CURE PALLIATIVE E DIRITTO A UNA BUONA VITA FINO ALL'ULTIMO Al convegno "Cure & Care" di Pesaro il bilancio sulla legge regionale con i presidenti di commissione Andrea Biancani e Fabrizio Volpini
Priorita' alla formazione e alla rete dei servizi, sostegno alle associazioni di volontariato nell'assistenza domiciliare.

Un'alleanza tra paziente, medico, familiari e associazioni di volontariato per assistere il malato inguaribile e garantirgli "una buona vita fino all'ultimo". E' il principale obiettivo della legge regionale sulle cure palliative approvata all'unanimità lo scorso marzo dal Consiglio regionale, alla quale è stato dedicato il convegno "Cure & Care", promosso da Regione Marche, in collaborazione con Comune di Pesaro, ASUR Marche, Ospedali Riuniti e Inrca. All'iniziativa, ospitata a Palazzo Gradari a Pesaro, sono intervenuti il presidente della terza commissione ambiente Andrea Biancani e il presidente della commissione sanità Fabrizio Volpini, proponenti della legge, che hanno tracciato un bilancio sui primi mesi di applicazione. «Questa legge è un atto di civiltà – ha premesso Biancani - di cui sono particolarmente orgoglioso perché difende la dignità non solo del paziente, ma anche dei suoi cari. Il diritto alle cure palliative esiste, malati e famiglie devono saperlo e non devono più sentirsi soli nell'affrontare questo passaggio». Anche quando la guarigione non è più possibile, il sistema sanitario può garantire terapie sanitarie e psicologiche, precocemente e già in fase di diagnosi. «Obiettivo di questo convegno è quello di fare il punto su quanto è stato fatto fino ad oggi, ma anche di accelerare e concretizzare i risultati – afferma Biancani -. Serve investire nella formazione, non solo sanitaria, ma anche psicologica. Deve partire il Coordinamento regionale, per far dialogare tutti i soggetti coinvolti e mettere a sistema le modalità di cura in tutti i contesti: in ospedale, negli Hospice, nelle strutture residenziali, nelle case di riposo e soprattutto a domicilio. Il ruolo del volontariato per l'assistenza domiciliare è fondamentale, le associazioni di volontariato sono un motivo di orgoglio e a loro va la nostra gratitudine per quanto donano con generosità e competenza». La formazione continua del personale sanitario e dei volontari è un'altra priorità, soprattutto per le cure dei bambini. «Abbiamo bisogno anche di questo tipo di assistenza così "speciale" - sottolinea Biancani – per questo serve attivare un coordinamento anche delle cure palliative pediatriche».
La legge ha istituito un Coordinamento regionale delle cure palliative, l'elenco delle associazioni per l'assistenza a domicilio e, tra i primi in Italia, il Centro di bioetica che svolgerà attività di studio e consulenza. «La Regione – spiega Volpini - su questo tema ha lavorato molto dal punto di vista della promulgazione di atti, delibere, leggi. Si sta costruendo una rete in Asur e una serie di relazioni tra professionisti che dobbiamo riuscire a mettere a sistema, soprattutto per quanto riguarda la domiciliarità, gestita prevalentemente dalle Onlus. Le nostre associazioni del privato sociale, del volontariato – insiste Volpini - fanno un lavoro egregio, importantissimo, ma hanno bisogno di stare dentro un sistema di rete, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, in equipe multidisciplinare per dare delle risposte assistenziali. Anche quando la malattia diventa incurabile, resta sempre molto da fare in termini di presa in carico, della vicinanza nei confronti del paziente, ma anche della sua famiglia». In apertura dell'iniziativa il presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli ha ricordato la genesi della legge, «una norma semplice, per mettere in fila tutte le competenze, che sceglie di partire dal termine “buona vita”, dal principio della presa in carico da parte di una comunità curante». Durante il convegno sono intervenuti dirigenti sanitari, medici, psicologi e rappresentanti della associazioni di volontariato. Dall'Arcivescovo Monsignor Piero Coccia l'invito a fare una distinzione «tra l'inguaribilità e l'incurabilità, perché una comunità si prende carico anche di chi è in in grave difficoltà».
(l.v.)
Comunicato n.176, Venerdì 13 Dicembre 2019