Leggi e regolamenti regionali
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Atto:LEGGE REGIONALE 5 luglio 1983, n. 16
Titolo:Disciplina generale e delega per l'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale.
Pubblicazione:(B.u.r. 7 luglio 1983, n. 70)
Stato:Abrogata
Tema: FINANZA
Settore:SANZIONI AMMINISTRATIVE
Materia:Disposizioni generali
Note:Abrogata dall'art. 24, l.r. 10 agosto 1998, n. 33.

Sommario





La presente legge disciplina le procedure di applicazione delle sanzioni amministrative, di carattere pecuniario e non, previste per la violazione di leggi regionali o di leggi statali concernenti materie trasferite o delgate alla Regione, ai sensi degli articoli 117 e 118, secondo comma della Costituzione, e l'esercizio della delega delle relative funzioni.
La Regione determina con legge le sanzioni amministrative di sua competenza e i limiti minimi e massimi di esse.
Restano ferme le disposizioni di legge che disciplinano le sanzioni previste per le violazioni di norme tributarie regionali, nonchè le sanzioni irrogate da organi regionali nell'esercizio dei poteri sostitutivi.


L'applicazione delle sanzioni amministrative previste da leggi regionali o comunque di competenza regionale si attua nel rispetto dei principi contenuti nella sezione 1a del capo 1º della legge 24 novembre 1981, n. 689.


Le funzioni inerenti all'irrogazione delle sanzioni amministrative di cui all'articolo 1, primo comma, sono delegate ai comuni, a norma dell'articolo 118 della Costituzione, o subdelegate a norma dell'articolo 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382.
In via eccezionale, la legge regionale può delegare o subdelegare ad altri enti locali le funzioni di cui al comma precedente relativamente alle materie ad essi attribuite, delegate o subdelegate con leggi regionali.
Ai medesimi enti sono delegate, o subdelegate, le funzioni di vigilanza, nell'ambito dei territori di rispettiva competenza, nelle materie contemplate dalle norme sanzionatrici.
La competenza territoriale dell'ente delegato o subdelegato ad applicare le sanzioni amministrative, è determinata dal luogo nel quale è stata commessa l'infrazione.
Ferme restando le disposizioni della presente legge, e tenuto conto delle direttive emanate dal presidente della giunta regionale, ai sensi dell'articolo 59 dello Statuto, gli enti delegati possono stabilire, con propri regolamenti, specifiche competenze dei propri organi e quanto altro necessario per l'applicazione e per la definizione in via amministrativa delle sanzioni.
In mancanza di diversa regolamentazione, per le funzioni inerenti all'irrogazione delle sanzioni amministrative è competente il sindaco o il presidente dell'ente delegato.


La legge regionale stabilisce i casi in cui, oltre alle sanzioni amministrative, il contravventore è tenuto alla ulteriore sanzione riparatoria secondo quanto previsto dal codice civile.


L' accertamento delle violazioni di cui all' articolo 1 è di competenza degli organi di polizia urbana e rurale, forestale, e di ogni altro organo di polizia a cui la legge statale e le leggi regionali attribuiscono tale competenza.
Per l' accertamento delle violazioni di disposizioni contenute in singole leggi, gli organi di cui all' ultimo comma dell' articolo 3 possono incaricare guardie giurate di cui agli articoli 133 e 134 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza 18 giugno 1931, n. 773, con provvedimenti recanti l' indicazione delle norme rispetto alle quali è conferito il potere di accertamento.
Gli enti pubblici e le associazioni riconosciute, che hanno come finalità la tutela del patrimonio culturale e ambientale, cooperano all' accertamento nei limiti dei rispettivi compiti istituzionali.
I soggetti di cui ai primi due commi debbono essere muniti di documento che ne attesti la legittimazione ad effettuare l' accertamento, rilasciato, salvo diversa indicazione di legge, dell' organo di cui all' ultimo comma dell'articolo 3.


Le violazioni vengono accertate mediante processo verbale redatto su apposito modulo.
Il processo verbale di accertamento è redatto almeno in triplice copia di cui una è rilasciata al trasgressore, una inviata all'ufficio o comando da cui il verbalizzante dipende, una trasmessa all'ente delegato competente ai sensi dell'articolo 3.
Nel processo verbale devono essere specificati:
a) il giorno, l'ora e il luogo dell'accertamento;
b) le generalità e la qualifica del verbalizzante;
c) le generalità del trasgressore, se identificato;
d) le generalità degli eventuali responsabili in solido, se identificati;
e) la descrizione sommaria del fatto costituente la violazione, con l'indicazione delle circostanze di tempo e di luogo, e degli eventuali mezzi impiegati dal trasgressore;
f) le norme che si ritengono violate;
g) se la violazione sia stata contestata al trasgressore e all'eventuale responsabile in solido.

In calce al processo verbale è fatta menzione delle eventuali dichiarazioni rese dal trasgressore e sono indicate le generalità di persone in grado di testimoniare sul fatto costituente la violazione.
La Regione istituisce, per la compilazione del processo verbale di accertamento, moduli unificati.
Il processo verbale di accertamento, sottoscritto dal verbalizzante, deve essere immediatamente inoltrato all'ufficio o al comando da cui il verbalizzante medesimo dipende, per i successivi adempimenti.
I processi verbali redatti dalle guardie giurate di cui all'articolo 5, secondo comma, sono trasmessi direttamente all'organo cui spetta, secondo le leggi regionali, irrogare la relativa sanzione.


Le violazioni, quando è possibile, sono contestate immediatamente sia al trasgressore che all'eventuale responsabile in solido, se presenti, mediante consegna di una copia del processo verbale di accertamento.
Qualora non abbia avuto luogo la contestazione personale nei confronti di tutte o di alcune delle persone indicate nel comma precedente, l'ufficio o comando, indicati nel penultimo comma dell'articolo precedente, provvede, entro novanta giorni dalla data dell'accertamento dell'infrazione o della identificazione del trasgressore, a notificare agli interessati copia del processo verbale di accertamento in via amministrativa o a mezzo di ufficiale giudiziario secondo le disposizioni di cui agli articoli 137 e seguenti del codice di procedura civile, in quanto applicabili, ovvero mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento.
Sulla copia del processo verbale consegnata o notificata a norma dei commi precedenti, deve essere indicato l'ufficio o comando dal quale il verbalizzante dipende, deve essere fatta menzione della facoltà di far pervenire scritti difensivi, nonchè di pagare in misura ridotta, e devono essere altresì indicati i relativi termini e modalità .
Nelle ipotesi di accertamento operate dalle guardie giurate di cui all'articolo 5 il processo verbale indica l'organo cui spetta irrogare la sanzione.
Il processo verbale a carico della persona non identificata deve essere trasmesso, senza indugio, all'organo cui spetta irrogare la sanzione.


Il proprietario della cosa che è servita a commettere la violazione è responsabile in solido con il trasgressore, se non prova che la cosa è stata utilizzata contro la sua volontà .
Qualora le violazioni siano commesse da persona soggetta ad altrui autorità , direzione o vigilanza, la persona fisica o giuridica investita dell'autorità , o incaricata della direzione o vigilanza, è responsabile in solido con il trasgressore salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
Per le violazioni commesse da chi ha la rappresentanza o l'amministrazione di enti forniti di personalità giuridica, purchè si tratti di inosservanza di obblighi inerenti alla qualità rivestita dall'autore della violazione, l'ente risponde delle sanzioni amministrative in via solidale con il trasgressore.
Per le sanzioni previste da leggi statali riguardanti materie delegate alla Regione, la responsabilità solidale o sussidiaria è regolata dalle disposizioni contenute nelle leggi medesime.


Per le violazioni che importino la sola sanzione pecuniaria, qualora questa non sia stabilita in misura fissa o proporzionale, è ammesso il pagamento, con effetto liberatorio per colui che lo effettua, di una somma pari ad un terzo del massimo o, se più favorevole, del doppio del minimo della sanzione prevista, oltre le eventuali spese di notificazione, da effettuarsi entro 60 giorni dalla consegna o dalla notificazione del verbale di accertamento.
Il pagamento viene effettuato con le modalità di cui all'articolo 11.
Qualora il trasgressore si avvalga della facoltà del pagamento in misura ridotta, l'organo competente che introita il relativo importo è tenuto a dare immediata notizia all'ufficio o comando da cui dipende il verbalizzante.


Entro 30 giorni dalla data della consegna o della notificazione della copia del processo verbale, il trasgressore e gli eventuali responsabili in solido possono far pervenire all'Ufficio o comando o organo cui è stato inoltrato il processo verbale di accertamento propri scritti difensivi.
Gli scritti difensivi devono essere redatti su carta legale e spediti mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o consegnati direttamente all'ufficio o comando o organo di cui al comma precedente che, in tale ultimo caso, ne rilascia ricevuta.


Il pagamento delle somme dovute a titolo di sanzione pecuniaria e di riparazione del danno si effettua presso la tesoreria del comune o degli altri enti delegati.
L'obbligato è tenuto altresì a pagare l'importo delle spese di notificazione degli atti e del bollo di quietanza.
L'obbligazione di pagare le somme dovute per le sanzioni pecuniarie non riparatorie non si trasmette agli eredi.


Qualora non abbia avuto luogo o non sia prevista o consentita l'oblazione, l'ufficio o comando cui è stato inoltrato il processo verbale di accertamento presenta rapporto all'organo competente per l'applicazione della sanzione ai sensi dell'articolo 3 della presente legge.
Al rapporto sono allegati il verbale di accertamento della contravvenzione, la prova dell'avvenuta notificazione di esso, gli eventuali scritti difensivi del contravventore e - quando l'infrazione abbia cagionato il danno di cui all'articolo 4 - l'indicazione dell'entità di esso e dell'eventuale modalità di rimessa in pristino.


L' organo competente ad irrogare la sanzione, se ritiene fondato l' accertamento, sentiti gli interessati che ne abbiano fatto richiesta entro 30 giorni dalla scadenza del termine utile per l' oblazione, determina, con ordinanza motivata, la sanzione pecuniaria entro il minimo ed il massimo stabiliti dalla legge, tenuto conto della gravità dell' infrazione desunta dalle modalità dell' azione, dell' entità del danno arrecato o del pericolo cagionato, nonchè dei precedenti del contravventore, e ne ingiunge il pagamento entro 30 giorni dalla notificazione dell' ordinanza.
Il medesimo organo, con gli stessi criteri e modalità di cui al primo comma, determina e commina, con ordinanza motivata, l' eventuale sanzione di natura amministrativa non pecuniaria e l'eventuale durata di essa e ne ingiunge l'esecuzione, stabilendone modalità e tempi.
Con l' ordinanza è altresì ingiunto al contravventore e alla persona obbligata, ai sensi dell' articolo 8, di pagare, nel termine di cui al primo comma, l' ammontare della sanzione riparatoria di cui all' articolo 4 o di rimettere in pristino lo stato dei luoghi, stabilendone modalità e tempi di esecuzione.
Con ordinanza motivata, l' organo competente dispone l' archiviazione della pratica, quando è provato che il fatto non sussiste, o che non è stato commesso dalla persona indicata nel rapporto o da altra persona identificata successivamente, o quando il fatto contestato non costituisce violazione di norme, o quando per esso non sia prevista nessuna sanzione, o quando sia provata l' involontarietà dell' azione o omissione.


Quando dall'accertamento della violazione risulti anche un fatto nel quale può ravvisarsi un reato perseguibile d'ufficio, l'organo competente inoltra rapporto al Procuratore della Repubblica, ai sensi dell'articolo 3 del codice di procedura penale, trasmettendogli le informazioni e gli atti occorrenti.


Contro l'ingiunzione di cui all'articolo 13 gli interessati possono proporre opposizione secondo le norme processuali statali.


Decorso il termine stabilito nell'ordinanza per il pagamento della sanzione pecuniaria e/o della sanzione riparatoria, senza che sia stato provveduto, l'Ente delegato o subdelegato procede nei confronti del contravventore e della persona obbligata ai sensi dell'articolo 8 alla riscossione delle somme dovute mediante esecuzione forzata con l'osservanza delle norme del T.U. approvato con R.D. 14 aprile 1910, n. 639, sulla riscossione coattiva delle entrate patrimoniali dello Stato e degli altri enti pubblici.


Salvo quanto stabilito da leggi statali per materie delegate alle Regioni, i proventi derivanti dall' applicazione delle sanzioni di cui alla presente legge sono integralmente devoluti ai comuni e agli altri enti delegati o subdelegati secondo la rispettiva competenza, a titolo di finanziamento per l' esercizio delle funzioni delegate.


La giunta regionale, sentiti gli organismi rappresentativi degli enti locali e con l'approvazione delle commissioni consiliari competenti, propone le direttive da emanare ai sensi dell'articolo 59 dello Statuto, per l'esercizio della delega.
Le direttive devono ispirarsi alle esigenze di uniformità e semplicità delle procedure e di massima garanzia di difesa.
Gli eventuali provvedimenti sostitutivi, per accertata inerzia nel compimento di atti obbligatori sottoposti a termini fissi o comunque provvisti di scadenze essenziali da parte degli enti delegati, sono deliberati dal consiglio regionale, sentiti gli enti delegati interessati.


Per i fini di cui al penultimo comma, è istituito, nel territorio della Regione Marche, il registro nominativo delle contravvenzioni alle norme regionali sanzionate in via amministrativa.
La tenuta del registro è delegata ai comuni di residenza delle persone nei confronti delle quali si è proceduto alla contestazione delle contravvenzioni.
I comuni e gli altri enti delegati di cui all'articolo 3 della presente legge trasmettono ai comuni di residenza del responsabile dell'infrazione e della persona obbligata ai sensi dell'articolo 8 i dati relativi alla natura dell'infrazione contestata, alla sanzione inflitta e all'esito dell'eventuale opposizione.
I nominativi delle persone residenti fuori dai confini della Regione Marche, nei confronti delle quali si sia proceduto all'applicazione di sanzioni amministrative, sono iscritti in separato elenco la cui tenuta è delegata al comune nel territorio del quale l'infrazione è stata commessa.
Il registro di cui al primo comma e l'elenco di cui al quarto comma del presente articolo sono sottoposti al segreto d'ufficio. Ai soli fini della determinazione dell'entità della sanzione da applicare, i comuni sono tenuti a trasmettere agli organi competenti le informazioni relative ai precedenti delle persone nei confronti delle quali si procede.
Entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge, il presidente della giunta regionale emana, ai sensi dell'articolo 59 dello Statuto, le direttive per la tenuta del registro di cui al primo comma.


Nei casi previsti dall'articolo 15 della legge 24 novembre 1981, n. 689, i campioni da sottoporre ad analisi sono prelevati in numero di 3; il primo di essi costituisce oggetto dell'analisi; il secondo è consegnato all'interessato unitamente alla comunicazione dell'esito della stessa; il terzo viene conservato dall'autorità procedente, per essere eventualmente utilizzato nella revisione dell'analisi ai sensi dei commi secondo, terzo e quarto della disposizione suddetta.
Il richiedente la revisione dell'analisi è tenuto a corrispondere una somma fissa - tenuto conto dei costi effetivi delle operazioni di revisione e in misura comunque non inferiore nè superiore di oltre il 20 per cento rispetto a quella stabilita dall'articolo 20, primo comma, del D.P.R. 22 luglio 1982, n. 571 - con decreto del presidente della giunta regionale, su conforme deliberazione della giunta medesima, da pubblicarsi nel bollettino ufficiale della Regione entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge; con le stesse modalità si provvede all'aggiornamento dell'importo entro tre mesi dalla pubblicazione dei decreti interministeriali di cui alla citata disposizione; il versamento è effettuato direttamente in favore dell'istituto o laboratorio incaricati della revisione mediante specifico provvedimento dell'autorità procedente.
Il medesimo provvedimento stabilisce il termine per il versamento della somma; il mancato versamento entro il limite stabilito rende improcedibile l'istanza di revisione e determina la definitività della prima analisi.


Fermo il disposto degli articoli 13, 19 e 20 della legge 24 novembre 1981, n. 689, le cose sequestrate sono, nel più breve tempo possibile, trasportate e consegnate dall' organo o ufficio il cui personale ha provveduto al sequestro all' ente delegato competente all' applicazione delle sanzioni.
Qualora si tratti di armi, il trasporto è scortato dai vigili dell' ente suddetto.
Gli enti delegati provvedono a predisporre appositi locali o spazi in cui le cose sequestrate possano essere custodite con le necessarie garanzie di sicurezza.
Divenuta esecutiva la confisca amministrativa le cose confiscate ricadono, ad ogni effetto, nel patrimonio dell' ente delegato confiscante. E' sempre disposta la distruzione delle cose confiscate quando l' uso, la detenzione o l' alienazione di esse siano vietati in modo assoluto dalla legge. L' ordine di distruzione ne individua le modalità .
Anteriormente all' esecutività della confisca amministrativa soltanto le cose deperibili possono essere alienate, trasferendosi il vincolo sul denaro ricavato.


Entro il 31 gennaio di ciascun anno i comuni e gli altri enti delegati trasmettono alla giunta regionale una relazione complessiva riguardante l'applicazione delle sanzioni amministrative nel corso dell'anno precedente.


Sono abrogati:
- la L.R. 27 febbraio 1980, n. 8;
- l'ultimo comma dell'articolo 5 della L.R. 22 febbraio 1973, n. 6;
- il quinto comma dell'articolo 9 e l'ultimo comma dell'articolo 10 della L.R. 30 dicembre 1974, n. 52;
- l'ultimo comma dell'articolo 17 della L.R. 30 dicembre 1974, n. 53;
- l'articolo 5 della L.R. 20 maggio 1975, n. 39.

Le disposizioni contenute in leggi regionali anteriori, che regolano le competenze e il procedimento per l'applicazione delle sanzioni amministrative e la destinazione dei proventi delle sanzioni fermo restando il vincolo di destinazione in contrasto con la disciplina dettata dalla presente legge, sono abrogate.
Nell'articolo 14 della L.R. 23 maggio 1977, n. 17, al primo comma, il riferimento all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1975, n. 706, s'intende sostituito con quello all'articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689; al quarto e sesto comma i riferimenti agli articoli 7 e 8 della legge 24 dicembre 1975, n. 706, si intendono sostituiti con quelli agli articoli 17 e 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689.
Restano in vigore le norme regionali anteriori concernenti l'attribuzione della delega agli enti locali per l'applicazione delle sanzioni amministrative.
Per quanto non previsto dalla presente legge e dalle specifiche leggi regionali sanzionatorie, trovano diretta applicazione, nel procedimento di applicazione delle sanzioni amministrative previste da leggi regionali o comunque di competenza regionale, le disposizioni in materia della legge 24 novembre 1981, n. 689.


Le sanzioni amministrative pecuniarie previste in leggi regionali approvate durante la prima legislatura sono quadruplicate.


I rinvii alla L.R. 27 febbraio 1980, n. 8 per la disciplina delle sanzioni amministrative contenuti nelle leggi regionali si intendono riferiti alla presente legge.