Resoconto della seduta n.62 del 15/03/2022
SEDUTA N. 62 DEL 15 MARZO 2022

La seduta ha inizio alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 62 del 15 marzo 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 61 dell’8 marzo 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite mediante invio con posta elettronica con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Partiamo con l’ordine del giorno e chiedo che, in relazione a quanto è stato deliberato nell’ambito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi, venga anticipata al punto 01 la mozione n. 207 delle Consigliere e Lupini e che venga iscritta la mozione n. 237 di tutti i Consiglieri, sulla questione Bolkenstein. Sono due mozioni urgenti che hanno scadenza odierna per quanto riguarda l’attività parlamentare e l’attività del Consiglio dei Ministri, quindi è necessario che si facciano in prima istanza.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per dire che alla riunione dei capigruppo, di comune accordo, abbiamo deciso di anteporre alla proposta di legge 49 le due mozioni, una sul trasporto pubblico locale delle Consigliere Ruggeri e Lupini e l’altra sulla vicenda Bolkenstein in discussione giovedì al Senato e se non la discutiamo oggi poi saremo scarsamente influenti come Regione, quindi credo che non ci siano problemi su questa variazione.

PRESIDENTE. Anticipazione della mozione n. 207. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 237. La pogo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Mozione n. 207
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Fermiamo l'attacco ai servizi pubblici locali contenuto nel DDL concorrenza 2021”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 207 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Lei ha chiarito bene qual è il motivo dell’urgenza, oggi entro mezzogiorno dovranno essere presentati gli emendamenti nella Commissione parlamentare apposita, quindi è importante discutere questa mozione prima. Il disegno di legge "concorrenza" ha provocato forti preoccupazioni soprattutto tra le organizzazioni di cittadinanza attive orientate alla difesa dei beni pubblici, come il Forum nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica, oltre che in alcuni movimenti politici, come quello che rappresento.
I motivi delle preoccupazioni e dello sconcerto con il quale è stato accolto il provvedimento vengono esaurientemente esposti nel testo della mozione, ma cercherò di riassumerli brevemente.
L'articolo 6 del disegno di legge delega il Governo ad adottare, entro sei mesi, un decreto legislativo di riordino della materia dei servizi pubblici locali secondo alcuni indirizzi molto discutibili stabiliti nel disegno di legge.
Tra gli indirizzi indicati dal Governo emerge una inaccettabile compressione delle competenze delle Regioni e degli Enti locali sull'organizzazione e la disciplina dei servizi pubblici locali, incluso il Servizio Idrico Integrato, competenze che vengono di fatto avocate dallo Stato.
Si tratta di un attacco che mira ad espropriare le Regioni e le comunità locali della gestione dei beni comuni, stravolgendo il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione e con lo scopo di imporre una politica liberista di generale privatizzazione dei servizi pubblici locali. Nello specifico la norma rivendica impropriamente la competenza legislativa dello Stato per la definizione delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane, pretendendo di esercitare tale competenza secondo il principio di "tutela della concorrenza", che vuol dire mettere tutti i servizi a libero mercato.
Il disegno di legge "concorrenza" demanda al Governo, peraltro senza ulteriori passaggi parlamentari e senza il parere del Consiglio di Stato, la definizione e l'elenco delle attività da considerare di interesse generale e la loro disciplina giuridica. Con l'attuazione di questo disegno di legge spetterà allo Stato disciplinare l'organizzazione dei servizi, stabilendo la ripartizione dei poteri di regolazione e di controllo, i criteri per l'istituzione di regimi speciali o esclusivi, i criteri per l'organizzazione territoriale dei servizi. L'intento esplicito è quello di rendere ancora più complicato, straordinario e residuale il modello di gestione dei servizi "in house” da parte degli Enti locali, che è largamente prevalente nella nostra regione. Si intende invece privilegiare, attraverso meccanismi premiali, il ricorso al mercato per l'affidamento dei servizi, e quindi la loro gestione da parte di grandi imprese "multyutility” private o ad azionariato misto.
Quanto sopra costituisce un vero e proprio scippo delle competenze regionali, ed andrebbe a vanificare, tra l'altro, i principi espressi nella nostra legge regionale n. 30/2011 in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato. In particolare con questo provvedimento si penalizza, l'opzione di gestione pubblica dei servizi rendendo più stringenti le procedure preventive obbligatorie di motivazione economica per gli affidamenti "in house", ed incrementandone l'onerosità. Infatti, per tali affidamenti diretti da parte delle amministrazioni comunali si intendono introdurre paletti molto più stretti di quelli che già oggi sono previsti nell'ordinamento giuridico vigente, disponendo monitoraggi annuali della permanenza delle ragioni economiche degli affidamenti in essere e prevedendo non precisate funzioni di controllo da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che saranno disciplinate nel decreto legislativo emanato dal Governo.
Tale provvedimento viene giustificato, nella narrazione del Governo, come necessario per adempiere ai vincoli che sarebbero imposti dall'Europa per l'erogazione dei fondi del Pnrr, una tesi che, con riferimento all'articolo 6 del provvedimento che vogliamo censurare con questa mozione, è assai discutibile. Non sono queste le riforme che ci chiede l'Europa. Il quadro normativo europeo, come è noto, riconosce il diritto delle autorità nazionali di decidere in piena autonomia in ordine alle modalità di gestione ritenute più opportune per la fornitura dei servizi di interesse generale, ovvero quei servizi che riguardano la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e la soddisfazione dei loro bisogni essenziali. In nessun modo le norme europee impongono la sottomissione della gestione di questi servizi alla disciplina sulla concorrenza.
E' indubbio che in questo caso la leadership del Presidente del Consiglio dei Ministri vada ben oltre al mandato ricevuto di gestire l'emergenza pandemica e l’utilizzo dei fondi del Pnrr, ma approfittando del clima di emergenza tenda a dare una svolta ancor più liberista sui servizi pubblici, promuovendo il rafforzamento delle politiche di privatizzazione anche dei servizi più essenziali per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, come il servizio idrico e la gestione dei rifiuti.
Questo intento viene perseguito scavalcando e svilendo le prerogative delle Regioni, tanto che per l'adozione del decreto legislativo che attuerà la delega, non è neppure prevista l’intesa in Conferenza Unificata su tutti gli ambiti definiti dalla delega, ma per molti aspetti è previsto il mero "parere".
Per non parlare dell'indicazione espressa dal popolo italiano nei due referendum del 2011, riguardanti rispettivamente la modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato. Su entrambi la maggioranza dei cittadini si è pronunciata in senso nettamente contrario alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, a partire dal servizio idrico, e per la sottrazione degli stessi alle dinamiche del mercato in quanto servizi suscettibili di incidere profondamente sull'effettività dei diritti fondamentali garantiti ai cittadini dalla Costituzione e sul benessere generale della società.
Ritengo che questo Consiglio regionale, come hanno già fatto all'unanimità il Consiglio regionale della Regione Friuli e numerosissimi Consigli comunali, debba esprimersi con un giudizio bipartisan su questo DDL, difendendo le prerogative delle Regioni e i diritti di autodeterminazione delle comunità locali sull'ordinamento e modalità di gestione di questi servizi essenziali, chiedendo quindi lo stralcio dell’articolo 6 per gli stessi motivi già espressi nell'audizione dell'Anci, nella competente Commissione parlamentare e nei numerosi emendamenti da essa proposti.
Non perdiamo questa importante occasione per affermare l'autonomia e la dignità dell'istituzione che rappresentiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Intervengo in conseguenza della mozione presentata dalle Consigliere Ruggeri e Lupini, innanzitutto prendendo atto della valutazione non positiva del documento del Governo perché il decreto contiene degli aspetti che sono fortemente conflittuali rispetto alle decisioni e soprattutto alle prerogative delle Regioni. Parliamo in generale di Regione, ma tutti sappiamo che al trasporto pubblico locale concorrono in larga parte anche gli enti locali, che sono più sensibili ai movimenti della popolazione, quindi a cogliere tutti gli aspetti che riguardano la virtuosità del trasporto pubblico locale, che è un elemento essenziale per la mobilità, anzi, nella direzione del risparmio energetico e nella possibilità di aumentare la trasferibilità delle persone, il trasporto pubblico diventa un elemento fondamentale nella nuova organizzazione delle città, soprattutto verso la diminuzione del numero degli autoveicoli privati in circolazione.
E’ vero che in questi ultimi due anni, purtroppo a causa dell'emergenza Covid, il trasporto pubblico locale è stato largamente penalizzato, sia dalle norme del distanziamento che dalla diminuzione del numero dei posti negli autobus, nei treni e, ma non riguarda le Marche, nelle metropolitane, però è evidente che, sperando che l'emergenza sia finita, è necessario una sorta di riordino dei servizi pubblici locali. In questa prospettiva di tutti i problemi delle utenze, non ultima la problematica della gestione del ciclo delle acque e altro. E’ questo un documento critico nei confronti dell’azione del Governo, come gruppo Fratelli d’Italia non posso fare a meno di prendere atto che c’è da parte dell’autonomia regionale la volontà che il Governo riveda alcune scelte.
C’è stata una fase in cui questo Governo ha avuto l’appoggio della maggior parte dei partiti, tranne dell’unico partito all’opposizione di un certo peso che è Fratelli d’Italia, se non consideriamo una piccola parte marginale del gruppo di Sinistra Italiana. In questo caso mi sento di dire che il consenso e l’aspettativa con cui era sorto l’attuale Governo soprattutto negli ultimi mesi si sono fortemente rarefatti e non solo per le vicende relative all’elezione del Capo dello Stato. Su molti problemi si vede che non gode dell'autonomia e della dignità necessaria che dovrebbe avere il Governo di un Paese, tenendo presente che, per quanto riguarda alcuni aspetti della visione più globale europea, l’Italia ha delle specificità che devono essere tutelate. Più tardi discuteremo della Bolkenstein, della gestione da parte di privati o pubblico/privato di servizi pubblici essenziali, cito il servizio pubblico del trasporto locale, che è essenziale, ma abbiamo citato altri beni comuni, come l’acqua, riportata nel documento che avete presentato, ed i problemi dell’aria e delle aree verdi, cioè ci troviamo di fronte alla gestione molto limitata del bene pubblico.
Questa mozione è incentrata soprattutto sul discorso delle risorse idriche e del servizio idrico integrato, ma questo riguarda tutti i servizi pubblici, ho citato prima il servizio dei trasporti, che è largamente penalizzato mentre andrebbe fortemente sostenuto.
Detto questo, vediamo se arriviamo ad una risoluzione comune, ma per quanto riguarda il mio gruppo sono d’accordo sull’approvazione di questo documento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Ciccioli era partito fuori tema poi con la consueta abilità si è reso conto che, pur facendo parte la questione dei trasporti del DDL concorrenza, nella mozione si parla esclusivamente dell'acqua bene pubblico. Si è accorto e con abilità ha svoltato all'incrocio ed ha preso la via giusta.
Sono totalmente d’accordo con la mozione presentata dalla Consigliera Ruggeri che voglio ringraziare, la condivido completamente, quindi mi risparmio l'intervento nel merito. Concordo con il suo intervento e voglio evidenziarne due passaggi, poi un passaggio l’ha fatto anche il Consigliere Ciccioli.
La Consigliera Ruggeri dice che qualora venisse approvato l’articolo 6 costituirebbe uno scippo delle competenze regionali ed una lesione delle prerogative regionali. Ha ragione perché noi abbiamo una legge regionale, la n. 30/2011 “Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato”, che all'articolo 1, che costituisce una sorta di preambolo, se vogliamo, afferma che la Regione riconosce l’acqua quale patrimonio dell'umanità da tutelare, bene pubblico primario, essenziale e indispensabile per la vita. Quindi mi permetto di presentare, e spero che la Consigliera Ruggeri voglia accoglierli, due emendamenti alla mozione, con la quale si impegna il Presidente e la Giunta ad agire con tempestività utilizzando tutte le sedi di raccordo istituzionale, ma c’è una sede su tutte, qualora le altre vie percorse si rivelassero inefficaci per lo scippo delle competenze regionali, che è la Corte costituzionale. L’articolo 127, comma 2, della Costituzione ci dice che: “la Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente forza di legge”. Non solo la Regione lo può e lo deve fare, secondo me, quando viene lesa una propria prerogativa o una propria competenza, ma lo può, lo deve fare ed è legittimata a proporre impugnativa non solo per la lesione diretta, lo dico alla Consigliera Ruggeri, subita dalle norme contestate, ma per la lesione delle prerogative costituzionali dei Comuni quando a seguito della compressione delle loro sfere di attribuzione, ne derivi una compressione dei poteri della Regione come nel caso di che trattasi. Mai come in questo caso la compressione dei poteri e delle prerogative regionali si ripercuote e determina una compressione delle prerogative degli enti locali perché, come viene ricordato nella mozione, le disposizioni trattate rappresentano un attacco ai beni comuni, in particolare l’acqua è gestita attraverso il servizio pubblico integrato, eccetera, e questo di fatto è affidato ai Comuni prioritariamente, che lo esercita attraverso gli Ato, le società, e via dicendo.
Tra l’altro dico alla Consigliera Ruggeri che noi abbiamo le legge regionale 10 aprile 2007 n. 4, che all'articolo 11, comma 7, questo lo dico anche al Consigliere Ciccioli che è intervenuto prima, stabilisce che il Consiglio delle autonomie locali può segnalare al Presidente della Giunta regionale eventuali lesioni dell’autonomia locale da parte di leggi e provvedimenti statali, anche ai fini della promozione di questioni di legittimità o di conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale.
Che voglio dire? Qui non c’è bisogno che si segnali alla Conferenza delle autonomie locali perché lo rileva la mozione della Consigliera Ruggeri, quindi, in sostanza che dico? Presento due emendamenti. uno sulla parte dispositiva. Alla fine della premessa aggiungo: “Ritenuto, infine che, l’articolo 6 del disegno di legge n. 2469 è in evidente contrasto con la legge regionale n. 30/2011 e presenta evidenti e marcati profili di violazione della Carta costituzionale; la Regione è legittimata a promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale ex articolo 127, comma 2 della Costituzione entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge o dell’atto avente forza di legge; la Regione è legittimata a proporre l’impugnativa non solo per la lesione diretta subita dalle norme contestate, ma anche per la lesione delle prerogative costituzionali dei Comuni quando a seguito della compressione delle loro sfere di attribuzione ne derivi una compressione dei poteri della Regione come nel caso di che trattasi”, questo va nella parte premessa e nella parte dispositiva chiedo di aggiungere, oltre alle iniziative indicate dalla Consigliera Ruggeri, “a promuovere, qualora l'articolo 6 del disegno di legge n. 2469 venga approvato definitivamente dalle Camere, la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale”. Questo deve fare secondo me la Regione Marche attraverso il suo Presidente.
Se questo provvedimento viene approvato poco importa che l’abbia presentato il Presidente del Consiglio dei Ministri perché anche lui può sbagliare e se lede l'autonomia regionale tra la scelta del consenso al mio governo e l'autonomia regionale che rappresento scelgo la seconda.
Quindi, chiedo alla Consigliera Ruggeri di autorizzare la presentazione di questi due emendamenti, sui quali le propongo di mettere la sua firma prima della mia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Consigliera Ruggeri perché ci costringe ad un approfondimento su un disegno di legge che, al di là del tecnicismo che pure purtroppo inevitabilmente emerge anche dalla nostra discussione, deve obbligarci a far comprendere alle persone, che ascoltano e che si informano anche rispetto a questo Consiglio regionale, quanto sia delicato e fondamentale il tema dei servizi pubblici locali.
Qui non si tratta di questioni lontane dai cittadini, ma noi trattiamo in questo passaggio e soprattutto alla luce del disegno di legge dell’attuale Governo, un tema che ci occupa quotidianamente all'interno delle nostre famiglie.
Ha fatto bene la Consigliera Ruggeri ad evidenziare in particolare il tema dell’acqua pubblica perché è un po' il simbolo del servizio pubblico locale, è il simbolo di un bene sul quale il Paese si è già espresso in maniera inequivocabile nel 2011, seppure con un referendum che aveva proposto un quesito, per certi aspetti, abbastanza ambiguo.
Di cosa discutiamo? Discutiamo sostanzialmente, anche grazie all’approfondimento del Consigliere Cesetti dell’aspetto normativo e dei dubbi di costituzionalità, della questione secondo cui attraverso questo disegno di legge, se esploso all’interno di una normativa molto puntuale e precisa, avverrà l’abdicazione dei diritti delle comunità locali, e parlo non solo in termini tecnici della Regione, che è un ente di coordinamento, ma soprattutto dei Comuni, nei confronti delle delle grandi lobby nazionali che gestiscono i servizi pubblici locali nelle più grandi città di questo Paese.
Quello che a mio modesto parere è grave è che si scambia il concetto della preservazione e della cura, che i Comuni - poi diremo - hanno verso i servizi pubblici locali, ribadisco faccio riferimento all’acqua, rispetto agli interessi più grandi.
Dico questo perché il rischio di questo disegno di legge che poi dovrà - ripeto - esplodere all'interno di un decreto legislativo, sarà l’“appropriazione” di tutte quelle belle esperienze locali che si occupano di gestione e di investimenti su questo tema. Chi ha fatto il Sindaco credo che comprenda bene di cosa parlo. Questo rischio si scarica anche su quello che sarà il servizio futuro perché un conto è avere un ente locale appropriatamente gestito e regolamentato, anche oggi ci sono le regole per le nostre società pubbliche in house che devono rispettare alcuni parametri molto precisi … Sarà sostanzialmente una sorta di ottimizzazione e quindi un strangolamento della possibilità di andare avanti per le nostre società pubbliche in rapporto, ripeto, ai grandi player nazionali. Questo è il tema in gioco, questa è la posta in gioco.
D’altra parte chi conosce bene o chi ha avuto l'esperienza di vivere il servizio pubblico locale, sa bene che c'è un altro elemento di criticità, che è quello che non sempre le società pubbliche in house decidono di investire, perché la chiave determinante delle società pubbliche in house, delle piccole comunità, è la capacità di investimento, e non tutte riescono a farlo. Le ragioni? Ce ne sono diverse, penso talvolta alla non competenza, penso al campanilismo, che oggi ci porta ad avere all'interno dei piccoli Comuni delle società senza immaginarsi dentro un contesto critico più grande, senza riguardare quella che può essere la massa critica necessaria per lavorare insieme, per aggregare insieme società che operano a livello regionale.
Questo è il punto centrale del decreto legislativo e allora cosa sarebbe opportuno? Intanto fare un quadro nazionale di quelli che sono i servizi pubblici locali perché, guardate, c'è una “disuguaglianza” nazionale tra sud, nord e centro rispetto all'esperienza del servizio pubblico locale dal punto di vista del congegno societario, talmente differente che oggi immaginare una scelta di questo tipo significa abbattere, radere al suolo esperienze importanti, significative e - dico anche, attenzione - di ricchezza per i territori perché alcune società che hanno ben operato, che hanno investito e che naturalmente danno lavoro, rischieranno di essere assorbite, rischieranno di diventare per il cittadino un soggetto altro, non la società che nell'ambito provinciale, regionale lavora affinché sia vicino al cittadino riguardo al tema dei servizi pubblici locali.
Quindi da un lato prima si sarebbe dovuto ragionare in riferimento al quadro nazionale ed in secondo luogo attraverso questo decreto legislativo di dovrebbero apportare delle piccole modifiche allo stato attuale.
Ricordo a tutti che c'è un elemento dirimente nel servizio pubblico locale che è il rapporto tra tariffa e investimento, cioè la società in house, la società che si occupa dell’acqua ha, rispetto alla tariffa che viene applicata, un equilibrio indispensabile per poter rendere un servizio importante ai cittadini, ecco perché credo che dobbiamo votare questa mozione, che è importante e soprattutto indispensabile far capire e rendere consapevole l'intera comunità regionale di quale sia la posta in gioco. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per dire di essere in linea con la proposta fatta dalla Consigliera Ruggeri, facendo anche riferimento al mio passato di amministratore delle aree interne nelle quali i servizi pubblici sono essenziali ed è importante averne la governance.
Nella nostra regione abbiamo il trasporto pubblico locale che è ben gestito, aperto al territorio, ma è importante che la direzione rimanga nella zona perché soprattutto nelle aree interne c’è bisogno di essere attenti alle particolarità dei luoghi, alle piccole esigenze e solo una gestione locale potrà rispondere a quelli che sono i requisiti, cosa che non avverrebbe se la direzione fosse ultraregionale.
Questo è importante, lo stesso dicasi dei servizi pubblici riguardanti il settore dell’acqua in riferimento ai piccoli Comuni, avere delle società, che poi giustamente devono fare gli investimenti, che devono saper governare bene, però c’è bisogno di avere il più vicino possibile la governance e la possibilità di gestire quei servizi che sono fondamentali per i cittadini, soprattutto per quelli delle aree più disagiate, quindi approvo questa mozione e voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Civici Marche che rappresento qui in Consiglio è un movimento regionalista con una visione sociale e popolare, quindi non posso che concordare con questa mozione perché c’è da dire basta alla deriva privatistica dei servizi pubblici locali e dei beni comuni. Anche se la Consigliera Ruggeri spesso ce l’ha con me, ma su queste cose andiamo d’accordo e le chiedo: cosa si aspettava nell’appoggiare il Governo di un banchiere con il suo Movimento?
Il Consigliere Carancini ha detto cosa sarebbe opportuno, io dico che sarebbe opportuna una riflessione interna tra i partiti che sostengono il Governo rispetto alle politiche che gli stessi attuano a Roma, che poi subiscono anche cittadini nella nostra regione. Quindi concordo anch’io e voterò in maniera positiva questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Abbiamo sottoscritto gli emendamenti presentati dal Consigliere Cesetti, quindi la mozione è comprensiva anche di questi.
Sono soddisfatta dell'esito di questa discussione e spero che la mozione sia approvata all'unanimità perché avrebbe senso solo così, mi pare che andiamo in questa direzione, quindi mi felicito.
Solo una annotazione al Consigliere Rossi, io non ce l’ho assolutamente con lei e di solito cerco di tenere un equilibrio sulle tematiche che affrontiamo in questa sede. Tra l’altro il mio Movimento è altamente democratico che ci ha fatto votare sulla piattaforma l’adesione o meno a questo governo di larghe intese, io l’ho reso anche pubblico, però forse non tutti lo sanno, ho votato contro, quindi non mi può addebitare responsabilità che sinceramente non ho.
Al di là di tutto questo il Movimento 5 Stelle, insieme a tanti altri movimenti politici, comitati, associazioni sindacali, eccetera, fa parte di questa rete che da qui in avanti cercherà di porre all'attenzione pubblica questa tematica che riferisce appositamente al disegno di legge concorrenza che ha al suo interno queste grossissime problematiche. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Ruggeri, Lupini: “Alla fine della parte premessa e prima di “impegna” aggiungere il seguente paragrafo: ‘Ritenuto, infine, che: l’articolo 6 del disegno di legge n. 2469 è in evidente contrasto con la legge regionale n. 30/2011 e presenta evidenti e marcati profili di violazione della Carta costituzionale; la Regione è legittimata a promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale ex articolo 127, comma 2 della Costituzione entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge o dell’atto avente forza di legge; la Regione è legittimata a proporre l’impugnativa non solo per la lesione diretta subita dalle norme contestate, ma anche per la lesione delle prerogative costituzionali dei Comuni quando a seguito della compressione delle loro sfere di attribuzione ne derivi una compressione dei poteri della Regione come nel caso di che trattasi; la legge regionale 10 aprile 2007 n. 4, all’articolo 11, comma 7, statuisce che il Consiglio delle autonomie locali può segnalare al Presidente della Giunta regionale eventuali lesioni dell’autonomia locale da parte di leggi e provvedimenti statali, anche ai fini della promozione di questioni di legittimità o di conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale, nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 134 della Costituzione’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Intervengo su tutti e due per ribadire che questa è una di quelle occasioni nelle quali possiamo far valere le nostre prerogative, è questa sostanzialmente la nostra arma istituzionale, diversamente facciamo delle mozioni che purtroppo spesso si possono risolvere in atti politici e attestati di buone intenzioni.
In questo caso, qualora venisse approvato l’articolo 6, il Presidente facendo seguito all’impegno che noi gli vorremmo dare adesso, proporrà ricorso dinnanzi alla Corte costituzionale ed ovviamente il Governo rispetto ad un atto sbagliato verrà messo dinanzi alle proprie responsabilità e dinanzi al Giudice delle leggi, perché in questo caso quella disposizione nazionale andrebbe a violare nostre leggi regionali ed anche le prerogative degli enti locali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. … con i due emendamenti distinti del Consigliere Cesetti, però torno sul merito proprio per esprimere il mio apprezzamento per lo sforzo e l’impegno che ha prodotto la Consigliera Ruggeri.
Ho letto tutto il documento del Governo sulla concorrenza, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, eccetera, e ci sono ben tre articoli sulla concorrenza che riguardano il trasporto pubblico locale, che sono rispettivamente l’articolo 6, Sezione III - servizi pubblici trasporti locali, e lì ci sono addirittura undici commi, l’articolo 8, Delega in materia di trasporto pubblico non di linea, l’articolo 7, Disposizioni in materia di trasporto pubblico locale. Diciamo che una parte essenziale, 3/4 pagine della legge, riguarda il trasporto pubblico locale, poi ci sono gli articoli 8 e 9 che riguardano il regime delle concessioni ed in questo entra l’acqua.
L’atteggiamento del mio gruppo, scusate se lo rivendico, è ovviamente di opposizione al Governo e di messa in critica dell’intero impianto della legge, di tutto il documento sulla concorrenza, il DDL concorrenza 2021, che ha l’articolo che viene preso in esame, quello della gestione del servizio idrico delle sorgenti, del bene pubblico, eccetera, ma che è molto più ampio, tanto è vero che alcuni articoli, che mi sono andato a vedere per saperne di più, riguardano complessivamente la concessione delle aree demaniali portuali, la distribuzione del gas naturale, tutte cose che rientrano nella gestione pubblica o pubblica/privata dei servizi e su questo noi siamo critici complessivamente, non solo sull’articolo 47 – mi pare, adesso non ricordo - ma sull’intero impianto della legge, per cui aderiamo e sottoscriviamo il documento.
Non sapevo, e qui ne prendo atto, che la Consigliera Ruggeri si fosse espressa contro la partecipazione a questo governo di larghe intese, questo mi fa molto piacere e l’apprezzo ancora di più.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Hanno votato da remoto i Consiglieri Biancani e Mastrovincenzo.

Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Ruggeri, Lupini: “Nella parte dispositiva aggiungere infine il seguente punto: ‘promuovere, qualora l'articolo 6 del disegno di legge n. 2469 venga approvato definitivamente dalle Camere, la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Hanno votato da remoto i Consiglieri Biancani e Mastrovincenzo.

Mozione 207, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora chiedo un’inversione dei punti all’ordine del giorno per necessità dell’Assessore ed anche per una formulazione più precisa della mozione sulla Bolkestein da presentare al Governo, per dare una composizione definita, un atto che tenga conto effettivamente delle necessità degli stabilimenti balneari secondo le indicazioni possibili e legittime, da depositare presso i tavoli parlamentari e governativi.

Anticipazione della proposta di legge n. 49. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 49
ad iniziativa della Giunta regionale
“Promozione degli investimenti, dell’innovazione e della trasformazione digitale nel sistema imprenditoriale marchigiano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 49 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. In primis voglio ringraziare l'Assessore per aver investito sul sistema imprenditoriale marchigiano; mi preme ringraziare la Commissione di cui ho l’onore di essere Presidente, tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza perché come sempre si riesce a fare un lavoro importante, ognuno cerca di dare dei contributi importanti secondo la propria competenza ed il proprio territorio.
Sono state fatte alcune modifiche in Commissione anche grazie agli emendamenti da parte dell’opposizione per cercare di trovare una soluzione condivisa, per cercare di portare a casa un risultato utile a tutti noi, che facciamo politica a prescindere dall’appartenenza per cui siamo stati eletti.
Oggi ci troviamo in uno stato di difficoltà, in cui da oltre un decennio è venuto a trovarsi il sistema produttivo marchigiano, che ha portato a classificare la Regione Marche come una regione in transizione da parte della Commissione europea dopo essere stata sempre tra quelle più sviluppate.
Da un lato il venir meno della capacità di traino di alcuni leader storici soggetti a progetti di ristrutturazione e in alcuni casi importanti di vera e propria crisi, dall’altro le … e la forza propulsiva dei distretti industriali hanno stretto il sistema delle Marche in una morsa da cui fa fatica ad uscire.
A questo si sono aggiunte naturalmente, come per le altre Regioni, le conseguenze economiche della pandemia ed oggi ancor più drammatiche quelle della guerra in Ucraina. Ma a prescindere dagli eventi che ci hanno colpito a partire dal febbraio 2020, la regione Marche, che è tra quelle a più alta vocazione manifatturiera d'Italia, non è riuscita più a raggiungere i livelli di esportazione registrati nel 2007, se si esclude il 2014, perdendo nel frattempo quasi un terzo del peso relativo dell’esportazione nazionale.
Mentre a livello nazionale l’export tra il 2000 e il 2020 è cresciuto di oltre il 67% quello marchigiano si è fermato a +44%, dato che dimostra in modo inequivocabile che stiamo vivendo da 20 anni una crisi di competitività che si è tradotta in un andamento insoddisfacente del valore aggiunto, della quantità e della qualità dell’occupazione.
L’inasprimento delle limitazioni commerciali nei confronti della Russia ha anche peggiorato questi dati già estremamente problematici, anche alla luce delle relazioni commerciali con quei Paesi e con alcuni comparti delle produzioni di punta del Made in Italy, ma soprattutto del Made in Marche, pensiamo nel distretto fermano/maceratese ad esempio al calzaturiero, ma anche al mobile e ad altre imprese che producono nelle Marche.
Va aggiunto che una parte consistente del territorio marchigiano è in area di crisi complessa, basta pensare ad esempio all’area di crisi complessa fermano/maceratese, fabrianese e molte altre, ci sono capoluoghi di provincia e all’interno di queste aree di crisi ci sono anche città importanti come Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto, che nonostante non siano all’interno, ma sulla costa son entrate in questa area di crisi.
Anche qui cerco di fare un appello pubblico, a prescindere da questa legge, mi sarebbe piaciuto che il Governo e tutti i partiti politici potessero riconoscere degli importanti sgravi fiscali all’interno dell’area di crisi senza magari ricorrere ad altri strumenti che poi la Regione insieme al Governo deve utilizzare.
Dobbiamo parlare anche delle crisi aziendali, come ad esempio quella recente della Caterpillar, come altre, a cui con questa legge riusciamo a dare delle risposte importanti.
La situazione attualmente di conflitto tra la Russia e l'Ucraina ha determinato degli scenari sul fronte energetico e per l’approvvigionamento delle materie prime non del tutto imprevedibili, tanta la dipendenza storica, forse colpevolmente, del nostro Paese dalle fonti energetiche tradizionali, accompagnata da una non chiara scelta di campo rispetto alle energie, compresi i sistemi di stoccaggio e di recupero che avrebbero consentito di ridurre in modo significativo tale dipendenza.
Dopo il 2012 infatti la politica energetica italiana non ha voluto, forse, promuovere una decisiva scelta di campo e così facendo si trova oggi di fronte ad una crisi che ha altissime ripercussioni nel suo complesso.
Questa proposta di legge, cari colleghi, è pertanto ancora più necessaria per attivare progetti che si inseriscono nella scelta decisa di contrastare il trend appena descritto, tenuto conto che oggi più che mai sono indispensabili azioni che consolidano la presenza delle nostre imprese nel panorama europeo ed internazionale nella consapevolezza che, soprattutto in questo momento, è indispensabile porre gli strumenti di programmazione regionale e di un più ampio contesto di misure adottate dall’istituzione europea e dal Governo nazionale.
La proposta di legge vuole innanzitutto concentrarsi sulle imprese in grado di ricreare la crescita della parte produttiva occupazionale, quindi sulle imprese che hanno programmi di espansione e crescita attraverso la realizzazione di nuove unità produttive, magari sono anche espansione di unità esistenti o dismesse ed inutilizzate, oppure sostenendo progetti di ristrutturazione industriale, di imprese in crisi che garantiscono la salvaguardia dell’occupazione anche attraverso percorsi di work …
Per tanti anni sono state sufficienti le forze endogene della regione in grado di autoalimentarsi con continuità, ora è necessario cercare di cogliere le opportunità che provengono da fuori per realizzare nel nostro territorio investimenti innovativi, l’impatto occupazionale, in grado di rafforzare e rigenerare le nostre filiere produttive che ne hanno molto bisogno anche attraverso il rientro, reshoring, di attività produttive precedentemente delocalizzate.
Fra i progetti di crescita di piccole, medie ed anche micro imprese sono previsti meccanismi semplificati che crediamo siano importanti anche sull’aspetto della burocrazia per dare delle risposte a tante imprese, anche alle microimprese che abbiamo nelle Marche, come ad esempio il bando reshoring recentemente attivato, per il quale voglio ringraziare l’Assessore Carloni.
Si propone quindi di intercettare, se possibile, anche le grandi imprese per realizzare investimenti importanti anche se di taglio inferiore rispetto agli strumenti nazionali, come i contratti di sviluppo, ad esempio.
Le grandi imprese possono ricevere aiuti per investimenti solo nelle aree destinate agli aiuti a finalità regionale, ma non il resto della regione, per questo si introduce la possibilità di siglare accordi di investimento con precisi impegni occupazionali, nei quali si possono anche includere ulteriori progetti nell’ambito della ricerca dell’innovazione sostenibile e della formazione del personale, che è un tema molto importante.
E’ possibile anche che l’impresa proponente sia mandataria di una associazione temporanea che coinvolga i principali fornitori locali, realizzando così progetti di filiera che coinvolgono le nostre piccole, medie e micro imprese, che sono la spina dorsale della nostra economia marchigiana.
Sono previste anche azioni che aumentano la visibilità e l’attrattività del nostro territorio per gli investitori regionali e extraregionali a partire da una mappatura di spazi e luoghi disponibili fino alla messa a disposizione di informazioni, servizi e procedure facilitate, ma è fondamentale l’esigenza dell’infrastrutturazione digitale, della diffusione della cultura digitale fra le nostre imprese, anche perché con il Pnrr, visto che si punta molto su questo, è fondamentale che le nostre imprese siano stimolate ad investire su questo.
L’esigenza, infatti, viene confermata anche in continuità con la precedente legge 25, che viene abrogata, ma le cui finalità vengono ribadite all’interno di questa nuova legge in un contesto più ampio di rilancio del sistema produttivo.
Questa legge è composta da 11 articoli.
Quello che chiedo a quest’Aula è di trovare una soluzione condivisa perché credo che sia una legge che guarda al futuro della trasformazione digitale, dell’innovazione, degli investimenti del nostro sistema imprenditoriale marchigiano. Anche perché penso che le imprese marchigiane non hanno colore politico, ma hanno bisogno oggi come oggi che la politica, insieme, riesca a dare una risposta, così come stiamo facendo su altre questioni, come ad esempio la direttiva Bolkestein con i balneari che sono stati ricevuti non solo dal Presidente Acquaroli, ma anche da una parte della maggioranza e dell'opposizione rappresentata dal capogruppo del PD Consigliere Mangialardi, che ho apprezzato moltissimo anche in quel giorno, in quell’istante, nel quale si cercava di fare squadra.
Ritengo che le imprese debbano essere tutelate dalla nostra Regione, dalla politica in generale, soprattutto in questo momento di crisi in cui noi possiamo fare la differenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. La proposta di legge 49/2021, che ci troviamo oggi ad approvare, evidenzia, per l'ennesima volta, la mancanza di visione strategica di una Giunta regionale che nel supposto tentativo di innovare la nostra regione riorganizzandone l'intero tessuto produttivo, non fa altro che produrre leggi su leggi, generando soltanto confusione e incertezza, soprattutto ai danni delle imprese del territorio.
E non lo afferma solo il gruppo del Partito Democratico, è lo stesso Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ad avere invitato la Regione a prevedere un testo unico che "rappresenti il fulcro centrale della visione strategica della Regione", chiedendo in questo modo all’Assemblea legislativa di raccogliere i contenuti delle varie proposte di legge, sia quelle approvate sia quelle ancora in discussione, al fine non soltanto di coordinare le varie attività, ma anche di evitare una inutile dispersione di risorse pubbliche.
Ad esempio: all'articolo1 (Finalità e oggetto) comma 1 lettera c) vengono menzionate le start up, a mio avviso cosa assolutamente non necessaria e fuorviante dato che le start up innovative sono già oggetto di una legge ad hoc, già approvata da questa stessa Assemblea lo scorso anno, e in quanto micro e piccole medie imprese possono comunque accedere ai benefici, non solo di questa, di tante altre leggi dedicate al settore imprenditoriale.
E ancora: l'articolo 4 è dedicato alle azioni regionali per l'attrazione e il rientro degli investimenti, anche questa tipologia di intervento è già contemplata in altre leggi e in diverse proposte di legge.
Sembra insomma che ci sia molta confusione e venga infilato di tutto e di più senza un'idea chiara dello stato dell'arte e senza avere in mente una strategia per come innovare le Marche.
Senza una visione strategica fare leggi di questo tipo è dannoso. Ad esempio: chi si occuperà della gestione degli strumenti previsti da questa proposta di legge? E in questo caso specifico, di attrazione degli investimenti? La nuova SVEM? La nuova ATIM? O direttamente le strutture regionali competenti per materia, magari attraverso convenzioni stipulate con altri soggetti?
Oppure pensiamo alla legge regionale 2/2022, relativa al rafforzamento innovativo delle filiere – legge vostra - che già all'articolo 1, tra le finalità, cita la necessità di "accrescere le competenze e le conoscenze tecnologiche ed organizzative connesse e accelerare i processi di innovazione", per non parlare di tutte le volte in cui si dice di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, di strategia di specializzazione intelligente, di progetti di consolidamento dei processi di innovazione.
Altro aspetto che mi preme evidenziare e contestare è questo voler distruggere quanto fatto nel passato, senza pensare e senza considerarne le conseguenze.
La Giunta precedente ha lavorato molto bene, anche nella direzione dell'innovazione e della trasformazione digitale e lo ha fatto sempre con il coinvolgimento delle associazioni sindacali, imprenditoriali ed anche del mondo accademico.
La tematica relativa alla "necessità di modernizzare i sistemi di produzione e di erogazione di servizi soprattutto in chiave digitale e sostenibile" - cito dalla relazione illustrativa della proposta di legge - era già stata affrontata, infatti, nel 2018, la stessa legislatura di cui faceva parte l’Assessore Carloni, ed aveva condotto all'approvazione della legge 25/2018, la stessa che oggi con l'articolo 11 di questa stessa legge si vuole abrogare.
Cito dall'articolo 1 della legge 25/2018, che il Vicepresidente Carloni conosce molto bene: "la Regione definisce nell'ambito della strategia di specializzazione intelligente un percorso per l'applicazione e la diffusione del modello Impresa 4.0, che tenga conto delle caratteristiche socio-economiche del sistema produttivo, al fine di accrescere il potenziale competitivo dell'economia regionale e sostenere l'ammodernamento, il rilancio produttivo, l'attrazione di investimenti e la creazione di occupazione”. E ancora dal comma 2 dell’articolo 1 della legge che voi volete abrogare: "La Regione ritiene strategico unire le nuove forme di Impresa 4.0 con l'economia circolare promuovendo una sinergia tra la ricerca e l'innovazione legate alle Information and Communication Technologies ed alle Key Enabling Technologies, è l’applicazione trasversale dei metodi e degli strumenti dell’economia circolare.
E infine, nel successivo comma 3 della legge, che voi volete abrogare, la Regione accompagna i processi di innovazione di cui ai commi 1 e 2 con programmi di formazione permanente finalizzati sia alla creazione delle nuove professionalità, sia rivolti ai lavoratori coinvolti, per consentirne ed agevolarne l'aggiornamento e l'eventuale riqualificazione culturale, professionale e tecnica, affinché non restino esclusi dal ciclo produttivo.
A tale proposito giova ricordare quanto la Giunta precedente abbia investito nel legare la programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale con quella del Fondo sociale europeo, per dare attuazione ad interventi che collegassero l'investimento puro a favore delle imprese all'attività formativa finalizzata alla crescita professionale di figure altamente specializzate e pronte per eventuali assunzioni con conseguente aumento dell'occupazione.
Grazie a questa scelta, e vi invito a seguire, i dati consolidati al 31 dicembre del 2019, quindi assolutamente sottostimati, dimostrano che la politica di coesione marchigiana ha consentito di creare 4.410 nuovi posti di lavoro coinvolgendo 3.123 imprese, prevalentemente micro per il 72% e piccole per il 19%, andando ben oltre il coinvolgimento del 90% di piccole e piccolissime imprese. Unica regione in Italia la nostra che oltre ad aver tenuto conto delle implicazioni della rivoluzione digitale, delle trasformazioni tecnologiche sulle risorse umane, ha voluto coniugare la crescita digitale con lo sviluppo dell’economia circolare dando priorità nei criteri di concessione dei contributi a progetti che prevedessero l’impiego, la ricerca e la sperimentazione di tecnologie, strumenti e metodi afferenti l’economia circolare.
Unica in Italia la nostra Regione ad avere sostenuto la creazione dei Digital Innovation Hubs, realtà pensate a supporto delle piccole e medie imprese per metterle nelle condizioni di crescere e svilupparsi - unica Regione in Italia ad averle finanziate con risorse regionali a dimostrazione di quanto ci credevamo - promuovendo i processi aziendali di trasformazione digitale, di innovazione e di sostenibilità.
Sto elencando queste cose perché è tutto quello che voi volete abrogare e quindi è giusto che l’Aula sappia.
E nel 2019 è stato approvato un apposito bando con cui ci si è posti l'obiettivo di favorire la promozione e lo sviluppo nel territorio regionale di Digital Innovation Hub regionali promossi da associazioni di categoria delle imprese maggiormente rappresentative a livello regionale, con uno stanziamento complessivo di oltre 460 mila euro, successivamente integrato con ulteriori 342 mila euro.
Altro aspetto da sottolineare è la previsione all'interno della legge regionale 25/2018, che voi volete abrogare, della redazione di un Piano Impresa 4.0, ovvero un Piano che definisse gli interventi necessari e da attuare per accrescere la competitività delle micro, piccole e medie imprese presenti nel territorio regionale, attraverso lo sviluppo della manifattura innovativa, dei servizi connessi e dell'artigianato digitale.
E questo in collaborazione con l'Osservatorio Impresa 4.0, voluto dai sindacati, che voi andate ad abrogare, pensato quale organo di supporto della Giunta regionale nella definizione degli interventi previsti dalla legge nella formulazione di proposte e pareri ai fine della redazione del Piano e con il coinvolgimento del Tavolo permanente di coordinamento Impresa 4.0, anche questo importante strumento di governance previsto dalla legge 25/2018, che scomparirà perché tutte queste cose non sono previste nella proposta di legge 49/21.
Il Piano di cui parlavo prima doveva essere redatto con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, del sistema universitario, della Camera di commercio, dei Digital Innovation Hubs e dagli altri organismi previsti dal Piano nazionale Impresa 4.0, che avrebbe dovuto essere uno dei primi atti ad essere approvati dall'attuale Giunta regionale e non lo avete fatto e questo dimostra quanto il vostro sostegno all’innovazione sia un sostegno a parole.
Infine, ma non ultimo per importanza, vorrei ricordare l'attenzione che sempre con la legge regionale 25/2018, che oggi voi volete abrogare, è stata rivolta alla cultura digitale, pensando tra le altre cose anche all'attivazione di percorsi formativi nell'ambito della formazione continua e permanente, dedicati alle nuove tecnologie abilitanti 4.0 e alle loro applicazioni nella manifattura, tenendo conto delle opportunità e delle minacce legate alla sicurezza informatica, ma con lo scopo di formare nuove figure professionali esperte del settore, questo noi l’avevamo previsto nel 2018 e nella vostra proposta di legge non c’è.
Altro aspetto questo del tutto ignorato dalla proposta di legge 49/2021, cosa inopportuna e a mio avviso molto grave specie in questo preciso momento storico, in cui la guerra attualmente in atto tra Ucraina e Russia potrebbe portare ad attacchi informatici che abbiano come bersaglio infrastrutture, cloud, sistemi di controllo industriale, fornitori di software, solo per fare alcuni esempi, ma tutto questo non viene contemplato.
E invece, non solo il Piano Impresa 4.0 non ha mai visto la luce, in un anno e mezzo non siete stati capaci di redigerlo, ma piuttosto si è preferito spendere energie, risorse e soprattutto tempo discutendo una proposta di legge che promuove la trasformazione digitale nel sistema imprenditoriale marchigiano, cosa che noi avevamo già fatto anni prima con il coinvolgimento di tutto il territorio.
Imprese, non dimentichiamolo, che nel frattempo hanno dovuto affrontare una grave crisi sanitaria, poi economica e che ora stanno affrontando le conseguenze di un conflitto che rischia di avere risvolti devastanti su tutta l'economia mondiale.
Insomma, in maniera assai lungimirante la legge regionale 25/2018 aveva previsto importanti strumenti pensati per garantire una governance condivisa, con il coinvolgimento delle associazioni sindacali ed imprenditoriali, del mondo accademico, e tutto questo voi oggi lo volete distruggere.
E ora la proposta di legge 49 non interviene per rielaborare, integrare o, perché no, migliorare le disposizioni previste dalla Giunta precedente, interventi che avremmo condiviso certamente con voi, interviene invece per distruggere, cancellare quanto di buono è stato prodotto nel passato, come tra l'altro i dati oggettivi dimostrano.
E un conto, Vicepresidente Carloni, è non dare attuazione ad una legge, magari per un anno, per mancanza di risorse, quante leggi ci sono che non hanno copertura finanziaria? Oppure per una programmazione regionale approvata in precedenza, altro punto è cancellarla completamente come voi volete fare senza avere neanche più la possibilità di scegliere se applicarla oppure no.
Mi sono dimenticata di citare all’interno della proposta di legge 25/2018 anche la realizzazione delle piattaforme tecnologiche, come quella di Jesi recentemente inaugurata con grandi lodi dell’Assessore al ramo Mirco Carloni, piattaforme strategiche per lo sviluppo delle innovazioni il cui superamento è semplicemente imbarazzante.
Ed è per questo che il gruppo del Partito Democratico ha presentato, sia in Il^ Commissione e lo ha ripresentato ieri sperando che il Vicepresidente Carloni potesse avere altro tempo per rifletterci, un emendamento che chiede la soppressione dell’articolo 11 della proposta di legge 49, ovvero l'articolo che prevede l'abrogazione della legge regionale 25/2018. Conformemente, tra l'altro, a quanto sollecitato dallo stesso Crel, che nel parere fornito esprime parere favorevole subordinatamente alla soppressione dell'articolo 11.
Ecco perché l’atteggiamento del gruppo del Partito Democratico non sarà strumentale e voterà all’unanimità questa proposta di legge se l’emendamento in questione dovesse essere approvato.
La nostra non è come sempre una battaglia pretestuosa, ma è un'azione che ha l’intenzione di sostenere veramente e in maniera efficace lo sviluppo e l'innovazione del tessuto imprenditoriale marchigiano, esistendo di fatto già una norma che non solo si è dimostrata valida ed efficace, ma che individua importanti strumenti di governance pensati per sostenere il percorso di definizione della strategia di specializzazione intelligente.
Ringrazio il relatore di maggioranza, nonché Presidente della II^ Commissione Consigliere Putzu, che si è adoperato per arrivare al voto unanime e spero veramente che in queste ultime ore da parte della maggioranza ci possa essere, così come è avvenuto in passato, un segnale di apertura di cui terremo conto con grande piacere.
Poco importa se per l'anno 2022 non sarà possibile trovare una copertura sufficiente per finanziare la legge, ciò che conta e che chiediamo a gran voce è di preservare un impianto normativo a tutt'oggi valido e soprattutto al passo con i tempi.
Ulteriori risorse potranno certamente essere trovate in seguito, all'interno ad esempio della prossima programmazione europea, voi stessi per tante leggi avete rimandato alla prossima programmazione europea e questo principio vale ovviamente anche per la legge regionale 25/2018.
Se anche l'inserimento tra i soggetti di cui all'articolo 1 comma 1 lettera a) delle aree interne, oltre a quelle maggiormente colpite dalle crisi industriali, può essere ritenuta una operazione valida ed efficace, bisogna in ogni caso tener conto che in tutte le aree interne è necessario favorire nuovi investimenti per allargare la base produttiva regionale e per generare nuova occupazione e attivare nuove reti di fornitura e sub-fornitura. Non può essere certamente soltanto questa proposta di legge l’unica strada maestra che avete a disposizione.
Il gruppo del Partito Democratico ha depositato questa mattina un ordine del giorno, ringrazio il Consigliere Carancini per essersene fatto promotore, la mia prima firma l’ho messa in quanto relatrice di minoranza, ma in realtà è stato lui a sollevare questo tema ieri al gruppo, per chiedere di anticipare la copertura finanziaria di questa legge all’annualità 2022. Se questa legge è così strategica è inutile fare leggi che poi avranno attuazione l’anno prossimo, questa cosa non ha alcun senso, ritenendo che le aziende hanno bisogno, soprattutto in un momento di grande crisi come quello che stiamo attraversando, di un sostegno immediato.
Nel contesto di una legge che valutiamo in ogni caso irricevibile, sarebbe quantomeno opportuno mettere in atto subito tutti gli strumenti a nostra disposizione per arginare la grave crisi economica in atto.
Ciò rappresenterebbe un sussulto di dignità, altrimenti crediamo che anche fuori di qui, tra i nostri imprenditori, sarebbe ritenuto come una vera e propria presa in giro posticipare all'anno prossimo politiche di sostegno che oggi sono indifferibili.
Infine un paio di battute sull’intervento del Consigliere Putzu, non tanto a lui ma ai tecnici che c’erano anche prima e che quindi non possono non sapere che se le Marche sono una regione in transizione lo sono prima ancora per la crisi perché i parametri europei sono cambiati e se non fossero cambiati noi non saremmo Regione in transizione, di poco, ma saremmo comunque rimasti nella fascia precedente.
Si parla di crisi di competitività del sistema marchigiano, sul ricreare la crescita occupazionale, ho dato prima alcuni dati tra l’altro parziali sul reshoring. Non è stato il Vicepresidente Carloni a fare per primo i bandi, c’era nella legislatura precedente quando il primo bando della precedente Giunta, quello sulle aree di crisi, prevedeva tre interventi uno di questo era proprio sul reshoring e questa cosa era prevista in tutte le aree di crisi.
Vorrei inoltre ricordare che l’eredità di cui dispone l’Assessore Carloni è una regione che, nonostante le difficoltà di cui parlavamo prima, ha registrato un trend positivo per la spesa/ricerca/sviluppo in percentuale, passando dallo 0,8 del 2015 all’1,1 del 2017. Abbiamo registrato un notevole incremento del numero di addetti in ricerca e sviluppo grazie anche alle politiche industriali adottate, siamo passati da 381 nel 1995 a 4.460 nel 2016; c’è stato anche un significativo incremento degli addetti del settore ad alta intensità di conoscenza. Il trend dal 2015 è stato sempre crescente.
Infine, mi preme anche evidenziare …, questo lo dico perché in passato c’è chi contestava il fatto che le piccole e medie imprese non erano state oggetto dei nostri interventi, non è vero le piccole e piccolissime imprese hanno dimostrato una spiccatissima propensione ad investire, l’ho detto prima, il 90% dei destinatari erano piccolissime imprese, ma ciò che è interessante ed io spero che venga mantenuto anche da questa Giunta è che il contributo medio per impresa era di circa 200.000 euro, non erano contributi a pioggia e potevano fare la differenza.
Concludo dicendo questo: la Regione Marche è stata capace di investire in ricerca ed innovazione nella programmazione 2014/2020 di più dell’Emilia-Romagna, la quale aveva investito il 54,2%, la Regione Marche il 54,9%. Siamo riusciti a collocare la Marche sopra i livelli dell’Emilia-Romagna con strumenti che voi oggi volete abrogare.
Spero veramente che fino all’ultimo ci siano i presupposti per trovare un’apertura con la minoranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Buongiorno colleghe e colleghi. Il periodo di crisi che ha investito l'economia marchigiana a partire dal 2008 e gli sconvolgimenti a livello sanitario degli ultimi tre anni, hanno determinato nuovi scenari rendendo evidente l'assoluta necessità di contrastare la discesa aziendale e i trasferimenti delle imprese.
La presenza sul territorio marchigiano di un tessuto produttivo fragile e in forte sofferenza, con una bassa capitalizzazione e marchi bloccati, ha palesato quanto sia fondamentale guardare un futuro in modo diverso, superando i modelli del passato.
Il governo regionale ha un obiettivo chiaro, orientato alla ricostruzione di una competitività del nostro territorio, del suo asset industriale e imprenditoriale e alla ricostituzione di una visione che possa riportare la nostra regione a superare questa fase di transizione e a ricollegarsi alla curva di crescita.
Questa norma vuole essere strumento a supporto della Regione nella programmazione dei prossimi sette anni dei fondi europei, così come specificato in modo chiaro anche nella legge.
Voglio sottolineare infatti l'importanza dell'articolo 7 (Interventi a favore della trasformazione digitale delle imprese verso Impresa 4.0), che è una delle parti della legge più importante perché guarda ad un orizzonte temporale e al futuro. L’articolo promuove la trasformazione digitale delle imprese in coerenza con i principi di Industria 4.0.
Questo obiettivo lo vogliamo raggiungere in particolare sostenendo progetti di innovazione realizzati da imprese singole o aggregati, attraverso interventi non a pioggia, ma mirati ed orientati non solo alla riorganizzazione aziendale e alla crescita di nuove competenze, ma anche e soprattutto all'acquisizione di dotazioni tecnologiche della robotica intelligente, delle applicazioni dell'intelligenza artificiale e dei big data, delle applicazioni in realtà virtuale e aumentata, della manifattura additiva, dei servizi digitali a distanza.
A tal riguardo a partire da febbraio 2021 la Regione Marche ha dato formalmente avvio ad una serie di incontri sul tema della ricerca e della innovazione con la convocazione dell'Osservatorio regionale per la strategia di specializzazione intelligente oltre al coinvolgimento di tutti gli attori della ricerca e dell'innovazione, tra i quali le imprese innovative, le start up, i ricercatori e i giovani talenti della nostra regione, così come gli esperti di settore.
Gli incontri, come dichiarato più volte dal Vicepresidente e Assessore alle attività economiche Mirco Carloni, sono serviti "per capire quali sono le aree su cui imprimere innovazione e contribuzione pubblica. Il confronto con le categorie è servito a definire le traiettorie di innovazione per far nascere i futuri bandi. Incontrare le imprese è fondamentale per costruire bandi che corrispondano alle esigenze reali del processo produttivo".
Ritengo molto importante sottolineare il ruolo di questa norma del Consiglio regionale che avrà il compito di controllare l'attuazione della legge e analizzare i risultati ottenuti, valutando il costo/beneficio delle azioni intraprese anche nell'ottica di porre in essere eventuali correttivi alla programmazione stessa.
Altresì positivo che si sia scelto di promuovere forme di valutazione partecipata, coinvolgendo cittadini, imprese e altri stakeholders, anche con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative dei principali settori economici.
Il dialogo, soprattutto in un momento complicato come quello che stiamo vivendo, è fondamentale ed è anche il presupposto per rendere le politiche maggiormente efficaci rispetto al cambiamento continuo di bisogni del tessuto economico e sociale regionale.
Questa è una legge che sostiene la promozione degli investimenti, aggrega innovazione e trasformazione digitale del sistema imprenditoriale. Era necessario rivedere lo strumento legislativo esistente implementandolo con qualcosa di veramente nuovo per tenere il passo del cambiamento tecnologico. C'è bisogno di pensare in maniera diversa al ruolo dell'imprenditore e del manager così come le modalità del loro lavoro.
Per esserci ancora una tenuta sociale post Covid dobbiamo rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese, in ottica di filiere e di collaborazione con le imprese più grandi, valorizzare chi già opera sul territorio, sostenendo gli investimenti e uniformando le strategie alle esigenze imprenditoriali.
L’ascolto deve essere finalizzato all'attuazione di politiche.
Il nostro obbiettivo, dunque, è mettere a disposizione risorse che rafforzino le nostre aziende e che le rendano più competitive.
Dobbiamo incentivare l'evoluzione, sviluppando filiere ed ecosistemi compatibili che diano slancio ai diversi settori. Questo sarà necessariamente il fulcro del futuro dell'economia della nostra regione.
Con questa legge noi oggi continuiamo ad andare nella giusta direzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato la relazione del Consigliere Bilò e sono d’accordo su ogni singola parola che lui ha proferito, sono convinta che abbia detto delle cose di buonsenso, ma che purtroppo non ci sono nella legge e non ci sono perché la norma oltre ad avere la solita caratteristica, che poi che il Consigliere Cesetti potrà meglio di me … Capisco che non interessi a nessuno, tanto meno all’Assessore quello che pensiamo della legge …
Presidente, capisco che l’Assessore non sia interessato a quello che noi pensiamo…

PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione.

Anna CASINI. In democrazia purtroppo bisogna che ci ascoltiate, anche perché rappresentiamo dei cittadini che hanno magari idee diverse o ancora dubbie e la nostra parola può sciogliere delle riserve o dei dubbi.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, chi deve parlare esca dall’Aula, chi rimane deve ascoltare gli interventi in silenzio.

Anna CASINI. Tutto quello che ha detto il Consigliere Bilò è di buonsenso, ritengo che sia condivisibile, peccato che non sia nella legge; anche le cose che ha sostenuto il relatore di maggioranza Consigliere Putzu non sono nella legge, per esempio, si riferisce alle aree di crisi complessa. Un’area di crisi complessa, come quella del fermano o del piceno, è stata definita ai sensi del decreto 31 gennaio 2013, mediante una procedura del Ministero dello sviluppo economico.
Ci sono aree di crisi complessa ed aree di crisi semplice, nella legge non vengono citate perché si parla di aree maggiormente colpite da crisi industriali. Un’area colpita da crisi industriale è un'area colpita da crisi industriale, un'area di crisi complessa è un'area che viene dichiarata con decreto del Ministro, sulla quale vengono poi stabilite delle priorità di finanziamento ai sensi della legge 181/89, dove ci sono delle priorità, per esempio, per i contratti di sviluppo (vedi Fileni) e per i contratti di sviluppo (vedi Sabelli), che sono stati stipulati da questa Regione con il Ministero delle infrastrutture per il tramite di Invitalia.
Quindi, avrei gradito vedere specificato nella norma se si trattava di aree di crisi complessa o di aree di crisi semplice o genericamente di aree di crisi che non vengono definite.
Detto questo, tutto ciò che non c’è nella legge e si poteva inserire perché mi sarei aspettata un combinato disposto tra tutte e due le norme vivendo un momento di grande crisi. Sono contenta che il Consigliere Bilò dica che adesso sappiamo che sono cambiati gli scenari. Aggiungo che noi ancora non conosciamo gli scenari che cambieranno perché non abbiamo idea di quale impatto reale ci sarà per la carenza di fonti di energia, oppure per lo scoppio o non scoppio della guerra, di quello che succederà a livello internazionale, anche se - come mi auguro - la guerra dovesse finire, ci saranno comunque equilibri diversi che determineranno necessariamente una nostra fragilità in particolare, una nostra fragilità perché noi abbiamo solo per il calzaturiero un export importantissimo e non solo quello, abbiamo anche dei problemi viceversa di importazione di altre materie prime, quindi non è semplice il futuro delle Marche e credo che ci vogliano degli indicatori che ancora non abbiamo per poter decidere.
Comunque, parlo sempre dell'articolo 1, si parla di favorire il rafforzamento competitivo del sistema economico, eccetera, la lettera c), Assessore, è esattamente uno degli assi del Fesr, quindi, mi chiedo: perché non si fa riferimento in questa norma al rapporto tra questi strumenti e i fondi comunitari?
Non si parla mai di una pianificazione, nella legge 25 c’era un piano nel quale si stabiliva una strategia per l'utilizzo di tutti questi strumenti, quelli che abbiamo citato e che voi non citate, ma che esistono, quelli appunto degli accordi di programma e dei programmi di sviluppo e delle aree di crisi complesse e non complesse, ma non c'è una strategia che li tiene insieme, non c’è un piano, non c’è la formazione di un piano che stabilisca, soprattutto nelle procedure negoziate, in quali casi la Regione intende o non intende partecipare. C’è un elenco di finalità che sono ovviamente condivisibili, ma è l’elenco dei sogni e nient'altro.
Sull’accordo regionale di investimenti e innovazione ci sono quattro pagine. Questo strumento viene stabilito con un recente decreto del dicembre 2021 che disciplina benissimo tutto quello che si deve fare, quindi penso che ci siano delle sovrapposizioni che tra l'altro rendono complessa la procedura negoziale e la rendono restrittiva. Poi c’è il comma 6 del pletorico articolo 2, che mi fa pensare, in cui si dice che questo accordo di recente definizione da parte del Ministero dello sviluppo economico può essere complementare ai contratti di sviluppo che sono già stati stipulati nelle Marche, che sono due. Questa cosa nel decreto legislativo non c'è, viene introdotta ex novo e non penso che sia coerente, quindi, secondo me, andrebbe valutata la legittimità di questo comma. Normalmente chi partecipa ad un contratto di sviluppo non può partecipare ad altri finanziamenti perché esistono gli aiuti di Stato, come sapete, e ci sono delle soglie che non possono essere superate mentre i contratti di questo tipo, quelli dell’articolo 2, si possono sottoscrivere solo al di sopra dei 5 milioni di euro, quindi, credo che non sia applicabile il comma 6, ma giustamente io non sono un esperto in materia e pertanto non mi permetto.
Non sapere però che esiste già un sistema cartografato, Assessore, che riguarda tutte le zone industriali che sono urbanisticamente insediate e infrastrutturate dal punto di vista energetico-ambientale per accogliere investimenti …, questo c'è, è stato fatto, è servito per stabilire dove ubicare le aree di crisi, è servito per tante pianificazioni e basta sentire l'ufficio cartografico per cui non c'è bisogno di scrivere una lettera di un comma e un articolo di 30 o 40 righe. E’ una cosa che già è stata fatta e non è certo questo il modo per attrarre investimenti nelle Marche perché purtroppo sappiamo che questo c’era già prima e non è stato così determinante.
L'articolo 5 - chiedo a chi comunque si intende un minimo di normativa se questo può essere un articolo applicabile – “la Regione è impegnata nel completare il processo di dotazione infrastrutturale della banda ultralarga nelle zone di insediamento produttivo in divario digitale, nonché nella realizzazione di data center territoriali ospitati nei luoghi neutrali rispetto agli operatori del mercato”, non è una norma, è una relazione tecnica, non stabilisce nulla il comma 2, come molti commi e molti articoli.
Questa legge ha un difetto di nascita perché per quanto considerata in maniera negativa la legge 25 andava fatto il punto, soprattutto sul 4.0, per vedere se era opportuno salvare qualcosa e partire con quella procedura. Dopodiché sarebbe stato opportuno integrarla e sostituire, secondo indicazioni e secondo proiezioni della vostra strategia, cose diverse, invece è stato cassato un sistema integrato ed è stato sostituito con articoli che sono relazioni tecniche.
Alle imprese non possiamo rispondere con le relazioni tecniche, i contratti di sviluppo, Assessore, che sono negoziati, quelli si fanno ed hanno delle priorità nelle aree di crisi complesse, hanno delle priorità se ricadono all'interno dei territori colpiti dal sisma, hanno delle priorità che devono essere negoziate con il Mise, dopodiché bisogna stabilire qual è la compartecipazione della Regione, che non è sempre il 3% perché il 3% è costato lacrime e sangue. Spesso e volentieri non è come diceva l'ex Direttore del Mise: un cip che può mettere la Regione, quello lo si mise perché eravamo in un momento di grande crisi da terremoto, ma oggi sarà completamente diverso. Ci vuole un’integrazione con i fondi comunitari e con le misure dei fondi comunitari per vedere laddove ci sono possibilità di copertura e ci vuole una integrazione anche rispetto agli indicatori, ripeto, che oggi dobbiamo immaginare perché il problema dell'energia, del trasporto, delle merci e delle materie prime tocca tutti i settori. Io non vedo nulla di questo all'interno della legge, me ne preoccupo e mi domando quale innovazione serve alle Marche in questo momento così difficile. Questo ci dobbiamo chiedere, che poi sia stato aggiunto che deve essere fatta una consultazione con i sindacati, aggiunto in grassetto, perché non lo avevate previsto, su un tema come questo ed in questo momento ed in particolare aggiungerlo in Commissione ...
Ringrazio il lavoro della Commissione, ma io l'avrei dato per scontato e credo che in questo momento avere anche le orecchie per sapere quello che succede all'interno delle aziende dal punto di vista dei dipendenti sia molto importante.
Qui c'è da fare un salto di qualità altissimo perché non è un caso che Della Valle aumenti la sua redditività e gli altri invece rischiano di morire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Non sono d’accordo con le valutazioni o con parte delle valutazioni fatte dai Consiglieri di minoranza circa la mancanza di visione, anzi peggio, una visione molto confusa e una dispersione di risorse pubbliche in assenza di una strategia.
Penso al contrario che la proposta di legge n. 49 completi un percorso che l’Assessore Carloni, questa Giunta, la II^ Commissione e questo Consiglio hanno intrapreso ormai da oltre un anno e si sta concretizzando attraverso una serie di leggi che va in maniera organica nella direzione di creare le condizioni per rendere le nostre aziende più innovative, modernizzate, più competitive e ne sono dimostrazione - quindi ringrazio l’Assessore Carloni e la Giunta per averle portate in questo Consiglio - leggi come quella delle start up innovative che va nella direzione dell’innovazione e di trattenere i giovani che, sappiamo, negli ultimi 10 anni si sono allontanati dalla regione Marche, ma non tanto per andare all'estero, ma probabilmente per andare in altre regioni.
Questa legge fa in modo di dare delle possibilità concrete ai giovani, ai ragazzi, ne è testimonianza il lavoro che abbiamo fatto con le nuovi leggi sull’artigianato, sul commercio, non ultima il rafforzamento del filiere produttive; ne sono conferma anche gli accordi che questa Giunta ha fatto con l’Ice, la Simest e con la Camera di Commercio delle Marche, tutto questo per cercare di favorire l’internazionalizzazione delle nostre aziende, che è un elemento su cui dobbiamo ragionare, lavorare e su cui dobbiamo puntare e sviluppare.
Quindi l'obiettivo più importante di questa legge è quello di costruire una visione strategica di insieme, di tutto il sistema economico imprenditoriale, che non punti su una singola impresa, su un singolo progetto, su una singola linea di intervento, ma che faccia sistema tra i vari settori produttivi, anche differenti, se vogliamo, mettendo insieme le relazioni, creando un efficientamento degli investimenti. Soprattutto, e questo lo sottolineo, è un modo nuovo ragionare non più come singolo, ma come sistema. Questo è un passaggio culturale strategico e necessario, forse probabilmente siano in ritardo, non ce lo nascondiamo, ma è assolutamente necessario.
Tra l’altro facendo un po’ l’analisi dei vari articoli di questa proposta di legge, su cui la II^ Commissione ha lavorato intensamente, ringrazio il Presidente Putzu e tutti i componenti, ci sono dei passaggi molto significativi, come ad esempio l’articolo 2 in cui c’è la possibilità di fare accordi regionali di investimento, progetti condivisi con le aziende che prevedono certi tipi di investimento, che prevedono uno sviluppo di occupazione, elemento altrettanto rilevante.
L’articolo 8 prevede anche una facilitazione per l'accesso al credito, ma soprattutto l'articolo 4 va a frenare il fatto concreto ed oggettivo degli ultimi anni, cioè imprese marchigiane che vanno all’estero.
Uno degli obiettivi che con questa legge ci prefiggiamo è quello di attrarre non solo investitori locali, ma investitori provenienti da fuori regione e magari poter costruire il rientro di aziende che se ne sono andate.
In questo momento riteniamo di svolgere quello che è un po’ l'impegno, il ruolo di un’amministrazione pubblica, che è non quello di fare impresa, di sostituirsi agli imprenditori, ma quello di creare le condizioni per far sì che le leve e gli imprenditori possano avere a disposizione gli strumenti per creare il miglioramento del tessuto economico. Quindi, rilanciare il sistema produttivo e imprenditoriale delle Marche attraverso non solo l’innovazione di prodotto, ma anche i processi produttivi. La maggiore competitività delle aziende è la prerogativa essenziale.
Per rispondere un po’ ad alcune valutazioni fatte giustamente dalle opposizioni, dico alla Consigliera Bora, che rivendica il loro lavoro evidenziandone gli aspetti positivi e puntando sul fatto che qui c'è un’abrogazione integrale della legge 25/2018, per quanto abbia avuto sicuramente degli elementi interessanti per lo sviluppo del tessuto produttivo e ci sono stati, che questa soppressione risponde ad una delle accuse che lei fa a questa Giunta, cioè quella di creare troppe leggi, troppa confusione ed un sistema di incertezza.
L’abrogazione risponde all’esigenza di semplificazione, poi ci sta che le scelte possano essere diverse, questo non vuol dire che quello che avevate previsto nel 2018 fosse tutto sbagliato, ma oggi c’è una nuova Giunta, c’è una nuova maggioranza, penso che sia legittimo e democratico portare avanti il proprio pensiero, le proprie aspettative, per cui nessuna cancellazione delle scelte del passato o nessuna distruzione, c’è un’altra visione, l’abbiamo dimostrato, ed è una visione organica che tiene conto tra l’altro …, e questo è un altro elemento, la Consigliera Menghi ha parlato di mancato coinvolgimento dei sindacati, per chi è stato in Commissione dobbiamo anche evidenziare il fatto che c'è stata la piena condivisione delle associazioni di categoria che hanno apprezzato, hanno condiviso, hanno, se vogliamo, partecipato all’elaborazione di questa proposta di legge, come delle altre. E questo sta a testimoniare che c’è non solo un confronto, non solo un dialogo, ma c’è condivisione, quindi nessuno è stato escluso e non c’è qualcuno che vuole imporre decisioni in maniera unilaterale, anzi, succede l’esatto contrario. Poi le opposizioni possono avere traiettorie diverse da quelle che pensiamo noi, è chiaro che questo ci sta tutto ed è fuori discussione.
Ben venga rivendicare il lavoro svolto, altrettanto abbiamo fatto noi. La Consigliera Bora ha parlato di coinvolgimento del mondo accademico, che noi abbiamo dimostrato più volte di condividere, della preoccupazione della gestione, qui gestirà l’Atim, la Svem, gli uffici regionali, eccetera, ci sarà una Giunta che deciderà l'operatività del percorso.
Voglio evidenziare un altro aspetto; ci sono gli strumenti nazionali a disposizione, certamente alcuni sono per progetti di grandissime dimensioni, contratti di sviluppo, tipo la 181 per le aree di crisi, però diciamo che queste possibilità nazionali fino ad oggi in alcuni casi sono state degli strumenti estremamente farraginosi e complessi per le imprese - ci sono testimonianze- che hanno generato l’abbandono di progetti che erano già approvati e finanziati.
Con questa proposta di legge anche noi diamo un target di intervento diverso, ci preoccupiamo soprattutto del tessuto imprenditoriale regionale tutto e delle micro, piccole e medie imprese. E’ lì che vogliamo puntare, è lì che riteniamo di intervenire perché rappresenta la spina dorsale non solo dell’economia delle Marche, ma di tutta la nostra nazione e lo facciamo introducendo una nuova mentalità, che è quella di cooperare, di mettersi in rete, di sposare progettualità comuni.
Qui sta il cambiamento, non vogliamo stravolgere le dimensioni e le caratteristiche delle nostre imprese, che sono micro e piccole, ma vogliamo favorire una variazione di atteggiamento, non più l’orto di casa nostra, ma una visione più allargata e magari poter favorire e condividere percorsi comuni.
Questa dovrà essere la nuova sfida ed è quanto ci proponiamo non solo con la proposta di legge n. 49, ma anche con le altre leggi e lo facciamo con la certezza che, dopo le crisi del 2008, il sisma, le crisi bancarie, la pandemia, la crisi energetica, non ultima purtroppo la guerra in Ucraina, i nostri piccoli e medi imprenditori sapranno reagire insieme ai loro collaboratori, alle loro maestranze, dimostrando ancora una volta la loro forza, la loro tenacia, il loro coraggio e la loro voglia di mettersi in gioco ogni giorno e noi - ringrazio di nuovo l’Assessore Carloni e tutta la Giunta - vogliamo dimostrare di essere al loro fianco con scelte che siano concrete e soprattutto risolutive. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Lo dico al Consigliere Marinangeli: quando si abrogano le leggi occorre spiegare perché vengono cancellate.
Proverò a fare tre brevi considerazioni su questa proposta e parto proprio dalla considerazione preliminare che mi ha spinto ad interloquire rispetto a questo aspetto e lo dico anche all'Assessore, certamente dall’osservatorio di una persona non competente sulla specifica questione, ma che credo abbia nel metodo un elemento determinante.
Quando si fanno nuovi leggi, Assessore, penso che l'elemento fondamentale sia quello della raccolta dei dati, indispensabile per misurare una norma che in questo caso esisteva dal 2018, soprattutto sono fondamentali per poter individuare, qualora ce ne fosse, una nuova linea operativa, un nuovo indirizzo e nuove priorità.
Con molta retorica, almeno secondo me, il Consigliere Marinangeli ha detto: abbiamo idee diverse, siamo diversi, siamo una nuova Giunta, una nuova maggioranza, una nuova linea. Se riuscissimo a scrollarci di dosso il tema della campagna elettorale, penso che su questioni così delicate e importanti che riguardano le imprese, e quindi il lavoro e le persone che lavorano, il tema della retorica debba essere superato.
Quando si fa una nuova legge è decisivo per orientare i Consiglieri regionali … Il Consigliere Cesetti dice spesso, ed io ritengo di seguirlo, in particolare, che noi siamo un’Assemblea legislativa e quando si vuol dare un'impronta, una indicazione fondamentale di una linea politica, la correttezza e la serietà di chi governa sta nel dire perché la legge che si intende cancellare non ha funzionato o ha addirittura portato degli effetti negativi. Penso che questo sia la base, l’abc di chi oggi governa, di chi predispone leggi.
Ho letto la relazione accompagnatoria e su questo non c'è niente, non è che vale per tutte le questioni perché avrei compreso che se si fosse voluto dare un'impronta diversa, perché magari l'analisi dei dati e delle informazioni avevano evidenziato negatività, eventualmente si sarebbe potuto integrare la legge 25/2018, così credo ragiona seriamente chi governa. Non abbiamo un dato, eppure avremmo potuti raccoglierli. C’è un’ansia da prestazione, c’è l’ansia di scrivere in fretta e nello stesso tempo di manifestare contraddizioni, poi dirò nella terza considerazione che farò.
Ecco perché penso che il primo elemento, cioè la cancellazione, sia un fatto inspiegabile. Devo dire che gli interventi fatti fino ad ora non ce lo hanno detto. Guardate che questa nuova proposta di legge in realtà non occupa uno spazio, un terreno di operatività, come l’occupava la 25/2018, talvolta addirittura si sovrappone. Adesso voi dite che c’è una grande innovazione, io l’ho letta, ma ribadisco che non sono un esperto, e su questo ci dirà l’Assessore, ci spiegherà perché si è deciso di cancellare una legge senza avere elementi in grado di spiegarci perché. Una norma che secondo i nostri approfondimenti ha dimostrato di aver funzionato, non perfettamente, ma ha funzionato, quindi da questo punto di vista … E’ una questione di rispetto, Presidente.

PRESIDENTE. Vi prego di fare silenzio in Aula.

Romano CARANCINI. Questo è il primo elemento che ci lascia sorpresi, avremmo compreso meglio una spiegazione fondata su elementi concreti.
Si enfatizzano gli accordi regionali d'investimento e di innovazione, cito solo questo aspetto perché mi sembra si parli di piccole e medie imprese, il Consigliere Marinangeli sa meglio di me, come credo il legislatore, che secondo le norme quegli investimenti devono valere almeno 5 milioni di euro, io non so quale tipo di connessione si possa realizzare su questo, è comunque un limite.
C’è una seconda considerazione che faccio rispetto alla geografia dell'atto ed ai suoi contenuti geografici. A me pare oggettivamente generica, perché? Come si fa se uno vuol fare, vuol produrre, vuol concepire una legge seria? La si raccorda, la si orienta rispetto agli strumenti finanziari determinanti, che oggi, a mio modesto parere, ci sono. Magari poi mi direte che è tutta una sciocchezza, ma oggi i finanziamenti che riguardano le imprese per il 90% arrivano da fattori esogeni, da strumenti esterni. Addirittura c’è il Pnrr, ma come si fa a non connettere, a non ricondurre, a non ricucire una legge così importante per le imprese senza citare, senza orientare uno solo degli strumenti fondamentali, cito solo l'ultimo, che è innovativo, ed è il Pnrr. Noi sappiamo quali sono le sei missioni, almeno tre riguardano questa legge.
Sono sorpreso, ma in questa norma c’è una strategia di impresa che riguarda, per esempio, le filiere che possono nella prospettiva essere valorizzate, cercando di dare una visione, una identità alla politica industriale e non solo di questa regione? Non c’è e in fondo a mio parere sarebbe stato relativamente semplice alla luce degli strumenti di finanziamento che oggi esistono.
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, ricerca – mi pare ci abbia fatto riferimento la Consigliera Bora – non c’è finalmente un cambio di passo perché, ripeto, spesso lo dico anche a qualche amico del gruppo, non mando all’ammasso il mio cervello e questo vuol dire per esempio che nel passato rispetto ai rapporti con le Università siamo stati carenti, non abbiamo lavorato facendo fare un salto di qualità, ecco perché penso che il secondo elemento di genericità e di evanescenza di questa proposta di legge lo ritroviamo nella mancata connessione e nella mancata scelta delle priorità rispetto alle politiche industriali che la Regione saprebbe ben valorizzare.
E poi c’è l’ultima, ho ascoltato tutti i vostri interventi, mi rivolgo al Consigliere Marinangeli perché mi pare che l’Assessore sia giustamente disinteressato, secondo cui questa è una legge fondamentale, lo è ancor di più alla luce delle emergenze Covid.
Questa è una legge che avevate preparato, immagino, prima del 2021, tanto che la prima versione prevedeva un investimento nel 2021 di 1 milione, poi fate un salto della quaglia ed arrivate al 2023 e ci mettete 5 milioni.
Leggo l’articolo 1, le finalità e l'oggetto e li trovo sostanzialmente presenti, impellenti, urgenti, sul pezzo e chiedo, e l’ha anticipato la Consigliera Bora, vi rendete conto che approvate una legge nella quale ai 6 milioni inizialmente previsti togliete quasi 2 milioni perché nella previsione del 2023 non rimettete 6 milioni, ma circa 4 milioni? E questo già è un segnale brutto, perché se è così importante …
Ma poi dico: perché non mettete una parte di queste risorse nel 2022? E’ una contraddizione! Non mi potete far credere che questa sia una strategia. Consigliere Marinangeli non la ritengo uno sciocco e se una cosa è urgente, necessaria, attuale, fondamentale per le nostre imprese perché non mettiamo le risorse nel 2022!
Con l’ordine del giorno che abbiamo presentato come gruppo vi abbiamo detto: guardate, spostatele nel 2022, magari un pezzo nel 2022, date coerenza alle vostre parole perché purtroppo le parole e i fatti, mi pare di poter dire, in questi primi 18 mesi sono davvero agli antipodi. Ecco perché penso che su questo insieme possiamo insieme migliorare questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Dico all’Assessore Carloni che, siccome credo che non verranno neanche accolti i nostri emendamenti, il mio gruppo voterà contro questa legge, in ogni caso io non la voterò, Vicepresidente Carloni, qualora il gruppo dovesse prendere una decisione diversa. E’ fumo negli occhi, è la conseguenza dell'ansia da prestazione.
Questa legge può essere una bella relazione per un convegno, tra l'altro copiata in parte dall’Emilia-Romagna e scritta male, ma non una legge, è descrittiva tra l’altro, e gli sforzi fatti in Commissione si sono rivelati all’evidenza disperati.
Una proposta di legge che diventerà legge, perché la voterete, priva di efficienza ed efficacia senza strumenti e risorse finanziarie e, lo dico al Consigliere Bilò, non lo diciamo noi – a tal fine abbiamo presentato un ordine del giorno, lo voglio ribadire perché forse non si era ben compreso, con il quale chiediamo di spostare le risorse dal 2023 al 2022 – ma il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro il quale tra l’altro dice “in riferimento alla norma finanziaria della legge si ritiene che lo stanziamento previsto appare estremamente ridotto per le ambiziose finalità che la legge si pone”. Afferma estremamente ridotto, io dico del tutto inefficace a far conseguire alla legge i suoi obiettivi perché secondo l’intendimento della Giunta questa legge si prefigge l'obiettivo di rilanciare l’imprenditoria marchigiana attraverso innovazione e investimenti determinando di conseguenza la crescita occupazionale e la competitività del sistema Marche.
Rispetto a questi obiettivi la legge non coglie nel segno perché si limita a mere affermazioni di principio, tra l'altro in assenza di una visione strategica, anche perché decontestualizzata rispetto ai radicali processi di cambiamento ai quali sono stati sottoposti i sistemi produttivi.
E questa assenza di visione strategica della Giunta regionale è bene evidenziata anche dal Consiglio regionale dell’economia e lavoro che a tal fine invita a: “prevedere un testo unico che - leggo testualmente - da un lato rappresenti il fulcro centrale della visione strategica della Regione e, dall’altro, accolga e declini i contenuti delle diverse proposte di legge, recuperando anche risorse, attività ed interventi anche da altri comparti, come quello dell'agricoltura e dell’agroalimentare”. Questo lo dice il Crel.
Invece niente di tutto questo, quando è assolutamente necessaria una visione d'insieme perché nessun settore dell’imprenditoria marchigiana potrà farcela da solo e nessuna azione potrà essere efficace se non si creano le condizioni per percorsi di crescita comuni, proprio perché è dal 2008 che il sistema Marche è stato investito da una crisi profonda e per certi versi devastante, una crisi economica aggravata dalla crisi del credito, dal terremoto, dalla pandemia ed ora dalla guerra i cui effetti diretti e indiretti colpiscono più di tutti la nostra regione, le Marche.
Per porre rimedio a questo, secondo gli intendimenti della proposta di legge, si punta a definire strumenti e strategie per la crescita degli investimenti delle imprese soprattutto in chiave digitale e tecnologica, modernizzando i sistemi di produzione ed erogazione dei servizi. Si dimentica però che la precedente Giunta molto ha fatto nella direzione della innovazione e della trasformazione digitale, tra l'altro all'interno di un percorso partecipato e condiviso con tutti i protagonisti e gli attori in campo, come le associazioni sindacali, imprenditoriali ed il mondo accademico.
Questo veniva fatto e ci ha portato all'approvazione della legge 25/2018 che oggi però stranamente all'articolo 11 si vuole abrogare, invece di metterla a sistema come suggerisce lo stesso Consiglio regionale dell'economia e lavoro. Noi l’abbiamo fatto per cogliere questi obiettivi nella consapevolezza che negli ultimi anni i nostri sistemi produttivi sono stati sottoposti a radicali processi di cambiamento dettati dai processi di digitalizzazione spinta a tutti i livelli della catena del valore. L’abbiamo fatto nella consapevolezza altresì che le imprese delle Marche avevano la necessità di adeguarsi rapidamente a tali cambiamenti per mantenere adeguate posizioni in termini di competitività e produzione di valore aggiunto.
Questa Giunta, anzi che cancellare questo patrimonio, doveva percorrere la via della necessaria continuità legislativa ed amministrativa perché non va bene, non può andar bene che quando si fa una nuova legge si vada all’abrogazione di una precedente quando questa tra l’altro aveva dimostrato la sua efficienza e la sua efficacia. Bisognava partire da quanto ricevuto in eredità, magari migliorandolo o integrandolo anche all'esito degli ultimi drammatici eventi che riguardano l'Europa, il nostro Paese, la nostra Regione.
Nella legge parlate di rientro degli investimenti esteri, di attrazione di investimenti esteri, e allora, oggi che viviamo in una dimensione globale, ciò che accade in un'altra parte del mondo, purtroppo vicino a noi, ad un’ora e mezza di distanza, ci riguarda da vicino e quegli obiettivi saranno preclusi se non teniamo conto di tutto questo.
Occorrere promuovere e favorire programmi di investimento ad elevato impatto occupazionale che comprendano tra l'altro attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzato a sviluppare e a diffondere significativi avanzamenti tecnologici per il sistema produttivo, realizzazione di nuovi risultati di rilevanza tecnologica e industriale di interesse per le filiere produttive regionali nella consapevolezza che tali tecnologie risultano essenziali per consolidare le specializzazioni produttive nel contesto regionale, per rendere il sistema produttivo in grado di posizionarsi adeguatamente nei futuri scenari competitivi a livello internazionale perché di questo si tratta, altrimenti la finalità di attrarre investimenti esteri o di far rientrare unità produttive nel nostro Paese saranno parole al vento.
Quindi, niente di tutto questo, solo affermazioni di principio, comunicati stampa all'intero dell’articolato legislativo. Guardiamo l'articolo 5 comma 2, è un comunicato stampa, non è un comma legislativo.
Risorse tardive, abbiamo cercato di porre rimedio con l’emendamento dei Consiglieri Carancini e Bora, tardive e insufficienti lo dice il Crel, quindi irrisorie; strumenti organizzativi insufficienti; nessun coordinamento con la nuova Svem, con l’Atim, con l’Assam. L’ho detto poc’anzi, noi riusciremo a vincere la sfida, dopo le tragedie e i drammi che hanno colpito il nostro Paese e la nostra regione, solo se sapremo fare innanzitutto squadra tra di noi, nel Paese ed in Europa, ma per fare squadra dobbiamo mettere in campo, sul tavolo del gioco democratico, del gioco politico, del gioco economico, quelli che sono i nostri valori, le nostre perle, le nostre ricchezze: la cultura, l’agroalimentare, il territorio, le aziende, i sistemi produttivi, il meccanismo delle piccole e medie imprese che hanno costituito nei momenti difficili la forza.
Tutto questo deve marciare insieme, non può essere separato, che cosa li avete riordinati a fare la Svem, l’Atim? Il turismo non è fondamentale per la ripresa della nostra economia? Nessuno ce la farà da solo, se non si va insieme ad esplorare nuove vie di sviluppo, di crescita e di opportunità. Dobbiamo stare insieme, dobbiamo farlo insieme. L’Atim che l’avete creato a fare? E così l’Assam, della quale stiamo discutendo in I^ Commissione, ne abbiamo discusso e verrà in Aula, per l'agroalimentare, per la pesca, che è un altro valore ed è un’altra opportunità. E’ possibile che in una legge di questo tipo queste strutture, che voi avete creato (Svem, Atim e Assam) non hanno neanche, non dico diritto di cittadinanza, ma la dignità della citazione.
Non so come potranno essere perseguiti, ma lo diremo dopo, gli obiettivi per accrescere la base produttiva e occupazionale indicati nella proposta di legge, come quelli dell’articolo 1, ma ne parleremo dopo, articolo per articolo.
In definitiva, Vicepresidente Carloni, ricordo bene quando era seduto in quella parte dell’emiciclo, quando da Consigliere mi stimolava sempre, una volta mi chiamò, era sotto Covid, come Assessore al bilancio ad azioni e ad iniziative concrete. Credo che il Vicepresidente Carloni abbia smarrito il Consigliere Carloni e quindi un po’ abbia smarrito se stesso.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, passiamo alle repliche dei relatori.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione per il dibattito importante e per gli spunti che sono stati dati un po’ da tutti; ovviamente ringrazio l'Assessore che mi auguro interverrà per chiarire alcune posizioni a volte pretestuose della minoranza, come l’ultimo intervento ascoltato dove viene chiesto a noi il perché della Svem e dell’Atim, che di fatto poco centrano con la proposta di legge in questione. Però mi permetto di dire che abbiamo voluto fare la Svem perché la Svim era un marchettificio, e lo sa anche l’ex Assessore Cesetti, che lo ha ammesso, perché di fatto non voleva nominare il Presidente uscente ed ha dichiarato di essere contrario alle tante assunzioni fatte in campagna elettorale. Ne abbiamo parlato e credo che lei sia consapevole di questo, così come la questione turismo dove di fatto ancora una volta non c’entra nulla l’Atim …

(interventi fuori microfono)

Andrea PUTZU. Non possiamo subire sempre attacchi senza dare risposte perché, come ha ricordato, su quei banchi c’era lei Consigliere Cesetti. La questione Atim l’abbiamo dovuta affrontare perché lei sa benissimo che nella scorsa legislatura le presenze turistiche straniere era tra le più basse d’Italia. Invece di fare autogol speravo che avrebbe preso la palla al balzo per dire sulle nostre proposte: “Ci siamo”.
Credo che sarebbe stato più rilevante fare come ha fatto la Consigliera Bora, che giustamente è intervenuta sul testo, è stata politicamente corretta sulla base delle sue riflessioni e dei suoi spunti, che ovviamente si possono condividere o meno. Di fatto ha cercato di fare meno demagogia e sotto questo aspetto meno autogol perché in un intervento il Consigliere Cesetti è riuscito a farsi due autogol e poi recuperare è difficile.
Concludo chiedendo scusa per questa polemica, ma tutto volevo fare tranne che polemica perché in questo momento è fondamentale andare avanti con l’approvazione di questa legge.
Ringrazio ancora tutti e mi auguro che in futuro su questo tema, che oggi ci vede divisi, possiamo unirci perché di certo le imprese marchigiane non meritano la divisione della classe politica, ma risposte che tutti insieme possiamo dare.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Nel replicare vorrei restare nel tema di questa proposta di legge. Non posso però, Consigliere Putzu, non respingere al mittente determinate accuse, sebbene fuori tema, che lei ci ha mosso rispetto a Svim perché se pensate che fosse un marchettificio, e che quindi la Giunta precedente l’abbia utilizzato come tale, vi invito a rappresentare a chi di dovere queste accuse, che sono molto gravi.
L’antecedente Giunta non ha mai utilizzato nessun organismo a fini propri, personali, tantomeno elettorali, pensate piuttosto voi a dar seguito a quello che avete promesso ed enunciato in campagna elettorale perché i cittadini, non solo il Partito Democratico, vi stanno osservando, ma soprattutto vi giudicheranno.
Vorrei innanzitutto ringraziare i colleghi di maggioranza, che hanno arricchito il dibattito con i loro interventi e vorrei fare delle precisazioni su quanto detto, in particolare dal Consigliere Marinangeli, che stimo molto ed al momento non è presente, ma avrà modo di ascoltare quanto sto per dire, e che a differenza di altri giustifico perché nella legislatura precedente non c’era. Prima ha sostenuto che viene abrogata con questa proposta di legge la legge regionale 25/2018 di fatto per ridurre la pletora di leggi che c’è. Non è così che si fa semplificazione, cito testualmente dal sito del Ministero della pubblica amministrazione: “La semplificazioni si realizza attraverso interventi normativi, amministrativi, organizzativi e tecnologici, finalizzati a ridurre il peso della burocrazia su cittadini e imprese - una su tutte, ad esempio, la Suap che è stata oggetto di una interrogazione nel Consiglio precedente e che sarà oggetto anche di altre interrogazioni future, come avevo promesso - La semplificazione oggi si fonda su una logica di risultato. Quello che conta non sono le norme introdotte o eleminate, ma l’effettiva riduzione dei tempi e dei costi”. Abrogare le leggi che ci sono, a cui potevate dare ulteriore copertura finanziaria e farne altre, certo non va in questa direzione. “Semplificare ascoltando. La consultazione dei cittadini, delle imprese e delle loro associazioni in tutte le fasi della politica di semplificazione è essenziale per raccogliere nuove proposte, per migliorare l’attività in corso e per verificarne i risultati”. Insomma la creazione del testo unico, così come peraltro anche suggerito dal Crel, sembra essere quantomeno la principale via maestra da seguire.
Poi una battuta sull’articolo 2, che ha richiamato sempre il Consigliere Marinangeli, gli accordi regionali di investimento e di innovazione, al di là del fatto che in passato, l’ha ricordato anche la Consigliera Casini, sono stati finanziati ed anche in maniera cospicua senza che vi fosse una legge ad hoc, quindi è la prova provata del fatto che questa legge non introduce niente anche da questo punto di vista, semplicemente aggiunge qualcosa che la nostra Regione già fa da tanti anni. Però attenzione, io l’ho fatto mettere a verbale in Commissione, al comma 3 dell’articolo 2 voi prevedete nella legge, quindi vi siete obbligati a farlo, di concertare di fatto gli accordi regionali con le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali, significa che di fatto mettete lacci e lacciuoli non solo all'attività della Giunta, ma soprattutto all’efficacia di questi tipi di interventi perché la Giunta regionale deve, anzi ha l’obbligo, di dare immediata attuazione con copertura (noi l’avevamo prevista mi pare al 3% delle risorse regionali) e voi in questo modo perdete ancora tempo in un momento in cui le aziende non hanno certamente bisogno di complicare ancora di più la vita, ma soprattutto di perdere tempo.
Infine mi fa molto piacere che si invochi la volontà di ragionare non più come singolo ma come sistema, la precedente Giunta è stata l'unica capace di tenere unite le Marche, lo ha fatto con riforme, che mi fa piacere state ora portando avanti, come la Camera di commercio unica ed il Confidi unico. Attenzione, lo ripeto anche se l’avevo già condiviso in Commissione, noi questa cosa l’abbiamo fatta ben oltre queste riforme, abbiamo finanziato 111 filiere che coinvolgono imprese, organismi di ricerca, 15 strutture del sistema socio-sanitario, avevamo incentivato l'aggregazione tra il sistema produttivo ed il mondo scientifico. Ci tornerò in Commissione visto che a quanto pare non sono stata abbastanza chiara. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare per il grande lavoro fatto dai Consiglieri, soprattutto quelli che fanno parte della Commissione attività produttive. Devo dire che con questo atto si concludere un lavoro enorme portato avanti nei mesi a cominciare dalla prima legge, quella sui consumatori, poi la legge sul commercio, sull'artigianato, sulle start-up, sulle filiere, sugli ecosistemi ed oggi questa sugli investimenti.
Devo dire che in questa attività legislativa, che non ha precedenti in quest'Aula da quando è stata fondata la Regione Marche, si ha nel bene e nel male un'idea precisa di come rilanciare l'economia nella nostra regione, prendendola da tutti i lati e da tutti i settori, con una visione olistica dell’economia. Cosa che non è mai accaduta e devo dire che questo, a differenza di quanto è stato detto oggi, ha uno scopo. E davvero voglio ringraziare il Presidente Putzu, i componenti della Commissione, compresa la Consigliera Bora che seppure tra le critiche, credo che ci riconoscerà un lavoro che è stato definito “ansia da prestazione”, ma comunque un lavoro rilevante.
Voglio ringraziare la Dott.ssa XX e soprattutto il Dott. YY che ci hanno assistito tecnicamente nella produzione legislativa, perché abbiamo avviato una fase riformatrice molto importante che questa Regione attendeva da molto tempo. Fase riformatrice legislativa che, a differenza di quanto accadeva in passato, sovrintende una fase di finanziamento pubblico che non ha precedenti a differenza di quanto si faceva rincorrendo le programmazioni europee, facendo leggi in corsa, soprattutto dopo aver concordato nel partenariato europeo i finanziamenti. Noi abbiamo fatto prima e di questo dobbiamo andare orgogliosi come Assemblea legislativa. Un’attività di legiferazione su tutte le materie che voi ritroverete in modo coerente nel Pnrr perché alcuni temi sono dentro il Pnrr. Quindi, rispondo alla domanda che per tutta la mattina la minoranza ha fatto: il superamento di quella legge è dovuto al fatto che molti di quei temi sono coincidenti con il Pnrr ed anche con la specializzazione intelligente, pertanto non è un giudizio negativo verso la legge che oggi andiamo ad eliminare e verso altre leggi e una semplificazione, ma solo il fatto che è superata e le cose superate vanno tolte.
Ovviamente ognuno ha il diritto di dire quello che pensa, soprattutto la minoranza ha il diritto di criticare e di difendere quanto ha fatto in passato, ma certamente non può non riconoscere il nostro diritto, che è quello di riformare, di fare delle leggi nuove, in coerenza con la vita attuale e soprattutto con le prospettive che non erano prevedibili in quel periodo, così come il Recovery non era prevedibile.
Stiamo per chiudere un ciclo di norme che voi troverete in modo coerente nella programmazione finanziaria del Por-Fesr e se un imprenditore si domandasse qual è la strategia della Regione Marche, leggendo questo set di leggi la troverebbe nei bandi che usciranno prossimamente, con la differenza che in modo ordinato e credo anche trasparente e corretto abbiamo fatto, grazie a voi Consiglieri, prima le leggi, poi la programmazione ed alla fine i bandi. Questa è la vera novità che non c’è mai stata.
Detto questo, la specializzazione intelligente è stato un lavoro enorme che si sovrintende anche a questa legge in modo trasversale, così come alle altre, ma questa è la prima legge che esiste nelle Marche che promuove e sostiene gli investimenti, anche quelli espansivi, proprio per contrastare il declino industriale.
Questa norma coinvolge anche le grandi aziende e non solo quelle in area di crisi - perché questa è un’altra grande limitazione - la possibilità di fare dei piani di reshoring che riguardino aree della regione, non solo quelle di crisi - è una cosa importante ed è anche molto richiesta - poi impegna le imprese con accordi sottoscritti ad impegni occupazionali. E’ vero quanto è stato detto da qualcuno, mi pare dalla Consigliera Casini, in passato sono stati fatti accordi di sviluppo, certo e noi li stiamo portando avanti, così come gli accordi di innovazione. Contratti e accordi sono sinonimi …

(intervento fuori microfono)

Mirco CARLONI. Grazie per la correzione. Devo dire che nella differenza tra accordi e contratti si potrebbe consumare la crisi economica dello Stato ed in questa grande accezione volevo ringraziare l’opposizione, con la quale non si riesce proprio a dialogare perché c’è una tendenza didattica continua. Vi ringrazio perché avete questa esigenza continua di insegnare al mondo che siete i più bravi della terra, resta il fatto però che con umiltà, vi stavo dicendo, non solo portiamo avanti gli accordi di sviluppo e gli accordi di programma o i contratti di sviluppo e i contratti di programma, ma abbiamo interesse a fare anche degli accordi regionali che non sono mai stati fatti. Quindi, in questa ottica la risposta alla domanda sottesa: ma perché cancellate una legge, è perché c’è stata una novazione normativa della quale dobbiamo tener conto, non è semplicemente la damnatio memoriae, qualcuno deve far vedere che arriva e cancella, no, ci sono molte cose positive e ce ne sono anche altre … Voglio anche dire che il mondo va avanti, quindi credo che sia arrivato il momento dove lo scontro non può essere solo “noi eravamo più bravi”. Vi dico anche di cercare di elaborare il lutto perché non si può andare avanti così, non passeremo tutta la legislatura a ricordare le gesta eroiche degli Assessori di maggioranza della scorsa legislatura!
Al Consigliere Cesetti, che amo e stimo per la sua retorica forense, dico che la mia ansia da prestazione non è un fatto individuale, questa legge è stata mandata al Consiglio il 5 maggio 2021, se l’approviamo oggi è passato quasi un anno, quindi, come vede, non è frutto dell’ansia personale di qualcuno. Il Consiglio ha avuto tutto il tempo di lavorarci, di modificarla, di migliorarla ed oggi viene approvata dopo un anno, quindi nessuna ansia, la nostra unica ansia è quella di chi c’è fuori da quest’Aula ed aspetta delle risposte concrete dalla politica.
E’ chiaro che una legge di per se è generica e astratta, quindi non può dare azioni concrete, però dà vita ad un messaggio normativo che si estrinseca in modo coerente e concreto nei bandi che usciranno.
Questa attività la facciamo per dare una visione che ci deve dare la possibilità di essere attrattivi dal punto di vista degli investimenti.
In questi mesi da parte di aziende c’è l’interesse a fare reshoring, importante e strategico sulla regione Marche, quindi, in questo abbiamo bisogno, oltre che di fare accordi sottoscritti con impegni occupazionali regionali, di riorganizzare un sistema di promozione e attrazione degli investimenti, cosa che non è mai stata fatta e lo dico a ragion veduta, probabilmente perché era un’altra epoca. Oggi c’è bisogno di fare attrazione.
Per questo abbiamo necessità di fare delle mappe delle aree industriali, di guidare l’investitore, di fare accordi con l’Anci, con i soggetti per semplificare le procedure di investimento. Guardate, è stato detto che sono mappe di siti industriali, l’unica mappa forse a cui si faceva riferimento è quella sulle aree di crisi, non esiste una mappa che riporti le zone industriali e tanto meno che cosa e chi c’è in quelle aree.
Ma non è un giudizio, è una cosa da fare e noi ci prendiamo l’onere di farlo, così come è necessario rispetto alla legge 25 fare una digitalizzazione in modo operativo e quindi andare direttamente sul sostegno alla domanda. Dovendo affrontare la specializzazione intelligente, il Pnrr, che riguarda proprio un processo di digitalizzazione nazionale, non si poteva lasciare in piedi un impianto normativo parziale e che riflette un anno ed una tipologia di periodo diverso da quello che stiamo vivendo.
Per questo motivo insieme agli ecosistemi …, prima il Consigliere Carancini ha detto che non abbiamo ricordato le filiere, ricordo a me ed a tutti voi che abbiamo approvato una legge intera, l’ultima approvata dal Consiglio, sugli ecosistemi e le filiere proprio perché il modello economico a cui noi vorremmo dare maggior attenzione sono le filiere.
Questa mattina prima di venire ho incontrato i dirigenti della Confartigianato con cui ho condiviso anche un pensiero, una progettualità, quella legge, quella sulle filiere e gli ecosistemi, che grazie al Consiglio regionale è stata approvata, sarà ancora più fondamentale alla luce di quello che sta avvenendo come effetto della crisi ucraino/russa perché ci ha fatto scoprire in un attimo la nostra fragilità nel dipendere dalle importazioni per la materia prima, soprattutto sui semilavorati, su lavorazioni che avevamo sempre avuto nel nostro territorio.
La legge sugli ecosistemi e sulle filiere ci darà la possibilità di intervenire, prima ancora che normativamente, con delle risorse per far ripartire le produzioni collegate alle supply chain, che sono forti, che erano forti e su cui il nostro territorio può ridare vita a molta imprenditorialità diffusa.
Quello è anche il nuovo modello economico a cui ci stiamo ispirando, venuto meno il modello dell’azienda marchigiana come prodotto dell’evoluzione del metal-mezzadro collegato alla famiglia, la produzione legata all’artigianato. Quel modello è stato completamente surclassato e anche superato dai tempi, dalla globalizzazione, oggi siamo in una fase talmente nuova che l’unico modello che vediamo utile a rilanciare l'economia è quello dell'ecosistema, è quello della filiera e in quel modello va ritrovata una dignità.
Abbiamo delle grandi aziende leader di settore, la filiera sottostante è stata smarrita per tante ragioni che non voglio qui ricordare, ma oggi abbiamo la possibilità di ricostruirla e se permettete anche in una operazione top-down, ma è fondamentale quel supporto legislativo che avete dato perché anche con quello noi potremo rifare importanti finanziamenti.
Credo di non svelare nessun segreto, lo dico soprattutto ai Consiglieri che sono come me preoccupati, non tanto dalla mia ansia di prestazione, ma dall’ansia di molti imprenditori in queste ore, che noi dobbiamo avere risorse pronte nell’immediato per rispondere al calo di domanda di alcuni mercati, all’aumento dei costi, che talvolta è più una truffa che un aumento reale, e contemporaneamente dobbiamo avere una strategia per il medio termine che riguarda la crescita e sul medio termine noi metteremo oltre 300 milioni di risorse, molto di più di quello che è stato fatto nella precedente programmazione europea, proprio sulle imprese, sulla competitività e soprattutto sul trasferimento tecnologico.
Quindi e concludo, non voglio abusare della vostra pazienza, noi abbiamo intenzione, grazie anche a questa legge come a tutte le altre che avete approvato, di dare una svolta molto forte all'economia partendo dalle esigenze e, permettetemi, anche dalle leggi, cosa che, ripeto, non è mai stata fatta.
L'attività legislativa di questa Aula in passato è sempre stata mortificata e forse proprio perché, come ha detto il Consigliere Cesetti, ricordo i tempi in cui ero Consigliere e mi sentivo mortificato nel mio ruolo, che ho voluto fortemente diverse leggi che il Consiglio ha approvato ed alcune ancora deve approvare, per far partecipare in questa elaborazione legislativa l’Aula e la legge diventa a sovrintendenza delle scelte politiche, condivise o non condivise. A me dispiace se non la votate, devo essere sincero, perché sono sicuro che in fondo avete ben capito il messaggio e quella che fate è un’operazione di nostalgia, che probabilmente ha un senso, ma non capisco quale sia in questa epoca. Credo che tutto sia cambiato talmente velocemente che difendere semplicemente i ricordi rischia di essere una riunione combattentistica quando si ricordava altre epoche.
Detto questo, sarebbe molto meglio se la minoranza la votasse, magari se c’è da fare qualche correttivo lo possiamo ancora fare, ma auspico che tutta l’Aula voti a favore di questa legge senza dividersi perché in questo momento dobbiamo dare un segnale di forte unità.
Peraltro le prossime ore saranno fondamentali per costruire una proposta che riguardi invece, come ho detto prima, una risposta più immediata per le imprese che hanno perso dei mercati di riferimento, che hanno un invenduto molto forte specialmente per la Russia e l’Ucraina, così come è necessario dare una risposta ad altri fattori di spesa che sono ingiustificati, come quello dell'energia.
Nelle prossime ore la Regione Marche guiderà nel Coordinamento della Commissione delle attività produttive tutte le Regioni in una proposta unitaria che stiamo preparando, anche con il Dott. XY che vedo in Aula, da presentare al Capo della task force sulla crisi Ucraina, la presenteremo venerdì, quindi una proposta che dovrebbe interpretare tutte le richieste delle Regioni.
Credo che, al di là delle nostalgie dei singoli, ci attenda un giudizio su quello che faremo e secondo me se le scelte le prendiamo insieme sarà sicuramente un bel segnale ed un bell'esempio.
Questa legge serve a favorire gli investimenti ed io sono orgoglioso di questa proposta che diventerà legge nelle prossime ore e ringrazio davvero di cuore chi ha lavorato per renderlo possibile.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge è stata oggetto di una lunga discussione e valutazione nella II^ Commissione.
Ringrazio ancora il Presidente Putzu per averci davvero messo nelle condizioni di poter migliorare questa legge, non sto a ripetere tutte le osservazioni che abbiamo fatto, anticipo il voto contrario su tutti gli articoli perché dopo aver ascoltato l'intervento del Vicepresidente Carloni ho capito che verrà rigettato il nostro emendamento, quindi procederei anche celermente al voto senza ripetere tutte le osservazioni che abbiamo fatto.
Inoltre, Presidente, vedo che manca la Giunta, quindi chiedo la sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Aspettiamo che entri qualcuno della Giunta. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Presidente voglio intervenire sull’articolo.

PRESIDENTE. Lei può intervenire ai sensi dell’articolo 101 una sola volta su tutto l’articolato e può fare una dichiarazione contraria al voto che già è stato espresso dal suo gruppo.

Fabrizio CESETTI. Una volta su tutto l’articolato?

PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto.

Fabrizio CESETTI. La discussione generale sui singoli articoli, non c’è? Penso di sì.

PRESIDENTE. L’abbiamo già fatta prima con i vostri interventi, siamo in sede di dichiarazione di voto.

Fabrizio CESETTI. Si, però dico sul singolo articolo. Siccome sono articoli molto lunghi, tra l’altro, credo che ogni Consigliere dovrebbe avere l’opportunità di poter esporre le ragioni per cui vota contro sugli articoli, non ci sono emendamenti, infatti non ne ho presentato neanche uno, anche se potevo, perché sarebbe stato un affaticamento inutile per me e per l’Aula, ma credo che sui singoli articoli si possa intervenire.

PRESIDENTE. L’ho già detto, sull’articolato può intervenire, non so come spiegarlo.

Fabrizio CESETTI. Su ogni articolo?

PRESIDENTE. L’articolato per me è il complesso degli articoli, quindi può fare una dichiarazione di voto contraria perché il voto espresso dal gruppo PD, dalla Consigliera Bora, su tutti gli articoli è contrario. Se lei non vuole votare come il suo gruppo lo deve dichiarare.

Fabrizio CESETTI. Non comprendo, rivendico il diritto, se ce l’ho, di poter intervenire sul singolo articolo.

PRESIDENTE. Le ho già risposto, su tutto l’articolato lei può intervenire, sulla dichiarazione di voto non può intervenire, a meno che non voti diversamente dal suo gruppo, perché la posizione per il gruppo PD è già stata espressa dalla Consigliera Bora, quindi, può intervenire su ogni articolo nella sostanza, nella dichiarazione di voto solo se differentemente da quella del suo gruppo.
Ho risposto complessivamente ad entrambe le posizioni, sia per merito sia per il voto, chiaro?

Fabrizio CESETTI. Sulla dichiarazione di voto non interverrò perché non ho motivo di dissentire dalla Consigliera Bora.
Ad esempio sull’articolo 1 sono contrario perché quando qui si dice gli obiettivi che con questa legge uno si vuole prefiggere, certo, sono astrattamente condivisibili, ma quando si parla ad esempio di favorire l’espansione della base produttiva, in particolare nelle aree maggiormente colpite da crisi industriali, come si fa a non far riferimento alle aree di crisi complessa riconosciute, rispetto alle quali ci sono degli accordi di programma con il Governo nazionale?
Le aree di crisi complesse, lo dico al Presidente Putzu, sono diverse dalle crisi industriali perché non tutte le crisi industriali sono aree di crisi complesse, ad esempio. Come si fa a non fare alcun riferimento al tema della decontribuzione, che è uno strumento fondamentale nella gestione delle aree di crisi complesse? Nessuno andrà ad investire in quelle realtà se a poca distanza, a pochi chilometri, c’è la decontribuzione, come in Abruzzo rispetto alle nostre Marche, in particolare al sud. Quindi non si capisce come possa essere perseguito l'obiettivo di aumentare l'attrattività delle Marche per gli investitori locali e provenienti da fuori regione, ma mi dite voi, mi rivolgo alla mia collega che sicuramente mi comprende, come si fa? Chi verrà ad investire qui, non solo i locali ma da fuori regione? Uno dell’Abruzzo che lì ha la decontribuzione viene ad investire nelle Marche? Questo tema meritava una citazione. Questa legge come interagisce, ad esempio, con la normativa nazionale? Doveva esserci un cenno di riferimento!
E poi c’è il tema, ma vedo che ho finito il tempo, ne parleremo più avanti, dell’attrazione degli investimenti esteri o del rientro. Anche qui viene detto di promuovere e sostenere nuovi investimenti produttivi anche tramite attrazione o rientri di investimenti dall’estero, mi spiegate voi come è possibile conseguire questo obiettivo quando la nostra regione e le sue aree di crisi, non solo industriali ma anche quelle complesse, sono state escluse dal percorso della decontribuzione? Credo che questo tema andava affrontato.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. non ho fatto in tempo prima in discussione generale, anche questo articolo tratta il tema del rientro delle attività produttive, attrazione di investimenti esteri, che poi è la stessa questione.
Noi sappiamo che l’attrazione degli investimenti esteri, come il rientro, rappresenta oggi un pilastro del rilancio economico dell'Italia, figuriamoci della regione Marche dopo la crisi pandemica, tanto che è un obiettivo prioritario anche del Governo nazionale, che ha messo in campo a tal fine un’azione sinergica e compatta dell'esecutivo attraverso l'attuazione del Pnrr: la trasformazione digitale, la crescita del Mezzogiorno, la semplificazione delle normative, tutte cose che abbiamo affrontato.
L’articolo 1 prevede che questa legge contribuisce all’attuazione della strategia di specializzazione intelligente, lo dico alla Consigliera Bora, l’unica che mi comprende. Sa l’Assessore Carloni, che tra l’altro è anche responsabile nazionale all’interno della Conferenza delle Regioni delle attività produttive, che addirittura è stata insediata una cabina di regia degli investimenti esteri, che si chiama AIE, che alle questioni sopra indicate ha dedicato un'apposita sessione straordinaria tenutasi il 20 aprile 2021, co-presieduta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministro dello sviluppo economico, con la partecipazione di 12 Ministri, del Presidente della Conferenza delle Regioni, doveva esserci anche l’Assessore Carloni visto che è il responsabile delle attività produttive, anche con l’invito all’Ice, alla Sace, ai rappresentanti del mondo delle imprese, associazioni di categoria, firmatari del patto per l’export. Di questo non c’è traccia. Con questa cabina di regia penso si dovrà relazionare, come si rapporta con la strategia della specializzazione intelligente, con questa non facciamo nulla se vogliamo attrarre investimenti esteri? Questi rappresentano un propulsore della crescita economica, commerciale e industriale.
Pertanto è necessario inserire l’azione di promozione degli stessi nel quadro degli obiettivi del Pnrr, che tra l’altro riguarda i seguenti settori: transazione verde, digitalizzazione delle imprese, consolidamento delle capacità di competere sui mercati per una modernizzazione del sistema produttivo del Paese.

PRESIDENTE. Il voto dei Consiglieri Biancani e Mastrovincenzo è già stato espresso prima su tutti gli articoli, su questo punto sono abbastanza fermo.
Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Preciso che su tutto l’articolato, meno l’ordine del giorno, sia il Consigliere Mastrovincenzo che il Consigliere Biancani hanno comunicato il loro voto contrario.

Articolo 3. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche qui, Presidente, si parla di attrazione degli investimenti esteri. Ho detto poc’anzi che c’è stata quella cabina di regia il 21 aprile, hanno partecipato tutti, ma qui non ce n’è traccia.
Per una modernizzazione del sistema produttivo del Paese ed ancora di più della nostra regione è imprescindibile dotarsi di un efficiente sistema di attrazione, di assistenza e di accompagnamento degli investimenti diretti esteri in Italia, e questi rappresentano un elemento irrinunciabile per l'innovazione dei processi produttivi, per l’introduzione di nuove tecnologie e per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Se questo è, come è possibile che in questa legge non si faccia alcun riferimento a questa cabina di regia. Addirittura a livello nazionale è stato insediato – ma le sa queste cose il Vicepresidente Carloni che è andato via? – il Comitato interministeriale per l'attrazione degli investimenti esteri, il CAIE, che costituisce l'organo apicale del sistema di governance per l'attrazione degli investimenti esteri in Italia, e voi volete perseguire questo obiettivo senza fare nella legge alcun riferimento a tutti questi strumenti, a tutte queste opportunità? In questo cade la legge.
E se l’Assessore Carloni è andato a Dubai, giustamente, dovrebbe sapere che gli investimenti esteri consentirebbero di valorizzare i punti di forza del sistema Italia e quindi della nostra regione, tra cui la collocazione geografica del nostro Paese e della nostra regione, al centro del Mediterraneo, quale ponte per i flussi economici e commerciali nel Mediterraneo, in Africa e nel Medio oriente. Oggi ancora di più con la crisi nell'est europeo. Attrazione e promozione degli investimenti esteri, anche per far conoscere all'estero le capacità e le potenzialità dell'Italia come ecosistema industriale dove potersi insediare e dove divenire parte del Made in Italy. Questa è la grande opportunità! La Consigliera Casini prima ha fatto riferimento ad un grande imprenditore, che nel momento di difficoltà ha avuto una crescita, ecco gli investimenti esteri per potersi insediare e divenire parte del Made in Italy. Questo è, a tal fine ho detto prima che è stato insediato il Comitato interministeriale per l’attrazione degli investimenti.
Fa specie che nella legge si dica testualmente che le disposizioni di questa legge intendono contribuire all’attuazione della Strategia di specializzazione intelligente e nulla si dice per voler contribuire alla strategia per l’attuazione degli investimenti esteri quando addirittura c’è un Comitato interministeriale, una cabina di regia a livello nazionale, alla quale partecipano due Ministri, le Regioni attraverso il loro Presidente e dovrebbe partecipare la Regione attraverso il responsabile nazionale delle attività produttive della Conferenza Stato Regioni.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Per la solita questione per la quale gli articoli devono prevedere questioni che sono ordinatorie o perentorie, leggo il comma 1: “La Giunta regionale può promuovere i seguenti interventi: azioni regionali per l’attrazione ed il rientro degli investimenti, interventi per l’attrattività dei territori, interventi per lo sviluppo ed il rafforzamento competitivo delle PMI e delle microimprese”. Sono azioni che la Giunta può comunque intraprendere a prescindere dal fatto che ci sia una legge che lo dice perché è nelle competenze della Giunta farlo, anzi è doveroso che la Giunta lo faccia.
C’è poi un richiamo all’articolo 1 e anche qui voglio solo leggere due punti dello stesso. All’articolo 1 comma 3 si dice: “un bilancio moderno al servizio di un’Unione che protegge, che dà forza, che difende”, ora voi ditemi se questo è il tono o è il modo di scrivere una norma di legge. E’ di una gravità assoluta, poi continua dicendo: “il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione”, mi dispiace, ma stiamo prendendo a schiaffi il modo di scrivere le norme, che non è di mia competenza, ma per quel poco che sono abituata a leggere non ho mai letto in una norma queste affermazioni.
Quindi, invito i colleghi Consiglieri a vedere anche loro queste cose perché andranno in mano agli imprenditori, che queste cose le capiscono. Quando un imprenditore si trova di fronte una norma nella quale non c'è scritto nulla che non sia già deciso, delle norme pleonastiche, non solo, ma con delle dichiarazioni, “un bilancio moderno al servizio di un’Unione (credo europea) che protegge, dà forza e difende”, che norma è?
Ditemi voi se questa è una norma che può essere applicata, poi potrei proseguire con l’articolo 2 dove gli accordi … Prima l’Assessore mi ha preso in giro sulla differenza tra accordo e contratto, io non voglio fare la maestrina, ma mi spaventa che lui non sappia che c’è una differenza di procedura, di norma, di legge, di finanziamento e di beneficiario. Le parole, quando si parla di normative, non sono indifferenti perché non siamo al bar, siamo in un Consiglio e ci stiamo confrontando con un Assessore che ha una competenza precisa, allora se permettete quando uno si confronta minimamente si informa, quindi mi prendo il ruolo della maestrina, sempre, ma che diventi una cosa negativa il fatto che conosca la differenza tra strumenti importanti di finanziamento e lui no mi pare grave.

PRESIDENTE. Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche qui non ho fatto emendamenti ed il Presidente Putzu sa che avrei potuto farli. Non ne ho fatto neanche uno perché sarebbe stato un dispendio inutile di energie, però è giusto che certe cose restino agli atti.
Dico ai colleghi che l’articolo 4 dice anche qui del rientro di investimenti effettuati fuori regione, all’estero, eccetera, mi rivolgo al Consigliere Bilò perché è intervenuto e perché fa parte della II^ Commissione delle attività produttive insieme a me, ma vi pare possibile che in questa legge non si faccia riferimento al Comitato interministeriale per l’attrazione di investimenti esteri, alla sessione straordinaria della cabina di regia con tutte le opportunità? Ma guardate che su questo è necessario, non da parte nostra … Quando si presentano le proposte bisogna studiare, perché io non l’ho appreso così, un piccione viaggiatore che mi ha portato l'indicazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ma è evidente che quando parliamo di internazionalizzazione, parliamo di attrazione e di ritorno delle nostre aziende che stanno all’estero, di attrazione di investimenti esteri, cosa si fa? Si va su Wikipedia ed è normale cercare il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, queste cose io le ho apprese così, eccole qua, allora vi pare possibile che nella relazione illustrativa, nella legge non si faccia un accenno a queste opportunità? E come si pensa di sfruttare le risorse del Pnrr rispetto alle quali tra l’altro non c’è neanche una mezza indicazione nella legge? Nelle altre leggi avete messo tanto bene: risorse regionali, italiane, Pnrr, perché qui non c'è alcun riferimento?
Se c’era qualche riferimento bisognava stabilire un legame sotto l’aspetto legislativo con quelle disposizioni, anche perché, lo ricordo a me stesso, questa è materia concorrente, costituzionalmente parlando è materia concorrente tra Stato e Regioni e concorrente presuppone di per sé una relazione tra le diverse disposizioni legislative.

PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questa è la dimostrazione, a me spiace che l’Assessore Carloni non ci sia, perché ha detto che il mondo va avanti ed io aggiungo che l’Assessore Carloni fa fatica a raggiungerlo e rispetto ai tanti problemi che il mondo ha, e sono tanti, lui grida che c’è, sfornando proposte di legge a raffica senza alcuna iniziativa concreta. Perché lo dico? Questo articolo al comma 2 prevede che “la Regione è impegnata nel completare il processo di dotazione infrastrutturale della banda ultralarga nelle zone di insediamento produttivo in divario digitale nonché nelle realizzazione di data center territoriali, ospitati in luoghi neutrali rispetto agli operatori del mercato, messi a disposizione …”. Questo, lo dico al Presidente dell’Assemblea, però anche lui non ci può fare nulla, non è un articolato, è il testo di un comunicato stampa. Queste cose si scrivono in un comunicato stampa: “la Regione è impegnata nel completare …”, ma a chi interessa questo? Un comunicato stampa in una legge? Ma abbiate pazienza! Una legge sopravvive a se stessa e quando tra tre anni ci saranno dei cittadini che la vedranno, dei dirigenti che dovranno attuarla e vedranno scritto che “La Regione è impegnata nel completare il processo di dotazione infrastrutturale della banda ultralarga”, magari quel processo sarà completato, speriamo.
Questa è una legge nata morta. E’ un comunicato stampa ed io chiedo: ma che cosa scriviamo? Ripeto, questo nonostante tutti gli sforzi fatti in Commissione perché non si riesce a fare ed a correggere tutto, però qualche correzione, come vedete, è stata messa, basti pensare al comma 3 dell’articolo 2 che è stato integralmente riscritto, come anche altre questioni, però è ovvio che qualcosa sfugge ed è sfuggita anche a me perché anch’io sto in Commissione, però non porto la paternità di questa proposta di legge, la Giunta sì che ne porta la paternità, allora si può scrivere una cosa del genere? Questa è la prova del nove: “La Regione è impegnata nel completare i processi”, fra tre anni magari saranno completati e qualcuno si chiederà chi sono quei legislatori che hanno scritta questa legge.

PRESIDENTE. Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche qui non può non esserci un riferimento per la necessaria integrazione e dico anche interazione con la normativa, con le normative nazionali in siffatta materia, con le iniziative che assume il Governo in questa materia, che ho citato poc’anzi, altrimenti rischiamo una collisione. Non capisco come potranno essere poi adottati determinati provvedimenti.
Anche qui, voglio ricordare che quando parlavo di Svim, Svem ed Atim non dicevo se quelle erano giuste o non lo erano o quello che era nel passato, non c’entra nulla, noi parliamo di questa legge e dico semplicemente che quanto meno quelle leggi dovevano avere il diritto della citazione all'interno di questa norma. “Investimenti finalizzati a nuove attività produttive o nei servizi, per progetti di innovazione e transazione energetica, ambientale, ecologica e di economia circolare con il recupero ed il riciclo dei rifiuti”, ma tutte queste cose sono possibili? Si faranno anche tramite Svim, Svem, per altre questioni tramite Atim, ma si potranno poi assegnare a quelle strutture se non è previsto nella legge? Dubito che potranno essere assegnate a quelle strutture, se non é previsto dalla legge. E allora credo che qui un riferimento andava fatto.

PRESIDENTE. Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approvato)

Articolo 7. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Ora spiego perché intervengo. Ripeto, ho citato comunicati e focus del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e siccome magari non mi credete …, a differenza di quello che dice l’Assessore Carloni non sto qui a sprigionare la mia retorica forense, otto decimi della mia vita li ho dedicati alla politica ed alle istituzioni, il resto alla professione, anche questa mi riesce abbastanza bene, mi piace e tutte le cose che piacciono riescono bene, mentre a voi non piace quello che fate, non piace all’Assessore Carloni altrimenti l’avrebbe fatto meglio perché se ad uno piace una cosa, magari è innamorato di quella cosa, la vuole bella, la vuole forte, serena, efficace. Non vi piace, non amate quello che fate, questa è la differenza. E’ proprio così, se uno ama una cosa …, immaginiamo uno che scrive un testo, la legge è un testo legislativo e se uno ama quello che fa, lo fa bene, in modo quasi maniacale perché è una dimensione umana questa prima ancora che politica e istituzionale. Allora io ve lo leggo: “L’attrazione degli investimenti esteri rappresenta oggi un pilastro del rilancio economico dell’Italia dopo la crisi pandemica e necessita di un’azione sinergica e compatta dell’esecutivo, attraverso l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la trasformazione digitale, la crescita del Mezzogiorno, la semplificazione normativa e l'eventuale esercizio del Golden Power per tutelare l’interesse strategico, anzitutto in ambito di sicurezza e difesa. Sono questi i punti principali emersi durante la Sessione straordinaria della cabina di regia sull’internazionalizzazione - di cui voi parlate sempre - dedicata all'attrazione degli investimenti esteri co-presieduta il 20 aprile 2021 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministro allo sviluppo economico. La sessione ha visto la partecipazione di rappresentanti di 12 Ministeri, del Presidente della Conferenza delle Regioni autonome e delle Province autonome e di altri enti”, ci doveva anche essere l’Assessore Carloni, secondo me.
Qui c’è una progettualità, ci sono dei provvedimenti, e allora come pensate voi di decontestualizzare i vostri interventi, lo dico alla Giunta. da tutto questo? Dalle iniziative che ci sono a livello nazionale? Pensate che sia possibile decontestualizzare i processi di internazionalizzazione della Regione Marche da quelli nazionali? Se in Ucraina c’è la guerra, se in Russia c’è la guerra, voi pensate di andare là senza un’interazione con il Governo? Io non lo so, capisco che questa legge è stata fatta il 5 maggio 2021, ma potrebbe essere aggiornata.

PRESIDENTE. Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Ora visto che il Consigliere Putzu mi ha chiamato, rispondo, rispondo per concludere un intervento.
Ho capito adesso con l’aiuto del mio capogruppo - quanto sono utili i capigruppo, pensate un po’ (con il Consigliere Mangialardi siamo grandi amici, quindi queste battute le posso fare) - che l’Assessore Carloni quando non fa riferimento a quello e fa scrivere male le leggi non ama quello che fa.
L’Assessore Carloni ha smarrito se stesso, ricordo quanto era pregnante, efficace, competente, direi bravo, perché è successo questo? Parlando con il Consigliere Mangialardi l’ho capito, lui non ama quello che fa, vuole fare altro, vuole arrivare in Parlamento e allora che fa? Siccome non ama quello che fa, lui vende, fa scenografia e nel frattempo pensa che tutto questo possa produrgli consenso e pensa che prima che si attui – e dopo mi fanno tana - me ne vado in Parlamento, questo mi serve per andare su e poi quelli che ci sono, ci sono.

PRESIDENTE. Ascolti, Consigliere, non voglio limitare la libertà di nessuno, però non divaghiamo troppo perché poi si scatenano questioni e polemiche, certo un po’ di sale in coda ci vuole, però rimaniamo dentro l’argomento.
Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

I Consiglieri Carancini e Mangialardi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto contrario.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Su questa norma finanziaria noi non abbiamo presentato emendamenti perché è inutile farli se poi vengono respinti, però c’è l’ordine del giorno dei Consiglieri Carancini e Bora, firmato anche da noi, per porre rimedio e per portare le risorse, se non sbaglio, almeno all’annualità 2022. Quindi, rispetto a questo articolo noi votiamo contro.
E’ talmente vero quello che ho detto poc’anzi, che l’Assessore Carloni non ama quello che fa, ama fare, che ad esempio ho qui una lettera del 14 marzo 2022, che lui scrive agli agricoltori, con la quale dice loro: “Ho il piacere di informarti che questa mattina la Giunta regionale ha approvato sei importanti delibere riguardanti l'agricoltura”, e le indica.
Consigliere Rossi, questa l’ha mandata a tutti gli agricoltori, ovviamente a lei ed arriverà anche a me, perché ne sono a conoscenza? Perché oltre ad essere un avvocato patrocinante in Cassazione, sono orgogliosamente un coltivatore diretto, quindi questa lettera arriva anche a me e perché me la manda? Per dirmi le delibere che ha fatto, mica i fatti che ha prodotto. E’ evidente che va in quella direzione, non ama quello che fa, vuole fare altro, questa è la dimostrazione che vuole fare altro. Manda le lettere a tutti gli agricoltori che vengono a conoscenza, è un modo come un altro per acquisire consenso, legittimo per carità, però singolare. Questa è una lettera datata 14 marzo 2022: “Ho il piacere di informarti che questa mattina la Giunta regionale ha approvato sei importanti delibere riguardanti l’agricoltura: ‘Stanziamento per 9 milioni per sottomisure Prs dedicate all’agroalimentare’, poi OCM vitivinicola, … empirico e territori destinati, legge enoturismo, orto sociale e modifica azione 2”, perché dico questo? Per dire che sono in tema, non è pensabile pensare al rilancio dell’impresa senza pensare all’agricoltura ed all’agriturismo e l’Assessore Carloni anziché pensare all’agricoltura, pensa agli agricoltori e qui si svela l’arcano.

PRESIDENTE. Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11.
Emendamento 11/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri: “L’articolo 11 è soppresso”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Ne approfitto, Presidente, per formulare chiaramente l'ultimo appello affinché questo emendamento possa essere accolto ed in caso favorevole il Partito Democratico voterà favorevolmente il dispositivo. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 11/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 11. Consigliere Mangialardi, la dichiarazione di voto l’ha già fatta per tutti gli articoli la Consigliera Bora all’inizio, comunicando il voto contrario su tutti gli articoli. Non voglio togliere la … Me lo conferma, Consigliera Bora?

Emanuela Bora. Confermo, però eravamo rimasti d’accordo con il capogruppo Mangialardi, che ringrazio per l’opportunità che mi ha dato di fare l’ultima dichiarazione a seguito del voto espresso poco fa sull’emendamento che sarebbe stato determinante.

PRESIDENTE. Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Bora, Carancini, Mangialardi, Biancani, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. L’avevo già riassunto all’inizio. E’ stato lo stesso Vicepresidente Carloni a dire che l’ansia che in realtà lo spinge a fare queste leggi, e questa in particolare, è quella di dare una risposta immediata ai cittadini. Le risposte immediate ai cittadini non si fanno sulla base di proclami, ma piuttosto su fatti concreti ed è questo ciò che gli imprenditori ogni giorno ci chiedono. Per cui quale migliore occasione votare favorevolmente questo ordine del giorno che chiede proprio di anticipare le risorse dall’annualità 2023 all'annualità 2022 per poter partire immediatamente con bandi?
Ancora una volta ci appelliamo al buon senso, anche se dopo le parole che ho ascoltato dall’Assessore Carloni, su cui tornerò nella dichiarazione di voto finale, chiamarlo buon senso è abbastanza fuori luogo.
Con l’approvazione di questo ordine del giorno almeno testimonierete qual è lo scopo di questa legge: dare risposte concrete con risorse e bandi immediati oppure mettersi l’ennesima spilletta sulla giacca, che però non serve a niente se non a dire ho fatto l’ennesima proposta di legge e, aggiungo io, peraltro inutile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Mi pare che l’ordine del giorno presentato dalla Consigliera Bora, frutto del lavoro dell’intero gruppo consiliare del Partito Democratico, meriti una risposta da parte dell'Assessore, che non vedo, con dispiacere, su una legge così importante discutere con l’opposizione. E’ lui stesso a smentire la serietà di questo passaggio, cioè che noi programmiamo e prevediamo l'investimento finanziario non per il 2022 ma per il 2023. Lui si è vantato all'interno del proprio intervento di avere seguito una filiera che, a me sfugge, è mancata nel passato. Come è possibile che nel passato ci siano stati investimenti senza una programmazione legislativa? Credo che davvero non stia in piedi e se è vero come lui afferma che c’è una legge, che c’è un'emergenza, che c'è una situazione che chiede nel settore imprenditoriale un intervento immediato, mi chiedo per quale ragione oggi siamo a marzo 2022 e non programmiamo, arrivo a dire non l’intera somma, i 4.165.000, ma una sola parte rispetto all'investimento programmato da destinare, da traslare, da anticipare al 2022. Qual è la logica di questa scelta? L’Assessore Carloni dov’è? Presidente Acquaroli, ce lo dice lei se non ce lo dice l’Assessore Carloni? Glielo chiedo così ci possiamo convincere e magari ritirare questo ordine del giorno: perché non prevedete almeno una parte delle risorse nel 2022? Che cosa impedisce questa scelta? Siete in grado di spiegarci perché andate al 2023? Sapete meglio di me che la programmazione dei bandi occuperà mesi e andremo a finire alla fine del 2023. Se l’emergenza dell'imprenditore, se il settore è così sensibile, se ci tenete tanto, perché non anticipate questo investimento finanziario, dico io, almeno in parte, al 2022? Ovviamente nella previsione di una variazione finanziaria. Penso che ci dovete questa risposta, altrimenti restiamo qui.
Poi l’Assessore Carloni fa le battute sull’elaborazione del lutto. Lasci stare la propaganda, ci spieghi perché, a fronte dei paroloni, dell’attenzione, delle lettere che invia e delle sue intenzioni, delle quali a me non importa nulla, il finanziamento lo prevedete nel 2023? Siete in grado di spiegarcelo?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Consigliere Carancini, voterò questo ordine del giorno e se lei me lo consente provo a spiegare perché loro hanno previsto nel 2023. Perché questa è una legge assolutamente inefficace, oltre che inefficiente, non ci sono risorse per conseguire quegli obiettivi, ma vi rendete conto quanto ci vuole per attrarre un investimento all’estero?
Non solo non ci sono risorse, ma non c’è neanche questa sinergia con il nazionale. Non ci sono risorse, Consigliere Carancini, per questo avete fatto bene a fare l'emendamento.
Il Consiglio regionale per l’economia e il lavoro dice che si ritiene lo stanziamento previsto estremamente ridotto per le ambiziose finalità che la legge si pone. Lo dice il Consiglio regionale per l’economia e il lavoro, questo l’Assessore Carloni lo sa, allora che fa? Siccome sa che non ci sono risorse, che non le può mettere, che non può neanche prendere quelle del Piano nazionale perché non ha avuto neanche l’accortezza di andare alla cabina di regia, le mette nel 2023 perché a lui interessa fare questo attestato, fare la letterina agli imprenditori, nel 2023 si candida al Parlamento, finalmente ha svelato cosa ama, e buonanotte ai suonatori.
Questa è la verità perché le risorse sono previste nel 2023, sennò non esiste una legge che facciamo oggi che non sia immediatamente efficace e una legge non è efficace se si prevede la copertura finanziaria nel 2023, ma la copertura finanziaria occorre nel 2022 perché il bando non si può fare, perché per fare il bando, come ha detto il Consigliere Carancini, ci vuole l’impegno di spesa, per avere l’impegno di spesa deve stare nel bilancio di previsione, nel documento tecnico e nel bilancio finanziario gestionale, postato lì, nella Missione, nel Programma, allora tu puoi fare il bando, ma se quelle risorse non ci sono tu non lo puoi fare. Questo è il motivo del 2023 e perché si rinvia tutto.
Ma voi avete visto anche le precedenti leggi fatte, ditemi una iniziativa concreta che sia stata adottata da questa Giunta, questa Giunta va.
Noi del passato abbiamo ancora l'ambizione, la voglia, la determinazione e la passione per guardare al futuro, ormai il passato è dietro le spalle, un passato abbastanza glorioso, anche se non è stato riconosciuto come tale, ma pazienza.
Questa Giunta però opera di fatto con i nostri bilanci, con i nostri progetti, con le risorse che noi ci abbiamo messo. Si parla in questa legge delle aree di crisi, l’ha detto prima la Consigliera Casini, non si parla di crisi industriali complesse, ma lo sapete che le risorse che ci sono per le crisi industriali complesse, la fermano-maceratese, la piceno-valvibrata, il fabrianese, le abbiamo messe noi a bilancio? Questa è la verità, per questo si vuole portare al 2023, perché non ci sono risorse e le poche che ci sono si mettono dopo, ma perché? Mi dice come si fa a fare un progetto per far rientrare un’azienda che è all’estero o ad attrarre un investimento in Italia con quattro spicci? Ci vogliono risorse importanti regionali, ma soprattutto, questo è il punto, coordinate con il Governo nazionale.
Noi presenteremo delle mozioni in questo senso, al limite vedremo anche di trovare le risorse, se ci riusciremo, altrimenti vi diremo come metterle e poi vi sfideremo di fronte all’evidenza dei fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Un appello vero all’intero Consiglio, almeno di sottoscrivere questo ordine del giorno che ci impegna tutti a reperire delle risorse, magari togliamo l’importo, altrimenti rischiamo, come è accaduto per tante leggi, come ha detto prima l’Assessore Carloni, che in modo compulsivo si producono tante norme che sono l’esatto contrario di quello che vogliono le imprese, di quello che vogliono i cittadini, che vogliono la semplificazione.
Semplificazione significa avere meno norme e più chiare, qui invece facciamo delle relazioni e mettiamo come titolo degli articoli e dei commi che non hanno niente a che vedere con una legge efficace. L’abbiamo sottolineato tutti, ma penso che sia un elemento che abbiate anche colto.
C’è l'occasione dell’appello, che mettiamo a sistema, dell’Assessore Carloni di votare all’unanimità. Abbiamo già detto che l’avremmo fatto se aveste accolto il nostro emendamento, ma vi diamo un’altra occasione, penso importante. Se non capiamo che una norma di questa portata, confusa, piena di refusi e senza obiettivi …, almeno le risorse sono quelle che oggi necessitano alle nostre imprese, perché voi l’avete fotografata nel 2021, ma siamo nel 2022 con una guerra piena, le quali hanno bisogno oggi di risorse, non quelle che arriveranno forse alla fine del 2024. Poi io ho buona memoria e ogni volta che siamo passati con il bilancio, in quello del 2021ci avevate detto che lo avreste modificato con le variazioni durante l’anno, ma nulla è accaduto, nel bilancio di previsione 2022 avete fatto l’esatta fotocopia di quello precedente, continuiamo a mettere a disposizione leggi che sono sempre a isorisorse in ogni campo.
Significa che non ci sono elementi nuovi, allora, Presidente Acquaroli, lo dico a lei, se non facciamo questo passaggio, senza una garanzia di risorse per un’applicazione di questa norma, per quanto confusa e un po' frastagliata, ancora una volta ci costringete a dire che la legge è un manifesto, che i nostri imprenditori non vedranno nulla, mentre hanno bisogno oggi di risorse. Tra i rincari, le difficoltà, le preoccupazioni, noi siamo obbligati a questo tipo di risposte.
Quindi vi chiediamo, Presidente, lo chiedo a lei, di votare il nostro ordine del giorno, se vi mette in difficoltà la cifra la possiamo anche rimodulare perché non c’è da parte nostra nessun tipo di rigidità perché potrebbe essere l’occasione per mettervi nelle condizioni di dare un segnale alle nostre imprese.
Quando noi incontriamo le associazioni, i sindacati, l’elemento che emerge è che si trovano davanti a tante belle leggi, anche affascinanti e ammiccanti, ma che non hanno nessuna risorsa e che sono talmente farraginose e poco chiare che invece di rispondere aumentano le preoccupazioni di ognuno di loro.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Come ho detto prima, ho chiesto al capogruppo Mangialardi di poter intervenire e lo ringrazio per avermelo concesso.
Sono sincera, speravo di dover fare un altro tipo di intervento, auspicavo che la legge regionale 25 non fosse abrogata e che oggi avremmo approvato assieme la legge, ancorché inutile, come ho detto, anzi per certi versi anche dannosa.
Sono molto dispiaciuta perché se avessimo finanziato con la legge di bilancio o con la nuova programmazione europea la legge regionale 25/2018, invece di abrogarla, oggi avremmo avuto la possibilità di aiutare le imprese, grazie all’integrazione di due norme che sono molto diverse.
La proposta di legge 49 purtroppo non comprende niente di tutto ciò che avevamo previsto e che invece serve alle nostre imprese, ma per una presa di posizione non si finanzia né l’una né l'altra.
Le motivazioni che ci spingono a votare in modo contrario sono già state ampiamente descritte, quindi non sto a ripeterle.
Ho chiesto al Consigliere Mangialardi la possibilità di poter intervenire perché le considerazioni finali del Vicepresidente Carloni meritano una replica.
Innanzitutto l’Assessore Carloni, che è alla sua terza legislatura, quindi ha avuto la possibilità per ben 15 anni di proporre leggi, accusa chi c'era prima addirittura di aver portato avanti una attività legislativa mortificata. Mi sento sinceramente in imbarazzo nell'ascoltare queste parole perché nessuno ha impedito al Consigliere Carloni di proporre leggi nel passato, anzi chi si sente mortificata è questa minoranza che deve attendere mesi e mesi per vedere la nomina dei relatori di maggioranza e di minoranza, mentre le nostre mozioni vengono sempre discusse per ultime.
Ciò che mortifica è il ruolo della Giunta, che procede con delibere, con coperture finanziarie previste con leggi di bilancio, con una serie di proposte di legge che non servono. Non servono perché ad esempio le star up, le filiere, non è che in passato non venivano finanziate perché non esisteva la legge, lo facevamo e dice bene il Consigliere Cesetti quando afferma che l’unica giustificazione che noi diamo è che c’è un’ansia da prestazione di chi è in piena campagna elettorale.
Peraltro non ho ben compreso il senso dell’intervento dell’Assessore Carloni quando dice che noi in passato avevamo fatto leggi in corsa dopo aver approvato la programmazione europea 2014. Al di là del fatto che la legislatura è iniziata nel 2015, quindi nel 2014 quando fu approvato quel settennio c’era lui ed era alla sua prima esperienza, noi tutto quello che abbiamo potuto fare è stato correggerla e lo abbiamo fatto peraltro in pochissimo tempo perché le schede Mapu furono approvate a dicembre e noi ci insediammo a luglio.
Ho fatto un accesso agli atti, ne approfitto perché quando uno fa il professore in Aula deve almeno essere nelle condizioni di poterlo fare, perché è un anno e mezzo che ancora non sappiamo cosa volete fare della prossima programmazione europea e ciò che emerge da quell’accesso agli atti è che non esiste un atto che sia ufficiale. Dopo un anno e mezzo non avete fatto un atto ufficiale e ad aprile dovete iniziare a trasmetterli alla Commissione europea.
Quindi, tutte queste gran belle lezioni che oggi l’Assessore ci ha voluto dare io le respingo al mittente.
Ricordo anch’io il Consigliere Carloni come svolgeva, più che altro verso la fine, il suo ruolo e non ricordo francamente un atto che abbia proposto nella legislatura precedente, adesso che fa il Vicepresidente almeno dimostri di esserne all’altezza.
Il voto del Partito Democratico sarà contro questa proposta di legge per le motivazioni che abbiamo già spiegato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto voglio ringraziare l’Assessore Carloni, il Presidente Putzu, i componenti ed i funzionari della Commissione per l’impegno profuso, e il mio capogruppo Consigliere Marinelli per avermi dato la possibilità di intervenire sulla dichiarazione di voto.
Tornando all'intervento, abbiamo ascoltato e molto dibattuto, come è giusto che sia in questa Aula, ma nessuno di noi può negare in cuor suo che non è il tempo delle parole. Soprattutto mi riferisco ad alcuni dell’opposizione, i Consiglieri Bora e Cesetti hanno portato come esempio il nostro Vicepresidente Carloni, si sono preoccupati, io non mi preoccupo, di cosa vorrà fare l’Assessore Carloni da grande, mentre mi impensierisce cosa sta facendo, anche perché per me si sta impegnando moltissimo. Forse questo può dar fastidio a qualcuno, ma se ne faccia una ragione, i cittadini sono attenti a quello che si fa, agli atti che si producono, probabilmente la legge precedente verrà abrogata, quindi c’è un po’ di nostalgia, pazienza, vedremo cosa potremo fare e faremo sicuramente qualcosa di buono e di migliore con il contributo di tutti.
L’orizzonte dell’economia marchigiana si è via via sfocato negli ultimi 15 anni, tuttavia nessuna nuvola è stata tanto carica di tempesta come oggi.
I marchigiani con il loro voto ci hanno affidato un compito difficile che si sta facendo difficilissimo. Non è questo che fermerà la nostra volontà di fare e di pensare, ma siamo consapevoli che non potremo dare le risposte nei tempi che ci eravamo prefissati.
Siamo consapevoli di doverci muovere per strade parallele: quella di dare risposta all’emergenza economica e sociale secondo le nostre possibilità di intervento e quella della programmazione che deve far trovare le Marche pronte alla ripartenza nei nuovi scenari che il conflitto russo-ucraino sta delineando.
Con la proposta di legge oggi al voto tracciamo il percorso e le condizioni perché le Marche recuperino un ritardo di anni.
Non è un libro dei sogni come qualcuno pensa di farlo passare, è una visione che è dovere di ogni buon amministratore prospettare, scommettere sulla modernizzazione dei sistemi di produzione e di erogazione di servizi e favorire non solo il rientro di investimenti di chi ha in precedenza spostato le produzioni all’estero o in altre regioni, ma anche l’arrivo sul nostro territorio di nuovi investimenti di imprese.
Ho detto in apertura che non è il tempo delle parole e questa legge non è fatta di parole, è espressione di una maggioranza attenta ai bisogni di oggi, che non rinuncia ad essere credibile nelle politiche per sviluppare un domani.
Questa maggioranza ha ereditato molti errori ed è fisiologico che noi stessi potremmo farne qualcuno mentre cerchiamo di rimediarvi, ma puntare l’indice e recriminare non servirà.
Siamo tutti marchigiani in Aula e una celebre frase di Churchill ci calza a pennello: “Il fallimento non è mai fatale, è il coraggio di continuare che conta”.
Siamo certi che sapremo tutti mostrare il nostro coraggio amministrativo andando anche oltre la casacca politica.
E’ questo l’auspicio che si accompagna al voto favorevole, che esprimo a nome della Lega. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò breve. Voglio ringraziare tutti i colleghi Consiglieri che hanno contribuito al dibattito in Aula su questa proposta di legge. Ovviamente ho avuto modo di ascoltare qualche intervento pretestuoso un po’ su tutti gli articoli, però, capisco, è normale quando si è a fine carriera e si vuole peccare di protagonismo, ma è anche giusto, ci mancherebbe altro.
Voglio ringraziare il gruppo del Partito Democratico che sembra aver sostituito il capogruppo Mangialardi con il Consigliere Cesetti, forse per onore alla carriera fatta. E’ giusto che ci sia questo cambio di rotta ed il riconoscimento al Consigliere Cesetti del ruolo di protagonista nel gruppo PD. Lo merita per la sua storia, le sue capacità. Ringrazio il Consigliere Mangialardi per aver dato questa opportunità al Consigliere Cesetti di rappresentare il gruppo in più interventi, per noi è un grande onore avere un cambio di passo nel Partito Democratico.
A prescindere da questo, non posso che ringraziare l’Assessore, tutti i Consiglieri per aver contribuito a questa legge, che ormai andiamo ad approvare, diciamo anche con qualche polemica, giusta ci mancherebbe altro. Il ruolo dell'opposizione è anche quello di polemizzare, con qualche proposta che abbiamo visto. Prima mi sono dimenticato di dire che all’interno della nostra Commissione abbiamo avuto modo di approvare anche degli emendamenti.
Mi dispiace ovviamente che non si vada all’unanimità, ma di certo posso comprendere. Anch’io al posto della Consigliera Bora avrei fatto la stessa cosa, perché è consueto quando si va ad abrogare una legge, fatta magari da un ex Assessore che oggi è Consigliere, che ovviamente vede in quella norma qualcosa di giusto per le imprese marchigiane. In questo caso è normale che la Consigliera Bora, insieme al gruppo del PD lecitamente, giustamente, voti contro, così come la questione dell’ordine del giorno legata allo scostamento di bilancio per portare fondi.
Vorrei però dare una risposta in merito alle politiche che stiamo facendo.
Sulle politiche europee voglio ringraziare il Presidente Acquaroli che da un anno, insieme agli Assessori, sta incontrando i territori, i Sindaci, perché è importante quando si fa una programmazione europea non farla all’interno di una sede di partito, ma condividerla con le associazioni di categoria, con i Sindaci, con i territori e questo il Presidente Acquaroli lo ha già fatto e lo sta facendo.
Concordo in parte con quello che ha detto la Consigliera Bora, relatrice di minoranza, che giustamente chiede un’accelerazione per conoscere il piano delle politiche europee, quindi i fondi europei 2021/2027, che arriverà presto in Commissione, anche lì faremo un dibattito fondamentale per cercare di costruire insieme una regione Marche. Abbiamo visto, anche in questo caso, che se dobbiamo fare delle leggi è perché il sistema imprenditoriale marchigiano è in difficoltà, fino a qualche anno fa ha sempre investito risorse proprie, anche ultimamente, ma purtroppo abbiamo visto, polemiche a parte, io ne parlo guardando una fotografia oggettiva, che sono in difficoltà.
Quindi con questa norma si va ad intervenire, a supportare, ad aiutare le imprese manifatturiere, le piccole e medie imprese, le microimprese, anche loro sono rilevanti per la nostra regione. Su questo credo che forse si potevano fare – non lo dico alla relatrice di minoranza, che voglio ringraziare per il contributo, ma a qualche Consigliere del suo gruppo - meno polemiche e più proposte in Commissione ed avremmo potuto tutti insieme migliorare questa legge, come qualcuno dice, anche se credo che sia stata migliorata dalla Commissione. E’ stata supportata e, permettetemi di ringraziarli, anche dai dirigenti che l’hanno scritta e con cui noi ci siamo confrontati. I Consiglieri della II^ Commissione ogni volta, tutti, dimostrano di avere a cuore l’interesse della nostra regione, così come tutti i colleghi di quest’Aula, maggioranza e opposizione. Scontrarsi è giusto e lecito, ma avrei preferito su questo tema andare uniti con una votazione unanime perché avremmo dato un grande segnale alle imprese manifatturiere della nostra regione.
Ci tengo inoltre a fare un appello a tutti noi perché con il rincaro delle materie prime, dei costi dell’energia elettrica, del gas, anche con la grande difficoltà che il sistema produttivo marchigiano sta affrontando per i costi della manodopera … Ha ragione il Consigliere Cesetti quando dice della concorrenza sleale delle aree di crisi, ma ricordiamoci bene che il Sottosegretario allo sviluppo economico (del PD) ad agosto 2020 ha fatto un decreto con il quale ha creato una concorrenza sleale tra chi viene ad investire nelle Marche e chi va ad investire in Abruzzo. Questo il Consigliere Cesetti si è dimenticato di dirlo, grazie a quel decreto di agosto uno che apre un’azienda in Abruzzo ha uno sgravio del 30% e uno che invece apre nelle Marche non ce l’ha. Penso che sia fondamentale fare una riflessione ed avrei anche apprezzato un intervento in questo senso.
Concludo, chiedo scusa alla professoressa Casini che ogni volta deve riprendere facendo finta di essere a scuola. Ma è vero, qui siamo tutti alunni, siamo alunni dei cittadini marchigiani, c’è una differenza però, cara professoressa, questi alunni sono stati promossi e lei è stata bocciata sonoramente dai cittadini marchigiani, avrebbe fatto più bella figura a non interrompere.
Voglio dire grazie all’Assessore Carloni ed il voto di Fratelli d’Italia è convintamente favorevole. Siamo certi che su questa legge potremo avere effetti notevoli per quanto riguarda le imprese e mi dispiace per la professoressa, avremmo modo di fare altre lezioni, magari on line per confrontarci.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti, in dissenso dal gruppo di appartenenza.

Fabrizio CESETTI. Intervengo in dissenso concordato ed autorizzato. In dissenso perché non parteciperò al voto in quanto questa legge non ha neanche la dignità di essere votata, ancorché con un voto contrario. Non è una legge dignitosa sotto il profilo dell’architettura legislativa e normativa, anzi è impertinente, se vogliamo.
Fatta questa premessa, voglio dire al Consigliere Putzu, non so a chi si riferisse quando parla di fine carriera, non so se parla di me, ma in effetti qualche tempo fa avevo pensato di terminare l’esperienza, poi vedendo questo popò di roba, vedendo come fate le leggi, come le presentate, ho pensato che ci fosse ancora bisogno di me. Ritengo che la comunità regionale abbia bisogno di me, quindi non mi sottrarrò a questa responsabilità nel futuro. Poi se uno fa riferimento all’età, l’età è quella storica, anagrafica e biologica ed io grazie a Dio ed agli uomini le porto bene tutte e tre, con molta forza, energia, passione e dignità. C’è la mia storia che parla e la salute che Dio finora mi ha dato.
Poi dico al Consigliere Putzu un’altra cosa, la Consigliera Casini, lasciamo perdere perché non devo difenderla, a parte che non fa la maestrina, fa il suo dovere di Consigliere regionale - io mica faccio il maestro quando dico alcune cose o faccio delle osservazioni – lo fa dall’alto della sua esperienza ed anche competenza, cosa di cui c’è molto bisogno dal mio punto di vista.
In ultimo, Consigliere Putzu, il Consigliere Mangialardi è il capogruppo del Partito Democratico perché è stato il leader della nostra coalizione, abbiamo perso, ma abbiamo perso tutti, accettiamo questo giudizio, ma lui è il capogruppo e se quest’Aula lo vuole sapere - conta poco - è capogruppo in quanto votato da tutti i colleghi del gruppo e mi pare che io abbia fatto la proposta iniziale. E’ il mio capogruppo e merita di fare il capogruppo. Vede, Consigliere Putzu, a differenza di altri capigruppo il Consigliere Mangialardi è nel contempo generoso e incisivo, per esserlo sa bene che ha bisogno dell’apporto di tutti i componenti del suo gruppo che sprona a studiare, a prepararsi, ad essere competenti e quando prima sono intervenuto su tutti quegli articoli - e potevo fare molto di più e lei lo sa Consigliere Putzu, quindi non mi provochi, sennò facciamo gli emendamenti e poi le dico di cosa siamo capaci di fare - l’ho fatto per un semplice motivo, non perché nella mia mente c'era l’idea di fare il capogruppo di fatto e di esautorare il capogruppo, no! Io l’ho fatto come atto di responsabilità e di generosità perché essendo un componente della Commissione del Consigliere Putzu chi doveva intervenire? La Consigliera Bora ed il Consigliere Cesetti, anche perché il Consigliere Mastrovincenzo è a casa per ovvie ragioni. Chi dovevano intervenire? I Consiglieri Bora e Cesetti che fanno parte di quella Commissione ed in più se n’è occupato il Consigliere Carancini.
Questo è, ho parlato in dissenso, adesso abbandono l’Aula con l’autorizzazione del capogruppo perché questa legge, ripeto, non ha neanche la dignità di essere votata con un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti nella fase del dibattimento e delle dichiarazioni di voto. Mi spiace molto che il Consigliere Cesetti abbandoni l’Aula, ritengo che non solo la legge sia votabile …

(intervento fuori microfono)

Mirco CARLONI. Io ho ascoltato tutto il dibattito.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE. Silenzio in Aula. Assessore non risponda alle provocazioni, prego.

Mirco CARLONI. Credo che la parola democratico sia rimasta solo nel nome.
A parte questo, capisco sia gli effetti di nostalgia che gli attacchi di panico per la mancanza di potere, però non scappate dall’Aula, la democrazia si esercita qua. Per anni abbiamo subito l’arroganza del vostro potere.
Con molta disponibilità abbiamo lavorato un anno su questa legge, che rappresenta una strategia molto chiara. C’è stata qualche giorno fa da parte del Consigliere Putzu la volontà di aprire una discussione da fare insieme, anche modifiche da fare insieme, ma non sono arrivati contributi reali se non effetti nostalgici del passato che fu. Quella non è una posizione politica che riguarda il futuro, è il vostro passato e non entro in polemica e non rispondo neanche alle provocazioni che mi hanno riferito abbastanza antipatiche che avete fatto nei miei confronti. Non importa, sono abituato allo scontro e certamente non ho paura del dibattito, piuttosto dico grazie a chi voterà questa legge. Sono sicuro che i marchigiani riusciranno ad apprezzare la strategia messa in campo con queste sei leggi, compresa quella di oggi, che daranno la possibilità concreta di mettere a terra oltre 300 milioni di Por-Fesr più il Pnrr, quindi, a chi dice che abbiamo fatto una legge soltanto per vanità o per fare volantinaggio si sbaglia, come ha sbagliato in passato per presunzione e per arroganza.
Vi consiglio di elaborare il lutto della sconfitta e di guardare al futuro perché certamente non è con questo atteggiamento che troverete la simpatia dei marchigiani. Avete la stessa arroganza di quando governavate e pensavate di essere sempre dalla parte della ragione, era la gente che non vi capiva e non vi ha mai capito.
Ora noi abbiamo il dovere e l’onere di governare, ci assumiamo ogni responsabilità, però vogliamo anche essere liberi di farlo senza avere sempre qualcuno ex cattedra con la matita rossa nelle mani che ci sottolinea gli errori. Siete stati bravissimi, vi hanno mandato a casa, siete stati bravissimi, siamo andati in recessione diventando una regione in transizione economica, come quelle del sud. Questi sono gli effetti delle vostre migliori strategie. Non cerchiamo la polemica, ma voglio ringraziare i Consiglieri che voteranno questa legge perché daranno seguito ad una strategia ben precisa e soprattutto dimostreranno che rispetto a certe pulsione del passato c’è un vento nuovo che ha veramente qualcosa di democratico, non solo scritto nel nome.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 49. La pongo in votazione per appello nominale.

Favorevoli: Acquaroli, Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Serfilippi.
Contrari: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
Astenuti: Lupini, Ruggeri, Santarelli.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente, chiedo 10 minuti di sospensione per arrivare ad un testo unico, ci abbiamo lavorato, ma sarebbe bene vederci come capigruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Magari possiamo andare avanti con le interrogazioni, così almeno c’è qualche risposta e nel frattempo sistemiamo il documento. Ci vogliono veramente pochi minuti, ma non mi permetto perché l’Aula la gestisce lei.

PRESIDENTE. Lei ha ragione, ma l’Assessore Saltamartini ha chiesto di essere esentato dalla partecipazione perché ha un confronto con alcune rappresentanze, dopodiché gli altri Assessori che devono rispondere (Aguzzi e Castelli) non sono presenti. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Scusate, normalmente è il Presidente che risponde alle interrogazioni quando non c’è l’Assessore, questa è una prassi normale.

PRESIDENTE. Si, però, considerati i tempi che ci siamo dati, se riusciamo a concludere la mozione sulla Bolkenstein, che è la questione più urgente … Anche perché tutte le risposte che interessano le interrogazioni sono di natura tecnica, come voi vedete anche gli Assessori si presentano con un dossier per ogni risposta per evitare di darne generiche, quindi credo che dobbiamo per forza tenere conto di questo aspetto di ordine procedurale e tecnico. Non è una giustificazione, ma la motivazione della posizione che hanno i componenti della Giunta, compreso il Presidente.
Se dobbiamo proseguire possiamo farlo con la proposta di legge n. 74 perché nell’ordine del giorno è prima delle interrogazioni.
Sospendiamo 10 minuti in modo da organizzare il testo per la mozione Bolkenstein.

La seduta è sospesa alle ore 15,00

La seduta riprende alle ore 15,30

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Mozione n. 237
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Ciccioli, Rossi, Bilò, Marcozzi, Assenti, Marinangeli, Ruggeri, Mangialardi, Santarelli, Pasqui, Lupini, Carancini, Latini, Baiocchi, Borroni, Leonardi, Antonini, Cancellieri, Biancani, Mastrovincenzo
“Problematiche relative alle concessioni demaniali per finalità turistico ricreative”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 237 dei Consiglieri Marinelli, Ciccioli, Rossi, Bilò, Marcozzi, Assenti, Marinangeli, Ruggeri, Mangialardi, Santarelli, Pasqui, Lupini, Carancini, Latini, Baiocchi, Borroni, Leonardi, Antonini, Cancellieri, Biancani, Mastrovincenzo. La mozione recita in questo modo: “L’Assemblea legislativa delle Marche premesso che:
lo scorso novembre il Consiglio di Stato ha annullato la proroga al 2033 delle concessioni balneari che era stata disposta dalla legge 145/2018 ed ha imposto al legislatore di riassegnare i titoli concessori entro il 31 dicembre 2023 attraverso delle forme di gara pubblica;
nei mesi scorsi la Regione Marche e in generale le Regioni hanno partecipato attivamente a vari incontri sul tema e si sono confrontate anche alla presenza del Ministro del turismo manifestando forte preoccupazione e attenzione per le imprese del comparto turistico-balneare;
il Consiglio dei Ministri ha presentato un emendamento al decreto legge Concorrenza con il quale, sulla scia della sentenza pubblicata il 9 novembre, viene ribadita la previsione di scadenza al 31 dicembre 2023 delle concessioni in essere nonché la delega al Governo ad adottare entro sei mesi uno o più provvedimenti volti a riordinare/semplificare la disciplina delle concessioni;
il Sistema informativo del demanio marittimo (Sid), realizzato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in ottemperanza della legge 11 febbraio 1991, n. 44, costituisce la base informativa di riferimento e lo strumento di interscambio dei dati relativi alla gestione del demanio marittimo nazionale tra pubbliche amministrazioni e i soggetti privati;
le criticità nel pieno funzionamento del Sid - riscontrate anche dal Consiglio di Stato - risentono di una mappatura incompleta del demanio marittimo, nonché del mancato inserimento e relativo aggiornamento dei canoni di concessione dovuti ed incassati da parte delle Amministrazioni interessate, senza che sia assicurata la coerenza dei dati inseriti con quanto presente agli atti delle Amministrazioni pubbliche coinvolte;
si rileva dunque la necessità di continuare ad acquisire dati aggiornati in merito alle caratteristiche e in particolare ai canoni corrisposti per le concessioni demaniali a fini turistici e ricreativi attualmente in essere, al fine di procedere ad una indispensabile, e non più rinviabile, riforma della materia.
Considerato che:
vi è un reale rischio che si possano determinare una serie di problematiche che rischiano di danneggiare in modo grave e permanente il settore turismo già duramente provato dalla crisi del Covid e ora della guerra;
da più parti si invoca la revisione della direttiva Bolkenstein e una riforma organica della gestione delle concessioni demaniali marittime, tutelando chi ha investito, pur senza difendere i privilegi;
in particolare, l’articolo 12 della direttiva 2006/123/CE prevede che, nel caso in cui il numero delle autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato a causa della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, l'autorizzazione debba essere rilasciata per una durata limitata - senza possibilità di prevedere un rinnovo automatico - e che si debba applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali che presenti garanzie di imparzialità e di trasparenza;
l’articolo 12 della direttiva Bolkestein prevede l’applicazione della procedura di selezione soltanto qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili - nella chiara distinzione tra beni (come nel caso in oggetto) e servizi - e tale requisito non è mai stato accertato dalle autorità competenti;
oggi, 15 marzo 2022, scadono i termini per la presentazione di emendamenti al decreto legge “Concorrenza”.
Tutto ciò premesso, impegna il Presidente e la Giunta regionale a rappresentare al Governo nazionale quanto segue:
1) è necessario che, preliminarmente ad ogni iniziativa di riordino del settore, venga completata e perfezionata la mappatura delle coste per verificare e approfondire la disponibilità del bene, anche in applicazione dalla legge regionale n. 7/2010, articolo 2, comma 1, lettera b);
2) è necessario che si sviluppi lo studio di una disciplina ad hoc che tenga conto delle specificità delle imprese che operano nel comparto del demanio marittimo prevenendo iniziative di tipo meramente speculativo, in contrasto con le legittime aspirazioni ed esigenze delle imprese di settore e della collettività”.
Ripeto che hanno firmato tutti i presenti ed abbiamo concordato nella Conferenza dei capigruppo un intervento rapido da parte di chi chiede la parola a sostegno della mozione, che deve essere oggi stesso inviata al Governo ed al Consiglio dei Ministri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sono soddisfatto, spero che questa mozione raggiunga l’unanimità dell’Assemblea.
Non era semplicissimo armonizzare i punti di vista dei vari gruppi, anche per le posizioni politiche a livello nazionale che sono diverse.
La maggior parte dei gruppi sono in maggioranza, al sostegno dell’attuale Governo ed il mio gruppo, che tra l’altro esprime anche il Presidente della Giunta regionale, è all'opposizione, però crediamo che una posizione responsabile da parte della nostra Regione - speriamo all’unanimità – debba essere messa all’attenzione del Governo. So che altre Regioni si schiereranno nella stessa nostra posizione, qualcuna no, perché ci sono anche delle diversità, delle specificità dal punto di vista delle attività imprenditoriali lungo la costa e questo dà origine a posizioni diversificate.
Cito due Regioni che vivono lo stesso problema nello stesso modo, pur con maggioranze politiche diverse, sono le Marche e la Toscana, che notoriamente è sempre governata da amministrazioni di sinistra, mentre le Marche per la prima volta da una amministrazione di centro-destra, ma ci sono altre Regioni che hanno le stesse tipologie territoriali di costa e di problematiche assai vicine alle nostre, ce ne sono almeno 5 che sostengono le tesi proposte in questo documento.
Nelle armonizzazioni a volte alcuni toni vengono sfumati, però nella dichiarazione di voto mi sento di ribadire le legittime richieste dei balneari delle Marche. La regione ha una tipologia di attività imprenditoriale che è spesso familiare, che ha dipendenti di lungo periodo, non stagionali, non occasionali, che ha determinato nel corso degli anni prima l'utilizzazione, in qualche modo l’urbanizzazione della nostra costa, e vede fortemente separata l’attività infrastrutturata (ristoranti, chalet, bagni) dalla spiaggia.
La spiaggia e la linea di costa demaniale è un bene in concessione, cosa ben diversa sono gli edifici, le strutture, che sono anche di natura diversa, a volte sono fisse, a volte vengono smontate durante la stagione invernale, in tratti di costa molto diversi, aree dove c’è la sabbia, con la costa che ha una certa conformazione, ed altre invece dove c’è il pietrisco, quindi, strutture e modalità completamente diverse. Però il dato è questo: intorno alla nostra costa ci sono 550 stabilimenti balneari, che prevedono oltre alla balneazione spesso la ristorazione, ci sono 2.800 dipendenti fissi, cioè persone che durante tutto l’anno sono impiegate in queste cose ed intorno a loro girano migliaia di persone, non solo per l’attività balneare e turistica lungo l’area demaniale, ma addirittura vengono coinvolte molte attività in zone immediatamente contigue. Una vera e propria fonte di benessere per migliaia di persone.
Su questo credo che la nostra Regione abbia svolto un ruolo di battistrada, ce lo hanno riconosciuto i due sindacati di categoria più importanti, ce lo hanno riconosciuto le altre Regioni, penso che non dobbiamo abbassare le nostre richieste nella mediazione che sempre avviene in questi casi, ma dobbiamo ribadire che questa è un’economia rilevante per l’Italia. Non è un caso che altre nazioni come Portogallo, Spagna, Croazia abbiamo stabilito una linea di demarcazione forte rispetto all’impostazione europea, che ha una sua legittimità, ma non può essere declinata come è stato fatto, assolutamente.
Non è questa una modalità accettabile, lo ribadiamo ad alta voce, diciamo che nella mappatura, nella revisione delle norme, nella necessità di rivedere le situazioni, che magari sono anche molto datate nel tempo, deve essere attribuita alla concessione, allo Stato, una cifra equa, però questo non significa che debba essere spazzato via un intero comparto, debba essere spazzata via una storia che è molto lunga.
Oggi scadono i termini per la presentazione degli emendamenti, se non sbaglio giovedì andranno in discussione al Senato, ci sarà una seconda lettura nell’arco di un mese e mezzo alla Camera, però deve essere forte l’atteggiamento delle Regioni, spero anche della Conferenza Stato-Regioni, unitaria, che rappresenti una parte delle istituzioni dello Stato affinché si risolva questa vertenza che si trascina da tempo e che vede la politica aver rinunciato a svolgere il proprio ruolo demandando ad altre istituzioni - leggi il Consiglio di Stato, le istituzioni europee - le scelte. Questo non è possibile e su questo fronte noi riaffermiamo la necessità che siano le istituzioni popolari a prendere le decisioni e a legiferare in materia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Cerco di essere rapido come avevamo concordato, forse ci siamo persi inevitabilmente nel tentare di argomentare.
Oggi siamo qui solo perché scadono i termini di presentazione degli emendamenti per il decreto concorrenza incardinato al Senato e, lo dico per il capogruppo dei Fratelli d’Italia, noi abbiamo già votato un atto all’unanimità, con un contenuto quasi identico, ma ci sembrava opportuno far sentire il sostegno al Presidente in Conferenza delle Regioni per ribadire il percorso necessario per salvaguardare le nostre imprese, la nostra offerta turistica articolata, che passa in gran parte, almeno per quanto riguarda l’accoglienza e le prestazioni, attraverso l’utilizzo di beni demaniali.
Allora, lo ribadiamo con determinazione, questo non vuol dire che ci siamo dimenticati tutti i percorsi, sono sempre convinto che le responsabilità non vanno ricercate mai nelle imposizioni degli altri, ma nell’incapacità spesso della politica di agire in modo adeguato.
Per quasi 15 anni abbiamo preferito la strada del rinvio, abbiamo preferito andare in deroga, erano quelli il termine e la modalità che ci venivano meglio. Abbiamo rinviato il problema e non l’abbiamo affrontato mai, lo dico senza tanti filtri, a governi diversi e l’ultima proroga … Qui non si tratta della politica che ha abdicato, ci sono state due sentenze, la n. 17 e la n. 18 del 9 novembre, che hanno ridisegnato le modalità e soprattutto hanno inficiato quella proroga che ci vedeva dare in concessione fino al 2033 tutti i beni demaniali di cui avevano fatto richiesta.
Dentro questo percorso ovviamente le sentenze sono lapidarie, non solo bisogna applicare questa direttiva servizi, ma con delle tempistiche ed anche con pochi margini di manovra.
Il Governo ha votato all'unanimità, su proposta dei due Ministri che se ne stavano occupando, Il Ministro al turismo ed il Ministro per gli affari regionali e autonomie, un emendamento che oggi ha bisogno di una serie di correttivi, non sto qui ad elencarli perché penso che il Tavolo nazionale fatto dalle associazioni di categoria e dal Governo sia in grado di fare sintesi delle necessità che non possono essere quelle barricadiere, che non tengono conto di normative sovranazionali che devono essere applicate, ma magari interpretate con maggiore attenzione e determinazione.
D’altra parte però il primo contributo è arrivato con l’emendamento proposto, oggi ce ne sono altri, stiamo chiedendo di porre le attenzioni che servono perché è questo che dobbiamo fare, non dobbiamo solo raccogliere le istanze che arrivano dagli operatori, tra l’altro tante categorie e tanti tipi di soluzione, bisogna arrivare ad un Tavolo serio. Ritengo che il contributo che oggi diamo con la necessità di una mappatura adeguata sul consumo del territorio sia un elemento determinante per poi applicare con una modalità o un’altra la direttiva servizi, anche il doppio canale che è stato proposto per chi ha avuto la concessione ante Bolkenstein, quindi il percorso innovativo dopo il 2009. Tante valutazioni che sul piano giuridico e sul piano politico si stanno facendo.
Questo, Presidente, è un atto che le può dar forza per porsi alla Conferenza delle Regioni, che poi in sintesi potrebbe arrivare alla Conferenza Stato-Regioni, quindi il Governo ed il Parlamento particolarmente sensibilizzati.
Penso che abbiamo fatto un lavoro importante, di posizioni articolate, non c’è da mettere e da infuocare gli animi, c’è solo da stare a fianco e Presidente qui c’è un bel segno che arriva dall’intera Assise.
Ovviamente il voto del nostro gruppo è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Mi sento di fare un plauso all’Aula per aver condiviso questa mozione che riguarda le imprese del settore balneare. E’ la seconda mozione, come ha già ricordato il Consigliere Mangialardi, è un bel segnale perché significa che vogliamo difendere una risorsa italiana, una realtà che per il turismo e per l'economia è fondamentale.
E’ importante salvaguardare le imprese di cui vanno garantiti valore, investimento e continuità, considerando che queste sono aziende a carattere familiare che producono posti di lavoro ed occupazione. Oggi si stima che a livello nazionale gli chalet producano un gettito di 100 milioni l'anno con un giro d’affari di 10 miliardi e la sentenza del Consiglio di Stato grida vendetta.
Voglio ricordare che la messa all’asta nel 2023 delle concessioni bloccherebbe anche ogni tipo di investimento da parte delle imprese, che oggi sono il volano essenziale per la nostra economia. Per quanto riguarda il Pil queste aziende producono il 12% e non credo che sia poca cosa.
Concludo affermando che questo è un bel segnale, bene questa mozione a difesa delle nostre imprese del settore balneare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Per esprimere soddisfazione per come siamo giunti abbastanza agevolmente e velocemente ad una sintesi che dimostra quando tutti in questa Aula abbiamo a cuore l'interesse di difendere una categoria, su cui già ci siamo espressi più volte, lo ricordava il giustamente il Consigliere Mangialardi.
Oggi questa mozione la facciamo volentieri perché c’è la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti al decreto legge concorrenza, ma noi c’eravamo già espressi, già avevamo sottolineato l’importanza di una categoria, la necessità di difendere famiglie, posti di lavoro, quindi su questo non ci torniamo e dubbi e inversioni di marcia non ce ne sono e non ce ne saranno.
Ribadisco che, qui faccio una nota di merito al partito a cui appartengo, da sempre sono stati attenzionati e tutelati i balneari. Ricordo che la legge 145, per quanto non fosse risolutiva, perché di fatto andava a procrastinare al 2033 l’applicazione della direttiva Bolkenstein, non era solo una dilazione temporanea e un non affrontare un problema, e quindi posticiparlo, no, era dettata da qualcosa che oggi chiediamo in questa mozione, cioè la necessità di avere il tempo necessario per fare una mappatura delle coste completa e veritiera. Non a caso nella legge 145 chiedevamo questo, poi disapplicata dal Consiglio di Stato.
Oggi in maniera unanime e in questo caso senza appartenenze di bandiera, senza demagogie, senza strumentalizzare troppo un problema reale di una categoria che sta affrontando grandi problemi, dobbiamo stare molto attenti in un contesto economico come quello attuale.
Quindi, come gruppo e come Consiglio regionale abbiamo dimostrato senso di responsabilità e, ripeto, sottoponiamo le nostre richieste che vertono sulla necessità della mappatura e sull'approfondimento della disponibilità del bene, vedere se ci sono i presupposti per evitare l'applicazione della direttiva Bolkenstein. Lo facciamo tutti insieme senza demagogia e senza strumentalizzazioni, ma lo facciamo con un grandissimo senso di responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Sarà il Presidente a fare le valutazioni conclusive di questa giornata in cui l'Assemblea legislativa ha dato dimostrazione di maturità e attenzione a quelli che sono gli interessi reali di una componente significativa della nostra realtà aziendale e turistica.
Mi sia consentito di arricchire ulteriormente il dibattito senza affaticarlo eccessivamente.
La Regione Marche ha inteso anche dare un messaggio preciso ai Comuni, che sono tra le vittime potenziali di questo oggettivo caos normativo, in quanto sappiamo che molti funzionari pubblici si potrebbero anche ritenere in diritto o comunque nella condizione di dover indire gare a certe condizioni. Per questo abbiamo voluto chiarire la posizione della Regione invitando tutti i Comuni ad astenersi dall’indizione delle gare anche quando le concessioni sono scadute.
E’ un segnale di chiarezza perché dietro queste traiettorie normative, che abbiamo ricordato, c’è anche la posizione di tanti Sindaci che spesso e volentieri non sanno come agire.
Una seconda considerazione è che, quale che sia l'esito, noi speriamo che il dibattito parlamentare vada nel senso indicato dalla nostra Assemblea e vi sia maggiore considerazione delle Regioni nella loro interezza.
Si respira un’aria di forte centralismo in Italia in questo periodo, tutte le Regioni a prescindere dal loro colore lamentano il fatto, ad esempio, che nel frangente non siano state invitate ai tavoli tecnici, siano state informate anche delle evoluzioni normative solo tardi senza poter articolare una posizione coerente, quindi, speriamo che anche nel prosieguo vi sia la volontà di confidare anche nell’ascolto e nel contributo di chi il territorio per ragioni di sussidiarietà verticale cerca di governarlo, al di là delle posizioni politiche e degli orientamenti anche sul singolo tema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Molto brevemente, solo per ringraziare l’Assemblea del voto che si sta accingendo a fare.
Nelle sedi opportune non voglio trovarmi in imbarazzo, credo che dobbiamo essere chiari tra il voto che l’Assemblea esprime e la posizione che dobbiamo rappresentare.
Penso che sia un atto di profonda giustizia quello di andare a chiedere se l'applicazione della direttiva Bolkenstein possa essere ritenuta a titolo fuori da ogni ombra oppure se la vicenda della mappatura possa farne ridiscutere la sua applicazione.
E’ un elemento che preesiste, quindi noi non dobbiamo andare a discutere le aste se non siamo convinti del fatto che la mappatura può, nel momento in cui dovesse portare un risultato che dimostra la disponibilità di aree demaniali, evitare quello che dal mio punto di vista è sicuramente un danno enorme a decine di migliaia di imprese italiane, a centinaia di imprese marchigiane, che rischia di mettere in discussione una filiera, che rischia di creare oggettivamente un danno alla nostra capacità produttiva.
Soprattutto ritengo che rappresenti anche una forma di ingiustizia nei confronti di coloro che hanno preso tanti anni fa un settore che non esisteva, l’hanno creato, l’hanno costruito, hanno investito e oggi che il modello di turismo balneare è riconosciuto a livello mondiale, vedono “messa in discussione” la loro titolarità e devono andare incontro a delle vicende che, come abbiamo ascoltato ieri mattina in rappresentanza della Regione - mi ha fatto piacere che c’era una larga rappresentanza anche di Consiglieri – mettono in discussione la loro vita perché per tanti di loro il lavoro e l’impresa coincidono con l’impegno della loro vita.
Andare a verificare la vicenda delle mappature è un elemento inderogabile, lo Stato deve a nostro avviso dare certezze e garanzie su questa vicenda.
Quindi, vi ringrazio del voto che ci stiamo accingendo a fare e come in tante altre occasioni credo che la forza che può esprimere l'Assemblea in maniera unitaria sia un valore aggiunto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 237. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Con questo atto si concludono i lavori dell’odierno Consiglio regionale, grazie a tutti per la vostra collaborazione ed il vostro impegno, ci aggiorniamo per una nuova seduta a martedì prossimo. Grazie e buon pomeriggio.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ora non voglio infierire sui colleghi e sull’Assemblea, però avevamo detto che avremmo lavorato fino alle 18,00, questo alla Conferenza dei capigruppo, altrimenti lasciamo sempre indietro pezzi di ordine del giorno.

PRESIDENTE. Lei ha ragione a fare questa osservazione, ma abbiamo concordato, quando lei non era ancora presente, che possiamo lavorare di più dopo il 31 marzo, quando sarà finito il periodo emergenziale e possiamo stare senza mascherina in Aula, quindi scatterà il recupero dell’orario dal 31 marzo. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,00