Resoconto della seduta n.103 del 15/01/2013
SEDUTA N. 103 DEL 15 GENNAIO 2013

La seduta inizia alle ore 10,25


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 103 del 15 gennaio 2013. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 100 dell'11 dicembre 2012 e n. 101 del 18 dicembre 2012 i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
sono state presentate le seguenti proposte di legge regionali:
n. 279 in data 10 dicembre 2012, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Sperimentazione del reddito regionale di cittadinanza”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento interno e trasmessa per opportuna conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro;
n. 280 in data 14 dicembre 2012, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l'espressione del parere,ai sensi dell'art. 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'art. 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa per opportuna conoscenza al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro;
n. 281 in data 10 gennaio 2013, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 (Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province della Regione Marche)”, assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'art. 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa per opportuna conoscenza al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 56 in data 9 gennaio 2013, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Legge regionale 30/08, art. 4 – Piano integrato per l'internazionalizzazione e la promozione all'estero. Anni 2013/2015”, assegnata alla III Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, lett. c) della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lett. b), n. 2) della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 21 in data 21 dicembre 2012, ad iniziativa del Consigliere Acacia Scarpetti, concernente: “Norme per la protezione dell'ambiente mediante l'utilizzo dell'energia termica derivante dagli impianti per la produzione di energia elettrica”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 41 in data 17 dicembre 2012 “Norme per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei componenti gli organi della Regione, dei titolari di cariche in istituti regionali di garanzia e di cariche direttive in enti o società”;
n. 42 in data 21 dicembre 2012 “Modifiche alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali” e alla legge regionale 23 dicembre 2011, n. 27 concernente “Modifiche alla legge regionale 23/1995”, attuazione del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito in legge 7 dicembre 2012, n. 213”;
n. 43 in data 21 dicembre 2012 “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 “Finanziamento dell'attività dei gruppi consiliari” in attuazione del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito in legge 7 dicembre 2012, n. 213”;
n. 44 in data 21 dicembre 2012 “Individuazione del limite demografico minimo delle Unioni dei Comuni e modifica alla legge regionale 1° luglio 2008, n. 18 Norme in materia di Comunità Montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”;
n. 45 in data 27 dicembre 2012 “Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013/2015 della Regione (legge finanziaria 2013)”;
n. 46 in data 27 dicembre 2012 “Bilancio di previsione per l'anno 2013 ed adozione del Bilancio Pluriennale per il triennio 2013/2015”
Ha chiesto congedo il Consigliere Trenta, peraltro, mi è arrivata la notizia della scomparsa del padre del nostro collega, a nome mio e dell'intera Assemblea legislativa, farò poi con un telegramma, esprimo la nostra vicinanza ed il nostro cordoglio.

Interrogazione n. 716
del Consigliere Latini
“Tesoreria unica Enti Locali”

Interrogazione n. 735
del Consigliere Zaffini
“Tesoreria unica Enti Locali”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 716 del Consigliere Latini e n. 735 del Consigliere Zaffini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. L'art. 35, comma 8, del D.L. 1/2012 ha ripristinato, fino al 2014, il regime della Tesoreria Unica per tutti gli Enti che operavano nel regime di Tesoreria Unica Mista. Questa decisione è stata presa in modo unilaterale dal Governo centrale senza alcun confronto o richiesta di parere alle Regioni e agli organi di rappresentanza degli Enti Locali (Anci, Upi e Uncem).
La Regione Marche critica, insieme alle altre Regioni, questa scelta, soprattutto, per la modalità con le quali è stata posta in essere, che mette in evidenza una assenza di condivisione delle politiche che il Governo intende perseguire e, soprattutto, indebolisce l'azione delle istituzioni che più che mai in questo momento di forte crisi dovrebbe essere all'unisono tra le varie Autonomie territoriali.
Proprio perché la Regione Marche crede nell'operato comune delle Regioni e nel dialogo, nella leale collaborazione, tra i vari organi di governo, ritiene che la questione vada trattata nelle sedi opportune tra cui, in primis, la Conferenza Stato-Regioni che ha già preso in esame questo argomento.
L'argomento è stato in effetti trattato in modo particolareggiato e più volte in sede di Coordinamento tecnico interregionale della Commissione Affari Finanziari della medesima Conferenza, a cui io partecipo, tanto che ad esempio anche in sede di parere del Documento di Finanza Pubblica del 2012, le Regioni, sulla scorta di un parere istruito dalla Commissione, hanno per l'ennesima volta espresso le loro perplessità circa la misura adottata, che va ad incidere anche sugli spazi di autonomia finanziaria finora attribuiti alle Regioni ed agli Enti Locali.
La Regione Marche sta lavorando affinché le Regioni facciano tutte fronte unico nelle eventuali decisioni, atti o iniziative da adottare di fronte al Governo centrale per il ripristino, quanto prima, del regime di Tesoreria Unica Mista.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie Presidente, grazie Assessore. Una brevissima nota, non di replica ma di sostegno e puntualizzazione a quanto affermato dall'Assessore.
E' necessario che tutte le Regioni, ma credo che il tema sia di rilevanza nazionale anche dagli interventi che ci sono sugli organi di informazione e sulle prese di posizione delle singole Regioni, intervengano attraverso l'utilizzo del mezzo della Conferenza Stato-Regioni affinché ci sia la possibilità di svincolare un nodo che è castrante per quanto riguarda gli enti locali, in particolar modo per i Comuni, quello del deposito della Tesoreria Unica enti locali.
Questo gesto è stato compiuto dal Governo in funzione del rispetto dei conti pubblici generali ed dell'andamento degli stessi in tema di dinamica di spred, dal novembre scorso e, quindi, in relazione al decreto legge 1/2012, il cosiddetto Salva Italia. Questo gesto può essere concepito ed attuato e, in qualche modo, sopportato, in condizioni di eccezionalità, soprattutto, nelle condizioni in cui ogni parte deve fare il proprio sacrificio, purtroppo, gli enti locali di sacrifici ne stanno facendo oltre modo, oltre misura e togliere anche il respiro della Tesoreria Unica e della Tesoreria di ogni ente locale, costringendoli al deposito, significa effettivamente, porli in una condizione non di spending review ma di impossibilità a svolgere le proprie funzioni.
Se la Regione Marche, insieme alle altre Regioni, persegue nella Conferenza Stato-Regioni l'obiettivo di mettere in evidenza, tra i punti da segnalare per l'anno 2013, quello di uno svincolo, attraverso un'apposita norma, di questa posizione che effettivamente è molto fiaccante, fa opera buona e utile non soltanto in generale, per quanto riguarda la posizione degli enti locali delle Marche, ma per tutte le comunità interessate che dagli enti locali ricevono, attraverso l'utilizzo della Tesoreria, molti servizi e la possibilità di avere delle opere pubbliche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questo è un tema molto caro a noi della Lega, quindi, voglio intervenire anch'io.
Sono contento della posizione della Regione che è stata ribadita dall'Assessore Marcolini, voglio solo dire che altri Governatori e altre Regioni, soprattutto quelle governate dalla Lega, hanno intrapreso un ricorso al Tar, per cui aspettiamo la procedura e dico che da parte di alcune Regioni c'è stata una risposta un po' più consistente, un po' più pesante. Perchè non solo le Regioni ma anche l'Anci con il Presidente Dellai ed il Sindaco di Venezia, di centro sinistra, hanno intrapreso delle azioni più visibili e decise? Perché questa situazione si è creata con il Governo Monti, probabilmente, il Governo più nemico del federalismo. Lo abbiamo visto con questa manovra della Tesoreria Unica che praticamente preleva circa 8 miliardi all'anno dalle casse dei Comuni e degli enti locali, i più tartassati e i più colpiti in questa situazione ed anche quelli che ci mettono la faccia: i Sindaci.
Noi riusciremo a tagliare le tasse solo se riporteremo la fiscalità legata al territorio, solo con questo sistema riusciremo a dare risposte a quelle che sono le esigenze in questo momento di particolare crisi.
Attenzione, sono contento che la Regione, da questo punto di vista, sia attenta, cerco di stimolarla, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni per riattivare tutto il procedimento dei decreti attuativi del federalismo, da qui al prossimo Governo, in modo che ci sia un ritorno alla fiscalità territoriale con i costi standard e con una giustizia fiscale.

Presidenza del Vice Presidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 909
del Consigliere Acacia Scarpetti
“Sanità pubblica – costi delle prestazioni di diagnostica per immagini in mobilità passiva”

Interrogazione n. 647
del Consigliere Latini
“Jesi – servizio di radiologia e diagnostica per immagini a rischio”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 909 del Consigliere Acacia Scarpetti e la n. 647 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani

Almerino MEZZOLANI. Anche queste interrogazioni, come le altre, sono datate e quando si parla di mobilità si parla di dati relativi a di due anni prima, perché, come sapete, i dai dati del Ministero rispetto alla mobilità arrivano due anni dopo.
Facendo seguito all'interrogazione del Consigliere Acacia Scarpetti con la quale si chiedono delucidazioni in merito ai costi delle prestazioni di diagnostica per immagini in mobilità passiva, occorre fare alcune premesse.
La mobilità sanitaria è interregionale, quel fenomeno, cioè, che coinvolge molti assistiti che usufruiscono dei servizi sanitari presso strutture che non appartengono alla propria Regione di residenza.
Questo fenomeno comporta la necessità di compensare i costi dell'assistenza di quei pazienti per i quali il finanziamento pro-capite del Servizio Sanitario Nazionale è stato attribuito a una Regione diversa da quella in cui è stata effettuata la prestazione. Questa esigenza è regolata attraverso lo scambio di mobilità interregionale. Per mobilità passiva, in particolare, si intende il numero di prestazioni sanitarie ed i relativi importi resi a cittadini residenti in una stessa Regione da parte di strutture ubicate in Regioni diverse da quella di residenza (riferimenti normativi: art. 14, d. lgs. n. 517/1993).
Al punto uno, i seguenti dati, quelli che leggerò, riguardano i costi sostenuti nel triennio 2008-2010 per l'attività oggetto dell'interrogazione.
I dati 2012, non sono ancora disponibili e quelli del 2011 sono in via di validazione definitiva. Eventualmente potranno essere aggiornarli qualora il Consigliere, o chi per lui, voglia richiederli. Per quanto riguarda la diagnostica per immagini, i dati di mobilità passiva sono i seguenti:
Anno 2008: n. prestazioni n. 50.850 - Spesa lorda € 4.702.960 - Ticket € 558.916;
Anno 2009: n. prestazioni n. 57.547 - Spesa lorda € 5.647.186 - Ticket € 666.320;
Anno 2010: n. prestazioni n. 62.987 - Spesa lorda € 5.825.400 - Ticket € 737.290.
Al punto due, la mobilità passiva è a carico della nostra Regione nel suo complesso e in particolare l'Azienda preposta alla registrazione contabile di tali costi è l'ASUR.
Relativamente ai quesiti 3, 4 ,5, e 6 occorre precisare, ma questo credo sia dato per scontato, che l'articolo 32 della Costituzione sancisce per i cittadini la libertà di scelta tra ospedali pubblici e privati accreditati su tutto il territorio nazionale.
Relativamente al quesito 7, il sistema di compensazione tra mobilità attiva e mobilità passiva è regolato a livello nazionale, per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera, attraverso il sistema unico tariffario nazionale (TUC), mentre gli scambi relativi alle prestazioni specialistiche sono regolate sulla base dei tariffari delle singole Regioni.
Per quanto riguarda il quesito otto, la Regione Marche, le prestazioni specialistiche in mobilità passiva, effettuate da strutture pubbliche e private della stessa Regione, sono remunerate con la stessa tariffa. Relativamente al quesito otto l'ASUR definisce accordi contrattuali con il privato accreditato della Regione Marche, fissando tetti economici coerenti con la programmazione economica e i fabbisogni sanitari relativi.
Nel 2012 la riduzione dello 0,5% dei volumi di spesa di assistenza specialistica e ospedaliera rispetto al 2011 è stata, come va ricordato, imposta dal decreto sulla "spending-review" cioè con il decreto legge 95/2012, convertito, con modifiche, nella Legge 7 agosto 2012, n. 135.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta fornita, capisco la complessità dell'interrogazione, per questo le chiederò una copia dell'intervento che lei ha letto, anche se mi pare che nelle risposte alle domande 3, 4, 5 e 6 il suo intervento non abbia minimamente sfiorato l'argomento.
Mi riservo ogni altra azione dopo aver letto il testo che gli uffici le hanno predisposto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Prendo atto della risposta dell'Assessore ma l'interrogazione n. 647 che ho presentato e che è stata abbinata, presenta, con quella del collega Acacia Scarpetti, solo alcuni aspetti univoci.
L'interrogazione che ho presentato era relativa al servizio di radiologia e diagnostica per immagine a rischio dell'Ospedale di Jesi.
Il concetto generale che ha espresso l'Assessore è quello che rientra nella logica della riorganizzazione dei servizi sanitari nelle Marche ma rispetto alla situazione di Jesi ci sono dei dati che, a mio avviso, dobbiamo tener conto, indipendentemente, dalle scelte che si fanno in termini di razionalizzazione e di concentrazione dei servizi stessi.
Nel caso della radiologia di Jesi, in termini di produttività, c'è stato un aumento di quasi 5.000 immagini a rischio o immagini diagnostiche fatte nel corso di un solo anno, soprattutto, nel campo della prevenzione della salute del cittadino che è quella rilevante al fine di una minore spesa generale per quanto riguarda il campo della sanità.
A fronte di ciò non c'è la certezza del mantenimento dei nuovi tecnici di radiologia che, in qualche modo, coprono non solo il servizio ospedaliero ma vanno anche nel circuito della filiera dei tecnici radiologi a coprire tutte le attività che si svolgono in altri presidi o in altri territori, compresi Cingoli, Filottrano, Montecarotto e Cupramontana.
C'è una difficoltà enorme che non è più procrastinabile nella sua presa in esame e risoluzione; a questo si unisce anche il fatto che il servizio Tac dell'ospedale di Jesi è stato addirittura chiuso per evitare l'impossibilità di dare un servizio continuo. La carenza diventa non solo strutturale ma molto grave in un presidio che, nella logica della riforma sanitaria regionale, dovrebbe costituire il vero e primo presidio di base di una area che è metà della provincia di Ancona.
Si comprende la difficoltà di organizzare il settore e le risorse umane nell'ambito della contrazione delle capacità finanziarie e, quindi, anche la possibilità di coprire i turni ma è certo che se si fanno delle scelte prioritarie, quella di Jesi, soprattutto, nel campo della radiologia, che ha una storia antica, va in qualche modo curata perché ricade in una area veramente vasta, non quanto la provincia ma certamente di enormi dimensioni.
Il messaggio che si rischia di dare, che è già intaccato dalla forte difficoltà del Cup a svolgere i servizi, come quello di esami rimandati a tempi, veramente, biblici, è l'impossibilità effettiva di dare una risposta nel campo specifico.
Questo è un campanello d'allarme che lancio all'Assessore che credo, anzi ne sono certo, ben sa della enorme difficoltà in cui si dibatte la riorganizzazione del servizio.
Questa priorità, a mio avviso, va curata e coperta e in qualche modo rilanciata perché è una necessità che ci consentirà di evitare tante spese in futuro e di trovarci nella condizione di una forte spesa con un forte disservizio.

Proposta di legge n. 231
dei Consiglieri Ortenzi, Perazzoli, Traversini, Canzian, Badiali, Busilacchi, Giannini, Sciapichetti, Giancarli, Petrini, Ricci, Comi
“Disposizioni organizzative relative all'utilizzo di talune tipologie di farmaci nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposte di legge n. 231 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Perazzoli, Traversini, Canzian, Badiali, Busilacchi, Giannini, Sciapichetti, Giancarli, Petrini, Ricci, Comi. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie Presidente, colleghi Consiglieri, la presente proposta di legge ha suscitato qualche ilarità è un po' di discussione tra i colleghi del Consiglio in quanto, di fatto, disciplina l'uso terapeutico all'interno del servizio sanitario regionale dei farmaci cannabinoidi.
Ora voglio chiarire le ragioni di questa legge che non introducono un elemento di novità nel quadro normativo terapeutico e scientifico della Regione Marche ma vanno nell'assoluta continuità con le politiche sanitarie e farmaceutiche regionali e in assoluta coerenza con il quadro nazionale ed europeo.
Già dal 2008 la Regione Marche, attraverso una propria delibera di Giunta regionale la 470, ha disciplinato l'aspetto procedurale e organizzativo dell'utilizzo dei farmaci cannabinoidi quale ausiliario terapeutico all'interno del servizio sanitario regionale.
Perché la Giunta regionale aveva introdotto questa normativa? Perché già da tempo, dal 1990, alcuni principi cannabinoidi sono stati inseriti nel decreto ministeriale numero 2007, ovvero all'interno della tabella due, sezione B che individua le tra le sostanze stupefacenti e psicotrope quelle che possono essere utilizzate a scopo terapeutico.
Il legislatore italiano già dal 1990 ha individuato queste sostanze come utilizzabili a scopo terapeutico, voglio chiarire questo aspetto: l'efficacia farmacologica dei cannabinoidi si fonda non su valutazioni di parte, ma su acquisizioni scientifiche, sperimentazioni e pratiche cliniche diffuse a livello mondiale, riconosciute dall'organizzazione mondiale della sanità, riconosciute dal sistema sanitario nazionale, disciplinate dall'ordinamento italiano, dalla Regione Marche, dal legislatore europeo. Esse sono utilizzate per esempio, nel trattamento farmacologico della nausea e del vomito in pazienti affetti da neoplasie e da AIDS, sottoposti alle cure con farmaci antiblastici e antivirali ma l'uso terapeutico dei cannabinoidi viene utilizzato anche sperimentalmente riguardo al trattamento dell'asma e del glaucoma.
Oggi questo utilizzo viene affidato al medico di base e al sistema sanitario che qualora, e questo ci tengo a chiarirlo, non ravveda alternative terapeutiche può, ai sensi della legge nazionale, richiedere al sistema sanitario l'utilizzo di questi farmaci.
Farmaci che purtroppo non esistono nel nostro sistema nazionale ma che possono essere reperiti solo all'estero, ecco perché la Regione Marche ha ritenuto opportuno disciplinare la materia, una materia che rischiava altrimenti, senza un'adeguata prescrizione, senza un'adeguata regolamentazione, di lasciare assolutamente nel vago e senza alcune garanzie, la disciplina di una materia così delicata.
Non si tratta di una innovazione legislativa sinistrorsa o contaminata da qualche riflusso ideologico, si tratta di una pratica terapeutica che il legislatore italiano, il Governo italiano, ha condiviso e che noi non vogliamo lasciare ai principi troppo generali ed astratti della normativa nazionale ma vogliamo regolamentare puntualmente anche attraverso una nostra disciplina regionale.
La proposta di legge è di iniziativa consiliare, ci sono tantissimi Consiglieri che l'hanno proposta, li voglio ringraziare tutti, voglio ricordare la Consigliera Ortenzi, i Consiglieri Perazzoli, Traversini, Canzian, Badiali, Busilacchi, la Consigliera Giannini, i Consiglieri Sciapichetti, Giancarli, Petrini, Ricci, 'intero gruppo consiliare PD per aver avuto l'intuizione di disciplinare una materia tanto delicata.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Sicuramente se all'atto di presentazione di questa legge fosse stata richiesta anche la mia adesione, l’avrei data perché i motivi che ha esposto il Presidente della Commissione sono più che condivisibili.
Credo che su un argomento come questo, che va incontro a quelle che sono le esigenze di alcuni malati come è stato già esposto, scientificamente provato, non ci sia altro da fare che mettere dei puntini sulle i, su determinate situazioni, anche perché, come è stato già detto, l'acquisto di alcuni medicinali come spesso accade quando sono …

PRESIDENTE. Colleghi abbiate pazienza, chi vuole non riesce nemmeno a seguire l'intervento del collega, per favore …

Giancarlo D'ANNA. … stavo dicendo che anche in passato relativamente ad altri medicinali si è dovuto sempre fare riferimento all'estero per una serie di motivazioni.
Io credo che una nazione come quella italiana debba prendere atto, quando è il caso, che alcune situazioni sono state scientificamente provate e collaudate ed hanno dato dei benefici, credo che l'indirizzo di questa legge sia proprio quello, di andare incontro a chi ha determinate patologie e alleviare, in alcuni casi, la situazione di disagio che si viene creare.
Da questo punto di vista, credo che la proposta di legge sia azzeccata ed è un dato di fatto che altre Regioni abbiano, poi, preso e percorso la stessa via, quindi, dal punto di vista del Vicepresidente della Commissione, esponente della minoranza, il voto sarà positivo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente.
Dichiaro subito che il gruppo comunista voterà a favore di questa legge per diversi motivi, intanto, perché nonostante l'ilarità e la discussione che è sorta, come diceva il relatore di maggioranza, nell'ambito del Consiglio regionale, credo che se un difetto ha, è la forma settaria con la quale è stata presentata, infatti, nessuno dei Consiglieri del PD si è preoccupato di chiedere ad altri colleghi se erano disponibili a sottoscriverla.
Credo che questa proposta di legge porti la Regione Marche al pari passo delle Regioni più avvedute, ci sono altre Regioni che si sono dotate di leggi simili, non siamo sicuramente la prima, è un momento innovativo anche sul piano culturale perché guardate che mentre la chimica ormai sta dominando un pò tutto il mondo occidentale cosiddetto sviluppato …

PRESIDENTE. Consiglieri mi dispiace, non si riesce a seguire chi parla. Per cortesia andate a parlare fuori. Non è possibile!

Raffaele BUCCIARELLI. … dicevo, mentre la chimica sta condizionando questo nostro tipo di sviluppo, nel campo farmaceutico si sente sempre più bisogno di riprendere, e questo sta diventando un fatto sociale su cui bisognerà riflettere, rapporti, relazioni e contatti con gli elementi naturali che possono aiutarci a migliorare la qualità della vita in particolari momenti difficili, come quando uno è malato.
A questo proposito, voglio ricordare quanto è avvenuto circa un paio di mesi fa, qui nelle Marche, dove un cittadino, credo dello jesino, uso alla pratica dell'ayahuasca, voi sapete che l'ayahuasca, o se non lo sapete ve lo dico, è una pratica utilizzata dagli sciamani amazzonici per guarire diverse patologie, ebbene nelle Marche ci sono dei proseliti, questo conoscitore di ayahuasca è stato arrestato e poi rilasciato in quanto non è stata riconosciuta come pratica di sostanze vietate.
Questo vale anche per quanto riguarda l'uso, in altre parti del mondo, della foglia di coca, che aiuta non soltanto a superare le disfunzioni dell'altezza, di chi vive in montagna o di chi si reca in montagna, ma serve anche a equilibrare alcuni valori indispensabili del nostro corpo per poter vivere in maniera adeguata.
Ecco ho fatto questi esempi perché credo che questo strumento, che noi andremo, spero, ad approvare, si inserisce appieno su questo filone, il filone dell'innovazione, il filone del recupero della persona con gli elementi naturali che se dotati dalla natura, evidentemente, sono dotati al fine di farci vivere meglio.
Ringrazio i Consiglieri, li critico per non avere aperto la possibilità di sottoscrivere, che trovo abbastanza puerile, ma li ringrazio invece per aver prodotto questo testo di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Mi sento di chiedere scusa al collega Bucciarelli perché lo conosco come persona molto sensibile su questi temi e sinceramente, anche se sono la prima firmataria insieme ai colleghi del PD, non ho pensato di estenderla agli altri colleghi, anche perché la proposta di legge è stata presentata in maniera molto veloce.
Lo ringrazio perché l'approvazione della legge, del cui esito non ho alcun dubbio, conoscendo il collega Bucciarelli e gli altri, dà un valore maggiore anche a quello che lui ha detto e cioè: regolare l'impiego di alcuni farmaci, in questo caso i cannabinoidi, è utile, è necessario. Questo era lo spirito allorché abbiamo presentato questa proposta di legge, era lo spirito per arrivare ad una soluzione che va, sicuramente, in funzione del bene di tante persone che stanno male.
Io sono stata animata, nel momento in cui l'ho presentata insieme ai colleghi, da una questione personale e di amicizia verso una donna affetta da sclerosi multipla; il marito, tra l'altro medico, non riesce a reperire il prodotto necessario che, sicuramente, le fa bene. Ci vogliono più di sei mesi e si trova solamente all'estero e per questo si è dovuto arrangiare in vari modi per trovare questa sostanza, voi capite bene che questa diventa una cosa particolarmente disagevole anche poco bella, se vogliamo.
Credo che insieme alle poche altre Regioni che hanno adottato questa legge, la Regione Marche dia un aiuto concreto a tante famiglie che vivono sulla loro pelle i disagi della malattia e che sono, a volte, costrette ad affrontare disagi e ostacoli di ogni tipo per ottenere questo tipo di medicinale che può, come dicevo prima, essere acquistato solo all'estero e che si è dimostrato efficace, prima il collega Comi lo ricordava, per alcune patologie, che se trattate con questo farmaco, con i cannabinoidi, possono essere alleviate, ricordo, purtroppo, anche per conoscenza diretta: la sclerosi, gli effetti della chemioterapia, la nausea, il dolore e altri sintomi.
Credo che come prevede la legge, la situazione deve essere organizzata in maniera tale che possa essere controllata dal sistema della sanità. La fase iniziale deve svolgersi presso le strutture ospedaliere e l’eventuale prosecuzione, in sede di divisione assistita del paziente, deve essere condizionata anche all'esigenza di una continuità terapeutica, Si prevede, quindi, che l'Azienda sanitaria aiuti gli assistiti, su loro esplicita richiesta per l'acquisizione dei farmaci, registrati all'estero per finalità terapeutiche, nella piena osservanza delle procedure previste dalle disposizioni statali.
Ecco quanto in maniera molto sintetica. Credo che oggi votando questa proposta di legge facciamo bene alla comunità, soprattutto, a coloro che soffrono delle patologie che con questi farmaci possono essere alleviate.
Ringrazio la Commissione, il Presidente Comi, il Vicepresidente D'Anna che si è ritenuto soddisfatto, credo che oggi, con questa proposta di legge, faremo una cosa buona.

PRESIDENTE . Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 231. La pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 19
dei Consiglieri Traversini, Romagnoli
“Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 77/2011 'Distacco della frazione di Marotta dal Comune di Fano e incorporazione nel Comune di Mondolfo. Mutamento delle rispettive circoscrizioni comunali'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 19 ad iniziativa dei Consiglieri Traversini, Romagnoli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Devo fare i complimenti agli uffici che hanno preparato l'atto, contiene tutti i passaggi precisi dell’argomento che andiamo a trattare. E’ stato fatto un ottimo lavoro, dettagliatissimo, anche perché la parte finale è descritta via per via, praticamente, la cartografia del territorio relativo al passaggio del Comune di Marotta di Fano che dovrebbe essere annesso al Comune di Mondolfo.
Il quadro normativo dove noi ci muoviamo è molto importante, l'articolo 133 della Costituzione dà la competenza alla Regione per quanto riguarda le modifiche dei territori comunali, i nuovi Comuni e le modifiche delle circoscrizioni ad esse attribuite.
Non solo la Costituzione dà la competenza alla Regione ma c'è tutta una normativa che riguarda le competenze regionali che passa attraverso la legge regionale 10/95, lo Statuto e la legge regionale 18/80. Il Consiglio dopo il parere della Commissione competente, e questo è l'atto di oggi, delibera di indire un referendum, porre il quesito ed indicare qual è la popolazione interessata.
Queste sono le competenze regionali.
Siamo di fronte ad una legge ad iniziativa popolare, la n. 77 del 2011. Questa legge l'abbiamo approfonditamente valutata all'interno della Commissione e, a differenza di situazioni analoghe, abbiamo ritenuto importante non tenerla ferma in Commissione ma portarla avanti, perché abbiamo ritenuto che le motivazioni importanti, per cui veniva presentata la legge, di iniziativa popolare, erano motivazioni valide.
Siamo in presenza di una situazione storica di difficoltà, di una frazione divisa a metà, in sviluppo turistico ormai da tantissimo tempo, che ha difficoltà palesi nei piani urbanistici, nei piani di commercio, in tutti quelli che sono i servizi, soprattutto nel territorio.
Ricordo, un esempio per tutti, che sono stato a Marotta diverse volte e nella piazza centrale si entra in un bar che è nel Comune di Mondolfo e si esce nel retro nel Comune di Fano. Questo evidenza come le difficoltà di una frazione, di una parte del territorio, siano abbastanza evidenti. Queste e tante altre difficoltà di un territorio che si lega, soprattutto, al Comune di Mondolfo, mentre i servizi sono spostati nel Comune di Fano. Queste sono le motivazione che la Commissione, nella sua interezza, ha accolto per dire andiamo avanti con il referendum.
A parte il quesito, importante è la questione della popolazione interessata, cioè quali sono i cittadini che devono andare a votare per rispondere al quesito. Anche qui il ragionamento è stato abbastanza complesso, approfondito, la Corte Costituzionale su questo, dà delle indicazioni, dice: “Bisogna che la popolazione interessata in qualche modo, sia quella che ha un interesse particolare rispetto al distacco”, possono esserci, per essere più chiari, investimenti sostanziali, notevoli, che riguardano tutto il territorio del Comune, allora può essere la popolazione interessata a decidere. Qui si è rilevato che i rapporti successori sono regolamentati dalla legge, quindi, nel momento in cui ci sarà lo spostamento della frazione, l'annessione e i rapporti patrimoniali saranno regolati tra i due Comuni e non si sono rilevati quegli investimenti notevoli, anche se rilevanti, da giustificare la partecipazione di tutto il Comune di Fano.
La Commissione ha preso spunto da quello che è successo nella Valmarecchia, la parte della Valmarecchia che si è distaccata dalla Regione Marche, in cui ha votato solo la parte interessata e, quindi, propone al Consiglio di indicare come popolazione interessata al voto i 3000 abitanti circa della frazione Marotta di Fano che si annette al Comune di Mondolfo.
Questo è l'atto che la Commissione ha votato e deliberato all'unanimità: l’indizione del referendum, la data, se non sbaglio, sarà fissata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio, e la popolazione che andrà a votare, 3000 abitanti circa, quella della zona interessata al distacco della zona Marotta di Fano.
Questo atto ha avuto il parere favorevole da parte del Comune di Mondolfo, il parere contrario del Comune di Fano, il parere positivo del Cal e nelle audizioni ha pesato, ha avuto il suo valore, il parere favorevole dell'Amministrazione provinciale.
E’ un atto, come tutti, contrastato, abbiamo un Comitato a favore e chi, invece, si oppone, però, la valutazione che noi abbiamo fatto rispetto alla normativa, rispetto ai pareri espressi, è questa, quindi, indizione del referendum e popolazione interessata al voto quella della parte su cui si chiede il distacco.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Marangoni.

Enzo MARANGONI. In I Commissione abbiamo audito tante persone, alcune associazioni, alcune realtà e ci siamo resi conto che questa istanza, proveniente dagli abitanti di questa frazione di Marotta, non è una istanza estemporanea, non nasce oggi ma, addirittura, ho appreso, con mia sorpresa, che le prime rivendicazioni nascono circa cinquant'anni fa, quindi, è una cosa davvero radicata nei decenni, nella storia recente, moderna di questa realtà, di questa comunità.
Credo che ci siano tutti gli elementi per approvare questo atto e che il referendum sia lo strumento giusto, democratico, corretto, per dare a questa popolazione la possibilità di scegliere in quale Comune stare, perché evidentemente i servizi possono essere diversi se il Comune è vicino o è più lontano, e alla fine questa frazione cessi di essere, diciamo così, una frazione lontana e quasi abbandonata, dimenticata e al contrario assuma un ruolo importante in una comunità più ampia nella quale andrebbe ad esistere, ad insistere.
Credo che ci sia un principio fondamentale, che è quello di autodeterminazione, principio riconosciuto dall'ordinamento giuridico a livello europeo, a livello nazionale, e quindi, occorre dare la possibilità alle persone, alle comunità locali di scegliere, nei limiti corretti, in quale Comune stare.
Il voto da parte mia e da parte nostra è in linea di massima favorevole.

PRESIDENTE . Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 19.
Emendamento 1 a firma della Consigliera Foschi. Nella sostanza dice: “Di individuare le "popolazioni interessate" che a norma dell'articolo 133, secondo comma, della Costituzione dovranno essere coinvolte nel referendum consultivo previsto dall'articolo 20 della l.r. 18/1980, quelle residenti negli interi Comuni di Fano e Mondolfo" in quanto non può negarsi un loro interesse, anche se indiretto, alla variazione che va ad incidere sulla dimensione e sulla conformazione territoriale”.
Questo è l'emendamento, l'atto è a disposizione di tutti, l'eventuale approvazione di questo emendamento comporterebbe tutto quello segue nel documento fornito dalla Consigliera Foschi.
Se non ci sono richieste di intervento, metto in votazione l'emendamento 1.
Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
Prego? Siamo in votazione, Consigliera Foschi, ha avuto tutto il tempo, ho anche detto se non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. Ora siamo in fase di votazione. Capisco che lei ha un po' di incertezze su questo argomento.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente. Voterò a favore di questo atto. Ammetto che la cosa migliore in questa tematica sarebbe stata la creazione di un Comune autonomo, Marotta unita in un unico Comune, ma sappiamo bene che per la situazione generale del nostro Paese, per la spending review e per tutto quello che stiamo affrontando, è veramente una cosa improponibile, altrimenti Marotta avrebbe avuto anche la potenzialità numerica di essere un Comune autonomo, ma questo non è possibile.
Ci sono varie proposte in atto, quella di creare un maxi Comune fanese oppure quella di un'aggregazione dei comuni di Marotta, Mondolfo, San Costanzo, sono tutte cose interessanti, in divenire potranno essere realizzate, quello che, però, bisogna ammettere è questa anomalia storica che deve essere superata. E’ una cosa cinquantennale e presenta anche delle situazioni che sono ridicole, un Comune spaccato a metà, con un'entrata a Marotta di Mondolfo e la finestra a Marotta di Fano, con tutto quello che comporta la situazione di gestione territoriale. E’ veramente una anomalia che bisogna risolvere.
Io sono fanese ma, da questo punto di vista, ragiono con l'autodeterminazione dei popoli, perché è il vero atto democratico, devono decidere i cittadini interessati alla questione, come è stato con la Valmarecchia. Da qui in avanti potrebbero succedere anche altri eventi dove i cittadini interessati potranno dare la loro opinione senza l'apporto di altri. E’ come in un matrimonio, se due si separano chi decide? Decide l'interessato, la suocera, lo zio o il cugino! Questo è fondamentale, l'autodeterminazione dei popoli è fatta da chi ha il diritto e l'interesse specifico a rideterminare la propria collocazione, questo vale nel caso di Marotta e varrà da qui in avanti, per tutte le questioni che potranno interessare i nostri territori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente.
Ho letto attentamente la proposta di legge e, in qualche modo, ho anche sostenuto il Comitato che ha il raccolto le firme autentiche per poter raggiungere questo referendum.
Io non voglio entrare nel merito, se sia giusto che ci sia un distaccamento dei cittadini di Marotta di Fano verso il Comune di Mondolfo perchè questo rientra nel principio di autodeterminazione dei cittadini e, in qualche modo, quello che stiamo facendo oggi, tra i pochi casi che capitano qua dentro, è un esercizio di democrazia.
Abbiamo dei poteri che l'articolo 133 della Costituzione ci dà come Assemblea legislativa, tra i quali quello di organizzare il territorio dei Comuni, in questo caso c'è un'istanza vecchia di trent'anni. Io non ero probabilmente nato, quando alla fine degli anni '70, primi anni '80, c'era la richiesta, di diverse persone marottesi, di avere un unico quartiere, un'unica unità abitativa, poi, l'organizzazione territoriale ha fatto in modo che la stessa frazione di Marotta fosse divisa nel mezzo, la piazza principale del lungomare di Marotta è divisa a metà tra due Comuni.
Questo sentimento di divisione negli anni ha creato un differenziale, almeno dal punto di vista dei cittadini, di atteggiamento tra le due amministrazioni. Ho avuto anche modo, nella mia esperienza, di fare l'amministratore del Comune di Fano e di conoscere anche tanti cittadini di Marotta. Non condivido alcuni passaggi di queste premesse, avrei voluto emendarli, sinceramente, come quando si dice che c'è stato un atteggiamento di disinteresse verso i cittadini di Marotta o, per lo meno, si fa intendere che ci sia stato. Non credo che ci sia stato un disinteresse ma, sicuramente, rispetto agli 11.000 cittadini che Mondolfo ha sul mare, quindi Marotta di Mondolfo, i 3000 cittadini di Marotta di Fano, sono meno, hanno avuto un’attenzione non omogenea, non adeguata all'impegno che i cittadini si aspettavano dalle due amministrazioni o perlomeno, come si dice, l'erba del vicino è sempre più buona e l’altro sembra essere sempre più bravo; poi, magari, come è successo anche nel caso della Valmarecchia ci si accorge che non sempre alcune scelte sono giuste.
Ritengo sia un nostro dovere, come rappresentanti di una società democratica, dare la possibilità alle persone di scegliere. In questo referendum si chiede, e la domanda secca è molto chiara, non di fare Marotta unita, come sarebbe stato nei sogni di tanti cittadini e, probabilmente, anche di tante persone che legittimamente aspettano questa cosa da tanti anni - questo la norma lo rende impossibile, sappiamo tutti che non è possibile fare un altro Comune, sappiamo tutti che non è possibile creare un'unica entità marottese – e forse era il vero obiettivo di tanti, di questo Comitato e dei cittadini di Marotta. Fare Marotta unita sotto il Comune di Mondolfo, sotto il Comune di Fano, ugualmente, non sarebbe stata possibile. L'unica soluzione che attualmente le norme ci consentono, quindi, è quella fare un distaccamento verso il Comune di Mondolfo, non è una scelta volontaria, bisogna essere chiari su questo, altrimenti si rischia di disinformare i cittadini. La scelta di andare sotto il Comune di Mondolfo, è l'unica delle tre vie ipotizzate e, comunque, richiesta dal cittadino di Marotta. In questo caso, l'unico modo per accertarsi del fatto se sia giusto o meno, è quello di dare la parola cittadini, è quello di chiedere legittimamente ad ogni cittadino se vuole avere un’unica frazione sotto il Comune di Mondolfo. La domanda, che ho visto nel quesito, è molto chiara ed è giusto che in qualche modo ci sia questa espressione democratica.
Credo che il nostro dovere sia quello di dare l'opportunità ai cittadini di esprimersi su questo tema ed io voterò a favore della proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Per chiarire: i miei emendamenti nascono da una lettura approfondita dell'atto che oggi abbiamo in votazione e che serve fondamentalmente a definire il quesito del referendum, su cui nessuno ha dubbi, e che tipo di popolazione deve essere chiamata al referendum.
Si richiama nella premessa che questo è compito della Regione e nel definire le popolazioni interessate ad esprimersi, la Corte Costituzionale, con varie sentenze, dice che nel definire i criteri per valutare quali popolazioni siano interessate a votare, occorre analizzare e utilizzare criteri ragionevoli che non escludano a priori le popolazioni dei Comuni coinvolti residenti in aree diverse da quelle destinate al trasferimento. Popolazioni che potrebbero avere un interesse, anche se indiretto, alla variazione.
Secondo me il lavoro fatto per arrivare a dire che le popolazioni interessate sono quelle esclusivamente residenti nella frazione interessata al distacco, non è così corretto e non reputandolo corretto, sono andata ad emendarlo.
Perché non è corretto? Perché se da un lato ci sono criteri oggettivi, vale a dire: la distanza geografica della frazione di Marotta col capoluogo di Fano è maggiore rispetto al capoluogo di Mondolfo, è la verità, quindi, questo è un criterio oggettivo che io non contesto ma quando si dice che il Comune di Fano non ha interesse perché la frazione di Marotta è ininfluente e si lascia intendere che è ininfluente, non per numero di abitanti o per altro, ma che è ininfluente, a me questo non sembra oggettivo, non sembra corretto perché è un dato indubbio che sul tratto di Marotta di Fano ci siano strutture ricettive e alberghiere che rivestono interesse per il Comune di Fano nella sua complessità.
In questo caso la Regione non ha fatto un lavoro obiettivo ma ha fatto un lavoro, ahimè, soggettivo, tanto che lascia intendere, anzi più che lasciare intendere lo scrive proprio, che mentre il Comune di Fano non ha interesse, il Comune di Mondolfo al contrario avrebbe sicuramente un interesse a … Allora un conto sono analisi e valutazioni oggettive, un conto sono analisi e valutazioni soggettive che, addirittura, lasciano intendere quale sarebbe la soluzione migliore, ovvero, quella di annettere Marotta sotto Mondolfo.
Non è questo il compito della Regione. Il compito della Regione è valutare i criteri oggettivi che, a mio avviso, non vengono indicati, perché cosa vuol dire che deve votare solo la popolazione della frazione di Marotta, sociologicamente distinta da quella di Fano? Ditemi che cosa vuol? Vuol dire che il residente a Marotta è socialmente distinto da quello fanese che vive in altre frazioni? Questa premessa è viziata, è talmente viziata che non risponde ai criteri della Corte ma dà una valutazione, forse di comodo da parte di qualcuno, che io contesto.
Nessuno nega il problema, nessuno nega che c'è questa istanza su Marotta, nessuno nega che ci sono state amministrazioni diverse, diverse perché appartenenti a Comuni diversi, che hanno comportato delle difficoltà ai residenti di quella frazione. Questa è una valutazione oggettiva ma qui ci si sposta nel campo soggettivo perché, ripeto, non è con questa premessa che si può escludere un interesse del Comune di Fano a mantenere o a non mantenere la frazione di Marotta.
C'è un interesse e questa relazione non è così approfondita da poterlo valutare, da qui la presentazione di emendamenti che mi sarebbe piaciuto discutere e che, secondo me, meritavano una presentazione, ma questo non mi è stato possibile, quindi, mi riservo di intervenire successivamente.

PRESIDENTE. Grazie Consigliera Foschi, però, non è che io non le ho dato la possibilità di intervenire, io ho detto se non ci sono richieste di intervento metto in votazione, lei solo quando ho messo in votazione (…) abbia pazienza. Adesso ha avuto la possibilità di esplicitare, quindi, non credo ci siano particolari problemi.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente. Credo che oggi si sia compiuto un atto di giustizia, di onestà intellettuale, perché non si portano avanti delle battaglie per decenni se non sono sentite. Pur essendo di Fano ed amando la mia città, anzi forse proprio per questo, capisco che possono esserci delle persone che amano il luogo nel quale vivono e vogliono vedere realizzato quello che è molto più di un sogno.
Questa è una battaglia che va avanti da tanto tempo, in passato c'è stata un'opportunità di votare un referendum, votò l'intera città e palesemente, quando si coinvolgono persone che non sentono o non vivono in modo particolare il problema, ci fu una sorta di disinteresse. Questo disinteresse, evidentemente, non c'è da una parte consistente della popolazione e, quindi, è giusto, come è avvenuto nella situazione, della cosiddetta dipartita, di alcuni Comuni verso la Romagna, che votino coloro che sono direttamente coinvolti in questa situazione.
E' stato già detto che nel corso degli anni c'è stato chi non ha abbandonato completamente questa battaglia, penso che ora non accada niente di strano, di sconvolgente perché nel passato c'era il rischio per Fano di scendere sotto una quota importante di abitanti, oggi questo rischio non c'è, con tutti i benefici che possono esserci. Dal punto di vista economico ci saranno delle compensazioni o la presa in carico da parte, eventualmente, del Comune di Mondolfo di alcuni impegni che sono stati presi in passato e credo che, come accade a volte in una famiglia quando per motivi di lavoro qualcuno si deve allontanare e se è per il suo benessere, un sacrificio si possa fare. Fermo restando il fatto che, comunque, c'è un referendum e bisogna attendere il risultato per dire, una volta per tutte, se quella popolazione crede in questo progetto o se non ci crede.
Lasciamo a loro il giudizio perché è giusto che sia così.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 19.
Coordinamento tecnico.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 19. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 55
ad iniziativa della Giunta regionale
“Adeguamento del 'Piano Energetico Ambientale Regionale' (Deliberazione del Consiglio regionale 16 febbraio 2005, n. 175) alla normativa 'burden sharing' e individuazione delle aree non idonee all'installazione di impianti a biomassa e biogas”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 55 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Oggi in pratica approviamo, se pur con un po' di ritardo - dovevamo farlo forse un po' di tempo fa, un po' di mesi fa -, un atto amministrativo per individuare le aree non idonee per l'installazione di impianti a biomasse e a biogas.
Come tutti sanno la scelta della Regione attraverso il Piano energetico regionale ha messo in campo, su questo tema, una strategia abbastanza chiara, energia rinnovabile distribuita sul territorio attraverso piccoli impianti, piccole strutture, per puntare sul risparmio energetico e sull’efficienza energetica, tenere insieme l'esigenza di sviluppare energie, impianti di energie rinnovabili attraverso la riconversione dell'economia ed in parte anche attraverso l'innovazione tecnologica, e allo stesso tempo. Se da un lato si punta alle rinnovabili in questo modo, dall’altro si ha come principio di fondo la tutela del paesaggio e dell'ambiente.
Noi ci muoviamo in questo quadro e all'interno di questo abbiamo prodotto, finalmente, questo atto amministrativo che prevede l'individuazione delle aree non idonee. Ci sono dei punti di debolezza all'interno del Pear, anche sul piano strategico della portata che tutti conoscete, sono quelli di dare spazio, da un lato, ad una evoluzione tecnologica degli impianti stessi e dall'altro quello di avere un Piano energetico non adeguato, lo facciamo oggi, al famoso obiettivo del “burden sharing”, cioè questa ripartizione, questo contingentamento delle quote di energia rinnovabile da ottenere nel 2020.
La deliberazione amministrativa in discussione dà, quindi, attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 1 della legge 19 ottobre 2012 la numero 3, secondo la quale la Regione procede all'individuazione delle aree non idonee all'installazione degli impianti alimentati da biomasse o biogas nell'ambito dell'atto di programmazione in cui sono definiti gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi di “burden sharing” di cui al D.M. 15 marzo 2012.
L'atto in questione è stato adottato dalla Regione entro 40 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. La scelta è stata quella di operare uno stralcio del Pear, di questo si tratta, non è una revisione profonda, una riforma profonda del Piano energetico ambientale regionale ma è uno stralcio con il quale vengono recepiti gli obiettivi di “burden sharing" al 2020. Alla Regione Marche è stato assegnato un obiettivo del 15,4% di energia da fonti rinnovabili da raggiungere al 2016, ovviamente, utilizzando tutte le forme possibili e, cioè, il fotovoltaico, l'eolico e le biomasse, tra cui la diversificazione equilibrata delle fonti di produzione e il consumo di energia e l’individuazione di siti e di aree non idonee alla installazione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da biogas e da biomassa solida e liquida.
Nell'individuazione delle aree non idonee si è tenuto conto dei criteri stabiliti dal D.M. dello sviluppo economico del 10 settembre 2010, ovvero, delle linee guida di procedimento, di cui all'articolo 12 del D.L. n. 387 del 2003, per l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, in particolare, la valutazione di non idoneità delle aree, effettuata attraverso una ricognizione delle norme che identificano obiettivi di protezione dell'ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico ed artistico e delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale non compatibili con l'inserimento di specifiche tipologie o di dimensioni degli impianti.
La valutazione di non idoneità delle aree ha preso in considerazione tre tipologie di impianto a biomassa: impianto alimentato a biogas, impianto alimentato a biomassa solida ed impianto alimentato a biomassa liquida. Per quanto riguarda le taglie di potenza di questi impianti, l'analisi sviluppata, condotta sulla base del quadro tecnologico attuale, ha individuato nel range di taglia 1-1000 kWe, a dimensione maggiormente compatibile con le caratteristiche del territorio e con la tipologia di domanda di energia della Regione Marche.
Nell'ambito di tale range i microimpianti di taglia fino a 250 kWe per il biogas e fino a 200 kWe per le biomasse sono stati valutati particolarmente adatti alla dimensione media delle nostre aziende agricole regionali e fortemente integrabili con le strutture stesse dell'azienda agricola, con i fabbricati rurali.
In conformità ai requisiti stabiliti al punto 16 del D.M. del 2010, l'atto contiene anche le disposizioni per la mitigazione dell’impatto derivante dalla localizzazione degli impianti stessi, criteri di sostenibilità, al fine di garantire che l'insediamento e l'esercizio di tale tipologia di impianti non comprometta o, comunque, non interferisca negativamente, con lo sviluppo agricolo, con la vocazione del territorio regionale alle produzioni di qualità, con il paesaggio rurale, con il suolo, con la biodiversità, con la qualità della vita in generale e con la politica della gestione dei rifiuti.
In sintesi, se voi guardate, come avrete certamente guardato, le tabelle allegate al documento, avrete visto che vengono richiamati puntualmente questi vari settori, quello dei rifiuti, dove si specifica che gli impianti alimentati, anche parzialmente, da rifiuti sono soggetti alla normativa specifica dei rifiuti e la localizzazione deve rispondere a criteri di idoneità stabiliti dagli atti di pianificazione regionale in materia; quelli dell'aria, quelli relativi agli odori, alla dispersione odorifera degli impianti stessi, i parametri relativi alla tutela dei boschi e delle foreste, il consumo di suolo agrario e paesaggio agrario. In particolare ci si sofferma sulle distanze degli impianti di produzione di energie rinnovabili da biomassa, in relazione a quattro settori molto specifici, ovvero, per la localizzazione degli impianti alimentati a biogas e a biomassa, fatta eccezione per gli impianti che alimentano reti di riscaldamento e per gli impianti realizzati da aziende agricole e florovivaistiche esistenti, si stabiliscono le seguenti distanze minime: 440 metri dai confini, 1.000 metri dal perimetro dei centri abitati, definito dal codice della strada, 100 metri dal più vicino edificio residenziale non rientrante nel complesso aziendale e 500 metri dalla più vicina struttura turistico ricettiva.
Sono stati individuati, come avete visto, anche parametri a tutela dello sviluppo agricolo, delle culture dedicate, in particolare quelle vinicole, delle aree naturali protette, che pure contengono limiti specifici rispetto ai regolamenti ed alle norme, in relazione alle aree di alta percettività visuale, insomma una rete di criteri, di parametri tesi complessivamente alla possibilità di realizzare impianti di produzione di energia rinnovabile elettrica, e non solo, con un'attenta tutela del paesaggio.
Io ho guardato, come avrete guardato voi, i pareri del Cal e del Crel e da questo punto di vista c'è un giudizio singolare perché sono pareri, a prima vista, diametralmente opposti. Da un lato c'è l'orientamento del Consiglio delle Autonomie Locali che approva ed apprezza il lavoro della Giunta e della Commissione rispetto alla individuazione delle aree non idonee e, addirittura, suggerisce che queste maglie di riferimento degli impianti vengono allentate, alleggerite, dall'altra il Creldà un giudizio completamente diverso e dice che le maglie non solo sono troppo strette ma sono eccessive e non produrranno, in questa realtà regionale, la realizzazione di nuovi impianti di produzione di biomassa, anche se di piccole dimensioni, attorno ai 250 kW.
Alla fine questo testo, che noi proponiamo, fa una sintesi, è come dire una proposta mediana fra le due posizioni del Cal e del Crel, cioè rende possibile una certa tipologia di impianti, un'attenzione abbastanza marcata rispetto al territorio, al paesaggio e alle persone, anche se in realtà, uno dei temi di fondo che ha alimentato il dibattito in questi mesi, in questi anni, sul tema del rinnovabile, è principalmente il tema della salute.
Noi abbiamo detto più volte che questa tipologia di impianti non arreca nessun problema alla salute, perché sono chiare il tipo di immissioni, la qualità delle immissioni. Il problema non è questo, il problema è l'impatto generale che alcuni impianti costruiti provocano complessivamente per le loro dinamiche, per la loro struttura e per la loro dimensione all'ambiente.
Nel concludere, spero e auspico che questo impianto renda realmente possibile, nelle Marche, arrivare alla quota di "burden sharing" del 15,4% nel 2020 e nel 2016 come obiettivo regionale. Spero ci si riesca attraverso la possibilità di veder nascere nelle Marche impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile.
Nutro qualche dubbio che si possa arrivare a quell'obiettivo. Questo strumento che approviamo oggi, che invito tutti a votare, è un atto che ha nella tutela del paesaggio e dell'ambiente un elemento caratterizzante, per cui l'obiettivo è importante. Se anche qualche dubbio alla fine lo nutro, spero che l'obiettivo venga raggiunto insieme agli altri progetti e impianti già realizzati sulle fonti di energie rinnovabili, come il fotovoltaico e, spero, anche l'eolico. Mi auguro che la Regione Marche possa essere una delle Regioni che prima delle altre, com'è stato in questi anni, punti alle fonti rinnovabili come alternativa a quelle tradizionali e che possa, attraverso questo sistema, come è indicato anche nella relazione della Giunta, aumentare l'occupazione soprattutto per i giovani.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Siamo arrivati a produrre questo atto che norma le aree non idonee all'installazione di impianti a biomasse e a biogas e che adegua il Piano energetico regionale riguardo a questi aspetti, recependo gli obiettivi del "burden sharing", assegnati alla Regione Marche, che sono quelli di raggiungere la quota di produzione da fonti rinnovabili per il 2020 nella percentuale del 15,4%.
Ritengo che da parte degli uffici sia stato fatto un gran lavoro, raccogliendo e individuando tutti gli aspetti, le aree, gli ambiti necessari di tutela rispetto alla realizzazione di impianti a biogas e a biomasse e dimensionando anche i limiti di tali impianti.
La questione importante di tutta questa riflessione, che abbiamo deciso come Consiglio regionale di avviare da un anno e mezzo anche con diversi ordini del giorno, è quella di regolamentare e individuare le aree non idonee per gli impianti a biogas.
La questione fondamentale è gestire l'impatto di questi impianti sul territorio, gestire l'importanza economica che hanno e come si intersecano con i settori produttivi primari della nostra regione, rispetto all'agricoltura e, indirettamente, anche al turismo ma, soprattutto, come vanno ad intersecarsi con aspetti fondamentali del vivere quotidiano delle persone, quindi, la salute e l'impatto sulla salute, sulla qualità ambientale e sull'uso delle risorse ambientali e territoriali.
Per quanto riguarda la riflessione sulla produzione da fonti di energie rinnovabili, ritengo che l'esperienza del fotovoltaico, del biogas e delle biomasse abbia dimostrato che non c'è stato, riguardo a questi aspetti, un governo regionale da parte degli Assessori competenti e della Giunta.
Noi abbiamo un Piano energetico ambientale regionale che prevede come obiettivo la coogenerazione e la produzione diffusa da fonti di energie rinnovabili ma non c'è stata nessuna regolamentazione, nessun Assessorato ha lavorato sugli impatti che questo tipo di produzioni avrebbero avuto sull'agricoltura, sul turismo, sulla salute, nessuno ha indirizzato questo sviluppo che è stato assolutamente scoordinato, anarchico e non guidato. Come territorio, come cittadini, come ambiente e anche come struttura produttiva delle Marche abbiamo subìto queste questioni, non le abbiamo guidate, pur in una situazione economica che dal 2008 ha visto tutti i nostri distretti industriali delle nostre piccole e medie industrie …

PRESIDENTE. Scusate colleghi il relatore di minoranza sta intervenendo c'è un fastidioso brusio di fondo.

Massimo BINCI. E' gravissimo che in una Regione che ha subìto i colpi della crisi dal 2008 ad oggi, cioè negli ultimi cinque anni, con i settori della meccanica, dell'elettronica, delle piccole e medie imprese dei distretti industriali in crisi, non ci sia stato nessuno che ha governato questa riconversione verso l'energia verde, di cui tanto si è parlato. Era un'opportunità per la nostra regione, invece ha subìto l'impatto devastante di investimenti venuti per la maggior parte dall'estero, che hanno ridotto a pezzi il territorio e messo a rischio la salute dei cittadini prima con il fotovoltaico e adesso con le centrali a biomasse.
Siamo arrivati ancora una volta dopo i fuochi, come si dice, come per il fotovoltaico, ad una regolazione degli impianti a biomasse. Abbiamo difficoltà, di fatto, nell'applicare la normativa a tutti gli impianti ancora non autorizzati, quando, invece, alcuni aspetti dovrebbero essere applicati, proprio per una questione di sicurezza, anche a quelli ancora non autorizzati. Questa normativa arriva in ritardo ma è senz'altro positiva e bisogna che ci sia una riflessione da parte dell'amministrazione regionale, per valorizzare gli aspetti della produzione di biogas e di biomasse, affinché, vadano nella direzione migliore e producano più valore aggiunto, ad esempio, per le imprese, agricole e siano sempre meno un investimento di tipo finanziario, scollegato dagli altri settori dell'economia marchigiana; un investimento calato dall'esterno, semplicemente fatto per sfruttare la possibilità dei benefici che la legge dà nella produzione di energia rinnovabile, senza alcun collegamento, né con l'economia locale, né con il lavoro locale.
L'ultima questione che andrebbe sviluppata riguarda il coordinamento tra gli operatori agricoli, affinché, questo tipo di produzioni vadano ad integrare i redditi, per esempio, degli agricoltori, ed impediscano che gli agricoltori siano costretti ad affittare i loro terreni per produzioni energivore ma che possano, magari, in cooperazione tra loro, utilizzare al meglio i residui di lavorazione.
L'altra questione che rimane ancora in sospesa e che ci viene imposta, tra l'altro, a livello nazionale dagli obiettivi del "burden sharing" è quella di una grossa quantità di produzione di energia da biomasse e da biogas, proprio per raggiungere gli obiettivi di produzione e di utilizzo di energia termica, purtroppo, gli impianti a biogas e a biomasse che vengono realizzati disperdono l'energia termica e utilizzano solamente l'energia elettrica, cioè disperdono più dei due terzi di energia perché nessuno li obbliga ad utilizzarli.
Credo che bisognerà lavorare in questa direzione, far sì che non si possa produrre energia elettrica e disperdere energia termica, lavorando con gli incentivi per evitare che questo accada. Le produzioni di energia elettrica da biogas e da biomasse che utilizzano produzioni che potrebbero essere anche dedicati all'alimentazione umana dovranno, per forza, per ottenere gli incentivi rispetto alla produzione di energia rinnovabile, utilizzare anche energia termica, allora si che ci sarà una valenza ambientale nella produzione da biomasse.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Penso che su questo tema, fare peggio della Regione Marche, sia quasi impossibile. Vero Assessore Donati? Penso che su questa tematica abbiamo mostrato il peggio che la politica potesse mostrare.
Arriviamo in ritardo ma non solo rispetto al tema biogas, già nel fotovoltaico abbiamo dato ampia dimostrazione di come non avevamo capito la portata dell'impatto sul nostro ambiente e sulla nostra regione di quell'energia alternativa
Arriviamo in ritardo sulla programmazione, arriviamo in ritardo, pure, sulla legge che a novembre abbiamo frettolosamente (legge che già arrivava in ritardo) approvato per cercare di fermare e di dare una normativa, una certezza rispetto a tutto quello che era accaduto precedentemente: dalla legge VIA dell'anno scorso, all'assestamento di bilancio che alzava l'autorizzazione per la VIA a 1 megawatt, a tutto quello che contraddittoriamente è accaduto in questo anno. Continui ripensamenti, una discussione interna alla maggioranza interminabile, certezze che anche oggi, in quest'Aula, non ci sono rispetto ad alcune questioni, tipo l'applicabilità della legge che andremo ad approvare. E' una legge che sarà applicata anche per i procedimenti in corso o non sarà valida per i procedimenti in corso? Perché ieri in Commissione è accaduto questo: il Cal ci ha dato un parere diverso rispetto a quello del Crel ed il Crel ha chiesto che questa legge non sia approvata per i provvedimenti in corso.
Una maggioranza che si ritiene ambientalista e, fortemente, propensa allo sviluppo delle energie alternative, nella nostra regione, ha dato ampia dimostrazione di come non sia stata preparata, di come non sia stata all'altezza della sfida richiesta, nonostante, come ho detto prima, avessimo sbattuto pesantemente la testa già con il fotovoltaico.
Mi viene da porre alcune alcune domande. Come può una struttura come quella della Regione Marche, dotata di grandi, grandissimi esperti a tutti i livelli, dall'amministrazione, alla politica, fare errori, compiere tanti errori, in così poco tempo e in materia così importante.
Mi viene da chiedere per quale motivo non siamo riusciti a dare delle risposte serie, certe, agli imprenditori, ai cittadini, a chi aveva investito su materie, che non erano quelle dell'energia alternativa ma quelle del turismo, dell'agricoltura, della ristorazione e che, grazie al nostro atteggiamento, hanno subìto e stanno subendo un'azione di disturbo, rispetto alle loro attività. Penso al mio Comune, Potenza Picena, dove è stata autorizzata una centrale la settimana scorsa e dove, purtroppo, di certezze ce ne sono poche, a partire dalla sentenza che dovrà dare la Corte Costituzionale entro il mese di febbraio e che potrebbe rimettere tutto in discussione, perché potrebbe dire che tutto quello che è avvenuto in questo anno è avvenuto in maniera illegittima.
Arrivo alla questione del biogas e dell'atto che oggi andiamo ad approvare. Sono favorevole, Assessore, con senso di responsabilità, all'approvazione di un atto che è indispensabile e sono favorevole a che quest'Aula lo approvi nella maniera più ampia possibile, ma nella penultima Commissione quando già in ritardo e con poche tutele per il territorio ho visto, Assessore all'ambiente, il suo emendamento che chiedeva di non tenere in considerazione dei cinquecento metri per le centrali sotto a 250 kW vicino alle strutture ricettive, mi sono chiesto se continuavamo a non voler capire.
Assessore, il mio voto sarà favorevole e spero che venga accolto anche il mio emendamento.
Sarà un voto favorevole, per il buon senso, per il senso di responsabilità e per dare, almeno, una certezza, in un mare di incertezze.
Vivamente mi auguro che su queste tematiche, su tematiche di questa importanza, su tematiche che coinvolgono i territori nella loro dignità, nella loro prospettiva, nella loro credibilità, ci sia da parte delle istituzioni un atteggiamento diverso, non ci sia la possibilità di essere smentiti continuamente da tutti, perché se vogliamo essere credibili, dobbiamo esserlo nelle azioni, prendendoci le responsabilità che in questo caso abbiamo mancato di continuo da un anno a questa parte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Colleghi Consiglieri, è vero, ci apprestiamo a votare un provvedimento indispensabile, necessario, quasi quanto l'acqua, per evitare che la devastazione del nostro territorio continui così come è avvenuto finora.
I Comunisti non possono votare a favore di questo provvedimento, la responsabilità di fronte ad una necessità del territorio, degli imprenditori, la responsabilità di fronte alla necessità di rispettare dei parametri, che ci sono stati indicati dall'Unione europea, è una cosa, e su questo noi ci siamo, un'altra è essere complici della politica scellerata di questo Governo regionale che, finora, non ha fatto nient'altro che evadere i temi principali che erano sul tappeto.
Oggi si chiude la stalla, direbbe un buon saggio, quando i buoi sono usciti. Oltre 35 impianti sono stati realizzati nelle Marche, con disappunto, contrarietà. I Sindaci, quasi tutti, eccetto uno, hanno fatto ricorso, si sono opposti, sono nati i comitati, decine di migliaia di cittadine e cittadini marchigiani si sono mobilitati, hanno perso ed impiegato il loro tempo per evitare che fossero costruite centrali da fonti rinnovabili alternative, senza una logica e senza una programmazione regionale.
Hanno chiesto al Governo regionale di essere ascoltati, di partecipare alla programmazione. Il Governo è stato sordo, rispetto alle preoccupazioni sulla salute dei cittadini, perché aveva altri interessi, era altra la logica che guidava l'iniziativa del Governo rispetto a quella della tutela, della valorizzazione del paesaggio, che pure tanto cantiamo, rispetto alla salvaguardia del territorio che avevamo visto violentato, con i pannelli fotovoltaici.
Sindaci e cittadini riuniti in comitato, umiliati dalle scelte di questo Governo, non credo dipenda tanto dall'Assessore all'ambiente, credo che le scelte siano state prese in altro luogo, tanto è vero che quando parliamo di centrali da fonti rinnovabili e da biomasse pensiamo subito al mondo agricolo ma, viva Dio, il mondo dell'agricoltura, anche questo, è stato escluso dalle decisioni e le centrali sono state costruite da chi apparentemente risulta agricoltore ma, in realtà, è nelle condizioni di poter speculare su fondi che, poi, noi pagheremo, perché il costo dell'energia è alto e chi ha costruito e sta costruendo le centrali nelle Marche deve avere il proprio capitale profumatamente remunerato.
Questa è la scelta che ha fatto il Governo regionale, non altra, quindi, non sono d'accordo con chi dice che non c'è stato un Governo, il Governo c'è stato e ha avuto una direzione chiara, a favore della speculazione e nel mancato rispetto delle istituzioni locali, dei cittadini e, soprattutto, del mondo agricolo e del territorio.
Per questo io non posso, i comunisti non possono votare a favore, perché significherebbe dire: questo provvedimento è necessario, quindi, quello che è stato è stato, vogliamoci bene. No! Il Governo regionale e la maggioranza hanno la responsabilità di quanto è accaduto finora e i marchigiani lo sanno.
Oggi c'è un provvedimento che è obbligato, che è indispensabile e che noi non approviamo per le motivazioni che ho detto. Sarebbe stato diverso, se dall'inizio questo Consiglio regionale fosse stato messo nelle condizioni di programmare dove costruire e dove non costruire le centrali alimentate da fonti rinnovabili alternative, sarebbe stato diverso se questo fosse avvenuto con l'accordo delle Province, dei Comuni e delle Comunità montane, se i cittadini fossero stati ascoltati, invece, si è preferita la strada della prepotenza, dell'autosufficienza e da questo noi prendiamo le distanze.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Signori Consiglieri, l'atto che stiamo per approvare merita un'analisi e alcune considerazioni critiche.
Innanzitutto una sola parte, a mio avviso, è condivisibile: laddove si spiega dettagliatamente che l'obiettivo del 15,4% legato al "burden sharing" può essere raggiunto articolando l'obiettivo stesso in varie modalità di consumo a partire da una pluralità di fonti rinnovabili.
La ripartizione, anche su scala temporale, sino al 2020 consente al Piano energetico di indirizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili con tecnologie opportune, impianti compatibili con le specificità e i valori del nostro territorio e con politiche di riqualificazione energetica e di consumo di energia.
Tuttavia, questi buoni propositi sono tardivi e zuccherosi, vengono smentiti, infatti, da tutta l'ormai penosa vicenda, che altri colleghi hanno ricordato, che ci vede, a distanza di quasi un anno, a discutere e deliberare su questa delicata problematica.
La vicenda, lo ricorderete, è partita con l'approvazione di una modifica alla legge regionale sulla V.I.A., con la successiva corsa alla richiesta di approvazione dei progetti per arrivare in tempo alla scadenza di fine anno, per non perdere i cospicui incentivi finanziati dalla cosiddetta "green economy".
Già in sede di approvazione di quella legge regionale, c'era chi fece scattare il campanello d'allarme, inascoltato, relativo al fatto che alcune società proprietarie di centrali a biogas o biomasse da 250 kilowatt di potenza, avevano fatto richiesta di passare a 999 kilowatt, mentre altre avrebbero fatto domanda per realizzare nuovi impianti di potenza pari a 999 kilowatt. Si sono così avviati dei procedimenti conclusisi alcuni con l'approvazione dell'ampliamento, altri con l'approvazione della realizzazione ex novo di molti impianti sparsi per il territorio regionale, alcuni, addirittura, molto vicini tra loro per pochi chilometri, come nel maceratese e nello jesino.
La sollevazione della popolazione, la legittima costituzione di comitati, sorti per la tutela del proprio territorio, della propria salute e anche delle produzioni tipiche, produzioni agricole tipiche, è stata così forte che ha costretto questa Amministrazione regionale a fare un mezzo dietro-front. Una sorta di "pezza", chiamiamola così, fu messa con l'approvazione della deliberazione di Giunta regionale n. 1191 del 2 agosto 2012, ma, come sappiamo, ben poco ha voluto e potuto, questa delibera, nel bloccare l'iter autorizzativo di alcuni impianti richiesti da società che di agricolo avevano e hanno ancora oggi ben poco, solo il nome.
Nella seduta assembleare dell'11 settembre 2012, il sottoscritto disse che uno dei modi di utilizzare in modo distorto le energie alternative era proprio quello di finanziarle perché il finanziamento costava in termini economici alla collettività, molto più dei ricavi che derivavano dalle stesse energie alternative.
Dalla discussione dello scorso 11 settembre, soltanto oggi si arriva alla approvazione di un atto concreto, un atto che risulta tenero nella descrizione degli impianti in oggetto, evidenziando, all'acqua di rose, alcune delle loro criticità e non tenendo conto, all'atto pratico, delle tante osservazioni pervenute dai cittadini, dai comitati, dagli stessi enti locali e dai Sindaci. Lo si evince sia nella trattazione all'interno del capitolo 2, sia nella misera facciata dedicata alle cosiddette "Disposizioni per la mitigazione degli impatti derivanti dalla localizzazione degli impianti ai fini della valutazione positiva dei progetti", sto parlando del capitolo 3. Lo stesso Crel evidenzia, inoltre, che le aree non idonee sono una mera elencazione della vincolistica regionale con gradazioni legate alle tutele più o meno integrali o più o meno orientate. Questo grande sforzo di mera elencazione della pianificazione regionale poteva essere fatto molti mesi prima, magari un anno fa oppure no? Essa, lo voglio ricordare, viene periodicamente riportata in tutti i documenti di sostenibilità ambientale regionale, in tutti i rapporti ambientali settoriali e generali, sia annuali che poliennali, era un lavoro pronto e già fatto da tempo, se solo si fosse voluto fare. Ma così non è stato, così non si è voluto fare.
Un simile documento denota pertanto la totale malafede dell'operazione "energia alternativa" di questa Regione, con il risultato che i "Grandi" hanno ottenuto tutto e subito, avendo la strada spianata, mascherata da temporeggiamenti e tentennamenti ipocriti, che ci hanno portato sino ad oggi. I piccoli, i veri imprenditori agricoli, le vere società che necessitano di una reale integrazione del reddito aziendale, si trovano, passatemi il termine, con una mano davanti e una di dietro, proprio con l'arrivo di questo documento. Un documento che vi serve per lavarvi la coscienza sporca!
Non è vero, come ha affermato qualcuno, che questa deliberazione, che andiamo ad approvare, è il frutto di spinte emotive ed irrazionali da parte di minoranze rumorose. Questa situazione è il frutto di una chiara volontà di assecondare alcuni appetiti economici e speculativi ben lontani dal mondo agricolo, tanto che la Giunta regionale snobbò con assoluta non chalance la risoluzione del 12 giugno 2012 con la quale l'Assemblea legislativa chiedeva una moratoria sulla spinosa questione.
Si pensi soltanto al fatto, e questo punto è fondamentale a mio avviso, che se questo atto che andiamo ad approvare oggi fosse stato approvato in seguito a quella moratoria, il 12 giugno, probabilmente, dagli studi che mi hanno fatto, l'80% degli impianti approvati non avrebbe, certamente, avuto esito positivo. Questo in considerazione della specificità a volte paesaggistica, a volte storica, a volte culturale e ambientale della nostra regione e, quindi, la tipologia costruttiva degli impianti stessi e le loro dimensioni sarebbe stata assolutamente diversa per l'altro 20% rimanente. Questo è un atto doppiamente ipocrita, è un atto tardivo ed ipocrita, questa è la verità, seppur utile, comunque, a definire certe regole per il futuro.
Pensate che pochi giorni fa come ricordava il collega Acquaroli, la settimana scorsa, è stato approvato a Potenza Picena un impianto in zona già alluvionata, una meraviglia!
Ben poco ormai si può fare da questi scranni, quando ci si trova un lavoro così ben confezionato, no non gestito ma gestito in malafede, a scopo di business e sapete benissimo, tutto quanto. Ben poco si può fare, si prova ad emendare, come ho fatto, come faremo, come hanno fatto anche altri, laddove si notano delle macro lacune, laddove si evidenziano, ulteriormente, le problematiche per i cittadini che si trovano ad abitare in luoghi posti a distanza ravvicinatissima all'ubicazione del futuro impianto o dell'impianto già creato, ma su questo ormai non c'è nulla da fare.
Non avete considerato in maniera adeguata gli impatti acustici eventualmente derivanti laddove potrebbero trovarsi luoghi di cura o di preghiera. Non avete considerato tra le misure di compensazione l'adozione di opportune insonorizzazioni nei perimetri degli impianti. Non avete considerato il fatto che le aree contigue alle aree protette nonché le aree della rete ecologica regionale non possono essere tutelate al pari delle aree protette dotate invece di pianificazione e regolamenti generali e di settore e tanto altro.
In conclusione mi "complimento", diciamo così, con la Giunta e con la maggioranza per aver proposto questo atto che sarà ricordato dai marchigiani come tardivo e ipocrita.
L'operazione che avete fatto col biogas è analoga a quella che avete fatto due anni fa, e me lo ricordo bene, col fotovoltaico selvaggio sulle belle colline marchigiane, le stesse colline pubblicizzate da Dustin Hoffman con i soldi dei marchigiani. Come per il fotovoltaico, anche per il biogas, avete lasciato campo libero al far west lasciando fare di tutto e di più ai vostri amici e compagni d'affari. Una volta effettuato il business, con voi preventivamente concordato, prima col fotovoltaico sui terreni, ora col biogas, avete poi introdotto una normativa blanda e ipocrita, nonché tardiva e inutile, o forse utile solo per lavarvi la coscienza. Ma non riuscirete nemmeno in questo: la vostra coscienza rimarrà macchiata per sempre perché avete distrutto, con il vostro comportamento in questo anno, il territorio marchigiano nel quale vivono i vostri figli e i vostri nipoti e avete, comunque, minato la vostra e la loro salute. Complimenti!

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Sarò breve, soprattutto, dopo le relazioni di maggioranza e di minoranza che hanno dato un quadro delle diverse posizioni su questo tema.
Il dato rilevante che noi dobbiamo mettere in conto è, in partenza, prima di entrare nella sostanza della norma, l'attuazione della norma stessa che certamente dovrà passare, cosa che noi non teniamo in considerazione, il filtro del profilo dell'eventuale illegittimità costituzionale.
Dico questo perché lavoriamo su un campo, in cui la precedente e vigente legislazione, quella europea e quella nazionale, ha posto paletti ben precisi in funzione della tutela o, comunque, della promozione e difesa dello sviluppo delle energie rinnovabili con tutti gli aspetti, anche non positivi, che ciò comporta, compreso il fatto della corsia preferenziale che le energie rinnovabili, in primis, le biomasse, hanno rispetto anche agli impianti fotovoltaici, ad energia solare e a quant'altro si sta determinando in Italia e non solo.
Quali sono, purtroppo, le situazioni che noi potremmo incontrare in un prossimo futuro? Le segnalo, perché come Regione dobbiamo tenerle in considerazione. La prima situazione è che la Corte Costituzionale ci dica che è una norma che va contro l'impostazione, diciamo così, generale, e, quindi, ci metta nella condizione di rivedere con parametri diversi, gli eventuali dinieghi che vengono dati nei confronti di quelli che oggi presentano proposte per quanto riguarda le biomasse.
Il secondo aspetto è che la disarmonicità non evidenzierà la posizione della Regione che, a mio avviso, è una posizione positiva, attraverso la norma che noi oggi andiamo ad approvare, che è quella della tutela dell'esistente e, quindi, di quelli che sono i presupposti fondamentali della nostra comunità, valorizzati anche attraverso gli obiettivi di natura culturale e turistica che, in qualche modo, in questi anni, in questo ultimo decennio, si stanno portando avanti. Questi dati devono essere, ripeto, sottolineati quando la legge diventerà norma e sarà applicata.
L'altro aspetto che non può essere sottovalutato è la disparità di trattamento che, con l'introduzione della legge, verrà attuato nei confronti di chi ha goduto dell'autorizzazione in ubicazioni che, probabilmente, con la legge odierna sarebbe stata negata. Da qui la difficoltà di spiegare, in qualche modo, non solo ai comitati ma anche alla comunità che si ritrova con degli impianti a volta abnormi rispetto al territorio, rispetto alla semplice vallecola dove sono stati inseriti, che altri impianti simili o analoghi non verranno autorizzati grazie a questa futura legge.
E' una difficoltà che ci comporterà non solo lamentele ma una forte, a mio avviso, valutazione negativa di quella che è la funzione legislativa della Regione, perché probabilmente siamo intervenuti in ritardo, anzi senza probabilmente, nei confronti non del fenomeno delle energie rinnovabili, non degli aspetti positivi che anche il caso delle biomasse offre alla nostra realtà. Diceva bene prima il capogruppo del PD, Consigliere Ricci, riguardo alla necessità di considerare se quell'obiettivo del 2020 saremo in grado di raggiungerlo, ovviamente, mettendo limitazioni a tutte le forme di energie rinnovabili. A mio avviso, non ci si riusciremo, preferendo un obiettivo, non dico subordinato o subalterno ma certamente alternativo, come è appunto la tutela delle Comunità, dei nostri insediamenti, delle nostre vallate, del nostro panorama floro faunistico.
L'aspetto della disparità di trattamento dovuto ai tempi di comunicazione della norma a tutela del territorio, rispetto all'esplodere del fenomeno, non delle energie rinnovabili ma della speculazione che sulle energie rinnovabili si fa, deve essere messo attentamente in risalto, perché la Coldiretti o altre associazioni agricole contestano le biomasse non perché non sono, a mio avviso, funzionali a quella che è l'attività specifica del mondo agricolo, che dovrebbe, in qualche modo, essere favorito dall'introduzione delle biomasse ma perché sempre di più, fino a oggi, le domande che sono state depositate, presso la Regione Marche, non nascono dalle aziende agrarie che hanno una cultura, una storia ed anche un territorio a loro disposizione in grado di poter sostenere le biomassa stessa, ma nascono, effettivamente, soltanto da aziende agrarie che si sono costituite e vivono in funzione dell'impianto di biomassa, con acquisizione del materiale necessario attraverso affitti di fondi o attraverso collegamenti, anche a distanza, per l'approvvigionamento stesso.
Questo esplodere del fenomeno non è stato contrastato immediatamente da parte del potere amministrativo o meglio del potere legislativo regionale, che doveva in qualche modo far viaggiare questa legge un po' prima ma, soprattutto, nel momento in cui si è intravista la possibilità che tante domande nel territorio marchigiano avrebbero causato, con insediamenti ai limiti del megawatt meno 30 chilowatt, qualcosa non soltanto di brutto ma di impattante dal punto di vista di un equilibrio, che salta, fra il territorio agricolo, coloro che nel territorio agricolo ci vivono, e l'esigenza di fare energia rinnovabile.
Sul punto della legge, l'argomentazione è del tutto positiva perché sposa in pieno quelli che sono i limiti previsti dagli impianti fotovoltaici e in sostanza ben oltre la metà del nostro territorio viene salvaguardata e viene ad essere, in qualche modo, vincolata la realizzazione ad impianti di dimensioni minime di biomasse e limitata la realizzazione di mostri strutturali per quanto riguarda gli impianti di biomassa.
Questo aspetto, ripeto, deve passare diversi filtri, non ultimo quello della Corte Costituzionale. La legge ha un aspetto oltremodo positivo, non solo come legge in sè, ma perché dà un quadro di riferimento analogo a quello utilizzato con gli impianti fotovoltaici e, quindi, con possibilità immediata da parte degli enti locali o da parte degli stessi soggetti interessati o da coloro che devono difendere e che difenderanno le comunità, di avere valutazioni analoghe su parametri di attuazione e di valorizzazione delle energie rinnovabili del tutto analoghe.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Un intervento in chiusura perché tutto è stato già detto in modo molto specifico e chiaro sia dal relatore di maggioranza che da quello di minoranza, soprattutto, cosa questo atto contiene e quanto sia importante discuterlo oggi in Aula e quanto importante possa essere e lo sarà per il territorio.
Noi abbiamo discusso anche all'interno del nostro gruppo per quanto riguarda l'applicazione di questo atto del quale condividiamo le linee guida ma non ne condividiamo i tempi. I tempi sono arrivati in ritardo, in ritardo rispetto ad una programmazione che è stata già fatta sul territorio, ma non una programmazione, addirittura, una realizzazione di 35 impianti che, oggi come oggi, potrebbero essere in contrapposizione con le linee guida che sono inserite all'interno di questo atto.
La sollecitazione viene in modo esasperato dai territori che sono stati coinvolti e non coinvolti in modo in positivo e in modo strutturale, mi spiego meglio, non è possibile che dai territori arrivino i comitati e ci vengano a dire, a dare, a sollecitare delle esigenze che sono realtà, realtà di non conoscenza, realtà di subire decisioni non regolamentate.
Voteremo a favore per questo atto ma voteremo anche a favore dei territori. Chiediamo che questo atto non sia, come è stata precedentemente l'esperienza del fotovoltaico, una chiusura di qualcosa che ormai è avvenuto ma che possa essere un ulteriore sollecitazione al Governo regionale affinché le operazioni vengano dette e chiarite e dati indirizzi certi, ad una regione, ad un popolo, a dei cittadini che ne hanno bisogno per avere sicurezze negli investimenti, sicurezze nel loro lavoro, sicurezza in quello che sta succedendo vicino alle loro case, vicino alle loro aziende, vicino al loro modo di vivere, perché alcuni punti, alcuni capitoli che sono stati riportati elencano aree protette naturali, tutela e difesa del suolo, tutele idriche, elementi assolutamente necessari alla sopravvivenza chiara, pura e serena di una cittadinanza, di cittadini marchigiani che ne hanno tutto il diritto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, io non voglio dire tanto, perché tanto è stato detto anche questa mattina, dico anche perché nei mesi scorsi tante parole sono scorse in quest'Aula in merito alla vicenda biogas e biomasse.
L'atto che arriva stamattina in Aula è un atto importante ma c'è bisogno di un chiarimento e vorrei che fosse il Consigliere Petrini a darlo visto che ha seguito con maggiore attenzione la stesura dell'atto in qualità di Assessore, di Vicepresidente della Giunta, e spero di mettere un punto finale su un tema che non è stato sicuramente, oggettivamente, illuminante per la nostra Regione.
Anch'io ho fatto in Aula degli interventi molto pesanti, non cambio la mia opinione, anch'io metto in evidenza il fatto che l'8 gennaio è stata autorizzata l'ennesima centrale a biogas 0,999, l'ennesima centrale di un'articolazione di una ditta, nonostante, si fosse intrapreso un percorso importante che stamattina speriamo arrivi a conclusione. L'altro percorso non si è voluto abbandonare definitivamente, questo va, comunque, ricordato e sottolineato.
Chiedo al Consigliere Petrini se cortesemente ci può specificare, o chi per lui, ma penso che il Consigliere Petrini sia la persona più adatta, se questo atto vale per i procedimenti in corso, perché non è specificato nell'atto ed auspico, perché la volontà politica dell'Aula ma anche la volontà politica della Giunta era questo, che questo venga definito e spiegato bene, perché è importante ed è una cosa discriminante.
Se questo sarà, sicuramente quest'atto è un atto importante, a mio avviso, molto ben redatto perché sono stati fatti dei percorsi importanti, dei percorsi nella redazione dell'atto che hanno coinvolto anche le associazioni agricole, cosa che tutti avevamo auspicato e giustamente è stata portata avanti, chiedo, quindi, solo questo approfondimento e ci sarà sicuramente il voto positivo, favorevole, all'approvazione di questo atto.

PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti a parlare. Il quesito sollevato è un quesito molto rilevante e vorrei che il Consigliere Petrini di dica la sua, non so se ha seguito il dibattito … E’ stato sollevato un problema importante e, cioè, la retroattività o meno di questo provvedimento, cioè, l'applicazione o meno di questo atto alle domande in istruttoria, già presentate, ex ante l'approvazione di questo atto perché questo potrebbe generare, come lei può ben comprendere, un contenzioso importante dal punto di vista della interpretazione delle norme.
Ha la parola il Consigliere Petrini.

Paolo PETRINI. Come il Consiglio ricorderà, noi abbiamo approvato la legge sospendendo per 40 giorni i provvedimenti in corso, legge che tra l'altro non è stata impugnata da nessuno e, quindi, ha mantenuto e mantiene tutta la sua validità. Quando poi in Giunta è approdato il regolamento, che oggi è oggetto della discussone in corso per l'individuazione delle aree non idonee, al punto 4.2 gli uffici avevano inserito: “le disposizioni del presente atto, fatta eccezione per la disposizione 3.3 inerente il piano di monitoraggio per l'emissione d'origine, non si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del medesimo”. Era arrivato con molta velocità, non ci eravamo accorti di questa disposizione inserita da parte degli uffici e la settimana successiva io sono intervenuto in Giunta proprio per mettere in luce la contraddizione tra quello che era lo spirito della legge e questa disposizione che avevamo approvato nella delibera che poi è pervenuta in Consiglio.
La Giunta, prendendo atto di questa questione, ha deliberato successivamente, modificando la deliberazione n. 1714 che conteneva questa disposizione 4.2, sopprimendo il punto 4.2 nell'allegato di riferimento.
Qual è l'interpretazione? L'interpretazione a questo punto è pacifica perché il principio è tempus regit actum, cioè, che le leggi si applicano, nel momento stesso in cui vengono applicate, ai procedimenti che sono in corso al momento che stanno vivendo e, quindi, per non essere applicato questo atto amministrativo, deve espressamente contenere questa disposizione, che noi in Giunta abbiamo cancellato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi su questo importante atto, da molti definito indispensabile e, al di là del voto, alcuni hanno fatto seguire a questa indispensabilità una dichiarazione di voto favorevole, altri contraria. Ho ascoltato quanto diceva il Consigliere Petrini, debbo dire che le relazioni sia di minoranza che di maggioranza hanno fatto chiarezza rispetto agli obiettivi, rispetto alla necessità di produrre questo atto e concordo con quanto diceva il relatore di minoranza Consigliere Binci sul lavoro che è stato fatto dai Servizi, non c'è soltanto il Servizio Energia ma c'è anche quello Agricoltura, dagli uffici, dalle persone, dalla struttura della Commissione, dalle persone che hanno lavorato su questi atti.
C’è, poi, chi ha sottolineato con forza, come il Consigliere Marangoni, i ritardi della Regione Marche e qui tengo a precisare che non voglio sostituirmi né alla Giunta, né agli Assessori, anzi, auspicherei che ci fosse un intervento degli Assessori preposti, penso all'Assessore all'ambiente, quindi, non intendo sostituirmi assolutamente a nessuno, però, quando si parla del fotovoltaico e si parla di ritardi non possiamo in quest'Aula, come non dovremmo farlo mai ma tanto più in quest'Aula, che rappresenta la sovranità popolare, negare l'evidenza: la Regione Marche è stata la prima Regione in Italia a regolamentare gli impianti del fotovoltaico a terra. L'abbiamo fatto all'inizio di questa IX legislatura, abbiamo ricordato più volte che eravamo in presenza di un decreto ministeriale, il 387/2003, e le linee guida, a seguito di quel decreto, sono state pubblicate nel settembre del 2010, e noi eravamo pronti, non a caso il 30 settembre abbiamo potuto regolamentare il tutto perché già il 30 luglio precedente avevamo approvato un atto che andava in quella direzione. Certo quell'atto non avrebbe avuto vita lunga se le linee guida non fossero state pubblicate nel settembre del 2010 ma questo è un dato di fatto. Credo che su questo punto, nel momento in cui andiamo ad esprimere un voto, molti di voi hanno parlato di analisi, di considerazioni critiche, io condivido le analisi, le considerazioni critiche , dobbiamo fare una riflessione. La riflessione è quella di ridurre la dipendenza dal petrolio e dalle fonti fossili attraverso il risparmio, l'efficienza energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili e, quindi, il fotovoltaico, l'eolico, le biomasse, il biogas, l'idroelettrico, il geotermico.
E' una priorità, è una sfida, ha un valore economico, produttivo, occupazionale, tecnologico, industriale, ambientale, sociale, le energie rinnovabili sono una componente importante dell'economia verde e quest'ultima una grande opportunità, per la crescita, per il benessere delle popolazioni, per il futuro delle giovani generazioni, per mantenere le condizioni affinché questo pianeta possa sopravvivere.
Su questi temi si dimostra davvero chi è classe dirigente, si fa la differenza tra chi privilegia la conservazione, tra chi privilegia le riforme, tra chi pensa che il nostro paese debba investire sul futuro e produrre ricchezza in modo ambientalmente sostenibile e chi risponde alle sfide globali con la miopia del localismo, del particolarismo, dell'egoismo e, di fatto, tutto ciò porta al declino economico.
Su questi aspetti in questi ultimi mesi, in questi anni, anzi direi in questi due anni poco più di legislatura, due anni e mezzo di legislatura, siamo intervenuti più volte, lo ricordava ora il Consigliere Petrini, siamo in presenza di una legge, la 30 che tra l'altro non solo ritorna sulle aree non idonee ma dà una risposta anche alle considerazioni sulla valutazione di impatto ambientale, stabilendo che siamo oltre le soglie, ma siamo dentro la capacità piena di entrare nel merito, perché anche un impianto piccolo ma in un'area importante dal punto di vista ambientale, paesaggistico, ecologico, deve avere la valutazione di impatto ambientale, quindi, non c'è un'applicazione burocratica ma un'applicazione sostanziale sull'obbligo, quello che era previsto in questa legge, quello a cui faceva riferimento il Consigliere Petrini sulla predisposizione del piano delle aree idonee per le biomasse e biogas.
Idee, ragionamenti che sono alla base dei nostri interventi, e guardate qui abbiamo il Piano energetico ambientale regionale ma davvero arriviamo tardi? Anche qui, una delle prime Regioni che si è data un piano che non va modificato nella sua filosofia ma aiutato e attualizzato per poter essere concretamente applicato, stabilendo alcuni principi: la terra va coltivata per produrre cibo non energia, il paesaggio non soltanto quello agrario non può subire alterazioni, una comunità locale o regionale per essere tale ha la necessità di avere un territorio in quanto parte integrante e fondante della propria identità.
L’ambiente va tutelato, la salute garantita e io credo che anche qui dobbiamo essere molto espliciti, non ci sono limiti alla fase autorizzatoria di un impianto ma, attraverso gli organi tecnici e scientifici, l'ho detto anche altre volte, i dipartimenti di prevenzione, l'Arpam, si faccia oltre alla parte autorizzato ria, un monitoraggio continuo e se una attività reca danni alla salute va bloccata.
Dietro questo quadro, dentro questa necessità di produrre energia, dobbiamo fare in modo che anche gli incentivi pubblici, voglio richiamare quanto finalmente previsto nel quinto conto energia, non siano alti, perché a pagare sono sempre i cittadini attraverso la bolletta e perché si droga l'economia e l'economia non può essere drogata, quindi, gli incentivi debbono indirizzare anche i modi in cui produrre energia.
Credo che nelle Marche con il Pear, con la regolamentazione del fotovoltaico è stato fatto un ottimo lavoro. Per essere estremamente franco sulle biomasse e sul biogas, l'abbiamo sottolineato, ritardi ci sono stati, adesso non voglio riaprire la polemica, non voglio assolutamente polemizzare con l'Assessore Donati, sono mesi che dico che rispetto all'Assessore da parte mia c'è e c'è sempre stato, per la verità, il supporto pieno, non ci sarà mai più polemica, però una cosa voglio dirla, dobbiamo fare in modo che su questi temi ci sia sempre e, comunque, una forte e determinata direzione politica. Una forte e determinata direzione politica sta sicuramente nell'indirizzo di questa Assemblea legislativa, sta nel lavoro della Giunta ma sta anche nella puntualità, nella determinazione, nel coraggio che l'Assessore deve continuamente dimostrare.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare, la discussione generale è terminata, iniziamo a votare l'atto con i suoi emendamenti.
Emendamento 1 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. L'emendamento numero 1 aggiunge due parole: “anche e almeno” che sembrano irrilevanti ma non lo sono. Questa precisazione è necessaria in quanto non tutti i Comuni della nostra Regione hanno adeguato il loro Prg al Piano paesaggistico.
Dopo tanti anni, purtroppo, è ancora così! Comunque altri Comuni sono dotati di quelle transitorie non ancora definitive e, per questo motivo, è necessaria questa precisazione. Quindi la frase diverebbe: “Aree di rilevanza paesaggistica individuate dal Piano paesaggistico ambientale della Regione Marche anche e almeno così come recepito dai Prg comunali approvati in adeguamento (ove esistenti).

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 1 bis/1 del Consigliere Acquaroli, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Francesco ACQUAROLI. Questo sub emendamento semplicemente abbassa da 250 kW elettrici a 100 kW elettrici le autorizzazioni per le centrali a biogas nelle aree a tutela orientata. Ci sono già dei decreti del Ministero che tutelano, quindi, ogni cittadino è costretto, per qualsiasi operazione urbanistica, a fare procedimenti complicati perché le aree sono sottoposte a tutela particolare ed hanno acquisito, negli anni, un valore anche paesaggistico importante, noi rischiamo di autorizzare centrali fino a 249 kW elettrici quando un anno fa per fare queste centrali si andava a Via.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Non entro nel merito dell'emendamento che ha la sua validità, il suo interesse, però, ho cercato di dire nella mia introduzione che noi abbiamo esaminato, come era ovvio, il parere del Consiglio delle autonomie locali, cioè del Cal, dei Comuni, del territorio, e il parere del Crel, del Consiglio dell’economia e del lavoro, siamo di fronte al parere del Cal che dice: dai nostri Comuni, dai nostri territori, dalle Province bene l'atto della Giunta, se possibile allargate, alleggerite un po' i vincoli, invece il Crel ci dice: toglieteli proprio, alleggerite di molto.
Credo che se noi manteniamo il testo così come è, evitiamo, non dico di accettare i pareri del Cal e del Crel, ulteriori restrizioni con gli emendamenti. Si tratta di ragionare rispetto ad un giudizio complessivo che c'è stato sia dai Comuni che dal Consiglio dell’economia e del lavoro, che noi non accogliamo, ma ulteriori restringimenti con gli emendamenti su un testo equilibrato e di piena tutela, lo abbiamo capito anche dalle parole del Consigliere Petrini, che ha effetti anche sulle procedure dei progetti presentati, su quelli in corso, porterebbero indietro la discussione e penso che non sia utile.
Per questo proporrò al mio gruppo, se sarà d'accordo, di respingerli, per questa ragione, al di là del merito specifico che è anche ragionevole ma tutti ci dicono di andare un po' più avanti, invece, noi torniamo di nuovo indietro rispetto al testo. Mi sembra assurdo!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che le preoccupazioni del Consigliere capogruppo Ricci siano troppe ed anche inutili perché i pareri del Cal e del Crel, al di là che si siano espressi in maniera opposta l'uno all'altro, sono intervenuti dopo il tempo utile, dopo il termine entro il quale si dovevano esprimere, quindi, il Consiglio regionale è totalmente libero rispetto ai pareri. Se il parere fosse intervenuto nei termini utili sarebbe stata necessaria la maggioranza qualificata nell'approvare l'atto, in questo caso basta la maggioranza semplice, cioè, la maggioranza che guida la Regione, che ha sempre approvato tutti gli atti, quindi, bisogna entrare nel merito. Se il Consigliere Ricci dice: “Nel merito posso anche essere d'accordo”, anch'io nel merito sono d'accordo, infatti, voterò a favore dell'emendamento perché la legge ci dice che non possiamo vietare tout court la realizzazione, eccetera, ma la gradualità della potenza degli interventi è compito di questo regolamento che noi approviamo, come abbiamo fatto per il fotovoltaico, limitando in alcune aree gli interventi, addirittura, sotto i 25 kW elettrici, per esempio, nelle aree a tutela integrale.
In questo caso è possibile realizzare un intervento di 100kW elettrici, a cui servono, ricordo, almeno 100 ettari di terreno per realizzare le produzioni necessarie a questo tipo di impianto, quindi, penso che sia un intervento, comunque, significativo che tutela, come minimo, gli agricoltori, forse, non tutelerà gli speculatori finanziari che fanno interventi nel campo dell'energia.
Il compito di queste norme, che dobbiamo approvare, è quello di tutelare dagli speculatori le parti significative del nostro territorio, le zone sensibili, da un punto di vista ambientale, ed i cittadini. Permettere agli agricoltori, che vivono sui territori, di continuare le loro azioni.
Questo limite permette agli agricoltori di fare un investimento sulle biomasse, non permette agli speculatori interventi su queste aree significative. Penso che questo ce lo dobbiamo augurare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Il mio voto sarà favorevole, vorrei, però, dire alcune cose. Quello che dice il Consigliere Ricci è apprezzabile, però, siamo davanti ad un atto dove facciamo la scelta di ridurre nelle aree a 100 kW elettrici il “vorrei ma non posso” non esiste. “Vorrei e posso”, siamo qua, votiamo 100 kW elettrici e diamo la garanzia che l'agricoltore e i territori potranno utilizzare il biogas come fonte di energia alternativa utilizzando l'agricoltura e diciamo che per iniziative a più alto impatto si dovranno scegliere aree non a tutela orientata, cioè, aree non sottoposte a vincoli paesaggistici.
Questa è una scelta della nostra Regione, è una scelta di una Regione che vanta, e si è vantata continuamente, della green economy, dell'ambiente, del paesaggio, del turismo, oggi votando si a questo sub emendamento siamo conseguenti a quello che diciamo, votando no prendiamo in giro i cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Sub emendamento 1 bis/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Acquaroli, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Canzian, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Latini, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Bugaro.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1 bis dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci. Decaduto. E’ la riformulazione tecnica dell'1 bis/1.

Emendamento 2 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questo è un articolo innovativo, completamente nuovo ed ha l'obiettivo di non considerare aree idonee alla installazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentate da biogas e da biomasse i territori dei Comuni che hanno pendente la domanda di inserimento nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco. Noi abbiamo alcuni Comuni, ne ho indicati alcuni ma non so se sono stato esaustivo perché non ho trovato tutte le fonti, Ascoli Piceno, Recanati, Loreto, Fabriano, Sant'Angelo in Vado per la parte del patrimonio immateriale della coltura del tartufo, questi Comuni, ma ce ne sono anche altri, hanno chiesto di entrare nel patrimonio mondiale dell'Unesco. Noi siamo e vorremmo essere una regione sempre più turistica, ci vantiamo e paghiamo Dustin Hoffman per questo, allora vi chiedo: “Colleghi volete almeno salvaguardare queste città oppure no!” L'obiettivo di questo emendamento è tutelare almeno queste città o anche altre, ma penso che siano ben poche quelle che hanno fatto domanda di entrare nel patrimonio mondiale dell'Unesco.
Questo è un atto di coerenza se voi approvate questo emendamento, coerenza con quello che diciamo: “le Marche dei cinque sensi, le Marche del turismo, le Marche della cultura immateriale”. Abbiamo un’occasione per provare e per dimostrare questa coerenza.

PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 2 bis/1 del Consigliere Acquaroli. E’ la riformulazione tecnica del 2 bis, quindi, se non passa non voteremo il 2 bis, perché è la riscrittura tecnica dello stesso emendamento. Il caso è del tutto simile a quello precedente. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2 bis dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci. Decaduto.

Emendamento 3 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.

Enzo MARANGONI. Questo emendamento prevede che siano altresì individuate come non idonee quelle aree poste ad una distanza di metri 100 dal confine della linea di esondazione delle zone a rischio per fenomeni idraulici R4 e ad una distanza di metri 50 dal confine della linea di esondazione delle zone a rischio per fenomeni idraulici R3.
Abbiamo dei procedimenti in corso, delle richieste in corso, è il caso, ad esempio, della richiesta dell'impianto di Recanati, se questo emendamento fosse approvato la città sarebbe tutelata da un'altra devastazione che sta per avvenire.

PRESIDENTE. Emendamento 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 4 del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5 del Consigliere Zaffini, se passa decadono gli emendamenti 6, 7 e 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 del Consigliere Cardogna, se passa decadono gli emendamenti 7 e 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7 del Consigliere Marangoni, se passa, passa anche l'8 del Consigliere Badiali e viceversa. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Pare che una volta tanto maggioranza e minoranza siano d'accordo, sono uguali o sbaglio? Nonostante il mio linguaggio, come dice il compagno Ricci, il mio emendamento n. 7 e l’emendamento n. 8 del Consigliere Badiali prevedono un adeguamento minimo: passare da 100 a 200 metri la distanza del complesso aziendale rispetto alle case. Mi sembra una cosa proprio minima.

PRESIDENTE. Emendamento 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 8 del Consigliere Badiali. Decaduto.

Sub emendamento 9/1 del Consigliere Acacia Scarpetti, sostitutivo, se passa decade l’emendamento 9. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Gli uffici stanno chiedendo esattamente qual è la lettera da sostituire.
Penso di incarnare con questo sub emendamento quello che gli uffici hanno, giustamente, previsto e, cioè, che per gli impianti che alimentano reti di teleriscaldamento, quelli che vanno incentivati, non si applicano le distanze dal confine, strade, eccetera. E’ giustissimo, però, se rimane l’obbligo, nel testo io ho il comma d) in altri testi è il comma c), di impiantare in una zona boscata pari a tre volte l'area lorda dell'impianto, non si può fare mai teleriscaldamento, perché il teleriscaldamento si fa se l'impianto piccolo è ubicato vicino ad un centro abitato o al centro città.
Con questo sub emendamento sostituisco le parole: “sono esclusi dall'applicazione di tale condizione gli impianti che alimentano reti di teleriscaldamento” con: “gli impianti che alimentano reti di teleriscaldamento, ai quali non si applicano le condizioni di cui alla lettera d)”. Stiamo parlando di favorire il teleriscaldamento che, per sua ragione fisica, non può che essere vicino ai centri abitati perché se è a più di qualche centinaia di metri non c'è convenienza ...

PRESIDENTE. L'importante è chiarire se è la lettera c) o la lettera d).

Luca ACACIA SCARPETTI. Io ho un testo dove è la lettera d), la Commissione ha un testo, dove lo stesso comma è riportato alla lettera c). Quello che si vuol togliere come obbligo, a chi fa teleriscaldamento, è che gli impianti devono essere schermati da una zona circostante con opportune alberature e arbusti di specie autoctone, di superficie ameno tripla di quella occupata dagli impianti da realizzare.
Se noi non votiamo questo emendamento significa non fare teleriscaldamento.

PRESIDENTE. Collega, facciamo una cosa, sospendiamo la votazione del sub emendamento 9/1 e dell’emendamento 9, appena gli uffici ce lo diranno lo porrò in votazione.

Sub emendamento 10/1 del Consigliere Pieroni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Moreno PIERONI. Una brevissima illustrazione proprio per ricordare che questo sub emendamento riguarda il paragrafo 3.6 lett. b), nel quale viene riportato l'aumento delle distanze, le distanze indicate in 40 metri e 100 metri vengono sostituite con le distanze: 120 metri e 300 metri, proprio per dare una maggiore tutela ai fabbricati esistenti.

PRESIDENTE. Sub emendamento 10/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10 del Consigliere Zaffini, se passa decade l'11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 11 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Analogo al precedente che abbiamo approvato, cioè, il passaggio da 100 a 200 metri. Quello di prima riguardava la lettera b) del sotto paragrafo 3.6 del capitolo 3, questo riguarda la lettera c) stesso concetto da 100 a 200 metri la distanza minima.

PRESIDENTE. Emendamento 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 12 del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento, praticamente, interviene a protezione delle zone agricole di pregio, di produzione di IGT, di DOC, di DOP. Penso che sia assurdo prevedere in queste zone impianti fino a 1 MW, questo emendamento va a proteggere e mette questo vincolo: impianti a 250KWe a biogas e 200 KWe a biomassa. Questa è l'intenzione dell’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 13 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9.1 del Consigliere Acacia Scarpetti, abbiamo scoperto che la lettera è la c). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 9 del Consigliere Zaffini. Decaduto.

Emendamento 15 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 16 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Qui parliamo della necessità di garantire il rispetto normativo sull'inquinamento acustico e la tutela delle aree meritevoli di silenzio, anche per quanto riguarda gli impianti con potenza inferiore a 250 kWe che non possono essere utilizzati ad una distanza inferiore a 2.000 metri da ospedali, istituti di ricovero e cura sanitari. Vi chiedo, datemi 2.000 metri di distanza dagli ospedali e dai luoghi di cura.

PRESIDENTE. Emendamento 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 17 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Visto che la maggioranza boccia i due chilometri dagli ospedali, da quelli che stanno per chiudere o che hanno chiuso, vediamo se ha pietà delle chiese, volete chiudere pure quelle? Dei santuari, dei monasteri, dei luoghi di culto, di preghiera e i cimiteri, almeno 1.000 metri, questo chiede l'emendamento, lasciateci almeno 1.000 metri dai cimiteri, dai posti di preghiera. Almeno questo, un po' di pietà.

PRESIDENTE. Emendamento 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 18 del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 19 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. L’emendamento si limita a prevenire gli impatti sulla salute umana, dice: “salute umana” ma, ormai, nemmeno questa vi interessa, tanta è la volontà di fare business, quindi, votate rosso.

PRESIDENTE. Emendamento 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 20 della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Voterò contro questa legge per vari motivi, il primo è questo: nei preamboli degli atti ci sono sempre quelle dizioni “visto il decreto del Ministero del 10 settembre 2010”, “visto il decreto del Ministero economico del 15 marzo 2012” io ho visto, sicuramente, un ritardo pazzesco sulle normative, ma non è un caso.
Ho ascoltato molto attentamente il discorso del Consigliere Giancarli, un bellissimo discorso di buone intenzioni ma la realtà è molto più sporca, soprattutto, nella mia provincia. Conosco solo la mia provincia e l'affare del biogas è imputabile a nomi e cognomi che adesso non faccio, ma si parla di funzionari della Provincia che sono in affari con persone che sono vicine per motivi personali e, non solo (…) Qui ci sono degli atti che sono stati portati alla Procura e, se non sono andati avanti, mi interesserò personalmente, perché ci sono implicate delle persone che sono come il braccio armato di una parte politica, che sono state coinvolte anche in scandali sui rifiuti, ci sono state prescrizioni e, comunque, sono state indagate. Vogliamo negare le cose o vogliamo dirle? Lei Consigliera Ortenzi, che fa la santarella conosce queste cose o no? Se lei non le conosce stia zitta, non mi interrompa, soprattutto, quando parlo…

PRESIDENTE. Scusate, il collega sta facendo un intervento non lo interrompiamo.

Roberto Zaffini. Sono un Consigliere regionale e ho la possibilità di dire anche cose che lei non condivide, anzi, io mi auguro che sia così, però, si sta parlando di cose importanti e, come ho detto il Consigliere Giancarli che io stimo e che non conosce l'azione sporca dei territori, probabilmente, è tutta un'alta questione, tutta un'altra cosa. Questo volevo rivendicare.
Il decreto ministeriale dice che si deve dare priorità agli impianti di piccola potenza. Cosa abbiamo visto fare in questa regione? Il contrario! Abbiamo trenta impianti da 1 megawatt, 999 chilowatt, solo questo abbiamo visto e questi cosa sono? Sono affari, nessuno è impiantato da cooperativa agricola, associazione agricola, no! Ci sono società create apposta e sono fatte dagli amici degli amici e qui ho l'atto che se non è andato in Procura, a me è arrivato, qualcuno me lo ha mandato, mi interesserò e lo manderò io.
Questo è il primo motivo. La Regione ha una competenza importante sulla green economy ma la sta sfruttando male, questo atto è scritto malissimo perché non tutela quello che deve tutelare e in più ha fatto fare degli affari perché ci sono i certificati verdi.
Adesso vorrei dare alcuni numeri, vedo che ci sono dei ragazzi, perché i numeri parlano chiaro, Cosa vuol dire avere a che fare con un impianto da 1 megawatt? Vuol dire che un ettaro coltivato con il silomais grazie agli incentivi rende tra i 5.500 e i 7.500 euro per ettaro, 1 megawatt per produrre il silo mais, quindi, per 1 megawatt ci sono 350 ettari, per stare bassi, questo, signori, fa la bellezza di 2.275.000 euro. Questo è l'affare! Sapete qual è il risultato finale di una centrale da 1 megawatt? Il risultato finale di fatturazione Enel sono 999 kW diviso per famiglie, ogni famiglia consuma tre chilowatt, fa 333 famiglie, per una bolletta media, di un anno, che è di 600 euro, a stare larghi 200.000 euro. Noi abbiamo una differenza di 2.275.000 euro con un fatturato Enel di 200.000 euro. Vi rendete conto cosa c'è dietro a questa cosa? Ci rendiamo conto o no? La green economy, per favore, non è questa, non è assolutamente questa, questi sono affari, affari milionari.
Questa è la cosa che critico in maniera dura, ma qui bisogna tirare via le maschere, perché non si può far passare per bello e pulito, ripeto, il Consigliere Giancarli lo stimo molto perché è una persona estremamente corretta ma, purtroppo, non conosce i bracci armati del territorio, di certe situazioni che sono da denunciare in maniera dura, come sto facendo adesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Come ho già avuto modo di dire nell'ampio intervento nel dibattito di questa legge, questo è un atto tardivo, è un atto ipocrita, che copre, come ha detto in maniera, forse, più colorita il collega che mi ha preceduto, ma la sostanza è la stessa, business, affari di amici e di compagni.
Il tutto è stato preorganizzato un anno e mezzo fa, forse, anche prima. I progetti sono stati mandati avanti, sono stati approvati, l'ultimo la settimana scorsa.
Questo è un atto che non serve nemmeno a salvare le vostre coscienze che rimarranno sporche.
Mi astengo perché l'atto di per sè è buono, nonostante, abbiate bocciato tutti i miei emendamenti. Pur essendo tardivo e ipocrita è un atto buono, se l'aveste proposto un anno fa, ci avrebbe salvato dal disastro che avete fatto, perché quasi tutti gli impianti non sarebbero stati fatti.
E’ un atto tardivo, ipocrita e vergognoso, mi astengo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, mi permetterà, io non ho fatto l'intervento prima nella presentazione dell'atto.
Voterò quest'atto un po' a fatica, è meglio un atto così che la deregulation di prima, la verità, però, è che questo atto tiene poco in considerazione il target che noi obbligatoriamente abbiamo imposto dall'Europa con la nota direttiva "burden sharing".
Noi dovremmo arrivare, nella Regione Marche, entro il 2020 a 6.200 gigawattore all'anno di produzione di energia elettrica, oggi siamo a circa 1.100. Come quintuplicare questa potenza, con un atto del genere, è un po' una alchimia. E' una alchimia perché le Marche sono molto antropizzate, strade, case, paesi, vincoli, sono a non finire e il rischio è, tra qualche anno, di vedere la Regione Marche commissariata per quanto riguarda le politiche ambientali ed energetiche proprio per il mancato raggiungimento della "burden sharing".
Io penso che si tornerà in Aula, tra non tanto, su quest'atto anche se spero che il futuro regolamento tecnico dell'atto possa cambiare un po' il tiro. Aver considerato gli impianti a biogas uguali agli impianti a biomasse, è come se avessimo considerato alla stessa stregua un regolamento per gestire gli animali: un elefante con un cagnolino. Sono due cose completamente diverse, se per il biogas alcune distanze sono condivisibili, per le biomasse sono una forzatura, è un imporre dei limiti e, quindi, negare la creazioni di piccole centrali per la produzione di energia.
Ringrazio l'Assemblea, sembra banale, ma quel sub emendamento che è stato approvato tiene viva una parentesi importantissima, dovrebbe essere il primo target dell'atto, tiene vivo il teleriscaldamento.
Temo per qualche ricorso o per qualche sopraggiunta sensibilità perchè gli uffici sono stati costretti in poco tempo a scrivere 70 pagine di precetti e questo può far perdere la lucidità; noi, però, dobbiamo avere un target finale che è quello di raggiungere gli obiettivi del "burden sharing" e, soprattutto, di incentivare in tutti i modi il teleriscaldamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Semplicemente per ribadire il nostro voto favorevole, un voto di responsabilità.
Insoddisfazioni per non votare quest'atto ce ne sarebbero a bizzeffe: per l'iter, per come è stato proposto, per come sono state gestite le politiche, perché si veniva, appunto, dal fotovoltaico.
Scegliamo, però, per senso di responsabilità rispetto a quello che abbiamo detto in tutti questi mesi e rispetto ad un segnale che la politica deve dare, di condividere un voto favorevole.
E' chiaro che prima il gruppo di maggioranza non ha dato una dimostrazione di sensibilità rispetto alle politiche ambientali, soprattutto, e mi dispiace sottolineare il fatto, non si chiedeva di tutelare indiscriminatamente tutti i territori ma, coerentemente, con quelle che sono le leggi dello Stato, i territori sottoposti a tutela orientata. Questa non è una sfumatura. Nonostante questo noi mostriamo un senso di responsabilità e daremo un voto favorevole, anche se dobbiamo prendere atto di un'arroganza politica che questa maggioranza mostra non solo nei confronti del Consiglio comunale, esercitandola spesso con determinazione, ma anche nei confronti di tutti i territori. Infatti quello che noi sostenevamo, se da una parte era stato contraddetto da qualche associazione di categoria, dall'altra era sostenuto con forza dall'Anci.
Su temi di questi portata sarebbe stato auspicabile un dialogo sereno dell'Assemblea ed aprire con tempestività, con lealtà, nei confronti degli organismi istituzionali, dei territori e delle associazioni, un confronto precedente rispetto ai danni ed alle le polemiche che sono accaduti in questo caso.
Il voto sarà favorevole, c'è però la pagella contraria alla maggioranza e a tutta quella che è stata questa vicenda.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Benché abbia collaborato fino all'ultimo alla redazione, in Commissione, di questo atto per l'individuazione delle aree non idonee, non posso che dare un voto contrario. Un voto di sfiducia rispetto a chi ha gestito questa partita.
Il Consiglio regionale aveva dato un mandato, diversi mesi fa, di individuare le aree non idonee, abbiamo perso sette, otto, nove mesi per fare una cosa che poi, di fatto, siamo riusciti a realizzare in 40 giorni, questo ha permesso che si impiantassero nella regione Marche una serie di impianti slegati dalle produzioni agricole, dagli agricoltori, contrari agli interessi dei territori. Ovunque si sono realizzati c'è stata l'opposizione delle popolazioni, sia per il limite, perché gli impianti si sono dimensionati sul limite più alto, sia per il fatto che non c'è stata la possibilità di sottoporre questi impianti a Via. Ricordo che un anno e mezzo fa, l'Assessore Petrini ha innalzato il limite di Via da 250 chilowatt a 1 megawatt, senza andare all'individuazione delle aree non idonee. Credo che un Assessore, una Giunta responsabile avrebbero potuto innalzare il limite di Via ma dopo aver individuato le aree non idonee, dove e come tutelare le comunità e i territori marchigiani.
Questo atto amministrativo viene alla fine di un percorso mentre, io credo, sarebbe dovuto intervenire all'inizio; questo significa gestire le sfide che ci troviamo di fronte. Questo territorio non gestisce le sfide, le sfide nel campo delle rinnovabili sono ben individuate a pagine 6, proprio di questo atto, in cui si dice che bisogna diversificare in maniera equilibrata le fonti di produzione e regolamentare i settori delle rinnovabili. Abbiamo regolamentato il fotovoltaico e le biomasse, credo che da oggi bisogna iniziare a lavorare per la regolamentazione di tutti gli altri settori delle fonti rinnovabili, perché questo dobbiamo averlo imparato dalla nostra inefficienza amministrativa sia di Giunta che di Consiglio, dobbiamo imparare, visto che c'è scritto, a regolamentare tutti i settori delle fonti rinnovabili, quindi, da domani e come membro della IV Commissione, faccio un appello al Presidente che sia messo al primo punto dell'ordine del giorno quello di gestire, come Consiglio regionale, una scaletta di punti prioritari per il rilancio della politica energetica regionale, gli stessi che sono messi nelle prime linee di indirizzo strategico.
Andare al sostegno, alla creazione di distretti tecnologici sulle fonti rinnovabili, anche questo deve essere fatto, su tutto il territorio in base alle vocazioni del territorio, andare all'efficientamento della rete elettrica, che favorisca lo sviluppo delle reti intelligenti e, quindi, della smart green della rete elettrica, lavorare sulla mobilità e le reti della mobilità elettrica, riqualificazione energetica dell'edilizia e delle città, lavorare sui regolamenti tipici che sviluppino queste cose, il discorso sull'autosufficienza delle reti, gli strumenti fiscali regionali, gli strumenti finanziari e la modifica dei comportamenti individuali. Tutti questi aspetti non sono sufficientemente sviluppati. Da oggi, lo prendo come un impegno personale sia mio che del mio partito, Sinistra Ecologia e Libertà, affinché ci sia questa spinta e lo sviluppo delle rinnovabili sia reale, concreto e affronti i bisogni dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Con questo atto noi mettiamo questa regione nelle condizioni di cogliere in pieno gli obiettivi previsti dal "burden sharing", sicuramente, riusciremo a farlo anche mantenendo insieme le questioni, garantendo l'ambiente e rendendo possibile l'opportunità di impresa e di occupazione attraverso l'investimento sull'energia rinnovabile. Fra l'altro, Consigliere Zaffini, rispetto all'impresa non capisco l'equazione che fa secondo la quale impresa è uguale a malaffare. Si è espresso male, probabilmente, io non credo debba essere considerato così, quindi, stia attento quando parla di queste cose.
Nelle Marche le rinnovabili le abbiamo promosse, le vogliamo, il Piano energetico ci permetterà di realizzarle, fra l'altro in alcune Regioni, in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia sono sorti decine, centinaia, di micro impianti di rinnovabili, di biomasse e di biogas.
Questo atto pone vincoli abbastanza consistenti, io lo voto convintamente, perché è uno strumento che mancava, avrei accolto anche il suggerimento del Cal, perché in fondo hanno parlato i nostri Sindaci, i nostri Presidenti di Provincia che suggerivano alla Giunta di mitigare qualcosa di questi vincoli ma abbiamo deciso di non farlo nell'interesse della comunità, della salute, del territorio, della comunità marchigiana. Abbiamo detto no, manteniamo questo testo ed abbiamo bocciato gli emendamenti anche ragionevoli.
Questo atto arriva un po' in ritardo, non so chi lo ha segnalato, qualche Consigliere, forse, è anche vero ma, fortunatamente, da una verifica fatta dagli uffici, nessuno degli impianti autorizzati fino ad adesso ricade nelle aree non idonee che noi realizziamo con questo atto, per cui il ritardo c'è stato ma non ha prodotto effetti negativi, nemmeno rispetto agli impianti già autorizzati. Questo è quanto si deduce da una verifica fatta dagli uffici.
Questo atto è uno strumento abbastanza vincolistico che ci permetterà di andare avanti verso gli obiettivi europei e che produce, con il chiarimento dell'Assessore Petrini, quell'elemento legato alla retroattività, alla possibilità di verificare gli impianti che hanno l'autorizzazione in corso rispetto a questo atto. Insomma possiamo in qualche modo considerarlo del tutto positivo.
Un'ultima questione la voglio dire al Consigliere Marangoni, quando lo dice a me al bar: "comitato d'affari", faccio spallucce e mi giro dall'altra parte, ma quando lo dice in Aula, deve riferire i fatti specifici a chi di dovere, altrimenti mi sento nella condizione di dover, in qualche modo, prendere qualche iniziativa. Non lo può dire! Non può pretendere, anche se qualche suo emendamento ha ragione di merito, che lo si tenga in considerazione rispetto a parole che lei spende in quest'Aula, di quel tipo. Riferisca a chi di dovere o non lo ponga in una situazione generale, perché non è accettabile. La prego di non farlo più. Davanti al bancone del bar lo ha fatto ed io ho fatto spallucce ma qui in Aula non è accettabile.

Proposta di atto amministrativo 55 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 54
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma Rete scolastica per l'anno scolastico 2013/2014 – Deliberazione dell'Assemblea legislativa regionale 26 luglio 2012, n. 52”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 54 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Con la deliberazione 52 del 26 luglio 2012 abbiamo approvato le linee guida per la programmazione della rete scolastica, del sistema educativo marchigiano per l'anno 2013/2014 e sono stati definiti i criteri e le modalità per le operazioni di modifica alla rete scolastica intesa sia come dimensionamento delle istituzioni scolastiche che come variante all'offerta formativa dell'anno scolastico precedente.
Abbiamo, chiaramente, seguito i piani provinciali di programmazione della rete scolastica di ogni ordine e grado, la Giunta ha predisposto un atto, una proposta di atto amministrativo, il nuovo piano regionale della rete scolastica per l'anno che verrà, e lo ha trasmesso all'Assemblea per l'approvazione.
Questo piano contiene nell'allegato A, per ciascuna provincia la variazione del dimensionamento degli istituti scolastici di base, prevedendo le soppressioni, le fusioni, alcune riorganizzazioni, le trasformazioni di scuole o di parte di esse, plessi, sezioni distaccate e succursali. Prevede, anche, la variazione dell'offerta formativa, nuovi corsi di indirizzo musicale molto apprezzati, molto richiesti in tanta parte del nostro territorio marchigiano, da tante scuole, le scuole secondarie di primo grado inserite nei piani provinciali, subordinando la loro istituzione alla presenza di un organico consistente per ciascuna classe assegnato dall'Ufficio scolastico regionale. Un Ufficio Scolastico regionale che voglio ringraziare nella persona del dirigente, Dott. Calascibetta, e dei suoi collaboratori che hanno con impegno, fattivamente, collaborato con l'Assessorato regionale. In riferimento a questa variazione si evidenzia che il parere dell'Ufficio scolastico, pervenuto il 14 dicembre 2012, cioè, successivamente alla deliberazione di Giunta, ha ritenuto di non accogliere l'attivazione di nuovi corsi ad indirizzo musicale in quanto troppo onerosi in termini di organico.
Nell'allegato abbiamo anche la variazione dell'offerta formativa degli istituti scolastici di scuola secondaria di secondo grado, in relazione a questa variazione si evidenzia che, ai sensi del D.P.R. 89 del 2010, sono stati istituiti, in via sperimentale, una sezione di liceo sportivo per ogni provincia.
La scelta di questa attivazione è stata effettuata sulla base di criteri individuati nelle linee guida per ogni provincia, per la provincia di Ancona, abbiamo avuto un po' da fare in Commissione perché ci sono state un paio di situazioni da studiare bene, che sono state valutate e che poi, magari, vedremo in seguito, anche perché, Assessore, sono stato presentati degli emendamenti che comporranno un quadro un po' più preciso e, ci auguriamo, favorevole, che risponderà a tutte le situazioni, a tutte le esigenze.
Per la provincia di Ancona come Commissione si è deciso di emendare la scelta della Giunta e spostare l'istituzione del Liceo Sportivo da Falconara a Jesi, considerando la vocazione sportiva del territorio e l'introduzione di criteri aggiuntivi da parte della Provincia di Ancona.
Aggiungo che per le altre Province nulla è stato mosso, perché nei criteri di valutazione e, quindi, nella valutazione successiva che la Commissione ha fatto, rispetto ai piani inviati dalle Province, nulla ha avuto da eccepire. C'è stata solamente questa ulteriore valutazione che ha prodotto un emendamento che oggi, con i successivi emendamenti che sono stati presentati, anche dall'Assessore, sarà rimosso perché si è arrivati ad una quadra più definita.
La considerazione per Jesi riguardava la vocazione sportiva del territorio, l'introduzione di criteri aggiuntivi da parte della provincia di Ancona. Sulla base della deliberazione della Giunta provinciale di Ascoli Piceno, emessa a ratifica del piano originariamente trasmesso, la Commissione ha proposto un emendamento prevedendo il parere favorevole all'istituzione del Liceo Sportivo presso il Liceo Rossetti di San Benedetto del Tronto. Un fatto tecnico e non valutato politicamente perché era dovuto.
Nell'atto c'è l'individuazione dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti e il piano nell'allegato B contiene l'offerta formativa di istruzione e formazione professionale negli Istituti professionali di Stato, con l'elenco delle qualifiche, predisposto sempre alla luce dei criteri indicati dalle linee guida. Nell'atto si impegna gli Istituti professionali ad attivare i soli percorsi di istruzione e di formazione professionali in cui gli alunni iscritti siano sufficienti per attivare classi intere per ciascun percorso, perché lo sforzo di attivare nuovi corsi è abbastanza consistente, quindi, deve esserci questa previsione perchè i corsi possano durare, altrimenti, non avrebbe senso attivarli e istituirli se poi si fermano in itinere.
Il piano, infine, conferma le attuali sedi dei Centri territoriali permanenti che continuano a realizzare i corsi per ottenere i titoli di studio relativi al diploma di scuola secondaria di secondo grado e le scuole di istruzione secondaria di secondo grado sedi dei corsi serali per ottenere i titoli di studi relativi al diploma di scuola secondaria di secondo grado.
Voglio salutare i ragazzi presenti in Aula, vedo delle scolaresche, mi auguro che questa visita sia stata preventivamente prevista come visita istituzionale e non per sponsorizzare questa o quell'altra soluzione perché sia la Giunta, la Commissione ed oggi il Consiglio cercheranno e faranno sicuramente bene, valutando tutte le opzioni e tutte le opportunità per il meglio della comunità scolastica di questa regione.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Grazie Presidente, poche parole per associarmi alla relazione, in larga parte condivisa in Commissione, sul dimensionamento scolastico. Un piano che quest'anno è andato de plano ancor più degli scorsi anni perché questa regione aveva già fatto, da tempo, i suoi tagli e le opere di razionalizzazione, soprattutto, il completamento dei percorsi degli istituti comprensivi, gli ISC. Forse una delle prime ad aver fatto questa razionalizzazione, soprattutto, l'aggregazione degli istituti, restituendo un buon numero di dirigenze, L'anno scorso fu questa la polemica, facemmo, forse, anche più di quanto ci veniva richiesto, siamo, quindi, a credito, non dovremmo più tagliare e quest'anno si è discusso soltanto di corsi nuovi, di orientamenti nuovi e di indirizzi, rispettando le richieste dei piani provinciali che, anche qui, sono state abbastanza serene, abbastanza condivise sui territori.
Il problema è quello di una legislazione che fa si che la nostra competenza sia esclusiva in materia di dimensionamento ma non sia piena riguardo la predisposizione degli organici e al fabbisogno necessario per far si che i corsi e le classi si formino e si attivino. Da qui il parere del Dirigente regionale, oggi Calascibetta, prima altri, che è sempre cauto e molto spesso non concede quanto noi chiediamo. E' un parere molto spesso salomonico, come dire, voi chiedete, però, poi gli organici li facciamo noi, le classi le facciamo noi. Questo a mio avviso, lo dico da tempo, ne parlavo anche l'altro giorno con l'Assessore, è una discrasia legislativa, che se ci sarà una riforma del titolo V, delle competenze delle materie esclusive o concorrenti, dovrà essere risolta perché la Regione è a sovranità limitata, propone ma, se i professori non arrivano, se i fondi non arrivano, i corsi non partono.
A parte questo e a parte la destinazione e la locazione del corso di Liceo sportivo della provincia di Ancona, dove l'Aula sarà sovrana e deciderà oggi, per il resto c'è stata una domanda per ogni provincia, quindi, tutto è andato liscio. Su Ancona deciderà l'Aula, una decisione che ha spaccato un po' la Commissione, riguardo a Falconara o a Jesi, spero che la soluzione possa essere più condivisa e più unitaria, per il resto, ripeto, è un atto che vive di rendita dei tagli e delle virtuosità degli scorsi anni.

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi passerei all'esame e alla votazione degli emendamenti.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Emendamento 1 della I Commissione. Lo leggo: "Visto il piano provinciale trasmesso dalla Provincia di Ascoli Piceno approvato con delibera di Giunta n. 231 del 30.10.2012, integrata con deliberazione di Giunta regionale n. 251 del 22.11.2012 e rettificata con deliberazione di Giunta provinciale n. 266 del 7.12.2012". Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 del Consigliere Luchetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 3/1 del Consigliere Luchetti, istitutivo. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3 del Consigliere Luchetti. Decaduto.

Emendamento 3 bis della Consigliera Giorgi. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Il mio emendamento è volto a rimettere in discussione o, comunque, a riproporre all'Aula una proposta che è giunta da parte del Liceo Rinaldini di Ancona: istituire il corso di studi di liceo internazionale.
La richiesta è stata varata, vagliata, giudicata positiva dalla Provincia e leggo proprio gli atti della Provincia perché evidenziano la qualità di questa proposta che nasce, soprattutto, e ci tengo a dirlo, a precisarlo ed a sottolinearlo, per essere in linea alla grande politica di internazionalizzazione che sta facendo la Regione Marche.
Circa una settimana fa, è stato presentato un progetto molto importante che io ho definito di politica giovanile nell'ambito dell'internazionalizzazione, del quale poi parleremo anche nel piano delle politiche giovanili, che è l'istituzione di un elenco di giovani diplomati e laureati che hanno dei curricula formativi proprio volti all'internazionalizzazione.
Il Liceo Classico Rinaldini di Ancona chiede proprio di istituire questo percorso di studi che va, chiaramente, nella stessa direzione in cui stanno andando le politiche della Regione Marche, quindi, una richiesta, secondo me, sicuramente consona e che mette in evidenza anche la partecipazione della parte formativa della nostra Regione alle nostre politiche di internazionalizzazione, quindi, a mio avviso molto valido.
Questo percorso di studi che si inserisce nel nuovo ordinamento del liceo classico prevede l'inserimento nell'offerta formativa della lingua cinese ed a proposito il Liceo Classico Rinaldini di Ancona ha già istituito una apposita convenzione con l'Istituto Confucio di Macerata proprio per ribadire la volontà di ampliare questo progetto, non farlo rimanere nell'ambito anconetano ma ampliarlo nell'ambito regionale, proprio perché l'Istituto Confucio è nei rapporti con la Cina un punto di riferimento formativo fondamentale nella nostra regione.
I presupposti di questa richiesta ci sono, la nota negativa che è stata posta dalla Provincia di Ancona è stato il fatto che il percorso di studi, se pur in itinere, non è ancora stato inserito dal Ministero, però voglio ricordare all'Aula, che ci sono ben sette licei internazionali già riconosciuti in Italia, c'è il Liceo Ginnasio statale Melchiorre di Piacenza, ce ne è uno a Parma, ce ne è uno a Bologna, c'è il Liceo Classico Internazionale di Biella, c'è il Liceo Classico Internazionale Pigafetta di Vicenza, c'è il Liceo Internazionale Vittorio Emanuele II di Roma, sono tutti licei internazionali riconosciuti, che partono dallo stesso presupposto della richiesta avanzata dal Liceo Classico Rinaldini di Ancona.
Credo che questo diniego che è stato presentato dalla Provincia di Ancona debba essere superato proprio perché dobbiamo valorizzare anche la ricerca, l'interesse che c'è da parte di un istituto scolastico importante, già prestigioso di per sè, proprio verso la formazione, verso la creazione di ragazzi con dei curricula che possano avere degli sbocchi lavorativi.
Chiedo all'Aula di approvare il mio emendamento proprio perché è un segnale di coerenza anche sulle politiche che vengono svolte dalla nostra Regione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. In Commissione, Consigliera Giorgi, ne abbiamo parlato a lungo, abbiamo ascoltato la Preside del Rinaldini, che ha fatto una bellissima relazione, e siamo convinti, anzi, io sono convinta che sarebbe interessante poter attivare subito questo percorso, purtroppo, siamo stretti dal fatto che non è un corso ordinamentale.
E' certa la bontà di questa proposta, di questo emendamento, credo che lo potremmo sostenere e potremmo portarlo avanti l'anno prossimo, quindi, non è un no della Commissione e credo neanche dell'Aula, contro una proposta che va in linea con quello che la Regione, che la Giunta sta facendo in merito alla politica di internazionalizzazione. Ritengo, per il fatto che ci sia l'Istituto Confucio e per tutto quello che, sappiamo bene, sta facendo la Giunta, il Presidente Spacca, relativamente alla collaborazione con la Cina, che sarebbe interessante ed un notevole supporto poter avviare i ragazzi verso lo studio della lingua e le relazioni con questo paese lontano. Credo che si potrà fare nell'immediato futuro, la Commissione, però, questo ha deciso perché è stata costretta a decidere così.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Velocemente, credo che l'Aula debba attentamente valutare l'emendamento della collega Giorgi, è stato ben articolato ed ha reso chiaramente l'importanza di questo riconoscimento ed io, con tutto rispetto Presidente Ortenzi, credo che non possa liquidarsi con un semplice interessante, né meritevole di attenzione per il futuro. Non dobbiamo nemmeno allungare il brodo, credo che ci debba essere un po' più di coraggio quando si deve dare un riconoscimento, non tanto un premio, per mettere in condizione il territorio, in questo caso un segmento importante dell'istruzione e, quindi, della cultura di questa regione, di essere perfettamente in linea, in sintonia con quelli che sono gli intendimenti di questa Assemblea, di questa Giunta, del nostro Governatore che sta ponendo in essere con grande difficoltà ma con grande coraggio.
Noi dobbiamo solleticare, incentivare, alimentare queste figure altamente specializzate, in questo caso la Preside, sicuramente coraggiosa, sicuramente vulcanica per le tante iniziative che ha posto sul campo, questa non è soltanto meritevole di attenzione ma meritevole di un'azione politica coraggiosa da parte di questa Assemblea, che non deve fare altro che inserire questo processo che, ripeto, non è solo culturale ma è didattico e si sposa perfettamente con quella che è la prospettiva e la prerogativa della politica di questa Regione.
Ecco perché chiedo a tutti i colleghi, a cominciare da lei Presidente, di rivedere e di dare questa possibilità, di mettere in cantiere, da subito, questa possibilità che è una possibilità che non si dà soltanto all'Istituto ma la si dà alla regione perché questo diventerebbe il front-office regionale di un'opportunità che si dà allo studente di inserirsi anche mentalmente, non solo culturalmente o da un punto di vista didattico, in una situazione nuova ma che, in qualche modo, ha già conosciuto un suo percorso, infatti la Preside è stata più volte in Cina, ha già preso accordi, ha creato le condizioni perché ci fosse questo interscambio, un ulteriore ponte che noi riusciremo a dare all'esterno che noi offriamo ai nostri giovani e che inevitabilmente produciamo a favore di tutta la regione.
Non è soltanto una questione didattica e culturale, è qualcosa di più alto, di più importante che ritengo non si possa liquidare con un semplice “interessante, vedremo il prossimo anno”, quindi vi prego di valutare con grande attenzione l'emendamento proposto e di inserirlo in modo compiuto ed integrante nella legge che voteremo .

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Si dice sempre che uno che non è della Provincia di Ancona soffre il complesso di Ancona, come se provasse invidia se il capoluogo crescesse. Voglio sfatare l'idea di questo complesso, per dire, da cittadino maceratese, che vedo molto bene l'istituzione di questo corso del liceo internazionale. Condividendo, peraltro, quello che hanno detto i colleghi Giorgi e Silvetti e, quindi, non sono d'accordo con la mia Presidente alla quale dico che non ci sono controindicazioni, non c'è concorrenza, anche perchè questo liceo ha dato prova di essere veramente all'avanguardia per quanto riguarda l'internazionalizzazione. Dobbiamo dare una spinta, capisco quello che ha detto la Consigliera Ortenzi, forzare un po' anche la parte regolamentare perchè credo che, come diceva Romolo Murri, “bisogna bussare alle porte del futuro”, essere un po' audaci. Credo che sia motivo di orgoglio di tutta la regione se oggi riconosciamo questa istituzione ed il merito di questa scuola.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Quando si tratta di scuola se vogliamo dare un contributo costruttivo dobbiamo rifuggire dall'estemporaneità.
Vi assicuro che nel territorio abbiamo istituti, scuole, che fanno veramente cose egregie, abbiamo della gente che ama la scuola, che si dà da fare e che, indubbiamente, dà una spinta ai ragazzi perché possano affrontare cose nuove in maniera più adeguata.
Attenzione, però, ve lo dico con molta franchezza la scuola è un mondo che bisogna conoscere, altrimenti, non si riesce ad affrontare serenamente, nè può essere un terreno, se vogliamo bene ai ragazzi, di scontro che attiene alla politica e a quel mondo, quindi, non daremo un buon esempio.
Con questo voglio dire, scusate la premessa doverosa ma mi sento di farla, che non si possono inventare ordinamenti che non esistono. Consigliera Giorgi abbiamo parlato, ci siamo confrontati, lei, giustamente, dice bisogna riconoscere la buona volontà, per carità, però, non è ordinamentale.
Le cose che stanno nascendo fuori dalla nostra regione io non le conosco, sta di fatto che venuto a conoscenza di questa cosa mi sono attrezzato, con l'Ufficio scolastico regionale, per capire se la cosa poteva essere, in qualche modo, affrontata e mi è stato detto: "Guardi Assessore non è ordinamentale, non posso riconoscerlo perché, poi, l'Istituto scolastico regionale deve offrire docenti e altre cose", anche se la Preside mi ha assicurato che si era attrezzata per non spendere di più ma, al di là di questo, la scuola ha un ordinamento che va rispettato.
Ho detto alla dottoressa Breccia che mi impegnerò per fare in modo che ci sia, dato che l'internazionalità è un requisito, come giustamente detto, del nostro sviluppo. Dovremmo fare in modo che anche in altre realtà si possano creare queste condizioni e quello che ha fatto il Rinaldini possa anche essere di avvio e di sollecitazione, però, non possiamo mettere un fiorellino su tutto perché, ve lo dico con molta franchezza, ho tante altre sollecitazioni di istituti che vogliono e ambiscono a riconoscimenti, anche diversi, per quanto riguarda la tecnologia, per quanto riguarda le scienze, ce ne abbiamo tanti, se ognuno parte e vuole creare un ordinamento proprio, non si va da nessuna parte.
Io mi impegno, anche con la collega Giorgi che ha fatto l'emendamento, a fare in modo che con il prossimo dimensionamento si chiariscano queste cose, in modo che l'ordinamento possa corrispondere effettivamente anche a questa esigenza. Prendiamo atto di quello che il Rinaldini ha fatto, lo sottolineiamo anche come Consiglio, credo che anche questo dibattito abbia sottolineato la bontà di quello che si è fatto, però, vi prego di consegnare anche all'Assessorato la possibilità che, nel prossimo dimensionamento, si arrivi ad una definizione anche istituzionale di una realtà come questa.

PRESIDENTE. Emendamento 3 bis. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 4 della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5 del Consigliere Luchetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento coord.tecn/1/1 del Consigliere Luchetti sostitutivo dell'emendamento coord.tecn/1. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Non ho fatto in tempo ad intervenire sugli emendamenti 3 e 5, intervengo su questo perché credo che anche qui la Giunta regionale dia un esempio di quanto si possa essere stravaganti, estemporanei e anche irrazionali. Infatti è stato approvato, su proposta dell'Assessore, l'emendamento 3, contrariamente a quello che diceva la Commissione consiliare sull'istituzione del Liceo sportivo a Falconara, considerata la decisione della Provincia di Ancona - guardate bene, la Provincia di Ancona prima ha fatto la scelta, poi, ha stabilito ulteriori criteri, è bene dircelo - ha detto che tale decisione è stata assunta sulla base di criteri ulteriori rispetto a quelli stabiliti dalla Regione, criteri che appaiono incongrui, considerato, in particolare, che la Regione attribuisce un conteggio preponderante alla proprietà delle strutture, mentre la deliberazione regionale richiedeva solo il requisito della disponibilità degli impianti, considerato, inoltre, che la Regione ha travisato il criterio di raggiungibilità, considerato infine che la Provincia non ha preso in considerazione tra gli ulteriori criteri integrativi, rispetto alla deliberazione regionale della Giunta regionale, l'unico ragionevole, cioè, la vocazione sportiva della città. Pensate nel mondo, quando si parla di sport e si parla delle Marche, si pensa, Presidente Spacca le abbiamo premiate, alla Vezzali e all'altra, ebbene tutti questi criteri ci indicano di fare il Liceo Sportivo a Falconara, questo è stato.
Con quale razionalità vengono fatte queste proposte e come si può votare, io avrei voluto votare a favore perché questo, rispetto alla costruzione dell'atto, è sicuramente un aspetto secondario ma politicamente la dice lunga sul modo di come questa Giunta rispetta il Consiglio regionale e, permettetemi Consiglieri, sul modo di come voi lavorate in Commissione che poi cambiate parere in Consiglio regionale, motivo per cui io voto contro a questo e all'atto.
Significa scippare ad una città che rende nota questa regione nel mondo, un suo sacrosanto diritto: la riconoscibilità della vocazione sportiva, significa scipparla.

PRESIDENTE. Emendamento coord.tecn/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento coord.tecn/1. Decaduto.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 della Consigliera Giorgi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Paola GIORGI. In maniera molto sintetica ritorno al tema del liceo internazionale, l'ordine del giorno è stato, praticamente, illustrato nell'intervento dall'Assessore Luchetti, leggo solo il dispositivo, le premesse sono quelle che abbiamo detto ed evidenziano il percorso fatto dal Liceo Classico Rinaldini in questo periodo, proprio per raggiungere il riconoscimento del Liceo Internazionale, quindi, "Impegna la Giunta Regionale ad attivarsi presso il Ministero competente affinché vengano disciplinate, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, i percorsi delle sezioni bilingue delle sezioni ad opzioni internazionali, di liceo classico europeo, di liceo linguistico europeo e impegna la Giunta regionale", questo Assessore nel caso lo emendo - "in deroga alle linee guida della Regione Marche di istituire l'indirizzo internazionale con l'opzione lingua cinese presso il Liceo Classico Rinaldini di Ancona". (...) Ho capito, su questo l'Aula si è espressa, lo emendo e tolgo la seconda parte del dispositivo, votiamo: "impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero competente affinché vengano disciplinati i percorsi delle sezioni bilingue, delle sezioni ad opzione internazionale del liceo classico europeo, del liceo linguistico europeo", quello che lei ha detto nel suo intervento.
Emendo, taglio la seconda parte del dispositivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Tutti i colleghi sanno cosa penso degli ordini del giorno ma con il cuore lo voterò. Faccio uno strappo personale alla mia impostazione, lo voterò, però questo mi porta, lo dico adesso Presidente così risparmio tempo, a non votare l'atto, non me ne voglia l'Assessore, voglio solo ricordare che l'anno scorso è stato respinto il nostro emendamento sulle dirigenze, abbiamo perso 10 dirigenze, si era detto: "Si lavorerà al Ministero per recuperarle". Le abbiamo recuperate? Non mi pare (...) Dove sta scritto, Assessore, noi non lo abbiamo visto (...) ah bene, se arrivano, ritiro quello che ho detto, anche se non mi pare che l'aria del Governo Monti sia questa, comunque, mi permetto una battuta: può darsi che cambi con un colpo di spada.

PRESIDENTE. Nell'ordine del giorno, su proposta della proponente, viene cassato il secondo comma della parte dispositiva, si ferma, quindi, alla parola europeo.
Ordine del giorno n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Atto amministrativo n. 54 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Buona giornata, colleghi Consiglieri, ci vediamo martedì prossimo.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,15.