Resoconto della seduta n.1 del 22/06/2015
SEDUTA N. 1 DEL 22 GIUGNO 2015

Presidenza del Consigliere anziano Giovanni Maggi
(art. 12, comma 3, Statuto regionale vigente)

La seduta inizia alle ore 10,15

PRESIDENTE. Signori Consiglieri, a norma dell'articolo 12, comma 3, dello Statuto regionale vigente, in qualità di Consigliere regionale più anziano di età assumo la Presidenza provvisoria dell'Assemblea legislativa regionale; svolgono le funzioni di Segretari i Consiglieri più giovani d'età e cioè Manuela Bora e Mirco Carloni che siedono qui a fianco.
Dichiaro pertanto aperta la prima seduta della decima legislatura regionale.
Permettetemi di rivolgere un saluto a tutti i Consiglieri, soprattutto a quelli che come me siedono in quest’Aula per la prima volta.
La mia speranza è rivolta soprattutto ai nuovi, che prevalga finalmente la volontà di riportare la fiducia nella gente verso la politica, esercitandola con spirito di servizio e non per tornaconto personale, come le cronache dei giornali documentano quasi quotidianamente.
Il mio impegno personale, mi auguro ampiamente condiviso, sarà rivolto verso una partecipazione diffusa e responsabile per conoscere le necessità dei cittadini e per risolverle con leggi e provvedimenti che partono proprio da queste necessità.
Una prassi di democrazia che troppo spesso viene ignorata, mi sembra, e mi vengono in mente come esempi i fondi tolti al sociale dalla Regione Marche e la riforma della scuola che il Governo vuole imporre.
Infine rivolgo un saluto al neo Presidente della Giunta, fiducioso che sappia interpretare realmente al meglio quella voglia di cambiamento che è stato il tormentone di questa campagna elettorale.
Comunico che sulla base del verbale delle operazioni elettorali dell'ufficio centrale regionale costituito presso la Corte d'Appello del Comune di Ancona, relativo alle elezioni svoltesi il 31 maggio 2015, risulta proclamato eletto Presidente della Giunta e Consigliere regionale, Luca Ceriscioli.

(applausi)

Risultano inoltre proclamati eletti i seguenti Consiglieri regionali:
Andrea Biancani
Sandro Bisonni
Manuela Bora
Gianluca Busilacchi
Mirco Carloni
Anna Casini
Piero Celani
Fabrizio Cesetti
Francesco Giacinti
Enzo Giancarli
Peppino Giorgini
Piergiorgio Fabbri
Elena Leonardi
Giovanni Maggi
Marzia Malaigia
Luca Marconi
Jessica Marcozzi
Antonio Mastrovincenzo
Francesco Micucci
Renato Claudio Minardi
Romina Pergolesi
Moreno Pieroni
Boris Rapa
Angelo Sciapicchetti
Federico Talè
Gino Traversini
Fabio Urbinati
Fabrizio Volpini
Sandro Zaffiri
Luigi Zura Puntaroni
Ai Consiglieri eletti vanno le mie più vive congratulazioni e un sincero augurio di buon lavoro in favore della nostra Regione e di tutti i marchigiani, soprattutto quelli più deboli.

(applausi)

L'Assemblea legislativa risulta dunque regolarmente composta da 31 membri, il Presidente della Giunta e 30 Consiglieri, come previsto dal combinato disposto di cui all'articolo 7, comma 1 e all'articolo 11, comma 2, dello Statuto regionale.
Come è noto il comma 1, dell'articolo 13 dello Statuto regionale vigente prevede che l'Assemblea legislativa nella prima seduta e come primo atto proceda con tre votazioni separate all'elezione del proprio Presidente e dell'Ufficio di Presidenza composto oltre che dal Presidente da due Vicepresidenti e da due Consiglieri segretari.
Nella nota tecnica allegata alla convocazione di questa seduta, che tutti voi avete ricevuto, sono state già illustrate le problematiche inerenti all'imminente entrata in vigore delle modifiche al sopraccitato articolo 13 per cui il nuovo Ufficio di Presidenza sarà composto dal Presidente e da due Vicepresidenti da eleggere, questi ultimi, con una normativa diversa.
Successivamente a norma del comma 2, dell'articolo 7 dello Statuto regionale, il Presidente della Giunta regionale sarà chiamato ad illustrare il programma di governo e a presentare gli Assessori tra i quali indicherà il Vicepresidente della Giunta.
Come è altresì noto anche questa disposizione statutaria è stata oggetto della modifica, non ancora in vigore, che prevede un ampliamento, da uno a tre, il numero massimo di Assessori esterni che il Presidente della Giunta può nominare.
Detto questo chiedo all'Assemblea se vi sono proposte in merito ai punti 1 e 2 dell'ordine del giorno, nel senso se si devono trattare subito oppure c'è qualche altra proposta.
Il Consigliere Busilacchi lo conosciamo, pregherei chi vuole intervenire …, così prendiamo nota del nome perché sette sono quelli conosciuti, mentre gli altri …
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente, intanto mi unisco agli auguri di buon lavoro ed al suo saluto che ho apprezzato, li faccio anch'io, a nome mio e del gruppo, a tutta l'Aula e credo che questi anni che passeremo insieme dovranno essere certamente orientati, diciamo, alla cooperazione, alla condivisione per il bene della nostra comunità.
Molto brevemente, come lei ha giustamente ricordato, siamo in questi giorni in una fase di transizione tra due Statuti, il prossimo entrerà in vigore dall’1 luglio, quindi di fatto con il nuovo Statuto i Consiglieri segretari non esisteranno più e verrà modificata anche la normativa di elezione dei due Vicepresidenti con una norma di maggiore garanzia nei confronti della minoranza.
Credo che sia stata una decisione corretta da parte della precedente Assemblea legislativa, perché è andata nel senso della riduzione dei costi e perché ha dato maggiori garanzie alle minoranze di avere con assoluta certezza un Vicepresidente.
A questo punto credo che, se l’Aula è d'accordo, potremmo rinviare l'elezione dei componenti dell’Ufficio di Presidenza, quindi il punto 2, a dopo il primo luglio, in modo da consentire un'elezione pienamente efficace perché è chiaro che qualora eleggessimo oggi i Consiglieri segretari, essi decadrebbero dall'1 luglio, quindi non avrebbe alcun senso e persino l'elezione dei Vicepresidenti potrebbe essere messa in mora dal nuovo Statuto.
Per questa ragione chiedo il rinvio del punto 2 all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Buongiorno Presidente, la ringrazio anche a nome del gruppo del Movimento 5 stelle, voglio dire la stessa identica cosa anche per partire con il piede giusto, quindi, come ha detto il Consigliere Busilacchi, noi chiediamo il rinvio della nomina dei due segretari a quando sarà in vigore il nuovo Statuto regionale, cioè dopo il primo luglio, non ho altro da aggiungere, affinché questo Consiglio parta con il piede giusto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Buongiorno a tutti. Mi associo alla richiesta fatta dai Consiglieri che mi hanno preceduto, anche il gruppo Fratelli d’Italia vorrebbe richiedere il rinvio della nomina dell'Ufficio di Presidenza a quando sarà in vigore la nuova normativa, anche per venire incontro sia al discorso regolamentare che a quello dei tagli dei costi della politica che era alla base di quella modifica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Buongiorno a tutti. Naturalmente mi associo a quanto già detto dal Consigliere Busilacchi, mi associo anche all'introduzione che ha fatto un attimo fa il Presidente per quanto riguarda questo Consiglio che deve lavorare per il popolo marchigiano, perché crediamo che ne abbia bisogno, Signor Presidente, perché esce da una situazione molto pesante e speriamo che possa dare una risposta ad una realtà marchigiana che negli ultimi decenni è stata vista in difficoltà, sapendo quanto soffre il mondo del lavoro, il mondo della sanità e il mondo del sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Buongiorno, innanzitutto grazie per le parole espresse dal Presidente Maggi, auguri veramente di buon lavoro. Abbiamo apprezzato molto questa sua introduzione.
Mi associo agli auguri fatti dal Presidente Maggi al Presidente della Giunta Ceriscioli per un proficuo lavoro e naturalmente speriamo di contribuire all’efficienza di questo Consiglio attraverso la nostra collaborazione.
Anche noi del gruppo di Forza Italia ci associamo alla richiesta fatta dal Consigliere Busilacchi; credo che sarebbe anacronistico procedere in questo modo perché noi abbiamo la grande necessità di recuperare credibilità nei confronti dei nostri concittadini, quindi svilire tutto quello che il vecchio Consiglio ha fatto, in termini di efficienza del Consiglio stesso, la riduzione dei membri anche in termini di costi della politica, mi sembra francamente partire proprio con il piede sbagliato.
Per cui anche noi siamo convinti che questo punto debba essere rinviato alla prossima seduta, a luglio, appena il nuovo Statuto andrà in vigore.
Credibilità ed efficienza non sono soltanto due parole astratte, ma sono due concetti molto importanti che dobbiamo recuperare nei confronti della comunità marchigiana e mi sembra che questo sia un atto che vada proprio in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, mi associo agli auguri che ha fatto il Presidente Maggi.
Per la seconda volta sono tra i più i giovani del Consiglio, questo è un buon segno nonostante sia passata una legislatura, ci tengo però, unendomi alla richiesta di rinvio della nomina dell’Ufficio di Presidenza, a chiarire un aspetto.
Abbiamo vissuto una campagna elettorale, penso tutti, difficile e capiamo bene quante aspettative siano riposte in questa legislatura e in lei Presidente Ceriscioli. Vorrei che fosse chiaro il messaggio che mandiamo all'esterno: questo rinvio non è perché la politica, in particolar modo la maggioranza, non si è messa d'accordo sui nomi dell’Ufficio di Presidenza, sarebbe un messaggio sbagliato, ma è un rinvio perché nella precedente legislatura avevamo adottato delle norme di risparmio della spesa pubblica, di riduzione dei costi, di riduzione del Consiglio regionale e anche di riduzione delle attività dell’Ufficio di Presidenza in termini di costi reali.
Quindi è soltanto con questo spirito che chiediamo il rinvio perché si intercetti quella modifica che andava già nel senso del risparmio della spesa pubblica che avevamo iniziato nella scorsa legislatura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie e buongiorno a tutti, anche noi come gruppo Uniti per le Marche ringraziamo e facciamo gli auguri al Presidente Ceriscioli che dovrà affrontare insieme a tutta quest’Aula, insieme a tutti noi, una legislatura, cinque anni non semplici, come hanno ricordato coloro che mi hanno preceduto.
Condividiamo la posizione espressa dal Consigliere Busilacchi per quello che riguarda il rinvio della nomina dell'Ufficio di Presidenza visto che è importante partire con il piede giusto e per quello che ci riguarda un Ufficio di Presidenza deve andare nelle linee indicate dalla vecchia legislatura, cioè composto dal Presidente e da due Vicepresidenti per dare da subito quel segnale che i marchigiani aspettano, cioè impegno, laboriosità e anche economicità dell'Aula e di tutta questa Assemblea regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie. Tutti i gruppi costituendi si sono espressi su questo punto, in verità essenziale e direi anche logico, nel senso che abbiamo seguito un percorso che già era stato deciso nella precedente legislatura, se pure in extremis, ma mi permetto di ricordarlo, largamente condiviso, cioè il fatto che questo passaggio statutario sia stato fatto d'accordo ed abbia messo oggettivamente, insieme ad altri provvedimenti, la Regione Marche in prima linea in quell'esigenza più generale di rinnovamento, di riorganizzazione della Giunta e del Consiglio.
La stessa diminuzione del numero dei Consiglieri e del numero degli Assessori è su questa linea, quindi lavoreremo di più, lavoreremo forse anche meglio. Spero in uno spirito di concordia come già si sta dimostrando in maniera intelligente ed equilibrata in questa Aula, sotto la guida del futuro Presidente per quanto riguarda l’Aula, e sotto l’attenta guida del Presidente Ceriscioli che ringrazio per l’impegno che ha messo fino ad oggi, questo è già un impegno importante, anche per quello che ha detto riguardo alla garanzia di essere veramente il Presidente di tutti i marchigiani.
Noi abbiamo bisogno, caro Presidente, di superare la faziosità, quello che sta soprattutto rovinando il nostro Paese è l’eccessiva partigianeria, mi auguro che questa non ci sia e che in quest’Aula ci possano essere quella tranquillità e quella calma che ci consentano di affrontare i problemi e di confrontarci nei meriti e non su contrapposizioni sterili. Grazie.

PRESIDENTE. Ci sono altri Consiglieri che chiedono la parola? Mi sembra che tutti i gruppi si siano espressi in favore del rinvio del punto 2 all’ordine del giorno, c'è qualcuno, visto che c’è un’autonomia dei Consiglieri, che si oppone al rinvio? C’è qualcuno che si astiene? No. Direi allora di proclamare all'unanimità il rinvio del punto 2 dell’ordine del giorno. Bene. Grazie.
(…) Non serve tutti si sono espressi, se voi chiedete il voto va bene. Chiedete il voto? Se chiedete il voto …, se qualcuno chiede il voto con il pulsante lo dice e facciamo il voto con il pulsante, ma non è obbligatorio. Se siamo tutti d'accordo, no! Vedete io che sono nuovo so tutto!

Elezione del Presidente dell'Assemblea legislativa
(art. 13, comma 2, Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione del Presidente dell'Assemblea legislativa, ricordo che questa elezione è disciplinata dall'articolo 13, commi 1 e 2, dello Statuto regionale.
In base alla normativa citata si procede a scrutinio segreto, scrivendo - state bene attenti soprattutto i nuovi - il nome e cognome, o solo il cognome del prescelto sull'apposita scheda che sarà distribuita.
Non sono previste dichiarazioni di voto, come non è prevista nessuna discussione, essendo l'Assemblea legislativa riunita in funzione di seggio elettorale. Possono, invece, essere presentate candidature alla carica di Presidente.
Per garantire una maggiore riservatezza e regolarità nelle operazioni di voto sono state previste queste modalità.
Un Consigliere Segretario effettuerà la chiamata dei Consiglieri secondo l'ordine alfabetico.
Ciascun Consigliere chiamato ritirerà la scheda di voto dal commesso posto alla destra del tavolo della Presidenza e si recherà nella zona retrostante - dietro questo muro - dove è stato allestito un seggio per esprimere il proprio voto; successivamente deporrà la scheda nell'urna sistemata sulla parte sinistra del tavolo della Presidenza.
Invito pertanto il Consigliere segretario Mirco Carloni a spostarsi accanto alla collega Manuela Bora al fine di vigilare, entrambi, sulla regolarità delle operazioni di voto.
Ricordo, inoltre che ai sensi del comma 4 dell'articolo 45 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa, la votazione a scrutinio segreto è valida se il numero delle schede deposte nell'urna non è inferiore alla metà più uno dei componenti assegnati all'Assemblea stessa, cioè 17 schede; che ai sensi del comma 2 dell'articolo 13 dello Statuto regionale, per l'elezione del Presidente dell'Assemblea nelle prime due votazioni è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti assegnati all'Assemblea stessa, cioè 16 voti, mentre alla terza votazione è sufficiente la maggioranza dei voti validi espressi. Non sono voti validamente espressi quelli risultanti da schede bianche o nulle. In caso di parità si dovrà procedere ad ulteriori scrutini ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del Regolamento interno.
C'è qualcuno che chiede la parola per la presentazione delle candidature?
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. A nome del gruppo del Partito Democratico avanzo la proposta a candidato Presidente dell'Assemblea legislativa regionale del collega Antonio Mastrovincenzo.

PRESIDENTE. Ci sono altri che chiedono la parola per avanzare una candidatura?
Se non ci sono altre richieste di intervento, invito la Segretaria Consigliera Manuela Bora a procedere alla chiamata dei Consiglieri in ordine alfabetico.

(La Consigliera Segretaria Manuela Boria effettua la chiamata)

(Segue votazione per appello nominale e a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:
Votanti n. 31,
schede bianche n. 9,
schede nulle n. 0,
schede valide n. 22.
Ha ricevuto 22 voti il Consigliere Antonio Mastrovincenzo che viene quindi proclamato eletto dall’Assemblea legislativa come Presidente e lo invito a prendere il posto alla Presidenza.

(applausi)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ringrazio i Consiglieri che mi hanno accordato la fiducia oggi in quest’Aula.
Garantisco trasparenza, imparzialità, ampia disponibilità al confronto e al dialogo con tutte le forze politiche qui rappresentate sempre nel pieno rispetto delle regole.
Auspico che da parte di tutti i Consiglieri ci sia una partecipazione costante, attiva e collaborativa, rispetto reciproco, senso dell'istituzione che rappresentiamo.
Il numero ridotto di Consiglieri deve indurci tutti a lavorare di più e meglio per la crescita delle Marche a beneficio di tutta la comunità, in particolare di chi è maggiormente in difficoltà in questo periodo di grave crisi economica.
Lo dovremo fare anche per dare una risposta concreta alla disaffezione ed al senso di diffidenza che molti cittadini hanno nei confronti di chi li rappresenta.
Auguro quindi al Presidente Ceriscioli ed a tutti voi un buon lavoro. Grazie.

(applausi)

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine al programma di governo e alla composizione della Giunta
(art. 7, comma 2, Statuto regionale)
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno al punto 3 reca le comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine al programma di governo ed alla composizione della Giunta.
Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Per quanto riguarda questo punto all’ordine del giorno, la prima cosa importante che voglio sottolineare è che ho qui con me 40 pagine di documento (*) che costituiscono il programma, il progetto, per questi cinque anni di governo della Regione Marche.
Sono le stesse parole, le stesse frasi che mi hanno accompagnato in un lunghissimo percorso che mi ha portato fino a qua.
Sono le parole spese con i cittadini marchigiani negli incontri che tutti quanti abbiamo fatto nell’avvicinarci all’appuntamento elettorale, arricchito dai contributi, dalle idee, dalle proposte che sono nate giorno dopo giorno in tutto il nostro territorio, incontrando categorie di imprese, singoli cittadini, associazioni, tutte quelle realtà vive che rendono forti le Marche e mi sembra importante, come primo gesto di coerenza, che non ci sia differenza tra quello che è stato detto loro nei mesi che hanno preceduto il voto con quello che è il progetto di governo della nostra regione .
Mi sembra difficile leggere 40 pagine di programma anche perché è piuttosto dettagliato, entra in tanti aspetti, mi sembra più importante mettere agli atti, consegnare questo documento in modo che tutti i Consiglieri possano prenderne visione e seguirne passo passo scelte ed indirizzi, vedere le cose che condividono, quelle che condividono meno, per un lavoro che possiamo fare insieme in questi anni di legislatura.
All’Aula preferisco fare un’illustrazione di questi contenuti seguendo principi, idee, progetti, che possono ben raccontare quelli che sono i desideri, gli obiettivi di questo mandato, di questa legislatura.
Il primo tema affrontato è quello caro a tutti i marchigiani, la priorità numero uno, quella che tutti quanti credo abbiamo nel cuore: un rilancio e la crescita dell’economia, ridare occupazione alla nostra regione. Il 10% di disoccupati, il doppio e più di disoccupazione giovanile, sono dati preoccupanti, sono quel distacco che vivono i nostri concittadini rispetto ad una storia di qualche anno fa che ci raccontava di una regione con la piena occupazione, con la cosiddetta disoccupazione fisiologica, in un contesto economico di crescita e di benessere.
Recuperare questo dato, lavorare sull'occupazione diventa la priorità numero uno del governo regionale. E’ un grande impegno! Sono tanti gli attori che concorrono a questo risultato, noi dovremo fare la nostra parte, come istituzione, come soggetto che ha tante frecce al proprio arco per sostenere la comunità marchigiana nello sforzo di cogliere quelli che vengono chiamati i primi segnali di ripresa. E’ di pochi giorni fa l’illustrazione da parte della Banca d'Italia dei dati economici della nostra regione in rapporto con gli italiani.
I grafici e le curve della crisi hanno iniziato a planare, non c’è più la discesa, c’è un momento di sospensione, una piccola crescita che può essere solo un segnale attraverso il quale sperare, puntare, al rilancio del sistema.
Non abbiamo la ripresa in termini pieni, non c'è una stabilità di questo dato, è nella costruzione dei prossimi anni che noi potremmo lavorare per questo obiettivo, vedere quelle curve che parlano di investimenti, di occupazione, di esportazione, vedere quel dato crescere per centrare l'obiettivo che ci siamo dati.
Quali sono le nostre attività? Cosa possiamo fare? Qual è il nostro ruolo dentro questo contesto? Come ho detto prima sono molti gli strumenti attraverso i quali operare e attraverso i quali poter dare linfa vitale al sistema.
Le nostre imprese nel lungo percorso di questa crisi che oggi possiamo definire come una nuova situazione economica marchigiana, hanno ormai individuato con grande chiarezza quali sono gli strumenti e le strategie per il rilancio.
Il primo, il più importante, il processo di internazionalizzazione delle nostre imprese. Il mercato è diventato un mercato globale nel quale competere. La dimensione piccola, medio piccola, delle nostre realtà ha segnato proprio la difficoltà di poter utilizzare appieno questi strumenti.
Lavorare in maniera determinata per ridefinire gli strumenti che permettano alle nostre imprese di poter affrontare i mercati internazionali, creando quella che è una sinergia finora mai realizzata fra i tanti soggetti che oggi si occupano in maniera frammentata di questa materia così delicata.
Lavorare per un unico soggetto, un’unica agenzia dove possano partecipare le Camere di Commercio, il sistema delle imprese, i corpi intermedi, la Regione Marche, dove concentrare le risorse in azioni che guardano con attenzione ai bisogni delle realtà imprenditoriali marchigiane.
Come ho detto prima, non ci sono solo, anzi sono poche, le grandi imprese, sono tante le piccole, piccolissime imprese, vanno calibrati gli strumenti che possono dialogare con tutte le parti, tutte le componenti dell’economia marchigiana. Quindi dal vaucher che chiamiamo lo strumento base, a strumenti più complessi in grado di permettere alle imprese di affrontare questa dimensione di crescita e sviluppo.
Il secondo tema importante: i fondi europei. Avremo a disposizione, sono già partiti i primi bandi dei fondi europei e le risposte sono significative, 1.200 milioni, 500 sull'agricoltura, 700 sulle altre voci. Leva unica, straordinaria, sulla quale puntare per poter finanziare politiche come quella che ho detto prima dell’internazionalizzazione e più in generale le varie aspirazioni che hanno le imprese.
Il desiderio è quello di poter dare, nella selezione dei progetti, un peso specifico maggiore a quelli che sono in grado, nel breve e medio periodo, di creare nuova occupazione. Lo sguardo sul lavoro deve essere uno sguardo che copre ogni attività, ogni obiettivo, ogni azione e se usiamo questo come metro per poter valutare cosa fa crescere, cosa finanziare, noi potremmo a breve fare in modo che quei fondi, quelle risorse così importanti, si possano incontrare con i bisogni del nostro territorio.
Oltre ai fondi propri, i 1.200 milioni, ne esistono tanti altri, abbiamo delle opportunità enormi che guardano all'Europa attraverso lo strumento della Macroregione Adriatico-Ionica, finalmente avviata in quella che è la sua definizione europea, ma non ancora nella capacità di creare quella rete fra gli otto Paesi e le Regioni che ne fanno parte per poter concorrere ai fondi comunitari. Fondi di una misura ben superiore ai 1.200 milioni, ma non garantiti al nostro territorio. Lì sta la capacità delle nostre strutture, della nostra riorganizzazione, sulla cattura dei fondi europei di poter accedere anche a quelle risorse, perché ogni milione di euro che riusciremo a prendere direttamente dalla Comunità europea sarà valore aggiunto all'interno del nostro sistema. Quindi non solo gestione di quello che è già assegnato alla Regione, ma grande spinta per catturare ulteriori fondi.
Abbiamo da sedici anni una struttura a Bruxelles che oggi si occupa prevalentemente di segnalarci quelle che sono le opportunità rispetto ai fondi comunitari. Dobbiamo incrementare il lavoro con questa struttura per fare in modo di essere capaci di catturare sempre più risorse a favore del nostro territorio, di creare rete.
Mettere le istituzioni a fianco di quelle imprese, di quelle realtà che oggi sono in grado ed hanno desiderio di utilizzare questa riva straordinaria di fondi europei come strumento di investimento e di crescita, quindi non solo i fondi destinati alla Regione Marche, ma anche capacità di catturarne altri e fare sistema. Anche in questo caso, come nel tema della internazionalizzazione, non sarà solo interno all’ente Regione, ma in termini di collaborazione, come dicevo prima, con l’intero territorio regionale, con i nostri partner, quei soggetti che insieme a noi hanno condiviso la strategia della Macroregione.
Altro asset importante nel tema delle imprese è il credito. La crisi a mio giudizio è iniziata soprattutto, prima di tutto, come crisi del credito. La stretta creditizia ha bloccato anche le imprese che erano ancora in grado di competere, di crescere, che avevano le idee giuste, i progetti giusti, ma mancavano di capacità finanziarie.
Non possiamo far mancare un’attenzione forte su questa voce, perché il rilancio della crescita del credito significa dare gli strumenti per permettere alle imprese di portare avanti le iniziative, come dicevo prima, rispetto ai propri bisogni.
Il credito parte dalla parte più piccola della comunità. Il microcredito molto caro al Movimento 5 Stelle, è molto caro anche a me, lo dico per esperienza da amministratore, ho visto nascere tante piccole imprese sostenute dal microcredito promosso con il prestito d’onore della Regione Marche, quindi, come nel caso dell’internazionalizzazione, dobbiamo avere la capacità di guardare l'intero sistema non solo ad alcuni, non solo a pochi, non solo ai grandi, ma a tutti quelli che sono in grado di dare con il loro piccolo contributo, il loro contributo più grande, un’opportunità per un posto di lavoro, per la crescita economica della nostra regione.
Significa in questo caso partire dal microcredito per poi spostarci su uno strumento oggi indispensabile che è lo strumento del Confidi.
Pochi giorni fa, ho partecipato ad una conferenza stampa insieme ad una banca importante della nostra regione che metteva a disposizione un plafond di 450 milioni per le imprese marchigiane, 300 sugli investimenti e 150 per la liquidità, e cos’è che serve per aiutare soprattutto quella fascia grigia, cioè quelle imprese che di per sé non hanno tutti i requisiti, ma hanno idee, hanno capacità, hanno voglia di affrontare la crescita e lo sviluppo?
Si tratta di affiancare alle garanzie che sono in grado di dare loro, il percorso di valutazione e di sostegno da parte dei Confidi per offrire quel differenziale, in termini di garanzia, che poi permetta alle banche di erogare questi fondi significativi. Lo diceva il Direttore generale della banca, ce lo dicono le imprese, lo dicono le categorie: come rafforzare il sistema dei Confidi? E’ importantissimo continuare in quell'indirizzo dato cinque anni fa in quest'Aula, ma poi nei fatti non realizzato, unire più possibile la frammentazione che oggi abbiamo nel sistema dei Confidi, perché 2 Confidi che funzionano, uniti fra loro, hanno una capacità in termini di sostegno dell'economia, moltiplicativa, non è una somma aritmetica, ma è quasi un prodotto, una moltiplicazione di risorse perché i meccanismi permettono di utilizzare quel plafond che si unisce nei 2 Confidi in maniera ancora più forte sul sistema economico marchigiano, e qui il ruolo della Regione come regia. E’ una parola chiave per me, è una delle dimensioni più importanti che possiamo avere come ente in termini soprattutto di gestione: stare nei processi per facilitare, per assecondare quei percorsi che creano valore, che creano virtuosità.
La Regione come regista di strategie che possono rafforzare il contesto del nostro territorio, quindi nel caso dei Confidi fare in modo che i Confidi sani, quelli che hanno capacità di offrire risorse alla comunità, possano unirsi e diventare strumenti a 360° nel sistema di imprese per dare sostegno, come ho detto prima, a quella che si chiama fascia grigia di imprese che di per sé non ha tutte le caratteristiche per la finanziabilità di una banca, ma con l’affiancamento del Confidi, con la valutazione della forza di quel progetto imprenditoriale, è possibile far ottenere risorse per destinarle poi alla crescita del nostro sistema.
Sempre in termini di imprese, di sviluppo, il tema delle infrastrutture, ovviamente parlo sia delle infrastrutture materiali che di quelle immateriali, oggi preziosissime ed importantissime.
Noi segniamo un ritardo importante sull’agenda digitale europea. Le Marche, anche zone impensabili, sono poco servite dalla banda larga. Oggi per un’attività economica, per un'impresa, ma io dico anche per il singolo cittadino che vuole informarsi alla scuola, che vuole svolgere bene la propria attività, non c’è una parte del sistema che non abbia bisogno di avere un accesso rapido alle reti mondiali fornite da internet. Quindi recuperare il tempo perduto sulla rete informatica nel nostro territorio regionale, sulla banda larga, significa creare tante opportunità. Quanti mercati oggi passano attraverso il web, quanti scambi, quante relazioni! Il mercato turistico si è spostato in maniera importante in termini di prenotazioni sul web. Conoscere gli strumenti, avere a disposizione la banda larga sono gli aspetti essenziali per poter vincere le sfide più importanti che abbiamo di fronte a noi, più le reti tradizionali, in termini di completamento di quelli che sono lavori di cantieri che vediamo andare avanti da anni. Penso al tema della Quadrilatero, piuttosto che alla terza corsia autostradale, al rafforzamento anche delle vie ferroviarie per poter aumentare le modalità di utilizzare il ferro come strumento di passaggio, penso alla creazione, alla definizione, di opere attese da tantissimo tempo, penso all’uscita ovest del porto di Ancora, ai camion che ancora oggi si infilano di fianco a Torrette che creano disagi fortissimi e che invece andrebbero indirizzati verso l'autostrada.
Ma anche qui oltre allo sviluppo, oltre all’elenco delle opere, oltre alle cose da fare e da completare, anche il ruolo di regia della Regione, c’è un porto strategico importantissimo, il porto di Ancona, un'infrastruttura che ci permette di poter creare quell'intermodalità fra nave, ferrovia e asfalto.
L’interporto di Jesi, anche questa un'infrastruttura ha sviluppato la sua capacità, ma ancora non riesce a determinarla appieno. Aumentare l’attività dell’interporto significa creare immediatamente occupazione, quindi mettere insieme, fare la regia fra l'aeroporto, il porto e l'interporto non è un fatto astratto, significa rendere più competitive le nostre imprese, perché la logistica è una componente di costo importante, ed essendo una componente di costo nel momento in cui si affronta diventa una componente di competitività e nel momento in cui si abbatte permette la creazione di posti di lavoro perché la logistica è una attività che necessita di personale, di figure che si adoperano all’interno di questo sistema, ed è un paradosso che realtà che hanno una forte relazione con la Regione Marche non abbiano trovato tutte le sinergie necessarie per poter tutte quante crescere. Isolati si è più deboli, insieme tutti quanti, rafforzando l’azione di sistema, si rafforzano anche singolarmente le proprie opportunità di crescita e di sviluppo.
C’è un asset che per me è il più importante di tutti, l’ho lasciato da ultimo perché è un ruolo che ci riguarda tutti quanti qui in quest’Aula, è il tema della semplificazione normativa, della sburocratizzazione, dell'eliminazione di tante norme che spesso non sono efficaci rispetto agli obiettivi che si vogliono raggiungere. E’ il peso più segnalato, più indicato da qualunque imprenditore marchigiano, che si tratti di un agricoltore che ti racconta: “Ho scelto questo lavoro perché mi piace stare in mezzo alla natura, mi piace sviluppare un certo discorso anche in termini chiamiamoli personali e mi trovo a fare il burocrate perché devo compilare quotidianamente tanta di quella carta in quanto sono soggetto a decine e decine di controlli che mi fanno dedicare un bel pezzo del mio tempo a interloquire con, credo, 18 diverse agenzie che si occupano delle verifiche in campo agricolo”.
Voi capite che questa espressione, questa visione, è la scelta, è la determinazione che potremmo insieme segnare in termini di fortissimo cambiamento. Nel nostro Paese ogni volta che si parla di semplificazione iniziano a fuggire tutti perché il timore è che dopo la semplificazione si abbia un carico ancora più pesante in termini di attività. Una nuova legge che si aggiunge alle altre e che volendo semplificare aumenta gli adempimenti e le difficoltà.
E’ un compito nostro, è uno sguardo su quello che facciamo, è un'attenzione, perché semplificare l’insieme normativo è uno dei compiti fondamentali di quest’Aula che dovrebbe far incontrare la conoscenza del territorio, della Regione, con i suoi bisogni, con la nostra potestà legislativa. Usare questa potenzialità straordinaria che abbiamo per rendere più semplice e più agevole la vita dei cittadini, fare delle leggi uno strumento di crescita, di spinta e non l'ostacolo alla realizzazione dei progetti dei marchigiani.
Questo per me è uno dei compiti più importanti; vincere questa scelta, riuscire ad essere un modello a livello nazionale, iniziare a lavorare per eliminare leggi non per produrne di nuove, sentirci gratificati quando restituiamo al sistema qualità senza appesantirlo.
Penso sia la sfida più importante, riguarda tutti quanti perché la legge è frutto del lavoro di Commissioni, di confronti, di percorsi, poi arriva in Aula. A quella concorrono tutti, non è la Giunta, l’esecutivo, che lavora nella logica in termini di gestione, è un’altra attività più importante che è proprio del Consigliere regionale.
Se abbiamo nella testa questo scopo, se ci sappiamo confrontare con chi è fuori da quest'Aula, con i cittadini che sono il nostro punto di riferimento, credo che noi riusciremo a fare questa vera rivoluzione, cioè avere una regione che diventi anche più attraente, più interessante per un investimento, perché la capacità di attrarre investimenti deve essere un’altra dimensione vissuta come una sfida, perché? Perché ha sviluppato un sistema di norme che rende la vita più semplice, più chiara e permette di creare opportunità ai nostri territori.
Questo è un quadro di azioni che se ben gestite, ben congegnate, di fianco a quelle più tradizionali che sono azioni, chiamiamole, difensive. Partecipare ovviamente ai tavoli di crisi è un impegno che la Regione farà a pieno nei prossimi anni, come ha fatto fino ad oggi, col desiderio di essere lì a portare la voce di un territorio che vuole difendere un posto di lavoro soprattutto di fronte a situazioni paradossali di chiusure di imprese che funzionano. E’ una cosa dei nostri tempi, è la filosofia di un mercato finanziario che pur di guadagnare un euro in più è capace di mandare a casa centinaia di persone perché da un’altra parte potrà produrre in maniera più economica e più conveniente pur guadagnando oggi dov’è.
A quei tavoli ci saremo, cercheremo di dare tutti gli strumenti che permettano di reggere la negatività ancora oggi forte del sistema dal punto di vista economico, ma soprattutto dobbiamo lavorare su tutti gli elementi di rilancio, di crescita, di sviluppo.
A fianco dello sviluppo, in una dimensione parallela, altrettanto importante è la dimensione dei servizi. Credo che lo sviluppo, il modello marchigiano sia un modello forte perché ha saputo tenere insieme negli anni, ovviamente sto parlando degli anni migliori, da una parte la crescita economica e dall'altra lo svilupparsi di una rete di servizi che tenesse conto di tutta la comunità, una comunità attenta agli ultimi.
La Regione Marche, se voi guardate i fondi che negli anni ha erogato sotto il profilo del welfare, è fra le Regioni che pro capite ha messo a disposizione più risorse. E’ una tradizione che accompagna, secondo me, un'idea di crescita e di sviluppo. Uno sviluppo senza fratture dove teniamo insieme la parte capace di competere, quella a cui dobbiamo dare gli strumenti che dicevo prima, e l’attenzione nei confronti di chi ha più bisogno.
L’impegno che mi sono preso con tante persone in campagna elettorale, confermo oggi, è l'impegno di ripristinare i fondi sociali regionali per quest’anno perché, lo dico, sono circa 30 milioni. E’ la prima richiesta che ho fatto da Presidente alla struttura. La prima cosa che ho chiesto: “Lavoriamo per recuperare queste risorse”, perché è un modello che sta cambiando e dall’anno prossimo ci potrebbero essere diverse risorse, diverse modalità. Lo Stato ha deciso di portare su di sé modi diversi di finanziare il sociale, ma quest’anno dobbiamo reggerlo, non possiamo far saltare il nostro sistema di welfare, non possiamo interrompere quell'idea di governo che tiene insieme sviluppo e comunità. E’ la nostra cifra, è la nostra identità di marchigiani, dico io, e su questo ci sarà il massimo impegno. Ripristinare quelle risorse, metterle a disposizione dei Comuni, degli Ambiti sociali, dei servizi che si occupano della parte della comunità che ha più bisogno per non perdere questa caratteristica, per non creare una frattura che non c’è mai stata.
L’altra parte importante, importantissima dei servizi, è quella dei servizi sanitari. Se guardiamo gli studi, i sondaggi che si fanno con i cittadini sulla sanità nelle Marche, emerge un doppio giudizio, da una parte c’è un giudizio positivo sulla sanità marchigiana, il cittadino marchigiano sente che è una sanità di qualità che risponde ai propri bisogni, dall'altra lo stesso cittadino dice: “Però stiamo perdendo terreno, stiamo andando indietro”. Liste di attesa che si allungano, maggiori difficoltà nell’avere la risposta, la necessità di dover spendere di tasca propria per poter accorciare i tempi delle liste d’attesa. Anche questa percezione, estremamente negativa, è molto rappresentata dai marchigiani e diventa frattura. Frattura fra governo e cittadini, perché vedete nell'analizzare l'allungamento delle liste d’attesa il giudizio che il cittadino ha è che dietro questo ci siano forti interessi che agiscono per catturare ulteriore valore dalla prestazione pagata dal cittadino stesso.
Allora accorciare, ridurre le liste d’attesa, lavorare sul sistema sanitario, ovviamente in modo molto più ampio di come sto dicendo con queste poche parole, è un obiettivo che non solo riqualifica i servizi e fa cambiare l’opinione sul sistema che sta arretrando, ma anche in questo caso è ricomporre una pericolosa frattura che si può creare. Dare questa risposta nei tempi dovuti, visto che i cittadini con le tasse già pagano i servizi sanitari, significa ricreare una sintonia fra chi governa e chi è governato, fra la comunità e chi ha la responsabilità di governo, perché togliamo quell’idea che a prevalere non sia il bisogno della persona, ma siano gli interessi che stanno sopra la testa di tutti.
Da questo punto di vista sulla sanità ci sarà tanto lavoro da fare, una riforma disegnata un paio di anni fa con tanti contenuti condivisibili, di fatto è rimasta sulla carta, le scelte non sono state fatte, mentre quelle scelte dovevano concorrere a migliorare la qualità dei servizi ed a rispondere ad un modo diverso di vedere l'organizzazione del sistema sanitario con due polarità molto chiare. Polarità che vanno viste in maniera assolutamente integrata. Abbiamo vissuto il tema del territorio, il tema delle acuzie come una dicotomia, una rottura all’interno del sistema sanitario, quando tutti quanti poi ci rendiamo conto che solo se queste due parti riescono ad avere un giusto equilibrio nell'organizzazione della sanità, i cittadini avranno le risposte di cui hanno bisogno. Perché se una delle due parti non funziona, la richiesta, la ricerca della soluzione finisce il più delle volte a generare inappropriatezza, spreco. Nell’inappropriatezza non c’è solo costo economico, ma c'è anche una risposta che non è adeguata al bisogno.
Faccio un esempio banale, un cittadino che ha bisogno di una struttura come una r.s.a. che non trova posto in una struttura di tipo territoriale e rimane per due settimane in più in un ospedale per acuti, non è solo un costo spropositato rispetto a quello che si dovrebbe avere in maniera appropriata, ma non è il servizio di cui ha bisogno. L’ospedale per acuti opera per acuti, non segue quelle necessità che sono tipiche invece dell’anziano non autosufficiente che ha la necessità di cure importanti, caratteristiche di altre strutture. Quindi riorganizzare il sistema, rompere la dicotomia, dare equilibrio fra territorio e acuti era la missione della riforma sanitaria, ma se le cose rimangono sulla carta difficilmente possono produrre risultati. Il nostro impegno, il nostro sforzo, deve essere quello di rafforzare la medicina territoriale in forza del fatto che oggi il tema centrale della sanità è l'allungamento della vita e la conseguente presenza di malattie croniche, e la gestione del malato cronico è il nodo centrale del sistema sanitario. Il territorio che gestisce al meglio la malattia cronica fa in modo che si riacutizzi il meno possibile, che non scarichi le proprie contraddizioni sulle strutture per acuti, permettendo dall'altra parte il riordino di quelli che sono i sistemi sanitari per acuti che vanno verso l'appropriatezza e quindi la qualità. Numeri, strutture tecnologie, per dare qualità e sicurezza ai cittadini.
Grande qualità sulla parte degli acuti e forte risposta in termini di accompagnamento della persona nella parte che riguarda il territorio ed un disegno di sanità che, tenendo insieme le due polarità, portando avanti questa riforma che, a parità di risorse, perché in sanità anche questo anno sono state riassegnate le stesse identiche risorse che avevamo l’anno scorso, ci permetta di poter gestire al meglio questo servizio fondamentale a tutela dei cittadini.
Sulle politiche poi che riguardano i tanti settori di cui si occupa la Regione ce ne sono alcune di particolare importanza, la prima: le politiche ambientali, uno di settori sui quali possiamo produrre credo un buon salto di qualità.
Ci sono parole chiave a me molto care che si sposano perfettamente con quello che deve essere alla base del cambiamento nelle politiche ambientali, le due parole chiave sono: partecipazione e trasparenza.
Senza partecipazione e senza trasparenza le politiche ambientali non si fanno. Il successo delle politiche ambientali passa attraverso questo paradigma, essere assolutamente chiari nei processi che si portano avanti e chiamare alla partecipazione i soggetti, non escluderli facendoli magari organizzare, giustamente, perché all'oscuro di quello che si sta facendo e preoccupati perché al confine dei temi ambientali ci sta la salute. Tutta l’attività di prevenzione sulla salute, che sarà il risultato del processo di riordino perché libererà risorse a favore della prevenzione, passa attraverso una corretta gestione e attenzione al nostro ambiente. Abbiamo un patrimonio straordinario di bellezza che va conservato iniziando con le politiche ambientali.
Quindi attraverso la partecipazione e attraverso la trasparenza noi possiamo percorrere strade nuove, coinvolgere i cittadini sulle scelte, fare le cose che servono, mettere quella tutela sul paesaggio, sulla salute dei nostri marchigiani a cominciare dalla prevenzione che si fa con l'attività di recupero di situazioni da bonificare e con l’investimento laddove facciamo cose che rispettano l'ambiente ed esaltano le qualità.
L'agricoltura è un settore importantissimo dell’attività regionale. Metà dei fondi europei quasi sono destinati all'agricoltura. E’ nell'agricoltura che noi troviamo tanti fondamentali, quando parliamo di ambiente, di difesa del suolo tutto comincia con un territorio agricolo che ha l’opportunità, attraverso le risorse, di poter essere mantenuto e diventare un’eccellenza.
C’è una vivacità straordinaria nel settore primario che è quello più antico, quello che sembrava, una quindicina di anni fa, qualcosa di residuale, di abbandonato. C’è una vivacità, un'innovazione, una capacità straordinaria da cogliere, un'opportunità sulla quale possiamo lavorare molto e fare in modo che questa volta i 500 milioni di fondi europei destinati all’agricoltura possano accompagnare veramente quel desiderio di crescita e di qualità.
Ci sono temi strategici come appunto lo sviluppo delle filiere corte che mantengono il valore all’interno del sistema; il biologico che ha delle opportunità di mercato straordinarie; come dicevo prima la difesa del suolo dà riconoscere fra le attività che l’agricoltore fa; il cambio generazionale, dobbiamo fare in modo che i giovani che vogliono subentrare alle vecchie generazioni abbiano tutte le opportunità per farlo, credere fortemente nel valore di questo settore e al fondo di questa idea, come dicevo prima, c'è la conservazione del nostro territorio, la bellezza che sarà l'immagine, l'identità piena della nostra regione attraverso l’agricoltura fatta secondo canoni e criteri che, come dicevamo noi, possano veramente ricostruire una sintonia fondamentale.
Il turismo è l'altra parola di cui tutti quanti ci siamo riempiti la bocca ed in termini concreti poche cose, puntuali, slegate, non in termini di sistema. E’ il mercato che è continuato a crescere ininterrottamente, mondialmente, negli ultimi dieci anni. Siamo il Paese dove tutti quanti vorrebbero venire. L’Italia è il primo obiettivo, milioni di turisti che non esistevano oggi vogliono venire qua, ma perché tra la loro volontà e quello che fanno c'è un salto? Perché manca quello che sta in mezzo, cioè la capacità di trasformare un desiderio in una realizzazione.
Negli incontri che riguardavano il turismo, e l’ho messo ovviamente nelle quaranta pagine, temi che sembrano collaterali in realtà sono centrali, l'aeroporto e il turismo sono strategici. I Paesi che più vogliono venire sul nostro territorio, quelli che si riconoscono nei territori delle Marche, le colline, la montagna, la storia, la cultura, tutto quello che noi siamo in grado di offrire, di rappresentare, sono in modo particolare i Paesi del nord Europa. Paesi ricchi che sono in grado di offrire un turismo di qualità, ma se non creiamo i collegamenti, la logistica che permette in maniera agevole di poter venire nel nostro territorio, noi perdiamo fette importanti di questo mercato mondiale.
Dobbiamo creare quegli elementi di connessione fra un desiderio e la realizzazione e nel turismo fra il sostegno delle attività per una riqualificazione, ad esempio, e le loro strutture sull’apertura in termini di formazione, di professionalità nuove che servono nel campo del turismo e in termini anche qui di regia, come ho detto prima. Fare in modo che l'agricoltura marchigiana che cresce in termini di tipicità, di qualità, di caratteristiche, si possa sposare con l’offerta turistica. Fare in modo che l’albergatore di Fano possa offrire i prodotti che parlano del territorio, fare dell’esperienza nelle Marche un’esperienza di identità, creare fino in fondo l’identità marchigiana e fare in modo che il sistema condivida scelte e strategie.
L'agricoltura e il turismo hanno una caratteristica inequivocabile, altro tema sul quale dobbiamo essere sempre concentrati, non sono delocalizzabili. Noi non possiamo delocalizzare, se uno vuol venire nelle Marche, non possiamo delocalizzare la struttura alberghiera marchigiana e l'agricoltura che nasce sulle nostre colline.
Investire in questi settori significa anche investire in beni che nessuno potrà portare via da qua, quindi mantenere il tema della durabilità, così chiamano la sostenibilità i francesi, durabilitè, è il tema che anche in questo settore ci permette di dire che “quello che investiamo non sarà per un periodo, per un po' di anni, per un’industria che magari un giorno qualcuno porterà via, ma è su segmenti di settori che rimarranno per sempre patrimonio della nostra regione ”. E’ un occhio particolare della costruzione, come ho detto prima, di un’identità che ci permette di restare qua.
La pesca. Credo che nell'Adriatico possiamo dire che abbiamo il pesce più buono del mondo, noi ce lo diciamo, poi magari non è vero, però certamente abbiamo una grande qualità anche in questo settore, con i fondi europei, sostenendo le attività che, debbo dire, hanno passato anni molto difficili ed hanno bisogno di essere sostenute perchè danno anche loro forti contributi in termini di sistema. Sono un pezzo della nostra identità, sono un settore attraverso il quale possiamo ottenere importanti risposte e soddisfazioni, così come i settori più innovativi. Sapete che le Marche nella green economy sono la seconda realtà nazionale, come investimento, siamo quindi capaci di creare dall'ambiente forti opportunità di crescita e sviluppo, siamo forti sulle nuove tecnologie. Nelle Marche sono insediate tantissime aziende che si occupano di software, di grande prestigio, di grande qualità a livello nazionale, me lo hanno spiegato così, perché i dipendenti di queste aziende, per il lavoro che fanno, hanno bisogno di un contesto qual è la nostra realtà, sereno, in grado, usciti dal lavoro, di potersi ricostituire, rigenerare per poter dare il meglio in termini di creatività.
Siamo forti in tanti aspetti che conosciamo poco, ma sui quali possiamo puntare perché sono leve che in termini di sistema danno un contributo a tutto quello che sta attorno a loro.
Dobbiamo lavorare sul commercio, è quasi il punto di sintesi di tante questioni che abbiamo citato. La ricostruzione di una identità ci permette anche di puntare di nuovo su uno dei progetti che io apprezzavo di più della Regione Marche e che riguarda i centri storici in termini di riqualificazione commerciale. Chi ha fatto l’amministratore vedo che annuisce, sono fondi che sono stati utilizzati positivamente, cioè ricreare un'identità anche nel commercio, creare le condizioni per fare in modo che passando per un nostro centro storico, che sia un centro storico di una grande città, piuttosto che di un Comune più piccolo, sempre centro storico è, si possa percepire attraverso l’attività commerciale l'identità, i prodotti, la storia della nostra regione. Creare quel centro commerciale naturale fatto di monumenti storici, di palazzi, di architetture e di luoghi straordinari e non di spazi senza identità, senza anima, come sono i grandi centri commerciali, chiamiamoli innaturali.
Significa anche qui avere un progetto complessivo, dove turismo, commercio, agricoltura, pesca, eccetera, si combinano per dare forza, come dico io, ad un’identità marchigiana più forte.
In questi giorni della cultura, anche in questo caso un paio di città della nostra regione, da uno studio fatto dalla Fondazione Singola, si sono mostrate come quelle che creano più opportunità di occupazione attraverso l’attività culturale. Anche questo si sposa con gli altri settori perché la cultura vissuta in termini di comunicazione è in grado di portare, di attrarre, risposte importanti all'interno del sistema turistico e via dicendo.
Anche qui il salto di qualità deve essere nel superare la fase del finanziamento a tutti, purché sia, invece, concentrarsi sulle manifestazioni di qualità che possano diventare grandi attrattori rispetto al turismo, quindi, rafforzano turismo, commercio, occupazione e via dicendo. Unire al valore universale della cultura, che va al di là del fatto che produca un posto di lavoro in più, perché la cultura ha un valore in sè, questa opportunità di una regione che ha grande capacità nella produzione culturale. Noi siamo capaci perché c’è una storia, perché c’è una tradizione, di mettere in piedi iniziative di eventi di grandissimo spessore, credibili e di sostanza.
Ho visto altre cose in giro per l’Italia, si, magari grande comunicazione poi le vai a toccare e la sensazione che ti rimane è un’esperienza culturale, chiamiamola, effimera.
Quello che facciamo nelle Marche sono sempre manifestazioni accompagnate a grandi contenuti culturali, grande capacità di collegare il classico con il contemporaneo, la forza di un'esperienza che è nelle nostre radici e nella nostra identità.
Un’elencazione di tanti settori che tutti possono concorrere, come ho detto all’inizio, a creare, uno ad uno, quel nuovo posto di lavoro in più in grado di darci opportunità e prospettive per il futuro.
Nella parte finale del documento ci sono le cose da fare nei primi 300 giorni, ho fatto questa scelta, la confermo anche oggi, 300, perché ci rendiamo tutti conto che in 100 giorni l’unica cosa che si può fare è al centesimo giorno chiedere scusa ai marchigiani dicendo: “Non siamo riusciti nei 100 giorni a fare le cose che avevamo detto”, 300 giorni è un arco di tempo impegnativo, sarà il primo impegno al quale verrà chiamata la nuova Giunta, ognuno con il proprio obiettivo da realizzare per mettere azioni, per portare avanti azioni che diano da subito il segnale di un cambiamento e che creino il prima possibile questa sintonia con la comunità marchigiana.
Come previsto vi leggo la squadra perché di questo parla la normativa: Vicepresidente la Consigliera Anna Casini, Assessore Fabrizio Cesetti, Assessore Angelo Sciapichetti, Assessore Manuela Bora, Assessore Moreno Pieroni e, l’unica esterna della composizione della Giunta, la Prof.ssa Loretta Bravi.
Allora guardiamo intanto i due aspetti fondamentali, mi ero impegnato a fare una Giunta che avesse tre uomini e tre donne, tre uomini e tre donne sono nella proposta della Giunta, la Giunta poi ha una seconda caratteristica, non ha bisogno della modifica statutaria, quest'Aula per mesi ha dibattuto sul tema del numero degli Assessori esterni, 3, 5, 7, 24, eccetera, noi prendiamo un unico Assessore esterno e 5 Consiglieri regionali, quindi molto attenti anche all’indirizzo che ha dato nella formulazione di quella legge il Consiglio con l'obiettivo di utilizzare meno possibile figure esterne per un’attenzione a quell'altra parola che si chiama sobrietà nell'uso delle risorse della nostra Regione.
Perché un’esterna? Perché volendo fare una squadra di tre uomini e tre donne necessariamente la figura femminile è stata presa fuori da questo Consiglio. E’ una professoressa delle aree interne della Provincia di Pesaro-Urbino, appassionatissima del tema delle aree interne, altro tema a me molto caro, e il progetto che si porta avanti negli ITI per il disegno che ebbe allora il Ministro Fabrizio Barca, va esteso, secondo me, a tante realtà montane perché permette attraverso gli investimenti il recupero di strategie fondamentali come quelli che riguardano la scuola, la salute, i trasporti, la qualità di vita delle aree interne.
Un terzo dei cittadini italiani abita le aree interne che si sono negli anni spopolate in termini di servizi e di risposta, e per recuperare una forte attenzione da questo punto di vista il progetto di Barca è il progetto strategico e ci permetterà di farlo.
Il lavoro che ci aspetta è un lavoro difficile, è un lavoro impegnativo. Non l’ho citato oggi, lo ripeto adesso, l’ho detto tante volte, noi partiamo da un bilancio proprio della Regione che era di circa 400 milioni ed è diventato un bilancio di circa 200 milioni scarsi, quindi più che un dimezzamento di quelle che erano le risorse.
Lo facciamo in un contesto economico che ha smesso di crescere, non è certamente un momento di crescita, è un momento di difficoltà e siamo chiamati in cinque anni a invertire questi orizzonti.
Sono convinto che questo obiettivo sia l’obiettivo di tutti, in una normale dialettica politica sono qui ad immaginare che quando dalla maggioranza arriverà in Aula una proposta condivisibile nei contenuti sarà condivisa. Quello che dico è che quando dalla minoranza arriverà una proposta interessante e condivisibile verrà condivisa. Deve essere un atteggiamento che ci accomuna tutti quanti a distinguerci da dove giustamente l’appartenenza, le idee, portano ad avere visioni diverse, ma in forza di un percorso particolare di attesa che c'è da parte delle nostre comunità di avere risposte, anche la capacità in determinati momenti di riconoscere che c'è qualcosa di buono da fare, senza pregiudizi, senza precondizioni, perché ogni cosa che riusciremo a fare nell'interesse del bene comune della nostra comunità potrà giovare a tutti i marchigiani.
E’ lo spirito un po’ dell’amministratore, del Sindaco, guardo il Consigliere Pietro Celani, su fronti diversi tante volte ci siamo confrontati e quello che si scopriva è che i problemi degli amministratori da una parte o dall’altra alla fine erano gli stessi e quando si condividevano le ricette spesso erano le stesse.
Ho detto che restano le differenze di visione, di idee e quelle sono il sale della democrazia, ma noi credo dobbiamo avere anche la capacità di non isterilire la nostra azione magari andando a contrastare qualcosa che riteniamo utile, positiva, per la nostra comunità o non accogliere una proposta semplicemente perché arriva dall’altra parte. Questo è lo spirito con cui vorrei portare avanti il lavoro in questi cinque anni.
Vi ringrazio per esservi congratulati per la mia elezione. Vi ringrazio e mi congratulo con ognuno di voi per il risultato raggiunto. Mettiamo le nostre energie al servizio della nostra comunità marchigiana.

(*) Allegato A in calce al resoconto della seduta odierna

(applausi)

PRESIDENTE. Grazie Presidente Ceriscioli, apriamo il dibattito, chi vuole intervenire si prenoti.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio il Presidente per la sua relazione molto ricca, ha toccato molti temi importanti, direi quasi tutti, temi che ovviamente non riprenderò per ragioni di economia d'intervento, questioni che lui ha dettagliatamente affrontato nel corso di questi mesi e che nei prossimi anni tratteremo e che avremo altresì anche modo di approfondire quando vedremo queste pagine di ulteriore dettaglio.
Vorrei riprendere solo alcune delle questioni che sono state ricordate giustamente dal Presidente Ceriscioli. Intanto quella relativa al contesto del tutto particolare in cui questa legislatura prende avvio, che è stato ricordato anche in apertura dal Consigliere Maggi, dal neo Presidente Mastrovincenzo e da alcuni interventi precedenti.
Stiamo vivendo un periodo molto delicato, molto importante, stiamo assistendo, non solamente nelle Marche, non solamente nel nostro Paese, ma direi in tutto il mondo occidentale, ad una difficile fase in cui la società è sempre più sfibrata, non solamente da una crisi economica che ancora in questa parte del mondo non vede definitivamente l'uscita dal tunnel, ma da una crisi più profonda, una crisi politica, una crisi della rappresentanza e credo che questo dovrebbe essere uno degli obiettivi fondamentali su cui quest'Aula dovrebbe confrontarsi.
Vediamo ancora in questi giorni, nel nostro continente, alcune questioni così importanti come quella della tenuta del sistema economico europeo e come la questione dei migranti. Ci sono molte questioni che oggi la politica e le istituzioni sono chiamate ad affrontare, in una fase, come ha ricordato giustamente il Presidente Ceriscioli, in cui le istituzioni hanno sempre meno risorse. Una crisi di finanza pubblica che ormai dura da moltissimi anni, quasi da alcuni decenni, tanto che gli osservatori più attenti hanno parlato di una austerità permanente a cui sono sottoposte oggi le istituzioni pubbliche, ed è per questa ragione che - vediamo la disaffezione crescente dei cittadini, la vediamo nei passaggi elettorali, ma non solo, la vediamo rispetto alla fiducia che i partiti tutti, in tutta Europa, vecchi e nuovi, hanno di fronte ai cittadini, la vediamo, una disaffezione in tutti i corpi intermedi della società - questa lontananza dei cittadini è arrivata persino nel cuore delle istituzioni.
Oggi non è solamente la politica dei partiti e dei corpi intermedi ad essere contestata, è anche la politica delle istituzioni. Allora io mi rivolgo a tutta l'Aula, a tutti i partiti, a tutti i colleghi che oggi siedono qui e che immagino come me sentono il peso di una responsabilità, quella di ricucire il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, perché qual è l'alternativa? Qual è l'alternativa se anche le istituzioni vengono completamente delegittimate? Qual è l’alternativa? L'alternativa è che i cittadini sono più soli con i loro problemi e che magari qualcuno si sostituisca, qualcuno non democraticamente eletto, e che altre istituzioni non formali che magari operano nel mondo dell'economia prendano le decisioni.
Credo che il nostro compito sia quello, tutti insieme, a partire da questa Aula, di far ritornare i cittadini, che ci hanno eletti e che noi qui rappresentiamo, protagonisti del destino della propria comunità. Protagonisti del destino della comunità che siamo chiamati ad amministrare in nome e per conto dei cittadini marchigiani.
Credo che questo sia il compito della politica e il compito delle istituzioni a partire da questa istituzione, cioè ricucire la fiducia, ricucire questo strappo e decidere. Noi siamo ricostruttori di fiducia e siamo chiamati ad ascoltare giustamente i bisogni dei cittadini.
Credo che abbia fatto molto bene il Presidente Ceriscioli a ricordare il primo atto che lui farà, recuperare quel buco nel welfare marchigiano, anche questo oggi serve a ricostruire, partendo dagli ultimi, partendo da chi sta peggio. Quindi, non solo un rapporto di fiducia, ma anche, come dire, il tema della dignità, perché oggi questa crisi economica non solo ha denigrato la dignità di molti, ma ha anche depresso le risorse della nostra comunità.
Le risorse, mi riferisco alle risorse umane, a tanti giovani, a tante giovani che sono dovuti andare in un'altra regione o in un altro Paese, ad alcune famiglie che pur di avere un lavoro che avevano perduto sono andate lontano da noi. Credo che questo sia un depauperamento, il depauperamento peggiore per questa comunità.
Allora ha fatto bene il Presidente a ricordare che noi dobbiamo ripartire e che per farlo abbiamo bisogno di un nuovo modello, di un nuovo modello di sviluppo, allora consentitemi, da cattolico, in un'epoca in cui il recupero del cattolicesimo in politica è spesso strumentalmente utilizzato da più parti, di citare l'enciclica recentissima di Papa Francesco che non è solamente, com'è stato giustamente osservato, un enciclica ambientalista, quell'ecologia integrale di cui parla il nostro Pontefice non è solamente un ricordare agli uomini che dobbiamo ripartire dal patrimonio della nostra terra e dalla valorizzazione del nostro ambiente, ma anche che dobbiamo tenere conto di un modello di giustizia globale. Il modello di giustizia globale è anche dire di no ad un modello di capitalismo sfrenato che produce disuguaglianza e ingiustizia sociale.
Credo che noi in questi cinque anni dobbiamo ricostruire un modello di sviluppo economico per le Marche che tenga conto anche di questo aspetto. Ovviamente un modello di capitalismo che possa consentire a tutti coloro che fanno impresa e a tutti i lavoratori di poter essere valorizzati e di poter veder riconosciute le proprie opportunità e il proprio patrimonio di competenze e di merito. Altro tema di cui parliamo tante volte, merito e competenza, ma non sempre siamo conseguenti.
Quindi avviandomi a concludere, che cosa possiamo fare più concretamente nella nostra regione? Il Presidente Ceriscioli ha ricordato puntualmente molti aspetti, io mi limito a citarne alcuni che lui ha già citato e forse aggiungo anche qualcosa dal mio punto di vista.
Credo che noi abbiamo bisogno, Presidente, di rendere questa Regione più vicina ai cittadini, più vicina ai territori, più vicina ai Sindaci. Questo credo che sia un tema fondamentale e noi abbiamo bisogno, anche come lei ricordava, di far funzionare le leggi regionali. Questa Aula non è una sede assembleare qualsiasi, non è un Consiglio comunale o un Consiglio provinciale, a differenza di altre sedi assembleari degli enti locali noi qui abbiamo un compito legislativo e questo compito legislativo deve essere maggiormente valorizzato.
Vi cito tre atti che sono stati votati negli ultimi anni da questa Aula che possono essere messi a patrimonio dell’attuale legislatura, sono stati solamente e parzialmente attuati. Penso alla stazione unica appaltante, una legge che abbiamo votato alcuni anni fa e che solamente in parte è stata applicata, credo, quindi, che sarà compito di tutti noi, qui ci sono molti colleghi che hanno fatto sul tema della trasparenza della pubblica amministrazione e dell'efficienza della pubblica amministrazione, campagna elettorale, avere uno strumento come quello, che è da valorizzare e che può consentire una maggiore efficienza e trasparenza.
Il Presidente Ceriscioli ha ricordato il tema delle liste d’attesa. Anche su questo tema abbiamo degli atti da cui dobbiamo ripartire perché credo che la buona condotta delle istituzioni pubbliche sia anche quella di non cancellare tutto quello che è stato fatto nel passato, ma di andare avanti, andare avanti ripartendo da quello che è stato fatto di buono, migliorando quello che è stato fatto di poco buono, cercando di ricostruire e su questo avanzare, altrimenti non si avanza mai.
Penso da ultimo ad un tema che come ex Presidente della V Commissione ho portato, quello cioè del dossier contro le povertà marchigiane. Questo dossier è stato presentato alla Giunta. Sono convinto che la prossima Giunta, quella annunciata direi che è un'ottima Giunta, possa ripartire da qui. Ripartire dalla battaglia sul welfare che il Presidente Ceriscioli ha annunciato, dal rapporto con i cittadini e dalla ricostruzione di quella coesione sociale di cui abbiamo bisogno.
Concludo col tema che personalmente mi sta più a cuore, e sono contento perché sta a cuore anche al mio Presidente, quello su cui lui ha iniziato il suo intervento, il tema del lavoro. Il tema del lavoro è oggi la priorità delle priorità e consentitemi di dire che la priorità assoluta è quella di dare un lavoro ai tanti giovani marchigiani. Credo che su questo tema l'Aula debba marciare compatta con un dibattito politico, ma cercando di comprendere che esiste, che può esistere, un obiettivo condiviso, cioè quello di far sì che le istituzioni funzionino e che diano delle risposte efficaci ai problemi dei cittadini.
Dal 2007 al 2014 la nostra regione ha visto il record di aumento di disoccupazione giovanile di tutta Italia, più 300%. Partivamo è vero da un tasso di disoccupazione giovanile strutturale tra i più bassi, oggi siamo sopra la media nazionale e abbiamo bisogno di dare un'opportunità a tutti i giovani che cercano lavoro. Le ricette che il Presidente ha annunciato e che la Giunta porterà avanti nei prossimi anni sono quelle giuste, però credo che sia altrettanto importante che questa Aula, che questo Consiglio regionale, se vuole svolgere un ruolo da protagonista, alimenti un dibattito serrato, anche critico, ma che si riconosca sul fatto che noi oggi abbiamo bisogno non solamente di critica sterile, ma di decisioni per il bene di tutta la comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Per ora abbiamo solo due interventi programmati, per ragioni organizzative chiederei a tutti i Consiglieri che vogliono intervenire di farlo sapere subito. Direi di procedere dandoci il tempo massimo di 10 minuti per ogni intervento, si è prenotato il Consigliere Marconi che non vedo in Aula, quindi andiamo oltre.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Dopo aver ascoltato attentamente la sua relazione, rinnovo gli auguri di buon lavoro non solo a lei, ma anche agli Assessori che questa mattina ha elencato, una squadra. Mi fa molto piacere che abbia scelto di mantenere l’impegno di nominare tre uomini e tre donne, come aveva detto qualche tempo fa, Presidente Ceriscioli.
Colgo l’occasione per qualche spunto dalla presentazione del suo programma che condivido in gran parte, soprattutto laddove dice: “E’ necessario applicare il metodo della trasparenza, della partecipazione, della sobrietà”. Credo che queste tre cose siano il dettato che più di tutto sia rimasto in ognuno di noi da questa campagna elettorale. Chi lo ha ascoltato dalle tante persone incontrate durante questi mesi, incontrando le famiglie, incontrando le imprese, non può certamente fare a meno di ricordarlo come necessità per tornare ad essere credibili, come istituzioni, come Consiglio, come Giunta, perché vedete il dato vero di questa campagna elettorale, al di là della sua vittoria, è che soltanto il 49% degli aventi diritto ha esercitato il voto. Questo è il vero dato emergenziale rispetto al quale ogni azione di questa legislatura deve essere improntata.
Rispetto ai temi specifici dell'economia, concordo in gran parte con quello che lei ha detto, credo che sull’internazionalizzazione ci sia molto da fare. Negli ultimi dieci anni, il modello culturale marchigiano della piccola azienda familiare, che ha conosciuto mercati interni e talvolta anche mercati locali come unico sfogo della produttività, credo sia in crisi, quindi le istituzioni hanno il dovere di accompagnare su nuovi sviluppi, su nuovi fronti culturali, quel tipo di modello marchigiano che è in crisi anche sul piano della tenuta sociale perché molto spesso, ed è una cosa che non ho sentito nel suo intervento, l'elemento sociale che ha pagato più di tutti la crisi e che ancora oggi sta pagando è la famiglia. Molto spesso la nostra economia locale si basa su quel modello, si basa sulla cellula primaria che è la famiglia e questo è l'elemento che ho trovato tra tanti più in difficoltà.
In difficoltà perché i padri non riescono a spiegare ai figli che cosa è successo, non sono in grado di spiegare perché l'azienda, che volevano lasciar loro, non può più andare avanti, quindi è lì che vanno approntate delle riforme vere perché se non tiene la famiglia, Presidente, la nostra società si scolla, sia sul piano economico che su quello sociale. Questo è il primo appunto! Magari nelle altre pagine ci sarà sicuramente ampio spazio per la politica alla famiglia, ma credo che sia un elemento importante e lo voglio evidenziare.
Sulla sanità lei ha detto che un sondaggio che ha intervistato i marchigiani riportava che la sanità funziona, io non so dove hanno telefonato questi sondaggisti, credo che ogni marchigiano chiamato a rispondere sulla qualità dei servizi si senta oggi in un momento di fragilità, soprattutto nel nord delle Marche, che conosco meglio, come penso conosca bene anche lei, c'è un dato di mobilità passiva che deve farci riflettere perché dovuto proprio all'incertezza dell’organizzazione dei servizi. Concordo sul fatto che si è mischiato le acuzie con la parte della sanità del territorio, quella che deve essere garantita perché in questo c’è un elemento ulteriore di errore, se posso dire, da parte della precedente amministratore e in particolar modo del precedente Assessore alla sanità che, come ha detto lei giustamente, non ha portato avanti fino in fondo probabilmente una riforma, e quando le cose vengono lasciate a metà sicuramente non si conoscono gli effetti positivi e l'approdo di quella che doveva essere la riforma, ma se ne vedono soltanto quelli negativi e su questo va fatta grande chiarezza perché c'è un allarme sociale, una preoccupazione molto forte soprattutto da parte degli anziani.
Per quanto riguarda la burocrazia, le volevo dire che secondo me c’è stato un limite nella scorsa legislatura, quello di non comprendere la competenza di questa Aula, talvolta confondendola con il ruolo del Consiglio comunale che ratifica le delibere, che prende atto o modifica laddove possibile i regolamenti. Questa è un’Assemblea legislativa e deve avere la funzione di produzione delle norme. Norme che i marchigiani aspettano da tanto tempo e la prima cosa che dobbiamo fare per tornare ad essere credibili, per dare quelle risposte, ho sentito dire spesso anche dal Consigliere Busilacchi le parole: “Dobbiamo stare vicini”, noi per stare vicini non dobbiamo improvvisarci assistenti sociali, noi dobbiamo fare i legislatori, dobbiamo produrre norme che la nostra comunità attende da troppi anni. Penso ad esempio alla norma urbanistica, è stata ferma tutta la scorsa legislatura. La norma urbanistica che da noi è ferma agli anni ’90, credo, non rappresenta più le sfide che sono di quel settore, quello che è il recupero, quello che è la riqualificazione dei centri storici. Lei ha parlato benissimo del centro storico che è un modello che va recuperato anche sul piano economico, bene, per farlo deve darci la possibilità il Presidente dell’Assemblea, di iniziare un'attività legislativa in Commissione e poi in Aula per ricreare quelle norme che l'economia si aspetta, di semplificazione, di sburocratizzazione, di rispetto ambientale, perché ovviamente non significa nuovo cemento. Ci sono delle sfide che oggi attanagliano le imprese, specialmente quelle artigiane perché la burocrazia impedisce loro di fare anche interventi normativi e lei ha fatto l'esempio dell'albergatore fanese.
Una normativa che più di tutte darebbe slancio all'economia, per esempio, è quella sul commercio che oggi purtroppo è ferma al dato pre-crisi. Anche la riqualificazione, il rilancio delle strutture turistiche-ricreative trovano uno scoglio normativo, burocratico: regolamenti comunali che sono difformi rispetto alla norma regionale, interpretazioni. Tutto questo grava sul rilancio economico, grava in modo particolare perché la semplificazione deve partire da norme chiare.
Riprendiamo in mano il ruolo che deve avere questa Assemblea e per stare vicini alla nostra comunità facciamo le norme che i cittadini, le imprese, si aspettano.
Cerchiamo di tutelare il più possibile la famiglia che è la cellula che tiene insieme la nostra comunità.
Cerchiamo di ascoltarci, chi governa e chi sta all'opposizione come me, per dare insieme un contributo reale per questi prossimi cinque anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, senza la tentazione di voler dire tutto oggi perché le cose da affrontare sarebbero tante, ma innanzitutto una considerazione sul metodo.
Ringrazio il Presidente Ceriscioli per questa sua relazione a braccio nella quale ha tenuto presente tutti gli elementi del programma elettorale, introducendo da subito un elemento che mi permetto di sottolineare, la dimensione dell'ascolto e del dialogo con chiunque in maniera intelligente e propositiva vorrà fare questo.
Ritengo, Presidente, che questo sia utile non solo nel rapporto fra la maggioranza e le minoranze, non mi piace chiamarle opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza. Oggi abbiamo tutti da guadagnare con una dialettica seria, intelligente e ben ponderata.
Dall’altra parte la ringrazio perché è uscito da quella tentazione, da quella sindrome della politica odierna che chiamerei la sindrome del genio della lampada, cioè abbiamo dieci desideri, li tiriamo fuori e il genio li esaudirà nel giro di pochissimo tempo. Questa è stata un po’ l’illusione di una politica ventennale che ha mostrato tanti limiti e pochi risultati, e questo lo sottolineo, i trecento giorni, se togliamo l’estate, sono comunque l'obiettivo di un anno - lo sappiamo tutti, è vero, è così - i provvedimenti legislativi ed amministrativi che saranno presi da qui all’estate prossima saranno quelli che andremo a monitorare nei quattro anni successivi, perché il problema, Presidente, è che non possiamo continuare a sfornare leggi. Lo dico, è una delle cose che voglio sottolineare, questa non deve essere una legislatura nella quale aumentiamo le leggi di spesa, questa tentazione ce la dobbiamo togliere tutti, soprattutto, credo, noi della maggioranza. Invece, eventualmente, aumentare il sistema dei controlli, Perché dico questo? Perché quei 200 milioni su 400 che restano - è una cifra tragica per quel poco di esperienza che ho fatto in Giunta, Presidente. Credo di essere l’unico in quest’Aula che ha fatto qualche anno, qualche mese della passata legislatura come Assessore - mi dicono che oggi non abbiamo altra possibilità se non quella di un risparmio serio per aumentare la platea di coloro che possono ricevere contributi e servizi. Non c’è alternativa! Non possiamo aumentare le imposte, non avremo aumenti di trasferimenti da parte dello Stato, dovremo lavorare molto su questo. Quindi, quando si dice macchina amministrativa più efficiente, significa innanzitutto che a partire dal Consiglio regionale, cioè a partire dei rappresentati del popolo, dal popolo stesso, si svolgono queste attività di controllo senza ruffianerie, senza compiacimento nei confronti di nessuno, ma con il coraggio di dare alla macchina amministrativa un carattere squisitamente oggettivo. Capisco che questo è l’obiettivo anche delle più mature e apparentemente più organizzate democrazie occidentali, poi scopriamo che magari la Germania ha in alcuni settori tassi di corruzione superiore all’Italia. Quindi non mitizzerei nulla di quello che c’è fuori, ma da modesti e concreti marchigiani seguirei la linea della sua relazione che si fonda sul buon senso e sul realismo. Sono due qualità fondamentali per raggiungere un punto di verità che non sarà mai assoluto, però è fondamentale partire da quello. Il buon senso ed il realismo che prima di tutti ci mettono di fronte alle cose e ci mettono di fronte ai numeri, noi dobbiamo cominciare a ragionare in questi termini, non in termini di sogni, ma in termini di reali possibilità e su quelle fare le scelte,
Vado rapidamente alla conclusione per mettere alcuni punti.
Sulla sanità, su questo equilibrio che richiama, riguardo al rapporto fra acuzie e territorio, ma direi tutto il mondo della lungo degenza, dobbiamo mettere mano al tassello mancante all’interno di questa struttura che sono i medici di base. Cominciamo a dirlo chiaro. Noi dobbiamo far partire le case della salute perché sono quelle che compensano ed in qualche maniera aiutano le acuzie perché devono essere non solo il luogo della cura, ma soprattutto il luogo della prevenzione.
Come si fa ad abbattere le liste d’attesa per la diagnostica? Per esempio, facendo una diagnostica, quella più semplice, più mirata, dentro le case della salute. L’anziano che arriva con qualche problema nel giro di quarantotto ore viene ricoverato nella casa della salute che ha tutte quelle piccole diagnostiche necessarie per capire in una prima fase che cosa ha, poi se la cosa è grave passa all’ospedale per acuti. Evidentemente non c’è filtro, i nostri ospedali per acuti sono l’unico presidio sanitario dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina tardi, non c’è più niente e quindi è chiaro che i pronto soccorso si intasino.
Queste sono cose evidenti, le sappiamo tutti e credo che quest’Aula non potrà che condividere se troveremo il coraggio per risolvere.
Un’altra cosa riguardo all’economia, Mi è piaciuto, è la prima volta che lo sento con questa forza e anche con qualche riferimento concreto, il riferimento al credito! Tanto non c’è niente da fare, l’economia riparte da quello e il credito è l’espressione della fiducia. Se non avremo credito …, quindi, le due cose che ha detto il Presidente, sia il microcredito che il Confidi, sono due asset fondamentali che rispondono perfettamente alla natura economica della nostra gente, del nostro territorio, perché noi abbiamo il piccolo, certo c’è anche il grande, ma sappiamo che questa è una fra le prime regioni manifatturiere d’Italia in una nazione, l’Italia, che è la seconda manifatturiera in Europa, forse una delle prime al mondo. Questa è sicuramente la strada che dobbiamo percorrere per dare fiducia alle imprese.
Il richiamo alla burocrazia, anche lì, non vogliamo sfuggire al binomio sburocratizzazione e controllo, perché sburocratizzare, alleggerire le procedure, non significa, come purtroppo è avvenuto anche in certe situazioni in Italia, far completamente scomparire o quasi, si passa da un eccesso all’altro, il sistema dei controlli. C’è un punto di equilibrio, penso soprattutto, Presidente, alla materia edilizia, alla materia urbanistica, che lei in qualche maniera già richiamava, in questo senso della partecipazione.
Anche lì c’è un limite, la partecipazione totale, al 100%, ma non per dieci anni, non possiamo immaginare che un procedimento che deve portare ad una variante urbanistica o alla creazione di una infrastruttura necessaria alle imprese o un’infrastruttura pubblica debba stare in piedi per dieci anni. No, diamoci un tempo! Penso alla vicenda che abbiamo avuto di Terna, l’abbiamo confrontata con quella francese, in Francia in un anno hanno fatto gli elettrodotti, in quell’anno ci sono stati tutti i confronti possibili, poi alla fine però si è deciso, non può esserci un punto indefinito, un po’ all’italiana. Bisogna dare la garanzia della chiarezza, della trasparenza, della pulizia, ma al tempo stesso, per quanto riguarda la definizione delle scelte, c’è la possibilità di trovare questo punto di equilibrio in maniera concreta.
Ha fatto riferimento alle aree interne per l’annunciata presenza dell’Assessore Loretta Bravi, credo che anche qui dobbiamo sfatare un mito, se le aree interne nei contributi che noi ridistribuiamo ricevono sempre qualche cosa di più, dovremmo una volta tanto, non credo che sia uno studio molto complicato, cominciare a convincerci del fatto che se in queste aree interne non avessimo più la popolazione, il controllo di quei territori in termini di ordine pubblico - faremo le foreste per la malavita - o anche il presidio sul territorio da un punto di vista ambientale avrebbero dei costi altissimi. Noi dovremmo ringraziare quei 100, 200 mila marchigiani che ancora in maniera disagiata vivono nei piccoli Comuni dell’entroterra e mantengono vive queste presenze e queste comunità. Lo dico perché insieme al pesarese c’è il maceratese che oggettivamente ha gran parte della montagna abitata.
Sulle opportunità e le infrastrutture mi permetto solo di ricordare che il 2015 vedrà un taglio del nastro importante, Presidente Ceriscioli, quello dell’asse della Val di Chienti per quanto riguarda la Quadrilatero. Finalmente avremo questo passaggio che credo, Presidente, non sia ben compreso, l’ho detto nella mia provincia, noi vedremo nascere nel giro di pochi anni una città che ha due quartieri all’estremo, uno all’estremo ovest e si chiama Foligno, l’altro all’estremo est e si chiama Civitanova Marche, perché questa città sarà collegata da 110 chilometri di superstrada. A Roma ce ne vogliono molti di più per andare da un punto all’altro e in mezzo ci sono 300 mila persone. Questo sarà un asse importantissimo per il traffico che viene da sud-est dell’Europa e del Mediterraneo verso il nord-ovest, quindi una opportunità enorme per questa regione, e quando poi avremo anche l’altro braccio quello della Vallesina, il discorso sarà completato e su questo potremo sviluppare dei ragionamenti con il mondo dell’impresa e del commercio che sicuramente saranno i più diretti interessati a quest’opera.
Chiudo con un riferimento che il Consigliere Carloni ha fatto, ed anche lei, riguardo alla famiglia.
Sulla famiglia vorrei che una volta per tutte avessimo non il senso di un’impostazione ideologica, ma estremamente pragmatico. La famiglia è una realtà, come abbiamo scritto nel nostro programma elettorale, la famiglia è una opportunità, la famiglia è una realtà antica, è una tradizione che ha un punto di non ritorno, cioè quello di organizzare alla base, la prima cellula della società, senza di questa tutto il resto diventa estremamente complicato.
Ricentrare sulla famiglia, soprattutto per quanto riguarda i servizi sociali credo che sia estremamente importante. Gli esempi potrebbero essere infiniti, qualcosa qui è stato fatto, sarebbe una ripetizione di cose che in qualche maniera ho prodotto, quindi non voglio farmi propaganda perché la campagna elettorale è finita, ma avere approvato quella legge, Consigliere Busilacchi, sui servizi sociali e la famiglia, penso sia stato un punto significativo, non in contrapposizione, perché la famiglia da sola non ce la fa, avrà sempre bisogno di servizi pubblici erogati dai Comuni e dalle Regioni e a cominciare da quelli, Presidente, io farei i controlli, perché magari lì riusciamo ad avere qualche cosa di più. Bisogna avere il coraggio di dire che qualche struttura non funziona, che qualche struttura va sanzionata, avere il coraggio di dirlo e avere il coraggio di farlo significa far funzionare o dare i soldi a chi sa lavorare bene, sa servire bene il mondo degli anziani, della disabilità e dei minori. Su questi pilastri credo che la collaborazione all’interno di questa maggioranza sia estremamente efficace perché, ripeto, c’è il senso del reale e c’è il buon senso di cui abbiamo estremamente bisogno e saranno, mi auguro, a fondamento anche di tutti i provvedimenti che assumeremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Pietro CELANI. Grazie. Torno a fare i miei auguri di buon lavoro al Presidente Ceriscioli. Ci conosciamo da tantissimo tempo, amministratori comunali, abbiamo lavorato insieme all’Anci, quindi le auguro veramente buon lavoro, così come auguro al Presidente dell’Assemblea, con auspicio, con speranza, ma credo che sia una certezza, che in qualche modo sappia tutelare un po’ quelli che sono i diritti, ma anche i doveri, richiamando i Consiglieri a quelli che sono i loro obblighi istituzionali in modo tale che il dibattito in Aula sia sempre molto proficuo e pregnante.
Faccio anche gli auguri di buon lavoro a tutta la squadra, in modo particolare, consentitemi, alla mia concittadina, Assessore e Vicepresidente Anna Casini che tra l’altro ho avuto come collaboratrice negli anni in cui ho guidato la Provincia di Ascoli ed all’amico Cesetti con cui abbiamo battagliato nei processi di divisione dei nostri territori, sempre nell’interesse dei nostri amministrati.
Credo che un dibattito pregnante possa essere fatto dopo aver letto, Presidente, le sue 40 pagine, oggi facciamo soltanto un excursus veloce degli argomenti, dei titoli, dei paragrafi che lei ha citato, molti dei quali condividiamo, su altri vorremmo fare qualche annotazione.
Su tutti i temi noi vorremmo in qualche modo contribuire al dibattito e anche alla concretezza, quindi spero che lei ci darà la possibilità in quest’Aula di dibattere sui provvedimenti, che non diventino provvedimenti chiusi, in modo tale che si possa portare quel contributo che d’altra parte tutti ci auspichiamo, anche perché noi abbiamo bisogno di recuperare, come diceva il Consigliere Busilacchi, credibilità e la possiamo recuperare con i nostri cittadini marchigiani soltanto attraverso l’efficienza di questo Consiglio, non soltanto, e della Giunta. Credo che questo sia un aspetto molto importante.
Noi dobbiamo dare delle risposte serie e concrete se vogliamo eliminare questa disaffezione dalla politica, questa, direi, anche disistima che c’è verso il mondo della partecipazione democratica.
Noi dobbiamo rivolgerci a tutti i marchigiani e soprattutto a tutti coloro che il 31 maggio hanno scelto di non andare a votare. Un segnale molto brutto dal punto di vista della democrazia, quindi non possiamo che lavorare per recuperare credibilità e naturalmente efficienza. Lo dobbiamo fare non soltanto con i fatti, ma anche con i nostri comportamenti, nella gestione delle risorse, nel modo di lavorare in quest’Aula, con la presenza e anche valorizzando un po’ quella che è la meritocrazia all’interno delle nostre strutture per essere sempre più efficienti.
Questa è la premessa che ci tenevo a fare, che ci tenevo a dirvi e che troverà sicuramente in me, ma nel gruppo, una sponda positiva da questo punto di vista.
Alcune osservazioni su quanto lei ci ha enunciato, su alcuni punti.
Uno dei primi, lei ha parlato di rivoluzione, io non amo francamente molto questo termine perché dà l’idea, crea aspettative incredibili e poi la delusione sta sempre dietro l’angolo.
Io credo che la Regione debba lavorare con continuità sul quotidiano, soprattutto con lungimiranza in prospettiva, questa è la vera rivoluzione, lavorare con continuità sul quotidiano, su quelli che sono i problemi dei territori. D’altra parte lei ha fatto il Sindaco, quindi ha respirato i problemi dei territori, lì si dovevano dare delle risposte sul quotidiano, non si poteva pensare a fare progetti strategici i cui effetti si sarebbero visti dopo lustri, assurdo naturalmente. Quindi lungimiranza nelle prospettive, perché dobbiamo essere pronti nel momento in cui ci sono le occasioni da prendere al volo, per quanto riguarda i finanziamenti, per quanto riguarda cose di questo tipo, quindi la rivoluzione vera sarebbe questa.
L’altro aspetto riguarda la semplificazione. Ne abbiamo discusso tante volte nella Conferenza delle autonomie. Credo che la Regione debba tornare a quelli che sono i compiti istituzionali, cioè legiferare sforbiciando, questa è la vera rivoluzione, semplificando al massimo, lasciando la gestione a chi ha sempre fatto la gestione, ai territori, ai Comuni e quel poco che resta, se resta alle Province, ma a questo punto è meglio che si chiuda tutto dato che questo processo di riforma francamente ha prodotto solo guasti. Si torni, quindi, a fare programmazione, legiferando, sforbiciando, non andando come ha fatto l’Europa a normare anche come si fa lo zucchero filato, non occorre all’imprenditore, al cittadino non occorrono norme di questo tipo.
Ci sono tante di quelle normative che vanno dall’urbanistica all’ambiente, alle autorizzazioni ambientali, come dicevo, dobbiamo essere molto seri da questo punto di vista, se lo diciamo lo dobbiamo fare e troverete in noi un appoggio veramente molto forte.
Altro punto che mi piace sottolineare, che vorrei che fosse preso in considerazione, è quello relativo alla sanità. Un tema ovviamente molto delicato. Sappiamo quanto bilancio assorbe, quante risorse del bilancio assorbe la sanità, quindi non possiamo depauperare queste risorse o utilizzarle in modo non proficuo.
Credo che un primo aspetto per far si che i marchigiani abbiano tutti gli stessi servizi in termini di qualità, in termini di numero, sia quello di procedere ad un riequilibrio territoriale. Questa è una cosa fondamentale al di là di tutto. Occorre un riequilibrio territoriale da Pesaro ad Ascoli per quanto riguarda la sanità e dobbiamo una volta per sempre decidere cosa farne di queste aree vaste. Cosa sono? In questo momento sono degli ectoplasmi, non si toccano, non si sa quello che sono, non hanno entità giuridica, non hanno nulla a che vedere …, non è possibile che nell’area vasta si vadano a perequare le risorse che già i territori hanno perché da un povero ne nascono due. Ci sono due territori e si mettono insieme perequando quel poco che hanno ed alla fine se uno stava un po’ meglio e l’altro un po’ meno peggio, diventano due poveri.
Credo che anche questo sia un tema molto importante e molto significativo affinchè questo Consiglio, ripartendo da quella che era in pratica l’idea della riforma del sistema sanitario regionale, arrivi naturalmente ad una conclusione. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini abbiano la possibilità di accedere a questi servizi in egual misura, in termini di quantità e in termini soprattutto di qualità, tenuto conto delle risorse che abbiamo.
L’altro aspetto: l’ambiente. Benissimo, è vero, nell’ambiente si gioca una partita molto importante, la partecipazione è molto significativa, la trasparenza ancora di più, quel che il cittadino vuole sapere è dove va a parare quel provvedimento che interessa non soltanto la conservazione dell’ambiente, ma anche la salute. Dobbiamo però metterci d’accordo su un fatto, occorrono nuove idee e nuove progettualità, cioè dobbiamo decidere se questo nostro ambiente lo dobbiamo conservare così, mummificandolo, oppure se possiamo considerarlo una grande risorsa per questo territorio e siccome le Marche, questo meraviglioso territorio, questa meravigliosa regione al plurale, hanno delle qualità incredibili, credo che sia una grande risorsa utilizzare l’ambiente sia in termini di bellezze naturali, di asset paesaggistici che in termini di disponibilità ad accogliere.
Purtroppo i guasti che la civiltà moderna produce non possiamo nasconderceli, parlo dello smaltimento dei rifiuti. Dobbiamo pensare a qualcosa di nuovo, non possiamo pensare che nelle Marche si continui a scavare buche e a mettere i rifiuti sotto. Dobbiamo utilizzare anche questa che è una grande risorsa.
L’altro aspetto è un invito, un auspicio, credo che negli ultimi anni, in questa Regione, cultura e turismo siano stati un po’ delle Cenerentole, ovviamente non ci sono stati nemmeno degli interlocutori adatti, precisi, con cui noi amministratori locali, io vengo da una esperienza di quindici anni di amministratore locale, potevamo confrontarci.
Mi auguro che ci sia un assessorato, un Assessore di riferimento che si occupi contestualmente di cultura e turismo, sono inscindibili. Le Marche non possono parlare di turismo senza parlare di cultura, e se si fa cultura automaticamente si fa turismo. Credo che questo sia un aspetto molto importante di cui lei che ha fatto l'amministratore dovrà tener conto, soprattutto dovremmo coinvolgere i territori perché essendo un territorio molto composito, gli asset sono completamente diversi, quindi promuovere Pesaro è diverso dal promuovere Macerata e diversissimo dal promuovere Ascoli. I territori vanno coinvolti in questo modo, poi le forme le troveremo. Non ci sono più gli enti di area vasta, le Province, ci saranno i Comuni capofila, ci saranno cose di questo tipo, e noi dovremmo essere da raccordo a questo sistema molto importante che in questo momento potrebbe dare effettivamente una svolta importante all’economia, nel momento in cui ci sono questi modesti, ma difficili segnali di ripresa.
Per quanto riguarda, e chiudo, il discorso del credito, il discorso dello sviluppo e del lavoro, credo che su questi aspetti occorrano interventi forti, non possiamo più lavorare con pannicelli caldi. Non credo assolutamente che il lavoro venga prodotto dalle istituzioni in sè per sè, il lavoro e la ricchezza vengono prodotti dalle imprese, da chi lavora sui territori, ed a quelli noi dobbiamo guardare, alle imprese che producono ricchezza, che producono lavoro, in un momento di grande difficoltà se è vero che il reddito medio dei marchigiani per la prima volta sta scendendo al di sotto di quello che è il reddito medio nazionale. Questo è molto preoccupante, quindi noi dobbiamo stare accanto alle nostre imprese, imprese piccole o grandi che siano, noi dobbiamo rendere questo territorio sempre più attrattivo in modo tale che le nostre imprese siano più competitive. Questo è, e la competitività passa attraverso la semplificazione, attraverso la riduzione della fiscalità, attraverso la presenza delle infrastrutture soprattutto quelle immateriali. Non possiamo dividerci se fare una terza corsia di un’autostrada, i cui effetti sull’economia arriveranno fra trenta anni, dobbiamo lavorare sul quotidiano se vogliamo che questa regione torni ad essere protagonista nel sistema del lavoro e nel sistema dell'economia sociale.
Grazie e buon lavoro a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Sono rimasto molto colpito dal suo discorso di presentazione del mandato perché è un discorso molto illuminato, veramente. Se io fossi stato al suo posto, fossi stato Presidente, probabilmente il 50% delle cose che lei ha detto, le avrei dette anch’io, quindi è talmente illuminato che bisogna rendere atto di quello che uno dice, poi il tempo è galantuomo, vedremo.
La mia osservazione è molto tecnica, molto spigolosa nel tempo, vero che il discorso di apertura, attualmente sono ancora Consigliere provinciale, è sempre molto sobrio, molto soft, molto illuminato, poi vai a stringere, mese dopo mese, degenera tutto, cade tutto.
Le cose che lei ha detto sull'ambiente e sul territorio sono molto belle perché alla fine possiamo rimanere poveri, però il diritto alla salute e di campare non ce lo possono negare. Un mese e mezzo fa le feci quella e-mail molto avvelenata, lei non era ancora Presidente, però si sapeva che aveva vinto le primarie, due righe toste, perchè provo il mio odio immenso per una Regione che porta avanti, nonostante tutto, tra una legislatura e un’altra, le pratiche per accelerare l’inceneritore a Castelraimondo. Lei non ha risposto, allora dico: “Va bene, non ha risposto, però adesso lo mettiamo alla prova nel tempo”. Quindi vedremo nel tempo tutti questi grandi problemi che abbiamo affrontato ultimamente, non tanto noi, né io come Consigliere né questa Assemblea perché il popolo ci ha voluto sostituire con i comitati e quando il popolo ti sostituisce con il comitato significa che qualcosa non va, è tutto finito.
Mi sono accostato ai comitati perché sono espressione popolare, ho portato avanti delle cose ed ho notato una grande chiusura perché poi quando ti arrivano gli ordini all'alto, da Bruxelles, ti arrivano da Roma: “Tu cocco mio sei nel mio partito” …, ti arriva l’ordine, mettiamolo elegante, ti arriva il suggerimento all’orecchio: "Tu devi accontentare Terna perché è la nostra multinazionale. Tu devi fare lo stoccaggio del gas, tu devi fare l’inceneritore perché quello è”. Signor Presidente vedremo in questi cinque anni quello che farà, altrimenti andrò all’arma bianca.
Chi mi ha votato vuole un’opposizione feroce, poi è chiaro che se quello le cose le fa, lo devo dire, tocca, a malincuore.
Io sono un privato, vengo dalla partita IVA, a noi ci hanno sempre misurato per la qualità, la capacità, le idee, non per i colori, se uno le cose le fa, a malincuore mi toccherà anche votarle, però vedremo.
Penso di essere stato molto chiaro, perché mi stavo addormentando, tutti interventi un po’ così, volevo essere più incisivo, ma poi mi hanno addormentato ed è scappata fuori una cosetta così. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio salutare tutte le componenti e tutti i componenti di questa Assemblea ed un saluto particolare a quelle persone che oggi sono qui per la prima volta.
Mi complimento col Presidente Ceriscioli e mi complimento con il Presidente dell'Assemblea legislativa Antonio Mastrovincenzo,
La composizione stessa di questa Assemblea mette in evidenza un paesaggio politico profondamente mutato.
Voglio riprendere anch'io alcuni aspetti di carattere generale che sono stati affrontati dai colleghi, in modo particolare con grande puntualità dal Consigliere Busilacchi.
Cresce il partito del non voto e non dobbiamo rimuovere questo problema, sarebbe miope farlo, anche perché abbiamo la consapevolezza che oramai qualsiasi maggioranza non rappresenti più una maggioranza reale, quindi noi dobbiamo aggredire questo problema, non certo con la fantasia istituzionale, ma con quelle azioni concrete a cui ha fatto riferimento il Presidente Ceriscioli.
Come è stato fatto dai colleghi, mi soffermo su alcuni titoli della sua relazione, Presidente.
Lei ha citato il porto, a me questo ha fatto molto piacere perché non soltanto il porto rappresenta quella piattaforma logistica delle Marche insieme all'aeroporto, all’interporto, all’autostrada, alle altre infrastrutture con cui dobbiamo creare sinergie, ma perché il porto …, mi piace ricordare un'affermazione che spesso faceva il Vescovo di Ancona, Monsignor Festorazzi parafrasando La Pira, in cui metteva in evidenza i luoghi delle città e accanto ai tanti luoghi che ogni città esprime Monsignor Festorazzi ci ricordava che una città che ha il porto ha un luogo in più. Questo non vale soltanto per Ancona, ma vale per queste città, tra cui la sua, quindi il porto inteso come luogo dell’accoglienza.
Credo che, anche rispetto ad un'emergenza come quella dei migranti, come quella che stiamo vivendo in questi giorni, noi dobbiamo rispondere non soltanto con la capacità dell'Europa di essere tale, ma anche con il rafforzamento delle istituzioni multilaterali, con gli organismi internazionali, con il governo mondiale. Qui non voglio scomodare nessuno anche se verrebbe spontaneo farlo. Voglio citare un Ministro degli Esteri, il Ministro Frattini, quando più volte sottolineava la necessità che la Farnesina fosse considerata un investimento, non un costo. Di questo noi abbiamo bisogno e in questa Regione noi stiamo contribuendo a rafforzare questi organismi multilaterali, a rafforzare la diplomazia. Una quindicina d'anni fa nacque la Carta di Ancona su indicazione del Governo italiano, alcuni anni fa è nata l’IAI, come sede del Segretariato dell’istituzione Adriatico-Ionica, perché, come lei ricordava, è nata la Macroregione Adriatico-Ionica, quindi credo che da questo punto di vista dovremmo compiere dei passi e riempire di contenuti, come le diceva, questi organismi che hanno anche una sede, pur essendo come l’IAI un organismo dei Governi, nella nostra regione .
Vado per titoli. A me ha fatto molto piacere quello che lei ha detto sul sociale, Presidente. Per la verità l'aveva già detto in campagna elettorale, io ho partecipato, quattro giorni fa con la collega Manuela Bora e con la collega Romina Pergolesi ad una riunione al Comune di Jesi e non abbiamo fatto altro che ribadire quelle che sono le sue posizioni però credo che si debba fare presto, l’ha detto anche il Consigliere Busilacchi, il ripristino integrale del fondo sociale per l'anno 2015, perché quando parliamo di minori, di disabili, di anziani, di fragilità, di interventi di contrasto alla povertà, dobbiamo agire in tutta fretta.
Accanto a questo aspetto credo che il lavoro, la crescita non possono che essere - condivido tutte le misure che lei ha elencato, dall'internazionalizzazione all'accesso al credito, non le riprendo per brevità - in cima alla lista delle priorità, con quelle misure che lei Presidente indicava e da questo punto di vista credo anche di raccogliere l'indicazione, la richiesta che sta venendo dalle stesse organizzazioni sindacali che hanno indicato delle priorità, a partire dalla programmazione comunitaria all'emergenza nel campo dei servizi sociali, di cui ho parlato ora, alle liste d'attesa della sanità, su cui si sono soffermati in molti, al trasporto pubblico locale.
Sull'ambiente, Presidente, il metodo che lei indica è importante, credo che sia fondamentale quell’approccio perché tra l'altro, l’ha ricordato il Consigliere Marconi, quando l'approccio c’è, cito l'elettrodotto, non c'è nessuna frattura fra l'istituzione e la comunità marchigiana, quando non c’è si creano delle fratture.
Noi abbiamo temi importanti, ne cito soltanto due. Credo che dobbiamo respingere l'idea, proprio perché contrasta con quel ragionamento che è stato fatto sulla pesca, sul turismo, sulla cultura, che si possa trivellare il nostro mare. Un mare piccolo, ma importante, strategico dal punto di vista turistico, culturale, ambientale; come credo che dobbiamo agire insieme ai parlamentari marchigiani, faccio un altro esempio, potrei citare molti fatti, la sollecitazione che è stata fatta alcuni giorni fa al Ministro Franceschini, affinché ci sia un piano complessivo e mirato di interventi che preservi definitivamente il Colle dell'Infinito. Quando siamo fuori delle Marche parliamo di Leopardi, parliamo di questa nostra regione, parliamo del patrimonio artistico, culturale, quindi dobbiamo fare in modo che queste ricchezze siano tutelate e salvaguardate.
L'approccio, le indicazioni, lo spessore istituzionale e culturale con cui ha relazionato, anche rispetto all'Assemblea, ma con cui ha affrontato i temi che sono cari alla nostra Regione, sicuramente Presidente saranno di grande aiuto per compiere quel salto di qualità necessario di cui la nostra regione ha bisogno, di cui la pubblica amministrazione ha bisogno, anche come riorganizzazione di un processo più generale, da un lato per l'efficienza della pubblica amministrazione, dall'altro per mettere in condizione quelli che sono i soggetti legati e che erogano servizi, servizi pubblici locali in particolare, di rispondere su un piano di efficienza e di efficacia.
Vorrei chiudere non per polemica, anche perché il Consigliere Zaffini non è più in questa Aula, ma mi piace ricordarlo per il rispetto che ho della persona, come dei colleghi che non sono più qui, perché la volta scorsa quando ci siamo insediati, questo è il verbale dell'Assemblea, pronunciò queste parole, le ripeto non tanto perché voglio ritornare al 2010, ma perché voglio guardare al 2030, al 2040: “L’Emilia finalmente separata dalla Romagna come nuova regione si unirà probabilmente con noi e lavoreremo per questa grande parte del pesarese e del fanese. Territori certamente più omogenei alla Romagna che non al resto delle Marche per cultura, tradizione, usi e costumi e contesto socio-economico. Proprio a partire da questa legislatura si comincerà da subito a creare un nuovo progetto alternativo al suo Presidente, il progetto regione picena che comprenderà i territori, questi si omogenei, del maceratese, del fermano, dell’ascolano e perché no anche di una parte del teramano”. Ricordo che ero iscritto a parlare poco dopo di lui e feci queste considerazioni rispetto ad una proposta di disgregazione delle Marche, ritengo che noi con un progetto credibile, anche audace, dobbiamo ricostituire l'unità storica delle Marche riaccogliendo anche i Comuni della Valmarecchia, perché il Montefeltro non è tale senza San Leo e gli altri Comuni e le Marche non sono le Marche senza il Montefeltro.
Non basta più quello che dicevo nel 2010, oggi dobbiamo porci il problema della rispondenza geografica delle regioni e non soltanto, ma anche quello della rispondenza degli organi legislativi che sono regioni d'Europa e del mondo e, quindi, non solo ricostituire l'unità storica e le Marche, ma avviare con un rapporto stretto …, intanto dire no alla separazione delle Marche non soltanto al collega Zaffini, ma anche se la proposta viene da un parlamentare del Partito Democratico dire: “No, la rifiutiamo”, indipendentemente da dove viene. Quindi l'unità delle Marche da un lato, ma dall'altro avviare un rapporto vero di collaborazione, poi sta a noi capire come può sfociare questo processo e questo progetto, con l’Umbria.
Credo che noi dobbiamo cominciare a porre questi problemi per anticipare alcuni fenomeni di carattere istituzionale che sono in atto, perché se non li anticipiamo finisce che li subiamo, quindi chiudo, su questo ripeto, un rapporto stretto di collaborazione senza anticipare nulla, ma anticipare un percorso.
Chiudo dicendo che, sulle cose che lei ha detto, su questi atti concreti, su queste leggi, su una Regione – concordo, è stato sottolineato - che deve sempre più legiferare, noi non vogliamo rinunciare anche perché l'impegno politico, la passione, il senso civico ci porta a questo, ma anche per una volontà di carattere etico, culturale, non vogliamo rinunciare ad ambizioni di uguaglianza, di solidarietà, di innovazione, anche di critica, l’ha fatto presente il Consigliere Busilacchi, alle storture del mercato ed al tempo stesso alla trasformazione degli ordinamenti nazionali e sovrannazionali, questo andando al fondo delle questioni anche per quelle cose che ho detto all'inizio, per recuperare quella credibilità, per far sì che gli italiani e i marchigiani tornino a votare, per coglierne le radici profonde, agire in modo coerente e, per quanto ci riguarda, politiche riformiste come è nella migliore tradizione della sinistra italiana.
Noi vogliamo fare questo per offrire fiducia e speranza alle giovani generazioni e per offrire fiducia e speranza ai marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Io sono nuovo in quest'Assemblea, in questo Consiglio regionale e, ad un certo punto, dopo aver ascoltato il discorso del Presidente, pensavo di aver sbagliato Aula, perché ha fatto un discorso che sembrava essere uno del Movimento 5 Stelle. Sono rimasto sorpreso dal discorso che ha fatto, perché in realtà nelle altre Regioni, anche a livello nazionale, purtroppo non è così.
Noi speriamo che non venga messa una zavorra al Presidente Ceriscioli, che il suo partito non metta una zavorra, che in questo programma che lui ha annunciato, non solo di fronte a 31 Consiglieri, ma di fronte ad un milione e mezzo di cittadini marchigiani, vada fino in fondo, senza guardare le logiche e le lobby di partito.
Detto questo volevo informarla ..., non so se ha ascoltato le parole, ho detto che pensavo di aver sbagliato Aula, essendo nuovo, perché lei ha fatto un discorso da 5 Stelle e quindi le sto dicendo che spero, insieme al mio gruppo consiliare, che non le vengano messe zavorre ai piedi dal suo partito e che porti a compimento quel programma che ha scritto, noi ancora non lo abbiamo, e di quelle 40 pagine noi le ricorderemo parola per parola, punto per punto, da adesso per i prossimi cinque anni.
Detto questo le voglio dire alcune cose. Io mi occupo di ambiente e sono abbastanza ferrato con i dati, le voglio ricordare che la nostra Regione è messa male in tutto. La precedente legislatura, la nona, è stata tragica a livello di lavoro, di ambiente, di territorio. Credo che non abbia fatto niente di buono, spero e mi auguro che lei sovverta questo modo di fare.
Lei ha parlato di lavoro, di sociale, le Marche hanno una disoccupazione, tra i 15 e i ventiquattro anni, che in sette anni è aumentata del 300%, siamo quasi al 40%, è una cosa disastrosa a cui mettere freno e rimedio.
Nei primi tre mesi dell'anno hanno chiuso 1300 piccole e medie imprese. Io sono una partita IVA da quarant'anni, hanno chiuso 1300 imprese, naturalmente la differenza tra quelle che hanno aperto e quelle che hanno chiuso, e questo è il problema per cui ci chiamano la regione suicidi. Noi abbiamo un suicidio ogni quattro giorni, siamo la terza regione in Italia per i suicidi e solo sette anni fa eravamo la California italiana.
Queste cose che le dico è per ricordare a tutti, non solo a lei, ma anche a tutti i Consiglieri che sono qui dentro, che dovremmo fare il bene dei cittadini marchigiani.
Nel 2014 ci sono stati 97 suicidi e sono in aumento. Dobbiamo porre freno a questa tragedia che non è l'unica, questi sono dati Ispra che leggo - non ho cultura, non ho una laurea, per cui leggo - ci sono 1800 persone nelle Marche che non riescono più a pagare né acqua né luce né gas, e questo è un debito di quasi 1 miliardo di euro. Questi sono i dati che arrivano dall'Ispra, per cui dobbiamo assolutamente, come priorità, vedere queste cose.
Lei ha parlato di sanità, io non me ne occupo molto perché sono nella III Commissione ambiente e territorio, però quello che ci tengo a dire è che forse quelle persone che non erano tanto contente della sanità potevano essere quelle delle cosiddette - a me non piace chiamarle così - Marche sud, ma forse lo sono, io vengo da San Benedetto, da Ascoli, quindi dal territorio del piceno, e forse tutte le criticità che lei avrà sentito dai cittadini, le avrà sentite nelle Marche sud, quindi, credo che anche su questo fatto debbano essere presi dei provvedimenti perché non è possibile una soluzione di questo genere.
Lei mi è piaciuto, ho molta fiducia in lei, a differenza dell'altro Governatore, non so se lo esprime così a tatto, io vado molto a tatto, forse abbiamo la stessa età e, quindi, mi dà questa idea, chi lo sa, può darsi che ...
Parlo di ambiente che è la mia materia, di cui io mi occupo da sei anni. Noi abbiamo una regione disastrata in tutti i sensi. Abbiamo quasi 1000 siti inquinati e a capofila di questi siti - è rappresentata tutta la regione - abbiamo ad Ancona la zona Erc, la zona di Montemarciano, poi la Carbon di Ascoli Piceno. Abbiamo una zona disastrata a livello ambientale perché qualcuno ha voluto lucrare su questo, voglio dire che qualcuno ha voluto mangiare su questo.
Non è solo questo il problema, siamo una delle regioni - questi sono sempre i dati Ispra - a più alto tasso di amianto. E’ un problema enorme, siamo superiori alla Campania. E’ assurdo per una regione che doveva essere la California dell'Italia.
Questo è assurdo, quindi noi abbiamo dei progetti che le presenteremo per risolvere queste problematiche, perché non critichiamo, ma sappiamo cosa fare per risolvere e nel corso di questa legislatura la contatteremo molto spesso per risolvere questi ed altri problemi.
Un altro problema enorme è quello degli idrocarburi di cui lei deve tenere conto perché il rigassificatore di Falconara, e lo dico a tutti i Consiglieri, sta per essere finanziato con i fondi Efsi, piano Junker, ok? A Roma i politici del suo partito hanno presentato la richiesta di finanziamenti per 87 miliardi di euro e dentro c'è il rigassificatore di Falconara, ci sono tutte le proline ed i metanodotti che stanno attraversando e distruggendo le Marche. Parlo dello stoccaggio di San Benedetto e non solo, parlo anche della Power Crop, di quella piccola centrale nucleare di Fermo che è del gruppo Marcegaglia. Non stiamo parlando di cose strane e siccome mi fido gliele dico, poi lei trarrà le conclusioni.
Lo stoccaggio di San Benedetto sarà nelle Marche l’inizio di un disastro ambientale di proporzioni bibliche, perché tutto il territorio marchigiano fino a Pesaro è coperto da reservoir che si sono creati nel tempo, quindi dove è stato estratto del gas ci sono tutti potenziali stoccaggi di gas, ma questo non è un problema che serve a noi Marche, primo perché la Regione prenderà qualche soldo, ma il problema riguarda tutte le complicazioni che questo porterà a delle città turistiche. Immagini lei uno stoccaggio di gas con un reservoir sotto le città di San Benedetto, di Cupra, di Pedaso, di Porto San Giorgio, di Porto Sant'Elpidio. Di stoccaggi del gas nel mondo ne esistono circa 600, non ce n’è uno che abbia sopra una città perché sono fatti nello spazio. Perché? Qual è il problema? Oltre ai tanti problemi della subsidenza, San Benedetto in dieci anni è sprofondata di quasi 10 centimetri, oltre al problema delle falde acquifere, oltre al problema delle possibili esplosioni flash fire in superficie, quindi esplosioni orizzontali o esplosioni in alto, c'è il problema, quello più importante, della migrazione del gas in superficie.
Questo è scritto anche in un rapporto che è stato approvato dalla Regione Marche, scandaloso, una Via che è stata approvata dalla Regione Marche, prima di prendere altre decisioni politiche e l'Arpam delle Marche diceva: "Attenzione signori a rilasciare questa autorizzazione perché la statistica e la casistica dicono che il gas migra in superficie". Sopra c'è una città, non ci sono pecore, agnelli o vacche. Il problema è che ci possono essere delle scuole, ci possono essere degli alberghi oppure delle abitazioni ed il gas migrando in superficie non ha odore perché il mercaptano a cui è aggiunto, quello che dà odore di uova, viene sottratto dalle rocce e quando si accende una luce il palazzo salta per aria. Questo non è se succede, ma quando succede!
In questa problematica sono coinvolte tutte le Marche, Questa azienda …, la storia è complessa, non la sto a spiegare perché magari ai Consiglieri non interessa, ma se questi passeranno a San Benedetto del Tronto, un comprensorio di 90 mila persone, perché riguarda Monteprandone e Cupra, non ci potremmo più opporre in altre parti, quindi è importante. Noi abbiamo tre ricorsi al Tar, stiamo aspettando le decisioni. Questo potrebbe distruggere il nostro territorio a livello turistico, perché lei immagini che ogni attività turistica dovrà avere il piano di evacuazione e dietro la porta dell'albergo ci sarà scritto che in caso di incendio o di scoppio bisognerà tappare le finestre e mettere la mascherina. Immagini che problemi!
Questo è fatto solo a scopo di lucro dei privati perché chi guadagna sono i privati che non solo prendono gli incentivi con la 130 del 2010, ma prendono un fattore di garanzia ed una volta che hanno avuto il titolo accessorio vengono garantiti per cinque anni, vuoto per pieno, anche se non hanno aperto. Questo lo paghiamo noi sulla bolletta. E’ un discorso privato con noi, con la Regione , con l'Italia non c’entra niente, poi i suoi colleghi nazionali hanno fatto una legge sblocca Italia che era vecchia ai tempi di Mattei, marchigiano di Acqualagna, era già vecchia a quei tempi e l'hanno fatta adesso, una legge fondata sugli idrocarburi che non esistono più, ormai nel mondo non ne esistono quasi più, e hanno tralasciato completamente gli incentivi al fotovoltaico o ad esempio alla green economy.
Dicendo questo voglio concludere perché non voglio, come prima volta, essere un po' lungo, però quello che le dico è di dare uno sguardo all'ambiente perché non ci può essere crescita, né lavoro né economia né all'agricoltura, se non facciamo una lotta serrata all'ambiente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Buongiorno a tutti. A tutti i Consiglieri un augurio di buon lavoro e in modo particolare al Presidente.
E’ ovvio che questa Aula deve tornare ad essere importante, l’ha detto prima di me il Consigliere Busilacchi.
Noi, Signor Presidente, ritorneremo ad essere credibili quando saremo vicini al popolo, vicini alla gente e daremo le risposte che la gente ci chiede, che il popolo ci chiede.
Da anni questo Consiglio è distante dalla cittadinanza, dagli utenti, che lo sentono molto distante, ma perché lo sentono distante? Perché non ci sono risposte!
Nella sua introduzione, ho ascoltato un passaggio molto importante, il recupero del ruolo delle infrastrutture. Ero un giovane sindacalista, oggi ho i capelli bianchi, di questo problema se ne è sempre parlato, aeroporto, interporto e porto, però purtroppo non si è mai realizzata questa cosa importantissima per una comunità di 1.400.000 abitanti.
Spero che questa sua affermazione si concretizzi perché queste società, come lei sa meglio di me, partecipate dalla Regione sono in fortissima difficoltà economica e qui credo che ci sia materia per recuperare dei finanziamenti necessari per il bilancio della Regione e farle funzionare. Se non era per la Lega probabilmente il direttore dell'aeroporto di Falconara era ancora quel signore che in queste ore o in questi giorni è sotto processo presso il tribunale di Ancona, perché il suo predecessore non si era mai accorto delle difficoltà che la società aveva. Ci sono altre società gestite dalla Regione che sono in forte difficoltà, perché hanno debiti e non svolgono il ruolo che dovrebbero, Signor Presidente. Se ci sono società di sviluppo per l'economia di questa regione che sono il debito e che non funzionano, credo che questo esecutivo debba assolutamente riprenderle in mano in considerazione dell'interesse della comunità marchigiana. Questo è un passaggio importante e indispensabile.
Parliamo del lavoro. La mia cultura che proviene dal mondo sindacale mi dice che, in questa regione, nell'Italia centrale, i dati sull'occupazione non sono in crescita, purtroppo è in aumento la disoccupazione e allora credo che questi fondi, se il Presidente Ceriscioli riuscirà ad utilizzarli, dovranno servire per creare 25.000 o 30.000 posti di lavoro. Questa è la sfida che secondo noi lei deve fare.
Parliamo di belle enunciazioni, questa Regione, in questa legislatura, nella prima parte della legislatura, ovvio, come diceva lei, deve uscire con 25.000, 30.000 posti di lavoro perché ci sono le condizioni finanziarie, c'è soltanto il problema della scelta e di incidere sulla scelta, altrimenti è chiaro parliamo sempre di cose che poi non si concretizzano.
Il ruolo di cui ha parlato il Consigliere Giancarli, una ripresa del ruolo di questa Regione Marche che senza proposte …, in giro per questa regione abbiamo visto che qualcuno a Roma vorrebbe dividerla e credo che qualcosa, può darsi, sia uscito da questa Regione nella precedente legislatura e probabilmente a chi l'ha detto ha portato anche disgrazia. Bisogna riprendere il ruolo delle Marche che non può essere un'appendice di un'altra. Un ruolo che questa comunità e questi marchigiani devono svolgere in un contesto nazionale, pertanto riprendiamo questo aspetto della centralità della Regione Marche che deve anche svilupparsi, lei dice, con il credito. Bene, ma con un credito più umano perché si deve ripristinare un rapporto che è nato come è nato il credito. Il credito è nato come momento di sostegno all'imprenditore e al cittadino, oggi non può essere un credito quello della telecomunicazione, quello della comunicazione, dove un operatore dice se questa azienda, se questa società, se questa partita IVA, deve avere si o no il credito. Questo lo fanno tutti. Lo possono fare tutti, lo può fare anche un operatore informatico. Il ruolo delle banche, il ruolo del credito è quello di ripristinare la fiducia tra i suoi clienti ed il rapporto che oggi non c'è più, che si è sfilacciato. Basilea 2, Basilea 3, tutte queste disposizioni hanno creato un ruolo diverso del credito. Va ripristinata questa fiducia, va ripristinata nelle persone. Gli imprenditori devono avere fiducia verso il credito. Non devono avere i soldi, i capitali da una parte e poi mettere una firma per avere la garanzia, tutti sono buoni a dare il credito in questo contesto, Signor Presidente. Invece va rivisto nei progetti, rivisto nella credibilità, ma soprattutto va rivisto nella credibilità della persona, perché questo è un aspetto fondamentale. Certo se si presenta uno che ha gestito dei problemi non belli, ha avuto delle marachelle, è chiaro …, ma l'imprenditore serio che ha messo tutta la sua volontà, tutta la sua esperienza nell'impresa, anche se ha delle difficoltà economiche, deve essere un cliente a cui va data una risposta positiva.
Ho citato degli esempi per essere abbastanza concreto e per dire come noi pensiamo la politica, come la Lega pensa la politica. Pensa una politica che deve essere più vicino alla gente, rispondere con più attenzione alla gente, non farla soffrire e tutti devono avere gli stessi diritti, il popolo marchigiano deve avere gli stessi diritti di qualcuno che magari oggi arriva nella nostra comunità marchigiana e probabilmente ha qualche servizio in più rispetto al nostro concittadino.
Noi chiediamo formalmente, da quest'Aula, che queste cose non avvengano più e se possibile si fermino, anzi senza il se, chiediamo di fermarle perché il popolo marchigiano ha delle esigenze che oggi superano quelle di chi arriva in Italia, i cosiddetti, qualcuno li chiama immigrati, noi li chiamiamo clandestini perché non sono profughi. I profughi, quelli veri, sono ben accetti e lo straniero che lavorava magari nell'interland del porto e che oggi non ha più il lavoro, ma è da venti, venticinque anni in Italia deve avere gli stessi diritti.
Noi siamo per questo, per questo ragionamento, per dare questa credibilità a questo popolo marchigiano che in questo contesto di crisi mondiale si trova in forte difficoltà. Pertanto su questo contesto le diremo, le presenteremo anche delle nostre indicazioni, delle nostre proposte, perché c'è da rivedere anche l’aspetto dei diritti. Su queste cose troviamo il marchigiano, come lei sa perché ha fatto il Sindaco, in centesima posizione nella formulazione di qualche graduatoria ed altri che sono venuti ieri mattina magari si trovano in prima posizione.
Queste cose lo sa, danno fastidio al popolo marchigiano, dà fastidio alla gente, lo sa meglio di me e credo che queste cose noi le dobbiamo recuperare per un ruolo di una comunità, possiamo poi successivamente discutere con i giusti equilibri, ma credo che sia essenziale in questa fase recuperare questo problema. Va anche recuperato, con il discorso che ha fatto lei poc'anzi, il problema del turismo.
Il turismo marchigiano, in modo particolare quello della costa non si recupera se non si affronta il ragionamento della protezione delle coste. Signor Presidente lei sa che su queste coste arrivano mareggiate 5, 6, 7 volte all'anno e vengono distrutti interi territori, Perché? Perché è dal 1980 che non si protegge più questa costa, magari precedentemente sono stati spesi dei soldi, ma messi in un modo che dobbiamo verificare se essere giusti o non giusti.
Credo che questo ruolo e il problema delle coste, che va da San Benedetto a Gabicce Mare, sia estremamente importante questa comunità marchigiana lo sente. Non è più un problema di pezzi di costa, è un problema di costa, Signor Presidente, e naturalmente so che questo è uno sforzo immane in termini economici, però è un problema che non ha il 1.400.000 marchigiani, ma credo più del 70% perché questa regione vive nella stragrande maggioranza lungo le coste.
E’ un problema senz'altro da affrontare per trovare delle possibili soluzioni.
Concludo con questa affermazione che ho detto prima, la sfida è quella del lavoro e qui si gioca, secondo me e secondo noi, la credibilità della sua Presidenza. Questa è una regione che è stata massacrata, distrutta da operazioni precedenti che non hanno valutato cosa sarebbe successo nei distretti industriali. Senza pensare al domani, si è aspettato l'oggi, si è aspettato che la disgrazia accadesse che i lavoratori rimanessero senza lavoro. Non si è cercato di prevenire questa situazione.
Formalmente, dentro quest'Aula, noi le chiediamo di prevenire queste situazioni, di cercare di ripristinare - non come prima perché i numeri non saranno purtroppo quelli - migliaia di posti di lavoro perché è il passaggio indispensabile per la crescita di questa regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Presidente Ceriscioli la ringrazio per la fiducia datami, spero di poterla contraccambiare, non per il nostro rapporto, ma soprattutto per i nostri concittadini.
E' chiaro che questo mio intervento sarà l'ultimo in questa fase, perché poi il responsabile del gruppo sarà il Consigliere Rapa e sarà lui che guiderà le azioni del nostro gruppo all'interno dell'Aula consiliare.
Il Consigliere Rapa è giovane, sicuramente ha grande voglia, grande passione e grande entusiasmo e questa è la cosa più bella in questo momento.
A me ha fatto piacere, a noi ha fatto piacere, come gruppo Uniti per le Marche, sentire che al centro delle riflessioni fatte dal Presidente, per quello che riguarda il programma che dovremo seguire in questa legislatura, c’è l'attenzione ai nostri concittadini marchigiani.
Tutte le sue riflessioni legate a questa proposta programmatica portano i nostri concittadini ad avere delle risposte. Tutto il programma che lei ha presentato e che leggeremo e di cui insieme abbiamo già in parte discusso, ben definito nelle 40 pagine, come ha ricordato, l’ha sintetizzato in quest’Aula in un'analisi molto ben dettagliata. E’ un programma che a mio avviso sprizza chiarezza, freschezza ed entusiasmo.
Ho già vissuto questa esperienza nella passata legislatura, nei cinque anni passati, per me è stata la prima esperienza, un'esperienza naturalmente positiva che ha avuto momenti di stallo e di flessione di quest'Aula consiliare e dell’azione della Giunta regionale.
E’ chiaro che, sia prima che oggi, come hanno ricordato tanti Consiglieri che mi hanno preceduto, stiamo vivendo un momento di grande difficoltà, non è semplice in questo momento portare avanti le problematiche fortemente sentite dalle nostre concittadine e dai nostri concittadini marchigiani, e quello che diciamo oggi dovremo poi rapportarlo sia come esecutivo di Giunta che come lavoro di quest'Aula consiliare.
Lei ha toccato un altro aspetto che mi ha fatto enormemente piacere, ricordo che più volte, in passato, ne abbiamo dibattuto, è quello della grande responsabilità di quest’Aula consiliare nel proporre - devo dire che è stato un passaggio importante e che mi ha colpito - il confronto tra maggioranza e minoranze. Un confronto aperto, propositivo. Noi della maggioranza, se ci sono delle proposte giuste che vengono dalle minoranze, dovremmo cercare di recepirle spero altrettanto che ciò avvenga da parte delle minoranze quando verranno portate in questa Aula e discusse delle proposte che andranno per il bene della nostra collettività.
I temi toccati non sto qui a ripeterli: sanità, lavoro, imprenditoria, trasparenza per quello che riguarda le problematiche legate all'ambiente, agricoltura, turismo, sono tutti temi importanti ed io aggiungerei anche lo sport sociale, Presidente, perché lo sport sociale è stato, questo lo possiamo dire, anche motivo di grandi confronti in quest'Aula e c'è stata, non dico mancanza, ma meno attenzione rispetto ad altri argomenti. Ritengo che lo sport, specialmente quello legato ai giovani, al sociale, vada affrontato perché dobbiamo dare anche delle risposte all'associazionismo, allo sport legato ai diversamente abili. E’ un altro argomento che, ne sono certo, le starà molto a cuore.
Noi stiamo vivendo, come ho detto prima, un momento di grande difficoltà, un momento in cui tutti insieme dobbiamo rimboccarci le maniche, al di là delle parole, delle riflessioni, degli interventi che facciamo oggi, perché i cittadini ci stanno e ci staranno a guardare, ma non solo, vorranno anche delle risposte forti.
Presidente, vorrei aggiungere anche un altro tema legato all'occupazione e al lavoro, lei l’ha toccato, alcuni Consiglieri l'hanno ribadito, noi come gruppo vorremmo che ci fosse un'attenzione anche ai quarantenni, cinquantenni, madri e padri di famiglia, perché un giovane che non ha lavoro è un problema grande, la disoccupazione dei giovani va affrontata, ma la criticità che hanno padri e madri di famiglia, quarantenni, cinquantenni, è molto più forte, è molto più immediata rispetto al problema di un giovane.
E’ chiaro che questa amministrazione dovrà fare delle azioni e potrà farle anche rivolgendole a un'età maggiore rispetto all'età di un giovane, tema che per quello che ci riguarda va affrontato a pieno titolo, a 300° senza nessun se, senza nessun ma.
Voglio ringraziarla per l'intervento. Per quello che ci riguarda saremo sempre pronti a confrontarci nella maggioranza, con questa Aula assembleare e con l'esecutivo di Giunta per portare il contributo dei Socialisti Riformisti e della lista Uniti per le Marche che noi vogliamo e speriamo di poter rappresentare in quest’Aula. Era una lista composta da altre forze politiche che a mio avviso hanno dato anche un grande contributo al nostro risultato elettorale, la presenza di due Consiglieri, è giusto e per quello che ci riguarda ci faremo portatori anche delle loro istanze, quindi Presidente in questo momento le facciamo un in bocca al lupo, un in bocca al lupo molto forte perché sicuramente i temi da affrontare per tutti noi saranno tantissimi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Signor Presidente del Consiglio, Signor Presidente della Giunta, Signori Consiglieri, mi complimento con il Presidente Ceriscioli, come ha detto Peppino Giorgini, grillino a sua insaputa, che ha sviluppato un programma che ci vede ovviamente favorevolmente predisposti e sicuramente posso dichiararlo, l'ho già detto durante la conferenza stampa di noi cinque, in appoggio sulle battaglie che soprattutto riguardano il nostro programma.
Saremo un'opposizione intransigente e dura nel momento in cui questo programma verrà snaturato e non andrà in favore di tutti i marchigiani, ma solo di pochi, come è avvenuto purtroppo nella legislatura precedente.
Noi abbiamo presentato, noi gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, una risoluzione sulla soppressione dell’Autorità Portuale del porto di Ancona. E’ una risoluzione anche se avremmo voluto presentare una mozione da discutere in maniera più organica, però sembra che il suo Presidente del Consiglio venerdì o venerdì prossimo sopprima le Autorità Portuali per creare queste otto Autorità di bacino, per cui io ho pensato, noi abbiamo pensato che sottoporre questa risoluzione al Consiglio regionale potesse essere un aiuto affinché questo avvenga o almeno avvenga in maniera più indolore.
Le motivazioni che abbiamo presentato in questa risoluzione e la risoluzione, voglio informare tutti i Consiglieri e la Giunta, è la stessa che è stata presentata dai nostri Consiglieri comunali di Ancona e che è stata approvata all'unanimità, compreso il gruppo del suo partito, perché ovviamente la città teme da questo cambiamento un disagio e un danno dal punto di vista economico, dal punto di vista produttivo ed anche dal punto di vista della salute, visto che il porto può diventare, non controllato direttamente, un agente altamente inquinante.
La proposta del Governo è quella di realizzare otto Autorità del sistema portuale trasformando l'attuale Autorità portuale in direzioni portuali, prefigurando la creazione di otto piccoli Ministeri, dipendenti dal Ministro centrale. Un modello questo che non ha paragoni in Europa e che cozza con tutti gli strumenti programmatori già approvati in sede comunitaria.
Sopprimere le Autorità portuali significa sopprimere le A.P. per creare otto Autorità di bacino del tutto scollegate dalla programmazione comunitaria e con Presidenti nominati dal Ministro. L'Autorità portuale di questo bacino andrebbe a Venezia e noi perderemmo ogni tipo di autonomia, ogni tipo di influenza e di decisione, ogni tipo di interesse del territorio. Sopprimere l'Autorità portuale significa sopprimere anche i comitati portuali dove sono presenti i rappresentanti degli enti locali e delle categorie produttive. Sopprimere le autorità portuali serve a creare un'agenzia nazionale dove accentrare finanziamenti, concessioni e appalti. Una specie di unità di missione in calza due con l'affidamento della gestione dei porti a direttori anch'essi nominati direttamente dal Ministero.
E’ una politica che accentra le decisioni e distoglie da una politica che è comunque diffusa sul territorio.
Significa infine colpire le autonomie e i diritti dei lavoratori e i dipendenti delle Autorità portuali per obbedire a logiche che sono dei poteri forti, che non sono dell'economia della città e della regione, per questo vi leggo - voglio premettere che noi siamo disponibili a rivedere le motivazioni ovviamente per arrivare in maniera pragmatica al punto che ci interessa e che ci sta a cuore particolarmente – la risoluzione nella quale alla fine diciamo: "Si impegna il Presidente e la Giunta a rappresentare al Ministro e al Governo la posizione del Consiglio regionale, ad intervenire affinché la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome chiedano un immediato confronto con il Governo su un tema così delicato ed importante per lo sviluppo economico del nostro territorio e del Paese - questa è una cosa che riguarda tutte le Autorità italiane - dà mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmettere il presente atto al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ai Presidenti ed ai Capigruppo delle competenti Commissioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, impegna, altresì il Presidente e la Giunta ad attivarsi con la Regione Abruzzo e Molise per verificare l'opportunità di estendere le competenze dell'Autorità portuale di Ancona anche in relazione alla Macroregione Adriatico-Ionica - che lei ha citato - e nei confronti dei Comuni portuali delle Marche anche degli altri porti delle Marche, affinché si possa realizzare quanto già avvenuto in Puglia, in Campania e nel Lazio ove una serie di porti vengono gestiti dalle esistenti Autorità portuali in modo coordinato con ricadute positive per i Comuni interessati".
Noi ci riallacciamo al discorso che lei ha fatto dove mette al primo punto del suo programma il lavoro, e ovviamente anche senza essere di Ancona si sa che il porto di Ancona, nelle sue decisioni e nella sua autonomia politica, coinvolge tantissimi lavoratori, non solo del porto ma anche dell'indotto che è molto diffuso e in questo momento molto in crisi.
Per questo credo che la risoluzione possa essere approvata perché è in favore del lavoro e dell’economia della regione e della salute di noi cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. Auguro al Presidente Ceriscioli un buon lavoro, come lo auguro al Presidente dell'Assemblea, alla sua squadra e a tutti i Consiglieri regionali.
Oggi inizia una nuova legislatura per la Regione Marche che auspico possa segnare la svolta per un territorio, come il nostro, ricco di eccellenze, ma anche fiaccato da infinite problematiche. Molto fino ad oggi è stato fatto, ma molto resta ancora da fare.
Il mondo che ruota intorno alla nostra regione è in continuo mutamento e purtroppo le scelte politiche a livello nazionale non danno garanzie di ripresa.
Sui marchigiani pesano i problemi dell'economia, del lavoro, della disoccupazione e lei Presidente ha citato un dato importante: oggi la disoccupazione purtroppo va oltre il 10 %. Se poi pensiamo alla disoccupazione giovanile, quasi un giovane su due non ha lavoro. Questi sono dati allarmanti che ci debbono far riflettere.
Purtroppo la disoccupazione dipende dalla crisi che noi stiamo vivendo sia a livello nazionale sia a livello regionale e purtroppo oggi il sistema imprenditoriale marchigiano è in crisi. dieci anni fa era impensabile trovare una persona che non lavorasse, oggi purtroppo sfioriamo quasi l'11%.
Abbiamo la crisi delle imprese che lei ha citato benissimo. Lei ha dato degli strumenti ottimi e questo mi tocca direttamente perché sono dottore commercialista, ha dato degli strumenti importanti per le aziende e quali sono questi strumenti? Ha parlato di Confidi, ha parlato dell'accesso al credito, ha parlato dei fondi europei. Sono strumenti molto importanti, però dobbiamo dire importanti, ma non determinanti. Perché questo? Perché dobbiamo guardare la realtà dei fatti. Purtroppo sulle aziende pesa un macigno importante che è quello del fisco. Oggi la fiscalità attanaglia le aziende. Sulla stampa si parla di una fiscalità che va oltre il 40%, tocca quasi il 44, io dico che la fiscalità sulle aziende è oltre il 70%.
Da quando sono in politica, ma da quando faccio la professione di dottore commercialista, la cosa più semplice che ho visto fare è quella di dire: “Ci sono i problemi? Bene, si aumenta la tassazione”. Si va dal livello più alto, nazionale, a cascata a quello regionale, provinciale e comunale. Anche la politica a livello nazionale di tagliare alle Regioni, alle Province, ai Comuni fa si che questi enti continuino ad aumentare la tassazione e continuando su questa linea purtroppo le aziende non usciranno mai dalla crisi.
Lei Presidente ha parlato di internazionalizzazione che è importantissima e ha parlato anche di non delocalizzare, però dobbiamo porci una domanda e dobbiamo veramente essere seri. Ossia, come fanno le aziende a non delocalizzare se in Italia abbiamo una tassazione così elevata? E' impossibile! Noi dobbiamo ripartire da lì.
Mentre lei parlava ed esponeva la sua relazione, io pensavo alla nostra vicina Gran Bretagna. In Italia facciamo esattamente l'opposto, in Gran Bretagna le tasse sulle società passano dal 28 al 20%, non è un caso che la FIAT abbia stabilito la sede legale in Gran Bretagna, e qui da noi cosa facciamo? Aumentiamo sempre di più la tassazione. In Gran Bretagna i risultati sono noti a tutti, ossia si riduce la tassazione, aumentano i posti di lavoro e tantissime, centinaia, di aziende vanno a stabilire la sede legale lì.
Noi dobbiamo agire su questo fronte, ossia ridurre la tassazione. Dobbiamo dare l'esempio a livello regionale di non aumentare più le tasse, oramai penso che sia impossibile, ma cercare comunque di fare un'ottima politica fiscale.
Molte questioni, Presidente, attendono da troppo tempo una risposta nei fatti. Penso al fermano, visto che provengo da Fermo, agli alluvionati. Io l'ho detto la prima cosa che farò è cercare di occuparmi dei fondi che ancora non sono arrivati ai Comuni di Sant'Elpidio a Mare, Montegranaro, alla stessa Provincia, al porto turistico sangiorgese, allo stoccaggio delle biomasse, tanto per enunciare alcune questioni che oltre che rappresentare dei capitoli che inquietano la nostra collettività, rappresentano una forza contraria rispetto a quella che andrebbe impressa per rilanciare la ripresa delle Marche.
Presidente non mi dilungo ancora, mi auguro semplicemente che le sue parole non rimangano lettera morta, ossia che anche dai banchi della minoranza, quando ci saranno, le istanze importanti saranno prese in considerazione per il rilancio della nostra Regione Marche, perché il rilancio deve essere fatto da tutti, non solo dalla maggioranza, ma protagonista deve essere anche la minoranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Colleghi Consiglieri, Signor Presidente, è un grande onore far parte di questo Consiglio e per questo ringrazio tutti gli elettori che andando a votare lo scorso 31 maggio hanno voluto dare un segnale forte di rinnovamento.
La passione per la politica e per il bene comune mi hanno sempre guidato nelle mie primissime esperienze amministrative a Monte san Vito, il mio Comune, e continueranno a guidare e ad ispirare il mio impegno nella Regione Marche.
Sono convinta che partire dai problemi delle persone, dei giovani, delle aziende, ascoltarli e stare dalla loro parte, sia l'unica risposta possibile a chi è solo capace di spandere pessimismo e soffiare sul vento dell'antipolitica. Il mio, il nostro impegno al servizio delle Marche sarà onesto ed instancabile.
Da commercialista mi confronto tutti i giorni con la paura di chi fa impresa e crea posti di lavoro. E’ stato ricordato più volte in questa Aula che l'accesso al credito è complicato, mi fa molto piacere che l'abbia ricordato anche il Presidente, il passaggio generazionale non è incoraggiato, fondamentale sarà quindi promuovere l'utilizzo fruttuoso dei fondi europei e grazie alla leva dell'europrogettazione consentire ai 236 Comuni della regione di cogliere l'opportunità e contribuire a rilanciare lo sviluppo della comunità valorizzandone l'attrattività da ogni punto di vista: turistico, culturale, imprenditoriale ed altro ancora.
La cifra del mio impegno sarà rappresentare e dare voce alle generazioni dei giovani marchigiani e delle donne che vivono un momento storico tra i più difficili del secondo dopoguerra.
Giovani e donne meritano di essere rappresentati dalla Regione , di avere voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il loro futuro, perché il loro futuro è il futuro di tutta la Regione Marche. Pensiamo ad esempio allo sprint delle imprenditrici under 35 registrato a settembre 2014 dall'Osservatorio di Unioncamere che indica che nonostante la crisi le donne mostrano di avere coraggio, determinazione e competenze professionali per farsi strada nel sistema produttivo.
Nella sua strategia per la parità tra uomini e donne 2010/2015 l'Unione europea promuove l'uguaglianza tra uomini e donne in Europa, la strategia si propone di sfruttare a pieno il potenziale rappresentato dalle donne, contribuendo in questo modo anche a raggiungere gli obiettivi sociali di crescita economica a livello europeo.
Non lasciare indietro le donne significa aggiungere cavalli al proprio motore, significa beneficiare così di una spinta aggiuntiva per raggiungere i massimi risultati in tutti i campi, non solo per la loro forza di volontà, ma soprattutto per le loro competenze, le donne non devono e non possono essere escluse.
Citavo poco fa i giovani, i ragazzi e le ragazze che da Pesaro ad Ascoli, che da Jesi ad Osimo ad Ancona devono troppo spesso lasciare l'Italia per costruirsi altrove un futuro che qui non sentono possibile. Innanzitutto per loro è necessaria aria nuova nella gestione e nell'uso dei fondi europei perché non usare le risorse europee disponibili sarebbe perdere due volte le Marche.
Lo spreco di risorse che l'Italia contribuisce ad alimentare, non usando o usando male i fondi europei, costituisce una dispersione di straordinarie opportunità di lavoro per le giovani generazioni. Le risorse europee sono insomma una potenzialità che non deve più rimanere tale. Bisogna agire e agire presto, attraverso un salto culturale da parte degli enti beneficiari, investimenti e risorse umane giovani e qualificate, scelta delle priorità, ragionando in un'ottica macroregionale per fare rete insieme.
Queste e altre sfide attendono le Marche nei prossimi cinque anni. Per quanto mi riguarda cercherò di affrontarle con tutta l'onestà e la determinazione di cui sono capace perché lo dobbiamo a chi ha chiesto di dare voce ai suoi problemi e di contribuire a risolverli con concretezza e trasparenza. Grazie davvero a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Buongiorno a tutti, un corale buon lavoro e in bocca al lupo a tutti, al Presidente anzi ai Presidenti, alla Giunta più o meno nominata e a tutti noi per questi cinque anni di lavoro e di attività.
Prenderò soltanto alcuni spunti della relazione ampia ed esaustiva del Presidente Ceriscioli che concerne in primis un aspetto che riguarda il metodo, ma il metodo spesso è anche sostanza.
Uno dei limiti, credo, del Governo precedente è stato quello di dialogare poco, di essere eccessivamente dirigistico nell'azione di governo. Introdurre invece il metodo della condivisione, il metodo dell'ascolto, riannodare il legame e il rapporto con i territori, con le comunità, con i loro amministratori, con i Sindaci, su tutte le questioni, credo che sia una direzione importante e torno a ripetere che non è solo una questione di metodo, ma può diventare veramente sostanza per un nuovo modo di governare. Il famoso cambiamento di direzione che è stato un po' lo slogan del Presidente.
Il Presidente, ripreso anche da altri, ha insistito su uno di quei provvedimenti fondamentali che dovremmo assumere nell'immediato, quello del ripristino del fondo sociale perché ripristinare quel fondo significa mandare avanti i servizi nei confronti dei più fragili, dei disabili, degli anziani, di chi soffre malattie croniche, di demenze, e ve lo dice uno che per dieci anni ha fatto l'Assessore in un importante Comune della nostra provincia di Ancona, Senigallia, e sa cosa significa misurarsi e misurare il proprio impegno su questi temi.
Credo che però non basti, non è solo questo che dovremo trovare, questa è l'urgenza, poi io credo, anche alla luce dei cambi di normativa che il Parlamento e il Governo nazionale stanno facendo in questo settore, dovremo anche pensare a come rivedere i servizi, il welfare marchigiano, è una di quelle sfide che ci troviamo di fronte e che dovremo sapere interpretare ed affrontare.
Mi è piaciuto molto il passaggio del Presidente sulla sanità. In questi anni abbiamo avuto una sanità a due velocità o meglio a due facce. Io dico la sanità dei conti e la sanità dei cittadini in carne ed ossa e degli operatori, tra l'altro queste due facce non sono tra loro separate, ma decisamente interconnesse. Per cui i conti è vero erano a posto, ma chi ha pagato prevalentemente il prezzo di quei conti sono stati i cittadini che, come ha ricordato prima il Presidente, in seguito anche a liste d'attesa, ma non solo, spesso hanno dovuto pagarsi i servizi in prima persona e gli operatori che in seguito ad una politica pesantemente restrittiva sul personale hanno retto la baracca, come si dice dalle nostre parti. Quindi credo che sia importante ripensare a questi aspetti della sanità, come è importante il cambio di paradigma ovvero passare da una visione prevalentemente ospedalocentrica ad una più spostata sul territorio, a ciò che nel territorio viene esercitato, dalla medicina di famiglia fino alla prevenzione, ai servizi di prossimità.
Il terzo aspetto, venendo io da una città, ahimé, martoriata nell'ultimo anno da fenomeni alluvionali, riguarda l'ambiente e nello specifico l'assetto idrogeologico e, quindi, la normale attenzione che bisogna avere nei confronti dei corsi d'acqua, dei fossi, che purtroppo non solo nel nostro territorio, ma anche in altri territori della regione, hanno pesantemente segnato ... ed anche lì vale la stessa regola che vale in altri settori, meglio di gran lunga la prevenzione piuttosto che intervenire post con risarcimenti danni che hanno tempi, con tutte le tragedie che poi si portano dietro.
Credo che questo, insieme a tanti aspetti, sia il terreno di lavoro che dovremmo, secondo me, secondo noi, affrontare da qui ai prossimi mesi, sapendo che ricette non ce ne sono, ma dovremmo continuamente misurarci con problematiche, ed ecco che ritorna quel metodo dell'ascolto di chi è in frontiera, come i Sindaci e gli amministratori, che può essere utile nel saper affrontare, insieme, gli enormi problemi che questa comunità marchigiana ha.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Intanto vorrei augurare un buon lavoro a lei Presidente, a tutti noi, a tutti i colleghi Consiglieri, perché quello che ci aspetta sarà un duro lavoro e tutti noi, sia chi siede nei banchi della maggioranza che della minoranza, preferisco minoranza ad opposizione, siamo stati eletti per questo. Abbiamo un lavoro da svolgere e in questa ottica di collaborazione io siedo in questi banchi.
Provengo anch'io da un’esperienza di amministratore comunale. Credo che questa base sia importante, perché è quella che mette la realtà politica più a contatto con i cittadini, quindi questa esperienza deve essere in qualche modo tradotta e veicolata anche all'interno dell'organo regionale.
Lei ha fatto un discorso, ovviamente partiamo da basi programmatiche differenti perché lei aveva un suo programma e la lista nella quale io mi sono presentata ne aveva un altro, e quello che noi abbiamo criticato, parzialmente lo ha fatto anche lei, è una parte della gestione precedente e ci siamo ritrovati critici sui risultati che le politiche poste dalla precedente Giunta regionale hanno prodotto sulla realtà marchigiana e sui cittadini.
Reputo che ci dovremmo confrontare in maniera corretta e, quindi mi rifaccio alla parte finale del suo discorso, quella nel quale apre ad una collaborazione, ad un rispetto della voce delle minoranze e su quella mi rifarò anch'io.
La sfida che ci attende, secondo me Presidente, è quella di tradurre gli enunciati che lei ha proposto in apertura e che sono in qualche modo condivisibili da tutti. Quando tutti vogliamo un rilancio del settore turistico, quando tutti vogliamo che riparta e si trovi una soluzione alla crisi occupazionale che attanaglia la nostra regione, quando parliamo di problemi della sanità che deve essere più rispondente a quelle che sono le esigenze, le richieste dei nostri cittadini, su questo ci troviamo tutti,
In primo luogo quello che lei ha posto come priorità mi troverà sicuramente concorde perché è anche una priorità con la quale mi sarei voluta subito confrontare, quella di rifinanziare il fondo sociale che se non erro scade il 31 luglio ed è quindi una priorità per tutte le comunità del nostro territorio.
La sfida è quella di tradurre poi queste proposte, questi enunciati, in fatti concreti che sono quelli sui quali ci giudicheranno i cittadini. Su questo le auguro buon lavoro, augurandomi che realmente si possa trovare queste soluzioni e laddove non ci saranno il nostro ruolo non sarà solo di stimolo, ma di portare delle proposte che possano essere per il bene della nostra comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Signor Presidente della Giunta, Signor Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, mi allaccio a quanto detto dalla Consigliera Leonardi, il nostro augurio è che questa Giunta e questa amministrazione, questa Assemblea legislativa, siano ricordate per le azioni e non tanto per i proclami, quindi auspico che tra le priorità, se non la prima priorità, sia proprio quella del ripristino del fondo sociale.
La questione è molto grave ed è urgente che il Consiglio regionale si esprima in tempi rapidissimi perché non si può pensare di aspettare 300 giorni, come anticipato dalla stampa, o alcuni mesi, qui serve dare una risposta subito, serve dare una risposta concreta, perché a causa del mancato finanziamento da parte della Regione e della conseguente diminuzione dei trasferimenti, i Comuni saranno presto costretti ad attivare drastici tagli ai servizi, nel settore dell'infanzia, dell'adolescenza, della disabilità e degli anziani.
Mi aspetto pertanto un'approvazione rapida, condivisa e trasversale della mozione che noi del Movimento 5 Stelle intendiamo presentare quanto prima, proprio per dare una reale concreta risposta al territorio, ai Sindaci, ma sopratutto a quelle famiglie che si trovano in difficoltà perché credo che il primo segnale di cambiamento sia proprio quello di ridare credibilità alla politica e questo si può fare garantendo i diritti che i cittadini hanno già oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Prima di tutto voglio fare gli auguri di buon lavoro al Presidente Ceriscioli e alla Giunta che è stata appena nominata e fare i complimenti al Presidente Ceriscioli per la relazione che ha fatto all'Aula perché ha toccato temi che riguardano tutta la nostra comunità marchigiana. Temi sui quali ci dovremo misurare nei prossimi cinque anni e, come ho sempre detto nelle settimane passate e durante la campagna elettorale, l'elezione non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per un lavoro che ci contraddistinguerà nei prossimi cinque anni per la nostra comunità marchigiana.
Sicuramente avremo un compito non facile che è quello di riavvicinare le istituzioni ai cittadini perché c'è un momento di disaffezione dovuto a tanti problemi, a tante questioni che sono accadute a livello nazionale, però la politica è servizio, la politica è servizio al cittadino, alla comunità, e proprio facendo politica, stando in mezzo alla gente bisogna recuperare questo ruolo, questo modo di essere, di fare, di dare un servizio alla comunità.
I temi toccati, il primo punto lo cito soltanto senza approfondirlo perché l’ha già fatto il Presidente, il tema del lavoro, il tema della crescita, mettere in campo ogni possibile azione per creare condizioni di lavoro, soprattutto per le giovani generazioni. Credo che questo debba essere il nostro primo obiettivo. Il lavoro, la crescita, l'abbattere la disoccupazione giovanile deve essere il primo vero compito che deve contraddistinguerci ogni giorno, partendo dall'utilizzo dei fondi europei, cercando di catturare non solo quelli che sono stati assegnati da parte dell'Unione europea alla nostra Regione.
Sul tema delle infrastrutture mi permetto di integrare le indicazioni che ha dato il Presidente Ceriscioli che ha parlato di porto, di interporto, di areoporto e di Quadrilatero. Mi permetto di integrare il tema della Fano-Grosseto che non riguarda soltanto la provincia di Pesaro-Urbino, ma riguarda tutta la Regione Marche, tutto il centro Italia, perché riguarda il tema dello sviluppo, soprattutto per le aziende, ma anche per il turismo. Proviamo ad immaginare cosa significherebbe dal punto di vista politico la realizzazione della Fano-Grosseto che potrebbe intercettare tutti i flussi turistici che solitamente vanno a Venezia, a Firenze, a Roma, che potrebbero venire nella nostra regione grazie ad un viabilità migliore, tenendo anche conto che il turismo è sicuramente uno degli assett su cui bisogna puntare per lo sviluppo della nostra comunità e per il miglioramento delle condizioni economiche.
Faccio l'ultima battuta sulla questione della sanità. Obiettivo: l'abbattimento delle liste di attesa. Credo che debba essere uno degli obiettivi su cui dovremmo misurarci, non so a chi il Presidente darà la delega alla sanità, non so se la terrà lui o l'assegnerà a qualche Assessore, ma ritengo che l'abbattimento delle liste di attesa sia uno degli obiettivi su cui i cittadini marchigiani ci misureranno anche perché consentirà la riduzione della mobilità passiva, che va, soprattutto per le province di confine, fuori regione, tenendo conto che tutti i cittadini della nostra regione hanno diritto ad una sanità di serie A, ad una qualità di servizi di primo livello, a partire da quelli delle aree interne.
L'ultima battuta è questa, nei prossimi cinque anni lavoreremo, questo sarà anche un mio impegno specifico su cui vorrò misurarmi, all'abbattimento delle normative che complicano la vita alla gente, che complicano la vita alle imprese. Nelle passate settimane abbiamo detto che soprattutto per il PSR gli agricoltori sono diventati, per la Regione, produttori di carta piuttosto che produttori di olio, di vino e di cereali.
Su questo credo che dovremmo misurarci, semplificare realisticamente le procedure che possono rendere più facile la vita alle imprese, perché dalle imprese nasce lavoro, nasce occupazione, nasce lo sviluppo e proprio per questo, se ci riusciremo, riavvicineremo questo ente, ma anche le altre istituzioni, ai cittadini perché in questo momento ce n'è particolare bisogno. Grazie.

PRESIDENTE. Adesso lascio la parola al Presidente Ceriscioli per la replica.

Luca CERISCIOLI. Brevissimo intervento che non vuole essere una replica, anzi ringrazio il Consiglio regionale per gli interventi, devo dire tutti in tono e in modo positivo e lasciano ben sperare rispetto all'atteggiamento costruttivo con il quale affrontare i prossimi anni, di stimolo, di ampliamento, anche su cose che non ho rappresentato nella sintesi del programma, ma che sono contenute all'interno del progetto e possono quindi essere recuperate.
Mi piacerebbe molto che come primo atto dessimo seguito anche a quelle parole perché il dispositivo della proposta fatta dal Movimento 5 Stelle coincide con quanto approvato dal Consiglio comunale di Ancona e, in un paio di iniziative in campagna elettorale, ho sostenuto come azione positiva e fa parte di quelle cose che possiamo condividere.
Chiedo, quindi, 5 minuti di sospensione per concordare il testo nel quale ci sono tante altre cose, per poterlo asciugare intorno al dispositivo e poterlo condividere.
Sarebbe molto bello, come primo atto, dare un voto unanime su qualcosa che tutti quanti condividiamo, dando un segno di buona politica che sa mettersi d'accordo. Oltretutto credo che avremo un peso diverso nei confronti del Governo portando un atto unanime su questa materia.

PRESIDENTE. Cinque minuti di sospensione e riprendiamo immediatamente i lavori.

La seduta viene sospesa alle ore 13,40

La seduta riprende alle ore 14,05

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. La proposta di risoluzione presentata dal gruppo 5 Stelle è stata assorbita da un'ulteriore proposta che è stata firmata da tutti i gruppi consiliari.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi per la lettura.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. E’ una proposta unitaria di tutti i gruppi.
Ringrazio il gruppo 5 Stelle che ha ritirato la sua ed ha fatto propria questa proposta unitaria che vado a leggere: "L'Assemblea legislativa delle Marche, considerate le imminenti determinazioni che dovranno essere assunte dal Consiglio dei Ministri in ordine all'assetto della portualità e della logistica nazionale; considerati gli effetti che le stesse potranno produrre sull'assetto della portualità marchigiana, a partire dal ruolo svolto dal porto di Ancona, volano decisivo per l'economia regionale, impegna il Presidente della Giunta regionale a rappresentare al Governo la posizione dell'Assemblea legislativa delle Marche contraria al progetto che prevede l'abolizione dell'Autorità portuale di Ancona".
Come è stato ricordato, visto che venerdì potrebbe esserci questa discussione, credo sia utile che un segnale forte giunga da parte di questa Aula, dando, da questo punto di vista, pieno mandato al Presidente della Giunta.

PRESIDENTE. Risoluzione a firma dei consiglieri Busilacchi, Maggi, Giorgini, Bisonni, Fabbri, Leonardi, Rapa, Pergolesi, Marconi, Zura Puntaroni, Marcozzi, Carloni, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la seduta. Ci vediamo la prossima seduta di cui concorderemo la data ed vi arriverà la convocazione. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,10


ALLEGATO A

PRIORITA' AZIONE DI GOVERNO LAVORO E OCCUPAZIONE
Il lavoro e l'occupazione saranno le priorità da perseguire. La disoccupazione nella nostra regione ha toccato livelli troppo elevati, soprattutto quella giovanile. Occorre agire puntando sugli investimenti pubblici, sul rilancio della cultura e del turismo, sui nuovi strumenti finanziari mirati all'innovazione dei nostri settori produttivi, sull'internazionalizzazione delle imprese, sulla green economy, sulla pianificazione nell'utilizzo di fondi europei e sulla riconversione dei siti produttivi dismessi. Dobbiamo riposizionare il modello marchigiano a un livello più alto di competitività. Lo sforzo dell'amministrazione regionale se deve concentrare sul sostegno al manifatturiero, con l'obiettivo di accrescerne la competitività attraverso interventi sulla qualità, sulla ricerca e sull'innovazione. Oltre a ciò, occorrono azioni di sostegno per far crescere gli altri settori potenzialmente molto importanti, in grado di contribuire a un nuovo sviluppo, alla creazione di nuova e più qualificata occupazione e, in definitiva, a un riposizionamento del modello marchigiano a un livello più alto di competitività. Settori legati alla green economy (ambiente, risparmio energetico e fonti alternative, ciclo completo dei rifiuti, ciclo delle acque), al turismo (sviluppandone ogni sua forma: balneare, culturale, ambientale, storico, religioso, dei prodotti tipici e tradizionali), alla cultura e ai servizi. Prevediamo dunque un'azione di politica economica del lavoro su due direttrici fondamentali:
- da una parte, mettendo in campo misure di contrasto alla crisi: gestione delle numerose vertenze aziendali, gestione degli ammortizzatori sociali in deroga, interventi sui contratti di solidarietà, contributi alle famiglie più disagiate, esenzione dei ticket, interventi sui precari, sostegno agli studi per ragazzi con famiglie in difficoltà, sostegno anche economico per gli over 45enni espulsi dal mercato del lavoro, aiuti sugli affitti. Misure che riducano l'impatto negativo della crisi sulle famiglie marchigiane. Azioni "difensive ma necessarie, così come è altrettanto indispensabile che tali misure siano affiancate da azioni di politiche attive del lavoro;
- è necessario implementare programmi e interventi di politica attiva del lavoro e di sostegno allo sviluppo delle imprese: quella dedicata alla formazione con occupazione garantita, agli strumenti integrati di sostegno per l'autoimprenditorialità come il Prestito d'onore regionale (che ha consentito l'avvio di 1500 nuove imprese), ai programmi per la formazione di figure qualificate nei settori su cui incentrare le nuove vie di sviluppo, agli incentivi all'assunzione e alle stabilizzazioni costruiti con percorsi legati alla formazione fondata sulle reali esigenze del mondo produttivo (gli incentivi fini a se stessi offrono scarsi risultati), alle borse lavoro, ai dottorati di ricerca svolti in azienda.
È per questo indispensabile che il sistema dell'istruzione e della formazione sia sempre più connesso e integrato alle esigenze dei settori su cui si incentra il "riposizionamento" del modello marchigiano, privilegiando quelle azioni formative maggiormente legate allo sviluppo dei settori strategici e allo sbocco lavorativo concreto. Va eliminata la programmazione di formazione fine a se stessa, spesso improduttiva e slegata dalle esigenze reali del mondo del lavoro. Riguardo al sostegno alle attività produttive, vanno rafforzati gli strumenti per garantire il credito alle Pini: fondi di garanzia legati a progetti innovativi e tecnologicamente avanzati, misure per sostenere le aziende che investono in ricerca, sviluppo della qualità e innovazione, sostegno agli accordi di programma, investimenti per l'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo, implementazione di Progetti di riconversione di siti produttivi dismessi.
Esiste dunque una priorità: salvaguardare e incoraggiare l'imprenditorialità marchigiana (soprattutto femminile) deve essere una costante su tutto il territorio regionale.
1) vedere il mondo come il proprio mercato, pertanto l'internazionalizzazione come scelta strategica;
2) focalizzarsi su/ proprio settore, puntando all'innovazione dei processi;
3) affrontare la sfida della dimensione, unendosi in reti d'impresa;
4) costruire relazioni forti con il consumatore finale.- sfida del marchio e distribuzione per conquistare il mondo con il Made in Italy;
5) apertura alla finanza e accettare la sfida manageriale, con il passaggio generazionale quale delicato processo che va affrontato subito e con decisione.
Le politiche di indirizzo dell'Ente pubblico
Poiché ci troviamo non in un mondo nuovo, ma in mondo completamente cambiato occorre:
Pianificare strategicamente i fondi europei, programmando l'integrazione tra misure e obiettivi tematici contenuti nel POR FESR e POR FSE' dedicati alle imprese: misure che non devono essere appunto viste come singole e autonome, ma pianificate secondo la pubblicazione di bandi regionali che devono essere programmati in modo integrato tra singoli servizi regionali, per dare risposte concrete alle necessità.
Accompagnare le imprese sui mercati esteri, indispensabile in una Regione dove prevalgono la piccola dimensione delle aziende e l'aumento crescente di giovani start up innovative, anche a guida femminile. In una fase di drastica riduzione delle risorse la Regione dovrà giocare il suo ruolo approfondendo la conoscenza dell'economia mondiale e della composizione del tessuto produttivo imprenditoriale marchigiano. In una fase di stagnazione della domanda interna occorre, infatti, puntare in modo consapevole alla proiezione globale della Regione Marche per crescere in termini di export e scegliere l'internazionalizzazione su tutti i mercati (emergenti e maturi) quale fattore strategico.
Rafforzare ecosistemi a sostegno dell'imprenditorialità, in una Regione tra le più imprenditoriali di Italia e di Europa, è necessario per creare e sostenere condizioni favorevoli e per rafforzare ecosistemi a sostegno dell'imprenditorialità, anche femminile. Il rischio, infatti, è che le start up, che nascono per loro vocazione proiettate a livello globale, vadano ad insediarsi in contesti economici più favorevoli, a svantaggio del tessuto produttivo regionale. La rapidità con cui crescono le start up innovative impone di favorire politiche di indirizzo per sviluppare un ecosistema capace di far raggiungere altri due obiettivi: arginare la fuga dei cervelli e ridurre il digital divide.
Innovare, principalmente nei processi produttivi e nei processi dei servizi. Questo permette di sostenere l'occupazione e di produrre ricchezza, nonché maggiori vantaggi ed utilità nei beni del manifatturiero. Inoltre benefici incrementali si otterranno anche in settori diversi rispetto a quello di appartenenza dell'invenzione prodotta, generando più rapidamente effetti positivi trasversali al sistema economico.
La proposta dei Centri di Imprenditorialità Diffusa
Lo sviluppo di 'Centri di Imprenditorialità Diffusa', anche utilizzando spazi in aree industriali dismesse, può essere parte della soluzione per le cinque categorie di imprese di cui si compone il nostro sistema produttivo.

DIRITTO ALLA SALUTE, NELL'EQUITÀ E NELLA QUALITÀ DEI SERVIZI SANITARI
Vogliamo per questo promuovere una stagione di nuove politiche, ripartendo da pochi e chiari obiettivi, realizzabili in tempi certi e sostenibili economicamente, che mettano al centro il cittadino e i suoi bisogni reali di salute. Adotteremo misure per riorientare il sistema verso i nuovi bisogni di salute e in particolare per dare risposte alla sfida dell'invecchiamento della popolazione e a quella inerente le patologie croniche.
Gli obiettivi che intendiamo darci si traducono quindi in un programma di miglioramento della qualità dei servizi, della loro accessibilità, dell'efficacia dei trattamenti, della equità del sistema, all'interno di un programma di risanamento della spesa pubblica nazionale. Partecipazione e trasparenza saranno al centro della nostra azione politica. La politica e le istituzioni dovranno avviare un processo che crei valore aggiunto alla cittadinanza per soddisfare i bisogni di salute che si sono nel tempo modificati. Per compiere il salto di qualità a cui aspiriamo, il coinvolgimento dei territori sarà centrale nel nostro governo.
Va per questo ripensata l'offerta sanitaria per livelli di complessità, sottostando a principi fondamentali: equità distributiva, accessibilità, presa in carico del paziente. Ma è necessario un cambiamento di paradigma. Solo così possiamo affrontare i problemi ricorrenti e ormai cronicizzati (tempi d'attesa, mobilità passiva, accessi impropri ai pronto soccorso) passando da interventi puntuali e poco risolutivi a interventi sistemici.
Ecco che la parola "rete" ritorna ad avere un nuovo significato se declinata a tutto campo, non come rete ospedaliera o territoriale che pecca di dualità e separatezza ma come rete "di presa in carico e di continuità", con l'obiettivo di guidare e sostenere il cittadino nelle varie dimensioni sanitarie (a partire dalla prevenzione e passando per la cura e il mantenimento) prevedendo unitarietà dei comportamenti tecnico-professionali, l'utilizzo di equipe integrate e chiari percorsi assistenziali: così intendiamo incrementare l'accessibilità alle prestazioni e ai servizi da parte di tutti i cittadini, riducendo pertanto le lunghe liste di attesa.
Sono necessarie per questo precise azioni:
- il completamento di una rete dell'emergenza con i percorsi delle principali condizioni patologiche (es. infarto, ictus, traumi maggiori);
- il potenziamento di una rete sulla salute mentale e neuropsichiatria infantile, con il rafforzamento della rete diagnostica e, soprattutto, di presa in carico e di terapia, assicurando la libera scelta, l'anonimato e il supporto alla famiglia anche attraverso l'attivazione di linee di azione sui problemi degli adolescenti come il bullismo, i disturbi del comportamento alimentare, nuove droghe, alcolismo;
- il contrasto concreto, con adeguate risorse economiche e di programmazione, alle varie forme di ludopatie (slot, gioco d'azzardo), che colpiscono in modo sempre più forte le fasce più deboli della popolazione;
- il potenziamento e la qualificazione delle attività di prevenzione, a partire dalla prevenzione ambientale, dalla sana alimentazione e dagli stili di vita, dalle attività di screening e dalle vaccinazioni;
- risposte concrete alla fragilità e alla cronicità;
- il miglioramento della rete ospedaliera.
Questo processo di "rete" coinvolgerà le comunità locali.

Le sfide centrali: la "cronicità" e la 'fragilità"
Lo faremo attraverso:
- progetti di prevenzione secondaria e terziaria per il mantenimento delle abilità psicomotorie;
- ripensando l'offerta del livello assistenziale ospedaliero con una maggiore attenzione all'organizzazione delle cure ospedaliere per i pazienti fragili in fase di riacutizzazione;
- progetti di presa in carico/continuità di cura e ripensando l'offerta dei livelli assistenziali extra-ospedalieri, nella dimensione domiciliare, semi-residenziale e residenziale;
- sviluppando l'integrazione con gli ambiti per la risposta ai bisogni sociali che nei pazienti fragili si sovrappongono ai bisogni sanitari.

La risposta giusta al momento giusto
Occorre cambiare il punto di osservazione. E' necessario che le organizzazioni recuperino finalmente il proprio mandato. Nel momento in cui si manifesta la problematica di salute deve attivarsi in modo automatico la presa in carico globale del paziente.

La garanzia dei giusti tempi di attesa
Non si può affrontare il problema delle liste di attesa senza la consapevolezza che rappresenta una delle grandi sfide per il Sistema sanitario della Regione Marche e che la ricerca della sostenibilità economica rischia di aggravarne sempre di più la portata. D'altra parte, non si può dimenticare che l'inappropriatezza delle prestazioni richieste, rappresenta un'importantissima fonte di alimentazione della lunghezza delle liste di attesa. Per questo verranno messe in atto immediatamente azioni finalizzate:
- a coinvolgere tutti i medici prescrittori nel raggiungere l'obiettivo di una sempre maggiore appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche;
- ad ampliare l'offerta per le principali prestazioni critiche, anche attraverso l'aumento del periodo di attività delle apparecchiature con una più puntuale allocazione delle risorse.

Una rete ospedaliera efficace ed efficiente
L'obiettivo che noi ci proponiamo è quello di garantire uniformi livelli essenziali di assistenza nel rispetto dei parametri indicati dal patto per la salute 2014-2016 per I' assistenza ospedaliera. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo completando il potenziamento della rete dell'emergenza sia a livello delle Postazioni di emergenza territoriale sia dei Dipartimenti ospedalieri di emergenza di primo e di secondo livello.

Domiciliare, semi-residenziale, residenziale
Punteremo a un'organizzazione territoriale in grado di prendersi carico della persona attraverso un progetto individualizzato integrato, con lo scopo finale di mantenerla in sicurezza sia a livello domiciliare (necessità di revisionare tale livello per ridefinirlo e potenziarlo, implementando la connotazione socio-sanitaria) sia a livello semi-residenziale, potenziando le aree per i disturbi cognitivi (demenze) sia residenziale (Rsa), ricordando che questo livello ha un obiettivo di stabilizzazione post ospedaliera e quindi di ricovero transitorio.

La Casa della salute
Sull'esistente si innesta la nuova struttura, la Casa della Salute, che dovrà modularsi su tre livelli: tipo A (cure integrate per un massimo di 12ore al giorno), tipo B (cure integrate e residenzialità con la possibilità di avere un'operatività di 24 ore) e tipo C (struttura ad alta complessità e organizzata sulle 24 ore), implementando le risposte per i bisogni più o meno emergenti.

Gli investimenti nelle strutture ospedaliere
La Regione, negli ultimi anni, ha assunto un importante impegno finalizzato a realizzare ex novo infrastrutture ospedaliere fondamentali: Fermo, INRCA-Osimo, il Salesi, Marche Nord, Marche Sud. Vogliamo rinnovare l'impegno, in ragione del valore per le comunità locali e per l'intero disegno di salute regionale. Lo faremo con trasparenza coinvolgendo i territori.
Obiettivo fondamentale sarà quello di modernizzare la rete ospedaliera e tecnologica con azioni che dovranno puntare:
- alla realizzazione di nuovi ospedali più moderni, soprattutto nelle realtà ove sia possibile concentrare in una unica sede le attività svolte oggi da più ospedali;
- ad aggiornare e mettere in sicurezza tutti gli ospedali principali di rete, con progressiva riqualificazione delle piastre tecnologiche, dei percorsi, del confort alberghiero. Interventi che possono favorire la riqualificazione del patrimonio immobiliare ospedaliero esistente, specie ove questo appaia difficilmente valorizzabile sul mercato;
- realizzare condizioni strutturale e logistiche che consentano il pieno ed efficiente utilizzo di tutte le strutture.

WELFARE - Il cittadino al centro del sistema.
La nostra crescita economica non sarebbe mai stata possibile senza un sistema di welfare integrato tra la rete dei servizi locali dei comuni, le famiglie, le risorse del volontariato e dell'associazionismo, la cooperazione sociale e la programmazione regionale. Il punto sarà mettere il cittadino al centro del sistema e spendere i fondi per soddisfare gli utenti e i loro bisogni. Sempre di più si dovrà operare per coniugare le esigenze di crescita economica con quelle della tutela della qualità dell'ambiente e della riduzione delle disuguaglianze sociali. Un obiettivo su cui far convergere, in un'ottica di responsabilità sociale, tutti gli attori del territorio non- profit e profit.

Sicurezza, istruzione, sanità, ambiente, cardini dello sviluppo economico
Per questo dobbiamo puntare a un sistema di welfare di tutela della famiglia e di tutti gli altri beni relazionali e non monetari: sicurezza, istruzione, sanità, ambiente che rappresentano un formidabile supporto allo sviluppo economico. L'obiettivo è, dunque, aprire nuovi cantieri sociali, per un welfare locale che sperimenti nuova mutualità, propulsore di cambiamenti culturali, di stili di vita e di consumi, orientato all'innovazione dei servizi alla persona e che ottimizzi le risorse attraverso una pianificazione che tenga conto dei bisogni dei cittadini.
Occorre a tal fine investire sulla sperimentazione nei territori avviando laboratori locali, responsabilizzando a queste sfide gli Uffici di Piano, gli amministratori locali e i tecnici, gli attori e i vari soggetti sociali, l'associazionismo e i cittadini, in un lavoro che non può che essere integrato, ognuno con il proprio ruolo e la propria responsabilità ma insieme, perché "insieme si fa di più e meglio".

Nuove azioni per le politiche di welfare
Per questo è oggi indispensabile mettere a disposizione strumenti di programmazione delle politiche di welfare. In particolare:
- L'organizzazione del "Dipartimento per la salute e politiche sociali" affinché l'integrazione socio-sanitaria avvenga secondo modalità reali di integrazione;
- Il potenziamento dell'organizzazione degli ambiti territoriali nelle modalità previste dal Piano sociale regionale;
- La garanzia del necessario supporto finanziario al funzionamento del sistema di welfare, specie a fronte di politiche che puntano a forme pericolose di privatizzazione dei servizi, che non garantirebbero pari opportunità di accesso ai cittadini marchigiani;
- Il sostegno delle professionalità sociali che hanno garantito, in questi anni, un'elevata qualità dei servizi. Professionalità che per gran parte si sono formate e operano all'interno del terzo settore e che costituiscono un capitale sociale da valorizzare, visto che i servizi funzionano soprattutto se vedono la presenza di persone capaci di costruire al loro interno relazioni di crescita e di sviluppo personale;
- L'impegno ad aggiornare e migliorare le normative per l'affidamento dei servizi, sperimentando modalità innovative (concessione e accreditamento) per uscire dalla sterile logica degli "appalti", a garanzia della trasparenza e della standardizzazione delle procedure a livello regionale, a tutela della qualità della progettazione, a salvaguardia del radicamento territoriale, a protezione della dignità del lavoro sociale;
- La definizione dei costi standard di tutti i servizi del welfare a garanzia degli utenti, a tutela dei soggetti gestori e della trasparenza dei costi per la collettività;
- L'assunzione di un ruolo di regia e governance della rete dei soggetti impegnati nella realizzazione del sistema del welfare, anche attraverso la stipula di patti territoriali.
- La legittimazione dei soggetti del terzo settore quali interlocutori strategici per la condivisione delle politiche di welfare così come previsto dalle normative regionali e nazionali.

TURISMO ASSET PER TRAINO ECONOMIA
Sostenere l'innovazione e l'aggregazione, creare nuove professionalità per il turismo
Il turismo deve rappresentare uno degli asset principali per il traino economico della Regione Marche. Le politiche regionali di sostegno al turismo vani-io abbinate a quelle della cultura. Il binomio risulterà sicuramente vincente, se riuscirà a creare un vero sistema Marche integrato con le politiche di valorizzazione del territorio, dell'ambiente e delle sue eccellenze di prodotto. Il tutto abbinato a servizi offerti al cittadino/utente all'interno di una strategia di pianificazione di lungo corso che vede tutto il sistema Marche concentrare risorse adeguate per lo sviluppo del turismo (partendo dalle infrastrutture, alla riqualificazione delle strutture turistiche, al miglioramento la capacità attrattiva e di promozione del territorio. La nuova amministrazione si pone come obiettivo politico la realizzazione di Piani di sviluppo turistico regionale, coesi e coerenti, capaci di integrare i diversi interessi come la risultante di un'attività sistemica che sintetizzerà tutte le componenti territoriali. Nuove azioni sono necessarie per garantire l'imprescindibile ruolo dell'Ente regione di comunicazione e promozione del territorio. Da un lato, mediante i tradizionali canali di comunicazione, il web e le nuove pratiche "social"; dall'altro garantendo una costante attività di promozione dei cluster, rivolta prevalentemente a quei mercati che rappresentano il nostro target di riferimento principale. Oltre, dunque, a presidiare i bacini potenziali nazionali di turisti, si dovranno potenziare gli investimenti nei mercati esteri dove la nostra offerta può risultare ancora vincente, a partire dal nord Europa, allargando il raggio di azione ai mercati dell'est europeo e del nord America e programmando in sinergia con il livello nazionale gli interventi nei cosiddetti mercati lontani ed emergenti (Cina, Brasile).
Un'efficace rete di collegamento infrastrutturale, viaria, ferroviaria, aerea e portuale, garantisce al turismo la possibilità di agevolare i flussi in entrata. L'aeroporto regionale Raffaello Sanzio deve diventare una porta di ingresso e un facilitatore di accesso alla nostra Regione, attraverso una politica di programmazione che riesca a garantire collegamenti certi con i mercati di incoming turistico.
Per assicurare un rilancio del settore, proponiamo l'elaborazione, con il concorso di tutte le rappresentanze del territorio, di un piano straordinario di investimenti che faccia riferimento a tre specifiche azioni:
- Riqualificazione delle strutture turistiche regionali. Dobbiamo riuscire a favorire un'opera di affiancamento al processo di ammodernamento delle strutture alberghiere e dei servizi anche con l'intervento del sistema bancario locale e quello straordinario della Banca europea degli investimenti. E' questo un settore strategico e si deve insistere per sostenere gli investimenti degli imprenditori privati.
- Formazione del personale che opera nel settore. E' un'azione necessaria per dotare strutture e servizi di accoglienza di personale giovane e qualificato, capace di corrispondere alle esigenze di una domanda turistica internazionale e di livello elevato. In questo contesto, va creata una rete per la vendita del prodotto Marche organizzando educational tour interni per la vendita di pacchetti diversificati senza confini amministrativi.
- Destination management organization (Dmo). Dobbiamo avviare un nuovo modello organizzativo che renda protagoniste le forze migliori del territorio, in modo associato, per rendere sempre più competitiva l'offerta turistica. Le Marche sono, infatti, costituite da territori che, pur se dotati di rilevanti fattori di attrazione, non sono in grado di reggere la competizione. Questo elemento di criticità dipende, in larga parte, dalla scarsa capacità di integrarli e di dar vita a comportamenti più collaborativi e manageriali. Alla realizzazione dei Dino chiameremo soggetti pubblici e privati del territorio, favorendo anche forme innovative di associazionismo, con un'azione di serio coinvolgimento degli attori locali.

Sul rinnovo delle concessioni una proroga di lunga durata
Sulla direttiva Bolkestein, la Regione Marche conferma il sostegno al Governo per una linea comune in Europa sulle problematiche relative alla disciplina del demanio marittimo con particolare riferimento alla normativa comunitaria in materia di concessioni.
Un percorso che individua un doppio regime per il rilascio e rinnovo delle concessioni balneari: il primo transitorio e "premiale" per le concessioni in vigore, verificando la possibilità di una proroga di lunga durata; il secondo che individua criteri di evidenza pubblica e gare per le eventuali nuove concessioni che riguardano la maggioranza delle superfici demaniali ancora disponibili. Sui canoni delle concessioni demaniali, più risorse ai Comuni. La nostra proposta è prevedere che ai comuni resti una quota parte del canone versato con destinazione vincolata alle operazioni di dragaggio del porto e ai lavori di difesa degli arenili. O in alternativa, la regione si impegna a trasferire ai comuni la citata quota, con destinazione vincolata.

CULTURA OCCASIONE DI SVILUPPO
Con la cultura si possono creare lavoro e occasioni di crescita per un territorio. Allo stesso tempo dovrà essere opportunità formativa ed educativa verso la comunità, in particolare verso i giovani, agevolando e rendendo accessibile la sua fruizione. La cultura sarà quindi elemento centrale e pervasivo delle politiche di governo per lo sviluppo della comunità, un punto in cui concentrare le risorse per accrescere le opportunità di sviluppo.
Sarà necessario inoltre una pianificazione e una strategia per investire al meglio i fondi europei che arriveranno nella nostra Regione e che dovranno essere concentrati su attività culturali che possano diventare attrazioni per i turisti di tutto il mondo. Il rapporto della cultura con la scuola e con le politiche giovanili, costituirà un elemento essenziale della nostra strategia di governo futura.
Un nuovo protagonismo delle città e dei territori sfruttando al meglio /'opportunità dei fondi europei
E necessario un coordinamento per ambiti territoriali capace di offrire soluzioni condivise ai problemi sempre più impellenti delle singole comunità. Un coordinamento chiamato anche a scegliere dove meglio concentrare le risorse, sempre più calanti, con una rinnovata attenzione a quanto nasce a livello locale.
Per questo dobbiamo creare le condizioni per un efficace percorso di accompagnamento e formazione dei soggetti operanti nelle Marche per la formulazione di progetti validi, capaci di far accedere ai contributi europei messi a bando. Fondamentale sarà creare un coordinamento più incisivo riguardo alla gestione dei fondi comunitari.
Rivendicare anche in sede nazionale il giusto valore dello scenario culturale delle Marche
E' necessario rinegoziare con il Mibact i nuovi parametri per il Fondo unico per lo spettacolo e un nuovo Accordo di programma quadro per i beni culturali, valorizzando in maniera più adeguata le tante eccellenze del nostro territorio, consentendo l'afflusso di contributi più consistenti, proporzionati alla grande ricchezza che le Marche da sempre sanno produrre.
Sviluppare i percorsi culturali che sappiano essere volano attrattivo per il turismo di qualità
Il potenziamento del cluster turistico dedicato alla cultura, promosso con 1'offerta turistica in ambito nazionale e internazionale, è quanto mai necessario in una logica che faccia interagire territori, servizi di accoglienza, eccellenze. Tutte le comunità locali devono sentirsi parte attiva di questo nuovo scenario e la Regione, cui spetta il compito di definire le comici attuative di tali percorsi.
Controllare lo 'stato di salute' del nostro patrimonio culturale
La Regione sarà vigile rispetto ai programmi delle Soprintendenze regionali, che negli anni si sono quasi isolate dal contesto del territorio. Crediamo che la definizione di un nuovo Accordo di programma quadro, possa definire per i prossimi anni un cammino condiviso, sia delle priorità di intervento e sia della partecipazione della Regione agli interventi, compatibilmente alle risorse finanziarie disponibili.
Un'unica programmazione regionale di breve e medio periodo
Nell'ambito di una specifica pianificazione sarà necessario creare un coordinamento di tutte le attività culturali, per fare migliore promozione e permettere agli operatori turistici di organizzarsi nel lungo periodo.
Consolidare il sistema delle attività culturali di rilievo
Nel quadro delle politiche di valorizzazione dei beni e delle attività culturali, il cinema assume una funzione crescente, divenendo sempre più strumento di promozione del territorio e condizionando i flussi turistici su scala nazionale e internazionale.
L'attività della film commission, scaturita dai programmi della Fondazione Marche Cinema Multimedia, in questi anni ha dato prova di saper corrispondere a queste esigenze. È nostra intenzione allargare concretamente la presenza dei Comuni nella Fondazione e attuare una programmazione non più episodica, valorizzando soprattutto le peculiarità sia del territorio, sia dei servizi che dal territorio possono offrirsi alla film commission, sia degli operatori che nella nostra regione abbondano.
Per i musei civici delle Marche (circa 400) e le biblioteche pubbliche (circa 200), che rappresentano la forma di criticità più evidente nel settore della cultura, si rivedrà il modello organizzativo attuale passando dalle gestioni in forma singola a un nuovo soggetto (Fondazione Musei delle Marche o similare), concedendo la possibilità di intervenire nella gestione anche a partner privati (dalle Fondazioni bancarie a eventuali sponsor).
Il ricorso, inoltre, a fondi di diversa provenienza (fondi comunitari del POR FESR, FSE, ecc.), rappresenterà una risposta operativa alle gravi problematiche del settore, capace se ben utilizzati di dare risposte occupazionali alle migliaia di giovani laureati in materie umanistiche che attendono impazientemente nuove opportunità di impiego.

FONDI EUROPEI LEVA PER LO SVILUPPO
I fondi strutturali rappresentano oggi la vera opportunità, concreta e unica, su cui investire in modo deciso. Per fare questo, occorre innanzitutto un cambio di mentalità degli amministratori e di sensibilizzazione costante della comunità marchigiana sulle occasioni che derivano dall'essere cittadini europei. I 1200 milioni di euro che arriveranno dall'Europa saranno determinanti per far ripartire l'intero sistema produttivo economico e sociale marchigiano. Saremo noi, insieme ai territori, a scegliere e decidere come indirizzare questi fondi, pianificando in maniera strategica i progetti. Non più finanziamenti a pioggia, ma idee da realizzare all'interno di un quadro complessivo di scelte strategiche da indirizzare per lo sviluppo in diversi settori (occupazione, lotta al dissesto idrogeologico, welfare, edilizia).
Introdurre novità organizzative per raccordare tutti i fondi europei
Crediamo sia indispensabile che la programmazione regionale risulti effettivamente unitaria mediante la stesura di un unico documento strategico regionale che sia di raccordo tra tutti i fondi europei (FESR, FSE, FESR, FEAMP).
Dal punto di vista amministrativo il Servizio regionale dovrà svolgere un reale coordinamento per raccordare la programmazione regionale con tutte le progettazioni che derivano, ad esempio, da enti locali, università, altre realtà socio-economiche (ad es. Camere di Commercio). Al riguardo si istituirà uno specifico tavolo di lavoro con il compito di monitorare costantemente i processi amministrativi, informando periodicamente, mediante appositi report, enti e istituzioni interessate. Lo sportello informativo unico regionale sarà potenziato e dovrà essere il punto di riferimento e di raccordo di tutti gli sportelli informativi esistenti sul territorio (Eurosportelli, Uffici dedicati presso le Associazioni di categoria, ecc...) con il compito di informare sulle politiche dell'UE e organizzare iniziative di sensibilizzazione.
La sede di Bruxelles avrà il chiaro mandato di investire in una mirata azione di lobbying diminuendo l'attività informativa che potrà essere demandata agli uffici regionali. L'obiettivo è consentire all'ufficio di Bruxelles di condurre azioni più strategico-politiche e meno operative realizzando regolarmente incontri con i DG della Commissione europea e i parlamentari europei per condurre azioni su dossier di particolare interesse e importanza per le Marche.
Accanto ai temi macroregionali vi sono altri due aspetti rilevanti nella programmazione 2014/2020 e contenuti nel Por Fesr della Regione Marche:
- strategia delle aree interne;
- sviluppo urbano.
Entrambe le misure richiedono nuovi strumenti della programmazione comunitaria, come ad esempio gli ITI (investimenti territoriali integrati). Da ciò deriva la necessità di accrescere le competenze delle autorità locali nella governance dello sviluppo urbano e territoriale.
Uno sportello Work City per un filo diretto tra enti territoriali e Bruxelles
Il progetto Work City mira alla costituzione di uno sportello che assicuri ai soggetti interessati, pubblici e privati, di ottenere:
- informazioni relative alle opportunità e ai bandi esistenti, tramite una comunicazione chiara e puntuale, privilegiando il mezzo di pubblicazione online;
- assistenza per il reperimento della documentazione necessaria alla formulazione delle domande di accesso ai finanziamenti, con una funzione di tutoring;
- risposta, per assistere l'utente e assicurare la correttezza e completezza del iter procedurale.
Bisognerà favorire rete, pianificazione strategica e partecipazione avviando anche meccanismi di premialità per proposte progettuali presentate da Comuni, imprese, beneficiari che agiscono in rete o in forma associata.
Sulla Macroregione Adriatica la Regione Marche continuerà a seguire con la massima attenzione e con il necessario sostegno, anche finanziario, l'attività del Segretariato IAI, l'organismo della diplomazia nazionale che coordina l'attività degli otto Paesi aderenti alla Macroregione e che ha sede ad Ancona.
Come pure oggetto di speciali attenzioni sarà il "Governing board", l'organismo che sovrintende alla realizzazione della strategia della Macroregione adriatico ionica (Eusair), che proprio ad Ancona nel gennaio 2015 ha tenuto la sua prima riunione.
L'obiettivo principale della Macroregione è quello promuovere il benessere economico e sociale della regione Adriatico-Ionica attraverso la crescita e la creazione di posti di lavoro, migliorando la sua attrattività, competitività e connettività, preservandone, al contempo, l'ambiente e garantendo ecosistemi marini e costieri sani e in equilibrio.
Rispetto ai quattro assi tematici che costituiscono il Piano d'azione (economia blu, infrastrutture materiali e immateriali, qualità ambientale, turismo sostenibile) e alle due priorità trasversali (ricerca, innovazione, sviluppo PMI e capacity building), la prospettiva, d'ora in avanti, non sarà solo la sommatoria dei progetti di cui i Paesi e le regioni dispongono, ma riguarderà una visione strategica da costruire, sia in termini di scelte politiche sia di soluzioni tecniche. Punteremo alla realizzazione di pochi progetti, ma dovranno essere importanti e qualificanti per integrare dal punto di vista anche socio-economico i territori degli otto Paesi membri e costruire concretamente il progetto delle infrastrutture di servizio reali e immateriali che costituiranno 1' architettura della Macroregione.
Le leve da attivare
Rispetto ai quattro assi tematici, _riteniamo necessario operare in quattro direzioni:
Asse 1 Guidare una crescita innovativa marittima e marina. Obiettivo sarà la promozione dell'economia sostenibile, la creazione di posti di lavoro e 1'opportunità di business nei settori della blue economy (acquacoltura, pesca, biotecnologie blu, servizi marini e marittimi);
Asse 2 Connettere la regione. L'obiettivo dovrà essere il rafforzamento dei collegamenti della Macroregione e la riduzione delle distanze tra le comunità insulari e rurali attraverso il miglioramento della gestione dei corridoi fluviali e marittimi, nonché l'interoperabilità di tutte le modalità di trasporto. Riteniamo d'interesse anche il progetto per la creazione di una connessione immateriale (Adriatic cloud);
Asse 3 Migliorare la qualità ambientale. Obiettivo sarà il miglioramento della qualità ambientale degli ecosistemi e la tutela della biodiversità;
Asse 4 Turismo sostenibile. Obiettivo sarà l'aumento dell'attrattività turistica della macroregione, supportando lo sviluppo sostenibile del turismo costiero, marittimo dell'entroterra, la riduzione della stagionalità della domanda, la limitazione dell'impatto ambientale e la promozione di un brand comune (Adrion).
Per la Macroregione Adriatico-Ionica seguiremo, inoltre, con particolare attenzione l'evolversi del Piano Juncker, che istituisce il Fondo europeo per gli investimenti strategici e mobiliterà ulteriori investimenti nell'economia reale, soprattutto nei settori delle infrastrutture, dell'energia rinnovabile e dell'efficienza energetica, come pure l'educazione, la ricerca, l'innovazione, al fine di garantire il finanziamento di una linea di progetti di portata europea.

INTERNAZIONALIZZAZIONE PER IMPRESE
Internazionalizzare l'artigianato e il sistema delle piccole e medie imprese
In un contesto nazionale che prevede nel medio periodo una debole ripresa del mercato interno, è necessario dare impulso all'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese marchigiane e alla promozione del territorio perché diventi patrimonio di valori condivisi e non si identifichi solo nell'attività di pochi.
- Condividere le scelte con le organizzazioni delle imprese definendo una linea comune d'azione che si concretizzi in un'unica programmazione regionale, di breve e medio periodo, accompagnata da un adeguato sostegno finanziario ai piani annuali di attività e raccordata con le politiche nazionali di settore, tipiche dell'attività del MISE, del MAE e dell'Agenzia ICE;
- Accorpare in un'unica struttura regionale le materie e le relative funzioni amministrative riguardanti l'internazionalizzazione, la promozione all'estero, l'associazionismo dei marchigiani nel mondo, per dare maggiore coerenza e razionalità alle politiche regionali rivolte all'estero;
- Istituire un' unica Agenzia per l'Internazionalizzazione e la promozione estera che aggreghi gli attori istituzionali e i soggetti pubblico/privati che si occupano stabilmente di internazionalizzazione (Regione, Camere di Commercio e Aziende speciali, parte della SVIM che tratta questa materia) e che operi con un unico programma di attività sulla base di un'unica programmazione regionale;
- Investire sui giovani e sulla creazione di nuove figure professionali (temporary manager e operatori economici specializzati), per accrescere la cultura d'impresa in materia di internazionalizzazione, promuovendo in collaborazione con le Università marchigiane e con l'ISTAO, programmi di formazione altamente specializzati, per consentire al sistema delle PMI l'immissione nelle aziende di nuovi collaboratori da destinare allo sviluppo dei processi di internazionalizzazione;
- Favorire la nascita di nuove reti di impresa, sostenere l'attività di quelle esistenti e dei Consorzi marchigiani, in attività di promozione e internazionalizzazione realizzate anche in modo autonomo, ma nel rispetto di standard qualitativi di gestione;
- Dare fiducia alle imprese e alla loro capacità di muoversi autonomamente sui mercati internazionali incrementando l'ammontare complessivo delle risorse destinate ai vauchers aziendali, con particolare attenzione ai progetti promossi da giovani imprenditori, favorendo al contempo la diffusione di metodi innovativi di marketing internazionale;
- Sviluppare politiche per favorire l'attrazione degli investimenti da parte di operatori esteri;
- Utilizzare l'appuntamento di Expo Milano 2015, come momento irripetibile per la promozione delle Marche, del sistema economico e sociale marchigiano, del territorio e dei prodotti marchigiani, della cultura e delle attrazioni turistiche del nostro territorio favorendo incoming di delegazioni istituzionali ed economiche straniere e l'afflusso del maggior numero di turisti stranieri;
- Continuare a investire sul 'brand Marche' affinché la nostra regione divenga sempre più conosciuta ed apprezzata nel mondo e sia realmente luogo di destinazione di crescenti flussi turistici per l'intero arco dell'anno.

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Il trasporto pubblico locale diventerà un punto centrale delle politiche del governo della Regione. Oggi, non è così. Occupiamo infatti l'ultima posizione in Italia nella ripartizione del fondo nazionale trasporti. La nostra quota è pari a 68,66 euro per abitante contro una media nazionale di 95,7 euro ed è addirittura la metà rispetto a quella destinata a regioni medio piccole come la nostra.
Adeguare il sistema dei trasporti e della logistica
Il corrispettivo chilometrico nella Regione Marche, che mediamente è 1,50 euro per il servizio extraurbano e di 1,70 euro per il servizio urbano, è completamente insufficiente per la sopravvivenza delle aziende che gestiscono il servizio e per qualsiasi altro gestore che volesse cimentarsi in tale gestione.
Puntare a un affidamento per provincia e rendere flessibile il lavoro delle aziende
Basterebbe dunque passare a un affidamento per provincia più gli affidamenti per le aree metropolitane e arriviamo ad avere circa 150/200 affidamenti, cioè meno di quelli tedeschi. Tutte le discussioni sono dunque inutili ed è invece indispensabile concentrarsi su costi standard, fabbisogni standard e riforma del TPL.
Il settore dei Servizi pubblici locali è fondamentale per lo sviluppo di un territorio, per la qualità della vita dei cittadini che vi risiedono, per la competitività del tessuto socio-produttivo. Da troppo tempo però risente della mancanza di una chiara e stabile normativa, è mancata una linea coerente e si sono prodotte situazioni eterogenee.
La definizione di una normativa che fissa regole ben delineate è elemento indispensabile per lo sviluppo gestionale dei Spl in un'ottica industriale e per una sostenibilità ambientale, economica e finanziaria.
I Spl rappresentano un volano per la crescita del territorio. Lo dimostrano i dati relativi alle 100 maggiori aziende, il cui fatturato totale rappresenta il 7,7% del Pil italiano, con investimenti passati da 5,3 miliardi del 2012 a 5,7 miliardi del 2013 e l'elevato indotto occupazionale.
Rendere le aziende competitive puntando a rendere migliore il servizio ai cittadini
Abbiamo l'obiettivo di costruire nelle Marche un sistema di servizi razionalizzato, diversificato, efficiente e che sia fattore di competitività per i nostri territori regionali.
Superare le singole realtà per competere e creare occupazione
Il nostro obiettivo, pertanto, è quello di puntare a un processo di pianificazione che vada al superamento delle singole realtà creando condizioni di dimensioni tali da poter competere nelle sfide future, sviluppando investimenti e occupazione.
Ci impegneremo inoltre su altri tre obiettivi:
- la revisione del Piano di tutela delle acque (PTA), per renderlo più armonico alle peculiarità del territorio;
- la rivisitazione del Piano regionale dei rifiuti ricercando l'autonomia impiantistica;
- la semplificazione dei processi autorizzativi in materia ambientale per pervenire a un controllo più organico, più semplice e meno burocratico.

SISTEMA INFRASTRUTTURALE
Il sistema infrastrutturale regionale, gli strumenti e i soggetti chiave su cui la prossima amministrazione dovrà lavorare sono:
- l'applicazione di strumenti innovativi come il partenariato pubblico privato e il contratto di disponibilità, capaci di coinvolgere le energie e le potenzialità dei territori;
- l'individuazione di soggetti finalizzati allo scopo, società pubbliche di progetto con obiettivi precisi e tempi definiti, in grado di far coesistere gli enti pubblici territoriali e attrarre capitali privati;
- in tale contesto la Regione rappresenta il fulcro per il completamento del nostro assetto infrastrutturale puntando su alcune opere prioritarie per gli obiettivi di ammodernamento delle Marche. Gli assi su cui la prossima amministrazione lavorerà sono diversi.

QUADRANTE NORD
La E78 Fano Grosseto
La realizzazione della E 78 Fano Grosseto è di fondamentale importanza per lo sviluppo della competitività delle Regioni di riferimento, rappresentando una priorità del Governo per la capacità dell'intervento di implementare il collegamento tra il versante adriatico e quello tirrenico, in connessione con arterie di rilevanza nazionale ed europea e come spina dorsale sia per il sistema dei porti (Livorno, Civitavecchia, Ancona e Ravenna) e degli interporti.

Logistica, portualità e intermodalità delle Marche
Il nodo della piattaforma logistica delle Marche comprende l'interporto delle Marche, il porto di Ancona e l'aeroporto delle Marche a Falconara, punto fermo per l'organizzazione della raccolta e distribuzione delle merci nel centro-Italia e sulla dorsale adriatica, guardando ad est verso i Balcani, a sud verso le rotte marittime del Mediterraneo, a nord verso i corridoi europei.
È necessario potenziare tale sistema per far crescere la capacità di smistamento delle merci in arrivo, aumentando il quantitativo delle merci che sbarcano oggi al porto di Ancona, uno dei più attivi delle Marche.

II porto di Pesaro, Fano e San Benedetto
Attualmente il porto di Pesaro è in fase di riprogettazione. Alla fine dei lavori, la zona assumerà una veste del tutto nuova e saranno rafforzate sia le attività connnerciali sia il diportismo, consentendo così una maggiore funzionalità dello scalo pesarese.
I porti di Fano e San Benedetto del Tronto ospitano una cospicua flotta di pescherecci.
Ciò nonostante, risulta necessario un loro ammodernamento alla luce delle nuove opportunità offerte dalla riqualificazione logistica regionale e l'escavo dei fondali che stanno determinando un empasse operativa (nella parte del programma dedicata alle "Marche dei porti" proponiamo una nuova strategia operativa della Regione). L'obiettivo è di aprire l'occasione di migliorare l'efficienza portuale sia in termini di potenziamento dell'attività economica presente, sia in termini di maggior apertura al turismo.

Collegamento stradale tra 1'A14 e il porto di Ancona
E' necessario un progetto che punti alla realizzazione e gestione del collegamento stradale tra il Porto di Ancona, l'Autostrada A14 e la Strada Statale 16 "Adriatica".
La nuova arteria prevista si svilupperà per una lunghezza totale di circa 11 Km: 7,5 Km di collegamento autostradale tra la A14 (svincolo Ancona Centro) e il Porto di Ancona e circa 3 Km di bretella di collegamento tra la S.S. 16 e il nuovo svincolo sulla A14.
È opportuno che si preveda anche la realizzazione di un centro attrezzato per i TIR dotato di un sistema di tele prenotazione per l'accesso alla banchina del porto.

LINEE FERROVIARIE

Bologna Ancona
Relativamente alla linea ferroviaria Bologna-Ancona, si propone la realizzazione di un progetto che preveda l'arretramento della stessa finalizzato a rendere il tratto percorribile dall'Alta Velocità, attualmente impossibile per ragioni di sicurezza, dando l'opportunità di "liberare" circa 20 km di costa, da riqualificare in accordo con le amministrazioni interessate.. L'iniziativa permetterebbe di avere a disposizione circa 45 ettari di terreno tra Falconara Marittima e Ancona da riorganizzare in maniera efficiente, potendo anche eventualmente partecipare al cofinanziamento della realizzazione dell'opera, pari a circa 2 miliardi di euro.
L'arretramento proposto permetterebbe la creazione di un piede della frana che consentirebbe di arretrare la linea del mare di circa 500-600 metri, così da porre in essere le condizioni per la valorizzazione della zona "waterfront" a scopo turistico/ricreativo in accordo con l'Autorità Portuale.

Orte-Falconara
La Direttrice Orte-Falconara è una delle linee trasversali della rete ferroviaria italiana che, attraversando l'Appennino centrale lungo un itinerario che va da est a ovest, collega la linea Roma-Firenze con la direttrice Adriatica rispettivamente in corrispondenza di Orte e di Falconara Marittima.
Il progetto di potenziamento di tale direttrice, attraverso l'aumento della capacità di trasporto, la riduzione dei tempi di percorrenza e l'eliminazione delle interferenze con la viabilità stradale, ha l'obiettivo di consentire il rafforzamento dell'offerta ferroviaria.

QUADRANTE CENTRALE
Il progetto quadrilatero Marche Umbria
Va riconosciuto che il progetto Quadrilatero Marche Umbria rappresenta la prima applicazione in Italia del modello di partenariato pubblico privato attraverso lo strumento della cattura di valore, attuato tramite il Piano di Area Vasta, per un investimento complessivo di circa 2.200 milioni di euro.
Il Progetto infrastrutturale viario consiste nel completamento e adeguamento di due arterie principali, l'asse Foligno-Civitanova Marche (strada statale 77) e l'asse Perugia-Ancona (statali 76 e 318), della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e di altri interventi viari, idonei ad assicurare il raccordo con i poli industriali esistenti e, più in generale, a migliorare e incrementare l'accessibilità alle aree interne delle Regioni interessate, attraverso un innovativo piano di cofinanziamento, il Piano di Area Vasta.
Realizzazione della terza corsia A 14
Il potenziamento dell'A14 tra Rimini Nord e Porto S. Elpidio è in fase di realizzazione e prevede l'ampliamento da 2 a 3 corsie, più la corsia di emergenza, per uno sviluppo complessivo di 154,7 km. Alla realizzazione della terza corsia si accompagnerà la realizzazione di cinque nuovi svincoli e l'adeguamento di dieci svincoli esistenti. L'obiettivo è il completamento della terza corsia per tutto il territorio marchigiano superando così le difficoltà di logistica da Gabicce a San Benedetto.

QUADRANTE SUD
Il triangolo Marche Abruzzo
Altra esigenza infrastrutturale delle Marche è la realizzazione di un efficiente collegamento interregionale con l'Abruzzo e con le reti autostradali esistenti.
L'idea progettuale del Triangolo Marche Abruzzo consiste nella realizzazione di un tratto stradale di circa 120 Km a 4 corsie, adeguando la viabilità esistente, costituendo pertanto un percorso alternativo alla A 14 per collegare in maniera efficiente le zone interne delle Marche e dell'Abruzzo.
Tale asse, di categoria autostradale, in grado di sfruttare un itinerario attuale favorevole dal punto di vista orografico e stradale, prevedrebbe la realizzazione di 5 uscite in corrispondenza dei centri più importanti e dei bacini produttivi di maggiore rilevanza, in corrispondenza dei quali definire delle vere e proprie "Piattaforme territoriali", capaci di porre in essere le condizioni più favorevoli per il cofinanziamento della realizzazione del sistema viario.
Il modello di Partenariato pubblico privato ipotizzato per il cofinanziamento della realizzazione dell'opera prevede, sulla scorta della proposta individuata per la E 78 Fano Grosseto, di ricorrere al Contratto di disponibilità.

La rete regionale delle piste ciclabili
La prossima amministrazione si impegnerà anche per lo sviluppo della mobilità ciclabile che significa turismo cicloturistico, contributo alla lotta all'inquinamento, rilancio di città più salubri e vivibili, promozione di una fruizione del territorio.
Esiste già una legge regionale su cui vogliamo continuare a investire con l'obiettivo di costruire circuiti ciclabili integrati e di infrastrutture al servizio dei ciclisti con parcheggi e punti ristoro che attraversino le tante località marchigiane ricche di valore ambientale, paesaggistico e culturale che identificano i nostri territori.
Vogliamo riempire di concreti contenuti la legge regionale per favorire l'uso della mobilità ciclistica nelle Marche attraverso una rete regionale di ciclabili interconnesse, una mobilità ciclabile che vuole congiungere Gabicce Mare a San Benedetto.

Una nuova strategia normativa per la Regione Gli escavi dei porti e il ripascimento delle spiagge
Serve, dunque, una nuova strategia normativa che consenta un duplice vantaggio: l'escavo delle imboccature dei porti marchigiani (sabbiose quasi nella loro interezza e scevre da inquinamenti) e delle darsene interne. Tutto ciò va coniugato con l'utilizzo delle sabbie escavate per ripascimenti dei nostri litorali - fortemente interessati da vistosi fenomeni erosivi - e l'individuazione di "casse di colmata" costiere ove far confluire la parte a volte inquinata dei materiali provenienti dal dragaggio e dalla bonifica delle darsene interne dei nostri porti.
In questo quadro va subito sviluppata una normativa regionale, anche sulla scorta delle esperienze maturate nelle vicine regioni costiere, che permetta l'escavazione dei porti marchigiani con procedure autorizzative dai tempi certi e in capo ad un unico soggetto, sottraendole al diffuso esercizio dell'interpretazione e dell'applicazione a macchia di leopardo.
L'onerosità della caratterizzazione delle sabbie dei porti regionali, sia ai fini del loro escavo sia ad uso ripascimento - che dovrà prioritariamente essere finalizzato al ricarico delle spiagge sommerse prospicienti alla linea di battigia - dovrà far capo a un unico soggetto regionale. se i circa 2 milioni di metri cubi di sabbie da scavare per rendere i nostri porti fruibili e navigabili in sicurezza - quantitativo similare a quello utilizzato dalla Regione Emilia Romagna per la coltivazione di cave sottomarine di sabbia ai fini di ripascimento - venissero finalmente usati per ricostruire le nostre spiagge, assisteremmo ad una grande opera pubblica, a una difesa paesaggisticamente sostenibile dei nostri litorali a una messa in sicurezza delle strutture portuali, a un loro sviluppo ai fini turi stico-diporti stici - commerciali e ai riconoscimenti ambientali di qualità le "bandiere blu" dei porti.
Il ricorso a fondi comunitari per questo intervento appare proponibile, tenuto anche conto dell'assetto istituzionale all'interno della neo macroregione adriatico-ionica.

AMBIENTE COME RISORSA
Le Marche sono fatte di ambiente, paesaggio, agricoltura e turismo: servono progetti e azioni concrete per sviluppare questa vocazione che, insieme ai nostri beni culturali e artistici, deve diventare anche industria ed economia primaria dell'intera regione.
Non ci potrà essere ripresa economica senza la piena consapevolezza del valore del nostro paesaggio, la necessità di investire sulla prima grande Opera pubblica: la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico.
Azioni concrete, nel governo del territorio riguardano l'utilizzo oculato delle risorse ambientali, la valorizzazione del Paesaggio, la difesa del suolo, il contrasto ai cambiamenti climatici (politiche di mitigazione e adattamento), la promozione delle energie rinnovabili, l'efficienza energetica, il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale nel rispetto dei migliori standard europei. La difesa del territorio marchigiano da alluvioni e frane dovrà essere la priorità da accompagnare con una seria strategia unitaria utilizzando i fondi europei con una pianificazione attenta e strutturale.
Una protezione civile che studia e pianifica piani di emergenza, micro zonazione sismica, banca dati unificata, cartografie e pianificazioni geo referenziate. Si tratta di strumenti indispensabili non solo per intervenire bene e rapidamente in caso di calamità, ma anche per lavorare alla prevenzione e alla crescita di una cultura della responsabilità e della sicurezza, indispensabile per dare alle popolazioni una risposta seria sui temi dell'incolumità collettiva. Le molte emergenze di questi ultimi anni, grandi o limitate, hanno insegnato all'intero sistema di protezione civile locale che lo studio e l'attività di pianificazione non sono elementi trascurabili ma fondamentali.

Costruire sul costruito e recuperare le aree industriali dismesse
Il territorio e le città, le risorse ambientali, il paesaggio, il patrimonio dei beni storico-culturali sono Beni Comuni, rappresentano la base identitaria locale e nazionale, costituiscono la più preziosa risorsa dell'Italia, "il Paese più bello del mondo". Su questa "grande bellezza" va costruito un nuovo pensiero economico e politico per lo sviluppo durevole dell'Italia e dei suo territori. Estrema attenzione dovremo rivolgere al "consumo del suolo"."Costruire sul costruito", riqualificare l'esistente, edificare in sostituzione, la rinaturalizzazione delle aree urbane, il concetto di "città diffusa": queste sono le linee per dare risposte di rilancio dell'economia legata all'edilizia e per avere un patrimonio abitativo in regola con la sicurezza, il consumo energetico e la bellezza.
Bisogna per questo puntare con determinazione anche alla bonifica dei siti industriali dismessi, che creano vuoti urbani recepiti dalla popolazione come zone degradate e pericolose per la salute. L'obiettivo che ci dobbiamo proporre è quello del loro recupero, per restituirle ad usi diversi per la città, per ricucire il tessuto urbano e garantire il miglioramento qualitativo della vita.

Procedure urbanistiche da semplificare
Se vogliamo dare soluzioni efficaci alla nostra realtà territoriale ed economica, maggior autonomia urbanistica dovranno avere i Comuni, all'interno di regole generali che nulla dovranno lasciare all'improvvisazione e alla discrezionalità di operazioni che hanno a volte causato o grandi incompiute o saccheggio paesaggistico dei nostri territori.
La nuova proposta di legge urbanistica, che punta alla tutela del consumo del territorio e incentiva la riqualificazione del patrimonio edilizio esistete, va nella direzione auspicata. Tuttavia riteniamo che vada resa più snella per semplificare le procedure e i passaggi fra gli enti e all'interno dei consigli comunali.

I parchi e le aree protette, una grande risorsa economica
Le aree protette, parchi e riserve, rappresentano non solo un "salvadanaio" della nostra biodiversità, ma anche una grande risorsa economica, occupazionale e di sviluppo territoriale.
Tali aree possono trasformarsi in volano di economia, occupazione e sviluppo, non operando solo attraverso la "conservazione" dell'esistente, ma agendo in modo fortemente antropizzato con il territorio circostante. Territorio che va maggiormente tutelato, valorizzato e protetto, come investimento per un futuro che può e deve appartenere al nostro ambiente e al nostro paesaggio, proprietà non di un ente pubblico, ma Beni Comuni di tutti i cittadini.
Costa, montagna, mare e collina fanno infatti parte di un tutt'uno paesaggistico, ambientale e turistico-culturale: non tessere di un puzzle ma vera rappresentazione di identità territoriale. Sarà fondamentale dunque recuperare le aree protette di particolare interesse, sostenendole nella certificazione europea del turismo sostenibile.
A tale scopo, si deve rafforzare l'iter, politico e autorizzativo, per l'istituzione dell'Area marina protetta del Conero, altro tassello nella valorizzazione, tutela e sostenibile uso economico e occupazionale del territorio regionale.

LE MARCHE REGIONE PRODUTTRICE DI ENERGIA, ORA SERVE PIANIFICAZIONE
I Rifiuti: da problema a risorsa
La nostra regione è ormai avviata verso la piena consapevolezza circa il valore della "risorsa-rifiuto ", attraverso il sistema di gestione e raccolta con il metodo "porta a porta ". I rifiuti dobbiamo considerarli non un onere a carico dei cittadini ma come risorsa. Il sistema di gestione e raccolta con il metodo "porta a porta" ha proiettato la maggior parte del territorio regionale verso la parte alta della classifica italiana e al pari con i paesi europei maggiormente attenti all'ambiente.
Confermiamo per questo la scelta di rinunciare all'onere degli impianti di incenerimento per sviluppare politiche, anche premiali, a favore del riciclo, recupero e riuso, nel rispetto delle direttive del Piano regionale dei rifiuti, in corso di approvazione, e soprattutto della gerarchia prescritta dalla Direttiva UE 98/2008, che prevede cinque step, in ordine di priorità:
1. prevenzione (misure per contenere la quantità di rifiuti prodotta);
2. preparazione per il riutilizzo;
3. riciclaggio (misure che permettono al rifiuto di svolgere un ruolo utile);
4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia (misure che permettono al rifiuto di svolgere un ruolo utile);
5. smaltimento (l'obiettivo è di far arrivare a questa fase la minor quantità possibile di rifiuti).
Traguardi che mirano a una graduale, costante diminuzione della produzione pro capite di rifiuti, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione preventive dei cittadini.
Su questa strada coinvolgeremo sindaci, cittadini e associazioni, affiancando le nuove Province nella definizione di buoni percorsi che rischierebbero altrimenti di segnare il passo. È possibile (ed economicamente conveniente) ridurre l'inquinamento atmosferico e ridurre il consumo di energia da fonti fossili, promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile, ispirati ai principi dell'intermodalità. All'insegna di una maggiore vivibilità e di un migliore stato di salute e benessere dei cittadini.
Molto dovremo lavorare anche sul trasporto ferroviario marchigiano. Non "pì•ogetti-spot ", ma progetti concreti inseriti in una programmazione seria e complessiva, all'interno di una "Idea di città diffusa" che prevede come prioritario l'uso dei mezzi pubblici e lo spostamento pedonale, in sicurezza e in un ambiente sostenibile. Un trasporto pubblico organizzato per aree vaste che si ispira al modello di "metropolitane di superficie" e che sia anche capace di valorizzare gli splendidi paesaggi della nostra regione .
Per tale motivo va ripensato integralmente la gestione degli accessi in città, attraverso l'offerta di soluzioni di trasporto merci e persone intermodali e integrate.
L'idea fondamentale è di non lavorare sulle infrastrutture esistenti (nuove strade), ma sulla definizione di un nuovo modello di gestione della mobilità urbana, che preveda soluzioni di trasporto accessibili con un unico biglietto, possibilità di parcheggio in periferia, rafforzamento dei collegamenti tra centro urbano e la stessa periferia, investimenti in Ict (Information communication technology) funzionale al potenziamento della flessibilità del Tpu (Trasporto pubblico urbano - autobus a chiamata c/o a percorso flessibile).

STRATEGIA PER LE AREE INTERNE
Per un rilancio sociale, economico e culturale dei territori marginalizzati
Le aree interne possono dare un contributo importante al rilancio economico e sociale del Paese. Soprattutto in questo momento in cui sono scomparse le province dobbiamo prenderci cura di questi territori. Servizi, investimenti, sanità, istruzione e trasporti e strade devono essere garantiti e messi a sistema per la crescita dell'intera comunità marchigiana.
Trascurare ulteriormente le profonde difficoltà presenti - a fronte delle potenzialità future delle aree interne e montane - sarebbe un vero e proprio fallimento politico, sociale, economico e culturale.
Su queste quattro direttrici si gioca infatti il rilancio di territori per troppo tempo marginalizzati e spopolati, quando invece avrebbero potuto esprimere fiorenti comunità sia rispetto a sé stesse, sia a beneficio dell'intera regione. Fondamentale per questo sarà la riorganizzazione delle istituzioni locali a partire dal nuovo ruolo delle Unioni montane, fondamentale elemento aggregatore dell'entroterra marchigiano, come pure l'incentivazione alle fusioni e alle Unioni dei Comuni.
Gli ambiti omogenei e le aggregazioni da un lato, gli investimenti pubblici e l'incoraggiamento agli investimenti privati, dall'altro dovranno dunque essere il filo conduttore dell'impegno della prossima legislatura regionale.

Iniziare dalla garanzia dei servizi e da capillari infrastrutture materiali e immateriali
Per fare questo c'è una sola strada da percorrere: offrire loro nuovi e concreti motivi per restare e far restare i propri figli: servizi ben organizzati e stabili e infrastrutture degne di una regione vicina a tutte le cittadinanze, anche a quelle geograficamente più lontane dalle aree urbane e dai centri più popolosi.
Con i suoi straordinari bacini ambientali e storico-culturali, le Marche hanno assi vincenti da giocare. L'intero territorio regionale sta acquisendo una crescente notorietà, in particolar modo le aree interne, veri e propri tesori prima nascosti e oggi attrattivi di flussi turistici nazionali e internazionali. Difendere l'integrità del suolo e incentivare le attività ad esso legate diventano dunque una priorità.
Sull'intera dorsale appenninica e pedemontana della nostra regione sono nate e stanno nascendo piccole e grandi realtà legate all'agricoltura delle biodiversità, all'enologia, all'ospitalità. Realtà, queste, che hanno tutte le caratteristiche di qualità, passione, singolarità a cui ci candidiamo a dare, con spirito di metodo e innovazione, carattere di durata, di sedimentazione, di progressivo sviluppo e crescita.
Innestare in questo cosmo in formazione una programmazione di sistema, di servizi, di infrastrutture significa ottenere fondi europei e incentivare investimenti. Tutto questo, con il chiaro intento di creare una promettente economia che necessariamente si rifletterà sul benessere delle comunità e sul richiamo di un turismo colto e selezionato, calibrato sulle culture e sulla qualità della nostra offerta.

Una, dieci, cento culture da proteggere e valorizzare
I borghi antichi, i piccoli teatri, i luoghi di culto, le tradizioni, le commemorazioni storiche sono un firmamento di culture che illumina le Marche. Non osservare questo cielo o esserne indifferenti comporterebbe privare le aree interne e montane della nostra regione di un ulteriore germe di crescita.
A costo di ripetersi, l'orizzonte a cui guardare è sempre e soltanto uno: la visione d'insieme. L'Amministrazione regionale dovrà farsi carico e onore di un cambiamento che a partire dal suo interno (dalla riorganizzazione stessa della propria struttura), sia in grado di contagiare l'intera geografia del territorio e delle comunità che ne fanno parte, per cucire su una nuova mappa le affinità che l'attraversano..
Compito della Regione sarà quello di armonizzare competenze e obiettivi, identità e collaborazioni, strategie e programmazione Fondamentale come strumenti finalmente in grado di ridare anche alle aree interne e montane la dignità di sentirsi protagoniste di un progetto unitario in cui vale la pena mettere energia, consapevolezza, voglia di emergere.

AGRICOLTURA
Nuovi percorsi di qualità e di presidio del territorio
L'agricoltura deve ritornare alla terra, la terra deve essere riutilizzata dall'agricoltura. Attraverso la tutela e l'aiuto alle aziende a conduzione familiare, che rappresentano gran parte della regione. L'agricoltura è la vera, autentica custode del territorio.
Le aziende agricole marchigiane devono dunque fare reddito con scelte strategiche di riorientamento al mercato, attraverso nuove relazioni di filiera e percorsi di qualità utili a portarle su nuovi canali commerciali, declinando in maniera diffusa il tema della sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
Infine, le associazioni di categoria hanno espresso molte riserve sul Psr (Programma di sviluppo rurale) recentemente approvato. Riteniamo fondamentale un recupero del pieno ruolo dei responsabili politici nella pianificazione, nell'attuazione e gestione delle problematiche agricole e dello sviluppo rurale della Regione Marche. La politica deve decidere, dopo un processo di concertazione e coinvolgimento, e la burocrazia deve eseguire e agevolare i percorsi e i progetti conseguenti.

Ricostruire la filiera per l'agricoltura sostenibile
Lavoreremo molto per ricostruire l'intera filiera primaria: l'agricoltura sostenibile e il giusto compenso ai produttori, il commercio equo-solidale, l'autoproduzione e le politiche di contrasto allo spreco alimentare.
Non si tratta di appelli teorici, ma di attuare misure per la semplificazione delle procedure e la riduzione dei tempi di accesso ai finanziamenti del Psr, ripensando un intero sistema che vede, da un lato, la diminuzione degli agricoltori storici per scarsa redditività dell'attività e dall'altro l'accesso alla "terra" da parte di una nuova generazione di imprenditori agricoli, giovani, acculturati, preparati e decisi a reinterpretare quella che è la "radice" dei marchigiani: la terra.

Pianificazione e strategia per fare sviluppo e occupazione
Oggi siamo poco conosciuti sul mercato. Le azioni di promozione sono state finora poco efficaci nonostante le ottime caratteristiche qualitative delle nostre produzioni.
Certo non tutte le aziende possono intraprendere questa strada. Quelle più piccole, con conduttori anziani senza ricambio generazionale, scarsamente specializzate e spesso collocate in territori con svantaggi naturali, difficilmente possono imboccare la strada che può trasformarle in imprese. Per tali imprese, l'obiettivo della Regione deve essere quello di tutelare il loro ruolo di presidio attivo del territorio, la loro strategica funzione ambientale e il prezioso contributo sociale offerto alla comunità. E' necessario dunque sensibilizzare gli agricoltori verso l'adozione di strategie di aggregazione.
Bisogna, quindi, utilizzare il Programma di sviluppo rurale con maggior efficacia attraverso una più accentuata selettività degli interventi programmati promuovendo un modello agricolo ecosostenibile, che sappia fare sistema a livello regionale, orientato al mercato, producendo prodotti agroalimentari di qualità e/o servizi alla comunità locale.

Semplificazione la parola d'ordine
Serve, inoltre, una spinta alla semplificazione burocratica che rappresenta il vero collo di bottiglia di tutto il sistema, strozza le iniziative commerciali, rappresenta un costo netto sempre più insostenibile, limita l'utilizzo dei fondi europei e il ricorso ad una adeguata sussidiarietà orizzontale.
Gli interventi vanno in definitiva concentrati sul ricambio generazionale; su azioni di ricomposizione fondiaria, aumentando la maglia poderale; su un maggior orientamento al mercato e capacità di penetrazione commerciale; sull'aggregazione dei soggetti e degli interventi.
Le aziende agricole possono far reddito migliorando la relazione con il territorio di riferimento, puntando sulle opportunità connesse alla multifunzionalità, come ad esempio l'agricoltura sociale. Possono diventare imprese che guardano al mercato nazionale o anche internazionale avvalendosi di una politica tesa ad incrementare gli investimenti. Possono rimanere sul territorio a salvaguardia del suolo, del paesaggio e dell'aria che respiriamo attraverso il sostegno di tutta la collettività.
Significativo, da questo punto di vista, dovrà essere il ruolo dell'agricoltura biologica, come strumento strategico di crescita, in grado di incentivare l'occupazione, la qualità del settore agroalimentare e migliorare ulteriormente il bel paesaggio rurale della nostra regione.

SETTORE ITTICO
Le Marche, con i suoi 174 chilometri di costa, 8 porti pescherecci, mille imprese di pesca, circa 50 imprese di acquacoltura, oltre 2 mila addetti e un indotto di centinaia di aziende che operano nella filiera, vantano un settore di primaria importanza, terzo nel panorama nazionale per valore delle produzioni ittiche, con circa il 10% del totale.
Quello ittico è un settore fortemente regolamento. Le norme europee e gli strumenti operativi relativi alla conservazione e allo sfruttamento delle risorse nell'ambito della Politica Comune della Pesca (PCP) e quelli di ordine finanziario, ne condizionano decisamente lo sviluppo.
Questo contesto e i vincoli della regolamentazione comunitaria, ci devono indurre a riflettere sulla programmazione prevista dal nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Valorizzare le nostre produzioni ittiche locali e promuovere il distretto del medio adriatico
Questi i contenuti principali delle nostre linee programmatiche:
- Dare competitività al settore ittico mediante un'attenta programmazione delle risorse europee a vantaggio delle imprese della pesca, dell'acquacoltura, della filiera ittica, favorendo l'ammodernamento delle strutture comuni, quali i porti, la realizzazione di nuovi servizi, l'inserimento di giovani nel comparto e facilitando politiche di sviluppo, soprattutto per la piccola pesca.
Particolare attenzione dovrà essere data alla valorizzazione delle produzioni ittiche locali. Un esempio positivo la campagna educativa e alimentare, "Pappa fish", promossa dalla Regione Marche e cofinanziata dall'Unione europea che introduce il pesce fresco nelle mense scolastiche.
- Favorire la pesca sostenibile promuovendo la realizzazione di piani di gestione della risorsa ittica. In questo contesto vanno coinvolti e responsabilizzati i pescatori verso una gestione attenta e condivisa, che favorisca la costituzione di strutture consortili, cooperative e organizzazioni di produttori allo scopo di gestire con regole sostenibili la risorsa ittica.
Su questa base dovrà essere ripensato anche "il fermo biologico" per gli anni futuri, strumento necessario, ma non più condivisibile nell'articolazione assunta nell'ultimo decennio. Nostro obiettivo primario è quello di estendere tali regole in ambito extra regionale promuovendo il distretto del medio adriatico.
- Promuovere la semplificazione amministrativa, attraverso un nuovo modello di "governance" che, a partire dagli schemi collaudati nei precedenti periodi di programmazione si ispiri a criteri di semplificazione per condurre a chiare funzioni i vari soggetti chiamati a gestire l'economia ittica. Il tutto, nell'esclusivo interesse del settore che non può essere bersaglio di norme complicate, spesso contestate dalla stessa ricerca scientifica, che generano elevati costi amministrativi e penalizzano l'economia.
Sono questi gli obiettivi da perseguire per i prossimi cinque anni, fino al 2020, anche con un forte ricorso ai fondi strutturali europei, fino ad ora non adeguatamente utilizzati.

VERSO IL MODELLO DELL'AGENDA DIGITALE EUROPEA
L'Agenda digitale regionale che andremo a costruire sarà articolata nei seguenti macro obiettivi, interdipendenti tra di loro, in particolare il primo (La Banda Ultra Larga) sarà l'elemento costitutivo e fondante, ovvero:

Banda digitale ultra larga e reti di nuova generazione (NGN)
E' al primo posto delle necessità, indispensabile per l'attuazione degli altri punti dell'Agenda. Questi i risultati che si dovranno conseguire:
- copertura con larga banda di base del 100% della popolazione della regione entro il 2016 (l' Agenda digitale europea impone il 2013);
- copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mps per il 100% della popolazione marchigiana entro il 2020;
- sottoscrizione abbonamenti con velocità superiore a 100 Mbps, entro il 2020 per il 40% degli utenti domestici e 1' 80 % delle utenze business.
A livello infrastrutturale di telecomunicazioni i risultati che vogliamo raggiungere entro il 2020 saranno: città capoluogo di provincia collegate in FTTH ( Fibra fino alle unità immobiliari), ovvero: Ancona, Pesaro, Urbino, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo; o in alternativa in parte collegata con il FTTdP (fibra al punto di distribuzione) in combinazione con la tecnologia FAST che assicura la Banda Ultralarga su collegamenti in rame a breve distanza.
1. Città importanti e distretti industriali con VDSL2 e copertura in FTTCabinet. A titolo d'esempio: distretto del mobile, distretto del calzaturiero; città come Civitanova Marche, Fano, Jesi, Porto Sant'Elpidio, San Benedetto, Senigallia, Fabriano (distretto industriale);
2. Tutte le restanti cittadine e paesi andranno strutturate almeno con soluzioni VDSL e copertura FTTCabinet, comunque entro il 2020.

Servizi pubblici
Se il servizio più importante che la Regione gestisce è quello sanitario, vogliamo che l'innovazione informatica porti grandi miglioramenti nei servizi sanitari forniti ai cittadini. Utilizzando-soluzioni Cloud per l'archiviazione dei dati si dovrà creare un data warehouse unico, centralizzato per le informazioni sanitarie, con anagrafiche dei cittadini residenti, aggiornate e certificate.
Inoltre nella presente legislatura verrà implementato il Patto per la Sanità Digitale che rafforza l'impegno congiunto tra governo centrale e Regioni per I'innovazione tecnologica nella Sanità.
In coerenza con il Patto per la Sanità Digitale verrà reso operativo il Fascicolo Sanitario Elettronico, sviluppata ed implementata la Identity Card Digitale Sanitaria tramite la quale il cittadino potrà accedere ad un ampia gamma di servizi sanitari previsti, inclusi quelli in ambito farmaceutico, indipendentemente da dove egli si trova.
In infine verrà realizzato un specifico Poi-tale unico per la Sanità regionale per abilitare la fruizione di determinati servizi da parte dei cittadini (dotati di Identity Card Sanitaria). Il Poi-tale unico sarà punto d'integrazione per tutti i servizi sanitari territoriali della Regione Marche, anche al fine di ridurre la mobilità passiva e vedrà il cittadino/paziente come il punto focale nella concezione del nuovo sistema sanitario basato anche sui servizi digitali.
Sarà sviluppata una specifica Server Farm destinata agli enti locali che dovrà garantire applicazioni informatiche, gestionali e documentali adeguate, in particolare per la conservazione dei documenti digitali delle pubbliche amministrazioni. Il tutto in una infrastruttura (come la Server Farm) dotata di servizi di assistenza e consulenza a costi contenuti per effetto delle economie di scala generate.
Dovranno inoltre essere sviluppati sistemi per fornire ai Comuni soluzioni per il disaster ricovery. Infine la diffusione dell'impiego di tecnologie informatiche open source diventerà realtà anche per i piccoli Comuni, con il supporto di un apposito servizio fornito dalla Regione, come già realizzato in altre realtà territoriali.

Supporto alle piccole e medie imprese
Per tenere il passo con il mondo, punteremo alla creazione di un Data center unico regionale non solo per fornire un supporto al sistema produttivo, ma affinché esso possa costituire un altro elemento fondante dello sviluppo economico della nostra Regione. A tale scopo si renderanno disponibili applicativi, gestionali, commerciali e soluzioni di e-commerce in modalità condivisa a costi limitati sempre per effetto delle economie della conoscenza. Infine renderemo disponibili e fruibili in formato open data i dati delle pubbliche amministrazioni.
Per assicurare il funzionamento del modello complessivo con le soluzioni ICT incluse creeremo un' infrastruttura per il disaster recovery anche per il sistema delle Pini.

Smart city regionale
Per valorizzare e mettere in relazione il patrimonio di talenti e conoscenze che il territorio già esprime all'interno di un ecosistema regionale di innovazione, non possiamo certo rinunciarc, attraverso l'agenda digitale, a sviluppare nuovi programmi di digitalizzazione della pubblica amministrazione e di infrastrutturazione telematica, coinvolgendo attivamente cittadini e imprese in questo percorso.
Sullo sfondo dei cambiamenti economici e tecnologici causati dalla globalizzazione e dai processi di integrazione, le città europee devono saper coniugare coinpetitività e sviluppo urbano sostenibile. Tale sfida ha un grande impatto sulla qualità urbana, come la politica abitativa e le condizioni sociali, quelle ambientali e la sicurezza.
I Piani di implementazione per la Smart City e la Smart Governance saranno sviluppati in piena coerenza con la lettera di Intenti definita di recente tra l'ANCI regionale e l'Università Politecnica della Marche. Comunque tali Piani per ragioni tecniche e conseguenza logica saranno in buona parte preceduti dalla implementazione dalla Agenda Digitale Regionale e locale. Ciò perché la realizzazione di quanto contenuto nelle stesse Agende digitali costituisce la base tecnologica essenziale e necessaria (ma non sufficiente) per rendere realistici gli elementi costitutivi della Smart City e la Smart Governance.
La smart city, città "intelligente", è un paradigma che sottintende uno sJnart governance per lo sviluppo delle città con un'elevata qualità della vita, dove ogni spazio urbano è concepito in modo ergonomico, per farci muovere velocemente, per risparmiare tempo ed energia e per comunicare in modo efficace ed efficiente.
Lo smart governance, è orientato allo sviluppo di strategie di pianificazione, ottima e integrata,
delle infrastrutture ad alto contenuto tecnologico: comunicazione e informazione, reti integrate di distribuzione energetica (smart grid), reti di trasporto, urbanizzazione sostenibile, sicurezza urbana e ambientale, per contribuire alla soluzione ottimizzata delle relative problematiche.

La cooperazione punto di forza per lo sviluppo e!a partecipazione della Comunità regionale
Il nostro obiettivo è quello di migliorare i servizi e la cooperazione non può che essere un punto determinante del nostro programma. Investire nello sviluppo della cooperazione, significa credere che la soluzione ai problemi sia quella tracciata da donne e uomini che assieme lavorano per uno sviluppo sostenibile e partecipato.

Proposte concrete per accompagnare lo slancio cooperativo
- Investimento nella forma cooperativa come attore terzo tra pubblico e privato per la gestione dei beni comuni a vantaggio delle comunità locali.
- Revisione della legge 5 del 2003, lasciando la possibilità di scelte strategiche per la migliore allocazione delle risorse in base a obiettivi condivisi.
- Sostegno alla legge regionale 34/2001 per le cooperative sociali d'inserimento lavorativo, alla legge 7/2005 per la cooperazione agricola e 25/2009 per le cooperative di lavoratori da aziende in crisi.
- Impegno di risorse nel sostegno degli strumenti di garanzia (Confidicoop) e finanza (Coopinvest), all'interno di un percorso che, trasformandoli in seguito alle mutate realtà economiche, li renda sempre più efficaci.
- Attenzione particolare alla forma cooperativa per le misure dei fondi strutturali europei, compresa la progettazione strategica Macroregione Adriatico Ionica.
- Impegno alla salvaguardia delle condizioni di lavoro, contrastando il lavoro irregolare e l'illegalità, nel rispetto dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.

Una nuova legislazione per valorizzare gli appalti pubblici e una sana occupazione
Va realizzata, inoltre, una legislazione che valorizzi negli appalti pubblici un sistema sempre più semplice e trasparente, con l'obiettivo di aumentare il benessere e ridurre al minimo i rischi di degenerazione. Non più appalti che determinano condizioni di precarietà del lavoro o producono opere e servizi scadenti.

PROMOZIONE SPORTIVA OPPORTUNITÀ
Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini. Lo sport e la promozione sportiva rappresenteranno un aspetto fondamentale delle politiche governative della Regione, perché hanno incidenza per le famiglie e per il sistema educativo, per il sistema sanitario, per la vocazione turistica, per una vera educazione sportiva.
Nella nostra regione abbiamo una presenza molto radicata di associazioni sportive con 5400 società iscritte al registro Coni e 130 mila addetti tra atleti, tecnici, giudici e dirigenti sportivi.
Un movimento sportivo che rappresenta il più rilevante gruppo organizzato di volontariato della regione. Dobbiamo saper valorizzare e rendere partecipe e protagonista questo mondo utilizzando le competenze, le esperienze e lo spirito di sacrificio di coloro che operano per lo sport.
Una regione, la nostra, con grandi risultati sportivi: dalle 10 medaglie olimpiche portate a casa dalle olimpiadi e para olimpiadi di Londra del 2012 ai grandi risultati negli sport di squadra del volley, del basket, del calcio, della ginnastica.
Grazie agli eventi e alle manifestazioni sportive lo sport rappresenta un aspetto importante anche per il turismo. Più del 10% del flusso turistico viene generato e promosso dallo sport costituendo un grande valore aggiunto per lo sviluppo economico e di promozione del territorio.
Nella modifica del titolo V della costituzione la materia dello sport rimane materia assegnata alle Regioni.
Ecco allora che la prossima legislatura regionale dovrà intervenire su questa materia e dopo l'approvazione della legge sullo sport nel 2012, è importante riempirla di contenuti e di adeguate risorse per realizzare quanto enunciato.
Il primo obiettivo della Regione dovrà dunque essere quello di coinvolgere nella programmazione tutto il mondo sportivo: dal Coni, alle federazioni, agli enti di promozione, alle discipline sportive; così come vanno coinvolti i Comuni come riferimento per le attività, per le manifestazioni e per gli impianti.

I nostri obiettivi principali
Censimento degli impianti sportivi da completare in tutta la regione, coinvolgendo i Comuni per predisporre il Prg dello sport su scala provinciale.
Va attuato un protocollo con gli istituti di credito, a partire dall'istituto di credito sportivo per favorire gli interventi prevedendo finanziamenti in conto interessi e quota capitale.
Vanno favorite operazioni di project finacing che possano portare anche investimenti privati per migliorare la dotazione infrastrutturale.
Va promossa l'attività motoria per tutte le fasce di popolazione, coinvolgendo le associazioni sportive nella realizzazione dei progetti e favorendo lo sport per tutti.
Prioritario deve essere l'investimento a favore della promozione dell'attività motoria all'interno della scuola primaria, d'intesa tra Ministero dell'istruzione e Coni, affinché i nostri ragazzi possono svolgere la pratica sportiva a partire dalla scuola primaria.
Dobbiamo inoltre promuovere lo sport per i diversamente abili prevedendo risorse adeguate.
Sono più di 1500 i ragazzi tesserati e più di trenta le società sportive iscritte al Cip che rappresentano un valore aggiunto come momento di integrazione e riabilitazione.
Va previsto un accordo quadro con le quattro università marchigiane per potenziare gli impianti sportivi, favorendo le convenzioni con i Comuni, per estendere la promozione sportiva tra gli studenti universitari. Analogo accordo va realizzato tra Regione, Coni, Cip, Ufficio scolastico regionale per coordinare l'avvio dei sette licei scientifici a indirizzo sportivo.
Fondi strutturali europei 2014-2020: la Regione Marche dovrà mettere adeguata attenzione per presentare progetti che inseriscano a pieno titolo le politiche di promozione alla salute, allo sport, alla formazione e alla riqualificazione delle città nelle azioni da presentare per accedere ai fondi strutturali.

Prevenzione e tutela sanitaria
Va garantita a tutti i giovani sportivi under 18 la gratuita della visita sportiva per attività agonistica, così come prevedono le leggi regionale e nazionale dello sport.
Oggi non è così : nel 2014 nella nostra regione ben 14370 ragazzi under 18 hanno fatto la visita per idoneità sportiva per attività agonistica nei centri di medicina privata pagando la visita, visto che i centri di medicina dello sport dell'Asur e i centri privati convenzionati con il servizio sanitario regionale hanno lunghe liste di attesa .
Non si può far pagare questa tassa sullo sport alle famiglie.
Defibrillatori. A fine anno entrerà in vigore la legge Balduzzi che prevede, in ogni impianto, la presenza del defibrillatore.
Con le società sportive va prevista la possibilità di un cofinanziamento per l'acquisto dello strumento salvavita, così come vanno favoriti i corsi di formazione per l'uso degli stessi.

Piano della prevenzione
La Regione ha recentemente recepito il piano nazionale della prevenzione 2014-2018. Tenuto conto che viviamo in una delle regioni più longeve d'Italia dobbiamo lavorare per favorire progetti e iniziative a favore della promozione della pratica sportiva per combattere la sedentarietà, le dipendenze, per una sana alimentazione e per corretti stili di vita ovviamente per tutte le fasce di popolazione.
All'interno del piano è inserita un'azione specifica rivolta alla promozione dello sport. Una quota dovrà essere destinata direttamente per la promozione dello sport.
Le Marche dovranno essere la regione delle pari opportunità per tutti. Investire nello sviluppo del capitale umano significa rafforzare la dotazione delle conoscenze che è un fattore fondamentale per uscire dalla crisi e sostenere la competitività delle Marche. Per questo la Regione porrà grande attenzione alle politiche del diritto allo studio, che significa anche valorizzare e promuovere gli atenei marchigiani e gli istituti tecnici di eccellenza sparsi sul territorio regionale.
Per fare ciò è opportuno aprire un tavolo di confronto e di ascolto del territorio che veda coinvolto tutto il sistema universitario per uscire dallo stallo, nel quale oggi si trova il nostro sistema regionale organizzato intorno a una legge del '86 che ormai necessita una revisione profonda.
È necessario quindi avere una visione di prospettiva capace di coniugare i programmi di sviluppo delle Università marchigiane con le politiche di gestione del diritto allo studio degli enti (ERSU). Gli studenti universitari marchigiani iscritti ai quattro atenei sono circa cinquantaduemila e, di questi, una gran parte proviene da fuori regione. Ciò è frutto sia della qualità del sistema universitario sia della capacità attrattiva fornita dalla qualità dei servizi erogata.

DIRITTO ALLO STUDIO
Un sistema di accoglienza e di servizi di qualità dedicati agli studenti
I posti letto gestiti dagli ERSU offerti agli studenti sono 3400, ponendo la Regione Marche ai primi posti a livello nazionale nell'offerta di posti letto pubblici. Questo è un grande punto di forza che deve essere assolutamente difeso e sviluppato perchè la necessità di avere un sistema di accoglienza di qualità è condizione imprescindibile per garantire il diritto allo studio.
Per fare questo riteniamo opportuno, da un lato, individuare le risorse per garantire a tutti gli studenti, meritevoli e bisognosi, la borsa di studio. La nostra strategia punta pertanto sull'integrazione dei sistemi e delle procedure per la concessione dei benefici, favorendo una razionalizzazione della spesa e un'estensione dei potenziali beneficiari.
Dall'altro, mettendo in atto un piano coordinato che intervenga sulle residenze universitarie per adeguarle sia sul piano della sicurezza sia sul loro ammodernamento funzionale calibrando l'offerta di posti letto in base alle esigenze reali per ogni singola università anche alla luce delle politiche di internazionalizzazione.
Obiettivo che si vuole perseguire anche attraverso una gestione ancora più efficiente dei servizi destinati agli studenti. Particolare attenzione sarà sviluppata per stabilire i criteri per l'assegnazione degli stanziamenti statali e regionali destinati alle borse di studio universitarie, agli investimenti, ai contributi per la mobilità internazionale degli studenti e quelli a favore dei diversamente abili ( per citare i più significativi).
Poi serve la riqualificazione della spesa per il diritto allo studio universitario affinché a tutti gli studenti possa essere garantita, indistintamente, l'opportunità di raggiungere i gradi più elevati dell'istruzione universitaria.

Una strategia condivisa per le università
Se gli elementi chiave del futuro sviluppo sono la valorizzazione del capitale umano, la qualità dei prodotti, l'internazionalizzazione, siamo convinti che il futuro della regione molto si dovrà basare su una forte collaborazione con il sistema universitario marchigiano.
Per questo le Università marchigiane devono essere considerate un sistema, valorizzandone e promuovendone al massimo le eccellenze, sempre nel rispetto delle peculiarità e dell'autonomia dei singoli atenei. Un altro punto centrale sarà anche riuscire a mettere in collegamento la formazione tecnica dei vari istituti tecnici di eccellenza sparsi sul territorio regionale e il sistema delle imprese manifatturiere.
Una visione unitaria e di crescita del sistema universitario marchigiano impone una strategia condivisa, anzitutto nell'elaborazione di una proposta di offerta formativa diversificata e non speculare, come anche la condivisione di servizi tecnici e amministrativi per ottimizzare le risorse e abbattere i costi gestionali.
Oltre alla didattica e alla ricerca, mission del mondo accademico, contribuiremo a incentivarne le attività di internazionalizzazione e di terza missione, nel rapporto con gli enti territoriali e le imprese.
Una visione strategica simile pone il sistema universitario quale volano del rilancio dell'economia e dell'occupazione e cardine della formazione culturale e civica delle giovani generazioni.

COMMERCIO
Risanare una rete distributiva regionale cresciuta in modo disordinato
Il commercio deve rinascere nel segno dello sviluppo, della crescita e della creazione di un'efficiente rete distributiva, con il coinvolgimento di tutti i soggetti della filiera, segnando una netta inversione di tendenza rispetto alle derive di questi ultimi tempi che hanno visto, anche a causa della recessione e della contrazione dei consumi, chiusure continue di negozi e di pubblici esercizi.
L'obiettivo deve essere quello di far diventare la rete distributiva Italiana uno strumento per la vendita dei nostri prodotti come in Europa, dove il patto tra produzione e distribuzione è stato vincente sia internamente che all'estero.

Contrastare la desertificazione dei centri storici
Dobbiamo, inoltre, contrastare l'effetto desertificazione delle nostre città, che rischiano di diventare luoghi privi della necessaria sicurezza pubblica, di vivibilità e non più identificative della nostra storia, riconsegnando loro la funzione di attrazione turistica.
Non si possono dimenticare gli effetti negativi dell'eccessiva liberalizzazione normativa e il proliferare della grande distribuzione che ha creato un evidente squilibrio tra le varie tipologie di vendita, con grave danno soprattutto al commercio di vicinato e il rischio di scomparsa dei negozi tradizionali.
Per questo è necessario che nei parametri di valutazione delle aperture delle grandi strutture di vendita siano inseriti anche criteri rispetto alle 'conseguenze attese' sia sulla permanenza dei negozi esistenti sia sulle attività presenti nei centri storici.

Un nuovo trend nelle iniziative di rilancio dell'economia marchigiana
Un'attenzione particolare andrà dedicata al commercio su aree pubbliche sia per la sua capillarità sia per la funzione calmierante che svolge nel contesto commerciale con una ricognizione delle aree destinate e un piano di intervento per renderle sempre più funzionali e integrate con le diverse realtà cittadine.
Per arrivare a un equilibrio economico e di presenza imprenditoriale è indispensabile spingere le banche a tornare al ruolo originario di canale creditizio, aumentare la solidità delle imprese commerciali (punto di partenza per la progettazione di idee future) destinando importanti risorse a sostegno dei consorzi fidi, e continuare nell'attività di monitoraggio, attraverso l'Osservatorio regionale del commercio, che dia i giusti strumenti di valutazione per la definizione di una nuova programmazione urbanistica commerciale a garanzia delle imprese e dei cittadini.
Una grande attenzione andrà posta sulla rete commerciale delle aree interne favorendo il pluralismo merceologico nelle piccolissime realtà e riconoscendo la rete dei negozi storici. Il futuro passa per la ricerca di strumenti di equilibrio sociale, di innovazione (attraverso nuovi format), di tutela dei nostri centri storici che sono il cuore della nostra economia commerciale.
Un nuovo approccio andrà utilizzato sul tema scottante delle vendite straordinarie. Se si avrà il giusto coraggio, il nostro sistema distributivo potrà diventare il punto di forza della nostra economia valorizzando al massimo il 'made in Italy' nel mondo.

Sostegno allo sviluppo dell'e-commerce
L'e-commerce " sta avendo uno sviluppo notevole anche nella nostra Regione.
Sarà dunque nostra intenzione attivare con determinazione la misura del nuovo Por 2014/2020 che ha previsto forme di agevolazione a favore di questa tipologia di vendita.
La legge regionale 27/2009 "Testo Unico in materia di Co»zmercio" e il Regolamento attuativo in fase di approvazione, hanno individuato forme speciali di vendita al commercio "e-commerce": una tipologia di vendita particolarmente semplificata perché per svolgere l'attività basterà una semplice Scia (Segnalazione certificato di inizio attività).
La Regione Marche sosterrà questo processo di sviluppo dell' e-commerce mediante la realizzazione di un portale regionale, a cui tutte le imprese commerciali che intendono svolgere questa tipologia di attività potranno appoggiarsi e operare. Intendiamo inoltre assegnare un contributo a fondo perduto per tutte le attività avviate da queste imprese commerciali.

Il tema della famiglia nelle politiche pubbliche in Italia ha subito un fortissimo dibattito sul piano ideologico, ma accompagnato da un terribile vuoto progettuale. Quel poco che è stato promosso, il più delle volte, è stato usato come prolungamento dello scontro dialettico: bonus bebè, nidi famigliari, assegni per la non autosufficienza, e poco più.
Nelle Marche potremmo aprire un laboratorio che liberi da sterile ideologia il confronto, riconosca il valore profondo e sociale della più antica "istituzione" e su una analisi di bisogni diffusa sul territorio, faccia la sperimentazione su progetti concreti a favore della famiglia. Dopo aver approfondito l'uso di percorsi più conosciuti come revisione Isee per famiglie numerose, progetti di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, Carta bimbi, Carta famiglia, percorsi di sostegno alla genitorialità, mediazione famigliare, promozione affido famigliare, è tempo di dare spazio a nuovi orizzonti.

Una regione a misura di famiglia
La famiglia oggi va dunque rilanciata nella società e nei confronti delle istituzioni a tutti i livelli, in vista di una legislazione che la consideri soggetto e non più oggetto delle politiche di riferimento. Servono dunque politiche famigliari esplicite, relazionali, distintive, organiche, non soltanto di tutela ma anche di promozione.
È necessario che la Regione lavori a un Piano integrato delle politiche famigliari, superando la logica dell'emergenza e frammentazione della legislazione vigente. Va sviluppata una vera sussidiarietà per sostenere le famiglie e non sostituirle col semplice assistenzialismo, rafforzando le reti associative come luoghi di confronto e di scambio.

Conciliare i tempi di vita delle famiglie, educare alla "genitorialità"
Non è più possibile ragionare soltanto sulle buone prassi. Occorre lavorare sistematicamente sui tempi di vita delle famiglie, sull'organizzazione delle città, su una maggiore adattabilità dei modelli aziendali, sulla contrattazione decentrata e territoriale, sulla flessibilità del mercato del lavoro intesa in senso positivo, sui servizi pubblici per la famiglia, sull'integrazione tra pubblico e privato.
Il dato per cui genitori non si nasce ma si diventa è oramai acquisito, ma è comunque importante accompagnare il ruolo genitoriale nelle varie fasi di età del bambino, dalla nascita all'adolescenza.
È necessario istituzionalizzare percorsi di educazione all'affettività e alla genitorialità, strutturando in parallelo percorsi formativi sul tema dell'accoglienza, dell'affido e dell'adozione.

Una fiscalità ispirata al quoziente familiare
Il sistema fiscale italiano non tiene sufficientemente conto della forte incidenza del costo dei figli sul reddito delle famiglie. E' necessario lavorare verso una finalità equitativa. Introdurre una fiscalità a misura di famiglia ispirata a modelli di quoziente famigliare o fattore famiglia in modo da calcolare l'imposta sul reddito in funzione delle persone fiscalmente a carico, non tassando il reddito unitario percepito quanto il reddito effettivamente disponibile.
A questo proposito alcuni enti locali delle Marche hanno già sperimentato modelli di quoziente familiare. Vanno salvate le buone prassi contenute nelle esperienze marchigiane e ogni municipalità dovrebbe costruire il proprio progetto, attraverso un metodo di co-progettazione con i soggetti attivi della comunità e il terzo settore, utilizzando come punto di partenza le positività contenute nel modello esistente.

Nei primi 300 giorni affronteremo subito le questioni
importanti

RINNOVARE UNA MACCHINA AMMINISTRATIVA CHE PROCEDE PER INERZIA
Per liberare risorse vanno subito riviste le spese di sovrastruttura e sottostruttura di una macchina amministrativa che procede per inerzia. Tutti i fondi dovranno essere utilizzati per fornire e migliorare i servizi ai marchigiani.

CASA, SOSTENERE L'AFFITTO E RILANCIARE L'EDILIZIA POPOLARE
Con la crisi economica è aumentato il disagio sociale, nelle città e nei paesi dell'entroterra c'è un bisogno anche maggiore legato alla casa. La Regione deve subito incrementare i fondi per il sostegno all'affitto, incrementare il patrimonio di case popolari acquisendo sul mercato le case sfitte, finanziare progetti di social housing immediatamente cantierabili, investimenti che creano anche occupazione. Le risorse per questo piano di riduzione del disagio abitativo vanno reperite anche con la dismissione dell'ingente patrimonio ERAP.

SANITÀ, RIPARTIRE DAI BISOGNI DELLE PERSONE E DAI SERVIZI
Bisogna ridare centralità alle persone e ai servizi nella politica sanitaria, indirizzare gli investimenti verso la cura dei pazienti piuttosto che in direzione dell'amministrazione dei servizi. La Regione deve fare il massimo sforzo, anche con provvedimenti straordinari, per accorciare i tempi d'attesa, completare l'offerta dei servizi e-distribuirla in modo ottimale sul territorio regionale.

LAVORO, CONTRASTARE LA DISOCCUPAZIONE CONIUGANDO DOMANDA E OFFERTA
La Regione deve investire tutte le risorse disponibili, anche quelle provenienti da fonti europee, per accendere progetti di job-matching volti a far incontrare l'offerta di lavoro (che in alcuni settori è disponibile) e la domanda di lavoro, soprattutto dei giovani. Si tratta di investire risorse anche d'intesa con il sistema delle imprese, che a ciò si è dichiarato disponibile, in una formazione precisamente orientata a questo concreto risultato.

EDILIZIA PUBBLICA, SBLOCCARE GLI INVESTIMENTI PER LE STRUTTURE OSPEDALIERE
Uno dei settori dove si può cercare di riattivare un processo di occupazione è quello dell'edilizia pubblica. Bisogna riattivare l'edilizia sanitaria, oggi quasi completamente bloccata. Per l'ospedale di Fermo, il Salesi, l'INRCA-Osimo, Marche Nord e Marche Sud, ci sono decine di milioni di euro di lavori fermi che, se riattivati, darebbero nell'immediato occupazione e respiro finanziario alle imprese e, nel prossimo futuro, strutture di eccellenza per la cura della salute dei marchigiani.

ECONOMIA RURALE, INCENTIVARE LE PRODUZIONI DI QUALITÀ
C'è una economia rurale che, pur nelle difficoltà connesse alla crisi generale, nelle Marche più che altrove, sta sperimentando percorsi di ammodernamento interessantissimi, che alimentano nuove opportunità di sviluppo e di occupazione.
Si tratta dell'orientamento a produrre cibo di qualità, in primo luogo da colture biologiche, da commercializzare sia a chilometro zero sia nei nuovi mercati nazionali e internazionali. Il marchio di qualità, acquisito per un numero crescente di prodotti marchigiani, è un fattore che evidenzia e aiuta questi percorsi. Altrettanto importante è l'abbinamento di questi processi di innovazione alla promozione di un turismo rurale che ampli e qualifichi la nostra offerta turistica complessiva. Occorre mettere insieme un pacchetto di risorse europee, da investire immediatamente a sostegno di progetti spendibili in questo campo.