Resoconto della seduta n.99 del 04/12/2012
SEDUTA N. 99 DEL 4 DICEMBRE 2012

La seduta inizia alle ore 10,40.


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 99 del 4 dicembre 2012. Do per letto il processo verbale della seduta n. 98 del 27 novembre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
è' stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 273, in data 19 novembre, ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Sciapichetti, Giancarli, Badiali, Traversini, concernente: “Norme in materia di ampliamento del nucleo familiare negli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa, per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro.
è' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 52 in data 29 novembre, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Bilancio di previsione dell'Assemblea Legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2013 – Programma annuale e triennale di attività e di gestione” (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
è stata presentata la seguente mozione:
n. 435 del Consigliere Acquaroli “Problematiche politiche fieristiche regionali”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 32 in data 19 novembre 2012 “Interventi in favore delle persone con disturbi specifici di apprendimento (DSA)”;
n. 33 in data 19 novembre 2012 “Disposizioni regionali in materia di apicoltura”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Mezzolani.
Prima di dare inizio alla seduta credo di interpretare il sentimento di tutti i Consiglieri, dando il benvenuto nell'Aula consiliare dell'Assemblea legislativa delle Marche alla Scuola Primaria “Faiani” di Ancona, classe VB. Un saluto ai ragazzi ed ai loro insegnanti ed un ringraziamento per aver scelto di visitare e di essere presenti, per lo meno nella prima parte, ai lavori dell'Assemblea legislativa delle Marche. Detto questo passiamo all'ordine del giorno.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma del R.I.

Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. La questione che voglio illustrare è quella relativa alla pesca dei molluschi bivalvi ed alla risoluzione che abbiamo approvato il 13 novembre. Venerdì scorso c'è stata la prima riunione del Comitato di Coordinamento, all'ordine del giorno c'era anche la presa visione della risoluzione che abbiamo votato in Aula ma da quello che mi risulta, durante questa riunione, non si è approfondita la questione e si è parlato d'altro.
Siccome ci siamo presi un impegno in questa Aula ...

PRESIDENTE. Non è possibile! Guardate, non è possibile andare avanti in questo modo, o vi sedete, o tacete, oppure andate fuori. Prego Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, ci siamo presi un impegno, lo avevamo già detto in Aula, che seppur non era ufficiale il risultato definitivo della ricerca, se in qualche maniera ci sono dei margini di imprecisione, tutte le parti del contendere avrebbero potuto iniziare un percorso di confronto su quello che era la soluzione definitiva che la risoluzione fissava per il 15 dicembre. Ricordo che, a fronte di una decisione non unanime da parte di questo Comitato, l'Assessore Giannini ha detto in questa Aula, e per quello che mi risulta anche in altre sedi, che si sarebbe arrivati ad una scelta della Giunta, del Consiglio regionale. Mi pare di aver capito, che lei parlava di un comparto unico regionale, quindi una scelta forte.
Solleciterei i funzionari e tutti i responsabili del settore della Regione Marche, affinché questo percorso di confronto si faccia seriamente, si faccia in maniera celere coinvolgendo le parti, non in maniera sporadica, ma in maniera forte perché il 15 di dicembre è vicino.
Credo che quest'Aula è un Aula dignitosa e deve pretendere da parte di tutte le parti in causa, soprattutto dai dirigenti e dai funzionari della Regione, un impegno forte affinché quello che viene scelto qui venga poi conseguentemente portato avanti in maniera credibile, altrimenti il ruolo delle istituzioni perde la sua funzione, la sua credibilità e viene sminuito. Quindi oltre a sollecitare la Giunta nel ribadire una sua posizione al riguardo, sollecito ed invito a sorvegliare su questa situazione e ad iscrivere, subito dopo il 15 dicembre, un punto all'ordine del giorno per verificare il lavoro svolto dal Comitato per giungere quanto prima ad una soluzione. Credo che gli impegni presi da questa Aula siano sovrani.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Acquaroli, non posso che concordare con lei rispetto al percorso che abbiamo fatto, rispetto al voto dell'Aula, oggi è presente l'Assessore Giannini ed io da parte mia posso prendermi l'impegno di sollecitare il rispetto del percorso che si è individuato e lo farò in modo certo.
Questo è l'unico impegno che posso prendermi e, quindi, mi assumo questa responsabilità.

Sull'ordine del giorno

Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI Come già anticipato ai Capigruppo, chiedo anche in Aula il rinvio dei punti 3, 4 e 6 dell'ordine del giorno, perché sono tutti relativi ad un decreto che si discuterà proprio oggi al Senato.
Al di là della condivisione, posso dirlo per me ma credo anche per altri Consiglieri, non ho nulla da dire sui contenuti delle proposte di legge che sono iscritte oggi, se non qualcosa su qualche sfumatura, ma non mi sembra del tutto ragionevole discuterne oggi prima che il decreto venga discusso dal Senato, per poi, magari, tornare in Aula per eventuali modifiche.
Mi pare che ci sia ancora tempo per discuterli e votarli la prossima settimana, mi sembra che sia del tutto possibile e ragionevole, per cui chiedo il rinvio della discussione dei punti 3, 4 e 6 che ripeto, sono tutti relativi ed afferenti alla discussione del decreto che proprio oggi mi pare si discuterà in Senato.

PRESIDENTE. Non si sente, scusate, per favore un po' di silenzio. L'intervento è finito, ci sono altre richieste di intervento? No? Se non ci sono altre richieste, mettiamo ai voti la proposta del Consigliere Ricci.
Possiamo fare un'unica votazione. Siete d'accordo? Se non ci sono obiezioni alla votazione unica, pongo in votazione la richiesta di rinviare i punti 3, 4 e 6 iscritti all'ordine del giorno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 750
dei Consiglieri Badiali, Giancarli
“Abolizione dei diritti d'impianto dei vitigni”
(Svolgimento)

L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 750 dei Consiglieri Badiali, Giancarli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Grazie Presidente. Con il regolamento (CE) n. 479/2008, del Consiglio europeo, è stata approvata l'attuale OCM del settore vitivinicolo, che si è, poi definita con l'approvazione del regolamento (CE) n. 491/2009 che ha fatto confluire la suddetta OCM nell'OCM UNICA. L'attuale OCM prevede che il sistema dei diritti di reimpianto, basato su quote di diritto a produrre uva da vino su superfici equivalenti da assegnare in deroga al divieto generale di impianto di superfici vitate, si applichi fino al 31 dicembre 2015 o, salvo diversa decisione dei singoli Stati membri entro e non oltre il 31 dicembre 2018. Il regime dei diritti di reimpianto, in vigore nei Paesi della UE, fin dagli anni '70, ha consentito il controllo delle superfici e l'equilibrio della produzione di vino, contribuendo al mantenimento del potenziale viticolo e alla sua valorizzazione.
Attualmente non è possibile registrare effetti diretti legati alla fine del regime dei diritti di reimpianto. I primi effetti concreti potranno essere visibili dopo un periodo di 3/5 anni dalla liberalizzazione, tempo minimo affinché un vigneto possa entrare in produzione. A fronte di un ipotetico aumento della libertà di impresa e di competitività e semplificazione amministrativa, peraltro da verificare se da conseguire attraverso la liberalizzazione dei diritti, si ravvisano degli effetti negativi quali rischio di sovraproduzione, perdita di identità dei prodotto e di qualità, standardizzazione delle produzioni e perdita di professionalità e conseguente riduzione di posti di lavoro.
Le preoccupazioni possono riguardare tutte le DOP e le IGP.
II successo di una DOP è legata a diversi fattori quali il luogo di produzione, l'ambiente naturale, le regole produttive, le tradizioni culturali, nonché, fondamentale, l'equilibrio tra domanda ed offerta. In Italia, vi è-una normativa specifica che prevede misure volte a regolare l'offerta delle produzioni di qualità, misure che producono effetti grazie all'esistenza del regime dei diritti d'impianto, primo strumento indispensabile alla gestione del potenziale produttivo.
La prevista liberalizzazione dei diritti di reimpianto, dal 2015 o 2018, presenta diverse incognite e preoccupazioni che in più occasioni la Regione Marche ha avuto modo di sottolineare al MIPAAF e chiesto di rappresentare nelle sedi comunitarie preposte. In particolare è stato rappresentato nelle varie sedi istituzionali la necessità di adottare misure che possano evitare l'introduzione della liberalizzazione.
Al riguardo si ribadisce la posizione italiana, espressa in sede comunitaria, fortemente in contrasto con il principio della liberalizzazione proposto dalla Commissione, che se attuato provocherebbe un aumento incontrollato delle superfici vitate con conseguente destabilizzazione degli equilibri di mercato, con effetti negativi sia sui redditi dei viticoltori che sulla qualità dei prodotti.
L'Italia insieme agli altri Stati membri produttori di vino, ritiene che tale regime debba permanere anche dopo il 2015 e che debba essere obbligatorio per tutti i paesi UE e per tutte le tipologie di produzioni, eventualmente introducendo degli elementi di flessibilità e semplificazione nella gestione. Tale posizione è stata rappresentata dal Ministero al Gruppo alto livello diritti di reimpianto, costituito a livello comunitario in occasione della discussione della modifica del regolamento comunitario relativo all'OCM unica e ribadita dal Ministro anche in altre occasioni. Il dibattito comunitario sulla questione resta ancora aperto, tuttavia la posizione dell'Italia resta immutata e fortemente contraria alla liberalizzazione, così come, naturalmente, la posizione della Regione Marche.

PRESIDENTE. Grazie Assessore Petrini, chi degli interroganti chiede di intervenire? Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Vicepresidente Petrini, la ringrazio anche a nome del collega Badiali. Debbo dire che le nostre preoccupazioni sono le sue preoccupazioni, la sua contrarietà è la nostra contrarietà, anzi se può farci avere la risposta scritta la ringraziamo anche di questo.
Stiamo parlando di quel vino definito a Londra da 400 sommeliers, in una competizione mondiale, il miglior bianco del mondo, e quindi il Verdicchio è la nostra “Nutella”, è quel prodotto di fatto conosciuto e apprezzato nel mondo.
Dobbiamo e vogliamo difenderlo, insieme a tutto il nostro patrimonio di vini anche per gli sforzi che in questi anni sono stati fatti, soprattutto ed in modo esclusivo, in direzione della qualità, perché c'è stato un sforzo che ha sicuramente interessato la coltivazione, le tecniche di vinificazione, tutto in direzione della qualità.
Dobbiamo, quindi, batterci contro questa delocalizzazione che non solo può essere articolata da un paese, da un continente all'altro, ma io direi addirittura di evitare che questa delocalizzazione avvenga anche all'interno nei territori non vocati, non soltanto dalla collina alla pianura, ma anche dal nord al sud di una regione, o dal sud al nord e così via.
Tra l'altro oltre a mettere in discussione la qualità di questo vitigno, di questo verdicchio, di questo vino, credo che questa delocalizzazione porterebbe anche alla perdita di quei presidi importanti per la tutela del territorio.
Una battaglia che per quanto ci riguarda continueremo a fare e che speriamo di realizzare. Auspico che il nostro paese sappia costruire anche quelle convergenze con altri paesi europei, anche perchè la maggioranza dei paesi europei sembra sia orientata in questa stessa nostra direzione.

Interrogazione n. 715
del Consigliere Latini
“Cassa integrazione per gli operai della Ortofrost SpA – San Benedetto del Tronto”

Interrogazione n. 588
del Consigliere Latini
“Ortofrost SpA di San Benedetto del Tronto”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 715 del Consigliere Latini e n. 588 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. L'azienda Ortofrost SpA ha affittato nel 2009 le strutture di Foodlnvest a seguito del concordato preventivo di quest'ultima, anch'essa specializzata nella produzione di vegetali surgelati.
L'azienda non è associata ad alcuna organizzazione di produttori ortofrutticoli e pertanto non ha chiesto e non ha ottenuto contributi nell'ambito dell'OCM Ortofrutta, unico strumento messo in atto dall'Unione Europea per sostenere le produzioni ortofrutticole comunitarie.
Le produzioni e le imprese sostenute per mezzo delle risorse della Politica agricola comunitaria infatti non possono accedere ad altri finanziamenti in quanto vietato espressamente dalle leggi in materia di concorrenza.
La crisi nel settore dei prodotti ortofrutticoli e degli ortaggi surgelati in particolare ha raggiunto ormai una situazione veramente preoccupante che non si ritiene possa essere superata a breve.
Questo anche in considerazione dello spazio ormai occupato dalla grande distribuzione che, oltre ad imporre prezzi stracciati, non permette un'adeguata programmazione delle produzioni e costringe a mantenere in magazzino i prodotti per lungo tempo e con alti costi di gestione. Le Organizzazioni dei produttori delle Marche stanno cercando di superare questo momento di crisi attraverso la loro riorganizzazione, contenendo al massimo i costi di gestione da un lato, cercando di essere attenti ad una adeguata e puntuale remunerazione dei prodotti dei loro soci dall'altro.
Continuando la loro attività di trasformazione e vendita garantiscono una pur minima redditività agli agricoltori, la possibilità di attuare importanti rotazioni ai terreni, nonché continuando ad assicurare giornate di lavoro ai lavoratori pur se a tempo determinato.
In questo specifico settore, come detto sopra, gli aiuti potrebbero essere concessi solo nel caso di rientro della Ortofrost nell'ambito delle organizzazioni dei produttori, associandosi e facendo associare gli agricoltori che le forniscono il prodotto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Un breve commento alla risposta, di cui ringrazio il Vicepresidente Petrini, per segnalare che la questione Ortofrost è una questione che coinvolge non solo questa ditta ma tutte le aziende di trasformazione dei prodotti dell'agricoltura ed in particolar modo dei prodotti che interessano l'ortofrutta. Infatti la difficoltà del contenimento dei prezzi o comunque del rapporto fra costi di produzione e commercializzazione ha determinato, purtroppo, la messa in cassa integrazione dalla data del marzo 2012 di un buon numero di lavoratori e la necessità ulteriore, come accennava nella risposta l'Assessore Petrini, di focalizzare gli interventi relativi alla contribuzione di ordine europeo a finalità legate, non tanto al sito produttivo ma alle qualità necessarie per partecipare ai relativi bandi di contribuzione. Questo ha creato un'ulteriore sacca di crisi sulla quale le organizzazioni sindacali hanno poi in qualche modo puntato il dito per la trasformazione della procedura di mobilità in cassa integrazione straordinaria e per evitare la cessazione dell'attività stessa.
Noi puntiamo in maniera forte sul volano dell'agricoltura o dell'agriturismo, della multifunzionalità, quali strumenti necessari per rivitalizzare la nostra attività economica, in particolar modo marchigiana, ma dobbiamo tener conto delle ostruzioni in cui ci imbattiamo, delle difficoltà esterne, oggettive, in cui si imbattono i soggetti che lavorano direttamente o indirettamente, come nel caso della Ortofrost, nel campo dell'agricoltura.
Questo è un segnale inquietante perché al di la della redditività, che certamente è molto bassa oggi nell'ambito delle aziende di trasformazione, è ancora più difficile se accanto a questo ci sono delle ulteriori carenze strutturali che determinano, appunto, minor unità produttive, minore utilizzazione delle risorse umane.
L'intervento che i sindacati ponevano nell'ambito specifico era quello non solo della tutela, come è logico, degli operai impegnati, ma anche quello di una valutazione di una diversa linea produttiva da parte dell'Ortofrost con l'intervento, se necessario guidato, per quello che è di competenza della pubblica amministrazione, in questo caso della Regione, affinché ci sia una programmazione che sia in linea con le finalità generali, politico-amministrative, con le disposizioni europee ma anche con la sopravvivenza di aziende come la Ortofrost e soprattutto di chi vi lavora.

Interrogazione n. 899
del Consigliere Bucciarelli
“Concessione di finanziamenti ad un progetto presentato da un raggruppamento di imprese avente come capofila la BEST SpA”

Interrogazione n. 587
del Consigliere Latini
“Società 'BEST' risoluzione grave crisi occupazionale”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 899 del Consigliere Bucciarelli e n. 587 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. La società Best Spa opera principalmente nel settore della progettazione, costruzione, vendita e assistenza di cappe per uso domestico. Da oltre trent'anni Best produce e distribuisce cappe decorative.
Nata a Fabriano nel 1976, l'azienda entra a far parte nel 1995 della multinazionale americana Nortek, leader nel settore del trattamento dell'aria domestica.
I grandi produttori a livello europeo e mondiale già nel 2009 stanno risentendo in modo evidente della crisi economica e del conseguente calo dei consumi, da cui ne deriva una drastica riduzione degli ordinativi nelle aziende. Il quadro economico della Best Spa è già nel 2009 penalizzato dagli effetti derivanti dalla concorrenza, nei mercati di riferimento, di "competitors" operanti in paesi, nei quali il costo della manodopera è notevolmente più basso, con inevitabili e significative ripercussioni sul prezzo delle lavorazioni.
Per tali motivi la Best Spa ha chiesto la CIGS per crisi aziendale per la durata di 12 mesi con sospensione a zero ore per n. 331 lavoratori (operai 251 e impiegati 80) per i propri stabilimenti di Fabriano e Cerreto d'Esi (AN), con decorrenza 2 novembre 2009.
La ditta BEST Spa è stata interessata da un processo di fusione per incorporazione che ha riguardato le altre aziende del gruppo già di sua proprietà Elektromek spa ( Montefano MC) e Combiparts srl (Albacina AN).
Tutti i quattro stabilimenti produttivi della Best spa sono interessati da programmi di CIGS per crisi aziendali oltre a Fabriano e Cerreto d'Esi si aggiungono: l'Unità di Albacina: programma dal 1 dicembre 2009 al 30 novembre 2010 per n. 74 dipendenti; l'Unità di Montefano: programma dal 1 dicembre 2009 al 30 novembre 2010 per n. 148 dipendenti.
Successivamente la BEST Spa dopo la prima CIGS presenta, per la sede di Cerreto d'Esi (AN), una nuova istanza di CIGS per crisi per la durata di 12 mesi a decorrere dal 28 marzo 2012. L'intervento interesserà un massimo di 371 lavoratori (289 operai e 82 impiegati) che verranno sospesi dal lavoro ovvero lavoreranno ad orario ridotto.
Nella mattinata del 3 novembre la direzione aziendale, attraverso il suo responsabile del personale Dr. Bagnasco, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alla RSU la decisione di chiudere lo stabilimento di Montefano (MC) del gruppo BEST SpA. dal rientro dopo la pausa estiva, ma soprattutto dopo l'incontro con la proprietà americana del gruppo, ha confermato la volontà della Nortek di investire ancora, con 2 stabilimenti in Italia ed uno in Polonia.
Piano industriale pesante quello presentato per lo stabilimento di Montefano, con una riorganizzazione completa del sito ed un suo ridimensionamento.
La ditta Best Spa ha inoltrato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale istanza di CIGS per crisi aziendale con cessazione di attività dello stabilimento di Montefano (MC), per la durata di dodici mesi con sospensione a zero ore per il totale delle maestranze in forza pari a 123 lavoratori con decorrenza dal 22 dicembre 2011.
In data 21 dicembre 2011 presso la sede della Regione Marche, le parti coinvolte hanno siglato un'ipotesi di accordo sindacale nella quale la Regione Marche e le Province di Macerata ed Ancona si impegnano a sostenere tutte le azioni necessarie per il reimpiego e la formazione delle maestranze interessate, secondo le rispettive competenze.
I lavoratori della Best Spa coinvolti ed interessati alla procedura di CIGS sono 110 unità, di cui 24 residenti e domiciliati presso la Provincia di Macerata, 1 della Provincia di Fermo ed il restante presso la Provincia di Ancona
Attraverso i propri operatori la Provincia di Macerata, in accordo con la Provincia di Ancona, ha realizzato azioni di politica attiva del lavoro al fine facilitare il reinserimento lavorativo di tutti i lavoratori coinvolti dalla procedura di CIGS.
I servizi e le misure di reinserimento previsti per tutti i lavoratori, erogati in una prospettiva di individualizzazione dei percorsi, si sono sostanziati in:
- informazione, orientamento, analisi delle competenze finalizzate alla ricollocazione lavorativa, ricostruzione della propria storia lavorativa, formativa e professionale, redazione del curriculum vitae;
- valutazione di proposte di percorsi formativi di riqualificazione, sostegno alla creazione d'impresa, altre iniziative di politiche attive del lavoro da programmare sulla base delle esigenze emerse in sede di colloquio.
I documenti rilasciati al termine del percorso individuale sono stati: il curriculum vitae e la scheda delle competenze per l'individuazione delle propensioni di ciascun lavoratore sulla base delle esigenze formative emerse in sede di colloquio orientate ad una riqualificazione professionale, sia la Provincia di Macerata che la Provincia di Ancona si sono impegnate all'erogazione di voucher formativi a sportello. I bandi sono di prossima uscita, dovrebbero uscire questa settimana e l'assegnazione dei voucher dovrebbe essere prima del 20 dicembre.
L'obiettivo è la concessione di un ulteriore anno di CIGS, necessario per la riqualificazione professionale dei lavoratori e per la ricollocazione degli stessi, l'accordo iniziale prevedeva la proroga annuale della CIGS nel caso di ricollocazione di almeno il 30% dei dipendenti della Best. Non si è arrivati alla soglia del 30%, ma la formazione è comunque finalizzata alla ricollocazione, quindi riteniamo che pur non avendo raggiunto quella soglia siano ricorse le condizioni per aumentare di un anno la CIGS. Per quanto riguarda invece l'erogazione del contributo come voi sapete la Best con una associazione di impresa ha ottenuto un finanziamento come capofila di un contratto di rete insieme alle imprese Ers Srl e Tre-PEnginering.
Il progetto è stato valutato prima dello svuotamento dell'impresa e prima che venissero portati via i macchinari dallo stabilimento. E' stato valutato positivamente dal valutatore esterno esperto e dal Comitato di Valutazione interno, ammesso a contributo, sulla base di una graduatoria ed erogata un'anticipazione del 50% su copertura fidejussoria bancaria (così come definiscono sia la DGR 1495/2010 che il DDS 50/S11 2010). II progetto è effettuato dalla BEST stabilimento, sede principale di Cerretto d'Esi, quindi, effettuato nello stabilimento di Cerreto e non in quello di Montefano, oggetto dello svuotamento, congiuntamente ad altre imprese. Abbiamo verificato anche attraverso l'approfondimento del bando e del successivo progetto con il nostro ufficio legale, se la Best non era incorsa in nessuna prescrizione prevista dal bando, perché questo è un bando cofinanziato anche da misure statali e le misure sono appunto definite attraverso principi nazionali decisi anche in Conferenza Stato-Regioni.
Per quanto attiene la questione della delocalizzazione avvenuta per lo stabilimento di Montefano, quale unità locale della Best di Cerreto d'Esi, la stessa dal punto di vista formale, anche se noi sappiamo che dal punto di vista sostanziale non è così, l'attività non risulta cessata e questo ci mette in difficoltà rispetto al ritiro del finanziamento perché incorreremmo in un atto che non è previsto dal bando e che inevitabilmente potrebbe essere considerato un atto illegittimo, che non solo potrebbe essere impugnato dalla Best nel merito della nostra decisione ma, cosa ancora più grave, potrebbe bloccare tutto il bando, perché essendo una graduatoria, il rifiuto di una concessione di finanziamento farebbe nascere nelle successive imprese il diritto ad ottenere quelle risorse che tra l'altro sono legate anche ad un utilizzo temporale. Per cui noi potremmo ingenerare nelle ditte che sono in graduatoria dopo la Best, il diritto a ricevere il finanziamento, e questo bloccherebbe l'erogazione del bando.
Dobbiamo, quindi, essere attenti rispetto a queste procedure perché metteremmo in difficoltà l'erogazione del bando, comunque, noi abbiamo richiesto un parere al nostro Servizio legale - che ci è stato fornito e che ovviamente fornirò anche al Consigliere Bucciarelli che ha inoltrato l'interrogazione - sulla questione non inserita nella delibera di Giunta, che riguarda un principio che è quello della delocalizzazione. E' del tutto evidente che il caso della Best è un caso deprecabile, che noi abbiamo fortemente condannato, che nelle Marche, nella nostra regione, non si era mai verificato. Non abbiamo mai avuto un caso di questo tipo in cui dalla sera alla mattina la ditta è stata svuotata.
Dal punto di vista etico, morale, politico, istituzionale è evidente che l'atteggiamento della ditta è stato di una gravità inaudita ma le istituzioni, come voi sapete, non reagiscono per dispetto, reagiscono sulla base delle norme e delle leggi e, quindi, noi da questo punto di vista dobbiamo garantire la trasparenza dei nostri procedimenti, anche nei confronti di chi ha avuto comportamenti così irriguardosi, per utilizzare un termine eufemistico, nei confronti dei lavoratori e delle Marche.
Noi, come avete visto, abbiamo impegnato tutte le nostre risorse per tutelare al massimo i lavoratori con la CIGS, che viene rinnovata nonostante non si sia raggiunto il 30% dell'utilizzo del reimpiego di queste maestranze, per consentire loro di poter contare sul reddito, verificare cosa succederà in futuro e acquisire nuove capacità professionali ed avere maggiori possibilità di trovare un nuovo lavoro.
Io credo che noi dovremmo rivedere, dal punto di vista generale, il metodo con il quale eroghiamo le risorse perché sono d'accordo con chi dice che a questo punto in una situazione di così grave difficoltà e, soprattutto, nei confronti di aziende che hanno più sedi, che lavorano in più Stati e che possono facilmente spostare produzione ed asset lavorativi, noi dobbiamo essere molto rigorosi rispetto all'erogazione dei contributi, io penso che debbano avvenire successivamente alla realizzazione delle attività, attraverso misure quali il credito d'imposta e non tramite contributi anticipati che fanno incamerare risorse e poi tra l'altro legano le mani alle amministrazioni pubbliche rispetto a comportamenti successivi, che se pur sappiamo essere assolutamente deprecabili, non possono trovare soddisfazione nelle procedure legali.
Volevo assicurare il Consiglio che noi abbiamo approfondito tutti gli aspetti legali e che abbiamo anche investito l'ufficio legale di questa ulteriore verifica che ha chiarito le modalità di procedura ed anche i comportamenti che l'istituzione deve assumere nel rispetto delle leggi che regolano l'erogazione di quel contributo.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Grazie Assessore, ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io ringrazio l'Assessore per la risposta alla mia interrogazione, ovviamente, è una risposta che non mi soddisfa per diversi motivi. Il primo perché noi sappiamo quello che è avvenuto con questa ditta e lei stessa Assessore ammette che molto probabilmente la ditta ha chiuso in maniera piratesca (...) e dalla Polonia farà concorrenza alle fabbriche che ha in Italia che noi continuiamo a finanziare, sapendo che siamo sempre sotto ricatto.
Avrei preferito, al di la del bando, che l'Assessore fosse venuto qui dicendo “Abbiamo interessato il nostro ufficio legale per modificare la legge del 7 luglio 2009 n. 15, affinché la Regione abbia possibilità di intervenire in casi come questi” cosa che non è avvenuta perché si prende atto che non si può continuare ad erogare finanziamenti ad aziende che sappiamo, e lo diciamo, hanno chiuso in Italia ma riaprono all'estero e fanno concorrenza a quelle in Italia.
Questo è indice di una cultura che non può durare, perché la Cassa Integrazione Guadagni anche quella speciale, anche quella in deroga, è frutto di sacrifici che fanno gli italiani, in questo caso anche i marchigiani, quindi, non è possibile continuare a sostenere le cosiddette imprese che in un sistema come questo rischiano, ma in realtà non rischiano niente, di far pagare agli stessi operai, agli stessi dipendenti attraverso i contributi che la Regione eroga.
Ecco l'insoddisfazione per questa risposta.
Mi aspetto, Assessore, che la Giunta, oppure lo facciamo noi come Consiglio, con l'aiuto dell'ufficio legale della Regione modifichi la legge 15 affinché questi casi non si ripetano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. La risposta dell'Assessore contiene praticamente la posizione della Regione che è una posizione, che comprendo, molto difficile. Su questo versante la crisi della Best e delle altre aziende che, purtroppo, non godono degli auspici della situazione nazionale ed internazionale in questo momento si riflette a livello locale sulla forza occupazionale che viene messa in mobilità o in cassa integrazione.
Il dramma della Best non è soltanto quello della chiusura fatta a serrata, come se fossimo agli inizi del '900, ma il problema fondamentale, ed aggiungo un dato ulteriore, se può essere utile, per il controllo degli atti di legittimità dal punto di vista dell'impegno che è stato dato al servizio legale della Regione, è quello che non solo è stato trasferito in Polonia il lavoro e l'azienda continua ad avere contributi regolarmente concessi in forza di una procedura che, purtroppo, è nei limiti della legittimità, ma la stessa azienda continua ad avere anche lavoranti a domicilio nella zona, rendendo ancora più difficoltoso contemperare la forte disparità di trattamento fra chi lavorava in sede, ed è stato espulso dal mondo del lavoro, al di là della CIGS e della mobilità, e chi invece nella stessa zona ha, attraverso commesse dell'azienda o indirette, attività lavorative.
Su questo va in qualche modo previsto un faro di controllo prima di tutto politico-istituzionale, poi amministrativo e procedurale per far si che se crisi c'è, e in questo caso non è una crisi, la scelta deliberatamente, scentamente, dolorosamente compiuta non avvenga con la compartecipazione sia pur indiretta e non voluta della pubblica amministrazione, perché così si creano le basi per una profonda insoddisfazione e reazione sociale di chi si trova davvero in difficoltà e vede il vicino di casa lavorare per la stessa azienda per cui lui è fuori dal mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Le cose bisogna esprimerle fino in fondo, lo dicevo adesso al Consigliere Bucciarelli. Io comprendo la situazione ed anche come Giunta non immaginate che non la comprendiamo, anche noi abbiamo ricevuto gli operai la sera stessa in cui tutto questo è accaduto, ma se noi inserissimo il principio di penalizzare la delocalizzazione, in realtà la delocalizzazione non può essere definita il trasferimento di una attività in uno Stato membro e noi incorreremmo, per quanto riguarda le norme europee, in una infrazione che viola le norme della libera concorrenza.
Per cui credo che anche questo tema vada affrontato con molta cautela perché potremmo incappare in prescrizioni normative europee che possono essere sollevate da chi lavora, ad esempio, negli Stati membri che hanno aderito alla Comunità economica europea.
Il tema secondo me è quello che introducevo, bisognerebbe definire un metodo diverso di erogazione dei contributi che sia di maggiore garanzia, sia nell'effettiva realizzazione dei progetti che nella tutela delle situazioni come questa nella quale questi progetti in realtà vengono realizzati per ottenere il 50% dell'anticipo ma non si ha nemmeno la certezza che poi vengano effettivamente realizzati e si va in una lunga contestazione, che vede impegnati gli uffici legali delle Regioni e delle imprese ma nel frattempo le risorse almeno per il 50% sono state erogate.
Credo che il nostro obiettivo, il primo obiettivo, sia quello di tutelare i lavoratori, successivamente, prendendo esempio queste situazioni, adotteremo norme più confacenti anche a queste realtà e che siano più tutelanti.

Interrogazione n. 1013
del Consigliere Silvetti
“Danno ambientale a Marina di Montemarciano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1013 del Consigliere Silvetti. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. L’intervento in oggetto è stato redatto dal gruppo di lavoro della Regione Marche - P.F. Difesa della Costa per un importo di € 1.700.000,00 di cui € 1.380.449,08 per lavori a base d’appalto ed oneri di sicurezza e € 319.550,92 per somme a disposizione dell’Amministrazione, ed è stato approvato con determinazione del capo settore del Comune di Montemarciano, n. 1158 del 3 settembre 2009.
Le opere realizzate nell’ambito del progetto approvato sono:
- sostituzione delle attuali n. 4 scogliere sommerse poste a nord del fosso Rubiano con una batteria di n. 6 scogliere emerse;
- rafforzamento del primo pennello a “T” esistente posto immediatamente a nord del tratto di litorale difesa dalle scogliere;
- ripascimento con sabbie e ghiaie di origine alluvionale, proveniente da cave terrestri, per un tratto di 600 m dal pennello da rafforzare verso sud.
I lavori sono stati affidati, con determinazione dirigenziale del Comune di Montemarciano n. 244 del 1 marzo 2010 alla ditta SI.MA.CO. s.r.l. con sede in Roma, con il ribasso del 48,489% sull’importo a base di appalto, per un importo contrattuale di € 719.805,00 oltre l’IVA.
Il contratto di appalto è stato stipulato in data 17 giugno 2010, a rogito del Segretario Comunale e registrato ad Ancona il 6 luglio 2010, per un importo di € 719.805,06 oltre l’IVA.
I lavori sono stati consegnati in data 24 marzo 2010 e sono terminati l’8 giugno 2011.
La direzione dei lavori è stata effettuata dal Dott. Ing. Mauro Petraccini della Regione Marche P.F. Difesa della Costa. Le funzioni di Responsabile del Procedimento sono svolte dal Dirigente Dott. Ing. Luciano Bolli del Comune di Montemarciano. Il collaudo tecnico-amministrativo è stato eseguito dal Prof. Ing. Mancinelli ed approvato con determinazione del capo settore del Comune di Montemarciano Dott. Ing. Luciano Bolli, n. 987 del 1 ottobre 2012.
La procedura di scelta del contraente adottata è quella individuata dall’art. 53, comma 4 e dall’art. 54 commi 1 e 2 del D.Lgs. 163/06, che prevede l’aggiudicazione mediante procedura aperta, con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante corrispettivo a corpo ed offerta a prezzi unitari. La procedura è stata approvata con determinazione del capo settore del Comune di Montemarciano Dott. Ing. Luciano Bolli, n. 1321 del 8 ottobre 2009. L’esecuzione dei lavori si è svolta nel rispetto del quadro normativo vigente all’epoca ed individuato dal D.Lgs. 163 del 12 aprile 2006 (Codice dei contratti pubblici), del D.P.R. 554 del 21 dicembre 1999 (Regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici) e del D.M. 145 del 19 aprile 2000 (Nuovo capitolato generale d’appalto dei lavori pubblici) costituenti materia di competenza esclusiva dello Stato.
Il Comune di Montemarciano è stato individuato quale Ente attuatore con nota n. 82743 del 9 febbraio 2009 a firma del dirigente della P.F. Difesa della costa della Regione Marche, Ing. Vincenzo Marzialetti, che con D.D.P.F. 6/POP_09 del 27/01/2009 ha assegnato un finanziamento allo stesso comune per € 1.700.000,00 a carico del capitolo 42204401 del bilancio 2009.
Il Comune di Montemarciano, in qualità di ente attuatore, con nota n. 7360 del 26 maggio 2009, si era già espresso nei riguardi di una relazione del Consigliere comunale Vito Macchia che esponeva delle critiche al progetto della Regione Marche e chiedeva l’attuazione del progetto A.R.S.T.E.L. COR.A.L.E. del 6 maggio 2009. In tale nota si chiariva che l’attuazione del progetto richiedeva una copertura finanziaria allo stato attuale non disponibile e, comunque, la realizzazione dell’intervento progettato dalla Regione Marche doveva essere considerata compatibile e complementare al progetto A.R.S.T.E.L. COR.A.L.E. inoltre in data 10 giugno 2009 si è tenuta una conferenza di servizi presso la sede della Regione Marche – P.F. Difesa della costa, alla quale hanno partecipato l’ing. Marzialetti – P.F. Difesa della costa della Regione Marche, i Geol. Piccinini e Cecchini – P.F. Valutazioni ambientali della Regione Marche, il Cap. Chirizzi – Capitaneria di porto, la Dott.ssa Mengarelli – ARPAM, nella quale si sono affrontate le criticità emerse dalla lettura delle osservazioni del Geol. Polonara al progetto della Regione Marche. Si sottolinea, comunque, che il progetto della Regione Marche attua le previsioni contenute nel Piano della costa (P.G.I.A.C.) approvato con D.A.C.R. 169 del 02 febbraio 2005.
Lungo il litorale del comune di Montemarciano dal 2004 al 2011 sono stati spesi complessivamente € 1.744.000,00 antecedentemente a tale periodo si rinvengono interventi vari costituiti da pennelli e scogliere radenti, realizzati negli anni 1997-98 e precedenti.
Attualmente è in fase di valutazione l’opportunità di aggiornare il P.G.I.A.C. approvato con D.A.C.R. 169 del 2 febbraio 2005, in quella sede si potranno valutare le segnalazioni e le istanze per l’attuazione condivisa e sostenibile della futura difesa della costa compatibilmente alla disponibilità finanziaria degli enti preposti alla salvaguardia del territorio.
In riferimento alla citata, dall'interrogante, inchiesta della procura della Repubblica di Ancona, tutt’ora in corso, denominata “sabbie d’oro”, si evidenziano criticità legate alla gestione degli appalti di opere costiere. L'attuale riorganizzazione delle strutture regionali tenta di introdurre razionalizzazione e trasparenza nell'attuazione degli interventi costieri nel rispetto dei principi dettati dalla l.r. 20/2001 e successive modifiche e integrazioni.

PRSIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Chiedo all'Assessore se posso avere copia di questa risposta, perché formulerò poi, in apposita sede, le mie considerazioni.
La ringrazio per la risposta assolutamente circostanziata e puntuale.
E' chiaro che mi ha fatto particolarmente piacere che lei abbia citato il progetto A.R.S.T.E.L. COR.A.L.E. sul quale questa Assemblea si era espressa, dall'altra non posso che sottolineare, con viva preoccupazione, il coinvolgimento di due funzionari della Regione Marche, in un'indagine molto ampia ed estremamente delicata e, se pur ferma, ovviamente, la presunzione di innocenza, le fattispecie di reato, che sono l'associazione a delinquere finalizzata a turbativa d'asta ed la corruzione, sono forse le fattispecie più antipatiche, voglio anche usare un eufemismo, voglio essere meno gravoso nell'esprimermi.
E' chiaro che questa situazione va chiarita una volta per tutte, il prima possibile, facendo capire bene qual è l'intenzione politica e qual è la condotta amministrativa degli uffici.
Non voglio aggiungere altro perché, ripeto, siamo in una fase di indagine ed è opportuno non aggiungere altri elementi che possono solo turbare, come posso dire, il contesto e la tranquillità anche del suo lavoro, Assessore, perché in qualche modo credo che sia in una posizione delicata e debba garantire la continuità dei servizi in nome della trasparenza ed in nome dell'efficienza, quindi, non aggiungo altro, le chiedo solo la cortesia di farmi avere copia della sua risposta.

Interrogazione n. 680
del Consigliere Pieroni
“Individuazione delle stazioni regionali di monitoraggio della qualità dell'aria”

Interrogazione n. 681
del Consigliere Latini
“Individuazione delle stazioni regionali di monitoraggio della qualità dell'aria”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 680 del Consigliere Pieroni e n. 681 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. Con deliberazione di Giunta regionale n. 1129 del 9 ottobre 2006 è stata approvata la rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria, costituita da 9 stazioni, di cui 4 in provincia di Ancona. Attualmente ne funzionano 8, di cui 3 in provincia di Ancona.
Con deliberazione di Giunta regionale n. 238 del 26 marzo 2007 è stata approvata la rete regionale di monitoraggio dell'ozono, costituita da 12 stazioni, di cui 6 in provincia di Ancona.
Con le rilevazioni delle suddette stazioni si riferisce alla Unione Europea la situazione della qualità dell'aria e dell'ozono nelle Marche.
Tali stazioni sono state scelte, sulla base delle linee guida del D.Lgs. 351/1999 allora vigente, da un Tavolo tecnico, cui hanno partecipato, oltre alla Regione, sia I'ARPAM, sia le Province che possedevano e gestivano le stazioni.
Peraltro le Province possedevano e gestivano anche parecchie altre stazioni, per un totale, comprese quelle della rete regionale, di 32 per la qualità dell'aria e di cui 17 anche per l'ozono, delle quali appartenevano alla Provincia di Ancona rispettivamente 16 per la qualità dell'aria e 6 per l'ozono.
Le stazioni ulteriori a quelle della rete regionale, tra cui quelle di Loreto ed Osimo, non erano state ritenute necessarie per la valutazione della qualità dell'aria regionale per le finalità del D.Lgs. 351 e per le finalità comunitarie, ma erano state ritenute utili dalle Province per valutare situazioni locali.

PRESIDENTE. Scusi Assessore, non si sente nulla di quello che dice, se riuscite a parlare sottovoce e se l'Assessore alza un po' il tono così proviamo …

Sandro DONATI. Il D.Lgs. 155/2010 ha sostituito il citato D.Lgs. 351/1999 ed ha aggiornato i criteri tecnici sia per la zonizzazione del territorio regionale, sia per la costituzione della rete regionale di rilevamento ed inoltre ha stabilito che le reti regionali debbono essere gestite dalle Regioni, eventualmente mediante le ARPA.
La nuova rete regionale delle Marche non è stata ancora ufficialmente costituita, in quanto occorre: che prima sia approvata la zonizzazione del territorio regionale, per la quale è necessario il definitivo parere del Ministero dell'Ambiente, che è stato richiesto ma non ancora ottenuto; che anche il progetto della rete di monitoraggio riceva, successivamente, il parere del Ministero.
Nel frattempo la Regione si sta organizzando per subentrare alle Province nella gestione della rete regionale e sta provvedendo affinché, nelle more, le Province continuino i rilevamenti, per quanto di interesse regionale.
Pertanto, a seguito di incontri cui hanno partecipato I'ARPAM, l'UPI e l'ANCI, si è prospettata la nuova rete regionale di monitoraggio.
In attesa della individuazione definitiva della rete regionale e del subentro regionale è stata approvata, previo parere del CAL, la deliberazione di Giunta regionale n. 84 del 30 gennaio 2012, al solo fine di stabilire i criteri per la concessione alle Province di contributi per la continuazione della gestione.
Con tale deliberazione si prospettava che la rete regionale, per riferire alla UE, fosse costituita da 16 stazioni per la qualità dell'aria, di cui 9 per l'ozono, di cui in Provincia di Ancona rispettivamente 7 e 5.
Inoltre, con la medesima deliberazione si era ritenuto opportuno avvalersi, per finalità particolari di studio, di altre 5 stazioni, di cui 3 in Provincia di Ancona.
Nel corso di recentissimi approfondimenti, con I'ARPAM e il Ministero, attualmente si pensa di inserire 3 di tali stazioni, di cui 2 in Provincia di Ancona, nella rete regionale vera e propria, mediante la quale si riferirà all'Unione Europea.
Pertanto la rete regionale probabilmente aumenterà da 8 stazioni a 19, di cui 9 in provincia di Ancona.
Nella deliberazione che approverà la nuova rete regionale, dopo che saranno stati ottenuti i pareri del Ministero, si motiverà formalmente che le stazioni prescelte per la rete regionale sono, ai fini della nuova normativa, quelle che, ai sensi dell'art. 1 comma 4 del D.Lgs. 155/2010, sono conformi alle norme e per le quali si rispettano i canoni di efficienza, di efficacia e di economicità, in quanto sufficienti a rappresentare la qualità dell'aria ambiente regionale.
Le altre stazioni attualmente gestite dalle Province, tra cui quelle di Loreto e di Osimo sarebbero inutilmente in eccesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Io ho ascoltato con grande attenzione, anche se con grande fatica perché la voce si sentiva poco, ed ho capito perfettamente che c'è stata una valutazione da parte della Regione in collaborazione con le Province per ridefinire la rete di cooptazione per quello che riguarda l'inquinamento dell'aria.
Assessore, io credo che, anche qui, molto probabilmente, la semplice lettura di dati e di normative non possa giustificare da parte della politica, in questo caso da parte della Giunta e dell'Assessore competente, l'aver tolto una struttura così importante in un sito altrettanto importante, perché questa struttura era posizionata in un punto strategico per quello che riguarda la città di Loreto.
Sicuramente lei sa Assessore, che in quella zona c'è in questo momento una grande conflittualità tra la popolazione e un'azienda, e al di là di tutto, credo che la Regione debba tener conto di queste situazioni per non trovarsi poi in grande difficoltà, sia da parte dell'azienda, che giustamente ritiene di essere in regola per quello che riguarda le normative di emissione e vive in questo momento anche una serie di criticità occupazionali, che da parte dei cittadini che ritengono importante la loro salute e che chiaramente lamentano una criticità forte per quello che riguarda l'emissione in aria di una serie di sostanze che, dal loro punto di vista, sono pericolosissime per la salute.
Queste relazioni, sono relazioni che secondo me dicono tutto e non dicono niente, sono relazioni giustificative per scelte fatte che alla fine mettono in difficoltà l'amministrazione comunale di Loreto, la Regione Marche e lasciano nel dubbio sia la popolazione presente che l'azienda e non sono più una tutela per la stessa azienda.
Io credo che quando la politica (in questo caso il suo Assessorato e la Giunta) tiene una posizione e si nasconde dietro le normative e quant'altro, dimostra, ulteriormente, l'incapacità di risolvere e coniugare le esigenze normative con le esigenze di opportunità politica ed amministrativa che emergono dal territorio.

Interrogazione n. 793
del Consigliere Pieroni
“Collocazione barriere insonorizzanti ed antinquinamento tratto A14 zona sud-est Stazione di Loreto”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 793 del Consigliere Pieroni. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Eusebi

Paolo EUSEBI. In relazione all'interrogazione n. 793 del Consigliere Pieroni avente per oggetto: "Collocazione barriere insonorizzanti ed antinquinamento tratto A14 - zona sud-est Stazione di Loreto" si rappresenta che il progetto di potenziamento dell'A14 tra Rimini Nord e Porto Sant'Elpidio (nuovo svincolo) prevede l'ampliamento da 2 a 3 corsie più la corsia di emergenza per uno sviluppo complessivo di 154,7 km.
L'opera interessa il territorio dell'Emilia Romagna e delle Marche, in particolare le Province di Rimini, Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e 29 Comuni diversi. Sono in corso di definizione gli interventi in favore del territorio. Ad oggi è prevista: la realizzazione di 36 Km di bretelle di collegamento all'autostrada e l'installazione di circa 96 km di barriere antirumore. Autostrade per l'Italia s.p.a. ha in corso i lavori relativi ai vari lotti.
II tratto in oggetto si riferisce al Lotto 6A (Ancona Sud – Porto Sant'Elpidio) I^ fase (37,0 Km) dove i lavori sono stati ultimati il 31 luglio 2010 e aperti al traffico 33 km. I restanti 4 km saranno aperti al traffico con il lotto attiguo 6B.
Sono state completate, nel tratto in parola, tutte le lavorazioni anche quelle relative all'installazione delle barriere antirumore, così come previste dal progetto presentato e approvato dal Ministero dell'Ambiente. Ad oggi, a lavori ultimati, si può richiedere la verifica delle previsioni progettuali, che attraverso la modellazione avevano previsto l'abbattimento delle emissioni sonore entro i limiti previsti dalla legge. Se così non fosse, e in tal senso ho dato disposizione di capire se così non fosse, verrà richiesto alla Società Autostrade di provvedere alla messa a norma degli interventi realizzati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente, questa io credo sia la dimostrazione dell'impegno dell'Assessore. Sicuramente è riuscito a coniugare l'assessorato competente, sollecitando chi di dovere, le esigenze di un territorio, con le problematiche che si vivono quotidianamente.
La ringrazio perché la risposta c'è stata, è una risposta positiva e per quanto mi riguarda mi ritengo soddisfatto.


Proposta di atto amministrativo n. 51
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche 2007/2013 in attuazione del Reg. (CE) 1698/2005 del Consiglio del 20 settembre 2005. Revoca Deliberazione n. 34 del 15 novembre 2011”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo ad iniziativa della Giunta regionale n. 51. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, probabilmente è la terza o la quarta modifica che il PSR 2007/2013 subisce nel corso della sua vita ma la cosa è assolutamente salutare, perché eventuali fondi che non vengono impegnati vengono persi, per cui ben vengano le modifiche, questo significa che c'è capacità di analizzare le linee di finanziamento preventivate e la capacità di analizzare la risposta che hanno avuto nel mondo agricolo e adeguarle velocemente affinché si prendono i fondi su delle assi, su delle misure, non completamente utilizzate a favore di misure che invece ne hanno più bisogno.
Quella di oggi è una modifica importante se guardiamo l'aspetto dei bisogni, perché ci sono delle cose non banali, in primis parlando di solidarietà …

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Acacia Scarpetti, c'è una confusione, un sottofondo, cercate di parlare più piano o uscite se non siete interessati, prego.

Luca ACACIA SCARPETTI. In questa modifica va sottolineato, in primis, un aspetto di solidarietà, nella Conferenza Stato-Regioni c'è stato un accordo rispetto al quale tutte le Regioni italiane si sono impegnate ad aiutare le Regioni colpite dal terremoto, quindi Emilia Romagna e Abruzzo, e le Marche non si sono sottratte a questo impegno, destinando 3 milioni di euro per quelle realtà.
La seconda risposta molto puntuale, la diamo con questo atto al mondo agricolo, meglio ancora al mondo zootecnico, le incredibili nevicate della passata stagione hanno di fatto danneggiato tantissimi fienili e stalle, la risposta che noi diamo con questo atto è aver trovato, da linee non utilizzate, sette milioni di euro da destinare agli allevamenti zootecnici e a tutto ciò che ruota intorno a questo mondo ...

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, non si capisce una parola, ma riuscite a parlare più piano? Grazie.

Luca ACACIA SCARPETTI. L'aiuto alla zootecnia non si limita soltanto a prevedere sette milioni di euro di finanziamento per le infrastrutture a loro dedicate, ma ci sono anche quattro milioni di euro dedicati al pascolo montano.
Questa è una cosa, secondo me, estremamente positiva, perché bisogna assolutamente aiutare tutte le linee di produzione agricole che consentano di utilizzare prodotti, se non a zero chilometri, a meno chilometri rispetto a ieri, avere investimenti e, quindi, una produzione di carne locale è una cosa assolutamente positiva.
Ci sono anche degli aiuti minori, circa un milione di euro per gli agriturismi, ci sono tre milioni di euro per il biologico. Queste sono le voci principali.
Devo dire che gli uffici hanno fatto un lavoro molto celere e ricordo ai colleghi che modificare il PSR significa circa un anno di lavoro, significa incontri preventivi con i Commissari di Bruxelles. E' una cosa non da poco.
Mi corre l'obbligo, e concludo il mio intervento, di portare alcune osservazioni che sono emerse dalla VI Commissione rispetto ad alcune fasi procedurali, è vero che è un atto molto importante, molto ciclopico da elaborare e che vanno presi accordi preventivi con l'Europa, però la VI Commissione permanente, che tratta le questioni europee, sollecita un maggior coinvolgimento preventivo, diciamo parallelo, con quanto avviene e con quanto il servizio fa, con gli uffici europei, con la Commissione e quindi, con il Consiglio, perché questo non solo da più spazio ed onore ai Consiglieri ma rispetta appieno quelli che sono i regolamenti e gli Statuti della Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente. La revoca della deliberazione relativa all'adozione del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, che oggi abbiamo in Aula, ci dà la possibilità di riadottare il Piano di Sviluppo Rurale adeguandolo a quelli che sono stati gli eventi e le necessità degli ultimi momenti.
Il riordino riguarda tre motivi principali.
Il primo è la necessità di rimodularlo in base alle risorse della misura che comunque non tira e non ha tirato, quindi, parliamo di alcune risorse che non sono state attivate, in quanto non c'era necessità sul territorio o interesse degli attivatori stessi.
Il secondo è il trasferimento di risorse, che erano all'interno del PSR, a favore delle Regioni Abruzzo ed Emilia Romagna. Come tutte le altre Regioni abbiamo trasferito a queste due Regioni una sorta di contributo di solidarietà economica, parliamo di un milione e trecentomila euro per quanto riguarda la quota del FERS e tre milioni di euro per quanto riguarda il PSR
Il terzo motivo riguarda un aiuto a favore delle aziende agricole che hanno subìto dei danni in conseguenza delle forti nevicate del febbraio scorso, qui l'importo, nel quale siamo coinvolti in questa giornata, è di sette milioni di euro.
Nelle Commissioni congiunte, che abbiamo attivato quindici giorni fa, la proposta è stata quasi all'unanimità accettata, noi ci siamo astenuti perché abbiamo ritenuto, al di là dell'interesse, della regolarità e della condivisione di queste scelte - qui mi voglio riferire anche al relatore di maggioranza - che le Commissioni debbono essere coinvolte e interessate nel momento dell'attuazione e della rimodulazione, mi riferisco tra l'altro alla legge vigente del 2 ottobre 2006 la n. 14, che specifica quali sono le funzioni, i doveri ed anche gli oneri che riguardano le Commissioni stesse. All'articolo 6 si dice chiaramente quali sono le competenze del Consiglio regionale e delle Commissioni: dare un indirizzo, nonché proporre, ascoltare, ricevere le proposte della Giunta per poter assicurare un adeguato svolgimento dei lavori stessi.
Abbiamo controllato che queste misure, come dicevo prima, non erano state utilizzate da molto tempo, parliamo di qualche mese, e abbiamo ritenuto opportuno in questo caso utilizzarle, forse dire utilizzare è una cosa brutta, supportati dalle competenze delle Commissioni competenti, i lavori sono stati svolti con attenzione a tutto il territorio, a 360 gradi. Quindi, il nostro voto di astensione in Commissione ma voto favorevole in Aula, lasciando proprio una sottolineatura nei riguardi della Giunta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'atto, è una proposta di atto amministrativo, quindi, c'è una votazione unica ma prima ci sono degli emendamenti.
Emendamento 1/1 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Illustro gli emendamenti complessivamente, per brevità, anche se, quella di oggi, è un'Aula piena di atti.
Gli emendamenti riguardano un po' tutti il biogas, c'è un collegamento in alcuni casi con il biogas.
L'emendamento 1 ha un nesso con l'approvazione della recente legge n. 30 del 19 ottobre 2012. A mio avviso occorre che anche il Programma di Sviluppo Rurale si adegui a quanto stabilito da questa legge relativamente agli impianti a biogas e a biomassa, altrimenti questa legge nasce vecchia e dovrebbe essere aggiornata subito. La frase che si aggiunge è questa: “l'energia prodotta deve essere totalmente utilizzata nell'azienda al fine di ridurre i costi di produzione”. Ci si domanda, infatti, come mai questa frase è compresa nella successiva misura 1.2.3 ma non in questa, nella misura 1.2.1 quando è proprio questa quella che incide più profondamente nell'adeguamento e nella trasformazione delle aziende agricole beneficiarie dei finanziamenti del programma di sviluppo rurale.
Penso sia un refuso però occorre assolutamente inserirla a tutto vantaggio degli imprenditori agricoli veri, degli imprenditori agricoli seri …

PRESIDENTE. Scusate non si sente una parola, se avete delle chiacchiere andate al bar, grazie.

Enzo MARANGONI. Non è stagione! Dicevo che può essere un refuso, però, occorre a mio avviso che si inserisca proprio all'interno delle cosiddette limitazioni delle condizioni di ammissibilità, a tutto vantaggio degli imprenditori agricoli veri, cioè di quegli imprenditori agricoli seri, che avranno la possibilità di integrare il proprio reddito agricolo; in questo modo, il territorio non subirà seri e problematici, diciamo così, impatti negativi.
Questo è il senso, l'obiettivo, dell'emendamento 1. Direi che per adesso mi fermo a questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Mi spiace dover esprimere parere contrario a questo emendamento, non solo per i rapporti che ho instaurato con il collega Marangoni ma anche per il merito. In verità non possono trovare spazio nel PSR queste modifiche perché emendare il PSR significherebbe bloccarlo, significherebbe vanificare quello che è stato fatto, quello che proprio in queste ore si sta facendo o forse l'hanno fatto ieri, i nostri funzionari presso gli uffici della Commissione centrale a Bruxelles, ma, proprio per lo spirito di collaborazione che è giusto tenere in Aula, posso suggerire al Consigliere Marangoni che queste sue proposte potrebbero trovare spazio tra pochissimo in Aula, in occasione di una prossima discussione sul tema del biogas. In IV Commissione ci sono dei disegni di legge che andranno ancora ad affinare, a migliorare le regole del gioco per quanto riguarda quel tipo di impianti e lì potrebbero trovare uno spazio diretto e non andrebbero ad inficiare tutto il resto di questo lavoro che, purtroppo, è così confezionato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che l'emendamento sia non solo ammissibile ma, secondo, me auspicabile, nel senso che i finanziamenti del PSR sono finanziamenti alle imprese agricole, non alle imprese che vogliono fare investimenti nel campo dell'energia, ci sono finanziamenti per investimenti nel campo dell'energia finalizzati all'impresa per la parte agricola non per l'impresa agricola che vuole produrre ed affiancare all'impresa agricola un'impresa di produzione di energia.
Secondo me la dicitura proposta dal Consigliere Marangoni è corretta, cioè sono finanziati dai fondi del PSR gli investimenti per la produzione di energia rinnovabile fino al limite del fabbisogno energetico dell'azienda e comunque fino ad 1 MW che è già una dimensione molto alta
Sono tutte riflessioni che abbiamo fatto in questo periodo di legislatura, sono ormai mature e non è vero che non si può cambiare neanche una virgola, altrimenti l'Europa ci cancella o ci blocca gli emendamenti. Noi siamo stati anche troppo buoni perché tutti gli emendamenti del PSR sono arrivati senza democrazia. Ricordo che la programmazione del PSR avviene da parte del Consiglio, tutte le volte c'è stata questa diatriba: le proposte di fatto arrivano già concordate con Bruxelles ed il Consiglio regionale, che è quello che dovrebbe programmare e proporre, non può intervenire per modificare neanche una virgola.
Questa è una pura bazzeccola, una leggenda metropolitana, che fa comodo alla Giunta perché evita che ci sia una discussione in Aula, anch'io ritengo che una discussione in Aula su termini così specialistici rischi di fare danni ma, in questo caso, mi sembra che sia una questione talmente puntuale, talmente nel merito e di buonsenso che penso potremmo, legittimamente, decidere su questo. Sarei grato se volesse intervenire nel merito l'Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. L'emendamento proposto dal collega Marangoni pone diversi problemi ed a prescindere dal fatto che le modifiche del PSR siano più o meno negoziabili e approvabili, dopo essere state concordate a Bruxelles, c'è un punto che non condivido, Consigliere Marangoni. Perché se un'azienda agricola può produrre più energia del proprio fabbisogno non la deve vendere? Il biogas, la produzione di energia elettrica da biogas deriva dai sottoprodotti, dagli scarti, per esempio delle stalle, è perché noi dobbiamo vincolare la produzione di energia elettrica al solo fabbisogno dell'azienda e non dare, invece, la possibilità all'agricoltore di avere un reddito superiore, vendendo magari l'energia? Perché dobbiamo porre questo limite, se la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, deriva quasi totalmente se non dalla natura, da produzioni agricole? Perché noi dobbiamo limitare, dobbiamo impedire questa possibilità di incrementare il guadagno di una azienda agricola?
Io lo trovo assurdo, quindi, non posso votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Nel merito molto brevemente perché l'intervento del Consigliere Bucciarelli è venuto incontro a ciò che volevo dire.
Non è che per evitare che si facciano interventi meramente speculativi nelle aree agricole, finalizzati a fare profitti attraverso i contributi legati al biogas ed alle biomasse, si possono discriminare le aziende agricole che all'interno del regime di multifunzionalità possono anzi, auspicabilmente, devono anche produrre energia eccedente, rispetto a quelli che sono i fabbisogni energetici dell'azienda, proprio per avere un reddito connesso che possa permettere una migliore gestione della stessa azienda.
Tra l'altro io credo che questo emendamento sia dettato dalla volontà di rimarcare un'identità in relazione alla posizione sulle biomasse e sul biogas, perché in relazione a quello che è il decreto del 6 luglio scorso, tutto questo oggi non serve più, sappiamo benissimo il contenuto di quelle normative in relazione alle taglie molto piccole che determina l'inutilità di un emendamento di questo genere, visto che oramai in campagna si faranno cento e duecentocinquanta non solo per gli impedimenti burocratici legati ai registri e quant'altro ma anche per l'utilizzo di sottoprodotti nella misura del 70% che, naturalmente, non permetterà più quello che è accaduto nello scorso passato.
Relativamente poi alla possibilità o meno di cambiare questo programma di sviluppo rurale, certo questo è un problema che ritorna ogni volta che ce ne occupiamo. Il negoziato che si fa con la Commissione europea ha una sua dinamicità che dovrebbe ricominciare ogni volta che c'è un emendamento modificativo da parte del Consiglio regionale, quindi, qualsiasi emendamento, laddove possa avere validità il parere dell'intero Consiglio, non può che avere efficacia per il periodo successivo, non per quello che facciamo oggi ma per l'inserimento in una prossima modifica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Io sono abbastanza sorpreso di questa interpretazione, per cui un mini emendamento, mini, perché è piccolo, su un piano di sviluppo rurale che è grosso, bloccherebbe l'intero Piano di Sviluppo. Mi sembra una cosa che è priva di senso, onestamente, cioè non è che stiamo stravolgendo le logiche (...) e allora se è questo, se la funzione legislativa del Consiglio regionale è privata completamente della possibilità di fare emendamenti anche mini, perchè non stiamo stravolgendo le logiche del Piano di Sviluppo Rurale, allora non portatelo neanche in Aula, rinunciamo alla funzione. Cosa lo votiamo a fare se non possiamo nemmeno fare un mini emendamento …

PRESIDENTE. Infatti lo stiamo votando e se ci permette di votarlo, vedremo l'Aula come si esprimerà nel merito.

Enzo MARANGONI. … no Vicepresidente, cosa lo mettiamo al voto a fare, cioè …

PRESIDENTE. Lo ritira?

Enzo MARANGONI. No, io non ritiro niente, ma dico che non ha senso, è una interpretazione sbagliata, non è vero che non possiamo emendare, non è vero, a mio avviso è falso.

PRESIDENTE. Infatti stiamo votando l'emendamento a firma Marangoni.

Enzo MARANGONI. Non portiamolo neanche in Aula, in questo modo abbiamo maggior rispetto del Consiglio, se non possiamo nemmeno fare emendamenti!

PRESIDENTE: Emendamento 1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 51. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Passiamo ora al punto n. 7.

NOMINA:
Elezione del Revisore unico dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario (ERSU) di Ancona.
(articolo 13, comma 1, l.r. 2 settembre 1996, n. 38)

L’ordine del giorno reca la nomina del Revisore unico dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario (ERSU) di Ancona. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati. I candidati sono Morroni Marco e Tarrozzi Giuseppe.

(Il Consigliere Segretario Pieroni effettua la chiamata)

Comunico il risultato della votazione. Votanti: n. 37, schede bianche: nessuna, schede nulle: nessuna, schede valide: n. 37.
Hanno ricevuto voti: Morroni Marco 13 e Tarozzi Giuseppe 24.
Proclamo eletto Revisore unico dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario (ERSU) di Ancona: Tarozzi Giuseppe.

Mozione n. 380
dei Consiglieri Massi, Marinelli, Malaspina, Marangoni, Latini
“Nuova legge elettorale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 380 dei Consiglieri Massi, Marinelli, Malaspina, Marangoni, Latini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Questa mozione è stata presentata, se così si può dire, in tempi meno sospetti di oggi. Erano meno sospetti perché noi in Consiglio regionale, lo possiamo dire tutti con orgoglio, siamo arrivati qui senza alcun listino, soltanto con i voti personali che sono stati espressi dagli elettori.
Quando abbiamo presentato questa mozione si chiedeva al Consiglio di pronunciarsi, con l'autorevolezza di un'Assemblea legislativa regionale, ed invitare il Governo e il Parlamento, il Parlamento in particolar modo, a prendere una decisione definitiva per cambiare quella legge chiamata "porcellum", che ha tagliato completamente il rapporto tra eletto ed elettore ed ha espropriato l'elettore della possibilità di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento.
Credo che a parole siamo tutti convinti di questo. Partendo dalla nostra esperienza, il 90% di noi è passato attraverso i Consigli comunali, i Consigli provinciali e per noi può parlare la gavetta fatta sul campo, nel rapporto e con il consenso degli elettori.
Credo che sia assurdo, considerato che anche al Parlamento europeo si va con le preferenze, pensare che solo nel Parlamento nazionale non si possa scegliere.
Non ripeto qui, non occorre tra noi e davanti a voi ripetere tutte le motivazioni, le conoscete bene, per cui questa Assemblea deve pronunciarsi.
So bene cosa si può dire: "le preferenze talvolta hanno inquinato", benissimo, perché i nominati no? Quindi male che vada possiamo dire di essere alla pari. Almeno qualche elettore se sbaglia preferenza potrà fare il mea culpa, ma in questa maniera, dei nominati che sono stati inquisiti, talvolta condannati, e ne abbiamo viste veramente di tutti i colori, a chi possiamo dare la colpa? Agli elettori sicuramente no, allora è giusto che in un sistema democratico l'elettore si prenda la responsabilità e, se sarà necessario, qualche volta anche la colpa.
I collegi, cari amici del PD, io conosco la vostra impostazione, io sono stato anche un fautore dei collegi agli inizi degli anni '90, ma anche lì permettetemi, ne abbiamo viste di tutti i colori. Noi e voi abbiamo avuto calati dall'alto personaggi nei collegi sicuri, che le nostre solerti segreterie nazionali avevano già studiato e se si dovessero fare i collegi state tranquilli che sia noi che voi avremmo il 50%, se va bene, di gente che viene dalle nostre direzioni nazionali, dai nostri gruppi, senza nulla toccare. Non credo che si faranno le primarie sui seggi per le prossime elezioni, accetto una scommessa, quando vuoi, caro collega Ricci, quello che ti pare, anche un bicchiere di birra. Siamo realisti! Alle ultime elezioni PD e PDL hanno avuto quattro componenti ciascuno calati dall'alto e, salvo qualche rapidissima apparizione, nessuno di noi e voi li ha più visti. Otto componenti su ventiquattro, i nostri partiti hanno la responsabilità di averli calati dall'alto. Diamo un segnale, io dico diamo un segnale, anche chi non crede pienamente nelle preferenze, ma almeno si sappia che dall'Assemblea legislativa delle Marche è arrivato un segnale ai nostri carissimi parlamentari nazionali.
Tutto qua lo spirito. Se, poi, ci saranno i collegi, collega Ricci, e ci saranno le primarie per sceglierli, benissimo, anzi meglio. Però diamo un segnale per superare la legge che c'è e sulla quale consentitemi di esprimere la stima nei confronti del Presidente della Repubblica che è l'unica voce istituzionale che questo momento si fa sentire. L'unica voce che ha mandato un monito alle forze politiche, al Parlamento. Però che sia solo il Presidente della Repubblica è una cosa triste, veramente triste, almeno affianchiamoci qualche Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Devo dire che il discorso sulla legge elettorale mi appassiona e mi ha sempre appassionato, non da oggi, perché la formula con la quale viene eletto il Parlamento, in un paese in cui la Costituzione vede il Parlamento come il primo potere dello Stato, è senz'altro la legge, una delle leggi, anche se non di rango costituzionale, più importante.
Il collega Massi ha sommariamente indicato quelli che possono essere i problemi di un sistema che è stato guardato, negli ultimi anni, con particolare attenzione, quasi fosse la panacea dei problemi, che da questo punto di vista, il Paese ha sempre avuto e cioè il sistema uninominale.
Forse con il sistema uninominale non avremmo avuto illustri padri della nostra Repubblica, probabilmente, una persona, una personalità come Fanfani avrebbe trovato difficoltà ad essere eletto nella sua Toscana con il sistema uninominale, ricordo anche una vicenda recente quando nel 2001 tutto il centro-sinistra, in Sicilia, non riuscì a prendere, nonostante raccolse oltre il 40% dei consensi, nemmeno un parlamentare nella quota uninominale.
Secondo me questa non è democrazia, certamente il sistema uninominale, che è un sistema di tipo anglosassone in cui c'è una tradizione completamente diversa rispetto alla nostra, è un sistema difficilmente applicabile alla realtà italiana ma certamente è sconveniente anche quello attualmente in vigore. Se i partiti fossero partiti con una loro serietà, con un sistema di selezione della classe dirigente realmente applicato, il concetto della lista bloccata potrebbe essere, in qualche modo, anche difeso, ma certamente non lo è nelle condizioni in cui i partiti versano oggi e, quindi, ritengo che la soluzione migliore sia quella del sistema delle preferenze, posto che i suoi detrattori dicono che da una parte le preferenze hanno un costo e dall'altra hanno prodotto i “Fiorito”. Io ricordo che se nel campo delle preferenze ci sono i “Fiorito” nel campo delle liste bloccate ci sono i “Lusi” e i “Belsito”, ci fa anche rima. Voglio dire non è il sistema elettorale che determina le brave o le cattive persone, le persone degne e le persone indegne, sono le persone stesse, sta a chi forma le liste, ed il ruolo principale non dimentichiamolo è quello dei partiti: essere mediatori fra la società civile e le istituzioni ed indicare le persone migliori da inserire nelle liste.
Questo dovrebbe essere un comune denominatore, uno sforzo ed un impegno a cui tutti quanti noi dovremo in qualche modo partecipare se vogliamo continuare a calcare la scena politica.
Va da sé che il problema dei costi del sistema delle preferenze sarebbe facilmente risolvibile se si introducesse un criterio del tutto simile a quello delle nostre regionali, cioè collegi elettorali di dimensioni provinciali, diciamo, una dimensione collegiale di 500.000 abitanti. Allora sì che l'eletto sarebbe davvero riconosciuto dal proprio territorio, ci sarebbe un rapporto organico fra eletto ed elettore, ci sarebbe un giudizio davvero impegnativo nel corso della legislatura da parte del corpo elettorale, nei confronti della persona indicata al momento dell'elezione; esattamente come succede con noi. Io non voglio parlare della mia persona, ma voglio portare l'esperienza di tanti di voi che conosco, che frequento e che costantemente sono sui problemi del nostro territorio, partecipano alle iniziative che caratterizzano la vita democratica del nostro territorio, svolgono un lavoro che è il lavoro della rappresentanza. E' vero che oggi viviamo un momento assolutamente delicato, un momento in cui vale tutto e il contrario di tutto, momenti in cui la politica è in mano alla demagogica e, addirittura, il Parlamento sta da una parte riducendo i compensi dei deputati e dall'altra vorrebbe reintrodurre le preferenze, c'è una contraddizione enorme in termini.
Voi pensate che un parlamentare nazionale oggi incassa 12.000 euro lordi, non dalle tasse ma dalle spese, perché chiaramente un parlamentare deve recarsi a Roma, deve avere una sua vita, un albergo, una casa, un'assistente, un'attività sul proprio territorio, e quanto deve, poi, sottrarre a questa cifra per le eventuali spese elettorali?
Ragazzi è un discorso assai pericoloso quello della democrazia, del mantenimento della democrazia, perché non vorrei che l'aspetto elettivo diventasse appannaggio dei ricchi o dei furbi, perché il rischio che stiamo correndo è esattamente questo, quello che in Parlamento possa andare chi si può permettere campagne elettorali o chi se le fa pagare da qualcun altro, quindi non è libero.
I padri costituenti, reduci chiaramente da un periodo che non c'è bisogno di ricordare, avevano ben chiara la necessità di salvaguardare l'indipendenza, il valore dell'indipendenza dell'eletto, per questo introdussero uno dei pilastri che è stato sottratto, perché poi la storia si ripete, in un momento altrettanto difficile della vita democratica, mi riferisco all'immunità parlamentare che dovrebbe essere immediatamente ripristinata, perché non deve passare, e io sfido anche l'opinione pubblica su questo, che un eletto, un deputato e un senatore sia un cittadino comune. E’ diverso perché svolge una funzione delicatissima, quella di fare le leggi che regolamentano la vita di uno Stato e lo deve fare senza nessun tipo di condizionamento. Per questo i padri costituenti, per rafforzare il fatto che le Camere fossero il primo potere dello Stato, poi viene quello esecutivo e quello giudicante, introdussero, nella nostra Costituzione, l'istituto della immunità.
Cosa centra l'immunità con le preferenze o con i collegi e, quindi, con la legge elettorale? Centra perché è un unico status. Nel '93 pensando di lavarsi la coscienza il Parlamento si spogliò dell'immunità parlamentare, e ne vediamo i risultati. Esattamente come oggi i parlamentari si riducono di 1000 euro alla volta lo stipendio ma non risolvono il problema perché la gente è arrabbiata, la gente oggi non riceve più dalla politica quello che ha ricevuto per sessant'anni: il piè di lista e la buona politica. Se a questo ci aggiungiamo gli esempi negativi, che ho ricordato poc'anzi, il dado è tratto.
Come riannodare il rapporto fra il corpo elettorale e il cosiddetto Palazzo? Iniziando dalla buona politica e la buona politica inizia anche dalla riconoscibilità degli eletti. La gente chiede di interloquire con le persone che riconosce soggetto politico, la gente chiede di poter avere la possibilità di scelta e l'unica maniera, per quanto imperfetta, perché non c'è un sistema assolutamente perfetto, non esiste, ogni sistema ha i suoi pregi e i suoi difetti, probabilmente, è il sistema delle preferenze mediato da collegi di dimensione accettabile. Questo sistema potrebbe essere l'unico viatico per riannodare in parte il rapporto oggi fortemente deteriorato tra il corpo elettorale e il corpo politico.
Penso che difficilmente, sono pessimista e leggo i giornali, stamattina il Parlamento riuscirà a fare granché su questo fronte e farebbe un grave errore, perché significherebbe, come ha fatto in altri passaggi, arroccarsi ulteriormente nel Palazzo, invece, di rilanciare sul piano della politica la sfida. Anche se mi rendo conto che classi dirigenti abituate alla nomina, abituate a godere solamente del privilegio di essere dei parlamentari, ben difficilmente, poi, siamo in prossimità del Natale, il tacchino chiede la festa, perché chiaramente (...).
Penso che noi non abbiamo potere di incidere sulle decisioni del Parlamento, però, possiamo esprimere un nostro giudizio. Siamo un'Assemblea legislativa, lo siamo in una Regione dove da anni abbiamo abolito il listino, quindi, siamo tutti legittimati da un consenso popolare reale, tangibile, vero, concreto e siamo, quindi, le persone maggiormente deputate a poter esprimere, in questo senso, un giudizio sereno, perché provato sulla nostra pelle, sulla nostra vita. Non mi sembra che nessuno di noi sia un marziano venuto da Marte e capace di chissà quale funambolismo, siamo persone normali, persone che hanno deciso un percorso di vita impegnandosi nelle istituzioni. La maggior parte di noi, vedo guardandovi, ha fatto il Presidente della Provincia, il Sindaco, il Consigliere comunale, l'Assessore, siamo tutte persone che hanno fatto un percorso, un percorso di scale come è giusto che sia. Io nel '94 ho iniziato attaccando i manifesti, e poi piano, piano, sono salito, ho mangiato tutte le mattine con un cucchiaino una cosa puzzolente, perché questa è la politica, ma questa è una scuola di vita. Chi sceglie le scorciatoie, si trova ad avere davanti, dopo una gloria momentanea, un muro e siccome questo muro corrisponde al bene del Paese è meglio non trovarlo. E' meglio ritornare a una politica seria, di impegno quotidiano, di morigeratezza, ma di riconoscibilità, anche perché vi assicuro e tutti voi lo potete testimoniare, le soddisfazioni sono ben diverse rispetto a quelle che vivono oggi i nostri parlamentari che sono sicuramente parlamentari, ma parlamentari a metà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. L'importante è lo spirito con il quale il Consigliere Massi ha presentato questa mozione, è un semplice segnale che deve arrivare, dovrebbe arrivare da questa Assemblea al Parlamento che si sbrighi a togliere di mezzo quella porcheria che è il cosiddetto "porcellum". Questo è quanto meno quello che deve arrivare da qui.
Questa legge è stata uno strumento usato, come è stato detto ed è vero, dalle Segreterie dei partiti. Questo è avvenuto, sempre per estrema chiarezza ma le cose sono risapute, molto di più nel campo del centrodestra che non del centro-sinistra, si è usata questa legge all'interno di stanze riservate per costruire liste e noi, poi, ci siamo ritrovati in Parlamento con parlamentari che non corrispondevano, non tanto alla volontà popolare, ma erano, addirittura, in qualche caso dei perfetti sconosciuti.
Penso che da questo Consiglio deve arrivare il segnale al Parlamento perchè si sbrighi ma ho dei dubbi che vada a finire così, Consigliere Massi, ho dei dubbi profondi che questo Parlamento ci porti a votare in primavera, a febbraio o a marzo con una nuova legge elettorale. Credo che avremo quella che c'è, allora facciamo arrivare una voce forte da qui: “Affrettatevi a togliere di mezzo il porcellum”.
Le leggi elettorali, come voi sapete, lo ricordava il Consigliere Bugaro poc'anzi, sono come il risultato di un'evoluzione. I Paesi hanno la legge elettorale, li accompagna costantemente e evolve con la società, evolve il sentimento che c'è nel rapporto fra politica e istituzione, fra persone ed istituzioni, evolvono le leggi elettorali.
Si tirano anche per esigenze opportunistiche in qualche caso ma, devo dire, che negli ultimi anni è apparsa una parola magica che ci ha orientato, anche sul tipo di legge elettorale da mettere in campo, la governabilità. Abbiamo cercato di adattare i sistemi elettorali alla necessità di governare il Paese, di non lasciarlo sempre in balia degli umori di un Parlamento e delle trattative fra i partiti. Per cui la scelta anche della rappresentanza è passata attraverso le preferenze, come sapete, anche se in alcuni enti si vota col sistema maggioritario uninominale, come per le Province. Credo che per quello che interessa noi del PD, ma credo anche tanti colleghi della maggioranza e non, sia quello di ridare, Consigliere Massi, nelle mani dei cittadini la scelta del candidato.
Io sono stato, come voi, eletto con le preferenze in Regione, ho fatto esperienza in Provincia con i collegi maggioritari, vizi e virtù di entrambi i sistemi, potrei dire che le preferenze hanno dato un grande risultato accanto a dei problemi enormi, perché le preferenze sono uno stillicidio di risorse, di conflitti interni.
Il sistema del collegio uninominale lega il nome a un simbolo, per cui in realtà se scegli quel nome trascini quel partito, se scegli quel partito trascini dietro il nome, lega di più il partito di appartenenza al nome del candidato. Anche questa è una possibilità, netta, che va nelle mani degli elettori, allora scegliere oggi quello che potrebbe essere più utile per garantire una rappresentanza parlamentare trasparente, democratica, aperta, è molto complicato.
La mia personale scelta potrebbe essere quella del 50% di gradimento per l'una e per l'altra opzione. Non mi preoccupano le preferenze anzi, abbiamo deciso tutti in questa Regione, abbiamo tolto i numeri ed inseriti i nomi, anche lì progressi ed evoluzioni del sistema elettorale, ed oggi posso dire che vantaggi e svantaggi stanno sia nel sistema delle preferenze che in quello dei colleghi maggioritari con i nomi legati ai simboli. Anzi in qualche caso, vi ricordate il voto di scambio, il voto disgiunto: io scelgo un partito e voto un'altra persona, e viceversa, questo per esempio col sistema del collegio non accadrebbe, perché se si vota un partito si vota quel nome e viceversa.
Allora ci sono opportunità e giudizi di un certo tipo sia per l'una che per l'altra indicazione, pertanto, noi alla mozione del consigliere Massi, che condividiamo come segnale da dare al Parlamento, abbiamo pensato di introdurre questo emendamento (che vi è arrivato) che invita a costruire un sistema elettorale, una legge elettorale, che dà nelle mani dei cittadini la scelta dei candidati e la sottrae alle Segreterie dei partiti.
Questa è l'indicazione che noi diamo, a prescinder che poi venga scelto il sistema delle preferenze o quello dei collegi uninominali maggioritari.
Questo è quello che noi possiamo dire, anche perché il nostro compito non può che essere questo, non possiamo essere noi che facciamo la legge per il Parlamento, noi facciamo, faremo, eventualmente, la nostra nuova legge elettorale regionale se avremo il tempo, se avremo voglia, se è giusto che la si faccia. La faremo nel senso che se quest'Assemblea la prossima legislatura non avrà più 42 Consiglieri ma 30, è probabile che un ragionamento su una nuova legge elettorale dovremmo farlo, perché cambiano gli equilibri fra territori, fra costa e interno. Dobbiamo in qualche modo costruire qualche cosa di diverso.
Credo che l'emendamento possa essere una buona mediazione ed invita il Parlamento a fare in fretta una legge che dia agli elettori, ai cittadini la possibilità di scegliere con precisione il candidato ed il partito.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che un tema di questa portata in altri tempi avrebbe animato molto di più la discussione del Consiglio regionale, perché il bisogno e il dovere di fare politica deve essere sentito da tutti noi.
Il tema della governabilità in Italia e, quindi, del sistema elettorale, è stato posto quando qualcuno ha avuto l'ottima idea di definire il Parlamento italiano un parco buoi, ricorderete, e tutto ciò che è democrazia e partecipazione un intralcio a chi vuole decidere.
Dal momento che le leggi sono sempre frutto di rapporti politici e di equilibri, si cerca di tirare, come si dice, il carro dalla parte dei propri interessi ed evitare che, in questo modo, la popolazione abbia il peso che invece dovrebbe avere in una democrazia.
Non credo che personalizzando la politica noi riusciremmo a rendere più democratico il nostro sistema e più rappresentativo il Parlamento. In assoluto la rappresentanza è data dal metodo proporzionale, ove i voti di tutti cittadini valgono nello stesso modo, tutto il resto già porta in un territorio in cui la democrazia viene limitata e, guardate, c'è un desiderio enorme, anche in questo paese, di ridurre la democrazia e se noi andremo, anzi voi, perché io voterò contro, a ridurre i rappresentanti dei marchigiani in Consiglio regionale, ci sarà una riduzione della democrazia, ci sarà una pre-potenza, potenza già precostituita, dovuta alle condizioni di oggi da parte dei due maggiori partiti che tenteranno di fare piazza pulita dei partiti minori e delle diversità, ma non per questo, il Consiglio regionale sarà più democratico.
Il porcellum è frutto di un momento politico dove la personalizzazione della politica è stata al massimo. Berlusconi ha fatto tanti danni, il berlusconismo ha fatto danni enormi in Italia, secondo me occorreranno generazioni per recuperare, ed anche oggi, mentre si accusa il berlusconismo e si dice che finalmente è passato, in realtà si propongono le cose che Berlusconi già attuava.
Io credo che sarebbe utile e necessario che i partiti o i movimenti, ma la Costituzione chiama i partiti a svolgere un ruolo, se volete educativo, di formazione dei cittadini e di costruzione della democrazia, perché la democrazia è un processo, riprendessero nelle loro mani la possibilità e la formazione di una coscienza, per cui i cittadini possano votare difendendo il proprio interesse. Perché quando si dice della gente, la gente poi alla fine, come diceva qualche collega, ha scelto Barabba, ha scelto Mussolini ed ha scelto Berlusconi, se la gente non è informata (...), no, no, guardate che la gente ha fatto questo.
La democrazia è un processo educativo, la democrazia va costruita tutti giorni, altrimenti, non c'è ingegneria istituzionale che tenga. Non c'è legge che tenga, sarebbe una costrizione, io ho firmato l'emendamento insieme ai colleghi Giancarli e Ricci e chiedo che i cittadini abbiano il potere di esprimersi, di esprimere il proprio parere anche se, certamente, non credo che le preferenze - che ripeto sono una personalizzazione della politica ed un costo per pochi eletti, in una situazione in cui si parla male della casta, la casta viene ridotta, quindi, sarà ancora più casta - possano essere lo strumento per migliorare la democrazia nel nostro paese.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. I tempi sono un po' troppo stretti perché quello che andremo a votare possa avere una qualche efficacia.
A giorni si decide se cambia qualcosa, niente, o poco, però per noi che la legge elettorale la dovremmo fare, uno spunto è utile anche questa mattina.
Partendo dalla constatazione che in Italia non c'è il bipartitismo, sono presenti molti, diciamo troppi, partiti con la tendenza ad aumentare e non a diminuire. In questo quadro Berlusconi sicuramente ha esasperato le malattie italiane, come la personalizzazione, la ricerca dell'uomo solo al comando, ma la malattia era all'inizio, la riforma elettorale, cioè lo spirito da cui è nato l'insieme delle leggi elettorali dagli anni '90 in poi, è sbagliato. Per esempio l'introduzione della preferenza unica, che io ho sostenuto, a mio giudizio è stata un errore, ha contribuito alla personalizzazione ed alla limitazione della presenza delle donne e dei giovani nei Consigli comunali, provinciali, nelle Regioni e nel Parlamento.
Sapendo che non esiste un sistema elettorale perfetto per risolvere i problemi politici, ma esiste la brutta politica e i partiti personali ed esiste la buona politica con i partiti democratici, le preferenze sono sicuramente un sistema di scelta dei candidati ma, oggi, con circoscrizioni così grandi, come quelle marchigiane, occorrerebbero risorse economiche tali che una campagna elettorale può diventare elemento di corruzione, o ridare un potere ai partiti non per via democratica, come sarebbe utile. Sarebbe utile accompagnare il discorso dell'eventuale scelta delle preferenze, con la riduzione delle circoscrizioni e, se non è possibile, la reintroduzione delle preferenze multiple, quantomeno, e abbiamo presentato una proposta di legge, introdurre la doppia preferenza, un uomo e una donna, per garantire più presenza delle donne nelle Assemblee elettive.
Per quanto riguarda il collegio uninominale è sicuramente da privilegiare perché sposa la proposta politica con la persona che la deve portare avanti. Non permette quell'ambiguità che presenta la lista con le preferenze, perché un partito si può presentare con facce contrapposte, tutto e il contrario di tutto, con la possibilità dell'elettore di scegliere come in un negozio.
Bisogna essere chiari, noi siamo abituati in Italia a prendere il peggio di tutti i sistemi e non il meglio, ma se vogliamo il collegio uninominale ci deve essere il doppio turno, altrimenti, si spinge il sistema a coalizioni ammucchiata, perché con un turno unico chi prende un voto di più vince. Va detto, allora, con chiarezza, come in Francia dove le scelte si fanno più nettamente: doppio turno di collegio con possibilità di avere maggioranza chiara.
Il nostro sistema della Provincia è sbagliato perché porta non ad una rappresentanza diffusa sul territorio ma a concentrare, in determinate zone, la rappresentanza. Credo che quando dovremmo ragionare su come combinare i 30 Consiglieri per rappresentare il territorio e, al stesso tempo, per dare una possibilità di scelta politica, avremo da ragionare, sapendo che ognuno di noi è condizionato dalla propria situazione.
Detto questo, credo che la mozione possa essere approvata con l'emendamento che mi pare ottimo e va nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Chi mi ha preceduto ha esposto un sentimento comune che abbiamo tutti o quasi tutti in merito alla discussa legge elettorale, all'attuazione del porcellum ed alla necessità di modificarla.
Ringrazio il Consigliere Massi che si è fatto promotore di questa mozione e del fatto che se ne discute in Consiglio regionale, perché credo che, trasferita, poi, in Parlamento, nei due rami del Parlamento: Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, costituirà la voce della Regione Marche, non solo nei confronti di tutti parlamentari ma anche e soprattutto nei confronti di quelli marchigiani. E' un'iniziativa che va applaudita e ne sono un fermo sostenitore.
Per quanto riguarda il contenuto non solo della mozione ma anche dei due emendamenti, che sono stati sottoposti alla nostra attenzione e che condivido, vorrei, però, sviluppare un minimo di ragionamento in più rispetto a quanto è stato detto.
In genere per tradizione le migliori leggi elettorali si fanno a distanza notevole dagli appuntamenti che, ovviamente, le devono attuare, in questo caso, invece, come nel caso del porcellum del 2006, avvengono o sarebbero avvenute, perché non credo che ci sarà una modifica sostanziale del porcellum, se non per quanto riguarda qualche ritocco in merito al premio di maggioranza, al limite dell'appuntamento naturale. Spesso sono state leggi per contrastare l'ascesa dell'avversario, per contenerne la vittoria, per creare un clima, se non di confusione, certamente, di messa in discussione di quelli che sono alcuni capisaldi, che ormai il popolo italiano ha accettato, soprattutto, quello della necessità di una governabilità rispetto al sistema della I^ Repubblica ed il sapere chi effettivamente, da subito, assume la responsabilità e in che modo porterà avanti il suo programma.
Io credo che questi siano i capisaldi positivi della cosiddetta II^ Repubblica, che non possono essere disattesi, a cui va portata anche nella sostanza una legge elettorale che, secondo me, andrebbe discussa con più calma e maggiore imparzialità e con presenze, diciamo dal punto di vista della sostanza, meno drogate dalla forza della contrapposizione dei vari schieramenti. In particolare dei due più grandi schieramenti, anche tenendo conto che la legge elettorale non è il fine a cui dobbiamo tendere per evitare se vogliamo, diciamo così, "l'invasione barbarica di nuove forze", come ha prima accennato ed ammonito il collega Massi, ma è un mezzo.
Un mezzo che deve, insieme agli altri, costituire un nuovo ordinamento statuale che riguarda sia il Consiglio comunale che il Parlamento e che una volta modificato possa proporre una nuova versione dell'Italia repubblicana, delle istituzioni repubblicane, che sappia in qualche modo intercettare e anche realizzare, in funzione di proiezione, le esigenze di una comunità che, certamente, è diversa da quella del '48 ma è, certamente, diversa anche da quella del '92 e proiettarsi verso il futuro anche con i mezzi istituzionali necessari per poter affrontare in termini rapidi gli obiettivi che non sono più quelli limitati alla nostra nazione, ai nostri territorio ma sono europei e mondiali.
Questa è la luce con cui si dovrebbe guardare a un pezzetto della riforma, quella della legge elettorale che proprio oggi è, in qualche modo, non solo edulcorata ma nascosta attraverso una serie di nomine, che fanno scandalo agli occhi dell'opinione pubblica che sente l'esigenza di un rinnovamento dalla classe politica.
In questo senso condivido, non per nostalgia, due aspetti che hanno detto il collega Perazzoli ed il collega Bucciarelli, il primo anch'io nel '91 sono stato un profondo sostenitore della riforma del referendum Segni per la votazione di un solo candidato, in realtà fu un grave errore perché quel pluralismo democratico del sistema proporzionale venne meno, e ci fu una restrizione della capacità di rappresentanza politica; soprattutto vennero esclusi, da lì in poi, anche a livello locale, ma non solo, coloro che dovevano rappresentare una fetta sociale importante e che non hanno più trovato una stanza di compensazione nella lotta fra i vari partiti e all'interno degli stessi.
Accanto a questo, senza entrare della tematica dei vizi della legge elettorale con il sistema proporzionale, c'è anche l'altro aspetto che invece ci riguarda attualmente e ci riguarderà in futuro e che tocca anche la Regione. Sono profondamente convinto e d'accordo con quello che diceva il collega Bucciarelli, la limitazione dei costi della politica non passa attraverso la riduzione del numero dei Consiglieri regionali, dei componenti della Giunta e dei componenti di singoli organismi, ma passa attraverso la riduzione dei "compensi" che sono legati a questa situazione.
Se noi vogliamo fare un'opera di partecipazione democratica vera e fermare il populismo che avanza, sulla base del concetto che non siamo più in grado di rappresentare e intercettare la popolazione, dobbiamo rendere ancor più alto il numero della partecipazione ma più gratuito e più onorifico rispetto all'attuale per coloro che vogliono dedicarsi al servizio della politica.
Solo così potremmo, a mio avviso, ed è una valutazione, ovviamente, soggetta a tutte le critiche ma, certamente, non a quella di salvaguardare il numero delle poltrone, dei posti, nel rispetto e nella volontà di fare veramente democrazia a tutti i livelli, soprattutto, a livello locale.

PRESIDENTE. Io direi di passare alla votazione. Su questa mozione ci sono due emendamenti.
Sub emendamento 1/1 a firma del Consigliere Zaffini.
Il sub emendamento 1/1 del Consigliere Zaffini dice di inserire a fine paragrafo “e la costituzione del Senato delle Regioni” (...). Il sub-emendamento si rifà all’emendamento a firma Ricci, Bucciarelli, Giancarli anche questo prevede una modifica costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari e superare il bicameralismo perfetto. Secondo me, giustamente, Zaffini, peraltro lo condivido e lo dico fra parentesi, se voi dite superare il bicameralismo perfetto, che io condivido, ma sono convinto che la Camera delle Regioni … (…) Non possiamo, se escludiamo questo sub emendamento dobbiamo escludere anche l'emendamento.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Un piccolo appunto me lo dovete permettere.
Io sono contento che con questo emendamento proposto dalla sinistra e dalla sinistra ancora più sinistra, si va a modificare la Costituzione nel senso che la Lega aveva già proposto (...) Scusatemi la famosa devolution che è stata da voi tramite referendum affondata prevedeva la riduzione dei parlamentari e il bicameralismo. Io so che vi volete appropriare anche delle idee buone degli altri, la Lega non ha sempre buone idee, questo lo posso dire anch'io, ma questa era una buona idea e quella volta poteva essere già (...) facciamo i bravi (...) volevo dire altre cose più cattive ma qui taccio.
Abbiamo una condivisione di intenti, quindi, inseriamo anche il Senato delle Regioni che è un'opportunità in più. Grazie Consigliere Bucciarelli e grazie Presidente.

PRESIDENTE. E' un caso di eterogenesi dei fini che a lei non le sfuggirà per altro.

Sub emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Bucciarelli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 380, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Presidente. (…) Stavo per dire ai tecnici di sospendere tutte le altre attività ed inviarla urgentemente al Governo ed alle Camere.
L'Assemblea è sciolta, ci vediamo martedì prossimo.

La seduta termina alle ore 13,05