Resoconto della seduta n.95 del 06/11/2012
SEDUTA N. 95 DEL 6 NOVEMBRE 2012

La seduta inizia alle ore 10,35


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 95 del 6 novembre 2012. Do per letto il processo verbale della seduta n. 94 del 22 ottobre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 258 in data 23 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente “Assestamento del Bilancio 2012”, assegnata alla II Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 259 in data 23 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Trenta, Cardogna, Bugaro, Busilacchi, Sciapichetti, concernente: “'Limes' - territori di confine - Proposte e progetti condivisi e cofinanziati per lo sviluppo e l'integrazione delle aree di confine”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per opportuna conoscenza;
- n. 260 in data 23 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifica l.r. 3/71 istituzione dell'imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio e del patrimonio indisponibili”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 261 in data 16 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Interventi a favore della famiglia e della genitorialità nelle giovani coppie”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 262 in data 16 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Disposizioni sulla Pet Therapy”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla III Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 68 del R.I.;
- n. 263 in data 16 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Norme in materia di cartellonistica pubblicitaria stradale”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna "Pesca dei molluschi bivalvi”;
- n. 421 del Consigliere Latini “Carenza Pediatri nell'Ospedale di San Severino Marche”;
- n. 422 del Consigliere D’Anna “Mantenimento della sede dell'Ufficio del Giudice di Pace a Fano”;
- n. 423 del Consigliere Marangoni “E78 'Fano-Grosseto'. Paventata chiusura di alcune barriere d'accesso alla superstrada. Concentrare le risorse nella realizzazione dei tratti stradali mancanti. Evitare che la superstrada diventi autostrada con l'ipotesi di un futuro pedaggiamento di ingresso”;
- n. 424 dei Consiglieri Latini, Ricci, Giancarli, Sciapichetti “Esenzione della tassa automobilistica per motoveicoli ed autoveicoli aventi interesse storico e collezionistico";
- n. 425 del Consigliere D’Anna “Drammatica situazione litorale marchigiano, ed in particolare del tratto di Fano, colpito da gravi fenomeni di erosione marina”.
Comunico, inoltre, che:
- con decreto n. 36 del 29 ottobre 2012 ho provveduto alla nomina del revisore dei conti dell’Ente Parco naturale regionale del Conero;
- con decreto n. 37 del 29 ottobre 2012 ho provveduto alla nomina del revisore dei conti dell’Ente Parco naturale regionale del Monte San Bartolo.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 29 in data 15 ottobre 2012 “Norme per il sostegno dei genitori separati e divorziati in situazione di difficoltà”;
- n. 30 in data 19 ottobre 2012 “Individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti alimentati da biomasse o biogas e modifiche alla legge regionale 26 marzo 2012, n. 2 ‘Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale’”.
Ha chiesto congedo per la seduta odierna il Presidente della Giunta Spacca

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi abbiamo deciso, se siete d'accordo, di passare all'esame degli atti deliberativi.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Tre sedute assembleari che lei non le fa fare, non lei, ma l'Ufficio di Presidenza o chi per lei, se è normale, ce lo spiegate, o facciamo un'Assemblea apposta per le interrogazioni, perché non mi sembra molto plausibile.

PRESIDENTE. Consigliere Natali, guardi non c'è nessun problema, abbiamo fatto come lei sa, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e si è detto: siccome gli atti sono diversi ed è stata sollecitata dai Capigruppo la discussione di quattro mozioni, facciamo le mozioni, ritenute più urgenti, piuttosto che le interrogazioni. La proposta scaturita era quella di partire con gli atti, proposte di legge ed atti amministrativi, fare le mozioni e lasciare in fondo le interrogazioni, però, ripeto, questa proposta è scaturita dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, se si vuol cambiare, per me non ci sono problemi, io sono qua.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Sulla base di quanto abbiamo discusso e concordato alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, chiedo l'iscrizione della mozione n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna, relativa alla “Pesca dei molluschi bivalvi” da abbinare poi alle mozioni nn. 411, 239 ed all'interrogazione 551. Riguardando un settore economico importante per la nostra economia e, vista la necessità e l'urgenza, chiedo che venga discussa e possibilmente approvata entro oggi.

PRESIDENTE. Se non ci sono pareri contrari, l'abbiniamo. A questo punto visto che non c'è l'accordo di tutti sulla proposta che è scaturita dalla Conferenza dei Presidenti, lascio decidere all'Aula. La proposta è di cominciare con gli atti, passare alle mozioni e poi alle interrogazioni, è una modifica dell'ordine del giorno da parte della Conferenza dei Presidenti, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Cominciamo con il punto n. 3

Proposta di legge regionale n. 90 (testo base) - (2^ relazione)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua”

Proposta di legge regionale n. 89
ad iniziativa del consigliere Latini
“Opere idrauliche a tutela delle persone e degli abitati nei territori comunali e prevenzione dei rischi idrogeologici”

Proposta di legge regionale n. 99
ad iniziativa del consigliere Bucciarelli
“Modifica alla legge regionale 25 maggio 1999, n. 13 “Disciplina regionale della difesa del suolo”


(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 90 (testo base) ad iniziativa della Giunta regionale, n. 89 del Consigliere Latini, n. 99 del Consigliere Bucciarelli, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente.
Questa legge è già venuta in Aula nell'ottobre 2011, era stata licenziata dalla Commissione competente il 26 settembre 2011. Opinioni diverse in seno all'Assemblea legislativa hanno portato ad un rinvio della stessa. Nell'anno trascorso ci sono stati momenti di incontro, confronto ed approfondimento con più soggetti: istituzionali ed associativi e, il 20 settembre 2012, la Commissione ha nuovamente licenziato il testo che è oggi in Aula.
Quindi siamo in presenza di una legge che vede una seconda relazione, una seconda lettura.
Io credo che noi dobbiamo esaminarla con molta serenità e pacatezza. Approfondirla senza alcuna visione ideologica, ma con molto pragmatismo, perché abbiamo a che fare con un bene prezioso dal punto di vista ambientale: il fiume ed il suo ecosistema.
Nel momento in cui nelle Marche affrontiamo la politica delle acque registriamo la presenza di più soggetti. Soggetti istituzionali, penso all'Autorità di Bacino regionale, che di fatto governa le acque in quasi tutta la Regione, penso ad alcune Autorità di Bacino nazionale in cui le Marche sono comprese, e penso a quella del Tevere con i Comuni di Visso, Castel Sant'Angelo sul Nera e Ussita, faccio riferimento all'Autorità di Bacino interregionale del Conca che comprende Emilia Romagna, Toscana e Marche, all'Autorità di Bacino interregionale del Tronto, che comprende le Regioni, Lazio, Abruzzo e Marche, all'Autorità di Bacino dell'Arno che sovrintende al distretto dell'Arno, dell'Appennino nel rispetto della direttiva dell'Unione Europea n. 60 del 2000.
C'è abbastanza confusione, credo comunque di dover andare avanti con la Relazione.
Siamo in presenza di cinque Autorità di Bacino e siamo poi in presenza di altri momenti di governo delle acque ...

PRESIDENTE. Capisco che qualcuno non vuol seguire, però, si crea disturbo a quelli che vogliono seguire e che non riescono a sentire l'esposizione del relatore, quindi, vi prego di tacere.

Enzo GIANCARLI. Oltre alle Autorità di Bacino regionali, interregionali, nazionali, non credo che debbo illustrarle di nuovo, ci sono altre leggi, altri piani che governano le acque, come il piano di tutela delle acque della Regione Marche approvato il 26 gennaio del 2010 con una delibera che rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli obiettivi di qualità, previsti dalla normativa vigente, e a tutela, attraverso un impianto normativo l'intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo.
A questo piano di tutela delle acque ne seguono poi altri, il Piano Regionale sempre di tutela delle Acque, che nella prima fase affronta la tematica delle acque superficiali; la direttiva, a cui facevo riferimento poc'anzi, della Comunità Europea n. 60 del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria e rappresenta il riferimento fondamentale per i suoi principi ed indirizzi in materia di acque; il decreto legislativo n. 152 del 2006; in questa Regione, siamo in presenza anche di un piano stralcio di un bacino regionale approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 116 del 21 gennaio 2004.
Dentro questo quadro: Autorità di bacino regionale, interregionale e nazionale, Piano riassetto idrogeologico, Piano di tutela delle acque, questa legge come si inserisce? Questa, nelle Marche, è la prima legge che di fatto prevede la progettazione per ogni singola asta fluviale e, quindi, l'assetto generale del fiume, la tutela dell'eco sistema, la conservazione della biodiversità.
Proprio perché c'è stato un confronto, non di poco conto, con posizioni anche diverse, ho voluto leggere, capire, confrontarmi su quello che accadeva in giro e mi è sembrata molto interessante, un'intervista di un comandante di una nave, di una barca, per la verità, di 62 metri, la più grande barca che si muove in acqua dolce sul Po. Questo comandante conosce e vive il fiume, è sul fiume da tre generazioni e fa questa considerazione quando gli viene chiesto come va il fiume. Risponde “sempre peggio, il fiume rischia di morire”. Ecco io credo che noi dobbiamo essere consapevoli, perché questo non vale soltanto per il Po, ma a maggior ragione, per i nostri fiumi che tra l'altro in alcuni periodi dell'anno vivono una notevole siccità. Alla domanda chi è il peggiore nemico del fiume, dice: l'uomo. Nei decenni scorsi si è disboscato troppo, l'acqua scende sempre più veloce, scava l'alveo. Fa riferimento anche ai tempi di corrivazione ed al fatto che nelle golene ci sono coltivazioni e laboratori, le precipitazioni sono più brevi e più intense e per questo l'erosione del letto è fortissima, è un moto perpetuo.
Io credo che lo spirito di questa legge - ho voluto fare questo riferimento all'intervista - perchè è qui che noi dobbiamo trovare il punto di incontro, l'Assemblea legislativa deve trovare il punto di incontro per raggiungere tutti gli obiettivi: la tutela ambientale, la necessità di reperire risorse, la valorizzazione dei corsi d'acqua e della biodiversità. Quindi, la considerazione finale dell'intervista è che si è scavato troppo per estrarre materiale inerte ma oggi il divieto è totale ed è sbagliato anche questo, perché in alcuni punti il letto andrebbe abbassato.
Se da un lato si è scavato troppo, dall'altro oggi non è possibile che non si tocchi più nulla, il fiume non è un museo, il fiume è quell'ecosistema, e in quelle realtà particolarmente sovralluvionate dobbiamo fare in modo che ci sia l'intervento dell'uomo. Non siamo più in presenza di condizioni che ci consentono di non toccare nulla, certo non ci garantisce la sicurezza semplicemente il mantenimento dei deflussi ed è anche certo che un fiume non è riconducibile ad un canale artificiale. Allora se da un lato, in linea di principio, il fiume sicuro è quello lasciato il più possibile in grado di avere una sua dinamica naturale, con ampie golene, con zone di vegetazione fluviale che svolgono la funzione di protezione dall'erosione e di rallentamento delle acque, dall'altro, però, dobbiamo prendere atto dei mutamenti che sono avvenuti e fare in modo di contrastare le cause del rischio idrogeologico individuando azioni che nel rispetto della normativa, vincoli di edificabilità su fasce di pertinenza individuali, prescrizioni di gestione selvicolturali, rispetto anche alle pendenze e così via, intervengano, perché la sicurezza va incrementata, quindi, azioni rivolte a perseguire, da una lato, la minore impermeabilizzazione dei suoli, l'attuazione di pratiche in agricoltura che diminuiscano la corrivazione nei coltivi, prescrizioni puntuali sulla sistemazione dei versanti e dall'altro la ricostruzione di una efficienza del reticolo idrico di scorrimento delle acque meteoriche che non possono essere ridotte a corpi idrici di superfici in condizioni tali da determinare erosioni e così via.
Interventi finalizzati alla riqualificazione dei corsi d'acqua, alle loro fasce ripariali e alluvionali di pertinenza, con lo scopo, sempre, di incrementare naturalità, qualità del paesaggio, la risposta del sistema alle cause determinanti i fenomeni di rischio idrogeologico, ingegneria naturalistica, ma non perdere di vista la sicurezza, cioè tenere tutto questo insieme e, quindi, ripeto il fiume non è un museo, il fiume ha bisogno di interventi.
Questa è la proposta di legge che esce dalla Commissione, siamo in presenza di tre proposte che sono state unificate, una è della Giunta regionale, un'altra è del Consigliere Latini, un'altra è del Consigliere Bucciarelli. Ci sono state prese di posizioni di associazioni ambientaliste, che ora non leggo ma che nei lavori della Commissione sono state prese in seria considerazione. Siamo consapevoli di quello che un' agricoltura diversa, anche con l'uso eccessivo della chimica, ha prodotto, ovvero la diminuzione dei tempi di corrivazione e, quindi, il fatto che un tempo dalla collina prima che l'acqua arrivasse al fiume, passavano dei giorni o comunque molte ore, oggi siamo di fronte ad un fenomeno di dilavamento, l'acqua arriva in fretta sul fiume, deposita il terriccio e di fatto impedisce che quel materiale ricco, ghiaioso, indispensabile per il naturale ripascimento delle coste venga trasportato, la riduzione dei tempi di corrivazione impedisce quella funzione naturale dei fiumi.
Occorre, quindi, un intervento artificiale, fermo restando, ripeto, che in linea di principio, il fiume che ha le migliori condizioni è quello lasciato alla sua dinamica naturale, ma siccome ci sono stati interventi artificiali occorrono altri interventi artificiali per creare il giusto equilibrio, dentro quella valorizzazione dell'ecosistema.
La Commissione si è riunita più volte, molte volte c'è stato anche un voto di minoranza che è diventato maggioranza, e rispetto a questo ci sono degli emendamenti, ieri la Commissione li ha esaminati, alcuni sono del Vicepresidente Petrini, ad esempio quello della valorizzazione sugli invasi che viene accolto, gli altri, per quanto riguarda la mia proposta, credo che debbano essere contestualmente affidati alle linee guida e qui come Presidente della Commissione presento un emendamento sulle norme transitorie e credo che i novanta giorni per la predisposizione delle linee guida debbano essere ridotti a trenta, Trenta giorni possono essere utili e, siccome siamo in presenza di una legge che, come dicevo, è stata già licenziata dalla Commissione nel settembre 2011, giunta in Aula nell'ottobre 2011 e nuovamente nel novembre del 2012, credo che questo possa servirci per trovare quel giusto equilibrio dentro quel contesto di valorizzazione ambientale da un lato e di reperimento delle risorse dall'altro, quindi, valorizzazione delle risorse naturali ma nel rispetto della tutela ambientale, del sistema idrografico, del bacino naturale che il fiume rappresenta e che ne costituisce una grande ricchezza.
Con molta pacatezza e con molta laicità credo che l'Aula debba approfondire tutti questi aspetti e fare in modo che si vada all'approvazione di una legge che risponde comunque a bisogni della comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo importante questa legge, non per come è uscita dalla proposta della Giunta che, nell'intenzione della Giunta, dell'Assessore Petrini e del Presidente Spacca, avrebbe dato la possibilità di cavare ghiaia dai fiumi e rivenderla per pagare la manutenzione. Ritengo, invece, che questa legge sia importante perché per la prima volta si parla di gestione dei corsi d'acqua in maniera omogenea, dalla sorgente, alla foce, si parla del fatto che devono essere fatti dei progetti di gestione che individuano le criticità e gli eventuali punti in cui bisogna intervenire, le modalità con cui intervenire, per far sì che il fiume rimanga vivo e rimanga sicuro.
Le Province finora hanno lavorato su input dei singoli Comuni, dei singoli proprietari di edifici o addirittura di proprietari agricoli, per difendere singoli punti dall'erosione. Questo fa si che di fatto, quello che viene detto non è vero, non è vero che non ci sono risorse per la manutenzione dei fiumi, tutte le Province da decenni stanziano centinaia di migliaia di euro, alcune anche milioni di euro per interventi sulla manutenzione, sulla gestione dei fiumi, solo che non c'è una progettazione complessiva dell'asta fluviale. Questo è l'errore principale ed è questo errore che la legge permetterebbe di sanare.
Io ho la richiesta del Presidente Spacca e di Pettinari del 2011, prima delle elezioni provinciali, quando c'è stata l'alluvione e il fiume Potenza ha esondato in alcuni tratti, e lì, quando c'è stata l'alluvione nelle Marche ..

PRESIDENTE. Scusate, vi riprendo ogni volta, ma cosa devo fare! Devo allontanare chi parla! Vi prego di ascoltare.

Massimo BINCI Quando c'è stata l'alluvione nel marzo 2011, c'è stata l'esondazione anche del Potenza e nel fermano ci sono state anche delle vittime, ricordo ancora gli articoli dei giornali in cui Pettinari e Spacca in campagna elettorale, dicevano “Faremo una legge che permetterà di togliere la ghiaia e di venderla così non ci saranno più problemi”. Io sono andato lì a fare un sopralluogo, invitato da un comitato di alluvionati, e mi hanno detto “Guardi nella cantina della nostra casa l'acqua è arrivata sino a 2 metri”, io mi sono girato attorno ed ho risposto “Si ma guardate, voi siete con la vostra nuova casa, fatta solamente venti anni fa, sotto l'argine, sotto il livello del fiume”, lì, poi, ho fatto anche un sopralluogo. L'acqua era uscita in un punto in cui il fiume aveva una strettoia, una curva, fatta dai proprietari agricoli che avevano ristretto l'argine per guadagnare terreno, avevano provocato una strettoia e lì il fiume prendendo velocità ha abbattuto la sponda allagando una pianura agricola, l'acqua è scesa giù a valle, senza poter rientrare perché, mi hanno detto, erano stati tolti gli argini di rientro.
Allora il fiume fa danni, grazie agli interventi sbagliati dell'uomo che ha ristretto lo spazio vitale delle sponde, ha modificato l'apporto ed ha addirittura tolto degli argini.
E' necessario, quindi, che ci sia un progetto che preveda gli interventi possibili e necessari nella manutenzione e che non ci siano interventi puntuali, perché sono stati tantissimi gli interventi sui nostri fiumi per difendere campi agricoli che da sempre, sottoposti alla possibilità di esondazione, sono stati protetti con mura e, quindi, con sponde rigide, dove l'acqua del fiume rimbalza, prende velocità e crea nuovi danni a valle. Questa è la serie di interventi che finora sono stati fatti sui nostri fiumi.
Le risorse ci sono state messe e se fossero state utilizzate secondo uno studio che prima individua gli interventi da fare, per rendere più naturale il flusso delle acque, più naturale anche la gestione, tutto questo non sarebbe accaduto. Perché la realtà non è una realtà di sovralluvionamento generalizzato, il sovralluvionamento dove c'è è negli ultimi 2, 3 chilometri dei nostri fiumi, nei tratti più pianeggianti, ma la maggior parte dei nostri fiumi soffre di incisioni, ovvero di mancanza di ghiaia e, infatti, il Pai prevede che la ghiaia può essere prelevata e messa dove serve, prelevata dove c'è un sovralluvionamento pericoloso e portata dove serve.
L'altra questione è quella delle risorse. L'anno scorso sono stati fatti 11 milioni di euro di interventi nel fermano, per interventi di somma urgenza sui fiumi è stata incaricata una ditta senza un progetto e senza un intervento complessivo che utilizzasse al meglio quelle risorse. La Regione Marche spende quasi 10 milioni di euro all'anno di ripascimenti e per questo deve fare gare di appalto per l'acquisto di materiale, materiale che può benissimo, il Pai lo prevede, essere la ghiaia in eccesso presente all'interno dei fiumi, da utilizzare sulla costa adiacente e se il sovralluvionamento è negli ultimi 2, 3, 4 chilometri dalla foce non c’è neanche tanta distanza da coprire per il trasporto.
Invece quello che, tra l'altro, il Pai non prevede è la possibilità di cavare la ghiaia per tirare fuori risorse per la manutenzione. E' un discorso che porterebbe ad un accanimento terapeutico, perché se si inizia a dire la percentuale di ghiaia che può essere prelevata senza fare danni all'ecosistema, si entra in una logica di percentuale che viene, poi, gestita con una percentuale del tipo: se ci sono tre metri di ghiaia possiamo togliere, ho sentito fare questi discorsi, il 20% senza creare danni all'ecosistema.
Per cavare risorse dalla ghiaia servirebbe un intervento generalizzato lungo tutto il tratto di fiume, perché un intervento puntuale a malapena ripaga l'intervento di prelievo. Andare lì con dei mezzi, delle ruspe, dei camion, prelevare dove c'è l'eccesso, alla fine paga si e no l'intervento. Non si prendono risorse in questo modo, oltre tutto, la legge sulle cave, vieta la possibilità di cavare ghiaia dai fiumi perché la vendita di fatto si configura come un'attività di cava. Ugualmente un emendamento a firma dell'Assessore, e qui lo anticipo, dice che questi interventi non vanno sottoposti a Via, è una richiesta in contrasto con la nostra legge di Via, che prevede che le opere di regolazione dei corsi dei fiumi e gli interventi sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiale litoide, vanno sottoposti a Via. Questo è normale e logico perché c'è un impatto che deve essere valutato.
E' chiaro che se noi non andiamo a togliere questo, diciamo, errore ideologico, del dire populista, del dire che è la ghiaia dei fiumi a causare le alluvioni, noi andiamo ad innescare un meccanismo che porta ad un prelievo di ghiaia superiore a quello che comporterebbe il naturale deflusso delle acque. Ricordo che il prelievo di ghiaia, nella maggior parte dei casi, provoca incisione dell'alveo, cioè abbassamento con aumento della velocità e aumento di rischio di instabilità delle sponde e di tutte le opere infrastrutturali, come i ponti.
Quindi, dove c'è un eccesso di ghiaia è possibile toglierla, in base a un progetto complessivo che qui andiamo a fare, chiedo che non venga fatto questo scempio ambientale che porterà dietro una logica economicista. Noi l'abbiamo già percorsa diverse volte, l'abbiamo percorsa sul discorso delle biomasse in cui è stato fatto l'errore di inserire l'aumento della potenza delle centrali da 250 a 1 megawatt e, poi, per un anno e mezzo abbiamo rincorso quest'errore. Abbiamo fatto la stessa cosa nel non regolamentare per un po' la questione del fotovoltaico. Io chiedo a questa Aula di non rifare lo stesso errore, andiamo avanti con questa idea di dire che ogni fiume va prima progettato nella sua interezza, vanno visti gli interventi, va visto quanto serve e iniziamo, innanzitutto, a fare questa progettazione, che non c'è mai stata. Se noi partiamo dall'ultimo punto e togliamo la ghiaia per fare la manutenzione è come iniziare a fare gli interventi di prelievo della ghiaia e poi vedere se hanno fatto dei danni. Questo è un modo di lavorare e di programmare al contrario. Il nostro compito non è questo. I cittadini non ci chiedono questo. Non ci chiedono interventi populisti per fare danni che poi ricadono sulla testa di tutti e il politico di turno che l'ha determinato poi, magari, va in Parlamento invece che rispondere ai cittadini della Regione Marche.

PRESIDENTE. Io ho iscritti a parlare i Consiglieri Silvetti, Ricci, Bucciarelli, Latini, Petrini, Acquaroli, se ci sono altre richieste me le fate presenti, perché poi chiudo gli interventi.
Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Io mi rivolgo subito al Vicepresidente della Giunta Petrini visto che è parte in causa, nel senso che rappresenta oggi più che mai la Giunta, vista anche l'attinenza di questo tema.
Io mio rifaccio subito alla filosofia di questa proposta, una proposta che nasce con finalità ben precise: prevenzione e riduzione dei rischi, prevenzione e riduzione di rischio idrologico, per l'esattezza.
Chiaramente questa è una proposta a lungo attesa, richiesta fortemente dal territorio, dagli enti locali, dalle autonomie locali e giunge dopo un percorso piuttosto travagliato, laddove la Commissione ha dibattuto fortemente anche su quelli che erano i contesti che venivano, in qualche modo, evidenziati anche alla luce dei crescenti emendamenti prodotti. Però, indubbiamente questa norma un merito ce l'ha, quello, secondo me, di aver chiarito, o tenta per lo meno di chiarire, il quadro normativo, dando gli strumenti al territorio per capire bene quali sono sostanzialmente le prerogative che possono essere tutelate, chiarendo quali sono le competenze ed individuando gli strumenti e le tipologie degli interventi.
Questa è la parte buona, la parte positiva, la parte chiara, quella che sostanzialmente caratterizza questa proposta di legge. Tutto questo parte a monte da una considerazione di fatto, cioè che l'eccessiva urbanizzazione, in alcune parti del nostro territorio, ha influito negativamente su quelli che sono i corsi d'acqua, che hanno, poi, sostanzialmente determinato casi di esondazione e, quindi, arrecato più danni del dovuto al territorio.
Questa norma mette a sistema alcuni piani di gestione, individua precise linee guida che partono dalla manutenzione delle sponde, all'espletamento di attività di controllo e di pulizia idraulica, che sono sicuramente gli aspetti principali. Deve essere questa, secondo il mio punto di vista, l'ottica a cui deve tendere questa proposta di legge e, sicuramente, questa norma può far tesoro di azioni politiche e di intendimenti che quest'Aula ha già adottato, addirittura all'unanimità.
Vado a sottolineare quello che, secondo il mio punto di vista, è l'aspetto più critico, quello più dibattuto, quello che, inevitabilmente, farà discutere l'Aula, visto che è anche oggetto di un suo emendamento, anzi del ripetere un argomento che era già stato introdotto con una proposta di legge della Giunta, quello cioè che fa riferimento alla valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale proveniente dalla manutenzione.
E' questo sostanzialmente l'anello debole di questa norma, perché dal mio punto di vista è estremamente soggettiva l'interpretazione di questo termine, io lo intendo in un modo, io sono assolutamente favorevole al fatto che si valorizzi la materia che viene residuata dall'attività di repulisti dell'alveo dei fiumi e che venga valorizzata per finalità specifiche. Faccio riferimento a un progetto che la Regione Marche ha sottoscritto nel 2005, che è stato oggetto di una mozione da me presentata lo scorso anno, votata da tutta l'Assemblea, il progetto Arstel Corale, sottoscritto dalla Regione Marche, dalla Provincia di Ancona, dai Comuni di Ancona, Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Falconara Marittima, Jesi, Montemarciano, Monte San Vito e Monsano. E’ chiaro che faccio un riferimento specifico ad una porzione del territorio, ma mi aiuta ad introdurre un concetto che vale secondo me, per tutta la Regione, che deve valere per tutta la Regione. E’ un progetto attraverso il quale, e ribadisco è stato approvato in quest'Aula esattamente a marzo dello scorso anno, si dà un nuovo impulso a questo progetto sottoscritto nel 2005 che consentiva e dava mandato ad alcuni Comuni, in questo caso al Comune di Montemarciano, di attivare la progettazione di massima, di dare avvio all'iter normativo e progettuale di un progetto che prendeva in considerazione l'alveo del fiume Esino, la sua manutenzione e, quindi, la sua pulitura, chiamiamola così, in modo da consentire al materiale residuale di essere utilizzato per i ripascimenti delle spiagge del litorale marchigiano più vicine. In questo caso parliamo del litorale di Montemarciano che è storicamente e notoriamente, uno dei litorali più massacrati dalle mareggiate e dalla cattiva urbanizzazione e, probabilmente, anche dalla cattiva ed inefficace realizzazione delle scogliere.
Questo progetto andava a rispondere alla necessità di arginare il problema delle esondazioni e della ricostruzione di tratti di spiaggia. Questo è un progetto che esiste, che potrebbe essere facilmente finanziato a fronte di fondi residuali di cui la Regione dispone per i famosi ribassi d'asta che interessò sostanzialmente la gara per l'affidamento dei lavori di protezione della spiaggia a nord della foce del Rubbiano.
Allora io ho fatto questo esempio molto chiaro, molto concreto, Assessore, perché voglio introdurre non un elemento di novità, ma voglio sottolineare quanto e come lungimirante fu la Regione Marche nel 2005, quanto avveduta fu anche nel 2011 quando approvò la mia mozione per introdurre uno strumento che esiste, che già c'è, di cui è dotata la struttura e che viene, secondo me, una volta di più valorizzato con l'approvazione, se verrà approvata come auspico, di questa legge; dando un significato specifico al termine valorizzazione e, sia ben chiaro, dal mio punto di vista, non è valorizzazione perché si concede la possibilità che questa materia prima venga venduta sul mercato. Deve essere prelevata per consentire la messa in sicurezza degli alvei dei fiumi e utilizzata per ripascimenti. Questa è la condizione sine qua non perché si possa dare effettivamente, efficacemente un senso, un significato, a una norma che, ribadisco, ha nella sua filosofia principale quella della messa in sicurezza e della prevenzione.
E' chiaro, quindi, che su questo si dibatterà perché è inutile che ci nascondiamo dietro ad un dito, io ho capito, spero ed auspico che sia questo l'intendimento dell'Assessore che ha voluto reintrodurre l'emendamento che ha ad oggetto un elemento fondante, la vecchia stesura della proposta di legge ad iniziativa della Giunta che è stata bocciata, vorrei ribadirlo e non so se è stato detto dal Presidente che è anche il relatore di maggioranza, in sede di Commissione proprio ieri.
Auspico, quindi, l'approvazione di questa proposta di legge perché sicuramente è urgente ed è assolutamente richiesta dal territorio, auspico un ulteriore chiarimento in Aula di questo aspetto critico della legge, relativo, appunto, alla questione della valorizzazione del materiale litoide. Ho presentato un subemendamento all'emendamento dell'Assessore Petrini, perché si possa chiarire una volta per tutte, visto che anche il collega Marangoni ha fatto qualcosa al riguardo, l'equivoco e si possa dare avvio all'applicazione di una norma che, come dicevo poco fa, è assolutamente urgente e richiesta dal territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Credo che gli interventi non si discostano molto da quelli che ho sentito, nel senso che noi siamo convinti che questa sia una legge buona, urgente e necessaria, perché i temi della manutenzione dei corsi d'acqua sono temi direttamente collegati con i fenomeni di esondazione, di frane, di problemi alle strutture private ed alle strutture lavorative, quindi, il tema è posto e questa legge in qualche modo dovrebbe risolverlo.
Una delle questioni più importanti che ho ascoltato e che condivido in pieno è l'ultima parte dell'intervento del Consigliere Binci, cioè quando dice che noi attraverso anche le linee guida, che dovremmo adottare successivamente a questo atto, dovremmo essere in grado di studiare, ragionare, sull'asta fluviale nella sua interezza, nella sua forma organica, dalla foce alla sorgente. Questo è il tema principale. Molto spesso siamo intervenuti sui fiumi con interventi spaiati, realizzati dalle Provincie, dai Comuni, senza mai riuscire a dare una risposta organica al tema della gestione, della progettazione dei corsi d'acqua.
E' evidente che la polemica, ovvero, la discussione è sul tema della valorizzazione - per semplificare un po' l'intervento, mi pare che non sia nemmeno utile perdere altri minuti, l'attenzione è abbastanza scarsa questa mattina - il punto è questo, noi siamo convinti e conosciamo bene il dato: per un intervento di manutenzione, di messa in sicurezza, di prevenzione dei rischi, occorre intervenire sulle aste fluviali anche rimuovendo il materiale sovralluvionato, su questo non c'è dubbio. Ci sono dei siti in cui c’è tanto materiale e raggiunge alcuni metri, sia nei fiumi della Provincia di Pesaro e Urbino, così come in tutti gli altri. Il punto è proprio questo, noi dobbiamo cercare di capire se quel materiale sovralluvionato lo stocchiamo da qualche parte per riutilizzarlo solo per i ripascimenti, oppure, consapevoli che una progettazione, una messa in sicurezza dell'alveo fluviale ha costi molto alti, ricordava poco fa l'Assessore che solo nel fermano, uno degli ultimi interventi è stato stimato in 11 milioni di euro, e, quindi, con consapevolezza, con prudenza, con attenzione, dato che siamo dentro ai fiumi, con trasparenza, dovremmo affiancare alle risorse messe a disposizione dal bilancio della Regione Marche, non sono molte ma potrebbero sempre aumentare, progetti corretti, con interventi che, attraverso linee guida, possano portare qualcosa dalla valorizzazione del materiale sovralluvionato. Il che non significa, sarei preoccupato anch’io Consigliere Binci se uno dicesse “Qui si realizza una cava”, non dobbiamo dare quel tipo di lettura, sarei decisamente contrario anch’io, il punto è che sulla base di linee guida, su una lettura precisa e specifica di progetti organici dei fiumi, si individuano i settori, si utilizzano i materiali, Consigliere Silvetti, per i ripascimenti o per tutto ciò che serve ma l'eccedenza la posso, in qualche modo, mettere in una situazione tale che assieme alle risorse pubbliche mi dà la garanzia assoluta che quell'intervento lo faccio. Quando noi parliamo di interventi, di messa in sicurezza del territorio delle Marche dal punto di vista del dissesto idrogeologico, abbiamo la percezione di quante risorse siano necessarie? Servono centinaia di milioni di euro, per mettere in sicurezza il territorio marchigiano, in realtà se con l'attenzione, che dicevo, la trasparenza, la prudenza, la conoscenza dei progetti specifici, la declinazione dell'utilizzo dei materiali sovralluvionati, noi non affianchiamo alle risorse pubbliche qualcosa che deriva anche dalla compensazione con i materiali, probabilmente non andiamo molto lontano.
Le preoccupazione che hanno i Consiglieri che hanno parlato prima di me, io le ho tutte, anche in Commissione siamo stati noi, io e altri colleghi, a dire “guardate questa parte qui che parla di valorizzazione, per piacere stralciamola”, non leggiamola fine a se stessa, siamo preoccupati che qualcuno possa pensare che la Regione Marche autorizza cave nei fiumi. Cerchiamo di capire che quel tipo di compensazione, la possiamo fare solo se siamo a conoscenza e abbiamo realizzato le linee guida e se conosciamo un progetto specifico di intervento su tutta l'asta fluviale, leggendo la dinamica complessiva del fiume, allora possiamo pensare, ragionare su un'ipotesi anche di valorizzazione, perché è finalizzata, perché è marginale, perché sostiene in parte il bilancio della Regione Marche, perché non diventa speculativa, perchè non è una cava.
Se riusciamo a dare questo tipo di interpretazione a questa legge, a questo passaggio delicato, probabilmente noi non andiamo a scavare nei fiumi, non ci andremo mai, e dobbiamo scongiurarlo attraverso, appunto, la scrittura delle linee guida e la necessità, da parte della Regione Marche, di produrre progetti organici su tutte le aste fluviali. In questo modo noi potremmo, Consigliere Silvetti, segmentare i vari tratti di fiume, pensare che li c'è un intervento di messa in sicurezza e gestione dell'asta, sapere quanto materiale preleviamo, sapere quante risorse deve mettere in quel caso la Regione Marche e sapere che c'è una quota che noi metteremo a disposizione di coloro che realizzeranno il lavoro stesso.
Questo mi pare un percorso molto chiaro, molto preciso, che non lascia margini di dubbio a chi pensa che nasce chissà quale speculazione e sarebbe gravissimo, non dico realizzarlo, ma pensare che possa andare a finire così.
Per cui su questo punto, credo che noi possiamo, come diceva il Presidente Giancarli, con pacatezza, attraverso un atteggiamento di questo tipo, andare nella giusta direzione.
Credo che se riuscissimo a sintetizzare gli emendamenti presentati dal Presidente Giancarli, per esempio: riducendo il tempo per realizzare le linee guida e affidando a quel percorso anche l'individuazione dei singoli progetti, noi potremmo realizzare, finalmente, una legge attesa da tempo, come dicevo all'inizio, urgente e necessaria.
E' evidente che lungo le aste fluviali, in questi anni, abbiamo creato difficoltà, problemi, oltre l'urbanizzazione anche le dighe, le briglie ed altri interventi che hanno ridotto la dinamica dei fiumi ed evitato il trasporto di materiale solido. Noi conosciamo tutti i problemi che hanno a che fare con le aste fluviale, per cui votiamo questa legge e cerchiamo di capire che, sulla parte che riguarda le valorizzazioni, non si tratta, qualora noi decidessimo di accettare il testo così come è o di emendarlo, di realizzare un'altra legge che si affianca a quella delle attività estrattive, non è questo, è la possibilità reale di utilizzare le risorse pubbliche e anche risorse che derivano da valorizzazioni per fare manutenzione vera e urgente sui nostri fiumi.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Siamo di fronte ad un provvedimento che approviamo oggi, con grave ritardo, tanto è vero che la legge era stata iscritta all'ordine del giorno di una seduta del Consiglio regionale dell'anno scorso a settembre, poi rinviata, e i dubbi e i veti, espliciti o impliciti, hanno fatto perdere un anno di tempo, mentre invece la realtà ci impone, il bisogno, la situazione generale ci impongono di intervenire su un tema, che tra l'altro, è un tema che non può riguardare solo la gestione dei corsi d'acqua.
Noi discutiamo una legge che è un po' il condensato di alcune proposte presentate tra cui la mia che parlava di modifiche alla legge sulla difesa del suolo, proprio per capire che quando parliamo dei fiumi non parliamo solo di un'asta fluviale, di un corso d'acqua, ma parliamo di tutto l'ambiente, tra l'altro molto delicato, delicatissimo.
Ricordo pure che il 15 maggio 2006, ero Consigliere e presentai una mozione con cui si invitava il Presidente della Giunta a costituire un gruppo tecnico composto da esperti dell'Assessorato alla tutela e risanamento ambientale, territori montani politiche per la montagna, agricoltura e quant'altro perché stiamo parlando, quando parliamo di ambiente naturale, del coinvolgimento di diversi Assessorati. Purtroppo non è stato fatto niente, quindi, c'è anche molta autocritica in questo.
Io credo che quando noi ci approcciamo, quando il legislatore vuole dettare norme su qualsiasi tema deve essere libero, libero mentalmente soprattutto dalla cultura del sospetto. E’ vero che noi parliamo di un provvedimento che riguarda una parte del nostro territorio che è stato oggetto di speculazione, per cui in passato è intervenuta la magistratura, ci sono stati processi, tutto questo è vero, però chi vuol approvare norme deve essere libero e non pensare che una norma possa favorire un illecito perché altrimenti farebbe la figura di quello che per paura di essere derubato si chiude in casa e non esce più.
Noi dobbiamo dare risposte, e questa legge alcune risposte le dà, non mi entusiasma nella sua stesura finale, per esempio, io nella mia proposta avevo previsto che i piani di gestione fossero approvati dall'autorità idraulica che è la Provincia, elaborati e redatti d'accordo con le università marchigiane, mentre la gestione dell'esecuzione del piano veniva fatta dall'ente preposto e il controllo effettuato da un ente terzo, perché non può esserci la figura del controllore che controlla se stesso e questo viene ripreso, mi sembra, dall'articolo tre bis della proposta di legge.
Faccio mie le richieste che ci proponeva il Presidente della Commissione, il Consigliere Giancarli, circa la serenità, la pacatezza, il bisogno di approfondimento, abbiamo avuto tempo, ne abbiamo avuto tanto, tanto è vero che nel frattempo, quasi a rafforzare quanto dice il nostro Pai, all'articolo 20.5 “Gli interventi di rimozione di materiale fluviale derivante da lavori idraulici di riprofilatura della sezione del deflusso, conseguente a condizioni di accertato sovralluvionamento, possono prevedere l'utilizzo del materiale asportato previo programma annuale proposto ed approvato”, è intervenuto il decreto ministeriale 161 che dice che il materiale asportato dalle opere di risanamento dei corsi fluviali non è più considerabile a rifiuto ma è da considerare come materia secondaria, sottoprodotto da utilizzare
Se questo è, e se siamo, veramente, liberi dalla cultura del sospetto, dov'è il problema che ci poniamo sulla valorizzazione? La valorizzazione del materiale litoide degli alvei fluviali, fa parte della nostra storia, non c'è nessun paese sui fondovalle marchigiani che non veda le proprie case costruite con materiali presi dai fiumi, una delle professioni maggiori, anche perché non necessitava di grande formazione professionale, era quella del carrettiere che, appunto, trasportava la ghiaia e le pietre dai fiumi fino ai paesi per costruirci le case, altra pratica da portare ad esempio era quella degli agricoltori che coltivavano i fiumi. Grazie anche ad una politica ambientalista salottiera, cioè di coloro che parlano di ambiente, ma sicuramente non hanno mai messo dito nell'ambiente stesso lavorandoci, di qui salottiera, non si sa che i nostri agricoltori coltivavano negli alvei dei fiumi, non c'erano piante, non c'erano quasi boschi, come ci sono oggi, perché il fiume aveva il suo decorso naturale come mamma natura vuole.
Quindi, questa storia della valorizzazione, veramente, a me non appassiona, e se appassiona qualcuno credo che noi dovremmo prevederla oggi e, dal momento che è il Consiglio regionale che approverà le linee guida, prevederemo come debba avvenire questa valorizzazione, ma se non la prevediamo nella legge, le linee guida non potranno modificare la legge.
Allora io voterò a favore degli emendamenti che sono stati proposti, anche perché riprendono tale e quale la mia proposta di legge, dopo di che dovremmo essere molto attenti nelle linee guida, e dire come va utilizzato il materiale, eventualmente, disponibile. Certo è, e ripeto, che se noi non mettiamo mano ad una politica seria e lungimirante che guardi a 360 gradi, a tutto il territorio, non faremo nient'altro che mettere dei cerotti su un corpo che ha ferite profonde delle quali molto spesso colpevoli sono anche gli amministratori locali che hanno fatto costruire, come diceva il Consigliere Binci, dove non era possibile, salvo, poi, chiedere il riconoscimento di calamità naturali. Abbiamo fatto costruire sulle spiagge e adesso chiediamo l'intervento statale. Prima creiamo i danni e poi chiamiamo la collettività ad intervenire, a spendere per mantenere presunti privilegi di pochi.
Ecco io credo che noi dobbiamo interrompere questo circuito vizioso ed intervenire una volta per sempre con una legge quadro che riguardi la gestione e l'uso del suolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Intervengo perché sono il promotore di una tre leggi che la Commissione ha raccolto nel testo base della proposta che è in discussione questa mattina.
Sono perfettamente in linea con chi mi ha preceduto per quanto riguarda l'estrema necessità di un intervento legislativo che riequilibri la situazione che si è venuta a creare nel corso degli ultimi decenni in merito alla gestione dei corsi d'acqua; cioè quella che per un'eccessiva “attuazione dei principi di tutela ambientale” si è rovesciato il controllo e la possibilità, in qualche modo, di tenere sotto esame i vari corsi d'acqua, ed anche il venir meno di quelli che erano gli organi precedentemente interessati, a cominciare dal genio Civile fino ad arrivare alle forze che gli enti locali avevano, compresi i titolari dei fondi rustici a ridosso dei fiumi, torrenti, fossi e corsi d'acqua per la tutela degli stessi.
Non a caso la partenza normativa di questa materia, il Regio decreto 523 del 1904, prevedeva proprio la necessità di interventi di difesa del suolo a prevenzione dei rischi idrogeologici secondo una mappatura e un intervento organizzativo in cui il ruolo centrale della pubblica amministrazione era più di controllo che di attuatore degli interventi stessi.
Quindi la legge, che è nata sotto la spinta dei tragici avvenimenti che hanno coinvolto la nostra Regione nel marzo 2011, ha una sua valenza fondamentale e l'attività che ha compiuto la Commissione ..

PRESIDENTE. Scusate per favore se dovete mettervi d'accordo uscite, grazie.

Dino Latini. … per aggiustare le varie indicazioni emerse dalla proposta 89 del sottoscritto e dalla 99 del Consigliere Bucciarelli ed altre, fino agli emendamenti che sono presentati, è certamente significativa di un grande passo avanti.
Agli interventi che mi hanno preceduto, in particolare modo a quello del Consigliere Silvetti, che ha portato un progetto, un modello concreto di come potrebbe essere l'attuazione effettiva su un corso d'acqua, quello, cioè, che è stato approvato per quanto riguarda la tutela del fiume Esino, vorrei aggiungere solo due grandi considerazioni. La prima, la necessità di non accentrare troppo il problema su che fine farà o su che fine potrebbe fare il materiale estratto dal letto del fiume. Non è soltanto quella, non è principalmente quella la priorità che interessa, a mio avviso, la legge, per come la interpreto, certamente non può essere oggetto di interventi speculativi o di interventi non in linea con i controlli necessari, ma proporre una legge così importante, che scavalca, addirittura, una norma essenziale come quella della tutela del nostro territorio, che dovrebbe, in qualche modo, essere a cappello e, quindi, considerata come parte organica ed armonica della tutela stessa, dal punto di vista normativo, deve contenere, come a mio avviso contiene, due grandi tipologie: come realizzare gli interventi, per quanto riguarda la tutela specifica dei corsi d'acqua, intesi da quelli più piccoli, che partono dall'attività del centro abitato, fino ad arrivare al corso d'acqua vero e proprio inteso come fiume.
Ecco questa necessità di un'attività effettiva deve essere valorizzata con gli interventi dei tre grandi soggetti, tra cui il soggetto privato, perché senza l'intervento del soggetto privato estrattore di ghiaia, cave torbiere o semplice coltivatore diretto non si avrà mai il controllo effettivo, completo dell'intera asta fluviale e si avranno interventi a stralcio, che se finalizzati e attuati con finanziamenti pubblici rischierebbero di non trovare in qualche modo una correlazione con le finalità che la legge prevede, quelle, cioè, di far si che la gestione sia sempre effettuata sull'intero corso d'acqua ed abbia, quindi, l'obiettivo effettivo di evitare allagamenti, alluvioni ed ostruzioni per il buon decorso dell'acqua stessa.
Credo che questo testo debba essere finalizzato a prevedere, nell'ambito dell'attuazione, un provvedimento che consenta l'intervento dei privati, sia come consorzio che come soggetto singolo, in qualche modo, quasi chiamato dall'ente pubblico ad intervenire.
Recentemente la Regione ha fatto un'operazione molto importante per quanto riguarda la situazione dell'emergenza neve, chiamando i coltivatori diretti, gli operatori dell'agricoltura, come soggetti operatori necessari nel momento in cui scatta il piano neve.
Ritengo che su questa norma o sulla norma in materia di gestione dei corsi d'acqua si debba far altrettanto, altrimenti, rischiamo di non poter intervenire perché non si hanno i finanziamenti necessari o di non dover intervenire, perché pur avendo la forza disponibile, non c'è una normativa adeguata.
La seconda finalità è quella del controllo, se è vero che il controllato non può essere controllore di se stesso, la partecipazione, come diceva prima il Consigliere Bucciarelli, del Corpo Forestale dello Stato, inteso come colui che dal punto di vista soggettuale può controllare dove va a finire il materiale litoide o la massa legnosa residuale, costituisce un naturale Comitato di controllo che si aggiunge, diciamo così, oltre che come organo deputato a farlo anche quello che in ogni ambito locale dovrebbe essere costituito dall'ente locale stesso.
Arrivo alla conclusione, questa legge ha necessità di una partecipazione effettiva forte da parte degli enti locali, intesi come Comuni, lasciando da parte per il momento il ruolo strategico che potrà avere la Provincia, qualunque sarà la sua formazione, sono gli enti locali che attraverso i Regolamenti danno il controllo dello scolo dei corsi d'acqua, dell'abbattimento ed il controllo di quello che è il materiale legnoso o l'attività ostruzionistica nell'ambito di un fosso di scolo o di un canale di acqua. Sono gli enti locali che, a mio avviso, devono ricevere il più forte impulso da parte di questa legge, affinché siano strumenti attuativi di collegamento fra controllo, gestione, finalizzazione degli interventi, soprattutto di ordine finanziario, e raggiungimento degli obiettivi che la Regione nel suo complesso dispone.
Per questo la mia proposta si caratterizza ,rispetto alle altre due, proprio perché è invocata, anche dagli interventi, una partecipazione in termini di costi di costruzione, di oneri di urbanizzazione, di contributi di miglioria, di chi nell'ambito degli enti locali o costruisce, o continua a costruire, o ristruttura. Solo avendo questa finalizzazione specifica come scopo, quello che viene chiamato l'ambito complessivo o oneri di urbanizzazione, si può far partecipare la comunità attraverso una coscientizzazione della sua possibilità di intervento, rispetto ad una gestione che, certamente, se lasciata solo alla mano pubblica rischierà di essere dal punto di vista normativo un passo in avanti, ma dal punto di vista attuativo di avere dei percorsi di stop and go perché, ovviamente, saranno legati soltanto ai momenti in cui si avrà la possibilità di godere di finanziamenti e di questi tempi, credo, che di finanziamenti, anche su questo versante, ce ne saranno purtroppo sempre meno.
Quindi concludo, grande passo in avanti per questo testo base, grande necessità anche di mettere in atto, dal punto di vista concreto, attraverso i provvedimenti che la Giunta dovrà a mio avviso, emanare, quello che è il percorso operativo, la manus, per rendere questa legge effettiva. Alla fine di questo percorso anche il controllo dell'estrazione della quantità, della finalizzazione del materiale estratto, diventerà un semplice aspetto fondamentale, certamente, da attuare in maniera rigorosa, ma non tanto il principale, non il prioritario, oppure, lo spauracchio perché non si debba andare avanti su questa situazione.
Ricordo a tutti che in molte recenti alluvioni, o invasioni di acque, le acque dei fiumi sono derivate soprattutto dall'innalzamento delle quote dei letti stessi dovuti proprio a questa estrema ideologizzata tutela che a distanza di anni e di tempo, non essendoci più appunto il Genio Civile, rischia di creare sempre di più quei fenomeni di emergenza che abbiamo visto già nel marzo del 2011 ma anche nel settembre 2006 e in qualche altra occasione, sia pure in forma sporadica, su una parte del nostro territorio, con tutte le conseguenze negative in termini di risarcimento danni, che noi poi viviamo come classe politica istituzionale e che la comunità locale si sente, in qualche modo, svantaggiata proprio per l'assenza di provvedimenti adeguati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Questa è una legge molto attesa in questo periodo, anche perché mostra una particolarità del nostro territorio. Il nostro è un territorio pieno di valli, pieno di fiumi e l'equilibrio che garantisce il fiume, alla sicurezza delle valli e alla sicurezza delle coste, a tutto l'ecosistema, è sicuramente fondamentale.
Già prima dell'alluvione del 2011 si rimarcava la necessità di intervenire con una manutenzione ordinaria e straordinaria a tutela di questi corsi d'acqua, non è stato fatto, la Giunta della Regione Marche, e tutta la politica che ha governato questa Regione negli ultimi anni, non è riuscita a garantire le risorse. Non voglio stabilire ora, non è questa la sede per capire se c'erano delle risorse e se non sono state spese, perché si è ritenuto un argomento secondario, però, sta di fatto che la situazione è arrivata al limite.
E' arrivata al limite, nel marzo del 2011 la nostra comunità regionale è stata colpita anche dalla morte di una persona, un momento drammatico in cui tante famiglie e tante imprese sono state colpite duramente, abbiamo proposto, in una seduta concitata e molto emotiva, una legge che ritenevamo essere una legge buona, che prevedeva l'introduzione della valorizzazione dei piani per la gestione dei corsi d'acqua e, quindi, cercava di inserire nella cultura legislativa di questa Regione il fatto che solo tramite la valorizzazione del materiale, che si poteva recuperare dei fiumi, era possibile intervenire.
Poi sono passati alcuni mesi, grazie a Dio, e una riflessione profonda e un'emotività che mano a mano andava scemando, rispetto al momento della catastrofe, ci ha ricondotto ad una maggiore razionalità e ad una riflessione diversa, più approfondita, su dati concreti e oggettivi, tralasciando invece quella che era, appunto, l'emotività del momento.
Io non sono, lo devo dire chiaramente, contrario alla valorizzazione dei materiali in esubero dei fiumi, sono contrario, però, ad una cultura che dice che si può mettere mano alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d'acqua, che sono un elemento centrale della sicurezza di tutto l'ecosistema, dai monti al mare. Sono contrario, se viene inserito in maniera, diciamo, culturale, perché, credo, che quello che noi potremmo oggi, comunque, garantire con il nostro buon senso, con il nostro senso di responsabilità, con la nostra attenzione a certi tipi di temi - che quando sono inseriti in una legge sono a carico di chi poi questa legge la interpreta e di chi la esercita - non lo potremmo garantire, Vicepresidente Petrini, fra qualche anno, quando nessuno di noi sarà più qui o solo una parte sarà presente. Per questo motivo credo che mettere in questa legge i piani di gestione dei corsi d'acqua sia un argomento delicato.
Cosa diversa, e nella Commissione di ieri è emersa in maniera abbastanza forte, con alcuni emendamenti, se si tratta di progetti dei corsi d'acqua, e non di piani, fatti chiaramente dalle Province, dove si può intervenire con una fattibilità finanziaria chiara, dove si capisce chiaramente se il materiale in esubero basta per recuperare le risorse, per mettere mano alla manutenzione ordinaria e straordinaria, o se non basta. Dove si capisce se questo equilibrio può essere garantito, perché io temo, e temo fortemente, che poi la deriva del “tanto togliamo un po' di più, tanto non fa niente” porta alla distruzione di questo equilibrio che già è precario.
E' un equilibrio precario non solo per lo stato e la manutenzione che non è stata fatta, ma anche perché c'è stata una urbanizzazione sfrenata, e in questa sede io invito la Giunta, in maniera urgente, a portare in Commissione e in Aula, una nuova legge urbanistica, perché è uno strumento importante, fondamentale di programmazione del territorio, che non può attendere ancora, perché siamo ormai da anni in attesa. Ritardi, che possono produrre dei danni, in maniera particolare nella programmazione, ma anche nel recupero di quelle risorse, che noi vediamo impiegate da imprenditori, e del patrimonio storico urbano che abbiamo a disposizione, che sta svilendosi. Ecco, appunto, dicevo che questo equilibrio deve essere garantito da una legge che prende atto di una tutela del territorio che non c'è stata, di una legge urbanistica che non c'è stata, di una costruzione di zone industriali su tutti i crinali delle nostre colline, che in maniera indiscriminata ha portato a un dissesto del territorio, che oggi non può prevedere un'altra scelta scellerata, quella che rende legge il fatto che la manutenzione può essere fatta solo tramite la valorizzazione del materiale di risulta dei fiumi. Questo secondo me è grave, qualora venisse fatto.
Sicuramente non sono contrario, e credo che il mio gruppo non sia contrario a priori, a ragionare sulla valorizzazione. La valorizzazione può essere uno strumento che su progetti comprovati, su progetti che hanno una fattibilità, su progetti che non sono troppo spinti ma equilibrati e rappresentanti il vero stato reale dei fiumi, possa essere fatta, perché sicuramente ci consente di recuperare risorse, senza gravare sui cittadini marchigiani. Non può essere fatta, però, in maniera indiscriminata, mettendola addirittura nell'aspetto culturale di gestione del territorio perché, credo, sia un atto grave che va a compromettere quell'equilibrio che invece bisogna cercare di recuperare, da qui in avanti, per la tutela delle nostre valli, per la sicurezza dei cittadini, delle imprese, delle famiglie e per garantire anche una serietà che, credo, debba essere sempre tenuta presente da chi legifera e da chi amministra i territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. lo vorrei iniziare da un concetto forse un po' diverso ma estremamente attinente. Parto dalla criticità del dissesto idrogeologico e dall'Europa che in questi 10 anni ha finanziato tantissime cose, ma la Regione Marche non si è mai interessata alle criticità idrogeologiche, perché tramite la Svim, io ho seguito tutti i progetti, non ce n'è uno che riguarda la tutela e la difesa del territorio. Sono problematiche molto gravi che stiamo vivendo ogni anno, quindi, mi faccio interprete di questa richiesta forte, nei confronti della nostra Giunta, perché ci siano progetti concreti, che vadano ad impegnare le risorse per la manutenzione e per la criticità che abbiamo sia nella costa, che nell'entroterra, con i dissesti che ogni anno, purtroppo, creano disagi e sprechi di soldi.
Questo è un piccolo preambolo, ma penso molto utile.
Quest'estate abbiamo visto, tutti noi, la grande secca che c'è stata, abbiamo toccato con mano la realtà dei nostri corsi d'acqua, io sentivo la gente, che passava vicino ai nostri canali, ai nostri fiumi, dire “Ma com'è che qui non si fa niente?”. Si vedeva veramente di tutto. Sono veramente intasati in ogni ordine, in ogni livello. Fino adesso abbiamo avuto una grande confusione, e spero che questa legge vada a dirimere questa enorme confusione, questa confusione che ha creato l'immobilismo. Forse la parte più estremista degli ambientalisti ha voluto quest'immobilismo, c'è questo detto che dobbiamo lasciar fare alla natura, ma, io dico, lasciamo fare alla natura ma quando casca un albero davanti casa, bisogna che prima o poi spostarlo, qui siamo allo stesso livello.
Mi è piaciuto quando il Consigliere Giancarli ha detto che i fiumi non sono dei musei, effettivamente il fiume è vivo, ha bisogno anche del rapporto umano, chiaramente, ci deve essere equilibrio. Sgombriamo subito il campo, io penso che qui nessuno, oppure lo smaschereremo, vorrà fare nei fiumi delle cave, non penso che sia questa l'intenzione, me lo auguro. Questa è la questione principale che vedo sul tavolo, quindi, togliamo dal campo la possibilità di creare delle cave nei fiumi, ma qui il discorso è diverso.
Noi siamo vicini a questa legge, siamo a favore anche delle tematiche ambientali, che sono estremamente importanti, ma noi dobbiamo pulire gli argini, anche perché abbiamo speso milioni di euro per la fase risarcitoria e che forse qualcuno ha agito in maniera elettoralistica, perché poi sappiamo che quando ci sono da prendere i soldi, magari si prendono certe vie e non sempre giuste.
Bisogna reinterpretare anche la nuova Pac e mi sembra, Assessore Petrini, che si vada in questa direzione. L'Europa garantirà un certo finanziamento agli agricoltori che garantiranno un aiuto e una partecipazione alla manutenzione delle fasce di loro competenza, l'Europa darà un contributo per gli agricoltori che vorranno intervenire in questo progetto di manutenzione, e allora questa è una legge sicuramente utile.
Concordo, poi, con il Consigliere Bucciarelli, il controllo non può essere fatto da chi esegue il progetto, la Provincia può fare un monitoraggio, ma il controllo io lo prevedo per il Corpo Forestale, per il Genio Civile, e anche per le guardie ecologiche volontarie, le Gev, estremamente utili in questo campo.
Sono a favore di indirizzi procedurali per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idraulico e geologico, del ripristino delle condizioni di sicurezza dei corsi d'acqua e delle relative pertinenze, con il sistema della compensazione, così come sono stati adottati in tante Regioni italiane.
In tal modo il costo di realizzazione dell'opera potrà essere compensato in parte con il valore del materiale estratto, riutilizzabile non vendibile, sulla base dei canoni demaniali per progetti stabiliti, solo questa è la cosa più chiara, più equilibrata, non c'è speculazione, e si va a risolvere un problema annoso, derivato da questa immobilità creata, purtroppo, da questa mancanza legislativa.
Chiudo con una una denuncia, dato che parliamo di fiumi, non possiamo tacere che ci sono delle situazioni di estremo inquinamento, soprattutto nell'alta valle del Metauro. Abbiamo dei problemi con i depuratori, con i fanghi che creano degli inquinamenti evidenti, c'è, infatti, una scomparsa totale degli anfibi, dei pesci e di tutto di tutto quello che è la fauna acquatica di questa zona. Questa è una denuncia grave, ci sono già dei comitati che si stanno dando da fare per ripristinare una situazione che non è più accettabile, perché si parla di ammoniaca e si parla di acqua che poi va nelle reti del potabilizzatore. Questa è una denuncia che io mi sento di dovere fare in quest'Aula, dato che si parla di fiumi e si parla di acqua.
Il mio voto sarà a favore, per gli emendamenti vedremo come procederanno ma, sicuramente, penso che la maggioranza avrà la capacità di capire che questa è una legge giusta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna, poi le iscrizioni sono chiuse.

Giancarlo D'ANNA. Molto brevemente per dire la mia contrarietà all'eventuale vendita della ghiaia, come previsto, poi, da alcuni emendamenti.
Credo che in passato ci siano state tantissime problematiche legate proprio all'escavazione, e lo vediamo anche in questi giorni. Credo che ci sia poi una contraddizione quando si chiedono degli interventi lungo la costa, quando sappiamo che buona parte delle cause dell'erosione marina sono dovute anche al mancato conferimento del materiale da parte dei fiumi. Quindi, se c'è del materiale in eccedenza, è evidente che questo materiale deve trovare un luogo dove essere conferito, che non può essere altro che all'interno del fiume, dove necessario, e sicuramente è necessario perché alcuni fiumi, proprio come conseguenza dell'escavazione e in presenza di impianti di produzione di energia idroelettrica, non riescono più a conferire al mare.
Questa è una delle situazioni che, ripeto, ha compartecipato, così possiamo dire, alla problematica dell'erosione marina.
Sono, assolutamente, contrario alla vendita di ghiaia, come appunto è stato evidenziato da altri collegi.
Per quanto riguarda il resto della legge credo sia abbastanza logico quello che viene proposto, l'importante è che poi non si vada contro quelle che sono alcune direttive europee, che sono fondamentali e da tenere in considerazione. Anche perché diverse associazioni legate all'ambiente, hanno già fatto capire, che sono intenzionate, nel caso in cui si vadano a creare delle contraddizioni con quella che è la normativa europea, ad un ricorso anche a livello europeo. Quindi, assolutamente no alla vendita di ghiaia, e ripeto, coloro che chiedono gli interventi di protezione della costa e che sono favorevoli alla vendita della ghiaia, forse hanno una leggera confusione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. Come avete ricordato questa è una legge è divenuta urgente dopo quelli che sono stati gli eventi alluvionali del marzo 2011, non che prima non servisse, ma dopo quegli eventi la sua necessità è davvero emersa con tutta la sua necessarietà.
Credo che quell'evento abbia dimostrato la vulnerabilità del nostro territorio, vulnerabilità che però, come sapete, non è legata solo a quelli che sono fenomeni estremi, come quello del marzo 2011 o come quello accorso in Osimo qualche anno prima, ma anche rispetto a fenomeni non particolarmente critici, cui il territorio risponde male, non riesce a trattenere, a evitare l'erosione, il dissesto, ad evitare poi fenomeni anche di esondazione.
Abbiamo dismesso nel corso del tempo le consuetudini storiche che ci avevano permesso la cura del territorio in tutte le sue componenti: versanti, fiumi, fossi, e abbiamo visto quali sono state naturalmente le conseguenze. Oggi agiamo su questi elementi con alcuni strumenti come la condizionalità dell'agricoltura e domani con il greening che, come ricordava il Consigliere Zaffini potrà permetterci una maggiore attenzione, attraverso l'agricoltura dell'ambiente. Vogliamo intervenire sui fossi, come già avevamo proposto, con una legge organica sui Consorzi di Bonifica, in modo tale che i proprietari dei fondi, in maniera consorziata, possano provvedere a questa manutenzione e vogliamo intervenire sui corsi d'acqua attraverso questa legge.
Noi interveniamo in una situazione, lo avete ricordato tutti, fortemente alterata. Negli ultimi 40 o 50 anni è successo di tutto, ponti, briglie, traverse, dighe, non ultima l'antropizzazione eccessiva che c'è stata fatta a affianco dei fiumi, troppo vicina ai margini e molto spesso, addirittura, negli alvei, proprio per la non capacità delle amministrazioni di dire no alle pressioni che provenivano da alcuni proprietari.
Tutto questo ha generato un disastro, un disastro legato, poi, a quello che è stato l'incremento della velocità delle acque, che naturalmente ha generato una ulteriore trasformazione di tutti questi corpi fluviali, facendo terminare, perché oggi non avviene più, quella che era una delle funzioni più preziose, quella di nastro trasportatore, perché, come sapete, i fiumi trasportavano la ghiaia al mare e facevano un ripascimento naturale delle nostre spiagge. A dire il vero, oggi, non basterebbe neanche più questo, perché quelli che sono i fenomeni di innalzamento delle acque determinerebbero, comunque, un'erosione delle nostre coste, però, una situazione che per magia si potesse ripristinare ci aiuterebbe molto rispetto a questo fenomeno.
Malgrado quello che è avvenuto, nel corso degli anni, lo Stato dal 2003 ha smesso di finanziare le Autorità di Bacino e successivamente, attraverso altri provvedimenti, lo Stato e la Regione con un decalage, che è assolutamente visibile attraverso la lettura dei documenti, hanno continuamente diminuito quelli che sono i fondi a disposizione per le manutenzioni ordinarie. Le Province che svolgono questa funzione dal 2002 non hanno una capacità propria e, guardi Consigliere Binci, dopo la spending review, non hanno neanche i soldi per pagare il personale, figuriamoci se hanno i soldi da mettere a disposizione per fare la manutenzione ordinaria sui fiumi.
Non si farà questa manutenzione. Se poi voi mi dite, quali sono le risorse attraverso le quali farla, la Giunta è completamente aperta a discutere anche altri provvedimenti, altre proposte. Oggi siamo bloccati, c'è stato un parziale sblocco con i fondi della somma urgenza, che in alcune Province, come Fermo, sono stati utilizzati per la messa in sicurezza, fondi provenienti dallo Stato, che tra l'altro, non sono riusciti a coprire tutti i costi sostenuti.
Noi stiamo osservando quello che avviene anche in relazione alla calamità neve, dove rischiamo di non avere i soldi per pagare neanche il 2% dei danni di somma urgenza, non dei danni complessivi, che abbiamo ricevuto. Ditemi voi dove andiamo a cercare questi fondi.
Con questa proposta di legge, di pochi articoli, ci si prefigge di affrontare in modo organico e strutturato, ma l'avete riconosciuto tutti, il problema della gestione dei corsi d'acqua, con piani specifici, che rispondano a requisiti di sostenibilità ambientale, ma che si propongano, pure, una necessaria opera di prevenzione, che da tempo viene svolta in questa maniera così inefficace e che, per il futuro, si prevede sia difficile da mettere in atto, vista la mancanza oggettiva di risorse.
Tra l'altro questa è una delle poche tematiche che possiamo affrontare immediatamente, perché le altre fanno capo a disposizioni legislative più generali, quelle di governo del territorio, quelle urbanistiche, che fanno capo a leggi organiche, leggi generali che pur impegnati a portarle in Consiglio il più presto possibile, determinano tempi di interventi e soprattutto di efficacia spostati nel tempo.
La percezione di questa proposta si è esposta molto, dal mio punto di vista, a successivi fraintendimenti, è passato anche un messaggio grossolano, quello, cioè, che per dare sicurezza alle aree circostanti ai fiumi si liberalizzava l'asportazione della ghiaia, oltre che della materia legnosa, ma di questo pare non importi nulla a nessuno. Quindi, con la scusa della manutenzione si accontentano quegli operatori che in qualche modo sono stati, nel corso del tempo, anche i responsabili di questo disastro. Viene rappresentata una percezione per la quale non essendoci risorse liquide, si monetizza un bene collettivo, senza valutare quelli che possono essere gli effetti negativi. Fra l'altro sia dal dibattito della Commissione, che in parte da quello svolto anche oggi in Aula, tutto questo è evidente, rendendo difficoltoso quello che è l'obiettivo principale che è contenuto in questa legge e cioè la manutenzione straordinaria a costo anche zero, mediante cessione di parte di ghiaia in esubero, nella misura minima idonea a compensare il lavoro svolto dall'impresa per la pulizia dell'alveo e la redistribuzione del materiale disgregato.
Questo è quello che si propone questa legge, oltre che creare una normativa organica che, soprattutto, individui un unico soggetto responsabile nella Provincia, cosa che tra l'altro avremmo potuto fare anche senza legge, perché le norme già attuali soprattutto quelle del Pai ci consentono, comunque, attraverso delibere di Giunta e decreti, di arrivare a questo tipo di obiettivo.
Io credo che i fiumi sono già stati devastati nel corso dell'ultimo secolo, con tutte le opere di antropizzazione, che ho ricordato prima, queste opere hanno prodotto delle alterazioni rispetto a quelli che sono gli equilibri naturali. Alterazioni anche esterne, tra l'altro, agli apparati fluviali, tutti questi effetti hanno prodotto una modificazione degli alvei, erosione, sedimentazione, che ora necessitano di una manutenzione ordinaria, che sinora, appunto, non c'è stata.
Tale manutenzione, ripeto, non è possibile farla con le attuali risorse, la soluzione è quella di studiare il fiume nella sua interezza, in un'ottica di bacino, o per unità omogenea, attraverso un piano di gestione. Tale piano sarebbe tra l'altro un successo storico, anche interrogando gli uffici solo nel 2000 si era riusciti ad abbozzarlo per quel che riguarda il fiume Potenza. Non c'è ovviamente l'intenzione di vendere tutto il materiale litoide sovralluvionato ma di utilizzare il meno possibile, per ottenere il massimo rendimento in termini di lavori pubblici, perché poi è questo lo scopo di questa valorizzazione,
Tali lavori non consistono solo nel recupero di una sufficiente sezione idraulica ma anche nel ripascimento di tutti i tratti erosi per far arrivare al mare quello che è il materiale fine e grossolano.
Il piano di gestione, naturalmente, dovrà contenere una dettagliata analisi economica, che possa dimostrare la convenienza dell'operazione, di fronte a una dichiarata perdita di poche risorse naturali che, comunque, non potranno mai più arrivare alla loro ultima destinazione, e cioè non potranno più arrivare al mare.
Nessuno qui propone l'incisione dell'alveo, quella che è avvenuta anche negli anni passati e che ha contribuito fortemente a quello che è il disastro attuale, quello che si propone è solo l'asportazione del materiale sovralluvionato, di quegli isolotti ormai oggi verdeggianti, che impediscono il normale deflusso del fiume e che ne determinano gran parte dei disastri a cui ogni volta assistiamo.
Se noi non interveniamo in questo modo, ma ci limitiamo ad approvare la legge per quelli che sono gli aspetti pur importanti, sotto il profilo della trattazione organica dell'argomento, domani non avverrà nulla. Noi spendiamo buone parole per dire quanto è positivo intervenire in questa maniera organica e maggiormente appropriata rispetto al passato, e pensiamo domani di risolvere una parte dei nostri problemi, ma noi non ne risolviamo nessuno se non riusciamo a valorizzare, compensando in parte con il materiale sovralluvionato, il lavoro a cui facciamo riferimento, noi non rimettiamo in moto nessun meccanismo di intervento.
Quindi la scelta oggi qui, mi rendo conto, è importante e, se la depuriamo di alcuni fraintendimenti, credo che sia molto più semplice. E' quella di sacrificare una parte di questo materiale che, comunque, non arriverà più al mare e la cui asportazione rende più efficiente il percorso dei fiumi oppure non fare nulla. E' questa scelta a cui siamo di fronte.
Tra l'altro questa valorizzazione, con una norma che è stata inserita dalla Commissione, la si farà attraverso linee guida che passeranno in Consiglio regionale. Non si è mai visto, devo dire, approvare una legge di questo tipo con linee guida che passano in Consiglio regionale, ma visto che è stata inserita questa cosa, valorizziamola per far sì che i timori esistenti possano essere in qualche modo azzerati da quella che è una vostra espressione.
Tra l'altro il controllo fatto dalla forestale con una specifica convenzione, di cui poi ci vantiamo, dovrebbe ulteriormente rassicurarci, e non vale il monito "domani non ci saremmo noi", non approveremmo nulla se ogni volta fossimo preda del terrore di quello che avverrà domani. La nostra funzione legislativa verrebbe meno, su questo non c'è certamente bisogno della mia rassicurazione.
Concludo. I 30 giorni che vengono proposti per cercare, come dire, una mediazione, come il Presidente Giancarli prima ricordava, non sono possibili. Non sono possibili 30 giorni per fare linee guida complesse, proprio perché non banalizziamo la materia di cui stiamo parlando, perchè per fare un buon lavoro impiegano ed assorbono un tempo maggiore. Quindi vi chiedo di approvare questa legge con gli emendamenti che per conto della Giunta ho proposto, di sviluppare quello che è un discorso relativo ai possibili timori di quest'Aula nell'ambito della discussione sulle linee guida, e di dare un segnale forte che la Regione vuole intervenire su questa materia.
Noi siamo sottoposti ogni giorno ad una serie di pericoli che incombono su di noi, ma i pericoli sono in qualche modo possibili, non sono come le catastrofi che irrompono, alle quali non possiamo porre rimedio. Se viene un terremoto, se casca una meteorite, non possiamo fare nulla, ma di fronte all'esondazione di un fiume, noi possiamo alzare gli argini, possiamo intervenire. La nostra responsabilità domani, e domani non sarà purtroppo tra dieci anni, lo sappiamo, non sarà misurata sulla base di chissà quale criterio, ma verrà misurata solo in rapporto al fatto di un'omissione della prevenzione, che noi avremo fatto su questi fenomeni, sarete (...) non ho visto sue proposte che vanno esattamente in questa direzione, né ho visto un utilizzo dei fondi del Por, che pure sono destinati in misura sufficiente a quella che è la gestione dei fiumi, nell'ambito dei piani integrati territoriali, a questa materia perché tutti hanno inteso farci altro.
Quindi oggi io vi chiedo di prenderci le nostre responsabilità.

PRESIDENTE. Passerei quindi, a votare la proposta di legge, i singoli articoli e gli emendamenti. All'articolo 1 c'è un emendamento a firma del Consigliere Giancarli.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. I ragionamenti debbono essere seri e responsabili, quindi, non ho difficoltà a ritirare l'emendamento che ho presentato sui 30 giorni, perché se il Vicepresidente Petrini mi dice che in 30 giorni non siamo nelle condizioni di approvare linee guida puntuali, da parte mia ne prendo atto e ritiro l'emendamento.
Faccio questo ragionamento perché voglio rimanere dentro ed esclusivamente un ragionamento di responsabilità piena.
Questa legge non sarà operativa, almeno in quelle funzioni, fino a quando non approviamo le linee guida. Allora se di questo si tratta, e ne siamo tutti convinti, le posizioni che qui sono state espresse partono tutte dalla necessità di migliorare l'ambiente, poi abbiamo punti di vista completamente diversi, ma partono tutti da questa condizione, un miglioramento dell'ambiente per rendere sicuro il fiume, con misure proposte in posizioni anche opposte.
Allora io mi permetto di dire, con tutta la collaborazione e con tutta la buona volontà - scusi Presidente se la sto facendo lunga su questi emendamenti ma qui se ne potrebbero ritirare molti, non soltanto il mio - il Consigliere Bucciarelli diceva che le linee guida non possono modificare la legge, è vero, nessuno di noi ha pensato diversamente, questa sottolineatura che lui faceva va bene, forse è stata data l'impressione implicita che si pensasse che con le linee guida si potesse modificare la legge. No! Il ragionamento è semplicemente questo, siccome la legge non diventa operativa fino a quando non facciamo le linee guida e le linee guida danno tutte quelle garanzie a cui il Vicepresidente Petrini faceva riferimento, ovvero la progettazione per ogni singola asta fluviale, dentro la singola asta fluviale possono essere inclusi anche i contratti di fiume, perché credo che nello spirito sia anche questo e su quello dei contratti di fiume nel momento in cui andiamo alle linee guida, dobbiamo farne un punto di forza. Quindi, con un impegno serio, responsabile, determinato, dell'Assemblea legislativa, nel momento in cui portiamo in Aula le linee guida, portiamo anche la modifica necessaria della legge che consente di dar corso a quelle linee guida, valorizzazione compresa. Mi sembra che questa possa essere una proposta, perché tanto, ripeto, è inutile che facciamo una questione di principio. Fino a quel momento la legge non opererebbe, quindi, andiamo contestualmente in Aula con queste linee guida che hanno quel ruolo, quella funzione importante, sottolineata dal Vicepresidente Petrini, e contestualmente una proposta che aggiunga un qualcosa se pensiamo che questa legge lasci qualche vuoto, quindi, proposta di atto amministrativo e proposta di legge, le facciamo nella stessa seduta, in modo che non guadagniamo ma non perdiamo nemmeno un giorno. Mi sembra che questa possa essere una posizione che va incontro a quello che è stato il lungo dibattito di questi mesi e di questo anno.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Mettiamo in votazione l'emendamento 1/1 a firma del Consigliere Giancarli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/0001 del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/001 del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/01 del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/1/bis del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/1/ter del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/2 del Consigliere Acquaroli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/3 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub-emendamento 2/4/1 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Torno su questo concetto, su questo emendamento c'è stato un voto contrario della Commissione, però vorrei, se fosse possibile, trovare una volontà comune su questo fatto, questa legge, fino a quando non avrà le linee guida approvate, quindi, in un altro momento, con un voto successivo di quest'Aula, non sarà operativa.
Allora se fosse possibile, ripeto, questi due o tre emendamenti, a me piacerebbe che fossero ritirati, perché, ripeto non guadagniamo e non perdiamo un giorno, questo è quello che chiedo perché al di la delle opinioni non guadagniamo e non perdiamo un giorno rispetto all'operatività di questa legge.

Presidente. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. Noi siamo venuti in Aula con questa legge, che era stata inviata in Commissione in primavera, nell'autunno dell'anno scorso, a ottobre, ci torniamo a un anno di distanza, di fatto l'unica questione dove si concentra la nostra attenzione, è sempre la stessa.
Le linee guida servono ad applicare la legge che approviamo, non servono ad applicare quello che non approviamo e che, forse, ci riserviamo di elaborare in un momento successivo. Com'è possibile fare linee guida con una legge che non contiene questo criterio della valorizzazione del materiale litoide. Non è possibile, approvarlo nello stesso momento, cioè, portiamo una legge e subito dopo un'applicazione della legge che abbiamo approvato due mesi prima? E' una forma di procedere che io non capisco. Può darsi che sia io a non capire i meccanismi consiliari, ma le linee guida servono ad applicare ciò che il Consiglio oggi prevede attraverso l'approvazione della legge. Se noi andiamo all'elaborazione delle linee guida dove manca questo principio di valorizzazione, li non discuteremo mai se quel principio della valorizzazione lo si fa in maniera sostenibile o meno, equilibrata o meno, non c'è un principio che ce lo permette, quindi, come sarà possibile farlo. Anche se capisco l'intenzione del Presidente Giancarli, non capisco le modalità attraverso le quali dovremmo procedere.
Se non eravamo sicuri l'anno scorso, non lo siamo ad un anno di distanza, non lo saremo certamente per qualche miracolo, tra due mesi, esprimiamoci, prendiamoci le nostre responsabilità, e poi cerchiamo di procedere nella misura migliore possibile.

PRESIDENTE. Quindi c'è questa moral suasion fatta dal Presidente Giancarli nei confronti del Consigliere Comi che però non dà segni di vita.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. La differenza fra le posizioni non è poi così marcata, nel senso che io do una leggera preferenza, rispetto al fatto che, è vero Assessore Petrini, se io parlo di valorizzazione è evidente che lo devo prevedere e poi attraverso le linee guida vedrò i vari progetti, su quali realizzare l'intervento e su quale intervento avrò la discussione, la verifica del materiale e di conseguenza … però, l'impostazione che veniva data, come sempre, con moderazione ed con buon senso dal Consigliere Giancarli, e che si fa leggermente preferire, credo, è il fatto che io prima conosco le linee guida e di conseguenza intervengo.
(...) Sto dicendo che alla fine la differenza non è così marcata, è capire (…) dovremmo tornare in Aula ad approvare insieme alle linee guida, l'inserimento della valorizzazione.
Se non ci si prende su questo, sospendiamo due minuti il Consiglio e vediamo di costruirla un po' meglio. Prendiamoci due minuti per capire se si può avere un voto largo su una questione che ha, tutto sommato una sottile differenza. Vediamo di comporla, piuttosto, che andare a votare un'altra volta in maniera differente.
Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Questo va bene, sospendiamo prima degli interventi dei consiglieri Bucciarelli Traversini che lo hanno richiesto? Come vogliamo fare? Anche Binci? Allora in ordine Binci, Bucciarelli e Traversini.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io ritengo che abbia ragione l’Assessore Petrini nel senso che la questione è se l’Aula ritiene lecita la valorizzazione della ghiaia, a fronte della realtà che lui ci ha voluto dire. Cioè noi non mettiamo una lira su questo tema, non l'abbiamo messa e non la metteremo, però non è vero che non ci sono risorse, questo è un discorso ricattatorio. Se rispetto alla sicurezza i tecnici hanno detto che basta un milione di euro a Provincia per fare una gestione ordinaria della manutenzione e della sicurezza, allora questo è possibile e certamente bisognerà togliere le opere inutili, come il Consigliere Zaffini ha indicato, ha parlato del Metauro. Il Metauro è pieno di opere di difesa spondali che si succedono una dietro l'altra, perché l'una chiama l'altra, quindi, non c'è nessuna progettazione.
Quello che dico è: la progettazione è fondamentale e l’assenza di una progettazione complessiva è una mancanza della Regione, ma il ricatto che non c'è una lira e vi prendere la responsabilità di quello che succederà, Assessore Petrini, è un ricatto proprio inaccettabile. Un bilancio come quello della Regione deve poter trovare quattro, cinque milioni di euro all'anno per la gestione ordinaria dei fiumi.
(..) Vengono spesi dieci milioni di euro ogni anno sulle scogliere, tra l'altro due tecnici regionali sono inquisiti per le modalità con cui hanno fatto la gara d'appalto, quindi, secondo me è questa la questione principale, non sta in piedi quello che sostiene l'Assessore Petrini, che non ci sono risorse per la manutenzione e le dobbiamo trovare dalla ghiaia, però, poi cerca di dire “sì, ma ne togliamo poca”, servono quattro milioni di euro all'anno, non ne servono centomila.
Quindi, quello che lei dice è falso!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Di fronte ad una situazione come questa, cari colleghi e Presidente, se uno volesse speculare sul Laboratorio Marche e su questa maggioranza, ne avrebbe di materie, veramente.
La situazione ha del paradossale, per non dire del ridicolo. Però la materia è seria, e allora io non voglio specularci e so quanto è difficile realizzare, praticare, la cultura di governo. Quindi, non mi meraviglia che ci siano questi problemi, io dico solo una cosa: questo emendamento è stato approvato dal Consiglio delle Autonomie Locali, cioè dai Comuni, dalle Province e dalle Comunità Montane.
Questa storia del fare prima le linee guida e poi la legge ha del paradossale, perché le linee guida servono ad applicare quello che la legge prescrive, quello che la norma dice, a meno che non pensiamo all'interno delle linee guida, di fare un altro articolato di legge ma allora oggi cosa stiamo a fare? Per modificare la legge di oggi? Cosa stiamo a fare oggi? Approviamo una legge che sappiamo di dover modificare tra un mese? Capirebbe la gente fuori? Ve lo domandate? Sul discorso della valorizzazione, io dico solo una cosa, se si decide, se i tecnici decidono che c'è ghiaia da asportare, in quel momento, quella ghiaia la dobbiamo buttare, regalare, considerare contro legge dei rifiuti o la dobbiamo valorizzare, utilizzandola? Ma quando mai chi ha una risorsa non la valorizza.
Il problema è chi fa i progetti e chi controlla la loro realizzazione. Tutto il resto appartiene, secondo il mio modesto parere, alla cultura del sospetto.
Noi dobbiamo fare di necessità virtù, purtroppo lo dico io che sto all'opposizione. Fare di necessità virtù, salvaguardando le bellezze, gli ecosistemi, la biodiversità, tutte quelle cose che abbiamo detto, ma facciamolo in modo credibile, in tempi reali, non è pensabile, adesso ci sarà la sospensione, che vi riunite e dite “Guardate abbiamo cambiato idea, adesso aspettiamo di fare le linee guida”, sarebbe un’ulteriore presa in giro alla quale io, come comunista mi sottrarrò. Non è accettabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Velocemente, prima della sospensione dichiaro quale sarà la mia votazione sull'emendamento, condivido pienamente quello che ha detto l'Assessore Petrini, in tutti i suoi passaggi e condivido anche l'intervento del Consigliere Bucciarelli.
Credo che il tema della valorizzazione sia una parte fondamentale di questa legge, non è secondario, il fatto che il Cal abbia approvato questo emendamento e mette in evidenza quanto sia importante poter valorizzare il materiale sovralluvionale, per le esigenze che hanno i territori.
Io posso portare una dimostrazione dall'attività di Sindaco, è franato una parte della montagna, calcare massiccio, sopra Cantiano, località Tenetra, non vi dirà nulla, però, è a cinquecento metri dal centro abitato, questo materiale è andato a finire nel torrente Tenetra. C'è una massa di materiale di calcare massiccio, che è li ferma da dieci anni, che costituisce pericolo per l'abitato di Cantiano, ma non si può toccare, tutto materiale sovralluvionale, c'è la possibilità di utilizzarlo, è materiale di pregio, ci sono ditte interessate a portar via e togliere il pericolo, ma non possiamo farlo.
Questo è l'esempio lampante, secondo me, che se non facciamo le cose serie non diamo questa possibilità, e di questi casi, ce ne possono essere tantissimi, è per risolvere i problemi dei Comuni, tant'è che il Cal lo ha chiesto perché è un'esigenza del territorio.
Non significa valorizzare materiale, come diceva prima il Consigliere Bucciarelli, aprire le porte alla speculazione perché dare concessioni edilizie significa far costruire le case di dieci piani? No, significa controllare. Se c'è la possibilità di valorizzare il materiale non vuol dire che bisogna asportarne di più, non significa non fare i progetti in maniera seria ma dare risposte ai territori.
Io credo che questo sia un passaggio fondamentale, se togliamo questo, la legge non ha il valore che i territori si aspettano e io dico che non solo voterò l'emendamento ma se non passerà, non so se voterò la legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniela SILVETTI. Sarò velocissimo. Io mi rivolgo all'Assessore perché penso che abbia compreso che è assolutamente risolutiva la sua posizione a questo riguardo. Fra chi ovviamente vuole stralciare in modo definitivo dalla proposta di legge la questione della valorizzazione e chi in qualche modo la vuole inquadrare, la vuole rendere più comprensibile, la vuole rendere più chiara, per evitare equivoci, quelli che lei, giustamente, prima sottolineava, essere tali, ma io sono certo che si tratta di equivoci.
Io credo che, però, un po’ di confusione, mi consenta, Assessore la introduce quando parla di compensazione. In che senso? Lei è stato molto chiaro, i soldi non ci sono e non abbiamo intenzione di metterli in cassa per fare questo tipo di attività. L’unica possibilità che abbiamo è coinvolgere i privati, cavatori e non, che consentiranno alla messa in sicurezza dell'alveo dei fiumi trattenendo una quota parte della ghiaia quale compenso per questo tipo di servizio pubblico svolto. Penso di aver reso chiaro il concetto, è chiaro che i nostri interlocutori - io capisco che una legge deve essere generale ed astratta e non debba fare casistiche specifiche, altrimenti, perderebbe la sua connotazione giuridica autentica, ma è inevitabile che qualche considerazione a questo riguardo me la devo porre - i soggetti che andranno a fare questo tipo di opere e che beneficeranno di questa compensazione, sono purtroppo soggetti, fra i più indisciplinati di questa regione, che si sono resi protagonisti di veri e propri scempi, senza che in passato fosse stata mossa alcun tipo di ammonizione e, senza questo tipo di intervento diretto da parte della Regione, oggi i Comuni sono quelli che ovviamente battono cassa perché non riescono o non vogliono, perché ci sono alcuni Comuni che sono inadempienti, a questo riguardo, raccogliere la quota parte che consente loro, ovviamente, a volte, di ripianare alcuni bilanci.
Io ho presentato un subemendamento modificativo, con cui cerco, con modestia, ovviamente, di chiarire quale potrebbe essere l'equivoco e quale potrebbe essere il rafforzativo del concetto del principio della valorizzazione, per la quale io sono favorevole, a quelle condizioni, per quelle finalità, e per quelle destinazioni.
Ci saranno le linee guida chiaro, però, siccome ho detto che alcuni fondi ci sono, si potrebbero prendere questi fondi in quei ribassi d'asta che ci sono stati e che sono comunque a bilancio, ho fatto non a caso un esempio specifico che riguarda appunto la messa in sicurezza del versante nord del fiume Rubbiano. Ovviamente si fa anche una scelta politica se io oggi dico non ci metterò un soldo su questo frangente, su questo aspetto, è una scelta politica, legittima, io so che in questo frangente non voglio spendere un centesimo e, quindi, ne prendo atto.
Ma a fronte di quelli che possono essere ribassi d'asta per messa in sicurezza passate e quella che è la scelta politica invece di metterci 100, 200, 300 mila euro, mezzo milione di euro, ce ne passa. E’ una scelta politica pure quella, chiaro, è una scelta, dove metto da una parte non metto all'altra, però l'emendamento che io ho voluto introdurre va a salvaguardare il principio della valorizzazione, che mi trova pienamente d'accordo, perché è chiaro che se tolgo da una parte posso utilizzare questa risorsa e la vado ad utilizzare altrove, dove mi viene in mente, uno fra tutti, il ripascimento dei litorali.
Detto questo, adesso la pausa di riflessione ce la prendiamo tutti, per carità, fermo restando che l'intendimento politico potrà passare, secondo me, o comunque avrà una maggioranza in quest'Aula, se andrà a chiarire ancora di più e meglio il principio della valorizzazione. Viceversa temo che si andrà a uno scontro che produrrà quello che lei prima diceva, che paventava prima, cioè non avremmo fatto nulla, non abbiamo fatto nulla fino ad ora e questa legge così monca produrrà il niente.

Presidenza del Vice Presidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle ore 12,50.

La seduta riprende alle ore 13,20.

PRESIDENTE. La seduta riprende, se non ci sono iscritti a parlare, metto in votazione l'emendamento 2/4/1 a firma del Consigliere Comi.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Su questo emendamento, non c’è soltanto il parere negativo della Commissione ma mi sembra che anche la Giunta abbia la stessa opinione, non voglio parlare a nome della Giunta, si entra dentro quelle che sono le linee guida, quindi, se il Consigliere Comi non lo ritira, la Commissione indica un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Non ritiro l'emendamento, per la soddisfazione generale, però voglio e ci tengo a dire alla Giunta una cosa, che il principio che viene codificato con quest'articolo, che potremmo inserire nel regolamento, non contraddice alcun principio ed alcuna prassi istituzionale, tant'è vero che la spending review codifica questo metodo per le realizzazioni di tutte le future opere pubbliche. Quindi, in tema di sanità si parla della possibilità dello scomputo attraverso l'alienazione e la dismissione dei beni immobili e così avviene per le case popolari.
Questo metodo viene codificato dentro la legislazione nazionale e regionale, tra l'altro questo emendamento è stato condiviso e approvato dal Cal, che ogni tanto adottiamo come riferimento per l'Aula e per il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Sub-emendamento 2/4/1 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/4/2 del Consigliere Silvetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/4 del Vicepresidente Petrini. Ricordo che se passa decade il 2/4/bis.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che l'idea che sta sotto questo emendamento sia vergognosa. E’ stato detto “non c'è una lira per la gestione dei fiumi, dobbiamo valorizzare la ghiaia per gestire i fiumi”. Questo non avviene per nessun altro argomento, nessun altro argomento viene trattato in maniera così cruda e così insensibile. Io non capisco, quante risorse possano venire da questa ghiaia e dove c'è l’esubero, visto che poi la ghiaia in molte parti manca ed è compito della buona gestione andare a portare l’eccesso dove manca.
Questa logica porterà, se fosse accettata, al fatto che se non viene venduta la ghiaia non c'è la gestione. Questo porterà al fatto che, per la proprietà transitiva e per evitare quelle che sono le responsabilità, bisognerà a tutti i costi cavare la quantità sufficiente di ghiaia per pagare quello che serve per la messa in sicurezza. Dico un'altra cosa, se il primo anno si riesce a cavare un milione di ghiaia andando a togliere tutto quello, anche di più, di quello che serve, il secondo anno con cosa si fa la manutenzione? Inserire un concetto di questo tipo vuol dire accettare che il secondo anno la gestione non si farà, perché non c'è più ghiaia e allora con cosa la faremo? Venderemo l'acqua? Con cosa la faremo? Venderemo la terra? Allora con cosa la faremo? Faremo costruire più vicino ai fiumi come abbiamo fatto finora.
Io dico che questo è un principio di inciviltà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Io mi rivolgo adesso ai colleghi della maggioranza, perché vedo che metà del Pdl è al bar che mangia. E’ una cosa gravissima quella che è stata votata quest’oggi in Aula, è stato avallato il fatto che parte dei residui litoidi verrà venduta, l’avete votata, era quello a cui volevano arrivare, verrà venduta, l'avete avallata votando contro l'emendamento, questo è un fatto molto grave.
Io ritengo, a questo punto, questa una proposta di legge molto pericolosa se verrà votata in questo modo, per cui è meglio una legge inutile che non serve a nulla, come tante, piuttosto che una legge così grave dove è stata avallata questa linea, peraltro, una linea bocciata in Commissione a maggioranza.
Io prendo atto di quello che ha votato oggi l'Aula, ovviamente, monca di una parte di un partito che ormai non c'è più. Però, voglio dire, una volta di più, che se la proposta di legge viene votata in questo modo, con questo modo molto vago, perché sull'essere ondivago e sull'essere generico e fumoso, questo tipo di termine verrà utilizzato poi sul territorio. Vi assumete la responsabilità di approvare una proposta di legge in questo modo, che non ha sicuramente più le finalità di prevenzione e tutela del territorio, invece, conosce una fase speculativa, molto pericolosa, che andrà a vantaggio di alcune categorie che, invece, non vedevano l'ora ed è il vero motivo per cui è stata per un anno ferma in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho sentito che l'approvazione di questo emendamento 2/4 comporta l'automatica eliminazione dell'emendamento 2/4/bis che è il mio, quindi, intervengo.
In questo emendamento, il mio, il 2/4/bis - quello successivo, intervengo perché do per scontato che sarà approvato quello dell’Assessore Petrini, il 2/4, se sarà approvato non ci sarà più il mio - io parlo di valorizzazione, è una proposta intermedia, perché l'opposizione deve anche fare proposte, visto che spesso ci accusate di fare solo proteste, io faccio una proposta.
Parlo anch'io di valorizzazione del materiale litoide ma al solo scopo, dico nell'emendamento, del riutilizzo in un contesto di manutenzione ordinaria, al fine della tutela dei corsi d'acqua, della tutela dei manufatti e delle vite umane.
E’ ben diverso dall'emendamento dell’Assessore Petrini e da quello che è successo poco fa con la bocciatura dell'emendamento del Consigliere Comi, da parte di questa maggioranza. Mi pare che, l'avete dimostrato poco fa e lo vedremo se approverete l'emendamento 2/4 dell’Assessore Petrini, stiamo andando verso l'ennesimo comitato d'affari.
Non ho paura a dire queste cose e se vogliamo possiamo fare un nesso tra corsi d'acqua e i comitati d'affari che si stanno ancora manifestando, Assessore Petrini, tra questa legge sui corsi d'acqua e i comitati d'affari che avete dimostrato di sostenere, poche settimane fa, con la legge delle biomasse e del biogas, Ve ne dico anche un'altra, visto che l’Assessore Petrini ci dice ed il succo del suo intervento è: non abbiamo i soldi. Allora perché non chiedete una congrua elargizione liberale, ve la metto così, da quegli impianti biogas che con soli 10.000 euro di capitale sociale li avete beneficiati di 15 milioni di euro in 15 anni? Questo avete fatto pochi giorni fa e qual è il nesso con questa legge? Ci sono in Provincia di Macerata, poi ce ne saranno anche in altre Province ma quelle che conosco meglio sono quelle della mia Provincia, ben due impianti a biogas che stanno nell'alveo del fiume, uno a Porto Potenza Picena, che sta nell'alveo del fiume Potenza zona alluvionata, sta proprio li, il posto peggiore che si poteva pensare è quello li, zona alluvionata, c'era un metro d'acqua nel marzo 2011, un altro sta a Recanati, a 150 metri dal fiume, quindi, nell'alveo del fiume Musone. Quindi, c'è un collegamento tra comitati d'affari recentemente approvati e comitati d'affari che state approvando in questo momento.
Le ho dato un suggerimento: si faccia dare i soldi per i fiumi, caro Assessore Petrini, dal comitato d'affari che ha beneficiato poche settimane fa.
Questa è la proposta che faccio e al tempo stesso ho spiegato il mio emendamento, quello successivo, che potrebbe essere una mediazione tra queste due esigenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Prima, durante il mio intervento ero stato abbastanza chiaro o per lo meno avevo reputato il mio intervento abbastanza chiaro, così non sembra, perché, purtroppo, abbiamo deciso, si è deciso, di andare verso una deriva che io non condivido per niente. Il nostro non era un no, non voleva essere un no alla valorizzazione su un progetto, se la Provincia che va a stilare un progetto ritiene che ci sia un residuo di materiale litoide da vendere, poteva farlo, ma doveva essere legato al progetto, doveva essere legato ad un sistema studiato profondamente e volevamo legare questo aspetto, non alla legge, Assessore Petrini, ma alle linee guida.
Io credo che la deriva che sta prendendo questa discussione è anche il motivo per cui siamo arrivati così in ritardo, rispetto all'alluvione del 2011, che aveva portato a questa proposta. Non è servito a niente, è stata una riflessione buttata a mare, è anche una riflessione che, quella che si compie oggi in Aula, ci porta ad una cultura indietro di anni, perché arriviamo alla cura del territorio che si fa attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria, togliendo una ricchezza e la sicurezza al territorio stesso, alla programmazione e alla serietà.
Prima avevo detto espressamente e chiaramente che noi eravamo d'accordo a ragionare, eravamo d’accordo a sostenere, anche in parte, la valorizzazione, se sostenuta da un progetto riguardante i casi specifici, quindi, in qualche maniera, si studia, anno per anno, o periodo per periodo, quelle che potrebbero essere le iniziative da intraprendere, come intraprenderle, come finanziarle, senza creare un danno al territorio, invece, si vuole inserire in una legge che se non c'è la valorizzazione non ci sono i fondi, se non ci sono i fondi non si fa manutenzione, se non si fa manutenzione, praticamente, si rischia l’esondazione.
Di fatto voi state votando un ricatto al territorio, ai cittadini e credo che sia l'ennesimo ricatto di questo tipo di politica, della Giunta Spacca.
A questo punto credo ci sia poco da collaborare, perché si è stravolta anche la discussione che è avvenuta in questi mesi e si stravolge il senso della legge che noi volevamo, quindi, questa è una legge che, per quanto mi riguarda, ve la votate perché io non la condivido per niente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Invito i colleghi a pensare prima di usare le parole, perché sul tema della moralità, sulla sensibilità rispetto alla legge, ai comitati d'affari o quant'altro, bisogna andarci cauti, perché se uno ha degli elementi deve andare in Procura, se no ci vuole rispetto, e non è che chi la pensa in modo diverso è un affarista. Ognuno porta il suo vestito, ognuno porta la sua giacca. E’ chiaro? Perché chi accusa, chi fa il moralista puntualmente è quello meno pulito, le cronache sono piene di dimostrazioni in questo senso.
Detto questo, noi dobbiamo smetterla di parlare del territorio in modo ideologico, avvitandoci in una serie di no, che sono la vera ragione per cui ogni volta che piove preghiamo, per chi ci crede, affinchè, non ci siano inondazioni. Tutti cavalcano il dissenso sulle quote, sulle tariffe dei Consorzi di bonifica, mentre in altre Regioni a noi confinanti, i Consorzi di bonifica svolgono un'azione meritoria e hanno risorse superiori, che, si dice, basterebbero per tutta la Regione Marche. Basta andare in Toscana, in Emilia, ecc, (…) non riescono ad avere le risorse, non gliele diamo.
Sui fiumi non si può intervenire, noi sappiamo che gli enti pubblici non hanno una lira e tutti aspettano che arrivi qualche finanziamento nazionale. Noi conosciamo il nostro bilancio, qui ci vogliono milioni di euro ogni anno e la certezza di avere risorse per poter intervenire con un programma che preveda dove si può raschiare la ghiaia che è in eccesso e portare via il legname, che sono spesso fonti dello straripamento dei corsi d'acqua. Non mi pare una cosa che va a fare chissà che cosa. Poi, nelle linee guida quando il Consiglio ci tornerà, vedremo di fare in modo che le cose siano fatte in modo serio per evitare che una cosa giusta si applichi in modo sbagliato, come è successo negli anni precedenti quando abbiamo disastrato i corsi d'acqua.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Emendamento 2/4 del Vicepresidente Petrini. Lo pongo in votazione. Viene chiesta la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri D'Anna, Marangoni e Silvetti.
Favorevoli: Bucciarelli, Camela, Donati, Eusebi, Giannini, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bugaro, Cardogna, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. (…) Scusate, se vogliamo ripetere il voto, nessuno entri e nessuno esca. Chiaro? Consigliere Acacia Scarpetti un attimo, non ha partecipato al voto. Dobbiamo ricostruire esattamente chi votava in quel momento, si è verificato che a qualcuno, che era presente, non ha preso il voto. Come si fa sempre, si rivota, ma non possono partecipare altri, deve ricostruirsi la situazione. Io non ho problemi, se qualcuno mi segnala che non gli ha preso il voto, di solito faccio rivotare. Dichiaro aperta la votazione. Ripeto: nessuno esca, nessuno entri, un secondo, non è che ci vuole tanto.
Favorevoli: Badiali, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Donati, Eusebi, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bugaro, Cardogna, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/4/bis del Consigliere Marangoni. Decaduto

Emendamento 2/4/ter a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/4/quater a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/5 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Intervengo perché ho sentito la Commissione dire rosso. Mi fa piacere. Sto ironizzando, naturalmente, perché questo emendamento, su questo comma, che io propongo non contempla solo i progetti di manutenzione ordinaria ma anche quelli di manutenzione straordinaria ed occorre che gli uffici competenti regionali, quelli che hanno redatto il piano di assetto idrogeologico e sono deputati alle modifiche del Pai stesso, debbano in qualche modo entrarci, metterci bocca e data la delicatezza della situazione idrogeologica attuale, sarebbe opportuno che il competente servizio regionale di Protezione Civile possa dare un parere tecnico in questo senso.

PRESIDENTE. Emendamento 2/5 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/6 del Consigliere Bucciarelli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/7 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Questo emendamento può essere accolto, eventualmente nelle linee guida o nel progetto ma non nella legge, quindi, parere contrario della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. In questo emendamento dico che “I progetti, di cui al comma 4, devono contenere una dettagliata analisi del reticolo idrografico interessato, al fine di definire le principali dinamiche del modellamento fluviale ad oggi attive ed individuare aree in erosione che potrebbero determinare situazioni di criticità”.
E' una cosa talmente ovvia e talmente di buon senso, tanto è vero che la legge non lo prevede. Sto ironizzando anche qua. E allora sapete cosa vi dico, vi dico che questa cosa l'avete già scritta voi. Voi dite no o, più elegantemente, vedremo successivamente come ha detto il Presidente, ma avete già scritto la stessa cosa, in un atto di Giunta, votato il 1 agosto scorso, deliberazione della Giunta regionale n. 1168 del 2012. Quindi, non state votando ciò che la Giunta ha già deliberato. Complimenti!

PRESIDENTE. Emendamento 2/7 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/8 del Vicepresidente Petrini. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La commissione con tre voti contrari ha espresso un voto contrario. La maggioranza in questo caso, il Presidente ed altri, non erano maggioranza in Commissione, però, mi permetto di fare questa considerazione, fermo restando il parere contrario della Commissione, vista l'approvazione del 2/4 credo che il 2/8 vada approvato perché altrimenti il castello del 2/4 cadrebbe.

PRESIDENTE. Va benissimo, per correttezza procedurale il parere della Commissione è contrario, però, politicamente, a nome del gruppo di maggioranza esprime il parere favorevole.

Emendamento 2/8 del Vicepresidente Petrini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/9 del Vicepresidente Petrini. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Sull’emendamento 2/9 c'è il parere favorevole alla Commissione.

Emendamento 2/9 del Vicepresidente Petrini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/10 del Vicepresidente Petrini. Ritirato

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis
Emendamento 2/bis/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3
Emendamento 3/01 del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/1 del Consigliere Cardogna. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Questo credo, sarà poi il Consigliere Cardogna, diventa pleonastico, se non ho capito male, in quanto la legge diventa operativa con le linee guida.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Intervengo solo sul punto, poi, penso di dire qualche cosa in dichiarazione di voto, ma non ne sono sicuro.
Questo mio emendamento, visto che è stata introdotta la lettera F, relativa alla valorizzazione del materiale litoide, dice semplicemente che quest'operazione viene fatta non nelle more della definizione delle linee guida regionali, ma una volta che queste siano state approvate.
Una volta approvate le linee guida regionali, la lettera F dispiegherà tutto il suo poderoso vantaggio per la comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1 del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/2 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Emendamento 3/3 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Sono consapevole dei voti che sono stati espressi in quest'Aula e, quindi, anche delle modifiche che sono state apportate, rispetto agli orientamenti della Commissione stessa.
Non per un fatto di coerenza personale, non per questo, ma per una ragione di responsabilità, ci tengo a dire su due emendamenti. Uno, a mio avviso implicito, già contenuto nella legge, votato da tutti, quello del Consigliere Cardogna, in merito all'entrata dell'operatività della legge a linee guida approvate - era un po' anche la discussione di questa mattina – che può far dire a tutti che questa Assemblea legislativa ha la possibilità di dire la parola definitiva in sede di approvazione delle linee guida stesse. L’altro emendamento, del Vicepresidente Petrini, sulla non assoggettabilità a Via dei progetti di manutenzione ordinaria e straordinaria credo che abbia un forte valore, non soltanto etico ma, se volete, di carattere ambientale. Questo è stato ritirato dal Vicepresidente e voglio ringraziarlo.
Io non ho partecipato alla votazione di due emendamenti, non mi sono opposto ed ho preso atto di una posizione che è venuta avanti, ma ho voluto mantenere lo stesso atteggiamento che ho tenuto in Commissione, quindi, non ho partecipato alla votazione dell'emendamento presentato, qui in Aula, dal Consigliere Silvetti e non ho partecipato, nemmeno, alla votazione del 2/4, come non avevo partecipato alla votazione in Commissione. Qui ho fatto la stessa cosa.
Credo di poter dire che, l'emendamento Cardogna, che comunque di fatto era implicito nella legge stessa, e gli emendamenti che la Commissione ha voluto inserire, arricchendo l'impostazione iniziale, penso al controllo del Corpo Forestale dello Stato, alla collaborazione con le Università e con gli operatori professionali e, quindi, alle competenze, sono tutti elementi contenuti nella legge, come, pure, ci sono tutti quegli elementi che ci consentono di conservare la biodiversità e di intervenire, ed è questo il concetto, a mio avviso, più importante, con una progettazione per ogni singola asta fluviale, ovvero l'assetto generale del fiume. Dentro questo assetto generale del fiume, costruiamo quelle linee guida, quindi, io non darei per assunta, definitivamente, una posizione perché magari non è tale, perché, appunto, ci sono le progettazioni per ogni asta fluviale e li dobbiamo inserire, a mio avviso, quello che va sotto il nome di contratto di fiume, inteso come lavoro, come partecipazione, come prevenzione dei rischi, come salvaguardia ambientale.
Quest'Aula dovrà pronunciarsi sulle linee guida, e allora oggi, con una linea di mediazione alla luce del sole, non solo non c'è nulla sul piano personale fra me ed il Vicepresidente Petrini, ma credo che non ci sia nulla nemmeno sul piano politico, ci siamo confrontati qui in Aula.
Le posizioni che sono emerse, sono posizioni che ci consentono di fare bene alla nostra comunità, e all'amico, Consigliere, compagno Bucciarelli voglio dire in riferimento a quello che diceva, non scomodiamo il laboratorio Marche su una singola legge, però, rispetto al laboratorio Marche credo che non ci sia stata nessuna concessione politica, da parte del Consigliere Bucciarelli, nel non volere attaccare il Partito Democratico, perché da quello che leggiamo in questi giorni, ci sembra che ci siano dei movimenti che invece portano, in qualche modo a sottoscrivere, magari, intese elettorali. Io, quindi, da questo punto di vista auspico l'unità delle forze del progresso ed ovviamente un'alleanza più ampia. Questo non può che farmi piacere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Do atto, non che ce ne sia bisogno, ancora una volta, della coerenza del Presidente Giancarli, nonostante, il richiamo alle forze del bene e del progresso,. Non capisco, però, i lavori di questa Commissione su questa proposta di legge. Potevamo votarla un anno fa, oggettivamente, così com'è stata votata oggi, potevamo tranquillamente votarla un anno fa, non capisco i ritardi, capisco le rispettive legittime esigenze, ma non capisco se così verrà votata, facendo un conto di massima, ed approvata perché questa legge sia rimasta arenata, e mi sembra che il termine ci stia tutto, un anno in Commissione.
Potevamo farla un anno fa, avremmo risparmiato un po' di tempo e, probabilmente, qualche cosa di concreto avremmo visto.
Chiedo scusa se prima ho alzato un po' i toni, ma confermo tutto quello che ho detto prima, cioè che in realtà questa è una legge che ha luci e ombre e mi riservo di valutare se le luci prevarranno sulle ombre, solo quando approveremo le linee guida, in questo momento il mio giudizio politico è negativo e, quind,i voterò contro questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola in Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Molto velocemente per dire che voterò senza entusiasmo questa legge. La voterò non solo perché la considero una base di partenza utile per elaborare ed approvare le linee guida, che dovranno rispondere a tutti i quesiti e a tutti i dubbi che anche il sottoscritto ha, nella gestione e circa la valorizzazione.
E’ vero sono convinto che è stato perso un anno. E’ stato perso un anno perché poi la sostanza non è cambiata e questa perdita di tempo, Presidente Giancarli, compagno come ama dire, lo si deve tutto a questo modo di essere della maggioranza. Perché vede, il laboratorio Marche è nato con la discriminazione contro di noi, che avevamo sottoscritto un programma di governo per questa Regione. Sottoscritto! Quindi io sono contento che lei si sia ravveduto dopo un anno, cioè dopo due anni, perché in quel tempo lei non ha detto niente, ha accettato questa maggioranza, la discriminazione contro i comunisti e il laboratorio Marche che qui mostra tutti i suoi limiti. Quindi, io mi auguro che il suo dire e il suo fare, le sue annunciazioni siano seguite da tutti i Consiglieri del PD, nel frattempo, però, saremo ben vigili per vedere come saranno le linee guida di questa legge, affinché non si conceda niente, né alla speculazione, e questo credo sia un imperativo che possa unirci, perchè sui beni naturali, sui beni comuni, non si specula, né a tutti quei salottieri che fanno della testimonianza della politica del no, la loro filosofia di vita.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per riaffermare, anche in dichiarazione di voto, la totale contrarietà a questa legge.
Questa legge, ha detto l'Assessore Petrini, sarebbe stata inutile, vuota senza il prelievo e la valorizzazione, cioè senza la vendita della ghiaia.
Allora ricordo che questa legge senza la valorizzazione della ghiaia avrebbe contenuto, per la prima volta, come tra l'altro lui stesso ha affermato, una progettazione complessiva dei fiumi che non c'è mai stata.
L'amministrazione regionale è colpevole di decenni di mala utilizzazione di tutte le risorse che sono state spese lungo i fiumi marchigiani, di tutte quelle opere che anziché risanare hanno inserito problematiche nei fiumi. Cementificandoli e intervenendo solo per difese spondali che hanno provocato altri danni, come la pulizia degli alvei fatta con le ruspe che sotterravano di tutto e dopo 10 giorni dalle pulizie fatte in quel modo ripresentavano i problemi di transito dell'acqua.
Io ritengo che la vendita della ghiaia dei fiumi sia oltretutto illecita, verificherò e cercherò anche la possibilità di un ricorso rispetto a questo tipo di utilizzo di un materiale che è demaniale e che non può, non penso, possa, essere usato come merce di scambio per qualsivoglia operazione anche la più lecita e anche la più meritevole.
Questa legge è venuta fuori in maniera populista, lo ripeto, per ordine del Presidente della Provincia Pettinari e del Presidente della Regione Marche Spacca, che insieme hanno detto: “Faremo cavare la ghiaia dai fiumi”.
Ritengo che non è stato in alcun modo affrontato il problema delle alluvioni. C’è una direttiva alluvioni della Comunità Europea che prevede una serie di interventi sui territori che dipendono dalla programmazione regionale, tutto questo non è stato fatto, si preferisce il populismo, la strada è la scorciatoia che lava l'anima ma di sicuro non risolverà, in alcun modo, il problema dei nostri fiumi, se questo è l'inizio.
L'altra cosa, mi dispiace che alcuni Consiglieri, di solito non lo faccio mai, abbiamo detto che le alluvioni sono causate dall'innalzamento del letto dei fiumi. Le alluvioni sono causate dalla modalità con cui gli amministratori gestiscono il proprio territorio. Guardiamo quello che è successo ad Osimo, li sì è fatta una zona industriale all'interno di una valle che è quella dell'Aspio, i capannoni che sono stati costruiti avrebbero dovuto avere un rialzo, perché quella è una zona alluvionale, invece, sono stati costruiti rasoterra, non sono stati fatti i canali, non sono state fatte le opere di canalizzazione delle acque e, poi, sono stati spesi decine di milioni di soldi pubblici per restaurare un danno.
Io penso che di soldi pubblici ne sono stati spesi tanti, anche troppi e sono stati male utilizzati, utilizzati sull'emergenza e non sulla prevenzione ed anche questa legge va in quella direzione.
Sono convinto che tutte le risorse che verranno rubate al fiume, con la vendita della ghiaia, provocheranno altri danni e saranno utilizzate solo per le emergenze e non per un discorso di gestione corretta e omogenea dei fiumi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Presidente solo per ribadire il no del nostro gruppo a questa proposta di legge. Non rimaniamo soddisfatti, pensiamo che oggi si sia scritta una brutta pagina della politica marchigiana.
Un anno e mezzo di ritardo. Un anno fa questa legge, così com'è oggi, sull'emotività dell'alluvione era stata approvata dalla Commissione. Una maggioranza, che, probabilmente, ha dovuto riflettere a lungo. Una Commissione che, non ci scordiamo, ha respinto la valorizzazione. Ed oggi qui in Aula è venuta una proposta di legge completamente diversa, oggi è stato stravolto il lavoro della Commissione. Credo che questa sia veramente una brutta pagina della politica marchigiana.
Tutto ciò per dire che non siamo stati in grado di programmare il nostro territorio, e allora dato che non siamo in grado di programmare il nostro territorio, programmiamo di venderne parte per fare manutenzione e lo mettiamo non, e qui lo avremmo anche accettato, sulle linee guida legate ai progetti, ma lo mettiamo sulla legge, quindi, lasciandolo fuori anche dal controllo della classe dirigente attuale, che può avere mille buoni propositi ma non può garantire la sua presenza in queste sedi istituzionali, oltre la fine di questo mandato.
Un altro aspetto che sicuramente non ci rassicura, è il fatto che questo tipo di politica che è stata perseguita, anche con forzature applicate dalla Giunta e dalla maggioranza rispetto al Consiglio, non ci può garantire, perché è sinonimo di populismo, non è sinonimo di programmazione e di guida politica del territorio.
Noi siamo fermamente contrari, siamo convinti che in questa maniera non si faccia nulla per garantire più sicurezza, più equilibrio, per garantire anche una crescita sostenibile del nostro territorio, ma è una ennesima prepotenza commessa nei suoi confronti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente, anche lei non potrà che trovarsi d'accordo con me, ma le spiego perché e lo spiego all'Aula. Secondo voi un Consigliere regionale che parla oggi della regimentazione delle acque dopo il Consigliere Acquaroli, nomen est omen è fuori luogo, però ci provo. Sarebbe stato bello se l’Assessore Petrini avesse proposto la legge Acquaroli, parlando delle acque.
Però al di là di quella che è una battuta facile, e il consigliere Acquaroli mi perdonerà per questo, Presidente, io ho sempre più la sensazione che qui tutti parliamo di qualcosa che non conosciamo, cioè di ingegneria idraulica, perfetta, naturale, la sorgente. Lei immagini un bel monte, la sorgente, poi c'è un percorso, un alveo naturale, tranquillo che non ha bisogno di interventi umani per trovare la sua strada, l'acqua va sempre nella strada giusta, dal monte a valle e poi al mare. Direbbe il Consigliere Natali, ricordando la sua territorialità, “va per l'in gnu”, va, scende a valle fino al mare. Tra i monti ed il mare c'è tutto quello di cui oggi parliamo. Senza capire che nessun essere umano può reggimentare secondo una logica strumentale, e quindi, speculativa, i beni naturali e qui, forse, mi sento di dare ragione ai Consiglieri Binci e Bucciarelli.
C''è di mezzo l'attività umana, e se lei avesse presente tutto il territorio regionale di cui lei è Presidente in quanto Presidente del Consiglio, Pescara di Arquata del Tronto era famosa per tre cose, per la breccia, per l'acqua e per l'ignoranza. L'acqua è finita, la breccia è finita gli è rimasta solo l'ignoranza. Però ne vanno orgogliosi, perché da quell'attività, Presidente, hanno tratto per generazioni la vita, l'acqua la imbottigliavano e la sorgente Crisciotti si inventò la bottiglia con la chiusura ermetica di vetro. Era l'utilizzo intelligente di quel bene naturale, la gazzosa di Crisciotti, si informi lei uomo storico, chiedo scusa, di cultura storica, di memoria storica, saprà sicuramente che lì c'era questo.
La breccia era l'elemento naturale di quell'economia, serviva per legarla alle malte cementizie, e tutto quello che ne veniva, ecc. Però, ripeto sempre, lungo l'alveo c'erano i centri urbanizzati. Per arrivare al caso di San Benedetto del Tronto, che ha scaldato molto il Consigliere Perazzoli, ma Presidente le pare che nelle esondazioni e nelle inondazioni, chiamiamole così, ogni volta che c'è una piccola pioggia a San Benedetto tutti i sottopassi si allagano. Non si passa più, quindi, diventa un caso.
Caro Assessore Donati, stavo parlando di lei e adesso è tornato, quindi, Perazzoli, Donati, Gaspari conoscono bene il caso San Benedetto. Caro Assessore all'ambiente che lei oggi è apparso, poi è scomparso, poi è ricomparso però (…) io non le seguo e infatti mando avanti lei, (…) ecco la precisazione dell’Assessore Petrini, mi pare che tutto questo successo non lo abbia raccolto, però una cosa lei me la può raccogliere, si impegni, Assessore Donati, a portarmi in Aula alcune delibere che io le chiederò per iscritto, visto che è stato anche Assessore al Comune di San Benedetto del Tronto, quindi, una persona che non è capitata lì per caso come me. Vengo al dunque e questo che cosa significa?
La mancanza di cultura sull'ingegneria idraulica, comporta necessariamente la conoscenza del sistema autorizzativo, del sistema di controllo e del sistema dell'assunzione di responsabilità. Quindi, noi oggi abbiamo parlato di qualcosa che avrà la sua valenza, e non la voglio discutere, ma nel fatto specifico e concreto, caro Assessore all'ambiente, no, non parlo all’Assessore Petrini, lei non faccia così, non sta facendo l'autostop Assessore Donati, lei mi deve guardare quando parlo come io guardo lei nelle palle degli occhi, così ci capiamo bene. Quindi, caro Assessore Donati lei che è l'Assessore all'ambiente, queste problematiche che sono anche attinenti a quello che riguarda il discorso di assunzione di responsabilità della protezione civile - ed ecco qui la vacca che si va a mungere senza capire ogni volta si rifà il solito discorso: chiediamo fondi alla Regione, tagli orizzontali, non ci sono i problemi - ha mai pensato ad una assicurazione - Assessore Donati, mi ascolti, non me ne frega se è di competenza dell'Assessore Petrini, io parlo dell'ambiente e, quindi, parlo a lei, l’Assessore Petrini è una derivazione di questo argomento che si tratta oggi in Aula - . e quindi ad un sistema assicurativo che, nel momento in cui c'è il problema delle inondazioni e degli incendi, caro Assessore Donati, potrebbe garantire alla comunità un rimborso assicurativo che andrebbe a sostegno di alcune leggi sui finanziamenti per questo tipo di problematiche. Chiaro?
Caro Presidente, ripeto, non vorrei sempre citare Adolf Loos, anche oggi parole nel vuoto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Mio malgrado voterò contro questa proposta di legge.
Devo, però, riconoscere che se oggi quest'Aula è tornata sull'argomento, questo è senz'altro merito del Vicepresidente Petrini che un anno fa accolse di buon grado, la richiesta fatta anche da me, di rinviare in Commissione la legge. Legge che un anno fa sarebbe stata senz'altro approvata all'unanimità o quasi, come era stata approvata alla unanimità o quasi in Commissione.
Il Consigliere Acquaroli lo ha ricordato, un anno perso? No, un anno che non si è perso perché ho visto, nel dibattito in Commissione e rispecchiato anche nel voto di quest'Aula, una presa di coscienza rispetto ad alcuni temi che erano alla base della mia richiesta di rinvio in Commissione, cioè, ritenevo che i Consiglieri e la Commissione fossero stati troppo frettolosi nella approvazione in quella sede.
Un dibattito in Commissione e un dibattito a cui oggi, al di là dell'esito, ancora una volta per merito dell'Assessore Petrini che ha reso chiare ed esplicite le motivazioni, non è possibile sottrarsi, un confronto che rende importante l'approvazione di questa legge. Un dibattito su motivi non disdicevoli di natura finanziaria ed economica, per affrontare un problema annoso in questo Paese e in questa Regione.
Annoso a tal punto che non è stato affrontato nemmeno in tempi, come si dice volgarmente, di vacche grasse. La manutenzione del territorio, in generale, e la manutenzione dei corsi d'acqua e dei bacini idrografici, in questo paese, in questa regione, non sono state, normalmente, fatte, da sempre, in modo serio, in modo continuativo, anche quando c'erano risorse e oggi c'è un problema in più non ci sono risorse.
Questo, però, non ci può far mistificare ciò che tutte le evidenze scientifiche ci dicono di come andrebbe trattato un corso d'acqua, e non soltanto nella sua limitatezza di corso d'acqua, ma nel suo essere un elemento dentro un ambito territoriale molto più ampio, che deve prendere in considerazione ecc. Dico eccetera perché sono argomenti che oggi dopo un anno, trovo molto più presenti alla conoscenza e alla coscienza di questa Assemblea.
Oggi noi approviamo questa legge regionale, io confido, perché voglio credere alle cose che vengono dette, che nella predisposizione delle linee guida, noi sapremo combinare, in un modo alchemico utile, le diverse esigenze. Me lo auguro, sarò impegnato in questo, sicuramente come, secondo me, saranno impegnati i cittadini, e qui devo spezzare una lancia, non possiamo continuare con questa storia degli ambientalismi ideologici, o di ambientalismi di salotto, quando, dopo decenni, tante cose che sono state affermate oggi trovano la controprova. Pongo una questione di stile, noi oggi dobbiamo riservare grande attenzione, comunque sia, a tutti quei cittadini che in modo volontaristico cercano di dare un loro contributo, discuteremo del merito, ma non qualifichiamoli prima perché, altrimenti, questo è un gioco che, come abbiamo visto in certi momenti di questo dibattito, ci porta un po' a superare i toni e i livelli di dibattito e di considerazione.
Quindi voglio alla luce di quello che dovremo fare, sottolineare un aspetto: noi oggi approviamo una legge regionale, quando a tutti i livelli istituzionali, quindi, non soltanto regionali, non abbiamo dato ancora attuazione ad una legge nazionale, la n. 152 del 2006, che recepisce le direttive comunitarie. Anche noi, per quello che ci compete come Regione, non riusciamo a dare attuazione, dal 2006 ad oggi, a delle previsioni legislative che dovremmo sentire come comune incombenza, ma abbiamo trovato la forza e l'energia per proporre una legge regionale che forse un domani potrà configgere, se attueremo quella disposizione nazionale.
Per questo il mio voto, purtroppo, è negativo rispetto a questa proposta di legge. Non dispero che il dibattito su questi temi, una volta completamente assente e anche con scarse conoscenze di quest'Aula, possa, diciamo così, avere modo di acquisire nuove consapevolezze, nuove conoscenze, che potranno migliorare il nostro approccio verso la gestione dell'ambiente, che mai dovrebbe essere considerato una risorsa puramente economica, ma risorsa vitale, dove collocare le nostre vite, non soltanto personali, ma anche quelle delle imprese, che purtroppo, più volte, hanno messo a rischio una gestione equilibrata di tutto ciò che ci circonda.

PRSIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. L'aspetto finanziario della questione che è emerso con forza in questo dibattito è a mio parere determinante. E’ presumibile, infatti, un notevole impegno di risorse finanziarie, che, altrettanto presumibilmente, tenderanno a contrarsi sempre di più nel prossimo futuro. Non ci sono infatti ad oggi elementi che possano far pensare ad un'inversione di tendenza sulla disponibilità delle risorse complessive.
Ritengo, quindi, che questa impostazione possa avviare un efficace percorso di riduzione del rischio idrogeologico, potendo contare anche, come è emerso, sull'impegno preso da parte di chi poi sarà chiamato in causa, sull'elaborazione di linee guida puntuali rispondenti alle plurime esigenze emerse.
Vorrei anche riportare una informazione relativamente alle tecnologie su cui oggi si può contare, che si basano sulle rilevazioni con GPS, che permettono di individuare in maniera analitica, precisa, il materiale che è depositato e presente in un tratto fluviale, e tutto il materiale complessivo che può essere estratto. Quindi. queste immagini, questi parametri che risultano da questo tipo di misurazione, possono essere incamerati, possono essere conservati, possono essere confrontati, poi, nel corso dei lavori. Rappresentano, quindi, un sistema di controllo puntuale della esecuzione corretta dei lavori che sono stati eventualmente appaltati.
C'è anche un discorso che può vedere coinvolto l'ente Regione o comunque l'ente, non dico proprietario, ma competente su determinati tratti fluviali, la ditta, l'azienda che può essere interessata a portare avanti i lavori ed anche gli istituti di credito, che possono compartecipare e venire incontro alle incombenze finanziarie che sono chiamate a sopportare le imprese eventualmente risultanti vincitrici.
Penso che con l'occasione dell'elaborazione di linee guida puntuali e rispondenti a queste plurime esigenze, come ho già detto, si possa costruire un bel quadro operativo che, appunto, possa soddisfare le tante problematiche che oggi sono chiamate a confrontarsi.
Esprimo una valutazione sostanzialmente positiva su questa proposta di legge e spero che le linee guida siano rispondenti a quanto è emerso da questa Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. Sarò davvero breve, poi, soprattutto per interloquire con il Consigliere Silvetti, il cui atteggiamento era abbastanza in linea con quella che era mia opinione, al di là della votazione che abbiamo espresso sui singoli emendamenti, che però è riferibile a un approccio che abbiamo utilizzato in relazione al valore delle linee guida.
Io non ho votato a favore neanche dell'emendamento che aveva fatto il Consigliere Comi, che aveva, comunque, lo stesso tenore di andare al di là dei principi espressi dalla legge.
Faccio questo intervento solo per ribadire, al di là delle caricature che si fanno delle singole opinioni qui espresse, quella che è la mia e quella della Giunta e cioè che questo provvedimento, insieme alle successive linee guida, serve non come soluzione finale, ma come determinante contributo a rimettere in moto un meccanismo di manutenzione straordinaria, anche mediante cessione di parte di ghiaia in esubero, all'interno, naturalmente di un progetto di gestione, coerente con le linee guida approvate, con atti di natura politica, e rispettoso dei valori ambientali, senza compromettere l'efficacia attesa. Nella misura minima questo utilizzo della ghiaia può essere idoneo a compensare il lavoro svolto dall'impresa per la pulizia dell'alveo e la ridistribuzione del materiale disgregato. Nessuno ha la volontà di mettere all'asta alcunché.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 90 (testo base) così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

Debbo dirvi che ho diverse sollecitazioni da parte di alcuni Consiglieri che per impegni, Commissioni, appuntamenti, ecc. mi chiedono di sospendere, cioè di rinviare gli altri punti. Io come al solito non decido ma lascio decidere l'Aula, anche se sottolineo che le Commissioni non si dovrebbero essere convocare lo stesso giorno. Qui ci sono degli atti: l'atto amministrativo 48, la legge regionale 54, la legge regionale 214 e la mozione che era stata segnalata come urgente sul riequilibrio dei comparti territoriali della pesca alle vongole.
Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Chiedo, se vogliamo chiudere i lavori, di votare prima la mozione sulle vongolare.

PRESIDENTE. Si, sapendo che c'è un dibattito ampio. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io sarei dell'avviso, se continuiamo i lavori, di discutere la mozione più urgente che è quella sulle vongolare, sulla pesca delle vongole.

PRESIDENTE. Io posso prendermi l'impegno, se siete d'accordo, di metterla al primo punto, ancora prima delle interrogazioni, alla prossima seduta. Si parte con questa mozione, si fanno le interrogazioni e poi gli altri punti.
E’ una cosa che posso proporre, se siamo d'accordo e non ci sono pareri contrari, facciamo così, chiudiamo e apriamo il prossimo Consiglio con la mozione messa al primo posto ed a seguire il resto. Grazie buona giornata. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,30.