Resoconto della seduta n.93 del 16/10/2012
SEDUTA N. 93 DEL 16 OTTOBRE 2012
La seduta inizia alle ore 15,10
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 92 del 9 ottobre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 253 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifiche alla l.r. 10 agosto 1988, n. 34 'Finanziamento delle attività dei Gruppi consiliari'”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 254 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modalità di esercizio delle medicine complementari”, assegnata alla V Commissione in sede referente e trasmessa alla I e III Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno;
- n. 255 in data 5 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Marangoni, Ortenzi, concernente: “Test antidroga per i Consiglieri e gli Assessori della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di deliberazione amministrativa:
- n. 11 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Riordino delle Province della Regione Marche: rinuncia alle cinque Province marchigiane ai sensi del 'riordino facoltativo' previsto dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 12 in data 10 ottobre, ad iniziativa della Consigliera Giorgi, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente (successivamente ritirata con nota n. 7875 del 15 ottobre 2012);
- n. 13 in data 10 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Ortenzi, Romagnoli, Silvetti, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 14 in data 10 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giannini, concernente: “Proposta di riordino delle Province della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 15 in data 10 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marconi, concernente: “Proposta di riordino delle Province della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 16 in data 10 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 415 della Consigliera Ciriaci “Riordino delle Province”;
- n. 416 dei Consiglieri Ricci, D’Anna “Ricovero degli utenti psichiatrici marchigiani in strutture della regione di appartenenza”;
- n. 417 del Consigliere Latini “Istituzione punti franchi ad Ancona e Livorno”.
Comunico, inoltre, che:
- con decreto n. 34 del 15 ottobre 2012 ho provveduto alla sostituzione di un componente il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (CREL) – art. 2, comma 1, lett. i), della l.r. 15/2008;
- in data 4 ottobre 2012 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 3 della legge regionale del 1 agosto 2012, n. 26 “Misure urgenti in materia di contenimento della spesa” per contrasto con gli artt. 3, 97 e 117, comma 3, della Costituzione.
Hanno chiesto congedo l’Assessore Luchetti e il Consigliere Cardogna.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno.
Colleghi Consiglieri la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha concordato, e se siete d'accordo, ottemperiamo a quanto stabilito, di saltare i punti 1 e 2 e iniziare i lavori di questa seduta dal punto n. 3 concernente le proposte di legge nn. 216, 223, 228, 244, 245 abbinate, testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”. Non ci sono obiezioni a quanto concordato dall'Ufficio di Presidenza con i Presidenti dei Gruppi, quindi, direi di partire dal punto 3.
Proposta di legge regionale n. 216
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Individuazione delle aree non idonee all'istallazione degli impianti termici, per la produzione di energia elettrica, alimentati a biogas o biomasse”
Proposta di legge regionale n. 223
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Norme in materia di produzione di energia rinnovabile da impianti alimentati a biogas”
Proposta di legge regionale n. 228
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Aree e siti non idonei all'istallazione di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse”
Proposta di legge regionale n. 244
ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, Silvetti, Acquaroli, Giorgi, Comi
“Aree non idonee all'istallazione di impianti a biomasse e biogas”
Proposta di legge regionale n. 245
ad iniziativa della Consigliera Giorgi
“Sospensione autorizzazioni impianti a biomasse e biogas”
Testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 216 ad iniziativa del Consigliere Pieroni, n. 223 del Consigliere Carloni, n. 228 del Consigliere Latini, n. 244 dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, Silvetti, Acquaroli, Giorgi, Comi, n. 245 della Consigliera Giorgi, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa legge, seppure di grande importanza, interviene nel campo delle energie rinnovabili, è una legge di due singoli articoli.
Sul tema dell'energia rinnovabile la Regione Marche ha le carte in regola, nel senso che andando a verificare - forse i Consiglieri non l'hanno fatto, magari sono dibattiti che si svolgono mentre si discute la vicenda specifica - l'energia rinnovabile prodotta dal sistema fotovoltaico, si registra qualcosa come 900 megawatt a regime prodotti nelle Marche, una quantità svariate volte più alta rispetto a quelli che sono gli strumenti di programmazione che noi abbiamo approvato.
Ovviamente siamo intervenuti nel campo del fotovoltaico, oggi parliamo di un'altra cosa, parliamo di biogas e biomasse. Siamo intervenuti nel campo del fotovoltaico, siamo intervenuti con l'adozione di linee guida, con l'individuazione di aree non idonee perché ci siamo resi conto che il rischio era quello di una proliferazione, non ben controllata, che rischiava di avere un impatto forte sul paesaggio rurale e sull'ambiente della regione Marche.
L'abbiamo fatto un po' di tempo fa, abbiamo votato in quest'Aula le linee guida che contenevano le aree non idonee ed oggi il fotovoltaico è, credo, al limite dei progetti richiesti, perché siamo in una soglia molto alta rispetto a ciò che noi avevamo individuato nei nostri strumenti di programmazione.
Oggi facciamo la stessa cosa, nel senso che anche per gli impianti di biomasse e biogas ci doteremo di un strumento di zonizzazione per l'individuazione delle aree non idonee e realizzeremo in maniera più prudente, più attenta ai temi dell'ambiente, alle richieste dei territori, con una attenzione particolare alle ricadute sulla salute e sul paesaggio. Anche se tutti gli indicatori che noi abbiamo, è ovvio, dico cose scontate, ci indicano che gli impianti di biogas non hanno nessun effetto sulla salute e a livello europeo il dato è certo, l'immissione e l'impatto sul territorio e, in modo particolare, sulla salute delle persone è un impatto che non esiste. Un'altra cosa potrebbe essere la biomassa però sul biogas siamo tranquilli da questo punto di vista.
Nel frattempo la Regione ha autorizzato degli impianti, mi pare che i progetti di biogas autorizzati siano 15 prima ancora che noi facessimo questa proposta di legge che invita la Regione a produrre un documento di indirizzo sulle linee guida, altri sono ovviamente in fase istruttoria, così come non sappiamo poi se per il futuro ci saranno altri progetti.
Tenete conto che la Comunità Europea ci chiede con le sue direttive di arrivare al 15,4% dei consumi totali di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 e che noi, come Regione Marche, secondo dati dello Stato siamo al 2,6%, e questo è un dato - io ne parlavo con gli uffici - che sarebbe da chiarire un po' meglio, da specificare meglio, ma nonostante siamo arrivati ad una quota molto considerevole di energia prodotta con il fotovoltaico e, nonostante, ci sono altre forme di produzione di energia elettrica dal rinnovabile, dobbiamo puntare al 14,8% e siamo al 2,6%. Dovremo recuperare questo gap, secondo le direttive comunitarie, entro otto anni perché il 2020 è alle porte.
Ma il dato ancora più strano è il punto di riferimento a cui noi dobbiamo guardare, noi dovremo incrementare del 124% l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e del 1095% l'energia termica secondo i parametri indicati dalla Comunità Europea. Questa ipotesi, questa previsione è stata accettata da tutti i Paesi Comunitari. Significa che noi dobbiamo puntare alla cogenerazione, a produrre cioè energia elettrica ed energia termica fino a quel livello per arrivare al risparmio, alla tutela ambientale ed alla tutela della salute.
Se noi dovessimo in qualche modo rispettare queste indicazioni, l'unico modo per avere la cogenerazione è da impianti a biomassa ed a biogas, perché sono i soli che ci permettono, non certo il fotovoltaico o l'eolico, di mettere in campo una cogenerazione, produrre cioè anche energia termica.
Per cui la Regione Marche ha di fronte una sfida notevole, sulla quale il mio Gruppo, il mio Partito, la Giunta, la maggioranza hanno come obiettivo principale quello di poter dire che, così come il fotovoltaico, anche per le altre forme di energia rinnovabile da biomassa si può in qualche modo arrivare a quegli indicatori che vengono posti dalla Comunità Europea.
Pensate che in Toscana sono state progettate e presto verranno realizzate 70 centrali a biomasse da un megawatt, cioè una grande distribuzione capillare sul territorio di piccole centrali a biomassa da un megawatt di potenza, quindi anche noi ci stiamo avvicinando.
Oggi, ovviamente, c'è una legge che in qualche modo anticipa ciò che la Comunità Europea ci chiede, anticipa la modifica più puntuale, più attenta del nostro Piano Energetico Ambientale Regionale, il PEAR, perché secondo i parametri europei dovremo arrivare a quel contingentamento di energia elettrica da rinnovabili del 14% attraverso una modifica del Piano Energetico.
Oggi noi con questa legge, diamo mandato per realizzare la zonizzazione e va fatta in quaranta giorni. La legge è formata da due piccoli articoli. L'articolo uno dice che verranno individualizzate entro quaranta giorni le aree non idonee per la realizzazione degli impianti a biomassa e biogas. L'articolo 2 prevede che tutti i progetti in itinere siano sospesi.
Io voglio segnalare due aspetti abbastanza critici di questo percorso che ci ha portato, addirittura, a rinviare, tre volte in questa Aula, la discussione. Certamente se fossimo stati più attenti, avremmo raggiunto l'obiettivo di votare questa legge, qualche mese fa. Forse avremmo limitato la discussione, la polemica, le difficoltà di percorso che oggi in qualche modo recuperiamo. L'altra cosa è che in tutto questo dibattito ciò che è emerso, in questi mesi, è la difficoltà di mettere in campo - ma non è una questione solo politica, molto spesso è anche una questione legata alle norme, alla possibilità di farlo - una concertazione non troppo impegnata sui territori. Questo elemento è mancato, i Sindaci, i territori in qualche modo potevano essere considerati un po' di più, attraverso non solo i tavoli delle Conferenze dei servizi, ma attraverso forme che ora potremo anche individuare all'interno delle linee guida, all'interno delle modifiche del PEAR. Trovare, cioè, il modo e le forme di dare maggiore responsabilità, maggiore possibilità di incidere ai Sindaci dei territori di questa regione.
Questi sono i due elementi che io ho registrato come elementi che hanno condizionato in parte il dibattito su cui oggi ci stiamo misurando. Da una parte, lo ripeto, non aver avuto un po' prima queste linee guida, questa individuazione delle aree non idonee e dall'altra una possibilità ulteriore di concertazione con i nostri territori.
Ci sono alcuni emendamenti a questa proposta di legge, li vedremo successivamente, sono della Commissione, ovviamente. Uno dei quali è parte integrante del testo stesso, in quanto è un emendamento che interviene introducendo alcuni parametri in più per valutare la possibilità di dire si o no ad un impianto, parametri che non sono solo quelli del limite dimensionale, dei megawatt o dei chilowatt, ma sono altri parametri che, in qualche modo, tendano a tutelare ancora di più il territorio, la salute dei cittadini e l'ambiente stesso.
E' una legge abbastanza semplice che recupera un gap temporale e che rende possibile in maniera più equilibrata, sempre tendendo alla possibilità di raggiungere gli obiettivi che la Comunità Europea ci impone, di realizzare in questa Regione gli impianti di energia rinnovabile in modo particolare da biogas e da biomassa.
Presidenza della Vicepresidenza
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.
Massimo BINCI. La questione che andiamo ad affrontare è una questione importante, è una questione che parte da lontano, e che si è venuta a creare principalmente, io individuo il punto di partenza nell'ottobre dello scorso anno, quando all'interno del rendiconto di bilancio è stato inserito l'aumento della soglia di VIA per questo tipo di impianti a 250 Kilowatt ad 1 megawatt. Guarda caso tutte le autorizzazioni, da quel momento in poi, su questo progetto sono passate da 249 a 999 Kilowatt, quindi sotto la soglia del megawatt, e si è quadruplicata questa tipologia di impianti. Quadruplicando tutti quelli che sono considerati gli effetti negativi, da tutti i punti di vista, dall'impatto con i cittadini, che risiedono nelle vicinanze, all'aspetto agronomico.
Ho criticato l'Assessore Petrini perché con questo aumento si andava a quadruplicare la quantità di ettari di territorio regionale che veniva dedicato a culture dedicate a biomasse e, quindi, si sacrificavano - calcolando cinquecento ettari minimo per megawatt - colture dedicate a mais, insilato ed altri cereali, per produrre biogas e si bloccavano almeno 20.000 ettari di terreno irriguo, perché questo viene descritto come tipologia di terreno per la produzione di energia.
Ancora a gennaio nella redazione della modifica di legge di VIA, avevo presentato emendamenti per riportare quel limite a 250 Kilowatt, non sono passati e adesso andiamo ad affrontare questa tematica che già a giugno, il Consiglio regionale nella sua interezza, aveva detto di voler affrontare, ridimensionare e sistemare perché il problema è anche riguardo al percorso autorizzativo ed alla possibilità, da parte dei territori, dei Sindaci, dei cittadini di partecipare alle Conferenze di servizio.
Queste Conferenze di servizio sono state finora Conferenze di servizio semplificate in cui tutti quelli che potevano partecipare, tutti gli interessati, i cittadini, i Sindaci, i territori, potevano solo esprimere un parere, che non è mai stato tenuto conto all'interno della Conferenza di servizio.
Quello che qui è stato chiesto, anche attraverso l'ordine del giorno, è stato quello di valutare al di la del limite di VIA, che non può essere considerata solo la soglia dimensionale unico parametro di valutazione degli impianti,- come tra l'altro è stato anche deciso dal Consiglio dei Ministri che ha impugnato la legge su questi aspetti - ma bisogna tenere conto anche dell'impatto sulla popolazione, dell'impatto sull'ecosistema, dell'impatto sul territorio agricolo, della partecipazione all'interno delle Conferenze dei servizi e, quindi, della democrazia delle Conferenze dei servizi. Tener conto di tutti questi aspetti che sono all'interno della direttiva europea e con alcuni emendamenti, presentati da diversi Consiglieri, tra cui il sottoscritto, modificare questa proposta di legge. Affinché i futuri provvedimenti - e questo è stato recepito anche da un emendamento del Presidente della Commissione Ricci ed da altri emendamenti di Consiglieri di maggioranza e di minoranza - ed anche i provvedimenti autorizzativi già rilasciati vengano verificati alla luce di quello che prevede la direttiva europea, ovvero non solo la soglia dimensionale ma anche il rispetto della sicurezza, dell'impatto cumulativo, dell'uso agronomico dei terreni e quindi dell'impatto anche sul territorio sia dal punto paesaggistico che dal punto di vista agricolo.
La riflessione sull'energia. La Comunità Europea ha individuato una suddivisione di quote di energia rinnovabile per ogni paese e l'Italia ha fatto un'ulteriore suddivisione di quote di energia rinnovabile da produrre per ogni singola Regione. Si dice che per le Marche c'è una particolare spinta, è prevista una forte quantità di energia rinnovabile da biomasse perché le biomasse permettono lo sviluppo di energia termica, però, noi qui non andiamo a vedere una cosa importante: tutte le centrali a biomasse realizzate nelle Marche producono solo energia elettrica che arriva ad un massimo dell'efficienza del 40% e non c'è nessun progetto che preveda l'utilizzo dell'energia termica che viene dispersa. Quindi noi utilizziamo nella maniera più inappropriata le biomasse, utilizziamo le biomasse nel modo in cui c'è la peggiore efficienza energetica.
Le biomasse hanno un senso innanzitutto non con colture dedicate ma con scarti di lavorazione, e questo sia per un fatto etico, sia per un fatto di tutela dei territori votati alle migliori produzioni agricole. Non riesco a capire come si fa a parlare di agricoltura di qualità nelle Marche quando i territori irrigui, quindi i più produttivi che possono essere dedicati alle colture tipo la floro-vivaistica, le serrre, eccetera ad alta densità di produzione, vengono bruciate con le produzioni energetiche.
E' mancato anche il ruolo dell'Assessorato all'agricoltura e della Regione, dal momento che con i fondi del PSR c'è una forte quota di contributi da dedicare allo sviluppo delle energie legate all'agricoltura, si sarebbe dovuto dare la premialità, si alle biomasse, no a colture dedicate ma a scarti di lavorazione, o liquami per allevamenti, eccetera, abbinate alla cogenerazione.
Il premio regionale doveva e deve essere dedicato alla maggiore efficienza energetica possibile, allora così si ha uno sviluppo anche della filiera di qualità, perché la filiera del bruciare, del produrre gas per bruciarlo in cui c'è un'efficienza del 40% massimo ed il 60% di energia viene buttata in aria, non è certamente uno sviluppo delle migliori tecnologie. Migliori tecnologie che andrebbero anche valutate all'interno del procedimento autorizzativo ed andrebbero applicate anche alle centrali già autorizzate, perché è un prerequisito che va aggiornato e che, quindi, a tutela della salute dei cittadini, e della sicurezza dei cittadini, l'ufficio regionale competente dovrebbe valutare.
E' importate che si scrivano nuove regole, quindi, la valutazione ai sensi dell'allegato della direttiva europea che va oltre la soglia dimensionale, e si analizzino tutti gli impatti delle realizzazioni delle centrali, ma che questo si verifichi anche su quelle già autorizzate, su quelle già realizzate e si verifichi se sono state utilizzate le migliori tecnologie ed eventualmente imporle.
Questa è la discussione che oggi ci accingiamo ad affrontare, spero che questo Consiglio riesca a tenere conto di quelle che sono le necessità delle popolazioni ed anche le necessità, per esempio, della nostra agricoltura. Ricordo che la Coldiretti ha sposato in pieno la condanna di questo tipo di produzione di energia. Condannando il fatto che è un'energia che viene da prodotti dedicati e condannando il fatto che la maggior parte di queste iniziative non sono promosse da agricoltori e, quindi, non c'è una ricaduta sul settore che dovrebbe essere il principale interessato a sviluppare questi tipi di energia.
La produzione di energia da biomasse agricole dovrebbe essere un aiuto, un'economia complementare che i nostri agricoltori dovrebbero sviluppare per, in qualche modo, integrare il loro reddito e non per sviluppare il land gabbring cioè la cattura dei terreni da parte di quelle società che producono energia ai danni degli agricoltori che sono in difficoltà economica.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Ha la parola l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Il mio intervento vuole ribadire la chiara posizione della Giunta e aggiungere alcune considerazioni sugli obiettivi e sulle azioni dell'Assessorato all'Ambiente, Energia e Green Economy.
L'articolato che ci si appresta a votare rappresenta la sintesi delle varie proposte di legge presentate. Questo significa che ci si è posti, come ho già ripetuto in diverse sedi, l'obiettivo fondamentale - ripeto fondamentale - della salute e della tutela ambientale, ma anche della competitività e degli impegni presi dalla Regione Marche verso il Governo e l'Unione Europea in materia di fonti energetiche rinnovabili.
Sappiamo che questo atto normativo non rappresenta l'obiettivo definitivo, la Regione dovrà rivedere il quadro di intervento per tutti gli impianti legati alle energie rinnovabili, ma soprattutto dovrà procedere rapidamente con la revisione del Piano Energetico Ambientale Regionale.
Questo accadrà nei prossimi mesi, perché le politiche energetiche nel territorio marchigiano hanno e devono avere massimo rispetto per la salute dei cittadini, la valutazione seria degli impatti ambientali e la tutela del paesaggio, ma devono tenere conto anche di obiettivi nazionali ed europei a cui non possiamo non rispondere. Voglio richiamare quindi alla massima sinergia, perché con tutti i livelli istituzionali si possa giungere a dare risposte certe al mutato quadro energetico che fortemente incide sul contesto territoriale e ambientale, nonché su quello economico.
E' noto che la bolletta energetica in Italia è tra le più care d'Europa. E' noto anche che molti investitori rinunciano ad avviare attività in questo Paese dopo aver valutato gli altissimi costi energetici.
E sottolineo nuovamente - perché componente fondamentale - che la Green Economy rappresenta anche la fonte di sviluppo e quindi occupazionale più significativa in questo momento di lacerante crisi economico-sociale, che non risparmia purtroppo la nostra Regione.
La Giunta ha chiari obiettivi che sono quelli legati al proprio programma di Governo che vuole che la politica energetica sia chiaramente indirizzata, ormai, dalla data ufficiale del 2005, cioè dall'approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale, alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
In questi ultimi anni il panorama delle fonti per la produzione di energia è cambiato tantissimo: tecnologie, incentivi, piani e programmi ne hanno condizionato, nel bene e nel male, I'evoluzione rapidissima. In questa Regione è stato così soprattutto per il fotovoltaico, ma non è stato altrettanto per le altre fonti: eolico, biomasse e biogas, geotermia, per citarne alcune.
Abbiamo cercato di sostenere anche il settore pubblico con bandi legati all'efficienza e risparmio energetico nell'illuminazione pubblica, negli impianti di biomasse, impianti cogenerativi, con il fotovoltaico che avremmo voluto fortemente sulle coperture (non dimenticate la conquista dell'incentivo raddoppiato a livello nazionale per la rimozione dell'amianto delle coperture).
Mio impegno sarà quello di reperire ancora risorse, pur nella difficilissima situazione economica della Regione, per far si che il settore pubblico possa contare in futuro su un sostegno concreto.
Allora impegnamoci ancora di più, perché quando si parla di salute si possa pensare a forti sinergie per migliorare un settore dove salute e ambiente sono elementi indiscutibili.
Altre Regioni hanno rilasciato autorizzazioni per gli impianti oggetto della proposta di legge in discussione: in alcune zone d'Italia tali impianti, come in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono funzionanti e garantiscono fonti di approvvigionamento energetico alternativo a quello fossile.
Dall'approvazione del PEAR (nel 2005) ad oggi, nelle Marche sono stati autorizzati 21 impianti biogas per la produzione di energia elettrica, di cui 19 con potenza inferiore al Megawatt e due con potenza appena superiore. Esistono 4 impianti con iter ancora non concluso. Mi pare che il dato si commenti da solo e che confrontato con quello delle Regioni citate (la sola provincia di Modena ha autorizzato un centinaio di impianti), notoriamente attente a salute, ambiente e paesaggio possa supportare una più serena valutazione del problema.
Torno a ribadire: questi impianti non sono nocivi, il loro impatto è ormai supportato da tecnologie avanzate. Quello che va incentivata è la valorizzazione della filiera corta e tutelato il rapporto con la produzione agricola e forestale.
Difendo l'operato della struttura tecnica regionale, gli uffici sono stati sempre impegnati con grande competenza e rigore negli iter istruttori. Mi auguro che, a parte i pochi casi, di accesa polemica, la struttura regionale abbia fornito supporto con la massima disponibilità ed efficienza e continuerà a farlo.
I ricorsi presentati alle autorizzazioni rilasciate dalla Regione, sono stati tutti respinti dal TAR.
Ho sentito citare molto poco in queste settimane un atto di indirizzo della Giunta regionale che risale al 1 agosto scorso.
Con la Delibera n. 1191 sono stati definiti alcuni criteri per ridurre gli impatti ambientali e credo ciò non sia di poco conto. La delibera regionale ha un obiettivo preciso: quello di richiamare ad una uniformità tecnico-amministrativa gli atti per il rilascio delle autorizzazioni per impianti a biomasse e biogas, all'interno di un contesto che tiene conto anche del quadro complesso legato a tali procedimenti, come quello in particolare delle polveri sottili e dei prodotti di scarto in uscita dagli impianti. Coinvolgendo in modo più definito anche i soggetti quali I'ARPAM che contribuiscono alla valutazione degli impatti ambientali di questi impianti.
Ma abbiamo anche impegni che ci legano agli obiettivi strategici nazionali, rispondenti alle direttive europee: mi riferisco al cosiddetto burden sharing, di cui al Decreto ministeriale del 15 marzo 2012.
L'impegno a raggiungere il 15,4% di consumi finali (sia termici che elettrici) da fonti rinnovabili entro il 2020, per la nostra Regione è un obiettivo ancora lontanissimo. La nostra produzione energetica da fonti rinnovabili, come dato acquisito dal DM 15 marzo 2012, è circa il 2,6% (cioè circa 1100 GWh/anno a fronte del raggiungimento di circa 6200 GWh/anno), lasciando quindi a poche cifre il compito di evidenziarvi il quadro di riferimento attuale.
Vi rammento le fasi intermedie del percorso definito dal burden sharing al 2020 per la nostra Regione: nel 2012 il 6,7% di energia prodotta da fonti rinnovabili, nel 2014 l'8,3%, nel 2016 il 10,2%, nel 2018 il 12,4% e infine il 15,4%, come già sottolineato, nel 2020. Per questo è necessario regolamentare in maniera chiara, ma è necessario individuare altresì criteri che possano comunque sostenere la crescita ed il raggiungimento di obiettivi significativi, considerato anche che al mancato rispetto degli impegni si associano sanzioni e la procedura di commissariamento già a partire dal 2017, con un inevitabile prelievo di risorse economiche dal bilancio regionale.
Vi prego di prestare attenzione anche a quest'ultima informazione, che ci richiama ad un grande rigore e alla responsabilità di governo di questa Regione.
L'avviata revisione del PEAR, che ha visto siglato in luglio 2012 un accordo di collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche, con una scadenza di nove mesi, si appresta oggi con la proposta di legge in discussione alla redazione dello stralcio del PEAR per la individuazione delle aree non idonee, come da decisione di Giunta della seduta del 15 settembre, tenuto conto anche di quanto espresso nella mozione consiliare approvata.
Chiedo all'Aula di valutare seriamente e con pacatezza la congruenza degli obiettivi della proposta di legge in relazione alla tempistica, richiamando a senso di responsabilità che è necessario assumersi nel voler applicare moratorie e/o sospensioni se, come è ben noto anche dal parere dell'Avvocatura regionale, esse potrebbero essere oggetto di richieste di risarcimento di danno pecuniario da parte dei privati.
Citando il parere dell'avvocatura, vi riporto ""Alla stregua di tale arresto, sono state cassate per incostituzionalità norme regionali che hanno introdotto deroghe al termine massimo per la conclusione del procedimento autorizzatorio, stabilendo sospensioni temporali, non solo per il rilascio delle autorizzazioni, ma anche per la realizzazione di impianti già assentiti, in quanto elusivi del principio fondamentale di semplificazione e celerità amministrativa, risultando poi inutile il rilascio medesimo ove ad esso non consegua la possibilità del suo concreto utilizzo" (Sent. N. 124 del 2010).
Un ultimo aspetto - e chiudo il mio intervento - che voglio chiarire una volta per tutte: non ho mai incontrato alcuna ditta né alcun comitato e questo penso possa smentire quanti hanno insinuato il contrario.
Detto ciò, dichiaro il mio voto favorevole alla proposta di legge in discussione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Vorrei soltanto sottolineare alcuni aspetti che poi tra l'altro sono stati già evidenziati.
Stiamo decidendo su argomenti, discutiamo su argomenti che non sono assolutamente transitori, così come ho visto nelle norme all'interno della proposta di legge, ma dobbiamo individuare posizioni che siano assolutamente chiare e identificabili.
Noi abbiamo riscontrato più volte sia delle indicazioni del Consiglio che, così com'è stato fatto, anche del CAL, che proprio sulla legge che oggi stiamo discutendo esprime parere favorevole condizionato alla riapertura dei procedimenti al fine specifico di verificare l'identificazione e le misure di quelli che sono stati già approvati. Quindi, con questo mio intervento voglio assolutamente sottolineare l'attenzione alla volontà del cittadino e di chiunque dovrà poi convivere con una realtà del genere. Sottolineo il loro diritto a conoscere la quantità, la qualità, la salubrità così come aveva sollecitato l'Assessore. Conoscenza massima, non diniego di tutto ciò che comunque è produttivo e reale del nostro territorio, ma condivisione e chiarezza fatta prima e non dopo l'autorizzazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Vorrei dire all'Assessore che malgrado io mi reputi un padano, noi non siamo in Padania, non siamo la pianura padana che ha estensioni territoriali agricole immense e lì, quindi, si capisce come sia possibile che ci siano molte più richieste, visto che c'è una estensione evidente di territorio per poter produrre il materiale da conferire poi in questi impianti.
Voglio dire che i cittadini, purtroppo per voi, non si fanno più ingannare, non si fanno prendere in giro dalle belle parole, dai bei progetti, e qui è evidente a tutti. Come è successo con il fotovoltaico, come poteva avvenire già con il termovalorizzatore di Schieppe, io parlo della mia Provincia, un impianto da 60 MW termici che veniva fatto passare come impianto a biomasse, ma sappiamo bene che ovviamente non era possibile realizzare una biomassa del genere in un territorio del genere.
Come potrà avvenire con l'eolico si prospettano impianti eolici ovunque anche dove non c'è vento. Questo ci fa capire che davanti non c'è l'interesse a creare un'energia pulita ma c'è un'interesse a creare un bel gruzzoletto di soldi che di solito vanno, ci sono sospetti in tal senso, verso gli amici degli amici, che qui nelle Marche hanno sempre un riferimento ben noto. Io ribadisco che questo è un vizio italiano ed anche in questa regione purtroppo è chiaro. Io ho sentito gli imprenditori prima, sono tutti marchigiani, ma le speculazioni le sanno fare pure i marchigiani, non è che devono venire da fuori per fare impianti e portare via anche le risorse nostre.
Parlo per quello che riguarda anche la mia zona, a Fano sono previsti due impianti a Monte Schiattello ed a Tombaccia dove già esiste una discarica, la discarica più grande delle Marche e dove già esiste un impianto a biogas di cui io sono stato Presidente per cinque anni: dal 2004 al 2009. Conosco, quindi, la tematica, il materiale è già sul posto, non c'è stato bisogno di trasferimenti, di consumo di territorio, chiaramente lì l'impianto a biogas è utile perché va a risanare quella che è la fase anaerobica del prodotto dei rifiuti.
Ma io dico, è possibile veramente far finta di niente, far finta che non esiste un impatto ambientale, che non esiste una concentrazione soprattutto in certi siti che sono in altre parti della nostra Provincia? Noi possiamo far passare tutto liscio così?
Ripeto, i cittadini sanno cos'è la green economy, perché la green economy, tra l'altro qui si parlava prima di rischi di impresa, è pagata con i soldi delle bollette dei cittadini.
Non possiamo far finta che non sia così, se no ditemi voi che interesse avrebbero se non ci fossero questi grandi finanziamenti che vengono prelevati per incentivare un qualcosa, che è utile ma se forzato non è più utile ma diventa un interesse, una speculazione, un affare d'oro per questo business.
Guardiamo i numeri, 1 MW di energia serve a produrre la corrente elettrica per 330 case. A Fano abbiamo 28.164 case, questo è l'ultimo dato Istat, quindi 330 su 28.164 vuol dire che un impianto fornisce lo 0,01 delle abitazioni. Ed è possibile che noi dobbiamo massacrare il territorio, innescare un processo di consumo - mi dicono che ci vogliono 300-400 ettari di territorio dedicato alla produzione di questo biogas - e questo combustibile fossile che viene impiegato è poco per produrre tutto questo materiale. In un anno quanto ci costa il consumo di combustibile fossile tra i trattori, i camion che devono girare, il vaglio per fare selezionare. C'è un piano? Io non ne ho visto uno. Da dove arriva il materiale per un impianto del genere? Non ce n'è uno che ce lo dice, perché se chiedi agli agricoltori negano, e allora da dove arriva? Questo bisogna che sia chiaro, quando si fa un impianto di questo genere, che poi, ripeto, fornisce lo 0,01 di energia per le case di Fano, c'è qualcosa che sicuramente non è accettabile, questo non è in green economy, non è biologico è solo un affare per chi ci si butta.
Quale è il compito dell'agricoltura, quale è il compito di chi deve gestire la green economy? Dare spazio a quella che è la parte veramente ecologica dell'energia e allora io dico che bisogna sicuramente stare a sentire i comitati, perché hanno fatto delle proposte, e ripeto, la gente non è più stupida come una volta che chiaramente si faceva rabbonire dai politici, molto bravi nell'usare le parole a proprio utile e fine, quindi io sono per sottoporre tutti i progetti che sono in corso alla VIA, questo è lo strumento che l'Europa indica e a cui anche la Regione Marche, malgrado i colpi di mano che ha fatto ultimamente, deve adeguarsi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaspina.
Maura MALASPINA. Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, questo Consiglio con la mozione dell’11/9/2012 sulle autorizzazioni di impianti per la produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biogas derivante da fermentazione delle biomasse, ha impegnato la Giunta regionale alla verificabilità dell’assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (VIA).
Va sottolineato al riguardo che detta assoggettabilità è stata chiesta nelle more della decisione della Corte Costituzionale sulla legge regionale del 26/3/2012 n.3 impugnata dal Governo, la cui udienza è stata stabilita per il prossimo 26/2/2013 e per di più per soglie inferiori a quelle fissate dalla suddetta legge, in applicazione della Direttiva comunitaria n. 92/2011.
Va ulteriormente evidenziato che la richiamata mozione impegnava la Giunta anche a disporre la immediata sospensione delle autorizzazioni rilasciate “medio tempore” per la realizzazione degli impianti in questione in sede di autotutela.
Ai titolari delle autorizzazioni sarebbe stata riservata solo la facoltà di presentare istanza di riesame previa sottoposizione del progetto alla procedura di verifica della VIA.
Questo Consiglio ha assunto tale decisione “draconiana” sulla base delle forti e numerose proteste contro la installazione di impianti a ridosso di zone sensibili perché antropizzate e perché occupate da attività produttive danneggiabili.
Bene ha fatto la Giunta a verificare tale volontà politica del Consiglio sotto il profilo della praticabilità legale, affinché le autorizzazioni rilasciate potessero essere rilasciate come auspicato.
Allo stato delle cose però ci troviamo di fronte ad un parere dell’Avvocatura della Regione che ci argomenta la impercorribilità della procedura di sospensione, perché esporrebbe la Regione, quindi, le finanze regionali, quindi, le sorti dei cittadini contribuenti, ad un danno da risarcimento dal punto di vista civilistico.
Ma c’è di più!
L’Avvocatura mette in guardia il Consiglio anche dalle conseguenze negative, quantunque improbabili, di una eventuale sentenza da parte del giudice delle leggi.
Sostiene l’Avvocatura che se venisse accolto il ricorso del Governo, la incostituzionalità della legge regionale 3/2012 si ripercuoterebbe sulla parte della norma regionale non conforme alla direttiva comunitaria, con l’obbligo di integrazione dei criteri in essa contenuti.
Attenzione però: la individuazione di detti criteri non determinano l’impedimento alla realizzazione degli impianti autorizzati.
Quindi dalla pronuncia negativa della Corte non si avrebbe l’automatica invalidazione delle autorizzazioni già rilasciate dalla Regione.
E’ a tutti noto che in virtù di una norma dichiarata incostituzionale non si ha la cancellazione dal mondo giuridico degli atti conseguenti se non in forza della disapplicazione per via giurisdizionale, ovvero in sede di autotutela.
A questo punto sorge spontanea la domanda: conserva ancora il suo valore la mozione richiamata?
A questo punto del ragionamento due sono le considerazioni che balzano alla nostra riflessione:
- la prima, il danno emergente derivante da lucro cessante, conseguente alla eventuale revoca o annullamento delle autorizzazioni, con inevitabili implicazioni sulla responsabilità contabile di chi pone in essere atti incoerenti con il principio del “buon andamento della pubblica amministrazione” previsto dall’art. 97 della Costituzione;
- la seconda, l’inutilità della sospensione rispetto agli effetti della decisione della Corte Costituzionale sulle autorizzazioni rilasciate, a tutto voler considerare come peggiore delle ipotesi previste.
Come gruppo UDC, pertanto, riteniamo superata la questione, dal momento che le procedure seguite hanno tenuto conto della legislazione applicabile e che non è in capo alle Regioni, ma allo Stato, la definizione delle norme di adeguamento alle Direttive Comunitarie, così come previsto dalla normativa sulla legge di recepimento della legislazione comunitaria. Comunque l'evoluzione legislativa che ci dovrà necessariamente essere su questa materia da parte della Regione e del Parlamento troverà l'UDC molto attenta a salvaguardare gli interessi ambientali e della salute.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Vorrei ringraziare il Presidente Spacca che ha voluto essere presente a questa discussione, dico pure che avrei preferito ascoltare il suo pensiero, visto che aveva anche il diritto di replica, sarebbe stata una discussione un po' più appropriata.
Certo è che finalmente dopo l'ennesimo rinvio ci troviamo a discutere questa legge che è frutto di diverse iniziative consiliari.
E' vero che è nostro compito proporre le leggi, dare indirizzi è compito dell'Assemblea, del Consiglio però è anche vero che noi siamo abituati ad avere un Governo regionale che interviene anche sul colore degli occhi delle rane di Fossoconocchio, per dire che interviene su tutto.
In questo ambito, in questa discussione che pure ha visto una mobilitazione generale, la Giunta regionale non ha mai detto niente, tanto è vero che tutte le proposte sono ad opera dei Consiglieri regionali, anzi qualche cosa ha detto: ha autorizzato 21 centrali, due oltre 1 megawatt, 4 in itinere, facendo tabula rasa di uno dei principi che sempre hanno caratterizzato questa Regione. Lei Presidente parla molto di coesione sociale e di coesione territoriale, io credo che quando noi parliamo di territorio dobbiamo tener conto delle sensibilità tutte che su quel territorio operano a partire da quelle legittimate dal voto popolare cioè dei Sindaci.
Il nostro ambiente è un ambiente bellissimo, e lei lo sa, rispetto a questa bellezza la Giunta si è comportata con la grazia di un elefante, di un orso, perché non solo non sono state avviate procedure al fine di concordare, di concertare le soluzioni migliori rispetto al PEAR e rispetto alle indicazioni europee, che non ci sfuggono e che ne conosciamo i risultati, ma addirittura non rispettando neanche quello che ha detto il Comitato delle Regioni a Bruxelles dove dice al punto 1/11 “nello sviluppo, nell'attuazione dell'azione urgentemente necessarie per aumentare l'efficienza energetica, occorre garantire in ogni caso la coerenza delle singole misure in un'ottica di sostenibilità in particolare occorre procedere ad una valutazione approfondita del possibile rischio che processi conseguiti in un settore comportino effetti negativi in altri ad esempio per quanto riguarda l'utilizzo della biomassa come combustibile in quanto può causare indirettamente, un cambiamento dannoso nell'utilizzo dei terreni ed una perdita delle biodiversità”.
Questo lo ha approvato lei Presidente a Bruxelles.
Allora perché nelle Marche non ci si è comportati coerentemente? Perché l'assessorato all'energia, l'assessorato all'ambiente, l'assessorato all'agricoltura e all'industria insieme non hanno consultato il territorio, perché non hanno condiviso il bisogno di raggiungere gli obiettivi indicati dall'Unione Europea in tema di produzione dell'energia.
Diceva il relatore di maggioranza "probabilmente, se avessimo approvato questa legge qualche tempo fa" e poi ha continuato "proporremo un emendamento", è chiaro che c'è non solo una Giunta inadempiente, una Giunta che non rispetta il territorio e non rispetta i cittadini marchigiani, ma c'è anche una maggioranza divisa che oggi tende a chiudere la stalla quando tanti buoi sono usciti. Io chiedo un po' di serietà, Assessore Donati, ma veramente lei vuole paragonare una qualsiasi Provincia delle Marche con la Provincia di Modena, dove per ogni cittadino residente si allevano dai sette ai quindici maiali all'anno? Veramente lei è così incauto da proporre ad una Assemblea che rappresenta i marchigiani una cosa del genere? Non è rispettoso! Stiamo parlando di cose serie, quindi è bene prenderci sul serio e rispettarci.
Guardate un'attività consapevole, coerente da parte della Giunta regionale, avrebbe anche comportato il superamento di tutte quelle osservazioni che il collega Binci ha fatto circa l'energia termica, circa la produttività di energia, circa il rapporto etico che dobbiamo avere con il nostro paesaggio, con il nostro territorio e con l'agricoltura.
Guardate che da quanto è emerso in giro, nessuno ha mai detto no all'energia prodotta con fonti rinnovabili, tutti hanno detto non potete fare così, discutiamone. Può darsi che la Giunta non sarebbe arrivata ad un accordo con le Province, con i Comuni e con le Comunità Montane, può darsi.
A quel punto assumeva le sue responsabilità e faceva la sua proposta in Consiglio, cosa diversa dal dire: "Non ci parlo e non ci ho mai parlato, né con i Comitati né con i Sindaci". Cosa doverosa per uno che governa una Regione e non è un'opzione.
Oggi noi ci ritroviamo ad approvare questa proposta che non è una sintesi, è una sintesi delle proposte fatte, ma noi non sappiamo, il Governo regionale ha detto per bocca dell'Assessore cosa pensava e che è d'accordo, ed addirittura, ha detto “Impegnamoci di più per la salute”. A noi lo dice Assessore? Ma veramente lei dice a noi, o a tutti cittadini che da mesi si mobilitano in assemblee e che vi chiedono conto del vostro operato anche per la tutela della salute, voi venite qui a dire “Impegniamoci di più per la salute”. Oggi! E' irrispettoso! State attenti anche a quello che dite perché qui in questo campo, lo ripeto per l'ennesima volta, non trovate gente che ha pregiudizi, non trovate Consiglieri chiusi a qualsiasi soluzione, basta avere l'umiltà, che voi non avete mai avuto, di ascoltare il territorio e i rappresentanti legittimi di quel territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente della Giunta Spacca.
Gian Mario SPACCA. Credo che l'intervento dell'Assessore abbia chiarito quali siano i termini del problema in modo molto preciso.
Comunque poiché viene richiesto un ulteriore approfondimento cercherò di far comprendere quale è la posizione del Governo regionale su questa materia che registra una fortissima sensibilità e su cui non è mancato, ritengo, il confronto ma su cui spesso il confronto non ha potuto dispiegarsi anche per una radicalità delle posizioni, che mi auguro non ci sia oggi, e quindi sia consentita la possibilità di un esame oggettivo, accurato. Una riflessione serena, ponderata, rispetto al quadro in cui siamo immersi, che naturalmente ha come riferimento quel pronunciamento che io stesso ho votato nel Comitato delle Regioni di una settimana fa, che appunto prevede un percorso verso una produzione di energia sempre più ancorata a fonti rinnovabili e sempre meno ai combustibili fossili, in linea con quelle che sono le indicazioni di Kyoto.
Pur tuttavia noi ci troviamo all'interno di un profilo istituzionale che non possiamo disattendere ed a cui noi siamo vincolati come qualsiasi cittadino di questa Regione perché le norme devono essere rispettate da tutti, dai cittadini, dalle istituzioni, dal Presidente della Giunta regionale, dai Consiglieri, da tutti quanti.
Credo che questo sia il punto su cui dobbiamo riflettere pur condividendo la necessità di un percorso sempre più rigoroso, sempre più attento a quella strategia che noi stessi ci siano dati nel PEAR. Quindi non è vero che non ci sia un documento di programmazione forte, a cui si noi ci stiamo attenendo per realizzare un processo di autosufficienza energetica ispirato proprio alla valorizzazione delle fonti rinnovabili, ma anche alla valorizzazione dell'ambiente, che consideriamo il vero asse fondamentale, su cui costruire lo sviluppo futuro della nostra Regione, attraverso l'integrazione tra agricoltura, turismo, beni culturali e così via e su cui si stiamo muovendo con grande determinazione.
Uno degli elementi fondamentali di questo dibattito di oggi, purtroppo, non è mio costume introdurre elementi di carattere formale ma in questa occasione lo dobbiamo fare, mi sono sempre attenuto nei miei interventi soprattutto a valorizzazioni di merito di carattere sostanziale, ma in questa occasione bisogna che entriamo su valutazioni di carattere formale che in qualche modo assolvono anche la Giunta regionale rispetto a certi giudizi che qui sono stati espressi.
Noi ci muoviamo alla vigilia di una sentenza della Corte Costituzionale che si pronuncerà il 26 di febbraio, io ho partecipato a confronti anche diretti con esponenti dei cosiddetti Comitati, comunque, con persone che rappresentano la sensibilità dei cittadini che vivono nella nostra stessa comunità e che quindi meritano attenzione, però, non sono riuscito a spiegare che la legge regionale non è ancora non costituzionale, perché il giudizio dovrà essere espresso il 26 febbraio quando la Corte Costituzionale si pronuncerà e in quel momento sapremo se la Corte Costituzionale la definisce incostituzionale. In questo momento è una legge a tutti gli effetti.
Questa materia è una competenza legislativa esclusiva dello Stato e quindi la Regione ha l'obbligo di attenersi a quella che è la normativa che lo Stato definisce.
Ora lo Stato non si è allineato a quella che è la direttiva n. 92 del 2011 ma questa non può essere nostra responsabilità, lo Stato dice che bisognerebbe fare il così detto screening per le dimensioni, per impianti di potenza superiore 50 MW, noi abbiamo deciso di farlo per impianti da 1 a 3 megawatt a seconda se siano biomasse o biomasse collegate al biogas.
Lo screening adotta le stesse procedure, gli stessi indicatori del VIA, fare lo screening significa entrare sostanzialmente nel merito di quelle indicazioni che la stessa Unione Europea ci dà, per verificare appunto la compatibilità dell'impianto con i vincoli che il territorio definisce, e di fatto questo è stato fatto. Impianti che in qualche modo risultavano in contraddizione nello screening con alcune valutazioni di carattere ambientale venivano sottoposti al VIA indipendentemente dalla loro dimensione, da 1 a 3 megawatt perché questa era la procedura che abbiamo introdotto.
In realtà noi avevamo introdotto, ecco la soluzione della Giunta regionale, un criterio che corrisponde alle indicazioni della sensibilità che viene espressa anche in quest'Aula, sia pure al di fuori dell'emiciclo, da varie persone che qui sono presenti.
Nella legge finanziaria del 2010 noi abbiamo introdotto dei criteri ulteriori che sottoponevano a VIA questa tipologia di impianti, ovvero se ricordate, questa indicazione era nata proprio sulla spinta di queste persone che sono raccolte nei Comitati, abbiamo introdotto una normativa che prevedeva che dovevano essere sottoposti a VIA gli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, con potenza superiore a 250 chilowatt elettrici - esattamente quello che loro chiedono e che voi chiedete, e che è giusto che sia - da autorizzare nel territorio regionale che devono possedere le seguenti caratteristiche: capacità di generazione non superiore a 5 MW termici; autosufficienza produttiva, ovvero la filiera corta, mediante l'utilizzazione di biomasse locali o reperite in ambito regionale; utilizzazione del calore di processo, in modo da evitarne la dispersione nell'ambiente fatta eccezione per impianti alimentati a biogas.
Questa è stata una legge, per un certo periodo di tempo, della nostra Regione. Sapete chi ha abolito questa legge? Questa legge è stata impugnata dal Governo, siamo andati contro il Governo, alla Corte Costituzionale, la Corte Costituzionale nel 2010 con sentenza numero n. 232, l'ha detto prima l'Assessore ma forse non l'avete capito a sufficienza, ha cassato questa normativa.
Quindi se noi andiamo ad introdurre, in questo momento, delle modifiche alla nostra legislazione, in questo stesso senso, io non so come si pronuncerà la Corte Costituzionale che già s'è pronunciata nel 2010 in questa materia con quella sentenza.
Ma c'è ne è un'altra dello stesso anno che la Corte Costituzionale ha adottato, ovvero con la sentenza n. 142 - ed anche questa è stata richiamata dall'Assessore, ma forse lo ha fatto con troppa delicatezza nel senso che non ha riportato la vostra attenzione sull'argomento - è stata sancita anche l'impossibilità e l'invalicabilità del termine di 90 giorni per la conclusione dei procedimenti, stabilendo che ogni sospensione temporale al rilascio delle autorizzazioni o alla realizzazione di impianti autorizzati è illegittimo costituzionalmente.
Quindi va benissimo quello che è stato fatto in Commissione, va benissimo che noi riproviamo ad introdurre una normativa molto più stringente, rispetto alle valutazioni di carattere ambientale che siamo tenuti a dare, purtroppo però, ci troviamo in un sentiero molto stretto in cui la Corte Costituzionale si è già pronunciata, sia rispetto alla sospensione dei termini che rispetto alle dimensioni ed alla assoggettabilità degli impianti a VIA, su legge della Regione Marche che è stata cassata per incostituzionalità.
Quindi in questo momento, benissimo la legge regionale, benissimo lo screening, le valutazione di impatto ambientale per quanto riguarda le prossime autorizzazioni ma io chiedo a voi siamo in grado noi di adottare una sospensione dei processi di autorizzazioni in presenza di una sentenza della Corte Costituzionale già dichiarata che ce lo impedisce?
Se la risposta è si benissimo, allora facciamolo però sappiamo che è certezza che la Corte Costituzionale dichiarerà questa legge, che sospende in parte o totalmente le autorizzazioni, incostituzionale che sapendo questo da parte di soggetti privati si cercherà il risarcimento dei danni. Inevitabilmente. Saremo chiamati a questo onere in presenza anche di una situazione che qualche problema ce lo lascia perché noi abbiamo già un precedente in questo Consiglio regionale in cui una legge regionale, che andava nella stessa linea di contraddire una sentenza della Corte Costituzionale, è stata presa in considerazione dal Tribunale che ha chiamato alla responsabilità lo stesso Consiglio regionale, chiamando a risarcire la ditta che era stata penalizzata da una legge, quella delle radiofrequenze. Adesso non trovo qui il riferimento della sentenza ma se mi date un attimo di tempo ve lo dico, ... mi dovrete credere sulla parola, comunque prima della fine vi trovo la sentenza del Tribunale di Ancona che ha chiamato a responsabilità il Consiglio regionale.
Quindi è questa la situazione in cui ci troviamo. Credo che questa cosa vada affrontata con correttezza e buon senso. La Giunta fa appello alla sensibilità istituzionale dei Consiglieri rispetto a questo quadro giuridico che si è definito, sapendo che esistono anche dei pareri alti e forti, che vengono dall’Avvocatura e da tutti gli istituti che sono chiamati a presidio della legalità dei comportamenti del Governo regionale, che invocano che si percorra il percorso che la Commissione ha assunto.. Ovvero di andare verso un regime più stringente che richiama la normativa di carattere europeo ma si raccomanda che non ci sia sospensione rispetto alle procedure di autorizzazione che sicuramente definiscono i profili di responsabilità rispetto ai quali, io ritengo, non troveremo nessun Dirigente della Regione disponibile a firmare le procedure attuative, ovvero gli atti amministrativi conseguenti.
Quindi valutiamo con attenzioni questi aspetti.
L'Assessore ha anche richiamato, e io mi permetto di sottolinearlo, come ci siano state delle dichiarazioni che non corrispondono perfettamente a verità rispetto a elementi che caratterizzano il funzionamento di questi impianti. Io stesso ho ascoltato alcune dichiarazioni che si riferiscono a pesticidi, a PM 10, a diossina, all'acido solfidrico, al digestato che sarebbe tossico, alla pericolosità del digestato. Nel caso dell'Emilia-Romagna siamo in presenza di un disciplinare che riguarda un prodotto tipico rispetto a cui ci sono delle regole che appartengono più al marketing che alla logica della salute, al botulino ed batteri killer. Io non voglio entrare nel merito di questa materia però vi dico che tutti gli approfondimenti di carattere scientifico che abbiamo fatto ci hanno portato ad una fortissima rassicurazione rispetto proprio ai profili di salubrità che queste centrali potrebbero rappresentare.
Del resto queste centrali esistono ormai in maniera diffusa in tutta Europa, in Germania ce ne sono 7.500, la produzione che erogano è pari a quella di due centrali nucleari.
Discorso della sostenibilità dell'agricoltura io mi appello al Vicepresidente che è molto più esperto di me in materia, però stiamo parlando di impianti che utilizzeranno il prodotto agricolo di circa 6.000 ettari rispetto a una superficie che in precedenza produceva 30.000 ettari di barbabietole, rispetto a cui è venuta meno la produzione saccarifera. Non è che devono continuare a produrre barbabietole, ma possono produrre mais che viene adesso riutilizzato all'interno di questi impianti a biogas, ma siamo in presenza di 6.000 ettari rispetto ad una produzione di 30.000, quindi non c’è la deforestazione dell'Indonesia e neppure quella dell’India, siamo in presenza di produzioni della nostra Regione.
Considerate anche un altro aspetto che in questo momento noi mandiamo 30.000 tonnellate di frazione organica derivante dalla raccolta differenziata in Romagna, negli impianti di biogas della Romagna, credo che se noi vogliamo abbassare il costo della raccolta differenziata per i cittadini, questo tipo di produzione di energia elettrica la dobbiamo realizzare nella nostra Regione, solo così possiamo incentivare ancora di più la raccolta differenziata facendo sinergia con la produzione di energia elettrica, che è l’unica cosa che lo Stato incentiva, Consigliere Binci, perché l'energia termica lo Stato non la incentiva il questo momento, l’unica forma di energia che viene incentivata è quella della produzione di energia elettrica.
Quindi io credo che ci siano elementi che ci portano a far convergere molto di più le opinioni del Consiglio regionale su questa materia, se riusciamo a fare una discussione che sia maggiormente serena e ancorata ad elementi di carattere oggettivo, naturalmente condizionati, ma non potrebbe essere diversamente perché purtroppo questo è un dato della realtà giuridica e dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che, ripeto, in due occasioni ci hanno detto quali limiti noi abbiamo forzato con la nostra stessa volontà, ovvero: la limitazione delle dimensioni delle centrali da sottoporre a valutazione di impatto ambientale, che è stata cassata, e la sospensione delle procedure che è stata cassata anch'essa
Il Consiglio è sovrano. Qui nessuno pone questioni di fiducia, ci sono questioni che appartengono ai rapporti corretti nell'ambito delle forze politiche e, in modo particolare, delle forze politiche che compongono la maggioranza e sicuramente non possono non essere valutati nell'ambito della discussione di una riflessione di carattere naturale e ordinario che appartiene alle modalità del fare politica.
La posizione della Giunta regionale è quella che vi ho detto, d'accordo di andare sulla legge approvata dalla Commissione è giusto che sia una legge perché la Giunta regionale deve dare attuazione alle indicazioni del Consiglio regionale e, quindi, il Consiglio regionale non può pronunciarsi con ordini del giorno, con indicazioni di carattere politico in materie come queste, ma deve legiferare.
Allora è giusto che il Consiglio regionale legiferi, che dia delle indicazioni precise alla Giunta regionale, come sta per fare oggi con la proposta della Commissione, però, attenzione al processo di sospensione delle autorizzazioni, perché andiamo a cozzare contro due sentenze della Corte Costituzionale, ripeto, che sono state già emesse e che hanno annullato nostre precedenti iniziative legislative e ci porterebbe in una posizione difficilmente sopportabile rispetto al contenzioso che si aprirebbe con i soggetti che hanno ricevuto le autorizzazioni.
Su questo la posizione della Giunta regionale è unanime, perché non può essere diversamente richiamando l'applicazione di norme che devono essere rispettate teoricamente da tutti, noi intendiamo che siamo rispettate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Ascoltando Spacca sarei quasi convinto. Rimane però il fatto che portare questa discussione sul piano della illegittimità costituzionale, secondo me è qualcosa di fuori luogo, soprattutto dopo tanti mesi che aspettiamo di fare questo dibattito e dopo che, più o meno tutti i diversi schieramenti, abbiamo detto che come Consiglio regionale volevamo pronunciarci in materia, non tanto di limiti di assoggettabilità di VIA, ma quantomeno di linee guida per una pianificazione sana degli impianti ad energia rinnovabile.
Sulla energia rinnovabile nessuno, in particolar modo io ed il mio Partito, è contrario, ma è il modo in cui è stato fatto in questa Regione che si lascia perplessi e se noi dovessimo rinunciare, Presidente, a fare politica qua dentro perché la Corte Costituzionale non ce lo consente, sarebbe un grande limite, e a questo punto converrebbe far fare politica alla Corte Costituzionale, visto che la stessa non accetta nemmeno le decisioni del Governo quando taglia gli stipendi degli alti funzionari dello Stato, dei magistrati stessi.
A questo punto siamo un paese in mano alla Corte Costituzionale e facciamo decidere a loro quello che dobbiamo fare almeno forse facciamo prima.
Quindi non rinunciamo al nostro diritto legislativo e, soprattutto, non credo nemmeno sia corretto, come ha detto la Consigliera Malaspina, terrorizzare i Consiglieri sul rischio di una responsabilità in capo ai Consiglieri stessi perché è un modo per inibire la volontà e la scelta di ogni Consigliere.
C'è un articolo del nostro Statuto che ci rende irresponsabili rispetto al voto e credo che valga ancor prima della scelta e soprattutto del parere della nostra Avvocatura, altrimenti sarebbe difficile Presidente fare politica, se ogni scelta ed ogni voto deve essere sub judice specialmente in queste materie, saremo condizionati ogni giorno nella nostra attività.
Gian Mario SPACCA. Riporto per il verbale la sentenza n. 98 del 20 gennaio 2012 del Tribunale di Ancona che ha condannato la Regione a risarcire ad una impresa fallita i danni arrecati da una disposizione di legge regionale dichiarata incostituzionale.
Non è una sentenza dell’Avvocatura.
Mirco CARLONI. L'abbiamo tirata fuori noi questa cosa, però voglio dire ha denunciato la Regione e ogni Consigliere regionale quando svolge le sue funzioni, lei lo sa perché è il decano di questo Consiglio, non può essere chiamato a rispondere dei propri voti, della propria opinione in questa Aula, altrimenti non sarebbe una Assemblea legislativa ma sarebbe un Consiglio comunale.
Rispetto questo fatto, lo dico anche perché la Vicepresidente Giorgi scrive ancora oggi degli ordini del giorno, delle mozioni, non è accettabile, e glielo dico anche per l’attività del Consiglio, che dopo mesi che si fanno mozioni ed ordini del giorno, chiediamo di entrare nel merito per fare attività legislativa e continuiamo ancora oggi a presentare il libretto delle buone intenzioni e delle letterine di Natale, ormai le letterine di Natale, sugli auspici del Consiglio regionale che impegnerebbe la Giunta, onestamente fanno un po' sorridere.
Siamo nell'attività legislativa, non rinunciamo a questo ruolo, facciamo seriamente il nostro dovere, non in modo esagitato o ancora di più rivolto all’ambientalismo sfrenato, perché sull’ambientalismo sfrenato io non sarei mai d’accordo con i Consiglieri Bucciarelli e Binci ed invece oggi sono d'accordo completamente con quello che hanno detto sia il Consigliere Binci che il Consigliere Bucciarelli. Sarà una cosa strana ma evidentemente è prevalso il buonsenso in questa materia. Cosa che non vedo da parte della Giunta, Presidente, un atteggiamento ferreo sull’andare avanti nonostante che il buonsenso e la prudenza vorrebbero che ci fosse un attimo di discussione con il territorio, con i Sindaci e anche con chi rappresenta qua dentro il territorio. Perché alcuni di questi impianti a biomasse, se vogliamo parlarci francamente, non sono dettati dall’atto normativo nazionale o nati sull'auspicio dei principi, con cui nascono gli impianti di rigenerazione, ma sono dettati dalla speculazione. Talvolta, nella mia Provincia in modo particolare che conosco meglio, dalla lottizzazione, quindi, non siamo di fronte a scelte in qualche modo fatte nel buonsenso.
Prima come diceva Zaffini di impianti ne sono stati fatti tanti nel territorio, come mai fino ad adesso non è mai nato il problema e non è diventata una questione che sta sollevando i cittadini? Nei comitati non ci sono i giottini o quelli fuggiti da Genova, ci sono persone normali che difendono il loro diritto alla salute, alla salute dei propri figli, alla tutela dei loro territori. Se c'è questa agitazione popolare evidentemente, Presidente, qualche problema c’è ed sul buonsenso si è persa la strada.
Non dico che sia colpa sua, ma probabilmente qualcuno, forse troppi, hanno messo gli occhi in questo processo di business che è nato negli ultimi mesi, perché fintanto che gli impianti li facevano gli agricoltori e gli allevatori che avevano sfalci, liquami in eccesso, queste cose erano consentite e la gente li tollerava, perché erano complementari all’attività agricola. Per questo che io mi ritrovo con quanto ha detto il Presidente della Coldiretti “Ritorniamo a dove deve stare l'attività di energia rinnovabile” non in mano alla speculazione, altrimenti non si fa soltanto un danno ambientale e alla salute ai cittadini, ma si trasforma la nostra agricoltura, un'agricoltura che produce bene e alimenti, in un'agricoltura che produce beni per gli impianti, sarà sempre più nocivo per la nostra agricoltura e le causerà un danno irreparabile. Quello che ha detto esattamente la Coldiretti che, proprio per la saggezza con cui l’ha detto, sarebbe il caso di ascoltarla.
Che cosa c'è di costituzionale che noi potremo fare se pur la competenza è dello Stato? Intanto creare le linee guida, Presidente, intanto fare, come ha fatto l'Emilia Romagna, lei prima diceva "E' un fatto di marketing” probabilmente no, l'Emilia-Romagna ha difeso i prodotti che caratterizzano quella terra e laddove ci sono delle DOP, delle DOC, delle IGP nel territorio, non ha consentito l'attività di impianti rinnovabili, ha difeso alcuni territori, mentre di fianco all'autostrada, basta percorrere l'Emilia-Romagna in autostrada, si vede che gli impianti ci sono.
E’ possibile che nella nostra Regione sono quattro mesi che si chiede di fare una normativa, di entrare nel merito, di dare delle linee guida (...) scusi Assessore quando verrà eletto magari ci aiuterà anche nell’attività legislativa. Credo che sia opportuno su questo entrare veramente nel merito, non fermarsi alla dialettica e alle polemiche. Perché stiamo facendo una brutta figura rispetto ai nostri concittadini.
Vorrei anche dare merito in particolar modo al Consigliere Comi, io il suo emendamento lo condivido e spero che abbia il coraggio di portarlo fino in fondo, perché su quell'emendamento mi ci ritrovo ed è anche la sintesi che trovammo insieme al Presidente Giancarli in Commissione. E' un emendamento di buon senso che tiene l’attenzione su due piani: quello della politica ma anche quello della tutela amministrativa e dei procedimenti in modo da non mettere l’Ente a rischio di eventuali rivalse e di eventuali risarcimento danni. Prevede una forma di autotutela seria e contemporaneamente prevede che questa Regione non faccia la figura di chi non ha l’umiltà, come diceva il Consigliere Bucciarelli, di ascoltare le istanze e questa sollevazione che è civile, non è una sollevazione di parte o tanto meno fanatica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Il mio intervento riparte dalla mozione che era stata approvata nel giugno scorso, cioè la prima mozione con la quale l'Assemblea legislativa invitava la Giunta regionale a prendere atto della necessità di adottare un provvedimento legislativo in merito alla proliferazione degli impianti di energie rinnovabili, in particolar modo della biomassa.
In quella mozione fu bocciato un emendamento, ma devo significare, allora come adesso, che era un emendamento di provocazione da parte del sottoscritto, con il quale si diceva di sospendere, di mettere in moratoria gli impianti che erano già in autorizzazione, quelli a cui la Regione aveva già rilasciato l'autorizzazione e quelli che erano in corso di procedimento.
L'assemblea legislativa, maggioranza e opposizione, ha preferito bocciare quell’emendamento e nel corso di due mesi ci siamo ritrovati punto ed a capo. La discussione, credo, ha il suo punto più alto di polemica, fra coloro che sono in questa Assemblea, solo ed esclusivamente se applicare la proposta di legge della Commissione anche in funzione dei procedimenti autorizzati e quindi di coloro che già sono in produzione e di coloro che dovrebbero comunque entrare in produzione in relazione all’autorizzazione positiva della Regione Marche.
Così è una valutazione che ha una forte connotazione politica, comunque la si voglia vedere, e pochissimo di ordine amministrativo e istituzionale. Se il problema era in quella direzione, anche l'impegno di giugno doveva andare in quel versante, ma allora le domande di autorizzazione non erano così numerose rispetto ai comitati che nascevano, così che non si è tenuto conto di quella soluzione.
Il mio emendamento era stata una provocazione perché so benissimo che non si può revocare o comunque sospendere le autorizzazioni rilasciate, pena rispondere davanti eventualmente all’Autorità giudiziaria competente per i risarcimenti, per i danni che si provocano. Lo feci perché nel mio Comune, non vorrei essere campanilistico, vennero allora autorizzati due impianti di biomassa a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, non ci fu una sollevazione popolare, un'indignazione di ordine politico generale, questo per dire che dobbiamo stare attenti a non cadere nella situazione del cortile, del ragionare in termini, soltanto, di una valutazione che impatta nel territorio in cui uno si riferisce o rispetto a situazioni che uno sente direttamente sulla pelle. Bisogna ragionare in termini, a mio avviso, più generali anche quando si rischia di diventare impopolari, facendo appunto una situazione generale del provvedimento che si va a emanare alla luce delle norme, alla luce anche degli obiettivi che ci vogliamo porre.
Credo innanzitutto che l'obiettivo che la Regione vuole perseguire, nel suo complesso, con questo provvedimento sia quello di controllare la realizzazione di impianti di biomassa secondo gli indirizzi, che noi tutti conosciuti, che sono quelli principalmente della tutela della salute dei cittadini e del controllo anche di quelle che sono le principali fonti nocive, le emissioni di PM 10 e quant’altro.
Questo primo aspetto con il provvedimento che oggi è all’ordine del giorno viene in qualche modo raggiunto, viene raggiunto in ritardo? Certamente viene raggiunto in ritardo, è fuori discussione e al di là delle possibili responsabilità oggettive che ci sono oppure no, viene comunque portato all'attenzione un provvedimento che, tranne la legge della Regione Calabria, non ha uguali, al momento attuale, per quanto riguarda la legislazione regionale a livello italiano.
Noi confrontiamo, come diceva giustamente il Presidente Spacca, altre leggi regionali con un parametro di valutazione diverso da quello che è lo specifico caso delle biomasse, perché dalla legge del Piemonte in giù, si parla del concetto generale della situazione delle energie rinnovabili nel loro complesso, che sono variegate e danno adito certamente a delle indicazioni normative generali e accettabili. Quando poi si entra invece nello specifico, come ha fatto la Regione Puglia con delle deliberazioni, con dei provvedimenti del 2008, interviene allora la Corte Costituzionale con delle sentenze del 2010 che hanno significativamente indicato quale è l’indirizzo che si deve percorrere e che noi indichiamo come a favore del privato, del soggetto che vuole realizzare impianti di biomassa, ma che dal punto di vista normativo, non è.
L'altro aspetto che voglio in qualche modo indicare con certezza, è che dobbiamo tener conto, pur essendo la legislazione di competenza esclusiva nazionale, è quello del decreto ministeriale del 10 settembre 2010. L'articolo 17 ha dato delle indicazioni ben chiare circa la facoltà delle Regioni di individuare le aree, i siti non idonei all’installazione delle specifiche tipologie di impianti, attraverso un'apposita istruttoria e attraverso l'indicazione del contenimento di questo impianto rispetto alla tutela dell'ambiente, della tradizione agroalimentare locale.
Il primo articolo della proposta di legge va in questa direzione, certo può essere ampliato per quanto riguarda altre situazioni che sono per noi più importanti, come la tutela delle aree rurali, ma le indicazioni generali di questo articolo sono contenute nella proposta di legge emanata, proposta dalla Commissione stessa.
L’altro punto di cui dobbiamo tenere conto, è il decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 155 che dà mandato proprio alle Regioni di individuare, ben diversamente dal nostro PEAR, quali possono essere le modalità, le finalità attraverso i piani per il rispetto delle emissioni e delle prescrizioni nell'esercizio di criteri di localizzazione degli impianti anche di biomassa. Qui lo dico perché vorrei segnalare all'attenzione soprattutto della Giunta, dell’Assessore e del Presidente, di non mettersi nella proposta di legge in una logica di muro contro muro ma di tener conto di alcune osservazioni che anche altre proposte di legge hanno portato avanti, vi segnalo e non certamente per esaltarla, una parte della mia proposta di legge in cui viene indicato proprio attraverso la parametrazione del decreto legislativo 155 del 13 agosto 2010, la necessità che gli impianti di biomassa devono essere realizzati con le migliori tecniche in modo tale da eliminare l'inquinamento, portando ad un saldo di almeno zero le emissioni inquinanti PM 10 e NO 2.
Questo renderebbe di fatto una prescrizione, credo, accettabile dal punto di vista costituzionale, ma che imporrebbe tutte quelle accortezze, oggi direi quasi impossibili da realizzare, ma che, certamente, porrebbe il soggetto con un'autorizzazione in mano da parte della Regione con un obbligo ben specifico, pena appunto la nuova realizzazione dell’impianto.
Vi invito, in qualche modo, a prendere atto di questo consiglio che do, perché è una valutazione che nella emanazione di tanti emendamenti, che sono stati fatti, e comunque nella valutazione che è stata fatta anche dai giuristi della Regione Marche e da altri che sulla materia sono intervenuti, non compare come non compare il discorso delle misure compensative, che invece nell'ambito del futuro provvedimento della Regione deve essere assolutamente inserito, pena l’indicazione, diciamo così, della possibilità di uno sfruttamento, come molti Consiglieri giustamente hanno paventato essere una realtà ben visibile già negli impianti che sono in essere.
La situazione del provvedimento nella proposta di legge ha in sè un contenimento di quelle che sono le prescrizioni possibili allo stato attuale, senza cadere in una nuova sentenza negativa della Corte Costituzionale nei confronti, non solo della legge che è in pectore di incostituzionalità, ma anche di questa che andremo ad approvare.
Quello che invece significo è che vi sia la necessità che il testo futuro approvato dalla Regione sia pieno di quelle prescrizioni di natura non soltanto legislativa ordinaria ma anche di buon senso amministrativo per interloquire con la realtà esistente, in modo tale che tutte quelle che sono le richieste avanzate possono trovare una giusta locazione in termini propositivi e regolamentari.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Ho ascoltato con particolare attenzione l’intervento del Presidente della Giunta al quale vorrei ricordare che la campagna elettorale del 2010 l'aveva sostanzialmente realizzata con lo slogan “in ascolto dei cittadini” e vorrei richiamarlo a quello slogan perché penso, anzi più che un pensiero è una convinzione suffragata ormai da molti fatti, che soprattutto sulla vicenda delle centrali a biomasse ed a biogas la Regione non sia stata mai così sorda e così lontana, non solo dai cittadini ma, cosa ahimè più grave, dalle istituzioni, dai Sindaci, dai rappresentanti dei cittadini nelle sedi istituzionali.
Dico questo per gli evidenti fatti accaduti. Se l'Assessore Donati sottolineava la correttezza degli uffici, io richiamo invece, oggi, quello che è accaduto in occasione di conferenze dei servizi per il rilascio delle autorizzazioni dei vari impianti, dove si è visto procedere tra amministratori e dirigenti a suon di denunce e a suon di telefonate ai carabinieri, perché in sede di conferenza dei servizi non venivano verbalizzate le dichiarazioni dei primi cittadini, dei rappresentanti istituzionali che volevano soltanto mettere nero su bianco i motivi di un parere contrario alla realizzazione di un nuovo impianto. I motivi di un giudizio che avrebbe comportato l'impossibilità di procedere automaticamente con l'autorizzazione da parte della Regione e l'invio automatico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Fatta questa premessa, lei è stato molto sottile Presidente Spacca, perché lei ha detto sostanzialmente che sa già cosa dirà la Corte Costituzionale, laddove noi dovessimo dire: "Sospendiamo tutto perché dobbiamo andare a cambiare le soglie dimensionali degli impianti". Su questo ha ragione, ha già fatto quest'errore, la Corte glielo ha ricordato bene. Quale è il problema che qui non si vuol affrontare oggi? Che la Regione e, glielo ha detto il Governo con la lunghissima impugnativa e lo ha già detto la Corte anche in quella sentenza che riguardava Milano, la Regione o qualunque Stato membro, perché può anche non essere la Regione può essere uno Stato, non può fissare le soglie assoggettabili di impianti assoggettabili o meno a valutazione di impatto ambientale solo su fattori dimensionali.
E’ su questo che dobbiamo discutere, è chiaro che se la Regione dovesse dire “Fermiamoci perché dobbiamo rivedere le dimensioni “ la Corte non lo fa fare.
E’ vero che non lo fa fare perché la Corte come il Governo dice "attenzione c’è la norma che, se anche gli enti possono procedere a indicare soglie varie tra di loro, nessuno può prescindere e nessuno può ignorare, è la direttiva europea e nell’indicare le soglie devono essere prese in considerazione non solo le dimensioni ma tutto quanto viene elencato nell'allegato 3 della direttiva europea” questo lo dice il Governo, questo lo dice, Presidente scusi, chiaramente la Corte Costituzionale sia nel caso di Milano, sia negli altri casi che ci sono stati.
Questo dice la Corte! E' questo che dobbiamo discutere oggi! Ed è per questo che dobbiamo andare a correggere la famosa legge 3 dalla quale discendono tutte le autorizzazioni degli impianti, è iniziata proprio lì. Ce lo ha già detto il Governo, l'ha già detto la Corte in tanti altri casi, non si possono fissare le soglie solo in virtù delle dimensioni. Le soglie vanno fissate in virtù di tanti fattori che voi avete omesso nella legge 3 perché il PdL, a firma della sottoscritta e di tanti altri, aveva una sfilza di emendamenti che cercavano di correggere quella legge in questa direzione. Li avete respinti tutti, vi siete voluti fossilizzare sul fatto che potevate fissare le dimensioni come volevate, questo non è possibile, oggi quanto meno, correggiamo quel vizio.
L’impugnativa è chiara, ma è chiara anche la Corte, lo sa come si conclude la sentenza della Corte nel caso di Milano? Che in ogni caso, quando uno Stato membro sceglie questo modo di procedere, cioè quello di fissare le soglie dimensionali, esso non può venir meno ai suoi obblighi comunitari, ovvero escludere esplicitamente uno o più criteri dell'allegato 3 della direttiva 8537. Quello che la Regione ha fatto! La Regione ha tralasciato non uno ma più criteri perché solo sulle dimensioni si è basata, allora lo vogliamo capire quello che è successo o continuiamo a voler chiudere gli occhi? Se lei si limita a dire quello che ha detto, non posso che darle ragione ma lei continua a non prendere in considerazione quello che è il vero problema, anzi io quella volta nel 2010 sono abbastanza convinta che la Regione lo abbia fatto apposta sapendo che la Corte avrebbe impedito di procedere in quella direzione.
Detto questo andiamo avanti, che cosa dovremo fare noi oggi se siamo una Regione seria? Uno rimuovere le motivazioni, le cause di incostituzionalità. Sappiamo quali sono, ce le ha dette il Governo, poi Presidente lei non mi può dire che si ascolta lo Stato una volta e non lo si ascolta nell’altra, ce lo ha detto nell'impugnativa, ma ce lo ha detto anche la Corte in sentenze analoghe, l’allegato 3 è un obbligo, non si può far finta che non esista. Quindi rimuoviamo le cause di incostituzionalità e andiamo ad integrare la legge ricomprendendo tutti i criteri dell'allegato 3 non solo le dimensioni.
Il primo obiettivo è quello di non fare solo la norma sul biogas. Approfittiamo per correggere i vizi della legge 3. Tuteliamo i cittadini da possibili ripercussioni e danni ambientali, perché se abbiamo fissato delle soglie che non potevano essere indicate solo sulle dimensioni e se avete omesso le analisi sulla presenza nello stesso territorio di altre centrali, su possibili ripercussioni ambientali, sulla densità demografica delle zone in cui le centrali andavano ad insistere, ci potrebbero essere danni ambientali se andiamo avanti facendo finta di niente. Allora cerchiamo di tutelarci in quel senso. Cerchiamo anche di salvaguardare la Regione in via di autotutela perché, scusate, la Regione Marche, pur con questa legge impugnata, è andata avanti con questi motivi di forte anticostituzionalità, quei procedimenti, quelle autorizzazioni rilasciate che sono oggetto di ricorso, di impugnativa - e sono la gran parte perché i comitati li abbiamo visti giustamente fiorire dappertutto, e questa volta accompagnati dalle amministrazioni comunali, perché questa è una cosa rarissima e sottolinea la gravità della situazione - quasi tutte hanno un procedimento, sono state impugnate, o ci sono dei ricorsi. Allora se la Corte dice a noi, quello che ha detto a tutti, che non si può prescindere dall'allegato 3 e quindi dichiara l’incostituzionalità della legge 3, quei procedimenti lì, quelle autorizzazioni sono nulle, decadono tutte. Allora è lì, Presidente, che io mi chiedo ma quell’imprenditore che ha avuto l’autorizzazione in base alla legge 3 dichiarata anticostituzionale e in seguito al ricorso se la vede annullare, quello non chiede nessun danno? No! Quello se lo vede annullata! (…) Allora qui dimostriamo che vi interessa solo il discorso del risarcimento o del non risarcimento, ma un investimento sul territorio? E allora non venitemi a raccontare che sono importanti per lo sviluppo energetico, perché vi interessa solo il fatto che vi chiedano il rimborso economico o meno e non che siano una scelta strategica per lo sviluppo energetico di questa Regione perché mi state dimostrando che non è vero.
Io penso che occorra assicurare la certezza dell'investimento e fare in modo che in questa fase, anche a chi ha avuto l’autorizzazione sia data la possibilità di procedere o di chiedere l’assoggettibilità alla VIA, così da mettere al sicuro le autorizzazioni che ha già avuto e che saranno autocertificate relativamente alla garanzia ambientale, relativamente al danno sulla salute che potrebbero fare, perché una valutazione di impatto ambientale garantisce molto di più del procedimento che è stato fatto da questa Regione che calpesta, cosa gravissima, il ruolo degli enti e delle istituzioni.
Questa è una Regione lontanissima dalla gente che ha dimostrato di voler percorrere non lo sviluppo ambientale, me lo avete dimostrato in questa ultima fase, ma di voler raggiungere altri obiettivi che nulla hanno a che vedere col benessere della Regione e dei suoi cittadini.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Farò poche considerazioni perché innanzi tutto, mi sento di condividere pienamente il pensiero della Consigliera Foschi, mi è sembrato un intervento assolutamente politico, innanzi tutto, cosa di cui evidentemente questa Assemblea continua a rinunciare e soprattutto possibile tecnicamente.
Vorrei fare una considerazione politica e cioè prima il Governatore assolveva la sua Giunta dal punto di vista tecnico procedurale, io non sono un giudice, mi occupo di politica, io mi sento di non assolvere, il termine è improprio, mi sento di criticare politicamente l’operato della Giunta perché noi siamo arrivati ad un punto di non ritorno perché si è giocato in maniera veramente arcaica nella gestione delle relazioni territoriali e con gli imprenditori. Un gioco da rivoluzione industriale in cui abbiamo i comitati, che sono i poveri proletari che vengono malmenati da biechi imprenditori speculatori. Il gioco è diventato questo dialetticamente. Lasciamo perdere per un attimo, per 30 secondi le sentenze della Corte costituzionale e rientriamo un attimo nel piano della politica.
Perché c’è, anche se ai cittadini fa schifo la politica odierna, la politica esiste e ci sono due modi di esercitarla passivamente o attivamente. Questo Consiglio regionale ha avuto un atteggiamento passivo nei confronti della legislazione nazionale, quanto meno è stato poco attento a tutti i passaggi, ma poi è stato passivo perché di fatto non ha mai preso una decisione, arrivando, con sensibilità differenti nella maggioranza, a creare questo gioco: comitati contro imprenditori. Che poi è diventato un gioco trasversale qui dentro. Perché è un gioco fuorviante che porta ognuno di noi a un dibattito elementare quanto sciocco, vale a dire uno: “e ma che facciamo gli imprenditori che hanno investito i soldi li lasciamo morire? li facciamo fallire?” Due, altra considerazione elementare: “ma come si fa ad andare contro un comitato che è fatto di tanti cittadini che poi nel segreto dell’urna ci devono votare”.
Io mi chiedo a fronte di questa cornice politica come pensate che io oggi sia disponibile ad esercitare il ruolo di Consigliere regionale facendo una legge di un articolo che dice alla Giunta: “fai tu quel che non ho il coraggio o non sono capace di fare io Consiglio”. La legge delega, fai tu il regolamento delle aree idonee. Dopo mesi di dibattito, sentenza della Corte Costituzionale, gente che ci dice che è una vergogna che ci pagano per stare qui, gente che dice che è una vergogna che esistano ancora le Regioni, non so se li avete sentiti fuori da quest'Aula, sui giornali, ogni giorno Il Corriere Adriatico, il Resto del Carlino, scrivono che questa è una istituzione che perde e spreca soldi, che perde tempo, che ha la Guardia di Finanza dentro, ma insomma un po' di onore personale, un po' di dignità personale, il prestigio dell'istituzione non lo diamo in questo modo, Governatore Spacca, non può più esistere il gioco che lei è un personaggio di alto spessore istituzionale, tecnico e morale e quest'Aula è un luogo di deficienti che fa finta di legiferare. Sono mesi, Governatore ma non per colpa sua, io capisco che lei mi guarda ignaro perché non sa neanche di che cosa parlo perché lei ormai neanche si rende più conto di cos'è quest’Aula.
Quest'Aula non può essere più divisa in fedelissimi nè della maggioranza, né di oppositori trinariciuti, bisogna iniziare a dare risposte tecniche.
Su questo argomento in Aula ci deve venire una proposta di legge che assorba quello che diceva la Consigliera Foschi sulla direttiva europea e dia indicazioni chiare e nette per il futuro. E per il passato che cosa bisogna fare? Questa è una bella domanda, per il passato innanzitutto bisogna cercare di impedire agli imprenditori sicuramente di farli fallire, vorrei ricordare che era una delle sue maggioranze che approvò una legge che disintegrò la povera azienda Sit e che a tutt'oggi c'è un contenzioso in atto che avrà strascichi molto lunghi. Io, però, io mi sento di dire una cosa, non è pensabile giocare a braccio di ferro anche con le sensibilità dei comitati perché poi i comitati continuano ad esistere nella misura in cui uno non ha dato risposte politiche.
Perché se la legge delle aree idonee fosse stata fatta due anni fa, avevamo tutelato l'imprenditore perché quell'imprenditore che ha preso il mutuo per fare questa cosa comunque l'avrebbe fatto con una legge rigorosa e chiara ed allo stesso tempo avevamo dato una risposta politica ad un comitato, perché il comitato invece di pensare che tutti i politici qui dentro sono delinquenti o meno, o amici di qualcuno, avrebbe analizzato e valutato che diavolo diceva questa legge della idoneità delle aree.
Questo è un problema politico, allora io oggi dico subito che non posso votare minimamente a favore di questo, perché questo non è niente, questo è il nulla. Certifica che il Consiglio regionale ha decine di Consiglieri strapagati per dire ad una Giunta, fai come ti pare perché noi non serviamo, oppure noi siamo servilisti, oppure molto più semplicemente ci fa anche comodo perché poi alle assemblee ci va l’Assessore Petrini o il Presidente Spacca e chi e ne frega, e noi andiamo ad arruffianarci i comitati.
No! Io non ci sto! Io sono una persona che è stata eletta, io voglio uscire di qui esaminando, un giorno, un testo che dica chiaramente dove vado e lo voglio dire all’imprenditore e al cittadino, perché io credo che solamente la sinergia territoriale possa dare valenza al valore della parola comunità. La parola comunità esiste quando si tutela sia l'imprenditore che il cittadino e si tutelano con la trasparenza, la chiarezza, le regole chiare, le regole del gioco e meno contenziosi possibili.
Pertanto se non verranno accolti gli emendamenti che io ho sottoscritto, elaborati dalla Consigliere Foschi, ovviamente sarò costretto a votare contro perché votare a favore di questa cosa oggi non vuol dire stare attenti al risarcimento del danno, vuol dire l’esatto contrario, vuol dire fare un danno politico vero, agli imprenditore che non lavorano con la serenità che meritano ma allo stesso tempo non mi va di uscire di qui e di consentire ancora una volta a qualcuno di dire ti pagano per l'aria fritta.
Se ci devono pagare, questo Consiglio deve legiferare,
Vorrei ricordare, concludo e mi perdoni Presidente se ho sforato, che negli ultimi mesi non ne abbiamo acchiappata una dal punto di vista legislativo, ci hanno impugnato la legge sulla caccia, ci hanno impugnato la legge sui Dirigenti. Vorrei riportare all'attenzione di tutto il Consiglio, non per fare il maestrino, Governatore mi creda di fare il maestrino non mi passa per l’anticamera del cervello, non ne ho le qualità, c'è gente migliore di me qui dentro a scriver leggi, ma viva Dio dobbiamo garantire la dignità dell'istituzione perché senza di questa non c'è dialogo con nessuno, nè con gli imprenditore né con i comitati.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente della Giunta Petrini.
Paolo PETRINI. Per quel che riguarda l'agricoltura questa è una vicenda molto importante, una vicenda strategica, perché oramai da diversi anni, la produzione di energia da fonti rinnovabili riguarda il settore in maniera molto forte ed anzi è una di quelle gambe dove si poggia il recupero di un settore che altrimenti è in fortissima difficoltà.
Sappiamo però che c'è un regime di contributi e di incentivi che è deciso dallo Stato, in molte parti che tra l’altro nel corso del tempo, non ci sono neanche mai piaciute. Il fatto di poter utilizzare anche il 100% di materie prime provenienti da culture dedicate non è mai piaciuto alla Regione Marche, come non è mai piaciuto alle altre Regioni italiane che hanno insistito affinché il Governo modificasse quel regime contributivo, cosa che ha fatto il 6 luglio scorso con uno specifico decreto.
Da gennaio in poi, come sapete, gli impianti dovranno essere alimentati da scarti, quindi da sottoprodotti, non più da culture dedicate, quando si dice sottoprodotti il Governo ha precisato che questi possono provenire, come ricordava prima il Presidente Spacca, dalla frazione umida del rifiuto solido urbano, quindi frutto del prodotto della raccolta differenziata che certamente può permetterci di chiudere virtuosamente il ciclo della raccolta differenziata.
Il Governo ha fatto questo provvedimento in maniera, dal mio punto di vista, virtuosa, certamente valutando anche, come ha fatto da tempo, quelli che possono essere gli effetti sull'ambiente, cioè irrilevanti, per quel che riguarda la produzione di energia attraverso queste tecnologie. Assolutamente irrilevanti, ma la Regione già da tempo con i pochi strumenti incentivanti che ha a disposizione, PSR e FESR ha cercato di incentivare quelli che sono gli impianti la cui la gestione è degli agricoltori, anzi delle aziende zootecniche o comunque di coloro che maggiormente posseggono questi sotto prodotti.
Ma abbiamo anche inteso, in qualche modo semplificare, quelle che erano le procedure e lo abbiamo fatto attraverso una specifica norma contenuta nell'assestamento del bilancio dell'anno scorso e poi una norma che si è consolidata con la legge n. 3 del 2012 che tra l'altro ha ripreso quelle che sono le indicazione della legge n. 152 del 2006 dello Stato.
Per quelli che sono i miei principi, così come per le associazioni agricole che sono state prima citate, non mi è piaciuto affatto che nella regione Marche come in tante altre regioni – dove, a dire il vero, gli impianti sono stati notevolmente più numerosi rispetto alla Regione Marche - ci sia stata questa corsa all'accaparramento di questi contributi, utilizzando i suoli agricoli e facendo si che si producesse, in qualche modo, anche una perversione del mercato. Però quella era la legge, una legge di cui hanno approfittato tutti quelli che, avendo una situazione soggettiva oltre che economico-finanziaria e organizzativa adeguata, hanno potuto accedere a questo tipo di opportunità e lo hanno fatto nella Regione Marche in pochissimi, perché sapete che sono solo 21 le autorizzazioni rilasciate, tra l'altro, alcune di queste sono state rilasciate anche prima del cambio di questa normativa e sono impianti superiori al megawatt, che vi invito ad andare a visitare ad esempio a Colbordolo per capire qual è l’effetto che fa.
Giusto perché ancora, (…) stalla sociale di Serra dei Conti, ce ne sono diverse. Giusto per capire l'effetto che fa, ma a Colbordolo non c’è neanche un'azienda zootecnica. Ma il principio che pure io sottoscrivo, quello di utilizzare i sottoprodotti, non mi induce ad agire in maniera ideologica, se c'è una legge dello Stato che permette ad alcuni individui di poter fruire di alcuni contributi questi possono legittimamente farlo e lo hanno fatto nella misura che conosciamo in questa regione.
Molte delle autorizzazioni rilasciate sono diventate inoppugnabili, perché non sono state impugnate né al Tar, né presso il Presidente della Repubblica, perché sono trascorsi termini. Altre invece sono state impugnate al Tar, e al di la del fatto che è stata rigettata l'istanza di sospensiva, queste sono ancora sub judice e lo saranno ancora quando ci sarà la pronuncia della Corte Costituzionale del 26 febbraio, ma sarà il giudice a decidere sulla legittimità di queste autorizzazioni. Non deve essere il Consiglio regionale che si sostituisce al giudice in una valutazione di legittimità che non gli è propria e che anzi lo esporrebbe a quelli che sono i danni in relazione a quello che è un pronunciamento possibilmente diverso.
Perché noi dovremmo, anche come propone il Consigliere Comi, in qualche modo sospendere proprio questi impianti che sono sub judice e sui quali, comunque, sappiamo già che il giudice si esprimerà tenendo conto pure di quella sentenza della Corte Costituzionale. E’ una procedura, dal mio punto di vista, che altro non potrebbe essere definita che arbitraria, cioè noi utilizzeremmo la nostra posizione, il nostro ruolo, le nostre funzioni per sostituirci al giudice, utilizzando arbitrariamente appunto la legge.
Non mi pare sia questo il modo di procedere, io sono certo, quanto voi, che vanno tutelati i diritti dei cittadini anche il diritto di essere semplicemente rassicurati in relazione ad alcuni timori, ma sono altrettanto sicuro che vadano assicurati anche i diritti di quelli che chiamiamo speculatori laddove quella speculazione è legittima, perché la legge è legge di fronte al popolo infuriato così come di fronte agli speculatori più odiosi ma che agiscono nella legittimità. Questo qui dobbiamo affrontare e affermare come principio. Non mi sembra che il procedere assomigli molto a quello che è il compito istituzionale che invece ci è proprio.
Io domani parteciperò a un Comitato interministeriale, dove il Governo, sulla base della legge n. 81 che ha passato già quattro Governi da Berlusconi 2001-2005 in poi e che prevedeva la riconversione delle aree bieticole, intende mettere il commissario ad acta laddove non sono state fatte le riconversioni, soprattutto per fare riconversioni con impianti a biomasse e questo fa il paio con la proposta già rappresentata dal Governo di togliere del tutto alle Regioni le competenze sull’energia.
Ma perché sta accadendo questo? Secondo voi non avete un piccolo sospetto che stiamo esercitando in maniera poco appropriata quella che è la nostra funzione di indirizzo in materia di energia? Non avete minimamente questo sospetto? O non è come dice il Consigliere Zinni che probabilmente, a volte, privilegiamo, anziché quello che dovrebbe esserci richiesto dalla popolazione, e cioè il discernimento fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che ci conviene e ciò che non ci conviene. Guardate che se oggi calpestiamo in quest'Aula il diritto, la certezza del diritto e agiamo con l'arbitrio della legge, noi forse potremo vincere la battaglia della convenienza, ma certamente, perderemo la battaglia della credibilità, che già come ci ricordava il Consigliere Zinni, sta sotto i tacchi e se abdichiamo alle nostre funzioni, pressati fosse anche dalle amministrazioni comunali, noi non facciamo il nostro dovere, facciamo altro, guardando ad altri obiettivi che non sono quelli del bene complessivo della nostra comunità ma sono altre cose.
Io credo che dobbiamo dimostrare la maturità anche in relazione a leggi che abbiamo approvato in quest’Aula, certamente non con il voto di tutti ma che questo Consiglio regionale ha approvato e che poteva o può modificare quando vuole, non con le mozioni ma con le proposte di legge, poteva pure farlo ma questo non e avvenuto. Avverrà domani ancora più facilmente perché è cambiato il sistema degli incentivi e visto che non ci sono più tanti scarti, queste centrali saranno solo di 100, 200, 250 kilowatt, rarissimamente potranno essere maggiori e forse solo in relazione a grossi bacini che raccoglieranno il rifiuto solido urbano per lo meno la frazione organica.
Modificare la legge n. 3 è nelle competenze del Consiglio ma l'importante è che poi queste cose siano fatte per il futuro e non per il passato, perché farle per il passato significherebbe calpestare la legge che noi qui per primi siamo chiamati a difendere.
PRSIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.
Luca ACACIA SCARPETTI. Io non la pretesa di fare un discorso organico su una materia così ampia, io sono fortemente convinto che questa questione, come tutte le questioni che vanno trattate qui dentro, deve basarsi prima su una ricognizione di tutti gli elementi in campo per poi trovare una sintesi politica.
La questione si è incancrenita oltre modo: dirigenti che vengono denunciati da altri dirigenti e Sindaci, comitati che denunciano di sopra di sotto, Sindaci che hanno votato contro nei singoli Consigli comunali mozioni che chiedevano l'impegno a non accettare centrali nucleari né impianti nucleari nel loro territorio e che adesso invece difendono a spada tratta il territorio da centrali da 1 mega.
Io da cittadino marchigiano voglio fare un plauso ai comitati, perché nel recente passato i comitati marchigiani hanno difeso il territorio su due questioni enormi, mi riferisco alle centrali in progettazione a Corinaldo, da 850 mega circa, e anche dalla centrale di Schieppe che prevedeva 85 mega elettrici, dimensione insostenibile per i nostri territori.
Oggi però di cosa stiamo parlando di centrali autorizzate da 1 mega. Allora per capire che cosa è una centrale da un mega sono andato a vedere - io sono un perito industriale, e non devo dirlo io, ma qui sono in veste di Consigliere regionale - quant’è la potenzialità della centrale termica a servizio di questo solo edificio questo a mattoncini (non ricordo il nome), non l’edificio dove risiede il Presidente Spacca, non l’edificio dove siede l’Assessore Mezzolani con la parte della sanità, soltanto quest'edificio ha una centrale termica della potenzialità di 1.600 kilowatt, l’edificio del Presidente Spacca ne ha uno da 600 kilowatt, simile sarà quello della sanità.
Questo è l’ordine di grandezza, io però Presidente nel suo discorso, dove ha fatto un excursus normativo e di sentenze, che non si possono non tenere in considerazione, avrei aggiunto questo elemento fortissimo, perché se non viene messo sul tavolo, come ho fatto io in premessa, da piena forza a chi contrasta anche le centrali da 1 mega.
Abbiamo visto titoli macroscopici sulla stampa, striscioni in giro per strada che queste centrali producono veleni. Veleno non è una parola banale, veleno è una parola vicina a letale, basta andare a vedere un dizionario, allora io devo capire perché alcuni tecnici, non della Regione direttamente ma quelli di laboratorio, non vengono interpellati visto che sono pagati profumatamente per dire che cosa esce da una centrale alimentata con quelle sostanze. Esce quello che di solito esce quando si brucia metano o escono sostanze pericolosissime, velenose, fortemente dannose per la salute? Perché il gioco cambia. Si rilascia in atmosfera acido cianidrico o si rilascia in atmosfera CO2, anidride solforosa, il solito tran tran dei gas combusti?
Questo è un elemento che andava messo con chiarezza altrimenti si rimane nell'ambiguità.
Si può intervenire a questo punto? La vera pecca di tutte le centrali termiche, quelle che vanno a combustione, è che hanno un rendimento massimo di circa 40% cioè ci si becca 60% di polveri sottili inutilmente, questa è una pecca pazzesca, non è colpa di chi fa l'impianto, non c'è al mondo un macchinario che prenda un combustibile qualunque esso sia e trasformi il suo potere calorifico al 100% in energia elettrica. Il 60% lo trasforma in energia termica, questa energia termica se non utilizzata è il vero crimine ambientale di questa tipologia di impianti. E' questo.
Secondo me c'era un modo più elegante per uscire da questo impasse, non percorrere la strada di identificare le zone non idonee, perché si va nell'esatta direzione opposta, è una contraddizione in termini, sostenere giustamente che sono impianti che non hanno un gran rendimento e poi dire che non li facciamo nel raggio di 3 chilometri.
Il popolo è sovrano, io ho presentato un disegno di legge, Presidente, che dice che non si possono realizzare impianti se non c'è il completo utilizzo della parte termica prodotta. Questo significa in due righe, che se non c’è l’accordo con i cittadini quell’impianto non si fa, è un concetto abbastanza chiaro e forte, adottando questa norma si dà il pallino come si dice, si dà la piena governance della questione ai cittadini.
Ho fatto l’esempio della grandezza di una centrale da 1 mega che serve un edificio del genere, pensate voi quante piscine o quanti altri edifici. Percorrere una strada del genere significherebbe dare anche seguito a quel famoso allegato 3 che ha citato la collega Foschi che dice “non può essere la grandezza di potenza specifica l'unico parametro per dire dove, come, quando e perché” ma vanno fatti anche altri parametri.
Io spero anche che si possa recuperare a breve un parametro fortissimo per dare una risposta a tutti, all’ambiente, una risposta politica e soprattutto una risposta ai cittadini perché con quel sistema normativo sono i cittadini che hanno l’ultima parola.
Dicevo prima che si sono sentiti toni forti, parole forti, denunce non denunce, di qua e di la, qualcuno che dice che sono super velenosissime qualcuno dice di no, voglio chiudere con una paginetta di storia italiana, non banale, accaduta il 21 febbraio del 1961, era appena terminata la costruzione della diga del Vajont e una giornalista una tale Merlin diceva che era pericolosissima perché si stava per staccare una fetta di montagna enorme, fu denunciata per diffusione di notizie false e tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico, fu poi assolta perché, purtroppo, i fatti gli diedero fortemente ragione.
Presidente io ho fatto questo esempio non per esasperare gli animi ma al contrario per abbassare i toni, per invitare tutti ad abbassare i toni e percorrere la strada più garantista per l’ambiente ed i cittadini.
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. io avevo chiesto di di intervenire, ma vorrei quasi rinunciare, perché non saprei dire meglio dei miei colleghi rispetto a questa problematica e,quindi, non vorrei ripetermi ed essere prolisso su un tema che sicuramente vede la partecipazione al dibattito di quasi tutti i Consiglieri.
Però non potevo non sottolineare un aspetto, che emerge dalla mia esperienza in Consiglio regionale in questi due anni, e che praticamente è un aspetto che riguarda l'agricoltura intesa anche come gestione del territorio.
Viviamo in un territorio ad alta vocazione agricola, un territorio che molto spesso utilizza o ha utilizzato le risorse dell’agricoltura, degli agriturismi, come risorse e patrimonio su cui investire, e dà fastidio sinceramente veder tirare l’agricoltura per la giacca, per tutte le stagioni, per tutte le occasioni.
Qualche anno fa si incentivava il discorso degli agriturismi, si incentiva il discorso delle filiere corte, si incentivava ad investire sull'agricoltura perché questo poteva essere sicuramente un settore di importanza primaria, anche per rispondere alle esigenze di occupazione e di lavoro. Si incentivava un ritorno in quella direzione, poi dopo il periodo degli agriturismi, c’è stato il periodo del fotovoltaico, e noi ne siamo stati interpreti proprio all'inizio del nostro mandato elettorale, abbiamo fatto un Consiglio regionale, praticamente, in piene ferie per bloccare, con le aree idonee non idonee, un proliferare di fotovoltaico che si stava abbattendo fortemente su tutte le nostre colline, su tutti i nostri territori.
Poi oggi è arrivato, ma con ampio anticipo, la questione del biogas, e allora già a maggio, giugno, il Consiglio regionale era in fermentazione, abbiamo parlato e dibattuto e nel frattempo i Comuni, i Sindaci, i territori, ci chiedevano delle risposte serie e concrete.
Siamo arrivati ad ottobre, abbiamo rinviato per due settimane questo punto all'ordine del giorno e ci troviamo qua oggi a dover scegliere quello che è il destino odierno dell'agricoltura e stiamo ancora a parlare su come comportarci, su come atteggiarci.
Ho sentito parlare lei Vicepresidente, quando diceva che bisogna tutelare gli speculatori, non ricordo bene l'espressione usata, ma io credo che questo Consiglio regionale debba tutelare il territorio, debba tutelare la dignità delle istituzioni, debba tutelare tutti quei Sindaci, tutte quelle parti che hanno partecipato a questo dibattito e debba essere l'espressione reale del nostro territorio. Non può nascondersi dietro a delle esigenze temporanee, non può nascondersi dietro quelle che sono e possono essere delle giuste esigenze anche energetiche, ma che si abbattono sulla dignità, sulla storia, sulle prospettive future di un territorio.
Quando girando per i territori, si incontrano tanti comitati, fatti da persone semplici che con umiltà chiedono di essere ascoltati, ed anche tante istituzioni periferiche che chiedono di essere tutelate, di veder tutelate la loro dignità, la loro storia, i loro sacrifici, io credo che le istituzioni debbano essere attente al rispetto di queste situazioni e a non mancare alla loro funzione primaria che è quella di essere interprete delle esigenze vere e profonde di chi noi rappresentiamo.
Allora sicuramente io credo che se noi veniamo a mancare questo tipo di iniziativa adducendo ogni volta delle scuse, adducendo ogni volta delle teorie che sono contraddittorie tra esse, di anno in anno, di epoca in epoca, a seconda di ciò che va di moda, noi produrremo che danni incredibili a questo territorio. Andremo a distruggere questa grande vocazione turistica-agricola che la regione Marche ha ma che non può corrispondere alle esigenze da chi ci impone, da fuori cosa, dobbiamo fare.
Non esiste una direttiva che può costringerci a distruggere il nostro territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Io penso che se noi oggi approvassimo il testo che ci è pervenuto dalla Commissione, così come è, faremo una cosa inutile, tardiva. Nel senso che potremmo dare un valore a questo testo se approvassimo gli emendamenti, alcuni emendamenti in particolare, che prevedono la sospensiva delle autorizzazioni già date per mancanza di VIA, visto che questo è successo. Altrimenti faremo la stessa operazione inutile, tardiva e poco efficace, soprattutto, come abbiamo fatto due anni fa con la legge sul fotovoltaico che l'abbiamo approvata dopo un periodo di far west e dopo che era successo di tutto e di più.
Fondamentale non è tanto la legge, così come arriva dalla Commissione, bensì l'approvazione degli emendamenti.
Al riguardo anch’io ho apprezzato l'emendamento del Consigliere Comi, che peraltro l'ha attenuato stamattina con due sub-emendamenti, che ho visto sono arrivati poc'anzi. Li ho apprezzati perché sono esattamente gli emendamenti che ho proposto io e anche altri colleghi della minoranza, evidentemente, mi auguro che il Consigliere Comi ed altri del Partito Democratico diano attenzione a quanto dicono i loro Sindaci. Mi ha colpito per esempio quanto ho letto sulla stampa locale, un vostro Sindaco del Partito Democratico, il Sindaco Fioretti di Monsano, ve lo leggo “Fioretti va all’attacco degli esponenti regionali del suo stesso partito, il progetto è stato autorizzato ieri - parliamo del 10 ottobre - dagli uffici preposti della Regione proprio nelle ore in cui il Consiglio regionale doveva dibattere sulla questione, ancora rinviata questa volta per l’assenza del Presidente Spacca. Una notizia attesa, scontata, dopo l'incapacità di decidere in Consiglio regionale, una delibera di Giunta regionale in agosto, di fatto inutile, innumerevoli mozioni, interrogazioni, prese di posizione di maggioranza e opposizione, ininfluenti e totalmente disattese e una legge regionale sulla VIA nata lo scorso marzo con la puzza dell'incostituzionalità, impugnata dal Consiglio dei Ministri. Dubito che il Consiglio regionale ora possa prendere decisioni concrete riguardo ai progetti già autorizzati", - non è vero lo può fare - "d'altronde quelli da autorizzare sono ormai pochissimi il danno è stato fatto i buoi sono fuggiti dalle stalle, milioni di euro di soldi pubblici verranno elargiti a S.r.l. fantomatiche che realizzano, tra l’altro molte sono costituite con € 10.000 di capitale sociale, che realizzano pure e semplici speculazioni a danno dei territori e di quelle autentiche esigenze e potenzialità offerte dalla filiera corta e dalla nostra agricoltura.”
Un fiume in piena il Sindaco, la farsa ha avuto il suo epilogo, ho telefonato a questo Sindaco, che non conosco peraltro, per fargli i miei complimenti nessuno del PD lo ha chiamato, naturalmente, questo è quello che è successo.
Mi auguro che il Consigliere Comi abbia riflettuto nel presentare questo emendamento che apprezzo e sottoscrivo anche perché è uguale ad alcuni miei emendamenti.
Sono colpito poi da quanto ho sentito, mi concentrerò su quello che hanno detto il Presidente ed il Vicepresidente. Faccio, intanto, i complimenti al Vicepresidente perché sentire dire, non so se è stato un lapsus dovuto a stanchezza, ma ha detto “Vanno assicurati i diritti degli speculatori”. Le faccio i complimenti perché pensavo che lei facesse parte di un partito di sinistra, il Partito Democratico, a meno che stanotte nella confusione il Partito Democratico abbia cambiato nome e sia diventato Partito D'affari, allora la sua dichiarazione è coerente, se il Partito democratico è il Partito D’affari va bene difendere gli interessi degli speculatori. Complimenti!
Mi hanno colpito alcune cose che ha detto il Presidente Spacca, visto che nel suo intervento si è concentrato sugli aspetti formali, di profili di responsabilità del Consiglio e dei Consiglieri. Ma Presidente Spacca va bene che lei fa parte di Partito che appoggia Monti, il quale sta massacrando la Costituzione come quasi tutti i Partiti che stanno qua dentro, però se la Costituzione esiste ancora, richiederemo una interpretazione autentica a Monti stanotte, esiste ancora l'articolo 122, comma 4 il quale dice “I Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”, la stessa norma è peraltro ribadita dall'articolo 16, comma 1 dello Statuto il quale dice “I Consiglieri regionali rappresentano l’intera regione senza vincolo di mandato, essi non possono essere chiamati a rispondere per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio della loro funzione”.
Lei prima dice “Non ho messo la fiducia”, che peraltro non è prevista nell’ordinamento delle Marche, però richiama i consiglieri. (...)
Questo appello, questa forma di ricatto psicologico e non solo verso i Consiglieri, lo trovo di cattivo gusto, poi ha detto addirittura “Non firmate, non approvate gli emendamenti che prevedono la sospensiva e la richiesta di VIA perché nessun dirigente sarà disponibile a firmare gli aspetti attuativi. A si? E come è che invece quando il Consiglio dei Ministri ha sollevato questioni di incostituzionalità sulla legge n. 3 del 2012 avete trovato, avete dato ordine ai vostri dirigenti di firmare a tamburo battente, in Conferenza di servizi, vergognose, 15 autorizzazioni. Il mandato è politico non è tecnico, come state dicendo! Il mandato è politico perché il 18 giugno con delibera di Giunta, che riprende la dichiarazione dell’Assessore Giannini adesso assente, avete fatto carta straccia di una risoluzione approvata da questo Consiglio una settimana prima, ne avete fatto carta straccia.
Il 18 giugno voi avete scritto, eccola qua (mostra un foglio), con delibera di Giunta andate avanti non tenete conto di nulla, andate avanti nonostante una settimana prima, il Consiglio che dovrebbero essere sovrano, ma lo è solo sulla carta, aveva deliberato a maggioranza, stretta ma a maggioranza, grazie ad una defaillance da parte della maggioranza che aveva votato con la minoranza, di sospendere le autorizzazioni già date. C’è di più, 3 giorni dopo, il 21 giugno, a firma del Segretario di allora, si manda una lettera a tutti i dirigenti competenti, in qualche modo coinvolti nei processi autorizzativi, dove si dice “In attuazione della decisione assunta dalla Giunta regionale nella seduta del 18 giugno – quella che citavo prima e che allego - richiamo alla vostra attenzione l'obbligo previsto dalla vigente normativa di dare corso ai procedimenti relativi agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”, la firma è del precedente Segretario che è andato in pensione. E allora, come mai chiedo, siete così attenti alle richieste di risarcimento degli imprenditori, che voi stessi chiamate speculatori, e non siete per nulla attenti alle richieste che ci saranno, che ci possono essere, e sono legittime, di migliaia e migliaia di cittadini che si vedono l’impianto davanti casa, delle imprese di altri settori danneggiate da questi impianti, di quelli non ve ne può fregare di meno? Quelli non avranno danni?
Lei Presidente ha detto che per la salute non c'è problema, non è un danno alla salute no? (...) L'ha detto prima nel suo intervento. Ma se non c’è intervento sulla salute come mai gli speculatori, come il Vicepresidente li chiama, non chiedono spontaneamente la VIA, non l'hanno fatto, me lo sa spiegare questo?
La verità sa qual è? La verità è che la Regione ha saputo fare sistema, lo ha detto prima nella Conferenza dei Capigruppo un rappresentante delle associazioni, certo che avete fatto sistema, come ha detto il Consigliere Binci, il sistema lo avete fatto da ottobre dell’anno scorso ed anche prima, avete fatto sistema con leggi ad hoc e con modalità ad hoc per realizzare un business enorme, che non è quello del biogas positivo connesso alle imprese agricole, a cui tutti siamo favorevoli, quello di Modena e quello dei 7.500 impianti della Germania, ma è quello degli speculatori puri che non rischiano niente perché prendono un milione di euro netti ogni anno per 15 anni da queste operazioni politico affaristiche, su cui magari, questo si, dovrebbe indagare la Guardia di Finanza.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. E’ stato detto tanto, è stato detto tutto, però, naturalmente anch'io ho qualcosa da dire.
Oggi abbiamo iniziato la giornata con tre parole che ha detto il Presidente Spacca, che a me sono piaciute moltissimo: coscienza, conoscenza, diritto.
Sono tre parole alle quali come Italia dei Valori, io in primis, ci siamo rapportati proprio per affrontare questo problema di cui stiamo trattando oggi, perché di un problema si tratta. Altrimenti non saremo arrivati qui oggi con questa tensione, con tutto quello che è successo in questo periodo nel nostro territorio.
Un po’ di storia va fatta, l’ha fatta adesso il Consigliere Marangoni ed ha detto alcune cose che avrei detto io ma le ripeto.
Sono passati quattro mesi da quando questa Assemblea ha votato una risoluzione che dava un preciso mandato alla Giunta e cioè chiedeva uno stop alle autorizzazioni sugli impianti a biogas e biomassa, una revisione delle autorizzazioni già concesse. Uno stop che veniva dato perché si stava procedendo senza una programmazione precisa, non c'era un progetto di sviluppo a favore della sostenibilità della produzione di energia rinnovabile utilizzando gli impianti, ma c’era una serie di iniziative che apparivano confuse, anche se poi se viste bene non erano assolutamente confuse ma avevano una precisa linea di condotta.
Questo stop che veniva chiesto da parte dell’Assemblea legislativa è stato totalmente disatteso, il Consigliere Marangoni ha detto quale è stata la risposta della Giunta, non ce lo possiamo dimenticare, non è stata la risposta, Presidente Spacca, solo dell’Assessore Donati - che so benissimo che è dell’Italia dei Valori, ci siamo confrontati apertamente anche in quest'Aula, non abbiamo paura - però voglio ricordare la posizione dell’Italia dei Valori, e credo che la persona principale che possa esprimere la linea politica dell’Italia dei Valori sia il Presidente Di Pietro. Il Presidente Di Pietro ha presentato due interrogazioni parlamentari proprio sul tema, quindi forse la linea è quella lì, portando in evidenza alcune questioni non chiare che sono le stesse che poi noi qui in aula portiamo avanti.
In questi quattro mesi sono accadute tantissime cose, innanzitutto sono state autorizzate moltissime centrali, prima le ricordava anche il Consigliere Bucciarelli, ma è stato fatto una sorta di terrorismo, questa è la cosa più grave. Innanzitutto è stato detto che i Consiglieri regionali sono responsabili di quanto approvano. Questo lo dice la Costituzione, lo ricordava giustamente prima il Consigliere Marangoni, l’articolo 122 della Costituzione, recita che “I Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercito delle proprie funzioni” poi ci è stato detto che non si possono fare leggi retroattive, allora io ricordo che l’ordinamento italiano ammette la retroattività delle leggi amministrative e in Costituzione vige il principio di non retroattività solo in caso di penale, quindi, non rientra assolutamente nella materia che noi stiamo trattando.
Quindi è più che legittimo che oggi si chieda, non solo una legge che regolamenti la nostra legge sul VIA, che ponga fine, che dia un rimedio a tutti i criteri di incostituzionalità che sono stati sollevati, ma soprattutto che sospenda le autorizzazioni che sono date in base a quella legge, perché è una legge che ha dei grandi profili di incostituzionalità.
Lei Presidente, giustamente, io ho apprezzato molto il suo intervento, è venuto in Aula ad argomentare, non lo condivido, però, ha argomentato: coscienza, conoscenza, diritto. Lei ha citato una sentenza della Corte relativa ad una legge regionale del 2010, che è stata impugnata, ma quella sentenza è stata impugnata perché oltre ad andare contro al decreto legislativo, quell’articolo che è stato impugnato in una legge di bilancio, andava contro una direttiva europea, quindi, non rientra proprio nel caso di cui stiamo trattandoci oggi.
Stamattina si è parlato di una legge regionale della Calabria che era retroattiva, ma io ripeto, le leggi vanno viste nel merito, e le leggi possono essere retroattive, le leggi regionali assolutamente, quando c’è una adeguata giustificazione, e io credo che qui ci sia un'adeguata giustificazione - perché sono state concesse delle autorizzazioni sulla base di una legge incostituzionale e siccome lo sanno tutti che è incostituzionale, lo sappiamo noi, lo sanno le persone qui presenti, lo sapevano anche gli imprenditori, - credo che sia opportuno, proprio per autotutela, così come viene previsto dalle leggi regionali per la questione delle leggi amministrative, andare a fare una legge retroattiva.
Gli stessi emendamenti del Consigliere Zinni, li ho depositati anch'io, perché poi ci sono stati suggeriti - non ho vergogna a dirlo, non lo ha detto nessuno, ma io lo dico - dai cittadini attraverso i comitati, che io penso abbiano fatto una buona opera di informazione.
Non mi piace che quando qualcuno ascolta i comitati venga tacciato di populismo o demagogia, io credo ed è opportuno che chi è chiamato a rappresentare i cittadini nelle istituzioni si confronti spesso con loro, per capire meglio le loro esigenze, quindi abbiamo presentato questi emendamenti.
Presidente, non credo che noi li ritireremo perché coscienza, conoscenza, diritto. Noi siamo fortemente convinti con coscienza che questa legge debba contenere la sospensione delle autorizzazioni già concesse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Oggi dopo un lungo iter da parte delle procedure di questa proposta di legge, siamo qui a discutere una questione che io ritengo, ed ho ritenuto da sempre, importantissima.
E' chiaro che, dagli interventi che ci sono stati, nessun Consigliere ha mai detto di essere contrario a priori all'istallazione nel territorio delle Marche di energie rinnovabili, perché sicuramente non è giusto ed è giusto che si istallino impianti di energie rinnovabili a tutti i livelli, dal fotovoltaico, alle biomasse e biogas, ma è altrettanto giusto e doveroso che le istallazioni di questi impianti siano regolamentati prima delle autorizzazioni.
Questa legge che oggi facciamo sarà poi seguita da un regolamento ed è chiaro che questo comporterà che tutte le autorizzazioni saranno rilasciate, autorizzazioni che da quello che ho ascoltato sono fino ad oggi 21. Sono anche dispiaciuto perchè nelle pieghe del dibattito e per i rinvii che ci sono stati in Aula è stato autorizzato dagli uffici un altro impianto, quando si era stato detto che non ne sarebbero stati autorizzati altri, precisamente nella zona di Monsano. Questo significa che la politica non ha gestito bene questo percorso.
Io credo che le risoluzioni che sono state ricordate dell'11 giugno, la mozione del 12 settembre, hanno dato chiare indicazioni alla Giunta ed all’Assessore in particolar modo. Vede, Assessore, oggi io ho ascoltato con grande attenzione il suo intervento, però ritengo che quello che ha detto oggi sarebbe stato opportuno e giusto dirlo quattro mesi fa, di fronte ad una proposta di legge, predisposta magari quattro mesi fa, subito dopo la nostra risoluzione. Molto probabilmente avremmo, in questo caso la politica avrebbe gestito tutta questa criticità che è nata intorno alle biomasse e biogas, perché gli imprenditori avrebbero rallentato le richieste, i Sindaci e le amministrazioni del territorio si sarebbero confrontati con la Regione, i comitati che si sono formati, in maniera spontanea, trasversale, in maniera proprio così alla mano, avrebbero avuto modo di apprezzare l'impegno della Regione Marche.
La proposta di legge che oggi andiamo a discutere, è una proposta che è stata elaborata dalla Commissione, che voglio ringraziare, la Commissione l’ha elaborata in otto giorni. Allora mi viene da pensare perché questa proposta, che andiamo a discutere oggi, non è stata discussa dopo l'11 giugno? In otto giorni? O prima delle vacanze ferragostane? Questo secondo me avrebbe risolto o perlomeno attenuato o dato degli impegni forti alla politica regionale delle Marche. E’ chiaro che non si può responsabilizzare la Commissione, anzi la Commissione nel momento in cui ha ricevuto l’input, si è mossa.
Io sono altrettanto convinto che accadrà come è accaduto per il fotovoltaico, dove tutti ricordiamo che fino a quando non c'è stata una normativa, non c'è stata una legge, c'era una deregolamentazione, c'era un fiorire di impianti in tutto il territorio, in tutti i terreni, poi c'è stata la legge. Questa legge è stata apprezzata e questo merito va al Consiglio, alla Giunta, al Presidente Spacca che l’ha voluta con grande coerenza e con grande chiarezza. Questa legge ha fatto da spartiacque, da quel momento non ci sono state più discussioni, tutti si sono adeguati, la legge individuava le aree non idonee.
E’ chiaro che, anche in questo caso io mi sento fortemente legato a questa maggioranza, mi sento fortemente impegnato a sostenere le politiche che sono portate avanti da parte di questa maggioranza e da parte della Giunta, però è altrettanto chiaro e non è pensabile che vi siano delle responsabilità che partono da chi noi sappiamo che poi vengono riversate all'interno di questa Assemblea consiliare.
Allora io credo che sia giusto - al di là di tutte le normative e di tutti i cavilli giuridici che abbiamo sentito, perché poi se entriamo nel merito, io non voglio entrare nel merito perché non sono un addetto ai lavori, però abbiamo sentito tesi a favore della non sospensione e tesi a favore della sospensione, motivate ognuno giustamente per quello che riguarda le indicazioni date dai legali, sia dall’Avvocatura regionale che da altri per quello che riguarda i comitati e le tante amministrazioni che hanno fatto ricorso - ripeto, io credo che in questo caso l'Assemblea, quest'Aula, si riapproprino della politica.
Io non sono sconvolto se vengono approvati da quest'Aula emendamenti che chiedono la sospensione, perché questo permetterebbe intanto di fermare le bocce, di dare un'autotutela a tutti noi, alla Regione Marche e contemporaneamente permetterebbe, poi, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che come ricordava il Presidente Spacca arriverà i primi di febbraio, di avere le risposte di tutti. In quel momento, poi, secondo il percorso, fare tutte le valutazioni e le riflessioni possibili.
Io sono convinto che oggi il buonsenso di quest'Aula porterà a fare una serie di valutazioni, riflessioni importanti a tutela della Regione Marche, di noi Consiglieri, della Giunta ma anche a tutela delle amministrazioni e di tutti i cittadini del Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Noi dovremmo votare la legge, ma la discussione più che sulla proposta di legge riguarda la possibilità o meno di sospendere le autorizzazioni in corso.
Io credo che la scelta, al di là delle motivazioni tecniche, sia una scelta anche di carattere di politico energetico e generale, però, non posso non dire alcune cose che penso, perché io ho poche idee ma quelle poche le difendo ovunque e parlo al Presidente, al Consiglio.
Prima questione. Si parla troppo facilmente di speculazione, io credo che quando un imprenditore fa un investimento utilizzando incentivi previsti dalle leggi non è speculazione, è un investimento. Senza gli incentivi morirebbe il settore della pesca e la stessa agricoltura non so quanto camperebbe, sono tutti speculatori, sapendo che l'agricoltura ha gravi problemi di reddito - sennò parliamo di agricoltura senza conoscere il problema degli agricoltori – e che spesso fa delle produzioni senza ricavarne il reddito e compenso per il lavoro prestato.
Ci sono delle obiezioni che nascono dai ritardi nella redazione di atti programmatori, è giusto, è vero, ma dobbiamo sapere che quello che decide, spesso, è la velocità degli investimenti a fronte di incentivi che vengono decisi a livello nazionale, non ci illudiamo che sia stato risolutivo l'atto che abbiamo approvato sul fotovoltaico - dove abbiamo santificato, alcuni hanno santificato l’Assessore Petrini che oggi è il diavolo, lì era il santo perché aveva impedito il dilagare del fotovoltaico - in realtà ha coinciso con la riduzione degli incentivi, per cui non vengono più richiesti, Questa è la verità.
Così adesso se calano gli incentivi su questo, ci sarà il calo delle domande. Io abito all'estremo sud delle Marche, nella vicina Val Vibrata, dove sono in corso di realizzazione più impianti che in tutte le Marche, e la Val Vibrata è uguale alle nostre valli. Ora e mi fa specie, veramente, lo ha accennato il Consigliere Acacia, ascoltare esponenti politici che quando si ipotizzava una centrale nucleare nella zona Sentina di San Benedetto, facevano spallucce, per la miseria, e dicevano che erano d’accordo per obbedienza al partito politico nazionale e oggi stanno sulla scia di movimenti contro le centrali a biogas che sono, come dire, una pallina rispetto ad una montagna.
Il Consigliere Bucciarelli faceva una critica rispetto alla partecipazione, è vero si può fare di più, e se l'Assessore si è rifiutato di incontrare i comitati ha sbagliato, e credo che da parte mia, ma anche di altri, critiche all’Assessore ne sono state fatte, ma noi viviamo in una democrazia rappresentativa, non in una democrazia popolare dell’est, né in una democrazia referendaria e attenzione perché è un'ipocrisia dire noi non siamo contrari, dopo di che però si è contro tutti gli interventi e, quando si è contro tutti gli interventi, si è contro l’iniziativa in generale, perché tutto viene contestato.
Io trovo incoerenti anche alcuni Sindaci che sì mettono qui, su questa posizione e poi fanno resistenza ad applicare le ordinanze per vietare il traffico sulla statale 16, quella si che è una camera a gas e quando ci sono Sindaci che le applicano, e io abito vicino alla statale 16, le proteste sono unanimi, sono grandissime.
Si fanno le mode, io sono sufficientemente anziano ed ero Sindaco di San Benedetto quando scattò la moda delle obiezioni alle centraline per i telefonini, ve le ricordate? Nascevano comitati come funghi, poi spariti nel nulla.
Ora noi stiamo a discutere di impianti che sono quasi equamente divisi per ogni Provincia, che sono di così piccola entità, che non credo devastino il territorio marchigiano.
Per concludere io non ho mai votato gli ordini del giorno che il Consiglio ha approvato, perché non li condividevo e, quindi, non ho nessuna fatica a dire che condivido la proposta della Giunta convinto che le infrastrutture e l’energia sono l'ossatura di questo paese. Lo tengono insieme e lo fa sviluppare.
Spesso si rivendica separazione tra la politica, che deve fare le scelte, e i tecnici che le devono realizzare, ma quando le scelte dei tecnici non soddisfano certe posizioni allora si richiede l'intervento a gamba tesa della politica. Oggi la scelta è quella che deve essere. E’ chiaro, a mio giudizio, che ogni scelta prenderà questo Consiglio avrà delle conseguenze politiche e io credo che, comunque, al di là del voto che ci sarà, la nostra macchina che non è gioiosa e non è da guerra ha bisogno di fare il tagliando.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Presidente Spacca, Colleghi Consiglieri intervenire a questo punto, dopo numerosi colleghi, comporta, inevitabilmente, di modificare anche il taglio dell’intervento, di evitare un ragionamento organico e di esprimere invece alcuni punti di vista, alcune riflessioni ed anche alcune risposte.
Ringrazio il collega Carloni perché ha fatto riferimento anche al lavoro della Commissione ed ha espresso dei punti di vista anche molto critici nei confronti della Giunta e della maggioranza.
Io su tre aspetti mi sento di rispondere al collega Carloni.
Il primo è quello sul chi paga, quando si è soffermato sul fatto che non sarebbero i Consiglieri ma la Regione. Guardate io credo che da questo punto di vista dobbiamo affermare un principio politico, etico, io non mi preoccuperei se a pagare fossi io e fossero i colleghi, sarei molto più preoccupato se a pagare fosse la comunità marchigiana, l’istituzione marchigiana. Questa è la prima cosa che mi sento di dire.
La seconda è in riferimento ai giottini che fuggono o che sono fuggiti. Anche qui io credo che i social forum hanno rappresentato in Italia e nel mondo una risposta civile alle sfide globali, una risposta alle persone che non hanno cibo, che non hanno acqua, che non hanno medicine, e si sono battuti per l’equità, per combattere le disuguaglianze per una crescita ambientale sostenibile.
L’altra questione è di stile nei confronti dell’Assessore Viventi. Già nella seduta non di martedì scorso, ma nella precedente, ci sono stati alcuni riferimenti agli Assessori esterni, in quel caso all’Assessore Marcolini e c’è stata la risposta di alcuni colleghi, come quella del Consigliere Perazzoli. Io da questo punto di vista credo che gli Assessori esterni, lo abbiamo detto, sia Marcolini che Viventi rappresentano una ricchezza per questa comunità marchigiana e per questa istituzione, non voglio ritornarci, ma non mi sembra delicato intervenire su questo.
Fatte queste considerazioni, voglio intervenire subito nel merito delle leggi.
Consigliere Marangoni, non la vedo in Aula, ma delle due l’una, o questa legge è utile e avrebbe impedito, se ci fossero state le condizioni, se fosse stata licenziata, di non realizzare ad esempio la centrale di Monsano e, quindi, lei faceva riferimento al Sindaco, o questa legge è inutile, come lei sosteneva. Il problema è esattamente il contrario rispetto a quello che lei poneva perché guardate, questa legge oltre ai due articoli, a cui fa riferimento, così come è stata licenziata - e voglio ringraziare il Consiglio delle Autonomie Locali che si è unanimemente pronunciato a favore, la Commissione, la Giunta, perché è stato presente ai lavori della Commissione il Vicepresidente a nome anche dei colleghi dell’industria, della salute, dell’ambiente e in una seduta, il giovedì precedente abbiamo chiesto la documentazione, il giovedì successivo l’abbiamo licenziata – oltre a questi due articoli, rispetto alla sospensione delle autorizzazioni in conformità a quanto previsto - adesso non ve la leggo, tanto la conoscete - l’atto sulle aree idonee è adottato dalla Regione e sino all’adozione dell’atto di cui all’articolo 1 e comunque non oltre quaranta giorni, non possono essere autorizzati nuovi impianti. Questo è il punto, ma c’è un emendamento rispetto alla valutazione di impatto ambientale che tiene conto sia di quella che è la questione legata alla legge n. 152 del 2006, sia della alla direttiva europea. Infatti da questo punto di vista non poniamo una soglia, ma facciamo un riferimento preciso, sulla base dei criteri di cui all’allegato C, e su questo allegato ci sono tutte le caratteristiche per cui gli impianti debbono essere sottoposti a VIA, dalle dimensioni del progetto, superfici, volumi, potenzialità, al cumulo con altri progetti, all’utilizzazione delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento disturbi ambientali, al rischio di incidenti, all’ubicazione del progetto rispetto alle zone in cui il progetto viene realizzato e non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche dl punto di vista della densità demografica, dell’importanza storica e poi ci sono tutte le caratteristiche legate all’impatto potenziale del progetto stesso.
Quindi mi sembra che questa legge dia una risposta, però io non voglio fuggire dal problema che qui è stato posto, sul perché arriviamo nell’ottobre del 2012 e non prima. Il Presidente Spacca dava una risposta rispetto ad alcuni strumenti di programmazione che pure ci sono, come il PEAR, e rispetto anche ad alcune leggi che questa nostra Regione ha fatto nella legislatura precedente ed anche in questa rispetto alla valutazione di impatto ambientale e alle modifiche che via via ci sono state.
Per la verità sulla valutazione di impatto ambientale ci si è tornati molte volte e, in alcune di queste volte, ci sono stati poi dei fermi, come quelli precedentemente citati dal Presidente Spacca, non mi riferisco soltanto a quello della legge n. 3 del 2012 dalla stessa Corte Costituzionale. Il problema c’è stato e c’è stato anche un confronto acceso in alcune sedute, sono state ricordate quelle di giugno e quelle di settembre, sul perché non si sono realizzate subito le aree, non le linee guida, perché le linee guida per la verità, e voi lo sapete meglio di me, il decreto è del 2003 poi le linee guida sono state fatte nel 2010, nel settembre del 2010, però la Regione Marche da questo punto di vista sul fotovoltaico a terra si era trovata preparata, perché già il 30 luglio del 2010 aveva fatto un primo intervento ed il 30 settembre ha ratificato tutto, proprio perché eravamo in qualche modo in anticipo, anche se tardi, rispetto agli impianti realizzati sul fotovoltaico a terra, e questo è stato anche oggetto di polemica fra alcuni di noi. Dico queste cose perché noi non dobbiamo perdere di vista quella che è una opportunità, l’economia verde, le energie rinnovabili, l’occupazione, la crescita tecnologica, rappresentano una grande opportunità,. L’economia verde le energie rinnovabili sono una opportunità. Questo è il punto politico che non dobbiamo perdere di vista, certo c’è un eccesso di incentivi e su questo io la penso anche diversamente da alcuni miei colleghi, gli incentivi devono essere molto bassi, vanno ridotti, si stanno riducendo, ma ha ragione il Vicepresidente Petrini quando dice che per fortuna non ci saranno più colture dedicate, perché questo è il punto vero, perché l’agricoltura è un’altra delle ricchezze che non può essere al servizio della produzione di energia ma deve essere al servizio della produzione del cibo.
Chiudo ma un punto mi sento di dirlo. Il Presidente Spacca faceva un riferimento rispetto agli approfondimenti di carattere scientifico rispetto alla salute, anche questo è un punto importante, che io credo, comunque, dobbiamo con forza sottolineare, ovvero non soltanto al momento dell’autorizzazione dell’impianto ma sugli impianti ci deve essere un monitoraggio continuo da parte degli organi tecnici e scientifici, penso all’Arpam, penso all’Asur, penso ad altri organismi, perché se c’è un danno alla salute, non soltanto al momento dell’autorizzazione - e in quel caso l’autorizzazione non deve essere rilasciata - ma in qualsiasi momento dell’attività, l’impianto deve essere fermato. Questo mi sembra un altro punto fermo, perché la tutela della salute è fondamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.
Francesco COMI. Mi introduco in una discussione rispetto alla quale non ho una competenza diretta, mi occupo dei temi della sanità e delle politiche sociali, mi sono dedicato in passato all’ambiente, ho fatto il relatore del piano energetico e di quella VIA che poi è stata superata, per cercare di dare un contributo alla discussione.
Ci tengo a dire una cosa, e credo che la si possa condividere tutti, io non credo che nessuno in quest'aula possa sentirsi sereno, né nella maggioranza, né nella minoranza, rispetto a quello che dobbiamo decidere. Serenità significa fare la scelta giusta, farla nel merito e farla in termini di legittimità.
Il rischio con cui tutti ci misuriamo è quello di voler inseguire magari una scelta coerente con la propria visione delle cose ma, magari, non munita di presidi legislativi adeguati, oppure quello di scegliere una strada coerente con il quadro normativo ma che non coincide esattamente con quello che vorremmo fare.
Questa assenza di serenità non è figlia del caso, c'è una responsabilità politica, nostra. Ecco, questo lo voglio dire, c'è una responsabilità politica nostra, nella gestione delle politiche energetiche della Regione Marche. Credo che ci sia un limite grande, con il quale noi ci misuriamo è quello dell'assenza totale di una legislazione chiara e di una programmazione altrettanto chiara, e dentro questa incertezza, dentro questi spazi sterminati, pascolano e si muovono interessi legittimi, per carità non li metto in discussione, interessi legittimi imprenditoriali, che noi avremmo potuto altrimenti condizionare e governare.
Oggi le politiche energetiche sono determinate, a livello nazionale e, in gran parte in quasi tutte le Regioni, fuori da una programmazione nazionale, non c'è un piano energetico nazionale, non ci sono regole chiare, e questo fa sì che le scelte che si consumano sul territorio sono determinate dall'unico elemento che oggi governa tutti questi processi, gli incentivi e i finanziamenti.
Manca una chiara programmazione, permettetemi di farla questa considerazione, lo so che fa male, ma è una considerazione che riguarda l'insieme delle Regioni. Mancano strumenti adeguati a tutti i livelli, i Comuni, parto dai Comuni perché non è che voglio puntare il dito in una direzione. I Comuni sono dotati di un piano che riguarda per esempio, un piano energetico locale? Lo potevano fare. Sono dotati di adeguati strumenti urbanistici e di piani regolatori che decidono dove si può fare e dove non si possono fare alcune scelte? Sono dotati i Comuni essendo prevista dalla legge di strumenti di pianificazione per le antenne per la radiofonia? Molti Comuni, molti territori sono sprovvisti di un'adeguata legislazione, per cui sulla base degli incentivi il singolo imprenditore si muove con grande libertà, e una volta che ha trovato il varco ed ha trovato lo spazio, il nostro compito si riduce a quello dell'artifizio giuridico per giustificarlo o per impedirlo. Questo è il compito della politica. Questo è il compito che ci è rimasto, il residuo della programmazione. Se noi avessimo anticipato, se noi avessimo programmato, oggi non ci troveremmo in questa difficoltà e, quindi, con lo stato d'animo di chi deve fare scelte che rischiano di essere viziate, giuridicamente in particolare.
Le linee guida ci venivano sollecitate da anni e non le abbiamo tempestivamente fatte, ma non le hanno fatte da nessuna parte. E’ successo e succederà in futuro, io credo una cosa e poi spiegherò l'emendamento, credo che se non vogliamo che le politiche energetiche siano guidate da protagonisti diversi da coloro che hanno a cuore l'interesse collettivo, e siamo noi, e lo rivendico orgogliosamente, siamo noi istituzioni, dobbiamo anticipare e non inseguire.
Oggi stiamo inseguendo, ci sono alcune cose che dovremmo correggere, la programmazione, e su questo il PEAR indicava indirizzi generali ma delegava a noi gli strumenti attuativi, e dovremmo farlo; la trasparenza, e questo significa rendere pubbliche le iniziative, adeguare il nostro sistema normativo per mettere nelle condizioni tutti di conoscere tempestivamente le scelte; partecipazione, che significa che la partecipazione non si può ridurre ad una conferenza di servizi nella quale l'interlocuzione del privato, del cittadino, dell'istituzione soprattutto, diventi una concessione e il cui valore diventi marginale, discrezionale; e soprattutto certezza del diritto.
Ora in assenza di questo, il nostro compito, di noi Consiglieri tutti di maggioranza e di minoranza, e mi fa piacere che molti abbiano ragionato sul mio emendamento, è quello di ricercare avendo dovuto inseguire e non avendo programmato tempestivamente, perché la legge che faremo noi, è vero riguarderà gli impianti del futuro ma finiti gli incentivi saranno pochissimi questi interventi che noi andremo a disciplinare, il lavoro nostro difficile è quello di rimediare a questa assenza che il legislatore nazionale e poi di conseguenza tutti, non hanno fatto.
Ora io mi sono adoperato per fare questo tentativo. Non lo so se è un tentativo legittimo, non sono un esperto di diritto amministrativo, ho tentato di presentare un emendamento che salvaguardasse alcuni obiettivi. Primo obiettivo rimuovere le principali ragioni della presunta incostituzionalità, che non è della legge n. 3 ma è di un articolo della legge finanziaria della Regione che modifica la legge n. 3, quindi, rimuovere quelle possibili cause, rimuovere i possibili contenziosi. Il secondo obiettivo è quello di inserire dentro un regime di controlli serio che non è solo quello dimensionale, l'hanno detto tutti, ma è anche quello parametrato con altri criteri, i nuovi progetti.
Ora io voglio dire questo, sui nuovi impianti non abbiamo problemi perché tutti i nuovi impianti che saranno presentati, con l'applicazione di questa disciplina, saranno regimentati dentro i parametri contenuti nell'allegato 3 della direttiva comunitaria, e non so quanti sono, poi ce ne sono una decina che sono quelli in itinere, e deve essere chiaro che rispetto a questi noi possiamo intervenire non avendoli conclusi, introducendo norme che impongono il riesame di quelle procedure attraverso l'applicazione non della legge in vigore, al tempo in cui è iniziata la procedura, ma della legge in vigore al momento in cui la procedura non si è ancora conclusa.
Il principio tempus regit actum varrà qualcosa, per cui noi lo dobbiamo applicare, indubbiamente, credo senza esitazione, ai procedimenti e sono 15, sono 12, sono 10 che sono in itinere. Il dubbio rimane sui 15 procedimenti che sono stati autorizzati. Il mio emendamento dice questo, lo spiego e poi concludo.
L'emendamento mio distingue tra questi 15 procedimenti, perché sono perfettamente consapevole che c'è un grande rischio, che noi possiamo anche ottenere in giudizio la censura di incostituzionalità ma quei procedimenti potrebbero andare avanti lo stesso. E’ un rischio concreto. Ora io credo che in questi 15 ci sono almeno quattro categorie di procedimenti, due sono quelli precedenti e successivi al ricorso, cioè rispetto a quando non sapevamo e a quando abbiamo saputo che quella legge era viziata rispetto ai contenuti della Costituzione, e quindi della direttiva. La seconda categoria sono i procedimenti che sono stati o meno tempestivamente impugnati o al TAR o di fronte al Presidente della Repubblica, perché c'è un principio che nessuno mette in discussione che se una sentenza della Corte Costituzionale, su questo siamo d'accordo tutti, dichiara l'incostituzionalità della legge n. 3, questa travolge non tutti i 15 procedimenti, ma solo quei procedimenti che hanno due caratteristiche ovvero quelli che sono stati tempestivamente impugnati al Tar o al Presidente della Repubblica. Su 15 sono 7 o 8, quindi, per gli altri non c'è niente da fare. Possiamo scrivere le norme che ci pare ma non possiamo fare nulla e dobbiamo essere onesti con i cittadini nel dirlo, quindi ne rimangono sette e sono quelli che sono stati tempestivamente impugnati e tra questi sette dobbiamo sapere che anche qualora tempestivamente impugnati, per poter essere travolti dovranno avere i requisiti oltre a quello dimensionale, che sono scritti nella legge e nella direttiva comunitaria, all'allegato 3.
Ora stante queste premesse noi parliamo di sette procedimenti e non di 15, nel mio emendamento ho detto che si propone la sospensione di tutti i procedimenti conclusi autorizzati successivi al ricorso, perché da quel giorno anche le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione sapevano che erano a rischio, quindi, hanno concorso a un rischio (…) fatemi finire e fatemi esprimere il mio pensiero visto che non c’è stato modo in questi mesi di anticiparlo entro una discussione programmatoria seria .
Primo dobbiamo sospenderli, secondo per coloro che abbiamo sospeso in attesa del giudizio della Corte Costituzionale che interverrà il 27 febbraio, e come pare sarà probabilmente positivo, coloro che non vogliono perdere tempo, possono avvalersi immediatamente della nuova disciplina, sottoponendosi alla verifica di assoggettabilità e nel caso in cui sia positiva al VIA, questo dice il mio emendamento e mi sembra un emendamento ragionevole.
Ora chiaramente io non sono un esperto di diritto amministrativo e costituzionale, sono laureato in giurisprudenza e sono stato iscritto all’Albo a ho chiesto agli uffici legislativi, e non ho ancora ricevuto una risposta, spero di ottenerla questa sera, l’ho detto al Presidente, spero che me la possa dare quanto prima, rispetto al mio emendamento, vorrei che prima della fine della discussione, c'è ancora un dibattito, ci dicesse esattamente perché non può essere la discrimine “secondo me è illegittimo”, bisogna che qualcuno si assuma la responsabilità di dire se le cose che diciamo noi sono veramente illegittime oppure se quello è un argomento utilizzato dalla politica per censurare la discussione. Allora chiedo che l'ufficio, ovvero l'Avvocatura si pronunci sui nostri emendamentiperché se discutiamo di cose che poi sono illegittime, allora perdiamo tempo. Quindi chiedo al Consiglio prima che si affrontino gli emendamenti che ci sono, che ci diano un parere di legittimità, si assumano la responsabilità di dire non politicamente, ma giuridicamente, se le cose che poniamo sono sostenibili o meno perché ad altre censure io non sono affatto d’accordo.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. L’Italia dei Valori non è contro le centrali da biomasse e biogas come non è contro il solare, l’eolico e tutte quelle soluzioni che producono energia meno sporca.
Sono profondamente convinto che le centrali da biomasse e biogas siano utili per il futuro energetico della nostra regione e l'intervento del Presidente Spacca rafforza le mie convinzioni.
La legge sintetizzata dall'egregio e veloce lavoro del Presidente Giancarli e della sua Commissione, ha un solo difetto, quello di arrivare quando il lupo si è già mangiato troppi agnelli.
L’identificazione delle aree, dove fare e dove non fare le centrali le abbiamo lasciate decidere ad altri che qualcuno chiama la speculazione, abdicando al nostro dovere di legislatori e qui io mi assumo un quarantatreesimo di colpa e purtroppo, questo un pochino mi dispiace, nessun tecnico ci ha detto che avremmo dovuto o potuto farlo. Tra l'altro velocizzando forsennatamente le procedure, avevo chiesto personalmente di fare un supplemento d'istruttoria per quei casi che mi sembravano sbagliati e carichi di opacità, e mi risulta che in qualche caso ci sia stato un supplemento d'istruttoria, su quel supplemento d'istruttoria che io avevo motivato in un paio di casi mi è stato risposto non si poteva fare, ad altri è stato concesso.
Quindi l'Italia dei Valori voterà la legge illustrata dal Presidente Ricci e quegli emendamenti, come quello del Consigliere Comi, a cui rivolgo, vada come vada, un ringraziamento sincero per il tentativo di conciliare certezza del diritto, tranquillità dell'ente Regione e diritto dei cittadini all'assoluta trasparenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Sarò brevissimo perché sono stato già minacciato, mi ha minacciato una persona che conosco da tanto tempo, che ha fatto un grande errore Presidente, quello di farsi dare la delega all’ambiente, si chiama Sandro Donati e Sandro Donati che io conosco da tanto tempo, purtroppo è in mano a una situazione dirigenziale che evidentemente non controlla. Perché se la politica, come qualcuno ha detto, deve svolgere il suo ruolo, oggi al di là di quello che ha fatto, di quello che viene fuori e, nel merito, viene fuori una grande crisi proprio di quel laboratorio politico che è diventato talmente ampio, il laboratorio politico di questa maggioranza, che non è l’unica Regione in cui c’è l’IdV e l’UdC insieme, ma che si è ancora più espanso direi, fin nelle file dell'opposizione, come diceva il Presidente Spacca, e oggi è troppo grande questo laboratorio politico, è diventano così ampio che all'interno di tutto questo laboratorio cominciano a crearsi delle crepe strane.
Io ricordo quando nella mia città nel ‘90 la Democrazia cristiana prese 23 Consiglieri comunali su 40, governava con i Socialisti che erano 8. Governavano in 31 su 40, quindi se ne potevano ammalare 7 o 8 e governavano tranquillamente. 5 Sindaci furono cambiati, cioè più la maggioranza è ampia, Presidente, più il laboratorio politico è di questo livello, più i problemi crescono. E lei lo vede, Presidente, perché dico questo? Perché a me dispiace, è dispiaciuto non parlo, chiaramente, contro chi assiste, preso dal problema del merito, che non si siano trattate le interrogazioni, perché c’era una mia interrogazione, sempre rivolta al mio amico Sandro Donati, in cui c’era un po’ la ricostruzione di quello che è avvenuto qui. Un'autorizzazione data nel 1998 a una piattaforma di pretrattamento dei rifiuti ad Ascoli Piceno dal suo predecessore, Presidente Spacca, in una zona esondabile.
Che volete fare? E’ stata data l’autorizzazione al progetto, è stata data l’autorizzazione alla gestione, questa piattaforma di pretrattamento fattura milioni di euro, siamo arrivati, ad un certo punto, che la stessa ditta, la stessa impresa ha detto “Ma io sono in una zona esondabile” ed ha chiesto all’ente - un ente che il Presidente conosce bene perché è riuscito anche a commissariare, io spero che ci rimetta le mani nuovamente, più che per commissariarlo per fare altro, questa volta - addirittura, di fare le opere di mitigazione dell’esondabilità.
Ecco io non vorrei che quello di cui stiamo discutendo oggi, sia una cosa molto riferibile a quell'epoca ed a quei fatti. Perché dico questo? Perché fa ridere che di fronte a una legge - che se non sbaglio è del 26 marzo 2012 – che la grande maggioranza che lei ha Presidente Spacca, è indubbio, è suo merito, ha votato, oggi venite dire a noi, che ci sono problemi, che ci potrebbero essere problemi di ogni tipo. A noi proprio questo non ci interessa. Ci interessa molto poco, sono problemi vostri! Ve li risolvete in tanti, visto che siete tanti. Ve li risolvete, perché nel merito è ancora più ridicolo, e questo ci induce a sospettare qualche cosa, perché sempre quel gobbo famoso parlava e diceva che “quando si pensa male ci si azzecca”. Si potevano tranquillamente sospendere certe autorizzazioni e invece non è stato fatto, Assessore Donati, è su questo lei dovrebbe chiedere conto, noi non chiediamo conto a lei, noi lo chiediamo a lei politicamente, lei deve chiedere conto a chi ha fatto queste cose, perché è un po' quello che è successo nell'esempio a cui mi riferivo prima. Per cui ho sentito parlare di tagliando politico da parte di qualcuno, di responsabilità politica da parte di altri, sono contento che questo avvenga perché una riflessione in ogni caso fa bene al di là della maggioranza e della minoranza, però è un problema che dovete risolvere.
Noi sappiamo come dobbiamo votare, votiamo come abbiamo votato il 26 marzo 2012, a meno che la sua maggioranza non si allarghi ancora, ma io su questo chiaramente non potrò mai dire niente. No si allarga e si stringe, i corpi elastici hanno una funzione tale per cui si gonfiano e si sgonfiano, ma noi continueremo a votare contro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.
Valeriano CAMELA. Il dibattito in corso sugli impianti a biomasse - biogas ha stimolato in ognuno di noi l'approfondimento della materia delle energie da fonti rinnovabili e fatto acquisire informazioni sulla promozione che è incorso per il loro uso, in linea con lo spirito della direttiva emanata nel 2009 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, che nell'ambito dell'obiettivo 20-20-20, ha fissato anche per la Regione Marche un obiettivo, anche se indicativo, da raggiungere, il cosiddetto Burdern Sharing, che prevede specifiche produzioni tendenziali per fonti di energia, sia nel settore elettrico che in quello termico.
Già due anni fa abbiamo affrontato alcune criticità, diciamo, derivanti dalla installazione incontrollata di pannelli fotovoltaici su terreno agricolo, che ha comportato questo fatto una significativa alterazione delle nostre bellezze ambientali. Questa azione lesiva, il Consiglio Regionale delle Marche ha tentato di limitarla, riuscendoci, a mio parere, approvando specifiche linee guida sulla individuazione di aree di non idoneità per l'installazione di pannelli fotovoltaici.
Dobbiamo anche ammettere che le Marche sono state la prima Regione in Italia a deliberare sulla questione, e di questo va ad essa dato atto.
Da qualche tempo stiamo, però, rivedendo un film analogo, un film già visto che sviluppa un tema altrettanto complesso e che costringe tutti noi a correr dietro a problematiche che risultano particolarmente impattanti sul territorio regionale e sulle comunità che in esso vivono ed operano.
Legittime ritengo, quindi, che siano le reazioni dei comitati territoriali, che esprimono, attraverso le persone che li rappresentano, le sensibilità più spiccate su questi temi ambientali, costituendo essi di fatto un utile pungolo al ben operare della Pubblica Amministrazione.
Voglio, quindi, ribadire anche in questa sede l'appello che ho già espresso nella IV Commissione consiliare, di cui faccio parte, nei confronti degli Uffici preposti affinché possano adoperarsi a monitorare, e loro ne hanno conoscenza precoce, l'andamento di tutti quei fenomeni potenzialmente in grado di esplicare effetti di particolare impatto ambientale.
Rilevare il problema, quindi fare diagnosi, utilizzando un termine sanitario, implica l'individuazione della terapia da somministrare. Questa però sappiamo che non sempre si rivela efficace nei confronti della patologia, diciamo dell'evento avverso, che quindi può proseguire indisturbato nella sua azione aggressiva. Ripeto, quindi, il mio appello: se approccio metodologico di tipo sanitario deve essere, e di questo sono convinto, esso non può assolutamente prescindere dalla applicazione della fase della prevenzione. Nel caso che stiamo trattando essa deve concretizzarsi con la sollecita individuazione delle aree di non idoneità alla installazione degli impianti a biomasse/biogas.
Concludo esprimendo quindi sostegno alla proposta di legge, nel testo unificato che ho contribuito ad elaborare in IV commissione, nonché adesione al parere emesso dall'Avvocatura regionale in quanto realistico e di buon senso.
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Avete ascoltato spesso i miei interventi sul PEAR, quindi, non voglio annoiarvi ancora, magari altre volte le mie invettive erano un po’ fuori tema ma finalmente, dopo due anni e mezzo, siamo in una seduta in cui un po’ di attenzione c'è.
Il Presidente Spacca lo sa che non votai il PEAR nel febbraio 2005 perché era frutto di un furore ideologico. Il PEAR ha tantissimi padri, non voglio rielencarli, molti lo hanno osannato, anche quelli che oggi ne chiedono il de profundis. Hanno, probabilmente, sbagliato delle categorie quando, il Presidente Spacca lo sa benissimo, quel piano fu fatto per rispondere ideologicamente ad altre soluzioni.
Adesso i cittadini si preoccupano delle centrali a biogas e biomasse ma se fossero passate le 24 centrali turbo gas dell’Assessore Amagliani, non so cosa sarebbe successo. Erano 24 le centrali previste dall’Assessore Amagliani, Presidente Spacca, purtroppo le avete votate e stanno scritte lì, io mi onoro di non aver votato quel piano.
Categorie ed associazioni ambientaliste hanno osannato il Piano, (…) ah no!? Non c'erano scritte le 24 micro centrali turbo gas? Chiedo la sospensione, lo prendiamo e lo vediamo, ma scherziamo? State scherzando? Qui mi aspettavo un’altra risposta perché qui ci stato tutto quanto, con tutte le dichiarazioni che dicono “abbiamo un piano all’avanguardia europea”.
(…) No, no, infatti torto ce lo abbiamo sempre noi che stiamo all'opposizione, questo l’ho capito benissimo (…) è vero quello che dice il Consigliere Comi, sono arrivati anche riconoscimenti per la green economy marchigiana, comunque non voglio fare ironia, non interessa a nessuno, quello che voglio dire è questo e lo dico, con totale serenità, quello che è mancato in questa vicenda, Presidente, è primo: una illustrazione chiara, tecnica di questa tipologia di impianti, con tutte le indicazioni e le controindicazioni. L’avevamo chiesto noi? Si!
Quel piano non è che non sia costato niente è costato fior di quattrini per esperti nazionali e internazionali credo, o cosiddetti, ma non ho visto mai uno venire qui ad illustrarcelo, ma no qui per una autoreferenzialità nostra, nei Comuni, nelle assemblee, di fronte ai cittadini, perché credo che impianti di questo tipo, ai quali non sono pregiudizialmente contrario, presentino comunque indicazioni e controindicazioni: distanze, tipologie, precauzioni, viabilità ed io penso che tutto questo doveva essere comunicato a noi - e allora, ripeto, avete fatto una votazione ideologica, quando voi fate le barriere ideologiche si vuota per ordine, lasciamo stare, può succedere me ne rendo conto, non grido allo scandalo - però tutto doveva essere comunicato, ed illustrato in maniera adeguata.
Come (…) per favore, non mi far tirar fuori competenze statali, competenze regionali, le riforme lasciamole stare. Non mi fate tirar fuori la riforma che avete fatto come centro-sinistra nel 2000, lasciamo stare, per carità. Quando volete ne parliamo.
Quello che lamento io è che non c'è stata questa comunicazione, ci doveva essere un’illustrazione, quando vuoi vantate un rapporto straordinario con i cittadini, un rapporto con la stampa, un rapporto con il Comune, eccetera dovete, penso, ammettere che questo argomento non c’è stato.
Io prima ho incontrato gli imprenditori che dicevano “ma noi diamo occupazione con questi impianti eccetera”. Li abbiamo ascoltati, ricevuti nella Conferenza dei Capigruppo, la Regione ha comunicato che li c’è occupazione, che lì c’è sviluppo, eccetera. Allora, io credo che questo andava messo di fronte al cittadino, a tutti cittadini, non solo ai comitati, al cittadino qualunque, anche al cittadino più disinformato, ognuno doveva avere la possibilità di essere informato su queste vicende. Questo nell'interesse dei cittadini, delle imprese, dei Comuni, delle associazioni ambientaliste. Mi permettono di dire, voi siete bravissimi in altre comunicazioni ma potete ammettere che su questo c’è stata una carenza totale. Allora dopo è difficile rassicurare i cittadini e far stare tranquilla la gente, io ripeto, lo dice uno che non è ambientalista, lo dico agli amici verdi, eccetera io non mi professo ambientalista, giusto? Mi sono preso anche le mie responsabilità sull'ambiente, no? Sono un Sindaco che ha deliberato la discarica a malincuore nella sua città a 800 metri da casa sua, quindi non penso di essere uno che fa demagogia, Però, credo che su questo la Regione oggi, non me ne vogliate cari amici e compagni dell’esecutivo, abbia avuto una grave battuta d'arresto nel dibattito, nel confronto con i cittadini, e per questo motivo ci troviamo in questa situazione.
Adesso lo scontro tra certezza della salute, certezza del diritto, aspirazione all'impresa, desiderio di energia, si incrociano tutti, però, cercate di capire oggi, mi permetto di dirlo, quali sono in campo i soggetti più deboli, cioè quelli che si trovano in questa confusionaria vicenda, come hanno detto bene prima i colleghi che mi hanno preceduto, anche dovuta, questo penso lo potete ammettere, al fatto che nella famosa discussione del 26 marzo che è scaturita poi nel la legge n. 3, emendamenti nostri che potevano essere tranquillamente accolti, li avete voluti respingere. Respingendo quegli emendamenti ci siamo trovati nei guai successivamente, penso che questo si possa dire tranquillamente, perché sono stati respinti allora? Motivi ideologici? Motivi tecnici? Non lo so, una superficialità? Una fretta? Non lo so, ci sta tutto però sicuramente se quegli emendamenti fossero stati accolti, oggi ci troveremmo in una situazione diversa.
Ragionate su questo adesso, spero nella coscienza di tutti.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giannini. Poi c’è una richiesta di sospensione, quindi, a seguire sospensione dei lavori.
Sara GIANNINI. Io ho ascoltato con attenzione molti interventi dei colleghi e credo che noi tutti possiamo affermare che quello che ci spinge a confrontarci su questo tema, come anche su altri temi, è la volontà di assumere la decisione migliore per le Marche.
Parto dall’ultima considerazione fatta dal Consigliere Massi. Fa una valutazione che possiamo anche condividere, sicuramente su un tema di questo livello avremmo dovuto, tutti insieme, favorire un confronto scevro da demagogie per consentire a tutti di avere conoscenza e nozione di quello che si stava realizzando. Sapendo che quello che si stava realizzando, comunque, rientrava nella nostra programmazione, rientrava nelle procedure stabilite dalla legge, ed incontrava delle difficoltà, riguardo a comportamenti e decisioni che questo stesso Consiglio aveva assunto e che la Corte aveva già nel 2010 provveduto a cassare.
Alcuni emendamenti contengono provvedimenti che sono stati già oggetto di una legge regionale che la Corte Costituzionale ha già respinto.
Ora io credo che su questo ci dobbiamo confrontare, su quello che è possibile realizzare nella realtà e dire ai cittadini, ai quali tutti rispondiamo, io non credo che ci sia un partito, anzi non mi iscrivo a nessun partito, che sostiene le ragioni dei soli comitati o sostiene le ragioni dei soli imprenditori. Io credo che tutti qui siamo iscritti al Consiglio regionale delle Marche che, ribadisco, in questo momento deve assumere decisioni che coscientemente, sappiamo, non incontreranno poi problemi di carattere giuridico e di legittimità. Usciremmo da questo Consiglio, magari anche qualcuno più, qualcuno meno, con gli applausi dei comitati, dei cittadini che stanno ascoltando, ma comunque non avremmo risolto il problema, perché quel problema ci verrà poi ributtato indietro dai giudici, ci verrà ributtato indietro dalla Corte Costituzionale e io sono sempre stata, almeno per quanto mi riguarda nella mia vicenda di amministratrice, consapevole che in questi casi occorre assumersi le proprie responsabilità, sapendo che il nostro faro è quello della correttezza amministrativa, della trasparenza e delle decisioni assunte nell'interesse generale.
L’interesse generale comprende quello dei singoli cittadini di essere giustamente rassicurati, nelle loro preoccupazioni di carattere sanitario, ambientale ed anche riguardo al loro patrimonio, che può essere messo in discussione nel valore anche dalla realizzazione di questi impianti. Dall'altro anche le ragioni delle imprese che ovviamente non sono tutte corrette, non mi riferisco a questo tipo di imprese ma in generale, ma che non possiamo sottacere che nelle Marche hanno costruito insieme a tutte le parti sociali, ai cittadini ed alle comunità locali il benessere di questa regione.
Quindi non posso condividere la demonizzazione tout court a prescindere dell'uno o dell'altro. Faccio un piccolo esempio che riguarda il mio Comune, io ero Sindaco del Comune dove tuttora abito, il mio comune si chiama Morrovalle, noi abbiamo ospitato per circa vent'anni una discarica che, negli ultimi dieci anni, è diventata discarica a servizio di tutta la Provincia di Macerata. Tutti i rifiuti prodotti in tutti i Comuni della provincia di Macerata sono stati allocati in un terreno, in un territorio che è di proprietà del Comune di Morrovalle. Terminata questa nostra disponibilità, nel tempo succeduta poi ad una disponibilità di altri due Comuni che qui voglio citare perché ritengo anche loro encomiabili, Potenza Picena e Tolentino, la nostra Provincia, da circa due anni, porta i rifiuti, con aggravi di costi, nella Provincia di Fermo, perché nonostante la programmazione, nessun altro Comune ha voluto volontariamente accedere all'abbancamento dei rifiuti, che comunque continuiamo tutti indistintamente a produrre.
Io credo che questo sia anche un po' l'esempio di quanto sia difficile ragionare di queste materie complicate che riguardano il territorio, riguardano la vita quotidiana delle persone, riguardano anche preoccupazioni e paure che qualche volta, noi ed a partire da me, contribuiamo per qualche speculazione elettorale o di consenso ad ingigantire, invece di metterci seduti per confrontarci e capire.
Se oggi dobbiamo uscire con una legge, che tra l’altro, io segnalo, non è una legge della Giunta quella che noi oggi discutiamo, ma quella che noi oggi discutiamo è una legge del Consiglio, che è stata approvata nella IV Commissione, mi pare con la quasi totalità dei consensi dei Consiglieri che appartengono alla maggioranza e all'opposizione e che produrrà degli effetti una volta che noi l’avremmo approvata.
E allora ribadisco nell’esame degli emendamenti, io apprezzo lo sforzo che tutti i Consiglieri hanno fatto per cercare di migliorare la legge ma, proprio per la delicatezza della questione su cui noi stiamo attraversando e ragionando, dobbiamo essere certi che quello che noi qui oggi approviamo abbia una sua forza di legittimità. Allora è giusto quello che chiedeva il Consigliere Comi anche rispetto al proprio emendamento, e cioè, di comprendere se il suo sforzo di elaborazione possa poi avere nei confronti dell’obiettivo che si pone - quello di rendere giustizia anche a richieste di cittadini preoccupati o sensibili per vari temi, per vari motivi a questo argomento - sia poi realizzabile nel merito. Io non sono abituata a dire le bugie alle persone, a cui chiedo il consenso e personalmente credo che quasi tutti noi siamo così, e allora bisogna dire con lealtà se quello che noi ci accingiamo ad approvare poi soddisferà il bisogno di alcuni, di tutti o alla fine di nessuno. Il 12 ottobre 2012, quattro giorni fa, la Regione Sardegna, Regione a Statuto speciale, si è vista respingere dalla Corte la sua programmazione riguardo all'elenco delle aree non idonee all'allocamento degli impianti di energia alternativa, perché non ha motivatamente e concretamente definito la tutela del paesaggio. Lì c’è stata l'indicazione delle aree ma alla Corte non è stato sufficiente, riferito, comunque, a una Regione a Statuto speciale che ha una potestà diversa e molto più ampia della nostra. (…) perché non c’era l’adeguata motivazione rispetto alla tutela del paesaggio (…) della distribuzione degli impianti. E’ quello che ho detto.
Io credo che da questo punto di vista la richiesta del Consigliere Comi di verificare dal punto di vista normativo la validità del proprio emendamento sia utile perché ci consente di evitare demagogie e di illudere i cittadini rispetto a provvedimenti che qui vengono assunti e che, probabilmente, causeranno contenziosi ma non la soluzione del problema, così come loro auspicano. Allora dovremmo essere (…) io sono del parere che bisogna farlo sempre. Perché credo e ritengo che la motivazione politica se l'avessimo fatta sulle mozioni che sono state approvate in questo Consiglio, e che hanno poi di fatto obbligato la Giunta ad approfondire dal punto di vista normativo quello che è stato votato nella mozione, perché la mozione che è stata votata a giugno chiedeva alla Giunta di sospendere tout court tutti i provvedimenti, abbiamo chiarito con i nostri uffici legislativi che questo non era possibile, perché lede un diritto e va contro le norme, e i Consigli regionali indipendentemente dalle richieste di risarcimento danni che potranno colpire ognuno di noi, sui quali possiamo anche sorvolare se siamo convinti, non possono essere in contrasto con le norme che l'ordinamento impone a tutti di rispettare.
Io credo che da questo punto di vista un approfondimento tecnico sia necessario ma anche una chiarezza tra di noi perché su questi temi la coerenza e la chiarezza non sono un difetto e saper dire di no, qualche volta, è un valore più grande che dire un si che si sa non andrà a buon fine.
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PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle ore 18,55
La seduta riprende alle ore 19,10.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni.
Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Siamo alla fine della discussione, come è ovvio, interventi interessanti, importanti, alcuni anche dal profilo tecnico. Ognuno di noi si è esposto, ci ha messo la faccia, ha lavorato in Commissione, ha parlato con tutti. Abbiamo cercato di mediare, costruire un percorso che portasse ad una sintesi, la sintesi che ci viene chiesta a noi del Partito di maggioranza relativa, il PD, è la seguente: fare, compiere un atto di responsabilità piena e totale rispetto all’incertezza che su alcuni emendamenti viene posta. E’ stato evidenziato con fermezza anche dal Presidente, più volte, richiamandoci alla certezza delle sentenze e dei pareri di legittimità, così anche per l’ultimo emendamento Comi è sopraggiunta una nota dell’Avvocatura della Regione che lo considera non legittimo.
Allora per pieno e puro senso di responsabilità - anche rispetto a chi, adesso, in questo momento parla e ci mette la faccia, perché su alcuni temi abbiamo avuto anche opinioni diverse, anzi l’emendamento Comi lo abbiamo costruito insieme per cercare di offrire una possibilità - noi crediamo sia giusto e opportuno ritirare gli emendamenti del PD. Chiediamo responsabilmente ai nostri alleati di ritirare gli emendamenti che hanno. Qualora non avvenga il PD non è più disponibile a gestire sedute come questa e richiama la maggioranza ad una profonda riflessione sulla sua tenuta per i prossimi mesi di Governo delle Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. La maggioranza ritira gli emendamenti, io faccio mio quello di Comi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Io credo che secondo il nostro Regolamento Interno un emendamento, su qualsiasi provvedimento, può essere ritirato solo da chi lo presenta. Voglio fare una considerazione, guardate, vi prendete una grossa responsabilità, soprattutto chi, come l’Assessore Giannini, ha firmato la proposta per avere, e lunedì prossimo ne discuteremo, quattro Province. C’è chi oggi chiede la legittimità, lunedì la chiederemo noi, caro Assessore perché ci vuole coerenza, o si guarda sempre alla legittimità o non si guarda mai. Noi stiamo al Regolamento, il Consigliere Comi ha presentato un emendamento , lo può ritirare il Consigliere Comi e noi lo voteremo.
PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli, la dichiarazione di inammissibilità di un emendamento può essere dichiarata dalla Presidenza di questa assise. Io non ho dichiarato l’inammissibilità di questo emendamento, se poi il firmatario lo vuole ritirare questo è nei suoi poteri ma, per quanto mi riguarda, gli emendamenti che sono qua sono tutti ammissibili. Poi ritirare gli emendamenti è possibile.
Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Solo per comunicare che l’Italia dei Valori non ritirerà i suoi emendamenti e li porrà al voto, tra l’altro non credo che una questione di legittimità possa essere discussa in cinque minuti e parlo in merito all’emendamento del Consigliere Comi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Dopo tutte queste ore passate a discutere, vedere questa scena è incredibile. Sul merito dell’emendamento, Presidente, credo che è ancora più imbarazzante il ritiro di un emendamento senza l’unico firmatario. Liberate il Consigliere Comi e, soprattutto, a nome del Gruppo PdL facciamo nostro l’emendamento del Consigliere Comi e lo voteremo.
PRESIDENTE. Diciamo che c’è un piccolo particolare, noi abbiamo in votazione l’emendamento 1/1 di Giorgi, Cardogna, Pieroni.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Quello che ha dichiarato il Presidente del Gruppo PD Ricci è un orientamento politico, poi è chiaro che solo il Consigliere Comi può ritirare l’emendamento e se non c’è l’emendamento rimane, ma è una decisione politica, noi decidiamo che quell’emendamento non lo riconosciamo più, poi, ognuno vota come gli pare, fermo restando che a questo punto il tagliando non è una opzione ma è un obbligo.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1/1
(L’Assemblea legislativa non approva)
A chi non ha preso il voto? (…) Ripetiamo, come abbiamo sempre fatto se c’è un problema di funzionamento del sistema, se no smettiamo e lo facciamo per alzata di mano. (…) Cosa? Su questo non è possibile perché siamo già in votazione, per la prossima mi deve fornire il nome di tre Consiglieri. Si ripete la votazione. Pongo, nuovamente, in votazione l’emendamento n. 1/1.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni. Carloni. Decaduto
Emendamento 1/3 del Consigliere Binci. Decaduto.
Emendamento1/4 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/5 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione per l’appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ricci, Ortenzi, Perazzoli.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Condivido questo emendamento benché io non sia tra i presentatori e lo ha condiviso anche la Commissione, nel momento in cui dice che l’individuazione delle aree non idonee è approvata dall’Assemblea regionale. Io credo che questo sarebbe omogeneo con quanto approvato per le aree non idonee per il fotovoltaico. Le aree non idonee per il fotovoltaico sono state approvate dal Consiglio regionale, quindi mi sembra una richiesta, quella di individuare le aree non idonee, che possa, anzi debba passare come atto di programmazione all’approvazione del Consiglio regionale.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’assemblea non approva)
Emendamento 1/6 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1/7 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/8 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1/9 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione. (…) Se la votazione per appello nominale l’ha chiesta per tutti va bene così.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/10 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/11 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/12 del Consigliere Latini. Ritirato
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Marangoni, Silvetti.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 bis
Emendamento 1 bis/1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna. E' identico agli emendamenti: 1 bis/2, 1 bis/3, 1 bis/4, 1/bis 5, 1 bis/6 e 1 bis/7, quindi, se passa decadono. L’appello nominale lo facciamo anche su tutti gli articoli.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Questo emendamento che è stato poi riproposto, successivamente, anche da altri Consiglieri ripropone l’eccezione che è stata posta dal Consiglio dei Ministri alla legge di VIA regionale. Ripropone ed inserisce quello che manca alla legge regionale di VIA, cioè i criteri di selezione e di valutazione degli impianti a biogas che la direttiva europea impone e che la legge regionale ha inserito, non sotto criteri di selezione, ma all’allegato C della nostra legge di VIA. Ricordo che la nostra legge di VIA, la n. 3 dice che si adegua alla direttiva n. 92/2011 però, anziché, mettere i contenuti dell’allegato 3 della direttiva europea tra i criteri di selezione, quindi di valutazione dell’impatto delle centrali, li mette semplicemente all’allegato C dicendo che sono informazioni da inserire nello studio preliminare ambientale.
La legge regionale di VIA delle Marche ha annacquato, consapevolmente, perché la cita, la direttiva europea. Questo secondo me è un fatto gravissimo e la cosa ancora più grave è che questi criteri, il responsabile del procedimento della Conferenza dei servizi e, quindi, l’ufficio responsabile del procedimento, avrebbero comunque dovuto recepire perché sono in allegato alla legge regionale, seppure tra le informazioni da inserire. Quindi i criteri per la valutazione dei progetti c’erano anche nella nostra legge regionale, se solo qualcuno l’avesse letta intelligentemente e con coscienza. Evidentemente le Conferenze di servizio sono state fatte con lo spirito di accelerare gli investimenti, di dire diamo una botta, nello stesso modo in cui l’Assessore Petrini ha alzato da 250 a 1 megawatt, dicendo diamo una botta agli investimenti perché ci sono, probabilmente, da utilizzare le risorse della Comunità europea e noi dobbiamo essere i primi a spendere, comunque, sia anche se fanno danni al territorio e, secondo me in questo caso abbiamo fatto danni al territorio, perché sarebbe stato sufficiente stare a 250 kilowatt e diffondere a tutte le aziende agricole questa possibilità di integrazione del reddito senza darla, invece, ad aziende che fanno solo attività energetiche. Cioè lasciando fuori gli agricoltori.
Questo emendamento quindi reintroduce i criteri di selezione dell’allegato della direttiva europea, sono fondamentali e vanno inseriti, sono necessari, tutelano e comunque vanno nella direzione dell’impegno che anche alcuni Consiglieri di maggioranza qui hanno preso.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1 bis/1.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/2 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1 bis/2 bis del Consigliere D'Anna. Decaduto
Emendamento 1 bis/3 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/4 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Emendamento 1 bis/5 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/6 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1 bis/6 bis/1 del Consigliere Latini. Ritirato
Emendamento 1 bis/6 bis del Presidente della IV Commissione Giancarli. Ritirato? E’ stato detto dal Capogruppo che sono tutti ritirati gli emendamenti del PD. Giusto?
Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, questo non è un emendamento del gruppo è un emendamento della Commissione ed è emendamento che di fatto inserisce la valutazione di impatto ambientale tenendo conto non soltanto della dimensione ma anche di quei criteri a cui facevo riferimento nel mio intervento, quindi, siamo in linea rispetto al 152 e rispetto alla direttiva europea. Quindi chiedo l’approvazione di questo emendamento.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Giancarli, Giorgi, Latini, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Trenta, Zaffini, Zinni, Giannini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 1 bis/7 dei Consiglieri Giancarli, Ricci. Decaduto
Emendamento 1 bis/7 bis del Consigliere Massi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/8 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/9 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/10 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1 bis/11 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1 bis/12 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Mezzolani, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Acacia Scarpetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/13 del Consigliere Latini.
Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Ritiro l’emendamento per l’esito della discussione che c’è stata e torno ad insistere affinché questo aspetto, che segnalo con l’emendamento, sia poi inserito nel provvedimento che verrà emanato dall’articolo 1 e cioè sostanzialmente l’indicazione delle misure compensative. Dico questo perché in relazione proprio alle sentenze della Corte Costituzionale che ho citato prima, la n. 119, la n. 120 del 2010 vi è stata la pronuncia della Corte sulla legittimità delle azioni delle misure compensative che ritengo, e così lo ritiene a sostegno di quanto afferma anche il Cal, un’efficace azione che in qualche modo può non solo compensare ma prevenire interventi destinati alla realizzazione di impianti a biomasse con la non contestualizzazione nell’ambito dell’aspetto rurale cioè a beneficio delle aziende agricole. Quindi ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/13 è ritirato.
Articolo 2
Sub-emendamento 2/01/1 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Sub-emendamento 2/01/2 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Sub Emendamento 2/01 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/1 del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Zaffini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/2 del Consigliere D'Anna. Decaduto
Sub-emendamento 2/3/1 della Consigliera Giorgi. Ritirato
Sub-emendamento 2/3/2 della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/3 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/4 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Decaduto
Emendamento 2/5 dei Consiglieri Foschi, Carloni, Zinni. Decaduto
Emendamento 2/6 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 2/7 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 2/8 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Decaduto
Emendamento 2/8bis del Consigliere Latini. Decaduto
Emendamento 2/9 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sub-emendamento 2/10/1 dei Consiglieri Donati, Giancarli, Silvetti, Ricci. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta.
Contrari: Marinelli.
Astenuti: Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2/10 a firma dei Consiglieri Donati, Giancarli, Ricci e Silvetti. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Giancarli, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta.
Contrari: Foschi, Giannini, Marinelli, Natali, Zinni.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2 così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Ciriaci, Marinelli, Trenta.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2 bis/1 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Natali, Zaffini.
Contrari: Badiali, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Astenuti: Marinelli.
(L’Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. Ci sono quattro emendamenti sul Coordinamento tecnico, ma sono tutti identici, sul titolo della legge, allora ne votiamo solo uno, io voterei quello della Commissione quindi metterei in votazione l’emendamento del Coordinamento tecnico numero 4 bis gli altri li considero ritirati. Giusto?
Coordinamento tecnico 1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Ritirato
Coordinamento tecnico 2 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Ritirato
Coordinamento tecnico 3 del Consigliere Marangoni. Ritirato
Coordinamento tecnico 4 dei Consiglieri Giancarli, Ricci. Ritirato
Coordinamento tecnico 5 del Consigliere Binci. Ritirato
Coordinamento tecnico 6 del Consigliere Latini. Ritirato
Coordinamento tecnico 4 bis della IV Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Marconi, Marinelli, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni, Bugaro, Trenta.
Contrari: Nessuno
Astenuti: Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva).
PRESIDENTE. Passiamo all’ordine del giorno a firma della Consigliera Giorgi.
Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Non me ne voglia la collega Giorgi, ma io ribadisco la mia posizione che credo è ben nota. Io da parecchio tempo e fino alla fine della legislatura, o, comunque, finché rimarrò qui, non voterò più ordini del giorno perché sappiamo che ci abbiamo riempito le soffitte e non contano assolutamente nulla.
Non voglio assolutamente criticare la buona volontà di chi lo propone e anche di chi lo vota, per quanto mi riguarda come è stato detto prima, siamo pagati per fare le leggi e l’ordine del giorno, purtroppo, non ha mai contato nulla, non c’è stata mai una volta che la Giunta si è vincolata ad un ordine del giorno.
Quindi mi dispiace.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.
Favorevoli: Binci, Bucciarelli, D’Anna, Giorgi, Marangoni, Solazzi.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Latini, Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione della legge, do la parola per le dichiarazioni di voto.
Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Noi, Presidente e Consiglieri, oggi votiamo tutto sommato una legge importante che rende possibile la realizzazione di impianti a biomasse in questa Regione in maniera più attenta e più prudente rispetto ai temi qui sollevati.
Ma al di là di questo, devo dire se la Giunta ascolta, se il Presidente ascolta, ma potrei fare anche a meno di intervenire perché vedo che non interessa più a nessuno, ma le cose le voglio dire.
Innanzi tutto voglio ringraziare i mio Gruppo, perché alcuni Consiglieri del mio Gruppo si sono sacrificati per reggere, con alcuni voti, la richiesta di un voto che mantenesse la coalizione compatta, unita, su un tema importante come quello dell’energia.
Alcuni Consiglieri del PD, tra cui il sottoscritto, avrebbero preferito un’altra soluzione per questa seduta, ma per il solito senso di responsabilità, il mio Partito e i miei colleghi Consiglieri hanno colto la necessità di mantenere una linea di coerenza di una maggioranza e hanno assecondato le richieste della Giunta.
Abbiamo però chiesto il voto per appello nominale e lo guarderemo con attenzione quel voto, in modo che questa situazione non debba più ripetersi, il mio Partito, il mio Gruppo non saranno più disponibili, su temi come questi, in qualche modo a legittimare voti differenti da un ragionamento che si deve fare in maggioranza.
Spero che questa vicenda produca effetti, ma non effetti di chissà quale portata, non ci interessa nemmeno che si arrivi a conclusioni drammatiche, ci mancherebbe altro, ma che produca un dibattito serio all’interno della maggioranza e perché questa questione va avanti ormai da mesi.
Se è vero che i temi strategici sono stati dal Presidente Spacca indicati, quali il lavoro, l’occupazione, la sanità, quello dell’energia da rinnovabile è un tema di grande rilevanza strategica, sul quale, ovviamente, la maggioranza doveva fare quadrato. Così non è stato, per cui credo che una sorta di discussione di verifica deve essere fatta in tempi ravvicinati.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ovviamente voterò contro questa legge voluta da una maggioranza divisa e litigiosa. Sarebbe stato molto più onorevole dire: “abbiamo scelto di autorizzare, nei tempi utili, tutte le centrali a biogas per avere i benefici degli incentivi statali” e non arrivare ad una discussione generale nella quale quasi evitare il pronunciamento del Consigliere che proponeva l’emendamento più pericoloso, quello che chiedeva un giudizio di legittimità ed instaurare tra l’altro una stagione brutta, pericolosa perché, come ho detto prima, coerenza vuole che le stesse persone che qui hanno chiesto il parere di legittimità si vedranno chiedere lo stesso parere sulle loro proposte. Allora Assessore Giannini voglio vedere come lei sosterrà la proposta di quattro Province che è fuori da ogni mondo, che non sia quello clientelare che riguarda il proprio collegio elettorale.
Questo è il mio (…) non può essere legittima perché un pronunciamento del Governo, non può essere legittima. Siccome la politica,però, non è più ascoltare i cittadini, ascoltare il territorio, ascoltare i Sindaci, ma fare quello che ci conviene sul piano elettorale, allora noi ci troviamo qui con la richiesta di dichiarazione di legittimità, con una maggioranza sfilacciata, tanto è vero che diversi Assessori non hanno votato, con un Consigliere Presidente di un’importante Commissione che ha proposto un emendamento importantissimo ed è uscito, e con il capogruppo del PD che dice per senso di responsabilità. Ma responsabilità verso chi?
Verso chi ha deciso, a prescindere, che di doveva chiudere la stalla quando i buoi erano scappati, quando l’autorizzabile era autorizzato.
Questo noi diremo ai cittadini. Veramente, non è stata scritta una grande pagina di democrazia e di sviluppo sostenibile per questa regione.
Potete fare tutti i collaudi che volete, ma guardate quando una macchina non funziona è difficile che un collaudo la rimetta a posto, noi comunque staremo attenti, soprattutto alla coerenza degli Assessori e dei Consiglieri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Sono favorevole all’approvazione di questa legge perché ritengo che avere un dato normativo approvato dall’Assemblea legislativa, che prevede prescrizioni in linea con la normativa europea e quella nazionale, è un passo avanti notevolissimo per rispondere alle tante esigenze che sono emerse, anche attraverso la voce dei cittadini.
Posso comprendere che non è possibile contenere tutto in questa norma, ma è altrettanto vero che il sentiero che ci impongono l’Europa e la legislazione nazionale è così stretto da non poter, in questo frangente, andare oltre quella che è la classica individuazione delle aree non idonee all’istallazione di impianti alimentati da biomasse o biogas.
Può essere una risposta riduttiva o una non risposta, comunque in realtà è un primo importante tassello che se supererà la prova di resistenza della Corte Costituzionale, a cui sarà sicuramente chiamata, è un primo dato fondamentale in questa direzione per le biomasse.
Vorrei che la situazione non venisse demonizzata e che l’impegno che è stato dato alla Giunta, di realizzare il provvedimento applicativo della legge, possa contenere, e lo sottolineo ancora, alcuni spunti emersi che non sono di restrizione della legislazione, rispetto alla legislazione europea, come quelli che ho accennato, e che ripeto, in relazione alle misure compensative da attuare sono un importante disincentivo e un apprezzabile ristoro per la popolazione interessata. Soprattutto la locazione, normativa e regolamentare, circa la situazione degli impianti a biomassa deve essere realizzata tenendo conto di non produrre inquinamento se non a saldo zero.
Questi a mio avviso sono spunti di riflessione che, ancora una volta pongo all’Assessore Donati, affinché nel provvedimento, che verrà emanato, ci sia anche questo aspetto fondamentale.
L’altro aspetto è la fretta che gli uffici devono avere nel realizzare il provvedimento, perché l’articolo 2 della legge, così come approvato, prevede tempi molto stretti per non far incappare gli uffici competenti nella produzione di autorizzazioni che se approvata la legge, potrebbero essere respinte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Voterò contro, la storia si è ripetuta. Abbiamo assistito ad un film già visto, la stessa porcata che è stata fatta con la legge sul fotovoltaico. Abbiamo varato una leggina inefficace e tardiva dopo aver fatto fare tutto e di più. Hanno vinto i comitati di affari di questa Giunta, hanno vinto i compagni di merende di questa Giunta, hanno vinto gli speculatori del biogas. Non gli imprenditori ma gli speculatori. Tanto è vero, lo ha detto il Vicepresidente Petrini, che bisogna difendere i diritti degli speculatori. Questo è stato fatto. Hanno perso decine di migliaia di cittadini che si vedranno questi impianti davanti a casa, che vedranno il loro diritto alla salute minato e nemmeno il VIA abbiamo fatto per accontentarli in qualche modo. Vedranno il loro patrimonio immobiliare dimezzato e questa è la sinistra in questa Regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Una volta si diceva “Fatta la legge trovato l’inganno”, oggi possiamo dire “Fatto l’inganno, trovata la legge”.
Penso che calzi a pennello.
E’ stato citato più volte il discorso del fotovoltaico, io sono stato presente la scorsa legislatura e ricordo che in tempi non sospetti insieme a qualche altro Consigliere presentammo alcune mozioni, cercando di sollevare il dibattito sul fotovoltaico e con esso il discorso relativo alle varie forme alternative di produzione di energia. Ma anche in quel caso, una volta concesse le autorizzazioni e una volta finiti gli incentivi si è poi provveduto a fare una legge. Quello che più o meno sta accadendo oggi.
Ma se non si vuole ascoltare il Consigliere di turno, se non si vogliono ascoltare i comitati, penso che, ed è per questo che la leggo, quanto meno si poteva ascoltare chi da tempo segue con molta attenzione la questione ambientale e fa proposte a volte in collaborazione con la Regione, mi riferisco a Legambiente.
Legambiente nel 2010 inviò al Presidente Spacca e per conoscenza all’Assessore Donati una lettera con la quale invitava a prendere quei provvedimenti che poi purtroppo non sono stati presi. Qualche giorno fa ha voluto ricordare quella lettera, inviandone una anche a noi Consiglieri, relativa anche a progetti già avviati, tra i quali c’è anche una proposta che può essere condivisibile quando dice che “per quanto riguarda i progetti già approvati chiediamo di aprire immediatamente un tavolo di confronto per verificare la corrispondenza dei progetti al perseguimento dei corretti e reali obiettivi ambientali”. Ma la cosa interessante è la lettera del novembre del 2010 e se quella proposta fosse stata ascoltata io credo che oggi non saremo qui a dividerci su questioni di fondamentale importanza per la nostra regione. Nella proposta si parlava, per esempio, di integrare gli impianti nel paesaggio e nel territorio e di garantire trasparenza e legalità. E questo non è emerso. Si parlava di creare le condizioni per cui gli impianti potevano diventare un’opportunità per bonificare, recuperare aree marginali o dismesse e, nelle aree agricole, per integrare il reddito degli agricoltori e si invitava le amministrazioni comunali ad accompagnare questi processi attraverso la definizione di piani energetici e una revisione dei propri strumenti urbanistici. Questo non è accaduto nonostante le proposte non siano venute solo dai Consiglieri ma anche da associazioni come appunto Legambiente, che penso sia al di sopra di ogni sospetto da questo punto di vista.
E’ evidente che per il mancato recepimento di una serie di emendamenti proposti, sia da esponenti dell’opposizione che della maggioranza, tra cui l’emendamento importante e condivisibile del Consigliere Comi - che non ha avuto un riscontro ma che addirittura è uscito dall’Aula, come è uscito dall’Aula anche l’Assessore Eusebi - non si possa far altro che prendere atto che questa legge non è neanche apprezzata dalla maggioranza, quindi, anche il nostro voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Oggi, ritengo che da quest’Aula sia venuto fuori, per vari motivi, un pasticcio. Primo: dovremmo sostanzialmente delegare la Regione, intesa come Giunta, a fare un regolamento in cui si individuano le aree non idonee quando invece dovrebbe essere l’Aula a fare una tale legge. Io non ho nessuna intenzione di delegare alla Giunta la redazione di un regolamento, per un semplice motivo: conosco personalmente un caso in cui è stata autorizzata la costruzione di una centrale in una zona già dichiarata non idonea perché classificata come zona A. La zona classificata come A è quella in cui le emissioni sono troppe e bisogna ridurle, non bisogna aumentarle. La Regione pur avendo dichiarato quella zona come A, quindi non idonea, ha autorizzato. Figuriamoci se io delego a chi ha già fatto errori in questo senso e gli do un’ulteriore delega in bianco ad andare avanti in questa direzione.
Questo è il primo aspetto che non mi convince.
Il secondo aspetto è che abbiamo fatto un’anatra zoppa, Presidente Giancarli, in parte con un emendamento riconosciamo che la legge n. 3 l’abbiamo fatta male. Andiamo a leggere come viene fuori questa legge e riconosciamo che la legge n. 3 va modificata tanto che diciamo che i progetti di cui agli allegati B1 e B2, che con la legge n. 3, avete detto, sono senza valutazione di impatto ambientale e che prevedono soglie dimensionali al di sotto di quelle … sono sottoposte a verifiche di assoggettabilità a VIA qualora producano impatti significativi e negativi sull’ambiente, come dire che quelli fino a ieri anche se producevano impatti negativi e significativi sull’ambiente sono stati autorizzati ugualmente tanto che oggi ci mettiamo la pezza.
Fate voi queste ammissioni! Come pure il secondo punto dove andiamo a dire che il proponente se vuole, sugli impianti - quelli che la Corte ci obbliga ad indicare non solo in base alle dimensioni ma ad indicare se sono assoggettabili più o meno a VIA anche secondo altri criteri – se vuole può fare la valutazione di impatto ambientale. Ma siamo un’Assemblea legislativa o siamo un organo così, che dice ai privati fate come vi pare se volete la fate, se volete non la fate.
Ma che roba è? Davvero è un’ammissione di colpevolezza aver fatto la legge n. 3 che io non ho votato e non voto nemmeno questa perché è anche peggiore di quella che è uscita l’altra volta. Sulla norma transitoria poi, scusatemi, ma dite che fino a ieri le aree idonee non erano indicate e le richieste di autorizzazione potevano presentarle dove volevano ed oggi a quelli che si accingono a presentare le richieste cambiate le regole in corso. Secondo me non è perfettamente opportuno neanche da questo punto di vista.
Quindi per queste tre motivazioni, più che salienti, non voterò la legge e vi chiedo anche di liberare il Consigliere Comi perché è stato davvero indecente l’atteggiamento del Partito Democratico.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Prendo la parola per dichiarare la posizione del Partito Socialista e del Gruppo consiliare del Partito Socialista in merito alla legge nella sua complessità e dichiariamo che noi voteremo questa legge.
E’ vero l’ho detto con grande chiarezza, nell’intervento precedente, l’ho detto con grande linearità questa legge che oggi vede la luce in Aula poteva essere sicuramente portata alla discussione mesi fa. Per quello che mi riguarda, io ed il mio Gruppo, non ci sentiamo assolutamente messi in discussione. Rispetto le affermazioni fatte dal Consigliere Ricci ma non le condivido, in quanto non è pensabile che se un Consigliere ritiene di portare avanti all’interno della legge un pensiero che riguarda uno specifico argomento e, poi vota la legge nel suo complesso, questo sia, come dire, un atto di lesa maestà. Siamo, sicuramente, pronti al confronto, pronti a discutere serenamente un percorso da portare avanti in futuro, ma non ci sentiamo assolutamente messi in discussione per quello che riguarda il rispetto della nostra posizione all’interno della maggioranza stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Io ritorno alle tre parole cardine di questa giornata: coscienza, conoscenza e merito ed in base a quelle io e l’Italia dei Valori abbiamo fatto una battaglia nella quale credevamo.
Respingo le parole che ha detto il Consigliere Ricci non solo non le condivido, ma le respingo, sicuramente dovrà esserci un chiarimento all’interno della maggioranza per come è stata condotta questa cosa.
Comunque la legge naturalmente va votata, perché è un passo avanti, anche se piccolo e non totalmente soddisfacente, verso una strada che andava intrapresa ben quattro mesi fa.
PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale chiesto a nome dei consiglieri Ricci, Ortenzi, Perazzoli, le proposte di legge nn. 216, 223, 228, 244, 245 nel testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”, così come emendato.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni, Foschi.
Astenuti: Nessuno
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ultima comunicazione che ho fatto prima alla Conferenza dei Capigruppo e che faccio ora anche in Aula. Il Consiglio previsto per martedì è anticipato a lunedì 22 ottobre, in quanto la proposta per il ridisegno delle Province deve essere data entro martedì, quindi, il Consiglio è convocato con lo stesso orario lunedì prossimo. Dichiaro chiusa la seduta.
La seduta termina alle ore 20,05
La seduta inizia alle ore 15,10
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 92 del 9 ottobre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 253 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifiche alla l.r. 10 agosto 1988, n. 34 'Finanziamento delle attività dei Gruppi consiliari'”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 254 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modalità di esercizio delle medicine complementari”, assegnata alla V Commissione in sede referente e trasmessa alla I e III Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno;
- n. 255 in data 5 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Marangoni, Ortenzi, concernente: “Test antidroga per i Consiglieri e gli Assessori della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di deliberazione amministrativa:
- n. 11 in data 11 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Riordino delle Province della Regione Marche: rinuncia alle cinque Province marchigiane ai sensi del 'riordino facoltativo' previsto dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 12 in data 10 ottobre, ad iniziativa della Consigliera Giorgi, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente (successivamente ritirata con nota n. 7875 del 15 ottobre 2012);
- n. 13 in data 10 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Ortenzi, Romagnoli, Silvetti, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 14 in data 10 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giannini, concernente: “Proposta di riordino delle Province della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 15 in data 10 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marconi, concernente: “Proposta di riordino delle Province della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 16 in data 10 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Proposta di riordino delle Province ubicate nella Regione Marche ai sensi dell'art. 17 comma 3 del D.L. 6/7/2012 n. 95 convertito con legge 135/2012”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 415 della Consigliera Ciriaci “Riordino delle Province”;
- n. 416 dei Consiglieri Ricci, D’Anna “Ricovero degli utenti psichiatrici marchigiani in strutture della regione di appartenenza”;
- n. 417 del Consigliere Latini “Istituzione punti franchi ad Ancona e Livorno”.
Comunico, inoltre, che:
- con decreto n. 34 del 15 ottobre 2012 ho provveduto alla sostituzione di un componente il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (CREL) – art. 2, comma 1, lett. i), della l.r. 15/2008;
- in data 4 ottobre 2012 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 3 della legge regionale del 1 agosto 2012, n. 26 “Misure urgenti in materia di contenimento della spesa” per contrasto con gli artt. 3, 97 e 117, comma 3, della Costituzione.
Hanno chiesto congedo l’Assessore Luchetti e il Consigliere Cardogna.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno.
Colleghi Consiglieri la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha concordato, e se siete d'accordo, ottemperiamo a quanto stabilito, di saltare i punti 1 e 2 e iniziare i lavori di questa seduta dal punto n. 3 concernente le proposte di legge nn. 216, 223, 228, 244, 245 abbinate, testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”. Non ci sono obiezioni a quanto concordato dall'Ufficio di Presidenza con i Presidenti dei Gruppi, quindi, direi di partire dal punto 3.
Proposta di legge regionale n. 216
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Individuazione delle aree non idonee all'istallazione degli impianti termici, per la produzione di energia elettrica, alimentati a biogas o biomasse”
Proposta di legge regionale n. 223
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Norme in materia di produzione di energia rinnovabile da impianti alimentati a biogas”
Proposta di legge regionale n. 228
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Aree e siti non idonei all'istallazione di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse”
Proposta di legge regionale n. 244
ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, Silvetti, Acquaroli, Giorgi, Comi
“Aree non idonee all'istallazione di impianti a biomasse e biogas”
Proposta di legge regionale n. 245
ad iniziativa della Consigliera Giorgi
“Sospensione autorizzazioni impianti a biomasse e biogas”
Testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 216 ad iniziativa del Consigliere Pieroni, n. 223 del Consigliere Carloni, n. 228 del Consigliere Latini, n. 244 dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, Silvetti, Acquaroli, Giorgi, Comi, n. 245 della Consigliera Giorgi, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa legge, seppure di grande importanza, interviene nel campo delle energie rinnovabili, è una legge di due singoli articoli.
Sul tema dell'energia rinnovabile la Regione Marche ha le carte in regola, nel senso che andando a verificare - forse i Consiglieri non l'hanno fatto, magari sono dibattiti che si svolgono mentre si discute la vicenda specifica - l'energia rinnovabile prodotta dal sistema fotovoltaico, si registra qualcosa come 900 megawatt a regime prodotti nelle Marche, una quantità svariate volte più alta rispetto a quelli che sono gli strumenti di programmazione che noi abbiamo approvato.
Ovviamente siamo intervenuti nel campo del fotovoltaico, oggi parliamo di un'altra cosa, parliamo di biogas e biomasse. Siamo intervenuti nel campo del fotovoltaico, siamo intervenuti con l'adozione di linee guida, con l'individuazione di aree non idonee perché ci siamo resi conto che il rischio era quello di una proliferazione, non ben controllata, che rischiava di avere un impatto forte sul paesaggio rurale e sull'ambiente della regione Marche.
L'abbiamo fatto un po' di tempo fa, abbiamo votato in quest'Aula le linee guida che contenevano le aree non idonee ed oggi il fotovoltaico è, credo, al limite dei progetti richiesti, perché siamo in una soglia molto alta rispetto a ciò che noi avevamo individuato nei nostri strumenti di programmazione.
Oggi facciamo la stessa cosa, nel senso che anche per gli impianti di biomasse e biogas ci doteremo di un strumento di zonizzazione per l'individuazione delle aree non idonee e realizzeremo in maniera più prudente, più attenta ai temi dell'ambiente, alle richieste dei territori, con una attenzione particolare alle ricadute sulla salute e sul paesaggio. Anche se tutti gli indicatori che noi abbiamo, è ovvio, dico cose scontate, ci indicano che gli impianti di biogas non hanno nessun effetto sulla salute e a livello europeo il dato è certo, l'immissione e l'impatto sul territorio e, in modo particolare, sulla salute delle persone è un impatto che non esiste. Un'altra cosa potrebbe essere la biomassa però sul biogas siamo tranquilli da questo punto di vista.
Nel frattempo la Regione ha autorizzato degli impianti, mi pare che i progetti di biogas autorizzati siano 15 prima ancora che noi facessimo questa proposta di legge che invita la Regione a produrre un documento di indirizzo sulle linee guida, altri sono ovviamente in fase istruttoria, così come non sappiamo poi se per il futuro ci saranno altri progetti.
Tenete conto che la Comunità Europea ci chiede con le sue direttive di arrivare al 15,4% dei consumi totali di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 e che noi, come Regione Marche, secondo dati dello Stato siamo al 2,6%, e questo è un dato - io ne parlavo con gli uffici - che sarebbe da chiarire un po' meglio, da specificare meglio, ma nonostante siamo arrivati ad una quota molto considerevole di energia prodotta con il fotovoltaico e, nonostante, ci sono altre forme di produzione di energia elettrica dal rinnovabile, dobbiamo puntare al 14,8% e siamo al 2,6%. Dovremo recuperare questo gap, secondo le direttive comunitarie, entro otto anni perché il 2020 è alle porte.
Ma il dato ancora più strano è il punto di riferimento a cui noi dobbiamo guardare, noi dovremo incrementare del 124% l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e del 1095% l'energia termica secondo i parametri indicati dalla Comunità Europea. Questa ipotesi, questa previsione è stata accettata da tutti i Paesi Comunitari. Significa che noi dobbiamo puntare alla cogenerazione, a produrre cioè energia elettrica ed energia termica fino a quel livello per arrivare al risparmio, alla tutela ambientale ed alla tutela della salute.
Se noi dovessimo in qualche modo rispettare queste indicazioni, l'unico modo per avere la cogenerazione è da impianti a biomassa ed a biogas, perché sono i soli che ci permettono, non certo il fotovoltaico o l'eolico, di mettere in campo una cogenerazione, produrre cioè anche energia termica.
Per cui la Regione Marche ha di fronte una sfida notevole, sulla quale il mio Gruppo, il mio Partito, la Giunta, la maggioranza hanno come obiettivo principale quello di poter dire che, così come il fotovoltaico, anche per le altre forme di energia rinnovabile da biomassa si può in qualche modo arrivare a quegli indicatori che vengono posti dalla Comunità Europea.
Pensate che in Toscana sono state progettate e presto verranno realizzate 70 centrali a biomasse da un megawatt, cioè una grande distribuzione capillare sul territorio di piccole centrali a biomassa da un megawatt di potenza, quindi anche noi ci stiamo avvicinando.
Oggi, ovviamente, c'è una legge che in qualche modo anticipa ciò che la Comunità Europea ci chiede, anticipa la modifica più puntuale, più attenta del nostro Piano Energetico Ambientale Regionale, il PEAR, perché secondo i parametri europei dovremo arrivare a quel contingentamento di energia elettrica da rinnovabili del 14% attraverso una modifica del Piano Energetico.
Oggi noi con questa legge, diamo mandato per realizzare la zonizzazione e va fatta in quaranta giorni. La legge è formata da due piccoli articoli. L'articolo uno dice che verranno individualizzate entro quaranta giorni le aree non idonee per la realizzazione degli impianti a biomassa e biogas. L'articolo 2 prevede che tutti i progetti in itinere siano sospesi.
Io voglio segnalare due aspetti abbastanza critici di questo percorso che ci ha portato, addirittura, a rinviare, tre volte in questa Aula, la discussione. Certamente se fossimo stati più attenti, avremmo raggiunto l'obiettivo di votare questa legge, qualche mese fa. Forse avremmo limitato la discussione, la polemica, le difficoltà di percorso che oggi in qualche modo recuperiamo. L'altra cosa è che in tutto questo dibattito ciò che è emerso, in questi mesi, è la difficoltà di mettere in campo - ma non è una questione solo politica, molto spesso è anche una questione legata alle norme, alla possibilità di farlo - una concertazione non troppo impegnata sui territori. Questo elemento è mancato, i Sindaci, i territori in qualche modo potevano essere considerati un po' di più, attraverso non solo i tavoli delle Conferenze dei servizi, ma attraverso forme che ora potremo anche individuare all'interno delle linee guida, all'interno delle modifiche del PEAR. Trovare, cioè, il modo e le forme di dare maggiore responsabilità, maggiore possibilità di incidere ai Sindaci dei territori di questa regione.
Questi sono i due elementi che io ho registrato come elementi che hanno condizionato in parte il dibattito su cui oggi ci stiamo misurando. Da una parte, lo ripeto, non aver avuto un po' prima queste linee guida, questa individuazione delle aree non idonee e dall'altra una possibilità ulteriore di concertazione con i nostri territori.
Ci sono alcuni emendamenti a questa proposta di legge, li vedremo successivamente, sono della Commissione, ovviamente. Uno dei quali è parte integrante del testo stesso, in quanto è un emendamento che interviene introducendo alcuni parametri in più per valutare la possibilità di dire si o no ad un impianto, parametri che non sono solo quelli del limite dimensionale, dei megawatt o dei chilowatt, ma sono altri parametri che, in qualche modo, tendano a tutelare ancora di più il territorio, la salute dei cittadini e l'ambiente stesso.
E' una legge abbastanza semplice che recupera un gap temporale e che rende possibile in maniera più equilibrata, sempre tendendo alla possibilità di raggiungere gli obiettivi che la Comunità Europea ci impone, di realizzare in questa Regione gli impianti di energia rinnovabile in modo particolare da biogas e da biomassa.
Presidenza della Vicepresidenza
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.
Massimo BINCI. La questione che andiamo ad affrontare è una questione importante, è una questione che parte da lontano, e che si è venuta a creare principalmente, io individuo il punto di partenza nell'ottobre dello scorso anno, quando all'interno del rendiconto di bilancio è stato inserito l'aumento della soglia di VIA per questo tipo di impianti a 250 Kilowatt ad 1 megawatt. Guarda caso tutte le autorizzazioni, da quel momento in poi, su questo progetto sono passate da 249 a 999 Kilowatt, quindi sotto la soglia del megawatt, e si è quadruplicata questa tipologia di impianti. Quadruplicando tutti quelli che sono considerati gli effetti negativi, da tutti i punti di vista, dall'impatto con i cittadini, che risiedono nelle vicinanze, all'aspetto agronomico.
Ho criticato l'Assessore Petrini perché con questo aumento si andava a quadruplicare la quantità di ettari di territorio regionale che veniva dedicato a culture dedicate a biomasse e, quindi, si sacrificavano - calcolando cinquecento ettari minimo per megawatt - colture dedicate a mais, insilato ed altri cereali, per produrre biogas e si bloccavano almeno 20.000 ettari di terreno irriguo, perché questo viene descritto come tipologia di terreno per la produzione di energia.
Ancora a gennaio nella redazione della modifica di legge di VIA, avevo presentato emendamenti per riportare quel limite a 250 Kilowatt, non sono passati e adesso andiamo ad affrontare questa tematica che già a giugno, il Consiglio regionale nella sua interezza, aveva detto di voler affrontare, ridimensionare e sistemare perché il problema è anche riguardo al percorso autorizzativo ed alla possibilità, da parte dei territori, dei Sindaci, dei cittadini di partecipare alle Conferenze di servizio.
Queste Conferenze di servizio sono state finora Conferenze di servizio semplificate in cui tutti quelli che potevano partecipare, tutti gli interessati, i cittadini, i Sindaci, i territori, potevano solo esprimere un parere, che non è mai stato tenuto conto all'interno della Conferenza di servizio.
Quello che qui è stato chiesto, anche attraverso l'ordine del giorno, è stato quello di valutare al di la del limite di VIA, che non può essere considerata solo la soglia dimensionale unico parametro di valutazione degli impianti,- come tra l'altro è stato anche deciso dal Consiglio dei Ministri che ha impugnato la legge su questi aspetti - ma bisogna tenere conto anche dell'impatto sulla popolazione, dell'impatto sull'ecosistema, dell'impatto sul territorio agricolo, della partecipazione all'interno delle Conferenze dei servizi e, quindi, della democrazia delle Conferenze dei servizi. Tener conto di tutti questi aspetti che sono all'interno della direttiva europea e con alcuni emendamenti, presentati da diversi Consiglieri, tra cui il sottoscritto, modificare questa proposta di legge. Affinché i futuri provvedimenti - e questo è stato recepito anche da un emendamento del Presidente della Commissione Ricci ed da altri emendamenti di Consiglieri di maggioranza e di minoranza - ed anche i provvedimenti autorizzativi già rilasciati vengano verificati alla luce di quello che prevede la direttiva europea, ovvero non solo la soglia dimensionale ma anche il rispetto della sicurezza, dell'impatto cumulativo, dell'uso agronomico dei terreni e quindi dell'impatto anche sul territorio sia dal punto paesaggistico che dal punto di vista agricolo.
La riflessione sull'energia. La Comunità Europea ha individuato una suddivisione di quote di energia rinnovabile per ogni paese e l'Italia ha fatto un'ulteriore suddivisione di quote di energia rinnovabile da produrre per ogni singola Regione. Si dice che per le Marche c'è una particolare spinta, è prevista una forte quantità di energia rinnovabile da biomasse perché le biomasse permettono lo sviluppo di energia termica, però, noi qui non andiamo a vedere una cosa importante: tutte le centrali a biomasse realizzate nelle Marche producono solo energia elettrica che arriva ad un massimo dell'efficienza del 40% e non c'è nessun progetto che preveda l'utilizzo dell'energia termica che viene dispersa. Quindi noi utilizziamo nella maniera più inappropriata le biomasse, utilizziamo le biomasse nel modo in cui c'è la peggiore efficienza energetica.
Le biomasse hanno un senso innanzitutto non con colture dedicate ma con scarti di lavorazione, e questo sia per un fatto etico, sia per un fatto di tutela dei territori votati alle migliori produzioni agricole. Non riesco a capire come si fa a parlare di agricoltura di qualità nelle Marche quando i territori irrigui, quindi i più produttivi che possono essere dedicati alle colture tipo la floro-vivaistica, le serrre, eccetera ad alta densità di produzione, vengono bruciate con le produzioni energetiche.
E' mancato anche il ruolo dell'Assessorato all'agricoltura e della Regione, dal momento che con i fondi del PSR c'è una forte quota di contributi da dedicare allo sviluppo delle energie legate all'agricoltura, si sarebbe dovuto dare la premialità, si alle biomasse, no a colture dedicate ma a scarti di lavorazione, o liquami per allevamenti, eccetera, abbinate alla cogenerazione.
Il premio regionale doveva e deve essere dedicato alla maggiore efficienza energetica possibile, allora così si ha uno sviluppo anche della filiera di qualità, perché la filiera del bruciare, del produrre gas per bruciarlo in cui c'è un'efficienza del 40% massimo ed il 60% di energia viene buttata in aria, non è certamente uno sviluppo delle migliori tecnologie. Migliori tecnologie che andrebbero anche valutate all'interno del procedimento autorizzativo ed andrebbero applicate anche alle centrali già autorizzate, perché è un prerequisito che va aggiornato e che, quindi, a tutela della salute dei cittadini, e della sicurezza dei cittadini, l'ufficio regionale competente dovrebbe valutare.
E' importate che si scrivano nuove regole, quindi, la valutazione ai sensi dell'allegato della direttiva europea che va oltre la soglia dimensionale, e si analizzino tutti gli impatti delle realizzazioni delle centrali, ma che questo si verifichi anche su quelle già autorizzate, su quelle già realizzate e si verifichi se sono state utilizzate le migliori tecnologie ed eventualmente imporle.
Questa è la discussione che oggi ci accingiamo ad affrontare, spero che questo Consiglio riesca a tenere conto di quelle che sono le necessità delle popolazioni ed anche le necessità, per esempio, della nostra agricoltura. Ricordo che la Coldiretti ha sposato in pieno la condanna di questo tipo di produzione di energia. Condannando il fatto che è un'energia che viene da prodotti dedicati e condannando il fatto che la maggior parte di queste iniziative non sono promosse da agricoltori e, quindi, non c'è una ricaduta sul settore che dovrebbe essere il principale interessato a sviluppare questi tipi di energia.
La produzione di energia da biomasse agricole dovrebbe essere un aiuto, un'economia complementare che i nostri agricoltori dovrebbero sviluppare per, in qualche modo, integrare il loro reddito e non per sviluppare il land gabbring cioè la cattura dei terreni da parte di quelle società che producono energia ai danni degli agricoltori che sono in difficoltà economica.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Ha la parola l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Il mio intervento vuole ribadire la chiara posizione della Giunta e aggiungere alcune considerazioni sugli obiettivi e sulle azioni dell'Assessorato all'Ambiente, Energia e Green Economy.
L'articolato che ci si appresta a votare rappresenta la sintesi delle varie proposte di legge presentate. Questo significa che ci si è posti, come ho già ripetuto in diverse sedi, l'obiettivo fondamentale - ripeto fondamentale - della salute e della tutela ambientale, ma anche della competitività e degli impegni presi dalla Regione Marche verso il Governo e l'Unione Europea in materia di fonti energetiche rinnovabili.
Sappiamo che questo atto normativo non rappresenta l'obiettivo definitivo, la Regione dovrà rivedere il quadro di intervento per tutti gli impianti legati alle energie rinnovabili, ma soprattutto dovrà procedere rapidamente con la revisione del Piano Energetico Ambientale Regionale.
Questo accadrà nei prossimi mesi, perché le politiche energetiche nel territorio marchigiano hanno e devono avere massimo rispetto per la salute dei cittadini, la valutazione seria degli impatti ambientali e la tutela del paesaggio, ma devono tenere conto anche di obiettivi nazionali ed europei a cui non possiamo non rispondere. Voglio richiamare quindi alla massima sinergia, perché con tutti i livelli istituzionali si possa giungere a dare risposte certe al mutato quadro energetico che fortemente incide sul contesto territoriale e ambientale, nonché su quello economico.
E' noto che la bolletta energetica in Italia è tra le più care d'Europa. E' noto anche che molti investitori rinunciano ad avviare attività in questo Paese dopo aver valutato gli altissimi costi energetici.
E sottolineo nuovamente - perché componente fondamentale - che la Green Economy rappresenta anche la fonte di sviluppo e quindi occupazionale più significativa in questo momento di lacerante crisi economico-sociale, che non risparmia purtroppo la nostra Regione.
La Giunta ha chiari obiettivi che sono quelli legati al proprio programma di Governo che vuole che la politica energetica sia chiaramente indirizzata, ormai, dalla data ufficiale del 2005, cioè dall'approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale, alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
In questi ultimi anni il panorama delle fonti per la produzione di energia è cambiato tantissimo: tecnologie, incentivi, piani e programmi ne hanno condizionato, nel bene e nel male, I'evoluzione rapidissima. In questa Regione è stato così soprattutto per il fotovoltaico, ma non è stato altrettanto per le altre fonti: eolico, biomasse e biogas, geotermia, per citarne alcune.
Abbiamo cercato di sostenere anche il settore pubblico con bandi legati all'efficienza e risparmio energetico nell'illuminazione pubblica, negli impianti di biomasse, impianti cogenerativi, con il fotovoltaico che avremmo voluto fortemente sulle coperture (non dimenticate la conquista dell'incentivo raddoppiato a livello nazionale per la rimozione dell'amianto delle coperture).
Mio impegno sarà quello di reperire ancora risorse, pur nella difficilissima situazione economica della Regione, per far si che il settore pubblico possa contare in futuro su un sostegno concreto.
Allora impegnamoci ancora di più, perché quando si parla di salute si possa pensare a forti sinergie per migliorare un settore dove salute e ambiente sono elementi indiscutibili.
Altre Regioni hanno rilasciato autorizzazioni per gli impianti oggetto della proposta di legge in discussione: in alcune zone d'Italia tali impianti, come in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono funzionanti e garantiscono fonti di approvvigionamento energetico alternativo a quello fossile.
Dall'approvazione del PEAR (nel 2005) ad oggi, nelle Marche sono stati autorizzati 21 impianti biogas per la produzione di energia elettrica, di cui 19 con potenza inferiore al Megawatt e due con potenza appena superiore. Esistono 4 impianti con iter ancora non concluso. Mi pare che il dato si commenti da solo e che confrontato con quello delle Regioni citate (la sola provincia di Modena ha autorizzato un centinaio di impianti), notoriamente attente a salute, ambiente e paesaggio possa supportare una più serena valutazione del problema.
Torno a ribadire: questi impianti non sono nocivi, il loro impatto è ormai supportato da tecnologie avanzate. Quello che va incentivata è la valorizzazione della filiera corta e tutelato il rapporto con la produzione agricola e forestale.
Difendo l'operato della struttura tecnica regionale, gli uffici sono stati sempre impegnati con grande competenza e rigore negli iter istruttori. Mi auguro che, a parte i pochi casi, di accesa polemica, la struttura regionale abbia fornito supporto con la massima disponibilità ed efficienza e continuerà a farlo.
I ricorsi presentati alle autorizzazioni rilasciate dalla Regione, sono stati tutti respinti dal TAR.
Ho sentito citare molto poco in queste settimane un atto di indirizzo della Giunta regionale che risale al 1 agosto scorso.
Con la Delibera n. 1191 sono stati definiti alcuni criteri per ridurre gli impatti ambientali e credo ciò non sia di poco conto. La delibera regionale ha un obiettivo preciso: quello di richiamare ad una uniformità tecnico-amministrativa gli atti per il rilascio delle autorizzazioni per impianti a biomasse e biogas, all'interno di un contesto che tiene conto anche del quadro complesso legato a tali procedimenti, come quello in particolare delle polveri sottili e dei prodotti di scarto in uscita dagli impianti. Coinvolgendo in modo più definito anche i soggetti quali I'ARPAM che contribuiscono alla valutazione degli impatti ambientali di questi impianti.
Ma abbiamo anche impegni che ci legano agli obiettivi strategici nazionali, rispondenti alle direttive europee: mi riferisco al cosiddetto burden sharing, di cui al Decreto ministeriale del 15 marzo 2012.
L'impegno a raggiungere il 15,4% di consumi finali (sia termici che elettrici) da fonti rinnovabili entro il 2020, per la nostra Regione è un obiettivo ancora lontanissimo. La nostra produzione energetica da fonti rinnovabili, come dato acquisito dal DM 15 marzo 2012, è circa il 2,6% (cioè circa 1100 GWh/anno a fronte del raggiungimento di circa 6200 GWh/anno), lasciando quindi a poche cifre il compito di evidenziarvi il quadro di riferimento attuale.
Vi rammento le fasi intermedie del percorso definito dal burden sharing al 2020 per la nostra Regione: nel 2012 il 6,7% di energia prodotta da fonti rinnovabili, nel 2014 l'8,3%, nel 2016 il 10,2%, nel 2018 il 12,4% e infine il 15,4%, come già sottolineato, nel 2020. Per questo è necessario regolamentare in maniera chiara, ma è necessario individuare altresì criteri che possano comunque sostenere la crescita ed il raggiungimento di obiettivi significativi, considerato anche che al mancato rispetto degli impegni si associano sanzioni e la procedura di commissariamento già a partire dal 2017, con un inevitabile prelievo di risorse economiche dal bilancio regionale.
Vi prego di prestare attenzione anche a quest'ultima informazione, che ci richiama ad un grande rigore e alla responsabilità di governo di questa Regione.
L'avviata revisione del PEAR, che ha visto siglato in luglio 2012 un accordo di collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche, con una scadenza di nove mesi, si appresta oggi con la proposta di legge in discussione alla redazione dello stralcio del PEAR per la individuazione delle aree non idonee, come da decisione di Giunta della seduta del 15 settembre, tenuto conto anche di quanto espresso nella mozione consiliare approvata.
Chiedo all'Aula di valutare seriamente e con pacatezza la congruenza degli obiettivi della proposta di legge in relazione alla tempistica, richiamando a senso di responsabilità che è necessario assumersi nel voler applicare moratorie e/o sospensioni se, come è ben noto anche dal parere dell'Avvocatura regionale, esse potrebbero essere oggetto di richieste di risarcimento di danno pecuniario da parte dei privati.
Citando il parere dell'avvocatura, vi riporto ""Alla stregua di tale arresto, sono state cassate per incostituzionalità norme regionali che hanno introdotto deroghe al termine massimo per la conclusione del procedimento autorizzatorio, stabilendo sospensioni temporali, non solo per il rilascio delle autorizzazioni, ma anche per la realizzazione di impianti già assentiti, in quanto elusivi del principio fondamentale di semplificazione e celerità amministrativa, risultando poi inutile il rilascio medesimo ove ad esso non consegua la possibilità del suo concreto utilizzo" (Sent. N. 124 del 2010).
Un ultimo aspetto - e chiudo il mio intervento - che voglio chiarire una volta per tutte: non ho mai incontrato alcuna ditta né alcun comitato e questo penso possa smentire quanti hanno insinuato il contrario.
Detto ciò, dichiaro il mio voto favorevole alla proposta di legge in discussione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Vorrei soltanto sottolineare alcuni aspetti che poi tra l'altro sono stati già evidenziati.
Stiamo decidendo su argomenti, discutiamo su argomenti che non sono assolutamente transitori, così come ho visto nelle norme all'interno della proposta di legge, ma dobbiamo individuare posizioni che siano assolutamente chiare e identificabili.
Noi abbiamo riscontrato più volte sia delle indicazioni del Consiglio che, così com'è stato fatto, anche del CAL, che proprio sulla legge che oggi stiamo discutendo esprime parere favorevole condizionato alla riapertura dei procedimenti al fine specifico di verificare l'identificazione e le misure di quelli che sono stati già approvati. Quindi, con questo mio intervento voglio assolutamente sottolineare l'attenzione alla volontà del cittadino e di chiunque dovrà poi convivere con una realtà del genere. Sottolineo il loro diritto a conoscere la quantità, la qualità, la salubrità così come aveva sollecitato l'Assessore. Conoscenza massima, non diniego di tutto ciò che comunque è produttivo e reale del nostro territorio, ma condivisione e chiarezza fatta prima e non dopo l'autorizzazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Vorrei dire all'Assessore che malgrado io mi reputi un padano, noi non siamo in Padania, non siamo la pianura padana che ha estensioni territoriali agricole immense e lì, quindi, si capisce come sia possibile che ci siano molte più richieste, visto che c'è una estensione evidente di territorio per poter produrre il materiale da conferire poi in questi impianti.
Voglio dire che i cittadini, purtroppo per voi, non si fanno più ingannare, non si fanno prendere in giro dalle belle parole, dai bei progetti, e qui è evidente a tutti. Come è successo con il fotovoltaico, come poteva avvenire già con il termovalorizzatore di Schieppe, io parlo della mia Provincia, un impianto da 60 MW termici che veniva fatto passare come impianto a biomasse, ma sappiamo bene che ovviamente non era possibile realizzare una biomassa del genere in un territorio del genere.
Come potrà avvenire con l'eolico si prospettano impianti eolici ovunque anche dove non c'è vento. Questo ci fa capire che davanti non c'è l'interesse a creare un'energia pulita ma c'è un'interesse a creare un bel gruzzoletto di soldi che di solito vanno, ci sono sospetti in tal senso, verso gli amici degli amici, che qui nelle Marche hanno sempre un riferimento ben noto. Io ribadisco che questo è un vizio italiano ed anche in questa regione purtroppo è chiaro. Io ho sentito gli imprenditori prima, sono tutti marchigiani, ma le speculazioni le sanno fare pure i marchigiani, non è che devono venire da fuori per fare impianti e portare via anche le risorse nostre.
Parlo per quello che riguarda anche la mia zona, a Fano sono previsti due impianti a Monte Schiattello ed a Tombaccia dove già esiste una discarica, la discarica più grande delle Marche e dove già esiste un impianto a biogas di cui io sono stato Presidente per cinque anni: dal 2004 al 2009. Conosco, quindi, la tematica, il materiale è già sul posto, non c'è stato bisogno di trasferimenti, di consumo di territorio, chiaramente lì l'impianto a biogas è utile perché va a risanare quella che è la fase anaerobica del prodotto dei rifiuti.
Ma io dico, è possibile veramente far finta di niente, far finta che non esiste un impatto ambientale, che non esiste una concentrazione soprattutto in certi siti che sono in altre parti della nostra Provincia? Noi possiamo far passare tutto liscio così?
Ripeto, i cittadini sanno cos'è la green economy, perché la green economy, tra l'altro qui si parlava prima di rischi di impresa, è pagata con i soldi delle bollette dei cittadini.
Non possiamo far finta che non sia così, se no ditemi voi che interesse avrebbero se non ci fossero questi grandi finanziamenti che vengono prelevati per incentivare un qualcosa, che è utile ma se forzato non è più utile ma diventa un interesse, una speculazione, un affare d'oro per questo business.
Guardiamo i numeri, 1 MW di energia serve a produrre la corrente elettrica per 330 case. A Fano abbiamo 28.164 case, questo è l'ultimo dato Istat, quindi 330 su 28.164 vuol dire che un impianto fornisce lo 0,01 delle abitazioni. Ed è possibile che noi dobbiamo massacrare il territorio, innescare un processo di consumo - mi dicono che ci vogliono 300-400 ettari di territorio dedicato alla produzione di questo biogas - e questo combustibile fossile che viene impiegato è poco per produrre tutto questo materiale. In un anno quanto ci costa il consumo di combustibile fossile tra i trattori, i camion che devono girare, il vaglio per fare selezionare. C'è un piano? Io non ne ho visto uno. Da dove arriva il materiale per un impianto del genere? Non ce n'è uno che ce lo dice, perché se chiedi agli agricoltori negano, e allora da dove arriva? Questo bisogna che sia chiaro, quando si fa un impianto di questo genere, che poi, ripeto, fornisce lo 0,01 di energia per le case di Fano, c'è qualcosa che sicuramente non è accettabile, questo non è in green economy, non è biologico è solo un affare per chi ci si butta.
Quale è il compito dell'agricoltura, quale è il compito di chi deve gestire la green economy? Dare spazio a quella che è la parte veramente ecologica dell'energia e allora io dico che bisogna sicuramente stare a sentire i comitati, perché hanno fatto delle proposte, e ripeto, la gente non è più stupida come una volta che chiaramente si faceva rabbonire dai politici, molto bravi nell'usare le parole a proprio utile e fine, quindi io sono per sottoporre tutti i progetti che sono in corso alla VIA, questo è lo strumento che l'Europa indica e a cui anche la Regione Marche, malgrado i colpi di mano che ha fatto ultimamente, deve adeguarsi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaspina.
Maura MALASPINA. Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, questo Consiglio con la mozione dell’11/9/2012 sulle autorizzazioni di impianti per la produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biogas derivante da fermentazione delle biomasse, ha impegnato la Giunta regionale alla verificabilità dell’assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (VIA).
Va sottolineato al riguardo che detta assoggettabilità è stata chiesta nelle more della decisione della Corte Costituzionale sulla legge regionale del 26/3/2012 n.3 impugnata dal Governo, la cui udienza è stata stabilita per il prossimo 26/2/2013 e per di più per soglie inferiori a quelle fissate dalla suddetta legge, in applicazione della Direttiva comunitaria n. 92/2011.
Va ulteriormente evidenziato che la richiamata mozione impegnava la Giunta anche a disporre la immediata sospensione delle autorizzazioni rilasciate “medio tempore” per la realizzazione degli impianti in questione in sede di autotutela.
Ai titolari delle autorizzazioni sarebbe stata riservata solo la facoltà di presentare istanza di riesame previa sottoposizione del progetto alla procedura di verifica della VIA.
Questo Consiglio ha assunto tale decisione “draconiana” sulla base delle forti e numerose proteste contro la installazione di impianti a ridosso di zone sensibili perché antropizzate e perché occupate da attività produttive danneggiabili.
Bene ha fatto la Giunta a verificare tale volontà politica del Consiglio sotto il profilo della praticabilità legale, affinché le autorizzazioni rilasciate potessero essere rilasciate come auspicato.
Allo stato delle cose però ci troviamo di fronte ad un parere dell’Avvocatura della Regione che ci argomenta la impercorribilità della procedura di sospensione, perché esporrebbe la Regione, quindi, le finanze regionali, quindi, le sorti dei cittadini contribuenti, ad un danno da risarcimento dal punto di vista civilistico.
Ma c’è di più!
L’Avvocatura mette in guardia il Consiglio anche dalle conseguenze negative, quantunque improbabili, di una eventuale sentenza da parte del giudice delle leggi.
Sostiene l’Avvocatura che se venisse accolto il ricorso del Governo, la incostituzionalità della legge regionale 3/2012 si ripercuoterebbe sulla parte della norma regionale non conforme alla direttiva comunitaria, con l’obbligo di integrazione dei criteri in essa contenuti.
Attenzione però: la individuazione di detti criteri non determinano l’impedimento alla realizzazione degli impianti autorizzati.
Quindi dalla pronuncia negativa della Corte non si avrebbe l’automatica invalidazione delle autorizzazioni già rilasciate dalla Regione.
E’ a tutti noto che in virtù di una norma dichiarata incostituzionale non si ha la cancellazione dal mondo giuridico degli atti conseguenti se non in forza della disapplicazione per via giurisdizionale, ovvero in sede di autotutela.
A questo punto sorge spontanea la domanda: conserva ancora il suo valore la mozione richiamata?
A questo punto del ragionamento due sono le considerazioni che balzano alla nostra riflessione:
- la prima, il danno emergente derivante da lucro cessante, conseguente alla eventuale revoca o annullamento delle autorizzazioni, con inevitabili implicazioni sulla responsabilità contabile di chi pone in essere atti incoerenti con il principio del “buon andamento della pubblica amministrazione” previsto dall’art. 97 della Costituzione;
- la seconda, l’inutilità della sospensione rispetto agli effetti della decisione della Corte Costituzionale sulle autorizzazioni rilasciate, a tutto voler considerare come peggiore delle ipotesi previste.
Come gruppo UDC, pertanto, riteniamo superata la questione, dal momento che le procedure seguite hanno tenuto conto della legislazione applicabile e che non è in capo alle Regioni, ma allo Stato, la definizione delle norme di adeguamento alle Direttive Comunitarie, così come previsto dalla normativa sulla legge di recepimento della legislazione comunitaria. Comunque l'evoluzione legislativa che ci dovrà necessariamente essere su questa materia da parte della Regione e del Parlamento troverà l'UDC molto attenta a salvaguardare gli interessi ambientali e della salute.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Vorrei ringraziare il Presidente Spacca che ha voluto essere presente a questa discussione, dico pure che avrei preferito ascoltare il suo pensiero, visto che aveva anche il diritto di replica, sarebbe stata una discussione un po' più appropriata.
Certo è che finalmente dopo l'ennesimo rinvio ci troviamo a discutere questa legge che è frutto di diverse iniziative consiliari.
E' vero che è nostro compito proporre le leggi, dare indirizzi è compito dell'Assemblea, del Consiglio però è anche vero che noi siamo abituati ad avere un Governo regionale che interviene anche sul colore degli occhi delle rane di Fossoconocchio, per dire che interviene su tutto.
In questo ambito, in questa discussione che pure ha visto una mobilitazione generale, la Giunta regionale non ha mai detto niente, tanto è vero che tutte le proposte sono ad opera dei Consiglieri regionali, anzi qualche cosa ha detto: ha autorizzato 21 centrali, due oltre 1 megawatt, 4 in itinere, facendo tabula rasa di uno dei principi che sempre hanno caratterizzato questa Regione. Lei Presidente parla molto di coesione sociale e di coesione territoriale, io credo che quando noi parliamo di territorio dobbiamo tener conto delle sensibilità tutte che su quel territorio operano a partire da quelle legittimate dal voto popolare cioè dei Sindaci.
Il nostro ambiente è un ambiente bellissimo, e lei lo sa, rispetto a questa bellezza la Giunta si è comportata con la grazia di un elefante, di un orso, perché non solo non sono state avviate procedure al fine di concordare, di concertare le soluzioni migliori rispetto al PEAR e rispetto alle indicazioni europee, che non ci sfuggono e che ne conosciamo i risultati, ma addirittura non rispettando neanche quello che ha detto il Comitato delle Regioni a Bruxelles dove dice al punto 1/11 “nello sviluppo, nell'attuazione dell'azione urgentemente necessarie per aumentare l'efficienza energetica, occorre garantire in ogni caso la coerenza delle singole misure in un'ottica di sostenibilità in particolare occorre procedere ad una valutazione approfondita del possibile rischio che processi conseguiti in un settore comportino effetti negativi in altri ad esempio per quanto riguarda l'utilizzo della biomassa come combustibile in quanto può causare indirettamente, un cambiamento dannoso nell'utilizzo dei terreni ed una perdita delle biodiversità”.
Questo lo ha approvato lei Presidente a Bruxelles.
Allora perché nelle Marche non ci si è comportati coerentemente? Perché l'assessorato all'energia, l'assessorato all'ambiente, l'assessorato all'agricoltura e all'industria insieme non hanno consultato il territorio, perché non hanno condiviso il bisogno di raggiungere gli obiettivi indicati dall'Unione Europea in tema di produzione dell'energia.
Diceva il relatore di maggioranza "probabilmente, se avessimo approvato questa legge qualche tempo fa" e poi ha continuato "proporremo un emendamento", è chiaro che c'è non solo una Giunta inadempiente, una Giunta che non rispetta il territorio e non rispetta i cittadini marchigiani, ma c'è anche una maggioranza divisa che oggi tende a chiudere la stalla quando tanti buoi sono usciti. Io chiedo un po' di serietà, Assessore Donati, ma veramente lei vuole paragonare una qualsiasi Provincia delle Marche con la Provincia di Modena, dove per ogni cittadino residente si allevano dai sette ai quindici maiali all'anno? Veramente lei è così incauto da proporre ad una Assemblea che rappresenta i marchigiani una cosa del genere? Non è rispettoso! Stiamo parlando di cose serie, quindi è bene prenderci sul serio e rispettarci.
Guardate un'attività consapevole, coerente da parte della Giunta regionale, avrebbe anche comportato il superamento di tutte quelle osservazioni che il collega Binci ha fatto circa l'energia termica, circa la produttività di energia, circa il rapporto etico che dobbiamo avere con il nostro paesaggio, con il nostro territorio e con l'agricoltura.
Guardate che da quanto è emerso in giro, nessuno ha mai detto no all'energia prodotta con fonti rinnovabili, tutti hanno detto non potete fare così, discutiamone. Può darsi che la Giunta non sarebbe arrivata ad un accordo con le Province, con i Comuni e con le Comunità Montane, può darsi.
A quel punto assumeva le sue responsabilità e faceva la sua proposta in Consiglio, cosa diversa dal dire: "Non ci parlo e non ci ho mai parlato, né con i Comitati né con i Sindaci". Cosa doverosa per uno che governa una Regione e non è un'opzione.
Oggi noi ci ritroviamo ad approvare questa proposta che non è una sintesi, è una sintesi delle proposte fatte, ma noi non sappiamo, il Governo regionale ha detto per bocca dell'Assessore cosa pensava e che è d'accordo, ed addirittura, ha detto “Impegnamoci di più per la salute”. A noi lo dice Assessore? Ma veramente lei dice a noi, o a tutti cittadini che da mesi si mobilitano in assemblee e che vi chiedono conto del vostro operato anche per la tutela della salute, voi venite qui a dire “Impegniamoci di più per la salute”. Oggi! E' irrispettoso! State attenti anche a quello che dite perché qui in questo campo, lo ripeto per l'ennesima volta, non trovate gente che ha pregiudizi, non trovate Consiglieri chiusi a qualsiasi soluzione, basta avere l'umiltà, che voi non avete mai avuto, di ascoltare il territorio e i rappresentanti legittimi di quel territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente della Giunta Spacca.
Gian Mario SPACCA. Credo che l'intervento dell'Assessore abbia chiarito quali siano i termini del problema in modo molto preciso.
Comunque poiché viene richiesto un ulteriore approfondimento cercherò di far comprendere quale è la posizione del Governo regionale su questa materia che registra una fortissima sensibilità e su cui non è mancato, ritengo, il confronto ma su cui spesso il confronto non ha potuto dispiegarsi anche per una radicalità delle posizioni, che mi auguro non ci sia oggi, e quindi sia consentita la possibilità di un esame oggettivo, accurato. Una riflessione serena, ponderata, rispetto al quadro in cui siamo immersi, che naturalmente ha come riferimento quel pronunciamento che io stesso ho votato nel Comitato delle Regioni di una settimana fa, che appunto prevede un percorso verso una produzione di energia sempre più ancorata a fonti rinnovabili e sempre meno ai combustibili fossili, in linea con quelle che sono le indicazioni di Kyoto.
Pur tuttavia noi ci troviamo all'interno di un profilo istituzionale che non possiamo disattendere ed a cui noi siamo vincolati come qualsiasi cittadino di questa Regione perché le norme devono essere rispettate da tutti, dai cittadini, dalle istituzioni, dal Presidente della Giunta regionale, dai Consiglieri, da tutti quanti.
Credo che questo sia il punto su cui dobbiamo riflettere pur condividendo la necessità di un percorso sempre più rigoroso, sempre più attento a quella strategia che noi stessi ci siano dati nel PEAR. Quindi non è vero che non ci sia un documento di programmazione forte, a cui si noi ci stiamo attenendo per realizzare un processo di autosufficienza energetica ispirato proprio alla valorizzazione delle fonti rinnovabili, ma anche alla valorizzazione dell'ambiente, che consideriamo il vero asse fondamentale, su cui costruire lo sviluppo futuro della nostra Regione, attraverso l'integrazione tra agricoltura, turismo, beni culturali e così via e su cui si stiamo muovendo con grande determinazione.
Uno degli elementi fondamentali di questo dibattito di oggi, purtroppo, non è mio costume introdurre elementi di carattere formale ma in questa occasione lo dobbiamo fare, mi sono sempre attenuto nei miei interventi soprattutto a valorizzazioni di merito di carattere sostanziale, ma in questa occasione bisogna che entriamo su valutazioni di carattere formale che in qualche modo assolvono anche la Giunta regionale rispetto a certi giudizi che qui sono stati espressi.
Noi ci muoviamo alla vigilia di una sentenza della Corte Costituzionale che si pronuncerà il 26 di febbraio, io ho partecipato a confronti anche diretti con esponenti dei cosiddetti Comitati, comunque, con persone che rappresentano la sensibilità dei cittadini che vivono nella nostra stessa comunità e che quindi meritano attenzione, però, non sono riuscito a spiegare che la legge regionale non è ancora non costituzionale, perché il giudizio dovrà essere espresso il 26 febbraio quando la Corte Costituzionale si pronuncerà e in quel momento sapremo se la Corte Costituzionale la definisce incostituzionale. In questo momento è una legge a tutti gli effetti.
Questa materia è una competenza legislativa esclusiva dello Stato e quindi la Regione ha l'obbligo di attenersi a quella che è la normativa che lo Stato definisce.
Ora lo Stato non si è allineato a quella che è la direttiva n. 92 del 2011 ma questa non può essere nostra responsabilità, lo Stato dice che bisognerebbe fare il così detto screening per le dimensioni, per impianti di potenza superiore 50 MW, noi abbiamo deciso di farlo per impianti da 1 a 3 megawatt a seconda se siano biomasse o biomasse collegate al biogas.
Lo screening adotta le stesse procedure, gli stessi indicatori del VIA, fare lo screening significa entrare sostanzialmente nel merito di quelle indicazioni che la stessa Unione Europea ci dà, per verificare appunto la compatibilità dell'impianto con i vincoli che il territorio definisce, e di fatto questo è stato fatto. Impianti che in qualche modo risultavano in contraddizione nello screening con alcune valutazioni di carattere ambientale venivano sottoposti al VIA indipendentemente dalla loro dimensione, da 1 a 3 megawatt perché questa era la procedura che abbiamo introdotto.
In realtà noi avevamo introdotto, ecco la soluzione della Giunta regionale, un criterio che corrisponde alle indicazioni della sensibilità che viene espressa anche in quest'Aula, sia pure al di fuori dell'emiciclo, da varie persone che qui sono presenti.
Nella legge finanziaria del 2010 noi abbiamo introdotto dei criteri ulteriori che sottoponevano a VIA questa tipologia di impianti, ovvero se ricordate, questa indicazione era nata proprio sulla spinta di queste persone che sono raccolte nei Comitati, abbiamo introdotto una normativa che prevedeva che dovevano essere sottoposti a VIA gli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, con potenza superiore a 250 chilowatt elettrici - esattamente quello che loro chiedono e che voi chiedete, e che è giusto che sia - da autorizzare nel territorio regionale che devono possedere le seguenti caratteristiche: capacità di generazione non superiore a 5 MW termici; autosufficienza produttiva, ovvero la filiera corta, mediante l'utilizzazione di biomasse locali o reperite in ambito regionale; utilizzazione del calore di processo, in modo da evitarne la dispersione nell'ambiente fatta eccezione per impianti alimentati a biogas.
Questa è stata una legge, per un certo periodo di tempo, della nostra Regione. Sapete chi ha abolito questa legge? Questa legge è stata impugnata dal Governo, siamo andati contro il Governo, alla Corte Costituzionale, la Corte Costituzionale nel 2010 con sentenza numero n. 232, l'ha detto prima l'Assessore ma forse non l'avete capito a sufficienza, ha cassato questa normativa.
Quindi se noi andiamo ad introdurre, in questo momento, delle modifiche alla nostra legislazione, in questo stesso senso, io non so come si pronuncerà la Corte Costituzionale che già s'è pronunciata nel 2010 in questa materia con quella sentenza.
Ma c'è ne è un'altra dello stesso anno che la Corte Costituzionale ha adottato, ovvero con la sentenza n. 142 - ed anche questa è stata richiamata dall'Assessore, ma forse lo ha fatto con troppa delicatezza nel senso che non ha riportato la vostra attenzione sull'argomento - è stata sancita anche l'impossibilità e l'invalicabilità del termine di 90 giorni per la conclusione dei procedimenti, stabilendo che ogni sospensione temporale al rilascio delle autorizzazioni o alla realizzazione di impianti autorizzati è illegittimo costituzionalmente.
Quindi va benissimo quello che è stato fatto in Commissione, va benissimo che noi riproviamo ad introdurre una normativa molto più stringente, rispetto alle valutazioni di carattere ambientale che siamo tenuti a dare, purtroppo però, ci troviamo in un sentiero molto stretto in cui la Corte Costituzionale si è già pronunciata, sia rispetto alla sospensione dei termini che rispetto alle dimensioni ed alla assoggettabilità degli impianti a VIA, su legge della Regione Marche che è stata cassata per incostituzionalità.
Quindi in questo momento, benissimo la legge regionale, benissimo lo screening, le valutazione di impatto ambientale per quanto riguarda le prossime autorizzazioni ma io chiedo a voi siamo in grado noi di adottare una sospensione dei processi di autorizzazioni in presenza di una sentenza della Corte Costituzionale già dichiarata che ce lo impedisce?
Se la risposta è si benissimo, allora facciamolo però sappiamo che è certezza che la Corte Costituzionale dichiarerà questa legge, che sospende in parte o totalmente le autorizzazioni, incostituzionale che sapendo questo da parte di soggetti privati si cercherà il risarcimento dei danni. Inevitabilmente. Saremo chiamati a questo onere in presenza anche di una situazione che qualche problema ce lo lascia perché noi abbiamo già un precedente in questo Consiglio regionale in cui una legge regionale, che andava nella stessa linea di contraddire una sentenza della Corte Costituzionale, è stata presa in considerazione dal Tribunale che ha chiamato alla responsabilità lo stesso Consiglio regionale, chiamando a risarcire la ditta che era stata penalizzata da una legge, quella delle radiofrequenze. Adesso non trovo qui il riferimento della sentenza ma se mi date un attimo di tempo ve lo dico, ... mi dovrete credere sulla parola, comunque prima della fine vi trovo la sentenza del Tribunale di Ancona che ha chiamato a responsabilità il Consiglio regionale.
Quindi è questa la situazione in cui ci troviamo. Credo che questa cosa vada affrontata con correttezza e buon senso. La Giunta fa appello alla sensibilità istituzionale dei Consiglieri rispetto a questo quadro giuridico che si è definito, sapendo che esistono anche dei pareri alti e forti, che vengono dall’Avvocatura e da tutti gli istituti che sono chiamati a presidio della legalità dei comportamenti del Governo regionale, che invocano che si percorra il percorso che la Commissione ha assunto.. Ovvero di andare verso un regime più stringente che richiama la normativa di carattere europeo ma si raccomanda che non ci sia sospensione rispetto alle procedure di autorizzazione che sicuramente definiscono i profili di responsabilità rispetto ai quali, io ritengo, non troveremo nessun Dirigente della Regione disponibile a firmare le procedure attuative, ovvero gli atti amministrativi conseguenti.
Quindi valutiamo con attenzioni questi aspetti.
L'Assessore ha anche richiamato, e io mi permetto di sottolinearlo, come ci siano state delle dichiarazioni che non corrispondono perfettamente a verità rispetto a elementi che caratterizzano il funzionamento di questi impianti. Io stesso ho ascoltato alcune dichiarazioni che si riferiscono a pesticidi, a PM 10, a diossina, all'acido solfidrico, al digestato che sarebbe tossico, alla pericolosità del digestato. Nel caso dell'Emilia-Romagna siamo in presenza di un disciplinare che riguarda un prodotto tipico rispetto a cui ci sono delle regole che appartengono più al marketing che alla logica della salute, al botulino ed batteri killer. Io non voglio entrare nel merito di questa materia però vi dico che tutti gli approfondimenti di carattere scientifico che abbiamo fatto ci hanno portato ad una fortissima rassicurazione rispetto proprio ai profili di salubrità che queste centrali potrebbero rappresentare.
Del resto queste centrali esistono ormai in maniera diffusa in tutta Europa, in Germania ce ne sono 7.500, la produzione che erogano è pari a quella di due centrali nucleari.
Discorso della sostenibilità dell'agricoltura io mi appello al Vicepresidente che è molto più esperto di me in materia, però stiamo parlando di impianti che utilizzeranno il prodotto agricolo di circa 6.000 ettari rispetto a una superficie che in precedenza produceva 30.000 ettari di barbabietole, rispetto a cui è venuta meno la produzione saccarifera. Non è che devono continuare a produrre barbabietole, ma possono produrre mais che viene adesso riutilizzato all'interno di questi impianti a biogas, ma siamo in presenza di 6.000 ettari rispetto ad una produzione di 30.000, quindi non c’è la deforestazione dell'Indonesia e neppure quella dell’India, siamo in presenza di produzioni della nostra Regione.
Considerate anche un altro aspetto che in questo momento noi mandiamo 30.000 tonnellate di frazione organica derivante dalla raccolta differenziata in Romagna, negli impianti di biogas della Romagna, credo che se noi vogliamo abbassare il costo della raccolta differenziata per i cittadini, questo tipo di produzione di energia elettrica la dobbiamo realizzare nella nostra Regione, solo così possiamo incentivare ancora di più la raccolta differenziata facendo sinergia con la produzione di energia elettrica, che è l’unica cosa che lo Stato incentiva, Consigliere Binci, perché l'energia termica lo Stato non la incentiva il questo momento, l’unica forma di energia che viene incentivata è quella della produzione di energia elettrica.
Quindi io credo che ci siano elementi che ci portano a far convergere molto di più le opinioni del Consiglio regionale su questa materia, se riusciamo a fare una discussione che sia maggiormente serena e ancorata ad elementi di carattere oggettivo, naturalmente condizionati, ma non potrebbe essere diversamente perché purtroppo questo è un dato della realtà giuridica e dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che, ripeto, in due occasioni ci hanno detto quali limiti noi abbiamo forzato con la nostra stessa volontà, ovvero: la limitazione delle dimensioni delle centrali da sottoporre a valutazione di impatto ambientale, che è stata cassata, e la sospensione delle procedure che è stata cassata anch'essa
Il Consiglio è sovrano. Qui nessuno pone questioni di fiducia, ci sono questioni che appartengono ai rapporti corretti nell'ambito delle forze politiche e, in modo particolare, delle forze politiche che compongono la maggioranza e sicuramente non possono non essere valutati nell'ambito della discussione di una riflessione di carattere naturale e ordinario che appartiene alle modalità del fare politica.
La posizione della Giunta regionale è quella che vi ho detto, d'accordo di andare sulla legge approvata dalla Commissione è giusto che sia una legge perché la Giunta regionale deve dare attuazione alle indicazioni del Consiglio regionale e, quindi, il Consiglio regionale non può pronunciarsi con ordini del giorno, con indicazioni di carattere politico in materie come queste, ma deve legiferare.
Allora è giusto che il Consiglio regionale legiferi, che dia delle indicazioni precise alla Giunta regionale, come sta per fare oggi con la proposta della Commissione, però, attenzione al processo di sospensione delle autorizzazioni, perché andiamo a cozzare contro due sentenze della Corte Costituzionale, ripeto, che sono state già emesse e che hanno annullato nostre precedenti iniziative legislative e ci porterebbe in una posizione difficilmente sopportabile rispetto al contenzioso che si aprirebbe con i soggetti che hanno ricevuto le autorizzazioni.
Su questo la posizione della Giunta regionale è unanime, perché non può essere diversamente richiamando l'applicazione di norme che devono essere rispettate teoricamente da tutti, noi intendiamo che siamo rispettate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Ascoltando Spacca sarei quasi convinto. Rimane però il fatto che portare questa discussione sul piano della illegittimità costituzionale, secondo me è qualcosa di fuori luogo, soprattutto dopo tanti mesi che aspettiamo di fare questo dibattito e dopo che, più o meno tutti i diversi schieramenti, abbiamo detto che come Consiglio regionale volevamo pronunciarci in materia, non tanto di limiti di assoggettabilità di VIA, ma quantomeno di linee guida per una pianificazione sana degli impianti ad energia rinnovabile.
Sulla energia rinnovabile nessuno, in particolar modo io ed il mio Partito, è contrario, ma è il modo in cui è stato fatto in questa Regione che si lascia perplessi e se noi dovessimo rinunciare, Presidente, a fare politica qua dentro perché la Corte Costituzionale non ce lo consente, sarebbe un grande limite, e a questo punto converrebbe far fare politica alla Corte Costituzionale, visto che la stessa non accetta nemmeno le decisioni del Governo quando taglia gli stipendi degli alti funzionari dello Stato, dei magistrati stessi.
A questo punto siamo un paese in mano alla Corte Costituzionale e facciamo decidere a loro quello che dobbiamo fare almeno forse facciamo prima.
Quindi non rinunciamo al nostro diritto legislativo e, soprattutto, non credo nemmeno sia corretto, come ha detto la Consigliera Malaspina, terrorizzare i Consiglieri sul rischio di una responsabilità in capo ai Consiglieri stessi perché è un modo per inibire la volontà e la scelta di ogni Consigliere.
C'è un articolo del nostro Statuto che ci rende irresponsabili rispetto al voto e credo che valga ancor prima della scelta e soprattutto del parere della nostra Avvocatura, altrimenti sarebbe difficile Presidente fare politica, se ogni scelta ed ogni voto deve essere sub judice specialmente in queste materie, saremo condizionati ogni giorno nella nostra attività.
Gian Mario SPACCA. Riporto per il verbale la sentenza n. 98 del 20 gennaio 2012 del Tribunale di Ancona che ha condannato la Regione a risarcire ad una impresa fallita i danni arrecati da una disposizione di legge regionale dichiarata incostituzionale.
Non è una sentenza dell’Avvocatura.
Mirco CARLONI. L'abbiamo tirata fuori noi questa cosa, però voglio dire ha denunciato la Regione e ogni Consigliere regionale quando svolge le sue funzioni, lei lo sa perché è il decano di questo Consiglio, non può essere chiamato a rispondere dei propri voti, della propria opinione in questa Aula, altrimenti non sarebbe una Assemblea legislativa ma sarebbe un Consiglio comunale.
Rispetto questo fatto, lo dico anche perché la Vicepresidente Giorgi scrive ancora oggi degli ordini del giorno, delle mozioni, non è accettabile, e glielo dico anche per l’attività del Consiglio, che dopo mesi che si fanno mozioni ed ordini del giorno, chiediamo di entrare nel merito per fare attività legislativa e continuiamo ancora oggi a presentare il libretto delle buone intenzioni e delle letterine di Natale, ormai le letterine di Natale, sugli auspici del Consiglio regionale che impegnerebbe la Giunta, onestamente fanno un po' sorridere.
Siamo nell'attività legislativa, non rinunciamo a questo ruolo, facciamo seriamente il nostro dovere, non in modo esagitato o ancora di più rivolto all’ambientalismo sfrenato, perché sull’ambientalismo sfrenato io non sarei mai d’accordo con i Consiglieri Bucciarelli e Binci ed invece oggi sono d'accordo completamente con quello che hanno detto sia il Consigliere Binci che il Consigliere Bucciarelli. Sarà una cosa strana ma evidentemente è prevalso il buonsenso in questa materia. Cosa che non vedo da parte della Giunta, Presidente, un atteggiamento ferreo sull’andare avanti nonostante che il buonsenso e la prudenza vorrebbero che ci fosse un attimo di discussione con il territorio, con i Sindaci e anche con chi rappresenta qua dentro il territorio. Perché alcuni di questi impianti a biomasse, se vogliamo parlarci francamente, non sono dettati dall’atto normativo nazionale o nati sull'auspicio dei principi, con cui nascono gli impianti di rigenerazione, ma sono dettati dalla speculazione. Talvolta, nella mia Provincia in modo particolare che conosco meglio, dalla lottizzazione, quindi, non siamo di fronte a scelte in qualche modo fatte nel buonsenso.
Prima come diceva Zaffini di impianti ne sono stati fatti tanti nel territorio, come mai fino ad adesso non è mai nato il problema e non è diventata una questione che sta sollevando i cittadini? Nei comitati non ci sono i giottini o quelli fuggiti da Genova, ci sono persone normali che difendono il loro diritto alla salute, alla salute dei propri figli, alla tutela dei loro territori. Se c'è questa agitazione popolare evidentemente, Presidente, qualche problema c’è ed sul buonsenso si è persa la strada.
Non dico che sia colpa sua, ma probabilmente qualcuno, forse troppi, hanno messo gli occhi in questo processo di business che è nato negli ultimi mesi, perché fintanto che gli impianti li facevano gli agricoltori e gli allevatori che avevano sfalci, liquami in eccesso, queste cose erano consentite e la gente li tollerava, perché erano complementari all’attività agricola. Per questo che io mi ritrovo con quanto ha detto il Presidente della Coldiretti “Ritorniamo a dove deve stare l'attività di energia rinnovabile” non in mano alla speculazione, altrimenti non si fa soltanto un danno ambientale e alla salute ai cittadini, ma si trasforma la nostra agricoltura, un'agricoltura che produce bene e alimenti, in un'agricoltura che produce beni per gli impianti, sarà sempre più nocivo per la nostra agricoltura e le causerà un danno irreparabile. Quello che ha detto esattamente la Coldiretti che, proprio per la saggezza con cui l’ha detto, sarebbe il caso di ascoltarla.
Che cosa c'è di costituzionale che noi potremo fare se pur la competenza è dello Stato? Intanto creare le linee guida, Presidente, intanto fare, come ha fatto l'Emilia Romagna, lei prima diceva "E' un fatto di marketing” probabilmente no, l'Emilia-Romagna ha difeso i prodotti che caratterizzano quella terra e laddove ci sono delle DOP, delle DOC, delle IGP nel territorio, non ha consentito l'attività di impianti rinnovabili, ha difeso alcuni territori, mentre di fianco all'autostrada, basta percorrere l'Emilia-Romagna in autostrada, si vede che gli impianti ci sono.
E’ possibile che nella nostra Regione sono quattro mesi che si chiede di fare una normativa, di entrare nel merito, di dare delle linee guida (...) scusi Assessore quando verrà eletto magari ci aiuterà anche nell’attività legislativa. Credo che sia opportuno su questo entrare veramente nel merito, non fermarsi alla dialettica e alle polemiche. Perché stiamo facendo una brutta figura rispetto ai nostri concittadini.
Vorrei anche dare merito in particolar modo al Consigliere Comi, io il suo emendamento lo condivido e spero che abbia il coraggio di portarlo fino in fondo, perché su quell'emendamento mi ci ritrovo ed è anche la sintesi che trovammo insieme al Presidente Giancarli in Commissione. E' un emendamento di buon senso che tiene l’attenzione su due piani: quello della politica ma anche quello della tutela amministrativa e dei procedimenti in modo da non mettere l’Ente a rischio di eventuali rivalse e di eventuali risarcimento danni. Prevede una forma di autotutela seria e contemporaneamente prevede che questa Regione non faccia la figura di chi non ha l’umiltà, come diceva il Consigliere Bucciarelli, di ascoltare le istanze e questa sollevazione che è civile, non è una sollevazione di parte o tanto meno fanatica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Il mio intervento riparte dalla mozione che era stata approvata nel giugno scorso, cioè la prima mozione con la quale l'Assemblea legislativa invitava la Giunta regionale a prendere atto della necessità di adottare un provvedimento legislativo in merito alla proliferazione degli impianti di energie rinnovabili, in particolar modo della biomassa.
In quella mozione fu bocciato un emendamento, ma devo significare, allora come adesso, che era un emendamento di provocazione da parte del sottoscritto, con il quale si diceva di sospendere, di mettere in moratoria gli impianti che erano già in autorizzazione, quelli a cui la Regione aveva già rilasciato l'autorizzazione e quelli che erano in corso di procedimento.
L'assemblea legislativa, maggioranza e opposizione, ha preferito bocciare quell’emendamento e nel corso di due mesi ci siamo ritrovati punto ed a capo. La discussione, credo, ha il suo punto più alto di polemica, fra coloro che sono in questa Assemblea, solo ed esclusivamente se applicare la proposta di legge della Commissione anche in funzione dei procedimenti autorizzati e quindi di coloro che già sono in produzione e di coloro che dovrebbero comunque entrare in produzione in relazione all’autorizzazione positiva della Regione Marche.
Così è una valutazione che ha una forte connotazione politica, comunque la si voglia vedere, e pochissimo di ordine amministrativo e istituzionale. Se il problema era in quella direzione, anche l'impegno di giugno doveva andare in quel versante, ma allora le domande di autorizzazione non erano così numerose rispetto ai comitati che nascevano, così che non si è tenuto conto di quella soluzione.
Il mio emendamento era stata una provocazione perché so benissimo che non si può revocare o comunque sospendere le autorizzazioni rilasciate, pena rispondere davanti eventualmente all’Autorità giudiziaria competente per i risarcimenti, per i danni che si provocano. Lo feci perché nel mio Comune, non vorrei essere campanilistico, vennero allora autorizzati due impianti di biomassa a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, non ci fu una sollevazione popolare, un'indignazione di ordine politico generale, questo per dire che dobbiamo stare attenti a non cadere nella situazione del cortile, del ragionare in termini, soltanto, di una valutazione che impatta nel territorio in cui uno si riferisce o rispetto a situazioni che uno sente direttamente sulla pelle. Bisogna ragionare in termini, a mio avviso, più generali anche quando si rischia di diventare impopolari, facendo appunto una situazione generale del provvedimento che si va a emanare alla luce delle norme, alla luce anche degli obiettivi che ci vogliamo porre.
Credo innanzitutto che l'obiettivo che la Regione vuole perseguire, nel suo complesso, con questo provvedimento sia quello di controllare la realizzazione di impianti di biomassa secondo gli indirizzi, che noi tutti conosciuti, che sono quelli principalmente della tutela della salute dei cittadini e del controllo anche di quelle che sono le principali fonti nocive, le emissioni di PM 10 e quant’altro.
Questo primo aspetto con il provvedimento che oggi è all’ordine del giorno viene in qualche modo raggiunto, viene raggiunto in ritardo? Certamente viene raggiunto in ritardo, è fuori discussione e al di là delle possibili responsabilità oggettive che ci sono oppure no, viene comunque portato all'attenzione un provvedimento che, tranne la legge della Regione Calabria, non ha uguali, al momento attuale, per quanto riguarda la legislazione regionale a livello italiano.
Noi confrontiamo, come diceva giustamente il Presidente Spacca, altre leggi regionali con un parametro di valutazione diverso da quello che è lo specifico caso delle biomasse, perché dalla legge del Piemonte in giù, si parla del concetto generale della situazione delle energie rinnovabili nel loro complesso, che sono variegate e danno adito certamente a delle indicazioni normative generali e accettabili. Quando poi si entra invece nello specifico, come ha fatto la Regione Puglia con delle deliberazioni, con dei provvedimenti del 2008, interviene allora la Corte Costituzionale con delle sentenze del 2010 che hanno significativamente indicato quale è l’indirizzo che si deve percorrere e che noi indichiamo come a favore del privato, del soggetto che vuole realizzare impianti di biomassa, ma che dal punto di vista normativo, non è.
L'altro aspetto che voglio in qualche modo indicare con certezza, è che dobbiamo tener conto, pur essendo la legislazione di competenza esclusiva nazionale, è quello del decreto ministeriale del 10 settembre 2010. L'articolo 17 ha dato delle indicazioni ben chiare circa la facoltà delle Regioni di individuare le aree, i siti non idonei all’installazione delle specifiche tipologie di impianti, attraverso un'apposita istruttoria e attraverso l'indicazione del contenimento di questo impianto rispetto alla tutela dell'ambiente, della tradizione agroalimentare locale.
Il primo articolo della proposta di legge va in questa direzione, certo può essere ampliato per quanto riguarda altre situazioni che sono per noi più importanti, come la tutela delle aree rurali, ma le indicazioni generali di questo articolo sono contenute nella proposta di legge emanata, proposta dalla Commissione stessa.
L’altro punto di cui dobbiamo tenere conto, è il decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 155 che dà mandato proprio alle Regioni di individuare, ben diversamente dal nostro PEAR, quali possono essere le modalità, le finalità attraverso i piani per il rispetto delle emissioni e delle prescrizioni nell'esercizio di criteri di localizzazione degli impianti anche di biomassa. Qui lo dico perché vorrei segnalare all'attenzione soprattutto della Giunta, dell’Assessore e del Presidente, di non mettersi nella proposta di legge in una logica di muro contro muro ma di tener conto di alcune osservazioni che anche altre proposte di legge hanno portato avanti, vi segnalo e non certamente per esaltarla, una parte della mia proposta di legge in cui viene indicato proprio attraverso la parametrazione del decreto legislativo 155 del 13 agosto 2010, la necessità che gli impianti di biomassa devono essere realizzati con le migliori tecniche in modo tale da eliminare l'inquinamento, portando ad un saldo di almeno zero le emissioni inquinanti PM 10 e NO 2.
Questo renderebbe di fatto una prescrizione, credo, accettabile dal punto di vista costituzionale, ma che imporrebbe tutte quelle accortezze, oggi direi quasi impossibili da realizzare, ma che, certamente, porrebbe il soggetto con un'autorizzazione in mano da parte della Regione con un obbligo ben specifico, pena appunto la nuova realizzazione dell’impianto.
Vi invito, in qualche modo, a prendere atto di questo consiglio che do, perché è una valutazione che nella emanazione di tanti emendamenti, che sono stati fatti, e comunque nella valutazione che è stata fatta anche dai giuristi della Regione Marche e da altri che sulla materia sono intervenuti, non compare come non compare il discorso delle misure compensative, che invece nell'ambito del futuro provvedimento della Regione deve essere assolutamente inserito, pena l’indicazione, diciamo così, della possibilità di uno sfruttamento, come molti Consiglieri giustamente hanno paventato essere una realtà ben visibile già negli impianti che sono in essere.
La situazione del provvedimento nella proposta di legge ha in sè un contenimento di quelle che sono le prescrizioni possibili allo stato attuale, senza cadere in una nuova sentenza negativa della Corte Costituzionale nei confronti, non solo della legge che è in pectore di incostituzionalità, ma anche di questa che andremo ad approvare.
Quello che invece significo è che vi sia la necessità che il testo futuro approvato dalla Regione sia pieno di quelle prescrizioni di natura non soltanto legislativa ordinaria ma anche di buon senso amministrativo per interloquire con la realtà esistente, in modo tale che tutte quelle che sono le richieste avanzate possono trovare una giusta locazione in termini propositivi e regolamentari.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Ho ascoltato con particolare attenzione l’intervento del Presidente della Giunta al quale vorrei ricordare che la campagna elettorale del 2010 l'aveva sostanzialmente realizzata con lo slogan “in ascolto dei cittadini” e vorrei richiamarlo a quello slogan perché penso, anzi più che un pensiero è una convinzione suffragata ormai da molti fatti, che soprattutto sulla vicenda delle centrali a biomasse ed a biogas la Regione non sia stata mai così sorda e così lontana, non solo dai cittadini ma, cosa ahimè più grave, dalle istituzioni, dai Sindaci, dai rappresentanti dei cittadini nelle sedi istituzionali.
Dico questo per gli evidenti fatti accaduti. Se l'Assessore Donati sottolineava la correttezza degli uffici, io richiamo invece, oggi, quello che è accaduto in occasione di conferenze dei servizi per il rilascio delle autorizzazioni dei vari impianti, dove si è visto procedere tra amministratori e dirigenti a suon di denunce e a suon di telefonate ai carabinieri, perché in sede di conferenza dei servizi non venivano verbalizzate le dichiarazioni dei primi cittadini, dei rappresentanti istituzionali che volevano soltanto mettere nero su bianco i motivi di un parere contrario alla realizzazione di un nuovo impianto. I motivi di un giudizio che avrebbe comportato l'impossibilità di procedere automaticamente con l'autorizzazione da parte della Regione e l'invio automatico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Fatta questa premessa, lei è stato molto sottile Presidente Spacca, perché lei ha detto sostanzialmente che sa già cosa dirà la Corte Costituzionale, laddove noi dovessimo dire: "Sospendiamo tutto perché dobbiamo andare a cambiare le soglie dimensionali degli impianti". Su questo ha ragione, ha già fatto quest'errore, la Corte glielo ha ricordato bene. Quale è il problema che qui non si vuol affrontare oggi? Che la Regione e, glielo ha detto il Governo con la lunghissima impugnativa e lo ha già detto la Corte anche in quella sentenza che riguardava Milano, la Regione o qualunque Stato membro, perché può anche non essere la Regione può essere uno Stato, non può fissare le soglie assoggettabili di impianti assoggettabili o meno a valutazione di impatto ambientale solo su fattori dimensionali.
E’ su questo che dobbiamo discutere, è chiaro che se la Regione dovesse dire “Fermiamoci perché dobbiamo rivedere le dimensioni “ la Corte non lo fa fare.
E’ vero che non lo fa fare perché la Corte come il Governo dice "attenzione c’è la norma che, se anche gli enti possono procedere a indicare soglie varie tra di loro, nessuno può prescindere e nessuno può ignorare, è la direttiva europea e nell’indicare le soglie devono essere prese in considerazione non solo le dimensioni ma tutto quanto viene elencato nell'allegato 3 della direttiva europea” questo lo dice il Governo, questo lo dice, Presidente scusi, chiaramente la Corte Costituzionale sia nel caso di Milano, sia negli altri casi che ci sono stati.
Questo dice la Corte! E' questo che dobbiamo discutere oggi! Ed è per questo che dobbiamo andare a correggere la famosa legge 3 dalla quale discendono tutte le autorizzazioni degli impianti, è iniziata proprio lì. Ce lo ha già detto il Governo, l'ha già detto la Corte in tanti altri casi, non si possono fissare le soglie solo in virtù delle dimensioni. Le soglie vanno fissate in virtù di tanti fattori che voi avete omesso nella legge 3 perché il PdL, a firma della sottoscritta e di tanti altri, aveva una sfilza di emendamenti che cercavano di correggere quella legge in questa direzione. Li avete respinti tutti, vi siete voluti fossilizzare sul fatto che potevate fissare le dimensioni come volevate, questo non è possibile, oggi quanto meno, correggiamo quel vizio.
L’impugnativa è chiara, ma è chiara anche la Corte, lo sa come si conclude la sentenza della Corte nel caso di Milano? Che in ogni caso, quando uno Stato membro sceglie questo modo di procedere, cioè quello di fissare le soglie dimensionali, esso non può venir meno ai suoi obblighi comunitari, ovvero escludere esplicitamente uno o più criteri dell'allegato 3 della direttiva 8537. Quello che la Regione ha fatto! La Regione ha tralasciato non uno ma più criteri perché solo sulle dimensioni si è basata, allora lo vogliamo capire quello che è successo o continuiamo a voler chiudere gli occhi? Se lei si limita a dire quello che ha detto, non posso che darle ragione ma lei continua a non prendere in considerazione quello che è il vero problema, anzi io quella volta nel 2010 sono abbastanza convinta che la Regione lo abbia fatto apposta sapendo che la Corte avrebbe impedito di procedere in quella direzione.
Detto questo andiamo avanti, che cosa dovremo fare noi oggi se siamo una Regione seria? Uno rimuovere le motivazioni, le cause di incostituzionalità. Sappiamo quali sono, ce le ha dette il Governo, poi Presidente lei non mi può dire che si ascolta lo Stato una volta e non lo si ascolta nell’altra, ce lo ha detto nell'impugnativa, ma ce lo ha detto anche la Corte in sentenze analoghe, l’allegato 3 è un obbligo, non si può far finta che non esista. Quindi rimuoviamo le cause di incostituzionalità e andiamo ad integrare la legge ricomprendendo tutti i criteri dell'allegato 3 non solo le dimensioni.
Il primo obiettivo è quello di non fare solo la norma sul biogas. Approfittiamo per correggere i vizi della legge 3. Tuteliamo i cittadini da possibili ripercussioni e danni ambientali, perché se abbiamo fissato delle soglie che non potevano essere indicate solo sulle dimensioni e se avete omesso le analisi sulla presenza nello stesso territorio di altre centrali, su possibili ripercussioni ambientali, sulla densità demografica delle zone in cui le centrali andavano ad insistere, ci potrebbero essere danni ambientali se andiamo avanti facendo finta di niente. Allora cerchiamo di tutelarci in quel senso. Cerchiamo anche di salvaguardare la Regione in via di autotutela perché, scusate, la Regione Marche, pur con questa legge impugnata, è andata avanti con questi motivi di forte anticostituzionalità, quei procedimenti, quelle autorizzazioni rilasciate che sono oggetto di ricorso, di impugnativa - e sono la gran parte perché i comitati li abbiamo visti giustamente fiorire dappertutto, e questa volta accompagnati dalle amministrazioni comunali, perché questa è una cosa rarissima e sottolinea la gravità della situazione - quasi tutte hanno un procedimento, sono state impugnate, o ci sono dei ricorsi. Allora se la Corte dice a noi, quello che ha detto a tutti, che non si può prescindere dall'allegato 3 e quindi dichiara l’incostituzionalità della legge 3, quei procedimenti lì, quelle autorizzazioni sono nulle, decadono tutte. Allora è lì, Presidente, che io mi chiedo ma quell’imprenditore che ha avuto l’autorizzazione in base alla legge 3 dichiarata anticostituzionale e in seguito al ricorso se la vede annullare, quello non chiede nessun danno? No! Quello se lo vede annullata! (…) Allora qui dimostriamo che vi interessa solo il discorso del risarcimento o del non risarcimento, ma un investimento sul territorio? E allora non venitemi a raccontare che sono importanti per lo sviluppo energetico, perché vi interessa solo il fatto che vi chiedano il rimborso economico o meno e non che siano una scelta strategica per lo sviluppo energetico di questa Regione perché mi state dimostrando che non è vero.
Io penso che occorra assicurare la certezza dell'investimento e fare in modo che in questa fase, anche a chi ha avuto l’autorizzazione sia data la possibilità di procedere o di chiedere l’assoggettibilità alla VIA, così da mettere al sicuro le autorizzazioni che ha già avuto e che saranno autocertificate relativamente alla garanzia ambientale, relativamente al danno sulla salute che potrebbero fare, perché una valutazione di impatto ambientale garantisce molto di più del procedimento che è stato fatto da questa Regione che calpesta, cosa gravissima, il ruolo degli enti e delle istituzioni.
Questa è una Regione lontanissima dalla gente che ha dimostrato di voler percorrere non lo sviluppo ambientale, me lo avete dimostrato in questa ultima fase, ma di voler raggiungere altri obiettivi che nulla hanno a che vedere col benessere della Regione e dei suoi cittadini.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Farò poche considerazioni perché innanzi tutto, mi sento di condividere pienamente il pensiero della Consigliera Foschi, mi è sembrato un intervento assolutamente politico, innanzi tutto, cosa di cui evidentemente questa Assemblea continua a rinunciare e soprattutto possibile tecnicamente.
Vorrei fare una considerazione politica e cioè prima il Governatore assolveva la sua Giunta dal punto di vista tecnico procedurale, io non sono un giudice, mi occupo di politica, io mi sento di non assolvere, il termine è improprio, mi sento di criticare politicamente l’operato della Giunta perché noi siamo arrivati ad un punto di non ritorno perché si è giocato in maniera veramente arcaica nella gestione delle relazioni territoriali e con gli imprenditori. Un gioco da rivoluzione industriale in cui abbiamo i comitati, che sono i poveri proletari che vengono malmenati da biechi imprenditori speculatori. Il gioco è diventato questo dialetticamente. Lasciamo perdere per un attimo, per 30 secondi le sentenze della Corte costituzionale e rientriamo un attimo nel piano della politica.
Perché c’è, anche se ai cittadini fa schifo la politica odierna, la politica esiste e ci sono due modi di esercitarla passivamente o attivamente. Questo Consiglio regionale ha avuto un atteggiamento passivo nei confronti della legislazione nazionale, quanto meno è stato poco attento a tutti i passaggi, ma poi è stato passivo perché di fatto non ha mai preso una decisione, arrivando, con sensibilità differenti nella maggioranza, a creare questo gioco: comitati contro imprenditori. Che poi è diventato un gioco trasversale qui dentro. Perché è un gioco fuorviante che porta ognuno di noi a un dibattito elementare quanto sciocco, vale a dire uno: “e ma che facciamo gli imprenditori che hanno investito i soldi li lasciamo morire? li facciamo fallire?” Due, altra considerazione elementare: “ma come si fa ad andare contro un comitato che è fatto di tanti cittadini che poi nel segreto dell’urna ci devono votare”.
Io mi chiedo a fronte di questa cornice politica come pensate che io oggi sia disponibile ad esercitare il ruolo di Consigliere regionale facendo una legge di un articolo che dice alla Giunta: “fai tu quel che non ho il coraggio o non sono capace di fare io Consiglio”. La legge delega, fai tu il regolamento delle aree idonee. Dopo mesi di dibattito, sentenza della Corte Costituzionale, gente che ci dice che è una vergogna che ci pagano per stare qui, gente che dice che è una vergogna che esistano ancora le Regioni, non so se li avete sentiti fuori da quest'Aula, sui giornali, ogni giorno Il Corriere Adriatico, il Resto del Carlino, scrivono che questa è una istituzione che perde e spreca soldi, che perde tempo, che ha la Guardia di Finanza dentro, ma insomma un po' di onore personale, un po' di dignità personale, il prestigio dell'istituzione non lo diamo in questo modo, Governatore Spacca, non può più esistere il gioco che lei è un personaggio di alto spessore istituzionale, tecnico e morale e quest'Aula è un luogo di deficienti che fa finta di legiferare. Sono mesi, Governatore ma non per colpa sua, io capisco che lei mi guarda ignaro perché non sa neanche di che cosa parlo perché lei ormai neanche si rende più conto di cos'è quest’Aula.
Quest'Aula non può essere più divisa in fedelissimi nè della maggioranza, né di oppositori trinariciuti, bisogna iniziare a dare risposte tecniche.
Su questo argomento in Aula ci deve venire una proposta di legge che assorba quello che diceva la Consigliera Foschi sulla direttiva europea e dia indicazioni chiare e nette per il futuro. E per il passato che cosa bisogna fare? Questa è una bella domanda, per il passato innanzitutto bisogna cercare di impedire agli imprenditori sicuramente di farli fallire, vorrei ricordare che era una delle sue maggioranze che approvò una legge che disintegrò la povera azienda Sit e che a tutt'oggi c'è un contenzioso in atto che avrà strascichi molto lunghi. Io, però, io mi sento di dire una cosa, non è pensabile giocare a braccio di ferro anche con le sensibilità dei comitati perché poi i comitati continuano ad esistere nella misura in cui uno non ha dato risposte politiche.
Perché se la legge delle aree idonee fosse stata fatta due anni fa, avevamo tutelato l'imprenditore perché quell'imprenditore che ha preso il mutuo per fare questa cosa comunque l'avrebbe fatto con una legge rigorosa e chiara ed allo stesso tempo avevamo dato una risposta politica ad un comitato, perché il comitato invece di pensare che tutti i politici qui dentro sono delinquenti o meno, o amici di qualcuno, avrebbe analizzato e valutato che diavolo diceva questa legge della idoneità delle aree.
Questo è un problema politico, allora io oggi dico subito che non posso votare minimamente a favore di questo, perché questo non è niente, questo è il nulla. Certifica che il Consiglio regionale ha decine di Consiglieri strapagati per dire ad una Giunta, fai come ti pare perché noi non serviamo, oppure noi siamo servilisti, oppure molto più semplicemente ci fa anche comodo perché poi alle assemblee ci va l’Assessore Petrini o il Presidente Spacca e chi e ne frega, e noi andiamo ad arruffianarci i comitati.
No! Io non ci sto! Io sono una persona che è stata eletta, io voglio uscire di qui esaminando, un giorno, un testo che dica chiaramente dove vado e lo voglio dire all’imprenditore e al cittadino, perché io credo che solamente la sinergia territoriale possa dare valenza al valore della parola comunità. La parola comunità esiste quando si tutela sia l'imprenditore che il cittadino e si tutelano con la trasparenza, la chiarezza, le regole chiare, le regole del gioco e meno contenziosi possibili.
Pertanto se non verranno accolti gli emendamenti che io ho sottoscritto, elaborati dalla Consigliere Foschi, ovviamente sarò costretto a votare contro perché votare a favore di questa cosa oggi non vuol dire stare attenti al risarcimento del danno, vuol dire l’esatto contrario, vuol dire fare un danno politico vero, agli imprenditore che non lavorano con la serenità che meritano ma allo stesso tempo non mi va di uscire di qui e di consentire ancora una volta a qualcuno di dire ti pagano per l'aria fritta.
Se ci devono pagare, questo Consiglio deve legiferare,
Vorrei ricordare, concludo e mi perdoni Presidente se ho sforato, che negli ultimi mesi non ne abbiamo acchiappata una dal punto di vista legislativo, ci hanno impugnato la legge sulla caccia, ci hanno impugnato la legge sui Dirigenti. Vorrei riportare all'attenzione di tutto il Consiglio, non per fare il maestrino, Governatore mi creda di fare il maestrino non mi passa per l’anticamera del cervello, non ne ho le qualità, c'è gente migliore di me qui dentro a scriver leggi, ma viva Dio dobbiamo garantire la dignità dell'istituzione perché senza di questa non c'è dialogo con nessuno, nè con gli imprenditore né con i comitati.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente della Giunta Petrini.
Paolo PETRINI. Per quel che riguarda l'agricoltura questa è una vicenda molto importante, una vicenda strategica, perché oramai da diversi anni, la produzione di energia da fonti rinnovabili riguarda il settore in maniera molto forte ed anzi è una di quelle gambe dove si poggia il recupero di un settore che altrimenti è in fortissima difficoltà.
Sappiamo però che c'è un regime di contributi e di incentivi che è deciso dallo Stato, in molte parti che tra l’altro nel corso del tempo, non ci sono neanche mai piaciute. Il fatto di poter utilizzare anche il 100% di materie prime provenienti da culture dedicate non è mai piaciuto alla Regione Marche, come non è mai piaciuto alle altre Regioni italiane che hanno insistito affinché il Governo modificasse quel regime contributivo, cosa che ha fatto il 6 luglio scorso con uno specifico decreto.
Da gennaio in poi, come sapete, gli impianti dovranno essere alimentati da scarti, quindi da sottoprodotti, non più da culture dedicate, quando si dice sottoprodotti il Governo ha precisato che questi possono provenire, come ricordava prima il Presidente Spacca, dalla frazione umida del rifiuto solido urbano, quindi frutto del prodotto della raccolta differenziata che certamente può permetterci di chiudere virtuosamente il ciclo della raccolta differenziata.
Il Governo ha fatto questo provvedimento in maniera, dal mio punto di vista, virtuosa, certamente valutando anche, come ha fatto da tempo, quelli che possono essere gli effetti sull'ambiente, cioè irrilevanti, per quel che riguarda la produzione di energia attraverso queste tecnologie. Assolutamente irrilevanti, ma la Regione già da tempo con i pochi strumenti incentivanti che ha a disposizione, PSR e FESR ha cercato di incentivare quelli che sono gli impianti la cui la gestione è degli agricoltori, anzi delle aziende zootecniche o comunque di coloro che maggiormente posseggono questi sotto prodotti.
Ma abbiamo anche inteso, in qualche modo semplificare, quelle che erano le procedure e lo abbiamo fatto attraverso una specifica norma contenuta nell'assestamento del bilancio dell'anno scorso e poi una norma che si è consolidata con la legge n. 3 del 2012 che tra l'altro ha ripreso quelle che sono le indicazione della legge n. 152 del 2006 dello Stato.
Per quelli che sono i miei principi, così come per le associazioni agricole che sono state prima citate, non mi è piaciuto affatto che nella regione Marche come in tante altre regioni – dove, a dire il vero, gli impianti sono stati notevolmente più numerosi rispetto alla Regione Marche - ci sia stata questa corsa all'accaparramento di questi contributi, utilizzando i suoli agricoli e facendo si che si producesse, in qualche modo, anche una perversione del mercato. Però quella era la legge, una legge di cui hanno approfittato tutti quelli che, avendo una situazione soggettiva oltre che economico-finanziaria e organizzativa adeguata, hanno potuto accedere a questo tipo di opportunità e lo hanno fatto nella Regione Marche in pochissimi, perché sapete che sono solo 21 le autorizzazioni rilasciate, tra l'altro, alcune di queste sono state rilasciate anche prima del cambio di questa normativa e sono impianti superiori al megawatt, che vi invito ad andare a visitare ad esempio a Colbordolo per capire qual è l’effetto che fa.
Giusto perché ancora, (…) stalla sociale di Serra dei Conti, ce ne sono diverse. Giusto per capire l'effetto che fa, ma a Colbordolo non c’è neanche un'azienda zootecnica. Ma il principio che pure io sottoscrivo, quello di utilizzare i sottoprodotti, non mi induce ad agire in maniera ideologica, se c'è una legge dello Stato che permette ad alcuni individui di poter fruire di alcuni contributi questi possono legittimamente farlo e lo hanno fatto nella misura che conosciamo in questa regione.
Molte delle autorizzazioni rilasciate sono diventate inoppugnabili, perché non sono state impugnate né al Tar, né presso il Presidente della Repubblica, perché sono trascorsi termini. Altre invece sono state impugnate al Tar, e al di la del fatto che è stata rigettata l'istanza di sospensiva, queste sono ancora sub judice e lo saranno ancora quando ci sarà la pronuncia della Corte Costituzionale del 26 febbraio, ma sarà il giudice a decidere sulla legittimità di queste autorizzazioni. Non deve essere il Consiglio regionale che si sostituisce al giudice in una valutazione di legittimità che non gli è propria e che anzi lo esporrebbe a quelli che sono i danni in relazione a quello che è un pronunciamento possibilmente diverso.
Perché noi dovremmo, anche come propone il Consigliere Comi, in qualche modo sospendere proprio questi impianti che sono sub judice e sui quali, comunque, sappiamo già che il giudice si esprimerà tenendo conto pure di quella sentenza della Corte Costituzionale. E’ una procedura, dal mio punto di vista, che altro non potrebbe essere definita che arbitraria, cioè noi utilizzeremmo la nostra posizione, il nostro ruolo, le nostre funzioni per sostituirci al giudice, utilizzando arbitrariamente appunto la legge.
Non mi pare sia questo il modo di procedere, io sono certo, quanto voi, che vanno tutelati i diritti dei cittadini anche il diritto di essere semplicemente rassicurati in relazione ad alcuni timori, ma sono altrettanto sicuro che vadano assicurati anche i diritti di quelli che chiamiamo speculatori laddove quella speculazione è legittima, perché la legge è legge di fronte al popolo infuriato così come di fronte agli speculatori più odiosi ma che agiscono nella legittimità. Questo qui dobbiamo affrontare e affermare come principio. Non mi sembra che il procedere assomigli molto a quello che è il compito istituzionale che invece ci è proprio.
Io domani parteciperò a un Comitato interministeriale, dove il Governo, sulla base della legge n. 81 che ha passato già quattro Governi da Berlusconi 2001-2005 in poi e che prevedeva la riconversione delle aree bieticole, intende mettere il commissario ad acta laddove non sono state fatte le riconversioni, soprattutto per fare riconversioni con impianti a biomasse e questo fa il paio con la proposta già rappresentata dal Governo di togliere del tutto alle Regioni le competenze sull’energia.
Ma perché sta accadendo questo? Secondo voi non avete un piccolo sospetto che stiamo esercitando in maniera poco appropriata quella che è la nostra funzione di indirizzo in materia di energia? Non avete minimamente questo sospetto? O non è come dice il Consigliere Zinni che probabilmente, a volte, privilegiamo, anziché quello che dovrebbe esserci richiesto dalla popolazione, e cioè il discernimento fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che ci conviene e ciò che non ci conviene. Guardate che se oggi calpestiamo in quest'Aula il diritto, la certezza del diritto e agiamo con l'arbitrio della legge, noi forse potremo vincere la battaglia della convenienza, ma certamente, perderemo la battaglia della credibilità, che già come ci ricordava il Consigliere Zinni, sta sotto i tacchi e se abdichiamo alle nostre funzioni, pressati fosse anche dalle amministrazioni comunali, noi non facciamo il nostro dovere, facciamo altro, guardando ad altri obiettivi che non sono quelli del bene complessivo della nostra comunità ma sono altre cose.
Io credo che dobbiamo dimostrare la maturità anche in relazione a leggi che abbiamo approvato in quest’Aula, certamente non con il voto di tutti ma che questo Consiglio regionale ha approvato e che poteva o può modificare quando vuole, non con le mozioni ma con le proposte di legge, poteva pure farlo ma questo non e avvenuto. Avverrà domani ancora più facilmente perché è cambiato il sistema degli incentivi e visto che non ci sono più tanti scarti, queste centrali saranno solo di 100, 200, 250 kilowatt, rarissimamente potranno essere maggiori e forse solo in relazione a grossi bacini che raccoglieranno il rifiuto solido urbano per lo meno la frazione organica.
Modificare la legge n. 3 è nelle competenze del Consiglio ma l'importante è che poi queste cose siano fatte per il futuro e non per il passato, perché farle per il passato significherebbe calpestare la legge che noi qui per primi siamo chiamati a difendere.
PRSIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.
Luca ACACIA SCARPETTI. Io non la pretesa di fare un discorso organico su una materia così ampia, io sono fortemente convinto che questa questione, come tutte le questioni che vanno trattate qui dentro, deve basarsi prima su una ricognizione di tutti gli elementi in campo per poi trovare una sintesi politica.
La questione si è incancrenita oltre modo: dirigenti che vengono denunciati da altri dirigenti e Sindaci, comitati che denunciano di sopra di sotto, Sindaci che hanno votato contro nei singoli Consigli comunali mozioni che chiedevano l'impegno a non accettare centrali nucleari né impianti nucleari nel loro territorio e che adesso invece difendono a spada tratta il territorio da centrali da 1 mega.
Io da cittadino marchigiano voglio fare un plauso ai comitati, perché nel recente passato i comitati marchigiani hanno difeso il territorio su due questioni enormi, mi riferisco alle centrali in progettazione a Corinaldo, da 850 mega circa, e anche dalla centrale di Schieppe che prevedeva 85 mega elettrici, dimensione insostenibile per i nostri territori.
Oggi però di cosa stiamo parlando di centrali autorizzate da 1 mega. Allora per capire che cosa è una centrale da un mega sono andato a vedere - io sono un perito industriale, e non devo dirlo io, ma qui sono in veste di Consigliere regionale - quant’è la potenzialità della centrale termica a servizio di questo solo edificio questo a mattoncini (non ricordo il nome), non l’edificio dove risiede il Presidente Spacca, non l’edificio dove siede l’Assessore Mezzolani con la parte della sanità, soltanto quest'edificio ha una centrale termica della potenzialità di 1.600 kilowatt, l’edificio del Presidente Spacca ne ha uno da 600 kilowatt, simile sarà quello della sanità.
Questo è l’ordine di grandezza, io però Presidente nel suo discorso, dove ha fatto un excursus normativo e di sentenze, che non si possono non tenere in considerazione, avrei aggiunto questo elemento fortissimo, perché se non viene messo sul tavolo, come ho fatto io in premessa, da piena forza a chi contrasta anche le centrali da 1 mega.
Abbiamo visto titoli macroscopici sulla stampa, striscioni in giro per strada che queste centrali producono veleni. Veleno non è una parola banale, veleno è una parola vicina a letale, basta andare a vedere un dizionario, allora io devo capire perché alcuni tecnici, non della Regione direttamente ma quelli di laboratorio, non vengono interpellati visto che sono pagati profumatamente per dire che cosa esce da una centrale alimentata con quelle sostanze. Esce quello che di solito esce quando si brucia metano o escono sostanze pericolosissime, velenose, fortemente dannose per la salute? Perché il gioco cambia. Si rilascia in atmosfera acido cianidrico o si rilascia in atmosfera CO2, anidride solforosa, il solito tran tran dei gas combusti?
Questo è un elemento che andava messo con chiarezza altrimenti si rimane nell'ambiguità.
Si può intervenire a questo punto? La vera pecca di tutte le centrali termiche, quelle che vanno a combustione, è che hanno un rendimento massimo di circa 40% cioè ci si becca 60% di polveri sottili inutilmente, questa è una pecca pazzesca, non è colpa di chi fa l'impianto, non c'è al mondo un macchinario che prenda un combustibile qualunque esso sia e trasformi il suo potere calorifico al 100% in energia elettrica. Il 60% lo trasforma in energia termica, questa energia termica se non utilizzata è il vero crimine ambientale di questa tipologia di impianti. E' questo.
Secondo me c'era un modo più elegante per uscire da questo impasse, non percorrere la strada di identificare le zone non idonee, perché si va nell'esatta direzione opposta, è una contraddizione in termini, sostenere giustamente che sono impianti che non hanno un gran rendimento e poi dire che non li facciamo nel raggio di 3 chilometri.
Il popolo è sovrano, io ho presentato un disegno di legge, Presidente, che dice che non si possono realizzare impianti se non c'è il completo utilizzo della parte termica prodotta. Questo significa in due righe, che se non c’è l’accordo con i cittadini quell’impianto non si fa, è un concetto abbastanza chiaro e forte, adottando questa norma si dà il pallino come si dice, si dà la piena governance della questione ai cittadini.
Ho fatto l’esempio della grandezza di una centrale da 1 mega che serve un edificio del genere, pensate voi quante piscine o quanti altri edifici. Percorrere una strada del genere significherebbe dare anche seguito a quel famoso allegato 3 che ha citato la collega Foschi che dice “non può essere la grandezza di potenza specifica l'unico parametro per dire dove, come, quando e perché” ma vanno fatti anche altri parametri.
Io spero anche che si possa recuperare a breve un parametro fortissimo per dare una risposta a tutti, all’ambiente, una risposta politica e soprattutto una risposta ai cittadini perché con quel sistema normativo sono i cittadini che hanno l’ultima parola.
Dicevo prima che si sono sentiti toni forti, parole forti, denunce non denunce, di qua e di la, qualcuno che dice che sono super velenosissime qualcuno dice di no, voglio chiudere con una paginetta di storia italiana, non banale, accaduta il 21 febbraio del 1961, era appena terminata la costruzione della diga del Vajont e una giornalista una tale Merlin diceva che era pericolosissima perché si stava per staccare una fetta di montagna enorme, fu denunciata per diffusione di notizie false e tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico, fu poi assolta perché, purtroppo, i fatti gli diedero fortemente ragione.
Presidente io ho fatto questo esempio non per esasperare gli animi ma al contrario per abbassare i toni, per invitare tutti ad abbassare i toni e percorrere la strada più garantista per l’ambiente ed i cittadini.
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. io avevo chiesto di di intervenire, ma vorrei quasi rinunciare, perché non saprei dire meglio dei miei colleghi rispetto a questa problematica e,quindi, non vorrei ripetermi ed essere prolisso su un tema che sicuramente vede la partecipazione al dibattito di quasi tutti i Consiglieri.
Però non potevo non sottolineare un aspetto, che emerge dalla mia esperienza in Consiglio regionale in questi due anni, e che praticamente è un aspetto che riguarda l'agricoltura intesa anche come gestione del territorio.
Viviamo in un territorio ad alta vocazione agricola, un territorio che molto spesso utilizza o ha utilizzato le risorse dell’agricoltura, degli agriturismi, come risorse e patrimonio su cui investire, e dà fastidio sinceramente veder tirare l’agricoltura per la giacca, per tutte le stagioni, per tutte le occasioni.
Qualche anno fa si incentivava il discorso degli agriturismi, si incentiva il discorso delle filiere corte, si incentivava ad investire sull'agricoltura perché questo poteva essere sicuramente un settore di importanza primaria, anche per rispondere alle esigenze di occupazione e di lavoro. Si incentivava un ritorno in quella direzione, poi dopo il periodo degli agriturismi, c’è stato il periodo del fotovoltaico, e noi ne siamo stati interpreti proprio all'inizio del nostro mandato elettorale, abbiamo fatto un Consiglio regionale, praticamente, in piene ferie per bloccare, con le aree idonee non idonee, un proliferare di fotovoltaico che si stava abbattendo fortemente su tutte le nostre colline, su tutti i nostri territori.
Poi oggi è arrivato, ma con ampio anticipo, la questione del biogas, e allora già a maggio, giugno, il Consiglio regionale era in fermentazione, abbiamo parlato e dibattuto e nel frattempo i Comuni, i Sindaci, i territori, ci chiedevano delle risposte serie e concrete.
Siamo arrivati ad ottobre, abbiamo rinviato per due settimane questo punto all'ordine del giorno e ci troviamo qua oggi a dover scegliere quello che è il destino odierno dell'agricoltura e stiamo ancora a parlare su come comportarci, su come atteggiarci.
Ho sentito parlare lei Vicepresidente, quando diceva che bisogna tutelare gli speculatori, non ricordo bene l'espressione usata, ma io credo che questo Consiglio regionale debba tutelare il territorio, debba tutelare la dignità delle istituzioni, debba tutelare tutti quei Sindaci, tutte quelle parti che hanno partecipato a questo dibattito e debba essere l'espressione reale del nostro territorio. Non può nascondersi dietro a delle esigenze temporanee, non può nascondersi dietro quelle che sono e possono essere delle giuste esigenze anche energetiche, ma che si abbattono sulla dignità, sulla storia, sulle prospettive future di un territorio.
Quando girando per i territori, si incontrano tanti comitati, fatti da persone semplici che con umiltà chiedono di essere ascoltati, ed anche tante istituzioni periferiche che chiedono di essere tutelate, di veder tutelate la loro dignità, la loro storia, i loro sacrifici, io credo che le istituzioni debbano essere attente al rispetto di queste situazioni e a non mancare alla loro funzione primaria che è quella di essere interprete delle esigenze vere e profonde di chi noi rappresentiamo.
Allora sicuramente io credo che se noi veniamo a mancare questo tipo di iniziativa adducendo ogni volta delle scuse, adducendo ogni volta delle teorie che sono contraddittorie tra esse, di anno in anno, di epoca in epoca, a seconda di ciò che va di moda, noi produrremo che danni incredibili a questo territorio. Andremo a distruggere questa grande vocazione turistica-agricola che la regione Marche ha ma che non può corrispondere alle esigenze da chi ci impone, da fuori cosa, dobbiamo fare.
Non esiste una direttiva che può costringerci a distruggere il nostro territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Io penso che se noi oggi approvassimo il testo che ci è pervenuto dalla Commissione, così come è, faremo una cosa inutile, tardiva. Nel senso che potremmo dare un valore a questo testo se approvassimo gli emendamenti, alcuni emendamenti in particolare, che prevedono la sospensiva delle autorizzazioni già date per mancanza di VIA, visto che questo è successo. Altrimenti faremo la stessa operazione inutile, tardiva e poco efficace, soprattutto, come abbiamo fatto due anni fa con la legge sul fotovoltaico che l'abbiamo approvata dopo un periodo di far west e dopo che era successo di tutto e di più.
Fondamentale non è tanto la legge, così come arriva dalla Commissione, bensì l'approvazione degli emendamenti.
Al riguardo anch’io ho apprezzato l'emendamento del Consigliere Comi, che peraltro l'ha attenuato stamattina con due sub-emendamenti, che ho visto sono arrivati poc'anzi. Li ho apprezzati perché sono esattamente gli emendamenti che ho proposto io e anche altri colleghi della minoranza, evidentemente, mi auguro che il Consigliere Comi ed altri del Partito Democratico diano attenzione a quanto dicono i loro Sindaci. Mi ha colpito per esempio quanto ho letto sulla stampa locale, un vostro Sindaco del Partito Democratico, il Sindaco Fioretti di Monsano, ve lo leggo “Fioretti va all’attacco degli esponenti regionali del suo stesso partito, il progetto è stato autorizzato ieri - parliamo del 10 ottobre - dagli uffici preposti della Regione proprio nelle ore in cui il Consiglio regionale doveva dibattere sulla questione, ancora rinviata questa volta per l’assenza del Presidente Spacca. Una notizia attesa, scontata, dopo l'incapacità di decidere in Consiglio regionale, una delibera di Giunta regionale in agosto, di fatto inutile, innumerevoli mozioni, interrogazioni, prese di posizione di maggioranza e opposizione, ininfluenti e totalmente disattese e una legge regionale sulla VIA nata lo scorso marzo con la puzza dell'incostituzionalità, impugnata dal Consiglio dei Ministri. Dubito che il Consiglio regionale ora possa prendere decisioni concrete riguardo ai progetti già autorizzati", - non è vero lo può fare - "d'altronde quelli da autorizzare sono ormai pochissimi il danno è stato fatto i buoi sono fuggiti dalle stalle, milioni di euro di soldi pubblici verranno elargiti a S.r.l. fantomatiche che realizzano, tra l’altro molte sono costituite con € 10.000 di capitale sociale, che realizzano pure e semplici speculazioni a danno dei territori e di quelle autentiche esigenze e potenzialità offerte dalla filiera corta e dalla nostra agricoltura.”
Un fiume in piena il Sindaco, la farsa ha avuto il suo epilogo, ho telefonato a questo Sindaco, che non conosco peraltro, per fargli i miei complimenti nessuno del PD lo ha chiamato, naturalmente, questo è quello che è successo.
Mi auguro che il Consigliere Comi abbia riflettuto nel presentare questo emendamento che apprezzo e sottoscrivo anche perché è uguale ad alcuni miei emendamenti.
Sono colpito poi da quanto ho sentito, mi concentrerò su quello che hanno detto il Presidente ed il Vicepresidente. Faccio, intanto, i complimenti al Vicepresidente perché sentire dire, non so se è stato un lapsus dovuto a stanchezza, ma ha detto “Vanno assicurati i diritti degli speculatori”. Le faccio i complimenti perché pensavo che lei facesse parte di un partito di sinistra, il Partito Democratico, a meno che stanotte nella confusione il Partito Democratico abbia cambiato nome e sia diventato Partito D'affari, allora la sua dichiarazione è coerente, se il Partito democratico è il Partito D’affari va bene difendere gli interessi degli speculatori. Complimenti!
Mi hanno colpito alcune cose che ha detto il Presidente Spacca, visto che nel suo intervento si è concentrato sugli aspetti formali, di profili di responsabilità del Consiglio e dei Consiglieri. Ma Presidente Spacca va bene che lei fa parte di Partito che appoggia Monti, il quale sta massacrando la Costituzione come quasi tutti i Partiti che stanno qua dentro, però se la Costituzione esiste ancora, richiederemo una interpretazione autentica a Monti stanotte, esiste ancora l'articolo 122, comma 4 il quale dice “I Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”, la stessa norma è peraltro ribadita dall'articolo 16, comma 1 dello Statuto il quale dice “I Consiglieri regionali rappresentano l’intera regione senza vincolo di mandato, essi non possono essere chiamati a rispondere per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio della loro funzione”.
Lei prima dice “Non ho messo la fiducia”, che peraltro non è prevista nell’ordinamento delle Marche, però richiama i consiglieri. (...)
Questo appello, questa forma di ricatto psicologico e non solo verso i Consiglieri, lo trovo di cattivo gusto, poi ha detto addirittura “Non firmate, non approvate gli emendamenti che prevedono la sospensiva e la richiesta di VIA perché nessun dirigente sarà disponibile a firmare gli aspetti attuativi. A si? E come è che invece quando il Consiglio dei Ministri ha sollevato questioni di incostituzionalità sulla legge n. 3 del 2012 avete trovato, avete dato ordine ai vostri dirigenti di firmare a tamburo battente, in Conferenza di servizi, vergognose, 15 autorizzazioni. Il mandato è politico non è tecnico, come state dicendo! Il mandato è politico perché il 18 giugno con delibera di Giunta, che riprende la dichiarazione dell’Assessore Giannini adesso assente, avete fatto carta straccia di una risoluzione approvata da questo Consiglio una settimana prima, ne avete fatto carta straccia.
Il 18 giugno voi avete scritto, eccola qua (mostra un foglio), con delibera di Giunta andate avanti non tenete conto di nulla, andate avanti nonostante una settimana prima, il Consiglio che dovrebbero essere sovrano, ma lo è solo sulla carta, aveva deliberato a maggioranza, stretta ma a maggioranza, grazie ad una defaillance da parte della maggioranza che aveva votato con la minoranza, di sospendere le autorizzazioni già date. C’è di più, 3 giorni dopo, il 21 giugno, a firma del Segretario di allora, si manda una lettera a tutti i dirigenti competenti, in qualche modo coinvolti nei processi autorizzativi, dove si dice “In attuazione della decisione assunta dalla Giunta regionale nella seduta del 18 giugno – quella che citavo prima e che allego - richiamo alla vostra attenzione l'obbligo previsto dalla vigente normativa di dare corso ai procedimenti relativi agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”, la firma è del precedente Segretario che è andato in pensione. E allora, come mai chiedo, siete così attenti alle richieste di risarcimento degli imprenditori, che voi stessi chiamate speculatori, e non siete per nulla attenti alle richieste che ci saranno, che ci possono essere, e sono legittime, di migliaia e migliaia di cittadini che si vedono l’impianto davanti casa, delle imprese di altri settori danneggiate da questi impianti, di quelli non ve ne può fregare di meno? Quelli non avranno danni?
Lei Presidente ha detto che per la salute non c'è problema, non è un danno alla salute no? (...) L'ha detto prima nel suo intervento. Ma se non c’è intervento sulla salute come mai gli speculatori, come il Vicepresidente li chiama, non chiedono spontaneamente la VIA, non l'hanno fatto, me lo sa spiegare questo?
La verità sa qual è? La verità è che la Regione ha saputo fare sistema, lo ha detto prima nella Conferenza dei Capigruppo un rappresentante delle associazioni, certo che avete fatto sistema, come ha detto il Consigliere Binci, il sistema lo avete fatto da ottobre dell’anno scorso ed anche prima, avete fatto sistema con leggi ad hoc e con modalità ad hoc per realizzare un business enorme, che non è quello del biogas positivo connesso alle imprese agricole, a cui tutti siamo favorevoli, quello di Modena e quello dei 7.500 impianti della Germania, ma è quello degli speculatori puri che non rischiano niente perché prendono un milione di euro netti ogni anno per 15 anni da queste operazioni politico affaristiche, su cui magari, questo si, dovrebbe indagare la Guardia di Finanza.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. E’ stato detto tanto, è stato detto tutto, però, naturalmente anch'io ho qualcosa da dire.
Oggi abbiamo iniziato la giornata con tre parole che ha detto il Presidente Spacca, che a me sono piaciute moltissimo: coscienza, conoscenza, diritto.
Sono tre parole alle quali come Italia dei Valori, io in primis, ci siamo rapportati proprio per affrontare questo problema di cui stiamo trattando oggi, perché di un problema si tratta. Altrimenti non saremo arrivati qui oggi con questa tensione, con tutto quello che è successo in questo periodo nel nostro territorio.
Un po’ di storia va fatta, l’ha fatta adesso il Consigliere Marangoni ed ha detto alcune cose che avrei detto io ma le ripeto.
Sono passati quattro mesi da quando questa Assemblea ha votato una risoluzione che dava un preciso mandato alla Giunta e cioè chiedeva uno stop alle autorizzazioni sugli impianti a biogas e biomassa, una revisione delle autorizzazioni già concesse. Uno stop che veniva dato perché si stava procedendo senza una programmazione precisa, non c'era un progetto di sviluppo a favore della sostenibilità della produzione di energia rinnovabile utilizzando gli impianti, ma c’era una serie di iniziative che apparivano confuse, anche se poi se viste bene non erano assolutamente confuse ma avevano una precisa linea di condotta.
Questo stop che veniva chiesto da parte dell’Assemblea legislativa è stato totalmente disatteso, il Consigliere Marangoni ha detto quale è stata la risposta della Giunta, non ce lo possiamo dimenticare, non è stata la risposta, Presidente Spacca, solo dell’Assessore Donati - che so benissimo che è dell’Italia dei Valori, ci siamo confrontati apertamente anche in quest'Aula, non abbiamo paura - però voglio ricordare la posizione dell’Italia dei Valori, e credo che la persona principale che possa esprimere la linea politica dell’Italia dei Valori sia il Presidente Di Pietro. Il Presidente Di Pietro ha presentato due interrogazioni parlamentari proprio sul tema, quindi forse la linea è quella lì, portando in evidenza alcune questioni non chiare che sono le stesse che poi noi qui in aula portiamo avanti.
In questi quattro mesi sono accadute tantissime cose, innanzitutto sono state autorizzate moltissime centrali, prima le ricordava anche il Consigliere Bucciarelli, ma è stato fatto una sorta di terrorismo, questa è la cosa più grave. Innanzitutto è stato detto che i Consiglieri regionali sono responsabili di quanto approvano. Questo lo dice la Costituzione, lo ricordava giustamente prima il Consigliere Marangoni, l’articolo 122 della Costituzione, recita che “I Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercito delle proprie funzioni” poi ci è stato detto che non si possono fare leggi retroattive, allora io ricordo che l’ordinamento italiano ammette la retroattività delle leggi amministrative e in Costituzione vige il principio di non retroattività solo in caso di penale, quindi, non rientra assolutamente nella materia che noi stiamo trattando.
Quindi è più che legittimo che oggi si chieda, non solo una legge che regolamenti la nostra legge sul VIA, che ponga fine, che dia un rimedio a tutti i criteri di incostituzionalità che sono stati sollevati, ma soprattutto che sospenda le autorizzazioni che sono date in base a quella legge, perché è una legge che ha dei grandi profili di incostituzionalità.
Lei Presidente, giustamente, io ho apprezzato molto il suo intervento, è venuto in Aula ad argomentare, non lo condivido, però, ha argomentato: coscienza, conoscenza, diritto. Lei ha citato una sentenza della Corte relativa ad una legge regionale del 2010, che è stata impugnata, ma quella sentenza è stata impugnata perché oltre ad andare contro al decreto legislativo, quell’articolo che è stato impugnato in una legge di bilancio, andava contro una direttiva europea, quindi, non rientra proprio nel caso di cui stiamo trattandoci oggi.
Stamattina si è parlato di una legge regionale della Calabria che era retroattiva, ma io ripeto, le leggi vanno viste nel merito, e le leggi possono essere retroattive, le leggi regionali assolutamente, quando c’è una adeguata giustificazione, e io credo che qui ci sia un'adeguata giustificazione - perché sono state concesse delle autorizzazioni sulla base di una legge incostituzionale e siccome lo sanno tutti che è incostituzionale, lo sappiamo noi, lo sanno le persone qui presenti, lo sapevano anche gli imprenditori, - credo che sia opportuno, proprio per autotutela, così come viene previsto dalle leggi regionali per la questione delle leggi amministrative, andare a fare una legge retroattiva.
Gli stessi emendamenti del Consigliere Zinni, li ho depositati anch'io, perché poi ci sono stati suggeriti - non ho vergogna a dirlo, non lo ha detto nessuno, ma io lo dico - dai cittadini attraverso i comitati, che io penso abbiano fatto una buona opera di informazione.
Non mi piace che quando qualcuno ascolta i comitati venga tacciato di populismo o demagogia, io credo ed è opportuno che chi è chiamato a rappresentare i cittadini nelle istituzioni si confronti spesso con loro, per capire meglio le loro esigenze, quindi abbiamo presentato questi emendamenti.
Presidente, non credo che noi li ritireremo perché coscienza, conoscenza, diritto. Noi siamo fortemente convinti con coscienza che questa legge debba contenere la sospensione delle autorizzazioni già concesse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Oggi dopo un lungo iter da parte delle procedure di questa proposta di legge, siamo qui a discutere una questione che io ritengo, ed ho ritenuto da sempre, importantissima.
E' chiaro che, dagli interventi che ci sono stati, nessun Consigliere ha mai detto di essere contrario a priori all'istallazione nel territorio delle Marche di energie rinnovabili, perché sicuramente non è giusto ed è giusto che si istallino impianti di energie rinnovabili a tutti i livelli, dal fotovoltaico, alle biomasse e biogas, ma è altrettanto giusto e doveroso che le istallazioni di questi impianti siano regolamentati prima delle autorizzazioni.
Questa legge che oggi facciamo sarà poi seguita da un regolamento ed è chiaro che questo comporterà che tutte le autorizzazioni saranno rilasciate, autorizzazioni che da quello che ho ascoltato sono fino ad oggi 21. Sono anche dispiaciuto perchè nelle pieghe del dibattito e per i rinvii che ci sono stati in Aula è stato autorizzato dagli uffici un altro impianto, quando si era stato detto che non ne sarebbero stati autorizzati altri, precisamente nella zona di Monsano. Questo significa che la politica non ha gestito bene questo percorso.
Io credo che le risoluzioni che sono state ricordate dell'11 giugno, la mozione del 12 settembre, hanno dato chiare indicazioni alla Giunta ed all’Assessore in particolar modo. Vede, Assessore, oggi io ho ascoltato con grande attenzione il suo intervento, però ritengo che quello che ha detto oggi sarebbe stato opportuno e giusto dirlo quattro mesi fa, di fronte ad una proposta di legge, predisposta magari quattro mesi fa, subito dopo la nostra risoluzione. Molto probabilmente avremmo, in questo caso la politica avrebbe gestito tutta questa criticità che è nata intorno alle biomasse e biogas, perché gli imprenditori avrebbero rallentato le richieste, i Sindaci e le amministrazioni del territorio si sarebbero confrontati con la Regione, i comitati che si sono formati, in maniera spontanea, trasversale, in maniera proprio così alla mano, avrebbero avuto modo di apprezzare l'impegno della Regione Marche.
La proposta di legge che oggi andiamo a discutere, è una proposta che è stata elaborata dalla Commissione, che voglio ringraziare, la Commissione l’ha elaborata in otto giorni. Allora mi viene da pensare perché questa proposta, che andiamo a discutere oggi, non è stata discussa dopo l'11 giugno? In otto giorni? O prima delle vacanze ferragostane? Questo secondo me avrebbe risolto o perlomeno attenuato o dato degli impegni forti alla politica regionale delle Marche. E’ chiaro che non si può responsabilizzare la Commissione, anzi la Commissione nel momento in cui ha ricevuto l’input, si è mossa.
Io sono altrettanto convinto che accadrà come è accaduto per il fotovoltaico, dove tutti ricordiamo che fino a quando non c'è stata una normativa, non c'è stata una legge, c'era una deregolamentazione, c'era un fiorire di impianti in tutto il territorio, in tutti i terreni, poi c'è stata la legge. Questa legge è stata apprezzata e questo merito va al Consiglio, alla Giunta, al Presidente Spacca che l’ha voluta con grande coerenza e con grande chiarezza. Questa legge ha fatto da spartiacque, da quel momento non ci sono state più discussioni, tutti si sono adeguati, la legge individuava le aree non idonee.
E’ chiaro che, anche in questo caso io mi sento fortemente legato a questa maggioranza, mi sento fortemente impegnato a sostenere le politiche che sono portate avanti da parte di questa maggioranza e da parte della Giunta, però è altrettanto chiaro e non è pensabile che vi siano delle responsabilità che partono da chi noi sappiamo che poi vengono riversate all'interno di questa Assemblea consiliare.
Allora io credo che sia giusto - al di là di tutte le normative e di tutti i cavilli giuridici che abbiamo sentito, perché poi se entriamo nel merito, io non voglio entrare nel merito perché non sono un addetto ai lavori, però abbiamo sentito tesi a favore della non sospensione e tesi a favore della sospensione, motivate ognuno giustamente per quello che riguarda le indicazioni date dai legali, sia dall’Avvocatura regionale che da altri per quello che riguarda i comitati e le tante amministrazioni che hanno fatto ricorso - ripeto, io credo che in questo caso l'Assemblea, quest'Aula, si riapproprino della politica.
Io non sono sconvolto se vengono approvati da quest'Aula emendamenti che chiedono la sospensione, perché questo permetterebbe intanto di fermare le bocce, di dare un'autotutela a tutti noi, alla Regione Marche e contemporaneamente permetterebbe, poi, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che come ricordava il Presidente Spacca arriverà i primi di febbraio, di avere le risposte di tutti. In quel momento, poi, secondo il percorso, fare tutte le valutazioni e le riflessioni possibili.
Io sono convinto che oggi il buonsenso di quest'Aula porterà a fare una serie di valutazioni, riflessioni importanti a tutela della Regione Marche, di noi Consiglieri, della Giunta ma anche a tutela delle amministrazioni e di tutti i cittadini del Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Noi dovremmo votare la legge, ma la discussione più che sulla proposta di legge riguarda la possibilità o meno di sospendere le autorizzazioni in corso.
Io credo che la scelta, al di là delle motivazioni tecniche, sia una scelta anche di carattere di politico energetico e generale, però, non posso non dire alcune cose che penso, perché io ho poche idee ma quelle poche le difendo ovunque e parlo al Presidente, al Consiglio.
Prima questione. Si parla troppo facilmente di speculazione, io credo che quando un imprenditore fa un investimento utilizzando incentivi previsti dalle leggi non è speculazione, è un investimento. Senza gli incentivi morirebbe il settore della pesca e la stessa agricoltura non so quanto camperebbe, sono tutti speculatori, sapendo che l'agricoltura ha gravi problemi di reddito - sennò parliamo di agricoltura senza conoscere il problema degli agricoltori – e che spesso fa delle produzioni senza ricavarne il reddito e compenso per il lavoro prestato.
Ci sono delle obiezioni che nascono dai ritardi nella redazione di atti programmatori, è giusto, è vero, ma dobbiamo sapere che quello che decide, spesso, è la velocità degli investimenti a fronte di incentivi che vengono decisi a livello nazionale, non ci illudiamo che sia stato risolutivo l'atto che abbiamo approvato sul fotovoltaico - dove abbiamo santificato, alcuni hanno santificato l’Assessore Petrini che oggi è il diavolo, lì era il santo perché aveva impedito il dilagare del fotovoltaico - in realtà ha coinciso con la riduzione degli incentivi, per cui non vengono più richiesti, Questa è la verità.
Così adesso se calano gli incentivi su questo, ci sarà il calo delle domande. Io abito all'estremo sud delle Marche, nella vicina Val Vibrata, dove sono in corso di realizzazione più impianti che in tutte le Marche, e la Val Vibrata è uguale alle nostre valli. Ora e mi fa specie, veramente, lo ha accennato il Consigliere Acacia, ascoltare esponenti politici che quando si ipotizzava una centrale nucleare nella zona Sentina di San Benedetto, facevano spallucce, per la miseria, e dicevano che erano d’accordo per obbedienza al partito politico nazionale e oggi stanno sulla scia di movimenti contro le centrali a biogas che sono, come dire, una pallina rispetto ad una montagna.
Il Consigliere Bucciarelli faceva una critica rispetto alla partecipazione, è vero si può fare di più, e se l'Assessore si è rifiutato di incontrare i comitati ha sbagliato, e credo che da parte mia, ma anche di altri, critiche all’Assessore ne sono state fatte, ma noi viviamo in una democrazia rappresentativa, non in una democrazia popolare dell’est, né in una democrazia referendaria e attenzione perché è un'ipocrisia dire noi non siamo contrari, dopo di che però si è contro tutti gli interventi e, quando si è contro tutti gli interventi, si è contro l’iniziativa in generale, perché tutto viene contestato.
Io trovo incoerenti anche alcuni Sindaci che sì mettono qui, su questa posizione e poi fanno resistenza ad applicare le ordinanze per vietare il traffico sulla statale 16, quella si che è una camera a gas e quando ci sono Sindaci che le applicano, e io abito vicino alla statale 16, le proteste sono unanimi, sono grandissime.
Si fanno le mode, io sono sufficientemente anziano ed ero Sindaco di San Benedetto quando scattò la moda delle obiezioni alle centraline per i telefonini, ve le ricordate? Nascevano comitati come funghi, poi spariti nel nulla.
Ora noi stiamo a discutere di impianti che sono quasi equamente divisi per ogni Provincia, che sono di così piccola entità, che non credo devastino il territorio marchigiano.
Per concludere io non ho mai votato gli ordini del giorno che il Consiglio ha approvato, perché non li condividevo e, quindi, non ho nessuna fatica a dire che condivido la proposta della Giunta convinto che le infrastrutture e l’energia sono l'ossatura di questo paese. Lo tengono insieme e lo fa sviluppare.
Spesso si rivendica separazione tra la politica, che deve fare le scelte, e i tecnici che le devono realizzare, ma quando le scelte dei tecnici non soddisfano certe posizioni allora si richiede l'intervento a gamba tesa della politica. Oggi la scelta è quella che deve essere. E’ chiaro, a mio giudizio, che ogni scelta prenderà questo Consiglio avrà delle conseguenze politiche e io credo che, comunque, al di là del voto che ci sarà, la nostra macchina che non è gioiosa e non è da guerra ha bisogno di fare il tagliando.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Presidente Spacca, Colleghi Consiglieri intervenire a questo punto, dopo numerosi colleghi, comporta, inevitabilmente, di modificare anche il taglio dell’intervento, di evitare un ragionamento organico e di esprimere invece alcuni punti di vista, alcune riflessioni ed anche alcune risposte.
Ringrazio il collega Carloni perché ha fatto riferimento anche al lavoro della Commissione ed ha espresso dei punti di vista anche molto critici nei confronti della Giunta e della maggioranza.
Io su tre aspetti mi sento di rispondere al collega Carloni.
Il primo è quello sul chi paga, quando si è soffermato sul fatto che non sarebbero i Consiglieri ma la Regione. Guardate io credo che da questo punto di vista dobbiamo affermare un principio politico, etico, io non mi preoccuperei se a pagare fossi io e fossero i colleghi, sarei molto più preoccupato se a pagare fosse la comunità marchigiana, l’istituzione marchigiana. Questa è la prima cosa che mi sento di dire.
La seconda è in riferimento ai giottini che fuggono o che sono fuggiti. Anche qui io credo che i social forum hanno rappresentato in Italia e nel mondo una risposta civile alle sfide globali, una risposta alle persone che non hanno cibo, che non hanno acqua, che non hanno medicine, e si sono battuti per l’equità, per combattere le disuguaglianze per una crescita ambientale sostenibile.
L’altra questione è di stile nei confronti dell’Assessore Viventi. Già nella seduta non di martedì scorso, ma nella precedente, ci sono stati alcuni riferimenti agli Assessori esterni, in quel caso all’Assessore Marcolini e c’è stata la risposta di alcuni colleghi, come quella del Consigliere Perazzoli. Io da questo punto di vista credo che gli Assessori esterni, lo abbiamo detto, sia Marcolini che Viventi rappresentano una ricchezza per questa comunità marchigiana e per questa istituzione, non voglio ritornarci, ma non mi sembra delicato intervenire su questo.
Fatte queste considerazioni, voglio intervenire subito nel merito delle leggi.
Consigliere Marangoni, non la vedo in Aula, ma delle due l’una, o questa legge è utile e avrebbe impedito, se ci fossero state le condizioni, se fosse stata licenziata, di non realizzare ad esempio la centrale di Monsano e, quindi, lei faceva riferimento al Sindaco, o questa legge è inutile, come lei sosteneva. Il problema è esattamente il contrario rispetto a quello che lei poneva perché guardate, questa legge oltre ai due articoli, a cui fa riferimento, così come è stata licenziata - e voglio ringraziare il Consiglio delle Autonomie Locali che si è unanimemente pronunciato a favore, la Commissione, la Giunta, perché è stato presente ai lavori della Commissione il Vicepresidente a nome anche dei colleghi dell’industria, della salute, dell’ambiente e in una seduta, il giovedì precedente abbiamo chiesto la documentazione, il giovedì successivo l’abbiamo licenziata – oltre a questi due articoli, rispetto alla sospensione delle autorizzazioni in conformità a quanto previsto - adesso non ve la leggo, tanto la conoscete - l’atto sulle aree idonee è adottato dalla Regione e sino all’adozione dell’atto di cui all’articolo 1 e comunque non oltre quaranta giorni, non possono essere autorizzati nuovi impianti. Questo è il punto, ma c’è un emendamento rispetto alla valutazione di impatto ambientale che tiene conto sia di quella che è la questione legata alla legge n. 152 del 2006, sia della alla direttiva europea. Infatti da questo punto di vista non poniamo una soglia, ma facciamo un riferimento preciso, sulla base dei criteri di cui all’allegato C, e su questo allegato ci sono tutte le caratteristiche per cui gli impianti debbono essere sottoposti a VIA, dalle dimensioni del progetto, superfici, volumi, potenzialità, al cumulo con altri progetti, all’utilizzazione delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento disturbi ambientali, al rischio di incidenti, all’ubicazione del progetto rispetto alle zone in cui il progetto viene realizzato e non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche dl punto di vista della densità demografica, dell’importanza storica e poi ci sono tutte le caratteristiche legate all’impatto potenziale del progetto stesso.
Quindi mi sembra che questa legge dia una risposta, però io non voglio fuggire dal problema che qui è stato posto, sul perché arriviamo nell’ottobre del 2012 e non prima. Il Presidente Spacca dava una risposta rispetto ad alcuni strumenti di programmazione che pure ci sono, come il PEAR, e rispetto anche ad alcune leggi che questa nostra Regione ha fatto nella legislatura precedente ed anche in questa rispetto alla valutazione di impatto ambientale e alle modifiche che via via ci sono state.
Per la verità sulla valutazione di impatto ambientale ci si è tornati molte volte e, in alcune di queste volte, ci sono stati poi dei fermi, come quelli precedentemente citati dal Presidente Spacca, non mi riferisco soltanto a quello della legge n. 3 del 2012 dalla stessa Corte Costituzionale. Il problema c’è stato e c’è stato anche un confronto acceso in alcune sedute, sono state ricordate quelle di giugno e quelle di settembre, sul perché non si sono realizzate subito le aree, non le linee guida, perché le linee guida per la verità, e voi lo sapete meglio di me, il decreto è del 2003 poi le linee guida sono state fatte nel 2010, nel settembre del 2010, però la Regione Marche da questo punto di vista sul fotovoltaico a terra si era trovata preparata, perché già il 30 luglio del 2010 aveva fatto un primo intervento ed il 30 settembre ha ratificato tutto, proprio perché eravamo in qualche modo in anticipo, anche se tardi, rispetto agli impianti realizzati sul fotovoltaico a terra, e questo è stato anche oggetto di polemica fra alcuni di noi. Dico queste cose perché noi non dobbiamo perdere di vista quella che è una opportunità, l’economia verde, le energie rinnovabili, l’occupazione, la crescita tecnologica, rappresentano una grande opportunità,. L’economia verde le energie rinnovabili sono una opportunità. Questo è il punto politico che non dobbiamo perdere di vista, certo c’è un eccesso di incentivi e su questo io la penso anche diversamente da alcuni miei colleghi, gli incentivi devono essere molto bassi, vanno ridotti, si stanno riducendo, ma ha ragione il Vicepresidente Petrini quando dice che per fortuna non ci saranno più colture dedicate, perché questo è il punto vero, perché l’agricoltura è un’altra delle ricchezze che non può essere al servizio della produzione di energia ma deve essere al servizio della produzione del cibo.
Chiudo ma un punto mi sento di dirlo. Il Presidente Spacca faceva un riferimento rispetto agli approfondimenti di carattere scientifico rispetto alla salute, anche questo è un punto importante, che io credo, comunque, dobbiamo con forza sottolineare, ovvero non soltanto al momento dell’autorizzazione dell’impianto ma sugli impianti ci deve essere un monitoraggio continuo da parte degli organi tecnici e scientifici, penso all’Arpam, penso all’Asur, penso ad altri organismi, perché se c’è un danno alla salute, non soltanto al momento dell’autorizzazione - e in quel caso l’autorizzazione non deve essere rilasciata - ma in qualsiasi momento dell’attività, l’impianto deve essere fermato. Questo mi sembra un altro punto fermo, perché la tutela della salute è fondamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.
Francesco COMI. Mi introduco in una discussione rispetto alla quale non ho una competenza diretta, mi occupo dei temi della sanità e delle politiche sociali, mi sono dedicato in passato all’ambiente, ho fatto il relatore del piano energetico e di quella VIA che poi è stata superata, per cercare di dare un contributo alla discussione.
Ci tengo a dire una cosa, e credo che la si possa condividere tutti, io non credo che nessuno in quest'aula possa sentirsi sereno, né nella maggioranza, né nella minoranza, rispetto a quello che dobbiamo decidere. Serenità significa fare la scelta giusta, farla nel merito e farla in termini di legittimità.
Il rischio con cui tutti ci misuriamo è quello di voler inseguire magari una scelta coerente con la propria visione delle cose ma, magari, non munita di presidi legislativi adeguati, oppure quello di scegliere una strada coerente con il quadro normativo ma che non coincide esattamente con quello che vorremmo fare.
Questa assenza di serenità non è figlia del caso, c'è una responsabilità politica, nostra. Ecco, questo lo voglio dire, c'è una responsabilità politica nostra, nella gestione delle politiche energetiche della Regione Marche. Credo che ci sia un limite grande, con il quale noi ci misuriamo è quello dell'assenza totale di una legislazione chiara e di una programmazione altrettanto chiara, e dentro questa incertezza, dentro questi spazi sterminati, pascolano e si muovono interessi legittimi, per carità non li metto in discussione, interessi legittimi imprenditoriali, che noi avremmo potuto altrimenti condizionare e governare.
Oggi le politiche energetiche sono determinate, a livello nazionale e, in gran parte in quasi tutte le Regioni, fuori da una programmazione nazionale, non c'è un piano energetico nazionale, non ci sono regole chiare, e questo fa sì che le scelte che si consumano sul territorio sono determinate dall'unico elemento che oggi governa tutti questi processi, gli incentivi e i finanziamenti.
Manca una chiara programmazione, permettetemi di farla questa considerazione, lo so che fa male, ma è una considerazione che riguarda l'insieme delle Regioni. Mancano strumenti adeguati a tutti i livelli, i Comuni, parto dai Comuni perché non è che voglio puntare il dito in una direzione. I Comuni sono dotati di un piano che riguarda per esempio, un piano energetico locale? Lo potevano fare. Sono dotati di adeguati strumenti urbanistici e di piani regolatori che decidono dove si può fare e dove non si possono fare alcune scelte? Sono dotati i Comuni essendo prevista dalla legge di strumenti di pianificazione per le antenne per la radiofonia? Molti Comuni, molti territori sono sprovvisti di un'adeguata legislazione, per cui sulla base degli incentivi il singolo imprenditore si muove con grande libertà, e una volta che ha trovato il varco ed ha trovato lo spazio, il nostro compito si riduce a quello dell'artifizio giuridico per giustificarlo o per impedirlo. Questo è il compito della politica. Questo è il compito che ci è rimasto, il residuo della programmazione. Se noi avessimo anticipato, se noi avessimo programmato, oggi non ci troveremmo in questa difficoltà e, quindi, con lo stato d'animo di chi deve fare scelte che rischiano di essere viziate, giuridicamente in particolare.
Le linee guida ci venivano sollecitate da anni e non le abbiamo tempestivamente fatte, ma non le hanno fatte da nessuna parte. E’ successo e succederà in futuro, io credo una cosa e poi spiegherò l'emendamento, credo che se non vogliamo che le politiche energetiche siano guidate da protagonisti diversi da coloro che hanno a cuore l'interesse collettivo, e siamo noi, e lo rivendico orgogliosamente, siamo noi istituzioni, dobbiamo anticipare e non inseguire.
Oggi stiamo inseguendo, ci sono alcune cose che dovremmo correggere, la programmazione, e su questo il PEAR indicava indirizzi generali ma delegava a noi gli strumenti attuativi, e dovremmo farlo; la trasparenza, e questo significa rendere pubbliche le iniziative, adeguare il nostro sistema normativo per mettere nelle condizioni tutti di conoscere tempestivamente le scelte; partecipazione, che significa che la partecipazione non si può ridurre ad una conferenza di servizi nella quale l'interlocuzione del privato, del cittadino, dell'istituzione soprattutto, diventi una concessione e il cui valore diventi marginale, discrezionale; e soprattutto certezza del diritto.
Ora in assenza di questo, il nostro compito, di noi Consiglieri tutti di maggioranza e di minoranza, e mi fa piacere che molti abbiano ragionato sul mio emendamento, è quello di ricercare avendo dovuto inseguire e non avendo programmato tempestivamente, perché la legge che faremo noi, è vero riguarderà gli impianti del futuro ma finiti gli incentivi saranno pochissimi questi interventi che noi andremo a disciplinare, il lavoro nostro difficile è quello di rimediare a questa assenza che il legislatore nazionale e poi di conseguenza tutti, non hanno fatto.
Ora io mi sono adoperato per fare questo tentativo. Non lo so se è un tentativo legittimo, non sono un esperto di diritto amministrativo, ho tentato di presentare un emendamento che salvaguardasse alcuni obiettivi. Primo obiettivo rimuovere le principali ragioni della presunta incostituzionalità, che non è della legge n. 3 ma è di un articolo della legge finanziaria della Regione che modifica la legge n. 3, quindi, rimuovere quelle possibili cause, rimuovere i possibili contenziosi. Il secondo obiettivo è quello di inserire dentro un regime di controlli serio che non è solo quello dimensionale, l'hanno detto tutti, ma è anche quello parametrato con altri criteri, i nuovi progetti.
Ora io voglio dire questo, sui nuovi impianti non abbiamo problemi perché tutti i nuovi impianti che saranno presentati, con l'applicazione di questa disciplina, saranno regimentati dentro i parametri contenuti nell'allegato 3 della direttiva comunitaria, e non so quanti sono, poi ce ne sono una decina che sono quelli in itinere, e deve essere chiaro che rispetto a questi noi possiamo intervenire non avendoli conclusi, introducendo norme che impongono il riesame di quelle procedure attraverso l'applicazione non della legge in vigore, al tempo in cui è iniziata la procedura, ma della legge in vigore al momento in cui la procedura non si è ancora conclusa.
Il principio tempus regit actum varrà qualcosa, per cui noi lo dobbiamo applicare, indubbiamente, credo senza esitazione, ai procedimenti e sono 15, sono 12, sono 10 che sono in itinere. Il dubbio rimane sui 15 procedimenti che sono stati autorizzati. Il mio emendamento dice questo, lo spiego e poi concludo.
L'emendamento mio distingue tra questi 15 procedimenti, perché sono perfettamente consapevole che c'è un grande rischio, che noi possiamo anche ottenere in giudizio la censura di incostituzionalità ma quei procedimenti potrebbero andare avanti lo stesso. E’ un rischio concreto. Ora io credo che in questi 15 ci sono almeno quattro categorie di procedimenti, due sono quelli precedenti e successivi al ricorso, cioè rispetto a quando non sapevamo e a quando abbiamo saputo che quella legge era viziata rispetto ai contenuti della Costituzione, e quindi della direttiva. La seconda categoria sono i procedimenti che sono stati o meno tempestivamente impugnati o al TAR o di fronte al Presidente della Repubblica, perché c'è un principio che nessuno mette in discussione che se una sentenza della Corte Costituzionale, su questo siamo d'accordo tutti, dichiara l'incostituzionalità della legge n. 3, questa travolge non tutti i 15 procedimenti, ma solo quei procedimenti che hanno due caratteristiche ovvero quelli che sono stati tempestivamente impugnati al Tar o al Presidente della Repubblica. Su 15 sono 7 o 8, quindi, per gli altri non c'è niente da fare. Possiamo scrivere le norme che ci pare ma non possiamo fare nulla e dobbiamo essere onesti con i cittadini nel dirlo, quindi ne rimangono sette e sono quelli che sono stati tempestivamente impugnati e tra questi sette dobbiamo sapere che anche qualora tempestivamente impugnati, per poter essere travolti dovranno avere i requisiti oltre a quello dimensionale, che sono scritti nella legge e nella direttiva comunitaria, all'allegato 3.
Ora stante queste premesse noi parliamo di sette procedimenti e non di 15, nel mio emendamento ho detto che si propone la sospensione di tutti i procedimenti conclusi autorizzati successivi al ricorso, perché da quel giorno anche le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione sapevano che erano a rischio, quindi, hanno concorso a un rischio (…) fatemi finire e fatemi esprimere il mio pensiero visto che non c’è stato modo in questi mesi di anticiparlo entro una discussione programmatoria seria .
Primo dobbiamo sospenderli, secondo per coloro che abbiamo sospeso in attesa del giudizio della Corte Costituzionale che interverrà il 27 febbraio, e come pare sarà probabilmente positivo, coloro che non vogliono perdere tempo, possono avvalersi immediatamente della nuova disciplina, sottoponendosi alla verifica di assoggettabilità e nel caso in cui sia positiva al VIA, questo dice il mio emendamento e mi sembra un emendamento ragionevole.
Ora chiaramente io non sono un esperto di diritto amministrativo e costituzionale, sono laureato in giurisprudenza e sono stato iscritto all’Albo a ho chiesto agli uffici legislativi, e non ho ancora ricevuto una risposta, spero di ottenerla questa sera, l’ho detto al Presidente, spero che me la possa dare quanto prima, rispetto al mio emendamento, vorrei che prima della fine della discussione, c'è ancora un dibattito, ci dicesse esattamente perché non può essere la discrimine “secondo me è illegittimo”, bisogna che qualcuno si assuma la responsabilità di dire se le cose che diciamo noi sono veramente illegittime oppure se quello è un argomento utilizzato dalla politica per censurare la discussione. Allora chiedo che l'ufficio, ovvero l'Avvocatura si pronunci sui nostri emendamentiperché se discutiamo di cose che poi sono illegittime, allora perdiamo tempo. Quindi chiedo al Consiglio prima che si affrontino gli emendamenti che ci sono, che ci diano un parere di legittimità, si assumano la responsabilità di dire non politicamente, ma giuridicamente, se le cose che poniamo sono sostenibili o meno perché ad altre censure io non sono affatto d’accordo.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. L’Italia dei Valori non è contro le centrali da biomasse e biogas come non è contro il solare, l’eolico e tutte quelle soluzioni che producono energia meno sporca.
Sono profondamente convinto che le centrali da biomasse e biogas siano utili per il futuro energetico della nostra regione e l'intervento del Presidente Spacca rafforza le mie convinzioni.
La legge sintetizzata dall'egregio e veloce lavoro del Presidente Giancarli e della sua Commissione, ha un solo difetto, quello di arrivare quando il lupo si è già mangiato troppi agnelli.
L’identificazione delle aree, dove fare e dove non fare le centrali le abbiamo lasciate decidere ad altri che qualcuno chiama la speculazione, abdicando al nostro dovere di legislatori e qui io mi assumo un quarantatreesimo di colpa e purtroppo, questo un pochino mi dispiace, nessun tecnico ci ha detto che avremmo dovuto o potuto farlo. Tra l'altro velocizzando forsennatamente le procedure, avevo chiesto personalmente di fare un supplemento d'istruttoria per quei casi che mi sembravano sbagliati e carichi di opacità, e mi risulta che in qualche caso ci sia stato un supplemento d'istruttoria, su quel supplemento d'istruttoria che io avevo motivato in un paio di casi mi è stato risposto non si poteva fare, ad altri è stato concesso.
Quindi l'Italia dei Valori voterà la legge illustrata dal Presidente Ricci e quegli emendamenti, come quello del Consigliere Comi, a cui rivolgo, vada come vada, un ringraziamento sincero per il tentativo di conciliare certezza del diritto, tranquillità dell'ente Regione e diritto dei cittadini all'assoluta trasparenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Sarò brevissimo perché sono stato già minacciato, mi ha minacciato una persona che conosco da tanto tempo, che ha fatto un grande errore Presidente, quello di farsi dare la delega all’ambiente, si chiama Sandro Donati e Sandro Donati che io conosco da tanto tempo, purtroppo è in mano a una situazione dirigenziale che evidentemente non controlla. Perché se la politica, come qualcuno ha detto, deve svolgere il suo ruolo, oggi al di là di quello che ha fatto, di quello che viene fuori e, nel merito, viene fuori una grande crisi proprio di quel laboratorio politico che è diventato talmente ampio, il laboratorio politico di questa maggioranza, che non è l’unica Regione in cui c’è l’IdV e l’UdC insieme, ma che si è ancora più espanso direi, fin nelle file dell'opposizione, come diceva il Presidente Spacca, e oggi è troppo grande questo laboratorio politico, è diventano così ampio che all'interno di tutto questo laboratorio cominciano a crearsi delle crepe strane.
Io ricordo quando nella mia città nel ‘90 la Democrazia cristiana prese 23 Consiglieri comunali su 40, governava con i Socialisti che erano 8. Governavano in 31 su 40, quindi se ne potevano ammalare 7 o 8 e governavano tranquillamente. 5 Sindaci furono cambiati, cioè più la maggioranza è ampia, Presidente, più il laboratorio politico è di questo livello, più i problemi crescono. E lei lo vede, Presidente, perché dico questo? Perché a me dispiace, è dispiaciuto non parlo, chiaramente, contro chi assiste, preso dal problema del merito, che non si siano trattate le interrogazioni, perché c’era una mia interrogazione, sempre rivolta al mio amico Sandro Donati, in cui c’era un po’ la ricostruzione di quello che è avvenuto qui. Un'autorizzazione data nel 1998 a una piattaforma di pretrattamento dei rifiuti ad Ascoli Piceno dal suo predecessore, Presidente Spacca, in una zona esondabile.
Che volete fare? E’ stata data l’autorizzazione al progetto, è stata data l’autorizzazione alla gestione, questa piattaforma di pretrattamento fattura milioni di euro, siamo arrivati, ad un certo punto, che la stessa ditta, la stessa impresa ha detto “Ma io sono in una zona esondabile” ed ha chiesto all’ente - un ente che il Presidente conosce bene perché è riuscito anche a commissariare, io spero che ci rimetta le mani nuovamente, più che per commissariarlo per fare altro, questa volta - addirittura, di fare le opere di mitigazione dell’esondabilità.
Ecco io non vorrei che quello di cui stiamo discutendo oggi, sia una cosa molto riferibile a quell'epoca ed a quei fatti. Perché dico questo? Perché fa ridere che di fronte a una legge - che se non sbaglio è del 26 marzo 2012 – che la grande maggioranza che lei ha Presidente Spacca, è indubbio, è suo merito, ha votato, oggi venite dire a noi, che ci sono problemi, che ci potrebbero essere problemi di ogni tipo. A noi proprio questo non ci interessa. Ci interessa molto poco, sono problemi vostri! Ve li risolvete in tanti, visto che siete tanti. Ve li risolvete, perché nel merito è ancora più ridicolo, e questo ci induce a sospettare qualche cosa, perché sempre quel gobbo famoso parlava e diceva che “quando si pensa male ci si azzecca”. Si potevano tranquillamente sospendere certe autorizzazioni e invece non è stato fatto, Assessore Donati, è su questo lei dovrebbe chiedere conto, noi non chiediamo conto a lei, noi lo chiediamo a lei politicamente, lei deve chiedere conto a chi ha fatto queste cose, perché è un po' quello che è successo nell'esempio a cui mi riferivo prima. Per cui ho sentito parlare di tagliando politico da parte di qualcuno, di responsabilità politica da parte di altri, sono contento che questo avvenga perché una riflessione in ogni caso fa bene al di là della maggioranza e della minoranza, però è un problema che dovete risolvere.
Noi sappiamo come dobbiamo votare, votiamo come abbiamo votato il 26 marzo 2012, a meno che la sua maggioranza non si allarghi ancora, ma io su questo chiaramente non potrò mai dire niente. No si allarga e si stringe, i corpi elastici hanno una funzione tale per cui si gonfiano e si sgonfiano, ma noi continueremo a votare contro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.
Valeriano CAMELA. Il dibattito in corso sugli impianti a biomasse - biogas ha stimolato in ognuno di noi l'approfondimento della materia delle energie da fonti rinnovabili e fatto acquisire informazioni sulla promozione che è incorso per il loro uso, in linea con lo spirito della direttiva emanata nel 2009 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, che nell'ambito dell'obiettivo 20-20-20, ha fissato anche per la Regione Marche un obiettivo, anche se indicativo, da raggiungere, il cosiddetto Burdern Sharing, che prevede specifiche produzioni tendenziali per fonti di energia, sia nel settore elettrico che in quello termico.
Già due anni fa abbiamo affrontato alcune criticità, diciamo, derivanti dalla installazione incontrollata di pannelli fotovoltaici su terreno agricolo, che ha comportato questo fatto una significativa alterazione delle nostre bellezze ambientali. Questa azione lesiva, il Consiglio Regionale delle Marche ha tentato di limitarla, riuscendoci, a mio parere, approvando specifiche linee guida sulla individuazione di aree di non idoneità per l'installazione di pannelli fotovoltaici.
Dobbiamo anche ammettere che le Marche sono state la prima Regione in Italia a deliberare sulla questione, e di questo va ad essa dato atto.
Da qualche tempo stiamo, però, rivedendo un film analogo, un film già visto che sviluppa un tema altrettanto complesso e che costringe tutti noi a correr dietro a problematiche che risultano particolarmente impattanti sul territorio regionale e sulle comunità che in esso vivono ed operano.
Legittime ritengo, quindi, che siano le reazioni dei comitati territoriali, che esprimono, attraverso le persone che li rappresentano, le sensibilità più spiccate su questi temi ambientali, costituendo essi di fatto un utile pungolo al ben operare della Pubblica Amministrazione.
Voglio, quindi, ribadire anche in questa sede l'appello che ho già espresso nella IV Commissione consiliare, di cui faccio parte, nei confronti degli Uffici preposti affinché possano adoperarsi a monitorare, e loro ne hanno conoscenza precoce, l'andamento di tutti quei fenomeni potenzialmente in grado di esplicare effetti di particolare impatto ambientale.
Rilevare il problema, quindi fare diagnosi, utilizzando un termine sanitario, implica l'individuazione della terapia da somministrare. Questa però sappiamo che non sempre si rivela efficace nei confronti della patologia, diciamo dell'evento avverso, che quindi può proseguire indisturbato nella sua azione aggressiva. Ripeto, quindi, il mio appello: se approccio metodologico di tipo sanitario deve essere, e di questo sono convinto, esso non può assolutamente prescindere dalla applicazione della fase della prevenzione. Nel caso che stiamo trattando essa deve concretizzarsi con la sollecita individuazione delle aree di non idoneità alla installazione degli impianti a biomasse/biogas.
Concludo esprimendo quindi sostegno alla proposta di legge, nel testo unificato che ho contribuito ad elaborare in IV commissione, nonché adesione al parere emesso dall'Avvocatura regionale in quanto realistico e di buon senso.
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Avete ascoltato spesso i miei interventi sul PEAR, quindi, non voglio annoiarvi ancora, magari altre volte le mie invettive erano un po’ fuori tema ma finalmente, dopo due anni e mezzo, siamo in una seduta in cui un po’ di attenzione c'è.
Il Presidente Spacca lo sa che non votai il PEAR nel febbraio 2005 perché era frutto di un furore ideologico. Il PEAR ha tantissimi padri, non voglio rielencarli, molti lo hanno osannato, anche quelli che oggi ne chiedono il de profundis. Hanno, probabilmente, sbagliato delle categorie quando, il Presidente Spacca lo sa benissimo, quel piano fu fatto per rispondere ideologicamente ad altre soluzioni.
Adesso i cittadini si preoccupano delle centrali a biogas e biomasse ma se fossero passate le 24 centrali turbo gas dell’Assessore Amagliani, non so cosa sarebbe successo. Erano 24 le centrali previste dall’Assessore Amagliani, Presidente Spacca, purtroppo le avete votate e stanno scritte lì, io mi onoro di non aver votato quel piano.
Categorie ed associazioni ambientaliste hanno osannato il Piano, (…) ah no!? Non c'erano scritte le 24 micro centrali turbo gas? Chiedo la sospensione, lo prendiamo e lo vediamo, ma scherziamo? State scherzando? Qui mi aspettavo un’altra risposta perché qui ci stato tutto quanto, con tutte le dichiarazioni che dicono “abbiamo un piano all’avanguardia europea”.
(…) No, no, infatti torto ce lo abbiamo sempre noi che stiamo all'opposizione, questo l’ho capito benissimo (…) è vero quello che dice il Consigliere Comi, sono arrivati anche riconoscimenti per la green economy marchigiana, comunque non voglio fare ironia, non interessa a nessuno, quello che voglio dire è questo e lo dico, con totale serenità, quello che è mancato in questa vicenda, Presidente, è primo: una illustrazione chiara, tecnica di questa tipologia di impianti, con tutte le indicazioni e le controindicazioni. L’avevamo chiesto noi? Si!
Quel piano non è che non sia costato niente è costato fior di quattrini per esperti nazionali e internazionali credo, o cosiddetti, ma non ho visto mai uno venire qui ad illustrarcelo, ma no qui per una autoreferenzialità nostra, nei Comuni, nelle assemblee, di fronte ai cittadini, perché credo che impianti di questo tipo, ai quali non sono pregiudizialmente contrario, presentino comunque indicazioni e controindicazioni: distanze, tipologie, precauzioni, viabilità ed io penso che tutto questo doveva essere comunicato a noi - e allora, ripeto, avete fatto una votazione ideologica, quando voi fate le barriere ideologiche si vuota per ordine, lasciamo stare, può succedere me ne rendo conto, non grido allo scandalo - però tutto doveva essere comunicato, ed illustrato in maniera adeguata.
Come (…) per favore, non mi far tirar fuori competenze statali, competenze regionali, le riforme lasciamole stare. Non mi fate tirar fuori la riforma che avete fatto come centro-sinistra nel 2000, lasciamo stare, per carità. Quando volete ne parliamo.
Quello che lamento io è che non c'è stata questa comunicazione, ci doveva essere un’illustrazione, quando vuoi vantate un rapporto straordinario con i cittadini, un rapporto con la stampa, un rapporto con il Comune, eccetera dovete, penso, ammettere che questo argomento non c’è stato.
Io prima ho incontrato gli imprenditori che dicevano “ma noi diamo occupazione con questi impianti eccetera”. Li abbiamo ascoltati, ricevuti nella Conferenza dei Capigruppo, la Regione ha comunicato che li c’è occupazione, che lì c’è sviluppo, eccetera. Allora, io credo che questo andava messo di fronte al cittadino, a tutti cittadini, non solo ai comitati, al cittadino qualunque, anche al cittadino più disinformato, ognuno doveva avere la possibilità di essere informato su queste vicende. Questo nell'interesse dei cittadini, delle imprese, dei Comuni, delle associazioni ambientaliste. Mi permettono di dire, voi siete bravissimi in altre comunicazioni ma potete ammettere che su questo c’è stata una carenza totale. Allora dopo è difficile rassicurare i cittadini e far stare tranquilla la gente, io ripeto, lo dice uno che non è ambientalista, lo dico agli amici verdi, eccetera io non mi professo ambientalista, giusto? Mi sono preso anche le mie responsabilità sull'ambiente, no? Sono un Sindaco che ha deliberato la discarica a malincuore nella sua città a 800 metri da casa sua, quindi non penso di essere uno che fa demagogia, Però, credo che su questo la Regione oggi, non me ne vogliate cari amici e compagni dell’esecutivo, abbia avuto una grave battuta d'arresto nel dibattito, nel confronto con i cittadini, e per questo motivo ci troviamo in questa situazione.
Adesso lo scontro tra certezza della salute, certezza del diritto, aspirazione all'impresa, desiderio di energia, si incrociano tutti, però, cercate di capire oggi, mi permetto di dirlo, quali sono in campo i soggetti più deboli, cioè quelli che si trovano in questa confusionaria vicenda, come hanno detto bene prima i colleghi che mi hanno preceduto, anche dovuta, questo penso lo potete ammettere, al fatto che nella famosa discussione del 26 marzo che è scaturita poi nel la legge n. 3, emendamenti nostri che potevano essere tranquillamente accolti, li avete voluti respingere. Respingendo quegli emendamenti ci siamo trovati nei guai successivamente, penso che questo si possa dire tranquillamente, perché sono stati respinti allora? Motivi ideologici? Motivi tecnici? Non lo so, una superficialità? Una fretta? Non lo so, ci sta tutto però sicuramente se quegli emendamenti fossero stati accolti, oggi ci troveremmo in una situazione diversa.
Ragionate su questo adesso, spero nella coscienza di tutti.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giannini. Poi c’è una richiesta di sospensione, quindi, a seguire sospensione dei lavori.
Sara GIANNINI. Io ho ascoltato con attenzione molti interventi dei colleghi e credo che noi tutti possiamo affermare che quello che ci spinge a confrontarci su questo tema, come anche su altri temi, è la volontà di assumere la decisione migliore per le Marche.
Parto dall’ultima considerazione fatta dal Consigliere Massi. Fa una valutazione che possiamo anche condividere, sicuramente su un tema di questo livello avremmo dovuto, tutti insieme, favorire un confronto scevro da demagogie per consentire a tutti di avere conoscenza e nozione di quello che si stava realizzando. Sapendo che quello che si stava realizzando, comunque, rientrava nella nostra programmazione, rientrava nelle procedure stabilite dalla legge, ed incontrava delle difficoltà, riguardo a comportamenti e decisioni che questo stesso Consiglio aveva assunto e che la Corte aveva già nel 2010 provveduto a cassare.
Alcuni emendamenti contengono provvedimenti che sono stati già oggetto di una legge regionale che la Corte Costituzionale ha già respinto.
Ora io credo che su questo ci dobbiamo confrontare, su quello che è possibile realizzare nella realtà e dire ai cittadini, ai quali tutti rispondiamo, io non credo che ci sia un partito, anzi non mi iscrivo a nessun partito, che sostiene le ragioni dei soli comitati o sostiene le ragioni dei soli imprenditori. Io credo che tutti qui siamo iscritti al Consiglio regionale delle Marche che, ribadisco, in questo momento deve assumere decisioni che coscientemente, sappiamo, non incontreranno poi problemi di carattere giuridico e di legittimità. Usciremmo da questo Consiglio, magari anche qualcuno più, qualcuno meno, con gli applausi dei comitati, dei cittadini che stanno ascoltando, ma comunque non avremmo risolto il problema, perché quel problema ci verrà poi ributtato indietro dai giudici, ci verrà ributtato indietro dalla Corte Costituzionale e io sono sempre stata, almeno per quanto mi riguarda nella mia vicenda di amministratrice, consapevole che in questi casi occorre assumersi le proprie responsabilità, sapendo che il nostro faro è quello della correttezza amministrativa, della trasparenza e delle decisioni assunte nell'interesse generale.
L’interesse generale comprende quello dei singoli cittadini di essere giustamente rassicurati, nelle loro preoccupazioni di carattere sanitario, ambientale ed anche riguardo al loro patrimonio, che può essere messo in discussione nel valore anche dalla realizzazione di questi impianti. Dall'altro anche le ragioni delle imprese che ovviamente non sono tutte corrette, non mi riferisco a questo tipo di imprese ma in generale, ma che non possiamo sottacere che nelle Marche hanno costruito insieme a tutte le parti sociali, ai cittadini ed alle comunità locali il benessere di questa regione.
Quindi non posso condividere la demonizzazione tout court a prescindere dell'uno o dell'altro. Faccio un piccolo esempio che riguarda il mio Comune, io ero Sindaco del Comune dove tuttora abito, il mio comune si chiama Morrovalle, noi abbiamo ospitato per circa vent'anni una discarica che, negli ultimi dieci anni, è diventata discarica a servizio di tutta la Provincia di Macerata. Tutti i rifiuti prodotti in tutti i Comuni della provincia di Macerata sono stati allocati in un terreno, in un territorio che è di proprietà del Comune di Morrovalle. Terminata questa nostra disponibilità, nel tempo succeduta poi ad una disponibilità di altri due Comuni che qui voglio citare perché ritengo anche loro encomiabili, Potenza Picena e Tolentino, la nostra Provincia, da circa due anni, porta i rifiuti, con aggravi di costi, nella Provincia di Fermo, perché nonostante la programmazione, nessun altro Comune ha voluto volontariamente accedere all'abbancamento dei rifiuti, che comunque continuiamo tutti indistintamente a produrre.
Io credo che questo sia anche un po' l'esempio di quanto sia difficile ragionare di queste materie complicate che riguardano il territorio, riguardano la vita quotidiana delle persone, riguardano anche preoccupazioni e paure che qualche volta, noi ed a partire da me, contribuiamo per qualche speculazione elettorale o di consenso ad ingigantire, invece di metterci seduti per confrontarci e capire.
Se oggi dobbiamo uscire con una legge, che tra l’altro, io segnalo, non è una legge della Giunta quella che noi oggi discutiamo, ma quella che noi oggi discutiamo è una legge del Consiglio, che è stata approvata nella IV Commissione, mi pare con la quasi totalità dei consensi dei Consiglieri che appartengono alla maggioranza e all'opposizione e che produrrà degli effetti una volta che noi l’avremmo approvata.
E allora ribadisco nell’esame degli emendamenti, io apprezzo lo sforzo che tutti i Consiglieri hanno fatto per cercare di migliorare la legge ma, proprio per la delicatezza della questione su cui noi stiamo attraversando e ragionando, dobbiamo essere certi che quello che noi qui oggi approviamo abbia una sua forza di legittimità. Allora è giusto quello che chiedeva il Consigliere Comi anche rispetto al proprio emendamento, e cioè, di comprendere se il suo sforzo di elaborazione possa poi avere nei confronti dell’obiettivo che si pone - quello di rendere giustizia anche a richieste di cittadini preoccupati o sensibili per vari temi, per vari motivi a questo argomento - sia poi realizzabile nel merito. Io non sono abituata a dire le bugie alle persone, a cui chiedo il consenso e personalmente credo che quasi tutti noi siamo così, e allora bisogna dire con lealtà se quello che noi ci accingiamo ad approvare poi soddisferà il bisogno di alcuni, di tutti o alla fine di nessuno. Il 12 ottobre 2012, quattro giorni fa, la Regione Sardegna, Regione a Statuto speciale, si è vista respingere dalla Corte la sua programmazione riguardo all'elenco delle aree non idonee all'allocamento degli impianti di energia alternativa, perché non ha motivatamente e concretamente definito la tutela del paesaggio. Lì c’è stata l'indicazione delle aree ma alla Corte non è stato sufficiente, riferito, comunque, a una Regione a Statuto speciale che ha una potestà diversa e molto più ampia della nostra. (…) perché non c’era l’adeguata motivazione rispetto alla tutela del paesaggio (…) della distribuzione degli impianti. E’ quello che ho detto.
Io credo che da questo punto di vista la richiesta del Consigliere Comi di verificare dal punto di vista normativo la validità del proprio emendamento sia utile perché ci consente di evitare demagogie e di illudere i cittadini rispetto a provvedimenti che qui vengono assunti e che, probabilmente, causeranno contenziosi ma non la soluzione del problema, così come loro auspicano. Allora dovremmo essere (…) io sono del parere che bisogna farlo sempre. Perché credo e ritengo che la motivazione politica se l'avessimo fatta sulle mozioni che sono state approvate in questo Consiglio, e che hanno poi di fatto obbligato la Giunta ad approfondire dal punto di vista normativo quello che è stato votato nella mozione, perché la mozione che è stata votata a giugno chiedeva alla Giunta di sospendere tout court tutti i provvedimenti, abbiamo chiarito con i nostri uffici legislativi che questo non era possibile, perché lede un diritto e va contro le norme, e i Consigli regionali indipendentemente dalle richieste di risarcimento danni che potranno colpire ognuno di noi, sui quali possiamo anche sorvolare se siamo convinti, non possono essere in contrasto con le norme che l'ordinamento impone a tutti di rispettare.
Io credo che da questo punto di vista un approfondimento tecnico sia necessario ma anche una chiarezza tra di noi perché su questi temi la coerenza e la chiarezza non sono un difetto e saper dire di no, qualche volta, è un valore più grande che dire un si che si sa non andrà a buon fine.
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PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle ore 18,55
La seduta riprende alle ore 19,10.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni.
Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Siamo alla fine della discussione, come è ovvio, interventi interessanti, importanti, alcuni anche dal profilo tecnico. Ognuno di noi si è esposto, ci ha messo la faccia, ha lavorato in Commissione, ha parlato con tutti. Abbiamo cercato di mediare, costruire un percorso che portasse ad una sintesi, la sintesi che ci viene chiesta a noi del Partito di maggioranza relativa, il PD, è la seguente: fare, compiere un atto di responsabilità piena e totale rispetto all’incertezza che su alcuni emendamenti viene posta. E’ stato evidenziato con fermezza anche dal Presidente, più volte, richiamandoci alla certezza delle sentenze e dei pareri di legittimità, così anche per l’ultimo emendamento Comi è sopraggiunta una nota dell’Avvocatura della Regione che lo considera non legittimo.
Allora per pieno e puro senso di responsabilità - anche rispetto a chi, adesso, in questo momento parla e ci mette la faccia, perché su alcuni temi abbiamo avuto anche opinioni diverse, anzi l’emendamento Comi lo abbiamo costruito insieme per cercare di offrire una possibilità - noi crediamo sia giusto e opportuno ritirare gli emendamenti del PD. Chiediamo responsabilmente ai nostri alleati di ritirare gli emendamenti che hanno. Qualora non avvenga il PD non è più disponibile a gestire sedute come questa e richiama la maggioranza ad una profonda riflessione sulla sua tenuta per i prossimi mesi di Governo delle Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. La maggioranza ritira gli emendamenti, io faccio mio quello di Comi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Io credo che secondo il nostro Regolamento Interno un emendamento, su qualsiasi provvedimento, può essere ritirato solo da chi lo presenta. Voglio fare una considerazione, guardate, vi prendete una grossa responsabilità, soprattutto chi, come l’Assessore Giannini, ha firmato la proposta per avere, e lunedì prossimo ne discuteremo, quattro Province. C’è chi oggi chiede la legittimità, lunedì la chiederemo noi, caro Assessore perché ci vuole coerenza, o si guarda sempre alla legittimità o non si guarda mai. Noi stiamo al Regolamento, il Consigliere Comi ha presentato un emendamento , lo può ritirare il Consigliere Comi e noi lo voteremo.
PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli, la dichiarazione di inammissibilità di un emendamento può essere dichiarata dalla Presidenza di questa assise. Io non ho dichiarato l’inammissibilità di questo emendamento, se poi il firmatario lo vuole ritirare questo è nei suoi poteri ma, per quanto mi riguarda, gli emendamenti che sono qua sono tutti ammissibili. Poi ritirare gli emendamenti è possibile.
Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Solo per comunicare che l’Italia dei Valori non ritirerà i suoi emendamenti e li porrà al voto, tra l’altro non credo che una questione di legittimità possa essere discussa in cinque minuti e parlo in merito all’emendamento del Consigliere Comi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Dopo tutte queste ore passate a discutere, vedere questa scena è incredibile. Sul merito dell’emendamento, Presidente, credo che è ancora più imbarazzante il ritiro di un emendamento senza l’unico firmatario. Liberate il Consigliere Comi e, soprattutto, a nome del Gruppo PdL facciamo nostro l’emendamento del Consigliere Comi e lo voteremo.
PRESIDENTE. Diciamo che c’è un piccolo particolare, noi abbiamo in votazione l’emendamento 1/1 di Giorgi, Cardogna, Pieroni.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Quello che ha dichiarato il Presidente del Gruppo PD Ricci è un orientamento politico, poi è chiaro che solo il Consigliere Comi può ritirare l’emendamento e se non c’è l’emendamento rimane, ma è una decisione politica, noi decidiamo che quell’emendamento non lo riconosciamo più, poi, ognuno vota come gli pare, fermo restando che a questo punto il tagliando non è una opzione ma è un obbligo.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1/1
(L’Assemblea legislativa non approva)
A chi non ha preso il voto? (…) Ripetiamo, come abbiamo sempre fatto se c’è un problema di funzionamento del sistema, se no smettiamo e lo facciamo per alzata di mano. (…) Cosa? Su questo non è possibile perché siamo già in votazione, per la prossima mi deve fornire il nome di tre Consiglieri. Si ripete la votazione. Pongo, nuovamente, in votazione l’emendamento n. 1/1.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni. Carloni. Decaduto
Emendamento 1/3 del Consigliere Binci. Decaduto.
Emendamento1/4 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/5 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione per l’appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ricci, Ortenzi, Perazzoli.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Condivido questo emendamento benché io non sia tra i presentatori e lo ha condiviso anche la Commissione, nel momento in cui dice che l’individuazione delle aree non idonee è approvata dall’Assemblea regionale. Io credo che questo sarebbe omogeneo con quanto approvato per le aree non idonee per il fotovoltaico. Le aree non idonee per il fotovoltaico sono state approvate dal Consiglio regionale, quindi mi sembra una richiesta, quella di individuare le aree non idonee, che possa, anzi debba passare come atto di programmazione all’approvazione del Consiglio regionale.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’assemblea non approva)
Emendamento 1/6 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1/7 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/8 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1/9 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione. (…) Se la votazione per appello nominale l’ha chiesta per tutti va bene così.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/10 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/11 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1/12 del Consigliere Latini. Ritirato
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Marangoni, Silvetti.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 bis
Emendamento 1 bis/1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna. E' identico agli emendamenti: 1 bis/2, 1 bis/3, 1 bis/4, 1/bis 5, 1 bis/6 e 1 bis/7, quindi, se passa decadono. L’appello nominale lo facciamo anche su tutti gli articoli.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Questo emendamento che è stato poi riproposto, successivamente, anche da altri Consiglieri ripropone l’eccezione che è stata posta dal Consiglio dei Ministri alla legge di VIA regionale. Ripropone ed inserisce quello che manca alla legge regionale di VIA, cioè i criteri di selezione e di valutazione degli impianti a biogas che la direttiva europea impone e che la legge regionale ha inserito, non sotto criteri di selezione, ma all’allegato C della nostra legge di VIA. Ricordo che la nostra legge di VIA, la n. 3 dice che si adegua alla direttiva n. 92/2011 però, anziché, mettere i contenuti dell’allegato 3 della direttiva europea tra i criteri di selezione, quindi di valutazione dell’impatto delle centrali, li mette semplicemente all’allegato C dicendo che sono informazioni da inserire nello studio preliminare ambientale.
La legge regionale di VIA delle Marche ha annacquato, consapevolmente, perché la cita, la direttiva europea. Questo secondo me è un fatto gravissimo e la cosa ancora più grave è che questi criteri, il responsabile del procedimento della Conferenza dei servizi e, quindi, l’ufficio responsabile del procedimento, avrebbero comunque dovuto recepire perché sono in allegato alla legge regionale, seppure tra le informazioni da inserire. Quindi i criteri per la valutazione dei progetti c’erano anche nella nostra legge regionale, se solo qualcuno l’avesse letta intelligentemente e con coscienza. Evidentemente le Conferenze di servizio sono state fatte con lo spirito di accelerare gli investimenti, di dire diamo una botta, nello stesso modo in cui l’Assessore Petrini ha alzato da 250 a 1 megawatt, dicendo diamo una botta agli investimenti perché ci sono, probabilmente, da utilizzare le risorse della Comunità europea e noi dobbiamo essere i primi a spendere, comunque, sia anche se fanno danni al territorio e, secondo me in questo caso abbiamo fatto danni al territorio, perché sarebbe stato sufficiente stare a 250 kilowatt e diffondere a tutte le aziende agricole questa possibilità di integrazione del reddito senza darla, invece, ad aziende che fanno solo attività energetiche. Cioè lasciando fuori gli agricoltori.
Questo emendamento quindi reintroduce i criteri di selezione dell’allegato della direttiva europea, sono fondamentali e vanno inseriti, sono necessari, tutelano e comunque vanno nella direzione dell’impegno che anche alcuni Consiglieri di maggioranza qui hanno preso.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1 bis/1.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/2 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1 bis/2 bis del Consigliere D'Anna. Decaduto
Emendamento 1 bis/3 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/4 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Emendamento 1 bis/5 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/6 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1 bis/6 bis/1 del Consigliere Latini. Ritirato
Emendamento 1 bis/6 bis del Presidente della IV Commissione Giancarli. Ritirato? E’ stato detto dal Capogruppo che sono tutti ritirati gli emendamenti del PD. Giusto?
Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, questo non è un emendamento del gruppo è un emendamento della Commissione ed è emendamento che di fatto inserisce la valutazione di impatto ambientale tenendo conto non soltanto della dimensione ma anche di quei criteri a cui facevo riferimento nel mio intervento, quindi, siamo in linea rispetto al 152 e rispetto alla direttiva europea. Quindi chiedo l’approvazione di questo emendamento.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Giancarli, Giorgi, Latini, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Trenta, Zaffini, Zinni, Giannini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 1 bis/7 dei Consiglieri Giancarli, Ricci. Decaduto
Emendamento 1 bis/7 bis del Consigliere Massi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/8 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/9 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Decaduto
Emendamento 1 bis/10 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 1 bis/11 del Consigliere Binci. Decaduto
Emendamento 1 bis/12 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Mezzolani, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Acacia Scarpetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/13 del Consigliere Latini.
Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Ritiro l’emendamento per l’esito della discussione che c’è stata e torno ad insistere affinché questo aspetto, che segnalo con l’emendamento, sia poi inserito nel provvedimento che verrà emanato dall’articolo 1 e cioè sostanzialmente l’indicazione delle misure compensative. Dico questo perché in relazione proprio alle sentenze della Corte Costituzionale che ho citato prima, la n. 119, la n. 120 del 2010 vi è stata la pronuncia della Corte sulla legittimità delle azioni delle misure compensative che ritengo, e così lo ritiene a sostegno di quanto afferma anche il Cal, un’efficace azione che in qualche modo può non solo compensare ma prevenire interventi destinati alla realizzazione di impianti a biomasse con la non contestualizzazione nell’ambito dell’aspetto rurale cioè a beneficio delle aziende agricole. Quindi ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/13 è ritirato.
Articolo 2
Sub-emendamento 2/01/1 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Sub-emendamento 2/01/2 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Sub Emendamento 2/01 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/1 del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Silvetti, Zaffini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Bugaro.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/2 del Consigliere D'Anna. Decaduto
Sub-emendamento 2/3/1 della Consigliera Giorgi. Ritirato
Sub-emendamento 2/3/2 della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/3 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Cardogna, Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Pieroni, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/4 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Decaduto
Emendamento 2/5 dei Consiglieri Foschi, Carloni, Zinni. Decaduto
Emendamento 2/6 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 2/7 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 2/8 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Decaduto
Emendamento 2/8bis del Consigliere Latini. Decaduto
Emendamento 2/9 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Silvetti.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sub-emendamento 2/10/1 dei Consiglieri Donati, Giancarli, Silvetti, Ricci. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta.
Contrari: Marinelli.
Astenuti: Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2/10 a firma dei Consiglieri Donati, Giancarli, Ricci e Silvetti. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Giancarli, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta.
Contrari: Foschi, Giannini, Marinelli, Natali, Zinni.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2 così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Ciriaci, Marinelli, Trenta.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2 bis/1 dei Consiglieri Binci, Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Natali, Zaffini.
Contrari: Badiali, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Astenuti: Marinelli.
(L’Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. Ci sono quattro emendamenti sul Coordinamento tecnico, ma sono tutti identici, sul titolo della legge, allora ne votiamo solo uno, io voterei quello della Commissione quindi metterei in votazione l’emendamento del Coordinamento tecnico numero 4 bis gli altri li considero ritirati. Giusto?
Coordinamento tecnico 1 dei Consiglieri Giorgi, Cardogna, Pieroni. Ritirato
Coordinamento tecnico 2 dei Consiglieri Foschi, Massi, Zinni, Carloni. Ritirato
Coordinamento tecnico 3 del Consigliere Marangoni. Ritirato
Coordinamento tecnico 4 dei Consiglieri Giancarli, Ricci. Ritirato
Coordinamento tecnico 5 del Consigliere Binci. Ritirato
Coordinamento tecnico 6 del Consigliere Latini. Ritirato
Coordinamento tecnico 4 bis della IV Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Marconi, Marinelli, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni, Bugaro, Trenta.
Contrari: Nessuno
Astenuti: Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva).
PRESIDENTE. Passiamo all’ordine del giorno a firma della Consigliera Giorgi.
Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Non me ne voglia la collega Giorgi, ma io ribadisco la mia posizione che credo è ben nota. Io da parecchio tempo e fino alla fine della legislatura, o, comunque, finché rimarrò qui, non voterò più ordini del giorno perché sappiamo che ci abbiamo riempito le soffitte e non contano assolutamente nulla.
Non voglio assolutamente criticare la buona volontà di chi lo propone e anche di chi lo vota, per quanto mi riguarda come è stato detto prima, siamo pagati per fare le leggi e l’ordine del giorno, purtroppo, non ha mai contato nulla, non c’è stata mai una volta che la Giunta si è vincolata ad un ordine del giorno.
Quindi mi dispiace.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.
Favorevoli: Binci, Bucciarelli, D’Anna, Giorgi, Marangoni, Solazzi.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Giancarli, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Latini, Romagnoli.
(L’Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione della legge, do la parola per le dichiarazioni di voto.
Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Noi, Presidente e Consiglieri, oggi votiamo tutto sommato una legge importante che rende possibile la realizzazione di impianti a biomasse in questa Regione in maniera più attenta e più prudente rispetto ai temi qui sollevati.
Ma al di là di questo, devo dire se la Giunta ascolta, se il Presidente ascolta, ma potrei fare anche a meno di intervenire perché vedo che non interessa più a nessuno, ma le cose le voglio dire.
Innanzi tutto voglio ringraziare i mio Gruppo, perché alcuni Consiglieri del mio Gruppo si sono sacrificati per reggere, con alcuni voti, la richiesta di un voto che mantenesse la coalizione compatta, unita, su un tema importante come quello dell’energia.
Alcuni Consiglieri del PD, tra cui il sottoscritto, avrebbero preferito un’altra soluzione per questa seduta, ma per il solito senso di responsabilità, il mio Partito e i miei colleghi Consiglieri hanno colto la necessità di mantenere una linea di coerenza di una maggioranza e hanno assecondato le richieste della Giunta.
Abbiamo però chiesto il voto per appello nominale e lo guarderemo con attenzione quel voto, in modo che questa situazione non debba più ripetersi, il mio Partito, il mio Gruppo non saranno più disponibili, su temi come questi, in qualche modo a legittimare voti differenti da un ragionamento che si deve fare in maggioranza.
Spero che questa vicenda produca effetti, ma non effetti di chissà quale portata, non ci interessa nemmeno che si arrivi a conclusioni drammatiche, ci mancherebbe altro, ma che produca un dibattito serio all’interno della maggioranza e perché questa questione va avanti ormai da mesi.
Se è vero che i temi strategici sono stati dal Presidente Spacca indicati, quali il lavoro, l’occupazione, la sanità, quello dell’energia da rinnovabile è un tema di grande rilevanza strategica, sul quale, ovviamente, la maggioranza doveva fare quadrato. Così non è stato, per cui credo che una sorta di discussione di verifica deve essere fatta in tempi ravvicinati.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ovviamente voterò contro questa legge voluta da una maggioranza divisa e litigiosa. Sarebbe stato molto più onorevole dire: “abbiamo scelto di autorizzare, nei tempi utili, tutte le centrali a biogas per avere i benefici degli incentivi statali” e non arrivare ad una discussione generale nella quale quasi evitare il pronunciamento del Consigliere che proponeva l’emendamento più pericoloso, quello che chiedeva un giudizio di legittimità ed instaurare tra l’altro una stagione brutta, pericolosa perché, come ho detto prima, coerenza vuole che le stesse persone che qui hanno chiesto il parere di legittimità si vedranno chiedere lo stesso parere sulle loro proposte. Allora Assessore Giannini voglio vedere come lei sosterrà la proposta di quattro Province che è fuori da ogni mondo, che non sia quello clientelare che riguarda il proprio collegio elettorale.
Questo è il mio (…) non può essere legittima perché un pronunciamento del Governo, non può essere legittima. Siccome la politica,però, non è più ascoltare i cittadini, ascoltare il territorio, ascoltare i Sindaci, ma fare quello che ci conviene sul piano elettorale, allora noi ci troviamo qui con la richiesta di dichiarazione di legittimità, con una maggioranza sfilacciata, tanto è vero che diversi Assessori non hanno votato, con un Consigliere Presidente di un’importante Commissione che ha proposto un emendamento importantissimo ed è uscito, e con il capogruppo del PD che dice per senso di responsabilità. Ma responsabilità verso chi?
Verso chi ha deciso, a prescindere, che di doveva chiudere la stalla quando i buoi erano scappati, quando l’autorizzabile era autorizzato.
Questo noi diremo ai cittadini. Veramente, non è stata scritta una grande pagina di democrazia e di sviluppo sostenibile per questa regione.
Potete fare tutti i collaudi che volete, ma guardate quando una macchina non funziona è difficile che un collaudo la rimetta a posto, noi comunque staremo attenti, soprattutto alla coerenza degli Assessori e dei Consiglieri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Sono favorevole all’approvazione di questa legge perché ritengo che avere un dato normativo approvato dall’Assemblea legislativa, che prevede prescrizioni in linea con la normativa europea e quella nazionale, è un passo avanti notevolissimo per rispondere alle tante esigenze che sono emerse, anche attraverso la voce dei cittadini.
Posso comprendere che non è possibile contenere tutto in questa norma, ma è altrettanto vero che il sentiero che ci impongono l’Europa e la legislazione nazionale è così stretto da non poter, in questo frangente, andare oltre quella che è la classica individuazione delle aree non idonee all’istallazione di impianti alimentati da biomasse o biogas.
Può essere una risposta riduttiva o una non risposta, comunque in realtà è un primo importante tassello che se supererà la prova di resistenza della Corte Costituzionale, a cui sarà sicuramente chiamata, è un primo dato fondamentale in questa direzione per le biomasse.
Vorrei che la situazione non venisse demonizzata e che l’impegno che è stato dato alla Giunta, di realizzare il provvedimento applicativo della legge, possa contenere, e lo sottolineo ancora, alcuni spunti emersi che non sono di restrizione della legislazione, rispetto alla legislazione europea, come quelli che ho accennato, e che ripeto, in relazione alle misure compensative da attuare sono un importante disincentivo e un apprezzabile ristoro per la popolazione interessata. Soprattutto la locazione, normativa e regolamentare, circa la situazione degli impianti a biomassa deve essere realizzata tenendo conto di non produrre inquinamento se non a saldo zero.
Questi a mio avviso sono spunti di riflessione che, ancora una volta pongo all’Assessore Donati, affinché nel provvedimento, che verrà emanato, ci sia anche questo aspetto fondamentale.
L’altro aspetto è la fretta che gli uffici devono avere nel realizzare il provvedimento, perché l’articolo 2 della legge, così come approvato, prevede tempi molto stretti per non far incappare gli uffici competenti nella produzione di autorizzazioni che se approvata la legge, potrebbero essere respinte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Voterò contro, la storia si è ripetuta. Abbiamo assistito ad un film già visto, la stessa porcata che è stata fatta con la legge sul fotovoltaico. Abbiamo varato una leggina inefficace e tardiva dopo aver fatto fare tutto e di più. Hanno vinto i comitati di affari di questa Giunta, hanno vinto i compagni di merende di questa Giunta, hanno vinto gli speculatori del biogas. Non gli imprenditori ma gli speculatori. Tanto è vero, lo ha detto il Vicepresidente Petrini, che bisogna difendere i diritti degli speculatori. Questo è stato fatto. Hanno perso decine di migliaia di cittadini che si vedranno questi impianti davanti a casa, che vedranno il loro diritto alla salute minato e nemmeno il VIA abbiamo fatto per accontentarli in qualche modo. Vedranno il loro patrimonio immobiliare dimezzato e questa è la sinistra in questa Regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Una volta si diceva “Fatta la legge trovato l’inganno”, oggi possiamo dire “Fatto l’inganno, trovata la legge”.
Penso che calzi a pennello.
E’ stato citato più volte il discorso del fotovoltaico, io sono stato presente la scorsa legislatura e ricordo che in tempi non sospetti insieme a qualche altro Consigliere presentammo alcune mozioni, cercando di sollevare il dibattito sul fotovoltaico e con esso il discorso relativo alle varie forme alternative di produzione di energia. Ma anche in quel caso, una volta concesse le autorizzazioni e una volta finiti gli incentivi si è poi provveduto a fare una legge. Quello che più o meno sta accadendo oggi.
Ma se non si vuole ascoltare il Consigliere di turno, se non si vogliono ascoltare i comitati, penso che, ed è per questo che la leggo, quanto meno si poteva ascoltare chi da tempo segue con molta attenzione la questione ambientale e fa proposte a volte in collaborazione con la Regione, mi riferisco a Legambiente.
Legambiente nel 2010 inviò al Presidente Spacca e per conoscenza all’Assessore Donati una lettera con la quale invitava a prendere quei provvedimenti che poi purtroppo non sono stati presi. Qualche giorno fa ha voluto ricordare quella lettera, inviandone una anche a noi Consiglieri, relativa anche a progetti già avviati, tra i quali c’è anche una proposta che può essere condivisibile quando dice che “per quanto riguarda i progetti già approvati chiediamo di aprire immediatamente un tavolo di confronto per verificare la corrispondenza dei progetti al perseguimento dei corretti e reali obiettivi ambientali”. Ma la cosa interessante è la lettera del novembre del 2010 e se quella proposta fosse stata ascoltata io credo che oggi non saremo qui a dividerci su questioni di fondamentale importanza per la nostra regione. Nella proposta si parlava, per esempio, di integrare gli impianti nel paesaggio e nel territorio e di garantire trasparenza e legalità. E questo non è emerso. Si parlava di creare le condizioni per cui gli impianti potevano diventare un’opportunità per bonificare, recuperare aree marginali o dismesse e, nelle aree agricole, per integrare il reddito degli agricoltori e si invitava le amministrazioni comunali ad accompagnare questi processi attraverso la definizione di piani energetici e una revisione dei propri strumenti urbanistici. Questo non è accaduto nonostante le proposte non siano venute solo dai Consiglieri ma anche da associazioni come appunto Legambiente, che penso sia al di sopra di ogni sospetto da questo punto di vista.
E’ evidente che per il mancato recepimento di una serie di emendamenti proposti, sia da esponenti dell’opposizione che della maggioranza, tra cui l’emendamento importante e condivisibile del Consigliere Comi - che non ha avuto un riscontro ma che addirittura è uscito dall’Aula, come è uscito dall’Aula anche l’Assessore Eusebi - non si possa far altro che prendere atto che questa legge non è neanche apprezzata dalla maggioranza, quindi, anche il nostro voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Oggi, ritengo che da quest’Aula sia venuto fuori, per vari motivi, un pasticcio. Primo: dovremmo sostanzialmente delegare la Regione, intesa come Giunta, a fare un regolamento in cui si individuano le aree non idonee quando invece dovrebbe essere l’Aula a fare una tale legge. Io non ho nessuna intenzione di delegare alla Giunta la redazione di un regolamento, per un semplice motivo: conosco personalmente un caso in cui è stata autorizzata la costruzione di una centrale in una zona già dichiarata non idonea perché classificata come zona A. La zona classificata come A è quella in cui le emissioni sono troppe e bisogna ridurle, non bisogna aumentarle. La Regione pur avendo dichiarato quella zona come A, quindi non idonea, ha autorizzato. Figuriamoci se io delego a chi ha già fatto errori in questo senso e gli do un’ulteriore delega in bianco ad andare avanti in questa direzione.
Questo è il primo aspetto che non mi convince.
Il secondo aspetto è che abbiamo fatto un’anatra zoppa, Presidente Giancarli, in parte con un emendamento riconosciamo che la legge n. 3 l’abbiamo fatta male. Andiamo a leggere come viene fuori questa legge e riconosciamo che la legge n. 3 va modificata tanto che diciamo che i progetti di cui agli allegati B1 e B2, che con la legge n. 3, avete detto, sono senza valutazione di impatto ambientale e che prevedono soglie dimensionali al di sotto di quelle … sono sottoposte a verifiche di assoggettabilità a VIA qualora producano impatti significativi e negativi sull’ambiente, come dire che quelli fino a ieri anche se producevano impatti negativi e significativi sull’ambiente sono stati autorizzati ugualmente tanto che oggi ci mettiamo la pezza.
Fate voi queste ammissioni! Come pure il secondo punto dove andiamo a dire che il proponente se vuole, sugli impianti - quelli che la Corte ci obbliga ad indicare non solo in base alle dimensioni ma ad indicare se sono assoggettabili più o meno a VIA anche secondo altri criteri – se vuole può fare la valutazione di impatto ambientale. Ma siamo un’Assemblea legislativa o siamo un organo così, che dice ai privati fate come vi pare se volete la fate, se volete non la fate.
Ma che roba è? Davvero è un’ammissione di colpevolezza aver fatto la legge n. 3 che io non ho votato e non voto nemmeno questa perché è anche peggiore di quella che è uscita l’altra volta. Sulla norma transitoria poi, scusatemi, ma dite che fino a ieri le aree idonee non erano indicate e le richieste di autorizzazione potevano presentarle dove volevano ed oggi a quelli che si accingono a presentare le richieste cambiate le regole in corso. Secondo me non è perfettamente opportuno neanche da questo punto di vista.
Quindi per queste tre motivazioni, più che salienti, non voterò la legge e vi chiedo anche di liberare il Consigliere Comi perché è stato davvero indecente l’atteggiamento del Partito Democratico.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Prendo la parola per dichiarare la posizione del Partito Socialista e del Gruppo consiliare del Partito Socialista in merito alla legge nella sua complessità e dichiariamo che noi voteremo questa legge.
E’ vero l’ho detto con grande chiarezza, nell’intervento precedente, l’ho detto con grande linearità questa legge che oggi vede la luce in Aula poteva essere sicuramente portata alla discussione mesi fa. Per quello che mi riguarda, io ed il mio Gruppo, non ci sentiamo assolutamente messi in discussione. Rispetto le affermazioni fatte dal Consigliere Ricci ma non le condivido, in quanto non è pensabile che se un Consigliere ritiene di portare avanti all’interno della legge un pensiero che riguarda uno specifico argomento e, poi vota la legge nel suo complesso, questo sia, come dire, un atto di lesa maestà. Siamo, sicuramente, pronti al confronto, pronti a discutere serenamente un percorso da portare avanti in futuro, ma non ci sentiamo assolutamente messi in discussione per quello che riguarda il rispetto della nostra posizione all’interno della maggioranza stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Io ritorno alle tre parole cardine di questa giornata: coscienza, conoscenza e merito ed in base a quelle io e l’Italia dei Valori abbiamo fatto una battaglia nella quale credevamo.
Respingo le parole che ha detto il Consigliere Ricci non solo non le condivido, ma le respingo, sicuramente dovrà esserci un chiarimento all’interno della maggioranza per come è stata condotta questa cosa.
Comunque la legge naturalmente va votata, perché è un passo avanti, anche se piccolo e non totalmente soddisfacente, verso una strada che andava intrapresa ben quattro mesi fa.
PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale chiesto a nome dei consiglieri Ricci, Ortenzi, Perazzoli, le proposte di legge nn. 216, 223, 228, 244, 245 nel testo unificato “Individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas”, così come emendato.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni, Foschi.
Astenuti: Nessuno
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ultima comunicazione che ho fatto prima alla Conferenza dei Capigruppo e che faccio ora anche in Aula. Il Consiglio previsto per martedì è anticipato a lunedì 22 ottobre, in quanto la proposta per il ridisegno delle Province deve essere data entro martedì, quindi, il Consiglio è convocato con lo stesso orario lunedì prossimo. Dichiaro chiusa la seduta.
La seduta termina alle ore 20,05