Resoconto della seduta n.53 del 18/01/2022
SEDUTA N. 53 DEL 18 GENNAIO 2022

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 53 del 18 gennaio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 52 del 12 gennaio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Deliberazione legislativa statutaria
“Modifica alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 ‘Statuto della Regione Marche’”.
(seconda approvazione ai sensi dell’articolo 123, secondo comma, della Costituzione)

(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statuaria.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. In realtà non rientro nel merito della proposta di legge, voglio sottolineare che noi oggi ci troviamo ad approvare in seconda deliberazione questo atto che riguarda una modifica del nostro Statuto, così come previsto, infatti, dall'articolo 123 della nostra carta costituzionale. Lo Statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad un intervallo non minore di due mesi.
Questa proposta di legge, la prima deliberazione con esito positivo si è svolta il 9 novembre, quindi oggi siamo alla seconda deliberazione, riguarda la sostituzione terminologica all'articolo 22, comma 2, lettera b dello Statuto della Regione Marche, la dove si andranno a sostituire le parole ”Al Parlamento” con le parole “Alle Camere”. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere di minoranza il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ha detto già la relatrice di maggioranza, siamo in seconda lettura, così come prescrive la nostra Costituzione, e questa proposta di legge di modifica statutaria non è altro che uniformare il nostro Statuto regionale a quello che è il dettato costituzionale. Prima si prevedeva che l’Assemblea legislativa inviasse delle proposte di legge “al Parlamento” noi diciamo invece “alle Camere”, così come prevede la nostra Costituzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Per esprimere il parere favorevole perché si tratta, come già detto dai relatori di maggioranza e minoranza, di uniformare l'articolo 21 del nostro Statuto all'articolo 121 della Costituzione. Noi siamo favorevoli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto tutti, voto favorevole del nostro gruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Per il gruppo Lega, per esprimere parere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Vi ricordo che occorre la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea legislativa regionale.
Deliberazione statutaria. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Voglio segnalare che sulla votazione che abbiamo appena concluso il mio voto è a favore, il sistema mi dava la spunta positiva nel display che ho qui, ma nel tabellone risultava un'astensione. Lo voglio segnalare e chiedere una correzione del voto che dovrebbe risultare anche a voi. Grazie.

PRESIDENTE. Sulla deliberazione legislativa statutaria i voti favorevoli sono 25, si deve aggiungere il voto favorevole della Consigliera Ruggeri.

Interrogazione n. 348 – a risposta immediata
a iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi
“Gestione emergenza pandemica - Utilizzo struttura ‘Covid Hospital’ Civitanova Marche”;

Interrogazione n. 349 – a risposta immediata
a iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Emergenza Covid-19: squilibrio dell’assistenza sanitaria nelle Marche per i malati da SARS-CoV-2”;

Interrogazione n. 351 – a risposta immediata
a iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mastrovincenzo, Biancani, Casini, Bora
“Riapertura Covid Hospital di Civitanova Marche”.
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni a risposta immediata n. 348 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, n. 349 delle Consigliere Ruggeri e Lupini e n. 351 dei Consiglieri Carancini, Mastrovincenzo, Biancani, Casini, Bora.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Ringrazio i presentatori di queste interrogazioni perché consentono di far chiarezza su un tema che è sorto agli oneri della cronaca, anche regionale, da alcuni giorni.
Innanzitutto occorre precisare e prospettare che allo scoppio della pandemia da Covid 19 tutte le terapie intensive degli ospedali a livello nazionale, non solo regionali, furono interessate dal ricovero delle persone che erano giunte nell'ultima fase della patologia, determinando un'occupazione di tutti i posti letto intensivi presenti nostra regione, che erano 115.
Ritenuto che non solo la dotazione dei posti letto intensivi della nostra Regione fosse inadeguata rispetto alle esigenze che si manifestavano, il Governo il 19 maggio del 2020 emanò il decreto legge 34 autorizzando e finanziando la Regione Marche a realizzare 105 posti letto di terapia intensiva. A seguito della norma nazionale la Regione diede applicazione a questa previsione, prevedendo una ripartizione dei posti letto che lo Stato aveva autorizzato a realizzare, finanziando secondo questo schema. Furono assegnati: 41 posti all'Azienda ospedaliera Marche Nord, 38 all'Azienda ospedaliera universitaria Torrette, 14 all'Ospedale di Fermo, 5 all'Ospedale di Jesi e 5 all'Ospedale di San Benedetto del Tronto. Nei mesi successivi, rispetto a maggio, subito dopo l'estate, ci si accorse che dei 105 posti letto non ce n’erano disponibili nessuno, per cui tra i mesi di settembre e ottobre si decise l'apertura del Covid Hospital di Civitanova Marche, così come analogamente era stato fatto a Milano con una struttura similare. All'atto dell’assunzione della responsabilità di governo di questa Regione, il 15 ottobre, non solo non c'era nessun posto letto di terapia intensiva già realizzato, ma anche il Covid Hospital di Civitanova Marche richiedeva interventi di allocazione delle macchine elettromedicali e di tutta la sistemazione logistica, per cui nei primi giorni del mese di novembre 2020, quando la pandemia ha cominciato a colpire duramente, ci siamo trovati a dover affrontare il ricovero clinico in terapia intensiva, il picco, di 160 persone, per cui si è decisa immediatamente l’apertura del Covid di Civitanova con due moduli da 14 posti letto di terapia intensiva (14 + 14), più un ulteriore modulo di posti per infettivi. Ricordo che per l'apertura del Covid Center di Civitanova tutto il personale necessario (10 anestesisti per ogni modulo, più 22 infermieri, più 23 Oss al giorno) fu attinto essenzialmente dall’Area vasta 3, in particolare dagli ospedali di Civitanova Marche, Macerata, Camerino, che addirittura ospitava anche il Covid nella sua struttura, alcuni medici e anestesisti provenivano dall’INRCA, due da Urbino ed un anestesista da altre strutture.
Con l'apertura del Covid Center di Civitanova Marche vennero completamente bloccate, per tutto il periodo in cui è stato aperto, le attività operatorie dell’Area vasta 3, che si era fatta carico dell'apertura del Covid Center di Civitanova.
Veniamo adesso alla fotografia attuale. Precisato che la struttura di Civitanova Marche ha due moduli da 14 posti +14 posti arredati e non c’è la possibilità di curare persone che non siano in terapia intensiva perché non ci sono servizi igienici - possono essere curati solamente pazienti che vedono il servizio di rilevamento delle reiezioni tramite cateteri o l'impiego di Oss o di infermieri (non è possibile aprire dei moduli che possono curare persone sia in terapia intensiva che infettive, devono essere solo persone in terapia intensiva), la situazione attuale è diametralmente opposta rispetto a quella che si è verificata un anno fa, nel senso che stamani nella nostra regione si registrano 64 posti occupati di terapia intensiva, che sono così distribuiti: 26 a Marche Nord su 41 realizzati; 19 più 1 pediatrico a Torrette su 38 posti finanziati e realizzati; 3 posti di terapia intensiva sono occupati a Jesi, 6 a Civitanova Marche, 6 a Fermo su 14 posti che devono essere realizzati, ma che non lo sono stati, 3 a San Benedetto del Tronto su 5 posti di terapia intensiva realizzati.
In una situazione in cui l'occupazione di posti letto in terapia intensiva è del 25%, noi abbiamo l’occupazione di 64 posti letto su 256 disponibili in tutta la regione, i tecnici non ritengono di aprire il Covid Center di Civitanova Marche perché si bloccherebbero tutte le attività cliniche e gli interventi clinici che sono stati programmati. Con un carico di 64 posti di terapia intensiva attuali rispetto ai 160 dell'anno scorso non c’è possibilità di paragonare le due condizioni. Questo è avvenuto in ragione dell'alto numero di persone vaccinate, vaccinazione anche con terza dose che stiamo completando in questo mese per cui alla fine del mese di gennaio avremo dato copertura, con la quarta dose, a circa 420.000 cittadini marchigiani. Non sarà un'operazione facile da completare, 420.000, terza dose.
L’indicazione di dare copertura dopo il quarto mese è venuta dal Commissario il 10 gennaio, la circolare che stabilisce che il vaccino, la dose booster, ha una copertura di quattro mesi è del 10 gennaio.
I dati dell'Osservatorio epidemiologico ci descrivono questa situazione. Le proiezioni sono che tra la prossima settimana e quella successiva potremmo raggiungere un picco massimo di terapie intensive tra 80 e 83 casi, quindi dati i 64 posti attualmente occupati si potrebbero aggiungere a Marche Nord, ai 26 posti occupati rispetto ai 41, altri 10 posti e la stessa cosa potrà avvenire per Torrette. Finché non raggiungeremo la quota di 80/83 posti di terapia intensiva il sistema reagisce positivamente, prevedendo la cura sia dei pazienti Covid sia l'organizzazione degli interventi delle terapie necessarie ai nostri pazienti.
Si osservi ancora che la distinzione rigida tra pazienti Covid e non Covid ormai tende a sfumare perché ci sono tantissime persone che sono positive e che richiedono l'intervento chirurgico, come i cardiopatici, gli infartuati, i pazienti neurologici. Questi pazienti, ancorché positivi, non possono essere portati in una struttura Covid, ma devono permanere negli ospedali per ricevere il trattamento terapeutico necessario alla loro patologia principale, come le cardiopatie, le neurologie e così via.
Conclusivamente, rispetto alle domande che sono state formulate nelle interrogazioni, c'è da tener conto che il Covid Center di Civitanova Marche ha rappresentato un punto importante nella prima fase della pandemia e costituisce una riserva fondamentale nell'ipotesi in cui il numero di pazienti dovesse aumentare, ma in questa fase non si ritiene di aprirne la funzionalità perché sottrarrebbe risorse fondamentali (anestesisti, cardiologi, pneumologi) e necessarie per mandare avanti i cicli clinici previsti nei vari ospedali e in particolare nell’Area vasta 3, negli ospedali di Macerata, di Civitanova Marche e di Camerino.
Nelle ipotesi in cui nelle prossime settimane il numero, il famoso plateau, di persone in terapia intensiva dovesse superare le 80/83 unità è previsto che si possa aprire un modulo o due moduli, ciò che necessita, nel Covid Center di Civitanova Marche, gestito in questo caso dalle quattro Aziende. Non potrà avvenire quando è accaduto precedentemente perché la realizzazione del Covid Center di Civitanova seguiva il fatto che l'Area Vasta 3 non aveva ricevuto la ripartizione prevista dal decreto legge 34. Quando è stata fatta la ripartizione dei 105 posti di terapia intensiva si era previsto che fossero ripartiti tra Marche Nord, Torrette, Jesi, Fermo e San Benedetto del Tronto, si era saltata l’Area vasta 3. Questa è stata una delle ragioni per cui si è deciso di allocare il Covid Center a Civitanova.
Un'ultima annotazione, la stessa struttura creata in Lombardia è stata creata nella città di Milano, in prossimità degli ospedali della città di Milano, e chiedere a Marche Nord o a Torrette o San Benedetto del Tronto o ad Ascoli Piceno di andare a ricoverare i pazienti nel Covid di Civitanova con il proprio personale è un'operazione, anche dal punto di vista contrattuale, che non può essere fatta. Negli anni precedenti è stata realizzata tramite l'adozione di provvedimenti autoritativi, ordini di servizio. Alcuni di questi sono stati contestati davanti al Giudice del lavoro, che in taluni casi ha dato ragione ai dipendenti, che non potevano essere coattivamente o autoritativamente inviati a prestare servizio nel Covid Center di Civitanova. Queste sono le ragioni sostanziali.
In questo momento, con 64 posti letto di terapia intensiva, siamo in grado di garantire la copertura delle terapie intensive senza aprire il Covid Center di Civitanova, tenendo conto che, dove il numero delle terapie intensive dovesse salire tra le 80 e le 83 unità, si valuterà caso per caso, Azienda per Azienda, come riaprire uno dei moduli o più moduli del Covid Center di Civitanova. Grazie.

PRESIDENTE. Ho lasciato il tempo necessario perché il tema delle tre interrogazioni è particolarmente delicato.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ci sono delle evidenti contraddizioni nella risposta dell’Assessore Saltamartini. C'è una contraddizione con gli atti perché la delibera di Giunta regionale n. 503 del 2020 ha individuato le strutture ospedaliere con percorsi dedicati Covid positivi completi in acuzie ponendo al primo posto il Covid Hospital di Civitanova Marche, istituito con delibera di Giunta regionale n. 415 del 2020, da utilizzare per consentire la riduzione del sovraffollamento nelle altre strutture pubbliche, ponendo in ordine sequenziale le strutture pubbliche con unità operativa malattie infettive, tra cui: l'Area vasta 4, stabilimento di Fermo; l'ospedale di Marche Nord Pesaro e gli Ospedali riuniti Torrette di Ancona. A seguito della saturazione dei posti letto per pazienti Covid presso queste strutture si prevedevano percorsi dedicati all’Area vasta 2 Jesi, all’Area vasta 3 Camerino, Civitanova e Macerata, all’Area vasta 5 San Benedetto del Tronto, all’INRCA stabilimento di Ancona ed in caso di ulteriore sovraffollamento potevano essere rivisti gli accordi con il privato accreditato.
Oggi questa strategia è ancora ritenuta valida perché non c'è stato un atto di modifica da parte del nuovo governo regionale, quindi, diciamo che l'obbligo di riattivare il Covid Hospital di Civitanova, in quanto elemento prioritario e strategico per evitare quanto più possibile anche la promiscuità nei reparti dei vari presidi ospedalieri delle Aree Vaste, è dovuto, è necessario e il suo inadempimento costituisce un evidente omissione di carattere politico istituzionale, quanto meno; tra l’altro è produttivo di un danno economico e anche patrimoniale, se vogliamo, perché da una parte non si utilizzano quelle strutture, dall'altra si consente il sovraffollamento e l’inoperatività di altre e l’impossibilità nelle stesse di dedicarsi alle prestazioni ordinarie dei nostri concittadini.
Questo in particolare vale per la provincia di Fermo dove c'è un unico ospedale di primo livello per tutto il territorio provinciale, da qui nasce questa interrogazione, che di fatto l'anno scorso, ma anche quest'anno, è diventato un ospedale Covid.
Il tema di cui parla l’Assessore Saltamartini, della mancanza di personale …, quanto tempo ho Presidente?

PRESIDENTE. E’ terminato da 1 minuto e 24 secondi.

Fabrizio CESETTI. Un altro minuto se mi consente, visto che l’Assessore Saltamartini lamenta la questione della mancanza di personale, vorrei evidenziare, ma non ho tempo, che colui, sentito a proposito, che ha proposto e realizzato il Covid Hospital ha detto che rappresenta un baluardo contro il Covid, per quello che dicevo prima, inoltre ha aggiunto: “Mancano i medici? Ci sono mille modi per reclutarli, basta volerlo fare” e dal punto di vista strutturale e tecnologico il Covid Hospital è adeguato e pronto.
Non solo, l'anno scorso, Assessore Saltamartini, riconosco che è sempre molto attento, ricorderà la risoluzione n. 3 presentata il 9 novembre 2020, con la quale si chiedeva di riattivare pienamente il Covid Hospital di Civitanova Marche e trasferire lì alcuni reparti che erano a Fermo e in quella circostanza la risoluzione nostra prevedeva di attingere il personale da destinare al Covid Hospital di Civitanova Marche proporzionalmente tra le quattro Aziende del Servizio sanitario regionale e all’interno dell’Asur, proporzionalmente tra le cinque Aree vaste. Questo lo dicevamo il 9 novembre 2020.
Oggi la situazione si è aggravata non solo nell'Ospedale di Fermo - io riporto nelle interrogazioni alcuni passaggi di dichiarazioni rese dagli operatori sulla stampa, li potete leggere perché non ho tempo di declinarle – ma si è dispiegata su tutto il territorio regionale, pensiamo a Macerata, a Pesaro.
Secondo me quello che ci vuole non è un atto di coraggio, ma un atto di responsabilità, doveroso, perché nella vigenza di quei provvedimenti, che poc'anzi ho citato e che non sono stati mai modificati, l’attivazione del Covid Hospital è un atto dovuto, Assessore! Quindi, si proceda celermente, altrimenti siete materialmente responsabili delle cure che non vengono erogate negli altri ospedali della Regione Marche, cure no Covid, perché lì c’è il Covid che imperversa.
E’ un atto dovuto, prendo atto che il Presidente della Giunta regionale si è dichiarato possibilista, credo che dovreste essere conseguenti con atti tuttora vigenti che, per voi costituiscono un obbligo, la via, a quegli atti vi dovete attenere, altrimenti li dovete revocare, ma no con le chiacchiere …

PRESIDENTE, La prego di chiudere. Grazie.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. La parte finale dell'intervento del Consigliere Cesetti, che mi ha preceduto, secondo me è proprio il cuore del problema, ovvero la contrazione del diritto alla salute per altre patologie dei nostri concittadini, in particolare mi verrebbe da dire dei concittadini dell’Area vasta 1.
E’ vero che Marche Nord, ricordo che è l'Azienda in cui convergono sia l’ospedale di Fano che quello di Pesaro, ha avuto risorse per attivare i posti letto di terapia intensiva e i posti letto di terapia semintensiva, ma aveva anche chiesto una revisione del piano del fabbisogno del personale. Una richiesta molto precisa per l'attivazione dei posti letto di terapie intensive, si chiedevano: 22 medici anestesisti rianimatori, 120 infermieri, 20 Oss, 3 fisioterapisti, 3 tecnici di radiologia e per i posti letto di terapia sub-intensiva 10 unità di dirigenti medici, 30 infermieri e 16 Oss. Ha ridosso di questa richiesta l’ex Presidente della Giunta fece un’altra scelta, l'apertura del Covid Hospital, non ci fu risposta a quella istanza di maggiorazione del personale, però la risposta non è arrivata neanche da voi, che avete fatto una scelta differente, che è quella che ci ha annunciato adesso con chiarezza l'Assessore Saltamartini, di non riaprire il Covid Hospiital.
Questo comporta che nella provincia da cui provengo, a fronte dell’8% dei casi regionali di positività, il 43% dei posti letto sono occupati a livello di Area vasta e non solo di Marche Nord, da degenti Covid che provengono da altre province.
L’Assessore quando dà i numeri da sempre unicamente quelli delle terapie intensive e questo ho visto che è avvenuto anche nella recente Assemblea di Area vasta, quando quelli che a noi servono sono i numeri complessivi. Ad esempio sono stati aperti 70 posti letti post acuzie a Galantara e per mantenere e avere il personale sufficiente per questi malati è stato chiuso il reparto di psichiatria di Pesaro. Spiegatemi voi perché? Questo è un dato oggettivo, è una cosa che è successa, ho presentato un’interrogazione che discuteremo presto perché quello che lei dice non deve avvenire nelle altre Aree vaste, può accadere tranquillamente nella nostra.
Vengono chiusi i servizi soprattutto per le persone con fragilità, come in questo caso i malati psichiatrici, i medici vengono presi da altri reparti che smettono di funzionare.
Ricevo un sacco di segnalazioni di interventi chirurgici che vengono annullati, rimandati, esami diagnostici che non vengono fatti, visite mediche che vengono spostate. Tutto questo succede nel pesarese e non è possibile, tant’è che la richiesta che noi avanziamo è che ci sia un riequilibrio dei malati Covid anche nelle strutture o, in subordine, l'apertura del Civitanova Hospital, che potrebbe anche risolvere i problemi tecnici della sub intensiva o essere utilizzato come RSA se non vogliamo aprirlo come intensiva.
Queste richieste nascono dal fatto che non ci può essere, a nostro avviso, una contrazione del diritto alla salute dei cittadini del pesarese, che si sentono di serie b. Quello che lei dice che deve essere per le altre Aree vaste – benissimo, sono d'accordo con lei - deve essere anche assicurato ai cittadini del pesarese.
Torno a dire che oltre il 40% dei malati Covid, intendo tutti, intensivi semintensivi e post acuzie, sono nella provincia di Pesaro a fronte del fatto che non abbiamo avuto un rinforzo di medici ed operatori sanitari. Questo non è più tollerabile e vi chiedo di risolvere la situazione, ma subito, già è tardi, no tra un po' o come leggo sui giornali: “Faremo, faremo”.
E’ finito il tempo della campagna elettorale, voi le cose siete chiamati a farle ora. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore Saltamartini le fornisco tre dati che sembrano simbolici, ma sono pienamente efficaci per fotografare la sua confusione personale, che si riflette purtroppo nella nostra sanità in tema di gestione del Covid, che lei oggi con la sua risposta non ha certo contribuito a fugare, anzi, l’ha detto puntualmente il Consigliere Cesetti, ne ha accentuato le contraddizioni.
Il primo dato è questo: il 27 ottobre 2020 la Giunta regionale Acquaroli, regime Saltamartini, riapre il Covid Hospital a Civitanova Marche per la seconda ondata Covid. In quel giorno nelle Marche ci sono i seguenti dati: 26 persone in terapia intensiva; 40 persone in terapia semintensiva; 253 ricoverati. Il 15 dicembre del 2021, cioè 10 giorni dopo, nel momento in cui avanza l'ondata Omicron, comunque circa un mese fa, avevamo i seguenti dati: 36 persone in terapia intensiva; 31 in terapia semintensiva; 177 ricoverati. Il 17 gennaio 2022 (i dati sono aggiornati a ieri) abbiamo, con l'esplosione dell’Omicron, 64 persone in terapia intensiva; 64 persone in semintensiva; 343 ricoveri Covid. Quasi il triplo di quelli che c'erano quando lei riaprì il Covid Hospital a ottobre 2020, soprattutto con una percentuale di posti di terapia intensiva occupati da malati Covid che oggi ha superato abbondantemente il 20%. Senza considerare un altro dato, che lei non utilizza, purtroppo, cioè che la gravità della situazione è accentuata dai malati Covid che di fatto hanno espropriato alcuni pronto soccorso e le medicine d’urgenza. Lei trasferisce d’ufficio, con mobilità d’urgenza, i chirurghi dalle chirurgie ordinarie ai pronto soccorso.
Le ricordo che se avesse guardato i numeri e se avesse una coerenza dal punto di vista della linea il Covid Hospital sarebbe stato già riaperto e sarebbe bene che lei spiegasse come mai in condizioni peggiori, le ribadisco il triplo del 2020, quando ci trovavamo in una situazione grave, ma non come oggi, lei fa una scelta completamente diversa.
A questo proposito spiega tre argomenti: il primo: prima non c'erano le intensive oggi ci sono, è una sciocchezza quella che dice, non voglio più usare termini forti nei suoi confronti perché non ci sono limiti, non è vero che non c’erano le terapie intensive e comunque c'erano terapie intensive per affrontare i numeri del 2020, quindi è una contraddizione; secondo elemento …

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Romano CARANCINI. Presidente, le chiedo scusa, l'Assessore ha parlato 10 minuti, lo consenta anche a noi, altrimenti non lo facciamo più, non è normale. Abbia pazienza, credo che gli argomenti meritevoli di attenzione che ha avuto l’Assessore Saltamartini, e che io apprezzo, li debbano avere anche le opposizioni.
Seconda questione: il personale. Assessore Saltamartini, il personale già lei lo sta mandando in altri luoghi, già oggi, per esempio, sta programmando di chiudere la psichiatria a Macerata, quindi la sua tesi secondo cui i posti letto in terapia intensiva salvano le unità ordinarie all’interno degli ospedali è una bugia, una sciocchezza. Lei sta chiudendo psichiatria a Macerata, tutti i 10 posti letto, ecco perché dico che il suo tema è inconsistente. Ci sta raccontando ancora una volta una sciocchezza, immaginando che ci beviamo tutto quello che lei dice.
In una sua intervista di due giorni fa ho apprezzato molte cose, una sola in realtà, quando ha detto che un conto è governare e un conto è stare in campagna elettorale. Questo per un uomo di istituzioni, che aveva portato la neve con i camion davanti alla Regione, contro la Regione, è un salto di qualità, ma la realtà è questa, la realtà è semplicemente un’altra. Ho finito, Presidente, è possibile …

PRESIDENTE. Comprendo che lei deve rispondere, però bisogna che facciamo una mozione d’ordine perché dobbiamo contenere…, siccome sono interrogazioni a risposta immediata. Prego, continui.

Romano CARANCINI. La realtà è semplicemente un'altra, Assessore Saltamartini, anche nella gestione Covid avete dimostrato la vostra inadeguatezza, che ritroviamo nelle decine di foto che raccontano la vostra superficialità nel rapporto con i cittadini, l’incapacità di comunicare - avete organizzato open day senza specificare chi riguardava, prime dosi o booster - l’incapacità di organizzare perché non sono sufficienti i centri vaccinali, soprattutto inaffidabili, l’incapacità strategica perché, Assessore, se avesse ragionato avrebbe prima di tutto aggiornato il piano pandemico.
Oggi dice che siamo in una fase diversa, voi avete lavorato con il piano pandemico precedente, siamo in una fase diversa e non avete scelto il programma di concentrare tutti i malati di terapia intensiva e gran parte di quelli in semintensiva al Covid Hospital, che avrebbe consentito di riorganizzare i reparti liberando, per esempio, i pronto soccorso e le terapie d’urgenza.
Purtroppo, ancora una volta lei si dimostra inadeguato, incapace di programmare strategicamente una fase così difficile. Grazie.

PRESIDENTE. Prima di andare avanti con le repliche dei Consiglieri interroganti, che si sono iscritti a parlare, vi ricordo che siamo in sede di interrogazione immediata, il che vuol dire che dovrebbero essere a tamburo battente botta e risposta.
Prendo atto che l'intervento dell'Assessore ha sforato di circa 10 minuti, 9 e qualcosa, ma con tre risposte siamo andati oltre i 6 minuti, quindi dobbiamo regolarci, altrimenti andiamo in deroga alle norme regolamentari ed è inutile avere un regolamento che in qualche modo poi viene disatteso, pur prendendo atto, diciamo così, della delicatezza del problema. Altra cosa è il merito della discussione.
Non voglio apparire censore in prima battuta dell'avvio dei lavori di questa seduta, ma indubbiamente dobbiamo regolarci nel rispetto del tempo concesso, con un minimo di tempo in più per concludere il ragionamento che si sta svolgendo, ma certamente non con i tempi che fino adesso ho concesso, che francamente mi è molto difficile riconoscere per il futuro.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non ho sentito nella replica, Assessore, parlare del piano pandemico regionale, che pure c'era e che voi avete approvato in maniera identica a quello della precedente Giunta, che non viene applicato.
In quel piano c’erano la centralità del Covid Hospital ed anche la separazione dei percorsi sporco/pulito nelle diverse Aree vaste, ad eccezione della provincia di Fermo che ha solo un nosocomio.
Credo che se facciamo un attimo di conti e meno confusione, perché in due minuti è molto difficile … Capisco che interessi poco il Covid, poco il Covid Hospital, tanto meno la sanità, però se uno sta un attimo …, un minimo di educazione a cominciare dal Presidente, che già c’è poco e quando c'è parla. E’ un po’ difficile. Capisco il disinteresse, capisco che lei è solo, Assessore, però la dimostrazione classica è proprio in quest’Assise.
Detto questo, come si diceva prima c’è un carico eccessivo delle rianimazioni che sarebbero 42 nel Covid Hospital, più 42 posti di semintensiva ...
Presidente, io rinuncio a parlare perché se la Giunta viene qui per fare chiacchiere e pettegolezzi, mi dispiace, rinuncio ai miei minuti e li do al mio capogruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. L’imbarazzo della Consigliera Casini …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di prendere posto in Aula, anche gli Assessori.
Non c’è una norma regolamentare che impedisce di parlare in Aula purché non ci sia un brusio, però è stata chiesta una norma di dirigenza comportamentale, quindi, mi attengo a questa. Prego.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Stiamo parlando di uno degli argomenti più delicati e penso che tutta la Giunta dovrebbe porre attenzione. Capisco che lo fa l’opposizione e lo fa anche in modo molto imbarazzato perché stiamo parlando di un piano pandemico approvato dalla precedente Giunta, quella da cui prendete le distanze quotidianamente e continuate a raccontare cose che attengono più, e lo dico, alla campagna elettorale che alle necessità, e dalle risposte della nostra Regione oggi ne abbiamo avuto conferma.
Non voglio entrare nell’argomento del Covid Hospital perché lei ci mette a disposizione dei dati, una strategia che però non è suffragata da nessun provvedimento e ha ragione, Assessore, quando dice che il tema non è più da impostare come nella prima ondata perché sono successe cose.
Il decreto leggo 34, è un fatto, ha ridistribuito posti di terapia intensiva su base regionale, vado a memoria, mi sembrano105, e ha cambiato completamente lo scenario, ma voi lavorate ancora con il piano pandemico precedente disattendendo le indicazioni.
Dal punto di vista legale può creare indubbiamente qualche problema, cambiatelo, dateci le indicazioni, dite qual è la vostra strategia e noi poi andremo a verificarla.
Assessore, la valutazione è solo sul piano politico, siete ancora in campagna elettorale, rimarcate in ogni dove, ma questa volta lo facciamo sulla pelle dei nostri concittadini, acuendo le difficoltà dei nostri operatori.
Cambiate il piano pandemico, scrivete le cose come servono, aggiornate, perché state inseguendo la pandemia e lo state facendo con strumenti che non sono aggiornati e adeguati per dare le giuste risposte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Starò nei due minuti con una considerazione, una precisazione e una domanda.
La considerazione è che nelle Marche ci sono troppi ricoveri in terapia intensiva rispetto ai contagiati, ai casi, ai ricoverati totali. Questo dovrebbe indurre tutti a una riflessione.
La precisazione è che rispetto ai 118 posti letto in terapia intensiva si è passati, come ha detto l’Assessore, a 256, ma si dimentica di precisare che dei 138 posti letto aggiuntivi 88 li ha trovati praticamente fatti o quasi fatti perché 42 erano quelli del Covid Center di Civitanova Marche, 41 erano stati programmati a Pesaro dalla precedente amministrazione e 5 erano a San Benedetto del Tronto, la stragrande maggioranza dei posti letto che poi si sono aggiunti.
Secondo quanto ha detto l'Assessore con l'apertura del Covid Hospital di Civitanova si sottrarrebbero anestesisti, medici, infermieri da altri reparti, allora gli chiedo: perché continua a calcolare i posti letto di terapia intensiva di Civitanova Marche nel computo totale, dichiarandoli disponibili e pronti immediatamente e falsando platealmente tutti i parametri? Grazie.

Interrogazione n.350 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Criticità e rilievi riguardanti il budget di previsione esercizio 2022 del Consorzio di bonifica – attività di vigilanza ai sensi della l.r. 13/2004 e della DGR 621 del 08/06/2004”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 350 - a risposta immediata - del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Comunico quanto i servizi mi hanno testè documentato rispetto all’interrogazione del Consigliere Rossi.
In merito all’interrogazione in oggetto si porta a conoscenza in via preliminare che:
• con protocollo 1292491 del 18 ottobre 2021 è stata acquisita la delibera dell’Assemblea del Consorzio di bonifica delle Marche n. 4 del 15 ottobre 2021 “Approvazione del budget di previsione esercizio 2022”;
• in data 29 ottobre 2021 si è tenuta una riunione, convocata dalla dirigente competente, finalizzata alle attività di vigilanza di cui alla l.r. 13/2004 alla presenza di un funzionario del Servizio risorse umane organizzative e di due funzionari della struttura competente in materia di vigilanza dell’ente oltre alla dirigente medesima. Nella riunione si è tenuto conto del contributo trasmesso dai funzionari del Servizio risorse finanziarie e bilancio, del Servizio risorse umane organizzative e della P.f. Performance e sistema statistico;
• in data 9 novembre 2021, prot. 1384430, è stata trasmessa al Consorzio di bonifica la richiesta di chiarimenti e attestazioni necessarie all’attività di vigilanza nel merito dell’atto di bilancio dell’ente consortile;
• in data 9 dicembre 2021, prot. 1507398, il Consorzio ha trasmesso i chiarimenti e la certificazione del Revisore dei Conti richiesti.
Con la risposta fornita dal Consorzio di bonifica sono stati trasmessi in particolare i seguenti elementi:
• la certificazione del Revisore unico che il bilancio preventivo economico per l’esercizio 2022 è stato redatto secondo principi contabili economici come previsto dall’articolo 2, comma 4, lettera a) della l.r. n. 13/2004 e che il medesimo è stato redatto adottando il principio della competenza per la contabilizzazione delle operazioni previsionali, ovvero l’effetto delle operazioni è stato rilevato contabilmente ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni si riferiscono e non quello in cui si concretizzano i relativi movimenti monetari (incassi e pagamenti), tenendo conto dell’andamento della gestione 2021, della programmazione dell’Ente e di quella della Regione Marche;
• la specificazione con relativo dettaglio di calcolo, che per la manutenzione del reticolo idraulico il Consorzio prevede di destinare circa l’86% degli introiti derivanti dalla contribuenza e dalle convenzioni per la realizzazione degli interventi di manutenzione sul reticolo idrografico e che il restante 14% è destinato alla compartecipazione della copertura delle spese generali di funzionamento dell’ente;
• l’integrazione per il settore irrigazione – dighe - centrali degli elementi riferiti alle spese previste nel 2022, dirette e indirette oltre alla specificazione del riparto delle spese di personale tra i settori di attività;
• Il chiarimento che in merito al numero dei dipendenti a tempo indeterminato il Consorzio ritiene che sono da considerare da un lato la fuoriuscita di alcuni dipendenti e dall’altro i necessari reintegri nell’organizzazione oltre all’incertezza per il pensionamento di un dipendente legata al parere della gestione dell’Enpaia sulla trasformazione in rendita pensionistica degli accantonamenti tfr effettuati.
• la precisazione che, in relazione ai progetti presentati a finanziamento con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) – Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche), “Il Consorzio deve rispondere alle sollecitazioni degli utenti irrigui e delle associazioni di categoria in merito alle politiche di investimento e miglioramento degli impianti. Essendo l’Assemblea il luogo deputato a questa interlocuzione, si è ritenuto di inserire questi progetti nel piano del 2022 stimando che in tale anno si otterrebbe l’atto di concessione del finanziamento”.
• per la rappresentazione dei valori totali degli introiti e delle spese stimate coerenti con le voci delle entrate e delle spese, è stato aggiunto il chiarimento, con specifico esempio, che i valori sintetici riportati nei documenti di bilancio trovano il proprio dettaglio nelle schede dedicate ai singoli comprensori dove si elencano esattamente gli importi, sia riferibili alla bonifica sia all’irrigazione;
• la specificazione, riguardo alle voci di saldo negativo, relative al Comprensorio dell’Aso-Tenna-Tronto in particolare, che le cause sono da far risalire agli impianti inadeguati per una corretta gestione delle forniture idriche (prevalentemente a scorrimento) oltre che alla intensa e costante manutenzione che questo tipo di impianto richiede. La parte degli impianti a pressione di questo comprensorio invece determina un forte assorbimento di energia elettrica in particolare nell’area irrigua del fiume Tronto. Rileva inoltre il Consorzio un basso tasso di incassi del servizio irriguo e il rischio concreto di allacci abusivi. Come possibili azioni correttive sono prese in esame sia la ricontrattazione delle forniture di energia elettrica sia la trasformazione delle linee a scorrimento in condotte a pressione, la verifica di eventuali allacci abusivi e il recupero del gettito, la riorganizzazione del personale addetto, il riordino delle tariffe e l’efficientamento della riscossione.
Sulla base dell’esame della documentazione di bilancio inviata, compresa quella inoltrata a chiarimento, non sono emersi elementi per attivare ulteriori interventi di vigilanza ai sensi della legge regionale n. 13/2004. Si conclude con la frase che ci sta bene “relata reféro”. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Al di là di quello che può dire il Consorzio, come ha fatto con lettera del 14 dicembre e poi con lettera del 16 dicembre, invito la Giunta ad approfondire queste questioni sulla base della lettera della Dirigente, che parla chiaro e solleva delle problematiche che meritano comunque ancora un approfondimento.
Al di là di quello che può dire il Consorzio, credo che la Giunta debba esaminare questi aspetti, così come deve approfondire quelli legati - chiudo, che ho solo 50 secondi - ai bollettini che vengono mandati ai terremotati nella zona del cratere. Qui c'era stato anche un appello dell’UGL. Il Consorzio di bonifica ha iniziato nuovamente ad inviare le cartelle esattoriali e i bollettini ai nostri cittadini terremotati, che ancora vivono nello stato di disagio.
Ritengo che questa sia un'assurdità da togliere e contestualmente approfitto di questa interrogazione per farlo presente, come l’ho fatto presente nella mia missiva del 16 dicembre, con la quale richiedevo l'immediata sospensione dell'invio dei bollettini riguardante la tassa di bonifica, nonchè il congelamento delle cartelle esattoriali nelle zone terremotate della nostra regione.
Non possiamo dire che siamo vicini alle zone terremotate e consentire che il Consorzio di bonifica a fronte, lo ribadisco, di bonifiche mai fatte, come ci tiene a precisare in un articolo anche il Sindaco di Acquasanta, chieda dei soldi.
Anche su questo invito di nuovo la Giunta ad approfondire, sia sulla lettera della Dirigente che sulla richiesta di sospensione dei bollettini per i nostri terremotati, così come chiedo attenzione sulla riforma del Consorzio di bonifica che è già approdata in II^ Commissione, che verrà discussa anche giovedì prossimo in audizione.
Chiedo attenzione da parte di tutti i Consiglieri regionali, soprattutto della maggioranza, che nel programma elettorale aveva scritto bene in evidenza di riformare il Consorzio di bonifica e abolire la tassa di bonifica. Questo ci tengo sempre a precisarlo, noi ci siamo spesi nei confronti dei cittadini su questa cosa e dobbiamo mantenere la promessa, per cui chiedo da parte dei colleghi attenzione su questa riforma ben strutturata e molto tecnica che verrà discussa anche giovedì prossimo in Commissione. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Le volevo far notare che non sono riuscita a votare, non c’era il flag nella votazione della proposta di modifica alla legge statutaria, quindi se è possibile modificare con voto favorevole, visto e considerato che già avevo fatto la dichiarazione di voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ulteriore modifica sulla deliberazione legislativa statutaria: i favorevoli da 25 passano a 26.

Interrogazione n. 352 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Carancini, Casini, Mastrovincenzo
“Inizio lavori urgenti di messa in sicurezza dell’area del Furlo per la riapertura della strada”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 352 - a risposta immediata – dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Carancini, Casini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Su questa vicenda faccio una battuta come premessa, poi proseguo e chiedo scusa in anticipo per quello che sto per dire, ma di fatto in questa vicenda legata al Furlo in teoria la Regione non c’entrerebbe nulla perché quello è un tratto di proprietà privata e non della Regione. Questa piccola premessa l’ho fatta solo perché sembra che siamo noi ad essere in ritardo su qualcosa.
Riprendo la risposta vera e propria, fatto questa premessa, erano diverse settimane - lo scorso settembre/ottobre – che vedevo sul giornale un continuo rimpallo tra il Comune di Fermignano, la Provincia di Pesaro-Urbino, l’Enel ed il Comune di Acqualagna. Era un po' di tempo che andava avanti questo rimpallo tra le varie responsabilità di proprietà e di enti locali di quel territorio ed ovviamente le persone che vivono all'interno di quell'area, che hanno anche delle attività e che sono ligie.
Ho sentito più volte sia la Provincia di Pesaro sia il Sindaco di Fermignano per capire cosa stessero facendo perché, ripeto, nessuno aveva tirato in ballo la Regione, che di fatto né per proprietà né per attività in questa vicenda c’entrerebbe, uso il condizionale.
Il Sindaco di Fermignano ed il Presidente della Provincia di Pesaro mi hanno spiegato che avevano difficoltà a rapportarsi con Enel, non si capiva bene quale fosse il problema, la responsabilità di chi fosse e chi potesse intervenire. Come Genio civile ho convocato una riunione, anzi ne ho convocate tre esattamente, non mi ricordo bene le scadenze, ma diciamo da fine estate in poi, interessando l’Enel, la Comunità montana, il Comune di Fermignano e la Provincia di Pesaro ed in questa situazione è emersa quella che di fatto era la sostanza: non si capiva dove collocare il problema e di chi fosse la responsabilità. A quel punto la Regione ha preso un po' il pallino in mano ed a proprie spese ha fatto uno studio preliminare per capire quale fosse il problema, che è stato individuato in un masso potenzialmente cadente in una proprietà di Enel Green Power, non della Regione, né della Provincia nè del Comune di Fermignano, per la quale Green Power ha una convenzione con la riserva del Furlo, che è una riserva statale gestita dalla Provincia, quadro un po’ arzigogolato.
In questo caso la Regione si è presa la responsabilità di pagare quell'intervento, per capire come poterlo risolvere, per cui ci ha messo le mani, come si dice ed io dico giustamente perchè non siamo qui a passare il tempo.
Chiarito il fatto che la proprietà era privata, quindi in teoria non c'entreremmo nulla, abbiamo fatto un ulteriore incontro dicendo: “Mettiamoci tutti di buona leva per capire come poterlo risolvere”. Che cosa abbiamo chiesto? Enel Green Power che è proprietaria di quell'area in teoria dice: “Sulla mia attività quel masso non dà fastidio perché io gestisco la diga”, però non è indifferente il fatto che sotto quella proprietà ci passi la strada statale che è chiusa per quel masso pericolante che è sulla sua proprietà.
Richiamata l'Enel alle proprie responsabilità si è addivenuti a questo tipo di accordo: lo studio preliminare l’ha fatto e pagato la Regione, la Provincia ha fatto uno studio esecutivo a sue spese, come gestore della Riserva del Furlo ed anche di quell'area, per capire come rimuovere il masso. Il progetto di rimozione prevede un intervento di 400.000 euro, a quel punto la Provincia ha detto di non avere soldi, come pure il Comune di Fermignano. Abbiamo rifatto un’altra riunione i primi di dicembre con tutti i soggetti, compreso Enel, e io ho chiesto a tutti di fare ognuno la propria parte, spogliandosi anche delle singole responsabilità, quindi: Enel si prendeva l’onere di pagare il 50% di intervento e realizzarlo a sue spese, con le sue ditte, il resto della cifra doveva emergere dagli altri enti. Ho richiamato Enel i giorni successivi dicendo: “Non va bene che voi prendiate il 50%, voi siete i proprietari di quell'area, date un segnale di maggiore disponibilità”, è arrivata al 60% della spesa, 240.000 euro, la Regione Marche si prende l'onere di 100.000 euro, che ha già messo a bilancio, così come il Comune di Fermignano e la Provincia di Pesaro 30.000 e 30.000.
Si è stilato una bozza di protocollo d'intesa in cui si dice: “La spesa complessiva è 400.000, la Regione ha fatto il primo studio, la Provincia ha fatto il secondo, l'Enel fa l'intervento pratico e mette il 60% della spesa, per il resto intervengono la Regione come Genio Civile, il Comune di Fermignano come ente interessato, la Provincia per risolvere il problema perchè è di pubblica utilità ristabilire la viabilità in quel tratto”.
Il protocollo d’intesa l'abbiamo stabilito grosso modo prima delle feste di Natale, nel frattempo in Enel Green Power è cambiata la dirigente, per cui ad oggi non è stato firmato quell'atto essendoci stato un cambio nella dirigenza dell’Enel. La settima scorsa: ho sentito la vecchia dirigente, la precedente, molto cortese, che mi ha ribadito tutte queste situazioni, ho sentito l'ingegnere che fisicamente deve seguire i lavori e mi ha detto che è pronto ad intervenire purché si firmi il protocollo d'intesa; ho sentito la nuova dirigente, che molto gentilmente prima ha dato disponibilità per questo venerdì per un incontro, poi mi ha chiamato chiedendomi se era possibile spostarlo a martedì o mercoledì della prossima settimana per una sua indisponibilità.
Il protocollo d’intesa dovrebbe essere firmato la prossima settimana, non questo venerdì, ma martedì o mercoledì della prossima settimana, a quel punto l’Enel dovrebbe procedere con i lavori e mi ha ribadito che per la prossima primavera i lavori dovrebbero essere terminati.
Torno alla frase iniziale, in teoria in senso stretto, pratico, la Regione c’entrerebbe ben poco, è chiaro che non fa finta di nulla in un’occasione di questo genere, si prende le sue responsabilità, ma credo che qui non abbiamo preso solo le nostre responsabilità abbiamo inquadrato e risolto il problema che altrimenti sarebbe rimasto lì non so per quanti anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta e devo dare anche atto che le risorse della Regione sono state messe a bilancio.
Innanzitutto è vero che è una proprietà privata e la Regione non è direttamente responsabile, ma ricordo che ha un ente che dialoga costantemente con Enel, ed era il soggetto più adatto per condividere un percorso insieme ad Enel. Lasciare un Comune piccolo come quello di Fermignano o altri enti da solo sarebbe stato sicuramente più difficile. La Regione doveva intervenire, come giustamente ha fatto, anche perché oltre ad avere la competenza sulla difesa del suolo e sulla instabilità dei versanti, seppure non di sua proprietà, ha una competenza diretta. Poi la Regione è intervenuta, anche perché questa è la quarta interrogazione, non la prima, e l’Assessore mi ha sempre risposto, quindi, non è che qui non si sia discusso di questo tema. Il sottoscritto, ma l'intero gruppo del Partito Democratico, ha presentato quattro interrogazioni.
Da quello che ho capito il protocollo d’intesa non è stato firmato, dal mio punto di vista occorreva accelerare perché non penso che la Dirigente che ha cambiato ruolo lo ha saputo dalla sera alla mattina. Probabilmente occorreva accelerare i tempi per fare in modo che prima che andasse via chiudesse la pratica che aveva in sospeso, anche perché penso che sia normale che il nuovo dirigente prima di firmare un protocollo voglia capire di che cosa si sta parlando, non avendo mai trattato la questione.
Mi raccomando, sono convinto che si andrà avanti anche perché è necessario. Parliamo di una delle zone più belle a livello regionale dal punto di vista paesaggistico, una grande attrazione turistica per l’intero territorio, tenerla chiusa non è un problema solo per la Gola del Furlo, ma per tutto il territorio dell’intera provincia e per la regione. Per questo è importante un intervento della Regione, soprattutto per chi aveva deciso di investire in quell’area dopo il Covid. Anche prima c’erano dei problemi, la strada era franata e le attività sono state ferme più di un anno anche qualche anno fa e vedevano un'opportunità, considerato che si stava allentando il problema del Covid, invece hanno fatto un'estate, le feste di Pasqua e di Natale chiuse.
Mi auguro che per la prossima Pasqua ci sia la strada aperta perché la maggiore quantità di persone va a visitare questo territorio durante il periodo primaverile ed autunnale, oltre all'estate.
La mia raccomandazione è di accelerare il più possibile perché la questione è seria e non possiamo permetterci, né noi né i lavoratori di restare chiusi per altri mesi. Grazie.

Interrogazione n. 329
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Monitoraggio e risanamento della qualità dell’aria nelle aree più critiche della Regione Marche”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 329 delle Consigliere Ruggeri e Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Mi si chiede se intendiamo prendere atto della relazione finale che è stata prodotta da questo studio e se intendiamo replicare questo tipo di attività anche in altre aree della regione.
Rispetto a questo posso dire che la Regione Marche ha condiviso gli obiettivi dello studio dell’inquinamento aereo biologico e delle PM 10 dell’Università di Ancona, sono studi ritenuti utili al fine di migliorare le conoscenze sull'esposizione della popolazione ai pollini allergizzanti e alla loro potenziale interazione con gli inquinanti atmosferici, sommare queste due problematiche e capirne le eventuali conseguenze, ed ha quindi sottoscritto un accordo con il Comune di Ancona e l'Autorità portuale per la sua realizzazione con un intervento da 120.000 euro. Questo risale all'amministrazione precedente, mi pare all'anno 2018.
Lo studio è continuato fino allo scorso anno ed io ho interagito con chi lo ha portato avanti, che aveva chiesto un ulteriore anno di proroga perché non era stato concluso; parrebbe terminato, perlomeno nelle sue fasi principali, poche settimane fa.
Per quel che ci riguarda risulta consequenziale prendere atto delle risultanze del progetto per tenere conto negli atti di programmazione della salvaguardia della salute e della collettività.
In tale ambito la Regione ai fini della valutazione della qualità dell'aria e dell'ambiente ha da tempo dato attuazione a quanto previsto dalla legge 155 del 2010, mediante zonizzazione e classificazione del territorio regionale, dotandosi di una rete di monitoraggio secondo le linee guida ministeriali, elaborando l'inventario regionale delle fonti emissive e una modellistica diffusiva.
Su tali basi sono elaborate, con cadenza annuale, le misure contingenti per la riduzione degli inquinanti atmosferici, che vengono indicate ai Comuni affinché le attuino attraverso i propri provvedimenti. Consigliera Ruggeri, questo, noi che viviamo al nord della Regione, l’abbiamo visto e vissuto per anni e anni.
La Regione inoltre con delibera n. 526 del 2021 ha approvato gli indirizzi per la redazione del nuovo piano regionale qualità dell'aria e dell'ambiente, la cui elaborazione inizierà nel 2022, in questi periodi, e dovrà contenere, tra l'altro, le misure anche strutturali per ridurre le concentrazioni delle inquinanti in aria, ove necessario, e per preservare la qualità dell'aria.
In questo contesto le risultanze del progetto PIA, oltre ad evidenziare il rispetto dei valori limite della qualità dell'aria nella città di Ancona, rappresentano senza dubbio un ulteriore approfondimento ed un patrimonio di utili informazioni cui attingere nella fase della programmazione regionale di risanamento della qualità dell'aria.
Questo studio è stato caratterizzato su una singola realtà, in questo caso la zona di Ancona, area portuale e dintorni, comunque può essere un esempio da poter condividere anche in altre zone.
E’ utile lo studio attuale, ma è intrinseco anche il fatto che si potrebbe riprogrammare senza stare a leggere chissà quale tipo di relazione, che mi ha portato il dirigente, e potrebbe essere attivato anche in un’altra area della regione, accompagnando il piano di studio della qualità dell’aria, che noi da quest’anno abbiamo previsto di poter intraprendere, e alla fine valutare. E’ da provare e nello stesso momento si potrebbe intersecare con ulteriori approfondimenti in alcune aree di particolare sofferenza, come è stato per Ancona. E’ uno studio indubbiamente utile che potrebbe essere efficace replicare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. La sua risposta mi trova soddisfatta perché riconosce l'importanza di questo studio, che è stato fatto come sperimentazione solo ad Ancona ed ha dato dei risultati importanti, molto importanti perché, a differenza dei monitoraggi che fa Arpam, penso che lei prima si riferisse proprio a questi, vengono anche analizzati gli accessi al pronto soccorso, i ricoveri ospedalieri. Si interseca il monitoraggio con i dati epidemiologici e le risultanze sono molto importanti e interessanti anche perché, soprattutto voi dell'esecutivo che andate a fare certi tipi di scelte, sono notizie che servono in maniera rilevante.
Lei ha detto anche una cosa interessante, che ad Ancona è tutto nei limiti di legge, questo è vero perché nelle zone davanti al porto o nella zona di centro città sono stati rilevati un massimo di 15 microgrammi a metro cubo, e questo è tollerato dalla legge nazionale, anche dalla legge regionale, però le nuove indicazioni dell'organizzazione mondiale della sanità parlano di 5 microgrammi a metro cubo ed invitano in un lasso di tempo di otto anni ad abbassarli.
E’ chiaro che una volta che abbiamo fatto questo studio su Ancona, dovremo mettere in pratica delle scelte che da qui ai prossimi anni andranno a diminuire gli inquinanti atmosferici che, come abbiamo visto, si intersecano anche agli allergeni, che soprattutto vengono diffusi in aria dal verde. Importantissimo sarebbe anche che Comuni facessero un piano del verde, una mappatura del verde al loro interno.
Partendo dal fatto che ad Ancona si è dimostrato utile questo studio, mi rallegro del fatto che voi lo conosciate e soprattutto che vogliate replicarlo in altre città, perché sarebbe antidemocratico dal mio punto di vista che ci sia uno studio così approfondito su Ancona e non in altre parti della regione. Per esempio a Falconara non è stato fatto, ad Osimo lo stesso, ci sono altre realtà perché ad Ancona si ed altrove no?
Sono contenta, Assessore, che lei riconosca la validità dello studio, soprattutto il fatto che ci può aiutare a fare certi tipi di scelte perché va salvaguardato non solo l'ambiente, ma la nostra salute e se noi facciamo prevenzione primaria, preveniamo certi tipi di patologie e c’è una ricaduta ed un risparmio economico anche sul bilancio regionale.
Ci sono poi problemi connessi con l'urbanizzazione, bisogna pensare ad un'urbanizzazione sicuramente moderna.
E’ uno studio che tira fuori tanta complessità, cose su cui dobbiamo ragionare perché naturalmente investe il traffico, il riscaldamento, le emissioni industriali, l'agricoltura, quindi da qui in avanti mi fa piacere che verrà portato in altre realtà, soprattutto sarà interessante insieme prevedere quali saranno i correttivi che dobbiamo fare alla nostra vita quotidiana. La invito magari a pensare di fare una legge regionale in proposito, sarebbe molto interessante e utile per la collettività.
Pensiamo solo che, purtroppo, nella nostra regione rispetto a livello nazionale abbiamo tre volte i malati di Alzheimer ed alcuni suppongono che ci sia una correlazione con l'ambiente; abbiamo una crescita di tumori, soprattutto quelli in età pediatrica, sicuramente ci aspetta un lavoro intenso. Grazie.

Interrogazione n. 304
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Canoni minimi utilizzo demanio marittimo a carico di enti senza scopo di lucro, privati, micro e piccole imprese”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.304 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio chi l’ha redatta, che ci consente di ribadire una posizione forte rispetto a questo argomento che, posso dire senza ombra di dubbio, è patrimonio comune rispetto al tema oggetto dell’interrogazione stessa.
Le Regioni, come è noto, attraverso un’azione congiunta sono riuscite insieme ai gruppi parlamentari a modificare il decreto 104 (il cosiddetto decreto agosto) che, come è noto, stabiliva che dall'annualità 2021 l'importo annuo del canone per l'utilizzo di aree e pertinenze demaniali marittime per qualunque finalità non potesse essere inferiore a 2.500 euro, si trattava di un aumento che rispetto ai precedenti importi minimi (prima del decreto agosto erano pari a 362,90 euro annui) superava il tetto del 700%.
Provvedimento iniquo per tutte quelle realtà, soprattutto legate all'associazionismo, senza scopo di lucro, che svolgono diverse attività su aree demaniali di natura volontaristica.
Con il decreto-legge 73 del 2021 articolo 6 bis, convertito con legge 106 del 2021, si è prevista la riduzione del canone minimo a 500 euro per alcune tipologie di concessioni, quali quelle relative alle attività sportive, ricreative e quelle legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, e per finalità di interesse pubblico individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti.
Il tema è che il decreto-legge 73, convertito la legge 106, prevede che questa riduzione valga solo per l'anno 2021. Pertanto, anche la Regione Marche e le altre Regioni nell'ambito del tavolo di coordinamento degli Assessori al demanio, attraverso anche un'interlocuzione diretta con il Ministro, si sono impegnate a chiedere la definizione dei canoni demaniali marittimi applicabili per l'annualità 2022 negli stessi termini e in maniera strutturale anche per gli anni a venire, valutando attentamente le esigenze di realtà non commerciali che operano sulle aree demaniali della costa marchigiana.
Sappiamo che il demanio marittimo proprio in queste settimane, giorni, è oggetto anche di altre questioni, mi riferisco alla Bolkestein, di una serie di valutazioni che stanno preoccupando e che stanno generando diversa inquietudine fra i vari concessionari.
L’interrogazione è riferita ad altro, credo di aver risposto, ma vorrei cogliere l'occasione per evidenziare l'assoluto e incondizionato sostegno che la Giunta regionale ed il Consiglio regionale, penso e spero di poterlo dire per quanto riguarda la maggioranza, vogliono prestare alla causa di concessionari marittimi. Lo dico perché anche recentemente si sono sviluppate delle iniziative che non solo hanno fatto registrare una valutazione concertata della problematica tra Regione Marche e concessionari balneari, ma anche perché abbiamo ritenuto di manifestare tutta la nostra disponibilità a registrare spunti, contributi, riflessioni che possono in qualche misura vedere impegnata sin da subito la Regione Marche nell’adozione di tutti quei provvedimenti e azioni, a iniziare dal perfezionamento della mappatura delle concessioni, che possono essere in qualche misura propedeutiche alla difesa di una categoria che conta circa un migliaio di titolari, che sono tra l'altro esercenti di attività anche particolarmente svariate, che riguardano non solo le spiagge, ma anche i pontili ed altre infrastrutture che comunque fanno capo al Demanio marittimo.
Da questo punto di vista esprimiamo plauso e sostegno alle iniziative di censura e di gravame che sono state anche recentemente adottate dai gruppi parlamentari, che hanno proposto l’impugnazione anche di fronte all’agosto costituzionale rispetto alla sentenza resa recentemente dal Consiglio di Stato a sezioni riunite, che sta generando una problematica e un inquietudine che indubitabilmente deve vedere impegnata la Regione e si auspica l'Assemblea regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. La risposta dell'Assessore Castelli nella prima parte, in qualche modo, è rimasta nel tema della nostra richiesta, poi nella seconda parte è passato a parlare della Bolkestein, dei problemi delle concessioni balneari, che sarà oggetto di diverse mozioni.
La mia interrogazione non si riferisce agli stabilimenti balneari, ma alle tante associazioni di tipo sportivo, legate alle piccole attività, ai diportisti, alle realtà che gestiscono persone disabili, che si sono viste all'improvviso aumentare il canone del 700%.
Sono consapevole che è una normativa, una decisione che proviene dallo Stato, non è responsabilità diretta della Regione, però quello che chiedo è che la Regione all'interno del Tavolo tecnico del Demanio marittimo, oltre a porre la giusta attenzione rispetto ai concessionari degli stabilimenti balneari, che sicuramente sono numerosi e stanno cercando di coinvolgere tutte le forze politiche …, ma qui non trattiamo dei concessionari balneari, che fanno un’attività per scopo di lucro, qui parliamo di attività che non sono a scopo di lucro, che in gran parte sono legate ad attività di tipo sportivo e sociale che si ritrovano con un canone demaniale aumentato del 700% e che rischiano di non poter più svolgere le proprie attività in gran parte, come ho detto, sociali.
Quello di cui mi raccomando all'Assessore, a tutta la Giunta e al Presidente è un'attenzione particolare da questo punto di vista perché parliamo di migliaia e migliaia di persone, di realtà associative che già dall'estate 2022 non potranno più portare avanti le proprie attività nelle quali coinvolgono dei cittadini nel territorio. Grazie.

Mozione n. 184
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Pasqui, Rossi, Latini
“Tutela concessioni balneari e settore balneare/portuale turistico”

Mozione n. 185
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Ausili, Assenti, Ciccioli, Borroni, Baiocchi, Putzu, Marinelli, Antonini, Bilò, Biondi, Cancellieri, Marinangeli, Menghi, Serfilippi, Rossi, Santarelli
“Direttiva europea Bolkestein per i balneari”

Mozione n. 186
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri
“Disposizioni in materia di concessioni demaniali marittime”

Mozione n. 193
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Concessioni demaniali marittime”

Mozione n. 195
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Concessioni demaniali marittime per finalità turistico – ricreative”.
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 184 dei Consiglieri Marcozzi, Pasqui, Rossi, Latini; la mozione n. 185 dei Consiglieri Leonardi, Ausili, Assenti, Ciccioli, Borroni, Baiocchi, Putzu, Marinelli, Antonini, Bilò, Biondi, Cancellieri, Marinangeli, Menghi, Serfilippi, Rossi, Santarelli; la mozione n. 186 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri; la mozione n. 193 delle Consigliere Ruggeri, Lupini; la mozione n. 195 del Consigliere Latini.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. C’è una risoluzione possiamo aspettare due minuti?

PRESIDENTE. Si, prego. Nell'attesa della composizione è tornato in Aula l’Assessore Saltamartini, a cui darei la parola, in attesa della preparazione della risoluzione sulle mozioni, per la risposta alle interrogazioni.

Interrogazione n. 353 - a risposta immediata
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Carenze d’organico e conseguenti urgenti iniziative per assunzioni personale infermieristico”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 353 - a risposta immediata - delle Consigliere Lupini e Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione riguarda le carenze di organico e le conseguenti ed urgenti iniziative per le assunzioni del personale infermieristico.
Al riguardo è necessario precisare che esiste una graduatoria del concorso pubblico unificato che è stata approvata con delibera n. 92 dell’11 febbraio 2021, inizialmente era composta da 2.256 candidati, quelli ancora presenti sono 1.321, e viene anche utilizzata per gli impieghi dei concorsi a tempo determinato.
Al riguardo è necessario aggiungere che è stata fatta anche una graduatoria sulla mobilità dei candidati dipendenti del Servizio sanitario regionale, che è stata approvata con delibera del Dirigente regionale dell’Arsur n. 86 del 2021.
Si deve anche tener conto in proposito che l'assunzione del personale vede un limite invalicabile nel piano del fabbisogno e nei tetti di spesa che sono imposti, ancora oggi, all'assunzione del personale, non solo alle altre funzioni amministrative, ma anche al piano del personale dei servizi sanitari.
In realtà noi avremmo bisogno, secondo le nostre esigenze, di tutti i 1.321 infermieri presenti in questa graduatoria, ma cionondimeno questo non è possibile semplicemente perché ci sono dei limiti alla spesa pubblica previsti dalle leggi finanziarie e in particolare imposti da norme di diritto internazionale derivanti dall’adesione all’Unione europea.
All'inizio di ogni anno, tenendo conto del fabbisogno del personale, ogni Azienda, ognuna delle quattro Aziende che costituiscono il Servizio sanitario della Regione Marche, deve approvare il piano del fabbisogno, deve indicare quali sono le priorità all'interno dei fabbisogni, che più volte in quest'Aula abbiamo visto evidenziati, e sulla base del piano di fabbisogno del personale va scoordinato il numero e l'assunzione del personale afferente all'oggetto dell'interrogazione.
Devo anche precisare che è intenzione dell'amministrazione regionale far partire un nuovo concorso per questo personale, tenuto conto che quello precedente si è sviluppato nell'arco di 3/4 anni. Attualmente bandire un concorso significa recuperare una graduatoria nei prossimi anni.
Si tenga anche conto che è in corso di elaborazione una modifica del regolamento sulla partecipazione ai concorsi, nel senso che il regolamento attuale relativo all'esecuzione di concorsi unici regionali prevede che all'atto della presentazione della candidatura la persona indichi anche un numero di preferenze per le sedi, pari a otto, intrecciando con ciò delle posizioni giuridiche soggettive tra la posizione in graduatoria e la scelta delle otto sedi, con la conseguenza che la graduatoria finale che viene pubblicata a distanza di 4/5 anni, molto spesso, soprattutto per i giovani infermieri, non vede confermate le scelte preesistenti. Questo criterio di indicare all'atto della presentazione della domanda e non all'atto della presentazione del titolo di studio o dei titoli presupposti per la partecipazione al concorso, ha determinato una serie di incongruenze. Per questa ragione nella necessità rilevata di bandire un nuovo concorso si sta rivedendo completamente la modalità di partecipazione al concorso, prevedendo che l'assegnazione dei candidati avvenga esclusivamente sulla base della posizione di graduatoria di merito e non già sulla base delle preferenze esplicitate all'atto della presentazione della domanda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Prendiamo atto tutti quanti, anche chi ci sta seguendo con grande attenzione da remoto, che oggi abbiamo parlato in modo concreto e serio della figura degli infermieri. In questi due anni li abbiamo chiamati eroi, abbiamo fatto tante promesse, sono state spese tante parole ed oggi con queste interrogazioni diamo voce a questa categoria che chiede di vedere nei fatti il cambiamento di questo sistema, che li ha messi davvero a dura prova, non solo ce lo chiedono gli infermieri, ma i cittadini che vogliono avere un sistema sanitario in salute, prima ancora di entrarvi. Credo che questo sarebbe una grande rassicurazione sia per le persone che devono accedere al Servizio sanitario sia per chi si è tanto speso in lavoro cuore, sacrificio. Hanno sacrificato, lo sappiamo tutti, ferie, famiglia hanno affrontato la paura, quindi penso che sia doveroso fare tutto quello che è nel potere di un governo regionale, anche cambiare il regolamento attuale, lei oggi l’ha pubblicamente ed ufficialmente comunicato e ritengo che sia una notizia importante alla quale staremo dietro.
Tutti abbiamo letto in quest’Aula il comunicato della FNOPI, di tutti gli ordini professionali degli infermieri, che con grande amarezza comunicano che stanno perdendo la speranza perché non si sono visti riconosciuti nel bilancio del governo. A livello regionale questo non è appannaggio della Giunta, ma provvedere a nuove assunzioni e passare dalle parole, dai ringraziamenti pubblici, che sono doverosi, ma non bastano. a nuove urgenti assunzioni.
Ringrazio l’Aula per l'attenzione a questa categoria, che speriamo si senta ancora speranzosa e soprattutto riconosciuta per il prezioso contributo che ha sempre dato e che a tutt'oggi la pandemia sta sottolineando con grande prepotenza. Grazie.

Interrogazione n. 354 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Casini
“Interventi urgenti per rendere l'Ospedale di Urbino Covid free”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 354 – a risposta immediata - dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini e Carini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere a questa interrogazione si deve premettere che l'ospedale di Urbino è Covid free, quindi non può essere interessato al ricovero e al trattamento di persone positive al Covid.
Per precisare meglio questa condizione occorre tuttavia partire dalla delibera di Giunta regionale n. 523 del 2020 e dalle successive disposizioni, le quali hanno stabilito che chi accede al pronto soccorso deve essere sottoposto ad un tampone, i percorsi devono essere divisi e i degenti, che accedono al pronto soccorso, sottoposti a tampone antigenico, devono rimanere in un'apposita area filtro per il tempo necessario ad avere il riscontro del tampone molecolare. Le persone che accedono direttamente ai pronto soccorso, quindi anche quelle che entrano al pronto soccorso di Urbino, sono sottoposte a questa procedura. Se poi il tampone molecolare di verifica accerta la positività il soggetto deve essere trasferito a Marche Nord o in una delle strutture che sono state individuate di ausilio, in base alle condizioni cliniche del paziente, strutture ausiliari anche private degli ospedali per acuti.
In particolare nella Area vasta 1 vi è la possibilità di cura e di ricovero per 70 posti letto nella residenza sanitaria assistita di Galantara e 50 posti letto nella RSA di Macerata Feltria.
Per quanto riguarda i fatti accaduti, che sono stati anch'essi oggetto di cronaca, ad Urbino si sono presentate delle partorienti che sono risultate positive al Covid e sono state successivamente trasferite a Marche Nord, ma trattenute ad Urbino per il tempo necessario all'accertamento: tampone rapido e successiva verifica con tampone antigenico. In questo caso si è verificato che i quattro posti previsti per le partorienti positive al Covid, che sono stati istituiti esclusivamente nell’Area vasta 1, in particolare a Marche Nord, fossero per un giorno occupati, quindi, ci sono stati dei rallentamenti e dei ritardi nel trasferimento dovuti alla necessità di trovare un’assistenza adeguata a queste partorienti.
Conclusivamente, rispondendo a questa interrogazione, non c'è nessuna modifica del sistema che riguarda il piano operativo su Urbino, che deve rimanere un ospedale Covid free, ma se ci sono delle persone positive che si presentano al pronto soccorso, queste possono essere trattenute in quella struttura per il tempo strettamente necessario all'accertamento con il tampone molecolare della positività. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta, ma mi spiace contraddirlo perché in tutto ciò che mi ha appena dichiarato ci sono delle inesattezze, purtroppo. La realtà non corrisponde a quanto lei ha dichiarato, ma è molto più drammatica.
Mi ha parlato dell’area filtro al pronto soccorso, verissimo, all’ospedale di Urbino c’è quest’area filtro prevista dalla delibera di Giunta regionale n. 523 del 2020 per cui devono essere effettuati tamponi a tutti coloro che entrano. Secondo quanto lei mi ha dichiarato lì terminerebbe l’area filtro, invece nel nosocomio di Urbino i pazienti quando risultano positivi vengono posizionati al secondo piano in attesa di essere trasferiti a Marche Nord, negli ospedali di Pesaro e Fano. Cosa significa? Che numerosi pazienti dopo il tampone, risultando positivi, rimangono lì giorni e giorni in attesa di trovare un posto letto nei reparti di Pesaro e di Fano. Questo non so se non le risulta, ma la invito a verificare.
E’ una situazione che sta creando disagi e problemi enormi al personale dell’ospedale di Urbino ed anche ai pazienti perché ci sono dei posti letto in meno nei diversi reparti, e mi sembra il caso di intervenire, da ciò che mi ha detto penso non ne sia a conoscenza, ma dubito.
L’altra inesattezza che ho rilevato dalla sua risposta riguarda la ginecologia, ci sono quattro posti letto a Marche Nord per pazienti partorienti positive, ma in realtà il problema è che la struttura ogni giorno è piena di pazienti positivi, attualmente quasi uno su tre è positivo ed i quattro posti letto sono sempre occupati, non un solo giorno come lei ha dichiarato poco fa, tant’è vero che, non potendo più ricevere il reparto di Marche Nord, anche all’ospedale di Urbino ci sono state delle pazienti positive, che sono state costrette a partorire pur non essendoci un percorso separato.
Proviamo ad immaginare questo cosa può significare anche per quelle persone negative e per il personale. Nel nosocomio di Urbino attualmente c’è una promiscuità di positivi e negativi che sta creando disagi e rischi impressionanti a tutti i pazienti, a tutto il personale, che a quanto pare in questo momento è completamente sottovalutata dalla nostra Regione.
Ribadisco il mio appello: se è una struttura Covid Free, come lei ha detto in premessa, tale deve rimanere ed occorre intervenire al più presto. Grazie.

Interrogazione n. 355 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Biancani, Cesetti
“Urgenza di disposizioni sui tamponi antigenici rapidi gratuiti”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 355 - a risposta immediata - dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Biancani, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Gli interroganti, prima firma del capogruppo Consigliere Mangialardi, chiedono di conoscere quali misure la Regione intende adottare per garantire tamponi rapidi gratuiti.
Prima di rispondere a questo è necessario precisare che il recente decreto-legge 7 gennaio 2022, all'articolo 5, rubricato ‘Misure urgenti per il tracciamento dei contagi da Covid 19 nella popolazione scolastica’, prevede che le Regioni devono assicurare fino al 28 febbraio l'attività di tracciamento dei contagi da Covid 19 nell'ambito della popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado e questo deve essere fatto mediante l'esecuzione di gratuiti test antigenici rapidi sulla base di idonea prescrizione medica.
La Regione ha già audito le organizzazioni sindacali, i medici pediatri, le organizzazioni rappresentative della farmacia e con una circolare il 13 gennaio ha reso operativa questa procedura.
Gli attuali accordi con Federfarma Marche per le farmacie private, con Confservizi Marche per le farmacie pubbliche permettono di effettuare i tamponi antigenici rapidi nelle farmacie per tutti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Per quanto riguarda la sollecitazione per l'estensione dei tamponi a tutte le altre categorie, fino a questo momento ciò non è possibile perché queste prestazioni non rientrerebbero nell'ambito del plafond previsto dal commissario del Governo per la copertura delle spese da Covid. Diciamo che queste misure sono state introdotte limitatamente per alcune prestazioni da alcune Regioni, ma non è ancora chiaro quale possa essere lo sviluppo nei prossimi giorni. Tanto è vero che per domani è stata convocata una Conferenza delle Regioni in cui probabilmente il tema verrà discusso a livello nazionale, tanto più per il fatto di queste misure non possono essere adottate a macchia di leopardo o dalle singole Regioni. Si tratta necessariamente di individuare delle misure omogenee a livello nazionale che possono garantire un principio di parità di trattamento, quindi, tamponi gratuiti per previsione del decreto-legge per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, non ancora il trattamento gratuito di tamponi per tutte le altre categorie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Grazie per la risposta, Assessore, e su questo tema dovrei richiamare l’attenzione della sua collega di Giunta, dell’Assessora all’istruzione perché questo riguarda da vicino tutte le scuole, tutte le famiglie.
Capisco la difficoltà nel gestire una pandemia di queste dimensioni, però ho la sensazione che la scuola in questa regione sia stata completamente abbandonata a se stessa. Mi sono chiesta in quest’ultimo mese se abbiamo ancora un Assessore all'istruzione e mi spiace essere per la prima volta così pesante perché sulla pelle delle famiglie, degli studenti, anche a spese delle famiglie, sono state commesse una serie di castronerie, di facilonerie, direi proprio di strafalcioni, che pesano sulla salute di tutte le famiglie, e non li voglio elencare.
Non mi riferisco a lei in quanto Assessore alla salute, ma a tutta la Giunta, in particolare a chi segue il mondo dell’istruzione, della scuola. Il 22 dicembre qua sotto si è tenuta una protesta di alcuni comitati di rappresentanti per la scuola, che chiedevano da settimane un incontro con la Giunta. Nessuno si è mai degnato di riceverli, nessuno, neanche di scendere tre scalini quel giorno e nel frattempo venivano ricevuti i comitati no vax, free vax, pro vax, chiunque tranne i comitati dei genitori. Il 22 dicembre nessuno della Giunta ha sceso tre scalini per parlarci. Una settimana dopo, il 29 dicembre, io li ho incontrati, personalmente, ho ascoltato le loro istanze non solo come Consigliera, ma anche come madre e insieme al mio capogruppo, che ringrazio per avermi delegata a questa risposta, abbiamo ascoltato i rappresentanti dei comitati dei genitori di tutte le Marche, disperati. Era il 29 dicembre e dal 23 c’era una circolare del Governo che chiedeva alle Regioni di prevedere uno screening, lo chiedeva il Governo a tutte le Regioni. La nostra il 29 dicembre non solo non l’aveva previsto, non ci aveva neanche pensato e questo lo posso testimoniare io perché, dopo aver incontrato qua dentro i genitori ed averli sentiti così disperati, uscendo dall’incontro ho incrociato in Aula il Presidente Acquaroli e mi sono permessa di chiederglielo. Ho visto un disorientamento totale, non era stato previsto nulla, nonostante lo chiedesse il Governo. Addirittura, risparmio altri dettagli che potrebbero creare anche imbarazzo, c’era il dubbio sul giorno di inizio dell’attività scolastica, tra il 7 e il 10 gennaio.
Il 29 dicembre non era previsto nessuno screening, noi abbiamo insistito sui giornali, anch’io personalmente, come ho appena detto, ed il 2 gennaio è arrivato finalmente l’annuncio dello screening agli studenti ed io in maniera collaborativa ho ringraziato sui social e esultato: “Finalmente l’hanno capito, Ben venga questo screening per gli studenti che potranno tornare a scuola in sicurezza”. Ho fatto appena in tempo a ringraziare che la sera, non potevo crederci, è arrivata una precisazione della Giunta in cui specificava che lo screening era rivolto solo ed esclusivamente ai ragazzi della primaria e della secondaria di primo grado, tutti quelli delle superiori, gli adolescenti, che si incontrano di più e hanno più contatti extrafamiliari, erano tagliati fuori. Non solo, al limite del tragicomico, lo screening a spese del Servizio sanitario regionale era stato annunciato solo per chi aveva avuto contatti con dei positivi o era asintomatico, persone che già lo dovevano fare per forza da protocollo, obbligate a fare lo screening, che dovevano comunque mettersi in isolamento per aver avuto contatti con positivi, anche essendo asintomatici. E la nostra Regione, unica in Italia, sembra una barzelletta, proponeva lo screening solo per chi aveva avuto contatti con i positivi. Non so come nessuno si sia scandalizzato in maggioranza, veramente al limite del tragicomico, ma la situazione era così disperata che alla fine sono andati anche coloro che non erano previsti, per fortuna. Conseguentemente a questo screening, l’8 gennaio è finalmente arrivato, su nostra sollecitazione, un altro passo in avanti, il recepimento di una circolare nazionale per cui venivano accettati anche i tamponi antigenici e rapidi come test valido per diagnosticare la positività e uscire dalla quarantena.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Micaela VITRI. Un attimo, la prego, Presidente, due minuti.
Finalmente, perché in tutte le altre Regioni vicine erano già accettati e solo da noi si creava un imbuto tra coloro che dopo essere risultati positivi rimanevano in attesa del molecolare, costretti a pagare autonomamente dai 75 ai 100 euro. Venivano riconosciuti, ma anche qui altra gaffe, altra cialtroneria, perché le spese sono rimaste a carico dei cittadini a differenza di Emilia Romagna, Umbria, Lazio, i marchigiani sono cittadini di serie B.
Lei ha detto che non rientrano nel plafond, però in Emilia Romagna, in Lazio, in Umbria sì. Al tempo stesso, ultimo step dopo le proteste degli studenti delle scuole superiori, sono stati annunciati gli screening per gli studenti delle superiori sempre a spese del Servizio sanitario, ormai inutili perché la scuola era iniziata da una settima, ormai la frittata era fatta.
Infine, lei ci annuncia che ora saranno a carico del Sistema sanitario regionale, finalmente, solo i tamponi per gli studenti delle scuole superiori, questa volta taglia fuori i più piccoli e ricordo che fino a 12 anni il prezzo non è calmierato, quindi per ogni famiglia un tampone costa 15 euro.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Micaela VITRI. Mi chiedo quale logica ci sia dietro, visto che sul Carlino di ieri e su tutti i giornali veniva specificato che il record del picco è proprio tra i 6 e i 10 anni. Nelle Marche ieri erano 2.060 e tutta questa fascia lei la esclude da quelle che possono essere esenti dal tampone a pagamento convenzionato dalla Regione.
Un mese di facilonerie e leggerezza nell’ambito della scuola, dove non è stato fatto nulla se non una serie di errori sulla pelle delle famiglie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. E’ da più di un'ora che assistiamo al non rispetto del Regolamento. Si stanno utilizzando le interrogazioni a risposta immediata, che sono presentate il lunedì per il martedì, neanche mezza giornata di tempo hanno l'Assessore e gli uffici per rispondere alle domande dei Consiglieri dell'opposizione, che in modo strumentale …, solo per fare becera politica senza avere nemmeno il tempo di rispondere in modo adeguato.
Chiedo all'opposizione di presentare delle interrogazioni e non delle interrogazioni a risposta immediata in modo da consentire alla Giunta e a tutti gli Assessori di rispondere con tempo adeguato e di smettere con queste interrogazioni a risposta immediata che stanno mettendo in grande difficoltà.
Ringrazio l’Assessore perché risponde alle vostre domande, fossi stato al suo posto non l’avrei fatto perché in un momento come questo, in cui ci troviamo in grandissima difficoltà in tutta la Regione Marche, l'opposizione al posto di collaborare e aiutare sta strumentalizzando ed utilizza delle parole vergognose verso i componenti della Giunta, in particolar modo verso l’Assessore alla sanità Saltamartini.
Le chiedo, Presidente, il rispetto dei tempi: due minuti per la risposta sono due minuti e valgono per tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliere Carancini, sulla mozione d’ordine?

Romano CARANCINI. No, intervengo in quanto sono firmatario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voleva intervenire sulla mozione d’ordine?

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sono basita da quello che ha detto il Consigliere Serfilippi, che pure stimo e con il quale sono spesso in sintonia su molti importanti argomenti.
La Consigliera Vitri ha detto delle cose che sono gravissime, che sono sotto gli occhi di tutti. Questo non è perdere tempo, la risposta dell’Assessore a queste domande è nelle sue funzioni, non fa una cosa straordinaria. La cosa grave è che voi non vi poniate il problema di quello che è stato detto in quest'Aula, della schizofrenia con la quale sono stati considerati e trattati i tamponi.
Se abbiamo i numeri che abbiamo e se le scuole versano nelle condizioni nelle quali versano, in Italia siamo tra i peggiori e non è attribuibile soltanto, mi dispiace doverlo dire, all’Assessore Saltamartini perché non è soltanto sua responsabilità, ma la responsabilità è molto più ampia, è del Presidente che non sa rispondere alle domande della Consigliera Vitri, è del sistema scolastico totalmente abbandonato, poi è inutile che ci nascondiamo dietro agli impianti di areazione perché se avessero funzionato gli impianti di areazione noi non saremo tra le regioni con più contagi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per aggiungere alla risposta …, ma la replica della Consigliera Vitri mi è parsa talmente efficace e chiara che restano poche parole, ma non si può restare indifferenti alle considerazioni che ha fatto, che fanno seguito ad altre espressioni critiche rispetto alla gestione del Covid in questo momento.
Purtroppo non si tratta di faciloneria, superficialità, abbiamo di fronte una incapacità di gestire l'emergenza Covid. Lo diciamo a malincuore, questo va detto, basta entrare e parlare con alcuni operatori sanitari dei nostri nosocomi per ascoltare il modo approssimativo, viene da dire avventuriero, senza una programmazione, ci si alza al mattino e si decidono cose. Non c'è una programmazione. Quando si affianca il tema dei tamponi a quello del Covid Hospital e a tante altre questioni è evidente che c’è un quadro davvero preoccupante.
Mi creda, Assessore Saltamartini, lo faccio con sincerità, ma se lei poi arriva a dirci che non c’è il budget o i plafond … Le voglio dire, lei è stato Sindaco come me, che nel concetto di amministrare è implicita la scelta e siccome ci sono tanti problemi bisogna fare delle scelte in base alla priorità. Ecco perché qualcuno le imputa questo, lo so che è difficile, che è più facile prendere le scorciatoie e accontentare tutti, ma quando si amministra bisogna avere il coraggio di scegliere.
Non lo si condivide, ma quando la Consigliera Vitri sottolinea la problematica dei ragazzi e delle famiglie, occorre che si parlino l’Assessore alla sanità e l’Assessore al bilancio per dire qual è la priorità fra questo e accontentare altre decine di piccole cose.
Questo è amministrare con coraggio, anche contro talvolta la necessità di accontentare tutti. Le dico che lei ha il tempo del riscatto, Assessore Saltamartini.
L'altra cosa la dico al Presidente Acquaroli, parlatevi, perchè credo che sia fondamentale che capiate che amministrare vuol dire scegliere in questo tempo e scegliere vuol dire anche sacrificare questioni rispetto a delle priorità. Ecco perché la Consigliera Vitri fa riferimento a un tema così delicato, alle nostre famiglie, alle situazioni drammatiche e all'aumento dei costi. Se la Regione non interviene in questa priorità …, viene da dire anche questo, nel passato si è fatto una scelta, quando si sono destinate risorse ingenti per affrontare il Covid si è fatta una scelta sacrificando altro, ecco perché vi invito a riflettere insieme rispetto alla gestione sanitaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. La Consigliera Vitri ha fatto il quadro rispetto all’interrogazione che abbiamo presentato.
Lo dico al Consigliere Serfilippi: stiamo nella norma, si sta parlando di argomenti che sono nelle disponibilità e vi sottolineiamo una serie di errori marcati che si riconducono a un tema.
Lo dico per il Consigliere Serfilippi perché se qualcuno avesse dato seguito alle mozioni ed alle interrogazioni che abbiamo fatto non saremmo qui oggi a dire guardate che il 6, il giorno dell'Epifania, avete fatto uno screening, imbarazzante anche dirlo, sui sintomatici. C’erano in fila persone che erano positive e che dovevano essere sottoposte obbligatoriamente a quel percorso e noi le abbiamo chiamate negli hub per sottoporle al test. Una cosa imbarazzante!
E’ da novembre dello scorso anno, non scherzo, che in Parlamento la Segretaria nazionale di Fratelli d’Italia ci porta come esempio per il posizionamento dei sanificatori nelle scuole, per alcuni temi non eravate nemmeno attivi, stavate scontando le disgrazie dell’amministrazione precedente e parlavamo che sono arrivati a pezzi e bocconi e che non sortiscono l'effetto perché in molte scuole non sono stati posizionati.
Noi oggi abbiamo voluto appositamente raccogliere le istanze delle famiglie, che sono prigioniere dentro casa perché non siamo in grado di rispondere con i tamponi.
Vi avevamo chiesto un convenzionamento con le farmacie, sottolineato a più mani perché siamo per la sanità pubblica, sempre, ma in questo caso occorre, come dice il Presidente, fare squadra. Mi sembra invece che questa squadra sia asincrona rispetto alle necessità, soprattutto il mondo della scuola non l'avete mai preso in considerazione. Avete sempre strizzato l'occhio ai no vax ed i risultati sono questi.
Nessuna polemica, nessun tema fuori luogo, ma semplicemente la certificazione del fallimento del vostro approccio nell’ambito scolastico, che viene verificato quotidianamente dalle famiglie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Sottoscrivo tutti gli interventi che sono stati fatti da parte del mio gruppo, ma voglio essere quasi solidale rispetto alla solitudine in cui vedo l'Assessore Saltamartini, Una pandemia è una questione importante e l’unico che continua a metterci la faccia, anche a rispondere a volte a competenze che riguardano altri Assessori.
Noi cerchiamo di fare il meglio come gruppo, di dare suggerimenti e di portare il nostro contributo, la invito a rivedere il prima possibile questo aspetto del pagamento dei tamponi per i ragazzi sotto i 12 anni, in particolar modo delle scuole elementari perché non solo sono gli unici soggetti che devono pagarlo, ma sono gli unici che lo pagano a tariffa piena, come ha detto prima la Consigliera Vitri, un ragazzino più grande paga 8 euro, fino a 12 anni si paga 15 euro, non solo non è stato esentato, ma paga di più rispetto agli altri.
Questa è un’ingiustizia che le famiglie stanno in qualche modo evidenziando, almeno a me, mi chiamano di continuo, spero che chiamino anche qualcun altro perché è una questione che va affrontata e risolta in tempi brevi.
Ho provato a fare una verifica con le scuole che hanno installato i purificatori dell'aria, mi aspettavo dei dati diversi rispetto ad altri istituti, in realtà i dati sono gli stessi. I ragazzi non si contagiano all’interno delle scuole, ma nella vita quotidiana. Se poi voi avete i dati e me li fate vedere sarò l’uomo più felice del mondo e verificherò se corrispondono al vero. Grazie.

PRESIDENTE. Torniamo alle mozioni nn. 184, 185, 186, 193 e 195 (abbinate) sulle questioni relative alle concessioni demaniali marittime ed al settore balneare portuale e turistico.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione, che era stata detta …. Che succede?

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE. Siamo oltre i tre quarti d’ora, il tempo concesso sia per le risposte mediatiche che per le risposte scritte, siamo passati alle mozioni del punto 4 all'ordine del giorno e per utilizzare efficientemente il tempo in attesa della risoluzione, siamo tornati indietro sulle interrogazioni a risposta immediata.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Mangialardi, Marcozzi, Ciccioli, Rossi, Borroni, Latini, Ruggeri, Lupini, Biondi, Cesetti, Mastrovincenzo, Bora, Cancellieri, Marinelli, Marinangeli, Bilò, Baiocchi, Leonardi, Ausili, Menghi, Casini, Cesetti, Carancini, Pasqui, Serfilippi, Biancani, Vitri, Antonini, Assenti, Putzu. Comunico che la presentazione della proposta di risoluzione è da parte non solo dei Consiglieri che ho citato, ma abbiamo raccolto anche l’adesione per la sottoscrizione, anche se a distanza, del Consigliere Santarelli, altrimenti non sarebbe stato possibile.
Comunico inoltre a tutti voi che gli atti ispettivi che oggi non sono stati svolti, sono rinviati a domani, quindi si continuerà su questo percorso domani mattina nella prossima seduta del Consiglio regionale.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Devo leggere la proposta di risoluzione oppure…

PRESIDENTE. La può anche presentare dando per assodato…

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Faccio una premessa, le sentenze del Consiglio di Stato nn. 17 e 18 del 9 novembre 2021, che hanno sancito la decadenza generalizzata di tutte le concezioni in essere al 31 dicembre 2023, colleghi Consiglieri, gridano vendetta.
E’ un'arma letale contro tutte le piccole attività balneari a carattere familiare. Immaginate che se sarà applicata dopo il 31 dicembre 2023 tanti imprenditori non avranno più la loro attività.
I dati parlano molto chiaro, noi abbiamo 30/35.000 aziende nel settore balneare con un volume d'affari pari a 18 miliardi, con un PIL del 12%, significa che queste aziende, piccole e a gestione familiare, producono una ricchezza a livello nazionale pari al 12% del PIL, questo è tantissimo.
Queste sentenze creano anche una difficoltà a chi vuole investire nel settore, chi va oggi ad investire? Oltre al danno anche la beffa. Vorrei anche sottolineare che chi difende il settore balneare spesso deve affrontare una serie di luoghi comuni e pregiudizi, che sono un po' simili a quelli che accompagnano la politica, che viene vista male, si guadagna troppo e l’affermazione che è contenuta nella sentenza dice proprio questo: “Il settore pagando 100 milioni in tutto per le concessioni ricava 10 miliardi” Questa è una affermazione scritta nella sentenza ed è grave perché alimenta ancora di più il senso di disprezzo e di invidia.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato il 28 dicembre a Roma si sono riunite le associazioni di categoria, c'è stato un Tavolo tecnico ed il 4 gennaio le associazioni di categoria dovevano presentare un documento per far valere le proprie ragioni e fare anche delle proposte. Ad oggi non so che cosa hanno proposto, lo vedremo nei prossimi giorni, però quello che noi dobbiamo difendere è il valore dell'azienda, la continuità dell'impresa a conduzione familiare. Non vogliamo assolutamente che le nostre imprese balneari siano colonizzate, non vogliamo Mac Donald, non vogliano neanche Amazon, vogliamo che le nostre attività piccole a conduzione familiare continuino la loro attività.
Con questa proposta impegniamo il Presidente e la Giunta regionale ad attivare la Conferenza Stato-Regioni, attraverso un apposito pronunciamento della Conferenza delle Regioni, per una rapida soluzione del problema e, in particolare, per l'approvazione di un atto normativo che consenta di: valorizzare l'esperienza professionale e il patrimonio di conoscenza di chi ha già svolto attività di gestione di beni demaniali; tenere conto delle specificità territoriali dell'Unione europea e in Italia; tutelare il legittimo affidamento dei concessionari con il riconoscimento di un indennizzo a tutela degli eventuali investimenti effettuati; procedere con la mappatura delle attuali concessioni, ai sensi della lettera b) comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 7/2010. Questo è quello che abbiamo scritto nella proposta di risoluzione.
Ringrazio tutti perché le mozioni presentate erano 5 e siamo riusciti a fare una risoluzione unitaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Utilizzerò il mio tempo, che è di 10 minuti, è lungo, non esagererò però posso affrontare il problema da distante.
Comincio citando un professore di diritto che insegna all'università di Firenze, alla Statale, è stato professore alla Cattolica ed è sicuramente di area moderata, ha scritto un libro molto interessante intitolato “La dittatura delle regole”. Alla presentazione di questo libro c'erano personaggi diversi, c'era il sottoscritto, questo non è molto rilevante, una parte della Fondazione Merloni, c'era anche il Segretario nazionale del PD, che ha condiviso la sostanza del tema. La società non va verso una dittatura fatta di polizia, uno stato repressivo, ma verso un sistema di regole che porta a escludere una parte della vita sociale della popolazione, dell'economia a favore di un altro modello di sviluppo.
Una delle capitali della dittatura delle regole è Bruxelles, non l'Europa perché l’Europa è un concetto diverso, è un valore, una prospettiva storica. Questa Unione europea è completamente diversa e si fonda su un sistema di regole: come si fanno i prosciutti, come si pescano le vongole, in questo caso si stabiliscono le regole per esercitare un'economia della costa, sul mare.
È noto che l'Italia ha 8.000 chilometri di coste, i porti, le strutture e le infrastrutture sono meno o poco più di 800 chilometri. 7.000 chilometri sono costa ad estensione, ad utilizzo naturale con insediamento di attività di basso impatto. Uno stabilimento balneare, come tutti possono capire, ha un impatto dal punto di vista ambientale molto diverso da quello che può avere la banchina di un porto mercantile, commerciale o anche peschereccio, che determina un danno sensibile, obbligatorio anche questo perché i trasporti marittimi sono fondamentali nella storia dell'uomo.
Certamente, adesso non so la cifra esatta, i 7.000 chilometri di costa utilizzati sono un'economia, una vera e propria economia, libera, spontanea, creativa, che determina uno sviluppo indotto. E’ il lavoro di milioni di persone. Intorno al turismo balneare, all'economia balneare, ci metto anche l'economia da diporto, c’è un vero e proprio mondo. Ma c'è anche una qualità della vita ed un modello di sviluppo.
Le regole che vengono introdotte vogliono abbattere tutto questo, da un punto di vista quasi ideologico, politico dico che è un modello di sviluppo che non dobbiamo contrastare.
E qui nascono due aspetti, il mio è un ragionamento politico, purtroppo la debolezza politica intrinseca dell'Italia ormai è decennale. Cito la Spagna e il Portogallo che su questo tema, in contrasto con le direttive dell'Unione europea, direi in qualche modo negoziando, hanno preso dei provvedimenti, delle determinazioni che salvaguardano l’economia costiera/balneare, Paesi che come l'Italia hanno uno sviluppo costiero rilevante, un’economia sulla costa molto importante. Tutti sanno che in Portogallo c'è un'attività costiera molto importante, tra l’altro un Paese molto più freddo, non mediterraneo, con l’Oceano Atlantico, che ha una storia, un porto e tutto il resto. La stessa cosa la Spagna, che ha una tradizione di turismo balneare e di utilizzo delle coste anche di pesca molto importante. Perché l'Italia non si dà delle determinazioni legislative che la salvaguardano?
Qui ho detto della classe politica, ahimè, è un'autocritica perché riguarda tutti, e della forza della classe dirigente, voglio usare un termine brutto, il cosiddetto mondo di mezzo, che sta tra politica e cittadini, che è la burocrazia, anche la Magistratura è una burocrazia che applica il diritto, che utilizza strumenti impropri e prevale sulla politica, mentre a mio parere la politica corretta, giusta, io ci credo sennò non starei qui farei altre cose, la politica con la P maiuscola è l’istanza dei cittadini, della volontà popolare, che secondo me è fondamentale.
Questa è una fotografia plastica dello strapotere delle burocrazie sulla volontà dei popoli, dei cittadini, degli individui, una cosa che non è accettabile. Una magistratura che non è eletta da nessuno e che attraverso una serie di procedure concorsuali si sovrappone alla volontà popolare è di una gravità terribile.
Ho ascoltato prima la Consigliera Marcozzi, può il Consiglio di Stato prevalere su valutazioni della politica? Del Parlamento? E’ grave, a mio parere gravissimo. Sarò fuori dal tempo, ormai forse datato, ma che i giudici siano autoreferenziali, si costruiscano le leggi e decidano quali sono le scelte in materia economica, finanziaria e normativa, è una cosa che non è accettabile.
Tutti dicono: “Il Presidente di Forza Italia è quello che è, qualcuno lo sostiene”, ma il fatto che non ci sia una prevalenza su qualsiasi altro potere si è invertita … Ci sono i tre poteri autonomi: legislativo esecutivo e giudiziario, se c'è la prevalenza di uno di questi tre salta tutta la nostra storia giuridica.
Vado, non dico verso la sua conclusione, ma verso il concetto finale: a) l’Italia deve allinearsi secondo me con la Spagna e con il Portogallo, che hanno le stesse dinamiche economiche, deve opporsi a sentenze anomale, usiamo solo il termine anomale, io dico abnormi, comunque deve legiferare in materia, trovare delle soluzioni e la soluzione vera, e qui lo ribadisco con i colleghi che l'hanno sostenuta e che vedo, è la Conferenza Stato-Regioni perché la Conferenza delle Regioni, con gli Assessori competenti, conosce benissimo il problema. Un pronunciamento di 15 Regioni italiane su 20, questo è un tema che mette d'accordo l'Emilia-Romagna gestita dalla sinistra, la Toscana gestita dalla sinistra, le Marche e l'Abruzzo gestite dal centro-destra con la Calabria e con la Puglia, a parte il Piemonte, la Valle d'Aosta, il Trentino-Alto Adige e la Lombardia che sono regioni italiane importantissime che non hanno problemi di costa, ma tutto il resto d'Italia è costiera, sono 15 regioni nell'Italia centro-meridionale, solo l'Umbria non ha una area costiera.
Le Regioni si devono esprimere perché sono un braccio dello Stato, della pubblica amministrazione, secondo me anche la volontà politica, devono pronunciarsi attraverso un documento della Conferenza delle Regioni e prevedere un incontro con lo Stato per andare verso la soluzione. Credo che questa sia la volontà popolare oggettiva e penso che su questo l'intero Consiglio si possa pronunciare.
Concludo dicendo che tempi sono stretti, le mozioni sono state presentate un po' di tempo addietro, ma adesso si chiude il problema. Tra pochi giorni ci sarà un pronunciamento del Governo, anche sulle procedure riguardo alla contestazione di alcuni orientamenti e direttive dell’Unione europea, che è un po' fluida, morbida, si allinea secondo le richieste dei poteri più forti. Non è possibile che a Bruxelles prevalgano i poteri forti di tipo economico finanziario sui problemi della volontà popolare della maggior parte dei Paesi del Mediterraneo e non solo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Parto invece dal fondo, da quello che serve, che dobbiamo fare. Penso che abbiamo fatto un'ottima operazione con una risoluzione che abbiamo condiviso tutti, sottoscritta, molto stringata, che impegna il Presidente nella Conferenza delle Regioni, attraverso il percorso della Conferenza Stato-Regioni, a porre la questione che oggi non attiene più alla Regione, non abbiamo più competenze, se non per il passaggio che abbiamo introdotto nella risoluzione, quello di cui ha parlato la Consigliera Marcozzi, che era nella mozione del gruppo Movimento 5 Stelle, di procedere alla mappatura, che forse non è nemmeno il passaggio più complicato, ma è propedeutico.
Noi dobbiamo porre il tema perché le sentenze del Consiglio di Stato nn. 17 e 18, così come sono state emesse, compromettono un settore, un'economia perché noi abbiamo il settore dell'imprenditoria balneare nei chilometri della nostra costa che non è riconducibile solo agli imprenditori balneari, ma a tutta una serie di soggetti che hanno investito o stanno investendo nelle aree demaniali e che indubbiamente rappresentano oggi un grandissimo volano per le prospettive economiche e gestionali di questa regione perché riteniamo che l'economia del turismo sia per le Marche uno degli elementi propulsivi più importanti. Queste sentenze la compromettono nella scelta, nella prospettiva, nei tempi, quindi cosa dobbiamo chiedere? Dobbiamo chiedere al Parlamento di attivarsi per promuovere un testo unico in modo da rimettere in fila le questioni e vengo al risultato importante che insieme abbiamo messo e siamo convinti che il Presidente farà proprio con determinazione e con il peso che serve rispetto alle prospettive della nostra regione.
Vado alla ricostruzione che è stata fatta, vedete noi arriviamo qui, e lo dico pur non avendo partecipato al convegno dove c'era il professor XY, non c'ero, ed andiamo a cercare le responsabilità di altri. La direttiva servizi, quella che tutti volgarmente chiamiamo la Bolkestein, ha una sua incidenza perché divide tra proprietà pubblica, spesso, e gestore e la necessità del gestore, che interviene su un bene pubblico, di accedervi con l'evidenza pubblica, così terribile? Penso di no, è quello che vorremmo tutti, il bene pubblico va gestito con le evidenze pubbliche che servono. Però, lo dico per il Consigliere Ciccioli, nel 2006 i nostri Parlamentari, i nostri rappresentanti al Parlamento europeo non si sono interessati del tema, facevano altre cose, non gli interessava che cosa producevano, non capivano la lingua, giocavano, non lo so, a differenza dei colleghi degli altri Stati che erano attenti e che avevano capito cosa avrebbe determinato l'applicazione della direttiva servizi e, rispetto ad un settore così importante, si sono attivati perché in quei territori non accadesse quello che invece è avvenuto da noi. Poi non diamo la responsabilità all'Europa cattiva, l’Europa ha fatto una norma e ci ha detto pure legiferate in modo da accogliere le indicazioni che vi diamo. L’abbiamo fatto? No, sapete perché? Perché era molto più semplice fare le proroghe, non occuparsi del problema, non ci siamo occupati del problema, lo dico a differenza del Consigliere Ciccioli che era al convegno, io, ahimè, purtroppo o per fortuna mi occupavo di una città che dell’economia del turismo ne ha fatto la sua principale risorsa, avevo anche un ruolo regionale e nazionale rispetto a quel tema e provavo ad interloquire con le associazioni di categoria, spiegando che forse la via maestra non era quella della continua proroga rispetto all'adempimento della norma, ma dovevamo costringere i nostri Parlamentari a legiferare in modo che ci fosse l’adesione alle indicazioni che dava l’Europa, perché era giusto arrivare alle gare, però era altrettanto giusto tener conto di chi aveva investito, riqualificato con degli strumenti che erano stati messi in campo, dovevamo trovare il modo di dare un diritto di prelazione, non la semplice sussistenza, a quei soggetti.
Abbiamo girato la testa, abbiamo sempre girato la testa. Consigliere Ciccioli, non è il Consiglio di Stato che è stato cattivo, il Consiglio di Stato si è mosso su un ricorso fatto da una Regione rispetto ai 15 anni di proroga ed alla difficoltà degli operatori di avere delle concessioni che arrivassero al 2033. Questo è! Oggi il Portogallo e la Spagna hanno fatto una norma per tutelarsi, l'Europa ci ha reiteratamente detto di fare una norma, fatela!
Guardate, non faccio sconti ai Governi di destra e di sinistra perché l’abbiamo fatto tutti a parti invertite, io andavo Roma quando il Ministro era Fitto, così ci capiamo, e quando era Boccia. Avevamo sempre l'idea, su pressione dell'associazione di categoria, che la via maestra fosse quella di entrare dentro la procedura di infrazione, farci carico di quel tema e rinviare il problema. Ma rinviare il problema significava anche non dare la possibilità agli imprenditori, tanti, bravi, capaci di fare gli investimenti che servivano al nostro territorio per avere un'offerta in questo settore riqualificata, adeguata a norma di prospettiva. Questo non l’abbiamo fatto e oggi, Presidente, dobbiamo correre perché la sentenza, e su questo ha sbordato anche nelle sue valutazioni, ci mette con le spalle al muro, non solo agli imprenditori, quelli forse li mette in mezzo ad una strada perché hanno fatto investimenti e si trovano senza possibilità di affidamenti bancari, senza prospettiva e senza possibilità perché togliendo il diritto di sussistenza non hanno nemmeno la possibilità di poter continuare quel tipo di attività imprenditoriale.
Oggi dobbiamo recuperare, io non so se … E’ una priorità assoluta, riguarda le attività, le economie, le famiglie perché non succede solo e semplicemente come qualcuno ipotizza: non ci sono loro, facciamo la gara. Mica funziona così! Questa nazione non è in grado di fare nulla e penso ai Comuni, al Comune che si ritrova con tutte le concessioni revocate e deve procedere ai bandi con dei criteri. Dico che in due anni l'ufficio tecnico demaniale del Comune non accende nemmeno il computer, quindi rischiamo la paralisi totale, magari ad una sentenza ne può seguire un'altra perché poi ci sono quelle di sgombero.
Una preoccupazione che, sono molto contento, abbiamo preso in carico e chiediamo, con le sollecitazioni che passano attraverso l'azione di Governo, ma anche attraverso i nostri Parlamentari, di arrivare ad una soluzione.
Vi chiedo di non passare per le semplificazioni questa volta, come l'ultima proroga di 15 anni, vi parla un ex Sindaco che ha rinnovato immediatamente le concessioni ai propri operatori mettendoli nelle condizioni di fare investimenti fino al 2033, perché non bastano più.
Oggi dobbiamo essere capaci di pretendere un testo unico, che metta nelle condizioni di aderire a quel dettato - abbandonando l'idea che l'Europa sia cattiva - e di dare la giusta evidenza per la gestione del bene comune perché è pubblico, non è un altro, che metta anche nelle condizioni chi ha la capacità, la voglia ed un trascorso di poter partecipare, tenendo conto che gli venga riconosciuto quello che realmente ha investito.
Sono convinto che ci debba essere un impegno da parte del Governo, immediatamente dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, perché questa è una delle priorità assolute per la quale ne va dell'economia del turismo, ne va della risposta ricettiva della nostra nazione. Sarebbe una grande limitazione per la Regione Marche e per quegli imprenditori che oggi sono disorientati, che non hanno possibilità di trovare un futuro perché qualcuno in maniera del tutto arbitraria, nell’arco di una sentenza per responsabilità diverse, ha cancellato prospettive future, economia, famiglie, soprattutto un valore tra loro e la nostra comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Grazie, Signor Presidente, colleghi Consiglieri, consentitemi di aprire questo intervento sottolineando che la Lega sulla direttiva Bolkestein è stata l'unico partito ad essersi espresso anche con i fatti.
Ricordo a quest’Aula, che oggi è costretta a sollecitare un intervento del Presidente presso il Governo Draghi, che il Governo Conte 2 ha completamente disatteso l'organica revisione della normativa europea che il Consiglio di Stato ha ora bloccato in corso d'opera. Non è una recriminazione, è un fatto.
Con il nostro Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali ed i nostri Parlamentari nella legge di bilancio 2019 le concessioni erano state prorogate fino al 2033, non per rimandare la soluzione del problema, ma per avere il tempo di lavorare dal primo minuto successivo all'approvazione della legge su ogni norma, ogni cavillo, ogni relazione internazionale, per ridimensionare a misura dell'Italia una normativa che lo stesso firmatario considera inapplicabile ai nostri balneari, con particolare attenzione del Ministro al turismo e del Ministero allo sviluppo economico, in un tavolo tecnico con le associazioni di categoria, per prendere seriamente in considerazione di riformare il demanio marittimo.
E’ stato proprio Frits Bolkestein, nel corso di un incontro organizzato a Roma nel 2018, a riconoscere che lo scopo della norma è di favorire la libera circolazione dei servizi e che le concessioni dei stabilimenti balneari non sono concessioni di servizi, ma di beni.
Ripartiamo da questi fatti e da quanto emerso nel corso dell'incontro organizzato il 20 dicembre scorso a Fermo, che ha visto la Lega delle Marche schierata con il Commissario, i Parlamentari, i Consiglieri regionali e comunali per far fronte comune con i concessionari e le loro organizzazioni.
Si parla di ripartenza però si è data una mazzata al comparto turistico, che ha un ruolo determinante nel PIL delle Marche e dell'Italia. E’ un dato riscontrabile che il 65% del turismo in Italia, anche dall'estero, sia legato al mare e che l'afflusso di turisti ai nostri splendidi borghi sia propiziato dalle vacanze sulla costa. Negli ultimi 3 anni in Italia c'è stato un incremento del +12,5% del turismo balneare, riscontrabile anche nelle Marche, dove ad oggi risultano 942 concessioni. Nella sola regione Marche il settore balneare conta più di 2.000 imprenditori balneari e quasi 20.000 occupati, considerato anche l'indotto.
Circa l'80% degli stabilimenti marchigiani sono a conduzione familiare ed assorbono, per implementare e migliorare i servizi, investimenti che sono costituiti o garantiti a beni familiari.
Oggi gli imprenditori balneari rischiano di vedersi togliere la concessione dopo aver investito per decenni i propri risparmi nella predisposizione e sviluppo dei propri stabilimenti. Molti di loro hanno importanti investimenti in corso.
È una penalizzazione inaccettabile per l'occupazione, per il reddito e per l'intero turismo delle Marche perché le attività balneari locali svolgono anche un ruolo fondamentale per riqualificare l'offerta turistica regionale che, non dimentichiamolo, si distingue a livello nazionale anche per il numero di bandiere blu.
Senza dimenticare il duro colpo anche per il “made in Italy”, per il rischio concreto che pezzi importanti dell'economia turistica e del patrimonio naturale regionale e del Paese possano finire mano di pochi grandi gruppi turistici internazionali orientati più al profitto che alla creazione di valore attorno ad un territorio.
Ecco perché è necessario non abbassare minimamente la guardia. La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta l'ingerenza degli apparati nella legittima scelta della politica, fornendo un alibi a chi non ha voluto e continua a non voler affrontare la situazione.
L’estensione delle concessioni marittimo-demaniali prevista dalla legge 145/2018 e la contestuale riforma del demanio marittimo sono indispensabili per stabilire i termini di applicazione della direttiva ai balneari.
Diritto di prelazione per il rinnovo delle concessioni, una rilettura ed un aggiornamento del codice della navigazione fino al calcolo del valore della singola azienda per definire il prezzo reale della concessione, tenendo conto anche dei costi di avviamento e degli investimenti fatti, sono alcuni degli interventi possibili per mitigare gli effetti della normativa, qualora confermata.
Lavoriamo insieme per tutto questo. Presidente, porti costantemente il problema all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni ed assuma ogni iniziativa volta a far pressione per una soluzione che tuteli un settore strategico per le Marche.
Ad ogni tavolo, a partire da quello regionale, la Lega siederà portando in dote competenza tecnica e una battaglia lunga anni.
Le specificità peculiari del comparto balneare italiano e marchigiano devono essere salvaguardate. Tutelare la continuità delle imprese ed il loro valore economico e sociale servirà anche a tutelare quel patrimonio marittimo e della biodiversità che sono un'eccellenza di cui le Marche vanno più che fiere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Credo che oggi sia un passaggio, una fase importante, anzi importantissima.
Il comparto dei balneari, qualcuno ha dato dei numeri, parliamo di 35.000 aziende, sviluppa un PIL di circa il 12%, già questo è un motivo tangibile, serio e forte per intervenire concretamente e velocemente perché oggi il problema è non solo la soluzione, ma la tempestività nel dare la soluzione.
Il nostro obiettivo deve essere quello di difendere un comparto importante per la nostra economia, per i nostri servizi turistici, di tutelare i tantissimi posti di lavoro e le micro aziende a carattere familiare, di questo si tratta, che molto spesso sono state tramandate di padre in figlio.
Noi siamo promotori nei confronti del Governo ed il nostro intervento deve servire per azzerare quei dubbi interpretativi che derivano dalle varie leggi emanate e, se vogliamo, dalle diverse scelte dei diversi tribunali amministrativi regionali e finalmente fare in modo di dare sicurezza ad un settore che da troppo tempo vive nell'incertezza.
Oggi cosa facciamo come Regione, oltre a dimostrare una vicinanza ai balneari, a dare loro voce, a far sentire il loro giustificatissimo grido di allarme? Noi stimoliamo il Governo affinché avvii un'interlocuzione celere ed immediata con la Commissione europea perché si giunga ad una legge di riordino delle concessioni demaniali che dia una certezza sul futuro delle attività e dei posti di lavoro della categoria. Tra l'altro, ci risulta che il Governo è già in questi giorni pienamente all'opera, ha avviato diversi tavoli di confronto con le varie rappresentanze sindacali dei balneari, questo grazie all'impegno del Ministro del turismo.
I tempi sono molto stretti e la situazione è grave? Complicata? Sicuramente sì perché a monte probabilmente, e qui facciamo un esame di quello che è avvenuto in passato, l'Europa non ha compreso l'importanza e le caratteristiche, le peculiarità dei nostri stabilimenti balneari e dei nostri territori. E’ recente un intervento del Commissario al mercato interno che parla ancora di un'Italia che non rispetta le vigenti leggi europee, poi ci sono i vari tribunali e la recente sentenza del Consiglio di Stato, di cui qualcuno ha parlato, nella quale si disapplica la legge 145 voluta dal Ministro Centinaio, che prorogava fino al dicembre 2033 le concessioni. Attenzione, Consigliere Mangialardi, non era una semplificazione o un perdere tempo, era un lasso di tempo importante in cui il Governo si preoccupava di fare una verifica seria, razionale e responsabile sullo stato di fatto. Questo era un po' il senso dell’allungamento, non era un non decidere, ma una attenzione massima prima di arrivare ad una decisione definitiva, che sarebbe passata attraverso una legge di riordino. Ma la cosa grave è che con la sentenza di novembre il Consiglio di Stato ha espropriato il Parlamento di una sua prerogativa, quella di fare le leggi e di questo ci dovremmo preoccupare come rappresentanti istituzionali perché ricordo che la legge 145 fu proposta sì dal Ministro Centinaio e da quel Governo, ma fu approvata da tantissime forze politiche, validata dalla Camera, dal Senato, dalla Corte dei Conti e da vari organi istituzionali. Oggi una legge dello Stato viene disattesa dal Consiglio di Stato e questo per noi è un fatto molto grave.
Consentitemi una polemica sulle posizioni dell'Unione europea laddove, secondo noi, lo scandalo è rappresentato dal fatto che la Commissione europea con la Bolkestein pretende il principio della concorrenza, fino a qui giusto, giustissimo, su concessioni micro, sulle attività di micro e piccole imprese e di fatto poi non va a regolamentare i giganti del web. Questa è la gravità e la disparità di trattamento, in un certo senso si vuole essere forti con i deboli e deboli con i forti. Questo atteggiamento non lo possiamo accettare, come non possiamo accettare la disparità di trattamento provocata dal fatto che ci sono Paesi, come il nostro, la cui deficienza è stata quella di non fare una legge di riordino e poi ci sono le scelte fatte da altri Governi ed avallate dalla Comunità europea, come il Portogallo e la Spagna, che hanno previsto un'estensione di 75 anni, mentre noi ci troviamo in base alle disposizioni odierne a decidere se andare all'asta alla fine dell'anno 2022, quasi domani mattina.
Una legge che è nata già con delle criticità, anomalie, lo stesso Bolkestein diceva che la legge non è stata pensata per il settore balneare, però a questo punto, giustamente, cosa dobbiamo fare, come dobbiamo impostare il problema? E’ chiaro che oggi non dobbiamo farci la domanda se dobbiamo applicare la Bolkestein, che va applicata, ma sarà fondamentale capire come applicarla. Su questo dobbiamo essere attenti, ragionare, perché ci sono gli elementi per i quali la Bolkestein non può essere applicata ai marittimi, alle concessioni demaniali a fini turistici e ricreativi, sono concessionari di un bene e non di un servizio e la risorsa non è scarsa, elemento che conferma l’inapplicabilità della legge.
Vado in chiusura, Presidente, ringrazio tutti i sottoscrittori della risoluzione, dobbiamo fare in modo di far uscire dall'angoscia più totale le migliaia di famiglie di lavoratori che vedono all'orizzonte la prospettiva di perdere il proprio lavoro e soprattutto i loro investimenti fatti nel corso di questi anni. Quindi, chiudo dicendo che difenderemo le nostre spiagge, la loro specificità, le nostre attività, le famiglie che ci lavorano e il turismo italiano. Questa difesa deve essere da parte di tutti noi, e penso che siamo d'accordo, convinta, ferma e irremovibile. In questa situazione economica molto precaria non possiamo permettere che vengano spazzati via e disintegrati aziende, lavoratori, famiglie che ci lavorano, faremo tutto quanto necessario per evitare questa ingiustizia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio fare un applauso al fatto che si arrivi ad una risoluzione. Questo certamente evidenzia come tutte le forze politiche locali vogliono attenzione.
Il tema della direttiva Bolkestein e delle concessioni balneari, lo sappiamo bene, non è una competenza diretta della Regione. Qui entra in gioco non solo la mozione, ma anche gli interventi che già il Presidente e la Giunta regionale stanno facendo a tutela delle realtà locali. Sappiamo bene che la nostra Regione, come un po' tutta l’Italia, si fonda molto sulla imprenditoria turistica legata al mare, alla stagionalità, alla caratteristica di avere tre quarti della nostra penisola circondata dal mare. Abbiamo circa 30.000 aziende balneari che ricadranno nell'applicazione della direttiva Bolkestein e quello che in qualche modo si deve contestare fin da ora - si è già provato, ma credo che l’indirizzo che vada dato al Governo sia di aprire un contenzioso a livello nazionale ed europeo – è di aver inserito nella direttiva servizi un bene, perché le concessioni demaniali sono concessioni che riguardano il bene spiaggia. Partiamo già da un'applicazione in qualche modo erronea del concetto perché i beni non sono i servizi sui quali la direttiva Bolkestein va ad intervenire.
Urge poi che il Governo porti a termine il monitoraggio, che era previsto con la legge 145, per verificare, attraverso la disponibilità del bene, se c’è una carenza della risorsa. Questo sarà testimoniato perché i dati che arrivano dalle regioni sono di una disponibilità del bene, quindi valutare l'applicazione delle nuove normative solamente alle nuove concessioni anche perché, ribadiamo, c'è stato purtroppo una intromissione in qualche modo una parte del Consiglio di Stato che ha valicato i propri confini. Su questo, lo riporto perché Fratelli d’Italia a livello nazionale l’ha fatto, noi siamo spesso a testimoniare una vicinanza, a dimostrare un'attenzione, ma urge per queste imprese che si facciano anche dei fatti.
Fratelli d’Italia a livello nazionale ha fatto un ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni perché il Consiglio di Stato in qualche modo si è sostituito al legislatore. Noi vorremmo, e in questo chiedo il supporto di tutti i Consiglieri regionali nei confronti dei propri Parlamentari e dell’esecutivo, che sia il Governo ad impugnare e a inserirsi in questo ricorso perché il legislatore e il Parlamento sono stati in qualche modo privati di una propria competenza.
La legge 145, è stato ricordato, è stata votata e sostenuta da tutto il Parlamento, dall’arco costituzionale, ed oggi vedersi imporre da parte della magistratura una sentenza - dovrebbe esserci la separazione dei propri poteri - che vanifica la volontà legislativa espressa dal Parlamento credo che sia qualcosa verso il quale, se c'è un interesse, bisogna muoversi, oltre che attivarsi nei confronti dell’Unione europea perché rischiamo di trovarci in un paradosso.
Una normativa che dovrebbe aprire una dinamica di concorrenza sta ponendo a danno dell’Italia e degli operatori le basi per una disparità gravissima perché noi abbiamo dei competitor nell’ambito turistico e non solo, sono nazioni, ed è stato ricordato anche prima, che hanno potuto prorogare, senza incorrere nella infrazione dell’Unione europea, e uscire per 75 anni dalla normativa Bolkestein. Il Portogallo e la Spagna, competitor diretti in un settore importantissimo per la nostra economia, sono usciti di fatto dall'applicazione della normativa Bolkestein per 75 anni.
Se dall'anno prossimo lo Stato italiano dovrà soggiacere ad una applicazione, che è contestabile per quei motivi che ho detto prima, ci troveremo all’assurdità, al paradosso di un’Unione europea che non tutela in maniera eguale i propri Stati, che non applica le proprie direttive, le proprie norme in maniera eguale nei vari Stati membri. Ritengo che l’Italia ed il Governo non lo possano accettare, acconsentire e penso ci si debba muovere tutti nei confronti di questo errato e erroneo provvedimento.
L’accertamento della non scarsità e che si tratta di beni e non di servizi sono strumenti essenziali per potersi opporre e poter riequilibrare quello che sta succedendo in Europa.
Non può essere messa in ginocchio un'economia così importante come quella turistica, che riguarda per la maggior parte concessioni balneari, ma ci sono anche altri tipi di concessioni che afferiscono alla nautica, ai cantieri navali. Ci sono una serie di realtà, per non arrivare a quelle che potrebbero addirittura riguardare l'energia, e ci potrebbe essere una diffusione ulteriore e non controllabile dell’applicazione della normativa, che non va nella direzione di mantenere un trattamento uguale tra tutti gli Stati membri.
A fianco di questa mozione, che sollecita un interesse, anche la considerazione in extremis dell’esperienza che hanno messo in campo gli operatori, magari attività a conduzione familiare per generazioni, che hanno portato un proprio valore aggiunto nella gestione di quel bene, accanto a queste che sono tutte richieste legittime, credo che la battaglia vera vada fatta spingendo il Governo verso altro, verso un ricorso per conflitto di attribuzioni alla Corte costituzionale perché la scadenza del 2033 è già di molto inferiore rispetto alla normativa fatta da Spagna e Portogallo, che non hanno ricevuto un'infrazione da parte dell’Unione europea, nella direzione di non mettere l’Italia nuovamente in una condizione di Cenerentola nei confronti degli altri Stati europei. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. E’ molto positivo che il Consiglio regionale si appresti a votare un atto unitario, questa risoluzione, segno evidente di una condivisione che sembra chiara anche dagli interventi. Mai come questa volta mi è capitato di condividere integralmente gli interventi dei colleghi della maggioranza - con quelli dell'opposizione è ovvio, ci siamo sentiti prima, abbiamo condiviso anche la mozione - li condivido integralmente e li sottoscrivo, in particolare - voglio dirlo e questo mi suona ancora più strano, questa è la forza delle argomentazioni - l'intervento del Capogruppo Ciccioli e l’ultimo della Presidente della Commissione Leonardi per la forza argomentativa dei loro interventi perché qui c'è tutto un aspetto. Credo che su questo tema non soltanto siamo d'accordo noi, ma penso che siano d'accordo, ad esempio, anche i Comuni della nostra regione, le Provincie, siano d'accordo anche le altre Regioni d'Italia, le altre Province d'Italia, gli altri Comuni. Un Paese in cui il bene demaniale è un patrimonio in sé, un Paese che guarda il mare da tutte le parti ed i beni demaniali costituiscono una ricchezza, una forza per il turismo, per l'economia, per promuovere la bellezza della nostra regione. Si tratta di ristabilire la supremazia dello Stato, che è la supremazia della Repubblica che - quante volte ce lo siamo detti in Provincia, vedo di fronte a me il Consigliere Putzu - è costituita dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni, dalle sue articolazioni.
Bene questa risoluzione che si rivolge, attraverso il Presidente della Giunta regionale, alla Conferenza Stato-Regioni per ristabilire questa supremazia, che poi non è altro che la supremazia della legge. Consigliera Leonardi, prima ancora di invitare il Governo a promuovere il conflitto di attribuzioni, penso sia giusto, quello che si dice con questa risoluzione, invitare il Parlamento, il Governo ad un atto legislativo che consenta di valorizzare l'esperienza professionale, il patrimonio di conoscenza nella gestione dei beni demaniali, a tenere conto delle specificità del nostro territorio per ristabilire la supremazia della legge.
Qui ci sono due aspetti, uno esterno, l'Europa ed i rapporti con l'Europa, noi dobbiamo negoziare con essa e se nel caso imporre la nostra supremazia, anche sull'Europa. Mentre vi ascoltavo un Assessore di Porto Sant'Elpidio mi ha mandato un articolo di giornale dove il 21 maggio 2017, rappresentando la Regione Marche in un convegno alla presenza di due europarlamentari, uno era il Vicepresidente del Parlamento europeo, che, è stato ricordato, ha dato finalmente dignità all'Europa, una dignità che l’Europa dei burocrati, l'Europa dei vincoli di bilancio, l'Europa che pretendeva che i singoli Stati ... Caro Assessore Castelli, queste cose è un pezzo …, le fa piacere, ma il problema suo è che non poteva avere l’opportunità di ascoltarmi perché non c'era. L'Assessore di Porto Sant'Elpidio mi ha mandato questo articolo di giornale in cui sono riportate le parole che allora ho detto, Assessore Castelli, il 25 maggio 2017, alla presenza dei due europarlamentari, leggo testualmente: “L'Europa deve essere un insieme di opportunità da cogliere e noi dobbiamo far sì che non sia quella dei vincoli e dei tecnocrati”, delle tecnocrazie, di cui si diceva prima. Noi dobbiamo negoziare con l'Europa tutto questo.
Poi c'è un tema interno: la supremazia della legge dov’è? Ma qual è quel Paese che consente ad un Giudice di invitare, come viene detto nella risoluzione, affinchè le norme della nostra legislazione non siano applicate nè dai Giudici nè dalla pubblica amministrazione. Non può essere consentito questo in un Paese perché i Giudici sono soggetti alla legge e la legge la devono condividere per forza e quando ritengono che violi la Costituzione, allora sì, possono sollevare la relativa questione, questo è il punto, ma non può essere consentito quello che è avvenuto con le sentenze del Consiglio di Stato.
Questo ci fa riflettere su una questione che vado dicendo da qualche tempo, penso che questo Paese dovrebbe anche ragionare se non sia arrivato il tempo di abolire finalmente la cosiddetta giustizia amministrativa, ritengo che l’ordinaria, la civile, la penale, la contabile siano più che sufficienti perché poi, vedete, questo è quello che succede, che si consente ad un Giudice di fatto di disapplicare la legge e di dire che lo Stato e il legislatore dovrebbero attenersi, oltre che al diritto dell'Unione europea, anche ad una offerta dei servizi pubblici più efficiente, di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e soprattutto alle riprese degli ... Queste cose non le può dire un Giudice, le deve dire il legislatore, sia esso nazionale che regionale, su questo si impone, secondo me, una riflessione, però nell'immediato è giusta questa risoluzione perché credo che il Parlamento nazionale e lo stesso Governo, ma il Parlamento innanzitutto si debba dotare di una legislazione che poi deve imporre in Europa perché questo importante settore, che costituisce una straordinaria opportunità per il nostro Paese, sia non solo difeso, ma valorizzato e soprattutto stabilizzato. Grazie.

Presidenza del Presidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Anch'io mi associo alla felicità di vedere questa risoluzione condivisa, solo che da un lato si dicono delle cose che non sono contenute nella risoluzione e che mi sembrano un po' populistiche, dall'altro si affrontano i temi concreti della sentenza.
E’ vero che con la sentenza il Consiglio di Stato si è sostituito al Parlamento, ma il Parlamento non ha fatto quello che doveva fare, avrebbe dovuto decidere un percorso per tutelare le nostre concessioni. Ed è ovvio che tutto quello che è demanio dello Stato, tutto quello che è bellezza paesaggistica, tutto quello che è caratteristica peculiare non può che essere soggetto alle leggi che determinano e richiedono un'evidenza pubblica nella gestione. Ora questo non significa che si debba buttare a mare tutto quello che l'Italia e in particolare le Marche hanno costruito sulle nostre spiagge, perché è vero che parliamo di concessioni demaniali, ma li sono servizi che vengono erogati e senza quei servizi le Marche e molte altre Regioni, ma parlo di noi in particolare perché siamo un'eccellenza, non potrebbero avere quel appeal turistico, che invece hanno proprio per quei servizi che vengono erogati. La caratteristica importante di questi servizi è la peculiarità di ognuno di essi, non c’è n’è - da noi nel piceno si dice chalet, in altri posti stabilimento balneare, bagni, oppure stabilimento balneare, - uno uguale all'altro perché la gestione è diversa e questa è una caratteristica. Chi vuole può decidere di andare nel posto più raffinato, casereccio o può scegliere anche per affezione. Io sono 54 anni che vado nello stesso stabilimento balneare a San Benedetto del Tronto.
E’ una questione di rispettare anche una tipologia di concessione, però dobbiamo fare i conti con le norme comunitarie, dura lex, sed lex. Che cosa ha fatto il Consiglio di Stato? Ha dato una tirata di orecchie al Parlamento e ha detto: “Basta con le proroghe perché non le potete più dare, ma dovete affrontare il problema nel merito, che è molto più difficile”. Affrontare il tema nel merito è molto più complesso, ma anche molto più serio. Che cosa dice la Corte? Che non c'è possibilità di dare proroghe, non è possibile, non lo possiamo più fare e lascia un lasso di tempo perché si rende conto che non sono soltanto le singole concessioni che devono essere tutelate, ma tutto il sistema turistico ricettivo, che è determinato dalle singole concessioni che a loro volta determinano le caratteristiche turistico ricettive proprio delle regioni italiane. Fate questo benedetto atto di ricognizione, vedete lo stato dell'arte, non ci possono essere diritti di prelazione, questo è un'altra problematica importante, ma il Consiglio lascia intendere che si possono stabilire anche degli indennizzi, si può valutare quello che è stato fatto, si può valutare il know how, si può entrare nel merito dei bandi che il Governo dovrebbe fare, bandi tipo, per assegnare negli anni futuri le concessioni. La Corte dice che deve essere un settore aperto alla concorrenza e questo ci dispiace perché tutti vorremmo poter mantenere i concessionari che abbiamo oggi e mantenere questo stato.
E’ chiaro che abbiamo votato tutti insieme la legge 145 del 2018 perché ritenevamo che fosse giusto avere comunque un tempo per poter riflettere, ma il tempo è stato troppo, non possiamo rispondere che dal 2018 ad oggi non abbiamo fatto almeno una proposta da condividere con le associazioni. Se da un lato è vero che bisogna insistere con la Comunità europea per rivendicare la nostra peculiarità e riuscire ad avere un atteggiamento diverso, dall’altra bisogna anche fare i conti con le normative che sono belle, chiare e trovare una modalità per poter uscire da questa situazione, senza creare danno a chi ha investito la vita e la famiglia, perché spesso e volentieri le competenze e le peculiarità si sono trasferite di generazione in generazione.
Credo che sia molto seria questa risoluzione perché non mena il can per l’aia, ma entra nel merito e chiede al Presidente di evidenziare e di porre all'attenzione della Conferenza delle Regioni, per poi discutere con la Conferenza Stato-Regioni, e scegliere una delle due strade o seguirle entrambe nella speranza che la Comunità europea possa accettare quello che noi vogliamo, sempre come prima ipotesi, ma leggendo la sentenza del Consiglio di Stato non sembra così semplice, quindi partire e valutare la seconda ipotesi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Penso che centrare il tema di questa risoluzione sia la cosa fondamentale e mi pare che già in altri interventi …, in particolare ho ascoltato con attenzione quello della Consigliera Casini che mi sembra sia andato davvero a individuare il contenuto di un provvedimento che è molto importante perché assunto dall'intero Consiglio regionale, che si vuole impegnare sulla questione delle concessioni demaniali marittime dopo le sentenze 17 e 18 del 2021 del Consiglio di Stato.
Il merito di questa risoluzione si esplica in vari elementi, intanto il fatto che verrà approvata all’unanimità o comunque questo Consiglio si accinge ad approvarla unanimemente, il secondo elemento centrale credo che riguardi gli strumenti individuati. La risoluzione non regala illusioni e non è, almeno dal mio punto di vista, ipocrita nell'affrontare la questione, prende atto di una situazione, soprattutto cerca di specificare quali potranno essere, attraverso un successivo intervento legislativo, le chiavi per poter garantire i nostri operatori ..., interamente quelli italiani perché quando si fa riferimento alla specificità del territorio nazionale, alle coste, alla rilevanza delle coste marchigiane e nazionali, quando soprattutto si fa riferimento nell'eventuale emanazione di una nuova legge alla esperienza professionale che si è vissuta in questi decenni, agli investimenti che i nostri concessionari hanno fatto oltre alla mappatura, penso che si diano indicazioni, indirizzi e criteri significativi e importanti.
Il merito della risoluzione comune mi pare sia quello di evitare affermazioni che non sono in linea con la realtà, con quanto è successo, quindi va apprezzato il messaggio che ritengo sia giusto passare al nostro Presidente, alla nostra Regione, di battersi su questo in maniera determinata e forte perché reputo che ci siano le condizioni.
Certo è che alcuni interventi mi hanno lasciato piuttosto sorpreso perché penso che l'onestà intellettuale e il realismo che la politica deve dimostrare nei confronti di chi è amministrato sia un dovere e talvolta si ha addirittura l'impressione che nostri amministrati, in questo caso i nostri stakeholders, che pure è capitato di incontrare, siano più avanti di noi perché ritengo che sia audace affermare che ci debba essere, e lo dico in una discussione tranquilla e anche aperta come quella di oggi, la primazia dello Stato rispetto all'Europa. Credo che sia audace perché ci sono prima di tutto delle domande che ci dobbiamo fare e la prima è: crediamo all'Europa e al sistema di regole che l'Europa si è data rispetto ai principi e valori? È evidente che se è sì si sta dentro quell’alveo, se è no concretamente non si è dalla parte di una Europa che si integra.
Il secondo elemento è il principio di libera concorrenza, libero mercato dei servizi, perché il tema della Bolkestein, piaccia o non ci piaccia, affronta questo. Affronta la necessità che venga affermato il principio che tutti hanno il sacrosanto diritto di esercitare ed avviare un'attività senza pregiudicare nella fase di transizione gli altri. Se ci pieghiamo a questo vuol dire che nelle parole affermiamo dei principi e poi praticamente non li vogliamo applicare.
Resto abbastanza basito, lo dico con simpatia nei confronti del Consigliere Marinangeli, quando afferma che quella sentenza usurpa la legalità. Voglio ricordare che in Europa e anche in questo Paese fortunatamente esiste il principio della divisione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Se il potere legislativo, qui dobbiamo raccontare quella che è la realtà, in circa 15 anni o forse meno non è riuscito ad emanare una legge, che fosse nello stesso tempo capace di tutelare i nostri operatori, le nostre imprese della costa e di rispettare il principio che l'Europa aveva affermato, credo che il potere giudiziario, come spesso avviene, abbia il dovere di segnalarlo. Sull’efficacia di quelle sentenze, per quel poco che posso comprendere di diritto amministrativo, sull'efficacia della inefficacia della legge credo che ci siano dei dubbi. Ma non si può entrare nel merito di questo argomento, si deve affermare in linea di principio che le sentenze si rispettano, si criticano, ma si rispettano e l'esercizio del potere giudiziario, attraverso le sentenze amministrative, va rispettato e la legalità è affermata dalla possibilità che la divisione dei tre poteri sia in una qualche maniera esplicata secondo il dovere e il diritto di chi esercita. Non credo che questo rappresenti un esempio dell'Europa dei burocrati, in realtà dobbiamo criticare noi stessi complessivamente, parlo della politica che in 15 anni non ha saputo interpretare e dare agli operatori uno strumento giuridico che li tutelasse e rispettasse i principi europei. Ecco perché penso che avventurarsi in crociate contro l'Europa su questo tema non onora la realtà. Nello stesso tempo penso che l'Europa abbia dato prova, proprio in questi ultimi anni, a seguito della pandemia, di quanto sia indispensabile lavorare insieme per far sì che sia sempre più l'Europa delle persone e non l'Europa dei burocrati, e su questo credo che il Presidente del Parlamento europeo ci abbia lanciato una serie di comportamenti, non di parole, di comportamenti esemplari, di cui dobbiamo sempre ricordarci, se li condividiamo. Se poi sull'Europa non si condivide, ricordo a tutti che una parte politica di questo Paese, la Lega, Fratelli d'Italia, ha attaccato per anni l'Europa fin quando ha governato, dimenticando che l'Europa, grazie a chi l’ha governata in questi ultimi anni, ha saputo virare, trasformarsi e andare verso la direzione dell'Europa delle persone. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Vorrei intervenire anzitutto perché in questi anni, sia nei miei precedenti incarichi, ma anche qui in Regione, ho sempre cercato di seguire questa problematica, nel rispetto delle normative vigenti.
Ritengo importante che si dia mandato anche alla Giunta e al Presidente di portare con forza quello che viene chiesto da questo Consiglio regionale, o meglio, che venga comunque disciplinata in maniera corretta la modalità di assegnare queste concessioni.
Voglio fare un ragionamento diverso rispetto ad alcuni interventi fatti fino ad oggi, vorrei valorizzare il ruolo dell'operatore balneare, il cosiddetto bagnino. Ricordo che siamo una regione che giustamente punta ad essere turistica, i turisti in gran parte, soprattutto nel periodo estivo, decidono di venire nel nostro territorio e vengono anche perché c'è il mare, vengono al mare nel nostro territorio ed è per questo che penso che sia importante anche trovare una modalità che possa evitare una standardizzazione degli operatori balneari.
La paura che emerge più forte è che arrivino le multinazionali a gestire questo tipo di attività. Sarebbe come avere un centro storico senza più attività, senza più i negozi gestiti dai locali, non legati alle grandi catene. Vediamo tutti che nei centri storici si è mano a mano ridotto il tessuto imprenditoriale locale, hanno un minore appeal, sono meno caldi, meno accoglienti. La stessa paura mi fa pensare alle spiagge gestite da multinazionali, da soggetti che sarebbero poi l'interfaccia del nostro territorio per molti dei turisti che vengono nel ... Da qui l'esigenza di tutelare anche quello che è un patrimonio di persone, che conoscono il territorio, il proprio lavoro e lo fanno molto spesso con passione, riuscendo a trasmettere la bellezza che il nostro territorio ha.
Il mio intervento è solo per valorizzare un aspetto, che è quello delle regole, ma anche un altro, pensate se i centri storici fossero gestiti da multinazionali, da un’unica multinazionale, quante persone vi andrebbero a fare una passeggiata? La stessa cosa vale per le spiagge dove c’è il rischio di avere dei soggetti che potrebbero gestire questi spazi con meno tipicità, umanità, passione e con meno voglia di raccontare il nostro territorio e di far sentire accolti in una Regione che invece merita di essere conosciuta a livello internazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Giudo CASTELLI. Grazie, Presidente. Sarà il Presidente Acquaroli ad esprimere le valutazioni politiche sul tema e sulla risoluzione che comunque incontra senz'altro la valutazione positiva della Giunta. Vorrei solo precisare alcuni aspetti tecnici, anche all’esito delle considerazioni che prima faceva il Consigliere Carancini.
In realtà la vicenda, che è stata lungamente descritta e narrata, anche da un punto di vista della coerenza e della razionalità costituzionale, di tutto quello che è accaduto, lascia più di un sospetto e genera più di un equivoco nel momento in cui l'ultimo scorcio della vicenda, ovvero l'intervento del Consiglio di Stato, determina oggettivamente un vulnus a quella che è l’articolazione della divisione dei poteri. Evocando la figura di Montesquieu viene da dire: può il Consiglio di Stato, riunito in sezioni comuni, sezioni unite, chiamato ad esprimere un principio giuridico laddove si è creato un conflitto giurisprudenziale, espropriare il Parlamento dicendo entro due anni dovete legiferare? Questa è la questione centrale, tant’è vero che alcune delle iniziative che sono state promosse a livello di gravame costituzionale riposano proprio su questo eccesso di valutazione, che in qualche misura è stato letto da molti interpreti come un “esproprio di funzioni legislative”.
Ma non è finita qui, c'è anche un'intima contraddizione tra quello che è stato il dispositivo delle sentenze 17 e 18 del novembre scorso e la stessa legge, il DL concorrenza, che poco prima della sentenza aveva stabilito, come è noto, l'obbligo di procedere alla mappatura delle concessioni. Questione non secondaria perché stiamo parlando non solo di concessioni demaniali degli stabilimenti, principalmente parliamo di questo, ma oltre agli stabilimenti balneari c'è tutta la vicenda dei cantieri navali, pubblici esercizi, porticcioli turistici, la casistica è veramente enorme. Ma perché il DL concorrenza ricordava la mappatura? Perché dietro la mappatura c'è la valutazione sul tema dirimente che la stessa direttiva Bolkestein considera fondamentale, ovvero la scarsità della risorsa. La mappatura non è fine a se stessa, ma è tale per cui una volta espletata la verifica, si può ritenere se la Bolkestein possa applicarsi o meno all'Italia. Ecco dove, addirittura, l'interferenza è di natura non sono domestica, nazionale, ma va in qualche misura a incidere sull'impianto stesso della direttiva. Da questo punto di vista ha fatto bene chi ha sostenuto la necessità di quell'impugnazione perché almeno per due questioni tecniche e non banali c'è un conflitto evidente fra Giudice amministrativo, che è chiamato, come è noto, a intervenire su questioni che attengono alla legalità e alla legittimità di atti amministrativi e quelli che sono invece i compiti necessariamente da attribuire al Parlamento. Questa serie di incongruenze non ha fatto altro che aumentare il grado di entropia e di disordine che già si era originato fin dall'inizio della direttiva Bolkestein, direttiva ervizi, che nel caso di specie, è stato detto da qualcuno dei Consiglieri che è intervenuto, va invece a disciplinare i beni.
Anche da questo punto di vista si impone un intervento che dal punto di vista giurisdizionale e della definizione del conflitto di attribuzione sarà poi la Corte costituzionale a dirimere, ma è necessario, ed è stato detto, mi pare, che la stessa vertenza sia proposta a livello europeo perché al di là delle questioni è stata anche evocata la primazia del diritto europeo su quello domestico nazionale e su questo è in corso anche qualche referendum che va nel senso di chiarire come questa gerarchia vada probabilmente rivista. Non perché non si creda all'Europa, ma perché non si crede nell'Europa che si rende cieca e sorda rispetto a questioni oggettive che non sono state solo proposte dall'Italia sulla Bolkestein, dalla Polonia sulla famiglia, ma ad esempio dalla Germania sulla legittimità di quantitative easing.
Che esiste un tema di coerenza complessiva delle fonti del diritto in Europa è questione che vediamo plasticamente documentata dalla vicenda degli stabilimenti balneari, che nel caso di specie nelle Marche esprimono una valenza e un valore turistico economico enorme. Sappiamo quanto il Presidente Acquaroli alletta strategicità a questo comparto e che oggettivamente, su questo faccio una considerazione probabilmente banale, genera incertezza su quello che è il movimento turistico, che è grandemente prevalente su tutte le presenze turistiche marchigiane. C’è una questione che coglie nel segno di una assoluta e straordinaria rilevanza marchigiana del caso perché su 10 milioni di turisti 9 milioni sono turisti balneari, le presenze sono queste.
Siamo seriamente preoccupati e il Presidente Acquaroli potrà dire quante e quali sono le iniziative che anche la Regione Marche vuole mettere in campo per dare certezza a chi in quegli stabilimenti vede la propria azienda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Grazie a tutti i gruppi consiliari e a tutti i Consiglieri che sono intervenuti, all’Assessore Castelli che ha portato poc'anzi il suo contributo.
Credo che non sia neanche la prima volta che quest'Aula discute il tema della Bolkestein e delle concessioni demaniali. Già nella mia precedente esperienza, 2010/2014, se ne parlava in maniera forte, molto presente. E’ una problematica atavica, che purtroppo ha condizionato e condiziona la quotidianità di decine di imprese, decine di famiglie e di tanti fornitori di una filiera importante che rappresenta il punto di vista e l'avanguardia del turismo regionale.
Noi abbiamo delle presenze che sono molto importanti per la tenuta del turismo regionale, che partono dal turismo balneare di alcune località, ma ormai tutte si sono attrezzate, hanno raggiunto livelli di eccellenza, un servizio importante, ma non solo.
La Regione e lo Stato investono moltissimo a difesa dei litorali, delle spiagge, di queste infrastrutture che rappresentano un punto fondamentale del prodotto interno lordo della nostra regione. Una leva rilevante per la crescita turistica dell'immagine della nostra regione, non solo costiera, ma anche del nostro entroterra, nella cultura, nella filiera enogastronomica. Anche perché per il tramite delle nostre spiagge noi vediamo raggiungere la nostra regione da milioni di persone ogni anno, che dalle spiagge ci conoscono, ci frequentano e creano una relazione, un interesse, un'interazione.
L’impegno che il Consiglio regionale mi dà oggi, lo dico da Presidente ed anche da Assessore al turismo, è importante ed intendo onorarlo. Ho trasmesso al Segretario generale l'intendimento di scrivere subito alla Conferenza delle Regioni di onorare l'interessamento che mi è stato rivolto perché credo che sia giunto il momento per la nostra Regione, ma in maniera particolare per l'Italia, di fare chiarezza e dare certezza a questi operatori, che hanno investito, che stanno investendo e vivono una fase di assoluta incertezza e transizione. Queste persone non sanno la reale aspettativa, per loro non rappresenta solo un investimento, ma un lavoro, un'opportunità e devono avere non solo delle certezze, che tutti loro si auspicano, ma che le certezze portino a confermare quelle opportunità che si sono create con gli sforzi, i sacrifici, gli investimenti, comunque vogliono agire in un ambito di chiarezza e di prospettiva affinché possano sciogliere un nodo che li riguarda totalmente, loro come singole persone, ma riguarda anche la strategia che noi dobbiamo andare a perseguire perché tante attività hanno rappresentato, come ho detto poc'anzi, uno strumento di crescita del nostro turismo e della nostra filiera agroalimentare. Uno strumento che ha dato ribalta alle nostre specialità, alle nostre eccellenze e alla nostra tipicità, riferita ai prodotti del mare e della costa, ma non solo. E’ inutile ripercorrere e aggiungere su una storia controversa, in cui ci sono dei profili politici, legislativi di natura tecnico giuridica e anche delle competenze che a mio avviso dovrebbero essere chiarite.
Il giorno che è venuto Bolkestein a Roma ero a quel convegno e l'interpretazione che ha dato alla direttiva che porta il suo cognome era stata univoca e sentirci tirati in ballo, ormai da mesi, su un'interpretazione che a detta dello stesso Bolkestein chiariva definitivamente un equivoco, sembra abbastanza strano, però è così.
I tecnicismi condizionano non solo questo aspetto, tanti altri, ma noi dobbiamo farci carico degli interessi della nostra regione, affinché da una parte venga salvaguardato un settore strategico, importante e venga data continuità e possibilità di investire e rimanere all'altezza dell'eccellenza che è stata raggiunta con tanti anni di sacrifici; dall'altra dare certezze, risposte e circoscrivere anche le reali situazioni per tutti coloro che stanno vivendo questa situazione perché si tratta di famiglie, imprese, ma si tratta anche di tanti dipendenti che cercano risposte e voglio conferme rispetto a quelle che saranno le loro aspettative di lavoro, con chi poter lavorare e se poter lavorare.
In questo senso chiederò l’inserimento di questo punto all'ordine giorno in una delle prossime Conferenze delle Regioni, magari ci aggiorneremo quando la Conferenza delle Regioni avrà espresso una sua posizione su questo tema, che spero possa essere definitiva e possa portare buone notizie per la nostra regione e per tutto il nostro settore balneare e del demanio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Poco da aggiungere, Presidente, rispetto al dibattito che va epurato delle valutazioni, dei percorsi, delle considerazioni perché non ci attengono, soprattutto non è quello che aspettano gli operatori, lo ricordo per tutti, che hanno già la concessione scaduta e stante la sentenza entro quest'anno bisognerà procedere con le gare.
Non solo togliamo prospettiva, visione e la possibilità di investire, come invece era stato concesso con la proroga contenuta nella legge 145, che vedeva la possibilità di gestire in concessione ancora fino al 2033 le aree demaniali, che erano state date in concessione in passato, ma il tema oggi è mettere nelle condizioni quegli operatori di avere una prospettiva perché di fatto perdono la concessione, l’occupazione, il patrimonio, gli affidamenti, anche quelli finanziari presso gli Istituti di credito perché non avendo più la copertura del patrimonio ci sono le revoche che sono già partite da parte degli Istituti di credito.
C’è la necessità da parte nostra di prendere una posizione netta, al di là della valutazione delle sentenze perché quello è un atto che se non viene affrontato rapidamente, con una norma che recuperi almeno in parte l'esito della sentenza, rischiamo di ritrovarci nello stesso identico percorso che abbiamo intrapreso dal 2006 in avanti, questa è la data della direttiva servizi. Vero che la legge 145 del 2019 chiedeva ulteriore tempo, ma dal 2006 al 2019 sono passati 13 anni e noi non abbiamo fatto nulla. Lo dico anche ridistribuendo le responsabilità ai vari Governi, qualcuno un po' di più, qualcuno un po' di meno, che si sono alternati e che qualche volta hanno preferito assecondare anche le richieste, forse legittime da parte loro delle associazioni di categoria, che trovavano nella proroga e nella procedura di infrazione la soluzione più efficace. Oggi invece abbiamo capito che quel percorso è stato interrotto, almeno che non ci siano e non possano intervenire ulteriori sentenze che comunque ci metterebbero nelle condizioni di assumere una grande responsabilità. Oggi collettivamente l’abbiamo acquisita, mentre la consapevolezza del Parlamento deve essere quella che non c'è tempo da perdere perché non parliamo solo dell’economia del territorio, ma di impossibilità delle famiglie, di chi ha investito e di chi forse, questa volta senza nessuna colpa, non ha nessuna responsabilità di sorta e si trova privato non solo della propria attività, ma anche del proprio futuro.
Il voto favorevole del gruppo assembleare del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. In questa ampia discussione abbiamo visto che c'è un grave problema per tutto il settore balneare e non solo, perché poi a questo ambito è collegata l'economia di gran parte della nostra regione.
Dico che è positivo che si sia giunti ad una risoluzione unitaria. Dobbiamo guardare avanti e prendere in modo positivo l'impegno del Presidente Acquaroli per far sì che la Conferenza Stato-Regioni affronti il prima possibile questa problematica, che non è solo della Regione Marche, che venga portata avanti perché siamo di fronte ad una situazione difficile.
Il fatto di aver condiviso questa realtà è importante, ci sono stati degli errori nel passato, ma ora è il momento di guardare avanti, di essere uniti e di dare un segnale di fiducia a tutto il settore, che ne ha veramente bisogno. Soprattutto occorre l'impegno di tutti, del Parlamento, dei nostri Parlamentari, di tutti noi Consiglieri regionali per far sì che questa problematica possa essere risolta prima possibile. Guardiamo avanti.
Noi come gruppo Lega siamo favorevoli a questa risoluzione, faremo in modo che i nostri Parlamentari, i nostri Ministri, coloro che sono al Governo e al Parlamento possano fare di tutto affinché vengano prese queste risoluzioni, quegli atti che possono consentire che ci sia una legislazione appropriata per far sì che i nostri operatori possano seguitare a portare avanti le loro attività e farlo nel miglior modo possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Voglio anzitutto ringraziare l'intero Consiglio regionale per aver dato oggi una grande prova di compattezza, una prova importante che credo sia fondamentale per gli operatori balneari, che ci vedono uniti, tutti quanti, nell’andare nella stessa direzione. Questo è motivo di grande orgoglio e questo Consiglio regionale potrebbe rivendicarlo in giro per l'Italia.
E’ una risoluzione sulla quale tutte le forze politiche hanno dovuto convergere, soprattutto tutte le forze politiche hanno voluto esprimere non solo il proprio dissenso, ma dare un’opportunità al nostro Presidente, che ringrazio, anche perché, come sempre si è dimostrato non solo disponibile, ancora una volta lo troviamo in prima linea, non solo insieme a tutti noi Consiglieri regionali, ma a tutte quelle attività balneari che da anni hanno espresso il proprio dissenso in merito a questa direttiva europea.
Voglio anche ringraziare, e lo faccio con una battuta, il sovranista amico Consigliere Cesetti, mi fa molto piacere che abbia dimostrato ancora una volta …, ricordo benissimo quando era Assessore nel 2017 e venne a Porto Sant'Elpidio, che è la mia città, a parlare, a volte anche con gli operatori. Di questo gli do atto, ed è giusto. E’ stata una battaglia che fin da sempre abbiamo condiviso e questo ha unito il nostro territorio ed in questo caso unisce questo Consiglio regionale.
Concludo ringraziando tutte le forze politiche e mi auguro che non solo su questi temi possiamo unirci, è fondamentale oggi più che mai dimostrare una contezza su problematiche rilevanti che potrebbero dare gravi problemi alla nostra economia. Sappiamo benissimo che la nostra regione vive soprattutto di turismo estivo e balneare.
In questo momento abbiamo dimostrato grande capacità di saper produrre politica, stando tutti dalla stessa parte, remando tutti insieme con la stessa barca.
Sono certo che il Presidente Acquaroli all'interno della Conferenza Stato-Regioni ed insieme ad altri Presidenti di Regione riuscirà a sollecitare il Governo e mi auguro che prima possibile si possa trovare tutti insieme una soluzione.
Il voto di Fratelli d’Italia è favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Sono già intervenuta all'inizio, intervengo ora per esprimere il voto favorevole e per fare i complimenti anche all'Aula per aver trovato una soluzione all'unisono su una problematica annosa che riguarda il settore balneare e le nostre piccole e piccolissime imprese.
Da quando c’è stata la sentenza del Consiglio di Stato a metà novembre 2021 come gruppo Forza Italia abbiamo fatto circa quattro riunioni sul territorio, l’ultima l’8 gennaio quando è venuto il Senatore di Forza Italia, abbiamo fatto un tour proprio nelle Marche perché abbiamo a cuore questa problematica ed oggi votare tutti insieme questa risoluzione ci fa onore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io dovrei annunciare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle, questo mi sembra uno dei rari casi in cui abbiamo presentato un numero così alto di proposte. Ben cinque mozioni sono pervenute, con le quali ogni gruppo ha avanzato delle soluzioni che riteneva possibile applicarsi per cercare di pervenire ad una soluzione del problema.
Nonostante ci siano sensibilità a volte diverse il lavoro che è stato fatto, e l'hanno rimarcato anche i colleghi che hanno parlato prima di me, è importante e sicuramente significativo. Abbiamo limato tutto ciò che poteva creare divisioni, siamo andati al sodo e abbiamo predisposto una risoluzione che ha trovato una convergenza sui punti di unione, tralasciando quelli che potevano essere di disaccordo. Naturalmente questa è una formula che potrebbe essere applicata ad altro, come ha detto anche il Consigliere Putzu, e ce lo auguriamo.
Per quanto riguarda la proposta del Movimento 5 Stelle, noi siamo abituati a ragionare sempre su quello che possiamo fare noi come Consiglieri regionali perché a volte è facile indicare agli altri la via quando magari tralasciamo di fare quello che è nelle nostre possibilità.
Mi fa piacere che abbia trovato spazio il secondo punto del nostro dispositivo, che è quello che invita a procedere alla mappatura delle attuali concessioni, così come previsto dalla legge regionale 7 del 2010. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione sulle mozioni nn.184, 185, 186, 193 e 195. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 183
ad iniziativa dei Consiglieri Lupini, Ruggeri, Santarelli
“Sostegno della Giunta alle proposte emendative alla legge di bilancio dello Stato 2022 su aumento detrazione al 75% per spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia negli immobili relativamente all’abbattimento barriere architettoniche”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n.183 dei Consiglieri Lupini, Ruggeri e Santarelli.
Ha la parola la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Dopo il bel lavoro fatto sulla mozione precedente, di concerto, mi spiace ricordare che purtroppo è passato troppo tempo e questa mozione ha perso il suo intento principale, quello di dare un segnale della nostra Regione e di questa Assemblea per andare a supportare un emendamento al bilancio del governo nazionale per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Un argomento che avevamo già affrontato precedentemente in occasione del primo bilancio di questa amministrazione regionale, con l'approvazione di un ordine del giorno a nostra firma sulle barriere architettoniche, che purtroppo non hanno visto nuovi investimenti, come invece avremmo voluto. Eravamo tornati sul tema, non solo in occasione del bilancio, ma anche e soprattutto in occasione della giornata dedicata ad una riflessione sulla disabilità. Purtroppo i tempi sono passati, ma non per questo dobbiamo sottovalutare l'importanza della problematica sulla quale sicuramente torneremo nel corso dell'anno, prima del nuovo assestamento di bilancio, per chiedere attenzione ad una questione così importante che tra l'altro vedeva una trasversalità davvero ampia a livello governativo, tante forze politiche che si erano unite, come abbiamo fatto noi oggi, su altre tematiche per chiedere un ulteriore sgravio fiscale che potesse contribuire all’abbattimento delle barriere architettoniche.
Mi rendo conto che oggi non ha senso arrivare al voto di questa mozione perché è superata, ma sicuramente annunciamo altri atti sulla questione. Grazie.

PRESIDENTE. La richiesta formale del ritiro?

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Mi perdoni, Presidente, mi sono confrontata con i colleghi e mi rendo conto che oggi votare questa mozione non avrebbe senso perché di fatto il bilancio è stato approvato, quindi, ritiriamo formalmente la mozione, annunciando però altri atti su questo argomento. Grazie.

PRESIDENTE. Attendevo la richiesta ufficiale di ritiro solo per evitare, diciamo così, una disquisizione formale.
Con questa dichiarazione si conclude l'attività della seduta odierna-
Ringrazio tutti voi per la partecipazione all'attività, per la passione che avete messo nello svolgimento della seduta stessa.
Appuntamento per domani per una nuova seduta del Consiglio regionale grazie tutti.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,30