Resoconto della seduta n.117 del 14/05/2013
CELEBRAZIONE FESTA DELL'EUROPA

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri buona giornata, prima di aprire la seduta n. 117 per l'ordinaria trattazione dell'ordine del giorno, come da comunicazione, in occasione della festa dell'Europa, che ricorre tutti gli anni il 9 maggio, dedichiamo la parte iniziale di questa seduta proprio al tema dell'Europa.
Prima, interpretando il sentimento e la volontà di tutti i colleghi Consiglieri regionali, vorrei salutare la Scuola media Benedetto Croce di Santa Maria Nuova, precisamente le classi II^ A e II^ B che oggi sono in visita presso il nostro Consiglio regionale.
Saluto loro a nome di tutto il Consiglio, mi compiaccio con gli insegnanti per questa attività, che non smetterò mai di sottolineare, quanto importante sia per l'avvicinamento dei giovani, degli studenti, alle istituzioni. Soltanto conoscendo, approfondendo le questioni e vedendo dal vivo come le istituzioni operano si può colmare quella distanza, che purtroppo, caratterizza questo momento storico, dei cittadini rispetto alle istituzioni. Le istituzioni bisogna conoscerle, capire come funzionano, bisogna conoscere i protagonisti perché le istituzioni quotidianamente, anche questo Consiglio regionale fa questo, assumono decisioni, fanno atti, approvano leggi, regolamenti che sono direttamente inerenti la vita di tutti i giorni dei cittadini. Grazie per la vostra presenza e ancora un saluto e complimenti agli insegnanti che svolgono oltre l'attività ordinaria, questa attività che è altrettanto importante, perché la scuola non deve soltanto insegnare a leggere, scrivere e far di conto, ma deve soprattutto costruire, formare cittadini.
Come Ufficio di Presidenza abbiamo ritenuto, in occasione di questa data, del 9 maggio 2013, di aprire il Consiglio, immediatamente prossimo a questa data, con alcune riflessioni sul tema dell'Europa. Il 9 maggio è la data in cui si celebra la festa dell'Europa, peraltro quest'anno, l'anno 2013, è stato proclamato, dalla stessa Europa, l'anno europeo della partecipazione, abbiamo, quindi, deciso di dedicare una parte dei nostri lavori a questo tema. Sapete tutti, peraltro, che il 9 maggio 2013 è la ricorrenza del 9 maggio 1950, nel quale Schuman propose quello che è stato il primo embrione o meglio il primo passo verso la costruzione della Comunità Europea: l'istituzione della Ceca, la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.
Le motivazioni erano precise, una storia dell'Europa caratterizzata da conflitti, la volontà di evitare ulteriori scontri per ragioni economiche, ispirarono questa costituzione, il primo passo verso l'Europa. Naturalmente quella proposta coincideva con fattori di tipo economico e alla costruzioni di questa unione, peraltro non dobbiamo dimenticare che l'Italia è stata in questo corso fra i Paesi protagonisti, i primi Paesi che aderirono furono l'Italia, la Francia, la Germania occidentale, i Paesi Bassi, il Belgio ed il Lussemburgo.
Non è nelle mie corde, non è nel mio ostile organizzare delle cose per fare una mera celebrazione, e chiudo la premessa, ma sono assolutamente convinto che in un momento particolare come questo che viviamo - tutte le grandi democrazie industriali dell'occidente vivono un momento di crisi finanziaria, economica che diventa anche sociale, culturale - in cui le tentazioni neo nazionalistiche, più o meno striscianti, sono sotto gli occhi di tutti, il processo di integrazione rischia in qualche modo di allentarsi. La responsabilità di queste tentazioni in parte dipende dal fatto che si sono fatti meno passi avanti di quanti se ne potevano fare sul tema dell'integrazione dei Paesi dell'Unione Europea, su molti fronti, a cominciare da quello economico, da quello finanziario, dal ruolo della Banca Centrale Europea rispetto alle Banche nazionali, sul tema della sicurezza, sul tema della difesa. Quindi l'importanza è ancora più forte per l'Assemblea legislativa, molte volte l'abbiamo detto, perché nel Protocollo sulla sussidiarietà, che era parte importante del trattato di Lisbona, e nel trattato di Lisbona viene assunto, come un elemento fondativo dell'Europa, il fatto della partecipazione, e siamo qui oggi a celebrare l'anno 2013, come l'anno della partecipazione dei cittadini all'Europa.
Il trattato di Lisbona e il Protocollo sulla sussidiarietà fra l'altro sono stati oggetto anche di un incontro che abbiamo fatto come CALRE (Consiglio delle Assemblee Legislative Europee) in cui l'Assemblea legislativa delle Marche era relatrice. Quel Protocollo dà delle possibilità e non tutte le Assemblee legislative utilizzano questo strumento come dovrebbero. Le Marche, è stato riconosciuto anche in nel convegno della scorsa settimana, sono la prima Regione italiana che da questo punto di vista, attraverso la Commissione Affari Europei, attraverso la sessione comunitaria, attraverso la consultazione continua con il Comitato delle Regioni, con le Commissioni parlamentari sulle politiche europee, con le risoluzioni che fa, con gli emendamenti che ha proposto in itinere e che sono stati anche approvati, si pone fra le Regioni che meglio utilizza questo strumento. Chiudo dicendo semplicemente che il processo di integrazione europea trova negli strumenti che ci vengono accordati le possibilità per far si che le Assemblee legislative siano protagoniste nella fase ascendente di costruzione del diritto europeo.
C'è questa sensibilità diffusa? Purtroppo ancora non a sufficienza, ma è chiaro ed evidente che è fondamentale che questo sia, perché produce un danno, il fatto di non utilizzare questi strumenti e di non partecipare alla creazione del diritto europeo, con lo svantaggio che, se esce una norma europea che non crea problemi, non se ne accorge nessuno, ma appena crea problemi, e talvolta delle norme possono creare problemi proprio perché i territori attraverso le loro Assemblee legislative non hanno minimamente partecipato alla costruzione di quelle norme, scatta un antieuropeismo e la norma viene vissuta come un sopruso nei confronti di quel settore specifico, di quella peculiarità di quel territorio e quant'altro.
Ce lo dobbiamo dire tutti, dobbiamo assumerci la responsabilità, non è che si può sempre criticare e rinunciare - come la stragrande maggioranza, come molte Regioni fanno - allo strumento che il Trattato di Lisbona ha aperto in termini di partecipazione, certo può essere migliorato, ma lo strumento di partecipazione nella fase ascendente della costruzione del diritto comunitario c'è.
Proprio per queste considerazioni delle quali io sono assolutamente convinto ed assertore - perché se continuiamo a ragionare nei termini ristretti del nostro territorio rischiamo di andare davvero fuori dalla storia, di pagarla cara - abbiamo deciso di dedicare la parte iniziale di questo Consiglio a questo tema e lo abbiamo fatto, e lo ringrazio per aver accolto l'invito, con la presenza, la partecipazione e l'intervento del Professore Roberto Bin, Ordinario di diritto costituzionale dell'Università di Ferrara, Professore che conosce le Marche perché è stato per molti anni docente alla Facoltà di Giurisprudenza all'Università di Macerata. Non ha bisogno di particolari presentazioni perché dirige riviste, è responsabile del Forum di diritto costituzionale, è autore di saggi straordinariamente importanti, è una persona che può dare un contributo a quel dibattito che dovrebbe caratterizzare sempre di più l'impegno, soprattutto, lo ripeto e chiudo con questo, delle Assemblee legislative che non possono non assumersi la responsabilità di premere sull'acceleratore di quella integrazione che spesso lamentano, ma fanno male a lamentarsi, perchè dovrebbero essere per primi i legislatori ad utilizzare tutti gli strumenti che gli istituti offrono, per accelerare questo processo di integrazione.
Darei la parola al Professore Bin. Prego Professore.

Roberto BIN. Ringrazio molto dell'invito che ho colto immediatamente perché sono sempre molto contento di tornare in una regione a cui mi sento molto legato. Ci ho insegnato 12 anni, vedo in Aula alcuni visi di miei allievi ormai segnati dall'età ed immagino come loro vedano il mio viso.
La festa dell'Europa credo che cada in un periodo in cui l'Europa non vive la sua pagina migliore, ci sono forti segni di rifiuto di Europa nei Paesi più segnati dalla crisi, penso alla Grecia, a Cipro, all'Italia, alla Spagna, alla Slovenia e così via, perfino la Francia. La crisi è imputata all'Europa.
Il prossimo anno ci saranno le elezioni per il Parlamento europeo e si prevede che circa un quarto dei voti andranno a partiti antieuropei, cioè il Parlamento europeo avrà un quarto della sua composizione fatta di partiti che, come in Italia la Lega ed il Movimento 5 stelle, sono programmaticamente antagonisti all'Unione Europea.
Questo mi spinge a introdurre questa mia relazione facendo un piccolo passo indietro, soprattutto per ricordare ai più giovani, ai ragazzi che stanno sopra, che cosa rappresenta l'Europa.
Sarò brevissimo e spero di non essere retorico.
La mia è la prima generazione della storia degli europei che non conosce la guerra, noi la conosciamo per televisione, ma è una cosa diversa dal conoscerla sotto le bombe. E' la prima generazione di europei che non conosce la guerra da quanto? Questo è difficile dirlo, probabilmente da diversi millenni. Dico millenni! L'Europa è stata un continente periodicamente, per non dire sistematicamente e continuamente, piagato dalla guerra.
La generazione dei vostri fratelli maggiori è la prima generazione che non conosce il passaporto, se non per andare fuori dall'Europa, non conosce le dogane, i doganieri, i confini. In Europa ci si muove dove si vuole senza bisogno di alcun documento.
Voi stessi siete la prima generazione di europei che non conosce la valuta nazionale. Non conoscete la lira, i suoi diversi formati, la sua periodica svalutazione, il problema di andare in banca a cambiare i soldi per andare all'estero perché all'estero la lira non l'accettano, oggi si gira con l'euro.
I vostri fratelli forse sono la prima generazione di studenti a cui le Università hanno aperto le porte d'Europa, possono andare a studiare più o meno dove vogliono, ci sono gli scambi dell'Erasmus ed altri programmi di scambio per cui gli studenti possono passare dei periodi in altre Università.
L'Europa qualche cosa ha fatto. L'Europa ha sostanzialmente modificato la nostra vita, ciò nonostante oggi l'Europa è in crisi, è in crisi per un suo difetto che va sotto il nome di deficit democratico.
All'Europa si imputa il fatto di essere un enorme organizzazione sostanzialmente burocratica, poi vedremo che non è proprio così, e comunque non democratica, noi non riusciamo a fare sentire la nostra voce in Europa.
Questo è vero? Certamente è vero, teniamo presente che è vero, ma è un problema non banale, tra i vari record bisogna ricordare che il Parlamento europeo è l'unico Parlamento sovranazionale eletto direttamente dai cittadini, al mondo non esistono altre cose del genere.
Chi ha 18 anni il prossimo anno andrà a votare per i propri deputati che siederanno in Parlamento che è direttamente rappresentativo dei cittadini.
Il Parlamento europeo meriterebbe un discorso a parte perché è stato un organismo che ha fatto l'Europa. Ha sbattuto i pugni in Europa, ha sviluppato lotte intense sul livello istituzionale per conquistare un certo spazio, ma certo oggi non possiamo dire che il Parlamento europeo, siccome è eletto dai cittadini, risolve il problema democratico dell'Europa, perché non è così.
L'Europa è soprattutto l'Europa delle Banche, è l'Europa delle grosse imprese, è l'Europa del mercato e non è solo questo, pensate che se noi abbiamo in Italia una legislazione di protezione dell'ambiente, protezione delle acque, protezione del mare, divieto di emissione di sostanze velenose nell'atmosfera e così via, questa viene dall'Europa. Prima ancora che l'Europa avesse delle competenze, aveva scoperto che il mercato andava regolato anche per l'aspetto dell'impatto ambientale e progressivamente ha esteso la sua legislazione perché, partendo dall'obiettivo di creare un mercato unico, un unico spazio economico, ha dovuto riversare nello spazio economico, cioè nel Paese dell'Europa, una valanga di norme che regolasse questo mercato. Solo gli stupidi e gli ignoranti pensano che il mercato sia uno spazio privo di regole, lo spazio privo di regole è il vuoto, non il mercato, nel vuoto ci sono i banditi. Il far west era un mercato senza regole.
Il mercato è un’istituzione, è un’istituzione fatta di regole, ad esempio il mercato della verdura non è un luogo privo di regole, anzi, ci sono spazi assegnati, prezzi controllati, ispezioni sull'igiene dei cibi e così via, già quello è un mercato regolato. Un mercato economico come quello europeo, è fatto da una montagna di regole perché la concorrenza va regolata, se io produco un tosaerba o un asciugacapelli lo devo fare essendo competitivo con l'impresa, magari svedese, ma non posso fare competizione sulla pelle dei consumatori, non posso dare in mano un asciugacapelli che come lo accendi si scioglie, prendi la scossa e muori, praticherò un prezzo competitivo, ma quello non è fare regolazione, e di conseguenza l'Unione Europea, anzi prima la Comunità Europea, ha fatto norme sui tosaerba e sui asciugacapelli. Pensate come la nostra vita è piena, non c'è oggetto elettrico per esempio, dal telefono, alla penna, al computer, al monitor, ai microfoni, alla spina elettrica, eccetera, che non abbia il bollino “E”. Quel bollino “E” è applicazione di regole comunitarie e ci dice che quel prodotto è stato immesso nel mercato europeo perché corrispondente a certi livelli di qualità e di tutela del consumatore.
L'Europa è tutta attorno a noi, noi siamo condizionati da norme comunitarie, è una cosa gigantesca, pervasiva, che lega ogni cosa che facciamo e contemporaneamente è una cosa che ha un grosso sospetto: il deficit democratico.
Ora io vorrei dire una cosa, il deficit democratico c'è, ma non incomincia a Bruxelles, ma incomincia ad Ancona ed a Roma, giusto per parlare male di chi mi ospita, nel senso che noi siamo tutti in deficit democratico.
L'Italia è un Paese che ha, come dire, dichiarato pubblicamente fallimento politico di deficit di rappresentanza, le nostre istituzioni rappresentative funzionano poco e l'Europa è parte di queste, le nostre istituzioni rappresentative possono poco, perché molto del peso decisionale si è trasferito a Bruxelles, ma questa è anche una scusa, perché le nostre istituzioni politiche non riescono a veicolare il rapporto tra noi e Bruxelles, è questa catena che non funziona bene. E' su questa catena che noi dobbiamo in qualche modo investire, e non è una cosa semplicissima. Pensate solo ad una cosa, è di moda in Italia parlare non male, ma pessimamente dei partiti politici, se uno parla di un partito politico rischia di essere lapidato se poi parla, come faccio regolarmente io a favore del finanziamento pubblico dei partiti, gli fanno buuhhh!!
Queste sono sciocchezze, queste sono le stupidaggini che imperano la nostra culturetta, questa è l'abitudine a considerare la politica una questione per dilettanti, prendiamo uno qualsiasi e lo mandiamo a dirigere il Paese, mentre uno qualsiasi non lo manderemo a dirigere neanche il nostro cane quando va a fare la pipì. L’idea è che la politica sia una cosa semplice che l'importante è essere onesti e fare l'interesse del popolo.
E' questo il problema, l'interesse del popolo mica si trova nel cassetto, l'interesse del popolo è una questione di cultura politica e la cultura politica la fanno i politici, non i dilettanti allo sbaraglio.
Questo è talmente elementare che è stupefacente che noi ci si abitui ad un dibattito che, invece, tutto questo nega.
L'assenza dei partiti è uno dei problemi del deficit democratico d'Europa, ma l'assenza dei partiti è un deficit che incomincia a casa nostra, nelle nostre Assemblee.
Questa è un’Assemblea rappresentativa, ma un’Assemblea rappresentativa dovrebbe riflettere sulla sua capacità di rappresentare e sulla sua strumentazione per la rappresentanza degli elettori. E’ un problema grossissimo che hanno tutte le Assemblee rappresentative del mondo, nessuna esclusa, e cercano di risolverla in maniera diversa, è un problema che tutti hanno.
Se noi andiamo a vedere come funziona il Senato americano, il mitico Senato americano, resteremmo stupiti, perché il Senato americano ha senatori che stanno lì sostanzialmente a vita. Ted Kennedy, l'ultimo dei Kennedy, che è morto un paio di anni fa, ha lasciato un buco enorme, ma è stato 45 anni senatore degli Stati Uniti, aveva, come tutti i senatori, uno staff di tecnici pagati e strapagati al suo servizio perché aveva bisogno di conoscere le cose, aveva alle spalle la più grande biblioteca del mondo, questo è il Senato degli Stati Uniti. Ed il tentativo di rappresentanza del Senato degli Stati Uniti non è dato dal fatto di aver preso uno per strada a cui è stato detto “vai a rappresentarci perché tu sei onesto”, è fatta di strutture, di impegno, di capacità conoscitiva, è fatta anche da cose che a noi farebbero schifo, gli uffici dei lobbies, dei corruttori ufficiali, gente che viene pagata per corrompere. Non si dice corrompere, si tratta di negoziare con un senatore il suo voto. Al povero Obama gli tocca servirsi di lobbisti per comprarsi i voti per avere qualche successo al Congresso, al Parlamento americano.
E’ molto difficile la vita politica in America, ma è una vita politica fatta di enormi strutture, di enorme sforzo di interpretazione delle istanze dei rappresentanti. Noi, invece, viviamo in un sistema, quello italiano, che sta demolendo le sue strutture rappresentative, a partire dal sistema delle autonomie.
Sta facendo passare l'idea che il vero problema economico italiano siano i costi della politica, ora come la politica sprechi il denaro pubblico è un altro capitolo, ma se ne occupa il Giudice penale ormai, fortunatamente, ma che la politica non costi è una stupidaggine, perché la politica deve investire in conoscenza e oggi quello che manca è esattamente questo: i partiti.
Pensate per esempio che nel Parlamento Europeo i partiti sono finanziati, con i nostri soldi, cioè noi stiamo negando i nostri soldi al finanziamento dei nostri partiti in Italia, ma stiamo finanziando i partiti europei. Perché non c'è Paese al mondo o quasi che non abbia un sistema di finanziamento pubblico dei partiti, perché i partiti sono il principale canale che veicola la rappresentanza, non esistono Parlamenti senza partiti. Non esiste Parlamento che rappresenti se non ha strutture politiche, la politica è attaccata alla rappresentanza, è il motore, è il sangue della rappresentanza e il vero problema europeo, del deficit democratico a Bruxelles, è che i partiti europei sono coalizioni di partiti nazionali, dove il vincolo nazionale è molto più forte del vincolo europeo. Questa è la principale causa. Si sono fatte delle indagini su come si comportano i partiti politici europei quando ci sono grosse questioni in discussione in Parlamento e si è visto come l'unione politica del partito sia molto più debole dell'unione nazionale dei rappresentanti, per cui i tedeschi votano in blocco a favore degli interessi tedeschi, gli inglesi votano in blocco a favore degli interessi inglesi, gli italiani non votano mai in blocco perché sono italiani.
Questo è il problema capite? L'assenza di una vera democrazia europea non dipende dall'assenza di istituzioni democratiche, il Parlamento europeo c'è, è ufficialmente rappresentativo, ha dei poteri che, che che se ne dica, il nostro Parlamento si sogna di avere, è molto più forte il Parlamento europeo nei confronti degli altri organi europei di quanto sia il nostro Parlamento nei confronti del Governo. Quando noi mandammo come candidato a diventare membro della Commissione un nostro politico, mio collega, Professore Buttiglione, la Commissione del Parlamento gli fece un’ audizione, lo mise lì e disse “Professore, ci dica cosa pensa delle unioni omosessuali?” e siccome l'uomo è onesto, forse non acutissimo, ma onesto, disse quello che lui pensava, lo hanno ringraziato e hanno comunicato che non avrebbero mai votato quella Commissione finché il Professore Buttiglione non fosse stato sostituito.
Vi immaginate il nostro Parlamento che fa una cosa del genere con un Ministro? Passerebbero giornate e giornate di terrore i nostri Ministri, purtroppo non è questa l'assenza, non è a livello di forme istituzionali, quello che manca a livello europeo è una politica europea.
La Commissione, che diciamo è il Governo dell'Europa, è un organismo politico, ma un organismo politico che è molto sensibile alla voce dei grossi interessi. La marmitta catalittica fu introdotta in Europa, con legge europea, soltanto quando le case automobilistiche dettero il loro consenso, fino al giorno prima noi respirammo piombo.
Quali erano gli interessi dominanti di quella decisione? Si, prospetticamente i nostri polmoni, ma politicamente l'interesse delle case automobilistiche, sono molto più forti loro nella rappresentanza di quanto siamo noi sudditi di Europa, noi siamo un po' sudditi dell'Europa. Questo è il vero problema e quando noi votiamo il nostro Parlamento, votiamo un corpo politico che non si comporta secondo distinzioni politiche, ma si comporta secondo distinzioni nazionali.
Allora vedete, il problema non si risolve, come abbiamo sempre cercato, sperato di risolvere attraverso leggi, noi siamo pieni di leggi, le Marche ha fatto una bella legge sulla sessione comunitaria, sulla legge comunitaria, per cui la Giunta porterà in questa Aula la legge di attuazione degli obblighi comunitari e discuterà le linee da tenere, lo stesso fa il Governo in Parlamento, anzi Governo e Parlamento. E’ appena uscita una nuova legge quest'anno, comunica, apre la sessione comunitaria e può porre addirittura la riserva nei lavori di fronte ad organismi comunitari dicendo: “No, io non posso dare il mio voto finché non decide il mio Parlamento”, ma tutto questo è carta e di carta ne siamo assolutamente pieni e non è attraverso la carta che si modificano le cose. Io sono un giurista credente e praticante, ma so benissimo fino a che punto arriva la legge e dove la legge non serve, noi produciamo leggi e pensiamo di risolvere i problemi con le leggi. Non sono le leggi a risolvere i problemi, le leggi al massimo sistemano le cose e tolgono qualche ostacolo, ma i problemi non si risolvono con gli atti.
Fra poche settimane, credo il 31 maggio, la Giunta presenterà la relazione sulle questioni comunitarie, sulle leggi comunitarie e si aprirà qui una sessione comunitaria, ma il problema è che cosa sta dentro a quella sessione?
Come possiamo riuscire a creare quella che è l'unica via d'uscita dal deficit democratico e cioè un canale di comunicazione politica tra chi opera nella Regione, nel Comune, nell'impresa, nelle scuole, e così via, e un'istituzione che sta mille chilometri distante, che ha 400 milioni di persone da governare e che è come dire, necessariamente, distante dai nostri interessi? Questa continuità della rappresentanza è il vero problema.
Ora siccome non si può risolvere questo con le leggi, le risposte non si possono dare, è difficile dire cosa si può fare, bisognerebbe incominciare ad agire politicamente, vedete io sono un giurista credente e praticante, vi dicevo, non senza un po' di ironia, e vi sto dicendo: “non serve il diritto” e vi sto dicendo quello che serve è la politica.
Noi siamo abituati a ragionare poco politicamente, non siamo abituati a ragionare anche di una politica che sia di squadra, io non so come sia la vicenda adesso, sono un po' lontano dalle Marche da qualche anno, ma vedo in altre Regioni, quando si incomincia a parlare di queste cose il problema che subito si apre è “ma il ruolo della Giunta, e il ruolo dell'Assemblea”, poi si apre un altro fronte, “il ruolo della Regione, il ruolo dei Comuni”, “il ruolo delle Regioni, il ruolo dello Stato” e nello Stato si apre il fronte “il ruolo del Parlamento, il ruolo del Governo” noi dividiamo i problemi, anzi dividiamo le risposte ai problemi e questo non ce lo possiamo più permettere.
Il problema sarebbe impossessarsi dell'agenda politica europea, avere la cognizione di quali problemi stanno maturando in Europa e capire attraverso quale tipo di azione arrivare a condizionare, cosa che non è impossibile, è semplicemente difficile.
E' difficile, è un problema che hanno un po' tutti, ma guardate che non ce lo hanno proprio tutti, ci sono Paesi che si sono organizzati, ci sono Paesi che riescono a seguire le politiche comunitarie alla perfezione, anzi come si usa nelle istituzioni comunitarie, non le seguono, le anticipano.
Noi al massimo veniamo a sapere che è stata fatta una norma, che è stato fatto un bando, ma ci sono Paesi che quella norma e quel bando li hanno dettati.
C'è una bella differenza! C'è la differenza tra essere sudditi che devono rincorrere le misure adottate dall'Europa o essere cittadini che su quelle misure incidono, riescono ad essere presenti alla loro costruzione, riescono a portare la loro voce al momento delle mediazioni politiche. Questo evidentemente lo si deve fare al di la dei ruoli formali e anche forse delle sedi formali, ci vuole tanta politica europea più che problemi di istituzioni, leggi e altre norme che dovrebbero favorire l'Europa.

(Applausi)

PRESIDENTE. Grazie Professore, non è un grazie formale o di circostanza, è un ringraziamento per la sua presenza, per aver accolto l'invito e, soprattutto, per il taglio e lo spessore dell'intervento, perché ha toccato l'Europa, ma ha toccato la politica in modo assolutamente coraggioso ed opportuno, per cui ex post sono ancora più convinto che l'Ufficio di Presidenza nel momento in cui ha individuato la sua persona ha fatto una cosa positiva, lo ripeto, non lo faccio come una questione di circostanza o un ringraziamento di circostanza.
Non so se vogliamo passare alla trattazione dell'ordine del giorno, se c'è qualche capogruppo o sostituto del capogruppo che, con tempi europei, vuole intervenire. Se questo è, mi dite chi vuole intervenire ed apriamo un breve dibattito.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, è doveroso per me come Presidente della Commissione Politiche Comunitarie prendere la parola, se pur brevemente in questa Assemblea.
Non ho memoria delle legislature precedenti, in questa legislatura è la prima volta che con questa modalità e con questa forma viene celebrata la festa dell'Europa.
Credo che questo sia un momento che sta a significare l'attenzione di questa Assemblea, grazie anche ai Consiglieri che partecipano alla VI Commissione che con il loro lavoro hanno saputo imprimere.
Mi ero preparato, aiutato chiaramente dalla struttura che assiste la VI Commissione, un intervento al quale rinuncio, sia per l'introduzione che ha fatto il Presidente Solazzi, sia per le parole del Professore Bin che hanno saputo cogliere gli stessi elementi di dibattito, di preoccupazione, di confronto, che sono all'ordine del giorno di questo Consiglio.
Ringrazio il Presidente Solazzi per aver ricordato che insieme all'Emilia Romagna siamo la Regione che più contribuisce al funzionamento del Protocollo sulla formazione del diritto comunitario, ma assumo le osservazioni del Professore Bin relativamente alla produzione della carta. Evidenzio, però, che un'Assemblea come questa, puntualmente, quasi in ogni Consiglio regionale, quasi in ogni seduta, tratta un qualche argomento imposto dall'agenda politica dell'Unione, ma è vero non basta produrre carta.
Voglio soltanto cogliere due suggerimenti del Professore Bin, per stare sull'attualità, lui raccomanda, per non produrre carta, la continuità della rappresentanza e l'impadronirsi dell'agenda politica europea. Questa cosa si sposa con altre osservazioni che ha fatto, per fare queste cose occorrono strumentazioni, occorrono strutture, occorrono energie da dedicare. In questo momento l'Italia ed anche noi soffriamo della sindrome, per quanto giustificata, che è quella di indebolire le strutture della rappresentanza, di indebolire le strutture di lavoro, di rinunciare a quelle energie che rendono possibile, sono le energie umane e di professionalità, e possono permettere la continuità della rappresentanza e la gestione dell'agenda politica europea.
Ricordando come la VI Commissione, e tramite essa questo Consiglio, affronta le questioni più importanti imposte dall'agenda politica - abbiamo già iniziato da tempo ad occuparci, per esempio, della nuova programmazione comunitaria, che sarà quella che di fatto contribuirà a creare o a ricreare quei legami di fiducia tra i cittadini e l'Unione europea, affinché si scopra sempre di più l'utilità del perseguire quel mercato unico che, pure, ha bisogno di regole e che l'unione garantisce - volevo far presente a questa Assemblea, come questi due principi, quello della rappresentanza e della gestione dell'agenda politica europea, abbiano bisogno non soltanto di un'attenzione politica, ma di energie umane e strumentali affinché essi possano essere perseguiti.
Ci stiamo indebolendo su questo fronte, quindi l'invito che faccio a voi ed all'Ufficio di Presidenza è quello di vedere come le nostre strutture consiliari, il nostro assetto del Consiglio, possano dare un contributo affinché effettivamente questo Consiglio possa svolgere la sua responsabilità di programmatore e di programmazione delle politiche europee anche in questa Regione.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio il Professore Bin per l'entusiasmante presentazione, soprattutto, per la lucidità e per lo spessore dei contenuti.
Ritengo alcune riflessioni argute rispetto a quella che è la realtà specifica che ho vissuto qui nel Consiglio regionale delle Marche.
Nella passata legislatura con la VI Commissione, di cui ero Presidente, abbiamo inserito la legge comunitaria, la seduta sulla sessione comunitaria, è vero che, in quella fase, c'è stata una divisione, quasi un braccio di ferro, rispetto ai poteri tra Giunta e Consiglio. Di fatto nella realtà non siamo riusciti nell'applicazione ad andare oltre questi aspetti, che sono veramente formali, che dividono, e ritengo questo molto arguto, dividiamo per dividere i problemi e per non affrontare quelle che sono le questioni.
Ritengo anch'io, e mi è piaciuto visto che sono un ambientalista, un ecologista, che noi dobbiamo dire grazie, anche come cittadini, all'Europa per le normative relative alla tutela delle acque, alla tutela della salute, alla salute alimentare, alla tutela dell'ambiente. Guardiamo ancora come fari quelle che sono le normative comunitarie e per un anno e mezzo, due anni, abbiamo seguito, anzi inseguito l'organizzazione di norme legislative rispetto l'applicazione sulle energie rinnovabili - che la normativa europea, in qualche modo, prevedeva, non in contrasto con il paesaggio e con l'ambiente - ma, sia per una mancanza a livello nazionale, che per un ritardo a livello regionale, noi abbiamo fatto si che le nostre campagne si riempissero di pannelli solari e che partissero impianti a bio gas totalmente scollegati rispetto all'innovazione, ma anche rispetto all'uso, al rifornimento e al rapporto con l'agricoltura, oltretutto investimenti che, pur prevedendo l'utilizzo per esempio delle biomasse agricole, hanno lasciato fuori gli agricoltori. Questo vuol dire che manca, non solo alle Regioni ed allo Stato, una partecipazione, una forza, un'idea quando sediamo all'interno delle scelte europee, purtroppo questa lucidità, questa programmazione non l'abbiamo neanche sui nostri territori. Non può esserci uno Stato che va a chiedere e a difendere i propri interessi - questo si delle proprie produzioni, del proprio territorio, del proprio tipo di economia tipica - se non riusce a sviluppare per primo la valorizzazione dei propri territori, su cui ha competenza. Faccio un esempio, c'è necessità di tutelare l'agricoltura, di tutelare le produzioni di qualità, la tracciabilità, su questo c'è una battaglia in Europa, è logico che la tracciabilità dell'olio o del grano italiano non interessi ai tedeschi, perché loro sono consumatori del prodotto finale, non produttori, però noi dobbiamo dire che, come per loro le produzioni del latte, questa è una produzione fondamentale e sarà anche una produzione fondamentale per l'Europa rispetto al resto del mondo, quindi, dobbiamo farci valere anche rispetto alla questione degli OGM, è fondamentale per noi la possibilità di non introdurre l'OGM su campo aperto nei territori,
Siamo rimasti ugualmente indietro rispetto all'applicazione della Bolkestein, rispetto alle nostre micro imprese artigiane-commerciali dei nostri bagnini, nel senso che abbiamo subìto la questione, senza partecipare alla costruzione di quella norma, per cui la gestione, per esempio, della piccola conduzione potrebbe essere legata alla valorizzazione della naturalità del posto, rispetto, magari, ad interventi di grosse imprese sul settore del turismo che potrebbero cementificare tutto ed addirittura vietare l'ingresso alle nostre spiagge.
Un altro aspetto importante, per esempio, che noi abbiamo difficoltà a recepire, ma che invece è molto chiaro nella normativa comunitaria, è la questione della partecipazione dei cittadini ai processi di costruzione della programmazione. Tanto è vero che per le programmazioni è prevista la VAS (valutazione ambientale strategica), difficilmente viene applicata, viene fatta solo dentro gli uffici, mentre la lezione che ci dà l'Europa è che la partecipazione, soprattutto, nella fase di costruzione delle scelte, favorisce la scelta migliore e favorisce anche l'accettazione delle infrastrutture.
Ringrazio ancora una volta il Professore Bin e mi congratulo con il Presidente per aver organizzato questa giornata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ringrazio il Professore per questa sua relazione, peraltro l'ho già ascoltato al Centro Murri di Gualdo, ultimamente, e concordo naturalmente sull'analisi che ha fatto, cioè sulla necessità della politica, denunciando quelli che sono i deficit della politica sui quali spesso ci facciamo male da soli, anche come istituzione.
Concordo pienamente, come concordo sul giudizio che ha tracciato su questi anni di Europa unita che si è sempre di più allargata e incrementata, anche qui con pregi e difetti, qualcuno anche sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto. Penso alla pace, all'integrazione che c'è stata, penso alle difficoltà che abbiamo avuto per la mancanza, per esempio, della politica del Mediterraneo e sul Mediterraneo, siamo stati spesso lasciati soli, non è soltanto la Bolkestein, anche sulla questione del rapporto, come diceva prima, con l'Africa settentrionale.
Parlando di deficit della politica e concordando con quello che ha detto, su come noi dobbiamo prepararci di più nell'affrontare la politica europea, voglio qui annunciare un'iniziativa sulla quale non abbiamo, come gruppo PdL, scritto nulla, perché vorremmo farlo insieme ed è, Professore Bin, la modifica dell'attuale legge elettorale per il Parlamento europeo, la legge italiana naturalmente, che penalizza Regioni come le Marche che quasi mai possono avere un parlamentare europeo, tranne quando i partiti si organizzano in un certo modo e questo è avvenuto. Non è giusto che nei settantatré parlamentari europei italiani ce ne siano quindici del Lazio, quindici della Toscana e Marche e Umbria non ne hanno uno.
Nessuno parla mai di questa modifica, naturalmente, perché la lobby, anche dei nostri partiti, è trasversale e potente a tutela delle Regioni più grandi e più popolose, naturalmente sono penalizzate Regioni come le Marche, l'Umbria, l'Abruzzo, la Basilicata, talvolta anche la Liguria.
Noi dovremmo accingerci, me ne faccio sollecitatore, non promotore perché qui non ci devono essere primi della classe, per costruire insieme al Consiglio regionale una proposta di legge, da concordare con altri quattro Consigli regionali, per convincere chi fa le riforme a Roma a parlare anche di questo argomento ed introdurre, per esempio, la norma per cui una Regione come le Marche abbia diritto almeno a due parlamentari europei.
Non ne parla mai nessuno, veramente, è una legge in cui ci sono le preferenze, in cui i parlamentari si scelgono, però è una questione di rappresentanza dei territori, anche perché, questo avviene anche negli altri Paesi, quando ci sono le elezioni europee nel nostro Paese cala tantissimo l'attenzione, la lotta tra i partiti, che è sempre naturale per il nostro paese, e benedetta dico io, e c'è un assenteismo sempre maggiore perché effettivamente le liste sono distanti dai nostri territori, quindi dobbiamo metterci al lavoro anche per questo, per cogliere anche l'appello a sanare e colmare questo deficit di democrazia e politica che c'è.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Finalmente tempi europei per tutti e anch'io mi impegno, anzi ruberò ancora meno tempo.
Apprezzo molto la sua relazione, Professore, ci ha dato temi e finalmente in questo Consiglio regionale si vola un po' alto su certe situazioni.
Approvo in pieno quello che diceva il Consigliere Massi anche se, per amore di polemica, potrei dire che io mi accontenterei che le Marche avessero parlamentari marchigiani, non parlamentari europei, ma parlamentari nazionali e che ci fosse una soluzione per cui noi potessimo avere dei parlamentari marchigiani.
Detto questo, mi rifaccio a quello che lei diceva, l'Europa è un grande sogno, l'Europa è quello che forse chi l'ha voluta creare in un certo modo non si aspettava, non che finisse nella situazione attuale, perché la situazione attuale è quella che lei ha ben definito.
Molti credono e si fanno abbacinare da una situazione che è colpa della politica che manca, io vorrei un'Europa, Professore, che avesse come interlocutore l'Africa non altri, il nostro contraddittore naturale, il nostro vero competitor, il posto più vicino a noi, specie per noi di un'Europa meridionale, diciamo.
La cosa che mi meraviglia è che noi quando parliamo di Europa confondiamo spesso delle situazioni. L'articolo 11 della Costituzione italiana, per esempio, molti richiamano la Costituzione dalla mattina alla sera, si abbeverano di questo, e parla delle rinunce che lo Stato nazionale, lo Stato Italia, la Nazione Italia, potrebbe fare in favore di altre sovranità, in nome di una situazione generale. In Italia e in Europa, purtroppo, e questo non è solo un vizio italico, questa cessione di sovranità non è stata data alla nazione Europa, è stata data ad altro, è stata data a strumenti privati, alla BCE per non fare nomi, che di sovranazionalità ne ha poca, tutto questo in nome di un orientamento che, non direi neanche ideologico, è talmente trasversale che ha abbagliato trasversalmente tutti e che nessuno contesta neanche più. Tante volte, quando si parla, quando c'è la critica all'Europa, quando si favoriscono quelle situazioni di cui lei parlava - potremmo rischiare di avere un Parlamento europeo con un quarto di voti di seggi assegnati a partiti dichiaratamente anti europeisti - forse, sarebbe il caso, per evitare ciò, di chiarire questi aspetti che non hanno niente a che fare con la nazione Europa, con l'idea dell'Europa, ma con l'idea di altro. Fino a qui il discorso si farebbe ancora più largo, ma forse sarebbe il caso di farlo, soprattutto per i nostri, per i tanti giovani che dovrebbero essere riattratti dalla politica, del fatto che la stessa Banca d'Italia, non è la Banca della Nazione Italia ma è la Banca di altri. Un meccanismo che dovremmo mettere in piedi.
La ringrazio e limito qui la mia argomentazione per quello che lei ha detto, per farci capire quello che dovrebbe essere l'Europa e quello che manca, cioè la politica, soprattutto la politica di esame e di confronto. La politica che non deve rimanere nel basso livello, che purtroppo, vediamo ogni giorno, di scontro frontale, non sappiamo neanche su che, perché i veri temi di confronto dovrebbero essere questi, le vere trincee chi sta da una parte, chi sta dall'altra, non altre situazioni, la politica dovrebbe essere quella che lei ci ha dipinto. La ringrazio ancora.

Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Ci tenevo anch'io a ringraziare il Professore Bin del suo intervento, soprattutto, per aver ricordato anche agli studenti, che fino a poco fa erano presenti in Aula, alcuni dei diritti che oggi diamo per scontati e che sono frutto del grande lavoro che è stato fatto negli anni dalle politiche europee.
Per me essere europei non è soltanto, come ricordava anche il Professore, frutto di trattati, di atti legislativi, non è semplicemente scritto sulla carta, è anche una questione di status mentale, culturale e anche sentimentale che deriva proprio da quei princìpi e valori che hanno ispirato la nascita dell'Europa.
Il 1950 secondo me è l'anno del sogno, il sogno della creazione di un luogo ideale, dove superare gli odi e gli antagonismi che avevano brutalmente scosso gli Stati durante le due guerre mondiali che c'erano state.
Nasce la speranza di quegli Stati Uniti d'Europa, che anche Victor Hugo aveva richiamato e tante volte evocato, frutto di quei valori pacifisti, che saranno alla base della nascita dell'Europa, grazie ad alcuni uomini, grandi uomini, che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale i regimi dittatoriali. Vorrei ricordare che c'erano anche due illustri italiani, De Gasperi e Spinelli, tra i padri fondatori dell'Europa, che hanno sentito forte l'esigenza di una pace duratura tra i popoli e da questa prese vita l'idea dell'Europa stessa, di una Europa vera, concreta, tangibile. Dalla creazione della Ceca, come è stato ricordato nel '51, al trattato di Roma del '57 che istituisce la Cee, e a tutti i successivi atti e trattati e allargamenti agli altri Stati, i valori alla base del processo di integrazione europea sono gli stessi che hanno portato oggi ad individuare nuovi obiettivi, gli obiettivi del XXI secolo, cioè garantire la pace, la prosperità e la stabilità dei suoi popoli. Superare le divisioni del continente, garantire la sicurezza dei cittadini, favorire uno sviluppo economico e sociale più equilibrato possibile, rispondere alle sfide della globalizzazione preservando, però, la diversità dei popoli europei, sostenere i valori condivisi da tutti i cittadini europei, come lo sviluppo sostenibile, la difesa dell'ambiente, il rispetto dei diritti umani e l'economia sociale di mercato.
Certo le sfide che attendono l'Europa sono complesse e non riguardano soltanto la ricerca di obiettivi comuni fra i suoi Stati membri, come era stato anche accennato da qualche altro Consigliere, ma anche sfide anche in rapporto alle relazioni commerciali, ed io aggiungo, culturali, sociali con i Paesi che oggi chiamiamo emergenti quindi l'Africa, l'Asia, l'America del Sud, l'India.
Non dimentichiamo che l'Europa è una grande potenza anche commerciale ed è capace di influenzare grandi trattati internazionali o è capace di pretendere anche il rispetto di Protocolli importantissimi, come, ad esempio, il Protocollo di Kyoto sull'inquinamento atmosferico ed il cambiamento climatico. Così come grande voce in capitolo potrebbe avere sulle politiche alimentari e sullo sviluppo sostenibile che in tanti richiamiamo, però noi dobbiamo crederci di più, tutti, a partire chiaramente da questa Assemblea legislativa.
Mezzo secolo di integrazione europea ci insegna, ci ha insegnato, non sempre purtroppo, ma spesso, che quando si parla ad una voce sola, quando gli obiettivi sono comuni e condivisi si ha molto più peso, si ha più peso economico, si ha più peso sociale e molto più peso rispetto alla somma dei singoli Stati membri.
Per questo, lo diceva anche il Professore e io sono d'accordo, bisogna combattere con tutte le nostre forze le spinte separatiste, quasi secessioniste, di chi oggi vorrebbe uscire dall'Europa, fare un passo indietro sull'euro, rinnegare tutti quei principi e quei valori per cui è nata questa istituzione per noi fondamentale.
Il nostro obiettivo è chiaro, deve rimanere la maggiore integrazione a livello politico e soprattutto, non dobbiamo dimenticare due principi che, almeno a mio avviso, sono alla base e sono l'anima e il cuore di ogni politica europea, cioè la solidarietà tra i popoli e la tutela dei diritti dei cittadini europei, così come sancito nella carta dei diritti fondamentali.
Alfiero Spinelli, che prima ho citato e che ricordavo, è uno dei grandi padri fondatori dell'Europa, così diceva nel 1960: “Nella battaglia per l'unità europea è stata ed è tuttora necessaria una concentrazione di pensiero e di volontà per cogliere le occasioni favorevoli quando si presentano, per affrontare le disfatte quando arrivano, per decidere di continuare quando è necessario”.
Ecco io penso che oggi più che mai sia necessario continuare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, anch'io mi unisco al coro di ringraziamenti per il Professore Bin, non solo per l'intervento, ma anche per aver educato ai valori della Costituzione centinaia di studenti marchigiani, negli anni passati dalla sua cattedra dell'Università di Macerata.
Il processo di integrazione europea è un percorso ad ostacoli, da quando è nata l'Europa ha avuto un percorso davvero difficile. Romano Prodi ricordava, qualche anno fa, che questo percorso aveva il simbolo della bicicletta, un mezzo che fintanto che si pedala cammina ma quando si arresta il rischio è che si cada.
Ecco in tutti questi decenni, dal '50 poi dal '57, questo percorso è stato difficile, voglio ricordare che per un trentennio, da quando è nata l'Europa, di fatto, quasi non è esistita fino all'Atto Unico Europeo dell'86. In questi ultimi 30-40 anni abbiamo avuto una crescita forte dell'Europa, una grande passione europea, però, voglio anche ricordarlo, anche un grande euroscetticismo, soprattutto nell'ultimo decennio, cavalcato dai populismi europei vecchi e nuovi, che hanno portato alla bocciatura di quello che sarebbe stato il definitivo consacramento dell'Europa come contenitore, come rappresentanza di una comunità politica, e cioè la sua Costituzione.
Voglio anch'io essere europeo nei tempi, quindi, i temi sarebbero tanti ma mi limito ad alcuni titoli, credo che il titolo fondamentale sia quello di come la politica oggi deve supplire ad un deficit che è quello dell'identità europea. Tutti ci sentiamo cittadini europei, ma è evidente che l'identità europea è un tema problematico. Noi siamo come cittadini europei, un demos senza ethos, siamo un popolo senza una etnia, abbiamo molti elementi in comune, ma anche molte differenze e allora la risposta può essere solamente quella della europeizzazione della politica, che ricordava il Professore Bin e che ha ricordato anche il Presidente Napolitano, in uno splendido intervento il 6 settembre scorso alla Fondazione Pellicani. Chi è chiamato a rappresentare una comunità politica ha un compito che è quello di cercare le risposte per come la politica può costruire una maggiore europeizzazione della politica stessa.
Un nodo è certamente quello della sovranità, ce lo ricorda spesso anche il Professore Carlo Galli, suo collega, la sovranità è un tema centrale nella costruzione di una europeizzazione della politica, credo, però, che ci sia un altro nodo importante, cioè quello di come costruire la cittadinanza europea tramite la politica con gli strumenti che abbiamo, per costruire gli strumenti di una cittadinanza europea. Uno strumento è sicuramente quello della politics, della politica, abbiamo la possibilità di modificare, come veniva ricordato, le leggi elettorali, sarebbe auspicabile, intanto, che il Presidente della Commissione venga eletto direttamente, ma questo solamente sarà l'esito di un processo lungo che tutti quanti noi, che apparteniamo e che ancora crediamo nei partiti politici dovremmo fare, cioè cercare di costruire partiti più europei, perché se costruiamo partiti più europei, evitiamo che le istituzioni europee siano la sommatoria dei partiti nazionali, eviteremo quel processo che ha portato al caso Buttiglione, che è un caso di studio e che ha portato, più in generale, al fatto che oggi noi nelle elezioni europee possiamo anche cambiare la formula elettorale, ma non abbiamo agende contrapposte, non abbiamo politiche europee contrapposte, le elezioni europee, anche qualora cambiassimo la modalità di formula elettorale, rimarranno per il Governo italiano, come sempre avviene, una verifica delle politiche nazionali.
Costruiamo, se vogliamo costruire gli Stati Uniti d'Europa, partiti più europei, il secondo elemento, e concludo, riguarda gli strumenti di politics. Noi abbiamo già delle possibilità, potremmo attuare ad esempio l'agenda di Lisbona, che lasciamo lì sulla carta, abbiamo già un modello sociale che è stato formulato dalle istituzioni europee, sta a noi attuarlo.
Spesso anche in quest'Aula si richiama l'accusa all'Europa dei banchieri, è giusto, faccio mia anche questa questa critica, noi abbiamo già gli strumenti per evitare che l'Europa delle banche, l'Europa dei tecnici, l'Europa che va a trazione esclusivamente economica, sia solo così, noi abbiamo gli strumenti per una politica sociale europea, altrimenti il rischio è che rimanga un'Europa debole, quella della solidarietà tra stranieri che si contrappongono ad un modello sociale altro, senza averne uno proprio.

PRESIDENTE. Sono terminati i contributi dell'Assemblea, do di nuovo la parola al Professore Bin per una breve replica.

Roberto BIN. Innanzitutto per ringraziarvi molto della vostra bontà, delle buone parole che avete speso nei confronti delle cose che vi ho detto.
Ho ascoltato molti problemi interessanti, la questione della legge elettorale per il Parlamento europeo mi pare una questione assolutamente fondata, noi non ammetteremo nessuna legge elettorale regionale che di fatto, di diritto, non garantisse a tutte le province la rappresentanza in Consiglio. Dove questo è minacciato c'è un'apposita norma, per esempio nella legge Toscana, è semplicemente incredibile che la legge sull'elezione del Parlamento europeo non abbia delle norme del genere. Lo trovo non solo incredibile, ma anche leggermente anticostituzionale.
Tante cose, ovviamente, non posso intervenire su tutte, ma ci sono alcuni punti assolutamente vistosi: l'ambiente. Noi abbiamo subìto la pressione dagli Stati del nord che hanno imposto agli Stati del sud una norma di tutela ambientale, è quello che noi chiediamo oggi dal WTO, alla globalizzazione e anche all'Europa, difendeteci dai cinesi. Non è possibile importare merci fatte con lo sfruttamento del lavoro dei bambini, era quello che gli Stati del nord chiedevano agli Stati del sud, non è possibile produrre merci inquinando il proprio ambiente e trasferendo i costi di produzione alla società.
Abbiamo imparato molto, ma l'abbiamo subìto tutto questo e secondo me continuano a subìrlo.
La questione dei bagnini è secondo me emblematica, non è l'unica, io vengo dal nord-est e quando l'Italia ha perso la battaglia, che non ha combattuto, sul Tocai, è stato uno scandalo nazionale, e lo scandalo nazionale non è l'Europa, neanche l'Ungheria, è l'Italia e la Regione che non hanno saputo usare i loro strumenti, questo si paga, questo purtroppo si paga caramente.
La questione dei bagnini è un esempio, noi stiamo continuando a lavorare sulla questione del demanio marittimo, in difesa, cercando la proroga, la proroghina, lo sconto, ma vi prego, vi supplico, non è così che va fatto, là va giocata una partita seria che si chiama identità nazionale, che non vuol dire solo nazionale ma anche regionale. Le spiagge dell'Adriatico sono un fenomeno sociale innanzitutto, non un fenomeno economico, non una risorsa pubblica da mettere sul mercato, qualcuno penserebbe di fare dei masi in Alto Adige una cosa del genere? O delle comunanze ladine? O delle valle di pesca sarde? No perché sono usi civici, comunanze, usi collettivi, eccetera.
Abbiamo mai provato ad esplorare questa strada? No, perché siamo in deficit culturale, continuiamo a comportarci come cinesi che dicono “A no, noi ci dovete consentire di portare le nostre merci” e dopodiché ci troviamo incapaci di ribattere sul piano politico e istituzionale.
Elaborare strumenti fa parte della cittadinanza, secondo me.
La cittadinanza non è una cosa astratta, bisogna essere cittadini a pieno titolo dell'Unione Europea, ed esserlo a pieno titolo vuol dire anche difendere i propri interessi, guardate che non sono interessi locali, nazionali, territoriali, soltanto, lì c'è la partita da combattere.
Una partita importante, questa resta la comunità del mercato o resta la comunità dei cittadini? Questa è la vera partita, l'economia sociale di mercato è una bella poesia, la usavano anche gli economisti di Hitler, mi turba un po', però non significa nulla, quello che ci deve esser dentro è dove si creano le fratture di interesse, dove c'è il conflitto politico, la politica è fatta di conflitti.
L'Unione Europea non può pensare di essere la pacificazione, perché è la pax bancaria questa, c'è poco da fare, non possiamo accettare di essere cittadini di una pax bancaria, ci sono dei conflitti di interessi sociali che non stanno in rapporto con tutto è mercato. Non tutto è mercato. La tutela dell'ambiente non è più mercato, la tutela del consumatore non è più mercato, la tutela della previdenza sociale e dell'assistenza sociale dei lavoratori non è più mercato, la tutela della parità dei generi non è più mercato, bene, anche la tutela di un certo modo di essere della società non deve essere mercato, ma su quello bisogna creare strumenti e mi domando chi in Italia oggi sta creando strumenti per difendere un problema che è un pezzo dell'economia italiana, che è un pezzo della società italiana.
Ho paura nessuno, stiamo solo cercando di trovare misure da avvocaticchio per prorogare al più possibile una situazione che è considerata di privilegio, e forse anche di privilegio in certe pratiche lo è.
Io non penso che l'Europa finisca, non credo proprio, l'Europa ha avuto tante crisi, quando il generale De Gaulle decise di fare la politica della sedia vuota e non mandò i suoi rappresentanti delle istituzioni, perché volevano stringere troppo i processi decisionali, si pensò che l'Europa fosse finita, l'Europa da quel giorno incominciò. L'Europa ha la forza per ricominciare, il problema è dove la si fa incominciare, per questo insisto tanto sul problema politico dell'Europa, la si deve fare incominciare da una considerazione dell'Europa che non sia affogata nel mercato.
Io ogni volta che sento parlare dell'Europa e dei diritti sobbalzo dallo sdegno, l'Europa dei diritti non esiste, è una falsità, è pura ideologia, l'Europa non sta difendendo i diritti, sta difendendo il mercato e sconta qualche regola di mercato perché in effetti bisogna considerare i diritti.
Abbiamo avuto sentenze della Corte di Giustizia che hanno distrutto il sindacato, pensate le sentenze date sui cantieri del Nord, la Viking, la Laval e così via, non possiamo accettare che la libertà di manifestazione sia bilanciata dalla libertà di portare merci in giro per le strade, non è questa l'Europa dei diritti, questa è una falsità e ancora una volta, dico, ideologia.
E' una questione di lotta politica, non possiamo accettare neppure questa bella bandiera con tutte le stelle come se fosse la pacificazione. La pacificazione di che? Le guerre non si combattono più a parte quelle commerciali, non vorrei che il prossimo fronte perdente della guerra commerciale siano i bagnini delle coste adriatiche.

PRESIDENTE. Grazie Professore Bin.

SEDUTA N. 117 DEL 14 MAGGIO 2013

La seduta inizia alle ore 11,55

Presidenza della
Vice Presidente Paola Giorgi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Io non aggiungo altro, adesso proseguiamo con l'ordine del giorno.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 116 del 7 maggio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 317 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Contributi ai Comuni per il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del Regolamento interno e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 318 in data 6 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36 - Sistema di emergenza sanitaria), assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro;
n. 319 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Norme in materia di riduzioni emissioni inquinanti attraverso l'incremento e l'incentivazione regionale all'utilizzo di un carburante a basso impatto ambientale quali sono il gpl e metano”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del regolamento interno;
n. 320 in data 24 aprile, ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Giorgi, Malaspina, Ciriaci, Foschi, Romangoli, Ortenzi, Bellabarba, concernente: “Disposizioni tributarie in materia di IRAP aventi la finalità di agevolare la conciliazione dei tempi famiglia lavoro”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente e trasmessa ai sensi dell'articolo 68 del regolamento interno alla V Commissione assembleare;
n. 321 in data 7 maggio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Norme per il sostegno dell'attività edilizia nella Regione Marche”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro;
n. 322 in data 8 maggio, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Modifiche alla legge regionale 20 febbraio 1995, n. 17 “Interventi ed indennizzi per danni causati al patrimonio zootecnico da specie animali di notevole interesse scientifico e da cani randagi”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente;
n. 323 in data 9 maggio, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Cardogna, Traversini, Foschi, Zaffini, concernente: “Modifiche alla legge regionale 19 luglio 1992, n. 29 “Disciplina del servizio volontariato di Vigilanza Ecologica”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007
Comunico, inoltre che:
la proposta di legge n. 302, ad iniziativa dei Consiglieri Ricci, Carloni, concernente “Modifica alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 'Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico' e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio” e 8 ottobre 2009, n. 22 -Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile'”, già assegnata in data 14 aprile 2013 alla IV Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di competenza;
la proposta di legge n. 307, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni in materia di sanità”, già assegnata in data 12 aprile 2013 alla V Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di competenza”;
la proposta di legge n. 308, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Contributi ai Comuni per il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace”, già assegnata in data 16 aprile 2013 alla I Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di competenza;
la proposta di legge n. 313 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni particolari per il sostegno all'attività edilizia”, già assegnata in data 30 aprile 2013 alla IV Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere di competenza.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 59 in data 2 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma degli interventi per l'anno 2013. Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi dell'articolo 2 della l.r. n. 51 del 6 agosto 1997 - Norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del Regolamento interno”
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 479 del Consigliere Binci “Verifica assoggettabilità a VIA degli impianti biogas, biomasse, eolico. Applicabilità del comma 1bis articolo 3 della legge regionale n. 3/2012”;
n. 480 del Consigliere Camela “Decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 “Detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie. Proroga termini”;
n. 481 del Consigliere D'Anna “Difesa della sezione Archivio di Stato di Fano”.
Comunico inoltre che l'Ufficio di Presidenza nella seduta n. 122 del 23/04/2013 ha preso atto dell'adesione del Consigliere Marangoni al gruppo “Popolo della Libertà”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Giannini.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, rinnovo quanto chiesto alla Conferenza dei Capigruppo: l'iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno della relazione della VI Commissione.

PRESIDENTE. E’ già stato discusso alla Conferenza dei Capigruppo, su questo c'era l'accordo, quindi va bene.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Come da richiesta presentata alla riunione dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 479 e l'inserimento al punto due bis dopo la discussione degli atti ispettivi, come prima mozione, visto che si tratta della famosa legge di VIA sulle biomasse su cui c'era l'accordo dei Capigruppo.

PRESIDENTE. Si l'abbiamo appena annunciata, mi risulta che alla Conferenza dei Capigruppo era stata inserito al punto due ter, dopo il due bis.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Volevo informare tutti i Consiglieri regionali che, a quanto pare, non abbiamo più i diritti previsti dallo Statuto, all'articolo n. 16, e dal Regolamento Interno all'articolo 126 in particolare.
A cosa mi riferisco? Non mi era mai capitata una cosa del genere, onestamente, non avevo mai avuto problemi prima di pochi giorni fa, ma mi è stato negato il diritto di accesso agli atti anche se sulla base di queste norme, ciascun Consigliere regionale ha diritto di accesso agli atti, ai dati e alle informazioni in possesso della Giunta, degli enti e delle aziende dipendenti.
Ho fatto richiesta mediante una semplice e-mail citando queste norme e l'interpretazione autentica, che ci dice che queste norme dello Statuto e del Regolamento non esistono, me l'ha data una funzionaria della Regione la quale mi scrive: “Caro Consigliere Marangoni se vuole questi atti faccia riferimento alle norme di legge che valgono per tutti i cittadini, quelle che danno gli atti dopo 30 giorni, chiedendo il parere delle controparti interessate”. Questo me lo scrive ufficialmente con e-mail una certa Geom. Maria Pia Cavallone, del Servizio Infrastrutture Trasporti ed Energia, P.F. Rete elettrica regionale autorizzazioni energetiche gas e idrocarburi. Parliamo naturalmente di documenti che riguardano autorizzazioni di biogas per il quale mi è stato anche impedito o meglio io c'ero e non me ne sono andato ….

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni faccia la comunicazione …

Enzo MARANGONI. Si concludo, volevo informare i Consiglieri colleghi di minoranza ma anche di maggioranza, e chiedo, all'Ufficio di Presidenza, che venga ripristinata la legalità, cioè il diritto di accesso previsto dallo Statuto e dal Regolamento.
Concludo dicendo che mi è stato impedito di partecipare alla Conferenza dei servizi per due volte, non me ne sono andato e la Conferenza dei servizi è stata sospesa per due volte.

PRESIDENTE. Come ha già comunicato alla Conferenza dei Capigruppo, il Presidente sta provvedendo ad un approfondimento in merito a questa questione.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, non ci siamo messi d'accordo con il Consigliere Marangoni, quindi ho appreso ora quello che lui ha detto.
Io torno sul tema con il quale vi ho disturbato martedì scorso, annunciando delle iniziative, perché dei documenti da sedici, diciotto mesi mancavano, nonostante, la richiesta. Forse saranno i tempi particolari, ma appena si sono nominate certe cose, i documenti sono arrivati in un giorno e mezzo, quindi, Consigliere Marangoni la strada la conosce, gliela indico io.
Peraltro i documenti non sono arrivati tutti, mi rivolgo all'Assessore Mezzolani, se può sentirmi un attimo, ne mancano due o tre, per esempio mancano quelli relativi alle consulenze, i report delle liste d'attesa e quelli sul problema della radioterapia dell'ospedale di Ascoli. Mi sono arrivati documenti del servizio gestione calore della ex zona territoriale 13, che mi obbligano a chiederne altri.
La prego, Assessore, di voler far presente, a chi dovrà rispondermi, che io non tornerò più qui in Consiglio regionale a richiedere questi documenti, non tornerò più, assolutamente, ma non avendo le risposte nei tempi normali, percorrerò direttamente le strade che paventavo l'altra volta.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Chiedo l'anticipazione della mozione n. 480 che ho presentato, considerata l'imminente scadenza dei termine per le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia …

PRESIDENTE. Chiede l'iscrizione all'ordine del giorno, in abbinamento alla mozione del Consigliere Latini “crisi dell'edilizia”, quindi la iscriviamo, dopo il punto 2 ter del Consigliere Binci, al punto tre.
Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Chiedo l'anticipo della mozione n. 481 a difesa dell'Archivio di Stato di Fano, visto che ieri c'è stata una riunione alla quale ha partecipato anche il Comune di Fano. E' una cosa abbastanza urgente, quindi penso …

PRESIDENTE. La mozione n. 481 è già all'ordine del giorno?

Giancarlo D'ANNA. No.

PRESIDENTE. Allora bisogna iscriverla all'ordine del giorno, ma la n. 481 era tra le comunicazioni di oggi?

Giancarlo D'ANNA. Si, esatto.

PRESIDENTE. Su questo mi dicono che alla Conferenza non c'è stata alcuna richiesta. Se non ci sono obiezioni, la mettiamo al punto tre bis. Chi tace acconsente, bene.

Interrogazione n. 1158
della Consigliera Foschi
“Nomina nuovi primari presso l’Ospedale di Fabriano e posti vacanti nelle strutture ospedaliere della Provincia di Pesaro-Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1158 della Consigliera Foschi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione, per la verità, in parte è datata e richiede una premessa che credo sia già stata data nel riscontro ad una interrogazione, la n. 1151, ad iniziativa del Consigliere Marinelli.
Questa premessa parte dal ragionamento che a livello aziendale si sta procedendo, ancora alla data della presentazione dell'interrogazione non si era proceduto, a quella che è la modifica delle dotazioni organiche delle Aree Vaste, le quali, tra l'altro, prendendo a riferimento la spending review in merito alla dotazione scontano la riduzione del 25,8% delle Strutture Complesse e del 30,3% delle Strutture Semplici, così come discende dalla spending review e disciplinato dalla delibera n. 1696 del 2012, in applicazione degli standard e dei parametri per l'individuazione delle strutture complesse e semplici definite, appunto, dal Ministero della Salute e dai Comitati Lea, approvate nella seduta del 26 marzo 2012, come dire in previsione di un contesto non ancora ben definito e in via di definizione.
Tutta l'interrogazione e le richieste che ne discendono hanno a che fare con questa organizzazione e, naturalmente, il tentativo è quello di mettere a riparo quelle che sono le situazioni più critiche ed una volta applicata completamente questa riorganizzazione delle dotazioni organiche, ovviamente, sarà più semplice.
Dico questo perché la nomina di 5 primari nell'Area Vasta n. 2, è stata espletata per far fronte a criticità che derivavano da una carenza di ben 33 titolari di Struttura Complessa, appartenenti allo stesso territorio.
Per quanto riguarda il Direttore della Unità Operativa Complessa di Cardiologia a Fabriano si evidenzia che questo è stato assunto, unitamente al collega di Jesi, per far fronte alle carenze di tre posti di unità operative complesse vacanti nella medesima specialità, mentre il chirurgo è stato assunto a fronte di due carenze di organico.
II discorso per il Direttore di Struttura Complessa in Anatomia Patologica è differente, lo stesso, di recente istituzione, è stato assunto in un contesto più ampio, non ad esclusivo servizio di Fabriano o della sola Area Vasta n. 2, ma quale specialità di interesse regionale nell'ambito di un progetto che vede tutta la riorganizzazione dell'attività citologica dell'intera regione.
La realizzazione del progetto, invero, potrà ridurre notevolmente l'impatto economico derivante dal rapporto convenzionale in atto con l'Azienda Ospedaliera di Torrette e necessario a garantire l'attività di citologia nelle sedi di Fabriano, Urbino, San Severino Marche, Fermo, Senigallia e Loreto.
La situazione dell'Area Vasta n. 1, a cui si fa riferimento, è diversa, perché allora erano altri bandi di concorso, altre commissioni di concorso che sono state istituite anche per quell'Area, ma allo stato dell'interrogazione erano vacanti complessivamente 22 posti di Direttore di Struttura Complessa, e per 5 di questi sono già state attivate le procedure selettive che si concluderanno entro il corrente anno.
Si ricorda, su questo ultimo punto, che nell'anno 2012 solo presso l'Ospedale di Urbino, considerato l'unico ospedale di rete per riferimento territoriale, sono stati nominati i nuovi direttori di Struttura Complessa della Cardiologia, dell'Ortopedia, della Ginecologia e Ostetricia, della Oncologia e della Medicina Fisica e Riabilitativa.
Questo è il quadro dentro il quale ci si è mossi per rispondere a criticità che solo la riorganizzazione delle dotazioni organiche, a fronte della riforma in atto dovuta alla spending review, potrà in qualche modo completare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. La risposta arriva con un certo ritardo, non sono soddisfatta perché non vengono chiariti i quesiti che in realtà ponevo.
Non si dice, per esempio, come mai a Fabriano viene istituito questo nuovo reparto di anatomia patologica che, per bocca dell'Assessore risponde all'esigenza di un'intera comunità regionale, e, non ho capito, come mai si è individuato quel sito per realizzare questo nuovo reparto e come mai in quel sito viene individuato un nuovo polo tecnologico.
Queste risposte, sinceramente, avrei voluto sentirle dall'Assessore.
La risposa sulla nomina dei primari conferma un po' i dubbi che avevo, ovvero è sembrato un po' strano che proprio a ridosso della modifica delle dotazioni organiche imposte dalla spending review, proprio a ridosso, poco prima, siano state fatte queste nomine a Fabriano e non altrove. Come per dire la spending review poi non ce lo consentirà, quindi le facciamo prima, mentre per tutti gli altri ospedali valgono le norme della spending review.
Citavo, nello specifico, Pergola, perché se è vero che Urbino è l'unico ospedale di rete dell'Area Vasta 1, noi abbiamo l'ospedale di Pergola che non è ospedale di rete, ma è un ospedale per acuti, viene definito tale dal piano sociosanitario e da tutta la normativa successiva al piano sociosanitario, però non è messo in condizione di svolgere le funzioni per acuti, perché a parte il primario della riabilitazione che ormai è un anno che viene promesso ma non viene fatto alcun che - non si è fatta alcuna nomina, non è stata espletata la procedura - di fatto ad oggi mancano anche i primari di medicina e chirurgia che, guarda caso, mancano perché uno ha vinto il famoso concorso a Fabriano e l'altro ha vinto il concorso a Senigallia (...) C'è una dotazione organica che è ben al di sotto di quella che può consentire lo svolgimento delle funzioni per acuti, abbiamo i reparti con 18 posti letto e con 3 dotazioni di organico, quindi l'interrogazione era mirata a capire come si fa a consentire lo svolgimento delle funzioni per acuti, senza i primari e senza una dotazione organica sufficiente.
Mi pare che anche in questo caso si verifichi una sorta di diseguaglianza forte, perché va da sé che una struttura che non ha personale non può svolgere il proprio mandato e non può procedere con i ricoveri che dovrebbe fare per carenza di personale, non per altro. Poi se si andranno a contare quanti ricoveri ha effettuato la struttura e di conseguenza se ha i requisiti per restare aperta, probabilmente questo mancato raggiungimento degli obiettivi ce lo siamo un po' cercato.
Da qui la mia insoddisfazione, ho visto una spending review valere pesantemente per alcuni territori, l'ho vista valere molto meno, anzi, ho visto prevenire quello che si sapeva benissimo avrebbe comportato la spending review e fare quello che la spending review, poi, avrebbe vietato. E' stato fatto questo accorgimento a Fabriano, non è stato fatto in altre situazioni specifiche elencate nell'interrogazione.

Interrogazione n. 1150
del Consigliere Giancarli
“Reparto di cardiologia dell'Ospedale di Senigallia”

Interrogazione n. 1167
del Consigliere Giancarli
“Posto vacante da primario della cardiologia dell'Ospedale di Senigallia ed altri posti da primario vacanti negli Ospedali di Jesi e Senigallia”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1150 del Consigliere Giancarli e n. 1167 del Consigliere Giancarli, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Queste due interrogazioni sono abbinate.
Relativamente alla prima, la n. 150, va anche qui riportato quel contesto di premessa che ricordavo nell'interrogazione della collega Consigliera Foschi, in quanto anche qui, sono in via di riorganizzazione e di riduzione le strutture complesse, per le percentuali a cui accennavo prima, oggetto di un nostro atto deliberativo, in applicazione degli standard e dei parametri per l'individuazione delle strutture complesse in base alle direttive del Ministero e del Comitato LEA che sono stati approvati.
Per quanto attiene all'Area Vasta 2 le cose che vanno evidenziate sono sostanzialmente queste:
- allo stato attuale, non è possibile nominare tutti i titolari delle strutture complesse vacanti, in quanto l'Azienda deve prima riformulare quella che è la dotazione organica, in ossequio ai parametri di cui sopra. Una delle Aree più in difficoltà, proprio per ricostruire questi parametri a cui fare riferimento per la dotazione organica, nella quale siamo, come dire, un po' più indietro, perché il lavoro è partito leggermente dopo, è proprio l'Area Vasta n. 2;
- si è proceduto, tuttavia, alla nomina di alcuni primari nell’Area Vasta 2 per far fronte alla carenza, che prima ricordavo, di alcune situazioni più critiche, in quanto in quest’Area Vasta risultavano ben 33 titolari di Direzione di Struttura Complessa mancanti.
Ciò premesso, nello specifico si evidenzia che nulla è stato deciso in merito alla Cardiologia di Senigallia, che come il resto dei servizi sanitari rientra nel più ampio processo di quella riorganizzazione ed efficientamento che è alla base della legge regionale n. 17/2011, del nostro Piano Sanitario 2012-2014 e soprattutto degli ultimi atti deliberativi che discendono dai provvedimenti nazionali.
Rispetto alle richieste del Consigliere Giancarli, per quanto riguarda la sperimentazione dell'unica unità di neurologia e quali atti siano stati compiuti, e per quanto riguarda Senigallia, quali atti siano stati compiuti ed entro quanto tempo verrà completato l'iter concorsuale relativo ai posti di direttore di struttura complessa di radiodiagnostica e quali atti siano stati compiuti, o che si intenda compiere e la tempistica, quindi, elementi che fanno riferimento all'interrogazione 1167, viene rappresentato questo tipo ragionamento, anche qui relativamente a quell’organizzazione che discende dagli atti a cui abbiamo fatto riferimento finora, va precisato che le modifiche della dotazione organica saranno determinate al termine del percorso della riorganizzazione che è in atto, in modo particolare per quanto riguarda le riqualificazioni dei piccoli ospedali e, soprattutto, delle cosiddette reti cliniche.
Si può fin d'ora anticipare che la copertura di alcuni dei posti vacanti attualmente in essere tiene conto di necessità improrogabili e comunque riferibili a funzioni per le quali non si prevede che rientrino in quel vincolo di riduzione imposto dalle normative nazionali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Assessore. Considero queste interrogazioni come un percorso avviato, sono consapevole, quindi, che ci sono alcuni ritardi rispetto ai tempi.
Sono consapevole che c'è una riorganizzazione in atto, però considero l'interrogazione come un atto di questo percorso per far sì che la ricostruzione delle dotazioni organiche tenga conto di alcune strutture complesse indispensabili all'interno degli ospedali di rete.
Quando lei mi parla della cardiologia di Senigallia e mi dice che nulla è stato deciso, intendo leggerla, come è stata letta nella città di Senigallia, come un momento, rispetto a preoccupazioni che si erano manifestate per la soppressione di quei posti, che poi non erano stati soppressi, dentro la riorganizzazione per cui questa indispensabilità della cardiologia dell'ospedale di rete di Senigallia io dico che deve essere riconosciuta.
Sono pure consapevole che i posti vacanti sono tantissimi e allo stato attuale non è possibile ricoprirli tutti, ma l'importante è che si proceda, anche se con gradualità, nella direzione della copertura, altrimenti verrebbe meno quel percorso virtuoso di crescita della qualità dei servizi e dell'offerta di salute che questa Regione sta portando avanti.
Sono altrettanto consapevole di questo vincolo delle riduzioni anche rispetto alle dotazioni organiche, ma sono altrettanto consapevole che rispetto ai seicento milioni circa di tagli, e nonostante questi tagli, questa nostra Regione si colloca ai primissimi posti sia nelle certificazioni, da parte degli organi istituzionali, che nella ricerca, e ai primissimi posti per la qualità e l'efficacia assistenziale dei servizi sociosanitari e per termini economici in quanto è stato garantito il pareggio di bilancio. Questo significa mettere i cittadini al riparo da ulteriori inasprimenti fiscali. Il suo approccio dentro quel quadro generale di tagli, di riduzione delle risorse, è un approccio che è anche il mio, voglio sottolineare, però, che l'ospedale di rete di Jesi e l'ospedale di rete di Senigallia rappresentano dei punti indispensabili della sanità marchigiana e, tra l'altro, anche l'ospedale di alta specializzazione ha bisogno di due ospedali di rete funzionanti e con unità operative complesse al pieno della efficacia nel pieno rispetto delle dotazioni organiche.

Interrogazione n. 1118
del Consigliere Marangoni
“Mammotome – strumento fondamentale per la prevenzione del cancro al seno, costato 120.000,00 euro ma ancora inutilizzato e imballato in magazzino all’Ospedale Santa Casa di Loreto”

Interrogazione n. 1119
del Consigliere Latini
“Apparecchiatura specialistica Ospedale di Loreto – uso e funzionamento”

Interrogazione n. 1221
del Consigliere Latini
“Mancato funzionamento apparecchiatura specialistica Ospedale di Loreto”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1118 del Consigliere Marangoni, n. 1119 del Consigliere Latini e n. 1221 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Queste tre interrogazioni fanno riferimento al Mammotome, questa particolare strumentazione rientra in un progetto più ampio di rilievo regionale, quindi non relativo solo al territorio ed alla Casa di Loreto, ed è finalizzato all'implementazione di quella che è la rete dello screening senologico e dell'attività senologica in generale.
I fondi utilizzati, invero, ricadono nel finanziamento ex art. 20 della Legge n. 67/88, nell'ambito del quale la Direzione dell'ASUR ha previsto specificatamente l'acquisizione di questa tecnologia di diagnostica da destinare all'Ospedale della Santa Casa di Loreto.
Effettivamente la messa in funzione di detta apparecchiatura ha subìto ritardi che sono legati all'espletamento della procedura di evidenza pubblica necessaria all'adeguamento dei locali ove l'attrezzatura dovrà essere messa in uso.
Allo stato attuale l'ASUR ha provveduto ad avviare il procedimento amministrativo finalizzato all'individuazione della ditta per effettuare i lavori e che l'iter della pratica è, quindi, in via di definizione. Naturalmente effettuati questi lavori sarà possibile mettere in funzione questa apparecchiatura presso l'Ospedale Santa Casa di Loreto e quindi consentire ai sanitari di operare nelle condizioni migliori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Assessore, praticamente lei ha detto che questo Mammotome che è uno strumento fondamentale per la prevenzione del tumore al seno, uno strumento non invasivo che può prevenire il tumore al seno, non è ancora in funzione. Ci ha detto questo, ho capito bene? E state valutando …
Lo strumento è arrivato fisicamente all'Ospedale di Loreto il giorno 26 settembre 2012, è stato ordinato mesi prima, è arrivato il 26 settembre e da allora - pensavo fosse stato installato, sono anche intervenuto sui giornali a febbraio - mi dice che ancora è in un magazzino, 120.000 euro imballati in un buco, in un magazzino dell'Ospedale di Loreto. Questo è il disastro della sanità regionale, questi sono i veri sprechi.
A distanza di nove mesi non è ancora stato installato e non ci ha neanche detto quando sarà installato. Voi fate i tagli agli ospedali, tagliate di qui, tagliate di là e sprecate 120.000 euro, li ficcate in un magazzino. Questo sarebbe un ottimo, anzi, è un ottimo acquisto, ma una volta arrivato, nel giro del tempo tecnico di due settimane va messo in funzione. L'avete ficcato in un magazzino dal 26 settembre e sta ancora lì e non mi ha neanche detto, a distanza di nove mesi, quando pensate di utilizzarlo.
Ecco l'eccellenza della sanità marchigiana. Complimenti!

Interrogazione n. 1104
del Consigliere Binci
“Parere Comitato tecnico regionale: rischio riduzione personale Reparto antincendio e prevenzione e Squadra di primo intervento – Raffineria Api”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1104 del Consigliere Binci. Ha la parola per la risposta l’Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Il Consigliere Binci sa bene che questo problema è stato superato nel senso che va ncontro alle sue preoccupazioni, quindi sarò veloce.
E’ doveroso precisare che il Comitato tecnico regionale è un organo collegiale presieduto dal Direttore regionale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e che ogni componente valuta le questioni in trattazione sulla base delle proprie competenze e funzioni. La rappresentante in questo Comitato tecnico per quanto riguarda la Regione Marche è l'Ingegnere Susanna Balducci che viene inviata dal Dott. Roberto Oreficini, ringrazio sia l'uno che l'altra per la competenza, la presenza. Questo fa onore all'intera Protezione civile delle Marche.
La preoccupazione del Consigliere Binci era legittima, era la stessa nostra, ho il verbale sotto e, quindi, in sintesi vi dico com'è andata.
L'Api proponeva la riduzione della squadra di pronto intervento da 8 unità, di cui 4 unità del reparto antincendio, a 5 unità, di cui una nel reparto antincendio, nel periodo di fermo dell'attività di raffinazione.
Il Comitato tecnico esaminata la documentazione e considerato che la composizione proposta dalla ditta non era sufficiente a garantire un'efficace azione di contrasto degli scenari incidentali, anche in riferimento agli incidenti già occorsi, cito testualmente: “ritiene che la modifica dell'assetto operativo della squadra di pronto intervento nel periodo di fermo degli impianti di raffinazione possa essere accolta nei seguenti termini:
- il numero di unità della squadra di pronto intervento sia non inferiore a 8, di cui 2 unità del reparto antincendio con abilitazione alla guida dei mezzi antincendio,
- siano aggiornate le procedure relative ai compiti delegati al reparto antincendio”
Legittime, quindi, le preoccupazioni del Consigliere Binci, mi sembra che la risposta sia adeguata alle preoccupazioni, con questo ho risposto all'interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Grazie l'Assessore per la risposta, con l’interrogazione intendevo informare il rappresentante della Regione presso il Comitato ed evidenziare il rischio della riduzione delle unità anche in caso di sospensione della raffinazione, per il semplice motivo che (era paventato il rischio di sospensione definitiva, noi non sapevamo e non sappiamo tuttora se la raffinazione sarà ripresa o meno) in presenza di depositi di materiale altamente pericoloso non può essere diminuito il livello di sicurezza dell'impianto.
Ringrazio l'Assessore e mi ritengo soddisfatto della risposta.

Interrogazione n. 1216
del Consigliere D'Anna
“Acquisizione di un sistema di spettrometria di massa tandem occorrente alla UOC Neuropsichiatria infantile, ospedale Santa Croce di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1216 del Consigliere D'Anna. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Nel merito di questa interrogazione ripercorro un po' l'iter della procedura che è stata fatta. C'è stata una determina, la n° 813 del 20 novembre 2012, dell'Azienda Ospedaliera Marche Nord la quale ha indetto una procedura aperta per l'acquisizione di un sistema di spettrometria di massa tandem occorrente all’unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile con aggiudicazione, anche in presenza di un'unica offerta valida, in favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa e per un importo complessivo a base d'asta pari a 1.391.671 euro IVA esclusa.
Il bando di gara è stato pubblicato ai sensi delle normativa vigente in materia; il termine ultimo per la presentazione delle offerte era il 16 gennaio 2013, a seguito dell'espletamento del procedimento di gara è risultata provvisoriamente aggiudicataria la società Perkin Elmer Italia S.p.A. di Monza, come emerge dal verbale di gara espletata il 5 aprile 2013; l'offerta presentata dalla succitata ditta è risultata anomala, ai sensi di quanto previsto dall'art. 86 del D.Lgs. 163/06 pertanto è stato avviato il sub-procedimento di verifica rispetto all'anomalia anche in rapporto a quelli che sono gli articoli 87 e 88 del D.Lgs. 163/06 a cui si faceva riferimento. Tale sub-procedimento è propedeutico quindi all'adozione del provvedimento di aggiudicazione definitiva.
Questo è lo stato delle cose, naturalmente va rilevato anche qui che a livello regionale è in corso l'approvazione di un atto deliberativo che esplicita le modalità operative per quello che riguarda tutta la rete diagnostica e assistenziale in via di elaborazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Guarderò con molta attenzione quanto mi ha comunicato l'Assessore, quindi la questione è che c'è stato un vizio e per questo …

(Interrompe l’Assessore Mezzolani)

Giancarlo D’ANNA. Una volta che è verificato che … ok perfetto.
Posso avere la copia della risposta? Grazie.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Interrogazione n. 1101
del Consigliere Marangoni
“Declassamento del Laboratorio di analisi dell'Ospedale di Loreto in Punto prelievi. Ulteriore smantellamento dei servizi essenziali dell'Ospedale Santa Casa senza tenere conto dell'analisi della domanda, dell'ampio bacino di utenza e dell'entità delle prestazioni annue erogate. Mancato rispetto da parte dell'Azienda sanitaria verso la “Fondazione Carilo” di Loreto che ha donato macchinari e attrezzature dedicate al Laboratorio Analisi dell'Ospedale di Loreto”

Interrogazione n. 1105
del Consigliere Pieroni
“Riorganizzazione dei LaboratoriaAnalisi negli Ospedali di Osimo e Loreto”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1101 del Consigliere Marangoni e n. 1105 del Consigliere Pieroni, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In base al piano socio sanitario regionale 2012-2014, in riferimento al capitolo sul laboratorio analisi, vengono indicati gli obiettivi per ridisegnare quella che è l'attuale organizzazione.
Tra questi obiettivi, che elenco, ci sono:
- il sistema di laboratori pubblici integrato in rete su scala di area vasta e regionale;
- la rete integrata dei laboratori di ASUR, Aziende Ospedaliere ed INRCA;
- l'eliminazione della duplicazione dei servizi;
- la garanzia in tutti i presidi ospedalieri, in cui viene effettuata attività chirurgica, dell'attività diagnostica d'urgenza (qualora attualmente presente), ovviamente correlata al grado di complessità della struttura ospedaliera, centralizzando la normale attività di routine in un unico laboratorio di riferimento individuato per area distrettuale o sovradistrettuale;
- l'organizzazione di un sistema di laboratori in rete, strutture di laboratorio ubicate presso un'unica sede del presidio ospedaliero unico funzionale di distretto o presso le Aziende Ospedaliere e INRCA;
- la previsione della possibilità di costituzione di aree dipartimentali funzionali interaziendali tra ASUR, Aziende Ospedaliere e Inrca;
- il mantenimento nelle strutture periferiche (ex ospedali di polo) del punto prelievi ed eventualmente, a seguito di valutazione di effettiva necessità basata sulla numerosità di interventi prevedibile e distanza da sede ospedaliera dotata di laboratorio, delle apparecchiature necessarie per gestire eventuali urgenze, secondo un pannello predefinito;
- la razionalizzazione dell'impiego delle risorse umane, economiche di scala e risparmio dei costi di gestione;
- la possibilità di integrazioni funzionali tra strutture di laboratorio accentrando in poche sedi i servizi di guardia del personale laureato, anche grazie al supporto della tecnologia informatica;
- l'ottimizzazione e la razionalizzazione nell'utilizzo degli investimenti in tecnologia;
- il raggiungimento di soglie critiche per rendere "cost effective" l'inserimento di tecnologie ad alta produttività;
- la riduzione dei tempi di risposta;
- l'utilizzo dell'informatica per decentrare e portare direttamente la risposta di laboratorio all'utente, quindi anche al paziente, al Medico di Medicina generale o Pediatra di libera scelta e agli Ambulatori specialistici;
- la soddisfazione dei requisiti di accreditamento e certificazione;
- la garanzia della qualità del servizio attraverso la verifica esterna della qualità (VEQ) interregionale.
Questo è il quadro di contesto dentro il quale occorre inquadrare gli elementi dell'interrogazione in atto.
Nel Piano attuativo dell'Area Vasta 2 (Asur delibera n. 639 del 31 luglio 2012) per la sede di Loreto come da indicazioni regionali è previsto il mantenimento del Punto Prelievi al fine di garantire l'attuale attività per gli utenti esterni.
Poiché nel presidio insiste, ed è previsto dal piano il mantenimento del Punto di Primo Intervento h24, in relazione anche alla riorganizzazione della rete dell'Emergenza-Urgenza a livello regionale, l'attività di diagnostica in urgenza verrà garantita tramite apposite strumentazioni.
Per quanto concerne la donazione della Fondazione Carilo di Loreto, si specifica che a seguito della ristrutturazione del Laboratorio Analisi di Loreto avvenuta nel 2009 per consentire l'allocamento delle nuove strumentazioni, dopo la gara conclusasi poco prima (spesa per la strumentazione di circa 150.000 euro di canone annuale), la Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto, ha contribuito con la somma di circa 10.000 euro, per l'arredo, consentendo l'acquisto di nuovi banconi e sedie e non per l'acquisto di macchinari e/o attrezzature.
Da cinque anni e attivo un servizio di consultazione on line dei risultati degli esami di laboratorio che possono essere visionati e stampati, sia a domicilio che all'interno di tutte le strutture sanitarie e socio sanitarie e territoriali, come referti validi a livello legale, in quanto il laboratorio è provvisto di firma digitale certificata e autorizzata dalla Regione Marche.
Naturalmente si resta eventualmente a disposizione per ulteriori e specifici chiarimenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Assessore avrei preferito maggiore franchezza e meno parole formali, un po' come prima quando mi ha detto che il mammotome, quello strumento molto importante per la prevenzione dei tumori al seno, dopo nove mesi ancora è imballato, bastava mi dicesse che non c'è la volontà politica di sballarlo a Loreto e avremmo fatto prima.
Più o meno ha fatto la stessa manfrina con questa risposta, a parte che non sono 10.000 euro, ho capito male? Il denaro della Carilo è 10.000 euro? (…) No, guardi sono 12.000, questa è la copia dell'estratto del verbale della seduta del Consiglio di Amministrazione del 9 giugno 2011, sono 12.000 euro, eccolo qua. Quindi aggiorniamo, cambia poco, sono 2.000 euro in più, comunque male non fanno.
Questi 12.000 euro sono stati dati dalla Carilo per contribuire alla ristrutturazione del laboratorio analisi con la premessa che fosse per quella città e che fosse un laboratorio analisi, non un punto prelievi, come avete fatto, come lo avete trasformato e declassato. Tra l'altro serve un bacino d'utenza importante nella zona a cavallo, di fatto, tra il basso maceratese e la zona a sud di Ancona, una zona che diventa di almeno 300.000 o 400.000 persone a luglio e ad agosto con il turismo sulla costa.
A questo punto mi chiedo, con questo declassamento del laboratorio analisi in punto prelievi cosa sarà questa cosa? Ci sarà uno spostamento verso Osimo a questo punto, quindi anche questo denaro se ne va. Un laboratorio analisi ad Osimo che non è nemmeno attrezzato nel modo giusto, quindi sarà necessario spendere ulteriore denaro e probabilmente quando si andrà all'Aspio, non so quando, tra vent'anni, quando sarà pronto il nuovo ospedale, altro denaro per la terza volta.
Ancora una volta si dimostra il fallimento, a mio avviso, della vostra politica sanitaria.

PRESIDENTE. Io direi, se siete d'accordo, di passare al punto 2 bis come in accordo con la Conferenza dei Presidenti di gruppi.

Relazione n. 20
ad iniziativa della VI Commissione assembleare
“Partecipazione della Regione Marche alla consultazione avviata dal Comitato delle Regioni nell’ambito delle rete di controllo sulla sussidiarietà in merito alla revisione della legislazione europea sui rifiuti”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 20 della VI Commissione. Ha la parola il relatore Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, entro subito nel merito della questione anche se le riflessioni legate all'inizio della mattinata odierna proporrebbero qualcos'altro.
Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2013, prevede una revisione della politica e della legislazione europea in materia di rifiuti.
In questo contesto si inserisce l'attività del Comitato delle Regioni, questo è il caso della direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, al fine di verificare, in particolare, se sia possibile, opportuno e soprattutto conforme al principio di sussidiarietà prevedere una revisione della direttiva stessa al fine di rafforzarne gli obiettivi.
La direttiva europea del 2008 stabilisce infatti che entro il 2015 gli Stati membri devono avviare la raccolta differenziata di carta, metalli, plastica e vetro e prescrive che, entro il 2020, almeno il 50% di questi rifiuti provenienti da nuclei domestici e se possibile da altra origine, dovrà essere riutilizzato e riciclato.
Sulla base dei dati in possesso dei soggetti gestori del ciclo dei rifiuti si ritiene di poter aderire alla proposta di prevedere un rafforzamento di questo limite fino al 70% continuando nell'opera di sensibilizzazione dei cittadini e della collettività che è elemento indispensabile per pervenire a risultato.
Altro aspetto che riveste un particolare interesse riguarda la possibilità che la nuova normativa europea inserisca tra i flussi di prodotti da differenziare anche la frazione umida, prevedendo una percentuale di rifiuti organici da avviare obbligatoriamente a riciclo.
Sarebbe inoltre opportuno che la nuova normativa europea fissasse dei livelli minimi di prodotto, compost, che dovrebbe originarsi dopo il trattamento di compostaggio.
La necessità di prevedere che simili obiettivi siano introdotti attraverso una normativa europea è giustificata in particolare dal fatto che la normativa sulle discariche prevede che la frazione umida non sia conferita in discarica.
Per queste ragioni è apparso utile rispondere al questionario proposto al Comitato delle Regioni, il questionario è stato inviato precedentemente alle associazioni ambientaliste ed ai soggetti gestori del ciclo dei rifiuti operanti nella regione Marche, oltre che alla competente struttura della Giunta regionale, dai loro contributi e dalle loro risposte siamo pervenuti alla risoluzione che ho, con questa relazione, appena svolto e che trovate nella vostra documentazione.
Questo lavoro fatto dalla VI Commissione approvato dalla stessa all'unanimità viene proposto alla vostra approvazione, speriamo con lo stesso esito. Grazie.

PRESIDENTE. Risoluzione n. 75 ad iniziativa del Consigliere Cardogna, in qualità di Presidente della VI Commissione, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 479
del Consigliere Binci
“Verifica di assoggettabilità a VIA degli impianti biogas, biomasse eolico – Applicabilità del comma 1 bis, art. 3, l.r. n. 3/2012”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 479 del Consigliere Binci, ha la parola per illustrarla.

Massimo BINCI. Avevo presentato la richiesta già l'altra volta alla riunione dei Capigruppo.
Questa mozione fa riferimento alla legge 30 che ad ottobre scorso abbiamo approvato come Consiglio e che inseriva sugli impianti a biogas e a biomasse oltre al limite dimensionale anche la verifica tramite l'allegato C.
L'allegato C prevede la verifica dei criteri di dimensione del progetto, il cumulo con altri progetti, l’utilizzazione delle risorse naturali, l’inquinamento e i disturbi ambientali, il rischio di incidenti, l'ubicazione del progetto, se in aree significative da un punto di vista storico, ambientale o altro, le caratteristiche dell'impatto, quindi la portata dell'impatto, la durata, la frequenza e la reversibilità dell'impatto.
Questo noi l'abbiamo inserito nella legge, però abbiamo cambiato l'1 bis e abbiamo inserito che i progetti di cui agli allegati B1 e B2 che prevedono soglie dimensionali al di sotto di quelle indicate dai medesimi allegati, quindi sotto la soglia del megawatt, siano sottoposti a verifica di assoggettabilità a VIA qualora producano impatti significativi e negativi sull'ambiente, da valutarsi sulla base dei criteri di cui all'allegato C. Noi abbiamo detto che vanno valutati gli impianti sulla base dei criteri dell'allegato C perché se producono impatti significativi sull'ambiente vanno sottoposti a verifica di assoggettabilità a VIA.
Questa è una legge fatta sette mesi fa, la legge rimandava anche a regole applicative che la Giunta avrebbe dovuto emanare, ma dopo sette mesi, queste regole non ci sono e un mese fa, circa, l'ufficio legale della Giunta, su richiesta di Comuni che avevano procedimenti sotto questa soglia, ha risposto dicendo la legge non si può applicare perché non ci sono i regolamenti attuativi.
Secondo me la legge è chiaramente auto applicativa perché fa riferimento all'allegato C che parla di uno studio preliminare ambientale, che per qualsiasi soglia deve essere presentato. Questo studio preliminare ambientale è nelle procedure per cui i responsabili delle procedure, Comuni, Province, o Regione, devono valutare lo studio preliminare ambientale e, all'interno di questo, possono richiedere integrazioni o dare indicazioni, visto che il procedimento deve essere reso pubblico anche ai cittadini o alle associazioni che possono segnalare pericoli per l'ambiente, quindi, in base a alla procedura si possono valutare questi aspetti.
Il parere legale di fatto ha ottenuto il risultato di annullare la legge.
Questa mozione, che verrà poi modificata da emendamenti a firma di alcuni Consiglieri e verrà tolta la prima parte del deliberato, cioè verrà eliminata la sospensione dell'applicazione del parere, nella sostanza, nella seconda parte del deliberato ribadisce l'immediata applicabilità della norma anche per i procedimenti in corso, richiede, soprattutto, la delibera delle modalità di attuazione e di applicazione da parte della Giunta, se ci sono problemi nell'applicazione può essere realizzata in due giorni, e ribadisce il valore della legge che abbiamo approvato ed il fatto che le valutazioni non possono essere solo sulla soglia, ma anche sui criteri dell'allegato C, come previsto nella legge, come previsto dalla direttiva europea. Nell’eventualità ci siano problemi di modalità di attuazione o applicazione da parte degli uffici, sono gli uffici stessi che devono presentare una norma che la Giunta poi provvederà a deliberare, perché è una competenza degli uffici e della Giunta.
Una mozione che ribadisce la volontà del Consiglio espressa nella legge e invita la Giunta a tenerne conto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1 dei Consiglieri Bellabarba, Ricci, Ortenzi, Giancarli, Badiali, Sciapichetti, Perazzoli, Busilacchi. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente, un intervento breve.
Abbiamo fatto questo emendamento chiedendo di sostituire alcune parole, alcuni verbi all'interno delle motivazioni del Consigliere Binci, ma soprattutto chiedendo la soppressione del punto numero uno del dispositivo finale in quanto, ritenendo prioritaria l'applicabilità della legge regionale, approvata nei mesi scorsi, la 30 del 2012, riteniamo che il punto 1 non sia necessario in quanto i punti 2 e 3 già invitano all'applicabilità della legge stessa, quindi, riteniamo che sia meglio sopprimere il punto 1.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voterò anch'io l’emendamento perché sostanzialmente il punto 2 contiene già il punto 1.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Prima di votare la mozione e di intervenire sulla stessa, ci sono altri emendamenti? No, nessun emendamento.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Binci per aver proposto questa mozione e devo dire che questo modo di operare da parte della Giunta, con questo intervento dell'ufficio P.F. legislativo, attività istituzionali, è sintomatico del caos legislativo voluto e non casuale, voluto da questa Giunta, nel disastro che ha fatto nel settore energetico, in particolare biogas, biomasse ed eolico. Non è un caso che qui c'è un dipendente della Regione che si permette di dire che una legge approvata dal Consiglio regionale non si applica, è carta straccia. Siamo all'assurdo ormai, quindi ringrazio il Consigliere Binci per aver sollevato questo problema, aver proposto questa mozione che mi auguro andremo a votare e ad approvare.
Ci tengo a dire che non è casuale questo comportamento del servizio legislativo, perché sono due anni che c'è, chiaramente, l'ho già detto, quindi lo ripeto, un comitato d'affari a livello regionale, di tipo finanziario economico, politico, ma anche tecnico e progettuale legato a queste autorizzazioni e mi auguro che la Magistratura faccia il suo dovere fino in fondo, ampliando le indagini in corso, non solo alle autorizzazioni già oggetto di indagine, ma anche a tutte quelle date almeno negli ultimi due anni.
Mi auguro che la Commissione d'inchiesta che abbiamo varato, presieduta dal capogruppo Massi, che fra poco si riunirà, estenda la sua area di indagine a tutte quante le autorizzazioni, non soltanto a quelle oggetto di indagine della Magistratura, se no faremo un doppione.
Questo è l'obiettivo e questo parere è veramente assurdo, interpretativo di una legge, addirittura, dice: “La legge che avete votato ve la stracciate perché è inapplicabile”. Mi sembra esemplificativo e chiarificatore di un comportamento voluto da parte della Giunta.
Mi ricorda tanto quello che fece la Giunta stessa il 18 giugno 2012, ho ancora le idee chiare e ricordo ancora le date, quando su indicazione dell'Assessore Giannini messa a verbale come atto di Giunta, in una paginetta striminzita, il 18 giugno del 2012, si disse: “Guardate che quello che è stato approvato una settimana scorsa, il 12 giugno 2012, dal Consiglio, cioè la moratoria delle autorizzazioni in corso del biogas, non vale niente”. Questo fu, una settimana dopo fu stracciato un atto consiliare da parte della Giunta. Adesso c'è un funzionario della Regione che per quanto autorevole è sempre un dipendente della Regione, che si permette di dire che la legge che il Consiglio ha approvato non vale nulla finché non c'è l'atto applicativo.
E’ un po' come quando in seduta iniziale ho detto che un funzionario della Regione, nel mio caso, ha scritto che le norme dello Statuto che danno la possibilità ai Consiglieri regionali di avere atti, documenti, informazioni, della Regione o delle aziende partecipate, non valgono nulla perché ci dobbiamo rivolgere, noi Consiglieri regionali, alle leggi generali sui diritti di accesso che valgono per tutti.
Qui abbiamo ormai i dipendenti, i funzionari, i dirigenti e i responsabili del procedimento, che alla faccia della Bassanini, prendono gli ordini dalla politica, dal Comitato d'affari sul biogas che qualcuno ha messo in piedi.
Questa è la verità, se la Magistratura ascolta sono disponibile a dare informazioni e ad essere ascoltato.

PRESIDENTE. Mozione 479 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Con questo dichiaro chiusa la seduta, ci vediamo martedì prossimo. (…)
Mi perdonerete, è vero, adesso ho visto. Non ho trattato la mozione n. 480 perché mi hanno detto che il Consigliere Latini non è in Aula, siccome nella Conferenza dei Presidenti di stamattina il Consigliere Camela ha chiesto di abbinare la mozione n. 480 alla mozione n. 452 del Consigliere Latini, io l'ho fatto, ma a questo punto trattiamo solo quella del Consigliere Camela o rinviamo entrambe alla prossima seduta o le trattiamo entrambe, ma non c'è il Consigliere Latini.
Essendo due mozioni sullo stesso argomento o le votiamo distintamente oppure si presenta una risoluzione, ma non essendoci il Consigliere Latini, votiamo solo quella del Consigliere Camela che mi dice che è urgente.
Non mi ero sbagliato, l'avevo saltata perché non c'era il Consigliere Latini, però se vogliamo votare, votiamo solo quella del Consigliere Camela. Essendo due possiamo votarle distintamente e a questo punto non mettiamo in votazione quella del Consigliere Latini che non c'è, oppure bisognerebbe fare una risoluzione però non essendoci il Consigliere Latini credo che non si possa fare.
Se siete d'accordo trattiamo la mozione presentata dal Consigliere Camela e rinviamo quella del Consigliere Latini alla prossima seduta.

Mozione n. 480
del Consigliere Camela
“Decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 “Detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie. Proroga termini”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 480 del Consigliere Camela, ha la parola per illustrarla.

Valeriano CAMELA. Ringrazio l'Assemblea per aver concesso l'anticipazione a questa mia mozione che riveste un po' i caratteri d'urgenza alla luce di una richiesta di proroga del termine della scadenza prevista al 30 giugno dal decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie.
Premesso che con il decreto legge sopra citato, tra le misure per favorire la crescita, lo sviluppo e la competitività, nel settore dell’edilizia è stata prevista l’aliquota del 50% di detrazione IRPEF per interventi di ristrutturazione e del 55% per interventi di efficientamento energetico, in riferimento a spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013.
Considerato che la nostra Regione risente più di ogni altra della crisi del settore dell’edilizia: diverse centinaia di imprese sono infatti cessate, con conseguente perdita di oltre 5.000 posti di lavoro; che l’edilizia rappresenta circa il 15% del Pil regionale e attiva un ampio indotto di attività tra gli operatori del settore quali tecnici, rivenditori, artigiani, mediatori, eccetera; che i vantaggi fiscali previsti dalla vigente normativa hanno contribuito sensibilmente a mantenere in vita micro, piccole e medie imprese, anche del settore impiantistico, stimolando investimenti ed occupazione, con emersione di attività economiche e incremento di gettito fiscale; che la possibilità di detrarre fiscalmente quota parte delle spese per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici concorre significativamente al raggiungimento degli obiettivi che il nostro Paese ha recepito in coerenza con le politiche europee in tema di sostenibilità energetica.
Visto che
- il 30 giugno prossimo scadrà il termine fissato per detrarre fiscalmente il 50% delle spese di ristrutturazione su un importo massimo di 96 mila euro per unità immobiliare, nonché il 55% delle spese per riqualificazione energetica degli edifici;
- che la suddetta scadenza mi sembra alquanto anomala, perché interrompe bruscamente l’esecuzione dei lavori nel settore dell’edilizia, notoriamente concentrati durante la stagione estiva per le condizioni climatiche più stabili e favorevoli che offre;
- la crisi del settore delle costruzioni, particolarmente pesante nella nostra Regione, necessita di un rinvio del termine per consentire ai cittadini di usufruire dei vantaggi fiscali anche dopo il termine del 30 giugno 2013.
Impegna la Giunta regionale ad intraprendere tutte le più opportune azioni di sensibilizzazione nei confronti del Governo affinché venga prorogata al 31 dicembre 2013 la scadenza per la fruizione delle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 480. La pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 481
del Consigliere D'Anna
“Difesa della Sezione Archivio di Stato di Fano”
(Votazione)

PRESIDENTE. L'Ordine del giorno reca la mozione n. 481 del Consigliere D'Anna, vi posso leggere la parte dispositiva: “Tutto quanto sopra premesso, impegna la Giunta regionale delle Marche ad attivarsi presso le autorità competenti per evitare che vengano attuate decisioni che pongano fine all'esistenza dello storico archivio di Stato di Fano”. Questa è la parte dispositiva.
Mozione n. 481. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Con questo si chiude la seduta, ci vediamo martedì prossimo.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,15.