Resoconto della seduta n.97 del 24/04/2018

SEDUTA N. 97 DEL 24 APRILE 2018

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 97 del 24 aprile 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 96 del 10 aprile 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Saluto e ringrazio gli alunni della terza classe della Scuola Superiore di primo grado “Silvio Pellico” dell’Istituto Comprensivo di Camerano che ho premiato prima perché hanno ricevuto un premio nazionale dalle mani del Presidente Mattarella, vi ringrazio per la vostra presenza.

(Applausi)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Nella Conferenza dei capigruppo si sono decisi alcuni cambiamenti dell’ordine del giorno che però vanno votati in Aula.
Iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 354 dei Consiglieri Marcozzi e Celani, “Proroga dei termini per la presentazione dei progetti per la riparazione dei danni lievi”, votazione aperta.

(L’Assemblea legislativa approva all'unanimità)

PRESIDENTE. Questa mozione sarà inserita come ultimo punto.
Iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 355 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Biancani e Volpini, “Sito di interesse nazionale di Falconara Marittima”, votazione aperta.

(L’Assemblea legislativa approva all'unanimità)

PRESIDENTE. Questa mozione sarà discussa dopo le comunicazioni che l’Assessore Sciapichetti darà all’inizio della seduta sui recenti accadimenti alla Raffineria Api di Falconara.
Di seguito verrà presentata, illustrata e discussa la mozione, non ci sarà discussione sulle comunicazioni dell’Assessore perché le Commissioni III e la IV oggi pomeriggio si riuniranno in seduta congiunta per approfondire il tema.
Proseguiamo con la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 145, ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Come annunciato in Conferenza dei capigruppo, facendo seguito ad una richiesta arrivata dalla Giunta di rinvio in Commissione della proposta di legge 145, in seguito ad una serie di emendamenti significativi che la Giunta ha elaborato dopo gli incontri che ha avuto con le forze sociali.
Chiediamo quindi il rinvio in Commissione in modo da approfondire la legge, gli emendamenti ed eventualmente ricevere anche ulteriori sollecitazioni e proposte da parte dei Consiglieri.
Questa è la motivazione per il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 145.

PRESIDENTE. A favore si esprime il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Ritengo opportuno anche per amore della verità e per una comunicazione giusta e corretta dire alcune parole a favore del rinvio in Commissione di questa proposta di legge.
C’è stato un ascolto importante dei portatori di interessi classici, di questo voglio ringraziare il Presidente nonché Assessore alla sanità ed il Presidente della Commissione Volpini, parlo dei sindacati e delle associazioni riconosciute ed anche di tutte le associazioni di volontariato.
Il messaggio che passa, perché credo che nella sanità ci sia bisogno di assoluta verità e non di notizie spesso tendenziose, è che questa proposta di legge aveva ed ha l’obiettivo di dare ulteriore regolamentazione a quello che già la legge nazionale prevede, quindi qui non c’è la vittoria di nessuno, qui si dà solamente facoltà alla Giunta, di proseguire nelle sperimentazioni ed il fatto di riportare questo atto in Commissione non impedisce al Presidente ed alla Giunta di portare avanti il lavoro sulle sperimentazioni che si vuole portare avanti con la proposta di legge 145.
Quindi sarà interesse anche delle minoranze riportare questo provvedimento nel più breve tempo possibile anche perché con tutti gli emendamenti che sono arrivati possiamo dare ulteriore regolamentazione e lo ripeto, e noi lo ripeteremo all’infinito, la Giunta a prescindere dalla 145 può attuare tutti gli indirizzi politici che ci siamo dati. Questo è il vero messaggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Io voterò contro, ma durante il mio intervento cambierò opinione.
Noi facciamo finta di credere alla bugia che gli emendamenti hanno fatto si che ci si ripensasse, però voteremo a favore del rinvio in Commissione. Gli emendamenti sono veramente la foglia di fico per una proposta di legge che è stata avversata dai lavoratori, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni, dai cittadini delle Marche che non vogliono questa discrezionalità nella sanità pubblica verso il privato.
Quindi noi ci auguriamo che questo sia il primo passo per non discutere oggi la proposta di legge n. 145 in Aula, rimandarla in Commissione e in Commissione la maggioranza ascolti, visto che il Presidente Ceriscioli ha sempre detto in campagna elettorale che c’è ascolto e condivisione, i marchigiani e ritiri finalmente questa proposta di legge e lasci la proposta nazionale che è attualmente in vigore.
Per cui votiamo contro, ma poi ci ripensiamo e votiamo a favore.

PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 145, lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva all'unanimità)

PRESIDENTE. Rinvio ad altra seduta della nomina di cui al punto 3, di cui abbiamo già discusso in Conferenza dei capigruppo, lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Comunicazione ai sensi del comma 4 dell'articolo 55 del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa mattina La Lega Nord ha un piccolo omaggio per il Presidente/Assessore alla sanità per quanto sta accadendo nel mondo sanitario, anche in riferimento alla proposta di legge n. 145. Consegno un piccolo pensiero al Presidente.

Saluto ad un dipendente che va in pensione

PRESIDENTE. Prima di lasciare la parola all’Assessore Sciapichetti ci tengo a salutare e ringraziare, perché oggi è l’ultima seduta in cui è presente, il nostro capo ufficio stampa Claudio Desideri per la sua professionalità, la sua collaborazione, la sua attenzione e competenza ai lavori dell’Aula, delle Commissioni e dei gruppi consiliari in questi anni. Grazie Claudio.

(Applausi)

Comunicazioni della Giunta regionale
in merito “Ai recenti accadimenti alla Raffineria Api di Falconara”.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le comunicazioni, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Lo scorso 11 aprile 2018 la raffineria Api di Falconara Marittima è stata interessata da una problematica tecnica al serbatoio di stoccaggio del greggio TK 61.
In particolare il greggio è trafilato al di sopra del tetto flottante del serbatoio trovandosi esposto direttamente all'aria.
Questa situazione ha portato alla produzione di esalazioni maleodoranti che, sulla base della provenienza dei venti, sono state percepite dalla popolazione residente nelle aree limitrofe al sito industriale e, più in generale, su tutto il territorio comunale di Falconara Marittima.
La prima segnalazione sull'evento è arrivata in Sala operativa unificata permanente (SOUP) in data 12 aprile 2018 alle ore 22,30 attraverso una comunicazione dei Vigili del Fuoco. In questa fase l'evento è stato classificato come "minore" nell'ambito del Piano di emergenza interno.
Ulteriori richieste di informazioni sono giunte presso la Sala operativa unificata permanente (SOUP) in data 14 aprile u.s.
Sulla base delle informazioni ricevute sono stati contattati il Sindaco del Comune di Falconara Marittima, l'Arpa Marche e il Dipartimento di prevenzione Asur area vasta 2.
Al fine di analizzare la situazione in maniera coordinata e integrata e fornire un supporto al Sindaco, autorità locale in materia di Protezione civile e di igiene e sanità pubblica, il Servizio protezione civile ha convocato una serie di tavoli tecnici che si sono svolti con il seguente calendario:
1) domenica 15 aprile, ore 12,30 presso sede Arpam;
2) lunedì 16 aprile, ore 20,30 presso Comune Falconara;
3) martedì 17 aprile, ore 10,00 presso Comune Falconara;
4) martedì 17 aprile, ore 15,00 presso SOUP;
5) mercoledì 18 aprile, ore 10,00 presso SOUP;
6) mercoledì 18 aprile, ore 16,30 presso Comune di Falconara;
7) giovedì 19 aprile, ore 18,00 presso SOUP.
Ai tavoli tecnici hanno partecipato rappresentanti qualificati dei seguenti soggetti:
- Comune di Falconara Marittima;
- Prefettura di Ancona (16 e 19 aprile);
- Arpam Dipartimento di Ancona, Direzione tecnica scientifica e Servizio inquinamento atmosferico regionale;
- Asur - Dipartimento di prevenzione Area vasta 2;
- Servizio sanità;
- Vigili del Fuoco Comando Provinciale di Ancona;
- Servizio protezione civile della Regione Marche;
- Api s.p.a.
I tavoli si sono svolti con una fase preliminare relativa allo stato di avanzamento dei lavori di rimozione del greggio, sulla base delle relazioni fornite dal rappresentante Api e con il supporto dei Vigili del Fuoco.
Successivamente personale del Servizio protezione civile ha continuamente fornito dettagli sulle previsioni meteo con particolare attenzione alla provenienza e intensità dei venti.
Arpa Marche ha fornito le informazioni disponibili sulle ricadute al suolo delle emissioni illustrando le misurazioni delle tre stazioni maggiormente interessate: "Falconara scuola'', "Falconara acquedotto" e "Falconara alta".
In particolare è stato individuato il benzene quale composto direttamente correlabile all'incidente presso la raffineria in grado di produrre effetti acuti sulla salute umana.
E' stato mantenuto costantemente il contatto con la Prefettura di Ancona.
Api raffineria di Ancona con mail del 17 aprile 2018 delle ore 20,50 ha dichiarato completata la rimozione di prodotto dal tetto del serbatoio TK61 affermando che proseguiranno le attività di pulizia dello stesso.
I Vigili del Fuoco hanno informato che nell'ambito del Comitato tecnico regionale di cui al d.lgs. 105/2015 si è costituito un gruppo di lavoro con l'incarico di effettuare una verifica tempestiva della situazione venutasi a creare presso la raffineria Api, nonché a verificare il puntuale adempimento delle prescrizioni impartite al gestore e degli obblighi da quest'ultimo assunti.
In considerazione che l'impianto industriale è soggetto alla normativa AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) di competenza del Ministero Ambiente, su segnalazione del Comune e di Arpam, Ispra ha già effettuato una ispezione e si è in attesa delle risultanze.
Al fine di acquisire primi dati sulle eventuali ricadute di salute dei cittadini, durante la riunione si è proceduto a contattare telefonicamente il Direttore della centrale operativa 118 di Ancona il quale ha verificato che non erano pervenute richieste di intervento correlabili a quanto in corso. Successivamente - sempre per le vie brevi - si è proceduto a richiedere un aggiornamento sia rispetto alle eventuali richieste di intervento 118, sia per accessi al pronto soccorso dell'Azienda Ospedaliera "Ospedali Riuniti" di Ancona sino al 19 aprile 2018. Tali richieste hanno fornito riscontro negativo.
A valle dell'evento, è in corso l'acquisizione di dati - che verranno approfonditi in tempi brevi - per valutare se si siano comunque verificati casi con sintomi irritativi transitori collegabili all'evento.
Nell'incontro del 15 aprile 2018, alla luce dei dati forniti da Arpa, rilevati dalle centraline nei giorni 12, 13, 14 e 15 (sino al momento della riunione) si effettuava una valutazione sui possibili effetti acuti sulla salute, con la collaborazione del Servizio di epidemiologia ambientale della DTS Arpam, utilizzando gli elementi disponibili nella normativa, in letteratura e nelle norme tecniche.
L'unico riferimento normativo disponibile relativo alla popolazione generale, contenuto nel d.lgs. 155/2010 riguarda il benzene mentre non sono previste indicazioni per gli idrocarburi non metanici; il limite riferito al benzene non poteva essere utilizzato al caso, essendo riferito ad esposizione cronica (5 microgrammi/mc - anno). Per la tipologia del fenomeno in corso, concentrato in poche giornate, perde di significatività in quanto le concentrazioni dei giorni critici saranno mediate con le concentrazioni della restante parte dell'anno
Contemporaneamente le concentrazioni dei picchi sia di benzene che di idrocarburi non metanici, mostravano valori con ordini di grandezza inferiori ai valori indicati in letteratura per effetti tossici acuti.
In base alle indicazioni fornite dal Servizio di epidemiologia ambientale Arpam si è concordato di utilizzare come riferimento tecnico il "Minimal risk level MRL (Agency for substances and disease registry - aggiornamento 2017).
I MRL non sono destinati a definire un livello di concentrazione con carattere normativo, ma sono individuati per fornire livelli di screening per i valutatori e gli operatori sanitari per identificare le sostanze contaminanti e i potenziali effetti sulla salute connessi alla loro esposizione. I MRL derivano da dati attendibili e sufficienti per identificare i livelli di concentrazione che possono causare effetti avversi sulla salute dei soggetti più sensibili, come bambini, anziani, e individui compromessi dal punto di vista nutrizionale o immunologico. I MRL sono stimati esclusivamente per effetti non cancerogeni a seguito di un'esposizione acuta (1-14 giorni), intermedia (15-364 giorni) e cronica (365 giorni e più) per via orale e inalatoria. I MRL non sono da ritenere valori soglia di esposizione che in assoluto non possono mai essere superati; l'esposizione a un livello superiore ai MRL infatti non è strettamente correlabile al verificarsi di effetti nocivi sulla salute. Ciò premesso, essi devono essere considerati come strumento di screening per allertare e aiutare i professionisti della sanità pubblica a orientarsi e individuare i fenomeni su cui riporre maggiormente la propria attenzione.
Tra i dati disponibili in continuo per il monitoraggio, è stato utilizzato il benzene per la sua tossicità acuta sul Sistema emolinfopoietico e per la possibilità di avere dei riferimenti più precisi che mancano invece per gli idrocarburi non metanici. Per il benzene viene indicato come limite MRL 28.75 microgrammi/mc (0,009 ppm/mc) come media giornaliera.
Dal 12 al 21 aprile tale valore è stato superato nel giorno 16 aprile (37.5 microgrammi/mc) rimanendo ampiamente al di sotto in tutti gli altri.
I dati precisi sono relativi alle concentrazioni medie giornaliere benzene (microgrammi al metro cubo) sono questi, posto che l’Agenzia internazionale dice come tetto massimo 28,75 grammi al metro cubo media giornaliera di esposizione:
11 aprile 2018 - 1,10;
12 aprile 2018 - 5,00;
13 aprile 2018 - 0,60;
14 aprile 2018 - 19,40;
15 aprile 2018 - 11,00;
16 aprile 2018 - 37,50 (giorno del picco);
17 aprile 2018 - 14,00;
18 aprile 2018 - 7,90;
19 aprile 2018 - 3,10;
20 aprile 2018 - 1,80;
21 aprile 2018 - 0,30;
la media di tutto il periodo dall’11 al 21 aprile è stata di 9,25.
Sulla base dell'esame di tutti i dati disponibili, non sono state adottate misure di protezione civile.
Dall'esame dei dati desumibili dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria ambiente la situazione è rientrata entro i limiti di fondo dell'area in data 21 aprile u.s.
I valori medi giornalieri sono consultabili sul sito web dell'Arpam (http://www.arpa.marche.it).
La situazione continua ad essere costantemente monitorata da parte di tutti gli enti e le istituzioni preposte.
A questo vorrei aggiungere che nei mesi scorsi noi abbiamo discusso e parlato di un Piano di sorveglianza epidemiologica e sanitaria sulla popolazione residente in 9 comuni: Ancona, Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Falconara Marittima, Jesi, Monsano, Montemarciano e Monte San Vito, per circa 85 chilometri quadrati e fascia costiera per circa 30 chilometri, da Ancona a Marina di Montemarciano, per un totale di 200.000 abitanti interessanti, questo piano definito Aerca, prevede la sorveglianza epidemiologica e sanitaria in aree di compressione ambientali con lo scopo di monitorare l’andamento spaziale e temporale dello stato di salute delle popolazioni residenti e dei gruppi vulnerabili e suscettibili anche in riferimento ai fattori di contaminazione ambientale e l'organizzazione di un sistema di sorveglianza che consenta di descrivere gli effetti sulla salute potenzialmente attribuibili anche all’inquinamento ambientale dell’area del Comune di Falconara marittima e limitrofi, Zona Aerca, utilizzando prevalentemente fondi e dati ordinari associati a rilevazioni di eventi sentinella.
Questo Piano che noi abbiamo voluto mettere in atto, e ne abbiamo parlato in Commissione nei mesi scorsi, sta andando avanti, vede la partecipazione ovviamente di tutti gli enti interessati, gli attori sono: Asur, Area vasta 2, Agenzia sanitaria regionale, Arpam Marche e ovviamente i Comuni. Si è riunito il comitato tecnico, che è stato istituito per l’attuazione di questo Piano che ha delle scadenze ed un valore pluriennale perché i dati vanno monitorati su un lasso di tempo molto lungo, il 7 dicembre e il 7 giugno, secondo questo Piano, sarà in grado di portarci il primo report a seguito di questa indagine che abbiamo commissionato. Il Piano che è stato condiviso da tutti, di cui parlammo in Commissione ambiente, è stato portato avanti e si sta attuando secondo le fasi che lo stesso prevede. Grazie.

Mozione n. 355
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Biancani, Volpini
“Sito di interesse nazionale di Falconara Marittima”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 355 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Biancani, Volpini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ieri è stata presentata questa mozione, a firma mia, del Presidente Mastrovincenzo e del Consigliere Volpini, che prende atto del fatto che nella nostra regione l’unico sito di interesse nazionale (SIN) è proprio l’area di Falconara Marittima (istituito con legge 31 luglio 2002 n. 179).
Premesso che a causa delle pericolose emissioni scaturite durante le operazioni di manutenzione di un serbatoio della raffineria Api, i cittadini di Falconara e delle zone limitrofe sono stati costretti a respirare nei giorni scorsi pesanti esalazioni di benzene.
Questa situazione ha creato forte allarme nella popolazione e centinaia di persone hanno denunciato l’accaduto ai Carabinieri e le organizzazioni sindacali e le Rsu aziendali, con grande senso di responsabilità, hanno evidenziato inoltre “episodi di assoluta gravità che hanno avuto un impatto enorme nei confronti della popolazione e hanno messo a serio rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori”.
Visto che nei prossimi giorni la Regione dovrà esprimere il parere di competenza nella Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) si impegna la Giunta regionale a costituire un tavolo tecnico tra tutti i soggetti istituzionalmente competenti per i vari ambiti coinvolti, allo scopo di ottenere una chiara conoscenza multidisciplinare dello stato attuale del sito e definire linee guida per affrontare le problematiche ambientali esistenti e future, a potenziare la struttura dell’Osservatorio epidemiologico ambientale presso l’Arpam favorendo le migliori forme di integrazione con le strutture competenti del Servizio salute della Regione, a porre in essere ogni azione utile a salvaguardare l’ambiente nel sito e tutelare la salute dei residenti nell’area.
Nella Conferenza dei capigruppo abbiamo deciso di inserire questa mozione all’ordine del giorno odierno perché riteniamo che sia importante riuscire ad approvarla nella giornata odierna.
Vorrei ricordare che insieme al Consigliere Volpini abbiamo convocato per oggi la III e la IV Commissione dove saranno presenti i tecnici di Arpam, di Asur e di tutti gli uffici competenti in modo da poter avere un quadro complessivo della situazione attuale anche per riuscire a valutare le azioni che potremo mettere in campo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei fare degli appunti su quello che ha detto l’Assessore Sciapichetti perché da quello che ha letto sembra che questo incidente sia stato un palliativo.
Vorrei ricordare prima di tutto che lo Iarc, che è un istituto dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, dice che i minimi del benzene devono essere 0.5 microgrammi al metro cubo, la direttiva europea riprende 5 microgrammi al metro cubo per il semplice fatto che, se così non fosse, si dovrebbero bloccare completamente tutte le città europee, perché il benzene purtroppo supera i 2, i 3 microgrammi al metro cubo.
Quindi la soglia consigliata non è 5 microgrammi, ma è di 0,5 perché il benzene è altamente tossico per la vita umana. Vi leggo un articolo scientifico, poi vi dico anche perché non ha senso di esistere la media giornaliera, ve lo spiego in quattro parole …

PRESIDENTE. Consigliere, scusi se la interrompo, le vorrei ricordare che tutte queste cose le potrà dire in Commissione nel pomeriggio, perché oggi il dibattito è sulla mozione. Per tutto il resto nel pomeriggio ci saranno i tecnici che potranno rispondere.

Peppino GIORGINI. Voglio dire all’Assessore, so lei ci tiene molto quindi non voglio fare un appunto a lei, che la media giornaliera di emissione, che è arrivata a 69,5 microgrammi a metro cubo, non si può prendere a media giornaliera perché è come se lei si bevesse 5 litri di acqua in una sola volta, anziché spalmarla in 12 ore, quindi non dobbiamo prendere la media giornaliera purtroppo, i 69,5 microgrammi a metro cubo ci sono stati ed è stato un danno enorme perché l’Api doveva mettere in funzione il Pee, il Piano di emergenza esterno, e non l'ha fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Trovo difficoltà a discutere di questa mozione avendola ascoltata in questo momento dal Consigliere Biancani, ritengo la discussione intempestiva, la mia richiesta è quella aspettare e di parlare a Commissioni riunite, III e IV, poi di votare questa mozione.
Voglio mettere comunque sul tavolo due cose importanti, primo, la denuncia dei sindacati che fanno presagire cose gravi per quello che è successo e per come è stato gestito. Nella popolazione c'è fermento perché si è sentita realmente in pericolo, giustamente, per giorni le persone non riuscivano a respirare per strada ed il dispositivo che è stato proposto è particolarmente leggero.
Esiste già una Conferenza dei servizi che deve considerare le attività, ad esempio, di bonifica e di messa in sicurezza del sito.
Abbiamo un sito che è storicamente molto impegnativo per il territorio, un sito che ormai non può guardare al futuro come ci sta guardando in questo momento, deve essere riqualificato, riconvertito in maniera veloce e sostanziale.
Dobbiamo considerare tre aspetti che mancano completamente nel dispositivo e che sono: primo, l’AIA deve essere riapprovata ed aggiornata, contiene realmente le migliori tecnologie ambientali ed imprenditoriali per tutelare i lavoratori e le popolazioni? Una verifica va fatta, dato che cogliamo l’occasione di questo rinnovo. Rinviare il rinnovo dell’AIA vuol dire proseguire a produrre con gli standard dell’AIA vecchia, quindi è una cosa meno cautelativa di quella che si potrebbe fare.
Seconda cosa, il progetto di messa in sicurezza d’emergenza e di messa in sicurezza operativa e di bonifica del sito è efficace? Prosegue da anni ed abbiamo una situazione di contaminazione del terreno, delle acque sotterranee che vanno a mare ed abbiamo una situazione di contaminazione di aria, l'abbiamo visto anche con questi incidenti. Quindi vogliamo sapere esattamente come funziona la bonifica che da anni si sta attuando forse, dicono alcuni, a rilento.
Terza cosa, Piano di emergenza, è stato attuato? La popolazione è addestrata ad eseguirlo? Le autorità sono addestrate, sono tempestive nell'impiantarlo? Sembra che ci siano grosse lacune su questa cosa qua, per cui ragioniamo con calma, non affrettiamoci a votare in questo momento una mozione che a mio avviso va pesantemente rivista. Non abbiamo la possibilità con il nuovo regolamento, purtroppo, di emendarla, quindi eventualmente si può proporre una risoluzione, diamoci il tempo di approfondire la tematica in III e IV Commissione programmata alla fine del Consiglio e poi votiamo sulla discussione che verrà fuori e gli ulteriori dati che ci verranno dati, perché in questo momento il dispositivo è particolarmente leggero. Io chiederei di rafforzarlo con questi tre elementi che in questo momento mancano, senza i quali non giungiamo da nessuna parte.
Ripeto: verifica dell’efficacia della bonifica in corso da anni sulle tre matrici ambientali, veridicità delle batte all’interno dell’AIA che va rinnovata, verifica dell’adeguatezza del Piano di emergenza interno per i lavoratori, esterno per la popolazione residente.
Da più parti si chiedono le dimissioni dei responsabili di Asur e di Arpam, da più parti si chiedono la sospensione dell’attività della raffineria, quindi è una cosa che va assolutamente gestita con calma, con i dati sul tavolo e con determinazione, non ritengo corretto aver ricevuto questa mozione nel tardo pomeriggio di ieri, ascoltarla oggi dal Consigliere Biancani e seduta stante approvarla. Quindi chiedo il rinvio della discussione con più calma e il potenziamento del dispositivo.

PRESIDENTE. Vorrei dire due cose su quanto ha detto Consigliere Fabbri perché ovviamente ho contribuito fattivamente alla redazione di questa mozione e non è un caso che abbiamo chiesto di farla oggi d’urgenza, lei faceva riferimento all’AIA, la Conferenza dei servizi si riunirà il 3 maggio ed è evidente che se dobbiamo mandare un segnale politico, che non è altro che politico perché gli aspetti tecnici non sono di nostra competenza, va mandato oggi perché poi noi ci riuniremo solo successivamente, l’8 maggio.
Quindi a mio parere, poi ovviamente l’Aula è sovrana, oggi si può tranquillamente emendare questa mozione tramutandola in una risoluzione perché sia approvata congiuntamente, senza addentrarci in aspetti che magari non ci competono perché il discorso della bonifica probabilmente andrà approfondito nel pomeriggio con i tecnici ed ora sicuramente non siamo in grado di esprimere un giudizio, ma per gli aspetti che possiamo condividere come Aula personalmente sono disponibile, ed anche i mei colleghi, a emendare questa mozione con una risoluzione che sia unanime, però da approvare oggi per mandare un segnale in vista di .., ripeto, è solamente una presa di posizione politica perché poi i tecnici dovranno fare il loro lavoro e non devono ricevere intromissioni di carattere politico. Questo è il mio parere.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Intanto sull’episodio penso che siamo tutti d’accordo sul fatto di ritenere questo incidente, purtroppo, abbastanza grave e il fatto che sia stato classificato come evento minore non deve sminuirne la gravità. E' chiaro che è classificato evento minore quando l’evento maggiore ad esempio può essere l’esplosione di tutta la raffineria, ma il paragone non regge, però in una realtà così complessa come quella della raffineria anche gli eventi minori sono molto importanti in quanto hanno delle ripercussioni sul territorio molto gravi.
Detto questo, sulla mozione vorrei far notare una cosa, leggendo il dispositivo, se non ho capito male, a questo tavolo tecnico parteciperanno i soggetti istituzionalmente competenti, allora, signori, questo tavolo tecnico di fatto già esiste perché la raffineria ha un procedimento di AIA e a quella Conferenza dei servizi partecipano tutti i soggetti istituzionalmente competenti. Quindi è una ridondanza, però non è inutile questa cosa se a questo tavolo tecnico aggiungiamo, e magari lo possiamo fare con la risoluzione, la partecipazione del principale comitato che segue quel territorio. C’è un comitato che si è costituito da anni e che segue da tanto tempo la problematica sul territorio, è composto dai cittadini, se facciamo entrare in questo tavolo anche quel comitato allora è giusto ed ha un senso votare ed istituirlo, altrimenti è un duplicato di una cosa che già esiste.
Capisco il segnale politico e fa bene la Giunta a darlo, ed io ho votato l’iscrizione di questa mozione nell’ordine del giorno odierno, perché dobbiamo far vedere che il Consiglio regionale delle Marche è particolarmente sensibile a questa tematica e vuol dare una risposta politica immediata, quindi avete fatto bene a presentare la mozione, a mio avviso abbiamo fatto bene a discuterla oggi, ci sarà tempo con le Commissioni di approfondire le tematiche, però, signori, visto che dobbiamo dare una risposta concreta almeno facciamo una cosa che ritengo giusta, altrimenti facciamo solo un duplicato.
Propongo nella risoluzione di inserire la partecipazione del comitato dei cittadini che segue da anni sul territorio questa vicenda per dare un senso a questo tavolo, altrimenti è solo un duplicato.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al Consigliere Maggi, preciso solo una cosa, il tavolo a cui lei fa riferimento è quello che si riunisce per la Conferenza dei servizi e di fatto è un’altra cosa, l’intento di questo tavolo è la costituzione di un organismo, di un osservatorio, che si riunisca costantemente o quanto meno dandosi dei tempi precisi e che monitori l’aria ed è diverso rispetto alla Conferenza dei servizi ...

(interrompe il Consigliere Bisonni)

PRESIDENTE. Di quello ne parleremo, anche se lo trovo difficile se si fa un comitato istituzionale, altro è prevedere invece un confronto costante e troveremo il modo per inserire questo tipo di discussione.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. In linea generale condivido quanto è stato già detto, non mi ripeterò, farò un intervento essenzialmente politico.
La prima considerazione che devo fare è un apprezzamento, anzi una piacevole considerazione sul fatto che questa Giunta e questa maggioranza ritengono di cambiare strada rispetto alla maggioranza della IX legislatura.
Voglio ricordare che la IX legislatura è quella che ha approvato il rigassificatore davanti ad Ancona, a Falconara, addirittura chiedendo una partecipazione azionaria nella società del rigassificatore.
Siamo in una situazione completamente diversa e mi auguro che questa situazione completamente diversa non sia solo di facciata, ma sia di sostanza perché le indicazioni che sono state date dall’azienda, soprattutto dall’Api, sono del tutto sommarie e nessuno, parlo soprattutto della politica e dell’Arpam, ha chiesto con chiarezza ed evidenza informazioni che non ci sono state date, per esempio, cosa c’era dentro il serbatoio 61? L’Api ha detto che è in disuso da mesi e mesi, quanta ce ne era di questa virgin nafta che viene così ventilata da chi stava dentro? La virgin nafta e le acque di lavaggio delle navi una volta venivano criminalmente buttate in mare, adesso vengono ripompate dentro il serbatoio, e se il serbatoio era in disuso perché ci venivano pompate le acque e la virgin nafta del lavaggio delle petroliere? Queste cose non si sanno, le abbiamo domandate visto che il serbatoio era fermo, in disuso, evidentemente non lo era, probabilmente era in disuso per accumulare, per stivare il greggio, ma non lo era per altre operazioni.
Il tetto galleggiante del serbatoio 61 era all’apice, era a livello basso? Non si sa!
L’emergenza è scattata alle 19,00 circa, i lavoratori all’interno dell’Api dicono che in mattinata era scattata un’altra emergenza nel serbatoio 61, allora queste contraddizioni e questo non fare chiarezza …, perché da una parte c'è la salute dei lavoratori e dei cittadini di Falconara, dall’altra il lavoro e la paura di perderlo, è la solita guerra tra poveri. Le informazioni sono sommarie e molto lacunose.
Sulla manutenzione e sulla sicurezza all’interno della raffineria, sapete cosa dicono i lavori dell’Api? Che si sa quando si entra, ma non si sa se si esce, questo è il detto corrente dei lavoratori dell’Api, domandatelo e vedrete che questa informazione non è peregrina, ma è esatta.
Quello che ha detto il Consigliere Fabbri sulla sicurezza, sull’emergenza interna e sull’emergenza esterna deve essere approfondito perché ci deve essere un cambio di politica ed una attenzione. C'è quasi una connivenza della politica nei confronti dell’Api, bisogna che con questa legislatura venga troncato, questo cordone ombelicale tra la politica e l’azienda deve essere troncato.
Riconversione o altro, certo noi siamo molto attenti ai posti di lavoro, ricordo, non ero ancora Consigliere regionale, ero su quei banchi lì, quando la politica mise contro gli ambientalisti, i cittadini di Falconara, che erano da quella parte, e i lavoratori dell’Api che erano da quest’altra, che gridavano contro i cittadini di Falconara dicendo: “Ho il mutuo da pagare, me lo paghi tu se chiude l’Api?” Era la questione del rigassificatore e dalla politica era stato fatto un disegno ad arte per arrivare ad una data dove i cittadini di Falconara si scontrassero con i lavoratori dell’Api di Falconara, e quindi il permesso al rigassificatore si è fatto passare come una necessità.
Dobbiamo fare una politica nuova? C’è un corso nuovo della politica? Io mi auguro che ci sia, allora non facciamo di questa mozione soltanto una dichiarazione di principi, ma mettiamola in pratica concretamente e questo tavolo, che noi auspichiamo, domandi all’azienda, all’Api di Falconara, le informazioni necessarie e non sia timido e reticente nel chiedere queste cose.
Sappiamo che l’Api è una potenza economica ed ha potere in molte ramificazioni della vita pubblica, però vogliamo aspettare che ci siano altri morti per intervenire?
Il cattivo odore, Assessore Sciapichetti (ho condiviso questa sua relazione e la ringrazio), ieri mattina c’era ancora, è stata coperta di schiuma e allora perché c’è ancora puzza? La puzza si sente a Torrette, si sente nelle parti alte di Ancona.
Noi vogliamo chiarezza, questo balletto di informazioni/non informazioni deve assolutamente cessare, quindi mi auguro che questa mozione sia il primo passo per fare chiarezza definitiva su questo argomento che riguarda il lavoro e la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Confesso di essere stato un po’ stimolato dall’intervento che mi ha preceduto, che ha evocato un po’ anche i trascorsi di questa vicenda.
Sull’attualità condivido in pieno l’attenzione con la quale la Giunta e l’Assessore Sciapichetti ci hanno comunicato gli aspetti dell’ennesimo incidente.
Personalmente, Consigliere Maggi, io sono un bucolico georgico, quindi abolirei tutte le industrie possibili ed immaginabili se poi fossimo tutti d’accordo nel fare i bucolici georgici, però la grande questione del passato è stata quella del lavoro. La contrapposizione degli interessi su questa vicenda riguardava non tanto i pochi lavoratori dell’impianto, quanto tutto l’indotto, i padroncini, i camion.
Premesso che rispetto a questo, lavoro o non lavoro, sono state superate in infinite parti del mondo le questioni legate all’inquinamento, c’è la possibilità di superarle.
La sicurezza sul lavoro e la sicurezza ambientale per la salute sono questioni tecnicamente risolvibili, su questo non possiamo più dire che non c’è la possibilità di farlo, possono esserci costi più o meno estesi, su questo siamo d’accordo.
L'abbiamo visto nel corso degli ultimi 200 anni, quello che si faceva 200 anni fa oggi è scandaloso, ma anche quello che si faceva 10/15 anni fa con i versamenti e quant’altro, quindi non esiste la questione.
Premesso questo, la preoccupazione sta arrivando anche nel mondo del lavoro, lo dico sempre per un fatto di chiarezza, nel senso che non c’è solo la preoccupazione delle popolazioni, ma anche del mondo del lavoro in maniera sostanziale.
Non disprezzerei rispetto a questo tavolo che va ad insediarsi l’ipotesi della Giunta di allora, io ero in Giunta e me lo ricordo. Abbiamo incontrato diverse volte anche i dirigenti dell’Api relativamente ad una sua ristrutturazione, perché anche qui delle due l’una - veniamo da una Conferenza dei capigruppo in cui abbiamo parlato per l’ennesima volta dell’Hotel House, lo teniamo, lo trasformiamo, lo abbattiamo? - quando la cosa non la contieni più, l’idea di un radicale smantellamento ci può stare, ma non è facile dire all’Api: “Chiudi”. Ci si potrebbe anche arrivare con i costi conseguenti. Queste cose si dicano con estrema chiarezza, io non ho né mostri né feticci da tenere in piedi, lì è il posto sbagliato, perché qualche volo aereo ci passa sopra e mi sono anche permesso di farlo presente all’autorità aeroportuale di Falconara: “E' possibile che un volo Roma-Ancona passi sull’Api?” Diciamo che è una situazione particolare, difficile, non simpatica, diciamo chiaramente brutta sotto tanti punti di vista.
Premesso questo, sulle soluzioni concrete, quando si è aperta la vicenda, chiedo alla Giunta se ha aggiornamenti su questa materia, Assessore Sciapichetti, perché non ne ho sentito più parlare, noi arrivammo quella volta con due ipotesi di rigassificatore, uno era davanti a Porto Recanati e l'altro davanti a Falconara. Su Porto Recanati c’era da fare tutto, compresi gli attracchi e quant’altro, su Falconara c’era da fare molto meno perché canale e condotto erano già presenti. La società presentò un progetto, non me ne vogliate se dimentico qualche particolare e dico qualche cifra sbagliata, ma mi introduco così nella conversazione quasi amichevole che stiamo facendo su questo argomento, che prevedeva una seria ristrutturazione e a me piaceva quella ristrutturazione per un motivo molto semplice, perché abbatteva intorno all’80% l’attività storica del petrolchimico di Falconara, introducendo la centrale a metano per la produzione di energia elettrica, che tra le altre cose era uno strumento estremamente prezioso per le Marche, lì o da un’altra parte, perché noi, come ben sapete, abbiamo un deficit energetico notevole rispetto alle altre Regioni, in parte l'abbiamo soppiantato con quelle schifezze di impianti fotovoltaici, in minima parte soppiantato con il biogas. Due operazioni infelici per il nostro territorio, perché per non fare una centrale a metano in un punto delle Marche abbiamo migliaia di metri quadrati di ettari coperti con questo tipo di attività, per non parlare del biogas e di tutte le vicende conseguenti.
C’era questa ipotesi di riconversione dell’impianto in cui, questo me la ricordo bene, c’era un investimento da parte dell’azienda di un miliardo di euro, che non è poco, con il quale avrebbe riconvertito gli impianti esistenti, però l’investimento è notevole e come tutti gli industriali chiedevano un rientro, il rientro più consistente e significativo può essere solo una centrale di questo tipo, io non so, ci hanno spiegato che da un punto di vista ambientale l’impatto di una centrale di questo tipo sarebbe inferiore all’altra, tutte cose da verificare, può darsi che l’idea sia naufragata perché non realizzabile, perché l’azienda ci ha ripensato, perché c’erano altri vincoli, però si può mettere in conto fra le tante cose, oltre ovviamente a quella immediata di una maggiore sicurezza. Forse anche l’Assessore Pieroni ricorderà questa vicenda che votammo tutti anche a larga maggioranza in Consiglio regionale. Mettere in conto questa ipotesi non è peregrina, sennò il problema si riproporrà in altri termini, spero non con questa urgenza, anche in futuro perché ormai sono 30/40 anni che queste cose accadono ed in più, c’è una diatriba che non si ferma sulle emissioni, al di là del fatto che possono essere abbattute o minimali, sono comunque emissioni a due passi dalle case e per quanto minimali possono essere ce le avremo sempre lì, quindi quello è un impianto sul posto sbagliato, su questo non c’è dubbio.
O viene riconvertito in maniera radicale d’accordo con l’azienda, o altro io non so perché non so quali possono essere gli strumenti per ridurre questo tipo di impatto, ma mettere in conto una ipotesi di una nuova trattativa con l’azienda, perché ci sia questa possibilità di investimento, io non la scarterei.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Il Presidente dell’Assemblea prima ha sottolineato l’aspetto politico di questa iniziativa e non quello tecnico. Secondo me l'aspetto politico significa avere una visione di quello che io sogno per il mio territorio. Dico bene? Io non sono un politico puro, ma di importazione, sono un operatore commerciale e ragiono per obiettivi, su come raggiungerli, sugli strumenti per raggiungerli e come portarli a casa, tutto meno che parlare a vuoto. Qui spesso si parla a vuoto e voi sapete che a me non appassiona.
Se l'aspetto politico è avere una visione, io mi domando e domando a voi colleghi Consiglieri come immaginiamo la nostra regione fra 20, 30, 40, 50 anni? Con l’innovazione tecnologica ci sarà ancora bisogno del petrolio? Ci sarà ancora bisogno di raffinerie? Ci sarà ancora bisogno di cementifici? Ci sarà bisogno dello stoccaggio del gas e di tutte queste fantasie? Se la risposta è si è un conto, se è no, dovremo già prepararci prendendo una strada dalla quale siamo pronti ad uscire, che significa uscire? Fare come fanno i gamberi, il gambero cammina all’indietro, bisogna cominciare a prendere in considerazione che nella nostra regione questa tipologia di impianti, che sia un cementificio abbandonato che ha smesso di fare danni da poco (come ho sottolineato più volte, ogni due o tre mesi vado al funerale di qualche mio conoscente che abitava lì intorno) che sia un problema dell’Api, che sia un problema di stoccaggio, o che sia di raffineria, noi dovremo essere bravi e capaci di dare opportunità diverse di arricchimento alle nostre imprese, perché è giusto e lecito che una famiglia porti a casa uno stipendio, che una partita Iva produca reddito, noi dovremmo essere capaci di dare indicazioni differenti.
Quali sono le indicazioni differenti nel nostro territorio? Abbiamo industrie minerarie che estraggono oro, diamanti? No, abbiamo turismo, abbiamo campagna, abbiamo sagre paesane, abbiamo divertimento, abbiamo il mangiare bene, quindi noi dovremo spostare le nostre attenzioni verso questi filoni e pian piano fare come i gamberi nei confronti delle altre storie.
Oggi sull’Api cosa posso dire? Solo commenti negativi ed essendo il dialogo non alla pari mi faccio male, là ci lavorano centinaia di persone, quindi centinaia di famiglie. Ad esempio vado per lavoro a Taranto e lì c’è l’apice di queste storie, c’è una visione di 50 anni fa avuta da chi governava l’Italia che ha pensato bene per dare sostegno economico a Taranto di fare una acciaieria, non è che qualcuno ha pensato che Taranto era un'oasi, la culla delle civiltà mediterranee, che con il mare bellissimo si potevano fare dieci villaggi turistici, ad esempio del Club Mediterranee. Poteva diventare un polo di attrazione e portare immensi guadagni, ma no, ci hanno fatto un'acciaieria e vi dovete fidare, io ci vado, è una cosa che non immaginate, voi l’avete vista solo in televisione. Poi c’è il ricatto diabolico, lì girano diretti ed indiretti 20/30 mila posti di lavoro, che fai? Non fai niente, è la morte di tutto e di tutti. E' morta la Regione, è morta la politica, è morta per assurdo l’acciaieria stessa che non produce più nemmeno reddito, sono morti tutti, da una cosa sulla quale uno su tre doveva guadagnare, non ci ha guadagnato nessuno, stanno morendo tutti.
Noi dovremmo essere talmente raffinati, capaci, lungimiranti da prendere la strada che guarda a quello che sarà fra 30, 40, 50 anni il “vivere”, immaginare come queste situazioni vengono sviluppate in altri Paesi e come potremmo svilupparle noi con le nostre caratteristiche.
Per chiudere, noi che siamo maestri quando facciamo le mozioni sui gatti, sul randagismo, su tutte queste cose che fortuna che fuori non lo sanno sennò c’è da vergognarsi, dovremmo un po’ allungare la mente per dire cosa vogliamo fare del nostro territorio. Argomenti un po’ più sostanziosi, perché non è che qui si parla sempre dello svezzamento dei gattini. Mia nonna quando ne nascevano tanti li affogava nel fiume Potenza, non si può dire, però me lo ricordo, ero piccolo e piangevo sempre chiedendo a mia nonna di non farlo, ma lei capiva che tutti quanti non potevano sopravvivere.
Non si può più parlare dei gattini, dovremo ampliare gli argomenti, circondarci di persone capaci che girano il mondo, che risolvono queste storie, alle quali possiamo chiedere consigli per meglio amministrare il territorio con progetti importanti, allora darebbe piacere invitare in Commissione non i soliti, ma qualche mente illuminata che possa dirci come in Sud Africa o negli Stati Uniti simili problematiche sono state risolte in altri Paesi. Per lo meno iniziare a parlare di determinate cose perché questa è roba talmente complicata che ci vuole una legislatura per capire bene le cose, non è che domani mattina si fa la norma.
Misurare a Falconara se l'inquinamento supera o non supera, non me ne frega niente, perché è certo che, nel mondo dove c’è un’acciaieria, un cementificio, una estrazione petrolifera, la gente muore di più, questo è certo! Non servono né tempo né soldi per andare a misurare, perché non c’è niente da misurare, la gente in quelle zone muore di più è una cosa certa, ed io su una cosa certa non ci butto neanche mille lire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anch’io ringrazio l’Assessore Sciapichetti per il suo intervento ed anche i firmatari di questa mozione. Presidente, credo che su questo tema ci dovremmo ritornare nei prossimi anni, al di là della mozione di oggi che va salutata con favore, quindi ringrazio i Consiglieri Volpini, Biancani e Mastrovincenzo.
E' evidente che dovremmo ritornare nel merito di questo tema, come diceva adesso nell'intervento il Consigliere Zura Puntaroni del quale condivido gran parte di quello che ha detto, e questo mi fa un po' preoccupare. E' chiaro che la questione va approfondita con degli esperti e dobbiamo porci nell’idea delle possibilità di riconversione di questo sito.
Credo che su questo tema potremmo fare un ragionamento serio, laico, tra l’altro ho anche apprezzato l’intervento del Consigliere Maggi anche perché, il Consigliere Marconi mi ha ricordato un pezzo di storia passata, due sole volte nella scorsa legislatura ho votato in difformità dalla maggioranza, una volta è stata sul rigassificatore e la seconda volta è stata sulla legge di stabilizzazione dei dirigenti senza concorso, a proposito di cronaca recente, legge 26 del 2012, una cosa della passata legislatura occorre ricordarla, come è stato fatto ieri dal Presidente.
Il tema di fondo qual è? E’ che su questo tema il conflitto tra lavoro e ambiente c’è, e c’è sempre stato, perché lì ci sono 350 famiglie e ci sono anche tanti cittadini.
Lo pensavo per la vicenda del rigassificatore e lo penso anche adesso, la raffineria così com’è, anche se occupa 350 lavoratori, non va bene, non va più bene in quel territorio, non va più bene perché nel frattempo la tecnologia è andata avanti, sono andate avanti le occasioni di occupazione, le occasioni di attività produttive, le occasioni di sicurezza, per cui oggi sarebbe auspicabile che nel futuro la raffineria così come la conosciamo non esista più in quella misura.
E’ chiaro che il problema non è semplice, non si risolve un problema così complicato che contrappone occupazione, sviluppo e ambiente con soluzioni semplicistiche, dicendo buttiamola giù e chiudiamo l’Api. Queste cose non sono facilmente risolvibili, però la politica ha bisogno di un approfondimento, ha bisogno di chi fornisce delle soluzioni guardando anche a quello che avviene all’estero, guardando anche a quello che avviene in Paesi in cui lo sviluppo va avanti e non è in contrasto con l’ambiente, perché lo sviluppo che distrugge l’ambiente c’è nei Paesi che utilizzano metodi vecchi, i Paesi più avanzati riescono a produrre economia, posti di lavoro, anche in modo pulito e sicuro per i cittadini, perché oltre a quello dell’ambiente, va posto anche un problema di sicurezza dei cittadini e credo che il tema della sicurezza dei cittadini dovrebbe preoccuparci più di tutti.
Quindi grazie per questa mozione, però in vista del 2020, non come appuntamento elettorale, ma come scadenza della concessione, dovremmo ritornare su questo tema, dopo aver approfondito la materia, che riescano a rendere il nostro dibattito costruttivo e utile.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Intervengo brevemente perché poi avremo modo di intervenire nello specifico dell'atto e visto che ci sono state una serie di valutazioni e riflessioni sulla mozione stessa, ringrazio i presentatori che permettono a tutti noi di confrontarci su un tema che non è di questo momento, ma nasce anche dalle esperienze, come ricordava il Consigliere Busilacchi, degli anni passati.
Ricordo che il problema rigassificatore si/rigassificatore no fu discusso nel lontano, politicamente, 2011 ed il primo rigassificatore a cui la Regione disse no, e ricordo che feci una mozione come Partito Socialista, fu quello di Porto Recanati - Riviera del Conero, all’epoca la Regione disse no e spostò il rigassificatore a Falconara. Anche lì ci fu un dibattito ed all’epoca votai no anche a questo rigassificatore.
Se non sbaglio, poi lo approfondiremo ed avremo modo di guardare tutto il carteggio relativo alla discussione, era stata data una tempistica all’Api, perché le apprensioni di chi votò quel rigassificatore in quella zona erano legate al fatto che l’intervento di circa 300/350 milioni per creare il rigassificatore era per l’Api una preoccupazione e se non sbaglio all’epoca mettemmo una serie di paletti. Oggi è chiaro che crescono ulteriormente le criticità dopo quello che è accaduto in una città importante come Falconara.
Credo che questa mozione, e ringrazio i firmatari, permetterà a tutti noi di capire, intervenire e rimodulare questo sistema collegato alla raffineria di Falconara, che coniuga una problematica ambientale data anche dalla ferrovia, dall’aeroporto, da tutto un sistema che risiede in quel contesto. C'è anche un discorso occupazionale perché noi siamo qui per dare delle risposte di sicurezza all'occupazione, ben venga la sicurezza dell'occupazione se si coniuga con l’aspetto ambientale.
Penso che il tema proposto in questa mozione vada affrontato bene, forse c’è stata in questo decennio da parte di chi ha amministrato, la città di Falconara, non dico un'attenzione superficiale a questa problematica, perché finché le cose vanno bene, le mandiamo bene, ma forse doveva esserci una riflessione diversa da chi in questi ultimi decenni ha governato la città di Falconara, che doveva porsi il problema prima che accadesse la criticità. Questo sarà motivo di discussione quando sarà ora, nel frattempo ringrazio i firmatari e spero a breve di poter entrare in una questione che è falconarese, ma riguarda un ampio territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Sono anni che sento parlare di tavoli tecnici, di riconversione. Ai tempi del rigassificatore ero seduta tra il pubblico con i comitati a combattere e contrastare e io stessa ho presentato delle diffide come comitato tutela salute e ambiente della Valle Esina al Ministero dell’ambiente a Roma, quindi questo è un problema che va avanti da diverso tempo, continuare a proporre l’ennesimo tavolo senza specificare quali controlli e verifiche ha fatto finora la Regione, secondo me non è rispettoso nei confronti dei cittadini.
Ringrazio l’Assessore Sciapichetti per la relazione che ci ha fatto e chiedo, se possibile di averne una copia. Mi sarei aspettata che la relazione l’avesse fatta l’Assessore alla salute Ceriscioli visto che di salute si parla e la popolazione di Falconara, ma anche dei comuni limitrofi, è molto preoccupata perché vuole conoscere quello che realmente ha respirato in quei giorni fatidici.
Ricordo che delle relazioni e dei report dell’Arpam già esistono, ce n’è una che si intitola “Valutazione dello stato di salute della popolazione residente a Falconara” del maggio 2017, quindi molto recente, ho chiesto anche copia dell’altra e per via ufficiosa prima o poi me la faranno avere, nel frattempo aspetterò magari che la pubblichi in pompa magna la Regione.
Mi sarei aspettata una relazione su quelli che sono i dati epidemiologici già presenti e nella relazione del maggio 2017, che prende in esame gli anni dal 2008 al 2013, c’è un preoccupante aumento degli aborti spontanei, ricoveri ospedalieri, malformazioni congenite, malattie dell’apparato respiratorio, malattie polmonari, tumori del colon/retto, glicemie acute, e chi più ne ha più ne metta.
Vi leggo solo un piccolo passaggio di questa relazione: “Risultano eccessi di rischio statisticamente significativi rispetto alle Marche per l’incidenza dei ricoveri ospedalieri, per i disturbi nervosi dell’infanzia, con trend temporali in aumento, non in linea con l’andamento temporale della regione Marche nell’ultimo quinquennio e per le malattie del sistema circolatorio”.
Se non siamo in grado di tutelare le generazioni che verranno, se non siamo in grado di dire una volta per tutte che la popolazione di Falconara ha già dato e quindi basta con ulteriori pressioni ambientali ,sia per quanto riguarda l’impianto dell’Api che per tutti gli altri impianti che potrebbero peggiorare la situazione della salute della popolazione, forse è il caso di cambiare un po’ regime, di andare a verificare se ci sono responsabilità, di andare a verificare cosa la Regione ha fatto in questi anni. Soprattutto dal tavolo delle Commissioni congiunte ambiente e salute, visto che ormai è la terza volta che viene convocato e si riunisce su questo tema, esca qualcosa di concreto.
Insieme al Consigliere Fabbri ed al gruppo del Movimento 5 Stelle abbiamo pensato di inserire nella mozione un emendamento che preveda la pubblicazione dei report e delle verifiche effettuate finora. Una pagina dedicata sul sito della Regione Marche che riguardi esclusivamente la questione di Falconara e dei comuni limitrofi, perché bisogna cambiare regime, non possiamo arrivare tra 15 anni e ritrovarci nella stessa situazione di oggi, è inaccettabile!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Condivido la necessità di discutere di questo tema, quindi apprezzo i firmatari della mozione che hanno messo in luce un problema che esiste da tanti anni in questa nostra regione.
Vorrei fare una brevissima considerazione anche alla luce di qualche altra esperienza che abbiamo affrontato e che stiamo affrontando nella regione, su siti che non sono di interesse nazionale, ma di interesse regionale, e qualcuno del Piceno sa a cosa mi riferisco.
Credo che il problema sia stato inquadrato, tutti hanno detto cose giustissime però, il Consigliere Busilacchi dice che qui è impossibile fare una contrapposizione fra ambiente e lavoro, non ne veniamo fuori se la mettiamo su questo passo. Noi dobbiamo lavorare per far si che le due cose possano convivere.
Apro una parentesi sull’esperienza che noi abbiamo avuto ad Ascoli con un sito di interesse regionale, che è quello della SGL Carbon. Nel 2004 è stato deciso di chiuderlo per problemi ambientali, paradossalmente nel momento in cui il problema ambientale non c’era più, la ricaduta delle goccioline di pece non c’era più, perché la tecnologia era andata talmente avanti che i filtri trattenevano tutto, noi che cosa abbiamo perso? Abbiamo perso tutto il lavoro, non soltanto diretto e indiretto, e al tempo stesso il problema ambientale è rimasto perché a distanza di 14 anni abbiamo un sito fortemente inquinato e non sappiamo che pesci prendere.
Se andiamo in questo modo non ne veniamo più fuori, il problema esiste, la tecnologia va avanti, la scienza va avanti, la ristrutturazione tecnico-ambientale va avanti anche perchénoi abbiamo dei siti di questo tipo che purtroppo sono ormai nelle zone urbanizzate. Probabilmente quando è nato il sito Falconara non era così, quando nel 1900 è nata la SGL Carbon ad Ascoli la città non era a quel punto lì, c’era un centro storico abbastanza ristretto che non inglobava quella fabbrica, quindi quella fabbrica nel 1900 andava benissimo, oggi noi dobbiamo lavorare su un progetto di ristrutturazione tecnico-ambientale in modo tale che ci sia il perfetto connubio tra il lavoro, l’esigenza del lavoro, in un momento come questo, e il problema ambientale che tuteli la salute.
Ci sono le condizioni per poterlo fare, è su questo che deve lavorare l’ipotetica Commissione che credo abbia una valenza. A differenza di quanto dice il Consigliere Bisonni, sono due cose completamente diverse, una finalizzata a rilasciare degli atti amministrativi, l’altra finalizzata ad affrontare un problema regionale e nazionale definitivamente, quindi le due cose sono su piani diversi, una consente di avere le autorizzazioni amministrative per poter proseguire in un certo modo il lavoro, l’altra consente di guardare oltre la siepe per risolvere definitivamente il problema coinvolgendo tutti. Poi se si possono coinvolgere i cittadini per dare un segno di grande trasparenza e di impegno delle istituzioni è ancora meglio.
Guardiamo il problema da questo punto di vista, ben venga la mozione e ben venga questo tavolo tecnico-politico che però deve essere guidato da una istituzione centrale come la Regione, con sveltezza, un passo veloce, altrimenti non ne veniamo fuori e sarebbe pleonastico stare qui tra tre mesi a parlare di un ennesimo incidente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vorrei soltanto evidenziare quanto poc’anzi ha detto il Consigliere Celani, non si tratta solo di ambiente e salute in quanto è limitativo inserire soltanto questi due elementi. Siamo in un territorio dove c’è il lavoro e questa è la terza gamba del tavolo tecnico, perché il tavolo tecnico deve guardare alla salute, all’ambiente ed anche al lavoro. Questa è la terza gamba, se c’è una risoluzione che va in questo senso credo che possa andare bene. Per quanto riguarda i cittadini, ho un po’ di perplessità, lo dico per esperienza, su come i comitati operano sul territorio.
Credo invece che la Regione debba dare una linea politica, quella si, altrimenti che ci stiamo a fare, su queste tre direttive: lavoro, salute e ambiente, questi sono tre passaggi indispensabili perché il territorio contiene questi tre elementi, non si sa chi è arrivato prima, è arrivata prima la raffineria o è arrivata prima l’urbanizzazione? E' nato prima l’uovo o la gallina? Questo è il problema!
Il problema di oggi è che ci sono: lavoro, ambiente e salute e credo che con capacità questa regione debba riuscire a metterle tutte e tre insieme perché è possibile farlo. Grazie.

PRESIDENTE. A questo punto si chiude la discussione, mi sembra che ci sia la disponibilità ad emendare la mozione apportando alcune modifiche, che i Consiglieri Bisonni e Fabbri possono mettere a punto.
Intanto procediamo con i lavori e poi riprenderemo l'esame della mozione con la votazione dell’eventuale risoluzione.

Proposta di legge n. 178
ad iniziativa della Giunta regionale
“Recepimento dello schema di regolamento edilizio tipo (RET) in attuazione dell’intesa di cui all’articolo 4, comma 1 sexies, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, e modifiche alla legge regionale 20 aprile 2015, n. 17 “Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia”
Nuova titolazione: “Recepimento dello schema di regolamento edilizio tipo (RET) in attuazione dell’intesa di cui all’articolo 4, comma 1 sexies, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”. Modifiche alle leggi regionali 20 aprile 2015, n. 17 “Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia”, 8 ottobre 2009, n. 22 e 23 novembre 2011, n. 22”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 178 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 178 recepisce lo schema di regolamento edilizio tipo in attuazione dell’intesa di cui all’articolo 4 del d.p.r. 380 del 2001, inoltre con questa proposta di legge viene modificata la legge regionale n. 17 del 2015 e vengono prorogate le leggi regionali n. 22 del 2009 e n. 22 del 2011.
Il nuovo regolamento edilizio nasce da un’intesa tra Stato/Comuni/Regioni con l’obiettivo di uniformare e omogeneizzare le definizioni tecniche. Infatti sono state individuate 42 definizioni tecniche che saranno utilizzate a livello nazionale. Bisogna anche ricordare che la Regione Marche da questo punto di vista già nel 1989 aveva approvato un unico regolamento edilizio tipo, una delle Regioni che aveva già visto e capito la necessità di uniformare le definizioni in maniera tale che tutti parlassero la stessa lingua.
Il problema che potrebbe nascere è legato al fatto che i vari piani regolatori hanno parametri dimensionali diversi, ma con questa norma le previsioni dimensionali dei piani regolatori rimangono invariate, infatti c’è una norma transitoria, che abbiamo previsto, che sarà valida fino a quando non ci saranno le nuove varianti del piano regolatore generale. Quindi i piani regolatori restano salvi dal punto di vista dimensionale, c’è un’invarianza dei piani e il regolamento edilizio tipo è uno strumento che uniforma solo il modo di misurare e non le quantità.
Il testo deriva da un lavoro fatto, ci tengo a dirlo, sia dalla Giunta, in particolar modo dall’Assessore Casini, che dalla Commissione, un lavoro importante, durato diversi mesi, durante i quali abbiamo ascoltato e ci siamo confrontati con tutti i soggetti interessati: i Comuni, il mondo imprenditoriale, gli architetti, ingegneri, geometri, geologi. Devo dire che è nato un confronto molto costruttivo che ha portato a proporre alcune modifiche rispetto al testo originario.
La proposta di legge è quindi motivata, come ho detto, dall’articolo 4 del d.p.r. n. 380 che ha demandato al Governo, Regioni e autonomie locali la conclusione di un accordo in Conferenza unificata per adottare un unico schema di regolamento di edilizio tipo in maniera tale da semplificare e uniformare le norme edilizie.
Nell’ottobre 2016 è stata raggiunta l’intesa che ha definito il regolamento edilizio tipo, con questa intesa le Regioni hanno il compito di recepire il nuovo schema, di uniformare tutte le definizioni in esso contenute e di integrare le disposizioni sovraordinate in materia di edilizia.
Inoltre sono state individuate delle definizioni aventi un’incidenza sulle previsioni dimensionali per consentire l’invarianza delle capacità edificatorie.
La presente legge è costituita da 8 articoli, il capo I definisce le modalità di recepimento del regolamento edilizio tipo da parte delle Regioni e dei Comuni e delle varie normative transitorie; il capo II contiene le modifiche alla legge regionale n. 17 che deve essere aggiornata e conformata al d.p.r. 380 del 2001; il capo III contiene le norme di invarianza finanziaria, a queste è stato aggiunto l’articolo 6 bis che proroga il termine sia della legge regionale 22 del 2009, cioè del piano casa, che della legge regionale 22 del 2011, quella finalizzata alla riduzione del consumo di suolo, per vietare le varianti in zona agricola qualora i piani regolatori non raggiungano almeno il 75% delle capacità edificatorie previste all’interno dei piani regolatori.
Anche se in parte i concetti principali li ho già elencati, andiamo ad approfondire la norma leggendo l’articolo 1 che si occupa delle finalità; l’articolo 2 regola le disposizioni per l’applicazione dell’intesa, in questo articolo importante è il comma 2 che, ai sensi del comma 4 dell’articolo 2 dell’intesa, il recepimento delle definizioni uniformi, non comporta la modifica delle previsione dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti. Il comma 3 prevede che, ai fini di cui al comma 2, quindi per non modificare le previsioni urbanistiche esistenti, i Comuni che utilizzano come indici edilizi la superficie utile lorda (SUL) o il volume devono utilizzare rispettivamente la superficie totale (ST) o il volume totale (VT), così come definiti nel “Quadro delle definizioni uniformi”. In tali Comuni verranno definite quali superfici possono essere realizzate in aggiunta rispetto agli indici di piano, o meglio più che in aggiunta quelle che non vengono conteggiate, per mantenere, sia nel caso di nuove costruzioni sia nel caso di ristrutturazioni edilizie, l'obiettivo dell’invarianza dei piani regolatori generali.
L’articolo 3 riguarda le disposizioni transitorie finali e stabilisce che i Comuni dovranno adeguare i propri regolamenti edilizi entro 180 giorni a decorrere dall’entrata in vigore di questa legge, mentre per i Comuni interessati dagli eventi sismici il termine non è di 180 giorni, ma di 5 anni.
Bisogna anche dire che, come dice il comma 3, decorso il termine di cui ai commi 1 e 2, le definizioni uniformi e le disposizioni sovraordinate in materia edilizia trovano diretta applicazione, prevalendo sulle disposizioni comunali con esse incompatibili.
Altra parte importante è il capo II che va a modificare la legge regionale n. 17 del 2015 per uniformare le nuove disposizioni al d.p.r. n. 380.
In particolare alcuni aspetti forse più importanti sono legati all'articolo 4 comma 2 che prevede “Al comma 1 dell’articolo 2 della legge 17/2015 le parole: “comunicazione di inizio lavori (CIL)” sono sostituite dalle parole: “comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA)”. Al comma 3 viene poi modificato l’articolo 8 della legge regionale n. 17, la parola: “CIL” (comunicazione di inizio lavori) è sostituita dalla parola: “CILA” (comunicazione di inizio lavori asseverata).
L'articolo 5 (sostituzione dell'articolo 5 della l.r. 17/2015) riguarda la disciplina della comunicazione di inizio lavori asseverata sulla base delle nuove disposizioni del d.p.r. 380/2001.
L’articolo 6 prevede la modifica dell’articolo 19 della legge regionale n. 17/2015.
Abbiamo aggiunto l’articolo 6 bis che proroga dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2020 la legge regionale 22 del 2009, cioè il piano casa, e la legge regionale 22 del 2011, norma finalizzata ad evitare il consumo di suolo. In Commissione abbiamo inserito queste due modifiche, che non erano previste nel testo proposto dalla Giunta, perché riteniamo che sia importante innanzitutto confermare la proroga della legge 22 del 2011, quella che prevede di non consumare ulteriore suolo, scaduta il 31 dicembre 2017 per una dimenticanza e non per una volontà politica. Era importante prorogarla quanto prima altrimenti i Comuni avrebbero attivato le procedure di variante e probabilmente ci saremmo trovati una norma regionale, se l’avessimo approvata tra qualche mese, che avrebbe creato problemi ai singoli Comuni.
Inoltre il piano caso è molto importante perché, sempre in attesa della nuova norma sul governo del territorio, dà una risposta ai cittadini ed anche al mondo dei tecnici che lavorano in questo settore dicendo che la Regione intende portare avanti il concetto del no al consumo di suolo e costruire sul costruito e, il piano caso rientra, almeno dal nostro punto di vista, in questa logica. Ricordo che il piano casa può essere applicato in ampliamento solamente sugli edifici esistenti, non prevede nuove costruzioni, inoltre chi applica il piano casa deve rispettare i termini di efficientamento energetico, abbiamo anche inserito la possibilità di ulteriori ampliamenti legati all’adeguamento sismico qualora non dovuto. Quindi il concetto del no al consumo di suolo e del costruire sul costruito penso che siano degli asset importanti rispetto alla normativa che abbiamo proposto.
Chiudo dicendo che questa proposta di legge ha richiesto un lavoro importante, quindi ringrazio tutti i Consiglieri della Commissione e tutte le persone che sono venute a dare il loro contributo.
Un lavoro importante che pone le Marche tra le prime Regioni a livello nazionale ad aver recepito l’intesa nella logica di voler avere un unico regolamento edilizio tipo a livello nazionale, in maniera tale che un cittadino o un tecnico che si trova a lavorare a Pesaro o ad Ancona o addirittura in un’altra regione abbia di fronte un’unica modalità di misurazione, rispetto ad oggi dove ogni realtà ha adottato delle modalità differenti. Grazie.

Presiede il Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Il Consigliere Biancani si è dilungato troppo perché vuole fare sempre il primo della classe, comunque non è servito perché nessuno stava ad ascoltare, tanto valeva farla corta.
Io taglio corto e dico che quelle 3 o 4 sedute che abbiamo dedicato all’uniformazione sono state positive perché ho notato con piacere che abbiamo dato ascolto a tutti gli ordini professionali, penso che nessuno sia rimasto deluso, penso che siano tutti soddisfatti perché abbiamo dato uno strumento, un metro di misura uguale per tutti.
Inizialmente c’era la difficoltà di capire se questo metro potesse incidere sui volumi, ma non incide, è stata utile anche la riproposizione, il prolungamento del piano casa, peccato che ad oggi nella situazione “terremoto” non possa essere applicato. Questa è la cosa più grave perché chi ha l’abitazione distrutta e vuole rifarla ai massimi livelli accettando di accollarsi un 10, 20% in più, che corrisponde a quel 10, 20% in più di volume, tecnicamente non può farlo. Su questo credo che il Consiglio dovrebbe fare una mozione da approvare, da portare a Roma, affinché chi sarà si metta le mani sulla coscienza, ovvero sia più pratico per dare funzionalità al piano casa, sennò a noi il piano casa prorogato non serve a nulla.
Oggi dobbiamo cogliere l’occasione del terremoto e il cittadino a cui viene offerto un contributo al 50, 60% (per l’intero non sarà mai) e che dice: “Visto che ho fatto tanto, mi accollo un 10, 15, 20% che corrisponde a quei volumi in più, che mi danno linfa per la mia abitazione e per i miei progetti di famiglia, per i figli, eccetera”, tecnicamente non può farlo e questo è gravissimo, qui la Regione deve farsi carico di questo aspetto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido questa proposta di legge che nasce dalla necessità di adeguarsi attraverso lo schema del regolamento edilizio tipo a definizione indici e parametri usati negli schemi urbanistici che in senso più ampio tendono a garantire equità e uniformità.
Una proposta di legge che oltretutto è in linea con quanto definito e stabilito in sede di Conferenza unificata del 2016 e dunque prodromica ad uno strumento edilizio che renda anche più agevole, proprio in virtù dell’uniformità nazionale, il lavoro delle categorie interessate, degli ingegneri, degli architetti, geometri e geologi, e al contempo quello degli enti locali fornendo linee guida più puntuali nei processi amministrativi che, ad esempio, conducono all’approvazione di piani regolatori generali o per ciò che concerne l’adeguamento dei regolamenti comunali al RET con annesse tempistiche e scadenze.
E’ dunque opportuno adeguare la regolamentazione in materia edilizia in attesa di una riforma organica legata al testo unico dell’edilizia e contestualmente sul riordino e la semplificazione della normativa regionale in materia edilizia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Quello che dirò adesso l’ho detto anche in Commissione perché ritengo che questo accordo, questa intesa, abbia dei principi giusti, ma in realtà la proposta di legge n. 178 che oggi votiamo in Aula non riporta esattamente i principi fondanti di quell’accordo fatto tra lo Stato, le Regioni e l’Anci.
L’ho spiegato in Commissione, su alcuni aspetti, ad esempio sull’aumento delle cubature per via degli interrati, dei seminterrati, eccetera, ma non voglio soffermarmi su questo, è il modo di gestire la cosa pubblica da parte della maggioranza e delle Regioni che non mi piace, ormai qui si fanno proposte di legge omnicomprensive, omnibus, dove dentro ci sta di tutto, non si capisce che cosa c’è, non c’è un’idea chiara di quello che si vuole fare e difatti su questa legge ci sono temi diversi e adesso ne elencherò alcuni.
Premesso che l’intesa raggiunta nella Conferenza unificata è del 20 ottobre 2016, e dopo un anno e mezzo ci troviamo a darle seguito, ma sorvoliamo su questo, l’ho detto anche in Commissione.
Ora dirò dei punti, ho fatto delle osservazioni anche in Commissione, che ritengo che non siano adeguati per questa legge.
Iniziamo dal primo, non vi è alcun termine né modalità di adeguamento dei Prg per quanto riguarda le previsioni dimensionali sulle quali le nuove definizioni hanno incidenza (questo è un punto su cui ho parlato anche in Commissione), di conseguenza le norme di cui all’articolo 2, che dovrebbero essere transitorie, potrebbero estendere la loro efficacia praticamente a tempo indeterminato. Sono norme transitorie che alla fine potrebbero diventare a tempo indeterminato, vanificando gli obiettivi e l’intesa raggiunta dalla Conferenza unificata che diceva che queste norme dovevano essere transitorie, articolo 2.
Poi, l'eccezione prevista al comma 3 dell’articolo 2, l'utilizzazione come indici edilizi previsti dal piano regolatore generale della superficie utile lorda (SUL) o del volume (V), rispettivamente superficie totale e volume totale, fa si che di fatto non vengano applicate le nuove definizioni di alcuni dei più significativi parametri urbanistici che determinano tra l’altro il carico urbanistico degli insediamenti.
All’articolo 3, laddove è previsto l’adeguamento dei regolamenti edilizi comunali, allo schema RET (regolamento edilizio tipo) risulta indeterminata la procedura da seguire in quanto non più applicabile quella prevista dall’articolo 26 comma 12 della legge regionale 34/92 che fa riferimento al regolamento edilizio tipo regionale, quindi a questo punto dovrebbe essere modificata.
All’articolo 6 bis vengono per l’ennesima volta prorogate fino al 31 dicembre 2020 le disposizioni di cui all’articolo 11 comma 1 della legge regionale 22/2011, quindi ancora una volta si proroga una norma che nasceva per porre un limite al consumo di suolo, parliamo bene ma razzoliamo male, vogliamo il fermo del consumo del suolo, stoppare il limite, ma poi con le leggi che si fanno non si pone questa limitazione.
La proroga nasceva per porre il limite al consumo del suolo in attesa dell’emanazione della nuova legge urbanistica regionale, che avrebbe dovuto sostituire la legge regionale 34/92 ormai superata, inadeguata in molti aspetti. Sostituzione ed aggiornamento che non sono più rimandabili, questa è una problematica della quale l’Assemblea legislativa deve farsi carico e anziché fare queste leggi omnicomprensive sarebbe opportuno che la norma urbanistica finalmente vedesse la luce del giorno.
Concludo dicendo che su questo aspetto, lo chiedo proprio al Presidente Biancani, si dia il via a questo percorso perché siamo ormai stanchi, come partito di opposizione, di discutere solo di rattoppi, di leggi rattoppate, di leggi omnibus, di leggi omnicomprensive o proroghe di leggi esistenti, dobbiamo mettere mano ad una norma che regolamenti l’intera materia urbanistica, che aspettiamo come i Re Magi ormai da 25 anni.
Caro Presidente, basta rattoppare, facciamo questa legge urbanistica che possa vedere la luce del sole, finalmente si dia una legge quadro regionale che normi tutto quello che noi intendiamo in Commissione e che intendono anche gli uffici.
Per questo motivo, come ho già fatto in Commissione, voteremo negativamente questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. In effetti non possiamo fare aspettare i Re Magi che secondo tradizione risultano anche abbastanza vecchietti, quindi dopo 25 anni c’è il rischio che muoiano e non fanno in tempo a vedere il Salvatore.
Si è evocata questa legge, naturalmente condivido quanto è stato fatto, ringrazio il Presidente della Commissione anche perché sono materie abbastanza tecniche con risvolti significativi da un punto di vista amministrativo.
Prendo atto di una cosa, di cui già abbiamo parlato la settimana scorsa in quest’Aula in sede di discussione della proposta di trattativa per una maggiore autonomia regionale, presenti non tutti, ma diversi di noi, in effetti esistono materie sulle quali un ripensamento più profondo a monte di una maggiore autonomia sarebbe necessario, ma guardo al caso.
Qui facciamo il regolamento edilizio tipo e il consumo del suolo è già stato evitato dalla crisi economica perché ultimamente, Consigliere Giorgini, la crisi economica ci ha salvato dal consumo del suolo nel senso che non c’è stato oggettivamente nulla, salvo rarissimi casi, io almeno ho un osservatorio limitato di 8, 9 comuni, quelli che attraverso quotidianamente venendo in Regione, anche nel mio in effetti non c’è nulla, anzi semmai in qualche caso abbiamo cominciato a vedere, a parte quelli che la natura ci ha imposto, abbattimenti e non.
Intanto porrei l’attenzione, come già abbiamo fatto, Presidente, sulle ricostruzioni. Sulle ricostruzioni si è detto molto, si vocifera molto, ma fino adesso è passata solo una regola: rifacciamo tutto come prima per non sbagliare, perché per non litigare, Presidente, si finisce per rifare esattamente quello che era stato fatto prima. Io non discuto e cito sempre un solo comune per non entrare in conflitto con altri, Pievetorina, che conosco bene, possibile che a Pievetorina tutte le case, tutte le piazze, le abbiamo pensate bene? L’occasione tragica del terremoto potrebbe essere quella di ripensarla, no, ricostruzione conservativa, gli stessi punti, le stesse pietre, le stesse macerie, la stessa polvere. Questa è una follia, questo denota, e per una volta sono d’accordo con il Consigliere Zura Puntaroni, che manchiamo di prospettiva. Non sono d’accordo sull’esempio di Taranto perché bisognerebbe dire a quelli che negli anni ’50 morivano di fame in Puglia che non dovevano avere una acciaieria con 40.000 posti di lavoro, bisognava dirlo allora, adesso è facile parlare del Club Mediterranee, anche se Taranto non è il posto più indicato per farlo, però rimane il fatto che bisogna guardare un po' più in là.
Sono d’accordo con il Consigliere Giorgini su questo fatto senza lamentarmi però di tutto quello che c’è da fare perché nel frattempo cerchiamo di farlo e cerchiamo di farlo bene.
Ricordo che nella precedente legislatura era stata fatta una proposta, il Presidente era il Consigliere Giancarli, l’aveva anche sostenuta con forza, c'era anche una proposta di legge popolare, ma era mastodontica, Consigliere Giorgini, io non credo più a queste cose, l’ho detto per il piano socio-sanitario, allarghiamo il discorso, ma il governo del territorio, che è una parola enorme, oggi va di moda la governance, va fatto con cose semplici, poche regole e semplici, relativamente applicabili e relativamente sta che nelle singole realtà ognuno le aggiusta dentro i parametri e i limiti che sono stati posti, oggi pretendere di fare una legge di quel tipo è una follia in ordine pratico, perché non la chiudiamo più.
In più introducendo o reinventandoci qualcosa c’erano lì centinaia di disposizioni e dentro centinaia di disposizioni si sa che poi si trova sempre la strada per avere quella che è entrata in contraddizione con l’altra, perché è impossibile in una legge molto complessa tener conto di tutte le fattispecie ed alla fine verrà fuori una fattispecie che non è applicabile con un articolo, ma è applicabile con l’altro e rimani fregato rispetto a quello che è il tuo indirizzo, che è quello di dire: siamo su questo tutti d’accordo, riqualifichiamo l’esistente, nel limite del possibile non tocchiamo niente di nuovo, ma se dobbiamo toccarlo tocchiamolo con grandi limiti. Noi nel passato i fiumi, i fossi, i boschi li abbiamo rispettati in maniera relativa, in alcune zone della regione di più in altre meno.
Abbiamo finito di parlare adesso di Falconara e certo era lo stile di allora, dove si mettevano impianti industriali? Vicino al mare, vicino alla ferrovia, vicino alle stazioni ferroviarie, vicino alle infrastrutture, in questo caso un porto con la possibilità di avere un terminal.
Quindi d’accordo su tutto, ma mettiamo in conto per questa previsione futura che ci siano regole semplici e anche qui si una larga condivisione perché non vorrei che su cento cose ..., mi rivolgo ancora al Consigliere Giorgini che con grande competenza ha affrontato questa materia, io do nove a lui e cinque e mezzo a me perché la conosco pochissimo, ma su grandi linee qualche cosa mi permetto di dire. Qui parliamo sempre di condivisione su tutte le cose, nel passato è proprio sulla condivisione che ci siamo persi perché quando questa cosa del governo del territorio abbiamo cominciato a condividerla con tutti i soggetti pubblici, e capisci chi sono, e i privati, i privati li posso capire, posso capire le organizzazioni di categoria, quelli che costruivano non erano del tutto contenti della nostra ipotesi che era quella di consumo zero del suolo per dieci anni, ma anche i pubblici perché i primi ad andare in paranoia ed in difficoltà sono stati proprio i Comuni.
Parliamoci chiaro una volta per tutte, vogliamo affrontare questa materia con loro oppure vogliamo in qualche maniera imporla? Perché se è quella la linea, il Consigliere Biancani può metterla all’ordine del giorno domani, per quello che mi riguarda, riprendiamo da quella proposta di legge del governo del territorio poche regole e su quelle poche regole costruiamo dei principi che aggiornano rispetto ad un passato nel quale c’è stato anche una pretesa eccessivamente dirigista, eccessivamente statalista, eccessivamente interventista, cioè la pretesa che dettando, mettendo norme di dettaglio, noi risolvessimo il problema del controllo. Il problema del controllo si risolve con una cultura, se non c’è una cultura ogni comune, ogni realtà, ogni frazione troverà il modo di evadere le leggi, se c’è una cultura è diverso, quindi la legge deve essere dura, forte, chiara e possibile, perché se si mettono in conto cose impossibili … Ricordo negli anni ’90 un'azienda recanatese, oggi ha 600 dipendenti, l’unica che è cresciuta nel numero dei dipendenti, che non poteva fare 3.000, 4.000 metri quadrati di magazzino, ampliandosi, sapete qual è stata la risposta dell'allora funzionario della Regione Marche? Fai una azienda nuova! Viva Dio, ha coperto già 17.000 metri quadrati di roba, ne deve fare 3, 4 mila per allargare un magazzino, no, qui non si può fare, lo fai nuovo, cioè consumi suolo per altri 20 mila metri quadrati.
Questa era la logica di allora, in parte superata, ci voleva anche un po’ di buon senso, se l’ampliamento va a cadere in un punto che non è il massimo, ma ormai l’azienda c'è, che mando per strada 600 persone? Oppure l’imprenditore giustamente ha detto: “E' quello che mi dice la Regione? Non c’è problema, c’è la Cassa del Mezzogiorno, apro a Teramo, ho pure gli investimenti per poter fare questa cosa”.
Queste cose bisogna in qualche maniera prenderle in considerazione, uscire da questi schemi ideologici, avere il coraggio di fare cose possibili, ripeto, mi interesserebbe che il Consigliere Biancani aprisse in questo senso un serio confronto politico, un confronto con tutti, che questa volta la Regione non prenda l’iniziativa perché c’è una legge di iniziativa popolare che ce la fa fare, ma prima sentiamo a tutti, come faremo con il piano socio sanitario, dopo tireremo le conclusioni, più o meno come si faceva nella prima Repubblica in modo che così non veniamo criticati a partire dalla 145 in giù.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Inizio con il dire che sono d’accordo con quanto detto dal Consigliere Giorgini sul fatto che occorra, da più parti ne è sentita la necessità, una legge urbanistica a 360 gradi, che rinnovi tanti aspetti tra cui non ultimo quello del consumo di suolo.
Quindi detto questo, fatta questa premessa, è pur vero che nel frattempo che noi aspettiamo, ed è vero che stiamo aspettando da diverso tempo questa norma, non possiamo “restare immobili”. Questa è l’occasione per aggiustare tanti piccoli aspetti, per renderli conformi primo, alla regola tecnica diffusa, secondo, all’accordo Stato-Regioni citato e alla normativa nazionale che sta mutando.
Devo dire che in Commissione questa norma è stata affrontata con tutte le associazioni di categoria, gli ingegneri, i geometri, gli architetti, chi più ne ha più ne metta, queste audizioni sono state utili perché sono venuti fuori degli aggiustamenti, delle modifiche che secondo me rispondono a molte esigenze, non dico a tutte, ma a molte.
Sinceramente devo dire una cosa, fino all’ultimo ho avuto anch’io il dubbio sul discorso della volumetria degli interrati, però è un dubbio che mi è stato sciolto, dobbiamo dire che non si fa più volumetria, si fa quello che si sta facendo adesso, cioè l’interrato resta possibile, ma non è un aumento di volumetria, anzi forse non fare questa cosa poteva al contrario permettere qualche comportamento non consono.
Ripeto, sono d’accordo che ci sia la necessità di una revisione globale della norma, sarebbe bene che questa legge sull’urbanistica al più presto arrivasse in Commissione, nel frattempo ritengo giusto, sentite anche le associazioni di categoria e i soggetti interessati, accogliere questa legge in senso positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Il nostro voto sarà favorevole. Per quanto riguarda la norma sul governo del territorio, abbiamo già detto in varie situazioni che la Commissione sta presentando una nuova legge che andrà a modificare la legge sull’Erap, poi dovremmo portare avanti, parlo di leggi importanti, quella sui parchi e poi dovremmo affrontare la legge sul governo del territorio in accordo con la Vicepresidente Casini.
Vorrei dire al Consigliere Giorgini che questa norma, al di là del vostro voto negativo che per carità è legittimo, sul piano casa non è per il consumo di suolo, ma è il miglioramento del patrimonio edilizio esistente, non vengono fatti nuovi edifici in zone incontaminate, ma grazie al piano casa vengono migliorati gli edifici esistenti, quindi si costruisce sul costruito, portando un miglioramento sia energetico che eventualmente anche sismico.
Abbinata a questa norma di proroga, cioè la 11 del 2009 sul piano casa, abbiamo volutamente inserito anche la proroga della legge regionale 11 del 2011, quella contro il consumo del suolo, contro le varianti in zona agricola, perché l’indirizzo che abbiamo dato come Regione Marche è quello di ridurre l’edificazione in zone attualmente non interessate dagli edifici e privilegiare il miglioramento e la qualità degli edifici esistenti. Mi sembra importante dirlo perché sennò passa un messaggio che non è rispondente all’obiettivo che abbiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Faccio soltanto una brevissima riflessione, non vuole essere un intervento il mio, vedo questa legge come un primo passo verso l’armonizzazione di una serie di terminologie che, in una materia delicata come questa, l’urbanistica, negli anni ha prodotto grandissima confusione soprattutto nei territori contermini. Provate a progettare qualcosa nei territori di confine regionale e vi accorgerete che c’è un dramma nell’interpretazione delle norme, soprattutto nelle simbologie, quindi l'accordo Stato-Regioni mette un po’ di ordine per lo meno in quelle che sono le definizione.
E' chiaro che il passo da fare è ancora molto lungo perché qui si introducono alcuni concetti ed anche alcune terminologie che devono poi essere recepiti e tradotti in norme tecniche di attuazione nei singoli piani regolatori. Il concetto di volume dell’interrato, se un Comune lo vuole introdurre è chiaro che dovrà variare degli indici per poter conservare la volumetria stessa, o passa al concetto, come fa questa norma, che si continua a considerare l’interrato, il completamente interrato, non volume, il parzialmente interrato il 50% o meno, a seconda se si verificano certe situazioni, oppure se lo si vuole considerare volume, e quindi introdurre maggiori standard sui territori, si dovranno variare gli indici di fabbricazione.
Quindi è un discorso abbastanza complesso, il dubbio è che probabilmente questo recepimento i Comuni non potranno farlo nei 180 giorni, così come dice la norma, sicuramente ci torneremo sopra dando più possibilità. Ai comuni del cratere è stato dato un tempo di 5 anni, gli altri probabilmente meritano qualche mese in più, da 180 giorni a 12 mesi, comunque non è questo il problema, però ripeto questo è un primo passo verso uno snellimento, verso una armonizzazione delle terminologie in modo tale che sul territorio nazionale, se vado a fare un progetto in Emilia-Romagna, quando indico il simbolo ST, la superficie totale, non è un altro valore e così via.
Parliamo da anni della necessità di mettere mano alla legge 34 del 1992, che è la legge fondamentale urbanistica di questa Regione, perché ormai il concetto di pianificazione è completamente cambiato, non si può più pensare di fare piani regolatori che durino 30 anni, non ha più senso, oggi c’è una evoluzione talmente forte che dobbiamo avere dei piani regolatori che hanno delle linee guida e, all’interno di queste linee guida, andare a particolareggiare con procedimenti che siano molto snelli, che non possono essere più quelli della 34/1992, il fatto dell'adozione, della pubblicazione, delle osservazioni, mesi e mesi in Provincia poi l’approvazione e quant’altro.
Quindi è vero che si dovrà perdere un po’ più di tempo per fare il piano guida di sviluppo di un territorio, che non potrà mai essere più limitato soltanto al singolo Comune, ma i piani regolatori devono essere intercomunali, le linee guida devono essere intercomunali, non possono essere riservate ad un singolo fazzoletto di terreno, poi ciascun comune andrà a particolareggiare all’interno di queste linee guida.
Questo è il nuovo concetto di perequazione urbanistica, raccogliendo anche quelle che sono le necessità, i progetti, i propositi dei privati che vengono inseriti dentro perché il pubblico molto spesso pianifica certe aree che rimangono inutilizzate per decenni, facendo un grandissimo danno alla collettività quando invece c’è l’esigenza di spostarsi su un altro aspetto.
Lo stesso dicasi per quanto riguarda ad esempio il commercio, le attività terziarie, oggi non è possibile che si pianifichino le attività commerciali in un comune senza che gli altri sappiano come comportarsi con la relativa pianificazione. E' vero che ci sono le consultazioni, la legge 26 sul commercio stabilisce che qualora si progetti un grande centro commerciale ci voglia il parere degli altri, un parere consultivo, non vincolante. Ripeto, occorre fare un passo in avanti, la legge 34/1992 ha esaurito i suoi compiti, mi auguro, lo diciamo da tanti anni, di metterci veramente in un percorso semplice, un percorso che deve essere valutato per bene, che deve portare a questi due livelli di pianificazione, il livello di pianificazione di carattere generale, le linee guida su un grande comprensorio che sarà di volta in volta individuato in ogni singola provincia, ed il livello più di dettaglio, dove la competenza è esclusivamente dei Comuni. Ne parliamo da tanti anni, le Regioni come la Lombardia, la ed il Veneto l’hanno fatto, i risultati ci sono stati e non capisco perché la Regione Marche non possa farlo ed in maniera veloce.
Chiudo così. Gli interventi sono finiti. Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Emendamento di coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei fare alcuni chiarimenti per cui noi voteremo negativamente questa proposta di legge che non è tutta sbagliata, ma il principio politico di questo guazzabuglio che stiamo mettendo in atto in materia urbanistica richiede ormai un rabdomante del cemento. Questa cosa significa che ci sono tante leggi di cui non si capisce più nulla, questo è il motivo fondante, la legge sull'urbanistica è attesa da 25 anni e questa X legislatura doveva portarla dopo tre anni a compimento, invece purtroppo questo compimento non c'è e si continuano a fare leggi omnicomprensive.
Prima di specificare il principio di cui parlavo prima sul consumo del suolo, vorrei fare un appunto al Presidente Biancani sul piano casa, che io ho impugnato, la Corte Costituzionale ha impugnato l'articolo ritenendolo incostituzionale, in Commissione avete ripresentato lo stesso articolo con un altro concetto, con un altro principio, ma in pratica fa le stesse cose. Quindi non parliamo di piano casa che ha degli aspetti anche lì molto oscuri, ma lei ha detto che la legge regionale 22/2011, Presidente, non prevede c'è consumo del suolo, benissimo, allora gliela leggo, l'articolo 11, comma 1, che voi avete prorogato fino al 2020 cosa dice? Articolo 11, fermo restando quanto previsto al capo I fino all'entrata in vigore della legge regionale organica per il governo del territorio e comunque non oltre 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge (questa legge è del 2011, 24 mesi e arriviamo al 2013) i Comuni si attengono alle seguenti disposizioni finalizzate alla riduzione del consumo di suolo nonché al massimo utilizzo e riqualificazione del patrimonio edilizio urbano esistente anche ai fini di tutela paesaggistica.
Questa legge si doveva stoppare non prorogare fino al 2020, perché in questo modo, non essendoci la legge urbanistica, si dà la possibilità di consumare ancora suolo, invece con una legge chiamiamola quadro che toglieva tutto quello che c'è, omnicomprensiva, omnibus, articoli, piccole proposte di legge, grandi proposte di legge, si aveva una norma dove poter attingere, una norma chiara, selettiva, dove gli ingegneri, architetti, geometri avessero un punto di riferimento e non dovessero andare a cercare come un rabdomante cosa fare per costruire o riqualificare un territorio.
Questo è il concetto che mi ha ispirato a non votare positivamente questa legge, anche se non tutti gli articoli sono sbagliati, ma è chiaro che l'espressione che noi diamo è politica per i motivi che ho detto prima e che ho ripetuto adesso. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Proposta di legge n. 178, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 502
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Situazione approvvigionamento radiofarmaci dell’Asur e vacanza Direttori medici delle UU.OO. di Medicina nucleare di Macerata e Ascoli Piceno”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 502 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola per la risposta il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente.
Punto 1) L'aggiudicazione definitiva dei lotti della gara "regionale" per i radiofarmaci per tutte le aziende e le aree vaste è stata effettuata da parte dell'Azienda Marche Nord, con determina n. 840 del 28 novembre 2017.
Punto 2) C'è una tabella che riporta quanti esami Pet vengono fatti nell'Asur, la richiesta era relativa alla media prestazione giorno. Vedo: Marche Nord 9, Asur Macerata 8, Ascoli Piceno 7,4, Ancona 16.
Punto 3) Il prezzo del radiofarmaco in questione è uniforme, a seguito della gara ed è stato aggiudicato a 6,26 euro iva e trasporto escluso con una radioattività misurata a un milli Curie.
Punto 4) Essendo positiva la risposta al punto 3 non necessita di una risposta.
Punto 5) Con nota del 31 ottobre 2017 e con mail del 2 marzo 2018, l'Asur ha comunicato che sia in Area vasta 3 che in Area vasta 5 non ci sono posti vacanti.
Riguardo ai Direttori di struttura complessa, in Area vasta 3 l'incarico è stato attribuito a decorrere dal 1 febbraio 2018.
In Area vasta 5 è stato indetto l'avviso e a breve deve essere espletata la procedura.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La ringrazio per la risposta, evidentemente la situazione, dopo i sette mesi dalla presentazione dell'interrogazione e dopo una serie di informazioni che sono uscite a livello giornalistico e dopo le polemiche legate ad una difformità rispetto ai prezzi dello stesso farmaco utilizzato in diverse aree vaste marchigiane, in qualche modo è rientrata, stando alla risposta che mi ha dato in questo momento. Se può farmene avere una copia, la ringrazio.
Ovviamente la questione così com'era uscita dalla stampa e dalla cronaca era abbastanza complessa tanto che negli ultimi aggiornamenti era uscito anche il discorso sull'interessamento di Cantone rispetto alla questione.
Mi riserverò di verificare quello che ha fornito come dati rispetto ad un pregresso che segnalava dei dati diversi da quelli che attualmente si sono assestati. Grazie.

Interrogazione n. 585
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Destinazione della palazzina ex sede del laboratorio analisi, del vecchio ospedale di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 585 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Il Piano di recupero dell'area ex ospedale del Viale della Vittoria di Jesi (esclusa la parte storica) prevede la completa demolizione dei fabbricati esistenti.
Al fine di dare corso alla demolizione dei fabbricati, per motivi di sicurezza, è stata nel frattempo dismessa la centrale termica a servizio dell'intero ospedale e pertanto disattivati gli impianti termici in tutti i fabbricati dell'ex ospedale e a breve la centrale termica verrà smantellata.
Con l'Amministrazione comunale di Jesi, è stata sottoscritta una convenzione, con la quale è stato stabilito di procedere con la demolizione della parte di fabbricato prospiciente il Viale della Vittoria.
Nessun atto è stato concretizzato con l'Amministrazione comunale per il mantenimento della porzione dell'ospedale (ex laboratorio analisi).
L'Asur precisa che il suddetto immobile ad oggi è inutilizzabile in quanto gli impianti non sono più funzionanti e in parte sono stati smantellati.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Uno degli obiettivi dell'interrogazione era quello di ribadire che la destinazione urbanistica, la pianificazione di una città deve essere realizzata d'intesa con il Comune e la Regione, questo voglio ribadirlo.
L'altro aspetto, se la palazzina rimane è ovvio che non può rimanere in quel contesto, visto che la parte storica rimane, è una palazzina fatiscente, occorrono risorse per risistemarla e quando facevo riferimento alla vivacità democratica intendevo questo, parte dell'associazionismo cittadino ne chiede l'utilizzo, però è chiaro che il mantenimento comporta un investimento.
Oggi però, come giustamente mi ha detto nella risposta, non c'è nessun atto che preveda il mantenimento della palazzina e questo è vero, nel piano di recupero fatto più di 10 anni fa e nel nuovo piano di recupero 2 o 3 anni fa è prevista la demolizione di tutto tranne della parte storica, ma la cosa curiosa che l'Asur dovrebbe chiarire è che nel progetto di demolizione affidato a dei tecnici per la messa in sicurezza, per la eliminazione delle parti pericolose, per evitare al momento la demolizione, il disagio alla città, non prevede più quella palazzina, quindi il piano di recupero dice una cosa, il progetto di demolizione dell'Asur ne dice un'altra. Un'anomalia che deve essere chiarita e sanata. Grazie.

Interrogazione n. 587
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Celani
“Sostegni alla terza età”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 587 dei Consiglieri Marcozzi, Celani.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Punto 1), il tema dello sportello badanti. L'organizzazione della risposta sociale strutturata sui territori passa attraverso i PUA (punto unico di accesso) che svolgono una funzione anche rispetto alla richiesta dell'interrogante, ovvero forniscono alle famiglie gli elenchi delle figure che hanno seguito il percorso di formazione delle 100 ore per la qualificazione del servizio alle persone e permette anche di poter ottenere l'assegno di cura, cioè chi si avvale di una persona che ha seguito la formazione ha anche il vantaggio di ottenere l'assegno di cura, quindi lo sportello non si chiama sportello badanti, è il PUA (il punto unico di accesso) attraverso il quale si svolge, credo che fosse questo l'obiettivo dell'interrogazione, l'attività di contatto fra le famiglie e il servizio per quanto riguarda il tema degli anziani.
Punto 2), come dicevo, è stato già attivato e continua ad esserci un corso di formazione della durata di 100 ore proprio per dare a chi si prende cura del nostro anziano la dovuta e adeguata formazione e poi costituire un Albo che per le famiglie diventi un punto di riferimento perché sanno che attraverso l'albo possono ricevere una risposta qualificata.
Punto 3), la figura del caregiver è già riconosciuta e finanziata per quanto riguarda la Sla, quindi su una patologia degenerativa grave esiste già un riconoscimento nella Regione Marche della figura anche in termini economici per il sostegno della famiglia che si trova ad affrontare questo caso di grave ed invalidante percorso di malattia.
E' chiaro che questa esperienza può diventare un punto di riferimento più generale sulla cura per chi tiene a domicilio la persona non autosufficiente, quindi mutuando dalla non autosufficienza derivata dalla malattia anche per quanto riguarda il resto, ad oggi non ci sono strumenti che riconoscono il caregiver nella misura in cui si occupa di altro, però questa esperienza è significativa e può aiutare ad allargare la prospettiva anche sulla cura dell'anziano.
Ultimo punto, quali sono le iniziative di carattere generale. Oltre al citato percorso formativo, oltre all'assegno di cura, ricordiamo due presidi fondamentali che sono i presidi natura residenziale per i vari livelli di intensità di risposta per quanto riguarda l'anziano non autosufficiente, dalla casa di riposo, alla residenza protetta, alla struttura dedicata per le demenze, dove già non solo è presente una rete importante in termini di risposta, ma un potenziamento significativo dei posti convenzionati che sono aumentati di oltre 400 nella prima parte di questo mandato e continueremo ad investire sull'aumento in termini di risposte, più un secondo aspetto, riguarda l'assistenza fatta in casa attraverso figure professionali che sostengono da un punto di vista sanitario, socio-sanitario o puramente di cura la persona, diffuso in tutto il territorio, quindi di accesso domestico.
Risposte più strutturate e l'assegno di cura costituiscono una articolazione ampia che copre l'anziano non autosufficiente sia nel momento in cui rimane a casa, curato dai suoi, rimane a casa curato da una figura con un percorso professionale, sia quando entra in una struttura dove trova delle risposte di vario livello nella quale sono aumentati i posti convenzionati che sono quelli che permettono di avere una retta calmierata.
Io le ho fatto un riassunto della risposta più articolata, se desidera gliela faccio avere per intera.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Sulle case di riposo noi avevamo già fatto un'altra interrogazione in merito.
In quasi tutte le Regioni italiane le persone non autosufficienti gravi, inserite nelle residenze protette sono finanziate per la quota sanitaria, dalla sanità regionale con quote giornaliere che oscillano tra i 40 e i 55 euro, invece nelle Marche si corrispondono 33,51 euro, sono rimaste così ormai da 10 anni, quindi lamentiamo questo, visto e considerato che lei parla di case di riposo e residenze protette, io le faccio questo appunto, magari di adeguare le rette. Grazie.

Interrogazione n. 584
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini
“Interventi per la riapertura della strada statale 73 bis di Bocca Trabaria”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 584 dei Consiglieri Biancani, Traversini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione si precisa che la frana che ha interessato la statale 73 bis di Bocca Trabaria, tra il Km. 16+500 ed il Km. 16+600, ricade nel territorio della Regione Umbria, pertanto risulta di competenza dell'Anas S.p.A. - area compartimentale umbra.
L'Anas, area compartimentale umbra, con ordinanza n. 50/2018 ha disposto la chiusura al traffico della statale 73 bis di Bocca Trabaria.
I Sindaci dei Comuni di Borgo Pace (PU) e San Giustino (PG) con nota del 16 marzo 2018 hanno segnalato tale problematica alle autorità competenti.
Il Responsabile del Coordinamento territoriale centro dell'Anas con nota del 21 marzo 2018 ha comunicato che i lavori potranno essere affidati e successivamente avviati entro il prossimo mese di giugno per poi essere completati a fine estate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti per la risposta che è molto positiva anche perché per il territorio è un'esigenza veramente importante, possiamo dire strategica, che la strada venga riaperta quanto prima. Grazie.

Interrogazione n. 586
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Tassazione della produttività dei dipendenti dell’Erap Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 586 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Presidente, rispondo io anche se la competenza in questa materia a mio avviso è della Vicepresidente Casini, però do volentieri la risposta sia perché la Vicepresidente non c'è, sia perché ci sono aspetti che attengono al personale, anche se io non ho la delega al personale dell'Erap, lo faccio volentieri anche perché voglio dire, anziché farlo nelle conclusioni, il Consigliere Giorgini ha posto una questione giusta che noi tra l'altro avevamo già risolto. La questione in sé è giusta, quella dell'uniformità di trattamento tra posizioni identiche e facenti parti dello stesso gruppo, quindi lo voglio ringraziare per aver evidenziato questo aspetto ma, ripeto, come vedrà dalla risposta, l'avevamo già completamente risolto.
Dall'istituzione dell'Erap Marche, avvenuta, com'è noto dall'1 gennaio 2013, ad oggi, è stata erogata ai dipendenti dell'ente la produttività relativa alle annualità 2013-2014-2015.
L'erogazione delle annualità 2013-2014 è avvenuta durante il periodo di direzione del precedente Direttore che, oltre ad assicurare l'esercizio organico ed integrato delle funzioni dei presidi aveva, come specifico obiettivo fondamentale, quello di "omogeneizzare le procedure e gli atti dei presidi territoriali" (Delibera di Giunta regionale n. 1277 del 10 settembre 2012).
Tale obiettivo fondamentale veniva ribadito nella delibera di Giunta Regionale n. 1115 del 30 settembre 2014, quindi in riferimento alla vecchia Giunta, con cui il precedente Direttore veniva nominato anche responsabile ad interim, di tutti i presidi provinciali dell'Erap Marche, compreso quello di Macerata, incarico che ha rivestito dall'1 ottobre 2014 al 3 marzo 2016.
Alla base di tale scelta della Giunta regionale precedente, come può leggersi nel relativo documento istruttorio, vi era appunto la finalità di agevolare il rapido completamento del processo di unificazione e l'omogeneizzazione delle procedure nei singoli presidi provinciali.
Ciò premesso, la produttività erogata al personale dipendente per gli anni 2013-2014-2015 avveniva, in effetti, in forma differenziata tra i presidi quanto alle modalità di tassazione, ossia avveniva con la modalità della tassazione separata per tutto il personale del presidio di Macerata (dirigente e non dirigente) e con la tassazione ordinaria per i dipendenti degli altri presidi, è quello in sostanza che lamenta ed evidenzia il Consigliere Giorgini.
Il nuovo Direttore dell'Erap Marche, a sua volta, in carica dall'1 aprile 2016 ha continuato ad applicare, per l'erogazione della produttività 2015, tale trattamento differenziato quanto alle modalità di tassazione 2015.
Tale prassi, sia del precedente Direttore che del nuovo, trova peraltro fondamento - sostengono loro - nel fatto che pur essendovi, per gli anni di riferimento, un unico contratto decentrato integrativo per l'intero personale dell’Erap Marche, lo stesso prevedeva fondi separati per i diversi presidi, per le cui modalità di ripartizione si operava un rinvio alla disciplina preesistente nei singoli presidi, tra cui la modalità della tassazione separata che il presidio di Macerata già applicava fin dal 2006, ossia da ben prima dell'istituzione dell'Erap Marche, per la produttività del proprio personale dirigente, in relazione alla liquidazione dei compensi con oltre un anno di ritardo rispetto alla loro maturazione, senza che la competente Agenzia delle Entrate avesse mai sollevato rilievi in merito.
Si tratta, in realtà, di una delle varie disomogeneità che ancora esistono nel trattamento economico del personale nell'ambito di un lungo e complesso processo di unificazione in atto, che vede comunque importanti passi in avanti con l'approvazione, da parte del nuovo Direttore, dei Regolamenti per l'applicazione delle indennità ex articolo 17 del Regolamento per la ripartizione degli incentivi ex Merloni e del Regolamento per l'attribuzione delle Posizioni Organizzative e delle Alte Professionalità, atti prodromici alla costituzione di un unico fondo di produttività.
Si pensi, ad esempio, che i dipendenti amministrativi dei presidi di Ascoli Piceno e Fermo non hanno mai partecipato alla ripartizione dei compensi per incentivi tecnici, diversamente da quanto avveniva negli altri presidi, come pure esistevano, fino al 2015-2016, diversi sistemi di attribuzione delle indennità per particolari responsabilità nei vari presidi e diversi sistemi di valutazione del personale, secondo discipline anch'esse risalenti a prima dell'istituzione dell'Erap Marche.
Si fa presente, inoltre, che relativamente alla produttività 2015 l'attuale Direttore, ben conscio della necessità di uniformazione delle modalità di tassazione dei suddetti compensi, come sottolineato dallo stesso interrogante sottoponeva la questione all'esame della Conferenza dei Servizi Ragioneria, manifestando il proprio orientamento in ordine all'applicazione di tale modalità per il personale di tutti i presidi all'uopo richiamando e fornendo la relativa documentazione di riferimento.
I Responsabili dei Servizi Ragioneria dei presidi tuttavia, nell'ambito della propria autonomia e discrezionalità, trattandosi di materia suscettibile di difformi interpretazioni, ritenevano di procedere anche per il 2015 con le modalità della tassazione ordinaria precedentemente applicata, fatta eccezione per la retribuzione di risultato del precedente Direttore, relativa alle annualità 2012-2013-2014, che il presidio dì Pesaro sottoponeva a tassazione separata.
Si evidenzia, infine, che per la produttività dell'anno 2016, di prossima liquidazione, è stato convenuto con le organizzazioni sindacali e la R.S.U. del personale, in sede di Delegazione Trattante di sottoporre a tassazione separata la produttività del personale dirigente e non dirigente di tutti i presidi. Ritenendosi questa la modalità di tassazione più corretta anche alla luce di recenti pronunce dell'Agenzia delle Entrate intervenute nel corso del 2017 (cfr. Agenzia Entrate n. 921-50/2117 n. 115 E del 13 dicembre 2017), considerato che tali compensi vengono liquidati con oltre un anno di ritardo rispetto alla loro maturazione in relazione alla complessità della relativa procedura, soluzione su cui ha convenuto anche il Coordinatore della gestione economica del personale dell'Erap Marche.
Si ribadisce, inoltre, che né l'Agenzia delle Entrate, né l'Organo interno di revisione hanno mai formulato rilievi in merito, quindi in sostanza si è deciso di sottoporre a tassazione separata la tassazione del personale dirigente e non dirigente per tutti i presidi recuperando, come auspicava anche il Consigliere Giorgini, quella uniformità di tassazione su tutto il complesso organizzativo che secondo me finalmente è arrivata e mi sembra cosa non soltanto giusta, ma anche opportuna, quindi dal 2006 si procede con uniformità e con tassazione separata.
E' evidente che per il pregresso, qualora l'Agenzia delle Entrate ritenesse non corretta l'applicazione della tassazione separata gli interessati saranno chiamati a corrispondere i relativi conguagli, fatta salva la facoltà degli stessi ovviamente di ricorrere alla competente Commissione tributaria, invece i dipendenti per i quali è stata applicata in passato ante 2016 la tassazione ordinaria qualora ritenessero di aver titolo alla tassazione separata potranno a loro volta presentare istanza di rimborso alla competente Agenzia delle entrate.
Termino, sperando di aver soddisfatto le aspettative del Consigliere Giorgini perché quella indicazione giusta che da lui veniva di uniformare la tassazione è stata attuata fin dal 2016.
Nella risposta, come faccio sempre, ho aggiunto qualcosa di mio perché gli uffici mi fanno le risposte che in larga misura io condivido, ma ci aggiungo sempre del mio perché credo che chi risponde deve assumersi la responsabilità politica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Assessore la ringrazio di questa risposta, ma dobbiamo chiarire delle questioni su questa situazione perché se quello che ho scritto io è vero, e lei me lo ha confermato, c'è un problema di iniquità in quanto la modalità di tassazione della produttività è stata vista in un certo modo e poi non capisco come mai a Macerata, solo a Macerata, che è l'espressione del direttore dell'Erap. Perché solo a Macerata? Questo mi piacerebbe capirlo.
Detto questo, qui si pongono due questioni: o noi richiediamo la tassazione al Dipartimento di Macerata perché ha pagato meno a differenza di Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Pesaro, oppure dobbiamo restituire la maggiore tassazione che è stata fatta dai dipendenti di Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Pesaro.
Caro Assessore, si pone questo problema! Il problema è questo, una questione di iniquità, quindi qualcosa si dovrà pur fare.
Io non ho memorizzato tutta la sua risposta, la leggerò attentamente poi vedrò cosa fare, comunque quello che dobbiamo anche oggi dire è che c'è stata una violazione alle disposizioni della legge 36/2005, articolo 23, comma 2, lettera g) che prevede che “il dirigente direttore deve assicurare l'esercizio organico e integrato delle funzioni di tutti i presidi provinciali dell'ente”.
Mi sembra strano che chi governa l'Erap non sapesse che il dipartimento di Macerata avesse dei benefici sulla tassazione che non erano dati agli altri quattro presidi, e questo è gravissimo, perché si è preferita una tassazione, una modalità di tassazione più conveniente per un dipartimento mentre è stata lasciata la tassazione normale agli altri.
Non è stata in pratica uniformata la modalità di gestione, come la legge regionale 36/2005 prevede, adesso è inutile che ribatto su una cosa che lei ha letto e spiegato, leggerò attentamente la sua risposta se me ne fa avere una copia e poi farò le valutazioni del caso perché questa è una cosa gravissima, si è fatto figli e figliastri in un ente regionale controllato dalla Regione per il quale credo che sia una cosa che non doveva essere fatta.
Attendo la sua copia e nei prossimi giorni valuterò quello che dovrò fare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Credo che da parte mia corra l'obbligo di manifestare pubblicamente il mio apprezzamento nei confronti dell'attuale direttore dell'Erap Marche che tra l'altro non conosco personalmente, però ne conosco le attività, quindi voglio farlo, il quale tra l'altro finora non ha percepito alcuna retribuzione di risultato per lo svolgimento di tale incarico né a tassazione ordinaria né a tassazione separata, questo credo che sia importante, ma va anche evidenziato un altro aspetto, come dicevo io, la sua giusta osservazione, dico giusta, era già stata risolta perché soltanto fino al 2015 si è proceduto in quel modo, anche secondo me sbagliato.
Ho già detto che per la produttività dell'anno 2016 si procederà uniformemente per tutti a tassazione separata, lo voglio ribadire, quindi abbiamo recuperato l'uniformità che è giusta, tassazione separata. E' di tutta evidenza che quelli che in precedenza hanno usufruito di questa modalità agevolata, la tassazione separata, come a Macerata, non dovranno restituire alcunché, gli altri che sono stati penalizzati, anche su questo sono d'accordo con il Consigliere Giorgini, ovviamente potranno chiedere i rimborsi all'Agenzia delle Entrate. Credo che sia una cosa giusta perché quello che è inaccettabile e che su posizioni identiche si operi una differenza rispetto ai presidi territoriali dove uno svolge l'attività, ma questa anomalia, ripeto, anche secondo me grave, è stata definitivamente superata. Quindi, ripeto, spero di aver chiarito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei dire che a me risulta, può darsi che mi sbagli, che questa cosa è iniziata a fine 2016, lei mi ha parlato del 2013-2014-2015, a me risulta che prima del 2016 non fosse attiva questa iniquità, però può darsi che sbagli e comunque mi è sembrato strano che - Totò diceva che quando ci sono troppe coincidenze che coincidono c'è qualcosa che non va - questa cosa sia avvenuta solo a Macerata che ha come dirigente, il direttore dell'Erap, mi è sembrata una cosa strana, non voglio fare accuse, è una persona che non conosco, ma so che è stimata e tutto quello che volete, però perché proprio a Macerata? Questo è il senso della mia interrogazione e ringrazio nuovamente l'Assessore per la risposta.

Mozione n. 240
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Misure urgenti per ridurre la presenza di glyphosate nell’ambiente”

Interrogazione n. 410
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Applicazione dispositivo mozione n. 84 ‘Salvaguardia del territorio regionale dall’uso dei diserbanti chimici al di fuori delle pratiche agricole’”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 240 e l’interrogazione n. 410 entrambe del Consigliere Fabbri, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ascolterei prima la risposta all'interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In base a quanto previsto dagli impegni condivisi nella mozione 84 del 2016, la Regione Marche ha iniziato a fronteggiare il problema del glyphosate attraverso diverse azioni.
Riguardo all'azione formativa ed informativa sull'utilizzo di glyphosate da parte dei soggetti in possesso dello specifico patentino per l'acquisto e l'utilizzo di agrofarmaci, negli ultimi anni la Regione ha ampliato notevolmente la sua sfera d'azione. Coloro che possiedono e dichiarano di utilizzare almeno un'irroratrice ai fini dell'attribuzione di gasolio agricolo ad accisa ridotta sono attualmente 12.500. Al 23 aprile 2018 le persone in possesso di patentino per gli agrofarmaci risultano essere 14.360. Da questi numeri si può facilmente evincere che il picco di esigenza formativa venutasi a creare con l'attuazione del Piano di azione nazionale per l'uso dei prodotti fitofarmaci sia terminato e che, attualmente, tale esigenza si manifesta solo per taluni nuovi utenti agricoli e per coloro che vedono approssimarsi la scadenza del patentino in loro possesso (rinnovo).
Circa le azioni specifiche previste dal Piano di azione nazionale fitofarmaci, che vedono interessati i Ministeri della salute, dell'ambiente e delle politiche agricole alimentari e forestali la Regione Marche ha già avviato informalmente il coinvolgimento dei soggetti sopra esposti per la costituzione di un "tavolo di lavoro interprofessionale" congiunto, la cui istituzione è prossima.
Quanto all'aggiornamento dei disciplinari di produzione integrata eliminando il glyphosate, allo scopo di creare una disciplina simile e confrontabile a livello nazionale, l'Accordo Stato-Regioni del 20 marzo 2008 ha sancito la volontà di istituire un sistema di qualità nazionale per la produzione integrata. Attualmente, la produzione integrata rappresenta lo standard di riferimento sia nell'applicazione delle misure agroambientali del PSR sia nel finanziamento dei programmi operativi delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli.
In attuazione di detto accordo, la Regione Marche ha istituito, con Decreto n. 38/S10 del 25 febbraio 2009, un gruppo di lavoro incaricato di redigere i disciplinari regionali di produzione integrata, sullo schema dello schema nazionale.
Con delibera di Giunta regionale n. 551 del 30 marzo 2009, sono state approvate le prime disposizioni attuative relative alle misure agro ambientali del PSR 2007/2013; successivamente, con una duplice finestra di aggiornamento annuale, si procede all'aggiornamento dei disciplinari regionali di produzione integrata (la versione più recente è quella contenuta del 22 marzo 2018). Tuttavia i disciplinari regionali di produzione integrata contemplano esclusivamente l'uso agricolo dei fitofarmaci e non le competenze extra-agricole (strade, linee ferroviarie, piazzali ed altre aree di competenza comunali). Affinché taluni prodotti chimici possano essere esclusi dai disciplinari regionali occorrerebbe ricorrere all'esclusione dalla bozza nazionale. Così facendo l'impatto sarebbe di maggiore efficacia e non penalizzerebbe soltanto l'agricoltura regionale per l'esclusione di prodotti altrimenti consentiti.
Per quanto riguarda i compiti che la mozione chiedeva di affidare ad Arpam, negli ultimi anni la consapevolezza che il gliphosate sia un erbicida tra i più utilizzati a livello mondiale dalla sospetta cancerogenicità ha fatto sì che il monitoraggio del gliphosate e del suo principale prodotto di degradazione (acido aminometilfosfonico in acronimo AMPA) sia uno dei più recenti e principali obiettivi del programma di monitoraggio delle acque sia superficiali che sotterranee, elaborati sulla base di quanto previsto dalle vigenti normative di settore a partire dal decreto legislativo 152/2006.
L'inserimento nel monitoraggio routinario della determinazione di tali molecole a livelli di concentrazione di poche parti per trilione (un miliardesimo di grammo per litro di acqua), richiede alla struttura laboratoristica, un rilevante sforzo quali-quantitativo, in termini di apparecchiature, reagenti e personale oltre una strumentazione altamente specialistica.
L'Arpam Marche ha avviato nel secondo semestre 2017 la gara per l'acquisto di strumentazione analitica di altissima prestazione che consentirà la determinazione quali-quantitativa di queste e di altre sostanze considerate "emergenti", la cui consegna è prevista entro giugno 2018.
A seguito della messa a punto dei metodi di prova si avvieranno le analisi sui campioni di acque prelevate dal territorio marchigiano.
L'Arpam ha comunque già previsto nel piano di monitoraggio delle acque superficiali e sotterrane anno 2018 l'esecuzione di analisi per la ricerca di gliphosate e del suo metabolita AMPA; in tale contesto, in attesa dell'arrivo della suddetta strumentazione, ha già preso accordi con altre Agenzie del sistema nazionale per la protezione ambientale per l'analisi dei campioni di acqua che saranno prelevati nel primo semestre 2018 nei punti stabiliti della rete di monitoraggio.
Al termine del monitoraggio verranno elaborati i dati ottenuti e trasmesso agli Enti, come previsto dalla mozione 84, un report ambientale.
Per quanto concerne l'azione di dissuasione verso Anas ed Rete Ferrovie Italiane dall'utilizzo di glyphosate, è stata condotta ad oggi soltanto un'operazione di raccomandazione verbale. Al momento attuale è previsto comunque l'obbligo, per le macchine che effettuano trattamenti lungo le linee ferroviarie, che le stesse siano utilizzate da personale opportunamente formato e munito di autorizzazione regionale all'utilizzo di fitofarmaci (patentino). È inoltre prescritto che le macchine utilizzate lungo le linee ferroviarie siano sottoposte a controllo funzionale da centri prova autorizzati con cadenza almeno annuale (la Regione Marche ha autorizzato 11 centri prova per il controllo delle macchine irroratrici, formando 35 tecnici da adibire alla specifica mansione di controllo).
Sarà premura del servizio trasporti e viabilità di adottare anche comunicazioni ufficiali in tal senso agli enti interessati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa mozione del Consigliere Fabbri segue un'altra mozione sulla quale avevamo fatto insieme una risoluzione, senza aprire il dibattito adesso, chiedo se è possibile presentare una risoluzione, quindi di andare avanti con i punti all'ordine del giorno e di mettere la mozione in fondo, intanto noi con l'Assessore prepariamo un dispositivo che possa essere votato in maniera unanime.

PRESIDENTE. Va bene, credo che si possa fare.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Raccolgo l'invito del Consigliere Biancani perché questa mozione nasce dalla mozione n. 84, che avevamo concordato insieme, e prosegue nella azione di bandire il gliphosate dall'utilizzo.
Colgo l'occasione per replicare all'interrogazione in modo che chiudiamo questo aspetto della discussione.
Mi reputo parzialmente soddisfatto, per l'aspetto relativo all'Arpam che sta acquistando i macchinari per poter eseguire le analisi sulle acque mi dichiaro soddisfatto, chiaramente non mi reputo soddisfatto sull'aspetto della sensibilizzazione e della informazione da parte della Regione sugli altri enti, perché l'interrogazione, che segue di un anno la mozione n. 84, è del 21 aprile 2017, quindi di un anno fa, aveva registrato l'utilizzo del gliphosate sulla E78, sulla statale 16 e sul tratto ferroviario, a dimostrazione che la Giunta non aveva eseguito questa opera di sensibilizzazione verso l'Anas e verso le Ferrovie. Da questo lato chiaramente non sono soddisfatto, quindi chiedo ulteriormente di applicare l'azione richiesta dalla mozione n. 84 e di catechizzare a dovere gli altri enti per bandire l'utilizzo del gliphosate. Grazie.

PRESIDENTE. Invito il Consigliere Biancani a sistemare questa risoluzione insieme al Consigliere Fabbri. Procediamo con l'ordine del giorno.

Mozione n. 301
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Ripristino finanziamento legge regionale n. 24/1985”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 301 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vedo che l'Assessore non c'è, però ci sarà chi gli riporterà queste nostre richieste.
Con questa mozione noi sollecitiamo il ripristino di una legge che ancora oggi è vigente nella regione Marche, è la n. 24/1985, che interviene sulle associazioni che aiutano le persone meno fortunate di noi.
Questa legge per dire la verità dà dei contributi per aiutare chi è meno fortunato di noi tramite le associazioni, addirittura si sono costituite in federazioni tra le associazioni nazionali dei disabili, non ve le elenco perché penso che le conosciate, sono di ausilio ai ciechi ed agli handicappati. Questo mondo del volontariato aiuta le persone nelle loro disabilità.
La legge non è stata più finanziata, è chiaro che la nostra richiesta come gruppo della Lega è far si che si possa rifinanziare, dare un contributo a queste associazioni, fra l'altro con una sede presente nella provincia di Pesaro, rappresentate dal Presidente che si chiama Massimo Domenicucci. Noi siamo stati sensibili a questa richiesta e quando si va a toccare un problema del mondo dell'associazionismo, che aiuta le persone in difficoltà, credo che occorra perlomeno riflettere se come esecutivo abbiamo fatto bene o male.
Credo che in questo contesto non si possa dire che è stato fatto bene, noi diciamo che è stato fatto male e la mozione va nel senso di chiedere un intervento della Giunta impegnandola a far si che questa legge possa continuare ad avere un suo finanziamento, non sto ad indicare la cifra, non mi compete, a me come Lega spetta evidenziare questo aspetto.
Spero che sia stato un incidente di percorso, nel senso che sia stata una svista, può anche capitare, però il senso politico della mozione è quello di fare intervenire l'esecutivo e di impegnarlo rispetto alla Federazione nazionale dei disabili (ANMIC, ANMIL, ANS, ecc.), costituita in Comitato regionale, coordinamento presso l'Anmic, Viale della Vittoria, Pesaro.
Questa è una associazione che ha svolto e svolge un ruolo per le persone in difficoltà, è chiaro che questa cosa va osservata e va verificata. Tutte le cose che sono previste dalle disposizioni devono essere applicate e chiediamo che quest'Aula sia sensibile ed impegni la Giunta a far si che venga presa in considerazione l'ipotesi di finanziamento della legge n. 24 del 30 aprile 1995.
Chiedo all'Aula un impegno in questo contesto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. La mozione pone l'accento e l'attenzione su un problema serio e reale che riguarda il mancato finanziamento dal 2015 di quell'arcipelago di associazioni a difesa ed a tutela delle persone fragili, che peraltro hanno svolto e svolgono un ruolo di grande importanza nei confronti delle fragilità.
La Regione Marche ha finanziato fino al 2015, poi, ahimè, per la riduzione dei trasferimenti statali, quindi delle risorse finanziarie, questo tipo di approvvigionamento che serve a mantenere in vita l'attività delle associazioni è venuto meno, ma non è venuto meno il massiccio intervento della Regione nell'ambito della disabilità nel suo insieme.
Ho reperito dei dati su quanto nel 2017 la Regione ha speso per l'area della disabilità nelle sue varie articolazioni, dalla vita indipendente, dal fondo che è stato raddoppiato, al dopo di noi, al progetto sollievo, alla legge 18 finanziata quasi interamente con fondi sanitari, per un totale di circa 31 milioni di euro. Di fronte ad una scelta più o meno prioritaria, se finanziare le associazioni o mettere i soldi per i servizi e per le persone fragili, si è perseguito questo tipo di scelta.
Comunque, come diceva il Consigliere Zaffiri, il Consiglio è sovrano nella formulazione e nella stesura del bilancio della Regione, quindi può essere quella la sede anche attraverso degli emendamenti per cercare di reperire delle risorse per finanziare quell'associazionismo così importante ed alcune volte determinante nei confronti delle persone disabili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Intervengo perché credo che questa mozione meriti una certa attenzione, anche perché è il mio campo, l'ho seguito per diversi anni e debbo dire in anni felice, come è stato ricordato sia dal Consigliere Zaffiri che dal Consigliere Volpini. Mi meraviglio che il finanziamento della legge 24 sia arrivato fino al 2015 perché la prima stretta che ha riguardato i servizi sociali ed anche altri settori, tipo cultura, è stata nel 2013, quindi sul bilancio 2014.
Sono stato fortunato perché ho fatto l'Assessore dal 2010 al 2013 negli anni in cui i soldi c'erano e ricordo che ho incontrato molte volte questo comitato, addirittura credo che aumentammo l'intervento ed introducemmo dei criteri.
Per precisare questi non sono soldi che vanno per i servizi, lo ricordava il Consigliere Volpini, per i servizi abbiamo 31 milioni di euro e forse anche qualcosa di più in altri settori, ma i servizi sono servizi e vengono finanziari con i fondi statali, i fondi sanitari regionali e qualche fondo proprio regionale. Questa legge viene finanziata solo con i fondi propri perché non è possibile finanziare questo tipo di attività con i fondi statali che ce li danno solo per i servizi.
Essendo state cancellate dal finanziamento circa 130 leggi dal bilancio 2015, piano piano ripristinata qualcuna, questa è una di quelle che è uscita dal finanziamento ordinario. Quindi in linea di principio direi che sono d'accordo con il Consigliere Volpini, a che qualcosa rientri, in linea di procedimento, nel senso che ritengo che la mozione possa diventare uno strumento anche un po' pericoloso e contraddittorio perché onestamente io firmerei questa, ma ne firmerei altre 50 se manca il rifinanziamento delle leggi. Per esempio abbiamo finanziato la legge n. 30, adesso non voglio fare polemica con la Giunta perché non è una polemica, ma è una mia libertà e lo dico, credo che la legge sulla famiglia sia un po' più importante della legge n. 24, ma purtroppo i fondi sono finiti in altre cose, verranno ripristinati.
Quindi io sono a disposizione di chiunque lo richieda o prenda iniziativa, sennò la prendo anch'io, ed in vista della variazione di bilancio, da quanto ho capito la Giunta si appresta a varare tra la fine aprile e i primi di maggio, e quindi verrà in Aula, presentare emendamenti che, lo dico chiaro Consigliere Zaffiri, tocchino anche l'Aerdorica, non ho difficoltà a dire dove dobbiamo andare a prendere i soldi, perché il vero problema non è dire siamo con l'associazionismo degli invalidi, figuriamoci se non sto con l'amica Anna Menghi, sono stato un suo caldo sostenitore a suo tempo era Sindaco di Macerata, l'Assessore Sciapichetti si agita perché stava dall'altra parte e non era contentissimo, ma la storia è storia, mica la possiamo cambiare.
Non è che noi siamo contro o io sono contro le associazioni e non voglio dar loro i soldi, però il vero problema è darli senza prenderle in giro. E' inutile che dico alla Giunta “trovali”, la Giunta mi dice che non ne ha, perché se li avesse avuti ce li avrebbe messi, li trovi il Consiglio che in sede di variazione di bilancio potrà dire se vuole rimettere non i 240/270 mila euro, che magari ci ha lasciato l'Assessore Marconi, oppure metterne 100 mila, però deve dire dove andarli a prendere. Questo è un compito nostro, non è un compito della Giunta.
Ripeto, in sostanza è così, ma nella pratica non lo è, perché domani presento insieme ai Consiglieri Urbinati, Rapa e Busilacchi altre 40 mozioni in cui dico vorrei i soldi qui, vorrei i soldi là, ma non possiamo chiedere una cosa che è nella nostra disponibilità, è quasi contraddittorio. Il finanziamento di una legge non spetta alla Giunta, ma al Consiglio, mentre alla Giunta potremmo chiedere altre cose Consigliere Zaffiri, ad esempio per quanto riguarda il coordinamento, il confronto con queste realtà, le cose che loro vogliono siano messe in campo da un punto di vista amministrativo perché la competenza è quella.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ho seguito con attenzione gli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto, sono tutti legittimi e tutti buoni.
Effettivamente c'è la volontà politica di affrontare questo argomento, però credo che il senso della mozione debba essere questo: affrontare il problema in termini politici, Presidente Volpini, Consigliere Marconi, come il Consigliere Marconi ha detto prima.
L'impegno è la volontà politica, non mi aspetto che da questa mozione la Giunta intervenga e dia dei soldi, un conto è l'aspetto politico, intervenire presso queste associazioni, che sono al fianco di persone meno fortunate, significa che l'istituzione, la Regione, è a fianco di queste persone.
L'aspetto politico della mozione va in questo senso, chiedo all'Aula di votarla perché questo Consiglio possa sentirsi a fianco non solo delle associazioni, ma delle stesse associazioni che assistono le persone meno fortunate di noi, questo è il senso!
Ho chiesto di verificare e controllare una serie di cose perché è chiaro non siamo nati oggi, però il senso politico consiste nello stare a fianco delle persone meno fortunate di noi, tramite lo strumento della legge che è stata finanziata in momenti finanziariamente più facili.
Se la finanza vuole credo che si trovi qualche briciola, perché qui parliamo di briciole per dare il segnale che la Regione Marche è al fianco di queste persone ed essere a fianco e ricoprire lo spazio rimasto vuoto della legge n. 24/1985 è un aspetto, per quanto ci riguarda, importante. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 301. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 355
“Sito di interesse nazionale di Falconara Marittima”

PRESIDENTE. Ritorniamo alla mozione n. 355.
E' stata distribuita una proposta di risoluzione ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Volpini, Biancani, Fabbri, Bisonni, Malaigia, Giancarli, Busilacchi, che raccoglie tutti i punti di vista emersi in Aula precedentemente. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 319
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Prolungamento percorso treno regionale Ascoli-Ancona fino a Jesi, ovvero completamento metropolitana di superficie della regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 319 dei Consiglieri Giorgini, Maggi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ho presentato questa mozione dopo aver approfondito il problema, difatti credo che ci sia un problema perché nonostante ci sia il percorso che va da Ancona a Jesi, in pratica è un ologramma, è come se non ci fosse, questo è il motivo della mia mozione, poi spiegherò anche il perché di questo vulnus.
La linea regionale Ascoli-Ancona rappresenta un ottimo collegamento, molto frequentato e quasi sempre al completo di pendolari, collegando Ascoli con molte città della costa Adriatica.
Con l'elettrificazione della ferrovia della linea Ascoli-Porto d'Ascoli sono state create nuove corse di treni tra Ascoli e Ancona tramite i nuovi treni, tipo Jazz, più veloci ed ecologici rispetto alle vecchie littorine raggiungendo anche la velocità di 160 chilometri orari.
Questa linea regionale che attraversa ben quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona, prima di raggiungere il Capoluogo di regione Ancona con l'aggiunta di altre fermate potrebbe servire territori che ne hanno assoluto bisogno.
I benefici per i cittadini della regione sarebbero molteplici, la fermata dell'ospedale regionale Torrette rimane sul tracciato e permetterebbe agli abitanti delle province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona, di prendere questo treno senza mai dover cambiare - questo è un punto che spiegherò successivamente - e si ricaverebbero benefici enormi a favore di: utenti/pazienti, che devono usufruire dell'ospedale regionale le Torrette; medici, infermieri e personale che lavorano all'interno dell'ospedale regionale; studenti medici che frequentano corsi di specialistica presso tale ospedale regionale e polo universitario. Inoltre si incrementerebbe notevolmente il flusso turistico nella regione, agevolando le persone con disabilità, rendendo più facilmente raggiungibili le nostre località.
Si potrebbe realizzare in questo modo la metropolitana di superficie marchigiana, collegando le varie realtà con la struttura aeroportuale.
Si potrebbero abbattere notevolmente i costi del trasporto su gomma come pedaggi, parcheggi e carburante, oltre alla produzione di inquinamento ambientale con automezzi privati, facendo si che l'utilizzo del treno sia comodo, veloce, economico ed ecologico.
Torniamo come dicevo prima al concetto 'senza mai dover cambiare'. In effetti un treno per Jesi da Ancona c'è, ma è solo sull'opuscolo degli orari di Trenitalia, difatti il treno parte da Ascoli - e qui è il vulnus, ci ho messo del tempo per capirlo, solitamente non faccio atti se non conosco a fondo il problema e finché non ho capito il meccanismo per cui questo treno fantasma da Ancona a Jesi non c'è, non ho presentato la mozione - alle 5,25 e arriva ad Ancona alle 7,25, se domandi alla biglietteria se c'è il cambio ti dicono si, peccato che il treno parta alle 7,30, 5 minuti dopo, e questo è fatto volutamente, quindi è impossibile prenderlo. Perché è stato fatto volutamente? Per il semplice fatto che i capitreno ed i macchinisti sono quasi tutti di Ancona, e quando il treno parte da Ascoli probabilmente, quasi sempre, i capitreno ed i macchinisti che sono di Ancona dormono ad Ascoli, mentre partendo da Ascoli e arrivando direttamente a Jesi dovrebbero dormire a Jesi e poi ripartire, quindi fanno fermare il treno ad Ancona per questo motivo, così mi è stato spiegato da chi fa questo lavoro.
Questa mozione in pratica vuol dire a Trenitalia che noi vogliamo che il treno di Ascoli - Jesi debba essere diretto, non ci deve essere cambio, perché uno che vuole fermarsi a Torrette di Ancona o a Falconara lo può fare, senza che riesca a fare il cambio, perché in 5 minuti non riesce a fare il cambio.
Questo è il motivo che mi ha portato a fare questa mozione, per dare un servizio ai cittadini marchigiani. Sarebbe importantissimo perché, immaginate, con questo treno diretto fino a Jesi si potrebbero percorrere quasi tutte le Marche, esclusa la parte a nord di Pesaro e Fano, da Ascoli la stessa cosa.
Ho voluto capire il perché e credo di averlo capito per cui con la mozione chiedo al Presidente di intervenire presso Trenitalia per dire: signori è inutile che fate fare il cambio ad Ancona per Jesi, fate un treno diretto e abbiamo risolto uno dei piccoli problemi di trasporto delle Marche. Evitiamo i pullman, evitiamo l'inquinamento in cui la regione Marche è messa proprio male, perché ogni anno siamo sotto infrazione per la matrice aria. Credo che sia una buona cosa, lascio a voi, a quest'Aula il giudizio finale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Su questa mozione ci siamo confrontati nel gruppo, con il capogruppo anche ora e siamo dell'avviso ..., anche perché quello che chiedono i Consiglieri Giorgini e Maggi è di rapportarsi con Trenitalia affinché venga realizzato il prolungamento fino a Jesi della linea Ascoli-Ancona comprendendo le fermate di Torrette e Aeroporto di Falconara.
Siccome noi entriamo nel merito delle questioni, come potremmo dire no a rapportarsi con Trenitalia quando l'Assessore Sciapichetti si rapporta continuamente e per questioni ben più ampie e più profonde? Perché non dovrebbe rapportarsi anche su questo? Come pure sulle due fermate relativamente all'ospedale regionale delle Marche e all'aeroporto di Falconara?
Un conto è quello che è scritto nella mozione, un altro è la motivazione che dà il Consigliere Giorgini, perché se noi dovessimo esprimere un voto tenendo conto di dove dormono i capotreni o i macchinisti dovremmo dire no, anche perché se fosse questo il criterio - sono di Ancona e si fermano ad Ancona - nessuno arriverebbe a Milano, si fermerebbero prima, però questo è un aspetto che …
Quello che invece vogliamo sottolineare è il grande lavoro fatto dalla Regione Marche, in particolare dall'Assessore Sciapichetti, perché qui molto spesso viene portata ad esempio l'elettrificazione, lo fanno soprattutto i colleghi che vengono dalle province di Fermo ed Ascoli Piceno, San Benedetto-Ascoli e sull'incremento dei passeggeri su quella linea. Credo che noi non possiamo non sottolineare, in un momento come questo in cui non sempre vediamo lo spostamento dalla gomma al treno, il risultato ottenuto dall'Assessore Sciapichetti per l'elettrificazione della Civitanova-Macerata-Albacina, penso che sia un grande fatto e siano segnali importanti in direzione del ferro, in direzione di una visione unitaria del trasporto marchigiano.
Per la verità anche sul titolo di questa mozione ci sarebbe da dire perché io nel corso degli anni ho elaborato da questo punto di vista una nuova dizione. La metropolitana si giustifica laddove l'intervento è leggero o laddove ci sono tantissime persone, non è il caso di una regione come la nostra che ha un milione e mezzo di abitanti, però sono per sostituire la parola, lasciamo stare gli aspetti linguistici, “metropolitana” con le parole “uso intensivo del treno”, perché è questo che si chiede.
Ricordo che ci sono stati dei progetti come quello dello studio di fattibilità della provincia di Ancona in cui si prevedeva l'arretramento della linea ferroviaria adriatica, cosa che è stata fatta in alcune parti del territorio italiano, penso all'area pescarese, anche una riqualificazione ambientale ed una ricucitura sul mare. Allora è chiaro che quella diventava metropolitana di superficie, l'utilizzo di quel binario avveniva con un mezzo leggerissimo, tipo tram, che consentiva alle persone di attraversare senza problema alcuno e al tempo stesso c'era questa grande riqualificazione ambientale.
Comunque senza che la faccia lunga, cogliamo lo spirito e siamo certi nei fatti che..., non è piaggeria o adulazione nei confronti dell'Assessore Sciapichetti, ma è la constatazione di una persona che ho conosciuto prima, e per ragioni istituzionali e per ragioni politiche so il suo impegno, conosco la sua capacità, vedo quello che concretamente sta realizzando anche in questo settore. La mozione è poca cosa rispetto a quello che l'Assessore sta facendo, quindi la votiamo perché non solo non contrasta, ma riconosce il lavoro dell'Assessore Sciapichetti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Devo dire che oggi è veramente un atto di contrizione del PD, prima è stato fatto sul ritiro della proposta di legge 145, poi è stata fatta una risoluzione sulla mozione del Consigliere Fabbri e adesso c'è questo ritorno al ferro del PD.
Certo, io do il riconoscimento all'Assessore Sciapichetti, nella sua carriera c'è questo neo nero che è la soppressione della stazione di Ancona Marittima, che era veramente un tragitto da metropolitana di superficie.
Personalmente e come gruppo, visto che ho firmato la mozione del Consigliere Giorgini, siamo per l'abbandono della gomma e per il dirottamento dei trasporti pubblici su ferro, siamo favorevoli a questo ed io spero sempre e comunque, lo dico guardando il Consigliere Giancarli che quando era Presidente della Provincia si era molto impegnato ed aveva fatto uno studio eccellente su questa possibilità, che in effetti ci sia anche un ripensamento sulla soppressione della stazione di Ancona Marittima, noi che ci abitiamo, abbiamo visto che non c'è nessun miglioramento di nessun genere, nessun cambiamento e nessuna accelerazione.
La stazione marittima poteva rimanere, poteva essere un servizio, l'unica cosa che constatiamo ad Ancona è in effetti il disagio di coloro che raggiungono la città o devono andare fuori dalla città di Ancona per lavoro o per altri motivi. Sicuramente hanno un disagio continuo. Questa è una cosa che non si doveva fare, metto in relazione questa ferita per compensarla con l'apprezzamento che ha la maggioranza nei confronti di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Due piccole precisazioni all'attento Consigliere Giancarli. Metropolitana di superficie testualmente è un trasporto veloce e rapido di massima di tipo ferroviario, quindi parliamo di metropolitana di superficie tutta elettrificata da Ascoli a Jesi, che sia metropolitana di superficie non ci piove e non c'è un errore nel titolo, mi scusi se la correggo, ma non c'è un errore nel titolo perché la definizione di metropolitana di superficie ha un significato ben netto, anche perché il treno è quasi sempre full out, è quasi sempre pieno di pendolari, ma voglio spiegare quel piccolo particolare che mi è stato chiarito.
Purtroppo non faccio di mestiere il capotreno, né il macchinista però c'è chi lo fa. Il treno ferma ad Ancona e le ripeto che la maggior parte dei macchinisti e dei capitreno sono di Ancona, il Consigliere Zaffiri lo sa, e che succede? Se il treno ferma ad Ancona i macchinisti ed i capitreno dormono ad Ancona perché sono di Ancona, ripartono da Ancona e vanno a Jesi, ritornano ad Ancona e dormono ad Ancona.
Se invece il treno parte da Ascoli, i macchinisti e i capitreno di Ancona dormono ad Ascoli e poi dovrebbero dormire a Jesi e voi capite che il costo raddoppia. Per questo motivo Trenitalia ha fatto questo giochetto ed ha messo il cambio con 5 minuti di differenza. In effetti c'è la tratta che va da Ancona a Jesi, solo che nessuno la può prendere perché è impossibile farlo, quindi la mia mozione intende dire un prolungamento, ma con linea diretta, forse ho sbagliato a non scrivere “con linea diretta”, forse devo dirlo, però quello che intendevo dire è: “linea diretta da Ascoli a Jesi”. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi prima di votare farei una piccola considerazione perché di metropolitana di superficie ne parliamo dal 1988.
E' nata la metropolitana di superficie con il famigerato bando sui Prust che il Piceno riuscì a cogliere per cui riuscì ad elettrificare questa tratta.
La metropolitana di superficie, come diceva il Consigliere Giorgini, ha senso soltanto se non ci sono rotture di carico, cioè cambi lungo il percorso, linee non elettrificate, se si passa dal mezzo diesel a quello elettrico, oppure per combinazione di orari, come diceva il Consigliere Giorgini.
Per fare una vera metropolitana di superficie occorre che non ci siano queste rotture, questi cambi, quindi l'aspetto fondamentale per realizzare un discorso veloce è proprio questo. Poi sul fatto che la metropolitana debba essere necessariamente veloce, di questo ne possiamo discutere, perché la metropolitana nasce per servire più nodi possibili lungo la rete, per dare la possibilità a tutti di viaggiare, fermo restando che nell'ambito delle 24 ore specie in determinate ore di punta, laddove ci sono degli spostamenti di pendolari molto forti da un capoluogo all'altro, occorrono delle linee molto più veloci. Ad esempio vi dico subito che facciamo fatica a portare dal Piceno a Torrette chi lavora in quelle zone e la mattina entra alle 7.00 perché il treno arriva alle 7,25 in Ancona in quanto fa tutte le fermate che da Ascoli portano ad Ancona, quindi c'è da rivedere un po' tutta la strategia del trasporto su ferro.
Chiudo dicendo al Consigliere Giorgini che le Ferrovie stanno facendo, su questo entrerò nel merito successivamente, dei bandi per l'assunzione esclusiva di gente che risiede ad Ancona e quindi qualcosa dobbiamo rivedere da questo punto di vista per quanto riguarda tutto il tratto nel sud delle Marche.
Passiamo alla votazione.
Mozione 319. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 240
“Misure urgenti per ridurre la presenza di glyphosate nell’ambiente”

PRESIDENTE. Riprendiamo la trattazione della mozione n. 240.
E' stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Biancani, Bisonni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La risoluzione a cui siamo arrivati è a firma mia, Biancani e Bisonni e sostituisce la mozione n. 240.
Velocemente voglio illustrare l'importanza del dispositivo che andremo a votare in quanto la pericolosità del gliphosate non solo per l'ambiente ma anche per la salute umana è ampiamente riconosciuta a livello mondiale, come riporta anche il documento Ispra, Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, edizione 2016, e lo Iarc ha inserito il gliphosate tra i probabili cancerogeni per l'uomo.
Il gliphosate si lega fortemente al suolo dove subisce una degradazione microbica con produzione del suo principale metabolita, che è l'AMPA, l'AMPA ha una attività biologica di potenza paragonabile a quella del composto parentale, pertanto nonostante la scomparsa del gliphosate, gli effetti tossici su organismi bersaglio si protraggono nel tempo.
L'AMPA è più persistente del gliphosate con tempi di dimezzamento pari a 240/858 giorni in alcuni tipi di suolo.
Dall'ultimo rapporto Ispra risulta che nel 2014 il gliphosate è stato trovato nel quasi 40% degli oltre 300 punti di monitoraggio delle acque superficiali in cui è stato cercato e su 76 casi il 25% è responsabile del superamento degli standard di qualità ambientali, quindi è un contaminante.
Nelle acque sotterranee è presente nel 4% dei punti di monitoraggio e per il 2,3% con valori che sono superiori agli standard di qualità ambientali, quindi anche un inquinante oltre ad essere probabilmente cancerogeno per l'uomo.
La Regione Calabria ha recentemente emanato una delibera per eliminare il gliphosate dalle sostanze incluse nei disciplinari di coltivazione integrata per dare uno scatto in avanti anche nel settore agricolo. Diverse Regioni hanno già incluso il gliphosate e l'AMPA tra i parametri monitorati nella qualità delle acque sia sotterranee che superficiali. Abbiamo sentito l'Assessore in risposta alla mia interrogazione che abbiamo comprato i macchinari, arriveranno a giugno e ci stiamo attrezzando per fare anche noi le analisi.
La volontà chiara da parte dei firmatari di questa risoluzione è quella di mettere al bando piano piano il gliphosate, anche non piano piano, ma il prima possibile, sensibilizzando anche gli enti e le categorie che agiscono sugli utilizzatori di questo prodotto.
Quindi nel dispositivo della risoluzione riprendiamo quello della mozione integralmente per quanto riguarda il punto 1 e il punto 3, mentre il punto 2 diventa pleonastico perché l'Arpam si è già attrezzata per fare le analisi, aggiungiamo un terzo punto, quindi riassumo: ci sono degli aspetti di sensibilizzazione istituzionale che la Regione deve fare verso Anas, Ferrovie, Comuni e associazioni di categoria agricole, eccetera, per sensibilizzare sulla pericolosità del gliphosate, che è il corpo ancora non attuato della mozione n. 84 e quindi impegniamo di nuovo la Giunta nel fare queste attività; chiediamo di aggiornare i disciplinari di produzione integrata eliminando il gliphosate dalle sostanze ammesse in modo da migliorare anche il settore agricolo; il nuovo terzo punto è quello di adottare una iniziativa opportuna nei confronti degli enti e delle associazioni competenti finalizzata ad escludere l'utilizzo delle sostanze chimiche richiamate nel preambolo, che sono il gliphosate in prima istanza e poi i pesticidi in generale, in quanto riteniamo che il settore biologico per le Marche abbia tra l'altro un grande interesse. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Semplicemente chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione, la pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Consigliere Bisonni in qualità di Presidente di Gruppo.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Celani, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Urbinati, Zura Puntaroni;
Contrari: Nessuno;
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 354
ad iniziativa dei Consiglieri Celani, Marcozzi
“Sisma 2016 - Proroga termini per la presentazione dei progetti per la riparazione dei danni lievi”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 354 dei Consiglieri Celani, Marcozzi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Abbiamo inserito questa mozione questa mattina durante la Conferenza dei capigruppo perché come vedete ci sono delle scadenze su cui lavorare.
Questa mozione è firmata dal sottoscritto e dalla Consigliera Marcozzi “Sisma 2016 - Proroga termini per la presentazione dei progetti per la riparazione dei danni lievi”, apparentemente sembra tecnica perché trae origine e chiede la proroga di una scadenza, in realtà ci consente di entrare brevemente e velocemente nel merito di un problema che è quello della ricostruzione post sisma che in questo momento sta un po' languendo.
Spero che questa mozione venga approvata velocemente e come primo firmatario se ci sono anche altri Consigliere che vogliono firmarla per noi va benissimo, per il Gruppo di Forza Italia, perché è un aspetto molto importante che il territorio sente.
Voglio soltanto spiegarvi le motivazioni. Chi ha seguito e chi segue un po' da vicino la ricostruzione post sisma avrà notato che lo scorso mese, in data 13 marzo per essere precisi, il Direttore dell'ufficio speciale per la ricostruzione l'ing. Spuri, con una lettera aperta indirizzata a tutti i Sindaci del cratere, al Commissario, al sub Commissario, agli Ordini professionali, ha richiamato l'attenzione sul fatto che ancora troppe pratiche dovevano essere presentate all'ufficio ricostruzioni sia per i sopralluoghi delle famose schede Edes, che per i progetti della ricostruzione lieve, in modo particolare segnalava che mancavano circa 14.000 schede Aedes alla presentazione, e la scadenza era il 31 marzo, e c'erano ancora da presentare 5.000/6.000 progetti per la ricostruzione per danni lievi entro il 30 aprile.
Dopo questa lettera dell'ing. Spuri c'è stata una presa di posizione dapprima della Federazione degli ordini degli ingegneri che chiedeva di verificare se queste date, 31 marzo e 30 aprile, fossero congruenti con la complessità dei progetti; successivamente c'è stata una risposta del Commissario straordinario per la ricostruzione On. De Micheli che ha affermato che per quanto riguarda la ricostruzione breve stava valutando una proroga al 31 luglio, che era nelle sue possibilità perché il decreto 189 lo consente senza fare alcun decreto.
Noi siamo fermi alle dichiarazioni dell'On. De Micheli che ha dichiarato che avrebbe fatto questa proroga, a tutt'oggi questa proroga non è stata fatta, la scadenza è immediata, è il 30 aprile, siamo in attesa di ricevere presso gli uffici per la ricostruzione, ripeto, per i danni lievi, le famose B, circa 4.000 progetti.
C'è un impegno da parte del Commissario stesso, noi vorremmo sollecitare che la proroga venga fatta immediatamente, nell'arco di questa settimana, per evitare patemi d'animo sia ai progettisti che ai cittadini che perderebbero il contributo.
Ora faccio una breve riflessione sul perché di questi ritardi. Innanzitutto i ritardi nascono nella presentazione dei progetti, nascono dal contesto del sisma delle Marche, che è un contesto molto complesso per ampiezza soprattutto, per i grandi danni che ci sono stati ed anche possiamo dire per i pochi professionisti che stanno operando su questo settore, e dobbiamo chiederci perché. Effettivamente c'è una eccessiva burocrazia, c'è una complessità talmente forte nel fare queste pratiche che molti hanno preferito abbandonare, non occuparsi di queste cose.
C'è un ritardo anche per queste motivazioni, aggiungendo poi il fatto che le risorse destinate ai progettisti sono molto ridotte. Vi dico qualche numero, 104.000 edifici danneggiati di cui oltre 54.000 completamente distrutti e da ricostruire, e noi siamo a circa un 10% di pratiche presentate.
C'è anche da aggiungere che su 10 pratiche 9 sono bloccate dai cosiddetti piccoli abusi, dalle sanatorie che devono essere fatte prima, talune sanatorie sono possibili, talune non lo sono in funzione del decreto 380, di cui abbiamo parlato oggi quando abbiamo fatto la 178. C'è quindi una complessità di cose che rallenta tutte queste procedure.
Che cosa chiediamo con questa mozione? Innanzitutto chiediamo al Presidente Ceriscioli in qualità anche di sub Commissario di attivarsi subito presso il Commissario straordinario affinché questa proroga venga concessa immediatamente, venga spostata in pratica dal 30 aprile al 31 luglio, e tutti siamo d'accordo.
Ma non basta, occorre anche farsi parte attiva, come dice il dispositivo, affinché venga convocato un tavolo tecnico politico permanente al fine di esaminare nel dettaglio tutte le problematiche e casistiche fin qui emerse e che emergeranno successivamente, individuando soluzioni adeguate e ulteriori scadenze che comunque necessiteranno di essere sempre monitorate viste le complessità fin qui riscontrate dal processo di ricostruzione.
Tutti concordano nel senso che la scadenza del 31 luglio non sarà una scadenza efficace in quanto se non si risolve il problema dei piccoli abusi necessariamente non si potranno presentare i progetti. E' necessario pertanto che si istituisca un tavolo tecnico e politico che esamini di volta in volta queste problematiche, le riversino sul Commissario straordinario in modo tale che possa fare le ordinanze giuste per superare gli ostacoli.
Chiudo con una mia ultima riflessione a cui tengo molto, secondo me, tra l'altro, questo processo della ricostruzione deve essere regionalizzato nel senso che ogni Regione dovrà curare la propria ricostruzione, non è possibile che la ricostruzione venga curata a livello centrale in modo equanime per le quattro Regioni quando i danni sono completamente diversi. Noi siamo diversi dall'Umbria, siamo diversi dall'Abruzzo e siamo diversi dal Lazio, se fatto 100 noi abbiamo avuto il 62% del danno è chiaro che dovremmo in qualche modo essere protagonisti nella ricostruzione e quindi essere delegati dal Governo a fare norme e gestire la quota delle risorse che ci spetta.
Se non regionalizziamo, cioè se non riportiamo dentro il nostro governo la capacità di gestire questa ricostruzione faremo fatica a snellire le procedure.
Un altro aspetto molto importante è la regionalizzazione dell'Anac, è impossibile che gli appalti pubblici vengano tutti controllati dall'Anac a livello centrale, è necessario che il Governo dislochi sulle Regioni Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo un rappresentante dell'Anac in modo tale che tutte le pratiche, soprattutto per gli appalti pubblici, vengano esaminate in tempo reale per consentire l'avvio dei lavori.
Questo è il contesto tecnico in cui si muove questa mozione per cercare di dare un po' più di tranquillità e serenità a tutti gli operatori, siano cittadini, siano i tecnici. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Anche al fine di agevolare i lavori del Consiglio che si avvia alla conclusione parlo a nome dei colleghi della maggioranza che ho già sentito, Assessore compreso.
Vado subito alla proposta, Presidente, la prima è questa, evidentemente le scadenze vengono messe anche per sollecitare un po' l'operatività perché i ritardi possono essere tanti, ma a volte c’é l'operatività non dico del pubblico ma anche dei privati che può essere rallentata, prendiamo tempo, vediamo che succede. Quindi l'effetto della scadenza del 30 aprile, seppur ravvicinata ha questo senso.
Ho detto in premessa, abbiamo una proposta di risoluzione Consigliere Celani che vedremo insieme.
Mi visualizza il Consigliere Busilacchi che c'è una comunicazione ufficiale del Commissario Paola De Micheli che al 31 luglio ha già deciso, quindi rispetto a questa siamo intempestivi, però volendo comunque approvare questa mozione, noi proponiamo una risoluzione, così siamo messi anche in condizioni di firmarla, sennò non potremmo accogliere il suo appello alla firma. Terrei da parte sospendendolo e riverificandolo il punto 2 perché ci dice l'Assessore che di tavoli, tavolini, ce ne stanno una infinità e forse andrebbe fatta una riflessione un po' più attenta. Limitare cioè questa risoluzione solo all'aspetto della proroga con due aggiunte che suggerisce il Consigliere Urbinati, una sarebbe inclusa nel punto 1, verifica dei progetti effettivamente approvati e avviati, cioè dire: il 31 luglio sarà veramente una scadenza utile oppure no? In vista di questo io ho buttato giù una frase, troviamo una frase che suggerisca al Commissario la possibilità soprattutto per le Marche, siamo al 62%, quasi due terzi, di avere qualche tempo in più, ma per non dirlo ed anche per non correre rischi introduciamo un criterio, se ad una data scadenza il numero dei progetti che sono stati approvati e avviati è relativamente basso è chiaro che va fatta una verifica per vedere cosa effettivamente non sta funzionando dentro questo meccanismo, se invece siamo arrivati al 95% dei progetti allora significa che …
Io introdurrei un criterio senza mettere necessariamente un tavolo, questo era il punto che chiediamo. Fermiamoci 5 minuti e vediamo.

PRESIDENTE. Mi scusi Consigliere Marconi quello che dice è proprio il punto 2 perché il punto 2 riporta: individuando soluzioni adeguate ed ulteriori scadenze che comunque necessiteranno di essere sempre monitorate, vista la complessità fin qui riscontrata dal processo di ricostruzione. Capito?
Il tavolo serve soltanto per questo, possiamo pure toglierlo, il problema è che giorno dopo giorno nascono problematiche nuove e se non c'è qualcuno che le segnala, tanto è vero che io mi sono confrontato pure con l'ing. Spuri, facciamo fatica ad andare avanti, questo è il discorso e le scadenze non saranno sicuramente al 31 luglio ma dovranno slittare ad ottobre o dicembre o al prossimo anno, questo è inevitabile, perché una delle grandi difficoltà è il numero limitato dei tecnici che operano in questo settore, vista la complessità e la scarsità delle risorse a disposizione dei tecnici. La gente sta fuggendo e non segue le pratiche, occorre che questo discorso venga monitorato il più possibile perché qualcuno se ne deve occupare e deve riferire.
Ovviamente l'altro aspetto importante, ma non è inserito in questa mozione, lo riprenderemo successivamente, è quello di regionalizzare questo processo della ricostruzione, noi dobbiamo essere attori della nostra ricostruzione, quindi se fatto 100 sono le risorse a disposizione, il 62% deve essere assegnato alle Marche, il resto all'Abruzzo, al Lazio, all'Umbria e ognuno si gestisce la ricostruzione secondo le caratteristiche e le esigenze.
Vi faccio un esempio, l'Umbria pretende di controllare tutte le pratiche, una ad una, che succede? Loro possono farlo perché i danni sono prevalentemente sulle strutture architettoniche vincolate, e sono pochissime, quindi loro possono permettersi di controllare quelle 10.000 pratiche, noi no, non possiamo controllare tutte le 104.000 pratiche, si faccia una legge quadro che dice il 10%, il 20% delle pratiche a sorteggio vengono controllate, l'istruttoria tutta, poi ovviamente sul campo ne viene controllata solamente una parte. Questo è importante, altrimenti non ne veniamo fuori, ma questa è una considerazione a parte che non c'entra nulla con la mozione.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Volevo raccogliere prima dell'intervento del Consigliere Marconi l'invito del Consigliere Celani a sottoscrivere l'atto che mi trova favorevole e voglio ricordare, poi sono stati citati alcuni passaggi successivi, che il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia già una decina di giorni fa ha incontrato il Commissario De Micheli presentando alcune di queste proposte fra cui quella che è oggi in discussione, insieme ad altre: la busta paga pesante, lo snellimento di altre procedure burocratiche.
E' importante che il segnale venga in maniera unitaria da questi territori perché siamo quelli non solo più colpiti, ma siamo danneggiati purtroppo da questa grande burocrazia. Spesso sembra che a Roma non si rendano conto di quello viviamo nelle Marche. Sono quindi importanti i segnali dati in questo senso, per cui il voto alla mozione era favorevole, e se si farà una risoluzione sarò disponibile alla firma di questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Per sottolineare che questa è una problematica seria e importante ed ha fatto bene il Consigliere Celani a porla all'attenzione dell'Aula, io la voterò, però faccio notare che la Commissaria De Micheli quando è stata in visita a Castelraimondo, c'è anche l'articolo qui on line, ha detto, leggo testualmente: “L'ordinanza in merito è già approvata e sarà registrata la settimana prossima”, quindi sulla proroga al 31 luglio è già stato fatto a detta della stessa Commissaria, sono d'accordo sul punto ma prendo atto che il Governo ha già provveduto.
Condivido anche il secondo punto, quindi voterò questa mozione, ma faccio notare che il primo punto è superato.

PRESIDENTE. E' stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Celani, Giancarli, Marconi, Leonardi, Zura Puntaroni, Mastrovincenzo, Urbinati, Giorgini, Bisonni, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Accogliendo la proposta del Consigliere Marconi, abbiamo sostituito “a farsi parte attiva affinché venga convocato e istituito un tavolo tecnico”, con “ad esaminare nel dettaglio tutte le problematiche e casistiche fin qui emerse e che emergeranno successivamente, individuando soluzioni adeguate e ulteriori scadenze che comunque necessiteranno di essere, nel tempo, sempre monitorate”.
Data la complessità, sicuramente la proroga al 31 luglio non risolverà alcun problema, tanto è vero che nell'ordinanza che dovrà essere fatta torneranno in gioco anche l'Aedes e saranno prorogate al 30 giugno, ci siamo accorti che il 31 marzo non andava bene.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,25