acqua sono un pezzo della nostra storia italiana, non solo marchigiana, anche se nelle Marche è ben rappresentata e qualche mulino, per iniziative private, è stato anche recuperato.
E’ un patrimonio storico, lo spiegava prima il collega, quindi non lo ripeto, non indifferente, di grande rilievo a cui si può dare una risposta, oggi può anche avere un valore economico diretto, nel senso che conosco dei recuperi legati soprattutto ad attività particolari, legati al biologico, che sono stati fatti e funzionano ed hanno un valore al punto di vista storico e culturale.
Questo era l'interesse della mozione, puntare l'attenzione su questo patrimonio che andrebbe riqualificato e messo nell'elenco del patrimonio esistente per cercare delle soluzioni da un punto di vista finanziario.
Sicuramente un'apertura ci potrebbe essere, lo dico visti anche i lavori della Commissione, all'interno del Psr soprattutto quello legato ai contesti patrimoniali agricoli con delle misure che potrebbero prevedere il recupero dei mulini. Se non sbaglio anche in passato qualcosa era stato messo in piedi dalla Regione. Secondo me il Psr potrebbe essere una delle fonti possibili da cui attingere, come altre fonti tipo quelle del patrimonio di recupero storico/culturale dei beni della nostra regione.
La volontà del gruppo PD è quella di sostenere questa mozione che punta l'attenzione, come ricordava il Consigliere Zaffiri, su un patrimonio estremamente importante e diffuso in tutta la regione in maniera omogenea e in particolare, visto l'uso della forza dell'acqua, nelle aree interne. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio anch'io ringraziare i colleghi che hanno condiviso questa mozione. Una mozione che, apparentemente potrebbe sembrare, si pone come obiettivo il recupero di un bene, soltanto di un bene, di un prodotto tangibile, di una struttura storica/culturale/architettonica di grande pregio. Qualcuno potrebbe obiettare, come spesso succede, che non è una priorità perché abbiamo tanti bei edifici all'interno dei nostri centri storici, però qui c'è qualcosa di più, qualcosa che è intangibile, che non si tocca con mano, ma che credo abbia un valore ancora più profondo.
Dietro il recupero di un bene storico, architettonico e culturalmente elevato, come un mulino, c'è il recupero di una serie di valori che hanno fatto grande il nostro territorio, che hanno fatto grande la nostra regione e che hanno dato dimostrazione di grande creatività, laboriosità dei nostri avi e se oggi ritengo che nelle Marche ci siano degli imprenditori, degli artigiani avveduti, più che in altre regioni, è dovuto anche a questo.
Se noi ci fregiamo di essere la regione più artigiana, più creativa d'Italia, e lo siamo veramente anche se ultimamente c'è qualche defaiance, lo si deve anche a questo, a questo spirito creativo e di grande laboriosità e, possiamo dire, di inventiva che hanno avuto i nostri avi.
Dico questo perché qualsiasi mulino, sia ad acqua che a vento, ha rappresentato in passato un'invenzione particolarmente specialistica dal punto di vista tecnologico ed ha rivoluzionato il modo di vivere, il modo di essere di quelle collettività. Parliamo addirittura di periodi che risalgono al 1200, quindi non proprio dietro l'angolo, e se oggi riscopriamo, ad esempio, l'importanza di utilizzare alcune forze naturali per produrre energia - c'è la riscoperta delle centrali idroelettriche, con l'abbandono, con la chiusura di alcune centrali termoelettriche - se riscopriamo il solare, se riscopriamo la geotermia è perché stiamo riflettendo sul passato, su quello che è stato e come i nostri avi hanno prodotto, hanno vinto alcune forze contrarie della natura.
Ecco perché è importante iniziare un percorso di recupero di questo tipo, non è finalizzato soltanto al recupero di un bene strutturale, da un punto di vista statico e funzionale, ma anche recuperare quei frammenti di storia che altrimenti andrebbero persi e che sono un riferimento fondamentale per la crescita attuale, perché una società che non prende contezza di quello che è stata non può avere mai certezza di quello che è.
Questo è chiaro, lo dicono tutti, se prima non prendiamo contezza di quello che siamo stati, di chi ci ha governato, di come hanno fatto, di come hanno vissuto, che cosa si sono inventati, non possiamo avere una certezza mai di quello che siamo e non possiamo dare alle giovani generazioni una speranza per quanto riguarda il futuro.
Se oggi lavoriamo sul settore ambientale dell'energia e riscopriamo l'idroelettrico, è chiaro che guardiamo al passato, perché abbiamo preso contezza di quello che è stato. Se oggi trattiamo l'ambiente in un certo modo è perché abbiamo riscoperto questi frammenti di storia.
Il mestiere del mugnaio e l'attività della molitura hanno rappresentato dei mestieri storici che hanno prodotto ricchezza su questo nostro territorio, quindi è bene che vengano recuperati.
Guardate, io non credo che occorra impegnare grandissime risorse in bilancio - mi auguro che l'Assessore Cesetti ci dia retta - perché noi possiamo fare un programma di recupero di questi mulini storici individuando quelli che hanno una certa valenza, io che sono un appassionato di queste cose ho cercato delle pubblicazioni ed ho visto che nelle Marche ce ne sono tantissimi, ma quelli storici che meritano di essere recuperati potrebbero essere si e no una dozzina, di grande valenza, equamente distribuiti da Pesaro ad Ascoli.
Devo dire che sono stati fatti degli interventi molto belli, ad esempio a Frontino ne è stato recuperato uno a totale carico del Comune che oggi è adibito a museo ed ha una grande valenza storica, ne abbiamo altri anche a Macerata, un mulino fortificato a Passo di Treia. I mulini fortificati, ecco un altro aspetto molto significativo, non erano fortificati perché rappresentavano dei presidi sui territori, ma lo erano perché si temeva l'assalto della barbarie che andava a prelevare materiale per la sopravvivenza: grano, semola e quant'altro.
C'è un pezzo di storia molto significativo che possiamo recuperare, creare un percorso dei mulini storici, indipendentemente se ad acqua o ad aria, nelle Marche ce ne sono pochissimi, sarebbe un altro impulso al turismo, a quel turismo culturale su cui stiamo lavorando.
Ripeto, si tratterebbe di fare soltanto un programma dove censire quelli che meritano di essere recuperati, inserire qualche centinaia di migliaia di euro nei vari anni e chiudere questo discorso progettuale molto importante perché, ripeto, noi andiamo a recuperare una parte dei frammenti di storia della nostra regione e da essa possiamo trarre spunto per poter dire alle nuove generazioni: guardate, l'ingegno è una delle cose che ci può salvare perché se nel 1200, nel 1300 si sono inventati macchine specialistiche di questo tipo, che facevano di tutto, non si capisce perché noi oggi abbandoniamo questo settore, abbandoniamo l'idea di utilizzare le forze buone della natura per sviluppare energia, per sviluppare civiltà, cosa che stiamo facendo adesso a grandi livelli, ma lo possiamo fare anche a livello del quotidiano, a livello delle piccole comunità, ripartendo da questi mulini. Per cui vi invito nelle prossime variazioni di bilancio ad individuare perlomeno un mulino, indipendentemente dalla provincia, e che si possa concretizzare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Condivido anch'io in pieno questa mozione perché dai mulini passano la storia e l'economia della nostra regione. Per questo motivo non possono essere trattati come fossero dei ruderi appartenenti ad un lavoro del passato, privo di utilità.
Nell'ottica di un rilancio turistico/promozionale delle Marche, come avviene sapientemente in altri Paesi europei, i mulini storici ad acqua possono anche essere al centro di pubblicazioni ad hoc e di eventi mirati a far conoscere a turisti e studenti quella che è stata la vita ed il lavoro dei nostri avi e rivalorizzare le fonti di energia rinnovabili.
Invito anch'io l'Assessore Cesetti a fare uno sforzo nel prossimo assestamento, magari mettendo qualche risorsa per la valorizzazione dei mulini. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Sono veramente contento, soddisfatto di questa mozione del Consigliere Zaffiri anche perché è da tempo che mi occupo di un mulino ad acqua straordinario situato nel Comune di Acquasanta, nella provincia di Ascoli Piceno, si chiama mulino di Villa Piedicava, io l'ho visitato, è del 1500, dei tempi di Leonardo, Michelangelo, ancora completamente funzionante, io ho visto non solo le macine che sono originali, ma anche le pale che raccolgono l'acqua.
Questo mulino è funzionante, abbiamo visto che macina tutto quello che si butta dentro, mi sono attivato per cercare dei fondi, addirittura negli Stati Uniti, per vedere se c'era qualche multimiliardario che potesse adottarlo, perchè ha il tetto che sta crollando.
Questo mulino è privato, è di una famiglia che ce l'ha dal 1500, ma è straordinario, io non ho i depliant perché non li ho portati.
Purtroppo mi sono accorto, e capisco, che la Regione non può pensare a tutto, però se uno va a visitare questi luoghi si rende conto della loro straordinaria bellezza, ti riportano al 1500 e se non si riesce a ristrutturarli tutti, penso che vadano vagliati quelli che possono essere salvati.
Questo di Piedicava di Acquasanta è una cosa straordinaria, funzionante, purtroppo l'unico problema è il tetto che sta crollando, la struttura sta cedendo. Ho portato lì un architetto e un ingegnere per vedere i costi di messa in sicurezza e mi hanno parlato di 50/100 mila euro. Ho capito che le difficoltà sono enormi ed ho lanciato, tramite la rete in America, perché mia figlia vive lì, la proposta se qualcuno vuole adottare questo monumento storico del 1500, purtroppo ancora non ho avuto riscontri e questa mozione del Consigliere Zaffiri è una manna dal cielo.
Spero vivamente che, come ha detto il Consigliere Celani, quelli che possono essere salvati, siano 5, 6, 3, 10 indipendentemente dal luogo, lo siano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Da parte mia soltanto pochissime parole, tra l'altro avevamo deciso che per il nostro gruppo sarebbe intervenuto il Consigliere Traversini, l'ha fatto e l'ha fatto anche molto bene, indicando a mio avviso anche una forma di finanziamento quando ha fatto riferimento al Psr, tra l'altro dentro il Psr potremmo ragionare anche di Gal per trovare altre forme di finanziamento.
Vorrei ringraziare il Consigliere Zaffiri e devo complimentarmi anche con il Consigliere Celani perché mentre descriveva questi mulini ad acqua è come se avesse fatto una descrizione bellissima del Rinascimento, quindi complimenti e grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Credevo intervenisse il collega Pieroni, ma, Consigliere Zaffiri, io sono attento anche quando non sembra, tra i tanti doni che ho ricevuto c'è quello di avere la possibilità di seguire eventi diversi tra loro.
La mozione solleva l’attenzione su un patrimonio di edilizia storica di valore culturale secondo osservazioni generali del tutto condivisibili.
Per quanto riguarda il punto 1 della mozione che auspica una azione di ricerca e documentazione si rileva che la Regione Marche ha censito e catalogato, secondo standard ministeriali, il proprio patrimonio storico culturale attraverso il sistema informativo denominato SIRPAC. Tale patrimonio di conoscenza è accessibile, secondo livelli di accesso diversificati, attraverso il link www.beniculturali.marche.it. Nello specifico il sistema contiene oltre 20.000 schede di catalogo di beni architettonici (le cosiddette schede "A"). Fra queste esistono 165 schede afferenti alla tipologia mulino di cui 42 con la tipologia mulino ad acqua. Va evidenziato che tali schede sono state compilate in fasi diverse a seconda delle campagne di catalogazione svolte in periodi diversi; pertanto il dato informativo di dettaglio per quanto attiene lo stato di conservazione e di utilizzo deve essere necessariamente verificato ed eventualmente aggiornato a tale linea di attività, compatibilmente con le risorse disponibili, che potrà essere programmata sulla base dei prossimi programmi di attività.
Per quel che riguarda il secondo punto, relativo alla predisposizione di un elenco di beni da tutelare, si precisa che tale operazione va necessariamente svolta in collaborazione con gli uffici del Mibact cui compete l'emanazione dei specifici provvedimenti di tutela e l'individuazione delle priorità di intervento in quest'ambito.
L'eventualità di avviare un piano articolato di investimenti che consentano di programmare interventi di recupero strutturale di patrimonio edilizio storico si scontra con i vincoli di finanza pubblica imposti alle Regioni, che, in particolare, non consentono più il ricorso al credito per finanziare importanti programmi di spesa (operazione che aveva consentito la legge regionale cosiddetta dei terzo millennio citata in premessa).
Tuttavia la Giunta è disponibile a lavorare ad una rilevazione delle urgenze e delle priorità in materia anche al fine di avviare progettualità specifiche che consentano di attivare risorse europee o di diversa natura.
Questo tema è condivisibile, tra l'altro, Consigliere Zaffiri, i mulini ad acqua mi riportano indietro negli anni, negli anni dell'infanzia dove attraverso questi mulini nella piana di Piane di Montegiorgio ho avuto la fortuna, come tanti di noi, penso al Consigliere Celani, anche allo stesso Consigliere Zaffiri, di attraversare il tempo nelle sue diverse epoche, nella sua evoluzione.
Vedete, i mulini ad acqua rappresentano un'epoca della nostra storia, del nostro Paese, dopo c'è stata un'evoluzione rapida, il mulino ad acqua serviva per captare l'acqua del Tenna per macinare e per irrigare i campi, io figlio di contadini, con nonno contadino, ricordo tutto questo e l'evoluzione che c'è stata.
D'altra parte quelli erano i tempi, Consigliere Zaffiri, che lei ha letto in qualche libro e che io ho vissuto, allora è giusto recuperare quella storia che fa parte della storia del nostro Paese, della nostra terra, delle Marche in particolare.
Pensare oggi ad interventi sul bilancio regionale, con tutte le difficoltà che i bilanci regionali scontano e che ci siamo detti più volte, sarebbero interventi molto limitati, puri segnali, invece noi dobbiamo cercare di mettere in campo una progettualità che riesca ad intercettare le consistenti risorse europee, non ultime quelle del Psr, anche attraverso una sua rimodulazione e su questo, lo dico al Presidente Traversini, credo che la Commissione competente possa assumere insieme alla Giunta, e noi siamo disponibili, un’iniziativa in questo senso, cioè pensare ad una “rimodulazione” di quello strumento per intercettare risorse per un intervento, questo si, organico, strutturale, che racchiuda tutto il territorio regionale, credo che si possa fare attraverso quello strumento, noi siamo disponibili, quindi mettiamoci a lavorare perché questa importante mozione, che ci apprestiamo a votare e che io voterò, non resti sulla carta, ma da questa possa nascere qualcosa di positivo nel senso da voi auspicato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Una domanda Assessore, il titolare di questo straordinario mulino mi ha chiesto: “Non è possibile che venga tolto a questi mulini il dovere di aggiornare …”, lui mi diceva che le macine per macinare il grano - molti lo portano per fare la farina, io l'ho provata ci faccio la polenta è una cosa straordinaria - devono essere rivestite di acciaio, messe a norma, quindi mi chiedeva se era possibile escludere perlomeno i mulini storici da queste norme, lavorare e macinare il grano senza adeguarsi alle norme. Questa è la domanda che mi hanno posto che io riporto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Per dire la mia positività, vorrei tornare un attimo indietro e dare un consiglio all'Assessore Cesetti dove trovare questi fondi.
Noi abbiamo il famoso mulino fortificato di Montalto che è stato recuperato e che veniva indicato con un epiteto “la zecca di Sisto V” perché sembrava che in quel casato ci fosse effettivamente la zecca sistina, magari può vedere se c'è rimasto qualcosa li dentro? Auspico che l'Assessore Cesetti possa fare un giro da quelle parti mettendosi d'accordo con il Sindaco per vedere se c'è rimasto qualche baule con qualche papalino dentro.
A parte tutto, noi abbiamo degli esempi straordinari, come è un esempio straordinario il mulino fortificato di Montalto, mi sembra il Comune stia già investendo nei percorsi che sono stati fatti. Ce n'è uno in provincia di Ancona, non ricordo dove di preciso, che lavora molto bene ed è il mulino Spoletini a Piticchio di Arcevia, è in attività, è in mano ad una cooperativa e devo dire che lavora con gli stessi criteri di secoli fa. Dal punto di vista sia igienico che della sicurezza non è possibile alterarlo altrimenti verrebbe meno tutto l'aspetto prettamente storico.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 110. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 117
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
"Promozione dell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari"
(Discussione e ritiro)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 117 del Consigliere Fabbri, che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. Questa mozione fa riferimento alla legge regionale n. 29 del 2012 sul recupero e sulla distribuzione delle eccedenze alimentari.
Io ho presentato la mozione il 2 maggio che mirava a portare una variazione di bilancio per poter finanziare questa legge che dal 2012 non era mai stata finanziata, purtroppo!
Questa legge nasceva dalla fusione di 3 leggi, la Consigliera Ciriaci di Forza Italia l'aveva presentata l'8 marzo, la Giunta l'aveva ripresa, copiata e modificata il 14 maggio e di nuovo il Consigliere Latini il 18 maggio aveva fatto una proposta di legge che ricopiava e modificava in parte la stessa. Dalla fusione di queste tre leggi fotocopia tra di loro è venuta fuori la legge n. 39.
Sono soddisfatto perché da questa mia mozione nei fatti è venuto fuori il finanziamento per questa legge che era stata snobbata finora, nella variazione di bilancio erano previsti oltre 100.000 euro per il 2017. Io ho presentato due emendamenti alla variazione di bilancio per poter finanziare questa legge anche per il 2016 e il 2018, ma non sono stati approvati, senza neanche dare le motivazioni per cui questi soldi non si volevano stanziare.
Ora il 27 maggio, i Consiglieri Busilacchi, Traversini e Biancani hanno presentato una proposta di legge che è una proposta di legge specchio della legge regionale n. 39 che finanzia il settore per il 2018 e che a mio avviso ricalca questo modo di fare, per cui le idee buone vengono prese, copiate, ci si appropria della visibilità che dà una nuova pdl che nei fatti, pur avendo da una parte un titolo altisonante perché mette insieme l'economia solidale, la lotta agli sprechi, la prevenzione nella produzione dei rifiuti, aggiunge tre righe nel testo per quel che riguarda i farmaci non consumati insieme alle eccedenze alimentari.
A mio avviso, per fare una cosa seria, queste leggi andrebbero approfondite e suddivise. Perché parliamo di una cosa importante? Perché voglio soltanto riportare quattro dati di organismi internazionali, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, quindi la FAO, ha quantificato in 1,3 miliardi di tonnellate, pari ad un terzo della produzione, lo spreco di cibo destinato al consumo umano e l'osservatorio Waste Watcher quantifica in 8,1 miliardi di euro all’anno lo spreco domestico italiano nel 2014; in Italia vengono gettate via 5,1 milioni di tonnellate di cibo per un costo di 12,6 miliardi di euro all'anno.
Il Barilla Center for Food & Nutrition riferisce che in Italia ogni anno finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari per un valore di circa 37 miliardi di euro, un costo di 450 euro all'anno per famiglia, cibo che basterebbe a sfamare secondo la Coldiretti circa 44 milioni di persone.
L'Osservatorio sugli sprechi in Italia afferma che a livello sub domestico si spreca il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne ed il 32% di latticini, che significa una perdita di 1.693 euro l'anno per famiglia.
Questa cosa è un aspetto che dobbiamo in ogni caso affrontare, per forza. Allora io dico questo: il 2016 per questa norma non prevede fondi, ho presentato due emendamenti per riattualizzare la mozione con cui chiedo da una parte di dare applicazione a questa normativa e dall'altra di fornire la possibilità di introdurre un meccanismo che consenta alla Regione di accettare ed assegnare eventuali contributi economici provenienti da privati ricevuti esplicitamente per gli scopi della legge, per finanziare la legge stessa.
Ritengo che la prossima proposta di legge, sarò poi relatore di minoranza, in effetti non tenga fede al titolo che porta, quindi a mio avviso sarebbe più corretto emendare la normativa esistente. Viceversa invito la II e la III Commissione a prendersi carico di tre provvedimenti di legge strutturati, completi, su tre aspetti importantissimi che sono quelli enunciati nella normativa proposta, la proposta di legge n. 67, l'economia solidale, che apre un mondo in questo settore che non è soltanto eccedenze alimentari e farmaci, la produzione di eccedenze alimentari e la sovraproduzione. Andiamo incontro a tutto un altro mondo che va assolutamente approfondito non con un abbozzo nel titolo e nessun articolato che lo spieghi, alla fine abbiamo il Piano regionale dei rifiuti ed il Programma regionale di prevenzione alla produzione dei rifiuti che vanno emendati e affrontati.
Ritengo che, primo, copiare le idee e appropriarsene sia una pratica non più accettabile, questa cosa qua la voglio dire, è la seconda volta che su questa legge avviene; secondo, se realmente vogliamo affrontare questo discorso impegniamoci come Commissione a fare delle proposte articolate su questi settori.
Detto questo ritengo che la mia mozione sia ancora votabile e spero si apra un cammino condiviso e serio per affrontare i tre temi che ho portato all'ordine del giorno con questo mio stimolo che è la mozione del 2 maggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. Ringrazio il Consigliere Fabbri per la sua sensibilità su un tema che condivido, che condividiamo tanto che la Giunta ha anche rifinanziato questa legge, però nel frattempo, proprio perché la maggioranza condivide questo tema, quello del recupero della distribuzione delle eccedenze alimentari, ma non solo, più in generale, riteniamo che sia utile inserirlo in una fattispecie più vasta, più ampia, che è il tentativo di ridurre la produzione di rifiuti e di sensibilizzare la popolazione su questo tema.
Insieme ai Consiglieri Traversini e Biancani abbiamo formulato una nuova proposta di legge più ampia che abroga la precedente, la n. 39 del 2012, sposta il tema delle eccedenze alimentari e lo inserisce in una prevenzione nella produzione dei rifiuti , introducendo anche il tema, come lei ricordava, dei farmaci non scaduti, ma non solo, propone delle attività di ricerca, di informazione e sensibilizzazione per i cittadini su tutti questi temi.
Inoltre, e lo voglio dire, precisa, proprio perché la fattispecie è più ampia, una nuova posta di bilancio, che prima era individuata in un capitolo del terzo settore, quello del banco alimentare, spostandoci andiamo ad un nuovo capitolo di bilancio che avrà un finanziamento certo, perché sul tema della prevenzione dei rifiuti esiste un capitolo di bilancio specifico per queste iniziative, quindi la nuova proposta di legge darà maggiore certezza nei prossimi anni a questo genere di attività.
Le chiedo, visto che lei ha questa sensibilità, di ritirare la sua mozione e di sottoscrivere la nostra proposta di legge, altrimenti è evidente che saremo costretti, pur condividendo il tema di fondo, a bocciare una mozione che va esattamente nel senso opposto alla proposta di legge.
Noi siamo contrari ad andare avanti con la legge n. 39 del 2012 che interviene solamente su una singola fattispecie e che, per come è stata formulata, non prevede una certezza di bilancio sul tema più vasto che è quello della prevenzione dei rifiuti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Condivido l'intervento del Capogruppo del PD, ma con qualche motivazione diversa.
La prima è che la mozione, per sua natura fatta molto bene, è una legge, non ha la caratteristica della mozione, ha la caratteristica della legge, c'è un articolato che attraverso alcuni verbi molto chiari: finanziare, stabilire entro 3 mesi, determinare i criteri, a tutti gli effetti, Consigliere Fabbri, è una legge, e se viene approvata dal Consiglio regionale da domani la Giunta dovrà finanziare questo e rispettare dei termini.
Ho visto che c'è un ammorbidimento nell'emendamento presentato che dice: “Stabilire con urgenza” perché è così, cioè al di là del merito della questione, sul quale magari quando si parlerà della legge avrò modo anche di inserire qualcosa, qualche altro elemento - disponibilissimo se il gruppo del PD è d'accordo ad aggiungere la mia firma - nella sostanza tante questioni possono essere sollevate, ad esempio: un intervento finanziario che recuperi le eccedenze non incentiva le eccedenze? Siamo in Italia, bisognerebbe pensare a modalità che, facendo leva sulle esperienze già maturate, ci aiuti a capire quale sia la cosa più opportuna. Qui manca secondo me, ma no qui, in genere, quale può essere il vero coinvolgimento dell'associazionismo no profit, delle famiglie, fondamentale perché si crei una cultura che non vada nella direzione dello scarto.
C'è una serie di considerazioni e, ripeto, la mozione di una pagina oggettivamente è molto riduttiva sia per la discussione che suscita rispetto a quella amplissima che abbiamo fatto sui mulini ad acqua, che nella sostanza, in quanto lascia inevase molte questioni, quindi mi unisco alla proposta nel dire i contenuti di questa mozione possono essere recuperati e diventare un patrimonio comune e in questo senso do la mia collaborazione insieme al Movimento 5 Stelle e al PD.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Prendo atto che c'è l'interessamento a questi temi che a mio avviso sono molto importanti, ribadisco però quale potrebbe essere il corretto iter di sviluppo di questi temi dal punto di vista normativo regionale, perché esiste una norma del 2012 che non è stata applicata né finanziata, è finanziata solo per il 2017 con una voce di bilancio, però ancora manca l'organo di cui al punto uno della mozione, quindi ritengo sia più semplice emendare questa legge piuttosto che farne una ex novo copiata.
Seconda cosa, la proposta di legge n. 67 che andremo in futuro a discutere ha un titolo a mio avviso troppo ampio e un articolato, per come c'è stato consegnato pochi giorni fa in Commissione, troppo ristretto perché aggiunge due righe sui farmaci e ricopia l'atto che vuole abrogare. A mio avviso si rischia di fare confusione.
Rinnovo il mio invito, potremmo mettere nero su bianco, magari con un ordine del giorno, con una risoluzione che la II e la III Commissione si prendono l'impegno di sviluppare i tre aspetti della proposta di legge n. 67 in maniera organica, quindi: economia solidale, lotta agli sprechi, prevenzione nella produzione dei rifiuti, come terzo, perché l'articolato attualmente proposto è gravemente insufficiente da questo punto di vista.
Ripeto, sulla mozione non faccio una battaglia perché di fatto l'avete già applicata, con la proposta di legge andate a finanziare questo settore per il 2018, nella variazione di bilancio per il 2017 avete già messo i soldi sulla vecchia legge che stornerete eventualmente sulla nuova, rimane il buco del 2016.
Sono contento che la mia sollecitazione sia andata in porto, però per correttezza ritengo di emendare la legge esistente per le eccedenze alimentari, mentre per gli altri tre aspetti sviluppiamo delle proposte di legge organiche perché la n. 67 per come è stata proposta, poi ne discuteremo in Commissione, è vuota.
Per fare le cose seriamente, se è vero che non vogliamo dare visibilità perché così l'iniziativa non é del Movimento 5 Stelle, ma diventa del PD o di altri, diamo un certo filo logico alla nostra azione come Consiglieri e come Consiglio regionale, altrimenti facciamo la solita “annuncite” nazionale, non voglio nominare chi è affetto da annuncite.
Detto questo, aspetto un cenno per questo impegno che chiedo ai Presidenti della II e della III Commissione.

PRESIDENTE. Consigliere Fabbri non la ritira?

Piergiorgio FABBRI. Chiedo 5 minuti di sospensione. La posso ritirare se c'è un impegno da parte delle due Commissioni ad approfondire in maniera organica l'argomento introdotto dalla proposta di legge n. 67 perché come fino adesso proposto non è soddisfacente.

PRESIDENTE. Credo che la risposta sia affermativa e che non ci sia bisogno di sospendere.

Piergiorgio FABBRI. Qual è lo strumento con cui le due Commissioni …, i Consiglieri Biancani e Traversini facciano ad esempio una dichiarazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. La proposta di legge più della mozione consente alla Commissione un'analisi approfondita, una partecipazione con gli addetti ai lavori, con i funzionari, con i dirigenti, con coloro che si occupano di questi temi, consentirà un approfondimento di tutti, io le ho già detto, proprio perché non c'è alcuna volontà di mettere il cappello su niente, che siamo ben contenti se lei cofirmerà questa proposta, più di così non so cosa dire.
Se adesso ritira questa mozione intraprenderemo un percorso partecipato e condiviso da tutti che evidentemente avrà un momento di approfondimento in Commissione. Qualsiasi aspetto che può migliorare la proposta di legge in Commissione inserendo nuovi articoli ben venga.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ritiro la mozione perché apriremo un discorso condiviso ed approfondito in Commissione, quindi struttureremo il discorso con gran piacere perché ritengo che sia una cosa condivisibile, indipendentemente dall'appartenenza alle forze politiche.

Mozione n. 141
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Rischio esodati della Scuola per docenti III^ fascia di Istituto”

Mozione n. 143
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Rischio esodati della Scuola per docenti abilitati non stabilizzati”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozione nn. 141 e 143 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA (parla dai scranni della minoranza). Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, vorrei richiamare un po' la vostra attenzione perché queste due mozioni sarebbero dovute essere posizionate all'inizio delle altre per l'importanza che rivestono e per la trasversalità degli argomenti.
Qui andiamo a discutere argomenti che meritano la massima attenzione, poiché coinvolgono la vita di molti cittadini e delle loro famiglie.
Ci troviamo difatti di fronte alla possibilità di una "emergenza esodati", questa volta nel settore della scuola, perché si stanno ponendo problemi molto gravi per motivi diversi sia per gli insegnanti abilitati nella cosiddetta II^ fascia di Istituto che per quelli della III^ fascia di Istituto degli insegnanti precari.
Ho voluto diversificare le due mozioni proprio per distinguere le problematiche che però portano agli stessi effetti. Nel primo caso gli insegnanti di II^ fascia saranno esclusi dalla possibilità di utilizzare contratti a tempo determinato, pur avendo maturato diversi anni di insegnamento; conosco colleghi che insegnano da 20 anni.
Il comma 131 della legge 107/2015 (la cosiddetta Buona Scuola) difatti recita che "a decorrere dal 1 settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato non possono superare la durata complessiva di 36 mesi, anche non continuativi": ecco quindi negata la possibilità a persone con famiglie di mantenere, di insegnare magari anche solo con contratti a tempo determinato.
Come sappiamo è stato bandito un solo concorso a cattedra per un numero di posti esiguo, tanto che nemmeno il piano straordinario di assunzioni è stato sufficiente a diminuire le supplenze della scuola italiana.
Il nuovo concorso, oltre tutto si sa già, che non coprirà l'intero fabbisogno e ancora agli insegnanti abilitati di II^ fascia continua ad essere negata la possibilità di assunzione per scorrimento della graduatoria.
Problema analogo è quello degli insegnanti precari della III^ fascia di Istituto. Per essi, allo scadere della graduatoria attualmente valida (scadenza nel 2017), la fascia in oggetto sarà aggiornata per chi ne fa parte ma chiusa a nuovi ingressi e in assenza di misure transitorie (cioè la possibilità di abilitarsi) gli iscritti a questa fascia saranno tenuti in una specie di limbo lavorativo, per poi essere spazzati via nel limite dei 36 mesi per il rinnovo dei contratti a tempo determinato, anche se svolgono un servizio identico per mansioni e responsabilità a quello dei colleghi di ruolo. Sono tanti gli incaricati annuali molto spesso nella stessa scuola, nello stesso istituto.
Per gli insegnanti di III^ fascia servirebbe quindi un nuovo percorso abilitante speciale (i cosiddetti PAS), in quanto tale percorso non prevede un numero chiuso e comprende tutte le classi di concorso.
Vi faccio notare che qui non si tratta di sanatorie o favoritismi, si tratta semplicemente di applicare una Direttiva Europea (la 36/2005), che risulta disapplicata dal Governo nazionale, tramite un atto che spetterebbe di diritto a coloro che hanno maturato tre anni di servizio nell'arco di 10 anni, quindi ai più.
Si pensi inoltre ai danni erariali ed ai ricorsi che sono già pronti. Per quanto concerne il danno erariale sappiamo che abilitarsi all'estero costa poco più della metà di qui: quindi con 5.000 euro, alloggio compreso, un percorso abilitante all'estero in 6 mesi fa ottenere un punteggio superiore a quello fornito dai percorsi abilitanti speciali (PAS), senza dover effettuare riconoscimenti in Italia.
Invito pertanto l'Assemblea tutta ad impegnarsi, per quanto concerne la III^ fascia di Istituto, a sollecitare il Ministro dell'Istruzione, che emetta un decreto, affinché si proroghino i termini del provvedimento sui percorsi abilitanti speciali (PAS) per gli insegnanti con adeguati livelli di esperienza.
Difatti il limite non è perentorio e che lo stesso TFA, descritto come transitorio, di fatto è consolidato, perché non è ancora stato attuato il DM 249/2010, che prevede l'abilitazione tramite gli istituti magistrali.
Nel caso della II^ fascia, si chiede al Governo di impegnarsi con atti concreti volti a garantire un futuro, in troppi casi attualmente negato, ai docenti abilitati di questa fascia di istituto.
Considerata la trasversalità del problema, chiedo un impegno unitario ed unanime per la votazione di queste due importantissime mozioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei ringraziare la Consigliera Malaigia per aver posto all'attenzione dell'Aula questo importante tema.
La questione dei precari purtroppo non è nuova, ci portiamo avanti negli anni, ci sono molte famiglie che si trovano in questa situazione, ci sono degli insegnanti che giustamente ambiscono ad un posto nella scuola che, dal mio punto di vista, spetta loro di diritto per aver servito con dedizione questa istituzione.
E' chiaro che quello che si chiede è un impegno che deve prendere il Governo, per cui noi possiamo solo auspicare che sia sensibile a questa nostra richiesta, ed è quello che come Regione possiamo fare perché questa è una materia di competenza statale.
Secondo me, sarebbe importante che questa mozione venga approvata all'unanimità per dare un segnale forte e sottolineare che questa Regione ha a cuore il tema della scuola, soprattutto quello della scuola pubblica perché qui stiamo parlando di scuola pubblica.
Ricordo inoltre che la stabilizzazione del corpo docente consente anche una maggiore fruibilità della scuola perché la continuità dell'insegnamento è un fattore importante che incide sull'apprendimento dei ragazzi, pertanto sottolineo ancora una volta l'importanza di questa mozione, ringrazio la Consigliera Malaigia e il sottoscritto voterà sicuramente a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Le mozioni che sono state presentate mettono in evidenza un problema che è consistente e sul quale tutte le Regioni cercano di muoversi per chiedere quello che voi avete chiesto.
Nella graduatoria di istituto abbiamo queste tre fasce, mentre la I^ è quella un po’ più tutelata, la II^ e la III^ vanno a scendere nella tutela. La I^ riguarda gli abilitati ai Gae, la II^ gli abilitati e la III^ i non abilitati. Poi ci sarebbero tante altre cose da dire, ma sicuramente avendo fatto la mozione le avrete chiarite per conto vostro.
Io direi questo: la mozione 141 chiede in primo luogo un impegno della Giunta con il Ministero per la proroga dei termini del provvedimento sui Pas, i percorsi abilitanti speciali, è possibile fare questo in sintonia con altre Regioni perché di fatto si parla di docenti appartenenti alla III^ fascia non in possesso di abilitazione con un'esperienza lavorativa, che lei diceva, di 36 mesi. Il problema si porrà dopo, perché con i Pas tali docenti entrerebbero nella II^ fascia che è penalizzata, ed entra anche l'altra mozione.
Infatti nella mozione n. 143 si chiedono chiarimenti al Ministero per i docenti di II^ fascia, il problema evidenziato è reale perché nella graduatoria di istituto, finita la I^ fascia si chiamano i docenti della II^ fascia, che attualmente potrebbero non essere più chiamati come lei ha già detto, perché ci sono docenti immessi per concorso e anche perché la 107 del 2015 apre un attimo e attinge dal personale Gae, graduatoria ad esaurimento.
In parole povere, non mi dilungo, gli insegnanti di III^ fascia passerebbero alla II^ che è la più penalizzata, le due mozioni sono legate, perché chi soffre è chi sta in mezzo e chi, come diceva il Consigliere Bisonni, serve la scuola da tanto tempo.
Su questo il Ministero non ci ha detto cosa fare, quindi direi che possiamo sollecitare. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 141. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 143. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 139
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Mastrovincenzo
“Comune di Monte San Vito: progetto presentato dalla società SNAM rete Gas per la realizzazione di n. 1 impianto trappola a monte del metanodotto in uscita dall'impianto Eni E&P”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 139 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Vista l'ora cercherò di essere sintetico.
Avevamo già discusso nelle comunicazioni dello scorso Consiglio regionale la possibilità di intervenire subito con un atto dell'Aula su questo tema.
Alcune settimane fa c'è stato comunicato con una nota del Ministero dello sviluppo economico che la società Snam rete Gas ha richiesto l'autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio di una nuova unità di misura e filtraggio per i metanodotti a Falconara Marittima e questa installazione agli allacci esistenti prevederebbe due impianti a monte ed a valle dei suddetti metanodotti, rispettivamente a Falconara Marittima e a Monte San Vito.
In particolare la Giunta del Comune di Monte San Vito ha espresso parere contrario a questo intervento adducendo come motivazione che non sono state descritte le emissioni in atmosfera che possono derivare dagli sfiati, ci sono candele di scarico di oltre 9 metri, un'area per questi impianti di oltre 4 ettari in un territorio ricco dal punto di vista turistico e della valorizzazione di produzioni agricole di pregio.
Voglio anche ricordare che il Comune di Monte San Vito per molti anni consecutivi ha avuto il riconoscimento di bandiera verde per l'agricoltura, è uno dei Comuni fondatori dell'associazione nazionale città dell'olio.
Tra l'altro questo impianto sorgerebbe proprio nelle prospicienze di un territorio di proprietà di una azienda che produce un olio di altissima qualità, tanto che è stata l'unica azienda del settore che ha rappresentato la regione Marche ad Expo 2015 e che ha tutte le certificazioni biologiche di qualità, quindi c'è il rischio che questo impianto possa arrecare dei danni a questa produzione biologica, oltre alle questioni già dette perché la bellezza di questo territorio è un punto di forza anche sul piano turistico.
Per queste ragioni, la mozione impegna la Giunta a farsi promotrice presso il Ministero per trovare altre possibili soluzioni.
Devo dire che ho già parlato con l'Assessore Sciapichetti che come sempre è molto disponibile ed ha analizzato la questione, abbiamo già preso del tempo soprattutto in vista dell'intesa Stato-Regioni che dovrà definitivamente decidere sulla questione.
Ho visto che ci sono degli emendamenti del Movimento 5 Stelle che ritengo accoglibili perché rafforzano un po' il senso di questa mozione, chiedono di rivalutare anche l'iter delle controdeduzioni perché non è stato trasmesso in tempo il documento del Comune di Monte San Vito. Cerchiamo di prendere un po' di tempo nell'intesa Stato-Regioni in modo da poter salvaguardare questa realtà di eccellenza del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Sono d'accordissimo, gli idrocarburi sono il mio pane, quindi dò un supporto informativo su che cosa stiamo parlando.
Io sono d'accordo, ma la cosa non è semplice e vi spiego perché.
Le trappole sono progettate per consentire sia il lancio che il ricevimento dei pigs, cosa sono i pigs? Sono delle sfere di acciaio enormi che servono per pulire, scrostare il metanodotto nel quale viene trasportato il gas, servono anche per l'ispezione, la calibrazione e la separazione delle proline che in questo caso sono da 10 e 20 pollici.
Cosa sono questi pigs? E’ importante capire questo, sono degli elementi di forma sferica che vengono inseriti nel gasdotto e vengono spinti dal flusso del gas e si muovono a scopo di pulizia e controllo della tubazione. Qual è il problema di cui stiamo parlando? E' che queste trappole, quindi il lancio ed il ricevimento dei pigs, devono essere uno all'inizio ed uno alla fine della proline, del metanodotto.
Non ci sono molti margini di miglioramento a meno che non si sposti completamente il metanodotto, tutto l'asse del metanodotto, perché non è possibile spostare una trappola solo per il motivo di farlo, ci sono dei procedimenti di sicurezza che vanno valutati.
Io sono pienamente d'accordo con la mozione però credo che al Ministero si troveranno molte problematiche perché ritengo che spostare una trappola di ricevimento o di lancio, quella di lancio probabilmente sarà a Falconara e quella di ricevimento a Monte San Vito o viceversa, comporterebbe lo spostamento di tutta la proline, quindi potrebbero esserci dei problemi molto più grandi di quello che crediamo.
Il mio voto sarà naturalmente favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Giorgini. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Venendo incontro a quello che diceva il Consigliere Giorgini noi siamo assolutamente favorevoli a questa mozione, però vogliamo un po' integrarla e rafforzarla con un paio di emendamenti con i quali si chiede un impegno alla Giunta di fare riesaminare agli organi competenti la procedura in base a delle osservazioni della controparte che non sarebbero pervenute.
Chiediamo quindi in via di autotutela di impegnare gli uffici per vedere se effettivamente è il caso di fare quella struttura in quella zona o meno. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Giorgini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 139 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,00.