Resoconto della seduta n.71 del 06/03/2012
SEDUTA N. 71 DEL 6 MARZO 2012


La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale delle seduta n. 70 del 28 febbraio 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 179 in data 29 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alle leggi regionali: 20 gennaio 1997, n.15 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti soldi) e 28 luglio, n. 18 (Assestamento del bilancio 2009)”, assegnata alla II Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4 della legge regionale 10 aprile 2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 286 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Eusebi, Traversini, Bucciarelli “Liberalizzazioni attività commerciali”;
- n. 287 del Consigliere Zaffini “Invito al Ministro dell'Economia a relazionare sullo stato di attuazione del federalismo fiscale”;
- n. 288 dei Consiglieri Massi, Ciriaci, Acquaroli, Zinni, Carloni, Foschi, Marinelli, Bugaro, Natali “Danni causati dalle eccezionali nevicate verificatesi dal 3 al 12 febbraio: ricognizione danni e aiuti economici alle imprese produttive e commerciali”;
- n. 289 dei Consiglieri Ricci, Badiali, Busilacchi, Giancarli, Perazzoli, Traversini “Organizzazione funzionale delle sedi di Area vasta”.
Hanno chiesto congedo il Presidente della Giunta Spacca, l’Assessore Moroder e i Consiglieri Latini e Silvetti.

Diamo inizio alla trattazione dell'ordine del giorno, prima però voglio salutare, a nome mio personale e dell'intera Assemblea legislativa, gli studenti e gli insegnanti della Scuola media Tacchi Venturi di San Severino Marche, classi III C e III E. A loro va il nostro ringraziamento per aver voluto farci visita ed assistere ai lavori dell'Assemblea.


Sull'ordine dei lavori e ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Acquaroli, ne ha facoltà.

Francesco ACQUAROLI. Chiedo l'anticipo come primo punto dell'ordine del giorno dell'interrogazione n. 643 poiché tra il pubblico in Aula ci sono ospiti ad essa interessati.

PRESIDENTE. Personalmente non ho problemi, se l'Aula è d'accordo possiamo dare per accolta la richiesta di trattazione come primo punto.

Ha chiesto la parola la Consigliera Ciriaci, ne ha facoltà

Graziella CIRIACI. Ritiro l'interrogazione n. 560 “Informazioni circa l'applicazione richiesta dal decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, articolo 35” in quanto con legge nazionale sono uscite nuove direttive e quindi ritengo non sia più discutibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Nella seduta scorsa, Presidente, avevo chiesto all'Assessore Viventi di relazionare sulla questione dell'insabbiamento del porto di Fano, in quanto ancora una volta, dopo un dragaggio parziale, il problema si è riproposto.
Quindi, ecco, chiedo di riferire – seppure non veda l'Assessore in Aula - su ciò che sta accadendo. In quella zonale attività commerciali, economiche e turistiche della città, come pure la stessa incolumità dei pescatori, sono a serio rischio,
Mi auguro che l'Assessore rientri in Aula e riferisca su questa grave situazione.

PRESIDENTE. Va bene. Grazie Consigliere D'Anna.


Interrogazione n. 643
del Consigliere Acquaroli
“Struttura ospedaliera Santa Lucia di Recanati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Ora, come d'accordo, trattiamo l’interrogazione n. 643 del Consigliere Acquaroli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Relativamente all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiedono delucidazioni in merito all'offerta sanitaria attualmente erogata nella truttura ospedaliera Santa Lucia di Recanati e della programmazione dei servizi all'interno del predetto nosocomio, si chiarisce quanto di seguito.
Già da tempo nella predetta struttura recanatese sono stati attivati 2 posti letto di lungodegenza e si sta lavorando per rendere operativi, nelle prossime settimane, ulteriori 24 posti letto della medesima fattispecie, così da avere a disposizione dell'utenza un totale complessivo di 26 posti letto di lungodegenza.
Per quanto riguarda i posti letto dell'U.O. di Pediatria si precisa che gli stessi sono stati condivisi con quelli dell'U.O. di Ostetricia, perché gli indicatori di utilizzo delle U.O. erano estremamente ridotti con conseguente utilizzo inappropriato di risorse umane (infermieri ed OSS) e diminuzione dei livelli di assistenza.
La decisione di chiudere il punto nascita consegue alla disposizione che la Regione Marche ha previsto con dgrm n. 1088 del 25 luglio 2011 e n. 1405 del 24 ottobre 2011 al fine di rispettare le indicazioni nazionali impartite dal Ministero con le "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo" approvate il 16 dicembre 2010 in sede di Conferenza Unificata Governo, Regioni, Provincie Autonome, Associazioni territoriali.
Voglio ricordare al Consigliere Acquaroli che tali direttive emanate dal Ministero sono ancor più restrittive, e che la Regione Marche ha ridotto il numero portando alla chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti, mentre le indicazioni nazionali sono di gran lunga più ampie. Poi naturalmente questo dovrà proseguire in un'azione diluita progressivamente nel tempo. Vale a dire che oggi chiudono i punti nascita sotto i 500 posti letto, ma stando alle indicazioni di carattere nazionale saremo costretti più avanti ad affrontare anche il tema dei punti nascita con posti letto superiori ai 500.
In merito al terzo quesito, ove si chiedono le ragioni che abbiano portato ad una promozione dell'Unità Operativa di Civitanova Marche e ad un corrispondente declassamento dell'Unità Operativa di Recanati, si precisa che l'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia della ex Zona Territoriale n. 8 di Civitanova è unica ed è e dislocata su due stabilimenti ospedalieri: quello di Civitanova e quello di Recanati, componenti il Presidio Ospedaliero unificato della ex Zona Territoriale ora confluito nel Presidio Ospedaliero di Area Vasta.
L'organizzazione, quindi, prevede un solo Direttore di Unità Operativa Complessa, che risulta responsabile delle due strutture.
Inoltre, si tiene a precisare che i dati di attività degli Ospedali Riuniti di Jesi e dell'Ospedale Civile Santa Lucia di Recanati, calcolati secondo i parametri di cui al punto 1 dell'allegato B della predetta deliberazione, così come evidenziati nella tabella allegata,e di cui alla determina ASUR/DG n. 1076 dell'1 dicembre 2011, fanno emergere delle notevoli differenze di attività dei due punti nascita. Differenze che hanno indotto un diverso approccio verso la struttura recanatese rispetto a quella jesina come si evince dalla tabella stessa, ove sono riportati tutti i dati relativi all'attività dei punti nascita e quelli sotto i 500 parti che dovranno essere chiusi.
Infine per implementare le attività del nosocomio recanatese è in essere la richiesta di un finanziamento di circa € 700.000,00 per sistemare e rendere maggiormente agevole l'accesso all'utenza e per mettere a norma e rendere più moderno il Servizio emodialisi e per corrispondere al meglio in attesa delle indicazioni che verranno discusse con le parti sociali, il sindacato e gli operatori previsto nel piano di Area Vasta in corso di definizione.
Naturalmente questo è il lavoro che sta dietro la riqualificazione che abbiamo il dovere di portare avanti. Fermo restando che siamo ancorati a quelli che fin qui sono stati i tagli pervenuti dal livello centrale e che, come ben sapete, stanno dentro il decreto che scatterà il 1° maggio. Se non si raggiungerà un accordo con il nuovo Patto per la salute con il Governo, ecco, lì dentro ci stanno altri 8 miliardi di taglio. Senza considerare, peraltro, il rinnovo dei livelli contrattuali e senza considerare che lì dentro non è calcolato – a dire cioè che gli 8 miliardi sono ancor di più -, nel frattempo è infatti aumentata l'Iva, il costo dei beni e servizi, ecc.. Tant'è che al tavolo del Governo siamo impegnati a dire: “cari signori, noi questo livello di tagli non lo reggiamo, non lo può reggere nessuna Regione”.
Seppure ciascuno di noi si attivi per riqualificare al meglio il proprio sistema e renderlo più appropriato a un livello di sostenibilità economica, tuttavia un taglio di questo genere metterebbe in ginocchio l'intero sistema sanitario nazionale. Considerato sopratutto, voglio ricordarlo, che dentro gli 8 miliardi di tagli previsti ci sono ulteriori 2 miliardi che dovrebbero scaricarsi sulle tasche dei cittadini in quanto sono previsti ulteriori aumenti dei ticket. E voi capite che già i 10 euro applicati nei mesi passati hanno di fatto spostato le prestazioni da un livello pubblico ad un livello privato.
Ecco, se andiamo in questa direzione abbiamo davanti un altro modello di sanità su cui le Regioni al Tavolo nazionale hanno appunto chiesto di discutere con il Governo. Perché se c'è la decisione che attraverso lo strangolamento economico si vuole portare la sanità da qualche altra parte e fuori dal sistema universalistico che abbiamo fin qui conosciuto è chiaro che lo si deve dichiarare, va detto apertamente.
E' del tutto evidente che un sistema come questo per essere sostenuto ha bisogno di risorse, e c'è un limite oltre cui nessuna Regione può reggere, nemmeno quelle, come la nostra, che in questi ultimi anni hanno fatto passi notevoli per cercare di rimanere con i conti a posto.
Tabella allegata depositata agli atti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Assessore, penso che lei sia stato molto abile ad evadere la stragrande maggioranza delle domande poste in questa mia interrogazione. Ha risposto solo a un paio, la sei e la sette, mentre per le prime cinque praticamente è volato talmente alto che nessuno di noi è riuscito a percepirne la presenza.
L'azione politica rispetto al piano sanitario, ma sopratutto rispetto alla provincia di Macerata, in particolare dell'Ospedale Santa Lucia di Recanati, denota ormai da anni contraddittorietà e superficialità, che peraltro non sono state notate solo da me ma anche da attenti osservatori di tutte le parti politiche, che ha portato a tutta una serie sprechi, ad un impoverimento dei servizi, anzi, di disservizi, e ad una confusione da parte sia degli utenti che della stessa politica.
Rispetto a quello che lei oggi ha detto mi sento di fare alcune osservazioni.
La prima è in merito al reparto di lungodegenza. E' un reparto inaugurato nel 2010 - di cui, tra l'altro, ne abbiamo parlato qualche mese fa anche in occasione di un'altra interrogazione –, durante una campagna elettorale, che però è ancora inattivo. Ed anche oggi lei ci dice che ci sono due posti e che 24 saranno a disposizione a breve, però non sa ancora dirci realmente quando verranno resi operativi.
Sicuramente tutti siamo preoccupati dei tagli del Governo centrale, ma vorremmo capire rispetto al quadro di due anni fa che cosa è cambiato, ossia perché questo reparto viene sempre rimandato nella sua operatività.
Seconda osservazione. Lei ci ha parlato di indicatori di utilizzo rispetto al fatto che è stato scelto di chiudere il reparto di ostetricia dell'Ospedale di Recanati e che così non avviene per Jesi.
Premesso che io non sono tra quelli che vogliono il male degli altri o di quella schiera che pensa che nel bene proprio ci sia il male degli altri, sono bensì tra chi ritiene che la sanità vada gestita in maniera equa in tutta la regione, tra tutte le aree vaste e quindi tra tutte le province.
Per cui, ecco, io penso che l'area del basso maceratese sia penalizzata. Penso che la strategia che state perseguendo come Giunta regionale penalizzerà non solo Recanati ma anche tutta la zona costiera; secondo me anche Civitanova Marche sarà colpita da questa vostra strategia.
Siamo quindi molto preoccupati, perché vi è il rischio reale, che voi non volete dirci ma che è scritto tra le righe della vostra strategia, di schiacciare la nostra provincia tra il sud di Ancona e il nord di Fermo...(applausi del pubblico)...

PRESIDENTE. Abbiate pazienza, signori, comprendo, ma non è possibile da regolamento dell'Aula esprimere cenni di dissenso o di consenso. Prego, Consigliere Acquaroli, continui pure.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Nella sua risposta, Assessore, è stato talmente abile ad evadere tutte le nostre domande, tanto che quello che era un sospetto che cresceva di giorno in giorno è ora diventato quasi una certezza.
I momenti che viviamo sono difficili, ce lo diciamo in ogni dove, in ogni posto, in ogni momento, e ognuno di noi, nella sua serietà, nella sua onestà intellettuale, lo può riscontrare sia nel rapporto esterno che all'interno di quest'Aula. Allora per una volta sarebbe bello che le Istituzioni dicessero la verità e parlassero chiaro ai Sindaci e ai cittadini.
Noi dunque non pretendiamo nulla, vogliamo semplicemente capire dove vuole andare la sanità regionale, dove realmente si vuole portare l'ospedale Santa Lucia di Recanati e cosa si vuole realmente fare dell'area vasta di Macerata.
Questa è una nostra preoccupazione e quindi ritengo sia legittima una risposta seria e chiara.
Continueremo ad essere vigili e presenti, e non ci accontentiamo della risposta di oggi.
Tutelare la sanità oggi significa anche tutela economica e tutela del territorio stesso. Per cui se continueremo ad indebolire la struttura Santa Lucia di Recanati ci troveremo in un grande vulnus, che, tra l'altro, è anche infrastrutturale; Recanti infatti copre un'area ove le infrastrutture sono carenti, la viabilità è lenta, e quindi nelle emergenze si rischierebbe di mettere fortemente in pericolo le stesse vite umane.
Ripeto, continueremo ad essere vigili e a pressare la Giunta sotto questo punto di vista perché riteniamo che oggi la tutela del territorio sia la prima grande ricchezza a cui dobbiamo far fronte.


Interrogazione n. 645
del Consigliere Natali
“Progressioni verticali ex ZT 13 sentenza Consiglio di Stato”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 645 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Trattandosi di materia rimessa alla piena competenza gestionale dell'Azienda Sanitaria (procedure selettive di natura concorsuale), in merito ai singoli punti dell'interrogazione rispondo sulla base di una relazione fornita dalla Direzione stessa.
In ordine al rilievo riguardante la mobilità interna effettuata da una dipendente in seguito alla conclusione delle progressioni verticali, si chiarisce che la stessa è avvenuta nel pieno rispetto della normativa. Con determina n. 664 del 30 dicembre 2011, invero, la predetta dipendente, in esito alla procedura di progressione verticale, veniva nominata, Collaboratore Amministrativo, Cat. D), e quindi come tale poteva partecipare a qualsiasi procedura di mobilità interna per tale livello.
Nello specifico la predetta dipendente partecipava alla procedura attivata dalla ZT 13 finalizzata alla mobilità interna attivata per far fronte alle esigenze del CUAT.
Ovviamente in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato sarà necessario annullare, non soltanto l'esito delle predette progressioni, ma anche tutti gli atti consequenziali dagli stessi derivanti in via diretta, ricollocando la predetta dipendente nella situazione di fatto e di diritto ante progressione.
I dipendenti interessati saranno tutelati mediante ripetizione della procedura concorsuale, che dovrà essere ripetuta solamente a partire dagli atti annullati e quindi dalla nomina della Commissione alla nomina dei vincitori e non anche mediante la pubblicazione di un nuovo avviso.
In merito al punto c) si rinvia nuovamente alle motivazioni della sentenza predetta, ed a quanto affermato al punto precedente, secondo il quale è stata ritenuta illegittima, non la procedura, bensì solo la nomina della Commissione.
Si richiama a tal proposito anche quanto contenuto a pag. 5 della Sentenza del T.A.R. Marche n. 339/2011 che così recita "...omissis... Il ricorso va quindi accolto, con conseguente annullamento degli atti imputati, limitatamente a quelli adottati dalla commissione di concorso nell'illegittima composizione sovra indicata e dei successivi atti di cui i primi costituiscono presupposto. L'indirizzo non univoco della giurisprudenza costituisce giustificato motivo per disporre la compensazione delle spese di lite. ...omissis... ".
Per tali ragioni l'Area Vasta n. 5 sta procedendo all'adozione di provvedimenti esecutivi del dispositivo della Sentenza con i quali verranno annullati gli atti ritenuti viziati (nomina della Commissione e atti adottati dalla stessa) per poi procedere all'adozione di atti consequenziali.
In merito al punto d) si chiarisce che il Dr. Cesare Milani, in data 10 novembre 2010 e in data 13 dicembre 2010, a norma dell'art. 35, comma 3, lett. e), del D.Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 e della Circolare del Ministero della Salute DIRP-II/9/I1/623 del 24 luglio 2002, ha formalmente dichiarato, sotto la sua responsabilità, di non essere allo stato "rappresentante sindacale" e di non "ricoprire cariche politiche ".
Il medesimo Dirigente, alla luce delle Sentenze del Consiglio di Stato Sez. V 27 luglio 2002 n. 4056, Sez. V 21.10.2003 n. 6526 e n. 3461/2010 ha fornito altresì in data 19 novembre 2010 (prot. n. 38963) apposita relazione di dettaglio contenente l'indicazione delle cariche pubbliche ricoperte di Presidente della Comunità Montana dei Sibillini e di Consigliere comunale presso il Comune di Monfalcone Appennino, affermando la piena compatibilità delle cariche pubbliche rivestite con l'assolvimento delle funzioni di Presidente della Commissione esaminatrice della procedura in argomento.
In merito al punto e), in considerazione delle citate comunicazioni intervenute da parte del Dr. Cesare Milani e della richiamata giurisprudenza favorevole al riguardo, anche se non univoca, come poi confermato dalle sentenze del TA.R. Marche prima e dal Consiglio di Stato poi, la Direzione di Zona ha ritenuto di non dover adottare alcun provvedimento di modifica della Commissione già costituita con provvedimento dell'allora Direttore di Zona n. 409 del 30 settembre 2010 ed allo stato si sta valutando se rivalutare le decisioni assunte dall'Azienda in precedenza.
In merito al punto f), ripetendo che gli atti annullati dalla Magistratura amministrativa sono solo quelli adottati dalla Commissione invalidamente presieduta, si chiarisce che al tempo si è provveduto ad impugnare la sentenza n. 339/2011 del Tar Marche dinanzi al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensione degli effetti della stessa.
Allo stato, invece, anche il seguito alla recente decisione di secondo grado del Consiglio di Stato, gli uffici dell'Area Vasta stanno predisponendo gli atti per l'annullamento della procedura in ottemperanza delle prescrizioni del giudice, esclusivamente agli atti ritenuti viziati.
In merito al punto g), si ritiene non sussistano profili di responsabilità amministrativa-contabile, poiché entrambe le citate sentenze di primo e secondo grado hanno sottolineato la complessità del caso, anche in considerazione della non univocità della precedente giurisprudenza, ravvisando in ciò giusti motivi per la compensazione delle spese.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Assessore, sono sbigottito! Lei dopo la sentenza del TAR Marche in un impeto di coraggio si permise – e lei è l'Assessore alla sanità – di dire che non condivideva le scelte della Zona territoriale 13 (allora non ancora Area vasta 5) perché non erano opportune...Assessore, mi scusi, sto parlando con lei. So che sta facendo altro e so che questa musica non le piace! Però oggi, stavo dicendo, non dice più neanche questo, non commenta neanche, ci dice soltanto che c'è qualcuno che riproporrà il concorso.
Piero Chiambretti, Assessore, è un grande, faceva un programma che si chiamava “Markette”, scritto con la kappa. Ecco, lei dovrebbe andare all'ospedale di Monticelli di Ascoli Piceno perché imparerebbe ancora meglio come si fanno invece la marchette senza kappa.
E' vergognoso (e questa è la terza interrogazione sul tema) che nessuno di voi intervenga, che nessun organo amministrativo dell'Asur intervenga, su chi ha voluto far annullare questo concorso con la propria presenza quale presidente. E che da quello che lei dice, o meglio, che le hanno scritto, non avrà alcun problema. Forse questo comportamento lo potrà rifare anche domani, lo potrà ripetere, perché tanto si divertono tutti!
E si ricordi bene, glielo dico qui, che non c'è solo il ricorso di cui lei ha parlato nei confronti di quel comportamento della Zona territoriale 13, pendenti ce ne sono anche altri, e che, al di là di quello che le hanno detto sia l'ambito circoscritto della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza del TAR, si allargano molto anche alla genesi di quel concorso.
Quindi io non vorrei tornare qui tra qualche tempo, Assessore. Perché anche il tentativo di salvare il salvabile, cioè di non danneggiare quei poveri dipendenti che hanno creduto alle illusioni milanesche, e sì, perché in Ascoli funziona così, qualcuno lo potrà confermare, ci sono cioè i padrini, i figli dei padrini, c'è chi comanda, c'è l'amico dell'amico, e tutto questo si sviluppa in una situazione in cui il grande problema della sanità picena non è il taglio, che tutti gli ospedali della regione dovrebbero patire perlomeno in maniera uguale o perlomeno garantendo un minimo - quel minimo di cui Francesco Acquaroli parla del basso maceratese che ha dei problemi, ma forse non è venuto mai nell'alto Abruzzo -, ebbene, fa sì che invece del taglio su sanitari, tecnici e amministrativi, non c'è il taglio, anzi, si va avanti, sulle situazioni degli amministrativi.
Mi dicono, Assessore, e le potrei dare il documento, che amministrativi di categoria C dovrebbero essere rispetto ai D, cioè quelli che non hanno fruito di progressioni, in un rapporto di 3 a 1.
La invito a vedere quello che succede all'ospedale Mazzoni di Monticelli di Ascoli Piceno, per verificare che ci sono ben più D che C, con uno spreco di risorse che poi il territorio piceno dovrebbe pagare in termini di servizi che vengono negati.
Lei, caro Assessore, non può limitarsi a leggere quello che le dicono di leggere. Lei è l'Assessore alla sanità e allora è lei che deve darci il suo commento su quello che le danno, su quello che le propinano. Lei non può venire qui a raccontarci la favoletta che raccontano da tempo in Ascoli Piceno e dintorni. Non è giusto. Non è questo il suo ruolo, mi consenta di dirlo. Il suo ruolo, verificata la realtà di quello che le viene sottoposto, dovrebbe essere quello di far intervenire per far finire certi comportamenti.
Il direttore dell'Area vasta c'è da pochi mesi, ecco, dovrà intervenire su queste cose. O vogliamo continuare in questo modo? Marchette! Solo marchette!
Dire che quello che è successo finora è un qualcosa che in fin dei conti non è costato nulla, bèh, ecco, ma vi rendete conto di quello che pensa la gente? Antipolitica? Magari fosse antipolitica! Qui c'è l'anti-istituzione! Perché quando in un'amministrazione pubblica avvengono queste cose tutti capiscono chi sono i padrini e qual è la politica.
E questo lo dico per la parte vostra, caro Assessore Mezzolani, non per la parte nostra che magari potrebbe anche strumentalizzare queste cose. Il vostro comportamento in quell'ospedale è questo. Forse sarà frutto di padrini del tempo, di padrini passati e che evidentemente hanno lasciato ancora in piedi dei grossi gangli. Però comunque non sono cose accettabili. So che a lei non le interessa molto sentire questo discorso. Lei mi dice che non c'è un danno erariale, ma, ecco, questo lo vedremo, Assessore. Vedremo se ci saranno danni erariali o meno.
La invito a verificare tutte le sentenze che man mano si sviluppano, in cui molti comportamenti amministrativi dell'Area vasta e della Zona territoriale 13 vengono stigmatizzati e sanzionati. Faccia questa verifica. Si regoli su questo e intervenga. Lei è l'Assessore eletto con una mèsse di voti nel suo territorio e che quindi è stato messo a tutela di tutto il territorio delle Marche per la salute. Lei non può venire qui a ripeterci la lezioncina scritta da persone che le scrivono cose non vere e che sopratutto le scrivono cose che fanno a loro molto comodo.


Interrogazione n. 498
del Consigliere Sciapichetti
“Acquisizione quote società ACOM da parte della Regione Marche e relativo rischio chiusura PET Ospedale di Macerata”

Interrogazione n. 357
dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Acquisizione delle quote pubbliche della ACOM S.p.A. Di Montecosaro da parte della Regione Marche”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 498 del Consigliere Sciapichetti e l’interrogazione n. 357 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. 1. L'importo di € 2 milioni previsto per l'acquisto delle quote di capitale sociale della società pubblico-privata ACOM SpA di Macerata, di proprietà pubblica (Provincia di Macerata, Comune di Montecosaro, Comune di Tolentino e Università di Camerino) pari al 50,10 per cento del totale, è stato previsto sia nel bilancio 2011 sia in quello del 2012.
Come avviene di norma nelle operazioni di acquisto di azioni societaria, con conseguente ingresso della parte acquirente nel capitale sociale, la Regione ha dato avvio sin dall'anno 2010 alla verifica della situazione patrimoniale della società ACOM.
Siffatta verifica è vieppiù doverosa trattandosi della spèndita di risorse pubbliche e della quantità di azioni da acquistare.
Il notevole lasso di tempo intercorso è dipeso dagli scarsi apporti documentali provenienti dalla stessa società, che si è risolta a trasmettere una documentazione pertinente soltanto a seguito di reiterati inviti da parte della amministrazione regionale.
Infine, la Giunta regionale, nella seduta del 17 ottobre 2011, ha formalmente incaricato il dirigente del Servizio attività normativa e legale e risorse strumentali di effettuare un approfondimento della situazione finanziaria e patrimoniale dell'ACOM SpA tramite "due diligence". Scopo dell'approfondimento era quello di pervenire alla determinazione del valore della quota azionaria di proprietà pubblica.
In considerazione della specificità tecnico-contabile dell'attività da svolgere, il dirigente ha affidato la relativa prestazione, ai sensi del Regolamento regionale n. 1/2009 all'epoca vigente, ad un professionista esterno alla struttura.
II professionista in questione, in data 27 dicembre 2011, ha consegnato la propria relazione dalla quale è risultato che all'esito delle due diligence il valore del patrimonio netto della società era di € 133.526 e al quale andava commisurato il valore della partecipazione pubblica da acquistare (€ 66.891,39).
Le risultanze della relazione derivano dall'esame del bilancio societario al 31 dicembre 2010 e sono state discusse in contraddittorio con i componenti del collegio sindacale della società.
II professionista ha altresì evidenziato come, qualora la Regione intenda procedere all'acquisizione delle quote, è necessario attendere la chiusura dell'esercizio finanziario e l'approvazione dei bilancio 2011 il quale dovrebbe recepire le svalutazioni previste.
Tale bilancio deve essere sottoposto a revisione e certificazione, dopodichè, previa abbattimento del capitale sociale, si potrebbero acquisire le quote sociali di parte pubblica per dar vita ad una ricapitalizzazione della società, urgente il fine del mantenimento della cd. continuità aziendale.
Gli enti pubblici soci di ACOM SpA sono stati portati a conoscenza dei risultati dell'approfondimento disposto dalla Giunta regionale. Alla data odierna si è ancora in attesa di un riscontro.
La Giunta regionale nella seduta del 24 ottobre 2011 ha autorizzato l'ASUR, al fine di non interrompere l'erogazione del servizio PET presso l'ospedale di Macerata, alla prosecuzione della convenzione esistente con la Soc. ACOM, per un periodo di sei mesi, dando nel contempo avvio ad una procedura di gara per l'acquisto dell'apparecchiatura PET-TC.
Tale soluzione è indispensabile per garantire la continuità dell'erogazione del servizio nonché una soluzione alternativa in casi di esito negativo delle "due diligence".

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Assessore, per la risposta, sopratutto per quanto riguarda l'ultima parte. Mi sembra che abbia recepito fino in fondo la ratio dell'interrogazione. Ovvero non interrompere un servizio che nell'arco di un anno parla a 2.500 pazienti, un servizio che in questi anni ha visto più di 20 mila pazienti usufruire della PET e dei servizi del polo di eccellenza del Centro oncologico di Macerata.
Occorre quindi andare avanti con determinazione, sapendo che lì abbiamo una professionalità che va salvaguardata a tutti i costi, una professionalità che ha una grande mobilità attiva sul territorio.
La questione che riguarda l'acquisizione da parte della Regione delle quote che la stessa deve dismettere in base alle nuove normative credo debba essere seguita con grande attenzione, tenendo d'occhio, appunto, un servizio che non può essere interrotto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Questa risposta viene data a dieci mesi dalla presentazione dell'interrogazione, ebbene, Assessore, già questo dato sta a significare l'attenzione che si è voluta dare.
Spiego. Qui c'è una volontà bipartisan - e l'intervento del Consigliere Sciapichetti ne è la dimostrazione - di tenere nella giusta considerazione - come sicuramente state tenendo, però con tempi biblici - quello che è un problema odierno, un problema che nella risoluzione sta ormai diventando impellente.
Ho rivisto la rassegna stampa, ebbene: nel maggio 2011 Marcolini diceva “la partita non è ancora chiusa, c'è il rischio che vengano meno le condizioni di reciproco vantaggio per la Regione. I soci pubblici dell'Acom”; ad ottobre 2011 c'è un intervento di Pettinari che striglia la Regione “acquisti subito l'Acom” – ed è chiaro che non si tratta semplicemente di andare a comprare un pacchetto in un negozio, bensì di acquistare quote di una società pubblica, che chiaramente deve avere tutti i requisiti di regolarità –; c'è poi un intervento del PD, Ricotta “Acom, la Regione si svegli”; ancora , ottobre 2011 “Sciapichetti all'attacco”, “Troppi ritardi, è ora di agire”; Silenzi “La Regione faccia presto e blocchi la gara di Ancona”.
Quindi c'è un intervento bipartisan a 360 gradi; ho trascurato volutamente l'intervento di Marinelli e Capponi. Noi, Consigliere Sciapichetti, siamo la minoranza, per cui veniamo ascoltati di meno, ma vedo che anche a lei, pur essendo di maggioranza, l'ascoltano poco.
In una situazione del genere non si può prescindere dall'intervenire in maniera subitanea. Quando sento dire, Assessore, di tutti i vari interventi e passi che ha fatto la Giunta quando ancora ci troviamo – e non parlo della risposta, che è certamente positiva - nell'acquisizione delle quote, ebbene, questo non è tollerabile.
In quel numero enorme di delibere e di date da lei date, Assessore, mi sono appuntato quella dell'ottobre 2011 di cui all'incarico di dirigente per valutare. Bene, io non so chi sia questo dirigente, ma almeno non dategli il premio di produzione, perché dopo cinque mesi io ancora devo dire se sono congrui o meno questi 2 milioni.
Fare una verifica in cinque mesi è inammissibile! A questo signore, che ripeto non conosco, non dategli il premio di produzione, perchè non è in grado di dare una risposta. Sei mesi per avere una risposta semplice!
L'Acom è un'eccellenza, non se ne può più parlare, non possiamo più intervenire in quest'Aula su quella che è una deficienza enorme, peraltro sostenuta da tutto l'emiciclo, nei confronti di una Giunta che sta appunto perdendo troppo tempo.
E' ora di passare dalle parole ai fatti, tenendo conto degli interventi, delle sollecitazioni e degli stimoli intervenuti da tutte le varie parti politiche.
Ed oltre a questo occorre sperare, Consigliere Sciapichetti, perchè non basta solo il sì di Mezzolani, che venga aperto dall’Assessore Marcolini il cordone della borsa, altrimenti potremo fare poco.

Presidente del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 501
del Consigliere Massi
“Sanità: ricognizione dei posti letto per acuti anno 2010”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 501 del Consigliere Massi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione a questa interrogazione, premesso che il Piano sanitario è stato approvato e che prevede siano predisposti i Piani di Area Vasta, ai quali si sta lavorando in queste settimane, e che è già iniziato il confronto con le Aziende, che ha portato a verificare la congruenza dei posti letto effettivi con quelli censiti dalla banca dati del Ministero della Salute, si precisa quanto segue.
I posti letto per Area Vasta e totali regionali, confrontati con le Aziende, risultano essere quelli indicati nella seguente tabella:
Area Vasta 1 Pesaro: posti letto pubblici 1.167, non ci sono posti letto privati, totale 1.167;
Area Vasta 2 Ancona: posti letto pubblici 2.200, posti letto privati 336, totale 2.536;
Area Vasta 3 Macerata: posti letto pubblici 1.000, posti letto privati 262, totale 1.262;
Area Vasta 4 Fermo: posti letto pubblici 453, posti letto privati 54, totale 507;
Area Vasta 5 Ascoli Piceno: posti letto pubblici 669, posti letto privati 269, totale 938.
Totale regione: posti letto pubblici 5.489, posti letto privati 921, totale regione 6.410.
I ricoveri effettuati dall'AOU OO.RR. di Ancona negli anni 2009 e 2010 sono stati i seguenti, indicati per provenienza regionale (Aree Vaste) e fuori regione (mobilità attiva):
Anno 2009: totale ricoveri 55.856, provenienti: Area vasta 2 Ancona 31.853 – Area vasta 1 Pesaro 3.481 – Area vasta 3 Macerata 6.032 – Area vasta 5 Fermo 3.964 – Area vasta 5 Ascoli 3.442 – Mobilità attiva 7.084;
Anno 2010: totale ricoveri 53.578, provenienti: Area vasta 2 Ancona 30.683 – Area vasta 1 Pesaro 3.321 – Area vasta 3 Macerata 6.000 - Area vasta 4 Fermo 4.054 – Area vasta 5 Ascoli 3.222 – Mobilità attiva 6.298.
Questi sono i dati relativi ai due punti che si chiedevano nell'interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Non è opportuno aprire un dibattito su questo argomento. Acquisisco le tabelle, Assessore. Grazie per la ricognizione. E naturalmente i prossimi giorni saranno decisivi per capire le strategie che anche questa giornata in Assemblea legislativa ci ha insegnato e che devono essere assolutamente comunicate e condivise, rendendo responsabili anche i territori.
Penso che la vicenda di Recanati, come altre, escano fuori proprio perché non c'è stata sufficiente chiarezza e la comunicazione delle necessità di responsabilità.
Comunque noi siamo qui responsabilmente a fare il nostro dovere, lo ribadiamo, in un clima di responsabilità che dovrebbe ispirarsi al Governo Monti. È un appello che rifaccio alla Giunta.


Interrogazione n. 365
della Consigliera Foschi
“Convenzione Società Fisiosport”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 365 della Consigliera Foschi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La Consigliera Foschi attraverso questa interrogazione chiede al Presidente della Giunta Regionale se sussiste incompatibilità nei confronti dei medici di Medicina generale, convenzionati con il Servizio sanitario regionale, i cui congiunti più stretti, quali moglie e figli, costituiscano una società che, per altre modalità assistenziali, sia anch'essa convenzionata con il Servizio sanitario regionale.
Al riguardo, fermo restando che la società Fisiosport s.r.l. di Fossombrone risulta convenzionata con il SSR, si precisa che il fatto non comporta incompatibilità con il Dr. Maurizio Pelagaggia ancorché congiunta dei proprietari della suddetta Fisiosport s.r.l..
Infatti, in tema di incompatibilità, l'articolo 17, comma 1, lettera b), dell'Accordo collettivo nazionale 29 luglio 2009 con i medici di medicina generale prevede testualmente che è incompatibile il medico che "eserciti attività che configurino conflitto di interessi con il rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale o sia titolare o compartecipe di quote di imprese che esercitino attività che configurino conflitto di interessi col rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale".
Pertanto l'incompatibilità sussiste solo in caso il medico titolare del rapporto convenzionale, e non i suoi congiunti, eserciti attività o participi ad imprese che esercitino attività che possano configurare conflitto di interessi con il rapporto di lavoro con il Servizio Sanitario Nazionale.
Quindi, relativamente alla fattispecie rilevata dalla collega interrogante, si ritiene di poter affermare, alla luce di quanto detto, che non esistano situazioni di incompatibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Intanto, Assessore, sulla sussistenza o meno dell'incompatibilità giuridicamente intesa gradirei venisse approfondito. Come gradirei capire se il medico citato nell'interrogazione è o non è in comunione di beni con la congiunta moglie. Inoltre le chiedo, Assessore, se a prescindere dalla questione tecnica lei ritiene sia opportuno o meno che una società intestata alla moglie e a figli di questo medico - che tra l'altro riveste anche un ruolo sia politico che amministrativo, perché è sindaco di un Comune e politicamente riveste ruoli all'interno del partito, che è anche il suo - abbia rapporti convenzionati con la Regione.
Fermo restando che si approfondirà la questione giuridicamente intesa, a me sembra quantomeno inopportuno. Perché poi sappiamo benissimo che è il medico stesso a prestare la sua professionalità in questi casi.
Quindi sottopongo questa vicenda e chiedo alla Giunta di evitare simili situazioni, che non creano solo imbarazzo ma anche vicende eticamente poco corrette.


Interrogazione n. 608
del Consigliere Silvetti
“Direttiva ASUR Marche – annullamento concorsi pubblici banditi”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 608 del Consigliere Silvetti è rinviata perché lo stesso ha chiesto congedo.


Interrogazione n. 618
del Consigliere Binci
“Presidente della Commissione regionale delle Marche sull'Osservatorio faunistico regionale”

Interrogazione n. 616
del Consigliere Bucciarelli
“Comportamenti del Presidente della Commissione regionale sull'Osservatorio faunistico regionale”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 618 del Consigliere Binci e l’interrogazione n. 616 del Consigliere Bucciarelli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. In relazione a questa interrogazione avevamo avuto già una comunicazione verbale quasi un mese fa, che poi è stata confermata in forma scritta il 2 marzo.
Il sig. Giovanni Rondina si è reso indisponibile relativamente alla copertura di questo ruolo all'interno dell'Osservatorio faunistico regionale. Quindi ad oggi è già decaduto da quel ruolo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Assessore, prendo atto della risposta però con grande rammarico. Sarebbe stato molto più dignitoso da parte della Regione revocare e far decadere un personaggio che anziché rispettare la legge la violava.


Interrogazione n. 664
della Consigliera Giorgi
“Iniziativa Marche Italy's land of infinite discovery New York 4-21 gennaio 2012. AMAT promuove compagnia teatrale emiliana”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 664 della Consigliera Giorgi. Gli uffici mi comunicano che a questa interrogazione non risponde l'Assessore Moroder bensì l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Come ha detto il Vicepresidente Bugaro, la risposta è un'integrazione che riguarda i servizi turismo, internazionalizzazione, promozione, cultura.
Occorre far riferimento alla delibera 648/2011 di approvazione del Programma esecutivo annuale degli interventi di internazionalizzazione e di promozione nei settori di competenza regionale per l'anno 2011, facendo riferimento all'esigenza di consolidare la percezione del brand Marche tenendo conto dei differenti segmenti di promo-commercializzazione; in particolare, per quanto concerne la cultura e la promozione culturale all'estero, si ritiene che il sistema regionale, specie quello dello spettacolo dal vivo e dei beni culturali, sia particolarmente adatto per la promozione di iniziative di valorizzazione e promozione integrata della Regione.
Sempre la succitata dgr 648 autorizzava il Dirigente del Servizio internazionalizzazione, nelle more dell'approvazione del programma per il 2012, a dare attuazione alle attività propedeutiche alla realizzazione delle iniziative previste per la medesima annualità.
Nello specifico la surrichiamata dgr 648 ritiene di particolare interesse la possibilità di realizzare eventi con spettacoli e capolavori d'arte che coprano ogni epoca storica, spaziando dal settore della lirica e della musica sinfonica a quello della danza e della poesia. Già i successi ottenuti dal Rossini Opera Festival e dallo Sferisterio Opera Festival in campo internazionale, dimostrano che la cultura sempre più sta diventando una componente essenziale delle politiche di internazionalizzazione.
Tra i soggetti identificati dalla delibera come partner di attività di promozione all'estero di eventi ed iniziative culturali troviamo l'Associazione AMAT, che da anni gestisce la distribuzione nei circuiti teatrali pubblici delle Marche.
A tal proposito la stessa Associazione ha trasmesso, con nota del 7 dicembre 2011, conservata agli atti dell’ufficio internazionalizzazioni, il proprio progetto di promozione "Regione Marche Italy's land of infinite discovery - discovery theatre, discovery food and wine". Una iniziativa mediante la quale l'associazione propone la realizzazione di eventi promozionali della Regione Marche in occasione della partecipazione al prestigioso Festival “Under the radar" di New York dello spettacolo "Alexis. Una tragedia greca!" della compagnia teatrale MOTUS formatasi universitariamente ed artisticamente nelle Marche.
La compagnia MOTUS è l'unica compagnia Italiana invitata a partecipare al Festival e quindi il progetto promosso dall'AMAT ha consentito un'occasione unica per la Regione di promozione della conoscenza delle Marche presso "newyorkesi veri", come ha fatto notare con soddisfazione il Console generale italiano a New York.
In effetti lo spettacolo, presentato in nove repliche presso il La Mama theatre dal 4 al 14 gennaio, è stata un'occasione molto importante di promozione della regione Marche presso gli Stakeholders e gli operatori economici di New York.
Sulla base della proposta ricevuta e del contesto di riferimento, infatti il Servizio ha elaborato un concept unico di comunicazione che, sviluppando il claim Marche Italy's land of infinite discovery, ha prodotto nuovi strumenti utili alla promozione del territorio, ovvero, più nel dettaglio:
- partecipazione ai ricevimenti previsti tra il 4 e il 14 gennaio del Festival Under The Radar, offrendo prodotti enogastronomici connessi ad informazioni precise ed approfondite sugli stessi attraverso i materiali a stampa sulle Marche (dalla Varnelli agli spaghettoni di Campofilone ecc. ecc.);
- distribuzione di 3.000 brochures promozionali a colori connotate dalla headline istituzionale Discovery Marche, durante il ricevimento e agli spettatori, contenenti sia il programma di sala dello spettacolo che una serie di pagine dedicate alle Marche, agli eventi 2012 e al progetto "Le Marche outside Marche", che valorizza la straordinaria produzione artistica della regione grazie ai capolavori dell'arte conservati nei musei stranieri, in questo caso quelli di New York. Le brochures contenevano anche quattro cartoline staccabili da inviare alla Regione Marche per chiedere informazioni e un segnalibro che oltre a essere un gadget invitava gli spettatori a recarsi a EATALY dal 14 a115 gennaio;
- per tutta la durata della presenza della Compagnia al Teatro La Mama, sono stati presenti inoltre nel foyer: un roll-up sulle Marche (mt. 1x2), graficamente coordinato e contrassegnato da due frasi estrapolate dai due celebri articoli sulle Marche pubblicati nel 2005 dal NYT e nel 2010 da AARP; uno schermo/tv con cui sono state mostrate le immagini di un video promozionale delle Marche; uno spazio espositivo dove poter esporre depliants e brochure con personale addetto per fornire informazioni sulle Marche.
Infine in tutti i materiali del Festival sono stati inseriti i loghi e la dicitura: La presentazione dello spettacolo è resa possibile grazie al supporto della REGIONE MARCHE nell'ambito del progetto “MARCHE. ITALY'S LAND OF INFINITE DISCOVERY',in collaborazione con AMAT (http://www.undertheradarfestival.com/index.php?p=460)
Lo stesso concept ha contrassegnato la comunicazione della Regione Marche per la seconda parte del progetto, ovvero la promozione presso i due più prestigiosi centri di promozione e di distribuzione delle eccellenze enogastronomiche di New York: DI PALO e EATALY . Attraverso la collaborazione realizzata dall'AMAT con la Società americana TEMA CONSULTING LLC sono state infatti realizzate le seguenti azioni per garantire visibilità ai prodotti marchigiani e alle aziende marchigiane presenti a New York:
DI PALO. I giorni venerdì 13 e sabato 14 gennaio, presso Di Palo si sono svolte delle degustazioni guidate di vino, liquori, pasta ed altre specialità marchigiane. Gli avventori, sollecitati anche attraverso network e gruppi di interesse, hanno potuto degustare della pasta di Campofilone, vini regionali e specialità varie della filiera ortoconserviera regionale.
Nelle due giornate l'esposizione di prodotti marchigiani è stata messa in grande evidenza contestualmente alla diffusione di materiali informativi (pubblicazioni, banner da tavolo e da terra) e cartoline.
EATALY. Il format prescelto ha visto in questo caso quattro momenti principali: la degustazione di "massa" ha avuto corso dalle 12 alle 20 di sabato 14 gennaio presso il corner "Le Eccellenze" dove è stato proposto un assaggio delle Marche attraverso la proposta di un vino, formaggi tipici e le marmellate di qualità.
Nello stesso giorno si è svolta all'interno degli spazi Eataly una cena focalizzata su stampa ed opinion leader, con un allestimento che prevedeva l'esposizione di prodotti marchigiani, la proiezione in loop di un filmato con immagini della Regione (clip video "5 Senses") e a tutti gli ospiti sono stati consegnati molti materiali informativi ed una borsa omaggio con assaggi vari.
Il terzo appuntamento si è svolto domenica 15 gennaio con una Wine Class rivolta al pubblico e a giornalisti specializzati. La classe si è svolta in maniera dinamica con interventi diretti anche di due dei produttori presenti.
Il quarto appuntamento si è svolto sino al 21 gennaio presso Eataly Vino. Degustazioni dei "Natural Wines", cavallo di battaglia dell'iniziativa, sono state proposte agli avventori abituali, che hanno fatto registrare il tutto esaurito.
L'evento organizzato presso Eataly ha permesso, anche grazie ad un incontro con Dino Borri (general buyer della società Eataly), di gettare le basi per la progettazione di un evento di promo-commercializzazione di maggiore importanza, dedicata esclusivamente alle Marche, della durata di un mese, sulla base di accordi simili già adottati da tale società con altre amministrazioni regionali. Tali tipologie di eventi, da programmare con largo anticipo, dato il prestigio e l'alta visibilità garantita dal brand "EATALY" a New York risultano essere di particolare interesse per i produttori regionali.
Le aziende marchigiane presenti sono state complessivamente dodici, in rappresentanza dei vari settori delle produzioni enogastronomiche di eccellenza.
Gli eventi realizzati nell'ambito del progetto hanno consentito il contatto con numerosi giornalisti ed operatori di settore, con interessanti ritorni, sia in termini di comunicazione prodotta che di possibili sviluppi commerciali. Lascio all’interrogante la documentazione della stampa, come EVENTS, ARTS & CULTURE, FRONT PAGE, TASTEBOOK, MULTIMEDIA, cioè pubblicazioni su giornali e riviste di settore.
E' tutt'ora in corso la raccolta degli articoli e dei Bold pubblicati negli Stati Uniti, in riferimento al progetto.
Nello specifico si precisa che la Regione ha compartecipato esclusivamente alla realizzazione della parte del progetto relativa alla promozione integrata del territorio e delle eccellenze enogastronomiche marchigiane.
Come precedentemente detto, la compagnia MOTUS è l'unica compagnia Italiana invitata a partecipare al "Festival under the radar" di New York, presso il La Mama Theatre.
Il progetto promosso dall'AMAT ha quindi fornito un'occasione molto importante per la Regione di promozione della conoscenza delle Marche presso "newyorkesi veri", ovvero presso Stakeholders ed Opinion leaders dell'agrifood Statunitense, interessati dalla scoperta del "Natural Heritage, wine and food" marchigiano, indipendentemente dalla provenienza della compagnia teatrale. Grazie a questa occasione sono state gettate le basi per sviluppare importanti progetti di promo-commercializzazione integrata del territorio e delle eccellenze regionali sulla East Coast Statunitense.
Per le attività di promozione realizzate nel progetto l'associazione AMAT è stata prevista complessivamente una compartecipazione alle spese di € 35.000,00.
Si precisa che l'erogazione del contributo concesso è stata subordinata alla presentazione di formale rendicontazione delle spese effettivamente sostenute per la promozione, nonché di una relazione conclusiva recante l'indicazione dei risultati ottenuti in termini di promozione integrata del territorio. In ogni caso l'ammontare del contributo erogabile non potrà essere superiore al deficit riscontrato in sede di rendicontazione delle spese e delle entrate (finanziamento regionale escluso) pena la sua riduzione. L'attività di cui sopra risulta essere pienamente rispondente alle linee di indirizzo per la promozione e comunicazione, di cui alla dgr n. 726 del 24 maggio 2011, che all'azione C1 prevede per il 2011 e 2012 l'avvio di una strutturata politica promozionale verso le città del Nord America e Canada, quali New York, Chicago, Washington e Toronto.
Sulla base dei riscontri oggettivi ottenuti e delle indicazioni provenienti anche dal mondo imprenditoriale regionale, si ritiene che la strada intrapresa della promozione integrata della Regione Marche sia quella che può produrre i migliori risultati. In questo senso è auspicabile per il futuro il coinvolgimento sia di AMAT che delle altre realtà e le eccellenze marchigiane che possano essere utili ad adeguatamente promuovere il "Brand" Marche nel mondo in maniera integrata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Innanzitutto ringrazio l'Assessore Marcolini per aver risposto alla mia interrogazione, che era invece stata destinata, secondo me erroneamente, ad un altro assessorato.
Premetto che l'attività promozionale svolta a New York è ottima. Questo coinvolgimento e questa trasversalità della promozione è molto importante. Unire l'enogastronomia con la cultura sicuramente può essere un punto di forza della nostra regione in quanto abbiamo delle grandi eccellenze. Io però quello che sottolineavo nella mia interrogazione in primis è perché siamo andati ad affidare questo importante appuntamento all'Amat, inoltre il fatto che abbiamo perso una grandissima occasione.
Su tutto quello che lei ha elencato, Assessore, ha parlato di un successo dell'iniziativa, non ho assolutamente nessun dubbio, anzi, ma per questa iniziativa di successo abbiamo utilizzato dei soldi della Regione Marche per promuovere una compagnia di Rimini. Se due persone hanno studiato teatro a Urbino non significa che la compagnia per cui lavorano, che è di Rimini, sia marchigiana. Perché allora tutti gli attori nazionali che si sono formati a Roma, e sono la maggior parte, sarebbero laziali. Questo non è vero e lei Assessore lo sa.
Tra l'altro, Assessore, mi ha detto che non sapeva di questa cosa. Io ci posso anche credere però la invito quando si parla di cultura ad interessarsi personalmente.
Perché dico che questa iniziativa non doveva essere affidata all'Amat? Lei mi ha detto che tra gli enti accreditati a svolgere queste attività promozionali c'è anche l'Amat, quindi presumo ce ne siano altri. Inoltre presumo, visto che parliamo di produzione, che ci sia anche un ente teatrale regionale. Pertanto quell’ente di cui la Regione Marche è socia e che è ha il primo e più alto riconoscimento nella produzione di prosa, ovvero il Teatro Stabile delle Marche che produce spettacoli, e quindi poteva essere coinvolto in questa iniziativa, anzi, doveva essere coinvolto.
Non volevamo coinvolgere lo Stabile? Chissà perché. Ma ci sono comunque altre produzioni, c'è Inteatro. Ci piaceva I Motus che fa un tipo di teatro particolare? Bene, potevamo però rivolgerci a Inteatro che è una produzione marchigiana. Potevamo rivolgerci a Synergie teatrali che è una nuova compagnia di produzione marchigiana. Potevamo rivolgerci a LeArt, che è sempre una compagnia di produzione marchigiana. Volevamo esportare il teatro per ragazzi ed essere originali? Potevamo rivolgerci alla compagnia del Canguro che ha un riconoscimento nazionale.
Insomma, avevamo una galassia infinita di produzioni teatrali marchigiane da esportare, invece siamo andati ad investire denaro per promuovere una compagnia riminese; che tra l'altro abbiamo visto in tutti i nostri teatri marchigiani in quanto l'Amat fa programmazioni in franchising. Sicchè l’abbiamo esportata a New York a spese nostre, ma prima ce la siamo vista in tutti i nostri teatri.
Pertanto, Assessore, non sono soddisfatta della risposta proprio per quanto concerne la parte inerente la cultura. E mi dispiace che lei non l'abbia seguita. Quindi la invito veramente a seguire personalmente tutto questo settore.
Per la nostra regione questa è stata una grande occasione sprecata, si sono sprecate risorse. L'Amat non ha bisogno dei 35 mila euro della Regione per portare una compagnia riminese a New York. Se si vuole sviluppare in maniera omogenea il nostro settore culturale ci sono sicuramente altre priorità.
Io credo che parleremo più volte dell'Amat in Aula e non sarà una cosa noiosa bensì uno studio molto interessante. Sto infatti predisponendo una serie di interrogazioni in quanto ci sono molte cose da chiarire.


Interrogazione n. 564
del Consigliere Sciapichetti
“Stabilizzazione lavoratori precari ASSAM”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 564 del Consigliere Sciapichetti. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Con dgr482 del 6 marzo 2001 la Regione Marche affidava all'ASSAM la gestione dell'attività vivaistica regionale, attraverso le strutture operative operanti nel territorio regionale, e precisamente: Vivaio "Bruciate" di Senigallia (AN); Vivaio "S. Giovanni Gualberto" di Pollenza (MC); Vivaio "Alto Tenna" di Amandola (AP); Vivaio "Vai Metauro" di S. Angelo in Vado (PS); Vivaio Centro di Tartuficoltura di S. Angelo in Vado.
La dgr indicata individua le seguenti specificità produttive:
- produzione di materiale destinato alla realizzazione di impianti di arboricoltura da legno, finanziati attraverso programmi comunitari e regionali di forestazione;
- materiale finalizzato alla creazione di aree verdi, costituite da piante destinate a principalmente a Comuni Enti Pubblici, allo scopo di incrementare il verde urbano e perturbano, realizzato con essenze autoctone al fine di un migliore impatto ambientale;
- produzione specializzate costituite da latifoglie micorrizate con le principali specie di Tuber, destinate alla realizzazione di impianti forestali per produzioni eduli, finanziati ai sensi dei programmi comunitari di forestazione;
- produzioni destinate ad interventi di forestazione, compresi quelli attuati con materiale autoctono, localizzati anche in aree protette.
Nel corso degli anni gli orientamenti della politica regionale hanno subito delle variazioni per quanto attiene all'implementazione dell'attività produttiva del vivaio forestale "Alto Tenna" sito ad Amandola, con la produzione e commercializzazione di essenze forestali micorrizate, in aggiunta a quella da sempre realizzata nel vivaio di S. Angelo in Vado. Inoltre con legge regionale n. 16 del 20 novembre 2010, la Regione Marche ha autorizzato la produzione di coltivare fruttiferi autoctone presso i vivai forestali.
Per lo svolgimento di tali attività I'ASSAM fa fronte con personale regionale assegnato funzionalmente all'Agenzia e con personale proprio con qualifica di operaio agricolo a tempo determinato, assunto, quando ne ricorrono le necessità, con le modalità previste dal vigente CCNL del settore operai agricoli e florovivaisti.
Parimenti anche le aziende sperimentali di Jesi e Petritoli e la Cantina Sperimentale di Camerano e il laboratori agrochimico, utilizzano le stesse procedure per far fronte alle esigenze operative di conduzione delle attività istituzionali.
Attualmente la forza lavoro a tempo determinato presente nelle strutture dell'ASSAM per un numero non superiore a 180 giornate lavorative, è così suddivisa: Vivaio "Bruciate" di Senigallia (AN) n. 4; Vivaio "S. Giovanni Gualberto" di Pollenza (MC) n. 3; Vivaio "Alto Tenna" di Amandola (AP) n. 6; Vivaio "Val Metauro" di S. Angelo in Vado (PS) n. 1; Azienda Sperimentale di lesi (AN) n. 4; Azienda di Petritoli/Carassai n. 6; Laboratorio Agrochimico (AN) n. 1; Cantina Sperimentale di Camerano n. 1.
Inoltre, gli operai agricoli di cui sopra registrano una anzianità lavorativa presso le sopra citate strutture, che va dal 1988 alla data odierna così di seguito specificata: anno 1988 n.1; anno 1990 n. 1; anno 1993 n. 2; anno 1997 n. 1; anno 2000 n. 1; anno 2003 n. 1; anno 2004 n. 5; anno 2005 n. 5; anno 2006 n. 2; anno 2007 n. 2; anno 2009 n. 3; anno 2010 n. 2.
Le modalità di reclutamento di detto personale fanno riferimento alla esperienza professionale maturata dagli stessi, oltre che in primis alle indicazioni previste dall'art. 17 del citato CCNL che testualmente recita: "I lavoratori assunti ai sensi e con le modalità di cui all'art. 10 del CCNL hanno diritto ad essere riassunti per l'esecuzione delle stesse lavorazioni nelle medesime aziende, con le modalità previste dalle disposizioni di cui all'art. 8-bis della legge n. 79/1983 e successive modifiche ed integrazioni. I contratti provinciali definiscono le modalità di esercizio di tale diritto. I lavoratori in riassunzione, ai sensi dell'art. 25, L. n. 223/1991, non costituiscono base di calcolo per la determinazione dell'entità dei riservatari da assumere”.
L'ASSAM ha investito in detto personale sotto il profilo formativo ed ora è in grado di espletare le mansioni demandate con la massima professionalità ed affidabilità. Ciò riveste in questo momento particolare importanza in considerazione delle considerevoli prospettive di sviluppo delle attività vivaistiche.
L'eventualità di stabilizzare tali figure porrebbe fine a contratti a tempo determinato di lavoratori da molti anni chiamati a svolgere la medesima attività, con un contratto di lavoro di tipo precario.
Costituisce un ostacolo alla stabilizzazione di tali dipendenti il quadro occupazionale dell'ASSAM, che prevede una pianta organica approvata con decreto dell'Amministratore Unico n. 142 del 3 novembre 2010 con una dotazione di n. 106 dipendenti; attualmente sono in forza n. 99 unità, pertanto i posti vacanti risultano essere di n. 7, sui quali sono attivati contratti a tempo determinato anche per il settore fitosanitario.
Inoltre la possibilità di stabilizzazione va verificata con la normativa relativa alle misure di contenimento e di controllo, per il triennio 2011-2013, della spesa relativa al personale ed al funzionamento dell'apparato amministrativo dell'ASSAM, approvato dalla Giunta Regionale in data 7 dicembre 2011, in cui si prevede che le assunzioni debbano avvenire nel limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente (2010) e comunque l’incidenza delle spese di personale (personale ASSAM e personale regionale assegnato) deve essere inferiore al 40% delle spese correnti.
Fatto salvo quanto sopra esposto, il percorso di stabilizzazione potrebbe essere perseguito solo con gradualità e legato anche a cessazioni di rapporto di lavoro e ad eventuali modifiche inerenti le attuali normative che regolano i piani occupazionali degli enti pubblici.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Assessore per la risposta.
Nelle sue battute finali c’è un po’ il senso dell’interrogazione.
La stabilizzazione con gradualità credo debba essere perseguita con determinazione, perché qui parliamo di 26 lavoratori, alcuni dei quali, come lei ricordava, precari dal 1988.
Per cui ritengo che un piano di recupero, di rientro di questa forza occupazionale possa essere preso in considerazione. E nella risposta mi sembra che questa possibilità non sia esclusa. Quindi ne prendo atto.
E credo anche che le forze sociali dovrebbero interloquire, nel caso non lo avessero fatto, con la Regione per mettere in campo una gradualità nelle assunzioni.


Interpellanza n. 30
del Consigliere Marangoni
“Mancata esposizione del crocifisso nelle sale riunioni della Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 30 del Consigliere Marangoni che ha la parola per illustrarla.

Enzo MARANGONI. Con questa interpellanza, dal titolo “Mancata esposizione del crocifisso nelle sale riunioni della Regione Marche”, chiedo al Presidente della Giunta regionale quando intenda dare applicazione alla risoluzione n. 7 del 20 luglio 2011…

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere. Chiedo al personale d’Aula di chiamare l’Assessore Marcolini, altrimenti l’interpellanza non può essere svolta. La prego di attendere un attimo, Consigliere Marangoni. (rientra in Aula l’Assessore Marcolini)

Enzo MARANGONI. In data 20 luglio 2011, dicevo, fu approvata pressochè all’unanimità da quest’Aula una risoluzione, proposta dai Consiglieri Solazzi, Bugaro, Giorgi, Pieroni, che partiva da una mia precedente mozione con cui ci si impegnava ad esporre il crocifisso nelle sale riunioni della Regione Marche.
Ho però constatato che a distanza di quasi un anno questo non è ancora avvenuto. In pochi casi è stato messo subito, ad esempio nella controparete all’ingresso dell’Aula assembleare e nella sala riunioni dei Capigruppo, ma nel 99% delle sale riunioni della Giunta e dell’Assemblea legislativa non è avvenuto.
Quindi chiedo come mai questa risoluzione non è stata applicata e quando si intende darne applicazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Mi limito a riferire che rispetto all’esigenza reclamata dal Consigliere Marangoni c’è stato un dibattito, seppure può darsi che qualche cosa ci sia sfuggito. Gli uffici in data 5 marzo, quindi esattamente ieri, mi hanno ripetuto che gli addetti dell’attività normativa e legale e risorse strumentali, per cui l’economato insieme al personale, hanno fatto una rassegna ricognitiva e nel mese di ottobre 2011 hanno provveduto ad apporre il crocefisso, non solo nella Sala assembleare di palazzo Leopardi, ma anche in tutte le sale riunioni della Giunta regionale destinate al pubblico per convegni, seminari e iniziative istituzionali.
Non posso escludere, ripeto, che ci sia qualche stanza che ne sia rimasta priva, ma, come dire, il dibattito che avevamo fatto era invertito, quasi che ci fosse una potenziale offesa a credenti in altre religioni dall’apposizione del crocifisso.
Io invece posso rilevare che in tutti i luoghi pubblici dell’Assemblea legislativa il crocifisso è stato apposto, non posso però escludere che in qualche magazzino oppure in qualche ufficio non destinato al pubblico ma utilizzato come termini di servizio questo segno della religione non sia stato apposto.
Voglio quindi rassicurare il Consigliere Marangoni che la preoccupazione del dibattito di allora è stato puntualmente mantenuto e confermato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Assessore, guardi, io non è che voglia affiggere per forza i crocifissi in tutti gli sgabuzzini e sottoscala del palazzo. Tanto è vero che nella mia mozione, cioè quella che ha poi generato la risoluzione, mi ero limitato a chiedere l’esposizione del crocifisso in quest’Aula assembleare; cosa peraltro che è stata fatta seppure in un punto non idoneo, ma non è questa la questione centrale. Fu poi la risoluzione proposta dai Consiglieri Solazzi, Bugaro, Giorgi e Pieroni a estenderlo in tutte le sale riunioni.
Adesso lei dice che è stato fatto quasi dappertutto ad ottobre 2011, allora la invito ad esempio a visitare la sala Pagoda in piazza Cavour, che è la sala principale, vi si svolgono molte riunioni di commissioni, si riceve pubblico, ecco, lì non c’è, e non c’è neppure nella sala al primo e al terzo piano.
Per cui non è esattamente come dice lei, anzi, è proprio il contrario, nel 99% delle sale riunioni della Giunta e dell’Assemblea legislativa il crocifisso non c’è.
Ora non è che io voglia per forza questa cosa, però dico che se si approva una risoluzione va applicata, se si approva una mozione va applicata, altrimenti stiamo qui solo a perdere tempo, è inutile che facciamo delle cose, le stabiliamo e poi non vengono applicate. Tutto qua.
Quindi, Assessore, non c’è una mia volontà di vedere esposto il crocifisso in ogni luogo, chiedo semplicemente che se si approva una risoluzione o una mozione debba essere applicata, altrimenti cosa stiamo a fare qui? Stiamo a perdere tempo.


Interpellanza n. 32
del Consigliere Cardogna
“Servizi pubblici locali di cui all'art. 25 del d.l. n. 1/2012”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interpellanza n. 32 del Consigliere Cardogna è rinviata.


Nomina:
Elezione del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind) (art. 9, comma 1, lett. e), l.r. 19 novembre 1996, n. 48 – l.r. 4 dicembre 2008, n. 35)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind). Il voto è limitato a uno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà

Giulio NATALI. Presidente, è per dire che non partecipo a questa votazione.

PRESIDENTE. Bene. Rimanga quindi agli atti che non deve essere consegnata la scheda al Consigliere Natali in quanto in dissenso non partecipa al voto.
Prego distribuire le schede.

(segue la votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 23, schede bianche n. 2, schede nulle n. 3, schede valide n. 18.
Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione consiliare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Hanno ricevuto voti: Marcelli Antonio n. 15, Baroni Romolo n. 3.
Proclamo quindi eletto Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino (Piceno Consind) il sig. Marcelli Antonio.


Mozione n. 247
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Avvio dello studio randomizzato su Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale (CCSVI) e sclerosi multipla (SM)

Mozione n. 263
della Consigliera Giorgi
“Metodo Zamboni – Studio randomizzato nella regione Marche per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di Insufficienza Venosa Cronica Cerebro Spinale (CCSVI) associata a sclerosi multipla (SM)”

Interrogazione n. 628
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Studio randomizzato su Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale (CCSVI) e sclerosi multipla (SM)”

Interrogazione n. 368
del Consigliere Latini
“Trattamento della CCSVI (Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale richiesta diagnosi e trattamento via SSN)

Interrogazione n. 379
del Consigliere Acquaroli
“Progetto Diagnostico Sclerosi multipla e CCSVI (Chronic cerebro spinal venous insufficiency)

(abbinate)
(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 247 dei Consiglieri Marinelli, Massi, la mozione n. 263 della Consigliera Giorgi, l’interrogazione n. 628 dei Consiglieri Marinelli, Massi, l’interrogazione n. 368 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 379 del Consigliere Acquaroli, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. In maniera molto succinta parlerò in termini medici, e di questo chiedo scusa agli amici dell’Aula, ma è importante l’attenzione di tutti su una problematica che ha un riscontro sociale non indifferente. Stiamo infatti parlando della sclerosi e di quella sigla ormai sempre più comune, la CCSVU, ossia l’insufficienza venosa cronica cerebro-spinale.
Molti di noi hanno presentato mozioni e interrogazioni su questa problematica; di sclerosi sono affetti 60 mila persone in Italia, di cui 3 mila nella regione Marche. Questa insufficienza venosa cronica è caratterizzata da stenosi venose che impediscono il deflusso del sangue dal cervello. Si creano dei circoli collaterali, ma comunque il ristagno c’è. Per cui c’è una difficoltà nel deflusso il sangue dal cervello al cuore. Questo ristagno sanguigno cronico porta a un danno progressivo irreversibile del sistema nervoso centrale.
In un incontro mondiale svoltosi nel 2009 a Montecarlo è stato stabilito che questa malformazione è inserita tra quelle venose congenite.
Tale insufficienza venosa cronica può essere risolta con un intervento di disostruzione che viene fatto comunemente nel nostro Servizio sanitario nazionale e senza alcun onere a carico dei pazienti. E’ un intervento molto semplice che si fa in day hospital.
Il prof. Zamboni e il dott. Salvi hanno visto, casualmente, che c’è una correlazione tra questa insufficienza venosa cronica cerebro-spinale e la sclerosi multipla.
E’ al momento una ipotesi di lavoro, non dobbiamo creare delle false aspettative, è però una possibilità che deve essere studiata in maniera seria.
Si è visto che con questa angioplastica dilatativa (PTA), che appunto risolve il problema dell’insufficienza venosa, c’è un miglioramento nei pazienti affetti da sclerosi.
E questo è già stato riscontrato nei pazienti che, avendolo saputo, si sono sottoposti a questo intervento. Peraltro pagando 7-8 mila euro di tasca propria; possiamo capire che quando una persona ha una grave problematica di salute è disperato e quindi fa tutto quello che è possibile fare, ma è anche vero che una persona può farlo se poi ha anche la possibilità di pagare un intervento del genere.
Dunque c’è un’attenzione non indifferente non soltanto delle persone affette da sclerosi, ma anche della stessa comunità scientifica. Lo dimostrano i molti studi e sperimentazioni avviati in paesi come Stati Uniti, Serbia, Giordania, Polonia e così via.
Si tenga anche conto, e qui entriamo in un discorso economico, che un paziente affetto da sclerosi costa e spende dai 20 agli 80 mila euro l’anno per le cure mentre l’intervento costa 1.000-1.500 euro una tantum.
Il Ministero della salute si è attivato fin dall’ottobre 2010 dando delle disposizioni ben precise alle varie Regioni su come intervenire e su come protocollare queste possibilità.
Anche la Regione Marche a settembre 2010 ha dato l’avvio ad uno studio. Tra l’altro noi qui nelle Marche siamo stati fortunati perché la Fondazione Cassa di risparmio di Macerata ha messo mano al portafoglio, attivando così la possibilità di intervenire in maniera concreta.
Nel giugno 2010 si svolse un incontro con il prof. Zamboni presso il teatro Rossini di Civitanova. In quell’occasione ci fu una partecipazione emotiva non indifferente. Numerosi gli striscioni, le molte presenti erano in carrozzina oppure altre, pur di ascoltare gli interventi, si sono fatte aiutare. Per la Giunta era presente l’Assessore Giannini.
Non si vuole illudere nessuno, ma comunque si spera che questo studio parta in maniera seria affinché dia delle risposte. Risposte a una malattia che finora non ne ha avute, risposte a una malattia cronica, debilitante e peggiorativa.
Ci sono stati degli interventi che in questo periodo hanno portato a trovare una professionista che arruola le persone che entreranno nello studio, inoltre, ad identificare il reparto di radiologia dell’ospedale di Civitanova per le indagini diagnostiche con delle apparecchiature regalate dalla Fondazione Cassa di risparmio di Macerata, invece presso l’ospedale di Macerata c’è la possibilità di fare gli interventi di angioplastica.
Insomma, si è creato un circuito che dovrà essere operativo, si stanno aspettando le ultime cose e poi potrà partire questo studio importante, impegnativo, rivoluzionario. E’ uno studio che forse darà fastidio a delle lobby di potere, ma noi dobbiamo pensare alle esigenze di persone affette da questa grave malattia.
Pertanto da parte mia c’è solo una partecipazione emotiva da medico nel sensibilizzare gli amici Consiglieri a trovare una risoluzione comune, d’accordo con l’Assessore. Secondo me stiamo veramente ad un punto epocale di svolta per una malattia che mette ancora paura, nonostante l’uso o l’abuso di farmaci, che probabilmente allungano la vita ma non ne migliorano la qualità.
Mi fermo qui, pregando altri Consiglieri di intervenire e magari di integrare quello che ho detto, o meglio, quello che non ho detto. Mi auguro che ci sia una partecipazione forte per dare una risposta vera a delle persone in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. A questa problematica abbiamo posto sin da subito quello che ritengo essere stata la dovuta attenzione. Perché pur non essendo ancora definita la rilevanza scientifica dello studio, che naturalmente va implementato e allargato, laddove ci sia la possibilità di guarire anche uno solo di questi individui il nostro compito è quello di partecipare.
Vi leggo il percorso piuttosto elaborato che abbiamo fatto, che ha avuto un’interlocuzione anche con il precedente Ministro. Un percorso fatto con la dovuta attenzione e anche con quell’approccio cauto che è necessario avere in questi casi.
A seguito di numerose richieste di familiari e pazienti e su esplicita richiesta della Direzione generale ASUR, che propose uno studio sperimentale, la Regione Marche ha deliberato nel settembre 2010 (delibera n. 1359) uno “Studio randomizzato con valutatori clinici e di risonanza magnetica in cieco per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSM) associata a sclerosi multipla (SM) -Determinazioni". Si è quindi aperto uno studio per vedere quale sia il livello di correlazione tra queste due malattie.
Con tale delibera veniva recepita la proposta di studio e si individuava l'ASUR quale soggetto per realizzare il suddetto studio sperimentale e ad essa è stato demandato il compito di assumere le iniziative e i provvedimenti necessari e conseguenti.
La proposta dell'ASUR era stata formulata a seguito delle sollecitazioni di numerosi pazienti che si erano riuniti in un Convegno svoltosi a Civitanova Marche nel giugno 2010, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, cui avevano partecipato tra gli altri il prof. Zamboni e il dott. Salvi che in tale occasione avevano illustrato i risultati preliminari di alcuni trials avviati.
Si convenne pubblicamente che tali risultati preliminari dovessero essere confermati attraverso uno studio prospettico in cieco, che il Direttore generale dell'ASUR si dichiarò disponibile ad effettuare utilizzando le strutture ospedaliere di Civitanova Marche per la diagnostica sonologica della CCSM e quelle di Macerata per la parte di radiologia interventistica, avendo anche assicurazioni dall'Assessore Giannini, presente a quel convegno, circa l'interesse della Giunta regionale, in quanto, appunto, avevamo approvato l’atto deliberativo.
Il convegno consentì anche di acquisire la disponibilità alla partecipazione attiva allo studio del prof. Leandro Provinciali, cattedratico di Neurologia dell'Università Politecnica delle Marche. Decisione rilevante, considerate le prese di posizione negative circa la validità della metodica sollevate nel frattempo da molti neurologi della stessa comunità scientifica marchigiana. Il Consigliere Marinelli non l’ha detto, diciamo che si è trattenuto, ma su questo argomento c’è una disputa che investe interessi di non poco conto. Visto e considerato che oggi la sclerosi multipla si cura con farmaci, ecco, questo tipo di sperimentazione potrebbe rivoluzionare il modello di cura. Voi capite la delicatezza dell’argomento.
Pertanto, a seguito della delibera regionale n. 1359 sopra richiamata, furono avviate le procedure per la stesura del protocollo di sperimentazione marchigiano, che vedeva nel prof. Zamboni il coordinatore della sperimentazione, e in tale contesto fu avviata la formazione dei sonologi dell'Ospedale di Civitanova Marche, mentre si attendeva che l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, presso la quale opera il prof. Zamboni, desse il via libera al percorso di formazione specifico dei radiologi interventisti.
Contestualmente si provvedeva a implementare il protocollo di sperimentazione marchigiano attraverso integrazioni chieste al prof. Zamboni dal Comitato etico dell'ASUR e dell'Azienda di Torrette, coinvolta per la parte clinica affidata all'U.O. diretta dal prof. Leandro Provinciali.
Nel frattempo sopraggiungeva sull'argomento la nota n. 1685 datata 4 marzo 2011 del Ministero della salute.
Questa Direzione effettuava relativa informativa alle Direzioni generali delle Aziende sanitarie regionali precisando quanto sottolineato dal Consiglio Superiore di Sanità - Sezione II e cioè:
- che ad oggi la CCSVI non possa essere riconosciuta come entità nosologica;
- che ad oggi non sia dimostrata la sua correlazione epidemiologica con la sclerosi multipla e, pertanto, l'intervento di correzione vascolare non può essere indicato nei pazienti affetti da tale patologia;
- che sia necessaria, invece, un'indicazione clinica chiara e netta, indipendentemente dalla presenza o meno di sclerosi multipla, per l'erogazione di misure atte a diagnosticare, monitorare e correggere anomalie dell'apparato vascolare venoso, qualora indicato, a causa di condizioni patologiche ad esse sicuramente riferibili.
- che eventuali procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con sclerosi multipla siano effettuate solo ed esclusivamente nell'ambito di studi clinici controllati e randomizzati, approvati da Comitati Etici, con un protocollo che preveda: una dichiarazione sul conflitto di interessi, le modalità di selezione o di esclusione dei pazienti, le indagini diagnostiche, le modalità metodologiche di esecuzione dei diversi esami e procedure, gli end-point primari e secondari, il monitoraggio degli eventi avversi, le modalità e la cadenza del follow-up ed infine le caratteristiche dell'analisi statistica.
Il Consiglio Superiore di Sanità sottolineava, inoltre, l'opportunità:
- che sia contrastata ogni finalità puramente speculativa ed economica;
- che debba essere fatto tutto il possibile per proteggere i pazienti da facili entusiasmi, da speculazioni economiche e dai rischi connessi al trattamento stesso, ricordando che la ricerca biomedica e la pratica clinica devono ispirarsi all'inderogabile principio dell'inviolabilità dell'integrità psicofisica della persona.
A seguito di tale nota la Regione, su esplicita richiesta del on. prof. Ignazio Marino, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficienza e l'efficacia del Servizio sanitario nazionale, effettuava una verifica sullo stato di attuazione del progetto a carico dell'ASUR e se fossero attivi centri che effettuassero trattamenti in regime di assistenza ordinaria. Da tale ricognizione, opportunamente trasmessa al Presidente della Commissione parlamentare, risultava che nella nostra regione non sono effettuati trattamenti, in regime di assistenza ordinaria, per CCSVI correlati a sclerosi multipla da alcuna struttura.
Da tutto quanto sopra si confermava, come peraltro già deciso per lo Studio randomizzato con valutatori clinici e di risonanza magnetica in cieco per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) associata a sclerosi multipla (SM) in carico all'ASUR, poiché in base ai dettami del Consiglio Superiore di Sanità non è possibile attuare l'assistenza a pazienti affetti da sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica e che al contrario studi sperimentali sono necessari per valutarne l'efficacia.
Nei mesi successivi l'ASUR ha continuato a tenere i contatti con l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara e con il prof. Zamboni per ottenere il nulla osta al corso di formazione per il radiologo interventista.
Tale autorizzazione non è stata fino ad ora concessa, anche perché nel frattempo la Regione Emilia e Romagna stava decidendo di effettuare come capofila, sempre tramite la citata Azienda di Ferrara, una sperimentazione su scala nazionale in doppio cieco denominata "Brave Dreams" (acronimo di BRAin VEnous DRainage Exploitéd Against Multiple Sclerosis) e solo di recente, come comunicato dall'Assessore alla salute di quella Regione il 6 febbraio 2012, lo approvava definitivamente, stanziando 2,74 milioni a copertura delle spese complessive.
A tale studio, cui sono associati Centri di Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Abruzzo, come richiestoci, parteciperà anche un piccolo gruppo di pazienti marchigiani, selezionati dal prof. Provinciali. E ciò consentirà finalmente di veder avviata la formazione del radiologo interventista, che potrà in tal modo seguire anche la sperimentazione originale delle Marche, come prevista nella richiamata delibera n. 1359.
A tal fine è in fase di approvazione da parte dei Comitati etici dell'ASUR e dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Torrette il protocollo scientifico dello studio "Brain Dreams" sopra citato.
Questa è dunque la storia fino ad oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.


Paola GIORGI. Voglio ringraziare l’Assessore Mezzolani perché nel suo intervento, oltre ad aver specificato lo stato delle cose a livello regionale e nazionale, ha soprattutto messo in evidenza la problematica principale di questa tematica.
Gli studi del prof. Zamboni sono testimoniati anche da chi, malato di sclerosi multipla, a proprie spese, come ricordava il Consigliere Marinelli, ha deciso di fare questo intervento.
E’ un intervento semplicissimo, viene inserito un palloncino nella giugulare che allarga il percorso e quindi favorisce nuovamente il deflusso del sangue dal cervello al cuore. Questo semplice intervento al sistema sanitario costa intorno ai 1.000-1.500 euro contro i 7.000 che invece un cittadino deve pagare se si rivolge ad una struttura privata.
Oggi lo studio della sclerosi multipla è tutto finalizzato all’intervento farmacologico, che ha un costo sanitario annuale per ogni singolo malato che va dai 20 agli 80 mila euro.
Cos’è che blocca questa sperimentazione? E’ sicuramente la protezione da parte di lobby farmacologiche o quant’altro che si stanno contrapponendo con grandissima forza a questa sperimentazione, che, invece, ha dato dei risultati grandissimi.
Il blocco del deflusso del sangue dal cervello al cuore provoca un fortissimo innalzamento della quantità del ferro e il ferro libero provoca dei radicali liberi che sono i killer delle cellule. Lo studio del prof. Zamboni ha dimostrato che nei malati di sclerosi multipla la quantità di ferro, che ripeto è un killer per le cellule, è principalmente agglomerata vicino alle vene; e questo è solo uno fra i diversi risultati dei suoi studi.
Le persone malate di sclerosi multipla che si sono sottoposte a questo semplicissimo intervento hanno testimoniato un miglioramento generale delle condizioni di vita; le loro commoventi testimonianze le abbiamo potute ascoltare anche nella trasmissione Report andata in onda lo scorso novembre.
La Regione sta sicuramente facendo il suo percorso, è giustissimo quello che è stato fatto, abbiamo fatto grandi cose, però credo, Assessore, dovremmo parlarne anche alla Conferenza Stato-Regioni. Il blocco, è vero, era in Emilia Romagna, finché non partiva il suo progetto Brain Dreams non poteva ripartire tutto il finanziamento e tutto lo studio scientifico intorno al progetto Zamboni. Ma ora finalmente è ripartito, quindi subito proponiamoci anche noi alla Regione Emilia Romagna.
Mi fa molto piacere che ci sia l’intervento e la partecipazione del prof. Provinciali. E’ proprio da chi si occupa di neurologia che c’è stato un blocco rispetto allo studio del prof. Zamboni. In realtà, infatti, lui non lo ha condotto da solo, lui è il direttore del Centro di malattie vascolari dell’Università di Ferrara, ma gli studi, come ricordava il Consigliere Marinelli, li ha condotti con il neurologo prof. Salvi. Nel corso degli studi c’è sempre stata questa forte correlazione.
Auspico dunque che l’Aula approvi questa mozione in quanto è veramente importante per far partire una procedura che possa dare una risposta concreta ai tantissimi dei malati di sclerosi multipla, che tra l’altro sono in aumento.
Aggiungo infine che non bisogna sbalordirsi se la soluzione può sembrare semplice, certe volte accade questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. In casi molto delicati, come quello che riguarda appunto la sclerosi multipla che è una malattia molto importante, il decisore pubblico ha un ruolo delicato; quando in sanità si parla di nuove metodiche, della scoperta di nuove terapie, giustamente ci sono le speranze di chi si trova in una specifica condizione di malattia Però noi non siamo un privato, non siamo una fondazione bancaria, ossia, il privato può avere, come dire, una maggiore leggerezza nel finanziare ed approvare nuove terapie, invece il pubblico deve fare tutti gli approfondimenti importanti, perché poi, ecco, ci mette il bollino.
In particolare su questa metodica ci sono state alcune perplessità non solamente dai neurologi ma anche da parte del Ministero e dell’AISM l’associazione italiana sclerosi multipla.
Io credo che la medicina, certo, ma soprattutto il pubblico - uno dei proponenti della mozione è un medico, il Consigliere Marinelli, quindi me lo può sicuramente insegnare - si debba basare sui metodi di evidence based, su metodi approvati e certificati. Perché, guardate, il rischio è dietro l’angolo. Ricordiamo ad esempio quello che è successo con il caso Di Bella, in quell’occasione sia sul piano mediatico sia sul piano scientifico rispetto a quella nuova terapia ci fu un’aspettativa molto importante, però il Ministero, secondo me, fece bene a intervenire con estrema cautela, in effetti quella metodica si è poi rivelata non alla stregua delle aspettative che aveva alimentato.
E con questo non voglio dire che sono contrario acchè ci siano delle sperimentazioni o al fatto che nuove metodiche in sanità possano essere diffuse, anche in via sperimentale, per portare ad un avanzamento della conoscenza, invito solamente a una maggiore cautela.
Quindi l’intervento dell’Assessore Mezzolani credo ci debba far riflettere, eventualmente anche semplicemente per prendere un po’ più di tempo. Cioè, se siamo d’accordo nella sostanza e nel merito, prima che un’istituzione pubblica intervenga in modo ufficiale, credo dobbiamo prenderci più tempo.
Di questi temi sono anche piene le audizioni che facciamo in quinta Commissione. Per esempio recentemente abbiamo ascoltato le famiglie di bambini affetti da autismo che hanno portato alla nostra attenzione nuovi studi e nuove metodiche, anche pubblicate su giornali internazionali, che certificherebbero una presunta correlazione tra autismo e vaccini.
Voglio dire che ci sono moltissimi studi in tutto il mondo su queste correlazioni, quindi prima che un ente pubblico, un’istituzione, un ente dello Stato, certifichi o approvi gli studi che vengono fatti anche in via sperimentale, credo sia opportuno fare tutti gli approfondimenti necessari.
In sintesi sono d’accordo sull’approvazione di queste mozioni, ma sono dell’idea che dovremmo prenderci un po’ più di tempo. Magari che l’assessorato, a partire dalle cose che ci ha detto ora l’Assessore Mezzolani, per la prossima seduta ci dia delle risposte puntuali, dopodichè arrivare ad una risoluzione unitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Sulla questione, come ha ricordato il collega Mezzolani, probabilmente sono stata la prima ad essere stata interessata dal prof. Zamboni e dalla Fondazione Carima di Macerata su tale possibilità ed opportunità.
Dirò qui quello che ho già detto in moltissime occasioni. La materia è molto delicata, per cui non possono essere avviate speculazioni di alcun tipo, dobbiamo essere molto attenti. La pubblicità data al metodo Zamboni, che collega la presenza delle giugulari degenerate all’esistenza della sclerosi multipla, è sicuramente importante, ma ha alimentato, proprio perché non si è avviata in tempi immediati la sperimentazione pubblica, moltissime speculazioni private. Ci sono moltissimi interventi, tra l’altro dal costo molto elevato, che vengono contrabbandati per metodo Zamboni, ma che oltre a non essere seguiti dallo stesso professore non seguono neppure il protocollo che egli ha comunicato di redigere. Questi interventi hanno dunque sviluppato un mercato che noi non possiamo certo avallare.
In questi casi la funzione del decisore pubblico non è quella di prendere parte o di prendere delle decisioni. La politica non ha le competenze per farlo. Io stessa non ne ho le competenze. Posso solo dire che parlando personalmente con dei pazienti affetti da sclerosi multipla che sono stati operati gli stessi mi hanno descritto i miglioramenti e addirittura la scomparsa dei sintomi della malattia se questo intervento viene fatto nei primi momenti della comparsa della malattia.
Quindi, dicevo, come decisore pubblico non possiamo noi prendere parte o avviare noi una sperimentazione nella quale si devono poi definire i risultati scientifici. Dobbiamo invece, questo sì, mettere in atto tutti i percorsi affinché la sperimentazione possa essere velocemente avviata e affinchè si possano verificare dal punto di vista tecnico scientifico i risultati degli studi del prof. Zamboni e del prof. Salvi - un neurologo, quest’ultimo, che ha seguito dall’inizio il prof. Zamboni in questo percorso di ricerca scientifica -.
E’ questo, secondo me, che può consentire ai malati di sclerosi multipla intanto di conoscere con esattezza se il metodo individuato dal prof. Zamboni è quello che consente di guarire o quantomeno bloccare gli effetti della malattia. Inoltre la sperimentazione pubblica e la definizione di un protocollo permette di abbattere sul nascere ogni speculazioni che potrebbero realizzarsi su questa malattia, sul dolore delle persone, approfittando della necessità di volersi affidare a qualcuno che possa debellare una malattia così invalidante e mortale.
Io ho partecipato ad un’iniziativa pubblica ove erano presenti moltissimi malati di sclerosi, ecco, moltissime di queste persone hanno dichiarato di voler fare comunque l’intervento anche senza la sperimentazione. Ma ne possono ben capire il perché, è perché lo vedono come ultima possibilità per poter bloccare i sintomi o addirittura far recedere la malattia.
Pertanto dobbiamo mostrare molto equilibrio. La comunità scientifica è peraltro molto divisa. E lo è certamente per questioni importanti, etiche e ovviamente scientifiche, ma secondo me ci possono essere anche altre motivazioni, perché la sclerosi multipla per molti, purtroppo, è anche un affare, pensiamo ad esempio ai farmaci usati per la cura quotidiana dei malati oppure ai supporti di carattere logistico o sanitario. Quindi immagino che possano esserci interessi che in qualche modo impediscono poi un percorso lineare.
Vorrei sottolineare, inoltre, che noi siamo già nello studio dell’Emilia Romagna, come diceva l’Assessore Mezzolani. E la nostra cautela nell’avviare uno studio nelle Marche è dovuto al fatto che il prof. Zamboni, coerentemente, egli è anche funzionario dell’Università di Ferrara, aveva un accordo esplicito con la sua regione, ovvero quello di non avviare sperimentazioni da nessun’altra parte fino a quando non si fosse avviata quella in Emilia Romagna. Per cui sulla base di questo il prof. Zamboni ha chiesto alle Marche di partecipare alla sperimentazione dell’Emilia Romagna e di avviare la sua a sperimentazione di quest’ultima avviata.
Quindi abbiamo rispettato in toto e seguito con molta attenzione le indicazioni del prof. Zamboni rispetto appunto al percorso che ci ha dato. Questo perché non volevamo creare con azioni anticipatorie difficoltà nella realizzazione della prima sperimentazione in Emilia Romagna.
L’avvio della sperimentazione in Emilia Romagna è ormai in dirittura d’arrivo e quindi anche l’avvio della nostra, ma ovviamente occorre anche la necessaria valutazione dei nostri comitati etici che certamente non possono essere bypassati, è la legge che lo definisce. E’ la legge, infatti, che definirà le modalità della sperimentazione nelle Marche.
Sapendo comunque che la sperimentazione nelle Marche prevederà il doppio cieco; quindi ci sarà qualcuno che verrà immediatamente sottoposto all’intervento e qualcuno invece a cui verrà detto di essere operato però poi non lo farà. E questo creerà naturalmente una questione etica. Ma è l’unico modo per poter verificare realmente se i benefici eventualmente apportati dall’applicazione metodo Zamboni potranno essere riferiti all’intervento oppure a un effetto placebo, ossia dalla convinzione che dopo l’intervento le cose miglioreranno. C’è comunque l’impegno che chi parteciperà alla sperimentazione a conclusione della stessa verranno sottoposti all’intervento. Perché non si può chiedere a un malato di fare un percorso terapeutico, che appunto è cieco, senza assicurargli comunque la possibilità dell’intervento.
Credo che dal punto di vista umano e anche dal punto di vista scientifico questa cosa sia dovuta. Ripeto, se non interveniamo in questo modo alimenteremo quei mercati che mettono i malati nelle mani di gente con nessun scrupolo, di gente che per poche migliaia di euro sarebbe anche capace di uccidere qualcuno. E questa sarebbe sicuramente la peggior pubblicità per la sperimentazione del metodo Zamboni. Quindi proprio per tutelarlo e salvaguardarlo dobbiamo seguire pedissequamente le norme di legge.
Tutto questo consentirà alle Marche, oltre che diventare un centro di sperimentazione, anche di poter attivare quegli interventi che tanti malati di sclerosi multipla aspettano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Dopo l’intervento dell’Assessore Giannini, che condivido nella sua totalità, il mio potrebbe essere anche inutile, ma voglio comunque aggiungere alcune riflessioni.
L’argomento di cui stiamo discutendo ritengo, ma credo sia così per chiunque, sia tra i più importanti che oggi dovremo votare, perché riguarda situazioni gravi di cui soffrono tanti nostri concittadini marchigiani e italiani. Quindi una volta per tutte dobbiamo cercare di allontanare quelle pressioni o sollecitazioni che ognuno di noi potrebbe aver nel valutare o meno positivamente la metodica del prof. Zamboni.
Ecco, dovremmo secondo me valutare positivamente questa metodica – e qui mi rivolgo ai Consiglieri – intanto per un semplice aspetto, essa sicuramente non aggraverà la situazione di chi purtroppo è affetto da questa bruttissima malattia degenerativa, la sclerosi multipla, anzi, potrà soltanto dare delle risposte positive.
I portatori di questa bruttissima malattia - con alcuni ho avuto modo di parlare personalmente - pongono tutti delle speranze su questa metodica. Al di là di tutti i farmaci che sono costretti a prendere, al di là dei vari metodi scientifici che vengono esposti da vari neurologi, in questo metodo ci credono molto.
Io oggi non avrei preso la parola se non avessi sentito con il cuore di chiedere all’Aula un voto positivo a questa mozione. Guardate, ognuno di noi oggi con il proprio voto, favorevole e negativo che sia, si porterà dietro la responsabilità sì dal punto di vista politico ma anche dal punto di vista umano.
Ripeto, questa metodica, seppure possa essere osteggiata dai vari professori, dai vari scienziati della medicina o dalle varie lobby, come ricordava l’Assessore Giannini, sicuramente non creerà danni al paziente, potrà al contrario risolvere alcuni problemi.
Allora non possiamo né perdere tempo né prendere tempo, dobbiamo solo prenderci la responsabilità di votare questa mozione. Anzi, spero che dopo il voto, speriamo favorevole, questa mozione non rimanga carta straccia, ma che invece possa avere – ma di questo ne sono certo, l’Assessore rispetta sempre le varie mozioni che vengono prese dall’Aula – un percorso preferenziale nella nostra Regione.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Vicepresidente Giorgi, ne ha facoltà.

Paola GIORGI. In merito alla questione trattata in questa mozione il dibattito che abbiamo fatto in Aula è stato sicuramente importantissimo, anche perché abbiamo portato a conoscenza uno studio molto importante.
Ora però, Presidente, proponiamo di prenderci una settimana, scrivere una proposta di risoluzione, con i termini naturalmente enunciati nei vari interventi, e votarla senza ulteriore discussione la prossima volta magari come primo punto dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene. Se siamo d’accordo...

Moreno PIERONI. Io su questo, Presidente, mi astengo.

PRESIDENTE. Se siamo d’accordo per il voto riproporremo la prossima settimana il testo sotto forma di risoluzione. Bene.


Mozione n. 186
del Consigliere Ricci
“Opere compensative nella costruzione della terza corsia della A14 nel pesarese”

Interrogazione n. 679
del Consigliere Acacia Scarpetti
“Pesaro - Autostrada A14 questione 2° casello”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 186 del Consigliere Ricci, abbinata all’interrogazione n. 679 del Consigliere Acacia Scarpetti.
Ha la parola, per illustrare la mozione, il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. E’ passato un po’ di tempo ma finalmente riusciamo a discutere di questa mozione.
Dirò solo poche cose, vista la presenza e visto che l’Assessore Viventi mi sta ascoltando con grande attenzione! Naturalmente è un’altra cosa rispetto alla mozione che abbiamo testè discusso, mi inchino rispetto ad un tema che riguarda la salute di tante persone, però, ecco, anche questo è un argomento importante che dovrebbe avere l’attenzione dell’Aula.
Percorrete tutti come me la A14, la terza corsia sta andando avanti, anzi, in quasi tutti i tratti è in fase di ultimazione. Ci siamo tutti spesi, anche politicamente, per sostenerla. Ed è evidente che rispetto a un impatto ambientale di questo tipo sono iniziate anche le trattative con gli enti locali per ottenere opere compensative, opere di mitigazione. Molti Comuni hanno già siglato gli accordi, altri hanno votato documenti nei Consigli comunali e provinciali. Diciamo, insomma, che il tema delle opere compensative lo si pensava risolto.
E tra le opere compensative, come sapete, c’è anche la realizzazione di un casello autostradale minore, cosiddetto casello leggero, per il quale è stato già individuato sia il sito che i costi.
A mio parere il casello di Pesaro non è una disgrazia, è un servizio in più alla città e al territorio.
L’impressione è invece che nonostante, come dicevo, si sia votato già in Consiglio comunale, si sia definito il progetto e individuato il sito – naturalmente con un dibattito ampio nella città, perché il casello comunque sia ha un impatto nelle popolazioni di quella realtà –, nonostante si sia raggiunto anche un accordo con Anas e Autostrade per discutere il progetto, il dibattito sta ripartendo.
Ora a me non interessa più portare avanti la mia personale posizione o la posizione di altri, quello che mi interessa sul piano della chiusura definitiva di questa discussione è che il territorio di Pesaro Urbino ottenga le opere che ha messo in elenco. Magari se non tutte quasi tutte, sono infatti tante quelle che Anas concessionaria e Autostrade che realizza il lavoro si sono impegnate a fare, eventualmente potremo dare delle priorità. Ma il tema è non perdere né le opere accessorie né tanto meno il casello.
Invece far ora ripartire sul territorio dubbi, difficoltà, rimettendo in discussione le scelte fatte, temo possa indurre, come è successo tante altre volte, gli stessi concessionari o addirittura quelli che realizzano l’opera ad abbandonare l’ipotesi di dare una mano al territorio.
Quindi all’Assessore Viventi – e su questo punto spero che mi stia a sentire, altrimenti lascio perdere a parlare – chiedo, oltre che dargli atto dell’impegno che fino adesso ci ha messo nel coordinare - (…) non ho dubbi che lei sia capace di ascoltare anche più persone -, oltre che dare atto alla Giunta dell’impegno portato avanti in questi mesi, un’ulteriore dose di impegno. In pratica chiedo alla Giunta, in particolare all’Assessore Viventi, di convocare con estrema urgenza un ulteriore incontro con gli enti locali, con Anas, Autostrade e con i soggetti che si riterrà utile convocare, affinché si metta un punto sulla questione dell’ubicazione del casello di Pesaro, evitando così di perdere quelle opere – e qui chiedo ai colleghi Consiglieri di non entrare nel merito del cosa fare, perché allora potrei dire anch’io cosa penso delle mie opere accessorie -. Credo che queste opere non siano perdute, ci sono degli accordi siglati, ma non si può mettere in discussione il casello, arretrarlo, portarlo verso sud o verso nord, cambiando i parametri. C’è ad esempio un emendamento che dice che fare il casello a valle costerebbe molto di meno e si potrebbe fare un’opera accessoria in più. Se fosse possibile, se fosse credibile, se si potesse sostenere, sarebbe anche una cosa buona, ma adesso mettere in discussione le scelte fatte nel momento in cui l’autostrada sta concludendo i lavori della terza corsia temo possa significare non ottenere nulla.
Ecco perché, Assessore, la invito con questa mozione a riconvocare in tempi rapidi un incontro con tutte le parti interessate per chiudere la partita e dire “il casello si fa lì e le opere sono queste”, a prescindere da quello che pensa Ricci rispetto alla priorità dell’opera compensativa particolare – ed io magari ne ho una che suggerirò al Sindaco di Pesaro piuttosto che al Presidente della Provincia o a lei –.
A me dunque interessa che il dibattito si chiuda e si continui a lavorare, visto che, ripeto, la terza corsia ormai è un’importante realtà per questo territorio, per le Marche, per l’economia e in particolare per i trasporti.
Grazie, Assessore Viventi, per quello che ha fatto e spero che accolga con favore questo mio appello.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Mi sembra intanto di vedere un clima costruttivo. Infatti condivido appieno l’esposizione del Capogruppo del PD Ricci sulla questione di fare in fretta e di non fare una figura insostenibile domani, quella cioè di far finire i lavori senza ottenere degli interventi.
La questione nel merito è abbastanza complicata, ma questa volta non per colpa di qualcuno, è complicata perché le città di Pesaro e Fano da una parte hanno il mare mentre dall’altra sono in mezzo a delle colline. Ed è ancor più complicata perché una scelta degli anni sessanta ha fatto sì che l’autostrada attuale passasse a ridosso delle città.
Ora Autostrade Spa fa la terza corsia. Per loro regolamento possono fare una serie di opere aggiuntive nel raggio di sei chilometri, che appunto è la prassi che ha questa società concessionaria. Ma che cosa prendiamo con questo passaggio?
Le soluzioni sono le più varie però dopo anni di dibattito si è arrivati a dire che la città di Pesaro ha bisogno del secondo casello.
Su questo secondo casello ci sono due soluzioni nello stesso luogo. La prima prevede un costo elevatissimo, perché lo si vuole spostare di 200 metri lato monte con la creazione di un viadotto e con opere in cemento armato ciclopiche. La seconda prevede l’utilizzazione di una pianura altrimenti inutilizzabile, anzi, avrebbe la duplice valenza che sotto le piccole rampe che si andrebbero a costruire per immettersi in autostrada si potrebbe fare la già progettata cassa di espansione per un fosso lì vicino.
Ecco, tra tutte le varie soluzioni io chiedo – ed è ciò che dico nella mia interrogazioni abbinata a questa mozione - alla Regione, e quindi l’Assessore che terrà la Conferenza dei servizi, di optare (e mi pare che su questo sia d’accordo anche la Consigliera Foschi che ha presentato degli emendamenti alla mozione del Consigliere Ricci) per la soluzione che più possa soddisfare tutta la popolazione e quindi avere maggiori opere compensative. Fermo restando – e questa è la mia proposta - che Pesaro non può perdere l’occasione di realizzare il secondo casello. Paradossalmente il secondo casello di Pesaro servirà quasi più alla città di Fano, ma in ogni caso serve a tutti i cittadini, è la soluzione che più spalma il traffico, più lo suddivide sulle varie frazioni. E’ inutile che un comitato dica sì e un altro dica no, chi ha la responsabilità di scelta, chi ha un occhio prospettico più elevato non può non capire che un casello posto nella località Santa Veneranda è quello che di più equo ci può essere.
La soluzione a valle permette di concretizzare gli interventi che si auspicano i colleghi Ricci e Foschi.
Quindi ribadisco all’Assessore Viventi quanto è già scritto in vari documenti. A breve dovrà essere concretizzato definitivamente nella Conferenza dei servizi, e questo non può che avvenire in pochissime settimane.
L’auspicio pertanto è: il secondo casello Santa Veneranda lato mare, e tutte le opere compensative che il Consigliere Ricci si auspica vengano decise prestissimo, mentre la Consigliera Foschi entra nel dettaglio ed io su questo condivido.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Voglio anch’io ribadire che condivido i colleghi quando sottolineano l’importanza del secondo casello a Pesaro. Sono perfettamente d’accordo. Ritengo che la presenza di un nuovo casello nella città capoluogo di provincia sia indispensabile per Pesaro-città e per il collegamento tra Pesaro e Fano che presenta adesso delle difficoltà; sappiamo benissimo l’intasamento della statale, e sappiamo che il collegamento autostradale senza la possibilità di una seconda uscita su Pesaro non avrebbe molto senso, anzi, andrebbe ad aggravare le cose.
L’altro motivo per cui è importante il nuovo casello a Pesaro è l’entroterra. Io sono di Urbino, non ho difficoltà a dire che se devo accedere all’autostrada per andare a nord non vado certo a prendere l’autostrada al casello di Pesaro borgo Santa Maria ma vado a San Giovanni in Marignano Cattolica, come me fanno del resto tutti gli abitanti della valle del Foglia. E’ decisamente più comodo, sia perché si evita un brutto tratto di autostrada, sia perché si accorciano i tempi.
Allora noi ci troviamo nella situazione paradossale in cui gli abitanti dell’entroterra non si servono dell’attuale casello di Pesaro ma di quello di Cattolica.
E’ per questo che sono per il secondo casello, per un secondo casello vero e non un casello dimezzato. Un casellino che serve solo per dirigersi a sud o solo per quanti vengono da sud mi sembra una grossa limitazione che Pesaro non merita. Non merita se questo è il risultato di una battaglia politica tutta interna alla maggioranza. Non vorrei cioè, come si sta verificando, che l’ubicazione del secondo casello sia la risultanza di una serie di convenienze che poco hanno a che vedere con la migliore ubicazione del casello. Il sito temo venga scelto rispondendo ad altri ragionamenti ed altre logiche.
Quindi ribadisco il sì al secondo casello, come pure il sì alle opere accessorie. E in questo ci tengo a sottolineare che se c’è il rischio, come diceva il Capogruppo Ricci, che il casello non si faccia, bèh, questo rischio lo va a cercare anche il Comune di Pesaro. Perché già nel primo documento quando votò le tre opzioni due prevedevano il casello uno a Santa Veneranda e uno sulla Montellabbatese mentre la terza opzione prevedeva addirittura opere accessorie senza casello. Ebbene, da qui si capisce che tutta questa convinzione a Pesaro dell’importanza del secondo casello non c’è, è bene sottolinearlo. E se il tavolo della Regione deve andare in questa direzione va benissimo e sono d’accordo.
Perché i miei emendamenti mettono l’accento sulle opere accessorie? Perché se si insiste su una soluzione di casello che oltre a costare di più non si capisce bene perché debba comportare determinate opere compensative, capite benissimo che andiamo a perdere una grande occasione. Una grande occasione che, ripeto, Pesaro rischia di perdere. Pesaro cioè rischia di perdere non solo il secondo casello, ma anche una serie di opere importanti che invece altri Comuni con grande intelligenza e lungimiranza hanno saputo cogliere. La possibilità di avere il raddoppio della Montelabbatese, che ha quattro corsie è un’opportunità. Insomma, sono trent’anni che ragioniamo…(…) Sì, però rischiamo di perderli…(…) No, non è vero!

PRESIDENTE. Scusi, Consigliera, vada avanti, non può esserci contraddittorio.

Elisabetta FOSCHI. Ha ragione, Presidente. Il raddoppio della Montelabbatese si può avere benissimo, certo, se non si va a subordinare alla scelta incondizionata e assoluta di un casello che non sia quello rispondente alle reali necessità di tutta la collettività. E’ per questo che sottolineo con il secondo emendamento di aggiungere che l’ubicazione del casello deve essere in funzione delle opere richieste - è questo che vuole la logica -, in funzione anche delle aspettative di tutte le popolazioni, quindi non solo pesarese, che gravitano sulla vallata e che si servono del casello di Pesaro per accedere all’autostrada.
E’ questo il ragionamento migliore che deve essere fatto. Partire invece all’opposto mi sembra riduttivo, serve solo ad andare incontro a quella soluzione malaugurata che forse, però, qualcuno persegue fortemente.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio intanto i Consiglieri Ricci, Acacia Scarpetti e Foschi che sono intervenuti su questo argomento di prioritaria importanza per la nostra regione. Apprezzo quanto hanno detto nel modo, ad esempio di quando Ricci ha detto “non ci mettiamo ad approvare mozioni che indicano soluzioni tecniche ben precise”, e poi vi spiegherò il perché.
Noi ovviamente prendiamo atto delle indicazioni che vengono dall’Assemblea legislativa.
Vi anticipo che ho già convocato per la prossima settimana il tavolo tecnico da lei richiesto. Questo tavolo è operativo dal 20 settembre 2011, ovvero da quando io lo convocai per la prima volta. Allora c’era il problema dell’individuazione della locazione del casello autostradale nella località Celletta di Santa Veneranda e c’era il problema della coincidenza con la cosiddetta vasca di espansione.
Il Consiglio comunale di Pesaro e il Consiglio provinciale di Pesaro Urbino deliberarono, anche a seguito di una mia richiesta di valutare le opportunità di mantenere tale ubicazione, per questa soluzione.
Da lì abbiamo proseguito degli incontri tecnici e ci siamo nuovamente incontrati all’inizio di febbraio. In quella sede, dopo essermi confrontato con i tecnici della Regione - ai quali avevo affidato il compito di studiare la situazione perché la soluzione proposta di portare a monte dell’autostrada il casello mi sembrava abbastanza complicata -, sono emerse quattro criticità essenziali per la soluzione a monte.
La prima criticità è che nel frattempo è stata individuata anche la locazione del nuovo polo ospedaliero che si trova a valle. E questo non è indifferente rispetto al resto.
Seconda. Per costruire in collina questo casello bisogna realizzare un muro di cemento armato – mi sembra che qualcuno di voi lo abbia sottolineato - di circa 20 metri di altezza, quindi creare una sopraelevazione per questo accesso ecc., che dal punto di vista ambientale sicuramente non è una grande cosa, ma soprattutto, essendo estremamente costoso, si mangerebbe i soldi necessari per le opere compensative.
Terza. Il casello avrebbe la caratteristica di essere monodirezionale soltanto verso nord, cosa che a me non piace.
Infine, se andiamo a spendere questi soldi di qua poi ci giochiamo il tutto per le opere compensative.
E’ stato fatto un ragionamento con il Sindaco di Pesaro e con il Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e abbiamo detto: “facciamo un approfondimento tecnico”.
Io ho spinto affinché questo approfondimento venisse fatto subito, infatti la settimana scorsa sono stati fatti anche dei sopralluoghi ecc., e ora siamo nelle condizioni di ritrovarci intorno al tavolo con i tecnici del Comune, della Provincia e della Regione per trovare la soluzione più idonea e che ci consenta anche di sfruttare i circa 11 milioni di euro per alcune opere compensative che sono essenziali.
Io pensavo che tecnicamente si potesse fare, invece vedo che ci sono alcuni problemi, un collegamento con il nuovo ospedale utilizzando una stradina esistente di poca importanza, ma lì le spese e i tempi sono rilevanti, per cui dovremo comunque trovare una soluzione.
Vi anticipo che il tavolo è convocato per martedì prossimo. Poi a seguito di questo prenderemo una decisione definitiva. Mi impegno anche di informare l’Aula rispetto alla decisione. (…) Sì, sì, per forza, sul casello e tutto, dobbiamo decidere, altrimenti rischiamo veramente che la società Autostrade dica “signori, abbiamo finito i lavori, ce ne andiamo”.
Quindi sul casello ragioneremo insieme, troveremo la soluzione per l’ubicazione e per quelle opere che riusciremo a fare con le somme a disposizione. (…) Comunque Santa Veneranda dovrebbe…(…) Penso di sì.

PRESIDENTE. Bene. Alla mozione n. 186 sono stati presentanti i seguenti due emendamenti.

Emendamento n. 1 della Consigliera Foschi:
Il secondo periodo della premessa è così modificato:
Dopo le parole “a Pesaro” le parole “in località Santa Veneranda e nel raddoppio della Montelabbatese” sono sostituite con il seguente periodo:
“ubicato nella posizione migliore per la viabilità e per ottenere le seguenti opere compensative:
- allagamento della Montelabbatese a quattro corsie fino a Ginestreto;
- nuovissima Montelabbatese fino a Via Toscana;
- cofinanziamento dell’ultimo tratto dell’Interquartieri fino a Muraglia;
- allargamento dell’Interquartieri a quattro corsie.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 della Consigliera Foschi:
Nel dispositivo dopo le parole “ed alla popolazione in generale” aggiungere: “definendo l’ubicazione del casello in funzione di tutte le opere richieste e delle aspettative delle popolazioni che gravitano sulla vallata del Foglia”.

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà

Mirco RICCI. Il clima mi sembra positivo, credo si possa cercare eventualmente di tenere insieme i vari documenti.
Riguardo al primo emendamento della Consigliera Foschi, considerato che l’Assessore ha detto che il tavolo tecnico è già convocato e che il sito in discussione è Santa Veneranda, mi sembra cioè sia quello l’orientamento su cui si discuterà al tavolo, la prima parte si può accogliere, però, anche in ragione del sito su cui si realizzerà il nuovo ospedale, credo che la priorità, ammesso che questo elenco sia progressivo o non progressivo, dovrebbe essere comunque il completamento dell’Interquartieri di Muraglia prima ancora delle quattro corsie. Perché l’Interquartieri non solo è un ramo…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Ricci, se magari produce un subemendamento sarebbe un po’ più chiaro.

Mirco RICCI. Lo faremo.

PRESIDENTE. No, bisogna farlo subito!

Mirco RICCI. Sì, magari un minuto si sospende e lo facciamo. Invece il secondo emendamento si può accogliere così com’è.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, gentilmente, Consigliere, io non sospendo la seduta, rimango in attesa, lei scrive il subemendamento così lo votiamo subito. …(la Presidenza attende la presentazione del subemendamento).
Bene. Il Consigliere Ricci ha testè presentato all’emendamento n. 1 a firma Foschi il seguente subemendamento:
Il terzo punto dell’elenco puntato viene anticipato all’inizio dell’elenco come punto 1.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 a firma della Consigliera Foschi, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Emendamento n. 2 a firma della Consigliera Foschi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 186, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. E’ stato un privilegio stare con voi. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,15