Resoconto della seduta n.72 del 20/03/2012
SEDUTA N. 72 DEL 20 MARZO 2012

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 71 del 6 marzo 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 180 in data 5 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli, Silvetti, Camela, Acacia Scarpetti, Giancarli, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 ottobre 2001, n. 22 ‘Disciplina degli impianti di trasporto a fune in servizio pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato’”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 181 in data 6 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005 n. 6 (Legge forestale regionale)”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 182 in data 6 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica alla legge regionale 25 gennaio 2005 n. 2 (Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro)”, assegnata alla III Commissione in sede referente e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 183 in data 6 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003 n. 13 (Riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale)”, assegnata alla V Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e trasmessa al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 2 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 184 in data 8 marzo, ad iniziativa delle Consigliere Giorgi, Romagnoli, Malaspina, Ciriaci, Ortenzi, Foschi, Giannini concernente “Integrazione delle politiche di pari opportunità di genere nella Regione e modificazioni alla legge regionale 5 agosto 1996 n. 34 (Norme per le nomine e designazioni di spettanza della Regione) e alla legge regionale 11 novembre 2008 n. 32 (Interventi contro la violenza sulle donne)”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla III e V Commissione per l'eventuale richiesta di espressione di parere ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno;
- n. 185 in data 8 marzo ad iniziativa della Consigliera Ciriaci concernente “Interventi per combattere la povertà ed il disagio sociale attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno ;
- n. 186 in data 16 marzo ad iniziativa del Consigliere Latini concernente “Modifiche alla l.r. 10 novembre 2009 n. 27 (Testo Unico in materia di commercio)”, assegnata alla III Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e trasmessa al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 2 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 187 in data 19 marzo ad iniziativa della Giunta regionale concernente “Abrogazione dell’articolo 10 della legge regionale 31 ottobre 2011, n. 20 (Assestamento di bilancio 2011) e modifica dell’articolo 27 della legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Legge finanziaria 2008)”, assegnata alla II Commissione in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 42 in data 6 marzo, ad iniziativa della Giunta Regionale, concernente: “Programma degli interventi per l'anno 2012 - Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi dell'articolo 2 della l.r. n. 51 del 6 agosto 1997 'Norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale'”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 290 del Consigliere Zaffini “Salvare la Stazione Marittima di Ancona”;
- n. 291 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli “Erosione costiera”;
- n. 292 del Consigliere Latini “Elettrodotto Fano - Teramo” (ritirata dal presentatore in data 16/03/2012);
- n. 293 del Consigliere Latini “Grave dequalificazione dell’Ospedale di Montegranaro”;
- n. 294 dei Consiglieri Latini, Silvetti “Elettrodotto Fano - Teramo”;
- n. 295 del Consigliere Binci “Affinché il Parlamento Italiano riprenda in esame le proposte di legge ad iniziativa popolare sulla cittadinanza e sul voto agli immigrati”;
- n. 296 del Consigliere Latini “Tassa di bonifica - accoglimento ricorso della Comunanza Agraria di Pretare”;
- n. 297 dei Consiglieri Eusebi, Silvetti “Situazione Telecom Italia nelle Marche” (ritirata dai presentatori in data 19/03/2012);
- n. 298 dei Consiglieri Marinelli, Ciriaci, Foschi “Convenzione sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e alla violenza domestica”;
- n. 299 del Consigliere Solazzi “Iniziative per tagliare le spese militari”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 192 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 45.279.171,48;
- n. 193 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 4.496.429,97;
- n. 194 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 56.790,59;
- n. 195 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 3.596.234,95 Modifica al programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 196 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 132.187,07;
- n. 197 del 20.02.2012 concernente: Art. 2 della l.r. 28/12/2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente o modificazioni tecniche al Programma operativo annuale per l’anno 2012. Euro 14.717.480,92;
- n. 198 del 20.02.2012 concernente: Art. 2, comma 2 - lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 2.550,00;
- n. 199 del 20.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 35.000,00;
- n. 200 del 20.02.2012 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 29/2011 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 - euro 253.672,00;
- n. 201 del 20.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 251.000,00;
- n. 245 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 56.859.507,98;
- n. 246 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 550.000,00;
- n. 247 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 4.043.398,35;
- n. 248 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 1.377.259,88;
- n. 249 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 106.924.045,66. Modifica al programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 250 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente e modificazioni tecniche al Programma operativo annuale per l’anno 2012 - importo euro 2.670.000,00;
- n. 251 del 27.02.2012 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 29/2011 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 - euro 60.000,00;
- n. 252 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 2.645.418,00;
- n. 253 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 1.873.451,15;
- n. 254 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 2 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con Deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - spese di personale - importo di euro 128.459,00;
- n. 255 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 2 lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con Deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - spese di personale - importo di euro 8.000,00;
- n. 256 del 27.02.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 - Art. 25 della l.r. 29/2011 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto europeo ALTERNERGY IPA ADRIATICO - euro 371.000,00;
- n. 257 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 69.722,33;
- n. 258 del 27.02.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di recuperi accertati relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 190.045,39;
- n. 259 del 20.02.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 34.735,40.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Valeriano Camela e Giacomo Bugaro.

Prima di dare inizio alla trattazione dell'ordine del giorno, interpretando il sentimento dell'intera Assemblea legislativa regionale, do il benvenuto in quest'Aula alle classi III A e III B della Scuola media Istituto comprensivo Montessoriano di Chiaravalle. Auguro agli studenti e ai loro insegnanti di far tesoro della possibilità di conoscere da vicino le istituzioni che governano il nostro Paese. E fra queste una importante è sicuramente l’Assemblea legislativa delle Marche.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della mia mozione n. 295, testè comunicata, avene ad oggetto “Affinché il Parlamento Italiano riprenda in esame le proposte di legge ad iniziativa popolare sulla cittadinanza e sul voto agli immigrati”. Inoltre chiedo che la stessa venga accorpata al punto 11) in quanto tratta lo stesso argomento.

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Binci, però oggi non penso che arriveremo a trattare le mozioni, quindi la inseriremo all’ordine del giorno della prossima seduta.

Massimo BINCI. L’importante, Presidente, è che quando si discuteranno le mozioni di cui al punto 11), che sono la n. 256, n. 260, n. 261, n. 273 e n.281, a queste venga accorpata anche la mia.

PRESIDENTE. Bene. Quindi al punto 11) oltre a quelle già iscritte aggiungiamo anche la n. 295 del Consigliere Binci che ho poc’anzi comunicato.

PRESIDENTE. Ora anch'io ho due richieste da fare.
La prima riguarda l'iscrizione, come primo punto dell’ordine del giorno (subito dopo le interpellanze), della proposta di legge n. 187, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente “Abrogazione dell’articolo 10 della legge regionale 31 ottobre 2011, n. 20 (Assestamento di bilancio 2011) e modifica dell’articolo 27 della legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Legge finanziaria 2008)”, ovvero, più sinteticamente, la proposta di legge sull'abolizione dell'accisa sulla benzina.
Se non ci sono obiezioni la riteniamo iscritta come punto 2 bis).
Seconda. Su richiesta dell'Università della Pace in data odierna ho presentato, così come sottopostami dalla stessa, una mozione relativa alle iniziative per il taglio delle spese militari, che abbineremo alla mozione n. 285 del Consigliere Cardogna che è di pari argomento.
Se anche qui siete d'accordo le poniamo come punto 8 bis).

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marinelli, ne ha facoltà.

Erminio MARINELLI. Presidente, ritiro l'interrogazione n. 325 per i motivi che ho spiegato nella riunione dei Capigruppo.

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 325 è quindi ritirata.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Chiedo il rinvio della proposta di legge n. 153 riguardante “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”, perché non abbiamo ancora acquisito il parere del Crel. La vorremmo porre come primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta del 27 marzo.

PRESIDENTE. Bene. Non essendoci obiezioni ritengo accolta la richiesta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Presidente, è solo per evidenziare l'attenzione al punto 8) dell'ordine del giorno riguardante la Relazione della VI Commissione. Oggi è infatti l'ultimo giorno utile per la sua approvazione e per la relativa trasmissione alle Commissioni di Camera e Senato. Raccomando quindi che la giornata di oggi non si concluda senza aver discusso questo punto.

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Cardogna. Comunque al punto 8) ci dobbiamo senz’altro arrivare, perché i punti che non sono atti ispettivi ritengo dobbiamo esaurirli tutti nella seduta odierna. Magari destiniamo un tempo inferiore alla discussione delle interrogazioni e delle interpellanze.

Comunicazione ai sensi dell’art. 35, sesto comma, Regolamento interno.
Ringraziamento delle associazioni della comunità tibetana in Italia.

Ha chiesto la parola il Consigliere D'Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, allargando anche la comunicazione che ho fatto già alla riunione dei Capigruppo, pongo il ringraziamento delle varie associazioni della comunità tibetana in Italia.
La scorsa settimana si è tenuta a Campidoglio una riunione alla quale hanno partecipato diversi rappresentanti delle varie Regioni che, come noi, hanno approvato una mozione a favore del popolo tibetano.
In quella sede la comunità tibetana intera ha voluto ringraziare le Regioni che hanno aderito a questa iniziativa. Ecco, volevo rendere partecipe tutta l'Assemblea, che appunto nelle scorse settimane ha votato quella mozione, che le associazioni tibetane in Italia sono riconoscenti alla Regione Marche per aver aderito all’iniziativa.
E’ stata peraltro una iniziativa che è servita a porre molta più attenzione anche sui media nazionali; tanto è vero che il TG2, che si era già occupato della problematica, questa sera manderà in onda due servizi sull’argomento.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere D'Anna.


Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà.

Enzo GIANCARLI. Chiedo l'iscrizione per la prossima seduta della mozione n. 291 sull'erosione costiera, elaborata dalla IV Commissione su richiesta della Conferenza dei Capigruppo.

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Giancarli.
Se non ci sono altri interventi do quindi per approvate tutte le proposte di rivisitazione dell'ordine del giorno.
Passiamo ora alla trattazione degli atti ispettivi


Interrogazione n. 272
del Consigliere Latini
“Situazione uffici del Tribunale di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 272 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. In riferimento alla interrogazione in oggetto, il Presidente del Tribunale di Pesaro, dott. Mario Perfetti, con nota prot. n. 192 (che poi consegnerò all'interrogante) ha comunicato quanto segue.
Dopo il crollo del 2006, che ha interessato alcuni locali della sede del Tribunale di Fano, l'edificio non è stato mai rimesso in pristino.
In data 14 gennaio 2012 è stato poi necessario dichiarare l'inagibilità dei locali che ospitavano la cancelleria civile, limitrofi a quelli crollati.
In conseguenza di ciò I'Ufficio notifiche e protesti è stato trasferito temporaneamente in altra sede non distante dal Tribunale.
La situazione sembra peraltro in via di definizione, con l'impegno dell'Amministrazione comunale di Fano ad effettuare lavori di ristrutturazione dell'intero edificio entro l'anno 2012, così come sancito dalla firma del relativo protocollo di intesa tra lo stesso Comune di Fano, la Direzione generale per gli Archivi e la Direzione dell'Archivio di Stato di Pesaro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie, Vicepresidente, per questa sua risposta. In essa si innesta il dato fondamentale riguardo l’organizzazione di tutte le sezioni distaccate dei tribunali, non solo quindi quelle della provincia di Pesaro ma di tutte le Marche.
La ristrutturazione del Tribunale da parte dell'Amministrazione comunale con fondi propri va certo a coprire una carenza che è in essere da almeno cinque anni, però adesso va collegata alla riorganizzazione delle circoscrizioni e della razionalizzazione delle sezioni distaccate. Per quanto riguarda infatti l’aspetto specifico del Tribunale di Fano c’è il rischio di compiere un'opera che però di fatto può vedere la chiusura con una centralizzazione probabilmente a Pesaro, così come sembrano appunto indirizzare le ultime disposizioni governative.
Pertanto, da un lato un plauso per la chiusura della riorganizzazione strutturale, e quindi di copertura finanziaria della manutenzione straordinaria della sede del Tribunale, dall'altro però vi è questa necessità di combinarla con un aspetto preminente, ossia quello di non spendere fondi per strutture che da qui a un anno rischiano di essere una dislocazione non più consona rispetto a quelli che sono gli indirizzi programmati del Governo. Ma ovviamente questo è fuori dalla nostra portata.
Comunque, Vicepresidente Petrini, la ringrazio vivamente per la risposta che mi ha fornito.


Interrogazione n. 608
del Consigliere Silvetti
“Direttiva ASUR Marche - annullamento concorsi pubblici banditi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 608 del Consigliere Silvetti. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito ai singoli punti dell'interrogazione si risponde di seguito con una relazione invitata dal Direttore generale dell'ASUR che ricostruisce un pò il percorso.
La recente legge regionale n. 17 del 1° agosto 2011 ha previsto l'istituzione delle Aree Vaste territoriali quali articolazioni dell'ASUR, che subentrano alle precedenti articolazioni costituite dalle Zone territoriali.
“In ragione delle funzioni assegnate alle suddette Aree Vaste in materia di gestione delle risorse umane dalla citata legge regionale n. 17/2011, il Direttore generale dell'ASUR è intervenuto con le note 22873 del 28 ottobre 2011 e 26499 del 20 dicembre 2011, al fine di razionalizzare il passaggio dalla articolazione in Zone territoriali a quella in Aree Vaste. In particolare, a causa della scomparsa delle Zone territoriali, le note richiamate invitavano i competenti Servizi a concludere entro il 31 dicembre 2011 le procedure di reclutamento già avviate dalle Zone territoriali medesime.
Le indicazioni impartite trovano positivo riscontro nel parere redatto dal dott. Paolo Costanzi, Dirigente del Servizio attività normativa e legale e risorse strumentali della Regione Marche, il quale ha ravvisato l'obbligo giuridico di procedere all'assunzione per i soli posti messi a concorso relativi a graduatorie approvate dentro la data di entrata in vigore della legge.
Per quanto concerne, invece, le procedure selettive che non si sono concluse, contrariamente alle indicazioni aziendali, alla data del 31 dicembre 2011, ci si riserva una risposta definitiva che sarà fornita in seguito alla interpretazione già richiesta al Dipartimento per la salute e per i servizi sociali della Regione Marche”.
In merito a quest'ultimo punto si precisa che la Direzione ASUR ha inviato al Dipartimento, in concomitanza alla sopraesposta relazione, con una nota del 5 marzo 2012, il quesito in ordine all'efficacia delle procedura concorsuali attivate dalle Zone territoriali prima dell'entrata in vigore della l.r. 17/2011 istitutiva delle Aree Vaste in campo sanitario e non concluse alla stessa data.
La questione sopra prospettata è attualmente all'esame dei competenti uffici, del Dipartimento salute e servizi sociali e del Servizio attività normative, legali, risorse strumentali della Regione Marche, che dovranno dare le relative risposte, rispetto alle quali discenderanno ovviamente i provvedimenti di competenza.
E’ cioè una materia articolata posta anche ai tavoli delle organizzazioni sindacali, e naturalmente c'è da acquisire i pareri che a volte sono discordanti. Per cui abbiamo chiesto di fare riferimento al nostro Servizio legale. E quindi sulla base delle risposte che ci daranno ci saranno gli atteggiamenti conseguenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Assessore, apprendo dalla sua risposta che in questo momento l'ASUR Marche decide di non decidere, perché sostanzialmente si astiene dal dare una risposta che invece è quanto mai urgente.
Lei saprà perfettamente che uno dei talloni d'Achille del Servizio socio-sanitario di questa regione risiede proprio nella difficoltà che ha l'ASUR Marche nell'espletare i vari bandi.
Quindi la risposta quanto mai evasiva è insoddisfacente.
Lei sa benissimo, non può non saperlo, quale sia la necessità delle piante organiche che sono sottodimensionate sopratutto nei punti nevralgici della sanità regionale.
Numerose sono ancora le segnalazioni del personale che con difficoltà riesce a portare avanti i turni, perchè non si riesce a sostituirlo in casi di malattia o di ferie.
L'ultima segnalazione che mi è arrivata in ordine di tempo, ad esempio, è del Dipartimento di pneumologia dell'ospedale di Osimo. Uno degli ultimi fatti, direi piuttosto gravi, tanto da congelare addirittura una graduatoria, è quello relativo alla graduatoria di continuità assistenziale. Essa infatti è stata oggetto di un grandissimo scontro in quanto nella graduatoria, appunto, si erano inseriti persone che non avevano titoli e che, forse, li avrebbero maturati per un concorso che si sarebbe tenuto dopo un mese.
Insomma, c'è qualcosa che non quadra.
E’ evidente che le graduatorie e i vari bandi sospesi o addirittura annullati sono una non risposta a quello che invece richiede la struttura socio-sanitaria. Una struttura che, ripeto, è sottodimensionata e che quindi continua a svolgere o un non servizio o un cattivo servizio e che pone i medici e gli operatori di lavorare in condizioni pietose.
E parliamo di sanità! E’ inutile che qui ricordi quanto il bilancio regionale spende in termini di sanità.
Dunque a un cattivo investimento oggi risponde una cattiva gestione della sanità e una cattiva, anzi, direi cattivissima, organizzazione.
Peraltro le denunce non arrivano dagli utenti bensì dagli stessi medici ed operatori, cioè da coloro che giornalmente cercano di dare una risposta e un servizio pubblico, che però purtroppo oggi non viene garantito.
Ecco, il passaggio delicato dei bandi dei concorsi sono un po' il tessuto debole. E purtroppo la risposta che lei oggi mi dà, che è assolutamente insoddisfacente, si rende conto da sé, rende ancora più pericolosa e fragile la struttura socio-sanitaria della nostra regione.


Interrogazione n. 541
dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Busilacchi
“Grotte di Frasassi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 541 dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Busilacchi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. In merito all'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue.
Il complesso ipogeo delle Grotte di Frasassi rappresenta un notevole valore ambientale, paesaggistico e scientifico per la Regione Marche.
L'articolo 1 dello Statuto del Consorzio sottolinea anche il valore dal punto di vista della salvaguardia e della valorizzazione delle zone di interesse turistico del Comune di Genga.
L'attività del Consorzio, in questi anni, è consistita nella gestione diretta, con finalità di interesse economico e sociale, dei servizi inerenti lo sviluppo di una offerta turistica peculiare, unica e sostenibile.
Un'offerta che compendia, in modo integrato, la proposta di conoscenza e di fruizione degli specifici luoghi come contesti non solo turistici ma anche educativi e formativi di qualità. In questa direzione, lo sviluppo del turismo scolastico, per esempio, ne rappresenta uno dei cardini più significativi.
Lo stesso Consorzio in questi ultimi anni ha delineato efficaci strategie ed azioni per sviluppare sul mercato italiano ed estero la conoscenza del valore e delle potenzialità delle Grotte di Frasassi e del suo comprensorio.
Le azioni di promo-commercializzazione attuate sui mercati di riferimento hanno comportato risultati molto positivi tant'è, come dimostrato dai dati, ogni anno sono quasi 250.000 i visitatori delle Grotte.
L'obiettivo del Consorzio è quello di potenziare le azioni di commercializzazione e di promozione al fine di aumentare l'appeal dell'offerta, diventare sempre più competitivi, contrastare gli effetti negativi della attuale situazione economica.
Come è stato più volte sottolineato nell'ambito della programmazione regionale turistica, le Grotte di Frasassi costituiscono un valore aggiunto importante per l'offerta turistica regionale.
La Regione Marche, pertanto, non può che apprezzare gli sforzi che il Consorzio stesso porta avanti per valorizzare, oltre lo specifico territorio di riferimento, l'immagine dell’intera regione e ritenere di interesse regionale una possibile integrazione delle politiche nello specifico settore.
Attualmente, però, la Regione si trova a vivere, soprattutto in relazione ai consistenti tagli nei trasferimenti statali, una situazione di particolare difficoltà che porterà ad inderogabili riforme strutturali.
In questa attuale congiuntura economico e finanziario la Regione, come risulta anche dagli atti di programmazione, intende qualificarsi per interventi finalizzati al rigore e improntati a garantire i servizi essenziali a tutela dei cittadini e a contenere e ottimizzare le varie tipologie di spesa. Tra questi ultimi interventi rientra la decisione di ridurre la spesa per l'adesione della Regione ad enti, fondazioni, associazioni, comitati ed altri organismi, anche attraverso la dismissione delle partecipazioni attualmente possedute.
Altro aspetto da considerare, visto che fa parte del Consorzio Frasassi anche la Provincia di Ancona, è la prevista riorganizzazione dell'assetto amministrativo dello Stato, che vedrà, sempre nell'ottica della riduzione della spesa pubblica, la soppressione delle Amministrazioni provinciali con conseguente trasferimento delle relative funzioni ad altri enti, in primis la Regione.
Tutto ciò considerato, si ritiene che la Giunta regionale, pur considerando di interesse specifico un possibile ingresso nel consorzio, dovrà valutare complessivamente altri aspetti che attualmente non sono ancora definiti e quindi non consentono allo stato una decisione definitiva della questione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio, anche a nome dei colleghi Badiali e Busilacchi, il Vicepresidente Petrini per la risposta.
In una affermazione di questa sua risposta colgo la centralità, ovvero le azioni coerenti e conseguenti necessarie, di quando cioè parla di valore aggiunto rispetto all'offerta turistica regionale. E' vero, questo complesso ipogeo rappresenta un grande valore aggiunto.
E dunque proprio perché c'è questa consapevolezza non possiamo, appunto, che essere coerenti e conseguenti con il giudizio che diamo. Sicchè in sinergia piena vanno realizzate politiche sia turistiche che ambientali. E in sinergia piena non soltanto con il Consorzio, ma anche in primis con il Comune di Genga e con gli altri Comuni montani, penso a Fabriano, a Sassoferrato, Serra San Quirico ed Arcevia.
Quindi condivido lo spirito della Regione su questo grande complesso turistico.
Ringrazio di nuovo il Vicepresidente Petrini.


Interrogazione n. 638
del Consigliere Silvetti
“Realizzazione nuovo casello località Gabella del comune di Montemarciano: mancata realizzazione infrastrutture”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 638 del Consigliere Silvetti è rinviata per assenza dell'Assessore competente.

Interrogazione n. 672
del Consigliere Zaffini
“Distacco Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e di aggregazione alla regione Emilia Romagna”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 672 è rinviata su richiesta del presentatore Consigliere Zaffini.


Interrogazione n. 268
del Consigliere Latini
“Sistematici casi di infortuni sul lavoro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 268 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all'interrogazione in oggetto si riporta quella che è un pò la situazione infortunistica nelle Marche. La relazione ripercorre puntualmente ciò che è avvenuto negli ultimi anni.
Nelle Marche i dati INAIL disponibili, quelli cioè dell'anno 2010, segnalano un trend positivo rispetto all'andamento nazionale, come avviene ormai da diversi anni, per gli infortuni nel loro complesso: la riduzione degli infortuni si attesta circa sul 3,8% (da 26.160 casi si è scesi a 25.160).
I dati provvisori 2011 relativi ai casi mortali indicano invece un aumento, poiché dai 26 del 2010 si passa a oggi ai 44 casi riconosciuti.
Va precisato comunque che tende ad aumentare la percentuale di casi mortali collegati agli incidenti stradali che nell'ultimo anno assommano a 27 casi (pari al 61,5% del totale).
Complessivamente nell'ultimo aggiornamento INAIL disponibile le Marche sono ulteriormente scese al decimo posto nella graduatoria relativa, avvicinandosi ulteriormente al dato medio nazionale (numero indice 114,67).
Per i motivi sopra riportati nelle Marche si continua ad operare con una programmazione che agisce su più fronti, al fine di mantenere un costante impegno per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Potenziamento del sistema informativo al fine di avere un monitoraggio dei danni alla salute causati dal lavoro:
• sul sito internet "Marcheinsalute" è scaricabile il quinto report regionale che offre una panoramica ed una analisi di sette anni (dal 2000 al 2008) redatto a cura della PF prevenzione e promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro tramite il Gruppo tecnico SINP istituito con decreto 2SAP del 13 febbraio 2008;
• è stato costituito, con dgr 2229 del 28 dicembre 2009, come previsto dal PSR 2007-2009, il Centro regionale di epidemiologia occupazionale (CREO), partendo dal consolidato gruppo di lavoro interistituzionale che dal 2003 opera presso la PF sanità pubblica (oggi PF pevenzione e promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro);
Potenziamento e monitoraggio della quantità e qualità dell'attività dei Servizi PSAL del ZZ.TT. dell'ASUR:
• dal 2002 al 2008 gli operatori sono passati da 103 a 141, e dai primi del 2009 sono stati assunti i primi operatori per controllare la sicurezza durante la realizzazione delle grandi opere viarie che interessano il territorio marchigiano e lo interesseranno ancora per alcuni anni. Attualmente sono in corso bandi di assunzione per tecnici della prevenzione presso le Zone territoriali 6 e 10 e per un ingegnere presso la Zona territoriale 6;
• dal 2006 le Marche partecipano ad un progetto nazionale per il monitoraggio della attività dei servizi e nella scheda, che poi le consegnerò, Consigliere Latini, sono riportati alcuni dati tra i più significativi. E' un'elaborazione dei dati di attività 2006, 2008, 2009, 2010, mentre l'elaborazione dei dati 2011 è in corso e sarà disponibile entro la fine di questo mese.
Potenziamento delle sinergie intra ed inter istituzionali e tra queste e le parti sociali:
• attività del Comitato regionale di coordinamento ex art. 7 d.lgs. 81/08. Dopo la ricostituzione formale nel dicembre 2008 il Comitato ha realmente avviato i lavori e sta divenendo il punto unico di confronto tra istituzioni e parti sociali in questa materia. Dimostrazione della vitalità di questo organismo è stata la promozione di un convegno di approfondimento sulle tematiche della prevenzione nei luoghi di lavoro che si è tenuto lo scorso 27 e 28 settembre 2010 a Jesi, con lo scopo di offrire gli elementi di condivisione per la programmazione regionale di medio periodo.
Durante tale seminario programmatico sono emerse le seguenti indicazioni prioritarie:
a) strutturazione della rete per l'attività del medico competente;
b) attività di conoscenza dei consulenti che operano in materia di salute e sicurezza del lavoro:
c) prevenzione cancerogeni: piano regionale di conoscenza del fenomeno e prevenzione;
d) comunicazione: realizzazione sito web regionale;
e) proposta di delibera consiliare di programmazione condivisa per il medio periodo.
• insediamento degli organismi provinciali previsti dall'art. 2 - comma 3 - del d.p.c.m. 21 dicembre 2007. Tali organismi, composti da rappresentanti del Servizio di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro dell'ASUR, dell'ARPAM, della Direzione provinciale del lavoro, dell'INAIL, dell'INPS e del Comando provinciale Vigili del Fuoco, hanno il compito di dare attuazione ai piani operativi di vigilanza in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Attualmente nella regione Marche si sono insediati tutti gli organismi provinciali. A seguito dei programmi concordati dall'Ufficio Operativo per l'anno 2011, sono state svolte:
a) attività di vigilanza coordinata nelle aziende con rischio collegabile con la presenza di "ambienti confinati" (depositi, granaglie, silos, impianti di depurazione, aziende auto spurgo, ecc..);
b) attività di formazione integrata tra operatori ASUR, ARPA, DD.TT.LL., VV.F., per la vigilanza di cui al punto precedente (ottobre 2011);
c) attività di formazione ed addestramento integrata tra operatori ASUR, ARPA, DD.TT.LL., WF per l'utilizzo DPI di terza categoria, in funzione della attuale realizzazione nel territorio della Regione Marche di importanti opere viarie quali la "Quadrilatero Marche - Umbria" e la terza corsia autostradale;
d) è in programma per aprile 2012 un terzo corso di formazione integrata tra operatori ASUR, ARPA, DD.TT.LL., VVF, per l'effettuazione della vigilanza in ambito autostradale.
E' già stata convocata la riunione dell'Ufficio Operativo regionale per il 13 marzo 2012, finalizzata alla verifica di attività coordinata tra le varie istituzioni e alla programmazione integrata per l'anno in corso.
• attività di promozione della salute e sicurezza condivise con INAIL all'interno di vari tavoli di lavoro:
a) con il comitato misto artigiani-confapi-sindacati che ha prodotto la collana multimediale "impresa sicura" (sino ad ora ha prodotto il manuale metalmeccanica, il manuale per la prevenzione nella costruzione delle imbarcazioni da diporto, il manuale di prevenzione per il comparto calzaturiero ed infine quello per l'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale). Tutti i manuali sono consultabili nel sito www.impresasicura.it
b) con tutti i soggetti sociali: la ricerca del ruolo degli RRLLSS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), svolta in collaborazione con la Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Economia CRISS, i cui risultati sono oggi utilizzati per poter migliorare la risposta ai bisogni espressi da questi lavoratori con un ruolo fondamentale previsto dal d.lgs. 81/08 (il cosiddetto testo unico);
c) con le parti sociali è in corso la 4° edizione degli incontri di informazione per gli RRLLSS che si concluderà entro giugno 2012.
E' stato approvato con dgr 814 del 6 giugno 2011 il quarto Protocollo triennale d'Intesa tra Regione Marche e INAIL in attuazione del quale durante il Comitato di Coordinamento ex art. 7 d.lgs. 81/08 sono stati approvati documenti tecnici: per lo sviluppo del piano di prevenzione agricoltura, con un impegno complessivo di 800.000 euro resi disponibili dalla Regione Marche e dall'INAIL regionale; per lo sviluppo del Piano di Prevenzione del Rischio Amianto del quale si attende la valutazione da parte dell'INAIL nazionale per il relativo finanziamento.
• formazione:
la Regione Marche (Assessorato al lavoro in collaborazione con l'Assessorato salute e l'Assessorato agricoltura), in attuazione dell'accordo Stato-Regioni del 20/11/2008, in tema di promozione della cultura, di prevenzione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ai sensi dell'art. 11, comma 7, del d.lgs. 81/2008, ha emanato la dgr 236 del 9 febbraio 2010, poi successivamente modificata ed integrata con dgr 1181 del 26 luglio 2010 relativamente al solo settore "Scuola" (fondi ministeriali pari a € 1.057.000,00). Successivamente, in attuazione del decreto interministeriale del 17 dicembre 2009, per la realizzazione di progetti formativi in tema di promozione della cultura, di prevenzione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ai sensi dell'art. 11, comma 1, lettera b), del d.lgs. 81/2008, ha emanato la dgr 1425 del 4 ottobre 2010 (fondi ministeriali pari a € 487.000,00). Sulla base dei sopraindicati atti sono state avviate le relative attività di formazione aggiuntiva orientata a scuole, edilizia, agricoltura, metalmeccanica;
l'Università di Urbino - Facoltà di Giurisprudenza ha portato a regime il progetto di Osservatorio sulla legislazione del lavoro "Olympus", noto a livello nazionale attraverso il suo sito internet, frequentato mensilmente da migliaia di tecnici della materia in tutta Italia, sapendo quanto sia complessa la legislazione e la giurisprudenza in materia di lavoro.
• progettualità regionali di medio periodo su argomenti prioritari concordati a livello nazionale:
a) il piano di prevenzione in edilizia è ormai a regime da alcuni anni;
b) il piano di prevenzione in agricoltura è stato approvato a livello nazionale dalla Commissione salute degli Assessori e nella nostra regione, dopo l'esame da parte del comitato di coordinamento regionale, è già stato approvato formalmente con DD 27SAP del 26 maggio 2010 ed avviato;
c) il piano per l'approfondimento delle malattie professionali, con un particolare riferimento ai tumori professionali, è in fase conclusiva di redazione e verrà presentato per la condivisione al prossimo Comitato regionale di Coordinamento ex art. 7 d.lgs. 81/08 che è previsto per il prossimo 26 marzo 2012.
Si informa, infine, che in data 12 dicembre 2011 il sottoscritto e l'Assessore Luchetti hanno preso parte all'audizione della Commissione di inchiesta del Senato sulle "Morti bianche" tenutasi presso la Prefettura di Ancona alla presenza del Presidente Senatore Oreste Tofani. Alla Commissione è stata consegnata un'ampia relazione sull'attività svolta da tutto il sistema regionale per la prevenzione, che trova punto di riferimento istituzionale presso il Comitato di Coordinamento istituito da questa Regione con dgr 875 del 30 giugno 2008.

PRESIDENTE. Il Consigliere Latini comunica che si ritiene soddisfatto della risposta.


Interrogazione n. 688
della Consigliera Giorgi
“Giornata delle Marche 2011 - giornata pro AMAT”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 688 della Consigliera Giorgi. Ha la parola, per la risposta, il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. La giornata delle Marche si celebra ogni anno nel rispetto di quanto previsto dalla l.r. 26/2005.
II programma relativo all'edizione 2011 è stato approvato con dgr n. 1493 del 14 ottobre 2011, previa acquisizione del previsto parere della prima Commissione consiliare, approvato nella seduta del 7 novembre 2011.
Come previsto dal programma, la realizzazione degli eventi e della cerimonia sono stati previsti presso le strutture del teatro Persiani di Recanati, gestito dall'AMAT, che quindi è il soggetto unico a cui è necessario rivolgersi per garantire l'apertura, l'organizzazione e il funzionamento del teatro per i giorni degli eventi.
Tra gli eventi principali del programma e per conto della Regione Marche, l'AMAT ha curato l'organizzazione, nella giornata del 9 dicembre, di una conferenza del giornalista e scrittore Corrado Augias sul tema "Leopardi e l'Italia", nonché, nel giorno della celebrazione del 10 dicembre, di una lettura di brani di Giacomo Leopardi denominata "Dall'Italia all'Infinito" da parte dell'attrice Isabella Ferrari.
Per tutte le attività di apertura, organizzazione eventi e gestione, svolta a favore della realizzazione della Giornata delle Marche, I'AMAT ha richiesto, a fronte di un totale preventivato di costi pari a € 25.000,00, una contribuzione pari ai soli costi vivi per le prestazioni di Corrado Augias ed Isabella Ferrari, al netto di IVA e tasse, per complessivi € 15.000,00, e con decreto del dirigente si è pertanto provveduto all'impegno del suddetto contributo.
La relativa liquidazione avverrà con le modalità previste dalla legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Ringrazio il Vicepresidente Petrini per la risposta, che però non mi soddisfa, e le spiego subito il perché.
Nel redigere l'interrogazione ho elencato alcuni impegni che erano stati presi con singoli decreti in merito alla Giornata delle Marche. Premesso che la Giornata delle Marche è una manifestazione molto importante per la nostra regione, volevo solo capire come erano stati spesi questi 15 mila euro.
Fra i decreti che ho indicato, e quindi i soldi dati al giornalista Attilio Romita per la costruzione della cerimonia, la contribuzione data alla Banda dei Carabinieri per il concerto musicale (importo spese di esecuzione e ospitalità), una cosa che non ho indicato è il contributo che la Regione ha dato al Comune di Recanati per una serie di servizi che lo stesso Comune ha offerto alla Regione per organizzare la Giornata delle Marche.
Lei mi ha detto che è stato dato questo contributo all'AMAT anche per l'apertura del teatro. Ebbene, a me effettivamente sembra, avendo avuto una piccola esperienza professionale in campo, una cifra fuori da ogni mercato, non esiste una cifra del genere.
Poi mi ha detto che questi 15 mila euro sono stati dati per pagare le prestazioni di Corrado Augias nella giornata del 9 e di Isabella Ferrari che ha letto delle poesie di Leopardi il giorno 10.
Ma Isabella Ferrari era già nelle Marche con Travaglio per un suo spettacolo programmato per il giorno 9 al Teatro delle Muse di Ancona e per il giorno 10 (quindi la sera stessa dell'evento tenutosi a Recanati) al Pala Riviera di San Benedetto del Tronto.
Ecco, quando un attore è in tournée, e quindi percepisce già una remunerazione per questa, e poi viene chiamato a fare una tappa intermedia, è uso non dargli un compenso ma un rimborso spese.
Per cui a me questi 15 mila euro, che sono appunto serviti per pagare Isabella Ferrari - non entro tra l’altro nella scelta artistica, di cui non sono assolutamente d’accordo, penso ci siano attori molto più degni di leggere Leopardi e che avrebbero dato sicuramente un risultato diverso, ma, ripeto, non mi addentro in questo, nelle scelte artistiche ci può essere sempre dietro qualche motivazione - e Corrado Augias, mi sembrano veramente eccessivi.
Sinceramente rimango molto perplessa. Si ripete una ipercontribuzione dell'AMAT.
Volevo allora dire una cosa all'Aula. L'AMAT, Associazione marchigiana attività teatrali, è un ente importante per la nostra regione perché svolge attività di circuito, cioè dovrebbe programmare i nostri teatri; noi siamo la regione dei teatri, abbiamo circa 80 teatri aperti, grazie proprio a interventi regionali, che fanno programmazione. Quindi l'AMAT dovrebbe mantenere in vita questo tessuto culturale - e dico dovrebbe perché a mio avviso c'è da rivedere un pochino anche come viene svolto questo lavoro -. E per fare questo lavoro l'AMAT riceve i soldi del Ministero, le quote di partecipazione dei Comuni associati, delle Province e della Regione, le sovvenzioni della Regione e delle Province, le quote delle convenzioni - perché i Comuni che affidano la gestione all'AMAT dei loro teatri non è che hanno già pagato la quota di associazione, fanno un’ulteriore convenzione, quindi danno ancora soldi all'AMAT per avere un servizio per il quale la stessa è già ampiamente pagata –, oltre a tenersi gli incassi degli spettacoli.
Dunque tutto questo vi fa capire che l'AMAT da un punto di vista contributivo è ben fornita. Per cui credo non ci sia bisogno di ulteriori interventi in ogni settore dall'ambito della Regione, sempre affidando qualsiasi evento all'AMAT. Si potrebbe anche spaziare. Ci si potrebbe rivolgere a qualcun altro, non c'è solo l'AMAT. Abbiamo creato un consorzio regionale che dovrebbe riunire i maggiori enti che fanno cultura e spettacolo dal vivo nella nostra regione, che sono tantissimi, però poi ci rivolgiamo unicamente all'AMAT.
Vedo che l'Assessore esce, probabilmente è stanco di sentire questa mia recriminazione, perché tale è, ma i fatti parlano di questo.
Ritengo sia una situazione grave, continuerò quindi a proporre interrogazioni. Come la vicenda della Giornata delle Marche, come la vicenda che abbiamo trattato nell'ultima seduta consiliare, quella cioè di aver promosso tramite l'AMAT una compagnia dell'Emilia Romagna con i soldi della Regione Marche, ci sono anche moltissimi piccoli interventi, magari di 10-15 mila euro, che però vengono sempre riversati unicamente a un unico ente.
La scorsa settimana sono stata ad un incontro a Roma in un contesto teatrale nazionale dove ho sentito dire una cosa che mi è veramente dispiaciuta, la voglio riportare in questa Assemblea proprio perché ha leso profondamente la dignità della nostra regione. E’ una cosa che non condivido, ma se in giro ci sono queste voci credo che dobbiamo fare attenzione a quello che succede nel nostro panorama teatrale e comunque dello spettacolo dal vivo e cosa succede nell'ambito della cultura. E' stato detto che nelle Marche – lo dicevano compagnie di teatro esterne, quindi siamo nell'ambito di azione dell'AMAT – non si riesce a lavorare se non si è simpatici a qualche “padrino”. A me questa parola ha colpito molto, mi ha ferito molto, perché il suo uso presuppone anche altre implicazioni. Quindi, ecco, Assessore Marcolini, invece di uscire quando parlo la prego veramente di ascoltarmi, di approfondire un po' le questioni. Perché noi siamo una grande regione, abbiamo una ricchezza culturale elevatissima, quella appunto dei nostri teatri, che quindi andrebbero gestiti con maggiore rispetto.
Ripeto, io non ho nulla contro l'AMAT, è un ente fondamentale per i nostri teatri perché fa attività di circuitazione, ma non c'è solo questa, ci sono tantissime altre strutture, anche molto più importanti, che meritano rispetto e quindi devono essere sovvenzionate e rispettate in ugual misura.


Proposta di legge n. 187
ad iniziativa della Giunta regionale
“Abrogazione dell’articolo 10 della legge regionale 31 ottobre 2011, n. 20 (Assestamento di bilancio 2011) e modifica dell’articolo 27 della legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Legge finanziaria 2008)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come concordato passiamo alla trattazione della proposta di legge n. 187 ad iniziativa della Giunta regionale.
Chiedo cortesemente ai commessi di chiamare in Aula il relatore di maggioranza Consigliere Latini. (…) Prego, Consigliere Cardogna, parli pure.

Adriano CARDOGNA. Presidente, vorrei sapere se il punto 2) verrà trattato oppure no.

PRESIDENTE. No, nel programma non c'è, perché si voleva accelerare rispetto alla proposta di legge. La trattiamo la prossima volta.

Adriano CARDOGNA. Non c’è nessun problema, Presidente, la mia era soltanto una richiesta di informazione.

PRESIDENTE. Ora dobbiamo discutere una proposta di legge, ma il relatore di maggioranza non c'è, allora, bèh, facciamo senza relatore di maggioranza! Tra l’altro non c'è nemmeno il relatore di minoranza! Se magari la Giunta vuol dire qualcosa. Presidente Spacca, prego.

Gian Mario SPACCA. Nella serata di venerdì, come sapete, alle ore 20,30 circa, è arrivata la comunicazione da parte del Dipartimento della protezione civile che ci informava dell'avvenuta intesa tra il Dipartimento dell'economia e lo stesso Dipartimento della protezione civile rispetto al finanziamento della nostra calamità del marzo 2011, quella cioè relativa ai fenomeni alluvionali diffusi, ma in modo particolare riferiti all'area del fermano.
Naturalmente questa comunicazione richiedeva per essere efficace l'immediata intesa con la Regione Marche. Cosa che abbiamo realizzato già nella mattina di sabato. Seppur nella consapevolezza che il finanziamento non era sufficiente a fronteggiare un danno, che secondo i criteri tecnici utilizzati dalla stessa protezione civile era stato stimato in 610 milioni di euro.
Abbiamo preso atto di questa determinazione del Ministero dell'economia e sopratutto della Protezione civile, a seguito anche di precedenti incontri che avevamo avuto in forma diretta, e ne abbiamo fatto una valutazione.
La valutazione che abbiamo fatto è la seguente. Il gettito di carattere regionale dell'accisa della benzina, che noi, insieme, abbiamo incrementato per far fronte alla calamità del marzo 2011 nei mesi di gennaio, febbraio e marzo –, di 5 milioni, a cui si aggiungono i 25 milioni provenienti dal Governo nazionale, ci consente di far fronte alla somma urgenza. Ovvero alla fase emergenziale seguita immediatamente alla calamità. E quindi di poter corrispondere ai Comuni le spese sostenute per la fase emergenziale sopratutto a quelle imprese che sono intervenute attraverso le procedure di urgenza che in quel momento in quella vicenda si definivano. Per cui servono unicamente ad evitare il disseto finanziario dei Comuni che sono intervenuti al di sopra delle loro forze e delle imprese che sono intervenute per far fronte, appunto, ad una situazione di grande drammaticità.
Questa è una linea di indirizzo ormai chiara in quanto traspare anche dalla riforma della legge sulla protezione civile che il Governo sta costruendo in seno ai propri organismi e che ha comunicato anche in sede di Conferenza delle Regioni, ovvero che d'ora in poi lo Stato interviene soltanto nella fase emergenziale e non più per fronteggiare un danno, chiedendo sopratutto ai privati di far riferimento a istituti assicurativi rispetto alle calamità.
Quindi la linea che il Governo si appresta a varare, che peraltro c'era stata anticipata dallo stesso Ministro degli interni in un altro incontro tra Stato-Regioni, è questa: si interviene per ristorare le spese sostenute in fase emergenziale dai Comuni e dai privati coinvolti dagli Enti locali, ma i danni rimangono a carico delle persone o dei soggetti che vengono coinvolti.
Il Ministro Cancellieri questo discorso ce lo ha fatto non in riferimento a quell'emergenza del marzo 2011 bensì a fronte della nuova emergenza della neve che abbiamo vissuto quest'anno.
Quindi noi ieri – ma questo non c'entra niente con la proposta di legge – abbiamo fatto anche la ricognizione del danno dell'abbondante nevicata registrata quest'inverno. E le cifre, che abbiamo inviato con la stessa metodologia seguita per la precedente calamità, ammontano a 770 milioni di euro, di cui 43 sono per la fase emergenziale - che in questo caso non è lo spostamento del fango bensì lo spostamento della neve per consentire l'accesso alle scuole, agli ospedali, ai centri sensibili della vita della comunità -, 248 milioni sono riferibili alla calamità naturale, ovvero ai danni per l'agricoltura e per la zootecnia, e il resto, 479 milioni, alle altre attività, cioè beni culturali, immobili, beni mobili della comunità nel suo complesso.
Quindi è prevedibile, sulla base delle indicazioni dateci dal Ministro degli interni, sulla base del comportamento tenuto nella vicenda del marzo 2011 e soprattutto sulla base della riforma in corso sulla legge per la protezione civile, che noi potremo avere, se il Governo rispetterà l'impegno dichiarato, 43 milioni di euro per far fronte anche all'emergenza neve. E', come dire, un parallelismo, ma credo che sia fortemente credibile in questa vicenda.
Se dunque l'impostazione è questa, e non può essere diversamente, è inutile che teniamo l'accisa sulla comunità marchigiana, perché il gettito dell'accisa corrisponde a 10 milioni di euro e se questo non diventa un volano moltiplicativo delle risorse che provengono dal Governo noi con quelle risorse lì non ci facciamo assolutamente niente, non potremo ristorare nessun danno.
Quindi la decisione che la Giunta ha preso, e che porto alla vostra attenzione, è quella di cassare la parte aggiuntiva dell'accisa della benzina che avevamo introdotto a seguito della tassa sulle disgrazie. Che tra l'altro è stata resa incostituzionale dalla sentenza della Consulta grazie anche all'intervento che abbiamo prodotto insieme come Assemblea legislativa, come Regione Marche. Anzi, è stato proprio l'intervento della nostra Regione che ha tirato dietro tutte le altre Regioni che hanno vissuto altre calamità, che appunto si sono poi convinte a fare ricorso alla Consulta.
Questa è pertanto la ratio del provvedimento che portiamo all'attenzione dell'Assemblea legislativa regionale. E crediamo sia utile, anche per le valutazioni che avete espresso in Commissione, che ci sia un pronunciamento unanime che dia il senso del rigore e della serietà con cui tutti quanti insieme abbiamo affrontato la questione.

Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Sono a favore di questa proposta di legge, anche in Commissione abbiamo votato all'unanimità. Ma un pochino mi dispiace, perché con questa soppressione avevamo permesso alla regione Marche di raggiungere un record mondiale, universale, quello cioè di aver superato per la prima volta i 2 euro al litro. Il Presidente Spacca è stato un po' come Sara Simeoni, lei come prima donna italiana ha superato i 2 metri, Spacca invece ha superato l'asticella dei 2 euro al litro! E' dunque un record che rimarrà comunque nella storia.
E' solo una battuta, ma effettivamente è stato così. Abbiamo infatti avuto un periodo di enorme difficoltà sopratutto nella fascia nord delle Marche, ovvero Romagna sud. In quella zona alcuni distributori erano veramente in crisi pazzesca, perché ovviamente tutti i clienti se ne andavano in Romagna dove la benzina costava molto meno. Dunque in questo periodo è stato messo in difficoltà un intero settore di distributori.
Ma a parte questo, ciò che voglio ribadire è che in quest'Aula a livello di tasse siete tutti consenzienti sulla manovra Monti tranne noi della Lega. Per cui, ecco, questa soppressione dell'accisa è sì una piccola gioia che possono abbracciare i nostri cittadini delle Marche, ma è solo un risparmio di poche decine di euro rispetto alle mazzate che adesso state dando con l'IMU, una tassa che costerà a ogni cittadino centinaia di euro. Chissà se i nuovi tecnici saranno capaci di darci qualche soldino in più per reperire i fondi per le nostre difficoltà, dato che noi specialmente nelle Marche siamo stati sempre bravi a contribuire?
Insomma questa è una piccola goccia. Ripeto, siamo sicuramente a favore, ma dato che parliamo di tassazioni che ci riguardano, oltre all'inflazione che sta riprendendo feroce, voglio ricordare anche la tassa sulle imbarcazioni che per il turismo è veramente una cosa vergognosa. Vorrei che il nostro Presidente Spacca se ne faccia portavoce, perché è un qualcosa che danneggia veramente tutta la cantieristica e tutto l'indotto che già patisce delle feroci crisi.
Non possiamo stare zitti! Cioè, perché lo dice Monti siamo tutti pronti. No! Qui non siamo pronti affatto!
Questo è pertanto il mio pensiero sull’abrogazione di questa accisa. Ribadisco, voterò a favore di questa proposta di legge, ma vorrei anche ricordare che precedentemente in Commissione in previsione di bilancio noi avevamo votato contro a questa accisa. Non solo, un mio emendamento che era stato approvato dalla Commissione, che vincolava tale accisa a un tempo massimo di due anni, è stato poi subemendato qui in Aula. Voglio cioè dire che l'intenzione della Lega Nord è stata sempre a difesa delle tasche dei cittadini.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Zaffini. Invito l'Aula a fare maggiore silenzio. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Il Popolo della Libertà ha accolto molto favorevolmente la proposta della Giunta di prendere atto che questa tassa forse non era più necessaria.
Per fare un po’ di chiarezza, voglio ricordare che noi votammo contro quando fu istituita quella parte di aliquota aggiuntiva, e fu anche occasione di battibecco politico con la Giunta. Ma su questo ci sentiamo invece profondamente coerenti. Abbiamo detto più volte che in sede locale avevamo ritenuto questo meccanismo della tassazione, ormai chiamata in gergo giornalistico “tassa della disgrazia”, una forzatura e che ci fosse stata una distorsione ideologica nel principio che portò alla nascita di questa legge.
La legge era nata in un'ottica federalista, cioè quella di dire che le Regioni dovevano imparare ad essere autosufficienti, però ha poi avuto una distorsione ideologica perché di fatto il meccanismo con il quale si doveva concretizzare tale principio federalista oggettivamente parlando era troppo difficoltoso e troppo oneroso per i destinatari.
Quindi noi abbiamo subito detto con molta sincerità che non condividevamo il meccanismo applicativo di questa tassa. Inoltre votammo contro anche perché ritenevamo che la stima dei danni forse era stata un po' eccessiva rispetto al fabbisogno naturale.
A seguito della sentenza che ha stabilito l'illegittimità di questa parte normativa possiamo dire che se la Giunta si sente in grado di poterne fare subito a meno, in base agli accordi presi con il Governo attuale, evidentemente, visto che si parlava di cifre attinenti a 25 milioni di euro, non avevamo avuto tutti i torti nel dire che c'eravamo un po' troppo fasciati la testa nella lista dei danni. Ma questo fa parte della politica: è normale che una Giunta cerchi di ottenere il massimo, è normale che una opposizione cerchi di controllarne l'operato.
In definitiva oggi nei confronti del cittadino si riporta su un binario di correttezza la questione delle accise nella parte aggiuntiva. Ed io non vedo nè vinti nè vincitori, penso che il compito del legislatore in futuro sarà, da un lato quello di stare attenti che non accadano più i scempi del passato, ove abbiamo visto quante volte una disgrazia è divenuta purtroppo occasione per spendere male i soldi pubblici, dall'altro è che il meccanismo con il quale il legislatore nazionale si dovrà confrontare dovrà essere quello di una sostenibilità nell'assunzione di responsabilità da parte delle Regioni.
E qui dico una cosa e concludo. Se la tassa della disgrazia fosse avvenuta in un'epoca sì di federalismo ma probabilmente con un numero di tagli inferiori alle Regioni e ai Comuni, forse sarebbe stata anche accettabile da un punto di vista pratico. E' evidente però che in un momento in cui i Governi nazionali hanno tagliato eccessivamente su Regioni e Comuni, ed è sotto gli occhi di tutti che il Governo Monti non sta certamente ripristinando al momento più risorse di quello che non ha tagliato il Governo Berlusconi, l'interrogativo profondo e serio che dobbiamo fare è di come razionalizzare l'utilizzo dei soldi pubblici, che quindi rimane un tema ricorrente e imprescindibile della politica.
Se si vuole essere seri su questo non possiamo fare demagogia. Centro-destra, centro-sinistra e qualunque forza politica avrà a che fare ancora per molto tempo con il problema della razionalizzazione dell'utilizzo dei soldi pubblici dal Governo verso il territorio.
Detto questo, la sussidiarietà deve prevedere meccanismi più equi di ripartizione.
Pertanto non ci sentiamo né sconfitti né vincitori, siamo semplicemente contenti di poter togliere velocemente questa parte aggiuntiva delle accise.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. La proposta di legge n. 187 che portiamo ora in votazione è stata condivisa da tutta la seconda Commissione permanente sia per il contenuto in sé sia per le finalità che propone.
In premessa va ricordato che l'aumento dell'accisa da 0,020 a 0,0757, attuato con l'Assestamento di bilancio 2011, è stata un'attività forzata da parte della stessa Regione Marche. Forzata e forzosa in relazione al decreto cosiddetto milleproroghe che nel febbraio del 2011 aveva stabilito una modalità di finanziamento per gli eventi calamitosi del tutto incongrua e illegittima e fuori dall'abbinamento degli interventi statali su un territorio che riguarda più regioni o che riguarda una singola regione nell'ambito però degli interventi naturali di eccezionale portata, come è stata appunto l'alluvione del marzo 2011.
Il ricorso, come ha detto giustamente il Presidente Spacca, introdotto dalla Regione Marche presso la Corte Costituzionale, e che ha fatto scuola anche per altre Regioni, ha chiarito le legittimità costituzionali della norma in sé e ha rimesso in pista quelli che sono gli impegni e le responsabilità dei singoli enti, in questo caso specifico del Governo centrale.
Quindi quella che appunto è stata un'attuazione ingenerosa ma necessaria con la legge di assestamento, cioè la necessità propedeutica da parte della Regione di tassare i propri cittadini per avere un finanziamento almeno pari allo stesso importo...

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Latini, ma in Aula c'è un forte brusio che non consente nemmeno di capire le parole di chi sta intervenendo. Per favore, Consiglieri, parlate più piano e se non siete interessati uscite dall'Aula. Grazie.

Dino LATINI. Come dicevo, l'intervento da parte della Regione, che appunto è stato necessariamente obbligato per ottenere dei fondi da parte dello Stato, trova ora non solo una conferma normativa e legislativa, ma anche diciamo politica della non necessarietà e, appunto, dell'assegnazione della responsabilità in capo al Governo centrale.
La proposta di legge introduce il ritorno ad una minor applicazione dell'accisa, cioè quella originaria di 0,020 dal primo giorno successivo al secondo mese dell'approvazione, quindi dal 1° maggio. E sopratutto prevede la riduzione dell'upb di circa 12 milioni di euro, che sommati a quelli che in questi quattro mesi la Regione introiterà, e che destinerà ovviamente all'emergenza dell'alluvione, portava una previsione di entrata di circa 16 milioni.
L'obiettivo è quello che in futuro, anche sotto la spinta di questa importante sentenza della Corte Costituzionale, derivante appunto dal ricorso della Regione Marche, ci sia una valutazione a livello centrale di un piano di intervento sulle strategicità dei finanziamenti degli eventi calamitosi, tale da non mettere in difficoltà le Regioni o gli enti locali. E dall'altro lato di prevedere una programmazione di intervento, che seppur finalizzata a eventi imprevedibili abbia nel Governo centrale la primaria fonte di finanziamento e non ricada quindi sui cittadini già così duramente colpiti, come è successo nelle Marche, in Liguria e in altre Regioni, da eventi a loro svantaggio.
La mia dichiarazione di voto è quindi del tutto positiva, anche in relazione alla celerità con cui il Governo della Regione Marche ha subito attuato la sentenza della Corte Costituzionale e quindi predisposto il ritorno alla vecchia accisa, quella originariamente stabilita, sui prodotti petroliferi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Sicuramente un provvedimento come questo non può che far piacere, però vorrei anche ricordare che nella scorsa legislatura, nonostante la situazione fosse diversa, questa Regione prese un provvedimento simile. Se vi ricordate, l'allora Popolo delle Libertà fece una manifestazione qui dentro e all'esterno proprio per protestare sull'aumento di quelle accise. Quindi l'aumento delle accise è un corso e ricorso storico, è una continuità che nell'alternarsi dei Governi vede un provvedimento che ancora una volta penalizza i cittadini.
Quindi non enfatizzerei troppo questo risultato, penso fosse dovuto ai cittadini che purtroppo già sono vessati in centomila altri modi. Però…(il Consigliere D’Anna smette di parlare)

PRESIDENTE. Consiglieri, il Consigliere D’Anna si è giustamente fermato perché è impossibile parlare. Chi non è interessato o parla molto piano oppure esce dall'Aula, nel rispetto di chi sta intervenendo e sopratutto di quest'Aula. Grazie. Prego, Consigliere D’Anna, continui pure.

Giancarlo D'ANNA. Stavo dicendo che se si vuole essere veramente concreti e si vuole andare incontro alle difficoltà che subiscono i cittadini credo che la Regione debba avere un minimo di coerenza. Questo se pensa che quel prezzo sia talmente esagerato da dover tornare indietro su un provvedimento che è stato preso. E allo stesso tempo ritengo debba trovare un sistema alternativo che consenta ai cittadini di utilizzare, ad esempio, in modo diverso e più efficiente i servizi pubblici.
Se dunque non si creano le condizioni per una svolta culturale, e mai momento fu più propizio di quello della crisi economica per puntare sul trasporto alternativo alla gomma, ecco, questa Regione andrà in una direzione completamente opposta.
Questa mattina mi sono confrontato sul discorso della ferrovia Fano-Urbino per la quale, al di là del disinteresse degli enti locali, c'è un interesse di una società russa che è disponibile a investire su quella linea ferroviaria. E’ anche per motivi turistici. Ma evidentemente c'è una contraddizione da parte della Regione. Perché se non si rafforzano i servizi pubblici, riducendo semplicemente l'accisa su una benzina che ormai ha raggiunto dei livelli incredibili, credo ci sia un corto circuito, verranno fuori solo delle operazioni, perché quei 5 centesimi domani verranno recuperati sicuramente da un ulteriore aumento magari messo dal Governo nazionale.
Per cui dovremmo fare una scelta di cambiamento reale nell'utilizzo dei mezzi a disposizione dei cittadini, e quindi andare verso un trasporto pubblico che è il futuro. Altrimenti i 5 centesimi dell'accisa servono solo a fare bella figura per cinque minuti, perché subito dopo la benzina continuerà a salire, come appunto ha fatto negli ultimi mesi, mantenendo così inalterati i problemi per le famiglie che sono diventati davvero insopportabili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. E' chiaro, Presidente Spacca, che il gruppo Futuro e Libertà voterà favorevolmente a questa proposta di legge, ed accoglie anche lo spirito e l'analisi che al riguardo ha fatto poco fa. Non è questo il momento della dietrologia. Però è evidente che questo piccolo ma sostanziale passaggio ci fa capire quale sia la strada imboccata dallo Stato italiano, dal Governo centrale, ossia quella di una situazione di graduale, seppur sempre difficile, di normalità, che ovviamente sta coinvolgendo anche gli enti territoriali locali.
Ma fatta questa analisi la Regione Marche può rilanciare anche su un altro piano.
Il piano dei carburanti, come si diceva poco fa, continua ad essere elevatissimo a livello nazionale, allora perché la Regione Marche, insieme ad altre Regioni, non si fa potatrice di istanze forti, politicamente parlando, affinché il Governo possa agire nei confronti delle aziende petrolifere e possa in qualche modo rivedere il rapporto con il territorio.
Un territorio che per certi versi paga pesantemente il proprio tributo – faccio riferimento ad esempio alla situazione dell’API -. E quindi un territorio che possa essere in qualche modo indennizzato per il gravoso tributo che paga in termini anche di dissesto ambientale.
Quindi penso che possa essere svolto un lavoro su due piani. Il primo è quello di pressione sul Governo centrale affinchè si possa graduare ancor di più la pressione sugli utenti. Il secondo, che è quello che anche in IV Commissione stiamo portando avanti col Presidente Giancarli, è rinnovare un quadro normativo che consenta alla Regione di avere gli strumenti per una sincera e concreta azione di prevenzione riguardo ad esempio alla manutenzione delle aste fluviali o alla manutenzione delle coste ecc..
Insomma, gestire il territorio con un quadro normativo chiaro e che consenta alla Regione di poter affrontare ancor meglio le situazioni di eccezionalità; la natura ci abitua alle sue bizzarrie, ma ha comunque i suoi tempi che non possono essere stravolti da uno sviluppo urbanistico o industriale sconsiderato. E la Regione in questo ha un preciso compito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Voglio dare atto al Presidente Spacca e alla Giunta che non appena se ne sono create le opportunità attraverso l'ottenimento di una contropartita governativa, non sufficiente ma comunque di una certa consistenza, di essere stati pronti a proporre una legge di riduzione dei famosi 5 centesimi sull'accisa della benzina. Quindi diciamo che questo atto si fa immediatamente dopo che noi ne ravvisiamo le opportunità. Altrimenti per questioni anche di solidarietà regionale non l'avremmo tolta.
Ora forse, Consigliere Zaffini, il primato spetta alla regione Lombardia o al Veneto, non lo so, voglio andare a verificare. Magari spetta proprio a quelle regioni che lei in qualche modo cercava di tutelare. Quelle Regioni che nel momento delle loro calamità naturali hanno ottenuto dal Governo precedente atteggiamenti di favore che le Marche non hanno ottenuto. Insomma, a volte l'ironia è importante e anche simpatica, ma bisogna essere prudenti, perché poi può avere anche un effetto di rimbalzo.
Dunque è stata una accisa di scopo, è servita a dare una risposta per quei territori che hanno avuto calamità naturali.
Rispetto alle critiche che questa Giunta ha raccolto, ecco, in una prima fase anch'io ero stato deviato da un'esperienza che avevo fatto negli anni precedenti. E cioè la prudenza con la quale noi non abbiamo chiesto, anche per gli eventi nevosi di qualche settimana fa, lo stato di emergenza, perché riattivava quel meccanismo perverso, indicato nella Finanziaria Tremonti, attraverso il quale se tu chiedi lo stato di emergenza ti viene concesso solo se poi, con una quota parte che deriva da qualche tassazione regionale, tu implementi.
Insomma, voglio dire, che anche su questi temi occorre prudenza e attenzione.
Io stesso da molti cittadini ho raccolto la preoccupazione, la critica del fatto che avevamo raggiunto una soglia molto alta del costo per litro di benzina, però bisogna anche ricordare i vari passaggi.
Ed oggi con una legge puntuale quell'accisa, quel peso sui marchigiani, si toglie. Sperando di riuscire, Presidente, a dare una risposta non solo ai marchigiani che hanno subìto i danni dall'alluvione, ma anche a quelli che poche settimane fa hanno purtroppo avuto i danni provocati dal maltempo e dalla neve.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. L'abrogazione dell'articolo 10 della l.r. 31 ottobre 2011 n. 20 è sicuramente una cosa che anche come minoranza approviamo, dunque voteremo a favore. Seppure allora votammo contro l'assestamento di bilancio. Era stata una scelta difficile, presa anche sull'onda dell'esigenza di dare delle risposte, come è stato detto, ai territori colpiti dall'alluvione.
Però in questa occasione in cui riportiamo l’accisa allo 0,02, cioè come era prima dell'assestamento, dobbiamo anche ricordare che i marchigiani in questi mesi hanno comunque avuto un salasso riguardo i costi della benzina, siamo stati gli unici in Italia ad avere un simile prezzo. E quindi andava fatto con questa celerità.
La risposta data dal Governo e dalla Protezione civile è significativa, e credo vada ripercorsa, Presidente, anche nella situazione dei danni causati dalla neve nella provincia di Pesaro Urbino.
Voglio cogliere questa occasione per parlare un attimo di prevenzione. La nostra Regione probabilmente non è abituata a gestire eventi calamitosi, e magari a questi eventi è difficile anche abituarsi, però certamente sia l'alluvione che i danni della neve ci insegnano un po’ di cose. Prima di tutto che va fatta prevenzione. Poi che devono essere meglio gestiti i piani di emergenza. Venendo meno le Province è evidente che la Regione avrà sempre un ruolo più importante di coordinamento sopratutto nelle emergenze. Quindi va rafforzato il ruolo della Protezione civile regionale che deve coordinare i piani di emergenza e renderli adeguati.
Dal punto di vista finanziario – io sono nella Commissione bilancio – devo però dire una cosa che un po’ mi stupisce. Nei Comuni si accantona fino alla fine dell'anno un fondo di riserva per prepararsi ad eventuali danni derivanti dalla neve, ecco, io questa cosa non l'ho vista nella gestione finanziaria della Regione. Credo allora sia necessario, per non dover correre dietro alle emergenze e per non dover dare risposte sempre sull'onda delle situazioni che poi diventano inevitabilmente delle emergenze da rincorrere, prepararsi nel bilancio di gestione dell'amministrazione regionale e quindi accantonare una cifra che serva a dare quelle risposte.
Noi non siamo per il muro contro muro, e questa ovviamente è una di quelle situazioni di buon senso, quindi come minoranza voteremo a favore di questa abrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io avevo votato l'aumento dell'accisa perché eravamo in una situazione di necessità, dovevamo infatti fronteggiare l'intervento di emergenza fatto dai Comuni e dalle Province.
E' chiaro che le risorse previste in circa 10-12 milioni di euro all'anno per due anni vengono compensate da questi interventi. Erano risorse per la somma urgenza che ora saranno assegnate dal Governo, e quindi è giusto che l'accisa relativa venga cancellata.
Rimane però la necessità di come andare a lavorare sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e del reticolo idrografico, e quindi sulla prevenzione dei danni che possono essere causati da calamità naturali. Calamità naturali che in passato si verificavano in eventi centenari mentre ora sono eventi decennali o anche meno, sopratutto per quanto riguarda i danni provocati dalle alluvioni.
Quindi è necessaria, secondo me, una revisione delle priorità delle spese di bilancio, una spending review riguardo tutto quello che viene speso nell'emergenza.
Il Consigliere Carloni ha detto “creiamo un fondo per le emergenze”, no, semmai direi di creare un fondo per la prevenzione – e non voglio essere critico, è per sviluppare il discorso -, un fondo moltiplicatore. Perché i costi della prevenzione sono infinitamente più bassi dei costi dei danni che possono essere provocati. E quindi potrà essere un investimento dagli effetti moltiplicatori maggiori.
Dunque per la Regione Marche è più conveniente, all’interno della previsione di bilancio, realizzare tutti i possibili interventi di prevenzione, o comunque trovare delle risorse anche minime per fare prevenzione.
In genere questo lavoro all'interno del bilancio viene fatto per andare incontro agli emendamenti campanilistici dei consiglieri regionali, c'è sempre una quota di 500 mila o 1 milione di euro che viene suddivisa sul mercato delle richieste campanilistiche. Ecco, chiedo che quelle risorse, che guarda caso vengono sempre trovate, vengano messe per interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico per danni da calamità naturali.
L'ultima questione la voglio sollevare sul tema carburanti. Al di là dell'intervento giusto o possibile presso il Governo per cercare di mantenere più basso possibile il prezzo della benzina, collegato certo col reale costo del petrolio, c’è anche l’intervento, come è stato fatto in passato, e che peraltro ha avuto anche dei risultati, rispetto all'aumento del gpl e del metano. Ormai c'è una grossa percentuale di cittadini che per adeguarsi alle problematiche del costo della vita e anche per abbassare l’inquinamento hanno macchine che vanno a gpl o a metano, che però da gennaio ad oggi hanno visto degli aumenti del 20-25% del tutto ingiustificati, visto che non sono gravati dal peso delle accise.
Quindi chiedo alla Giunta regionale di verificare se l’aumento di questi due tipi di carburante, che peraltro vanno anche incontro alle problematiche delle polveri sottili e alla riduzione dell'inquinamento, sia motivato. Chiedo cioè alla Giunta di intervenire presso le autorità competenti per verificare se questi aumenti, che appunto a mio parere sono spropositati e ingiustificati, siano dovuti a politiche di cartello da parte dei rivenditori oppure ad un aumento delle materie prime.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che oggi approveremo questa proposta che ci ha illustrato il Presidente Spacca con un sospiro di sollievo. Sì, un sospiro di sollievo, perché quando approvammo la misura che introduceva i 5 centesimi lo abbiamo fatto sapendo che subivamo una violenza, era veramente una imposizione quasi inaccettabile.
E non è vero, collega Zinni, che non ci siano vincitori e vinti. Vede, noi siamo abituati – lo testimonia anche la discussione che ho ascoltato finora – a non ragionare più politicamente né ad analizzare politicamente le ripercussioni che ogni provvedimento governativo legislativo ha poi sul territorio, né tantomeno a leggere la volontà di chi approva determinati provvedimenti.
Ebbene, la volontà che ricattava gli enti locali a mettere mano nelle tasche dei cittadini, quando a livello nazionale si diceva che il Governo non lo avrebbe mai fatto, limitandone quindi la volontà e la potestà autonoma di poter decidere, è stata sconfitta. La volontà del Governo Berlusconi di ricattare gli enti locali è stata sconfitta. Tanto è vero che la norma è stata dichiarata anticostituzionale.
Quindi un vincitore c’è, è il diritto pubblico, è la Costituzione che vince. Quello che abbiamo dovuto subìre lo abbiamo riconquistato facendo ricorso alla nostra Costituzione repubblicana e antifascista. E’ bene non dimenticarlo mai.
Ora si può dire un’altra cosa. Ossia, mentre il Governo Berlusconi ricattava gli enti locali creando le condizioni sine qua non, cioè non interveniva, il Governo Monti invece li obbliga, li indirizza a rivolgersi verso gli unici soggetti economici che non risentono della crisi, cioè le assicurazioni. Quindi se non è dalla padella alla brace poco gli manca. Ma la forma è sostanza, e violare la Costituzione, questo almeno è stato affermato, non è possibile.
Quindi vincitori ci sono. Ed io sono contento che la Regione Marche abbia fatto ricorso.
Credo però che sia giunto il momento che le Regioni, e quindi la nostra in particolare, ricomincino a considerare il fatto che non è possibile rincorrere i danni dopo che sono stati provocati anche da una azione antiamministrativa.
Io continuo a ripetere che in questa regione c’è bisogno di una legge urbanistica che parli del governo del territorio. Continuo a ripetere che c’è bisogno di affermare una cultura altra del paesaggio, che è quello che ci accoglie e che ci plasma durante la nostra crescita. Continuo a pensare che non è possibile far costruire in zone esondabili per poi dire che è una calamità naturale il fatto che piove per tre giorni di seguito. Non è giusto.
Voglio quindi cogliere l’occasione per lanciare un appello al Presidente della quarta Commissione qui presente. Cioè che dovremmo discutere della nuova legge urbanistica. E facciamolo coinvolgendolo il territorio. Ne abbiamo i tempi, abbiamo aspettato tanti anni, possiamo aspettare qualche mese in più. Rendiamo i Comuni soggetti innovatori e partecipi della legge. Salviamo il nostro paesaggio. Facciamo un censimento reale, come sta avvenendo in diverse parti d’Italia, di quanti vani già costruiti e non utilizzati ci sono, perché costruiti soprattutto per speculare. Dopodiché calcoliamo il fabbisogno e non consumiamo ulteriore territorio.
Ecco, questo già sarebbe un segnale molto importante per la nostra regione.
Così come lo sarebbe se dal prossimo bilancio emergesse un altro segnale, ovvero quello di fare della montagna il luogo centrale per affermare un altro tipo di sviluppo. Perché se non curiamo il territorio montano poi a valle ne paghiamo sicuramente tutte le conseguenze.
Vedete quante cose ci sono dietro una delibera che in apparenza sembra una cosa tecnica, neutra, né vincitori né vinti, l’abbiamo messa, 5 milioni, 10 milioni. No, dobbiamo riprendere la capacità di fare politica, di ragionare criticamente su quello che avviene e poi poter dare il nostro contributo.
Il contributo dei Comunisti in questo caso è sicuramente favorevole, quindi voteremo con convinzione questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Brevemente per testimoniare l’attenzione che il nostro Gruppo ha sempre dato a questo tipo di problemi.
La Giunta ha fatto quello che doveva fare, sia prima quando la legge imponeva il suo coinvolgimento nella determinazione di questa tassa, sia ora nel dare seguito alla determinazione degli atti giuridici.
E’ evidente però che il problema rimane tutto, rimane il problema degli interventi, il problema dei risarcimenti, ma soprattutto rimane il problema dei problemi, e cioè la manutenzione ordinaria del territorio, dei corsi d’acqua, e il controllo del dissesto idrogeologico nella regione Marche e nel nostro Paese.
La cosa che più mi appassiona è pensare a una Assemblea legislativa regionale che riesce ad elaborare proposte e a proporle tramite gli strumenti che abbiamo, come ad esempio la Conferenza delle Regioni. Il compito infatti che il nostro Statuto all’articolo 26 affida al nostro Presidente è quello di farsi interprete di questioni di questa portata tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio.
Mi piace pensare che quest’Aula possa arrivare a delle determinazioni che con certezza possono essere rappresentate laddove le Regioni discutono con il Governo.
Non credo che dobbiamo aspettare soltanto l’istituzione del Senato delle Regioni per avere questo tipo di potere contrattuale, credo possiamo aprirlo anche oggi.
Lo stesso Ministro Clini negli ultimi giorni ha detto che è necessario arrivare ad un decreto legge sul dissesto idrogeologico, invoca un piano nazionale per la manutenzione, la sicurezza e la revisione degli usi del territorio. Però poi è lo stesso Governo che dice - e non c’è un giudizio di merito – che per queste cose non ci sono risorse.
Per cui qui si ripropone con forza tutta la discussione che in questi mesi è avvenuta attorno ai decreti, prima salva Italia e poi cresci Italia, ove un elemento di questo tipo, a detta di molti, può dare delle risposte non soltanto sul piano della sicurezza del territorio, ma anche rispetto a un grande progetto di occupazione. Non è cioè assistenza sociale, non è spesa sociale, bensì un investimento dal lungo periodo per non subìre i danni e poi per pagare quei danni di cui si trovano comunque le risorse.
In questa Assemblea abbiamo approvato una mozione che si poneva proprio il problema di trovare le risorse. E’ infatti evidente – e qui siamo fuori da ogni tipo di ideologia, vista la crisi tremenda che tutti quanti stiamo attraversando - che c’è un momento in cui se le risorse mancano esse vanno comunque trovate laddove ci sono.
Sicchè il Governo attuale dovrebbe mettere all’ordine del giorno una riflessione anche sulle patrimoniali, sulle tasse sulle trattazioni finanziarie, sul principio di chi inquina paga, e così via; in merito ci sono strumenti e idee che ritengo debbano essere prese in considerazione.
Su questo ritengo che la nostra Regione debba continuare a dare il suo forte contributo. Così come abbiamo ricorso contro una tassa iniqua dovremmo sviluppare un’iniziativa forte affinché ci siano delle tasse utili.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 187. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 139
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 139 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Voglio subito ringraziare per il lavoro svolto su questa legge, articolata, complicata, lunga, di 27 articoli, il Presidente Giancarli e tutti i componenti e funzionari della Commissione, inoltre i funzionari dell’Ufficio ambiente che in queste settimane ci hanno sostenuto per arrivare in Aula anche con una certa urgenza a votare questo provvedimento.
Devo anche sottolineare, Presidente Giancarli il parere espresso dal Cal, perché non sempre è così, dal Cal molto spesso, infatti, sugli atti arrivano emendamenti. In questo caso, invece, questo parere sottolinea l’ottimo lavoro svolto dalla Commissione. E siccome parliamo di una proposta di legge che riguarda la valutazione di impatto ambientale, avere un parere di questo genere dal Cal significa aver fatto un buon lavoro.
E’ una legge, come dicevo, estremamente articolata, complicata, che cerca il centro della normativa, Seppure arrivi in ritardo, il testo originario è del 2009, quindi abbiamo perso un po’ di anni. E’ una legge rigorosa, che continua ad avere una tutela ambientale molto forte. Si è cercato di coniugarla con lo snellimento delle procedure per i progetti delle opere pubbliche e private.
Gli allegati sono molto lunghi, riguardano opere piccole e grandi che possono essere realizzate sul nostro territorio.
Molto spesso quando i privati, i proponenti, gli enti locali si sono trovati di fronte a valutazioni, a procedure di impatto ambientale hanno dovuto affrontare situazioni complicate, molto articolate, complesse, farraginose.
Per cui arrivare in Aula con una legge che in qualche modo risolve la difficoltà di applicazione di certe normative penso sia un grande passo in avanti.
La presente proposta di legge, attualmente normata dalla legge 7/2004, contiene il recepimento della parte seconda, titolo III, del decreto legislativo 152/2006 sulla valutazione dell’impatto ambientale, con la conseguente abrogazione della normativa regionale vigente in materia.
Come dicevo poc’anzi, i lavori per la predisposizione di questa proposta di legge si sono notevolmente allungati, essi erano iniziati già nella scorsa legislatura, poi interrottasi, ma è stato comunque un tempo utile in quanto lo si è utilizzato per adeguare il testo in materia ambientale con il contributo di un tavolo tecnico. Tavolo al quale hanno partecipato le Province, l’Anci, l’Arpam e il Corpo forestale. Poi in una seconda fase delle consultazioni hanno partecipato gli ordini professionali interessati all’attuazione della legge, ovvero i tecnici, le associazioni di categoria, confindustria, i sindacati. Insomma, un percorso molto articolato che ha poi trovato la possibilità anche di raccogliere nel testo molte delle istanze pervenute.
Voglio ora segnalare solo quattro-cinque punti che secondo me sono la parte centrale di questo provvedimento e quindi degni di un particolare rilievo.
Innanzitutto la semplificazione dei procedimenti. Lo si riscontra all’art. 5 che appunto attua concretamente la semplificazione amministrativa, utile alla parte pubblica e prevalentemente alla parte privata che molto spesso si scontra con un ginepraio di norme che impediscono lo scorrere dei progetti e delle opere. Il provvedimento di VIA, ad esempio, deve tener conto di tutti gli altri atti di assenso comunque denominati in materia ambientale e necessari alla realizzazione dell’esercizio dei diversi progetti, nel caso in cui l’autorità competente alla VIA sia anche competente per gli altri atti. Quindi c’è la compressione sotto un unico procedimento, quello della VIA, di tutte le altre autorizzazioni ambientali. Il provvedimento di VIA coordina tutti gli altri atti di assenso, comunque denominati in materia ambientale, necessari alla realizzazione dell’esercizio dei diversi progetti anche negli altri casi. E questo favorirà sia una riduzione dei tempi che delle procedure burocratiche.
Voglio inoltre sottolineare la riduzione degli oneri a carico dei proponenti (art. 7). E’ una previsione che dispone che gli oneri attuali per le procedure di VIA, pari allo 0,7 per mille del valore dell’opera, vengano ridotti in generale allo 0,5 per mille del valore dell’opera. In particolare un’ulteriore diminuzione allo 0,4 per mille a vantaggio delle opere o degli impianti registrati EMAS o certificati UNI ISO 14001. E’ una scelta che guarda in due direzioni, quella sì di allinearsi alle disposizioni nazionali ma certamente anche quella di considerare le difficoltà economiche e sociali nelle quali ci siamo infilati da un po’ di tempo.
Questa proposta di legge, grazie alle disposizioni dell’art. 8, consente di realizzare una riduzione degli oneri amministrativi a carico del proponente, attualmente connessi alla verifica di assoggettabilità al VIA, riducendo tale procedimento al significato originale e snellendo l’attuale procedura in uso.
La proposta è intervenuta sugli allegati B1 e B2 relativi ai progetti da sottoporre a screening di VIA, di competenza rispettivamente regionale e provinciale. Anche questo è un aspetto abbastanza importante. In passato ci fu una discussione molto forte sulle varie competenze, su quali procedure di VIA dovessero essere mantenute in capo alle Province. Ecco, in questi allegati cosa abbastanza significativa è che alcune opere, anche di una certa consistenza, avranno la VIA provinciale. E’ dunque un passaggio utile.
Ci sono degli elenchi, ed è evidente che si può anche non condividerli tutti. Ci sono alcuni emendamenti della Consigliere Foschi e del Consigliere Binci che riguardano il fotovoltaico, ecco, si potrebbero abbassare o aumentare i parametri di riferimento per avere una VIA provinciale. Però, insomma, è importante e significativo che su alcune opere, di un certo interesse e di una certa dimensione, ci sia una VIA provinciale e non più regionale. In base alla facoltà che vi dicevo attribuita alle Regioni dalla normativa statale di definire un incremento delle soglie nella misura massima del 30% o un decremento delle stesse da essa stabilito.
Alcuni emendamenti sono stati discussi anche in Commissione, sono arrivati i tecnici, e ci sono state delle proposte migliorative della Giunta stessa.
L’emendamento sostanziale che voglio segnalare, che è stato oggetto di discussione sia nei tavoli tecnici a livello locale sia in Commissione, è quello che riguarda i temi di carattere ambientale. Nelle Marche su questo tema ci sono casi emblematici, si sbaglia l’approccio, invece di ascoltare, di costruire, attraverso il contributo diretto dei Comuni e delle popolazioni, un progetto di carattere ambientale viene fatto calare dall’alto, anche quando si tratta di impianti relativi al rinnovabile.
Ecco, questa proposta di legge inserisce in questo quadro l’art. 9 bis, quello relativo all’assemblea pubblica, che appunto dà la possibilità ai Sindaci di poter in qualche modo illustrare quei progetti che hanno interesse sul territorio comunale o sovracomunale.
Ossia, in attesa di una legge regionale organica che disciplini la partecipazione e l’elaborazione delle politiche regionali locali, permette agli enti e alle popolazioni interessate dalla redazione dei progetti che sono assoggettati a VIA di venir informati su tipologia e localizzazione impianti prima dell’avvio dei relativi provvedimenti amministrativi, valutativi e autorizzativi. Al proponente, invece, di acquisire ulteriori elementi conoscitivi inerenti i territori in cui intende realizzare il progetto, attraverso un confronto preliminare e diretto con gli enti locali e le comunità interessate.
Sui temi ambientali molto spesso si rischia di andare incontro a tensioni sociali ingiustificate. Le opere sono sempre di grande interesse. Recentemente, come dicevo prima, hanno a che fare con l’energia rinnovabile. Ecco, ci si scontra con la dimensione locale non correttamente informata, non così consapevole di ciò che il pubblico o anche il proponente privato mette in campo. Si rischia così di non realizzare opere solo perché, appunto, c’è difficoltà di informazione e approccio.
Questa legge tende dunque a sanare anche questa difficoltà rispetto a progetti e opere complesse o meno complesse che hanno un impatto sul nostro territorio.
In conclusione credo sia una buona legge, seppure molto articolata e complessa; ognuno di noi, come accennavo, potrebbe andare a verificare riga per riga per introdurre qualche emendamento. Ma nell’insieme ritengo che gli uffici abbiano fatto un buon lavoro. E’ un testo di per sé molto avanzato, tra l’altro atteso da lungo tempo. Credo sia bene votarlo oggi in Aula senza ulteriori rinvii.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Già nella precedente legislatura avevamo iniziato un percorso di adeguamento delle procedure e delle leggi che determinano la Valutazione di impatto ambientale alle direttive europee, come la 2011/1992, e il decreto legislativo 152/2006.
La questione fondamentale emersa e di cui si deve prendere atto nel 2012 credo sia ormai solamente una. Ossia, se le valutazioni, che sono legate a interventi economici ma che comunque riguardano impatti sull’ambiente e sulla vita delle persone che abitano in un certo territorio, debbano vedere coinvolte solamente le amministrazioni e gli operatori economici, oppure se si debbano coinvolgere preventivamente, come avviene in tutta Europa, rispetto al diritto di informazione e al diritto di proposta e di critica, anche le popolazioni, ossia il cittadino in qualità di fruitore del diritto alla salute previsto dalla Costituzione, del diritto alla sicurezza e del diritto di vivere in un ambiente sano.
Sicuramente abbiamo tutti lavorato in questa direzione, la Commissione nella sua maggioranza e gli uffici, seppur rappresentando prospettive diverse. Abbiamo lavorato per la semplificazione. A cui io non sono certo contrario, però personalmente ho lavorato principalmente all’aspetto che appunto riguarda la possibilità dei cittadini e delle comunità di accedere il più possibile, a tutela dei loro diritti, all’interno dei procedimenti.
All’interno dei procedimenti ritengo non debbano esserci soltanto i tecnici del progetto economico, ma anche tecnici a tutela dei diritti della salute, della sicurezza, e direi anche dei diritti di altre imprese economiche che magari sono in contrasto con quelle che si vanno a concretizzare.
Per comprendere di quanto sia necessario un simile approccio pensiamo ad esempio alla questione energetica. Le Marche seppure sia un territorio marginale stanno diventando una regione strategica, perché centrale, perché sul mare. E’ politicamente insignificante, quindi non può controllare gli interventi all’interno dei procedimenti nazionali, proprio nella logica di un confronto solo economico, però la regione Marche sta comunque diventando l’AB energetico dell’Europa. Perché qui si possono installare interventi che non hanno un alto valore di intensità di lavoro.
Faccio degli esempi: i due rigassificatori, quello autorizzato recentemente richiesto dalla Raffineria API (che tra l’altro lo aveva spacciato come intervento necessario ad evitare la sospensione dell’attività di raffinazione o la riduzione dell’attività del gruppo e il sostentamento dell’attività occupazionale, ma sembra che adesso vengano messe in dubbio) e lo stoccaggio richiesto per un volume immenso, alcuni chilometri al di sotto del territorio di San Benedetto del Tronto; l’intervento sostenuto dall’amministratore dell’Autorità portuale Canepa rispetto all’AB metanifero all’interno del porto di Ancona, con una previsione nell’intervento da 1 a 3 navi metaniere sul porto stesso – in un’intervista su Il Messaggero Canepa ha detto: “l’autorità portuale avrebbe grandi benefici per questo intervento, 1 milione e mezzo di euro all’anno e 50-60 milioni di investimento sul porto”, però non ha citato né il Comune di Ancona, né i cittadini di Ancona. Allora io mi sono permesso di dire sul giornale che l’amministratore Canepa parla del porto come fosse il giardino di casa sua –.
Nelle Marche abbiamo raggiunto 799 megawatt di fotovoltaico installato (dati di Atlasole di ieri).
Ed io ho qui posto la riflessione sulla scelta fatta ad ottobre dall’Assessore Petrini (sono stato l’unico a votare contro) rispetto all’ampliamento, ad esempio, dell’assoggettamento di VIA da 250 kilowatt a 1 megawatt elettrico per i biogas che vengono da colture agricole. Ricordo che per alimentare 250 kilowatt elettrici, che era il limite precedente, con una centrale a biogas da fermentazione ci vogliono 400 ettari di coltura dedicata su terreno irrigabile. E’ logico che non si può andare contro le leggi, non si può porre un limite, ma almeno mettiamo un limite della assoggettabilità alla VIA, che diciamo è un po’ una tutela anche per come vengono fatti gli interventi, perché, ripeto, 1 megawatt sono 1.500 ettari di coltura irrigabile dedicata. Questo territorio agricolo una volta era considerato il più pregiato, costava il triplo degli altri, in esso si possono collocare serre per la produzione di ortaggi, florovivaistica, ecc.. Ecco, nella sola provincia di Ancona di questi impianti che si sono automaticamente trasformati da 250 kilowatt a 1 megawatt ce ne sono 8, automaticamente hanno fatto la richiesta per andare a 999. Ebbene, 8 impianti da 1 megawatt sono 10 mila ettari di terreno irrigabile dedicato alle biomasse.
Oltretutto questo è stato fatto dall’Assessore Petrini per poter spendere velocemente su pochi impianti i fondi europei, quindi per andare, come dire, nella lista dei buoni rispetto alla spesa delle risorse.
Però questo tipo di spesa delle risorse, questa modalità di utilizzo del territorio, secondo me, contrasta sia con la valorizzazione di un territorio nelle sue peculiarità agricole di qualità sia con la sua vocazione turistica.
Quindi all’interno di questo procedimento, che sembra tecnico, si prendono le decisioni su ciò che sarà il futuro della nostra regione, di come si presenterà paesaggisticamente il territorio alle generazioni future. Dunque quello che si andrà a decidere è molto importante.
Quelli che sembrano aspetti di appesantimento burocratico, rispetto appunto alla partecipazione, alla possibilità di accedere all’interno dei comitati (quelli scientifici che apportano i contenuti, non mi riferisco a quelli che votano), sono invece molto importanti.
Ad esempio gli emendamenti proposti dalla Consigliera Foschi prevedono che i Comuni, l’associazionismo, i cittadini possano partecipare con propri tecnici nell’accrescimento e nel confronto scientifico sugli effetti e anche sui rischi degli interventi.
Ritengo sia stato importante che la Commissione abbia accolto una mia richiesta riguardo la possibilità che ci sia un’inchiesta pubblica di informazione sullo studio di impatto ambientale e dei suoi contenuti, disposta certo dall’autorità competente, ma che deve poter essere attivata anche dai Comuni e dal pubblico interessato, che vuol dire cittadini e associazioni.
E’ ugualmente importante l’aspetto della partecipazione nella fase preliminare alla presentazione, perchè anche questo concorre ad informare i cittadini.
Tutti questi aspetti di confronto e di democratizzazione, però, si ha paura possano produrre effetti sul rallentamento della procedura o sul blocco degli investimenti, allora io su questo voglio sottolineare che in Europa avviene il contrario. Infatti più c’è informazione preventiva e coinvolgimento, più le paure, se proprio ci sono, si manifestano, divenendo così anche paure dell’amministrazione pubblica, non solo dunque dei cittadini, e quindi i progetti pericolosi possono essere bloccati.
Secondo me questa è una battaglia di civiltà. Su come l’amministrazione gestirà, al di là della legge, gli interventi su questo tipo di infrastrutture si manifesterà la democrazia come pure la possibilità di uno sviluppo diverso e alternativo della nostra regione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Nella relazione di questa proposta di legge si legge che la norma si rende necessaria soprattutto per l’adeguamento della normativa regionale al decreto legislativo 152 del 2006. Io a dir la verità non vedo questo adeguamento, anzi, mi permetto di precisare che talvolta vedo dei contrasti con il suddetto decreto.
In questa proposta di legge rilevo delle criticità, alcune delle quali sono state in parte accennate dal collega Binci, su aspetti importanti che a mio avviso meritano un approfondimento.
A me sembra che con questa proposta di legge si sbilanci fortemente la competenza del giudizio a favore della discrezionalità dell’autorità competente (in questo caso regionale). E’ vero che c’è l’articolo 9 bis che prevede – apprezzo chi in Commissione si è battuto affinché venisse inserito – la convocazione di un’assemblea pubblica - tra l’altro, collega Binci, nella formula della proposta di legge l’assemblea è convocabile da parte dei Comuni, non dai cittadini come lei diceva. C’è un emendamento apposito da me presentato che prevede la possibilità di farla convocare anche dai cittadini…(…)

PRESIDENTE. Consigliere Binci!

Elisabetta FOSCHI. Sì, Consigliere Binci, parlo dell’assemblea alla quale faceva riferimento anche il Capogruppo relatore di maggioranza Ricci.
C’è dunque uno sbilanciamento, dicevo, verso la discrezionalità dell’autorità competente. Anche perché si riducono le prerogative e le competenze dei cosiddetti enti interessati, quindi i Comuni, le Province e in ultima istanza, ma non per importanza, i cittadini e le associazioni legalmente riconosciute. Se pensiamo che i Sindaci si limitano a dare contributi istruttori, ecco, il contributo istruttorio di per sé già mi fa pensar male. Siamo in una Regione in cui continuamente vediamo istituire, anche quando prepariamo delle proposte di legge, tavoli e audire un sacco di istituzioni o enti, insomma, il diritto di parola o di dare il proprio contributo non lo si nega a nessuno, però poi non si riconosce mai quello che viene detto e non si recepisce nulla.
Allora vorrei che gli enti competenti – stiamo parlando di Comuni e Province – possano lasciare determinazioni, non contributi istruttori, perché altrimenti davvero mi fa sospettare anche solo l’uso del termine “contributo”.
Relativamente alla partecipazione ho presentato diversi emendamenti, lo ricordava anche il collega Binci, affinché innanzitutto non si verifichi più quello che si è verificato fino adesso, che appunto ha portato effetti negativi a tutta la comunità. Ogniqualvolta si presenta o si richiede la realizzazione di un progetto successivamente sorgono comitati che portano a bloccare il progetto stesso, senza scendere nel merito della sua appropriatezza, della sua opportunità o della sua bontà. Si blocca tutto. Quindi anche l’opera giusta che poteva essere realizzata poi non viene più fatta, oppure si perde tantissimo tempo prima di poterla attuare. Perché appunto succede che si verifica dopo quello che dovremmo prevenire prima. E come si previene prima? Come diceva giustamente il collega Binci, apriamo al contributo di esperti esterni, indicati dai Comuni, dalle Province o dalle associazioni, e facciamoli intervenire laddove si va a formulare un parere, quindi non a cose già formulate e a pareri già espressi.
Io non ci vedo nulla di male. E’ vero che una tendenza europea, a cui anche qualche amministrazione in Italia comincia a richiamarsi, è quella di far intervenire prima. Dopodiché, è chiaro, una volta emesso un parere e rilasciata un’autorizzazione deve valere il principio che la protesta successiva non può avere più alcun significato.
Molti emendamenti vanno proprio nella direzione di prevedere la presenza di competenti o esperti esterni a quelli della Regione.
L’altro aspetto importante riguarda lo snellimento. Si dice che questa proposta di legge snellisce e sburocratizza. Per molti aspetti è vero, e questo mi trova concorde e favorevole, è assolutamente necessario procedere in quel senso, ma il mio parere favorevole si ferma laddove la parola snellimento rischia di vedere una mancanza di approfondimento. Perchè una cosa è snellire, una cosa è invece eliminare le procedure. Allora se si tratta di snellirle e di coordinarle, come diceva il relatore di maggioranza Ricci, mi va benissimo, se invece si tratta di sostituirle o di farle valere una per l’altra non sono più d’accordo.
I procedimenti sono diversi e distinti, sono intesi tali dalla legge e non si può fare diversamente. L’AIA, la VIA o la VAS hanno oggetti completamente differenti. Pertanto non mi sembra corretto – e c’è un emendamento apposito – prevedere la possibilità che ci siano responsabili unici per procedimenti diversi. Il coordinamento è un conto mentre la responsabilità del procedimento è altra cosa, sicchè a mio avviso deve rimanere ben distinta.
Infine mi sembra opportuno inserire nel tavolo di consultazione, dal quale poi verrà ricavato il parere, l’autorità sanitaria regionale. In genere nel valutare i pareri di Valutazione di impatto ambientale consideriamo tantissimi aspetti, giustamente, ma il primo aspetto, che anche la normativa comunitaria ci chiede di valutare, è quello dell’uomo. Quindi non vedo come mai, relativamente appunto a pareri da emettere sulla realizzazione di opere o di impianti che potrebbero intervenire fortemente sulla salute dell’uomo, il dipartimento stesso non possa essere coinvolto prima. E’ inutile richiedere l’istituzione di registri epidemiologici o di registri delle patologie se poi non si va a valutare quanto accade in una zona prima della realizzazione di un’opera e quanto potrebbe accadere dopo la sua realizzazione, vedere cioè se ci sono determinate patologie, quali sono, come mai ci sono, e magari non andare a caricare ulteriormente prevedendo altre opere che potrebbero intervenire sulla patologia già esistente.
Sono dunque aspetti importanti che andrebbero compresi nella proposta di legge, ovvero quello della partecipazione e della distinzione dei procedimenti.
C’è un passaggio nella proposta – poi lo approfondirò con un emendamento – in cui si dice che la valutazione di impatto ambientale comprende l’autorizzazione paesaggistica. Secondo me detta così è un po’ fraintendibile, l’autorizzazione paesaggistica è cosa diversa. Vorrei quindi venisse specificato che è la Sovrintendenza che dà il parere per l’autorizzazione paesaggistica. E’ un passaggio fondamentale, vorrei fosse inserito prima. Perché potrebbe verificarsi, come è successo già tante volte, che il parere successivo della Sovrintendenza annulla le autorizzazioni date dall’autorità competente. E’ bene pertanto precisare che ci sono due cose diverse e che l’autorizzazione paesaggistica la rilascia la Sovrintendenza.
Concludo qui riservandomi nella presentazione di alcuni emendamenti di tornare su alcuni concetti specifici.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Il relatore di maggioranza Consigliere Ricci nella sua introduzione mi ringraziava, ma sono che devo ringraziarlo, come pure ringrazio il relatore di minoranza Consigliere Binci e tutta a Commissione, a partire dal Vicepresidente Silvetti. Ed un grazie particolare lo voglio esprimere nei confronti delle persone che hanno lavorato nella parte tecnica, giuridica, di preparazione, di arricchimento, ovvero il Servizio e la struttura della IV Commissione.
Per la verità questo è un provvedimento organico, però sulla valutazione di impatto ambientale siamo intervenuti più volte anche in questa legislatura. Voglio ricordare che il primo provvedimento è del luglio 2010, quando abbiamo regolamentato, peraltro per primi in Italia, gli impianti del fotovoltaico a terra. Poi ci sono stati altri provvedimenti dalla rilevanza ambientale e paesaggistica di non poco conto.
Ho ascoltato la relazione di maggioranza, quella di minoranza e da ultimo l’intervento della collega Foschi. Ovviamente ci sono punti di vista diversi, però di fatto sono tre i pilastri fondamentali che sostanziano questa legge: democrazia e partecipazione, semplificazione, competenza.
Cito brevemente l’articolo 6 ove è scritto chiaramente che: “Per lo svolgimento delle attività tecnico-scientifiche relative alle procedure di VIA, l'autorità competente si avvale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (ARPAM). Nelle procedure di VIA l'autorità competente, per le istruttorie di particolare complessità, può: a) avvalersi del supporto tecnico di enti, università, istituti di ricerca, al fine di ottenere un contributo tecnico-scientifico in ordine ai problemi oggetto di valutazione”. Quindi la scientificità, la competenza.
Cito anche l’articolo 9 bis: “Nei casi di opere o interventi da assoggettare a VIA, il proponente, di sua spontanea iniziativa ovvero su richiesta dei Comuni interessati e con la loro collaborazione, può illustrare il progetto che intende realizzare e i principali impatti ambientali da esso derivanti in apposita assemblea pubblica… omissis”.
Ecco, non voglio aggiungere molte cose perché la relazione di maggioranza è stata ricca, però gli aspetti a cui facevo riferimento, lo sviluppo, la crescita sostenibile, richiedono soluzioni complesse, intersettoriali, integrate, e quindi richiedono la partecipazione di tutti gli attori protagonisti della crescita. E questo è un elemento cardine sia in termini di democrazia che di cittadinanza attiva. Ma credo che siamo molto in alto rispetto alle forme organizzate magari per contestare scelte non condivise o alla semplice consultazione pubblica. Qui non siamo, ripeto, né alla contestazione né alla consultazione, bensì diamo alle comunità e ai cittadini, in una condizione dinamica, la possibilità di influire sui processi di trasformazione urbana, quindi non soltanto sulle singole opere, e se vogliamo anche sul piano della conoscenza, della formazione, della progettazione, della stessa innovazione nella gestione.
Muovendoci così la stessa sostenibilità ambientale diventa consapevole pratica di tutela e valorizzazione del territorio, e ovviamente delle sue risorse, ma risponde anche alle istanze di natura sociale ed economica.
E perché parlo di istanza di natura sociale e di natura economica? Questa legge è stata osservata e seguita con molta attenzione da molti, da tanta parte dell’associazionismo e anche dal mondo imprenditoriale marchigiano.
Per cui ciò che la legge in qualche modo rappresenta, con quei pilastri, con quegli elementi di fondo a cui facevo riferimento, è anche un elemento di fiducia, perché costruisce decisioni che guardano sì al presente ma tengono conto delle generazioni future. Quindi è indubbiamente un salto di qualità, con il compito nostro, delle istituzioni, in grado di garantire gli equilibri necessari.
Questa mattina il Consigliere Bucciarelli intervenendo sulla soppressione dell’accisa sulla benzina faceva riferimento alle politiche del territorio. In questa legislatura ci siamo incamminati con decisione su quella strada. Ricordavo poc’anzi che siamo stati la prima Regione a regolamentare gli impianti di fotovoltaico a terra, ma ricordo anche lo stesso secondo piano casa che ha messo al centro la possibilità forte di un recupero edilizio o l’ultima legge sulla riqualificazione urbanistica che di fatto va in direzione di ridurre il consumo di suolo a cui il Consigliere faceva riferimento. Per quanto mi riguarda condivido l’approccio culturale di quando diceva che nella legge organica di riforma del territorio e in quest’Aula abbiamo sostenuto che questo deve essere l’anno della riforma organica del governo del territorio e che dobbiamo fare in modo di mettere insieme tutti quegli elementi che consentono di muoverci sulla linea della sostenibilità.
Quindi il compito nostro, il compito delle istituzioni, deve essere in grado di garantire gli equilibri necessari affinchè lo sviluppo proceda secondo linee armoniche e di equità sociale.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Brevemente per sottolineare l’importanza di questa proposta di legge relativa alla disciplina della Valutazione di impatto ambientale. La sua finalità, come si evince dal testo, dalla proposta della Giunta regionale, dal lavoro della Commissione, come pure dagli interventi che ho ascoltato in questa sede, è di valorizzare le funzioni amministrative della procedura di messa in sicurezza del territorio, rispetto a tutte quelle che sono le iniziative ex novo che nell’arco degli ultimi cinque-sette anni sempre di più sono andate ad influire sull’equilibrio del paesaggio marchigiano.
E’ una proposta che credo ragioni con intenzioni di buonsenso oltre che con quegli aspetti normativi nazionali che hanno dato sulla materia degli indirizzi precisi, che non vogliono attardare con appesantimenti quelle procedure che servono agli enti locali e alla Regione per delineare un piano di tutela del territorio.
Un aspetto che voglio aggiungere agli interventi che mi hanno preceduto riguarda la necessità, anche alla luce delle ultime situazioni che si sono verificate nell’approvazione della legge sull’urbanistica, di tener conto delle ultime disposizioni normative nazionali del febbraio scorso, che sicuramente danno un’impostazione nel pieno del principio dell’efficienza, dell’efficacia e della trasparenza dell’azione amministrativa per quanto riguarda la Valutazione di impatto ambientale.
Sono convinto che la legge nella sua attuazione vada in questa direzione. Al fine di fornire da un lato la possibilità di inserimento di nuovi insediamenti che sono nel solco dei piani territoriali di coordinamento, della legge urbanistica e dell’attività di regolamentazione urbanistica degli enti locali, ma allo stesso tempo per una snellezza procedurale che impone come volano proprio l’attivazione della proposta di legge stessa.
Quindi nel coordinamento degli interventi, basti pensare all’analisi di impatto sanitario, alla tutela dell’aspetto florofaunistico o alla valorizzazione di alcuni importanti siti archeologici della nostra regione, è necessario che la regolamentazione di questa legge vada di pari passo, appunto, con l’ultima normativa nazionale approvata pochi giorni fa. Altrimenti il rischio è che ci si possa trovare in una situazione che lo spirito della legge non vuole, l’iniziativa, quella cioè di favorire le iniziative di impatto produttivo e allo stesso tempo contenerle nei limiti che la legge stessa indica.
E’ dunque una valutazione in generale del tutto positiva, però con l’attenzione, che voglio sottolineare non tanto al legislatore regionale quanto agli uffici preposti, che non diventi delle colonne d’Ercole che limitino complessivamente tutta l’impostazione, andando così a privare del sostegno della Regione tutte quelle iniziative che sono di volano produttivo e quindi non soltanto di erosione del territorio. E che invece funzioni come capacità di razionalizzare le procedure e di metterle nella logica di essere un punto di riferimento, anzi, un volano per l’intero sistema produttivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Presidente, intervengo dopo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Bene. Non ho altri iscritti a parlare, quindi passiamo alla votazione dei singoli articoli e degli emendamenti.

Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 della Consigliera Foschi:
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
“2. La valutazione d'impatto ambientale riguarda i progetti che possono avere impatti sull'ambiente e sul patrimonio culturale, allo scopo ed ha la finalità di proteggere e migliorare la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, mantenere l'esistenza e la varietà delle specie, conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita.".
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Potrebbe sembrare un emendamento superfluo, invece ritengo vada puntualizzato all’inizio, proprio all’articolo 1, il fine della valutazione di impatto ambientale, che appunto deve considerare soprattutto l’uomo e quanto può avvenire sulla vita umana.
Quindi diciamo che si va a intervenire nella dicitura in questo ambito per poi approfondire nel resto degli articoli il senso di questa dicitura.

PRESIDENTE. Per procedere meglio sul voto chiedo al relatore di maggioranza di dare il parere sugli emendamenti. Prego, Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1/2 della Consigliera Foschi:
Dopo il comma 2 è inserito il seguente comma:
“2 bis. A questo scopo, essa individua, descrive e valuta, in modo appropriato, per ciascun caso particolare e secondo le disposizioni della presente legge e del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), gli impatti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori:
1) l'uomo, la fauna e la flora;
2) il suolo, l'acqua, l'aria e il clima;
3) i beni materiali ed il patrimonio culturale;
4) l'interazione tra i fattori di cui sopra.".

Mirco RICCI. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 della Consigliera Foschi:
Allegato B1 Tipologie progettuali da sottoporre a verifica di assoggettabilità regionale (art. 4 e 8).
Alla lettera g) eliminare le parole “superiori a 20 Km”.

Mirco RICCI. Parere contrario della Commissione, anzi, no, parere contrario del relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/2 del Consigliere Binci:
Allegato B2, comma 2, lettera c), punto 2), dopo le parole “inferiore a” sostituire le parole “3 MW” con “1 MW”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo emendamento riporta i limiti della verifica di assoggettabilità provinciale a quelli che venivano previsti ad ottobre. Qui cioè si parla di produzione di energia all’interno di impianti termici alimentati da gas di discarica, da gas residuati da processi di depurazione di biogas, e quindi situazioni di combustione che possono produrre polveri ed emissioni; ad esempio abbiamo visto il blocco da parte dell’Arpam dell’inceneritore all’interno della discarica di Macerata del Consmari.
Pertanto questo emendamento vuole riportare ad un livello che non vieta l’intervento, bensì dice che sopra questa soglia l’intervento va sottoposto a verifica di assoggettabilità alla VIA. Ossia, si deve andare a verificare se ci sono i patti.
Allora io dico, che male c’è a tenere bassa la soglia di automatismi nelle approvazioni, che altrimenti sarebbero sottoposte, ricordiamocelo, a semplici VIA comunali? Ecco, ci potrebbero essere richieste di Comuni con 500 abitanti che hanno un solo responsabile tecnico, magari è un geometra che non ha competenze sulle questioni.
Per cui secondo me gli impianti con possibili effetti sulla salute umana vanno comunque verificati. Va data la verifica della sostenibilità dell’impianto a organismi tecnici che, appunto, sono solo a livello provinciale e regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Noi abbiamo un PEAR, Consigliere Binci, che lei conosce molto meglio di me, che benché sia andato molto bene per quel che riguarda l’aspetto legato al fotovoltaico, poi è andato molto meno bene, anzi, zero, per quel che riguarda l’eolico e molto molto basso per quel che riguarda le biomasse.
All’interno di queste noi abbiamo puntato unicamente sul biogas, facendo perno sulle aziende zootecniche. Anche perché, tra l’altro, le aziende zootecniche non possono fare biogas solo con le deiezioni animali perché comunque hanno bisogno di insilato di mais e quant’altro.
La modifica fatta nell’assestamento del bilancio è stata fatta sia per favorire questi progetti con una procedura più snella sia per adeguare la norma alla norma nazionale. Alla norma nazionale! Perché qui c’è un’intermediazione politica che è troppo alta. Ha capito, Consigliere Binci?
Non è che noi ogni volta possiamo fare parametri diversi, e quindi ogni volta gli operatori agricoli o gli imprenditori che siano devono confrontarsi con una procedura interminabile. E non basta una VIA comunale, chi glielo ha detto le ha detto una cavolata. Perché comunque la Provincia e la Regione rilasciano l’autorizzazione. Non basta una DIA comunale, non sta scritto da nessuna parte.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore Petrini. per la precisazione.
Emendamento n. 4/2. Lo pongo in votazione

Mirco RICCI. Parere contrario.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/3 del Consigliere Binci:
All’allegato B2 comma 2, lettera c), punto 3), dopo le parole “inferiore a” sostituire le parole “3 MW” con “1MW”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo emendamento interviene sull’allegato B2 nel punto 3 della lettera c) che recita che non sono soggetti a verifica di assoggettabilità provinciale gli impianti industriali per la produzione di energia “alimentati a biogas da biomasse (fermentazione anaerobica metanogenica), di potenza termica nominale complessiva inferiore a 3 MW”.
Non è vero quello che dice l’Assessore, perché ci sono impianti, vedi quelli di Castelbellino, Santa Maria Nuova, Serra San Quirico ecc., che erano di 250 kilowatt e che a seguito del cambio all’interno del rendiconto di ottobre si sono adeguati a 1 megawatt, per cui il Comune doveva dare la DIA.
Non capisco poi come possa essere stato proposto dall’Assessore all’agricoltura, appunto, (…) Sì, sì, perché l’adeguamento di cui lei parla, Assessore, è stato richiesto dallo Stato, l’unico annullamento c’è stato al limite dei 5 megawatt che avevamo inserito sulle biomasse con l’esenzione per la Sadam. Lo Stato ci ha detto: “non potete mettere il limite massimo”, però possiamo abbassare il limite per l’assoggettabilità della verifica. Perché non è un limite alla realizzazione dell’impianto. Cioè noi abbassiamo il limite degli impianti affinché ci sia una verifica di assoggettabilità alla VIA. Non sottoponiamo ai costi della VIA se non c’è necessità, diciamo agli organismi competenti provinciali, cosicchè da coinvolgere anche il parere l’Arpam, se il progetto ha impatti ambientali. Se non ce l’ha non c’è nessuna assoggettabilità alla VIA.
Questa è dunque una garanzia di tutela.
E poi continuo a dire come può l’Assessore all’agricoltura far sì che ci siano 400 ettari, anzi, in questo caso sono 1.400 ettari di terreno agricolo con colture dedicate per produrre un megawatt di energia elettrica.
Quando parla del fatto che non abbiamo raggiunto i livelli sulle biomasse è perché stiamo strutturando su dimensioni che non sono proprie del nostro territorio e su progetti che non sono neanche voluti dagli stessi imprenditori agricoli. Un documento della CIA…

PRESIDENTE. Per favore, Consigliere Binci, concluda.

Massimo BINCI. Ho fatto solo due emendamenti quindi vorrei illustrarli, Presidente.

PRESIDENTE. Ho capito, ma ci sono dei tempi da rispettare.

Massimo BINCI. Concludo. Peraltro non siamo in Sudamerica, non siamo in Brasile, non siamo in Argentina dove ci sono terreni sconfinati non coltivati. Oltretutto le colture per la produzione energetica – faccio riferimento a ciò che ha detto il Ministro Clini – aprono la strada agli OGM.
Lei, Assessore, fa queste aperture! Non capisco come possa accettare che il terreno agricolo migliore marchigiano vada dedicato alle colture energetiche- E’ una vergogna!

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 della Consigliera Foschi:
La lettera d) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
“d) l’autorità competente assicura, salva l’unicità della consultazione, la distinzione dei procedimenti e l’individuazione di due responsabili e due gruppi istruttori;”.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Ritengo, come dicevo nel mio precedente intervento, che gran parte di questo articolo che riguarda lo snellimento sia giusto, ma in questo comma secondo me si va oltre lo snellimento. Prevedere che ci possa essere lo stesso responsabile di procedimento per due provvedimenti che sono completamente diversi è sbagliato. Quindi chiedo che vengano mantenuti distinti i responsabili dei procedimenti. Poi il coordinamento e tutto il resto va benissimo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/2 della Consigliera Foschi:
La lettera e) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
“e) se l’istruttoria del procedimento di VIA si conclude con esito positivo l’autorità procedente conclude il procedimento di AIA e ne rilascia il titolo come previsto dagli articoli 29 sexies e 29 septies del d.lgs. 152/2006;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/3 della Consigliera Foschi:
Il comma 6 è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/4 della Consigliera Foschi:
Il comma 7 è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/5 della Consigliera Foschi:
Il comma 10 è sostituito dal seguente:
“10. Il procedimento di VIA coordina le fasi e gli adempimenti per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del d.lgs. 42/2004, ove necessaria. In tal caso la documentazione è integrata con quanto previsto dalle disposizioni statali e regionali in materia.”.
Se non passa decadono gli emendamenti n. 5/6 e n. 5/7 della Consigliera Foschi.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamenti n. 5/6 e n. 5/7. Decaduti.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 della Consigliera Foschi:
Al comma 1 dopo le parole “(ARPAM)” sono inserite le seguenti: “, dei dipartimenti di prevenzione territorialmente competenti dell’Azienda unica sanitaria regionale (ASUR)”.
Se non passa decade l’emendamento n. 8/1.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Richiamandomi a quanto dicevo prima, secondo me è importante prevedere la conoscenza, e di conseguenza un parere laddove si valuta l’impatto ambientale, del dipartimento di prevenzione dell’Azienda unica sanitaria regionale. Vanno cioè valutati gli effetti sulla salute delle persone, e il dipartimento è chiamato a questo. Mi sembra allora incredibile che si valutino tutte le questioni che giustamente vanno esaminate relative alla tutela del paesaggio e dell’ambiente, ma poi non si vada a vedere che tipo di situazione c’è dal punto di vista sanitario, quale tipo di patologie si sono riscontrate e qual è lo stato della situazione sanitaria in una zona in cui magari si andrà ad insistere con un eventuale progetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch’io sostengo la necessità che per gli effetti sanitari sia possibile l’intervento, quando necessario, e il contributo del dipartimento di prevenzione dell’Asur. Mi sembra logico che i dati sanitari e la valutazione sanitaria debbano essere anche dell’Asur.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Decade quindi l’emendamento n. 8/1.

Emendamento n. 6/2 della Consigliera Foschi:
Alla lettera b) del comma 2 dopo la parola “amministrazione” inserire la parola “regionale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6/3 della Consigliera Foschi:
Alla lettera b) del comma 2 dopo la parola “dipendenti” inserire la parola: “regionali”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6/4 della Consigliera Foschi:
Dopo il comma 2 è inserito il seguente comma:
"2 bis. Per lo svolgimento delle attività tecnico-scientifiche relative all'attuazione del presente titolo, l'autorità competente si avvale altresì:
a) dei tecnici e degli esperti eventualmente nominati a tal fine dai comuni e dalla province interessate;
b) dei tecnici e degli esperti eventualmente nominati a tal fine dalle associazioni e dai comitati formalmente costituiti. La nomina dei tecnici e degli esperti di cui alle precedenti lettere a) e b) del presente comma può avvenire fino a che non sia intervenuta l'adozione formale del provvedimento.”.
Se non passa decadono gli emendamenti nn. 6/5, 8/6, 14/4, 22/1.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Questo emendamento prevede la presenza all’interno della struttura del supporto tecnico di tecnici eventualmente nominati dai Comuni e dalla Provincia, che, ricordo, sono le autorità competenti e interessate.
Ricollegandoci al discorso che facevo in precedenza, è meglio allargare nella fase di emissione di un parere l’ascolto e la valutazione di contributi anche differenti. Prevedere all’interno del supporto tecnico anche dei tecnici indicati dai Comuni e dalle Province mi sembra quanto meno doveroso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo articolo rappresenta proprio l’esempio che avevo fatto. I procedimenti amministrativi rischiano di essere – in questo caso, però, all’interno di un percorso di valutazione di impatto ambientale e quindi anche di verifica degli aspetti di ricaduta dell’intervento sulla salute dei cittadini –, anche all’interno di un comitato tecnico-scientifico che dovrebbe in qualche modo mettere sul tappeto tutte le problematiche e le evidenze tecnico-scientifiche legate all’intervento, interventi relegati tra un’amministrazione che vede dettati i suoi comportamenti dalla legge, e che quindi una volta rispettati i limiti di legge non può andare neanche a porre dei dubbi o a ricercare in altre direzioni riguardo la tutela della salute, e il proponente che certamente mira alla semplificazione temporale, dei costi, e quindi non si autopropone per interventi di tutela e della sicurezza della salute.
Non capisco perché allora in questa fase non possono esserci tecnici ed esperti nominati dai Comuni interessati in qualità di rappresentanti della salute dei cittadini ed eventualmente anche di associazioni o comitati formalmente costituiti che si propongono per tutelarsi e confrontarsi, anche scientificamente, con i dati sul tappeto.
I cittadini non possono far valere i loro diritti se non si considerano sufficientemente tutelati dall’ente di controllo pubblico. Che certo, per carità, ha anche il compito di verificare la tutela e l’impatto sulla salute, ma con un’ottica diversa, dettata anche dal fatto che se interrompe il procedimento il tecnico regionale è soggetto a rispondere personalmente. C’è stata la discussione sulla responsabilità personale dei giudici e qui purtroppo – e per questo è necessario che ci siano anche tecnici dei cittadini – i tecnici della Regione sono soggetti alla responsabilità personale economica e civile. Ecco, solo questo dato mi sembra confermi la necessità che i cittadini e i sindaci possano nominare i propri tecnici a tutela dei loro interessi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Decadono gli emendamenti nn. 6/5, 8/6, 14/4, 22/1.

Emendamento n. 6/6 della Consigliera Foschi:
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. Le commissioni di cui al comma 2, lettera b), sono istituite presso la struttura regionale competente per le procedure di VIA. I membri delle commissioni, in quanto dipendenti delle amministrazioni competenti, non hanno diritto ad ulteriori compensi.”.
Se passa decade l’emendamento n. 6/7.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. L’emendamento toglie il diritto di compenso ai dipendenti della struttura regionale, che poi sono i componenti delle commissioni che vanno ad esaminare e a dare i pareri sui procedimenti. Essendo dipendenti regionali, e vivendo in una fase in cui siamo tutti chiamati a risparmiare e a dare segnali in questo senso, mi sembra che non ci sia bisogno di ulteriori compensi extra al riconoscimento dello stipendio.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6/6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6/7 della Consigliera Foschi:
Il comma 4 è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7/1 della Consigliera Foschi:
Alla lettera a) del comma 3 la parola “cinque” è sostituita dalla parola: “quattro”.
Se non passa decadono gli emendamenti nn. 7/2, 7/3.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamenti n. 7/2 e n. 7/3 della Consigliera Foschi. Decaduti.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 8/1 della Consigliera Foschi. Decaduto.

Emendamento n. 8/2 della Consigliera Foschi:
Al comma 4 le parole “cura e” sono soppresse.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8/3 della Consigliera Foschi:
Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
“4 bis. Il proponente provvede a propria cura e spese a pubblicare l’annuncio di cui al comma 4 su un quotidiano a diffusione regionale.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8/4 della Consigliera Foschi:
Il primo periodo del comma 7 è sostituito dal seguente:
“7. La documentazione di cui al comma 1 rimane depositata presso l’autorità compente e i Comuni interessati per quarantacinque giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione nel BUR dell’avviso di cui al comma 4.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8/5 della Consigliera Foschi:
Il comma 8 è sostituito dal seguente:
“8. Entro trenta giorni decorrenti dalla data di pubblicazione nel BUR dell’avviso di cui al comma 4, le Province, i Comuni interessati, l’ARPAM, le associazioni e comitati legalmente costituiti rendono i propri contributi istruttori.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8/6 della Consigliera Foschi. Decaduto.

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 della Consigliera Foschi:
Alla lettera d) del comma 2 dopo le parole “denominati” sono inserite le seguenti: “in materia ambientale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9 bis.
Emendamento n. 9 bis/1 della Consigliera Foschi:
Al comma 1 dopo le parole “su richiesta dei comuni interessati” sono inserite le seguenti: “o dei cittadini”.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Come dicevo prima, relativamente alla previsione dell’assemblea pubblica mi sembra corretto prevedere che possa essere richiesta dai Comuni interessati, così come riprecisato, ma anche ai cittadini, così come la norma consente, per sottolineare quell’apertura pre-emissione di parere che è necessaria.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 10/1 della Consigliera Foschi:
Allegato D - informazioni da inserire nello studio di impatto ambientale (articolo 10) dopo il comma 2 inserire :
“2 bis. L'analisi dell'impatto sanitario, con riferimento ai dati di qualità delle diverse matrici ambientali ante operam, i riferimenti all'epidemiologia, alle cause di malattia, invalidità e morte nel territorio di interesse, le conseguenze attese derivanti dall'aggiunta degli impatti indotti dall'opera proposta (scenario post operam).”.
Se non passa decade l’emendamento n. 10/3.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Ritengo questo emendamento molto importante. E’ cioè importante che vengano inserite nello studio di impatto ambientale le analisi di impatto sanitario - che, ripeto, sono fondamentali -, con riferimento ai dati di qualità delle diverse matrici ambientali prima della realizzazione di un eventuale progetto, i riferimenti all’epidemiologia, alle cause di malattia, di invalidità e morte nel territorio di interesse.
Ripeto, ho visto la quinta Commissione emanare un provvedimento che istituisce registri di questo tipo, mi pare allora doveroso fare analisi, così come previsto dall’emendamento, nel momento in cui valuta l’opportunità o meno della realizzazione di un determinato progetto.

Mirco RICCI. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10/2 della Consigliera Foschi:
Dopo il comma 2 è inserito il seguente:
“2 bis. I contenuti del SIA devono essere asseverati in forma di relazione giurata.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10/3 della Consigliera Foschi. Decaduto.

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11.
Emendamento n. 11/1 della Consigliera Foschi:
La lettera d) è sostituita dalla seguente:
“d) relazione asseverata in forma di relazione giurata contenente l’elenco dei Comuni interessati ed i criteri di individuazione in base alle matrici ambientali interessate;”.
Lo pongo in votazione.

Mirco RICCI. Contrario.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 11/2 della Consigliera Foschi:
Alla lettera f) dopo la parola “dichiarazione” inserire: “asseverata in forma di relazione giuridica”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 11/3 della Consigliera Foschi:
Dopo la lettera h) inserire la seguente:
“h bis) dichiarazione sostitutiva del proponente attestante la sussistenza e la natura del titolo ad intervenire”.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Mi pare assolutamente necessario che alla presentazione della domanda il proponente presenti una dichiarazione sostitutiva che attesti la sussistenza e la natura del titolo ad intervenire. Queste dichiarazioni vengono richieste ai proprietari e ai tecnici per interventi decisamente minori o ridicoli in confronto a quello di cui stiamo discutendo.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Emendamento n. 11/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 11/4 della Consigliera Foschi:
Al comma 4 dopo le parole “comunque denominati” inserire le parole: “in materia ambientale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 12/1 della Consigliera Foschi:
Dopo il comma 1 inserire il seguente:
“1 bis. Il proponente provvede a proprie spese alla pubblicazione dell’avviso di cui al comma 1 sul BUR e mediante affissione negli albi pretori dei comuni e delle province interessate.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 12/2 della Consigliera Foschi:
Al comma 4 dopo la parola “i Comuni” sostituire la vocale “e” con la vocale “o”.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Questo emendamento prevede che la richiesta all’autorità competente per la consultazione degli atti possa avvenire non solo dietro domanda del Comune e del pubblico interessato insieme, ma del Comune o del pubblico interessato, non devono essere necessariamente abbinati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Presidente, chiedo un momento di sospensione dei lavori, perché mi sembra indelicato votare un provvedimento di questa portata senza la presenza dell’Assessore all’ambiente.

PRESIDENTE. Se c’è una proposta sono costretto a metterla ai voti. Posso fare soltanto un’altra cosa, sottolineare il non rispetto per l’Assemblea da parte dell’Assessore. Però se vogliamo sospendere metto ai voti la sospensione.
Pongo in votazione…(l’Assessore rientra in Aula).

Emendamento n. 12/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento n. 13/1 della Consigliera Foschi:
Al comma 1 sostituire le parole “i contributi istruttori” con le parole: “le determinazioni”.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Vorrei che venissero precisati che gli atti delle amministrazioni comunali e provinciali sono determinazioni e non contributi istruttori, che temo non avranno alcun valore.
Laddove un Comune decide che sul suo territorio non vuole la realizzazione di un determinato progetto questo deve avere un valore maggiore rispetto al contributo istruttorio.
Presidente, chiedo l’appello nominale a nome anche dei colleghi Carloni, Acquaroli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo importante, visto che si richiede il parere dei Comuni e non dei tecnici dei Comuni, che il parere abbia una formalità. Cioè che venga preso e passi attraverso una presa d’atto, al di là della positività o della contrarietà, della Giunta o del Consiglio. Questo perché per la maggior parte sono interventi infrastrutturali che hanno pertanto un impatto forte. Quando si chiede il coinvolgimento all’interno del parere di espressioni tecniche di un’amministrazione questo deve avvenire attraverso un atto formale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 13/1 per appello nominale.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Canzian, Donati, Eusebi, Giancarli, Latini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Giorgi.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Decadono gli emendamenti nn. 13/2, 14/1, 14/2, 14/3, 15/1, 15/2.

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14.
Emendamenti n. 14/1, 14/2, 14/3, 14/4 della Consigliera Foschi. Decaduti.

Subemendamento n. 14/5/1 della Consigliera Foschi:
Dopo le parole “di cui al comma 5” aggiungere le seguenti: “e sopprimere le parole: ritenga che le modifiche di cui al comma 5 siano sostanziali e rilevanti per il pubblico”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 14/5 della Consigliera Foschi:
Al comma 7 dopo le parole “al cui comma 4” aggiungere: “ovvero delle modifiche di cui al comma 5”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 15.
Emendamenti n. 15/1, 15/2 della Consigliera Foschi. Decaduti.

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento n. 20/1 della Consigliera Foschi:
Al comma 3 sostituire le parole “i pareri” con le parole: “le determinazioni”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 20/2 della Consigliera Foschi. Decaduto.

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 22.
Emendamento n. 22/1 della Consigliera Foschi. Decaduto.

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 139, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)



Proposta di legge regionale n. 153 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”

Proposta di legge regionale n. 98
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Massi, Giorgi, Marangoni, Perazzoli, Romagnoli, Traversini
“Testo unico in materia di attività sportive e motorio - ricreative”

(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Come concordato ad inizio di seduta la proposta di legge n. 153, abbinata alla pdl n. 98, viene rinviata alla prossima seduta in quanto il Crel la analizzerà in data odierna.


Proposta di legge regionale n. 166
ad iniziativa dei Consiglieri Zinni, Acquaroli, Bugaro, Carloni, Foschi, Massi, Natali
“Attività della Regione Marche per l'affermazione dei valori del ricordo del martirio e dell'esodo Giuliano-Dalmata-Istriano”
(Rinvio)

PRESIDENTE. In accordo con i relatori di maggioranza e di minoranza la proposta di legge n. 166 viene rinviata alla prossima seduta. (…) Io prendo atto delle richieste. Ripeto, sia il relatore di maggioranza che quello di minoranza, in considerazione di altre urgenze, hanno ritenuto di spostarla alla prossima seduta. (…) La verità è che avrebbe avuto una maggiore, come dire, risonanza se si portava al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta. Però se la vogliamo fare io sono qui. (…) Allora mi pare che siamo tutti d’accordo, la rinviamo.


Proposta di legge regionale n. 171
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alle leggi regionali: 12 ottobre 2009, n. 24: “Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”, 25 ottobre 2011, n. 18 concernente: “Attribuzione delle funzioni in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla legge regionale n. 24/2009” e 15 novembre 2010, n. 16: “Assestamento del bilancio 2010”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 171 ad iniziativa della Giunta regionale Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. E’ una modifica normativa brevissima su una materia importante, e non è certo per una questione tecnico-gestionale bensì tutta tecnica-amministrativa. In verità sono tre modifiche in una.
Le prime due modifiche riguardano la legge n. 24/2009 e la legge n. 18/2011. Perché questa necessità? Di Assemblee territoriali d’ambito (cioè quelle che in passato erano ATO) in regione ne abbiamo due, una è prevista per il tema acque e l’altra per il tema rifiuti.
Non vi è uniformità amministrativa e stato giuridico, perché l’ATA delle acque è un ente di diritto pubblico mentre l’ATA dei rifiuti non lo è.
Questa differenziazione pone non pochi problemi gestionali di carattere logico, economico, rappresentativo. Per cui come tempo fa in quest’Aula trasformammo l’ATA delle acque in ente di diritto pubblico, così ora vi è la necessità di trasformare anche l’ATA dei rifiuti in soggetto di diritto pubblico.
Sempre in tema di rifiuti è riferita la terza modifica normativa per appianare un’annosa vicenda che riguarda due comuni della provincia di Pesaro Urbino, discarica di Barchi e Mondavio. Finalmente con questa modifica si chiude con il passato, si pianificano le pendenze, nell’ottica appunto di razionalizzare, ottimizzare e semplificare tutto quello che è l’aspetto giuridico e amministrativo per questa Assemblea territoriale d’ambito.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Io non ho tantissimo da aggiungere rispetto a quello che ha detto il relatore di maggioranza Acacia Scarpetti.
Sicuramente è auspicabile dal nostro punto di vista l’iniziativa di dare una personalità giuridica all’ATA. E quindi siamo favorevoli all’iniziativa.
Tra l’altro eravamo favorevoli a dare autorità giuridica, come è stato fatto per le acque e come oggi facciamo per i rifiuti, anche alle aree vaste sanitarie.
Siamo invece un po’ perplessi sul fatto che si continua a dare la presidenza dell’ATA al Presidente della Provincia. Considerato che le Province vanno ormai verso una modifica sostanziale delle loro funzioni, avremmo preferito che il presidente di questo organismo venisse votato da tutti i membri, al fine di dare una maggiore rappresentatività e una maggiore democrazia alla rappresentanza stessa.
Per questo il nostro voto sarà, come all’epoca lo era stato per l’altra legge, non favorevole.
Per quanto invece riguarda l’aspetto legato alla personalità giuridica questo lo riteniamo un elemento positivo perché dà realmente poteri non solo di governo ma anche di azione specifici alle ATA e quindi al territorio.
Per cui noi tutte quelle modifiche che danno un valore aggiunto alle rappresentanze territoriali le vediamo come elemento positivo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Vedo che sulla gestione dei rifiuti si percorre una strada analoga a quella del servizio idrico integrato andando a costituire l’ATA. Annuncio però che nonostante questa Assemblea abbia legiferato in merito al servizio idrico integrato e abbia deciso di istituire le ATA a livello provinciale, dove poi dovrebbero esserci i Sindaci e il Presidente della Provincia, ecco, prendo atto che nonostante la legge continuano a permanere gli ATO così come erano istituiti prima, continuano a legiferare in merito al riconoscimento di costi aggiuntivi di alcune società e ad innalzare di conseguenza le tariffe.
Chiedo che venga subito richiesto alle Province di adeguarsi alle normative e quindi di prevedere le Assemblee così come noi abbiamo legiferato.
Relativamente all’articolo 3 di questa proposta di legge sono d’accordo, però sottolineo che noi oggi andiamo a mettere una pezza a una situazione complessa che ha creato quest’Aula. Non so se vi ricordate che in occasione dell’assestamento dello scorso anno avevamo previsto che per la discarica di Barchi, a seguito di un profondo confronto fra tutti i Comuni della ex comunità montana di Fossombrone, conformemente a quanto tutti gli amministratori avevano deciso, la gestione venisse data al Comune di Barchi. Poi nel mese successivo, ritornando sulla manovra di bilancio, ci fu un emendamento che invece cambiò le cose dando la stessa gestione a due Comuni. Nonostante però che la disposizione cambiò noi andammo a creare una situazione di impossibilità gestionale. Tanto che se la discarica di Barchi ha potuto funzionare è stato per tre ordinanze della Provincia di Pesaro Urbino che intimarono il Sindaco del Comune di Barchi a procedere in maniera difforme rispetto a quanto deliberato dall’Assemblea legislativa regionale e diffidavano anche il Sindaco del Comune di Mondavio a fare qualsiasi tipo di resistenza o di ostacolo in quel senso.
Quindi stiamo attenti quando andiamo a legiferare, perché questa volta si è creata una situazione di complessità e di impossibilità gestionale solo a causa di una maggioranza che votò l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Rispetto alla relazione puntuale e completa del relatore Acacia Scarpetti non c’è nulla da aggiungere. Mi sento però in dovere di intervenire perché voglio dare una risposta al Consigliere Acquaroli, perché già in Commissione su questo ci siamo confrontati, perché come tutti i commissari lavora seriamente. E quindi nel momento in cui pone un problema mi sembra giusto che sia data una risposta relativamente all’ aspetto delle Province.
Intanto c’è da dire qualcosa – e sulla sollecitazione che faceva la Consigliera Foschi credo che interverrà l’Assessore – sull’attuazione di queste leggi.
L’Assemblea legislativa delle Marche nell’anno 2011 ha legiferato in merito alla gestione sia dell’acqua che dei rifiuti, ha superato i consorzi obbligatori, ha superato i consigli di amministrazione. Sulla filiera rifiuti, come diceva il Consigliere Acacia Scarpetti, per dare uniformità e coerenza a questi provvedimenti, oggi facciamo questa ulteriore precisazione. In una delle prossime sedute dell’Assemblea legislativa porteremo anche l’approvazione dei criteri per l’approvazione dei piani straordinari d’ambito.
Quindi su questa filiera, come su quella dell’acqua, c’era già la necessità, e per quanto ci riguarda abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Non abbiamo atteso la proroga del Governo, che pure è stata concessa, e abbiamo legiferato in materia.
Sul punto a cui faceva riferimento il Consigliere Acquaroli, ecco, guardate, noi in materia di rifiuti abbiamo assegnato il 95% ai Comuni e il restante 5% l’abbiamo riservato alle Province. Ci sembra che nel momento in cui si va ad affrontare alcune scelte nel territorio la terzietà della Provincia sia utile, della vecchia come della nuova Provincia, perché le Province rimangono in Costituzione. E comunque quelle che saranno le funzioni della Provincia le discuteremo e le decideremo in sede di riordino delle funzioni.
Faccio solo un esempio e chiudo. Pensate davvero che se l’assemblea decisionale fosse stata presieduta da un Sindaco dove oggi è ubicato un impianto di smaltimento dei rifiuti anziché dal Presidente delle Provincia, quell’impianto di smaltimento si sarebbe realizzato in quel comune? E siccome io credo che un impianto di smaltimento rifiuti serve alla comunità, soprattutto in un approccio come quello nostro, ove vogliamo che si producano sempre meno rifiuti e che si riutilizzi il massimo dei rifiuti, ecco, dobbiamo fare in modo che laddove questi impianti sono necessari vengano realizzati.
Pur capendo dal punto di vista culturale le richieste, che sono legittime perchè siamo in presenza di una discussione sulla trasformazione delle Province, ci sembra dover comunque mantenere la terzietà a questa Istituzione. E ovviamente nel momento in cui andremo al riordino di queste materie e di queste funzioni discuteremo con la serenità di sempre e troveremo le soluzioni che riterremo più consone.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 171. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)



Proposta di atto amministrativo n. 38
ad iniziativa della Giunta regionale
“Definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi previsti dalla legge regionale 4 giugno 1996, n. 18 per gli anni 2012 e 2013”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 38 ad iniziativa della Giunta regionale Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. La legge regionale n. 18 del 1996 promuove e coordina le politiche di intervento in favore delle persone in situazione di grave disabilità.
Con questa legge la Regione intende valorizzare l'integrazione sociale, scolastica e lavorativa di tali soggetti, nonché la loro piena autonomia, sostenendo le spese dei Comuni singoli o associati, delle Comunità Montane e delle famiglie.
E’ un atto amministrativo che comprenderà, come previsto dalla legge, due bienni, 2012 e 2013.
I finanziamenti saranno indirizzati per interventi rivolti all’assistenza domiciliare domestica ed educativa, progetti di integrazione e socializzazione, trasporto, ulteriori attività volte al conseguimento dell’integrazione sociale, centri socio-educativi riabilitativi diurni, integrazione scolastica, integrazione lavorativa, tirocini e borse lavoro, barriere di comunicazione e ausili tecnici.
Complessivamente questo atto amministrativo comprenderà per l’anno 2012 e per il 2013, 13 milioni e 200 mila euro, di cui 400 mila euro finalizzati per il centro regionale di ricerca e documentazione per la disabilità, e gli ulteriori 12 milioni e 800 mila euro sono ripartiti su quegli interventi che poc’anzi ho indicato.
In particolar modo vengono finanziati gli interventi per i quali è prevista una percentuale fissa. Ad esempio per l'acquisto di pulmino attrezzato percentuale fissa del 40% della spesa sostenuta; borse lavoro realizzate presso enti pubblici percentuale fissa del 60% della somma ammessa a finanziamento; borse lavoro realizzate presso enti privati percentuale fissa dell'80% della somma ammessa a finanziamento.
La parte residua del fondo è ridistribuita tra i restanti interventi con percentuale, quindi, variabile (ad esempio per l'anno 2011 la percentuale variabile è stata per tutti gli interventi del 10%); tale percentuale variabile viene calcolata in maniera proporzionale rispetto alle spese realmente sostenute e rendicontate.
Articolo 12 – Trasporto. II contributo chilometrico a forfait quale rimborso per il costo carburante è stato elevato quest’anno a 0,35 centesimi rispetto ai 0,25. Il tetto di costo massimo convenzionale omnicomprensivo ammissibile per l'acquisto di pulmini attrezzati è stato arrotondato ad euro 50.000,00 (anziché euro 51.645,00).
Articolo 12 - Ulteriori attività volte al conseguimento dell'integrazione sociale. Nel precedente atto si finanziava come esigenza specifica il servizio di ippoterapia; tale atto prevede invece che "La Regione intende procedere al finanziamento di attività che rispondano a specifiche esigenze, volte all'integrazione e alla socializzazione delle persone con disabilità, attraverso un contributo sulla spesa annua sostenuta dalla famiglia o dal disabile”.
Articolo 13 - Centri socio-educativi-riabilitativi diurni. Sono ammesse a finanziamento le spese per il seguente personale: coordinatore (il finanziamento è previsto nella misura massima di 1 ora settimanale per utente e comunque fino ad un massimo di 15 ore settimanali per struttura), educatori, esperti di laboratorio e operatori socio-sanitari. Per tale personale viene fissato un tetto massimo di spesa ammissibile di euro 16.000,00 per utente e di euro 12.000,00 nel caso di utenti non riconosciuti in condizione di forti gravità.
Articolo 14 - Integrazione scolastica. Con riferimento alla scuola dell’infanzia comunale viene finanziata solo la figura dell’educatore, mentre nel precedente atto era finanziata la figura del docente specializzato. Il limite massimo dei 21 anni precedentemente stabilito per usufruire dell’integrazione scolastica viene elevato a 23 anni.
L’ultima modifica rispetto agli anni passati riguarda le opportunità per il finanziamento, che viene così definito.
Con decreto del dirigente della P.F. coordinamento delle politiche sociali e politiche per l'inclusione sociale, sono fissati i tempi e le modalità per la rendicontazione degli interventi e per la liquidazione ed erogazione dei contributi, nel rispetto della la l.r. 18/1996.
Come potete capire questo è dunque un atto fondamentale per dare una grande risposta.
Ci sono cifre importanti, basti pensare che nel 2003 gli utenti con gravi disabilità erano circa 6.691 mentre nel 2010 hanno raggiunto 7.572.
Credo che questa sia la dimostrazione dell’attenzione sulle problematiche delle politiche sociali che l’Assessorato e la Regione Marche mettono anche in un momento di così gravi difficoltà economiche.
Sicuramente è un impegno forte, parliamo di 13,2 milioni di euro, però dà comunque il giusto riconoscimento a chi nelle Marche ha più difficoltà e ha bisogno di massima attenzione e tutela per inserimenti nel mondo del lavoro e della società stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Penso che sia doveroso per la Regione intervenire con interventi che riguardano le categorie di assistenza domiciliare domestica, i progetti di integrazione e socializzazione, il trasporto, l’integrazione scolastica, le borse lavoro, i tirocini, ecc..
Il collega Pieroni ha parlato di grosse cifre, però se andiamo a quantificare quello che poi volgarmente detto arriva in tasca a coloro che si trovano in queste situazioni il problema è completamente ribaltato. Perché quando parliamo di borse lavoro a 103 euro al mese, bèh, ecco, francamente sono cifre pressoché insignificanti.
In Commissione ho cercato di capire se era possibile, quantomeno per dare un piccolo segnale, arrivare a 110 euro. Dagli uffici ci hanno però detto che spostando semplicemente una cifra – ovviamente i numeri sono abbastanza consistenti – si sarebbero trovati in difficoltà altri settori che come questo necessitano di una vera attenzione.
Però, ecco, questa attenzione deve essere necessariamente più concreta. Altrimenti ci nascondiamo dietro a belle parole e grosse cifre, ma alla fine se le famiglie si trovano in una condizione di necessità per quanto riguarda l’assistenza, il trasporto o le borse lavoro, che molto spesso per alcune categorie si trascinano per diversi anni, poi non gli diamo un minimo di speranza in prospettiva.
Credo che un segnale poteva essere dato anche con un solo piccolo incremento, che, ripeto, magari dal punto di vista economico poteva valere poco, ma dal punto di vista dell’attenzione poteva essere un segnale positivo.
E’ per questo motivo che il mio voto sarà di astensione.

PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 38 La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Relazione n. 12/12 della sesta Commissione consiliare permanente
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di “Allarme rapido - early warning” ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sull'Unione europea e sul funzionamento dell'Unione europea - proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'istituzione di un programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE) - COM (2011) 874 def.”
(Illustrazione e votazione risoluzione n. 47/12)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 12 della sesta Commissione consiliare permanente.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. La risoluzione che oggi la sesta Commissione presenta in Aula continua il lavoro iniziato su mandato di quest’Assemblea all’inizio legislatura, ovvero quello di partecipare alle consultazioni sugli atti europei che si ritengono di maggior interesse per la nostra regione.
Quello di oggi riguarda l’istituzione di un programma per l’ambiente e l’azione per il clima LIFE, che è un programma che porta con sé circa 3,5 miliardi di investimento nei Paesi dell’Unione europea, con altrettanto co-finanziamento da parte dei soggetti proponenti.
Continua quindi il lavoro unitario. Anche la risoluzione votata all’unanimità dalla Commissione concretizza questa opportunità che il Trattato di Lisbona dà alle Assemblee legislative.
L’atto vi è stato consegnato, lo potete leggere e consultare. Noi abbiamo formulato alcune osservazioni sui punti che ritenevamo più salienti, come la complementarità, i criteri di ammissibilità dei progetti, i tassi di co-finanziamento, la questione dell’Iva già nota a questa Assemblea, l’assistenza tecnica e amministrava.
Abbiamo ovviamente raccolto su questo atto il contributo della struttura competente della nostra Regione e anche delle associazioni ambientaliste e delle organizzazioni non governative.
Quindi si è lavorato su un atto condiviso e di prospettiva.
La riflessione che su questo lavoro, come per gli altri relativamente alle politiche comunitarie e agli strumenti comunitari che la Commissione è arrivata a fare sino a questo momento, è quella di dire che il programma LIFE soddisfa la necessità di un’azione urgente per combattere i cambiamenti climatici, come appunto emerge dalla strategia Europa 2020.
A questo proposito abbiamo già visto, occupandoci del regolamento comune a tutti i fondi comunitari, di come nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020 tutti gli strumenti comunitari debbano concorrere a perseguire gli obiettivi di Europa 2020, che quest’Assemblea ha trattato già in un’altra occasione.
Il 2014-2020 rimane il periodo in cui entreranno in vigore tutti gli strumenti finanziari dell’Unione europea che in questo momento si stanno discutendo, verso i quali cerchiamo di dare il nostro contributo.
La Strategia Europa 2020 è molto collegata al problema di oggi, che anche prima abbiamo incrociato, ossia la crescita economica del nostro Paese come pure quella degli altri Paesi dell’Unione europea: occupazione, innovazioni, istruzione, integrazione sociale, clima e energia. Tutto questo nel quadro di una crescita intelligente, sostenibile e solidale come appunto vuole la Strategia Europa 2020.
Alla luce di questo e sulla base dell’esperienza fatta dalla sesta Commissione, ci pare necessaria una rivisitazione delle modalità di lavoro e di organizzazione delle strutture regionali in materia di politiche europee, nel senso di una migliore e di un più efficace coordinamento, così come viene richiesto dalla Strategia Europa 2020. Cioè, tutti gli strumenti finanziari devono concorrere secondo le procedure della nuova politica di coesione a realizzare quegli obiettivi.
Riteniamo che con calma occorrerebbe riflettere per vedere se attualmente le nostre strutture organizzative sono organizzate per raggiungere questi obiettivi.
Ringrazio, infine, il Vicepresidente Trenta e la struttura della Commissione che ogni volta su questi temi così specifici e difficili riesce a dare un contributo concreto e determinante.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la seguente risoluzione n. 47/12:
“Visti:
- la legge 4 febbraio 2005, n. 11, Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, che disciplina all'articolo 5 la partecipazione delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome alla formazione del diritto dell’Unione europea;
- la legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, Disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie, che disciplina l'istituto della partecipazione della Regione Marche alla formazione del diritto dell'Unione europea;
- l'art. 12 del trattato sull'Unione europea, che riconosce il contributo dei Parlamenti nazionali al buon funzionamento dell'Unione;
- il Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità che disciplina la procedura di “early warning”, in base alla quale le istituzioni dell'Unione europea trasmettono una proposta di atto normativo da essi adottata ai Parlamenti nazionali, in modo tale che questi possano valutare, nel termine di otto settimane, se la proposta medesima è conforme al principio di sussidiarietà;
- l'art. 6 del Protocollo sopra richiamato, che prevede espressamente il coinvolgimento dei Parlamenti regionali con poteri legislativi da parte dei Parlamenti nazionali nell'ambito della procedura di verifica del rispetto del principio di sussidiarietà;
- la propria Risoluzione sul rafforzamento del ruolo delle Regioni e delle Province autonome in ordine alla partecipazione al processo di formazione degli atti normativi dell'Unione europea e alla applicazione del principio di sussidiarietà enunciato nel protocollo n. II allegato al Trattato di Lisbona, approvata l'8 giugno 2010;
- la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'istituzione di un programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE) – COM 2011 874 def.
Premesso:
- che il principio di sussidiarietà, enunciato dall'art. 5 del Trattato sull'Unione europea, è lo strumento che garantisce il corretto esercizio delle competenze attribuite all'Unione e agli Stati membri, stabilendo, in particolare, che “nei settori che non sono di sua competenza esclusiva l'Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione”;
- che la partecipazione da parte delle Assemblee legislative regionali alla formazione del diritto dell'Unione europea costituisce un significativo esempio di applicazione in concreto del principio di sussidiarietà e di esercizio di governance multilivello;
Valutata:
- la rilevanza della proposta di atto legislativo europeo oggetto della presente Risoluzione in ordine all'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità enunciati all'art. 5 del trattato UE, con particolare riguardo al ruolo che la Regione assume nell'ambito del partenariato con i soggetti gestori delle aree protette, con gli enti parco e in generale con tutte le istanze dell'associazionismo ambientalista che hanno assunto nel tempo una funzione di grande rilievo nell'ambito della corretta ed efficace gestione dei fondi LIFE;
- l'importanza che il programma LIFE riveste nell'opera di sostegno dell'ambiente, nella lotta ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità, dal momento che ha caratterizzano da venti anni a questa parte l'azione europea in materia di tutela dell'ambiente;
Formula la seguenti osservazioni:
a) Considerando n. 14 della proposta di regolamento – ruolo delle foreste per l'ambiente e per il clima
Il considerando n. 14 sottolinea il legame tra le foreste e l'ambiente e il clima, in particolare per ciò che riguarda la tutela della biodiversità, l'acqua, il suolo e la mitigazione degli effetti legati ai cambiamenti climatici. Per questi motivi, si reputa opportuno che la nuova proposta di programma LIFE costituisca anche “il quadro di riferimento per il supporto delle azioni ambientali e climatiche associate a boschi e suolo”. Questa sinergia non è esplicitata nella elencazione degli obiettivi specifici associati a ciascun settore prioritario di azione (articoli 9 - 16). Pertanto, si ritiene necessario proporre una integrazione in questo senso, che renda concreto l'auspicio contenuto nelle premesse della proposta.
b) art. 8, complementarietà
Coerentemente con l'approccio integrato che caratterizza la nuova programmazione 2014 – 2020, il Quadro Strategico Comune previsto dalla proposta di regolamento sulle disposizioni comuni è l'atto che garantisce il coordinamento tra il programma LIFE e i programmi a valere sui fondi di sviluppo regionale. Per rafforzare anche una complementarietà con gli strumenti di programmazione specifici del settore dell'ambiente, sarebbe opportuno prevedere che l'art. 8, paragrafo 3, contenesse un riferimento espresso anche ai Piani di Azione degli Habitat prioritari previsti dalla direttiva 92/43/Cee.
c) Art. 19, Criteri di ammissibilità di progetti
L'articolo 19 stabilisce al paragrafo 3, che "i progetti integrati di cui all'art. 18 lettera d) associano, ove opportuno, le parti interessate"; al riguardo, si reputa opportuno prevedere un coinvolgimento maggiore del partenariato, in particolare dell'associazionismo ambientalista, a garanzia di una più efficace realizzazione dei progetti medesimi.
d) Art. 20, Tassi di cofinanziamento e ammissibilità dei costi dei progetti
Il paragrafo 1 dell'art. 20 disciplina i tassi di cofinanziamento, nella misura del 70 % elevabile ad 80% nel caso di progetti integrati e di progetti preparatori. Per quanto riguarda i progetti integrati, si ritiene opportuno prevedere un aumento di questo tasso almeno all'85%, soprattutto in relazione a quei progetti che riguardano territori interessati dalla presenta di Siti Natura 2000, in cui è obbligatoria la redazione di un Piano di Azione (PAF, Prioritised Action Framework).
Al paragrafo 2 dell'art. 20 si afferma che l'IVA non è considerata un costo ammissibile a cofinanziamento. Al riguardo, si rileva quanto già osservato in merito alla proposta di regolamento che modifica il regolamento Ce 1685 del 2005 circa la necessità di riconsiderare questa scelta, operata dalla Commissione europea e confermata nelle proposte di regolamento per la nuova programmazione dei fondi europei 2014 - 2020. La non ammissibilità delle spese sostenute a titolo di IVA aggrava le procedure di realizzazione degli interventi. Questa considerazione vale, in particolare, per gli ordinamenti giuridici come quello italiano, in virtù del quale l'IVA è un costo non recuperabile da soggetti diversi dalle imprese, soggetti che, viceversa, contribuiscono in modo determinante al conseguimento degli obiettivi di LIFE e che sarebbero pesantemente penalizzati se la proposta della Commissione fosse mantenuta.
e) Art. 26, Assistenza tecnica ed amministrativa – spese ammissibili
L'articolo 26 disciplina in modo generico la possibilità che il programma LIFE cofinanzi le spese amministrative connesse alle attività di preparazione e di gestione dei progetti. Per una maggiore chiarezza, sarebbe opportuno specificare che tra queste spese possono essere considerate anche quelle sostenute dalle amministrazioni pubbliche e dalle organizzazioni non governative per il personale impiegato in queste attività.
Le osservazioni contenute nella presente risoluzione, che ne costituiscono parte integrante, sono inviate:
- alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché alle relative Commissioni di merito e competenti in materia di affari europei, al fine dell'espressione del parere secondo quanto previsto dal protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al trattato sull'Unione europea e sul funzionamento dell'Unione europea
- al Ministro per le politiche europee
- al Ministro per la coesione territoriale
- al Ministro dell'Ambiente
- alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, affinché abbia la massima diffusione tra le Assemblee legislative regionali e delle Province autonome.”.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 299
del Consigliere Solazzi
“Iniziative per tagliare le spese militari”

Mozione n. 285
del Consigliere Cardogna
“Contro l'acquisto dei cacciabombardieri F35”

(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Questa mattina ho presentato la mozione n. 299 sul taglio delle spese militari. Nel senso che è stata sottoposta alla Presidenza dell’Assemblea legislativa dall’Università per la pace ed io ben volentieri, condividendola, l’ho sottoscritta.
Questa mozione è stata inviata anche a tutti i Comuni delle Marche.
Sullo stesso argomento è stata presentata dal Consigliere Cardogna la mozione n. 285 che va forse un po’ più nello specifico in quanto riguarda l’acquisto dei cacciabombardieri F35.
Per cui, non so, o le votiamo entrambe, oppure, se il Consigliere Cardogna è d’accordo, possiamo votare quella con la mia firma con l’aggiunta, se vuole, anche della sua o di chi altro volesse farlo.
Possiamo trattarla come se fosse una risoluzione, oppure il Consigliere Cardogna ritira la sua mozione, mette la firma su quest’altra e poi la votiamo. (…) Vogliamo fare una risoluzione? Bene. Facciamo una risoluzione con lo stesso testo della mozione, ove chi vuole può apporvi la propria firma.
Do lettura del testo, è giusto lo si conosca, seppure, per la verità, l’abbia fatto distribuire:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Considerato:
che i dati ufficiali parlano di 27 miliardi di euro spesi nel 2010 dall’Italia per la difesa armata (dati ufficiali SIPRI), ossia di oltre 76 milioni al giorno;
che 17 miliardi di euro saranno spesi nei prossimi anni per acquistare n. 131 cacciabombardieri F 35, e altri 135 milioni di euro costerà l’acquisizione di unità navali Fremm;
che sono previsti nel 2012 ulteriori finanziamenti per la produzione di 4 sommergibili e 2 fregate Orizzonte per una spesa di circa 780 milioni di euro;
che inoltre sarà finanziato il Progetto della mininaia “Vivi le forze armate”, per una spesa di 8 milioni e cinquecentomila euro.
Considerato inoltre:
che l’attuale crisi economica sta facendo pagare un prezzo altissimo ai cittadini;
che gli Enti locali verranno ulteriormente penalizzati dalla riduzione dei trasferimenti che avranno come conseguenza una ulteriore diminuzione dei servizi e un peggioramento delle condizioni di vita;
che anche le eccezionali condizioni metereologiche hanno comportato un ulteriore aggravio di costi per le popolazioni marchigiane;
esprime un netto dissenso rispetto alle scelte sopra menzionate ed auspica che questi fondi stanziati per strumenti di morte siano viceversa destinati a salvaguardare le fasce sociali più deboli, a garantire quei servizi sociali essenziali che rispondono ai bisogni primari dei cittadini;
Impegna la Giunta regionale ad intraprendere le iniziative ritenute più opportune nei confronti del Governo italiano al fine di liberare le risorse finanziarie ed umane che si intendono utilizzare per le spese per gli armamenti e destinarle ad investimenti sul lavoro, l’ambiente, la solidarietà che rappresentano la vera sicurezza sociale dei popoli.”.
Questo è il testo integrale inviato dall’Università per la pace.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Caro Presidente, difficilmente oggi troverà qui, al di là di qualche estemporaneità, una non condivisione su questi argomenti.
Vorrei però portare a conoscenza dell’Aula quel che è accaduto nella riunione dell’ufficio di presidenza dell’Università per la pace.
Lei è stato mirabile, Presidente, ma lo devono sapere anche gli altri Consiglieri. Vorrei cioè riportare in Aula il disagio riportato da Crinelli, che è persona meravigliosa e stupenda, con il quale avevamo lavorato e tracciato un percorso per arrivare alla definizione propria dell’Associazione Università per la pace.
All’Aula quindi dico che riformulerò la legge regionale n. 9, di cui all’articolo 15 “Associazione Università per la pace”, per spiegare che c’è un percorso tracciato.
Lei ha partecipato a due trasmissioni nazionali, è stato un Presidente che come sempre ha mostrato autorevolezza e competenza. Ma soprattutto lei questa legge la sente. So bene che nel suo animo e nella sua intelligenza illuminata c’è il percorso tracciato.
Noi dobbiamo arrivare, e stiamo distanti se continuiamo a fare questo tipo di pacifismo che non ha niente a che vedere con i diritti umani e la cultura dei diritti umani, attraverso l’università telematica, la Macroregione, le trentasei università che fanno parte del bacino del Mediterraneo, non oltre il percorso che ho già messo in atto per la Macroregione Mediterranea.
Quindi, Presidente, chiedo che lei si impegni, primo, affinchè l’utilizzo dei fondi destinati all’attività dell’Università per la pace vadano a colmare il vulnus con una firma congiunta, perché io sono stato votato all’unanimità in quella riunione con il preciso compito di avere il raccordo con il consiglio, ma soprattutto con la fiducia che lei, con intelligenza e senza i particolari di pettegolezzo, ha dimostrato. Quindi, la firma congiunta per le iniziative e le attività dell’Università per la pace.
Secondo, ricolmare quel vulnus giuridico. Io voglio sapere chi tolse dall’elenco le richieste di enti di secondo grado importanti, banche e privati, per non farli partecipare all’atto costitutivo.
Questo è dunque il primo segnale che nella verità e nella giustizia si opera attraverso l’Associazione Università per la pace.
La dottoressa Santoncini mi chiedeva spiegazioni – sa quanto io sin dal 2000 ho stima di lei, dottoressa Santoncini, per la sua competenza, per la sua preparazione e soprattutto per la sua intelligenza – su quella lettera. Quando io scrissi quella lettera lei intelligentemente chiamò l’estroverso Consigliere Trenta e gli chiese che cosa volesse dire. Ecco, quello che sto dicendo oggi in Aula. Quindi sa bene che io adesso riformulerò questa legge per ristabilire i principi della giustizia e del diritto attraverso l’articolo 15 dell’Associazione Università per la pace.
Quindi, uno, conto congiunto, due, elenco dei soci fondatori, tre, riformulare la legge regionale n. 9, articolo 15.
Questo è il percorso segnato per la conferenza universitaria sui diritti umani. Conferenza mediterranea, che anticipa i marchi unici mediterranei. Quindi un sistema economico mediterraneo attraverso un progetto di concretezza e non di semplici enunciazioni.
E questa è la differenza tra il diritto fondamentale della carta dei doveri, e non della carta dei diritti, che anima il progetto Università per la pace.
Quindi, chi si improvvisa, la corsa dei sacchi, diamo 20 mila euro per fare il convegno a Gigi, Giovanni e Giacomo, ecco, non interessa. L’Università per la pace è università telematica avanzata con una rete di ogni ordine e grado attraverso le scuole del bacino mediterraneo e degli Stati frontisti. Conferenza universitaria marchigiana, mediterranea e mondiale sui diritti umani.
Il protocollo, Presidente, lo firmerà lei e i soldi li utilizzeremo per fare il primo convegno dei Presidenti dei Consigli regionali d’Italia attraverso la risoluzione dell’ONU che dice ed esorta la fondazione dell’Università per la pace.
Questo è lo spirito, Presidente. E su questo io riformulerò la legge che fu allora votata all’unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Voglio solo far notare una contraddizione. Chiaramente noi siamo a favore di tagliare le spese militari, e non solo, siamo anche per il ritiro di contingenti ovunque siano impegnati in questo momento.
La contraddizione che voglio rilevare è nel fatto che quando qui vengono quelli della Fincantieri si auspicano commesse di ogni sorta e quindi anche di navi militari; anche oggi sui giornali abbiamo letto che sono in arrivo due commesse della marina militare americana.
Voglio cioè far notare le contraddizioni che qui molte volte vengono realizzate. Nel senso che facciamo i belli e bravi con mozioni d’intenti, ma poi nella realtà dei fatti siamo ben contrari a quello che proponiamo con bellissime parole.
Ripeto, noi siamo a favore di queste iniziative, però nei fatti quando ci si deve sporcare le mani e si devono dire delle cose ai nostri operai la situazione è poi un po’ diversa.
Ecco, questa è la posizione che volevo rimarcare

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Presidente, a scanso di equivoci, proprio per chiarire ciò che sto per dire, premetto che trentacinque anni fa sono stato uno dei primi obiettori di coscienza d’Italia e ho subìto indagini – perché allora si faceva così – per tre anni da parte delle forze dei carabinieri. Quella volta era una cosa stranissima, era la fase di prima applicazione della legge.
Quindi figuriamoci se posso essere un guerrafondaio, tutt’altro. Però non credo di essere nemmeno un estremista del pacifismo. Nel senso che le spese militari, se non esagerate, se contenute nei giusti limiti, se sono per la pace e non per la guerra, sono corrette.
Credo che questa mozione – e non me ne abbia a male, Presidente, visto che l’ha sottoscritta, seppure non redatta, se ho capito bene – sia populistica, demagogica, non corretta.
Ovvero, certo che nessuno di noi vuole esagerare nelle spese militari per evitare di privare lo Stato delle giuste risorse che invece vanno dedicate a cose che vengono al primo posto dal punto di vista della cultura e del dovere di occuparci di aspetti sociali ed educativi, ci mancherebbe altro. Però leggo in questa mozione che il progetto della mininaia “Vivi le forze armate” addirittura viene inteso come qualcosa di negativo. Con la riforma del servizio militare, mi pare di dieci-quindici anni fa, che da obbligatorio è diventato volontario, ricordo che oltre alla mininaia l’anno di militare per chi lo sceglie come attività volontaria è necessario per la successiva carriera, sempre per chi lo vuole fare, nei Carabinieri, in Polizia, nei Vigili del fuoco, Guardie forestali, insomma, in tutti i corpi armati.
Quindi non credo sia giusto, e lo dico da ex obiettore di coscienza, esagerare sul no alle forze armate. Ricordo che in questi anni le forze armate hanno tagliato drasticamente e taglieranno comunque, a prescindere da questa mozione, gli investimenti per spese militari, proprio perché i soldi sono pochi e le priorità sono altre. Ma credo che siamo ormai arrivati alla frutta, ormai non c’è niente da tagliare. A meno che facciamo la scelta, essa sì ideologica, populistica, demagogica, di rinunciare ad avere un esercito, rinunciando di conseguenza anche alla preparazione dei Carabinieri, della Polizia, delle Forze armate.
Onestamente pensavo potesse essere una mozione condivisibile, ero infatti pronto a firmarla, poi l’ho letta attentamente e mi sono accorto che è piena di demagogia.
Il mio voto quindi sarà contrario, ma non perché sia un guerrafondaio, tutt’altro, sono un pacifista, però non bisogna neanche far diventare il pacifismo un’ideologia fine a se stessa.
Pertanto mi sembra una mozione non condivisibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi sembra intanto importante, al di là del contenuto, che c’è una prima iniziativa dell’Università per la pace, perché vuol dire che ha iniziato ad essere operativa. La presidenza, oltretutto, non parte più dal Consiglio bensì dall’associazionismo pacifista, per la difesa dei diritti umani e per la solidarietà tra i popoli. E quindi è del tutto positivo che tale organismo abbia iniziato ad essere attivo.
L’Università per la pace ha una propria organizzazione stabilita per legge, quindi, Consigliere Trenta, non penso che la politica debba dire ciò che deve fare. Al limite i Consiglieri regionali che sono all’interno del direttivo dell’assemblea porteranno magari il loro pensiero, ma non credo, Presidente, che l’Università per la pace non debba godere di autonomia ed essere sottoposta al vincolo dei Consiglieri regionali. E’ nata per essere autonoma, è bene che sia autonoma e propositiva e collegata con le realtà associative presenti sul territorio regionale.
Il Consigliere Marangoni dice che è contrario ad un eccesso di spese militari, cioè che è bene tagliare, basta non esagerare. Infatti nella mozione si dice “iniziative per tagliare le spese militari”, quindi non si esagera, non si dice di eliminare l’esercito e così via. E si cita proprio l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35, che appunto mi sembra un chiaro esempio dell’eccesso in questo settore delle spese militari, dovute più all’intermediazione della politica che alle reali necessità di difesa del nostro territorio.
Questa risoluzione a me sembra sicuramente equilibrata in quanto chiede di dare un segnale verso la riduzione degli investimenti, o almeno che si raggiungano quelle riduzioni che si sono viste nel campo delle politiche sociali, della cultura, della scuola ecc… Ovvero che le spese militari non abbiano una modalità privilegiata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, io ho sottoscritto questa risoluzione in quanto la ritengo valida, e non è solo per il momento storico di crisi in cui ci troviamo, che ormai facciamo entrare un po’ in tutti gli argomenti, non è solo questo, ma è anche perché credo sia doveroso continuare a dare la solidarietà alle forze armate come pure continuare ad avere un esercito.
Altro discorso, invece, sono alcune spese e alcune situazioni come, ad esempio, le missioni all’estero.
Gli stessi Stati Uniti stanno valutando l’uscita dall’Afghanistan. Noi siamo stati lì per diversi anni con un intento, ma non siamo assolutamente riusciti a portare a termine, la situazione è quella che è. E questo lo vediamo tutti i giorni.
Poi c’è un’altra situazione che però non si vede, ossia quella della gestione e produzione dell’oppio che è aumentata con la presenza dei Paesi occidentali; e questo lascia dei dubbi fortissimi anche sul quel controllo che sarebbe dovuto avvenire su questo problema, un problema che poi si riversa nei paesi occidentali, sui nostri figli, che si innesca in tutte quelle situazioni legate alla criminalità.
Credo inoltre che bisogna ripensare anche al discorso delle forze armate. Abbiamo delle forze armate con troppi generali. Ci sono molti generali a certi livelli che alla fine non sanno neanche cosa devono fare. Sembra che l’esercito sia formato più da generali che da militari. Allora, Presidente, forse si sarebbe dovuto aggiungere alla risoluzione anche questo aspetto che non è certamente secondario. Ferma restando, ovviamente, tutta la solidarietà e l’apprezzamento del lavoro che le Forze armate svolgono e hanno svolto su ordine dei vari Governi che si sono susseguiti.
Forse fra le varie considerazioni che lei ha fatto, Presidente, sarebbe anche opportuno parlare della richiesta di un ritiro delle nostre truppe da determinate missioni. Missioni che non sono più giustificate, perché se gli Stati Uniti hanno deciso di venir via, ecco, non capisco che cosa aspettiamo noi.
Tra le altre cose la presentazione di questa mozione, fosse anche casuale, avviene nella giornata in cui si ricorda l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuta il 20 marzo 1994, che è una testimonianza che alcune guerre e alcune situazioni anche a distanza di tanti anni non sono per niente chiare. Ilaria Alpi stava facendo dei servizi su un traffico di armi e di rifiuti tossici, ebbene, a distanza di tanti anni ancora non sappiamo con certezza perché due italiani sono stati sacrificati sull’altare di traffico di armi e di rifiuti.
Siccome in questi giorni c’è molta attenzione nei confronti di italiani che sono vivi, credo sia doveroso avere un’attenzione ed un approfondimento anche su quello che è accaduto qualche anno fa, che non è sicuramente una bella pagina della storia della nostra nazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Solazzi, Cardogna, Binci, Giorgi, D’Anna.

(L’Assemblea legislativa approva)

Grazie, ci vediamo martedì prossimo. Buon pomeriggio.


La seduta termina alle ore 14,55