Resoconto della seduta n.58 del 15/02/2022
SEDUTA N. 58 DEL 15 FEBBRAIO 2022
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 58 del 15 febbraio 2022. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 56 e n. 57 rispettivamente dell’8 e dell’11 febbraio 2022, i quali, ove non vi siano opposizioni, si intendono approvati ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Borroni e Ciccioli.
Commemorazione
PRESIDENTE. Prima di entrare nella seduta odierna con la discussione e l’approvazione dei punti all’ordine del giorno, vi chiedo un minuto di silenzio per accomunarci ai familiari di G. L., un concittadino marchigiano di 15 anni che nel suo periodo di stage purtroppo ha trovato la morte.
Sappiamo che questa tematica è sentita da tutti gli italiani ed una morte così è assurda, … non possiamo andare oltre con le parole perché sarebbero non solo vane, ma ci richiamerebbero ad una responsabilità che è delle istituzioni, che riguarda tutti noi della comunità, perché stroncare una vita a 15 anni è davvero molto grave e impensabile. Vi chiedo un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Interpellanza n. 6
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Politiche sanitarie del governo regionale per il Fermano”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 6 del Consigliere Cesetti, che ha la parola per illustrarla.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Brevemente perché l’Assessore Saltamartini conosce bene la situazione anche per quanto riguarda il territorio della provincia di Fermo.
Fin da quando si è insediata questa Giunta regionale molteplici e reiterati sono stati gli atti presentati, per la precisione oltre 20, per denunciare la disorganizzazione e la situazione fuori controllo nella gestione della pandemia in tutto il territorio regionale ed in particolare nella provincia di Fermo.
Rispetto a questa disorganizzazione, l’ho detto anche in precedenti occasioni, addebito maggiori responsabilità, se vogliamo, ai tecnici, alla politica, addebito la responsabilità di non farsi sentire adeguatamente da coloro che sono deputati a porre in essere le decisioni della politica per una migliore organizzazione nell’interesse dei cittadini.
Che la situazione sia drammatica non lo dice soltanto il Consigliere Cesetti o il gruppo PD in relazione ad altri territori ed anche al territorio della provincia di Fermo, ma lo dicono i Sindaci di quel territorio, cito i Sindaci di Sant’Elpidio a Mare, di Porto Sant’Elpidio, i Sindaci dell’area montana, dove tra l’altro si lamenta una assenza di dialogo con i vertici della sanità, i vertici dell’organizzazione della sanità.
Si denuncia in definitiva l’assenza di una vera e propria strategia necessaria che è compito del governo regionale mettere in campo, cosa che finora non è stata fatta.
Non lo dice, ripeto, soltanto il Consigliere Cesetti e i Sindaci, ma le organizzazioni sindacali, i comitati dei cittadini e dei Sindaci che sono arrivati a chiedere l’intervento del Prefetto di Fermo, che ha convocato una apposita riunione e mi pare, se non vado errato, che c’è stato il 4 febbraio il Comitato d’urgenza sulla sanità, nel quale sono stati invitati i rappresentanti dell’Asur, le organizzazioni dei sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. Addirittura il Sindaco di Sant’Elpidio a Mare si è spinto a chiedere l’intervento del Prefetto.
Quindi che dire? Con questa interpellanza, che ovviamente la do per letta, mi sono limitato, oltre a denunciare questo, a richiamare tutti gli atti, ripeto, oltre 20, che sono stati prodotti in quest’Aula a partire dalla risoluzione n. 3 del 2020 presentata il 9 novembre 2020, a mia firma, del capogruppo Mangialardi e del Consigliere Carancini, con la quale si denunciava il forte ridimensionamento dell’unico ospedale provinciale presente nel territorio fermano. In questo c’è una particolarità che, se vogliamo, non è una anomalia, però è un dato di fatto, che quello sia l’unico ospedale di rete e quando l’unico ospedale di rete, come tale deputato anche ad altre prestazioni oltre il Covid, viene “invaso” dal Covid e tutta l’attenzione viene lì concentrata, è evidente che ne risente la salute e l’esigenza di cura dei cittadini.
D’altra parte la grave situazione della sanità nella provincia di Fermo è addirittura approdata in Parlamento perché c’è stata un’interrogazione al Ministero della salute del Segretario nazionale di Sinistra italiana che, prendendo spunto da quello che era emerso al pronto soccorso, da quello che dicevano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e da quello che dicevano i medici, ha ritenuto di intervenire. Quindi, chiedo allo stato quali sono le politiche del governo regionale per porre rimedio alla grave situazione denunciata nel territorio della provincia di Fermo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interpellanza in argomento mette al centro un tema particolarmente importante e specifico che è quello delle politiche sanitarie del governo regionale per il fermano.
Prima di addentrarmi su alcuni punti specifici, è necessario precisare quali sono gli attuali contesti di ripartizione del potere all’interno del nostro sistema, tenendo conto che la Regione esercita una potestà concorrente in materia sanitaria ed è attribuita allo Stato l’individuazione dei LEA, i livelli essenziali delle prestazioni, i principi fondamentali della materia e il finanziamento del Servizio sanitario regionale. All’interno di questa cornice le Regioni esercitano le loro funzioni.
Ora, l’interpellanza si dipana sostanzialmente su due grandi questioni, la prima l’emergenza Covid, come è stata affrontata e gestita, e la seconda sulle politiche sanitarie nell’Area vasta 4 della provincia di Fermo.
Sulla gestione della pandemia mi pare che sia di tutta evidenza come la Regione Marche sia stata la prima in Italia ad aver avviato un percorso di screening di massa nei palazzetti, a dicembre 2020, modello poi replicato e copiato in tutta Italia, e sia stata una delle prime Regioni ad aver individuato il sistema di somministrazione dei vaccini che ci ha consentito di essere per efficienza e per mesi la prima Regione tra il numero dei vaccini consegnati e il numero dei vaccini somministrati.
Nello stesso mese di gennaio la nostra Regione è stata capace di somministrare oltre 420.000 vaccini con una performance in termini di produttività che non ha equivalenti con le altre, è stata ed è ancora in testa per le cure al Covid con la somministrazione di anticorpi monoclonali, che sono stati portati dalla nostra Regione già nei primi mesi del 2020 ed inizio 2021, attestandone l’efficacia sulla base di dati sperimentali, che hanno dimostrato la capacità di impedire le ospedalizzazioni.
Questi sono dati oggettivi e obiettivi su cui ciascuno può esprimere giudizi contrari, tanto più che la parte politica, che in questo momento siede sui banchi dell’opposizione, ha il diritto di dire esattamente il contrario.
Per quanto riguarda l’organizzazione e la politica sanitaria del fermano io non condivido, e l’ho già detto già nelle assemblee dei Sindaci, quello che appare spesso sui giornali, la Cenerentola e così via. Siamo impegnati come Regione, e lo stesso interrogante Consigliere Cesetti lo sa bene per averlo finanziato durante il periodo in cui era al governo della Regione, e siamo in attesa (dicembre 2023) di uno degli ospedali più nuovi della nostra regione e questa maggioranza ha già predisposto tutto ciò che serve per l’ammodernamento tecnologico di quella struttura.
Quindi avremo il prossimo anno uno degli ospedali più nuovi a livello regionale e se mi è consentito, l’ho già detto in altre occasioni, non sarà l’ospedale di Fermo, ma sarà l’ospedale delle Marche per tecnologie, per capacità professionali e per struttura operativa ed anche per posizione geografica. Dovrà curare per certe patologie tutti i pazienti delle Marche, anzi devo sottolineare e ringraziare molti medici perché da fuori regione arrivano delle persone per Fermo.
Dopodiché c’è tutta la questione dell’ospedale di Amandola e ci sono tutti gli interventi previsti dal Pnrr, che abbiamo presentato ieri, con i quali andremo ad intervenire su quattro strutture particolarmente significative con risorse molto importanti: Montegranaro, Petritoli, Porto San Giorgio e Sant’Elpidio a Mare.
Questo è un piano operativo che inverte le politiche precedenti fatte nella nostra regione, che tendevano ad accentrare, ad accorpare, mentre noi per mandato elettorale, sia per gli interventi previsti dal Pnrr, stiamo riportando la sanità territoriale al servizio dei cittadini, servizio di prossimità vero che consentirà ai marchigiani di godere di uno spazio di diritti sanitari molto più ampio rispetto a quelli precedentemente riconosciuti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ringrazio l’Assessore Saltamartini, ma non mi ritengo affatto soddisfatto. Dell’Assessore Saltamartini apprezzo lo sforzo, l’impegno, il lavoro, meno i risultati e, ripeto, se questi risultati non vengono - tra l’altro, l’ho detto prima - non credo che dipenda molto da lui, ma questo è un altro discorso.
Quindi, visto che non sono state indicate le politiche sanitarie del Governo regionale per la provincia di Fermo, considerato che la risposta non c’è stata, non mi ritengo soddisfatto e chiedo fin d’ora, Presidente, la trasformazione dell’interpellanza in mozione, ai sensi dell’articolo 137, comma 7, del Regolamento interno e l’iscrizione ad una prossima seduta.
Se poi non sarà la prossima seduta non è un problema, ormai l’urgenza è venuta quasi meno, però chiedo la trasformazione in mozione e l’iscrizione ai sensi del 137, comma 7.
Perché non mi ha risposto l’Assessore Saltamartini? Lui non mi ha detto quali sono le politiche sanitarie, ma quali sono gli investimenti nella provincia di Fermo che tra l’altro sono quelli, come lui correttamente ha ricordato, che abbiamo fatto noi. E’ vero Consigliere Casini e Bora? Qui vedo una parte della mia ex Giunta.
Oggi vedo su un resoconto della conferenza stampa, che voi avete fatto, la distribuzione degli investimenti per province in termini assoluti e la provincia di Fermo ha in termini assoluti 143,92 milioni di euro, tanti, pro capite 848 milioni, di questi 143,92 milioni 111 sono della precedente amministrazione per l’ospedale di Fermo, altri 18, sono sempre dell’amministrazione precedente per Amandola, per un totale di 129, 400 per l’ospedale di Montegiorgio per la sicurezza sismica sono 133, ci sono 11 milioni in più che opportunamente questa Giunta li ha messi per adeguare il nuovo ospedale di Fermo al d.l. 34.
Questo è. Gli investimenti sono quelli della precedente amministrazione e fate bene a portarli avanti, ci mancherebbe altro, però questo va detto, come ricorda anche il giornalista.
Da ultimo, e chiudo, voglio dire che, ad esempio, quando viene fuori il cosiddetto Pnrr, dove opportunamente rispetto alle ipotesi iniziali sono stati messi 2,2 milioni per la Casa della comunità di Sant’Elpidio a Mare - qui voglio ringraziare l’Assessore Saltamartini come ringrazio il Consigliere Putzu per il suo intervento, da me tra l’altro sollecitato - tutto il resto, lo dico all’Assessore Saltamartini, noi la progettualità del Pnrr l’abbiamo attuata da un pezzo perché Fermo, e questo attiene alle politiche, è l’unica realtà che ha l’unico ospedale di primo livello, che ha l’ospedale dell’area montana, che ha già due case della salute, Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare, attuabili 2015, che ha le case della salute: Montegranaro, Porto San Giorgio e Petritoli. Quindi, noi abbiamo già attuato il Pnrr, l’abbiamo fatto noi con la precedente Giunta.
PRESIDENTE. Prima di tornare all’ordine del giorno vi chiedo di anticipare l’interrogazione n. 335 a cui deve rispondere l’Assessore Aguzzi perché impegnato fra poco in una conference call per la questione Caterpillar.
Ricordo che la richiesta fatta dal Consigliere Cesetti, di trasformare l’interpellanza n. 6 in mozione ai sensi del comma 7, articolo 137, è accolta e vedremo di farla in deroga all’articolo 34 la prossima volta o in una seduta successiva, ne terremo comunque conto in termini rapidi.
Interrogazione n. 335
ad iniziativa del Consigliere Mangialardi
“Installazione di luminarie sospese sopra il letto del fiume Misa da parte del Comune di Senigallia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 335 del Consigliere Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente, per aver concesso questa variazione all’ordine del giorno perché alle 11,00 c’è questo importante collegamento con il Mise per cercare di risolvere la crisi della Caterpillar, credo anche che ci siano buone possibilità, ma non voglio essere troppo ottimista.
Venendo a questa interrogazione, di fatto ricalca gli accadimenti avvenuti a metà novembre relativi al potenziale pericolo di una alluvione a Senigallia, mi si interroga per sapere perché in quelle ore e in vista delle feste natalizie l’amministrazione comunale avesse posizionato delle luminarie trasversali al corso del fiume Misa. Le luminarie, così come erano state sistemate, andavano a sfiorare il corso d’acqua che nel frattempo si era alzato di molto rischiando di esondare, cosa che non è avvenuta solo per pochi centimetri. In questo caso si chiede se il Comune di Senigallia avesse richiesto alla Regione Marche la necessaria autorizzazione.
Rispondo che in data 5 novembre l’Ufficio tecnico comunale ha chiesto l’autorizzazione di installare luminarie tendendo un cavo a quota sommitale del muro d’argine del fiume Misa.
L’8 novembre la Regione Marche ha autorizzato l’installazione di queste luminarie così posizionate perché il richiedente aveva detto che le avrebbe posizionate in maniera trasversale sopra il limite delle acque e che l’installazione avrebbe avuto una durata limitata nel tempo.
Nel frattempo è avvenuta l’alluvione, che ha fatto sì che il Misa si alzasse fino al limite massimo ed ha sfiorato e in qualche caso anche portato via alcuni cavi trasversali.
Su questa cosa il Comune ci ha riferito che non erano ancora terminati i lavori per posizionare queste luminarie e se c’è stato questo contrattempo è stato perché stavano ancora eseguendo i lavori.
A quel punto la Regione ha posto la condizione, nel caso fossero riposizionate, di tenerle un metro più alte, come prescrizione, con dei pali laterali o cose di questo genere.
A me risulta che successivamente il Comune non abbia riposizionato le luci, perché ha ritenuto che questa cosa dei pali sollevati e altro fosse troppo dispendiosa o non so quale altra motivazione abbia addotto, comunque sia a noi hanno riferito che c’è stato un danneggiamento della prima parte dei lavori effettuati, che erano ancora in corso d’opera. Ad una seconda richiesta arrivata abbiamo posto la prescrizione e a me risulta che non siano state riposizionate le luci, se qualcuno ha visivamente controllato …, io non sono andato a vedere, però il Comune ha detto di non averle posizionate perché ha ritenuto inopportuno posizionare i pali perché troppo dispendiosi e troppo faticosi.
Riconduco a questo, l’autorizzazione c’è stata, la prescrizione è stata messa, il Comune ha chiesto regolarmente di poter installare le luminarie, alla seconda richiesta abbiamo riconfermato le prescrizioni e mi risulta che il Comune abbia preferito non ottemperare a questo ulteriore collocamento. Mi dicono anche che hanno recuperato gran parte delle luminarie, non sono andate disperse. I tecnici comunali mi hanno detto che non c’è stato il danno, nel senso che le luminarie sono state parzialmente interessate da questo fenomeno e sono state recuperate.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, saluto la Giunta ed i colleghi.
Assessore, credo che questa interrogazione le abbia creato qualche problema di date e di fatti, glieli ricostruisco perché il Comune di Senigallia non è stato preciso nell’ottemperare alle prescrizioni ed improvvido nel posizionare 40 cavi ortogonali al flusso delle acque che hanno creato un nocumento enorme per la nostra città.
I fatti che lei ci ha riportato fanno riferimento alla prima piena, quella tra il 16 e il 17 novembre, quando erano stati già posizionati alcuni cavi che non rispettavano le precise prescrizioni che il vostro ufficio, in maniera diligente e precisa, aveva imposto, e cioè che i cavi dovessero stare, ma lo capirebbe anche un bambino, fuori dall’argine.
C’è stata la prima piena del 16/17 novembre e ovviamente l’Ufficio accorgendosi che erano state posizionate scrive: “Si rende quindi necessario adeguare l’installazione all’autorizzazione rilasciata”, quello che lei ha ricordato, “portando i cavi tesi delle luminarie ad almeno un metro sopra il muretto dell’argine mediante appositi supporti fissati esternamente allo stesso, in modo da garantire la non interferenza al corso dell’acqua ed al materiale eventualmente trasportato”, cioè togliete il pericolo, l’avete detto in maniera precisa, questo succede il 17 novembre.
Il Comune di Senigallia, disattendendo questo tipo di prescrizione, su un fiume che sappiamo essere uno dei più pericolosi, ve lo dice uno che conosce quella storia, riposiziona il giorno dopo tutti i cavi raddoppiandoli, da 20 a 40, tutti ortogonali che rappresentano un elemento di grande pericolo. La piena, Assessore, non c’è stata il 17 novembre, ma il 10 dicembre, quando i cavi erano tutti riposizionati, disattendendo la prescrizione del 17 novembre. Un fatto di una gravità inaudita! Lei è stato lì il 10 dicembre, è venuto a Senigallia, quando il fiume rischiava di uscire in città e quei cavi rappresentavano un pericolo enorme, poi li abbiamo banalizzati come luci di natale, ma erano 40 cavi tesi con tira fondi sull’argine, tra l’altro indebolendo gli argini dei primi anni del secolo scorso. In questo caso la prescrizione era precisa, ma è stata completamente disattesa.
Che poi siano state recuperate le luci, Assessore, per giustificare anche un danno erariale enorme fatto dal Comune ai concittadini, mi sembra una cosa abbastanza banale.
Sono preoccupato perché la Regione proprietaria di quel fiume autorizza un intervento, lo fa in maniera seria perché dà delle prescrizioni molto complicate da attuare in quanto dice di posizionare dei pali fuori dall’argine, di stare ad almeno 3 metri di altezza perché alla fine quella è l’altezza di sicurezza rispetto all’argine, ed il Comune di Senigallia, il suo Sindaco e l’Ufficio tecnico di Senigallia disattendono completamente questa prescrizione, rischiando di compromettere il 10 dicembre il destino della città perché se solo ci fossero stati 5 centimetri in più quei cavi, oltre che rappresentare un intralcio enorme per il deflusso delle acque, dichiarato dai nostri uffici, avrebbero rappresentato anche un taglio sulla tensione lenticolare superficiale, facilitando lo stramazzamento dentro il centro storico.
Assessore, le assicuro che i fatti sono andati esattamente come glieli ho descritti, li verifichi e corregga la sua risposta perché ovviamente vanno presi provvedimenti nei confronti del Comune. Grazie.
Interrogazione n. 380 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Stato di attuazione dell’articolo 35 (Tutela dei lavoratori) D.L. n. 189/2016 e dell’Accordo per la legalità nella ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia. Esercizio funzioni di vigilanza sui cantieri”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 380 – a risposta immediata – del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Grazie anche all’Assessore Saltamartini con cui divido questa risposta che è stata concertata e concordata fra i Servizi, presa visione dell’interrogazione che fu oggetto di una richiesta di approfondimento perché la risposta era stata profilata nella precedente occasione e riguardava prettamente l’aspetto USR Ricostruzione. Credo che l’intendimento dell’interrogante fosse quello di conoscere al meglio come il Dipartimento di prevenzione competente dell’Asur abbia dato concretezza ed applicazione ai protocolli per la legalità citati dall’interrogazione stessa.
La Regione Marche ha inserito la prevenzione nel comparto edilizia tra gli obiettivi strategici e prioritari della linea progettuale: attuazione del Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, delibera di Giunta regionale n. 1045 del 22 giugno 2009. In seguito sia il Piano regionale per la prevenzione 2014/2019 che il nuovo Piano regionale di prevenzione 2022/2025 hanno previsto delle linee strategiche dedicate al comparto edile, questo è il corpus amministrativo che si risolve e si concentra nel Piano regionale di prevenzione. Con delibera di Giunta regionale n. 275 del 16 settembre 2019 è stato attivato il sistema informativo regionale on-line per le notifiche dei cantieri edili ex articolo 99 D.Lgs. 81/08, sistema ormai consolidato che consente il coordinamento al fine di sostenere e consolidare la collaborazione tra le strutture deputate alla vigilanza in edilizia, infatti il tema centrale anche ai fini della risposta è quello del coordinamento fra i diversi soggetti che istituzionalmente devono operare nella vigilanza, nella prevenzione e nel controllo della sicurezza del lavoro.
La piattaforma Marche Prevenzione consente il coordinamento di vigilanza nell’edilizia tra i Servizi prevenzione e sicurezza del lavoro dell'Asur e l'Ispettorato del lavoro. I Dipartimenti di Prevenzione dell'Asur Marche per il tramite dei Servizi di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro effettuano attività di prevenzione, controllo e vigilanza nei luoghi di lavoro al fine di prevenire gli infortuni e le malattie professionali.
A fronte degli eventi sismici del 2016, che hanno colpito prevalentemente i territori delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, i Servizi PSAL dell'Asur Marche territorialmente competenti (AV3, AV4, AVS) data la rilevanza delle attività di ricostruzione edilizia post-sisma 2016, hanno rivolto la propria attenzione ai cantieri presenti nei suddetti territori, svolgendo anche attività congiunta e coordinata di controllo e vigilanza con le Forze dell'ordine e con l'Ispettorato territoriale del lavoro. Tenuto conto della situazione pandemica che ha visto i Dipartimenti di prevenzione e quindi anche i Servizi PSAL impegnati in prima linea nell'implementazione delle misure di contenimento e contrasto dell'infezione da Sars Cov2, nell'anno 2021 è stata effettuata dai suddetti Servizi PSAL delle Aree vaste nn. 3, 4 e 5 attività di vigilanza e controllo in 1.207 cantieri edili.
Come è noto questa attività è stata resa oggetto, questa è la parte più direttamente riguardante la struttura commissariale, di Protocolli legalità di cui all’articolo 35 del d.l. 189 vigilanza sui cantieri e ricostruzione post sisma.
Risulta che detti protocolli siano stati sottoscritti con le Prefetture di Fermo ed Ascoli Piceno, non ancora a Macerata, si impone che la sottoscrizione venga sottoposta anche alla Prefettura di Macerata.
Risulta altresì che nelle Province dove i protocolli sono stati firmati il personale delle rispettive Aree vaste ha già iniziato l’opera di controllo sul campo con visite ispettive nei cantieri della ricostruzione.
Fin qui la risposta amministrativa, per entrare ancora più nello specifico posso dire questo, che i protocolli sono stati effettivamente sottoscritti solo in due Province su tre interessate dal sisma, visto che quella di Ancona è stata lambita solo con Fabriano e Cerreto d’Esi, come è noto, ma sarà mia cura informarmi della situazione che ha ostato la sottoscrizione anche a Fermo perché è il Commissario che firma questi protocolli.
Sono stati garantiti, risponde il Dipartimento prevenzione, ampliamenti di controlli, più di 1.200 solo nel 2021, ma non è stato indicato, come in un protocollo era prefigurato, un responsabile che collettivamente e a livello di inter-area vasta individui un responsabile dello PSAL.
Gli PSAL hanno agito, quindi, tenendo conto delle rispettive strutture operative di Area vasta, è mancata questa indicazione, che è rimessa alla valutazione dell’Area vasta, Asur, valutare se nominare o meno un coordinatore che allo stato dei fatti non è stato ritenuto necessario ai fini dell’espletamento dell’attività di servizio.
Questa valutazione è rimessa, essendo di natura organizzativa, all’Asur sulla quale monitoreremo per capire qual è la sensibilità rispetto all’opportunità o meno di individuare un coordinatore del cratere.
Quello che sicuramente interessa all’interrogante è sapere che le attività di controllo, così come previste dalla normativa regionale e dai protocolli, sono comunque erogate anche attraverso l’interoperabilità tra i sistemi, la nostra piattaforma e quella del sisma.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, quello che stiamo dibattendo con l’Assessore Castelli è molto importante e lei poc’anzi ha fatto molto bene, e le fa onore, a ricordare il giovane che ha perso la vita mentre si recava al lavoro nel processo di alternanza scuola/lavoro. Qui attiene soprattutto alla sicurezza sul lavoro.
Ringrazio l’Assessore Castelli per l’ultima parte dell’intervento, l’altra volta ha voluto approfondire perché aveva colto qual era il tema. Innanzitutto l’effettività dei controlli, la sottoscrizione di tutti i protocolli di legalità, quindi anche a Macerata, che sono sicuro l’Assessore Castelli solleciterà in qualità di Assessore con delega alla ricostruzione. C’è poi il tema di questo eventuale super coordinatore dei vari distretti, su questo, Assessore, mi permetto un suggerimento, non è una questione tecnica secondo me, è una questione politica, mi permetto di invitarla a fare in modo che non venga nominato questo coordinatore, ma che si conservi l’autonomia delle singole Aree vaste, che attraverso i servizi di prevenzione sono quelle deputate per legge e l’81 dice proprio questo. Va conservata l’autonomia delle singole Aree vaste per quanto riguarda il sistema della prevenzione che, come sa, è una competenza specifica sanitaria.
La prego di intervenire su questo perché è una questione politica conservare l’autonomia, anche perché su questo ho fatto un’altra interrogazione - questa è immediata, limitata perché deve avere una sola risposta ed una sola domanda - a risposta orale che ci consentirà di dibattere e con la quale chiedo quale sia lo stato di attuazione dell’accordo di collaborazione sottoscritto tra Lignini e la struttura di missione del Ministero degli interni a Roma il 30 aprile 2021. Quell’accordo di collaborazione agli articoli 3, 4 e 5 dice proprio questo, che il Commissario vigila anche tramite i Presidenti di Regione, in qualità di Vicecommissari, per questo mi sono permesso, sull’attuazione dell’articolo 9 del protocollo quadro, sull’articolo 8 del protocollo quadro e sull’attuazione dell’articolo 35. Quindi, conservare per questo l’autonomia delle singole Aree vaste è secondo me di fondamentale importanza per consentire anche questa attività di vigilanza del Commissario ed attraverso questo anche dei Presidenti di Regione in qualità di Vicecommissari, dell’Assessore Castelli, se vogliamo, in qualità di delegato alla ricostruzione.
Ne parleremo quando discuteremo l’interrogazione orale, però nel frattempo mi permetto di invitarla in questa direzione: che si sottoscriva il protocollo a Macerata, che venga conservata l’autonomia delle singole Aree vaste per quanto riguarda la prevenzione e soprattutto che si insista con l’attività di controllo in questo momento particolare, dove tra l’altro la ricostruzione post sisma va parallelamente con la questione dell’eco bonus, sisma bonus e via dicendo.
Interrogazione n. 281
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri
“L.R. 22/2021 – Disciplina dell’attività commerciale nella regione Marche. Stato di attuazione della legge”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 281 dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. In riferimento al punto 1) la legge regionale 22, che è stata approvata dall’Aula, stabilisce che entro 6 mesi dall’approvazione della legge …, tenete conto che il Governo ha dato soltanto il 12 ottobre il via libera a questa legge del commercio, senza alcuna impugnativa, dopo un’interlocutoria che si è svolta tra gli uffici e, per il Governo, il Ministero della cultura che porterà a breve in Consiglio regionale anche delle lievi modifiche, accogliendo la richiesta del Ministero stesso, in particolar modo per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni paesaggistiche che erano previste a livello generale, ma che il Ministero della cultura ha richiesto che fossero inserite in un testo legislativo e non nei regolamenti attuativi, precisamente il termine entro il quale si deve dare attuazione all’articolo 11 risulta essere il 12 febbraio 2022.
Partendo da questo presupposto vorrei informare gli interroganti che con la delibera n. 1537 del 13 dicembre 2021 sono stati approvati la composizione, la modalità di organizzazione e il funzionamento del tavolo che chiedevano gli interroganti.
La risposta alla seconda domanda è la seguente: il tavolo è stato costituito già dal mese di gennaio, di conseguenza si procederà alla convocazione ed a renderlo stabile come attività di confronto.
Per la terza domanda: quali sono state le iniziative attivate e quali le risorse disponibili. Al titolo VII “Interventi finanziari per il commercio”, la legge 22 individua la tipologia di interventi da attuare, nonché la predisposizione del programma annuale di utilizzo delle risorse destinate agli interventi previsti dalla legge, prevede pertanto una somma complessiva di 275.000 euro per l’annualità 2022 del bilancio 2021/2023 per dare attuazione agli interventi in essa previsti.
Le modalità con cui verranno utilizzati sono: 25.000 euro per il capitolo sull’organizzazione di manifestazioni fieristiche iscritte nel calendario regionale per oneri derivanti da spese di organizzazione per gli enti pubblici; 25.000 euro per manifestazioni fieristiche iscritte al calendario regionale per oneri derivanti da spese di organizzazione per imprese private; 25.000 euro per l’istituzione di un nuovo capitolo per soggetti organizzatori di manifestazioni fieristiche e oneri derivanti da spese di organizzazione per le associazioni senza scopo di lucro, (quindi su tre filoni in parti uguali) per gli enti pubblici, per le aziende private; la restante disponibilità di 200.000 euro per le imprese commerciali per l’acquisto merci.
Per quanto riguarda i 75.000 euro rivolti al settore fieristico, trattandosi di risorse con esigibilità 2022 di natura corrente, questo ufficio provvederà nel corso dell’annualità 2022 ad attivare appositi bandi per dare contributi ai soggetti organizzatori di manifestazioni fieristiche iscritte nel calendario regionale, considerato anche che sono state pochissime le manifestazioni fieristiche svolte finora a causa del Covid.
Per quanto riguarda invece la somma di 200.000 euro, sempre con esigibilità 2022, questo ufficio ha adottato tutti gli atti di natura tecnica necessari per poter attivare entro breve un apposito bando per incentivare misure concrete a sostegno delle imprese commerciali del settore non alimentare attraverso la concessione di contributi per acquisto merci.
Vorrei sottolineare anche che si tratta di fondi con esigibilità 2022 e che i relativi bandi possono essere realizzati nell’anno di competenza.
Inoltre nel programma attuativo per il commercio 2021 sono già state prese prenotazioni ed impegni per 1.540.000 euro a valere sull’annualità 2022, per cui questo Assessorato è abbastanza esposto con impegni sui fondi per il settore commercio e quest’anno proseguirà con una serie di bandi ad iniziativa ed a sostegno del settore stesso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Carloni che, devo dire, nonostante l’impegno nell’esposizione mi lascia perplessa in quanto la legge regionale 22/2021 approvata nella seduta n. 35 del 3 agosto del 2021 è stata presentata dalla Giunta regionale quale atto normativo con il quale realizzare un indubbio riconoscimento ad un settore strategico per la nostra regione, cito testualmente dal dossier accompagnatorio della proposta di legge.
In questa logica la legge ha fissato obiettivi importanti: il rilancio dei centri cittadini per evitare l’impoverimento delle aree del commercio urbano, la proposta di un’offerta commerciale soprattutto nelle zone montane e rurali, il non deterioramento territoriale causato da una mancata pianificazione delle localizzazioni di grandi superfici di vendita.
Obiettivi rilevanti e condivisibili senz’altro e proprio per questo in sede di discussione della proposta di legge è stato proposto un emendamento che ha introdotto l’articolo 11 della legge che prevede l’istituzione del tavolo regionale di coordinamento per il commercio da fare entro 180 giorni dall’approvazione della legge, ovvero i primi di febbraio 2022, il 5 se non erro, al più tardi.
L’attività di confronto, coordinamento e condivisione, che deve essere svolta dal tavolo, anche sulla base dei dati forniti dall’osservatorio, è strategica e sarà fondamentale, per questo abbiamo voluto quell’articolo, per lo sviluppo e il potenziamento sinergico del settore. Per questo, a parer nostro, la Giunta avrebbe dovuto prevedere immediatamente e senza indugio dopo l’approvazione della legge, nonostante i 180 giorni che la norma mette a disposizione, perché il confronto, la condivisione e la partecipazione, soprattutto l’ascolto degli stake-holders, sono elementi distintivi di una gestione democratica delle risorse pubbliche, così com’è basilare studiare interventi strategici e sinergici che non trascurino nessuno degli aspetti sia negativi che positivi che lo sviluppo dell’attività commerciale sul territorio porta con sè.
Minimo mi saprei aspettata che la Giunta fosse pronta già da settembre o massimo ottobre, poi non c’entra assolutamente nulla la mancata impugnativa del Governo, personalmente non ne ho mai tenuto conto quando in qualità di Assessore al commercio ho proceduto a mettere sul tavolo le proposte condivise e ragionate per il successivo triennio. Si chiama programmazione proprio perché è alla base della gestione di un bilancio di previsione, specie se triennale.
Ora vorrei ripercorrere brevemente le tempistiche. La legge regionale 22/2021 è stata approvata il 3 agosto, la proposta di legge era stata depositata l’1 giugno, questo anche a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto dalla II Commissione; l’interrogazione n. 281 è stata depositata in data 13 ottobre, due mesi dopo l’approvazione della norma e, guarda caso, il 10 novembre, un mese dopo, è stata depositata in Giunta la delibera di richiesta di parere alla competente Commissione assembleare.
La delibera di Giunta regionale, che ha citato l’Assessore, la n. 1537 del 13 dicembre, approva e dispone la composizione del Tavolo e le modalità di funzionamento, significa che il parere è stato concesso immediatamente dopo, il tavolo, ha detto l’Assessore, è stato costituito a gennaio eppure non mi risulta che sia stato ancora convocato.
Ha detto che il 10 novembre è stata approvata anche la delibera di Giunta regionale che istituisce l’osservatorio, mi piace pensare, quindi, che l’interrogazione sia servita anche a questo.
Dico ciò, poi concludo visto che ho terminato il tempo, perché l’impegno del Partito Democratico è di opposizione costruttiva e intende non solo proporre leggi o emendarle, come abbiamo fatto anche nel caso di specie, ma ovviamente monitorare l’attuazione delle nuove e numerose leggi che questa Assemblea legislativa ha approvato e ne verificheremo i risultati conseguiti a tutela sia del buon andamento dell’attività amministrativa che dei cittadini. Grazie.
Interrogazione n. 298
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini,
Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Criticità del sistema delle cure territoriali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 298 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l’interrogazione in esame si tende a mettere un focus particolare sul sistema delle cure territoriali nella nostra regione, tema molto importante che la pandemia ha particolarmente messo in risalto, tanto più per il fatto che gli interventi successivi sono stati indicati in prima analisi con il decreto legge 18/2020 e successivamente con il decreto legge 34/2020.
Gli stessi interventi del Pnrr hanno voluto colmare questa lacuna mettendo e aggiungendo ai servizi territoriali dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, nuove strutture. quali sono le case di comunità e gli ospedali di comunità.
Dopo aver fatto questa premessa generale, passiamo agli argomenti specificamente riguardanti le singole branche del servizio.
Il primo riguarda, come sappiamo e come abbiamo ripetuto più volte in quest’Aula, la mancata programmazione della formazione dei medici che determina carenze vistose sul servizio di medicina generale, sui pediatri di libera scelta, sulla continuità assistenziale, sui medici del 118 e sui specializzati in medicina d’urgenza per i pronto soccorso.
Cosa abbiamo fatto come Regione Marche per quanto riguarda la carenza dei medici di medicina generale? Con atto del 30 luglio 2021 abbiamo allargato la possibilità di convenzionamento da 1.500 a 1.800 persone per i medici, a questo ampliamento della facoltà di assistenza sul territorio hanno aderito in Area vasta 1 dieci medici, nell’Area vasta 2 diciassette, nell’Area vasta 3 sei, nell’Area vasta 4 e nell’Area vasta 5 cinque medici, per un totale di 84 deroghe.
Successivamente per garantire i servizi territoriali derivanti dall’epidemia e dall’emergenza epidemica sono stati istituiti gli equipaggi Usca che hanno corroborato, aiutato questi servizi che dovevano essere svolti in prossimità dai medici di medicina generale e gli effetti sono stati piuttosto rilevanti.
Come interviene il Pnrr per colmare queste lacune? Attraverso investimenti importanti sulla digitalizzazione, mediante nuovi progetti per la telemedicina, telereferti, teleconsulti e così via.
La nostra regione tra l’altro sconta un arretramento significativo, siamo nella classifica nazionale una delle ultime Regioni ad utilizzare il fascicolo sanitario elettronico, su 1,5 milioni di cittadini marchigiani il fascicolo sanitario elettronico era stato attivato solo per 80 mila persone e questo è un grave handicap perché attraverso il fascicolo sanitario elettronico si può acquisire la documentazione sanitaria, pagare ticket e avere tutto ciò che serve per una documentazione adeguata sulla propria condizione di salute, sulla propria anamnesi.
Oggi stiamo incontrando i sindacati dei medici di medicina generale per risolvere o comunque affrontare il problema del trattamento e dell’assenza dei medici di continuità assistenziale, proporremo alle parti sindacali l’allargamento di alcuni servizi, in particolare la possibilità di eseguire prestazioni vaccinali, di eseguire prestazioni ambulatoriali, di eseguire prestazioni anche nelle adiacenti Aree vaste con conseguente trattamento remunerativo, che tenda a colmare quella lacuna derivante dal contratto collettivo nazionale di lavoro che rende per molti giovani medici più conveniente economicamente espletare servizi come l’Usca o nei punti di vaccinazione che non per la continuità assistenziale. Conto di chiudere l’accordo con le parti sindacali oggi per dare appunto ai medici di continuità assistenziale trattamenti più congruenti con le loro prestazioni, tenuto conto che prevalentemente sono prestazioni notturne.
Dopodiché, oggi è previsto un incontro con l’Università politecnica delle Marche per avvalerci ancora di più, come non è stato fatto nel passato, di medici in formazione.
Sempre sull’argomento comunico che è stato bandito un concorso per i medici del 118, che è l’altro problema, la carenza di 62 medici su 180, per la prima metà di marzo si concluderanno le procedure concorsuali.
Naturalmente il tempo per questo tipo di interrogazioni, per i problemi che vengono sollevati è troppo poco, quindi mi limito semplicemente a rispondere in questi termini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, qui è la solita storia di risposte tecniche che tendono a giustificare i problemi che ci sono, situazioni che non vanno, risposte preparate dagli uffici, che tra l’altro secondo me sono assolutamente insufficienti.
Il tema è generale ed è sotto gli occhi di tutti: mancano i medici di assistenza primaria, di continuità assistenziale e dell’emergenza del 118.
Con l’occasione, per entrare nel concreto, l’ho fatto anche l’altra volta per quanto riguarda la provincia da cui vengo, la scorsa seduta l’Assessore Saltamartini mi ha risposto sul tema dell’automedicalizzata di Montegiorgio ed Amandola, per Montegiorgio era stata confermata, per Amandola era stata ripristinata perché serve una vasta area interna. Però, ad esempio, c’è il tema del 118 con medico a bordo nella città di Sant’Elpidio a Mare che è centro di riferimento di tutta l’area calzaturiera della provincia di Fermo, a Sant’Elpidio a Mare tra l’altro c’è l’ospedale di comunità in cui opportunamente l’Assessore Saltamartini ci ha messo, inizialmente c’erano 100 mila euro, 2,2 milioni di euro.
E’ evidente lì c’è il PAT, il punto di assistenza territoriale, il 118 per il PAT è una struttura di collegamento, è difficile pensare ad un PAT che possa svolgere al meglio le sue funzioni se non c’è un’automedicalizzata con il medico a bordo e noi sappiamo perché questo è utile e necessario? Non sono un medico, ma il PAT può svolgere, se c’è il 118 con il medico a bordo, anche una funzione di filtro nei confronti del pronto soccorso, perché chi ha una patologia non esageratamente grave può rivolgersi al PAT e lì può essere assistito e laddove, facciamo gli scongiuri, ci sia una patologia molto più preoccupante, il fatto che ci sia il 118 medicalizzato può essere una questione organizzativa e di sicurezza.
C’è la problematica poi dei medici di assistenza primaria, mancano, però c’è un aspetto, un cittadino mi ha segnalato che nel Comune di Monte San Pietrangeli l’unico medico va in pensione, gli è stata chiesta una proroga perché lì non ci va un altro medico e, Assessore, sa perché non ci vogliono andare? Non perché non ci sono, ma perché non vogliono andare lì.
Vediamo, ad esempio, realtà in cui i medici non vogliono andarci per problemi loro, organizzativi e questo non può essere, bisogna trovare una modalità ed è compito della politica perché un medico non può andare dove gli pare, deve recarsi dove è necessario e di questo ci dobbiamo preoccupare.
Interrogazione n. 338
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Chiusura del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Pesaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 338 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione pone in luce che cosa è avvenuto e quindi chiede che cosa si intende attivare ed avviare per il servizio psichiatrico diagnosi e cura di Pesaro.
Com’è noto la pandemia e tutto il periodo pandemico hanno determinato in base alla progressività delle persone che venivano ricoverate in area Covid la riduzione dei posti letto ospedalieri nelle strutture per acuti e nei vari plessi ospedalieri della nostra regione.
Questo è stato fatto perché ogni Regione doveva garantire, secondo piani prestabiliti dal Ministero della salute e dallo stesso Commissario Covid, un’adeguata copertura delle esigenze per la patologia Covid. Questo ha ristretto, nell’ambito dei provvedimenti che sono stati attivati nel corso del tempo, sia la disponibilità di risorse dal punto di vista professionale e medico, degli infermieri e delle OSS, che di posti letto per trattamenti Covid.
Ora c’è da considerare che la struttura di Galantara nell’Area vasta 1 è stata interessata da questo tipo di interventi e che secondo una visione ottimistica non può essere abbassata la guardia sull’andamento epidemiologico, c’è da tener conto che, come da prognosi ottimistica, se il fenomeno Covid dovesse scemare la prima struttura che verrà liberata da questo peso derivante dal vincolo dei posti letto Covid sarà la Rsa di Galantara.
In particolare condivido le preoccupazioni che sono state espresse dall’interrogante Consigliera Ruggeri perché queste patologie sono molto invadenti, delicate e determinano conseguenze non solo a livello sociale, ma anche e soprattutto a livello familiare per le persone che convivono, i conviventi, i caregiver. I trattamenti che sono necessari per questo tipo di patologia dovrebbero avere, a mio giudizio, la prevalenza su altre esigenze parimenti importanti della sanità, pertanto la risposta è semplicemente che l’intervento è stato fatto in via provvisoria per garantire posti letti per il Covid e se lo stato di emergenza e la curva pandemica con i relativi ricoveri dovessero scemare penso che la struttura potrà essere riaperta non più in là che l’inizio delle prossime settimane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Noi avremmo preferito una data precisa per la riapertura del servizio perché, come ha detto lei, è un servizio fondamentale, soprattutto in una fase come quella che stiamo attraversando, di difficoltà economica e sociale.
Chiudere un presidio di questo tipo vuol dire riversare sull’apparato sociale, sulle forze dell’ordine, sui pronto soccorso ulteriore lavoro e non riuscire ad aiutare le persone che invece hanno bisogno di una serie di figure e di servizi, quindi, si va ad intaccare la parte più fragile della nostra società.
Mi auguro come lei che l’emergenza finisca il più presto possibile, mi fa piacere che lei abbia detto che Galantara sarà la prima struttura che verrà liberata dai pazienti Covid per tornare ad avere gli OSS e gli infermieri disponibili per il servizio di psichiatria di Pesaro.
Nello stesso tempo c’è una parte dell’interrogazione che non ha avuto risposta: perché non si è attinto dalle graduatorie per gli infermieri e per quale motivo ad oggi non siamo stati in grado di avvalerci del personale infermieristico ed OSS necessario a garantire questi servizi che a nostro giudizio sono assolutamente necessari ed essenziali?
Un’altra partita di cui non abbiamo parlato, di cui lei sicuramente sarà a conoscenza, è quella dei pazienti psichiatrici Covid, dai territori ci arrivano segnalazioni in questo senso ed ogni struttura si sta adeguando e sta trovando soluzioni, ma non in modo strutturale, soprattutto non omogeneo a livello territoriale, regionale, dunque anche questo è un tema importante su cui bisognerà vigilare.
Ricordo che il servizio di Pesaro è chiuso dal 20 dicembre, questo problema si sta protraendo forse per troppo poco tempo ed i posti letto che sono stati integrati nell’ospedale di Fano e nell’ospedale di Urbino non sono sicuramente sufficienti a far fronte alle necessità che ci sono. Grazie.
Interrogazione n. 347
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Struttura ospedaliera San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 347 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per poter rispondere all’interrogazione bisogna premettere che questa amministrazione regionale, questa Giunta regionale, sulla base del mandato politico/elettorale come primo atto di indirizzo della politica sanitaria ha ritenuto di bocciare l’ipotesi dell’ospedale unico fra le due città di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e tornare al sistema preesistente dell’ospedale plesso unico dell’ospedale di Area vasta basato su due plessi: San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno.
Vorrei ricordare a questo riguardo, anche alla luce di alcune informazioni sulla stampa, che la classificazione di un ospedale di primo livello dipende dall’esistenza all’interno del plesso ospedaliero di 14 specializzazioni previste dal decreto ministeriale Balduzzi e dall’esistenza di un DEA di primo livello con connesse attività ambulatoriali e radiologiche.
C’è da tener conto che la Conferenza dei Sindaci, che si era espressa nel 2018 per l’ospedale unico di Area vasta 5 tra i Comuni di Colli del Tronto e Spinetoli, località Pagliare del Tronto, nella Conferenza del 22 gennaio 2019 ha espresso voto contrario.
Noi ci siamo assunti la responsabilità, innanzitutto politicamente, di individuare l’ospedale unico di Area vasta basato su San Benedetto del Tronto e su Ascoli Piceno, conseguentemente nel master plan dell’edilizia abbiamo ritenuto di dover indicare l’intervento di edilizia sanitaria sull’ospedale di San Benedetto del Tronto, per questo è stata stanziata la somma di 400.000 euro per un progetto di fattibilità, all’esito del quale si stanzieranno le risorse occorrenti per la realizzazione dell’intervento.
Si deve anche tener conto infine che a seguito degli interventi previsti dal Pnrr nella città di San Benedetto del Tronto verranno individuate due nuove strutture con risorse significative per un nuovo ospedale di comunità ed una nuova casa di comunità a completamento dell’offerta sanitaria che vede il sistema cure primarie, cure intermedie, ospedali per acuti e ospedali per acuzie con tutto ciò che ne consegue.
Riteniamo che con questi interventi, partendo dal progetto di fattibilità il cui costo è stato finanziato recentemente dalla Regione Marche, di poter soddisfare quel piano di bisogni che si manifesta nell’area sanbenedettese, che probabilmente era stata un po’ dimenticata nel recente passato.
Noi interveniamo a curare una lacuna e gli atti che sono stati approntati sono conseguenti e capaci di raggiungere l’obiettivo, che è stato indicato dall’atto di indirizzo della Giunta regionale, soprattutto dai cittadini i quali votando questa maggioranza di centro-destra hanno voluto invertire il trend di politica sanitaria basato sull’accentramento dei plessi ospedalieri per garantire la flessibilità e un sistema di prossimità.
Naturalmente c’è voluto anche il Covid per sottolineare che eravamo sulla strada giusta e la maggioranza attuale sta praticando questo obiettivo con la consapevolezza di garantire ai cittadini dell’Area vasta 5 tutti quei diritti che finora forse sono stati pretermessi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatta, Assessore, perché lei non ha risposto a nessuna delle tre domande che avevamo avanzato con l’interrogazione e all’unica alla quale ha risposto non ha detto neanche la cifra, è quella sullo studio di fattibilità. Non ha parlato dell’individuazione dell’area perché lei mi pare che abbia detto più volte: “sull’ospedale di San Benedetto”, quindi, probabilmente si riferiva all’attuale Madonna del Soccorso e non ad un’altra area.
Lei non ha risposto neanche all’altra domanda con la quale si chiedeva se questo sarà un ospedale di primo livello, invece ha ricominciato con la nenia con la quale lei ci fa passare per quelli che avevano previsto gli ospedali unici. Non è così, Assessore, perché lei stesso ha detto una frase che se ascoltata bene fa capire …, lei ha detto “decideremo un plesso ubicato su due plessi”, ha detto proprio questa frase e se la può riascoltare, perché è chiaro che il plesso di primo livello può essere solo ed esclusivamente uno, non ce ne possono essere altri e dal punto di vista della razionalizzazione dei servizi è una scelleratezza mantenere le strutture come in questo momento, cioè l’emodinamica ad Ascoli Piceno e la neurologia a San Benedetto del Tronto, con i pazienti e gli operatori che sono costretti a fare su e giù per 30/35 chilometri.
Questo non significa …, poi lei ripete che adesso curerete la sanità territoriale, non è affatto vero che prima non fosse curata perché nel progetto della vecchia Giunta la sanità territoriale era integrata con l’ospedale per le acuzie ed i due ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sarebbero rimasti come ospedali di base. Quindi non è assolutamente come lei ogni volta riferisce.
E’ chiaro che ora essendoci delle risorse per l’asse 6 del Pnrr, che prevede l’implementazione della medicina territoriale così come stabilito dal decreto Balduzzi e come sempre riconosciuto anche dalla precedente Giunta e dal precedente Piano, lei continui invece a millantare dicendo che noi eravamo per gli ospedali unici, non è affatto vero, perché non sarebbe stato un ospedale unico, sarebbe stato un ospedale di primo livello per le acuzie e poi ci sarebbe stata tutta la declinazione delle altre strutture. Pertanto, lei ci sta dicendo che non sa se quello di San Benedetto del Tronto sarà di primo livello e 80 milioni di euro mi sembrano veramente pochi per poterlo realizzare e non è un caso che soltanto quello del piceno/sanbenedettese prevede la somma di soli 80.000 euro.
Poi le vorrei ricordare una cosa, che lei è l’Assessore alla sanità e la sanità non è né di Ascoli Piceno, né di San Benedetto del Tronto, la sanità è di tutti i cittadini, anche di quelli degli altri 31 Comuni che si vanno ad unire ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto nella nostra provincia ed anche di quelli delle altre province, perché non è detto che non si possano integrare le prestazioni purché siano appropriate.
Quando lei entra in questa logica di campanilismo commette due errori: il primo di programmazione e il secondo politico, perché lei dovrebbe smussare i toni invece di incentivare questa guerra da stadio che viene utilizzata da quattro gatti peraltro.
PRESIDENTE. Ha la parola, pere dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie Presidente. Io la penso un po’ diversamente dal Consigliere Cesetti quando ha detto che apprezza l’Assessore alla sanità di questa Regione, il nostro è un Partito Democratico apposta.
Anche stamattina l’intervento dell’Assessore Saltamartini è teso a scambiare le carte.
Lui correttamente ricostruisce, grazie a Dio, dopo un anno e mezzo, la funzione dell’ospedale di primo livello, così come concepita dal Balduzzi e correttamente ricostruisce che ci sono 14 unità operative complesse minime per ogni ospedale di primo livello e continua a rappresentare la questione che queste 14 unità operative minime nell’ospedale di primo livello si possono insediare in due ospedali dei relativi territori.
Questa è una bugia, nel senso che l’ospedale di primo livello, che secondo il Balduzzi è individuato in un ambito territoriale ben definito per dimensione di abitanti, sta in un unico edificio, oppure se sta in più edifici, come mi pare di aver capito sia la teoria dell’Assessore Saltamartini, le 14 unità operative complesse devono suddividersi in due.
Ora qualcuno potrebbe dire: “Scusa, ma noi possiamo fare due unità operative complesse per ogni delle 14 unità operative complesse e le mettiamo su due ospedali” così che San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno, pure Macerata e Civitanova Marche, potrebbero avere nell’arco dei famosi 300.000 abitanti un doppio servizio.
Io però invito tutti quanti a leggere il Balduzzi, il quale afferma esattamente il contrario, perché non è pensabile che le unità operative complesse previste per l’ospedale di primo livello possano stare a 30 chilometri di distanza, è evidente questo, per ragioni naturali, chi è medico comprende bene l’adeguatezza della casistica. Il principio è che più ci sono casi e meglio si cura il paziente, questo non lo si può fare, senza considerare i doppi costi perché è evidente che se noi abbiamo due unità operative complesse di cardiologia, piuttosto che neurologia nell’arco di 20 chilometri abbiamo due primari, eccetera.
Questo tentativo dell’Assessore Saltamartini di raccontarci le favole è davvero stucchevole, si fa difficoltà, si fa fatica, perché non c’è neanche la possibilità di dare un contributo su questo, è una bugia che ci impedisce di relazionarci.
Lasciatemi dire una cosa, si è parlato dell’ospedale di Macerata, vi siete venduti che per Macerata ci saranno 60 milioni, vi voglio ricordare che questo era sulla Gazzetta ufficiale del 3 agosto attraverso la quale sono stati disposti dal Ministero della sanità 55 milioni per l’ospedale di Macerata richiesti dalla precedente Giunta dopo la vicenda …
PRESIDENTE. La prego di chiudere, non è il tema dell’interrogazione.
Romano CARANCINI. No, è il tema degli ospedali. Presidente! Perché sugli ospedali di primo livello raccontano che i soldi ce li hanno messi loro, allora mi lasci dire che non è vero, ma ci sarà l’occasione per spiegare questa cosa. Io faccio un appello: si sgomberi dalla demagogia e dal populismo, lo dico all’Assessore Saltamartini, c’è una disponibilità, ma non si racconti ancora bugie e non si mischino le carte.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Assessore Saltamartini, la ringrazio perché in ogni passaggio è molto più chiara la strategia che state mettendo in campo. Intanto avete abbandonato l’idea della riapertura dei 13 piccoli ospedali, ve l’ha fatta abbandonare giocoforza la Missione 6 del Piano nazionale, che dà delle indicazioni precise su come indirizzare le risorse, a meno che tra qualche periodo non contrabbandiate l’apertura degli ospedali di comunità come i piccoli ospedali che avreste voluto riaprire, lo dico perché a pensar male ci si azzecca, e tra qualche periodo direte: “Abbiamo riaperto gli ospedali”, ma in realtà sono quelli di comunità che non c’entrano assolutamente niente.
Voglio parlare delle 13 strutture che non riaprirete perché non lo potete fare, e su questo la chiarezza l’hanno fatta le tante risorse che il Governo ci ha messo a disposizione e che in maniera un po’ arraffazzonata cercate di distribuire sul territorio. Ma è molto chiaro cosa intendevate per piccoli ospedali perché nella fattispecie trasformate un ospedale in due piccoli ospedali, prima lo dicevano bene sia il Consigliere Carancini che la Consigliera Casini, e teorizzate che il modello Area vasta 2, che avevate demonizzato in campagna elettorale, sia da recuperare, cioè quello di distribuire su due presidi un ospedale, trasformando un ospedale di primo livello in due mezzi ospedali, che a questo punto, lo dico per i colleghi del territorio della provincia di Ascoli Piceno, poi toccherà agli altri, diventeranno i due ospedaletti che pensavate di aprire.
In questo momento l’unico ospedale di primo livello, ahimè, nella nostra regione è quello di Fermo, perché quello è inequivocabile, si sta costruendo, ha le caratteristiche, nessuno pensa di smezzarlo con qualcos’altro, c’è stata un po’ di visione e risorse investite, altrimenti avremmo compromesso l’intera risposta sanitaria anche in quella parte del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, ribadisco quello che ho sempre detto, dell’Assessore Saltamartini apprezzo l’impegno, il fatto che stia qua a rispondere a tutte queste interrogazioni, basta solo questo con tutti i problemi che ci sono, però non apprezzo i risultati perché non ci sono e credo anche che non sia una responsabilità completamente sua, se non quella forse che potrebbe fare di più per imporsi, perché lui sa ad esempio, tornando al tema, che quello che diceva il Consigliere Mangialardi adesso, il Consigliere Carancini prima o la Consigliera Casini, è la via, ma è una via tracciata dalle normative, è una via tracciata dall’organizzazione nazionale. Il Pnrr ci dice quello che si deve fare per ottenere quelle risorse, quali progettualità mettere in campo, e la progettualità è quella che avevamo delineato noi, la precedente Giunta, ma non per rivendicare qualcosa, perché mica siamo in campagna elettorale, ma per ristabilire la verità, perché dal mio punto di vista fare due mezzi ospedali di primo livello non è possibile. A Fermo prima che ci fosse la pandemia, prima del Pnrr, abbiamo previsto l’organizzazione in quella Area vasta, che poi era anche quella delle altre, l’ospedale di primo livello - d.m. 70 - da 150 a 300 mila abitanti che stiamo realizzando a Fermo, l’ospedale nell’area interna che guarda caso è interprovinciale perché serve tre province delle aree interne, gli ospedali di comunità che ci sono già, quello di Montegiorgio, Assessore Saltamartini, lo abbiamo inaugurato nel 2015, quello di Sant’Elpidio a Mare lo abbiamo ristrutturato ed inaugurato nel 2016/2017 non ricordo bene, le cosiddette case della salute, a Montegranaro già c’era, infatti voi la ristrutturate, Porto San Giorgio c’era, ci mettete la piscina terapeutica, certo la integrate e la migliorate perché ci sono le risorse del Pnrr, il distretto di Petritoli lo abbiamo inaugurato con il precedente Presidente e lo abbiamo fatto nel 2016, quindi c’era.
Quella è l’organizzazione, non potete vendere altre illusioni o fare promesse che poi sono irrealizzabili, quella è la via.
Ad esempio, per tornare su Ascoli Piceno, dovete prendere consapevolezza che nella provincia di Ascoli Piceno ci potrà essere un solo ospedale di primo livello, che tra l’altro è tra 150/300 mila abitanti, quella provincia ne fa 220 mila, solo che dovete dire dove lo mettete, noi lo sappiamo dove va messo.
Interrogazione n. 358
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Utilizzo risorse economiche previste dal Decreto del Ministro della Salute 30 novembre 2021 ‘Fondo per la promozione del benessere e della persona finalizzato a favorire l’accesso ai servizi psicologici’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 358 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il decreto ministeriale del 30 novembre 2021, di cui all’interrogazione a firma delle Consigliere Lupini, Ruggeri, dovrebbe comportare un finanziamento per la Regione Marche di 293.426 euro, che non risulta ancora versato nelle casse regionali, non appena le risorse saranno nella disponibilità dell’Assessorato, verranno predisposti gli atti progettuali relativi alle previsioni previste dal decreto stesso.
In particolare l’utilizzo dei suddetti fondi, cito letteralmente dalla nota dell’ufficio sanità e servizi sociali, sarà finalizzato al potenziamento reale delle cure tutelari con specifica attenzione ai servizi orientati alla prevenzione del disagio minorile e adolescenziale, quindi i consultori e le Umee. Tale scelta è motivata dall’incremento dei disturbi dello sviluppo e del malessere psicologico in una fascia di età che ha registrato un significativo aggravamento nel periodo pandemico con l’aumento di comportamenti autolesivi, di fenomeni di relazione suicidiaria e di tentativi di suicidio.
Si intende inoltre potenziare il servizio di psicologia scolastica istituito con la legge regionale 6 agosto 2021 n. 23, fornendo ulteriori risorse per effettuare interventi rivolti agli allievi: funzionamento sportello di ascolto, attività di sostegno all’orientamento, sviluppo di competenze chiare e sociali e civiche, sostegno allo sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo, sviluppo del senso di autostima e autoefficacia, contrasto al bullismo e cyberbullismo e diffusione delle dipendenze, prevenzione di comportamenti a rischio per la salute e istituzione di sportelli d’ascolto e supporto psicologico.
Fatta questa rapidissima rassegna degli interventi, credo che sia opportuno con le Consigliere, che hanno sempre dimostrato grande sensibilità su questi temi nel corso di questi primi mesi di consiliatura, verificare se ci saranno delle lacune da colmare. Comunque le risorse non appena saranno incassate dalla tesoreria della Regione verranno immediatamente utilizzate nel senso di cui alla risposta. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi rendo conto che questa nostra interrogazione è arrivata quasi anticipando i fondi, visto che il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 gennaio di quest’anno. Credo che sia necessario anticipare la programmazione e non arrivare oltre la metà dell’anno, è quello che fa la differenza rispetto ad una programmazione efficace e rispondente ai bisogni dei cittadini.
Questi fondi sono stati stanziati perché la popolazione ha sofferto di più, soprattutto i minori e gli adolescenti, come ha già detto nella risposta e come tante volte abbiamo sottolineato in quest’Aula.
Vorrei che chi ci ascolta potesse capire quali sono le azioni e le iniziative eleggibili per cui possiamo effettivamente programmare l’utilizzo di questi fondi, che sono 293.000 euro. Che siano pochi o tanti questo dipende molto da come verranno utilizzati, si può effettuare il potenziamento della rete territoriale dei consultori familiari e dei servizi sociali ed educativi. Tantissime volte abbiamo chiesto il potenziamento dei servizi di accoglienza, delle problematiche delle famiglie e della sofferenza, il potenziamento dei servizi telefonici dedicati agli adolescenti, quindi andando anche incontro ai loro linguaggi. Più avanti troviamo anche l’implementazione dell’uso delle videotecnologie per garantire l’accessibilità a questo tipo di attività erogate.
La pandemia ci ha insegnato che a volte un gap logistico si può colmare grazie alle nuove tecnologie, sicuramente i nostri ragazzi e le loro famiglie sono molto più abili nell’utilizzo di questi mezzi, di conseguenza va caldeggiato l’investimento rispetto a questo.
Non ultimo, si può andare a finanziare la formazione del personale rispetto ai temi toccati e soprattutto sottolineerei la possibilità di andare ad ampliare e consolidare la rete integrata dell’assistenza, ad esempio nel caso di pazienti oncologici, proprio in favore di quella che tanto si nomina, continuità assistenziale.
Vedete come nel decreto i distretti sanitari sono sotto l’attenzione e credo che questa sia una buona occasione per ricordare quanto sia importante la salute dei distretti sanitari per poter dare le risposte ai nostri cittadini, cittadine e utenti, soprattutto i giovani di cui si cerca di prevenire un ulteriore disagio. Grazie.
PRESIDENTE. A questo punto, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, dobbiamo mettere in votazione l’iscrizione della mozione 208 (punto 04 dell’ordine del giorno). Votazione aperta.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 208
ad iniziativa dei Consiglieri Menghi, Antonini, Biondi, Marinelli, Cancellieri, Mangialardi, Ruggeri, Rossi, Marcozzi, Ausili, Baiocchi, Santarelli, Latini
“Richiesta di azione tempestiva del Mise a tutela dell’emittenza televisiva locale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 208 dei Consiglieri Menghi, Antonini, Biondi, Marinelli, Cancellieri, Mangialardi, Ruggeri, Rossi, Marcozzi, Ausili, Baiocchi, Santarelli, Latini.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare il capogruppo della Lega e tutti i capigruppo di maggioranza e di opposizione che hanno accolto la richiesta ed hanno ritenuto di inserire con urgenza questo punto all’ordine del giorno, che vuole portare all’attenzione del Consiglio un impegno per la Giunta.
Qual è la questione di cui dibattiamo? E’ il passaggio alla tecnologia digitale terrestre delle emittenti locali. C’è stata una gara tempo fa, a livello nazionale sono risultate aggiudicatrice due realtà, in parte Rai e in parte Mediaset, che sul territorio nazionale diventano le fornitrici della rete per le emittenti che già esistono sul territorio.
E’ successo che il bando del Mise prevedeva la salvaguardia dei costi che le emittenti avrebbero dovuto pagare per le nuove tecnologie, il bando prevedeva la salvaguardia dei costi che sussistevano al momento dell’emanazione del bando stesso, invece che cosa è successo? C’è stata una sorta di distorsione del mercato, un mercato drogato, addirittura i prezzi sono saliti di 4/5 volte. Questo mette a rischio molte realtà del nostro territorio, tanto che nel Paese ed in molte regioni si sono verificate delle proteste perché il bando non ha garantito quello che in realtà prometteva di fare. Addirittura i prezzi sono aumentati di 4/5 volte rispetto ai prezzi praticati dagli operatori, ripeto, nonostante il bando avesse garantito.
Adesso c’è una pressione dell’apparato burocratico del Mise che impone la firma, addirittura entro il 18 febbraio, che non garantirebbe alle emittenti locali - preoccupazioni delle molte emittenti locali, nostre, marchigiane, ma non solo – reali garanzie sul futuro della loro sussistenza, soprattutto la garanzia di una comunicazione corretta, che molte fanno, assicurando un minore distacco tra cittadini e realtà di comunicazione, garantendo dunque una comunicazione più vicina ai cittadini.
E allora che cosa vogliamo chiedere? Vogliamo chiedere al Mise che si sospenda un momento questa procedura, che si diano le garanzie alle emittenti per una firma che sia consapevole, non un salto nel buio, con il rischio, ripeto, che molte non si sentiranno di accettare le condizioni che il mercato oggi ha prodotto.
Questa è una battaglia di legalità perché la correttezza dell’informazione è legalità, Noi sappiamo che nel nostro Paese qualche problemino lo abbiamo sulla comunicazione, non siamo tra i primissimi posti nel mondo per l’imparzialità dell’informazione, a pensar male ci si azzecca, ma se mettiamo in difficoltà le realtà esistenti magari si potrebbe presentare qualcuno che ha molta disponibilità economica.
Noi questo non lo vogliamo, noi vogliamo che quanto prevedeva il bando del Mise venga rispettato e allora c’è la necessità di sospendere questa procedura, di fare chiarezza, di garantire le realtà locali, di riportare i costi a quelli che, si era promesso, dovevano essere assicurati.
Quindi, questa è una mozione che vuole impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente con il Ministero dello sviluppo economico e qui faccio appello a tutte le forze politiche che hanno deciso di sottoscrivere l’urgenza di questa mozione perché nel Governo di unità nazionale queste questioni vengano risolte con la responsabilità di tutti i soggetti che hanno la possibilità di incidere.
Noi sappiamo che le voci di protesta si stanno sollevando da tutte le parti d’Italia, per cui occorre fermarsi, chiarire e garantire quello che il bando prevedeva.
Mi auguro che questa sia un’occasione per la politica e un obiettivo per la nostra Regione di fare un servizio, considerato che il problema è stato sollevato anche altre Regioni, un problema sollevato da molti, quindi spero che sia una occasione di buona politica, che le emittenti televisive del nostro territorio regionale ci chiedono. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLLIERI. Grazie, Presidente. Semplicemente per ribadire con forza tutto quello che ha detto la Consigliera Menghi che ha toccato proprio il punto. Penso che questo Consiglio tutto, intero, debba difendere l’importanza delle emittenti televisive locali, che sul piano dell’informazione e della comunicazione rivolta alle nostre comunità sono espressione di radice, di territorio, di cultura locale, sono le cantrici vere del nostro territorio. Le nostre emittenti televisive locali raccontano la nostra quotidianità e le nostre questioni e aiutano molto anche la politica locale nel comunicare quello che si fa o quello che si vorrebbe fare, facilitano e promuovono il dibattito locale.
Grande rilevanza e difesa da parte di questo Consiglio deve essere data, come diceva la Consigliera Menghi, alle emittenti televisive locali che non possono sottostare a contratti capestro, a contratti dispendiosi, com’è nella previsione prossima futura. Sono spesso a gestione familiare e per mantenersi non possono sostenere spese eccessive, anche alla luce delle sponsorizzazioni che dopo la crisi economica non riescono più ad avere. Quindi, per questo e per tante altre ragioni questa mozione è giusta, puntuale, appropriata e va fortemente sostenuta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intanto mi sento di dimostrare la vicinanza e un ringraziamento del nostro gruppo a tutte le emittenti televisive di questa regione ed interregionali per l’enorme lavoro che fanno, per il periodo che hanno attraversato e che stanno attraversando. Ovviamente la crisi economica pandemica stratificata, inseguita, ha determinato grandi problematiche per il loro sostentamento, nonostante questo si sono sempre messe a disposizione del territorio, dai percorsi più semplici a quelli dell’informazione che cercano di strutturare in maniera molto professionale, molto competente, con gli approfondimenti e anche con le reinterpretazioni delle situazioni che determinano.
Abbiamo condiviso immediatamente questa mozione anticipandola pure perché i tempi sono ahimè molto serrati. Il bando per la riassegnazione delle frequenze è nazionale, sembrava avere nella sua strutturazione degli elementi di garanzia anche per le emittenze regionali, che potessero essere garantite nella loro permanenza, ahimè, invece il mercato, nonostante tutto, è particolarmente competitivo e quello che si potrebbe determinare è una distribuzione non corrispondente alle attuali capacità di occupare le frequenze dalle televisioni che hanno quell’elemento che dicevamo prima.
Lo so, i tempi sono molto serrati, l’azione è stata trasparente e pubblica nel suo percorso, non so quanto si possa incidere oggi, è ovvio però che le azioni che possiamo fare di nostra competenza le dobbiamo mettere tutte in campo, Questa è quella che impegna il Presidente e la Giunta a porre il tema alla Conferenza delle Regioni perché non è solo per le Marche, ma anche per le altre realtà territoriali e si sta evidenziando, come purtroppo il mercato spesso determina, che in momenti di difficoltà chi ha maggiori risorse riesce a strutturarsi più rapidamente e può condizionare, può sconvolgere l’impostazione che finora si ha avuto.
L’atto sarà votato spero all’unanimità da questo Consiglio, con tutti i limiti che ci sono sul piano temporale, sulla possibilità di incidere, però c’è una ferma convinzione da parte del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Questa la reputo una delle tante questioni importanti di cui non si parla, che ha effetti rilevanti e spesso immediati sui cittadini, io le definisco “i soliti pastrocchi nazionali”, che incidono negativamente sulle comunità locali, quindi noi come Civici Marche, che siamo una forza civica territoriale e regionale, non possiamo che plaudire ed appoggiare questa iniziativa perché non possiamo tacere sul discorso del pluralismo e sulla tutela del lavoro.
Ringrazio i gruppi che hanno sostenuto questa iniziativa e ringrazio soprattutto la Consigliera Menghi che l’ha proposta.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei ribadire ciò che ha detto anche il mio capogruppo e ringraziare per questa proposta che avevamo anche noi messo in evidenza con degli appelli, rivolgendoci anche direttamente al Mise.
C’è un punto in questa mozione che voglio sottolineare, oltre alla scadenza imminente del 18 febbraio per cui siamo qui oggi con urgenza ad impegnarci affinchè il Mise accolga la nostra richiesta, le proposte economiche presentate dalle società aggiudicatarie sono risultate dalle 4 alle 5 volte superiori ai prezzi attualmente praticati ed io, che conosco benissimo questo mondo perché ci ho lavorato per 20 anni, posso confermare che questo significherebbe la totale chiusura, la morte della maggior parte delle emittenti televisive locali marchigiane, che sono piccole, che hanno da un minimo di 2 ad un massimo di 10/20 dipendenti quelle più grandi, però sono risorse fondamentali perché contribuiscono a dar voce ai cittadini, alle istituzioni e di cui nessuno può fare a meno, non solo per una questione di pluralismo dell’informazione che deve essere garantito, ma anche perché danno la possibilità ai cittadini di avere un’informazione sempre corretta, trasparente e puntuale anche su temi di interesse locale.
Ribadisco che voteremo questa mozione, mi auguro che non solo sia votata in Aula, ma che abbia un effetto sul Mise in modo da rafforzare gli appelli che noi avevamo già lanciato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. In primis ringrazio la Consigliera Menghi per la tempestività di questa proposta.
I tempi sono molto stretti, dobbiamo subito approvare questa mozione, magari all’unanimità.
Condivido gli interventi di tutti i Consiglieri che mi hanno preceduto perché tutti hanno colto il problema e la necessità da un lato di mantenere questo pluralismo dell’informazione locale e dall’altro di cercare di preservare anche i tantissimi posti di lavoro perché, come ha detto correttamente la Consigliera Vitri, che ha una esperienza professionale personale, molte volte le emittenti locali riguardano anche piccole realtà, anche a gestione familiare, e questo pagamento le metterebbe sicuramente in ginocchio.
Quindi il nostro è un compito politico, un indirizzo da dare velocemente per cercare di porre rimedio a questa situazione nell’imminenza della predisposizione dei contratti. Sicuramente nella contrattualistica privata c’è stato un mancato controllo anche da parte del Mise affinché i concessionari, che hanno avuto la possibilità di stipulare questi nuovi contratti, seguissero le direttive principali che erano state previste nel bando.
Grazie ancora alla Consigliera Menghi, grazie a tutti e speriamo di fare qualcosa di utile per tutte queste piccole realtà che danno un contributo essenziale alla pluralità dell’informazione all’interno del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie Presidente. Per me è un grandissimo onore intervenire in questo dibattito perché, al di là degli aspetti che sono stati evidenziati e sottolineati dai colleghi: il piano occupazionale, le piccole televisioni, tutto quello che vogliamo, ma qui siamo al cuore del sistema democratico, così come è stato configurato dalla sua nascita e dalla sua evoluzione fino ai nostri giorni. Se non ci fosse stato Thomas Paine con i suoi papers noi non avremmo mai scritto il diritto alla libera espressione ed al pensiero già nella Costituzione di Filadelfia del 1791 e non avremmo neppure, senza i libri di John Stuart Mill (On liberty), l’idea che il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero si contrappone, anzi si calibra con il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata.
Noi abbiamo il diritto di essere informati e c’è un dovere di formazione dell’opinione pubblica, come dicevano gli antichi greci che avevano coniato il termine “parresia”, cioè il diritto-dovere di dire la verità e per dire la verità occorreva dire tutto ciò che si aveva in mente. Noi non possiamo immaginare che una parte dell’opinione pubblica non possa essere informata nel dettaglio così come sta avvenendo semplicemente perché per ragioni di bilancio pubblico vengono tagliate queste testate libere che onorano il diritto di stampa, il diritto di informazione.
Pensiamo che mentre questi diritti di libertà, che configurano lo stato moderno basato sulla divisione dei poteri, stato di diritto, e su base costituzionale, si andavano a configurare prima nel Regno Unito e negli Stati Uniti, lo Statuto Albertino scriveva nel 1865 “la stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi”. Noi siamo arrivati a questa configurazione moderna solo nel 1948 con l’articolo 21, non dimentichiamoci questo. L’opinione pubblica, - la democrazia nel nostro Paese così giovane, con la Costituzione del ’48 - si è formata grazie alla stampa, poi evidentemente c’è la possibilità di non condividere certe testate, certi giornalisti, il loro modo di operare.
L’altro tema di fondamentale importanza, che voglio sottolineare, è la presenza dell’ordine dei giornalisti, che configura una categoria di professionisti con il compito di dire la verità sui fatti riportati nella cronaca, che ci pone di fronte al problema che si manifesta con i nuovi social, per cui viene diffusa una serie di informazioni talvolta palesemente falsa che disorienta l’opinione pubblica. Quindi, le piccole emittenti ed i giornalisti sono il presidio della democrazia perché hanno il compito di dire la verità, soprattutto di riportare le notizie che hanno un fondamento storico ed anche confutare tutta quella gran mole di informazioni che circolano sulla rete che sono palesemente infondate e che ledono i principi di libertà, di democrazia e di partecipazione dei cittadini.
Oggi è un bell’esempio, secondo me dovremmo fare qualcosa in più oltre a questo atto, vediamo magari, se passa questa mozione che pone questo pesantissimo peso sulle imprese di informazione, se può partire da questa Assemblea un disegno di legge che possa incidere su un finanziamento dei piccoli giornali e delle piccole testate di informazione, lo possiamo fare perfettamente, se da un lato si prende con le tasse, dall’altro si può prevedere delle misure di sostegno.
Mi permetto di dire che si potrebbe prevedere che nel bilancio della Rai, che come voi sapete si finanzia attraverso una autonoma tassa, una percentuale di 0,02 per mille potrebbe essere indirizzato a finanziare la libera informazione.
Noi siamo qui tutti insieme oggi per mettere un puntello basilare alla libertà di informazione, soprattutto all’articolo 21 della Costituzione di cui ci onoriamo di conoscere e condividere il fondamento perché questa è la libertà del nostro Paese, perché questa è l’Italia democratica, capace di fare delle battaglie, di confrontarsi, di scontrarsi tra maggioranza e opposizione, in grado di indicare alle future generazioni quali sono le battaglie storiche che è necessario individuare, che raccolgono tutte le forze parlamentari e democratiche che nel nostro Paese si impegnano per avviare l’Italia verso i suoi più alti ed immancabili destini.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Anche noi come gruppo Forza Italia condividiamo in pieno questa mozione, anzi ringrazio la Consigliera Menghi per la tempestività con cui l’ha presentata, anche se i tempi sono ristretti.
C’è la necessità di mantenere il pluralismo della comunicazione locale e, soprattutto, il piano occupazionale a causa del peso sulle imprese che fanno informazione in un momento storico in cui la comunicazione con la popolazione è essenziale, anche per un costante e doveroso aggiornamento.
E’ opportuno che questa amministrazione regionale metta in atto qualsiasi azione tesa a fornire l’informazione corretta, certificata ed esaustiva, quale unico strumento per contrastare la miriade di supposizioni che non fanno altro che generare confusione e purtroppo anche tensioni sociali.
Ecco perché non ci si può non attivare per garantire una stabilità nei limiti delle competenze politico/amministrative della Regione, per riconoscere e favorire tutti i canali che forniscono una corretta e democratica informazione, quindi, questa mozione va nella direzione giusta e ci auguriamo che da questa assise si possa fare qualcosa in merito a questa problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Consigliera Menghi perché attraverso questa sua mozione, firmata anche da altri Consiglieri, ha dato la possibilità anche agli altri gruppi consiliari, che ho visto hanno firmato all’unanimità, di intervenire su un tema molto importante sancito dall’articolo 21 della Costituzione: tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni mezzo di diffusione.
Le piccole realtà danno voce in senso plurale ad una informazione, danno un piano occupazionale, danno anche la possibilità, ed io dico il dovere, di formarsi ad una opinione pubblica che oggi viene fortemente spinta attraverso i social, attraverso una informazione spesso guidata dalle nuove tecnologie, che spesso può essere puntualmente non corretta.
Abbiamo un senso fragile della comunicazione, questa fragilità sta nei più piccoli, nei ragazzi, nelle nuove generazioni, come negli anziani, perché gli anziani spesso sono lontani dai social, lontani dalle nuove forme di comunicazione e vedono nelle testate locali una rappresentanza anche popolare, vedono l’intrattenimento, vedono la comunicazione di quelle che sono le proprie radici. Pensiamo solo alle feste popolari, alle feste che vengono raccontate sulle emittenti locali dalle pro loco, senza queste testate questa informazione ad uno strato anche fragile della nostra popolazione marchigiana non arriverebbe.
Dico che sin dall’inizio del mio mandato sono stato sempre dalla parte dei cittadini, dalla parte delle minoranze, anche dalla parte della libertà di informazione e quindi grazie alle emittenti del territorio noi siamo giornalmente informati sull’evoluzione. Siamo anche tenuti a risarcire come Consiglieri regionali questo impegno, impegno che abbiamo scritto in questa mozione, entrambi i punti impegnano la Giunta regionale nei confronti del Mise, per questo ringrazio per gli approfondimenti i miei colleghi che sono intervenuti, in particolar modo la Consigliera Menghi che ha dato il là a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Volevo ringraziare la proponente Consigliera Menghi per aver sottoposto alla nostra attenzione questo testo che è stato firmato da tutti i capigruppo, so che ha lavorato in emergenza perché ha avuto poco tempo per buttarlo giù. Mi sembra che le richieste siano assolutamente condivisibili perché la richiesta di pluralismo e verità nell’informazione è fondamentale e riguarda tutti noi.
Mi fermo qui e dico che il Movimento 5 Stelle voterà a favore di questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Brevemente, per ringraziare il Consigliere Marinelli che mi ha dato la possibilità di esprimere la dichiarazione di voto, chiaramente favorevole per il gruppo Lega, anche per ringraziare tutti i gruppi consiliari che hanno ritenuto importante questa occasione di confronto, come l’Assessore Saltamartini che ci ha illuminato sulla questione centrale del diritto all’informazione, che abbiamo con questa mozione la possibilità di esercitare concretamente.
Chiudo con una nota di speranza rispetto alle affermazioni del Consigliere Mangialardi dicendo di impegnarci tutti, Ministero e Sottosegretario del PD, che segue espressamente questo argomento, per arrivare ad un risultato che non è impossibile, ma è doveroso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Solo per dire che anche il gruppo Fratelli d’Italia, che ha sottoscritto questa mozione, voterà a favore per i motivi che sono stati detti molto bene da chi mi ha preceduto. Evidentemente le emittenti locali sono un punto di riferimento per tanti cittadini marchigiani e per questo devono essere tutelate.
Colgo l’occasione per ringraziare ovviamente i Consiglieri proponenti e tutti i capigruppo che hanno deciso di sottoscrivere questa mozione.
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione devo dire che hanno sottoscritto la mozione n. 208 anche i Consiglieri Serfilippi, Mastrovincenzo, Lupini e Pasqui.
Mozione n. 208. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 102
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Bora, Biancani, Vitri
“Ratifica impegno copertura aumento costi applicazione nuovo CCNL Sanità Privata ed applicazione dello stesso alle strutture di riabilitazione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 102 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Bora, Biancani, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Si tratta di una mozione presentata 7 mesi fa riguardante il contratto collettivo della sanità privata che è scaduto da 14 anni, che è stato poi sottoscritto nuovamente l’8 ottobre 2020 dal Ministero della salute, dall’Associazione italiana ospedalità privata, da Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari) e dalle organizzazioni sindacali.
Questo contratto però non si applica ai Centri di riabilitazione che alla data dell’8 ottobre 2020 applicavano il contratto collettivo nazionale di lavoro Aris del 5 dicembre 2012.
In sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome tutti hanno assunto l’impegno formale di farsi carico del 50% dei costi del rinnovo contrattuale. Più volte la Presidenza della Conferenza delle Regioni ha sollecitato le Regioni ad adottare ogni utile iniziativa per tradurre gli impegni assunti in atti concreti, avviando anche a livello territoriale i necessari confronti con le associazioni datoriali.
Fino ad oggi, o perlomeno fino a quando la mozione non era stata sottoscritta e presentata, erano otto le Regioni che ancora non avevano ratificato l’impegno nazionale, tra queste purtroppo anche le Marche, impegno, ripeto, ad intervenire con una quota pari al 50% dell’aumento dei costi contrattuali.
A questo si aggiungono le differenze salariali tra la sanità privata ospedaliera e la sanità privata riabilitativa dove le retribuzioni sono molto più basse rispetto alla prima.
La mozione impegna il Presidente e la Giunta regionale ad accelerare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine della ratifica dell’impegno assunto in sede di Conferenza Stato-Regioni e ad intervenire con una quota pari alla metà dell’aumento dei costi contrattuali.
Ricordo che stiamo parlando di fisioterapisti, logopedisti, educatori, psicologi, assistenti sociali, personale amministrativo, si tratta di riconoscere a tutte queste persone la dignità del loro lavoro e la loro professionalità.
L’ultimo impegno che chiediamo con questa mozione alla Giunta regionale è quello di aprire un confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine di verificare le iniziative volte a porre in essere ogni azione necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’estensione dell’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità privata anche ai centri di riabilitazione.
So che in questi mesi ci sono stati vari incontri con le organizzazioni sindacali, ma mi sembra che finora tutto sia ancora fermo, invece è auspicabile che ci si adegui a quanto previsto dalla Conferenza delle Regioni dando una risposta concreta a questi lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ho sottoscritto con convinzione questa mozione presentata dal Consigliere Mastrovincenzo in quanto mette in luce una delle tante carenze della Giunta regionale in materia di sanità.
La mancata copertura della quota relativa all’aumento dei costi in applicazione del contratto collettivo sulla sanità privata è solo uno dei tanti temi che configurano un disimpegno della Regione su molti fronti, con immediate ricadute negative sugli operatori del settore e sui cittadini.
Penso ad esempio alle quote mancanti della Regione rispetto alle Rsa che hanno comportato un aumento delle rette a carico degli anziani, bisognosi e fragili. Le mancate coperture infatti si scaricano immediatamente sugli utenti comportando dei rincari che vanno a riguardare non certo lo strato più ricco della popolazione, bensì gli anziani in difficoltà.
Sarebbe da questo punto di vista necessario aggiornare anche il piano dei fabbisogni per avere delle nuove convenzioni. Ci troviamo come è noto in un trend che appare ormai come un destino ineluttabile, la popolazione marchigiana va invecchiando e con l’aumento dell’età media diventano più urgenti e pressanti i bisogni di cura, di riabilitazione e di assistenza.
La Regione dovrebbe ampliare l’offerta e renderla più accessibile, al contrario, invece, assistiamo ad un aumento dei costi a carico dei cittadini e ad un peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori.
Non si può andare avanti così, serve un immediato cambio di rotta sulla sanità regionale. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Noi non possiamo essere contrari a questa mozione e siamo consapevoli che il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per discutere di una quota parte dell’aumento dei costi contrattuali, affrontando anche il tema dell’applicazione del contratto collettivo nazionale sulla sanità privata anche ai centri di riabilitazione, sia necessario.
Vi informo che la Regione ha già avviato un Tavolo di confronto con le associazioni, però dobbiamo anche dire che i ristori dallo Stato ancora non sono arrivati.
Un confronto è già stato avviato con le parti in questione per arrivare, questo sì, ad una definizione della problematica, la più chiara e ponderata possibile, valutando anche concretamente l’importanza dei centri di riabilitazione che insistono nella nostra regione, quindi, il Tavolo lo abbiamo già fatto e ci adegueremo per dare una risposta concreta.
Non siamo assolutamente contrari a questa mozione, però il tavolo è già stato avviato per una soluzione della problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Si, è vero che il Tavolo è stato convocato, ma non ha dato nessuna risposta certa, inoltre, da quello che mi risulta, è stato convocato l’ultima volta circa tre mesi fa, mentre c’è l’urgenza di risolvere questa questione perché c’è una disparità di trattamento tra alcuni soggetti che hanno stessa e identica professionalità di altri, che invece hanno un pagamento maggiore.
Credo che sia giusto che la Regione Marche applichi ed acceleri i termini per l’applicazione del contratto anche ai centri di riabilitazione e penso che questa mozione possa essere votata da tutti proprio perché ha un obiettivo che viene tra l’altro stabilito dal punto di vista normativo, dunque, non c’è una forzatura nei confronti della Giunta, a maggior ragione se il Tavolo è stato attivato ed aperto. Noi diciamo che il Tavolo deve proseguire e deve essere concluso con un accordo sindacale, pertanto, non vedo quale difficoltà ci sia a votare una mozione che è così chiara e con un obiettivo di interesse generale perché, come è stato detto dai colleghi, oltretutto nei centri di riabilitazione si offrono dei servizi che sono integrativi del sistema sanitario pubblico regionale, hanno un’importanza grandissima, soprattutto per quello che riguarda gli anziani e in particolare gli anziani nel post operatorio.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Per dire alla Consigliera Casini che problemi non ce ne sono nel momento in cui c’è una interlocuzione corretta da parte dei proponenti e non l’occasione per andare addirittura a ripescare vecchie polemiche come quella relativa alle Rsa o alle case di riposo.
Che significa? Significa che se vogliamo discutere di questa questione lo facciamo, c’è un Tavolo tecnico di cui fanno parte i dirigenti della Regione Marche, oltre che sotto l’egida dell’Assessorato, che sta arrivando ad una definizione, ma dobbiamo anche dire, perché le problematiche vanno dette nella chiarezza dei fatti, che la riabilitazione è un tema non delicato per la Regione Marche, molto di più in quanto nel corso degli anni abbiamo fatto la scelta di lasciare quasi completamente la riabilitazione alla sanità privata e questo è un vulnus, lo dico da cittadina. Mesi fa parlavo in quest’Aula di molte mamme …, ho dovuto fare appello alla sanità privata perché prendessero in carico bambini che hanno bisogno di riabilitazione, per fortuna l’hanno fatto, ma occorre chiarezza su un aspetto, lo Stato nel 2020 ha detto alle Regioni, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni di anticipare, ci sono quelle che hanno potuto anticipare anche il 100%, questo è un dato di fatto, ma non sono nelle stesse condizioni della nostra, e su questo bisogna essere chiari, senza rivangare responsabilità o colpe, non sono nelle stesse condizioni della Regione Marche, che ricordo essere in transizione, con una serie di questioni molto delicate sulla sanità privata, legate sia al tetto di spesa che alla sanità privata. Nel 2015 lo Stato insieme alla spending review aveva invitato la Regione Marche a fare attenzione all’aspetto della sanità privata, invece, senza accuse, senza rivangare il passato, ma esponendo fatti, noi abbiamo purtroppo aumentato il deficit, molto spesso con la “scusa” della mobilità passiva, che peraltro non è stata nemmeno risolta.
C’è un problema, c’è un tema da gestire di cui questa amministrazione, l’Assessorato e tutta la maggioranza si faranno carico perché siamo persone responsabili che gestiscono i problemi e danno soluzioni. Sarà uno dei nodi che questa amministrazione risolverà, ma per cortesia non venite a raccontarci che se non fate le mozioni qua non succede nulla, non facciamo niente perché la realtà è ben diversa, le problematiche da gestire sono tante e la sanità privata è una di queste.
Chiudo, ringraziando i molti operatori della riabilitazione che purtroppo ho conosciuto anche personalmente per evidenti motivi, sapete che la riabilitazione in questo Paese è stata considerata una sorta di ancella minore della medicina, quando invece dovrebbe essere per persone come me uno stile di vita, invece la riabilitazione per i disabili è stata considerata in questo Paese, qui non voglio dare colpe a nessuno, come un optional.
Nella nostra Regione l’abbiamo completamente delegata alla sanità privata che per fortuna se ne è fatta carico, però, ripeto, su questo abbiamo anche le problematiche del tetto di spesa della sanità privata e mi pare che anche in quest’Aula esponenti dell’opposizione tempo fa richiamavano all’attenzione. Quindi, se vogliamo seriamente affrontare i problemi chiedo una sospensione per fare una risoluzione comune che porti insieme a farci carico di un problema, di cui già ci stiamo facendo carico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Sull’ultima proposta della Consigliera Menghi si occuperà il gruppo, ma ascolto la Consigliera Menghi e ogni volta quest’ansia di tuttologia viene più forte di lei.
Intanto le voglio dire che, Consigliera Menghi, se siamo una Regione in transizione - se lei avesse letto il bilancio, c’era nella relazione dei tecnici - è perché sono stati modificati i parametri. Aggiungo che questo passaggio paradossalmente è un elemento positivo perché aggiunge risorse, pertanto l’argomentazione negativa rispetto a chi c’era prima, circa il fatto che siamo passati in transizione, è una grande sciocchezza.
Credo che il Consigliere Mastrovincenzo abbia posto il tema non pretestuosamente, ma con un grande rispetto per tutti, non c’era nessuna polemica, ha raccontato dei fatti puri e semplici ed è sufficiente leggere la rassegna stampa per capire cosa è accaduto. Ha posto sul tavolo di questo Consiglio regionale un atto che potrebbe essere a beneficio non delle aziende, ma bensì dei lavoratori. Quindi, Consigliera Menghi, non parliamo di azienda privata, parliamo di lavoratori.
Il Consigliere Mastrovincenzo, come suo solito, pone l’attenzione e uno sguardo di sensibilità rispetto a questo tema e dice che i lavoratori della sanità privata, in special modo nel settore della riabilitazione, sono pagati abbondantemente di meno di quelli pubblici.
E’ un tema semplice, non c’è bisogno di polemiche rispetto al passato. Adesso citerò un fatto che secondo me è abbastanza criticabile, per cui credo che si possa votare tutti favorevolmente. In realtà gli strumenti già ci sono, c’è stata una Conferenza Stato-Regioni che ha fatto si, con tante sollecitazioni prima del Presidente dell’Emilia Romagna e adesso del Presidente del Friuli-Venezia Giulia, che si potesse utilizzare, sfruttare, il 50% dell’aumento, come ha detto correttamente il Consigliere Mastrovincenzo, per integrare, soprattutto in acconto della firma di un nuovo contratto collettivo, quindi sarebbe inclusivo di questo.
Ogni altra polemica non serve, serve ad aprire una questione, ma su questo ci conosciamo da tempo.
In realtà la vicenda ha abbastanza dell’incredibile, noi utilizziamo un ossimoro “eroi a basso costo”, questi sono eroi a basso costo che arrivano a prendere anche 400 euro lorde in meno rispetto alla sanità pubblica ed io credo che di questo sia importante occuparsene perché in realtà è una sanità privata relativa, è la stessa sanità, Consigliera Menghi, del sistema generale ed anche locale a cui deve ricorrere nelle vicende purtroppo delle lacune complessive come lei sosteneva.
Ricordo a lei ed all’Assessore Saltamartini, a cui chiedo su questo una posizione, che il 18 novembre 2020 una delibera della Giunta regionale aumentava - ovviamente a fronte di un servizio della Koss Care rispetto alla vicenda del Covid - i costi, metteva a disposizione dei costi maggiori per la Regione fino al 40%, data l’applicazione della tariffa per strutture accreditate per quanto riguarda la possibilità di utilizzare posti letto noi abbiamo fatto comprensibilmente, non voglio neanche arrivare alla critica, il 40% in più. Ovviamente con una analisi dei costi sarebbe interessante capire se per i dispositivi di protezione individuale il privato ha speso il 40% in più, io ho qualche dubbio, sarebbe interessante per esempio che la Regione chiedesse una rendicontazione su questo, ma diamo per certo il 40% in più, mi chiedo come mai una Regione che dà il 40% in più, oltre a tutto l’insieme dell’accreditamento, non possa esigere per i dipendenti, che di fatto sono dipendenti che servono il pubblico, del settore riabilitativo quelle risorse a cui hanno diritto.
Questo è il tema, non c’è altro, non c’è una polemica, c’è solo la volontà di fare luce su una vicenda ed io dico su una mozione che ha tra gli obiettivi esclusivamente quelli di riattivare, alimentare, mi viene da dire di sostenere l’Assessore alla sanità perché se il Consiglio regionale vota una mozione come questa evidentemente l’Assessore alla sanità sarebbe più forte e potrebbe all’interno del Tavolo, anche nei rapporti con la Giunta, dire: “Ma è pensabile che noi ai dipendenti che curano le nostre persone, che stanno dentro l’accreditamento, dobbiamo pagare di meno rispetto al pubblico?” E’ una questione giusta questa? E’ una questione di cui farsi carico? Penso di sì, farsene carico anche con priorità rispetto ad altre, ecco perché credo che la mozione del Consigliere Mastrovincenzo debba essere, spero, condivisa, soprattutto far sì che venga ribaltata nel quadro della discussione in un’ottica propositiva e positiva verso l’epilogo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Innanzitutto quello che andiamo ad affrontare è un tema molto delicato e molto serio perché riguarda in particolar modo un comparto importante, soprattutto i lavoratori, che hanno visto l’aggiornamento del contratto collettivo nazionale per i propri colleghi, restare invece, per quanto riguarda il comparto della riabilitazione …, che, lo ricordavano anche negli interventi precedenti al mio, ha un forte impatto nel tessuto privato della sanità delle Marche.
Ripercorrendo la storia che è stata riportata in questa mozione si dice, mettendo un po’ in secondo piano quello che è il vulnus reale di questa situazione, che il contratto collettivo relativo al comparto della riabilitazione non è stato aggiornato a livello nazionale e il Governo, lo Stato, non ha messo le risorse necessarie ad adeguare le legittime richieste ed aspettative dei lavoratori di questo comparto, che, ripeto, ha nel rapporto tra sanità pubblica e privata nella nostra regione la quasi totalità della riabilitazione.
Nel corso degli anni le scelte fatte dall’impostazione sanitaria regionale hanno quasi integralmente delegato la riabilitazione al comparto privato …, questo va detto per spiegare le ragioni per cui il Tavolo, che è già stato aperto …, e questa credo che sia la prima questione che andrebbe rivista nella mozione per poter arrivare ad una risoluzione condivisa, perché il problema c’è, è riconosciuto, vogliamo intervenire e stiamo intervenendo.
L’Assessorato ha già avviato degli incontri insieme ai tecnici perché, al di là della facile demagogia nella quale credo che non dovremmo perderci, se l’obiettivo è quello di arrivare ad una risoluzione, quindi a una soluzione concreta del problema per questi lavoratori, va anche chiarito che l’impegno assunto in Conferenza Stato-Regioni è stato preso senza individuare le coperture economiche, nella consapevolezza, immagino, se chi gestiva la sanità aveva contezza di ciò che faceva, che già il rapporto della spesa consentita verso il privato nella Regione era full e il rapporto fra l’investimento pubblico e l’investimento privato nella sanità vedevano nelle Marche la spesa nei confronti della sanità privata già abbondantemente erogata, e questi, che sono soldi che legittimamente devono arrivare ai lavoratori, andranno però in quella bilancia ad inserirsi nelle spese verso la sanità privata.
Allora, da questi che sono anche dei parametri ai quali gli uffici, i tecnici, chi rispetta le norme devono attenersi, va di pari passo la seconda parte che manca in questa risoluzione ed è certamente quella dell’aggiornamento a livello nazionale del contratto. Non possiamo fingere che la competenza sia solamente regionale e che la Regione sia inadempiente, ma urge che il Ministero avvii e faccia, come per il resto del comparto privato, un adeguamento contrattuale mettendoci ovviamente le risorse.
Voglio ricordare che quando all’interno della Conferenza Stato-Regioni è stata approvato questo probabilmente non c’era stato ancora tutto l’impatto che il Covid ha avuto, anche economico, parlando della nostra sanità. Voglio ricordare anche per chiarezza e completezza di informazione che le Marche stanno ancora attendendo di avere quella componente di spesa aggiuntiva da parte del Governo per tutte le misure e le spese che sono state avanzate per fronteggiare l’emergenza Covid.
Se vogliamo, credo che possa essere il risultato al quale tendere tutti, dare un segnale giusto nei confronti di questi lavoratori, che rivendicano giustamente un diritto - troppo spesso ci troviamo di fronte ad un sistema che attraverso le cooperative non valorizza adeguatamente ed economicamente, parlando di lavoro, questi professionisti, ce lo dobbiamo dire anche rispetto alle formule contrattuali che sono state scelte nel corso degli anni - se vogliamo dare un segnale concreto nei confronti di questi lavoratori non dobbiamo dimenticare la realtà dei fatti, non dobbiamo dimenticare la storia e non dobbiamo dimenticare che quel Tavolo è aperto e chiedere quindi la prosecuzione e non l’apertura, visto che già c’è.
Credo anche sia importante che un sollecito venga, non solo per un anticipo delle risorse, al quale si sta lavorando con queste difficoltà e con i vincoli che ci sono, ma anche e soprattutto un adeguamento ed una dignità che arrivi ovviamente dal Ministero con tanto di adeguate risorse economiche.
Confermo e rilancio la proposta di arrivare ad una risoluzione che possa essere approvata all’unanimità da quest’Aula, non trasformare una battaglia legittimamente avanzata dai lavoratori in una semplice bagarre politica che non porterebbe sicuramente ad aiutare i lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Molto velocemente. Intanto, se guardiamo, la data in cui il primo firmatario Consigliere Mastrovincenzo ha depositato questa mozione è il 29 luglio, un tema che, come abbiamo detto a più voci, non ha bisogno di nessuna polemica e nella mozione presentata non ce n’è. Poniamo una questione impellente, l’unica cosa che dobbiamo verificare è che sono passati 8 mesi, non è accaduto assolutamente nulla e ci sono disparità di trattamento di quel personale che a seconda delle circostanze e delle situazioni osanniamo quando è competente e quando si presta, invece poi lasciamo con un contratto che non ha una ratifica adeguata.
Da parte nostra penso non ci siano problemi per aggiornare la mozione rispetto alle vicende che ci sono e vi sollecito a tenetela libera da qualsiasi considerazione polemica che può emergere perché non c’è nessun tipo di volontà in questi termini, non la vogliamo e non c’era nella matrice iniziale.
Il fatto che ci siano soggetti privati convenzionati credo che sia un elemento rafforzativo del nostro sistema e dovremmo comunque, al di là delle scelte che sono state fatte nel passato, sulle quali poi potremmo anche confrontarci …, ma qui il tema non è in questi termini, parliamo di lavoratori, parliamo di professionisti, parliamo di organizzazioni che hanno bisogno di essere riconosciute per la loro competenza. Quindi da parte nostra cogliamo positivamente le indicazioni che sono pervenute ed anche la condivisione, se si tratta di aggiornare la mozione e riadeguarla rispetto alle considerazioni che sono emerse per noi non c’è nessun tipo di problema, anzi penso che sia, come abbiamo già detto, utile per la Giunta e per l’Assessore per avere uno strumento rafforzativo nella direzione che tutti oggi, mi sembra di capire, vogliamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Credo che sarebbe un pessimo segnale se questa mozione non venisse approvata, previ eventuali integrazioni, aggiustamenti, per carità, magari si sentono un attimo i capigruppo, però, ripeto, sarebbe un pessimo segnale.
Tra l’altro questa mozione, l’ha detto bene il Consigliere Carancini, quindi non ripeto il suo intervento nel merito, nel metodo dà forza all’Assessore alla sanità, dà forza alla Regione affinché possa fare fino in fondo la sua parte per ciò che le spetta e la possa fare anche nei confronti del Governo nazionale perché questa mozione dà forza anche in questa direzione per farsi assegnare quelle risorse di cui la Regione ha diritto.
Il tema della equiparazione, perché di questo si dovrebbe trattare, dei trattamenti tra coloro che operano nella sanità privata, che poi molto spesso è convenzionata, e quelli che lavorano nel pubblico è centrale, secondo me sempre, lo è ancora di più in questi momenti così particolari che hanno visto gli operatori del privato insieme agli altri e qualche volta più degli altri fronteggiare l’emergenza sanitaria nel nostro Paese e nella nostra regione. E’ un fatto tra l’altro di giustizia perché non è solo un tema di disparità tra lavoratori, che già di per sé è inaccettabile, ma è ancora più inaccettabile in un settore come quello sanitario perché inevitabilmente quando c’è una disparità tra lavoratori questa irrimediabilmente si trasferisce, almeno in parte, con le sue ripercussioni sull’utenza. E’ inevitabile, è un fatto ex se, al di là di tutta la buona volontà, è un dato oggettivo e c’è anche una percezione dell’utenza che non deve essere sottovalutata perché attiene alla sicurezza di un servizio come quello della salute, della sanità, che è di fondamentale importanza.
Da qualche parte ho letto, non so se l’ha proposto il Ministro del lavoro, non ricordo bene, che nell’assegnazione delle risorse si chiede che siano garantiti alcuni diritti ed io credo che l’equiparazione tra coloro che operano nel privato e coloro che operano nel pubblico sia un diritto di ciascuno e dovrebbe essere ad esempio una clausola perché non è pensabile che la sanità pubblica - la sanità per fortuna in questo Paese è pubblica ed è proprio nella gestione della sanità che questo Paese dà il meglio di sè perché tutti vengono curati e garantiti allo stesso modo, dalle Alpi alle Piramidi, o almeno dovrebbe essere così ed è così - dia un servizio con un operatore che viene pagato X, se poi diamo lo stesso servizio, perché non ce la facciamo, attraverso il privato convenzionato non può essere che l’operatore che eroga lo stesso servizio venga pagato X meno, non può essere. Quindi, su questo credo che l’approvazione di questa mozione rivista, corretta, integrata … E’ un atto che tra l’altro non comporta un particolare impegno, dà forza all’Assessore Saltamartini, dà forza alla Giunta, credo che sia giusto approvarlo perché non farlo, al di là delle giustificazioni, sarebbe un pessimo segnale che diamo a questo settore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ci prendiamo 5 minuti per definire la risoluzione su cui già siamo a buon punto, si tratta veramente di pochi minuti.
Preciso, rispetto alla discussione che c’è stata, che quando nella mozione si faceva riferimento, nella seconda parte dell’impegno, ad aprire un confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, si parlava del gap retributivo che c’è tra sanità privata e i centri di riabilitazione privata. E’ un altro tipo di discorso rispetto alla quota del 50% dell’accordo, che è stato fatto in sede di Conferenza Stato-Regioni. Quel Tavolo in realtà non era stato aperto, ecco perché davamo conto del fatto che c’era un Tavolo aperto per quanto riguarda la quota del 50% dell’aumento dei costi contrattuali, infatti utilizzavamo il termine “accelerare” e poi il termine “aprire” che invece riguarda quest’altro tipo di discorso.
Quindi, pochi minuti di sospensione e poi la votiamo.
PRESIDENTE. Per non interrompere i lavori dell’Assemblea, mentre voi terminate la risoluzione noi andiamo avanti con la mozione n. 86 per poi riprendere con la votazione della mozione 102.
Mozione n. 86
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Tamponi gratuiti per visitatori ospiti nelle strutture residenziali marchigiane e prestazioni sanitarie”
(Ritiro)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 86 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi dispiace che molti colleghi Consiglieri in questo momento siano in tutt’altre faccende affaccendati perché sarebbe da sottolineare che questa mozione, non tanto nel merito perché il contenuto è superato, è anacronistica perché è stata presentata dal gruppo del PD il 26 maggio 2021, quando il Covid stava scemando, quando non c’era ancora il green pass obbligatorio, ma c’era soltanto per talune fattispecie e quando nelle Rsa si entrava con il tampone, dunque l’idea era quella di dire agevoliamo i cittadini che vogliono andare a trovare i propri genitori, i propri parenti, i propri nonni che sono nelle Rsa pagando il tampone.
Oggi è chiaro che questo atto non ha più senso e non ce l’ha perché non è possibile che si perda così tanto tempo per dare una risposta, che era in quel momento importante e che oggi ha perso di significato.
Si è persa anche l’occasione di poter mettere in atto un’azione che era fondamentale e sarebbe stata di grande supporto in quel momento, ma che oggi, ripeto, è anacronistica, anzi siamo contrari che chi non ha il vaccino possa entrare nelle Rsa ancorché con il tampone, perché chi non è vaccinato mette a rischio la salute di chi invece si è vaccinato, seppure con tutti i dubbi e le incertezze, non è giusto che la salute pubblica, nel senso di salute in generale, venga lasciata soltanto a chi è responsabile, per cui siamo convinti che chi non è vaccinato non debba avere la stessa possibilità di azione e gli stessi diritti di muoversi che hanno coloro che sono vaccinati. Quindi, chiedo il ritiro.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. La mozione n. 86 è ritirata, devono essere d’accordo anche tutti gli altri proponenti.
Attendiamo che venga presentata la proposta di risoluzione sulla mozione n. 102.
La seduta è sospesa alle ore 13,20.
La seduta riprende alle ore 13,35.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Torniamo alla mozione 102 sulla quale è stata presentata una risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Marinelli, Leonardi, Santarelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Cesetti, Bilò, Cancellieri, Baiocchi, Lupini, Ruggeri, Bora, Carancini, Casini, Mangialardi, Biondi, Biancani, Vitri, che nel dispositivo recita: “Impegna il Presidente e la Giunta regionale a continuare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine della ratifica dell’impegno assunto in sede di Conferenza Stato-Regioni; ad intervenire con una quota di risorse proprie; a continuare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine di verificare le iniziative, volte a porre in essere ogni azione necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’estensione dell’applicazione del contratto collettivo nazionale sanità privata anche ai centri di riabilitazione; ad intervenire presso il Ministero competente per richiedere ulteriori risorse al fine di ottemperare all’impegno sopra indicato anche in considerazione della mutata situazione derivante dall’emergenza epidemiologica Covid 19”.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Fratelli d’Italia. Siamo riusciti ad arrivare ad una unione di intenti attraverso la stesura, l’integrazione e quindi la redazione di una risoluzione che completa una volontà che credo sia congiunta, tenendo conto delle difficoltà che ci sono e anche del lavoro che l’Assessorato e l’amministrazione a guida Acquaroli stanno facendo ed hanno già avviato in questi mesi, con l’Assessore Saltamartini e con un impegno collegiale.
Voto favorevole per una risoluzione che ci vede anche sottoscrittori della stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla stesura della risoluzione che vedrà, mi auguro, il voto unanime dell’Aula consiliare. A volte si può avere un confronto anche aspro, ma quando si arriva ad una soluzione condivisa la polemica è anche giusta e fa parte del confronto politico.
Quindi a nome del gruppo Lega ringrazio il capogruppo per avermi fatto esprimere il voto favorevole su questa risoluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Semplicemente per ribadire il voto favorevole del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Anche noi per ribadire il nostro voto sulla mozione che vedeva come primo firmatario il Consigliere Mastrovincenzo.
Ringrazio per il contributo dato, ma soprattutto per la volontà manifestata, condivisa e poi concretizzata rispetto al percorso che ci vedrà votare questa mozione in maniera unanime - penso che sia un bel segnale rispetto ai lavoratori che attendono quei provvedimenti – che, come abbiamo ribadito, mette l’Assessore e la Giunta nella condizione di muoversi lungo un percorso fortemente condiviso da questo Consiglio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Intanto volevo ringraziare il primo firmatario Consigliere Mastrovincenzo per il lavoro fatto perché la parte del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità riguarda anche la sanità privata e le strutture di riabilitazione, che saranno il tema del futuro. Quindi ringrazio tutti i colleghi di maggioranza che hanno apportato un miglioramento alla mozione creando questa risoluzione, che fa sì che si possa continuare nel confronto con le associazioni datoriali, con le associazioni sindacali e con tutte le organizzazioni legate alla sanità privata, soprattutto sollecitare il Ministero per far capire che i territori, come quello marchigiano, che vedono un alto indice di invecchiamento, hanno bisogno di queste strutture per dare una risposta puntuale e concreta ai concittadini,.
Ringrazio tutti i capigruppo del Consiglio regionale che hanno migliorato notevolmente questa mozione partita dal gruppo del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione sulla mozione n. 102. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 90
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Bilò, Menghi, Antonini, Serfilippi, Marinangeli, Biondi
“Sollecitazione verso l’11ª Commissione del Senato a terminare i lavori inerenti il Ddl 1461 sul riconoscimento del ruolo del caregiver familiare”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 90 dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Bilò, Menghi, Antonini, Serfilippi, Marinangeli, Biondi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Parliamo della mozione n. 90 presentata in data 31 maggio 2021, che riguarda una sollecitazione verso l’11ª Commissione del Senato a terminare i lavori inerenti il Ddl 1461 sul riconoscimento del ruolo del caregiver familiare.
L’idea di sollecitare il Senato ad occuparsi di questa vicenda ci è venuta quando siamo andati a trovare, io insieme a XY, che tutti conoscete, mio paziente e grande amico e grande testimonial della disabilità a livello nazionale, il Ministro per le disabilità e le abbiamo chiesto com’era l’iter di questo disegno di legge depositato qualche anno prima al Senato, che non finiva mai, che andava a riconoscere un ruolo importante al caregiver familiare.
Il caregiver familiare è colui che assiste e si prende cura del coniuge, del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, o di un familiare anche entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative non è autosufficiente e non è in grado di prendersi cura di sè, riconosciuto invalido e titolare di indennità di accompagnamento.
La legge di bilancio 2018 aveva costituito il Fondo nazionale per il sostegno del ruolo di cura ed assistenza del caregiver con 68 milioni di euro a disposizione delle Regioni e la Regione Marche aveva avuto la possibilità di usufruire di 1.940.000 euro per il triennio 2018/2019/2020. Questa contribuzione statale però non basta per riconoscere il ruolo del caregiver e dare a questo un adeguato sistema di tutele.
Il disegno di legge 1461 è stato presentato il 7 agosto 2019 in Senato ed è ancora lì e prevede l’accredito prevalentemente di tipo previdenziale e riconosce anche la formazione e la valorizzazione del caregiver. A tutt’oggi è fermo nel suo iter parlamentare. L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa che ancora non riconosce a pieno titolo sotto il profilo previdenziale la figura del caregiver familiare.
Vorrei aggiungere rispetto a quello che abbiamo detto che il caregiver già di per sé è una persona fragile, fa un lavoro usurante, soffre spesso di ansia, veglia sulla persona non autosufficiente, l’accudisce, è un familiare assistente. Quanti siano in Italia in realtà non si sa, evidentemente tanti, per lo più sono donne, mogli, madri, sorelle, oppure genitori, il 66% ha abbandonato il lavoro, il 10% ha una riduzione del proprio lavoro, quindi la vita del caregiver in sé è estremamente ridotta.
Durante il Covid il ruolo del caregiver è ampiamente peggiorato, è aumentato del 12%, come è aumentato anche il burnout.
Su questa figura sono stati presentati diversi disegni di legge per riconoscere questo ruolo, ma forse il più importante è il n. 1461, a prima firma Nocerino, ma non ha ancora finito l’iter parlamentare.
L’Emilia-Romagna ha già fatto una legge.
Noi vorremmo che si velocizzasse l’iter in Parlamento di questo disegno di legge che è composto di 11 articoli, è veramente rilevante e riconosce la tutela previdenziale di questi soggetti, l’articolo 5.
Ripeto, il disegno di legge è formato da 11 articoli, la sintesi l’abbiamo già fatta, sostanzialmente è una valorizzazione di questo ruolo, compresa la tutela previdenziale ed anche un aiuto per un reinserimento lavorativo laddove finisca il proprio incarico di caregiver.
Riteniamo che il Parlamento si debba occupare di questa vicenda nel più breve tempo possibile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Vorrei esordire in questo mio intervento dicendo che questa mozione e la sua finalità meritano una particolare attenzione, infatti il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno della figura del caregiver, una figura che sta diventando centrale nel mondo del welfare e della disabilità, che in modo gratuito e responsabile si prende cura di una persona cara, consenziente, in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé, è a mio parere un atto dovuto di grande civiltà perché il caregiver familiare si prende cura volontariamente della persona non solo fisicamente, ma anche del suo ambiente di vita, supportandola nella vita di relazione, concorrendo al suo benessere, non soltanto fisico, ma anche psicosociale.
Si tratta di un impegno costante, spesso e purtroppo considerato naturale, scontato, di cui non solo è sottovalutato il peso sociale oltre che sanitario ed economico, ma di cui sono trascurate le ricadute sul piano personale di chi presta l’assistenza.
Sappiamo che si tratta nella maggior parte dei casi di donne, ancora una volta, di età compresa tra i 45 ei 65 anni, già di per sé svantaggiate nell’ingresso nel mondo del lavoro che si trovano a dover rinunciare ai loro progetti di vita o professionali per assistere i familiari, poi uscendo da questo impegno il reingresso nel mondo del lavoro si fa ancora più complicato e non riescono più a trovare una giusta collocazione nella società. Si tratta, ahimè, soprattutto recentemente, anche di giovani che, data la tendenza sociale e familiare ad avere figli in età sempre più tarda, il calo demografico, l’aumento delle famiglie monogenitoriali, il sempre minor potere d’acquisto delle famiglie dovuto a redditi provati dalla crisi economica, si trovano nella condizione di dover assistere nonni, genitori e/o affini.
E’ una attività fatta di amorevole dedizione a scapito della qualità della propria vita personale, persone che troppo spesso lavorano dimenticate dalle istituzioni e dallo stesso sistema sanitario, al cui funzionamento però tanto contribuiscono.
E’ dunque importante che dopo il passo fatto con l’istituzione del Fondo statale si giunga ad una legislazione completa in materia e che quindi si intervenga in tutti i modi nel sollecitare la Commissione lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato nel completare l’esame del ddl n. 1461 finalizzato al riconoscimento del caregiver familiare.
Il dubbio fondato però è che questa mozione sia nuovamente pura demagogia, perché impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Governo ed il Parlamento a livello nazionale quando sarebbe già possibile intervenire a livello regionale? Il 14 ottobre 2021 il gruppo del Partito Democratico ha presentato la proposta di legge n. 78/2021 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”, che riconosce il caregiver familiare come un elemento della rete del welfare locale, assicurandogli il sostegno e l’affiancamento necessario per prestare l’assistenza dovuta, coinvolgendolo attivamente nel percorso di valutazione, definizione e realizzazione del piano assistenziale individualizzato per permettergli di svolgere al meglio la normale attività di assistenza e cura.
Una proposta di legge che sostiene il caregiver familiare non soltanto dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto a livello sanitario, sociale e professionale.
La legge dello Stato che intende tutelare i caregiver, inserendo gli stessi nella rete dei servizi, riconoscendone anche le coperture previdenziali e non solo un ruolo di sostegno, è ancora ferma in Senato, alcune Regioni e/o Comuni si sono già mossi in materia, l’ha ricordato lo stesso Consigliere Cancellieri, da diverso tempo con proprie norme e progettualità, come l’Emilia-Romagna che ha addirittura legiferato in tempi non sospetti nel 2014 o anche la Campania, l’Abruzzo e la Puglia che hanno legiferato più recentemente.
Ritengo che anche le Marche debbano provvedere quanto prima, quindi sollecito la discussione della proposta di legge in IV^ Commissione assembleare al più presto, di fatto la Commissione ha nominato i relatori solo la scorsa settimana, dopo ben 5 mesi dal deposito della stessa, anzi, ha preferito discutere prima questa mozione che la proposta di legge.
E che questa mozione sia pura demagogia lo dimostra anche quanto è accaduto in sede di approvazione del bilancio di previsione 2022/2024 quando proposi con un emendamento un aumento dello stanziamento della legge regionale n. 1 del 2019 di 20.000 euro, risorse regionali che si sarebbero aggiunte a quelle statali che avrebbero potuto essere utilizzate per finanziare iniziative finalizzate alla valorizzazione della figura del caregiver, non pensavo che 20.000 euro potessero rappresentare un onere tanto gravoso per la gestione del bilancio regionale.
Effettivamente quell’emendamento poteva rappresentare l’avvio di una fase nuova fatta di azioni concrete a vantaggio di questi nostri volontari del welfare, ma ovviamente non è stato neanche minimamente preso in considerazione ed ora dopo due mesi ci troviamo ancora a discutere sull’importanza di questa figura senza di fatto fare nulla. Ancora una volta ci ritroviamo con una maggioranza che continua a far ricadere sul Governo centrale la responsabilità delle sue non scelte.
Il voto del gruppo del Partito Democratico sarà dunque di astensione in quanto, pur condividendo il merito della mozione, vogliamo evitare che la stessa costituisca un alibi per la perdurante inerzia della maggioranza a discutere ed approvare una legge regionale ad hoc che riconosca e valorizzi la figura del caregiver.
Da parte mia e del gruppo del Partito Democratico sono felice di dare la massima disponibilità a collaborare con il Consigliere Cancellieri e con tutti gli altri colleghi del gruppo sulla pdl 78/2021, questo sì che sarebbe un atto concreto di sostegno ai caregiver, no le solite lamentele rivolte al Governo nazionale che non producono nessun fatto rilevante, ma solo parole vuote. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Solo per replicare alla Consigliera Bora e per dire che nel Governo c’è anche la Lega, per cui il Governo si deve prendere carico di portare a termine l’iter di questa legge, comunque deve prendersi la responsabilità di fare tutto l’iter parlamentare per arrivare all’approvazione.
Qui nessuno fa demagogia, noi vogliamo che il Governo porti a compimento un iter partito, come ho detto, nel 2019. Erano stati presentati in precedenza altri disegni di legge, quindi non vedo perché questo che pare il più condiviso non debba essere portato a termine.
Prima di tutto questo, noi vogliamo che il Governo si faccia carico del problema di questo volontariato sociale che in realtà è un mestiere, perché fare il caregiver diventa un mestiere e purtroppo con l’invecchiamento della popolazione, con l’aumento delle invalidità, delle disabilie, degli accompagni, quanta gente con l’invecchiamento della popolazione arriva a prendere assegni d’accompagno? Questo vuol dire che ha bisogno del caregiver, di qualcuno che se ne occupi.
Il Governo deve andare avanti, dopodiché sono contento che la Consigliera Bora abbia presentato una pdl sulla quale voglio dare il mio contributo, se si riuscirà a trovare la quadra andremo in fondo anche in questa proposta di legge presentata dal PD, che trova tutta la disponibilità, l’importante che qualcosa si faccia per queste persone che meritano attenzione e valorizzazione a tutti i livelli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Approfitto della dichiarazione di voto per fare anche un aggiornamento della situazione dell’iter di legge, visto che sono passati diversi mesi dal deposito di questa mozione.
Come gruppo consiliare questo disegno di legge ci sta a cuore, non è solo frutto dei nostri esponenti in Parlamento, ma è anche un testo frutto di un lavoro trasversale, di tutte le forze politiche impegnate in un comitato ristretto. L’iter di legge sta andando avanti e si stanno attendendo le riformulazioni da parte del Ministero, quindi mi fa piacere aggiornare l’Aula rispetto a quanto so essere in progressione rispetto a questo disegno di legge, che credo nel merito trovi tutti attenti e sensibili alla figura del caregiver.
Attenderemo anche la discussione in Commissione della proposta di legge del Partito Democratico e ribadisco che i fondi previsti sono già stanziati in legge di bilancio. Pure essendo favorevoli nel merito alla tematica della mozione attendiamo che la Regione Marche prenda una posizione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 90. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 98
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Serfilippi, Bilò, Biondi, Menghi, Marinangeli, Antonini
“Screening mammografico biennale gratuito rivolto alle donne di età compresa tra i 40 e 49 anni di età”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 98 dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Serfilippi, Bilò, Biondi, Menghi, Marinangeli, Antonini.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Anche questa è una mozione presentata molto tempo fa, il 15 giugno 2021. Viene fuori da un’esigenza sostanziale, parliamo di screening mammografico biennale gratuito, una mammografia ogni due anni, rivolto alle donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Attualmente noi facciamo questo screening su donne che hanno un’età che varia dai 50 ai 69 anni, ma siccome abbiamo visto che l’incidenza della neoplasia mammaria, soprattutto maligna, aumenta terribilmente nelle donne più giovani rispetto all’età in cui si fa lo screening, abbiamo pensato di impegnare la Giunta ad attivarsi affinché siano destinate risorse economiche necessarie per estendere questo screening e abbassarlo a 40 anni, quindi dai 40 ai 49, rispetto ai 50-69, screening finanziato in questa fase.
Vorremmo un impegno da parte della Giunta, qui si parla anche di economia, per anticipare questo screening, in più vorremmo cercare di recuperare anche tutte quelle persone, donne, che durante il Covid 19 non si sono sottoposte allo screening mammografico e parlo di quelle dai 50 ai 69 anni che per motivi legati all’epidemia non si sono presentate allo screening mammografico.
Solo in una annualità, per farvi capire quant’è l’impatto sanitario di questa patologia, nel 2017, in Italia si sono ammalate di tumore al seno circa 50.500 donne, il tumore della mammella è oltre il 40% di tutti i tumori maligni e con il dato del 28% è la patologia neoplastica più rappresentata nella femmina.
Sostanzialmente 1 donna su 11 viene colpita da neoplasia al seno, devo dire che purtroppo anche nelle ultime settimane ho visto nel mio ambulatorio donne che arrivano con problemi di noduli mammari ed io le invio a fare tutto il percorso ecografico mammografico (ago biopsia, esame istologico) e tutto quanto serve, anche perché da molti di questi poi vengono fuori diagnosi di neoplasie e carcinomi mammari.
Il tema è estremamente attuale ed è estremamente sentito, ripeto, lo vedo giornalmente e purtroppo l’incidenza sulle giovani sta aumentando.
Per questo vorrei sollecitare la Giunta a fare una riflessione sull’impegno di abbassare l’età dello screening mammografico biennale gratuito dai 40 ai 49 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato l’intervento del Consigliere Cancellieri che ha portato anche una sua esperienza personale e professionale. Intervengo su questa mozione perché nel 2018, nella precedente legislatura, era stato fatto un atto simile che avevo firmato insieme ad altri Consiglieri, con il quale chiedevamo la stessa cosa.
Questo vuol dire che è un problema che esiste, c’è e purtroppo a tutt’oggi si sono avute grandi difficoltà a dare una risposta anche a causa del Covid ed oggi siamo in una situazione che addirittura ha visto lo screening mammario peggiorare rispetto a prima, nel senso che c’è ancora un gran numero di donne che deve ancora farlo perché con il Covid tutta la parte legata alla prevenzione ha avuto delle difficoltà.
La prima cosa da fare, ed ho visto che è presente nel dispositivo, è riuscire ad accelerare per recuperare tutto lo screening che non si è potuto fare perché ritengo che questa sia una fascia d’età, dai 50 anni in su, che ha ancora più criticità e più bisogno di fare prevenzione.
Queste sono scelte che non sono solamente volontà, c’è la volontà, ma poi c’è la necessità di prevedere delle risorse, di attrezzare gli uffici, i servizi che devono essere in grado di poter fare questo tipo di attività.
Una mozione molto impegnativa che abbiamo avuto il coraggio di fare qualche anno fa, oggi voi la ripresentate e per quanto mi riguarda sono pronto a sostenerla, ma lanciando un messaggio chiaro alla Giunta: queste non sono mozioni che possono rimanere nel cassetto perché ci sono delle associazioni che probabilmente hanno cercato di sensibilizzare la parte politica affinché lo screening fosse anticipato anche perché i dati, come diceva il Consigliere Cancellieri, dimostrano che lo screening è importante anche per donne più giovani perché il tumore al seno purtroppo è una patologia sempre più rilevante che colpisce sempre di più il mondo femminile.
Voto favorevolmente rispetto a questa mozione, ma con l’appello di spingere la Giunta a dare seguito, noi come Partito Democratico sicuramente lo faremo perché è un tema a cui siamo molto legati, però la responsabile è vostra, nel senso che quando è ora bisogna fare in modo che i servizi siano organizzati per fare una attività come questa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. La mozione in esame mi sta particolarmente a cuore perché il carcinoma della mammella è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia.
Oggi l'88% delle donne colpite da carcinoma della mammella sopravvive grazie alla diagnosi precoce e alle terapie tempestive; molteplici sono i fattori di rischio che portano allo sviluppo di questo tumore, quali: l'età, i fattori riproduttivi, i fattori ormonali, i fattori dietetici e metabolici, lo stile di vita, la familiarità e l'ereditarietà.
Grazie allo screening e alla maggiore consapevolezza delle donne, la maggior parte dei tumori maligni mammari è diagnosticata in fase iniziale quando il trattamento chirurgico può essere più spesso conservativo e la terapia adottata più efficace, permettendo di ottenere sopravvivenze a 5 anni molto elevate, ma ricordiamo che il carcinoma della mammella resta la prima causa di morte tra le donne tra i 40 e 50 anni.
E' necessario quindi abbassare l'età a partire dalla quale il nostro sistema sanitario nazionale eroghi gratuitamente l'esame relativo alla mammografia, portandola dai 50 attuali ai 40, in modo da garantire la gratuità della prestazione sanitaria nella fascia 40-49 anni, al fine di evitare che molte donne rinuncino all'effettuazione degli esami necessari perché, nell'impossibilità di far fronte alle spese delle relative prestazioni sanitarie, mettono in tal modo a repentaglio la propria vita.
Come è noto, lo scenario determinato dall'epidemia da Covid 19 ha causato un rallentamento nell'attuazione dei programmi di screening, soprattutto durante le fasi iniziali dell'emergenza.
Ciò ha inciso negativamente sulle diagnosi precoci di molte patologie, tra cui quelle tumorali. Per favorire il recupero delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche serviranno sicuramente molte risorse economiche.
È una priorità assoluta, in questo periodo di emergenza, tenere alta l'attenzione su tutte le malattie e continuare ad investire nella prevenzione, nella ricerca scientifica, nell'assistenza e nella cura di ciascun individuo.
Preso atto dei rilevanti benefici conseguenti alle attività di screening, è indubbio che questa sia la strada sulla quale si debba maggiormente intervenire in termini di investimenti sanitari istituzionali. In tale contesto è importante anche sottolineare come, al contrario di quelli organizzati, gli screening spontanei non beneficino degli ordinari controlli di qualità sistematici, rendendo così difficile la valutazione della reale efficacia ed efficienza di questi approcci. La mancanza di monitoraggio dei processi si potrebbe quindi accompagnare ad un maggior numero di richiami inutili ed, in particolare, di procedure invasive, così come di sovratrattamenti.
Concludendo, dal quadro complessivo delineato - onde evitare potenziali e future conseguenze negative in termini di salute, i cui maggiori oneri afferenti le attività di cura andrebbero forzatamente a ricadere comunque sul sistema sanitario nazionale - emerge l'urgenza di un forte impegno nel reperimento delle risorse economiche necessarie al fine di garantire alle donne la gratuità dell'attività sanitaria preventiva già nella fascia di età 40-49 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Vorrei ringraziare il Consigliere Cancellieri per aver posto questo tema centrale e attuale, come chi mi ha preceduto ha sottolineato.
Innanzitutto il concetto di prevenzione, anche se qui di fatto parliamo più di diagnosi precoce che di vera e propria prevenzione, che significa non arrivare alla malattia.
Qui si parla di diagnosi precoce ed è importante non solo dal punto di vista della cura, che tutti hanno sottolineato, dell’intervento diretto su un problema che sta raggiungendo numeri e dati pesanti e rilevanti, ma mi invita a fare anche una considerazione: più noi riusciamo ad intervenire sulla prevenzione, sulle diagnosi precoci - non interveniamo solo sulla salute, che è la cosa primaria, più importante, la priorità dei nostri corregionali e dei nostri concittadini – più interveniamo per mitigare le spese perché più siamo un popolo di malati e più risorse dobbiamo impegnare, investire per cercare di curarci.
E’ fondamentale sottolineare che quando si parla di prevenzione e di diagnosi precoce non si opera solamente sulla salvaguardia della persona, ma si interviene anche - cosa che ci deve invitare a riflettere per dare ancora più forza e sostanza al tipo di azione che dobbiamo mettere in campo quando interveniamo sulla sanità - sul risparmio delle risorse che poi possono essere investite per altre cose. Quindi, più interveniamo sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce e meno pesiamo sulle spese regionali del sistema sanitario regionale.
Secondo me quando ci attiviamo su questo tipo di iniziative raggiungiamo un doppio obiettivo e per questo sono sempre da sostenere, anzi, invito ancora di più la Commissione, i colleghi che si occupano di sanità, la Consigliera Menghi, che è sempre in prima linea su queste tematiche, a fare ulteriori proposte, a coinvolgere questo Consiglio ancora di più su questi temi perché credo che debbano essere prioritari rispetto a tanti altri dei quali settimanalmente ci occupiamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Cancellieri per questa mozione che denota una competenza trasferita, come era capitato ad un suo predecessore, che aveva avanzato una proposta molto simile qualche anno fa, che aveva trovato la piena condivisione dell’intera Aula. Anche per questa mozione anticipo il voto favorevole del nostro gruppo e, come diceva prima il Consigliere Biancani, la piena condivisione per come è stata impostata.
Grande responsabilità per l’atto che andiamo ad assumere perché se è vero come è vero, e non c’è bisogno di ripeterlo, che il carcinoma mammario è una delle patologie più incidenti rispetto sia alle aspettative di vita sia alla possibilità di essere intercettato con forme diagnostiche precoci, se a questo non diamo seguito con risorse, con pianificazioni e con strutture, di cui fortunatamente siamo particolarmente dotati in questa regione, penso al Centro oncologico e di ricerca delle Marche (Corm) degli ospedali riuniti ed al coordinamento regionale che è stato messo in campo in questo settore … Però se non anticipiamo in maniera rilevante la fase diagnostica preventiva, ancora un ripensamento delle modalità e direi degli investimenti sia dal punto di vista tecnologico che, quello che ci preoccupa sempre, delle risorse professionali competenti, quindi l’assunzione di responsabilità oggi è enorme perché è un tema rispetto al quale non possiamo poi ritrovarci tra un anno e non aver attivato i percorsi, non aver incrementato i capitoli e non aver dato disposizioni chiare e nette.
Questo ambito è di grande sensibilità, ci sono tra l’altro tante associazioni nel nostro territorio che sostengono questo tipo di percorso, che non possiamo deludere perché dietro ci sono persone che si sono ammalate, che hanno trovato soluzioni importanti e, ahimè, tante non ce l’hanno fatta, pertanto il percorso dell’indagine precoce diventa assolutamente indispensabile e l’assunzione di responsabilità è altrettanto equiparabile.
Un voto favorevole da parte del nostro gruppo, con una verifica sistematica rispetto al percorso che andremo ad attivare anche tenendo conto di un momento che ancora non abbiamo completamente superato, quello del Covid, che su un fronte ha determinato un impegno esasperato di tutto il personale sanitario e dall’altro, contemporaneamente, nei percorsi già standardizzati, ha creato situazioni di grande apnea, che non siamo riusciti ad affrontare secondo le aspettative dei malati o dei diagnosticati.
Un voto favorevole che ha questa grande responsabilità che diventerà collettiva ed avremo modo di verificarla come sempre insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie a tutta l’Aula per l’attenzione a questa tematica che è chiaramente particolarmente importante, soprattutto dopo aver detto diverse volte quanto lo screening abbia risentito della pandemia e quanto le persone si siano affacciate con minor frequenza a tutti i tipi di screening. Quindi, non può che essere un voto favorevole il nostro e ci auguriamo di vedere realmente stanziale le risorse per questa rilevante iniziativa che la maggioranza stessa oggi porta in Aula.
Grazie ai proponenti, saremo ad appoggiare qualunque iniziativa, che concretamente vedremo in occasione del bilancio o degli aggiornamenti del bilancio previsti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Intervengo per aggiungere questo, secondo me la Giunta, nel prendere atto che uno screening allargato alle donne dai 40 ai 49 anni impegna delle inevitabili risorse economiche, magari non poche, deve pensare che in futuro, come ha detto il Consigliere Antonini e come dice il mio capogruppo Consigliere Marinelli, grazie alla diagnosi precoce su questi tumori potrà avere oltre ad un inevitabile miglioramento della qualità della vita di queste donne, anche una riduzione dei costi economici legati alla patologia.
Il primo grande vantaggio è che con questo screening miglioriamo la salute e la qualità della vita delle persone, ma in futuro diventerà un investimento economico perché la patologia costa molto di più rispetto alla diagnosi precoce o rispetto alla prevenzione in termini di investimenti di risorse.
Dopodiché il mio consiglio è quello di far fare dei conti all’Ars, quindi ai nostri uffici e dirigenti, di quanto possa costare annualmente uno screening mammografico di questa portata abbassato a questa età e su quell’impegno di spesa ragionare e cercare di trovare in futuro delle risorse.
E’ una scommessa che la maggioranza oggi fa sperando di calarla e tramutarla in atti concreti, io voglio essere fiducioso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per esprimere il voto favorevole di Fratelli d’Italia.
Reputo che questa mozione vada sicuramente in una linea giusta che è quella di investire sulla prevenzione e di cercare di recuperare un ruolo importante, quello dello screening precoce perché quello che ha detto il Consigliere Cancellieri è vero.
Per moltissime patologie la scoperta precoce e l’intervento determinano la possibilità di guarire, di avere comunque un decorso favorevole della malattia, in secondo luogo è anche vero il discorso economico perché intervenendo in maniera preventiva anche a livello sanitario si hanno benefici.
E’ ovvio che la pandemia in questi due anni ha creato purtroppo una serie di rallentamenti in tutta Italia, le Marche non sono esenti da quello che è successo, e sebbene nella prima ondata pandemica bene o male era rimasto tutto bloccato rispetto alla sanità ordinaria, salvo le emergenze, in questa seconda ondata siamo riusciti a recuperare, anche parzialmente, gli screening.
Credo che l’auspicio e l’intento su cui verte questa mozione siano sulla strada giusta, poter intervenire sempre più precocemente, cercare le risorse per intercettare una patologia prima possibile e andare nella direzione più utile ai pazienti, quindi voto favorevole.
PRESIDENTE. Mozione n. 98. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. In questo momento c’è questa situazione: la mozione n. 181 è erroneamente indicata al punto 12 dell’ordine del giorno, mentre in realtà doveva essere inserita dopo il punto 8, chiedo di mettere ai voti l’anticipo della mozione n. 181, dal punto 12 al punto 8 bis. che creiamo appositamente.
Ora passiamo ad un intervento a favore ed uno contro.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per me va bene e non ci sono problemi.
PRESIDENTE. Anticipazione della mozione n. 181. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 123
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Sicurezza sul lavoro e prevenzione nelle Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 123 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Oggi parliamo di questo argomento e il destino ha voluto che ne parlassimo dopo sei mesi dalla presentazione di questa mozione, il giorno dopo della morte del giovane XY, che abbiamo ricordato stamattina, mentre stava svolgendo la formazione in una azienda.
Credo che il tema della sicurezza sul lavoro sia di primaria importanza, in particolar modo in questo periodo visto quello che sta accadendo tra i giovani, con la morte di due ragazzi in pochi giorni.
E’ evidente che su questa tematica, in particolar modo sulla formazione scuola-lavoro, con tutti gli strumenti che sono in essere, dagli stage, all’alternanza scuola-lavoro, alla formazione da parte delle aziende, serve una riflessione più ampia, anche da parte delle Regioni insieme ai Ministeri competenti, del lavoro e dell’istruzione, per rivedere questi istituti, ascoltando soprattutto la voce dei giovani e degli studenti.
Sulla problematica più ampia della sicurezza sul lavoro questa mozione mette in evidenza alcuni dati relativi all’inizio del 2021, oggi ne abbiamo di più aggiornati che ci dicono che ci sono stati nella nostra regione, rispetto al 2020, 592 infortuni sul lavoro in più, un aumento di circa il 4%. L’incremento maggiore davvero notevole sugli infortuni sul lavoro afferisce proprio la fascia d’età giovanile, addirittura tra gli under 20 c’è stato un incremento del 46% degli infortuni, nella fascia che va dai 20 ai 29 anni un aumento del 16,6%, così come c’è stato un incremento anche degli infortuni in itinere.
Se questi sono i dati, credo che dovremmo ragionare come Regione Marche sulla possibilità di innalzare quella parte della spesa sanitaria che è destinata alla prevenzione. Solo il 2,8% della spesa sanitaria nella nostra Regione è destinata alla prevenzione e gli organici dedicati all’attività di prevenzione e vigilanza di tutti gli enti deputati alla prevenzione, a partire dall’Asur, sono numericamente sottodotati.
Credo che su questo tema occorra l’impegno di tutti, delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni sindacali. Le istituzioni in primis dovrebbero investire in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità.
La mozione che oggi discutiamo in Aula, chiede l’impegno del Presidente della Giunta regionale ad aumentare le risorse per il finanziamento delle attività di prevenzione; ad incrementare il numero degli addetti alle attività di prevenzione e protezione dai rischi in ambito lavorativo da parte dell’Asur; a definire al più presto il Piano mirato di prevenzione e i Piani di prevenzione tematici, così come previsto dal Piano nazionale della prevenzione 2020/2025. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Sono appena arrivato, abbiate pazienza, ma ho trattato fino a poco fa le questioni Caterpillar, che sono assai problematiche anche se comunque qualche sviluppo potrebbe e dovrebbe esserci. C’è un nuovo tavolo convocato al Mise per lunedì prossimo ed io per martedì alle ore 14,00 ho convocato il tavolo regionale, il giorno prima della scadenza della procedura proprio per cercare di evitarla in tutti i modi.
Chiedo scusa per essere stato assente dall’Aula, il mio rientro in questo momento è del tutto casuale, non sapevo che ci fosse questa mozione, mi avete quindi colto impreparato, impreparato nel senso che non avevo capito che eravamo a questo punto.
Per il resto posso dire alcune cose. Su questa disgrazia accaduta ieri che ha coinvolto un giovane ragazzo, sono e siamo tutti vicini alla famiglia, a tutti i suoi conoscenti ed a tutta la comunità, è una cosa che ci coglie …, come ogni volta succede qualcosa di questo genere, ancora di più, se mi permettete, perché il ragazzo stava seguendo uno stage scuola-lavoro finanziato dalla Regione Marche. Questo non vuol dire che ci sentiamo responsabili ovviamente, però di fatto ci tocca anche perché abbiamo vissuto pochi giorni fa qualcosa di simile, anche se in verità sostanzialmente diverso. Questo di fatto è stato un incidente stradale, ovviamente non voglio mettere le mani avanti, né precludere un dibattito doveroso e di approfondimento per capire se tutte le procedure sono state fatte nella maniera più opportuna, ci mancherebbe altro.
Adesso entrerò, se volete, anche un po’ più nel merito, però di fatto la procedura è assai diversa da quanto avvenuto giorni fa in una fabbrica del nord, lì si è trattato di un incidente sul lavoro all’interno di una fabbrica, qui è stato un incidente stradale, seppure durante l’orario di stage con una ditta di termoidraulica, erano sul luogo del lavoro anche se di fatto si tratta di un incidente stradale.
Il ragazzo era stato coinvolto da un ente formatore della nostra Regione, anche di quelli con maggiore esperienza, che da anni opera in collaborazione con la Regione Marche, che ha portato avanti decine di corsi, in questo caso nella sede del fermano, dimostrando sempre grande esperienza, serietà e preparazione.
Credo che non si debba discutere più di tanto dell’opportunità scuola-lavoro, che secondo me è fondamentale affinché i nostri ragazzi possano essere inseriti nel mondo del lavoro, ma bensì tutto va spostato nel settore della sicurezza sul lavoro, indipendentemente che sia uno stage o un lavoratore a tempo determinato o indeterminato. Quindi, facciamo bene oggi a focalizzare l’attenzione su questo, il caso vuole che disgraziatamente avviene in un momento in cui siamo particolarmente toccati dalla situazione che abbiamo vissuto.
Torniamo alla mozione sulla quale darò una mia personale valutazione. Da due anni e mezzo la nostra Regione non convocava il Tavolo sulla sicurezza per questioni legate al Covid e ad una serie di situazioni, l’ho convocato non più di un mese fa circa, l’ho dovuto anche ricostituire perché dopo due anni alcuni enti, alcuni sindacati non avevano più le stesse persone da inserire nel Tavolo. Abbiamo richiesto a tutti gli enti di rinominare i loro rappresentanti ed abbiamo inserito anche l’Anmil, l’Associazione dei mutilati sul lavoro, che credo possa dare un contributo ulteriore di attenzione, di idee, di sensibilità in questo senso.
Il Tavolo è stato convocato circa un mese fa ed il Comitato tecnico è già in funzione coordinato dal Dott. XY del settore sanità della nostra Regione.
Tornando alla mozione, faccio un plauso a chi l’ha presentata ed a chi l’ha voluta portare in discussione perché è un tema che, al di là delle visioni, al di là di quel che dice la mozione stessa, è sempre bene tenere in considerazione mantenendo la guardia molto alta.
In questo caso, per quel che riguarda l’essenza della mozione che chiede di mettere più fondi, non dico che alzo le mani, perché non si tratta di alzare le mani, dico che può essere plausibile anche un’esigenza di questo genere che riguarda in questo caso più il settore della sanità, lo dico per correttezza, non per scaricare su qualcun altro il problema, perché i fondi sono legati al settore sanità, come un po’ tutto il funzionamento della macchina organizzativa, preventiva e di controllo. Credo che i fondi, qualora si possano reperire, vocati alla sicurezza sul lavoro, alla prevenzione soprattutto ed al controllo, non siano mai abbastanza. Ben venga la possibilità di poter accedere ad ulteriori fondi per ulteriori iniziative.
Dico la verità, non sta a me dire se sarà o non sarà possibile fare questo, spero di si, dobbiamo fare uno sforzo in questo senso, però, ripeto, se fosse stato interessato il settore lavoro vi avrei detto: “Abbiamo oppure non abbiamo i fondi a bilancio, eccetera”. Avrei dovuto fare ed ho fatto la convocazione del Tavolo e la riattivazione del Comitato tecnico, questo spetta all’Assessore al lavoro, ma le iniziative legate alla prevenzione ed all’attività di controllo sul territorio sono di competenza del settore sanità.
Ripeto, dico questo solo per correttezza e per partito preso, non perché voglia non prendere in considerazione questa situazione.
Secondo me questa è una mozione che potrebbe essere votata, anche perché non dice quanto mettere, dice: “Cerchiamo di reperire maggiori fondi e avere una ulteriore possibilità di fare prevenzione e controlli”. Su questo mi trovo personalmente in linea, sperando che poi si possa negli scarni bilanci trovare qualche risorsa aggiuntiva.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Il tema della sicurezza sul lavoro è centrale e non solo e non tanto per la sensibilità propria della nostra parte politica, ma soprattutto è uno degli obiettivi qualificanti che l’Europa individua nelle ambiziose strategie di medio e lungo periodo per una crescita sostenibile del nostro continente.
Nel dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri ad adoperarsi per eliminare i decessi legati al lavoro e ridurre le malattie correlate al lavoro entro il 2030.
Questo approccio zero vittime è stato prontamente adottato dalla Commissione europea in un documento presentato nel giugno dello scorso anno che indica alcune linee guida per prevenire gli incidenti sul lavoro. La formazione sulla sicurezza, lo studio sulle cause, il registro dei mancati infortuni, il dialogo sociale, l’aumento delle ispezioni, sono solo alcuni degli elementi che possono permettere una flessione sui numeri degli infortuni.
L’Unione europea è certamente uno spazio geografico e politico molto ampio, ci sono diversi Stati nei quali è maggiore l’incidenza degli infortuni sul lavoro, penso all’Europa orientale, e Stati nei quali le misure di sicurezza hanno permesso di raggiungere risultati importanti in termini di prevenzione, penso ai Paesi dell’Europa centrale.
In generale comunque in base agli ultimi dati Eurostat relativi al 2018, facendo la comparazione con le prime rilevazioni disponibili risalenti al 1994, c’è stata una progressiva decrescita del numero dei morti sul lavoro in Europa, pari a circa il 70%, un trend positivo a livello continentale, accompagnato con provvedimenti legislativi e sensibilizzazioni culturali per raggiungere nel 2030 quell’auspicabile risultato individuato nell’approccio Vision zero.
Nelle Marche tuttavia la tendenza emersa nell’ultimo anno è ben diversa e peggiore, nel 2021 si è avuta una crescita del 3,8% degli infortuni sul lavoro rispetto all’anno precedente, più 552, a livello nazionale segnalo la crescita invece dello 0,2% praticamente una situazione stabile.
Gli infortuni riguardano per lo più giovani ed extracomunitari, ovvero il segmento più debole del mondo del lavoro.
XY della CGIL Marche ha evidenziato recentemente come vi sia una vera e propria emergenza, cito: “da tempo stiamo sollecitando la Regione a muoversi sul fronte della prevenzione per incrementare gli organici degli ispettori del lavoro”, proprio una delle richieste presenti nella mozione a fronte di una carenza organica che già il Consigliere Cesetti aveva segnalato alcune settimane or sono.
La FIOM CGIL chiede anche di sensibilizzare le imprese affinché venga tenuto effettivamente quel registro dei mancati infortuni che anche l’Europa pone come elemento fondamentale per la comprensione delle cause degli infortuni, per poter prendere tempestivi provvedimenti al fine di evitare che si ripropongano in futuro occasioni di infortunio simili.
A fronte di questi dati e di queste richieste l’Assessore Aguzzi ha ritenuto giustamente di riconvocare a gennaio il Comitato regionale di coordinamento per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, un fatto che giudico positivamente, che dovrebbe servire da esempio anche ad altri colleghi dell’Assessore, penso ad esempio all’Assessore Latini che non ha mai convocato il Tavolo delle statistiche di genere per monitorare i drammatici dati sulla disoccupazione femminile, nonostante le numerose ed insistenti richieste da parte del gruppo del Partito Democratico.
Votando oggi a favore della mozione in discussione, presentata dal mio gruppo, la maggioranza può dare un segnale rilevante, di sostanza e di concretezza affiancando al giusto metodo del Comitato di coordinamento, contenuti basilari: aumento delle risorse - tema centrale di questa mozione - per il finanziamento delle attività di prevenzione, Piano regionale della prevenzione, peraltro già oggetto di discussione nel Comitato di coordinamento, incremento degli ispettori. Ma è importante anche chiedere un momento di riflessione e azioni di sensibilizzazioni per scuole, enti di formazione e imprese in materia di alternanza scuola- lavoro.
L’incidente successo ieri a Serra de’ Conti, che segue di pochi giorni l’altro incidente successo ad un altro ragazzo, non può trasformarsi in una negoziazione dell’alternanza perché troppo efficace per la formazione dei giovani - la Germania ne è un esempio illuminante - bisogna sicuramente rimotivare scuole e imprese perché vadano rafforzate la vigilanza e il supporto didattico.
Tutte cose, credo, ampiamente condivisibili e in linea con la strategia europea e anche con quella nazionale di riduzione degli infortuni sul lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Come ha già detto l’Assessore nel suo intervento, questa mozione può essere accolta. Riguarda un tema importante: gli infortuni sul lavoro e sembra una coincidenza visto quello che è accaduto ieri, che ha sconvolto un’intera comunità, un giovane di 16 anni mentre stava facendo l’alternanza scuola-lavoro ha avuto un incidente, ma più che un incidente sul lavoro questo è un incidente stradale durante l’orario di lavoro.
I dati parlano chiaro, così come dice il Consigliere Mastrovincenzo, ancora in crescita nel 2021 gli infortuni sul lavoro nelle Marche, è quanto emerge dai dati elaborati dall’Ires CGIL Marche, nell’anno appena trascorso abbiamo avuto 592 infortuni in più rispetto al 2020, non solo, nella regione si registra una crescita superiore rispetto al dato nazionale, con gli infortuni stabili allo 0,2%, giovani e precari sono i più colpiti, l’incremento è del 46,6% tra gli under 20 e del 16,6% nella fascia 20-29, il rappresentante della CGIL afferma che siamo in emergenza.
Voglio pure ricordare quanto ha già detto l’Assessore Aguzzi che da due anni non si convocava a livello regionale un Tavolo sulla sicurezza, un mese fa è stato riconvocato e il Comitato tecnico è già in funzione, non solo, nel Comitato è stato inserito l’Anmil, l’Associazione nazionali mutilati sul lavoro, quindi la Regione si è subito attivata.
La mozione chiede più fondi, certo chi lo nega, è accettabile e plausibile, naturalmente strada facendo vedremo quante risorse potremo destinare, sicuramente saranno finanziamenti rilevanti per un tema così caldo.
Il gruppo Forza Italia voterà questa mozione, la votiamo perché la riteniamo utile, ma soprattutto è un tema in quanto negli ultimi giorni, non solo nelle Marche ma anche a livello nazionale, si sono verificati infortuni sul lavoro che hanno coinvolto purtroppo dei giovani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo di aver presentato questa mozione, che ho firmato; ringrazio l’Assessore Aguzzi e la Consigliera Marcozzi per l’espressione del loro giudizio positivo e del voto favorevole su questo atto veramente molto importante che, tra l’altro, sebbene fatto da tempo, lo discutiamo oggi dopo che questa mattina abbiamo ricordato e commemorato la morte di Giuseppe, questo giovane studente. Una immane tragedia perché è morto uno studente, perché è morto un lavoratore, è morto un giovane, troppo giovane!
E questa va considerata una morte sul lavoro, è il cosiddetto infortunio mortale in itinere, che consiste nell’incidente che si verifica durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, quello che stava facendo il povero Giuseppe all’interno di quel furgone con cui andava ad apprendere l’attività di termoidraulica.
Discutiamo questa mozione dopo, tra l’altro, aver discusso una mia interrogazione a risposta immediata con l’Assessore Castelli, che riguardava lo stato di attuazione dell’articolo 35 (Tutela dei lavoratori) del d.l. 189/2016, quello sul terremoto e sulla ricostruzione post sisma, che impone la sottoscrizione addirittura dei Tavoli della legalità nelle Prefetture che riguardano le tre province: Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, dopo che a livello nazionale è stato sottoscritto l’accordo di collaborazione tra il Commissario straordinario per la ricostruzione e la struttura di missione insediata presso il Ministero degli interni, che impone delle verifiche che attengono, oltre alle infiltrazioni criminali, al dumping, alla concorrenza sleale e via dicendo, che impone come obiettivo prioritario quello della sicurezza del lavoro sui cantieri della ricostruzione post sisma; tra l’altro impone al Commissario di Governo di vigilare direttamente o per il tramite dei Commissari, dei Presidenti di Regione in qualità di sub Commissari, di verificare questa tutela perché è una materia di competenza della Regione.
Fa bene l’Assessore Aguzzi a ricordare che questa è una competenza della sanità regionale perché la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nel luogo di lavoro si incentra sul principio cardine della prevenzione, come emerge anche dal d.lgs. n. 81/2008, articolo 13 “La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dall’azienda sanitaria locale competente per territorio” ed è alla Regione quindi, tramite le Asl, che la legge affida la programmazione e lo svolgimento delle attività di prevenzione anche nei luoghi di lavoro, così come alle Regioni l’articolo 117, comma 3, della Costituzione attribuisce competenza concorrente sia in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sia più in generale per la tutela della salute.
Due competenze perfettamente simmetriche, strettamente complementari e a ben guardare assolutamente non disgiungibili, pena lo stravolgimento dell’intero quadro ordinamentale della salute, pertanto, il coinvolgimento del settore sanitario nell’attività di controllo è considerato come principio fondamentale in materia di salute e sicurezza nel lavoro e la vigilanza è uno strumento essenziale nell’attività di prevenzione e le risorse che sono state evocate sono le risorse nella prevenzione della sanità, in questa Regione sono oltre 3,3 miliardi di euro, di questo si tratta, lo ricordavo l’altra volta sulla legge sulla fibromialgia.
Questo è un compito, tanto è vero che, ricordavo prima la vigilanza sui cantieri del sisma, l’obiettivo di prevenzione è un obiettivo ministeriale dei Lea, dei livelli essenziali di assistenza, che, in quel caso specifico, consiste nel controllare almeno il 10% dei cantieri nel territorio di competenza con il rischio di perdere gran parte dei finanziamenti statali qualora quell’obiettivo specifico non venga raggiunto.
Come dicevo l’altra volta, lo dico all’Assessore Aguzzi che ha fatto bene a ricordarlo, questi sono Lea, la prevenzione attiene ai livelli essenziali di assistenza e deve essere finanziata all’interno del fondo sanitario, la si esercita attraverso le Asl come ci dice l’articolo 10 del d.l. 81. Quindi, bene ha fatto il Consigliere Mastrovincenzo a chiedere di incrementare le risorse per il finanziamento dell’attività di prevenzione.
Questa mozione è puntuale ed impegna ad un dovere che è previsto dalla legge, è un dovere di carattere precettivo, la cui eventuale omissione costituisce tra l’altro un’omissione grave, non solo per la perdita dei finanziamenti, ma per delle responsabilità precise, come quello di incrementare il numero degli addetti per l’attività di prevenzione. Perché oggi è puntuale questa mozione scritta il 2 agosto? E’ puntuale perché noi sappiamo che insieme alla ricostruzione post sisma, ad esempio, c’è la cosiddetta ripresa dell’attività edilizia, con questi superbonus, ecobonus e via dicendo, addirittura non si trovano le imprese, non si trovano gli operai. Molto probabilmente l’attività di formazione, che è un elemento essenziale per quanto riguarda la prevenzione …, questo sì competenza dell’Assessorato al lavoro. Spesso quando c’è la carenza di manodopera può latitare, ahimè, la formazione, ma se non c’è formazione si aumenta il rischio dell’incidente, per cui viene delegata la cosiddetta prevenzione, che invece è fondamentale.
E allora ecco che aumentare, incrementare le risorse ed incrementare il numero degli addetti è una assoluta priorità, lo dicevamo proprio questa mattina quando l’Assessore Castelli ha risposto: “Sì, si stanno facendo i controlli però bisogna nominare i responsabili”, responsabili che devono essere nominati nei vari dipartimenti, guai a centralizzare perché l’articolo 13 ci dice che la vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalle aziende sanitarie locali competenti per territorio, quindi non si può, perché magari ci può essere qualche carenza di personale, centralizzare, ma va fatto nei singoli dipartimenti di prevenzione delle aree vaste che sono articolazioni dell’Asur.
Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo e l’Assessore Aguzzi per aver dato il via libera all’approvazione di questa mozione, che credo costituisca un atto importante, una risposta politica rilevante, che dà ancora maggiore forza in questo caso all’Assessore Aguzzi ed anche all’Assessore alla sanità.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Molto brevemente per ringraziare l’Assessore Aguzzi per aver introdotto all’interno del Comitato l’Associazione invalidi del lavoro, perché, come è stato accennato anche negli interventi di chi mi ha preceduto, la prevenzione, vorrei sottolinearlo, non è solo questione di controllo dell’aumento degli addetti alla prevenzione, ma è anche una quesitone di cultura della prevenzione, su cui l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi sul lavoro è da molto tempo impegnata. Ricordo anche la figura, che insieme all’Assessorato è stata formata, di chi ha subìto un infortunio sul lavoro che diventa a sua volta un formatore ed un addetto alla cultura della prevenzione.
Vorrei dire che la prevenzione è fondamentale sui luoghi di lavoro, non è solo repressione, perché solo la repressione non è l’approccio giusto, considerato che molto spesso i soggetti, gli addetti alla prevenzione, che vanno a fare i controlli, sono dipendenti di quella sanità che in alcune situazioni non riesce essa stessa a garantire la sicurezza dei propri lavoratori. Se non vogliamo essere ipocriti dobbiamo anche farci carico di questo aspetto.
So che l’impegno c’è, ma facciamo veramente uno sforzo perché, in questo senso io interpreto la mozione, si possano anche per certi versi promuovere progetti innovativi nel nostro territorio, che possano favorire un approccio nuovo, che ci aiuti in questa fase molto delicata a riprendere un po’ la situazione della prevenzione che in questo periodo ha notevoli criticità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Solo per ribadire il nostro voto favorevole alla mozione che abbiamo presentato e per ringraziare i Consiglieri che la voteranno.
Da questo atto ci attendiamo impegni concreti che possano tradurre quanto è previsto e quanto richiesto in questo atto di indirizzo per evitare tanti altri infortuni e morti sul lavoro, con un’attenzione particolare al tema di cui abbiamo parlato oggi, al tema dei giovani ed alla prevenzione nei luoghi di lavoro, in particolar modo del lavoro dei ragazzi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per ribadire il voto favorevole a questa mozione.
Ringrazio anche il Consigliere Mastrovincenzo per averla presentata, sul punto di mettere risorse noi siamo assolutamente favorevoli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole alla mozione. Qui si parla di aumento di risorse, io dico oltre all’aumento di risorse di affinare anche un po’ i modi con cui questi controlli sul lavoro vengono svolti, quindi, secondo me, deve esserci qualcosa di più propositivo quando vengono effettuati, una maggiore collaborazione con coloro ai quali vengono fatti i sopralluoghi e gli accertamenti.
Il problema della sicurezza sul lavoro è sicuramente importante e va affrontato, pertanto votiamo a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Solamente per ribadire com’è ovvio il nostro voto favorevole a questa mozione.
Il tema del lavoro e della sicurezza sul lavoro sono centrali dal nostro punto di vista e diventano sempre più centrali se consideriamo quelli che sono i dati sempre più rilevanti, sempre più pesanti che arrivano dal territorio nazionale, penso ad esempio al numero inaccettabile di morti sul lavoro che stiamo vedendo in questi ultimi mesi.
Il problema della sicurezza sul lavoro è fortemente all’attenzione di questa Giunta regionale, abbiamo trovato atti riferiti a questa materia in vari passaggi che l’Assessore ha fatto e in vari passaggi che noi abbiamo avuto in II^ Commissione, che tratta appunto la materia del lavoro. E’ necessario continuare su questa scia, quindi il nostro voto a questa mozione è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Su questa mozione noi votiamo favorevolmente per tutte le cose già dette, non le sto a ripetere, soprattutto stiamo osservando con particolare attenzione il buon lavoro che sta svolgendo l’Assessore Aguzzi, di conseguenza anche su questa mozione mi associo alle parole dette dall’Assessore. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 123. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Siamo oltre le ore 15,00, ci fermiamo qua come attività della seduta odierna del Consiglio regionale, riprenderemo il prossimo Consiglio martedì 22 che avrà al primo punto la mozione n. 181 dei Consiglieri Rossi e Baiocchi, così l’abbiamo introdotta e in qualche modo calendarizzata, sarà il primo punto del prossimo Consiglio regionale, del 22 febbraio.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Vista l’urgenza, se c’è la possibilità di inserirla, visto che c’è la disponibilità anche di qualche altro gruppo …
Non vorrei creare precedenti ma, vista l’urgenza del tema e visto che la mozione è stata presentata il 2 dicembre, credo che sarebbe opportuno farla anche perché Sindaci, i Comuni e i cittadini aspettano delle risposte in merito.
PRESIDENTE. Sono d’accordo, per quanto ho capito il tema è molto delicato, se lo facciamo adesso rischiamo di fare una situazione che si prolunga oltre l’ora perché credo che ci siano posizioni, da quanto ho captato fuori dalle dichiarazioni ufficiali, particolarmente diverse e tutte tese a dare una valorizzazione alla mozione. Quindi, anche tenendo conto di quanto ci siamo detti in Conferenza dei capigruppo, consiglio di rinviarla al prossimo Consiglio regionale, mettendola al primo punto in modo tale che verrà sicuramente svolta con il tempo necessario per discuterla per bene.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,05.
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 58 del 15 febbraio 2022. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 56 e n. 57 rispettivamente dell’8 e dell’11 febbraio 2022, i quali, ove non vi siano opposizioni, si intendono approvati ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Borroni e Ciccioli.
Commemorazione
PRESIDENTE. Prima di entrare nella seduta odierna con la discussione e l’approvazione dei punti all’ordine del giorno, vi chiedo un minuto di silenzio per accomunarci ai familiari di G. L., un concittadino marchigiano di 15 anni che nel suo periodo di stage purtroppo ha trovato la morte.
Sappiamo che questa tematica è sentita da tutti gli italiani ed una morte così è assurda, … non possiamo andare oltre con le parole perché sarebbero non solo vane, ma ci richiamerebbero ad una responsabilità che è delle istituzioni, che riguarda tutti noi della comunità, perché stroncare una vita a 15 anni è davvero molto grave e impensabile. Vi chiedo un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Interpellanza n. 6
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Politiche sanitarie del governo regionale per il Fermano”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 6 del Consigliere Cesetti, che ha la parola per illustrarla.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Brevemente perché l’Assessore Saltamartini conosce bene la situazione anche per quanto riguarda il territorio della provincia di Fermo.
Fin da quando si è insediata questa Giunta regionale molteplici e reiterati sono stati gli atti presentati, per la precisione oltre 20, per denunciare la disorganizzazione e la situazione fuori controllo nella gestione della pandemia in tutto il territorio regionale ed in particolare nella provincia di Fermo.
Rispetto a questa disorganizzazione, l’ho detto anche in precedenti occasioni, addebito maggiori responsabilità, se vogliamo, ai tecnici, alla politica, addebito la responsabilità di non farsi sentire adeguatamente da coloro che sono deputati a porre in essere le decisioni della politica per una migliore organizzazione nell’interesse dei cittadini.
Che la situazione sia drammatica non lo dice soltanto il Consigliere Cesetti o il gruppo PD in relazione ad altri territori ed anche al territorio della provincia di Fermo, ma lo dicono i Sindaci di quel territorio, cito i Sindaci di Sant’Elpidio a Mare, di Porto Sant’Elpidio, i Sindaci dell’area montana, dove tra l’altro si lamenta una assenza di dialogo con i vertici della sanità, i vertici dell’organizzazione della sanità.
Si denuncia in definitiva l’assenza di una vera e propria strategia necessaria che è compito del governo regionale mettere in campo, cosa che finora non è stata fatta.
Non lo dice, ripeto, soltanto il Consigliere Cesetti e i Sindaci, ma le organizzazioni sindacali, i comitati dei cittadini e dei Sindaci che sono arrivati a chiedere l’intervento del Prefetto di Fermo, che ha convocato una apposita riunione e mi pare, se non vado errato, che c’è stato il 4 febbraio il Comitato d’urgenza sulla sanità, nel quale sono stati invitati i rappresentanti dell’Asur, le organizzazioni dei sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. Addirittura il Sindaco di Sant’Elpidio a Mare si è spinto a chiedere l’intervento del Prefetto.
Quindi che dire? Con questa interpellanza, che ovviamente la do per letta, mi sono limitato, oltre a denunciare questo, a richiamare tutti gli atti, ripeto, oltre 20, che sono stati prodotti in quest’Aula a partire dalla risoluzione n. 3 del 2020 presentata il 9 novembre 2020, a mia firma, del capogruppo Mangialardi e del Consigliere Carancini, con la quale si denunciava il forte ridimensionamento dell’unico ospedale provinciale presente nel territorio fermano. In questo c’è una particolarità che, se vogliamo, non è una anomalia, però è un dato di fatto, che quello sia l’unico ospedale di rete e quando l’unico ospedale di rete, come tale deputato anche ad altre prestazioni oltre il Covid, viene “invaso” dal Covid e tutta l’attenzione viene lì concentrata, è evidente che ne risente la salute e l’esigenza di cura dei cittadini.
D’altra parte la grave situazione della sanità nella provincia di Fermo è addirittura approdata in Parlamento perché c’è stata un’interrogazione al Ministero della salute del Segretario nazionale di Sinistra italiana che, prendendo spunto da quello che era emerso al pronto soccorso, da quello che dicevano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e da quello che dicevano i medici, ha ritenuto di intervenire. Quindi, chiedo allo stato quali sono le politiche del governo regionale per porre rimedio alla grave situazione denunciata nel territorio della provincia di Fermo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interpellanza in argomento mette al centro un tema particolarmente importante e specifico che è quello delle politiche sanitarie del governo regionale per il fermano.
Prima di addentrarmi su alcuni punti specifici, è necessario precisare quali sono gli attuali contesti di ripartizione del potere all’interno del nostro sistema, tenendo conto che la Regione esercita una potestà concorrente in materia sanitaria ed è attribuita allo Stato l’individuazione dei LEA, i livelli essenziali delle prestazioni, i principi fondamentali della materia e il finanziamento del Servizio sanitario regionale. All’interno di questa cornice le Regioni esercitano le loro funzioni.
Ora, l’interpellanza si dipana sostanzialmente su due grandi questioni, la prima l’emergenza Covid, come è stata affrontata e gestita, e la seconda sulle politiche sanitarie nell’Area vasta 4 della provincia di Fermo.
Sulla gestione della pandemia mi pare che sia di tutta evidenza come la Regione Marche sia stata la prima in Italia ad aver avviato un percorso di screening di massa nei palazzetti, a dicembre 2020, modello poi replicato e copiato in tutta Italia, e sia stata una delle prime Regioni ad aver individuato il sistema di somministrazione dei vaccini che ci ha consentito di essere per efficienza e per mesi la prima Regione tra il numero dei vaccini consegnati e il numero dei vaccini somministrati.
Nello stesso mese di gennaio la nostra Regione è stata capace di somministrare oltre 420.000 vaccini con una performance in termini di produttività che non ha equivalenti con le altre, è stata ed è ancora in testa per le cure al Covid con la somministrazione di anticorpi monoclonali, che sono stati portati dalla nostra Regione già nei primi mesi del 2020 ed inizio 2021, attestandone l’efficacia sulla base di dati sperimentali, che hanno dimostrato la capacità di impedire le ospedalizzazioni.
Questi sono dati oggettivi e obiettivi su cui ciascuno può esprimere giudizi contrari, tanto più che la parte politica, che in questo momento siede sui banchi dell’opposizione, ha il diritto di dire esattamente il contrario.
Per quanto riguarda l’organizzazione e la politica sanitaria del fermano io non condivido, e l’ho già detto già nelle assemblee dei Sindaci, quello che appare spesso sui giornali, la Cenerentola e così via. Siamo impegnati come Regione, e lo stesso interrogante Consigliere Cesetti lo sa bene per averlo finanziato durante il periodo in cui era al governo della Regione, e siamo in attesa (dicembre 2023) di uno degli ospedali più nuovi della nostra regione e questa maggioranza ha già predisposto tutto ciò che serve per l’ammodernamento tecnologico di quella struttura.
Quindi avremo il prossimo anno uno degli ospedali più nuovi a livello regionale e se mi è consentito, l’ho già detto in altre occasioni, non sarà l’ospedale di Fermo, ma sarà l’ospedale delle Marche per tecnologie, per capacità professionali e per struttura operativa ed anche per posizione geografica. Dovrà curare per certe patologie tutti i pazienti delle Marche, anzi devo sottolineare e ringraziare molti medici perché da fuori regione arrivano delle persone per Fermo.
Dopodiché c’è tutta la questione dell’ospedale di Amandola e ci sono tutti gli interventi previsti dal Pnrr, che abbiamo presentato ieri, con i quali andremo ad intervenire su quattro strutture particolarmente significative con risorse molto importanti: Montegranaro, Petritoli, Porto San Giorgio e Sant’Elpidio a Mare.
Questo è un piano operativo che inverte le politiche precedenti fatte nella nostra regione, che tendevano ad accentrare, ad accorpare, mentre noi per mandato elettorale, sia per gli interventi previsti dal Pnrr, stiamo riportando la sanità territoriale al servizio dei cittadini, servizio di prossimità vero che consentirà ai marchigiani di godere di uno spazio di diritti sanitari molto più ampio rispetto a quelli precedentemente riconosciuti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ringrazio l’Assessore Saltamartini, ma non mi ritengo affatto soddisfatto. Dell’Assessore Saltamartini apprezzo lo sforzo, l’impegno, il lavoro, meno i risultati e, ripeto, se questi risultati non vengono - tra l’altro, l’ho detto prima - non credo che dipenda molto da lui, ma questo è un altro discorso.
Quindi, visto che non sono state indicate le politiche sanitarie del Governo regionale per la provincia di Fermo, considerato che la risposta non c’è stata, non mi ritengo soddisfatto e chiedo fin d’ora, Presidente, la trasformazione dell’interpellanza in mozione, ai sensi dell’articolo 137, comma 7, del Regolamento interno e l’iscrizione ad una prossima seduta.
Se poi non sarà la prossima seduta non è un problema, ormai l’urgenza è venuta quasi meno, però chiedo la trasformazione in mozione e l’iscrizione ai sensi del 137, comma 7.
Perché non mi ha risposto l’Assessore Saltamartini? Lui non mi ha detto quali sono le politiche sanitarie, ma quali sono gli investimenti nella provincia di Fermo che tra l’altro sono quelli, come lui correttamente ha ricordato, che abbiamo fatto noi. E’ vero Consigliere Casini e Bora? Qui vedo una parte della mia ex Giunta.
Oggi vedo su un resoconto della conferenza stampa, che voi avete fatto, la distribuzione degli investimenti per province in termini assoluti e la provincia di Fermo ha in termini assoluti 143,92 milioni di euro, tanti, pro capite 848 milioni, di questi 143,92 milioni 111 sono della precedente amministrazione per l’ospedale di Fermo, altri 18, sono sempre dell’amministrazione precedente per Amandola, per un totale di 129, 400 per l’ospedale di Montegiorgio per la sicurezza sismica sono 133, ci sono 11 milioni in più che opportunamente questa Giunta li ha messi per adeguare il nuovo ospedale di Fermo al d.l. 34.
Questo è. Gli investimenti sono quelli della precedente amministrazione e fate bene a portarli avanti, ci mancherebbe altro, però questo va detto, come ricorda anche il giornalista.
Da ultimo, e chiudo, voglio dire che, ad esempio, quando viene fuori il cosiddetto Pnrr, dove opportunamente rispetto alle ipotesi iniziali sono stati messi 2,2 milioni per la Casa della comunità di Sant’Elpidio a Mare - qui voglio ringraziare l’Assessore Saltamartini come ringrazio il Consigliere Putzu per il suo intervento, da me tra l’altro sollecitato - tutto il resto, lo dico all’Assessore Saltamartini, noi la progettualità del Pnrr l’abbiamo attuata da un pezzo perché Fermo, e questo attiene alle politiche, è l’unica realtà che ha l’unico ospedale di primo livello, che ha l’ospedale dell’area montana, che ha già due case della salute, Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare, attuabili 2015, che ha le case della salute: Montegranaro, Porto San Giorgio e Petritoli. Quindi, noi abbiamo già attuato il Pnrr, l’abbiamo fatto noi con la precedente Giunta.
PRESIDENTE. Prima di tornare all’ordine del giorno vi chiedo di anticipare l’interrogazione n. 335 a cui deve rispondere l’Assessore Aguzzi perché impegnato fra poco in una conference call per la questione Caterpillar.
Ricordo che la richiesta fatta dal Consigliere Cesetti, di trasformare l’interpellanza n. 6 in mozione ai sensi del comma 7, articolo 137, è accolta e vedremo di farla in deroga all’articolo 34 la prossima volta o in una seduta successiva, ne terremo comunque conto in termini rapidi.
Interrogazione n. 335
ad iniziativa del Consigliere Mangialardi
“Installazione di luminarie sospese sopra il letto del fiume Misa da parte del Comune di Senigallia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 335 del Consigliere Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente, per aver concesso questa variazione all’ordine del giorno perché alle 11,00 c’è questo importante collegamento con il Mise per cercare di risolvere la crisi della Caterpillar, credo anche che ci siano buone possibilità, ma non voglio essere troppo ottimista.
Venendo a questa interrogazione, di fatto ricalca gli accadimenti avvenuti a metà novembre relativi al potenziale pericolo di una alluvione a Senigallia, mi si interroga per sapere perché in quelle ore e in vista delle feste natalizie l’amministrazione comunale avesse posizionato delle luminarie trasversali al corso del fiume Misa. Le luminarie, così come erano state sistemate, andavano a sfiorare il corso d’acqua che nel frattempo si era alzato di molto rischiando di esondare, cosa che non è avvenuta solo per pochi centimetri. In questo caso si chiede se il Comune di Senigallia avesse richiesto alla Regione Marche la necessaria autorizzazione.
Rispondo che in data 5 novembre l’Ufficio tecnico comunale ha chiesto l’autorizzazione di installare luminarie tendendo un cavo a quota sommitale del muro d’argine del fiume Misa.
L’8 novembre la Regione Marche ha autorizzato l’installazione di queste luminarie così posizionate perché il richiedente aveva detto che le avrebbe posizionate in maniera trasversale sopra il limite delle acque e che l’installazione avrebbe avuto una durata limitata nel tempo.
Nel frattempo è avvenuta l’alluvione, che ha fatto sì che il Misa si alzasse fino al limite massimo ed ha sfiorato e in qualche caso anche portato via alcuni cavi trasversali.
Su questa cosa il Comune ci ha riferito che non erano ancora terminati i lavori per posizionare queste luminarie e se c’è stato questo contrattempo è stato perché stavano ancora eseguendo i lavori.
A quel punto la Regione ha posto la condizione, nel caso fossero riposizionate, di tenerle un metro più alte, come prescrizione, con dei pali laterali o cose di questo genere.
A me risulta che successivamente il Comune non abbia riposizionato le luci, perché ha ritenuto che questa cosa dei pali sollevati e altro fosse troppo dispendiosa o non so quale altra motivazione abbia addotto, comunque sia a noi hanno riferito che c’è stato un danneggiamento della prima parte dei lavori effettuati, che erano ancora in corso d’opera. Ad una seconda richiesta arrivata abbiamo posto la prescrizione e a me risulta che non siano state riposizionate le luci, se qualcuno ha visivamente controllato …, io non sono andato a vedere, però il Comune ha detto di non averle posizionate perché ha ritenuto inopportuno posizionare i pali perché troppo dispendiosi e troppo faticosi.
Riconduco a questo, l’autorizzazione c’è stata, la prescrizione è stata messa, il Comune ha chiesto regolarmente di poter installare le luminarie, alla seconda richiesta abbiamo riconfermato le prescrizioni e mi risulta che il Comune abbia preferito non ottemperare a questo ulteriore collocamento. Mi dicono anche che hanno recuperato gran parte delle luminarie, non sono andate disperse. I tecnici comunali mi hanno detto che non c’è stato il danno, nel senso che le luminarie sono state parzialmente interessate da questo fenomeno e sono state recuperate.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, saluto la Giunta ed i colleghi.
Assessore, credo che questa interrogazione le abbia creato qualche problema di date e di fatti, glieli ricostruisco perché il Comune di Senigallia non è stato preciso nell’ottemperare alle prescrizioni ed improvvido nel posizionare 40 cavi ortogonali al flusso delle acque che hanno creato un nocumento enorme per la nostra città.
I fatti che lei ci ha riportato fanno riferimento alla prima piena, quella tra il 16 e il 17 novembre, quando erano stati già posizionati alcuni cavi che non rispettavano le precise prescrizioni che il vostro ufficio, in maniera diligente e precisa, aveva imposto, e cioè che i cavi dovessero stare, ma lo capirebbe anche un bambino, fuori dall’argine.
C’è stata la prima piena del 16/17 novembre e ovviamente l’Ufficio accorgendosi che erano state posizionate scrive: “Si rende quindi necessario adeguare l’installazione all’autorizzazione rilasciata”, quello che lei ha ricordato, “portando i cavi tesi delle luminarie ad almeno un metro sopra il muretto dell’argine mediante appositi supporti fissati esternamente allo stesso, in modo da garantire la non interferenza al corso dell’acqua ed al materiale eventualmente trasportato”, cioè togliete il pericolo, l’avete detto in maniera precisa, questo succede il 17 novembre.
Il Comune di Senigallia, disattendendo questo tipo di prescrizione, su un fiume che sappiamo essere uno dei più pericolosi, ve lo dice uno che conosce quella storia, riposiziona il giorno dopo tutti i cavi raddoppiandoli, da 20 a 40, tutti ortogonali che rappresentano un elemento di grande pericolo. La piena, Assessore, non c’è stata il 17 novembre, ma il 10 dicembre, quando i cavi erano tutti riposizionati, disattendendo la prescrizione del 17 novembre. Un fatto di una gravità inaudita! Lei è stato lì il 10 dicembre, è venuto a Senigallia, quando il fiume rischiava di uscire in città e quei cavi rappresentavano un pericolo enorme, poi li abbiamo banalizzati come luci di natale, ma erano 40 cavi tesi con tira fondi sull’argine, tra l’altro indebolendo gli argini dei primi anni del secolo scorso. In questo caso la prescrizione era precisa, ma è stata completamente disattesa.
Che poi siano state recuperate le luci, Assessore, per giustificare anche un danno erariale enorme fatto dal Comune ai concittadini, mi sembra una cosa abbastanza banale.
Sono preoccupato perché la Regione proprietaria di quel fiume autorizza un intervento, lo fa in maniera seria perché dà delle prescrizioni molto complicate da attuare in quanto dice di posizionare dei pali fuori dall’argine, di stare ad almeno 3 metri di altezza perché alla fine quella è l’altezza di sicurezza rispetto all’argine, ed il Comune di Senigallia, il suo Sindaco e l’Ufficio tecnico di Senigallia disattendono completamente questa prescrizione, rischiando di compromettere il 10 dicembre il destino della città perché se solo ci fossero stati 5 centimetri in più quei cavi, oltre che rappresentare un intralcio enorme per il deflusso delle acque, dichiarato dai nostri uffici, avrebbero rappresentato anche un taglio sulla tensione lenticolare superficiale, facilitando lo stramazzamento dentro il centro storico.
Assessore, le assicuro che i fatti sono andati esattamente come glieli ho descritti, li verifichi e corregga la sua risposta perché ovviamente vanno presi provvedimenti nei confronti del Comune. Grazie.
Interrogazione n. 380 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Stato di attuazione dell’articolo 35 (Tutela dei lavoratori) D.L. n. 189/2016 e dell’Accordo per la legalità nella ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia. Esercizio funzioni di vigilanza sui cantieri”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 380 – a risposta immediata – del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Grazie anche all’Assessore Saltamartini con cui divido questa risposta che è stata concertata e concordata fra i Servizi, presa visione dell’interrogazione che fu oggetto di una richiesta di approfondimento perché la risposta era stata profilata nella precedente occasione e riguardava prettamente l’aspetto USR Ricostruzione. Credo che l’intendimento dell’interrogante fosse quello di conoscere al meglio come il Dipartimento di prevenzione competente dell’Asur abbia dato concretezza ed applicazione ai protocolli per la legalità citati dall’interrogazione stessa.
La Regione Marche ha inserito la prevenzione nel comparto edilizia tra gli obiettivi strategici e prioritari della linea progettuale: attuazione del Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, delibera di Giunta regionale n. 1045 del 22 giugno 2009. In seguito sia il Piano regionale per la prevenzione 2014/2019 che il nuovo Piano regionale di prevenzione 2022/2025 hanno previsto delle linee strategiche dedicate al comparto edile, questo è il corpus amministrativo che si risolve e si concentra nel Piano regionale di prevenzione. Con delibera di Giunta regionale n. 275 del 16 settembre 2019 è stato attivato il sistema informativo regionale on-line per le notifiche dei cantieri edili ex articolo 99 D.Lgs. 81/08, sistema ormai consolidato che consente il coordinamento al fine di sostenere e consolidare la collaborazione tra le strutture deputate alla vigilanza in edilizia, infatti il tema centrale anche ai fini della risposta è quello del coordinamento fra i diversi soggetti che istituzionalmente devono operare nella vigilanza, nella prevenzione e nel controllo della sicurezza del lavoro.
La piattaforma Marche Prevenzione consente il coordinamento di vigilanza nell’edilizia tra i Servizi prevenzione e sicurezza del lavoro dell'Asur e l'Ispettorato del lavoro. I Dipartimenti di Prevenzione dell'Asur Marche per il tramite dei Servizi di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro effettuano attività di prevenzione, controllo e vigilanza nei luoghi di lavoro al fine di prevenire gli infortuni e le malattie professionali.
A fronte degli eventi sismici del 2016, che hanno colpito prevalentemente i territori delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, i Servizi PSAL dell'Asur Marche territorialmente competenti (AV3, AV4, AVS) data la rilevanza delle attività di ricostruzione edilizia post-sisma 2016, hanno rivolto la propria attenzione ai cantieri presenti nei suddetti territori, svolgendo anche attività congiunta e coordinata di controllo e vigilanza con le Forze dell'ordine e con l'Ispettorato territoriale del lavoro. Tenuto conto della situazione pandemica che ha visto i Dipartimenti di prevenzione e quindi anche i Servizi PSAL impegnati in prima linea nell'implementazione delle misure di contenimento e contrasto dell'infezione da Sars Cov2, nell'anno 2021 è stata effettuata dai suddetti Servizi PSAL delle Aree vaste nn. 3, 4 e 5 attività di vigilanza e controllo in 1.207 cantieri edili.
Come è noto questa attività è stata resa oggetto, questa è la parte più direttamente riguardante la struttura commissariale, di Protocolli legalità di cui all’articolo 35 del d.l. 189 vigilanza sui cantieri e ricostruzione post sisma.
Risulta che detti protocolli siano stati sottoscritti con le Prefetture di Fermo ed Ascoli Piceno, non ancora a Macerata, si impone che la sottoscrizione venga sottoposta anche alla Prefettura di Macerata.
Risulta altresì che nelle Province dove i protocolli sono stati firmati il personale delle rispettive Aree vaste ha già iniziato l’opera di controllo sul campo con visite ispettive nei cantieri della ricostruzione.
Fin qui la risposta amministrativa, per entrare ancora più nello specifico posso dire questo, che i protocolli sono stati effettivamente sottoscritti solo in due Province su tre interessate dal sisma, visto che quella di Ancona è stata lambita solo con Fabriano e Cerreto d’Esi, come è noto, ma sarà mia cura informarmi della situazione che ha ostato la sottoscrizione anche a Fermo perché è il Commissario che firma questi protocolli.
Sono stati garantiti, risponde il Dipartimento prevenzione, ampliamenti di controlli, più di 1.200 solo nel 2021, ma non è stato indicato, come in un protocollo era prefigurato, un responsabile che collettivamente e a livello di inter-area vasta individui un responsabile dello PSAL.
Gli PSAL hanno agito, quindi, tenendo conto delle rispettive strutture operative di Area vasta, è mancata questa indicazione, che è rimessa alla valutazione dell’Area vasta, Asur, valutare se nominare o meno un coordinatore che allo stato dei fatti non è stato ritenuto necessario ai fini dell’espletamento dell’attività di servizio.
Questa valutazione è rimessa, essendo di natura organizzativa, all’Asur sulla quale monitoreremo per capire qual è la sensibilità rispetto all’opportunità o meno di individuare un coordinatore del cratere.
Quello che sicuramente interessa all’interrogante è sapere che le attività di controllo, così come previste dalla normativa regionale e dai protocolli, sono comunque erogate anche attraverso l’interoperabilità tra i sistemi, la nostra piattaforma e quella del sisma.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, quello che stiamo dibattendo con l’Assessore Castelli è molto importante e lei poc’anzi ha fatto molto bene, e le fa onore, a ricordare il giovane che ha perso la vita mentre si recava al lavoro nel processo di alternanza scuola/lavoro. Qui attiene soprattutto alla sicurezza sul lavoro.
Ringrazio l’Assessore Castelli per l’ultima parte dell’intervento, l’altra volta ha voluto approfondire perché aveva colto qual era il tema. Innanzitutto l’effettività dei controlli, la sottoscrizione di tutti i protocolli di legalità, quindi anche a Macerata, che sono sicuro l’Assessore Castelli solleciterà in qualità di Assessore con delega alla ricostruzione. C’è poi il tema di questo eventuale super coordinatore dei vari distretti, su questo, Assessore, mi permetto un suggerimento, non è una questione tecnica secondo me, è una questione politica, mi permetto di invitarla a fare in modo che non venga nominato questo coordinatore, ma che si conservi l’autonomia delle singole Aree vaste, che attraverso i servizi di prevenzione sono quelle deputate per legge e l’81 dice proprio questo. Va conservata l’autonomia delle singole Aree vaste per quanto riguarda il sistema della prevenzione che, come sa, è una competenza specifica sanitaria.
La prego di intervenire su questo perché è una questione politica conservare l’autonomia, anche perché su questo ho fatto un’altra interrogazione - questa è immediata, limitata perché deve avere una sola risposta ed una sola domanda - a risposta orale che ci consentirà di dibattere e con la quale chiedo quale sia lo stato di attuazione dell’accordo di collaborazione sottoscritto tra Lignini e la struttura di missione del Ministero degli interni a Roma il 30 aprile 2021. Quell’accordo di collaborazione agli articoli 3, 4 e 5 dice proprio questo, che il Commissario vigila anche tramite i Presidenti di Regione, in qualità di Vicecommissari, per questo mi sono permesso, sull’attuazione dell’articolo 9 del protocollo quadro, sull’articolo 8 del protocollo quadro e sull’attuazione dell’articolo 35. Quindi, conservare per questo l’autonomia delle singole Aree vaste è secondo me di fondamentale importanza per consentire anche questa attività di vigilanza del Commissario ed attraverso questo anche dei Presidenti di Regione in qualità di Vicecommissari, dell’Assessore Castelli, se vogliamo, in qualità di delegato alla ricostruzione.
Ne parleremo quando discuteremo l’interrogazione orale, però nel frattempo mi permetto di invitarla in questa direzione: che si sottoscriva il protocollo a Macerata, che venga conservata l’autonomia delle singole Aree vaste per quanto riguarda la prevenzione e soprattutto che si insista con l’attività di controllo in questo momento particolare, dove tra l’altro la ricostruzione post sisma va parallelamente con la questione dell’eco bonus, sisma bonus e via dicendo.
Interrogazione n. 281
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri
“L.R. 22/2021 – Disciplina dell’attività commerciale nella regione Marche. Stato di attuazione della legge”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 281 dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. In riferimento al punto 1) la legge regionale 22, che è stata approvata dall’Aula, stabilisce che entro 6 mesi dall’approvazione della legge …, tenete conto che il Governo ha dato soltanto il 12 ottobre il via libera a questa legge del commercio, senza alcuna impugnativa, dopo un’interlocutoria che si è svolta tra gli uffici e, per il Governo, il Ministero della cultura che porterà a breve in Consiglio regionale anche delle lievi modifiche, accogliendo la richiesta del Ministero stesso, in particolar modo per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni paesaggistiche che erano previste a livello generale, ma che il Ministero della cultura ha richiesto che fossero inserite in un testo legislativo e non nei regolamenti attuativi, precisamente il termine entro il quale si deve dare attuazione all’articolo 11 risulta essere il 12 febbraio 2022.
Partendo da questo presupposto vorrei informare gli interroganti che con la delibera n. 1537 del 13 dicembre 2021 sono stati approvati la composizione, la modalità di organizzazione e il funzionamento del tavolo che chiedevano gli interroganti.
La risposta alla seconda domanda è la seguente: il tavolo è stato costituito già dal mese di gennaio, di conseguenza si procederà alla convocazione ed a renderlo stabile come attività di confronto.
Per la terza domanda: quali sono state le iniziative attivate e quali le risorse disponibili. Al titolo VII “Interventi finanziari per il commercio”, la legge 22 individua la tipologia di interventi da attuare, nonché la predisposizione del programma annuale di utilizzo delle risorse destinate agli interventi previsti dalla legge, prevede pertanto una somma complessiva di 275.000 euro per l’annualità 2022 del bilancio 2021/2023 per dare attuazione agli interventi in essa previsti.
Le modalità con cui verranno utilizzati sono: 25.000 euro per il capitolo sull’organizzazione di manifestazioni fieristiche iscritte nel calendario regionale per oneri derivanti da spese di organizzazione per gli enti pubblici; 25.000 euro per manifestazioni fieristiche iscritte al calendario regionale per oneri derivanti da spese di organizzazione per imprese private; 25.000 euro per l’istituzione di un nuovo capitolo per soggetti organizzatori di manifestazioni fieristiche e oneri derivanti da spese di organizzazione per le associazioni senza scopo di lucro, (quindi su tre filoni in parti uguali) per gli enti pubblici, per le aziende private; la restante disponibilità di 200.000 euro per le imprese commerciali per l’acquisto merci.
Per quanto riguarda i 75.000 euro rivolti al settore fieristico, trattandosi di risorse con esigibilità 2022 di natura corrente, questo ufficio provvederà nel corso dell’annualità 2022 ad attivare appositi bandi per dare contributi ai soggetti organizzatori di manifestazioni fieristiche iscritte nel calendario regionale, considerato anche che sono state pochissime le manifestazioni fieristiche svolte finora a causa del Covid.
Per quanto riguarda invece la somma di 200.000 euro, sempre con esigibilità 2022, questo ufficio ha adottato tutti gli atti di natura tecnica necessari per poter attivare entro breve un apposito bando per incentivare misure concrete a sostegno delle imprese commerciali del settore non alimentare attraverso la concessione di contributi per acquisto merci.
Vorrei sottolineare anche che si tratta di fondi con esigibilità 2022 e che i relativi bandi possono essere realizzati nell’anno di competenza.
Inoltre nel programma attuativo per il commercio 2021 sono già state prese prenotazioni ed impegni per 1.540.000 euro a valere sull’annualità 2022, per cui questo Assessorato è abbastanza esposto con impegni sui fondi per il settore commercio e quest’anno proseguirà con una serie di bandi ad iniziativa ed a sostegno del settore stesso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Carloni che, devo dire, nonostante l’impegno nell’esposizione mi lascia perplessa in quanto la legge regionale 22/2021 approvata nella seduta n. 35 del 3 agosto del 2021 è stata presentata dalla Giunta regionale quale atto normativo con il quale realizzare un indubbio riconoscimento ad un settore strategico per la nostra regione, cito testualmente dal dossier accompagnatorio della proposta di legge.
In questa logica la legge ha fissato obiettivi importanti: il rilancio dei centri cittadini per evitare l’impoverimento delle aree del commercio urbano, la proposta di un’offerta commerciale soprattutto nelle zone montane e rurali, il non deterioramento territoriale causato da una mancata pianificazione delle localizzazioni di grandi superfici di vendita.
Obiettivi rilevanti e condivisibili senz’altro e proprio per questo in sede di discussione della proposta di legge è stato proposto un emendamento che ha introdotto l’articolo 11 della legge che prevede l’istituzione del tavolo regionale di coordinamento per il commercio da fare entro 180 giorni dall’approvazione della legge, ovvero i primi di febbraio 2022, il 5 se non erro, al più tardi.
L’attività di confronto, coordinamento e condivisione, che deve essere svolta dal tavolo, anche sulla base dei dati forniti dall’osservatorio, è strategica e sarà fondamentale, per questo abbiamo voluto quell’articolo, per lo sviluppo e il potenziamento sinergico del settore. Per questo, a parer nostro, la Giunta avrebbe dovuto prevedere immediatamente e senza indugio dopo l’approvazione della legge, nonostante i 180 giorni che la norma mette a disposizione, perché il confronto, la condivisione e la partecipazione, soprattutto l’ascolto degli stake-holders, sono elementi distintivi di una gestione democratica delle risorse pubbliche, così com’è basilare studiare interventi strategici e sinergici che non trascurino nessuno degli aspetti sia negativi che positivi che lo sviluppo dell’attività commerciale sul territorio porta con sè.
Minimo mi saprei aspettata che la Giunta fosse pronta già da settembre o massimo ottobre, poi non c’entra assolutamente nulla la mancata impugnativa del Governo, personalmente non ne ho mai tenuto conto quando in qualità di Assessore al commercio ho proceduto a mettere sul tavolo le proposte condivise e ragionate per il successivo triennio. Si chiama programmazione proprio perché è alla base della gestione di un bilancio di previsione, specie se triennale.
Ora vorrei ripercorrere brevemente le tempistiche. La legge regionale 22/2021 è stata approvata il 3 agosto, la proposta di legge era stata depositata l’1 giugno, questo anche a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto dalla II Commissione; l’interrogazione n. 281 è stata depositata in data 13 ottobre, due mesi dopo l’approvazione della norma e, guarda caso, il 10 novembre, un mese dopo, è stata depositata in Giunta la delibera di richiesta di parere alla competente Commissione assembleare.
La delibera di Giunta regionale, che ha citato l’Assessore, la n. 1537 del 13 dicembre, approva e dispone la composizione del Tavolo e le modalità di funzionamento, significa che il parere è stato concesso immediatamente dopo, il tavolo, ha detto l’Assessore, è stato costituito a gennaio eppure non mi risulta che sia stato ancora convocato.
Ha detto che il 10 novembre è stata approvata anche la delibera di Giunta regionale che istituisce l’osservatorio, mi piace pensare, quindi, che l’interrogazione sia servita anche a questo.
Dico ciò, poi concludo visto che ho terminato il tempo, perché l’impegno del Partito Democratico è di opposizione costruttiva e intende non solo proporre leggi o emendarle, come abbiamo fatto anche nel caso di specie, ma ovviamente monitorare l’attuazione delle nuove e numerose leggi che questa Assemblea legislativa ha approvato e ne verificheremo i risultati conseguiti a tutela sia del buon andamento dell’attività amministrativa che dei cittadini. Grazie.
Interrogazione n. 298
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini,
Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Criticità del sistema delle cure territoriali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 298 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l’interrogazione in esame si tende a mettere un focus particolare sul sistema delle cure territoriali nella nostra regione, tema molto importante che la pandemia ha particolarmente messo in risalto, tanto più per il fatto che gli interventi successivi sono stati indicati in prima analisi con il decreto legge 18/2020 e successivamente con il decreto legge 34/2020.
Gli stessi interventi del Pnrr hanno voluto colmare questa lacuna mettendo e aggiungendo ai servizi territoriali dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, nuove strutture. quali sono le case di comunità e gli ospedali di comunità.
Dopo aver fatto questa premessa generale, passiamo agli argomenti specificamente riguardanti le singole branche del servizio.
Il primo riguarda, come sappiamo e come abbiamo ripetuto più volte in quest’Aula, la mancata programmazione della formazione dei medici che determina carenze vistose sul servizio di medicina generale, sui pediatri di libera scelta, sulla continuità assistenziale, sui medici del 118 e sui specializzati in medicina d’urgenza per i pronto soccorso.
Cosa abbiamo fatto come Regione Marche per quanto riguarda la carenza dei medici di medicina generale? Con atto del 30 luglio 2021 abbiamo allargato la possibilità di convenzionamento da 1.500 a 1.800 persone per i medici, a questo ampliamento della facoltà di assistenza sul territorio hanno aderito in Area vasta 1 dieci medici, nell’Area vasta 2 diciassette, nell’Area vasta 3 sei, nell’Area vasta 4 e nell’Area vasta 5 cinque medici, per un totale di 84 deroghe.
Successivamente per garantire i servizi territoriali derivanti dall’epidemia e dall’emergenza epidemica sono stati istituiti gli equipaggi Usca che hanno corroborato, aiutato questi servizi che dovevano essere svolti in prossimità dai medici di medicina generale e gli effetti sono stati piuttosto rilevanti.
Come interviene il Pnrr per colmare queste lacune? Attraverso investimenti importanti sulla digitalizzazione, mediante nuovi progetti per la telemedicina, telereferti, teleconsulti e così via.
La nostra regione tra l’altro sconta un arretramento significativo, siamo nella classifica nazionale una delle ultime Regioni ad utilizzare il fascicolo sanitario elettronico, su 1,5 milioni di cittadini marchigiani il fascicolo sanitario elettronico era stato attivato solo per 80 mila persone e questo è un grave handicap perché attraverso il fascicolo sanitario elettronico si può acquisire la documentazione sanitaria, pagare ticket e avere tutto ciò che serve per una documentazione adeguata sulla propria condizione di salute, sulla propria anamnesi.
Oggi stiamo incontrando i sindacati dei medici di medicina generale per risolvere o comunque affrontare il problema del trattamento e dell’assenza dei medici di continuità assistenziale, proporremo alle parti sindacali l’allargamento di alcuni servizi, in particolare la possibilità di eseguire prestazioni vaccinali, di eseguire prestazioni ambulatoriali, di eseguire prestazioni anche nelle adiacenti Aree vaste con conseguente trattamento remunerativo, che tenda a colmare quella lacuna derivante dal contratto collettivo nazionale di lavoro che rende per molti giovani medici più conveniente economicamente espletare servizi come l’Usca o nei punti di vaccinazione che non per la continuità assistenziale. Conto di chiudere l’accordo con le parti sindacali oggi per dare appunto ai medici di continuità assistenziale trattamenti più congruenti con le loro prestazioni, tenuto conto che prevalentemente sono prestazioni notturne.
Dopodiché, oggi è previsto un incontro con l’Università politecnica delle Marche per avvalerci ancora di più, come non è stato fatto nel passato, di medici in formazione.
Sempre sull’argomento comunico che è stato bandito un concorso per i medici del 118, che è l’altro problema, la carenza di 62 medici su 180, per la prima metà di marzo si concluderanno le procedure concorsuali.
Naturalmente il tempo per questo tipo di interrogazioni, per i problemi che vengono sollevati è troppo poco, quindi mi limito semplicemente a rispondere in questi termini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, qui è la solita storia di risposte tecniche che tendono a giustificare i problemi che ci sono, situazioni che non vanno, risposte preparate dagli uffici, che tra l’altro secondo me sono assolutamente insufficienti.
Il tema è generale ed è sotto gli occhi di tutti: mancano i medici di assistenza primaria, di continuità assistenziale e dell’emergenza del 118.
Con l’occasione, per entrare nel concreto, l’ho fatto anche l’altra volta per quanto riguarda la provincia da cui vengo, la scorsa seduta l’Assessore Saltamartini mi ha risposto sul tema dell’automedicalizzata di Montegiorgio ed Amandola, per Montegiorgio era stata confermata, per Amandola era stata ripristinata perché serve una vasta area interna. Però, ad esempio, c’è il tema del 118 con medico a bordo nella città di Sant’Elpidio a Mare che è centro di riferimento di tutta l’area calzaturiera della provincia di Fermo, a Sant’Elpidio a Mare tra l’altro c’è l’ospedale di comunità in cui opportunamente l’Assessore Saltamartini ci ha messo, inizialmente c’erano 100 mila euro, 2,2 milioni di euro.
E’ evidente lì c’è il PAT, il punto di assistenza territoriale, il 118 per il PAT è una struttura di collegamento, è difficile pensare ad un PAT che possa svolgere al meglio le sue funzioni se non c’è un’automedicalizzata con il medico a bordo e noi sappiamo perché questo è utile e necessario? Non sono un medico, ma il PAT può svolgere, se c’è il 118 con il medico a bordo, anche una funzione di filtro nei confronti del pronto soccorso, perché chi ha una patologia non esageratamente grave può rivolgersi al PAT e lì può essere assistito e laddove, facciamo gli scongiuri, ci sia una patologia molto più preoccupante, il fatto che ci sia il 118 medicalizzato può essere una questione organizzativa e di sicurezza.
C’è la problematica poi dei medici di assistenza primaria, mancano, però c’è un aspetto, un cittadino mi ha segnalato che nel Comune di Monte San Pietrangeli l’unico medico va in pensione, gli è stata chiesta una proroga perché lì non ci va un altro medico e, Assessore, sa perché non ci vogliono andare? Non perché non ci sono, ma perché non vogliono andare lì.
Vediamo, ad esempio, realtà in cui i medici non vogliono andarci per problemi loro, organizzativi e questo non può essere, bisogna trovare una modalità ed è compito della politica perché un medico non può andare dove gli pare, deve recarsi dove è necessario e di questo ci dobbiamo preoccupare.
Interrogazione n. 338
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Chiusura del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Pesaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 338 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione pone in luce che cosa è avvenuto e quindi chiede che cosa si intende attivare ed avviare per il servizio psichiatrico diagnosi e cura di Pesaro.
Com’è noto la pandemia e tutto il periodo pandemico hanno determinato in base alla progressività delle persone che venivano ricoverate in area Covid la riduzione dei posti letto ospedalieri nelle strutture per acuti e nei vari plessi ospedalieri della nostra regione.
Questo è stato fatto perché ogni Regione doveva garantire, secondo piani prestabiliti dal Ministero della salute e dallo stesso Commissario Covid, un’adeguata copertura delle esigenze per la patologia Covid. Questo ha ristretto, nell’ambito dei provvedimenti che sono stati attivati nel corso del tempo, sia la disponibilità di risorse dal punto di vista professionale e medico, degli infermieri e delle OSS, che di posti letto per trattamenti Covid.
Ora c’è da considerare che la struttura di Galantara nell’Area vasta 1 è stata interessata da questo tipo di interventi e che secondo una visione ottimistica non può essere abbassata la guardia sull’andamento epidemiologico, c’è da tener conto che, come da prognosi ottimistica, se il fenomeno Covid dovesse scemare la prima struttura che verrà liberata da questo peso derivante dal vincolo dei posti letto Covid sarà la Rsa di Galantara.
In particolare condivido le preoccupazioni che sono state espresse dall’interrogante Consigliera Ruggeri perché queste patologie sono molto invadenti, delicate e determinano conseguenze non solo a livello sociale, ma anche e soprattutto a livello familiare per le persone che convivono, i conviventi, i caregiver. I trattamenti che sono necessari per questo tipo di patologia dovrebbero avere, a mio giudizio, la prevalenza su altre esigenze parimenti importanti della sanità, pertanto la risposta è semplicemente che l’intervento è stato fatto in via provvisoria per garantire posti letti per il Covid e se lo stato di emergenza e la curva pandemica con i relativi ricoveri dovessero scemare penso che la struttura potrà essere riaperta non più in là che l’inizio delle prossime settimane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Noi avremmo preferito una data precisa per la riapertura del servizio perché, come ha detto lei, è un servizio fondamentale, soprattutto in una fase come quella che stiamo attraversando, di difficoltà economica e sociale.
Chiudere un presidio di questo tipo vuol dire riversare sull’apparato sociale, sulle forze dell’ordine, sui pronto soccorso ulteriore lavoro e non riuscire ad aiutare le persone che invece hanno bisogno di una serie di figure e di servizi, quindi, si va ad intaccare la parte più fragile della nostra società.
Mi auguro come lei che l’emergenza finisca il più presto possibile, mi fa piacere che lei abbia detto che Galantara sarà la prima struttura che verrà liberata dai pazienti Covid per tornare ad avere gli OSS e gli infermieri disponibili per il servizio di psichiatria di Pesaro.
Nello stesso tempo c’è una parte dell’interrogazione che non ha avuto risposta: perché non si è attinto dalle graduatorie per gli infermieri e per quale motivo ad oggi non siamo stati in grado di avvalerci del personale infermieristico ed OSS necessario a garantire questi servizi che a nostro giudizio sono assolutamente necessari ed essenziali?
Un’altra partita di cui non abbiamo parlato, di cui lei sicuramente sarà a conoscenza, è quella dei pazienti psichiatrici Covid, dai territori ci arrivano segnalazioni in questo senso ed ogni struttura si sta adeguando e sta trovando soluzioni, ma non in modo strutturale, soprattutto non omogeneo a livello territoriale, regionale, dunque anche questo è un tema importante su cui bisognerà vigilare.
Ricordo che il servizio di Pesaro è chiuso dal 20 dicembre, questo problema si sta protraendo forse per troppo poco tempo ed i posti letto che sono stati integrati nell’ospedale di Fano e nell’ospedale di Urbino non sono sicuramente sufficienti a far fronte alle necessità che ci sono. Grazie.
Interrogazione n. 347
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Struttura ospedaliera San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 347 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per poter rispondere all’interrogazione bisogna premettere che questa amministrazione regionale, questa Giunta regionale, sulla base del mandato politico/elettorale come primo atto di indirizzo della politica sanitaria ha ritenuto di bocciare l’ipotesi dell’ospedale unico fra le due città di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e tornare al sistema preesistente dell’ospedale plesso unico dell’ospedale di Area vasta basato su due plessi: San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno.
Vorrei ricordare a questo riguardo, anche alla luce di alcune informazioni sulla stampa, che la classificazione di un ospedale di primo livello dipende dall’esistenza all’interno del plesso ospedaliero di 14 specializzazioni previste dal decreto ministeriale Balduzzi e dall’esistenza di un DEA di primo livello con connesse attività ambulatoriali e radiologiche.
C’è da tener conto che la Conferenza dei Sindaci, che si era espressa nel 2018 per l’ospedale unico di Area vasta 5 tra i Comuni di Colli del Tronto e Spinetoli, località Pagliare del Tronto, nella Conferenza del 22 gennaio 2019 ha espresso voto contrario.
Noi ci siamo assunti la responsabilità, innanzitutto politicamente, di individuare l’ospedale unico di Area vasta basato su San Benedetto del Tronto e su Ascoli Piceno, conseguentemente nel master plan dell’edilizia abbiamo ritenuto di dover indicare l’intervento di edilizia sanitaria sull’ospedale di San Benedetto del Tronto, per questo è stata stanziata la somma di 400.000 euro per un progetto di fattibilità, all’esito del quale si stanzieranno le risorse occorrenti per la realizzazione dell’intervento.
Si deve anche tener conto infine che a seguito degli interventi previsti dal Pnrr nella città di San Benedetto del Tronto verranno individuate due nuove strutture con risorse significative per un nuovo ospedale di comunità ed una nuova casa di comunità a completamento dell’offerta sanitaria che vede il sistema cure primarie, cure intermedie, ospedali per acuti e ospedali per acuzie con tutto ciò che ne consegue.
Riteniamo che con questi interventi, partendo dal progetto di fattibilità il cui costo è stato finanziato recentemente dalla Regione Marche, di poter soddisfare quel piano di bisogni che si manifesta nell’area sanbenedettese, che probabilmente era stata un po’ dimenticata nel recente passato.
Noi interveniamo a curare una lacuna e gli atti che sono stati approntati sono conseguenti e capaci di raggiungere l’obiettivo, che è stato indicato dall’atto di indirizzo della Giunta regionale, soprattutto dai cittadini i quali votando questa maggioranza di centro-destra hanno voluto invertire il trend di politica sanitaria basato sull’accentramento dei plessi ospedalieri per garantire la flessibilità e un sistema di prossimità.
Naturalmente c’è voluto anche il Covid per sottolineare che eravamo sulla strada giusta e la maggioranza attuale sta praticando questo obiettivo con la consapevolezza di garantire ai cittadini dell’Area vasta 5 tutti quei diritti che finora forse sono stati pretermessi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatta, Assessore, perché lei non ha risposto a nessuna delle tre domande che avevamo avanzato con l’interrogazione e all’unica alla quale ha risposto non ha detto neanche la cifra, è quella sullo studio di fattibilità. Non ha parlato dell’individuazione dell’area perché lei mi pare che abbia detto più volte: “sull’ospedale di San Benedetto”, quindi, probabilmente si riferiva all’attuale Madonna del Soccorso e non ad un’altra area.
Lei non ha risposto neanche all’altra domanda con la quale si chiedeva se questo sarà un ospedale di primo livello, invece ha ricominciato con la nenia con la quale lei ci fa passare per quelli che avevano previsto gli ospedali unici. Non è così, Assessore, perché lei stesso ha detto una frase che se ascoltata bene fa capire …, lei ha detto “decideremo un plesso ubicato su due plessi”, ha detto proprio questa frase e se la può riascoltare, perché è chiaro che il plesso di primo livello può essere solo ed esclusivamente uno, non ce ne possono essere altri e dal punto di vista della razionalizzazione dei servizi è una scelleratezza mantenere le strutture come in questo momento, cioè l’emodinamica ad Ascoli Piceno e la neurologia a San Benedetto del Tronto, con i pazienti e gli operatori che sono costretti a fare su e giù per 30/35 chilometri.
Questo non significa …, poi lei ripete che adesso curerete la sanità territoriale, non è affatto vero che prima non fosse curata perché nel progetto della vecchia Giunta la sanità territoriale era integrata con l’ospedale per le acuzie ed i due ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sarebbero rimasti come ospedali di base. Quindi non è assolutamente come lei ogni volta riferisce.
E’ chiaro che ora essendoci delle risorse per l’asse 6 del Pnrr, che prevede l’implementazione della medicina territoriale così come stabilito dal decreto Balduzzi e come sempre riconosciuto anche dalla precedente Giunta e dal precedente Piano, lei continui invece a millantare dicendo che noi eravamo per gli ospedali unici, non è affatto vero, perché non sarebbe stato un ospedale unico, sarebbe stato un ospedale di primo livello per le acuzie e poi ci sarebbe stata tutta la declinazione delle altre strutture. Pertanto, lei ci sta dicendo che non sa se quello di San Benedetto del Tronto sarà di primo livello e 80 milioni di euro mi sembrano veramente pochi per poterlo realizzare e non è un caso che soltanto quello del piceno/sanbenedettese prevede la somma di soli 80.000 euro.
Poi le vorrei ricordare una cosa, che lei è l’Assessore alla sanità e la sanità non è né di Ascoli Piceno, né di San Benedetto del Tronto, la sanità è di tutti i cittadini, anche di quelli degli altri 31 Comuni che si vanno ad unire ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto nella nostra provincia ed anche di quelli delle altre province, perché non è detto che non si possano integrare le prestazioni purché siano appropriate.
Quando lei entra in questa logica di campanilismo commette due errori: il primo di programmazione e il secondo politico, perché lei dovrebbe smussare i toni invece di incentivare questa guerra da stadio che viene utilizzata da quattro gatti peraltro.
PRESIDENTE. Ha la parola, pere dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie Presidente. Io la penso un po’ diversamente dal Consigliere Cesetti quando ha detto che apprezza l’Assessore alla sanità di questa Regione, il nostro è un Partito Democratico apposta.
Anche stamattina l’intervento dell’Assessore Saltamartini è teso a scambiare le carte.
Lui correttamente ricostruisce, grazie a Dio, dopo un anno e mezzo, la funzione dell’ospedale di primo livello, così come concepita dal Balduzzi e correttamente ricostruisce che ci sono 14 unità operative complesse minime per ogni ospedale di primo livello e continua a rappresentare la questione che queste 14 unità operative minime nell’ospedale di primo livello si possono insediare in due ospedali dei relativi territori.
Questa è una bugia, nel senso che l’ospedale di primo livello, che secondo il Balduzzi è individuato in un ambito territoriale ben definito per dimensione di abitanti, sta in un unico edificio, oppure se sta in più edifici, come mi pare di aver capito sia la teoria dell’Assessore Saltamartini, le 14 unità operative complesse devono suddividersi in due.
Ora qualcuno potrebbe dire: “Scusa, ma noi possiamo fare due unità operative complesse per ogni delle 14 unità operative complesse e le mettiamo su due ospedali” così che San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno, pure Macerata e Civitanova Marche, potrebbero avere nell’arco dei famosi 300.000 abitanti un doppio servizio.
Io però invito tutti quanti a leggere il Balduzzi, il quale afferma esattamente il contrario, perché non è pensabile che le unità operative complesse previste per l’ospedale di primo livello possano stare a 30 chilometri di distanza, è evidente questo, per ragioni naturali, chi è medico comprende bene l’adeguatezza della casistica. Il principio è che più ci sono casi e meglio si cura il paziente, questo non lo si può fare, senza considerare i doppi costi perché è evidente che se noi abbiamo due unità operative complesse di cardiologia, piuttosto che neurologia nell’arco di 20 chilometri abbiamo due primari, eccetera.
Questo tentativo dell’Assessore Saltamartini di raccontarci le favole è davvero stucchevole, si fa difficoltà, si fa fatica, perché non c’è neanche la possibilità di dare un contributo su questo, è una bugia che ci impedisce di relazionarci.
Lasciatemi dire una cosa, si è parlato dell’ospedale di Macerata, vi siete venduti che per Macerata ci saranno 60 milioni, vi voglio ricordare che questo era sulla Gazzetta ufficiale del 3 agosto attraverso la quale sono stati disposti dal Ministero della sanità 55 milioni per l’ospedale di Macerata richiesti dalla precedente Giunta dopo la vicenda …
PRESIDENTE. La prego di chiudere, non è il tema dell’interrogazione.
Romano CARANCINI. No, è il tema degli ospedali. Presidente! Perché sugli ospedali di primo livello raccontano che i soldi ce li hanno messi loro, allora mi lasci dire che non è vero, ma ci sarà l’occasione per spiegare questa cosa. Io faccio un appello: si sgomberi dalla demagogia e dal populismo, lo dico all’Assessore Saltamartini, c’è una disponibilità, ma non si racconti ancora bugie e non si mischino le carte.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Assessore Saltamartini, la ringrazio perché in ogni passaggio è molto più chiara la strategia che state mettendo in campo. Intanto avete abbandonato l’idea della riapertura dei 13 piccoli ospedali, ve l’ha fatta abbandonare giocoforza la Missione 6 del Piano nazionale, che dà delle indicazioni precise su come indirizzare le risorse, a meno che tra qualche periodo non contrabbandiate l’apertura degli ospedali di comunità come i piccoli ospedali che avreste voluto riaprire, lo dico perché a pensar male ci si azzecca, e tra qualche periodo direte: “Abbiamo riaperto gli ospedali”, ma in realtà sono quelli di comunità che non c’entrano assolutamente niente.
Voglio parlare delle 13 strutture che non riaprirete perché non lo potete fare, e su questo la chiarezza l’hanno fatta le tante risorse che il Governo ci ha messo a disposizione e che in maniera un po’ arraffazzonata cercate di distribuire sul territorio. Ma è molto chiaro cosa intendevate per piccoli ospedali perché nella fattispecie trasformate un ospedale in due piccoli ospedali, prima lo dicevano bene sia il Consigliere Carancini che la Consigliera Casini, e teorizzate che il modello Area vasta 2, che avevate demonizzato in campagna elettorale, sia da recuperare, cioè quello di distribuire su due presidi un ospedale, trasformando un ospedale di primo livello in due mezzi ospedali, che a questo punto, lo dico per i colleghi del territorio della provincia di Ascoli Piceno, poi toccherà agli altri, diventeranno i due ospedaletti che pensavate di aprire.
In questo momento l’unico ospedale di primo livello, ahimè, nella nostra regione è quello di Fermo, perché quello è inequivocabile, si sta costruendo, ha le caratteristiche, nessuno pensa di smezzarlo con qualcos’altro, c’è stata un po’ di visione e risorse investite, altrimenti avremmo compromesso l’intera risposta sanitaria anche in quella parte del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, ribadisco quello che ho sempre detto, dell’Assessore Saltamartini apprezzo l’impegno, il fatto che stia qua a rispondere a tutte queste interrogazioni, basta solo questo con tutti i problemi che ci sono, però non apprezzo i risultati perché non ci sono e credo anche che non sia una responsabilità completamente sua, se non quella forse che potrebbe fare di più per imporsi, perché lui sa ad esempio, tornando al tema, che quello che diceva il Consigliere Mangialardi adesso, il Consigliere Carancini prima o la Consigliera Casini, è la via, ma è una via tracciata dalle normative, è una via tracciata dall’organizzazione nazionale. Il Pnrr ci dice quello che si deve fare per ottenere quelle risorse, quali progettualità mettere in campo, e la progettualità è quella che avevamo delineato noi, la precedente Giunta, ma non per rivendicare qualcosa, perché mica siamo in campagna elettorale, ma per ristabilire la verità, perché dal mio punto di vista fare due mezzi ospedali di primo livello non è possibile. A Fermo prima che ci fosse la pandemia, prima del Pnrr, abbiamo previsto l’organizzazione in quella Area vasta, che poi era anche quella delle altre, l’ospedale di primo livello - d.m. 70 - da 150 a 300 mila abitanti che stiamo realizzando a Fermo, l’ospedale nell’area interna che guarda caso è interprovinciale perché serve tre province delle aree interne, gli ospedali di comunità che ci sono già, quello di Montegiorgio, Assessore Saltamartini, lo abbiamo inaugurato nel 2015, quello di Sant’Elpidio a Mare lo abbiamo ristrutturato ed inaugurato nel 2016/2017 non ricordo bene, le cosiddette case della salute, a Montegranaro già c’era, infatti voi la ristrutturate, Porto San Giorgio c’era, ci mettete la piscina terapeutica, certo la integrate e la migliorate perché ci sono le risorse del Pnrr, il distretto di Petritoli lo abbiamo inaugurato con il precedente Presidente e lo abbiamo fatto nel 2016, quindi c’era.
Quella è l’organizzazione, non potete vendere altre illusioni o fare promesse che poi sono irrealizzabili, quella è la via.
Ad esempio, per tornare su Ascoli Piceno, dovete prendere consapevolezza che nella provincia di Ascoli Piceno ci potrà essere un solo ospedale di primo livello, che tra l’altro è tra 150/300 mila abitanti, quella provincia ne fa 220 mila, solo che dovete dire dove lo mettete, noi lo sappiamo dove va messo.
Interrogazione n. 358
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Utilizzo risorse economiche previste dal Decreto del Ministro della Salute 30 novembre 2021 ‘Fondo per la promozione del benessere e della persona finalizzato a favorire l’accesso ai servizi psicologici’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 358 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il decreto ministeriale del 30 novembre 2021, di cui all’interrogazione a firma delle Consigliere Lupini, Ruggeri, dovrebbe comportare un finanziamento per la Regione Marche di 293.426 euro, che non risulta ancora versato nelle casse regionali, non appena le risorse saranno nella disponibilità dell’Assessorato, verranno predisposti gli atti progettuali relativi alle previsioni previste dal decreto stesso.
In particolare l’utilizzo dei suddetti fondi, cito letteralmente dalla nota dell’ufficio sanità e servizi sociali, sarà finalizzato al potenziamento reale delle cure tutelari con specifica attenzione ai servizi orientati alla prevenzione del disagio minorile e adolescenziale, quindi i consultori e le Umee. Tale scelta è motivata dall’incremento dei disturbi dello sviluppo e del malessere psicologico in una fascia di età che ha registrato un significativo aggravamento nel periodo pandemico con l’aumento di comportamenti autolesivi, di fenomeni di relazione suicidiaria e di tentativi di suicidio.
Si intende inoltre potenziare il servizio di psicologia scolastica istituito con la legge regionale 6 agosto 2021 n. 23, fornendo ulteriori risorse per effettuare interventi rivolti agli allievi: funzionamento sportello di ascolto, attività di sostegno all’orientamento, sviluppo di competenze chiare e sociali e civiche, sostegno allo sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo, sviluppo del senso di autostima e autoefficacia, contrasto al bullismo e cyberbullismo e diffusione delle dipendenze, prevenzione di comportamenti a rischio per la salute e istituzione di sportelli d’ascolto e supporto psicologico.
Fatta questa rapidissima rassegna degli interventi, credo che sia opportuno con le Consigliere, che hanno sempre dimostrato grande sensibilità su questi temi nel corso di questi primi mesi di consiliatura, verificare se ci saranno delle lacune da colmare. Comunque le risorse non appena saranno incassate dalla tesoreria della Regione verranno immediatamente utilizzate nel senso di cui alla risposta. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi rendo conto che questa nostra interrogazione è arrivata quasi anticipando i fondi, visto che il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 gennaio di quest’anno. Credo che sia necessario anticipare la programmazione e non arrivare oltre la metà dell’anno, è quello che fa la differenza rispetto ad una programmazione efficace e rispondente ai bisogni dei cittadini.
Questi fondi sono stati stanziati perché la popolazione ha sofferto di più, soprattutto i minori e gli adolescenti, come ha già detto nella risposta e come tante volte abbiamo sottolineato in quest’Aula.
Vorrei che chi ci ascolta potesse capire quali sono le azioni e le iniziative eleggibili per cui possiamo effettivamente programmare l’utilizzo di questi fondi, che sono 293.000 euro. Che siano pochi o tanti questo dipende molto da come verranno utilizzati, si può effettuare il potenziamento della rete territoriale dei consultori familiari e dei servizi sociali ed educativi. Tantissime volte abbiamo chiesto il potenziamento dei servizi di accoglienza, delle problematiche delle famiglie e della sofferenza, il potenziamento dei servizi telefonici dedicati agli adolescenti, quindi andando anche incontro ai loro linguaggi. Più avanti troviamo anche l’implementazione dell’uso delle videotecnologie per garantire l’accessibilità a questo tipo di attività erogate.
La pandemia ci ha insegnato che a volte un gap logistico si può colmare grazie alle nuove tecnologie, sicuramente i nostri ragazzi e le loro famiglie sono molto più abili nell’utilizzo di questi mezzi, di conseguenza va caldeggiato l’investimento rispetto a questo.
Non ultimo, si può andare a finanziare la formazione del personale rispetto ai temi toccati e soprattutto sottolineerei la possibilità di andare ad ampliare e consolidare la rete integrata dell’assistenza, ad esempio nel caso di pazienti oncologici, proprio in favore di quella che tanto si nomina, continuità assistenziale.
Vedete come nel decreto i distretti sanitari sono sotto l’attenzione e credo che questa sia una buona occasione per ricordare quanto sia importante la salute dei distretti sanitari per poter dare le risposte ai nostri cittadini, cittadine e utenti, soprattutto i giovani di cui si cerca di prevenire un ulteriore disagio. Grazie.
PRESIDENTE. A questo punto, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, dobbiamo mettere in votazione l’iscrizione della mozione 208 (punto 04 dell’ordine del giorno). Votazione aperta.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 208
ad iniziativa dei Consiglieri Menghi, Antonini, Biondi, Marinelli, Cancellieri, Mangialardi, Ruggeri, Rossi, Marcozzi, Ausili, Baiocchi, Santarelli, Latini
“Richiesta di azione tempestiva del Mise a tutela dell’emittenza televisiva locale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 208 dei Consiglieri Menghi, Antonini, Biondi, Marinelli, Cancellieri, Mangialardi, Ruggeri, Rossi, Marcozzi, Ausili, Baiocchi, Santarelli, Latini.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare il capogruppo della Lega e tutti i capigruppo di maggioranza e di opposizione che hanno accolto la richiesta ed hanno ritenuto di inserire con urgenza questo punto all’ordine del giorno, che vuole portare all’attenzione del Consiglio un impegno per la Giunta.
Qual è la questione di cui dibattiamo? E’ il passaggio alla tecnologia digitale terrestre delle emittenti locali. C’è stata una gara tempo fa, a livello nazionale sono risultate aggiudicatrice due realtà, in parte Rai e in parte Mediaset, che sul territorio nazionale diventano le fornitrici della rete per le emittenti che già esistono sul territorio.
E’ successo che il bando del Mise prevedeva la salvaguardia dei costi che le emittenti avrebbero dovuto pagare per le nuove tecnologie, il bando prevedeva la salvaguardia dei costi che sussistevano al momento dell’emanazione del bando stesso, invece che cosa è successo? C’è stata una sorta di distorsione del mercato, un mercato drogato, addirittura i prezzi sono saliti di 4/5 volte. Questo mette a rischio molte realtà del nostro territorio, tanto che nel Paese ed in molte regioni si sono verificate delle proteste perché il bando non ha garantito quello che in realtà prometteva di fare. Addirittura i prezzi sono aumentati di 4/5 volte rispetto ai prezzi praticati dagli operatori, ripeto, nonostante il bando avesse garantito.
Adesso c’è una pressione dell’apparato burocratico del Mise che impone la firma, addirittura entro il 18 febbraio, che non garantirebbe alle emittenti locali - preoccupazioni delle molte emittenti locali, nostre, marchigiane, ma non solo – reali garanzie sul futuro della loro sussistenza, soprattutto la garanzia di una comunicazione corretta, che molte fanno, assicurando un minore distacco tra cittadini e realtà di comunicazione, garantendo dunque una comunicazione più vicina ai cittadini.
E allora che cosa vogliamo chiedere? Vogliamo chiedere al Mise che si sospenda un momento questa procedura, che si diano le garanzie alle emittenti per una firma che sia consapevole, non un salto nel buio, con il rischio, ripeto, che molte non si sentiranno di accettare le condizioni che il mercato oggi ha prodotto.
Questa è una battaglia di legalità perché la correttezza dell’informazione è legalità, Noi sappiamo che nel nostro Paese qualche problemino lo abbiamo sulla comunicazione, non siamo tra i primissimi posti nel mondo per l’imparzialità dell’informazione, a pensar male ci si azzecca, ma se mettiamo in difficoltà le realtà esistenti magari si potrebbe presentare qualcuno che ha molta disponibilità economica.
Noi questo non lo vogliamo, noi vogliamo che quanto prevedeva il bando del Mise venga rispettato e allora c’è la necessità di sospendere questa procedura, di fare chiarezza, di garantire le realtà locali, di riportare i costi a quelli che, si era promesso, dovevano essere assicurati.
Quindi, questa è una mozione che vuole impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente con il Ministero dello sviluppo economico e qui faccio appello a tutte le forze politiche che hanno deciso di sottoscrivere l’urgenza di questa mozione perché nel Governo di unità nazionale queste questioni vengano risolte con la responsabilità di tutti i soggetti che hanno la possibilità di incidere.
Noi sappiamo che le voci di protesta si stanno sollevando da tutte le parti d’Italia, per cui occorre fermarsi, chiarire e garantire quello che il bando prevedeva.
Mi auguro che questa sia un’occasione per la politica e un obiettivo per la nostra Regione di fare un servizio, considerato che il problema è stato sollevato anche altre Regioni, un problema sollevato da molti, quindi spero che sia una occasione di buona politica, che le emittenti televisive del nostro territorio regionale ci chiedono. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLLIERI. Grazie, Presidente. Semplicemente per ribadire con forza tutto quello che ha detto la Consigliera Menghi che ha toccato proprio il punto. Penso che questo Consiglio tutto, intero, debba difendere l’importanza delle emittenti televisive locali, che sul piano dell’informazione e della comunicazione rivolta alle nostre comunità sono espressione di radice, di territorio, di cultura locale, sono le cantrici vere del nostro territorio. Le nostre emittenti televisive locali raccontano la nostra quotidianità e le nostre questioni e aiutano molto anche la politica locale nel comunicare quello che si fa o quello che si vorrebbe fare, facilitano e promuovono il dibattito locale.
Grande rilevanza e difesa da parte di questo Consiglio deve essere data, come diceva la Consigliera Menghi, alle emittenti televisive locali che non possono sottostare a contratti capestro, a contratti dispendiosi, com’è nella previsione prossima futura. Sono spesso a gestione familiare e per mantenersi non possono sostenere spese eccessive, anche alla luce delle sponsorizzazioni che dopo la crisi economica non riescono più ad avere. Quindi, per questo e per tante altre ragioni questa mozione è giusta, puntuale, appropriata e va fortemente sostenuta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intanto mi sento di dimostrare la vicinanza e un ringraziamento del nostro gruppo a tutte le emittenti televisive di questa regione ed interregionali per l’enorme lavoro che fanno, per il periodo che hanno attraversato e che stanno attraversando. Ovviamente la crisi economica pandemica stratificata, inseguita, ha determinato grandi problematiche per il loro sostentamento, nonostante questo si sono sempre messe a disposizione del territorio, dai percorsi più semplici a quelli dell’informazione che cercano di strutturare in maniera molto professionale, molto competente, con gli approfondimenti e anche con le reinterpretazioni delle situazioni che determinano.
Abbiamo condiviso immediatamente questa mozione anticipandola pure perché i tempi sono ahimè molto serrati. Il bando per la riassegnazione delle frequenze è nazionale, sembrava avere nella sua strutturazione degli elementi di garanzia anche per le emittenze regionali, che potessero essere garantite nella loro permanenza, ahimè, invece il mercato, nonostante tutto, è particolarmente competitivo e quello che si potrebbe determinare è una distribuzione non corrispondente alle attuali capacità di occupare le frequenze dalle televisioni che hanno quell’elemento che dicevamo prima.
Lo so, i tempi sono molto serrati, l’azione è stata trasparente e pubblica nel suo percorso, non so quanto si possa incidere oggi, è ovvio però che le azioni che possiamo fare di nostra competenza le dobbiamo mettere tutte in campo, Questa è quella che impegna il Presidente e la Giunta a porre il tema alla Conferenza delle Regioni perché non è solo per le Marche, ma anche per le altre realtà territoriali e si sta evidenziando, come purtroppo il mercato spesso determina, che in momenti di difficoltà chi ha maggiori risorse riesce a strutturarsi più rapidamente e può condizionare, può sconvolgere l’impostazione che finora si ha avuto.
L’atto sarà votato spero all’unanimità da questo Consiglio, con tutti i limiti che ci sono sul piano temporale, sulla possibilità di incidere, però c’è una ferma convinzione da parte del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Questa la reputo una delle tante questioni importanti di cui non si parla, che ha effetti rilevanti e spesso immediati sui cittadini, io le definisco “i soliti pastrocchi nazionali”, che incidono negativamente sulle comunità locali, quindi noi come Civici Marche, che siamo una forza civica territoriale e regionale, non possiamo che plaudire ed appoggiare questa iniziativa perché non possiamo tacere sul discorso del pluralismo e sulla tutela del lavoro.
Ringrazio i gruppi che hanno sostenuto questa iniziativa e ringrazio soprattutto la Consigliera Menghi che l’ha proposta.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei ribadire ciò che ha detto anche il mio capogruppo e ringraziare per questa proposta che avevamo anche noi messo in evidenza con degli appelli, rivolgendoci anche direttamente al Mise.
C’è un punto in questa mozione che voglio sottolineare, oltre alla scadenza imminente del 18 febbraio per cui siamo qui oggi con urgenza ad impegnarci affinchè il Mise accolga la nostra richiesta, le proposte economiche presentate dalle società aggiudicatarie sono risultate dalle 4 alle 5 volte superiori ai prezzi attualmente praticati ed io, che conosco benissimo questo mondo perché ci ho lavorato per 20 anni, posso confermare che questo significherebbe la totale chiusura, la morte della maggior parte delle emittenti televisive locali marchigiane, che sono piccole, che hanno da un minimo di 2 ad un massimo di 10/20 dipendenti quelle più grandi, però sono risorse fondamentali perché contribuiscono a dar voce ai cittadini, alle istituzioni e di cui nessuno può fare a meno, non solo per una questione di pluralismo dell’informazione che deve essere garantito, ma anche perché danno la possibilità ai cittadini di avere un’informazione sempre corretta, trasparente e puntuale anche su temi di interesse locale.
Ribadisco che voteremo questa mozione, mi auguro che non solo sia votata in Aula, ma che abbia un effetto sul Mise in modo da rafforzare gli appelli che noi avevamo già lanciato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. In primis ringrazio la Consigliera Menghi per la tempestività di questa proposta.
I tempi sono molto stretti, dobbiamo subito approvare questa mozione, magari all’unanimità.
Condivido gli interventi di tutti i Consiglieri che mi hanno preceduto perché tutti hanno colto il problema e la necessità da un lato di mantenere questo pluralismo dell’informazione locale e dall’altro di cercare di preservare anche i tantissimi posti di lavoro perché, come ha detto correttamente la Consigliera Vitri, che ha una esperienza professionale personale, molte volte le emittenti locali riguardano anche piccole realtà, anche a gestione familiare, e questo pagamento le metterebbe sicuramente in ginocchio.
Quindi il nostro è un compito politico, un indirizzo da dare velocemente per cercare di porre rimedio a questa situazione nell’imminenza della predisposizione dei contratti. Sicuramente nella contrattualistica privata c’è stato un mancato controllo anche da parte del Mise affinché i concessionari, che hanno avuto la possibilità di stipulare questi nuovi contratti, seguissero le direttive principali che erano state previste nel bando.
Grazie ancora alla Consigliera Menghi, grazie a tutti e speriamo di fare qualcosa di utile per tutte queste piccole realtà che danno un contributo essenziale alla pluralità dell’informazione all’interno del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie Presidente. Per me è un grandissimo onore intervenire in questo dibattito perché, al di là degli aspetti che sono stati evidenziati e sottolineati dai colleghi: il piano occupazionale, le piccole televisioni, tutto quello che vogliamo, ma qui siamo al cuore del sistema democratico, così come è stato configurato dalla sua nascita e dalla sua evoluzione fino ai nostri giorni. Se non ci fosse stato Thomas Paine con i suoi papers noi non avremmo mai scritto il diritto alla libera espressione ed al pensiero già nella Costituzione di Filadelfia del 1791 e non avremmo neppure, senza i libri di John Stuart Mill (On liberty), l’idea che il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero si contrappone, anzi si calibra con il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata.
Noi abbiamo il diritto di essere informati e c’è un dovere di formazione dell’opinione pubblica, come dicevano gli antichi greci che avevano coniato il termine “parresia”, cioè il diritto-dovere di dire la verità e per dire la verità occorreva dire tutto ciò che si aveva in mente. Noi non possiamo immaginare che una parte dell’opinione pubblica non possa essere informata nel dettaglio così come sta avvenendo semplicemente perché per ragioni di bilancio pubblico vengono tagliate queste testate libere che onorano il diritto di stampa, il diritto di informazione.
Pensiamo che mentre questi diritti di libertà, che configurano lo stato moderno basato sulla divisione dei poteri, stato di diritto, e su base costituzionale, si andavano a configurare prima nel Regno Unito e negli Stati Uniti, lo Statuto Albertino scriveva nel 1865 “la stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi”. Noi siamo arrivati a questa configurazione moderna solo nel 1948 con l’articolo 21, non dimentichiamoci questo. L’opinione pubblica, - la democrazia nel nostro Paese così giovane, con la Costituzione del ’48 - si è formata grazie alla stampa, poi evidentemente c’è la possibilità di non condividere certe testate, certi giornalisti, il loro modo di operare.
L’altro tema di fondamentale importanza, che voglio sottolineare, è la presenza dell’ordine dei giornalisti, che configura una categoria di professionisti con il compito di dire la verità sui fatti riportati nella cronaca, che ci pone di fronte al problema che si manifesta con i nuovi social, per cui viene diffusa una serie di informazioni talvolta palesemente falsa che disorienta l’opinione pubblica. Quindi, le piccole emittenti ed i giornalisti sono il presidio della democrazia perché hanno il compito di dire la verità, soprattutto di riportare le notizie che hanno un fondamento storico ed anche confutare tutta quella gran mole di informazioni che circolano sulla rete che sono palesemente infondate e che ledono i principi di libertà, di democrazia e di partecipazione dei cittadini.
Oggi è un bell’esempio, secondo me dovremmo fare qualcosa in più oltre a questo atto, vediamo magari, se passa questa mozione che pone questo pesantissimo peso sulle imprese di informazione, se può partire da questa Assemblea un disegno di legge che possa incidere su un finanziamento dei piccoli giornali e delle piccole testate di informazione, lo possiamo fare perfettamente, se da un lato si prende con le tasse, dall’altro si può prevedere delle misure di sostegno.
Mi permetto di dire che si potrebbe prevedere che nel bilancio della Rai, che come voi sapete si finanzia attraverso una autonoma tassa, una percentuale di 0,02 per mille potrebbe essere indirizzato a finanziare la libera informazione.
Noi siamo qui tutti insieme oggi per mettere un puntello basilare alla libertà di informazione, soprattutto all’articolo 21 della Costituzione di cui ci onoriamo di conoscere e condividere il fondamento perché questa è la libertà del nostro Paese, perché questa è l’Italia democratica, capace di fare delle battaglie, di confrontarsi, di scontrarsi tra maggioranza e opposizione, in grado di indicare alle future generazioni quali sono le battaglie storiche che è necessario individuare, che raccolgono tutte le forze parlamentari e democratiche che nel nostro Paese si impegnano per avviare l’Italia verso i suoi più alti ed immancabili destini.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Anche noi come gruppo Forza Italia condividiamo in pieno questa mozione, anzi ringrazio la Consigliera Menghi per la tempestività con cui l’ha presentata, anche se i tempi sono ristretti.
C’è la necessità di mantenere il pluralismo della comunicazione locale e, soprattutto, il piano occupazionale a causa del peso sulle imprese che fanno informazione in un momento storico in cui la comunicazione con la popolazione è essenziale, anche per un costante e doveroso aggiornamento.
E’ opportuno che questa amministrazione regionale metta in atto qualsiasi azione tesa a fornire l’informazione corretta, certificata ed esaustiva, quale unico strumento per contrastare la miriade di supposizioni che non fanno altro che generare confusione e purtroppo anche tensioni sociali.
Ecco perché non ci si può non attivare per garantire una stabilità nei limiti delle competenze politico/amministrative della Regione, per riconoscere e favorire tutti i canali che forniscono una corretta e democratica informazione, quindi, questa mozione va nella direzione giusta e ci auguriamo che da questa assise si possa fare qualcosa in merito a questa problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Consigliera Menghi perché attraverso questa sua mozione, firmata anche da altri Consiglieri, ha dato la possibilità anche agli altri gruppi consiliari, che ho visto hanno firmato all’unanimità, di intervenire su un tema molto importante sancito dall’articolo 21 della Costituzione: tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni mezzo di diffusione.
Le piccole realtà danno voce in senso plurale ad una informazione, danno un piano occupazionale, danno anche la possibilità, ed io dico il dovere, di formarsi ad una opinione pubblica che oggi viene fortemente spinta attraverso i social, attraverso una informazione spesso guidata dalle nuove tecnologie, che spesso può essere puntualmente non corretta.
Abbiamo un senso fragile della comunicazione, questa fragilità sta nei più piccoli, nei ragazzi, nelle nuove generazioni, come negli anziani, perché gli anziani spesso sono lontani dai social, lontani dalle nuove forme di comunicazione e vedono nelle testate locali una rappresentanza anche popolare, vedono l’intrattenimento, vedono la comunicazione di quelle che sono le proprie radici. Pensiamo solo alle feste popolari, alle feste che vengono raccontate sulle emittenti locali dalle pro loco, senza queste testate questa informazione ad uno strato anche fragile della nostra popolazione marchigiana non arriverebbe.
Dico che sin dall’inizio del mio mandato sono stato sempre dalla parte dei cittadini, dalla parte delle minoranze, anche dalla parte della libertà di informazione e quindi grazie alle emittenti del territorio noi siamo giornalmente informati sull’evoluzione. Siamo anche tenuti a risarcire come Consiglieri regionali questo impegno, impegno che abbiamo scritto in questa mozione, entrambi i punti impegnano la Giunta regionale nei confronti del Mise, per questo ringrazio per gli approfondimenti i miei colleghi che sono intervenuti, in particolar modo la Consigliera Menghi che ha dato il là a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Volevo ringraziare la proponente Consigliera Menghi per aver sottoposto alla nostra attenzione questo testo che è stato firmato da tutti i capigruppo, so che ha lavorato in emergenza perché ha avuto poco tempo per buttarlo giù. Mi sembra che le richieste siano assolutamente condivisibili perché la richiesta di pluralismo e verità nell’informazione è fondamentale e riguarda tutti noi.
Mi fermo qui e dico che il Movimento 5 Stelle voterà a favore di questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Brevemente, per ringraziare il Consigliere Marinelli che mi ha dato la possibilità di esprimere la dichiarazione di voto, chiaramente favorevole per il gruppo Lega, anche per ringraziare tutti i gruppi consiliari che hanno ritenuto importante questa occasione di confronto, come l’Assessore Saltamartini che ci ha illuminato sulla questione centrale del diritto all’informazione, che abbiamo con questa mozione la possibilità di esercitare concretamente.
Chiudo con una nota di speranza rispetto alle affermazioni del Consigliere Mangialardi dicendo di impegnarci tutti, Ministero e Sottosegretario del PD, che segue espressamente questo argomento, per arrivare ad un risultato che non è impossibile, ma è doveroso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Solo per dire che anche il gruppo Fratelli d’Italia, che ha sottoscritto questa mozione, voterà a favore per i motivi che sono stati detti molto bene da chi mi ha preceduto. Evidentemente le emittenti locali sono un punto di riferimento per tanti cittadini marchigiani e per questo devono essere tutelate.
Colgo l’occasione per ringraziare ovviamente i Consiglieri proponenti e tutti i capigruppo che hanno deciso di sottoscrivere questa mozione.
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione devo dire che hanno sottoscritto la mozione n. 208 anche i Consiglieri Serfilippi, Mastrovincenzo, Lupini e Pasqui.
Mozione n. 208. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 102
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Bora, Biancani, Vitri
“Ratifica impegno copertura aumento costi applicazione nuovo CCNL Sanità Privata ed applicazione dello stesso alle strutture di riabilitazione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 102 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Bora, Biancani, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Si tratta di una mozione presentata 7 mesi fa riguardante il contratto collettivo della sanità privata che è scaduto da 14 anni, che è stato poi sottoscritto nuovamente l’8 ottobre 2020 dal Ministero della salute, dall’Associazione italiana ospedalità privata, da Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari) e dalle organizzazioni sindacali.
Questo contratto però non si applica ai Centri di riabilitazione che alla data dell’8 ottobre 2020 applicavano il contratto collettivo nazionale di lavoro Aris del 5 dicembre 2012.
In sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome tutti hanno assunto l’impegno formale di farsi carico del 50% dei costi del rinnovo contrattuale. Più volte la Presidenza della Conferenza delle Regioni ha sollecitato le Regioni ad adottare ogni utile iniziativa per tradurre gli impegni assunti in atti concreti, avviando anche a livello territoriale i necessari confronti con le associazioni datoriali.
Fino ad oggi, o perlomeno fino a quando la mozione non era stata sottoscritta e presentata, erano otto le Regioni che ancora non avevano ratificato l’impegno nazionale, tra queste purtroppo anche le Marche, impegno, ripeto, ad intervenire con una quota pari al 50% dell’aumento dei costi contrattuali.
A questo si aggiungono le differenze salariali tra la sanità privata ospedaliera e la sanità privata riabilitativa dove le retribuzioni sono molto più basse rispetto alla prima.
La mozione impegna il Presidente e la Giunta regionale ad accelerare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine della ratifica dell’impegno assunto in sede di Conferenza Stato-Regioni e ad intervenire con una quota pari alla metà dell’aumento dei costi contrattuali.
Ricordo che stiamo parlando di fisioterapisti, logopedisti, educatori, psicologi, assistenti sociali, personale amministrativo, si tratta di riconoscere a tutte queste persone la dignità del loro lavoro e la loro professionalità.
L’ultimo impegno che chiediamo con questa mozione alla Giunta regionale è quello di aprire un confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine di verificare le iniziative volte a porre in essere ogni azione necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’estensione dell’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità privata anche ai centri di riabilitazione.
So che in questi mesi ci sono stati vari incontri con le organizzazioni sindacali, ma mi sembra che finora tutto sia ancora fermo, invece è auspicabile che ci si adegui a quanto previsto dalla Conferenza delle Regioni dando una risposta concreta a questi lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ho sottoscritto con convinzione questa mozione presentata dal Consigliere Mastrovincenzo in quanto mette in luce una delle tante carenze della Giunta regionale in materia di sanità.
La mancata copertura della quota relativa all’aumento dei costi in applicazione del contratto collettivo sulla sanità privata è solo uno dei tanti temi che configurano un disimpegno della Regione su molti fronti, con immediate ricadute negative sugli operatori del settore e sui cittadini.
Penso ad esempio alle quote mancanti della Regione rispetto alle Rsa che hanno comportato un aumento delle rette a carico degli anziani, bisognosi e fragili. Le mancate coperture infatti si scaricano immediatamente sugli utenti comportando dei rincari che vanno a riguardare non certo lo strato più ricco della popolazione, bensì gli anziani in difficoltà.
Sarebbe da questo punto di vista necessario aggiornare anche il piano dei fabbisogni per avere delle nuove convenzioni. Ci troviamo come è noto in un trend che appare ormai come un destino ineluttabile, la popolazione marchigiana va invecchiando e con l’aumento dell’età media diventano più urgenti e pressanti i bisogni di cura, di riabilitazione e di assistenza.
La Regione dovrebbe ampliare l’offerta e renderla più accessibile, al contrario, invece, assistiamo ad un aumento dei costi a carico dei cittadini e ad un peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori.
Non si può andare avanti così, serve un immediato cambio di rotta sulla sanità regionale. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Noi non possiamo essere contrari a questa mozione e siamo consapevoli che il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per discutere di una quota parte dell’aumento dei costi contrattuali, affrontando anche il tema dell’applicazione del contratto collettivo nazionale sulla sanità privata anche ai centri di riabilitazione, sia necessario.
Vi informo che la Regione ha già avviato un Tavolo di confronto con le associazioni, però dobbiamo anche dire che i ristori dallo Stato ancora non sono arrivati.
Un confronto è già stato avviato con le parti in questione per arrivare, questo sì, ad una definizione della problematica, la più chiara e ponderata possibile, valutando anche concretamente l’importanza dei centri di riabilitazione che insistono nella nostra regione, quindi, il Tavolo lo abbiamo già fatto e ci adegueremo per dare una risposta concreta.
Non siamo assolutamente contrari a questa mozione, però il tavolo è già stato avviato per una soluzione della problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Si, è vero che il Tavolo è stato convocato, ma non ha dato nessuna risposta certa, inoltre, da quello che mi risulta, è stato convocato l’ultima volta circa tre mesi fa, mentre c’è l’urgenza di risolvere questa questione perché c’è una disparità di trattamento tra alcuni soggetti che hanno stessa e identica professionalità di altri, che invece hanno un pagamento maggiore.
Credo che sia giusto che la Regione Marche applichi ed acceleri i termini per l’applicazione del contratto anche ai centri di riabilitazione e penso che questa mozione possa essere votata da tutti proprio perché ha un obiettivo che viene tra l’altro stabilito dal punto di vista normativo, dunque, non c’è una forzatura nei confronti della Giunta, a maggior ragione se il Tavolo è stato attivato ed aperto. Noi diciamo che il Tavolo deve proseguire e deve essere concluso con un accordo sindacale, pertanto, non vedo quale difficoltà ci sia a votare una mozione che è così chiara e con un obiettivo di interesse generale perché, come è stato detto dai colleghi, oltretutto nei centri di riabilitazione si offrono dei servizi che sono integrativi del sistema sanitario pubblico regionale, hanno un’importanza grandissima, soprattutto per quello che riguarda gli anziani e in particolare gli anziani nel post operatorio.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Per dire alla Consigliera Casini che problemi non ce ne sono nel momento in cui c’è una interlocuzione corretta da parte dei proponenti e non l’occasione per andare addirittura a ripescare vecchie polemiche come quella relativa alle Rsa o alle case di riposo.
Che significa? Significa che se vogliamo discutere di questa questione lo facciamo, c’è un Tavolo tecnico di cui fanno parte i dirigenti della Regione Marche, oltre che sotto l’egida dell’Assessorato, che sta arrivando ad una definizione, ma dobbiamo anche dire, perché le problematiche vanno dette nella chiarezza dei fatti, che la riabilitazione è un tema non delicato per la Regione Marche, molto di più in quanto nel corso degli anni abbiamo fatto la scelta di lasciare quasi completamente la riabilitazione alla sanità privata e questo è un vulnus, lo dico da cittadina. Mesi fa parlavo in quest’Aula di molte mamme …, ho dovuto fare appello alla sanità privata perché prendessero in carico bambini che hanno bisogno di riabilitazione, per fortuna l’hanno fatto, ma occorre chiarezza su un aspetto, lo Stato nel 2020 ha detto alle Regioni, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni di anticipare, ci sono quelle che hanno potuto anticipare anche il 100%, questo è un dato di fatto, ma non sono nelle stesse condizioni della nostra, e su questo bisogna essere chiari, senza rivangare responsabilità o colpe, non sono nelle stesse condizioni della Regione Marche, che ricordo essere in transizione, con una serie di questioni molto delicate sulla sanità privata, legate sia al tetto di spesa che alla sanità privata. Nel 2015 lo Stato insieme alla spending review aveva invitato la Regione Marche a fare attenzione all’aspetto della sanità privata, invece, senza accuse, senza rivangare il passato, ma esponendo fatti, noi abbiamo purtroppo aumentato il deficit, molto spesso con la “scusa” della mobilità passiva, che peraltro non è stata nemmeno risolta.
C’è un problema, c’è un tema da gestire di cui questa amministrazione, l’Assessorato e tutta la maggioranza si faranno carico perché siamo persone responsabili che gestiscono i problemi e danno soluzioni. Sarà uno dei nodi che questa amministrazione risolverà, ma per cortesia non venite a raccontarci che se non fate le mozioni qua non succede nulla, non facciamo niente perché la realtà è ben diversa, le problematiche da gestire sono tante e la sanità privata è una di queste.
Chiudo, ringraziando i molti operatori della riabilitazione che purtroppo ho conosciuto anche personalmente per evidenti motivi, sapete che la riabilitazione in questo Paese è stata considerata una sorta di ancella minore della medicina, quando invece dovrebbe essere per persone come me uno stile di vita, invece la riabilitazione per i disabili è stata considerata in questo Paese, qui non voglio dare colpe a nessuno, come un optional.
Nella nostra Regione l’abbiamo completamente delegata alla sanità privata che per fortuna se ne è fatta carico, però, ripeto, su questo abbiamo anche le problematiche del tetto di spesa della sanità privata e mi pare che anche in quest’Aula esponenti dell’opposizione tempo fa richiamavano all’attenzione. Quindi, se vogliamo seriamente affrontare i problemi chiedo una sospensione per fare una risoluzione comune che porti insieme a farci carico di un problema, di cui già ci stiamo facendo carico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Sull’ultima proposta della Consigliera Menghi si occuperà il gruppo, ma ascolto la Consigliera Menghi e ogni volta quest’ansia di tuttologia viene più forte di lei.
Intanto le voglio dire che, Consigliera Menghi, se siamo una Regione in transizione - se lei avesse letto il bilancio, c’era nella relazione dei tecnici - è perché sono stati modificati i parametri. Aggiungo che questo passaggio paradossalmente è un elemento positivo perché aggiunge risorse, pertanto l’argomentazione negativa rispetto a chi c’era prima, circa il fatto che siamo passati in transizione, è una grande sciocchezza.
Credo che il Consigliere Mastrovincenzo abbia posto il tema non pretestuosamente, ma con un grande rispetto per tutti, non c’era nessuna polemica, ha raccontato dei fatti puri e semplici ed è sufficiente leggere la rassegna stampa per capire cosa è accaduto. Ha posto sul tavolo di questo Consiglio regionale un atto che potrebbe essere a beneficio non delle aziende, ma bensì dei lavoratori. Quindi, Consigliera Menghi, non parliamo di azienda privata, parliamo di lavoratori.
Il Consigliere Mastrovincenzo, come suo solito, pone l’attenzione e uno sguardo di sensibilità rispetto a questo tema e dice che i lavoratori della sanità privata, in special modo nel settore della riabilitazione, sono pagati abbondantemente di meno di quelli pubblici.
E’ un tema semplice, non c’è bisogno di polemiche rispetto al passato. Adesso citerò un fatto che secondo me è abbastanza criticabile, per cui credo che si possa votare tutti favorevolmente. In realtà gli strumenti già ci sono, c’è stata una Conferenza Stato-Regioni che ha fatto si, con tante sollecitazioni prima del Presidente dell’Emilia Romagna e adesso del Presidente del Friuli-Venezia Giulia, che si potesse utilizzare, sfruttare, il 50% dell’aumento, come ha detto correttamente il Consigliere Mastrovincenzo, per integrare, soprattutto in acconto della firma di un nuovo contratto collettivo, quindi sarebbe inclusivo di questo.
Ogni altra polemica non serve, serve ad aprire una questione, ma su questo ci conosciamo da tempo.
In realtà la vicenda ha abbastanza dell’incredibile, noi utilizziamo un ossimoro “eroi a basso costo”, questi sono eroi a basso costo che arrivano a prendere anche 400 euro lorde in meno rispetto alla sanità pubblica ed io credo che di questo sia importante occuparsene perché in realtà è una sanità privata relativa, è la stessa sanità, Consigliera Menghi, del sistema generale ed anche locale a cui deve ricorrere nelle vicende purtroppo delle lacune complessive come lei sosteneva.
Ricordo a lei ed all’Assessore Saltamartini, a cui chiedo su questo una posizione, che il 18 novembre 2020 una delibera della Giunta regionale aumentava - ovviamente a fronte di un servizio della Koss Care rispetto alla vicenda del Covid - i costi, metteva a disposizione dei costi maggiori per la Regione fino al 40%, data l’applicazione della tariffa per strutture accreditate per quanto riguarda la possibilità di utilizzare posti letto noi abbiamo fatto comprensibilmente, non voglio neanche arrivare alla critica, il 40% in più. Ovviamente con una analisi dei costi sarebbe interessante capire se per i dispositivi di protezione individuale il privato ha speso il 40% in più, io ho qualche dubbio, sarebbe interessante per esempio che la Regione chiedesse una rendicontazione su questo, ma diamo per certo il 40% in più, mi chiedo come mai una Regione che dà il 40% in più, oltre a tutto l’insieme dell’accreditamento, non possa esigere per i dipendenti, che di fatto sono dipendenti che servono il pubblico, del settore riabilitativo quelle risorse a cui hanno diritto.
Questo è il tema, non c’è altro, non c’è una polemica, c’è solo la volontà di fare luce su una vicenda ed io dico su una mozione che ha tra gli obiettivi esclusivamente quelli di riattivare, alimentare, mi viene da dire di sostenere l’Assessore alla sanità perché se il Consiglio regionale vota una mozione come questa evidentemente l’Assessore alla sanità sarebbe più forte e potrebbe all’interno del Tavolo, anche nei rapporti con la Giunta, dire: “Ma è pensabile che noi ai dipendenti che curano le nostre persone, che stanno dentro l’accreditamento, dobbiamo pagare di meno rispetto al pubblico?” E’ una questione giusta questa? E’ una questione di cui farsi carico? Penso di sì, farsene carico anche con priorità rispetto ad altre, ecco perché credo che la mozione del Consigliere Mastrovincenzo debba essere, spero, condivisa, soprattutto far sì che venga ribaltata nel quadro della discussione in un’ottica propositiva e positiva verso l’epilogo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Innanzitutto quello che andiamo ad affrontare è un tema molto delicato e molto serio perché riguarda in particolar modo un comparto importante, soprattutto i lavoratori, che hanno visto l’aggiornamento del contratto collettivo nazionale per i propri colleghi, restare invece, per quanto riguarda il comparto della riabilitazione …, che, lo ricordavano anche negli interventi precedenti al mio, ha un forte impatto nel tessuto privato della sanità delle Marche.
Ripercorrendo la storia che è stata riportata in questa mozione si dice, mettendo un po’ in secondo piano quello che è il vulnus reale di questa situazione, che il contratto collettivo relativo al comparto della riabilitazione non è stato aggiornato a livello nazionale e il Governo, lo Stato, non ha messo le risorse necessarie ad adeguare le legittime richieste ed aspettative dei lavoratori di questo comparto, che, ripeto, ha nel rapporto tra sanità pubblica e privata nella nostra regione la quasi totalità della riabilitazione.
Nel corso degli anni le scelte fatte dall’impostazione sanitaria regionale hanno quasi integralmente delegato la riabilitazione al comparto privato …, questo va detto per spiegare le ragioni per cui il Tavolo, che è già stato aperto …, e questa credo che sia la prima questione che andrebbe rivista nella mozione per poter arrivare ad una risoluzione condivisa, perché il problema c’è, è riconosciuto, vogliamo intervenire e stiamo intervenendo.
L’Assessorato ha già avviato degli incontri insieme ai tecnici perché, al di là della facile demagogia nella quale credo che non dovremmo perderci, se l’obiettivo è quello di arrivare ad una risoluzione, quindi a una soluzione concreta del problema per questi lavoratori, va anche chiarito che l’impegno assunto in Conferenza Stato-Regioni è stato preso senza individuare le coperture economiche, nella consapevolezza, immagino, se chi gestiva la sanità aveva contezza di ciò che faceva, che già il rapporto della spesa consentita verso il privato nella Regione era full e il rapporto fra l’investimento pubblico e l’investimento privato nella sanità vedevano nelle Marche la spesa nei confronti della sanità privata già abbondantemente erogata, e questi, che sono soldi che legittimamente devono arrivare ai lavoratori, andranno però in quella bilancia ad inserirsi nelle spese verso la sanità privata.
Allora, da questi che sono anche dei parametri ai quali gli uffici, i tecnici, chi rispetta le norme devono attenersi, va di pari passo la seconda parte che manca in questa risoluzione ed è certamente quella dell’aggiornamento a livello nazionale del contratto. Non possiamo fingere che la competenza sia solamente regionale e che la Regione sia inadempiente, ma urge che il Ministero avvii e faccia, come per il resto del comparto privato, un adeguamento contrattuale mettendoci ovviamente le risorse.
Voglio ricordare che quando all’interno della Conferenza Stato-Regioni è stata approvato questo probabilmente non c’era stato ancora tutto l’impatto che il Covid ha avuto, anche economico, parlando della nostra sanità. Voglio ricordare anche per chiarezza e completezza di informazione che le Marche stanno ancora attendendo di avere quella componente di spesa aggiuntiva da parte del Governo per tutte le misure e le spese che sono state avanzate per fronteggiare l’emergenza Covid.
Se vogliamo, credo che possa essere il risultato al quale tendere tutti, dare un segnale giusto nei confronti di questi lavoratori, che rivendicano giustamente un diritto - troppo spesso ci troviamo di fronte ad un sistema che attraverso le cooperative non valorizza adeguatamente ed economicamente, parlando di lavoro, questi professionisti, ce lo dobbiamo dire anche rispetto alle formule contrattuali che sono state scelte nel corso degli anni - se vogliamo dare un segnale concreto nei confronti di questi lavoratori non dobbiamo dimenticare la realtà dei fatti, non dobbiamo dimenticare la storia e non dobbiamo dimenticare che quel Tavolo è aperto e chiedere quindi la prosecuzione e non l’apertura, visto che già c’è.
Credo anche sia importante che un sollecito venga, non solo per un anticipo delle risorse, al quale si sta lavorando con queste difficoltà e con i vincoli che ci sono, ma anche e soprattutto un adeguamento ed una dignità che arrivi ovviamente dal Ministero con tanto di adeguate risorse economiche.
Confermo e rilancio la proposta di arrivare ad una risoluzione che possa essere approvata all’unanimità da quest’Aula, non trasformare una battaglia legittimamente avanzata dai lavoratori in una semplice bagarre politica che non porterebbe sicuramente ad aiutare i lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Molto velocemente. Intanto, se guardiamo, la data in cui il primo firmatario Consigliere Mastrovincenzo ha depositato questa mozione è il 29 luglio, un tema che, come abbiamo detto a più voci, non ha bisogno di nessuna polemica e nella mozione presentata non ce n’è. Poniamo una questione impellente, l’unica cosa che dobbiamo verificare è che sono passati 8 mesi, non è accaduto assolutamente nulla e ci sono disparità di trattamento di quel personale che a seconda delle circostanze e delle situazioni osanniamo quando è competente e quando si presta, invece poi lasciamo con un contratto che non ha una ratifica adeguata.
Da parte nostra penso non ci siano problemi per aggiornare la mozione rispetto alle vicende che ci sono e vi sollecito a tenetela libera da qualsiasi considerazione polemica che può emergere perché non c’è nessun tipo di volontà in questi termini, non la vogliamo e non c’era nella matrice iniziale.
Il fatto che ci siano soggetti privati convenzionati credo che sia un elemento rafforzativo del nostro sistema e dovremmo comunque, al di là delle scelte che sono state fatte nel passato, sulle quali poi potremmo anche confrontarci …, ma qui il tema non è in questi termini, parliamo di lavoratori, parliamo di professionisti, parliamo di organizzazioni che hanno bisogno di essere riconosciute per la loro competenza. Quindi da parte nostra cogliamo positivamente le indicazioni che sono pervenute ed anche la condivisione, se si tratta di aggiornare la mozione e riadeguarla rispetto alle considerazioni che sono emerse per noi non c’è nessun tipo di problema, anzi penso che sia, come abbiamo già detto, utile per la Giunta e per l’Assessore per avere uno strumento rafforzativo nella direzione che tutti oggi, mi sembra di capire, vogliamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Credo che sarebbe un pessimo segnale se questa mozione non venisse approvata, previ eventuali integrazioni, aggiustamenti, per carità, magari si sentono un attimo i capigruppo, però, ripeto, sarebbe un pessimo segnale.
Tra l’altro questa mozione, l’ha detto bene il Consigliere Carancini, quindi non ripeto il suo intervento nel merito, nel metodo dà forza all’Assessore alla sanità, dà forza alla Regione affinché possa fare fino in fondo la sua parte per ciò che le spetta e la possa fare anche nei confronti del Governo nazionale perché questa mozione dà forza anche in questa direzione per farsi assegnare quelle risorse di cui la Regione ha diritto.
Il tema della equiparazione, perché di questo si dovrebbe trattare, dei trattamenti tra coloro che operano nella sanità privata, che poi molto spesso è convenzionata, e quelli che lavorano nel pubblico è centrale, secondo me sempre, lo è ancora di più in questi momenti così particolari che hanno visto gli operatori del privato insieme agli altri e qualche volta più degli altri fronteggiare l’emergenza sanitaria nel nostro Paese e nella nostra regione. E’ un fatto tra l’altro di giustizia perché non è solo un tema di disparità tra lavoratori, che già di per sé è inaccettabile, ma è ancora più inaccettabile in un settore come quello sanitario perché inevitabilmente quando c’è una disparità tra lavoratori questa irrimediabilmente si trasferisce, almeno in parte, con le sue ripercussioni sull’utenza. E’ inevitabile, è un fatto ex se, al di là di tutta la buona volontà, è un dato oggettivo e c’è anche una percezione dell’utenza che non deve essere sottovalutata perché attiene alla sicurezza di un servizio come quello della salute, della sanità, che è di fondamentale importanza.
Da qualche parte ho letto, non so se l’ha proposto il Ministro del lavoro, non ricordo bene, che nell’assegnazione delle risorse si chiede che siano garantiti alcuni diritti ed io credo che l’equiparazione tra coloro che operano nel privato e coloro che operano nel pubblico sia un diritto di ciascuno e dovrebbe essere ad esempio una clausola perché non è pensabile che la sanità pubblica - la sanità per fortuna in questo Paese è pubblica ed è proprio nella gestione della sanità che questo Paese dà il meglio di sè perché tutti vengono curati e garantiti allo stesso modo, dalle Alpi alle Piramidi, o almeno dovrebbe essere così ed è così - dia un servizio con un operatore che viene pagato X, se poi diamo lo stesso servizio, perché non ce la facciamo, attraverso il privato convenzionato non può essere che l’operatore che eroga lo stesso servizio venga pagato X meno, non può essere. Quindi, su questo credo che l’approvazione di questa mozione rivista, corretta, integrata … E’ un atto che tra l’altro non comporta un particolare impegno, dà forza all’Assessore Saltamartini, dà forza alla Giunta, credo che sia giusto approvarlo perché non farlo, al di là delle giustificazioni, sarebbe un pessimo segnale che diamo a questo settore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ci prendiamo 5 minuti per definire la risoluzione su cui già siamo a buon punto, si tratta veramente di pochi minuti.
Preciso, rispetto alla discussione che c’è stata, che quando nella mozione si faceva riferimento, nella seconda parte dell’impegno, ad aprire un confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, si parlava del gap retributivo che c’è tra sanità privata e i centri di riabilitazione privata. E’ un altro tipo di discorso rispetto alla quota del 50% dell’accordo, che è stato fatto in sede di Conferenza Stato-Regioni. Quel Tavolo in realtà non era stato aperto, ecco perché davamo conto del fatto che c’era un Tavolo aperto per quanto riguarda la quota del 50% dell’aumento dei costi contrattuali, infatti utilizzavamo il termine “accelerare” e poi il termine “aprire” che invece riguarda quest’altro tipo di discorso.
Quindi, pochi minuti di sospensione e poi la votiamo.
PRESIDENTE. Per non interrompere i lavori dell’Assemblea, mentre voi terminate la risoluzione noi andiamo avanti con la mozione n. 86 per poi riprendere con la votazione della mozione 102.
Mozione n. 86
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Tamponi gratuiti per visitatori ospiti nelle strutture residenziali marchigiane e prestazioni sanitarie”
(Ritiro)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 86 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi dispiace che molti colleghi Consiglieri in questo momento siano in tutt’altre faccende affaccendati perché sarebbe da sottolineare che questa mozione, non tanto nel merito perché il contenuto è superato, è anacronistica perché è stata presentata dal gruppo del PD il 26 maggio 2021, quando il Covid stava scemando, quando non c’era ancora il green pass obbligatorio, ma c’era soltanto per talune fattispecie e quando nelle Rsa si entrava con il tampone, dunque l’idea era quella di dire agevoliamo i cittadini che vogliono andare a trovare i propri genitori, i propri parenti, i propri nonni che sono nelle Rsa pagando il tampone.
Oggi è chiaro che questo atto non ha più senso e non ce l’ha perché non è possibile che si perda così tanto tempo per dare una risposta, che era in quel momento importante e che oggi ha perso di significato.
Si è persa anche l’occasione di poter mettere in atto un’azione che era fondamentale e sarebbe stata di grande supporto in quel momento, ma che oggi, ripeto, è anacronistica, anzi siamo contrari che chi non ha il vaccino possa entrare nelle Rsa ancorché con il tampone, perché chi non è vaccinato mette a rischio la salute di chi invece si è vaccinato, seppure con tutti i dubbi e le incertezze, non è giusto che la salute pubblica, nel senso di salute in generale, venga lasciata soltanto a chi è responsabile, per cui siamo convinti che chi non è vaccinato non debba avere la stessa possibilità di azione e gli stessi diritti di muoversi che hanno coloro che sono vaccinati. Quindi, chiedo il ritiro.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. La mozione n. 86 è ritirata, devono essere d’accordo anche tutti gli altri proponenti.
Attendiamo che venga presentata la proposta di risoluzione sulla mozione n. 102.
La seduta è sospesa alle ore 13,20.
La seduta riprende alle ore 13,35.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Torniamo alla mozione 102 sulla quale è stata presentata una risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Marinelli, Leonardi, Santarelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Cesetti, Bilò, Cancellieri, Baiocchi, Lupini, Ruggeri, Bora, Carancini, Casini, Mangialardi, Biondi, Biancani, Vitri, che nel dispositivo recita: “Impegna il Presidente e la Giunta regionale a continuare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine della ratifica dell’impegno assunto in sede di Conferenza Stato-Regioni; ad intervenire con una quota di risorse proprie; a continuare il confronto con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali al fine di verificare le iniziative, volte a porre in essere ogni azione necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’estensione dell’applicazione del contratto collettivo nazionale sanità privata anche ai centri di riabilitazione; ad intervenire presso il Ministero competente per richiedere ulteriori risorse al fine di ottemperare all’impegno sopra indicato anche in considerazione della mutata situazione derivante dall’emergenza epidemiologica Covid 19”.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Fratelli d’Italia. Siamo riusciti ad arrivare ad una unione di intenti attraverso la stesura, l’integrazione e quindi la redazione di una risoluzione che completa una volontà che credo sia congiunta, tenendo conto delle difficoltà che ci sono e anche del lavoro che l’Assessorato e l’amministrazione a guida Acquaroli stanno facendo ed hanno già avviato in questi mesi, con l’Assessore Saltamartini e con un impegno collegiale.
Voto favorevole per una risoluzione che ci vede anche sottoscrittori della stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla stesura della risoluzione che vedrà, mi auguro, il voto unanime dell’Aula consiliare. A volte si può avere un confronto anche aspro, ma quando si arriva ad una soluzione condivisa la polemica è anche giusta e fa parte del confronto politico.
Quindi a nome del gruppo Lega ringrazio il capogruppo per avermi fatto esprimere il voto favorevole su questa risoluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Semplicemente per ribadire il voto favorevole del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Anche noi per ribadire il nostro voto sulla mozione che vedeva come primo firmatario il Consigliere Mastrovincenzo.
Ringrazio per il contributo dato, ma soprattutto per la volontà manifestata, condivisa e poi concretizzata rispetto al percorso che ci vedrà votare questa mozione in maniera unanime - penso che sia un bel segnale rispetto ai lavoratori che attendono quei provvedimenti – che, come abbiamo ribadito, mette l’Assessore e la Giunta nella condizione di muoversi lungo un percorso fortemente condiviso da questo Consiglio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Intanto volevo ringraziare il primo firmatario Consigliere Mastrovincenzo per il lavoro fatto perché la parte del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità riguarda anche la sanità privata e le strutture di riabilitazione, che saranno il tema del futuro. Quindi ringrazio tutti i colleghi di maggioranza che hanno apportato un miglioramento alla mozione creando questa risoluzione, che fa sì che si possa continuare nel confronto con le associazioni datoriali, con le associazioni sindacali e con tutte le organizzazioni legate alla sanità privata, soprattutto sollecitare il Ministero per far capire che i territori, come quello marchigiano, che vedono un alto indice di invecchiamento, hanno bisogno di queste strutture per dare una risposta puntuale e concreta ai concittadini,.
Ringrazio tutti i capigruppo del Consiglio regionale che hanno migliorato notevolmente questa mozione partita dal gruppo del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione sulla mozione n. 102. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 90
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Bilò, Menghi, Antonini, Serfilippi, Marinangeli, Biondi
“Sollecitazione verso l’11ª Commissione del Senato a terminare i lavori inerenti il Ddl 1461 sul riconoscimento del ruolo del caregiver familiare”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 90 dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Bilò, Menghi, Antonini, Serfilippi, Marinangeli, Biondi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Parliamo della mozione n. 90 presentata in data 31 maggio 2021, che riguarda una sollecitazione verso l’11ª Commissione del Senato a terminare i lavori inerenti il Ddl 1461 sul riconoscimento del ruolo del caregiver familiare.
L’idea di sollecitare il Senato ad occuparsi di questa vicenda ci è venuta quando siamo andati a trovare, io insieme a XY, che tutti conoscete, mio paziente e grande amico e grande testimonial della disabilità a livello nazionale, il Ministro per le disabilità e le abbiamo chiesto com’era l’iter di questo disegno di legge depositato qualche anno prima al Senato, che non finiva mai, che andava a riconoscere un ruolo importante al caregiver familiare.
Il caregiver familiare è colui che assiste e si prende cura del coniuge, del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, o di un familiare anche entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative non è autosufficiente e non è in grado di prendersi cura di sè, riconosciuto invalido e titolare di indennità di accompagnamento.
La legge di bilancio 2018 aveva costituito il Fondo nazionale per il sostegno del ruolo di cura ed assistenza del caregiver con 68 milioni di euro a disposizione delle Regioni e la Regione Marche aveva avuto la possibilità di usufruire di 1.940.000 euro per il triennio 2018/2019/2020. Questa contribuzione statale però non basta per riconoscere il ruolo del caregiver e dare a questo un adeguato sistema di tutele.
Il disegno di legge 1461 è stato presentato il 7 agosto 2019 in Senato ed è ancora lì e prevede l’accredito prevalentemente di tipo previdenziale e riconosce anche la formazione e la valorizzazione del caregiver. A tutt’oggi è fermo nel suo iter parlamentare. L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa che ancora non riconosce a pieno titolo sotto il profilo previdenziale la figura del caregiver familiare.
Vorrei aggiungere rispetto a quello che abbiamo detto che il caregiver già di per sé è una persona fragile, fa un lavoro usurante, soffre spesso di ansia, veglia sulla persona non autosufficiente, l’accudisce, è un familiare assistente. Quanti siano in Italia in realtà non si sa, evidentemente tanti, per lo più sono donne, mogli, madri, sorelle, oppure genitori, il 66% ha abbandonato il lavoro, il 10% ha una riduzione del proprio lavoro, quindi la vita del caregiver in sé è estremamente ridotta.
Durante il Covid il ruolo del caregiver è ampiamente peggiorato, è aumentato del 12%, come è aumentato anche il burnout.
Su questa figura sono stati presentati diversi disegni di legge per riconoscere questo ruolo, ma forse il più importante è il n. 1461, a prima firma Nocerino, ma non ha ancora finito l’iter parlamentare.
L’Emilia-Romagna ha già fatto una legge.
Noi vorremmo che si velocizzasse l’iter in Parlamento di questo disegno di legge che è composto di 11 articoli, è veramente rilevante e riconosce la tutela previdenziale di questi soggetti, l’articolo 5.
Ripeto, il disegno di legge è formato da 11 articoli, la sintesi l’abbiamo già fatta, sostanzialmente è una valorizzazione di questo ruolo, compresa la tutela previdenziale ed anche un aiuto per un reinserimento lavorativo laddove finisca il proprio incarico di caregiver.
Riteniamo che il Parlamento si debba occupare di questa vicenda nel più breve tempo possibile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Vorrei esordire in questo mio intervento dicendo che questa mozione e la sua finalità meritano una particolare attenzione, infatti il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno della figura del caregiver, una figura che sta diventando centrale nel mondo del welfare e della disabilità, che in modo gratuito e responsabile si prende cura di una persona cara, consenziente, in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé, è a mio parere un atto dovuto di grande civiltà perché il caregiver familiare si prende cura volontariamente della persona non solo fisicamente, ma anche del suo ambiente di vita, supportandola nella vita di relazione, concorrendo al suo benessere, non soltanto fisico, ma anche psicosociale.
Si tratta di un impegno costante, spesso e purtroppo considerato naturale, scontato, di cui non solo è sottovalutato il peso sociale oltre che sanitario ed economico, ma di cui sono trascurate le ricadute sul piano personale di chi presta l’assistenza.
Sappiamo che si tratta nella maggior parte dei casi di donne, ancora una volta, di età compresa tra i 45 ei 65 anni, già di per sé svantaggiate nell’ingresso nel mondo del lavoro che si trovano a dover rinunciare ai loro progetti di vita o professionali per assistere i familiari, poi uscendo da questo impegno il reingresso nel mondo del lavoro si fa ancora più complicato e non riescono più a trovare una giusta collocazione nella società. Si tratta, ahimè, soprattutto recentemente, anche di giovani che, data la tendenza sociale e familiare ad avere figli in età sempre più tarda, il calo demografico, l’aumento delle famiglie monogenitoriali, il sempre minor potere d’acquisto delle famiglie dovuto a redditi provati dalla crisi economica, si trovano nella condizione di dover assistere nonni, genitori e/o affini.
E’ una attività fatta di amorevole dedizione a scapito della qualità della propria vita personale, persone che troppo spesso lavorano dimenticate dalle istituzioni e dallo stesso sistema sanitario, al cui funzionamento però tanto contribuiscono.
E’ dunque importante che dopo il passo fatto con l’istituzione del Fondo statale si giunga ad una legislazione completa in materia e che quindi si intervenga in tutti i modi nel sollecitare la Commissione lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato nel completare l’esame del ddl n. 1461 finalizzato al riconoscimento del caregiver familiare.
Il dubbio fondato però è che questa mozione sia nuovamente pura demagogia, perché impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Governo ed il Parlamento a livello nazionale quando sarebbe già possibile intervenire a livello regionale? Il 14 ottobre 2021 il gruppo del Partito Democratico ha presentato la proposta di legge n. 78/2021 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”, che riconosce il caregiver familiare come un elemento della rete del welfare locale, assicurandogli il sostegno e l’affiancamento necessario per prestare l’assistenza dovuta, coinvolgendolo attivamente nel percorso di valutazione, definizione e realizzazione del piano assistenziale individualizzato per permettergli di svolgere al meglio la normale attività di assistenza e cura.
Una proposta di legge che sostiene il caregiver familiare non soltanto dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto a livello sanitario, sociale e professionale.
La legge dello Stato che intende tutelare i caregiver, inserendo gli stessi nella rete dei servizi, riconoscendone anche le coperture previdenziali e non solo un ruolo di sostegno, è ancora ferma in Senato, alcune Regioni e/o Comuni si sono già mossi in materia, l’ha ricordato lo stesso Consigliere Cancellieri, da diverso tempo con proprie norme e progettualità, come l’Emilia-Romagna che ha addirittura legiferato in tempi non sospetti nel 2014 o anche la Campania, l’Abruzzo e la Puglia che hanno legiferato più recentemente.
Ritengo che anche le Marche debbano provvedere quanto prima, quindi sollecito la discussione della proposta di legge in IV^ Commissione assembleare al più presto, di fatto la Commissione ha nominato i relatori solo la scorsa settimana, dopo ben 5 mesi dal deposito della stessa, anzi, ha preferito discutere prima questa mozione che la proposta di legge.
E che questa mozione sia pura demagogia lo dimostra anche quanto è accaduto in sede di approvazione del bilancio di previsione 2022/2024 quando proposi con un emendamento un aumento dello stanziamento della legge regionale n. 1 del 2019 di 20.000 euro, risorse regionali che si sarebbero aggiunte a quelle statali che avrebbero potuto essere utilizzate per finanziare iniziative finalizzate alla valorizzazione della figura del caregiver, non pensavo che 20.000 euro potessero rappresentare un onere tanto gravoso per la gestione del bilancio regionale.
Effettivamente quell’emendamento poteva rappresentare l’avvio di una fase nuova fatta di azioni concrete a vantaggio di questi nostri volontari del welfare, ma ovviamente non è stato neanche minimamente preso in considerazione ed ora dopo due mesi ci troviamo ancora a discutere sull’importanza di questa figura senza di fatto fare nulla. Ancora una volta ci ritroviamo con una maggioranza che continua a far ricadere sul Governo centrale la responsabilità delle sue non scelte.
Il voto del gruppo del Partito Democratico sarà dunque di astensione in quanto, pur condividendo il merito della mozione, vogliamo evitare che la stessa costituisca un alibi per la perdurante inerzia della maggioranza a discutere ed approvare una legge regionale ad hoc che riconosca e valorizzi la figura del caregiver.
Da parte mia e del gruppo del Partito Democratico sono felice di dare la massima disponibilità a collaborare con il Consigliere Cancellieri e con tutti gli altri colleghi del gruppo sulla pdl 78/2021, questo sì che sarebbe un atto concreto di sostegno ai caregiver, no le solite lamentele rivolte al Governo nazionale che non producono nessun fatto rilevante, ma solo parole vuote. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Solo per replicare alla Consigliera Bora e per dire che nel Governo c’è anche la Lega, per cui il Governo si deve prendere carico di portare a termine l’iter di questa legge, comunque deve prendersi la responsabilità di fare tutto l’iter parlamentare per arrivare all’approvazione.
Qui nessuno fa demagogia, noi vogliamo che il Governo porti a compimento un iter partito, come ho detto, nel 2019. Erano stati presentati in precedenza altri disegni di legge, quindi non vedo perché questo che pare il più condiviso non debba essere portato a termine.
Prima di tutto questo, noi vogliamo che il Governo si faccia carico del problema di questo volontariato sociale che in realtà è un mestiere, perché fare il caregiver diventa un mestiere e purtroppo con l’invecchiamento della popolazione, con l’aumento delle invalidità, delle disabilie, degli accompagni, quanta gente con l’invecchiamento della popolazione arriva a prendere assegni d’accompagno? Questo vuol dire che ha bisogno del caregiver, di qualcuno che se ne occupi.
Il Governo deve andare avanti, dopodiché sono contento che la Consigliera Bora abbia presentato una pdl sulla quale voglio dare il mio contributo, se si riuscirà a trovare la quadra andremo in fondo anche in questa proposta di legge presentata dal PD, che trova tutta la disponibilità, l’importante che qualcosa si faccia per queste persone che meritano attenzione e valorizzazione a tutti i livelli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Approfitto della dichiarazione di voto per fare anche un aggiornamento della situazione dell’iter di legge, visto che sono passati diversi mesi dal deposito di questa mozione.
Come gruppo consiliare questo disegno di legge ci sta a cuore, non è solo frutto dei nostri esponenti in Parlamento, ma è anche un testo frutto di un lavoro trasversale, di tutte le forze politiche impegnate in un comitato ristretto. L’iter di legge sta andando avanti e si stanno attendendo le riformulazioni da parte del Ministero, quindi mi fa piacere aggiornare l’Aula rispetto a quanto so essere in progressione rispetto a questo disegno di legge, che credo nel merito trovi tutti attenti e sensibili alla figura del caregiver.
Attenderemo anche la discussione in Commissione della proposta di legge del Partito Democratico e ribadisco che i fondi previsti sono già stanziati in legge di bilancio. Pure essendo favorevoli nel merito alla tematica della mozione attendiamo che la Regione Marche prenda una posizione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 90. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 98
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Serfilippi, Bilò, Biondi, Menghi, Marinangeli, Antonini
“Screening mammografico biennale gratuito rivolto alle donne di età compresa tra i 40 e 49 anni di età”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 98 dei Consiglieri Cancellieri, Marinelli, Serfilippi, Bilò, Biondi, Menghi, Marinangeli, Antonini.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Anche questa è una mozione presentata molto tempo fa, il 15 giugno 2021. Viene fuori da un’esigenza sostanziale, parliamo di screening mammografico biennale gratuito, una mammografia ogni due anni, rivolto alle donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Attualmente noi facciamo questo screening su donne che hanno un’età che varia dai 50 ai 69 anni, ma siccome abbiamo visto che l’incidenza della neoplasia mammaria, soprattutto maligna, aumenta terribilmente nelle donne più giovani rispetto all’età in cui si fa lo screening, abbiamo pensato di impegnare la Giunta ad attivarsi affinché siano destinate risorse economiche necessarie per estendere questo screening e abbassarlo a 40 anni, quindi dai 40 ai 49, rispetto ai 50-69, screening finanziato in questa fase.
Vorremmo un impegno da parte della Giunta, qui si parla anche di economia, per anticipare questo screening, in più vorremmo cercare di recuperare anche tutte quelle persone, donne, che durante il Covid 19 non si sono sottoposte allo screening mammografico e parlo di quelle dai 50 ai 69 anni che per motivi legati all’epidemia non si sono presentate allo screening mammografico.
Solo in una annualità, per farvi capire quant’è l’impatto sanitario di questa patologia, nel 2017, in Italia si sono ammalate di tumore al seno circa 50.500 donne, il tumore della mammella è oltre il 40% di tutti i tumori maligni e con il dato del 28% è la patologia neoplastica più rappresentata nella femmina.
Sostanzialmente 1 donna su 11 viene colpita da neoplasia al seno, devo dire che purtroppo anche nelle ultime settimane ho visto nel mio ambulatorio donne che arrivano con problemi di noduli mammari ed io le invio a fare tutto il percorso ecografico mammografico (ago biopsia, esame istologico) e tutto quanto serve, anche perché da molti di questi poi vengono fuori diagnosi di neoplasie e carcinomi mammari.
Il tema è estremamente attuale ed è estremamente sentito, ripeto, lo vedo giornalmente e purtroppo l’incidenza sulle giovani sta aumentando.
Per questo vorrei sollecitare la Giunta a fare una riflessione sull’impegno di abbassare l’età dello screening mammografico biennale gratuito dai 40 ai 49 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato l’intervento del Consigliere Cancellieri che ha portato anche una sua esperienza personale e professionale. Intervengo su questa mozione perché nel 2018, nella precedente legislatura, era stato fatto un atto simile che avevo firmato insieme ad altri Consiglieri, con il quale chiedevamo la stessa cosa.
Questo vuol dire che è un problema che esiste, c’è e purtroppo a tutt’oggi si sono avute grandi difficoltà a dare una risposta anche a causa del Covid ed oggi siamo in una situazione che addirittura ha visto lo screening mammario peggiorare rispetto a prima, nel senso che c’è ancora un gran numero di donne che deve ancora farlo perché con il Covid tutta la parte legata alla prevenzione ha avuto delle difficoltà.
La prima cosa da fare, ed ho visto che è presente nel dispositivo, è riuscire ad accelerare per recuperare tutto lo screening che non si è potuto fare perché ritengo che questa sia una fascia d’età, dai 50 anni in su, che ha ancora più criticità e più bisogno di fare prevenzione.
Queste sono scelte che non sono solamente volontà, c’è la volontà, ma poi c’è la necessità di prevedere delle risorse, di attrezzare gli uffici, i servizi che devono essere in grado di poter fare questo tipo di attività.
Una mozione molto impegnativa che abbiamo avuto il coraggio di fare qualche anno fa, oggi voi la ripresentate e per quanto mi riguarda sono pronto a sostenerla, ma lanciando un messaggio chiaro alla Giunta: queste non sono mozioni che possono rimanere nel cassetto perché ci sono delle associazioni che probabilmente hanno cercato di sensibilizzare la parte politica affinché lo screening fosse anticipato anche perché i dati, come diceva il Consigliere Cancellieri, dimostrano che lo screening è importante anche per donne più giovani perché il tumore al seno purtroppo è una patologia sempre più rilevante che colpisce sempre di più il mondo femminile.
Voto favorevolmente rispetto a questa mozione, ma con l’appello di spingere la Giunta a dare seguito, noi come Partito Democratico sicuramente lo faremo perché è un tema a cui siamo molto legati, però la responsabile è vostra, nel senso che quando è ora bisogna fare in modo che i servizi siano organizzati per fare una attività come questa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. La mozione in esame mi sta particolarmente a cuore perché il carcinoma della mammella è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia.
Oggi l'88% delle donne colpite da carcinoma della mammella sopravvive grazie alla diagnosi precoce e alle terapie tempestive; molteplici sono i fattori di rischio che portano allo sviluppo di questo tumore, quali: l'età, i fattori riproduttivi, i fattori ormonali, i fattori dietetici e metabolici, lo stile di vita, la familiarità e l'ereditarietà.
Grazie allo screening e alla maggiore consapevolezza delle donne, la maggior parte dei tumori maligni mammari è diagnosticata in fase iniziale quando il trattamento chirurgico può essere più spesso conservativo e la terapia adottata più efficace, permettendo di ottenere sopravvivenze a 5 anni molto elevate, ma ricordiamo che il carcinoma della mammella resta la prima causa di morte tra le donne tra i 40 e 50 anni.
E' necessario quindi abbassare l'età a partire dalla quale il nostro sistema sanitario nazionale eroghi gratuitamente l'esame relativo alla mammografia, portandola dai 50 attuali ai 40, in modo da garantire la gratuità della prestazione sanitaria nella fascia 40-49 anni, al fine di evitare che molte donne rinuncino all'effettuazione degli esami necessari perché, nell'impossibilità di far fronte alle spese delle relative prestazioni sanitarie, mettono in tal modo a repentaglio la propria vita.
Come è noto, lo scenario determinato dall'epidemia da Covid 19 ha causato un rallentamento nell'attuazione dei programmi di screening, soprattutto durante le fasi iniziali dell'emergenza.
Ciò ha inciso negativamente sulle diagnosi precoci di molte patologie, tra cui quelle tumorali. Per favorire il recupero delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche serviranno sicuramente molte risorse economiche.
È una priorità assoluta, in questo periodo di emergenza, tenere alta l'attenzione su tutte le malattie e continuare ad investire nella prevenzione, nella ricerca scientifica, nell'assistenza e nella cura di ciascun individuo.
Preso atto dei rilevanti benefici conseguenti alle attività di screening, è indubbio che questa sia la strada sulla quale si debba maggiormente intervenire in termini di investimenti sanitari istituzionali. In tale contesto è importante anche sottolineare come, al contrario di quelli organizzati, gli screening spontanei non beneficino degli ordinari controlli di qualità sistematici, rendendo così difficile la valutazione della reale efficacia ed efficienza di questi approcci. La mancanza di monitoraggio dei processi si potrebbe quindi accompagnare ad un maggior numero di richiami inutili ed, in particolare, di procedure invasive, così come di sovratrattamenti.
Concludendo, dal quadro complessivo delineato - onde evitare potenziali e future conseguenze negative in termini di salute, i cui maggiori oneri afferenti le attività di cura andrebbero forzatamente a ricadere comunque sul sistema sanitario nazionale - emerge l'urgenza di un forte impegno nel reperimento delle risorse economiche necessarie al fine di garantire alle donne la gratuità dell'attività sanitaria preventiva già nella fascia di età 40-49 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Vorrei ringraziare il Consigliere Cancellieri per aver posto questo tema centrale e attuale, come chi mi ha preceduto ha sottolineato.
Innanzitutto il concetto di prevenzione, anche se qui di fatto parliamo più di diagnosi precoce che di vera e propria prevenzione, che significa non arrivare alla malattia.
Qui si parla di diagnosi precoce ed è importante non solo dal punto di vista della cura, che tutti hanno sottolineato, dell’intervento diretto su un problema che sta raggiungendo numeri e dati pesanti e rilevanti, ma mi invita a fare anche una considerazione: più noi riusciamo ad intervenire sulla prevenzione, sulle diagnosi precoci - non interveniamo solo sulla salute, che è la cosa primaria, più importante, la priorità dei nostri corregionali e dei nostri concittadini – più interveniamo per mitigare le spese perché più siamo un popolo di malati e più risorse dobbiamo impegnare, investire per cercare di curarci.
E’ fondamentale sottolineare che quando si parla di prevenzione e di diagnosi precoce non si opera solamente sulla salvaguardia della persona, ma si interviene anche - cosa che ci deve invitare a riflettere per dare ancora più forza e sostanza al tipo di azione che dobbiamo mettere in campo quando interveniamo sulla sanità - sul risparmio delle risorse che poi possono essere investite per altre cose. Quindi, più interveniamo sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce e meno pesiamo sulle spese regionali del sistema sanitario regionale.
Secondo me quando ci attiviamo su questo tipo di iniziative raggiungiamo un doppio obiettivo e per questo sono sempre da sostenere, anzi, invito ancora di più la Commissione, i colleghi che si occupano di sanità, la Consigliera Menghi, che è sempre in prima linea su queste tematiche, a fare ulteriori proposte, a coinvolgere questo Consiglio ancora di più su questi temi perché credo che debbano essere prioritari rispetto a tanti altri dei quali settimanalmente ci occupiamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Cancellieri per questa mozione che denota una competenza trasferita, come era capitato ad un suo predecessore, che aveva avanzato una proposta molto simile qualche anno fa, che aveva trovato la piena condivisione dell’intera Aula. Anche per questa mozione anticipo il voto favorevole del nostro gruppo e, come diceva prima il Consigliere Biancani, la piena condivisione per come è stata impostata.
Grande responsabilità per l’atto che andiamo ad assumere perché se è vero come è vero, e non c’è bisogno di ripeterlo, che il carcinoma mammario è una delle patologie più incidenti rispetto sia alle aspettative di vita sia alla possibilità di essere intercettato con forme diagnostiche precoci, se a questo non diamo seguito con risorse, con pianificazioni e con strutture, di cui fortunatamente siamo particolarmente dotati in questa regione, penso al Centro oncologico e di ricerca delle Marche (Corm) degli ospedali riuniti ed al coordinamento regionale che è stato messo in campo in questo settore … Però se non anticipiamo in maniera rilevante la fase diagnostica preventiva, ancora un ripensamento delle modalità e direi degli investimenti sia dal punto di vista tecnologico che, quello che ci preoccupa sempre, delle risorse professionali competenti, quindi l’assunzione di responsabilità oggi è enorme perché è un tema rispetto al quale non possiamo poi ritrovarci tra un anno e non aver attivato i percorsi, non aver incrementato i capitoli e non aver dato disposizioni chiare e nette.
Questo ambito è di grande sensibilità, ci sono tra l’altro tante associazioni nel nostro territorio che sostengono questo tipo di percorso, che non possiamo deludere perché dietro ci sono persone che si sono ammalate, che hanno trovato soluzioni importanti e, ahimè, tante non ce l’hanno fatta, pertanto il percorso dell’indagine precoce diventa assolutamente indispensabile e l’assunzione di responsabilità è altrettanto equiparabile.
Un voto favorevole da parte del nostro gruppo, con una verifica sistematica rispetto al percorso che andremo ad attivare anche tenendo conto di un momento che ancora non abbiamo completamente superato, quello del Covid, che su un fronte ha determinato un impegno esasperato di tutto il personale sanitario e dall’altro, contemporaneamente, nei percorsi già standardizzati, ha creato situazioni di grande apnea, che non siamo riusciti ad affrontare secondo le aspettative dei malati o dei diagnosticati.
Un voto favorevole che ha questa grande responsabilità che diventerà collettiva ed avremo modo di verificarla come sempre insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie a tutta l’Aula per l’attenzione a questa tematica che è chiaramente particolarmente importante, soprattutto dopo aver detto diverse volte quanto lo screening abbia risentito della pandemia e quanto le persone si siano affacciate con minor frequenza a tutti i tipi di screening. Quindi, non può che essere un voto favorevole il nostro e ci auguriamo di vedere realmente stanziale le risorse per questa rilevante iniziativa che la maggioranza stessa oggi porta in Aula.
Grazie ai proponenti, saremo ad appoggiare qualunque iniziativa, che concretamente vedremo in occasione del bilancio o degli aggiornamenti del bilancio previsti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Intervengo per aggiungere questo, secondo me la Giunta, nel prendere atto che uno screening allargato alle donne dai 40 ai 49 anni impegna delle inevitabili risorse economiche, magari non poche, deve pensare che in futuro, come ha detto il Consigliere Antonini e come dice il mio capogruppo Consigliere Marinelli, grazie alla diagnosi precoce su questi tumori potrà avere oltre ad un inevitabile miglioramento della qualità della vita di queste donne, anche una riduzione dei costi economici legati alla patologia.
Il primo grande vantaggio è che con questo screening miglioriamo la salute e la qualità della vita delle persone, ma in futuro diventerà un investimento economico perché la patologia costa molto di più rispetto alla diagnosi precoce o rispetto alla prevenzione in termini di investimenti di risorse.
Dopodiché il mio consiglio è quello di far fare dei conti all’Ars, quindi ai nostri uffici e dirigenti, di quanto possa costare annualmente uno screening mammografico di questa portata abbassato a questa età e su quell’impegno di spesa ragionare e cercare di trovare in futuro delle risorse.
E’ una scommessa che la maggioranza oggi fa sperando di calarla e tramutarla in atti concreti, io voglio essere fiducioso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per esprimere il voto favorevole di Fratelli d’Italia.
Reputo che questa mozione vada sicuramente in una linea giusta che è quella di investire sulla prevenzione e di cercare di recuperare un ruolo importante, quello dello screening precoce perché quello che ha detto il Consigliere Cancellieri è vero.
Per moltissime patologie la scoperta precoce e l’intervento determinano la possibilità di guarire, di avere comunque un decorso favorevole della malattia, in secondo luogo è anche vero il discorso economico perché intervenendo in maniera preventiva anche a livello sanitario si hanno benefici.
E’ ovvio che la pandemia in questi due anni ha creato purtroppo una serie di rallentamenti in tutta Italia, le Marche non sono esenti da quello che è successo, e sebbene nella prima ondata pandemica bene o male era rimasto tutto bloccato rispetto alla sanità ordinaria, salvo le emergenze, in questa seconda ondata siamo riusciti a recuperare, anche parzialmente, gli screening.
Credo che l’auspicio e l’intento su cui verte questa mozione siano sulla strada giusta, poter intervenire sempre più precocemente, cercare le risorse per intercettare una patologia prima possibile e andare nella direzione più utile ai pazienti, quindi voto favorevole.
PRESIDENTE. Mozione n. 98. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. In questo momento c’è questa situazione: la mozione n. 181 è erroneamente indicata al punto 12 dell’ordine del giorno, mentre in realtà doveva essere inserita dopo il punto 8, chiedo di mettere ai voti l’anticipo della mozione n. 181, dal punto 12 al punto 8 bis. che creiamo appositamente.
Ora passiamo ad un intervento a favore ed uno contro.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per me va bene e non ci sono problemi.
PRESIDENTE. Anticipazione della mozione n. 181. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 123
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Sicurezza sul lavoro e prevenzione nelle Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 123 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Oggi parliamo di questo argomento e il destino ha voluto che ne parlassimo dopo sei mesi dalla presentazione di questa mozione, il giorno dopo della morte del giovane XY, che abbiamo ricordato stamattina, mentre stava svolgendo la formazione in una azienda.
Credo che il tema della sicurezza sul lavoro sia di primaria importanza, in particolar modo in questo periodo visto quello che sta accadendo tra i giovani, con la morte di due ragazzi in pochi giorni.
E’ evidente che su questa tematica, in particolar modo sulla formazione scuola-lavoro, con tutti gli strumenti che sono in essere, dagli stage, all’alternanza scuola-lavoro, alla formazione da parte delle aziende, serve una riflessione più ampia, anche da parte delle Regioni insieme ai Ministeri competenti, del lavoro e dell’istruzione, per rivedere questi istituti, ascoltando soprattutto la voce dei giovani e degli studenti.
Sulla problematica più ampia della sicurezza sul lavoro questa mozione mette in evidenza alcuni dati relativi all’inizio del 2021, oggi ne abbiamo di più aggiornati che ci dicono che ci sono stati nella nostra regione, rispetto al 2020, 592 infortuni sul lavoro in più, un aumento di circa il 4%. L’incremento maggiore davvero notevole sugli infortuni sul lavoro afferisce proprio la fascia d’età giovanile, addirittura tra gli under 20 c’è stato un incremento del 46% degli infortuni, nella fascia che va dai 20 ai 29 anni un aumento del 16,6%, così come c’è stato un incremento anche degli infortuni in itinere.
Se questi sono i dati, credo che dovremmo ragionare come Regione Marche sulla possibilità di innalzare quella parte della spesa sanitaria che è destinata alla prevenzione. Solo il 2,8% della spesa sanitaria nella nostra Regione è destinata alla prevenzione e gli organici dedicati all’attività di prevenzione e vigilanza di tutti gli enti deputati alla prevenzione, a partire dall’Asur, sono numericamente sottodotati.
Credo che su questo tema occorra l’impegno di tutti, delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni sindacali. Le istituzioni in primis dovrebbero investire in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità.
La mozione che oggi discutiamo in Aula, chiede l’impegno del Presidente della Giunta regionale ad aumentare le risorse per il finanziamento delle attività di prevenzione; ad incrementare il numero degli addetti alle attività di prevenzione e protezione dai rischi in ambito lavorativo da parte dell’Asur; a definire al più presto il Piano mirato di prevenzione e i Piani di prevenzione tematici, così come previsto dal Piano nazionale della prevenzione 2020/2025. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Sono appena arrivato, abbiate pazienza, ma ho trattato fino a poco fa le questioni Caterpillar, che sono assai problematiche anche se comunque qualche sviluppo potrebbe e dovrebbe esserci. C’è un nuovo tavolo convocato al Mise per lunedì prossimo ed io per martedì alle ore 14,00 ho convocato il tavolo regionale, il giorno prima della scadenza della procedura proprio per cercare di evitarla in tutti i modi.
Chiedo scusa per essere stato assente dall’Aula, il mio rientro in questo momento è del tutto casuale, non sapevo che ci fosse questa mozione, mi avete quindi colto impreparato, impreparato nel senso che non avevo capito che eravamo a questo punto.
Per il resto posso dire alcune cose. Su questa disgrazia accaduta ieri che ha coinvolto un giovane ragazzo, sono e siamo tutti vicini alla famiglia, a tutti i suoi conoscenti ed a tutta la comunità, è una cosa che ci coglie …, come ogni volta succede qualcosa di questo genere, ancora di più, se mi permettete, perché il ragazzo stava seguendo uno stage scuola-lavoro finanziato dalla Regione Marche. Questo non vuol dire che ci sentiamo responsabili ovviamente, però di fatto ci tocca anche perché abbiamo vissuto pochi giorni fa qualcosa di simile, anche se in verità sostanzialmente diverso. Questo di fatto è stato un incidente stradale, ovviamente non voglio mettere le mani avanti, né precludere un dibattito doveroso e di approfondimento per capire se tutte le procedure sono state fatte nella maniera più opportuna, ci mancherebbe altro.
Adesso entrerò, se volete, anche un po’ più nel merito, però di fatto la procedura è assai diversa da quanto avvenuto giorni fa in una fabbrica del nord, lì si è trattato di un incidente sul lavoro all’interno di una fabbrica, qui è stato un incidente stradale, seppure durante l’orario di stage con una ditta di termoidraulica, erano sul luogo del lavoro anche se di fatto si tratta di un incidente stradale.
Il ragazzo era stato coinvolto da un ente formatore della nostra Regione, anche di quelli con maggiore esperienza, che da anni opera in collaborazione con la Regione Marche, che ha portato avanti decine di corsi, in questo caso nella sede del fermano, dimostrando sempre grande esperienza, serietà e preparazione.
Credo che non si debba discutere più di tanto dell’opportunità scuola-lavoro, che secondo me è fondamentale affinché i nostri ragazzi possano essere inseriti nel mondo del lavoro, ma bensì tutto va spostato nel settore della sicurezza sul lavoro, indipendentemente che sia uno stage o un lavoratore a tempo determinato o indeterminato. Quindi, facciamo bene oggi a focalizzare l’attenzione su questo, il caso vuole che disgraziatamente avviene in un momento in cui siamo particolarmente toccati dalla situazione che abbiamo vissuto.
Torniamo alla mozione sulla quale darò una mia personale valutazione. Da due anni e mezzo la nostra Regione non convocava il Tavolo sulla sicurezza per questioni legate al Covid e ad una serie di situazioni, l’ho convocato non più di un mese fa circa, l’ho dovuto anche ricostituire perché dopo due anni alcuni enti, alcuni sindacati non avevano più le stesse persone da inserire nel Tavolo. Abbiamo richiesto a tutti gli enti di rinominare i loro rappresentanti ed abbiamo inserito anche l’Anmil, l’Associazione dei mutilati sul lavoro, che credo possa dare un contributo ulteriore di attenzione, di idee, di sensibilità in questo senso.
Il Tavolo è stato convocato circa un mese fa ed il Comitato tecnico è già in funzione coordinato dal Dott. XY del settore sanità della nostra Regione.
Tornando alla mozione, faccio un plauso a chi l’ha presentata ed a chi l’ha voluta portare in discussione perché è un tema che, al di là delle visioni, al di là di quel che dice la mozione stessa, è sempre bene tenere in considerazione mantenendo la guardia molto alta.
In questo caso, per quel che riguarda l’essenza della mozione che chiede di mettere più fondi, non dico che alzo le mani, perché non si tratta di alzare le mani, dico che può essere plausibile anche un’esigenza di questo genere che riguarda in questo caso più il settore della sanità, lo dico per correttezza, non per scaricare su qualcun altro il problema, perché i fondi sono legati al settore sanità, come un po’ tutto il funzionamento della macchina organizzativa, preventiva e di controllo. Credo che i fondi, qualora si possano reperire, vocati alla sicurezza sul lavoro, alla prevenzione soprattutto ed al controllo, non siano mai abbastanza. Ben venga la possibilità di poter accedere ad ulteriori fondi per ulteriori iniziative.
Dico la verità, non sta a me dire se sarà o non sarà possibile fare questo, spero di si, dobbiamo fare uno sforzo in questo senso, però, ripeto, se fosse stato interessato il settore lavoro vi avrei detto: “Abbiamo oppure non abbiamo i fondi a bilancio, eccetera”. Avrei dovuto fare ed ho fatto la convocazione del Tavolo e la riattivazione del Comitato tecnico, questo spetta all’Assessore al lavoro, ma le iniziative legate alla prevenzione ed all’attività di controllo sul territorio sono di competenza del settore sanità.
Ripeto, dico questo solo per correttezza e per partito preso, non perché voglia non prendere in considerazione questa situazione.
Secondo me questa è una mozione che potrebbe essere votata, anche perché non dice quanto mettere, dice: “Cerchiamo di reperire maggiori fondi e avere una ulteriore possibilità di fare prevenzione e controlli”. Su questo mi trovo personalmente in linea, sperando che poi si possa negli scarni bilanci trovare qualche risorsa aggiuntiva.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Il tema della sicurezza sul lavoro è centrale e non solo e non tanto per la sensibilità propria della nostra parte politica, ma soprattutto è uno degli obiettivi qualificanti che l’Europa individua nelle ambiziose strategie di medio e lungo periodo per una crescita sostenibile del nostro continente.
Nel dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri ad adoperarsi per eliminare i decessi legati al lavoro e ridurre le malattie correlate al lavoro entro il 2030.
Questo approccio zero vittime è stato prontamente adottato dalla Commissione europea in un documento presentato nel giugno dello scorso anno che indica alcune linee guida per prevenire gli incidenti sul lavoro. La formazione sulla sicurezza, lo studio sulle cause, il registro dei mancati infortuni, il dialogo sociale, l’aumento delle ispezioni, sono solo alcuni degli elementi che possono permettere una flessione sui numeri degli infortuni.
L’Unione europea è certamente uno spazio geografico e politico molto ampio, ci sono diversi Stati nei quali è maggiore l’incidenza degli infortuni sul lavoro, penso all’Europa orientale, e Stati nei quali le misure di sicurezza hanno permesso di raggiungere risultati importanti in termini di prevenzione, penso ai Paesi dell’Europa centrale.
In generale comunque in base agli ultimi dati Eurostat relativi al 2018, facendo la comparazione con le prime rilevazioni disponibili risalenti al 1994, c’è stata una progressiva decrescita del numero dei morti sul lavoro in Europa, pari a circa il 70%, un trend positivo a livello continentale, accompagnato con provvedimenti legislativi e sensibilizzazioni culturali per raggiungere nel 2030 quell’auspicabile risultato individuato nell’approccio Vision zero.
Nelle Marche tuttavia la tendenza emersa nell’ultimo anno è ben diversa e peggiore, nel 2021 si è avuta una crescita del 3,8% degli infortuni sul lavoro rispetto all’anno precedente, più 552, a livello nazionale segnalo la crescita invece dello 0,2% praticamente una situazione stabile.
Gli infortuni riguardano per lo più giovani ed extracomunitari, ovvero il segmento più debole del mondo del lavoro.
XY della CGIL Marche ha evidenziato recentemente come vi sia una vera e propria emergenza, cito: “da tempo stiamo sollecitando la Regione a muoversi sul fronte della prevenzione per incrementare gli organici degli ispettori del lavoro”, proprio una delle richieste presenti nella mozione a fronte di una carenza organica che già il Consigliere Cesetti aveva segnalato alcune settimane or sono.
La FIOM CGIL chiede anche di sensibilizzare le imprese affinché venga tenuto effettivamente quel registro dei mancati infortuni che anche l’Europa pone come elemento fondamentale per la comprensione delle cause degli infortuni, per poter prendere tempestivi provvedimenti al fine di evitare che si ripropongano in futuro occasioni di infortunio simili.
A fronte di questi dati e di queste richieste l’Assessore Aguzzi ha ritenuto giustamente di riconvocare a gennaio il Comitato regionale di coordinamento per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, un fatto che giudico positivamente, che dovrebbe servire da esempio anche ad altri colleghi dell’Assessore, penso ad esempio all’Assessore Latini che non ha mai convocato il Tavolo delle statistiche di genere per monitorare i drammatici dati sulla disoccupazione femminile, nonostante le numerose ed insistenti richieste da parte del gruppo del Partito Democratico.
Votando oggi a favore della mozione in discussione, presentata dal mio gruppo, la maggioranza può dare un segnale rilevante, di sostanza e di concretezza affiancando al giusto metodo del Comitato di coordinamento, contenuti basilari: aumento delle risorse - tema centrale di questa mozione - per il finanziamento delle attività di prevenzione, Piano regionale della prevenzione, peraltro già oggetto di discussione nel Comitato di coordinamento, incremento degli ispettori. Ma è importante anche chiedere un momento di riflessione e azioni di sensibilizzazioni per scuole, enti di formazione e imprese in materia di alternanza scuola- lavoro.
L’incidente successo ieri a Serra de’ Conti, che segue di pochi giorni l’altro incidente successo ad un altro ragazzo, non può trasformarsi in una negoziazione dell’alternanza perché troppo efficace per la formazione dei giovani - la Germania ne è un esempio illuminante - bisogna sicuramente rimotivare scuole e imprese perché vadano rafforzate la vigilanza e il supporto didattico.
Tutte cose, credo, ampiamente condivisibili e in linea con la strategia europea e anche con quella nazionale di riduzione degli infortuni sul lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Come ha già detto l’Assessore nel suo intervento, questa mozione può essere accolta. Riguarda un tema importante: gli infortuni sul lavoro e sembra una coincidenza visto quello che è accaduto ieri, che ha sconvolto un’intera comunità, un giovane di 16 anni mentre stava facendo l’alternanza scuola-lavoro ha avuto un incidente, ma più che un incidente sul lavoro questo è un incidente stradale durante l’orario di lavoro.
I dati parlano chiaro, così come dice il Consigliere Mastrovincenzo, ancora in crescita nel 2021 gli infortuni sul lavoro nelle Marche, è quanto emerge dai dati elaborati dall’Ires CGIL Marche, nell’anno appena trascorso abbiamo avuto 592 infortuni in più rispetto al 2020, non solo, nella regione si registra una crescita superiore rispetto al dato nazionale, con gli infortuni stabili allo 0,2%, giovani e precari sono i più colpiti, l’incremento è del 46,6% tra gli under 20 e del 16,6% nella fascia 20-29, il rappresentante della CGIL afferma che siamo in emergenza.
Voglio pure ricordare quanto ha già detto l’Assessore Aguzzi che da due anni non si convocava a livello regionale un Tavolo sulla sicurezza, un mese fa è stato riconvocato e il Comitato tecnico è già in funzione, non solo, nel Comitato è stato inserito l’Anmil, l’Associazione nazionali mutilati sul lavoro, quindi la Regione si è subito attivata.
La mozione chiede più fondi, certo chi lo nega, è accettabile e plausibile, naturalmente strada facendo vedremo quante risorse potremo destinare, sicuramente saranno finanziamenti rilevanti per un tema così caldo.
Il gruppo Forza Italia voterà questa mozione, la votiamo perché la riteniamo utile, ma soprattutto è un tema in quanto negli ultimi giorni, non solo nelle Marche ma anche a livello nazionale, si sono verificati infortuni sul lavoro che hanno coinvolto purtroppo dei giovani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo di aver presentato questa mozione, che ho firmato; ringrazio l’Assessore Aguzzi e la Consigliera Marcozzi per l’espressione del loro giudizio positivo e del voto favorevole su questo atto veramente molto importante che, tra l’altro, sebbene fatto da tempo, lo discutiamo oggi dopo che questa mattina abbiamo ricordato e commemorato la morte di Giuseppe, questo giovane studente. Una immane tragedia perché è morto uno studente, perché è morto un lavoratore, è morto un giovane, troppo giovane!
E questa va considerata una morte sul lavoro, è il cosiddetto infortunio mortale in itinere, che consiste nell’incidente che si verifica durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, quello che stava facendo il povero Giuseppe all’interno di quel furgone con cui andava ad apprendere l’attività di termoidraulica.
Discutiamo questa mozione dopo, tra l’altro, aver discusso una mia interrogazione a risposta immediata con l’Assessore Castelli, che riguardava lo stato di attuazione dell’articolo 35 (Tutela dei lavoratori) del d.l. 189/2016, quello sul terremoto e sulla ricostruzione post sisma, che impone la sottoscrizione addirittura dei Tavoli della legalità nelle Prefetture che riguardano le tre province: Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, dopo che a livello nazionale è stato sottoscritto l’accordo di collaborazione tra il Commissario straordinario per la ricostruzione e la struttura di missione insediata presso il Ministero degli interni, che impone delle verifiche che attengono, oltre alle infiltrazioni criminali, al dumping, alla concorrenza sleale e via dicendo, che impone come obiettivo prioritario quello della sicurezza del lavoro sui cantieri della ricostruzione post sisma; tra l’altro impone al Commissario di Governo di vigilare direttamente o per il tramite dei Commissari, dei Presidenti di Regione in qualità di sub Commissari, di verificare questa tutela perché è una materia di competenza della Regione.
Fa bene l’Assessore Aguzzi a ricordare che questa è una competenza della sanità regionale perché la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nel luogo di lavoro si incentra sul principio cardine della prevenzione, come emerge anche dal d.lgs. n. 81/2008, articolo 13 “La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dall’azienda sanitaria locale competente per territorio” ed è alla Regione quindi, tramite le Asl, che la legge affida la programmazione e lo svolgimento delle attività di prevenzione anche nei luoghi di lavoro, così come alle Regioni l’articolo 117, comma 3, della Costituzione attribuisce competenza concorrente sia in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sia più in generale per la tutela della salute.
Due competenze perfettamente simmetriche, strettamente complementari e a ben guardare assolutamente non disgiungibili, pena lo stravolgimento dell’intero quadro ordinamentale della salute, pertanto, il coinvolgimento del settore sanitario nell’attività di controllo è considerato come principio fondamentale in materia di salute e sicurezza nel lavoro e la vigilanza è uno strumento essenziale nell’attività di prevenzione e le risorse che sono state evocate sono le risorse nella prevenzione della sanità, in questa Regione sono oltre 3,3 miliardi di euro, di questo si tratta, lo ricordavo l’altra volta sulla legge sulla fibromialgia.
Questo è un compito, tanto è vero che, ricordavo prima la vigilanza sui cantieri del sisma, l’obiettivo di prevenzione è un obiettivo ministeriale dei Lea, dei livelli essenziali di assistenza, che, in quel caso specifico, consiste nel controllare almeno il 10% dei cantieri nel territorio di competenza con il rischio di perdere gran parte dei finanziamenti statali qualora quell’obiettivo specifico non venga raggiunto.
Come dicevo l’altra volta, lo dico all’Assessore Aguzzi che ha fatto bene a ricordarlo, questi sono Lea, la prevenzione attiene ai livelli essenziali di assistenza e deve essere finanziata all’interno del fondo sanitario, la si esercita attraverso le Asl come ci dice l’articolo 10 del d.l. 81. Quindi, bene ha fatto il Consigliere Mastrovincenzo a chiedere di incrementare le risorse per il finanziamento dell’attività di prevenzione.
Questa mozione è puntuale ed impegna ad un dovere che è previsto dalla legge, è un dovere di carattere precettivo, la cui eventuale omissione costituisce tra l’altro un’omissione grave, non solo per la perdita dei finanziamenti, ma per delle responsabilità precise, come quello di incrementare il numero degli addetti per l’attività di prevenzione. Perché oggi è puntuale questa mozione scritta il 2 agosto? E’ puntuale perché noi sappiamo che insieme alla ricostruzione post sisma, ad esempio, c’è la cosiddetta ripresa dell’attività edilizia, con questi superbonus, ecobonus e via dicendo, addirittura non si trovano le imprese, non si trovano gli operai. Molto probabilmente l’attività di formazione, che è un elemento essenziale per quanto riguarda la prevenzione …, questo sì competenza dell’Assessorato al lavoro. Spesso quando c’è la carenza di manodopera può latitare, ahimè, la formazione, ma se non c’è formazione si aumenta il rischio dell’incidente, per cui viene delegata la cosiddetta prevenzione, che invece è fondamentale.
E allora ecco che aumentare, incrementare le risorse ed incrementare il numero degli addetti è una assoluta priorità, lo dicevamo proprio questa mattina quando l’Assessore Castelli ha risposto: “Sì, si stanno facendo i controlli però bisogna nominare i responsabili”, responsabili che devono essere nominati nei vari dipartimenti, guai a centralizzare perché l’articolo 13 ci dice che la vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalle aziende sanitarie locali competenti per territorio, quindi non si può, perché magari ci può essere qualche carenza di personale, centralizzare, ma va fatto nei singoli dipartimenti di prevenzione delle aree vaste che sono articolazioni dell’Asur.
Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo e l’Assessore Aguzzi per aver dato il via libera all’approvazione di questa mozione, che credo costituisca un atto importante, una risposta politica rilevante, che dà ancora maggiore forza in questo caso all’Assessore Aguzzi ed anche all’Assessore alla sanità.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Molto brevemente per ringraziare l’Assessore Aguzzi per aver introdotto all’interno del Comitato l’Associazione invalidi del lavoro, perché, come è stato accennato anche negli interventi di chi mi ha preceduto, la prevenzione, vorrei sottolinearlo, non è solo questione di controllo dell’aumento degli addetti alla prevenzione, ma è anche una quesitone di cultura della prevenzione, su cui l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi sul lavoro è da molto tempo impegnata. Ricordo anche la figura, che insieme all’Assessorato è stata formata, di chi ha subìto un infortunio sul lavoro che diventa a sua volta un formatore ed un addetto alla cultura della prevenzione.
Vorrei dire che la prevenzione è fondamentale sui luoghi di lavoro, non è solo repressione, perché solo la repressione non è l’approccio giusto, considerato che molto spesso i soggetti, gli addetti alla prevenzione, che vanno a fare i controlli, sono dipendenti di quella sanità che in alcune situazioni non riesce essa stessa a garantire la sicurezza dei propri lavoratori. Se non vogliamo essere ipocriti dobbiamo anche farci carico di questo aspetto.
So che l’impegno c’è, ma facciamo veramente uno sforzo perché, in questo senso io interpreto la mozione, si possano anche per certi versi promuovere progetti innovativi nel nostro territorio, che possano favorire un approccio nuovo, che ci aiuti in questa fase molto delicata a riprendere un po’ la situazione della prevenzione che in questo periodo ha notevoli criticità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Solo per ribadire il nostro voto favorevole alla mozione che abbiamo presentato e per ringraziare i Consiglieri che la voteranno.
Da questo atto ci attendiamo impegni concreti che possano tradurre quanto è previsto e quanto richiesto in questo atto di indirizzo per evitare tanti altri infortuni e morti sul lavoro, con un’attenzione particolare al tema di cui abbiamo parlato oggi, al tema dei giovani ed alla prevenzione nei luoghi di lavoro, in particolar modo del lavoro dei ragazzi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per ribadire il voto favorevole a questa mozione.
Ringrazio anche il Consigliere Mastrovincenzo per averla presentata, sul punto di mettere risorse noi siamo assolutamente favorevoli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole alla mozione. Qui si parla di aumento di risorse, io dico oltre all’aumento di risorse di affinare anche un po’ i modi con cui questi controlli sul lavoro vengono svolti, quindi, secondo me, deve esserci qualcosa di più propositivo quando vengono effettuati, una maggiore collaborazione con coloro ai quali vengono fatti i sopralluoghi e gli accertamenti.
Il problema della sicurezza sul lavoro è sicuramente importante e va affrontato, pertanto votiamo a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Solamente per ribadire com’è ovvio il nostro voto favorevole a questa mozione.
Il tema del lavoro e della sicurezza sul lavoro sono centrali dal nostro punto di vista e diventano sempre più centrali se consideriamo quelli che sono i dati sempre più rilevanti, sempre più pesanti che arrivano dal territorio nazionale, penso ad esempio al numero inaccettabile di morti sul lavoro che stiamo vedendo in questi ultimi mesi.
Il problema della sicurezza sul lavoro è fortemente all’attenzione di questa Giunta regionale, abbiamo trovato atti riferiti a questa materia in vari passaggi che l’Assessore ha fatto e in vari passaggi che noi abbiamo avuto in II^ Commissione, che tratta appunto la materia del lavoro. E’ necessario continuare su questa scia, quindi il nostro voto a questa mozione è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Su questa mozione noi votiamo favorevolmente per tutte le cose già dette, non le sto a ripetere, soprattutto stiamo osservando con particolare attenzione il buon lavoro che sta svolgendo l’Assessore Aguzzi, di conseguenza anche su questa mozione mi associo alle parole dette dall’Assessore. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 123. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Siamo oltre le ore 15,00, ci fermiamo qua come attività della seduta odierna del Consiglio regionale, riprenderemo il prossimo Consiglio martedì 22 che avrà al primo punto la mozione n. 181 dei Consiglieri Rossi e Baiocchi, così l’abbiamo introdotta e in qualche modo calendarizzata, sarà il primo punto del prossimo Consiglio regionale, del 22 febbraio.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Vista l’urgenza, se c’è la possibilità di inserirla, visto che c’è la disponibilità anche di qualche altro gruppo …
Non vorrei creare precedenti ma, vista l’urgenza del tema e visto che la mozione è stata presentata il 2 dicembre, credo che sarebbe opportuno farla anche perché Sindaci, i Comuni e i cittadini aspettano delle risposte in merito.
PRESIDENTE. Sono d’accordo, per quanto ho capito il tema è molto delicato, se lo facciamo adesso rischiamo di fare una situazione che si prolunga oltre l’ora perché credo che ci siano posizioni, da quanto ho captato fuori dalle dichiarazioni ufficiali, particolarmente diverse e tutte tese a dare una valorizzazione alla mozione. Quindi, anche tenendo conto di quanto ci siamo detti in Conferenza dei capigruppo, consiglio di rinviarla al prossimo Consiglio regionale, mettendola al primo punto in modo tale che verrà sicuramente svolta con il tempo necessario per discuterla per bene.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,05.