Resoconto della seduta n.45 del 25/10/2016
SEDUTA N. 45 DEL 25 OTTOBRE 2016

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 45 del 25 ottobre 2016.
Comunico che
è stata presentata la seguente petizione:
- n. 4 in data 13 ottobre, ad iniziativa di Fittajoli ed altri, concernente: "Rischio idraulico fiume Esino", assegnata alla III Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento interno;
sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 183 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, concernente: "Evento sismico 24 agosto 2016 - azioni di controllo sugli immobili, oggetto di prossimi finanziamenti relativi alla ricostruzione";
- n. 184 dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Giancarli, Micucci, concernente: "Tutela della costa da ulteriore consumo del suolo".
Comunico, inoltre, che il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 18 ottobre, la legge regionale n. 24 "Modifica alla legge regionale 21 settembre 2015, n. 23 "Disposizioni urgenti sugli Enti regionali per il diritto allo studio universitario (ERSU)".
Ha chiesto congedo la Consigliera Pergolesi.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Visto che questo è un Consiglio monotematico chiedo all'Aula, se è d'accordo, di discutere anche la mozione n. 183 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi e Fabbri. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 183, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 262
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Terremoto del 24 agosto, applicazione della legge regionale 32/2001 'Sistema regionale di protezione civile'”

Interrogazione n. 264
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Amandola esclusa dal decreto differimento tributi popolazioni colpite dal terremoto”

Interrogazione n. 267
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Terremoto del 24 agosto 2016, applicazione della legge regionale 35/2012 'Disposizioni in materia di microzonazione sismica'”

Interrogazione n. 271
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Elenco regionale (Int-Reg) dei tecnici incaricati di attività connesse alla gestione tecnica dell'emergenza post-sisma e composizione del Centro di coordinamento regionale (CCR) di cui alla delibera di Giunta regionale 1012/2016”

Interrogazione n. 279
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Inagibilità parziale della struttura sanitaria di Tolentino”

Interrogazione n. 299
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Provvedimenti del Consiglio dei Ministri per le popolazioni marchigiane colpite dal sisma del 24 agosto 2016”

Interrogazione n. 302
ad iniziativa dei Consiglieri Zura Puntaroni, Zaffiri, Malaigia
“Decreto legge del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'11 ottobre 2016 – richiesta inserimento, nel cosiddetto cratere, degli altri Comuni marchigiani che hanno subìto danni a seguito del terremoto 24 agosto 2016”

Mozione n. 165
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Sistema termale delle aree colpite da terremoto. Sostegno immediato al fine del rilascio dell'economato delle aree interessate”

Mozione n. 170
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Interventi urgenti a seguito a seguito del sisma del 24 agosto 2016 – Impegno della Giunta regionale ad attivarsi urgentemente, congiuntamente agli Enti competenti in materia, per l'ammodernamento delle linee acquedottistiche Pescara del Tronto-Capodacqua”

Mozione n. 171
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, Pergolesi
“Azioni urgenti volte al rilancio immediato delle attività produttive nelle aree colpite dall'evento sismico che ha avuto inizio in data 24 agosto 2016”

Mozione n. 182
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Proposta di integrazione dell'Allegato 1 al decreto legge del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'11 ottobre 2016 – inserimento nel cosiddetto cratere dei Comuni marchigiani che hanno subìto danni a seguito del terremoto del 24 agosto 2016”

Mozione n. 183
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri
"Evento sismico 24 agosto 2016 - azioni di controllo sugli immobili, oggetto di prossimi finanziamenti relativi alla ricostruzione"
(abbinate)
(Discussione congiunta e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 262 del Consigliere Fabbri, n. 264 della Consigliera Malaigia, n. 267 del Consigliere Fabbri, n. 271 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, n. 279 del Consigliere Bisonni, n. 299 della Consigliera Leonardi, n. 302 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia e le mozioni n. 165 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, n. 170 del Consigliere Giorgini, n. 171 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, Pergolesi, n. 182 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, n. 183 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, abbinate.
Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Nell'ultimo Consiglio in cui abbiamo trattato la questione del terremoto eravamo in piena fase di emergenza, legata alla cosiddetta prima fase di gestione del sisma, quella che si preoccupa in tempi stretti di trovare una sistemazione agli sfollati, di approntare i servizi, di sistemare le prime necessità, di rispondere ai bisogni più immediati, di ripristinare le infrastrutture danneggiate per la loro percorribilità, con interventi che hanno comportato varie misure di vario grado.
Venerdì scorso si è sostanzialmente aperta la fase della ricostruzione, l'istituzione del Comitato istituzionale, che è il punto di confronto fra il Presidente della Regione, i Presidenti delle Province, i Sindaci dell'area indicata dall'allegato A del decreto, e nella prima seduta abbiamo deciso di allargare anche ai rappresentanti dei circa 120 Comuni che hanno avuto danni, chi pochi chi di più, fuori dall'area indicata, ed è stato il primo atto formale della ricostruzione, all'indomani dell'approvazione del decreto.
Per favorire il dibattito in Consiglio verranno proiettate le diapositive che riassumono i contenuti del decreto e l'Avv. Paolo Costanzi si è reso disponibile per illustrarle, come ha fatto nella riunione dei 157 Sindaci e dei 3 Presidenti delle Province.
Mi sembra opportuno iniziare questa seduta con la rapida illustrazione del decreto, attraverso delle slide, per poi continuare il dibattito ed il suo approfondimento.
Pensando di fare una cosa utile, come è già accaduto in quell’incontro ed è stato molto apprezzato, partirei dando la parola, se il Presidente lo consente, all'Avv. Costanzi per poi proseguire con gli interventi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Avv. Costanzi.

Paolo COSTANZI. Grazie, buongiorno. Il decreto legge è il n. 189 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 ottobre, come è noto, è in vigore dal giorno successivo.
Nella prima slide (*) abbiamo ritenuto di mettere in evidenza che gli interventi previsti nel decreto legge n. 189, che da ora in poi chiamerò solo decreto legge, riguardano tutti gli enti locali, tutti i Comuni, sia quelli che sono stati perimetrati, indicati ed elencati in quello che noi chiamiamo con linguaggio suggestivo cratere, ma che da adesso in poi sarà bene chiamare Allegato 1, sia i Comuni della regione che sono stati coinvolti dall'evento sismico.
Se passiamo alla seconda slide vediamo subito che si è cercato di dare un quadro di quella che viene chiamata tecnicamente la governance dell'attività di ricostruzione, al vertice della stessa c'è il Commissario straordinario il quale si avvale nella sua attività di quattro Vicecommissari, che sono i Presidenti delle Regioni coinvolte, ed insieme formano la cabina di coordinamento della ricostruzione in cui vengono assunte le decisioni strategiche che riguardano tutte e quattro le Regioni e tutti gli atti e le ordinanze che vengono assunte dal Commissario straordinario per determinare i provvedimenti, le modalità, i tempi, l'individuazione dei procedimenti amministrativi e le regole che dettano l'espletamento dei procedimenti medesimi.
Al quarto posto, li abbiamo semplicemente elencati, c’è il Comitato istituzionale di cui parlava poc'anzi il Presidente, che è stato costituito in virtù del decreto legge, l’insediamento è avvenuto venerdì scorso, che vede coinvolti, come già precisato dal Presidente, i tre Presidenti delle Province e i Sindaci dei Comuni di cui all'Allegato 1, con la precisazione che ha fatto il Presidente, con la possibilità di integrare il Comitato istituzionale tramite l'Anci, con una rappresentativa degli enti locali non ricompresi nell'Allegato 1.
Al quinto posto, ma dal mio punto di vista uno snodo fondamentale, troviamo l'Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma. L'Ufficio speciale è la struttura amministrativa affidataria di tutta l'attività istruttoria, sia in termini di richieste risarcitorie del danno, sia in ordine ai piani urbanistici. In pratica è il momento centrale attraverso cui marcia l'attività di ricostruzione ed ha un ruolo fondamentale perché è previsto sia come ufficio istruttore ma anche come ufficio di primo contatto con gli utenti, con le persone che presentano domanda per ottenere il risarcimento dei danni.
Altro organismo, sempre dal mio punto di vista tecnico, è la Conferenza permanente, partecipato dagli enti locali, dalle Regioni e da tutti i vari soggetti istituzionali che nello svolgimento di un procedimento farebbero parte della Conferenza dei servizi. Di fatto è una Conferenza dei servizi decisoria permanente. Cosa comporta? Comporta la possibilità che tutti i processi, i provvedimenti che necessitano dell'intervento del parere di questa Conferenza, trovano nell'organismo permanente la possibilità di avere la risposta.
Altro elemento che a me sembra importante e che continuo a sottolineare è che i pareri di questa Conferenza permanente, se rivolti a strumenti programmatori, urbanistici degli enti locali, hanno una valenza oltre che obbligatoria anche vincolante.
Lo sottolineo perché nell'agire amministrativo la possibilità di disporre di un'istruttoria importante fatta dall'Ufficio speciale per la ricostruzione, di un parere che vede coinvolti soggetti statali, regionali e comunali, in qualche modo dà una garanzia al Sindaco che dovrà adottare l'atto permissivo abilitativo finale, che tutto il procedimento abbia avuto uno sviluppo ed una disamina corretta.
Poi c'è la Commissione paritaria, che è competente per esprimere pareri in alcune scelte strategiche ed è composta dal Presidente della Giunta e dall'amministratore degli enti locali; il Comitato tecnico scientifico, che può essere chiamato Comitato degli esperti, agisce e lavora a supporto del Commissario straordinario nelle sue scelte strategiche oltre che programmatorie; le Regioni e i Comuni.
Passiamo alla slide successiva, in questa trovate elencati interventi e danni finanziati fino al 100% e questo, lo ribaodisco, riguarda tutti i Comuni che sono e che non sono ricompresi nell'Allegato 1. Li trovate tutti elencati, se volete ve li leggo, ma sono di facile lettura:
 riparazione, ripristino o ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa;
 gravi danni alle attività economiche;
 danni economici subìti da prodotti in corso di maturazione;
 danni alle strutture private adibite ad attività sociali, socio-sanitarie, eccetera;
 danni agli edifici privati di interesse storico artistico;
 autonoma sistemazione, l'autonoma sistemazione è, per chiarezza, quando il soggetto che viene evacuato da un immobile inagibile trova una collocazione in strutture alberghiere o case private e riceve un contributo, questa è l'autonoma sistemazione;
 delocalizzazione;
 interventi sociali;
 interventi per far fronte all'interruzione di attività sociali.
Passiamo ad altra slide, qui vediamo i contributi per edifici privati. Anche qui abbiamo fatto la suddivisione fra Comuni nel cratere, come noi per brevità abbiamo chiamato, ma facciamo sempre riferimento all'Allegato 1, e gli altri Comuni.
Trasversalmente vedete quelli che sono gli interventi che riguardano entrambe le tipologie degli enti, se si può parlare di tipologia:
 il 100% delle spese per riparazione, ripristino e ricostruzione degli edifici adibiti ad abitazione principale del proprietario,
 il 100% delle spese per riparazione, ripristino e ricostruzione degli edifici concessi in locazione o comodato ed adibiti ad abitazione principale del locatario/comodatario.
Per quanto riguarda i Comuni dell'Allegato 1, la totalità delle spese per riparazione, ripristino e ricostruzione delle seconde case.
Per quanto riguarda i Comuni che sono fuori dell'Allegato 1, 100% delle spese per riparazione, ripristino e ricostruzione delle seconde case comprese all'interno delle unità minime di intervento, in centri storici e borghi caratteristici. In buona sostanza riguarda le seconde abitazioni, quindi non l'abitazione principale del locatario o del proprietario o dell’avente diritto reale sull'immobile stesso, che si trovano in posizione di vicinanza dei centri storici e dei borghi con edifici ed abitazioni principali danneggiate, quindi seguono la sorte delle abitazioni principali; il 50% delle spese per riparazione, ripristino e ricostruzione delle seconde case fuori dal perimetro sopra indicato.
La nota serve a richiamare l'attenzione sul contributo che è comunque concesso al netto dell'indennizzo assicurativo, ovviamente di altri contributi pubblici comunque percepiti dall'interessato.
Passiamo alla slide successiva, qui vediamo l'elencazione dei contributi alle attività produttive.
Come vedete in questa tipologia non abbiamo differenziazione tra enti locali, quelli compresi nell'Allegato 1 e Comuni fuori da quel perimetro, quindi abbiamo 1) contributi fino al 100% per riparazioni, ripristino e ricostruzione degli immobili ad uso produttivo, e poi vedete le successive cose, 2) fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, 3) contributi in conto interesse, 4) contributi in conto capitale, 5) misure di sostegno, 6) finanziamenti agevolati al tasso dello 0%.
Per dare un altro impulso possiamo passare all'altra slide: ulteriori interventi previsti dal decreto legge a favore di cittadini ed imprese.
Abbiamo al punto 1) contributi Inail da destinare al finanziamento dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, 2) accollo da parte dello Stato dell'intera quota di cofinanziamento regionale dei programmi di sviluppo rurale 2014/2020, limitatamente alle annualità 2016/2017/2018; 3) predisposizione di un programma per la promozione e rilancio del turismo nei territori colpiti dal sisma, questo mi sembra un intervento molto importante nelle zone che sono state colpite dall'evento sismico, perché sono località, come è noto a tutti, nelle quali il turismo era fonte di reddito importante.
Per quanto riguarda i Comuni che sono all'interno dell'Allegato 1, abbiamo la proroga e la sospensione dei termini in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi, nonché la sospensione dei termini amministrativi. Le principali misure le trovate elencate sotto: le rate dei mutui; la sospensione temporanea dei termini di pagamento per l'energia elettrica, acqua e gas; la sospensione dei termini per adempimenti e versamenti dei contributi Inps e Inail. Al di là degli apprezzamenti che ho sentito e che si fanno su questa cosa, vorrei dare due elementi, si tratta di sospensione, quindi significa che al termine della sospensione, scusate il gioco di parole, riprendono a decorrere, si tratterà quindi di vedere come le autorità preposte alla riscossione regoleranno questo rapporto.
Passiamo alla slide successiva: attività di ricostruzione. I Comuni che sono all'interno dell'Allegato 1 partecipano, tramite il Sindaco, al Comitato istituzionale. Abbiamo già detto che questa regola è stata in parte temperata con la possibilità di una rappresentanza dei Sindaci al di fuori dell'Allegato 1. Tutti i Comuni, dentro e fuori l'Allegato 1, tramite un proprio rappresentante, partecipano alla Conferenza permanente, cioè all'organismo di cui vi parlavo poc'anzi, che è importante come punto di snodo per la disamina di tutti gli strumenti programmatori, collaborano con la Regione all'istituzione dell'Ufficio speciale per la ricostruzione, che viene creato con una convenzione sottoscritta, a decreto legge vigente, dalla Regione e dagli Enti locali di cui all'Allegato 1, e le risorse umane che possono essere destinate a questi Uffici speciali possono provenire in comando e distacco anche da altri enti locali, quindi non solo da coloro che fanno parte dell'Allegato 1.
Passiamo alla slide successiva: attività relative alla ricostruzione privata, tutela ambiente ed emergenza. I Comuni compresi nell'Allegato 1 con delibera del proprio Consiglio possono: individuare gli aggregati edilizi da recuperare attraverso interventi unitari; perimetrare, per ogni aggregato edilizio, le unità minime di intervento costituite dagli insiemi di edifici a progettazione unitaria.
Passiamo alla slide successiva: attività relative alla ricostruzione privata, tutela ambiente ed emergenza. Tutti gli Enti locali ricompresi nell'Allegato 1 e no, rilasciano il titolo di edilizia abitativo: adottano con atto consiliare gli strumenti urbanistici attuativi degli interventi su centri storici e su centri e nuclei urbani e rurali di particolare interesse; esaminano le osservazioni in opposizione ricevute; trasmettono al Commissario straordinario per l'acquisizione del parere espresso attraverso la Conferenza permanente; approvano definitivamente lo strumento urbanistico attuativo, una volta acquisito il parere obbligatorio e vincolante della Conferenza permanente. Si sostituiscono ai proprietari che non hanno aderito al Consorzio nei termini previsti, i consorzi sono l'insieme dei proprietari di un intervento ricompreso in unità minima di intervento, per cui c'è necessità di una attività unitaria; rendono disponibile l'elenco speciale dei professionisti abilitati adottato dal Commissario straordinario, al quale si deve obbligatoriamente attingere per il conferimento di incarico, quelle che in gergo vengono chiamate le white list.
Attività relative alle misure per la tutela dell'ambiente: i Comuni territorialmente competenti sono tra i soggetti che curano la raccolta ed il trasporto del materiale derivante dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici o privati.
Attività relative alle misure emergenziali: il Sindaco del Comune provvede all'assegnazione degli alloggi per le persone sgomberate da edifici danneggiati con esito diverso da quello indicato dalla lettera a).
Passiamo alla slide successiva che riguarda tutti i Comuni fuori e dentro l'Allegato 1:
 modalità e termini sono definiti con provvedimenti del Commissario straordinario di intesa con il Mef; questi provvedimenti sono esaminati dall'interno della cabina di regia del Commissario a cui partecipano i quattro Vicecommissari;
 i provvedimenti riguardano le diverse tipologie di interventi ricostruttivi;
 i contributi sono erogati con le modalità del finanziamento agevolato sulla base degli stati d'avanzamento dei lavori.
In capo al beneficiario del finanziamento matura un credito di imposta le cui modalità di fruizione sono stabilite dall'Agenzia delle entrate entro 30 giorni, abbiamo messo una data indicativa, dalla data di entrata in vigore del decreto legge.
L'iter è così declinato: il beneficiario presenta la domanda completa della famosa scheda AeDES e di perizia asseverata dal nesso di casualità sisma/danno e la richiesta di titolo abitativo all'ufficio speciale. L'ufficio speciale svolge l'istruttoria sulla compatibilità urbanistica, verifica la spettanza del contributo e l'importo, trasmette al Vicecommissario la proposta di concessione del contributo. Il Comune rilascia il titolo edilizio, il Vicecommissario o suo delegato adotta il decreto di concessione di contributo.
Un breve commento, credo che la scansione dell'iter procedimentale sia abbastanza significativa di una certa semplificazione delle procedure con delle competenze ben radicate, con un soggetto che alla fine, al di là delle Conferenze, riunioni, concerti vari, ci deve essere. Qualcuno che alla fine della vicenda rilascia ed assume il provvedimento e decide circa ciascuna questione. Quindi c'è un corretto punto di equilibrio fra la possibilità per tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione di prendere parte all'attività preordinata, alla ricostruzione, ma alla fine c’è un momento in cui una decisione che deve essere comunque presa perché l'attività di ricostruzione deve essere condotta avanti.
Sono esclusi dal contributo le unità immobiliari destinate ad abitazione o ad attività produttive che, alla data del sisma, non avevano i requisiti per essere utilizzabili. Il decreto legge li chiama collabenti, fatiscenti o inagibili - questo stato deve essere certificato e accertato dal Comune - oppure privi di impianti e non allacciati alle reti dei servizi.
Passiamo alla slide successiva. Tutti i Comuni che siano ricompresi o meno nell'Allegato 1 possono dar corso ad interventi di immediata esecuzione che riguardano edifici con danni lievi classificati di livello di inagibilità B) sempre nelle schede AeDES.
Il Commissario delegato al riguardo emana le disposizioni operative sempre entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto legge.
Anche per questo tipo di intervento si è elencato l'iter: 1) comunicazione dell'inizio lavori all'Ufficio speciale, che ne dà notizia all'ufficio comunale competente, previa presentazione del progetto ed asseverazione da parte di un professionista abilitato che documenti il nesso di casualità tra il sisma e lo stato della struttura, oltre alla valutazione economica del danno; 2) presentazione, entro 30 giorni dall'inizio dei lavori, della documentazione eventualmente non allegata alla comunicazione inizio lavori; 3) entro 60 giorni dalla data di adozione del provvedimento, i soggetti che hanno avviato i lavori presentano agli uffici speciali per la ricostruzione la documentazione richiesta dal provvedimento stesso.
Passiamo ora all'ultima slide che riguarda sempre tutti i Comuni dentro e fuori l'Allegato 1: la ricostruzione cosiddetta pubblica.
I soggetti attuatori degli interventi per la riparazione, il ripristino con miglioramento sismico o la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali sono: le Regioni, attraverso gli Uffici speciali per la ricostruzione; il Ministero dei beni ed attività culturali e del turismo, per quanto riguarda i beni di competenza; il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le infrastrutture pubbliche; le Diocesi in caso di interventi finanziati completamente con risorse di questi soggetti giuridici.
I contributi sono erogati in via diretta ai soggetti attuatori. il Commissario straordinario definisce, sempre d'intesa con il Mef, i criteri e le modalità di erogazione che vengono in ogni caso, per queste decisioni strategiche del Commissario, condivise nel tavolo con i Vicecommissari.
Modalità e termini: il Commissario straordinario con propri provvedimenti provvede a: disciplinare il finanziamento per gli interventi; predisporre ed approvare i piani (opere pubbliche, beni culturali, dissesti idrogeologici, eccetera); stabilire le priorità di intesa con i Vicecommissari.
L'iter vede: 1) i soggetti attuatori predispongono e inviano i progetti al Commissario straordinario; 2) il Commissario straordinario approva definitivamente i progetti esecutivi, acquisito il parere della Conferenza permanente, adotta il decreto di concessione del contributo, invia i progetti esecutivi alla Centrale unica di committenza, che in questo caso è l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A; la Centrale unica di committenza espleta le procedure di gara per la selezione degli operatori economici esecutori dell'intervento.
Al termine di questa succinta esposizione, torno soltanto ad evidenziare quei due aspetti che ho detto all'inizio, cioè l'importanza dell'Ufficio speciale per la ricostruzione, che non è un ufficio della Regione Marche intesa come ente, ma è un Ufficio del territorio della regione Marche nel senso che allo stesso vengono chiamati a partecipare soggetti, dirigenti, funzionari, che mette capo al Tavolo istituzionale per le scelte strategiche, provenienti da tutti gli Enti locali.
C'è il tentativo in questo testo vigente riuscito di creare un punto di equilibrio fra la necessità di procedere speditamente verso l'attività di ricostruzione ed un coinvolgimento fattivo, propositivo ed anche decisorio, per alcuni aspetti, da parte di tutte le autorità che comunque sono coinvolte nella ricostruzione post sisma.

(*) n.d.r. Le slide sono riportate nell’allegato al resoconto

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Penso che questa illustrazione sia stata utile perché, seguendo il sisma da due mesi, molte cose che ha detto l'Avvocato per me ormai sono estremamente familiari, ma capisco che nel seguirlo, con modalità e tempi diversi, abbia bisogno di momenti in cui si va a ricostruire il risultato, almeno in termini di procedure e di strutturazione della governance, così come il decreto ha stabilito.
Il Consiglio ed il suo lavoro saranno utili perché ovviamente il decreto andrà riconvertito - c'è un lavoro che faranno al Parlamento, Camera e Senato nell'atto di riconversione – ed ho visto che gli ordini del giorno già ricomprendono di inserire l'attività del Consiglio regionale all'interno di questa fattispecie.
Personalmente sono molto soddisfatto del decreto, ha esattamente ricalcato gli obiettivi e le preoccupazioni che avevamo all'indomani del terremoto nel dover veder riconoscere la particolarità delle aree colpite dal sisma, soprattutto in riferimento alle aree che stanno nei 2 parchi nazionali. Aree interne, economie molto fragili, dimensioni molto particolari dove il turismo è inteso non solo come flusso di turisti esterni, ma come quel segmento che è il turismo di ritorno, cioè le famiglie legate al territorio che il fine settimana o per lunghi periodi d'estate tornano nella realtà d'origine e portano un contributo importante a quell'economia.
Raddoppiare, triplicare, quadruplicare la popolazione fra inverno ed estate significa garantire a quel sistema economico, a quegli artigiani, a quei commercianti, quelli che animano tutto l'anno la vita della comunità, aspetti essenziali per le attività.
Non è un caso che fra i caratteri originali di questo decreto, per la prima volta, la seconda casa venga riconosciuta al 100%, tout court, indipendentemente.
La seconda casa era riconosciuta in altri terremoti al 50%. L'Umbria e le Marche la riconoscevano allo 0%, tolte quelle che erano in connessione con una prima casa, ovviamente. In questo caso vengono riconosciute perché, esempio classico, se ci sono due seconde case, ed al terzo piano c'è una prima casa, non riesco a mettere a posto solo la prima casa se non creo quelle connessioni infrastrutturali necessarie per poter realizzare, percui anche le seconde case rientrano.
Ricordo che per prima casa non si intende prima casa di proprietà, anche se c'è un affittuario residente ed è la 3^, 4^ casa di qualcun altro, ha diritto al 100% del risarcimento, questo in tutta l'area del terremoto.
Questo carattere di novità sul quale puntavamo per una ricostruzione che non fosse solo edilizia ma anche di opportunità, lo ritroviamo appieno.
Avete visto dalle slide che tutte le misure economiche sono aperte alle realtà dell'intera area colpita dal sisma, non solo ad una parte di esse, ma si è riusciti, per la prima volta, a incardinare il 100% della seconda casa. Una cosa molto importante che si giustifica in forza della volontà di ricostruire e rilanciare una economia.
A livello istituzionale c'è una orizzontalità molto interessante, nel Comitato istituzionale, Province, Comuni, Comuni allargati, Regione compartecipano alla regia strategica della ricostruzione. E' veramente una dimensione orizzontale perché il decreto ha stabilito in maniera chiara modalità, aspetti. In un unico decreto si è assunto quello che in altri terremoti si è sviluppato per decretazioni successive, avendo quindi tutto chiaro il percorso della ricostruzione questa “cabina di regia” strategica agisce fra soggetti pari.
Le risorse avete notato non transitano mai per la Regione, non sono risorse che vengono in Regione e che poi la Regione ridistribuisce. Il meccanismo di pagamento, questo non è originale perché è stato fatto anche in Emilia Romagna, va direttamente, sul credito di imposta, non è il credito di imposta della ristrutturazione della nostra casa, quello che immagino in diversi abbiamo fatto, nel mio caso particolare mettendo i pannelli solari sul tetto, prendendo un beneficio e scontandolo sul credito di imposta nella dichiarazione dei redditi, ma il credito di imposta gioca fra banca e Stato e quindi il cittadino non viene minimamente coinvolto.
Le risorse vanno direttamente dalla banca all’impresa che ha realizzato senza passare per le mani di nessuno, né della Regione, né della Provincia, né del Comune, né del cittadino, ma fatti tutti gli atti, certificato il credito, il pagamento è diretto banca/impresa - è tutto tracciabile, è tutto documentato - per stati di avanzamento.
Questa cabina di regia, questa orizzontabilità allargata anche agli altri Comuni permette di gestire tutti quegli aspetti che in un decreto non ci saranno mai. Non è che la legge riesce a normare le mille situazioni che possono capitare in una dinamica reale, com'è quella di una ricostruzione, o le scelte da determinare su quei fondi di carattere più generale che vogliono comunicare il territorio, rilanciare l'economia e via dicendo.
Una governance molto interessante che mette in collaborazione le istituzioni e nel quadro più generale, il secondo livello di governance, che è una governance di natura tecnica, ovvero l'Ufficio speciale. Anche in questo caso abbiamo deciso, alla prima riunione del Comitato istituzionale, di articolare in tre poli, tre sedi, una per ciascuna provincia, la provincia di Ascoli è quella che ha avuto più danni, in provincia di Fermo tutti i Comuni hanno segnalato almeno un danno, nella provincia di Macerata tutti i Comuni, dal mare fino al confine con l'Umbria, hanno segnalato almeno un danno. Avere tre sedi fisiche dell'Ufficio speciale significa essere presente nel territorio, ma cosa richiede? Una attività delegata all'interno degli stessi Comuni, nella misura in cui i Comuni piccoli hanno bisogno di rafforzare i propri uffici. L'Ufficio speciale dentro i Comuni è un'organizzazione che ci permette tutti quanti di concorrere alla costituzione dell'Ufficio speciale. Noi dentro l'Ufficio speciale metteremo personale regionale, ma anche i Comuni sono invitati a farlo, che non significa decentrarlo fisicamente, perché uno può essere nell'Ufficio speciale e continuare a lavorare all'interno del proprio Comune svolgendo anche le funzioni dell'Ufficio speciale che come avete visto, come ha descritto molto bene l'Avvocato, è l'organo un po' centrale di tutta la ricostruzione, sotto il profilo dell'attività e della operatività. Anche in termini di struttura tecnica si riproduce questa orizzontalità dove tutti siamo chiamati a concorrere al risultato, non c'è una gerarchia verticale, ma il territorio si muove collegandosi.
L'invito che è stato fatto ai Comuni in modo particolare, perché singolarmente nessuno è in grado di gestire alcunché, è quello di collegarsi di più, di condividere scelte e via dicendo. Vi faccio un esempio molto forte, sono tanti gli edifici scolastici che hanno subìto danni anche importanti ed è nell'idea di alcuni amministratori abbinare la ricostruzione ad un nuovo disegno dei servizi, quindi non solo ricostruire, ma ricostruire creando, ove possibile, un polo a servizio di una comunità più ampia fatta da più Comuni.
E' chiaro che tutti veniamo chiamati a partecipare, ma in modo particolare i territori omogenei che condividono strategie nella riorganizzazione dei servizi con un contributo particolare sul tema della ricostruzione, che può diventare anche un momento di aggregazione e di rafforzamento dei servizi stessi.
Un ruolo importante viene dato alla partecipazione perché, se avete capito bene la natura del decreto, con la legge finanziaria, saranno disponibili 4 miliardi e mezzo per l'intera ricostruzione. Anche questa è una cosa inedita perché normalmente i fondi venivano stanziati mano a mano. Ci sono stati terremoti che hanno aspettato anche 2/3 anni tra uno stanziamento di fondi e quello successivo, con degli stalli preoccupanti, quelli che poi hanno allungato i tempi della ricostruzione.
L'originalità da questo punto di vista è di avere 4 miliardi e mezzo già disponibili con la finanziaria, che credo inizierà la sua discussione lunedì prossimo, se ho capito bene il calendario. Cambia completamente la prospettiva! E’ un forte lavoro organizzativo e di snellimento burocratico di attività coerenti sulle pratiche che andrà a catturare le risorse e non l'attesa delle risorse una volta sviluppato, anche con tempi più o meno lunghi dell’attività burocratica. Cambia! Non è una diga che c'è ogni tanto, noi ci prepariamo ad arrivarci, ma mano a mano che saremo pronti a presentare progetti, libereremo risorse per fare e chi arriva prima prende le risorse e parte.
Nella partecipazione nei confronti degli ordini professionali, delle categorie per quanto riguarda le attività legate alle imprese, nelle assemblee con i cittadini nel territorio, è importante che ognuno sia edotto ed abbia chiaro qual’è il quadro attraverso il quale operare in modo da fare le scelte giuste nei tempi giusti e avere le risposte.
Vi faccio l'esempio di un problema che è capitato in altri terremoti, quello del professionista che si è preso 500 contratti per la ricostruzione. Succede che, a parte il sub appalto del contratto che era avvenuto all'Aquila, dove uno aveva preso gli incarichi e poi li smistava a destra ed a manca per farseli fare, ma diventa un tappo micidiale, perché dovendo gestire 500 progetti di ricostruzione i tempi non sono dettati dalla capacità tecnica di fare, ma dallo smaltimento di un arretrato e di una concentrazione estrema in termini di vicari.
Sapendo che le risorse sono tutte disponibili e che il tempo che ci metterò ad avere la risposta è quello della presentazione del progetto, con le caratteristiche che avete visto nelle slide: presentazione all’Ufficio speciale, autorizzazione del progetto con a fianco la firma del Vicecommissario che dice: “Ha tutte le caratteristiche per essere finanziato”, incarico all'impresa scelta dalla white list, intervento, gli stati di avanzamento, certificazione degli stati di avanzamento, pagamento con il credito di imposta, come dicevo prima, è evidente che più professionisti lavoreranno in parallelo, più progetti arriveranno all'approvazione, più imprese potranno impegnarsi nei cantieri e prima arriverà la ricostruzione.
Per mettere in termini orizzontali questa filiera c'è bisogno di comunicazione e di chiarezza. Più i cittadini, le imprese sanno come funziona materialmente la ricostruzione, lo possono sapere dalle assemblee, dalle categorie che sono un punto di riferimento, lo possono sapere dall'ordine nel modo in cui spiega ai propri associati come portare avanti queste attività, meglio la macchina della ricostruzione è in grado di lavorare perché assolve e distribuisce il carico di lavoro su una platea molto più ampia e lavorando in parallelo è più veloce.
La partecipazione è un fatto di trasparenza, di chiarezza, serve a rendere edotti delle caratteristiche specifiche del decreto della gestione del sisma, mette in condizione le persone di fare le scelte più utili per traguardare quello che è l'obiettivo di tutti, ovvero quello di andare ad una rapida ricostruzione, tornare nella propria casa e riprendere il lavoro e le attività.
Sul personale la partita è molto delicata perché sono pochi i numeri indistinti. Il decreto stabilisce che 250 sono le persone, in prevalenza tecnici, che verranno pagate per rimpinguare gli Uffici speciali, ma 250 persone per 4 regioni sono veramente poche, detto con molta franchezza. La parte relativa al personale è quella dove c'è stata più dialettica fra territorio e Governo per mille ragioni, ed è l'elemento sul quale si è posta una diga più forte. Sarà personale a tempo determinato, legato alla necessità dell'Ufficio speciale di completare il percorso. Di queste 250 persone la metà verrà assegnata alle Marche, 125, il 50% è la misura che noi avevamo individuato da subito come la proporzione corretta fra il terremoto nelle Marche e quello che è avvenuto nelle altre regioni. Ai 125, come dicevo prima, noi aggiungeremo il nostro personale ed è un elemento chiamiamolo un po' di criticità, almeno arriveremo tutti quanti con una realtà istituzionale che non è la stessa del '97, perché i Comuni hanno in genere un terzo del personale che avevano nel '97, le Province non sono minimamente paragonabili a quello che erano nel '97 e la Regione, che guardando alla distribuzione dei compiti ha assunto tante funzioni in più e non è così facilitata, sarà il soggetto che probabilmente giocherà più delle risorse proprie in termini di personale all'interno della ricostruzione.
La questione del personale è da attenzionare e da valutare, come dicevo prima, per l'incrocio fra le caratteristiche della modalità operativa con la quale si ricostruisce e il ruolo molto forte che ci deve essere nella capacità di sbrigare le pratiche.
Voglio completare gli aspetti che avete già colto sul carattere del decreto, ho già detto alcuni aspetti novità, ragioniamo anche su altri.
C'è una fortissima attenzione al tema della trasparenza, della legalità, ritenendolo in generale un fatto ineludibile, in particolare nel gestire la risposta ad una emergenza. E' una cosa importante di per sé, il decreto struttura le scelte per essere più rigoroso possibile.
Nel terremoto del '97 i singoli Comuni hanno fatto gli appalti per sistemare le loro scuole, il Municipio, quello che si era rotto, oggi la committenza viene effettuata da un unico organo che è Invitalia, che già opera nelle gare nel settore dei beni culturali. Sono tutte gare in formato digitale, si lavora quindi in un modo già collaudato, assolutamente trasparente, e il fatto di mettere tutta la ricostruzione pubblica dentro un'unica centrale di committenza, in linea con gli indirizzi generali che già oggi spingono verso centrali uniche di committenza, è una scelta di assoluta novità, che fa capire bene quali sono gli obiettivi che il Governo vuole dare con questa decretazione. Come le varie liste, la white list per le imprese, la lista di merito per i professionisti, caratteristiche aggiuntive rispetto a quelle che la legge già richiede, come la scelta delle imprese che possono operare e dei professionisti che possono intervenire all'interno della ricostruzione, le imprese principali e anche le imprese che faranno attività di sub appalto. Tutti quelli che ricostruiscono devono essere nella white list.
La collaborazione che c'è stata con Anac, il rapporto che verrà istituito in maniera speciale proprio per fare in modo che i 4 miliardi e mezzo della ricostruzione, che voi capite possono fare gola a tantissimi soggetti, 4 miliardi e mezzo sono tanti, sono un investimento estremamente importante e possono essere tanti i soggetti che si organizzano per cercare di entrare all'interno della partita, il decreto, immaginando questo fatto tra le cose possibili, struttura tutte le scelte per fare una forte attività di prevenzione. C'è un intervento ed una presenza costante di Anac in tutti i passaggi, anche le gare più piccole, ma più significative, gestite in una fase di emergenza, hanno avuto un vaglio attraverso Anac, è stata improntata una filosofia di grandissima attenzione da questo punto di vista.
Questo è un carattere assolutamente originale, assolutamente forte ed io inserisco a questo livello il tema, anche questo originale, delle case che, rispetto al certificato AeDER, sono in classe A. Perché sulla classe A si fa una scelta di questa natura? Perché si è riconosciuto nelle esperienze precedenti che, purtroppo, la classe A è stata un po' il colabrodo in cui è entrato di tutto. E' entrato chi probabilmente qualche danno l'ha avuto, anche se non strutturale, che non dà inedificabilità all'edificio del terremoto, ma alla fine in una situazione che non implica danni di natura strutturale o che comporti l'inagibilità, capite, ci sta dentro di tutto.
Avendo l’esperienza di altri terremoti in cui proprio in questa fascia ci si è, in termini poco tecnici, sbracati, un portone nel quale purtroppo riuscivano a passare tutti, avendo un carattere, nel primo Allegato, molto rigoroso sotto questo profilo è evidente e coerente la scelta di dire: “Chi ha la casa agibile non otterrà risarcimenti”, quindi chi ha l'agibilità, chi può entrare il giorno dopo …, io sto parlando del carattere del decreto, che dice chi è in classe A, chi ha la casa agibile, chi può tornare dentro …, ho capito, non sto dicendo …, dopo i giudizi li darete voi. Il decreto funziona così.

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

Luca CERISCIOLI. Vorrei spiegare la coerenza di questa scelta dentro una certa impostazione. Volendo tutelare al massimo il fatto che ogni euro che è messo all'interno della ricostruzione vada a chi ha avuto danni dal terremoto e fuori dalle tasche della criminalità organizzata o fuori, chiamiamole, dalle forme di malaffare, tutti i meccanismi seguono una determinata logica. Il fatto che il passaggio del denaro sia solo banca/impresa è un fatto molto preciso, determinato e chiaro. Nella volontà di perseguire questo rigore, alcune scelte, anche forti, sono nel decreto e come dice il Consigliere Zura Puntaroni, cosa fanno queste scelte? Tirano fuori l'aspettativa di un risarcimento ai soggetti che hanno avuto un danno certo dal terremoto, ma non essendo un danno che compromette l'agibilità, lascia fuori dal perimetro i soggetti che ricevono risposta in termini di danni.

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

PRESIDENTE. Consigliere, per favore, dopo avrà diritto di parola.

Luca CERISCIOLI. Per quanto riguarda il dibattito più ampio dei Comuni dentro e fuori il cratere, l'incontro dei 150 Comuni è stato molto utile da questo punto di vista perché rispetto alle tre caratteristiche fondamentali: le seconde case isolate al 50%, il rinvio fiscale e lo sforamento da parte dei Comuni del pareggio di bilancio, la seconda caratteristica, ovvero il rinvio fiscale, per i Comuni che hanno già vissuto l'altro terremoto, si è tradotta in una mazzata ed anche, come diceva il Presidente della Provincia di Macerata, in momenti di forte tensione perché quando tu rinvii per 2 o 3 anni il pagamento delle tasse, delle bollette, essendo un rinvio e non un annullamento, arriva il momento di restituire, e nel caso del terremoto Umbria/Marche, per molti ha coinciso con la crisi del 2008, un momento in cui probabilmente erano più in difficoltà rispetto al giorno in cui hanno goduto del beneficio. Devo dire che non c'è nessun effetto rispetto a questa opportunità, quindi sul rinvio la stragrande maggioranza dei Comuni si è espressa dicendo: “non è quello un oggetto che ci interessa”.
Sulla parte che riguarda lo sforamento dell'equilibrio di bilancio invece c'è stata una manifestazione più ampia in termini di interesse, ovvero i Sindaci hanno detto: “Ci mette in difficoltà il fatto che i Comuni che stanno nel cratere possono non rispettare il pareggio di bilancio e invece noi che abbiamo avuto danni lo dobbiamo rispettare”. Premesso che tutti i costi per l'emergenza non entrano nel bilancio del Comune perché stanno in contabilità speciale, quindi fuori dai conti del Comune stesso - questo deve essere chiaro! - quello che si spende per l'emergenza va in altra contabilità, non c'entra con lo sforamento del bilancio perché nel nostro immaginario si dice: “Poverino ha speso per l'emergenza e adesso il bilancio è in difficoltà”. No, quello che ha speso per l'emergenza non entra nel conto del bilancio. Sono spese che hanno il proprio percorso, una propria cassa, una propria rendicontazione, una propria restituzione già prevista. Diciamo che i Comuni hanno avuto difficoltà con quelle attività non strettamente correlate con l'emergenza. Cosa abbiamo proposto? Su cosa stiamo lavorando?
Pochissimi Comuni marchigiani hanno chiesto di utilizzare le risorse del patto di stabilità, quindi ci sono, ma sono scaduti i termini. Cosa stiamo chiedendo al Governo? Che la legge finanziaria riapra magari fino al 31 dicembre la possibilità di utilizzare le quote del patto, magari scegliendo di distribuirle a quei Comuni che ne fanno richiesta con attività che, anche se non strettamente correlate a quella emergenza, siano in qualche modo collegabili a vicissitudini che l'amministrazione ha avuto a seguito del sisma. Riaprire le quote del patto ed avere le risposte anche fuori dall'Allegato 1 sull'equilibrio del bilancio, questa è una strada condivisa con i Comuni. Abbiamo già fatto la richiesta ai tavoli nazionali, che stanno seguendo la legge di bilancio, per poter avere la riapertura di questi termini per dare una risposta importante.
L'altro aspetto è quello dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, il Commissario Errani si è preso l'impegno di trattare con la Cdp la possibilità di procrastinare di 2, 3 anni l'ammortamento dei mutui stessi. Significa che i Comuni che hanno avuto fenomeni legati al sisma hanno la possibilità di rinviare di 2 o 3 anni il pagamento delle rate dei mutui e vedere una liquidità disponibile da subito per rafforzare i propri interventi a favore della popolazione, e questa è l'altra misura.
Misure che fanno la differenza oggi, fra lo stare dentro e fuori l'Allegato 1. Una misura è stata ritenuta poco significativa, con le altre due, attraverso il patto di stabilità e attraverso il meccanismo del rinvio dei mutui, riusciremo a ravvicinare le differenze e a dare risposte anche ai Comuni che sono fuori. E' un impegno che ci siamo presi, legato ovviamente alle risposte che dovremo avere dal Governo per quanto riguarda la legge di stabilità e dalla Cassa depositi e prestiti per quanto riguarda il rinvio del pagamento dei mutui. Stiamo lavorando per attenuare queste differenze, perché ovviamente, faccio riferimento al paradosso del litostroto, stabilita una riga, è molto difficile dire se il Comune che sta al di là della riga ha lo stesso diritto o meno di quello che sta da questa parte, però si è capito che andando avanti così si arriva fino al mare e francamente non è giustificabile.
Adesso spiego bene questa cosa. Che tutta l'area del terremoto riceva sulla seconda casa il 100%, quando non c'è mai stato nessun terremoto in cui la seconda casa è stata finanziata al 100%, crea non una disparità interna, ma una disparità con territori vicini, con chi con il terremoto precedente non ha visto neanche un euro sulla seconda casa, e siccome la fattispecie della seconda casa finanziata al 50% è limitata a quelle seconde case isolate, fuori dai centri storici, fuori dai borghi, che non hanno l'affittuario residente, che non sono concatenate a strutture che sono l'abitazione principale, si capisce che la misura resta comunque forte in tutta l'area del terremoto stesso.
Attraverso la scelta, che sulla seconda casa mi è sembrata più accettata dagli amministratori stessi, di compensare in qualche maniera i Comuni dentro/fuori, recuperiamo almeno una parte o se vogliamo la parte più sentita delle differenze stabilite tra il cratere o meno andando ovviamente fuori dalla riga che, una volta tirata di nuovo, creerebbe immediatamente una contraddizione. Aggiungendo un Comune ce ne potrebbero essere tre vicini che dicono: “Perché noi no?”, con pari spinta nel voler allargare l'intervento.
C'erano due interrogazioni che riguardavano le strutture sanitarie, una ha avuto la risposta scritta, molto dettagliata su tutti gli interventi fatti, su tutte le strutture ospedaliere che hanno avuto danni, sulle risposte che ci sono state a livello immediato dal punto di vista sanitario, credo sia stata già consegnata. Non è stata consegnata? Allora la consegno io, essendo stata chiesta in forma scritta è molto dettagliata, quindi la lettura richiederebbe del tempo.
L'altra nello specifico riguardava la struttura di Tolentino, mi sembra di ricordare, fatta dal Consigliere Bisonni.
L'evento sismico del 24 agosto ha causato l'allerta sicurezza in numerose strutture tra cui quella di Tolentino. Sono stati effettuati sopralluoghi che hanno rilevato lesioni alle strutture murarie non portanti e portanti in zone limitatissime (due travi dell'ala est), confermando la parziale inagibilità della struttura ospedaliera. Con la scheda AeDES si farà il completamento della valutazione.
Al fine di garantire la fruibilità dei servizi sanitari a tutta la cittadinanza e a tutti i pazienti che utilizzavano le strutture dichiarate inagibili si è provveduto in tempi celeri al trasferimento dei reparti e degli ambulatori interessati in altre parti del medesimo ospedale non dichiarate inagibili come di seguito riportate:
 il consultorio è stato trasferito presso altri locali;
 gli ambulatori di oculistica, chirurgia, urologia, ortottistica sono stati trasferiti al primo piano dell'area dichiarata agibile;
 gli ambulatori di otorino, ortopedia, neuropsichiatria infantile, pediatria, i locali dell'Avis e quelli dei corsi di preparazione al parto sono stati trasferiti al terzo piano dell'area dichiarata agibile;
 i 15 pazienti della lungodegenza/cure intermedie sono stati trasferiti al secondo piano dell'area dichiarata agibile.
Per garantire la sicurezza e l'incolumità sono state avviate le procedure per la progettazione e realizzazione di 2 scale antincendio a servizio delle porzioni agibili, per un impegno economico finanziato di 200.000 euro.
La strategia è stata quella di ricollocare i pazienti nella parte agibile, di avviare i lavori che servono anche sotto il profilo delle vie di fuga, non solo quelli strutturali, e di adeguare quella parte per continuare l'utilizzo finalizzato agli obiettivi della struttura.
Questa è stata un po' la filosofia di Tolentino.
In merito all'ospedale unico, a seguito dell'evento sismico è stata rinviata la data - prevista per settembre - per la presentazione delle candidature delle aree, credo sia stata rinviata a fine ottobre, quindi i vari Comuni, come San Severino, Macerata, Civitanova, Montecosaro hanno presentato le candidature.
Abbiamo chiesto di farlo possibilmente e prevalentemente su aree pubbliche, perché è noto che si fa meglio, si fa prima e si evita l'esproprio che è una procedura impegnativa. Visto anche l'incontro avuto con i Sindaci in area vasta sono moltissime le aree, alcune della Regione stessa, di grandi dimensioni, pubbliche, vicino alla viabilità principale e disponibili. Avere una certa abbondanza di aree pubbliche ci faciliterà la scelta rispetto agli indirizzi. Cosa per esempio diversa nel caso dell'ascolano dove grandi aree pubbliche, vicino alla viabilità principale, non ci sono e molto probabilmente si dovrà andare verso il privato.
La modalità di investimento, quella sulla quale siamo orientati, ha un nome particolare, ma sostanzialmente è il contratto di disponibilità. Il nuovo codice lo qualifica con un termine diverso, io lo conosco più come contratto di disponibilità.
E’ estremamente interessante perché il contratto di disponibilità, a differenza del project, scarica tutte le responsabilità della costruzione sull'impresa che vince la gara. Mentre il project prevede dei meccanismi che in qualche maniera danno una priorità a chi presenta il project, nel caso del contratto di disponibilità c’è una gara, partecipano tutti ed il responsabile del cantiere e dell'intervento è il soggetto attuatore e si inizia a pagare dal giorno in cui si entra dentro la struttura.
Il percorso ha bisogno della selezione dell'area, come è stato fatto nel caso delle altre strutture, e di un disciplinare che è alla base della gara per la progettazione e l'individuazione del soggetto realizzatore, quindi andranno messe tutte le specifiche delle attività che si faranno nel nuovo nosocomio perché sono la base per la progettazione e per la gara.
Il nuovo codice non prevede più il progetto preliminare ma gli cambia nome, va fatto un progetto preliminare, lo chiamo con i vecchi termini perché sul nuovo codice non sono lessicalmente aggiornato che poi va finanziato. Abbiamo già chiesto alla ragioneria di stanziare circa una decina di milioni di euro per finanziare i progetti preliminari necessari ai nuovo nosocomi, dopodiché pagheremo la rata quando l'ospedale sarà stato realizzato, finito.
La differenza del project è che pone pubblica amministrazione e privato in una sorta di partnership che, se uno legge la normativa del project, diventa una sorta di condivisione di oneri ed eventualmente di opportunità, mentre il contratto di disponibilità separa nettamente i ruoli, quindi è molto più sicuro dal punto di vista della pubblica amministrazione.
Ci sono le risorse per fare tutti i passaggi per l'acquisizione delle aree, che in questo caso dovrebbero essere pubbliche, c’è il finanziamento del progetto preliminare necessario alla gara, poi si pagheranno i canoni previsti annualmente dal contratto di disponibilità. Questo è il percorso ed a fine ottobre, una volta scaduto il termine di presentazione delle aree, procederemo come d'accordo con la riconvocazione dell'assemblea di area vasta, con un valore pesato sugli ospedali che restano dall’unificazione, che sono quelli di Camerino e di San Severino, se non ricordo male, con la determinazione del sito migliore in termini di tempi di percorrenza.

PRESIDENTE. Prima di proseguire avete ricevuto il foglio degli interventi programmati su interrogazioni e mozioni, prima dell’intervento dell’Assessore Sciapichetti, do la parola per una precisazione al Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Vorrei fare un intervento sulla relazione fatta dal Presidente e dall'avv. Costanzi.

PRESIDENTE. Dopo, prima ci sono le risposte alle interrogazioni da parte dell'Assessore Sciapichetti, che ha la parola.

Giovanni MAGGI. Va bene.

PRESIDENTE. Prego, Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Voglio ringraziare i Consiglieri, gli interroganti, che hanno in questi giorni richiesto una serie di chiarimenti, di chiarificazioni che noi cercheremo di dare.
Per brevità non illustrerò nel dettaglio tutte le risposte che gli uffici hanno preparato, alcune sono tecniche, per cui sarò costretto a farlo nel dettaglio, le altre le illustrerò ed il testo scritto verrà consegnato a tutti gli interroganti.
Vorrei iniziare questo mio breve intervento ringraziando dal profondo del cuore il personale della Protezione civile perché siamo in una fase di passaggio, abbiamo chiuso quella dell'emergenza più acuta, stiamo aprendo con grande difficoltà e con grande impegno quella della ricostruzione.
In questo frangente, ieri erano 60 giorni esatti dall'evento sismico, abbiamo visto all'opera una serie di persone: volontari impegnati nella Protezione civile, Vigili del fuoco, Forze dell'ordine, cittadini, Sindaci, soprattutto Sindaci che si sono sobbarcati l'onere di dare una risposta in una situazione drammatica, complessa, difficile, come quella che un evento sismico può creare, si sono sobbarcati l'onere di fare il loro dovere, farlo al meglio, dare dei servizi alle popolazioni colpite dall'evento.
C’è stata una partecipazione corale soprattutto da parte della nostra Protezione civile, dei nostri uffici regionali, questa mobilitazione va sottolineata e da quest'Aula credo che abbiamo anche l’obbligo di ringraziare quanti in questi 60 giorni hanno compiuto il loro dovere.
Le richieste di sopralluogo. Ieri abbiamo fatto un proficuo incontro in Commissione, voglio ringraziare il Presidente Biancani che ci ha convocato, c'è stato un confronto serio, costruttivo tra i commissari. Questo clima di partecipazione, di confronto, dobbiamo continuare a svilupparlo da qui ai prossimi mesi perché è sul confronto, è sull'incontro ed anche sullo scontro su alcune questioni che poi si trovano le soluzioni migliori per una popolazione a cui dobbiamo dare una risposta in tempi celeri e nell'assoluta trasparenza.
Non ritorno sui contenuti del decreto, sia perché l'Avv. Costanzi che il Presidente hanno abbondantemente relazionato rispetto ai suoi contenuti. Voglio soltanto dire che la gravità dell'evento sul territorio marchigiano sta nei numeri: 42.000 richieste di sopralluogo pervenute, questo ci fa capire quanto è vasto, quanto è importante, quanto sia serio il fenomeno che ha colpito la popolazione marchigiana.
Rispetto alla serie di risposte che sono state fornite, parto dall’interrogazione n. 262 del Consigliere Fabbri il quale chiede diverse cose, tra le quali come ha funzionato il sistema di protezione civile.
Nonostante l'evento sia accaduto nel momento più delicato della trasformazione delle Province, quindi del passaggio anche di alcune deleghe, le sale operative della Protezione civile sin dal primo momento sono state aperte a livello provinciale nelle zone interessate, in tutte e tre le Province, e i Comuni si sono attivati con i centri operativi comunali. Quindi il sistema ha funzionato al meglio pochi secondi dopo la prima scossa. L’ho detto l'altra volta quando sono intervenuto, alle 3,34 c'è stata la scossa ed alle 4,10/4,15 ero qui e già la sala operativa regionale era in funzione, era stata allertata la sede nazionale e si stavano aprendo le sale operative integrate (S.O.I.) sul territorio a livello provinciale.
Mi si chiede poi quanti sono i Comuni nella Regione Marche che hanno fatto la microzonazione sismica.
Qui dobbiamo dire che la Regione Marche è, se non la prima, la terza, la quarta, in Italia a livello di microzonazione sismica effettuata perché ad oggi i Comuni che l’hanno effettuata sono 136 e rappresentano 1.305.393 abitanti, pari circa all'88% della popolazione. Sono attualmente in corso le analisi di microzonazione perché sono stati finanziati altri 50 Comuni e dovremmo arrivare a 186 su 236 entro brevissimo tempo. Mi pare che sia un fatto importante che va sottolineato e merita di essere evidenziato.
La cosa più complessa, delicata, difficile, su cui giustamente interroga il Consigliere Fabbri, è quella relativa a tutto l'impianto scolastico ed a tutti gli edifici scolastici.
Qui dobbiamo dire con grande serietà e correttezza che un elenco aggiornato, come chiede il Consigliere Fabbri, la Regione non ce l'ha rispetto alle scuole, però, in attuazione degli indirizzi per la prevenzione e per fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi anche non strutturali degli edifici scolastici, in tutti gli edifici sono stati effettuati dei sopralluoghi da parte di squadre tecniche. Le squadre sono state coadiuvate presso ciascun plesso scolastico dal responsabile della sicurezza e in relazione ad ogni edificio, laddove sono state riscontrati elementi di vulnerabilità, sono stati richiesti ed emanati provvedimenti sindacali contingibili e urgenti di messa in sicurezza.
Questa è stata la cosa più difficile, più complessa anche nell'immediato per i Comuni più fortemente colpiti.
L'attenzione della Protezione civile si è concentrata inizialmente nel dare un tetto alle popolazioni con l'abitazione inagibile e a far ripartire in tempi utili l'anno scolastico, così come stabilito dal calendario nazionale. In effetti questo si è fatto. In alcuni Comuni si è trovato l'edificio alternativo disponibile, quindi si è fatto lo spostamento dell'istituto, e in altri, laddove il Comune non era nelle condizioni di poter trovare un edificio alternativo, si è organizzata e si è messa in piedi la tensostruttura in attesa della costruzione del modulo, cosa che sta avvenendo. Anche qui la Protezione civile aveva preso l’impegno entro metà novembre e laddove le scuole sono in una tensostruttura credo che questo obiettivo possa essere raggiunto ma dipende, capite bene, anche da alcuni elementi che sono metereologici, che non dipendono da noi, ma che comunque influiscono sui tempi.
Allo stato, per quanto concerne l'edilizia scolastica, risulta un volume costruito quantificato nelle Marche in 10,4 milioni di metri cubi dei quali circa 7,6 milioni di metri cubi realizzati prima del 1984, anno a cui risale il decreto ministeriale, come lei ben sa, che ha imposto l'obbligo di rispettare specifiche norme per le costruzioni.
L'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2009 prevede i criteri per il finanziamento e l'adeguamento strutturale antisismico degli edifici scolastici esistenti. Il costo convenzionale, comprensivo di Iva, è di circa 250 euro al metro cubo per gli interventi di adeguamento e 300 euro al metro cubo per la nuova costruzione. In base ai dati in possesso degli uffici regionali competenti per l'adeguamento di un volume totale di 7.900.000 metri cubi si può stimare un costo complessivo di circa 1.900.000.000 euro, che è quello che servirebbe per mettere in sicurezza i nostri ragazzi in tutte le aule e in tutti gli edifici scolastici delle Marche.
Relativamente all’interrogazione n. 264, della Consigliera Malaigia, credo che sia superata in quanto il decreto che abbiamo discusso poco fa prevede che tutti i Comuni inseriti nell'Allegato 1 o cratere, che dir si voglia, hanno la sospensione dei termini tributari, quindi l'interrogazione è superata.
Per ciò che concerne l'interrogazione n. 267 “Disposizioni in materia di microzonazione sismica” ho già risposto sullo stato dell'arte dell'entità dei controlli che sono stati fatti. Potrei riportare dati ancora più tecnici, ma vi risparmio la lettura della risposta che consegno seduta stante all'interrogante.
Per ciò che concerne l'interrogazione n. 271 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni e Malaigia, relativa ai tecnici incaricati, il personale tecnico che costituisce il nucleo regionale, è stato individuato tra coloro che, oltre ad aver manifestato la propria disponibilità sin dal primo momento, aveva i requisiti richiesti, quali l'esperienza maturata con la partecipazione ad almeno 3 eventi oppure un singolo evento con una costante attività di sopralluoghi.
Il Direttore di dipartimento, contattato tutto il personale tecnico indicato nell'allegato B alla dgr. 1012/2016 e verificato il possesso dei requisiti necessari, ha acquisito i relativi nominativi. Successivamente ha provveduto e provvederà qualora vi siano nuovi soggetti dichiaranti, al relativo aggiornamento periodico dell'elenco.
Anche questa è un'interrogazione che consegno agli atti.
Per quanto riguarda l'interrogazione, sempre a firma dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni e Malaigia, relativa all’individuazione del cratere, se non vado errato, ha già risposto, mi pare abbondantemente, il Presidente e non intendo aggiungere altro, se non il fatto che gli elementi fondamentali che sono stati utilizzati per l'individuazione dei Comuni da inserire nel cratere sono stati due. Il primo è quello dell’appartenenza oppure di far parte delle aree interne, per le zone montane; il secondo è quello della macrozonazione sismica, cioè c'è una percentuale - meno del 5,5 - nel combinato disposto tra appartenere alle zone interne e avere meno di 5,5. Questo dato non l’ha fornito la Regione Marche, ma è un dato tecnico scientifico. Si è fatto un perimetro che ovviamente lascia assolutamente scontenti quelli che sono ai margini, è chiaro che il problema sussiste, però se andiamo a leggere il decreto, come dicevo ieri in Commissione - e qualcuno si è alterato - lo ripeto oggi, la differenza vera tra appartenere al cratere, far parte dell'Allegato 1, o non farne parte, mi pare che sia veramente minima relativa soprattutto al completamento del 50% delle seconde case. Poi in fase di approvazione è ovvio che il decreto non è la Bibbia, la Bibbia l'ha scritta qualcun altro, quindi noi possiamo ragionare e, laddove è possibile, apportare delle correzioni, vedere se è possibile di effettuare dei miglioramenti, questo, ripeto, nell'ambito di un confronto che è stato fatto, è già avviato, si fa periodicamente, l’ultimo venerdì scorso ad Ancona con i Sindaci ed anche con i Consiglieri regionali rappresentanti del territorio e soprattutto con i Parlamentari marchigiani.
Questo rapporto credo che debba continuare, c'è sempre stato ed è iniziato dai primi giorni successivi all'evento calamitoso. Noi abbiamo fatto due incontri, uno con i Parlamentari marchigiani, l'altro con i Parlamentari europei, di tutte le forze politiche rappresentate nel Parlamento italiano ed in quello europeo, c'è stata massima condivisione e disponibilità. Credo che questa disponibilità dobbiamo continuare a ricercarla, dobbiamo cercare un confronto costante nella fase in cui il Parlamento dovrà andare ad approvare un decreto che è fondamentale per la ricostruzione dei nostri territori e delle popolazioni marchigiane colpite.
Metto a disposizione di tutti queste risposte che consegno. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Innanzitutto voglio ringraziare l'Assessore Sciapichetti per l'impegno di questi giorni. Non sono stati facili, non è stato facile poter seguire tutte le problematiche sia di prima emergenza che quelle relative alla costruzione del decreto.
Mi soffermerò soltanto sul fatto che è la prima volta che in Italia, dopo soli due mesi, c'è un decreto così completo dal punto di vista sia normativo che economico.
Proprio per questo vorrei parlare un attimo del settore dell'agricoltura e della zootecnia che è stato molto considerato da questo Governo.
Dopo pochi giorni dal sisma, gli Assessori all’agricoltura delle quattro Regioni colpite dal terremoto, insieme al Ministro Martina, si sono incontrati per chiedere un aiuto e soprattutto la possibilità di attivare una strategia che aiutasse queste zone, che come sapete sono molto depresse, a superare una crisi così grave.
Chi conosce le condizioni in cui versano le aree interne sa che ci sono una agricoltura ed una zootecnia molto povere, a volte anche rudimentali, a volte familiari. C’è anche la presenza di molti capi e vuoi perché ci sono i parchi, quindi a volte le stalle non vengono consentite per questioni burocratiche, vuoi perché non c'è la capacità di comprendere alcune norme, le situazioni a volte sono drammatiche ed ancora di più lo sono diventate con il sisma.
Il Ministro Martina ha visitato i luoghi, io stessa l'ho portato a vedere le stalle, sia quelle realizzate con il Psr, sia quelle più rudimentali, per far vedere quale sia lo stato di desolazione dopo il terremoto.
Noi immediatamente abbiamo fatto una ricognizione, cioè il servizio agricoltura ha fatto una ricognizione, per verificare quali fossero i danni sia alle stalle che alle abitazioni.
Le imprese che hanno avuto dei danni sono circa 60, sono state censite tutte le strutture, tutti i capi e sono state evidenziate le difficoltà e le necessità che hanno le aziende.
Dall'attività di ricognizione è emersa una somma di danni stimata intorno ai 3 milioni di euro, abbiamo ricevuto delle stime della Coldiretti che invece sono superiori, probabilmente c'è stato qualcuno che non ci ha attivato direttamente. Abbiamo verificato che rispetto alle aziende risultanti dal censimento Istat del 2010 c'è stato un 20% di danneggiamento grave, anche per quello che riguarda le infrastrutture. Ad esempio il problema delle aree come quelle montane è la viabilità di accesso, ci sono state molte frane, alcune aziende sono distanti dalla viabilità principale, purtroppo molti danni sono stati anche determinati dall'interruzione della viabilità.
Alcune interruzioni, le più grandi, sono state sistemate e risolte, quindi i capi che erano allo stato brado fino a poco tempo fa - i capi rimangono in queste zone allo stato brado fino ad ottobre circa e poi tornano nelle stalle - hanno la possibilità di tornare nelle stalle.
Sono state censite le aree dove installare le tensostrutture e le stalle provvisorie, perché è una zona montana e non è semplice, quando hai la stalla inagibile e la casa principale inagibile trovare delle aree che siano idonee dal punto di vista planimetrico, quindi per ogni azienda agricola sono stati fatti tutti i rilievi delle zone per stabilire dove posizionare le nuove stalle o le tensostrutture.
Sono state individuate le aree per realizzare 17 moduli abitativi, 22 tensostrutture per bovini, 31 tensostrutture per ovini e 5 tensostrutture per magazzini e fienili, che poi saranno sostituite con delle stalle.
Il danno individuato è piuttosto grande.
Per quello che riguarda le misure di aiuto per il settore previste dal 186, oltre ai provvedimenti generali, quelli che riguardano la ricostruzione, quindi il 100% della ricostruzione privata, l'articolo 5 in tutte le sue declinazioni vede la possibilità di accesso da parte anche dei produttori, e l'articolo 20 prevede delle concessioni di agevolazione sotto forma di contributo sia in conto interessi che investimenti. Ci sono invece delle misure specifiche, ad esempio l'articolo 21, prevede fino ad un milione di euro per abbattere, fino all'intero importo, le commissioni per l'accesso alle garanzie dirette per le imprese. Poi ci sono circa 10 milioni di euro, sempre ai sensi dell'articolo 21, che possono essere utilizzati per accordi, adozione di decisioni, ai sensi di un regolamento comunitario che prevede che l'organizzazione dei produttori, le associazioni riconosciute nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari possono stipulare accordi con alcuni obiettivi che aiutino il settore delle carni bovine, delle carni suine, delle carni ovine e caprine. Questo è molto importante perché potrà essere utilizzato.
Il raggiungimento dell'obiettivo più grande è quello dell’articolo 21, comma 4, che prevede che la quota regionale del Psar 2014/2020, che è pari al 17% dell'intero importo, che è di 538 milioni di euro, viene assicurata dallo Stato attraverso la disponibilità del fondo di rotazione.
Questo consente in buona sostanza ed in soldoni, fatti i conti così a braccio, di avere a disposizione 15 milioni di euro per 3 anni, per un totale di 45 milioni di euro che dovranno essere utilizzati per azioni strategiche da fare insieme alle altre quattro Regioni nel settore dell'agricoltura e della zootecnia delle aree interne colpite dal sisma.
Per colpite dal sisma intendiamo non soltanto l'area del cratere, che definiva prima l'Assessore Sciapichetti, ma tutti i Comuni dove ci sono aziende zootecniche o aziende agricole che hanno subìto dei danneggiamenti.
La somma è piuttosto importante e vedremo, insieme alle altre Regioni ed al Ministro Martina, come poterla spendere, però è un impegno molto grande.
Dovremo fare un programma operativo specifico per le zone colpite dal terremoto, ma credo che le realtà siano molto simili e quindi non ci sarà difficoltà a lavorare con gli altri Assessori visto che lo stiamo facendo anche ora.
La Regione Lazio si è impegnata ad acquistare tutte le stalle per le altre Regioni, sta facendo la gara d'appalto; la Regione Umbria sta facendo la gara d'appalto per le abitazioni degli allevatori, quindi si lavora in perfetta sinergia.
Ringrazio il Servizio agricoltura perché si è messo a disposizione di concerto con gli uffici della Protezione civile per dare immediatamente il supporto relativamente ai capi di bestiame ed anche alle strutture, quindi un ringraziamento va anche a loro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Vorrei puntualizzare la risposta alle due interrogazioni.
Mi reputo parzialmente soddisfatto, i dati ci verranno consegnati quindi avrò modo di studiarli e di leggerli, chiaramente risultano preoccupanti, se vogliamo, sia per i costi, che bisognerebbe sostenere per adeguare tutte le nostre scuole, 1.900.000.000 euro, sia anche per il numero dei Comuni che ancora non si sono adeguati alla microzonazione, in quanto è vero che coprono l'88% della popolazione, quindi saranno i grandi Comuni costieri, ma noi il terremoto l’abbiamo avuto nell’Appennino, purtroppo, e quindi i 136 Comuni più gli altri, che si devono ancora adeguare e stanno percorrendo l'iter, a mio avviso sono troppo pochi.
Su questa cosa occorre assolutamente accelerare e investire in maniera strutturata.
Ritengo di dover sottolineare il fatto che questa vicenda la seguiremo con molta attenzione, soprattutto per quanto riguarda la seconda fase che inizia adesso con la ricostruzione.
Spero che i Comuni riescano a sfruttare nella tragedia che hanno subìto, i finanziamenti che consentono di ristrutturare al 100% nel cratere anche le seconde case, per rilanciare il tessuto sociale.
Auguro che ci sia una certa visione per riuscire a creare un nuovo modello, parliamo di aree interne che vanno rilanciate e non soltanto di rifare un museo nuovo di abitazioni che poi vengono abitate soltanto 3/4 settimane all'anno.
Speriamo che ci sia questa visione, parliamo con le popolazioni, con i Sindaci, con le istituzioni, in modo da far rinascere con un nuovo modello questi borghi stupendi che sono inseriti in una natura incontaminata e che potrebbero diventare un fiore all'occhiello se ristrutturati a modo. Non facciamone dei musei, favoriamo la riconversione abitativa di strutture per diversi utilizzi, tentiamo di fare un progetto strategico, cogliamo l’occasione della disponibilità dei fondi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Noi avevamo presentato un'interrogazione che riguardava l'utilizzo del personale, qui si è risposto, come al solito, in un modo molto vago, che non risponde alla verità, perché sono state formulate delle graduatorie, degli elenchi, non sulla professionalità ma probabilmente sulle conoscenze e sulle amicizie.
Questo è l'aspetto drammatico che il personale si è trovato di fronte.
Nell’interrogazione parlavamo di circa 32 persone che erano state assunte a tempo determinato e poi a tempo indeterminato in relazione al precedente terremoto. Sono professionisti in questo settore e sono stati messi da una parte, come sono stati messi da una parte i Comuni che non fanno parte o non fanno riferimento al Partito Democratico.
Questa è la realtà dei fatti che si stanno verificando nella regione Marche, dal personale, alla gestione del terremoto in termini burocratici, dopo che dal Governo è stato indicato un Commissario che a maggio aveva ancora 2.460 famiglie senza casa. Queste sono le verità che il popolo marchigiano deve sapere.
Stamattina abbiamo sentito una filippica tecnica di come la burocrazia e di come il Governo Renzi abbiano emanato un decreto che creerà fortissime difficoltà reali alla popolazione marchigiana perché non risponde alla velocizzazione ed agli interessi del territorio, come rimanere senza casa il più breve tempo possibile, in quanto questo modello, questa organizzazione, non risponde a questa verità, questo è il problema di fondo.
Ho detto che dei Comuni sono stati inseriti ed altri no, ritorno sull'argomento, perché nei territori che non sono stati inseriti non è vero che non ci sono stati i danni, sono state escluse le scuole che non sono agibili, ma a fianco di quelle scuole c'erano delle attività commerciali per le quali non si è intervenuti nel dare agevolazioni perché quel Comune non rientra nel territorio! Punto! Non mi sbaglio, Assessore, è così. Su questo non si scherza.
Non ho fatto nomi, ho detto che ci sono edifici scolastici chiusi perché inagibili con a fianco delle attività commerciali e se il Comune rientra nelle agevolazioni, come noi sosteniamo, devono averle anche le attività commerciali, come le hanno avute chi ci rientra. Assessore, lo sa che questi sono i fatti, è inutile che mena il can per l'aia.

PRESIDENTE. Prego i componenti della Giunta di non interrompere il Consigliere e prego il Consigliere di abbassare il tono.

Sandro ZAFFIRI. Abbasso il tono, però non posso essere disturbato, perché se dico delle cose che sono vere probabilmente a qualcuno non sta bene. Lo so! Questo è il problema!
L'Assessore dirà che non è vero, allora documenti il contrario. Ci sono edifici pubblici chiusi per problemi di agibilità e ci sono attività commerciali, queste sono le cose, poi si può dire altro.
Questo secondo noi è ovvio! Voi avete detto che è gestito bene, secondo noi non lo è, questa è una forte differenziazione, vedremo se quello che voi dite nel tempo più breve possibile si realizzerà. Noi abbiamo questa perplessità che scaturisce da una situazione di fatto, perché, cito, nell’Emilia Romagna a maggio 2.460 famiglie erano ancora senza casa e questo signore viene qua a darci lezione di come probabilmente, secondo lui, si dovrebbe fare. Allora questo non risponde al vero, secondo noi.
Poi ci sono altri problemi, come sapete benissimo. Altro fatto, non dite che non è così, è così, c’è la stragrande maggioranza delle abitazioni che, come quella del Consigliere Zura Puntaroni, è lesionata, ma a questi edifici è stata riconosciuta l'abitabilità e non ci saranno interventi, ma di cosa stiamo parlando?
Signori della Giunta, signori del Governo della Regione Marche, su queste abitazioni non ci sono interventi. Punto! Quanto costerà la sistemazione di questi appartamenti? 100, 80, 150 mila euro? Non lo sappiamo. Su queste abitazioni, Assessore, che sono la stragrande maggioranza, non ci saranno interventi perché secondo il decreto non rientrano. Vero o no? E' vero! Se questo è vero bisogna che l'enfatizzazione si freni un attimo, c'è uno sport che si chiama bob dove l'ultimo atleta ha il freno e quando vede che il collega davanti va troppo forte, frena, non aumenta la velocità. State enfatizzando questa cosa, non rispondo a queste considerazioni perché purtroppo sappiamo che non sono così.
Se siete bravi, recuperate la situazione dei Comuni che sono fuori, inseriteli, probabilmente non avverrà ed allora c'è questa forte differenziazione tra territori. Lo vogliamo capire o no? C'è una forte differenziazione tra chi ha interventi e chi non li ha. Questo è il problema, è un problema grosso. Se queste comunità fossero di 300 persone sarebbe stata un'ingiustizia, anche se fossero composte da 20 persone sarebbe stata un'ingiustizia, ma qui addirittura siamo a migliaia, questo è un problema! Se vogliamo far finta di non capire è un'altra cosa, se invece il problema c'è, bisognerebbe lavorare per recuperare la situazione.
E' stato recuperato all'ultimo momento un Comune come Sarnano, che non era negli elenchi, perché anche quell'amministrazione non è amica del Partito Democratico, non era stata inserita e poi è stata recuperata, non so come, ma è stata recuperata, forse con qualche intervento per tenere quella posizione.
Questo è il problema e tutto questo, mi dispiace dirlo, nasce da un commissariamento o da un Commissario che ha avuto ed ha ancora problemi nel suo territorio e viene qua a dare lezione ad una comunità. Non erano miei amici quelli che nelle precedenti calamità hanno gestito il territorio, è stato ben gestito, sono state realizzate le cose; adesso ci sono gli scienziati, i grandi economisti, i grandi strateghi per fare un decreto che creerà grossissimi problemi alla comunità marchigiana, purtroppo creerà grossi problemi a chi paga le conseguenze di questo sisma, di questa disgrazia. Ci si mette anche chi governa in termini tecnici, non i tecnici professionisti, tecnici in termini di burocrazia ed in termini di meccanismo su come vengono avanti le cose.
Invece di semplificare avete complicato le cose, questo sta a dire un decreto con 52 articoli, più scrivete e peggio è! Questo lo sanno tutti, anche i bambini, più si cerca di mettere dei paletti fissi e più si creano problemi.
Queste sono le conseguenze anche del passato purtroppo e ancora si ripetono questi errori.
Noi siamo fortemente amareggiati da questa situazione, fortemente amareggiati per come viene gestita, per come continua ad essere gestita, sembra che questo terremoto sia soltanto di una parte, fra l'altro siete anche minoranza dentro questo Consiglio.
Non coinvolgete tutto il Consiglio, questo è un altro passaggio politico importante, non state coinvolgendo il Consiglio e questa Aula che è sovrana per quanto riguarda il popolo marchigiano e cercate di insultarci in continuazione. Secondo noi è una cosa inaccettabile! Vengono le figure istituzionali sul territorio e non si sa niente, questi sono passaggi importanti.
A noi della minoranza va bene che la “maggioranza” governi questa situazione perché ci lascia liberi di dire le nostre considerazioni e le nostre valutazioni su questi gravissimi problemi, però la partecipazione e la democrazia non esistono, Presidente. Credo che anche sotto questo aspetto sia necessario recuperare una posizione dialettica, di confronto e di partecipazione. Se nei prossimi giorni e per il futuro questa verrà a mancare, sarà la dimostrazione che quanto ho detto questa mattina qui in Aula è talmente tangibile che si tocca con mano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Forse c'è stata un'incomprensione, non avevo proprio intenzione di interromperla Consigliere Zaffiri, volevo soltanto precisare che il discorso del cratere o non cratere per quanto riguarda le attività produttive non cambia, per i Comuni o meno che non stanno nel cratere, basta leggere il decreto.
Questa cosa è inutile sollevarla, poi possiamo parlarne, ovviamente è perfettibile, però quando parla delle attività produttive che stanno in un Comune non ricompreso nel cratere, dice una cosa non esatta, perché le attività produttive di un Comune non inserito nel cratere hanno le stesse agevolazioni, facilitazioni e possibilità di quelle che sono inserite nel cratere, questo è un dato, tutto qui.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Capisco che spesso gli interventi sono ispirati e improntati all'agone politico ed alle posizioni politiche diverse che ognuno di noi riveste in questa Aula. Credo però che sia giusto ricondurre, nei limiti del possibile, nell'alveo dell'obiettività e delle reali situazioni che si configurano tutta la vicenda.
Credo che un decreto come quello di cui stiamo discutendo oggi sia il primo decreto ..., apro una parentesi a scanso di ogni equivoco, chiaramente abbiamo rilevato anche da un punto di vista tecnico qualche perfettibilità, chiamiamola così, qualche possibilità di emendamento o di chiarimento, impostiamolo in questa maniera, al fine di ricomprendere tutte le varie casistiche che si sono verificate e per essere più aderenti a tutta la situazione che è in itinere. Mi risulta che 3/4 delle richieste di verifica sugli immobili, purtroppo, per motivi di tempo, di numerosità dei soggetti abilitati, cosiddetti soggetti abilitatori e verificatori, per l'esiguità di questo numero rispetto al grande numero delle richieste, ancora non siano state compiute, per cui tutta questa fase darà luogo ad una situazione che si evolverà in itinere.
Questa situazione in itinere richiederà probabilmente qualche ulteriore intervento per modificare, o plasmare, o rendere meglio aderente alla realtà tutto il quadro normativo che interessa le popolazioni colpite dal sisma, però non possiamo negare che per la prima volta un decreto relativo ad un sisma, come quello che si è verificato il 24 agosto, prevede un livello così ampio di intervento. Per la prima volta.
Ho avuto l'opportunità, insieme all'Assessore Cesetti ed al Presidente, di pranzare insieme al Commissario Errani e con alcuni Sindaci rimasti fuori dalla cosiddetta area del cratere o allegato 1, per stare ai termini del decreto, ed è emerso, ad esempio, che il Commissario Errani nel suo territorio, Consigliere Zaffiri, è stato tacciato, ci raccontava questo episodio, all'indomani di questo decreto, di essersi “venduto ad altri territori” mentre il suo territorio è orfano di interventi come quelli previsti in questo decreto, mi riferisco in particolare alle seconde case.
Qui ci sfugge che forse per la prima volta tutte le prime case, ovviamente, gli immobili pubblici, le attività produttive, Consigliere Zaffiri glielo ha precisato l'Assessore, ovunque insistano e le seconde case, tutte, dei Comuni inseriti nel cosiddetto Allegato 1, ma anche quelle dei centri storici e dei borghi dei Comuni fuori dall'Allegato 1, saranno interamente risarcite, fuori dai Comuni di cui all'Allegato 1 restano il 50% delle seconde case.
Quella mattina a cui ho fatto riferimento, pur nella consapevolezza che non sono conclusi anche in termini numerici i casi da sottoporre a particolare attenzione, i Sindaci, una volta spiegato loro il senso e l'ambito applicativo del decreto, sono stati concordi nel dire che in fondo erano pochi i casi che restavano fuori dagli interventi.
Ora seppur auspicabile un chiarimento per quei casi dove ci sono stati dei danni, ma non tali da consentire un risarcimento, non possiamo negare che questo decreto è ispirato da una componente particolarmente, direi, umanistica in quanto la sua volontà, la sua ratio, sta nel fatto di ripristinare la situazione non solo fisica da un punto di vista di ricostruzione degli incasati ma, come diceva il Presidente nel suo intervento, ed è stata data un’importanza fondamentale al senso di aggregazione che questi borghi, queste frazioni, questi Comuni, hanno visto interrotta e minata dall’evento calamitoso.
Non possiamo certamente disconoscere la portata innovativa e veramente ampia, in termini di intervento, di questa norma. Ripeto l'iter che porterà alla ricostruzione è una fase lunga, faticosa, di applicazione non così immediata e semplice in tutte le sue varie fasi perché poi sappiamo bene che i casi sono molteplici. Si intrecciano le attività economiche, le attività produttive, gli allevamenti, le attività agricole, in contesti ambientali anche diversi e disparati. Tutto questo porterà sicuramente a dei casi di criticità, anche, lo sappiamo bene purtroppo, e questo deve essere motivo per migliorare il quadro normativo che mano a mano vedrà la luce perché ora siamo nella fase di conversione di questo decreto e potrebbe senz'altro essere utile ad una prima stesura ricomprendere i casi e la situazione ben noti ad oggi, con le condizioni oggettive ed anche soggettive odierne, ma questo non vieta che domani si possa rimettere le mani, d'altro canto non è la prima volta, ahimè, che interventi di questo tipo siano conclusi a più riprese, con il ricorso a più fasi legislative.
Se si prende spunto dal livello di partenza di questo primo intervento, così diffuso, così chiaro nell'allocazione delle risorse, 4,5 miliardi di risorse nella prossima finanziaria di bilancio andranno a questo grande tema, non è certo una cosa che può essere sottaciuta, non posso che prendere atto di una situazione affrontata con la massima attenzione e sensibilità. Ripeto, va anche oltre gli aspetti più materiali della semplice, semplice si fa per dire, forse è irriverente in questo contesto questo aggettivo, ricostruzione della parte immobiliare. Qui sono stati tenuti nella debita considerazione anche gli aspetti umani, sociali, aggregativi e di coesione sociale, si vuole cercare di ricostruire una coesione all'insegna della trasparenza, con tutto ciò che è stato detto sulla trasparenza.
Mi sento di dire questo perché ho visto, nell'immediatezza del sisma, dell'evento calamitoso, quasi all'indomani, interrogazioni e mozioni legate al fatto che quel Comune o quell'altro fosse restato fuori dagli interventi, che poi erano finalizzati a cosa? Al rinvio delle scadenze fiscali? Beh, lasciatevelo dire da un commercialista, forse è una fortuna in certi casi che non ci sia il rinvio delle scadenze che poi arrivano tutte insieme come una vera e propria mannaia. Cosa diversa invece è il discorso della capacità e della possibilità di attingere a queste risorse ormai certe per una vastità ed ampiezza di interventi che la dice lunga sul grado di sensibilità. Poi quest'Aula nelle sua facoltà e nelle sue funzioni può anche rendersi portavoce di eventuali ed ulteriori aggiustamenti del tiro strada facendo, in un percorso veramente complicato e complesso, come possiamo immaginare. Siamo qui per questo e credo che sia anche nostro dovere ed ad oggi mi sento di salutare, senza entusiasmo, Consigliere Zaffiri, però con la giusta riconoscenza questo provvedimento di grande sensibilità e attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Prima di passare a fare le mie considerazioni sulla risposta che ho avuto all'interrogazione, vorrei anch'io spendere due parole su questo decreto.
Ho sentito molto parlare, discutere di questo argomento, cratere si, cratere no, concordo con l'Assessore Sciapichetti che questo sia in realtà un falso problema. Sinceramente comincio a sospettare di come tutta la comunicazione si sia incentrata su questo tema, quasi a voler sviare dal vero problema di questo decreto che è un altro, non è il cratere, perché, come è stato ben spiegato, stare fuori dal cratere comporta solo la differenza che le seconde case al di fuori del centro storico verranno rimborsate fino ad un massimo del 50% e questo rispetto al passato non lo vedo come un dramma.
Il problema grave che qui si sottace, qualcuno l'ha detto, ma io voglio ribadirlo, l'ho già detto 20 giorni fa, un mese fa in Conferenza dei capigruppo, l'ho ripetuto ieri nella nostra riunione della Commissione e lo ribadisco qui in Aula perché su questo penso che dovremo trovare un punto di unità, è che questo decreto non prevede il rimborso, nemmeno un euro, alle case agibili. Spiego perché questo è un problema anche se sembra una contraddizione: la casa è agibile vuoi pure dei soldi?
Il problema è il seguente: questo terremoto a differenza di altri - non sono un esperto quindi parlo in termini semplici - che ci sono stati in precedenza ha due caratteristiche, la prima che è stato più superficiale, la seconda è che rispetto agli altri è durato molto di più, quindi ha avuto un durata temporale molto lunga. A parità di intensità - se lo confrontiamo ad esempio con quello del '97 che ha avuto sostanzialmente la stessa intensità - cosa succede quando ci allontaniamo dall'epicentro? Succede che l'intensità del terremoto diminuisce in funzione della distanza, ma la durata prolungata della scossa ha fatto si che le abitazioni che si trovano a distanza pur non avendo danni strutturali, travi e colonne per capirci, perché l'intensità a distanza si sente meno, hanno avuto grandissimi danni economici su tutto il resto: tamponamenti, impianti, chi più ne ha, più ne metta.
Questo che significa? Significa che qui ci sono centinaia di migliaia di persone a cui non basteranno 1.000 o 2.000 euro per riparare le loro abitazioni, ma occorreranno decine di migliaia di euro. Questo è il problema fondamentale.
Sento dire e i soldi dove li prendiamo? Anche qui vorrei fare una parentesi, il Presidente prima ha detto che sono stati finanziati 4 miliardi di euro, sono tanti, sono tanti se li guardiamo come cifra assoluta, ma se li confrontiamo, ad esempio, ai finanziamenti di altri terremoti, sono la metà di quelli che servono. Questa è la verità! Allora voglio rinnovare l'appello all'unità perché insieme ai nostri Parlamentari europei, Senatori e Deputati, dovremmo istituire, io l'ho già detto al Presidente in agosto, anzi mi sembrava che il Presidente fosse anche d'accordo su questa cosa, un tavolo permanente per tenere in costante controllo la situazione. Mi risulta che sia stato fatto un incontro all'inizio, poi non credo che ce ne siano stati altri, per cui rinnovo l'invito, quanto prima, a convocare i Parlamentari per poter promuovere questa preoccupazione che penso non sia solo mia.
Rinnovo l'invito a questo spirito unitario perché qui il problema è serio e di fronte ad un problema serio non si può fare speculazione politica.
Per quanto riguarda la risposta che ho avuto all'interrogazione purtroppo mi devo dichiarare parzialmente soddisfatto perché avevo fatto due domande, la prima era sui tempi e sugli investimenti per ripristinare le condizioni strutturali della parte dell'ospedale di Tolentino che è inagibile. Ho avuto la risposta, il Presidente ha spiegato che sono stati finanziati 200.000 euro, mi auguro che questa somma sia sufficiente.
L'altra domanda non ha avuto risposta, perché questa interrogazione era anche la scusa per avere notizie sull'ospedale unico, avevo chiesto due cose molto semplici: fra quanto tempo avremo questo ospedale unico e quanto ci costerà.
Alla prima domanda: fra quanto tempo avremo questo ospedale unico, il Presidente ha parlato dei tempi delle candidature, non ho chiesto questo, ho chiesto altro, mentre sull'investimento, cioè quanto ci costerà, ha spiegato le modalità di finanziamento, ma non quanto ci costerà.
Le cose sono due: o non si capiscono le domande, forse devo cambiare lingua, ditemi voi in che lingua devo fare la prossima interrogazione, inglese, cinese, tedesco, se cambio lingua magari è più comprensibile, o non si sa la risposta, però se non si sa la risposta io invito la politica, chi governa a non fare tanti annunci, perché prima si fanno i progetti, prima si conoscono le cifre, prima si vede se il progetto è fattibile e non fattibile, dopodiché si fa l'annuncio, perché fare l'annuncio senza avere nessuna idea chiara secondo me non è serio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ho un po' di difficoltà a dire se sono soddisfatta o meno rispetto alla mia interrogazione perché è stata saltata a piè pari, non è stata neanche citata, mi è arrivata una rispostina accorpata ad un'altra interrogazione; ho preso appunti rispetto a quello che veniva detto.
La mia interrogazione aveva due aspetti, uno prettamente tecnico e l'altro più politico. Su quello prettamente tecnico voglio fare una precisazione che riguarda la condivisione e la trasparenza. In due riunioni dei Capigruppo, prima degli scorsi Consigli, ho chiesto che tutti i Consiglieri fossero informati degli incontri e riunioni, con il Commissario Errani, con il Dott. Curcio ed anche con i Sindaci, nei quali venivano spiegate ad esempio le modalità del decreto, venivano dati gli aggiornamenti tecnici rispetto ai provvedimenti presi. Mi sembra che parte della maggioranza all'inizio dell'evento calamitoso abbia detto a più riprese: collaboriamo, cerchiamo di non fare polemiche, cerchiamo di darci una mano, siamo tutti amici, e credo che la disponibilità sia stata data da parte di tutti i Consiglieri, ma poi si vede che la condivisione non c'è. Io ho citato come buon esempio quello dell'Assessore Sciapichetti che ha fatto la riunione operativa con i Sindaci del maceratese per spiegare la compilazione delle schede AeDES, quello che sarebbe stato il processo nell'immediato, ed ha messo a conoscenza della data i Consiglieri se non altro della provincia, io sono andata, non è che vado a fare tumulto o a prendere la scena a qualcuno, però penso che sia utile. L'ho chiesto due volte, ormai sono passate alcune settimane e gli incontri con Errani e con il dott. Curcio si sono susseguiti, evidentemente questa richiesta non vuole essere accolta e mi dispiace perché sarebbe stato un segno di trasparenza e collaborazione.
Torno alla parte tecnica e mi rifaccio alla risposta che ha dato in margine di un'altra interrogazione l'Assessore Sciapichetti, che riguardava la scelta dei criteri per arrivare alla compilazione del famoso Allegato 1 con i Comuni ricompresi o no, quello che viene definito comunemente il cratere.
L'Assessore ci ha riferito, ma ne avevamo parlato anche martedì scorso, che i due criteri presi sono stati l'appartenenza alle aree interne e la macrozonazione sismica che fosse pari o superiore a 5,5. Devo sottolineare come entrambi i criteri scelti non abbiano nulla a che vedere con il sisma del 24 agosto, sono due parametri che sono antecedenti e riguardano dei livelli di criticità sismica, riguardano le caratteristiche morfologiche e geografiche, ma nulla hanno a che vedere con il sisma del 24 agosto, ne sono completamente scollegati tant'è che io citavo nella mia interrogazione alcuni Comuni che hanno avuto dei danni, ad esempio Camerino, Tolentino, Loro Piceno, il 24 agosto, ma che non sono ricompresi. Perché la scelta di questi criteri che non si allacciano e non si collegano al sisma? Inseriamone un terzo che tenga conto dei danni reali, perché se è vero che un Comune può avere un valore di criticità sismica più alto di un altro, ma se in questo sisma ha avuto minori danni, non si capisce per quale motivo uno debba essere inserito e l'altro no.
Ora faccio una considerazione relativa al decreto, perché sono state dette alcune cose che io reputo improprie, si è parlato di come non ci sia nessuna differenza fondamentalmente fra i Comuni dentro e fuori il cratere tranne le seconde case al 50%.
Ora prendiamo ad esempio la parte relativa al sostegno alle imprese danneggiate, articolo 20, una quota pari a complessivi 35 milioni di euro verranno sotto forma di contributi in conto interessi alle imprese con sede o unità locali ubicate nei territori dei Comuni di cui all'articolo 1.
Prendiamo l'articolo 23, contributi Inail per la messa in sicurezza, anche qui ritroviamo: per assicurare la ripresa e lo sviluppo delle attività economiche in condizioni di sicurezza per i lavoratori nei territori dei Comuni di cui all'articolo 1.
Articolo 24, interventi a favore delle micro/piccole/medie imprese nelle zone colpite, facciamo sempre riferimento all'articolo 1 che, andiamo a leggerlo, stabilisce l'ambito di applicazione e organi direttivi. Prendiamo l'ambito di applicazione, al comma 1: “le disposizioni del presente decreto sono volte a disciplinare gli interventi per la riparazione, la ricostruzione, l'assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, ricompresi nei Comuni indicati nell'Allegato 1”, il famoso cratere, quindi si riferisce a quelli.
Il comma 2 dice che “le misure di cui al presente decreto possono applicarsi, altresì, in riferimento a immobili distrutti o danneggiati ubicati in altri Comuni”, questo “possono” indica un'aleatorietà, non sono inseriti, non sono tutti uguali, “possono”.
Siccome non c'è a parer mio una certezza, reputo che quanto dichiarato all'inizio sia parzialmente corretto, ed in realtà possa essere totalmente disatteso nei fatti, perché poi quelle realtà potrebbero restare fuori.
La seconda considerazione è che nella mia interrogazione facevo una valutazione politica con delle domande alle quali mi piacerebbe che fosse data risposta, al di fuori di quello che è scritto in questa rispostina, perché anche qui la risposta non c'è.
La mia richiesta politica era quella di capire se nella formulazione delle aree interessate, con quei criteri che ho elencato prima, cioè l'appartenenza alle aree interne, la macrozonazione sismica al 5,5, quindi elementi che sono scollegati dal sisma del 24 agosto, la decisione era stata condivisa, appoggiata, supportata e sostenuta dall'amministrazione regionale, perché se così è, se è stata fatta di concerto, allora sembra illogico tentare di cambiarla. Se voi l'avete avallata vuol dire che alla Regione sta bene così, se invece è diverso sarebbe bene che ce lo comunichiate, anche perché secondo noi questi criteri sono sbagliati ed allora facciamo una lotta insieme.
All'ultimo punto chiedevo di più, se non si ritenga di dover intervenire presso il Governo nazionale per ampliare le aree di intervento ricomprendendo da subito quei Comuni danneggiati oggi esclusi dal decreto, perché molti Comuni che hanno subìto danni sono fuori da quell'area e, come è stato ricordato prima dai Consiglieri che mi hanno preceduto, la cosa più grave è che molti hanno danni che riguardano abitazioni o attività commerciali o imprenditoriali per le quali è rimasta l'agibilità e sono completamente fuori.
Spero che si dia risposta alla domanda che ho posto: vogliamo intervenire, volete intervenire su questo, si o no? Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. Voglio esordire dicendo che ho sentito anche gli ultimi interventi dei colleghi della minoranza, da cui sono arrivati anche spunti su cui poter discutere, però vorrei dire che ieri sera ho seguito uno speciale in televisione e con mia sorpresa, non pensavo che si fosse arrivati a tanto, ho sentito in Sicilia nella zona del Belice ancora alcune famiglie vivono nei moduli abitativi, nelle famose casette che a breve saranno costruite anche ad Arquata del Tronto. Quindi dico con tanta serenità che se polemica vogliamo fare di tempo ne avremo tantissimo, visto che c'è chi ancora sta nelle abitazioni provvisorie per terremoti avvenuti ormai quasi 50 anni fa.
Credo che il tempo per confrontarci non mancherà, anche per alzare una sana polemica che non escludo potrà arrivare anche dai banchi della maggioranza se il Governo non dovesse fare interventi coerenti con quelle che sono state le promesse, anche perché, per arrivare a ciò che voglio dire rispetto a questo decreto, io e l'Assessore Casini proveniamo da quel territorio ed il terremoto l'abbiamo vissuto e esattamente 60 giorni fa stavamo contando le vittime, molti di noi non sapevano se nel sisma avevano perso persone care e persone che conoscevano da tantissimo tempo.
Direi che tutte le risposte che ci sono state, che ora non voglio ribadire, non voglio tornarci su anche perché abbiamo avuto un relazione molto dettagliata, vanno incontro a quelle che sono le esigenze, hanno sostenuto e stanno sostenendo tutti gli sforzi che la Regione, gli Enti pubblici, il Governo, la Protezione civile hanno fatto fin dal primo momento in poi. Stiamo discutendo dei moduli provvisori abitativi nelle zone del cratere, in particolare nella zona di Arquata e di Amatrice, se parliamo anche della regione Lazio, e che queste realtà sono talmente vicine che non ci rendiamo conto della similitudine delle problematiche.
Credo che ciò che è stato fatto fino ad oggi, che viene esplicitato con il decreto per dare una prima risposta vada oltre quelle che erano le nostre aspettative, capisco che ci potranno essere dei problemi sulla valutazione, agibilità, non agibilità, su questo, torno a dirlo, avremo tutto il tempo per discutere anche perché è un decreto legge. Approfittiamo del fatto che in queste settimane se ne sta discutendo, quindi c'è anche un approfondimento sul decreto legge, cioè in questi 60 giorni i parlamentari tra cui i nostri, quelli della regione Marche tutti, lavoreranno in Parlamento per cogliere le istanze che arriveranno dai territori e per raccogliere le istanze di questo Consiglio regionale. Credo che sia questo il lavoro che noi ora dobbiamo fare in maniera abbastanza coerente con quello che abbiamo detto fino ad oggi, perché bisogna far sentire fortemente la vicinanza ai nostri amministratori perché quando si è in un'area terremotata, e questa regione purtroppo lo sa, lo sa anche per precedenti terremoti vissuti, tu risolvi un piccolo problema e subito se ne crea un altro. Domenica eravamo lì, c'era l'incontro con il Commissario Vasco Errani per le aree da urbanizzare per mettere i moduli, le cosiddette casette, chiamiamole così, dopo tanta fatica la comunità di Capodacqua aveva trovato l'area per localizzare le casette, ma alla fine con Errani ci si è accorti che manca la strada per poterci arrivare ed i camion non potrebbero passare.
Questi sono i problemi contingenti che dobbiamo risolvere e i nostri Sindaci che sono sul territorio, i nostri amministratori, hanno bisogno di vicinanza da parte nostra.
C’è una cosa che voglio sottolineare e che vorrei possa essere risolta al più presto, ed è quella di dare una dotazione di personale a questi nostri Sindaci che sono nei territori, sia dentro il cratere che fuori, perché parliamo di Comuni di 1.500 abitanti, dove il Segretario comunale ci va 3 volte a settimana se non 2, dove c'è un solo tecnico a disposizione, un tecnico che magari segue dalla ragioneria fino ai lavori pubblici, questo è quello che vorrei poter integrare e che in questo decreto non c'è, per lo meno non c'è in maniera esplicita, ma io credo che sia un'emergenza che vada risolta nel minor tempo possibile.
Anch'io penso che questo decreto abbia degli aspetti innovativi per l'applicazione e soprattutto la velocità con cui è stato fatto, qualcuno diceva che forse la dotazione finanziaria rispetto ad altri terremoti è più bassa, io non so se è così, io so che all'Aquila non era tanto più alta di questa, so che all'Aquila oggi si è arrivati quasi a 10 miliardi di euro di erogazione da parte del Governo, non so quanto ci sia nell'ultima legge di stabilità perché anche lì c'era una quota che la Regione Abruzzo chiedeva per l'Aquila, Noi ci vantiamo, come è giusto che sia, di avere una Protezione civile efficiente, che ha avuto purtroppo esperienze, ed anche a livello governativo abbiamo avuto delle esperienze ed il Governo sa benissimo, noi tutti lo sappiamo bene, che questa è una dotazione iniziale.
Non so se questo basterà, non so se questo sarà sufficiente per affrontare la prima emergenza, lo vedremo, l'importante è che ci sia la capacità di poter intervenire successivamente in maniera veloce. Consideriamo che abbiamo località dove ancora non è stata tolta una sola maceria, quindi siamo in una fase di ricostruzione che è proprio a livello embrionale.
Credo che questa dotazione sia sufficiente e soprattutto sia una dotazione che vada a toccare degli aspetti importantissimi per il rilancio di quei territori, a partire dagli sforzi che sono stati fatti per le scuole. L'Assessore Bravi lo sa, sono stati fatti degli sforzi enormi, siamo stati elogiati anche dal Governo, dal Ministro, perché sui territori come Regione siamo stati capaci di fare tutto questo. Mi sembra che ad Arquata del Tronto c'è una tendopoli che funziona dove i bambini della scuola primaria addirittura si sono affezionati alle tende e non vogliono tornare a scuola, perché lì è stata ricreata la comunità scolastica. E' questo quello che diciamo sempre, la scuola non è l'edificio, la scuola è la comunità, la scuola sono gli insegnanti, i dirigenti, i bambini, le famiglie e lì si è stati capaci di ricostruire questo. A breve forse, a metà novembre si riuscirà a rendere agibile il prefabbricato realizzato grazie alla donazione di una Fondazione milanese di cui non ricordo il nome.
Questo è quello che noi dobbiamo apprezzare, quello che noi dobbiamo assolutamente accompagnare e c'è un aspetto, e questo dimostra l'attenzione che c'è stata nella stesura di questo decreto, perché - forse pochi lo ricordano, l'Assessore Pieroni lo ricorda sicuramente subito dopo il sisma, chi sta nelle località costiere come me lo sa benissimo, abbiamo avuto un esodo fortissimo di presenze, abbiamo avuto anche delle disdette, soprattutto nelle città turistiche più importanti, dai gruppi di vacanzieri che di solito vanno in vacanza tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, ci sono state molte disdette - all'articolo 22, sono previsti 2 milioni di euro che saranno utilizzati per la comunicazione perché sulle emittenti, in particolar modo quelle internazionali, è stato detto che questo sisma ha colpito il centro Italia, e quando dici che ha colpito il centro Italia si pensa che interessi da Roma ad Ancona e tutta quanta la fascia interna.
E' chiaro che questi 2 milioni di euro dovranno servire soprattutto e in virtù dell'arrivo della prossima stagione turistica, perché questo è un cluster che noi abbiamo, guardo il Consigliere Rapa che di queste cose è molto più esperto di me, dobbiamo pensare al rilancio delle aree interne anche con il turismo che arriva sulla costa, quindi è chiaro che un'operazione di informazione, che noi avevamo rivendicato in questo Consiglio, lo ricordo benissimo, è stata presa in considerazione dal Governo.
Una cosa che può sembrare irrilevante, secondo me, dimostra tanta attenzione per questo territorio. E' chiaro, lo ripeto e lo ridico, se a 50 anni di distanza qualcuno sarà ancora nelle baracche, come dopo il terremoto del Belice, ci sarà tutto il tempo che vogliamo per fare polemiche, ma credo che in questa fase bisogna cercare di creare una sinergia tra tutte le istituzioni a partire dal Governo centrale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Vorrei stare zitto per educazione nei confronti dell'Aula, perché se comincio a parlare poi diventa pesante, però ho sentito un vuoto totale, assoluto dei Consiglieri della maggioranza che chiaramente devono difendere l'indifendibile.
Consigliere Giacinti, io l’ammiro, ma quando mi racconta che questo è un decreto pieno di umanesimo, mi chiedo cosa sta dicendo. Quell'altro dice che abbiamo 2 milioni per la comunicazione, quando qui, brutti ignoranti che altro non siete, su 100 danni 80 ne rimangono esclusi, tutto ciò che è lesionato, abitazioni a cui non è stata data l'inagibilità, con criteri tutti da vedere, perché ieri Spuri ci raccontava, poi si è imbarazzato ed è rimasto in silenzio, Ma che state dicendo? Mancano altri 4 miliardi e mezzo, questa è una grande e colossale presa in giro, tu potrai modificare nel corso d'opera altri 2 milioni da destinare a …, ma il concetto dice che le case lesionate, ma non inagibili stanno fuori, rimangono fuori per i prossimi 10 anni, per sempre. Non le recuperi più, non ce la fai a recuperarle perché o lo recuperi adesso o mai più e questi non le vogliono recuperare, perché il termine che hanno utilizzato anche per le case inagibili, per quelle fuori, è “possono”. Il concetto di cratere, uno serio non ti dice: “Comuni nel cratere, Comuni fuori dal cratere” uno che è serio che fa il decreto per la ricostruzione dice: “Chi ha avuto danni dal terremoto”. Il cratere è l'Etna, che roba è il cratere? Ma che sto qui con l'anello al naso a farmi prendere per il … da Renzi o da chicchessia? E' grave che la Giunta, la Regione abbia avallato tutto questo. Una presa in giro colossale, una cosa così … Noi qui passiamo le mattinate a discutere del nulla e per una cosa che vale il futuro della nostra regione… 120 Comuni la differenza tra quello che gli casca sopra tutto e quello che non gli casca niente. Sa cosa significa niente Consigliere Urbinati? Significa che a parità di danni i privati si devono rimboccare le maniche, devono tirare fuori i soldi e fra 20, 25 anni saranno ancora pieni di ferite.
A quelli a cui cade sopra tutto, con le difficoltà del caso: banca, mutuo, pignoramenti - tutte quelle birbate che fa Renzi con le banche - in teoria hanno detto che avranno tutto quanto, ma fra 10 anni gli daranno metà, e gli altri non avranno niente!
Quando stamattina nelle slide proiettate si ripetevano le parole “a tutti, a tutti”, ma a tutti chi? Ai 4 gatti che hanno l'inagibilità! La seconda casa si è allargata in maniera eccessiva. La seconda casa la allarghi su 60 Comuni? E’ giusto il concetto del centro storico, ma saranno 10 Comuni, e non si può dare a qualcuno tutto ed agli altri niente. Non vi vergognate? Brutti sconsiderati, non vi vergognate?
Devo fare l'intervento per difendere cosa? Quando sento il vuoto assoluto, un decreto umanistico, pieno di umanità, ma cosa state dicendo? 2 milioni per la comunicazione, 4 miliardi e mezzo, ma non vi vergognate? Stiamo parlando di concorsi, cavolate, cose inesistenti. Una cosa drammatica che segnerà per altri 15 anni.
Io giro per lavoro e sono capitato all'Aquila, l'Aquila è esemplare, il terremoto è paragonabile ad un ictus che ti cade addosso, non recuperi più, sono passati diversi anni e la situazione è ancora drammatica. Il terremoto è un cosa drammatica e voi siete ancora all'agibilità o alla non agibilità.
L'altra sera è venuto Spuri ad educarci sull'argomento: “Questi verificatori li abbiamo addestrati, hanno fatto un corso, hanno i certificati”, ed io ho detto: “Spuri, mi sta prendendo in giro?” Lo so per certo perché - poi Presidente non voglio riportare quello che mi ha detto l'altro giorno perché con lei voglio rimanere in buoni rapporti altrimenti non mi fa fare più la strada, quindi mi devo mordere la lingua, purtroppo, se no avrei voglia di dire quello che mi ha detto ieri – c’è chi non ha avuto la dichiarazione di inagibilità dal tecnico che è arrivato ed ha detto: “No, questa casa è buona”, mentre ad un altro a dieci chilometri di distanza ha detto: “La tua casa, per carità!” “Perché cosa ha? Adesso mi fai sgombrare?”, “La balaustra è torta, devi sgombrare!” “No, io non voglio sgombrare!” Questo è il concetto! Voi siete matti, siete folli e a me fa schifo stare qua dentro!

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Prima di parlare velocemente delle mozioni, devo chiarire due aspetti. Quello che dice la Consigliera Leonardi in realtà è vero, non possiamo far finta di niente perché il decreto ce l'ho qui, l'ho letto in parte, purtroppo, quindi non posso dare un giudizio, ma le diciture: “possono recepire, possono adottare, possono” non danno una certa equità sociale.
Razionalmente devo dire che questo post terremoto è stato condotto bene, dobbiamo essere razionali, non mi piace fare dello sciacallaggio politico, non possiamo rimangiarci tutto per una “cavolata” del genere che si può risolvere, difatti adesso presenterò degli emendamenti - se non li facciamo con la III Commissione, farò degli emendamenti - perché basterebbe mettere anziché “possono”, “si applicano anche” e vi spiego il perché.
Tutti hanno parlato del problema, ma nessuno ha spiegato dov’è.
Io ho avuto la sfortuna, tra le tante cose che ho fatto, di fare il ferraiolo per 10 anni, quindi lavoravo e montavo il ferro per l'impresa Rozzi, ho costruito ponti, ho costruito il Carpegna, che arriva fino a Sant'Angelo in Vado, Acqualagna e che non è caduto, ho realizzato il ponte che da Ascoli arriva fino a .., che non è caduto, ha retto, ed ho costruito tanti palazzi ed abitazioni. Qual è il problema di cui stiamo parlando?
E' un problema importante da tenere in considerazione, le case costruite dopo gli anni '80 sono tutte in cemento armato, come si costruiscono? Si fanno le colonne intorno e poi si tamponano, cosa succede? Le tamponature fatte con foratelli da 8, vengono fatte dopo che è stata fatta la struttura, quindi le colonne in cemento armato vengono tamponate. Si inizia a mettere la tamponatura, si arriva sopra e si ottiene una tamponatura che non è tenuta da niente, i foratelli sono da 8, metti 2 centimetri di scialpo, abbiamo una muratura di 10 centimetri. Vi ricordo che i terremoti all’inizio sono ondulatori o sussultori, tutti sono ondulatori e sussultori, non esiste un terremoto ondulatorio e un terremoto sussultorio, quando arriva l'impatto è sussultorio e poi l'onda lo rende ondulatorio, quindi che succede? Che chi ha avuto la casa con le tamponature magari cadute o con delle crepe abbastanza grandi, non può rimanere fuori. Ieri parlavamo giustamente con l'Assessore, se uno ha un danno di 1.000, 2.000 euro se l'accomoda, ma se uno ha un’abitazione con tutte le tamponature rotte, però la casa ha retto perché è in cemento armato, non può essere un figlio di un Dio minore, quindi credo che questo debba essere vagliato perché non possiamo rimangiarci tutto quello che è stato fatto per una cosa del genere. Basta cambiare “possono” in “si applicano anche”. Poi sarà la scheda AeDES che dirà se l'abitazione è di classe A o di classe B. Non è che chi va a vedere e trova una tamponatura crepata dice: “Con un po' di stucco ed una mano di vernice stai apposto”, ma se uno ha l’abitazione crollata deve ritamponare, rifare gli impianti, rifare tutto, non possiamo fare figli e figliastri. Questo è quello che vi raccomandiamo perché sporcare una partita con un “fallo di reazione” è una stupidità, io credo che non possiamo sporcare tutto questo lavoro per una cosa così minima che penso debba essere presa in considerazione.
Io sono disposto ad aspettare la III Commissione, a fare una cosa all'unanimità, altrimenti preparerò due emendamenti da far presentare ai Parlamentari della nostra Commissione. Io sono disponibile alla collaborazione.
Caro Presidente, è stato fatto un lavoro egregio. Magari su 42.000 verifiche, 10.000 sono già state fatte, ce ne saranno 22.000 che non serviranno a nulla, però la persona che ha la casa strutturalmente integra, ma con tutte le tamponature rovinate, credo che meriti di essere presa in considerazione.
Non sporchiamoci per una cosa così banale, magari con la scheda AeDES i tecnici verificatori se la casa ha le tamponature tutte rovinate la inseriranno nella classe B e un'altra con le crepe nel muro in classe A, che problema c'è? Però togliamo questo “possono” che mi sa tanto di presa in giro e mettiamoci “si applicano anche”. Grazie.

PRESIDENTE. Avevamo previsto l’interruzione dei lavori, ci sono ancora cinque interventi programmati e poi le conclusione della Giunta, sono le 13,15. Interrompiamo ora o volete concludere gli interventi? Magari facciamo un altro paio di interventi e poi interrompiamo.
Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Faccio veloce così andiamo più spediti, nel senso che molte delle cose che volevo dire sono già emerse.
Ho recuperato una breve rassegna stampa di alcuni interventi di Sindaci e rappresentanti politici, dal giorno dopo l'evento sismico fino ad oggi, dalla quale emerge una serie di preoccupazioni che erano fondate all'epoca o meglio le preoccupazioni erano fondate, ma non su atti già presi. Avevano delle preoccupazioni che oggi di fatto sono state tutte smontate dagli atti presi dal Governo, dalla Regione e per ultimo dal decreto, tenendo ben presente che, come hanno detto altri Consiglieri, per gli altri terremoti che ci sono stati purtroppo negli anni scorsi in Italia, si sono susseguiti una serie di decreti, una serie di atti amministrativi, per cui è facile immaginare che questo atto assunto dal Governo sarà il primo di una serie. Se questa serie sarà lunga o breve lo vedremo nei prossimi giorni, nei prossimi mesi.
Erano emerse una serie di preoccupazioni: che venissero abbandonati i luoghi, gli ospedali, le attività produttive, le città, di fatto si sta cercando di tamponare questa situazione, il decreto entra nel cuore del problema, si danno contributi alle prime case ed alle attività produttive, sia nel cratere che fuori.
Il cratere è stato l'oggetto principale della polemica e della preoccupazione di molti Sindaci. Chi era dentro, chi era fuori! Dalla provincia di Macerata una serie di articoli riportavano che nessun Comune della provincia di Macerata sarebbe stato inserito nel cratere, dopo pochi giorni, a seguito di alcuni interventi di parlamentari ed altri, il timore era che solo un Comune, Castelsantangelo sul Nera, fosse inserito nel cratere, per cui tutti gli altri Comuni intorno, Ussita, Visso, erano preoccupati per questa vicenda, il tutto, ripeto, senza un atto che giustificasse questa apprensione.
Oggi il decreto ci dice che sono 15 i Comuni del maceratese e molti altri delle varie province marchigiane e delle altre regioni ed il problema diventano tutti quei Comuni che sono rimasti fuori dal cratere. Giustamente il Presidente ha detto che con questa logica potremmo arrivare fino a Civitanova, io sarei pure contento, però mi sembra una logica poco condivisibile per chi ha subìto danni veri.
Credo che la logica che abbia spinto a dire “sia nel cratere che fuori dal cratere” sia quella di dire che il problema di chi sta dentro il cratere è un problema dell’intera comunità, a parte le vicende tecniche della possibilità di dilatare nel tempo i pagamenti delle imposte e poche altre vicende. E’ chiaro che ci sono Comuni che hanno subìto altri danni, ma sono danni delle singole strutture, dei singoli episodi e l'economia generale di quella città ha continuato, seppur tra difficoltà. Non penso che si possa dire che il Comune di Tolentino, di San Severino non stiano proseguendo nelle loro attività naturali, poi è chiaro che anche lì ci sono dei danni, ma ritengo che questo decreto prenda in considerazione anche questo.
In riferimento al problema delle seconde case, anche questo è stato detto, però lo voglio ribadire, credo che siamo la prima realtà toccata da questo terremoto che tiene in considerazione anche le seconde case e anche questo è un problema che è stato sollevato dal Presidente Ceriscioli, dagli Assessori Sciapichetti e Casini il giorno dopo. E’ chiaro che chi conosce la realtà umbro-marchigiana non può non tener conto di questa situazione, perché da noi le seconde case di montagna non sono fatte per investimento, da chi ha due soldi in tasca ed investe nella seconda o nella terza casa, ma sono case di famiglia ed è stato chiaro fin da subito che se non si fosse proceduto ad una ricostruzione anche di queste strutture la vita stessa di quei paesini ne avrebbe risentito fortemente. Anche questo è stato inserito all'interno del decreto e allora, come hanno fatto, mi sembra, la maggior parte dei Consiglieri qui e dei rappresentanti politici fuori, lavoriamo in un comune intento per raggiungere degli obiettivi e fino ad oggi li abbiamo raggiunti, credo, in base anche a quello che ho detto finora, ma se vogliamo utilizzare anche questo evento sismico per fare becera battaglia politica penso che sbaglieremmo strada e ne andrebbe della nostra reputazione.
Il problema serio che emerge da questa discussione, ma anche da quella di ieri in Commissione e dei giorni scorsi, è quello di chi ha subìto dei danni ma la casa non viene dichiarata inagibile. Penso che sia un bene il fatto che uno possa rimanere dentro la propria casa e che questa non sia stata dichiarata inagibile, se vogliamo considerare anche questo un danno, è chiaro che, a parte il caso specifico del Consigliere, credo che ci possano essere delle abitazioni che hanno subìto diversi danni, ma già ieri, se non ho ascoltato male, il Direttore Costa ha detto che negli stessi ambiti di questo decreto c'è un margine di manovra. E’ chiaro che una sollecitazione può essere fatta, ma partendo dal presupposto che molte preoccupazioni, ripeto ho una breve rassegna stampa, ognuno di voi ne può fare un malloppo così, e i problemi sollecitati fino ad oggi sono stati risolti, se non partiamo da questo assunto per ogni cosa è un aggiungere un +1 e non si fa mai giorno.
Partendo dall'assunto che molto è già stato fatto, possiamo aprire una discussione su questo? Io credo di si! Nell'ambito del decreto? Lo valuteranno i tecnici se c'è bisogno di fare emendamenti, valutazioni. Credo che i nostri parlamentari di tutti gli schieramenti politici siano stati ampiamente coinvolti, è giusto coinvolgerli ancora perché poi è lì che verrà riconvertito il decreto, che verranno fatte eventuali modifiche, che si approveranno eventuali altri decreti. E’ chiaro che vanno coinvolti e se c'è un margine di manovra anche in termini economici, perché è inutile scrivere delle belle parole e poi non ci sono le risorse, credo che un lavoro possa essere fatto, vada fatto ma senza, passatemi il termine, sbracare, nel senso che la linea guida deve essere sempre quella di dare a chi effettivamente ha subìto dei danni dal terremoto, non per incuria degli anni precedenti o a chi, avendo abbandonato la sua casa, approfitta del terremoto per poterla risistemare.
Le schede andranno redatte anche in questi casi, su questo, ripeto, attiviamoci ma entriamo nell'ottica del contesto in cui stiamo operando. Un contesto positivo, se si può usare questo termine a seguito di una calamità, nel senso che la reazione c'è stata da parte del territorio, da parte dei rappresentanti del territorio e da parte di chi a Roma in qualche modo ha ascoltato i rappresentanti del territorio, anche attraverso il Commissario Errani che sta lavorando in questo senso.
Gli apprezzamenti anche da parte delle opposizioni sul lavoro svolto finora testimoniano questo elemento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie. Ieri ho fatto all'Ing. Spuri e a tutti quelli che lavorano i ringraziamenti a nome del Movimento 5 Stelle. Chiedo anche al Presidente di farsi partecipe del ringraziamento a tutti quelli che si stanno sacrificando e si stanno impegnando per questa cosa.
Noi non facciamo del terremoto una propaganda politica, siamo disponibili, l’abbiamo detto ieri in Commissione quando è stato sollecitato, a metterci insieme con i parlamentari e fare una azione più fattiva. A questo proposito ho detto in Commissione che abbiamo aperto un’a-mail Movimento 5 Stelle pubblicato sul blog nazionale, dove i cittadini possono riferire ai parlamentari le loro difficoltà, direttamente a Roma per incidere su questo decreto.
Naturalmente siamo collaborativi con tutti e teniamo conto degli appelli accorati che sono stati fatti qui, anche con toni piuttosto accesi, che riguardano la sofferenza e le difficoltà delle persone.
In questa a-mail i cittadini, i terremotati, coloro che sono stati colpiti possono rivolgersi parlando direttamente, denunciando o sottolineando episodi ai nostri parlamentari, rilevando episodi di criticità, che sono quelli che ovviamente conosciamo, ma anche di legalità e trasparenza.
Il Presidente Ceriscioli ha parlato di legalità e trasparenza, ha detto che questi soldi, nei casi di calamità naturali, fanno gola a tanti e, visto che molti colleghi puntualizzano delle questioni tecniche, io voglio prendere come spunto l'ultima pagina delle slide, che abbiamo visto fino adesso, dove si parla dei soggetti attuatori.
I soggetti attuatori sono: Regione, Ministero, Diocesi, Province, Comuni, ed alla fine quando si parla di iter agli ultimi due punti si dice: “Invia i progetti esecutivi alla centrale unica di committenza” e qui il Presidente ha detto: “Per fortuna c'è una stazione unica appaltante che controlla la regolarità della committenza”.
Io sono molto perplesso perché la stazione unica appaltante è Invitalia S.p.A. che è stata una società molto nebulosa, molto chiacchierata. Qualche anno fa era una specie di carrozzone con 14 partecipate, quasi 700 dipendenti che costavano 46 milioni di euro e aveva perdite per 4 milioni, debiti per 45 milioni e passività patrimoniali per 1 miliardo e 100 milioni di euro. Questo qualche hanno fa!
Ci dicono che Invitalia è stata risanata. Notizie recenti, dell'anno scorso e di quest'anno, ci dicono che, con la riforma del codice antimafia e con l'articolo 7, ha gestito i beni confiscati alla mafia scegliendo tra i suoi dipendenti, che non sono stati assunti con concorso, chi dovesse andare a fare l'amministratore giudiziario. Di quest'anno è la notizia che Invitalia è stata incaricata di vendere i porti turistici dello Stato, che sono stati venduti all'asta senza base d'asta, e sul porto di Fiumicino, proprio a due passi dalla capitale, alcuni uomini di punta di Invitalia e di Italianavigando, che è stata poi chiusa, stanno rischiando il processo.
Sul fatto che la stazione unica appaltante sia Invitalia io ho delle forti perplessità e prego il Presidente della Giunta regionale di vigilare su costoro che devono vigilare sugli appalti perché non vogliamo che tra i soldi che verranno ci siano degli sprechi e che dopo aver costruito le case, come all'Aquila, cadano i balconi. La stazione unica appaltante non può avere queste ombre nebulose perché si tratta di una ricostruzione che, come ho detto, deve essere trasparente ed efficace. Grazie.

PRESIDENTE. Avevamo programmato la sospensione, il Consigliere Marconi mi ha detto che sarebbe disponibile ad intervenire, ma io chiedo all’Aula. Ci sono ancora tre interventi più la replica della Giunta e le votazioni, però l’interruzione anche per rispetto dei dipendenti occorre farla. (…) Arriviamo alle conclusioni?
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei elogiare il Vicecommissario per la ricostruzione, il quale ha fatto una scelta ben precisa nella sua relazione, soprattutto di metodo, cioè quella di non presentarsi con un discorso preparato sul piano politico generale, ma ci ha fornito elementi molto precisi da un punto di vista amministrativo. Di tutto si può dire in questo dibattito meno che il nostro Presidente/Vicecommissario e gli Assessori non siano stati sul pezzo, puntuali, riguardo agli argomenti in oggetto.
Sinceramente grazie, questa è la premessa necessaria per dire che questo non solo non è un dibattito inutile, ma è il più importante dei confronti, rispetto a tutti quelli che sono stati invocati e che potremmo fare a titolo personale o a gruppetti con Errani o altri. A me questo metodo non interessa, perché questo tipo di contatto lo deve avere la Giunta in prima battuta, poi per carità, possiamo immaginare tutti i confronti che vogliamo, ma sicuramente un dato fondamentale è quello che in questa Aula, con calma, per diverse ore possiamo dire tutto e rendere tutto pubblico, non quattro incontri in cui ognuno magari va a perorare la causa di questo o di quell'altro Comune, di questa o quell'altra valle, di questa o di quell'altra categoria, ma un dibattito pubblico nel quale si conosce bene l'idea di tutti i partiti politici presenti in quest'Aula.
Seconda cosa, mi permetto di osservare che noi abbiamo un decreto operativo, e non ho motivi per fare propaganda al Governo Renzi, anzi, ma prendo atto di una realtà, a 2 mesi dall'evento. Questo decreto può avere delle lacune, può non aver risolto tutti i problemi, ma registra quello che si è maturato in termini di conoscenza dell'evento e di criteri applicabili fino a questo momento. Tra le altre cose è un decreto aperto, sul quale ci è stato detto, noi lo scriviamo nella nostra risoluzione, almeno quella che ho firmato io, che è modificabile, quindi anche qui stracciarsi le vesti, anticipare come uccelli del malaugurio tutte le sorti negative e regressive non progressive mi sembra oggettivamente eccessivo, anzi credo che il metodo sia proprio quello giusto!
Non ricordo tutti questi dibattiti in altre occasioni. E’ già la seconda volta che affrontiamo l'argomento e abbiamo Commissioni che nel caso specifico entrano quando vogliono, non a caso i Presidenti di queste due Commissioni sono iscritti a parlare per questo punto all'ordine del giorno.
Terza cosa, vado velocemente, bene per le procedure di finanziamento, credo che questa sia in assoluto la cosa più importante rispetto alla sensibilità o alla percezione sociale che viviamo in questo momento e la voglio sottolineare. Anche qui la facile ironia regge poco, perché questa procedura di finanziamento, credito direttamente in banca, con tutte le cose che il Presidente ha spiegato, fa si che si sgombri immediatamente il campo dal più grosso dei sospetti, cioè che questi grandi movimenti di denaro siano poi oggetto di corruttele, ma soprattutto di furbizie, perché i soldi passano a quello ed a quell'altro, le verifiche, le controverifiche, far sapere come si sono spesi, le certificazioni più o meno vere. Qui si va direttamente dal Governo alla banca a chi ha fatto i lavori, questa sostanzialmente la filosofia e qui in maniera intelligente si prende atto delle esperienze passate.
Quarta cosa, i soldi non basteranno. A me sembra una ovvietà! Questo non significa che è sbagliato stanziare 4 miliardi e mezzo, viva Dio, questo significa che all'oggi dentro una finanziaria di poco più di 20 miliardi ci abbiamo messo 4 miliardi e mezzo ed altre deroghe dovremo poi chiedere perché anche qui bisogna essere un po' seri.
Mi auguro che questo slancio solidarista, l'ho detto anche nel precedente dibattito, continui ma temo, caro Presidente e Vicecommissario, che nel passare degli anni, perché saranno anni, questa solidarietà finirà con l'affievolirsi perché ognuno farà i conti in tasca e dirà: “Dobbiamo pagare per i terremotati delle Marche, avremo 400 milioni in meno per la sanità, 300 milioni in meno per il credito alle imprese, x in meno per altre cose, nord o sud dell'Italia che sia”. E’ chiaro, lo sappiamo come funziona in Parlamento, poi quelle cifre potranno essere ridotte.
Il Governo a 2 mesi dall'evento già rischia una quantificazione, poteva anche dire: “Ragazzi, prendiamoci 6 mesi perché le cose che ho sentito qui inducono ad un'altra cosa, non si può decidere adesso. Bisogna avere un quadro della situazione più preciso e poi mettiamo in conto una cifra”, perché per avere un quadro della situazione più preciso, onestamente, ci vorrebbero altri mesi, quindi questo modo di lavorare per tappe non mi sembra per nulla sbagliato.
Poi la cifra raddoppierà, intanto vediamo di spendere bene i 4 miliardi e mezzo poi mettiamo in conto i famosi “possono”, perché sembra che sia tutto intorno a questa parola. E’ chiaro che di fronte al fatto che non ci sono risorse non si può scrivere “devono”, o “potranno”, o “sicuramente potranno fare”. Ribadisco che questi soldi non cadranno dal cielo e quindi dobbiamo sempre mettere in conto questo dato solidarista e va spiegato alla gente, se diamo più soldi, come l’abbiamo fatto a titolo personale, i 1.000 euro, i 5.000, i 500, li dobbiamo togliere da qualche altra parte, ognuno di noi che l'ha fatto a livello personale non farà altre cose e questo riguarda anche il livello pubblico.
Quarta cosa evidente. Traspare nel ragionamento del Presidente Ceriscioli, più esplicitamente l'ha detto l'Assessore Sciapichetti, è bene che sia così, cominciamo a mettere in conto in maniera pesante senza voler rivendicare niente, senza voler fare le guerre contro nessuno, che le Marche hanno subìto un livello di danni più alto e più diffuso. Il più diffuso crea qualche ulteriore problema perché è un problema di natura organizzativa, un conto è intervenire su 10 Comuni di un'area ristretta, un conto è intervenire su 40/50/70 Comuni e su un'area molto più vasta, quindi diffusione e quantità.
Fa bene il Presidente a rimarcarlo, sarà sicuramente capace nelle sedi opportune, da ottimo amministratore qual è, nel far capire agli altri tre colleghi che non siamo tutti uguali, purtroppo la misura del terremoto non è sui morti ma sui danni, perché qui non si sta parlando di seppellire o recuperare o indennizzare, ma di ricostruire.
Quinta cosa, bene una più larga rappresentanza, mi permetto Presidente di suggerire qualche criterio, attualmente, se non ho capito male, sono 30 i Comuni che fanno parte del cosiddetto cratere, non so quale potrà essere l'allargamento, a 40, 50, so che è stato coinvolto l'Anci, sicuramente per tutti quelli che sono fuori l'intervento non potrà che essere di natura rappresentativa.
Mi permetto di indicare alcuni criteri, abbiamo da tener conto di una rappresentanza che prenda in considerazione che la regione Marche lavora per valli e si associa per valli. Ci sono dei riferimenti storici, penso alla nostra provincia, Macerata, dove abbiamo per esempio Fiastra, Chienti e Potenza, ma abbiamo anche un'ulteriore articolazione che potremmo tenere in conto, cioè i territori delle ex comunità montane che hanno già una tradizione di collegamento fra di loro, non sempre solidale, ma ce l'hanno, e siccome i danni arrivano quasi sulla costa una rappresentanza, non dico cose grandiose, che tenga conto degli ambiti territoriali sociali andrebbe fatta. Tolentino fa eccezione perché sta anche dentro una comunità montana, così come potrebbe essere Treia, ma dall'asse Tolentino/Treia, per dire Potenza/Chienti, a scendere giù, non c'è la stessa cosa, credo, sia nel fermano che nell'ascolano.
Tener conto quindi di queste realtà perché, seppure nella fascia costiera i danni non sono stati così rilevanti, per motivi che non riusciamo a spiegare, ci sono Comuni isolati magari a 15/20 chilometri dal mare che registrano una quantità di danni quasi simile a qualche Comune dell'entroterra. Ha sillabato uno di questi, con tutte le chiese chiuse tra le altre cose, è una cosa buffissima, cioè buffissima, tragica, non si riesce a capire perché … a Montelupone c'è la frana, no, non ci sono peccatori, quindi le chiese non servono.
Sesta cosa, bene le ricostruzioni per la seconda casa.
Come settima cosa, Presidente, mi permetto di introdurre un piccolissimo ragionamento relativo al fatto che il centro della filosofia di questo provvedimento riguarda le case e non le persone e mi spiego.
Capisco perfettamente che la ricostruzione è lo strumento migliore per dire: “Bene la casa è crollata te la rimetto a posto, torna a vivere nella tua città, nel tuo Paese, anche se magari non ne hai più voglia perché hai paura o per altre ragioni di questo tipo”, però attenti perché questa preoccupazione è giusta riguardo allo spopolamento delle aree interne, visto che ha colpito soprattutto le aree interne, ma non è stata sempre così, perché in passato, in maniera scellerata e deliberata, avendo fatto costruire alla Società Autostrade la A14 lungo il mare, invece che in un tratto più interno che poteva essere, non so, l'asse Fossombrone/Jesi/Macerata, abbiamo prodotto una migrazione epocale di quasi un terzo della nostra popolazione, 400.000/500.000 abitanti dagli anni '60 agli anni '80/'90 si sono trasferiti sulla costa creando enormi problemi sociali e di viabilità, facendo una grande città sulla costa, un milione di abitanti, tutti ammucchiati là.
Di scemate ne abbiamo fatte, se abbiamo fatto questa, credo che qualcosa in questo senso vada messa in conto, in che senso? Da una parte in positivo, cioè dobbiamo capire che la gente tornerà nelle aree interne terremotate, magari ne arriverà anche di nuova, non se avrà semplicemente la casa ristrutturata, ma se avrà il motivo per viverci, perché in questi Paesi dell'entroterra non ci sono più le scuole, perché sono pochi i bambini che nascono, non ci sono le attività produttive, ben venga la Tod's con quello che sta facendo ad Arquata, ma il vero problema è questo, il decreto ne parla, Presidente.
Quando ho detto che questa vicenda ci impegnerà completamente nella legislatura e ho insistito sulla necessità di qualche Assessore in più però - voglio dire sono già tanto bravi ed intelligenti quelli che ci sono e possono essere sufficienti - il problema vero è che tutto l'entroterra delle Marche continua a subìre questo tipo di situazione. Siamo una delle regioni più vecchie d'Europa, abbiamo uno dei tassi di natalità più bassi ed il minor ricambio, non siamo attrattivi per l'immigrazione, che è ferma praticamente da 3/4 anni, quindi il problema si pone. Allora dico: lasciamo perdere il caso di colui che da Arquata del Tronto si vuole trasferire a San Benedetto, vivrà lì, avrà una casa ristrutturata ad Arquata, non ci farà nulla, diventerà la sua seconda casa e gliela abbiamo ristrutturata, benissimo, ma un caso un po' più vicino lo possiamo ipotizzare?
Il “possono” se alla fine diventerà “potranno” significherà che in molti Comuni, penso al maceratese, avremo paradossalmente questo tipo di situazione: ho la casa lesionata a Caldarola, ne ho trovata un'altra a Belforte del Chienti che sta a 8/9 chilometri con la superstrada in mezzo, perché devo per forza tornare a Caldarola quando magari può essere la soluzione economica molto più vantaggiosa per tutti? Diciamo che 4 miliardi e mezzo non bastano, non saranno neanche tanti ma è così, ho nominato Caldarola e Belforte, per dire che Tolentino è un'area che è stata fortemente toccata da questo evento …, mi fermo a Tolentino non arrivo fino a Recanati perché ci vogliono altri 50 chilometri, altri 10 minuti per arrivarci, quindi non posso arrivarci perché avete tutti fame, vi vedo tutti con il dentino di fuori, però questo ragionamento Presidente lo lascio per ultimo e potrebbe essere un qualcosa da immaginare. Ripeto, nell'ipotesi che uno da Arquata, e ci può stare tutta, vada ad Ascoli Piceno o c’è già andato e ci starà per altri 3 o 4 anni perché la casa non gliela fanno, nel frattempo i figli crescono, trova un lavoro e ad Arquata non ci tornerà più. Mi permetto di segnalare, visto che non l’ha fatto il Gabibbo, che in seguito all'ultimo terremoto di Colfiorito noi abbiamo interi villaggi ristrutturati, con decine di milioni di spesa e sono completamente disabitati.
Metto in conto il ragionamento da un punto di vista strettamente razionale, fatto salvo che l'impegno è quello, ma guardiamo non solo alle case, ma anche ai comportamenti delle persone e giochiamo in positivo dicendo: io la gente a Visso, a Castelsantangelo sul Nera, ad Ussita, a San Ginesio non ce la terrò semplicemente perché gli ho rifatto la casa, già adesso se ne va, ce la terrò se il terremoto è un’occasione di rilancio di quelle poche attività che fanno reddito in quella zona, ma che possono essere ancora messe in conto.
Ripeto, Assessore Sciapichetti, consideriamo anche un movimento in Comuni vicini, perché se io ho casa lesionata a Tolentino, che devo abbattere e rimettere su, a Tolentino abbiamo condomini non case singole come abbiamo normalmente in montagna, e quell'operazione mi costa 100, quando magari potrei trovare un appartamento che posso comprare, non abitato, a Belforte del Chienti che è a 10 chilometri e andarci volentieri. Quindi un po' di razionalità potrebbe indurre oltre che ad assecondare i comportamenti di qualche famiglia, anche a farci risparmiare qualche euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Innanzitutto voglio dire che mi associo ai ringraziamenti e a quanto è stato detto nella fase iniziale. L’abbiamo fatto già, questa è gente che lavora, che ha bisogno di essere sostenuta e mi sembra che le comunità locali abbiamo fatto, le istituzioni lo stanno facendo nel modo giusto, dalla Protezione civile a tutto il resto.
Dico anche che questo decreto è una prima risposta al problema della ricostruzione. E’ una risposta non completamente esaustiva, lo vedremo, ha delle falle più o meno gravi, che possono essere corrette in fase di conversione in legge, quindi non mi sento di fare un discorso autoreferenziale di carattere generale. Credo che questo dibattito debba servire a chi di dovere, a chi lavora da un punto di vista tecnico, per proporre delle modifiche che dovranno essere apportate per salvaguardare l'applicazione stessa del decreto, quindi procedure che dovranno essere messe in atto affinché la ricostruzione avvenga non soltanto nel modo corretto ma nei tempi più stretti possibili.
Ripeto, una risposta non esaustiva, però una prima risposta. Non mi sembra che negli altri terremoti non ci siano state le stesse tempistiche, la stessa cosa dopo circa 60 giorni, non enfatizziamo nulla, non occorre autoincensarsi, perché non è così.
Prima di entrare nel merito voglio dire che abbiamo un po' tutti la memoria corta. Ci ricordiamo soltanto quello che è accaduto ieri sera o che è accaduto stamattina, ma il problema delle seconde case c'è stato anche in Umbria, se andate a vedere gli elenchi delle seconde case non finanziabili c'erano anche prima, ovviamente le seconde case venivano finanziate fino al limite massimo delle somme disponibili, tanto è vero che ci sono dei decreti ancora non attuati perché le risorse sono finite. Tutto qui.
Il concetto della seconda casa è stato ripreso perché in alcune zone, tipo Arquata, Amatrice, erano parte integrante di un tessuto economico che viveva di quel tipo di economia, quindi è stato ampliato, giustamente, però non è un'invenzione, è un problema che c'è sempre stato, prima in un modo oggi in un altro.
C'era questo problema, glielo dice uno che ha fatto questo mestiere, c'era un decreto, poi i fondi sono finiti, però tutti potevano fare domanda perché il decreto prevedeva anche le seconde case, tutte le case, dopo aver finanziato (…), certo, questo è il problema, ho detto che il concetto della seconda casa c’era.
La prima parte del dibattito si è sviluppato, anche in quest'Aula, soprattutto nei primi giorni, parlando di cratere: cratere si, cratere no e sul perché alcuni Comuni fossero inseriti ed altri no.
La questione non è peregrina e non è stata risolta dicendo: “Non vi preoccupate tanto finanzieremo tutti, ci sono fondi per tutti”. Non è assolutamente così, ci sono delle puntualizzazioni che dobbiamo fare e mi auguro che il decreto possa essere corretto dai nostri parlamentari perché la questione non è di lana caprina.
Innanzitutto la trasparenza, è stato detto da tutti, potevano essere molto più chiari quando hanno stabilito i criteri per poter individuare queste località, questi Comuni. Non ci hanno detto i criteri, c'è un'unica intervista di Errani nel quale ha parlato di macrosismicità, che non ha senso, non esiste il concetto di macrosismicità. Che cos'è la macrosimicità? Non si sa! Il danno arrecato? Allora dobbiamo prendere tutti i Comuni delle Marche. Non c'entra nulla! Il problema è che dovevano essere fatti dei criteri a monte, abbastanza tecnici e scientifici, che non dessero adito a discussioni di questo tipo. Si poteva fare qualche piccola discussione perché quando si tira una linea, come qualcuno che mi ha preceduto ha detto, sicuramente c'è chi sta da una parte e chi dall'altra, purtroppo la vita è questa, la scelta porta a delle situazioni di questo tipo più o meno dolorose.
Se noi abbiamo speso abbastanza soldini per fare la microzonazione sismica, questa microzonazione andava utilizzata, se ci sono dei dati che l'Osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia ha immediatamente tirato fuori - e dico tanto di cappello a chi lavora in questo Osservatorio, sono degli scienziati, dei tecnici di grande qualità che ci invidiano tutto il mondo, anche i giapponesi perché molti hanno lavorato in Giappone - questi andavano incrociati, andavano fatti dei criteri e stabilita la zona del cratere.
E’ stato lanciato un messaggio strano, che non è stato mai smentito, abbiamo utilizzato anche, qualcuno ha detto, il criterio delle aree interne perché andavano rivitalizzate ed dovevano avere dei fondi, caro Consigliere Marconi. Qualcuno doveva smentire, non c'entra nulla il rapporto delle aree interne con il terremoto. Non c’entra nulla, però abbiamo visto proprio situazioni di questo tipo, quindi io oggi rimango esterrefatto, non so, ed in nome della trasparenza chiedo a gran voce quali sono stai i criteri per individuare il cratere. Perché dico questo? Non per un gusto di discussione e di polemica, ma perché il decreto ha portato a delle differenze sostanziali, come adesso andremo a vedere. Credo che su questo aspetto si debba tornare, chiedere più trasparenza, incrociare i dati e sapere come ha funzionato. Si è parlato anche di aree omogenee, non capisco perché su un versante della Valtesino, sulla sponda sinistra del Tesino, c'è un'area omogenea e non c'è sulla sponda sinistra dell'Aso. Mi sembra una cosa un po' troppo pesante, però non possiamo raccontare favole ai cittadini. Dico questo perché le procedure per accedere ai finanziamenti, prima o seconda casa che sia, per gli immobili che sono situati nei Comuni individuati al di fuori del cratere sono completamente diversi. Quelli che stanno nel cratere fanno riferimento soltanto alla scheda AeDES mentre gli altri, i privati devono dimostrare il nesso di casualità tra danno e terremoto attraverso una perizia giurata. Sapete come è andata a finire il vecchio terremoto dell'Umbria con le perizie giurate? Quante inchieste giudiziarie sono state aperte? Quanti furbacchioni si sono inseriti e quanti sono stati danneggiati perché avevano scritto il giusto?
Le procedure sono completamente diverse, non lo dico io, lo dice la legge, lo dice il decreto, basta leggere il comma 2, dell'articolo 1: “per quanto riguarda i Comuni che sono al di fuori, su richiesta degli interessati che dimostrino il nesso di casualità diretto fra i danni verificatisi e gli eventi sismici del 24 agosto, controllato da apposita perizia giurata”.
E' un non senso del decreto quello che il privato, nonostante sia passato il tecnico a verificare quello che è successo, che ha fatto la scheda, debba ricominciare da capo indipendentemente se è la prima o la seconda casa. Non c'entra nulla, si deve ricominciare da capo e fare una perizia giurata per dimostrare che c'è un nesso di casualità fra danno e terremoto. Francamente non capisco il perché.
Qui saranno tagliate, ve lo dice l'esperienza, tantissime richieste, non è tanto il problema, Consigliere Giorgini, di “possono” o “non possono”, su questo comma ne saranno tagliate tantissime, perché si innescheranno dei contenziosi sul discorso: se c'è o non c’è casualità, se il progetto iniziale prevedeva, quali caratteristiche c'erano, quali non c'erano. Questo va rimesso in ordine, questo è il discorso. Qui non è la prima casa - si fermi Consigliere Giorgini, deve leggerlo bene, anche per la prima casa, non per la seconda - quindi credo che questo discorso debba essere rivisto e rimesso a posto nel modo giusto.
Altri aspetti devono essere segnalati in questo decreto. Ripeto, è una prima risposta, non faccio critiche e polemiche a priori, è una prima risposta doverosa, si deve mettere in moto un meccanismo, poi potremo parlare di come si sta mettendo in moto questo meccanismo. Si sta mettendo in moto molto male, molto lentamente, devono ancora essere individuate le aree per mettere i moduli, ma questo è un altro discorso.
Non si parla assolutamente di altri benefici che sono compatibili con la ricostruzione. Credo che il decreto in fase di conversione meriti un’attenzione di questo tipo. Benefici a carattere urbanistico attraverso l'applicazione di tutte le leggine che le Regioni hanno sui piani casa. Ad esempio gli incentivi energetici non sono cumulabili, ma se la casa era molto energivora e la rendo poco energivora utilizzando questo procedimento, comunque sono fondi che effettivamente ci sono. Sono aspetti molto significativi che il decreto deve mettere in evidenza.
C’è poi un altro aspetto, quello della ammissibilità o meno al finanziamento di edifici che nei vecchi terremoti erano stati dichiarati inagibili, che non sono stati finanziati, ma che rientrano, ad esempio, nel patrimonio edilizio delle seconde case. Stanno lì, erano già inagibili con il primo terremoto, sono stati censiti e non se ne è più parlato. Ripeto, sono correzioni fondamentali che devono essere prese in considerazione.
Un altro aspetto, che riguarda le cose da mettere in evidenza, è quello relativo alla partecipazione alla Commissione istituzionale di tutti i Comuni, di tutti i Sindaci, mi sembra che ne abbia parlato anche il Consigliere Marconi, che non stanno all'interno del cratere. Non li possiamo escludere, anche perché se andiamo a valutare la massa critica dei danni che hanno subìto, in pratica è uguale, se non superiore, perché è molto più estesa, a quella dei Comuni che sono all'interno del cratere. Quindi va rivista una rappresentanza di questi Sindaci, che sono tantissimi, non è che possono partecipare tutti, che potrebbe partecipare a questo Comitato istituzionale formato dal Presidente della Regione, dai Sindaci del cratere, dai Presidenti di Provincia e anche da loro. Questo è l'argomento su cui incentrare il dibattito.
Vedo che già gira una risoluzione, noi dovremo far riferimento anche a questo, a come muoverci, dire dove sono le lacune e come migliorarle, non possiamo soltanto dire: “Facciamo in modo che ci sentiamo tutti i giorni, che tutti i giorni ci vediamo, che ci sia una grande collaborazione fra i Consigli regionali”, questo non basta e dopo un dibattito di questo tipo credo che debba uscire una risoluzione con delle proposte concrete da presentare in Parlamento per fare degli emendamenti.
Chiudo, fatemi fare un po' di polemica, quella sulle casette. Secondo me la fase del post-emergenza non sta andando molto bene. Siamo ancora in alto mare, sono arrivati i tecnici dell'impresa che deve costruire queste casette e stanno con le mani in mano, non sanno che pesci prendere, perché non sono state ancora individuate le aree e si devono fare i progetti per le opere di urbanizzazione. Dubito che queste casette, che non sono di legno ma d'acciaio, modulari, quindi non sono la cosa che si è detta fino adesso, saranno pronte prima della prossima estate, il che mi sembra che sia una riflessione che dobbiamo fare. La Regione dal punto di vista istituzionale, in questo caso, può fare molto, cercare di far stringere i tempi ai Comuni per individuare le aree, evitare diatribe fra le frazioni, dato che è una cosa temporanea, affinchè si scelga, altrimenti le persone entreranno nelle casette non prima di giugno/luglio, non marzo/aprile, come è stato detto, è un dato di fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Il dibattito è sicuramente sentito. Gli interventi sono stati 13 più quelli della Giunta. Siamo tra i 15 e i 16 interventi a dimostrazione del fatto che questo Consiglio è e sarà importante nell’organizzare i lavori nel prossimo futuro.
Anch’io voglio fare un apprezzamento, anche a nome di tutta la maggioranza, per il ruolo ed il lavoro svolto fino ad oggi dal Vicecommissario, quindi dal Presidente Ceriscioli e dalla Giunta che hanno gestito al meglio la fase dell'emergenza e che stanno portando avanti con grande celerità anche la fase della ricostruzione e la fase del confronto con il territorio.
Ad oggi noto un certo senso di responsabilità, questo va riconosciuto, anche da parte dei Consiglieri.
Gli interventi sono stati diversi e ci leggo la voglia di andare avanti insieme, di andare avanti uniti per cercare di condividere un percorso.
Questo è anche il motivo per cui è stata presentata una proposta di risoluzione che ha l'obiettivo di mettere insieme un po' tutte le varie mozioni che sono state presentate con lo scopo unico e probabilmente strategico di condividere insieme, di riuscire ad agire ed avere un ruolo attivo nel portare avanti le integrazioni prima che il decreto venga convertito.
Questa proposta di risoluzione prende un impegno chiaro, vuole mettere insieme sia l'attività della III Commissione, con l’obiettivo di convocare i parlamentari del territorio, che i servizi di cui è importante il sostegno. I servizi, in particolar modo la Protezione civile, già in questi giorni, in queste ultime settimane, stanno toccando con mano le difficoltà che emergono nell'attuazione di questo decreto e quindi penso che sia importante aver ribadito con forza in Commissione la voglia di approfondirlo per capire come è possibile modificarlo proponendo integrazioni che possono essere portate avanti dai deputati e dai senatori all’interno del Parlamento prima della conversione in legge.
Questa proposta di risoluzione fa riferimento anche ad un altro percorso, ad un lavoro che è stato portato avanti dalla Presidenza del Consiglio regionale che, insieme alle altre Regioni, Lazio, Umbria e Abruzzo, è impegnata in un’azione comune di proposte di modifica. Anche questo aspetto è stato ribadito in questa risoluzione e verrà comunque affrontato all'interno della Commissione.
L'altro elemento importante che viene trattato nella risoluzione, è quello di garantire un confronto continuo con tutti i Sindaci, senza distinguere i Sindaci che fanno parte del cratere da quelli che non ne fanno parte, cercando anche con le amministrazioni provinciali un confronto per poter condividere quelle che saranno le scelte strategiche e come portarle avanti.
La risoluzione chiede di implementare o comunque di proseguire questa collaborazione che, devo dire, sta andando bene. Anche ieri in Commissione, per la seconda volta, abbiamo fatto un incontro nel quale abbiamo invitato tutti i Consiglieri regionali, in particolare modo i capigruppo, è stata una riunione utile perché a differenza di quello che puoi capire anche avendo un confronto nell’Aula del Consiglio regionale, non è mai quello che puoi ottenere in Commissione dove puoi fare domande all'Assessore competente o al Dirigente del servizio ed avere una risposta immediata.
Secondo me il lavoro delle Commissioni può permettere a tutti di costruire e capire quali possono essere queste integrazioni, perché all'interno della Commissione si possono approfondire le questioni con puntualità.
Come ha chiesto il Consigliere Celani, siamo aperti ad un confronto, andare ad elencare oggi le questioni che dovranno essere inserite nella modifica del decreto, secondo me, è prematuro perché per inserirle è importante che ci sia un confronto che oggi non riusciremo a fare al meglio.
Voglio fare i complimenti, al Presidente li ho già fatti, all'Assessore Sciapichetti, il quale è sempre presente, sempre attento alle convocazioni della Commissione che riguardano gli aspetti del terremoto. Anche ieri è venuto ed è sempre molto disponibile e attento a dare le risposte ai quesiti che i Consiglieri gli sottopongono. E’ un’attenzione che si nota anche da quello che la stampa evidenzia, tutti leggiamo i giornali, e devo dire che non solo l’Assessore Sciapichetti ma anche una parte della Giunta, insieme al Presidente, è presente sul territorio e questo penso che sia importate anche per le popolazioni, perché vedere il Presidente della Giunta regionale, gli Assessori ed i Consiglieri regionali sul territorio, penso che sia un segnale importante di futuro e anche di fiducia nei confronti dell’istituzione regionale.
Chiudo, chiedendo di votare insieme questa proposta di risoluzione. E’ importante votarla insieme perché è un segnale di unità e di voglia di proseguire su un percorso che abbiamo già avviato, se ci sono delle modifiche siamo aperti a capire se possono essere accettate. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Premetto che ho il massimo rispetto nei confronti di tutti i Consiglieri, perché ritengo che le dichiarazioni che ho ascoltato abbiano tutte un fine positivo, cioè la volontà di dare il massimo di risposta ai cittadini del nostro territorio. Tutte le affermazioni, lo premetto, perché magari potrei dire delle cose che potrebbero essere fraintese se non facessi questa premessa: sono convinto che tutti quelli che sono intervenuti l'hanno fatto con l'obiettivo chiaro di essere vicini e sostenere la ricostruzione. Così tolgo i dubbi.
Voglio fare un richiamo al senso di responsabilità che deve accompagnare le nostre dichiarazioni. Se per esempio diciamo che i 30.000 euro previsti come prestito d'onore sono solo per i Comuni del cratere, diciamo una cosa non vera, perché le misure economiche, quelle positive, come la contribuzione, sono per le imprese che hanno subìto danni dal terremoto e che stanno in un qualunque Comune danneggiato.
Se noi sbagliamo le affermazioni, e vanno fatte con forte senso di responsabilità, diamo un messaggio che nei cittadini colpiti dal sisma suscita e può suscitare fortissima preoccupazione, angoscia, difficoltà ulteriori. In questi messaggi bisogna essere molto misurati.
Perché nella premessa del mio intervento ho detto che il decreto andrà convertito? Perché il primo segnale che diamo è: “Guardate che c'è un momento in cui il decreto verrà convertito in legge, da lì in avanti avrà una stabilità diversa, oggi il decreto è legge quindi opera nel pieno delle sue possibilità”, però sappiamo anche che verrà convertito, diamo cioè dei limiti alle nostre affermazioni. E’ molto importante che le facciamo in maniera precisa ed adeguata, altrimenti questi messaggi sbagliati possono diventare motivo di disorientamento ed angoscia.
Ne cito due tra i più clamorosi: Sindaci, intesi come amministrazioni, non come persone, hanno detto ai cittadini che potevano riparare tranquillamente le loro abitazioni dopo il sopralluogo perché poi il danno veniva risarcito, mentre il decreto stabilisce quali sono i percorsi per il risarcimento. Io penso al cittadino che avrà riparato il danno dietro suggerimento del suo Sindaco e che ad un certo punto si troverà escluso dal risarcimento! Fare un’affermazione sbagliata è pericoloso, lo dico all'Aula, è bene saperlo e le slide chiariscono molto bene.
Secondo esempio - non sto parlando in astratto, la mia frase non è in astratto - perché su Arquata il Comune è in ritardo sulla segnalazione per le aree? In realtà già da diversi giorni le ha già individuate quasi tutte, ce n’è una sola che ha un problema di accessibilità per montare la casetta, ma il tema delicato è questo, ai cittadini che hanno fatto richiesta della casetta andava detto espressamente e chiaramente a quali condizioni uno aveva titolo e diritto ad averla, non avendo raccontato bene questo fatto, lo scrupolo è venuto nelle ultime due settimane e chiarito bene che la situazione non è quella dove data la casetta …, ma si andrà a controllare una ad una quelle posizioni, per cui gli stessi amministratori hanno detto: “Alt, aspettate, dobbiamo fare un ripassino con i 170 cittadini che hanno aderito e firmato sotto la loro personale responsabilità”. Non facciamo un gran servizio al terremotato che diventa inquisito per falso, dico bene? Hanno detto: “Fermi tutti, forse è il caso che le cose le spieghiamo bene” perché noi abbiamo promesso che andremo a controllare una ad una tutte le posizioni di chi chiede il beneficio della casetta.
Ecco perché nelle dichiarazioni, nelle affermazioni bisogna essere molto puntuali, io penso che abbia fatto bene l’amministrazione di Arquata ad un certo punto a prendere una settimana in più per essere sicura che il cittadino che accetta la casetta, sia ben consapevole in termini di diritto.
Vado ad altre affermazioni importanti, la slide n. 11, e vale per tutti, “dentro e fuori dal cratere”. Abbiamo detto che molte le cose sono in comune e spiega come si ottiene il percorso del risarcimento: il beneficiario dentro o fuori il cratere presenta la domanda completa di scheda AeDES e di perizia asseverata di nesso di casualità sisma-danno. Tutti devono presentare il nesso di causalità sisma/danno, non solo quelli fuori dal cratere. Se noi facciamo un’affermazione del genere fuorviamo il cittadino e non si capisce neanche perché. Primo, generiamo tensione perché tutti vogliono stare nel cratere, ma il percorso non è differente.
Secondo, dando un'informazione sbagliata, apriamo all'idea che qualcuno sarà controllato meno, che avrà …, quindi è un invito che francamente è meglio non dare, perché il vituperato comma 2 dell'articolo 1, come ho cercato di spiegare all'Assessore Cesetti ed all'Assessore Sciapichetti, è un articolo di perimetro, cosa vuol dire? Crea un perimetro laddove intervengono i benefici della legge, e il perimetro qual è? L'area del cratere, perimetro entro il quale devo avere queste caratteristiche. Se io ho la casa nel cratere non danneggiata dal terremoto, anche se sto nel cratere non ho nessun diritto ad avere un euro. Stare dentro il cratere è una condizione, ma poi bisogna avere anche le altre caratteristiche, devo aver avuto un “danno puntuale”, così si chiama, dal terremoto, sono fuori dal cratere ed ho avuto un danno puntuale.
Il “possono” nella pubblica amministrazione è incanalato dentro il sistema normativo più generale che non mi permette di essere discrezionale fra la Consigliera Marcozzi ed il Consigliere Celani. Non è che se tutti e due hanno il danno ad uno gli do i soldi ed all'altro no, quindi il meccanismo, il “possono”, va inquadrato in un sistema di comportamento del soggetto pubblico che serve a distinguere da quelli che “non possono” - questa è la distinzione - ricevere benefici da questo provvedimento.
Nella cultura giuridica forse è scritto in un altro modo, perché si può scrivere anche in un altro modo, non apre tutti questi temi, per carità, però sta ad indicare solo questo e nient'altro! Indica quali sono i soggetti che saranno i beneficiari degli altri provvedimenti e spiegano anche: come, chi, sotto quali condizioni, in che misura.
Il percorso che porteremo avanti sarà quello, ovviamente, di mettere in condizione tutti i soggetti di agire prima possibile, di essere operativi per rispondere al percorso che ci aspetta, di fare in modo che vengano rispettati quei principi ed anche rafforzarli. L'indicazione che ha dato il Consigliere Maggi dicendo: ma dentro Invitalia ci devono stare per forza anche gli indagati? Secondo me ha ragione, per me indagato è indagato, uno scrive una lettera dove dice che l'Assessore Sciapichetti è un ladro e magari un Magistrato apre un fascicolo, quindi indagato non significa nulla, però visto che si deve gestire questo passaggio e che non è necessario che siano gli stessi ad operare dentro la scelta della gara, è un accorgimento di attenzione ulteriore dentro questo percorso. Io lo leggo in questo modo, così come ritengo giusto che la Regione si costituisca parte civile nel percorso relativo all’ultimo terremoto. Credo che già la Magistratura stia indagando perché ci è stato chiesto di fornire tutti i dati di quelli che hanno già avuto benefici e che chiedono di nuovo danni dal terremoto. Immagino che non chieda informazioni a caso, ma per verificare, ma questa è un’ipotesi mia, se qualcuno ha truffato. Non ci piove, in coerenza con l'atteggiamento di rigore che vogliamo avere.
La conversione potrà migliorare alcuni aspetti del decreto? Noi lo speriamo! Non c'è una contrarietà al miglioramento rispetto agli obiettivi che il decreto si dà, ci mancherebbe, ci fosse qualcosa in più per i marchigiani!
Facciamo l'esempio dell'area del cratere, pur avendo, come dicevamo prima, benefici sui quali possiamo agire per dare una mano a chi è fuori. La proposta di classificazione del cratere sismico viene fatta in occasione di tutti i terremoti, la fa l'istituto che presidia questo tipo di mappatura e la stabilisce non sul danno diffuso, ma sulla qualificazione del danno, una classificazione in punti: 5.5, 6.5, 4.5. Basta che ci sia un'area all'interno di un Comune che corrisponda alla classificazione massima che sul parametro massimo viene stabilito e fissato il Comune. Oltre quello è stato allargato alle aree interne.
La richiesta che come Regione avevamo fatto in prima battuta era quella di mettere dentro tutti i Comuni delle aree interne perché nessuno di quei Comuni avrebbe capito perché uno c’era e l'altro no, o viceversa, aver rivoltato un perimetro un po' più grande, ma neanche esageratamente più grande, allargando comunque la platea dei beneficiari del 100% sulla seconda casa.
La costruzione attorno al cratere di un'area di Comuni che avessero come caratteristiche, (come caratteristiche intendo quelle del progetto Barca), lo spopolamento, i parametri macroeconomici, hanno dato questo perimetro che indubbiamente può essere “migliorato”, lo dico per le cose che abbiamo già dichiarato come Regione, agli altri Comuni delle aree interne, nella stessa misura, quello che ho detto prima, che come Regione possiamo adoperarci per attivare misure certe, non sulle seconde case al 100% ma per andare incontro ai Comuni fuori cratere, che ci chiedono un'attenzione sul rinvio dei mutui piuttosto che su quello che ho detto all'inizio.
Per carità, il decreto è assolutamente, come tutti gli oggetti umani, migliorabile, se arrivano provvedimenti che lo migliorano noi siamo solo contenti, penso sia la soddisfazione di tutti, tenuto conto di un punto di partenza che per me è, lo ribadisco, pienamente, ampiamente soddisfacente, dove sono più gli elementi nei quali veniamo messi alla prova che altro.
Voglio infine ricordare l'ultimo aspetto che non ho detto in premessa, anche questo è segno di un mondo diverso, molte attività vengono fatte in piattaforma, cioè tutto il percorso della gestione delle richieste dei permessi per ricostruire che faranno i cittadini, verrà gestito attraverso una piattaforma informatica. Non girerà carta, gli atti gireranno attraverso strumenti che ci permetteranno di poter caricare ed esaminare pratiche già ben istruite, chi lavora in piattaforma sa cosa intendo. Ad esempio per riempire un dato in piattaforma, si devono usare dei campi predeterminati. Se in piattaforma ho un elenco di professionisti accreditati è chiaro che solo uno di quelli potrà essere il firmatario dell'atto che poi verrà acquisito in piattaforma. Se le imprese che agiscono sono solo quelle che stanno nella white list, di nuovo, devo prenderle da quel dato. Se devo allegare senza ombra di smentita la dichiarazione del nesso/causale e non la allego la piattaforma non acquisisce la pratica, quindi permette un forte filtro, la completezza della pratica ed una più rapida istruzione.
E' logico che sono strumenti figli dei tempi e delle tecnologie che abbiamo a disposizione che ci permettono di … Così come Invitalia fa le gare sul mercato digitale.
L'aspetto della crescita economica è stato citato con forza da tutti, il ragionamento è molto semplice: bisogna ritrovarci con paesi ricostruiti e totalmente spopolati perché non abbiamo creato le condizioni per tornarci e per restarci? Penso che da questo punto di vista il decreto - voi l'avete ascoltato nell'intervento dell'Assessore Casini quando ha parlato delle misure aggiuntive del Psr dedicate alle attività agricole, caratteristiche oltretutto della zona - assume questo aspetto e questa funzione in maniera intimamente connessa con gli obiettivi più generali del decreto stesso. Ovvero tutti i temi sono correlati, intimamente connessi, alla struttura del decreto e tendono a ricostruire condizioni economiche per permettere alle persone non solo di ritornarci a vivere, ma anche di cogliere opportunità in più rispetto a quelle che avevano prima.
Le misure sono ancora parziali, sono insufficienti, i circa 450 milioni di euro previsti attorno a questi obiettivi sono pochi, sono limitati, lo possiamo giudicare nel momento in cui andremo ad applicare concretamente le misure, ma certamente il decreto questa caratteristica ce l'ha, cioè mira in tutti i modi a rafforzare le opportunità economiche a servizio di queste comunità, fare in modo che possano uscirne rafforzate.
Un tema a lato, magari qualcuno non ha ascoltato ma è stato detto, è quello infrastrutturale, cioè un ragionamento altrettanto importante sui temi infrastrutturali.
Se non sbaglio un ordine del giorno parla dell'acquedottistica e del rafforzamento degli acquedotti, è un’opportunità che possiamo cogliere perché un altro capitolo riguarda il rafforzamento infrastrutturale delle aree colpite dal sisma e per infrastrutturale non si intende solo la tradizionale strada, ma anche le infrastrutture, ad esempio, di tipo informatico. Rendere digitalmente e pienamente capaci le zone, portare la banda ultralarga nelle aree interne interessate dal sisma, quindi investimenti finalizzati all'infrastrutturazione informatica ed alle infrastrutture che riguardano l’acquedottistica e la depurazione.
Nel tema della ricostruzione, nel tema del rilancio economico c'è anche la questione infrastrutturale con aspetti che riguardano settori più tradizionali ed anche settori di grande sensibilità e valore per queste aree sui quali ci sono già finanziamenti previsti.
E’ un ramo quello delle infrastrutture dove è difficile dire qual è la cifra a cui fermarsi, però il fatto che il decreto assuma con forza questi aspetti che si accompagnano alla ricostruzione materiale delle case - misure economiche, misure infrastrutturali, rafforzamento delle chance sulle quali si gioca il futuro di questi territori - lo ritengo un altro punto forte acquisito sul quale possiamo solo lavorare per un miglioramento, per fare in modo che nel punto di partenza, previsto oggi come risorsa, si possa andare a crescere e ad ottenere risultati sempre maggiori.
Certamente la filosofia del decreto è pienamente incardinata dentro questa logica con una forza inedita. Anche la seconda casa è stata completamente pensata in riferimento al tema economico, a differenza degli altri sismi o di altre situazioni.
E’ veramente la “cifra” aggiuntiva, tenuto conto di un territorio che, ha detto molto bene il Consigliere Marconi, se non avesse le opportunità di questa natura rischierebbe, nei tempi inevitabilmente lunghi, materialmente lunghi di una ricostruzione, di non mantenere le ragioni fondamentali che permettono alle persone di continuare a vivere in quel luogo.
Questa caratteristica del decreto va difesa, incentivata, rafforzata, anche quello che potremmo fare per dare forza e spinta ulteriore sulle risorse ci permetterà di raggiungere al meglio il risultato che tutti quanti attendiamo.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Come convenuto facciamo una pausa e fra mezz'ora riprendiamo i lavori.

La seduta è sospesa alle ore 14,20.

La seduta riprende alle ore 15,10.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consiglieri riprendiamo la seduta e passiamo alla mozione n. 165. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Questa mozione si distacca da tutte le altre in discussione oggi. Tra l'altro non è inglobata affatto nella proposta di risoluzione che è stata presentata dai Consiglieri di maggioranza, che se anche viene citata nell'oggetto, nella sostanza non ne fa alcun riferimento, nemmeno una parola.
Vorrei ricordare che il terremoto è un evento disastroso che non tocca solamente le strutture edilizie, siano esse pubbliche, private o commerciali.
Nell'area colpita ci sono altre strutture che già da decenni sono pericolanti e con questo evento sismico hanno subìto e stanno subendo definitivi crolli. Mi auguro non vengano colpite, non vengano irrimediabilmente compromesse anche le strutture portanti, i muri portanti. Mi riferisco in particolare alle attività produttive e turistiche locali che, come conseguenza indiretta, pur non avendo avuto danni nelle strutture, pur rimanendo perfettamente agibili, si trovano ugualmente flagellate dal conseguente calo di vivacità nel recarsi in luoghi diversi da quelli della propria residenza per scopi di istruzione, di svago o anche terapici.
Perché questo? In particolar modo e con questa mozione vorrei portare l'attenzione sulla riacutizzazione di problemi, che ormai si sono cronicizzati in un ventennio di immobilismo, nei confronti del turismo termale.
Voglio ricordare che le terme presenti sono uno straordinario patrimonio turistico e culturale, dotato di un enorme potenziale attrattivo che, nonostante il declino dovuto alla crisi economica in questi anni, ha resistito soltanto grazie alla forza ed alla volontà dei nostri concittadini che hanno investito la propria vita in questo settore, dimenticati a volte, anzi spesso, da investimenti e promozione da parte delle istituzioni.
Ad esempio la struttura termale di Acquasanta, nonostante la struttura alberghiera sia perfettamente agibile ed operativa, ha avuto un pauroso calo di presenze pari a circa il 60% dei turisti ed il 70% dei clienti dell'albergo proprio nel periodo di massima affluenza; parimenti a Sarnano, in una struttura anch'essa pienamente operativa si è registrato un calo immediato delle presenze all'indomani del sisma anche per le disdette a causa della improvvisa partenza della clientela.
Si tratta di persone che principalmente soggiornano nelle abitazioni delle zone limitrofe, oggi fortemente colpite dalla crisi sismica, ma tutto questo nel periodo notoriamente di massimo afflusso, cioè l'ultima settimana di agosto e i mesi di settembre-ottobre, periodo in cui le terme lavorano a pieno regime, normalmente.
Ora noi chiediamo un impegno urgente da parte delle istituzioni affinché si concretizzino nell'immediato misure di sostegno per ammortizzare il più possibile la crisi nell'area colpita dal sisma ed evitare un ulteriore spopolamento montano e l'indotto intorno a tutto il sistema termale. Ma il punto è, e per questo ho voluto che fosse discussa questa mozione, che servono azioni specifiche sul sistema termale.
La mozione ha avuto una lunga gestazione in fase di preparazione, è stata presentata i primi di settembre, chiedeva inoltre l'attivazione di bandi legati al sostegno del settore termale, come previsto dai piani di promozione turistica del Fesr mirandoli, in via eccezionale, per l'annualità in corso, a queste aree fortemente colpite dal sisma. Oggi discutiamo questo atto, successivamente all'uscita dei bandi Por-Fesr turismo e del Piano attuale del turismo e del sistema termale non troviamo neanche una virgola.
Cari colleghi trovo che questa esclusione sia un ulteriore schiaffo al territorio che fino ad oggi si è impegnato a sviluppare progetti a favore del recupero del compendio termale e che ora si trova escluso dalla possibilità di essere protagonista.
La Regione, quando si parla di turismo, deve cominciare ad ascoltare i propri cittadini ed imprenditori, dando loro la possibilità di essere il motore dello sviluppo economico e culturale del territorio.
Oggi abbiamo sentito parlare di ricostruzione di edifici, questo si, per questi motivi io chiedo una responsabile riflessione da parte di tutto il Consiglio su questa problematica perché quando e se ci sarà una ricostruzione degli edifici, sia pubblici che privati, quando e se sarà completata quest'opera, cosa verrà a mancare? Nel territorio non ci saranno più attività, servizi e beni perché già da tempo defunti.
Invito pertanto tutti i Consiglieri a sostenere questa mozione in particolare per quanto riguarda i Piani sul turismo dedicati al sistema termale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, sottraggo soltanto due minuti perché non ho molto da aggiungere, anzi ho pochissimo da aggiungere.
Ho ascoltato il Presidente sia nella relazione introduttiva che nelle conclusioni, gli interventi della Vicepresidente Casini e dell'Assessore Sciapichetti, gli interventi di tantissimi di noi - noi siamo venuti in Aula il 6 settembre, io insieme ad altri colleghi, per la verità, ho avuto modo più volte di approfondire questo argomento, questo tema delicato perché sono in III Commissione - ed una delle ragioni per cui intervengo è che voglio ringraziare il Presidente Biancani perché più volte ha convocato la Commissione su questo aspetto.
Ho avuto modo in più sedi, come alcuni colleghi componenti della Commissione di intervenire. Noi ci eravamo posti un obiettivo, avevamo detto che volevamo essere vicini alle popolazioni, alle istituzioni colpite dal terremoto, credo di poter dire che abbiamo fatto parlare i fatti, a partire dal Presidente della nostra regione fino alle nostre articolazioni istituzionali ed organizzative. Un grazie ancora a tutte le persone che si sono adoperate sin da subito anche nella fase dell'emergenza, la Protezione civile, ma non solo, tutte le organizzazioni del volontariato.
Per chiudere, proprio per essere concreto, potrei citare tanti degli interventi che qui sono stati fatti, ma ne cito due, uno di un collega della minoranza, il Consigliere Giorgini, che ha detto che è stato fatto un lavoro egregio; un altro è quello del Consigliere Micucci che ha detto che c'erano preoccupazioni fondate dei Sindaci, del territorio, preoccupazioni che oggi non hanno più ragione di esistere perché tutto quello che in questi mesi è stato fatto e quello che dobbiamo ancora fare sicuramente ha dato e darà risposta a questi bisogni.
Tra l'altro ringrazio il Presidente Biancani perché ieri in Commissione abbiamo detto ai tecnici: “Vogliamo aiutarvi, voi avete aiutato i marchigiani, insieme abbiamo lavorato per i marchigiani, abbiamo lavorato soprattutto per le popolazioni colpite dal sisma, oggi vogliamo fare in modo che, nel momento della conversione, forte sia il ruolo del legislatore regionale accanto ai legislatori nazionali”, quindi anche una collaborazione stretta con i parlamentari marchigiani.
Ovviamente questo è scritto nella proposta di risoluzione, quindi un grazie ancora.
Concludo con un pensiero e con un'affermazione necessaria, doverosa, ma per quanto mi riguarda anche molto sentita, Consigliere Zura Puntaroni lei si vergogna di essere in questa Aula, io le dico che sono orgoglioso di essere in questa Aula e le ricordo anche che esiste un istituto che è quello delle dimissioni.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Cerco di dare una risposta un po' più ampia rispetto alla mozione stessa perché credo che il dibattito su questo punto all'ordine del giorno che riguarda il sisma che ha colpito anche i nostri territori marchigiani sia un momento in cui tutti dobbiamo cercare di dare una risposta vera superando le divisioni.
Al di là delle mozioni, mi aspettavo che le semplici urla, che ho sentito da parte di qualcuno, e che ci sono state da parte delle opposizioni, fossero supportate da una proposta da condividere, da discutere e da confrontare, come sta facendo la Giunta. La Giunta lo sta facendo perché è un proprio compito, è un proprio dovere e perché è giusto così. Come sta facendo l'attuale maggioranza che, collegandosi allo stesso decreto del Governo, sta andando oltre, dopo dirò, come il mio specifico assessorato, e come sono andati oltre anche gli altri Assessori con delle iniziative.
Ancora una volta credo che abbiamo perso l'opportunità di dimostrare ai marchigiani che non siamo solo e soltanto urlatori, ma siamo anche propositivi.
Nello specifico, per quello che riguarda le mie competenze, devo dire che stiamo cercando e definendo un percorso a media e lunga scadenza per quello che riguarda il turismo, l'accoglienza e la promozione. E' chiaro che in questo progetto entrano tante opportunità che metteremo a disposizione delle Marche perché non vogliamo identificare quei territori con il dramma che c'è stato, ma vorremo costruire intorno al nostro progetto di promozione Marche delle opportunità per questi luoghi.
Porto alcuni esempi, in modo che quando si attueranno degli interventi daranno la percezione del lavoro che si è fatto. Ad esempio, creare, utilizzando i fondi Por, dei percorsi legati al cicloturismo. Credo che questo sia un'opportunità dal punto di vista della sostenibilità ambientale, soprattutto creare dei percorsi che permettano di fare una promozione turistica in Paesi a noi più congeniali, e parlo del Nord Europa in generale, opportunità che permettano di costruire un certo progetto intorno a queste vie ciclabili.
E' chiaro che qui chiederemo il supporto - c'è già un gruppo di lavoro operativo legato all'agricoltura, all'ambiente, al turismo - degli enti locali per costruire insieme a loro questi percorsi.
Un'altra grande opportunità che vorremo creare e mettere a disposizione è quella collegata ai 'cammini'. Voi avrete certamente visto che la Regione Marche, grazie al lavoro fatto dal Presidente Ceriscioli ed anche alla sua peculiarità, al di là dei finanziamenti della Regione, è rientrata nei ‘cammini francescani, nei ‘cammini lauretani’ ed anche in un altro legato a Santa Maria Goretti. I ‘cammini francescani’ toccheranno vari territori, in particolar modo nell'ascolano. E’ chiaro che per quanto riguarda il discorso dei ‘cammini’ abbiamo stanziato una serie di cifre e, è notizia di pochi giorni, quindi approfitto per darla a questa Assemblea, il Ministro Franceschini ha inserito la regione Marche in quel grande progetto, che è di almeno 20 milioni di euro, che avrà un ruolo rilevante, collegato alla via francigena. Credo che questo sia un altro segnale importante che daremo ai territori al di là del decreto stesso.
Per quello che riguarda il sistema termale, leggo la nota di risposta entrando un po' più nel dettaglio perché è giusto che ad una mozione si risponda nel dettaglio.
L'assessorato al turismo all'indomani dell'evento calamitoso del 24 si è subito attivato per capire la reale situazione in cui versavano le strutture ricettive dell'intera area interessata e naturalmente anche gli stabilimenti termali di Acquasanta Terme e Sarnano, sia riguardo ai danni strutturali sia agli effetti della domanda turistica a seguito dell'impatto mediatico legato all'evento.
Presa coscienza dei danni materiali e dell'effettivo danno economico determinato dall'ingente calo delle presenze turistiche e delle cancellazioni delle prenotazioni alle strutture ricettive e alle imprese turistiche del territorio interessato, sono stati avviati immediatamente dei tavoli di lavoro interni e di concertazione tra tutte le Regioni colpite e l'ENIT (Ente Nazionale Italiano Turismo) per sviluppare un piano strategico interregionale di promozione che risulta infatti attualmente inserito - e questa è stata la grande intuizione avuta dalle quattro Regioni e quindi dalle Marche - nelle previsioni del decreto per gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma con una quotazione pari a 2 milioni di euro.
L'intento è quello di predisporre da un lato una forte e diffusa azione di marketing con valorizzazione del brand Marche e dei cluster più coinvolti, dall'altro di avviare interventi di riqualificazione della ricettività alberghiera e dei servizi di accoglienza locali.
In particolare, per quanto riguarda le azioni di innovazione di prodotto e promozionali previste per arginare la contrazione della domanda, sono stati individuati i seguenti prodotti turistici come principali attrattori dell'area interessata dal sisma:
a) sistema termale;
b) cicloturismo;
c) cammini;
d) Via Salaria.
Voglio aggiungere, e poi continuo perché qui il dato mi sembra che non sia stato definito, che subito dopo il 24 c'è stato un calo, quindi una diminuzione delle presenze nella zona interessata, comprendendo anche la zona costiera, quasi del 60%.
Per quanto riguarda gli interventi diretti sulle strutture interessate oggetto della mozione, si fa presente che sono già intercorsi incontri tra l'Assessorato al turismo e i rappresentanti del sistema termale delle Marche per ricevere una progettazione funzionale alle esigenze di sostegno e rilancio del settore termale in funzione degli interventi previsti già nei fondi Por.
Il riconoscimento dell'importanza del sistema termale è già testimoniato all'interno della programmazione esistente e potrà essere ulteriormente implementato con azioni o interventi in itinere anche attraverso l'eventuale rifinanziamento dello stesso Por Fesr con le risorse aggiuntive post sisma.
In particolare l'Azione 17.1 dell'Asse 6 prevede l'azione specifica "Network turistico della Regione Marche terme e benessere - valorizzazione delle risorse termali e rilancio del settore nella Regione Marche".
Con apposita delibera di Giunta regionale vengono definite le somme destinate a questa azione specifica e, in relazione alle proposte di progettazione acquisite dal sistema termale, si procederà a breve alla predisposizione dei relativi bandi attuativi.
E' altresì in via di emanazione, entro quest'anno, il bando Por Asse 3 Azione 8.2 di sostegno alla competitività delle imprese turistiche attraverso interventi di riqualificazione dell'offerta e innovazione del prodotto/servizio.
Nell'ambito di questo bando sono previste forme di premialità a favore delle piccole e medie imprese che aderiscono ai disciplinari approvati con delibera di Giunta regionale n. 994/2014 e in particolare al prodotto "benessere" rivolto a strutture ricettive con terme.
Infine, con riguardo alla possibilità di inserire le strutture di Acquasanta Terme e Sarnano in area interna, va rimarcato che sia Acquasanta Terme che Sarnano sono Comuni rientranti nell'area interna di Ascoli Piceno, composta da un totale di quindici Comuni.
Delle tre aree individuate dalla Regione con delibera di Giunta regionale 1126 del 6 ottobre 2014 nel cronoprogramma di avvio della strategia l'area di Ascoli sarebbe la terza a partire dopo l'area pilota pesarese, anconetana e maceratese.
L'evento sismico rappresenta certamente un’urgenza sulla base della quale rivedere la fase di avvio dell'area ascolana.
Il progetto di area ad Ascoli è coordinato dall'Unione Montana del Tronto e Valfluvione, con il contributo tecnico del Gal Piceno.
Tali soggetti sono i referenti con i quali rapportarsi per dare indicazioni sul progetto aree interne, al fine di inserire interventi a sostegno delle terme di questi due Comuni. Gli interventi sono compatibili con le indicazioni della strategia per le aree interne, quindi un loro sostegno potrebbe essere di sicuro previsto.
Credo che la cosa importante sia quella, al di là della risposta alla mozione, di essere impegnati in maniera molto forte nella promozione perché non dobbiamo dimenticarci che questi territori oltre alla ricostruzione, importantissima, debbono avere, per quello che riguarda le strutture ricettive, l'opportunità di ricostruire il brand promozionale.
E’ chiaro che nell'investimento importante che stiamo prevedendo, con un ulteriore fondo europeo di circa 4/5 milioni per la promozione delle Marche in Europa e nel mondo, avranno un giusto spazio questi territori che sono bellissimi e che hanno un grande valore dal punto di vista paesaggistico perché ricadono all'interno di parchi rilevanti e perché hanno una serie di attività collegate ai beni culturali.
Concludo con una riflessione sui beni culturali che dovranno essere recuperati perché sono un patrimonio.
La Regione Marche, come voi sapete, ha la catalogazione definita di tutti i beni culturali, siamo in grado di mettere a disposizione del Ministero del turismo e della cultura, in questa fase, le nostre esperienzialità. Abbiamo già creato un gruppo di lavoro in collaborazione con la Sovraintendenza ai beni culturali della nostra regione e quando questo percorso sarà ritenuto opportuno a livello governativo, nazionale, saremo pronti a partire, come lo siamo stati nel 1997, per il recupero dei beni culturali che sono un grande patrimonio della regione Marche che dobbiamo preservare, conservare perché ci permettono di valorizzare questo nostro importante turismo marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sarò brevissimo. Intervengo sulla sostanza della mozione presentata dalla Consigliera Malaigia relativamente all'aspetto del termalismo marchigiano.
La ringrazio perché ha colto un aspetto molto significativo di questa particolare attività produttiva che abbiamo nel territorio.
Il terremoto ha colpito un settore che era già profondamente in crisi, per cui credo che alcune attività, soprattutto quelle che lavorano nel campo turistico, debbano avere una priorità, perché chi doveva farlo, e penso che la Regione qui abbia delle responsabilità, non è riuscito ad accompagnare il processo di trasformazione del termalismo marchigiano. Nel momento in cui si è passati dal termalismo vero e proprio al termalismo del benessere, c'è stato un black out completo, in quanto questi impianti necessitavano di essere assistititi con dei finanziamenti ad hoc, in conto capitale o in conto interesse, questo si poteva vedere, per cui sono rimasti al palo.
Noi avevamo questo termalismo efficiente fino agli anni 2000, ma quando sono venute meno alcune convenzioni, anche dal punto di vista terapeutico, soprattutto con l'Inps, c'è stato un crollo di presenze.
Oggi noi dobbiamo intervenire maggiormente, in modo più pesante sia con i fondi Por Fesr, ne abbiamo parlato altre volte pure con l'Assessore Pieroni di questo aspetto, sia con opere di natura promozionale per riportare questa gente a curarsi, ma soprattutto a frequentare questi luoghi, inserendo il termalismo all'interno di un piano molto più ampio del turismo locale, mettendo anche in gioco le risorse, le qualità paesaggistiche, naturalistiche, culturali, altrimenti da soli non riusciranno a partire.
E’ molto importante questa attenzione. Mi auguro che i primi fondi Por Fesr possano essere impegnati attraverso dei bandi che servano non soltanto per la promozione, perché una quota è per la promozione, ma un'altra quota molto ridotta è per gli investimenti. Alcune imprese avevano anche chiesto l'accesso ad un fondo di garanzia regionale per finanziamenti in conto interesse.
C'è da dire, per chiarire ancora, che l'articolo 22 del decreto n. 189 parla di promozione turistica e dice che entro 90 giorni il Commissario straordinario d'intesa e attraverso l'Enit metterà in atto un piano di promozione. Non sono però risorse aggiuntive, fino a 2 milioni sono fondi dell'Enit, quelli a normativa vigente, non viene dato qualcosa in più, sono i fondi già esistenti dell'Enit che mi auguro abbia ancora all'interno di questa programmazione. Mi sembra che qualche problemino con l'Enit ci sia da questo punto di vista. Qui dobbiamo stare molto attenti, invito l'Assessore soprattutto su questo tema ad agire e verificare immediatamente per bloccare questi fondi, per fare un piano di promozione turistica, partendo soprattutto da quelle attività che sono in crisi, partendo dall'entroterra per arrivare fino al mare che ha subìto un notevole danno di immagine. Per poter ripartire necessita un grande impegno.
Ripeto, questi 2 milioni sono sul bilancio vigente dell'Enit, mi auguro che effettivamente siano ancora disponibili, altrimenti, con questi miliardi che, mi sembra, con leggerezza vengono annunciati, si può ricavare qualche milione fondamentale per un progetto di promozione turistica, al di là degli incentivi diretti alle imprese.
E’ difficile recuperare l'immagine negativa che in questo momento i nostri territori hanno, che i media hanno trasmesso, se non mettiamo in atto un progetto molto forte.
L'Enit è specializzato nel fare questo, lo sta facendo fuori dall'Italia molto bene, soprattutto nei Paesi del Nord America, faccia anche a livello locale un intervento di questo tipo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. La mozione che ha presentato la Consigliera Malaigia centra il problema e fa riferimento ai fatti che poc'anzi ho ascoltato.
I fatti riguardano un’attività turistica particolare, locale - non quello che ha detto l'Assessore Pieroni che riguarda il problema del turismo - che ha bisogno di quei servizi, perché ci sono dei marchigiani che usufruiscono di quelle cure, ma in questo momento particolare, con la crisi economica, queste attività vengono a calare, a diminuire. Essendoci delle difficoltà, questa mozione è veramente centrata per l'obiettivo da raggiungere.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dell'Assessore al turismo che tentava di rispondere a questa mozione, registro, perché i dati sono questi Assessore, che i fondi sono molto ridotti per la promozione, sono molto ridotti per quanto riguarda il settore del turismo, e per quanto riguarda questa situazione.
Ricordo una canzone di Mina, Assessore, intitolata “Parole, parole, parole”. Consigliere Giancarli, da una parte sento dire i fatti, ma i fatti sono questi, i fatti riguardano un intervento specifico sul turismo per queste località che non possono essere messe là, perché tra poco passerà l'inverno e il turismo riprenderà in quelle località, ma l'azione è da fare in pochi giorni, questo è il problema, Assessore, se no la canzone di Mina prende corpo.
Io non auspico che la canzone di Mina prenda corpo perché sono un marchigiano, vorrei che lei intervenisse in uno stralcio del provvedimento che interessa il terremoto perché se il tempo medio per ricostruire quel territorio - io auspico in poco tempo, ma non sarà così, e stamattina nel mio intervento ho citato una regione confinante che ha ancora fuori 2.460 famiglie dopo 4 anni e mezzo, quasi 5 - lo calcoliamo in 5/6 anni, quelle attività non possono attendere questo tempo. Il problema per quanto mi riguarda è intervenire immediatamente.
Credo che la Consigliera Malaigia presentando la mozione ha dimostrato un’attenzione fuori dal contesto della discussione di questa mattina, ha estrapolato un concetto molto importante e penso che l'Aula non possa che sostenerlo a prescindere dal Piano che farà, che attuerà sul turismo. E’ un'altra cosa questa di cui stiamo parlando, è una cosa locale che ha bisogno di una risposta immediata.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 165. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Mozione n. 170.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Trattiamo di un problema importante, stiamo parlando dell'acquedotto che fornisce l'acqua a 200.000 persone.
Abbiamo discusso di molte problematiche, questa non è da meno, tra l'altro ho letto alcune pagine del decreto che assurdamente fa riferimento all'approvazione di un programma sull'infrastruttura ambientale da ripristinare, depurazione fognaria, ma di acquedotto non se ne parla. Oltretutto sempre all'articolo 14, comma 1, si dice “provvedimenti adottati nei limiti delle risorse stanziate allo scopo”, quindi c'è la possibilità che se i soldi finiranno prima, i problemi che adesso elencherò, velocemente, in 5 minuti, verranno bypassati.
L'evento sismico che abbiamo avuto il 24 agosto ha colpito tutti i territori della provincia di Ascoli ed altre province confinanti; ha colpito alcune importanti infrastrutture primarie, come la rete acquedottistica, soprattutto nel Comune di Arquata del Tronto, nella frazione di Pescara del Tronto e di Capodacqua, nel Comune di Montegallo e in minor maniera anche nella frazione di Foce di Montemonaco.
Nelle suddette frazioni vi sono ubicate le opere di captazione delle sorgenti con le relative linee di distribuzione idrica risalenti ai primi anni '50. Purtroppo le infrastrutture sono vecchie, sono ancora in cemento, molte sono crollate, alcuni rami addirittura risultano antecedenti la II guerra mondiale, siamo parlando in certi posti di una struttura vecchissima.
Le opere sono state realizzate con criteri costruttivi dell'epoca e manifestano pertanto tutte le criticità legate a tale circostanza, anche il fatto di essere ubicate in zona ad elevato rischio geologico sia sismico che idrogeologico.
Le opere di captazione e distribuzione idrica della sorgente Pescara si trovano, ad esempio, in una zona prossima all'epicentro del sisma che ci ha colpito il 24 agosto e in relazione alla natura geologica di quell'area e dell'obsolescenza delle infrastrutture di captazione e distribuzione sussistono notevoli possibilità e criticità sia in ordine ad eventuali collassi delle suddette infrastrutture idriche - già in alcuni posti sono collassate, ma si è intervenuto prontamente per ripristinare lo stato precedente - sia in ordine alla possibile e significativa variazione delle portate e della compromissione totale delle sorgenti.
Ricordo che, come dicevo prima, la rete acquedottistica in questione serve la provincia di Ascoli e una parte di quella di Fermo, circa 200.000 abitanti. E' un problema da non sottovalutare! Ripeto, nel decreto non si parla dell'acquedotto, assolutamente! Inoltre si sono rilevati, nelle zone in cui si trovano le sorgenti di Capodacqua e Pescara del Tronto, diversi danni e criticità riguardanti sia la rete di captazione che la rete di distribuzione.
Non possiamo non ricordare la rottura che si ebbe anni fa in località Trisungo di Acquasanta Terme, sempre dovuta alla obsolescenza delle linee, che comportò la mancanza di acqua per l'intera popolazione ascolana per diverse settimane.
Credo che questa mozione debba essere presa in seria considerazione, non per motivi politici, ma per motivi di pubblica utilità perché, come dicevo prima, questo acquedotto serve l'ascolano, una parte del fermano, 200.000 persone.
Nel decreto non è previsto, rientra nelle opere pubbliche, però se i soldi finiscono per altre cose che sono meno importanti di un acquedotto, rischiamo che con il prossimo terremoto l’acquedotto possa collassare ed un intero territorio, 200.000 persone, rimanere senza acqua.
Credo che debba essere presa in seria considerazione questa problematica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Su questa mozione dico subito che il nostro voto, come maggioranza, sarà contrario, ma voglio spiegare bene nel dettaglio per quale motivo.
Do atto al Consigliere Giorgini di aver sollevato un problema che esiste, ne abbiamo parlato prima quando abbiamo discusso del decreto.
Un sisma, un terremoto è una cosa complessa che prende tutto ciò che insiste in un territorio, non solo nel territorio del cratere ma in un ambito più vasto, ed il Consigliere Giorgini diceva che questo acquedotto serve circa 200.000 persone. E' vero, anzi d'estate ne serve quasi il doppio e dobbiamo dire che il famoso acquedotto del Pescara è conosciuto per la qualità delle sue acque, riconosciute fra le migliori d'Italia e riesce a portare un'acqua di altissima qualità nei rubinetti di circa 150.000/200.000 famiglie più tutto l'indotto turistico che c'è nella stagione estiva.
Per quanto riguarda i disservizi ce ne sono stati pochissimi, perché noi diciamo di questioni eclatanti, ma ce n'è stata una, la rottura del famoso tubo di Tallacano che lasciò la città di Ascoli e parte della riviera senza acqua per un paio di settimane. Negli ultimi 15/20 anni di guasti eclatanti non ne abbiamo mai avuti, ma questo non vuol dire, la situazione va monitorata e attenzionata per valutare come ha influito sull'acquedotto il terremoto. Va fatto per i prossimi mesi perché già la Cip, e questo è uscito anche pubblicamente sulla stampa, ha preso in considerazione la questione terremoto ed i controlli sono partiti immediatamente. Il giorno dopo il terremoto ci fu un bollettino, che ho ritrovato, diramato dalla società Cip che tranquillizzava tutti gli utenti - le normali analisi si svolgono sulle acque giornalmente perché dando acqua a 200.000 persone l'acquedotto è controllato quotidianamente – sul fatto che il terremoto non aveva creato nessuna disfunzione e nessun rischio. Tutte le interruzioni temporanee che leggiamo e che sono avvenute nelle settimane passate sono normalissime manutenzioni.
Noi non possiamo votare questa mozione, non possiamo nemmeno impegnare la Giunta, a questo punto non so nemmeno se è una competenza della Giunta perché alla fine sul … Si, è un'opera pubblica, ma non so se è un'opera di sola competenza della Giunta regionale.
Se vogliamo fare polemica siamo pronti, possiamo farla da qui ai prossimi mesi. Voi state alzando la polemica su una questione che in questo momento non è tra le priorità perché il problema non c'è, in mezzo a tanti altri problemi che il terremoto ha causato. Non ci sono state mancanze di acqua, non ci sono stati inquinamenti delle falde, funziona tutto come funzionava prima del terremoto, noi prendiamo in considerazione il discorso, ma il Cip già l'ha fatto, non è che bisogna … Certo le infrastrutture degli anni '50 erano un problema anche prima del terremoto, non è solo un problema post terremoto quindi noi vogliamo metterlo su un binario a parte, lo prenderemo in considerazione, però obiettivamente non mi sento di votare insieme al gruppo questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prendo spunto da questa mozione per fare una riflessione sulle competenze dirette della Regione sul versante del ciclo integrato delle acque.
Quanto la mozione del Consigliere Giorgini dice viene parzialmente condiviso perché ci sono delle parti di condotte che devono essere rivisitate, devono essere ristrutturate, ma la cosa che voglio dire è che l'ente gestore, il Cip, ha le risorse per poterlo fare e questo è il momento opportuno per captarne altre, rimanendo in tema, da questi eventi sismici.
Il vero problema che abbiamo nel piceno, rimasto appeso per tanti anni, di cui la Giunta ultimamente non si è più occupata, è quello della rivisitazione degli Ato. C'è una conflittualità latente tra l'ente gestore e l'ente che programma, che non porta a fare investimenti nel modo dovuto.
Vi do dei dati, la Cip secondo un programma di investimenti dovrebbe impiegare dai 15 ai 18 milioni l'anno circa per la rivisitazione degli impianti, riesce a spenderne meno della metà, sia per il fatto che la struttura da sola non ce la fa che per una serie di conflittualità con l'Ato.
Questo è il momento, dato che è l'unico ente pubblico economico che ha delle risorse da investire sul territorio, tante risorse, ed ha una capacità di spesa purtroppo ridotta per una serie di situazioni, mi auguro che la Regione lo faccia, di mettere mano alla rivisitazione degli Ato, li snellisca, o li elimini, o ne faccia uno unico per le Marche. E' impossibile avere una dicotomia, Sindaci che si presentano all'Ato con il cappello della programmazione e poi escono da lì e vanno con il cappello della gestione ad un altro ente che fa la stessa cosa.
Questo è il vero problema nella gestione del sistema idrico integrato perché i fondi il consorzio idrico in questo settore ce li ha, e tanti, riscuote la tariffa e non riesce a reinvestire. Nasce un problema grande: dovremmo diminuire le tariffe dato che ha degli attivi? Ma gli attivi dovrebbero essere utilizzati per ammodernare, per espandere, per fare nuove condotte, cose di questo tipo.
Dobbiamo vigilare su questo aspetto. Ben vengano ulteriori finanziamenti che mi sembrano non dico promessi, ma su cui si sta lavorando. Bene fa il Presidente che, da questo punto di vista, si è attivato velocemente, ha fatto dei sopralluoghi con il Commissario Errani. Esiste già un progetto preliminare per rifare tutta la rete di adduzione da Pescara ad Arquata, da Capodacqua fino ad Ascoli, esiste un progetto, quindi non sono stati con le mani in mano, adesso però occorre accelerare la capacità di spesa, questo è un grande problema che noi abbiamo, laddove non ci sono i fondi, pazienza, non ci sono, ma non possiamo accettare e stare inermi laddove ci sono, non possono essere spesi, e questo è uno di questi casi. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 170. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. La mozione n. 171 è stata assorbita dalla proposta di risoluzione del Consigliere Biancani, mentre la mozione n. 182 è stata assorbita dalla proposta di risoluzione che poi presenterà il Consigliere Zaffiri, adesso c'è la mozione n. 183.
Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Ad Amatrice la Procura ha aperto un fascicolo di ipotesi di reato per disastro colposo – ci sono stati numerosi sequestri di immobili - ed è stata aperta un'inchiesta per far luce sui crolli che hanno interessato molti edifici ristrutturati recentemente.
Anche nelle Marche potrebbe esserci questo problema e l'obiettivo di questa mozione è impegnare la Giunta a controllare tutti i finanziamenti che verranno dati ai terremotati, a chi ha subìto dei danni. Perché? Quale potrebbe essere il problema? Nel terremoto del '97 sono state erogate sovvenzioni a fondo perduto per immobili e magari i proprietari non hanno investito quei soldi nella ricostruzione e messa a norma delle abitazioni. Potrebbe essere accaduto, questo l'ha scritto chiaramente la Procura, anche la Procura di Ascoli l'ha scritto, chi ha preso delle sovvenzioni per il terremoto del '97, per mettere a norma l'abitazione, non l'ha fatto e magari ha destinato quei soldi in altro modo, oppure l'ha fatto non correttamente ed oggi vorrebbe riavere un'altra volta finanziamenti pubblici per ricostruire o riparare l'abitazione su cui aveva precedentemente già preso i soldi. Ci troveremo di fronte a una mancanza di equità sociale sui finanziamenti che lo Stato dà a chi subisce un danno in un sisma di questa portata.
Questa mozione impegna la Giunta regionale a controllare se ci sono state eventuali violazioni e se ci sono stati - se si riscontreranno da parte delle Procure o da parte di chi è addetto a verificare - doppi finanziamenti nel '97 per mettere a norma l'abitazione e magari costituirsi parte civile. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 183. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Passiamo ora alla risoluzione a firma dei Consiglieri Biancani, Busilacchi, Urbinati, Giacinti, Traversini, Talè, Volpini, Giancarli, Marconi, Minardi, Rapa e Micucci.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Davvero pochi minuti perché già i colleghi del gruppo e della maggioranza hanno con i loro interventi arricchito il dibattito in modo molto significativo.
Noi abbiamo la fortuna che gli elettori ci hanno riconosciuto un'ampia rappresentanza e quindi oggi sono intervenuti oltre al Presidente della Commissione Biancani, i colleghi che sono stati eletti nelle aree colpite dal sisma e che hanno potuto portare un contributo fattivo e credo importante.
Nel merito aggiungerò poche cose a quanto è stato detto.
Credo che sia utile riprendere alcuni aspetti che riguardano il metodo di questa risoluzione, che sono presenti nel dispositivo e che richiamano il grande sforzo istituzionale che è stato messo in campo.
Penso che l'intervento del Presidente Ceriscioli abbia dato il segno di un approccio di responsabilità, di serietà ed anche di sobrietà analitica a questo dibattito.
Mi ha colpito l'intervento del Presidente Ceriscioli quando ha spiegato l'aspetto riguardante il rapporto tra danno puntuale e il perimetro del cratere. Credo che noi oggi abbiamo una responsabilità, come eletti, a far valere la nostra voce e fare in modo che i cittadini che rappresentiamo, specie quelli delle aree più colpite, possano avere la maggiore attenzione in un momento così difficile, però ha fatto molto bene il Presidente Ceriscioli a richiamare la necessità di un approccio serio e puntuale.
Voglio ringraziare il Presidente della Commissione Biancani, l'avevamo già fatto quanto siamo intervenuti su un tema così importante e delicato in quest'Aula, già allora avevamo riconosciuto lo sforzo che la Commissione da lui presieduta ha fin da subito messo in campo, anche per far si che tutti i Consiglieri regionali potessero partecipare ai confronti non solamente con la Giunta e con gli Assessori, ma anche con la Protezione civile, con gli uffici e con tutti coloro che in questa fase sono operatori diretti delle istituzioni.
Ringrazio il Presidente Mastrovincenzo per l'iniziativa congiunta dei Presidenti dei Consigli regionali, credo che in una fase come quella attuale sia molto rilevante - lo dico perché è uno dei punti del nostro dispositivo - lo sforzo unitario delle istituzioni e penso che sia un aspetto assolutamente importante e da valorizzare.
Il tema della governance è stato richiamato da alcuni interventi dei colleghi, dagli Assessori, ed il fatto che la cabina di regia, oltre all'ufficio speciale, valorizzi gli interventi di tutte le istituzioni, del Commissario, delle Regioni, dei Comuni, ritengo che sia un elemento rilevante.
In questa partita, in una fase molto difficile per la politica, credo che ci giochiamo la credibilità delle istituzioni e quindi gli aspetti che riguardano la trasparenza, la tracciabilità di tutti gli interventi, l'efficienza che questi possono avere, sono davvero fondamentali.
Siamo partiti bene, molti hanno ricordato, oltre allo sforzo della nostra istituzione, della nostra Protezione civile, anche la puntualità del decreto 189. E' chiaro che noi oggi ci aspettiamo, ed io condivido gli interventi di molti colleghi che mi hanno preceduto, che nei prossimi mesi l'attuazione di quel decreto possa favorire al massimo la nostra popolazione, la nostra comunità. Su questo tutti dobbiamo vigilare e guardate che in questa disposizione, che io vi invito a votare tutti quanti per dare un segnale di forza, sono contenute alcune parole che aprono alla possibilità di proporre integrazioni.
Voglio dire qualcosa di più, le integrazioni non devono essere esclusivamente sull'attuazione di questo decreto, possono essere anche uno sforzo che la comunità regionale può proporre ai parlamentari, può proporre al Parlamento nazionale, perché in un momento come questo, quando le comunità locali sono colpite dal sisma, noi dobbiamo pensare anche a come migliorare il nostro Paese non solamente a come, giustamente, assistere nell'immediato e al meglio le popolazioni interessate.
Tutti i temi che riguardano ad esempio: il domani, la manutenzione straordinaria dell'Italia, quello che sarà con il nuovo codice degli appalti, quello che saranno le nuove procedure di gara, quello che potrebbe essere un sistema di defiscalizzazione per la revisione e la valutazione antisismica dei nostri territori e per la manutenzione del nostro paesaggio, credo che debbano essere sostenuti da uno sforzo che va al di là della contingenza di questo momento, che comunque è fondamentale, ma è l'unico modo in cui la comunità regionale e gli eletti nella regione possono confrontarsi con i propri parlamentari e con la sfera legislativa nazionale.
Questi in breve sono gli aspetti contenuti nella nostra proposta.
Credo che daremo un bel segnale, anche per il fatto che c'è questa apertura e che tutti i Consiglieri regionali possono partecipare.
Questa non è un'esclusività della maggioranza, tutti i Consiglieri regionali possono e devono partecipare a questa fase istituzionale che penso che sia molto importante, per questo ovviamente voteremo questa risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa è una mozione molto interessante. Ho ascoltato il Capogruppo del Partito Democratico, il Consigliere Busilacchi, che ha parlato di aperture come lo stesso gruppo poc'anzi. Riprendo questo argomento perché secondo noi questa è la differenza tra noi delle minoranze rispetto alle disponibilità della maggioranza. Piuttosto che parlare di fatti, noi preferiamo la richiesta di azione nei fatti, un conto è dire al Governo: ci serve questo, la possibilità di integrare o di modificare il decreto, un conto è dire, come ha detto il Consigliere Busilacchi, è un'apertura.
Cosa vuol dire un'apertura? Vuol dire che di fatto non c'è niente. In questo documento non c'è niente di fatto, fra l'altro riprendete le nostre mozioni, le modificate, fate una risoluzione. Pel dispositivo dei nostri atti si impegnava la Giunta a farsi più protagonista o protagonista nei confronti del Governo per chiedere la modifica del decreto, che non va bene in quanto esclude territori e comunità che hanno avuto dei danni.
L'ho detto questa mattina e lo riprendo in questo intervento, se per voi quelle comunità devono essere escluse perché non rispecchiano, non rispondono ai vostri principi, alla vostra linea politica, al vostro modo di fare, non lo so, credo che questa risoluzione non possa essere assolutamente votata, perché non c'è quell'impegno che il Consigliere Giancarli ha poc'anzi evidenziato su un altro aspetto.
Questa è la differenza che ci lega, ma è una differenza sostanziale, Consigliere Busilacchi, lei deve convenire che è una differenza sostanziale perché un conto è un impegno, e lei mi insegna perché queste cose le sa meglio di me, un conto è dire auspichiamo che succedano queste cose.
Di questi documenti in cui si auspica, si pensa che possa accadere qualcosa, nella mia vita purtroppo ne ho visti tanti, erano fatti sempre dalla stessa matrice, in quel caso non era politica ma un'organizzazione. Non si può auspicare!
Il problema è drammatico e pensiamo che debba essere affrontato in termini diversi e le cose che ci siamo sentiti dire questa mattina, comprese quelle del Presidente, assolutamente non ci soddisfano perché in questo modo non si conduce una ricostruzione dovuta ad un problema calamitoso così grave ed effettivamente non ne veniamo fuori.
Questa è la cosa, voi non avete fatto niente, ancora oggi non avete fatto niente, sapete che ci sono dei Comuni che devono essere recuperati, ma non avete fatto nessuna iniziativa tangibile per inserire i Comuni che non sono nell’elenco. A cosa dobbiamo credere? Adesso dobbiamo credere! Ma per favore! Noi non vi crediamo perché queste iniziative non portano alla definizione dei problemi.
Prima abbiamo evidenziato un aspetto molto importante che interessava il territorio, l'economia ed avete votato contro. Noi non crediamo che questa situazione possa essere recuperata negli aspetti generali del terremoto perché purtroppo siamo matematicamente convinti che avremo ragione.
Ci dispiace, lo sapete che ci dispiace, non si fanno gli interessi della comunità marchigiana e non perseguendo gli interessi dei marchigiani si crea un danno non solo alle persone, ai tantissimi cittadini marchigiani che sono capitati in questa tremenda disgrazia, ma si fa un pessimo servizio anche alla nostra economia marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Riparto da quanto ha detto il Consigliere Zaffiri.
Ringrazio il Presidente Biancani per essersi adoperato a rimodulare alcune mozioni fatte da questo versante, dall'opposizione.
Questa risoluzione enuncia dei principi di carattere politico/costituzionale che sono condivisibili perché sono molto generali, però credo che ci azzecchi poco con il dibattito che abbiamo fatto oggi. In pratica noi abbiamo fatto un dibattito su una normativa, su qualcosa di concreto che finalmente abbiamo tra le mani.
Ho detto che non è un decreto perfetto, ho detto che è un inizio di un percorso che deve essere fatto. E' una prima risposta ancora non esaustiva per tutte le problematiche dei nostri territori ed il dibattito che abbiamo fatto si è incentrato proprio su quelle che potevano essere le carenze e sui quali potevano essere i miglioramenti da apportare al decreto stesso.
In questa risoluzione di tutto questo, come diceva il Consigliere Zaffiri, io non vedo assolutamente traccia, se non una serie di impegni di carattere generale volti alla collaborazione istituzionale. Dico pure che dal punto di vista della delicatezza della politica/istituzionale la maggioranza prima si incensa un po', esprimendo apprezzamenti per quello che è stato fatto, e poi si impegna a fare ancora di più.
Credo che questo passaggio poteva essere fatto diversamente, tutti si sono impegnati, l'abbiamo riconosciuto, ma inserirlo in una risoluzione che impegna ad implementare ulteriormente la collaborazione con l'Assemblea legislativa, a promuovere tutte le azioni opportune, ma l'abbiamo detto da tempo, a garantire un confronto con i Sindaci, ma ci sono le organizzazioni istituzionali, ci sono le Commissioni, ci sono gli organi assembleari e quant'altro, e poi a favorire questo incontro con la III Commissione, che mi sembra doveroso.
Ripeto, quello è non essere entrati nel merito di alcune problematiche che noi abbiamo discusso e che il territorio richiede. Non è che alcuni problemi che abbiamo illustrato oggi ce li siamo inventati, no, sono delle sollecitazioni che sono venute dal territorio sulle quali volevamo in qualche modo impegnare la Giunta affinché si facesse promotrice di una azione di pressione nei confronti del Governo per vedere fin dove era possibile rimediare a queste manchevolezze che il decreto comunque ha. Non vogliamo criticare a prescindere, perché in prima applicazione tutti i decreti sono perfettibili, noi ci auguriamo e ci adopereremo in sede di Commissione parlamentare e in Aula per farlo modificare su alcuni passaggi che noi riprendiamo nella seconda risoluzione che abbiamo inteso presentare per entrare nello specifico e che qui non troviamo.
Per questo noi, non potendo sempre fare operazioni di buona volontà, atti di fede su quello che faremo, sugli impegni di carattere istituzionale, non ci ritroviamo a votare questa risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Dedico questo intervento a lei con profonda gioia. Veramente! Di solito non mi gaso per queste cose, però, come ho detto questa mattina, il terremoto è l'argomento principe che rimarrà per i prossimi tre anni e mezzo.
Quello che stona qui, quello che voi non avete capito, è che lei in particolare è doppiamente responsabile, come capogruppo ed anche caratterialmente perché lei è in politica da anni e la mente le si è allenata nel nulla. Poteva succedere anche a me, se avessi fatto politica da tanti anni mi si sarebbe allenata nel nulla. Che vuol farci? Stare con lo zoppo si finisce per zoppicare, io purtroppo sto in un settore estremamente frenetico e mi pare che sia normale, ma non è normale neanche quello, ma ancor peggio non è normale il nulla.
A fronte di quello che ci siamo detti prima, la risoluzione impegna a implementare queste cose, io dico solo una cosa: tre settimane fa, si ricorda, tutti i Consiglieri, ci eravamo sentiti dopo il terremoto, hanno detto che era giusto versare qualcosa su quel fondo regionale ed io ho detto che c'erano ancora dei fondi regionali, dei soldi fermi lì da 7/8 anni ed ho forzato il Sindaco di Arquata, che è campagnolo e nemmeno l'aveva capito, ad aprire un conto corrente. Ad oggi ad Arquata sono arrivati 800.000 euro ed il Comune con le sue 15/18 frazioni, nonostante tutte le disgrazie, i soldi del Governo che non arrivano, le lentezze, può spenderli per le prime cose.
E' una visione opposta a quella che ha lei, non perché lei sia una malapersona, ma avendo frequentato il regno del nulla da tanti anni, purtroppo si trova a scrivere queste cose vuote. Ed io con profonda gioia questa cosa vuota non la voto, con una passione che lei nemmeno immagina.
Lei lo sa che io sono distaccato ma io sto qui dentro perché devo portare a casa – no l'istituto delle dimissioni che mi ha suggerito il Consigliere Giancarli, no, lei Consigliere Giancarli non ha capito niente – quello per cui mi hanno votato devo difendere il territorio dall'inceneritore, che non ho voluto io ma ha voluto un'altra parte politica, e devo far fare un pezzo di bretella, dopo mi posso anche dimettere, perché io sono partita Iva e i soldi me li guadagno, non sono obbligato a stare qui a rendere conto a qualcuno. Capito, Consigliere Giancarli? Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Apprezzo il carattere pittoresco del Consigliere Zura Puntaroni però c'è un limite che dovrebbe essere ogni tanto richiamato.
Nessuno qui si esercita sul nulla, qui stiamo cercando, tutti quanti - e qui tutti quanti hanno un lavoro, non solamente lei, fortunatamente - di dare un contributo alle popolazioni colpite.
Lei non ha compreso la portata istituzionale del nostro sforzo e questo mi dispiace, però la invito a leggere l'ultimo comma, che probabilmente le è sfuggito: favorire tramite la III Commissione un incontro con i parlamentari e tutti i Consiglieri regionali per proporre delle integrazioni e per dare un contributo fattivo. Credo che questo sia tutt'altro che il nulla, sia una cosa molto concreta, dopodiché ognuno si assume le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Biancani, Busilacchi, Urbinati, Giacinti, Traversini, Talè, Volpini, Giancarli, Marconi, Minardi, Rapa e Micucci, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Passiamo alla proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Bisonni, Zaffiri, Leonardi, Malaigia.
Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Riprendo il discorso che ho fatto in precedenza, circa l'attinenza della discussione che abbiamo fatto questa mattina.
Un buon dibattito perché molti di noi sono entrati nel merito del decreto stesso ed era quello che ci chiedevano i nostri concittadini, ma soprattutto gli attori istituzionali dei territori, i Sindaci hanno lanciato un grande grido non dico di dolore, ma di preoccupazione per la necessità di impegnarsi di più attraverso la modifica del decreto 189.
Noi in questa proposta di risoluzione abbiamo inteso riprendere non soltanto quanto veniva indicato nella mozione 182, che era stata presentata dal Consigliere Zura Puntaroni, ma anche quanto emerso dal dibattito per cercare di sollecitare in qualche modo la Giunta regionale, l'amministrazione regionale, ad attivarsi concretamente su taluni aspetti che riteniamo molto significativi.
Credo che nessuno possa disconoscere che il dibattito in questi 20 giorni c'è stato, piaccia o non piaccia, su questo discorso del cratere.
Noi abbiamo detto e ripetuto che non ci è sembrata estremamente attinente, oggettiva, se volete dire una parola abusata, trasparente, questa classificazione che, è stato detto, è stata fatta in base alla macrosismicità dei territori, e non ritrova alcun riscontro nella letteratura sismica. Si è parlato anche di zone interne, che non ci azzeccano nulla con il terremoto, per cui riteniamo che questa classificazione debba implementarsi, debba rivedersi.
Ci sono dei Comuni, noi nell'ascolano ne abbiamo 13, 2 nel fermano, oltre 20 nel maceratese, come ad esempio Loro Piceno che ha subìto tantissimi danni, è all'estremità della provincia maceratese e nessuno si è attivato, nessuno ha ricercato questo Comune che si sta risolvendo da solo.
E' opportuno che vengano presi in considerazione degli elementi oggettivi per implementare questo elenco.
Noi riteniamo, e lo diciamo nel primo punto della nostra risoluzione, di impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché venga implementato l'elenco dei Comuni già individuato nell'Allegato 1 sulla base di criteri tecnici e scientifici validi per tutti i Comuni interessati dal sisma. Quali sono? L'abbiamo ripetuto. Non devo fare una lezione di questo tipo.
C'è il discorso della microzonazione e c'è anche un altro aspetto molto importante, ci sono i dati, con cui hanno riempito le pagine dei giornali, la stampa, i dati dell'Osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia che ha individuato esattamente, considerato che abbiamo delle strumentazioni sparse in tutta la regione Marche, le accelerazioni al suolo dell'onda sismica. Basta incrociare questi dati con i danni e vedere quali sono veramente i Comuni, usando criteri oggettivi, che meritano di essere inseriti nel cratere. Questo è un dato di fatto, lo chiedono tutti, non capisco perché c'è da vergognarsi a chiedere al Governo di rivederlo. Lo chiedono tutti i nostri concittadini, tutti i Sindaci di qualsiasi colore politico, perché il terremoto non ha colore politico, questo dobbiamo ripeterlo, non capisco perché questo consesso si nasconde dietro un generico impegno e non va oltre.
Su questa cosa non dobbiamo “molestare il conducente”? Perché non dobbiamo stimolarlo a rivedere un decreto che può essere migliorato? Questo è l'aspetto che noi diciamo.
L'altro punto: “b) affinché nella conversione del decreto legge venga prevista la possibilità di accedere contestualmente ai contribuiti per la ricostruzione anche a benefici urbanistici previsti dal piano casa vigente, al momento del rilascio della concessione” Cosa significa? Significa che questo decreto blocca tutti gli altri incentivi, se ti do gli incentivi per la ricostruzione, per tutto il resto, al netto, non puoi prendere nulla. Se io ho avuto la casa distrutta è come se avessi, purtroppo, demolito e ricostruito e quando ricostruisco perché non posso accedere ai benefici che la mia regione dà, eventualmente all'atto del rilascio della concessione che potrebbe essere quella del piano casa? C'è in Commissione una proroga, proporremo di allungarla di qualche anno proprio per rientrare in questi benefici. Benefici di carattere urbanistico, in termini volumetrici, non in termini di denaro, non in termini di risorse. Dobbiamo specificare anche questo dato perché lì si vieta qualsiasi tipo di sommatoria a benefici esistenti, quindi noi abbiamo inteso calarci nel pratico e dare dimostrazione che abbiamo “studiato” il nostro decreto.
Terzo punto, impegna la Giunta regionale ad attivarsi affinché nella conversione del decreto legge vengano previste le stesse procedure amministrative per accedere ai contributi indipendentemente se l’immobile sta in un Comune all'interno del cratere o fuori. Si dice che va bene lo stesso, nel senso che tutti hanno la stessa apertura, ma noi abbiamo dei dubbi fondati altrimenti non ci sarebbe stata questa polemica. Se tutto è uguale questa polemica che ci sta a fare? Che ci sta a fare questa distinzione? C'è una distinzione, nella procedura c'è una grande distinzione al di là del 50% del contributo sulla seconda casa, c'è una grossa distinzione nell'iter amministrativo. Noi chiediamo che l'iter amministrativo, che è un po' più semplificato per i Comuni che sono all'interno del cratere, o meglio per gli immobili all'interno del cratere, sia lo stesso che andremo ad applicare al di fuori.
Abbiamo un quarto punto, quello che sta a cuore a tantissimi cittadini e che forse a questa assise fa venire il prurito, perché il decreto lo ha dimenticato, è quello di attivarsi affinché nella conversione del decreto legge venga prevista la possibilità di risarcire i danni più significativi ed opportunamente specificati, cioè dovrebbe esserci un allegato 2) che dovrebbe specificare quali sono questi danni per quanto riguarda le strutture e gli immobili dichiarati agibili nelle schede AeDES.
E’ una cosa semplicissima, attivarsi affinché si possa realizzare questo, nulla di eccezionale, nulla di particolarmente complesso, quello di cui abbiamo discusso questa mattina e se andiamo in un bar o dal parrucchiere sentiamo parlare di queste cose, non sentiamo parlare di quanto siamo stati bravi, di cosa abbiamo fatto fino adesso, quello è già nel dimenticatoio, si parla di quello che dovrà avvenire, di quello che dobbiamo fare, di come dobbiamo fare la ricostruzione, farla in tempi brevi e cercare di allargare il più possibile la platea dei beneficiari di questi contributi e credo che noi con questa risoluzione abbiamo proprio centrato, individuato gli obiettivi.
Ci dispiace se la affosserete votando no, perché qui c'è la difesa sacrosanta dei diritti dei nostri concittadini che sono purtroppo terremotati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Voglio dire al Consigliere Celani che la risoluzione della maggioranza, che abbiamo appena votato, e la risoluzione che avete presentato, alla fine, in maniera diversa, dicono le stesse cose.
Quello che cambia è il metodo, cioè noi vogliamo che i punti, che voi riportate nella vostra risoluzione, vengano in qualche modo approfonditi e valutati attentamente in sede di Commissione, alla presenza di tutte le forze politiche che compongono questo Consiglio. Il voto contrario non è legato ai punti - tanto che ho preso la proposta di risoluzione per tenerla e per valutare in Commissione anche le proposte che avete appena fatto, anzi invito lei e tutti gli altri a partecipare - ma ad un diverso approccio. Dobbiamo arrivare allo stesso risultato facendo un altro percorso, non è un no alle cose che state chiedendo, ma è una modalità diversa per arrivare allo stesso risultato, tanto che la nostra risoluzione nell'ultimo comma apre alla possibilità di riunirsi, di evidenziare quelle che sono le criticità e di esprimere ai parlamentari le azioni che devono essere portare avanti in fase di conversione del decreto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo per ribadire ovviamente il voto favorevole a questa risoluzione e per spiegare che se non abbiamo votato quella precedente è perché la riteniamo troppo debole.
Apprezzo l'apertura del Consigliere Biancani, anche durante le Commissioni ha sempre invitato i rappresentanti delle minoranze, però credo che sia importante fare uscire oggi da questa Assemblea una decisione forte dei Consiglieri regionali.
Il confronto con i nostri parlamentari nazionali, europei con chiunque è sempre bene accetto e sicuramente da fare, e credo che sarà anche importante, però è la nostra gente, sono i nostri Paesi che sono stati colpiti, sono i nostri Sindaci che ci chiedono degli interventi in questo senso e tutti noi ci siamo resi conto, anche a parole diverse, chi ammettendolo palesemente, chi sottintendendolo, che questo decreto ha dei deficit grandi, che non vuol dire non riconoscere l'impegno relativo alle seconde case, l'impegno rispetto ad altri interventi in terremoti precedenti, non vuol dire buttare tutto e dire che tutto va male, vuol dire essere coscienti che ci sono delle lacune profonde e vogliamo prendere un impegno in maniera chiara a muoverci per cambiarle. Noi vogliamo che vengano inseriti nel decreto, poi bisognerà attivare un iter per vedere di riuscire ad ottenerlo, anche attraverso una formulazione del provvedimento che ovviamente sarà oggetto di una discussione e dovrà necessariamente, visto che il decreto ormai è pubblicato e deve essere convertito, ricomprendere l'intervento dei nostri parlamentari, quindi noi dovremo dire che l'Assemblea legislativa delle Marche vuole sopperire al vulnus che in questo decreto c'è, che prevede che rimangano fuori tutti coloro che hanno avuto dei danni, ma hanno la casa agibile. Possono essere danni anche da decine di migliaia di euro, danni anche importanti ed oggi non sono per niente indennizzabili.
Credo che nessuno abbia la pretesa di imporre la propria formula, di mettere un tetto, di non valutare altre tipologie, però che oggi esca da questa Aula il principio che queste persone devono essere indennizzate perché lo troviamo giusto e se si trova una formula per indennizzare sarebbe opportuno farla uscire chiara. E’ questo il senso di una risoluzione aggiuntiva rispetto alla vostra che è un po' troppo soft, che fa poca chiarezza in questo senso, una volontà generale di impegno, di interesse, di confronto.
Noi vogliamo che esca la voce, vogliamo farlo, poi magari fra due mesi non ci si riuscirà, io mi auguro che si riesca e che tutti lavorino per questo, però qui la volontà deve essere chiara, noi vogliamo questo, perché reputiamo che sia giusto, non forse, vediamo, è giusto che chi ha avuto dei danni fuori dal cratere e ha la casa agibile venga in qualche modo indennizzato.
Rifletteteci, se volete fate una pausa, non toglie nulla al vostro impegno, ma sancisce secondo me un impegno nostro ed un obiettivo più chiaro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Gli ultimi due interventi mi hanno stimolato, ma positivamente nel senso che è difficile non votare questa risoluzione, allora perché non la votiamo? Non la votiamo perché è ovvia.
Ritengo che se il Presidente della Giunta regionale non farà nel concreto, come ha detto il Consigliere Biancani con un altro metodo, non quello di una risoluzione che può apparire quasi ingenua rispetto alle cose che vengono chieste, almeno la prima delle cose che sono presenti in questa risoluzione, penso che debba dimettersi da Presidente della Regione, quindi mandarci tutti a casa, perché è ovvio che deve fare queste cose! Ci uniamo tutti al Consigliere Zura Puntaroni, che non si dimette da solo ma ci dimettiamo tutti insieme. E’ ovvio che è così, mi sembra scontato, come è scontato che la minoranza o le minoranze propongano questa risoluzione per dire noi volevamo farlo e voi non lo volete fare. Voglio dire che non può non essere fatto, almeno in alcune parti, ma è chiaro che questo deve nascere da un confronto.
Fare apparire questo decreto come ultimativo rispetto ad un processo che è stato avviato mi sembra quasi sciocco.
Nel momento in cui noi accettiamo di allargare la rappresentanza del cratere, includendo Comuni che non ci sono, perché lo facciamo? Perché manderemo il Sindaco di Montelupone in rappresentanza di quelli che stanno sull'area costiera? Perché stia lì a vedere come vengono finanziati gli altri Comuni? E' ovvio che questa partecipazione fa parte di quell'allargamento.
Mi sembra un po' di sentire le stesse cose che abbiamo sentito poche ore dopo il terremoto, quando è uscito il primo decreto erano segnati 10/12 Comuni e si diceva: “Tutti sono stati esclusi dai benefici”, mi sembrava una follia, è ovvio che sono stati segnalati i primi Comuni, poi i primi sono diventati un centinaio e avanti di questo passo.
In questo senso mi pare che siamo all'interno del gioco delle parti e ci sta tutto, però, ripeto, sul piano morale credo che il Presidente Ceriscioli, nonché Vicecommissario, non possa non essere impegnato in questa direzione. Piuttosto è chiaro che mettiamo, lo dico al Presidente della Commissione urbanistica, una pietra tombale sul Piano casa. Il Piano casa non lo faremo più! Non lo faremo più perché con la previsione che abbiamo oggi e senza l’articolazione di quella che è la normativa antisismica, il Piano casa non si farà più. Se io devo fare un ampliamento, non laterale ma verticale della mia casa, applicando il piano casa, applicando l'antisismica e impegnando una cifra 4/5 volte superiore rispetto a quella che spendo in …, non c'è più, ne prendiamo atto. E’ così e questo dappertutto, non facciamoci illusioni su questo, questo ce lo dice l'ordine degli ingegneri, ce lo dicono gli edili, è indubbio che sia così, a me sta bene, però, voglio dire, stiamo attenti a questo. Mi viene da ridere pensando all’ampliamento dei benefici urbanistici, ci sta già, c'è un proposta in questo senso, ma la verità è che c'è una legge nazionale che impegna in maniera rigida qualsiasi cosa possa essere fatta. Se metti un coppo in più su un’abitazione deve scattare la verifica antisismica. Con le leggi che ci sono oggi devi rifare le fondamenta, quindi non si farà più nulla ovviamente. Ci tenevo, Presidente, a questa condivisione perché moralmente e politicamente, come ama dire il Consigliere Zaffiri, mi sento molto più impegnato rispetto a questi argomenti, rispetto a quello che il Presidente Ceriscioli dovrà fare che al voto su questa risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Replico al Consigliere Marconi per dire che quando il decreto è stato modificato l'ultima volta è perché si è intervenuti, non per grazia ricevuta. Siamo tutti intervenuti puntualmente e non genericamente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Vado veloce, il mio capo mi dice di andare veloce e lo farò.
Il Consigliere Celani ha citato un’affermazione: stamattina dentro questa Aula c'è stato un confronto che si è tramutato in un documento finale, che io definisco in questo modo: coraggioso e chiaro, ed ovviamente è il nostro.
Il Consigliere Biancani afferma che è un documento che sostanzialmente dice le stesse cose dell’altra risoluzione, che però è un po' annacquata, Presidente.
Questo è il problema di fondo, la politica del coraggio, richiamata dal Consigliere Marconi, perché il decreto, come abbiamo ascoltato anche da autorevoli rappresentanti di questo Governo della Regione, non va bene. Qual è il problema? Il problema è che bisogna scrivere quello che abbiamo detto stamattina, questo è il problema! Non c'è un percorso diverso, Consigliere Biancani, è trasmettere ad 1.500.000 marchigiani il messaggio che questo Consiglio ha recepito, durante una discussione che c'è stata, l'impegno, a questo punto di tutta l'Aula, di sostenere una modifica, ancora una volta, a questo decreto, perché l'integrazione che è stata fatta, caro Consigliere Marconi, non è venuta per grazia divina, ma perché c'è stata una mobilitazione, c'è stato un impegno e c'è stata una serie …, anche se lei muove la testa i fatti sono questi, purtroppo.
Credo che questa risoluzione per interesse dei marchigiani non possa non essere votata da tutta l’Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Bisonni, Zaffiri, Leonardi, Malaigia, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Proposta di regolamento n. 2
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Modifica al regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 'Norme sull'utilizzazione del litorale marittimo della regione per finalità turistiche ricreative”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 2 del Consigliere Carloni. Su questo atto so che deve intervenire il Presidente della Commissione. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Questa mattina ci siamo riuniti in Commissione per esaminare gli emendamenti, abbiamo approfondito alcuni aspetti ed abbiamo concordando che andrebbero ulteriormente approfonditi, chiedo quindi il rinvio in Commissione dell’atto.

PRESIDENTE. Proposta di rinvio in Commissione della proposta di regolamento n. 2, la pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 26
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma degli interventi regionali a favore degli emigrati marchigiani per la X legislatura. Legge regionale 30 giugno 1997, n, 39, articolo 3”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 26 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. A seguito della recente modifica della legge la Regione Marche adotta il programma degli interventi a favore degli immigrati marchigiani che da triennale diventa di legislatura e determina i fondi da destinare a ogni singolo intervento.
I marchigiani iscritti all'Aire nel 2015 erano 125.691 che rappresentano una quota rilevante, superiore rispetto a quella nazionale, con una leggera prevalenza di maschi rispetto alle femmine.
Gli iscritti a livello nazionale, dato 2015, sono 4,6 milioni che rappresentano il 7,6% rispetto alla popolazione residente in Italia, il dato marchigiano rappresenta l'8,3% circa il totale della popolazione residente nella regione Marche.
Le associazioni dei marchigiani sono un importante strumento di collegamento tra la Regione e i cittadini marchigiani che per motivi di studio o lavoro risiedono all'estero. Il maggior numero di associazioni è localizzato nell'America del Sud (41). In Argentina ci sono 36 associazioni su un totale di 63 riconosciute. In effetti è molto forte il legame della nostra regione con quel continente verso il quale l'emigrazione è stata molto importante in passato.
La programmazione regionale per gli anni 2016/2020 prevede in favore dei marchigiani all'estero iniziative rivolte alle giovani generazioni, alle loro famiglie discendenti volte a conservare l'identità della terra d'origine e rinsaldare i rapporti culturali con le Marche, la diffusione della conoscenza della regione e delle sue espressioni culturali, artistiche, naturalistico/paesaggistiche, sociali e lo sviluppo dei rapporti economici nell'ottica dell'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese marchigiane, infine intende favorire l'inserimento degli emigrati nel tessuto sociale ed economico della nostra regione.
Le associazioni presenti dei marchigiani all'estero sono esattamente 63: 36 in Argentina, 2 in Brasile, 1 in Uruguay, 2 in Venezuela, 3 in Canada, 1 negli Stati Uniti, 6 in Australia, 1 in Belgio, 1 in Francia, 1 in Germania, 1 in Lussemburgo e 8 in Svizzera.
Il programma regionale per la X Legislatura si divide in due macro progetti. “Macro progetto 1 - Nuovo sviluppo dell'associazionismo dei marchigiani nel mondo e il più forte collegamento con l'associazionismo regionale” mediante, leggo i punti principali: la costante attenzione ed intensificazione delle iniziative rivolte all'attrazione ed al coinvolgimento nella compagine delle associazioni e nelle loro attività di giovani discendenti di origine marchigiana; la ricerca di nuove formule di aggregazione intorno alle realtà dei marchigiani nel mondo, tese all'ampliamento del numero dei facenti parte della grande comunità delle Marche. In questa legislatura si vuol favorire sia l'associazionismo tradizionale, anche con l'abbassamento della soglia minima di marchigiani di origine (da 50 a 20) - variazione che abbiamo fatto 2 mesi fa con la modifica al testo di legge - sia nuove forme di associazionismo, si veda ad esempio il club amici delle Marche, che non abbiano come vincolo l'origine marchigiana dei propri membri; il sostegno ad iniziative congiunte tra le associazioni all'estero e l'Italia e le organizzazioni economiche e sociali marchigiane rivolte alla promozione di iniziative culturali, economiche e sociali finalizzate alla valorizzazione delle Marche, delle eccellenze presenti e delle buone pratiche; il sostegno all'attività di ricerca storica sull'emigrazione marchigiana ad iniziative didattico educative rivolte alle giovani generazioni e a mostre tematiche che valorizzino e promuovano il Museo dell'emigrazione di Recanati; lo sviluppo di un più adeguato utilizzo degli strumenti di comunicazione virtuale, siti internet, posta elettronica, news letter, facebook ed altri social networck, per la promozione delle Marche nel mondo, lo sviluppo di iniziative informative di pagine web di facile accesso e di altre modalità di comunicazione tra le associazioni dei marchigiani.
Il macro progetto 2, e vado verso le conclusioni, “progetti strategici per lo sviluppo economico e sociale delle Marche” che riguardano: la formazione delle nuove generazioni di discendenti di marchigiani tesi alla salvaguardia delle radici sociali ed economiche con la terra di origine intesa non come un momento di conservazione ma di sviluppo socio economico; gli scambi giovanili con ospitalità reciproca in ambienti familiari volti alla conoscenza linguistica e socio-economica; l’organizzazione di workshop formativi tra i giovani imprenditori del territorio ed i giovani che esercitano all'estero, favorire la realizzazione di gemellaggi tra Comuni e associazioni delle Marche e comunità istituzionali di paesi esteri dove la presenza dell'immigrazione marchigiana è forte e determinante; la promozione di iniziative imprenditoriali tese allo sviluppo di forme di collaborazioni commerciali ed industriali tra aziende marchigiane ed imprenditori di origine marchigiana nel mondo; la promozione di iniziative in campo culturale e di attrazione turistica verso le Marche; lo sviluppo di un modello di promozione economia, culturale, turistica gestito direttamente dalla Regione e realizzato con la partecipazione ed il concorso delle associazioni all'estero.
Gli obiettivi di fondo comuni a tutti gli interventi dei piani annuali, che dovranno essere approvati dalla Giunta, riguardano: rafforzare e consolidare la presenza giovanile nelle associazioni; potenziare l'operatività e lo sviluppo delle relazioni tra cittadini residenti nella regione e le comunità all'estero.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. La legge n. 39 del '97 riguarda gli interventi a favore dei marchigiani all'estero che, in base all'articolo 3, prevede la relazione all'inizio di ogni legislatura di un programma di intervento a favore degli emigranti.
Dobbiamo ricordare che negli ultimi 10 anni il flusso migratorio è aumentato in Italia mediamente del 49%, nella nostra regione c'è un aumento del 51%, quindi molto superiore alla media nazionale, il 50% tra l'altro della popolazione emigrante ha un'età giovanile compresa tra i 15 e i 39 anni.
Qual è l'obiettivo di questo programma? E’ quello di mantenere saldi i rapporti economici e culturali con le Marche e agevolare il reinserimento dei migranti nella nostra regione.
Il Consigliere Minardi ha già messo in evidenza quali sono gli obiettivi generali e specifici, la programmazione regionale per la X Legislatura che si divide in due macro progetti, il macro progetto 1 e il macro progetto 2 è stato già spiegato in maniera precisa.
Quello che io evidenzio è che mi asterrò dal votare quest'atto perché manca la previsione di spesa per l'attuazione dei singoli interventi. Ci sono gli interventi però non abbiamo la previsione di spesa per questo motivo mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per dire che voterò, perché credo che la previsione di spesa sarà abbastanza complicata, relativamente alle scarse risorse. Piangiamo che non abbiamo più quello che avevamo un tempo.
Un semplice suggerimento al quale voglio dare la solidità dell'Aula perché potevo farlo, Assessore Pieroni, anche in via informale, riguardo un aspetto, oggi sempre più diffuso - le linee di intervento previste sono le linee di intervento tradizionali, alcune forse neanche più tanto attuali - una attenzione verso la nuova emigrazione che ha una difficoltà oggettiva, l’avevamo già segnalata alcuni anni fa, riguardo all'accoglienza, spiego il processo in 30 secondi.
L'emigrante di un tempo raggiungeva Paesi europei ed extra europei e lì trovava normalmente una famiglia italiana o marchigiana pronta ad accoglierlo. Oggi non è più così, oggi i nostri ragazzi che vanno all'estero per periodi di lavoro o di studio o per sempre, ho un figlio che sta facendo questa esperienza in Germania, lo fanno senza nessun tipo di aggancio con comunità locali, vanno da soli, ci si muove via internet, i contratti si fanno ancora prima di partire, però l'accoglienza in sede rimane un problema importante anche per evitare tante fregature che purtroppo attraverso la rete camminano abbondantemente.
Chiedo all'Assessore che nel programma annuale che la Giunta farà, non ho capito se poi verrà in Consiglio, credo di si, o semplicemente in Commissione, ci sia una linea di intervento specifica per stimolare le nostre associazioni all'estero affinché si facciano promotrici di questo tipo di accoglienza, l'accoglienza della nuova emigrazione giovanile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. La Regione deve adottare i necessari provvedimenti per promuovere iniziative a favore degli emigrati, delle loro famiglie e discendenti.
Stiamo parlando di 117.000 marchigiani che sono all'estero, sparsi in tutto il mondo, tra l'altro 1.548 sono di San Marino, 30.000. I giovani su 117.000 sono 34.000 e sono sotto i 34 anni e sono quelli che, credo, hanno meno bisogno di assistenza rispetto ai cinquantenni che vanno a trovare lavoro fuori. Perché conoscono le lingue, perché si sentono cittadini del mondo e perché, come già diceva il Consigliere Marconi, hanno dei contratti. Mia figlia è andata a Londra, ha trovato lavoro come cameriera da Pizza art, ha imparato la lingua e poi è tornata a casa, se avesse trovato lavoro in Inghilterra sarebbe rimasta lì, però aveva già delle possibilità qui.
Devo dire che il programma di questo biennio si riferisce agli anni 2014/2015 ed è limitato alle attività svolte nell'anno 2014 perché per il 2015 il piano annuale non è stato ancora presentato poiché nessun finanziamento è stato previsto per questo settore.
Stiamo parlando di chiacchiere, se posso citare il Consigliere Zura Puntaroni, del nulla, perché il progetto del museo regionale, del coinvolgimento degli emigrati, riceve il parere del Crel che dice – cito quello che ha detto anche la Consigliera Marcozzi - “il programma regionale degli interventi a favore degli emigrati marchigiani rappresenta un atto di programmazione di legislatura in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 3, comma 2, lettera c) della legge. Dovrebbe contenere riferimenti utili a stabilire la quantificazione della spesa da destinare ai piani annuali di attuazione da finanziare a seguito dell'approvazione della legge di bilancio”.
Stiamo discutendo di principi assolutamente generici, come quelli che abbiamo già discusso in passato, la legge sul cinema, il Defr che non conteneva le indicazioni del terremoto, le indicazioni del terremoto che non erano contenute nel Piano della scuola, stiamo parlando di provvedimenti pasticciati, di provvedimenti che hanno poco o niente e nel momento in cui il capogruppo si alza ed autoincensa il lavoro della maggioranza, direi che occorrerebbe provare anche un po' di vergogna per questi atti che offendono la dignità di noi Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, per questo voteremo contro, perché noi siamo persone serie e cose di questo genere non le votiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Non volevo prendere la parola, però sono stato stimolato dagli interventi dei Consiglieri Maggi e Marconi, intervengo quindi soltanto per fare alcune riflessioni.
Quello che ha ricordato il Consigliere Marconi può essere lo spunto su cui l'Assessorato e gli uffici possono lavorare per concretizzare l'idea affinchè le associazioni di marchigiani all'estero, che sono presenti ed organizzate, possano creare anche un’accoglienza ai giovani che vogliono trovare lavoro, che vogliono studiare, ed anche ai meno giovani che provano a cercare la loro strada.
Questo potrebbe essere una cosa interessante su cui calibrare anche gli interventi futuri.
Ricordo a me stesso che noi ci siamo insediati a luglio 2015, il capogruppo ha ricordato 2014/2015 ma è chiaro che il tempo è stato poco, nel bilancio di previsione per il 2016 abbiamo previsto 50.000 euro e su questi adesso cercheremo di intervenire. Non sono soltanto chiacchiere, nella programmazione 2016 per i marchigiani all'estero sono previsti 50.000 euro.
Pensavo che ce lo ricordassimo tutti perché pochi mesi fa era stata occasione di dibattito e qualcuno disse “Per il 2016, questi 50.000 euro cercate di spenderli bene”, adesso sembra che non ce lo ricordiamo più, ma in Consiglio abbiamo dibattuto di questi 50.000 euro che sono presenti.
Chiaramente il nostro problema sarà, in questo breve tempo, da qui alla fine dell'anno, come investire.
Penso che queste risorse saranno ripartite per quest'anno alle varie associazioni perché abbiamo poco tempo per fare un progetto, però l'obiettivo futuro è quello di condividere con i marchigiani all'estero, con le associazioni che verranno a breve nella nostra regione per votare il nuovo Consiglio dei marchigiani all'estero, una serie di progetti che poi naturalmente l'Aula discuterà, la Commissione discuterà e su quelli calibreremo, meglio ancora dei semplici 50.000 euro, interventi mirati.
Invito il capogruppo a ripensare al voto se il problema è che per il 2016 non ci sono finanziamenti.
Ribadisco che sono previsti 50.000 euro che dovremo spendere da qui a pochi mesi perché le procedure sono state attuate pochi mesi fa.
Ero convinto che su questo percorso ci sarebbe stato un voto unanime, poi la divisione potremmo averla al momento della presentazione dei progetti e delle idee per l'anno 2017, sui quali ci si confronterà. Per quello che ci riguarda siamo pronti a recepire proposte che arrivano dalle opposizioni e dai banchi della maggioranza, però oggi, secondo me, non è moralmente giusto non votare questo punto all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 26. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 140
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Tutela della salute nell'alimentazione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 140 del Consigliere Maggi che ha la parola per illustrarla.

Giovanni MAGGI. Questa mozione sulla tutela della salute nell'alimentazione è stata da me presentata il 27 giugno e siccome parla dell'olio di palma, che non si rancidisce, è sempre attuale.
Ho presentato questa mozione a giugno e sicuramente poteva essere un’occasione molto particolare per la Giunta perché ancora nella comunicazione pubblicitaria le ditte non si affrettavano a scrivere “senza olio di palma”, quindi poteva essere una occasione per questo Consiglio regionale di dire abbiamo per primi avuto la sensibilità di prendere in considerazione questa proposta che salvaguardia l'alimentazione dei marchigiani. Così non è stato e vi spiego brevemente visto l'ora tarda che cosa dice questa mozione.
Il Parlamento europeo nel 2011 ha previsto di etichettare anche la tipologia dei grassi vegetali che sono contenuti negli alimenti, in Italia l’obbligo è entrato il 13 dicembre 2014, quindi la tutela dei consumatori, di quelli più attenti, è sicuramente presente.
L'olio di palma innanzitutto grava sulla sostenibilità ambientale perché la sostituzione delle foreste con i palmeti rappresenta, secondo fonti autorevoli, il 4% delle emissioni globali di gas serra.
L'olio di palma è molto richiesto, come dicevo prima, nell'ambito alimentare per la sua versatilità ed economicità, nella coltivazione ha una elevata resa per ettaro, ha una buona stabilità, resistenza alla cottura, non si rancidisce, come dicevo prima, tanto da essere il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack, sia dolci che salati, le creme, le creme per il viso, gli shampoo. Contenuto soprattutto negli alimenti consumati dalla fascia più giovane, snack e merendine, responsabile dell'obesità dei ragazzi.
L'olio di palma infatti contiene dal 45 al 55% dei grassi saturi a catena lunga, come l'acido palmico e favorisce l'aumento del colesterolo.
Questo consumo maggiore dell'olio di palma, ritorno alla questione ambientale, fa si che vengano distrutte foreste intere, soprattutto nei climi tropicali, questo comporta la migrazione delle popolazioni che vi abitano e l'uccisione di molte specie animali, perché la distruzione delle foreste, soprattutto quelle a basso fusto, non viene fatta tenendo conto di elementi particolari, ma tutto viene bruciato e tutto viene distrutto.
L'Autorità per la sicurezza alimentare europea, il cui acronimo è Efsa, ha valutato che nel processo di raffinazione dell'olio di palma si formano delle sostanze genotossiche e cancerogene.
Io ho anche letto pareri di fonti attendibili che ridimensionano questa allarmante analisi, devo dire che non entro nel merito della questione, ma per il principio di precauzione, che è un principio dell'Unione europea, se non si sa se un alimento fa male o fa bene, deve essere consumato con moderazione o eliminato del tutto.
Come ho detto poc'anzi, ormai tutte le più grandi aziende alimentari stanno mettendo nella loro comunicazione “senza olio di palma”, qualcuno dice “senza olio di palma da sempre” ed anche la Coop, per citare una catena alimentare vicina alle posizioni della maggioranza, lo sta eliminando da tutti i suoi prodotti.
Chiedo, a parte una sensibilizzazione dei marchigiani su questo problema, alla Giunta di avviare le iniziative di propria competenza per prevedere l'esclusione dagli appalti delle mense pubbliche, degli istituti scolastici, degli ospedali e delle aziende pubbliche in generale, nonché dai distributori automatici collocati nelle aziende pubbliche, di ditte fornitrici di prodotti contenenti olio di palma.
Chiedo che quest'Aula si impegni affinchè le ditte, che servono scuole, ospedali e aziende pubbliche in genere, vengano escluse se usano olio di palma. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Credo che l’olio di palma sia l'imputato numero 1, non da solo naturalmente, rispetto ad una serie di problematiche cliniche di cui il Consigliere Maggi parlava, penso all'obesità, al rischio del danno arterioso. E’ assodato, si tratta di un grasso saturo ricco di acidi grassi saturi che sono quelli che, ahimè, determinano quelle problematiche all'interno delle arterie.
Non so se è possibile escludere dalla fornitura le aziende che lo utilizzano, ci dicono che non c'è una normativa nazionale in questo senso, quindi è la solita discrepanza che c'è tra l'evidenza di una situazione che se non pericolosa è dannosa per la salute umana ed una normativa che ancora non va dietro alle conoscenze che oggi abbiamo in ambito clinico e biologico.
Alcune iniziative sporadiche si stanno vedendo, ad esempio so che molte scuole hanno cambiato o hanno tolto dal distributore quelle merendine che contengono l'olio di palma, che viene utilizzato soprattutto nell'industria dolciaria, che ne fa il massimo utilizzo, anche molte mense scolastiche lo stanno facendo.
Dalla mozione non si capisce se il termine è perentorio oppure se è una sorta di auspicio, perché se il termine è perentorio rischiamo di cozzare con una normativa nazionale che poi la renderebbe inefficace, se invece è auspicabile, magari sotto forma di auspicio, no in forma tassativa perché rischiamo …, esatto questo si può fare con un emendamento.

PRESIDENTE. Intanto che ragionate sulla possibilità di un emendamento do la parola alla Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Sono sempre stata attenta all'alimentazione, soprattutto quella dei minori, per cui ho frequentato molte volte corsi d'aggiornamento sul tema.
L'olio di palma di cui si parla tanto, l'ho visto con i miei occhi, è tipo una pasta dentifricia di un colore arancione e dall'odore veramente nauseabondo, sembra l'olio delle auto.
Si usa soprattutto per ottenere una maggiore friabilità delle merendine ed esaltare un po’ i sapori. Chiedo conferma al Consigliere Volpini, le nutrizioniste che hanno formato molti di noi insegnanti ci hanno detto che questo effetto viene riprodotto trattando in una certa maniera gli oli vegetali, che hanno lo stesso effetto ed anche delle tossine cancerogene.
A questo punto è chiaro che non voglio assolvere assolutamente l'imputato di turno, cioè l'olio di palma, ma al contempo starei attenta a non sostituirlo con qualcosa di più dannoso e pericoloso.
Pertanto con questo esprimo la mia astensione riguardo l'argomento perché sono veramente interessata a quello che mangiano i nostri bambini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Con l'olio di palma si verifica la stessa cosa che c'è tra margarina e burro. La margarina in realtà è fatta da oli vegetali, tant'è che sull'etichetta c'è scritto olio vegetale, quindi ricco di acidi grassi polinsaturi, solo che nel processo di solidificazione vengono usate delle procedure chimiche, ma soprattutto fisiche, che portano a solidificazione e quindi alla saturazione di quei grassi, per cui l'effetto è non un prodotto tossico, nemmeno l'olio di palma è classificato dall'Istituto superiore della sanità come tossico, ma usato in quantità alte può provocare quelle problematiche di cui prima si parlava, ma non è una sostanza tossica, che ha tutta un'altra definizione.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la possibilità di un emendamento?

Fabrizio VOLPINI. Stiamo preparando l'emendamento.

PRESIDENTE. Leggo l’emendamento a firma dei Consiglieri Maggi e Volpini, così acceleriamo, nel dispositivo: “impegna il Presidente della Giunta regionale ad avviare tutte le iniziative di propria competenza affinché si privilegino nelle gare d'appalto delle mense pubbliche, istituti scolastici, ospedali ed aziende pubbliche nonché dei distributori automatici in essi collocati, le ditte fornitrici dei prodotti non contenenti olio di palma e suoi derivati”.
Emendamento 140/1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 140 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. In merito alla mozione n. 160 relativa all’ipotetica fusione di Marche, Umbria e Toscana, manca il Presidente, è inutile discuterla adesso, avrebbe minor peso politico, quindi chiedo il rinvio alla prossima seduta.

PRESIDENTE. Va bene, il rinvio è accolto all’unanimità.

Mozione n. 136
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Ripristino accesso ai servizi di 'trasporto non prevalentemente sanitario' per i pazienti oncologici, radioterapici e Fkt"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 136 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Arriva finalmente in discussione questa mozione, anche se oggi è all'ultimo punto, ma sono contenta di riuscire a trattarla. E’ un atto che reputo importante perché va a toccare le necessità ed i bisogni di persone malate.
Il 17 maggio è stata fatta una circolare da parte del Dirigente della centrale trasporti dell'Area vasta n. 2 - Direzione amministrativa, in merito ai trasporti non prevalentemente sanitari, inviata a tutti i Direttori generali dell'Asur, a tutti i medici dei distretti sanitari, che stabiliva che dall’1 giugno 2016 erano esclusi dal trasporto non prevalentemente sanitario tutti i pazienti, tranne quelli dializzati, lasciando fuori anche i pazienti oncologici, radioterapici, ad esempio, impossibilitati ad un agevole spostamento autonomo.
Le motivazioni alla base di questa decisione, hanno portato, dall'oggi al domani - la circolare è del 17 maggio con attuazione all’1 giugno - molte persone a non vedersi più riconosciuto il trasporto, sono esclusivamente di budget. Nel senso che il budget destinato ai trasporti è terminato e non si è cercato di reperire risorse alternative, ma si è deciso di tagliare tout court il servizio.
E' vero che la possibilità di trasportare tutti i pazienti, indipendente dalla patologia, anche nelle Aree vaste ha gradualmente ridotto i suoi effetti e la sua disponibilità.
Innanzitutto reputo sbagliato il metodo adottato, averlo fatto dall'oggi al domani. Persone in condizioni difficili che si recavano nelle strutture ospedaliere per fare la chemioterapia, nel mese di maggio avevano il servizio di trasporto pagato, mentre dal mese di giugno in poi non hanno più avuto rimborsato questo servizio, ma hanno dovuto pagarlo di tasca propria.
Numerose sono state le proteste da parte delle associazioni dei malati e dei cittadini ed io mi sono attivata per cercare di porre subito un freno a questa cosa.
Devo dire che a parole ho riscontrato, anche da parte di Consiglieri di maggioranza, un’attenzione ed una volontà positiva che però non si è mai tradotta in un atto concreto.
Voglio ricordare che alcuni mesi fa avevo presentato una mozione per valutare la possibilità di introdurre una contribuzione al costo del servizio dei mezzi di soccorso impiegati per le persone che si ubriacavano e facevano uso di droghe. L'introduzione di un ticket che non solo sensibilizzasse queste persone, in particolar modo i giovani ad un divertimento controllato e serio, ma questa compartecipazione avrebbe avuto, secondo la mozione che avevo presentato, una seconda finalità che era quella di creare un fondo in cui introitare questi ticket e girarli al trasporto delle persone affette da gravi patologie che, in tutte le Aree vaste della Regione Marche, non si vedevano più riconosciuta la contribuzione.
Purtroppo questa mozione è stata bocciata. La porto come esempio per dire che il problema va risolto attraverso l'individuazione di fondi che aiutino i malati gravi ad avere un aiuto anche economico. Alcune Croci nel territorio si sono attivate per cercare di venire incontro a queste esigenze, magari facendo viaggi programmati con più persone perché, dall'oggi al domani, 30 euro per un trasporto possono fare la differenza, soprattutto se gli interventi devono essere fatti in maniera continuativa.
Cosa chiedo con questa mozione? Un impegno da parte nostra a ripristinare il servizio attraverso atti ufficiali, è ovvio che io non mi sostituisco né all'Assessore alla sanità, né ai funzionari né ai dirigenti delle Asur, perché questo non è il mio compito, né in questa sede né fuori, ma un indirizzo come Aula e come Consiglieri regionali dobbiamo darlo alla nostra sanità ed è quello di prevedere e di reinserire il servizio offerto dalle Aree vaste, in questo caso dall'Area vasta 2, anche per i pazienti oncologici, radioterapici, affetti da patologie che ne inibiscono, ad esempio, la capacità e la funzionalità motoria.
Mi auguro che gli effetti si riverberino in tutte le Aree vaste, all'interno del trasporto non prevalentemente sanitario, garantire, quindi, attraverso l'individuazione di specifiche risorse economiche il ripristino di un servizio essenziale qual è appunto il trasporto non prevalentemente sanitario.
Mi auguro che questa mozione possa trovare accoglimento, dando un segnale forte anche ai nostri dirigenti Asur.
Torno a ribadire un concetto sul quale sono già intervenuta nei mesi scorsi, reputo che vada messa mano a quel principio per cui un dirigente sanitario prende il suo bonus per l’attività svolta calcolando il 60% del suo lavoro sul rispetto del budget e solo il 40% sugli interventi che vengono fatti.
Credo che questo principio, soprattutto nell'ambito sanitario, vada assolutamente rivisto perché secondo me il principio corretto sarebbe quello di vedere con le cifre che diamo ad ogni Area vasta quali servizi si riescono a dare. Lì si può dare una produttività. Se con il budget che viene distribuito si danno servizi ai cittadini malati, che sono degni e meritevoli per un problema così importante, come quello della tutela della salute, allora possiamo riconoscere dei premi dicendo: “Avete svolto un buon lavoro, bravi”. Altrimenti reputo che il solo soddisfacimento del requisito del budget, con questa sproporzione nella misura del calcolo, sia assolutamente sbagliato perché porta a provvedimenti come quello che oggi è in discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Vorrei integrare l'intervento della Consigliera Leonardi su questo problema che non interessa molte persone, questo è vero, però interessa un metodo, un modo, un’organizzazione. Si parla dei più deboli ed anche se fosse uno solo credo che meriti attenzione.
Questo problema nasce male, quando un dirigente, responsabile di questo settore, firma una circolare a fine 2015 per raggiungere il premio di risultato - questa è la verità dei fatti – e poi scappa perché ha raggiunto il limite di età per andare in pensione. Cosa succede oggi? Succede che l’incarico di ripristinare questo servizio è stato dato nuovamente ad un dirigente, questo è il problema, Presidente! Non è possibile che un pensionato che faceva il falegname, senza una gamba, senza un occhio perché diabetico, che percepisce 600 euro al mese abbia un debito di 500 euro mensili nei confronti della Croce che lo trasporta.
Le Croci non sono tutte uguali. Ci sono le Croci piccole che hanno difficoltà economiche, ci sono le Croci grandi, questo è un problema drammatico, Presidente, la provincia di Ancona non può più aspettare, nemmeno 48 ore di tempo, se non c'è una circolare che ripristina questo servizio. Poi si fanno gli accordi intercomunali per questo servizio, se una persona che non è barellata deve essere portata fino a Torrette e supera la giurisdizione di un Comune, quindi per il trasporto bisogna fare degli accordi tra Comuni. Le persone sono poche e si lamentano, è intervenuta la televisione, è intervenuta sui casi più pesanti e drammatici, si sono fatti dei servizi, ma ancora oggi, che siamo alla fine di ottobre, questo problema non è risolto.
Presidente, la invito caldamente, dentro quest'Aula, perché è vero che l'Aula è sovrana, ad intervenire presso chi è preposto a risolvere questo problema.
Ho dei dubbi che queste persone possano risolvere questo problema perché sono legate al premio di risultato, ed è ovvio che se spendono non prendono il premio, allora credo che questo problema vada risolto.
La Consigliera ha detto che bisogna intervenire probabilmente sul problema dei dirigenti della sanità, sono pienamente d'accordo perché i dirigenti della sanità fanno i risparmi e raggiungono il premio di risultato, in modo molto facile, a discapito della salute dei cittadini.
Questo è il problema, noi abbiamo i non barellati della provincia di Ancona che non vengono trasportati, mi sia permesso di dirlo, è una vergogna, Presidente.
Credo che con la sua sensibilità debba intervenire in termini normativi, di legge, lei ha il potere, ha il mandato dell'Aula, affinché risolva questo problema in tempi brevi. Tempi brevi sono poche ore, entro la fine del mese questo problema deve essere assolutamente risolto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Problema spinoso questo del trasporto sanitario prevalentemente sanitario e del trasporto socio sanitario.
Va detto che questo problema è sorto ed è presente in maniera intensa non su tutto il territorio marchigiano, ma è presente soltanto nell’Area vasta 2, quella della provincia di Ancona.
La delibera che regolamenta il trasporto sanitario prevalentemente sanitario nella nostra regione è la 292/2012 e lo regolamenta su tutto il territorio regionale, quindi fa pensare che un problema serio come questo, come hanno detto i due Consiglieri che mi hanno preceduto, riguardi soltanto un'Area vasta. Bisognerebbe chiedersi perché questo è successo.
Il trasporto socio sanitario prevalentemente sanitario avviene attraverso la richiesta ad un operatore sanitario, generalmente medico, nella stragrande maggioranza medici che operano nel territorio, medici di medicina generale, questa richiesta viene vidimata, filtrata, accettata, consentita da parte della Cct che è la centrale di controllo che ha una sede provinciale, ne abbiamo una in ogni Area vasta.
La Cct nostra che ha sede a Torrette era di gran lunga al di sopra dei budget consentiti, aveva sforato non di poche centinaia di euro, si parla di circa 800.000 euro rispetto al budget assegnato, era questa l'entità. In tutte le altre Aree vaste questo fenomeno non era così vistoso, anzi era contenuto nella normalità. Evidentemente si esercitava una modalità autorizzativa sui generis, quanto meno diversa, a maglie più larghe di quella che la delibera prevede. Mi sono portato dietro il modulo che quando faccio la richiesta per il trasporto prevalentemente sanitario devo compilare e tramite fax inviare alla Cct. Le condizioni per le quali il trasporto prevalentemente sanitario in ambulanza, barellato, può essere concesso sono quattro e sono tutte molto rigide, ve le leggo: necessità di rimanere in clinostatismo obbligato, significa persone che devono rimanere obbligatoriamente in posizione sdraiata; coloro che hanno necessità di un collegamento ad apparecchiature elettromedicale durante il trasporto, persone che hanno qualche macchina attaccata; la presenza di grave ipotensione, cioè persone che hanno la pressione bassissima.
Queste sono le condizioni con le quali la delibera, di cui prima ho parlato, regolamenta il trasporto prevalentemente sanitario nella nostra regione e consente l'utilizzo dell'ambulanza gratuitamente, cioè attraverso la prescrizione del sistema sanitario nazionale.
Capite quanto sono rigidi questi criteri! Poi che una prassi assolutamente fuori da questa delibera si sia instaurata per cui si utilizzava l'ambulanza anche per necessità diverse da queste, ha provocato lo sforamento così alto del budget.
Cosa si sta facendo oggi rispetto a questa cosa? E' stato avviato un tavolo tecnico in Regione, di cui fanno parte il Servizio salute, tutti i rappresentanti delle Croci, tutte le associazioni di volontariato, l’Asur, e sta lavorando per modificare la delibera 292 e per modificare i criteri di utilizzo del trasporto oltre che questioni diverse, come quelle dei budget da conferire alla Croci.
C'è una partita abbastanza importante, abbastanza impegnativa, che si sta portando avanti, che ha dei tempi purtroppo eccessivamente lunghi o comunque non conformi ad una necessità attuale.
L'ipotesi della circolare, di cui parlava il Consigliere Zaffiri, l'avevo addirittura avanzata che nel tempo, nelle more di una nuova delibera potesse stabilire criteri meno stringenti di quelli attuali Una circolare da mandare a tutti i direttori delle Aree vaste, per cercare una maggior flessibilità nelle richieste dell'ambulanza, soprattutto da parte delle Cct.
Credo che questa, in questo momento, sia la strada migliore per poter coniugare le necessità di un'utenza particolare.
Se stiamo a questa delibera nemmeno i dializzati potrebbero avere il trasporto, perché i dializzati non sono una categoria omogenea, abbiamo chi può andare a fare la dialisi con la sua macchina, guidando, e chi può essere accompagnato, e c'è invece il dializzato grave che ha necessità di stare in clinostatismo e ha bisogno dell'ambulanza.
C'è tutta una partita eterogenea che riguarda il trasporto socio sanitario che, secondo me, secondo noi, dovrebbe essere ripresa, riaffrontata e ricollocata dentro dei canali di maggior certezza.
La circolare avrebbe permesso di attutire i casi più gravi.
Prima il Consigliere Zaffiri parlava del disabile con una gamba amputata, in effetti secondo questa delibera non avrebbe diritto, però, torno a ripetere, il buon senso alcune volte dovrebbe andare al di là delle norme, che sono più o meno rigide o più o meno rispettose delle linee guida o dei protocolli, e qualche volta dovrebbe guidarci.
La circolare ci avrebbe permesso di uscire da questa empasse incresciosa e dolorosa, dolorosa per i pazienti e per le loro famiglie che ci si trovano, incresciosa per chi come me, ad esempio, quando svolgo il mio lavoro, devo affrontarla.
La rapidità con cui quella lettera è arrivata nei nostri ambulatori è stata anche per noi fonte di complicazioni nelle relazioni e nei rapporti. Aveva sicuramente lo scopo di rimettere in discussione una partita che aveva preso, secondo tutti, una piega e una strada eccessivamente poco rispettosa della norma.
C'è tempo per recuperare, se si riesce a convincere la Direzione, la circolare potrebbe darci quella tranquillità per affrontare in maniera più completa e definitiva la questione dei criteri del trasporto sanitario e prevalentemente sanitario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ringrazio la presentatrice della mozione, la Consigliera Leonardi, ed il Consigliere Zaffiri che è intervenuto; un grazie particolare al Presidente della Commissione sanità Volpini che, seppur con un tono molto pacato, è stato fermo nei contenuti. Non a caso ha insistito più volte, io non sono il suo esegeta però lo conosco abbastanza, sulla necessità di una circolare.
Mi sono sentito raccontare in questi mesi fatti, vicende, vissuti personali drammatici, ovviamente qui non voglio affrontare il problema di chi trasporta nelle Marche, ma voglio affrontare il problema del diritto dei trasportati, di coloro che hanno diritto.
Questo ragionamento non serve, ma lo faccio e dico queste due parole, non intervengo su questo perché tocca l'Area vasta 2, avrei fatto lo stesso per l’Area vasta 5 o 1, sia chiaro, la Direzione regionale per me è un fatto acquisito, quindi non stiamo parlando di questa o di quell’Area vasta.
C'è un dato di fatto, Consigliere Zaffiri, c'è un combinato disposto fra chi non ha fatto il proprio dovere e chi ha fatto azioni irresponsabili. Concordo con le cose che il Consigliere ha detto, queste due cose messe insieme hanno prodotto questo risultato: persone con disabilità gravi o persone che purtroppo hanno subìto un trapianto e che magari sono ritornate in dialisi e debbono rifare di nuovo un trapianto, non hanno più il diritto ad essere trasportati e viene detto loro che possono utilizzare il mezzo privato con il successivo rimborso, ma quale mezzo privato e quale rimborso dopo ore di dialisi! Siamo in presenza di fatti gravissimi!
Quella che il Presidente Volpini chiama una circolare, io credo che debba essere una disposizione precisa. C'è questo tavolo tecnico che sta lavorando, avrà bisogno di tempo? Bene! No, male! Fino a quando la vicenda non sarà chiarita si scriva, si metta nero su bianco che a queste persone il trasporto deve essere garantito. Questo a mio avviso deve essere il punto.
Sono intervenuto prima e chi mi conosce sa che sono anche per una, passatemi il termine, sacralità delle istituzioni, però non escludo azioni eclatanti se su una vicenda come questa non si va ad una risposta, ad una soluzione certa, ferma, per queste persone che sono già sfortunate del loro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Già gli interventi che mi hanno preceduto hanno giustamente rilevato che questo tema è molto delicato e molto importante.
Anch'io ringrazio la Consigliera Leonardi che lo ha posto ed il Presidente Volpini che lo ha sollecitato anche in questo spazio. Ringrazio la Consigliera Leonardi anche per la pazienza, questa mozione è stata presentata diverso tempo fa.
Devo dire che il Presidente Volpini si è attivato fin da subito su questa problematica e molti di noi conoscono l'importanza, Consigliera Leonardi, delle questioni che lei solleva, che sono giuste, lo diceva adesso in modo molto appassionato e serio il Consigliere Giancarli, quando parliamo di persone che soffrono e sono sfortunate, dobbiamo avere una attenzione particolare.
Noi abbiamo presentato un emendamento, non perché vogliamo sottrarci alle questioni contenute nel dispositivo della mozione originale, però dobbiamo riconoscere una cosa, esiste un tavolo che la Giunta, lo diceva adesso il Presidente Volpini, ha attivato alcuni mesi fa, in cui il Servizio salute, insieme alle Croci ed alle associazioni di volontariato, alle Anfass ed all'Asur sta mettendo in campo un percorso di revisione dei criteri della delibera di Giunta regionale n. 292.
Noi diamo fiducia a questo percorso per la serietà degli interlocutori, però vogliamo cogliere questa occasione per esprimere la necessità di una accelerazione, questo si, perché rispetto a persone che sono in difficoltà credo che quest'Aula debba esprimere un punto che è quello della priorità. Ci sono alcune priorità nel lavoro, gli uffici hanno tantissimo lavoro, è chiaro che il Servizio salute ha probabilmente più lavoro di altri per la complessità del settore sanitario, però l'idea è che noi vogliamo riconoscere questo tavolo, l'importanza di questo tavolo, che è un tavolo ufficiale, ma dobbiamo dire: “Fate presto perché ci sono delle persone che più di altre sono in difficoltà”.
L'emendamento invita la Giunta a chiudere al più presto questo tavolo, a portare a buon fine il percorso di revisione di questi criteri e a comunicare all'Aula.
Credo che, anzi invito i Consiglieri Leonardi, Zaffiri e Giancarli a sottoscrivere e a votare questo emendamento, perché se l'Aula prende unitariamente un impegno da questo punto di vista abbiamo anche l'occasione di vigilare che i tempi possano essere rispettati.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Faccio notare una discrepanza grave fra quello che ha dichiarato il Presidente della Commissione Volpini e quello che c'è scritto in questo emendamento, perché se in questo emendamento ci fosse scritto ciò che ha annunciato il Presidente Volpini, e cioè che in attesa di una revisione della 292/2012, sulla quale sono d'accordo, ci sarà una circolare che interviene immediatamente - perché sono passati 5 mesi, io ho ricordato le date, dal 17 maggio, giorno in cui è stata fatta la circolare, al 1 di giugno queste persone si sono viste tagliare il servizio - e che ripristina il trasporto per queste persone che hanno bisogno, questo sarebbe un intervento veloce, altrimenti è un prendere tempo e non intervenire.
Mi rifaccio anche a quello che ha detto il Consigliere Giancarli, se ci sono state delle colpe a monte rispetto alla gestione di una delle Aree vaste, visto che il problema è in una sola, la malagestione non può ricadere sulla gente, non può ricadere sui pazienti. Credo che questo sia inconcepibile ed ho sentito delle dichiarazioni che vanno in questo senso.
Leggo delle frasi che mi dispiace, Consigliere Busilacchi, non vanno in quel senso, non vanno neanche nel senso delle sue parole di rapidità, perché il Presidente Volpini ha detto che questa revisione è lunga, mentre lei propone la revisione della 292 come un intervento rapido.
Io posso comprendere tutte le difficoltà di questo mondo, ma la pazienza di discutere questa delibera non è la mia, la pazienza è di quelle persone che prima di giugno avevano garantito un servizio e che da giugno ad oggi non l’hanno più.
Chiedo di rivedere questo intervento, altrimenti io non posso votarlo perché tradirei il principio che sta alla base della mozione che è quello di intervenire subito, posto che siamo già in ritardo e posto che una soluzione era stata individuata attraverso un intervento, una circolare immediata, che ponesse la struttura temporaneamente in condizione di salvaguardare queste persone in attesa di una revisione. Io ho scritto: “rivedere …”, può andar bene anche un dicitura diversa, ma deve esserci un intervento realmente immediato attraverso una circolare che cancelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori. Condivido quello che dice la Consigliera Leonardi allora facciamo così: sub emendiamo a questo emendamento e inseriamo un altro punto, lo scriviamo insieme, che preveda questo aspetto della circolare nell'attesa della revisione, che io auspico sia breve. Facciamo una piccola sospensione.

PRESIDENTE. Va bene, facciamo 5 minuti di pausa poi riprendiamo.

La seduta è sospesa alle ore 18,00.

La seduta riprende alle ore 18,15.

PRESIDENTE. Sub emendamento n. 136/1/1 a firma dei Consiglieri Leonardi e Busilacchi, ve lo leggo: “Dopo il punto 1 del dispositivo è inserito il seguente: “ad attivarsi immediatamente affinché con atto adeguato si garantisca fin da subito un trasporto non prevalentemente sanitario rispondente alle esigenze di soggetti quali disabili e pazienti oncologici e FKT”
Sub emendamento 136/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 136/1 a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 136 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18,20.