Resoconto della seduta n.41 del 12/04/2011
SEDUTA N. 41 DEL 12 APRILE 2011

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 40 del 5 aprile 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 139/2011 del Consigliere Bucciarelli: “Incidenti prodotti dalla circolazione di veicoli contromano nelle autostrade e superstrade”;
- n. 140/2011 del Consigliere Latini “Rischio nucleare”;
- n. 141/2011 del Consigliere Marinelli: “Direttiva Bolkestein - Sostegno agli stabilimenti balneari e alle attività portuali”;
- n. 142/2011 del Consigliere Latini: “Piano di accoglienza per i profughi”;
- n. 143/2011 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi: “Concessioni demaniali con finalità turistico ricreative - direttiva Bolkestein”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Badiali.

Diamo inizio ai nostri lavori, però non prima di aver salutato, credendo di interpretare i sentimenti di tutti i colleghi Consiglieri, le due scuole medie che oggi sono qui per assistere ai lavori dell’Assemblea legislativa della Regione Marche: la Scuola media di Orciano classi I A, I B, I C e I E, la Scuola media di Cantiano classe III E.
A nome mio personale e dell’intera Assemblea do il benvenuto agli studenti e ai loro insegnanti Grazie della vostra presenza.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Giorgi, ne ha facoltà

Paola GIORGI. Siccome per la prossima volta, Presidente, è prevista la seduta comunitaria, chiedo che in quell’occasione venga discussa la mozione n. 143 sulla Bolkestein che appunto è materia comunitaria.

PRESIDENTE. Avendo poc’anzi dato comunicazione della presentazione di questa mozione, la iscriveremo senz’altro nella sessione comunitaria, abbinandola anche alla mozione presentata dal Consigliere Marinelli e a tutte quelle che dovessero intervenire prima della discussione del punto.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Comunico all’Aula che nell’incontro con i Presidenti dei Gruppi assembleari abbiamo deciso una variazione relativamente al punto 3) dell’ordine del giorno. Ossia, discutiamo prima il punto 3) poi passeremo al punto 6) e al punto 11) per poi riprendere dal punto 4). Questo è quanto concordato nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Se non ci sono osservazioni do per accolta questa variazione.
Ha chiesto parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà

Raffaele BUCCIARELLI. E’ vero che alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi è stato deciso questo ma non all’unanimità. Inoltre, Presidente, lei non ha detto niente relativamente al punto 7).

PRESIDENTE. Io mi ero assunto l’impegno di dare comunicazione rispetto alla suddetta variazione, mentre per quanto riguarda il punto 7) quella richiesta secondo me chi l’ha fatta la deve riproporre in Aula.
Questo era l’accordo che avevamo raggiunto. Mi sembra peraltro di aver capito durante la Conferenza dei Capigruppo che la richiesta verrà fatta nel momento in cui arriveremo al punto 7) .

Raffaele BUCCIARELLI. Bene, allora mi riservo di intervenire quando verrà fatta la richiesta.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, ne ha facoltà.

Dino LATINI. Per due richieste, Presidente. Primo, se è possibile abbinare la mozione n. 140 sul rischio nucleare a quelle già iscritte al punto 4) dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Non credo ci siano obiezioni ad abbinarla.

Dino LATINI. La seconda richiesta, Presidente, è se è possibile iscrivere e anticipare la discussione della mozione n. 142 sul piano di accoglienza profughi, considerata l’importanza di natura nazionale e la ricaduta a livello regionale.

PRESIDENTE. A proposito di questa richiesta debbo peraltro dire che l’Assessore Marconi ha dato disponibilità a fare nella seduta odierna una comunicazione proprio sul tema dell’accoglienza degli immigrati, che quindi verrà svolta dopo la trattazione delle interpellanze e delle interrogazioni e prima di passare alle mozioni.
Credo allora che in quell’occasione possa essere assolta la richiesta del Consigliere Latini.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Presidente, chiedo l’attenzione del Capogruppo del PD e se possibile la presenza dell’Assessore Canzian.
In Conferenza dei Capigruppo è stata presentata dall’Assessore Canzian e da parte della maggioranza la richiesta di rinviare le mozioni sul rigassificatore di Falconara-Ancona, peraltro di rinviarle sine die e quindi di non riproporle neppure per la prossima seduta del 19.
Per cui chiedo, Presidente, visto che si sta costruendo l’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa e vista anche la presenza di cittadini venuti ad assistere alla discussione, che le motivazioni riguardo a questo rinvio vengano date in questo momento, affinché i cittadini...

(applausi del pubblico)

PRESIDENTE. Scusi un attimo, Consigliere Binci. Io comprendo lo stato d’animo, comprendo tutto, ma prego i pubblico presente di astenersi da qualsiasi tipo di manifestazione di assenso o di dissenso, è d’obbligo partecipare ai lavori assembleari in un certo modo.

(dai banchi del pubblico viene esposto un manifesto di protesta)

PRESIDENTE. Guardate, non è un atteggiamento di rigidità, ma nelle Istituzioni non è possibile andare oltre ciò che prevede la normativa, chiaro! Il cartello deve essere subito rimosso! Se si continua così sospendo i lavori! Peraltro ci sono anche le scolaresche!

(il pubblico continua la protesta)

PRESIDENTE. Benissimo! A questo punto se non verrà subito rimosso quello striscione e non vi sarà silenzio, sospenderò i lavori!
Prego, Consigliere Binci, continui.

Massimo BINCI. Dicevo, qui sono presenti cittadini di un territorio su cui potrebbe andare ad insistere un rigassificatore, che è un’industria ad alto rischio. Questi cittadini hanno sospeso le loro attività lavorative per poter assistere ai lavori e quindi comprendere le posizioni della politica, le posizioni di chi li rappresenta rispetto ad una questione, credo ne abbiano il diritto.
Quindi chiedo vengano rese pubbliche le motivazioni di chi a sua volta chiede il non pronunciamento prima del 27, momento in cui è richiesta l’intesa, cosicché i cittadini possano essere tranquillizzati. E chiedo anche di mantenere questo punto all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Lei è stato chiarissimo, Consigliere; peraltro questo tema lo abbiamo già trattato durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Capisco che non è indifferente, anche nello stile e nelle modalità, trattare in presenza di persone o trattarlo in assenza di persone, però la linea è questa. Ossia, io all’ordine del giorno ho iscritto il punto 7), se su questo non avrò nessuna richiesta - più o meno motivata, non è che posso obbligare qualcuno a farlo – io ovviamente lo porrò in discussione. Se poi ci sarà qualche Consigliere o un Assessore che invece ne vorrà anticipare la trattazione, così come appunto chiesto dal Consigliere Binci, io su questo non avrò certo un potere coercitivo nei confronti appunto di quei Consiglieri che vorranno prendere la parola.
Quindi ora, Consigliere, posso solo sottolineare la sua richiesta, punto.
Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla trattazione del punto 1)... (…) Consigliere Binci, l’Assessore Canzian non può parlare attraverso la sua persona, se desidera intervenire chiede la parola a me e non a lei! (…) Consigliere Binci, io non capisco cosa chiede! Il punto 7) è iscritto all’ordine del giorno e quindi lo trattiamo dopo il punto 6!

Massimo BINCI. Esatto, Presidente, io infatti chiedo che rimanga in quell’ordine.

PRESIDENTE. Io capisco che il tifo gioca brutti scherzi, ma non si è mai sentito – non si è mai sentito! - che rispetto a un punto che è all’ordine del giorno si chieda la conferma di quello stesso punto!! Ma che razza di idea diamo di quest’Assemblea! Lei cosa chiede, Consigliere! (...) Binci, Binci! Guardate, io così non intendo andare avanti, sospendo tutto e la discussione muore qui! Binci, la prego, lei è Consigliere! (...) Binci, Binci, lei non può fare questo show! La chiamo al senso di responsabilità delle Istituzioni! L’argomento è iscritto al punto 7)! Ripeto, se non ho la richiesta di un Consigliere o di un Assessore di rinviarlo verrà trattato, cosa vuole da me! Guardi, le confermo, come Presidente di questa Assemblea, che il punto 7) è al punto 7) quindi verrà trattato dopo il punto 6)! (…) Ancora, Consigliere, Binci?!

Massimo BINCI. E’ per dire, Presidente, che secondo me è un insulto all’intelligenza la posizione di chi, Giunta e maggioranza, ha espresso la richiesta di rimandare sine die la discussione su questo punto e poi in Aula non la formalizza!

PRESIDENTE. Consigliere, prendo atto...

Massimo BINCI. La politica è questa, tira il sasso e nasconde la mano! Chiedo quindi all’Assessore di essere coerente e di riproporre quello che ha fatto.

PRESIDENTE. Consigliere Binci! Consigliere Binci! Abbia pazienza, si è capito cosa intende! Lei ha parlato una prima volta, poi ha potuto parlare anche una seconda volta, lei lo sa, io su queste cose non sono così rigido, però a un certo punto dobbiamo mettere un punto. Le ripeto, cosa lei intende si è capito, tutti l’hanno capito!


Interpellanza n. 14
del Consigliere Zaffini
“Rilascio Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) alla Ditta F.lli Rossi fù Alderige sita nel Comune di Fermignano (PU)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 14 del Consigliere Zaffini. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Dalle informazioni acquisite dall’Ufficio che ha relazionato in data 18 gennaio 2011 risulta quanto segue.
Cronistoria.
La Ditta F.lli Rossi fu Alderige S.r.l. opera nel settore della “galvanica a caldo” dal 1970 e possiede attualmente tre stabilimenti in Emilia Romagna, Marche e Abruzzo.
Nell’impianto ubicato nelle Marche, in comune di Fermignano, Strada Provinciale Metaurense n. 8, la Ditta svolge attività di produzione di manufatti in ferro e trattamento di recupero di sottoprodotto proveniente dalla zincatura che si presenta sotto forma di ceneri (di zinco). Con la realizzazione del nuovo impianto, autorizzato da questa PF con decreto n. 52NAA08 del 20 maggio 2010, si concretizzerebbe una sorta di completamento dell’attività attualmente svolta nello stabilimento, della proprietà medesima, già esistente a Fermignano, in quanto lo zinco proveniente dall’attività di recupero verrebbe utilizzato in loco, per effettuare la zincatura a caldo delle lamiere, con conseguente eliminazione degli impatti ora derivanti dal trasporto su strada, in altri opifici. In sostanza, si realizzerebbe un impianto unico per il recupero dello zinco e l’utilizzo dello stesso. Per ottenere le autorizzazioni necessarie la ditta F.lli Rossi fu Alderige S.r.l ha presentato presso la Regione istanza per l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) in data 21 settembre 2006, contestualmente all’istanza per la verifica, ai sensi dell’art. 6 della LR n. 7 del 14 aprile 2004, dell’eventuale necessità di sottoposizione a VIA.
Il procedimento di verifica si è concluso con decreto del Dirigente della PF Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali n. 2NAA 08 del 15 gennaio 2007, con il quale si è disposto l’assoggettamento del progetto a VIA, con conseguente sospensione del procedimento di AIA.
Il procedimento di Valutazione Impatto ambientale si è concretizzato con la conferenza dei Servizi alla quale sono stati invitati il Comune di Fermignano, la Provincia di Pesaro e Urbino, I’ARPAM ed il Corpo Forestale dello Stato. In tale sede il Comune di Fermignano non ha espresso parere negativo, ma ha chiesto la realizzazione di opere di compensazione ambientale, per bilanciare l’incremento degli impatti derivanti dall’esercizio della nuova attività. Il Comune ha mostrato quindi, di accettare la nuova attività, seppure con la contropartita delle opere di compensazione.
Tale procedimento si è concluso con decreto dirigenziale n. 53NAA_08 del 18 giugno 2009 con il quale la regione ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni. Una volta rilasciato tale provvedimento di VIA si è dato impulso all’istruttoria AIA nel corso della quale si sono acquisite le necessarie integrazioni documentali nonché i contributi istruttori dei vari enti e si è svolta in data 23 febbraio 2010 la Conferenza dei Servizi decisoria. Conseguentemente l’Autorità Competente ha rilasciato l’AIA con decreto dirigenziale n. 52NAA 08 del 20 maggio 2010.
L’interpellanza riguarda in particolare i seguenti punti.
1. Abbia esercitato e continua ad esercitare l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi non avendo i requisiti urbanistici richiesti per legge, e nonostante che i! Sindaco abbia informato dei fatti gli organi competenti.
La Ditta prima dell’AIA esercitava l’attività di recupero dei rifiuti non pericolosi in procedura semplificata. L’AIA sostituisce tali autorizzazioni che rientrano in regime ordinario tanto che all’Azienda è stata richiesta la presentazione della fideiussione.
Lo stabilimento inoltre, risulta conforme sotto il profilo urbanistico, infatti “tale stabilimento ricade quasi interamente all’interno di una zona censita con P1 ovvero zona industriale-sistema di produzione, ove sono consentiti interventi edilizi di ristrutturazione e ampliamento e in parte in zona V3 ovvero pianura coltivata”. In particolare i tre fabbricati nei quali si svolge l’attività sono compresi in zona industriale, mentre una piccola porzione di area scoperta si trova in zona agricola.
2. Sia stata autorizzata al convogliamento e trattamento di emissioni gassose con caratteristiche chimico-fisiche completamente diverse in un sol camino, nonché unico impianto di trattamento.
L’argomento è stato trattato dall’ARPAM di Pesaro con il parere di cui alla nota n. 70759 del 4 marzo 2008, che ha costituito il presupposto per l’autorizzazione di un camino unico.
In sostanza I’ARPAM conferma l’ammissibilità di un camino unico, in quanto la suddivisione delle emissioni in due camini separati, comportando la necessità dell’utilizzo di idrossido di calcio per evitare l’intasamento delle tele del filtro a maniche (che invece non si intaserebbero convogliando le due emissioni in un camino unico), causerebbero la produzione di un rifiuto in più da smaltire in discarica come speciale pericoloso (l’idrossido di calcio), l’utilizzo e la gestione di un chemical aggiuntivo (idrossido di calcio) e infine maggiori consumi energetici e maggiori volumi di emissione in atmosfera.
Si rammenta la definizione di migliori tecniche disponibili ai sensi del D.Lgs. 152106 (art. 268 comma 1 lettera aa) e, in modo più completo, D.Lgs n. 152/06 (art. 5 lettera I ter): “la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso”.
Pertanto l’attuale emissione unica rappresenta la migliore tecnica disponibile.
3. Abbia ottenuto parere positivo di compatibilità ambientale per l’attività di zincatura a caldo in un sito ove è già presente un’attività di recupero rifiuti, senza che siano stati valutati gli impatti complessivi, tenuto conto che nel sito confinante è presente un’altra attività di zincatura a caldo di ditta terza.
La scelta di localizzare l’attività di zincatura nella stessa area in cui sorge l’impianto esistente (attività di produzione di manufatti in ferro e trattamento di recupero di sottoprodotto proveniente dalla zincatura, che si presenta sotto forma di ceneri di zinco), è stata considerata e motivata dalla ditta con riferimento sia alla conformità urbanistica dell’area, che è individuata dal PRG come area industriale insalubre di prima classe, sia con riferimento ai benefici ambientali derivanti da siffatta localizzazione, in termini di risparmio di inquinamento. L’utilizzo in loco, per l’attività di zincatura a caldo, dello zinco prodotto, elimina, infatti, gli impatti ora derivanti dal trasporto su strada. Non corrisponde al vero, inoltre, che nello scenario ante operam non è stata valutata l’attività di una ditta terza.
I monitoraggi, infatti, sono stati eseguiti in considerazione di tutte le attività che insistono sul sito, in relazione ai principali inquinanti.
Lo studio dell’impatto sulla matrice aria è stata valutato favorevolmente dall’ARPAM.
4. Abbia ottenuto il decreto AIA pur avendo espresso il Sindaco parere negativo ampiamente motivato in Conferenza dei Servizi decisoria In relazione al presunto effetto ostativo, al rilascio dell’AIA, del “parere” reso dal Sindaco di Fermignano, si precisa che l’art. 5, comma 11 del d.Igs 59/2005 prevedeva che il Sindaco potesse “dettare prescrizioni, cioè integrare il provvedimento, ma non inibire il perfezionamento della procedura, con la semplice espressione di un parere contrario.
Il Sindaco di Fermignano si è espresso anziché rilasciando prescrizioni, producendo il parere redatto da un consulente di parte, per gli aspetti ambientali che non gli competono, e che appartengono invece alle competenze dell’Autorità Competente, dell’ARPAM e della Provincia, che li hanno adeguatamente trattati e risolti nel corso dell’istruttoria. Così facendo il Sindaco non ha motivato affatto l’asserita incompatibilità dell’intervento e non ha tenuto conto delle risultanze dell’istruttoria di VIA ed AIA.
5. Sia stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per un’attività IPPC difforme dal ciclo produttivo descritto dall’Azienda sia in sede di SIA (per il VIA) sia in sede di AIA.
Non corrispondono al vero: le modifiche riportate nel ciclo produttivo descritto in AIA riguardano l’applicazione delle migliori tecniche disponibili, quindi tutte migliorative. Si rammenta inoltre che il nuovo impianto ha svolto preventivamente sia la procedura di “verifica” che quella di VIA.
6. Il Decreto AIA oltre ad inglobare l’iscrizione provinciale per le attività di recupero dei rifiuti non pericolosi, riporta un palese innalzamento di quantitativi lavorabili oltre che richiesta di presentazione di garanzie fidejussorie, senza che sia stata data evidenzia nelle procedure istruttorie e pertanto ne siano stati valutati gli impatti complessivi.
E’ sbagliato ritenere che il quantitativo di rifiuti trattabili sia quello previsto con l’autorizzazione della Provincia di Pesaro e Urbino del 19 giugno 2008, essendo stato aggiornato tale quantitativo con l’integrazione dell’iscrizione n. 57 (prot. n. 52804 del 10 agosto 2009), che ha autorizzato la quantità annuale complessivi di 2850 t e non 2400 t/anno come erroneamente affermato dal Comune di Fermignano.
Pertanto la quantità dei rifiuti autorizzata con l’AIA è pari a quella autorizzata dalla Provincia.
7. Sia stata rilasciata I’AIA pur in presenza di una mancata autorizzazione inerente lo scarico delle acque reflue derivanti dal sito ove già da anni si svolge l’attività di recupero dei rifiuti non pericolosi ed ove è già presente un impianto di trattamento delle stesse.
E’ stato accertato in sede di accertamento tecnico preventivo, svoltosi presso il Tribunale di Urbino (n. 212108 Rg), che la condotta fognaria in cui scarica la Ditta è pubblica ed appartiene al Comune. Pertanto non è vero che la F.lli Rossi fu Alderige scarica nella fognatura privata appartenente ad altra Ditta.
La situazione attuale prevede esclusivamente scarichi domestici che risultano regolarmente autorizzati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Presidente, io so che nelle interpellanze ha diritto di parola prima l’interpellante, invece in questo caso ho visto che è stato fatto in maniera differente.

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, certo, però se mi chiede la parola, perché molti ad esempio rinunciano.

Roberto ZAFFINI. Io non avrei rinunciato, ma non mi è stata concessa.

PRESIDENTE. Cosa?

Roberto ZAFFINI. Di solito è il Presidente che dà la parola, mentre qui ha bypassato direttamente all’Assessore. Comunque non fa niente, Presidente, non voglio pigiare il tasto su questa problematica.
Contesto invece ampiamente la risposta dell’Assessore in quanto non risulta nei fatti.
Voglio allora intanto riferirmi alla giustizia in Italia. Ossia, la giustizia in Italia è lentissima e purtroppo qui nelle Marche sono lente anche le interpellanze che hanno a che fare con la giustizia. Quello che ci è stato raccontato ora a noi risulta completamente falso.
Io questa interpellanza la svolgo a nome e per conto di tutti i cittadini di Fermignano, a nome del Sindaco e dell’intero Consiglio comunale, quindi sia di centro-destra che di centro-sinistra. Ovvero a nome di quella unanimità che si è espressa con parere negativo all’insediamento di un’ulteriore azienda di zincatura nel proprio territorio. Un’azienda insalubre di prima classe che il Comune di Fermignano in tutte le sedi, a cominciare dalla Conferenza dei Servizi, ha denunciato per la non conformità edilizia del sito e per numerose questioni tecniche e dettagliate, che appunto abbiamo depositato e di cui ci sono state date risposte che riteniamo non siano oneste.
E tali non conformità sono state avallate anche dal fatto che la ditta ha richiesto al Comune di Fermignano in variante una sanatoria, ma che il Comune non ha concesso perché ha dichiarato che sono abusi insanabili.
Va precisato che l’attività in essere, il recupero di rifiuti, è stata svolta dal 1984 fino al 2008 senza autorizzazione esplicita delle emissioni in atmosfera. Come dichiarato in un documento della Provincia il cui ufficio ambiente ha ritenuto che non era più sufficiente avvalersi dell’autorizzazione ai sensi dell’articolo 12 del DPR 203/1988.
Per quanto concerne la parte della nuova attività ne cito una per tutte, l’errata applicazione del codice attività attinente la zincatura. Hanno sbagliato tutte le zincherie d’Italia a cui si attribuisce il codice a proprio piacimento?! E’ un codice europeo o è l’ufficio che estrae un numero come fosse la tombola?!
Ci sembra che con la concessione dell’AIA alla nuova attività si sia svolto un condono tombale di tutto il pregresso.
Com’è possibile ignorare una decisione presa all’unanimità da tutto il Consiglio comunale di Fermignano, sia di centro-destra che di centro-sinistra, che vuole tutelare la propria qualità ambientale!
Bisogna dire a voce alta che purtroppo in questa Regione si sta affermando un concetto molto pericoloso, si vuole cioè spopolare l’entroterra per insediarci le fabbriche, per insediarci impianti di ogni tipo e quindi anche quelli insalubri.
Questo noi lo contrasteremo a tutti i livelli, nella nostra regione si sta veramente consolidando un percorso pericoloso.
A questo punto cosa la Conferenza dei Servizi e la sovranità popolare!
Fermignano è il terzo polo industriale della provincia di Pesaro Urbino e quindi già subisce un forte inquinamento, peraltro esiste già un’altra zincatura, e in tutta Italia non esiste comune ove siano insediate due zincature. Bisogna dirlo!
Per tutelare il suo ambiente Fermignano ha già adottato uno strumento urbanistico che vieta la costruzione di nuove aziende insalubri di prima classe, quelle cioè a rischio rilevante di cui al D.lgs 334 direttiva Seveso.
Inoltre, ciliegina finale, una buona parte dei due capannoni vanno ad insistere sul percorso della Fano-Grosseto. Questo è tipicamente italiano! Scusate, ma come possiamo permettere di insediare dei capannoni di un’azienda su una strada importante che tutti vogliamo venga celermente sbloccata per ridare uno sviluppo a tutto il nostro territorio! Come si può permettere a un’azienda di insediarsi su un percorso così importante, solo perché non è arrivato al CIPE, quindi solo perché non è ancora stato approvato il progetto finanziario! Sono cose vergognose che succedono solo in Italia! Peraltro, quanto costerà l’esproprio?
Dunque pensateci bene su quello che abbiamo detto, pensiamo bene a quello che richiede il Comune di Fermignano e tutta la sua area.


Interpellanza n. 16
del Consigliere Binci
“Pagamento delle visite fiscali disposte dalle scuole”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 16 del Consigliere Binci, che ha la parola per illustrarla.

Massimo BINCI. Con questa interpellanza ho voluto evidenziare una difficoltà di tutti gli istituti scolastici italiani verificatasi a seguito di quell’offensiva che il Ministro Brunetta ha posto in essere contro i dipendenti pubblici. Tra cui l’obbligo di controllo da parte dei medici fiscali in caso di assenza per malattia dei dipendenti delle scuole, imputando il relativo costo alle strutture scolastiche e ponendole pertanto in grosse difficoltà.
Anche la Corte Costituzionale ha detto che tale obbligo, oltre a ledere le competenze della Regione in materia appunto di tutela della salute, lede l’autonomia finanziaria in quanto questi oneri, appunto, almeno per il periodo passato, sono andati a carico delle strutture scolastiche quando invece poteva essere una competenza sanitaria a carico delle ASL.
Con questa interpellanza, pertanto, chiedo di sapere come la Regione intenda muoversi rispetto a questa difficoltà che va ulteriormente a tagliare i bilanci delle scuole per un obbligo derivante da un’intenzione governativa. Sarebbe bene che a provvedere ai fondi per pagare le visite fiscali fosse lo stesso Ministro Brunetta.
Inoltre chiedo come la Regione intenda attivarsi presso l’Asur che ha consentito alle Zone territoriali di promuovere, nei confronti degli uffici scolastici regionali, ricorsi giurisdizionali e l’emissione di decreti ingiuntivi.
Siccome dovrà svolgersi un incontro tra il Ministero della pubblica istruzione e le Regioni, chiedo, in attesa appunto che il Governo e le Regioni concordino i fondi per sostenere i costi delle visite fiscali, che la Regione blocchi le richieste di pagamento nei confronti delle scuole.
Chiedo inoltre se intende bloccare gli effetti dei decreti ingiuntivi notificati alle scuole stesse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La vicenda riguarda, come diceva il Consigliere Binci, le visite fiscali stabilite dal Ministro Brunetta nei confronti dei dipendenti della pubblica istruzione.
Siamo perfettamente a conoscenza del problema, ci è stato già sollevato. Per cui dirò quello che succede e quello che abbiamo fatto.
Ciò avviene, come accade in più di un caso, dentro un paradosso. Ossia, da una parte il Ministero della pubblica amministrazione obbliga le visite fiscali quando un dipendente della pubblica istruzione va in malattia, dall’altra non ci danno i fondi per pagare tali visite. Ma c’è di più – e la situazione si aggraverà maggiormente nel 2011 visto che c’è il blocco del turnover -, ossia che non c’è neppure il personale per far svolgere le visite, inoltre nel momento in cui vai a fare le visite il costo è maggiore del risparmio che fai nel momento in cui vai a certificare le visita.
In questo c’è dunque un paradosso. Peraltro c’è anche un altro elemento. Ovvero, nel momento in cui facciamo la visita e non richiediamo il pagamento poi la Corte dei Conti ci solleva tale mancato introito. Capite che questo ha indotto l’Asur ha fare i decreti ingiuntivi. Decreti che naturalmente hanno un loro iter e suoi quali noi abbiamo suggerito di fare ricorso in attesa che il problema si rivolga a livello nazionale.
Si risolva su quale tavolo? Come Assessori alla sanità abbiamo sollevato la questione, è infatti un problema di tutta Italia, e abbiamo chiesto, primo, che quei soldi lo stesso Ministero della pubblica istruzione li dia agli istituti per pagare le eventuali visite che si fanno, oppure, in subordine, si mettano nel trasferimento del fondo nazionale le somme necessarie che consentano a chi interviene a fare le visite di avere il costo coperto senza venir meno ad un mancato introito.
In attesa dunque che si sciolga questo nodo in questo momento ci comportiamo così. Intanto, avendo poco personale per coprire il servizio, generalmente si risponde che non si effettuano visite perché non c’è personale. Poi abbiamo chiesto, nell’incontro che abbiamo fatto con gli istituti, di far ricorso ai decreti ingiuntivi. Decreti che coprono, ripeto, quell’angolo buio dentro il quale entra la Corte dei Conti qualora tu non fai tutti gli atti che sono a copertura di quel mancato introito. Inoltre abbiamo naturalmente aperto un tavolo nazionale, quello a cui accennava il Consigliere Binci, per cercare di risolvere la situazione.
Domani e dopodomani vedremo se all’interno del fondo nazionale verranno destinate quelle risorse che ci permetteranno di coprire tale mancato introito, oppure, viceversa, se verranno dati - cosa che io reputo più corretta - i corrispettivi finanziamenti agli istituti, in maniera tale che possano poi coprire il pagamento delle visite fiscali effettuate.
Questo è lo stato delle cose. Ad oggi, ripeto, da un lato abbiamo suggerito di fare ricorso ai decreti, quindi sostanzialmente prenderci del tempo per la risoluzione del problema, dall’altro che le visite vengano fatte il meno possibile in quanto essendoci carenza di personale non possiamo sopperire ad un servizio aggiuntivo, che per di più è aggravato dal fatto che a oggi siamo di fronte a una stretta economica che ci obbliga a ricoprire il turnover solo del 70%.
Diciamo quindi che è una situazione in evoluzione che stiamo seguendo, sperando che si arrivi ad una soluzione definitiva che non può che passare attraverso l’accordo dei Ministeri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Brevemente, solo per chiedere alla Regione di sostenere nel tavolo nazionale l’aiuto alle scuole, in quanto siamo di fronte a costi aggiuntivi che appunto le scuole devono detrarre dai fondi ordinari che già sappiamo…(…) Però ci sono dei decreti ingiuntivi e il Provveditorato si è premurato di dire che ove ci fossero costi aggiuntivi questi sono comunque a carico dei dirigenti scolastici. Quindi l’obbligo è ricaduto sui punti più in basso della catena di comando.
Dunque chiedo che continui quell’azione affinché arrivino le risorse e quindi si liberino le scuole da un costo che è appunto determinato da una volontà governativa e che non ha senso vada a pesare sulla qualità dei servizi rivolti ai nostri figli.


Interpellanza n. 18
della Consigliera Foschi
“Nuovo regime fiscale per i frontalieri di San Marino”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interpellanza n. 18 della Consigliera Foschi ha bisogno di un ulteriore approfondimento, quindi su richiesta dell’Assessore verrà reiscritta la prossima settimana.


Interpellanza n. 20
del Consigliere Binci
“Riordino dei punti nascita”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 20 del Consigliere Binci, che ha la parola per illustrarla.

Massimo BINCI. Con questa mia interpellanza ho inteso evidenziare il progetto obiettivo materno infantile che mira alla realizzazione di un sistema assistenziale fortemente integrato tra territorio (quindi consultori familiari) e ospedali.
Ho sottolineato: che la delibera regionale sui consultori familiari non è stata mai applicata in modo uniforme su tutto il territorio regionale; che le indicazioni di umanizzazione del parto, anche attraverso il rafforzamento dei servizi, a partire dal consultorio familiare, non sono state applicate; che molti operatori dei consultori familiari sono ancora precari in attesa di stabilizzazione; che l’accordo Stato-Regioni, attualmente in vigore, prevede l’istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita a livello nazionale, a livello regionale e addirittura a livello di struttura sanitaria sulla base dell’organizzazione regionale. Ho inoltre evidenziato che ci sono strutture ospedaliere, quali gli ospedali di Osimo e Loreto, alle quali l’Osservatorio nazionale della salute della donna ha conferito il massimo riconoscimento che attesta “l’eccellenza al femminile”.
Volevo quindi sapere dalla Giunta se intende attuare le azioni previste dal Piano Nazionale, iniziando dalla costituzione del Gruppo di Coordinamento regionale del Percorso Nascita. Inoltre se intende rivedere i punti nascita su tutti gli ospedali di Rete valutando i numeri di parti raggiunti, e dove vi sono strutture che sono state premiate con i riconoscimenti internazionali. Ciò anche in funzione della discussione pubblica che c’è stata riguardo alla realizzazione nel futuro ospedale di rete di Osimo sia del punto nascita che dell’ospedale materno infantile di ginecologia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Alcune delle questioni sollevate dal Consigliere Binci trovano un fondo di verità, che solo il lavoro che abbiamo fatto e quello che continueremo a fare può superare. Mi riferisco in modo particolare al ragionamento fatto dal Consigliere sui percorsi nascita nei consultori, dicendo che non c’è una omogeneizzazione territoriale.
E’ chiaro che la frammentazione del nostro sistema sanitario e la sua riorganizzazione nella nostra regione ha prodotto scompensi. Quindi lo sforzo che stiamo compiendo anche in questi giorni è per cercare di mettere in campo una riqualificazione del nostro sistema, che poi troverà il suo punto più alto nel Piano sanitario che andremo a varare, con ragionamenti di area vasta dentro i quali verranno affrontati tutti i temi, tra cui appunto i consultori e i percorsi nascita, che dovranno essere portati ad una maggiore omogeneizzazione.
Per quanto riguarda la questione dei precari abbiamo fatto un accordo con le parti sindacali, abbiamo stabilizzato oltre duemila persone. Ed è chiaro che questo comprendeva la stabilizzazione di chi stava dentro il processo di tale accordo. Abbiamo dunque rispettato questi impegni, ma naturalmente per chi veniva dopo le questioni sono più difficili, viste le ristrettezze economiche dentro cui siamo costretti a navigare in questo tempo, ossia in virtù del fatto, come tutti sanno, che rispetto all’anno scorso al Servizio sanitario regionale viene meno un qualcosa che sta tra gli 80 e i 100 milioni.
Per quanto invece riguarda i punti nascita voglio ricordare che il massimo riconoscimento non è stato solo conseguito dai punti citati dal Consigliere Binci, ma anche da altri, penso ad esempio a Fano e Pesaro.
E qui dobbiamo essere seri, perché siamo, come dire, tra l’incudine di una necessità e tra le leggi che naturalmente governano questo tipo di servizi.
Nella Conferenza unificata, quindi, Consigliere Binci, non solo Stato e Regioni, anche con il parere dell’UPI, dell’ANCI e delle Comunità montane, è stato sancito il 16 dicembre 2010 un accordo, pubblicato il 18 gennaio 2011, nel quale vengono delineate tutte le azioni da adottare, ma al tempo stesso vengono indicati i parametri precisi di riferimento, che naturalmente non ammettono deroghe. In particolare è stato sottolineato che i punti nascita al di sotto dei 500 nati l’anno debbono essere chiusi, a prescindere si tratti di strutture pubbliche o private, e che i punti nascita con numerosità inferiore a 1.000 parti l’anno sono giustificati solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione del Servizio di trasporto assistito materno (STAM).
E’ chiaro che nel lavoro che stiamo facendo, rispetto anche ai punti nascita che lei ha citato, Consigliere Binci, essi devono stare dentro a queste valutazioni nel momento in cui portiamo a compimento il lavoro per singola area vasta.
Ma c’è di più, cioè che il Ministero della Salute ha indicato tra gli adempimenti obbligatori per accedere al finanziamento integrativo l’adozione del suddetto accordo. Ed è pertanto evidente che le Regioni – questo infatti non riguarda solo le Marche – saranno tutte obbligate ad adottare un atto specifico che recepisca integralmente i contenuti dell’accordo stesso. Altrimenti, oltre ai tagli già applicati, verrebbe meno il finanziamento aggiuntivo che dunque penalizzerebbe ulteriormente il nostro sistema.
Questo è il quadro nel quale siamo. Ovviamente nelle particolarità giustificative che sono previste vedremo se sul nostro territorio ci sarà la possibilità di avere deroghe, ma questo appartiene al lavoro che stiamo facendo in queste settimane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi ritengo in parte soddisfatto in quanto l’Assessore ha accolto le riflessioni da me poste. Ma voglio risollecitare il fatto che la valutazione non è soltanto puramente numerica ma anche qualitativa. Noi certamente dobbiamo costruire una sanità di eccellenza, quindi laddove ci sono sarebbe bene non smantellarle, anzi, occorre valorizzare quelle esperienze, favorendo anche il raggiungimento di obiettivi numerici.


Comunicazione del Presidente dell’Assemblea legislativa sul punto 7) dell’ordine del giorno relativo alla realizzazione del Rigassificatore Api di Falconara.

PRESIDENTE. Prima di passare alla trattazione delle interrogazioni debbo comunicare all’Aula che c’è una richiesta della rappresentanza presente in Aula interessata alla discussione del punto 7) dell’ordine del giorno, che quindi vi leggo:
“Oggetto: richiesta incontro con i Capigruppo in merito all’ordine del giorno Rigassificatore API.
Chiediamo che una nostra delegazione possa essere ricevuta dai Capigruppo in merito alla convocazione della Conferenza conclusiva Stato-Regioni prevista per il 27 aprile corrente anno, relativa all’intesa sul progetto di rigassificatore API”.
Io a questo punto posso solo invitare i Capigruppo, se vogliono, a parlare con questa delegazione dei cittadini presenti. Abbiamo fatto mettere a disposizione per l’incontro la sala Europa. (…) No, Consiglieri, io direi questo, magari di fare intanto un paio di interrogazioni, la n. 303 e la n. 330..(…) Sino alla 284? (…) Bene, allora facciamo fino alla n. 284, dopodiché passerei, se siete d’accordo, alla comunicazione dell’Assessore Marconi sull’accoglienza immigrati.
Ripeto, la sala Europa è disponibile per quei Capigruppo che vorranno incontrare la delegazione dei cittadini presenti fra il pubblico.


Interrogazione n. 303
del Consigliere Silvetti
“Verifica danni ambientali sede Croce Italia Marche Fermignano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 303 del Consigliere Silvetti. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. L’interrogante evidenzia un’incresciosa situazione derivante dalla gestione degli scarichi effettuati dalla Croce Italia Marche di Fermignano e chiede se la Regione ritiene opportuno verificare i fatti e intervenire con i vertici della ditta per accertare se dai comportamenti descritti possano o meno scaturire danni ambientali.
Premesso che la Regione non ha competenza al controllo delle autorizzazioni allo scarico, si rappresenta che il 28 marzo u.s. con prot. 164087 il dirigente della P.F. Difesa del suolo e risorse idriche ha chiesto all’ARPAM di effettuare un sopralluogo al fine di verificare lo scarico dei lavaggi degli automezzi e il rispetto delle prescrizioni autorizzatorie.
Quindi si è ancora in attesa di risposta. Non appena perverrà sarà cura dell’Assessorato informarne l’interrogante e, ove necessario, adottare (o chiedere l’adozione) dei conseguenti provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. La mia più che una replica è una presa d’atto dell’impegno assunto dall’Assessore Donati.
Chiaramente ho fatto questa interrogazione avendo documentazione fotografica per poter provare quello che in essa sostengo, ma le voglio anche dire, Assessore, che tra circa sessanta giorni, non di più, riproporrò questa interrogazione, le chiederò di rendermi edotto dei verbali dell’Arpam e dei sopralluoghi effettuati. E mi riservo di fare apposito esposto.


Interrogazione n. 130
del Consigliere Latini
“Sostegno didattico degli alunni disabili della Provincia di Pesaro-Urbino”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 130 del Consigliere Latini è rinviata perché in questo momento non vedo presente l’Assessore Luchetti. Se dovesse rientrare ci ritorneremo.


Interrogazione n. 205
del Consigliere Marinelli
“Problematiche concernenti gli interventi realizzati dalla Regione Marche a protezione del litorale Civitanovese a nord del fosso Caronte”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 205 del Consigliere Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Faccio prima alcune premesse.
Dal 2004 ad oggi sono stati realizzati lungo il litorale del Comune di Civitanova Marche nord tre diversi interventi di difesa costiera: un riallineamento di scogliere emerse nel 2004 in località Fontespina su un tratto di circa 1 Km; sempre in località Fontespina la realizzazione di nuove difese foranee con ripascimento nel 2008 su un tratto di circa 400 metri; un ripascimento con protezione al piede nel 2009 su un tratto di 600 metri (cosiddetto “Intervento n.1”).
L’intervento n.1 (con l’accordo di programma sottoscritto tra la Regione Marche, il Ministero dell’Ambiente, l’ISPRA ed i Comuni di Civitanova Marche, Fermo, Pedaso, Campofilone, Massignano, Cupra Marittima e Grottammare) realizzato nel 2009 in sette diversi Comuni della parte sud della Regione Marche, ha riguardato principalmente il ripascimento con sabbia di origine sottomarina di altrettanti siti costieri e la riorganizzazione di alcune opere rigide costruite negli anni passati. In particolare, nel Comune di Civitanova - Loc. Fontespina, parte nord - è stato eseguito un ripascimento su un tratto di litorale di circa 600 metri con la realizzazione di un piede di contenimento per un importo dei lavori eseguiti di 0,7 milioni di euro (vedi certificato di collaudo). Il piede di contenimento del ripascimento per la realizzazione della spiaggia è stato eseguito sia con tecniche tradizionali (pietrame naturale) sia con una soglia sperimentale in calcestruzzo per favorire il contenimento della spiaggia emersa e l’addossamento verso terra del materiale sabbioso nei periodi di calma.
La mareggiata del 2 novembre non è stata rilevante per l’altezza d’onda, ma lo è stata per il sovralzo del livello medio mare; tale fenomeno è stato segnalato dai nostri uffici tecnici come un problema da affrontare in termine di rischio, ma ormai è diventato un adempimento alla direttiva comunitaria denominata “alluvioni” che dopo i noti fenomeni in centro Europa che hanno provocato estesissimi allagamenti ha sancito che le Amministrazioni devono dotarsi di cartografie dove vengono indicate, per situazioni estreme, i territori allagati sia dalle piene dei fiumi ma anche dalle ingressioni di marea.
Relativamente ai quesiti posti con l’interrogazione n. 205 si rappresenta quanto segue.
La spesa del progetto denominato “Intervento n. 1” del protocollo d’Intesa sottoscritto con il ministero dell’Ambiente è di 11,2 M€ suddivisa su 7 siti in altrettanti comuni costieri. La partecipazione a carico della regione è di 3,0 M€. Ad oggi, a collaudo delle opere avvenuto si registra una economia di 0,5 sulla quota regionale, quindi, una spesa accertata di 2,5 M€.
La Regione sta monitorando l’evoluzione dell’intervento effettuato a nord del fosso Caronte nel Comune di Civitanova Marche e a Marina Palmense Comune di Fermo, a spese dell’impresa esecutrice che ha fornito i rilievi della spiaggia sommersa ed emersa; dai risultati a confronto tra prima e dopo l’intervento si rileva un evidente innalzamento dei fondali e quindi il verificarsi del frangimento delle onde limitando così la forza distruttrice sull’arenile.
La tecnica del ripascimento artificiale è una tecnica diffusa nel mondo sia in Europa (basterebbe citare l’Olanda che si difende dall’ingressione con dune di sabbia, il Belgio, la Spagna), ma anche nelle Americhe da nord a sud (basta citare la spiaggia artificiale di Miami e Copacabana). Il ripascimento artificiale è riconosciuto come opera di difesa costiera dal protocollo del Mediterraneo ICZM sottoscritto a Barcellona dall’Italia recentemente. La tecnica del ripascimento è praticata dalle limitrofe regioni Emilia Romagna e Abruzzo con sabbie di origine sottomarine provenienti dal vecchio alveo del Po. II problema del ripascimento, come in tutte le parti del mondo (vedi Miami), consiste nel reperimento del materiale che è definito risorsa strategica e quindi non rinnovabile (vedi il grande impegno per il recupero delle sabbie provenienti dai dragaggi portuali) e relativo costo che dipende in maniera molto sensibile dall’effetto scala. Infatti per grandi quantità, stimabili almeno in qualche milione di metri cubi, si può scendere anche a 6.0 € al metro cubo. Ecco perché le Regioni limitrofe cercano il partenariato di utilizzo delle sabbie per abbattere i costi, con la Regione Marche. La tecnica adottata nel sito di Civitanova Marche (piede di sostegno della spiaggia sommersa) cerca di ridurre l’utilizzo di grossi volumi di sabbia nel ripascimento con un effetto derivato di contenimento delle dispersioni di sabbia verso il largo.
La tecnica del piede alla spiaggia sommersa è stata adottata anche per il sito di Marina Palmense in località Molinetto nel Comune di Fermo con tangibile effetto positivo.
Non corrisponde a verità che mareggiate lievi provocano erosione ma siamo di fronte al problema della grande oscillazione del livello medio di marea che su spiagge come quelle costituite da sabbia sottile, provoca una grande riduzione della parte emersa (la spiaggia non viene erosa ma temporaneamente sommersa).
La Regione ha già espresso un preventivo parere positivo ad un progetto definitivo elaborato dal comune di Civitanova cofinanziando con € 450.000,00 l’intervento nell’annualità 2010; detto intervento completa le previsioni del Piano della costa con scogliere emerse dal casello ferroviario al porto di Civitanova Marche.
La Regione, con il Piano della costa approvato nel 2005, ha già sottoscritto un protocollo quadro con RFI riguardo le sinergie di intervento. Tale accordo è stato già applicato per un modesto intervento, ma di grande efficacia, sulla linea ferroviaria nella zona a sud del fiume Metauro, in prossimità di campeggi. E’ in corso l’elaborazione di uno schema integrativo attuativo tra Regione e RFI per individuare alcuni punti critici del litorale dove concentrare le risorse economiche e di intervento.
Si ringrazia per aver caldeggiato e sottolineato la necessità di stringere i tempi su tale accordo.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Assessore, faccio intanto un invito ai tecnici che hanno preparato la risposta a questa interrogazione. E’ una risposta articolata al massimo, nella quale si fa una disamina completa delle problematiche dell’erosione della costa di Civitanova, mentre io ho fatto un’interrogazione precisa e specifica che riguarda un pezzo di costa antistante l’ex liceo scientifico. Ossia, non ho fatto l’interrogazione per parlare dell’erosione della costa, di questo ne abbiamo parlato per tanto tempo, ma perché in occasione di una mareggiata sono stati fatti lavori con una tecnica diversa da quella applicata in altre parti, ma che hanno dato risultati purtroppo pessimi.
Qui i tecnici fanno tutta una sequela di milioni, di miliardi, che a noi proprio non interessa, senza andare alla questione, su cui bastava rispondere con cinque parole – non mi riferisco a lei, Assessore, per carità -. Bastavano cioè poche parole per parlare della spesa, dell’efficacia dell’intervento, del perché sia stata utilizzata una nuova tecnica, se sia stata utilizzata anche in altre parti e perché con questi correttivi i risultati non ci sono stati.
So benissimo che da anni la Regione ha stabilito di recuperare certe parti con la compartecipazione del Comune, cosa che è stata fatta. Però questa mia interrogazione, che è del novembre dello scorso anno, l’ho presentata perché a seguito di una semplicissima e banale mareggiata si è creato un grande spazio dell’arenile che ha vanificato i lavori fatti.
Perché è stata utilizzata questa nuova tecnica? Una risposta non c’è! In quale altre città è stata applicata? È stato detto solo in parte. Inoltre, la Regione pensa di intervenire?
I problemi che hanno creato un simile intervento sono due. Il primo è appunto quello verificatosi nell’arenile, infatti, come si è visto, è stato sommerso un lungo tratto di spiaggia. Il secondo è il fatto che sommergendo quella parte si spiaggia poi l’acqua del mare arriva a ridosso della ferrovia, quindi sorge il problema della sicurezza pubblica.
Perché allora non fare un tavolo operativo di lavoro cercando di coinvolgere le Ferrovie?
Qui non sono solo stati buttati via dei soldi per l’arenile, ma si sta anche compromettendo, come dicevo poc’anzi, la sicurezza della linea ferroviaria in quanto il mare lambisce tutti quegli scogli.
Il mio invito è quindi che gli uffici competenti diano all’Assessore delle notizie affinché ci si possa confrontare in maniera più spiccia, senza cioè sprofondare in tante a volte inutili considerazioni.
E sopratutto c’è la necessità non solo di un intervento correttivo, Assessore, ma di un protocollo d’intesa con le Ferrovie; fra poco saranno le Ferrovie stesse a chiedere alla Regione di intervenire! Perché? Perché se ci sarà di nuovo una grande mareggiata – stiamo andando verso l’alta stagione quindi mi auguro di no – l’acqua del mare arriverà ridosso della ferrovia o addirittura sulla ferrovia.
Quell’intervento che doveva fare da apripista, non so per quali ricorrenti motivi, non ha sortito i risultati che speravamo.


Interrogazione n. 284
della Consigliera Giorgi
“Situazione pronto soccorso Civitanova Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 284 della Consigliera Giorgi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Rispondo all’interrogazione con la risposta che viene dal direttore della Zona territoriale 8 di Civitanova Marche, il quale ha inserito la richiesta quale una delle massime priorità per l’assunzione del nuovo direttore del Pronto soccorso nella programmazione annuale. Naturalmente tutte le richieste sono poi sottoposte all’autorizzazione da parte della direzione Asur. Quindi fa fatica a quantificare con precisione i tempi necessari, anche se questa cosa è stata sollecitata, ossia, come dire, sta dentro le proposte prioritarie che naturalmente devono essere soggette anche alla valutazione del turnover rispetto alle questioni finanziarie.
Io stesso ho sollecitato. Quando parliamo delle unità operative che lavorano nel pronto soccorso è del tutto ovvio che riguardano questioni a cui diamo il massimo della celerità e della priorità, perché effettivamente è il punto massimo di frontiera del servizio sanitario.
La Zona territoriale 8 di Civitanova Marche, nelle more delle dinamiche autorizzatorie, ha rinnovato le richieste finalizzate al completamento dell’organico del Pronto soccorso.
Al fine di garantire comunque l’efficienza qualitativa del servizio la stessa Zona ha provveduto ad istituire una nuova Unità Operativa Semplice di valenza interdipartimentale nell’ambito del Pronto soccorso, finalizzata a razionalizzare i percorsi e denominata “Accettazione sanitaria ambulatorio codici a bassa complessità, percorsi brevi, percorsi socio sanitari”, con relativa attribuzione dell’incarico.
Inoltre ha provveduto a delineare nuovi percorsi organizzativi che, tuttavia, si potranno concretizzare soltanto a seguito della completa copertura dell’organico, rispetto alla quale io stesso negli ultimi giorni mi sono attivato per cercare di accelerare le procedure che riguardano la priorità dell’assunzione della direzione del Pronto soccorso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Ringrazio l’Assessore Mezzolani per la risposta, per le sollecitazioni che ha fatto.
Naturalmente ho fiducia sia nel Direttore di Zona che nella Direzione Asur che questo concorso venga espletato al più presto. Anche perché abbiamo un precedente diciamo poco simpatico per la sostituzione di un primario sempre a Civitanova. E sopratutto perché siamo alle porte di una stagione turistica che vedrà una grande affluenza di turisti a Civitanova – ce lo auspichiamo tutti –. Quindi un pronto soccorso - per carità speriamo non sia così - si prevede possa avere necessità di un organico forte.
Lei comunque mi ha detto, Assessore, che si è in attesa di espletare il concorso e che c’è un organico sicuramente in grado di coprire il fabbisogno.
Per cui grazie per questa risposta, vigilerò sulla tempistica.


Interrogazione n. 166
dei Consiglieri Marangoni, Zaffini
“Treno regionale 12037 in fiamme”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 166 dei Consiglieri Marangoni E Zaffini viene rinviata in quanto gli interroganti stanno partecipando alla riunione dei Capigruppo, quindi sono giustificati.


Interrogazione n. 172
del Consigliere Silvetti
“Accertamento mansioni dipendente regionale”
(Rinvio)

PRESIDENTE. Anche l’interrogazione n. 172 viene rinviata perché anche il Consigliere Silvetti sta partecipando alla riunione dei Capigruppo.


Interrogazione n. 236
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“CUP (Centro unico di prenotazione regionale): esiti della sperimentazione effettuata con le farmacie nella zona territoriale ASUR 12 di San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 236 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La delibera di Giunta regionale n. 17 del 17 gennaio 2011 di attuazione del Piano sanitario regionale, prevede l’attivazione del CUP anche nelle farmacie convenzionate.
Le trattative sono ancora in corso, la Commissione mista pubblico/privata (istituita con decreto del dirigente Servizio salute n. 95 del 31 luglio 2009, a seguito della d.g.r. n. 921/2009), nella seduta n. 25 del 14 febbraio 2011, ha definito una bozza di accordo che prevede il recepimento di quanto previsto nel decreto ministeriale in via di definizione, concernente l’erogazione da parte delle farmacie delle attività di prenotazione (CUP).
Per quanto riguarda la richiesta specifica, si fa presente che con DGR 921 dell’1 giugno 2009 avente per oggetto “Atto di indirizzo per l’attivazione di un percorso progettuale volto alla trasformazione ed evoluzione della farmacia da impresa professionale a impresa a valenza sociale” ha dato un forte impulso allo sviluppo della farmacia verso migliori servizi sanitari a vantaggio della comunità marchigiana e nello stesso tempo senza costi aggiuntivi per il Servizio sanitario regionale.
Gli attuali accordi, compreso quello sottoscritto in data 3 marzo 2010 (decreto dir. n. 94/S04/CR del 6 maggio 2010) tra la Regione Marche e le farmacie hanno già previsto il CUP in farmacia.
L’attivazione del CUP unico regionale in farmacia dall’11 ottobre 2010 in via sperimentale per 60 giorni con le farmacie convenzionate della Zona n. 12 di San Benedetto del Tronto.
Nella fase sperimentale le farmacie hanno effettuato gratuitamente le prenotazioni. Questa fase si resa è necessaria per gli aspetti tecnici e per offrire un servizio più efficiente al cittadino, nonché per la determinazione economica con le farmacie convenzionate.
In data 27 dicembre 2010, una Commissione composta dai rappresentati della Federfarma Marche, Regione Marche, ASUR, ATI di Bologna e dal Responsabile del CUP della ZT 12, ha effettuato una verifica dei tempi medi necessari per effettuare una prenotazione di prestazioni sanitarie eseguibili presso le Aziende e le ZT dell’ASUR Marche attraverso in nuovo software in uso dal 13 settembre 2010.
La verifica dei tempi è stata effettuata presso tre farmacie coinvolte nella sperimentazione, i cui nomi tralascio.
Sono però emerse alcune criticità, tra le quali si segnalano in particolare: l’utilizzo del Browser non certificato; l’assenza dell’anagrafica degli assistiti residenti nella regione Abruzzo che accedono alle prestazioni della Zona 12; la necessità di prevedere un’ulteriore formazione tecnica dei farmacisti coinvolti, in quanto i tempi medi tecnici per effettuare la prenotazione sono generalmente superiori rispetto a quelli degli operatori del CUP.
Nota tecnica: nel corso del mese di gennaio le farmacie di San Benedetto hanno effettuato n. 7.000 prenotazioni su un complessivo di 22.000, pari al 30% circa. Il tempo medio di prenotazione rilevato presso gli sportelli CUP è stato stimato in circa 4 minuti e 30 secondi per ogni prenotazione.
Quindi il percorso prosegue cercando di mettere a frutto l’esperienza che viene maturata in questa sperimentazione, per poi ovviamente allargare il servizio, anche se questo avrà costi che dovremo attentamente valutare, che faremo anche alla luce di quello che sarà il riparto nazionale che dovrebbe chiudersi a giorni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Questa mia interrogazione è dello scorso mese di dicembre, mentre è chiaro che l’Assessore si è avvalso di dati di gennaio-febbraio che io ovviamente non ho potuto citare.
Tutto è nato dalla necessità di allargare la possibilità di ricorrere non solo al CUP, ma anche ad alcuni servizi accessori. Quindi siamo d’accordo sull’utilizzo della farmacia.
Ora siamo in una fase di sperimentazione nella zona territoriale 12 fra la Federfarma Ascoli Piceno e l’Assofarma. Ma il risultato è stato parzialmente positivo, anzi, direi che vi è stata una enorme difficoltà. Io ovviamente con la mia professione di medico ho molte amicizie in questo settore, quindi ho potuto verificare direttamente le difficoltà che si sono individuate, che credo siano state consegnate anche al dott. Ruta.
Questa sperimentazione di San Benedetto è positiva per l’intelligenza di aver voluto di utilizzare questi presìdi, ma negativa perché le difficoltà che hanno incontrato le farmacie sono state molteplici.
Quali sono queste difficoltà? Ad esempio, valutando tecnicamente ciò che mi hanno detto, vi è una procedura particolarmente complessa, essa è costituita da quattro step e nel momento in cui si verifica un errore in uno step si deve ricominciare daccapo. Inoltre vi è una gestione difficile, ad ogni prenotazione occorre rifare un nuovo login, per cui bisogna fermarsi, rifare un login e ripartire con i quattro step che, come ho detto sopra, devono andare lisci, altrimenti si ricomincia daccapo . Seppure certamente siano tutte difficoltà tecniche che gli stessi tecnici riusciranno a superare in maniera intelligente.
A dicembre i tempi di prenotazione erano di 8 minuti che si allargavano a 12, questo quando la prenotazione era di un’area vasta. Quindi c’era da rivedere anche la richiesta delle prenotazioni. Perché se ad esempio si richiedeva un esame audiometrico questo non veniva recepito perché bisognava abbinare anche una visita dall’otorino. Sicché mettere insieme i tempi di attesa di una visita dall’otorino con un esame audiometrico comportava uno slittamento dei tempi abbastanza complesso.
Inoltre c’erano delle situazioni di difficoltà per il fatto che certe prenotazioni non potevano essere fatte in quanto nell’anagrafica vi erano assenze di persone anche se dotate di tesserino sanitario.
Quindi una situazione abbastanza evidente di disservizio che ha dunque portato a un risultato decisamente negativo – chiaramente mi riferisco a quello che ha detto la Federfarma di Ascoli Piceno e l’Assofarma –. Seppure, ovviamente, la fase di sperimentazione serve per individuare le negatività e le criticità e poi per superarle.
Un’altra negatività è anche quella che le farmacie per far fronte a queste richieste dovrebbero mettere una persona specifica, quindi con un costo non indifferente. E se invece un farmacista o un assistente farmacista anziché fare un certo lavoro ne dovranno fare un altro per garantire un servizio chiaramente poi le farmacie stesse dovranno chiedere un riscontro diverso da una semplice partecipazione, come appunto ha detto lei, Assessore.
Io credo che a distanza di otto mesi dall’avvio della sperimentazione – che se non sbaglio è iniziata a ottobre-novembre – bisognava già trarre le conclusioni e superare tutte le difficoltà tecniche.
Inoltre il dott. Ruta in qualche suo intervento, non ricordo in che periodo, parlava anche della necessità di coinvolgere i medici di famiglia. Ma non è così semplice - qui invito il dott. Ruta a sentire chi vi lavora quotidianamente -, noi medici abbiamo già enormi difficoltà ad andare on line con l’Inps, come pure molte difficoltà nel dover rispondere alla varie esigenze delle nostre Zone territoriale. Per cui caricare ulteriormente uno studio medico con la prenotazione attraverso il CUP secondo me, se uno non ha un gruppo associato e delle persone che possono farlo, non è possibile. Poi, onestamente, Assessore, io ho studiato, mi sono laureato e specializzato per fare il medico, non per prenotare attraverso il CUP!


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Voglio comunicare all’Assemblea che siccome ancora mancano i Capigruppo, in quanto stanno incontrando il Comitato contro il rigassificatore, abbiamo concordato che invece di interrompere la seduta andiamo avanti con quelle interrogazioni che in questo momento siamo nella possibilità di svolgere.


Interrogazione n. 185
dei Consiglieri Zinni, Massi, Marinelli
“Regione Marche-Lehman Brothers procedura di vendita del credito”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 185 dei Consiglieri Zinni, Massi, Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Sono sinceramente contento dell’occasione, avevamo infatti promesso un monitoraggio sull’operazione anche in seconda Commissione con il Presidente Latini, che non vedo adesso, e con i membri della stessa. Quindi è opportuno questo aggiornamento in una fase che ci avvicina alla conclusione.
Prima qualche premessa che ricostruisca la vicenda.
In data 23 giugno 2003 la Regione ha emesso un prestito obbligazionario Bramante Bond dell’importo di euro 400.000.000,00 con rimborso del capitale in un’unica soluzione alla scadenza (c.d. bullet), a tasso fisso 4,6478%, con scadenza e rimborso integrale il 27 giugno 2023. Segnalo il tasso fisso a 4,6478, perché ci servirà per il futuro, atteso che, come sappiamo bene, un credito di medio termine viene quotato al momento attuale tra il 6% e 6,5%. Quindi sono condizioni di pagamento del rimborso del prestito obbligazionario particolarmente vantaggiose.
La Regione, al fine di disporre l’ammortamento sintetico del Bramante Bond, in conformità con quanto sancito dall’articolo 41 della legge n. 448/2001, ha stipulato uno Swap Lehman e uno Swap Nomura, rispettivamente di 200 e 200 milioni. Questi ultimi si caratterizzavano per un’equivalenza dei flussi finanziari, per una sostanziale omogeneità dei valori finanziari (c.d. mark to market) che hanno avuto un andamento sempre positivo per la Regione e per la presenza al loro interno, per la prima volta in Italia, di una garanzia per la Regione (la c.d. Collateralizzazione unilaterale) che non era stata ancora prevista dalla normativa nazionale di riferimento. A conferma di ciò la Corte dei Conti nella Relazione sul Rendiconto della Regione per l’esercizio finanziario 20031, scrisse che la nostra procedura aveva “anticipato” e “ispirato” il successivo processo di regolazione delle modalità di accesso ai mercati finanziari predisposto successivamente da Tremonti al Ministero dell’economia e delle finanze e che fossero particolarmente apprezzabili sia le caratteristiche di prudenza e certezza dell’operazione Bramante, sia le modalità con cui la Regione aveva operato.
La Regione a seguito del default della capogruppo del Gruppo Lehman (Lehman Brothers Holding International), al fine di poter effettuare l’insinuazione al passivo nell’ambito della rilevante Procedura, in data 25 novembre 2008 ha richiesto alla sua controparte Swap (Lehman Brothers Special Financing) la risoluzione anticipata dello Swap. Il valore di risoluzione anticipata è stato pari ad euro 51.175.000,00.
La Regione, pertanto, ha potuto insinuarsi per un valore di 71.683.381,25 dollari, (applicando il tasso di cambio euro/dollari di 1.4151 del 15 settembre 2008 è equivalente ad euro 51.175.000,00), che quindi risulta superiore al valore complessivo degli accantonamenti precedentemente effettuati, ai sensi dello Swap di euro 44.500.000,00, quindi superiore all’effettivo esborso della Regione.
Alla luce di quanto sopra riportato vorrei ricordare che la Regione in data 1 luglio 2010, allo scopo di rendere certo e non più modificabile il credito insinuato al passivo della procedura concorsuale e di poterlo monetizzare alla maggiore percentuale di recupero, attraverso una sua cessione sul mercato pro soluto, ha ritenuto opportuno giungere alla c.d. “Stipulation”. Quest’ultima è avvenuta mediante la sottoscrizione di un accordo transattivo con la rilevante procedura concorsuale con cui è stata formalizzata la certificazione del credito insinuato al passivo anche nei confronti di Lehman Brothers Holding a valere sulla garanzia rilasciata a favore della Regione.
Si segnala che tale procedura si presenta come lunga e complessa e che l’ottenimento della Stipulation, una volta richiesta, non deriva da un automatismo, ma è frutto di una complicatissima transazione.
La Regione, tramite l’assistenza legale fornita dallo Studio Legale Allen & Overy, ha ottenuto che il valore del credito certificato sia risultato pari a 68.099.212,1875 di dollari equivalente ad euro 48.123.250,79, applicando il tasso di cambio che prima ricordavo.
Si noti come l’importo di euro 48.123.250,79 risulta comunque superiore agli esborsi effettuati dalla Regione ai sensi dello Swap. L’importo di 68.099.212,1875 di dollari è stato calcolato applicando al credito insinuato al passivo di 71.683.381,25 (equivalente ad euro 51.175.000,00, applicando il tasso di cambio 1.4151 del 15/09/08) uno sconto del 5%.
A tal proposito si ritiene opportuno porre in evidenza che lo sconto del 5% risulta essere nettamente inferiore a quanto generalmente applicato dalla procedura per perfezionare la Stipulation, di solito compreso in un range tra il 15% ed il 20%. Questo è un elemento importante che ci consente di raggiungere l’equilibrio dell’operazione di uscita che stiamo perfezionando.
In relazione all’opportunità di cedere sul mercato il credito certificato è importante ricordare che la tempistica di una eventuale cessione del credito non può non tenere in considerazione la c.d. liquidità del Mercato dei Crediti Lehman, che dipende dalla capacità degli investitori finali e/o di eventuali intermediari di finanziare l’acquisto di tali crediti.
Pertanto è verosimile ritenere, analogamente a quanto accade nell’investimento da parte di investitori istituzionali nel debito emesso dagli enti territoriali e locali italiani, che in alcuni periodi la domanda di tali crediti possa temporaneamente contrarsi oppure espandersi, come capita nella valutazione dei titoli di Stato italiano nei confronti, per esempio, del bul tedesco, quindi questo può generare una temporanea difficoltà di tali investitori a reperire la necessaria liquidità.
La Regione tenuto conto di quanto sopra riportato, così come previsto dalla d.g.r. n. 778 del 10 maggio 2010, in seguito alle manifestazioni di interesse ricevute da parte di diversi intermediari finanziari ed al solo scopo di confermare l’esistenza di una domanda di acquisto sul credito certificato, sebbene consapevole di dover attendere per ottenere un incremento del valore di cessione del credito, ha ritenuto opportuno effettuare una prima gara per la cessione del credito certificato, invitando cinque istituti finanziari – vado dunque al punto della domanda –. Le proposte pervenute da parte di cinque grandi banche internazionali sono state e restano al vaglio della Regione.
Per ragioni di ovvia riservatezza - l’interrogante capirà - per la concorrenza e la competizione della proposta, non possiamo far riferimenti alle somme precise, ma possiamo dire che ad oggi la cessione del credito Lehman avverrebbe a condizioni tali da permettere, considerando i benefici dell’estinzione anticipata dello Swap con Nomura International (avvenuto nel luglio 2010 incassando oltre 74 milioni di euro, con mark to market positivo per la Regione) e una volta ristrutturato lo stesso Bramante Bond con un’operazione di Consent Solicitation, non solo il pieno recupero di quanto accantonato, ma anche, seppur leggero, un surplus finanziario. Che appunto risponde alla seconda domanda, ossia su come abbiamo fatto la gara e se intendiamo perdere e quanto dall’operazione. Noi intendiamo guadagnare dall’insieme delle operazioni di smontaggio.
Nella procedura di verifica per la vendita del credito non è stato utilizzato un advisor finanziario specializzato. Come già detto, ci si è avvalsi della sola assistenza legale dello Studio Allen & Overy, anche tenuto conto che per ora rileva prevalentemente il profilo legale.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Ovviamente questa è una materia che ha fondamenta tecniche non indifferenti. Ritengo sia una materia di difficile esportazione nei confronti dei cittadini per far loro comprendere fino in fondo quello che è accaduto.
Mi permetto di dire due cose. Primo, mi auguro, per il bene dei cittadini, che si chiuda questo iter il prima possibile. Ritengo che questi strumenti finanziari siano un po’ come la favola di Hansel e Gretel, in cui c’è una pubblica amministrazione che vede questa meravigliosa casa di marzapane, se ne innamora, pensa di trarre grandi vantaggi per i suoi bilanci dal punto di vista finanziario, ma dove in realtà spesso si celano trappole diaboliche.
Lei citava giustamente la Corte dei Conti – poi ritornerò su quel passaggio della collateralizzazione –, ma lei sa meglio di me che la Corte dei Conti scrive spesso agli enti locali dicendo: “quando valutate questo possibilmente evitate di comprarli, ma se li comprate state attenti a come li vendete”. Perché il rischio più grosso è quello di accollarsi dei titoli che però poi ci rendono prigionieri. Ossia, non arriva mai il momento buono per toglierli in quanto magari reca un danno, e spesso anche per problemi di clausole occulte, come dice più volte la dottrina maggiormente rappresentativa in Italia che scrive su Il Sole 24 Ore.
Sulla collateralizzazione, Assessore, ci risulta, forse mi sbaglio, mi perdoni, che essa fu applicata per uno dei due pacchetti, mentre per quello della Lehman non ci fu il famoso deposito di garanzia da parte del soggetto stesso a tutela della Regione Marche. Per cui se colpa politica ha avuto la sua Giunta credo sia proprio quella di non aver vigilato attentamente sul fatto che ambedue i soggetti che erogavano il credito si comportassero non solo in maniera analoga ma anche in maniera corretta e precisa nei confronti dell’Istituzione.
Quindi il paradosso è che voi siete stati bravi su un pacchetto ma meno bravi su un altro. (…) Ci mancherebbe, Assessore, lei con me può sempre interloquire.

Pietro MARCOLINI. Grazie. Lei ha ragione, Consigliere, ma mi permetta di dire - con il senno del poi questo è tutto più facile - che nessuno prima di allora aveva collateralizzato.

Giovanni ZINNI. Certo, su una parte, ripeto, siete stati bravi…(…) Sì, Assessore, però quello non ha adempiuto! Cioè, la collateralizzazione, sì, per carità, una pubblica amministrazione deve mettere tutto in termini di atti amministrativi e di contratti, però ci risulta che Lehman non abbia adempiuto, quindi questo non è sicuramente positivo.
Sono contento che lei sia convinto di chiudere l’operazione in netto vantaggio, però mi permetto semplicemente di dire questo. Lei giustamente dice che non può ufficializzare i dati delle offerte dei cinque istituti finanziari, questo non posso che comprenderlo. Ma fermo restando che il sottoscritto ha accesso agli atti, ed ovviamente con l’impegno a mantenere, come la legge mi impone, l’adeguata riservatezza nei confronti di terzi, gradirei se lei potesse dare seguito, e se lo ritiene opportuno, a questa interrogazione anche con una parte scritta…(…) Va bè, però, insomma, me li faccia vedere.

Pietro MARCOLINI. Esperita la gara tutto sarà pubblico, ma siccome ora la gara è in corso nessuno, nemmeno io, può avere accesso agli atti.

Giovanni ZINNI. Benissimo, ma appena potrò farlo mi faccia convocare ed io verrò a vederli.
Concludo dicendo che questa è un’interrogazione semi aperta. Perché? Noi come partito politico ci siamo voluti prendere un impegno, cioè quello di andare fino in fondo contro l’utilizzo eccessivo di titoli derivati e titoli finanziari.
Certo, non è una battaglia che vogliamo fare in termini morali, anche molte nostre amministrazioni di centro-destra in giro per l’Italia hanno fatto uso di questo, è molto facile farsi belli dopo, non è mio costume fare questo, però una cosa è certa, andremo fino in fondo a controllare che voi per il futuro non lo utilizziate più. La lezione vale sì per me ma vale anche per lei.
Attenderò quindi gli esiti per giudicarli politicamente attraverso un’altra interrogazione che presenterò fra qualche mese.
In ogni caso l’unica cosa che mi sento di dire è che sarebbe opportuno che in termini di investimenti finanziari si facesse magari una seduta apposita della Commissione per far un confronto chiaro sul futuro. Ovvero su quali strumenti intende adottare sul bilancio della Regione, poi noi ovviamente come forza di opposizione le diremo se riterremo congruo lo strumento utilizzato.
Ma sicuramente quello di Lehman non ci è piaciuto, lo consideriamo un errore politico, quindi in futuro cercheremo di far sì che la Regione non lo ripercorra.


Interrogazione n. 173
del Consigliere Latini
“Jesi, nuova sede del Commissariato di Polizia”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 173 del Consigliere Latini è rinviata per assenza dell’Assessore Moroder.


Interrogazione n. 188
del Consigliere Bugaro
“Nuova sede ASSAM”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 188 del Consigliere Bugaro è rinviata per assenza dell’Assessore Petrini.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Trenta, ne ha facoltà.

Umberto TRENTA. All’inizio dei lavori ho sentito parlare della prossima seduta che dedicheremo alle questioni riguardanti l’Unione europea. Chiedo se è possibile – poi ne parlerò anche con il Presidente Cardogna - in quell’ambito introdurre anche ciò a cui tende il progetto Associazione Università per la Pace. Vorrei cioè ci fosse un ordine del giorno, con la condivisione dell’Assemblea, ove si ristabilisca bene e in maniera definitiva l’assetto dell’Associazione, quindi con un allargamento anche alle Università della Macro Regione Adriatico-Jonica. Nonché dove apparisse una definizione interistituzionale che richieda al Segretario generale dell’ONU (trattandosi di una risoluzione dell’ONU) una partecipazione effettiva della Regione Marche. Una partecipazione simbolica come scranno presso l’ONU. In quanto, essendo rivolta alla Conferenza universale mondiale sui diritti umani, penso che una sede più deputata non possa che essere quella appunto dell’ONU.
Ciò detto, Presidente, la inviterei anche, per quella sessione dei lavori, a predisporre all’interno dell’Ufficio di Presidenza un’argomentazione valida di definizione di detta Associazione.
Inoltre ritengo sia doveroso un passaggio attraverso una Conferenza dei Consigli regionali d’Italia affinché gli stessi adottino lo stesso strumento. Così da formare una rete da rivolgere in maniera puntuale a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Inoltre per ridefinire e ridisegnare quella rete che oggi vede in maniera univoca compartecipare solo il tavolo per la pace.
Non può essere sfuggito a una persona della sua sensibilità, Presidente, che il Santo Padre ha fatto un richiamo alle confessioni religiose per Assisi. Però io intenderei andare oltre a questo organismo e quindi rivolgermi direttamente alle fedi. Quindi, mentre le religioni potranno avere questa giusta accoglienza voluta dal Santo Padre con Assisi, noi invece potremmo ospitare la Conferenza per le fedi, che a livello spirituale ritengo siano qualcosa di molto superiore rispetto alle confessioni religiose.
In attesa che arrivi l’Assessore Petrini intanto lo ringrazio per la sua assenza, come ringrazio il Presidente per la sua sensibilità. Dopodiché ci si vedrà nella sessione riguardante le questioni europee.

PRESIDENTE. Bene, Consigliere Trenta, ringrazio e ricambio.


Interrogazione n. 296
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Sistema fieristico regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 296 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. I Consiglieri Massi e Marinelli interrogano circa il polo fieristico di Civitanova Marche.
La I.r. 14/2010 stabilisce che la Regione può partecipare a una società promossa e costituita da soggetti pubblici e privati che abbia per scopo l’esercizio unitario dell’attività di organizzazione di manifestazioni fieristiche finalizzate alla promozione dell’immagine delle Marche, delle sue imprese e dei suoi prodotti. La Regione può conferire alla società anche beni in natura.
Una nuova società di carattere privatistico/pubblicistica a cui la Regione possa eventualmente partecipare come socio e che superando i limiti campanilistici e territoriali possa creare un sistema fieristico regionale più snello, adeguato e rispettoso della normativa europea e della situazione di grave crisi in cui oggi il Paese versa.
Con riferimento a quanto sopra a tutt’oggi non è stato ancora valutata, da parte della Giunta regionale, la partecipazione ad una costituenda società di gestione delle attività fieristiche.
Sono stati tenuti alcuni contatti con “Fiere srl di Pesaro” che ha fatto presente che entro il mese di marzo avrebbe costituito una società per azioni pubblico-privata. Dall’incontro è emersa la volontà della costituenda società di riservare agli enti pubblici camerali ed alla Regione il diritto di prelazione di quote societarie fissando il termine del 30 giugno. Appena esaminati lo Statuto e l’atto costitutivo si potrà effettuare una valutazione circa l’interesse o meno della Regione a partecipare.
Ho peraltro avuto modo di affrontare la questione con Comune, Provincia e Camera di Commercio di Ancona al fine di verificare la loro volontà di aderire ad una unica spa regionale, ovvero costituire un altro soggetto gestore di manifestazioni fieristiche. Dall’incontro è emerso che gli enti sopramenzionati entro questo mese di aprile affronteranno la questione.
Per quanto concerne i punti 2 e 3 dell’interrogazione, la programmazione delle manifestazioni fieristiche normalmente si predispone tra giugno/luglio dell’anno precedente.
Non è certamente interesse della Regione né disperdere l’esperienza maturata in questi anni di gestione della attività fieristica, né che le manifestazioni di uno certa rilevanza possano continuare anche nel futuro una volta sciolti i nodi di cui sopra.
Tuttavia, anche in considerazione della sentenza della Corte di Giustizia europea, non è la Regione a dover stabilire una strategia sul sistema delle attività fieristiche. E’ compito del gestore (SpA pubblico/privato), nel rispetto della concorrenza, del libero mercato e della libertà di stabilimento, stabilire le proprie strategie operative anche in sinergia con la Regione.
Un nuovo modello di sistema fieristico regionale, tuttavia, non può e non deve più basarsi su un sistema chiuso, fatto di quartieri fieristici statici, con gestione di fiere tipicamente locali che abbiano interesse limitato al luogo e senza la possibilità di raggiungere un livello di ottimizzazione e di crescita del sistema economico e produttivo regionale. Le nuove strategie fieristiche, ormai condivise, dovranno avere una visione aperta all’esterno, al mondo globalizzato finalizzato alla crescita del made in Marche. Altrimenti si rischia di ricreare una struttura statica che avrà solo costi per la comunità marchigiana, senza essere né efficace, né efficiente. In una situazione di crisi generale del sistema fieristico nazionale (oggi solo grandi realtà come Milano riescono operare in attivo), la criticità non risiede nella disponibilità di nuovi padiglioni fieristici, ma nel saper operare all’interno del mercato per la promozione ed internazionalizzazione del made in Marche che è l’unica e vera vetrina del sistema Marche.
Per quanto concerne il punto 4, la consistenza immobiliare dell’Erf è la seguente. L’ERF ha iscritto a bilancio, nelle attività patrimoniali, i seguenti beni immobili: Palazzo mostra Civitanova Marche; Terreno Ancona; Terreno Civitanova Marche.
Il valore finale del terreno dì Ancona è ben certo. Infatti è stata stipulata una scrittura privata, in data 1 dicembre 2008, con l’autorità portuale di Ancona in cui sono definiti gli importi di vendita in € 957.000,00 e la data di ultimazione della vendita che deve avvenire entro il 31 dicembre 2011.
L’ERF ha percepito già un acconto sull’operazione pari a € 457.000,00.
Relativamente al valore commerciale dell’immobile di Civitanova Marche, la direzione dell’ERF ha fornito una perizia del 2001 (quindi datata), da cui risulta un valore venale dell’immobile pari a € 2.582.284,50 (5 miliardi delle vecchie lire).
Tale perizia dovrà essere necessariamente integrata per aggiornarla ai valori attuali.
Relativamente alla situazione patrimoniale dell’ERF evidenzio quanto segue.
L’ex ERF in Ancona non è proprietaria degli immobili in quanto sono stati costruiti in area demaniale e alla conclusione del contratto (dicembre 2011) torneranno nella disponibilità dell’autorità Portuale.
Come sopra ricordato relativamente al terreno (che è un piccolo parcheggio) il consiglio di amministrazione dell’ERF lo ha venduto all’autorità portuale che dovrà, a rogito finale, liquidare una somma pari a 500 mila euro.
Per quanto riguarda l’immobile di Civitanova Marche la Giunta regionale con propria delibera n. 191 del 14 febbraio 2011 ha incaricato i servizi regionali competenti di predisporre una valutazione tecnico-finanziaria degli immobili già di proprietà dell’ex ERF siti a Civitanova Marche. A tutt’oggi esiste, come sopra ricordato, una sola perizia del 2001 che aveva stabilito, come già detto, il valore dell’immobile di Civitanova Marche in 5 miliardi di vecchie lire.
Per quanto riguarda i vincoli di natura urbanistica sull’immobile di Civitanova la situazione è la seguente, ossia che in base alle indicazioni fornite dall’ERF non esistono vincoli urbanistici conosciuti.
E’ ipotizzabile, come risulta da un recente incontro del sottoscritto con il Sindaco del Comune di Civitanova Marche, l’interesse di quest’ultimo ad acquisire l’area ed eventualmente l’immobile attuale. In tal caso la Regione è ovviamente disponibile a prendere in considerazione tale opportunità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. L’Assessore Canzian è stato molto preciso e analitico. Tra l’altro più volte ci siamo incontrati con il Sindaco e l’Assessore competente comunale su un problema che peraltro non interessa solo Civitanova, ma l’intera regione Marche.
A livello europeo c’è stata sì una precisa indicazione, sposata in pieno dalla Giunta, per la soppressione dell’ERF, però poi a livello pratico dobbiamo renderci conto, Assessore, ne abbiamo parlato ampiamente, che mentre le grandi marche, le grandi aziende, i grandi brand, hanno la possibilità di utilizzare spazi espositivi a livello nazionale e internazionale, le piccole e medie imprese, che rappresentano un po’ il fiore all’occhiello delle Marche, che rappresentano numericamente la percentuale maggiore a livello nazionale, non hanno invece più spazi.
Questa è una strategia che la Giunta ha voluto intraprendere - io su quella legge mi sono battuto anche come relatore di minoranza -, ma che secondo me metterà in difficoltà la parte commerciale e imprenditiva delle tante piccole realtà della nostra regione.
Sappiamo che entro l’anno 2011 le fiere verranno realizzate dalla Regione Marche - pur con delle difficoltà perché ovviamente bisogna anticipare soldi ecc., ma queste sono questioni tecniche - mentre per il 2012 ci sarà un fermo.
Si sta lavorando per sopperire a questa carenza perché certamente non si possono chiudere determinate fiere, penso alla Fiera della pesca, penso all’importante Fiera della scarpa, penso ai tantissimi spazi espositivi necessari per tale settore (sul materiale, sulle attrezzature ecc.). Peraltro, e qui apro solo una breve parentesi, accanto alla soppressione di queste fiere dobbiamo anche pensare a tutto quell’importante indotto che c’è dietro, ristoranti, commercianti, alberghi.
Insomma, nel 2012 nella nostra economia si potrà veramente aprire un buco nero.
Mi auguro quindi che qualcuno possa intervenire; si parlava di un apripista di Pesaro, ma ci sono difficoltà enormi.
Il Sindaco di Civitanova si sta muovendo per creare le condizioni. Anche perché accanto alle spese enormi dell’attuale sistema fieristico di Civitanova bloccato in pochi spazi, nel 2012 sempre Civitanova avrà uno spazio fieristico nuovo, chiavi in mano, di 10 mila metri quadrati e 2 mila metri quadrati amministrativi. Quindi è chiaro che le spese che servivano per allargare gli spazi occupando anche parte del lungomare sud, non avranno più motivo di esserci avendo appunto maggior spazi espositivi. Ma certamente lì la Regione dovrà intervenire in un certo modo per non lasciare sole le Istituzioni, come il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio. Voglio vedere la Camera di Commercio di Macerata come si tirerà fuori senza sostenere le piccole imprese, voglio vedere come farà a dire di no ai tanti espositori che hanno quella vetrina, quella possibilità.
Quindi mi appello al suo buonsenso, Assessore, alla sua voglia di continuare a confrontarsi, come appunto già avvenuto. Perché secondo me o prima dell’estate o subito dopo ci sarà un redde rationem, le attività del 2012 non possono essere certo programmate a inizio anno.
Voglio anche dire che il valore commerciale dell’immobile con quella stima fatta nel 2001 non è attendibile. Non solo perché sono passati dieci anni, ma soprattutto perché quella valutazione commerciale non ha tenuto conto della destinazione urbanistica di quella zona che essendo appunto ad uso solamente dell’ente fiera non ci si può costruire niente. Quindi non ci si può costruire un albergo o magari fare una attività ricettiva o abitativa. In base al piano regolatore è uno spazio destinato a verde. Peraltro quella cubatura è stata utilizzata per il piano particolareggiato del centro.
Quindi questa nuova stima deve essere agganciata anche all’attuale strumento urbanistico, che non so se la Regione conosce, penso lo dovrà verificare.
Concludo dicendo che con una cifra di 2 milioni e mezzo il Comune non è certo in grado di acquistare, quindi rimarrebbe una cattedrale nel deserto.


Interrogazione n. 193
dei Consiglieri Bucciarelli, Binci
“Scoperture di posti riservati alle categorie protette negli enti e amministrazioni pubbliche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 193 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. La legge n. 133 del 2008 all’articolo 40 ha introdotto l’obbligo di trasmissione, esclusivamente per via telematica, del prospetto informativo aziendale con il quale i datori di lavoro pubblici e privati che occupano almeno 15 dipendenti comunicano ai servizi provinciali competenti, entro il 31 gennaio di ciascun anno, la loro situazione occupazionale riferita ovviamente al 31 dicembre dell’anno precedente.
Con tale rilevazione viene indicata la situazione occupazionale rispetto agli obblighi di assunzione di personale disabile appartenente alle altre categorie protette, insieme ai posti di lavoro e alle mansioni disponibili, come appunto previsto dalla legge n. 68 del 1999.
La finalità è quella di condividere con l’ufficio di collocamento tutte le informazioni utili ad attuare quanto previsto dalla legge a proposito di inserimenti lavorativi adeguati alle necessità e alle caratteristiche delle aziende e delle persone destinatarie.
Nello specifico l’articolo 1 della legge 68/1999 prevede che i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori con disabilità nelle seguenti misure: del 7 per cento dei lavoratori se il datore di lavoro occupa più di 50 dipendenti; del 2 per cento se ne occupa da 36 a 50; dell’1 per cento se ne occupa da 15 a 35. Per tutti i datori di lavoro l’obbligo di assunzione si determina calcolando il personale complessivamente occupato.
Per la determinazione del numero delle persone con disabilità da assumere non sono computabili, inoltre, tutta una serie di lavoratori, ad esempio quelli con contratto a termine, con contratto di formazione lavoro, i dirigenti e altre categorie ancora.
E’ inoltre attribuita, ai sensi dell’articolo 18 della legge n. 68, una quota di riserva a favore degli orfani e dei coniugi superstiti e di coloro che sono deceduti a causa di lavoro, di guerra o per servizio e di altri soggetti dichiarati, nonché di profughi.
Tra i lavoratori disabili vengono ricompresi anche i dipendenti non vedenti ai sensi della legge n. 133 del 1985.
Questo per un’informativa generale. Entrando invece nel merito dell’interrogazione occorre operare una divisione dei ruoli. Io posso dirvi che per quanto riguarda la Regione come datore di lavoro, complessivamente tra Giunta e Assemblea legislativa, nelle cinque provincie abbiamo una situazione praticamente in regola con la legge, abbiamo scoperte sole quattro unità, considerando, tra l’altro, che una è in fase di assunzione nel corrente anno e le altre tre sono in previsione di copertura nell’ambito del programma del fabbisogno del personale 2011/2013. (…) No, ho parlato di Giunta e Assemblea. Invece per quanto riguarda i dati relativi all’Asur onestamente non ho i dati – a questa interrogazione avrebbero dovuto rispondere più soggetti -, come Assessore al personale ho solo il dato riferito, ripeto, a Giunta e Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. In questa interrogazione volevamo sapere qual è lo stato di attuazione del collocamento dei soggetti di cui alla legge 68, ovvero del collocamento obbligatorio delle persone disabili.
Già nella passata legislatura si era evidenziato come all’interno dell’Asur, ad esempio, c’erano a livello di ogni provincia decine di scoperture.
Si era inoltre evidenziata una problematica riguardo ai controlli. I controlli prevedono sanzioni che a loro volta dovrebbero alimentare un fondo specifico volto a favorire l’inserimento lavorativo dei disabili.
Tutto questo però non avviene. Allora con questa interrogazione noi interroganti volevamo far sì che la Giunta regionale si facesse carico del funzionamento complessivo del collocamento dei disabili e si facesse interprete presso le amministrazioni pubbliche locali e presso tutte le amministrazioni della sanità, che appunto dipendono dal bilancio regionale, affinché almeno nella parte pubblica ci sia il rispetto della legge 68.
Ma di fatto nella risposta dell’Assessore, al di là della riproposizione di ciò che prevede la legge e del dato relativo alla scopertura delle tre unità presso Giunta e Assemblea legislativa, non è stata fatta una riflessione complessiva.
Quindi chiedo soprattutto all’Assessore al lavoro di farsi carico di questa problematica e di attivare anche un tavolo con le organizzazioni delle persone disabili per verificare i tantissimi problemi che ci sono, dalla adeguatezza delle sedi, alla possibilità di accesso da parte degli utenti e così via; noi incontriamo decine di persone che seppure abbiano certificati e percentuali di invalidità significative non sanno dove rivolgersi.
Pertanto visto che c’è un apposito ufficio per il collocamento delle persone disabili, noi pensiamo che tutta questa partita debba essere presa in mano dalla Giunta regionale. Affinché le Marche possano rappresentare una regione guida, una regione dove vengono tutelati i diritti. E soprattutto dove tali diritti vengono rispettati e resi effettivi almeno dalle pubbliche amministrazioni, cosicché le stesse possano fare da traino per un confronto reale.
Io certamente non pretendo un approccio punitivo nei confronti dei privati, specie in questa situazione di difficoltà. Però voglio ricordare che tantissime persone disabili hanno capacità intellettive normali e quindi potrebbero fare qualsiasi lavoro di tipo amministrativo e cognitivo come qualsiasi altra persona.
Inoltre c’è tutta la questione dell’inserimento lavorativo delle persone disabili con ridotta capacità cognitiva, che può essere fatto favorendo la funzione riabilitativa e di inserimento sociale.


Comunicazione dell’Assessore Marconi in tema di accoglienza immigrati (ai sensi dell’art. 30 del Regolamento interno)
(su questo tema vengono abbinate la mozione n. 142 e l’interrogazione n. 339. Vedi pag. 56)

PRESIDENTE. Do la parola all’Assessore Marconi per riferire all’Aula sul tema dell’accoglienza immigrati.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Raccolgo questa sollecitazione in quanto sulle procedure da mettere in campo siamo ormai in una fase quasi certa. Visto soprattutto l’accordo siglato fra Regioni, Province, Comuni e Governo e il conseguente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che stabilisce le procedure per l’accoglienza di questo primo stock di immigrati giunti dal Nord Africa e che riceveranno un permesso di soggiorno temporaneo.
Credo sia importante chiarire innanzitutto alcuni passaggi di una storia molto intensa che va avanti da alcuni mesi.
Il primo dato che dobbiamo rilevare è che in verità abbiamo parlato per diversi mesi di questa vicenda quando ancora nella nostra regione non era arrivato nessuno, e oggi è ancora così. Infatti per molti mesi gli immigrati, purtroppo, sono stati ammassati a Lampedusa e in altre località, mentre nel resto d’Italia, non solo nella regione Marche, non c’era ancora nessuno, solo nelle ultime settimane ci sono stati i primi movimenti.
Voglio subito rendere conto all’Assemblea legislativa che la Regione Marche attraverso i suoi rappresentanti, il Presidente, il Vicepresidente, la Protezione Civile e chi vi sta parlando, è stata presente ai circa dieci incontri (a volte anche due per settimana) che si sono succeduti in questo ultimo periodo.
Il primo incontro l’abbiamo fatto in Ancona, con i Prefetti e tutte le autorità militari e di polizia della regione, quando ancora non c’era un’idea precisa del da farsi, fino poi ad arrivare all’ultimo incontro nel quale è intervenuto il nostro Presidente.
Dunque la cabina di regia ci ha visto protagonisti attenti, e in modo particolare solleciti verso quella indicazione che abbiamo dato fin dall’inizio, che con soddisfazione possiamo dire è stata recepita, ossia quella del dato umanitario. Cioè che l’accoglienza non dovesse essere né frettolosa né in dispregio della legislazione vigente, seppure ovviamente con la necessaria garanzia della sicurezza attuata attraverso tutti i filtri che devono essere realizzati in questo tipo di accoglienza. Una cosa peraltro che rilevo anche nelle preoccupazioni del Consigliere Latini che in questo senso ha già presentato una mozione, che poi vedrà, Consigliere, che nel corso di questa comunicazione, a cui non so se seguirà anche una dichiarazione dei Capigruppo, verrà sostanzialmente accolta.
Un’altra preoccupazione era quella che non si arrivasse – e lo abbiamo detto molto prima della vicenda di Manduria – a delle grandi concentrazioni. Ma che cosa volevamo evitare? Volevamo evitare che i centri di identificazione ed espulsione - che normalmente sono le strutture che ricevono gli immigrati clandestini -, già pieni in tutta Italia, venissero duplicati sul territorio con strutture temporanee, le cosiddette tendopoli.
E purtroppo questo è avvenuto, seppure fortunatamente per poco tempo. Sono infatti sotto gli occhi di tutti le immagini di Manduria e tutto ciò che questo ha comportato, tra cui le dimissioni del Sottosegretario agli interni Mantovano, poi rientrate proprio per le difficoltà nello stabilire procedure certe in questo senso.
Qual è stata l’altra nostra considerazione? Come Regioni, e quindi anche noi, abbiamo sempre sottolineato con forza che si rispondesse all’alto appello del Presidente della Repubblica, che non solo reclamava quello che noi tutti reclamavamo, cioè il rispetto della legge e quel buon senso necessario per un’operazione di questo tipo, ma anche un accordo della Repubblica. Pertanto che questa non fosse l’ennesima vicenda con cui l’Italia riesce a distinguersi per quella capacità a dividersi al proprio interno. Un accordo dunque che prevedesse la partecipazione del Governo, delle Regioni, delle Province e soprattutto dei Comuni, che sono i maggiormente diretti interessati, ognuno con una competenza e una responsabilità chiara.
MA non è stato facile arrivare a questo in quanto sin dall’inizio non è stato facile distinguere bene fra la condizione del clandestino e la condizione del rifugiato.
Io stesso, in molti passaggi con i media, i giornali e le televisioni, ho dovuto spiegare con puntualità che c’è una differenza sostanziale tra la condizione di rifugiato e quella di clandestino. L’ho dovuto fare perché venivano usati termini confusi. Il clandestino è colui che arriva senza titolo nel nostro territorio e quindi deve essere portato nei CIE, mentre il rifugiato è colui che ha presentato una domanda per ottenere asilo nel nostro Paese per ragioni politiche, religiose o umanitarie, quindi va trattato in maniera differente.
Però tale questione, che è stata la più complessa di questo periodo, è stata poi superata con quel decreto del 5 aprile con il quale appunto il Governo per tutti quelli che sono arrivati fino ad oggi, fatte alcune eccezioni, ha stabilito la condizione di rifugiato.
Infatti il decreto all’articolo 1 “definisce le misure umanitarie di protezione temporanea da assicurarsi nel territorio dello Stato a favore di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa affluiti nel territorio nazionale dal 1° gennaio 2011 alla mezzanotte del 5 aprile 2011.”.
Quindi, come dicevo, è un intervento che riguarda una parte precisa, sia dal punto di vista temporale che dal punto di vista geografico, per la quale viene previsto questo trattamento particolare, ovvero il permesso temporaneo di soggiorno. Un permesso che oltre ad essere soggetto a verifica da parte delle Questure prevede anche alcune eccezioni, cioè non può essere applicato a quattro categorie di persone, tra cui ovviamente quelle che dovessero essere identificate come detenute o ree di qualche reato.
Detto questo, nello specifico dico, come chiedeva anche il Consigliere Latini, che non ci saranno tendopoli in tutto il territorio nazionale, per cui cade anche l’ipotesi raccolta da alcuni giornali relativamente all’area ex Sadam di Fermo.
Quello che avverrà nella nostra regione è ciò che abbiamo stabilito nell’accordo nazionale. Ossia, venerdì scorso a tutti i Comuni delle Marche abbiamo chiesto la disponibilità di posti letto per questo tipo di accoglienza. Questo perché il decreto del Presidente del Consiglio prevede anche che chi lo chiede, anche se per un tempo limitato, deve essere accolto. Un accordo firmato dal Ministro Fitto, dal Ministro Maroni e dai rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni.
Noi tramite la Protezione civile e l’Assessorato ai servizi sociali abbiamo già avviato questa operazione di ricognizione, individuando bene la categoria di immobili e di locali che dovranno ospitare gli immigrati.
Allo stato attuale abbiamo ricevuto le seguenti risposte:
· dalla provincia di Ancona 29 risposte negative e 6 positive (Ancona, Senigallia, Falconara, Montemarciano, Loreto, Osimo), 14 Comuni non hanno risposto;
· dalla provincia di Ascoli Piceno 17 risposte negative e 1 sola positiva (Montalto delle Marche), 17 Comuni non hanno risposto;
· dalla provincia di Fermo 22 risposte negative e tre positive (Falerone, Fermo, Porto Sant’Elpidio), 13 Comuni non hanno risposto;
· dalla provincia di Macerata 36 risposte negative e 1 positiva (Macerata), 20 Comuni non hanno risposto;
· dalla provincia di Pesaro Urbino 35 risposte negative e 1 positiva (Pesaro), 21 Comuni non hanno risposto.
Chiaramente questa accoglienza è a carico del Governo, sono state stabilite anche delle tariffe, che vi comunico in via informale perché dovranno essere confermate con successivi provvedimenti, sono circa 60 euro per i minori non accompagnati e 40 euro per gli adulti.
Il Governo ha già previsto uno stanziamento in questo senso e quindi dovrebbe provvedere alla copertura della spesa.
E’ importante sottolineare che per queste prime risposte positive - alle quali vorremmo accompagnare una sorta di appello da parte della Regione affinché vengano date altre disponibilità - attualmente non abbiamo richieste specifiche, che comunque dovrebbero partire da domani fino alle prossime settimane.
Oggi, dopo la chiusura dei lavori assembleari, si riunirà il tavolo, da me presieduto, del gruppo di lavoro costituito per questa emergenza, per procedere alla conferma di questa ricognizione e anche per sollecitare altre presenze.
Voglio dare un ulteriore dato all’Assemblea legislativa, ossia che sul totale delle disponibilità, circa 130 posti complessivi in 12 differenti località, abbiamo una media di circa 10 disponibilità per località. La più bassa è di 6 posti, la più alta è di 14 posti. Quindi è esattamente quello che immaginavamo, cioè nessuna concentrazione di profughi bensì una loro sistemazione diffusa sul territorio.
L’ultima considerazione che debbo fare – che non è una ma è ciò che è stato scritto nella seconda edizione dell’accordo, a cui era presente il nostro Presidente Spacca – è che questo impegno comporta anche una sensibilizzazione da parte di tutte le istituzioni affinché a livello locale questa unità sia assolutamente mantenuta.
Dunque i firmatari hanno assunto questo impegno proprio secondo quello che era l’auspicio del Presidente della Repubblica Napoletano che appunto impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica. Cioè che questa emergenza umanitaria non veda distinguo, non veda sé, non veda ma. E i sottoscrittori a loro volta si impegnano nel territorio ad essere coerenti a tali indicazioni.
Credo pertanto sia una vicenda che si sta concludendo bene; a parte altre considerazioni che riguardano i rapporti con l’Europa, che però essendo politiche le lascio ai Gruppi di questa Assemblea.
Per quanto riguarda invece l’organizzazione su base regionale posso ribadire che tutto quello che era previsto nell’accordo è stato fatto in maniera corretta e coerente. Credo che anche l’informazione che abbiamo dato in queste settimane non sia stata né allarmistica né superficiale, cioè non abbiamo né sottovalutato il problema né creato quell’allarme che alla fine si sarebbe rivelato solo inutile. Io venivo spesso sollecitato sul fatto di chissà che cosa dovesse succedere, ma in realtà, ripeto, ad oggi nel nostro territorio non abbiamo ancora un solo immigrato.
L’unica nota stonata è stata una piccola polemica, che però è subito rientrata, con il Ministro degli esteri Frattini, il quale in una trasmissione televisiva ha riferito della presunta indisponibilità delle Marche a questa accoglienza, forse facendo riferimento a una mia affermazione, che però non era esattamente questa. Il Ministro Maroni, al primo tavolo con le Regioni, aveva chiesto Regione per Regione quali fossero le situazioni di difficoltà che si sarebbero potute incontrare nell’operazione di accoglienza; quando ancora, peraltro, non erano state stabilite le procedure, cioè quando ancora non si sapeva se gli immigrati si sarebbero messi nelle tendopoli, nelle caserme, nelle case di accoglienza o in piccole strutture come poi è avvenuto. A questa richiesta ogni Regione ha detto la sua, è stata fatta una vera e propria carrellata. Ed io non ho potuto non dire che nella nostra regione già vivevamo una situazione di emergenza relativa ai danni del maltempo e quindi bisognava stare molto attenti nell’allocazione di eventuali centri di prima accoglienza, perché le due situazioni non dovevano incrociare. Non ultimo, ma questa era una preoccupazione già segnalata anche dalle forze dell’ordine, il fatto che noi qui in Ancona l’11 settembre avremo una grande concentrazione di popoli, si stima più di 400-500 mila persone, per la visita del Santo Padre. Quindi un’ulteriore concentrazione potrebbe creare qualche difficoltà di controllo dell’ordine pubblico.
Dunque mi ero limitato semplicemente a segnalare queste due cose, di cui ho visto che il Ministro Maroni ne ha preso nota seduta stante. Però poi tutto questo è stato riferito come esempio negativo di una regione non disposta a fare accoglienza.
Credo che il Ministro Frattini potesse fare benissimo riferimento ad altre regioni, perché in realtà la regione Marche, come poi si è visto, non solo non si è comportata in questo modo, ma come sempre è in prima fila nelle gare di solidarietà.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Grazie Assessore Marconi. Voglio ricordare che in merito a queste comunicazioni si può fare un breve dibattito. Possiamo tranquillamente farlo, magari contingentando il tempo sui cinque minuti. Al momento ho due Consiglieri iscritti a parlare, se ci sono altri che vogliono intervenire prego di comunicarlo.
Ha la parola al Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Sono soddisfatto intanto che nella nostra regione ancora non abbiamo nessun clandestino o profugo. Mi è inoltre piaciuto il termine usato dall’Assessore quando ha parlato di “stock” come appunto si trattasse di merce. Noi infatti pensiamo che queste persone siano proprio considerate come merci che gli scafisti usano in cambio di cospicuo denaro, per far appunto arrivare in Italia tanti disperati. Ma dico “disperati” tra virgolette, perché tra quelli che consideriamo disperati ci sono anche quelli, come abbiamo visto accadere, che al terzo giorno quando veniva loro offerto del riso si sono lamentati di quel pasto. Quindi penso ci siano anche esigenze particolari che hanno poco a che fare con la disperazione.
Siamo contenti di sapere che non ci saranno tendopoli, che nei centri storici non ci saranno caserme dismesse adibite ad ospitare questi profughi.
Però, ripeto, di profughi se ne vedono ben pochi, sono veramente una minima parte. E i veri profughi si portano con sé la famiglia mentre vediamo che quelli che arrivano sono per la maggior parte uomini. Quindi siamo alla solita storia, è la solita immigrazione che viviamo da sempre.
Noi pertanto come partito federalista abbiamo tutto il diritto di contestare anche questa accoglienza. Peraltro dalle cifre che ci sono state comunicate dal nostro Assessore nella regione Marche non c’è poi tutta questa adesione, tutta questa solidarietà. Abbiamo infatti visto che i Comuni che hanno risposto sono pochi. Quindi non mi sembra, Assessore, che questa regione abbia tutta questa grande solidarietà verso una simile situazione.
Comunque se accoglienza deve essere, come ho già detto nella precedente seduta assembleare, che si facciano avanti quei Sindaci del centro-sinistra che durante le loro campagne elettorali hanno fatto forza di questa solidarietà e che spesso hanno considerato noi razzisti per avere idee contrarie alle loro riguardo all’accoglienza. Quindi che siano i Sindaci di sinistra i veri tolleranti nel concedere le loro strutture e i loro spazi affinché dimostrino finalmente nei fatti solidarietà nei confronti di queste popolazioni.
Voglio in ogni caso ribadire che le Marche dovrebbero effettivamente, dato che andiamo verso il federalismo, mettere un paletto su questa accoglienza.
Un altro discorso riguarda la questione europea. Il Ministro Maroni e tutti gli esponenti della Lega hanno fatto benissimo a mettere in questione l’Europa. Un’Europa che quando serve non c’è mai, è sempre pronta a darci mille leggi e leggine, mille vincoli o addirittura a drogare la nostra agricoltura con quelle benedette quote che hanno davvero affossato il grande valore agricolo del nostro territorio.
Questa è dunque un’altra questione politica nazionale, ma noi della la Lega Nord ci vediamo tra quei promotori di una impostazione diversa delle trattative europee; noi non vogliamo essere la terra di nessuno dove dobbiamo accogliere per forza magari per errori di altri.
Questo è il nostro pensiero. Mi auguro che alla fine non arrivino tanti immigrati e che quelli che arriveranno vadano in piccole strutture e siano accolti dai Sindaci di sinistra.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio l’Assessore per la sua relazione puntuale e precisa.
Dobbiamo ricordarci che il pacchetto sicurezza, che è stato promulgato circa due anni fa, prevedeva un’indicazione precisa alle Regioni sulla creazione dei CIE, ossia uno in ogni regione.
Quindi credo che vada riconosciuto al Governo nazionale di aver avuto l’occhio lungo rispetto a quello che è successo pochi mesi fa nei Paesi del Nord Africa. Due anni fa aveva già visto quello che poteva accadere.
Invece non è stato così per il Governo regionale. Io ricordo molto bene le affermazioni sulla stampa del nostro Presidente Spacca - che adesso è impegnato in una riunione informale e quindi non mi ascolta! - che aveva paragonato i CIE ai lager, quindi, diceva: “Noi non lo vogliamo”. Per cui lui e la sua Giunta hanno avuto la vista corta. Perché se l’avesse previsto e organizzato a quest’ora non saremmo a chiedere l’elemosina con quella contabilità un po’ penosa che ci ha illustrato l’Assessore Marconi a proposito dei Comuni della nostra regione che sono disposti o meno ad accogliere. Che peraltro sono ben pochi.
Quindi se il Presidente Spacca avesse avuto la vista lunga come il Governo nazionale e quindi avrebbe fatto il CIE a suo tempo, avremmo già risolto il problema e fatto il nostro dovere come ci chiede il Presidente Napolitano, come ci chiede il Governo.
A me quando si parla di persone non piace sentir parlare di stock e di merce, onestamente mi dà un fastidio epidermico e anche di cuore. Le persone sono persone, quindi lo sono anche quelle che spesso sono vessate da trafficanti internazionali e dalla mafia internazionale e italiana. Per cui non accetto questo termine, non mi piace.
Dobbiamo dunque combattere il crimine internazionale e nazionale, perché sappiamo benissimo quanto pagano le persone per essere trasportate, dobbiamo colpirlo fortemente. E dobbiamo anche saper distinguere quello che è un dovere umanitario nei confronti di una minoranza di persone.
Inoltre non posso non constatare, in maniera seria, libera e indipendente, perché tale mi ritengo, quello che è stato un fallimento del nostro Governo rispetto all’Europa. Non possiamo certo dire che il Ministro Maroni e tutto il Governo abbiano fatto in Europa una bella figura. Per essere seri dobbiamo riconoscerlo. Praticamente dall’Europa da questo punto di vista siamo stati, come dire, un po’ abbandonati. Quindi dobbiamo impegnarci di più per fare in modo che l’Italia sia ricordata, apprezzata, valorizzata non solo quando si festeggiano i 150 anni – che seppure con un po’ di retorica sono contento che li abbiamo fatti –, ma anche quando dobbiamo far valere le nostre ragioni in Europa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Non avevo dubbi che gli interventi che mi hanno preceduto avessero questo tono. Io voglio invece dire, andando su un discorso di internazionalizzazione, la VI Commissione, presieduta dal Consigliere Cardogna, dovrà necessariamente dare una risposta in questo senso.
Cito ora tre interventi autorevoli: Cecilia Malmström, commissaria europea, che candidamente dice: “In Italia non siamo ancora arrivati a una situazione da centinaia di migliaia di profughi, quindi no alla direttiva”; Maria Fekter, Ministro dell’Austria: “Il rischio che si ha con i permessi è quello di preparare il terreno alla criminalità, quindi ci opponiamo”; Alfredo Rubalcaba, Ministro spagnolo: “Non ci può essere solidarietà, i migranti tunisini sono illegali e quindi bisogna riportarli a casa”.
L’altra sera, a Ballarò o a Anno Zero, non ricordo di preciso, qualcuno diceva, con un sorriso beffardo, che gli italiani migranti che si muovono all’interno dell’Europa sono accolti, quindi il Governo italiano deve necessariamente capire che la nostra reciprocità va allargata, ecc., ecc. Signori miei, il discorso è sempre quello, siamo di fronte all’assoluto e al relativo, oggi ancora si dibatte su questo.
Allora io qui mi aspetto da lei, Vicepresidente dell’Ufficio di Presidenza Paola Giorgi, che faccia subito un ordine del giorno riguardo alla Francia, si legge: “Stop al burqa: retata a Notre Dame”. Lo prepari bene, glielo voteremo.
Ma ritorniamo alla regione Marche, regione di pace.
La cultura della pace, o meglio ancora, la cultura per la pace… - che vedo fa tanto soffiare il Consigliere Vicepresidente Bugaro, al quale sono sempre grato, però gradirei la sua presenza qui, perché lei è persona autorevole e importante sopratutto nel capoluogo di provincia, Ancona, giustamente sta vicino all’IdV della Paola Giorgi! -. Stavo dicendo che quando noi assistiamo a questo show mediatico dimentichiamo la dignità dell’uomo.
Perché? Innanzitutto perché c’è un’ignoranza totale dal punto di vista della geopolitica, che significa che in quelle aree geografiche abbiamo… – Consigliera Giorgi, se lei mi guarda almeno ho la sensazione di parlare per qualcuno! (…) Ah! Lei ascolta solo con l’orecchio sinistro! La ringrazio di questo, anche perché è il suo profilo migliore, è quello che le dà più charme! –.
Per cui è con tristezza che assisto a questo discorso. Poc’anzi in un’intervista che ho rilasciato ho parlato del nostro Presidente Spacca in quanto ritengo abbia su questi argomenti una certa cultura istituzionale e sensibilità, quindi credo che la Regione Marche farà bene il suo dovere. Ma non tanto perché ci viene richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni nel rapporto col Governo, quanto perché è una questione di dignità umana. L’uomo nasce libero ovunque. Certo, in quell’area geografica è iniziata una guerra economica poco etica e tendente al controllo dell’energia derivante dal petrolio.
Ora mi voglio permettere di aggiungere anche qualcosa di più - se qualcuno la pensa diversamente mi smentisca -. Il Paese che dava più reddito all’Algeria, come richiesta di petrolio, era ed è la Cina. Quindi qui c’è qualcosa di diverso. Nessuno è andato a Piazza Tienanmen a dire che i diritti umani venivano calpestati. Nessuno ci va ancora oggi a parlare del Tibet. Nessuno ci viene a dire: “oggi parliamo della questione immigrati”. Come! In Europa abbiamo visto i lager, abbiamo sentito parlare di stock, abbiamo sentito parlare di persone che attraversano il mare con la loro disperazione, ma nessuno qui conosce e vuole conoscere la geopolitica!
Per questo io direi che occorre fare una proposta molto importante, ossia, che a Lampedusa venga istituita una conferenza universale mediterranea sui diritti umani, affinché si trasformi quel luogo di sofferenza in qualcosa di veramente positivo e farne il mondo. Infatti se uno ha chiaro il mappamondo vedrà che è proprio l’ombelico del mondo, lì si concentra il baricentro di certe situazioni che portano all’attenzione internazionale un problema drammatico: usi, costumi, tradizioni diverse, culture diverse, strutture tribali non organizzate dal punto di vista governativo.
Dopodiché l’Europa patria dei diritti umani, il continente antico, oggi ci dice: “Ve la cavate da soli”! Abbiamo fatto l’Europa, ne siamo stati convinti sostenitori, ma oggi l’Europa ci risponde: “voi, nazione Italia, avete il problema, siete il problema, e se non riuscite a risolverlo resta comunque un vostro problema”!
Così non è! Dobbiamo allora fare a livello istituzionale una rete interregionale e mitteleuropea e nei suoi confini totali dell’Europa.
Io capisco bene il discorso dei miei due colleghi Marangoni e Zaffini, uno contrario e uno pro, Lega 1 e Lega 2. Però questo non è il discorso che voglio fare, il discorso è quello di fare una proposta insieme al Governo. E che sia una proposta, così come nello spirito della legge, votata all’unanimità. Io voglio vedere per appello nominale chi, tra i signori del piano di sotto o alla mia destra, potrebbe non essere d’accordo.
L’uomo nasce libero ovunque e la regione Marche è una regione di pace.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Innanzitutto voglio ringraziare l’Assessore Marconi per la comunicazione che ci ha fornito in tema di accoglienza migranti e di quelle potenzialità che la regione Marche riserva a questo particolare momento di grave crisi nazionale e internazionale e soprattutto di grave crisi dal punto di vista umanitario riguardo appunto all’accoglienza di persone che sono oggetto di una situazione che non deriva certamente dalla loro singola posizione.
Sottolineando la disponibilità di molti Comuni all’accoglienza e il progetto ormai scelto da molte Regioni orientato a diffondere sul territorio strutture per l’accoglienza, vorrei ricordare che questo problema non è alla sua fase finale, ci potrebbero essere soluzioni imprevedibili riguardo al quantitativo delle persone che dovranno accogliere le Marche. E soprattutto non si ha una visione chiara della risoluzione del problema anche alla luce di quello che è successo ieri all’Unione europea.
Quindi l’avvertimento in senso positivo che rivolgo alla Giunta regionale e quello di prepararci ad accogliere anche un numero maggiore di persone rispetto a quelle che le Prefetture marchigiane e il Ministero dell’interno hanno stimato.
Infine torno a ribadire – e questo è anche il senso della mozione che ho presentato, la n. 142, di cui questa mattina ne ho chiesto l’iscrizione affinché potesse essere discussa e votata – la necessità di integrazione con la comunità circostante.
Perché se è vero che il raggruppamento di migranti a molti desta sorpresa, preoccupazione, insicurezza. Ed è così anche per quelle persone che hanno una coscienza maggiore rispetto al problema e che quindi sono più predisposte dal punto di vista personale e intellettuale nel dare la massima disponibilità verso chi viene a chiedere aiuto in termini umanitari e di assistenza. E’ altrettanto vero che il non contenimento di questo problema ci porterà sicuramente a qualche difficoltà, a qualche disagio, che già serpeggia in maniera non esplicita da parte dei cittadini, da parte degli enti locali, da parte di una comunità, di una popolazione che sente quella insicurezza proprio derivante dalle scelte compiute a livello internazionale e nazionale.
Quindi il concetto generale è un po’ quello di rimanere vigili e soprattutto di diffondere il più possibile quel messaggio verso una necessaria, voluta e sentita, di integrazione. In questo momento deve prevalere il profilo del rispetto della persona, dunque il profilo umanitario, e della solidarietà, quindi di dare accoglienza a chi chiede aiuto per la sopravvivenza.
Altro aspetto, che ovviamente si interseca con i primi due, che può costituire una pregiudiziale, è quello di come potremo riuscire a deflazionare l’arrivo delle tante persone che sono alle porte non solo dell’Italia ma dell’intera Unione europea. Ma questo è un aspetto più generale di cui hanno parlato molto meglio di me i colleghi che mi hanno preceduto.
Io voglio invece insistere sul tema della capacità del popolo marchigiano di essere pronto non solo ai migranti che stanno arrivando, ma anche di avere quella capacità di integrare quelli che arriveranno e che vorranno rimanere sul nostro territorio, pena una difficoltà che la politica e la comunità nel suo complesso potrà scontare per molto tempo.

PRESIDENTE. Il Consigliere Latini in merito alla questione ha presentato anche l’interrogazione n. 339, che quindi ora possiamo ritenere evasa.
Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Parlo a nome del Gruppo PD che approva in toto la relazione dell’Assessore Marconi, quindi farò soltanto alcune brevi considerazioni.
Innanzitutto voglio rigettare alcuni termini che secondo me non è dignitoso offrirli ad un’Assemblea legislativa; luogo in cui ci sono rappresentanti popolari che dovrebbero invece, insieme a me, rispettare le persone di qualunque razza, colore di pelle o religione.
Certe considerazioni, al di là delle singole appartenenze politiche, tutti le dovremmo respingere. Qui si è infatti parlato di queste sfortunate persone - che arrivano da noi per i motivi che tutti conosciamo, non certamente per fare gite da diporto - considerandole quasi merce da rifiutare, oppure si è detto di mettere dei paletti riguardo la loro accoglienza o addirittura di respingerle.
Non si può far finta di essere solidali, bisogna anche operare concretamente, come appunto mi pare abbia fatto fin da subito la Regione Marche, seppure avrebbe avuto motivo per dire anche di no; qui mi riferisco ovviamente alla vicenda dell’esondazione dei fiumi che ha provocato nella nostra regione difficoltà oggettive gravissime.
Il Presidente Spacca avrebbe dunque potuto dire no proprio perché ci troviamo già in condizioni di estremo disagio. Insomma, avremmo potuto avere mille ragioni per fare quasi una sorta di sotterraneo ricatto, anzi, nemmeno tanto sotterraneo, sarebbe stato abbastanza palese. E forse avremmo anche avuto voglia di fare questo. Invece fin da subito la Regione ha manifestato l’intenzione di voler accogliere i profughi.
La nostra è infatti da sempre una regione accogliente, le nostre comunità sono accoglienti. E’ una regione coesa soprattutto nei sentimenti e nei valori.
Noi non possiamo, colleghi della Lega – in quest’Aula abbiamo una diversa condizione della colleghi della Lega, ma le loro espressioni sui valori e sulle questioni importanti e fondanti sono le stesse, collimano, si incrociano bene – brandire il crocefisso per fare finta. Non ci serve! Se Cristo scendesse sulla terra lui stesso ci batterebbe con la croce sulla schiena!
Noi come Regione, come amministratori, come rappresentanti del popolo marchigiano la disponibilità ad accogliere qualunque profugo si trovi in condizioni di disagio, di difficoltà, l’abbiamo nel sangue. E questo l’abbiamo ribadito ancora una volta in quel programma che ha voluto mettere in atto la Regione, come ci ha ora illustrato l’Assessore Marconi.
Tra l’altro mi dispiace – essendo di Fermo faccio qui un richiamo particolare - che ieri il Sindaco Agostini di Porto San Giorgio abbia dichiarato che rifiuta categoricamente di fare accoglienza. Quando nella nostra provincia si tratta di ospitare in totale 22 persone!
Io ho lavorato presso Il Ponte un’associazione di volontariato che dà da mangiare agli immigrati, lì quando va bene si ricevono giornalmente almeno 50 persone. Questo è per dire che 22 persone distribuite in un territorio come quello di Fermo non dovrebbe destare alcun timore, dovrebbe passare tranquillamente come fa l’acqua in discesa. Quindi stigmatizzo la posizione dell’Amministrazione comunale di Porto San Giorgio.
Come voglio ancora una volta stigmatizzare questo voler dimostrare che per l’Italia si tratta di un esodo biblico. Ricordo – senza addentrarmi sulla questione dell’Europa - che la Germania accolse più di 500 mila rifugiati dell’ex Jugoslavia e non chiese aiuto a nessuno.
Noi siamo nelle perfette condizioni di poter distribuire in tutto il nostro territorio questi emigrati, queste persone disperate.
Quindi - e qui il mio appello è diretto sia ha chi ha sentimenti cristiani sia ha chi sentimenti laici – cerchiamo, ripeto, di essere solidali con i fatti non solo a parole; mi rivolgo soprattutto alla Lega che sventola sempre la bandiera della cristianità, del dover essere buoni (magari per finta, aggiungo io) a tutti i costi. E cerchiamo soprattutto di rendere un’accoglienza che non sia soltanto di forma: fare accoglienza significa anche integrazione ed integrazione significa non abbandonare.
Ma purtroppo non è così che sta accadendo a Manduria e per troppo tempo non è successo così neppure a Lampedusa. E qui la responsabilità è tutta del Governo italiano.
Inoltre il Governo italiano per troppo tempo ha chiuso gli occhi anche di fronte a tutti quelli che io definisco omicidi, ossia di fronte a quegli stupri, a quelle violenze di estrema gravità perpetrate nei confronti di quei poveretti che sono stati rimandati nelle carceri della Libia.
Dobbiamo quindi ringraziare l’Assessore e la Giunta perché noi almeno rispettiamo il diritto fondamentale delle persone, ovvero il diritto alla vita.
E con questo, dunque, anche quel diritto minimo ad avere un pasto. Certo, un pasto! Infatti come ultima nota, questa sì molto polemica, voglio ricordare che i primi giorni a Lampedusa i pasti non sono stati distribuiti, seppure non sarebbe stato difficile garantirli; un esempio, a Fermo pochi giorni fa, in occasione di una festa che abbiamo fatto insieme alla protezione civile, c’era un grande camion al cui interno si possono preparare addirittura fino a 1.200 pasti. Voglio dire, cioè, che sarebbero bastati quattro o cinque di questi tir, dove appunto ci sono cucine attrezzate e bagni, per sfamare tutti i profughi in maniera dignitosa. Invece lì abbiamo visto persone, tra cui donne e bambini, che non hanno ricevuto un pasto per un giorno e mezzo. Questa è l’Italia dell’accoglienza!
Per cui voglio dire ancora una volta soprattutto ai colleghi della Lega: “Il crocifisso magari togliamolo, forse sarebbe meglio!!”.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Soltanto per esprimere soddisfazione per la posizione concordata dalle Regioni, e soprattutto per la posizione della Regione Marche che ha deciso di andare verso un’ospitalità di piccole situazioni distribuite sui territori.
La posizione concordata farà sì che i 1.000-1.200 immigrati stimati sino ad ora stimati possano essere accolti appunto dai territori, quindi non richiusi in campi profughi ove troverebbero restrizione delle libertà personali. Al contrario, con questa modalità saranno accolti dalle comunità locali, dalle associazioni, dal volontariato.
Senz’altro sarà un’operazione di civiltà.

PRESIDENTE. Bene. Concludiamo qui la discussione sulle comunicazioni dell’Assessore Marconi.


Mozione n. 142
del Consigliere Latini
“Piano di accoglienza per i profughi”
(Votazione risoluzione)

Interrogazione n. 339
Del Consigliere Latini
“Centro di accoglienza emigrati”

(assorbita)

Comunicazioni Assessore Marconi, mozione n. 142, interrogazione n. 339, abbinate

Ora, se il Consigliere Latini è d’accordo, direi di ritenere l’interrogazione n. 339 da lui presentata assorbita dalla relazione dell’Assessore e dal dibattito che ne è seguito. Mentre per quanto riguarda la mozione n. 142 sempre a firma del Consigliere Latini, visto che è sottoscritta soltanto da lui, se c’è la volontà penso sia opportuno presentare una risoluzione che poi metteremo ai voti.
Nel frattempo proseguiamo con l’ordine del giorno.


Mozione n. 40
del Consigliere Silvetti
“Sospensione studi di settore per il comprensorio di Fabriano”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 40 del Consigliere Silvetti, che ha la parola per illustrarla.

Daniele SILVETTI. Questa mia proposta intende veder concretizzare la sospensione di studi settore per il comprensorio di Fabriano relativamente agli esercenti.
Il comparto di Fabriano tutti sappiamo che sta attraversando una crisi profonda, in modo particolare per le vicende societarie che conosciamo molto bene, oltre all’indotto fortemente provato dalla situazione.
E’ chiaro che gli studi di settore sono uno strumento che devono andare a vantaggio del contribuente, non contro.
Quindi visti gli indici sballati che necessiterebbero di un aggiornamento e vista la situazione attuale particolarmente vessatoria nei confronti degli esercenti, si chiede con questa mozione di impegnare la Giunta affinché si attivi al cospetto del Governo. Affinché si veda la sospensione degli studi di settore dall’anno 2008 per gli esercenti. E naturalmente un ulteriore intervento a cospetto dell’agenzia delle entrate per far sì che la pressione e il controllo non sia così, come dicevo prima, vessatorio e contro gli interessi del territorio, dei lavoratori, degli esercenti.
Quindi è una mozione che va a favore del territorio, va nella direzione di alleviare i gravosi problemi degli esercenti, della crisi d’impresa e quindi dell’occupazione.
Presento anche un emendamento chiedendo la soppressione del punto 3, rendendomi conto della situazione economica attuale che grava anche sulla Regione Marche.
Chiedo l’approvazione da parte di tutta l’Assemblea.

PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento pongo in votazione l’emendamento presentato dal Consigliere Silvetti:
Nel dispositivo sopprimere il punto n. 3).

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione. 40, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Ripresa del punto di cui alla mozione n. 142

PRESIDENTE. Do lettura alla proposta di risoluzione, presentata sulla mozione n. 142, a firma dei Consiglieri Latini, Giorgi, Ricci, Malaspina:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Premesso che:
- con decreto del Presidente del Consiglio è in via di approvazione il permesso di soggiorno per motivi umanitari che sarà destinato a tutti gli emigrati, in stragrande maggioranza tunisini presenti nelle tendopoli e negli altri centri di identificazione ed espulsione temporanei sorti in questi giorni;
- al momento il documento per circolare liberamente sul territorio nazionale durerà sei mesi per l’Italia, di cui tre anche per gli altri Stati dell’area Schengen;
- al momento i possibili beneficiari sono 14.500, cioè le presenze stimate dal Viminale nei vari centri e non si può escludere che il permesso sarà concesso anche agli altri migranti in arrivo;
in data 6 aprile u.s. si sono riuniti Governo, Regioni, Province e Comuni per discutere sull’emergenza immigrazione del nord Africa;
- nella riunione i rappresentanti della Regione Marche si sono resi disponibili ad accogliere e assistere gli immigrati, come d’altra parte già previsto nell’accordo con il Governo dello scorso 30 marzo, che riguarda comunque i profughi e non i clandestini;
- la Regione non accetta, però, qualsiasi tendopoli o qualsiasi altra concentrazione di questi immigrati in un unico punto, in quanto si verrebbe a creare una situazione insostenibile sotto ogni profilo;
- a detta del Governo saranno meno di 700 i migranti ospitati nelle Marche e verranno distribuiti in maniera diffusa sul territorio;
- la Protezione civile Marche, con la disponibilità dei Comuni e delle realtà di volontariato, ha predisposto il piano di accoglienza;
Considerato che le istituzioni della Repubblica hanno dichiarato di voler affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di collaborazione, solidarietà e responsabilità politica condivisa;
Impegna la Giunta regionale ad attuare il piano di accoglienza per i profughi che verranno ospitati nel nostro territorio, tenendo conto della necessità di allargare ulteriormente il numero di coloro che dovranno essere accolti con particolare attenzione alle necessarie politiche di integrazione.”.
La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Vi auguro buona giornata e vi do appuntamento alla prossima settimana. La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,25