Resoconto della seduta n.130 del 24/09/2013
SEDUTA N. 130 DEL 24 SETTEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 130 del 24 settembre 2013. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 128 del 10 settembre e n. 129 del 17 settembre 2013, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 363 in data 19 settembre, ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro e Romagnoli, concernente: “Modifica della legge regionale n. 8/2001: Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom)', così come modificata dall'articolo 33 della legge regionale 37/2012: Assestamento del bilancio 2012” assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente;
n. 364 in data 13 settembre, ad iniziativa della Consigliera Ciriaci, concernente: “Sostegno alla restituzione, al recupero e alla donazione ai fini del riutilizzo di medicinali in corso di validità”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di deliberazione:
n. 27 in data 19 settembre, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Proroga della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche” istituita con deliberazione assembleare n. 70 del 23 aprile 2013” (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna);
n. 28 in data 23 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14/09/2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 07/09/2012”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 549 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Silvetti, Acquaroli “Incompatibilità incarico Direttore Generale ASUR”;
n. 550 del Consigliere Cardogna “Allevamenti pellicce”;
n. 551 del Consigliere Marangoni “Quattro casi di neuroblastoma su bambini molto piccoli nel raggio di 15 km2. Aumento di bambini malati di leucemia in un'area circoscritta nel maceratese. Indagini epidemiologiche in ritardo e a carico del solo Comune di Appignano. Silenzio assordante della Regione Marche”;
n. 552 dei Consiglieri Marinelli, Bucciarelli, Camela, Cardogna, D'Anna, Eusebi, Latini, Massi, Natali, Pieroni, Ricci, Zaffini “Iniziative volte a regolamentare i rave party”;
n. 553 del Consigliere Bucciarelli “Situazione e prospettive della Indesit Company”;
n. 554 del Consigliere Cardogna “Elettrificazione delle banchine portuali e Piano Energetico Ambientale Portuale per lo sviluppo eco-sostenibile del porto di Ancona”;
n. 555 del Consigliere Sciapichetti “Istituzione Osservatorio epidemiologico regionale costituzione del registro tumori. Attuazione della l.r. 6/2012”;
n. 556 del Consigliere Marangoni “Improvvisa soppressione degli uffici territoriali dell'Agenzia delle Entrate di Recanati, Camerino e Fabriano”.
Comunico, inoltre, che il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 28 in data 16 settembre 2013, “Riordino dell'Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM). Modifiche alla legge regionale 14 gennaio 1997, n. 9”;
n. 29 in data 16 settembre 2013, “Riconoscimento della particolare specificità dell'attività multidisciplinare svolta dalla Lega del filo d'Oro”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato il seguente regolamento regionale:
n. 5 in data 16 settembre 2013, “Modifiche al regolamento regionale 19 ottobre 2009, n. 6 “Gestione e tutela dei molluschi bivalvi in attuazione dell'articolo 13, comma 2, della legge regionale 13 maggio 2004, n. 11”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Latini, Zinni e Marconi.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Chiedo di mettere all'ordine del giorno la mozione n. 555 che riguarda "Istituzione dell'Osservatorio epidemiologico regionale e costituzione del registro tumori. Attuazione della legge regionale n. 6/2012". Magari al termine dei lavori.

PRESIDENTE. Ho capito, il tema è questo, se no rischiamo di perdere solo tempo, noi facciamo ogni volta, prima del Consiglio, la riunione dei Capigruppo, voi dovete dare al vostro Capogruppo queste richieste, perché noi abbiamo già costruito un quadro per oggi. Per la prossima volta al primo posto c'è già una mozione, mettiamo questa subito dopo, al secondo posto.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Volevo ribadire la richiesta fatta in sede di Conferenza dei Capigruppo ed approfittare della presenza dell'Assessore per chiedere se, la prossima volta, può rispondere all'interrogazione che chiede l'interessamento della Giunta sulla crisi del CRN, Cantiere Navale di yacht, c'è una trattativa in corso tra l'azienda ed i sindacati con la richiesta di cassa integrazione per settanta dei duecentocinquanta dipendenti. Il problema era ...

PRESIDENTE. Sollecitiamo l'Assessore, c'è la disponibilità? (...) Va bene, considerata la disponibilità la mettiamo in cima alla lista delle interrogazioni, come richiesto alla Conferenza.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Come già detto alla Conferenza dei Capigruppo, Presidente, chiedo all'inizio dei lavori non di parlare della mozione, ma di leggere l'impegno della Giunta regionale su questo atto firmato da tutti i Capigruppo, tenendo conto che è una sollecitazione dei parenti del ragazzo morto i primi di settembre, quindi, incominciare i lavori con questa mozione …

PRESIDENTE. E' la numero?

Erminio MARINELLI. Il numero non ce l'ho, l'abbiamo iscritta ...

PRESIDENTE. Ce l'ho segnato, perfetto, d'accordo, va bene.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente mi affido al suo buon cuore, come sempre all'inizio delle sedute non vedo quasi mai il Presidente, il Governatore, lo vedo arrivare in corso d'opera, in un momento in cui è difficile poterci interloquire se non personalmente, ma non mi sembra il caso.
Sono tre Consigli regionali in cui chiedo che il Presidente ci riferisca sull'Indesit e su Banca Marche. Sull'Asur non ci deve riferire niente perché poi, nel prossimo Consiglio regionale, voteremo la mozione sull'incompatibilità del Direttore generale.
Se lei potesse interporre i suoi buoni uffici, non solo come Presidente, ma anche come facente parte dello stesso gruppo, affinchè il Governatore ritenga per lo meno opportuno, se non doveroso, riferire a tutti su questi fatti.
Capisco che ormai non è più un discorso soltanto di Fratelli d'Italia Centro Destra Marche, ci sentivamo quasi in difficoltà, ma abbiamo capito che anche con il più grande partito che lo sostiene non c'è questo tipo di colloquio, forse sarebbe il caso, appena arriva, che lei gli faccia capire che è il caso che ci illustri su queste situazioni.

PRESIDENTE. La comunicazione non ce l'ho, però credo che il Presidente Spacca oggi non ci sia per altri impegni. Credo che sia fuori. (...) Leggendo le richieste di congedo ho visto che il suo nome che non c'è, può darsi che mi sbagli. Per quello che so era impegnato fuori, però adesso lo riscontriamo.
Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Noi abbiamo una mozione che riguarda la diffida a rinvio del procedimento di autorizzazione alla centrale a biomasse di Campiglione di Fermo, la mozione è già datata.
Una mozione l'ho firmata io e la Consigliera Romagnoli, un'altra il Consigliere Binci, un'altra ancora le Consigliere Ortenzi e Bellabarba.
C'è stato un ricorso ed anche la sentenza del Tar, chiedo che la mozione venga discussa il prima possibile per evitare che si avviino i lavori.
Tra l'altro adesso ho predisposto insieme alla Consigliera Bellabarba un'ulteriore sollecitazione, perché non si riusce a capire sul territorio che cosa sta succedendo e se effettivamente verranno iniziati i lavori. E' iscritta al punto 13 dell'ordine del giorno di oggi, se riusciamo ad anticiparla per discuterla il prima possibile, dando una data certa ...

PRESIDENTE. Va bene. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. In riferimento a quanto richiesto dalla Consigliera Ciriaci, tengo a precisare che ci sono mozioni presentate da tempo, da noi, Consiglieri del PD, dalle Consigliere Romagnoli e Ciriaci e dal Consigliere Binci.
Rispetto alla questione dell'impianto a biomasse di Campiglione di Fermo tutti la riconosciamo come un elemento di discussione che, sicuramente, farebbe bene a questo Consiglio perché riguarda impianti che preoccupano e potrebbero preoccupare la comunità marchigiana.
Ci sono stati degli sviluppi, in quanto le mozioni iniziali erano, come dire, quasi in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che c'è stata, ora il tutto è rimandato al Tar, credo che la risoluzione, che opportunamente la Consigliera Bellabarba ed il Consigliere Binci hanno presentato insieme agli altri Consiglieri che hanno richiesto di discuterla, se non oggi, a breve dovrebbe essere trattata da questo Consiglio, perché ritengo che sia importante, che sia un valore aggiunto anche per l'Assemblea, trattare quello che riguarda gli impianti a biomasse nel nostro territorio marchigiano.

PRESIDENTE. Sono abbinate?

Rosalba ORTENZI. Sono abbinate, c'è una risoluzione collettiva.

PRESIDENTE. C'è una risoluzione. La cosa che possiamo fare, anche perché stiamo quasi esaurendo tutto il tempo della seduta per costruire l'ordine del giorno, è mettere - dopo il punto 8 c'è il punto 8 bis, così come concordato in sede di Conferenza dei Presidenti - al punto 8 ter il punto 13. Poi è evidente che se non riusciamo a discuterla oggi salirà ai primi posti la prossima volta.
Con questo penso che abbiamo chiuso. Adesso una richiesta d'iscrizione d'urgenza la faccio io, riguarda la proposta di deliberazione n. 28 relativa al “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14/09/2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 07/09/2012”. L'atto è stato deliberato dalla competente Commissione nella seduta del 23 settembre, se si è tutti d'accordo facciamo come con le altre questioni e lo iscriviamo al primo punto dell'ordine del giorno, prima delle interrogazioni ed interpellanze, se però, come sto registrando, non tutti siete d'accordo, sono costretto a metterla ai voti, peraltro per poterla iscrivere con la procedura d'urgenza c'è bisogno dei due terzi dei votanti.
Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. In mancanza di qualcuno della maggioranza che ne chieda l'iscrizione - visto che ieri la I Commissione ha ottemperato, data l'urgenza dell'atto, a quanto dovuto e l'atto è pervenuto in Aula, credevo che il Presidente Perazzoli o qualcun altro della maggioranza chiedesse l'iscrizione - la chiedo io perché ritengo ...

PRESIDENTE. L'ho già chiesta. Ho chiesto l'iscrizione, non avendo provveduto nessuno a fare questa richiesta l'ho richiesto all'Aula io …

Franca ROMAGNOLI. Allora il mio è un intervento favorevole all'iscrizione, visto che probabilmente questa iniziativa è tardiva, perché sappiamo tutti che i tribunali minori sono stati già smantellati, difficilmente si riuscirà, quando si svolgerà il referendum, a ripristinare lo status quo ed ad avere ancora i servizi giudiziari capillari e sul territorio, così come è avvenuto finora.
Ritengo sia un'occasione da non perdere quella che anche altre Regioni hanno voluto cogliere, cioè promuovere il referendum per far si che la legge venga abrogata. Credo che la cosa sia molto significativa per il Consiglio regionale e per le Marche visto che le motivazioni addotte dal Presidente Spacca nella deliberazione di Giunta sono speculari con quelle che, spero, adotterà per chiedere il referendum abrogativo della Balduzzi o della riforma sanitaria visto che lì si parla di territorialità e capillarità dei servizi.

PRESIDENTE. Va bene, però non possiamo aprire il dibattito, dico solo che ho presentato la richiesta di iscrizione non entrando nel merito del parere favorevole. E' un atto che ha l'urgenza in quanto o lo approviamo oggi oppure non abbiamo i tempi, peraltro è stato approvato dalla Commissione, nessuno ha fatto richiesta, l'ho fatta io, poi, naturalmente è l'Aula che decide.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Signor Presidente, nessuno della Commissione ha fatto richiesta perché noi ieri abbiamo dato un parere esclusivamente tecnico, non volevamo e non potevamo assumerci la responsabilità di non dare l'opportunità al Consiglio di esprimersi su un atto così urgente, però ci sono non cento ma mille dubbi.
Considerato che per molti Consiglieri questa materia è completamente oscura, sconosciuta, con implicazioni anche su altre questioni, propongo di non metterlo al primo punto, ma in coda alla seduta per dare la possibilità ai gruppi di riunirsi ed assumere un orientamento.

PRESIDENTE. Non lo so, considerata l'urgenza, faccio la proposta di metterla al primo punto, perché se la mettiamo all'ultimo probabilmente non si fa.
E' una scadenza bruciante, dopo di che, ripeto, è l'Aula che decide, peraltro visto che non tutti siamo d'accordo ci sono due voti da esprimere, uno è l'iscrizione e l'altro la posizione dell'iscrizione stessa.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. A questo punto cambia poco la sostanza, nel senso che se l'iscrizione è al primo punto, chiedo di sospendere il Consiglio dieci minuti per valutare la posizione della maggioranza.

PRESIDENTE. La sospensione è richiesta. La richiesta di sospensione è prima del voto sull'iscrizione o prima votiamo l'iscrizione poi sospendiamo, Consigliere Ricci? (...) votiamo l'iscrizione e poi sospendiamo per decidere il punto? (...) Va bene.
Dichiaro aperta la votazione per l'iscrizione d'urgenza della proposta di deliberazione n. 28, non sul punto in cui viene iscritta.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti)

PRESIDENTE. E' iscritta, Consigliere Ricci chiede la sospensione adesso, prima di votare o dopo? Perché il secondo voto lo devo fare su dove iscriverla in base alle proposte. Chiede la pausa prima di questo o dopo? (...) Pausa accordata, dieci minuti di sospensione.

La seduta è sospesa alle ore 10,35.

La seduta riprende alle ore 11,05.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di rientrare in Aula, riprendiamo la seduta.
Pongo in votazione la richiesta di trattare la proposta di deliberazione n. 28 prima di tutti gli altri punti, prima addirittura delle interrogazioni, come primo punto, la proposta che ho fatto prima della sospensione.
Su questa votazione non è necessario il voto favorevole dei due terzi, ma basta la maggioranza dei presenti.
Pongo in votazione la proposta di inserire al primo punto dell’ordine del giorno la proposta di deliberazione n. 28. Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 28
ad iniziativa della Giunta regionale
“Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5 e 5 bis della legge 14 settembre 2011, n. 148 e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 28 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Come ha già anticipato il Presidente, sappiamo che l'argomento dell'atto è in relazione alla riorganizzazione delle sedi giudiziarie approvata con i decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7 settembre dello scorso anno che prevedono la soppressione nelle Marche del Tribunale di Camerino e di numerose altre sedi distaccate.
Per effetto di questi tagli una grande parte del territorio interno della nostra regione, costituito per lo più da aree montane, prive anche di facili vie di comunicazione, rimarrebbe sprovvista di presidi di giustizia.
La riorganizzazione degli uffici giudiziari effettuata dal Governo è risultata penalizzante, non solo per la nostra regione, ma anche per altre, tant'è che, in particolare, il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha approvato una richiesta di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5 e 5 bis della legge n. 148 del 2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012, che ho menzionato prima.
Il Consiglio regionale dell'Abruzzo si è reso promotore di un referendum abrogativo. Per poter procedere alla successiva fase di deposito in Cassazione è necessario che almeno cinque Consigli regionali abbiano deliberato la richiesta del referendum abrogativo con l'identico quesito referendario. Il deposito in Cassazione di queste deliberazioni deve essere effettuato dai delegati dei rispettivi Consigli regionali.
Vogliamo sottoporre stamattina all'approvazione dell'Assemblea legislativa delle Marche la proposta di deliberazione relativa al referendum abrogativo, di cui ho detto sopra, con la stessa modulazione effettuata dalla Regione Abruzzo alla quale verrà successivamente inviata.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Preannuncio già da ora il voto favorevole del nostro gruppo, però accompagno questa anticipazione con una riflessione.
La riflessione è questa: siamo di fronte a quei provvedimenti legislativi dello Stato proposti dal Governo, in questo caso dal Governo Monti, che procedono a tagli non tanto lineari, a tagli in regime di cecità totale, perché non si capisce l'ottusità nel rifiutare continuamente la possibilità di rivedere le circoscrizioni di competenza dei Tribunali.
Faccio un esempio, i casi eclatanti nelle Marche erano Urbino e Camerino, erano i Tribunali dell'entroterra, poi ci sono le sezioni staccate. Urbino, e buon per Urbino non ho nessuna gelosia o invidia, ci mancherebbe, ha risolto il problema perché Urbino è nella denominazione congiunta, tramite trattino, a Pesaro, Pesaro-Urbino, è capoluogo di Provincia e, quindi, il Tribunale viene salvato. Sono contentissimo per la comunità dell'entroterra pesarese e urbinate.
Non si capisce come a parità di condizioni, di pratiche, come si dice, di movimento di utenza, ci sia la ceca soppressione di un Tribunale, per esempio Camerino, che ha utenza pari o superiore ad altri, per esempio Isernia, Verbania, dove si sono seguiti altri criteri, uno facendolo passare per capoluogo di Regione, anche se ha un movimento che è la metà di quello di Camerino.
Non si capisce se il Ministero che ha proposto questo provvedimento lo abbia fatto per il risparmio, per l'efficienza, oppure per altri motivi, quindi, la contestazione che abbiamo fatto, anche più volte, su mozioni qui votate all'unanimità, aveva sicuramente un fondamento, per cui la conseguenza logica è che votiamo questo atto.
Dico alla Giunta che accettiamo questa procedura, ma adesso aggiungo un'altra cosa, perché vorrei proporre, su questo solco che viene tracciato questa mattina, anche il referendum per abrogare le norme Balduzzi, visto quello che sta succedendo, Assessore Mezzolani sulle quote, sugli standard che Balduzzi ci ha imposto, parlo per esempio dei punti nascita o dei punti di primo intervento. Potremmo proporre un referendum anche per abrogare quella normativa in materia di sanità.
Non è una provocazione, non sfuggiamo, ne possiamo parlare tranquillamente, ripeto, mi va benissimo questo attacco che facciamo ad una normativa nazionale e sono convinto che, secondo me, c'è un'ingiustizia nel provvedimento sulla giustizia, anche perché non hanno mai voluto ascoltare le ragioni sulla ridefinizione delle giurisdizioni, in base alle quali, se ci fosse stata, ci sarebbe stata una ridistribuzione anche dei carichi e quella che è la lungaggine della giustizia poteva essere rimediata.
Lo facciamo per la giustizia, noi siamo convinti, andiamo avanti con il referendum - mi risulta che in Umbria, il Consiglio regionale sia andato contro la Giunta, però questa è un’informazione che chiedo al PD che in Umbria conta qualcosa - noi votiamo a favore, ma dico al Governatore Spacca ed alla Giunta, pensiamo di fare anche su altre norme un referendum, sulla normativa Balduzzi non mi dispiacerebbe, visto quello che dobbiamo affrontare in questi giorni sui nostri territori in materia di ospedali.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Intervengo in maniera estremamente rapida, non per contraddire la linea politica del mio capogruppo, ma per una sottolineatura che mi porterà a differenziarmi, e penso che non se ne abbia a male, con il voto di astensione.
Ritengo che la materia sia assai complessa, è anche vero, qui potremo aprire una lunga discussione, il fatto che in Italia nulla è riformabile, perché ogni qual volta si mettono le mani su una riforma nasce sempre una resistenza eccessiva che non ci consente di portarla poi a buon fine. Questo è uno dei grandi mali del nostro Paese che lo relega ai livelli che tutti quanti stiamo vivendo, imputando poi alla politica l'incapacità di poter essere riformatrice.
Questa proposta di deliberazione, secondo me, e qui il mio voto di astensione, è tardiva, perché che ci fosse la chiusura dei Tribunali è fatto noto ormai, penso, quasi da un anno e il deliberare oggi la richiesta di un referendum a un anno di distanza, quando già la riforma è entrata a regime, con la riapertura dell'anno giudiziario appena celebrata, mi sembra di aggiungere al danno anche la beffa, quindi, non mi sento di dare un pieno appoggio a questa decisione per i motivi che ho evidenziato e per non discostarmi troppo dal mio gruppo, a titolo personale, mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che questa proposta di deliberazione sia quanto meno bizzarra per alcuni motivi. Il primo è perché ci viene proposta da una Giunta che chiude gli ospedali e ci chiede di tenere aperti i Tribunali, veramente questa è una Giunta che non si capisce come opera, con quale ratio, qual è l'obiettivo che si prefigge per la nostra regione.
Ripeto, chiude gli ospedali e pretende che il Consiglio approvi una delibera che tiene aperti i Tribunali, secondo la stessa maggioranza che a Roma vota questo provvedimento, propone in Consiglio regionale di votare contro. A Roma diciamo una cosa, in Ancona diciamo l'esatto contrario. Viva la coerenza politica. Questa è non politica e noi Comunisti non ci stiamo, non possiamo mischiarci con chi crea confusione e con chi fa, anziché politica, opera di accattonaggio di voti, che è altra cosa.
Nel merito, noi parliamo di Tribunali che sono stati chiusi, di personale che è stato trasferito, rispettiamo quanto meno le persone che hanno subìto una violenza, almeno rispettiamole, sapendo, e io mi auguro che ciò avvenga, che il Consiglio regionale delle Marche emuli quello dell'Umbria che ha bocciato, con un sonoro no, una proposta demagogica, populista, contraddittoria che fa della non politica il suo vessillo, il suo emblema, noi comunisti ovviamente voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Concordo con chi mi ha preceduto ed ha sottolineato come questo atto sia quanto meno tardivo, indubbiamente rientra nei termini previsti dalla norma, però è un po' tardivo agire a seguito della chiusura già effettuata delle sedi distaccate e del trasferimento del personale già operato.
Penso che questa maggioranza avrebbe fatto cosa molto più opportuna dando seguito agli ordini del giorno votati da questo Consiglio. Penso che questa maggioranza avrebbe fatto meglio a dare seguito agli ordini del giorno votati da quest'Aula, ordini del giorno che chiedevano di intervenire affinché il Parlamento sospendesse il provvedimento, c'era la possibilità di farlo, ricordo anche che una delle due Camere, delle due Commissioni, quella del Senato, era propensa a sospendere il provvedimento, ma ahimè la Camera no.
Non nascondiamoci dietro un dito, mi sembra schizofrenica la decisione della maggioranza non solo perché è in contraddizione con quello che sta facendo sulla riorganizzazione degli ospedali, ma anche perché è abbastanza noto che magistratura democratica sia a favore dell'accorpamento delle sedi e che questo sia anche il motivo per cui la maggioranza, nella fattispecie PD, dentro la maggioranza governativa, ha spinto per la realizzazione e l'attuazione del provvedimento.
Questa è la verità, c'era la possibilità di sospendere gli effetti del decreto almeno per due anni, non si è voluto fare, ci sono delle responsabilità precise che, secondo me, vanno indicate. Non penso di svelare nulla di nuovo, ma credo che sia opportuno sottolinearlo, in Commissione Giustizia alla Camera era prevalente l'intenzione del PD di non sospendere, di non rivedere alcun criterio, di non ragionare, di non approfondire gli effetti che questo decreto avrebbe avuto sui territori, penso che questo fosse ben noto anche al Presidente Spacca.
Può avere una qualche utilità? Io non mi sento di non sostenere questo provvedimento, lo voto, ma mi sembra davvero la foglia di fico classica che non tanto questa maggioranza, ma il PD, che è maggioranza anche al Governo, cerca di fare il partito di lotta di opposizione e di Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. I dubbi e le perplessità che ho sono stati espressi da chi mi ha preceduto, in specie dal Consigliere Bucciarelli che ha detto in modo molto chiaro che quando si tratta di chiudere gli ospedali la cosa viene imposta, facendo delle sceneggiate di audizioni farsa, nelle quali si fa sfogare chi viene invitato, chi chiede di essere audito, ma poi i provvedimenti vanno avanti senza tenere conto di quelle che sono le esigenze del territorio e, soprattutto, di quelle che sono le possibili alternative.
Per quanto riguarda la Balduzzi, vorrei ricordare al Consigliere Massi, che la questione dei punti nascita è stata accettata dalla Regione Marche, condivisa dalla Regione Marche, nel momento in cui c'è stato l'accordo di programma Stato Regioni, quindi, con la Balduzzi non ha niente a che vedere, la Regione Marche ha scelto insieme ad altre Regioni quello (...) però non c'entra perché l'aveva già accettato, quindi, adesso fare la sceneggiata, come alcuni stanno facendo, dicendo che è un qualcosa che ci viene imposto, è una cosa assolutamente non vera, è qualcosa che è stato condiviso negli anni scorsi e che oggi trova applicazione nel momento in cui, quanto condiviso anche dalla Regione Marche, viene attuato. E' molto semplice.
Stessa sceneggiata, se mi consentite, gli ultimi due Governi che ci sono stati hanno visto la presenza sia del Partito Democratico che del PDL, credo, quindi, che queste scelte alla fine siano state condivise, accettate e fatte a livello romano. Per cui mi sembra francamente una cosa molto ridicola se si accettano o non si fanno dei percorsi che portano anche i rappresentanti di questo territorio a fare delle scelte completamente diverse o battaglie per delle scelte diverse. Qui facciamo il gioco delle tre carte, e nel gioco delle tre carte vince sempre chi ha il mazzo in mano e, in questo caso, non sono sicuramente i cittadini.
Si può anche votare, però francamente, a parte la tempistica, credo che sia il solito contentino per far vedere che ci si è occupati di un tema per il quale nelle segrete stanze c'è un avvallo, una condivisione, poi, quando si tratta di recepire quello che è il malcontento che viene dai territori si fa la sceneggiata.
Un'altra puntualizzazione, visto e considerato che siamo in un momento in cui si stanno rimettendo in discussione le Province, io continuo a non capire perché in questo ridimensionamento globale tutti i servizi debbano necessariamente andare a finire nel capoluogo di Provincia, che fra un po' sarà l'ex capoluogo di Provincia. Credo che il territorio abbia lo stesso diritto.
Nel momento in cui si sta discutendo dell'abolizione delle Province qualcuno mi deve far capire perché tutto deve andare a finire nel capoluogo di Provincia, se si chiude un Tribunale vorrà dire che, forse, un altro servizio dovrà rimanere sul territorio, altrimenti facciamo una città unica. So che ci sono estimatori della famosa città metropolitana sia nel centro destra che nel centro sinistra.
Chi come me crede, invece, in un servizio diffuso sul territorio, penso debba battersi su motivazioni come queste perchè, nel momento in cui si mette in discussione il discorso delle province, è assurdo che quanto deve essere razionalizzato, condiviso o meno, vada a finire nel capoluogo di Provincia. Questo è profondamente ingiusto e scorretto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Com'era consuetudine nei grandi partiti popolari, sicuramente nel PCI, il dissenso non era mai contrapposizione. Molti interventi dicevano sono d'accordo con la relazione poi esprimevano esattamente il contrario.
Oggi mi tocca fare un intervento ritornando alla mia memoria.
Questo atto oggi è in Consiglio per la semplice ragione che la I Commissione era convocata per ieri pomeriggio, se fosse stata convocata per ieri mattina, non ci sarebbero stati i tempi per poterlo fare. L'atto ci è arrivato mentre era in corso la Commissione, questo denota la fretta, l'estemporaneità di una decisione che è una decisione significativa, tanto è vero che oggi ne discutiamo con una certa difficoltà.
Questo problema riguarda principalmente la maggioranza che governa questa Regione ed i suoi rapporti, poi dirò qualcosa in proposito, ma riguarda anche le forze politiche che dal 2011 sostengono un Governo, ma sono stati più Governi, che ha portato avanti questa riforma contestata, ma da più parti apprezzata, quindi, è un po' discutibile che forze politiche che a Roma approvano una norma, nei territori poi la contestino.
E' anche discutibile che la Regione Marche, la nostra Giunta, quando si parlava delle Province - io sono d'accodo all'eliminazione delle Province - e c'era la proposta di promuovere un referendum contro la loro eliminazione - era giusto il quesito perché poi la Corte Costituzionale lo ha annullato - non ha voluto fare questa scelta politica, ma oggi la fa sui Tribunali. Sapendo, tra l'altro, che per l'Abruzzo la questione potrebbe avere una sua ricaduta effettiva in quanto nella legge è stabilito che per l'Abruzzo, tenuto conto che c'è stato il terremoto, la chiusura dei Tribunali, non capoluoghi di Provincia, slitta di tre anni, quindi, se ipoteticamente si dovesse fare il referendum l'anno prossimo, fra due anni, sarebbero in tempo per non farli chiudere. Qui da noi, da pochi giorni, quelli che dovevano essere chiusi, sono stati tutti chiusi. Io ho partecipato alle iniziative fatte per difendere il Tribunale di San Benedetto, oggi diventa complicato anche perché ho letto sul giornale che il nostro Sindaco, in quei locali vuoti, ci vorrebbe fare una scuola, se fra due anni lì ci sarà la scuola, si creerà un problemino non da poco, ritornare indietro.
Un problema che si pone, in principal modo, per il PD e per il PDL che hanno sostenuto e sostengono il Governo, sono maggioranza in Parlamento, quindi, scarichiamo solo strumentalmente sulla maggioranza, perché sulla maggioranza basta e avanza quello che è stato scritto nella motivazione della delibera, quando scrive: "la soppressione del Tribunale di Camerino e di numerose sezioni staccate di Tribunali comporta un'inaccettabile concentrazione del 'servizio giustizia' solo presso i Tribunali aventi sede in città capoluogo di Provincia e, al contempo, un'illogica eliminazione dei Tribunali dell'intera zona interna della regione", si può, cambiando qualche termine, ribaltarla, come è stato detto, per quanto riguarda la sanità, ma attenzione noi non abbiamo voluto proporre un referendum su una materia che era di legislazione concorrente, quella delle Province, mentre andiamo a promuovere un referendum che è di competenza tutta statale.
Ci sono una serie di contraddizioni.
Qual è la questione? Oggi, noi ne abbiamo discusso con grande difficoltà, io stesso ero molto perplesso sull'utilità. In Umbria, discutendola per tempo, hanno fatto un ordine del giorno che riproporlo da noi sarebbe una presa in giro perché già i Tribunali sono stati chiusi, in Umbria hanno chiesto di modulare, di vedere, di prendere più tempo. Tra l'altro, probabilmente, non si raggiungeranno le cinque Regioni.
Noi dobbiamo con grande sofferenza, per non acuire ulteriormente problemi anche di rapporto tra questo Consiglio, la Giunta ed il suo vertice, per esempio, discutere, da qui a poche settimane, la questione relativa all'ulteriore referendum per fondere tre Comuni in cui c'è una contrapposizione tra Consiglio e Giunta, quindi, per non esasperare questo clima, sapendo che andiamo a votare un atto dubbio che, però, esprime la volontà della Giunta, alla fine ci rimettiamo, come si dice, ci turiamo il naso e lo votiamo come disse Montanelli.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Per completare quanto già ho anticipato dichiarandomi a favore dell'iscrizione dell'atto.
Noi ci occupammo, come gruppo, di questa cosa già otto giorni fa, quando il Presidente Spacca fece un'Ansa annunciando l'invio dell'atto in Consiglio, occorre leggerla per trarne delle conseguenze, sia sul piano della sanità, che su tutte le riforme che portano, come sempre, questa Giunta ad accentrare in capo alla Giunta, in capo ad Ancona, o in capo a qualche città, in danno dei territori.
Davvero vale la pena di leggere l'Ansa originaria di lunedì scorso, lì il Presidente, oltreché nell'atto che oggi ci occupa, ma qui la cosa è stata un po', come dire, mitigata, dice che tali soppressioni si pongono in contrasto con i principi per cui l'amministrazione, anche della giustizia, deve essere esercitata vicino ai cittadini, specie nelle zone di montagna che presentano maggiori disagi, eccetera.
La Regione ha sempre rifiutato qualsiasi tentazione di modello metropolitano - non ci risulta con l'Asur in particolare - che puntasse alla concentrazione dei servizi in pochi centri, e si è impegnata per un policentrismo intelligente - non vediamo policentrismo nella sanità e, soprattutto, non diciamo che sia soltanto colpa di Balduzzi perché la riforma è in corso. I criteri la V Commissione, più o meno condizionati, ha provato anche a darli, la Giunta ha modo ora, sui punti nascita, di realizzare questo policentrismo perché sappiamo che Balduzzi va interpretato e può essere coniugato con i criteri, quindi, non chiediamo solo il referendum contro il decreto Balduzzi, lo chiederemo, magari dopo, contro la riforma sanitaria, se questa è la linea apertissima e policentrica del Presidente Spacca che, ripeto, dice è impegnata ad un policentrismo intelligente affinché al contrario le infrastrutture di servizio, eccetera, siano distribuite in tutto il territorio. Il provvedimento dei Tribunali va in questa direzione.
Da quanto vedo, i problemi sono vari, nonostante qualcuno si turi il naso.
Sono contenta e anche noi voteremo questo atto, perché abbiamo fatto un ordine del giorno ai tempi e perché è un anno e mezzo che lo diciamo, il PD non si può tirare indietro, ma neanche PdL, perché i due atti portano due date, il referendum che andremo a fare è contro un atto del 2011 ed uno del 2012, settembre, quando mi pare che ancora il PdL fosse al Governo con Monti, tutti hanno accettato, ora al di là che ci siano fazioni di magistratura o meno, politicamente questa cosa è stata varata da Monti e varata dal PD e dal PdL.
Tardivo l’intervento della Giunta, questo è lapalissiano, perché, ripeto, è un anno che facciamo ordini del giorno, le sedi giudiziarie minori sono state trasferite, chi fa l'Avvocato lo sa, non va più a San Benedetto, a Camerino, o nella mia città, Sant'Elpidio a Mare, Pretura storica da cent'anni, ricordo i miei predecessori anche familiari che stavano più li che Fermo, è chiusa.
E' anche vero, come diceva il Consigliere Perazzoli, che gli immobili fanno gola e i Sindaci li stanno già occupando con altre strutture, con scuole. Anche a Sant'Elpidio sono state già visionate per farci la scuola, cioè è demagogia pura, come purtroppo questa Giunta e il Presidente in primis, che non abbiamo mai l'onore di avere, stanno facendo da tempo. E' propaganda.
Io voto a favore perché l'ho già detto da un anno e mezzo, Consigliere Bucciarelli, quindi, questo atto lo voto, atto che ci porterà ad andare a sbattere, ma alla fine a sbattere ci andrete tutti perché se fra un anno e mezzo, due anni, si farà il referendum, non sapremo più dove mettere i Tribunali minori, perché non ci saranno più neanche le sedi originarie.
Noi facciamo politica, è chiaro che questo atto lo votiamo, lo votiamo tardivamente, lo votiamo come peraltro, mi pare, lo voti anche il partito del Presidente Spacca. La rottura, la distanza, tra il partito e la Giunta è evidente. Dovremmo indicare anche dei designati per fare le operazioni di questo referendum, l'Umbria lo ha bocciato, quindi non so quali quattro Regioni troveremo al nostro fianco, potrebbe anche essere questo.
E’ un atto che dimostra ancora una volta lo stato confusionale di questa maggioranza, di questa Giunta, la tardività nel metodo e anche nel merito perché, ha ragione il Consigliere Perazzoli, colpevole politicamente non è soltanto questa maggioranza che si è mossa ora, ma lo sono i due partiti principali che in merito a questa revisione, come avvenne per le Province, anche lì PD e PdL, fecero quella scellerata proposta delle circoscrizioni riunite, in base a cosa, come pure non si è ancora provveduto a rifare le circoscrizioni giudiziarie.
Dicevamo ieri in Commissione che Grottammare deve venire a Fermo a fare le cause, ovviamente prima andava a San Benedetto e non in Ascoli, perché la circoscrizione è ancora legata a Fermo e, quindi, non si sono ridisegnate le circoscrizioni che, almeno, in questa occasione potevano essere fatte.
Non si è ridisegnato e nello stesso tempo si è concentrato nei capoluoghi di Provincia, chiudendo. Nessuno, però, ha detto niente, dai partiti maggiori che sostenevano la maggioranza Monti e che hanno avallato questo.
Noi lo voteremo non turandoci il naso, lo voteremo perché è consequenziale a quello che diciamo da un paio d'anni, però, riteniamo che non vi porterà lontano questa ondivaga linea che state tenendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono in difficoltà ad intervenire in questa discussione, riguardo a questa proposta di deliberazione del referendum abrogativo. Sono in difficoltà perché qui sento tutti gli intervenuti, che dovrebbero essere a favore e che voteranno questo atto, essere, di fatto, nella sostanza, contrari.
Mi dispiace una cosa, mi dispiace che qui ci sia, in qualche modo, la dimostrazione di come la politica lavori al contrario, con argomentazioni che sostengono che l'accorpamento dei Tribunali va nella direzione di un'ottica di razionalizzazione, oltretutto già realizzata - perché già c'è stato questo accorpamento ed è stato presentato dal Ministro competente come un'azione necessaria in questa situazione di difficoltà economica per accorpare le risorse volte ad aumentare l'efficienza della giustizia, ad accorpare il personale, a far si che aumenti la produzione di processi – noi andiamo a fare una battaglia affinché rimangano i Tribunali vicino ai cittadini, ma i cittadini nei Tribunali cercano di andarci il meno possibile, non è che sia un centro d'aggregazione, non è che sia una situazione di necessità, al limite avranno bisogno della polizia municipale, avranno bisogno dei carabinieri, ma l'Avvocato costa molto per i cittadini, molti non se lo possono neanche permettere, soprattutto, non si possono permettere i vari gradi di giudizio che questa giustizia prevede. Se facessimo uno studio su chi ricorre in appello, certamente vedremo che non ricorre la gente del ceto popolare o medio perché bisogna prendere un mutuo per arrivare all'ultimo grado di giudizio.
Credo che se ai cittadini venga detto che c'è un accorpamento che va nella direzione dell'aumento dell'efficienza dei tribunali, che permette un'accelerazione della giustizia, che fa sì che ci sia una maggiore efficienza, magari con un allungamento dei tempi, perché a quello che mi risulta nei Tribunali ci sono udienze che durano dieci secondi e vengono rimandate poi di sei mesi …, penso che ci possano essere ancora margini per migliorare l'efficienza ed anche la burocrazia dentro i Tribunali.
Qui è possibile fare audizioni in cui ai cittadini che chiedono sanità vicino casa si dice, con sedute psicoterapeutiche tipiche dell'anonima alcolisti, “ma no, state sbagliando cercate di smettere” e, poi, per gli avvocati si portano mozioni per un referendum abrogativo di una legge che è già stata attuata, siamo veramente fuori dal mondo, e quello che mi preoccupa è che noi approveremo, come Assemblea regionale, questo atto dicendo "si vogliamo abrogare questa legge", con motivazioni tutte contrarie, è uno specchio e daremo l'esempio più lapalissiano dell'inutilità e del controsenso di come, oggi, si muove la politica.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Considerazioni brevissime.
Questa discussione mi fa venire in mente che non se ne fa una giusta, nel senso, voglio dire, che viviamo oramai da anni con Governi che non riescono a presentare al Paese, quindi anche ad istituzioni come le nostre, un disegno complessivo dell'architettura istituzionale.
Assemblee come queste vengono di volta in volta tirate per la giacca a pronunciarsi sulla questione delle Province, sulla questione dei Tribunali. Ci sono Governi, oramai da molto tempo, alla ricerca spasmodica, giustamente, di risorse, perché tutte queste misure sono dettate dalla necessità del risparmio, ma se dietro a queste cosa non c'è un disegno politico, non c'è una visione dei cittadini come utenti e portatori di diritti, noi correremo sempre dietro a singoli pezzi di soluzioni che mai soluzioni saranno.
Ora, voglio dire, o facciamo una riflessione di questo tipo, dentro ognuno di noi anche quando ci troviamo ad affrontare questi problemi, o troviamo il sistema affinché queste nostre assemblee abbiano un percorso, purtroppo oggi circoscritto solo alla Conferenza Stato Regioni, in quella Camera del Senato che dovrebbe essere la Camera delle Regioni, per cui si può mettere veramente dito e bocca su questioni che poi ci ricadono addosso, avvilendoci in discussioni che non ci fanno mai affrontare i problemi reali di questo nostro Paese.
Non si discute, voglio dire, di una politica industriale di questo Paese, di come l'ambiente possa essere un motore di innovazione, di ricerca, di sviluppo, di quelle azioni che dovrebbero far trovare le risorse affinché questo Paese possa riprendere un suo percorso di civiltà e di democrazia, non si parla di questo. Si parla ogni volta di riforme fatte a pezzi e bocconi e quello che mi avvilisce è che noi passiamo delle ore costretti a discutere di questo che, comunque, niente porterà.
Io mi auguro che venga presto una stagione dove si possa parlare del lavoro, dell'ambiente, di politiche industriali, di ciò che costruisce la ricchezza in questo Paese per dare un contributo a noi ed alle generazioni che, spero, saranno più fortunate, quindi, voto contro.

PRESIDENTE. Dovremmo votare un emendamento tecnico a firma del Presidente Solazzi che recita così: “alla lettera b) del dispositivo sostituire le parole ‘di designare i due delegati’ con le parole: ‘di procedere con successivi atti alla designazione dei due delegati’” che vanno indicati successivamente.

Emendamento pdd 28/1 a firma del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Volevo evidenziare, in qualche modo, la pericolosità del Governo delle larghe intese, nel senso che, con il Governo delle larghe intese a livello nazionale si è approvata questa norma che decide questa razionalizzazione, ritengo che, in qualche modo, si evidenzi un Governo di larghe intese anche a basso livello perché di fatto quando ci sono gli interessi di lobby, queste due grandi forze politiche, centro-destra, Popolo delle libertà, ex popolo delle libertà, PD e lo schieramento governativo del centro-sinistra, si compattano, evidentemente non è un'eccezione ma è destinata a diventare una regola.

PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Marangoni, Carloni, la proposta di deliberazione n. 28, emendata.

Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Carloni, Ciriaci, Comi, D'Anna, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Marangoni, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zaffini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Cardogna, Trenta.
Astenuti: Camela.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomina

Elezione del delegato effettivo del Consiglio che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis, della legge n. 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012.
(articolo 29, l. 25 maggio 1970, n. 352) - Voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’elezione del delegato effettivo del Consiglio che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012. Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 30
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 25

Hanno ricevuto voti:
Rosalba Ortenzi n. 13
Francesco Massi n. 8
Sandro Donati n. 2
Roberto Zaffini n. 2

Proclamo eletto delegato effettivo del Consiglio regionale che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge. n. 148 del 14 settembre 2011, e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012 la Consigliera Rosalba Ortenzi.

Nomina

Elezione del delegato supplente del Consiglio che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14 settembre 2011, e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012.
(articolo 29, l. 25 maggio 1970, n. 352) - Voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’elezione del delegato supplente del Consiglio che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012. Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 25
Schede bianche n. 11
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 14

Hanno ricevuto voti:
Francesco Massi n. 8
Roberto Zaffini n. 2
Sandro Donati n. 2
Elisabetta Foschi n. 1
Angelo Sciapichetti n. 1.

Proclamo eletto delegato supplente del Consiglio regionale del Consiglio che provvede agli adempimenti relativi alla presentazione delle richieste di referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14 settembre 2011, e dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012 il Consigliere Francesco Massi.

Mozione n. 552
dei Consiglieri Marinelli, Bucciarelli, Camela, Cardogna, D'Anna, Eusebi, Latini, Massi, Natali, Pieroni, Ricci, Zaffini
"Iniziative volte a regolamentare i rave party"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 552 dei Consiglieri Marinelli, Bucciarelli, Camela, Cardogna, D'Anna, Eusebi, Latini, Massi, Natali, Pieroni, Ricci, Zaffini. Si era d'accordo che si sarebbe fatta senza discussione.
Pongo in votazione la mozione n. 552.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 259 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Trenta, Cardogna, Bugaro, Busilacchi, Sciapichetti, Latini
“Limes – territori di confine – proposte e progetti condivisi e cofinanziati per lo sviluppo e l’integrazione delle aree di confine”

Proposta di legge n. 309
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Trenta
“Attività per l’incentivazione allo sviluppo e la valorizzazione di una macroregione centrale”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 259 ad iniziativa dei Consiglieri Trenta, Cardogna, Bugaro, Busilacchi, Sciapichetti, Latini e n. 309 ad iniziativa dei Consiglieri Latini e Trenta, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta di legge è il frutto di un abbinamento di due proposte di legge, una presentata dai Consiglieri Trenta e Latini e l’altra, praticamente, della VI Commissione.
La I Commissione ha preso come testo base il testo proposto dai Consiglieri della VI Commissione, devo dire che, al di là dei firmatari, che sono i componenti della VI Commissione, c'è un Consigliere, il primo firmatario, il Consigliere Trenta, che ha seguito, in maniera particolare, i lavori, tutti i lavori, che hanno portato all'adozione di questa legge in Commissione.
E’ stato scelto questo come testo base perché l’altra proposta aveva al centro la macroregione, a noi non interessava molto questo dibattito perché la Regione sta lavorando alla macroregione adriatico-ionica, anche in maniera molto efficiente, e lasciava dei dubbi circa la riforma istituzionale che non era oggetto di una legge di questo tipo, mentre la proposta di legge dei Consiglieri della VI Commissione poneva al centro del dibattito le problematiche dei territori di confine.
Territori di confine che hanno problematiche particolari, dove gli abitanti, ormai da anni, per motivi sociali, economici, sono in contatto, al di là dei rapporti istituzionali. Ne so qualcosa perché provengono da un territorio di confine, il mio Comune è, addirittura, nella diocesi di Gubbio, fuori Regione, questo significa che da un punto di vista sociale c'è un interscambio molto forte.
L’interscambio e, in qualche modo, le problematiche spesso non sono facilitati da normative regionali che sono in contrasto. Ecco il fatto di promuovere, come chiede la legge, una cooperazione, un’intesa tra le Regioni confinanti con la Regione Marche, per dare ulteriore sviluppo e superare queste problematiche.
Di fatto la proposta raggiunge subito l'obiettivo di focalizzare l'attenzione su questi territori di confine, dà anche uno strumento particolare alla Regione Marche e alla Giunta per proseguire il lavoro che sta facendo eper raggiunge la massima cooperazione tra le Regioni.
L'articolato è molto semplice, ma ricco di contenuti, sono tre articoli e nell'articolato si evince, in maniera chiara, quali sono gli scopi ed i settori che si vanno a toccare.
Sono tre articoli, nel primo articolo lo scopo principale è quello di promuovere la cooperazione per l’integrazione dei territori di confine tra le Regioni, quindi, è già abbastanza chiara qual è la motivazione, lo scopo della legge.
Come questo deve avvenire lo spiega l'articolo 2, attraverso delle intese che la Regione Marche dovrà stipulare con le Regioni confinanti. I settori che si vanno a toccare per la cooperazione, quindi per la firma dell'intesa, sono i settori più importanti, si va dalla sanità alla cultura, dal turismo alle infrastrutture, tutti settori estremamente importanti per quello che riguarda lo sviluppo e la vita socio economica di quei territori.
All'interno dell'articolo 2 parlando di settori che vengono toccati dalla cooperazione ci sono aspetti che vanno sottolineati in maniera particolare, intanto si elencano programmi d'attuazione di questi settori, programmi che sono differenziati a seconda se si parla di territori collinari, montani o costieri, in modo da facilitare la soluzione dei problemi che sono al loro interno già di per sè differenziati.
La cooperazione è fondamentale per quanto riguarda i servizi dei territori di confine, in particolare per la sanità. Apro una parentesi personale, nel territorio della provincia di Pesaro, nella parte nord, dove io abito, al confine con l'Umbria, dopo la riforma sanitaria, con l'indebolimento delle strutture degli ospedali di polo, sono sempre più i cittadini che si rivolgono alla vicina Umbria e credo che questo accada anche per altri territori.
Questo, in qualche modo, va visto e va, forse, anche messo in un ragionamento di integrazione fra le Regioni, con accordi più chiari, perché se no va lasciato all'improvvisazione degli abitanti.
Cosa molto importante che viene sottolineata all'interno dell'articolato è la possibilità di arrivare, in queste zone, a dei marchi d'area per progetti di sviluppo turistici, economici, settori estremamente importanti per la valorizzazione di quelle aree.
Aree che chiaramente vanno dalla costa alla montagna, e sottolineo, visto che la Regione Marche ha un confine molto lungo nella parte montana sull'Appennino, una possibilità enorme per lo sviluppo di tematiche riguardanti l'agricoltura, il turismo, i prodotti tipici, che riguarda soprattutto l'entroterra e questa è una grande possibilità che sia ha.
Si passa, poi, a mettere in evidenza la possibilità dello sviluppo delle nuove tecnologie che sono le autostrade del futuro, anche qui carenti, soprattutto, nell'entroterra, spesso progetti di Regioni confinanti non dialogano tra di loro, sarebbe, invece, importante una maggiore intesa, un maggior coordinamento, oltre le autostrade che, chiaramente, sono quelle telematiche.
Importante è la collaborazione ed il coordinamento per tutto quello che riguarda la rete delle infrastrutture.
Questi sono gli argomenti principali che si trattano in questa breve legge di tre articoli, ma ricca di contenuti.
La legge prevede la possibilità di creare organismi che portano allo sviluppo di queste tematiche.
La Giunta dovrà, poi, relazionare sugli sviluppi delle iniziative che prenderà, per quello che riguarda, dicevo, la stipula dell'intesa.
Una grossa possibilità per la Giunta regionale di risolvere e dare organicità a tutta una serie di problematiche socioeconomiche che riguardano i territori del confine marchigiano, che, ripeto, sono importanti per tutti. Soprattutto è una grossa occasione per l'entroterra e per la montagna.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Aggiungo poco perché poi sarà il primo firmatario, che è il Consigliere Trenta, ad esplicarci meglio il senso di questa proposta che è la sua creatura. Lui stesso ha provveduto a descrivercela bene in I Commissione.
Mi piace dire che limes ha due accezioni, come benissimo il Consigliere Trenta e gli altri firmatari conoscono, ed è su questa linea che, credo, la proposta di legge si muove.
Due accezioni etimologiche, la prima, forse, la più comune è quella di confine, di divisione, è un'accezione più settoria, è un'accezione di confine, era la più classica, ma una seconda accezione nella lingua latina era quella di penetrazione, di solco, di strada un po' come dire lo sviluppo del confine. E' questa seconda accezione, non divisione, ma compenetrazione, integrazione che vuol essere il senso culturale, la ratio di questa proposta.
Una grande opportunità sul piano culturale, identitario, perché i territori di confine sono una risorsa, ma rischiano anche di essere spesso marginalizzati, residuali, proponendo invece l'integrazione dei confini ci si allarga, si va verso non solo l'integrazione, ma verso una maggior forza e consistenza che Regioni insieme devono e possono assumere, quindi, da una parte una opportunità culturale che, però, va poi coniugata.
Sicuramente una riaffermazione dell'identità, il rilancio di un'appartenenza comune, perché poi ci sono tanti aspetti che in questo centro Italia ci accomunano e meritano di essere sviluppati.
Dal piano culturale, dal piano puramente di affermazione di principi e di valori ha ragione il Consigliere Traversini quando dice che questo va implementato, la Giunta deve cogliere, casomai, se vuole che non rimanga un effetto annuncio ed uno spot dei tanti, questa opportunità e tradurla in politiche di integrazione e, soprattutto, aggiungo io, far si che per le Marche questo diventi una risorsa ed anche la possibilità di uscire da una certa marginalità, da un certo gap da riempire. Quale per esempio? Si parlava di strade, si parlava di viabilità, di tutto quello che, come dicevano i romani, ci deve compenetrare e unire, si parlava anche di sanità dove spesso la mobilità passiva è originata dal fatto che andiamo fuori e non siamo attrattivi al nostro interno.
Se si vuol cogliere l'occasione, che non è soltanto ragionare in termini di macro, che è doveroso, è doveroso per le province, il macro sarà obbligato per le Regioni sia in termini politici che geografici, sarà obbligato per il contenimento e la razionalizzazione delle risorse, da tutto quello che imporranno le unioni, le fusioni, lo vediamo in piccolo nei piccoli Comuni, e va bene, ma in termini di macro e di attrattività per la Regione Marche, non possiamo fare, Consigliere Trenta, il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro di manzoniana memoria.
Questo avviene, invece, in molti casi, non siamo attrattivi sulla sanità, non lo siamo sulla viabilità, non lo siamo sulle infrastrutture, non lo siamo sui servizi, non è detto che più debolezze facciano una forza, ci sono Regioni più forti di noi.
Ragioniamo, quindi, in termini di espansione, ragioniamo affinché le Marche siano, non solo come da tempo il Presidente Spacca va dicendo, questa macroregione che più si parla aulico e meno si concretizza.
Questo è uno strumento che ci consentirebbe una maggior concretizzazione, la strada, il cui limes rappresenta il significato che a me piace di più, il percorso sia anche di ricezione verso le Marche, non solo centrifugo e di uscita.
Oltre al discorso di macroregione e, soprattutto, di individuazione e di valorizzazione delle appartenenze comuni e delle particolarità e peculiarità comuni, mi permetto di cogliere questo aspetto, forse, secondario, ma importante di questa legge dalla quale può derivare un'attrattività, una concorrenzialità e una competitività forte per le Marche seppur inserite nell'ambito di un discorso generale, non di confini, non di difesa autarchica dei propri servizi.
Finora così non è stato, quindi, che la Giunta colga questo, si faccia promotrice, che le strade siano anche le nostre, che le ferrovie siano anche le nostre, che i corridoi e l'alta velocità ci siano per un'omogeneizzazione, altrimenti rischiamo di indebolirci, anziché assumere più importanza da questo discorso che è davvero importante, propositivo e strategico.
Per questo ringraziamo il Consigliere Trenta, anche gli altri che l'hanno proposto, soprattutto per il coinvolgimento e il pathos che ha sempre dimostrato nel parlare di queste cose.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Gentili colleghe e gentili colleghi, ringrazio i due relatori, non mi dilungo perché tutto è stato ben compreso dalla VI e dalla I Commissione che hanno votato all'unanimità il progetto di legge.
Questa è una riforma giuridica definitiva, una riforma giuridica definitiva e completa con la Regione Marche al centro, baricentro del sistema interregionale e dell'internazionalizzazione mediterranea verso un acronimo, il MUM (Mercato Unico Mediterraneo), attraverso quella che è ormai l'autostrada del futuro, la digitalizzazione UTA (Università Telematica Avanza) che andrà sostenuta e proposta a divenire in sede della Conferenza Stato Regioni per la programmazione 2014-2020.
Qualche polemica l'ha suscitata, ma bisogna dire che le risorse dell'iniziativa Spacca sul 2020 sono qualcosa di veramente importante. Tengo a dire e a precisare che ad ottobre l'Unione Europea darà il via a quel sogno così paventato che parte dal 2000 con ragioni precise, lo sa bene il dott. Bellardi, il mese di ottobre l'Unione Europea darà il via definitivo alla Macroregione Ionica Adriatica. Tengo a precisare questo perché in materia di attuazione dei programmi coofinanziati con risorse europee sullo stato dei negoziati con il Governo italiano e la Commissione Europea, relativamente alla predisposizione dei programmi per il periodo di programmazione 2014-2020, si inquadra bene la normativa di questo progetto che significa mettere la Regione Marche al centro di un sistema di relazioni di confine con le altre Regioni ma, soprattutto, con quel confine naturale che si allarga con il Mare Adriatico verso i nuovi paesi subentrati nell'Unione Europea.
Questo è il vantaggio che ha la Regione Marche al centro di questo sistema attrattivo per risorse finanziarie importanti, piccola e media impresa, artigianato, industria, commercio, turismo e cultura. Questo è il significato del collegamento universitario internazionale attraverso il lavoro svolto, benissimo, dalla VI Commissione, devo dire grazie al Consigliere Perazzoli per la solerzia con la quale mi ha portato in Aula, dico grazie anche alla Consigliera Ortenzi con la quale abbiamo avuto qualcosa, però, poi la sostanza paga nel risultato.
Le disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie, è il ruolo di internazionalizzazione che oggi con questa proposta di legge praticamente è attuabile, per non dire attuale.
I tre livelli importanti sono: il primo sul modulo di progetto delle comunità montane poste a livello sempre di Regioni di confine, di limes, e chi conosce bene la geopolitica, chi conosce bene la geografia politica della legge sulla montagna sa bene che noi abbiamo la Valnerina, la Comunità MN, la Comunità della Laga e del Velino, sono nodi essenziali per un progetto che addivenire si chiamerà legge sulla montagna che riguarderà il 75% del territorio europeo e del territorio nazionale, ecco, quindi, le Comunità Montane, il loro ruolo.
C'è, poi, il progetto Italia con i contenuti che andranno sviluppati con schede tematiche, infine il progetto Europa che si inquadra nel complesso più generale con quello che è la vera natura delle Regioni d'Europa.
Nel quadro sintetico c'è il termine micromacro e questo riguarda l'economia e le risorse finanziarie attraverso le banche, quindi, la proposizione per oggi fantastica, quasi visionaria di una BEN (Banca Etica Mediterranea) all'interno della macroregione mediterranea.
Il futuro di questo comprensorio dove l'Italia rappresenta, in maniera chiara e inequivocabile, quel corridoio che ci porta verso il futuro, cioè verso la regione dell'Africa, regione europea antistante a noi, con tutte le risorse che ha non solo per Ancona, Ancona sarà il punto centrale, dopo giustamente verrà la legge su Ancona capoluogo regionale, ed io mi auguro che Ancona, con questa legge speciale, dal suo porto, dal suo interporto, guardi ad un sistema infrastrutturale più complesso verso quello che è il futuro, verso la porta dell'est.
Questo significativa completezza nella valutazione della proposta di legge, per cui chiedo il voto palese e il voto all'unanimità, perché penso che il nuovo concetto di politica sia quello di dare senza aspettarsi niente in cambio, se non quel giusto voto per chi ha capito il progetto e per chi lo ha sostenuto.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Voterò a favore di questa proposta di legge, però la reputo un po' tardiva.
Apprezzo molto le posizioni che quest'Aula sta assumendo, però ricordiamo che questa ipotetica macroregione era già presente nel progetto della Fondazione Agnelli appoggiata anche da alcuni esponenti del mio partito, quale Miglio, nel senso di creare nell'identità di confine un'ipotetica macroregione centrale che potesse avere tutti gli strumenti per competere, per essere assimilata, per avere, diciamo, anche dei poteri contrattuali verso il potere centrale. Purtroppo, si vedono nei fatti le carenze che abbiamo subìto anche noi nelle Marche.
Sono evidenti, soprattutto, nelle infrastrutture. C'è stata una battaglia e ancora va avanti per la Fano-Grosseto che sembra aver messo, forse, i piedi per terra per poter ripartire, anche se effettivamente sono molto dubbioso con gli strumenti che si stanno utilizzando, qui chiedo almeno di focalizzarci sulla galleria della Guinza, un'incompiuta, che è costata una cifra spaventosa che, se non viene ripristinata a breve, sarà un'altra incompiuta, uno spreco vergognoso sul nostro territorio.
Ecco questo interscambio, questa affinità che abbiamo con le Regioni che sono comprese nella proposta di legge, dovrebbe essere uno stimolo anche per il turismo perché abbiamo la Romagna che spesso è stata criticata dal nostro Governatore Spacca che la considera un divertimentificio, mentre la Romagna è tutt'altro, è sempre all'avanguardia nei tempi, è la Regione in Italia con più turismo in assoluto, con presenze sempre costanti, che dà tanti posti di lavoro ai giovani ed ai meno giovani.
Questo sia veramente uno stimolo per poter collaborare, per poter aver interscambi proficui, esempi anche da portare avanti nei nostri territori, ripeto, il turismo, ma anche l'agriturismo della Toscana che, per certi aspetti, è stata pioniera nell'utilizzo delle risorse, nel recupero del proprio entroterra. Questi sono tutti fattori importanti che io colgo con favore.
L'unica nota negativa è proprio la mobilità passiva della nostra sanità, non vorrei che, con questo interscambio, ci fosse un perpetuarsi. Tanto siamo una macroregione non importa se i marchigiani vanno a curarsi in Umbria o in Romagna! La sanità che noi vogliamo è quella sul territorio, anzi, più possibile vicino a casa, perché la prossimità è un valore assolutamente da difendere, mentre vediamo che la sanità, la rete ospedaliera, si vanno sempre più allontanando dal cittadino e, non vorrei, che con la scusa della macroregione, siamo tutti fratelli, se si va in Romagna va tutto bene. Questo non passerà, perché noi saremo sul territorio a battagliare per questa legge sulla sanità della regione che è veramente scandalosa, che comincia a dare i suoi pessimi frutti, soprattutto, con i 118 che non riescono a dare il servizio che i cittadini del nostro entroterra richiedono.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Non ha preso la votazione, quindi la rifacciamo.

Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 259. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge 292
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Cardogna, Eusebi, Malaspina, Pieroni, Latini, Bugaro, Silvetti, Zinni
"Iniziative regionali per il rilancio della città di Ancona Capoluogo"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 292 ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Cardogna, Eusebi, Malaspina, Pieroni, Latini, Bugaro, Silvetti, Zinni. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Colleghi Consiglieri, la città di Ancona nel 2013 festeggia la ricorrenza dei 2.400 anni dalla fondazione della colonia dorica Ankòn, avvenuta appunto nel 387 a.C. da parte dei Dori Siracusani, i quali utilizzarono questo gomito di terra come emporio commerciale e tappa importante sulla rotta delle navi provenienti dall'Oriente.
Ripercorrendo la storia millenaria della città dorica emerge il ruolo strategico che ha avuto nel passato tra i mari Adriatico e Ionico, che può tornare ad avere con la Macroregione Adriatico-Ionica.
Si tratterà della terza macroregione europea che, raggruppando gli otto Paesi che si affacciano sui due mari (Italia, Grecia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Montenegro e Albania), potrà dare un contributo per rafforzare la cooperazione interregionale e transnazionale tra le due sponde adriatiche e promuovere soluzioni concordate per problemi comuni, relativi alla sicurezza, alla stabilità, alla crescita economica della regione ma anche alla protezione ambientale del bacino Adriatico-Jonico, come ci insegna il Consigliere Cardogna.
I momenti celebrativi previsti all'articolo 4 della proposta di legge, che visto il momento di difficoltà economiche potranno essere poco più che simbolici, dovrebbero a mio modesto parere - ne abbiamo discusso in Commissione e con il collega Busilacchi che è l'estensore della prima bozza della proposta, che ringrazio per il lavoro svolto - essere rivolti a segnare una presenza duratura ancorché, ripeto, simbolica dell'Assemblea Legislativa regionale, per esempio "illuminando" un luogo storico della città o realizzando, come suggerito dagli ottimi articoli, che cito solo per esempio, perché se a qualcuno interessa può leggerli, di Milzi sul mensile "Urlo", della Camilletti sul Corriere Adriatico, del Resto del Carlino o di RAI3, un intervento dai costi contenuti per consegnare alla fruibilità la bellissima strada di epoca romana, con criptoportico che collegava il porto traineo del lungomare Vanvitelli con l'area del Foro Romano davanti al Museo archeologico. Per chi ne fosse interessato a questa vicenda c'è una mia interrogazione inevasa del 17 gennaio 2012 e ricordo, a me stesso ed a tutti i colleghi, che già la Regione Marche in questo 2013 ha collaborato con il capoluogo dorico dando il suo forte contributo per importanti iniziative quali il Mondiale di Vela e la Biennale Europea dei Giovani Artisti.
Con la presente legge la Regione Marche vorrebbe contribuire al rilancio del ruolo di Ancona come capoluogo regionale, elaborando, a seguito di studi ed analisi all'uopo realizzate, gli obiettivi generali e la conseguente programmazione degli interventi più urgenti e qualificanti.
E' secondo me importante, al di là delle battaglie di collegio e delle, a volte giuste e a volte sterili, guerre di campanile, che il Capoluogo di Regione sia valorizzato nell'interesse di tutti i cittadini marchigiani e che tutti noi legislatori regionali si abbia piena e scientifica consapevolezza che nel suo ruolo Ancona si fa anche carico di pesi notevoli. Lo studio di cui al comma a) dell'articolo 4, credo risulterà utile a questo scopo.
All'articolo 3 nel Comitato promotore è prevista la partecipazione di due Consiglieri regionali. Viste le finalità della proposta di legge in questione, questo è un mio parere personale, credo sarebbe opportuno che uno dei Consiglieri fosse da noi scelto tra quelli non anconetani, quindi è secondo me tutt'altro che una proposta di legge "anconetana". E' noto a tutti quanto io sia poco tenero con chi amministra questa città, ma credo che sia nell'interesse di tutti noi e dell'intera collettività marchigiana avere un capoluogo efficiente che funzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Cari colleghi questo è uno di quei momenti che serve per chiarire tante posizioni prese in questi anni tra noi, posizioni che spesso sono state determinate da qualche complesso, legittimo o meno, dei Consiglieri non anconetani nei confronti della città capoluogo. Naturalmente non era solo un complesso, ma una contestazione perché territori non vicini al capoluogo spesso hanno pensato di essere penalizzati rispetto ad alcune politiche che si facevano per il capoluogo.
Io voglio sgombrare questa idea di complesso per dire una cosa, mi sia permessa questa parentesi politica, io ho sempre detto, anche in occasione, Consigliere Bugaro, della richiesta di istituzione del Liceo per l'Internazionalizzazione che qui non è passata per un voto, che quella era un'istituzione che doveva stare nel capoluogo, poi non ho capito perché parte della maggioranza non l'ha votata, devo ancora capirlo, Consigliere Luchetti.
Chi sta sul territorio, anche lontano, deve onestamente riconoscere, lo dico per primo, che noi abbiamo bisogno di un capoluogo che funzioni, che faccia il capoluogo. Qual è l'attacco politico che possiamo fare noi - cercate di comprenderci - dal centro destra? Spesso le amministrazioni di Ancona non hanno saputo fare la guida del Comune capoluogo, questo è il vero problema, perché il Comune capoluogo è quello che trascina tutta la Regione nelle rivendicazioni anche con lo Stato. Prima ne abbiamo fatta una, potevamo essere o no d'accordo, però, può riguardare tante altre cose, dalle infrastrutture, che sono nel capoluogo o vicine, agli istituti scolastici che sono nel capoluogo o vicini. Io mi aspetto che il mio capoluogo traini tutte le rivendicazioni quando vanno fatte nei confronti degli altri enti.
Lungi da noi un complesso su questo argomento, se si punta a dare ad Ancona capoluogo il ruolo che deve avere, dev'essere nell'interesse di tutti cittadini, quindi, un appello che rivolgo ai colleghi che sono anconetani, che penso capiscano tranquillamente questo problema, è che non facciano mai, con le politiche sul capoluogo, sentire gli altri cittadini emarginati dal capoluogo o per il capoluogo. Questo è il vero problema. Questo è il motivo per cui riconosco che Ancona un ruolo lo deve avere, se non lo ha avuto e se non c'è stato, cari amici del centro sinistra - avete sempre governato voi, penso ci siano alcuni problemi, li avete anche evidenziati all'interno del centro-sinistra, bisogna ammetterlo, quindi, al di là del voto dei cittadini il vostro è stato un governo pressoché continuo nella storia - un problema anche voi ve lo dovete porre.
Faccio anche gli auguri alla nuova amministrazione di Ancona che riesca a fare questo nell'interesse di tutti.
Noi siamo orientati a votare questo atto, purché, lo dico al Consigliere Eusebi, con il quale ho avuto la possibilità di scambiare queste opinioni anche in Commissione, ci sia la possibilità di vedere, passo passo, lo sviluppo di questo studio, che oggi ha un costo, che può anche far discutere in questo momento, che potrebbe destare delle perplessità, e l'utilizzo di queste risorse nel rispetto di quelle finalità che dicevo prima ed, aggiungo, ed anche con un confronto continuo con tutte le parti politiche. Nel comitato ci sono rappresentanze istituzionali, perciò chi andrà a rappresentare in quel comitato le istituzioni dovrà aprire alla grande un confronto perché il futuro del capoluogo è anche legato al futuro della regione e viceversa.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio i relatori di maggioranza e di minoranza, ringrazio il Presidente Perazzoli e tutti i Commissari della I Commissione nella quale il dibattito su questa legge è stato ottimo, scevro da ogni polemica di tipo politico.
Credo che su questa linea, questo è il mio auspicio, dovremmo continuare questa mattina in Aula, perché questa legge può essere bipartisan, lo è già dal punto di vista dei proponenti, e credo che potrà servire a tutta la comunità marchigiana.
Parto da un'ipotesi: un capoluogo forte e al servizio di tutta la comunità dei cittadini marchigiani, rafforza tutte le istituzioni anche la Regione ed anche l'Assemblea legislativa delle Marche.
Un atto di questo genere credo che potrebbe sanare una ferita culturale che caratterizza non solamente le Marche, ma direi tutte le Regioni italiane, cioè la contrapposizione campanilistica tra il capoluogo regionale e il resto del territorio.
Come prova questa legge, questo è un tentativo, evidentemente, a colmare, a sanare questa ferita culturale? Con un atto che non è solamente celebrativo, com'è stato ricordato, questa legge si colloca in un anniversario, quest'anno sono 2400 anni della fondazione della città di Ancona, ma questa legge non vuole essere solamente un atto celebrativo, anzi l'obiettivo reale di questa legge, l'obiettivo più sostanziale è quello di valutare, di tentare di valutare oggettivamente, sulla base di un'analisi addirittura scientifica, il peso ed il valore anche economico dell'essere capoluogo di regione tramite un'analisi costi-benefici che servirà per valutare i maggiori oneri che una città capoluogo di regione, così com'è per i capoluoghi di provincia, ha rispetto al resto di quella più vasta comunità di appartenenza che è la regione tutta.
Questo aspetto è la finalità reale, cioè cercare di promuovere e sostenere tutte le iniziative che valorizzano il ruolo di una città capoluogo di regione, elaborando una programmazione che tenga conto di questo aspetto.
Faccio alcuni esempi, cito semplicemente alcuni dati che sono usciti qualche tempo fa. La fondazione Caracciolo, con dati sul 2012, rileva che la città capoluogo di regione è sede di ventitrè istituzioni pubbliche, quattordici sedi diplomatiche, l'Università, l'Università di Ancona è nata negli anni '69-'70 aveva duecentonovanta iscritti, oggi ne ha sedicimilacinquecento, il porto che è a servizio di tutta la regione con ottomilioni di tonnellate di merci, centoquarantamila tir in transito, unmilioneduecentomila passeggeri, poi, ricordo che in queste ore si sta discutendo, in questa regione, del trasporto pubblico locale, dei temi della mobilità, questo è, anche per far capire all'Aula, ai colleghi che non hanno avuto occasione di partecipare al dibattito in Commissione, un aspetto centrale di questa legge, tra l'altro tutti noi quando veniamo n Aula ci scontriamo, proprio fisicamente, con i flussi di traffico.
Un parco circolante di sessantaduemila veicoli, seicentocinque veicoli per ogni mille abitanti, ma soprattutto, io mi soffermerei su questo dato, la rete del trasporto pubblico locale porta ad Ancona quarantuno vetture per kilometro/abitante all'anno e centosedici passeggeri per abitante all'anno, vuol dire che ogni anno per ogni abitante di Ancona, arrivano centosedici passeggeri. Questo vuol dire attrattività, per esempio, sul piano del trasporto, ma vuol dire, ovviamente, maggiori oneri dal punto di vista dell'inquinamento, del traffico. Quanto costa? Qual è il valore di questo genere di risorsa? Quant'è, come dire, la cifra che ci permette di istruire gli atti di programmazione? Quanto per questo aspetto Ancona deve avere più di un'altra città? Ecco se noi riuscissimo a quantificare il più possibile, oggettivamente questo dato, io credo che faremmo un atto utile perché laddove c'è la scientificità, l'oggettività del dato, le polemiche politiche soggettive vengono, come dire, in qualche modo emarginate.
Ricordo quando nel primo Consiglio regionale il Consigliere Zaffini parlò di Ancona ladrona. (...) Era lei Consigliere Marangoni? Ho fatto confusione, comunque era quel gruppo consiliare. Laddove ci sono degli studi che riescono a valutare questo impatto, questo genere di critiche, come dire, può trovare una risposta oggettiva. Poi la polemica politica può continuare, perché di questo anche viviamo, però, credo che sia giusto rispondere non solamente con un'ulteriore polemica politica, ma con dei dati reali.
Questo è l'intento fondamentale di questa legge.
Credo che, come prevede questa legge, questo studio istruirà gli atti di programmazione regionale conseguenti, cercando anche di recuperare un maggior equilibrio tra territorio costiero ed aree interne. Il comitato promotore questo farà, promuoverà questo studio e, anche rispetto alle poche risorse che ci sono a disposizione, cercherà di dare anche un senso alle celebrazioni del capoluogo di regione, anche da parte della Regione stessa, con un qualcosa che possa rimanere anche in futuro e che possa fare qualcosa di positivo anche dal punto di vista materiale.
Ho concluso e, quindi, nuovamente ringrazio tutti coloro che hanno collaborato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Solo poche considerazioni su questo provvedimento.
Sull'importanza della città capoluogo penso che nessuno di noi possa affermare una contrarietà. Ancona è già una città a servizio di tutta la regione per tantissimi motivi, il porto, non serve solo la regione, è un porto internazionale, il trasporto locale, su Ancona si riversano decine di migliaia di cittadini.
Ancona è capoluogo di regione, io direi, detto così in modo anche semplicistico, con qualche problema di autorevolezza. E' una città che non è mai riuscita ad acquisire nei confronti del territorio, del proprio entroterra, l'autorevolezza necessaria per essere riconosciuta.
Ciò è dovuto ad una serie di motivi, non ultimo il fatto che è una città di mare e Ancona guarda il mare, è gemellata con Spalato, ha rapporti strettissimi con Zara, storicamente con Ragusa. Ancona è una città internazionale.
Credo che il Consiglio regionale faccia bene ad occuparsi del rilancio di questa città capoluogo e lo faccia con un atto che non può essere solo celebrativo. Guardate dobbiamo metterci d'accordo se noi pensiamo di aiutare la città di Ancona, dico questo sulla base dell'esperienza che abbiamo, facendo accordi sottobanco con il Ministro per la nomina dell'Autorità portuale, arriva il Presidente dell'Autorità portuale, ma non arriva neanche un centesimo dei centocinquantamilioni di euro promessi, se noi pensiamo nell'arco degli anni di non essere mai gli attori di una politica portuale seria, se noi pensiamo di non aiutare Ancona in una logica di trasporto locale riformato che la disinquini e che l'aiuti a vivere meglio, se noi non facciamo niente sul piano culturale o pochissimo, e con fondi europei, per far svolgere ad Ancona il ruolo di punto di riferimento culturale, come si sta facendo con l'Adriatico ed il Mediterraneo in modo veramente lodevole, a partire dal responsabile Giovanni Seneca, con quattro soldi dell'Unione Europea, non con fondi regionali, allora ci sbagliamo e se prevediamo in una legge come questa un finanziamento di centomila euro, perseveriamo nell'errore.
Delle due l'una, o ci crediamo e finanziamo questa legge in una logica condivisa con il territorio e non solo con il territorio, ma anche con le province, perché il problema della città capoluogo di regione è un problema regionale, di tutti, quindi, o noi coinvolgiamo tutti i soggetti e finanziamo un progetto reale, vero, culturale, economico, di studio, diceva bene prima il Consigliere Busilacchi, oppure fingiamo di dire cose serie, ma tutto sommato alla fine risolviamo questo problema come una barzelletta, i centomila euro.
Io a questo gioco non ci sto, non ci sto e dico subito che mi asterrò su questa legge. Il desiderio sarebbe di votare contro per lealtà nei confronti di una città che io amo, dove sono cresciuto, tra l'altro, però, non arrivo a tanto, ma non posso neanche far parte di chi sulla base di grandi progetti, veri, sentiti, progetti che tendono, veramente, in buona fede, a far crescere Ancona, di fatto è assente e, quindi, complice nella pratica politica quotidiana che per anni ha trattato Ancona molto peggio, per esempio riguardo alla sanità, di come è stata trattata la città di residenza del Presidente della Giunta, e su questo la maggioranza è complice.
Allora delle due l'una, o si punta a far diventare questa città un gioiello di cui essere fieri ed orgogliosi quando arrivano, e arrivano delegazioni straniere anche di importantissimi personaggi stranieri, oppure predichiamo bene e razzoliamo male.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Se noi chiedessimo a un turista straniero, europeo, se conosce le Marche mediamente ci risponderebbe che non le conosce, se chiedessimo, se è un po' acculturato, se ha visitato e se sa dov'è Ancona, ci direbbe che non lo sa.
Di solito le città delle Marche più conosciute all'estero, e queste sono statistiche ufficiali, non chiacchiere, sono Urbino, per la sua splendida realtà, patrimonio dell'Unesco, Ascoli, per la sua piazza stupenda, Loreto, per il ruolo religioso, importante ed internazionale che ha, e Recanati, per la città di Giacomo Leopardi, non certo Ancona.
Ancona non è una città internazionale, mi dispiace, non è così, perché le città internazionali sono città di provincia e sono quelle che ho citato poc'anzi ed anche altre, come Fermo per esempio.
Del resto basta vedere, in estate, le migliaia di turisti che, nell'attesa di prendere i traghetti, nella pausa mentre arrivano o mentre sbarcano, sono disperatamente alla ricerca di qualche servizio che non c'è. Sembrano dei poveri disperati. D'altra parte se noi guardiamo il centro della città, Piazza Cavour, è in uno stato di abbandono che fa paura, è peggio di 40 anni fa, mi dicono quelli che ci abitavano, compresa mia moglie, credo, quindi, che questo ruolo internazionale, in questo momento, sia veramente impensabile.
Questa legge non mi piace, non ho difficoltà a dirlo, non mi piace perché raggiunge in realtà lo scopo contrario che si prefigge. E' una legge che vuole fare del bene ad Ancona ma non raggiunge l'effetto voluto.
In realtà una città capoluogo di Regione non dovrebbe avere bisogno di una legge speciale. La definisco una legge speciale, seppur camuffata dalla celebrazione di una ricorrenza, peraltro importante come i 2400 anni di storia. Una legge che vorrebbe far pace fra Ancona e tutto ciò che la circonda, cioè l'intera regione Marche, ma in realtà è una legge che umilia tutta la regione, tutti quei Comuni delle Marche che si sentono dimenticati per il trattamento che subiscono. Per il trattamento a livello di strade, di infrastrutture, per gli ospedali medi e piccoli che chiudono, per la mancanza di servizi. Basta pensare che in questi giorni chiuderanno le Agenzie delle Entrate di Recanati, Camerino, Fabriano. Abbiamo votato poco fa la richiesta di un referendum per tenere aperte le sedi distaccate dei Tribunali. Addirittura in questa legge si parla di assi strategici di intervento, citati all'articolo 2. Mi chiedo, ma Ancona si merita questi assi strategici di intervento? Una città che certamente ha molte potenzialità e anche grandi valori, riferiti specialmente al patrimonio storico ed archeologico, ma una cosa la dobbiamo riconoscere, cari colleghi, non si offenda nessuno, non si offenda Ancona, è una città piegata su se stessa, è una città che vive di rendita, una città che guarda anche con un certo snobismo tutto ciò che la circonda, tutto ciò che non è strettamente anconetano, una città chiusa, una città davvero provinciale altro che capoluogo di regione.
Mi chiedo per ricordare questo evento, pur importante, dei 2400 anni non bastava una deliberazione di Giunta? Per promuovere, sostenere, iniziative ad hoc, serve una legge speciale che non si limita ad un finanziamento una tantum, attenzione, che ci poteva pure stare, per carità, ne facciamo tanti di finanziamenti una tantum in casi specifici, addirittura con gli assestamenti di bilancio, però qui c'è qualcosa di più e di peggio, c'è una legge che dà il via a voci di spesa annuali a carico di capitoli competenti, quindi, sarà una spesa ricorrente.
Allora mi chiedo: l'aeroporto, tra l'altro non è in Ancona ma nel Comune di Falconara, potenziamento dell'ospedale? Stiamo chiudendo tutti gli altri, perché dobbiamo potenziare ancora di più Torrette che è già iper potenziato, va benissimo. Potenziamento dell'Università, ma le altre università marchigiane cosa ne pensano di questa cosa? Allora mi chiedo: come si intenderà, cito il punto f), articolo 2 "perseguire l'equilibrio territoriale tra aree costiere ed aree interne", che sono spesso massacrate, così come si afferma al punto f), articolo 2, se in questo modo si adotta un programma generale esclusivo per Ancona capoluogo? Una città che davvero è capoluogo non ha bisogno di una legge che lo dica, che la supporti, ma in realtà Ancona non è capoluogo, non è capoluogo morale, questa è la verità. Lo si conquista con i fatti questo ruolo di preminenza sociale, morale ed economico, non lo si conquista con una legge che tra l'altro addebita a tutti i marchigiani, non solo agli anconetani, il costo di queste iniziative, su un bilancio regionale che anno per anno avrà questi costi.
Non credo che sia giusto, se non con un finanziamento una tantum, addebitare a tutti i marchigiani un ruolo che Ancona non ha, per i servizi che non dà, peraltro, a tutta la regione, quindi, per questi motivi il mio voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. E' stimolante parlare di Ancona, il nostro capoluogo. Non può essere diverso. Capisco, pure, parlando di questo argomento, che le Marche sono l'unica regione al plurale. Abbiamo tanti Comuni, tanti campanili, tanti teatri storici, non c'è, forse, un senso di appartenenza generale, non c'è una partecipazione attiva nella città di Ancona da parte di Consiglieri, di cittadini che non abitano ad Ancona. E' normale che i Consiglieri dell'anconetano non possono che approvare questa legge, sulla quale sono d'accordo, ve lo dico subito, fin dall'inizio, come sono d'accordo su certe osservazioni del Consigliere Massi, il nostro capoluogo è Ancona, non può essere diversamente, lo è, lo è sempre stato.
Io la conosco abbastanza bene perché i miei primi lavori li ho cominciati qua nella primavera del 1977 all'Umberto I con il Professor Orlandi Capuzzo, c'era un giovane Busilacchi che cominciava a fare le ecografie, ma non era lui, era il papà.
Ho assistito allo sviluppo di Ancona, ma ho assistito anche ad una diminuzione della sua leadership nel corso degli anni che è evidente. Un decadimento in tutti i sensi di questa città. Una situazione che non voglio imputare a chi ha gestito politicamente, la continuità politica del centro-sinistra, perché bisognerebbe dare dei voti ai vari Sindaci, e non è giusto, la città ha già dato dei voti, quindi, bisogna accettare quel verdetto democratico, però, credo che molte volte una politica Ancona-centrica, un modo "azzuffonato" di accaparrarsi determinati servizi ha portato a una specie di antipatia da parte di altre città nei confronti di Ancona.
Io non vedo Ancona capoluogo con il suo physique du role, non la vedo, vedo che va con difficoltà incontro a determinate situazioni ed il suo ruolo di capoluogo non lo svolge completamente, se non parzialmente. Il porto è l'unico porto che abbiamo nella nostra regione, ma un porto in cui si è creato un muro fra il porto e la città, nel porto c'è proprio un muro di Berlino.
Un aeroporto che, ne riparleremo, non è adeguato a una regione come le Marche, per 1000 servizi, per 1000 servizi che non ci sono, per un buco nel bilancio, perché ci sono solo voli low cost, perché è preferibile andare a Bologna, perché da Bologna si arriva dappertutto, non come Ancona, e chi dice il contrario non prende questo aeroporto, quindi, Ancona non è all'altezza del capoluogo attraverso il suo aeroporto.
L'ospedale è l'unico che deve avere le sue eccellenze, dobbiamo muoverci per fare interventi di qualità, unici, di prestigio, importanti, penso alla cardiochirurgia, alla neurochirurgia, però, quello che mi preoccupa, lo dico al Consigliere Eusebi, è questo studio di 100.000 euro. Sono stato sempre allergico agli studi, ai tavoli di lavoro, perché servono solo ad aggiustare o a sistemare amici o amici degli amici.
Spero che questo non avvenga, ma ho sentito parlare di 100.000 euro e rimango senza fiato, quando presentammo un emendamento nell'ultima finanziaria per un problema della tossicodipendenza nel maceratese, per poco più di 10.000 euro, non passò perché non c'erano i fondi, quindi, occhio a questi studi perché sono sempre dati agli amici degli amici. A chi li diamo alla Politecnica? Li diamo a Pacetti? La Politecnica sta fagocitando tutto, occhio, perché da questo studio, forse, esce una Ancona fuori capoluogo, ma crea antipatie e preoccupazioni rispetto alle vere problematiche, tenendo conto che altre città hanno delle peculiarità importanti che non possono essere sufficienti per essere capoluogo, ma devono essere rispettate, studiate, viste e aiutate dalla parte politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio partire da Ancona, anzi voglio ricordare una persona che ha avuto una bella responsabilità in questa città, e come ricorderà il Consigliere Bucciarelli, spesso era anche al porto e questo era un fatto insolito per il ruolo e per la figura, era Monsignor Franco Festorazzi, Vescovo di questa città per lunghi anni.
Monsignor Franco Festorazzi, parafrasando La Pira, quando parlava dei luoghi delle città, luoghi dello studio, dell'istruzione, della cura, del divertimento, dell'aggregazione, del lavoro, e potrei continuare, diceva Ancona ha un luogo in più, il luogo dell'accoglienza ed è il porto.
Adesso per brevità non mi soffermo sul porto anche perché, in parte, condivido alcune considerazioni che ha fatto il Consigliere Bucciarelli, altre ne affronteremo, non so se oggi, con la mozione che ho presentato ad agosto scorso tenendo conto di quello che è il porto, luogo dell'accoglienza appunto, ma anche una delle più grandi strutture produttive della regione Marche, il luogo in cui sono passati commerci, affari con l'oriente e i Balcani.
Questa città ha un luogo in più. Faccio un'altra considerazione - ho avuto, purtroppo, un impegno urgente questa mattina e per un attimo non ho potuto assistere ai lavori, quindi non ho ascoltato gli interventi, ho sentito soltanto la fine dell'intervento del Consigliere Busilacchi, ho capito che è intervenuto il Consigliere Eusebi ed ora ho sentito il Consigliere Marinelli - credo che su un punto dobbiamo essere tutti d'accordo, ho avuto modo di dirlo in altre occasioni, ogni regione, in questo caso le Marche, noi, abbiamo bisogno di un capoluogo, allora se è vero che abbiamo bisogno di un capoluogo questa città ha tutte le condizioni, ha tutte le possibilità per essere tale.
Da anni è sede dell'iniziativa Adriatico Ionica, nel 2014 nascerà la Macroregione Adriatica, e fra non molti giorni ci sarà il Presidente del Consiglio che incontrerà la Serbia, un altro Paese, un altro Stato e quel Presidente del Consiglio, magari, il giorno dopo sarà a Washington, quindi, in questa città siamo in presenza di fatti significativi.
E' chiaro che una città ha bisogno di un'organizzazione complessiva e, quindi, occorrono atti, scelte, azioni coerenti. La mobilità e la sua organizzazione in una città è fondamentale. Sono fondamentali i luoghi, tra l'altro, è stato ricordato sede della Politecnica delle Marche.
L'organizzazione complessiva di una città spetta all'autonomia della città stessa, ma anche in sinergia e, anche per quello che ho potuto vedere negli anni in cui ho avuto la responsabilità della comunità provinciale, serve esaltare le singole comunità, i territori e, al tempo stesso, mettere in rete esperienze e progettualità. Progettualità locali, ovviamente, quindi, la passione e la creatività senza chiedere a nessuno di rinunciare alle proprie peculiarità o ai propri modelli di crescita particolari, ma mettere in grado il tutto di funzionare dentro un livello che è europeo, che è mondiale, tra l'altro la storia ricca di Ancona va vissuta, secondo me, come vanno vissute le tradizioni per costruire il futuro.
Credo, quindi, che una legge possa aiutare, ma dentro questa visione di marchigianità, di dimensione marchigiana, c'è un riferimento più ampio che è l'Europa ed il mondo.
Visto che sono intervenuto ne approfitto per dire che ritiro gli emendamenti, perché qui c'è un articolo - ho sentito il Consigliere Busilacchi rispondere al Consigliere Marinelli - relativo alle celebrazioni, allora io ci tengo a dire una cosa, ci sono i 2400 anni dalla fondazione, ma nel 2014, in questa città, c'è un grande fatto che è quello della settimana rossa, non so se debbo ancora una volta soffermarmi sul fatto che la settimana rossa, non perché ci sia qualcosa di male, non ha a che fare con la celebrazione di un partito politico, perché quel partito politico nasce dopo il 1914, è stato un grande fatto che ha visto inizi di democrazia, che ha visto insieme la Camera del Lavoro, il sindacato, il Partito Repubblicano di Pietro Nenni e Oddo Marinelli e gli anarchici di Enrico Malatesta, ma ha visto anche un quotidiano nazionale in prima fila che era l'Avanti il cui direttore era Benito Mussolini, ci sono stati dei morti, c'è stata una grande azione popolare in questa città.
Gli emendamenti che avevo presentato andavano in questa direzione, adesso non vedo l'Assessore Marcolini, ritiro questi emendamenti, però, credo che tutti capiscano che Ancona e le Marche non possono fare a meno di ricordare degnamente, nel 2014, questo grande fatto storico che è stata la settimana rossa, la settimana rossa 100 anni dopo. Tra l'altro nacque qui e dall'intera regione Marche si propagò nel Paese, in Romagna, in Emilia, a Roma, a Napoli, a Milano, a Torino, a Genova e potrei dire ... allora credo che alcune risorse finanziarie, quelle che ho cercato di scrivere in un emendamento, siccome sono abituato sempre ad agevolare i percorsi, ritiro questi emendamenti, ma confido in quest'Aula e confido nell'Assessorato alla cultura perché questo fatto possa essere ricordato degnamente, un fatto che si è svolto in Ancona città, ma un fatto nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Faccio un piccolo intervento, molto sintetico, sicuramente il mio approccio non può che essere positivo a questa proposta per vari motivi.
Uno perché ad Ancona sono nati i miei figli; due perché vivo ad Ancona questa esperienza politica e tante altre cose, però, leggendo l'articolo 2 al comma f) dove si dice di perseguire l'equilibrio territoriale fra aree costiere ed aree interne al fine di realizzare le priorità elencate nei precedenti commi, che sono tutte valide, nobili, nell'interesse economico e civile dell'intera regione, non so se il primo firmatario o comunque i firmatari della proposta di legge, se l'Assessore Malaspina, che all'epoca ha firmato questa proposta di legge, per aree costiere e per aree interne in equilibrio intendesse tutto il territorio regionale o solo quello riferito ad Ancona, ... direi, io me lo auguro, non ho motivi per pensare diversamente, però, per porre l'attenzione un po' su questo obiettivo, all'articolo 3, quando si tratta di comporre il Comitato promotore per le celebrazioni della fondazione città di Ancona con il compito di promuovere le iniziative necessarie al raggiungimento degli obiettivi indicati all'articolo 2 e, quindi, anche al comma f), direi, individuando i due Consiglieri regionali eletti dall'Assemblea legislativa, di tener conto che ci possa essere un rappresentante regionale, mi viene in mente, non per partigianeria, del sud delle Marche, magari della zona dell'entroterra, poi l'Assemblea legislativa potrà indicare la presenza di un Consigliere regionale che ogni tanto riporterà l'attenzione sul fatto che l'equilibrio territoriale ... è una esortazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Penso che sia importante che la città di Ancona ricordi il suo passato, la sua storia, il suo ruolo verso la regione Marche.
Contesto questo testo di legge perché, così costruito, sembra quasi un atto d'accusa verso la città di Ancona che, in parte, riconosco, sembra quasi un atto di accusa perché dice alla città di Ancona che deve valorizzarsi promuovendo progetti e interventi più qualificati in modo da contribuire allo sviluppo economico e sociale.
Questo non c'è mai stato da parte della città di Ancona, di adeguare la dotazione dei servizi e delle infrastrutture e, purtroppo, i servizi e le infrastrutture di cui è dotata non sono mai stati al servizio della comunità regionale, secondo me, non c'è stata questa apertura della città di Ancona verso il suo territorio.
Tutte quelle che sono le sue potenzialità, come sede di Università, il suo rapporto con il mare, con le sue industrie, con il suo patrimonio artistico, non sono neanche servite a se stessa, nel senso che chi arriva ad Ancona, aspettando un traghetto, non va neanche a girare per la città vecchia, quindi, paradossalmente bene che ci sia un finanziamento per contribuire alle commemorazioni dei 2400 anni della città di Ancona, però, sarebbe ora che la città di Ancona si svegliasse e prendesse, come dire, coscienza di tutto quello che è il suo patrimonio, di quelli che sono stati gli investimenti della comunità regionale, di quella che è la sua dotazione infrastrutturale, del fatto che è punto di riferimento per tante questioni, non da ultimo per la questione trasportistica sia per quanto riguarda le ferrovie, che l'aeroporto ed il porto, sviluppando queste potenzialità a favore della comunità regionale.
Tutto questo finora Ancona non l'ha mai fatto, è una città che è stata amministrata in maniera chiusa come se fosse una città stato, ma purtroppo utilizza le risorse, in maniera ampia, di tutta la comunità regionale.
Secondo me bene i 100.000 euro, però sono 100.000 euro per ricordare ad Ancona di fare il capoluogo delle Marche e per dotarsi di una capacità di programmazione rispetto a questa comunità e a questo territorio che le sono dovuti ed è ora che inizi ad manifestare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Gli emendamenti sono stati ritirati tutti, c'è rimasto solo l'emendamento 6bis/1. Giusto? Bene!
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 6bis/1 del Consigliere Busilacchi che introduce l'articolo 6 bis (Dichiarazione d'urgenza). Ricordo che ci vuole la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Vorrei, un attimo, fare un ragionamento sulla dichiarazione di voto.
Ho cercato di seguire attentamente la discussione, lungi da me un atteggiamento disfattista nei confronti del capoluogo della regione, nei confronti della storia del capoluogo di regione, anzi.
Questa mia esperienza in Consiglio regionale e la frequentazione che faccio quotidianamente con il capoluogo, quasi quotidianamente, mi ha fatto apprezzare le bellezze di Ancona e del Conero, mi ha fatto apprezzare le risorse che Ancona ed il Conero potrebbero mettere a disposizione dell'intera collettività regionale e dell'intera comunità regione: il turismo, il commercio, la storia della cultura e dell'arte, l'istruzione.
Mi dispiace, ma io non avrei avuto il coraggio di presentare un atto del genere, ve lo dico francamente, in un momento in cui la comunità regione vede tagliati i servizi essenziali - l'altro giorno in IV Commissione, nell'audizione per i trasporti pubblici locali abbiamo sentito qualche comunità dire che non ha più risorse per portare a casa i bambini il sabato quando escono da scuola e deve farli uscire, per accorpare i servizi, qualche ora prima, questa è la condizione in cui vive qualche Comune seppur virtuoso dell'entroterra maceratese, come dell'entroterra pesarese, dell'ascolano, del fermano e, forse, anche dello stesso entroterra anconetano che non sia Fabiano - vedere oggi, in questo contesto, una proposta di legge che chiede in sostanza risorse per rilanciare il ruolo di Ancona capoluogo di regione.
Una città che ha la storia di Ancona, le potenzialità di Ancona, che ha le risorse di cui dispone Ancona e la centralità di cui dispone Ancona, che chiede un sacrificio alle altre comunità regionali per poter vedere riconosciuto ancora di più il suo ruolo.
Non tocco il tema della sanità, se qualcuno gira la regione, ed anche i componenti della V Commissione credo lo facciano, può testimoniare la delusione e l'amarezza di tanti piccoli centri, soprattutto montani, che si sentono abbandonati dalla Regione nella riforma sanitaria, spesso, molto spesso coperti dal decreto Balduzzi, ma non voglio aprire la polemica sulla sanità, ed oggi potrebbero veder passare, se riconosciuto, seppur minimo, uno sforzo nei confronti del capoluogo che ha degli investimenti ingenti sulla sanità, sulla tutela della salute degli anconetani.
Non voglio fare facile demagogia e polemizzare, però, credo che un capoluogo debba essere il primo tra i Comuni a fare i sacrifici, il primo tra i Comuni a dare idee, a dare i contributi, a guidare la comunità regionale, garantendo un esempio.
La regione Marche, la comunità regione Marche, penso sia stanca di vedere le polemiche interne a una coalizione nella gestione del Comune stesso, che è in crisi da anni interi, un esempio assolutamente negativo di politica, di amministrazione di un territorio, e poi dover pagare per riconoscere ancora dei ruoli.
Credo che questo sia, in questo momento, un atto, una proposta di legge inaccettabile in via di principio, noi chiediamo la votazione per appello nominale, perché noi, come Centro Destra Marche Fratelli d'Italia, ma come tutti i Consiglieri regionali, giriamo le Marche ...
Penso che delle risorse siano destinate a questa proposta di legge perché non credo sia solo un intendimento legislativo, quindi, e chiudo, il nostro sarà un voto contrario, non perché non riconosciamo ad Ancona un ruolo che ha ed orgogliosamente deve essere alla guida insieme ad altre realtà della nostra regione, ma crediamo che una leadership, un capoluogo, debba avere e debba dimostrare sul campo la sua forza e non debba essere colui che chiede sacrifici per vedersi riconoscere un ruolo.
La storia ci insegna che chi chiede sacrifici agli altri, per vedere riconosciuto un proprio ruolo, non può essere la guida giusta, la guida migliore della regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condivido le motivazioni del Consigliere Acquaroli per dire, soprattutto, una cosa: penso che la città più numerosa, più ricca della regione Marche non abbia bisogno di 100.000 euro per le sue commemorazioni.
Quegli obiettivi, molto grandi, che vengono richiesti, io li condivido, però è la programmazione che dovrebbe produrre la città, cioè studi sugli impatti delle attività produttive, sulle ricchezze della città di Ancona, su come legarsi alla comunità regionale, ben vengano, sono programmazione, sono tutto ma, in questo momento, a me sembra che sia sbagliata una proposta di legge.
Se la Giunta vuole può dare un contributo, come dire, in quota rispetto alle proposte che verranno presentate per iniziative specifiche che rientrano negli obiettivi della programmazione regionale, lo può tranquillamente fare, in questo modo, mi sembra quasi, come dire, una concessione liberale di cui la città di Ancona non ha bisogno, perché ha risorse proprie per sviluppare questo tipo di iniziative.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Sarò telegrafico, Presidente, per dire che nel mio primo intervento ho dichiarato che mi sarei astenuto, ma ascoltando la discussione, devo dire che la mia cultura di governo, la cultura di governo di un comunista che è nato Sindaco, oggi mi impone di votare a favore di questa legge.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 292. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Acquaroli, Marangoni, Natali.

Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, D'Anna, Marangoni, Marinelli, Natali, Zaffini.
Astenuti: Foschi, Romagnoli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho intuito che stava per chiudere la seduta, chiedo se, in maniera molto veloce, siccome c'è una scadenza, che è quella del 30 settembre, possiamo discutere e mi auguro approvare la mozione n. 556, iscritta al punto 8 bis di oggi. Prevede un'iniziativa della Regione contro la soppressione delle Agenzie delle Entrate dei Comuni di Fabriano, Camerino e Recanati. Se volete la posso illustrare molto brevemente, c'è una scadenza del 30 settembre ...

PRESIDENTE. Se si continua, si continua con l'ordine del giorno previsto, altrimenti è stata iscritta stamattina, la trattiamo ai primi posti della prossima seduta. Dichiaro chiusa la seduta, ci vediamo martedì prossimo.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,40