Resoconto seduta n.161 del 15/12/2009
SEDUTA N. 161 DEL 15 DICEMBRE 2009


La seduta inizia alle ore 10,55



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 160 del 14 dicembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n. 392 del Consigliere Binci “Conferenza di Copenhagen sui cambiamenti climatici”.
Comunico inoltre che alle ore 13,30 ci sarà un brindisi augurale tra tutti i Consiglieri e il personale.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Chiedo l’iscrizione d’urgenza nella seduta del 22 dicembre di un problema che sta coinvolgendo le popolazioni di due vallate della nostra regione, cioè la prospettiva di insediamento di una centrale turbogas a Corinaldo. Credo che l’oggetto sia…

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, ma ne abbiamo già parlato ieri in sede di Conferenza dei Capigruppo.

Roberto GIANNOTTI. Quindi si può iscrivere all’ordine del giorno della prossima seduta?

PRESIDENTE. Sì


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per quanto riguarda la mozione n. 392, visto che in questi giorni si sta svolgendo la Conferenza…

PRESIDENTE. Consigliere, la mozione è stata comunicata ora, quindi potrà proporre l’iscrizione e l’anticipo nella prossima seduta poi l’Assemblea legislativa deciderà.

Massimo BINCI. Presidente, io però ne vorrei chiedere l’iscrizione a margine del bilancio ovvero prima di iniziare a discutere le altre proposte di legge iscritte all’ordine del giorno. Visto che, stavo dicendo, la Conferenza di Copenhagen finirà il giorno 18.

PRESIDENTE. Consigliere, l’Aula deciderà se continuare o meno e quindi anche se inserire questa mozione.

Massimo BINCI. In ogni caso chiedo comunque che venga iscritta nella prossima seduta.

PRESIDENTE. Bene.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Chiedo l’iscrizione urgente in coda all’ordine del giorno della proposta di legge Massi-Comi per la valorizzazione dei luoghi della battaglia Rancia-Castelfidardo, che la Commissione ha già discusso.

PRESIDENTE. Consigliere, per Regolamento prima di aver completato la sessione di bilancio non possiamo discutere di altre cose, quindi esamineremo dopo di tutte le esigenze e di tutte le richieste che verranno avanzate.


Proposta di legge n. 350
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2010 e pluriennale 2010 e 2012 della Regione Marche (Legge finanziaria 2010)”

Proposta di legge n. 351
della Giunta regionale
“Bilancio di previsione per l’anno 2010 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012"

(Segue discussione congiunta)

PRESIDENTE. Essendo terminata la discussione generale nella seduta n. 160 di ieri lunedì 14 do la parola all’Assessore Marcolini per la replica.

Pietro MARCOLINI. Prima di replicare e di commentare gli interventi che ci sono stati in Aula mi corre l’obbligo di ringraziare i collaboratori del Servizio bilancio, della Ragioneria, della Segreteria tecnica e politica e soprattutto il dott. Rolando Burattini che in questi anni ha contribuito in maniera decisiva alla gestione e alla direzione tecnica della partita finanziaria e contabile e che ci ha aiutato a regolare e a mettere in sicurezza i nostri documenti.
La seconda osservazione che vorrei fare riguarda il dibattito in Aula che, mi verrebbe da dire, dovrebbe essere ispirato ad un’inversione della massima sui vizi privati e le pubbliche virtù. In questo caso abbiamo vizi pubblici e private virtù, in cui il confronto pubblico è spesso più aspro di quello che, invece, per le vie private oppure per la richiesta di comprensione reciproca per le vie brevi è possibile realizzare.
Voglio infine ringraziare per gli apprezzamenti, particolarmente graditi perché autorevoli, avanzati sia per la gestione del bilancio che per la materia complicata dei trasporti.
Per quanto riguarda la partita più generale del bilancio le Marche hanno goduto per lungo tempo di quattro certezze che sembravano definitivamente acquisite e mai messe in discussione: la capacità innovativa del sistema delle imprese, la coesione sociale, la qualità del territorio marchigiano, il livello del benessere che, sia per gli indicatori analitici che per quelli di sintesi, hanno sempre individuato la nostra regione tra le più vivibili in Italia e in Europa.
Da qualche tempo con la crisi planetaria questi fondamentali delle certezze, essendo la nostra una regione per quanto riguarda il manifatturiero fortemente esposta sul commercio internazionale, appaiono scossi ed entrati in tensione almeno per quattro livelli a loro volta intrecciati con i primi.
Potremmo sviluppare un’analisi comune alla Regione Umbria, alla Regione Toscana, a quelle Regioni del centro-nord-est che stanno vivendo simultaneamente processi di aggiustamento e di orientamento dell’economia e di nuovi equilibri sociali.
Il tenore di vita sembra non poter migliorare ulteriormente, la qualità ambientale e territoriale viene percepita come un bene sottoposto a ulteriori sollecitazioni. Le stesse tradizioni di accoglienza e di tolleranza delle nostre regioni – ricordava il Vicepresidente Petrini a Jesi la conferenza sulla sicurezza – sembrano essere messe a rischio da una immigrazione di massa, che configura la nostra regione tra quelle con il livello percentuale più alto in Italia.
L’innovazione è a portata di mano ma occorre indirizzare risorse più ampie di quelle che la Regione, riorientando il proprio bilancio, sta facendo di fronte alle ristrettezze del bilancio nazionale che, invece, su questo versante si è insterilito.
Dunque queste incertezze ci obbligano a confrontarci con la necessità di stabilire per il futuro un equilibrio territoriale, un equilibrio del mercato del lavoro, un equilibrio sociale ed economico, un equilibrio fiscale.
L’immagine che qui si è voluta dare, avendo ascoltato il dibattito di questo giorno e mezzo, dell’attuale situazione regionale è come se si fosse voluto descrivere, richiamando una metafora, un mare in tempesta in cui la nave, sballottata da tutte le parti, con gravissimi problemi di tenuta fino a temere l’inabissamento e priva di riferimenti, non sa che direzione intraprendere.
Ritengo sia invece doveroso rendicontare che una descrizione del genere si potrebbe addire ad una Regione in cui siano effettivamente rilevabili due scenari essenziali tra loro collegati: da un lato la pressoché totale mancanza di programmazione, e quindi la navigazione a vista con l’assunzione di orientamenti e decisioni secondo un orizzonte di breve periodo, dall’altro una situazione di grave e irreversibile difficoltà direttamente riconducibile alle politiche miopi dei soggetti del sistema di governance (Governo regionale in testa).
Quindi non mi sembra proprio sia questa la situazione marchigiana, dove tali due scenari sono assenti.
Sotto il primo aspetto è indubbio che tutte le Regioni nel corso delle loro due ultime legislature abbiano rinunciato all’elaborazione dei classici strumenti di programmazione (Programmi regionali di sviluppo, Piani di settore) che prima avevano costituito il quadro di riferimento delle loro attività amministrative.
Ciò non ha significato, tuttavia, che le Regioni, almeno quelle più efficienti ed avanzate, si siano mosse in assenza di un disegno strategico unitario. Si è piuttosto registrata una diversa formalizzazione della predisposizione ed approvazione dei documenti di programmazione, ma non si è assistito a politiche estemporanee definite in un’ottica di breve periodo e sotto la spinta di fatti contingenti.
La Regione Marche negli ultimi cinque anni ha affidato a strumenti formalmente diversi da quelli previsti dalla legge regionale 46/1992 sulle procedure della programmazione, la definizione degli obiettivi di medio-lungo periodo e le modalità del loro perseguimento.
Quanto è avvenuto si spiega col fatto che già ad inizio di legislatura, oltre al Programma regionale di sviluppo (PRS), era stata prevista l’approvazione del Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (DPEFR), e che a partire dal 2007 la delibera CIPE n. 166/2007 sul Fondo aree sottoutilizzate (FAS) ha obbligato la Regione a presentare il Documento unitario di programmazione (DUP) come condizione pregiudiziale per poter accedere ai 225 milioni di risorse assegnate alle Marche nel riparto nazionale del Fondo.
La scelta, ineccepibile, è stata quella di rinunciare sia al PRS che al DPEFR, per affidare al DUP la funzione di “traguardare al 2013 in una politica regionale unitaria le forme di intervento che la Regione ha progettato di attuare”.
Con il DUP, documento a volte sottovalutato dagli stessi addetti ai lavori, la Regione ha proposto una chiave di lettura e d’intervento sul microcosmo territoriale marchigiano basata sull’assunzione di sei indirizzi strategici, che abbracciano l’intero arco d’interventi di sua competenza e ai quali direttamente o indirettamente viene ricondotto ogni suo atto amministrativo, da quelli generali a quelli più specifici e dettagliati. Non solo. Per ogni indirizzo strategico, articolato in “obiettivi globali”, viene definito il quadro finanziario annuale e pluriennale di riferimento con l’indicazione puntuale delle risorse disponibili per ogni azione da intraprendere.
Tutto ciò rende possibile, a chi lo voglia, la sistematica e completa lettura e contestualizzazione, dal punto di vista dell’appartenenza strategica e dell’impegno finanziario, di ogni tipologia d’intervento.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, cioè l’attuale situazione socio-economica delle Marche a seguito della crisi internazionale in atto e le prospettive di sviluppo, penso che alla struttura produttiva marchigiana si pongano evidenti problemi di competitività, dalla cui soluzione dipendono le sorti dell’intera economia regionale. Tuttavia ritengo anche, come abbiamo scritto nella relazione al bilancio 2010, che nelle Marche “non si sono affermati la selvaggia delocalizzazione produttiva, la drastica caduta dei livelli di produzione e di export e il fortissimo calo dei livelli occupazionali, che gli osservatori più pessimisti avevano previsto; si sta assistendo ad una grande capacità di reazione e di adattamento alle mutate condizioni del contesto economico internazionale”.
Per capire meglio quanto sta accadendo ed affrontare efficacemente la fase post crisi occorre fare – e si sta facendo – valutazioni approfondite che combinino l’analisi di dati e indicatori con verifiche sul campo, facendo emergere un quadro puntuale dei processi in atto e cogliendo le indicazioni per l’aggiustamento delle politiche da realizzare nella prossima legislatura.
In ogni caso la gravità della crisi economica e sociale che ha colpito anche le Marche non può indurre ad astratte teorizzazioni che, prescindendo da decenni di storia produttiva ed economica del nostro territorio e dalle progressive stratificazioni culturali che l’hanno interessato, rischiano di proporre ricette irrealizzabili.
L’aggiornamento delle linee di programmazione regionale, sia quelle generali come il DUP e i Programmi operativi dei fondi comunitari, sia quelle settoriali (non solo per le attività produttive, ma anche per il turismo, la cultura, i lavori pubblici, i trasporti, la sanità, i servizi socio-assistenziali, ecc.) e la conseguente rideterminazione dei quadri finanziari di riferimento costituiranno le risposte strategiche per governare il futuro delle Marche.
I sette interventi sono i seguenti:
1) costruire un’economia della conoscenza e incrementare la qualità del lavoro;
2) accrescere la competitività del sistema economico marchigiano;
3) perseguire la tutela e l’uso sostenibile delle risorse ambientali, territoriali e paesaggistiche;
4) potenziare l’educazione, la ricerca, l’innovazione e la creatività;
5) potenziare le infrastrutture per la mobilità e la logistica;
6) valorizzare e promuovere il patrimonio, i beni e le attività culturali e la ruralità per lo sviluppo dell’attrattività del territorio e della qualità della vita;
7) qualificare i servizi socio-sanitari e consolidare l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva.
Sono questi i temi che nella rendicontazione, che stiamo svolgendo con il Presidente in giro per la Regione ormai da quasi due mesi analiticamente in maniera contestuale in singoli sistemi locali integrati, è stato possibile specificare e dettagliare.
La pubblicazione che è stata distribuita in questi giorni ripercorre analiticamente le difficoltà affrontate e i risultati rendicontabili ad una lettura non pregiudiziale.
Il secondo aspetto che il bilancio di fine legislatura ha dovuto affrontare è il quadro di ristrettezze e di brevissimo raggio che ha avviato sul piano nazionale la discussione sulla finanziaria.
Con l’eccezione notevole di un patto per la salute che ha raggiunto gli obiettivi della sufficienza – non è quello che le Regioni avevano chiesto, ma non è nemmeno quello che le Regioni temevano –; con l’eccezione dell’accordo sul patto della salute sono troppi i settori che non hanno un riconoscimento nelle politiche di indirizzo e di risarcimento del Governo nazionale.
Le politiche industriali sono state cancellate negli ultimi anni, le politiche territoriali sono assenti dalla prospettiva del Governo, e le politiche di integrazione sociale sono quelle che hanno ricevuto i colpi maggiori. Il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza hanno avuto un parziale ristoro limitatamente al 2009 e al 2010. Però manca all’appello per il fondo sociale il 75% delle risorse complessive.
E’ pertanto in questo contesto che si è mosso il bilancio regionale, cercando di integrare secondo le proprie possibilità le più gravi carenze del bilancio nazionale, integrando e ponendosi come contrasto ed integrazione alle assenze governative.
Il bilancio che consegniamo alla prossima legislatura è un bilancio messo in sicurezza, è un bilancio che ha tutti i fondamentali in regola per quello che riguarda la gestione del primo settore, ossia quello della sanità che occupa oltre il 64% delle risorse. Per finire sul versante del debito complessivo per quello che riguarda i fondamentali di curve di pressione fiscale in drastica riduzione in cinque anni di quasi il 50% – siamo al 47% a partire dal 2004 –, con una lotta non rumorosa ma efficace all’evasione per un principio di giustizia distributiva che ha fatto recuperare capacità di spesa generosamente applicata al settore sociale e al sostegno della crisi.
Sul versante della crisi per il secondo anno viene strutturata una manovra potenziata e approfondita che destina risorse al sociale e al contenimento della crisi, approfittando anche di uno riorientamento delle politiche di sostegno all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica.
Questo è il contesto di sintesi che il bilancio regionale ha consegnato alla discussione, che posso dire che sia la discussione in Commissione come pure in Aula in buona sostanza non ha smentito.
Non voglio però eludere tre-quattro questioni importanti che sono state qui sottolineate, che hanno già avuto una parziale risposta sia dal relatore di maggioranza che da altri interventi della maggioranza, ma che sono riecheggiate nell’intervento del relatore di minoranza e negli interventi dei Consiglieri Giannotti, D’Anna ed altri.
La prima questione riguarda l’IRAP. Sull’IRAP noi abbiamo fatto lo sforzo maggiore, rinunciando ad un piano di entrate vicino ai 10 milioni ed individuando il punto di massima sintesi, che ha trovato insieme non soltanto i sindacati, non soltanto gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, gli operatori turistici, ma tutto l’insieme del circuito istituzionale che ha potuto valutare con questa proposta il massimo sforzo sostenibile nel nome e nella sintesi di un sostegno all’occupazione.
L’obiezione principale è stata: “ma il sostegno all’occupazione rischia di essere un bluff, una sorta di beffa, perché con questo strumento si finanzierebbero soltanto le imprese che vanno bene, e in tempo di crisi le imprese che vanno bene sono pochissime”.
Penso allora che occorra riflettere sulla struttura della proposta che abbiamo avanzato. Tenendo dunque presente che la media di riferimento per calcolare il delta occupazionale è il 2009, che da tutti viene considerato come il punto più basso di occupazione regionale, mentre il termine di riferimento per il delta occupazionale viene considerato il 31 dicembre 2010 che è considerato da tutti come quadrante positivo della espansione prevista dagli strumenti e dagli osservatori economici nazionali. Presidente …!

PRESIDENTE. Consiglieri, vi invito per l’ennesima volta a prestare attenzione. Ieri c’è stato un dibattito dove sono stati posti dei quesiti e delle questioni, quindi l’Assessore ha diritto alla replica e di spiegare il suo punto di vista. Per cui vi prego di ascoltarlo, peraltro sarebbe la cosa più naturale del mondo! Prego, Assessore.

Pietro MARCOLINI. Questo significa che il quadro di riferimento, che ci dà non soltanto il governo regionale ma tutti gli osservatori regionali e nazionali, fa prevedere una ripresa dell’economia sia in termini di PIL che di fatturato e di esportazione; le ultime indicazioni, avanzate in uno studio di Prometeia della fine del mese di novembre, dunque aggiornato agli ultimi quindici giorni, ci fanno sperare che tale previsione possa essere confermata.
Penso di poter dire, avendone parlato con il Presidente che già nelle ore passate voleva specificare questo passaggio, che sia nel mese di giugno che nel mese di dicembre effettueremo delle verifiche sui dati incrementali dell’occupazione, sapendo che il nostro impegno nel rinunciare a questo gettito dichiara una disponibilità a sostegno dello sviluppo economico che rimane invariato. In altre parole, non stiamo cercando di fare cassa o di risparmiare rispetto ad una previsione che noi consideriamo particolarmente seria e fondata, e che in ogni caso, insieme, potrà essere valutata e reindirizzata per i settori economici più importanti.
Il secondo aspetto, rimbalzato piuttosto insistentemente negli interventi del Consigliere Giannotti, Viventi e di altri ancora, riguarda il presunto pareggio della sanità avvenuto tramite le alienazioni. Qui vorrei rassicurare tutti che non abbiamo alienato alcunché, e che i punti di equilibrio di bilancio degli ultimi tre anni sono stati effettuati mettendo a profitto politiche di ottimizzazione della gestione. Inoltre che le alienazioni che abbiamo programmato di realizzare sono esclusivamente legate ad un effetto leva che per il 2010 prevede un’alienazione per circa 20 milioni, con un effetto leva di 110 milioni riservato esclusivamente – lo ripeto per la terza volta – ad investimenti nel campo sanitario.
E’ un elemento di rassicurazione che penso faccia piacere sia alla maggioranza che all’opposizione.
C’è stata poi una preoccupazione – penso all’intervento del Consigliere D’Anna – che riguarda una gestione poco attenta al settore del turismo. Sinceramente mi pare di poter dire – avendo recuperato la capacità di dialogo che per un attimo abbiamo interrotto ieri – che il rendiconto sul turismo sia generoso.
Abbiamo non soltanto negli anni passati aperto una linea di credito per gli abbattimenti in conto interessi, ma con la manovra della BEI abbiamo effettuato un tiraggio che riguarda addirittura 140 milioni di euro, 100 milioni a valere sulla BEI e 7 milioni su base annua in abbattimento in conto interessi per il miglioramento dell’offerta ricettiva turistico-alberghiera.
E’ insufficiente? Può darsi, ma sinceramente non direi che il settore del turismo negli ultimi anni sia stato castigato, anzi, lo individuiamo, insieme alla cultura e alla valorizzazione delle tradizioni storiche e delle eccellenze paesaggistiche, come il secondo pilastro dello sviluppo su cui indirizzare e potenziare gli interventi strutturali della nostra regione.
In buona sostanza ritengo che il dibattito avvenuto ieri – lo voglio dire con la massima sincerità e franchezza – sia per certi versi, è un onore per noi, ispirato ad una sopravalutazione delle possibilità risolutive della Regione e ad una sottovalutazione dei limiti in cui ci troviamo ad operare.
Questo significa, ripeto, un apprezzamento, perché veniamo individuati come il livello istituzionale cruciale nella vita dei Comuni, delle Province, del mondo delle imprese. Nella polemica politica spesso viene considerato assorbente il confronto e anche il necessario scontro rivendicazione istituzionale che insieme dobbiamo stabilire con il Governo e con l’Unione europea. Su cui, insisto, per quello che riguarda il livello governativo, in una sede storica che non riguarda soltanto il Governo di centro-destra, la Regione Marche è regolarmente sottoremunerata, sottodotata di risorse in base ai criteri storici del territorio, della popolazione oppure degli indici di sofferenza.
Lo stesso Piano sanitario, che pure ci ha fatto conseguire un risultato che definirei soddisfacente, penalizza la nostra regione in quanto ha derubricato a fattore secondario l’elemento dell’anzianità della popolazione che, invece, insiste per oltre il 45% sulla rendicontazione della spesa sanitaria. Pensate cosa potrebbe significare il legittimo riconoscimento di regioni invecchiate, quindi più bisognose di assistenza socio-sanitaria e sanitaria, l’aver riconosciuto l’indice di vecchiaia come criterio di riparto, che invece adesso ci viene negato.
La penultima battuta che voglio fare fa riferimento ad una considerazione fatta dal Consigliere Minardi nel suo intervento riflettuto di ieri. Egli indicava a tutti noi i limiti dell’intervento istituzionale e l’impossibilità, a cui ho accennato all’inizio, di prolungare per il futuro le ricette e l’equilibrio del passato che abbiamo governato.
Siamo in terra ignota, insieme, ma non siamo privi di bussola e di strumenti. Io ho provato a dire quali sono le necessità del riorientamento delle scelte regionali in un momento in cui in diciotto mesi viene a mancare il 30% del commercio internazionale per una regione che orienta in molti settori più del 50% del proprio prodotto. Lo shock è drammatico e nel breve termine difficilmente sopportabile.
Però abbiamo i fondamentali per migliorare ed efficientare il manifatturiero, riorientare nel terziario avanzato, nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica e nelle produzioni colturali una buona parte del nostro apparato produttivo.
Questa è la frontiera che indichiamo nel rendiconto e nel prospettare il programma di governo per i prossimi cinque anni.
Penso che gli attestati più onesti siano quelli di chi riconosce sì le difficoltà ma anche il tragitto percorso. Voglio qui ricordare il Consigliere Brini, che non rinunciando alle critiche di merito, non ha potuto però – gliene va dato atto – non riconoscere il percorso avanzato in molti dei settori dell’Amministrazione regionale, che è patrimonio di tutti, non è uno spartiacque che separa la maggioranza dall’opposizione.
In conclusione penso che ci sia il tempo per mettere insieme tutte le proposte creative, e in tal senso molte esigenze sono già state sottolineate dagli interventi che abbiamo fatto in queste settimane e che anche nelle prossime sottoporremo ad una serrata verifica di fattibilità tecnica e di sostenibilità economica ambientale.
E’ evidente che il progetto delle Marche di domani va formulato in uno sforzo corale e condiviso, in cui tutti i soggetti a livello individuale e collettivo possano dare il loro contributo, consolidando così anche in questo modo le basi, peraltro molto solide, di una comunità coesa e solidale come quella marchigiana.

PRESIDENTE. Bene, passiamo ora alla votazione (…) Consigliere, l’intervento della Giunta chiude il dibattito, lei avrebbe dovuto farlo ieri, in ogni caso avrà occasione di parlare per dichiarazione di voto. (…) Scusate, Consiglieri, ma la discussione è chiusa! L’articolo 41 del Regolamento stabilisce che dopo dichiarata la chiusura della discussione è data facoltà di parlare ai relatori e al rappresentante della Giunta, che è quindi l’ultimo a parlare, però può comunque intervenire il Presidente dalla Giunta. (…) Consigliere, le ripeto, non le sarà in ogni caso impedito di intervenire in dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Presidente, chiedo la sospensione della seduta per poter riunire la maggioranza.

PRESIDENTE. Bene, la seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle ore 11,30



La seduta riprende alle ore 12,55




Proposta di legge n. 350
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2010 e pluriennale 2010 e 2012 della Regione Marche (Legge finanziaria 2010)”
(Votazione)

PRESIDENTE. Invito le Consigliere i Consiglieri e prendere posto. Riprendiamo i lavori con la votazione dell’articolato della proposta di legge n. 350. Per evitare incomprensioni e ripetizioni di votazioni vi prego di stare attenti.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 della II Commissione:
Nella Tabella A la l.r. n. 39/97 “Interventi a favore dei marchigiani all’estero” è incrementata di euro 25.000,00. Copertura mediante equivalente riduzione UBP 20803 – fondo di riserva per le spese obbligatorie pdl 351.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere D’Anna:
Nella Tabella B incrementare la l.r. 24 luglio 2002, n. 11 “Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità” di euro 100.000. UPB 10606. Copertura mediante riduzione UPB 10503 per le riviste e notiziari della Giunta regionale (stampa, spedizioni ed altri oneri connessi) nonché per le campagne di comunicazioni, di pari importo (100.000 euro).
Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Vorrei illustralo perché credo che ci sia una contraddizione in termini. È inutile che continuiamo a fare degli incontri dell’Osservatorio sulla sicurezza quando non ci sono neppure risorse valide per operare in modo concreto. Se l’Osservatorio sulla sicurezza deve servire solo per fare un convegno annuale nel quale si fa un resoconto di tutte le disgrazie che avvengono sul nostro territorio, chiedendo peraltro un impegno ad altri senza farlo quindi in prima persona, credo che l’Osservatorio stesso sia inutile, in quanto altro non è che una passerella annuale per alcuni personaggi.
Credo invece sia indispensabile lanciare un segnale diverso in un momento – l’ho detto anche nel mio intervento di ieri – dove c’è un forte incremento della presenza di famiglie criminali sul territorio della regione Marche.
Ritengo sia indispensabile dare un segnale di maggiore attenzione per quanto riguarda la criminalità e l’ordine pubblico.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 dei Consiglieri Ciriaci, Parrucci, Brini:
Nella tabella “C”, aumentare le disponibilità finanziarie dell’UPB 30905 “Per il sostegno della vendita diretta e consumo dei prodotti agricoli di origine regionale (l.r. 16/2009)”, di euro 300.000,00 per un totale di euro 500.000,00.
Quanto sopra va ricavato riducendo di euro 300.000,00 le disponibilità finanziarie dall’UPB 10503 e precisamente: - euro 200.000,00 dall’assegnazione: “per le riviste e notiziari della Giunta regionale (stampa, spedizione ed altri oneri connessi) nonché per la realizzazione di campagne di comunicazione istituzionale”; - euro 50.000,00 dall’assegnazione: “per la convenzione con l’ANSA ed altre agenzie di stampa nazionali”; - euro 50.600,00 dall’assegnazione: “per il piano di comunicazione”.
Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Questa è una ripartizione diversa. Ci sono 300 mila euro per la promozione e il sostegno del consumo dei prodotti agricoli regionali, sono stati tolti dalla comunicazione dove abbiamo già visto diversi importi di un’entità alquanto sostenuta. Quindi chiedo: quale altra promozione sostanziale e importante può essere fatta se non il sostenere il consumo dei prodotti agricoli?

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 4/2/1/1 della Consigliera Ciriaci:
Alla Tabella C UPB 42202 è inserita la seguente voce:
“Contributo straordinario agli enti locali per bonifica immobili di proprietà pubblica e privata interessati dalla presenta di amianto – 500.00,00 euro”. Copertura mediante incremento di pari importo UPB 50101 – mutuo anno 2010"

Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Questo subemendamento al subemendamento Altomeni inserisce oltre alla proprietà pubblica la proprietà privata. (…) Non è tanto l’importo quanto uno stimolo, al di là del fatto che comunque c’è un altro emendamento presentato dal collega D’Anna. L’importante è non lasciarlo soltanto sull’applicazione sul pubblico perché l’esigenza e il pericolo è proprio sul privato.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Il parere del Presidente della Commissione è contrario.

PRESIDENTE. Ho chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Presidente, vorrei che su tutti gli articoli dopo il parere del Presidente ci sia anche il parere del Vicepresidente! Perché in Commissione non abbiamo votato nulla se non le ammissibilità degli emendamenti! Perciò non è che c’è un parere di Commissione, c’è solo una ammissibilità o una non ammissibilità. Se il Presidente dice “parere favorevole” io allora da Vicepresidente vorrei esprimere anche il mio parere, perché quello è solo il suo parere, ed io sono assolutamente a favore del subemendamento e dell’emendamento complessivo.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 4/2/1/1 della Consigliera Ciriaci. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 4/2/1 del Consigliere Altomeni:
Modificare la cifra da 500.000 a 250.000. Modificare la copertura con riduzione di 100.000 UPB 42704 e 150.000 UPB 42601
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/2 del Consigliere Altomeni:
Alla tabella C nell’UPB 42202 è inserita la seguente voce: “Contributo straordinario agli enti locali per la bonifica immobili di proprietà pubblica interessati dalla presenza di amianto – 500.000,00 euro”.
Copertura mediante incremento di pari importo UPB 50101 – mutuo anno 2010.
Lo pongo in votazione, così come modificato.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/3 del Consigliere D’Anna:
Nella tabella C, nell’UPB 42202, è inserita la seguente voce: “Contributi straordinari a privati per interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto – euro 2.000.000,00".
Copertura mediante riduzione di pari importo (euro 2.000.000,00) tabella C - UPB 20815.
Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Prendo atto con soddisfazione che se non altro c’è una sensibilizzazione diversa nei confronti di un argomento dalla gravità enorme.
Ogni anno in Italia ci sono tre mila morti a causa dell’amianto. Sono diversi anni che il sottoscritto propone emendamenti ed oggi ne propongo un altro, quindi auspico che da parte di quest’Aula ci sia una coerenza con quanto abbiamo votato alcuni istanti fa.
Se è vero come è vero che il risultato è stato clamoroso perché c’è stata la partecipazione di tutti, è altrettanto vero che il problema sussiste soprattutto per quanto riguarda i piccoli privati. Mentre le pubbliche amministrazioni hanno un controllo completamente diverso, il privato è colui che agisce in libertà. Facciamo l’esempio tipico di un pensionato che prende 400-500 euro di pensione, che per togliere il vecchio capannino dietro casa o il vecchio pollaio o il vecchio garage deve spendere quanto o più di quello che percepisce con la sua pensione. Quindi il problema è per il privato.
Io ho presentato ormai tre anni e mezzo fa una proposta di legge a beneficio di coloro che si impegnano a rimuovere l’amianto, insomma, se non diamo un segnale forte continueremo a trovare sparsi per il territorio lastre di amianto.
Quindi chiedo all’Assemblea di bissare il voto che è stato fatto qualche istante fa, perché se è l’inizio sicuramente bisogna anche dargli una continuità. Ripeto, il vero problema è con i privati.
Quindi faccio un appello ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione di dare una continuità a questa apertura che finalmente abbiamo dato. Che dovrebbe, a mio avviso, concretizzarsi anche in una legge, ma che a tutt’oggi non è neppure stata esaminata dalla Commissione.
Faccio veramente un appello sentito proprio per rispettare quei tremila morti che ci sono ogni anno in Italia. In questi giorni si sta svolgendo un processo a Torino che conferma la gravità del problema amianto, allora diamo una volta tanto un segnale forte su questa grave situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Le considerazioni del Consigliere D’Anna sono condivisibili, ma lo sforzo che riusciamo al momento a produrre è quello che ci ha consentito di inserire la somma che abbiamo rinvenuto tagliando dolorosamente altre poste. C’è un impegno comune, e quindi segnalo lo sforzo di tutti, sapendo che per quello che riguarda l’amianto c’è una parte della responsabilità private, come segnalano i processi in corso da lei richiamati. Quindi è una responsabilità che non può essere tutta addebitata alla pubblica amministrazione e tra la pubblica amministrazione non tutta alla Regione. Lo Stato è assolutamente latitante in tal senso.
Noi diamo un piccolo contributo e ci impegniamo a rinvenire somme più consistenti che riguardino per esempio gli scambi delle nuove costruzioni con la bonifica delle zone esistenti. Norma generale che potrà sicuramente dare maggiore conforto rispetto alla cifra simbolo. Infatti ci rendiamo conto che di questo si tratta, ossia di un impegno politico che potrà essere maggiormente concretizzato con uno sforzo comune nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/4 del Consigliere Silvetti:
Nella tabella C è inserita la seguente voce: UPB 42602 “Avvio lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’immobile ex Lancisi di Ancona per la realizzazione di una residenza per anziani” euro 500.000,00. Copertura mediante aumento del mutuo anno 2010 UPB 50501 + euro 500.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/5 del Consigliere Silvetti:
Nella tabella C è inserita la seguente voce: UPB 42602 “Contributi al Comune di Ancona per la messa in sicurezza e ristrutturazione del campanile della Chiesa Santa Maria delle Grazie” euro 50.000,00. Copertura mediante la seguente modifica: Tabella C UPB 42602 “Contributo straordinario al Comune di Serrungarina per i lavori di sistemazione della palestra” euro -50.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/6 della Consigliera Mollaroli:
Nell’UPB 42604 nella voce “contributi ai comuni per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche” dopo la parola “architettoniche” sono aggiunte le parole “ai sensi della legge 9 gennaio 1989, n. 13”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/7 del Consigliere D’Anna:
Alla tabella C, incrementare l’UPB 42604 “Contributi ai comuni per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche” di euro 500.000,00. Copertura mediante aumento mutuo anno 2010 UPB 50101 per euro 500.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/8 dei Consiglieri Procaccini, Cesaroni, Ciriaci, Mammoli, Binci, Ricci, Ortenzi, Viventi. Ritirato.


PRESIDENTE. Emendamento n. 4/9 della Consigliera Romagnoli:
Nella Tabella C, UPB 52907, nella voce “Per l’attuazione del titolo III d.lgs. 226/2005 Obbligo di istruzione e diritto dovere” dopo la parola “istruzione” aggiungere le seguenti parole “nella formazione professionale anche nei centri della Confap Marche”.
Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questo emendamento e quello successivo vogliono sollevare il problema sulla formazione professionale condiviso anche questa mattina in una riunione della prima Commissione.
Su questa materia come Regione siamo indietro, ma non voglio far polemica perché piuttosto, se possibile, voglio ottenere un risultato sia in termini economici, cioè rimpinguando il capitolo con ulteriori 300 mila euro, sia normativamente ovvero inserendo nel discorso dell’obbligo formativo e quindi di obbligo di istruzione svolto nella formazione anche dei centri Confap, cioè dai centri che appunto assicurano la formazione professionale.
Ci troviamo nella formazione, ci troviamo nell’istruzione, ma la realtà è che è un problema sociale, per cui questi centri Confap, più delle altre scuole professionali, assorbono e funzionano da barriera per la dispersione scolastica.
Occorrono più soldi per la formazione e successivamente – lo vedremo quando discuteremo la rete e il dimensionamento scolastico – auspico che finalmente in questa Regione si metta mano alla revisione della formazione scolastica. E che soprattutto che ci si adegui a quello che ci chiede da anni la riforma scolastica statale. Cioè far sì che anche nella formazione si possa assolvere all’obbligo scolastico, che si passi dal biennio al triennio, che ci siano le qualifiche, in modo che i nostri ragazzi non finiscano sulla strada.
Anche il Presidente Spacca è stato sensibilizzato dalla Chiesa e dai vescovi che hanno a cuore questo problema. Se i ragazzi non vanno nella formazione, che siano centri privati come i Confap o siano centri pubblici, vanno nella strada. Non parliamo di scegliere un liceo musicale o un altro… Mi scusi, Consigliere Viventi, è rara la sua presenza, ma vorrei poter parlare liberamente, il bilancio non può essere una maratona, è l’atto politico e finanziario di eccellenza e principale di una legislatura, questo peraltro è l’ultimo, quindi possiamo parlare fino a domani o fino a dopo domani, siamo convocati fino a venerdì e quindi se occorre ci stiamo! Sbaglio, Presidente Bucciarelli? Non credo!
Stavo dicendo che voglio sensibilizzare su questo problema. Qui non parliamo di scegliere tra un liceo classico o un liceo scientifico, si parla del rischio dei ragazzi di stare sulla strada o probabilmente nei riformatori o in famiglie che non sempre riescono a tenere questi ragazzi, oppure di stare a scuola nella formazione a fare i corsi di meccanica, ecc.
Ma la formazione da noi è indietro, è indietro a tal punto che non si avviano le qualifiche, non si avvia la riforma, è una sorta si spirale, Assessore Marcolini. Il Ministero non ci dà i soldi, non avviamo le qualifiche, non ci adeguiamo alla riforma nazionale ed europea. I nostri ragazzi se escono con due anni di elettricista e vogliono lavorare fuori Italia non lo possono fare perché, ripeto, non abbiamo mai adeguato la riforma a quelle che sono le richieste nazionali e soprattutto europee. Insomma, siamo indietro. Su questo spero, data anche la disponibilità dell’Assessore Benatti che è molto sensibile sul tema, si possa provvedere con l’atto che faremo a gennaio ed anche con quello che approveremo sul dimensionamento scolastico. Lì la partita strutturale della formazione professionale, centri pubblici e privati, dovrà essere, spero, adeguatamente affrontata.
Però ora significa far partire le qualifiche dell’anno 2009/2010, significa che abbiamo a Fermo, come a San Giorgio, a Fano, a Macerata – parlo all’Assessore Petrini, parlo degli Artigianelli, sa quale funzione drenante sociale svolga il Don Ricci a Fermo o le Canossiane a San Giorgio –, ossia, qui non parliamo di scuole private o non private, parliamo di ragazzi che devono andare nei centri pubblici o privati per poter fare questi corsi di formazione.
Questo significa che i corsi 2009/2010 della formazione non sono avviati né a Fano né da noi perché non ci sono i soldi. Ci sono le iscrizioni, i ragazzi vanno a chiedere a questi Centri Confap o alle scuole statali se possono andare a scuola ma si risponde di no perché prima di gennaio o febbraio non hanno i fondi per far partire i corsi. E’ giusto tenere i ragazzi per strada non facendo partire questi corsi? E parlo anche ai Comunisti che spero capiscano questa emergenza e che sicuramente saranno sensibili sul tema.
Il primo emendamento è normativo per far sì che l’obbligo di istruzione, quello che la riforma ha portato a tre anni, cioè la qualifica, possa essere svolto. Quindi che quello che i ragazzi devono fare dopo i 14 anni possa essere svolto e assolto anche nelle scuole di formazione professionale.
Questo emendamento non è principale sul resto, mi dicono gli uffici che in ogni caso i centri di formazione sono assorbiti nel più ampio discorso dell’obbligo di istruzione. Però per far partire questi corsi occorre votare il prossimo emendamento dove reperiamo 300 mila euro. La Regione ne ha già stanziati 650 mila, dobbiamo arrivare a 1 milione per partire ora, anche se dovevamo partire a settembre. I ragazzi sono per strada mentre dovrebbero stare sui banchi di scuola!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Questa è una vicenda abbastanza delicata e impegnativa – scusate, Consiglieri, ma vorrei che l’Assemblea legislativa sapesse almeno con un po’ di attenzione di cosa stiamo parlando, poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità! –.
Siamo di fronte a percorsi di riforma dell’istruzione superiore abbastanza impegnativi, che credo vedranno la prossima legislatura impegnata molto seriamente sia nell’assunzione di responsabilità da parte delle Regioni con nuove competenze, ma anche perché – mi auguro che questa Assemblea legislativa lo farò, lo dirò nel mio ultimo intervento che farò in questa sede visto che non sarò più in quest’Aula – la prossima legislatura sarà sicuramente caratterizzata in maniera profondamente seria da questioni che riguardano l’istruzione.
Che cosa ci chiede la Consigliera Romagnoli con questo emendamento? Chiede la possibilità di espletare l’obbligo di istruzione, ossia l’obbligo fino a 16 anni previsto dalle nostre normative, non solo nella scuola pubblica ma anche nelle scuole private cosiddette accreditate.
Questa è una questione seria. Come sapete vengo da una formazione politica e anche da un’area politica che ha sempre sostenuto e difeso la scuola pubblica. Non è che con questo atto voglio ripudiare ai miei princìpi, assolutamente, però molte Regioni consentono questo, e questa è una materia che probabilmente andrebbe discussa in una sede più specifica.
Dietro i centri di formazione professionali privati, rappresentati anche dalla Confap marchigiana, c’è quella questione sociale che accennava la Consigliera Romagnoli, sappiamo infatti che molti ragazzi, in particolare quelli di famiglie socialmente più fragili, spesso non si rivolgono alla scuola pubblica e quindi avevano nella formazione professionale sia di Stato che privata uno sbocco.
Che cosa succederà in futuro? Succederà che i corsi triennali nell’istruzione professionale di Stato non si potranno più fare, perché l’istruzione professionale competerà allo Stato e la formazione professionale alle Regioni. Dunque noi siamo in questo passaggio delicato.
Io su questo emendamento mi asterrò, mentre voterò a favore di quelli della messa a disposizione delle risorse.
La questione è questa, quale politica formativa vogliamo avere? E’ una questione che mi rendo conto non può essere affrontata così, l’Assessore Benatti peraltro la sta seguendo da diverso tempo. Noi stiamo in una situazione di standby, ma non possiamo negare – questo lo dobbiamo dire con onestà, Consigliera Romagnoli, perché io vengo incontro ad alcune esigenze – che se la Ministra Gelmini avesse accelerato e ascoltato di più le Regioni oggi saremmo in un contesto normativo più preciso che ci farebbe agire con più serietà. Non si possono passare competenze senza risorse e tutto quello che sta facendo lo Stato.
Quindi su questo emendamento mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Per dichiarazione di voto. In questa seduta bisogna prendere nota di tutte le scelte di valore legate a provvedimenti che, secondo me, consigliano al Consigliere Viventi di non astenersi, cioè di non mandare un segnale positivo alla maggioranza.
La scelta di escludere i privati dagli interventi per quanto riguarda l’amianto e questa scelta, già sono due passaggi fondamentali che appartengono alla nostra cultura e che evidenziano le difficoltà di un rapporto con una maggioranza che a me sembra sia insensibile al recepimento di scelte di questa natura.
Ci sono due motivi per cui voterò a favore, uno è intanto un motivo culturale, perché di fondo c’è una scelta rispetto al riconoscimento del pluralismo educativo; e qui colgo l’occasione per dire che al di là delle differenze credo debba darsi atto alla Consigliera Mollaroli di aver lavorato bene in questi anni, ha condotto la sua esperienza di Presidente di una Commissione in maniera mirabile, tant’è che io in più di un’occasione ho detto che avrebbe meritato di fare l’Assessore. Quindi mi dispiace apprendere oggi che ha deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni regionali.
La seconda è una motivazione sensata, infatti quello di aiutare questa attività di prevenzione giovanile è un problema concreto.
Pertanto vi invito veramente a considerare la possibilità di votare a favore dell’emendamento della Consigliera Romagnoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Pochissime considerazioni. Intanto mi lusinga particolarmente, ogni volta che questioni che riguardano la parte più significativa della società, e la scuola è una di queste, che si faccia appello al patrimonio dei valori che hanno i Comunisti. Ho infatti ascoltato la Consigliera Romagnoli invitarci a questo voto in quanto anche Comunisti. Questo mi lusinga, mi fa piacere, ma debbo dire che fa a pugni con l’idea che alcuni vogliono raccontare dei Comunisti in questo Paese, magari anche un minuto dopo appelli di questo tipo. Però questa è una considerazione generale.
Nello specifico voglio fare due considerazioni che mi portano a dire che il voto a questi due emendamenti non può che essere contrario.
Credo che la questione della formazione professionale sia particolarmente complicata, ancor più in questo momento, ossia quando i progetti generali guardano ad una rivisitazione del sistema scolastico che conduce verso una separazione netta, già dall’età adolescenziale, dei percorsi formativi, inoltre quando le scuole professionali rischiano di diventare vere e proprie situazioni di ghettizzazione.
Quindi credo che la sollecitazione che sottopone gli emendamenti della Consigliera Romagnoli debba avere una dimensione, una riflessione ed un’articolazione più significativa. Intanto perché l’assunzione della responsabilità anche su questo settore non può che essere pubblica, seppure tocchi alle Regioni invece che allo Stato. Inoltre perché noi non possiamo risolvere una questione di questo tipo con una dimensione finanziaria così ridotta.
Capisco gli appelli al fatto che rischieremmo di ritardare l’attivazione di alcuni corsi, capisco le sollecitazioni vescovili, quindi penso che questi emendamenti dovrebbero essere raccolti come un segno di responsabilità, ossia con il voto contrario e la riflessione politica che questa Assemblea, oggi o domani quando ce ne sarà una nuova, assumerà in maniera più complessa ed articolata.
Altrimenti rischieremmo di fare un cattivo servizio al problema, proprio perché ne rovesceremmo il contenuto e fotograferemmo questa separazione del sistema formativo nelle caratteristiche che ci è consegnato oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Benatti.

Stefania BENATTI. Ringrazio le Consigliere Romagnoli e Mollaroli che hanno posto in Aula questo problema. Un problema che stiamo seguendo da tanto tempo, su cui c’è un’attenzione forte anche delle organizzazioni sindacali. Nella nostra regione abbiamo infatti circa 3 mila ragazzi che sono a rischio di dispersione, sono quelli che rischiano di non completare il ciclo degli studi dell’istruzione professionale dei cinque anni e che quindi frequentano percorsi triennali.
Il problema è annoso da una parte e attuale dall’altra. E’ un problema annoso perché la nostra Regione si è data un’impostazione, ossia quella di basarsi essenzialmente sulla scuola pubblica. Quindi su questo credo che la riflessione che stiamo facendo debba portare anche ad una rivisitazione delle nostre scelte. Nel senso che ritengo che anche la Regione Marche si debba avviare a realizzare una vera sussidiarietà nel settore della formazione.
Certo è, colleghi, che fare questa scelta basilare oggi con un emendamento in sede di approvazione del bilancio a fine della legislatura, con un iter avviato della riforma degli istituti professionali, con l’imminente – ci auguriamo – accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni sul Titolo V della Costituzione in tema di istruzione, che stiamo tutti aspettando con ansia, sarebbe uno strafalcione – passatemi il termine –.
Noi dovremo ragionare seriamente per impostare un sistema nuovo in quanto il Titolo V ci darà competenza esclusiva sul settore dell’istruzione e della formazione professionale.
Quindi, seppure oggi continuiamo a mettere alcuni nostri ragazzi a repentaglio di dispersione, attivare un procedimento legislativo in questo momento non sarebbe a mio avviso corretto.
Ieri la riforma della scuola superiore – ne do conoscenza all’Assemblea legislativa – è stata interloquita dal Consiglio di Stato, che ha sospeso il parere sui regolamenti per una serie di motivazioni, la prima è che una riforma tal fatta non va realizzata con un regolamento ma con una legge.
Comunque possiamo dire che il cammino della riforma della scuola superiore nel nostro Paese è proprio martoriato.
La nostra Regione si è espressa in maniera negativa sul regolamento per gli istituti professionali, mentre ha dato un giudizio positivo sugli istituti tecnici, a dimostrazione che siamo entrati nel merito, non abbiamo dato una valutazione ideologica.
L’Anci oggi ha interrotto i rapporti con il Governo, così come le Regioni italiane avevano fatto qualche mese fa.
Pertanto credo che l’emendamento 4/9 della collega Romagnoli vada esaminato in questa riflessione. Poco prima che iniziasse la seduta assembleare ci siamo incontrati con alcuni esponenti della Commissione e ci siamo ripromessi di avviare all’inizio dell’anno prossimo una riflessione su come vogliamo organizzare questa partita.
Quindi su questo primo emendamento esprimo una valutazione sì positiva nell’apertura di una riflessione che interessi tutta l’Assemblea legislativa, ma negativa nel farlo con lo strumento del bilancio.
Sul secondo emendamento credo che dovremmo ragionare e affrontare tutta questa partita con grande serietà a partire dall’anno prossimo.
Il Presidente della Giunta in più occasioni pubbliche ha proclamato che intende porre nel suo programma di bilancio un’attenzione particolare al settore della scuola e della formazione sia in termini di strutture che in termini di organizzazione. E questo pronunciamento in gran parte si riferisce – e per quanto riguarda la maggioranza che sta governando questa Regione diventa impegno formale – proprio a questa partita dell’istruzione e formazione professionale.
Abbiamo inserito 350 mila euro all’interno del bilancio, un segnale che mandiamo per cominciare a ragionare. Le cifre necessarie sono molto di più, a questa partita bisogna aggiungere almeno uno zero.
Quindi ora chiederei alla collega Romagnoli di trasformare questo emendamento in un ordine del giorno che impegni la Giunta nell’ambito delle proprie competenze e nell’ambito della trattativa che facciamo con la Conferenza Stato-Regioni. Perché io ho anche bisogno del sostegno di tutta l’Assemblea legislativa, quindi sarebbe una bella cosa se potessi andare con un ordine del giorno di tutta l’Assemblea legislativa che chiede al Governo su questa partita di non scaricare soltanto sulle Regioni continuando a dare competenze senza dare risorse.
Siccome questa è una partita che deve vedere assolutamente la collaborazione tra Stato e Regioni, credo che 300 mila euro non rappresentino un impulso fondamentale. Il segnale l’abbiamo messo già nel bilancio, quindi c’è una posta dedicata. Pertanto sarebbe bene trasformare questo con un impegno ad organizzare questo settore, cominciando a vedere dove potremo trovare qualche milione di euro per aggredire questo problema. Tornando quindi in Aula, anche prima della fine della legislatura, con qualche proposta concreta, ma soprattutto con un input ad una collaborazione maggiore. Perché comunque anche nei percorsi triennali dovremo collaborare con il Governo, perché i percorsi triennali – ricordo all’Assemblea che due anni sono a carico dello Stato – servono per l’assolvimento dell’obbligo scolastico.
Quindi apprezziamo l’iniziativa della collega, ma ora la cosa più importante ritengo sia dare un segnale politico.

PRESIDENTE. Consigliera Romagnoli, ritira l’emendamento? (…) Lei ha presentato l’emendamento quindi una sua dichiarazione di voto mi pare superflua, è ovvio che voterà a favore! Eventualmente può parlare solo se lo ritira. (…) Bene, se non lo ritira passiamo alla votazione. (…) Le ripeto, Consigliera, può parlare solo se ritira l’emendamento, altrimenti no. Consigliera, lo ritira? (…) Mi scusi, ma il Regolamento è chiaro su questo! Lei può replicare solo per dichiarare la disponibilità ad un eventuale ritiro. Il Regolamento è tanto chiaro! Consigliera, ritira l’emendamento? (…) Allora a questo punto, se siete tutti d’accordo, sospendo la seduta antimeridiana, andiamo a fare il brindisi, e riprendiamo i lavori fra mezzora circa in seduta pomeridiana. La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,40