Resoconto della seduta n.109 del 05/03/2013
SEDUTA N. 109 DEL 5 MARZO 2013

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioi del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 109 del 5 marzo 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 108 del 26 febbraio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
sono state presentate le seguenti proposta di legge regionale:
n. 290 in data 28 febbraio, ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Binci, concernente: “Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 “Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali” e alla legge regionale 14 maggio 2012, n. 13 “Riordino degli Enti di gestione dei Parchi Naturali regionali. Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 14 “Norme per l'istituzione e la gestione delle Aree Protette Naturali”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente;
n. 291 in data 26 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Costituzione della società pubblica di progetto per la realizzazione della strada di grande comunicazione Fano–Grosseto”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate la seguenti mozioni:
n. 452 del Consigliere Latini “Crisi dell'edilizia”;
n. 453 dei Consiglieri Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Busilacchi, Marinelli, Bugaro, Ricci, Romagnoli, Silvetti, Traversini, Giancarli, Massi, D'Anna “Nomina del Direttore Scientifico dell'INRCA".
Comunico, inoltre, che in data 27 febbraio ho provveduto, con decreto n. 6, alla nomina di un componente del Consiglio delle Autonomie Locali di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4.
Hanno chiesto congedo per la seduta odierna i Consiglieri Comi, Acacia Scarpetti ed il Presidente Spacca.
Prima di dare inizio alla trattazione dell'ordine del giorno e credendo di interpretare la volontà dell'intera Assemblea, vorrei salutare le scuole che oggi sono presenti in Aula, la Scuola Primaria “Aldo Moro” di Falconara, precisamente le classi V A, V B, e V C. Diamo il benvenuto ai ragazzi, agli studenti, ai loro insegnanti ed a nome dell'intera Assemblea regionale vi ringrazio per questa visita e vi do il benvenuto nel Consiglio regionale delle Marche.
Sono convinto che soprattutto in questo periodo così difficile, così particolare, di grande scollamento fra le istituzioni e la gente, di grande disaffezione rispetto alla politica, quella con la “P” maiuscola, quella che dovrebbe tracciare programmi, progetti, individuare prospettive, ci sia proprio la necessità di creare momenti, occasioni, in cui i cittadini ma soprattutto i giovani debbano cominciare, prima di tutto, a conoscere, a venire in contatto, ad essere consapevoli di come le istituzioni lavorano, di che cosa fanno, di come agiscono, perché ma questo, cari ragazzi, lo sapete sicuramente, ogni decisione che un Consiglio comunale, un Consiglio provinciale, una Assemblea legislativa regionale, un Parlamento assume, è un provvedimento che si ripercuote sulla vita di tutti i giorni dei cittadini.
Questa lontananza, questa distanza deve essere accorciata e il modo migliore per accorciarla, a mio avviso, è quella di conoscere come funzionano le istituzioni, come agiscono, come lavorano, per conoscere sempre più i processi attraverso i quali si assumono decisioni nei confronti dei cittadini.
Lo sapete bene, perché ve lo dicono i vostri insegnanti, la conoscenza è l'antidoto migliore contro ogni difficoltà che la vita presenta, vivete un periodo che è quello dell'apprendimento, dell'acquisizione delle conoscenze. Vivete il periodo dell’istruzione, è un periodo nel quale dovete essere delle carte assorbenti, apprendere il più possibile perché la sfida che sta fuori nella società, quando diventerete a tutti gli effetti protagonisti della società, facilita le cose a chi più sa, a chi ha maggiore conoscenza, a chi si è impegnato di più nell'apprendere queste conoscenze, quindi, grazie della vostra visita.

Sull’ordine dei lavori

Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Chiedo di anticipare la discussione delle mozioni e delle interrogazioni relative all'erosione marina.
PRESIDENTE. Punto all'ordine del giorno?

Francesco ACQUAROLI. Punto n. 6 all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Dove la vorrebbe iscrivere?

Francesco ACQUAROLI. Dopo le interrogazioni.

PRESIDENTE. Subito dopo le interrogazioni, questa è la richiesta.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Chiedo, Presidente, l'anticipazione della mozione 453 firmata da tanti Consiglieri.

PRESIDENTE. L'anticipazione?

Fabio BADIALI. La discussione.

PRESIDENTE. Ho capito, non è iscritta. Giusto?

Fabio BADIALI. Questa mozione tratta un problema importante, riguarda la nomina del Direttore scientifico dell'INRCA, è un modo affinchè ci sia, da parte del Consiglio, un impegno verso il Presidente a far si che questa nomina venga fatta con i crismi della professionalità, della competenza e della capacità.

PRESIDENTE. Va bene, dove chiede l'iscrizione? A che punto? Al 3 bis, dopo l'atto amministrativo?

Fabio BADIALI. Dopo l'atto amministrativo.

PRESIDENTE. Al punto 3 bis. Chiederei, quindi, al Consigliere Acquaroli di anticipare gli atti da lui richiesti a dopo l'atto amministrativo, con l'impegno di trattarli. Siccome la richiesta del Consigliere Acquaroli è stata fatta prima, iscriverei, dopo la proposta di atto amministrativo n. 56, al punto 3 bis, gli atti relativi all’erosione marina e al punto 3 ter la mozione n. 453. Se non ci sono obiezioni, do per approvata la variazione all’ordine del giorno.

Interrogazione n. 1003
del Consigliere Latini
“Recanati – tutela del Colle dell'Infinito”

Interrogazione n. 1005
del Consigliere Marangoni
“Colle dell'Infinito e nuovo Piano regolatore paesaggistico di Recanati. Misure di salvaguardia in attesa della pronuncia della Commissione Unesco”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1003 del Consigliere Latini e n. 1005 del Consigliere Marangoni, abbinate. Qui devo capire chi risponde, io ho indicati gli Assessori Donati e Marcolini. (...). E' un'interrogazione che per tema riguarda più Assessorati.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Queste interrogazioni riguardano anche l’Assessore Marcolini, non sapevo come si voleva fare. Per quanto riguarda l’Assessore all'urbanistica - ci sarebbero, poi, altre considerazioni di natura culturale ma non so se l’Assessore Marcolini a piacere di intervenire - la risposta è semplice e vorrei risparmiarvi anche la lettura delle note tecniche e dirle a voce.
La variante in oggetto non è di competenza della Regione Marche ma è di competenza della Provincia. Noi su questa materia non possiamo direttamente intervenire e dobbiamo aspettare quelle che sono le decisioni della Provincia.
Se volete questa è la conclusione. Se volete una risposta tecnicamente più articolata posso leggere la nota dell'ufficio ma la sostanza è questa.

PRESIDENTE. Il Consigliere Marangoni chiede la lettura della nota degli uffici. Prego Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Si evidenzia in primo luogo che l'area del Colle dell'Infinito è già vincolata con decreto ministeriale 26 marzo 1955, poi modificato con decreto ministeriale 20 marzo 1970. Parte della stessa area ricade anche nel vincolo di tutela integrale e orientata di cui all'articolo 39 del PPAR, Centri e nuclei storici.
Si evidenzia inoltre che nell'ambito delle attività in corso per l'adeguamento del PPAR al Codice del paesaggio, la Regione e gli organi del Ministero dei beni culturali stanno collaborando nella elaborazione di ulteriori criteri di tutela e valorizzazione per tutte le aree, come quella in oggetto, già sottoposte a vincolo paesaggistico.
Si fa presente anche che la Giunta regionale con atto deliberativo 30 marzo 2009, n. 493 ha aderito alla richiesta dei Comuni di Recanati e Loreto di promuovere l'iniziativa per la presentazione al Ministero per i beni e le attività culturali della domanda di inserimento dei paesaggi di quei Comuni nella lista propositiva italiana di riconoscimento, quale patrimonio dell'umanità, da parte dell'Unesco.
Nel documento istruttorio della delibera sono elencati in maniera puntuale tutti i requisiti necessari per l'accoglimento della proposta di riconoscimento, tra cui figurano in particolare il prerequisito dell'integrità e il fatto che i beni da tutelare devono presentarsi in ottimo stato di conservazione, stato che deve essere mantenuto nel tempo attraverso una gestione adeguata.
Non potendo la Regione intervenire in alcun modo nei procedimenti di trasformazione dei territori interessati, è nell'interesse e nella esclusiva facoltà tecnica e giuridica degli stessi Comuni, primi proponenti della candidatura Unesco, garantire condizioni di integrità e autenticità dei paesaggi tutelati, per poter aspirare al riconoscimento di sito mondiale.
Per quanto attiene agli aspetti urbanistici, come dicevo prima, connessi alla procedura relativa al Piano particolareggiato "di risanamento e conservazione per l'assetto paesaggistico del versante sud-ovest" di Recanati, citato in una delle due interrogazioni, va rilevato che la Regione non ha alcuna competenza in materia di approvazione degli strumenti urbanistici generali, delle loro varianti e degli strumenti urbanistici attuativi in variante agli strumenti urbanistici generali.
La legge regionale 5 agosto 1992, n. 34, all'art. 26 (come integralmente modificato dall'art. 2, comma 1, della legge regionale 16 agosto 2001, n. 19) attribuisce tali funzioni alla Giunta provinciale, che esprime in merito un parere di natura vincolante.
Nel caso in questione, poiché il piano riguarda un'area vincolata ai fini paesaggistici, anche la Sovrintendenza deve esprimere il proprio parere.
Da informazioni assunte presso l'Amministrazione provinciale di Macerata risulta che la variante generale del Piano Regolatore del Comune di Recanati, in adeguamento al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Macerata, è stata adottata dallo stesso Comune con deliberazione consiliare n. 35 del 17 luglio 2012 e che la Provincia, ente a cui la legge ha affidato la competenza in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in considerazione di approfondimenti tecnici e procedurali effettuati in più riprese, in data 6 novembre 2012 ha avviato la procedura di verifica dell'assoggettabilità a VAS della variante, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e della legge regionale 6/2007.
Qualora la Provincia di Macerata stabilisca che la variante in questione debba essere assoggettata a VAS, la Regione e le altre amministrazioni, che la Provincia individuerà come soggetti competenti in materia ambientale potranno proporre le proprie osservazioni e indicazioni per garantire una migliore tutela delle aree interessate, così come potranno farlo altri portatori di interessi diffusi che si occupano della tutela del paesaggio e del territorio.
La decisione finale sulla variante comunque, come vi dicevo prima in apertura, spetterà all'Amministrazione provinciale di Macerata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. La mia risposta sarà molto breve, perché nella formalizzazione della mia replica, la risposta dell'Assessore ha inquadrato il problema del ruolo della Regione Marche, cioè quello di non potere intervenire direttamente, per quanto riguarda prescrizioni di natura urbanistica, nel limitare la possibile edificazione o la possibile previsione di sviluppo nell'area a sud della zona interessata dal Colle dell'Infinito indicato dal FAI, chiamata la valle del Passero Solitario.
Per concatenazione il ruolo della Regione, assegnato alla Provincia, impone un’indicazione di indirizzo politico ed amministrativo, che è nella capacità sia dell'Assemblea legislativa ma soprattutto della Giunta della Regione Marche, affinché i piani territoriali di coordinamento provinciali, in questo caso della Provincia di Macerata, abbiano un unico indirizzo per tutta la Regione - che è quello su cui si discute da molto tempo - la possibilità di uno sviluppo cosiddetto sostenibile e la preservazione di quelli che sono i luoghi incontaminati o paesaggisticamente più interessanti e più tutelati della nostra Regione.
Figurarsi per quanto riguarda un punto di interesse mondiale come Recanati e soprattutto la zona che si collega al Colle dell'Infinito, grazie alle poesie ed alla lirica leopardiana.
Credo, quindi, che mettersi fuori da questa problematica soltanto perché formalmente, direi formalisticamente, non si hanno le competenze è giusto solo per un verso ma ci sono molti altri profili sostanziali, soprattutto di impostazione regionale, che impongono, e per questo lo chiedo, che ci sia una attenzione forte da parte della Giunta della Regione Marche, con una indicazione ben precisa sia per il Comune di Recanati, per quanto riguarda l'approvazione definitiva della variante al PRG, affinché eviti la previsione urbanistica in quella zona, cosa che ancora oggi è soggetta al rischio di una possibile edificazione, che per la Provincia di Macerata affinché interpreti, attraverso il relativo Comitato tecnico e soprattutto attraverso gli indirizzi generali di politica e di coordinamento territoriale, quegli aspetti che possono, in qualche modo, salvaguardare la zona interessata, soggetta ad una valutazione di natura non soltanto urbanistica, architettonica, ma soprattutto culturale e storica e soggetta ad una necessaria forte preservazione da qualsiasi contaminazione urbanistica.
L'impegno che chiedo all'Assessore, e lo ringrazio di nuovo per la risposta che ha dato, è quello di seguire formalmente la questione con una indicazione ben precisa, ad indirizzo politico amministrativo, rivolta ai due enti sopra detti, per non ritrovarci, nel prossimo futuro, in una polemica scatenata proprio da questa mancata partecipazione all’attività di coordinamento e di tutela di una delle zone più belle della nostra regione e dell'Italia, simbolicamente riconosciuta in tutto il mondo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Assessore Viventi, sarò molto più chiaro rispetto a quello che ha detto il Consigliere Latini, tra le righe.
Sono sconcertato dalla sua risposta. Lei non può chiamarsi fuori e non può dire la Regione non c'entra niente, la colpa è della Provincia o in parte del Comune, ma stiamo scherzando? Questo dimostra tutta, ma direi tutta, l'inconsistenza e l'inapplicabilità delle leggi urbanistiche regionali che continuate a modificare.
Non si può accettare una cosa del genere (…)

PRESIDENTE. Assessore Viventi lei non può interrompere.

Enzo MARANGONI. Non è accettabile una risposta del genere! Che ci stiamo a fare qui se non abbiamo una possibilità, se dite di non avere la possibilità, e invece ce l'avete, di tutelare il Colle dell'Infinito che una legge del '39, non del '55, del '39, ancora prima della legge che lei ha citato, del decreto ministeriale che lei ha citato, la n. 1497 del 1939 “Protezione delle bellezze naturali” già proteggeva. Legge poi recepita nel famoso Codice Urbani del 2004 n. 42.
Non possiamo dire che la Regione non c'entra niente, tanto è vero che io ho presentato la proposta di legge n. 267 del 30 ottobre 2012: “Tutela del Colle dell'Infinito di Recanati, valorizzazione paesaggistico ambientale e sostegno economico dei luoghi di memoria storica leopardiani”. Naturalmente essendo una legge presentata da un Consigliere di minoranza giace nei cassetti perché le Commissioni servono solo, diciamolo, a mandare avanti le proposte di legge della Giunta. Questa è la verità!
Qualunque cosa uno presenti viene messa in un cassetto, perché i Presidenti della vostra maggioranza le insabbiano. Questa è la verità! Se ci fossero ancora i ragazzi, che sono andati via, ai quali giustamente il Presidente del Consiglio si è rivolto spiegando l'importanza dei ruoli istituzionali, anche del nostro in questo contesto, io direi loro la verità. Direi loro che non è vero quello che io, comunque, insegno ai miei figli, cioè che la legge è uguale per tutti. La legge non è uguale per tutti, è uguale per tutti i cittadini normali, ma per i cittadini speciali si trovano sempre le eccezioni!
Va bene? Poche settimane fa, proprio sotto il famoso Colle dell'Infinito, protetto dal '39, è stato fatto un grande sbancamento, è stato costruito un muro di cemento armato lungo 100 metri ed alto 5 metri, ci sarà un grande edificio proprio sotto dove s'affacciava Leopardi.
Le parole non sono chiacchiere, questa è la fotografia (il consigliere mostra una gigantografia) di quello che sta succedendo a Recanati, proprio sotto il Colle dell'Infinito. Va bene? Questo è quello che succede e lei, Assessore, dice che la Regione non c'entra niente? Il Colle dell'Infinito è protetto dal '39, ribadito, poi, nel 2004.
La Regione non c'entra niente, è colpa della Provincia! Ma stiamo scherzando?
L'invito che vi faccio è che Dustin Hoffman si sieda sopra questo muro - avete utilizzato, sprecando, i soldi per pubblicizzare le Marche nel mondo e in Italia – un muro di cemento armato lungo 100 e alto 5 metri, dove sorgerà un grande complesso edificatorio di proprietà, evidentemente, di un cittadino speciale che, forse, è al di sopra della legge e per questo ottiene l'ok dalla Sovrintendenza. Diciamole tutte le cose! Lei dice che la Regione non c'entra niente, non è vero! La Sovrintendenza dormiva o mangiava quando lo ha autorizzato e la Regione che cosa ci sta a fare? Non c'entra niente la Regione e allora Dustin Hoffman vada qui sopra a declamare le poesie di Leopardi. Altro che questo ermo Colle, questo è un muro di cemento. Il Colle l’abbiamo rovinato per le inottemperanze e l'inefficacia della Regione Marche. Anche della Regione Marche, è una vergogna!

Interrogazione n. 995
del Consigliere Giancarli
“Permesso per la raccolta dei funghi – reciprocità tra Umbria e Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. All'interrogazione n. 995 del Consigliere Giancarli doveva rispondere il Presidente Spacca, siccome ha chiesto congedo, è rinviata.

Interrogazione n. 1130
del Consigliere Bucciarelli
“Applicazione della legge 194/78 nelle strutture ospedaliere di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1130 del Consigliere Giancarli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento a questa interrogazione si mette in evidenza che la Direzione dell'Asur si è attivata, proprio facendo leva sulla nuova organizzazione in Area Vasta, nel tentare di omogeneizzare quelle che sono le attività nel territorio della provincia di Ancona superando quelle che si sono definite le criticità locali presenti presso l'Ospedale di Jesi nel Servizio di IVG.
A tal fine si rappresenta che è stata conclusa positivamente la riorganizzazione stessa, attraverso la corretta definizione di tutte le procedure necessarie (comprese quelle amministrative).
La soluzione che si è individuata con i Dirigenti interessati prevede una stretta integrazione dei professionisti dell'Area Vasta 2, per far fronte alle criticità in particolare delle sedi di Jesi e Fabriano e comporterà la riattivazione del servizio d'interruzione volontaria di gravidanza presso l'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Jesi a partire dal prossimo 18 marzo, proprio per l'interscambio di questo personale, reperito attraverso la riorganizzazione che si è effettuata.
Successivamente poi tali sedute avranno cadenza quindicinale, il primo ed il terzo lunedì di ogni mese.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Ringrazio l'Assessore per la risposta. Ho qualche dubbio da quanto ho ascoltato, perché non so se una vertenza che si conclude positivamente attraverso un accordo con i dirigenti soddisfi anche i fabbisogni e le donne che hanno sollevato questo problema.
Quello che a me interessa è questo secondo aspetto. Non mi interessa che siano soddisfatti i dirigenti, quanto il fatto che nelle Marche venga rispettato e tutelato un diritto di tutte le donne sancito da una legge nazionale. Questo è.
Verificheremo in futuro (...) è un po' in contrasto, però, credo che più che tutelare il diritto all'obiezione, va tutelato il diritto della legge da cui nasce la possibilità dell'interruzione di gravidanza.
Noi resteremo vigili, Assessore, ci comporteremo di conseguenza.

Interrogazione n. 1140
del Consigliere Marinelli
“Dgr 1696 e disposizioni per la revisione della spesa del SSR”

Interrogazione n. 1138
del Consigliere Perazzoli
“Riduzione fornitura dispositivi medici (pannoloni)”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1140 del Consigliere Marinelli e n. 1138 del Consigliere Perazzoli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Le due cose vanno di pari passo, riguardano i presidi sanitari e la delibera di contenimento della spesa, prodotta in funzione del decreto legge 95, il cosiddetto decreto sulla spending review.
La deliberazione di Giunta regionale n. 1696 ha per oggetto una "Direttiva vincolante per i Direttori generali degli Enti del SSR" - tenete presente che questa delibera è del 3 dicembre dell'anno scorso - "in attuazione del decreto legge 95 del 2012, convertito in legge n. 135 dell'agosto 2012 concernente disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi dei cittadini". La deliberazione stabilisce gli interventi finalizzati a rendere appropriato il processo assistenziale per l'assistenza protesica e per quella integrativa, al fine di razionalizzare l'uso dei dispositivi medici, attraverso il governo delle prescrizioni anche in termini quali-quantitativi e attraverso l'introduzione di un tetto sul consumo dei presidi per incontinenza a livello distrettuale (n. 60 presidi per persona incontinente).
In merito alla fornitura di dispositivi medici monouso per assorbenza, quelli che noi chiamiamo comunemente pannoloni, la Regione Marche ha fornito delle indicazioni generali al fine di rendere appropriate le prestazioni sanitarie.
L'ASUR con la nota dell'8 febbraio 2013 e con nota del 25 febbraio 2013 ha impartito disposizioni alle sedi distrettuali affinché il tetto massimo dei presidi per incontinenza, indicato dalla Regione in n. 60 pezzi, non sia inteso in senso letterale, in termini numerici, ma quale tetto massimo di spesa. In gran parte della normativa di settore, così come pure indicato dai decreti regionali in materia, ci si riferisce sempre a dei tetti di spesa di riferimento che vengono calcolati sulla base dei costi standard per numero di presidi.
In casi eccezionali, per i soggetti affetti da comprovata disabilità, il distretto dell'ASUR può autorizzare una fornitura aggiuntiva in base alle condizioni degli assistiti.
A questo proposito, sono state emanate precise disposizioni in merito, garantendo l'appropriatezza delle prestazioni senza ridurre i livelli di assistenza, nonché la compatibilità economica finanziaria.
Nel momento in cui attua questo decreto e si adotta questa delibera, si fa riferimento alla realtà dell'Area Vasta di Macerata che con quel tetto di 60 presidi riesce a soddisfare quelle che sono le esigenze di quel territorio. Questo non vuol dire che i presisi sono 60 per tutti, ma 60 è la media. Cè un lavoro da fare, a Macerata è stato fatto, e noi abbiamo cercato di adeguare quella buona prassi, che c'è in questa Area Vasta, estendendola a tutto il territorio.
La rigidità presa inizialmente nell'applicare quella delibera ha indotto ad una circolare che dice che i presidi non sono 60 per tutti, perché a chi servono 120 devono essere 120, però la media deve stare dentro quel livello, visto e considerato che da qualche parte questo lo si fa, quindi, può ben valere per tutti.
Credo che nel proseguo della applicazione e nell'attenta valutazione del lavoro che c'è da fare, per stare dentro questa media, il percorso tenderà a normalizzarsi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Assessore, ho chiesto, se può dirmela, la spesa annuale nell'utilizzo dei pannoloni di questi presidi ed eventualmente il risparmio.
Questo è importante, se il risparmio è evidente capisco la spending review, se il risparmio è marginale credo che ci siano più disservizi, quindi (...).
Assessore, io ho fatto questa interrogazione perché da medico di famiglia mi è arrivata una circolare del mio distretto che mi diceva d'ora in poi, come medico di famiglia, tu più di 60 pannoloni non puoi prescrivere. E questo è rimasto a distanza di un mese.
Prendo atto dell'evoluzione intelligente della cosa, perché credo che andare a sindacare sui 60 sono pochi, 120 sono troppi, 90 sono giusti è impossibile, come pure è impossibile che il medico intervenga a stabilire le vere necessità. Occorre buon senso da parte di tutti, da parte della Regione in primis, capisco la spending review, buonsenso che la Regione con l'Assessore sta mettendo, perché non è una norma rigida, ma occorre che questa norma rigida, che non è più rigida, venga trasmessa agli operatori che stanno sul territorio. Gli operatori, io sono uno di questi, non hanno ricevuto questa elasticità che l'Assessore nel rispondere a questa interrogazione ha dimostrato.
Abbiamo visto un'imposizione dall'alto, giusta, non giusta, lascio stare, su un problema, secondo me, irrisorio, perché il risparmio è limitato. Pongo, poi, un problema, Assessore, siamo sicuri che riducendo l'utilizzo del pannolone, di questo dispositivo medico, si risparmi e non si vada incontro a delle complicazioni che il paziente anziano, immunodepresso, defilato, allettato potrebbe avere? Ulcere sacrali, infezioni, febbre, una qualità della vita certamente inferiore anche se forse con una maggior spesa farmaceutica.
C'è anche da tener conto, sembrano delle banalità, ma molte volte per una persona debole, che è in difficoltà, che ha problematiche, utilizzare un presidio in maniera più completa fa si che possa stare un po' meglio a letto.
Perché non introduciamo Assessore, anche se capisco che diventa difficile, il reddito? Persone che hanno un certo reddito è giusto che il pannolone se lo paghino, persone che non hanno reddito è giusto che chi di dovere intervenga.
Capisco che un terreno minato, è un terreno difficile, ma io credo che la politica sia locale, sia regionale, che nazionale, arriverà a questo esame. Non può essere diversamente, non possiamo con un decreto stabilire il numero, non possiamo pretendere che i medici vadano a stabilire esattamente di quanto il paziente ha bisogno, occorre una elasticità e una certa intelligenza.
Nel momento in cui mi darà le cifre, credo che il risparmio sarà di poco conto. Se questo esperimento nell'Area Vasta di Macerata ha portato questi risultati, ne prendo atto e ne sono convinto, ma porto la preoccupazione di tanti pazienti, che in questo periodo, si sono visti assegnare un numero ridotto del 50% perché l'elasticità che la Regione ha dimostrato, attraverso la sua risposta, non è ancora pervenuta in periferia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Si sta cercando di mettere una pezza a una decisione sbagliata, errata, frutto di una cultura che è uno ossimoro, che dice che è revisione della spesa mentre in realtà sono tagli a invarianza di servizi. Comunque la giriamo. Riconosciamo che viviamo in un paese di sprechi o quando si riduce la spesa si tagliano i servizi.
L'altro errore è che nel decreto si parlava del 5%, nella delibera della Giunta si parla dell'8%, ma poi si arriva, difatti, al 50%. Caro Assessore se le delibere venissero prese con un po' più di discussione e con più conoscenza, si sarebbe scritto media e non tetto, perché tetto significa che più di quello non si può dare.
Viviamo in una regione in cui spesso i direttori sono dei replicanti, pagati da dirigenti e poi si hanno queste cose.
Bene che sulla base dell'interrogazione e della protesta sia stata messa in atto un'iniziativa per modificare. Noi dobbiamo sapere che se uno ha bisogno di 120 pannoloni, gli vanno dati 120 pannoloni, se ha bisogno di 30 ne vanno dati 30. Questa è una questione di gestione quotidiana, di gestione efficiente.
La razionalizzazione della spesa dovrebbe essere questo, con iniziative, come diceva una volta Prodi, con il cacciavite, per aggiustare i meccanismi.
Bisognerà pure cominciare a dire che anche su questo sarà necessario introdurre la questione del reddito. Non è la stessa cosa togliere 60 pannoloni ad una famiglia che per comprarli deve rinunciare ad altre cose vitali, rispetto ad un’altra famiglia alla quale togliere 60 pannoloni non incide niente, anzi potrebbe comprare tutti i 120 o quelli che servono.
Bisogna che cominciano ad introdurre anche un meccanismo di questo tipo, altrimenti lo stato sociale va a carte e quarantotto, perché è insostenibile o perché i cittadini non ne vedono il beneficio.
Io credo che questo sia un fatto non secondario perché riguarda molte famiglie, per l'invecchiamento della popolazione o per il fatto che molti anziani vivono, sopravvivono grazie ai progressi della medicina, magari anni addietro sarebbero già morti.
Su questo credo che sia necessario, non solo da parte nostra che abbiamo pochi strumenti, ma da parte dell'Assessore e della struttura, un continuo controllo perché non ci siano decisioni e gestioni burocratiche e perchè di fatto dietro ci sono le persone in carne ed ossa.

Interrogazione n. 1151
del Consigliere Marinelli
“Ospedali di Fabriano e Civitanova Marche – incarichi di direzione medica di strutture complesse”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1151 del Consigliere Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a questa interrogazione la cosa che si evidenzia è che a livello aziendale non si è ancora proceduto ad una modifica delle dotazioni organiche delle Aree Vaste, quella modifica che dovrebbe comportare la riduzione del 25,8% delle strutture complesse e del 30,3% delle strutture semplici, così come è disciplinato dalla deliberazione n. 1696 del 2012, in applicazione di quelli che sono gli standard dei parametri dell'individuazione delle strutture complesse e semplici definite dal Ministero della salute e dal Comitato LEA, approvati nella seduta dal 26 marzo 2012.
L'istituzione delle Aree Vaste, avvenuta con l.r. 17 del 2011, non prevede una sola riorganizzazione sotto il profilo amministrativo, ma richiede anche una rivalutazione dei servizi sanitari sul territorio che dovranno essere rimodulati per consentire il massimo efficientamento degli stessi, così che la riduzione economica e di personale disposta, non danneggi gli standard delle prestazioni all'utenza.
È in questo contesto che l'Asur ha proceduto alla recente nomina di 5 Primari nell'Area Vasta n. 2, per far fronte ad una carenza di ben 33 titolari di Struttura Complessa nello stesso territorio.
Per quanto riguarda il Direttore della Unità Operativa Complessa di Cardiologia a Fabriano si evidenzia che questo è stato assunto, unitamente al collega di Jesi, per far fronte alla carenza di tre posti di Unità Operative Complesse vacanti nella medesima specialità, mentre il chirurgo è stato assunto a fronte di due carenze di organico.
Per quanto riguarda il Direttore di Struttura Complessa in Anatomia Patologica, Io stesso come evidenziato dal Consigliere è di recente istituzione, ed è stato assunto in un contesto più ampio, non ad esclusivo servizio della realtà di Fabriano o dell'Area Vasta n. 2, ma quale specialità di interesse regionale.
La situazione dell'Area Vasta n. 3, che vede complessivamente vacanti 28 posti di Direttore di Struttura Complessa, relativamente a Civitanova Marche è ben diversa, essendo vacanti solo 4 posti. Il Primariato di Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza di Civitanova Marche su cui si fa riferimento, da un punto di vista di carenza in organico, si somma alla realtà di Macerata e Camerino.
Anche in questo caso su tre posti vacanti nella dotazione organica di quella specifica disciplina si sta procedendo alla copertura di due posti di Direttore di Struttura Complessa di Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza sia per la sede di Civitanova Marche che per la sede di Macerata. Tale procedura si concluderà verosimilmente entro il prossimo mese di maggio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Assessore, io ho chiesto anche di sapere, nel punto c) quali e quanti sono i concorsi per primari in itinere per la nostra provincia di Macerata, nonché i primariati vacanti.
Questo è importante perché nell'ottica di una rivisitazione con il concetto di Area Vasta, alcuni spazi sicuramente verranno colmati, altri entrarono proprio nel concetto di Area Vasta, quindi potrebbe, eventualmente, integrare la sua risposta con questa richiesta, è importante proprio per i motivi che diceva lei. Abbiamo l'Area Vasta dobbiamo rivedere il tutto in questo concetto.
Questa interrogazione è nata, Assessore, perché è evidente che ci troviamo di fronte a due velocità, una velocità più avanzata nella zona di Fabriano, una velocità inferiore nella provincia di Macerata, in questo caso di Civitanova.
Non posso che complimentarmi con la nomina dei nuovi primari, ci mancherebbe altro, erano carenti, mancavano, forse erano andati in pensione, ma in cardiologia e chirurgia, che esistevano, la commissione è stata istituita nel luglio 2012 e il 14 febbraio 2013 è stato nominato il primario di cardiologia e di chirurgia, sei mesi. Poco più di sei mesi. Anatomia patologica invece è un servizio nuovo che, chiaramente, mancava in quella zona.
In una situazione del genere, andiamo a vedere come l'Ospedale di Civitanova sta cercando di sopperire alla carenza del primario del pronto soccorso, è sicuramente una situazione kafkiana, e lo dico agli amici Consiglieri, perché il posto è vacante dal 1 marzo 2011, due anni. Cosa è successo? Lo dico nella interrogazione: è stato fatto l'avviso il 15 maggio 2011, ma in quel momento, con la legge regionale 17 del 2011, c'è stata la soppressione delle zone territoriali e la formazione di Aree Vaste, quindi, il concorso si è fermato, in attesa di questa verifica, di questa modifica amministrativa. Successivamente con determina del Direttore dell'Area Vasta, siamo a gennaio 2012, un anno dopo, quasi, sono state revocate le precedenti determine, perché c'era anche da conferire un carico quinquennale al presidio ospedaliero di Macerata, di pronto soccorso, quindi, ci si è fermati per ragionare, per vedere se c'era la possibilità di nominarne solo uno. Inoltre il nuovo avviso per il conferimento di incarico di Direttore medico, ha subìto un colpo di mano, nel momento in cui il Direttore dell'Area Vasta, il 31 gennaio 2013 ha detto che poteva essere sufficiente l'espletamento del concorso per il primario del pronto soccorso di Macerata e che in sintesi non serviva più all'ospedale di Civitanova.
Faccio questa difesa d'ufficio, non perché sono di Civitanova ma perché la Regione, tramite lei Assessore, ha sempre definito il Polo delle emergenze l'Ospedale di Civitanova, e qual è un'emergenza, più emergenza di un pronto soccorso che ha un numero di codici rossi nettamente superiore ai codici rossi di Macerata? Questo non è un campanilismo, è l’ubicazione geografica, vicino all'autostrada e una municipalità virtuale di 120.000 abitanti che ha fatto sì che la Regione abbia definito l'Ospedale di Civitanova Polo delle emergenze, e nel Polo delle emergenze da due anni non si riesce ad espletare il concorso per il primariato del pronto soccorso.
È chiaro che in una situazione del genere, parlando di due velocità, vedo come Fabriano, beato Fabriano, in sei mesi abbia visto sostituire il primario di cardiologia e chirurgia e l'istituzione di una nuova anatomia patologica mentre Civitanova aspetta da due anni la realizzazione di questo concorso che vedrà la luce, secondo quanto ha detto l’Assessore Mezzolani, a maggio.
E’ una situazione certamente non sopportabile, kafkiana, Assessore la invito a sollecitare non tanto la nomina del nuovo direttore medico che è ormai alla conclusione, sono passati due anni, primo marzo 2011, ma eventualmente gli altri concorsi in itinere, lo svolgimento dei quali serve a coprire delle lacune nella nostra Area Vasta.

Interrogazione n. 896
del Consigliere Giancarli
“Finanziamenti allo spettacolo dal vivo”
(Ritiro)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo per dichiarare di ritirare l'interrogazione 896. L'Assessore Marcolini ben conosce la realtà teatrale delle Marche e le sue eccellenze, come la Fondazione Spontini Pergolesi, in sede di assestamento di bilancio abbiamo discusso, approfondito, assunto delle decisioni riguardo al Teatro Stabile delle Muse quindi l'interrogazione può essere ritirata, la ringrazio Assessore.

PRESIDENTE. Il Consigliere Giancarli ritira l'interrogazione n. 896.

Interrogazione n. 1143
del Consigliere Comi
“Primo censimento sullo spettacolo dal vivo nelle Marche”

Interrogazione n. 1159
della Consigliera Giorgi
“Primo censimento sullo spettacolo dal vivo nelle Marche”

Interrogazione n. 1160
del Consigliere Massi
“Primo censimento sullo spettacolo dal vivo nelle Marche: esclusione della Compagnia della Rancia”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1143 del Consigliere Comi, n. 1159 della Consigliera Giorgi e la n. 1160 del Consigliere Massi, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Il Censimento dello spettacolo dal vivo è stato realizzato per la prima volta nelle Marche e rappresenta uno strumento prezioso per conoscere la poliedrica e vivace realtà del settore su base regionale.
La Regione ha sostenuto il progetto, affidato al Consorzio Marche Spettacolo, che raggruppa 27 associazioni e che è lo strumento di rete realizzato con il contributo dell'amministrazione regionale, al fine di acquisire maggior consapevolezza delle dinamiche di un settore in forte evoluzione e di farlo chiedendo ai soggetti che ne fanno parte di auto valutarsi e misurarsi.
L'impostazione scientifica della ricerca attiene alla responsabilità e al metodo utilizzato dai curatori dell'indagine e la risultante del lavoro ci ha fornito uno spaccato molto interessante, sono state censite 1900 serate di spettacolo e circa 70 grandi eventi ogni anno, 330.000 spettatori paganti (riferimento 2008/2009) per un fatturato complessivo di circa €.40.000.000 ogni anno (anno riferimento 2009), che per il 43% è connesso a forme di autofinanziamento (biglietti e sponsorizzazioni); inoltre, va sottolineato che nella Regione Marche lavorano nello spettacolo dal vivo 1474 persone (anno di riferimento 2010), senza poter valutare un numero altrettanto consistente forse superiore di persone che si dedicano esclusivamente per diletto o per passione a queste attività, che sfuggono al censimento, ma che costituiscono un valore aggiunto, soprattutto nei piccoli centri.
In questo contesto e vengo all'oggetto della interrogazione, stando alle verifiche che l'amministrazione ha compiuto, la Compagnia della Rancia non è un soggetto omesso per vistoso errore o tanto meno per deliberata censura, ma per una precisa valutazione che i curatori della ricerca hanno fatto sulla natura e il ruolo di questa realtà e sul rapporto che intrattiene con il panorama regionale utilizzato.
Di questa specifica valutazione si dà conto nel volume del Censimento che a pagina 47 dichiara: “che non sono considerati i dati inerenti la Compagnia della Rancia in quanto l'attività artistica di questo soggetto si svolge interamente al di fuori delle Marche e presenta dei valori economici del tutto sproporzionati rispetto agli altri soggetti, che avrebbero distorto la rappresentazione del contesto regionale”.
I dati forniti dalla società agli estensori del Censimento a seguito dell'invio della scheda di raccolta dati non hanno consentito, infatti, di poter considerare su base regionale l'attività della srl dal momento che quelli, ad esempio, riferiti all'impiego di personale e alle entrate da vendita di biglietti influenzavano lo scenario oggetto dell'analisi deformando la situazione reale.
Voglio essere un po' più preciso in proposito, mi rivolgo agli interroganti Consiglieri Comi, che non vedo, e Giorgi, è oggetto di un lavoro in corso, la rilevazione riguardava i dati complessivi e non potevano sceverare la parte extra regionale da quella regionale, ma essendo un dato rilevante e del tutto evidente che poter rendicontare un bilancio da bilancio può consentire la valorizzazione della funzione produttiva e non soltanto distributiva generale, commerciale della compagnia.
La Regione a seguito di un incontro che abbiamo fatto qui il 12 febbraio con i rappresentanti della Compagnia della Rancia, ha sollecitato l'invio di dati specifici riferiti all'attività svolta sul territorio regionale ed ha in ogni caso provveduto a comunicare alla redazione del lavoro la necessità di precisare meglio alcuni riferimenti, tra cui l'assenza della società nell'elenco dei soggetti finanziati dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), cosa già corretta nella versione ebook della pubblicazione.
La Regione, inoltre, al fine di evitare ulteriori equivoci, ha subito favorito un incontro tra il Consorzio Marche Spettacolo, che ha commissionato l'indagine, e la Compagnia della Rancia, incontro che è in programmazione così da affrontare congiuntamente tutte le questioni, incluso il possesso da parte della società dei requisiti per l’eventuale partecipazione al Consorzio Marche Spettacolo.
Nell'incontro del 12 febbraio, tra l'altro, si è avuto modo di approfondire anche alcuni progetti che la Compagnia della Rancia sta portando avanti e di illustrare i diversi strumenti di programmazione e sostegno che la Regione sta mettendo a punto, rivolti a questa come alle altre numerose imprese culturali e creative che operano sul nostro territorio. Faccio riferimento esplicitamente alle iniziative riferite al distretto culturale evoluto, alle imprese innovative e creative, un complesso di nuovi provvedimenti che, come diremo oggi pomeriggio in un convegno organizzato presso la Camera di Commercio, stanzia oltre 9 milioni di euro a sostegno delle imprese culturali innovative e creative.
Discorso diverso, ma questo è semplicemente per un fatto temporaneo, l'assenza del Teatro Vaccaj di Tolentino da quelli storici che sono stati censiti è ascrivibile, come per altro i curatori della ricerca hanno già detto, alla perdurante situazione di ricostruzione, successiva all'incendio drammaticamente avvenuto nel 2008. I dati tecnici raccolti, infatti, come il numero dei posti o l'ampiezza del palcoscenico, non sono individuabili per il Vaccaj, che infatti non ha risposto alla scheda di raccolta dati inviata.
Infine, l'amministrazione intende ribadire in questa sede la propria attenzione concreta alle diverse realtà del territorio, sia in fase programmatoria che attuativa, disponibile a chiarimenti ed approfondimenti anche preventivi che evitino inutili polemiche giornalistiche.
Il Censimento sullo Spettacolo dal vivo vede finalmente la luce in una regione che ha forti tradizioni in questo campo, tanto da essere apprezzato dai curatori del Progetto nazionale "Orma" che si occupa da anni delle problematiche del mondo dello spettacolo dal vivo.
II restauro del Teatro Vaccaj, mi riferiscono ai Consiglieri che sono di Tolentino, si sta ultimando in questi mesi anche grazie ad un cospicuo intervento che la Regione ha cofinanziato, per circa 800.000 euro e che con la sua struttura tecnica segue costantemente I'iter fornendo il supporto delle proprie strutture tecniche.
Se c'è stato diciamo un fraintendimento circa l'attenzione dedicata alla Compagnia della Rancia, al suo lavoro artistico ed a quello economico, mi par che si stia procedendo nella giusta direzione compatibilmente con i livelli di organizzazione della politica culturale e regionale che ha ambiti istituzionali e territoriali precisi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Marcolini per la sua risposta, naturalmente la sua risposta non è esaustiva della mia interrogazione, ma non importa perché la mia interrogazione, probabilmente, è arrivata in ritardo rispetto a quella del Consigliere Comi ed era un po’ più specifica, perché certe questioni le seguo da sempre, non all'ultimo momento.
Assessore la prego di utilizzare questo momento per fare una riflessione un po' più ampia, credo che l'occasione della pubblicazione di questo testo, lo spettacolo dal vivo nelle Marche dalla sua nascita alla sua pubblicazione e presentazione. debba essere un motivo di riflessione, nonostante le sue ottime intenzioni, perché noi ci confrontiamo quotidianamente sulle questioni della cultura, lei per impegno come Assessore, io come Consigliere ma principalmente come passione, su come ancora, comunque, molte cose funzionano nella nostra Regione.
Do atto all'Assessore di aver subito organizzato un incontro con la Compagnia della Rancia, dove sono stati messi sul piatto diversi problemi che si trascinano da anni, perché la Compagnia della Rancia, nonostante abbia fatto richiesta da due anni, da quando è nato, non fa ancora parte del Consorzio Marche Spettacolo, rincorrendo dietro a cavilli burocratici, poi inesistenti. E' un fatto un po' grave che deve far riflettere, come quello che è accaduto in questa occasione, che lo è ancora di più, il fatto è più grande.
Che cosa è la cultura? Innanzitutto, la cultura, lo dice anche lei Assessore, io uso delle parole diverse, usiamo dei termini diversi, ma lo dice anche lei nel suo intervento di presentazione a questo testo, fondamentalmente è coesione sociale, la cultura è crescita civile, quindi è un elemento fondamentale per una comunità e lo spettacolo dal vivo è sicuramente uno degli strumenti più importanti, più attivi, devo dire, nella nostra regione, proprio per promuovere e diffondere la cultura.
La cultura però è anche valorizzazione delle diversità, la cultura è evoluzione, è sinonimo di dinamismo, tutto quello che ruota intorno e dentro la cultura è per sua natura in continuo fermento e la cultura quindi, secondo me, è il fertilizzante sociale e civile di una comunità, ma la cultura, e lo ha detto anche lei nell'ultima parte del suo intervento, è impresa, con tutte quelle parole che noi affidiamo, accostiamo al termine impresa: pil, occupazione, sviluppo economico, innovazione, però noi la cultura la dobbiamo trattare a 360° in tutti i suoi aspetti.
Cosa è successo nella questione del Censimento Marche Spettacolo, dello spettacolo dal vivo nelle Marche? Noi l'anno scorso abbiamo stanziato per questo censimento, 75.000 euro per aderire ad un progetto nazionale che si chiama progetto ORMA, fondamentale a mio avviso, perché se vogliamo crescere, evolverci, dobbiamo capire in che contesto ci muoviamo e dobbiamo capire quali sono i fermenti nella nostra regione. E’ un progetto che porta avanti questo censimento nelle varie realtà regionali, importantissimo.
E’ una cifra, a mio avviso, anche un po' elevata perché per esperienza le dico che con 75 mila euro si fa una stagione in un teatro, come per esempio, e non lo cito a caso ma l'ho diretto per quattro anni, il Teatro Gentile di Fabriano, con prime nazionali, e quant'altro, quindi è una somma rilevante, però se bene investita potrebbe portare frutto, però noi che facciamo? Di questi 75 mila euro, 50 mila euro li diamo a due stagiste, non so chi siano, non so chi le abbia scelte, per portare avanti il lavoro, e 25 mila euro li diamo ad una persona, non ad un ente, non so nemmeno se qualificata, comunque una persona che dall'unità d'Italia, a mio avviso, ricopre ruoli nella cultura marchigiana, calati sempre un po' ad personam, per coordinare il progetto, un progetto che a mio avviso, non ha bisogno di essere coordinato perché è un progetto nazionale, le schede sono ben definite, sono state inviate, termine che ha usato lei nel suo intervento, a tutti gli enti, quindi, il coordinamento poteva essere fatto da queste due persone, le stagiste, e mi sta bene che persone giovani vengano coinvolte per raccogliere i dati. Mi sembra che questi 25 mila euro siano stati dati in maniera un po’ errata, soprattutto sono stati dati alla persona errata, a mio avviso, quindi una gestione iniziale di questo progetto non proprio chiara. Si poteva fare anche un bando sarebbe stata una occasione per dare ad una impresa giovane, che vuole occuparsi di cultura, visto che quello noi vogliamo fare, una buona occasione.
Ad un certo punto succede - qui c'è un problema da evidenziare del quale io chiedevo conto nella mia interrogazione, naturalmente lei non poteva rispondere oggi a questo e magari ne riparleremo – che, nel momento in cui viene presentato questo progetto, esce fuori l'esclusione della Compagnia della Rancia, è un’esclusione voluta, perché viene proprio citata, lei l’ ha citata in una pagina del volume, c'è proprio scritto, perché la Compagna della Rancia non c'è.
Chi è la Compagnia della Rancia? La Compagnia della Rancia è la più grande impresa culturale marchigiana, opera da 30 anni nella nostra regione, nasce a Tolentino 30 anni fa dall'idea di tre professionisti teatrali, un direttore artistico, un direttore amministrativo, un direttore organizzativo.
E' pioniera in Italia del musical. Grazie alla Compagnia della Rancia, nata a Tolentino, che prova a Tolentino, che ha sede a Tolentino, che ha portato il nome di Tolentino, non perché è Tolentino ma sta a Tolentino, è delle Marche, in tutta Italia, c'è una grande evoluzione culturale e, soprattutto, una grande produzione di economia accanto allo spettacolo. Quella impresa culturale, di cui si parlerà oggi pomeriggio, la fanno da 30 anni, Assessore, ed ha un ruolo rilevante nel censimento dello spettacolo dal vivo nelle Marche, non possiamo toglierla perché mettendo l'eccellenza si evidenzia qualche carenza laddove invece c'è un grande finanziamento. Ricordo anche che la Compagnia della Rancia non prende nessun soldo dalla Regione Marche, non prende soldi pubblici, è una compagnia privata che sta sul mercato, vive di mercato e produce prodotti eccellenti.
C'è un'altra carenza in questo censimento, ma finisco il tema della Compagnia della Rancia per darvi un altro esempio.
Due anni fa la Compagnia della Rancia, nel 2010, viene invitata con un suo prodotto a Broadway, non so se sapete cos'è Broadway, Broadway è il tempio mondiale del musical, erano 50 anni che una compagnia italiana non andava a Broadway, l'ultima fu il Sistina, guarda caso 50 anni fa.
La Compagnia della Rancia chiede alla Regione Marche un sostegno di 10.000 euro sapete per fare cosa? Dice: “Noi andiamo a Broadway stiamo una settimana in un teatro newyorkese, gli amanti del musical sono delle persone che viaggiano perché girano nei teatri a livello internazionale per andare a vedere questi spettacoli, è gente portata a viaggiare, noi allestiamo nella hall del teatro, dove andiamo a recitare, uno stand della Regione, promozionale della Regione e chiediamo per questo alla Regione un supporto di 10 mila euro”. Noi gli abbiamo detto di no e poi diamo 25 mila euro a qualcuno per fare il coordinatore di un progetto sbagliato.
Credo che questo, Assessore, non possa più esistere, lei dice delle parole bellissime e fa anche delle azioni a supporto delle sue parole ma se non chiudiamo questo modo di agire, che è l'opposto di quello che abbiamo detto del significato della cultura, crescita, valorizzazione, humus, fermento, dinamismo, noi staremo sempre lì immobili. Avremo una colpa, non solo quella di non aver alimentato ma di aver tarpato una cosa che noi abbiamo proprio nel nostro tessuto sociale e civile, perché noi abbiamo una grande potenzialità, ci buttiamo i soldi ma non la facciamo crescere.
Questo Assessore deve cambiare e voglio dire un'altra cosa rispetto alla scelta di non mettere i piccoli teatri. I piccoli teatri sono l'elemento di distinzione della nostra cultura, la Regione con la legge terzo millennio ha investito giustamente, in maniera sacrosanta, molte risorse per far rivivere questi teatri, per metterli a posto da un punto di vista architettonico, certo è difficile gestire piccoli teatri che hanno dei bacini di utenza piccoli, proprio perché sono molto diffusi, ma se è una criticità va evidenziata e va cercato un modo diverso, magari distinguendone le programmazioni, mentre noi in questo censimento abbiamo tolto l'eccellenza perché ci dava fastidio il confronto con il resto e non abbiamo evidenziato la difficoltà di gestione di un elemento realmente difficile da gestire, ma chi dice il contrario, assolutamente, ma che va valorizzato perché è il nostro punto di differenziazione rispetto a tutti gli altri tessuti culturali e teatrali delle altre regioni.
Assessore va bene il censimento Marche spettacolo però che sia un censimento reale della situazione, non riaggiustato dai coordinatori per come ci fa comodo.
Assessore ho molta fiducia in lei, noi in genere iniziamo le nostre chiacchierate con delle litigate, poi invece andiamo sempre d'accordo perché sappiamo quali sono gli obiettivi da seguire, quindi, la prego di essere più incisivo nella sua azione di rinnovamento. Abbiamo veramente un grande patrimonio ed in questo momento è fondamentale e indispensabile investirci correttamente e dargli aria.
Cultura è sinonimo di libertà, questo un po’ da noi manca.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Penso di avere esternato più volte qui, al di là dei nostri schieramenti, la stima personale nei confronti dell'Assessore Marcolini, il quale mi deve permettere di enunciare l’impressione che ho avuto, l'ho visto un po' imbarazzato di fronte a un burocratismo che penso lui stesso, in altre occasioni, avrebbe sicuramente censurato. Non penso, per la stima che ho dell'intelligenza dell’Assessore Marcolini, che lui avrebbe, se fosse dipeso da lui, siglato questa omissione.
E' opera di un organismo che è stato incaricato, un osservatorio.
Assessore io l'ho visto un po' imbarazzato di fronte a questa situazione, un imbarazzo sincero perché conosce come noi i meriti della Compagnia della Rancia, il valore di questi 32 anni acquisiti sul territorio, portato a livello più che nazionale.
Se fosse dipeso dalla firma dell’Assessore Marcolini quell'esclusione non ci sarebbe stata, perché l'ho visto imbarazzato.
Sull'osservatorio, i cui i componenti non conosco, e sulla critica concordo pienamente con la Consigliera Giorgi.
Mi lascia anche imbarazzato, perché non riesco a capire, il fondamento dell’esclusione del teatro Vaccaj che non può essere riferita all'attuale inagibilità. Tra l'altro a primavera 2014 potrà essere riaperto, con il contributo della Regione e due milioni di euro del Governo. Onore alla Regione ed al Governo, qualsiasi colore fosse al potere in quel momento.
Penso che si possa porre rimedio, è anche un messaggio per un territorio che ha la Compagnia della Rancia nel cuore, chiedo, quindi, all'Assessore di rettificare questa esclusione. Gli incontri sono programmati, so che ci sono stati e altri ce ne saranno, penso che nel potere del’Assessore Marcolini ci sia la possibilità di sanatoria, per dirlo in termini prettamente amministrativi.

Proposta di atto amministrativo n. 56
ad iniziativa della Giunta Regionale
“Piano integrato per l'internazionalizzazione e la promozione all'estero – anni 2013/2015. Legge regionale 30 ottobre 2008, n. 30”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per uscire dalla crisi il Governo regionale, con il Piano triennale che oggi esaminiamo, ha indicato una via, una possibile strada che guarda al mondo, perché non tutto il mondo è uguale: l’Europa e l’Italia sono in crisi, ma vi sono Paesi che, al contrario, stanno vivendo una grande crescita, un momento di vera espansione economica e sociale.
Ci sono Paesi che sviluppano molto, nonostante la crisi e nei prossimi anni cresceranno ancora di più. A quei Paesi guardano le Marche quando parlano di Internazionalizzazione, in quei Paesi le Marche hanno relazioni avviate con le quali si possono rafforzare rapporti al fine di costruire reddito ed occupazione per la nostra comunità regionale.
Sono Paesi che vogliono lavorare e crescere con le Marche, perché riconoscono alle Marche qualità della vita e una grande storia.
La strada per uscire dalla crisi, quindi, non è solo incrementare in termini quantitativi gli scambi commerciali, ma integrare anche la nostra economia con quelle di quei Paesi, collaborare con loro per definire un livello di crescita che sia anche qualitativa. Una integrazione, un modello di sviluppo, che non è solo economica, ma che riguarda anche l’economica sostenibile, l’ambiente, la cultura.
La Regione Marche ha rafforzato l’impegno per lo sviluppo internazionale del proprio sistema imprenditoriale. E lo ha fatto coniugando una produzione manifatturiera di lunga tradizione e competenza con l’esigenza di innovazione tecnologica. La diversa concezione di promozione integrata delle risorse produttive, del territorio, della nostra cultura e del turismo si è così tradotta in un’unica identità, un brand esportabile che offre un’immagine di solidità e prospettiva al Sistema Marche.
Il contributo dato dalla Regione Marche allo sviluppo delle politiche per la promozione e l’internazionalizzazione, in questi anni recenti, è stato originale, forte, di qualità al pari di quello di altre regioni italiane che, assieme alle Marche, tuttavia manifestano la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento nei processi di programmazione nazionale.
Solo di recente si è registrata un’inversione di tendenza rispetto al passato con l’inclusione del sistema delle Regioni nella cabina di regia nazionale in materia di internazionalizzazione.
Questa decisione del Governo nazionale è stata fondamentale non solo per i rapporti tra Regioni e Governo, ma anche nella costruzione delle prospettive di sistema in quanto la cabina di regia diviene la sede ideale per esprimere la forte intesa tra i dicasteri degli Esteri e dello Sviluppo Economico e le Regioni su come promuovere e diffondere il made in Italy all’estero, anche alla luce delle novità normative.
L’export è in questo momento uno dei settori fondamentali per la ripresa della nostra economia e per questo è necessario rafforzare ancora di più il raccordo con il sistema imprenditoriale e con le Regioni. Le imprese italiane, dalla grande alla piccola industria, hanno fatto registrare dati positivi delle esportazioni nel 2011. Possiamo ora fare un grande salto di qualità consolidando le nostre posizioni di mercato e concentrando nuove energie sui mercati emergenti.
La strategia per le politiche di internazionalizzazione per il triennio 2013-2015.
Il sistema produttivo delle Marche, caratterizzato dalla pronunciata specializzazione in settori maturi:(calzature, pelletteria, abbigliamento, mobile, alimentare, meccanica in genere, è sottoposto da anni alla incalzante concorrenza dei nuovi produttori esteri. Per questo la via dell'internazionalizzazione è l'unica che riesca a garantire la salvaguardia dei livelli produttivi ed occupazionali, soprattutto in questa fase caratterizzata dalla presenza di una domanda nazionale tendenzialmente in recessione e con limitate prospettive di crescita, almeno nel medio termine.
Nel contesto di questo quadro di riferimento, lo schema progettuale per il sostegno sui mercati esteri del sistema produttivo marchigiano deve tenere conto dei seguenti punti di riflessione: la quantificazione delle risorse disponibili; l'identificazione dei settori produttivi; la selezione dei mercati di riferimento; la scelta delle priorità di intervento e delle attività a sostegno della promozione e dell’internazionalizzazione del sistema regionale; la definizione delle modalità attuative, il monitoraggio delle attività programmate e la misurazione dei risultati raggiunti.
Per quanto riguarda le aree geografiche e mercati strategici, ecco la strategia geografica, le priorità geografiche individuate dalla Giunta Regionale tengono conto, nel prossimo triennio 2013-2015, da un lato delle caratteristiche dei mercati obiettivo; e dall’altro delle potenzialità a medio e lungo termine della penetrazione e della presenza delle nostre aziende in termini di interscambio commerciale e di investimenti. Condividiamo questa impostazione.
In tale ottica, la strategia geografica del prossimo triennio dovrà essere costruita in coerenza con gli orientamenti qui considerati seguendo, negli interventi, questa scala di priorità: le aree geografiche prioritarie, le aree geografiche emergenti, le aree riferite ai cosiddetti mercati maturi, sviluppare delle azioni verso nuovi paesi o aree geografiche, i cosiddetti focus.
Per quanto riguarda le aree geografiche prioritarie saranno, ancora una volta, la Cina, la Russia, l’India, gli Emirati Arabi Uniti ed il Brasile.
Si tratta di Paesi il cui tasso di crescita è particolarmente sostenuto e destinato a rimanere tale: Cina ed India, in particolare, figurano ormai tra le locomotive dell’economia mondiale, non solo in quanto grandi Paesi esportatori di beni e servizi, ma anche come mercati di sbocco, nonché grandi investitori a livello mondiale. In secondo luogo, perché, date le dimensioni di queste economie e la complessità dei mercati rispettivi, appare opportuno garantire continuità nel tempo ed un adeguato livello di follow-up delle iniziative intraprese, che permetta di capitalizzare gli sforzi profusi ed apra sempre nuove opportunità alle imprese marchigiane.
Per quanto riguarda le aree geografiche emergenti, si tratta di mercati emergenti ad elevato potenziale di sviluppo economico che potrebbero risultare di grande rilevanza nello sviluppo del commercio internazionale e nei quali il Sistema Marche può aumentare i suoi investimenti e le sue quote di mercato grazie ad interventi di sistema mirati e concentrati nel tempo. Sulla base di considerazioni di crescita economica, potenzialità di mercato e capacità di assorbimento, possono essere identificati nelle seguenti aree:
- i Paesi dell’area del Mercosur, con Argentina ed Uruguay in testa;
- l’Africa, in genere, con particolare riguardo ai Paesi dell’area Mediterranea ed al Sud Africa;
i Paesi dell’area danubiano-balcanica, area “di vicinato” a livello europeo, particolarmente accessibile alle nostre piccole e medie imprese;
i Paesi del Mondo Arabo (Arabia Saudita, Iran, Iraq).
Per quanto riguarda le aree riferite ai cosiddetti “mercati maturi”, rappresentati dall’Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone: mercati che assorbono una quota rilevantissima delle nostre esportazioni in valore, e rispetto ai quali è importante garantire un monitoraggio più continuo e sofisticato dell’andamento delle esportazioni, al fine di suggerire se necessario delle variazioni di strategia nel corso del triennio.
Sviluppare azioni verso nuovi Paesi o aree geografiche (Focus). Sulla base di considerazioni di crescita economica, potenzialità di mercato e capacità di assorbimento, si propone di considerare quali “Paesi Focus”: Turchia, Israele, Messico e l’ area del Sud-Est Asiatico, con Singapore, Vietnam; Malesia/Indonesia.
Per quanto riguarda gli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese per il prossimo triennio, il Piano triennale dell’internazionalizzazione opera anche scelte importanti puntando soprattutto su alcuni obiettivi selezionati e strategici.
Il sostegno delle politiche regionali al settore dell’internazionalizzazione si attua attraverso innumerevoli iniziative condivise con il sistema. Tra queste, le principali, possono essere considerate: la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, dalla partecipazione alla “cabina di regia nazionale” alla condivisione dei programmi emanati dai Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri, al raccordo con le attività della nuova Agenzia ICE, allo sviluppo delle relazioni con il sistema delle Camere di Commercio Italiane all’estero.
I Punti di Assistenza Tecnica (PAT) per offrire un servizio qualificato e permanente di assistenza tecnica alle MPMI nei principali mercati esteri dove si concentra la presenza e l’attività delle nostre aziende. Nel triennio 2013-2015 si prevedono i seguenti PAT nei rispettivi mercati:
Cina – ambito di Pechino (con competenza sulle Province dello Shandong e del Liaoling dove opera con strutture), ambito di Shanghai (con competenza sulle province dello Jiangsu e dell’Hunan);
Russia – ambito di Mosca (con competenza sulla Russia e sui Paesi ex URSS);
India – ambito di New Delhi (con competenza su Mumbai e Bangalore);
Africa – ambito di Tunisi (con competenza sull’Africa Mediterranea) ed ambito Africa sub-sahariana;
Emirati Arabi Uniti – ambito di Dubai (con competenza nell’area dei Paesi del Golfo e connessioni con Paesi dell’Africa);
Europa – ambito di Bruxelles (con competenza su Germania, Paesi Bassi, Francia, ecc…).
Poi ci sono i voucher per l’internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese marchigiane. Sono stati approvati con DGR n. 126 del 18 febbraio 2013 i criteri per favorire i processi di internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese marchigiane. I voucher si connotano come concreti ed efficaci strumenti di sostegno alle Mpmi, favorendone l’aggregazione e la creazione di reti per il superamento del limite dimensionale. Potranno essere finanziati con i voucher l’acquisto di servizi di supporto all’internazionalizzazione, alla partecipazione a iniziative e missioni economiche indirizzate ai mercati esteri in forma coordinata e la partecipazione a fiere internazionali all’estero.
La promozione di filiere e reti di impresa, strumenti questi che consentano alle Mpmi di presentarsi insieme e rafforzate sui mercati internazionali. Utilizzo di consorzi, reti, collaborazioni, network anche in forme differenti, per mettere insieme le loro specificità ed essere in grado di presentare un prodotto competitivo.
Il Progetto giovani e internazionalizzazione. Il progetto avviato lo scorso 9 gennaio prevede l’attivazione di due misura. La prima riguarda la formazione di un elenco regionale di giovani under 35 anni laureati e diplomati con una formazione specifica nel campo dell’internazionalizzazione. La fase dell’elenco conclusasi venerdì 1 marzo, ha registrato un grande successo tra i giovani con più di 700 candidature pervenute. La seconda fase quella rivolta alle imprese, di prossima attivazione, riguarderà l’assegnazione di incentivi per l’assunzione a tempo determinato e indeterminato dei giovani compresi nell’elenco.
L'attrazione per gli investimenti esteri: per il 2013 è prevista l’attivazione di una misura per l’attrazione degli investimenti esteri pari a 1.500.000,00 euro. L’attività di attrazione degli investimenti è attualmente in fase di definizione.
Il credito alle esportazioni e all’internazionalizzazione attraverso l’intervento di Simest che potrà svolgere un ruolo veramente prezioso per l’insediamento delle imprese marchigiane nei mercati internazionali.
Gli strumenti infine di comunicazione e monitoraggio (sito web del servizio internazionalizzazione, newsletter periodica e monitoraggio dati attraverso lo Sprint Marche). Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Non sarò lungo come la relatrice di maggioranza. Voglio ringraziare la struttura dell'Assessorato, una struttura capace, competente, che quando è venuta in Commissione con il suo dirigente il Dott. Orsetti, ha mostrato entusiasmo e di credere nel lavoro che fa.
Questo è un provvedimento che di fatto chiude la legislatura, è una programmazione triennale, 2012-2015, è un provvedimento importante perché riguarda uno dei settori che è nel cuore delle politiche, di chi vuole uscire in un determinato modo da questa crisi. E' importante per il futuro.
In questo provvedimento, tra l'altro, ci sono sul piano tecnico delle novità che noi non vogliamo nascondere. Alcune sono in embrione, altre sicuramente, anzi tutte, andranno verificate nel corso degli anni ma delle novità ci sono.
La più importante, a mio modesto parere, riguarda i giovani, la formazione dei giovani per le imprese che intendono internazionalizzare. Se è vero che sono un migliaio i giovani che hanno fatto domanda, è evidente che questo strumento è uno strumento giusto, indovinato.
Un'altra riguarda i punti di assistenza tecnica che altro non sono che una versione nuova dei famosi desk, che a dire il vero, fanno emergere anche qui delle contraddizioni evidenti. Non si capisce perché si devono aprire in determinati posti quando se ne chiudono altri, in particolare mi riferisco a quello di Belgrado, che aveva una importanza strategica grande, essendo la Serbia luogo di libero scambio con la Russia, quindi, una piattaforma importantissima. C'era un desk, un ufficio aperto, poi, l'hanno chiuso ed oggi si parla di nuovi punti di assistenza tecnica.
L'altro elemento di novità che abbiamo appreso con soddisfazione è quello di distinguere, in alcuni comparti, il ruolo di programmazione che compete alla Regione e il ruolo di gestione degli eventi demandato alle Camere di Commercio.
I voucher rischiano di essere acquisiti dai soliti noti, da coloro che hanno la possibilità di escludere chi non ce l'ha, comunque rappresentano una novità.
Continuo con l'impegno, che è stato più enunciato che realizzato, di far colloquiare gli Assessorati, anche se la Confartigianato ci ha ricordato di bandi doppi, da un lato l'internazionalizzazione, dall'altro l'Assessorato all'Industria.
Sulla promozione della rete e delle filiere, nonostante i doppioni, noi non vogliamo dire che abbiamo pregiudizi, né che siamo prevenuti, però se escludiamo la costruzione tecnica del piano, quindi, tutto quello che attiene alla struttura ed all'ufficio, dal programma emerge, chiaro e tondo, la totale assenza di scelte politiche, non ci sono, non ci sono politiche.
La Regione, è lapalissiano, non è riuscita finora, nonostante quello che ha fatto, ad essere il punto di riferimento dei soggetti più interessati alla politica d'internazionalizzazione, ripeto, non lo dico per pregiudizio, ma i fatti lo dimostrano. Cinque Camere di Commercio, cinque aziende speciali, Unioncamere, undici soggetti che operano ciascuno per proprio conto e non si fanno coordinare dalla Regione Marche. L'ultimo esempio è dato dalla partecipazione dell'Unioncamere Marche, insieme ad altre quattro Unioncamere italiane, quindi non tutta l'Italia, cinque Camere di Commercio, ad un importante summit in Turchia dove s'incrementano le relazioni, i rapporti economici, commerciali. La Regione non c'era.
Ognuno si muove come vuole, non c'è una politica che riesca ad amalgamare e ad essere punto di riferimento. Ripeto, undici soggetti che non si fanno coordinare dalla Regione Marche se non quando gestiscono eventi cofinanziati dalla stessa.
Questo evidenzia che occorrono scelte chiare, prioritarie, con risorse messe in comune tra tutti, tenendo presente le piccole e medie imprese, perché i grandi fanno da soli, per un progetto complessivo in un mondo che cambia. Queste cose non le dicono i comunisti, ce le hanno dette i rappresentanti delle organizzazioni di categoria durante le audizioni.
Un mondo che cambia è che non vede la Regione capace di scegliere, pensate che se oggi si dovesse ridefinire il G7, la Germania sarebbe l'ultimo paese, il settimo, il mondo nel giro di pochi anni è stato sconvolto sul piano economico e produttivo.
Ci sono grandi novità che portano con sé delle opportunità importanti: la Macro Regione Adriatica, il bacino del Mediterraneo, la Turchia, sappiamo che la Turchia è un paese che ha un fortissimo interesse ad entrare nell'Unione europea, sta trattando e le Marche con il suo porto internazionale potrebbe allacciare relazioni, rapporti e magari fare una sana concorrenza al porto di Trieste, che sappiamo è agevolato dai permessi di transito, ma la politica è costruzione, è relazione quotidiana.
La Libia, la Tunisia, il Maghreb, c'è un privato, un'azienda marchigiana che fa politica, lungimirante, illuminata e ha instaurato dei rapporti con la Libia, per cui c'è una rotta mercantile di container che arriva ad Ancona, ma non c'é la Regione. Prima di intervenire mi sono documentato, mi sono formato, al di là delle audizioni, ho contattato imprenditori, operatori finanziari, nessuno mi ha detto che grazie alla Regione riesce a fare qualcosa.
Rotte marittime e relazioni economiche, Xiamen è un porto che mobilita 5 milioni di container all'anno ed ha visto la Camera di Commercio di Ancona, Unioncamere, gli operatori del porto internazionale delle Marche andare a visitare, allacciare, tessere rapporti, con la Regione completamente assente, non c'è, non sente il bisogno, la necessità di costruire rapporti, di costruire opportunità, di aprire rotte non solo marittime ma rotte economiche e rotte sociali.
L'America Latina, il caso del Venezuela, siamo stati in delegazione, abbiamo fatto una relazione, il Venezuela deve costruire diverse città sulla fascia dell'Orinoco. Costruire pozzi, costruire città significa aprire possibilità incredibili, e non ci risulta, mentre ci sono degli imprenditori marchigiani, che la Regione Marche, l'istituzione, sia presente in quel settore.
Il settore della nautica, il cui prodotto per quattro quinti è destinato all'esportazione, vede nelle Marche uno dei punti di riferimento della produzione mondiale per qualità.
E' stato proposto alla Regione Marche il progetto del distretto del mare del quale non si parla più, non si parla, non sentiamo, non vediamo iniziative.
Blu Marche, il mondo della pesca con le novità che l'Europa ci dà, il Censis parla di riposizionamento del mondo della pesca e del mondo del turismo balneare.
Sono tante le opportunità che ci sono ma per scegliere bisogna avere un'idea di un nuovo sviluppo, che non si limiti al manifatturiero, anche se ancora è quello determinante, che non guardi solo alla produzione, così come la conosciamo, perché il mondo è cambiato e cambierà anche di più e noi non abbiamo solo braccia lavoro per produrre nelle fabbriche, abbiano cervelli, menti, giovani che vogliono entrare in un mondo del lavoro che sia più rispettoso dell'ambiente, più rispettoso dei ritmi di vita, dei tempi di vita.
Qui non c'è, non c'è una scelta, si parla di tutto e di più.
Occorre una politica di internazionalizzazione che ricollochi la Regione, il territorio, i nostri paesi, i nostri paesaggi, fisicamente intesi, oltre che le nostre fabbriche e la nostra produzione, in un mondo globalizzato ma che lo ricollochi veramente, su cui si scommetta e si ponga in essere un progetto condiviso insieme a tutti gli altri operatori.
Manca la politica, lo ripeto, manca la politica e la struttura non può sopperire alla politica. Guai se lo facesse. Una lettura politica di questo piano, al di là di quello che dice il Presidente, che oggi purtroppo non c'è, o la relatrice di maggioranza, autorizza la cosa più semplice del mondo e significa non aver capito la lezione che è venuta dalle ultime elezioni politiche. Si persevera ad essere autoreferenziali, si persevera a non capire quello che emerge dalla società, in questo caso, dal mondo imprenditoriale che rivendica altre scelte. Certo non lo dicono nelle sedi pubbliche, perché poi vengono sostenuti finanziariamente, ma a quattro occhi, nelle stanze dove si può parlare ce lo dicono. Hanno bisogno di altro modo di fare politica. Una lettura seria, critica, che voglia costruire, o quanto meno predisegnare, un tipo di sviluppo diverso per questa Regione.
Una lettura seria ci fa dire che questo piano è polvere negli occhi, è nebbia, perché il Governo parla di tutto e di tutti, è dovunque, il Governo regionale può decidere al momento secondo come gli fa comodo e, ovviamente, secondo come fa comodo risolverlo ai soliti noti. Questo è quello avvenuto anche con le politiche energetiche, questo sta avvenendo in questa regione e se non si cambia questo modo di fare, i grillini non si fermeranno al 32%, cari compagni della maggioranza, si compagni, vi chiamo amici se lo preferite, rendetevi conto che se non si cambia passo e non si fanno scelte secondo i soggetti a cui sono dirette, già predestinati, se non ci apriamo alla società, Grillo non si fermerà al 32% ma sommergerà questa Aula e non sarà una consolazione per nessuno.
Questi sono i motivi, io umilmente ho cercato di esplicitarli, di dichiararli, questi sono motivi per cui noi comunisti non possiamo votare questo piano. Questo piano è il perpetuare, il ripetere, di un modo di governare che non ci convince, non fa il bene delle Marche e tanto meno degli operatori economici.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente Giorgi. Grazie soprattutto al Consigliere Bucciarelli con il quale io non mi trovo quasi mai d'accordo e non so il perché. Questa volta, però, il Consigliere Bucciarelli mi dà il la per una grande interpretazione dell'economia di ultima generazione. Consigliere Bucciarelli, non ho capito se lei viene verso di me o io vengo verso di lei, comunque, l'importante è che si crei una linea di pensiero comune.
Il Consigliere Bucciarelli ha messo il dito su una questione che, Consiglieri distratti, se mi permettere tanta presunzione, inadeguati, nessuno escluso, si insiste ancora in quel modo di fare politica, delle contrapposizioni e dei veti incrociati.
Fortunatamente e lo dico con tanta soddisfazione, qualcuno è riuscito a mettere insieme, poi spiegheremo tecnicamente come, la protesta vera, non la proposta, la protesta vera, critica, verso un modo di fare politica che ha perso la fantasia della politica. Restano i benefici, quei benefit qua e la, di cui tanto si parla, ma vedrete quando presenterò la riforma della sanità e l'Assessore Mezzolani dovrà dirci quali sono le cifre che percepiscono certi dirigenti che si nascondono dietro la malapolitica, che poi saremo noi. Ci saranno grandi sorprese, chiederò che vengano rese pubblice, tutti dovranno sapere quanti dirigenti, che noi Consiglieri regionali, inadeguati, non riusciamo a mettere a nudo sulla malapolitica.
Quella è la malapolitica e se noi siamo consenzienti, siamo solo imbecilli. Io non appartengo a questa questione, nonostante la mia estroversità.
Vengo a mettere a nudo, e parlo ai Consiglieri Massi e Ortenzi, affinchè si spiccino a portare in Aula, visto che sono i relatori, una proposta di legge, fatta ad ottobre. Non hanno capito perché non la sanno leggere, non capiscono cosa c'è dentro, caro Consigliere Bucciarelli. Parlo così Consigliere Bucciarelli perché sono finite le moine, sono stufo, voglio dare il meglio di me in questi anni, comincio a torturare, a dare le legnate vere a questi signori per fargli capire che cos'è.
Se io parlo di Limes, volete vedere? Scusi Assessore Eusebi che cosa significa Limes? Qualcuno in un inglese un po' maccheronico, “laimes”, no “limes”, è confine, è una proposta di legge che riguarda i territori di confine, progetti condivisi e cofinanziati, il mondo, l'universo è tutto un confine che non separa ma che unisce, siamo uniti allo stesso destino, quindi, questi signori, la Presidente e il Vicepresidente della I^ Commissione Affari Istituzionali, si spicciassero a portare questa proposta in Aula. Poi, io farò il relatore, spiegherò che cosa significa quello che ha detto magistralmente il Consigliere Bucciarelli, prendendo il pretesto da questo piano che è tanta carta trita e ritrita, che va bene se lo applichi da Palermo a Milano, - caro capogruppo se ha qualcosa da dire presuntuosamente lo dica a me Consigliere Ricci, non trovi conforto nell'Assessore Giannini, io sono qui in Aula con lei - quindi, dico che le lacune evidenziate dal nostro caro Consigliere Bucciarelli - Consigliere Ricci parli con me, in diretta, time, domanda e risposta, non temo confronti, né in casa, né fuori casa, né in campo neutro, diretto, capisca bene come parlo, allora venga a dire (...) Faremo una definizione sul silenzio e le citerò alcuni filosofi di riferimento e i pensieri.
L'economia di ultima generazione, caro Consigliere Bucciarelli, e qui siamo d'accordo, prevede il passaggio dalle ultime elezioni, che ha fatto magistralmente, meno finanza più economia. Ecco cosa c'è scritto qui. Non riescono a capire la centralità della Regione Marche all'interno di un sistema mediterraneo che è il baricentro mondiale. Se tracci da nord a sud, da est ad ovest questi due assi ortogonali, si ha un centro preciso, di tutto l’emisfero, nel Mar Mediterraneo. Per fare questo ci vuole la fantasia di guardare queste cose, caro Consigliere Bucciarelli, e guarda caso questo qui nasce proprio nella Trinacria. Nasce lì, dove, il movimento dei grillini ci ha fatto un paiolo a tutti e ci sta dando lezioni sui provvedimenti veri, perché quella è l'economia reale: questa cosa serve, si fa, questa cosa non serve, non si fa.
Deprecabile perché la democrazia, perché, perché, perché, perché, ma lo strumento di Internet è micidiale, nessuno di noi, il Presidente della Repubblica in testa, è riuscito a capire che gli si stava dando il vantaggio di sparare su un unico obiettivo, che siamo tutti noi, ma a torto o a ragione? Siamo in grado di capire quanto costa tenere in piedi tutto quest'assembramento? Ma cosa produce questo costo? Allora costi-ricavi, la nostra azione politica, uno strumento di legge che, ha detto bene, ricade sulla nostra società regionale che potrebbe essere additata ad esempio, dal 2000 c'è quel progetto sulla conferenza universitaria mondiale dei diritti umani, guarda caso il Movimento cinque stelle, sono i cinque continenti, ma per leggere queste cose bisogna capire chi c'è dietro, quel signore coi capelli lunghi e con gli occhiali è un esperto di informatica e riuscirà a mettere in rete tutte le nostre deficienze per la nostra incapacità di contrapporci, anziché sul positivo, sulle cose becere che riusciamo a fare, legga questo piano.
Forse utilizzabile per altro tipo di necessità corporea, forse lo potremmo tranquillamente utilizzare, ma allora dico, signori miei, è qui vengo al Consigliere Bucciarelli, perché fa bene a puntualizzare queste cose. Perché noi dobbiamo avere lo strumento di rinascita di certe cose, ma non è presunzione è capacità di capire cosa significa limes, territori di confine, progetti condivisi e cofinanziati. E' un limes a livello universale che mette su quei due assi ortogonali, nord, sud, est e ovest, tutto quello che è la filosofia del passato, la necessità del presente, per guardare con un certo ottimismo al futuro.
Se non abbiamo questa capacità, è inutile che continuiamo a spendere soldi, quando i dirigenti della sanità vanno in giro a 300.000 euro all'anno e l'Assessore Mezzolani non lo sa. E' andato via Ruta che prendeva 240.000 euro, facciamo finta di niente e io mi devo vergognare di fare il Consigliere regionale perché per i gruppi ci mettono a disposizione 4.800 euro. Ragazzi ma di che parliamo! Signori miei di cosa parliamo! Questa è fantapolitica, è uscire fuori di testa, ecco perché cara Presidente Giorgi, lei che è sempre sensibile culturalmente quando declama le poesie, come ha fatto per la shoa, sono parole toccanti, dette anche bene, quello è anche un corso di retorica che va bene, va bene, lo fece Hitler allora, lo sta facendo Grillo oggi. Signori miei stiamo attenti! Tra l'economia reale, tra la finanza, la finanza creativa e le esigenze reali di un paese, passa la democrazia, la democrazia è quello che noi riusciamo a tradurre in senso positivo, su quella che sarà la sorte di questa Regione, anche di questa Regione, a partire da questa regione, perché è possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Sarò sicuramente molto più breve di chi mi ha preceduto e molto meno globalizzante per quanto riguarda la valutazione del piano integrato per l'internazionalizzazione e la promozione all'estero.
Vorrei sottolineare due aspetti, il primo profilo è quello del tutto positivo dell'attuazione di questo piano in relazione alla l.r. 30 del 2008, che pone la Regione Marche tra le prime Regioni, sia per attività che per la capacità amministrativa, per avere, nello stesso tempo, integrato una internazionalizzazione capace di portare il segno delle nostre attività economiche in primis e delle nostre risorse in quasi tutto il mondo e, comunque, nelle zone oggi più importanti, sia per quanto riguarda lo sviluppo economico, l'area cosiddetta brics, che per quanto riguarda il mercosur e quelle zone occidentali, o collegate all'occidente, dalla Norvegia in giù, che ancora sentono un'attrattiva nei confronti della nostra Italia e, quindi, della nostra Regione.
Il secondo profilo che voglio sottolineare in questo contesto, diciamo così epocale, riguarda la politica, questo strumento così significativo, non risolve alcune esigenze, le più forti, le più sentite, che sono presenti nell'ambito dell'attività economica nostrana. Prima di tutto quelle della piccola e media impresa, ma anche della vita individuale del singolo artigiano, dell'eccellenza individuale che, in una logica di globalizzazione tout court, come quella che stiamo vivendo, o meglio nella fase finale di questa logica globalizzante, deve cercare per sopravvivere, come un emigrante dell'inizio del novecento, di portare il proprio prodotto in ogni parte del mondo.
Questa piattaforma che è stata messa in piedi, per quanto riguarda gli scenari di riferimento, la promozione economica, la programmazione degli interventi stessi, in particolar modo per settori interessati, non credo sia in grado di andare a toccare quelle che sono le spine di ogni singolo operatore economico, avere il decoupling, cioè la globalizzazione di ritorno e, quindi, la possibilità di rimanere nel proprio territorio e concentrare qua le possibili maggior risorse, perché sono gli stranieri, sono i settori stranieri che vogliono collegarsi nel nostro territorio, per quanto riguarda l'azione più classica, che noi conosciamo, quella dell'esportazione del nostro prodotto, con la capacità di essere in Cina, in Norvegia, come vi avevo accennato, nelle zone del sud est asiatico, nelle zone del sud America, fino a toccare sempre di più le zone dell'Africa bianca e non solo.
Questo aspetto non è tracciato nel programma, né poteva essere tracciato, a mio avviso, per l'incapacità generale nostra di vedere un passaggio culturale che si sta svolgendo sotto di noi, attraverso l'imposizione di natura finanziaria che l'Europa e, quindi l'Italia e quindi le Marche stanno subendo.
Non vi è una capacità di poter leggere la globalizzazione nelle modalità che noi vogliamo, quella di un trasferimento essenziale di una parte non tanto del lavoro prodotto e delle nostre eccellenze, che prima o poi saranno definitivamente copiate, nessuno riesce in questo momento a pensare a quella fase, neanche in termini di tutela di marchi, brevetti, di quelle che sono le nostre imprese individuali, le nostre risorse umane, nessuno riesce a pensare, e non c'è in questo corposo volume del programma amministrativo, un'azione che sia in grado di essere piattaforma comune, per una logica di trasporto, di quelle che sono le necessità dei settori produttivi.
Si parla molto del settore agroalimentare, dei settori produttivi classici, però, non riusciamo a individuare la capacità non solo di coniugarli ma di portare, una volta trovata una sintesi unitaria, un'azione vera ed efficace all'esterno, in grado di consentire a chiunque di essere in ogni parte del mondo, senza dover sborsare una somma o doverci andare.
E' quello che in sostanza sotto altro profilo, diceva prima il collega Bucciarelli ma che da parte mia, vorrei sottolineare nel concludere questo intervento, rischia di rendere il piano di internazionalizzazione …

PRESIDENTE. Scusi Latini è diventato il mercato del paese, per favore un po' di silenzio, grazie.

Dino LATINI. … di trasformarsi in un punto di vanto per la Regione, una capacità se pur minima, un'azione piccola e mirata verso alcune specifiche situazioni in cui, la Giunta e i collegamenti anche individuali, sono in grado di arrivare - anche se non per tutti, come è successo l'anno scorso con gli Emirati Arabi, che non ha costituito quel volano di svolta che dovrebbe essere la cosa più importante per ogni singolo operatore – e con le Camere di Commercio e le azioni che gli stessi Comuni possono fare veicolare il proprio prodotto, la propria risorsa produttiva e, quindi, il proprio lavoro.
Su questo credo che vada inquadrata la seconda parte del lavoro, che non è soltanto valorizzazione turistica o conoscenza di quello che le Marche fanno ma della capacità …

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Latini, un po' di silenzio, un po' di rispetto per chi sta parlando, veramente è una vergogna, prego.

Dino LATINI. … di reperire occupazione e di saperla salvaguardare nella nostra Regione.
Concludo, il tema è quasi di natura generale se non culturale, filosofica, certamente di applicazione amministrativa di una parte dell'attività di globalizzazione su cui dobbiamo concentrarci, prima di tutto dal punto di vista politico e poi anche dal punto di vista della struttura amministrativa per rendere strutture oggi non esistenti, presenti e in grado di dare ad ogni singola possibilità lavorativa l'occasione di essere nel mondo e di rimanere nello stesso tempo nelle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Il nostro gruppo non voterà questo atto, perché ci sentiamo di aderire completamente a quelle che sono le critiche rilevate nella parte introduttiva all'atto stesso e sottoscritte dalle categorie economiche della nostra Regione.
Non so se nello scrivere quest'atto, la Giunta regionale si è in qualche modo basata su queste critiche forti, rivolte a migliorare la situazione.
Noi ci sentiamo di aderire a questi documenti, a queste critiche e voglio sottolineare pochissimi argomenti.
Il primo, lo diciamo da tempo e spero siate in grado di ammetterlo, noi abbiamo chiesto i report sui soldi spesi e sulle attività fatte all'estero. Il report significa sapere, per ogni iniziativa, cosa abbiamo ottenuto per le nostre imprese e per la nostra economia. Le categorie mi richiedono questo report. Sto qui da dodici anni, di report di questo tipo io non li ho mai visti.
Mi ha colpito negli ultimi giorni una critica, una riflessione fatta dagli agenti delle agenzie turistiche che non credono nella partecipazione delle Marche alla Bit. Se ve lo dicono i promotori e quelli delle agenzie, chi ve lo deve dire? Se lo scambio non c'è, se non si fa un contratto ed i primi ad essere sfiduciati sono quegli operatori, bisogna che la Regione riveda questa strategia. Se non c'è da andare più alla Bit, perché non produce, non ci si vada. Bisogna essere estremamente flessibili in questo momento.
Le stesse categorie censurano il fatto che gli obiettivi strategici internazionali, in questo momento, verso, per esempio, gli Stati Uniti ed il Canada, passano in secondo ordine rispetto alla Cina, alla Russia, agli Emirati Arabi. Vorrei capire, mi dispiace se banalizzo, ma ho pochi secondi e non voglio farla lunga, come questo tipo di strategia viene analizzato. Mi pare che, in qualche modo, ci sia un messaggio forte delle categorie alla Regione, alla Giunta regionale, per rivedere le strategie, per renderle più elastiche, più flessibili, in un mondo che cambia di settimana in settimana. Certi totem che avevamo in certi paesi, magari, stanno crollando.
Terzo appunto, sono d'accordo con quanto diceva il Consigliere Bucciarelli ma non sfugge neanche alla Consigliere Malaspina, per carità, parliamoci chiaro, la grande impresa all’estero ci va da sola, sono le piccole imprese che non riescono ad andarci, non riescono ad aprire un outlet, non riescono a partecipare a un padiglione fieristico, questo ce lo dobbiamo dire. E’ per questo che io aspetto i report. Quali sono i nostri grandi artisti della manualità che hanno potuto aprire un punto vendita a Mosca, a Pechino, chi sono? E' inutile, quando dico queste cose mi si dicono sempre le stesse sigle, gli stessi brand, le stesse aziende, ma quelle ci stanno da 25 anni, quando in Regione neanche se ne parlava e credo che offrire dei contribuiti ad alcune di queste aziende sia come pagargli un caffè, rispetto a quello che hanno investito in questi anni, da soli, senza la Regione e, permettete, anche senza lo Stato, l'Ice. Stato che a sua volta ha delle strutture superate e veramente anacronistiche.
Ultimo appunto. Mi direte che sono fissato, ormai con i capelli un po' bianchi, un po' grigi si può ammettere anche una fissazione. Una specie di depressione psicologica, ma se vedo l'elenco degli investimenti della Regione per l'internazionalizzazione, al primo posto, per le risorse impegnate, abbiamo gli Emirati Arabi, Dubai, l'hendurance. Azzero il mio pregiudizio, va bene? E' un mio pregiudizio, basato sul fatto che i soldi spesi l'anno scorso, che per fortuna non sono andati in quella rete, in questi giorni hanno creato quello che hanno creato. E' una fortuna che nessuno se ne sia accorto e tutto sommato la stampa l’ha trattato con benevolenza, come un evento bello, come l'inaugurazione del museo della Frau, ieri. Il problema è che il museo della Frau alla Regione Marche non è costato nulla, quello che gli costa è lo sceicco che va a cavallo. E’ una tombola. Per me è un pregiudizio e lo sottolineo, però vorrei essere smentito, da chi mi dirà che quell'investimento ha portato nelle Marche un tot. Fateci una lettera riservata se non volete farlo sapere on line, però, credo che tutti abbiano diritto di saperlo. Si sono investiti oltre 500.000 euro in tre anni, che cosa ritorna? Possiamo saperlo? Credo che con quella cifra avremmo potuto aiutare dei bravi piccoli artigiani e piccole imprese, portandoli in certi mercati, in mercati in cui non siamo riusciti a portarli fino ad ora e neanche alle fiere.
Mi permetto di fare questo rilievo per dire che è un piano che non ci soddisfa e concludo con un concetto che sui nostri programmi elettorali c'è sempre, tutti quanti lo scriviamo anche se poi non siamo conseguenti. Non è meglio, invece che continuare a organizzare ponti, desk, antenne, come abbiamo fatto in questi anni, lavorare sulla sussidiarietà, poi, a parte fare un discorso sulle Camere di Commercio, perché, anche loro, nel momento in cui vengono qui a censurare e a chiedere la razionalizzazione bisogna che ci mostrino il loro piano di razionalizzazione, perché anche quelli sono soldi pubblici.
Chiedo, non è meglio basarsi su quella sussidiarietà che significa, lo abbiamo detto anche altre volte, appoggiarci a privati, a studi, associazioni che lavorano su quelle frontiere, su quei mercati, da soli e da decenni, fare una convenzione, un contratto e per ogni risultato che a mano a mano portano a casa per le Marche, significa che l'impresa apre con un punto vendita, una partecipazione su certi mercati, dare il contributo della Regione, anziché organizzarci in una maniera così elefantiaca di strutture, di contro strutture, di antenne, di desk, di tavoli, di ponti. Questo mi pare lo dicesse il Consigliere Bucciarelli con chiarezza, non è meglio convenzionarsi con chi sta li per mestiere, selezionarli, chiaramente, secondo la qualità, la professionalità, la capacità di penetrare su certi mercati, piuttosto che alimentare tutto il nostro apparato pubblico ed intendo anche Camere di Commercio, figuriamoci l'Ice statale.
Credo che questa sia una riflessione che vada fatta, leggo gli appunti delle imprese e quello che dicono le associazioni delle imprese e non penso che noi oggi con la situazione che abbiamo possiamo essere sordi rispetto a questo appello. Ecco perché siamo fortemente perplessi nelle premesse ma anche negli investimenti che qui si propongono.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Sarò molto breve perché molte cose sono già state dette ma voglio fare una considerazione.
Noi siamo un paese in recessione, le previsioni della nostra crescita sono viste ancora al ribasso, hanno il segno meno. Alcuni paesi nel mondo hanno un segno a due cifre più. Solo questa considerazione ci fa capire quanto è importante per il nostro tessuto imprenditoriale andare a vendere i nostri prodotti all'estero. Mentre noi siamo in recessione altri paesi crescono due cifre, quindi, abbiamo necessariamente bisogno di far sopravvivere la nostra impresa vendendo in quei mercati, questi prodotti.
In alcuni di questi mercati, dobbiamo dircelo chiaramente, i nostri fornitori, senza una significativa rappresentanza politica e istituzionale, non potranno mai entrare, fa sorridere, per noi è un concetto inesistente ma senza l'accordo tra due governatori, tra rappresentanze istituzionali in alcuni mercati non si entra.
In questo è fondamentale lo sforzo che deve fare la Regione e, in modo particolare, il Presidente della Regione e lo staff che si occupa di internazionalizzazione. A fianco a questo, non sfugge, come ha detto prima il capogruppo Consigliere Massi, che c'è un rilievo soprattutto da parte degli industriali, ed è su quello che vorrei centrare il mio intervento: è la mancanza di questo piano ma non è la mancanza di questo piano, è la mancanza di questa Regione, che a fianco del lavoro di export, che è fondamentale e che va fatto, c'è un lavoro di attrazione di investimenti di capitali, questo è altrettanto importante e su questo c'è ancora tanto da fare, tanto da lavorare perché per molto tempo abbiamo pensato che fosse scontato che i nostri imprenditori non avessero bisogno di nulla e che, in qualche modo, noi potevamo fare ben poco.
Oggi, purtroppo, siamo ai minimi termini e credo che quello che possiamo fare è veramente tanto, la Confindustria scrive: “Non risulta ancora chiaro come verrà attivata la misura per l'attrazione degli investimenti”, questa è la cosa più importante su cui occorre fare un rilievo, non è un problema del piano dell'internazionalizzazione, è un programma di rilancio di questo territorio, cari Assessori, è una sinergia di più funzioni, non è soltanto interessato il settore internazionalizzazione. Penso, ad esempio, alle leggi regionali che da trent'anni attendono modifiche, come quella urbanistica che, a piccoli morsi, abbiamo modificato, magari sbagliando e non migliorando, che blocca la capacità di fare investimenti su questo territorio e, in qualche caso, lo vedete, perché è sotto gli occhi di tutti, porta alla fuga continua di capitali e imprenditori all'estero, forse anche per errori nostri. Ripeto, su questo occorre fare una riflessione perché se aspettiamo altri anni per fare una legge urbanistica che dia la possibilità di investire in Italia, magari come abbiamo fatto un anno fa, blocchiamo tutte le procedure in variante di sportello unico, quell'attività che necessita di ampliamenti per attività produttive in questa regione, unica in Italia, e creiamo degli effetti immediati. Mi dispiace che non ci sia il capogruppo del PD, Consigliere Ricci, che come me vede nel nostro territorio, in particolar modo nel distretto che in questo piano viene indicato come uno dei distretti d'eccellenza, la fuga continua di imprenditori all'estero, anche chi non vuole andar via, ci sta andando. Abbiamo dei casi, tutti i giorni sui giornali, di chi a fronte di norme regionali impeditive sta decidendo di andare via da questo paese.
Su questo la Regione non è vero che non può fare nulla, al di là del milione e mezzo che investe nella capacità di attrarre capitali, è fondamentale che cambi le norme per attrarre e dare la possibilità di investire in Italia. Ci sono troppi vincoli, visto che questo piano tratta anche del turismo, pensate a quanto è difficile per un imprenditore del turismo realizzare una riqualificazione delle strutture alberghiere.
Nel nord delle Marche, come penso in tutte le altre province, ci sono tanti alberghi che non riescono a riqualificarsi, primo: per una mancanza strutturale di credito, e questo è un altro problema che meriterebbe un capitolo a parte, secondo: per le nostre norme. Questa Regione ha delle norme talmente impeditive e vincolanti che nessuno mette mano alla riqualificazione degli alberghi, per realizzare una piscina in un albergo, che è uno standard minimo che oggi può attrarre turismo, ci sono norme che appartengono forse agli sport olimpici e non certamente alle strutture ricreative di un albergo. Se questo riferimento è anche troppo concreto, la dice lunga. Nessuno investe più nella riqualificazione e questo c'impedisce di attrarre seriamente, di attrarre turismo.
La nostra regione sta rimanendo fuori dai grandi flussi turistici e lo sarà sempre di più, perché non ha capacità di attrarre; in tutta la regione mi pare ci siano uno o due alberghi a cinque stelle. Gli alberghi a quattro stelle molto spesso sono delle tre stelle, così andando avanti. Su questo va fatta una riflessione, altrimenti tra un po’ non diremo più che il nostro paese è così bello, vive di rendita, vive di ambiente, vive di attrazioni, perché abbiamo il mare, tra un po' non attrarremo più nemmeno per quello, perché ci sono tanti altri paesi dove le condizioni di partenza sono diverse, nei quali è più facile fare investimenti, questi paesi sono in diretta competizione con noi e che ci metteranno in grande difficoltà.
Un altro tema connesso a questo è che i soggetti che esprimono pareri contrari su questi temi, bisogna dirlo chiaramente, comunque critici, sono i primi ad avere delle responsabilità, su certi modi di investire e nell'attrazione di capitali. Penso, ad esempio, alle fiere, il sistema fieristico marchigiano se è in crisi e ha dei bilanci che sono spaventosi, lo si deve anche ad una cattiva gestione da parte di chi si occupa di organizzare le attività economiche in questo territorio. Qualche domanda andrebbe fatta. Sono stati fatti negli anni investimenti sbagliati nei nostri sistemi fieristici, c'è stata una gara a creare una fiera per ogni città e, probabilmente, questo ha portato ad una mancanza di competitività anche su questo settore.
Se da un lato sono convinto che ogni sforzo fatto per fare export e tutto quello che si sta facendo, probabilmente, non basterà, dall’altro ritengo sia necessario proseguire in quella direzione. Sono convinto che si sta facendo pochissimo ed è un danno che stiamo facendo alla nostra economia, nell'attrarre investimenti.
Su questo vorrei che l'Assemblea, anche guardando le prossime normative che verranno presto in Aula, spero il prima possibile, faccia delle riflessioni, perché se non rendiamo più competitivo questo Paese possiamo anche essere i più bravi ad andare a vendere i prodotti all'estero ma è la nostra produzione che da occupazione, che distribuisce lavoro e benessere. Piano, piano, non sarà più competitivo con nessun altro paese e a questo punto non ci sarà più nessun mercato da conquistare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente. Ho ascoltato attentamente tutti i vari interventi in merito a questo atto amministrativo “Piano integrato per l'internazionalizzazione e la promozione all'estero per il 2013-2015”. Capisco che ci siano differenze di vedute e di strategie, chiamiamole così, ognuno ha un punto di vista, ha una sua priorità, spesso sono proprie priorità, non concertate con gli altri e conseguentemente restano talmente limitate che non ha senso metterle in campo e portarle avanti.
Questo piano poteva essere migliore, poteva essere modificato, poteva essere integrato, ma penso che le cose più importanti siano state inserite e sono state anche dette dalla relatrice di maggioranza, Consigliera Malaspina. Soprattutto sono state concordate, e questo mi piace dirlo e farlo comprendere, all'interno del Comitato regionale per l'internazionalizzazione, la legge 30 del 2008, e ne fanno parte tutti gli attori interessati, dalle associazioni di categoria alle associazioni del commercio, tutti i soggetti interessati, le Camere di Commercio, le Province. Un Piano deve essere concertato e concordato perché se scende dall'alto non riesce ad essere spalmato sul territorio regionale e, soprattutto, sulle imprese e su chi ha veramente bisogno.
Come III^ Commissione abbiamo fatto le audizioni, abbiamo ascoltato i soggetti, molti soggetti ci hanno dato dei suggerimenti che noi, come Commissione, abbiamo preso. Ringrazio tutti componenti della Commissione, di maggioranza e di minoranza, per il senso di responsabilità e per il senso di prospettiva che hanno avuto nel guardare avanti, nel dire si questo piano va bene ma cerchiamo di integrarlo con queste modifiche. La III^ Commissione ha apportato delle modifiche che, secondo me, non stravolgono il piano, sono modifiche piccole, attente, puntuali, che guardano su queste questioni.
Se, poi, vogliamo dire dove è meglio andare a internazionalizzare, in Cina o in Paraguay o in Turchia, non è un compito che spetta a noi, a me Presidente della Commissione o ai singoli Consiglieri, spetta ai nostri tecnici, che abbiamo nominato e per questo ringrazio il consulente il Dott. Pelo, il Dott. Orsetti, che è figura competente, il Dott. Torbidoni, tutto lo staff dell'internazionalizzazione che ci ha detto, se era il caso di intervenire in determinate parti del mondo, se lasciare una parte ormai satura, se riaprire mercati su altre parti del mondo, se cercare di affacciarsi su altri paesi perché questo mondo è in continuo movimento, è in continua espansione. Le condizioni cambiano, bisogna avere un piano flessibile ed attento alle dinamiche di mutamento e di cambiamento del mondo. Su questo dobbiamo intervenire e interveniamo con risorse che sono nove milioni per il 2013, quattro milioni per il 2014-2015, per un totale di tredici milioni di euro che, se spesi bene, possono essere un grande patrimonio per le nostre imprese e per la nostra economia.
Io dico che solo questo non basta perchè se parliamo di internazionalizzazione di una regione che non è neanche grande come le Marche, che ha un piano nazionale di internazionalizzazione, forse sprechiamo le risorse, le forze, il fiato e quant'altro, serve un piano nazionale di internazionalizzazione, il paese Italia che si presenta nelle varie parti del mondo, dove ci sono scambi bilaterali, ad esempio tra la Turchia e l'Italia, e poi le Regioni arrivano in un secondo tempo, cercando di far valutare ed apprezzare la specificità della regione; noi ne abbiamo tante, ne abbiamo molte da farne su questa questione. Prima il Consigliere Trenta parlava di elezioni passate da una settimana, sicuramente, i problemi ce ne sono tanti, ci saranno, e, purtroppo, non vedo questa prospettiva.
L'altra questione che voglio evidenziare, scusate Consiglieri, è quella dei voucher. E’ un obiettivo, una strategia nuova, uno strumento nuovo messo a disposizione delle imprese. I voucher sarebbero soldi cash dati all'impresa se ha un progetto, se ha un piano fuori da quello delle tradizionali fiere alle quali si partecipa con le Camere di Commercio, e se si mette in rete. Qui c'è un problema, per quanto riguarda la rete, noi non abbiamo finanziato i consorzi export, perché i fondi FURS nazionali non ci sono più. Mi appello a chi poi gestirà questo piano, di rivedere possibilmente questa funzione, i consorzi export hanno fatto un grande lavoro e potrebbero continuare a farlo, utilizzando i fondi del voucher; è già qualche cosa ma se ci fossero fondi aggiuntivi sarebbe ancora meglio.
L'altra cosa importante è il progetto giovani per l'internazionalizzazione, questo progetto giovani...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Badiali, c'è un brusio di fondo che impedisce di seguire.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente ho finito. Un'altra cosa importante è il progetto giovani per l'internazionalizzazione, è un progetto che ha avuto settecento, ottocento domande di partecipazione di giovani laureati e diplomati che si sono messi a disposizione delle imprese, inserite in un albo regionale delle imprese, che vogliono internazionalizzare. Se io non parlo inglese ed ho una fabbrica, se non parlo francese o un'altra lingua come posso andare nel mondo senza questo? Ho bisogno di un tecnico preparato, competente, che mi dica dove è il mercato, dove potere andare, quale linguaggio adoperare, con quali strumenti. Queste sono figure che la Regione ha percepito ed ha messo in campo, ha messo in atto. E' importantissimo. Se le imprese non si affiancano a giovani talenti, a giovani che vengono dalle nostre università, che sono il fiore all'occhiello, a giovani che devono entrare nel mercato del lavoro e cercare di far valere, di far capire quali sono le nostre potenzialità, su questa questione non avremo fatto niente.
L'altra cosa importante è l'attrazione degli investimenti esteri, anche qui c’è stato messo circa un milione e mezzo, non dobbiamo guardare agli investitori esteri, che vengono sul nostro territorio, come coloro che portano via le nostre proprietà, dobbiamo guardarli come integrati al nostro territorio, come è successo per i cantieri navali ex Ferretti, è importante che siano imprenditori esteri che vengano ad investire nel nostro territorio, certo dobbiamo essere più bravi, avere leggi meno farraginose, burocratiche, dobbiamo avere una giustizia più seria e rivedere il nostro meccanismo interno e cercare di portare investitori sul nostro territorio. Se noi riuscissimo a fare questo, sicuramente, una parte piccola della crisi la risolveremmo. Guardate non si risolve tutto con l'internazionalizzazione, l'internazionalizzazione è uno dei pilastri che questa maggioranza ha dal 2010 al 2015, dobbiamo portarla avanti ma insieme al lavoro, alla scuola, ai servizi sociali, all'internazionalizzazione, al turismo ed alla cultura.
Penso che questo sia un Piano importante che, volta per volta, deve essere rivisto, magari informando la Commissione ed il Consiglio, è uno strumento che reputo importante, ed anche la conoscenza da parte dei Consiglieri è importante per migliorare e per dare suggerimenti propositivi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente.
Vorrei fare una breve riflessione rispetto a questo piano che sicuramente rappresenta una iniziativa buona. Dal punto di vista teorico siamo davanti ad un piano strategico, importante, un piano che consente di integrare le diversificate politiche della nostra regione: dall'artigianato, al turismo, all'enogastronomia, uno studio attento e abbastanza realistico sui mercati che conosciamo, su quelli che conosciamo meno, su quelli che potenzialmente potrebbero diventare dei mercati percorribili, sulle strategie per, in qualche maniera, aggredire questi mercati e riportare a livelli buoni la nostra presenza nei mercati esteri.
La breve riflessione la vorrei fare su quello che sta accadendo nella nostra regione, quello che è il risultato delle politiche che finora abbiamo fatto, altrimenti tutte queste iniziative, anche di programmazione strategica, altro non sarebbero che iniziative autoreferenziali che gettano fumo negli occhi dell'opinione pubblica, delle associazioni di categoria, degli imprenditori, che non concretizzano risultati veri.
Dico questo perché noi abbiamo avuto delle esperienze pagate caramente dalla nostra Regione, penso alla Svim, che ancora abbiamo, una struttura che dovrebbe in qualche maniera aiutare ogni giorno le nostre imprese marchigiane ma che non è percepita dalla stragrande maggioranza delle nostre imprese che hanno problemi totalmente differenti, rispetto a quelli che affronta la Svim, e che non percepiscono per nulla quella che è la sua azione.
Parliamo di categorie di imprese diverse, la categoria A è quella che, in qualche maniera, è a stretto contatto con le istituzioni è la maggioranza, la stragrande maggioranza, ma non riesce a percepire queste iniziative.
Penso alla fiera, la settimana scorsa, non ricordo, due settimane fa, abbiamo trattato un'interrogazione che avevo presentato insieme ad altri colleghi rispetto all'ente fieristico. Vi ricordate, due anni fa, con la chiusura dell'Erf doveva iniziare una nuova strategia, una potenzialità impressionante e oggi vediamo le difficoltà di tutte le nostre politiche strategiche sulla fiera. Non voglio dare una colpa, ma in questo momento di cambiamento epocale del mondo, di mercati che si aprono, di difficoltà, bisogna che la politica dia delle risposte serie.
Questa non vuole essere una polemica, ma io voterò contro questo piano, perché credo che prima di affrontare seriamente un piano di questo genere, dovremmo puntellare seriamente tutte le altre iniziative che sono state intraprese negli anni e che non hanno portato e non stanno portando i risultati dovuti. Ho citato prima la Svim, l'ente fiera, ma potremmo addentrarci anche in altri sistemi, perché finché noi programmeremo, ma non riusciremo a concretizzare la nostra azione politica sul territorio, finché noi non riusciremo a cogliere le difficoltà delle imprese, a sostenerle, a dare anche una cultura diversa, che è quella dell'internazionalizzazione, noi non riusciremo a risolvere questo problema.
Voglio dire che di questo piano accolgo con favore l'analisi fatta rispetto ai mercati, ma l'evoluzione dei mercati è un'evoluzione velocissima, anche imprevedibile, è un'evoluzione che ci ha, e forse è questo il dato importante, messo in difficoltà più di altri aspetti in questa crisi che stiamo vivendo.
Non possiamo immaginare di fare turismo se non abbiamo risposte ed un sistema serio organizzato sul territorio, che parta, per quanto riguarda la nostra regione, da Pesaro ad Ascoli, un'iniziativa di questo genere non mi sembra percepibile, che si allarghi, poi, a tutto il territorio nazionale.
Non possiamo prenderci in giro, manca una struttura turistica italiana, manca una struttura a sostegno della piccola e media impresa, dell'artigianato, dell'agricoltura, e potrei fare polemiche, ma non voglio, rispetto al fotovoltaico e al biogas. Manca una sensibilità rispetto all'economia reale, all'economia della piccola e media impresa, della dimensione che ci ha caratterizzato, ci ha reso importanti. Mancando questo, vedo inutile il piano, lo vedo come fumo negli occhi, lo vedo come uno studio di cui dovremmo sicuramente servirci per poter attingere informazioni, ma dovremmo dare risposte concrete prima ad iniziative intraprese da anni e mai portate realmente a compimento, altrimenti - colleghi Consiglieri, scusate se non vi interessa credo che potreste anche uscire dall'Aula, perché stiamo parlando di temi importanti e se il disinteresse è così elevato potreste andare al bar magari a rifocillarvi.
Dicevo, se questo argomento che noi trattiamo oggi all'ordine del giorno è l'ennesimo strumento teorico e non pratico sarà l'ennesimo fallimento delle politiche, allora concentriamoci rispetto a quelle che sono le infrastrutture, chiamiamole burocratiche già in piedi che non funzionano, che hanno deluso, che hanno molti vulnus e, poi, potremmo seriamente affrontare un argomento come quello del piano strategico di internazionalizzazione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Ho ascoltato gli interventi, parto, però, da un principio, noi in questo momento stiamo affrontando una situazione drammatica a livello italiano, a livello internazionale, a livello mondiale, con strumenti molto differenti, rispetto a quelli che si sono attivati, in questi ultimi anni, nei paesi nostri concorrenti e competitor, a partire da quelli dell'area europea.
In questo paese, da tempo, non si discute più di politica industriale e dentro la politica industriale ci sono tutte le cose che voi avete detto nei vostri interventi: c'è l'insediamento, l'attrazione degli investimenti, la razionalizzazione dell'uso del territorio, la politica dell'internazionalizzazione, il sostegno delle imprese, il credito d'imposta, il tema delle garanzie,. Se non c'è, in questo paese, nel Parlamento, dimissionato e, probabilmente, guardando i giornali, difficilmente ci sarà anche in quello nuovo, una discussione seria su cosa l'Italia vuole fare della sua attività manifatturiera, strategica e tradizionale, quali settori intende sviluppare ed incentivare, quali settori intende dismettere e riconvertire, quali le azioni di politica a sostegno delle aziende, delle piccole e medie imprese nelle varie loro attività, che vanno dal rapporto con le banche, al rapporto con i mercati esteri, al rapporto con i mercati che forniscono materie prime, perché io continuo a dire, che noi non siamo un paese che ha materie prime, le lavora e in molta parte le reperisce in altri mercati, anche quelli per noi mercati da selezionare e da valorizzare, con i quali intrattenere rapporti, se non c'è questo, è chiaro che lo sforzo grande che le Regioni stanno facendo, di incentivazione di azioni industriali e di internazionalizzazione, è limitato e limitante.
Se non c'è questo, noi non possiamo aspettare che ci sia, perché sono anni che lo chiediamo, non c'è più un piano per l'insediamento e la ristrutturazione aziendale da quando ci fu "Industria 2015", che per l'avventura fu realizzato dall'allora Ministro Bersani, ma non è interessante il nome del Ministro, lo è il tempo che abbiamo perso e gli investimenti che non sono stati dati a settori che ne avevano bisogno, non solo di infrastrutturazioni di carattere, diciamo fiscale, che nemmeno quelle si sono viste, ma di infrastrutturazioni di carattere logistico, internazionale e di sostegno diplomatico che nemmeno c'è stato.
Sostegno diplomatico, perché l'apertura di nuovi mercati, non può essere affidata solo alla buona volontà delle singole imprese, che se sono grandi ci vanno da sole o ci vanno come territori piccoli e non riconoscibili, non identificabili. L'apertura dei rapporti diplomatici spetta al Governo e negli altri paesi d'Europa, che sono i nostri competitor, queste azioni di penetrazione prima politica e poi di accordi internazionali la strutturano i Governi, è la Merkel in Germania che firma gli accordi commerciali, che stabilisce i percorsi che le aziende devono fare all'interno di meccanismi di protezione della produzione interna e di internazionalizzazione, disincentivando la delocalizzazione. E' chiaro che non può essere affidato alla singola azione, delle singole imprese, perchè lì prima è un sopravvivere, non possiamo immaginare che debbono essere loro a tenere la tutela dei territori, ma se non c'è una discussione nazionale è attribuibile al Presidente della Giunta regionale delle Marche, è attribuibile a questo Consiglio regionale? Non è attribuibile ad un meccanismo per cui si è pensato che il lasciar fare era meglio, che la programmazione era una ridondanza, che non serviva. Penso che questa discussione se la inquadriamo in questo quadro forse è più chiara.
Questo piano cosa promuove, cosa si prefigge? Intanto di avere una azione coordinata, non episodica, non legata all'istintività della singola impresa e nemmeno legata a quelle imprese che da sole, e le dobbiamo ringraziare, hanno lavorato impegnando risorse proprie, anche consistenti, per aprire i mercati, ma che proprio con questa struttura di piano, non saranno le uniche, sentivo parlare dei soliti noti, che si avvantaggeranno della promozione articolata e diffusa che il piano dell'internazionalizzazione prevede.
Si faceva riferimento ai mercati, tutti quanti noi abbiamo delle opinioni, ma le nostre opinioni debbono essere suffragate da dati e da valori economici, perché uno potrebbe preferire il Sud America, piuttosto, che l'Africa, uno potrebbe preferire i mercati russi, piuttosto, che il mercato europeo, ma dobbiamo valutare quelli sui quali siamo già presenti, mercati maturi che soffrono come noi la crisi, e se agiamo lì probabilmente investiamo risorse in mercati che hanno la nostra stessa difficoltà di spesa e di investimento, allora abbiamo individuato, e lo voglio leggere per essere precisa, perché ci sono anche risposte alle varie sollecitazioni: “Le aree geografiche prioritarie che sono: Cina, Russia, India, Emirati Arabi Uniti e Brasile" perché lì la crescita è tumultuosa ed è costante, perchè lì c'è anche una stabilità politica che consente una maggiore sicurezza degli investimenti. Noi non possiamo dimenticare che ci sono paesi, che se molto interessanti, perché promuovono investimenti in crescita molto alti, hanno però un'instabilità politica fortemente pericolosa per un insediamento di impresa, Ricordo, l'ho vissuto personalmente, quando in Tunisia ci fu il colpo di Stato, le nostre imprese telefonavano a noi, a me personalmente, perché non potevano uscire di casa, non avevano acqua, energia elettrica, cibo. Dobbiamo essere attenti nel momento in cui indirizziamo l'apertura dei mercati verso quelli che hanno maggiori opportunità ed anche maggiore sicurezza politica.
Questo non vuol dire non valutare altri mercati su cui tenere i focus, incentivare le imprese che si sentono di attirare ed attivare quegli investimenti, so anch'io che in Libia c'è l'opera di ricostruzione, ma la Libia non è un luogo, ci sono imprese ad esempio delle costruzioni che in alcuni territori...

PRESIDENTE. C'è un bell'interesse su quest'atto, registro un certo interesse, lei sta facendo uno sforzo ma vedo una disattenzione imperante …

Sara GIANNINI. Abbiamo individuato le aree geografiche prioritarie, quelle emergenti, dove ci sono elevati potenziali di sviluppo economico e sono i paesi dell'Area del Mercosur, Argentina ed Uruguay, l'Africa, con particolare riguardo ai paesi dell'area del Mediterraneo e il Sud Africa, i paesi dell'area danubiano balcanica, anche perché stiamo facendo tutto questo lavoro con la Macro Regione Adriatico-Ionica, e, quindi indirizzare lì anche una attività di potenziamento dell'internazionalizzazione è interessante.
Il lavoro che abbiamo avuto ed abbiamo avviato con quei paesi serve anche ad avere contatti privilegiati con la Russia, perché là ci sono accordi di confine che sono interessanti per la competitività dei prezzi e dei prodotti.
Le aree riferite ai mercati maturi, che sono appunto l'Europa, gli Stati Uniti, il Canada ed il Giappone, assorbono vastissime nostre produzioni ma lì soffrono la crisi, c'è la riduzione e la compressione dei consumi. Non possiamo pensare di affidarci solo a quelle aree.
Infine sviluppare azioni verso nuovi paesi e aree geografiche, i focus, verificare: Turchia, Israele, Messico, l'area del sud est asiatico, Singapore, Vietnam, Malesia e Indonesia.
Penso che in una progressione di importanza, nessuna area interessante, per le Marche, sia stata tralasciata, ma noi abbiamo risorse limitate e credo sia giusto prevedere priorità. Se non facciamo questo, rischiamo di disperdere le risorse in mille rivoli poco efficaci per poi raccontarci, fra tre anni o anche prima alla chiusura della valutazione delle misure di internazionalizzazione, che non sono state efficaci, ma nel frattempo avremo perso tempo e soldi e noi non possiamo permetterci, né di perdere tempo, né di perdere soldi.
C'è l'importante presenza delle Marche nella cabina di regia nazionale, voi sapete che noi coordiniamo per le Regioni le attività produttive, l'internazionalizzazione. Il Presidente della Giunta è nella cabina di regia con il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro degli esteri insieme all'Ice, lì si destinano, nel piano nazionale degli investimenti per l'internazionalizzazione, le risorse, si indirizzano gli obiettivi e, quindi, ovviamente rappresentiamo tutte le Regioni, ma abbiamo anche una visione privilegiata e la possibilità di intervenire in modo immediato rispetto a quegli obiettivi. Abbiamo definitivo i punti di assistenza tecnica in Cina, in Russia, in India, in Africa, negli Emirati Arabi Uniti, in Europa e infine so che la Commissione ha aggiunto i patti di Belgrado perché li avevamo avviato un test, che penso sia stato ritenuto utile alla conversione.
Abbiamo previsto i voucher per l'internazionalizzazione per le micro, piccole, medie imprese, ho ascoltato l'intervento del Consigliere Massi che parlava di affidarci a coloro che fino adesso hanno ben lavorato, studi di consulenza privati e altre personalità che hanno lavorato in quei luoghi, io ritengo che, in quell'ambito, selezionare le competenze e farlo con criteri oggettivi sia molto difficile. Penso che il sistema dei voucher alle imprese garantisca, innanzitutto, la trasparenza dell'erogazione dei contributi per il fatto che le risorse vanno alle imprese che si affidano, nella maniera più autonoma possibile, a chi ritengono, per le competenze necessarie, migliori interlocutori nei mercati che vogliono aggredire. Penso che lavoreranno lo stesso con gli studi di consulenza, ma non saremo noi a dargli i soldi direttamente, operando una scelta che dal punto di vista politico, istituzionale ed anche amministrativo mi sembra un po' azzardata. Io sono per essere trasparente nell'utilizzo e nella erogazione delle risorse.
Abbiamo anche definito la promozione di filiere e reti d'impresa, si faceva prima riferimento alle reti d'impresa, io vi segnalo che noi abbiamo un bando aperto solo per filiere che vale 10 milioni di euro, il bando della domotica è con priorità per le aggregazioni di imprese. Abbiamo lavorato intensamente per le reti di impresa tanto che siamo una delle Regioni che in Italia ha performance migliori, questo non lo dice la Regione Marche ma lo dice lo studio che la stessa Confindustria nazionale, abbiamo affrontato e ci siamo confrontati, io personalmente con Aldo Bonomi, su una iniziativa avviata da Confindustria poco tempo fa.
Le reti d'impresa presuppongono che ci siano competenze a disposizione delle imprese, perché le piccole e piccolissime imprese anche se voglio produrre, hanno alcuni limiti; sono limiti di soldi, di possibilità di personale, e anche di quantità, per cui in un mercato dove la richiesta di produzioni è altissima, la piccola e piccolissima impresa, se ci va, non intercetta affatto quel mercato perché non viene ritenuta interessante per coloro che comprano. Allora dobbiamo anche favorire il fatto che le reti d'impresa siano di produzione oltre che di vendita. Questo lo stiamo facendo attraverso le promozioni delle filiere, attraverso un bando che trova degli ostacoli perché un po' innovativo, ma credo che sarà interessantissimo, e lo stiamo approntando adesso anche al servizio industria sul made in Italy. Le imprese hanno anche un problema di competenze, per cui l'azione che noi abbiamo fatto con il bando è quella di selezionare personalità che hanno competenza nell'azione dell'internazionalizzazione, che non è solo conoscere le lingue, ma è anche essere addetti commerciali, conoscere quei mercati, conoscerne le abitudini culturali, sociali, economiche, le leggi finanziarie, le norme di regolazione degli affari, incontrare la domanda delle imprese, ed io mi auguro sia una domanda di rete, perché questo consentirà a piccole e piccolissime imprese, con produzioni di qualità ma limitate nella quantità, di poter rispondere anche a commesse di grande intensità. Se non facciamo questo è difficile pensare all'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, soprattutto, delle piccolissime, perché una fabbrica di calzature che produce 100 paia di scarpe al giorno, in Cina non la vedono nemmeno, perché 100 paia di scarpe al giorno per loro è una produzione del tutto insignificante, a meno che non si mettano insieme produzioni di qualità, anche se di piccola quantità, che aggrediscono nicchie, e che soddisfino fabbisogni di persone che hanno grande disponibilità di acquisto, e che cercano oltre che la firma, che ormai per alcuni è un dato superato, l'unicitià, ad uno che ha tanta disponibilità economica, non gli interessa più la firma, questo è quello che noi possiamo portare nella produzione di qualità della manifattura delle Marche a tutti i suoi livelli e in tutti i settori.
Abbiamo definito l'attrazione degli investimenti esteri, io ho ascoltato quello che diceva prima il Consigliere Carloni, il tema dell'attrazione degli investimenti è un tema che attiene alle questioni di carattere regionale ma non può prescindere dalle decisioni di carattere nazionale.
Se ci sono alcune procedure, dal punto di vista urbanistico e dal punto di vista economico finanziario, soprattutto, per la certezza nell'erogazione di eventuali contributi e per la questione fiscale, per le modalità con le quali il fisco si rapporta con le imprese, per le modalità con le quali la giustizia si rapporta con le imprese, ad esempio non ottengono pagamenti, non ottengono soddisfazione nei rapporti civili, è chiaro che questi meccanismi impediscono l'attrazione di investimento e c'è una competizione fortissima, non con i paesi lontani da noi, ma con i paesi d'oltralpe, che producono pacchetti d'investimento che attraggono le nostre imprese.
Noi qui stiamo tentando di fare l'inverso, mettiamo a disposizione un milione e cinquecento mila euro per sostenere le azioni di investimento, di incoming di investimenti nella nostra regione, lo facciamo attraverso un atto di trasparenza perché la deliberazione di Giunta regionale con la quale si approvano questi processi, va poi inviata, per il parere, alla Commissione consiliare, quindi, sarà possibile per tutti i Consiglieri capire i meccanismi con i quali si incentivano le imprese, le modalità e i criteri attraverso i quali questa selezione viene fatta.
Credito all'esportazione, abbiamo avuto un rapporto importante con la Simest, tra l'altro le Marche hanno avuto dopo una lunga battaglia con le altre Regioni la possibilità di indicare un proprio Consigliere, e non è indifferente questo, ovviamente c'è un rapporto sinergico con il territorio.
Strumenti di comunicazione e monitoraggio ancora più efficaci e abbiamo utilizzato, il Presidente tra l'altro lo ha voluto fortemente anche nel piano turistico, l'incentivazione dell'utilizzo del web, tutte le informazioni corrono su internet. Mi permetto di dire che fino adesso è stato poco usato, credo che l'incentivazione di questo strumento non sia solo di promozione ma anche di commercializzazione e di vendita, di approccio all'internazionalizzazione. Questo, per esempio, è uno strumento che favorisce molto le piccolissime, medie e piccole imprese che senza muoversi possono cominciare ad avere contatti qualificati che poi si svilupperanno in viaggi o in missioni che prevederanno interventi qua e reciproci scambi nei luoghi in cui si va a vendere, con la possibilità di avviare processi di internazionalizzazione.
Si è discusso, e concludo, delle azioni che riguardano le fiere, tengo a sottolineare che le Marche hanno deciso di affidare la gestione delle fiere a strutture private e cioè a Camere di Commercio e a privati. Quando le gestiva la Regione c'erano difficoltà a gestire i pareggi, c'era una lamentela continua sull'efficacia, sull'utilizzo, sull'impossibilità di utilizzare al meglio le strutture, sulla competizione, eccetera. Abbiamo scelto di fare una valutazione lasciandola ai privati e sulle fiere avete discusso, io non ero presente la scorsa settimana, dell'esito di quella scelta.
Penso che una programmazione regionale che vada nell'ottica di organizzare, di stabilire i criteri, di sostenere in modo trasparente le imprese e di toccare tutti gli aspetti dell'internazionalizzazione, sia assolutamente necessaria. In Commissione avete anche previsto la verifica a posteriori degli effetti degli investimenti con i report. Lo giudico un atto giusto, perché consente anche a noi di valutare se le opinioni di partenza, che hanno sorretto il piano, debbono essere verificate, riorientate o riaggiornate rispetto alle modifiche che quotidianamente si registrano sui mercati internazionali.
Penso che da questo noi traiamo una lezione ed anche un indirizzo che quello che non fa il Governo nazionale, che non ha fatto il Governo nazionale, lo stiamo facendo noi, ma farlo da soli non è la stessa cosa che farlo tutti insieme. Vorrei che ci fosse anche un segnale delle opposizioni in questo senso, non nel merito del provvedimento, ma un segnale da dare al nostro mondo produttivo su queste questioni, abbiamo l'intenzione, al di là delle divisioni o delle opinioni diverse che caratterizzano gli schieramenti, di fare un passo in avanti. Io non chiedo un voto favorevole al provvedimento, però, chiedo di riflettere sul voto contrario, perché sono dodici milioni di investimenti in tre anni sull'internazionalizzazione a sostegno delle imprese e a sostegno di una attività che, lo diceva prima il Consigliere Acquaroli, in questo momento è in difficoltà. Consigliere lo dice ad una che tutti i giorni va a casa con lo stomaco rivoltato, perché tutti i giorni non sa come rispondere alle sollecitazioni, le più varie che giungono dalle imprese e, mi creda, una piccolissima parte riguardano il livello regionale. Mi interpellano ormai per tutto, allora su questo, anche su questo, diamo un segnale politico, sennò è giusto quello che diceva il Consigliere Trenta, le derive urlate trovano facile accoglimento quando la politica non sa riprendere il lume e l'obiettivo dei processi strategici.
Non siamo d'accordo sui singoli provvedimenti? Vi chiedo di sostenere anche con un'astensione, questo ci consente di andare dalle imprese dicendo che in questo Consiglio regionale, per una volta, si è discusso dei loro problemi e si è trovata anche una strada comune da seguire.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Emendamento n. 1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 del Consigliere Marangoni. Ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Lo illustro solo perché ho sentito l'ordine di scuderia: rosso; se no non lo avrei illustrato.
Questo emendamento incide sulla Parte I^, capitolo III, del punto 9 "Sviluppo della conoscenza a supporto dell'internazionalizzazione", dopo le parole: "ricerca e finanziamento alle imprese" chiedo che venga aggiungo questo capoverso "Contributi forniti dalle imprese per una efficace azione di internazionalizzazione. Il sito Web - Sportello Sprint deve diventare un efficace fluido sistema nel quale le imprese possono apportare idee, richieste, proposte, suggerimenti, onde evitare di essere attori passivi nel processo di internazionalizzazione. Il semplice invio verso le imprese della newsletter contenente la comunicazione delle iniziative-evento e la conseguente attesa sull'adesione o meno delle aziende stesse, è psicologicamente controproducente. Fintanto che certi eventi o iniziative non vengono disegnati in base a quello che realmente le aziende cercano in alcuni casi essi possono tramutarsi in una sorta di flop. Lo si verifica laddove vengono favoriti i contatti con paesi stranieri ma il matching non viene fatto con criteri mirati alle reali necessità delle imprese, in questi casi le aziende sprecano soldi e tempo e altrettanto accade per la Regione con fondi pubblici". E' scritto in modo discorsivo perché tutto l'atto, gran parte dell'atto, è fatto in questo modo, anziché con il classico linguaggio normativo delle proposte di legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub Emendamento n. 3/1 del Consigliere Badiali sostitutivo dell'emendamento 3, se passa decade l'emendamento 3. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Intervengo perché ho fatto l'emendamento su cui il Consigliere Badiali fa il sub emendamento. Il sub emendamento del Consigliere Badiali è identico al mio, taglia solo due parti discorsive, quindi, voterò a favore del sub emendamento del Consigliere Badiali e colgo l'occasione per complimentarmi per l'originalità del sub emendamento che innova profondamente i contenuti in modo diverso dal mio emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Siccome è stata una dichiarazione sarcastica, voglio dire che non è un'intrusione per dimostrare che sono più bravo o altro, è soltanto che ho apprezzato molto la questione, con la quale si è inserito il settore dell'artigianato artistico all'interno dell'internazionalizzazione, per cui ho preso la parte essenziale ed ho tolto la parte discorsiva che non ha senso mettere in un atto amministrativo come questo.

PRESIDENTE. Sub emendamento n. 3/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Emendamento n. 4 del Consigliere Marangoni. Ha chiesto la parola,ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Nell'allegato 1 avente per titolo "Analisi dei paesi e mercati", al paragrafo 2.2 che riguarda Stati Uniti d'America e Canada, dopo il punto 3, che si riferisce alla campagna promozionale in vista della partecipazione americana a Expo Milano 2015, chiedo che venga aggiunto quanto segue: "sostenere quei prodotti esportati dalle Marche e ancora non del tutto consolidati nel mercato statunitense, avente un maggiore gap rispetto ai più esportati, oppure con variazione negativa per problematiche legate a difficoltà e impedimenti nell'azione di internazionalizzazione per certe imprese di minori dimensioni".

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Voto contrario perché non si possono dare aiuti diretti all'esportazione di prodotti, lo vieta la Circolare della Comunità europea.

PRESIDENTE. Emendamento 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Per dichiarazione di voto, ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente mi sono tenuto la dichiarazione di voto perché è più corta così vi risparmio un po' di tempo, anche se, tra le altre cose, ci tenevo ad ascoltare la relazione dell'Assessore che si è molto addentrata nella questione.
Una relazione molto seria, però, parliamoci chiaramente, io credo che si debba ripristinare anche un po' di dignità alla politica, chiederci di votare a favore di quest'atto, lo voterò contro e spiego rapidamente il perché. Per due motivi, due aspetti, uno attinente il metodo, l’altro l'efficacia.
Attinente il metodo: da molto tempo ormai c'è molto disagio all'interno del mondo delle aziende perché si ritiene che tutta la promozione all'estero fatta dalla Regione Marche sia sempre attinente solo a determinate aziende o a determinati settori e che pertanto non vi sia un reale benefit diffuso, un interesse diffuso, tutelato, che è quello di aiutare l'impresa locale a conquistarsi spazi.
Dicevano, giustamente, sia l'Assessore che il Consigliere Badiali che ci vuole più impegno del Governo nazionale. Io vorrei ricordare che a livello nazionale, addirittura, si era abolito l'Ice e si è dovuto rimetterlo in piedi e, comunque, i risultati non sono arrivati in maniera così eclatante e, a livello locale, le Regioni annaspano.
Credo sia ora di cambiare metodo, quando si parla di internazionalizzazione occorre coinvolgere tutte le imprese e l'unico modo per farlo è quello di inviare una bozza del piano ad ogni singola impresa marchigiana.
Mi dispiace è finita l'epoca dei filtri, delle associazioni di categoria, perché per quanto le associazioni di categoria siano brave, e nelle Marche lo sono, non è più sufficiente. Noi rischiamo di promettere, di illudere, di dare una speranza alle imprese superiore a quelli che sono i fondi, gli strumenti e, vengo al problema, l'efficacia. Credo che lo strumento del piano, inteso come strumento di programmazione in un momento così emergenziale dell'economia italiana, in un momento in cui non possiamo far finta che, se la Regione Marche va in un distretto della Cina, la Regione Emilia-Romagna va in un altro o qualcuno va in India, tutto questo non abbia una certa debolezza strutturale, allora, sul piano della chiarezza politica, posto in essere che il mio voto contrario, so già, non determinerà la bocciatura del piano e neanche un ostruzionismo all'attività della Giunta e degli uffici nei confronti delle imprese, i progetti andranno avanti, il mio voto contrario servirà, innanzitutto a dire una cosa. Primo: tutti pensano che noi dalla mattina alla sera facciamo grandi accordi per spartirci grandi strumenti da offrire in termini clientelari, io ci tengo con il mio voto contrario a chiarire, a tutte le imprese delle Marche, che non sto partecipando a nessuna promessa, non voglio dire che voi siete quelli che non mantengono le promesse, ma ripeto, sul piano del metodo, secondo me, ormai i tempi sono superati, non si può più andare avanti con i metodi passati, un piano del genere deve andare, quattro mesi prima, nelle mani di ogni imprenditore delle Marche che può essere interessato dalla questione per cercare di aprire grandi processi di condivisione, proprio perché le risorse sono poche e perché è l'unico modo di dimostrare che non si aiuta solo l'azienda di Fabriano, tal dei tali, o quell'altra che è più importante.
Il mio voto è contrario in questo senso, non venga preso come un atto di deresponsabilizzazione, però, mi sembra del tutto evidente che gli strumenti a disposizione non sono tanti. Questo piano, ancora una volta, è uno strumento che viene costruito a tavolino da alcune, poche persone e non vedo perché io debba essere corresponsabile visto che a quel tavolo, quando è stato scritto, io non c'ero.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Ho ascoltato la dichiarazione di voto del collega Consigliere Zinni, la mia dichiarazione di voto è una dichiarazione di astensione.
Voglio con questo sottolineare l'autorevolezza, come Vicepresidente III della Commissione, l'autorevolezza della Commissione e di conseguenza anche del Consiglio e non lasciare tutto alla Giunta. Il nostro impegno, prima l’Assessore Giannini faceva riferimento alla richiesta che come Commissione abbiamo fatto di voler essere partecipi, continuamente, a quelle che sono le operazioni di internazionalizzazione ma anche a quelli che sono i progetti.
Il mio voto non conta nulla, non avrebbe contato nulla anche se negativo o non favorevole, però il mio voto vuole essere un'espressione di partecipazione trasversale e di comunicazione alle imprese sia turistiche che produttive del nostro territorio, affinché questo nostro Consiglio sia partecipe, in modo trasversale, alle decisioni e al benessere del territorio stesso.
Non credo che essere l'uno contro l'altro, in momenti così difficili, possa essere costruttivo o di vittoria a chi porta a casa un voto favorevole, perchè credo che sia assolutamente indispensabile essere vicini gli uni agli altri, alle proprie parti e dare un segno di condivisione e partecipazione.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 56 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. C'è qualcuno che deve recriminare il voto? C'è qualche problema ancora? C'eravamo presi l'impegno, non so se i Consiglieri lo vogliono ribadire, di votare queste due mozioni, la prima è quella che fa riferimento al punto 6 dell'ordine del giorno. Qui parliamoci chiaro, ci sono una serie di mozioni e di interrogazioni, è evidente che i proponenti, probabilmente, nell'arco della mattinata hanno provveduto a fare una risoluzione, se me la date, la metto in votazione, se no rimandiamo tutto alla prossima settimana.
E' chiaro il concetto? No! Allora votiamo le mozioni una ad una, io non lo so, scusate ragazzi non è che avete cominciato oggi, io ho dieci mozioni qui più le interrogazioni, è come sempre non è cambiato niente, non è che scopriamo oggi qualcosa, mi presentate una risoluzione o devo mettere in votazione le mozioni una ad una. Cosa devo fare? Ditemi voi! Volete che l’Assessore risponda alle interrogazioni? Va bene. Chi deve dare la risposta alle interrogazioni? Dica Consigliere, ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. La mozione sul litorale è una mozione complessa, quindi, se il Consigliere Acquaroli è d'accordo, chiedo che possa essere la prima del prossimo Consiglio e votare ora la mozione 453 che è urgente.

PRESIDENTE. Se volete, la prossima volta, la metto anche prima delle interrogazioni. Questo è evidente e non posso fare diversamente, quindi, per la prossima volta la mettiamo prima delle interrogazioni, al primo punto.
Sull'altra questione, mi pare che ci sia una sola mozione, quella su cui abbiamo preso l'impegno con il Consigliere Badiali.

Mozione N. 453
dei Consiglieri Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Busilacchi, Marinelli, Bugaro, Ricci, Romagnoli, Traversini, Silvetti. Giancarli, Massi, D’Anna
“Nomina del Direttore scientifico dell’INRCA”.
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 453 dei consiglieri Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Busilacchi, Marinelli, Bugaro, Ricci, Romagnoli, Traversini, Silvetti, Giancarli, Massi, D’Anna, se siete d'accordo la metterei in votazione anche perché mi pare bipartisan? Dichiaro aperta la votazione. E’ la nomina del Direttore scientifico dell'INRCA. Scusate, davo per scontato, visto che era bipartisan, che tutti ne fossero a conoscenza. Non mi sembra corretto, un attimo, annullate la votazione, leggo la parte dispositiva: “Impegna il Presidente della Giunta regionale a far valere il ruolo della Regione Marche nel determinare la scelta del nuovo Direttore sanitario esclusivamente sulla base di meriti scientifici e sulle competenze riconosciute, escludendo ogni nomina che possa avere altre motivazioni ed interpretazioni”. Questo è in riferimento alla nomina del Direttore Scientifico dell'INRCA, considerato che è il Ministero che lo nomina, sentita la Regione.
Scusi Assessore, ... è stata sentita ...

Almerino MEZZOLANI. (fuori microfono) E' stato nominato ...

PRESIDENTE. Il dibattito è chiuso in attesa di conoscere il nome del nominato, dichiaro decaduta la mozione presentata, però tutta questa suspance Assessore ce la poteva evitare! (…) siamo in presenza di una mozione non di un'interrogazione (…) Collega, presenti un'interrogazione…
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Presidente volevo sapere se, vista l'urgenza di questa questione, si poteva trasformare questa mozione in una interrogazione, ovviamente, trasformando il dispositivo in una domanda, in modo da affrontarla la prossima settimana.

PRESIDENTE. Avremmo potuto. Le interrogazioni hanno una vita molto particolare, arrivano in Aula, sulla base del materiale che viene fornito dal personale tecnico, quando c'è la disponibilità dell'Assessore a rispondere.
Io posso solo suggerire di presentare un'interrogazione per la prossima seduta, l'accordo, poi, è con l'Assessore, perché se i tecnici si prendono i tempi canonici, lui potrebbe rispondere anche fra due mesi. Trasformare questa mozione in un'interrogazione è tecnicamente impossibile.
Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Mi sembra di capire che il ritiro della mozione è dovuto all'intervento dell'Assessore che, anche se sottovoce, ha annunciato che la nomina, da parte del Ministero della salute, è stata già fatta.
Mi sembra di capire, anche se l’Assessore l’ha detto sottovoce, che il nominativo sia l'attuale incaricato, quindi c’è stata una proroga. Se non sbaglio, Assessore Mezzolani, mi sembra di capire che il Ministero abbia prorogato l'attuale Direttore.
Se non sbaglio Assessore, ma credo di no questa volta, ancora una volta, non sono stati tenuti in considerazione, da parte del Ministero, i curricula presentati e il merito. Ero favorevole alla mozione dell'amico Consigliere Badiali, proprio perché parlava di merito e l'Aula avrebbe rafforzato la posizione della Regione. Mi risulta che ci sono dei curricula e una serie di percorsi scientifici portati avanti dagli altri due candidati che non sono stati tenuti in conto, ancora una volta, da parte del Ministero.
Credo che la Regione dovrebbe fare un atto come per dire hai tenuto conto di questo …, se continuiamo così Presidente, con questo Governo che va avanti a colpi così forti, senza tener conto del merito, probabilmente diamo, se ce ne fosse ancora bisogno, a questa protesta ancor più velocità.
Credo che questa sia una dimostrazione, nel piccolo, un'ulteriore dimostrazione.

PRESIDENTE. Va bene, il dibattito è chiuso, anzi siamo andati oltre. La mozione si intende ritirata, decaduta.
Deve dire qualche cosa Consigliere Badiali? La vuole modificare? Lei la potrebbe trasformare in una mozione di condanna nei confronti dell'operato dell'Assessore per esempio. Questo ci sta.
La mozione è in vita, tamquam non esset, considerato che dice all'Assessore ed alla Giunta di fare una cosa prima che lo nominino. L’Assessore, giustamente, dice l'hanno nominato. Voi potete fare due cose, uno: dire io non credo all'Assessore per cui la voto; due: prendo atto che l'ha nominato, però meno un po' a destra ed un po' a manca.

Fabio BADIALI. Io non so …

PRESIDENTE. Tertium non datur, come direbbe una persona colta, tipo la Dott.ssa Santoncini, e siccome tertium non datur, io direi che ci vediamo martedì prossimo, buon pomeriggio.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Presidente, sono il firmatario, però, non ho capito quello che succede. Io ho presentato la mozione insieme a tanti altri Consigliere e dice: “Secondo quanto è riportato dalla Società italiana di geriatria, il Ministro della Salute Renato Balduzzi avrebbe nominato, ovvero sarebbe in procinto di nominare”, quindi, io non sono certo se sia stato nominato o non nominato, nel dubbio …

PRESIDENTE. Lei la può votare, gliel'ho detto, ho detto tertium non datur perché il primus era che lei, non credendo a quello che dice l'Assessore, che probabilmente è una cosa non vera, chiede di votarla e allora io la metto in votazione.
Mozione n. 453. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

L'Assemblea è chiusa ci vediamo martedì prossimo

La seduta termina alle ore 13,55.