LA SEDUTA APERTA PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
In Aula i numeri del Rapporto 2023, 4 femminicidi nelle Marche, aumentano gli accessi ai Pronto soccorso e le denunce ai Cav. Negli interventi gli strumenti a disposizione delle vittime e l'invito a denunciare sempre. Approvate all'unanimità tre mozioni sul tema della seduta aperta.
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il Consiglio regionale si è riunito in seduta aperta per analizzare i dati del 13° Rapporto annuale. Nelle 120 pagine del documento, previsto dalla legge regionale del 2008, i numeri sono in aumento, dalla violenza più estrema dei femminicidi, 4 quelli commessi nel 2023 (le vittime Rita Talamelli, Concetta Marruocco, Marina Luzi e Giuseppina Traini), alla violenza domestica in ambito familiare. “Un problema che sfida tutti, un dramma che ha assunto una dimensione strutturale – ammonisce il Presidente Dino Latini, aprendo la seduta –. Tutte le istituzioni e le forze sociali devono mobilitarsi per fermare questa strage, dobbiamo lavorare senza sosta perché ogni donna possa vivere libera dalla paura, la violenza è una ferita per tutta la comunità”. Elencando i progetti realizzati dalla Commissione regionale pari opportunità, la Presidente Maria Lina Vitturini cita i corsi di autodifesa, gli eventi, le mostre, le aziende coinvolte nel Bollino rosa che certifica la parità di genere nel lavoro (circa 300 le realtà nelle Marche). E ancora gli incontri organizzati con gli studenti, “un tour che ha percorso tutto il territorio, informando sull’utilizzo del numero 1522, attivo h24 e ora raggiungibile anche via chat”. Oltre 50mila le chiamate arrivate nel 2023 in Italia, “molte delle quali di ragazze minorenni che si sono fatte scudo per le madri” – sottolinea la Vitturini, invitando a denunciare sempre. Su quanto è stato fatto e sugli strumenti a disposizione delle vittime sono intervenute il Commissario Capo Daniela Iscaro, Divisione polizia anticrimine della Questura di Ancona, la psicologa e criminologa Margherita Carlini dell’Associazione Donne e Giustizia, e la Direttrice dell’Inps Marche Emanuela Zambataro. “Dobbiamo analizzare con attenzione e implementare tutte le attività che possono impedire la violenza – insiste il Presidente della Commissione sanità e politiche sociali Nicola Baiocchi, relatore del Rapporto 2023 con la consigliera regionale Manuela Bora – Il supporto alle vittime c’è, i Centri funzionano, con operatori di indiscussa professionalità, quello che dobbiamo incrementare è la prevenzione di questi reati, trovando l’approccio più giusto per prevenirli”. Tra i dati ricordati dalla relatrice Bora, l’aumento degli accessi ai consultori familiari per abusi e maltrattamenti, “passati da 674 del 2020 a 1595 del 2023”, uniti a una critica per le proposte dell’opposizione respinte dalla maggioranza. La seduta è terminata con le conclusioni affidate al Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli e agli assessori alla sanità Filippo Saltamartini e alle pari opportunità Chiara Biondi. In Aula gli studenti di due classi terze dell’Istituto tecnico dell’IIS Einstein Nebbia di Loreto e due classi, una quinta e una quarta, della sede di Recanati dell’IIS Bonifazi Corridoni di Civitanova Marche.
I DATI DEL RAPPORTO 2023
Le fonti del Rapporto sulla violenza di genere nella regione Marche sono i Cav, le case rifugio, i Centri per uomini autori di violenza, gli Ambiti territoriali sociali, integrati dai flussi informativi dei Pronto soccorso, consultori familiari e, negli ultimi due anni, dai numeri raccolti dall’Ufficio del Garante regionale, relativi a reati di violenza forniti dalle Procure. Per il quarto anno consecutivo le richieste di aiuto ai Centri antiviolenza aumentano, 748 nel 2023 rispetto alle 705 del 2022 (+ 43), nel 2021 furono 663 e nel 2020 483. Con un incremento del 20% crescono anche le diagnosi di violenza nei Pronto soccorso, dove sono state assistite 251 donne, di cui 19 minorenni, mentre nel 2022 furono in totale 208. Analizzando il profilo delle utenti dei cinque Cav, il 31% è nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni, coniugate per il 40% e italiane per il 73%. La maggioranza ha un lavoro stabile e un diploma di scuola superiore. Nel 78% dei casi il maltrattante risiede nelle Marche e nel 76% dei casi è italiano. Nel 56% delle donne che si rivolgono ai Centri la violenza si protrae da più di 5 anni e il 79,9% dei maltrattanti sono attuali o precedenti partner per la vittima.
SEDUTA ORDINARIA, APPROVAZIONE UNANIME DI TRE MOZIONI
Via libera unanime del Consiglio regionale a tre mozioni in tema di parità di genere e prevenzione della violenza contro le donne. Approvato l’atto di indirizzo, a iniziativa di diversi consiglieri, prima firmataria Monica Acciarri (Lega), che esprime “solidarietà e sostegno” ad Ahou Daryaei, la studentessa iraniana protagonista di una protesta all'università, e alle donne iraniane per la libertà e i diritti umani. Voto unanime anche sulla mozione a firma del consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche) che sollecita sostegni ai Cav e alle Case rifugio, chiedendo in particolare “l’istituzione di sportelli di ascolto negli uffici delle Unioni Montane”. Approvata infine la mozione a firma del gruppo Pd, prima firmataria Manuela Bora, con la quale si impegnano il Presidente e la Giunta regionale a programmare e finanziare nelle scuole percorsi di educazione all’affettività.
L.V.
I DATI DEL RAPPORTO 2023
Le fonti del Rapporto sulla violenza di genere nella regione Marche sono i Cav, le case rifugio, i Centri per uomini autori di violenza, gli Ambiti territoriali sociali, integrati dai flussi informativi dei Pronto soccorso, consultori familiari e, negli ultimi due anni, dai numeri raccolti dall’Ufficio del Garante regionale, relativi a reati di violenza forniti dalle Procure. Per il quarto anno consecutivo le richieste di aiuto ai Centri antiviolenza aumentano, 748 nel 2023 rispetto alle 705 del 2022 (+ 43), nel 2021 furono 663 e nel 2020 483. Con un incremento del 20% crescono anche le diagnosi di violenza nei Pronto soccorso, dove sono state assistite 251 donne, di cui 19 minorenni, mentre nel 2022 furono in totale 208. Analizzando il profilo delle utenti dei cinque Cav, il 31% è nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni, coniugate per il 40% e italiane per il 73%. La maggioranza ha un lavoro stabile e un diploma di scuola superiore. Nel 78% dei casi il maltrattante risiede nelle Marche e nel 76% dei casi è italiano. Nel 56% delle donne che si rivolgono ai Centri la violenza si protrae da più di 5 anni e il 79,9% dei maltrattanti sono attuali o precedenti partner per la vittima.
SEDUTA ORDINARIA, APPROVAZIONE UNANIME DI TRE MOZIONI
Via libera unanime del Consiglio regionale a tre mozioni in tema di parità di genere e prevenzione della violenza contro le donne. Approvato l’atto di indirizzo, a iniziativa di diversi consiglieri, prima firmataria Monica Acciarri (Lega), che esprime “solidarietà e sostegno” ad Ahou Daryaei, la studentessa iraniana protagonista di una protesta all'università, e alle donne iraniane per la libertà e i diritti umani. Voto unanime anche sulla mozione a firma del consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche) che sollecita sostegni ai Cav e alle Case rifugio, chiedendo in particolare “l’istituzione di sportelli di ascolto negli uffici delle Unioni Montane”. Approvata infine la mozione a firma del gruppo Pd, prima firmataria Manuela Bora, con la quale si impegnano il Presidente e la Giunta regionale a programmare e finanziare nelle scuole percorsi di educazione all’affettività.
L.V.
Lunedì 25 Novembre 2024