Resoconto della seduta n.106 del 05/02/2013
SEDUTA N. 106 DEL 5 FEBBRAIO 2013

La seduta inizia alle ore 10,40.


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 106 del 5 febbraio 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 105 del 29 gennaio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
è' stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 285 in data 31 gennaio, ad iniziativa del Consigliere Giancarli, concernente: “Modifica alla legge regionale 5 aprile 1980, n. 18 Norme sui referendum previsti dallo Statuto”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 22 in data 25 gennaio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 281 concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 (Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche)”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 446 del Consigliere Latini “Istituzione delle Macroregioni”;
n. 447 della Consigliera Giorgi “Elettrodotto Fano-Teramo della Società Terna SpA”;
n. 448 dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giorgi “Elettrodotto Fano – Teramo”.
Comunico, inoltre, che in data 31 gennaio ho provveduto, con decreto n. 3, alla nomina di due componenti il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Artigiana di Garanzia “Artigiancoop”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
n. 1 in data 22 gennaio 2013 “Disposizioni organizzative relative all'utilizzo di talune tipologie di farmaci nell'ambito del Servizio sanitario regionale”.
Comunico, inoltre che, con nota n. 859 del 31 gennaio la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, secondo comma, della legge regionale 4 settembre 1979, n. 31 Interventi edificatori nelle zone di completamento previste dagli strumenti urbanistici generali comunali.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Presidente, cortesemente chiedo di discutere la mozione n. 448 insieme alle altre di analogo argomento, iscritte all'ordine del giorno della seduta odierna.

PRESIDENTE. La mozione n. 448 è quella che abbiamo appena comunicato a firma dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giorgi. C'è anche la richiesta della Consigliera Giorgi di iscrivere la n. 447?

Paola GIORGI. Si.

PRESIDENTE. Il Consigliere Latini chiede qualche cosa?
Queste due mozioni vanno abbinate alle mozioni 445, 317, 294 ed alla interrogazione 1077, previste al punto tre dell'ordine del giorno. Va bene! Siccome non ci sono pareri contrari direi che la proposta di iscrizione e di trattazione congiunta al numero 3 dell'ordine del giorno è approvata.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo l'iscrizione, per il prossimo Consiglio, dell'interrogazione n. 1058 del 6 dicembre.

PRESIDENTE. Le interrogazioni le iscriviamo quando abbiamo la risposta da parte dell'Assessore. (...) C'è la risposta? E' pronta? (...) Perfetto, la iscriviamo. Va bene.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Mi perdoni Presidente, chiedo, se è possibile, visto che si parla, comunque di sanità, di discutere la mozione n. 442 dopo le altre mozioni di pari argomento previste al punto nove dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. La mozione n. 442 è iscritta al punto quattro dell'ordine del giorno, nella sostanza, Consigliere Comi, lei chiede di anticipare il punto nove o di trattare il punto quattro con il nove.

Francesco COMI. Il punto quattro con il nove.

PRESIDENTE. ll punto numero quattro verrà abbinato al punto numero nove, è questa la richiesta. Non ci sono pareri contrari, quindi, può essere accolta. Va bene.
Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Chiedo di iscrivere la mozione n. 372 da me presentata il 5 luglio 2012, riguardante l'attivazione di un numero verde per il sostegno e la presa in carico di persone, in particolare piccoli imprenditori, in grave difficoltà, per ragioni connesse alla crisi economica. Ricordo che nelle altre Regioni è già stato attivato e proprio oggi sulla stampa vengo a conoscenza di un ulteriore suicidio. Ci sono persone che si sentono abbandonate e che non hanno informazioni, chiedo, quindi, che venga iscritta visto che non è inserita nell'ordine del giorno di oggi.

PRESIDENTE. La richiesta della Consigliera Ciriaci è quella di inserire per la prossima seduta la mozione n. 372? (...) Va bene, lo facciamo, d'accordo.
Se non ci sono altre richieste partirei con la trattazione dell'ordine del giorno.

Interrogazione n. 765
del Consigliere Bugaro
“Aiuti di Stato alle Imprese nelle Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. Interrogazione n. 765 del Consigliere Bugaro, non vedo in Aula l'Assessore che deve rispondere, quindi, viene rinviata.

Interrogazione n. 730
dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci, Massi, Trenta, Foschi, Natali
“Riforma sistema fieristico regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 730 dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci, Massi, Trenta, Foschi, Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Grazie Presidente. A seguito della soppressione con la l.r. n. 14 del 25 ottobre 2010 dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche (ERF), la Regione Marche è subentrata, come è noto, nell'esercizio delle funzioni e della gestione delle attività ed ha acquisito tutte le consistenze patrimoniali dell'ex ERF, nonché i marchi e le manifestazioni fieristiche.
L'art. 2, comma 1, della citata legge regionale, prevede la possibilità, per la Regione Marche, di partecipare ad una società "promossa e costituita da soggetti pubblici e privati che abbia, per scopo, l'esercizio unitario dell'attività di organizzazione di manifestazioni fieristiche finalizzate alla promozione dell'immagine delle Marche, delle sue imprese e dei suoi prodotti" ed indica, al comma 2, del medesimo articolo, la possibilità di "conferire alla società anche beni in natura".
Il nuovo sistema fieristico prefigurato viene pertanto fondato non solo sull'utilizzo dei padiglioni fieristici, ma anche sulla valorizzazione delle esigenze delle comunità produttive marchigiane mediante la realizzazione di un marketing rivolto ai mercati esteri ed interni da realizzarsi attraverso un sistema fieristico diffuso.
Le nuove strategie fieristiche dovranno avere una visione aperta all'esterno, al mondo globalizzato, operare per la promozione e per l'internazionalizzazione finalizzate alla crescita del made in Marche.
Tuttavia, anche in considerazione della sentenza della Corte di giustizia europea, non è compito della Regione stabilire una strategia sul sistema delle attività fieristiche, ma dovrà essere il gestore delle attività, nel rispetto della concorrenza, del libero mercato, stabilire le proprie strategie operative anche se in sinergia con la Regione medesima.
Nel mese di aprile 2011, si è costituita la società per azioni denominata "Fiere delle Marche spa" a capitale pubblico e privato detenuto a maggioranza dalla Camera di Commercio di Pesaro e per il resto dalla società privata Fair Solution srl avente sede a Rimini.
Detta società, utilizzando l'esperienza della Fiera di Pesaro, si proponeva di realizzare un "nuovo sistema fieristico delle Marche e dell'Adriatico" e di creare un sistema diffuso al fine di valorizzare le produzioni del territorio.
Gli intenti della Fiera delle Marche spa, erano quelli di attribuire massima importanza alle iniziative rivolte alle imprese marchigiane che vogliono conquistare i mercati internazionali.
La società Fiere delle Marche al fine di realizzare gli obiettivi prefissati e al fine di delineare il calendario fieristico regionale per l'anno 2012, chiese alla Regione la cessione dei marchi e delle attività del disciolto ERF, nonché la disponibilità della struttura immobiliare di Civitanova Marche, già di proprietà dell'Ente predetto.
La Giunta Regionale, ritenendo la strategia fieristica prefigurata dalla costituenda società in linea con quanto auspicato dalla Giunta stessa, con deliberazione n. 1306 del 3 ottobre 2011, stabilì di concedere alla Società Fiera delle Marche l'utilizzo a titolo oneroso dei marchi delle manifestazioni fieristiche, con l'obbligo, per quest'ultima di concludere rapporti di collaborazione con gli enti locali interessati all'attività fieristica a cui il marchio si riferisce in ordine alla localizzazione delle manifestazioni medesime.
All'esito degli incontri avuti con la società, in data 19 gennaio 2012 venne stipulata una apposita convenzione per disciplinare il complesso rapporto giuridico che si è reso necessario porre in essere per dare attuazione a quanto stabilito dalla Giunta regionale.
In particolare, venne stabilito:
- che la società realizzasse le attività fieristiche nelle sedi previste, ubicate nei Comuni di Ancona e di Civitanova Marche, concludendo rapporti di collaborazione con gli enti locali interessati (art. 3);
- che la convenzione avesse una durata di nove anni da rinnovarsi per un eguale periodo, salva la possibilità di recesso in ipotesi ben definite (art. 4).
Inoltre, tenuto conto di dover garantire lo svolgimento delle manifestazioni nel Comune di Civitanova Marche, venne concessa alla società la disponibilità dell'immobile, sito nel medesimo Comune e divenuto di proprietà della Regione, per un periodo di ventiquattro mesi e, comunque, sino a che la stessa società non avesse acquisito un immobile adeguato, ubicato nello stesso territorio comunale.
La società, nell'anno 2012, ha realizzato positivamente, nei rispettivi quartieri di Ancona, Pesaro e Civitanova Marche le iniziative fieristiche messe in programma ed ha anche provveduto a programmare l'attività fieristica per il 2013 inviando le relative comunicazioni alla Regione Marche
A seguito delle notizie apparse sui quotidiani locali riguardanti la messa in liquidazione volontaria di Fiere delle Marche spa, si è richiesto, immediatamente con lettera del 15 novembre 2012, di conoscere l'intendimento della società stessa rispetto alle obbligazioni assunte nei confronti della Regione.
In data 20 novembre 2012 la Società Fiere delle Marche ha comunicato la volontà di avvalersi della facoltà di recesso prevista all'art. 4 della convenzione a suo tempo stipulata, ritenendo che la liquidazione rappresenti una condizione di oggettiva impossibilità di prosecuzione del rapporto contrattuale.
La Regione, a causa del recesso dal contratto di Fiere delle Marche spa, si è venuta a trovare in una situazione di necessità, a calendario fieristico 2013 imminente, cosicché è stata costretta a provvedere avvalendosi dell'unico operatore economico del settore in grado di garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni con le caratteristiche richieste dalla Regione stessa.
Pertanto in ragione dell'urgenza è stata avviata una trattativa con la società Alfad spa quale controllante della Fair Solution srl, ex socio operativo di Fiere delle Marche e perciò effettivo autore delle realizzazioni delle iniziative fieristiche.
Detta società comunicava il proprio interesse a concludere con la Regione una nuova convenzione.
In data 28 dicembre 2012 la Giunta regionale con delibera n. 1778 ha approvato lo schema della nuova Convenzione concernente la concessione dell'immobile di Civitanova Marche e dei marchi delle manifestazioni fieristiche ex ERF alla società medesima, a titolo oneroso e alle condizioni previste dal precedente contratto stipulato con Fiera delle Marche Spa.
Tale convenzione è stata firmata in data 8 gennaio 2013.
Tutto ciò sta a dimostrare che la Regione, pur non potendo gestire in prima persona l'attività fieristica nel rispetto delle regole europee, si sta facendo parte diligente perché, al di là della messa in liquidazione di Fiere delle Marche, l'attività fieristica possa e debba necessariamente continuare. Naturalmente ci si riserva di dare ulteriori informazioni circa lo sviluppo degli eventi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Devo ammettere che gran parte della risposta l'ho intuita perché, a causa del brusio, non sono riuscito a sentire.
Dato che siamo nella fase delle interrogazioni, invito chi non è interessato ad uscire perché credo che questo sia un argomento interessante a cui dedicare maggiore attenzione.
Assessore, anche a nome degli altri firmatari dell'interrogazione, non posso ritenermi soddisfatto perché l'evoluzione degli eventi che si sono succeduti, che oggi abbiamo sentito nelle sue risposte, erano stati ampiamente previsti al momento della soppressione dell'ente Fiera regionale, al di là di quello che dice la Corte d'Europa e di quelli che sono gli aspetti che noi possiamo valutare e che si possono scavalcare.
Le politiche fieristiche, in questo momento, possono essere tra le poche politiche che realmente possono dare una mano ai nostri territori, per creare una sinergia tra le istituzioni, che devono sostenere un’economia reale, e quelli che sono i mercati globali, spesso irraggiungibili.
Il continuo e repentino cambio di gestione delle politiche fieristiche da parte della Regione, la non certezza dei punti di riferimento, la comunicazione scarsa, le difficoltà che si sono incontrate, sono un notevole danno a tutta l'economia marchigiana e di questo la Regione deve farsi carico in maniera seria, prendendo in mano la situazione, non allo scadere dei tempi e con la stagione fieristica alle porte, programmando e monitorando costantemente la questione.
A me sembra che questo non sia stato fatto e quel poco che è stato fatto è stato fatto male. In questo contesto spesso si leggono i dati dei risultati, che apparentemente, numericamente, potrebbero sembrare strabilianti, però la verità è che girando nella nostra regione, nelle nostre aziende, questo non risulta. Noi non siamo percepiti, non siamo neanche percepibili, quindi, dovremmo interrogarci rispetto a queste politiche, magari rivolte solo ad una parte degli imprenditori marchigiani, ad una parte di categorie marchigiane o di associazioni di categorie marchigiane e non a tutto il tessuto socio economico.
Credo che se noi rispondiamo seriamente a questa domanda, l'ultima che ho fatto, potremmo anche capire il motivo per cui queste politiche fieristiche sono in difficoltà. Il motivo è che una gran parte delle aziende, delle imprese si sente abbandonata a se stessa. Penso che la Regione dovrebbe seriamente rispondere a questo, fare anche una grande autocritica, sperando che questo avvenga nel minor tempo possibile.
Chiedo all'Assessore di monitorare la questione, perché non è più percepita l'esistenza di una iniziativa del genere, al di là dell'aspetto, come dicevo prima, di chi sia il referente effettivo da parte della Regione e abbandonare queste politiche che credo siano un atto gravissimo nei confronti del nostro territorio.

Interrogazione n. 805
del Consigliere Bucciarelli
“Situazione occupazionale della ditta Indesit S.p.A.”

Interrogazione n. 810
del Consigliere Latini
“Grave crisi Indesit”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 805 del Consigliere Bucciarelli e n. 810 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Il Gruppo Indesit è un gruppo complesso. Parto cronologicamente per far capire qual è la situazione che il gruppo incontra su tutto il territorio, pertanto, comincio dalla situazione dello stabilimento di None a Torino.
Il 10 ottobre 2012 si è svolto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra i rappresentanti del Ministero, le organizzazioni sindacali, il coordinamento sindacale di gruppo, la direzione Indesit Company, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino ed il Comune di None e si è concluso con il raggiungimento di un'ipotesi di accordo per la gestione della cessazione, prevista per il 31 dicembre 2012, come si è verificato poi, della produzione delle lavastoviglie nello stabilimento Indesit di None.
Questi i punti salienti dell'ipotesi di intesa:
Indesit garantirà l'insediamento nel sito, entro 12 mesi, di una sua attività di Logistica e Service, con il reimpiego di almeno 41 addetti tra quelli in esubero;
Indesit confermerà, potenziandola, la Business Unit lavastoviglie che occuperà, a regime, 53 addetti nonché l'outlet, con i suoi attuali 3 addetti;
Indesit si impegnerà direttamente nella ricerca di investitori industriali che possano insediarsi nel sito di None, con piani industriali che prevedano il riassorbimento del personale in esubero.
L'azienda si impegnerà, inoltre, nella individuazione di soluzioni occupazionali - proponendo un insieme di specifici incentivi sia alle aziende disponibili che ai propri dipendenti - per tutti i lavoratori coinvolti nella dismissione della produzione con condizioni retributive e professionali analoghe a quelle attuali, agevolando il ricollocamento in aziende situate in zone limitrofe allo stabilimento o al luogo di residenza.
All'incentivo aziendale si aggiungeranno quelli erogati dalla Regione Piemonte per facilitare tali iniziative.
L'accordo prevede che le eccedenze verranno "gestite" con il "ricorso alla mobilità" del dipendente che avrà maturato "il trattamento pensionistico anticipato o di vecchiaia nel periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali" e con incentivazioni all'esodo - da un minimo di dieci mila euro ad un massimo di diciotto mila euro - del dipendente che non si opporrà alla risoluzione del rapporto di lavoro o accetterà una ricollocazione part-time. Sarà possibile prevedere pure un ricollocamento all'interno del gruppo Indesit in altre realtà produttive e organizzative dell'azienda.
A queste aziende I'Indesit potrà versare fino a 18.000 € di incentivo. La precedenza verrà accordata alle categorie protette, ai lavoratori monoreddito e/o ai lavoratori con coniuge in azienda.
Sarà infine costituito un Comitato, presieduto dalla Regione Piemonte e composto dai soggetti firmatari dell'intesa, che si riunirà con cadenza trimestrale, per monitorare e verificare la solidità delle iniziative di reindustrializzazione nonché l'efficacia delle attività complessivamente previste dall'accordo.
Questa metodologia di ricollocazione, molto efficace, è stata attuata dall'Indesit anche per gli stabilimenti di Treviso e di Bergamo con un certo successo perché l'incentivazione al lavoratore ed all'azienda che assume è un buon risultato. Ci siamo informati e anche da parte delle amministrazioni di Treviso e di Bergamo non ci sono stati eccessivi problemi, sono rimasti fuori da questo processo pochissimi dipendenti che dovranno essere anch'essi ricollocati.
La prima riunione del Comitato, che si è creato a seguito dell'accordo, si è tenuta a Torino in data 10 dicembre 2012. L'11 ottobre 2012 si è svolta un’assemblea sindacale presso lo stabilimento di None e le organizzazioni sindacali. Fim-CISL, Fiom-CGIL e Uilm-UIL hanno illustrato I'ipotesi di accordo ai lavoratori che hanno approvato l'accordo con 195 si, 15 no e 2 schede nulle, su un totale di 212 lavoratori presenti. Sulla base del consenso espresso dai lavoratori all'intesa e alla sua approvazione, Fim, Fiom e Uilm scioglieranno la riserva posta al momento della firma, che è già stato fatto.
Per quanto riguarda gli stabilimenti marchigiani: Melano, Albacina e Comunanza e per quelli campani (n. 2 di Caserta), l'azienda non ha in programma ristrutturazioni aziendali o operazioni volte a processi di delocalizzazione o altre misure che possono creare difficoltà all'economia e all'occupazione delle due regioni.
Con la vicenda dello stabilimento di None si chiude per l'azienda una fase di riorganizzazione produttiva importante, ma limitata a quello stabilimento e a quella linea produttiva.
Sono partito dal discorso di None, perché con la chiusura di None, Bergamo e Treviso, negli stabilimenti marchigiani si sono venute ad internalizzare le produzioni che stavano lassù, dando una certa sicurezza almeno al nostro territorio.
Del resto il mercato dei grandi elettrodomestici è, come per altri segmenti, legato al calo del reddito disponibile, ad una accresciuta incertezza alimentata dai timori degli impatti della crisi del debito sovrano. Questi elementi hanno fortemente deteriorato il clima di fiducia dei consumatori, causando un ulteriore aumento della cautela negli acquisti.
In un contesto economico ancora difficile per le famiglie, il venire meno delle misure incentivanti alla sostituzione di alcune importanti tipologie di apparecchi (lavastoviglie, cucine, forni, etc.), che nella parte centrale del 2010 hanno e avevano sostenuto la domanda, si è riflesso in una nuova brusca frenata per il mercato. Nemmeno una consistente flessione nel livello medio dei prezzi è riuscita a scongiurare la nuova riduzione dei volumi di vendita.
Tale contesto di crisi e di incertezza nazionale ed europea, Indesit Company lo sta fronteggiando, al pari delle altre aziende, ricorrendo agli strumenti ordinari come la cassa integrazione ordinaria ma non ha mai attivato e non ha intenzione di farlo, a breve, strumenti straordinari.
Posso aggiungere a questo quadro, sulla base anche di alcuni articoli che sono usciti sui giornali, che la situazione interna da parte della Indesit nel suo gruppo dirigente - pare si appresti al rinnovo del Consiglio di Amministrazione - in termini abbastanza unitari sta discutendo come rafforzare il gruppo in un momento come questo. Il gruppo risulta essere uno dei leader mondiali dell'elettrodomestico e sta fronteggiando questa crisi nel modo migliore. A livello locale, la CV di Cerreto d'Esi non è che non abbia risentito di questa crisi, perché i forni che li si costruivano sono stati internalizzati anch'essi, però, complessivamente se si dovesse dare un giudizio, come cerchiamo di darlo noi sulla base delle notizie che abbiamo raccolto, mi sembra che attualmente il gruppo - su cui abbiamo un’enorme attenzione, perché monitoriamo costantemente la situazione dell’Indesit attraverso i contatti che possiamo avere a livello sindacale, a livello di Confindustria e con lo stesso gruppo - si stia difendendo abbastanza bene e spero possa, in qualche modo, aumentare la propria presenza. Certo il confronto globale è tale per cui, soprattutto, nella logistica l'Indesit si deve attrezzare ancor meglio ma credo che sia sulla buona strada.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. L'interrogazione è datata 21 maggio 2012, quasi un anno fa, e la situazione economica per certi aspetti, per quanto riguardava l'oggetto in questione, era molto più preoccupante anche se oggi la situazione generale sicuramente è peggiorata. Nel merito ringrazio l'Assessore per la risposta esaustiva, mi fa molto piacere anche il fatto che l'Assessorato abbia rapporti con Regioni e con località diverse da quelle dove l'Indesit ha avuto origine e apprendo …

Marco LUCHETTI. … abbiamo avuto rapporti diretti con l'Assessorato della Lombardia, del Veneto e del Piemonte che si sono interessati con me alla questione.

Raffaele BUCCIARELLI. Apprendo con piacere il fatto che l'Indesit non preveda a tutt'oggi una ristrutturazione delle aziende nella regione Marche e colgo l'occasione per invitare l'Assessore, prevenire è meglio che curare, a prendere accordi e ad incontrarsi insieme alle organizzazioni sindacali, soprattutto, oggi che sappiamo che l'Indesit sta risolvendo un problema di organizzazione interna, societaria.
Bene la risposta, la ringrazio e la invito a sollecitare questi incontri perché credo che ce ne sia veramente bisogno, al fine di garantire, ancora di più, le maestranze che operano in questa azienda che si sta confrontando, come lei giustamente diceva, in un mercato che credo più globalizzato non ci sia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie, mi unisco al ringraziamento del Consigliere Bucciarelli per quanto riguarda l'esaustività della risposta dell'Assessore, aggiungo però, a fronte di quanto contenuto nella stessa, che la situazione attuale del settore elettrodomestici, sia nazionale che europea, prevede, quanto meno nella programmazione futura, disinvestimenti di risorse umane in loco, cioè nell'ambito dell'intera Europa per mercati, dal punto di vista del lavoro, più concorrenziali.
Non a caso l'Assessore, nella parte finale della sua risposta, citava come il Consiglio di amministrazione dell'Indesit, per notizia pubblica o comunque del gruppo legato all'Indesit, che gestisce il brand Indesit, è orientato a ripianificare, non soltanto la produzione, ma gli obiettivi e le finalità del settore stesso, tenendo conto che il coral business dell'intera azienda e dell'intera società è legato strettamente agli elettrodomestici, nel senso complessivo del materiale che viene prodotto oggi, rispetto ad alcuni anni fa, non alcuni decenni fa.
La tematica di fondo di questa interrogazione, anche da parte mia nel momento più alto della crisi dell'Indesit e cioè il 25 maggio 2012, è la tutela necessaria delle maestranze, soprattutto, della capacità da parte della pubblica amministrazione, prima ancora della politica, di non determinare quegli esempi infausti come la Best negli stabilimenti di Montefano e di Cerreto d'Esi, una chiusura drammatica, immediata e senza vie d'uscita, che metterebbe sul lastrico non solo l'intero settore delle maestranze, le intere risorse lavorative ma non consentirebbe, anche ai soggetti pubblici, di poter interferire in senso positivo per trovare delle soluzioni.
In questo senso il continuo contatto che l'Assessore assicura da parte della Regione, per quanto riguarda il discorso Indesit, ma l'allargherei anche all'intero piano del settore elettrodomestici, che non coinvolge soltanto l'Indesit - pur essendo nella Regione Marche, prevalente l'occupazione legata a questa storica industria della famiglia Merloni - dovrebbe monitorare giornalmente, quasi, questo aspetto perché il rischio che la previsione più nefasta che ci fa l'Europa, e per essa le associazioni di categorie, non soltanto italiane ma internazionali, è quella di un prossimo contraccolpo, non legato all'andamento finanziario dello spread e quant'altro ma all'abbattimento dei costi che non rendono più competitivi, in nessun modo, l'intero settore e, quindi, la possibilità di una ripianificazione per quanto riguarda le maestranze stesse, in tempo ed in utilità, in modo tale da non creare altro deficit occupazionale in una zona, come quella del fabrianese e, comunque, delle Marche, che ha già avuto contraccolpi negativi e conseguenze non positive nel corso degli ultimi cinque anni.


Interrogazione n. 836
dei Consiglieri Giancarli, Badiali
“Cartella clinica informatizzata”

Interrogazione n. 1069
del Consigliere Latini
“Ricetta elettronica in tutta la Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 836 dei Consiglieri Giancarli e Badiali e la n. 1069 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Relativamente all'interrogazione n. 836 si conferma quello che è il quadro programmatorio regionale e la valutazione congiunta con l'ASUR delle sperimentazioni in atto nel territorio.
Nello specifico l'Azienda ASUR avviando e supportando le attività di sperimentazione delle proprie strutture, si sta coordinando con la Regione nell'ambito di un contesto programmatorio ovviamente più ampio; pertanto relativamente alla "cartella clinica oncologica informatizzata", oggetto dell'interrogazione ed afferente lo stato dell'implementazione nell'intera Azienda, si fa presente quanto segue: l’ASUR è impegnata in un'intensa attività progettuale per la realizzazione di un sistema informativo sanitario integrato che, nel rispetto degli standard tecnologici di settore, supporti adeguatamente il processo di cura.
A tal proposito si evidenzia che questa Azienda è impegnata sia nell'ambito del progetto dell'ente regionale per la realizzazione ed implementazione di un fascicolo sanitario elettronico regionale - con cui tutti i sistemi informativi sanitari dovranno interoperare - sia nella realizzazione di un progetto aziendale per l'implementazione di una cartella clinica elettronica unitaria ed integrata. Per tale ultimo progetto, nello specifico, si stanno valutando quelle che sono le fonti di finanziamento.
Per quanto, invece, riguarda la possibilità di estendere la sperimentazione presente nell'Area Vasta 2 ex ZT n. 5 di Jesi, così come rappresentato dai Consiglieri, nel rammentare che sono presenti sull'intero territorio regionale più sperimentazioni di cartelle cliniche elettroniche che potrebbero essere coinvolte nello stesso ragionamento, si evidenzia l'imprescindibilità dell'effettuazione di una procedura ad evidenza pubblica ai sensi di quello che è il D.Lgs 163/2006, sia per l'acquisizione di sistemi informativi (licenze, codice sorgente, ecc) sia dei servizi ad essi connessi (formazione, affrancamento, manutenzione conservativa, manutenzione evolutiva, ecc).
L'ASUR nel governo e nella gestione dei sistemi informatici operanti nelle proprie strutture, e nello specifico per i sistemi finalizzati alla gestione della prescrizione elettronica, si coordina con la Regione, nell'ambito di una più ampia progettualità, laddove sono stati previsti e stabiliti importanti sviluppi del sistema informativo socio sanitario che fanno capo alla deliberazione di Giunta n. 1154 dell'agosto 2011.
In un contesto normativo maggiormente definito dal decreto ministeriale del 2 novembre 2011 e dal successivo decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 convertito in legge n. 221 del 17 dicembre 2012, relativamente all'interrogazione n. 1069 si conferma ulteriormente tale quadro programmatorio e la valutazione congiunta con le aziende sanitarie dello stato dei sistemi e delle sperimentazioni sul territorio.
In merito a questa interrogazione si evidenzia che la procedura effettuata dalla ex Zona Territoriale n. 13 di Ascoli Piceno afferente il portale delle cure primarie non consente una estensione del modello sperimentale attuato a livello zonale senza il perfezionamento di una nuova procedura ad evidenza pubblica.
Nel 2006, all'epoca dell'avvio della sperimentazione, invero, la organizzazione dell'ASUR unica non era matura neppure per immaginare una applicazione generalizzata a livello regionale di un sistema informativo unitario.
A tal proposito la Regione Marche, nell'anno 2012, ha avviato una procedura di gara per l'acquisizione di beni e servizi relativamente al sistema informativo sanitario e socio-sanitario dell'intera regione, con un decreto emanato nel dicembre 2012, nel quale, tra l'altro, sono individuate le caratteristiche del "portale delle cure primarie".
Va da sè che, nel caso in cui il programma attualmente utilizzato nell'Area Vasta 5 risulti il più performante e rispondente alle esigenze aziendali nonché, come accennato dallo stesso Consigliere risponda a criteri di economicità, sarà, in seguito a presentazione di regolare istanza, valutato positivamente dalla Commissione che è stata costituita appositamente dall'ente regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore Mezzolani la ringrazio, anche a nome del collega Consigliere Badiali. Teniamo subito a precisare che siamo per il rispetto della normativa, per la certezza del diritto e, quindi, le gare di evidenza pubblica devono essere fatte, con il massimo della trasparenza e della legalità; concordiamo pienamente con lei.
Il problema che ponevamo con questa interrogazione del giugno scorso era quello di estendere la sperimentazione della cartella clinica, visti i risultati positivi raggiunti nell'ex Zona Territoriale n. 5, ad altre realtà visto che, come diceva lei, ci sono altre sperimentazioni.
Il senso della nostra interrogazione era quello di fare interagire le diverse sperimentazioni, in un'ottica di una cartella clinica unitaria e informatizzata, anche perché ci sono provvedimenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze e della Sanità che consolidano il ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, come mediatore nell'accesso al sistema delle cure, attraverso sistemi informatici e, su questo, ci sono alcuni aspetti ben specificati dalla legge e dalle normative.
C'è anche, per la verità, un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, già del marzo del 2008, che dispone la trasmissione telematica dei dati delle ricette al Ministero dell'Economia e delle Finanze e delle certificazioni di malattia all'Inps, nell'ambito del sistema pubblico di connettività. Dentro, poi, questo piano degli interventi informatici, della sanità del 2012-2014, come lei ricordava, ci sono attività concernenti la documentazione di ammissibilità al finanziamento previsto dall'accordo di programma sottoscritto dalla nostra Regione, dal Ministero della Salute, per la realizzazione di una infrastruttura ICT a supporto dell'integrazione del sistema informatico sanitario regionale della connessione con l'Insis.
Dentro questo quadro normativo tecnico programmatorio, quello che chiediamo è di non disperdere questo patrimonio che gli operatori della sanità nell'ex Zona Territoriale n. 5, insieme alle persone che in quel territorio operano, hanno saputo costruire. Non disperdiamo questo patrimonio facciamolo interagire con altre sperimentazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie. Ho ascoltato attentamente quello che ha risposto l'Assessore per quanto riguarda l'ampliamento delle modalità della ricetta elettronica sperimentato nella ex Zona Territoriale di Ascoli Piceno.
La mia è una sollecitazione diretta ed immediata, perchè il costo della riapertura delle modalità di attuazione, su tutto il territorio marchigiano, della ricetta elettronica, sarebbe almeno dieci volte tanto rispetto all'ampliamento del modello sperimentato, che ha dato buonissimi frutti, con la valutazione unanime di tutti i vari operatori dalla sanità marchigiana fino agli utenti assistiti.
L'invito che vorrei fare, e che faccio, in maniera diretta ed espressa, al di là del rispetto totale dei criteri, dei principi giuridici, che presiedono all'assegnazione dei servizi e delle strutture da parte della Regione Marche, come del resto di tutte le pubbliche amministrazioni, è quello di tener conto di questo aspetto fondamentale e trovare, come credo che sia legittimo e possibile dal punto di vista dell'imparzialità, dell'efficienza, dell'efficacia della pubblica amministrazione, una modalità per ampliare questo servizio ed evitare una spesa che costerebbe davvero tanto, in un momento in cui c'è bisogno di una razionalizzazione della stessa, soprattutto, di concentrarla per aspetti della sanità marchigiana che hanno più bisogno.
Qui si passa ripeto da 7, 800 mila euro a un costo di 6, 7 milioni, con l'impossibilità, immediata, di far entrare in funzione il nuovo sistema delle ricette elettroniche.
L'invito, che ripeto, non è quello di una considerazione di natura discrezionale ma di natura politico amministrativa, tener conto dei suggerimenti che vengono dalla sperimentazione attuata e di destinare il risparmio che si opererebbe per altre particolari esigenze della sanità marchigiana.

Interrogazione n. 1098
del Consigliere Marinelli
“Verifica raggiungimento obiettivi Centro unico di prenotazione”

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1098 del Consigliere Marinelli. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Relativamente a questa interrogazione, articolata in diversi punti, si rappresenta questo tipo di situazione:
1) la gestione del servizio di prenotazione unico prevede il monitoraggio quotidiano della attività sia del call-center che degli sportelli, da tali monitoraggi si rilevano le attività di prenotazione delle prestazioni sanitarie, delle accettazioni ed incasso delle prestazioni sia ambulatoriali che amministrative erogate dalle strutture. Le attività monitorate per l'anno 2012 sono riportate nella Tabella 1 allegata (poi Consigliere Marinelli gliela do perché non credo sia il caso adesso che addentrarci dentro una serie di numeri).
2) I tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni sono rilevati con le modalità previste dal .Piano nazionale di governo delle liste di attesa dell'ottobre 2010, recepito con deliberazione di Giunta nel 2011. Sono in fase di revisione le modalità di estrazione dei dati dal sistema CUP regionale, con l'obiettivo di:
a. rendere le informazioni sui tempi di attesa, comparabili fra le singole aree vaste/zone, essendo attualmente date in gestione all'Area Vasta n. 7, le agende di erogazione delle prestazioni, è necessario un percorso di omogeneizzazione per condividere regole e modalità confrontabili;
b. includere nella procedure di rilevazione dei tempi di attesa la specifica natura delle prestazioni, ovvero se la stessa è inserita in percorsi diagnostici, se la prestazione è un primo accesso o un controllo, la classe di priorità associata, etc.
3) Per quanto riguarda la mobilità, il sistema consente di rilevare sistematicamente la matrice origine/destinazione delle prestazioni erogate, come riportato nella seguente tabella (anche questa poi Consigliere Marinelli gliela darò).
4) Dalla stessa tabella si riscontra che le aree vaste erogano circa il 15% delle prestazioni ad utenti residenti fuori area vasta o fuori regione. È arduo definire scientificamente le cause che spingono i cittadini in questione a scegliere strutture di erogazione extra area vasta.
In generale l'analisi macroscopica dei dati delle liste di attesa rileva che con il CUP unico si è determinato un passaggio di prestazioni dalle agende più cariche a quelle meno cariche e che questo fenomeno è tanto più accentuato tra zone limitrofe. Questo passaggio, a parità di offerta, tende a saturare le agende ed a livellare i tempi di attesa stessi.
5) II monitoraggio rileva che il call-center sviluppa il 32% delle prestazioni, contro un preventivato 20% espresso nell'originario capitolato della gara di appalto. Infatti laddove si erano dimensionati i volumi di lavoro del call-center per 65.000 chiamate telefoniche mensili, attualmente lo stesso lavora oltre 91.000 chiamate mensili ed il trend è in incremento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie. Di nuovo il CUP, parliamo sempre di CUP. Questo benedetto, maledetto CUP che impegna i Consiglieri ad una verifica, ad un controllo ed impegna anche l'Assessore, non potrebbe essere diversamente visto il suo ruolo, a rispondere.
Il CUP è nato per dare un accesso facilitato in tutta la Regione, per far sì che la prestazione potesse essere evasa anche lontano dalla zona di appartenenza, soprattutto, per le persone che riescono a muoversi, non per l'anziano. E' stato fatto per ridurre le liste di attesa. Sappiamo benissimo che è nato con una certa difficoltà, e non poteva essere diversamente, e la cosa più importante finora realizzata è stata quella di passare dall'agenda all'informatica.
E' stata superata anche una certa difficoltà, qualcuno della Giunta aveva cercato di minimizzare le difficoltà dicendo che c'era stata una programmazione specifica nel creare problemi con le 120 mila telefonate nei primi giorni. E' stata un'illazione politica grave, da parte di un membro della Giunta, alla quale non si è data risposta, tutti ci siamo guardati dicendo: “Ma chi è quello scellerato, quella associazione o quel partito che ad un certo punto crea problemi e disservizi al CUP?”
Chiudo la parentesi, sarebbe stato opportuno che qualcuno, non lei Assessore, avesse chiesto venia ed avesse detto che molto probabilmente aveva fatto una zingarata, che ci può stare.
Restando nello specifico, vedrò poi le tabelle che l'Assessore mi darà, c'è una situazione difficile, una situazione che gli stessi funzionari, i dirigenti, chi lavora non è in grado di recepire, perché si parla di protocolli, si parla di telefonate, si parla di possibilità di fruire certi servizi fuori, ma la realtà è diversa, la realtà è molto catastrofica ed impegnativa. Riferisco quello che l'Area Vasta 3, non il Consigliere Marinelli, dice. L'Area Vasta 3 ha parlato dei tempi di attesa perché il CUP è nato anche per ridurre le liste di attesa. Nell'Area Vasta 3 per fare una risonanza magnetica occorrono 200 giorni, per far una mammografia 260 giorni, per fare una tac dai 90 ai 120 giorni e così via, anche 30 giorni per una semplice visita ortopedica.
Questi sono i dati riferiti dall'Area Vasta 3 di Macerata, Civitanova e Camerino, sono dati allarmanti, sono dati che non tengono conto delle esigenze dei cittadini, risposte che vengono date in maniera molto dilazionata.
Quello che preoccupa è che la parte nord della regione va a visitarsi nella parte sud dell'Emilia Romagna, c'è una mobilità passiva che non è diminuita. In questi giorni ci sono i dati, a fronte dei 100 milioni di euro di mobilità attiva, paghiamo 132 milioni di mobilità passiva, quindi, c'è un disavanzo di 32 milioni. Questo significa che il CUP ha fallito nel recupero di questa mobilità passiva. Amici Consiglieri 32 milioni, bisogna che vi rendete conto, sono una cifra enorme ed una buona amministrazione, non metto in dubbio la buona fede e l'impegno dell'Assessore, deve ogni tanto fare una verifica di questo servizio, se è in linea con le esigenze del territorio, se risponde alle aspettative, se dà un risparmio economico, se non risponde a nessuna di queste tre domande, Assessore, la invito a prendere qualche decisione importante, a rivedere, a correggere, a migliorare, perlomeno a provare di invertire questa tendenza negativa sui tempi di attesa, sui costi, sulle risposte e sulla mobilità passiva che è enorme e che invece di essere diminuita è aumentata.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Approfitto di questo intervallo per chiedere una cortesia alla Presidenza ed al Consiglio, quella di iscrivere una proposta di legge, licenziata dalla I Commissione con urgenza, che sposta dal 28 febbraio al 31 marzo il termine per la proposta di referendum per i tre Comuni che si fondono. La scadenza sarebbe il 28 febbraio, si propone di prorogarla al 31 marzo per mettere in condizioni le popolazioni di fare il referendum in tempo utile, per far si che questa proposta sia efficace in vista delle elezioni del prossimo anno.
Propongo al Consiglio di iscrivere, dopo le interrogazioni, la proposta di legge n. 285 "Modifiche alla legge regionale 5 aprile 1980, n. 18 Norme sui referendum previsti dallo Statuto”.

PRESIDENTE. Va bene la proposta è quella di prorogare il termine previsto per poter indire i referendum in considerazione del fatto che tre Comuni della Provincia di Ancona: Ripe, Castelcolonna e Monterado hanno cominciato l'iter per la fusione. Va bene, credo non ci sia nessun problema, però, l'iscrizione deve essere approvata a maggioranza dei due terzi dei votanti.
Pongo in votazione l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 285, la iscriviamo al punto due bis.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata)

Interrogazione n. 882
del Consigliere Pieroni
“Istituto superiore di studi musicali G.B. Pergolesi”

Interrogazione n. 863
del Consigliere Latini
“Conservatorio Pergolesi di Ancona – rischio chiusura”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 882 del Consigliere Pieroni e la n. 863 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. La Regione Marche, per salvaguardare le realtà didattiche dell'istituto Pergolesi, aveva sottoscritto in data 16 luglio 2008 una convezione con il Comune di Ancona, la Provincia di Ancona e l'istituto Pergolesi in cui si impegnava ad erogare risorse finanziarie all'istituto stesso per un periodo triennale (2008-2010).
Tali risorse, come specificato all'art. 2 della convenzione, potevano essere riviste qualora nel frattempo fosse avvenuta la statizzazione dell'istituto.
Nel triennio di durata della menzionata convenzione sono state erogate risorse per € 450.000,00.
La Regione Marche ha comunque continuato a sostenere con ulteriori risorse finanziarie, l'istituto Pergolesi sia nell'anno 2011 che nell'anno 2012, attingendo fondi previsti da apposite leggi di settore, per un totale complessivo di € 244.000,00.
Si sottolinea inoltre che la Regione Marche oltre ad essere stata l'unica Regione in Italia a sostenere finanziariamente un istituto musicale pareggiato, è stata anche la prima Regione a sollevare il caso, tanto da arrivare ad una posizione condivisa tra Regioni, ANCI e UPI, a livello nazionale.
Si sono tenuti incontri con il MIUR per la statizzazione dell'istituto e sono state interessate la IX Commissione della Conferenza dei Presidenti, per la risoluzione del problema, e la Conferenza dei Presidenti stessa, da parte del Presidente Spacca.
Dopo molte promesse, anche a causa della conclusione anticipata della legislatura, non si è ancora arrivati all'approvazione del D.P.R. che prevedeva la possibilità di statizzare gli Istituti pareggiati.
Il sottoscritto ha partecipato nei giorni scorsi ad una riunione presso il Comune di Ancona con il Prefetto, i Sindacati, la Provincia e, tra i soggetti coinvolti, solo il Comune di Ancona ha formalizzato di destinare la somma di € 402.000,00 per far fronte alle spese dell'istituto per l'anno 2013, nell'auspicio che il nuovo governo assuma provvedimenti in materia di statizzazione.
Il sottoscritto si è impegnato a proseguire con impegno, a sostenere la questione con il nuovo governo, nel frattempo ha anche fatto presente questa questione a livello della Conferenza delle Regioni, alla IX Commissione delle Regioni, proprio per mantenere presente questo problema.
La Regione Marche, nel bilancio di previsione 2013 non ha stanziamenti a favore dell'istituto Pergolesi. Considerato che la reale possibilità di statizzazione sarà verificata entro luglio, non si esclude la possibilità di verificare un sostegno finanziario da parte della Regione per rendere effettiva la statizzazione stessa.
A questo proposito voglio comunicare che in settimana si terrà presso il Liceo Rinaldini una riunione organizzata dai sindacati, con tutti gli istituti pareggiati d'Italia. Gli istituti pareggiati sono 21 e il carico di personale che ha Ancona, forse, è il più semplice rispetto agli altri, ci sono istituti pareggiati che hanno 800, 900 dipendenti e adesso tutti si sono accorti del problema dopo che noi lo abbiamo sollevato. Tutti si sono accorti di questo problema perché gli istituti pareggiati non vanno avanti, le Regioni non sono impegnate nell'erogazione, sono sostanzialmente le fondazioni bancarie, le Province o i Comuni. Noi, però, con il prossimo Governo ci accingiamo a ritornare a bomba su questa questione, perché questi istituti pareggiati non vanno più avanti da soli, pertanto il problema sarà demandato a quello che sarà il nuovo Ministro, perché sicuramente è una delle questioni che avrà sul tavolo appena eletto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ho voluto svolgere questa interrogazione perché, molto spesso, c'è stata polemica nei confronti della Regione, per una presunta assenza di partecipazione al problema dell'istituto Pergolesi, mentre, da quanto ha risposto l'Assessore Luchetti e dagli atti compiuti nel corso degli anni dalla Regione stessa, risulta l'esatto contrario. La mia è una difesa oggettiva, perlomeno per quanto consta dagli atti compiuti dalla Regione, di una partecipazione non soltanto finanziaria, cosa che l'istituto chiede quasi a piè di lista, ma di organizzazione e di salvaguardia dell'istituto, per un futuro certo nell'espletamento delle attività didattiche e, soprattutto, nella continuazione di quel ruolo storico che ha avuto in Ancona e nelle Marche.
Nel ringraziare della risposta data, vorrei confermare che, a scanso di equivoci, credo che il ruolo della Regione sia stato oltremodo importante, direi non dovuto, non necessario, dal punto di vista strettamente amministrativo delle sue competenze, ma ancora una volta, partecipativo, dovuto e necessario per la salvaguardia di un tassello fondamentale di quella che è la comunità culturale, scientifica ed istruttiva della nostra regione. Allo stesso tempo quello che si sta compiendo per la statalizzazione dell'istituto credo sia un passo in avanti notevole.
Nell'ambito dei lavori parlamentari, per quello che ho potuto leggere, c'è una posizione divergente fra l'Aula della Camera, in particolare sulla necessità di tenere conto di queste realtà, che non sono tante in Italia, ma sono realtà ragguardevoli e, su questo, la posizione pilota o, comunque, la posizione di traino della Regione Marche, per quanto riguarda il Pergolesi, ha in qualche modo unificato le richieste e ha fatto sentire meglio la voce, soprattutto, nei confronti del Governo, e la posizione dell'esecutivo, sia quello attuale che quello precedente, che in qualche modo, nell'ambito di una razionalizzazione della spesa, tende francamente a non evidenziare la problematica relativa alla qualificazione di istituto statale di queste realtà scolastiche, cosiddette paritarie o pareggiate, non ricordo bene il termine che viene usato (...) pareggiate esatto, è una cosa diversa da paritarie.
Credo che la battaglia dovrà essere portata avanti con chi sarà il titolare del dicastero, dopo il 24-25 febbraio, senza farla ripartire da un punto zero ma continuando con l'obiettivo finale, non tanto per avere la certezza che lo Stato contribuirà a questi istituti quanto nel metterlo a regime in un sistema di pubblica istruzione, che basando sempre di più il futuro dei nostri giovani sulla professionalità, piuttosto che sul sapere prettamente umanistico, possa far valere l'esperienza del Pergolesi e di altre realtà simili.

Interrogazione n. 985
dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Badiali
“Cancellazione voli Lufthansa Falconara – Monaco”

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 985 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli e Badiali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Eusebi.

Paola EUSEBI. In relazione all'interrogazione dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli e Badiali, avente per oggetto "Cancellazione voli Lufthansa Falconara-Monaco" si rappresenta quanto segue.
Dal 29 ottobre 2012 la compagnia aerea Lufthansa ha ridotto la frequenza dei collegamenti giornalieri tra l'aeroporto Sanzio di Falconara e Monaco, sospendendo il primo volo dei mattino e l'ultimo della sera, quindi, attualmente come veniva citato, i due collegamenti giornalieri con Monaco sono in partenza da Falconara alle ore 11.00 e alle ore 18,25 e in arrivo a Falconara alle ore 10.25 e alle ore 17.00. Questa è la cronaca.
La riduzione dei voli giornalieri rientra in una strategia che Lufthansa ha adottato a livello nazionale, che ha toccato sei aeroporti italiani collegati con Monaco. La decisione di Lufthansa, così ci è stata rappresentata, dipende anche dal calo di passeggeri, infatti la percentuale di riempimento è passata dal 69,2% registrata nel 2011, al 65,5% dei primi 9 mesi del 2012. Queste sono le note “negative”.
Con l'attivazione del nuovo orario invernale, questa è una piccola nota positiva, i voli del mattino saranno operati con dei jet a 90 posti, invece che con dei turboelica (ATR72) da 68 posti, aerei più grandi e confortevoli.
Non credo, stante la situazione, che sarà possibile un intervento di Aerdorica per il ripotenziamento di questi voli, se non allo scadere del 2013.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Intervengo a nome mio ma anche dei colleghi che hanno presentato l'interrogazione. Ringrazio l'Assessore per la sua risposta, ovviamente, le scelte commerciali, aziendali di una compagnia come Lufthansa sono un fattore significativo su cui Aerdorica ha un potere forse limitato. Tra l'altro proprio nei giorni scorsi, informalmente, avevo avuto la notizia che questo volo sarebbe stato ripristinato per il mese di aprile, evidentemente, era una notizia non vera. Colgo, però, questa occasione per segnalare che il nostro aeroporto recentemente ha avuto un riconoscimento importante, giustamente enfatizzato anche dal Presidente Spacca sulla stampa, questo è un riconoscimento importante, ma in una fase, così delicata anche per l'economia, è utile che tutte le azioni siano intraprese, al di là dei riconoscimenti e degli aspetti strategici di programmazione nazionale, perché ci sia un impegno vero.
Sappiamo che, in particolare, i voli per Monaco sono molto importanti, perché quello è uno scalo internazionale di grande valenza, quindi, chi per ragioni private, di lavoro e professionali, si sposta in tutto il mondo utilizzava spesso quel volo.
Ci sono state anche lamentele, per esempio da Confindustria Marche, per questa cancellazione che potrebbe penalizzare l'intera economia marchigiana. Credo che la valenza del nostro aeroporto vada assolutamente confermata.
Ci saranno, poi, altre interrogazioni, vedo subito dopo, abbiamo letto con grande apprensione quello che è successo, non riguarda, ovviamente, la Giunta, né Aerdorica, riguarda una scelta di Alitalia, quella dei voli Carpatair. Credo che, in generale, Assessore, dobbiamo prestare grande attenzione a tutte le vicende che coinvolgono l'aeroporto marchigiano ed i voli che partono dalla nostra Regione, perché oggi più che mai, in una economia globalizzata ed in un mondo sempre più globalizzato, dove ci si sposta sempre di più, i voli aerei sono un fattore nelle nostre professioni, nelle nostre vite.

PRESIDENTE. Propongo di fare le ultime interrogazioni, poi passare al punto due bis.
Per una mia dimenticanza, nel momento in cui abbiamo approvato l'iscrizione della proposta di legge n. 285, non ho dato, come da regolamento, il termine per l'eventuale presentazione di emendamenti, direi che alle ore 12,00 si chiude la possibilità di proporre emendamenti alla proposta di legge.

Interrogazione n. 1097
del Consigliere Marinelli
“Collegamenti aerei Falconara-Roma e sicurezza voli”

Interrogazione n. 1078
del Consigliere Giancarli
“Sicurezza dei voli dall'Aeroporto di Falconara”

Interrogazione n. 1096
del Consigliere Latini
“Disservizi sulla linea aerea Ancona - Roma”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1097 del Consigliere Marinelli, n. 1078 del Consigliere Giancarli e la n. 1096 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sono tutte interrogazioni dello stesso tenore, quindi, la risposta è la stessa. In relazione a queste tre interrogazione dei Consiglieri Marinelli, Giancarli e Latini che hanno per oggetto la preoccupazione, e questi giorni ne hanno dimostrato la bontà e alcuni fatti ne dimostrano l'attualità, si rappresenta che l'Alitalia opera sullo scalo dorico nella tratta Ancona-Roma, recentemente appaltata alla compagnia area Carpatair.
Alitalia a seguito di una regolare gara d'appalto ha provveduto a subappaltare alcune tratte da lei operate in Italia, inclusa la tratta Ancona-Roma, alla compagnia aerea Carpatair vincitrice dell'appalto. La società Aerdorica più volte, già a partire da novembre 2011, e di questo sono testimone, si è confrontata con Alitalia per segnalare che la scelta del cambio di aeromobile, proposta dalla compagnia aerea stessa, se pur comprensibile, da un punto di vista di contenimento dei costi, avrebbe generato una diminuzione della fiducia da parte degli utenti nei confronti del servizio, poiché, operato con turboelica. Fiducia che grazie all'ottima performance dimostrata con il precedente aeromobile F70 aveva permesso ad Alitalia di recuperare importanti share di mercato.
A partire da fine dicembre 2012 la tratta Ancona-Roma operata da Carpatair con ATR 72-500 ha fatto rilevare performance negative, per un totale di 16 disservizi, tra guasti, inconvenienti tecnici e ritardi, tra i 5 minuti e le due ore e venti minuti, che a confronto della mancata sicurezza sarebbero pure sopportabili, però, dal 19 gennaio 2013 Alitalia è tornata ad operare il collegamento Ancona-Roma con propri aeromobili ed equipaggi.
La società Aerdorica da qualche settimana sta aspettando di essere ricevuta dall'Amministratore delegato della compagnia aerea per avere assicurazioni sul futuro e perché ci sia maggiore vigilanza anche in caso di sub appalti che, proprio perché sfuggono, almeno parzialmente, al controllo della compagnia Alitalia, abbisognano di maggiori controlli e di maggiore scrupolo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Ringrazio l'Assessore per la puntualità, soprattutto, per la correttezza della risposta, non poteva essere diversamente, è stata molto esplicita, chiara, determinata, come è nel carattere dell'Assessore Eusebi.
Questa interrogazione è nata dopo l'ennesimo incidente, verificatosi il 22 gennaio, lo stesso aereo, lo stesso ATR della Carpatair che ha creato problemi di sicurezza nel volo Pisa-Roma, con la fuoriuscita a Fiumicino e con ripercussioni notevoli sulla sicurezza, sulla immagine della nostra compagnia che, sicuramente, non ha fatto una bella figura, quando la sera, in televisione, abbiamo visto Alitalia e il giorno dopo ha tolto la livrea.
Ci vuole un po' di responsabilità, forse vado fuori tema ma, se sono convinto di pagare un biglietto e viaggiare con Alitalia e mi trovo, invece, con una compagnia che, in pochissimo tempo, ha avuto 16 disservizi, lo ha detto l'Assessore, 16 guasti, lo ritengo insopportabile e insostenibile.
Ora il nostro aeroporto è rientrato fra i 31 aeroporti strategici, c'è un grande entusiasmo, c'è una grande considerazione ma vorrei far presente, ai colleghi Consiglieri, le motivazioni per cui siamo rientrati nei 31. I ripescaggi degli aeroporti di Ancona, Pescara, Reggio Calabria e Trieste si sono verificati perché al servizio di territori scarsamente accessibili, quindi, siamo contenti che l'aeroporto rimanga ma la motivazione è che siamo un territorio dove la mobilità aerea, stradale, speriamo non ferroviaria da giugno, è scarsa.
Credo che da parte politica e da parte amministrativa si debba fare un esame di coscienza, è un aeroporto in difficoltà, è un aeroporto che ha perso dei passeggeri perché sono state chiuse delle tratte, Ancona-Madrid, è un aeroporto che risente dei 15 giorni di blocco della grande nevicata dell'anno scorso, è un aeroporto che ha una diminuzione del 2% circa sul cargo. Aspettiamo tutti questo magnate argentino che entri, che compri le quote del 40% ma non entra mai.
Assessore Eusebi, credo che adesso bisogna essere più determinati, più incisivi, non pretendo che si metta il cappello e guidi l'aereo, perché non ne è capace, ma battere i pugni e pretendere che l'Alitalia vi riceva, questo si, è dal 22 gennaio che Alitalia deve dare una risposta. Il nostro territorio non può essere succube e debole su una situazione del genere, quindi, batta i pugni, si faccia rispettare, insieme al Presidente Spacca e faccia presente che questa situazione porterà un ulteriore calo, perché nessuno andrà più a Falconara a prendere il volo Ancona-Roma, io per primo, preferisco andare a Bologna o andare direttamente a Roma, se la sicurezza non c'è. Siamo considerati quello che non siamo, occorre che la parte politica faccia un discorso chiaro, come chiaro lo ha fatto Alitalia con Carpatair.
Se l'Alitalia mantiene un certo rigore, una certa disciplina, una certa garanzia di sicurezza, bene, altrimenti possiamo farne a meno. La nostra è una regione abbastanza isolata, prendiamo la nostra macchina e andiamo dove l'aeroporto ci permette di raggiungere l'Europa ed il mondo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Condivido quanto sosteneva ora il collega Marinelli, quindi, aggiungo pochissime cose. Condivido, soprattutto, il richiamo che faceva alla necessità di una nostra determinazione, perché forse ha ragione quel giornalista che ieri scriveva: "Carpatair c'è ma non si vede anzi si cancella", credo che noi non possiamo essere soddisfatti del fatto che si vola in nome e per conto di Alitalia, con le insegne della compagnia con vettori che poi diventano improvvisamente fantasmi.
Come ricordava il Consigliere Marinelli, l'incidente dell'altra sera a Fiumicino e quello che è accaduto nella notte con la cancellazione delle insegne è sotto gli occhi di tutti. Per fortuna sono migliorate le condizioni dei feriti e per fortuna non è successo nulla di irreparabile.
Il ruolo strategico del nostro aeroporto, i riconoscimenti che ha avuto, per le ragioni che richiamava il collega Marinelli, ma non soltanto per quelle, è effettivamente un ruolo nazionale, soprattutto nelle merci, ruolo che oggi è stato riconosciuto anche per le persone. Ruolo che tra l'altro viene riconosciuto nel momento in cui c'è una crescita nell'infrastrutturazione marchigiana, rispetto ad alcuni cantieri aperti e rispetto anche ad alcuni riconoscimenti: penso al porto o alla ferrovia, al loro ingresso nei corridoi europei e nelle reti europee.
Noi riconosciamo questo ruolo strategico della piattaforma logistica delle Marche e questo ruolo strategico dell'aeroporto per la nostra economia, per il turismo ma anche per i livelli della qualità della vita, dei servizi e, quindi, per il livello avanzato che una comunità, come la nostra, ha saputo rappresentare nella crescita sia dell'economia che del livello di benessere.
Proprio perchè l'aeroporto sta dentro questo quadro, credo che dobbiamo essere tutti molto attenti, determinati e non permettere che si possano verificare delle cose che non riconoscono il giusto ruolo dell'aeroporto ma soprattutto non ci sia la sicurezza piena e totale, sicurezza che deve essere sempre e comunque garantita.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Aggiungo solo due notizie rispetto a quanto è stato già detto dai Consiglieri Marinelli e Giancarli, per segnalare la necessità, rispetto ai fatti avvenuti - che ormai sono di fatto non cronaca ma storia e che hanno visto l'esplosione, dal punto di vista della notizia, non per quello che è successo nell'aeroporto di Ancona Falconara ma per quello che è successo due giorni fa a Fiumicino, trattandosi dello stesso mezzo areo - che l'Alitalia dia garanzia, oltre il 7 febbraio, come sembra aver fatto solo attraverso il suo ufficio stampa, che la tratta Ancona Roma o Roma Ancona AZ sia garantita direttamente da mezzi dell'Alitalia.
Questo non vuol dire che essendo mezzi dell'Alitalia, in qualche modo, si ha la certezza di non avere incidenti ma la certezza che quell'impegno specifico, che era stato destinato a tutto il territorio nazionale, soprattutto, agli aeroporti nazionali, in un momento della privatizzazione 2008 dell'Alitalia, sia mantenuto, senza nessun appalto di servizio delle tratte stesse a compagnie che già si sapeva non essere italiane. Nel caso specifico la configurazione esterna era legata all'Alitalia, come tutti noi sappiamo, con l'indicazione dell'aereo con i colori della bandiera nazionale, fino ad arrivare alle hostess che erano in perfetto stile Alitalia, in perfetta divisa dell'Alitalia, anche se parlavano e parlano rumeno, questo per dire che era una situazione di cui molti passeggeri ed operatori dei vari scali aerei, compreso quello marchigiano, ed anche le indicazioni delle tratte predisposte dall'Alitalia, erano a conoscenza e, quindi, c'è una possibile responsabilità oggettiva da parte di coloro che hanno messo in piedi questo servizio, che l'hanno accettato.
Non è successo nulla, né per Ancona, né per Roma, certamente, l'unico punto di collegamento immediato e diretto fra la nostra regione, non soltanto Roma e altri scali, deve essere preservato, soprattutto, per quanto riguarda le tratte più importanti per le nostre attività. La denuncia accorata che ha fatto anche ieri sera, sul TG1 notte, un imprenditore marchigiano perchè questa situazione venga al più presto risolta.
E' necessario non solo per la sicurezza dei passeggeri ma per dare maggiore sforzo a quello che è l'impegno della Regione e dei privati che costituiscono la compagine sociale della società che gestisce l'aeroporto stesso, quindi, pretendere che ci sia un impegno diretto dell'Alitalia, perché il servizio viene pagato all'Alitalia, perchè sia, non solo confermato per il 7 febbraio, ma mantenuto per il prosieguo del contratto, altrimenti si recede e si passa a compagnie che, pur non essendo italiane, danno maggiore sicurezza a quella che è la tutela del passeggero e la promozione dello scalo aereo.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Termina qui la parte della seduta dedicata agli atti ispettivi passiamo al punto due bis dell'ordine del giorno.

Proposta di legge n. 285
del Consigliere Giancarli
“Modifiche alla legge regionale 5 aprile 1980, n. 18 “Norme sui referendum previsti dallo Statuto”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 285 del Consigliere Giancarli. Ha la parola il relatore di maggioranza Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Nel richiedere l'iscrizione all'ordine del giorno sia l'Assessore, che il Presidente del Consiglio hanno di fatto già motivato e presentato la modifica di legge. La proposta di legge altro non è che la modifica alla legge regionale 5 aprile 1980 n. 18 “Norme sui referendum previsti dallo Statuto”.
Questa legge pone alcuni termini per quanto riguarda l'indizione di referendum abrogativi e consultivi, fissa dei termini, entro il 28 febbraio la Giunta deve indire il referendum, da effettuarsi in un periodo tra il 1 aprile ed il 30 giugno. Per le motivazioni che ha spiegato l'Assessore, per venire incontro ad un'esigenza molto importante, quella della prima fusione nella Regione Marche di tre Comuni della provincia di Ancona e, viste le difficoltà quando si tratta di indire referendum consultivi, si chiede di fatto lo spostamento dei termini della fine di febbraio e del periodo che citavo prima 1 aprile-30 giugno al 1 maggio-31 luglio e 31 marzo per l'indizione della data del referendum.
Questa è la modifica di legge che si propone. Ricordavo è importantissimo, venire incontro a quella che è la prima fusione nella Regione Marche di tre Comuni. Credo sia un esempio molto importante della riforma delle autonome locali che stiamo portando avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Sono d'accordo con questa proposta, quindi, il mio gruppo voterà a favore.
Voglio solo sottolineare che nel contenuto di questa vicenda c'è il messaggio alla Regione di mettere mano velocemente alla programmazione della riorganizzazione delle circoscrizioni comunali e dei servizi.
E' un messaggio. Oggi rinviamo, ci saranno i referendum, però attenzione la Regione deve fare velocemente la sua parte, stiamo rinviando da troppo tempo e voi questo lo sapete.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Solo per ringraziare la Presidente della I Commissione Consigliera Ortenzi, il relatore di maggioranza Consigliere Traversini ed il relatore di minoranza Consigliere Massi. Non aggiungo altro, se non il fatto che siamo in presenza della prima fusione di tre Comuni nella nostra regione, un'operazione sicuramente lungimirante, credo che attorno a questa operazione dobbiamo porre l'attenzione sia in termini istituzionali che culturali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Direttamente nella sostanza di alcune tematiche che riguarderanno la fusione. E', ovviamente, un modello innovativo e ringrazio i Comuni che, sulla loro pelle, approntano questa nuova tipologia, necessaria, a mio avviso, non solo per Comuni di piccole e medie dimensioni ma anche per gli enti locali più grandi, nelle prospettive future di poter affrontare quelli che sono gli impegni amministrativi che un territorio, ormai più vasto, del semplice Comune deve sopportare, rispetto alle esigenze e poi alle capacità finanziarie che si avrà da qui ai prossimi anni.
Voglio segnalare due cose fondamentali per quanto riguarda questi Comuni, da parte della Regione impegno, comunque aiuto affinché si possano risolvere. Uno riguarda prettamente lo Stato, cioè la possibilità di continuare ad avere, almeno nella prima fase, gli stessi contributi statali che ogni singolo Comune ha oggi direttamente dal Governo centrale, perché il rischio della fusione è che potrà determinare anche una minore consistenza economica, almeno nella fase da qui ai primi cinque anni, che lo Stato garantirebbe al nuovo ente locale determinato dalla fusione.
Si rischia di fatto, invece che apprezzare questo tentativo, questo nuovo modello, che comporterà una razionalizzazione di spesa, di deprimerlo, o comunque di azzopparlo, soprattutto per quanto riguarda la necessità di avvio che, proprio per la fusione dei servizi delle strutture, è quella a maggior costo. La sollecitazione che faccio alla Regione e a noi stessi, è di seguire questo passaggio e di aiutarlo affinché nella prima fase ci sia un eguale importo di contributi per gli enti locali interessati, cioè i tre Comuni.
L'altra questione è un tema di natura generale, più politico direi che amministrativo ma che in questo caso tocca, comunque, l'Unione di Castelcolonna, Monterado e Ripe. La possibilità di una deroga parziale, almeno per quanto riguarda l'aspetto del patto verticale della Regione, del patto di stabilità, altrimenti, io mi auguro che non sia così, c'è un rischio oggettivo, se non c'è, per uno dei Comuni o per tutti e tre, la possibilità di superare quella che è la logica del patto di stabilità. Una logica perversa che penalizza, come voi sapete, come noi sappiamo, più gli enti locali virtuosi che quelli meno virtuosi.
Questi due aspetti, uno di natura prettamente amministrativa e finanziaria l'altro di natura politica finanziaria, credo debbano essere tenuti in conto dalla Regione, sia come Consiglio regionale che come Giunta, nell'aiuto che si può dare all'avvio dell'Unione stessa, di cui stiamo discutendo e di cui approveremo l'atto necessario.

PRESIDENTE Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 bis/1 del Consigliere Traversini (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 285, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 445
del Consigliere Massi
“Nuovo elettrodotto Fano - Teramo della società Terna: Comuni dell'entroterra maceratese – preoccupazione dei residenti per gli effetti sulla salute, sull'ambiente e sul turismo per la sottostazione ed il passaggio della linea dell'alta tensione con relativi tralicci. Iniziativa della Regione Marche per la individuazione di percorsi alternativi”

Mozione n. 317
del Consigliere Acacia Scarpetti
“Elettrodotto Fano - Teramo”

Mozione n. 294
dei Consiglieri Latini, Silvetti
“Elettrodotto Fano - Teramo”

Mozione n. 447
della Consigliera Giorgi
“Elettrodotto Fano -Teramo della Società Terna S.p.A”

Mozione n. 448
dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giorgi
“Elettrodotto Fano - Teramo”

Interrogazione n. 1077
del Consigliere Latini
“Elettrodotto Fano - Teramo attraversamento nella valle di san Ruffino”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni n. 445 del Consigliere Massi, n. 317 del Consigliere Acacia Scarpetti, n. 294 dei Consiglieri Latini, Silvetti, n. 447 della Consigliera Giorgi, n. 448 dei Consiglieri Comi, Sciapichetti, Giorgi e l'interrogazione n. 1077 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Per evitare di allungare il dibattito in un inutile rito, chiedo ai Capigruppo ed all'Aula di sospendere la seduta, di riunirci, di ragionare subito sulla risoluzione e su quella, poi, discutere in Aula, altrimenti rischieremmo, parlando ognuno della sua mozione, di discutere per altre due ore e mezzo, facendo perdere tempo a tutti inutilmente.

PRESIDENTE. In merito alla proposta del Consigliere Comi penso che sia accettabile, facciamo una sospensione, ma prima, mi sono dimenticata, voglio salutare gli amministratori del maceratese che sono presenti in Aula e che hanno assistito dall'inizio ai nostri lavori: il Presidente della Comunità Montana dei Monti Azzurri, i Sindaci dei Comuni di Gualdo, Monte San Martino e San Ginesio, gli amministratori dei Comuni di Belforte del Chienti e Tolentino.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Se la preoccupazione del Consigliere Comi è il tempo, posso dire che, a cominciare da me, ci metto tre minuti e mezzo, così come possono fare tutti gli altri presentatori, il Consigliere Latini e gli altri.
Sono d'accordo con la sospensione, però, dopo l'illustrazione.
Un confronto ci vuole, adesso non so con chi. Guardate l'emblema della nostra Giunta, quando si parla d'ambiente scatta un virus, quando si parla di biomasse, biogas, fotovoltaico, turbogas, c'è il fuggi fuggi. A parte il Presidente che fugge sempre ma adesso anche gli Assessori …

PRESIDENTE. Consigliere Massi direi di sospendere i lavori dell'Aula per quindici minuti, perché non c'è tempo da perdere (...) cortesemente, adesso facciamo questo lavoro. Lavoriamo sulla risoluzione, se vogliamo essere costruttivi e non perdere tempo, approfittiamo di questo momento.
Interrompo la seduta per quindici minuti, ci rivediamo alle 12,35.

La seduta è sospesa alle ore 12,20.

La seduta riprende alle ore 13,00.

PRESIDENTE. E' pervenuta una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Giorgi, Comi, Massi, Bucciarelli, Ricci, Cardogna, Sciapichetti, siccome è scritta a penna la facciamo leggere a chi l'ha scritta, in maniera tale che non ci sia qualche errore. Prego, Consigliere Comi. Un attimo, c'è da aggiungere la firma del Consigliere D'Anna che ha partecipato alla stesura della proposta di risoluzione.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Mi limito a leggerla, Presidente, poi nel corso della discussione esprimerò se serve un commento...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Comi, cortesemente Consigliere Massi stiamo leggendo la risoluzione. Fate un po' di silenzio. Consigliere Trenta … stiamo leggendo la proposta di risoluzione, ci sono gli amministratori interessati, facciamo un po' di silenzio, prego Consigliere Comi.

Francesco COMI. Risoluzione. "Il Consiglio regionale delle Marche
premesso
che dal 2004 è avviato presso la Regione Marche un iter burocratico amministrativo per individuare il tracciato del nuovo elettrodotto 380 kv Fano-Teramo;
che nel 2005 è stato sottoscritto protocollo di intesa tra Regione Marche, Province, Comuni e Comunità Montane della regione per l'individuazione dei criteri e dei percorsi per l'individuazione del corridoio;
che la realizzazione dell'impianto è ritenuta indispensabile per il fabbisogno energetico della Regione;
che l'analisi del fabbisogno regionale e i dati sul deficit energetico si basano su studi e relazioni che risalgono ad alcuni anni fa e rischiano di essere datati;
che l'elettrodotto sarà realizzato sulla base di progetti e tecnologie che rischiano di essere obsoleti;" risalgono alle analisi del 2002;
"che risulta necessario procedere ad una valutazione di impatto sanitario sugli insediamenti abitativi,
che occorre procedere ad un verifica di eventuali danni a terzi,
che il tavolo di Coordinamento territoriale e provinciale, auditi i Sindaci, non condividendo la soluzione offerta da Terna, ha chiesto alla Regione di sospendere l'iter;
Impegna la Giunta regionale
a riprendere tempestivamente un efficace confronto con Terna allo scopo di verificare ed aggiornare i dati del fabbisogno energetico regionale e possibili nuove soluzioni tecniche", quei dati dicevano che avevamo -57% di deficit elettrico allora,
"a sospendere la procedura avviata per individuare un nuovo e condiviso tracciato che sia frutto di concertazione con tutto il territorio,
a concertare le misure compensative in modo trasparente", significa che siano condivise non solo dai Sindaci ma anche dai cittadini che essi rappresentano.
Questa risoluzione è stata sottoscritta dai Capigruppo di maggioranza e di minoranza che sono intervenuti durante la sospensione e che io cito, la Vicepresidente del Consiglio Paola Giorgi, il Capogruppo PDL Francesco Massi, il Capogruppo del PD Mirco Ricci, i Capigruppo Bucciarelli, Cardogna, il Consigliere (...) della Federazione della Sinistra - non volevo ma con tutte le nuove sigle elettorali è difficile tenersi aggiornati -, il Consigliere Sciapichetti, gli altri Consiglieri che nel frattempo …, il Consigliere Latini, il Consigliere Trenta, il Consigliere Marinelli, il Consigliere Pieroni, tutti coloro che lo hanno …. Tutti i Capigruppo ed i Consiglieri dell'intera Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Prima volevo solo dire una cosa, chiaramente sono d'accordo sulle conclusioni, per me la cosa più importante è che la Regione riassuma subito la guida, Assessore, di questa trattativa, (...) però non ho problemi se vuole (...) dovete capire l'ansia sul territorio; i Sindaci che sono qui ed anche gli altri che non ci sono, i Comitati ed anche i singoli cittadini, potete capire, sono preoccupatissimi, anche gli operatori, gli agriturismi, eccetera.
Volevo sottolineare una cosa, mi si permetta questa polemica perché sull'ambiente ne abbiamo fatte in passato. Questo protocollo è del 2005, io ho fatto un'interrogazione nel 2009 e l'allora Assessore all'ambiente Amagliani imbarazzatissimo rispose, ho qui la registrazione: vedremo, consulteremo, eccetera. Non è possibile, Assessore e Assessori, che la Giunta regionale, adesso parlo del 2005 e, quindi, voi non avevate quella responsabilità, però, chiunque governi, fa un incontro con la società interessata, si mette vicino i Presidenti delle tre sigle Anci-Upi-Uncem e questi non avvertono nessuno. Nessuno sapeva niente e la cosa è andata avanti, io non so se può succedere questo, probabilmente è successo anche quando abbiamo parlato di biogas e biomasse eccetera.
Io vorrei capire come questo può avvenire, mi è piaciuta, debbo dire, e non voglio fare polemica nei confronti dei precedenti Presidenti dell'Anci, la dichiarazione del nuovo Presidente dell'Anci, Martini, potete dire che ci è vicino di casa, maceratese, ma umilmente ha dichiarato “Mi sento un Sindaco vicino ai piccoli Comuni e mi sento di portare avanti la cosa insieme a tutti i Sindaci”. Allora è possibile che un Presidente dell'Anci, non mi ricordo neanche chi era, quindi, non voglio fare una polemica politica su quello, su una cosa così grave, non avverte nessuno? E se non avverta nessuno, dovete capire, è la Regione che deve tutelare, anche se l'Anci non fa il suo dovere e, secondo me, l'Anci il suo dovere non lo ha fatto in una materia così delicata.
Adesso andiamo avanti con questa impostazione, per le cose, le riunioni, a cui ho partecipato, Assessore, occorrerà molto polso con Terna, ci siamo capiti.

PRESIDENTE. Non ci son altri interventi, pongo in votazione la proposta di risoluzione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,10.