Resoconto della seduta n.155 del 18/02/2020
SEDUTA N. 155 DEL 18 FEBBRAIO 2019

La seduta inizia alle ore 11,55

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 155 del 18 febbraio 2020. Do per letto il processo verbale della seduta 154 dell'11 febbraio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che sono rinviate le interrogazioni nn. 910 e 923 per l'assenza del Consigliere Volpini.
Visto che è in corso la riunione della II Commissione direi di iniziare con le interrogazioni.

Interrogazione n. 924
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Gestione energetica degli impianti di riscaldamento nelle strutture sanitarie e pubbliche regionali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 924 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L'interrogazione è più da interrogazione scritta perché c'è un elenco di tutte le opere. Consegno la copia.
Nel primo punto nella breve relazione che fa al dirigente, nel periodo interessato (2009/2019) i dati relativi alla gestione e manutenzione degli impianti di riscaldamento risultano eterogenei in ambito Asur, questo sta a significare che sono molti i soggetti che gestiscono. Si precisa inoltre che le informazioni riportate in allegato sono state rese dalle strutture tecniche delle rispettive Aree Vaste e per esse dai rispettivi responsabili, con documentazione agli atti della Direzione regionale Asur.
Tutte le schede rispondono, ognuna per ogni Area Vasta, ai cinque quesiti, sono state compilate dai responsabili e riportano i dati delle imprese che gestiscono le attività di riscaldamento, anno per anno, riportano anche le gare che sono state fatte e quelle che si faranno nel 2020, quindi i contratti in corso con i relativi costi di manutenzione e riscaldamento anno per anno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. A questo punto leggerò tutti i dati dell'interrogazione, per cui non posso dire se sono soddisfatta o meno. L'evidente intento di questa interrogazione era capire qual è il costo effettivo per la gestione degli impianti, in modo da comprendere se ci possono essere delle forme di risparmio sui diversi appalti e poter recuperare delle risorse utili ad un sistema che sappiamo, per alcuni versi, essere spesso in crisi.
Grazie per la lunga risposta, fatta dagli uffici, che leggerò in modo da poter fare delle valutazioni.

Interrogazione n. 893
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Fornitura di pasti pronti in legame refrigerato, confezionati in atmosfera protetta per l'ospedale di Torrette”

Interrogazione n.940
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona - operatività della cucina”
(Abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 893 della Consigliera Pergolesi e n. 940 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Per quanto riguarda l'interrogazione della Consigliera Pergolesi, presso l'Azienda ospedali riuniti è stato costituito un gruppo di lavoro, composto da dietiste, operatori specializzati della Serenissima e personale della Sod dietetica, incaricato dal Direttore Generale, finalizzato ad individuare azioni volte al miglioramento dell'attività percepita del vitto e modalità di preparazione e distribuzione del vitto.
Sono state verificate tutte le fasi procedurali per la rigenerazione dei pasti (confezionamento, tempi e temperatura, cottura e appetibilità) e predisposte attività di formazione del personale di cucina. Il suddetto gruppo di lavoro ha inoltre valutato le procedure di distribuzione del vitto nei reparti (conformità relativa alla cottura, temperatura di inizio e fine distribuzione, appetibilità, confezionamento, presentazione). A seguito di tale valutazione sono emerse criticità tra cui alcune inerenti particolari formati di pasta e di riso che sono risultati scotti e pertanto ne è stata chiesta la sostituzione. Inoltre, è stata sostituita la tipologia di pesce (il merluzzo al posto della tilapia) e alcune tipologie di condimenti a garanzia di migliore appetibilità. Si è provveduto ad uniformare le modalità di distribuzione del vitto nei vari reparti e a organizzare diversi incontri con il personale della ditta Serenissima per risolvere le residue criticità ancora presenti.
Viene effettuato un controllo analitico sugli alimenti e un controllo di processo sugli stessi, attraverso ispezioni condotte dal personale dell'Istituto zooprofilattico di Pesaro (consulenti aziendali). Nello specifico, i controlli igienico-sanitari effettuati avvengo in diversi momenti: durante la fase di stoccaggio nelle celle frigorifere, alla consegna dei pasti in cucina e sulle pietanze rigenerate. Inoltre il gruppo di lavoro (composto da dietiste, gruppo HACCP, operatori specializzati della Serenissima, medico della Sod di Dietetica struttura operativa dipartimentale) provvede a verificarne l'appetibilità.
Rispetto all'interrogazione del Consigliere Zaffiri, l'attuale Direzione, che si è insediata nel corso del 2016, a fronte di un iter iniziato nel 2010 (ma il progetto ha origini più remote) ha chiuso ogni pendenza precedente (senza oneri aggiuntivi) entrando finalmente in possesso dei locali, solo successivamente al collaudo, nel giugno 2018.
Questa Direzione, sin dal suo primo insediamento, ha affrontato tempestivamente il tema del servizio ristorazione. Si è trattato e si tratta di:
a. fare chiarezza sulla situazione esistente;
b. analizzare attentamente i fabbisogni;
c. progettare ed attuare una soluzione che sia la migliore possibile per il puntuale soddisfacimento delle esigenze assistenziali, nel lungo periodo.
E' stato quindi tempestivamente avviato un percorso interno per una rivalutazione complessiva delle modalità organizzative e gestionali del servizio ristorazione, che ha condotto, dopo attenta analisi, alla scelta della completa esternalizzazione del servizio con contestuale passaggio al sistema del vassoio personalizzato.
Si rappresenta anche che il progetto originario non prevedeva la ristrutturazione della zona dispensa, che comunque avrebbe dovuto essere riappaltata con separata procedura.
Quindi si è costituito gruppo di progetto per nuova gara, contestualmente avviando le dovute procedure previste dalla legge e dai vigenti contratti collettivi per il passaggio da sistema di gestione diretto a servizio esternalizzato (principalmente: informativa sindacale, con definizione di accordo e procedure per la ricollocazione del personale dipendente attualmente in servizio presso le cucine, passaggi con il Collegio sindacale per quanto riguarda la valutazione di convenienza).
Il progetto del nuovo servizio esternalizzato comprende le necessarie opere di adeguamento per migliorie (vassoio personalizzato con ripristino preparazione pasti in loco), oltre che i sopra ricordati lavori di ristrutturazione della zona dispensa, in precedenza non appaltati.
Chiunque conosca l'organizzazione ospedaliera ed il servizio sa che si tratta di attività altamente complesse. Per cui qualsiasi riorganizzazione o modifica richiede tempo e risorse adeguate affinché sia portata a termine con successo. Commettere errori in ognuna delle predette fasi può al contrario portare a criticità o danni difficilmente riparabili ed in definitiva alla frustrazione delle esigenze terapeutiche ed assistenziali.
La gara principale è in corso di pubblicazione (entro metà febbraio).
Si fa notare che con determina n. 1028 del 17 dicembre 2019 è stata indetta una apposita procedura di gara "ponte" finalizzata ad esperire nuovo confronto concorrenziale fra le ditte operanti nel settore, avente ad oggetto la fornitura pasti con le modalità attualmente in essere per il tempo strettamente necessario all'avvio del nuovo appalto "principale", tenuto conto del protrarsi delle attività preparatorie per il completamento del progetto nonché dei tempi stimati per avviare e concludere la relativa procedura di affidamento (notoriamente non brevi trattandosi di attività piuttosto complesse e delicate). Ovviamente il contratto che sarà affidato in esito a tale procedura "ponte", potrà essere cessato in qualunque momento, allorché sarà avviato l'appalto "principale".
Non si è avuto alcuno sperpero di denaro pubblico in quanto la precedente rivisitazione è stata comunque effettuata nel rispetto delle precedenti linee progettuali fondamentali, per portare a compimento i lavori progettati ed avviati molto tempo prima, come già evidenziato nella risposta precedente.
La scelta poi operata di esternalizzare il servizio ha avuto quale conseguenza pressoché obbligata quella di optare per un affidamento congiunto del servizio e dei lavori necessari all'adeguamento dei locali, in quanto, com'è noto a chi conosca minimamente le tecniche di attuazione di interventi di questo tipo, soluzione assolutamente più efficiente ed accorta: l'affidamento congiunto degli ulteriori lavori per l'adeguamento della cucina al sistema del vassoio personalizzato al medesimo soggetto che si aggiudicherà la gara per lo svolgimento del servizio di ristorazione, consentirà infatti di adattare al meglio le strutture e gli impianti esistenti alle esigenze connesse alla peculiare organizzazione del proprio ciclo produttivo.
La componente lavori è minoritaria: circa 1.300.000 euro su un servizio che a base di gara (escluse le prestazioni opzionali), ammonta a circa a complessivi 21.000.000 euro (si sta quindi parlando di una incidenza dei lavori che si aggira intorno al 6%), tutte le prestazioni, compresi i lavori, saranno affidate ad un unico soggetto altamente qualificato, che dovrà garantire la perfetta integrazione dei vari e complessi aspetti impiantistici, organizzativi e gestionali sottesi allo svolgimento di un servizio così importante.
E' chiaro il legame fra le risposte rispetto alle due interrogazioni, il processo avviato per migliorare il primo aspetto ha reso evidente che metodi tradizionali, che risalgono a molti anni fa, che non hanno il vassoio personalizzato, difficilmente rispondono in termini di qualità rispetto alle esigenze delle persone di oggi.
Aver messo in discussione un modello vecchio di oltre 10 anni per uno nuovo ha come obiettivo quello di riportare la produzione dei pasti all'interno della struttura e di fare in modo che con il vassoio personalizzato si innalzi la qualità, l'appetibilità di quanto prodotto, quindi due processi che hanno la loro congruenza proveniente dalla consapevolezza della necessità di andare verso un nuovo modello di erogazione dei pasti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Presidente Ceriscioli, la invito nuovamente ad andare a visitare ed ad assaggiare la qualità dei pasti dell'ospedale di Torrette perché se è pur vero che è stato attivato questo gruppo di lavoro, mi piacerebbe sapere in che data si è attivato, la cucina interna doveva essere ristrutturata dal 2013.
Si va di proroga in proroga con appalti che, come giustamente lei ha ricordato, hanno delle modalità di distribuzione dei pasti antiquata, che sicuramente non va a favore dei pazienti che sono costretti a farsi portare il cibo da casa.
Invito nuovamente lei o l'Assessore delegato o il Presidente della Commissione o chi per lei ad andare ad assaggiare i pasti per verificare che si sia intervenuti per migliorarli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Probabilmente questa risposta viene da qualche struttura interna agli Ospedali Riuniti di Torrette. Quella struttura interna che già nel 2010 ha bandito un appalto per circa 2 milioni di euro. Presso gli edifici degli Ospedali riuniti di Torrente ci sono ancora le cucine ben confezionate e messe da una parte, questo è il problema! Poi ci si inventa questa notizia che nasce sempre dagli Ospedali riuniti di Torrette del vassoio personalizzato. Ma quale vassoio personalizzato? I pasti arrivano due volte alla settimana da Rovigo, vengono messi ad Ancona sud in un deposito e poi consegnati di volta in volta, giorno per giorno, ai poveri ammalati che dopo essere ammalati, oltre a stare male dentro un ospedale, hanno la beffa di non mangiare. Questa è la situazione di fatto.
Capisco la parte del gruppo dirigente degli Ospedali riuniti di Torrette, ma credo che anche l'Assessore dovrebbe capire quella parte che nella sostanza ha bandito gli appalti.
L'azienda di Rovigo continua ad essere presente nonostante ci siano stati più comunicati sulla stampa locale, provinciale, regionale su come avviene il servizio a Torrette. Bisogna prendere atto che dal 2010 questo problema esiste e siamo arrivati al 2020.
Si rifarà ancora un appalto, appalti su appalti, se lei andasse a fare un giro nella sede degli Ospedali Riuniti di Torrette troverebbe ben ammassate queste strutture sul problema della cucina.
Se la cucina poi deve essere gestita all'interno, con personale dell'ASL o degli Ospedali riuniti o essere esternalizzata è un'altra cosa, però credo che non si possa continuare a dare agli ammalati un servizio mensa con materiale precotto. Chi si è interessato a questa vicenda, sa che due volte alla settimana arrivano i pasti da Rovigo e penso che non possiamo parlare assolutamente di qualità. Possiamo fare tutte le Commissioni che vogliamo, un autorevole esponente di un partito politico, qualche decennio fa disse che quando si fanno le Commissioni è per non affrontare e non risolvere il problema.
Il servizio mensa proviene da Rovigo, i pasti sono depositati in una zona a sud di Ancona e poi vengono portati agli Ospedali riuniti di Torrente, non dite, quindi, che questo servizio è efficiente e di qualità, correggete il tiro, dite che stiamo dando un pessimo servizio probabilmente per qualche capacità o poca capacità e per non aver affrontato con autorevolezza questo problema, sono oramai 10 anni che vengono serviti pasti precotti che arrivano due volte alla settimana da fuori in Ancona. Grazie.

Interrogazione n. 908
ad iniziativa dei Consiglieri Celani e Zaffiri
“Messa in mobilità dei dipendenti di Aerdorica”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 908 dei Consiglieri Zaffiri e Celani.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Risponderò anche per l'Assessore Bravi perché le competenze sono di entrambi gli Assessorati.
Premesso che la società Aerodorica nel contesto del bando per la selezione del socio privato ha creato una data room che ha permesso a tutti gli interessati di accedere alle informazioni su Aerdorica.
Il bando di selezione che prevedeva la sottoscrizione di aumento di capitale sociale di euro 15 milioni ha richiesto al punto 11. "Offerta Tecnica" una specifica relazione tecnica, con dettaglio delle proposte integrative e migliorative del piano Industriale 2018/2020 della Aerdorica S.p.A., articolata secondo gli elementi rispondenti a criteri e sub criteri di valutazione, tra cui: riorganizzazione, efficientamento e riqualificazione delle risorse umane.
A seguito di pubblicazione del bando, l'offerta presentata dal soggetto privato, (risultato in seguito aggiudicatario), a garanzia di un equilibrato fabbisogno di risorse, ha proposto una struttura organizzativa con riduzione della pianta organica di previsione e relativa riduzione del costo del lavoro dal 2017 al 2022, sulla quale inserire risorse stagionali in funzione delle necessità valutabili nei mesi estivi di maggior picco di traffico.
Questa proposta di riorganizzazione è contenuta nell'Addendum al "piano di ristrutturazione ai sensi degli orientamenti della Commissione Europea sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese non finanziarie in difficoltà" che simula l'impatto della proposta stessa sul piano di ristrutturazione 2018/2022.
La capacità del piano presentato, di ripristinare una redditività a lungo termine, è stato uno degli elementi determinanti per consentire all'Unione Europea di non sollevare obiezioni nei confronti dell'aiuto alla ristrutturazione (vedi Decisione della Commissione europea C(2019) 1421 - punti: (31 - iii), (32) (33) (89) e in particolare punti: (97 lett. a), (102 - primo punto).
Inoltre la società ha sottoscritto in data 7 agosto 2019 i patti parasociali, adottati con delibera di Giunta regionale 1372/2018 e successivi modifiche e integrazioni, che alla lett. L) punto 2 delle premesse e all'articolo 4 lett. 10) prevedono il rispetto della Decisione UE, altrimenti tutta la ristrutturazione non sarebbe stata approvata.
La struttura regionale competente in materia di Promozione e sostegno alle politiche attive per il lavoro rileva che la stessa Aerdorica ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali due contratti di solidarietà difensivi, il primo dal 10 novembre 2016 al 9 maggio 2017 ed il secondo dall'1 febbraio 2018 al 31 luglio 2019, il che si ritiene sia elemento atto ad evidenziare, già all'epoca, un esubero di personale rispetto al fabbisogno effettivo.
Anche di recente l'azienda ha richiesto un ammortizzatore sociale, ovvero la Cassa integrazione straordinaria con causale crisi aziendale - per il periodo dall'1 settembre 2019 fino al 28 febbraio 2020 - per l'intera popolazione aziendale composta da 78 addetti. Anche questo passaggio è emblematico circa la necessità di addivenire ad un parziale ridimensionamento del personale per adeguarlo agli effettivi carichi di lavoro.
Conseguentemente Aerdorica spa in data 27 dicembre 2019 ha attivato la procedura di licenziamento collettivo di n. 23 unità, al fine di allineare l'organico aziendale alla mole di lavoro esistente. Nella stessa comunicazione Aerdorica sostiene di implementare un piano di risanamento che prevede l'affidamento all'esterno di attività "non core".
Attualmente la procedura si trova ancora nella fase "sindacale". Al riguardo l'azienda ha dichiarato la disponibilità ad accogliere domande all'esodo incentivato da parte dei lavoratori attraverso una procedura conciliativa di cui agli articoli 2113 del codice civile e 411 del codice di procedura civile.
La Regione Marche, attraverso il Centro per l'Impiego di Ancona, ha già predisposto un piano di politiche attive a favore dei lavoratori, atto funzionale all'attivazione della CIGS, e successivamente ha dato mandato ad Anpal Servizi, di predisporre un piano dettagliato di politiche attive, sulla base di un elenco del personale coinvolto (con tutti i dati anagrafici e professionali) trasmesso alla Regione da Aerdorica.
Il piano è finalizzato a fornire ai lavoratori che verranno comunque licenziati un valido supporto alla ricollocazione, consta di diverse fasi: informazione, analisi del profilo professionale e orientamento, scouting delle opportunità occupazionali, e infine il supporto all'accesso delle misure regionali e nazionali disponibili. Tutte le varie attività sono scandite da un preciso cronoprogramma da realizzare nell'anno in corso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. L'interrogazione firmata dal sottoscritto e dal Consigliere Celani ha un preciso obiettivo. Anche recentemente sui giornali abbiamo letto che nella realtà, con la società di gestione dell'aeroporto di Falconara, chi ha affrontato il problema e chi sta pagando in modo pesante le conseguenze sono soltanto i lavoratori.
Non c'è un progetto per incrementare, non c'è un programma di sviluppo con aerei che arrivano e poi ripartono, questo è il problema di fondo.
Si cerca di mettere in difficoltà i lavoratori, poi magari la società, riciclata parzialmente con un investitore straniero, assume perché era nell'accordo, tre figure professionali con uno spessore economico molto pesante rispetto al costo di dieci lavoratori. Questo è il dramma della situazione, da una parte si assumono figure professionali importanti economicamente, dall'altra si licenziano i lavoratori. Questo può accadere, come sta emergendo in queste ultime ore perché non c'è mai stato un controllo sulla gestione da parte della regione Marche. Questa è la sintesi di quello che sta emergendo.
Come marchigiani abbiamo dato tantissimi finanziamenti a questa azienda, sono stati dati senza un progetto, senza un programma ed oggi sta affiorando quello che già nella Commissione d'inchiesta era emerso. La sintesi del documento racchiude quello che noi abbiamo letto sulla stampa in merito al mancato controllo.
Sono queste le preoccupazioni che ci hanno portato a fare questa interrogazione, questo atto ispettivo, per capire come effettivamente ci si muove, purtroppo abbiamo ancora sentito enunciazione di principi: vedremo, faremo, forse.
Credo che un progetto industriale non si basi sul vedremo, faremo, forse, ma sui dati di sviluppo di un'azienda perché l'imprenditore che investe dei soldi vuole realizzare più produzione, magari di bulloni e per realizzarla deve acquistare delle macchine che tecnologicamente più avanzate e danno una maggiore produzione. Penso che questo non stia avvenendo, è sotto gli occhi di tutti, il problema vero che ci saranno altre 15/20 persone che andranno a incrementare quel filone di attività che segue l'Assessore Bravi, una maggiore disoccupazione in questa regione. Questo stiamo creando con l'aeroporto l'Aeroporto di Falconara perché se non si licenziano i lavoratori non si mette a posto la società. Non condivido queste affermazioni perché il lavoro si salva con maggiore produzione e con incremento dei lavoratori. Queste cose le regola il mercato, il mondo dell'economia, probabilmente nel contesto della nostra Regione si vogliono modificare e applicare in modo diametralmente opposto.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Abbiamo un po' la memoria corta, io per prima, quindi voglio ricordare alcuni dati. Quando il Presidente Ceriscioli mi assegnò le deleghe della Aerdorica, che tra l'altro non volevo perché volevo solo l'Aeroporto essendo un'esperta di infrastrutture, non di società partecipate, c'erano 104 dipendenti, 44 milioni di euro di debiti e 4 voli settimanali. Questo non è stato evidenziato e sottolineato, perché capisco che uno dica: vedremo, faremo, forse, ma questo non va bene e noi abbiamo fatto, non solo abbiamo fatto, a differenza di quello che lei legge sui giornali, ma abbiamo avuto il parere favorevole del giudice fallimentare con una procedura di concordato in continuità, abbiamo avuto il parere favorevole sul piano di rilancio della concorrenza della Comunità Europea ed abbiamo anche avuto il parere favorevole della Comunità Europea sul ricorso di Air Riminum, non solo, la Corte dei Conti ci ha anche parificando il bilancio, facendo degli encomi per come è stata trattata la situazione.
Lei è all'opposizione e deve attaccarsi ad ogni piccola e non piccola virgola, ma non vede la trave macroscopica di una società fallita, che noi abbiamo tenuto in piedi per evitare che si togliesse un servizio alla regione Marche, alle imprese ed ai cittadini marchigiani. L'abbiamo tenuta quando lei mi diceva di portare i libri in Tribunale ad ogni piè sospinto ed oggi i lavoratori sono tutti al lavoro e l'Assessore Bravi sta mettendo in campo tutte le attenzioni per i dipendenti.
Certo è che i voli non sono quattro come quando ho ereditato l'aeroporto e l'Aerdorica, non solo sono aumentati, ma aumenteranno e lei fa finta di non sapere o non sa perché i giornali ne parlano poco ..., questo è vero, devo dire che i giornali parlano molto poco delle cose che fa la Regione, per esempio che siamo la prima regione in Italia per aumento di Pil, più tre punti, avanti al Veneto e alla Lombardia che sono le regioni più blasonate, ma i giornali questo non lo dicono. I giornali potrebbero dire i giornali ...

(interventi fuori microfono)

Anna CASINI. Più 3% secondo l'Istat. A lei queste cose fanno ridere, a me rendono orgogliosa, c'è una grande differenza, però io non leggo soltanto i giornali, ma mi informo, io parlo di Istat e lei lo potrà verificare, Consigliere Zura Puntaroni, visto che ha tante competenze. Può benissimo controllare l'Istat e verificare se quello che dico è una bugia. Il segno della croce se lo faccia perché basare le campagne elettorali sulle menzogne ..., poi alla fine quando si portano i numeri c'è una bella differenza. Viene criticato il Presidente Ceriscioli perché usa numeri, vivaddio, ma tutto può essere misurabile, tranne le menzogne.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. La replica dell'Assessore dopo la risposta credo che sia una questione costante perciò anche l'interrogante può avere la necessità di intervenire nuovamente.
Non ce l'ho con lei, Presidente, la ringrazio per avermi ridato la parola.
Vorrei soltanto dire che quello che ho ascoltato di nuovo dall'Assessore Casini conferma quanto ho già precedentemente detto.
I voli non sono quattro, ma sono tre e mezzo, in estate ci sono sempre stati, poi ci sono quelli che iniziavano a maggio perché ci sono i voli turistici, quindi, di nuovo non c'è niente. Questi sono i dati incontrovertibili della situazione di oggi, dall'aeroporto c'è soltanto il licenziamento degli operai ed il numero purtroppo verrà incrementato e mi dà fastidio che aumentino i disoccupati nella regione Marche perché purtroppo la situazione è drammatica, altro che sviluppo.

Interrogazione n. 938
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani e Micucci
“Risorse finanziare bando: 'Finanziamento delle piccole e medie imprese per il miglioramento della qualità, sostenibilità ed innovazione tecnologica delle strutture ricettive' e nell'ambito del Por Marche Fesr 2014/2020 Assi 3 e 8”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 938 dei Consiglieri Biancani e Micucci.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La competenza è duplice, la mia, per quello che riguarda il progetto che è partito, e dell'Assessora Bora, però abbiamo concordato insieme questa risposta perché è giusto fare un percorso condiviso.
Si interroga il Presidente della Giunta regionale, per sapere:
- a quanto ammontano i finanziamenti concessi fino ad oggi ai beneficiari del bando sopra descritto, sia in area sisma che in are extra sisma;
- quante imprese, divise per provincia, sono state finanziate fino ad oggi;
- se non ritenga necessario rimodulare quanto prima gli stanziamenti del piano finanziario del Por Fesr 2014-2020. Per finanziare ulteriori progetti di riqualificazione delle strutture ricettive, ritenuti ammissibili a finanziamento con il bando descritto in premessa, permettendo l'attivazione di nuovi investimenti che rafforzeranno e potenzieranno l'economia regionale.
Il bando "Finanziamento delle piccole e medie imprese per il miglioramento della qualità, sostenibilità ed innovazione tecnologica delle strutture ricettive" è stato avviato inizialmente con DDPF del 27 giugno 2017, sull'Asse 3 - Intervento 8.2.1 del Por Fesr Marche 2014-2020, con una dotazione finanziaria iniziale di 1.953.635 euro. Nella previsione dei finanziamenti di allora erano previsti 1.953.000 euro per interventi a favore delle piccole e medie imprese e delle strutture ricettive.
Alla scadenza sono pervenute 319 domande di contributo, 18 delle quali sono risultate inammissibili, per cui risultano 301 domande ammissibili, 250 nell'area extra sisma e 51 nell'area del cratere sismico, con una richiesta complessiva di 43 milioni di euro di contributi pubblici.
Tenuto conto della eccezionale risposta espressa dalle imprese del territorio, la Giunta si è immediatamente attivata per il reperimento di risorse aggiuntive.
Per quanto riguarda le strutture ricettive localizzate nel cratere, le ulteriori risorse previste dal Por Fesr in termini di dotazione aggiuntiva sisma sull'Asse 8 - per scelta politica della Giunta - sono state portate a 6.563.000euro ed hanno garantito l'integrale finanziamento delle domande presentate dalle imprese localizzate nell'area del cratere. E' stata una scelta forte e questo importo è stato il primo diretto alle strutture ricettive extra cratere e i primi fondi ad essere sbloccati sono stati quelli per le 50/51 strutture all'interno del cratere.
Per quanto riguarda le strutture ricettive localizzate fuori cratere, dopo una prima allocazione di ulteriori 1.570.000 rispetto al 1.953.000 euro, risorse già disponibili sulla stessa dotazione dell'intervento 8.2.1, si è proceduto ad una rimodulazione complessiva del Por Fesr Marche, andando a reperire tutte le ulteriori risorse non impegnate sull'Asse 3, e in parte sull'Asse 1.
Le risorse rese disponibili a seguito della rimodulazione ammontano a 10.500.000 euro andando quindi a definire il seguente quadro dei finanziamenti resi disponibili per il bando strutture ricettive:
- Imprese area cratere: 51, dotazione finale disponibile 6.563.000 euro;
- Imprese extra cratere: 250, dotazione bando originario 1.953.000 euro, dotazione finale disponibile 14.023.000 euro;
- Totale delle risorse investite ad oggi: 20.587.000 euro.
Le risorse attualmente disponibili hanno pertanto garantito l'integrale soddisfacimento delle 51 domande provenienti dall'area del cratere, mentre per quanto riguarda l'area fuori cratere sono state finanziate 81 imprese.
Di seguito si riporta il numero di imprese, suddivise per Provincia, finanziate fino ad oggi:
- Pesaro-Urbino: imprese area cratere 0, imprese fuori cratere 29;
- Ancona: imprese area cratere 3, imprese fuori cratere 27;
- Macerata: imprese area cratere 25, imprese fuori cratere 5;
- Fermo: imprese area cratere 6, imprese fuori cratere 8;
- Ascoli Piceno: imprese area cratere 17, imprese fuori cratere 12;
- Totale: imprese area cratere 51, imprese fuori cratere 81.
Per completare tutta la graduatoria gli interventi devono essere di circa altri 23 milioni di euro.
In questo momento l'obiettivo della Giunta regionale è di completare l'utilizzo di questi fondi su un duplice binario: il primo è quello di rimodulare i finanziamenti di questo ultimo anno (2014/2020) che saranno completati nel 2021 e di trovare ulteriori somme aggiuntive, non sappiamo se per la totalità, ma comunque ulteriori finanziamenti verranno aggiunti, utilizzando i fondi Por-Fesr 2014/ 2020. Avendo già chiaro il percorso che riguarda il 2021/2026 prevedere, nel rispetto degli assi che abbiamo letto, che sono per la riqualificazione e la ristrutturazione delle piccole e medie imprese della ricettività privata marchigiana, una misura diretta per completare totalmente la graduatoria esistente, quindi tra il 2020/2021/2022 completare totalmente la graduatoria esistente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Pieroni per la risposta. Devo dire che l'idea che la Giunta regionale ha avuto di fare questo bando è stata molto azzeccata ed i risultati avuti in questi anni parlano chiaro. La Regione Marche ha fatto bene a puntare sul turismo e dovrà sicuramente continuare.
Prevedere ulteriori risorse, anche se oggi non le abbiamo definite, è importante perché dà respiro alla categoria, che ha bisogno di sostegno per creare servizi di qualità.
Grazie per la risposta, era quello che volevo sentirmi dire, mi sembra che da parte della Giunta regionale sia una scelta che va nella giusta direzione.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 927 a firma dell'Assessore Pieroni, a cui dovrebbe rispondere il Presidente Ceriscioli, è rinviata.
Riprendiamo l'ordine del giorno dall'inizio.

Proposta di legge n. 278
ad iniziativa dei Consiglieri Traversini, Busilacchi, Malaigia, Celani, Fabbri, Rapa, Talè, Urbinati, Marconi.
“Promozione e valorizzazione della birra artigianale nella regione Marche”

Nuova titolazione “Promozione e valorizzazione della birra artigianale agricola nella regione Marche”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 278 ad iniziativa dei Consiglieri Traversini, Busilacchi, Malaigia, Celani, Fabbri, Rapa, Talè, Urbinati, Marconi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Discutiamo ed approviamo la legge sulla promozione e valorizzazione della birra artigianale e agricola nelle Marche oggi che a Rimini si chiude "Beer&food attraction", una fiera internazionale legata al mondo della birra che dura 3 giorni ed è un evento eccezionale. Questo per far capire come in realtà si sta muovendo a livello nazionale un interesse legato alla birra, sia come consumo che, soprattutto, come strumento di valorizzazione del territorio e di legame con il cibo, tant'è che si è sempre più diffusa l'alogastronomia, che mette insieme cibo e birra.
Questo fenomeno ha toccato in maniera diretta le Marche, nel senso che ormai da tempo si è sviluppato, non solo, si è incrementato il consumo della birra, soprattutto la produzione della birra, sia agricola che artigianale.
Nelle Marche i birrifici agricoli e artigianali sono 41, un numero considerevole, e producono oltre 300 tipi di birra e mettono la regione al quinto posto nazionale per produzione di orzo legata alla birra. Questa è una spinta considerevole nel rilancio dell'economia marchigiana, soprattutto se lo guardiamo dal punto di vista della promozione del territorio, sia turistica che legata alla produzione agricola, tant'è che il Psr, non solo l'attuale ma anche i precedenti, finanzia la birra agricola.
Le leggi nazionali sono venute incontro, sollecitate anche da noi, con partecipazioni nel ultimi anni a tavoli con rappresentanti della Commissione agricoltura.
Nel 2010, mi ricordo benissimo, nel comune di Apecchio per migliorare la legislazione nazionale è stata individuato e descritto il discorso della birra agricola, dove il 51% della produzione della birra deve essere prodotta all'interno del proprio fondo, e questo era abbastanza definito, poi nel 2016 si è arrivati alla definizione della birra artigianale. E' considerata birra artigianale quella che tecnicamente non prevede la pastorizzazione, la microfiltrazione e ha una produzione annua non superiore ai 200.000 ettolitri, qualcosa di molto, molto considerevole.
Questi sono elementi che la nostra proposta di legge non poteva non prendere in considerazione perché comunque dobbiamo stare dentro le leggi nazionali.
Per quanto riguarda la birra agricola c'è stata soprattutto l'unione dei produttori marchigiani, che si sono associati al consorzio Cobi, che ha carattere nazionale perché raggiungere la percentuale del 51% è abbastanza complicato, non è così semplice, fornendo il proprio materiale al Cobi vale la percentuale di malto e di orzo trattati che poi viene restituita. Va detto anche che c'è il marchio di birra agricola nazionale, la percentuale per fregiarsi di quel marchio deve essere del 70% della propria produzione, sono percentuali altissime che attraverso il meccanismo del Consorzio si riescono meglio a raggiungere.
A livello marchigiano si sta lavorando molto e non tantissimi anni fa, adesso non ricordo l'anno, è nata l'associazione nazionale città della birra, che vede la maggior parte delle città marchigiane che hanno dato il via a questa situazione, poi se ne sono aggiunte altre, che ha come scopo la diffusione del consumo della birra, ma soprattutto il legame e la conoscenza del proprio territorio, della propria città. E' sempre più importante il legame di qualità tra quello che si mangia e quello che si beve con il territorio.
Nelle Marche è nata anche 'Marche di Birra', un'associazione di piccoli produttori di birre agricole e di birre artigianali, se non sbaglio sono attualmente 19, anche se a livello regionale se ne prevedono 41.
Dal confronto e dagli incontri che la Commissione ha avuto con le associazioni, in cui c'erano richieste di sostegno da parte della Regione, cosa che comunque veniva riconosciuta grazie al Psr e ai bandi legati al turismo, quindi azioni che potevano praticare le associazioni, la volontà della Commissione è stata quella di presentare un atto che potesse dare più organicità al lavoro che si sta facendo e più importanza alla strategia, che è quella di valorizzare l'azione che le associazioni stanno portando avanti. E' stata presentata una proposta di legge firmata da tutti i membri della Commissione, si è aggiunto poi anche il Consigliere Marconi.
Nel frattempo è stato presentato in una conferenza stampa il lavoro "Strade della birra", che nasce dalla situazione nazionale "Città della birra", una sintesi tra la diffusione della conoscenza del territorio e la birra, che mette insieme le città della birra marchigiane ed i produttori. Il documento che è stato prodotto è interessantissimo dal punto di vista della diffusione del territorio turistico, è un primo piccolo passaggio, non di grandissimo investimento economico, che da l'idea di quanto lavoro si può fare all'interno di questo settore, che sta crescendo continuamente.
La legge che non contiene tantissimi articoli, sono stati aggiunti anche articoli bis, quindi una decina di articoli che riassumono l'impegno della Regione nel seguire questi processi. Anche dal punto di vista dell'agricoltura è importante perché l'invito è quello di usare il prodotto principale, che è un prodotto marchigiano, come l'orzo, che è fondamentale e che viene prodotto dalla nostra regione.
Cercherò di andare veloce, di non illustrare articolo per articolo.
L'articolo 1 contiene le finalità e dà il senso della legge in quanto dice che la Regione in armonia con la normativa europea e statale promuove la produzione di birra artigianale ed agricola, sostenendone i processi di lavorazione e valorizzando lo sviluppo delle materie prime utilizzate dalla produzione, questo è un po' il succo, la parte principale. Le finalità del comma 2 sono: istituire il registro dei birrifici, promuovere la creazione di nuove imprese, promuove l'introduzione di processi innovativi e soprattutto promuovere e sostenere la creazione di percorsi turistici legati a luoghi di produzione della birra artigianale ed agricola e di percorsi enogastronomici dedicati. Questo l'altro tema importante che viene toccato. Nei vari articoli poi ci sono le definizioni di birra.
L'articolo 2 contiene le definizioni e sono per forza riportate le normative nazionali. La birra agricola è già stata individuata nel 2010 e la birra artigianale, se non erro, nel 2016, poi abbiamo aggiunto una cosa che potevamo fare e che è molto importante la presenza del marchio di qualità Marche QM, per averlo abbiamo dovuto accrescere la quantità di prodotto da lavorare all'interno dell'azienda, che è del 60%, proveniente dal territorio marchigiano.
L'articolo 2 bis prevede la possibilità della vendita diretta all'interno dei locali dei vari produttori di birra, rispondendo chiaramente alle normative igienico-sanitarie in vigore.
L'articolo 3 sostiene lo sviluppo della coltivazione e della lavorazione delle materie prime (orzo, luppolo) e la qualità dell'acqua, questa è un'altra parte importante, cioè fare uno sforzo legato al mondo agricolo e, come ho detto prima, il Psr già ha previsto i bandi relativi alla birra agricola.
L'obiettivo è il raggiungimento del massimo grado di qualità nella produzione delle materie prime, che sono appunto l'orzo, che viene poi maltato; il luppolo, si sta introducendo anche questo nuovo prodotto che non è nostro dal punto di vista agricolo, con le difficoltà che ci possono essere per quanto riguarda il clima, è un altro settore che si sta incrementando, altrimenti bisognerebbe comprarlo per forza di cose fuori; la qualità dell'acqua è un’altra caratteristica legata al territorio che vale anche per altri prodotti.
Un altro articolo importante è il 4, che riguarda l'informazione e la valorizzazione della qualità della birra. Sappiamo benissimo che sono di buona qualità, ma non sono tutte uguali, la differenza nella produzione è importante da sottolineare.
C'è anche un'informazione sulla maniera sana e corretta di bere. Lavorare la birra e il vino, come elementi di diffusione e propaganda di quello che offre il territorio e le nostre coltivazioni, per arrivare a queste produzioni, non significa portare avanti delle cattive abitudini, in realtà sono prodotti che se consumati nella giusta maniera sono eccellenze e così vanno visti.
L'articolo 7 persegue le finalità di questa legge anche attraverso la promozione turistica e una serie di finanziamenti e bandi di tipo turistico a cui le associazioni possono partecipare, cosi come i vari produttori di birra a seconda del loro settore, agricolo o artigianale.
L'ultima questione è quella finanziaria. In Commissione abbiamo fatto le audizioni, c'è stata un'ampia partecipazione ed anche condivisione da parte degli auditi, abbiamo dovuto aspettare per trovare un minimo di finanziamento per riuscire a partire con la legge. Nell'ultima operazione di bilancio siamo riusciti a mettere insieme i 30 mila euro che sono necessari, non sono il massimo, è chiaro che non sono questi i soldi che servono a incentivare questo settore però, come ho detto prima, sia nella parte turistica che nella parte agricola si può attingere ai finanziamenti con progetti e situazioni mirate.
I 30 mila euro sono la base di partenza di una nuova legge, che danno il via alla conoscenza e alla diffusione di questa macchina che serve a lanciare il territorio. Avremmo voluto avere più soldi, però è una buona base di partenza.
Devo dire che il lavoro in Commissione è stato abbastanza piacevole, sia nelle audizioni che nel lavoro tra di noi, tutti i Commissari sono firmatari della proposta di legge, tutti favorevoli alla norma che non stravolge questo settore, ma sicuramente è un passo in avanti per mettere insieme un tavolo, dare ancora più forza alle associazioni e dare maggiore responsabilità ad un lavoro che comunque la Regione già fa, ma che così diventa più organico.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi riallaccio all'illustrazione fatta dal Consigliere Traversini, che è stata molto puntuale, soltanto per fare un cappello ed inquadrare la legge.
In questa legislatura l'ho sempre detto, sono un grande fautore dei testi unici di settore, ma in questi cinque anni la Giunta regionale non si è impegnata a riordinare il migliaio di leggi che abbiamo più o meno in vigore, più o meno applicate o disapplicate, finanziate o meno all'interno del nostro ordinamento, quindi, si è visto un proliferare di piccole leggi, molto specifiche per diversi settori, e questa ne è un esempio. Un esempio che pone l'attenzione su un prodotto che potrebbe essere trasferito all'interno di un piano di settore.
Siamo a fine legislatura, le mozioni da una parte impegnano la Giunta regionale a dedicarsi a qualcosa, sappiamo che non ci sarà il tempo per applicare ormai più nulla, mancano due, tre mesi alla fine dell'attività, d'altra parte i piani di settore sono redatti dagli uffici ed hanno un respiro solitamente triennale, quindi è difficile inserire all'ultimo momento delle questioni, una proposta di legge può consentire di traghettare da una legislatura ad un'altra l'attenzione in un settore.
Ricordo che circa un anno fa abbiamo approvato la legge sulla filiera della canapa, ecco un altro settore specifico su cui porre l'attenzione.
Spero che la prossima legislatura vorrà occuparsi di snellire la massa normativa a cui la Regione deve far fronte, andando verso i testi unici, tante piccole leggi, compresa questa, potranno rientrare nei testi unici di settore ed essere inserite nei piani che possono essere stilati in maniera più completa e organica.
Chiuso, questo per spiegare perché in questo momento è utile fare una legge in modo da dare continuità e di porre l'attenzione in transumanza, da fine legislatura all'inizio della prossima, il contenuto della legge a mio avviso è molto interessante, come esempio di attenzione ai vari settori di cui ci dobbiamo occupare.
Prima di tutto la regione Marche promuove la produzione di birra artigianale agricola, sostenendone i processi di lavorazione, valorizzando lo sviluppo delle materie prime e della produzione, e qui ci sono tutti i prodotti tipici, i prodotti a chilometro zero, a chilometro utile, su cui abbiamo fatto una battaglia molto costante in questi anni.
E' chiaro che non vogliamo ritornare all'autarchia, ma ci interessa produrre in questo settore un prodotto che sia riconoscibile, spendibile dal punto di vista del marchio, della tipicità, delle professionalità, che in questo ambito si devono sviluppare.
L'articolo 1 è molto chiaro, valorizza le materie prime e tutto il discorso dell'orzo, del luppolo, che va sviluppato a livello del nostro microclima montano, guardo il Consigliere Traversini, perché se n'è parlato con le Università e le sperimentazioni che sono in corso vanno in questo momento inserite nella legge.
Valorizziamo le imprese del settore già esistenti, incentiviamo la creazione di nuove imprese del settore, perché abbiamo visto che è in espansione, promuoviamo l'associazionismo e la cooperazione tra imprese del comparto, perché se si è troppo frammentati non si riesce a raggiungere una massa critica, un'unità di intenti che possa svoltare la politica di sostegno marchigiana, promuoviamo la creazione di percorsi turistici, è questa la sfida che come aree interne vogliamo vincere, nel senso che il prodotto tipico, la biodiversità, la qualità della vita, devono concretizzarsi in un ritorno sociale ed economico, creiamo posti di lavoro e portiamo un circuito turistico nelle aree interne, come è stato fatto negli anni per il vino, quello che è stato fatto per la valorizzazione del vino vogliamo riportarlo sulla birra. Ecco le varie iniziative che il Consigliere Traversini ha in precedenza bene illustrato e che non sto a ripetere perché conosciute da tutti.
L'articolo 2 bis è molto interessante prevede che i titolari di birrifici possono svolgere attività di vendita diretta e somministrazione per il consumo sul posto, utilizzando i locali e gli arredi dell'azienda con l'osservanza delle disposizioni igienico-sanitarie. Ecco la multifunzionalità al produttore che può vendere e somministrare il proprio prodotto.
La Regione sostiene lo sviluppo della coltivazione e della lavorazione delle materie prime, e parliamo dei maltifici che negli anni sono riusciti a dare la tracciabilità della materia, ricevuta e restituita. Quando abbiamo iniziato a fare le prime audizioni e mi ricordo i convegni organizzati già nel 2015/2016, con i vari deputati del settore, questa tracciabilità ancora non era particolarmente sviluppata.
Ci preme anche sottolineare che la filiera dell'orzo e del luppolo e la qualità delle acque, sono cose di particolare interesse che vogliamo sostenere e sono previste all'interno dell'articolo 3.
Proseguo per dire che, richiamando il discorso alla pianificazione pluriennale che gli uffici fanno per ogni settore, il 30 marzo di ogni anno la Giunta regionale adotta il programma annuale degli interventi di sostegno, quindi di anno in anno si potrà verificare quello che viene fatto su questa normativa.
Passiamo alla nota dolente, tra virgolette, che è quella del finanziamento. In questo momento si è riusciti ad individuare 30 mila euro, ma la legge viene approvata adesso che siamo a fine legislatura, per poter spendere questi soldi ci vuole una trafila burocratica che sta in piedi per mesi, è chiaro che questi soldi sono riferiti esclusivamente al 2020 e che il grosso dei finanziamenti va preso da Psr, Fesr e Fse perché questa normativa richiama la formazione specifica del personale, che viene occupato nella filiera, richiama l'agricoltura con orzo, luppolo e altro, richiama anche il sostegno alle imprese. Noi abbiamo tutti e tre gli strumenti principali europei a cui si potrà accedere con bandi specifici, perché la legge chiede questo all'articolo 7: "La Regione persegue le finalità di questa legge anche attraverso la pianificazione regionale in materia di promozione turistica, sostegno alle imprese e sviluppo rurale. I programmi regionali inerenti i fondi strutturali e di investimento europei attuano, inoltre, gli interventi previsti in questa legge compatibilmente con le finalità proprie della pertinente programmazione europea", quindi tutti e 3 gli strumenti potranno al loro interno declinare il sostegno a questa normativa.
Non è una legge che rivoluziona il mondo, è però un esempio di come la Regione Marche può dare attenzione a un settore che si vuole spingere affinché possa decollare.
Se poi ci sarà la lungimiranza politica di fare il riordino di tutte le migliaia di leggi esistenti e di andare verso testi unici di settore, queste attività andrebbero all'interno di piani di settore ben organizzati, quindi, speriamo che nella prossima legislatura si abbia la capacità di portarli avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Vorrei ripercorrere, anche se velocemente, un po' la storia.
Negli anni passati, prima di approdare al Consiglio regionale delle Marche ho ricoperto il ruolo di Assessore al turismo e all'enogastronomia della Provincia di Pesaro-Urbino e nel territorio era nata la volontà di valorizzare il prodotto della birra artigianale perché ad Apecchio, alla base del Monte Nerone, dove c'è un'acqua di ottima qualità c'erano due birrifici, oggi ce ne sono tre, importanti che commercializzavano la birra di qualità, la birra artigianale in tutto il mondo. Apecchio, grazie anche al lavoro che aveva svolto il Presidente dell'associazione 'Apecchio città della birra', aveva coniato la parola alogastronomia.
La birra di qualità era ed è una grande opportunità, sia quella agricola che quella artigianale. Apecchio, essendo un territorio montano, anche se è a 600 metri, uno dei birrifici noti però sta più in alto, aveva voluto caratterizzarsi con la produzione di birra di qualità ed ha creato un evento, il Festival dell'alogastronomia creando anche parola 'alogastronomia' e io, come Assessore provinciale al turismo e all'enogastronomia della Provincia di Pesaro-Urbino, chiesi al Presidente di attribuirmi anche la delega all'alogastronomia perché ritenevo che la birra di qualità potesse essere una grande opportunità dal punto di vista turistico, non solo dal punto di vista artigianale e agricolo. Grazie a quel Comune e al Presidente dell'associazione 'Apecchio città della birra', che si erano voluti contraddistinguere in più occasioni, di fatto si è concentrata su Apecchio un'attenzione nazionale in merito alla produzione di birra di qualità. Grazie a quel lavoro siamo andati alla Bit di Milano e abbiamo presentato il progetto, di fatto si realizzò un'opportunità, che poi si è diffusa nel resto della regione ed è stata quella di valorizzare il prodotto, di metterlo in rete insieme agli altri birrifici di qualità, agricoli ed artigianali, e di diffondere il progetto a livello regionale.
Oggi sono particolarmente soddisfatto, quindi ringrazio la Commissione, il Presidente Traversini, tutti coloro che ci hanno lavorato perché di fatto vedo concretizzarsi con questa legge, con questo testo legislativo, un lavoro che anche in mancanza di una norma legislativa abbiamo svolto negli anni passati.
Credo che questa legge possa essere una bella opportunità per i produttori, per la filiera del settore agricolo, per i produttori di birra di qualità, e sono davvero tanti ed apprezzati, ci sono birrifici che hanno avuto riconoscimenti a livello internazionale e mondiale, hanno vinto primi premi a livello mondiale come produttori di birra. Com'è possibile che un birrificio che viene dalle Marche possa avere un premio a livello mondiale, che possa essere a Londra che possa essere a Berlino, che possa essere a New York? La qualità quando c'è va riconosciuta e sono premi importanti che qualificano i birrifici, ma qualificano nel suo complesso tutto il settore.
Negli anni scorsi abbiamo fatto un incontro con tutti birrifici marchigiani, con l'Assessore Pieroni, proprio per cercare di valorizzare turisticamente questa filiera, perché siamo convinti che se una strada del vino può essere un'opportunità per le cantine e per scoprire nell'interezza il suo territorio, anche quella della birra può esserlo a sua volta. Tant'è che grazie ad un finanziamento che abbiamo messo in tabella C è stato realizzato il progetto "Le strade della birra", strade marchigiane della birra o Marche di birra, chiamatele come volete, e coloro che hanno aderito al progetto sono stati inseriti in un percorso all'interno del quale si può visitare il birrificio, fare la degustazione ed eventualmente acquistare il prodotto, nel contempo scoprire tutte le eccellenze culturali, storiche, artistiche, paesaggistiche, che in quel territorio ci sono. Se mi trasferisco da Apecchio a Cantiano, dove c'è un altro importante birrificio, passo tranquillamente per Acqualagna dove posso degustare il tartufo, posso andare ad Urbino, città del 500, città natale di Raffaello e quest'anno stiamo celebrando i 500 anni dalla morte di Raffaello. Questo per dire che la legge di fatto riconosce un lavoro che già in parte si è svolto, lo formalizza, lo istituzionalizza e dà una dignità importante alla valorizzazione del prodotto marchigiano di grande qualità. Ben venga l'occasione di valorizzare il territorio, di valorizzare il prodotto, che sia artigianale che sia agricolo, e credo che la scelta, che è stata fatta nella legge, di mettere il marchio QM sia una bella opportunità ed anche l'occasione per vendere e somministrare il prodotto, che naturalmente deve essere di qualità.
Abbiamo visto con quanta passione e con quanto impegno coloro che hanno i birrifici artigianali creano il prodotto, potremmo dire che lo fanno con amore, non sono i prodotti standardizzati, quelli delle grandi multinazionali internazionali che occupano una grande fetta del mercato, ma prodotti di qualità, prodotti artigianale, che sono ben altra cosa anche perché sono solitamente a fermentazione naturale e non sono pastorizzati.
Sono particolarmente felice della discussione e dell'approvazione di questa legge perché è una bella occasione per valorizzare il prodotto dal punto di vista dei produttori, della filiera agricola, della produzione di orzo, malto e luppolo.
E' importante anche il fatto che ci sia un registro che metta in evidenza i produttori all'interno di un percorso di valorizzazione. Si può fruire di queste eccellenze in due modi, da una parte attraverso la valorizzazione del prodotto, anche se credo che i birrifici non ne abbiano tanto bisogno, perché hanno già produzioni di qualità, dall'altra cogliere l'occasione per visitare il territorio in chiave turistica, turisti che vengono da tutta Italia e anche dall'estero a degustare il prodotto della birra.
E' stata fatta una ricerca, il consumo della birra sta aumentando anche tra il pubblico femminile, quindi, può essere una bella occasione per valorizzare il territorio turisticamente perché le Marche hanno grandi potenzialità, grandi occasioni di valorizzazione. Concludo, dicendo che sono stato, credo, il primo e forse l'unico Assessore provinciale all'eno-alo-gastronomia d'Italia.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Direi che è fuori dubbio l'importanza di valorizzare un settore nuovo come quello della birra artigianale agricola, che all'interno di questa proposta di legge trova non solo una sensibilizzazione, quindi una valorizzazione, ma anche un discorso aggregativo della normativa esistente. E' vero che come Consiglio regionale dobbiamo farci carico di promuovere non solo le nostre eccellenze, ma soprattutto quei settori che oggi potrebbero essere, in un momento di particolare crisi economica, anche per la nostra regione, un veicolo lavorativo, insieme alla produzione, alla valorizzazione di qualcosa che ci caratterizza.
Ben venga la promozione, ben vengano tutte quelle strade inserite all'interno di questa proposta, che hanno la tendenza di fare un unicum di quello che è oggi la produzione artigianale, non solo per quanto riguarda la fase della produzione, ma anche per quelli che possono essere i vari risvolti economici e di promozione dello sviluppo. Guardo in particolar modo al discorso turistico, perché oggi sappiamo che il turismo è soprattutto esperienziale, poter vivere l'esperienza a stretto contatto anche con la componente della produzione è qualcosa al quale in molti guardano con interesse, ampliando i numeri della presenza nel territorio.
Dobbiamo anche dirci che questa proposta di fatto aggiunge ben poco di nuovo a quello che già c'è, riunisce una normativa nazionale ed europea già esistente. Certamente l'intento è quello di porre attenzione ad un settore, ma se è quello di innovare e proporre cose particolari non lo trovo particolarmente interessante e su questo si è espresso anche chi mi ha preceduto
La nota un po' dolente, che dobbiamo ammettere, è quella di una limitata capienza di risorse investite, 30 mila euro questo anno.
Proprio perché il settore andrebbe valorizzato ancora di più, andrebbe sicuramente creata una maggiore interazione anche con le nostre norme esistenti, come quella sulla multifunzionalità del prodotto, per cercare di promuovere anche, ad esempio, all'interno di quei percorsi sugli agriturismi, l'utilizzo maggiore e indispensabile del prodotto che può essere, insieme agli altri prodotti locali, una esperienza per il turista che può conoscere e riportare nelle proprie realtà.
Andrebbero valorizzate anche quelle iniziative che si sono già lanciate in questo settore, come ad esempio quella delle "Strade della birra", che porta ad un percorso a livello nazionale, oltre che regionale, che è già partito, come per il prodotto del vino. Ormai l'iniziativa "Cantine aperte" è una realtà turistica che ogni anno porta tantissime persone non solo a conoscere il prodotto, ma a visitare le nostre cantine. Andrebbero fatti maggiori investimenti su queste iniziative che aiutano la promozione, la conoscenza e la crescita di un prodotto molto importante, sul quale tanti giovani stanno iniziando a puntare per fare la propria attività lavorativa, che li leghi o li lasci vicini al loro territorio e non siano costretti, come spesso sentiamo, ad andare fuori per realizzarsi professionalmente, ma scelgono, invece di investire, di restare nella propria terra d'origine valorizzando, attraverso anche questi prodotti, queste culture, queste produzioni, qualcosa che fa parte della nostra realtà marchigiana.
La norma non ha di per sé aspetti negativi, ma riunisce disposizioni già esistenti, mettendole in qualche modo a dignità di legge. Guardando la scelta della copertura economica, se prima si dava un'aleatorietà con i 30 mila euro occasionali della tabella C, oggi aver inserito questo settore all'interno di un percorso legislativo significa dare un punto fermo alla promozione della birra, artigianale e agricola.
Resta la volontà che dovrebbe essere coltivata e, quindi, promossa e toccherà alla prossima legislatura far vedere, anche attraverso degli incentivi ulteriori e maggiori, anche con una promozione e degli inserimenti all'interno della legge, magari più incisivi, quanto su questo comparto la Regione Marche vuole investire, quanto ci crede e quanto vuole farne un volano per la propria realtà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Traversini in quanto ha concesso la firma, insieme agli altri presentatori della legge, ha un extracomunitario della Commissione, sono tutti della Commissione ed hanno accettato. Ho chiesto di firmare la proposta di legge, cosa che normalmente non faccio, perché l'avevo già seguita per altre circostanze.
Finalmente facciamo una norma che serve, a volte le facciamo anche sostituendoci all'esecutivo, cose che magari potrebbero essere fatte con delibera di Giunta le facciamo con legge.
E' importante che esista una normativa per due ragioni fondamentali, prima, diamo finalmente una classificazione, all'articolo 2, delle tipologie di birra e anche del tipo di birrificio, questa è già una cosa fondamentale anche nei confronti della normativa europea, perché è vero quello che dice la Consigliera Leonardi, che i soldi sono pochi, e lo vediamo tutti, ma è anche vero che abbiamo una valanga di fondi europei che non a caso vengono richiamati in questa norma relativamente alla possibilità di attingere agli stessi, se non sbaglio è l'articolo 7.
Per esperienza, ho trattato un caso specifico per il riconoscimento particolare del birrificio artigianale e agricolo, l'Europa non tenendo conto delle condizioni del nostro territorio dava regole inapplicabili: che tutto fosse vicino, sullo stesso appezzamento di terreno. Da noi non c'è la possibilità di coltivare l'orzo e il luppolo sullo stesso appezzamento, succede spesso che l'appezzamento sia da una parte e a 5/6 chilometri di distanza ci sia l'impianto industriale. Questa regola è stata modificata dalla Commissione europea e ci siamo rientrati anche noi.
La legge dà maggiore forza a questa situazione e fa si, penso ad alcune aree terremotate della mia provincia, che le attività già avviate resistano, questa è un'attività che resiste, un'attività che crea non solo il birrificio, ma la birreria, la pizzeria, la ristorazione, un circuito positivo, virtuoso, che porta ricchezza, che porta movimento, che porta un più di turismo in aree in grandissima difficoltà. Queste sono piccole cose che spesso invochiamo per le zone terremotate e che possono risolvere qualcosa. L'esempio che ho sotto gli occhi: tra la coltivazione agricola, la produzione della birra nel birrificio e la birreria che vende, questa attività impiega qualcosa come 12/15 persone a seconda della stagionalità, non è una grande cosa, ma è una piccola azienda integrata fra turismo, commercio, artigianato e agricoltura, che ha il suo valore.
Una nota di colore per quanto riguarda l'acqua. In Commissione ne avrete parlato molte volte, l'acqua è fondamentale, noi nelle Marche abbiamo l'acqua buona, quella dei Sibillini, abbiamo l'acqua buona di tante altre sorgenti, l'acqua è fondamentale.
Una curiosità: l'ultima birreria nazionale è la Forst di Merano, sembra incredibile, ma l'ultima birreria di proprietà italiana è una birreria con il nome tedesco, Forst, tutte le altre birre, compresa la tradizionalissima birra sarda, che porta tra le altre cose la Sardegna al primo livello di consumo subito dopo il Trentino Alto Adige, è di proprietà di stranieri, tutte le birrerie italiane sono state comprate …

(interventi fuori microfono)

Luca MARCONI. La Heineken, ma ce ne sono anche altre, Consigliere Maggi, sono state comprate.
Queste piccole birrerie valorizzano il nostro prodotto, sicuramente sono italiane e resteranno tali.
Vi ringrazio per il lavoro svolto, voto convintamente questa legge non solo per quello che avete inizialmente presentato al quale mi sono unito, ma anche per le modifiche che sono state tante e sostanziali, quasi il 50% dell'intera legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Traversini che è stato relatore, ma che è stato anche primo firmatario e promotore insieme tanti altri noi, ma prima di tanti altri, di questa legge, che ritengo importante perché tante volte parliamo di un nuovo sviluppo possibile di una economia della sostenibilità e del benessere, attenta all'ambiente, ad un settore terziario che possa apportare turismo e crescita. Credo che questa legge vada in questo senso, coniugando la crescita delle birre agricole, dell'attività legate alla agricoltura, anche a quella dei settori enogastronomico e turistico, che sono sempre più rilevanti.
La birra artigianale è un fenomeno in crescita. i numeri lo dimostrano, ma lo dimostra anche l'attività di tanti ragazzi, perché se andiamo a fare un censimento dei birrifici, artigianali vedremo che molti sono gestiti, guidati, da giovani che con passione stanno trovando un'occupazione ed il modo di fare impresa in questo settore, che va tutelato e valorizzato perché abbiamo bisogno che le birre artigianali siano riconosciute e certificate, così come avviene per il vino, così com'è avvenuto in tutti questi decenni in Italia per il vino. Oggi è necessario che le leggi, le norme, garantiscano la qualità delle procedure. Abbiamo bisogno che è la birra artigianale marchigiana abbia alcune caratteristiche e dobbiamo evitare che i falsi birrifici artigianali, che magari hanno dei costi più bassi, riescano ad avere questa certificazione.
La tutela della qualità del prodotto è importante, sia per chi produce che per chi consuma, perché è opportuno sapere quello che oggi mangiamo e beviamo.
C'è poi il tema della promozione e della valorizzazione, credo che dobbiamo sempre più prestare attenzione agli strumenti normativi che abbiamo per valorizzare il nostro settore turistico, oggi che sempre più turisti sono attenti agli aspetti dell'enogastronomia. Abbiamo una grande ricchezza turistica: le strade del vino, le strade della birra, c'è anche la possibilità di visitare delle cantine, piuttosto che dei birrifici.
Voglio ringraziare l'associazione di birrifici marchigiani di birra ed anche l'associazione dei comuni "Città della birra", che hanno almeno un birrificio, ne abbiamo tanti in tutte le province, il Comune capofila è Apecchio.
Devo dire che questa è una bellissima realtà e facciamo bene con questa legge a dare un sostegno istituzionale a questo percorso di imprenditori e di Comuni che si sono associati tra di loro.
L'obiettivo della norma dovrebbe essere quello di sostenere e di dare visibilità al percorso "Città della birra", che dovrebbe essere inserito nei circuiti turistici, perché possa essere conosciuto, dato che, come ho detto prima, c'è oggi, sempre di più, una quota di turismo nazionale che è particolarmente attenta a questi aspetti, per cui credo che sia utile.
Concludo con un aspetto sul quale mi ero battuto e continuerò ad interessarmi, è quello degli strumenti di promozione. Sarebbe opportuno arrivare ad un festival regionale della birra artigianale marchigiana, non vogliamo fare nel nostro piccolo un Oktoberfest, che chiaramente ha altri numeri e altra tradizione, però abbiamo questo fenomeno e in Italia ormai da molti anni ci sono dei festival su prodotti gastronomici, anche su prodotti intellettuali, penso al festival della letteratura e al festival della filosofia. Queste manifestazioni sono anch'esse strumento di turismo, di interesse, che coniugano gli aspetti gastronomici turistici, anche con quegli intellettuali, quindi vedo molto bene l'idea di un festival in cui non solo si possano fare degustazioni e promozioni dei birrifici marchigiani, ma anche una convegnistica che possa far crescere la cultura di questo prodotto, con un'attenzione al bere responsabile, una cosa molto importante per le future generazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il mio intervento è stato sollecitato dal Consigliere Marconi quanto ha parlato delle multinazionali, che hanno fatto incetta delle birre in tutto il mondo, compresa l'Italia.
Come non tutelare la birra artigianale delle nostre Marche, però questa proposta di legge mi sembra anch'essa artigianale, in linea con la birra artigianale, perché ci si va a scontrare, come ha fatto notare in maniera poco approfondita il Consigliere Marconi, con le multinazionali, che sono gigantesche.
Addirittura in Italia il consumo della birra ha superato quello del vino, soprattutto per le nuove generazioni, anche le donne si stanno affiancando a questa pratica che non viene dalla nostra terra, ma che è importata.
Il Consigliere Marconi ha detto che la birra più famosa locale è quella sarda, l'Ichnusa ha uno spot bellissimo in bianco e nero, che dice: le nostre tradizioni, i nostri social, i nostri mamuthones, che girano con i campanacci. Trent'anni fa la birra Icnusa era famosa, era legata al turismo della Sardegna, un turismo di alto livello, e visto che poteva dar fastidio alle multinazionali fu acquistata dalla Heineken, che dieci dopo ha comprato la birra Moretti, quella del baffo, rimaneva la Peroni che nel 2016 è stata acquistata dalla multinazionale giapponese Asahi Breweries, l'ha pagata 2,55 miliardi di euro, questa è la cifra che fa capire qual è il mercato italiano, europeo e mondiale della birra. I 30 mila euro sono una carezza nel senso di avere buona volontà e di riconoscere queste persone.
Dal 2010 i birrifici nelle Marche sono tra i 15 e i 20 e, come ha detto giustamente il Consigliere Marconi, resistono, a parte alcuni, due, tre eccezioni. Nel resistere c'è la caratteristica di questi birrifici artigianali che, se non sono legati al turismo o ad una politica solida di marketing abbinata al turismo, hanno grosse difficoltà ad andare avanti perché ormai le caratteristiche artigianali e agricole sono state prese dalle grandi multinazionali.
La birra non pastorizzata, quella cruda, la fanno tutti perché le multinazionali hanno acquisito i birrifici che avevano delle caratteristiche particolari e peculiari. La Peroni era una ditta fondata al nord, che aveva dei birrifici a Roma, sponsorizzava la squadra di calcio Roma, l'ha comprata una multinazionale giapponese per 2,55 miliardi di euro.
Ora è difficile perché la birra artigianale ha il costo minimo doppio di quella normale, di quella delle multinazionali, che non sono di scarsa qualità ed hanno un marketing molto aggressivo e in continua progressione, se vedete ci sono le birre all'arancio, al pompelmo, birre con delle particolarità che avvicinano al consumo, come il pubblico femminile, che è molto particolare.
Tuteliamo le prerogative delle Marche, ma teniamo conto che stiamo proteggendo Davide contro il gigante ed è difficile che con la fionda riesca ad abbatterlo.
In effetti la birra artigianale, come hanno detto altri colleghi, è legata al turismo, ma non è possibile fare un paragone con il vino, che è una produzione autoctona, le viti sono nostre, invece i birrifici importano le materie prime e fanno soltanto la lavorazione. Naturalmente non hanno i fondi e le capacità a meno che non ci sia un'associazione particolare che metta insieme le attitudini di tutti e faccia ricerca in questo settore. Comunque non ci sono le potenzialità per contrastare il commercio mondiale della birra, che è in continua espansione, è un business gigantesco, mentre i produttori locali sono piccolissimi e quanto diventano un po' più grandi vengono assorbiti dalle multinazionali.
Voteremo con grande entusiasmo questa legge perché riconosce qualità, professionalità posti di lavoro, imprenditorialità, soprattutto dei giovani che stanno tornando verso l'agricoltura, visto che il manifatturiero è in crisi ed è difficile. La voteremo, ma teniamo presente qual è la condizione di questa legge anche perché i 30 mila euro stanziati non dico che sono patetici, ma quasi.

PRESIDENTE. Consigliere Zura Puntaroni abbiamo chiuso le prenotazioni già da un po', poi le lascio la parola per le dichiarazioni di voto.
Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

(L'assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Per quanto ci riguarda, come Lega, votiamo favorevolmente questa legge, che riteniamo estremamente importante per la valorizzazione del territorio, ma soprattutto per la valorizzazione di questo prodotto legato ad altre attività che vengono fatte nel territorio.
Credo che questo sia un primo passo, perché conseguentemente la valorizzazione di questa attività deve essere collegata, con un passaggio estremamente importante, al turismo. Come già avevamo visto in precedenza ci sono degli itinerari che sono legati a questo prodotto e soprattutto al territorio.
E' un aspetto molto importante, perché la nostra Regione è diversa dalle altre, abbiamo i borghi e possiamo inserire degli itinerari turistici per valorizzare ed anche per sottolineare l'atipicità del nostro territorio, che ha qualcosa di diverso rispetto alle altre regioni, Senza campanilismo, dobbiamo affrontare e verificare per dare delle risposte positive al nostro territorio, anche se in questo momento siamo molto in difficoltà per quello che, purtroppo, è accaduto nella regione. Guardiamo positivamente questa cosa per chiudere la pesantissima ferita e ridare un valore alla nostra regione, soprattutto al nostro territorio ed anche a queste attività particolari che rendono ricca la nostra realtà marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Anche noi di Forza Italia siamo favorevoli a questa legge.
L'ho firmata e ne abbiamo discusso tanto in Commissione, per ribadire che lo spirito con cui è stata fatta, e credo che il Consigliere Traversini l'abbia ben identificato, stava nel fatto di inserirla in un contesto molto più ampio, che non facesse riferimento soltanto alla produzione, ma ad una visibilità esterna, come ha detto il Consigliere Maggi, attraverso una promozione integrata del territorio.
Sempre di più abbiamo bisogno di promuove il territorio, inteso come un insieme di eccellenze. La produzione di birra artigianale diventa pari ad altre produzioni enogastronomiche, un elemento qualificate.
Nel momento in cui è entrata in vigore, a luglio, la normativa statale, che ha ridotto le accise sulla birra del 40%, su quelle artigianale ci sono alcuni dati molto significativi che riportano un incremento occupazionale di carattere stabile non precario, molto forte. Ci sono dei dati (2015/2017), che ho trovato in uno speciale articolo che è uscito qualche mese fa, che addirittura evidenziano un incremento di occupati, circa 4400 unità negli ultimi due anni nel settore della birra artigianale.
E' naturale che se non si inserisce questo settore all'interno di un piano di promozione turistica territoriale - mi auguro che qualche riferimento, Consigliere Traversini, possiamo introdurlo anche nella legge sul turismo, sul testo unico che stiamo rivisitando, d'accordo con l'Assessore Pieroni possiamo considerare qualche concetto di carattere generale su questo tema - torno a quello che ha detto il Consigliere Maggi, il rischio grosso sono le grandi multinazionali, che stanno facendo grandi cose in Italia. L'autunno scorso l'Heikenen Italia a Milano ha aperto una specie di università della birra, quasi in contrapposizione con le nostre generiche lauree in scienze e tecnologie alimentari, prevede un corso specifico sulla birra ed è riservato ai professionisti del settore, quindi, si sta in qualche modo accaparrano delle professionalità che ci sono sui territori, che si sono formate con la birra artigianale per poi trasferirle nelle loro mega aziende, nelle loro mega strutture, privando di queste professionalità il territorio che, molto spesso ha speso ed ha finanziato per formarle.
Le due cose devono essere contemperate e siamo favorevoli se in futuro ci fosse la possibilità di spendere qualche risorsa in più per promuovere un ambito, un circuito molto più ampio, che metta in rete anche la produzione agricola in modo tale da identificare un territorio, vendere, quindi, il nostro territorio, attraverso queste eccellenze, questi percorsi che uniti al vino potrebbero risultare molto interessanti. Siamo favorevoli perché è un motivo in più per vendere la nostra immagine all'estero, in Italia e far concorrenza alle altre regioni che magari già da 30/40 anni hanno visto in questo settore un elemento dirimente per promuovere il loro tessuto agro-industriale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Come gruppo consiliare Uniti per le Marche votiamo convintamente questa proposta di legge, che vede valorizzare i nostri territori, anche e soprattutto attraverso le proprie specificità, soprattutto queste artigianali che generano un indotto sia a livello economico che a livello turistico dando anche una grande opportunità al mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Proposta di legge n. 278. La pongo in votazione.

(L'assemblea Legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n.76
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano faunistico-venatorio regionale, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 'Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 76 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Dopo un bel bicchiere di birra affrontiamo il peso di questo piano, che è di oltre mille pagine, come vedete qui, sulla mia postazione.
L'atto che portiamo oggi in aula è una scommessa vinta e un grande risultato per la Regione Marche, che nel panorama nazionale è tra le prime in assoluto ad aver elaborato il primo piano faunistico-venatorio regionale.
È importante sottolineare questo aspetto perché la legge quadro nazionale stabilisce che le Regioni attuino la pianificazione faunistico-venatoria mediante il coordinamento dei piani provinciali. Tale disposizione però ha subìto un radicale cambiamento a seguito del riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province, in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni).
Di conseguenza, ai sensi dell'articolo 2, commi 1 e 2 della nostra legge regionale 13 del 2015, le funzioni in materia di caccia previste dalla legge regionale n. 7/19 95 e attribuite inizialmente dalle Provincie sono state trasferite alle Regioni che provvede, pertanto, anche alla pianificazione e gestione territoriale e faunistica.
Perciò la Regione ha provveduto a riorganizzare l'intero assetto amministrativo e a garantire una continuità nei procedimenti non ultimi quelli inerenti la programmazione e la pianificazione. Quello che oggi approda in Aula è pertanto un documento importante quanto complesso che per i prossimi anni andrà a definire le modalità di tutela e di gestione della fauna selvatica e gli indirizzi per una migliore indagine della gestione faunistica delle specie di interesse venatorio e di quelle di particolare valore naturalistico.
In questo piano, dopo un ampio quadro analitico in cui sono stati rappresentati oltre gli aspetti geomorfologici naturali del paesaggio, il clima, l'uso del suolo, il territorio agro silvo-pastorale, la popolazione venatoria regionale e le attività di vigilanza, è stata descritta la pianificazione territoriale attuale e definito lo stato di conservazione delle popolazioni animali sia cacciabili che protette.
In relazione a questo quadro analitico il piano interviene con proposte mirate di programmazione e fornisce i criteri per la pianificazione territoriale futura e gli indirizzi gestionali degli istituti faunistici, come ad esempio: zone di ripopolamento e cattura, le oasi di protezioni, i centri pubblici di produzione della fauna allo stato naturale, le zone destinate alla cinofilia, le aree di rispetto, i fondi chiusi e fondi sottratti. Definisce i criteri per l'individuazione dei territori sui quali possono essere costituiti gli istituti privati, come le aziende faunistico-venatorie e le aziende agri-turistico venatorie.
In un'ottica di assoluta attualità sono stati definiti gli indirizzi e le modalità di coordinamento delle attività previste dalla legge, con gli obiettivi e i criteri previsti dalle normative regionali in materia di salvaguardia e di tutela delle aree naturali protette dei siti della Rete natura 2000 e della Rete ecologica regionale anche attraverso determinate prescrizioni di salvaguardia.
Partendo da un buon lavoro finora fatto, inoltre, si è deciso di efficientare il sistema di monitoraggio delle informazioni utili attraverso indirizzi per la raccolta e l'utilizzo di dati e le attività svolte dall'Osservatorio faunistico regionale. La definizione degli indirizzi per la pianificazione e l'esecuzione degli interventi di gestione di competenza degli ambiti territoriali di caccia quale fondamentale presupposto per uniformità d'azione e coerenza territoriale.
Sono stati chiariti i requisiti del personale tecnico addetto alle attività di pianificazione e gestione faunistico-venatoria al fine di assicurare un livello sempre più alto di competenza di qualità dei documenti prodotti.
Centrale e largamente condiviso l'argomento sugli indirizzi per la realizzazione di interventi di tutela e di miglioramento ambientale e di gestione delle pratiche agricole ai fini faunistici, per cui corrispondere un riconoscimento economico per la realizzazione degli stessi in favore dei proprietari o dei conduttori dei fondi rustici, singoli o associati.
Un capitolo importante è quello dedicato all'impatto della fauna selvatica sulle attività antropiche, con particolare riferimento sia ai danni che alla prevenzione, diretta o indiretta degli stessi, anche con suggerimenti di metodologie di controllo. E' stato fatto, pertanto, un grande sforzo organizzativo nella predisposizione di questo piano, soprattutto in riferimento anche ad un'importante partecipazione con tutti i soggetti interessati, fin dalla sua predisposizione.
Ai sensi della direttiva 2001 n. 42 Cee, infatti, i piani e programmi devono essere sottoposti a valutazione al fine di valutarne gli effetti sull'ambiente.
Chi elabora un piano sottoposto a valutazione ambientale strategica redige un rapporto ambientale, che costituisce parte integrante della documentazione dell'atto stesso, la cui predisposizione è effettuata durante la fase preparatoria dello stesso.
Al fine di definire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale sono stati avviati, pertanto, le consultazioni con i soggetti competenti in materie ambientale, dai Ministeri all'Ispra, alle agenzie regionali per l'ambiente, alla Sovrintendenza, all'Istituto zooprofilattico, agli altri servizi regionali, alle Province, all'Unione montane e a tutti i comuni marchigiani, a tutte le aree protette, alle Regioni e alle province confinanti.
Il decreto legislativo n. 152 del 2006 "Norme in materia ambientale", in recepimento della direttiva 2001 n. 42 Cee, stabilisce infatti che la valutazione di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con condizioni per lo sviluppo sostenibile e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica. In tale ambito la valutazione ambientale strategica di piani e programmi, che può avere un impatto significativo sull'ambiente, ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione dei piani e programmi, assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.
Il decreto legislativo n. 152 del 2006 stabilisce, inoltre, che viene effettuata una valutazione per tutti i piani in considerazione di possibili impatti sulla finalità di conservazione dei siti designati, come zone di protezione speciale per la conservazione di uccelli selvatici (ZPS) e quelli classificati come siti di importanza comunitaria (SIC), oggi trasformati in zone speciali di conservazione (ZSC). Per la protezione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica è necessaria una valutazione di incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357. Quest'ultimo dispone che nella pianificazione e programmazione territoriale si debba tener conto della valenza naturalistica ambientale dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, predispongono uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
Il territorio regionale marchigiano interessato alla pianificazione faunistico-venatoria conta ben 76 siti Natura 2000 e, pertanto, si è resa necessaria la valutazione di incidenza del piano per questi siti. A tale scopo è stato redatto lo studio di incidenza per la valutazione degli impatti potenziali sulle valenze delle zone speciali di conservazione, dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale.
Contemporaneamente con l'obiettivo di una più ampia partecipazione fin dalle prime fasi di elaborazione del piano, sono stati programmati anche gli incontri sul territorio coinvolgendo, oltre agli SCA, anche i portatori di interesse su scala regionale, provinciale e comunale (ambiti territoriali di caccia, associazioni venatorie, organizzazioni professionali agricole, associazioni ambientaliste).
Tutto ciò ha portato alla predisposizione del piano faunistico venatorio regionale, del relativo rapporto ambientale, dello studio di incidenza e della sintesi non tecnica che sono stati adottati dalla Giunta regionale con deliberazione n. 903 del 23 luglio 2019, avviando contestualmente la consultazione pubblica da parte di chiunque volesse proporre determinate osservazioni. Al termine del periodo pubblicazione da parte di 26 soggetti (associati, enti pubblici, privati cittadini) sono pervenute n. 525 osservazioni, 51 delle quali sono stati giudicate pertinenti alla VAS e alla valutazione di incidenza, mentre le osservazioni, le obiezioni ed i suggerimenti concernenti la pianificazione, che non hanno valenza strategica, sono state valutate e controdedotte a cura degli uffici provvedendo all'eventuale adeguamento dei contenuti del piano e sono sintetizzate nella dichiarazione di sintesi, allegata al piano stesso.
Da tenere in considerazione, comunque, che rispetto alle osservazioni pervenute, a significare l'importanza data anche la fase pubblica e partecipata, circa l'80% di esse sono state accolte o parzialmente accolte. Un risultato importante, decisamente non scontato che ne testimonia la portata.
Le indicazioni per la valutazione ambientale strategica contenute nel parere motivato di Vas e le prescrizioni per la valutazione di incidenza sono state, infine, recepite nel piano faunistico-venatorio regionale successivamente trasmesse alla Commissione consiliare.
Dopo la preparazione è iniziato il lavoro della Commissione, ci è stato richiesto di fare velocemente e abbiamo fatto il possibile, mantenendo però un lavoro serrato nel tempo, partendo dal 19 dicembre prima Commissione legata al piano faunistico-venatorio, nel giro di un mese, puntuali ogni settimana ci siamo riuniti, abbiamo approvato il piano faunistico-venatorio.
Ci sono state ampie consultazioni, un lavoro importante che oggi andiamo ad approvare, un atto che normalmente richiede due anni di lavoro noi lo chiudiamo in un anno. Oltre allo straordinario lavoro fatto da chi è incaricato e dalla struttura regionale, l'attività svolta dalla Commissione è stata importante non solo per le audizioni, ma per il lavoro in sé.
Ringrazio i componenti della Commissione che in maniera seria e puntuale hanno raccolto e sintetizzato le varie proposte avanzate nelle audizioni, nonostante il lavoro di un tavolo di consultazione per la redazione del piano. Sono state accolte l'80% delle indicazioni e le abbiamo sintetizzate, proposte dell'associazione dei cacciatori, degli ambientalisti, soprattutto degli agricoltori che segnalavano ancora alcune situazioni, che abbiamo corretto e rielaborate.
Al di là dei ringraziamenti ai membri della Commissione, devo ringraziare in modo particolare per il lavoro tecnico e per la competenza il portato avanti e per la competenza tecnica il funzionario della Regione che segue con competenza la caccia, è stato fondamentale sia nella prima parte che in Commissione, insieme al lavoro fatto dalla Segretaria della II Commissione. Hanno lavorato tantissimo e sintetizzato nel miglior modo possibile dal punto di vista tecnico le indicazioni che la Commissione aveva accettato.
Siamo riusciti dopo un anno a portare avanti e ad arrivare in Consiglio con un piano elaborato in maniera completa e corretta grazie al lavoro di molte parti, anche dal punto di vista tecnico.
Abbiamo sottoposto il piano ai pareri del Cal e del Crel, sono stati favorevoli, ma condizionati con alcune richieste, diverse assorbite e accettate all'interno del piano.
Prima ho parlato di alcune associazioni, tipo quella degli agricoltori, sensibile ad alcuni argomenti legati al mondo venatorio, che hanno chiesto che nel piano fossero riportati i principi ben chiari che la Giunta regionale aveva già espresso in delibere concernenti il mondo dell'agricoltura, dove è stato possibile li abbiamo ripresi e contestualizzati d'accordo con tutti i componenti della Commissione.
Stessa cosa è avvenuta sui parere del Cal e del Crel, alcune osservazioni sono state accolte, tipo la parola risarcimento al posto di indennizzo, legata ai danni all'agricoltura causati dalla fauna selvatica. Abbiamo non accolto alcune osservazioni che erano legate a norme che per alcuni aspetti non erano di competenza del piano faunistico venatorio ed erano previste in altre situazioni, quindi non potevano essere accettate. Questo è valso sia per il Crel che per il Cal, abbiamo accettato due modifiche e parte di una terza, il resto no perché non erano di competenza del piano faunistico.
Un lavoro, una sintesi, che mette la Regione Marche in linea con le poche altre regioni che hanno approvato il piano, riusciamo a mantenere un impegno che sembrava quasi impossibile.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Parto con la relazione e dico che è difficile aggiungere qualcosa di nuovo perché in Commissione è stato fatto un lavoro molto ben approfondito, grazie anche all'intervento dei tecnici e degli esperti che hanno collaborato alla realizzazione del piano.
Anche questa volta devo dire grazie la collaborazione che noi abbiamo avuto dagli interlocutori, che sono gli attori, coloro che dovranno gestirlo, sono le Associazioni venatorie, gli ATC, gli agricoltori.
Credo che questa volta sia stato fatto un buon lavoro perché si sono presentati uniti, hanno esposto delle considerazioni condivise su cui la Commissione ha potuto lavorare approfonditamente, quindi, è stato un po' più semplice fare la sintesi di tutte le osservazioni fatte.
Alcune considerazioni di carattere generale le voglio fare, altre più puntuali su punti su cui ho delle perplessità, anche per ribadire che siamo stati in grado di ragionare sulle osservazioni giunte, condividerle e inserirle nel piano.
Per dare atto del grande lavoro che è stato fatto, non è una cosa scontata, vorrei ricordare che questo piano si divide in due grossi macro-argomenti. Il primo è il piano conoscitivo, che non è cosa da poco. La pianificazione si fa bene quando si fa uno studio a monte dello status quo, da dove si parte. Il piano conoscitivo è stato molto corposo, ha fotografato quello che c'era, alcune associazioni agricole hanno detto che potevamo partire da un po' più indietro per avere l'analisi esatta di quello che era successo negli ultimi 4/5 anni in tema di ripopolamento, in tema di cattura e di presenza delle specie faunistiche sui nostri territori, per prevedere come tutelarle alcune e come incidere su altre con il prelievo e con i piani abbattimento, però, credo che sia un buon viatico aver cominciato in questo modo. Questa prima parte di carattere generale contiene sia la Vas che la valutazione di vigenza ambientale.
La valutazione di vigenza ambientale è stata fatta dai gestori dei siti della Rete 2000 e poi tutto è stato trasferito all'interno della Vas che è stata oggetto di studio da parte della struttura interna e devo dire che questa prima parte è fatta molto bene, molto articolata.
La seconda parte, il secondo macro argomento, riguarda la pianificazione faunistica venatoria, di cui accennerò alcuni aspetti su cui vorrei riflettere maggiormente.
Ritengo molto positivo il segnale forte che hanno dato le associazioni venatorie, gli ATC e le associazioni agricole, perché hanno condiviso fra loro taluni passaggi, hanno fatto sintesi, ce li hanno presentati e ci hanno consentito di lavorare più velocemente
Il Consigliere Traversini ha detto in apertura che siamo in presenza di una scommessa vinta, è giusto, ripeto, questa scommessa sarebbe stata ancora più bella se fosse arrivata due anni fa e ci avrebbe evitato le rincorse che abbiamo fatto l'anno scorso, due anni fa, modifiche di leggi e leggine che hanno messo in subbuglio tutto il movimento venatorio, anche se poi ce la siamo cavata bene tra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Abbiamo consentito a tutti i nostri amici cacciatori di andare a caccia, anche se un po' di paura ce l'abbiamo avuta fino al mese di settembre che qualcuno potesse rimanere al palo.
Il piano ha una validità pluriennale, potrà essere monitorato in modo tale che alla scadenza si possa effettivamente arrivare non con delle proroghe, non con dei divieti, non con dei ricorsi al Tar, non con dei ricorsi al Consiglio di Stato, perché questa l'attività venatoria è un attività sportiva, è un attività turistica, considerato che nel sistema ci sono aziende agrituristiche venatorie di cui dobbiamo in qualche modo tenere conto perché è produzione di reddito, di occupazione, perché è economia che gira, perché è turismo e promozione del territorio, quindi non dobbiamo solo guardare al cacciatore che spara alla starna oppure al piccione, ma anche a tutte le attività correlate. Poi ovviamente si deve monitorare il discorso delle specie faunistiche ed è una cosa ben fatta.
Andiamo a vedere alcune situazioni, voglio entrare nel merito di alcuni punti che ritengo essenziali e sui quali alcune criticità, alcuni dubbi, mi vengono.
Innanzitutto, il problema dei bandi per l'istituzione di aziende faunistiche-venatorie, agroturistiche-venatorie. Perché tutto questo? E' vero, c'è un regolamento che, ci hanno fatto notare i tecnici e l'abbiamo visto pure noi, impone che si debba fare dei bandi per istituire nuove aziende faunistiche-venatorie, però il rischio è che ci possano essere le famose cordate che in qualche modo condizionano l'istituzione di alcune aziende. Prima veniva fatta una domanda da persone, da associazioni venatorie ed era molto più snello, molto più libero, questo qualche problema lo potrebbe creare. Invito a riflette un po' su questo regolamento e se nel corso del tempo, nei prossimi mesi o nei prossimi anni, non funzionerà tornare al vecchio sistema eliminando il discorso del bando.
L'altra criticità che voglio mettere in evidenza è quella relativa ai fondi chiusi e ai fondi sottratti. Se qualcuno vuole fare istanza per sottrarre un fondo alla gestione programmata della caccia, per calcolare l'effettiva superficie deve produrre una serie di adempimenti burocratici, cartografici, fino ad arrivare ad una cartografia vettoriale digitalizzata, che credo possa fare la Regione stessa, perché farlo fare direttamente al proprietario del fondo è un aggravio che non mi piace, spero che questa situazione possa essere corretta strada facendo, in funzione delle situazioni che si possono creare.
L'altro aspetto che mi piace riguarda l'aumento dal 10% al 15% delle aree di rispetto in cui sono consentiti i prelievi di specie predatorie senza ricorrere ai piani di controllo, credo che sia una cosa molto importante, ce l'hanno chiesta, qualcuno la vedeva come una grossa limitazione, in realtà non lo è, è una crescita aumentare queste zone di rispetto dal 10% al 15%.
L'altro aspetto su cui occorrerà approfondire il discorso è quello sull'utilizzo delle munizioni senza piombo, penso che questo divieto assoluto qualche problema lo possa creare. La regione si è spinta oltre rispetto alla normativa, in attesa di direttive europee e altro, magari intanto vietare la cacciagione destinata al consumo umano per poi aspettare una normativa molto più dettagliata e molto più specifica, recependo le normative europee.
L'altro aspetto positivo che voglio segnalarvi riguarda tre punti e poi chiudo. Sono: il discorso di sburocratizzare sugli appostamenti, non più domande, se tutto non cambia bastano i versamenti; l'aver recepito le richieste dell'Anci per individuare all'interno di ogni Atc aree destinate all'addestramento dei cani; un segnale molto forte dato agli agricoltori, ancora una volta, per effetto dei danni provocati dalla fauna selvatica, perché gli agricoltori dicono in pratica tre cose. Innanzitutto vogliono che la fauna selvatica non provochi danni, aprioristicamente, se ci sono danni vogliono essere risarciti e vogliono in qualche modo autogestirsi nei propri poderi. Queste sono tre cose che noi volevamo.
Il piano che era uscito dalla Giunta non parlava di risarcimenti, ma di indennizzi e sarebbe stato veramente un dramma, questo concetto è stato modificato in risarcimento, in un rimborso totale dell''effettivo danno prodotto dalla fauna selvatica, e questo credo che sia un aspetto molto positivo.
In sintesi, nel merito il piano è valido e darà delle certezze all'inizio di ogni stagione venatoria a tutti gli appassionati, agli amanti della caccia, non metterà in discussione l'apertura o meno.
Ci sono state anche delle aperture nei confronti di coloro che hanno espresso una maggiore sensibilità, faccio riferimento, ad esempio, ad alcune associazioni ambientaliste, che hanno messo in evidenza il problema che la Regione dovrebbe indicare e censire in modo preciso i valichi, attraverso l'Ispra, per evitare la caccia in un raggio di ..., adesso non sta a me dire quale deve essere il raggio. Il censimento dei valichi deve essere fatto dall'Ispra, sicuramente sarà una cosa valida e speriamo che la Regione lo faccia con i suoi organi tecnici e con l'ausilio dell'Ispra, nel modo più veloce possibile per tutelare anche paesaggi e situazioni che sono a rischio.
Arriviamo in ritardo, possiamo dire, un ritardo abbastanza colpevole perché questo noi l'avevamo detto già tre anni fa, quando tutti i piani provinciali erano in scadenza, quando ne era rimasto soltanto uno in vita, ed era quello della provincia di Asti, ma tutti gli altri stanno andando in prorogatio e avevamo visto che i Tar e il Consiglio di Stato davano ragione ai ricorrenti. In quel modo non si poteva andare avanti in quanto non c'era certezza sulle specie da cacciare e sulle aree in cui cacciare, però alla fine il piano è stato fatto, si è corso e si è arrivati a fine legislatura, lo accogliamo perché riteniamo sia uno strumento fondamentale per i 15/20 mila cacciatori della nostra regione, forse più 20 mila.
E' una risposta molto importante ad un'attività che, ripeto, non è soltanto venatoria e sportiva, ma ha anche un carattere economico molto importante per questa nostra regione.

PRESIDENTE. Adesso apriamo il dibattito, vorrei dire questo: l'argomento è interessante, molti vorranno intervenire, sono le 14,20 entro le 14,30 chi vuole può prenotarsi così sappiamo come organizzare i lavori, dopodiché chiudiamo le prenotazioni e non c'è più possibilità di intervenire. Grazie.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Il Consigliere Traversini ha parlato di scommessa vinta nella sua veste di relatore di maggioranza, il Consigliere Celani come relatore di minoranza ha detto che è un piano valido, concordo con questi due giudizi: un piano valido, una scommessa vinta.
Chiarisco subito, perlomeno questo è il mio pensiero, se i ritardi ci sono stati sono imputabili a coloro che hanno fatto il pasticcio sulle province, dal 2012 in poi, non ad altri. Il riordino istituzionale è dovuto ad una confusione istituzionale.
Fatta questa considerazione, considero l'atto che stiamo compiendo di grande valore, quindi, voglio anche ringraziare alcune persone, in primis l'Assessore Pieroni, perché in questi anni si è speso e si è impegnato affinché rimanesse in piedi l'attività venatoria. Un grazie sentito al Consigliere Traversini ed ovviamente a tutta la II Commissione.
Il Presidente Traversini ci ha ricordato il numero delle osservazioni, quindi, guardiamo l'altra faccia della medaglia, l'elevata partecipazione di tutte le associazioni, ambientaliste, venatorie, agricole, i governi della caccia o gli autogoverni, gli ambiti territoriali di caccia, il mondo dell'associazionismo in generale, ma anche le comunità, coloro che hanno in qualche modo contribuito alla costruzione del piano.
Un ringraziamento ovviamente alla struttura regionale che in parte ha vissuto questo piano e alla Segretaria della II Commissione per tutto il lavoro svolto e per tutte le risposte date ai consiglieri.
Questo è un importante strumento di pianificazione, ieri ne parlavo con alcuni preziosi collaboratori dei gruppi consiliari, che permette la pianificazione e la programmazione territoriale sulla base di dati faunistici, ambientali, relativi anche all'ecosistema e alla biodiversità, la piena attuazione della legge quadro sulla conservazione della fauna e sull'attività venatoria, la legge 157 del 1992, anche nel rispetto delle caratteristiche ecologiche del territorio, della consistenza e delle dinamiche delle popolazioni animali, delle reali vocazioni dei territori, anche faunistiche, e dei tantissimi aspetti dell'attività venatoria: habitat, fauna, uomo. Perché non parliamo anche dell'influenza dell'antropizzazione sull'ambiente che incide sulla fauna? Faccio alcuni esempi rispetto alle infrastrutture, non vedo in Aula l'Assessore Casini, ma c'è il relatore di minoranza Consigliere Celani. Non è pensabile oggi avere infrastrutture viarie o anche ferroviarie, autostrade e superstrade, senza prevedere i passaggi per la fauna, soprattutto gli ungulati, nel rispetto degli animali e della sicurezza delle persone, quindi il traffico, le tradizioni faunistiche, ma anche gli incendi nei campi o nei boschi, l'uso dei pesticidi, più semplicemente superfici enormi di campi arati, tutto questo non ha a che fare con l'attività dell'uomo e col suo rapporto con la natura, con l'ambiente, con la fauna? Campi arati magari senza siepi, che sono preziosissime per la fauna selvatica, per le lepri, le starne, i fagiani. Penso alla silvicoltura. Consigliere Giorgini si ricorda quando con il bosco di Tecchie e con l'istituzione della riserva abbiamo parlato del ceduo, dell'alto fusto, anche questo ha a che fare direttamente con la fauna.
Come non pensare a rendere più accogliente il bosco per gli ungulati? Anche questa è una forma di prevenzione dei danni in agricoltura. È chiaro che nel bosco ci deve essere cibo sufficiente. Il rispetto delle vocazioni del territorio è fondamentale, quindi bisogna migliorare l'ambiente per la fauna, ma anche per le persone.
Potrei continuare sulla gestione delle oasi, delle zone di ripopolamento e cattura, il Consigliere Traversini ha ricordato gli istituti di protezione, fino ai siti di interesse comunitario, obiettivi precisi anche per la migratoria, perché credo che sia possibile incrementare le popolazioni animali con una buona gestione delle zone di ripopolamento e cattura, altrettanto fondamentali per la migratoria, perché è pensabile istituire/ricostituire luoghi per la sosta o per l'alimentazione degli animali, quindi monitoraggio, censimenti, vigilanza e potrei continuare.
Credo che l'approccio, per quanto mi riguarda sia chiaro, penso che noi dovremmo porre ...
Sono alla fine dell'esperienza istituzionale, ma chi è all'inizio o chi dovrà affrontare presto una campagna elettorale deve confrontarsi con i cittadini con un programma avanzato, credo anche su questo tema che ha a che fare con il territorio, con la fauna, con l'ambiente. Dobbiamo fare un salto di qualità politico e culturale, perché si vuole sostenere che l'attività venatoria non può essere vissuta come un impegno ambientalista? Io credo di no, penso che non si possa fare, non soltanto per quel rapporto uomo natura di cui parlavo, ma credo che non sia possibile, e non voglio cancellare o ignorare un altro momento fondamentale che i cacciatori conoscono benissimo, che è un momento fondamentale dell'attività venatoria, la ritualità, le passioni le sfide, l'agonismo, il confronto e anche la narrazione animata della stessa attività venatoria. Credo che fra coloro che in qualche modo rappresentano anche culturalmente le aree rurali o quelli che sono vissuti in città, quindi questo confronto fra chi fa la caccia alla lepre o agli ungulati, chi fa la caccia alla migratoria o ad altri tipi di caccia, un confronto ci sia, quindi accanto all'aspetto ambientalista, c'è anche questa ritualità, queste tradizioni, queste passioni queste sfide, questa narrazione, ma il dato di fondo è la gestione faunistica, quindi il momento unitario del governo del territorio, a partire dalla ricostituzione degli habitat naturali, l'incremento delle popolazioni animali, il rapporto uomo natura. Dico che dobbiamo vincere e compiere questo salto di qualità e c'è questa sfida ambientalista...

(intervento fuori microfono)

Enzo GIANCARLI: Questa cosa, Presidente, avrei voluta evitarla però possiamo fare in modo di chiudere il Consiglio all'ora di pranzo, oppure chiudiamo il bar, perché non è più possibile continuare con questo modo di fare.
Detto questo, credo che il patto per il clima sia molto più importante che il prelievo di un fagiano, quindi dobbiamo fare in modo che l'emergenza ambientale che si sta vivendo, tocchi le questioni di fondo dell'attività umana e ambientale. E' molto più importante porci il problema di azzerare le emissioni climalteranti, passare ad energie rinnovabili, incentivare gli interventi di riforestazione e l'efficientamento energetico delle strutture, queste sono le vere emergenze ambientali, non quella del prelievo del fagiano; oppure il fatto che non c'è una legge sul contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato per quello che riguarda un'incentivazione alla rigenerazione urbana. Il recupero del patrimonio edilizio esistente, l'edilizia di qualità, il risparmio energetico, sono obiettivi che vanno perseguiti, perché rendono più belle, più vivibili le nostre città. Queste sono le emergenze ambientali, le altre sono condizione della gestione del territorio e proprio perché sono condizione della gestione del territorio devono essere poste dentro quel ragionamento che cercavo di fare, di impegno ambientalista dell'attività venatoria.
Il legame forte e vincolante con gli agricoltori, non penso soltanto ai fitofarmaci, ma alla cura del bosco, alla presenza indispensabile dei prati, alla ricchezza idrica, se non c'è attenzione all'ambiente, al territorio, un semplice fenomeno naturale può diventare una calamità. L'agricoltura, senza la rotazione delle culture la fauna è più povera.
Il fantastico volo delle starne per chi conosce l'attività venatoria - il problema, Consigliere Zura Puntaroni, non è perdere o vincere è avere idee - o il meraviglioso canto delle allodole sono il risultato di una seria politica del territorio, di un territorio in grado di produrre fauna, altro che l'acquisto della selvaggina, il salto di qualità non è soltanto culturale, ma è nella gestione e nell'indirizzo, quindi anche la Regione Marche, ma so che con l'Assessore Pieroni trovo la sensibilità, la disponibilità. La guida è pronta per questo salto di qualità, soprattutto gli ambiti territoriali di caccia, perché è lì che avviene tanta parte della gestione e quindi ricostituire gli habitat naturali per fare anche qui un salto di qualità dalla tutela al prelievo, dalla caccia controllata alla caccia programmata con criteri scientifici, con i censimenti, con il monitoraggio, non con le sanzioni, ma con responsabilità, maturità, autogoverno, sussidiarietà.
Riassumo nella formula politica che da sempre ho praticato, anche quando sono stato alla guida di istituzioni che avevano competenze precise in questa attività, no all'abolizione della caccia, no alla caccia ovunque, non è possibile vagare senza limiti, cacciare tutti i giorni o tutte le specie, ma regolamentazione, questo è quello che dobbiamo fare, quindi no al consumismo, no alla mercificazione, la fauna come patrimonio indisponibile dello Stato.
Voglio ricordare brevemente uno studio che facemmo anni fa sulla rondine, come altre specie animali e vegetali funge da indicatore dello stato ambientale. Uno studio molto interessante per valutare lo stato ambientale del territorio, per capire non solo con un progetto di ricerca e sensibilizzazione, ma per conoscere quello che era negli insediamenti antropici, nel territorio marchigiano, nel suo insieme, la condizione particolare e ambientale dovuta a questo indicatore così ricco come la rondine.
L'attività venatoria è accompagnata da passioni e competenze, da specializzazioni, da vocazioni, va costruita su base scientifica, c'è tanta socialità, l'ho ricordata, c'è tanta voglia di stare insieme, perché anche questa attività è parte della nostra identità, è la storia delle nostre genti, della nostra comunità, è la storia dei nostri territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Mi sono cancellato. Grazie.

PRESIDENTE. Abbiamo chiuso nel frattempo le prenotazioni.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Al di la dell'enfasi che ho sentito, direi che si va a sanare un vuoto normativo, che proprio da quest'Aula, ha più riprese nel corso di questa legislatura, ci siamo resi conto che ha creato non solo problemi, ma anche danni, ricorsi e una forte animosità aggiuntiva rispetto alle categorie che oggi sono gli attori in gioco e protagonisti di questo piano.
Sappiamo tutti dei ricorsi delle associazioni ambientaliste, che si sono trovate devo dire, in questo caso, fianco a fianco con il mondo venatorio nel denunciare l'assenza colpevole di un piano faunistico-venatorio regionale, lo hanno ricordato alcuni colleghi che sono intervenuti prima, voglio segnalare con chiarezza che il piano era scaduto dal 2015.
Per Fratelli d'Italia, invece, il mondo venatorio, quello agricolo e quello zootecnico, dovrebbero essere messi in collaborazione fra di loro per rendere più efficace la presenza di entrambi sul territorio. Penso ad esempio, ne faccio uno tra i tanti, ai danni dei cinghiali sulle culture, abbiamo avuto anche diversi agricoltori che sono venuti anche a protestare qui in Regione, oltre agli incidenti stradali, che purtroppo li vedono tristemente protagonisti nel nostro entroterra, ma non solo, questi rischi che sono connessi alla presenza dei cinghiali ci dicono che la convivenza di questi mondi, il mondo venatorio e agricolo, è già difficile, in particolar modo nelle zone dell'entroterra che hanno per loro natura più difficoltà nella realizzazione delle produzioni, questi mondi dovrebbero essere unificati, nel senso che dovrebbero andare a braccetto e non essere messi in contrapposizione l'uno con l'altro. Il dialogo e la convivenza non è solo auspicabile, ma reputiamo sia anche necessaria.
Come siamo arrivati fino ad oggi? Dobbiamo ricordarcelo perché è stato detto che questo piano è un grande risultato, ma dobbiamo dire che partiva da una grandissima sconfitta e questo va ricordato perché soprattutto questi i mondi hanno portato, anche attraverso le aule giudiziarie, sulle loro spalle i risultati di questa assenza, certamente non se la sono dimenticati.
Siamo arrivati a questa situazione dopo che la Giunta regionale è risultata inadempiente rispetto alla redazione del piano faunistico regionale, che era necessario, essendo scaduto già da anni e in presenza dei piani provinciali anch'essi scaduti.
Il Consiglio di Stato aveva contestato alla Regione Marche la mancanza di una pianificazione venatoria, fatto fortemente contestato, lo ripeto, sia dal mondo venatorio che da quello ambientalista. Oggi andiamo a sanare un grave vuoto e per questo credo che non sia solo indispensabile che il piano venga approvato, pur con questi ritardi.
Vanno certamente ringraziate tutte le persone che una volta messe nelle condizioni di lavorare alla stesura del nuovo piano l'hanno fatto celermente perché sappiamo che la stesura di questi piani richiede anche tempi lunghi, se il mandato fosse stato dato già dal 2015, dall'insediamento di questa legislatura, certamente avremmo evitato una serie di danni, una serie di contrapposizioni, di animosità e di ricorsi ai quali, invece, purtroppo, abbiamo assistito.
Per Fratelli d'Italia il piano faunistico-venatorio va approvato anche se ci sono ancora delle parti che andrebbero corrette e migliorate, frutto, forse, della volontà di imprimere un'accelerazione e di approvarlo prima della fine della legislatura, visto il pericolo di ulteriori ricorsi, di ulteriori stop, di ulteriori scontri fra i mondi che si trovano a vivere e convivere.
Devo dire che per quanto riguarda la componente agricola è un bene l'introduzione del risarcimento al posto dell'indennizzo del danno, che aveva creato un certo disagio e l'impossibilità per molti agricoltori di vedersi riconosciuto quanto effettivamente perso per la presenza degli animali, ricordo i cinghiali perché sono quelli che fanno più danni alle culture, quindi questa attenzione e questo cambio nella definizione non è solo verbale, ma cambia proprio il concetto e certamente è molto importante
Come rilevante è anche l'opportunità di poter rivedere entro un anno, e non più 120 giorni com'era previsto, i contenuti e le aree del piano, una verifica per considerare le problematiche e le valutazioni locali differenti, posto che questo piano è triennale, per cui la valutazione dopo un anno consentirà eventualmente di modificarlo e renderlo meglio operativo per i due anni successivi.
Concludo dicendo che più che l'enfasi, forse da parte della Giunta regionale sarebbe stata più giusta una richiesta di scuse per il mancato intervento nei tempi dovuti.
Di nuovo un ringraziamento all'operato e una valutazione positiva sul fatto che le varie associazioni che sono venute e i vari rappresentanti che si sono l'interfacciati con la Commissione hanno saputo fare squadra e presentare richieste condivise che sono state per la maggior parte approvate.
Ho cercato di migliorare ulteriormente l'atto, ponendo attraverso alcuni emendamenti delle soluzioni, dei correttivi, rispetto ad alcune problematiche che mi sono state segnalate perché, lo ripeto, restano ancora dei nodi da sciogliere, restano ancora alcune problematiche irrisolte, ma c'è l'esigenza forte, di tutti i mondi che ruotano intorno al piano faunistico-venatorio, di vederlo approvato in tempi celeri.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Vorrei fare una premessa, quando andavo a scuola, sia alle medie che alle elementari o anche al liceo e tornavo a casa con un bel voto e mi aspettavo un gradimento da parte della mia famiglia, ricevevo un'esclamazione da mio padre, che mi diceva che avevo semplicemente fatto il mio dovere. Faccio questa premessa perché ho sentito finora delle esclamazioni di grandissima soddisfazione per qualcosa che doveva essere semplicemente fatto, era un dovere, perché il piano faunistico-venatorio è indispensabile per la tutela del nostro territorio, è un atto dovuto, era necessario dopo tanti anni ridare alla regione Marche uno strumento programmatico di vitale importanza per l'ambiente e per l'esercizio dell'attività faunistico-venatoria, coordinando la pianificazione e dotando il territorio di un fondamentale riferimento.
Questo strumento è mancato per troppi anni e tutti i cittadini marchigiani ne hanno pagato i danni causati da questa vacatio normativa.
Abbiamo ormai appreso dall'inizio di questa legislatura il modus operandi di questa amministrazione, che è incapace di programmare, non mi stancherò mai di ripetere questo, e di attuare una linea politico-amministrativa chiara, in grado di tutelare gli interessi della collettività.
Siamo giunti quindi al varo del nuovo piano faunistico a due mesi dalla fine della legislatura e se è vero che a pensar male si fa peccato, è vero anche che il più delle volte ci si azzecca.
Il piano faunistico è stato costruito grazie all'incessante lavoro dei funzionari della struttura, che ringrazio, che hanno saputo coordinare gli interessi e le esigenze delle parti sociali coinvolte, che più volte abbiamo ascoltato in audizione in maniera puntuale ed attenta
E' un piano che voteremo, si, ma come atto di responsabilità che porta in sé delle evidenti criticità generate da anni di politica superficiale, raffazzonata, a singhiozzo, e fatta come per tanti altri settori tra tentativi ed errori. Un piano che non può risolvere l'annoso scontro tra ambientalisti e cacciatori perché quando non si governa con trasparenza e chiarezza, si crea confusione e insicurezza che genera esclusivamente scontro sugli interessi di ciascuno e toccava alla politica coordinare in un unico obiettivo. Parlo ad esempio della problematica della fauna selvatica, una situazione complessa, che abbiamo visto negli ultimi anni essere uno dei problemi più grandi per i nostri agricoltori ed allevatori. Ebbene, anziché puntare ad una gestione della problematica funzionale per la tutela dei nostri territori si è proceduto negli anni e si continua a procedere con uno spacchettamento di competenze tra almeno tre strutture, una che conta i danni, una che rimborsa e infine un'altra che conta i capi di animali e se è vero che il piano faunistico tiene conto dell'esistenza si della fauna selvatica e del rischio che ne consegue è anche vero che la Regione Marche avrebbe dovuto puntare ad un coordinamento più efficace ed efficiente delle strutture che se ne occupano, in modo da evitare l'inevitabile, ovvero una serie di azioni che a nulla sono valse in quanto non hanno apportato alcuna modifica risolutiva alle criticità presenti.
Molti sono ancora gli elementi che questo piano non riesce a risolvere, gli elementi critici, come ad esempio il considerare come omogenea una fascia territoriale che si estende dalla Valle del fiume Tronto fino alle colline del pesarese, è alquanto riduttivo e non corrispondente con la realtà.
Ci sono perplessità ancora circa i modelli di vocazionalità ad esempio per il cinghiale, per il quale tutte le aree coincidenti con i bassi corsi dei fiumi marchigiani risultano a vocazionalità biologica nulla, quando nella realtà rappresentano le aree di maggior presenza del cinghiale. Ci sono anche delle imprecisioni nelle tabelle, ad esempio, nel piano di prelievo del capriolo realizzato negli Atc anno 2016/ 2017, di Macerata 2, si indicano che ci sono stati zero prelievi, quando la cosa non corrisponde a realtà, quindi osservando bene e leggendo bene questo piano ci sono parecchie criticità ancora aperte. Tuttavia, per rispetto di tutte le categorie coinvolte nell'attività faunistico venatoria, e non parlo solo di cacciatori perché è tutta un'economia che gira intorno a questo settore, voteremo in modo favorevole, ma ricordando che molto spesso fa più danni una politica inconcludente che un cervo, un lupo e un cinghiale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Sono intervenuto in questi cinque anni in maniera puntuale su tutte le problematiche della caccia, non voglio che questo intervento sia il riassunto dell'attività politica che ho portato avanti perché non c'è bisogno di farlo.
Voglio puntualizzare un dato che a mio avviso è molto importante, questo è un piano fatto in fretta, a marce forzate e a fine legislatura, Negli anni abbiamo visto i calendari venatori puntualmente impugnati, abbiamo visto leggi ad doc puntualmente impugnate, ricorsi a ripetizione, abbiamo addirittura espresso una mozione di sfiducia verso l'Assessore.
Adesso abbiamo questo documento, che era necessario, indispensabile, chiaramente tardivo, è un atto che sconta, oltre alla fretta con cui è stato fatto, di essere stato redatto con una vecchia mentalità, è un piano molto venatorio e poco faunistico, ricalca un dato di fatto.
Nella Regione Marche sono censiti 24 mila cacciatori, il 46% ha un'età superiore a 65 anni, sono ancora voti. Vedo molti di voi a caccia di questi di questi voti, anche se con molto piacere ho ascoltato il Consigliere Giancarli, che ha fatto un discorso molto alto e che in molti punti mi vede coincidente, in altri meno. Solo per dire che effettivamente da questo documento di mille pagine dobbiamo partire per fare un serissimo monitoraggio e una serissima revisione dell'intera impostazione di questo discorso, perché, come ho sempre detto dall'inizio di questa legislatura, se la caccia è un'attività ludico sportiva deve essere riportata nell'alveo dell'attività ludico sportiva.
Voglio portare un esempio: l'utilizzo delle munizioni al piombo. La legge sull'inquinamento, la 152 del 2006, testo unico sull'ambiente, individua delle concentrazioni soglia di contaminazione per le aree non industriali, quindi del verde uso ricreativo, e pone il limite del piombo in 100 milligrammi/chilo, che è più o meno il peso di un pallino al piombo, 6 mm. mi sembra tra 6 e 7 mm., c'è il Consigliere Talè che è cacciatore e mi potrà dir. Un chilo di terreno viene inquinato se c'è un pallino, 24 mila cacciatori, che vanno per decine di anni a caccia su traiettorie di tiro più o meno prestabilite - passiamo a tutto il discorso dell'individuazione dei valichi, dei passi, delle postazioni fisse, sono tutti i grandi temi su cui questo piano ha focalizzato l'attenzione - e vedremo qual è la densità di tiro e di piombo in quelle aree.
Un'attività ludico sportiva non deve inquinare, facciamo un salto di qualità a livello ambientalista e se mi voglio divertire, se voglio fare il mio sport, con le sue ripercussioni sociali, aggregative, storiche, culturali, per carità, io ho sempre detto che non sono contro la caccia, però la considero un'attività ludico sportiva, devo utilizzare delle munizioni che non inquinano l'ambiente.
Non devo impostare un piano dicendo quella specie è cacciabile perché non è sulla soglia di estinzione, stiamo tirando la corda proprio con le Atc, non è in pericolo di estinzione la posso cacciare, invece come Regione da anni stiamo combattendo per la biodiversità, per la tutela dell'ambiente e questo piano molto venatorio e poco faunistico non soddisfa questa impostazione moderna.
Lo dicono i dati, la metà dei cacciatori ha più di 65 anni, l'altra metà è un po' più giovane, in futuro caleranno, ma perché cambia la mentalità, noi dobbiamo essere l'avanguardia, dobbiamo a livello culturale favorire un'evoluzione.
Non la voglio fare lunga oltre il dovuto, ci sono delle criticità, è un piano scritto con una mentalità vecchia, è una base dovuta, è una base che evidenzia che scientificamente dei dati non sono consolidati, ci sono delle lacune importanti, è un piano che si impegna nel futuro a monitorare e quindi a completare. Impegniamoci istituzionalmente per migliorarlo e per spostare il tiro dal venatorio al faunistico al naturalistico e spero che la prossima legislatura si prenda questo impegno per far fare al cittadino marchigiano un salto culturale, chiaramente voterò contro il piano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Diciamo che l'intervento del Consigliere Fabbri fa capire quale sarà la futura linea di governo della Regione Marche, della nuova maggioranza Movimento 5 Stelle e PD perché ha definito l'esigenza di fare un salto culturale, immagino oltre a questo cosa potrà dire il Consigliere Bisonni.
E' evidente una deriva non solo ambientalista e contro la caccia, un salto culturale che si vorrebbe imprimere alle norme per rendere sempre più possibile, sempre più impossibile, la pratica della nostra attività venatoria, criminalizzata da più parti, soprattutto dal punto di vista culturale. Gli ultimi interventi dimostrano questo con esattezza, la ritrosia della politica a riconoscere nell'attività venatoria una forma nobile di frequentazione dell'ambiente, di cura dell'ambiente e di salvaguardia dell'ambiente, quando viene fatta rispettando le troppe regole che la disciplinano.
L'attività venatoria, oltre ad essere una nostra tradizione culturale, che deriva da forme molto più antiche della piattaforma Rousseau, è anche molto più onorevole della vicenda politico ambientalista che serve giusto per strappare qualche voto a qualche radical chic che abita in città e magari in campagna non c'è mai andato
Quando si frequenta la campagna si sa che l'ecosistema si tiene in piedi nel rispetto dell'equilibrio ambientale e la sostenibilità ambientale fa si che l'entroterra non venga spopolato.
Detto questo, abbiamo ben inteso quale sarà il salto culturale che ci attende nei prossimi mesi e spero che lo capiscano bene i cacciatori, nonostante la buona volontà dell'Assessore Pieroni, che va a tutte le assemblee e a tutti i convivi venatori a garantire che lui è la garanzia per andare a caccia.
Vorrei dire le ultime parole di libertà di questa legislatura, prima che prenda la deriva ambientalista che è evidente da questa mattina.

(interventi fuori microfono)

Mirco CARLONI. Vi stanno già indicando le future linee di Governo e il salto culturale da fare.
In questi cinque anni, diciamo la verità Assessore Pieroni, abbiamo visto tante volte pronunciarsi l'Assemblea legislativa su norme che di fatto hanno creato stop and go alla normativa, alla possibilità di andare a caccia, molte volte si è rischiato di sospenderla. Molte volte pubblicamente ho contestato alcune sue scelte, come oggi sono a dirle che ha fatto bene a portare in approvazione questa legge, che voterò favorevolmente. Quando lo attacco lo attacco, ma quando le devo dire bravo, glielo dico.
Dobbiamo dire la verità, in questi anni l'attività venatoria da parte di questa amministrazione, di questa maggioranza, non sicuramente da parte dell'Assessore Pieroni, devo dirlo per onestà intellettuale, si è rivolta a questi 24 mila cacciatori - il Consigliere Fabbri è più aggiornato di me - come a dei cittadini di serie B, che in qualche modo vogliono violentare l'ambiente.
Vorrei sfatare questo mito perché conosco tanti cacciatori che hanno una cultura venatoria ambientale e di rispetto dell'ambiente altissima, conoscono le tradizioni, conoscono le piante, conoscono i fossi, conoscono gli equilibri dell'ecosistema e hanno rispetto per le biodiversità, molto di più di chi ne parla soltanto nei blog, nei social, perché vivono la campagna e stanno a contatto con la natura.
Vorrei farmi paladino di quella parte di marchigiani che crede ancora all'attività venatoria, come attività nobile ed onesta, e vorrei solo sapere dall'Assessore come intende risolve la problematica della Rete Natura 2000, uno dei problemi più sentiti dal nostro sistema venatorio, a cui ancora non è stata data una certezza. Credo anche che sarebbe stata opportuna una revisione complessiva della legge 7 del 1995 sulla caccia che ha un'età per cui alcuni aspetti normativi creano delle difformità rispetto all'attuale vigenza normativa e ai comportamenti dei cacciatori. Se si voleva fare una cosa complessiva andava risolto anche il tema dei siti della Rete Natura 2000 e la revisione della legge 7 del 1995 sulla caccia.
Quello che stiamo approvando oggi è un piano che andava fatto cinque anni fa, ricordiamolo giusto per la cronaca, perché questa incombenza era del 2015, non è stata fatta per le motivazioni che l'Assessore ha spiegato tante volte, ma prendiamo atto che si sono persi cinque anni su questa materia,
Ci tengo soltanto a dire che sulla materia venatoria, se si vuole fare qualcosa in ordine ad una disciplina più moderna, andrebbe rivista anche la norma complessiva, altrimenti si procede a pezzi, non si dà uniformità alla disciplina di questa attività che, ripeto, è nobile e molto più di altre sa tenere vivo l'equilibrio del nostro ecosistema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il Consigliere Carloni rideva mentre diceva queste cose, credo che neanche lui creda più a quello che dice, lo fa solamente per spirito di campagna elettorale, indossa la spilletta della Lega, ma non capisco perché ancora sta nel gruppo Marche 2020, mentre dovrebbe essere nel gruppo della Lega ed infatti parla a questo elettorato.
All'inizio il Consigliere Traversini ha detto che questa è una scommessa vinta, io aggiungo una sconfitta sicura, aggiungo: la scommessa l'abbiamo fatta la sconfitta è certa. Dico questo perché il piano faunistico sarà impugnato, le associazioni si sono già mosse, ve lo anticipo, in Commissione hanno detto che il piano così com'è scritto sarebbe stato impugnato e quello che mi dispiace è che la sentenza di questo ricorso probabilmente arriverà ad aprile, sotto la campagna elettorale, quindi le associazioni ambientaliste, che voi tanto disprezzate, vi faranno un regalo. Sarà impugnato per evidenti violazioni di alcune norme statali, ad esempio: violazione dell'articolo 14, comma 1, della legge 157, relativamente agli Atc, che sono di dimensioni provinciali nelle province di Fermo e Ascoli Piceno, mentre la legge prescrive che dovrebbero essere sub-provinciali, questo è già un motivo ricorso. Il secondo motivo, il più importante, è la mancata individuazione dei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, ai sensi dell'articolo 21, comma 3. Su questo punto non so più come battermi, sono tre anni che dico che queste cose vanno fatte, occorre che la Regione individui i valichi, poi l'Ispra dovrà segnalarli, su cui si deve vietare la caccia e questo non è stato fatto, o meglio è stato fatto solo parzialmente e non è sufficiente e questo sarà sicuramente un motivo di ricorso e di vittoria. La mancata individuazione delle aree percorse dal fuoco e i relativi divieti di caccia ai sensi dell'articolo 10 della legge 21. Devo dire che nel piano c'è un piccolo paragrafo, l'8.2.10, zone boscate percorse dal fuoco, in cui si prevede che la Regione provvederà entro 6 mesi, provvederà, non individua, dice che lo farà allora. Ho tre sentenze del Tar, una della Lombardia e due della Liguria, che dicono che il piano le deve individuare, non si può demandare, le deve individuare prima. Gli appostamenti fissi di caccia, violazione all'articolo 10, comma 8, della lettera h) della legge 157, sono stati individuati, ma mi risulta che non tutti, quelli esistenti, siano stati referenziati come andrebbe fatto. La violazione dell'articolo 10, comma 8, in merito all'individuazione delle zac e alla mancata individuazione del periodo di addestramento di cani. Non ho potuto seguire per ovvi motivi tutto l'iter di questo atto perché appartengono ad altre commissioni, ho seguito per quello che mi è stato possibile, ricordo che su questo punto gli Atc avevano detto che non si potevano individuare le zone di addestramento, non era possibile, però la legge le prevede.
Il Consigliere Fabbri ha ricordato alcune cose, ad esempio quella del piombo, che condivido, devo dire che qualcosa è stato fatto nelle aree di Natura 2000, però, si poteva fare meglio; ha anche detto che questo è più un piano venatorio che faunistico. Sulla tutela delle biodiversità e sulla protezione delle specie si potrebbe fare molto di più, come ho detto non dobbiamo arrivare al limite dell'estinzione per proteggere delle specie e questo, Consigliere Carloni, non si chiama deriva ambientalista, io lo chiamo progresso, lo chiamo andare avanti, andare oltre, evolversi. Una volta si raccoglievano i frutti agli alberi poi l'uomo ha imparato a coltivare, quindi la società evolve, allora dobbiamo chiederci se c'è ancora la necessità di uccidere degli animali per divertimento, oppure no.
Credo che questo piano presenti delle gravi lacune, che saranno sicuramente oggetto di impugnativa, di questo ne sono convinto, vedremo se poi avrò ragione come l'ho sempre avuta a posteriori perché sui calendari con le associazioni ambientaliste abbiamo sempre avuto ragione, abbiamo detto: guardate che sarà impugnato, guardate che ci daranno ragione e voi siete andati avanti ugualmente e noi abbiamo avuto ragione. Anche questa volta sono pronto a scommettere, anche se il Consigliere Traversini ha detto che è una scommessa vinta, che ci sarà un ricorso e sarà vinto. Mi dispiace molto che la sentenza arriverà ad aprile, in campagna elettorale, farete un grande regalo alle destre che potranno utilizzare anche questo strumento. Noi vi abbiamo avvertito, più di così non sappiamo cosa dire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Non ridevo perché immaginavo cosa avrebbe detto lei, Consigliere Bisonni, che non fa ridere, casomai fa piangere, stavo ridendo con il Consigliere Maggi per una battuta che ha fatto fuori dai microfoni.
Le do un consiglio gratuito, non dia lezioni di coerenza a nessuno, Consigliere Bisonni, lei ha fatto il salto della quaglia, che non avevamo mai visto, nell'arco costituzionale, da una parte all'altra, adesso è in maggioranza con delle persone come l'Assessore Pieroni e il Consigliere Talè che parlano con coerenza al mondo venatorio e lei sta dicendo vedrete cosa succederà, ma lei dov'è? Lei sta condividendo un programma per le prossime elezioni in quella maggioranza, si dovrebbe vergognare a parlare in seconda persona plurale, sta condividendo questa legge e il futuro programma venatorio, allora esca da quei banchi e venga l'opposizione se vuole essere coerente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Sono coerente nelle battaglie che porto avanti, voterò contro questo piano faunistico, sono coerente con i miei ideali.
Consigliere Carloni, se vuole portare la spilla della Lega sarebbe più coerente da parte sua passare al gruppo della Lega, anziché rimanere in maniera opportunistica nel gruppo Marche 2020, passi alla Lega e sia coerente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Per la curiosità del Consigliere Bisonni, comunico che il Consigliere Carloni sta nella Lega e lei continui a vendere fumo.
L'argomento che il Consiglio sta discutendo è estremamente importante. Condividiamo questa impostazione, però vogliamo ribadire e ricordare all'Assessore Pieroni che questo piano era un atto dovuto da parecchio tempo e l'Aula lo deve recepire perché è in forte ritardo. A causa di questo ritardo abbiamo avuto dei problemi, sono nate delle vertenze, sono nati dei provvedimenti dai vari tribunali, che naturalmente non hanno niente a che fare con la politica. Anche questa mattina sento parlare di ricorso alla Magistratura. e chi lo invoca preferisce che la politica sia sconfitta. Non faccio parte di questa famiglia, non mi ci sono mai iscritto, ma sentendo quando detto credo che qualcuno che siede in questi banchi dovrebbe riflettere se è giusto chiedere l'intervento del Tar invece che ragionare in termini politici. Bisogna avere il coraggio di difendere quello che ci interessa, non solo la Lega, perché ho ascoltato degli interventi che difendevano quello che ormai è parte del nostro patrimonio, del nostro territorio, la caccia è un patrimonio del nostro vivere quotidiano, anche se i cacciatori sono sempre meno. Certo, ne rimangono sempre meno perché sono caricati di gabelle, burocrazia e costi. L'attività potrebbe costare anche meno, per quanto mi riguarda, ma si cerca di approfittare anche dei cacciatori per far entrare qualche soldo in più nelle casse dello Stato. Questo è un aspetto negativo per noi della Lega, che cerchiamo di trovare delle situazioni diverse. Anche le Regioni limitrofe, che hanno cambiato la maggioranza alla loro guida, sono intervenute con provvedimenti diversi, come mettere nelle condizioni i proprietari dei terreni di difendersi dall'invasione dei cinghiali e di poter intervenire autonomamente. Credo che questo aspetto, Assessore Pieroni, sia estremamente importante, che in questa Regione ancora non abbiamo visto.
Voteremo convintamente questo piano, perché lo riteniamo un passaggio estremamente importante, indispensabile, per dare un contributo affinché i cacciatori non siano sotto i riflettori: caccia si, caccia no, perché il diktat che abbiamo ascoltato è l'arroganza delle associazioni che non hanno niente a che fare con il territorio, con la difesa del territorio, però usano lo strumento giudiziario per fermare l'attività. Su questo aspetto noi ci siamo già espressi, ci rendiamo conto che il tempo sta per scadere, ma occorrerebbe vedere se c'è la possibilità di migliorare la legge per dare più certezza e più garanzia ai cacciatori
Il lavoro si è concluso positivamente anche grazie al contributo che gli uffici hanno dato a questa proposta di legge, che è stata licenziata dalla Commissione e che oggi stiamo discutendo per l'approvazione. La professionalità e la volontà di essere concreti e veloci hanno dato un risultato senz'altro positivo ed oggi, prima della fine della legislatura, approveremo questa legge anche con il voto della Lega.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE'. Grazie Presidente. Voglio anch'io unirmi ai ringraziamenti che sono stati fatti all'ufficio, al Presidente della Commissione Traversini, ma soprattutto alla Segretaria della Commissione per la disponibilità e per la pazienza che ha avuto, nonostante il suo sentimento non sia a favore del mondo dei cacciatori e dell'attività venatoria, anche al funzionario della Regione, che con la sua professionalità e competenza ci ha dato una grossa mano per la stesura del piano faunistico.
I complimenti vanno anche alla società che è stata individuata, che ha coadiuvato in qualche modo l'ufficio, finalmente una società appropriata e competente sul tema di cui si trattava.
Detto questo, ho sentito molte cose, soprattutto dai banchi dell'opposizione ma anche della maggioranza; è stato detto che è una grande grande sconfitta perché abbiamo tardato nella stesura di questo piano faunistico. Addirittura, la Consigliera Leonardi ha avanzato richiesta di scuse perché abbiamo tardato l'approvazione.
Vorrei puntualizzare che il piano faunistico regionale viene da un insieme di piani faunistici provinciali, l'ultimo a scadere è stato quello di Ascoli Piceno nel giugno 2018. Tutto questo enorme ritardo sul piano faunistico io lo devo ancora vedere, a giugno 2018 ancora era in vigore quello della provincia di Ascoli Piceno.
Il piano faunistico è stato approvato in Italia soltanto da tre Regioni: Molise, Emilia-Romagna e Umbria. Il Molise no? Due o tre Regioni, quindi noi siamo la terza o la quarta Regione che approva il piano faunistico-venatorio, è un successo, come ha detto il Consigliere Traversini, non una sconfitta e non bisogna neanche chiedere scusa.
Andando in ordine di interventi, il Consigliere Carloni ha detto che abbiamo considerato i cacciatori come cittadini di serie B, non credo proprio! Io con i cacciatori ci vivo tutti i sabati e le domeniche quasi, se c'è una consapevolezza da parte del mondo venatorio marchigiano è che questa è stata l'amministrazione più vicina a quel mondo. Lei, Consigliere Carloni, faceva parte anche della precedente amministrazione, qualsiasi cacciatore, di qualsiasi provenienza politica, le dirà che questa amministrazione è stata più attenta al mondo venatorio rispetto alle precedenti.
Più volte è stato rimarcato in Aula che abbiamo fatto più leggi, abbiamo dato più attenzione al mondo venatorio che a qualche altro settore, è vero, magari più importante di questo, però badate bene parlare di piano faunistico, parlare del mondo venatorio, significa, come è stato detto più volte, ed è stato detto in maniera inequivocabile, quasi commovente dal Consigliere Giancarli, parlare di ritualità, di descrizione delle gestualità e dei momenti. I cacciatori si fermano per ore, qualche volta annoiano chi ascolta, a descrivere la scena di caccia, qualche volta esagerano, è vero.
Parlare di piano faunistico, vuol dire parlare del territorio, di gestione della fauna, di gestione dell'attività venatoria.
Uccide animali per divertimento, il Consigliere Bisonni ha relegato il cacciatore a questa definizione, io non voglio esagerare, perché siamo a microfoni accesi in un consenso istituzionale, ma non ha capito nulla di cosa vuol dire andare a caccia e che cos'è il cacciatore. Il cacciatore è tradizione, ritualità, attività, cinofilia, nel piano faunistico ci siamo addirittura trovati d'accordo, e qui rinnovo i complimenti al Consigliere Traversini per la disponibilità dimostrata, con alcune associazioni ambientaliste e animaliste nel creare delle zone per addestrare i cani. Questo è stato un emendamento dettato dal mondo cinofilo, dall'Enci, il quale ci ha chiesto di istituire delle zone addestramento cani, altrimenti i cani dei cacciatori quanto la caccia è chiusa, a prescindere dalle leggi che abbiamo fatto, 8 metri quadrati a cane, non possono neanche essere sciolti. Nel piano faunistico, d'accordo con le associazioni animaliste e ambientaliste.
I cacciatori sono le sentinelle del territorio, da Sindaco mai nessuno animalista o ambientalista mi è venuto a riferire che nel territorio, in quel fosso, c'era uno sversamento della tal fabbrica. I cacciatori sono le sentinelle del territorio e spesso mi sono venuti a dire che c'era un problema in quel fosso, in quel ruscello, in quella parte di territorio
In questo piano faunistico abbiamo approvato degli emendamenti che vanno a favore della gestione della fauna, della pianificazione del territorio, ma anche e soprattutto della salvaguardia degli animali, siano essi selvatici o domestici, come nel caso dei cani dei cacciatori che in assenza di queste aree non potrebbero uscire dagli 8 metri quadri in cui sono relegati.
Chiudo ringraziando l'Assessore Pieroni, con il quale ho fatto tantissime battaglie in giro per il territorio, soprattutto quando ci sono stati dei problemi per l'interruzione della caccia sempre a causa delle associazioni ambientaliste che hanno impugnato il calendario venatorio.
Voglio fare un piccolo inciso alla maggioranza in merito alla gestione del centro recupero animali selvatici (Cras), non possiamo alimentare e dare in gestione il Cras alle associazioni animaliste e ambientaliste, noi finanziamo da una parte chi dall'altra ci denuncia e ci porta in procura.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Naturalmente è quasi scontato, il piano faunistico è il piano del futuro, riguarda il mondo venatorio e tutto quello che gli ruota intorno, dall'agricoltura all'ambiente
Parto dalle riflessioni che sono state fatte dal Consigliere Traversini, che ringrazio, come tutta la Commissione, perché ha centrato in maniera perfetta, al di là delle posizioni di alcuni interventi, la sua relazione e qual è stato il percorso, l'iter, le criticità e i problemi che un atto di tale portata aveva.
Mi aggiungo a tutti i ringraziamenti che sono stati fatti in maniera bipartisan da tutti coloro che hanno capito l'impegno dei tecnici, dei funzionari, anche degli interni alla società, che in poco tempo hanno creato un progetto importante, il piano faunistico, che dovrà essere per i prossimi dieci anni la cartina tornasole della caccia e dell'ambiente nella nostra regione.
Voglio ringraziare tutti i soggetti che si sono attivati, sono tantissimi: i Ministeri, la Sovrintendenza, l'Istituto Zooprofilattico, l'Arpam, i servizi, le Provincie le Unioni montane, i Comuni, le aree protette, tutti hanno avuto un ruolo fondamentale perché sono stati ascoltati per creare i giusti presupposti per dare alle Marche un piano faunistico.
Qualche Consigliere l'ha ricordato e a me piacere evidenziarlo ulteriormente, siamo tra le primissime Regioni d'Italia che oggi mette a disposizione del mondo venatorio, del mondo ambientalista, degli agricoltori, di tutto il sistema che ruota intorno alla caccia, uno strumento su cui confrontarsi, con cui misurarsi, che a mio avviso darà delle grandi risposte.
E' stato un lavoro immenso e immane, voglio sottolineare la grande collaborazione, il grande gioco di squadra e il bellissimo rapporto che si è creato tra il settore caccia e il settore ambiente per superare una serie di problematiche.
C'è stato un bel lavoro, debbo dire che anche il settore ambientale ha contribuito in maniera importante per superare una serie di problematiche che c'erano dal punto vista tecnico-normativo, visto che le leggi, come tutti sappiamo, non sono mai nette, ma interpretabili. Oggi siamo qui a rappresentare alle Marche, al mondo venatorio, ambientalista e agricolo e soprattutto agli Atc ..., voglio ringraziare le associazioni venatorie, gli ATC delle Marche perché sono riusciti a presentare in Commissione la sintesi dei rilievi e delle proposte che ritenevano opportuno inserire all'interno dell'atto.
Ho sentito alcune valutazioni, perché poi ognuno cerca di stiracchiare questo piano faunistico come crede, qualcuno ha detto: lo votiamo per spirito di responsabilità, ma lo votiamo. La responsabile della caccia del gruppo della Lega, la Consigliera Malaigia, ha detto che lo votano per spirito di responsabilità, facendo poi l'elenco di critiche. E' giusto su alcune questioni rispondere a chi vota per senso di responsabilità e poi fa una serie di annunci.
La Consigliera Malaigia è il perno di riferimento della Lega per quello che riguarda il mondo venatorio, anche se vorrei ricordarle che chi le scrive gli interventi deve anche essere attento al percorso che è stato fatto perché se lei dice che fino ad oggi non c'è stato un accordo tra il mondo agricolo e il mondo venatorio devo smentirla ed è smentita anche da una serie di atti, di azioni, di regolamenti relativi ad un percorso riguardante ad esempio i cinghiali. Noi siamo la prima e unica Regione italiana che ha dato la possibilità, se non sbaglio, al mondo agricolo di poter abbattere i cinghiali nel proprio territorio, fatto salvo la licenza e tutto quello che serve, oppure, se gli agricoltori non sono muniti di licenza di caccia, di rivolgersi a dei cacciatori selezionatori. Abbiamo fatto un regolamento che addirittura ci è stato richiesto anche da altre Regioni. Quando si fanno interventi soltanto perché sono stati scritti, soltanto per parlare a qualcuno che vuole ascoltare, sarebbe altrettanto giusto dire che ...
Voglio fare una riflessione in merito a quello che ha detto il Consigliere Carloni, non è vero che nel 2015 potevamo partire con il piano faunistico perché noi siamo subentrati alle Province, se non sbaglio, nell'aprile 2016, prima le competenze erano della Provincia, tant'è che noi abbiamo vinto tutti i ricorsi fatti dal mondo ambientalista e animalista nel 2016, 2017, 2018 ed abbiamo anche vinto il ricorso del 2019, Consigliere Fabbri che è sempre molto attento a queste cose. Abbiamo vinto anche il ricorso al Tar del 2019, poi abbiamo perso l'appello al Consiglio di Stato.
Ricordo la mozione di sfiducia che mi ha fatto mettere, come dice il compagno Salvini, la medaglietta sul petto perché proposi due leggi per salvaguardare e far aprire la caccia nelle aree Natura 2000.
Ricordo, se non sbaglio è stato il Consigliere Carloni oggi della Lega, che noi abbiamo superato l'empasse del momento con un atto importantissimo approvato dal Consiglio regionale che prevedeva un fondamentale accordo con il settore dell'ambiente, nelle ZPS e SIC, in quelle dove c'era un'importante presenza di acqua, di utilizzare le cartucce in acciaio, non in piombo.
Credo che i Consiglieri, prima di leggere un intervento scritto da altri, dovrebbero approfondire la materia e verificare se quanto scritto è consono, se è o no giusto.
Oggi sono convinto che abbiamo una grande opportunità, quella di approvare un piano faunistico fortemente atteso anche se poi possiamo nasconderci dietro al fatto che è stato approvato un anno dopo, un anno prima.
Al di là delle varie posizioni personali, spero che i Consiglieri capiscano che il piano faunistico di questo tenore, di questa importanza, di questo impatto positivo sul territorio, per quello che riguarda l'ambiente, l'agricoltura e la caccia, approvato in poco più di un anno, è un bel messaggio al mondo venatorio che l'attendeva. Poteva essere fatto un anno prima, un anno dopo, ma sta nelle riflessioni e nella capacità dei soggetti interessati verificare quanto sia importante oggi approvare il piano faunistico.
Sono convinto che ognuno è intervenuto portando per propria parte il contributo atteso e da questo punto di vista rispetto le varie posizioni, che sono legittime in quanto ciascuno porta il proprio pensiero ed il pensiero della forza politica che ha dietro.
Speravo ed era giusto che ognuno riconoscesse il grande lavoro e il grande sforzo prodigati, anche rispetto alla parola data dal Presidente Ceriscioli un anno fa. Era ottobre/novembre 2018 si parlava del piano faunistico e noi abbiamo dato una risposta molto chiara: entro un anno in Consiglio lo porteremo.
Questa risposta era stata data con chiarezza e correttezza a tutta la politica, mi ricordo bene le parole del capogruppo Zaffiri, di cui ho un grande rispetto, che disse che mai saremmo riusciti ad approvare il piano entro un anno, oggi invece siamo qui ad approvarlo.
Penso che sia un messaggio positivo per il mondo agricolo, per il mondo ambientale, per il mondo venatorio, votare con convinzione il piano faunistico e approvarlo all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Mi spiace che l'Assessore non corrisponda il mio amore verso di lui, però non è la prima volta che utilizza nei miei confronti delle espressioni al limite della mortificazione riguardo la mia attività di Consigliere.
Non sono il pupazzetto di nessuno, nessuno mi tiene i fili, nessuno mi scrive le cose e nessuno mi può trattare da sciocca o da incompetente per quello che dico, anche se sono parole scritte da me al computer o dettate da me.
Lei non si deve permettere né adesso né in futuro di trattarmi in questa maniera perché io nei suoi confronti ho sempre usato parole di rispetto, come nei confronti di tutti qui, anche se c'è di chi non risponde nemmeno al mio saluto, dopo cinque anni lo posso dire e mi tolgo un sassolino.
Lei non si permetta, specialmente quando non sono in Aula, di fare delle allusioni offensive nei miei confronti.
Questo piano lo votiamo perché così va fatto, certamente non è il caso di chiamare i violini zigani che vi fanno la grande festa come se aveste fatto chissà che cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Ho dei forti motivi personali e vorrei ricordare all'Assessore che ha detto una cosa non corretta, i criteri e gli indirizzi della pianificazione faunistica venatoria erano contenuti in una delibera del 2010 e prevedeva una serie di piani, che poi sono stati provinciali, come lei sa bene. Successivamente con la legge 13 del 31 marzo 2015, che recepiva la legge Delrio sulla riorganizzazione delle competenze regionali ..., Assessore questa legge non è entrata in vigore e la nostra è stata una legislatura in cui il piano faunistico venatorio era scaduto sin dal 2015, come lei mi contesta. Volevo rettificare questo e dirle che sono d'accordo con lei quando dice che ognuno qua dentro parla ad un suo elettorato, io ho capito cosa voleva dire, a tale proposito le voglio ricordare che il componente di maggioranza Consigliere Bisonni ha fatto un intervento opposto al suo, quindi è evidente che voi state andando con una maggioranza che da una parte va a raccontare al popolo dei votanti venatori che avete fatto un gesto eroico, l'altra, invece, il Consigliere Bisonni sta raccontando di tutti i ricorsi che si faranno contro la legge approvata dalla maggioranza di cui fa parte, mettetevi d'accordo e fate una seduta di psicanalisi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma del Consigliere Bisonni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Sandro BISONNI. Voterò contro il piano perché sono coerente con i principi, penso di averlo dimostrato nella mia attività in questi cinque, anche se temo che sarà approvato.
Con l'emendamento chiedo, se il piano verrà approvato, di sospenderne l'efficacia fino a che la Giunta non avrà individuato tutti i valichi montani interessati dalle rotte di immigrazione dell'avifauna in cui vietare la caccia.
Se ci riflettete è una tutela perché, come ho detto prima, questo sarà il principale motivo di impugnazione.
Se volete approvate questo piano, almeno sospendete la sua efficacia finché non saranno individuati i valichi montani. E' una vostra garanzia.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

ROMINA PERGOLESI. Grazie Presidente. Se posso suggerire, rispetto alla discussione di prima se fossi in lei mi chiarirei.
Detto questo, come Movimento 5 Stelle troviamo l'emendamento del Consigliere Bisonni molto saggio ed invitiamo anche la maggioranza a prenderne atto. Farsi impugnare per l'ennesima volta il piano non denota grande strategia politica ed amministrativa.
Chiedo anche a nome dei Consiglieri Fabbri e Giorgini l'appello nominale su ogni votazioni dell'atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie, Presidente. Vorrei dire che l'emendamento del Consigliere Bisonni è stato valutato, come tutti gli altri, prima dell'inizio del Consiglio e la Commissione si è espressa nel bocciarlo.
Ringraziamo il Consigliere Bisonni per il modo in cui ha posto la questione, perché invita la maggioranza a non approvare e si preoccupa del fatto che saranno fatti dei ricorsi. Questo è stato valutato dalla Commissione su basi tecniche. Descrivere i valichi montani non è di competenza del piano faunistico venatorio, ma di un atto che dovrà fare la Giunta, dietro indicazioni dell'Ispra, che individua i valichi, cosa che ancora non è stata fatta.
Sospendere il piano faunistico venatorio, oggi così com'è, è solo fare un favore a chi non lo vuole approvare. Chi vuol fare ricorso lo faccia se pensa di aver ragione, dei ricorsi sono già stati fatti in passato su ogni atto che il Consiglio ha approvato e non sono andati in porto, quindi l'invito è di bocciare l'emendamento e di andare avanti.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. A proposito di valichi montani, prima qualcuno ha detto di fare le sopraelevate per far circolare i cinghiali sopra l'autostrada, giusto? Ho sentito bene? Facciamo un emendamento anche per questo anche perché i valichi montani sono importanti, come far circolare i cinghiali che altrimenti non possono farlo. Penso che anche su questo dovremo fare un intervento.
C'è questa grande confusione nella parte che governa la Regione Marche, dato che rivediamo un po' tutto, sarebbe una cosa più saggia, secondo me, preparare un bosco apposito per i cinghiali, per farli riparare notte tempo. Io ho una casetta in campagna, un po' in alto, ho pensato di destinarla ai cinghiali in modo da fare un'opera benefica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Guardate, in tutti questi anni ho cercato di parlare il meno possibile di caccia, che non ritengo un argomento politico, secondo me è quasi un argomento pre-politico. Anche quando ero capogruppo di maggioranza non ho mai votato nulla a favore della caccia, perché lo ritengo un argomento in cui si può esercitare libertà di coscienza.
Se fosse vera l'idea secondo cui su questo tema si misurano gli schieramenti politici, potremmo dire che da quando sto qui la maggioranza non è mai stata quella delle urne, perché Consigliere Carloni, come lei sa bene, la destra ha sempre votato tutto a favore della caccia, quindi la confusione non è all'interno della maggioranza, ma in una classe dirigente che pensa che sia un tema che fortunatamente riguarda una componente sempre più esigua della popolazione, gran parte anziana e che in prospettiva, probabilmente, non ci sarà più.
Non sono contro la caccia, rispetto i cacciatori, non rispetto una politica che in questi anni ha pensato che i voti dei cacciatori si potessero ottenere prevaricando le regole, questo è quello che è avvenuto in tutti questi anni e queste sono le ragioni per cui ci sono stati problemi sul tema della caccia. Non sono state le benemerite associazioni ambientaliste a creare dei problemi, è stata la legge, sono stati i governi, è stato l'assetto istituzionale che ci hanno ricordato, cari colleghi, che non siamo padroni della legge e non si può andare oltre la norma. Siamo dei legislatori, che è un’altra cosa.
Faccio parte tra l'altro di una forza politica eco-socialista, voterò orgogliosamente a favore di tutti gli emendamenti del Consigliere Bisonni, che esprime in questa Aula la componente verde ambientalista, poi ovviamente sull'atto conclusivo voterò conseguentemente, come ho sempre fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che nella maggioranza, anche se il Consigliere Busilacchi ha appena detto che non c'è confusione, ci sia una grande nebbia, molto fitta.
Stiamo discutendo di un emendamento presentato da un Consigliere che sta in maggioranza, che tenta di rappresentare un mondo ambientalista, probabilmente lo rappresenta anche male, ma questo è un suo problema, non è nostro.
E' chiaro che c'è un problema, ognuno fa quello che vuole, anche il Partito Democratico è libero di scegliersi chi vuole, anche le maggioranze, ma una riflessione penso che sia estremamente importante anche perché il problema sulla caccia crea delle discussioni, che abbiamo ascoltato, che sono in contrasto con la posizione del partito stesso, che chiede, vuole, auspica, che questo progetto venga approvato
Le forze politiche che si sono affiancate al Partito Democratico stanno ponendo dei problemi, credo che il Partito Democratico dovrebbe chiarire le queste discussioni politiche che stiamo ascoltando.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Ho molto rispetto e stima per il Consigliere Busilacchi, tuttavia non condivido quello che ha detto perché la caccia non è un argomento pre-politico per una ragione molto semplice. La legge attribuisce al Consiglio regionale una competenza su questa materia, è proprio nostro preciso dovere normare e disciplinare questa attività dei nostri concittadini; secondariamente, non è un argomento pre-politico perché è un'attività dell'uomo, molto antica che, come ha detto il Consigliere Giancarli, rappresenta un rituale ancestrale, ma anche molto attuale di convivenza con la natura ed il fatto che la politica disciplini questa attività dell'uomo fa parte delle competenze della politica, se vogliamo scendere su un piano metafisico più che normativo.
Come ho ricordato all'Assessore Pieroni, siamo in ritardo di diversi anni, quindi siamo chiamati da incombenze vere su questa materia e mi meraviglio che un Consigliere regionale faccia un emendamento dopo così tante fatiche per approvare il piano venatorio, che è un obbligo che noi abbiamo rispetto alla legge Delrio, non un atto velleitario, ma stiamo facendo quello che dobbiamo fare.
Questo emendamento che siamo chiamati a votare chiede di sospendere l'efficacia del piano faunistico venatorio fino a che la Giunta non abbia individuato tutti i valichi montani marchigiani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna in cui vietare la caccia, è qualcosa di surreale, offensivo anche dell'intelligenza più basica perché dobbiamo oggi approvare una legge, dopo tanti anni che le attività venatorie di questa regione non sono disciplinate, e il primo emendamento che viene proposto chiede di sospenderlo, di rinviarlo. Questa tecnica del rinvio per non prendersi mai le responsabilità o per portare questo tema ad uno scontro ideologico è sbagliata e non è un fatto di destra e sinistra, ma alzare il livore ideologico su questo argomento è un errore che serve unicamente per crearsi un contesto elettorale che altrimenti non ci sarebbe.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Lei, Consigliere Zura Puntaroni, banalizzi quanto vuole, ma non mi metta in bocca sciocchezze, cose che non solo non ho detto, ma che non penso.
Io ho fatto un ragionamento legato agli aspetti istituzionali, ambientali, faunistici, di gestione poi, non è presente l'Assessore Casini, ma c'era il Consigliere Celani, ho fatto un riferimento legato all'habitat fauna uomo, all'influenza dell'antropizzazione sull'ambiente e dentro quel ragionamento ho fatto un'affermazione legata alle infrastrutture rivolgendomi a due tecnici perché loro sanno che nelle strade realizzate nell'ultimo periodo ci sono degli attraversamenti, non sono le sopraelevate, che garantiscono non soltanto gli animali, ma la sicurezza delle persone che transitano sulle strade. E' successo qualche settima fa nell'ascolano e nel fermano sono stati causati degli incidenti, quindi lei banalizzi, pure ma non mi accusi di cose che non solo non ho detto, ma che neanche penso perché io le stupidaggini non le ho mai pensate. Ho fatto un riferimento all'influenza dell'antropizzazione sull'ambiente, ho parlato di traffico, di campi arati, di siepi, di pesticidi, non delle stupidaggini che dice lei.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Per prima cosa mi vorrei scusare con la Consigliera Malaigia perché il mio intervento è stato forte, quindi le chiedo scusa pubblicamente.
Nello specifico argomento dell'emendamento, credo che sia un errore ed anche un'interpretazione restrittiva che il Consigliere Bisonni vuol far passare perché sia la legge nazionale che quella regionale stabiliscono che i valichi montani sono individuati sulla base delle rotte di migrazione la cui segnalazione spetta all'Ispra.
L'ha ricordato in maniera chiara il Consigliere Traversini, la Giunta regionale, una volta definito questo percorso con l'Ispra, che tecnicamente deve individuare le rotte in collaborazione con la Regione Marche e con l'ufficio ambiente e caccia, può approvare o rivedere i valichi, al di là del piano faunistico che oggi andremo ad approvare.
Credo che questa sia una grande forzatura e penso sia intelligente da parte sua valutare se quello che stiamo dicendo ... impugnare un piano faunistico con la consapevolezza che si può mettere in discussione tutto, soprattutto con la consapevolezza che le leggi nazionali in particolar modo prevedono un percorso ben definito per arrivare all'individuazione dei valichi. Ripeto, la Regione Marche qualunque sia la Giunta, successivamente al piano faunistico, una volta verificate tutte le condizioni, potrà definire i valichi montani.
E' chiaro che i ricorsi su un piano di 1000 pagine li possiamo fare tutti i giorni, quando vogliamo, però non è un modo rispettoso non entrare nel merito del piano, ma dire soltanto che ci saranno alcune associazioni che faranno ricorso. Spero che saranno corrette nel rispettare questo lavoro e seguano le procedure che servono in questo caso ai valichi montani.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Vorrei sottolineare un passaggio che riprendo dal Consigliere Busilacchi, il discorso della caccia non deve essere visto al di là di quelle che sono le norme e le leggi, quindi non dovete accusare le associazioni se fanno il loro mestiere, non dovete nemmeno temere, se avete fatto le cose nel rispetto della normativa, che lo facciano perché evidentemente il tribunale vi darà ragione. Se invece avete superato quello che dice la legge, non avete rispettato quello che la legge prescrive, allora si che fate bene a preoccuparvi, ma non perché le associazioni fanno il loro mestiere, perché sapete che questo piano non è rispettoso di alcune norme
Se siete tranquilli, non temete i ricorsi, poi vedremo chi avrà ragione, se voi o le associazioni, io sto solo tentando di avvertirvi.
Sui commenti dei colleghi non entro, evidentemente do fastidio perché se passano agli attacchi personali do fastidio, sulla rappresentanza della Lega..., ognuno ha quel che si merita.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliera Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Il Consigliere Traversini ha detto che ha sentito 500 osservazioni, dico che ne è mancata una, non le ha sentite tutte, è stato un peccato.
Pensavo che una portaerei compatta andasse all'assalto il 30 maggio: vincere, vinceremo, ma così l'assalto, Consigliere Traversini, non c'è.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Bora, Carloni, Casini, Celani, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Cesetti.

(L'assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. E' un emendamento che riguarda le zone destinate alla cinofilia e oltre a correggere quello che immagino sia un errore materiale, è riportato 10.000 anziché 1.000, ho chiesto che per ogni Atc possa essere istituita una zona per addestramento cani (Zac) senza sparo, di almeno 1.000 ettari, anche in territorio condiviso e confinante con altra Atc.
La Commissione si è riunita ed ha esaminato la possibilità o meno di approvare gli emendamenti non di natura politica, ma tecnica. Ritiro gli emendamenti nn. 4 e 5, che ho presentato, poiché mi è stato spiegato che non entrando nel merito, che poteva essere anche in parte condiviso rispetto alle richieste che avanzavo, sono state sollevate alcune obbiezioni rispetto al fatto che non fossero materia di piano, ma oggetto di delibere di Giunta, altra formulazione per poter introdurre le proposte che ho formulato, pertanto, ritiro gli emendamenti nn. 4 e 5 e lascio alla discussione l'emendamento n. 2, che ho da poco illustrato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Ringrazio la Consigliera Leonardi per aver ritirato i due emendamenti, ha spiegato le motivazioni per cui non avevamo dato il nostro giudizio.
Vorrei dire di approvare l'emendamento anche perché, è chiaro, non è 10.000, ma 1.000, è un errore che ci ha segnalato.
Il piano faunistico venatorio non impedisce, non c'è una specifica, che due Atc possano istituire insieme la zona, comunque è una precisazione in più, che a noi va bene, su cui la Commissione ha espresso parere positivo, quindi possiamo votarlo.

PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Carloni, Casini, Celani, Cesetti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Busilacchi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 3 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione
Favorevoli: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Bora, Carloni, Casini, Celani, Cesetti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 4 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 5 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Faccio mie le parole del Consigliere Fabbri, quando dice che questo piano è molto venatorio e poco faunistico, ma al di la delle parole del Consigliere che potrebbero essere di parte, questa affermazione è stata validata dall'intervento del Consigliere Talè, che dichiara che i cacciatori riconoscono che questa legislatura è stata più attenta alla caccia, sicuramente una legislatura sbilanciata verso il mondo dei cacciatori più che quello faunistico e ambientalistico
Mi compiaccio per il fatto che il piano è stato redatto, finalmente, il Consiglio ne ha bisogno, la Giunta, il potere esecutivo ne ha bisogno, però da dichiarazione della maggioranza e di chi ha partecipato in forma pregnante alla sua redazione risulta che i cacciatori hanno riconosciuto in questa legislatura l'attenzione nei confronti della caccia,
Ho sempre detto da questa Aula che non sono contrario ai cacciatori, sono per l'abolizione della caccia, non me ne vergogno, l'ho già detto pubblicamente, ho il coraggio delle mie idee anche se non sono a mio favore o della mia parte politica.
Sono molto preoccupato di questo guardare ai cacciatori in termini di convincimento personale, ma soprattutto in chiave elettorale, in chiave di consenso, mi impensierisce molto anche questa apertura nei confronti dei cacciatori, del mondo della caccia. Qualcuno ha detto che non è un argomento politico, ma la politica se ne è impossessata e lo sta usando in maniera evidente, in forma di consenso.
Voglio citare, Assessore Pieroni, la Lombardia dove il centro-destra governa, l'Assessore della Lombardia ha detto che la caccia deve essere insegnata nella scuole, chiedo alla Consigliera Malaigia se lei insegnerà ai ragazzi la caccia quando ritornerà a fare, mi auguro il più tardi possibile, la sua funzione di insegnante, non solo ma su questo …

(interrompe la Consigliera Malaigia)

Giovanni MAGGI. Io le auguro di no, Consigliera Malaigia, lei ha svolto una funzione importante in questo consesso ed ha fatto un'azione di bilanciamento tra il buonsenso e la passionalità, a volte troppo evidente da parte del suo gruppo, naturalmente. La richiesta dell'Assessore della Lombardia, dove governa in centro destra, ha avuto altri consensi dei Consiglieri del centro-destra per cui forse anche in questa Regione verrà istituita nelle nostre scuole la materia di insegnamento "caccia".
Non sono solo perplesso, ma anche preoccupato per questa cosa, soprattutto per questa dichiarazione che non ha avuto mezzi termini, per cui questa legislatura è stata più a favore della caccia e meno dell'ambientalismo, nel momento in cui la denuncia di un degrado dell'ambiente è ormai patrimonio mondiale, di tutto il mondo, e l'allarme non viene da politici di bassa caratura come me, ma da scienziati di livello internazionale, per cui questa cosa che i cacciatori sono i paladini dell'ambientalismo, matteria insegnata anche nelle scuole mi preoccupa notevolmente, quindi devo dire …

(interrompe la Consigliera Malaigia)

Giovanni MAGGI. Gli uomini primitivi, Consigliera Malaigia, andavano a caccia per soddisfare il bisogno del sostentamento, non andavano per fare un'attività ludico sportiva, avevano bisogno di mangiare per loro e per i loro figli, non diciamo sciocchezze.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Come ho già in parte anticipato nel mio intervento dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia al piano, che serviva e serve, in quanto lo hanno chiesto sia le associazioni venatorie che le associazioni ambientalistiche. I ricorsi li hanno fatti accusando la mancanza di questo strumento, che andava fatto prima. Ribadisco, il piano serviva e andava fatto sicuramente anni fa, rendiamo merito a chi ci ha lavorato anche stretto per l'urgenza di presentarlo e di approvarlo, ma non possiamo dire che non serviva.
Credo che sia una tematica che certamente può dividere gli animi, che sono più o meno favorevoli alla caccia, non possiamo però dire che non è materia politica, che non è materia di confronto, la competenza del piano è di questa Assemblea legislativa, noi facciamo tutti politica e non ci possiamo nascondere dietro un dito dicendo che sia altro per giustificare il fatto che anime in totale contrapposizione fra di loro sorreggono oggi una medesima maggioranza.
Il piano serve ed è utile a tutte le componenti, lo ripeto, come ho già detto nel mio intervento, positivo il fatto che siano stati riconosciuti i risarcimenti per gli agricoltori e il fatto che possano intervenire insieme ai cacciatori sulla proliferazione di animali che distruggono purtroppo le culture e il lavoro. E' evidente segnale di come questi mondi possono e devono interagire e non si deve cercare di strumentalizzare politicamente l'uno o l'altro, mettendoli in contrapposizione. Questo è quando di più sbagliato possa avvenire ed è quello che ho visto molto spesso anche in questa Aula, anche oggi battibeccare creando un clima diverso, ognuno può avere ed è giusto che abbia le proprie convinzioni personali, ma non possiamo abdicare al nostro ruolo politico e di amministratori nel discutere, approvare ed ascoltare il piano faunistico venatorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Voterò contro l'approvazione di questo piano in coerenza con i miei principi.
Vorrei precisare una cosa, le associazioni ambientaliste e il mondo ambientalista vogliono un piano faunistico venatorio, è stato chiesto a più riprese, è stato anche oggetto, come ricordava la Consigliera Leonardi, di motivo di ricorso in passato, ma si voleva un piano rispettoso di tutte le regole e di tutte le normative, un piano fatto bene che rispettasse le leggi nazionali. Per questo motivo voterò contro, anzi c'è la gravante che in questi cinque anni ci sarebbe stato il tempo necessario per farlo in maniera adeguata, e questo a nostro avviso non è stato fatto.
Voterò contro per questi motivi, noi siamo quelli che hanno chiesto il piano, ma lo volevamo rispettoso di tutte le leggi e di tutte le normative statali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Dichiaro il mio voto favorevole conseguente di una serie di restrizioni, la prima è che, Consigliere Maggi, c'è una legge nazionale che stabilisce che la caccia c'è, dandoci sempre le responsabilità, i suoi rappresentanti come quelli della Lega si sono ben guardati dal toccare questo argomento perché uno potrebbe essere contrario alla caccia, poi bisogna vedere i problemi che ne conseguono.
C'è una legge nazionale, quindi la Regione non ha competenza esclusiva su questa materia ed è costretta a farla.
Ringrazio la Giunta e in parte anche i partiti che la compongono perché nella passata legislatura, come mi ha ricordato il Consigliere Giancarli, abbiamo avuto tre Assessori cacciatori, in questa ne abbiamo avuto solo uno, almeno c'è stata continuità nella gestione e, se lo ricorderà anche l'Assessore Pieroni, non c'è stato questo avanti e indietro su una serie di questioni, me ne ricordo che perché ho fatto parte per due anni della Commissione competente
Sono contrario solo ad un aspetto di questo piano. L'unica cosa di cui mi lamento sono i periodi di caccia per gli storni ed i cinghiali, bisogna ammazzarne tanti di più di quello che si sta facendo perché sono evidenti i danni che procurano. Sulle altre specie non ho grandi competenze, ma vedo solo l'impatto sociale di questa materia.
Dobbiamo considerare che da 50.000 cacciatori di un decennio fa siamo scesi nelle Marche a circa 22.000, il numero è decisamente calato, quindi penso che tutta questa selvaggina e tutta questa convenienza nell'andare a caccia non ci sia, non è più quel fenomeno apparentemente devastante perché oggettivamente 50.000 persone su un 1,5 milioni di abitanti significa 1 cacciatore ogni 30 persone, adesso 1 ogni 70, è un numero ancora elevato, ma relativamente più basso
Il problema è la visione di un equilibrio delle cose, l'uomo non è né estraneo né nemico della natura, io ho una visione in cui l'uomo è curatore della natura ed avevo fatto anche una legge nella passata legislatura che riguardava il settore dell'agricoltura di questa regione, largamente distratto, che non ha minimamente prestato attenzione ad una legge che vedeva l'agricoltore come il custode del territorio, era stata votata all'unanimità perché si voleva favorire questa presenza attiva, anche perché spesso l'agricoltore è anche cacciatore.
Dovremo arrivare ad immaginare una situazione in cui si raggiunge l'equilibrio, non solo di una visione in cui l'uomo è nemico o addirittura estraneo spettatore di una natura che nel frattempo fa quello che vuole, anche perché questa visione da parte degli ambientalisti estremi è un po' schizofrenica, da una parte dobbiamo intervenire sul riscaldamento globale, l'inquinamento, l'uomo sembra che sia diventato il nemico, dall'altra deve essere spettatore.
In Europa abbiamo la sola esperienza del parco nazionale svizzero dove non si tocca nessun tipo di vegetazione e nessun tipo di animale. Hanno creato questo parco più di 100 anni fa, si trova prima di Saint Moritz, andate a vedere cos'è un'area di svariati chilometri quadrati dove l'uomo non ha messo mano, avventuratevi perché non ci sono sentieri, se scoppia un incendio si resta dentro, non si esce fuori. L'uomo ha fatto una cosa diversa, ha fatto le Marche, voglio ricordare il tempo in cui il Principe Carlo di Inghilterra veniva per 10/12 giorni a Recanati per dipingere le nostre colline, ospite di casa Leopardi, ero sindaco, me lo ricordo, veniva innamorato, come tanti inglesi, francesi e olandesi, del nostro territorio perché è equilibrato. Tanto è vero che a Macerata ci siano denominati 'Terra delle armonie', l'uomo non deve essere devastante, ma deve essere il vero attore di questa situazione.
Credo che questo piano con tutti i limiti abbia ascoltato tutti, quelli che hanno accettato il limite di non essere i devastatori e anche quelli per cui l'ambiente ha una posizione rispettabilissima come quella del Consigliere Maggi, che ha detto che la caccia non la praticherebbe, quindi è chiaro che chi ha questa posizione metterebbe sul piano due giorni di caccia al cinghiale e tre allo storno.
Il piano ha raggiunto un equilibrio anche se è notorio che l'Assessore Pieroni è un cacciatore favorevole ai cacciatori e sterminatore di cinghiali e di uccelli.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 76, così come emendata. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Carloni, Casini, Celani, Cesetti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. La mozione n. 573, a firma dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora, se non ci sono obiezioni, è rinviata alla prossima seduta.

Mozione n. 569
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Sperimentazione 5G e potenziali rischi per l'uomo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 569 del Consigliere Bisonni, che ha la parola per illustrarla.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Non so quanti colleghi siano aggiornati su questa tematica, spero tutti, parliamo di “5G”, questa nuova tecnologia che sta arrivando nelle Marche. Ci sono già diverse domande, io ho fatto un accesso agli atti presso l'Arpam che mi ha fornito un elenco esaustivo delle domande che fino a dicembre sono state fatte e ogni giorno aumentano al ritmo di 3/4.
Questa mozione è fatta per ricordare alcune cose. Partiamo innanzitutto da quello che dice il testo unico ambientale, ossia il principio di precauzione secondo il quale non si dovrebbe dare seguito a qualcosa di cui non si ha pienezza e gli effetti non sono ancora noti. Questo principio si dovrebbe applicare al 5G che è ancora in fase sperimentale, non è una tecnologia conosciuta, soprattutto per quanto riguarda gli effetti.
La differenza tra il 5G e le altre tecnologie riguarda principalmente le frequenze, utilizza varie frequenze ed alcune sono molto elevate e questo comporta una serie di problematiche, una di queste riguarda le onde che non rimbalzano sui corpi come fanno le altre ma penetrano fino ad una profondità di circa 2 centimetri, magari a qualcuno non sembrerà così grave, ma se pensate a cosa ci può essere nel nostro corpo nei primi due centimetri di spessore, capite che in realtà queste onde vanno a interagire con le ghiandole, la pelle, con varie parti del nostro corpo e ancora non sono noti i danni che potrebbero arrecare.
Posso dire una cosa e la dico con certezza, 180 scienziati e medici provenienti da 37 Paesi hanno proposto una moratoria per il roll out della quinta generazione, ossia il 5G, fino a quando i potenziali pericoli per la salute umana e per l'ambiente saranno completamente studiati a fondo e compresi.
A marzo 2018 sono stati resi pubblici degli studi condotti dall'Istituto Ramazzini di Bologna, che forse qualcuno conoscerà, è il centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni, che hanno considerato che le esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile sono mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari dal National Toxicology Program, riscontrando con questi valori gli stessi tipi di tumore.
Aggiungo che non si sono ancora compresi pienamente quali sono i rischi da questa rete di nuova generazione e per cui la comunità scientifica, non il Consigliere Bisonni, ritiene che ci sia bisogno di ulteriori analisi, a questo si aggiungono anche delle sentenze, l'ultima è di febbraio, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la malattia professionale ad un lavoratore costretto a utilizzare il telefono cellulare per molte ore, ci sono diverse sentenze che riconoscono la correlazione tra elettrosmog e cancro quanto ci si trova in una condizione di esposizione multipla e cumulativa.
Bruxelles, tanto per citare una città importante, non stiamo parlando di un paesino, è stata la prima città in Europa a vietare la sperimentazione 5G. A questo si aggiunge la preoccupazione di molti Sindaci, alcuni stanno facendo delle ordinanze, però sono un po' lasciati a sé stessi perché non c'è ancora una normativa o un indirizzo chiaro.
In funzione di tutto questo non chiedo di bloccare il 5G, chiedo delle cose che penso siano ragionevoli e che adesso le elenco: la Regione Marche lanci una campagna informativa sui rischi che si possono correre utilizzando in maniera inappropriata il telefono cellulare; di attivarsi presso il Governo e i Ministeri competenti affinché non sia aumentato il valore di attenzione e i limiti di esposizioni previsti dal DPCM del 8 luglio 2003. Una cosa che ho saltato: il 5G ha bisogno di tanti emettitori di piccola potenza, distribuiti a quasi 100 metri l'uno dall'altro. Il limite che noi abbiamo adesso è di 6 V/m, non sarà più sufficiente a garantire l'utilizzo di questa tecnologia, se vogliamo usare il 5G dovremmo innalzare il limite e c'è una proposta che chiede di innalzarla da 6 V/m a 61 V/m, quando la Commissione europea si è espressa su questo punto dicendo che è il limite giusto, cautelativo, sarebbe di 0,6 V/m no di 61. La Commissione europea ci dice che sarebbe meglio mantenere il livello a 0,6 V/m e l'Italia sta pensando di alzarlo a 61.
Per onestà intellettuale devo dire che l'Italia è una delle nazioni con i limiti più restrittivi rispetto agli altri valori delle nazioni europee, però la Commissione europea dice una cosa e c'è una proposta che va nella direzione opposta.
Chiedo al Presidente di farsi parte attiva presso il Governo affinché i limiti non siano aumentati. Vorrei inoltre che la Regione sollecitasse i Comuni a rispettare la legge sulle antenne, a fare il piano delle antenne come prevede la legge regionale, invece molti comuni sono inadempienti ed io chiedo che vengano fatti; chiedo inoltre di disporre, proprio per il principio di precauzione, proprio per tutto quello che ho detto, proprio perché non conosciamo appieno quali sono gli effetti del 5G, che l'Arpam prima di rilasciare dei pareri, ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 12/1997 su installazioni di tecnologia 5G acquisisca preventivamente i pareri delle autorità sanitarie competenti in materia, relativamente ai possibili rischi per la popolazione esposta.
Non sto chiedendo il mondo, solo quattro cose abbastanza ragionevoli, quindi vi invito a votare questa mozione, dopodiché ascolterò il dibattito e sarò lieto di approfondire i punti che emergeranno.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il tema che viene affrontato è sicuramente molto sentito, ci sono diverse richieste di approfondimento da parte di tanti cittadini e anche di molti Consigli comunali, che hanno la difficoltà ad adeguare i propri piani in assenza di una normativa in merito.
Coglierei l'occasione, visto che le richieste del Consigliere Bisonni riguardano diversi punti ed io non so dire quale sia il livello di innalzamento o meno, a che livello portarlo, per chiedere all'Assessore competente se l'Arpam ha le strumentazioni idonee per fare oggi questo tipo di rilevazioni, per consentire una valutazione, perché mi risulta che non le abbia.
Reputo che il tema ci sia, non conosco nello specifico le richieste a cui fa riferimento il Consigliere Bisonni, ma certamente una difficoltà mi è stata sottoposta anche da alcuni Comuni per l'adeguamento dei propri piani al 5G.
Mi risulta che la sperimentazione stante anche una carenza normativa ad oggi è illegale, per cui credo che una sperimentazione sul 5G in assenza di una normativa chiara, ma soprattutto di una strumentazione idonea a verificare le emissioni, non possa essere fatta.
Non si vuole bloccare il progresso o tornare ai segnali di fumo, però un'attenzione alla salute pubblica credo che vada posta visto i campanelli di allarme e le diverse segnalazioni anche da parte di esponenti del mondo medico e scientifico. Reputo che sia nostro dovere approfondirle e dotare l'Arpa, sempre che l'Assessore mi risponda, della strumentazione idonea, altrimenti cosa andiamo a rilevare se gli strumenti non sono in grado di farlo? Come quando c'è stato il discorso delle polveri sottili e le strumentazioni erano tarate per le PM 10 e non erano in grado di rilevare le PM 25 per cui se non dotiamo di strumentazione idonea chi deve fare i controlli per la salute pubblica...

(interventi fuori microfono)

Elena LEONARDI. A me dicono che L'Arpam non c'è l'ha, ma se lei ha approfondito che c'è ..., a me segnalano che non sono in possesso delle strumentazioni per poter rilevare in maniera corretta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei fare alcune precisazioni anche per dare alla Consigliera Leonardi un chiarimento.
Premetto che il 5G è in fase di sperimentazione e che nel 2022, quando andrà in vigore, la banda di frequenza sarà di 700 megahertz, la stessa del digitale terrestre, non andrà in vigore in piena potenza come dovrebbe essere il 5G.
Detto questo, lei ha detto che i Comuni non sanno come fare, dobbiamo precisare che le leggi nazionali sono sovraordinate a quelle regionali, è una competenza statale, l'applicazione e lo sviluppo delle reti sono di interesse strategico nazionale, quindi i Comuni possono fare ben poco, anche se c'è un piano antenne, che decide la collocazione in prima istanza della posizione delle antenne, ma ogni anno entro il 31 marzo ci sono i piani di sviluppo delle reti presentati dai gestori che possono richiedere ulteriori installazioni.
E' una materia complessa e proprio in questi giorni sto combattendo 19 nuove richieste di installazioni di antenne nel Comune di San Benedetto del Tronto, antenne SRB ed anche di microcelle che sono molto simili al 5G, sono piccole antenne che possono essere inserite sui lampioni o ad esempio sui semafori, hanno una potenza di circa 10 watt, una efficacia intorno ai 20 metri.
Credo che sia giusto capire bene perché a differenza del 4G il 5G ha problemi di lunghe gittate, per cui ha delle microcelle e una gittata molto piccola, soprattutto quando trova ostacoli (piante, fiori, altri materiali) non riesce a penetrare. E' una realtà complessa perché è complessa la nuova tecnologia del 5G
Non scopriamo adesso che l'elettromagnetismo fa male, fa male il 3G, fa male il 4G, fa male il 5G e farà male il 6G, questo è appurato, come sappiamo che i più grandi problemi con l'elettromagnetismo li abbiamo con i cellulari, ce li abbiamo nelle tasche e in casa, in casa abbiamo problemi con tutto: con il forno a microonde, con i televisori, un accumulo che andrebbe gestito meglio e con più attenzione
Siamo perfettamente d'accordo con la mozione del Consigliere Bisonni anche se non l'abbiamo fatta perché la riteniamo inutile in quando la competenza è statale

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Il Partito Democratico voterà a favore di questa mozione.
Vorrei solo dare un'informazione perché ci sono diversi confronti e dibattiti organizzati a livello regionale, c'è n’è stato uno nel pesarese qualche settimana. Dei Comuni avevano fatto richiesta per l'attività di sperimentazione, almeno una nella provincia di Pesaro, a Montegrimano Terme, ed il Comune ha rifiutato, non ha accettato di fare l'attività di sperimentazione, quindi, mi risulta che a livello regionale sono tre i comuni in cui è stata chiesta l'attività di sperimentazione e tutti e tre hanno dato parere negativo perché vogliono avere ulteriori informazioni prima di autorizzare l'installazione di queste antenne all'interno dei propri territori comunali. Mi sembra un'informazione da dare, comunque penso che sia importante che la Regione valuti con attenzione e sia vicino ai Comuni rispetto a questa problematica.

PRESIDENTE. Mozione n. 569. La pongo in votazione.

(L'assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Grazie a tutti, i lavori sono finiti. Buona serata a tutti.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,45