Resoconto della seduta n.69 del 21/02/2012
SEDUTA N. 69 DEL 21 FEBBRAIO 2012


La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale delle seduta n. 68 del 24 gennaio 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 172 in data 23 gennaio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005 n. 1 'Statuto della Regione Marche'”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa per il parere alla Commissione Straordinaria ex art. 135 del R.I.;
- n. 173 in data 23 gennaio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Interventi della Regione a sostegno del design”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e trasmessa al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 2 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 174 in data 25 gennaio, ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giorgi, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla Legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 (Legge Forestale Regionale)”, assegnata alla III Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 175 in data 27 gennaio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione della stazione unica appaltante della Regione Marche (SUAM)”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa alla IV Commissione per l'eventuale richiesta di espressione di parere ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno;
- n. 176 in data 25 gennaio, ad iniziativa della Provincia di Pesaro-Urbino, concernente “Tutela del patrimonio zootecnico soggetto a predazione”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 177 in data 31 gennaio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente “Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 178 in data 15 febbraio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente “Istituzione dell'Azienda ospedaliera 'Ospedali Riuniti Marche Sud'”, assegnata alla V Commissione in sede referente e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 41 in data 3 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Art. 6 comma 1 della l.r. 25/10/11 n. 18: Attribuzione delle funzioni in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla l.r. 12/10/2009, n. 24: Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati. Criteri per la redazione del Piano straordinario d'Ambito”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4.
Sono state presentate le seguenti proposte di regolamento:
- n. 4 in data 13 febbraio, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi e Badiali, concernente: “Modifica al Regolamento regionale 13 maggio 2004, n.2 ‘Norme sull'utilizzazione del litorale marittimo della Regione per finalità turistico ricreative’", assegnata alla III Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2 della legge regionale 10 aprile 2007, n.4;
- n. 5 in data 15 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 recante: Norme sull'utilizzazione del litorale marittimo della Regione per finalità turistico ricreative'” assegnata alla III Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2 della legge regionale 10 aprile 2007, n.4.
Sono state presentate le seguenti proposte di regolamento interno:
- n. 4 in data 23 gennaio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifica all'art. 16 del regolamento interno del Consiglio”, assegnata all’Ufficio di Presidenza ai sensi e per gli effetti di cui al secondo comma dell’articolo 10 del Regolamento Interno e trasmessa per il parere alla Commissione straordinaria per il Regolamento;
- n. 5 in data 15 febbraio, ad iniziativa del Consigliere Ricci, concernente: “Modifica all'art. 16 del regolamento interno del Consiglio” assegnata all’Ufficio di Presidenza ai sensi e per gli effetti di cui al secondo comma dell’articolo 10 del Regolamento Interno e trasmessa per il parere alla Commissione straordinaria per il Regolamento.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 252 dei Consiglieri Cardogna, Pieroni, Eusebi, Ricci, Malaspina, Latini “Crisi economico - finanziaria”;
- n. 253 dei Consiglieri Giancarli, Badiali “Metanodotto Brindisi – Minerbio: denominato “Rete Adriatica”: interruzione iter autorizzativo e istituzione tavolo tecnico” (ritirata dai presentatori in data 31/01/2012);
- n. 254 dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci “Caro gasolio e conseguenti ripercussioni sulle categorie della pesca e degli autotrasporti”;
- n. 255 dei Consiglieri Zaffini “Solidarietà agli autotrasportatori e ai portuali”;
- n. 256 dei Consiglieri Romagnoli, Silvetti “Iniziative per il riconoscimento cittadinanza per ius soli immigrati delle Marche”;
- n. 257 della consigliera Foschi “Centrale termoelettrica a ciclo combinato da 870 MW e nell’area industriale Z.I.P.A in Comune di Corinaldo (AN);
- n. 258 del Consigliere Bucciarelli “Applicazione dell’IMU alle imprese agricole”;
- n. 259 dei Consiglieri Malaspina, Camela, Marconi “Asia Bibi – rispetto della libertà religiosa”;
- n. 260 del Consigliere Bucciarelli “Riconoscere la cittadinanza a tutti i nati in Italia”;
- n. 261 dei Consiglieri Sciapichetti, Giancarli, Traversini “Riconoscimento cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia”;
- n. 262 del Consigliere Latini “Fabriano - nuova sede Area Vasta 2”;
- n. 263 della consigliera Giorgi “Metodo Zamboni - studio randomizzato nella Regione Marche per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale (CCSVI) associata a sclerosi multipla (SM)”;
- n. 264 dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci, Massi “Mozione urgente sul decreto sulle liberalizzazioni”;
- n. 265 dei Consiglieri Acquaroli, Massi, Badiali, Eusebi, Binci, Malaspina, Marangoni, Zaffini “Crisi settore pesca legata al caro gasolio e alle nuove normative comunitarie”
- n. 266 del Consigliere Pieroni “Appalti ferroviari”;
- n. 267 della consigliera Giorgi “Adesione all’iniziativa ‘M’illumino di meno’” (ritirata dalla presentatrice in data 20/02/2012);
- n. 268 del Consigliere D’Anna “Situazione Telecom Italia delle Marche”;
- n. 269 del Consigliere Latini “Questione IMU (Imposta Municipale Unica o Propria)”;
- n. 270 del Consigliere Latini “Istituzione task force di agricoltori”;
- n. 271 del Consigliere Latini “Contenimento del caro prezzi settore alimentari”;
- n. 272 della Consigliera Ciriaci “IMU sugli immobili agricoli. Settore penalizzato dalle recenti nevicate”;
- n. 273 dei Consiglieri Busilacchi, Badiali, Perazzoli, Comi “Diritto di cittadinanza di figli di immigrati nati in Italia”;
- n. 274 del Consigliere Eusebi “Riconoscimento al programma "Buongiorno Marche" di èTv Marche”;
- n. 275 del Consigliere Latini “Comune di Senigallia - progetto pilota per censimento manufatti contenenti amianto”;
- n. 276 del Consigliere Latini “Regione Marche – grave calamità a causa del maltempo”;
- n. 277 della Consigliera Ciriaci “Riconoscimento dello stato di calamità naturale relativo alle enormi nevicate e forti gelate verificatesi dal 3 febbraio ad oggi sia nella Provincia di Fermo che nell'intera Regione Marche”;
- n. 278 dei Consiglieri Sciapichetti, Badiali, Giancarli, Traversini “Emergenza neve e richiesta di misure urgenti e straordinarie al Governo nazionale relative al riconoscimento e al sostegno economico e finanziario degli Enti Locali colpiti dall'evento eccezionale, con possibilità di deroga per Comuni e Provincie al patto di stabilità sia per gli interventi di somma urgenza che per quelli di ripristino strutturale”;
- n. 279 del Consigliere Latini “Misure anti credit crunch”;
- n. 280 dei Consiglieri D'Anna, Marangoni, Ciriaci, Zinni, Zaffini, Natali, Marinelli, Romagnoli, Bugaro, Camela, Cardogna “Impegno all'adozione di iniziative sulla drammatica situazione del Tibet in occasione del 53° anniversario dell'insurrezione di Lhasa, inclusa l'esposizione della bandiera del Tibet”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 1746 del 22.12.2011 concernente: Art. 9 della l.r. 11 dicembre 2001 n. 31. Programma operativo annuale (POA) 2012 – Ripartizione per capitoli degli stanziamenti delle Unità Previsionali di Base del bilancio di previsione per l’anno 2012 ed assegnazione delle risorse ai Dirigenti dei Servizi e alle Posizioni dirigenziali di funzione;
- n. 1747 del 22.12.2011 concernente: Revoca deliberazione n. 1595 del 25/11/2011;
- n. 37 del 16.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 10.499.983,28;
- n. 50 del 23.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 253.100,00;
- n. 51 del 23.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.321.394,80;
- n. 52 del 23.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 12.865.795,45. Modifiche tecniche al POA 2012;
- n. 53 del 23.01.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – gruppi assembleari – Importo euro 2.852.000,00;
- n. 55 del 23.01.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 comma 2 della l.r. 29/2011 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 4.993,80;
- n. 57 del 23.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 9.100.000,00;
- n. 58 del 23.01.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera d) della l.r. n. 28 del 28 dicembre 2011 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – PAR FAS 2007/2013 – Importo euro 2.811.000,00.
- n. 91 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. 29/2001 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – FEP 2007/2013 euro 3.511.859,40;
- n. 92 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. 29/2001 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – POR FSE 2007/2013 euro 37.842.551,00;
- n. 93 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 della l.r. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 55.653,45;
- n. 94 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – POR FSE 2007/2013 – Importo di euro 480.530,76;
- n. 95 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 920.000,00;
- n. 96 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – Spese di personale – Importo di euro 45.446,86;
- n. 97 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 211.208,00;
- n. 98 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 4.234.323,59. Modifiche tecniche al POA 2011;
- n. 99 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.036.432,55. Modifica Al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 100 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.068.617,15;
- n. 101 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – Art. 26 comma 1 della l.r. n. 29/2011 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 – euro 48.435,44;
- n. 102 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di recuperi accertati relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 8.650,05;
- n. 103 del 30.01.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 11.966,22;
- n. 104 del 30.01.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. 29/2001 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – POR FERS 2007/2013 euro 37.035.046,81;
- n. 127 del 6.02.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera d – della l.r. n. 28 del 28 dicembre 2011 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – PAR FAS 2007/2013 – euro 6.410.700,00;
- n. 128 del 6.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 65.600,00 – Modifica al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 129 del 06.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 20.000,00;
- n. 130 del 06.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 250.000,00;
- n. 131 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 9.394.025,89;
- n. 132 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 3.313.131,11;
- n. 133 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 295.379,58;
- n. 134 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 215.500,00;
- n. 135 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 201.724,60;
- n. 137 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 134.750,00;
- n. 138 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 871.444,24;
- n. 139 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 391.387,68. Modifiche tecniche al POA 2012;
- n. 140 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 3.515.450,22;
- n. 141 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.365.913,56;
- n. 142 del 06.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.325.483,00;
- n. 143 del 6.02.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a – della l.r. del 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – spese di personale – importo euro 120.000,00;
- n. 144 del 6.02.2012 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – Art. 26 comma 1 della l.r. n. 29/2011 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 – euro 20.000,00 – Modifica al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 154 del 06.02.2012 concernente: Art. 21 comma 3 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Prelevamento dal Fondo di riserva per le spese impreviste per fronteggiare gli oneri derivanti dall’emergenza neve – euro 1.000.000,00.
Il Presidente della Giunta regionale ha emanato il seguente regolamento regionale:
- n. 2 in data 30 gennaio 2012 “Ulteriori modifiche al regolamento regionale 24 ottobre 2008, n. 2 ‘Criteri per il calcolo dei canoni locativi degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Attuazione dell’articolo 20 quaterdecies della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36’ “.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Luchetti e Giannini, i Consiglieri Foschi e Bucciarelli.


Commemorazione in memoria dei tre militari italiani caduti in Afghanistan durante un'azione di salvataggio di un mezzo militare italiano.

PRESIDENTE. Prima di iniziare la trattazione dell'ordine del giorno, interpretando il sentimento dell'intera Assemblea legislativa, vi chiedo di osservare un minuto di silenzio. Purtroppo, infatti, come da qualche anno siamo “costretti” a fare, dobbiamo ricordare in quest'Aula il sacrificio di tre militari italiani deceduti in un tragico incidente; incidente verificatosi non in un'azione di guerriglia ma durante un'azione di salvataggio di un mezzo militare italiano.
I giovani italiani morti sono Francesco Currò di 33 anni, Francesco Paolo Messineo di 29 anni e Luca Valente di 28 anni.
Vi invito quindi, in ricordo di questi tre nostri concittadini, a rispettare un minuto di silenzio.

(l'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)


Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D'Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D'ANNA. E' per ricordare ancora una volta che l'argomento relativo al dragaggio del porto di Fano, che è stato trattato nei scorsi mesi e negli scorsi anni, ha raggiunto il limite della sopportazione. Proprio ieri una lettera che la Marineria fanese ha inviato....

PRESIDENTE. No, no, Consigliere D'Anna, non è possibile fare questo, lei può intervenire su temi inerenti la discussione dell'ordine del giorno, non possiamo aprire un dibattito...

Giancarlo D'ANNA. Non apriamo un dibattito, Presidente, ma considerato che c'è un'emergenza chiedo che l'Assessore o il Presidente Spacca ci dicano qual è la reale situazione del dragaggio del porto di Fano. Perché, ripeto, siamo arrivati veramente a una situazione di drammaticità, la settimana scorsa si è verificato un incidente che ha messo in serio rischio la vita di alcuni marinai di Fano.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Ciriaci, ne ha facoltà.

Graziella CIRIACI. Presidente, considerato che all'ordine del giorno ci sono le comunicazioni del Governatore Spacca sull'emergenza neve, voglio far presente di aver presentato due mozioni, la n. 272 relativa all'Imu sugli immobili agricoli e la n. 277 sul riconoscimento dello stato di calamità naturale relativo ai danni dell'emergenza neve, e l'interrogazione n. 667 riguardante le ferrovie. Quindi chiedo, se possibile, che vengano discusse nella seduta odierna.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Chiedo l'anticipazione della trattazione dell'interrogazione n. 477 del collega Natali. Ossia al posto della prima interrogazione n. 427, sempre di Natali, chiedo di svolgere la n. 477

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Massi. Ha chiesto a parola il Consigliere Badiali, ne ha facoltà.

Fabio BADIALI. Nella riunione dei Capigruppo ho chiesto l'anticipo della mozione n. 243 riguardante la delocalizzazione/ristrutturazione della sede centrale dei Vigili del Fuoco di Ancona.
Si sta infatti andando avanti con un accordo di ristrutturazione in quella sede, ma che a me sembra ingiusta, si spendono dei soldi che ritengono non siano appropriati per poter dare una risposta idonea al problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l'Assessore Donati, ne ha facoltà.

Sandro DONATI. Chiedo al Consigliere Natali se è possibile trattare nella prossima seduta l'interrogazione n. 477, naturalmente da inserire sempre come primo punto all'ordine del giorno.

Giulio NATALI. Sono d'accordo però con la certezza che tale interrogazione la prossima volta venga inserita come primo punto dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Chiedo venga posto in votazione, Presidente, il rinnovo del collegio dei revisori dei conti della Svim. Ci sono le scadenze.

PRESIDENTE. Quindi, Consigliera, chiede l'iscrizione d'urgenza della nomina.

Rosalba ORTENZI. Sì

PRESIDENTE. Bene. Quindi, riepilogando, faccio la seguente proposta. Innanzitutto, se il Presidente Spacca è d'accordo, anteporrei a tutti gli altri punti le comunicazioni sull'emergenza neve. Poi, se siete d'accordo, direi di trattare l'interrogazione del collega Natali e quella di cui alla richiesta della Consigliera Ciriaci. Dopo queste direi di passare alla mozione n. 243 come richiesto dal Consigliere Badiali, dopodiché proseguiremo con le altre interrogazioni all'ordine del giorno. E poi naturalmente la nomina del collegio dei revisori della Svim.
Non essendoci obiezioni do per approvata questa nuova formulazione dell'ordine del giorno.


Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sull'emergenza neve
(Discussione)

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Grazie, signor Presidente. Signori Consiglieri, fra poco vi verrà distribuita la relazione che rimarrà agli atti di questa Assemblea legislativa, per cui farò soltanto alcune considerazioni sugli aspetti più importanti.
Ognuno di voi ha sicuramente vissuto sul proprio territorio questa calamità naturale e quindi ne avrà ben compreso la gravità e gli effetti sulle nostre comunità. Tutti dunque abbiamo la percezione del fenomeno e della sua sostanza. Parlando con il Presidente dell'Emilia Romagna, che come noi ha vissuto questo dato in prima persona, si diceva che da una ricognizione nel corso del tempo per trovare una precipitazione così copiosa bisogna risalire non al precedente secolo ma addirittura al 1870. E’ stata una precipitazione, oltretutto, che si è abbattuta in un territorio estremamente ampio. Essa non ha toccato soltanto una parte della nostra regione ma tutto il territorio regionale, anche se l'emergenza più significativa è stata registrata ai confini con l'Emilia Romagna nel territorio del Montefeltro.
Questo nevone del 2012 ha dunque messo a dura prova tutto il nostro sistema di protezione civile e tutta la comunità regionale.
Non mi soffermo sulle motivazioni meteorologiche che hanno determinato il fenomeno, ma sicuramente si è configurata una situazione difficile da rivedere, quasi fosse una tempesta perfetta che ci ha portato a questo clima siberiano. Voglio invece soffermarmi sulla risposta operativa data dalla Regione e dal suo sistema di protezione civile. Un sistema, come sapete, molto complesso, che abbiamo costruito nel corso del tempo e che viene organizzato non soltanto dalla nostra Regione, che pure ne ha il coordinamento sulla base di una legge nazionale e di un sistema che lega il Dipartimento nazionale della protezione civile a quello delle venti regioni del nostro Paese. E’ un sistema molto complesso da organizzare e costruire in quanto non è definito gerarchicamente, lascia ogni attore autonomo nelle sue funzioni, per cui richiede una grande capacità di coordinamento e una grande capacità relazionale.
E' per questo che vorrei manifestare l'apprezzamento del Governo regionale e credo anche dell'Assemblea legislativa al responsabile del nostro Dipartimento della sicurezza, perché pur non avendo un comando gerarchico di fatto è riuscito a organizzare un sistema che, appunto, garantendo a ciascuno la propria autonomia poi di fatto opera come se fosse un corpo unitario. Quindi vorrei iniziare questa riflessione con voi proprio con un plauso al dott. Oreficini.
Per rinfrescare un po' la nostra memoria vorrei dirvi com’è organizzato il Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza. Un Dipartimento che in questi giorni, come dicevo, ha provveduto a coordinare tutta l'opera della protezione civile attraverso la Sala operativa unificata permanente (SOUP), che potete visitare e che si trova nel terzo palazzo della Regione, quello che ospita anche l'Assessorato alla sanità. La SOUP monitorizza l'intera realtà regionale in tutte le componenti che possono determinare criticità, dalle condizioni meteo alle condizioni idrogeologiche o alle possibili forme di sommovimento della terra e così via.
La Sala operativa permanente dispone l'attivazione delle SOI (Sale operative integrate) provinciali. In queste strutture convergono tutte le forze che devono agire in un momento di emergenza. Forze che sono sia dell'amministrazione centrale dello Stato, dunque le Forze armate, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco sopratutto, la Polizia di Stato, come pure le grandi reti che appunto in un momento di emergenza sono chiamate ad intervenire in maniera operativa, ovvero l'Anas, la Società autostrade, l’Enel, le Ferrovie dello Stato, inoltre convergono le Prefetture che hanno la responsabilità di garantire la viabilità.
Ecco, tutto questo avviene nell'ambito delle SOI provinciali con il coordinamento della Sala operativa unitaria della nostra regione (SOUP).
In questa emergenza sono state impiegate circa 3 mila unità al giorno, nelle giornate più critiche anche 4 mila unità, attraverso i 190 gruppi comunali che si sono formati nel periodo in cui è stato costruito il Dipartimento della protezione civile (quasi ogni Comune della nostra regione lo ha creato, ma anche i Comuni che non lo avevano associandosi fra di loro lo hanno realizzato) e che sono i primi ad intervenire.
Quindi è un sistema che interpreta concretamente il principio della sussidiarietà. Partendo dalla realtà territoriale attraverso l'azione dei volontari e dei Comuni si arriva alla realtà provinciale coordinata nell'ambito della SOI, per arrivare poi alla dimensione regionale, la SOUP, e per avere infine il contatto con il Dipartimento nazionale della protezione civile. E questa cosa viene vissuta quotidianamente, alla mattina alle ore 9,00 in teleconferenza c'è il confronto tra le varie SOI provinciali, successivamente c'è il confronto tra il coordinamento regionale e il coordinamento nazionale dopodichè tutti insieme si cerca di rispondere all'emergenza che viene dettata.
Ebbene, tutto questo ha fatto sì che ci sia stata un'adeguata risposta all'emergenza di questa calamità. Come del resto nella nostra esperienza a ogni calamità è stata data sempre una risposta adeguata e alta, almeno secondo le valutazioni comparate rispetto agli accadimenti che ci sono stati in altri contesti e anche secondo quella che è stata l'esperienza che nell'ambito della Conferenza tra Presidenti delle Regioni ci siamo comunicati mettendo a confronto le nostre storie.
Ritornando all'emergenza verificatasi sopratutto nei giorni 10 e 11 febbraio, ciò che è stato maggiormente messo sotto stress è stato il sistema viario, che è l'elemento attraverso cui si realizza ogni forma di attività di soccorso, ogni forma di garanzia di sicurezza sia per le persone che per le cose. Quindi la priorità è stata data a questo elemento.
Ed anche qui il coordinamento che c’è stato tra tutti i soggetti, pur in condizioni di estrema difficoltà, è riuscito a garantire un'adeguata mobilità sopratutto in relazione ai punti sensibili, ossia quelli di accesso al sistema sanitario regionale.
Ma anche quando per l'abbondanza delle precipitazioni questa garanzia non veniva offerta poi comunque attraverso quei gruppi mirati messi in campo attraverso un altro elemento che deve essere sottolineato, la solidarietà delle Regioni – in questa occasione abbiamo avuto una grande solidarietà in termini di strumenti, di mezzi e sopratutto di uomini –, si è riusciti a garantire il servizio a tutti i cittadini della nostra regione. Porto qui l'esempio del parto avvenuto nell'area di Urbino dove faticosamente un gruppo di alpini e di carabinieri insieme sono riusciti a raggiungere una donna che si trovava nelle condizioni di dover partorire. Il parto è poi avvenuto felicemente, è nata una bambina che è stata chiamata, come tutti sapete, Nica.
Ma lo dico soltanto per evidenziare che attraverso il soccorso alpino e l'opera messa in atto da queste persone, a cui deve andare un grandissimo ringraziamento da parte di tutti noi, nessun marchigiano è stato lasciato solo.
Un elemento di criticità – su cui ci siamo coordinati meglio rispetto a future situazioni – è invece nato quando la Società autostrade per garantire la manutenzione della stessa ha deciso di chiudere all'improvviso dei caselli che ha fatto poi riversare il traffico sulle strade provinciali facendo creare degli intoppi difficilmente gestibili. E' per questo che abbiamo coinvolto Società autostrade a non agire più attraverso il Dipartimento nazionale della protezione civile ma ad entrare direttamente nella SOUP, cioè nel coordinamento dell'emergenza regionale, in modo tale da poter avere immediatamente le informazioni che ci derivano da quella struttura.
Devo però dire che Società autostrade nonostante questo handicap piuttosto pesante ci ha comunque dato una grande testimonianza di solidarietà nel momento in cui ci sono stati offerti mezzi, come turbine in modo particolare o altri strumenti, per far fronte all'emergenza che si andava aggravando ora dopo ora.
Credo che l'occasione di oggi debba servire anche per formulare ringraziamenti e gratificazioni, quindi un’altra menzione che dobbiamo fare in questa riflessione è quella che si riferisce agli autotrasportatori, che essendo collegati tra loro ed essendo molto capillarmente diffusi sul territorio hanno offerto informazioni in tempo reale alla Sala operativa regionale con cui poi si è riusciti a definire degli interventi estremamente efficaci.
Dunque un apprezzamento va anche alla solidarietà e al lavoro di coordinamento che ci hanno offerto gli operatori privati del trasporto.
Ripeto, non vorrei approfondire i tanti temi perché li conoscete tanto quanto me. Però una nota meno positiva la dobbiamo sottolineare in relazione a RFI, perché lì, veramente, le risposte non sono state all'altezza delle altre strutture e delle altre grandi reti. Nonostante le pressioni abbiamo avuto una scarsa attenzione rispetto alle esigenze della nostra comunità. Forse sarà anche per il fatto che i mezzi e gli strumenti a disposizione di RFI non sono adeguati, ma di fatto io penso non sia tanto una questione di strumenti e di mezzi quanto di una ennesima dimostrazione di scarsa attenzione nei confronti dei problemi che la comunità marchigiana rappresenta e che quotidianamente impegnano l'Assessore ai trasporti in un'azione di contestazione, come appunto ieri ha fatto nei confronti di Trenitalia.
Viceversa, invece, dobbiamo un grande ringraziamento a Enel. L'amministratore delegato Gallo si è messo in contatto con la struttura della Regione per far fronte a quella che forse in assoluto è stata l'emergenza più grave. Le precipitazioni così abbondanti e sopratutto gli accumuli che si sono determinati hanno generato degli effetti nella rete di distribuzione dell'energia elettrica al punto di interromperla. E interruzioni di energia elettrica particolarmente gravi ed estremamente lunghe e frequenti si sono registrate sopratutto nelle aree interne, creando delle condizioni difficilmente sopportabili sopratutto per la popolazione anziana residente nell'entroterra. Tali interruzioni, infatti, non hanno consentito il riscaldamento, l'illuminazione e in molti casi sia l'approvvigionamento dell'acqua, in quanto l'energia elettrica fa funzionare le pompe, che l'interruzione delle reti di comunicazione per il blocco dei ponti radio e così via.
Per cui Enel, facendo venire squadre anche da altre parti del nostro Paese, ha fatto un lavoro straordinario riuscendo ogni volta a ricucire la rete di distribuzione e quindi a garantire la continuità dell'erogazione di energia. A loro dunque dobbiamo un grande ringraziamento. Peraltro si è trattato di un lavoro incessante, quasi un supplizio di Tantalo, perché le reti venivano riallacciate ma poi cadevano nuovamente, si passava da 1.400 interruzioni durante la notte alla riconnessone durante le prime ore del giorno e immediatamente dopo si ritornava a 1.400-1.500 interruzioni. A loro, ripeto, va un grande ringraziamento.
Come pure un ringraziamento va a tutto il nostro sistema sanitario, ai volontari e alle reti di emergenza, che sono stati in grado di supportare anche psicologicamente la nostra popolazione.
Questo è per quanto riguarda la parte delle persone che hanno operato o che sono state destinatarie di servizi.
Per quanto invece riguarda i beni la situazione è molto pesante. Come sapete è stata richiesta immediatamente la dichiarazione di calamità naturale, che compete a noi e non ad altri soggetti, e che ci mette in relazione con il Ministero dell'agricoltura al fine di poter avere il ristoro dei danni dell'agricoltura e della zootecnia.
Da una prima stima questi danni, come sapete, sono sui 30 milioni di euro, ma probabilmente saranno di più. - (...) ecco, mi dice il Vicepresidente Petrini che ho dimenticato di ringraziare insieme a tutte le altre Amministrazioni centrali il Corpo Forestale dello Stato, perché insieme al soccorso alpino è stato veramente encomiabile nel raggiungere tutte le comunità della nostra regione. (…) Nella relazione scritta distribuita questo ringraziamento c’è, ho dimenticato di farlo in questa mia esposizione orale, e quindi per evitare degli equivoci vi invito a leggerla -.
I danni sono notevoli per le attività produttive, l’agricoltura, ma anche riguardo le attività extra-agricole, l'artigianato e l'industria, come pure i beni culturali che sono stati profondamente colpiti sopratutto nell'area del Montefeltro, lì il peso della neve ha spesso creato problemi alla stabilità di luoghi di grande importanza dal punto di vista culturale.
Stiamo facendo una ricognizione dei danni e penso che già per domani avremo una prima stima. Domani avrò un incontro con il Prefetto Gabrielli in cui cominceremo a fare proprio una riclassificazione di tutti gli aspetti che riguardano questa emergenza, con riferimento sopratutto ai tre grandi capitoli, l’agricoltura, le attività extra-agricole e i beni culturali.
Come Giunta regionale abbiamo adottato immediatamente alcuni provvedimenti e sopratutto abbiamo cercato di rinforzare la relazionalità del sistema, che è fondamentale per affrontare una situazione di emergenza. E nella relazionalità del sistema un punto centrale è rappresentato dal volontariato. Al di là degli interventi strutturali che vengono fatti dalle realtà da me prima citate, il volontariato riesce a definire degli interventi anche secondo le situazioni più personali che si verificano e quindi a rendere flessibile tutta questa grande macchina.
Abbiamo deliberato di erogare 1 milione di euro per rinforzare il volontariato, con il coinvolgimento delle persone in cassa integrazione, in mobilità o in stato di disoccupazione.
Prima dicevo che abbiamo richiesto immediatamente lo stato di calamità naturale, non invece, d'accordo con tutte le altre Regioni italiane, lo stato di emergenza. Ripeto, stato di calamità, su cui è stata fatta anche una grande confusione dagli organi di informazione; ricordo che per tre volte il Tg delle Marche ha presentato questo problema come se noi non volessimo richiedere lo stato di calamità naturale. In realtà non è così, noi lo stato di calamità naturale l'abbiamo chiesto e riguarda i danni dell'agricoltura e della zootecnica. Non abbiamo invece richiesto lo stato di emergenza perché questo ricade, come tutti sapete, nel circuito perverso della legge 10/2011, il famoso Milleproroghe, commi quater e quinquies, di cui abbiamo parlato tante volte anche qui, che praticamente obbligano le Regioni a intervenire con la propria fiscalità per far fronte all'emergenza. Cosa che abbiamo fatto in occasione della calamità del marzo 2011, la bomba d'acqua che ha colpito la nostra regione con particolare accentuazione nella realtà del fermano. Noi quindi abbiamo seguito fedelmente la procedura definita dalla legge 10/2011. Ci aspettavamo che da parte del Governo nazionale ci fosse, secondo un principio di leale collaborazione, la corresponsione per far fronte ai danni, ovvero il cofinanziamento della calamità, peraltro dichiarata di emergenza dal Consiglio dei Ministri in forma solenne e quindi riconosciuta come calamità nazionale, ma ad oggi ancora non abbiamo avuto niente. Non solo, a fronte della disponibilità dichiarata da persona seria ed estremamente responsabile qual è il Prefetto Gabrielli, che si è detto pronto ad anticipare i 50 milioni necessari a finanziare la somma urgenza verificatasi nell'alluvione del fermano, da parte del Governo non è stata mai data nessuna risposta sul piano formale per recepire appunto la disponibilità data dal Prefetto Gabrielli. Su questa cosa sono stati sensibilizzati il Presidente del Consiglio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà, e il Ministero dell'Economia sia attraverso lo stesso Presidente del Consiglio che ne detiene la delega sia attraverso il dott. Fortunato che svolge le funzioni di dirigente. Però di fatto ad oggi, nonostante le voci che circolano, queste risorse non vengono messe a disposizione della nostra Regione per poter far fronte, ripeto, a un'emergenza dichiarata tale dal Consiglio dei Ministri nel marzo 2011.
Quindi a fronte di questa esperienza ci siamo guardati bene, come tutte le altre Regioni d'Italia, dal richiedere lo stato di emergenza.
Lo stato di emergenza non è soltanto utile per ripagare Comuni, Province e Regione per gli interventi che si fanno immediatamente a seguito dalla calamità, ma diventa importante sia per avere il ristoro dei danni e sopratutto per avere la sospensione degli oneri e dei tributi.
Da parte sua il Governo fin qui si è impegnato su una linea, ossia quella di dire “l'emergenza ve la paghiamo tutta, quindi diamo completamente a Comuni, Province e Regione le risorse finanziarie che hanno anticipato per far fronte alla situazione immediatamente dopo la calamità, sicchè riaprire le strade, intervenire per la sicurezza delle persone e dei mezzi, ma per i danni non garantiamo nulla”. Ecco, questo è stato il primo approccio.
Noi abbiamo richiesto all'Agenzia delle Entrate almeno di non fare multe alle imprese che presentavano le loro dichiarazioni con ritardo, insistendo, peraltro, anche per avere una sospensione degli oneri e dei tributi, sia pure senza la dichiarazione dello stato di emergenza.
Sicchè siamo ancora in una situazione piuttosto ibrida, ma domani speriamo di avere ulteriori elementi di chiarezza e di informazione; anche perché ci sarà una Conferenza dei Presidenti sulla questione dell'emergenza ove ci presenteremo tutti quanti con una posizione coordinata che speriamo venga accolta.
Ma ora questo quadro è cambiato repentinamente il 16 febbraio quando è uscita la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della legge 10/2011 proprio con riferimento ai commi quater e quinquies, che era la posizione che avevamo sollevato fin da maggio, forti anche della cosa che voi tutti sapete perché ne abbiamo parlato in questa Assemblea, ci siamo confrontati su questo argomento, ossia della posizione che ci aveva ispirato l'ex presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida. E quindi siamo andati alla contestazione di quella norma. Successivamente a noi sono arrivate anche altre Regioni che nel frattempo sperimentavano una situazione di calamità e che appunto verificavano che lo Stato non interveniva se loro non incrementavano le accise della benzina, cosa che poi è accaduta sia in Liguria, sia in Umbria, in Toscana, in Calabria e in Basilicata.
La dichiarazione di irragionevolezza e di anticostituzionalità dei commi quater e quinquies ha dunque cambiato lo scenario giuridico e quindi noi abbiamo presentato la richiesta di dichiarazione di emergenza. E su questa aspettiamo che il Consiglio dei Ministri decida, perché da un punto di vista formale essa ci consente di avere una maggiore capacità di rappresentazione dei nostri problemi e quindi l'intervento dello Stato in relazione sia ai danni, su cui, ripeto, fino ad oggi lo Stato non aveva detto alcunché, sia rispetto alle situazioni di sospensione degli oneri dei tributi, sia rispetto a tutte le altre criticità caratteristiche dell'emergenza.
Naturalmente non abbiamo fatto la richiesta di dichiarazione di emergenza ai sensi della legge 10/2011, ma l’abbiamo fatta, proprio per evitare la tassa sulle disgrazie, ai sensi della vecchia legge della protezione civile n. 225/1992.
Questa è dunque la situazione attuale e che domani, ripeto, verificheremo negli incontri che avremo sia in sede di Conferenza delle Regioni, sia soprattutto con il Prefetto Gabrielli, ho chiesto un incontro anche con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per sapere quale sia la strada che loro intendono percorrere dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
In questo momento la posizione della nostra Regione è la seguente: stato di emergenza per avere certezza da parte dell'Amministrazione centrale dello Stato rispetto alla situazione che riguarda l'emergenza, i danni e la sospensione degli oneri e tributi, ed avere tutte le risorse che ci spettano, per cui che siano liberati quei 50 milioni che la protezione civile come anticipazione ha messo a disposizione.
Comunque noi, naturalmente sulla base della posizione che lo Stato assumerà in relazione alla calamità neve di questi ultimi giorni e quindi in relazione al ristoro dei danni che ci sono stati, non intendiamo minimamente intervenire attraverso pressioni fiscali, se non attraverso gli strumenti ordinari che ci consente il nostro bilancio volendo porre attenzione alle esigenze di quelle realtà; sono stati lesionati alcuni beni culturali e chiaramente nel nostro programma di interventi per i beni culturali, che ha una certa capienza finanziaria, gli stessi all’interno della lista d'attesa degli interventi salteranno al primo posto rispetto agli altri.
Però, ripeto, non intendiamo più intervenire attraverso strumentazioni né di carattere fiscale né di carattere straordinario. Anche, peraltro, per la situazione che registra il nostro bilancio. Non dimentichiamo infatti qual è il quadro che la finanziaria ha definito per le finanze regionali con il taglio dallo Stato dell'85% delle risorse. Ricordo che dallo Stato avevamo 224 milioni di euro ogni anno mentre adesso ne abbiamo 22. Quindi non siamo nelle condizioni di poter fare altre cose se non con azioni straordinarie e se non attraverso un'azione di buonsenso nella riorganizzazione del nostro bilancio.
Viceversa, o meglio, anzi, potremo dire, verificheremo la possibilità di ritornare indietro rispetto all'accisa della benzina. Sapete che l'accisa della benzina per far fronte all'emergenza dell'alluvione era stata messa per due anni (uno più uno), per indurre appunto il Governo a finanziare la calamità dell'alluvione. Ecco, al termine di questo primo anno non ripeteremo l'accisa della benzina per il secondo. A meno che non si dovessero determinare condizioni straordinariamente complicate o che da parte dello Stato non ci fosse una dimostrazione di solidarietà collegata a questo aspetto, siamo orientati a non riproporre l'intervento per il secondo anno. Rispetto all'anno in corso, se non ci sarà un recupero di un principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, vedremo cosa fare in merito a questo problema. Ma sicuramente non siamo più nell'ambito della mannaia della tassa sulle disgrazie, per cui abbiamo maggiori capacità di manovra che dipenderanno dalla situazione che dovremo affrontare e quindi dalla nostra capacità interpretativa.
Questa è la situazione ad oggi. Ringrazio il Presidente per aver consentito di poterla rappresentare affinchè potessi informarvi. Ritengo sia utile che da parte di ciascuno sia fatto tutto ciò che è possibile per far presente alle diverse Istituzioni, anche attraverso i partiti di appartenenza, quale sia la situazione che registra la nostra regione.
Io non credo sia necessario fare azioni extra-istituzionali, credo dobbiamo ricercare le condizioni di una leale collaborazione tra lo Stato, le Regioni e gli altri Enti locali. Penso sia questa la strada maestra da percorrere.
Prima dicevo di come anche un sistema che non ha una organizzazione gerarchica riesca a funzionare perfettamente quando appunto vige il buonsenso e un livello di civiltà nelle relazioni tra persone in cui prevalgono gli interessi della comunità.
Il sistema della nostra protezione civile è dunque un modello da estendere in senso positivo e propositivo.
E quella credo sia la strada maestra anche per quanto riguarda i rapporti tra altre istituzioni, che non è necessariamente confinata all'emergenza, ai rapporti tra Carabinieri, Polizia di Stato, Guardie forestali, Corpo forestale dello Stato e tutte le altre strutture, può anche essere correttamente organizzata nella quotidianità delle relazioni istituzionali o addirittura nella quotidianità delle relazioni tra forze politiche.
Quindi, ecco, in questo momento, prima di avere una risposta, non incoraggerei un tipo di sommovimento extra-istituzionale, seguirei invece la via di rappresentare per vie istituzionali i nostri problemi, sperando, per il quadro giuridico che si è venuto a definire, che da parte del Governo centrale, seppure sia nella consapevolezza delle difficoltà che ci sono in questo momento per lo stesso e per il nostro Paese dal punto di vista finanziario, possa esserci una risposta che sia attenta alle esigenze dei cittadini.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Grazie Presidente. Sulle comunicazioni del Presidente non è previsto dibattito, quindi direi di passare all’ordine del giorno...(...) Consigliere Binci, le leggo allora l'articolo 30 del Regolamento interno (Comunicazioni della Giunta): “La Giunta regionale può chiedere al presidente del Consiglio di iscrivere all'ordine del giorno proprie comunicazioni. Quando nel corso della seduta la Giunta ritenga di avere comunicazioni urgenti da fare, ne chiede al presidente del Consiglio l'autorizzazione. Sulle comunicazioni della Giunta regionale può aprirsi una breve discussione. Se la discussione si prolunga o se tre consiglieri ne facciano richiesta il presidente fissa una seduta apposita”. (…) Consigliere, questo dipende dagli accordi dei Capigruppo. Cioè, se si apre la discussione tutti i Gruppi e tutti i Consiglieri sono liberi di parlare, quindi a quel punto semmai si fissa un'apposita seduta. (…) Bene, allora propongo questo. Sono le ore 11.20, si sospende la seduta per cinque minuti, si riuniscono i Capigruppo che decideranno il da farsi, in quanto non è nei miei poteri poterlo stabilire, decideranno cioè se fare una breve discussione oppure se fissare, come stabilisce l’art. 30, un'apposita seduta. (…) Allora, se siete d'accordo, trasgredendo al regolamento, stabiliamo tre minuti per ogni intervento ed esauriamo questa mattina la discussione. Colleghi, siete d'accordo? (…) Bene, accordato.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto anch'io voglio ringraziare la Regione, la Protezione civile, il dott. Oreficini, e tutti coloro che hanno lavorato in prima linea.
Evidenzio soltanto tre questioni. La prima riguarda la viabilità e i trasporti.
A me risulta che il blocco di tutte le corse delle ferrovie è stato causato da un problema tecnico, i tubi dell'aria, infatti, non sono protetti. Quindi le Ferrovie devono fare in modo, attraverso l’installazione di copri tubo, di proteggere i tubi dell'aria. Altrimenti quando il treno è in corsa gli stessi con il ghiaccio si danneggiano, e anche avviene in una sola carrozza questo fenomeno poi blocca tutto il treno.
L’altro aspetto sempre rispetto alla questione trasporti riguarda gli autobus. A fronte di una situazione preventivamente annunciata dalla protezione civile sono state soppresse troppe corse in quanto la maggior parte degli autobus non erano predisposti con catene.
Un aspetto dunque che rispetto all'interruzione del servizio pubblico va sanzionato.
La seconda questione riguarda l'agricoltura, che è stata annunciata anche dalla Consigliera Ciriaci. Secondo me i Capigruppo e la Giunta dovrebbero fare un atto con cui chiedere la riduzione almeno dell'Imu sugli annessi e anche per le abitazioni degli imprenditori agricoli.
Infine, e concludo, penso, visto che il Presidente ne ha parlato, che debba essere rinforzata l'organizzazione, che funziona ma va estesa a livello comunale. Ogni Comune dovrebbe avere un piano comunale per fronteggiare i rischi di qualsiasi tipo, ove prevedere esercitazioni della popolazione civile, la redazione dei piani comunali per gli ipotetici rischi, la predisposizione di punti di raccolta dei volontari, la ridistribuzione dei compiti, dei materiali e delle informazioni.
Purtroppo tutto questo ancora non c'è sicchè ogni volta solo con l'organizzazione di coordinamento dobbiamo ripartire da capo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Intanto dico che c’è una profonda necessità che quest’Aula dibatta sui temi delle calamità naturali. Oggi c’è solo la possibilità di fare questo breve flash, ma ritengo sia opportuno – che il Vicepresidente Bugaro lo comunichi al Presidente Solazzi e a tutto l’Ufficio di Presidenza – indire una seduta ove poter parlare ampiamente di tutto ciò che è protezione civile e quant’altro.
La relazione del Presidente Spacca è ovviamente condivisibile, a lui riconosco un corretto atteggiamento istituzionale, ma politicamente mi sento di dire tre cose.
Sulla fase emergenziale – anche qui mi associo al Presidente Spacca – rivolgo i complimenti al direttore Oreficini e a tutti quelli che hanno concorso ai lavori, a loro un sincero ringraziamento umano e politico. Però credo non si possa far finta che il sistema di protezione civile in Italia non sia insufficiente e inadeguato. Ogni volta che c’è una calamità naturale in Italia ci sono i morti; è accaduto a Genova, dove forse ha pagato più colpe il sindaco uscente. Ora 60 morti per la neve in Italia debbono far riflettere che i mezzi non sono sufficienti.
Tassa sulla disgrazia. Politicamente mi sento il dovere di dire che è stato un errore politico del Governo che ho sostenuto, che ha sostenuto il mio partito, fermo restando che non dobbiamo dimenticarci che quel provvedimento è nato dalla psicosi di dover risparmiare sul debito pubblico. E siccome in passato quando ci sono state disgrazie ci sono stati migliaia di soldi sprecati attraverso anche il malaffare, nella prima Repubblica in caso di calamità naturali abbiamo assistito a cose indecenti, credo che seppur sia stato un errore ci si debba imporre oggi una riflessione di come ripensare il controllo, appunto, di come vengono gestiti i soldi per le calamità naturali.
Chiudo con un flash importante. Il Governatore Spacca diceva “non credo che sia il caso di percorrere attività extra-istituzionali”. Sono pienamente d’accordo tranne su un settore, quello della fiscalità. Sappiamo tutti che moltissime imprese, in particolare nella cooperazione, rischiano pesantemente di non essere in grado di pagare contributi Inps e contributi fiscali. Ecco, se non ci sarà una risposta dal Governo sul piano della fiscalità e dell’Inps, in maniera bipartisan, con intelligenza e buongusto, sarà importante anche valutare di fare un’attività extra-istituzionale pacifica, perché al momento questa è forse l’emergenza più drammatica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Tre veloci flash. Il primo è per ringraziare il Presidente Spacca della puntualissima relazione che ha fatto sull’emergenza neve. Come pure ringrazio tutti coloro che hanno lavorato in queste settimane per affrontare l’emergenza.
Poi ci sono altre due questioni a cui tengo in modo particolare.
Ci abbiamo messo un bel po’ a rendere visibile l’emergenza neve nelle Marche sul panorama nazionale. C’è stato uno sforzo non semplice per far apparire nei mezzi di comunicazione più importanti, giornali e televisioni, che l’emergenza non era a Roma bensì nelle Marche e prevalentemente a Pesaro Urbino. Nei giorni più cruenti della nevicata solo su Televideo ho trovato l’indicazione del maltempo che appunto indicava forti e abbondanti nevicate sulla provincia di Pesaro Urbino. Però poi con l’iniziativa dei Sindaci, delle comunità locali, delle Province si è riusciti a rendere l’evidenza. Quindi oggi nel panorama nazionale risulta che nelle Marche la provincia di Pesaro Urbino e la zona del Montefeltro sono state le più colpite dalle nevicate del 2012. Però, ripeto, ci abbiamo messo un bel po’. Forse anche a voi risulta questa difficoltà di comunicare e di raccogliere attraverso l’informazione la dimensione delle nevicate in questo nostro territorio.
Il secondo punto è una sorta di appello che voglio fare al mondo della cultura; i beni culturali, come ha detto il Presidente Spacca, sono un vettore sicuramente importante. Aver visto gli spalatori sopra il palazzo ducale di Urbino è stata, come dire, una sorta di finestra apertasi sul problema rispetto alla comunità nazionale e forse al mondo intero. Ecco, utilizzare questo, rispetto anche a ciò che noi dovremo fare, per chiedere le risorse sullo stato di emergenza. Questo è un vettore importante che anche nel mondo della cultura rispetto al tema della salvaguardia, delle popolazioni, prima, ma anche dei beni culturali, ci faccia essere presenti e ascoltati rispetto a questa grande questione.
L’ultimo punto, riferendomi a ciò che diceva il Consigliere Zinni, è sul fatto che anch’io credo che tutto ciò che lo stato di emergenza porta con sé, le agevolazioni di ogni tipo e pure la fiscalità, o le raggiungiamo con le buone oppure alzare la voce in maniera pacifica con una sorta di manifestazione, di presenza, potrebbe anche essere messa in campo, ma nel tono e nelle forme di collaborazione totale come è stato fatto in queste settimane da parte di tutti per affrontare tale emergenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Mi sento di ringraziare sinceramente il dott. Oreficini e tutti coloro, ad iniziare dai vigili del fuoco, che si sono adoperati in queste settimane nell’emergenza.
Ora il problema ritengo sia quello di seguire con molta attenzione il territorio, soprattutto i piccoli comuni che sono quelli che hanno meno visibilità però con più problemi. Li hanno quotidianamente ma sicuramente in questa fase ne hanno ancora di più.
Credo sia opportuno fare un ragionamento serio e complessivo anche sul problema del rischio idrogeologico, che qui in più occasioni, anche trasversalmente, abbiamo rappresentato con interrogazioni e mozioni.
Come pure ritengo sia da fare un discorso importante sulla protezione civile, non tanto quella regionale quanto quella sul territorio. Certamente il compito dei vigili del fuoco è quello di essere attrezzati per queste emergenze, però la collaborazione tra protezione civile e vigili del fuoco con una protezione civile sul territorio non deve basarsi, come oggi, solo ed esclusivamente su un certo tipo di volontariato, ma deve avere una professionalità specifica per eventi come questi. Credo sia doveroso. Situazioni come quelle che abbiamo appena affrontato e che non sono ancora concluse devono necessariamente farci ragionare. E visto che lo spirito è proprio quello di una collaborazione penso che non ci sia momento migliore di questo per mettere mano a una rivisitazione delle cose che non hanno funzionato e di quelle che hanno funzionato, cercando poi di far funzionare tutto al meglio.

PRESIDENTE. Ringrazio il Consigliere D’Anna anche per la sua sintesi. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Anch’io, Presidente, rientrerò nei tre minuti concessi, ho messo il cronometro. Ringrazio il Presidente Spacca per l’ampia relazione, che ho letto prima del suo intervento. Ritengo abbia fatto un discorso compiuto ed esaustivo.
Ringrazio anche il dott. Oreficini e tutta la protezione civile che hanno fatto un ottimo lavoro in generale.
Tra i molti temi che sono in questa relazione approfondisco soltanto due aspetti.
Il primo riguarda la parte relativa all’assistenza sanitaria, citata anche dal Presidente Spacca e che nella relazione trova spazio in due pagine.
Vi invito a questo ragionamento sul ruolo dei piccoli ospedali. In questa fase i piccoli ospedali hanno retto molto bene, nel senso che hanno dato risposte importanti ai cittadini, hanno funzionato, hanno risposto ai vari traumi, perché ovviamente a seguito di cadute e fratture varie molte persone hanno avuto grandi problemi.
Ecco, vi invito a riflettere sulla follia di pensare al progetto a lungo termine, ossia quello di fare un solo ospedale per provincia. Se noi avessimo già avuto un solo ospedale per provincia penso che i morti, oltre che i feriti, in questa regione sarebbero stati moltissimi.
Invito quindi a prendere esperienza, a far tesoro di questa grave emergenza, per rivedere questo progetto, che, ripeto, ritengo folle, di fare un solo ospedale per provincia.
Secondo punto. Cito quello che ha detto il Presidente Spacca: il modello della protezione civile regionale da estendere a livello propositivo. Sono d’accordo, Presidente Spacca. Quindi la invito, insieme al dott. Oreficini, che è presente in Aula, e che premetto abbia fatto comunque un buon lavoro, di estendere questo modello propositivo anche alla mia città, Recanati. A Recanati c’è stato un disastro, nel senso che il nevone del giorno 11 si è risolto solo cinque giorni dopo, ovvero giovedì 16. Personalmente abito, insieme a decine di altre famiglie, non in campagna ma appena fuori dal centro urbano, ebbene, in quella zona siamo stati bloccati fisicamente per cinque giorni. E volutamente non ho neppure telefonato al mio sindachino – è così che ormai lo chiamo, vista l’inefficienza palesata anche in questo -. Non ha funzionato niente, né sale, né sabbia, insomma, niente.
Quindi l’auspicio di estendere a livello propositivo il modello della protezione civile chiedo che venga esteso non solo in posti lontani, come il Montefeltro che è stato il più colpito, ma anche in una città a 28 chilometri da qui, Recanati, dove peraltro abbiamo tutti quanti festeggiato la Giornata delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Purtroppo, Presidente Spacca, non è stato possibile averla presente alla riunione in Provincia di Pesaro Urbino, un momento di grande esempio di sussidiarietà, con i tanti sindaci impegnati, con le associazioni di volontariato e in particolar modo la protezione civile.
Da questo la politica dovrebbe prendere un’importante lezione. Mi permetto di dirle, come più volte ribadito, Presidente Spacca, che sarebbe importante la sua presenza su quel territorio che rispetto all’intera regione è stato il più colpito, in particolar molto per far presente alle imprese, all’intero territorio e ai sindaci - che ripeto sono stati eroici in questa vicenda - che non sono stati abbandonati.
Speriamo di ottenere il prima possibile un segnale importante dal Governo con atti concreti, che non ci lasci isolati come spesso accade in questa regione. Non aggraviamo la situazione che è già tanto penosa anche con la beffa, cioè con il mancato riconoscimento di poter stralciare le spese che gli enti locali hanno dovuto effettuare d’urgenza in queste settimane dal patto di stabilità.
Quindi mi permetto di segnalarle questa situazione. Come pure l’esigenza di coordinare uno sforzo particolare, non solo da parte delle istituzioni pubbliche ma anche da quelle private, dal sistema finanziario, per tutte le imprese colpite; si parlava ieri di danni solo in agricoltura per 10 milioni di euro nella provincia di Pesaro Urbino.
Serve una risposta veramente straordinaria, quindi da questo segnale di sussidiarietà che è venuto dalla società civile deve corrisponderne un altro della politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Solo un breve commento. Intanto ringrazio di cuore sia il Presidente Spacca per le azioni che ha portato avanti in questi dieci giorni di forti nevicate, sia la struttura regionale che ha lavorato veramente con grande lungimiranza, con grande attenzione e professionalità. Ma insieme alla struttura regionale metto anche quelle provinciali e comunali e le più svariate associazioni, la Protezione civile, la Croce rossa, la Croce verde e tutte le tante altre che esistono sui territori, ma sopratutto le istituzioni nazionali, mi riferisco in primo luogo ai Vigili del fuoco ma anche al Corpo forestale dello Stato, all’arma dei Carabinieri e alla Polizia. Insomma, tutti hanno collaborato e contribuito a far sì che questa emergenza non causasse vittime (se si sono verificate sono state purtroppo per altre cause) e che soprattutto si sia potuta avere una regione sempre aperta.
Questa nevicata è stata eccezionale, l’abbiamo visto tutti, in certi punti sono caduti fino 3 metri e 20 di neve, io ho 57 anni non ricordo di averne vista una simile, neanche quella del ’29 può essere paragonata a questa, ma tutto sommato non ci sono state persone rimaste isolate per tanto tempo o comunque seppure isolate erano sempre in contatto con le strutture regionali. Su questo la SOUP ha fatto un lavoro eccezionale. Se c’era un’emergenza in un qualsiasi punto andavano persone e mezzi per portare alimenti ma sopratutto per dare una risposta dal punto di vista sanitario.
Tra i tanti dati che ci sono ne cito solo due: 8.300 interventi dei vigili del fuoco, 500 uomini con 170 mezzi. Ma soprattutto voglio richiamare la collaborazione che c’è stata della protezione civile a livello nazionale, da noi a sostento sono arrivate – come del resto anche noi avevamo fatto per altre occasioni - regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, che dunque hanno contribuito insieme a noi a far sì che l’emergenza potesse rientrare quasi nella normalità.
Quindi ringrazio tutti per quello che è stato fatto. Ed io credo che se le Istituzioni nell’emergenza sanno lavorare possano saper lavorare anche nella programmazione e nella ricostruzione. Abbiamo tutti i titoli per farlo.
Grazie veramente di cuore alla struttura, alla SOUP regionale, alle SOI provinciali, e per tutti i piani di protezione civile che hanno fatto i Comuni, seppure ci siano stati quelli che hanno funzionato meglio e quelli che hanno funzionato peggio, ma bisognerebbe considerare a quel punto anche le dimensioni, gli uomini che possono essere a disposizione.
La Regione Marche ha dunque fatto la sua parte e lo si è visto.
Per quanto riguarda lo stato di emergenza sono d’accordo che bisogna ripartire dalla 225/1992 con la massima determinazione. E su questo non ho dubbi che il Presidente farà la sua parte a livello del tavolo Stato-Regioni.

PRESIDENTE. Colleghi, io mi ero iscritto a parlare, quindi, se permettete, dirò due parole rimanendo alla postazione della presidenza.

Giacomo BUGARO. Anch’io dovutamente mi associo allo sforzo fatto da tutte le articolazioni dello Stato, dalla Protezione civile ai Vigili del fuoco alla Forestale e così via. Ma vorrei ringraziare soprattutto i cittadini delle Marche in quanto hanno saputo reagire a un fenomeno così storico in maniera decisa e con grande dignità.
Ci tengo a sottolineare un fatto. L’emergenza neve non è terminata. E’ terminata la prima fase, quella più acuta, quella del fenomeno che si dimostra in tutta la sua evidenza. Ma oggi rimane la seconda fase. Una seconda fase che può essere divisa in quella del recupero delle somme investite, ma anche – Oreficini me lo insegna – in quella del monitoraggio del territorio. Il territorio ha subìto sicuramente un fenomeno abnorme, un fenomeno che però ora può reagire in una maniera che potrebbe mettere in difficoltà i cittadini stessi. Mi riferisco agli smottamenti, mi riferisco alle falde acquifere passate da un momento di estrema secchezza ad una forte abbondanza.
Quindi il lavoro deve continuare anche in queste ore in maniera altrettanto puntuale e soprattutto molto, molto tecnica.
Ritengo che le forze politiche, noi tutti dobbiamo in questa circostanza dimostrarci quanto più possibile uniti, perché questa è un’emergenza regionale, è un’emergenza i cui conti gravano fortemente sugli enti locali - chi di noi non ha ricevuto una telefonata dal Sindaco o dall’Assessore amico che lamentano le centinaia o migliaia di euro spesi per affrontare l’emergenza neve e per dare risposte ai cittadini -. Quindi conti che oggi, in un momento di forte difficoltà economica quale quello che stiamo attraversando, gravano nei bilanci dei Comuni in particolar modo.
Ecco, è su questo che da legislatori e da esponenti politici dovremmo concentrare nei prossimi mesi la nostra attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Mi associo al riconoscimento di questa capacità nel gestire l’emergenza, dimostrata ancora una volta dalla protezione civile di questa regione e dalla capacità e dalla prontezza con cui lei ci ha coinvolto con questa relazione.
E’ una condivisione piena, sono state poche le sbavature, e le poche hanno più che altro riguardato alcune amministrazioni locali che non sono state propriamente all’altezza di gestire le situazioni soprattutto in alcune frazioni.
Ma a parte questo i danni sono stati comunque importanti, come lei ha sottolineato, anche se la quantificazione ancora tarda a venire.
Ed è chiaro che i danni sono stati sostanziosi non solo in ambito agricolo ma anche in quello artigianale, imprenditoriale propriamente detto; ci sono aziende che hanno letteralmente già chiuso, non hanno più gli strumenti di lavoro, né riescono a far fronte agli impegni di spesa con gli istituti di credito.
Quindi credo che un impegno da parte delle istituzioni, in attesa che possa essere riconosciuto lo stato di calamità, sia quello di veder diminuire la pressione sui soggetti che sono stati così pesantemente colpiti.
Purtroppo anche in questo frangente, Presidente, dobbiamo registrare i rapporti tesi con le Ferrovie dello Stato, già difficili in situazioni di normalità, figuriamoci in quelle di emergenza. Credo che questo debba essere in qualche modo risolto, soprattutto alla luce di un nuovo quadro nazionale che appunto vede una auspicata situazione di normalità e che finalmente consenta agli enti locali di interloquire con lo Stato in modo sicuramente più proficuo.
La quarta Commissione di cui faccio parte, presieduta dal Presidente Giancarli, si è già fatta carico di rivedere il quadro normativo relativo alla gestione del territorio, proprio perché riserva una particolare attenzione alle tematiche della prevenzione e alla sostenibile difesa del territorio.
Quindi, ecco, un quadro normativo rinnovato e una maggiore incisività nei rapporti Stato-Regione possono costituire l’inizio di un percorso, che deve essere, come si diceva prima, il più ampiamente condiviso.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Voglio associarmi sia personalmente sia come Gruppo Socialista a quell’impegno, come annunciato dal Presidente Spacca, grande e forte da parte dell’Istituzione Regione, da parte di tutte le forze che hanno condiviso un momento di gravità, di eccezionalità per la regione Marche.
Ancora una volta le Marche attraverso un importante coordinamento da questo momento di estrema gravità ne sono uscite a testa alta, grazie proprio all’impegno continuo e pressante che va dalla protezione civile a tutte le forze che si sono adoperate nell’emergenza.
Un plauso va anche alle Istituzioni Regione, Province e Comuni che hanno operato seppure con tutte le oggettive difficoltà, perché onestamente dobbiamo dire che non abbiamo né la cultura né le attrezzature per sopperire a questi gravissimi fenomeni che purtroppo, come ricordava il Presidente Spacca nella sua illustrazione, di un tipo o di un altro si verificano ormai ogni anno.
Ma anche da queste situazioni dobbiamo prendere tutte le cose positive, come appunto è stato fatto con questa grande macchina organizzativa che si è mossa sostanzialmente in grande coordinamento, affinchè se fenomeni di questo genere si dovessero verificare nuovamente potranno ancor meglio essere superati dal punto di vista organizzativo.
Dobbiamo quindi dare i giusti meriti a tutti coloro che si sono impegnati in maniera forte.
Ritengo inoltre importante la dichiarazione fatta dal Presidente Spacca, a dimostrazione che siamo consapevoli della criticità economica, ovvero che quest’anno l’accisa della benzina terminerà, così non arriveremo ai due anni. Credo sia un segnale anche per l’economia, per gli imprenditori che aspettano delle risposte importanti. Non dobbiamo infatti dimenticarci, Presidente, che oggi la benzina nella regione Marche è arrivata quasi a euro 1,90. Dunque è un segnale che oggi il Presidente Spacca vuol dare all’economia marchigiana.


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questa volta debbo sicuramente complimentarmi per l’efficienza della struttura regionale e soprattutto dei piccoli Comuni montani e dell’entroterra ove la situazione era veramente indescrivibile; su siti internet girano delle foto incredibili che dimostrano come sia inquietante questa nevicata. Ma le popolazioni dell’entroterra hanno una capacità maggiore rispetto agli abitanti dei centri più popolosi di saper affrontare l’angoscia dell’isolamento. Paradossalmente infatti le difficoltà più grosse sono state nelle città più grandi dove forse le strade sono state liberate un po’ troppo tardivamente in rapporto a come è invece stata la nevicata nell’entroterra.
Voglio complimentarmi anche con Rai 3, seppure ci siano voluti tre metri di neve per accorgersi del Montefeltro e di Urbino. Speriamo però che questo non capiti tutti gli anni e che quindi ci si accorga di questo territorio anche per altre motivazioni meno difficoltose.
Anch’io voglio toccare l’aspetto della sanità riguardo l’utilità di avere nel territorio una accessibilità degli ospedali. Ribadisco qui la mia forte critica sull’accentramento di un unico ospedale a livello provinciale, proprio perché in presenza di questi drammi, di difficoltà come queste, avere una diffusione sanitaria nel territorio è molto utile e sicuramente più proficua anche nei tempi della risposta.
Voglio inoltre rilevare l’importanza delle infrastrutture, quindi anche della ferrovia Fano-Urbino che in questa situazione poteva essere sicuramente d’aiuto. La ferrovia, a parte Trenitalia che ultimamente ci ha massacrato, in situazioni di emergenza è sicuramente una garanzia. La ferrovia, lo voglio ribadire, è certamente più utile e efficiente che non una pista ciclabile.
Concludo dicendo che bisogna puntare i piedi e battere i pugni sul tavolo affinché Roma si accorga della nostra regione. Una regione che malgrado sia stata governata sempre dal centro-sinistra si presenta comunque con i conti abbastanza a posto. Il marchigiano ha sempre dato quindi è ora che ottenga qualcosa da Roma per poter risolvere le numerosissime incombenze determinate oggi da questa ennesima calamità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Il problema di questa grande nevicata l’ho vissuto in maniera diretta, conoscete certo la mia provenienza. Il Montefeltro è stato colpito in maniera particolare. Il comprensorio del Catria e Nerone è stato coperto dai 2 a 5 metri di neve. Quindi nelle Marche in quelle zone le difficoltà si sono sentite in maniera forte, ma comunque sono state superate.
E’ stata un’emergenza unica, nessuno ricorda una nevicata così abbondante. E seppure i dati del ’29 siano abbastanza relativi, chi è ancora vivo non ricorda un evento al pari di questo.
L’emergenza è stata superata grazie al fatto che la Regione ha svolto il suo ruolo in maniera impeccabile, grazie alla collaborazione tra Regione, Province e Comuni.
Va riconosciuto, infatti, che il sistema delle autonomie locali ha funzionato bene. Al di là delle piccole carenze che ci possono essere state io ho visto i Comuni, le Province e la Regione lavorare bene e in maniera coordinata, riuscendo così a dare delle risposte serie.
L’emergenza però non è finita, per l’enormità della neve che si sta sciogliendo velocemente soprattutto nell’entroterra c’è da porre ora la massima attenzione. Si potrebbero verificare delle situazioni di dissesto idrogeologico che andrebbero ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione. Quindi deve esserci la massima attenzione, si possono ad esempio creare danni alla viabilità oppure ancora interruzioni delle linee telefoniche ed elettriche.
Si è chiusa una prima fase, si sta tornando alla normalità, ma una normalità, riepto, a cui bisogna prestare massima attenzione.
Al di là di questa emergenza, che secondo me ancora permane, va data una risposta seria anche ai danni legati all’agricoltura e alle attività produttive. Sono sicuramente presenti in tutto il territorio regionale, ma direi soprattutto nell’entroterra, dove l’economia in sé per sé ha già dei grossi problemi. Insomma, ci sono situazioni a cui vanno date delle risposte, ad esempi ci sono artigiani che non possono lavorare perché in alcune delle loro aziende il tetto è crollato sotto il peso della neve.
E soprattutto bisogna dare una risposta ai piccoli Comuni, non solo del pesarese ma di tutto l’entroterra marchigiano, che hanno speso decine di migliaia di euro per questa emergenza e che se non verranno rimborsati avranno difficoltà a chiudere i loro bilanci.
Quindi quel lavoro di coordinamento che è stato fatto per superare l’emergenza ora deve essere fatto affinchè venga posta la massima attenzione ai problemi dell’economia e ai problemi dei bilanci dei Comuni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. A fronte di questo tragico scenario, così come descritto e che ognuno di noi ha vissuto nel proprio territorio, che comunque si sta brillantemente superando, occorre ora concentrare gli sforzi sulla capacità di reperire risorse utili a ristorare nel modo più adeguato possibile questi danni.
Direi che è quasi un segno del destino che in piena emergenza neve sia comparsa la sentenza della Corte Costituzionale che ha annullato quella tassa sulle disgrazie che ci aveva interessato lo scorso anno per i gravissimi danni conseguenti all’alluvione.
Voglio qui richiamare anche la possibilità del fondo di solidarietà gestito dall’Unione europea previsto proprio per queste calamità. È un fondo dotato di cospicue risorse finanziarie, ma per accedervi occorre possedere determinati requisiti. Per cui credo che i requisiti che possono qualificare la situazione che si è determinata nella nostra regione come “catastrofe straordinaria” ci siano tutti. E’ una clausola prevista dal fondo di solidarietà che viene applicata quando appunto l’evento calamitoso comporta il coinvolgimento della maggior parte della popolazione – e qui ci siamo – con gravi ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini – ed anche questo è innegabile – con danni alle proprietà private, alle infrastrutture, all’agricoltura, alle imprese e al patrimonio culturale.
Ci sono dei termini temporali entro i quali la richiesta va inoltrata dallo Stato all’Europa. Ritengo peraltro che anche nella relazione del Presidente Spacca c’era questo passaggio, per cui già domani questo problema forse verrà affrontato nella Conferenza delle Regioni e quindi proposto al Governo.
Penso, concludendo, che ci siano tutte le condizioni per avere importantissime risorse suppletive da poter mettere a disposizione della nostra comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Sarò brevissima. In questi casi ritengo valga veramente la pena di ringraziare, come già fatto in maniera egregia dal Presidente e da diversi Consiglieri di maggioranza e minoranza, tutti coloro che in questo evento calamitoso si sono prodigati affinché gli effetti terribili e devastanti potessero essere il più possibile contenuti.
Riguardo alla mia provincia di Fermo ho visto personalmente – ho cercato in qualche modo di essere lì presente - il grande lavoro fatto dalla protezione civile provinciale, seppure con pochi operatori. Hanno lavorato veramente con abnegazione ed entusiasmo, così come successo anche l’anno scorso a seguito dell’esondazione dei fiumi.
Un altro forte apparato che sostiene la nostra comunità marchigiana è sicuramente il volontariato, di cui ha fatto riferimento anche il Presidente Spacca. Anch’esso ha svolto una funzione di grande protezione ed aiuto.
La Protezione civile, la Prefettura, la Provincia di Fermo, gli amministratori, i dipendenti, gli operatori tutti, e sopratutto la SOI, si sono prodigati in maniera eccezionale.
Ecco, li ho voluti elencare in quanto, ripeto, ritengo sia doveroso ed importante, perchè ci rincuora nel caso dovessero ancora verificarsi, ma speriamo di no, altri eventi calamitosi.
Il nostro territorio è particolarmente fragile quindi per esso occorre un’attenzione particolare di tutela e di sostegno e soprattutto per le eventuali situazioni di crisi si debbono mettere in campo tutte le azioni possibili.
In particolare voglio inoltre ringraziare la direzione dell’area vasta del fermano. Non so se sia successo anche nelle altre zone, ma da noi si è attivata immediatamente una unità di crisi h24. Da subito il direttore dell’area vasta ha approntato un’équipe di operatori, ad esempio si è attivata la possibilità di andare con degli infermieri nelle zone più lontane da raggiungere – la provincia di Fermo ha un territorio di circa 140 chilometri quadrati –, molti medici e infermieri hanno continuato a svolgere il loro operato anche nelle ore notturne.
Sicchè tutta questa responsabilità, tutto questo impegno, ha permesso non accadesse nulla di grave soprattutto alle persone.
Credo sia stata anche un’ottima intuizione da parte delle Amministrazioni comunali e della Provincia indicare che gli autoveicoli fossero forniti di catene e gomme da neve. Per questa decisione ci sono state tante proteste anche nel mio comune, ma ora si è visto che per lo meno per la viabilità è stata un’intuizione che ha dato dei risultati positivi.
Da ultimo voglio fare una segnalazione. Dobbiamo rifare la nuova legge urbanistica e rimettere mano al governo del territorio, ecco, ritengo che un’attenzione ancora più oculata e precisa debba essere fatta per ciò che riguarda il dissesto idrogeologico del territorio della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Un ringraziamento voglio esprimerlo anch’io, in modo particolare alla Protezione civile, Vigili del fuoco, Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale, Polizia di Stato. E’ con loro che in questi giorni abbiamo condiviso e vissuto questo momento di emergenza.
Ebbene, che il risultato raggiunto, conclusosi oggi con il messaggio del nostro Governatore, possa essere un auspicio acchè tutti i cittadini marchigiani si sentano rappresentati e tutelati in modo serio, senza cioè rinchiudersi nelle diverse posizioni politiche bensì guardando soltanto i danni e la realtà.

PRESIDENTE. Ha ora richiesto di intervenire il Vicepresidente Petrini, poi ci saranno le conclusioni del Presidente Spacca. Prego Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. Grazie Presidente. Solo qualche ulteriore utile informazione per guardare con un po’ più di ottimismo le prospettive che abbiamo di fronte. Lo dico in modo particolare per il settore agricoltura che comunque è quello più colpito, perché essendo stata colpita la capacità produttiva è venuta meno la possibilità di rimettersi in piedi e di ricominciare l’attività soprattutto per la zootecnia.
Noi abbiamo già svolto non solo confronti con il Ministero dell’agricoltura, che tra l’altro è stato molto sollecito nell’attivarsi in merito alle questioni, ma anche con i rappresentanti degli agricoltori marchigiani laddove ho condiviso alcuni strumenti da mettere immediatamente in campo, uno fra tutti quello utile per la ricostruzione di ciò che la neve ha distrutto per sempre.
Per questo certamente contiamo sul fondo di solidarietà che ci arriverà dopo la procedura che abbiamo già attivato per la calamità naturale. Non ne sappiamo la dimensione, ma essendo questo un fondo di soli 18 milioni a livello nazionale non credo ci arriveranno risorse sufficienti; ricordo che durante l’alluvione il fondo nazionale era di 28 milioni e ce ne sono arrivati circa 3 milioni e 800.
Noi, quindi, abbiamo chiesto all’Unione europea di poter attivare una misura straordinaria da finanziare attraverso risorse del Programma di sviluppo rurale; risorse, tra l’altro, che il bilancio regionale aveva già messo a disposizione per l’overbooking proprio per finanziare la ricostruzione.
Per cui con un'unica graduatoria, che faremo attraverso un bando Psr mettendo insieme risorse dell’overbooking già in nostro possesso per il Psr e risorse che ci perverranno dal fondo di solidarietà nazionale, sono sicuro che riusciremo a finanziare con una percentuale che oscilla tra il 70% e l’80% tutte le strutture che sono venute giù, ossia tutte quelle strutture che verranno ricostruite coerentemente a quelle che erano le dimensioni e i valori preesistenti alla nevicata, pertanto con quelle modalità e con quell’approccio che abbiamo già utilizzato per l’alluvione.
Siamo parimenti impegnati per l’aspetto legato al credito, perché, come sapete, poi bisogna comunque finanziarsi non solo per investire ma anche per far funzionare le aziende. C’è dunque bisogno di un credito di funzionamento, che sarà utile anche per onorare le scadenze già del prossimo mese di marzo. Su questo al momento abbiamo dei canali molto positivi con le stesse banche regionali e con alcuni strumenti che avevamo già precedentemente concordato. Ma ovviamente siamo aperti a tutti i contributi che possono provenire anche da questa Assemblea legislativa regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’intervento conclusivo il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Grazie Presidente. Voglio approfondire alcuni aspetti emersi nel dibattito e che chiedono una risposta e a volte anche una puntualizzazione.
Intanto ho visto, prima non vi avevo fatto caso, che in Aula c’è il dott. Oreficini, il dott. Ferretti e il gen. Locci, a cui ribadisco formalmente l’apprezzamento e la gratitudine, da estendere anche ai loro collaboratori, per il lavoro svolto.
E visto che è presente il gen. Locci, un particolare ringraziamento voglio rivolgerlo ai Vigili del fuoco che sono stati davvero straordinari. Personalmente il Generale ha coinvolto tutte le strutture delle altre regioni per farle convergere sulla nostra al fine di dare una risposta adeguata. Quindi è un ringraziamento che non è soltanto per il ruolo formale che è stato correttamente adempiuto, ma anche per la passione e la condivisione con cui in questa vicenda è stata data solidarietà alla nostra comunità.
Alcune riflessioni a seguito di questa vicenda le abbiamo già fatte e quindi sono in risposta anche alle considerazioni proposte dai Consiglieri.
Intanto però c’è da dire che un’emergenza si definisce tale perché, appunto, non è prevedibile, essendo cioè una cosa che oltrepassa la normale attività che appartiene a una comunità non è programmabile.
I piani si fanno, i piani si organizzano e devono essere fatti all’interno di ogni struttura, di ogni comunità, ma un’emergenza è tale proprio perché non è prevedibile e quindi richiede uno sforzo straordinario che deve essere costruito sulla base dell’attenzione e dell’attivazione di forze che ordinariamente sono destinate ad altre cose. Per cui un’emergenza richiede una struttura come quella della protezione civile, che è estremamente flessibile e in grado di adeguarsi a tempi e a modi che non appartengono all’ordinarietà. Dopodiché sicuramente è necessario fare anche i piani.
Indubbiamente è emerso che ci sono delle aree più vulnerabili di altre. Per cui al dott. Oreficini è stato dato mandato da parte della Giunta di riorganizzare anche il modello logistico della protezione civile. Probabilmente, infatti, ci sposteremo da Varano. L’idea della Giunta, ma lo riverificheremo, sarà quella di collocare l’aspetto più fisico e strutturale della Protezione civile nell’Interporto di Jesi che è di nostra proprietà. E quindi abbiamo anche la possibilità di risolvere la questione sotto un profilo finanziario in modo appropriato.
Però essendo il sistema della protezione civile un sistema complesso è chiaro che alcuni punti in relazione a specificità ed emergenze che si ripetono devono trovare una loro focalizzazione laddove queste emergenze si registrano. Per cui sulla dorsale appenninica, quella, per intenderci, che coinvolge Ascoli Piceno, Amandola, Camerino, Fabriano e Urbino, ci sarà una focalizzazione dell’organizzazione della protezione civile per quanto concerne le emergenze neve e le emergenze estive che si riferiscono agli incendi.
Quindi, senza anticipare quello che sarà la nuova struttura logistica della protezione civile, cosa che io inappropriatamente ho fatto, è stato dato di fatto mandato al dott. Oreficini di organizzarla nella maniera più adeguata, considerando proprio questi aspetti.
E un altro aspetto che dovrà essere considerato in questa nuova organizzazione sarà la focalizzazione sui punti sensibili. Ovvero, abbiamo capito che il principio di sussidiarietà è molto importante, funziona molto bene, però ci sono alcune aree che sono strategiche per tutta la regione e che quindi devono essere immediatamente risolte, senza aspettare che parta il Comune o la Provincia perché potrebbero non arrivare, ma che siano immediatamente gestite dalla Regione.
E sono soprattutto le aree che riguardano servizi fondamentali ai cittadini e alla persona in maniera particolarmente critica come quelli che appartengono alla sanità.
Pertanto verrà fatta una mappatura della realtà regionale sui punti sensibili, su cui sarà immediato l’intervento della protezione civile regionale senza la logica della sussidiarietà. E questo riguarderà anche alcuni beni culturali che sono fondamentali per l’identità regionale. (…) Io a Pesaro ci sono stato. Ci sono stato proprio nel momento critico dell’emergenza, sia nella SOI di Pesaro sia nella Sala operativa di Urbino. Generalmente la presenza di un amministratore è segnalata dai mezzi di comunicazione, ma purtroppo non c’erano nè televisioni nè giornalisti. La realtà, però, è che dovremmo abituarci anche ad una logica che sia più operativa e sostanziale. Di fatto credo che la solidarietà istituzionale ai Sindaci sia stata offerta in una maniera che maggiore non sarebbe potuta essere. Per quanto riguarda Recanati so che il Sindaco ieri ha fatto una conferenza stampa dichiarando – e sono convinto che il Sindaco Fiordomo non menta – che sono stati impiegati circa 40 mezzi straordinari per liberare la città e sono stati attivati più di 800 camion per sgomberare la città dalla neve. (…) Ma il disastro, Consigliere Marangoni, deriva anche dalla straordinaria emergenza che si è verificata. Dopodichè, è vero, ci sono state molte case isolate, nel senso che i cittadini le presentavano così, ma si trattava di case in ambienti ove si accede ad esse attraverso strade private, quindi non ci è sembrato necessario dover sgomberare queste abitazioni in un momento di emergenza che richiedeva ben altri ordini di priorità.
Però in realtà nessun cittadino di questa regione - come qualcuno ha detto, non ricordo chi - è rimasto in una situazione di isolamento. Ogni cittadino è stato raggiunto…(…)

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni!

Gian Mario SPACCA. I cittadini più lontani erano in contatto telefonico con le Sale operative integrate. E in caso di emergenza, soprattutto di carattere sanitario, come appunto si è verificato, non è che i cittadini sono dovuti andare in strutture ospedaliere ma sono stati raggiunti direttamente nelle loro abitazioni dal soccorso alpino, dai Carabinieri e dai Vigili del fuoco. Le cose è così che hanno funzionato.
Questo è per puntualizzare rispetto a delle riflessioni che sono apparse critiche, ma che secondo me, ma è una mia modesta opinione, sono inappropriate.
Sono d’accordo sul fatto, peraltro l’abbiamo già inoltrata, di fare richiesta del fondo di solidarietà europeo, come diceva anche il Vicepresidente Petrini, ma ciò è scritto anche nella relazione - mi dispiace di essere andato, così, un po’ a braccio, forse per una maggiore completezza ed esattezza di informazione l’avrei dovuta leggere -. Anzi, abbiamo fatto anche un po’ di polemica con il nostro Commissario europeo. Perché sapete che lui ha fatto una dichiarazione improvvida e ha messo a disposizione il fondo di solidarietà europeo per le regioni dove secondo lui l’emergenza era stata maggiore, ha citato il Molise, l’Abruzzo e il Lazio. Ecco, questo non ci è sembrato appropriato, quindi abbiamo segnalato la situazione che appunto non si riferisce solo a queste tre regioni – mi dispiace se poi queste Regioni sono governate in una maniera forse che rappresenta un profilo non corrispondente alle attese –, ma in una graduatoria di gravità vede nei primi posti l’Emilia Romagna e le Marche, che sono quelle che indubbiamente sulla base delle precipitazioni corrispondono a un elemento di maggiore criticità.
L’ultima considerazione la voglio fare per rassicurare. Come giustamente avete detto l’emergenza non è finita, anzi, sapete ad esempio che questa mattina ci sono stati a causa degli allagamenti alcuni problemi a San Benedetto del Tronto, per cui il dipartimento della sicurezza e la struttura della protezione civile sono attivi. Ieri infatti non abbiamo potuto partecipare alla riunione a Pesaro, a cui faceva riferimento il Consigliere Carloni, proprio perché era stato diramato uno stato di allerta per nuove nevicate e soprattutto quello che temevamo di più era la pioggia sulla neve e quindi lo scioglimento immediato della neve stessa. Temevamo cioè che avremmo potuto dover affrontare una nuova difficoltà emergenza. Per cui tutto il sistema della protezione civile era stato convogliato nella SOUP per poter eventualmente intervenire.
Ma questo non significa che non ci sarà adeguata sensibilità e continuità di rapporti e relazioni con tutti i Sindaci e con tutte le realtà istituzionali.
Quindi la guardia rimane alta in una duplice direzione, sia verso l’emergenza che ancora c’è, verso le criticità che ancora si potranno manifestare, ma soprattutto rimarrà molto molto alta nei confronti del Governo nazionale per far fronte a quella filiera che prima abbiamo individuato essere l’emergenza, i danni e la sospensione degli oneri e dei tributi.
Dopodiché rimane aperta, lo ripeto per l’ultima volta, la partita dell’accisa sulla benzina, su cui siamo comunque orientati ad intervenire nella misura che il quadro di riferimento finanziario ci consentirà di fare.

PRESIDENTE. Grazie Presidente Spacca. Proseguiamo ora con l’ordine del giorno così come d’accordo.

Interrogazione n. 477
del Consigliere Natali
“Dipendente amministrativo ex ZT 13 Asur Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 477 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Relativamente all’interrogazione e agli argomenti che solleva il Consigliere, abbiamo chiesto di relazionare, seppur brevemente, la direzione generale Asur, che ci ha trasmesso una nota prot. del 25 ottobre 2011
Ci dice che per quanto riguarda la qualifica rivestita dal dipendente in parola, e cioè dirigente amministrativo incaricato ex art. 15 septies del d.lgs. 502/92, si evidenzia che con riferimento a detta tipologia di incarico non esiste alcuna previsione nell'ambito della contrattazione collettiva della dirigenza SPTA che subordini la differente graduazione di funzioni (da dirigente di struttura semplice a dirigente di struttura complessa) al presupposto del preventivo passaggio a dirigente di ruolo (dirigente a tempo indeterminato), né è dato rinvenire simile tesi interpretativa nell'ambito delle previsioni di cui al succitato art. 15 septies. Si aggiunge che tale tipologia di rapporto di lavoro e di incarico è del tutto assimilata contrattualmente a quella del dirigente "di ruolo". Vale a dire che le funzioni dirigenziali, il trattamento economico e le responsabilità connessi all'incarico attribuito, sono del tutto identici (sia che si tratti di dirigente con rapporto di lavoro a tempo determinato, sia che si tratti di rapporto a tempo indeterminato).
Nel merito della nomina del dipendente in parola quale presidente dell’Ufficio del procedimento disciplinare relativo al personale della dirigenza SPTA e della dirigenza medico veterinaria, l'Asur ha evidenziato innanzitutto che la nomina è stata disposta con esclusivo riferimento ad un procedimento disciplinare che vedeva coinvolto il presidente effettivo dello stesso Ufficio procedimento disciplinare; inoltre, in assenza di contraria disposizione normativa e per le considerazioni sopra espresse, si ritiene che un dirigente amministrativo incaricato ex art. 15 septies del d.lgs. 502/92 sia abilitato all'esercizio di tutte le attribuzioni proprie della qualifica dirigenziale in tal senso acquisita, dalle quali non esula la funzione di componente/presidente dell’Ufficio procedimento disciplinare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Assessore, vorrei sapere chi ha redatto la nota che ha letto. Se è possibile magari me lo comunica oppure me la invia.
Abbiamo appena terminato un elogio che tutti ci siamo sentiti in dovere di fare rispetto a qualcosa che funziona. Ma un qualcosa che funziona dovrebbe essere la regola, siamo invece in una nazione in cui quando qualcosa funziona ci dobbiamo complimentare con chi è in grado di farla funzionare.
Ed ora passiamo subito in un ambito ove lei ha letto qualche cosa che non corrisponde al vero.
Vede, Assessore, io mi sono piccato, divertendomi un po’, di andare a porre un quesito alla funzione pubblica del Ministero per conoscere se quello che domandavo a lei, e su cui mi ha testè risposto per quello che le hanno riferito, poteva essere possibile o meno. Se vuole le do la risposta.
Perché vede, Assessore, noi sempre in quella sanità dell’Abruzzo del nord, come dice il Consigliere Trenta, siamo in una situazione in cui qualcuno la legge la interpreta male. E poi quando qualcuno protesta, e lei lo sa, saltano i concorsi, succedono vari problemi e si procurano anche danni erariali notevoli; vorrei ricordare a lei e all’Assessore Canzian che è stato annullato un concorso per infermieri il cui costo logistico provocherà l’affitto del palazzetto dello sport a Porto San Giorgio, ma chi pagherà? Pagherà chi ha indetto un concorso che è poi stato dichiarato nullo? Pagherà chi non è intervenuto?
Ecco, queste sono le domande che nel momento in cui facciamo i complimenti al dott. Oreficini ci dovremmo porre tutti. Perché se facciamo i complimenti a chi si comporta bene dovremmo anche usare altri argomenti verso chi invece interpreta la propria funzione in maniera marchettara – ma non marchettara perché fatta nelle Marche bensì perché è figlia di altro –. (…) Non mi importa se non stanno a sentire, ma non stanno a sentire fino a che non pagano! Consigliere Marinelli, vede, fino a che non pagheranno non staranno mai a sentire. Poi però nel momento in cui i concorsi si duplicheranno o produrranno più spese che altro, vuoi anche fra quindici anni, allora quel giorno qualcuno dirà: “ma cosa sarà successo?”.
Fa ridere, è ridicolo che un dipendente che diventa dirigente di ruolo di struttura semplice in un certo modo, cioè non in forza di una regolare procedura ma approfittando di una determinata situazione, poi possa diventare addirittura dirigente di struttura complessa.
Mi risponda lei, Assessore Canzian, forse lei conosce i soggetti e conosce gli artefici di queste prodezze del marchettificio sanità Abruzzo del nord.
Assessore Mezzolani, io credo nella sua buona fede, ci mancherebbe altro, lei è troppo lontano dalla nostra sciagurata provincia, dalla nostra sciagurata realtà, per mettere le mani in queste cose. Ecco, allora io invece la invito a farlo. Perché poi le infermiere dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli che ricorrono contro un determinato concorso se la prendono con lei, perché si chiedono: “ma chi è l’Assessore alla sanità?” E magari lei non sa neanche quello che è successo.
Dunque lei non può, glielo ripeto per l’ennesima volta, limitarsi a leggere le relazioni che qualcuno le manda, controlli invece chi le fa queste relazioni. Lei ha risposto a due interrogazioni su un concorso di progressioni verticali, nella prima mi ha detto che era tutto giusto, nella seconda, e c’era stata una sentenza del TAR, mi ha detto questa sentenza era impugnata. Se lo ricorda? Poi ha detto anche che forse non era opportuno politicamente quello che è stato fatto. Sa come è finita? Che il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR. Lo sa questo? Sa chi è l’artefice di tutto questo? C’è un nome e un cognome! In Italia non sappiamo mai di chi è la colpa. Poi individuiamo Schettino, allora la colpa è di Schettino, ma non andiamo intorno a Schettino per vedere come si crea, come diventa comandante o perché non controllano le rotte delle navi che non solo Schettino comanda.
Allora, Assessore, intanto le chiedo di darmi la relazione che ha letto così potrò divertirmi con chi ha redatto queste facezie. Dopodichè la invito a intervenire nell’Area vasta 5. E la invito ad intervenire non solo su questo fatto, su quello che le hanno fatto leggere, anzi, direi su quello che le hanno propinato, ma anche su tutti quei concorsi che sono stati annullati, e che peraltro qualcuno ha voglia di fare, la cosa più bella è proprio questa. Sicchè non si adonti nel momento in cui torneranno alla sua attenzione con toni abbastanza polemici. E sì perché torneranno alla sua attenzione ma magari non per sua colpa.


Mozione n. 277
della Consigliera Ciriaci
“Riconoscimento dello stato di calamità naturale relativo alle enormi nevicate e forti gelate verificatesi dal 3 febbraio ad oggi sia nella Provincia di Fermo che nell'intera Regione Marche”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 277 della Consigliera Ciriaci, che ha parola per illustrarla.

Graziella CIRIACI. La mia mozione è inglobata nella discussione che abbiamo già fatto e quindi come rappresentante della minoranza chiedo che venga messa in votazione perché discuterne ancora mi sembra inutile.
Vorrei sollecitare ancora una volta la sintonia del lavoro di gruppo quando si tratta di problemi seri.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 277, dichiaro aperta la votazione. (…) Ci sono dei problemi? (…) E’ chiaro che alcuni punti sono superati, tipo la richiesta dello stato di emergenza o la richiesta dello stato di calamità. (…) Però, ecco, non è che lo posso dire io. In ogni caso, parliamoci chiaro, alcuni punti sono abbondantemente superati da atti già assunti dalla Giunta, ma siccome ci sono anche altre cose, auspici ecc., io tecnicamente non la posso respingere e quindi l’ho messa al voto. Poi ognuno voterà come vuole. Però, ripeto, forse la parte più preponderante della mozione è stata superata dall’assunzione di impegni già effettuati.
Bene, se avete votato, dichiaro chiusa la votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 272
della Consigliera Ciriaci
“IMU sugli immobili agricoli. Settore penalizzato dalle recenti nevicate”
(Illustrazione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 272 della Consigliera Ciriaci, che ha la parola per illustrarla.

Graziella CIRIACI. Questa mozione si riferisce ad un settore specifico per il quale è stato chiesto un momento di attenzione e di calamità. Riguarda l’IMU, che è una tassa che viene pagata sugli immobili di attribuzione agricola. Per cui si chiede che venga sospesa almeno per quest’anno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 272.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 667
della Consigliera Ciriaci
“Disagi subiti da utenti e pendolari tratte ferroviarie regionali e interregionali”
(Ritiro)

PRESIDENTE. Consigliera Ciriaci, non possiamo invece dar corso all’interrogazione n. 667 perché se gli uffici non hanno predisposto la risposta l’Assessore non è in grado di rispondere in Aula.

Graziella CIRIACI. Presidente, considerato l’Assessore ha affrontato in modo più che eloquente l’argomento, la ritiro.

Mozione n. 243
dei Consiglieri Badiali, Ricci, Busilacchi, Giancarli, Eusebi, Cardogna, Pieroni
“Delocalizzazione/ristrutturazione sede centrale VVF Ancona”
(Illustrazione e votazione)

PRESIDENTE. Come d’accordo passiamo alla mozione n. 243 dei Consiglieri Badiali, Ricci, Busilacchi, Giancarli, Eusebi, Cardogna, Pieroni. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Ringrazio l’Aula per aver accolto la proposta di anticipazione di questo argomento che è molto urgente.
E’ urgente per due questioni. La prima. Fino a poco fa abbiamo parlato dell’emergenza neve e del lavoro svolto dai Vigili del fuoco, e quindi è una struttura importante per il nostro territorio regionale e nazionale. Seconda. La caserma provinciale dei Vigili del fuoco in località Vallemiano è una struttura ormai obsoleta, è stata dichiarata al 50% inagibile. Essendo inoltre situata in una zona al centro della città di Ancona questo non permette un adeguato sviluppo e un’adeguata collocazione sia del personale che dei mezzi.
Sono stati stanziati circa 9,7 milioni di euro che però verrebbero utilizzati sempre per l’attuale struttura, quando invece prima si parlava di una delocalizzazione della stessa in un posto più idoneo, più facilmente raggiungibile e con spazi più ampi, per poter svolgere al meglio la funzione che il Corpo è chiamato a fare.
C’è anche la disponibilità del Comune di Ancona di mettere a disposizione un’area, con la variante urbanistica che si deve predisporre, proprio per dare una risposta a questa annosa problematica.
Pertanto con questa mozione si chiede che l’Assemblea legislativa impegni la Giunta regionale “ad attivare un tavolo congiunto con tutti i soggetti interessati (Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Agenzia del Demanio, Provveditorato Opere Pubbliche, Amministrazione Comunale) al fine di valutare tutte le soluzioni progettuali più idonee finalizzate ad una risposta ottimale nell'interesse del buon funzionamento del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona e delle esigenze stesse della città, nonché utilizzare al meglio le risorse economiche disponibili”. Ecco, le risorse economiche disponibili, che sono di circa 10 milioni, che vengano utilizzate in un’altra zona, in modo che la città di Ancona possa poi utilizzare quella di Vallemiano per altre funzioni più legate alla città.
Ringrazio i Consiglieri Ricci, Busilacchi, Giancarli, Eusebi, Cardogna e Pieroni che insieme a me hanno firmato questa mozione. Chiedo che l’Assemblea legislativa la voti favorevolmente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 243.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomine.
• Elezione del componente effettivo con funzione di Presidente del Collegio dei Revisori dei conti della Società di sviluppo Marche S.p.A. (SVIM)
• Elezione di due componenti effettivi del Collegio dei Revisori dei conti della Società di sviluppo Marche S.p.A. (SVIM)
• Elezione di due componenti supplenti del Collegio dei Revisori dei conti della Società di sviluppo Marche S.p.A. (SVIM)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Ora, come richiesto dalla Consigliera Ortenzi, passiamo alle nomine relative al Collegio dei Revisori dei Conti della Svim.
Prego distribuire le schede per la nomina del Presidente del Collegio.

(segue votazione)

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Presidente, mi sembra, nonostante lo abbia richiesto la Presidente Ortenzi consigliera del Gruppo del PD, che il passaggio non sia molto chiaro. E’ un anticipo di una votazione dei Revisori del conto della SVIM che, insomma, abbisogna quanto meno o di un rinvio oppure che si sospendano un attimo i lavori d’Aula e ci si veda con i Capigruppo per capire cosa dobbiamo fare. Perché non corrisponde nemmeno il fatto che alcuni dovrebbero essere indicati presidenti ma sono in un altro elenco. Quindi non si ha nemmeno la chiarezza della proposta.

PRESIDENTE. Consigliere Ricci, va bene, però faccio presente che la richiesta di iscrizione d’urgenza proveniva da una sua compagna di banco ovvero dalla Consigliera Ortenzi. Comunque, seppure ci sia stata la richiesta d’urgenza, se se ci sono problemi, sospendiamo, chiedo ai Consiglieri di distruggere la scheda…(…) No, un attimo, mi dite cosa dobbiamo fare! La rinviamo alla prossima seduta o no? (…) Bene, rinviata alla prossima seduta, distruggere…(…) Meglio se scade! Ok, si rinvia alla prossima seduta. Andiamo avanti. (…) Allora, chi mi ha chiesto l’iscrizione d’urgenza adesso invece mi chiede di rinviare perché ci sono problemi tecnici, però, un momento, ecco, lo do per scontato che chi ha chiesto chiede di rinviare, però se sulla proposta di rinvio alla prossima seduta ci deve essere un voto lo facciamo. (…) Questa nomina non era iscritta, è stata richiesta l’iscrizione d’urgenza, abbiamo aderito, ora mi chiedono di ritirare questa richiesta e quindi la davo per scontata. Però si può votare, capisco la perplessità del Consigliere Massi. Vogliamo votare? (…) Dunque, io chiedo il rinvio di questo punto alla prossima seduta e quindi pongo ai voti questa richiesta di rinvio. (…) E’ una mia richiesta sulla base di perplessità interpretative di questa nomina, cioè la faccio mia e quindi propongo il rinvio. (…) Però, scusate, a me non piace né perdere tempo né giocare! La Consigliera Rosalba Ortenzi questa mattina, Consigliere Marangoni, mentre lei nemmeno si rendeva conto di questa cosa…(…) Eh, bèh, la tenga lì la scheda votata! (…) Sì, sì, Consigliere Marangoni, se vuole ragione, le dico che stiamo giocando! (…) Benissimo, allora! (…) Marangoni, ma cosa abbiamo votato! Non è finita nemmeno la distribuzione delle schede! Abbia pazienza! Perché, scusate, se il proponente dell’iscrizione d’urgenza mi chiede di rinviare, io, certo, la faccio mia, però decidete voi, la metto in votazione. (…) No, il dibattito è chiuso, la metto in votazione! Comunque la prossima volta prima di iscrivere un punto in via d’urgenza ci penserò dieci volte! Si rispetta l’ordine del giorno!
Consigliera Ortenzi, prego.

Rosalba ORTENZI. Presidente, intanto chiedo all’Aula un po’ di calma, in genere la neve molto soft sistema gli animi, qui invece mi sembra che siamo un po’ agitati peraltro per una cosa sciocca. Voglio dire che è un atto dovuto, il Collegio dei Revisori della Svim si deve nominare. In Commissione la pratica è venuta con carattere d’urgenza perché c’è la scadenza, altrimenti si andrà con i poteri sostitutivi del Presidente, ed a me va benissimo, è stato fatto anche in altre occasioni. Magari non ci sarà stata la solita organizzazione preventiva da parte dei partiti, delle forze di maggioranza e di minoranza, tanto che ci debbono essere, mi pare, tre membri di maggioranza e due di minoranza, ma comunque sia si può fare tranquillamente.
Io allora chiedo con molta pacatezza di riunire un attimo i Capigruppo. (…) Consigliere Marangoni, lei è tanto tranquillo in Commissione, la prego! Lei sa che abbiamo fatto la Commissione, abbiamo detto…(…) E’ colpa mia? Allora cosa devo fare, prendere la cenere e buttarmela sui capelli!

PRESIDENTE. Consigliere Ortenzi, la prego, finisca!

Rosalba ORTENZI. Chiedo ufficialmente che ci si riunisca con i Capigruppo per definire in due minuti questa vicenda. Perché altrimenti c’è la scadenza e si andrebbe ai poteri sostitutivi, che per me, ripeto, può anche andar bene, ma probabilmente per la minoranza non è così.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Sulla proposta di sospensione per vedersi con i Capigruppo sono d’accordo. Però vorrei chiarire una cosa. E voglio venire incontro al Capogruppo Ricci, perché, come dico sempre, siamo sulla terra e quindi sappiamo bene che negli schieramenti ci possono stare problemi.
Volevo cioè segnalare che di tutto il panorama regionale questo è l’unico caso in cui per statuto il Presidente dei revisori spetta alla minoranza.
Allora, ecco, poteva essere un segnale. Consigliere Ricci, ho visto più candidature anche all’interno della maggioranza, e quindi mi rendo conto che ci può stare qualche problema, benissimo, lo comprendiamo in pieno, però si poteva fare la votazione per il presidente e poi se ci sono problemi di designazione si rinvia il resto. Era un segnale per la minoranza, dato che l’unica garanzia che c’è di tutto il panorama regionale è proprio questa della Svim.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Io ho chiesto di poter rinviare perché non succede nulla, è un revisore dei conti della Svim che va nelle mani del Presidente Solazzi.
Questa cosa non era iscritta, la si è voluta iscrivere per forza, ma va bene lo stesso perché c’è una scadenza. Adesso la seconda ipotesi è quella di sospendere un attimo la seduta per vedere se ci si può mettere d’accordo.
So bene quali siano i regolamenti, la presidenza della Svim è della minoranza, tuttavia occorreva aver un po’ colloquiato, parlato, ma questo non è avvenuto.
L’iscrizione d’urgenza di una nomina pregiudica un voto in Aula, non è un’anticipazione o un’iscrizione di una mozione, di una interrogazione o di una legge che hanno un dibattito. Quindi qui anticipi una votazione per cui, ecco, prima di far cadere la penna su un nome pensiamoci un minuto. Per cui o il rinvio, oppure, meglio ancora, una sospensione. Ripeto, non abbiamo anticipato una discussione generale, anticipiamo un voto. E’ per questo che mi sono permesso di intervenire, Consigliere Massi.

PRESIDENTE. Però, Consigliere Ricci, rispetto alla proposta del Consigliere Massi di procedere alla votazione del presidente e di rinviare il resto?

Mirco RICCI. Facciamo così, Presidente, sospendiamo cinque minuti e decidiamo se rinviare o no.

PRESIDENTE. Va bene, la seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle ore 12,50


La seduta riprende alle ore 13,05

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Prego i Consiglieri di rientrare in Aula.
Dopo essermi consultato la proposta di rinvio di questa nomina, se non ci sono perplessità, la do per accolta, altrimenti la pongo in votazione. (…) Siamo d’accordo, bene, allora viene rinviata.


Interrogazione n. 416
del Consigliere Pieroni
“Riconoscimento della struttura Ospedale di Comunità di Arcevia come Casa della Salute”

Interrogazione n. 572
dei Consiglieri Badiali, Giancarli
“Realizzazione della Casa della Salute presso l'Ospedale di Comunità di Arcevia

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 416 del Consigliere Pieroni e l’interrogazione n. 572 dei Consiglieri Badiali, Giancarli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento alle interrogazioni in oggetto si relaziona, distinguendo in due punti, quanto segue.
Punto 1). Con nota del 29 luglio 2011 inviata all'ASUR, il Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali ha attivato una ricognizione conoscitiva finalizzata a censire le Case della salute attualmente operanti e per monitorare il relativo sviluppo organizzativo onde pianificare ed armonizzare un ulteriore avanzamento organizzativo, anche alla luce delle linee guida ministeriali da operarsi con uno specifico atto di indirizzo regionale.
Alla fine di tale percorso sarà quindi possibile individuare tutte le strutture afferenti al modello funzionale Casa della salute attive sul territorio in possesso dei requisiti organizzativi necessari per rispondere ai bisogni di salute, con particolare riferimento a quelli legati alla cronicità.
La Regione Marche, come definito nel Piano sanitario, favorirà lo sviluppo sul territorio delle Case della salute e delle strutture cosiddette intermedie, in quanto negli obiettivi di Piano, ovviamente, rappresentano un ineludibile percorso di adeguamento organizzativo ai nuovi scenari funzionali della sanità nazionale, con i quali i sistemi regionali sanitari dovranno per forza misurarsi e confrontarsi, naturalmente con tempi coerenti alle risorse economiche che si renderanno disponibili e con le modalità basate sulle evidenze di efficacia organizzativa scaturenti dalle esperienze in atto non solo nella regione Marche ma su tutto il panorama nazionale.
Questa risposta tra l’altro è datata in quanto mi risulta che è stata rinnovata la convenzione per quella struttura.
Punto 2). La riorganizzazione in atto del Servizio sanitario regionale prevede che vi sia una revisione dell'intero sistema dell'emergenza-urgenza, con un ulteriore potenziamento delle funzioni, perché è chiaro che se distribuisci meglio la rete i punti dell’emergenza-urgenza vanno rafforzati. E ciò avverrà sulla base di proposte che saranno predisposte dal gruppo di lavoro della cabina di regia che ha già lavorato in questa direzione, che ha prodotto una documentazione già nel 2009 e che ovviamente bisogna aggiornare alla luce del nuovo scenario nazionale, del patto per la salute nazionale e naturalmente allo scenario regionale legato al Piano socio-sanitario.
Va da sé, comunque, che nell’ambito di questa funzione di rafforzamento per quanto riguarda Arcevia vi sia la necessità di potenziarla con la presenza di un medico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziare l’Assessore Mezzolani, intanto perché considero la risposta importante, ma sopratutto perché ho giudicato dai fatti l’attenzione della Regione per questo ospedale. Quanto diceva ora l’Assessore rispetto ad esempio al rinnovo della convenzione con i medici di base, questo atto consente di mantenere una delle caratteristiche fondamentali di questa struttura.
Quando parliamo del diritto alla salute, un diritto definito dalla stessa Costituzione come fondamentale, un diritto riconosciuto, tutelato dalla Repubblica, dobbiamo essere sempre molto cauti ed attenti, perché appunto è il diritto alla vita, un diritto quindi che va garantito a tutti i cittadini, anche a quelli residenti in zone geograficamente disagiate come quelle interne e montane della nostra regione.
Tra l’altro Arcevia dista 37 chilometri dall’ospedale di rete di Senigallia ed è a oltre 30 chilometri da quello di Fabriano. La precedente comunicazione del Presidente Spacca e gli interventi dei colleghi hanno messo in evidenza per esempio il disagio causato dalle nevicate di questi giorni.
Allora se è vero come è vero che il processo di razionalizzazione del sistema sanitario marchigiano, avviato ormai da più di vent’anni, ha portato a riorganizzare l’offerta sanitaria, tra cui anche quella arceviese, ecco, questa riorganizzazione ad esempio ha colto nel caso di Arcevia una specificità prevalente, ovvero quella della necessità della popolazione locale, e quindi questa specificità individuava la costituzione dell’ospedale di comunità.
Quindi è su questo ospedale di comunità e su questa casa della salute che deve essere vivo l’interesse della Regione.
Qui peraltro non chiediamo un reparto di chirurgia o di ginecologia, ma chiediamo servizi poliambulatoriali, distrettuali, casa della salute, ospedale della comunità. Come pure si chiede che nel servizio di potes ci sia la presenza continua del medico per l’intera giornata.
Quindi offrire alla popolazione arceviese, ma non soltanto, dell’Alta valle del Misa quei servizi indispensabili e necessari per garantire la continuità assistenziale, tra l’altro, ripeto, in un contesto geografico sfavorevole.
Quindi grazie Assessore per la risposta ma grazie soprattutto per quello che ha fatto e per quello che vorrà fare per mantenere viva questa struttura sanitaria.


Interrogazione n. 271
del Consigliere Acquaroli
“Testo unico commercio Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 271 del Consigliere Acquaroli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Il Consigliere Acquaroli chiede sostanzialmente che venga ripristinato nel Testo unico del commercio (I.r. 27/2009) il comma 6 dell'articolo 55 concernete la libertà di deroghe domenicali e festive nei comuni turistici finalizzato alla crescita turistica e commerciale per tutta la regione.
Come noto, negli ultimi mesi la normativa statale relativa a tale tematica ha subìto numerosi mutamenti e interventi che debbono essere tenuti nel debito conto nel formulare la presente risposta.
Anzitutto la Regione Marche nell'ambito dell'esercizio di competenza esclusiva regionale in materia di commercio ha disciplinato tutte le materie che rientrano nel settore del commercio, compresi gli orari e le deroghe domenicali e festive.
Come noto il decreto legge n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011, all'articolo 31 (esercizi commerciali), comma 1, ha modificato il testo dell'articolo 3 del d.l. 223/2006, eliminando l'inciso che limitava gli effetti della liberalizzazione degli orari e delle giornate di attività ai soli esercizi commerciali situati nei comuni turistici o individuati come città d'arte.
Tale facoltà deve ora intendersi introdotta in via definitiva nell'ordinamento giuridico, essendo stato eliminato anche l'inciso che attribuiva alla stessa carattere sperimentale.
Conseguentemente, dal 1° gennaio 2012 gli esercizi commerciali e gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande possono svolgere la propria attività senza alcun vincolo di orario e senza l'obbligo di chiusura domenicale e festiva.
Questo anche nel caso in cui le Regioni ed i Comuni non abbiano provveduto ad adeguare le proprie norme in materia, trovando applicazione diretta la disciplina di cui all'articolo 3 del d.l. 223/2006, emanata, come sopra precisato, in materia di competenza legislativa esclusiva dello Stato in tema di tutela della concorrenza .
Tuttavia nell'ultima seduta del mese di gennaio la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha ritenuto chiedere un tavolo di confronto con il Governo (lettera già inviata dal Presidente Errani al Ministro Passera) finalizzato ad una modifica del testo normativo che di fatto faccia rientrare nelle competenze esclusive delle Regioni la materia degli orari, oppure, in alternativa, la possibilità che le Regioni possano regolamentare il proprio territorio tenendo conto di elementi come il rispetto del lavoro, la tutela della salute e dell'ambiente, la salvaguardia del territorio, del paesaggio e del patrimonio culturale.
Parallelamente la Regione Marche ha continuato il percorso di confronto già avviato da tempo con tutti gli attori interessati, Anci, sindacati, associazioni di categorie, associazioni dei consumatori, al fine di addivenire ad una concertazione che possa portare ad un nuovo sistema di deroghe che sia non solo condiviso, ma pienamente rispondente alle aspettative e alle reali esigenze della comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Assessore. La mia interrogazione, ormai datata perché è di oltre un anno fa, voleva porre all’attenzione non solo gli orari, che sicuramente rappresentano una questione importante anche nel dibattito ultraregionale, ma anche la questione dimensionale, si parlava infatti di 250 metri dalla battigia e dal centro storico per i comuni turistici di piccole dimensioni.
Al termine di questa sua risposta, Assessore, che tra l’altro ho sentito poco per il fastidioso brusio che c’è in Aula, mi interessa ribadire che la Regione dovrebbe intervenire nelle sedi competenti per cercare di fare chiarezza, perchè si sono verificate delle questioni abbastanza complesse. Nel comune di Sarnano, ad esempio, in centro devono stare aperte le attività commerciali però le attività storiche, anche quelle di carattere enogastronomiche a ridosso del centro, devono rimanere chiuse. Oppure per il comune di Civitanova Marche il limite di 250 metri dalla battigia rappresenta un elemento distintivo abbastanza strano, perché in una città di quelle dimensioni potrebbero tagliarsi fuori anche metà delle attività commerciali e di ristorazione presenti in quel territorio.
Credo quindi occorra intervenire con un senso, occorre cioè impegnarsi affinché queste discriminanti vengano risolte in maniera equilibrata dalla legge.
Ritengo che la Giunta regionale debba impegnarsi in questa direzione per poter dare delle risposte serie, altrimenti rischiamo di scendere nel ridicolo.


Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 622
del Consigliere Binci
“Avvio ambulatorio autismo adolescenti-adulti Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 622 del Consigliere Binci. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il Progetto "Autismo nelle Marche: verso un progetto di vita" nasce nel 2002 come progetto sperimentale e prevede l'istituzione di due sotto-progetti riguardanti specificatamente: l'istituzione di un "Servizio regionale con funzioni di diagnosi, presa in carico e ricerca dei disturbi generalizzati dello sviluppo in età evolutiva, con particolare attenzione al disturbo autistico (Fano); l'istituzione di servizi per adolescenti adulti con disturbi autistici, ossia il finanziamento di ore aggiuntive concesse ai Centri diurni per mettere a disposizione dell'adulto con autismo un operatore formato.
Successivamente la Giunta regionale con le delibere n.1903/2008 e n. 2075/2009 si è impegnata a realizzare un servizio analogo a quello previsto alla lettera a) per gli adulti avviando un poliambulatorio a Jesi.
Rispetto alla questione sollevata dal Consigliere Binci si informa che questa struttura già nel corso del 2011 si è attivata per ottemperare agli impegni presi dalla Giunta regionale con le suddette delibere, con particolare riferimento all'avvio dell'ambulatorio di Jesi. Infatti si sono svolti numerosi incontri con il Comune di Jesi e la ex Zona territoriale 5 per concertare le azioni da porre in essere per completare anche la struttura residenziale a Jesi che avrebbe ospitato soggetti autistici, tenendo conto che all'inizio del 2011 si è appurato che il capitolo, a carico del quale era stato preso l'impegno di euro 400 mila, era stato depennato e che veniva aperto un analogo ambulatorio da parte dell'Istituto Santo Stefano.
Attualmente si sta procedendo a recuperare i fondi non utilizzati dalle Province per il Progetto autismo per un importo pari ad 1 milione di euro circa. Con questo stanziamento si provvederà a consolidare l'ambulatorio a Fano, ad avviare l'ambulatorio per soggetti adulti di Jesi e concludere il cofinanziamento della struttura residenziale ormai prossima al completamento da parte del Comune di Jesi.
A tal proposito lo scorso 1° febbraio si è svolto un incontro con i due gruppi di lavoro dei sotto-progetti Età evolutiva ed Età adulta per informarli circa le azioni che la struttura stessa del divertimento intende porre in essere per dare al Progetto autismo una valenza di carattere regionale.
Tale progettualità dovrà poi essere concretizzata con un atto deliberativo che, accanto ai due ambulatori specialistici, preveda ulteriori servizi di sostegno per le famiglie nell'intero percorso di vita del familiare autistico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio l’Assessore per la risposta, con cui però è stato confermato che ancora gli impegni presi nel 2002 e riproposti all’interno del Piano socio-sanitario devono partire.
Le due delibere della sanità intendevano mettere fine alla gravissima situazione in cui da anni si trovano a vivere le famiglie con figli autistici adulti, esse prevedevano l’apertura dell’ambulatorio e della struttura residenziale. Addirittura l’ambulatorio era stato annunciato dall’Assessorato alla stampa nel 2009 come aperto. Oggi siamo nel 2012 ma ancora non si riesce a farlo partire.
Si sono dunque persi 400 mila euro di finanziamenti per il progetto stesso, o meglio, sono stati utilizzati per altre iniziative.
Voglio comunque evidenziare perché il nostro Piano sanitario prevede un ambulatorio autismo per gli adolescenti e adulti e una struttura residenziale.
Le stesse associazioni nazionali dei genitori dei soggetti autistici Marche hanno più volte denunciato che, ad esempio, quando i genitori devono andare a fare visite specialistiche presso gli ospedali oppure quando devono gestire le forme autistiche dei loro figli rispetto all’aggressività, rispetto alle modalità di inserimento sociale, rispetto ai programmi rieducativi nei centri educativi, ecc., manca un punto di riferimento per gli adulti. E ad oggi i genitori di persone autistiche adulte continuano a non sapere a chi rivolgersi per le diagnosi, per le terapie, per i progetti riabilitativi, per le emergenze.
E’ pertanto necessario che ai pazienti adulti con autismo siano garantiti i doverosi controlli e la presa in carico.
Chiedo all’Assessore, visto che ha detto che c’è l’impegno di trovare risorse e che c’è l’intenzione di partire, ecco, che questa partenza sia effettiva, che questo centro venga aperto. E che venga aperto sia il diurno che il residenziale, perché il residenziale può servire come sostegno e sollievo per le famiglie. Può accadere, ad esempio, che i genitori devono ricoverarsi e quindi non sanno dove poter alloggiare o far seguire in maniera adeguata i propri ragazzi.
Sono inoltre preoccupato di quella parte della risposta in cui si dice che i fondi recuperati andranno in parte al centro di Fano, ma il centro di Fano è già finanziato. Quindi chiedo che primariamente si attivi un ambulatorio per le persone autistiche adulte e una struttura residenziale, che parta magari con pochi posti, per il sollievo alle famiglie. Affinchè per tutto il territorio regionale, parimenti al centro di Fano che è un centro di riferimento per le persone autistiche in età evolutiva, ci sia anche un riferimento per le persone autistiche in età adulta.


Interrogazione n. 321
del Consigliere Zaffini
“Programma Domotica distretto tecnologico nelle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 321del Consigliere Zaffini. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Questa interrogazione è molto articolata in quanto richiama alcuni approfondimenti sulla strategia di politiche strutturali e di ricerca verso l’Europa e poi fa una focalizzazione rispetto a un progetto che ci sta particolarmente a cuore, ovvero il progetto “casa intelligente per gli anziani”.
Brevissimamente, ricapitolando, si fa riferimento al progetto Jade, finanziato nell’ambito del VII programma quadro di ricerche e sviluppo e che praticamente dà attuazione all’agenda di Lisbona, che si inserisce in una serie di iniziative e finanziamenti comunitari volti a costruire un insieme delle migliori pratiche e di nuove relazioni tra partner scientifici e industriali a livello europeo. Jade è promosso e coordinato dalla Regione con il supporto tecnico e organizzativo di Svim. Il progetto consente di rafforzare la ricerca in tutta l’area tecnologica della nostra regione e di creare una rete di piattaforme con altri contesti europei nella logica che riguarda la longevità attiva; un tema che la Regione Marche ha scelto come fondamentale per il proprio programma di governo, ovvero l’invecchiamento attivo degli anziani, aiutarli cioè a vivere in maniera autonoma e autosufficiente la fase della quarta età.
In questo senso è in corso un lavoro che coinvolge quattro Paesi, Turchia, Finlandia, la regione del Kent in Gran Bretagna, la regione di Grenoble in Francia e naturalmente la nostra regione attraverso le specificità che essa possiede sulla problematica dell’invecchiamento.
La cosa è particolarmente importante perché, come sapete, l’Unione europea ha deciso di dedicare l’anno 2012 – l’Unione europea dedica ogni anno solare a un tema particolare – all’active ageing, ovvero al tema dell’invecchiamento attivo, su cui appunto noi ci proponiamo come capofila e quindi abbiamo un’attenzione particolare anche all’Unione europea.
Il progetto Iktmed, invece, è finanziato nell’ambito del programma Med, vuole contribuire a promuovere politiche innovative di finanziamento a favore di piccole e medie imprese dell’area mediterranea, ed anche qui nel settore della ricerca e dell’innovazione. Opera soprattutto nel campo della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico, promuove la formazione professionale, personale qualificato da impiegare nelle piccole e medie imprese in una logica di maggiore competitività delle stesse.
Il terzo progetto che viene citato nell’interrogazione, Wide, anch’esso finanziato nell’ambito del progetto Med, ha come obiettivo di potenziare la capacità di innovazione nelle micro e piccole imprese attraverso la cooperazione strategica tra soggetti pubblici e privati.
In tutto questo come ci siamo inseriti nell’ambito di questa strategia volta al tema della longevità attiva? Sapete quali sono le altre cose che stiamo facendo. L’investimento fatto sul nuovo ospedale Inrca che verrà realizzato nell’area di confine tra Osimo, Ancona e Camerano nasce proprio in questa strategia finalizzata a sviluppare il tema della longevità attiva. Quindi a chiamare l’Inrca a svolgere questa nuova missione, cercando delle applicazioni in termini di nuova ricerca e nuove conoscenze per rendere gli anziani più autonomi, per dare una migliore qualità della vita attraverso il fattore sanitario.
Ma accanto all’Inrca nasce anche Italia longeva. Nello stesso immobile c’è la parte sanitaria dell’Ospedale Inrca ma c’è anche Italia longeva che cura tutto quello che sanitario non è. Ovvero tutto quello che appartiene allo stile di vita, all’alimentazione, agli aspetti di carattere psicologico, all’housing sociale, all’architettura. Cosicchè da definire degli standard. Standard che ad oggi non esistono in quanto la quarta età è ancora un tema sconosciuto, l’allungamento della vita è un fenomeno di recente acquisizione.
Pertanto quel periodo che in passato veniva considerato una malattia oggi viene percepito come una fase normale della vita di una persona in cui si perdono alcune facoltà ma altre se ne preservano. Per cui ci può essere un aiuto all’anziano attraverso formule esterne affinché possa rendersi autonomo.
Inutile sottolineare quanto sia importante questo aspetto, esso significa, infatti, anche un intervento sul welfare, perché appunto un anziano autonomo gravando molto meno sulla spesa sanitaria potrà avere migliori performance in termini di qualità esistenziali.
Oltre a questi aspetti, come stile di vita, alimentazione, aspetti di carattere organizzativo e psicologico, un’edilizia rivolta alle sue condizioni di vita, al fatto cioè che molti anziani si organizzano autonomamente per vivere insieme, quindi housing sociale, stili architettonici, impiantistica delle strutture, c’è anche un altro tema, quello delle applicazioni industriali finalizzate alla longevità attiva.
In tutto il mondo questo tema sta diventando anche un business particolarmente seguito. Le più grandi strutture industriali del sistema globale stanno investendo molto sull’attività di questa ricerca, ottenendo anche risultati molto buoni. Ci sono esperimenti già esistenti, ma che devono essere portati a livello di utilizzazione, nel senso che sono prototipi particolarmente utili ma che hanno un valore economico molto elevato, per cui non riescono ancora a trovare la possibilità di diffusione sul piano dei consumi generali perché, appunto, costano troppo, e quindi vi è la necessità di trovare delle formule industriali per poterli applicare. Faccio degli esempi concreti. I piloti di caccia utilizzano degli occhiali che durante le loro missioni li aiuta a guidare sia il velivolo sia a puntare il bersaglio. Ecco, questi stessi occhiali potrebbero essere utilizzati da anziani o persone disabili per accendere o spegnere le luci, per accendere o spegnere le radio, le televisioni, gli elettrodomestici. Altro esempio sono quei tappeti che nel momento in cui una persona cade lanciano un segnale al 118 o a un’altra organizzazione collegata che a quel punto chiama a casa per sapere se la caduta è accidentale oppure se è dovuta a un’altra motivazione.
Questi sono dunque alcuni esempi che ci hanno portato all’oggetto dell’interrogazione del Consigliere Zaffini. Cioè noi accanto a tutto il resto abbiamo avviato un progetto, quello cioè di realizzare un prototipo di casa domotica, dove queste applicazioni trovano possibilità di utilizzo, che passa attraverso un metodo, il cosiddetto progetto Apollo. Ossia, le risorse che abbiamo accantonato, 4 milioni di euro, le mettiamo a disposizione di piccole imprese o di quelle fortemente innovative della nostra regione attraverso dei bandi che sono in grado di trasferire queste idee in applicazioni industriali concrete, sia nel campo dell’impiantistica, sia nel campo dell’edilizia, dell’idraulica, dell’elettronica, dell’informatica, della meccanica, insomma, in ogni settore. (…) Sì, il risparmio energetico, ma questo lo diamo per scontato perché ormai è un tema quotidiano.

PRESIDENTE. Presidente, mi scusi, ma i tempi sono quelli che sono, grazie.

Gian Mario SPACCA. Termino Presidente. Come funziona allora la procedura con la massima trasparenza? Il soggetto che gestisce questo intervento è l’Inrca, che quindi gestisce tutta la procedura amministrativa che fa riferimento a questo intervento. L’Inrca ha creato un gruppo di supertecnici esperti in materia. Sono state selezionate tre persone – vi invito ad andare a vedere i curriculum –, che sono al top a livello nazionale, sono ad un grande livello di conoscenza di questo problema, che costruiranno i bandi per invitare le nostre imprese secondo il metodo del progetto Apollo. Perché appunto il progetto Apollo è stato costruito con questa logica, cioè, venivano fatti dei bandi, servivano dei materiali speciali e chi era in grado di costruirli li proponeva, e così nascevano delle cose che non esistevano prima.
Quindi è un forte stimolo a tutto il tessuto produttivo regionale sul tema dell’innovazione, che non nasce attraverso i soliti contributi a pioggia, che non nasce attraverso le solite formule, bensì con una originalità che crediamo sia particolarmente interessante anche dal punto di vista dell’approfondimento della politica industriale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Il Presidente Spacca dovrebbe quasi ringraziarmi per avergli dato l’opportunità di farsi uno spot su questo tema. Comunque qualcosa dirò anch’io.
Chiaramente questo sforzo di creare l’innovazione in questo settore, che ci può vedere protagonisti, è tutto bello, meritorio e positivo. Ma secondo me il problema è quello dei tempi, l’economia non aspetta. Abbiamo una previsione del Pil per le Marche che purtroppo ci vede un po’ allontanarci da quello delle regioni del nord.
Per cui tutto quello che è in piedi deve essere assolutamente accelerato al massimo, è dovere della Regione curare l’economia in un momento così difficile.
Andando alla questione dell’Inrca io non la conoscevo, nei documenti in mio possesso non compare da nessuna parte. Però vedo che dietro a questo distretto della domotica c’è quella che possiamo chiamare la lobby fabrianese. Ad esempio non ci sono espansioni nel pesarese dove comunque è fortemente insediata l’industria del mobile. Ecco, io questo lo vedo come una carenza, una disattenzione nel comprendere le Marche in ogni sua realtà industriale; effettivamente le ditte comparse un anno fa sui giornali, come Home Lab, sono prevalentemente del distretto fabrianese.
Non ho niente in contrario, però, ripeto, ciò che chiedo è celerità in questo momento così drammatico per la nostra economia, come pure un’attenzione anche per la parte che riguarda la casa e il settore del mobile. Noi qui ad esempio abbiamo avuto molta più attenzione per la Fincantieri, molte volte presente in quest’Aula, mentre per altre realtà che hanno avuto anch’esse la cantieristica massacrata c’è stato silenzio da parte della Regione.
Auspico quindi ci sia velocità per tutti questi progetti in corsa, che non rimangano solo sulla carta, che appunto in questo momento è la cosa più importante.


Interrogazione n. 352
del Consigliere Zinni
“Riconferma del dr. XY all'incarico di Direttore amministrativo ARPAM”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 352 del Consigliere Zinni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 433
del Consigliere Giancarli
“Imposta regionale sulle concessioni del demanio marittimo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 433 del Consigliere Giancarli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La competenza è distribuita con altri due colleghi, l’Assessore Moroder per il turismo e l’Assessore Viventi per la competenza porto, aeroporto, interporto.
La questione relativa all'imposta regionale sulle concessioni del demanio marittimo, a nostro avviso, non è esposta nell'interrogazione in maniera aggiornata.
Infatti dovrebbe preliminarmente precisarsi che sull'argomento nessun contenzioso formale vi è stato né di fatto può esserci tra Regione Marche e l’Autorità portuale di Ancona. Ciò per il semplice fatto che nei limiti dei rispettivi ambiti di autonomia riconosciuti dall'ordinamento ciascun ente esplica le proprie prerogative senza possibilità di reciproche interferenze.
Quindi l’Autorità portuale si è fatta avvocato di un diritto non potendone gestire responsabilmente la possibilità. Questo ovviamente ha peggiorato le cose, perché ha indotto i potenziali pagatori di questo canone in una illusione. Ma non stava nel potere dell’Autorità portuale disporre di questo elemento.
Appare utile precisare che come la Regione non può effettuare, né ha mai effettuato alcun sindacato sulla congruità dei canoni applicati (alle Autorità portuali è concesso di aumentare, in base a criteri autonomamente determinati, i canoni di alcune tipologie di concessioni), altrettanto vale per l'Autorità portuale che non ha nessun titolo per contestare l’an e il quantum dell'imposta.
Quindi di nessun contenzioso con l'Autorità portuale può parlarsi, ma semmai di scarsa collaborazione e correttezza fragile nei rapporti istituzionali dell'Autorità, che di fatto ha indotto i concessionari a ritenere non dovuta un’imposta introdotta dalla Regione a partire dal 2008 e autorizzata con legge dello Stato fin dal 1970 (legge n. 281).
Circa l'aggravio degli oneri delle imprese che operano nel territorio di competenza dell'Autorità portuale, è singolare che la questione sia stata posta solo in sede di applicazione dell'imposta regionale, pari ad appena il 10% dei canoni, e non in sede di determinazione dei canoni stessi, per i quali alcune Autorità portuali applicano maggiorazioni fino al 200% rispetto alle tariffe base fissate con legge. In altre parole l’Autorità portuale si fa avvocato dei potenziali pagatori quando si tratta di tariffe altrui e particolarmente esosa quando si tratta di tariffe proprie.
La questione dello sviluppo dell'area portuale, argomento che interessa indubbiamente anche la Regione, sembra per tale motivo tirato in ballo in modo ampiamente strumentale.
Sulla maggiorazione dei canoni concretamente praticata dall'Autorità portuale di Ancona, peraltro, la Regione ha inoltrato una formale richiesta di accesso agli atti ai fini della piena conoscenza del fenomeno e della resistenza in giudizio avverso ricorsi nel frattempo presentati.
Circa la possibilità di "condonare" l'evasione oggetto di accertamento, occorre ricordare che ciò non rientra nella disponibilità della Regione. I princìpi generali in materia tributaria, infatti, sono tutti posti con leggi dello Stato e, pena precise responsabilità contabili, qualsiasi intervento retroattivo, anche di rango legislativo, risulta precluso. Da questo punto di vista ci sono delle direttive e delle disposizioni precise del Ministero dell’economia che raggruppa le finanze e il bilancio.
Ferma restando la facoltà della Regione di rideterminare con legge, per il futuro, i presupposti dell'imposta, che in tempi di ricerca affannosa di risorse sinceramente mi sembra piuttosto difficoltoso, si ritiene che allo stato attuale non si possa trovare composizione diversa dalla sua sede naturale che è quella della giurisdizione tributaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio l’Assessore Marcolini e faccio miei i suoi termini, quindi non parlerò più di contenzioso bensì di fragile correttezza, un termine che convince, e di scarsa collaborazione, credo infatti che nel momento in cui viene avviata una procedura di accesso agli atti siamo, appunto, in un evidente stato di scarsa collaborazione.
Ma non è questo quello che interessa a me e neppure all’Assessore. Infatti concordiamo su un punto fondamentale, ossia che il porto di Ancona ha un grande valore, è una grande entità economica, è un porto internazionale. Su questo, quindi, so che non è venuta mai meno, e non verrà mai meno, l’attenzione della Regione Marche.
Dobbiamo fare in modo che i nostri provvedimenti, sia quelli di carattere infrastrutturale sia quelli di carattere finanziari sia quelli di carattere industriale, vadano nella direzione del rafforzamento del porto. Un porto che non è soltanto il porto internazionale di Ancona, non è soltanto il porto delle Marche, ma sta dentro quel progetto più ampio su cui la Regione sta lavorando anche con grandi risultati, come quello della Macroregione Adriatico-Jonica.
Ecco, questo aspetto delicato finanziario credo vada visto dentro questa ragione di carattere più generale. E quindi bisogna lavorare ancora per continuare a far crescere questo nostro porto. Grazie Assessore.


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Interrogazione n. 463
del Consigliere Marangoni
“Residence Adriatica 81 in comune di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 463 del Consigliere Marangoni. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marconi.

Luca MARCONI. L’interrogazione riguarda informazioni relativamente al residence Adriatica 81 in comune di Fano in cui viene messo in evidenza uno stato di degrado causato dalla presenza di persone di origine straniera.
Abbiamo chiesto informazioni al Comune di Fano il quale ha comunicato che per questa struttura ad oggi non si è avuta alcuna segnalazione né di disagio sociale né di ordine pubblico.
Chiaramente la Regione non ha una competenza diretta riguardo a questo. E all’interrogante ribadisco che anche la questione relativa al ripristino della legalità non compete alla Regione bensì credo competa alle Autorità di pubblica sicurezza.
Però, ripeto, anche questa mattina ho sentito uno degli assessori della giunta del Comune di Fano che verbalmente mi forniva questo tipo di informazione.
Per quanto invece riguarda gli interventi in merito all’immigrazione, questo sì di nostra competenza, la Regione attraverso un’apposita legge distribuisce dei fondi in un piano regionale che vengono assegnati agli Ambiti. Ma per questi né l’Ambito né il Comune di Fano hanno sviluppato progetti specifici, perché per quella zona – volendo fare un paragone, direi improprio sia per quantità che per dimensione del fenomeno, con l’hotel House di Porto Recanati – non si sono mai avute segnalazioni precise. Una parte di questa comunità sembra essere prevalentemente di origine senegalese, però, ripeto, non ci sono segnalazioni particolari. Peraltro i numeri di questa residenza non sono così significativi e la residenza stessa non sembra essere stabilmente occupata da stranieri.
Comunque, ripeto, il fatto che sia occupata anche da stranieri a detta dal Comune questo non ha prodotto e non sta producendo alcun danno né sociale né all’ordine pubblico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie, Assessore, per la risposta. Prendo però atto che il Comune di Fano non c’è, è assente, non sa nulla, e ha comunicato alla Regione. Invito allora i Consiglieri colleghi di Fano qui presenti ad attivarsi presso i colleghi del Comune. Perché io, invece, ho ampia documentazione di questa situazione di lettere inviate da cittadini fanesi al Comune di Fano, che evidentemente non le ha trovate, forse, non lo so, le avrà perse. E mi pare che ci siano anche esposti verso l’Autorità giudiziaria.
Quindi invito i colleghi ad attivarsi, perché lì c’è una stanzialità di una comunità senegalese che ha reso difficilissima la vita ai proprietari italiani che appunto sono in grave difficoltà. Ecco perché mi sono attivato io che peraltro sono di fuori provincia.

Mozione n. 238
del Consigliere Marangoni
“Massacri di cristiani in Nigeria ed emergenza sfollati”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come d’accordo passiamo ora alla mozione n. 238 del Consigliere Marangoni, che ha la parola per illustrarla.

Enzo MARANGONI. Ho presentato questa mozione, sulla quale chiedo e auspico ci sia un voto unanime, a seguito della strage in Nigeria che è iniziata a Natale e che ha causato, mi pare, 35 morti e che poi è proseguita in vari momenti (162 morti a gennaio) da parte di gruppi che fanno capo ad Al Qaeda.
Questi estremisti islamici stanno davvero massacrando i cristiani, ripeto, ci sono centinaia e centinaia di morti. Quindi c’è un esodo di migliaia di persone che dal nord della Nigeria si stanno spostando verso il sud che sembra essere relativamente più tranquillo.
Sono fenomeni che riguardano soprattutto i cristiani, perché è in atto una vera e propria pulizia etnica e religiosa di tipo sistematico e organizzato, ma riguardano anche i leader mussulmani più moderati, tanto è vero che è stata assaltata persino una moschea affollata di fedeli non estremisti.
Ritengo ci debba essere un impegno, per quel poco che possiamo fare come Regione, della Giunta regionale “a richiedere al Governo nazionale, in particolare al Ministro degli Esteri, ogni azione in difesa dei diritti umani dei cristiani e dei fedeli non estremisti di altre religioni della Nigeria” inoltre “a sollecitare il Governo nazionale affinché sensibilizzi l'Unione europea a promuovere azioni a livello internazionale per fronteggiare l'emergenza umanitaria dei profughi”.
Chiedo su questo una sensibilità da parte di tutti i Gruppi a votare all’unanimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Una mozione simile l’ho presentata anch’io circa un anno fa intitolata “Cristianofobia”, che è sicuramente per riportare all’attenzione temi così importanti.
Io mi voglio però agganciare a noto cantante e giocoliere Celentano che durante le sue ultime esibizioni televisive ha attaccato il quotidiano Avvenire, ovvero quell’unico organo di stampa che dà notizie di questa cristianofobia, di questo comportamento anticristiano perpetrato con azioni veramente violente in tutte le parti del mondo, in altri giornali, infatti, compare solo nelle ultime pagine.
Avvenire sicuramente nei confronti della Lega non è che ha predisposizioni particolari, mentre noi, comunque, siamo molto aperti proprio perché comprendiamo quanto sia importante difendere il cristianesimo nel mondo.
Un tema dunque che si inserisce in questa mozione, che appunto è un’attenzione nei confronti anche dei media che danno notizie di queste azioni così violente verso la cristianità e che spesso vengono trascurate dagli altri organi di stampa.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento pongo in votazione la mozione n. 238.

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 559
dei Consiglieri Eusebi, Acacia Scarpetti
“Delibera del Consiglio regionale n. 152/2010”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 559 dei Consiglieri Eusebi, Acacia Scarpetti. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. I Consiglieri regionali del Gruppo assembleare Italia dei Valori, Paolo Eusebi e Luca Acacia Scarpetti, interrogano il Presidente e la Giunta regionale per sapere se si intenda sanare l'irregolarità con cui è stato approvato il Piano del Parco naturale regionale del Monte San Bartolo; a tal fine essi suggeriscono la pubblicazione della tavola C1 del Piano del Parco senza tener conto della prescrizione n. 3 approvata dall'Assemblea legislativa delle Marche con deliberazione n. 152 del 2 febbraio 2010, inerente il tema della sentieristica nel territorio del parco.
Gli interroganti considerano irregolare e illegittima tale prescrizione, ritenendola una vera e propria "invenzione" della Regione Marche che esprime una mera volontà di attuare una forma di ostruzionismo riguardo la sentieristica del parco.
Vengono citate norme statali e regionali in vigore, piani di altri parchi naturali regionali, comunicazioni di privati cittadini e di soggetti pubblici e viene fatto richiamo ad un parere legale espresso nel 2005 dalla Regione Marche.
E' prioritario innanzitutto segnalare che, con decreto del dirigente della Posizione di Funzione "Sistema aree protette, Rete escursionistica regionale ed educazione ambientale" n. 86/APP del 30 novembre 2011, è stata autorizzata la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Marche del Piano del Parco naturale del Monte San Bartolo, in quanto conformatosi alle prescrizioni dettate dalla deliberazione amministrativa n. 152 del 2 febbraio 2010. La pubblicazione è avvenuta il 12 dicembre u.s. sul Bollettino ufficiale della Regione Marche n. 104.
E' inoltre stata già presentata una specifica proposta di modifica (la n. 35/11), depositata sin dal mese di settembre scorso e tuttora giacente presso la quarta Commissione assembleare permanente.
Entrando nel merito dell'interrogazione si precisa che la prescrizione n. 3:
- al pari delle altre discende dalla verifica di conformità, condotta ai. sensi dell'articolo 15 comma 6 della legge regionale 28 aprile 1994 n. 15, la quale accerta che il piano sia in linea con le disposizioni normative e programmatiche vigenti;
- risulta suddivisa in otto punti, ciascuno dei quali si articola in due segmenti: la motivazione e la conseguente disposizione;
- risponde a molteplici esigenze poiché non investe unicamente agli aspetti riguardanti la senti eristica, ma va oltre, coniugandoli con quelli finalizzati a tutelare il prezioso territorio del parco. In particolare essa è volta a: evitare, così come del resto già accade in tutto il territorio regionale, il danneggiamento della flora tutelata da un'altra importantissima legge regionale, la n. 52 del 30 dicembre 1974 che reca provvedimenti per gli ambienti naturali; salvaguardare gli assetti geomorfologici; tutelare la fauna selvatica di particolare pregio.
Il rispetto di questi valori appare ancor più importante in un'area divenuta parco regionale, in cui gli obiettivi sono proprio quelli della conservazione della natura e delle sue risorse. Non si tratta quindi di una forma di ostruzionismo alla sentieristica.
Altra esigenza contenuta nella prescrizione è quella di favorire la condivisione tra Ente parco e le Proprietà sia riguardo il tracciato del sentiero che sulla sua manutenzione, evitando di trascinare ulteriormente il Parco e la stessa Regione in un contenzioso che, su tale tema, è già piuttosto consistente.
Anche la legge regionale 2/2010 è in linea con quanto sopra espresso in ordine al rapporto con le proprietà (siano pubbliche o private); questa norma regionale infatti prescrive all'articolo 4 che l'iscrizione al Catasto della rete escursionistica delle Marche avvenga previa produzione, da parte del proponente, della documentazione relativa alla proprietà della viabilità.
In tal senso l'accordo menzionato nella prescrizione n. 3 della deliberazione amministrativa n. 152/10 è prerogativa necessaria per cartografare il sentiero sulle tavole di piano e per garantire, sotto un profilo squisitamente operativo, una corretta fruizione pubblica della rete sentieristica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Intanto sgombriamo subito il campo da un apparente imbarazzo che ci potrebbe essere per il fatto che due Consiglieri di un partito contestano un atto di un assessorato dello stesso partito. Non è così, l’atto che formalmente con l’interrogazione abbiamo contestato si riferisce alla precedente legislatura quando c’era un altro assessore e addirittura un altro dirigente.
La risposta data dall’Assessore Donati non fa che confermare la puntualità e l’opportunità dell’interrogazione presentata. La risposta, infatti, è uno slalom tra le norme esistenti al negativo. Cioè tutti gli obblighi e gli scopi, sia di diritto che morali, che un ente parco dovrebbe assolvere sono stati puntualmente sviati. E prova ne è che i dirigenti non hanno confrontato quello che noi abbiamo chiesto, cioè le norme applicate in quel parco rispetto agli altri tre parchi regionali.
Sono contento che sia rientrato in Aula il Presidente Spacca, perché, giustamente, in questo periodo ha come priorità delle priorità l’occupazione. Bene, le faccio presente che in una piovosa Pasqua di qualche anno fa quella poca sentieristica che si era riusciti a recuperare negli ultimi cinque anni ha creato un indotto solo per una gara sportiva di 1.100 partecipanti.
A volte la Regione, le Province e i Comuni spendono ingenti somme per aver presenze turistiche ed iniziative, con risultati a volte buoni e a volte mediocri, qui con il nulla, con una semplice ripulitura di pochi chilometri di sentieri, considerata la loro bellezza e suggestione perché sono un punto tra i più belli della costa marchigiana, è stato creato un indotto notevole.
Faccio solo un riferimento. Nell’ente Parco del Conero le norme di piano dicono che basta comunicare al proprietario il fatto che tu ente Regione vuoi fare una sentieristica nella sentieristica esistente storicamente, lo si fa cioè con una semplice comunicazione.
Per il parco del San Bartolo, invece, si sono cambiate proprio le regole del diritto, i tre livelli di strade pubbliche, vicinali con servitù pubblica e private, sono state disconosciute. L’Ente aveva previsto qualche segmento di sentiero nelle strade vicinali a servitù pubblica, bene, questo è possibile solo per quel parco e non negli altri tre e non nelle altre nove aree protette, solo previo accordo con i cittadini. E’ come se un sindaco individuasse la necessità di fare un asilo o un ospedale e dovesse prima avere l’assenso dalla città.
In verità quella risposta che lei ha dato contiene l’indicazione di un consigliere regionale di area PD dove voleva appunto modificarla, quasi a giustificare il fatto che: “ok, ci è scappata, però qualcuno provvederà”.
Mi dispiace, è una pagina triste, fa perdere tempo alle istituzioni e non depone nella direzione che si è prefissata una legge specifica.
Quindi speriamo che lei, che è il nuovo Assessore al settore, insieme agli altri componenti della quarta Commissione, si adoperi per riempire questa diseguaglianza. Una diseguaglianza che colpisce tutti, ma in primis l’ambiente, perché non ne rende per niente fruibile il suo contesto.

PRESIDENTE. Con questa interrogazione si concludono i nostri lavori. Ci vediamo martedì prossimo. Buona giornata.

La seduta termina alle ore 14,10