Resoconto della seduta n.156 del 29/04/2014
SEDUTA N. 156 DEL 29 APRILE 2014

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 156 del 29 aprile 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 155 del 15 aprile 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
409 in data 23 aprile, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Comi, Badiali, Camela, Eusebi, Pieroni, Perazzoli, concernente: “Modifica alla legge regionale 11 novembre 2013, n. 36: Disciplina del controllo sugli atti degli enti del Servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 17 luglio 1996, n. 26: Riordino del servizio sanitario regionale”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 410 in data 24 aprile, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Ortenzi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli, concernente: “Misure di contenimento della spesa di personale in attuazione del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno;
n. 411 in data 11 aprile, ad iniziativa della Consigliera Bellabarba, concernente: “Promozione della cultura musicale bandistica e corale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento iInterno, al Consiglio delle Autonomie locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 669 del Consigliere Marangoni “Violente mareggiate sulle spiagge di Porto Recanati. Immediata applicazione del Piano regionale di gestione delle aree costiere e approvazione di una variante rafforzativa al Piano medesimo per la messa in sicurezza del litorale”;
n. 670 del Consigliere Zinni “Situazione virus ebola in Italia e nelle Marche”;
n. 671 dei Consiglieri Eusebi, Giancarli “Commissione GH – rete di diabetologia e endocrinologia pediatrica – S.O.D. di diabetologia pediatrica dell'Ospedale Salesi”;
n. 672 del Consigliere Pieroni “Azioni a difesa della costa e a sostegno delle attività turistiche di Porto Recanati”;
n. 673 del Consigliere Solazzi "Disegno di legge costituzionale proposto dal Governo sulla trasformazione del Senato e la riscrittura del Titolo V" (comunicata a fine seduta).
Comunico, inoltre che, il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 14 aprile, le seguenti leggi regionali:
n. 5 “Modifiche alla legge regionale 11 novembre 2013, n. 35 “Norme in materia di Unioni montane e di esercizio associato delle funzioni dei Comuni montani”;
n. 6 “Modifiche alla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 49 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione. Legge finanziaria 2014” e alla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 50 “Bilancio di previsione per l'anno 2014 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2014/2016”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carloni, Ortenzi e gli Assessori Giannini, Luchetti, Mezzolani.

PRESIDENTE. Prima di passare all'ordine del giorno ed alle eventuali richieste, a nome mio personale, credendo di interpretare il sentimento dell'intera Assemblea legislativa, do il benvenuto nell'Aula del Consiglio regionale delle Marche alla Scuola media dell'Istituto comprensivo Badaloni di Recanati, provincia di Macerata, precisamente alle classi I^ C, II^ B e II^ C.
Ho già avuto modo di esprimere in altre occasioni che va apprezzato l'impegno degli Istituti, degli insegnanti, a fare in modo che sempre di più ci sia la conoscenza, da parte degli alunni, delle istituzioni, facendole toccare dal vivo, dando la possibilità di conoscere quali sono le modalità attraverso cui le istituzioni, che molto spesso vengono avvertite come distanti, operano. E' importante conoscerle, perché sono quelle che negli atti che assumono, nelle decisioni che prendono, nelle scelte che fanno, incidono quotidianamente sulla vita dei cittadini. Apprezzo gli istituti e gli insegnanti che oltre all'ordinario programma lavorano affinché ci sia una conoscenza maggiore, da parte dei ragazzi, delle istituzioni.
Questo discorso vale ancora di più oggi in cui sembra che il distacco fra i cittadini e la politica, fra i cittadini e le istituzioni, cresca in modo esponenziale.
E' assolutamente prioritario che soprattutto i ragazzi e le ragazze si avvicinino alla conoscenza del funzionamento delle istituzioni a tutti i livelli, quindi, un saluto alle ragazze ed ai ragazzi della Scuola media dell'Istituto Badaloni di Recanati, classi I^ C, II^ B e II^ C, e un saluto ed i miei complimenti, che naturalmente sono dell'intera Aula, ai loro insegnanti.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Detto questo passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno non prima di aver dato la parola al Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Chiedo l'anticipazione, nell'ordine del giorno odierno, del punto numero 7, la mozione 632. Nel precedente Consiglio non è stata discussa perché c'è stata la richiesta della verifica del numero legale e non essendoci il numero sufficiente di Consiglieri l'Assemblea è stata chiusa, quindi, mi sembra giusto riprendere il Consiglio dalla mozione n. 632. Grazie.

PRESIDENTE. La richiesta del Consigliere Zaffini è legittima, prima di dare la parola su questo aspetto, comunico che è stata iscritta, al punto 7bis, la mozione n. 672 a firma del Consigliere Pieroni di cui è stata data comunicazione poco fa. In questo varia l'ordine del giorno.
Fatta questa comunicazione, se non ci sono obiezioni, do per approvata l'iscrizione.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, mi spiace far fare una figura non adeguata a questo Consiglio davanti agli studenti che ci vengono a sentire, ma io devo farle presente quattro aspetti diversi, similari, che mi hanno interessato.
Le ho mandato l'8 aprile scorso una richiesta, Presidente, per essere tranquillizzato sul fatto che quello che succede in Commissione, specie quando ci sono le audizioni, venga poi riversato in trascrizioni che possono consentire a chi vuole, a noi componenti delle Commissioni in primis, ma a tutti i Consiglieri regionali, di verificare quello che dicono gli audendi, perché sa martedì scorso è venuto il dottor Ciccarelli che con la sua nota sinteticità, due ore ed un quarto, ci ha parlato del problema della mobilità attiva …

PRESIDENTE. Consigliere Natali questo spazio che recuperiamo all'inizio ha bisogno di interventi succinti …

Giulio NATALI. … questo spazio glielo recupero Presidente perché io le ho scritto l'8 aprile e lei non mi ha risposto.

PRESIDENTE. Ho capito.

Giulio NATALI. Per questo le dico ciò, poi che io ci aggiunga il commento me lo deve consentire, comunque ….

PRESIDENTE. Si, però se ha quattro punti esauriamo il Consiglio solo con le sue comunicazioni.

Giulio NATALI. No, guardi sarò velocissimo. Le chiedo una risposta su questo perché mi dicono che sono finite le ore di straordinario per chi deve compiere questi atti. A fronte degli stipendi che pigliano gli stessi dirigenti, sapere che non c'è nessuno che può prendere lo straordinario per consentire ad un Consigliere regionale di fare il proprio lavoro è cosa aberrante.
Ho chiesto, da mesi, dei documenti sulla sanità, come sempre non arrivano. Per esempio sono due mesi che ho chiesto dei documenti inerenti il Direttore dell'Area vasta 1, non arrivano.
Ho chiesto dei documenti per il Direttore generale dell'Arpam e non arrivano.
Ho chiesto dei documenti per avere degli elaborati progettuali di un eco-mostro, un vero eco-mostro ad Ascoli Piceno sopra l'ex ospedale Luciani (ex sanatorio) e non arrivano.
Lei mi deve dire Presidente che cosa devo fare. Gli anni scorsi ho avuto le stesse problematiche, lei è intervenuto, non che il suo intervento abbia immediatamente prodotto il soddisfacimento dei miei diritti, non delle mie pretese, ma stavolta ritengo che ci sia un'urgenza maggiore per cui sono costretto a farle presente, a farvi presente, che inoltrerò queste richieste da altre parti.

PRESIDENTE. Molto bene, a parte che ognuno è libero di inoltrare le richieste dove vuole, ci mancherebbe che io possa fare questo. All'opposizione farei tutto quello che potrei fare, quindi, condivido tutto.
Rispetto a queste richieste prego il personale di farsene carico, di prendere queste cose e di sollecitare in modo forte, predisponendo una lettera che firmerò immediatamente o al massimo domani. Più di questo non mi è possibile fare.
Dopo di che, ripeto, ogni Consigliere ha una serie di strumenti istituzionali ed extra-istituzionali per far valere i propri diritti che io difendo in modo assoluto, però a quello che mi è possibile fare dalle regole non posso aggiungere altro.
C'è stata una richiesta del Consigliere Zaffini, mi pare che il Consigliere Ricci voglia intervenire su questa proposta, quindi, la lasciamo per ultima.
L'intervento del Consigliere Giancarli è su questa proposta o sull'ordine del giorno? No, ok.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente, chiedo per la prossima seduta di inserire, magari al punto 7 ter, perché ho sentito che è stato già inserito un 7 bis del Consigliere Pieroni, la mozione 633 “Aeroporto Ancona-Falconara” a firma dei Consiglieri Giancarli, Binci, Silvetti, Donati, Ricci, Marconi e Acquaroli, ovvero della Commissione ambiente e territorio e infrastrutture.

PRESIDENTE. Va bene, lo segniamo. Abbiamo esaurito il dibattito per quanto riguarda l'ordine del giorno. Alla proposta del Consigliere Zaffini mi pare voglia replicare il Consigliere Ricci.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente, chiedo al Consiglio, al Consigliere Zaffini, come ho già detto ai Capigruppo, di iscrivere e di discutere la mozione successivamente alla data del 26 maggio, perché è un argomento importante, delicato e anche, alla fine, lacerante. Mi sembra sbagliato discuterlo in piena campagna elettorale.
Credo che la discussione possa avvenire in maniera più serena, più tranquilla, a prescindere dal dibattito che si scatenerà, come è successo con la Valmarecchia che è stato trasversale e molto vivace, ma di questo e a farlo noi non abbiamo nessuna preoccupazione, ma credo che sia più corretto e possa avere momenti di maggiore serenità dopo il voto del 26 maggio.
Chiedo al Consigliere Zaffini, come ho chiesto ai Capigruppo, di condividere questa necessità e di rinviare il dibattito che comunque faremo senz'altro.

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, in via del tutto eccezionale, considerata la sua passione su questo tema le concedo una replica.

Roberto ZAFFINI. Non sarò prolisso, ribadisco la mia convinzione che si debba discutere subito perché di elezioni dal 2007 fino ad oggi ne abbiamo viste tante, quindi, mi sembra un pretesto, basta guardare in faccia la realtà e vedere come si è comportata questa Regione su questa tematica.
Oggi o dopo il 25, 26 non cambia nulla, andiamo al voto per vedere come i Consiglieri si esprimono di fronte a questa decisione.

PRESIDENTE. Mettiamo al voto la proposta del Consigliere Zaffini di trattare come primo punto all'ordine del giorno (...), non ho capito, scusate. Consigliere Trenta, il voto palese è palese, lei chiede il voto segreto? Il voto? (...) Non mi risulta che ci sia un voto nominale, c'è un voto per appello nominale. Chi lo chiede? (...) I Consiglieri Zaffini, Trenta e Marangoni. Perfetto.
Mettiamo in votazione la proposta del Consigliere Zaffini di trattare la mozione n. 632 come primo punto all'ordine del giorno, debbo però chiarire un fatto, devo capire questa cosa, perché altrimenti mi risulta difficile metterla al voto.
Il Consigliere Zaffini chiede di trattarla subito e nel caso venga approvata la trattiamo immediatamente, è evidente. Nel caso in cui dovesse essere respinta questa richiesta, il punto rimane al punto n. 7, quindi lo potremo trattare comunque in giornata, la proposta che fa il Consigliere Ricci è quella di non portarla al numero 1 o è una richiesta separata e distinta di rinvio del punto 7? Chiedo questo perché è evidente che se non passa la proposta del Consigliere Zaffini poi al punto 7 ci potremmo arrivare e potremmo affrontarlo.

Mirco RICCI. Ho chiesto, Presidente, l'inopportunità di discuterla nei prossimi 30 giorni, mi pare di essere stato chiaro.

PRESIDENTE. Questo è un giudizio di opportunità, lo ripeto, chiedo …

Mirco RICCI. Rinvio, Presidente.

PRESIDENTE. Chiede il rinvio. Allora dobbiamo fare due distinte votazioni. La prima è quella del Consigliere Zaffini, lui è legittimato a fare questa richiesta.
Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Zaffini di portare il punto 7 al primo punto dell'ordine del giorno
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Latini, Marconi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Ricci di rinviare il punto n. 7 all'ordine del giorno ad una seduta successiva alla consultazione elettorale, compreso, dove c'è, l'eventuale ballottaggio dei Comuni. Al primo Consiglio utile.

(L'Assemblea legislativa approva)

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Guardate lo dico con grande tranquillità, voi avete tutti i diritti di chiedere di partecipare, ma non di avere comportamenti che sono contrari alle istituzioni, per cui non ci sarà una prossima occasione in cui vi sarà possibile entrare in Aula.
E' così! Prego! Adesso li accompagniamo fuori, per favore.
Non si costruisce la democrazia con questi comportamenti al di la dei diritti! Fuori!

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Fate sgomberare l'Aula!
Questa è un'altra cosa! Allora assecondiamo tutto!
Mi meraviglio di lei Consigliere Natali, assecondiamo tutto! Mi meraviglio, se le istituzioni possono essere calpestate in questo modo, mi meraviglio, non avrei mai pensato che proprio lei assecondasse atteggiamenti che sono la negazione delle istituzioni.
E' chiaro? No, va bene. No, Consigliere Natali, lei non può intervenire perché non le ho dato la parola.
Non stiamo dando un buon esempio ai giovani e se c'è questa intransigenza da parte mia, per la prima volta, è proprio perché c'è una scolaresca ed i comportamenti di chi partecipa ad una riunione, pur dissentendo dalla decisione presa, non può essere quella di chiamare “buffone” un'istituzione democraticamente eletta, altrimenti quale immagine hanno i nostri ragazzi del rispetto della normativa, delle leggi, delle istituzioni, me lo dovete dire voi. Voi me lo dovete dire!
Non c'è un solo atteggiamento da parte mia che cerca la popolarità, però su alcuni principi non mi muovo anche a costo di essere impopolare, anche a costo di perdere consensi, perché ci sono principi derogando i quali distruggiamo la democrazia in questo Paese.

Mozione n. 30
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Disservizi del servizio ferroviario nella provincia di Macerata”

Mozione n. 351
ad iniziativa del Consigliere Sciapichetti
“Situazione del sistema ferroviario nella provincia di Macerata”

Mozione n. 400
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
“Indennizzo a favore dei pendolari che hanno subìto disagi e ritardi causati da disservizi dei treni nella Regione Marche”

Interrogazione n. 308
ad iniziativa del Consigliere Acquaroli
“Situazione del trasporto ferroviario”

Interrogazione n. 330
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Situazione trasporti ferroviari - Fabriano"

Interrogazione n. 405
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Gravi disservizi nelle linee ferroviarie delle Marche”

Interrogazione n. 484
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Treni fantasma, ennesimi disservizi sulla tratta Civitanova-Macerata”

Interrogazione n. 518
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Dismissione linee ferroviarie Fabriano - Pergola e Civitanova - Albacina"

Interrogazione n. 544
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Stato di salute delle linee ferroviarie del fabrianese”

Interrogazione n. 614
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Trenitalia - tagli ai trasporti ferroviari”

Interrogazione n. 668
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Disservizi Gruppo FS e Trenitalia durante l'emergenza neve”

Interrogazione n. 673
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Trenitalia - Disagi e disservizi”

Interrogazione n. 686
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Disservizi del trasporto ferroviario periodo neve”

Interrogazione n. 808
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Malfunzionamento linea ferroviaria Fabriano-Civitanova Marche”

Interrogazione n. 1627
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Situazione del trasporto ferroviario nella tratta Fabriano - Civitanova Marche"

Interrogazione n. 1628
ad iniziativa della Consigliera Ciriaci
"Situazione del trasporto ferroviario - ennesima storia senza fine del giorno 17 marzo 2014"

Interrogazione n. 1632
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
"Criticità tratte ferroviarie Civitanova Marche-Fabriano e Macerata-Civitanova Marche-Ancona"
(abbinate)
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 30 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli, la mozione n. 351 del Consigliere Sciapichetti, la mozione n. 400 del Consigliere Bugaro, l’interrogazione n. 308 del Consigliere Acquaroli, l'interrogazione n. 330 del Consigliere Latini, le interrogazione n. 405 e n. 484 dei Consiglieri Marinelli, Massi, l'interrogazione n. 518 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 544 del Consigliere Pieroni, l’interrogazione n. 614 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 668 del Consigliere Pieroni, le interrogazioni n. 673 e n. 686 del Consigliere Latini, le interrogazioni n. 808 e n. 1627 del Consigliere Giancarli, l'interrogazione n. 1628 della Consigliera Ciriaci, l'interrogazione n. 1632 del Consigliere Marinelli.
Questi atti sono abbinati e grossomodo riguardano i disservizi del sistema ferroviario regionale, si fanno riferimenti a diverse tratte, ma il tema riguarda il trasporto ferroviario. Non so se c’è un preventivo intervento da parte dell’Assessore oppure apriamo il dibattito, … come vuole Assessore.
Ha la parola l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Direi che sia opportuno seguire questa procedura in quanto ho contato circa 16, 17 interrogazioni, atti ispettivi che riguardano questo settore, sono anche datati, partiamo dai disagi della neve del 2012.
Come i Consiglieri sanno, ho l'abitudine di mandare una nota di risposta agli atti ispettivi ai singoli Consiglieri che li presentano in attesa di discuterli in Aula, per cui cercherò di fare un intervento che non risponda a questioni successe nel 2012, ma che riassuma la situazione attuale del servizio, del d.p.r. ferroviario.
Partirei col dire che molti disservizi lamentati sono reali, rispetto ai quali ho instaurato un rapporto con Trenitalia continuo e con contestazioni praticamente settimanali rispetto a ciò che avviene, ed è scaturito, negli ultimi anni, anche nell'applicazione di penali, perché abbiamo iniziato a scrivere, a parlare, ma poi quando alcuni fatti si sono ripetuti abbiamo fatto scattare anche delle penali.
Negli ultimi due o tre anni mi pare che abbiamo applicato qualche cosa come 2 milioni e 180 mila euro, quindi, 2 milioni e 200 mila euro di penali che non sono proprio uno scherzo.
Gran parte dei disservizi sono dovuti intanto a una vetustà del materiale rotabile che c'è in questa regione, direi che la gran parte è dovuta a questo, e su questo problema noi siamo intervenuti chiedendo il rispetto di alcune condizioni contrattuali. Il contratto di servizio scade il 31 dicembre 2014 ed abbiamo avuto la consegna, nei giorni scorsi, avete visto, di 4 nuovi mezzi elettrici che stanno entrando in funzione in questi giorni. Non credo che siano entrati tutti, 3 mi pare di si, ed anche il quarto dovrebbe essere messo in servizio in questi giorni. Poi dovremmo avere l'opportunità di avere 8 mezzi diesel entro la fine di questo anno. In particolare i mezzi diesel verranno utilizzati soprattutto nella tratta che più soffre in questi particolari momenti, quella della Civitanova Marche-Fabriano, oltre che della Pergola-Fabriano che è una linea sicuramente minore.
L'inserimento di questi nuovi mezzi porterà sicuramente un miglioramento, li abbiamo visti e contiamo, fra ottobre e novembre, di averli a disposizione.
Oltre alla vetustà dei mezzi, c'è un altro motivo che produce disservizi, a volte le corse non sono calibrate bene, soprattutto nella tratta Ancona-Roma e di questo abbiamo parlato il 7 aprile con l'ingegnere Soprano che è il Direttore generale delle Ferrovie italiane, con il quale abbiamo affrontato anche il problema della velocizzazione di alcune tratte regionali che abbiamo soprattutto con l'Umbria sulla Ancona-Roma, non tutte, ma almeno un paio di queste corse potrebbero essere velocizzate e bisognerebbe ridisegnare, abbiamo chiesto anche questo, le tratte, cioè riguardare gli orari, le coincidenze, eccetera, perché sicuramente ci sono dei problemi anche sotto il profilo dell'organizzazione.
Stiamo firmando proprio in questi giorni un protocollo di intesa con Trenitalia che affronta questi problemi che sono le vere cause di tutti i disservizi che vengono lamentati. Questo per le tratte regionali. Poi ci sono altri problemi che riguardano la lunga percorrenza che pur non essendo di competenza di questa Regione, non fanno parte del contratto di servizio tra la Regione Marche e Trenitalia, pur non facendo parte di questo contratto, non ci esime dall'intervenire per difendere queste situazioni per i nostri utenti marchigiani.
In particolare problemi ci sono sull'Ancona-Roma. Siamo riusciti a far si che l'alta velocità che, negli anni scorsi, vedeva escluse le Marche, approdasse anche nella nostra regione. Siamo riusciti ad avere l'inserimento di fermate, San Benedetto del Tronto e Pesaro, che erano state escluse inizialmente da Trenitalia, adesso direi che abbiamo anche un servizio di alta velocità.
E' in atto un investimento importante per quanto riguarda la stazione ferroviaria del capoluogo, che concerne un passaggio da un sistema meccanico ad uno elettronico che dovrebbe anch'esso migliorare, nei prossimi anni, il sistema ferroviario nel complesso degli scambi.
Ci sono problemi che sono rimasti irrisolti per quanto riguarda la richiesta di una nuova corsa Ancona-Roma, sollecitata fortemente da tutti i Parlamentari marchigiani, i quali hanno anche la competenza per intervenire presso il Ministero dei trasporti e, quindi, presso il Governo. C'è l'assoluta necessità di un nuovo treno che possa rientrare nel capoluogo di regione entro le ore 20,00. Su questo c'è stata una forte richiesta da parte della Regione Marche, è in discussione e sicuramente a breve avremo delle risposte.
Detto questo possiamo fare questo tipo di sunto. Noi avremo sulle tratte regionali con l'acquisizione di 12 nuovi mezzi, 4 elettrici e 8 diesel, un miglioramento del servizio. Questo non significa che non ci saranno più problemi, non stiamo qui a vendere fumo, però sicuramente un miglioramento del servizio ci sarà.
Siamo riusciti, per quanto riguarda la lunga percorrenza, ad inserirci, come dicevo prima, nel settore dell'alta velocità. Abbiamo la necessità di velocizzare alcune linee regionali che appartengono sempre a questa tratta, ma sono, per un buon tratto, linee regionali Marche-Umbria, praticamente da Foligno ad Ancona. Abbiamo scritto insieme alla Regione Umbria che dobbiamo trovare un'intesa anche fra di noi, per evitare, su almeno due corse, un eccesso di fermate che rallentano i tempi di percorrenza.
Con l'elettrificazione che è stata fatta recentemente della Ascoli-Porto d'Ascoli, con questi investimenti, con questi impegni, abbiamo la conferma che il settore del ferro, il settore ferroviario, rimane importante, strategico, non può essere abbandonato, soprattutto la Fano-Urbino. Su questo, in questo momento, non posso, con molta onestà, caro Consigliere D’Anna, darle una risposta positiva, perché non c'è una reale possibilità di instaurarla, poi vedremo, ma adesso sto parlando della realtà dei fatti e di quello che abbiamo sottomano.
Alcune situazioni, ripeto, le abbiamo affrontate con decisione e nel nuovo contratto di servizio le affronteremo ancora meglio, se possibile, con la stesura dei capitolati, eccetera, ma tutto questo, approfitto dell'occasione per dire all'Aula, noi lo affrontiamo in un contesto generale che ha visto questa regione evitare sul ferro i tagli che sono stati fatti in altri settori. Sopratutto una condizione generale che abbiamo esposto, io l'ho già esposta a due diversi Presidenti del Consiglio, al Ministro dei trasporti Lupi, al Vice Ministro Nencini che è venuto recentemente in visita nelle Marche, la discutiamo da oltre un anno nella Conferenza dei servizi fra tutte le Regioni, vede questa Regione fortemente penalizzata per quanto riguarda il fondo nazionale unico, chiaramente c'è la gomma, ma c'è anche il ferro, il fondo nazionale unico dei trasporti.
Noi abbiamo avuto la possibilità di renderci conto di quanto fosse la differenza nel momento in cui dal gennaio 2013 il Governo ha istituito il fondo unico nazionale trasporti. Prima era indistinto ed il trasferimento che riguardava i trasporti era insieme al totale dei trasferimenti che veniva fatto per altre materie, per tutte le Regioni, per cui si aveva la sensazione, ma non la certezza.
Oggi abbiamo una certezza, se rapportata agli abitanti questa certezza ci dice che noi prendiamo 68 euro per abitante, siamo l'ultima Regione d'Italia, Regioni come il Molise e la Basilicata, non mi ricordo quale delle due sia prima, ne prendono addirittura 130, quindi parliamo praticamente del doppio e la nostra vicina Umbria ne prende circa 110.
Questo perché a livello centrale sono stati sempre presi in considerazione i dati storici, addirittura del '97 o '98, e la ripartizione è stata fatta in base alla spesa storica. Da due anni è iniziata la discussione nella Conferenza delle Regioni per quanto riguarda l'introduzione dei costi standard che dovrebbe essere fatta in sanità, sui trasporti, su tutto, sulla gestione del personale, eccetera, ma non si riesce a venirne fuori, anche se onestamente siamo andati avanti faticosamente con riunioni quasi settimanali per la definizione di questi parametri.
Sono arciconvinto che quando verranno fuori i parametri i nostri costi di funzionamento saranno veramente buoni, perché se noi prendiamo 68 e facciamo funzionare il sistema, ed altri pigliano 110 e 120, non c'è dubbio che non potremo che migliorare. Questo lo ritengo matematico.
Ma questa definizione dei costi non ci sarà, sono certo di quello che dico, nemmeno entro il 2014 perché le altre Regioni non hanno interesse a farlo, visto che pigliano di più, allora noi ci siamo permessi di chiedere, e sono cinque riunioni della Commissione centrale a Roma che si discute di questo, un riequilibrio del trasferimento del fondo nazionale che abbia anche come riferimento l'indicatore degli abitanti che è un indicatore oggettivo, su questo non ci piove, cioè quanti sono gli abitanti da servire.
C'è una grande discussione, ci danno tutti ragione, però alla fine nessuno è disposto a rinunciare a niente, quindi, la soluzione che abbiamo proposto in alternativa è quella dell'istituzione di un fondo nazionale, pur minimo, che sia di perequazione per riconoscere questa grave anomalia che colpisce la nostra regione e che potrebbe essere riequilibrata anche attraverso uno sforzo finanziario tale da non provocare l'ernia a nessuno, nel senso che stiamo parlando di 7, 8 milioni di euro che potrebbero dare un minimo di sollievo a tutto il nostro sistema, parlo a livello nazionale, quindi, di una cifra che potrebbe essere affrontata.
Questa è stata la nostra ultima richiesta che ci sembra sensata e fatta con i piedi per terra, perché se dovessimo solo chiedere il riallineamento alla penultima Regione che è l'Emilia Romagna che prende 82 euro, da 68 a 82 sono 14 euro, sapete fare i conti, non sarebbero 7 milioni, ma sarebbero almeno il doppio. Insomma il riequilibrio, pur rimanendo ben penultimi.
La nostra è una richiesta minima che parte dal fatto che non può essere riconosciuto ad alcuni un parametro e ad altri un altro.
Credo che bisogna dare atto delle interrogazioni che i Consiglieri Marinelli, Giancarli ed altri hanno fatto, e li ringrazio, perché hanno dato modo a quest'Aula di affrontare il problema del trasporto su ferro e di avere anche queste informazioni alla luce anche dei nuovi contratti che verranno nel 2015, 2016. Debbo dare anche soddisfazione a chi gestisce, parlo per esempio di trasporto su gomma, bisogna dire che gli operatori, quindi, gli imprenditori, i lavoratori di queste aziende riescono, avendo noi fatto, in questi ultimi due anni, anche un efficientamento del 10%, bisogna darne atto, a garantire con questi trasferimenti un buon livello di servizio a costi veramente competitivi.
Questo è sotto gli occhi di tutti, adesso c'è l'Università degli Studi di Roma che sta facendo, in maniera terza, per conto del Governo e del Ministero dei trasporti, uno studio sui costi standard, quando avremo, credo ormai nel giro di pochissime settimane, il risultato di questo studio, lo avremo in Conferenza dei servizi, lo porteremo anche in quest'Aula, verrà fuori che la Regione Marche non potrà che migliorare il suo standard. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, colleghi Consiglieri, come vedete all'ordine del giorno ci sono ben 14 interrogazioni e 3 mozioni su questo tema. Il fatto stesso che sia al primo punto dell'ordine del giorno, trascinato anche da alcune recenti interrogazioni, da alcune nostre richieste, sta a dimostrare, a testimoniare, che l'interesse della nostra comunità, sul tema del trasporto pubblico locale, della rete ferroviaria italiana e marchigiana, del trasporto sia su gomma che su ferro, è forte.
L'Assessore Viventi, voglio ringraziarlo, sta seguendo dall'inizio della legislatura questi temi, la partita come diceva poc'anzi è tutta aperta sia sul piano delle risorse finanziarie che sul piano della riorganizzazione che non può essere penalizzante né per la comunità marchigiana, né per le persone che nel settore sono impegnate sia sul ferro che sulla gomma.
Voglio fare riferimento ad una e-mail, l'ultima che mi è arrivata su questo tema, del 24 aprile scorso, è di una persona del maceratese che utilizza il treno, non pone problemi personali, ma fa riferimento all'importanza, ad esempio, della linea ferroviaria Fabriano-Macerata-Civitanova Marche e scrive: "E’ la porta d'accesso da tutta Italia a due Università: Macerata e Camerino, allo Sferisterio" e continua.
Alle persone che dimostrano questo elevato senso civico, noi dobbiamo dare risposte certe e dobbiamo con chiarezza capire da che parte stiamo.
Questa mattina sono presenti anche i rappresentanti della Rsu, è presente il Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola, che saluto, poi dirò alcune cose relativamente ai servizi e ad alcuni aspetti che toccano più da vicino la città di Fabriano rispetto, ad esempio, all'officina meccanica e così via.
Credo che noi in questi anni abbiamo fatto bene a porre il problema della mobilità dentro un quadro più generale che è quello della logistica, che è quello delle infrastrutture, quello della governance del trasporto pubblico locale. Su questo abbiamo approvato degli atti, abbiamo approvato delle leggi, abbiamo approvato dei programmi, abbiamo un risultato importante da rivendicare, siamo dentro la rete europea, siamo dentro quella diramazione del corridoio Helsinki-La Valletta. Credo che questo fatto, per il trasporto da un lato, per l'economia dall'altro, per il prestigio della nostra regione, per la stessa Macroregione Adriatico-Ionica che sta per nascere, sia un elemento importante, però noi abbiamo voluto che nel programma triennale regionale dei servizi e del trasporto pubblico regionale tutto questo fosse inserito: il contesto europeo, quello nazionale, ricordava prima l'Assessore, la velocizzazione della linea adriatica, i collegamenti con Milano da Ancona, ma anche da Ascoli Piceno dopo l'elettrificazione della Ascoli Piceno-San Benedetto. C'è il problema fondamentale del raddoppio della Orte-Falconara su cui dobbiamo condurre una battaglia e diventa anche questa una questione centrale.
L'obiettivo è quello della realizzazione di una struttura di trasporto pubblico più efficiente. L'ultimo articolo sui disservizi è di ieri, un quotidiano marchigiano ha scritto che chi utilizza il treno per spostarsi nelle Marche, all'interno della regione, o per raggiungere Roma si appresta ad una avventura con sorpresa. Ha fatto riferimento alla mancata puntualità, alla pulizia, ad altri aspetti che qui vi risparmio, quindi, dicevo un trasporto pubblico efficiente perché l'obiettivo politico non può che essere quello di avere una capacità di catturare sempre maggiori quote di persone che utilizzano l'auto e portarle sul trasporto pubblico.
L'integrazione fra gomma e ferro, tra servizio urbano ed extraurbano, i nodi di scambio ferro gomma, gomma gomma, un riequilibrio territoriale fra costa ed entroterra, servizi speciali nelle aree a domanda debole, nelle zone interne, politiche tariffarie appropriate, una tariffa unica per tutti i vettori e l'implementazione del servizio di biglietteria elettronica integrata, quindi, ammodernamento del parco veicoli, l'Assessore ci ha detto ora quelli che sono gli impegni della nostra regione rispetto al nuovo materiale rotabile. Mezzi più confortevoli, non inquinanti, una sempre maggiore attenzione alla qualità ambientale, perché non possiamo affrontare gli aspetti ambientali disgiunti da quella che è l'attività produttiva o da quella che è l'attività trasportistica, da quelle che sono le fonti di inquinamento, quindi, affermare anche qui il principio della mobilità sostenibile ambientale con il raggiungimento di standard e di obiettivi di qualità urbana ed ecologico ambientale.
Credo che questo sia uno degli impegni e dentro questo aspetto dobbiamo collegare quelli che sono i disservizi, quelle che sono le difficoltà della Fabriano-Macerata-Civitanova, quelle che sono le difficoltà della Falconara-Roma, quelle che sono le difficoltà che si incontrano quotidianamente nello spostarsi nella nostra regione.
Bene ha fatto l'Assessore a ricordare la penalizzazione che le Marche subiscono rispetto ai 68 euro, rispetto ai 130 della Basilicata. E’ chiaro che occorre una forte e determinata azione politica e la via non può che essere che quella, accanto alla battaglia politica, dei costi standard perché dobbiamo premiare le realtà virtuose e colpire concretamente gli sprechi e le inefficienze. Tra l'altro da alcuni mesi a questa parte si è costituita l'Autorità nazionale di regolazione dei trasporti.
L'efficienza è importante, ma non si realizza soltanto con nuovi mezzi, con orari puntuali, con la partecipazione, ma si realizza anche con gli investimenti che non possono essere fatti soltanto nell'alta velocità. Qui voglio chiamare in causa l'ingegner Moretti che da qualche giorno non è più alle Ferrovie, ma l'ingegner Moretti che ha da ridire rispetto al tetto dei compensi ai manager che il Presidente del Consiglio pone e propone, pensa che un lavoratore delle ferrovie con 1.200 euro al mese possa spostarsi da Fabriano ad Ancona o da Fabriano a Foligno?
Credo che non dobbiamo temere nessuno! Le ragioni della nostra comunità dobbiamo portarle in tutte le sedi perché abbiamo il compito di difendere questa comunità.
Rispetto al ridimensionamento dell'impianto di manutenzione dei treni diesel a Fabriano noi sappiamo che non c'è soltanto una penalizzazione per la città, ma c’è una penalizzazione per i lavoratori, c'è una penalizzazione per il servizio, perché se in loco non vengono fatte le manutenzioni, se non c'è quell'attenzione necessaria ai confort per i passeggeri e le persone che ogni giorno si spostano verso la costa o verso l'interno, questi inevitabilmente subiscono dei disagi.
Anche per questo, credo, noi dobbiamo fare in modo che i servizi nel territorio non siano fatti soltanto in nome dell'efficienza, ma in nome dell'efficienza, in nome della democrazia, in nome della sostenibilità, prima parlavo di quella ambientale ora parlo della sostenibilità sociale.
Credo che noi questa mattina, come tra l'altro il Consigliere Badiali, a cui va il nostro plauso, che sta cercando di portare avanti un’iniziativa forte di questa Assemblea sulla Banca delle Marche e sulla necessità che, anche qui, siano i marchigiani a decidere le sorti della loro banca, sulla mobilità dobbiamo seguire un percorso che sia della stessa portata, ovvero fare in modo che con il Ministero dei trasporti, con le Ferrovie, con la Conferenza delle Regioni, fino a quando sta alla Conferenza delle Regioni decidere, ci sia la possibilità di tradurre concretamente quei piani, quegli obiettivi, quelle leggi che in questi anni abbiamo approvato, e ci sia una coerenza certa, cioè si possano tradurre concretamente in realtà, perché l'obiettivo non può …. Questa mattina potremmo anche approvare una risoluzione - non so se i Consiglieri Massi, Marinelli, gli altri firmatari delle mozioni presentate, delle interrogazioni, il Consigliere Bucciarelli ed altri - potremmo scrivere poche righe chiare, ma su queste poche righe chiare dobbiamo, ripeto, rispetto ai soggetti che hanno la possibilità insieme a noi di decidere, in modo serio, in modo efficace, in modo puntuale, mettere al centro la persona perché, ritorno su questi concetti, parliamo di molte cose, ma si finisce con il perdere di vista il valore della persona, il valore delle persone.
Dico questo e chiudo, dobbiamo consentire, a mio avviso, quel salto di qualità, quella modernizzazione attesa da anni nel settore, avvicinando non le Marche, ma l'Italia ai Paesi più avanzati d'Europa che hanno scelto il trasporto locale sostenibile come modo migliore per spostarsi e garantire il diritto alla mobilità. Un servizio efficiente, un servizio di qualità per tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. Parliamo di argomenti che interessano tutti, la dimostrazione è il numero delle mozioni e delle interrogazioni. Non mi ripeto per far si che ci sia un dibattito ampio e l'intervento da parte di tutti.
Assessore, da una parte le faccio i complimenti per la sua chiarezza, disponibilità, nell'elencare le problematiche e le difficoltà e quanto da lei e dalla Regione fatto, dall'altro mi permetta di farle un’osservazione, la prima mozione è la mia, la n. 30 del giugno 2010. Sono passati 4 anni prima di affrontare questo problema, che non è solamente un problema dettato dal fatto che la minoranza deve dimostrare chissà che cosa, ma riceviamo le lamentele del nostro territorio. Io mi sono soprattutto interessato della tratta Civitanova-Macerata-Fabriano che è l'emblema del disservizio del nostro servizio pubblico su ferro.
Se vogliamo prendere un esempio Civitanova-Macerata-Fabriano è una ecatombe, basta guardare i giornali, l'ultimo di ieri: "Binari roventi sporcizia e stazioni chiuse". Interventi anche di un certo spessore, lacchè, treni e disagi, ma come ci presentiamo? Questa tratta serve due nostri atenei, Macerata e Camerino.
E’ una problematica difficile, io non intervengo sul discorso molto più ampio e intelligente del Consigliere Giancarli in merito all'ex amministratore Moretti, sarebbe facile fare della demagogia, credo che i nostri cittadini abbiano bisogno di avere risposte certe dalla politica e rispetto della loro dignità perché parliamo di un treno utilizzato per motivi di lavoro e di studio.
Che succede in questa tratta? Di tutto! Ritardi perenni, mancanza di coincidenze, corse insufficienti, carrozze vecchie e malandate, infiltrazioni d'acqua, bagni chiusi, riscaldamento non funzionante in inverno, condizionatori non efficienti in estate. Anche il difensore civico si è occupato a piene mani, chi più ne ha, più ne metta, stiamo accumulando una serie di disservizi che bene ha fatto la Regione, e bene ha fatto lei, nel chiedere un risarcimento di 2 milioni di euro. Altre Regioni stanno chiedendo di più e, da quanto mi risulta, vedo che l'amministratore Moretti firma tranquillamente questi assegni di milioni, tanto i soldi non sono suoi, ma firma tranquillamente perché i disservizi sono tali che non può opporre delle giustificazioni.
Sono indignato, sono indignato perché vivendo in una città come Civitanova vedo le difficoltà che si incontrano quotidianamente, adesso partiranno i nuovi jets, 1 ne è partito, altri 3 partiranno entro aprile, altri 8 convogli diesel per la Civitanova-Fabriano entro l'anno.
Assessore, non è che questi sono treni elettorali? Speriamo di no perché ... ma dopo 4 anni ci accorgiamo che dobbiamo aumentare il numero e la qualità dei mezzi di locomozione su ferro? Non è una critica per lei, dico che la Regione, tutti noi avremo un documento unitario, deve battere i pugni con prepotenza, una regione che è al plurale ma una regione che forse ... non discuto, ne abbiamo parlato anche separatamente, io credo che occorra che i treni siano puntuali, siano efficienti, negli orari giusti. Occorre investire con più determinazione.
L'amministratore delegato Moretti ha detto che nel periodo 2014-2017 ci saranno 435 nuovi treni con 500 stazioni che verranno risistemate. Rientriamo anche noi in questi 435 nuovi treni ed in queste 500 stazioni o risultiamo sempre l'anello debole del sistema con quel rimborso, di cui lei parlava, di 62 euro?
Ecco che, Consigliere Giancarli, occorre uniformità, che c'è, una determinazione che tutti noi abbiamo perché rappresentiamo i nostri territori, ed una forza ancora più marcata da parte della Regione, non possiamo sempre essere l'ultimo vagone ferroviario di un treno che cammina a fatica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Molto velocemente perché su questo tema di grandissima importanza, credo che il Consiglio regionale non debba solo discutere, ma agire.
Dico questo perché troppe volte abbiamo approvato, quasi sempre all'unanimità, mozioni. Ricordo quando ero Consigliere nella passata legislatura, proposi e fu approvata l'ennesima mozione con cui si impegnava la Giunta regionale ad avviare uno studio di fattibilità di recupero dei collegamenti se non da Sant'Arcangelo di Romagna quanto meno da Fano-Civitanova via Fabriano. Si trattava di immaginare, di questo si tratta, la possibilità di valorizzazione dell'entroterra, di combinare la valorizzazione dell'entroterra, uno sviluppo alternativo, quindi, più turistico, con l'espletamento ed il riconoscimento del diritto alla mobilità delle persone.
Diceva il Presidente Giancarli: noi non dobbiamo mai dimenticare il valore delle persone, del loro lavoro, della loro storia, della loro vita, e chi lo dimentica, come potremmo dimenticarlo, ma insieme a questo io aggiungo il nostro ambiente, il nostro paesaggio, i beni culturali, le nostre città interne che sono di difficile accesso, come sono di difficile accesso le nostre montagne che vengono violate sistematicamente da Quadrilatero, è bene non dimenticarlo mai, per fare superstrade che collegheranno zone industriali chiuse, che non serviranno più per il trasporto delle merci e saranno superflue per il trasporto delle persone e recheranno e stanno recando danno al nostro ambiente, al nostro paesaggio.
Tutte le mozioni, in particolare quella del Consigliere Sciapichetti, che io ho letto, chiede la valorizzazione dell'entroterra. Assessore mi permetta, la ringrazio perché lei su questa tematica è sempre stato molto preciso e puntuale, anzi a volte è probabilmente l'unico Assessore di questo Governo, di questa legislatura, ad avere anticipato con i fatti quello che poi diceva in Consiglio, però lei deve darmi atto che i trasporti, la logistica, la ferrovia non è all'attenzione primaria del Presidente Spacca e, quindi, non lo è della Giunta, lei di questo deve darmi atto.
Abbiamo parlato e ci siamo mobilitati su mille problemi mai una …, il Presidente Spacca va a Macerata e si permette, giustamente ormai, chi può contrastarlo, di fare una piccola variazione di bilancio, non la comunica al Consiglio regionale, la comunica al Presidente della Provincia di Macerata, 3 milioni, e con 3 milioni si potrebbe fare uno studio di fattibilità per le ferrovie interne, invece no, perché non gli interessa, perché non fa parte della forma mentis di chi pensa che l'uomo sia esclusivamente un produttore, che il territorio sia solo da utilizzare per fare ricchezza, che le infrastrutture servono solo per le zone industriali.
Non è così e, quindi, voterò queste mozioni, come non votarle, però lo faccio con il pessimismo della ragione, di chi sa che questa Regione non ha mai posto, tanto meno negli ultimi anni, alla sua attenzione il problema delle ferrovie interne.
Possiamo fare un tavolo, possiamo discutere, c'è anche chi lo propone, ma siamo a fine legislatura e, quindi, non dobbiamo essere venditori di fumo, dobbiamo essere realisti. Se già dal prossimo bilancio riuscissimo a mettere una cifra per uno studio di fattibilità per il ripristino delle tratte Fano-Civitanova via Fabriano, secondo me, questo Consiglio avrebbe ottenuto un grandissimo risultato.
Ecco un motivo di più per votare a favore di queste mozioni.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Il mio intervento vuole essere molto conciso in quanto i relatori che mi hanno anticipato hanno già sollecitato alcune delle interrogazioni che sono all'interno delle mozioni.
Ho iniziato questo percorso che riguarda Trenitalia e i disservizi di Trenitalia ormai da 4 anni e, come diceva il Consigliere Marinelli, ogni volta è stato confermato che qualche cosa si sarebbe fatto, che avevamo ragione perché le nostre interrogazioni e mozioni erano realizzate su sollecitazione del territorio, su sollecitazione dei nostri pendolari, di chi utilizza quotidianamente il treno e lo fa per lavoro, quindi, un ringraziamento all'Assessore perché la sua precisione nel rispondere è sempre impeccabile però io vorrei sollecitare una cosa, quella di presentare una risoluzione in Aula dove diciamo: "Ok, avete ragione, faremo …", perché i cittadini non sono più disposti a questo.
20 giorni fa c’è stata una sollecitazione da parte di alcuni dipendenti di un’azienda, pendolari, che dovevano partire da San Benedetto, da Porto San Giorgio e da Civitanova e sono rimasti a piedi perché una carrozza, per non sicurezza o perché non ha avuto il tempo di essere pulita e resa agibile, è stata chiusa ed il capostazione ha iniziato a non far salire da San Benedetto. Il capotreno ha proseguito per tutte le stazioni dicendo che le persone dovevano utilizzare la corsa successiva. Assessore certe situazioni, in un momento così particolare, non possono essere licenziate, con un documento condiviso, ma devono essere licenziate così come lei ha fatto adesso, con risposte precise, con risposte che danno delle aspettative dignitose e che garantiscono all'interno dei vagoni la pulizia, la sicurezza, la qualità del servizio e, quindi, la puntualità.
Vorrei anche sollecitare un'altra osservazione fatta dai cittadini, da chi quotidianamente, ripeto, prende il treno per recarsi al lavoro, la sicurezza e la qualità del servizio si ripercuote anche sulle aziende affinchè il servizio che ricevono dai propri dipendenti sia puntuale, accettabile e comunque dignitoso.
Lei diceva un'altra curiosità, chiamiamola così, voglio essere positiva, che è quella del fondo nazionale unico dei trasporti, ma come mai, Assessore, soltanto adesso ci siamo resi conto di questa disparità nei confronti …. Si, lei ce lo ha spiegato, l'ho capito, sono stata attenta anche se si sentiva molto poco, io non voglio che me lo ripeta, voglio che questo suo percorso, come ho detto in precedenza, possa continuare e possa essere garantito, ma soprattutto possano essere garantiti i nostri cittadini, e non siano, quindi, 68 euro per abitante, ma 130 euro come le altre Regioni.
Ringrazio, condivido una risoluzione trasversale, sollecitando che possa avere risultati concreti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Noi, insieme ad altri colleghi, avevamo presentato alcune mozioni, ovviamente la mozione ormai è datata ...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Sciapichetti, ci sono altri che si devono iscrivere? Consigliere Latini? Chiuse le iscrizioni con il Consigliere Latini.

Angelo SCIAPICHETTI. La mozione può essere considerata datata, ma non possono essere considerati datati i problemi che li venivano enunciati.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno nel dettaglio, con precisione, riportato quelle che sono le inefficienze, le difficoltà, soprattutto in alcuni tratti, della rete ferroviaria marchigiana.
Penso che noi oggi, come Consiglio, dobbiamo seriamente affrontare questo tema, dobbiamo farlo unitariamente per dare più forza.
Ho ascoltato con grande interesse e ringrazio l'Assessore Viventi perché ha dato un taglio di concretezza al suo intervento ed alla sua attività, ci dice che sul discorso del materiale rotabile ci saranno nuovi mezzi, 8, per la verità, i mezzi diesel su Civitanova-Albacina. Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno in quel tratto. Chi viene e fa quel tratto di ferrovia pensa di ritornare al secolo scorso perché è veramente una roba indicibile. I disagi giornalieri che sono stati denunciati, sono reali e purtroppo vengono scontati da una popolazione in difficoltà, per lo più giovani, studenti, che si sposta su quel tratto. Studenti italiani e stranieri che frequentano non solo le Università di Macerata e Camerino, ma frequentano le Università e gli Istituti superiori maceratesi, anziani che necessariamente debbono spostarsi in altre zone d'Italia.
Dico che noi dobbiamo, con forza e determinazione, portare avanti un'azione politica, perché la questione inaccettabile è quella che lei Assessore denunciava ed è relativa al fondo nazionale unico dei trasporti. E’ qui che l'azione politica di questo Consiglio regionale deve farsi valere, perché non è pensabile, non è accettabile, non è giustificabile, il fatto che la Regione Marche sia all'ultimo posto in Italia con quel distacco.
Su questo noi dobbiamo far sentire la nostra voce, a livello di Ministro e Ministero, ma a tutti i livelli, a livello anche di Presidenza del Consiglio. Mi pare che in questo caso avevamo avuto notizia del fatto che il Presidente Spacca con l'allora Presidente del Consiglio Letta avesse preso un accordo forte, c'era un impegno da parte del Presidente del Consiglio Letta.
Noi questo problema dobbiamo risolverlo, perché questo è uno scandalo che noi dobbiamo assolutamente superare. Se riuscissimo a risolvere questa problematica, avremmo certamente i mezzi necessari per avere un trasporto pubblico più efficiente e fare quell'integrazione gomma-ferro a cui il Presidente Giancarli richiamava, soprattutto per creare quell'equilibrio territoriale tra costa ed entroterra.
A Trenitalia credo che noi dobbiamo contestare con forza non solo il fatto che alcune tratte sono trascurate, ma soprattutto il fatto, e soprattutto con la Presidenza Moretti, che gli investimenti non possono essere fatti solo nei tratti ad alta velocità, perché poi ci sono dei tratti, e noi nelle Marche lo sappiamo, lo abbiamo detto, che sono impercorribili e che creano grande difficoltà alle persone, perché al centro, è stato ricordato da chi mi ha preceduto, c'è il valore della persona che, in alcuni casi, è costretta ad utilizzare i mezzi pubblici.
Vorrei che noi oggi chiudessimo con una risoluzione unitaria, mettiamo insieme tutte le mozioni e le interrogazioni, facciamo un documento unitario perché dobbiamo dare grande forza a questa battaglia che la Giunta, che l'Assessore deve portare avanti a livello nazionale con grande determinazione e possibilmente anche con un'efficacia immediata. Grazie.

PRESIDENTE. Prima degli ultimi interventi, voglio chiedere ai Capigruppo se stanno lavorando su una risoluzione? Se no dovremmo votare tutti gli atti. State lavorando su una risoluzione? Lettera morta. Andiamo avanti.
Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente, io direi, ed invito anche i firmatari delle due mozioni, di allargare un po’ il tiro. Qui non si tratta solo di una serie di disservizi che riguardano la provincia di Macerata, qui si tratta di fare un discorso più complessivo che riguarda la regione intera e parto da un esempio. Esiste una stazione ferroviaria, che si chiama Castelferretti, che dovrebbe essere al servizio dell'aeroporto di Ancona-Falconara, ... non è specificato, perché cercando su Internet non la si trova, questa è una difficoltà che hanno avuto diversi utenti e l’hanno segnalata. Comunque sia al di là di questa questione e della mancata pubblicità al fatto che si può raggiungere l'aeroporto in determinate situazioni con il treno, penso che sia fondamentale, altrimenti cosa ci stiamo a fare, considerare necessariamente un discorso complessivo che riguarda tutta la nostra regione, senza dimenticare quella che è stata già citata prima, la ferrovia Fano-Urbino.
Da questo punto di vista la Regione purtroppo ha cambiato idea, perché nel corso degli anni c'è stata una presa di posizione forte all'interno della quale si prese la decisione di inserire tra le priorità infrastrutturali la riapertura della Fano-Urbino, successivamente su pressione del Presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Ricci, la cosa è stata completamente dimenticata e si va all'assurdo nel proporre una pista ciclo-pedonale in quello che è il sedime ferroviario.
Basta pensare una sola cosa, per avere 50 chilometri di espropri, come già esistono per la presenza della ferrovia, bisognerebbe impiegare decine e decine di anni, noi abbiamo un'infrastruttura che può essere riabilitata, può essere riaperta, con dei costi che sono sopportabili e sono soprattutto utili alla comunità. Ancora non abbiamo capito che il futuro sta nel trasporto su ferro, lungo la dorsale adriatica, dove la linea potrebbe, in alcune sue parti, essere utilizzata anche come metropolitana leggera, collegando le diverse realtà e facendo in modo che ci sia un maggiore utilizzo del treno e un minor inquinamento lungo la strada, ed in quelle che sono le linee che vanno verso l'entroterra che necessariamente dovranno essere servite.
Di recente Urbino è stata bocciata come capitale europea della cultura anche per la mancanza di infrastrutture tipo quelle di collegamento con la costa. Questo è un grave errore, Consigliere Ricci, come è stato un errore, qualche anno fa, caro Assessore Viventi, quando il sottoscritto, in accordo anche con alcuni esponenti dell'Emilia-Romagna, fece una mozione per chiedere l'istituzione di alcune fermate dell'alta velocità che sarebbe arrivata fino a Bologna e poteva proseguire con lo stesso mezzo, come sta accadendo, quella mozione venne bocciata dal Partito Democratico, in quest'Aula, lei lo ricorderà bene.
Qui bisogna capire se noi vogliamo guardare al futuro, oppure se vogliamo rimanere nel passato, ma un futuro che è compatibile con gli investimenti, con le risorse che abbiamo a disposizione, perché se si trovano, giustamente, i soldi per acquistare dei treni nuovi per il sud delle Marche, non capisco perché non si possa prendere un impegno magari pluriennale, per il ripristino di quella linea ferroviaria che è fondamentale, non solo per le Marche, ma anche per il turismo della vicino Rimini. Forse c'è più interesse da parte della Regione Emilia-Romagna ai confini, per un ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino, che da parte della nostra Regione.
C'è stato di recente, lei lo sa benissimo Assessore, anche un incontro a Fabriano su queste cose, sono venuti i rappresentanti della Merano- Malles che è una linea ferroviaria che noi prendiamo a riferimento che ha le stesse caratteristiche come dimensioni, ma non come utenti, che sono nettamente inferiori a quelli della nostra realtà, dove il successo è stato clamoroso e il servizio è efficiente ed efficace.
Nemmeno siamo capaci, anzi, siete capaci di copiare le cose positive che fanno gli altri? Siamo qui per fare cosa? Dobbiamo guardare al futuro oppure ci vogliano fermare? Vogliamo favorire solo una parte del territorio della regione Marche ed escludere un altro come stiamo facendo con la sanità? Credo che su questo bisogna fare chiarezza e soprattutto invito coloro che hanno sottoscritto questa mozione ad inserire nella stessa un discorso più generale che preveda anche l'inserimento della ferrovia Fano-Urbino tra le opere da riprendere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Mi sento di ringraziare i Consiglieri che hanno fatto questi atti di indirizzo ispettivo perché hanno aperto un dibattito strategico, anche se, purtroppo in Aula, ce la possiamo cavare solo con una mozione, una risoluzione, però è stato aperto un dibattito strategico che ci consente di far volare un po' più alto quest'Aula rispetto al solito.
Mi sento di non criticare l'Assessore Viventi perché non posso non dargli atto di aver tentato di dare degli impulsi, ma c'è, secondo me, un problema politico molto più profondo e strategico che riguarda i rapporti che questa regione ha innanzitutto col Governo, con lo Stato e con società che, di fatto, pur essendo oramai proiettate in una dimensione privatistica, come Trenitalia, sono a prevalenza di capitale pubblico, ed occorrerebbe che il Governo riuscisse a dare più conto alle istanze dei territori.
Il primo problema politico è questo, cioè la nostra è una regione che continua a prendere schiaffi dal Governo centrale, credo che, questa è una critica che mi sento di fare alla Giunta e a questa maggioranza, voi state facendo molti sconti al Governo Renzi da un punto di vista della rivendicazione politica.
Penso sia giunto il momento che vi facciate sentire anche voi, non solo l'opposizione, in quest’Aula, deve lamentarsi, giustamente, di talune criticità, ma credo che sia giunto il momento che qualcuno vada a bussare in maniera più rivendicativa.
A questo va aggiunto un altro problema che è di natura strategico-politica, io non so se l'affermazione del Consigliere D'Anna sia la verità in itinere e cioè che il futuro è il trasporto su ferro, so solo che abbiamo un aeroporto, una rete ferroviaria e una rete autostradale per poter bussare cassa a Roma in maniera più rivendicativa ed è forse il caso che iniziamo a decidere strategicamente cosa deve fare ognuno di questi settori. Ad esempio gli atti ispettivi di oggi ci palesano che c'è una necessità di collegamento costa-montagna e di collegamento fra realtà più piccole per quello che riguarda il trasporto ferroviario.
Credo che si debba potenziare questo, forse in controtendenza, io non voglio criticare l'alta velocità, perché sembra che uno voglia fare il conservatore, voglia stare indietro, però c'è da chiedersi a che serve un aeroporto che, opportunamente potenziato e gestito meglio, potrebbe implementare delle rotte interne fra le grandi città, e poi puntare sull'alta velocità.
Se noi vogliamo che il nostro aeroporto regga sul trasporto passeggeri dobbiamo aumentare i suoi numeri e bisognerà trovare un modo in un verso o in un altro. Francamente inizio ad avere dei dubbi che qualcuno a Roma quando fa le cose le faccia con la dovuta scienza, perché molte volte si vedono interventi a spot, sul versante degli aeroporti o sul versante della rete ferroviaria o sul versante della rete autostradale e mi sembra che questa regione, semmai è questa la critica che posso fare politicamente, si sia abituata a giocare di rimessa nei confronti di questi Governi centrali che si sono succeduti e che hanno fatto degli interventi anche pregevoli, ma se presi singolarmente e non inseriti all'interno di una strategia complessiva, non ci dicono la verità, cioè dove andremo a parare, dove andremo a sviluppare.
Su questo inviterei l'Assessore, la Giunta e il Consiglio a creare dei momenti di approfondimento Consiglio-Giunta, per cercare di capire anche che cosa rivendicare. Noi dobbiamo rivendicare di più al Governo centrale, però dobbiamo avere le idee chiare su cosa rivendicare perché se non facciamo questo, poi siamo deboli e a Roma c'è sempre il pretesto per dire: "Vi do qualcosa, perché ve lo devo dare, ma di fatto non vi do gran che".
Da questo punto di vista, questa riflessione è forse un po' troppo melliflua e confusa, ma credo che sia necessario fare uno sforzo in questo senso perché ho la sensazione che qualcuno dei pezzi, che ho citato prima, ce lo perderemo per strada.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. La mia valutazione per quanto riguarda la mozione e la risoluzione che verrà presentata è favorevole, nel senso che un indirizzo così strategico per qualsiasi regione, quindi anche per le Marche, anzi per le Marche terra in ogni caso di confine, di difficile viabilità e collegamento, è essenziale per mostrare la posizione del Consiglio regionale.
L’inquadramento più che il dibattito, perché il dibattito fatto questa mattina raccoglie le istanze di alcuni anni, almeno tre o quattro, mostra quanto questa problematica e queste carenze che si sono non solo conservate nel tempo, ma radicate, ampliate, stiano a cuore a tutti i rappresentanti del Consiglio dell'Assemblea regionale, soprattutto stiano a cuore a chi del disservizio ne fa e ne sconta personalmente tutte le difficoltà per raggiungere il posto di lavoro, il posto in cui studia o per avere la possibilità di collegarsi con le città che, in passato, le linee ferroviarie interne delle Marche permettevano di raggiungere.
A mio avviso, il dibattito è adeguato al fine di spingere a ricercare una soluzione che sia la più chiara e la più sintetica possibile. Quello che però rilevo e scontiamo un po' tutti quanti è la tardività del muoversi su un piano strategico unitario. Non parlo dell'azione dell'Assessore, che non discuto, non parlo neanche delle iniziative volte a una sorta di risarcimento del danno e del disservizio che sappiamo bene, non solo dal punto di vista giuridico, ma dal punto di vista dei rapporti della pubblica amministrazione, è davvero impossibile catalogare in una sorta di azione concreta, ma mostra lo sdegno e la contestazione che le Marche fanno in questo senso, a cui vanno aggiunte, se vi ricordate, nel passato mandato del Governatore Spacca, azioni di protesta clamorose come quelle compiute dall'Assessore Marcolini per bloccare simbolicamente il passaggio dei treni, quando si cominciavano ad effettuare, da parte dell'amministratore Moretti, i primi tagli essenziali al collegamento che andava da Lecce a Milano.
Quello che segnalo è che se noi non abbiamo, e non credo che in questo momento lo abbiano, dagli interventi di questo dibattito e soprattutto dalla mano amministrativa, dalla mano organizzativa della Giunta, una linea essenziale di comportamento, ci troveremo sempre a pendolare, dal punto di vista figurativo, fra chiedere interventi che il Governo centrale con le sue società partecipate, a cominciare da Trenitalia, non è in grado, in ogni caso, di dare. La realtà di previsione programmatica pluriennale di queste società, cioè dei servizi essenziali di collegamento, a cominciare da Trenitalia, dalle ferrovie dello Stato, è di assoluto disinteresse per quello che è il collegamento interno di qualsiasi regione, se non per il triangolo classico, storico, della Milano-Torino-Genova.
Pensare che su queste linee ci siano interventi concreti dall'alto, se non c'è un'impostazione politica che lo prevede, credo significhi viaggiare nell'ordine della sola denuncia, per un altro verso però noi dimentichiamo, denunciando la necessità di un intervento di natura "statale", l'assoluta assenza, perché siamo in difficoltà di ordine economico-finanziario-contabile, di una compartecipazione iniziale di spinta da parte della Regione Marche.
Vedrei molto bene un piano iniziale di strategia in cui la linea ferrata abbia un'importanza strategica e centrale, ancor più dei collocamenti globalizzati delle linee aeree, per la salvaguardia del nostro territorio, inteso come comunità che si collega. Per far questo dobbiamo cominciare a modificare la nostra impostazione di bilancio e prevedere quegli interventi necessari a partire dal ripristino del collegamento Pesaro-Fabriano e Civitanova, con una capacità di spesa e, quindi, con un intervento proprio della Regione che dia il là, la dimostrazione che quella linea è utilizzata.
Solo in questo modo possiamo poi reclamare altri interventi possibili, strutturali, da parte di chi gestisce il servizio. Credo che su questo sia mancata l'azione dell'Assessore, se non la rivendicazione, come lui sa possibile, della gestione autonoma di un tratto di ferrovia, cosa che si può fare, affittando un vettore e mettendosi a confronto con la pubblica amministrazione statale; le capacità proprie di una pubblica amministrazione regionale in grado di gestire i trasporti che sono anche di ordine ferroviario.
Se non facciamo questo rimaniamo nell'ordine delle teorie, delle denunce, delle richieste, del simbolismo che, in questo momento, fanno rimanere quello che vogliamo sulla carta, invece dobbiamo avviare, lo ripeto e chiudo questo mio intervento, un'azione propria della Regione che vada, in qualche modo, ad integrare e supplire quello che oggi Trenitalia, Ferrovie dello Stato e Governo centrale non sono in grado di dare o non vogliono dare. Quest'azione deve essere capace di dimostrare come la scelta strategica di utilizzare le ferrovie, quindi, una modalità di trasporto, sia in grado di integrare e rappresentare un’attività non soltanto economica, ma sociale, comunitaria, della regione Marche, ben evidente attraverso i numeri di chi tutti i giorni, utilizza i treni da Ancona, Civitanova, Tolentino e via dicendo. Essere in grado di dare un servizio all'intera comunità e dimostrare che la spesa compiuta è una spesa fatta bene. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Mi riaggancio all'intervento del Consigliere D'Anna su un punto che condivido totalmente, quello di ragionare attorno a documenti, mozioni o altro, che comprendano l'insieme dei problemi delle ferrovie delle Marche, non estrapolando un problema che può apparire maggiore rispetto ad un altro.
Questo vale anche per la provincia di Pesaro-Urbino sulla quale si discute da anni rispetto alla tratta, ormai dismessa dall'84, della Fano-Urbino. C'è un punto sul quale voglio informare lei ed il Consiglio, una questione molto seria, e cioè che le Ferrovie dello Stato stanno vendendo ... ma Consigliere D'Anna questo adesso non interessa, interessa un'altra cosa. Interessa il fatto che si sta vendendo ed il problema è come facciamo a mantenere quel bene nelle mani del pubblico. Questo è il tema, dopo di che se ridisegniamo la ferrovia o facciamo la ciclabile, lo decideremo, lo deciderà chi dovrà decidere. Lo faremo insieme, convinceremo i Sindaci a fare una cosa piuttosto che un'altra, a me serve sapere se c'è l'interesse affinché quel bene non venga spezzettato, se nelle previsioni di tutela della provincia del Ptc, quel corridoio in qualche forma verrà tutelato e se l'ente pubblico, in questo caso la Regione, possa acquisirlo perché se si manda a bando quella proprietà, la si spezzetterà tutta e la compreranno i privati. Bisogna evitare questa cosa.
Uno sforzo in questo senso va fatto, allora si che potremmo dire: "Abbiamo mantenuto un corridoio pubblico di proprietà pubblica e decidiamo insieme quello che dobbiamo fare". Questa è la cosa nuova di queste ore, adesso non voglio dire altre cose perché gli incontri sono stati fatti dall'Assessore Marcolini con la direzione delle Ferrovie dello Stato, quindi, ci sono dei contatti, secondo me, molto positivi. Direi in questo momento di fermarci qui, senza andare a ricadere nella speculazione del cosa fare lì sopra, prima di decidere cosa fare occorre acquisirlo, se no non facciamo proprio niente.
Questa cosa è una novità abbastanza recente, per il resto sono convinto e condivido la sua impostazione secondo la quale o si fa un discorso unitario, insieme alle Ferrovie, o probabilmente, come sempre, qualcuno arriverà primo, qualcun altro arriverà secondo nelle scelte e nei finanziamenti da destinare alle ferrovie delle Marche.

PRESIDENTE. C'è una risoluzione? Ci state lavorando? (...) Allora sospendo la trattazione di questo punto e andiamo avanti con l'ordine del giorno.

Proposta di atto amministrativo n. 73
ad iniziativa della Giunta regionale
"Linee guida per l'elaborazione dei progetti generali di gestione dei corsi d'acqua. Legge regionale 12 novembre 2012, n. 31, articolo 2, comma 3"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 73 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Scusate, voglio dire che la proposta di atto amministrativo che viene approvata adesso è un atto di notevole importanza sul quale abbiamo lavorato prima in Giunta e poi in Commissione con grande impegno.
Mi dispiace, ma purtroppo mi devo assentare perché c'è una convocazione urgente a Roma per Quadrilatero, quindi, non potrò partecipare alla discussione, non è una mancanza d'attenzione tutt'altro, mi dispiace molto, ma non posso rimanere. Solo questo.

PRESIDENTE. Grazie Assessore per la comunicazione.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Va bene, giustifichiamo l'Assessore che non va in vacanza, ma ha un impegno istituzionale.
Presidente, ho raccolto faticosamente le ultime osservazioni, da un punto di vista documentario, a questo atto, dice bene l'Assessore Giorgi e lo ribadisco, non è un atto neutro rispetto ad una questione abbastanza intricata che rimanda da 15 anni la risposta.
La risposta è arrivata il 12 novembre 2012 con la legge n. 31: "Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua" e successivamente con la legge del 16 dicembre 2013, numero 48: "Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua".
Credo che i Consiglieri, data la vicinanza di questi provvedimenti in ordine temporale, ricordino anche l'iter travagliato, discusso, che ha portato a maggioranze variabili all'interno del Consiglio, perché la questione, ripeto, è delicata. L'impatto della legge potrebbe essere decisivo, anche di queste linee guida, ma rimane la questione di fondo che è la prima che vado ad annunciare, cioè la questione di natura economica.
Tolgo il campo a tutte le argomentazioni che verranno dal Consiglio regionale, credo anche dal relatore di minoranza, perché siamo perfettamente coscienti, maggioranza e Giunta, che senza un adeguato sostegno economico quanto andiamo a deliberare, quanto abbiamo già legiferato, rischia di essere un'opera incompiuta.
Anche la previsione di utilizzo del materiale litoide e del materiale legnoso, utilizzo da un punto di vista economico, non sarà mai risolutivo perché la legge prevede, e le linee guida lo precisano, di non riaprire le cave dei fiumi. Questo è chiarissimo, è chiarissimo nella legge, ripeto, e ancora più chiaro nelle linee guida. Questo è stato un po' il travaglio di questo provvedimento, anche se debbo dire che nei lunghi mesi di concertazione, tre mesi, con i Comuni, ma soprattutto con le Province, non c'è stata da parte di nessuno dei soggetti degli enti locali una richiesta di questo tipo.
Il primo argomento è quello economico, il secondo è di natura culturale, sgombriamo il campo da questo fantasma che sembra aleggiare dietro questi provvedimenti, non stiamo parlando del ritorno alle cave, quindi, non c'è nessuna preoccupazione, non deve esserci nessuna preoccupazione riguardo a questo.
L'altro argomento è la complessità di queste procedure, anche qui vorrei rasserenare il Consiglio dicendo che quanto prevedono le linee guida non è nient'altro che la esemplificazione in termini procedurali, quindi, una nuova procedura che tiene conto degli istituti giuridici già esistenti. Non ci siamo inventati, in Giunta non si sono inventati nulla di nuovo, e nelle linee guida presentate dalla Giunta - gli aspetti sono stati tanti, decine di osservazioni fatte dalle Province, ripercorrerle in questa sede è impossibile, anche per mancanza di tempo - le osservazioni fatte dalle Province sono state tutte regolarmente accolte, non nella loro completezza, perché, quando si arrivava all'estremo, alcune non potevano essere accolte, determinati progetti dovevano essere approvati senza Via o senza Vas, a seconda dei casi, questo era impossibile da poter accogliere, ma dove è stato possibile, nei limiti delle leggi e dei regolamenti esistenti, si è provveduto ad accettare tutto. Questa linea è stata fortemente perseguita dal Presidente della Commissione, dalla Commissione e dal sottoscritto, perché abbiamo ritenuto che se le linee guida, atto complesso e anche perfetto, non avessero tenuto conto dell'opinione, direi determinante, direi vincolante, dei soggetti, delle Province che dovrebbero realizzarlo, sarebbe stato un atto inutile e avrebbe riaperto l'eterna, ormai pluridecennale, querelle fra Regione, i soggetti sono poco significativi in questo contesto, e Province perché la Regione limita e le Province vorrebbero fare.
Oggi questa diatriba, questa querelle, non può essere sostenuta da nessuno perché la possibilità di intervento c'è e c'è nel rispetto della legge. Gli strumenti che vengono messi in campo sono sostanzialmente due, anzi uno, che è raccomandato dagli uffici e dalla Giunta ed è il piano generale di gestione.
E' un piano generale di gestione che interessa tutto il bacino, questo è il principio che vogliamo affermare in linea generale, ed è soggetto a Vas. Il piano generale di gestione è leggero, ma puntuale, perché i punti sono 10, esattamente come le Province chiedevano. Esiste un piano che dà la possibilità ..., ricordo allo stato solo i numeri della Provincia di Pesaro, nella Provincia di Pesaro abbiamo 1600 chilometri di corsi d'acqua, per questi 1600 chilometri di corsi d'acqua si potrà approntare un piano generale di gestione che diventerà esecutivo e, quindi, eventualmente soggetto a Via, solo nella misura in cui si va ad interventi puntuali.
Questo è possibile farlo, è possibile un intervento non sull'intero bacino, perché intervenire sull'intero bacino significherebbe mettere in campo decine e decine di milioni che non ci sono, ma è possibile cominciare ad intervenire per settori, unità omogenee, così vengono descritte dalle linee guida, e all'interno di queste unità omogenee, ad esempio un braccio di un fiume, un braccio di un affluente, un tratto di un fiume principale, quello che sbocca al mare, questo intervento può essere predisposto, un progetto non generale a questo punto, ma esecutivo, con una serie di interventi puntuali.
Qual è la filosofia delle linee guida? Sostanzialmente è anche la filosofia delle due leggi del 2012 e del 2013 che ho citato, la filosofia è che non si vada a fare interventi estemporanei perché giustamente un Comune, addirittura un privato, un ente, può reclamare un intervento di urgenza, un intervento straordinario in un determinato punto, senza tener conto del contesto che c'è a monte e a valle di quel punto. Si dice, quindi, che l'intervento deve avere quest'unità omogenea di alcuni chilometri, si sono anche quantificati, anche se non c'è una regola, in questo gli uffici regionali seguiranno puntualmente questa procedura, almeno 7, 8, 10 chilometri, dove l'intervento può avere un senso perché, esemplifico forse in maniera anche errata, ma per capirci, è inutile togliere, non so, materiale litoide, breccino in un punto perchè può accelerare la velocità del corso d'acqua e magari, in un altro punto può produrre una forte erosione in un'ansa già profondamente segnata.
Ho tante cose da dire, Presidente, qualche minuto, non perché ci prenda gusto, ma perché ho studiato, ho fatto un sacco di ripetizioni e, quindi, ...

PRESIDENTE. Finalmente qualcuno che lo fa!

Luca MARCONI. Adesso ve le tenete tutte, non ve la scontate facilmente, perché ho visto già ... il Consigliere Marangoni ha presentato 13 emendamenti ...

Enzo MARANGONI. Io studio più di lei ...

Luca MARCONI. No, lei li ha fatti studiare da qualcuno, io li ho studiati personalmente. La differenza sostanziale è questa. Io sono un leopardiano originale, ho sempre studiato, fin da piccolo, perché a Recanati ci fanno studiare fin da piccoli.
Qual è la procedura per quanto riguarda il Pcg? L'abbiamo già detto, la questione più controversa è stata quella dell'assoggettamento alla valutazione di impatto ambientale dei singoli progetti, ma questo, come dicevo all'inizio, è ineliminabile, non si può eliminare la valutazione di impatto ambientale, perché questa è prevista dalla legge, qualsiasi provvedimento contro questo, oltre a non essere condiviso dalla totalità della Commissione, credo, non sarebbe stato neanche possibile da un punto di vista legislativo.
Ripeto, non ci facciamo grandi illusioni sul fatto che i materiali che verranno recuperati potranno risolvere il finanziamento degli interventi, ma riteniamo che possa essere un fatto importante.
Le linee guida non lo prevedono, ma a latere di tanti ragionamenti fatti, c'è quello di una ripresa, di una riscoperta di una cultura dell'intervento intorno al fiume con la valorizzazione dell'impegno dei soggetti, dei proprietari, che hanno un confine sul fiume. Questo è possibile, può essere gestito dalla Provincia, chiaramente può essere fatto per piccoli interventi. Piccoli interventi o interventi ordinari di manutenzione, come regola, non vanno soggetti alla valutazione di impatto ambientale, perché non prevedono la rimozione del materiale litoide, quindi, è stato fatto tutto il possibile per alleggerire interventi nei limiti minimi di una normativa enormemente complessa. In Commissione abbiamo, in un primo momento, valutato a peso perché la nostra preoccupazione era che, a fronte di una legge, quella del 2013, di poche righe, avessimo a che fare con delle linee guida, come sono state approvate in altre Regione, con centinaia di pagine, eccessivamente pesanti. Le nostre non sono così pesanti, ma non potevano essere anch'esse dettagliate.
A questo provvedimento che giunge da parte della Giunta, lo ricordo, nei termini previsti del 31 gennaio, arriviamo alla fine di aprile, quindi, solo dopo tre mesi, sono state dedicate molte sedute della Commissione, non abbiamo voluto risparmiare tempo riguardo ad una consultazione che ritenevamo fondamentale, anche dopo aver consultato le Province, 15 giorni dopo, quando l'atto che ritenevamo definitivo è stato preso in esame dal Cal, le Province hanno fatto ulteriori osservazioni che non sono state scartate, ma prese puntualmente in considerazione.
Quando la Commissione ha approvato l'atto finale si è riletta le linee guida, passo passo, controllando virgole, punti e parole. Questo perché? Perché il patto con gli enti che che andranno a gestire questi interventi sia chiaro, e sia chiaro che, da questo momento, dall'approvazione, che mi auguro seguirà a questo punto all'ordine del giorno, gli interventi si potranno fare, ripeto, rimane la questione di natura economica, ma su questa un po' di riflessione, un po' di mano sulla coscienza, la possiamo mettere tutti, la possiamo mettere noi come Regione.
C'è l'intenzione da parte di alcuni Consiglieri della Commissione di presentare un ordine del giorno specifico perché ci siano interventi economici significativi a partire dal bilancio 2015, parliamo di decine di milioni, non di spiccioli, perché per fare queste cose ci vogliono un sacco di soldi, ma la stessa cosa può essere pensata o ripensata dalle Province e dai Comuni.
E' vero, tutti piangiamo lacrime e sangue lamentando il fatto che mancano i fondi, ma credo che nell'ambito delle priorità, questa del risanamento ambientale, soprattutto del risanamento della prevenzione, del dissesto idrogeologico, visto anche i morti, i feriti che sono seguiti a queste vicende, debba essere una priorità assoluta per l'ente Regione e per le Province.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. La relazione e i presupposti raccontati dal relatore di maggioranza, Consigliere Marconi, sono condivisibili.
E' vero che la Commissione ha fatto un grande lavoro sia con gli uffici, che ringrazio in questa sede per la disponibilità nella collaborazione, che nel raccogliere le osservazioni che sono pervenute dalle Province, dai territori, dai Comuni che sono stati colpiti dalle alluvioni di questi anni e che sono interessati, in maniera particolare, alla risoluzione definitiva del problema dei fiumi, dell'esondazione dei fiumi, della cura e della manutenzione dei fiumi.
Il Consigliere Marconi ha fatto un po' come chi mette le mani avanti per non sbattere, lo ha detto all'inizio e in chiusura del suo intervento, a me piace sottolineare questo aspetto, la legge non è una legge che, in qualche maniera, risolve il problema. Non è una legge che deve rispondere ad un'emergenza perché si è verificata una calamità naturale improvvisa, la realtà è che c'è stata una mancata programmazione nella manutenzione dei fiumi. Questa mancata programmazione e il mancato investimento, in molti anni, da parte dell'autorità competenti, hanno portato, insieme ad una programmazione sballata sul territorio, dovuta anche ad una legge regionale urbanistica non adeguata rispetto ai tempi, ad un dissesto idrogeologico, ad un mancato investimento sotto questo punto di vista,
Oggi finalmente arriviamo ad approvare le linee programmatiche per la pulizia dei fiumi che, dal punto di vista tecnico, sono impeccabili.
Abbiamo previsto la soluzione per i mali che ci siamo creati, manca, però, il presupposto essenziale, quello economico. Tra l'altro, apprezzo la sua onestà, il Consigliere Marconi ha detto anche un'altra cosa: "Mancano i soldi, cercheremo di impegnarci, la valorizzazione del materiale litoide da sola non può bastare". Non può bastare oggi dopo 20 anni di mancata manutenzione, si parla di una quantità di materiale litoide importante, figuratevi se potrebbe bastare domani o dopodomani quando già una volta questo materiale litoide sarà tolto - perché è facilmente comprensibile la questione, il materiale litoide che oggi è accumulato sui fiumi, sull'alveo del fiume, si è affastellato in tantissimi anni - ma quando un'azione sarà fatta, ci auguriamo presto, non ne siamo certi, questo materiale litoide non sarà della stessa quantità e, quindi, il presupposto del materiale litoide nella manutenzione verrà a cadere.
Cosa voglio dire? Voglio dire semplicemente che questa legge rischia di essere un buco nell'acqua, perché la verità è che le risorse mancano. La verità è che non c'è stata la volontà politica della Giunta e l'attenzione della Giunta rispetto a questa situazione si vede. Me ne scuso con l'Assessore Giorgi che è stata corretta e va via, me ne scuso col Vicepresidente Canzian, ma la presenza ingombrante o meglio l'assenza ingombrante della Giunta, davanti a questa legge così importante, dovrebbe far impallidire quelli che hanno parlato in questi anni di emergenza rispetto all'assetto idrogeologico e alla gestione dei fiumi.
Non voglio polemizzare, altrimenti il Consigliere Ricci mi accusa di fare campagna elettorale, ma credo che questo dovrebbe essere una ... dicevo che il Consigliere Ricci mi accusa di fare campagna elettorale, riprendo la mia discussione, la mia non è campagna elettorale, è la sensibilità che la Giunta mostra davanti ad un argomento che è stato trattato per anni. Un argomento che, addirittura, una mattina è stato portato d'urgenza, e si è convocata la Commissione alle 9,30 per cambiare la legge, per arrivare a questo regolamento ed oggi la Giunta è praticamente assente nella trattazione di una legge fondamentale. Il Consiglio, la Giunta e la struttura tecnica hanno fatto il proprio lavoro, caro Consigliere Ricci, ma chi deve metterci i soldi, cioè chi governa il territorio, oggi non è presente a raccontarci quello che intende fare anche al di fuori delle competenze del Consiglio.
Per questo noi possiamo dire che tecnicamente, dal punto di vista legislativo, sono stati creati degli strumenti importanti, ma non bastano, e questi strumenti sono inutili se non c'è un intervento forte della Giunta che politicamente deve fronteggiare la questione, cercando di reperire i fondi, cercando anche di sollecitare quelli che sono gli organismi competenti che potrebbero diventare competenti anche tramite le politiche europee e, dato che siamo in campagna elettorale per le europee Consigliere Ricci, potrebbero essere interessati anche alle problematiche dei nostri territori, sotto questo punto di vista, perché sono queste vere e proprie emergenze naturali.
Dico che, poi riprenderò la parola per dichiarazione di voto, sicuramente il lavoro svolto può essere considerato tecnicamente un buon lavoro, ma rischia di essere un lavoro politicamente inutile se non ci sono le risorse e rischia di essere utilizzato male perché davanti alle emergenze poi si sa, questo è accaduto, ci sono le esagerazioni nell'interpretazione delle leggi e, quello che il Consigliere Marconi dice essere stato evitato, cioè le cave nei fiumi, negli anni nessuno può avere una garanzia che non possa accadere.
L'ultima cosa che voglio dire è quella che mi preoccupa un po' più di tutte, cioè la questione relativa alle unità omogenee, si possono prevedere degli interventi per unità omogenee. Questo aspetto non mi rassicura, l'ho detto anche Commissione, non mi rassicura perché, secondo me, è naturale che la pulizia e la manutenzione di un fiume venga fatta in maniera organica, partendo dalla foce per risalire alla fonte, prevedere la pulizia di un fiume per unità omogenee può rappresentare un pericolo ulteriore nell'azione di manutenzione.
Questa è una denuncia che io voglio fare in questa sede e che lascia, dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista, una perplessità sull'azione generale della legge.
Grazie, mi riservo di riprendere la parola per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Faccio parte della IV Commissione, ho partecipato alla discussione sul tema della gestione dei fiumi, con un'ottica collaborativa, rispetto alla costruzione di politiche di gestione integrata rispettose della naturalità dei fiumi e della tutela della salute delle persone, ma rispetto a questa normativa, cioè alla legge da cui deriva l'emanazione di questo regolamento, c'è una contrarietà di base, la politica, che per qualcuno è sottintesa, per altri è nascosta, per altri minimizzata, è quella di dire: utilizziamo le risorse dello scavo della ghiaia presente all'interno dei fiumi per coprire i costi della gestione.
Questo è sbagliato. E' sbagliato tecnicamente. E' sbagliato da un punto di vista scientifico. Tutte le ricerche e gli studi fatti in questa direzione dicono che la ghiaia è fondamentale per la vita del fiume, che lo scavo della ghiaia aumenta la velocità e, quindi, la pericolosità. Non stiamo parlando di una fognatura, non stiamo parlando di un acquedotto, stiamo parlando di un corso d'acqua che è un sistema naturale e scavare porta ad aumentare la velocità del fiume e a far sì che ci sia un punto in cui il fiume fuoriesce facendo danni. In genere, in questo modo, fuoriesce proprio dove non dovrebbe uscire, all'interno dei centri abitati o delle zone antropizzate. Una gestione corretta dovrebbe prevedere, per esempio, punti di esondazione naturale, di laminazione del fiume.
Diciamo che, al di là della contrarietà di fondo rispetto alla possibilità di vendita della ghiaia, sono contento che ci sia questo regolamento che, per la prima volta, dice che per fare interventi di gestione sui fiumi ci vuole uno studio del tratto di fiume, uno studio complessivo del corso d'acqua, per verificare quali sono le criticità e le pericolosità, e progetti specifici per unità omogenee che sono tratti di qualche chilometro di fiume. Si va oltre alla lettura puntuale e super particolareggiata con cui finora si è intervenuto sul fiume che è quella che ha causato danni e che ha fatto sì che le risorse significative, di fatto sono state risorse nazionali, regionali, provinciali, che sono state utilizzate per la gestione del fiume non hanno raggiunto l'obiettivo, perché interventi puntuali, senza progettazione e non nell'ottica della gestione complessiva del fiume.
Questo regolamento va a toccare quello che era il deficit principale con cui si facevano gli interventi finora, sono stati fatti interventi di difesa delle sponde fluviali in presenza di campi agricoli, in presenza di situazioni che potevano essere gestite diversamente, anzi gli interventi fatti non studiavano l'effetto che avrebbero prodotto a valle. Bene, quindi, questo regolamento.
L'altra questione che la Giunta dovrebbe affrontare è la lettura della direttiva alluvioni della Comunità europea. La direttiva alluvioni dice che non si può considerare, nella riduzione del rischio di alluvione, solo il tratto fluviale come fosse staccato da tutto il resto del territorio, perché i nostri fiumi, specialmente nelle Marche, sono fiumi vallivi, cioè hanno dei versanti collinari e la maggior parte dei nostri fiumi sono a carattere torrentizio, quindi, subiscono il fatto che ci sono delle bombe d'acqua. Questa tipicità dei nostri fiumi va affrontata con il problema del dilavamento dei terreni, dell'uso dei fertilizzanti, con il fatto che le siepi e tutto il reticolo idrografico minore non vengono curati ed anche con le pratiche agricole usate sui versanti. Bisognerebbe intervenire anche in questo settore con più coraggio, con un regolamento proprio della gestione agricola dei versanti.
Un aspetto importante che questo regolamento coglie, e chiudo, è quello che dà la possibilità di progettare gli interventi e di far sostenere il carico dell'intervento a chi è proprietario delle opere in concessione, sono dighe, sono interventi o altre opere sul corso del fiume. Se le Province iniziassero a progettare i piani generali di gestione individuando quelle che sono le opere pubbliche che attraversano il fiume, imponendo la gestione e il costo della gestione di questi tratti di fiume ai proprietari delle opere e, quindi, delle varie captazioni idroelettriche, attraversamenti, acquedotti, o altro, l'Enel o altri ancora, questi tratti del fiume sarebbero gestiti a spese di chi ha l'opera in concessione.
Bene questo regolamento. Il vulnus, diciamo, il peccato originale che questa legge contiene, che questo regolamento contiene, è quello di dare la possibilità di vendere la ghiaia, nel dubbio che questo verrà fatto, perché se viene applicata la logica del "dobbiamo tirare fuori dalla ghiaia le risorse per la gestione dei fiumi" servono 5, 6, 7 milioni di euro all'anno, vuol dire creare dei vallati al posto dei fiumi, perdere tutta la naturalità, compromettere le falde acquifere provocandone un abbassamento, mettendo a rischio anche un bene naturale che servirà anche alle generazioni future come la risorsa di acqua potabile e la naturalità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Un tema molto interessante specialmente per coloro che l'hanno seguito in Commissione ed hanno potuto approfondirlo.
Sono soddisfatto perché questa legge finalmente è arrivata in Aula, se ne parla da tanto tempo, discorsi iniziati addirittura qualche legislatura fa. Oggi siamo in grado di portare in Aula e votare una legge che permetterà, forse, più agevolmente di far manutenzione lungo i nostri fiumi, evitando i problemi che conseguono ad alluvioni e ad altri disagi ambientali.
Voglio dire una cosa, voglio dire che la Commissione, attraverso anche la scelta di utilizzare le linee guida per gli interventi sui fiumi, ha evitato la semplificazione di qualcuno che pensava che si potesse intervenire negli ambiti fluviali semplificando un po' le procedure. Questo non è avvenuto! E' avvenuto il contrario. E' venuta la critica secondo la quale troppe procedure, troppe norme, avrebbero bloccato la possibilità di fare i lavori e gli interventi sui fiumi.
Credo che oggi abbiamo raggiunto una buona mediazione, accogliendo in parte le proposte dei Comuni, delle Province, riuscendo a realizzare linee guida del tutto rispettose delle problematiche, delle tematiche ambientali dei nostri fiumi. E' evidente che c'è una cosa, come ricordava il Consigliere Acquaroli, e su questo sono d'accordo, l'abbiamo detto anche in Commissione, sarebbe opportuno che, al di là di trovare compensazioni per i costi del lavoro attraverso la vendita di materiali litoide e quant'altro, il bilancio della Regione contenga di suo una risorsa consistente per fare manutenzione lungo i corsi d'acqua.
Sappiamo che se le due cose non stanno insieme, difficilmente avremo le risorse necessarie per fare una buona prevenzione ed una buona manutenzione. Credo che questa legge sia una sintesi difficile che abbiamo raggiunto, accogliendo in parte le proposte degli enti locali che avrebbero voluto fare evitando di semplificare, di ridurre la tutela.
La IV Commissione ha voluto istituire queste linee guida, al di là della previsione di legge, esattamente dalla discussione della legge principale sulla manutenzione dei corsi d'acqua, credo che abbia fatto un buon lavoro. Ho sentito qualche Consigliere dire che vorrebbe non votarla o astenersi, mi sembra che il lavoro fatto dalla IV Commissione sia un buon lavoro, un lavoro di sintesi in merito alla tutela del patrimonio ambientale e fluviale della nostra regione, quindi, auspicherei, prevedrei, un voto largamente favorevole a queste linee guida per gli interventi sui corsi d'acqua.
L'ultima questione poi chiudo, non credo si possa temere un qualche tipo di speculazione perché c'è di mezzo la commercializzazione del materiale litoide. Sono convinto che sarà la parte marginale, meno utilizzata, perché gli interventi, i progetti che gli enti pubblici faranno, di manutenzione dei corsi d'acqua, non saranno così appetibili come uno pensa possano essere. Non pensate che ci saranno compensazioni di chissà quanti metri cubi di materiale, saranno cose ridotte che forse interesseranno qualche azienda laddove la copertura degli enti pubblici non sarà tale da poter garantire il tipo di intervento. Credo che l'azione speculativa, che si teme, non ci sarà, alla fine non ci sarà nessuna grande appetibilità per correre dietro ai materiali che sono sedimentati nei nostri corsi d'acqua.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Voglio portare in Assemblea un pensiero molto semplice, molto elementare, al di là dei contenuti tecnici delle linee guida, per dire un po' cosa penso.
Il Presidente Ricci ha detto che oggi si compie l'iter di una discussione iniziata già qualche legislatura fa. Se io guardo alla mia storia recente, questa è una discussione che è iniziata nel 2011, dopo un importante evento calamitoso.
Riconosco un pregio a questa proposta di atto amministrativo, a questa proposta di linee guida, ed è quello di avere ancorato una discussione alle emergenze importanti in questa regione, come in tutto quanto il Paese, ed ha fatto sicuramente crescere il livello di consapevolezza e di cultura, di molti Consiglieri, evitando una semplificazione.
A quel tentativo di semplificazione si è voluto dare la sensazione che fosse un'intuizione importante, che si avesse a portata di mano la possibilità di risolvere i problemi del nostro sistema idrogeologico in questa regione, con una pensata che nessuno aveva mai fatto fino a quel momento, cioè che nel corso d'acqua avevamo la risorsa che ci avrebbe permesso la sua manutenzione. Così non era, così non è, e devo riconoscere che nell'estensione delle linee guida al capitolo che riguarda esattamente la valorizzazione del materiale litoide, i miei colleghi, leggendo le linee guida, si saranno sicuramente accorti, almeno io ho avuto questa sensazione, che non potendo dire che era erroneo il presupposto che ci fosse così tanto materiale litoide, ma anche se ci fosse stato questo sarebbe la soluzione dei problemi del nostro sistema, con quanta grande cautela, con quante virgole, con quante locuzioni, si cerca di dire che la soluzione non è lì.
Apprezzo questa cautela, ritengo, come dice il Consigliere Ricci, che questo non sarà un aspetto che verrà utilizzato come era nelle aspettative non so di chi, e sarà comunque contenuto.
Faccio affidamento su una legislazione che c'è, che non è soltanto nazionale o regionale, ma anche comunitaria, che, come ci ha insegnato tutta la vicenda delle biomasse, è una legislazione che recepita o non recepita, quando arriva il momento, quella legislazione è, per cui la lettura di queste linee guida dovrà avvenire per forza, anche con una legislazione di carattere europeo che ci metterà al riparo da eventuali ed ulteriori tentativi di una lettura forzata di una situazione dentro la quale non trova soluzione quello che viviamo.
La soluzione di quello che stiamo vivendo e che sta vivendo il nostro territorio si troverà, speriamo, in una legge nazionale sul governo del territorio e sulla preservazione del territorio agricolo, su quella che dovrebbe essere la legge di governo del territorio regionale che individua, come già la legislazione europea fa, nel problema dell'impermeabilizzazione dei suoli, il vero grande problema, legato a quello della urbanizzazione selvaggia, i motivi che se non regolati non permetteranno le soluzioni contingenti che stiamo cercando.
Facendo affidamento su questa impalcatura di legislazioni, mi auguro che queste linee guida possano servire a guardare con molta più attenzione al nostro sistema dei corsi d'acqua, rifuggendo definitivamente, dopo questo contentino, da semplificazioni ulteriori. Grazie.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. L'emendamento è fatto sul regolamento, sull'atto amministrativo, laddove testualmente si parla di interventi di carattere drastico. Esecuzione di interventi anche di carattere drastico se impellenti o necessari, alla pagina 11. Se si tratta di interventi di carattere drastico, chiedo che si aggiunga: "Su vigilanza dell'apposita Autorità idraulica", questo ai fini di interesse pubblico, quindi, se parliamo di interventi di carattere drastico è bene che ci sia la vigilanza dell'apposita Autorità idraulica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per precisare che questo emendamento risulterebbe pleonastico perché l'Autorità idraulica ha già competenza sulla polizia idraulica in ambito demaniale, quindi, è già compreso nelle intenzioni del Consigliere Marangoni.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Ciò che è pleonastico a volte serve, ciò che è ovvio, va ribadito, altrimenti le fregature arrivano, come ci insegna anche questo emendamento, laddove c'è una dicitura testuale nel regolamento: "sarebbe opportuno prevedere il taglio di selezionati alberi che hanno raggiunto le dimensioni idonee all'utilizzazione anche per fini economici, legati alla valorizzazione della massa legnosa". Questo mi pare in contrasto con le affermazioni di principio, peraltro apprezzabili, che ha detto il Consigliere Ricci poco fa.
L'emendamento n. 2 intende abrogare la seguente dicitura, cito parte del regolamento: "sarebbe opportuno prevedere il taglio di selezionati alberi che hanno raggiunto le dimensioni idonee all'utilizzazione anche per fini economici legati alla valorizzazione della massa legnosa".
Chiedo l'abrogazione di queste due righe, in coerenza con quello che il Consigliere Ricci ha detto sull'evitare l'abuso ai fini economici della massa legnosa. Perché, secondo me, questa frase è pericolosa? E' pericolosa perché gli alberi importanti e con dimensioni notevoli sono alberi di pregio tutelati dalla legge forestale ed anche da norme paesaggistiche, quindi, non possono di per sè essere considerati utili ai fini economici, ma vanno abbattuti casomai per altre finalità, per esempio, finalità di sicurezza, perché portatori di malattie e di patologie, eccetera. Si lascia, a mio avviso, troppo campo discrezionale a qualche speculazione. Per questo chiedo l'abolizione di queste due righe in coerenza con quello che ha detto il Consigliere Ricci che ho apprezzato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Vorrei che votassimo questi emendamenti con scienza e coscienza perché la cosa è delicata.
Credo che le intenzioni coincidano, ma il risultato sarebbe opposto, nello spirito della legge diciamo che possono essere abbattuti gli alberi, anche consistenti, adeguatamente selezionati, se crescono in mezzo all'alveo fluviale. La selezione é in questo senso e la legge già lo prevede, quindi, le linee guida non possono dire: non abbattiamo gli alberi, questo è un ribadire, ma un ribadire prevedendo dimensioni idonee e selezioni, non ha senso tagliare qualsiasi cosa, ma quello che ha raggiunto queste dimensioni.
Il riferimento all'aspetto economico è già nella legge, si è già detto che c'è la valorizzazione, viene solo ribadita, quindi, esprimiamo parere contrario a questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3 a firma del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Stiamo parlando dell'emendamento n. 3? (...) L'intervento è perché venga accolto, in quanto la precisazione del "devono" rispetto al "dovrebbero" è più puntuale.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Mi sono astenuto, non ho parlato visto l'esito favorevole in assenza di un mio intervento sull'emendamento n. 3, ma non ho parlato sul 4 che avete bocciato! Non so se avete visto che cos'è l'emendamento 4, era semplicemente il correttivo di un errore d'italiano nel regolamento, cioè anziché tratti fluviali colinari, con una sola elle, il mio emendamento diceva: nel tratto collinare, con due elle. Lo avete bocciato, è meraviglioso, ma intervengo sull'emendamento 5.

PRESIDENTE. No, Consigliere Marangoni è meraviglioso l'emendamento nel senso che noi ...

Enzo MARANGONI. Lo faccio apposta per vedere quanto siamo attenti agli emendamenti.
L'emendamento n. 5 è di contenuto, qui si fa riferimento ad un termine di 12 mesi ancora 12 mesi, io chiedo 6 mesi, sono più che sufficienti per operare, quindi, non vedo perché bisogna aspettare altri 12 mesi per fare delle cose per cui 6 mesi sono più che sufficienti. Questo è il senso di contenuto dell'emendamento 5. Grazie.

PRESIDENTE. L'emendamento che lei ha fatto, non è su una elle, è su una elle che fa parte di un elenco di lettere e di commi, quindi, cerchiamo di essere seri. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Parere favorevole all'emendamento n. 5

PRESIDENTE. Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 6 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Nell'emendamento 6 chiedo di aggiungere la parola: "cogenti" dopo l'espressione "prescrizioni", perché qui stiamo parlando di dighe, stiamo parlando di opere di sbarramento e anche di bruglie. Quindi, per il mantenimento del buon regime idraulico, occorre che le prescrizioni dell'Autorità idraulica siano assolutamente efficaci, quindi, cogenti. Aggiungo, quindi, la parola "cogenti" alla parola "prescrizioni". Mi appello alla bontà della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Possiamo votarlo, l'emendamento è innocuo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Questo lo illustro perché la maggioranza lo boccia. Giusto?
Chiedo di eliminare la seguente frase: "la valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale provenienti dalla manutenzione".
Chiedo che venga eliminato, a pagina 26, paragrafo denominato "criteri generali", l'intero capoverso contrassegnato da trattino e recante la dicitura "Il P.g.g. potrà prevedere una percentuale di materiale lidoide (sabbia/ghiaia) e legnoso movimentato per i lavori di manutenzione, da valorizzare e da destinare alla ditta esecutrice dei lavori".
A mio avviso non bisogna mettere questa frase nelle linee guida, perché mi viene il dubbio che possa trattarsi di un incentivo a prelevare o a tagliare in maniera più intensiva, Bisogna, a mio avviso, evitare queste pericolose tentazioni, saranno casomai i bandi di affidamento dei lavori a prevedere, nel rispetto delle norme vigenti già esistenti, questi scambi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Sull'emendamento 8, in coerenza con il comportamento della maggioranza, che io ho apprezzato, e che ha definito neutro l'emendamento precedente - penso che lo stesso ragionamento possa essere fatto per questo e, quindi, approvarlo - chiedo il parere vincolante sulle procedure di approvazione di P.g.g., dopo le parole: "della medesima deliberazione" sono aggiunte "che ne esprime parere vincolante".

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Non può essere, perché per legge può essere solo obbligatoria.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Sulle procedure di approvazione dei P.g.g. dopo le parole: "le Province interessate" chiedo che vengano aggiunte le seguenti: "con il parere del soggetto competente in materia ambientale".

PRESIDENTE. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Sull'emendamento 10, chiedo che dopo le parole: "di interesse pubblico" sia aggiunto: "previa approvazione dell'Autorità idraulica".
Questo è un organo un po' più lontano dagli affari locali, è meglio aggiungere questa frase, perché si parla di situazioni legate a criticità idrauliche ed a condizione di rischio per le persone, quindi, è meglio che ci sia un organo "super partes".

PRESIDENTE. Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 11/1 a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 11 a firma del Consigliere Giancarli. Decaduto.

Emendamento n. 12 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. E' capitato spesso che molti progetti presentati dalla Regione fossero incompleti del necessario elenco dei vincoli sulle zone interessate dal progetto stesso, da capire se volutamente oppure no, quindi, a mio avviso, la norma deve essere più chiara e più perentoria per evitare contenziosi.
Per questo motivo chiedo che dopo la parola: "ricognizione" venga aggiunta la parola: "completa", se è pleonastico, se è ovvio, non costa nulla alla maggioranza votare si.

PRESIDENTE. Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente, non voglio sottrarre tempo, non voglio abusare della cortesia dei colleghi, ma mi sembra doveroso intervenire su questo punto: linee guida per l'elaborazione dei progetti generali di gestioni di corsi d'acqua, proposta di atto amministrativo 73, ad iniziativa della Giunta regionale. Mi sembra doveroso farlo perché ho ascoltato molte ragioni, ma cito solo un aggettivo che ha usato il Consigliere Cardogna: cautela.
Sinceramente, su questo lato, non mi sento di condividere la parola cautela, perché, nella relazione di maggioranza del Consigliere Marconi che ringrazio, sono state fatte presenti le ragioni per cui dobbiamo andare ad un voto convinto. Non ho ascoltato, per la verità, oggi, il relatore di minoranza, Consigliere Acquaroli, ma ho avuto modo di sentirlo in Commissione, comunque lo ringrazio, ho ascoltato tutti i Commissari e, al di là del voto che esprimeranno oggi in quest'Aula, il clima è stato sereno, perché si registrava una soddisfazione di fondo, ferme restando le diverse posizioni politiche che vanno sicuramente rispettate, è superfluo dirlo.
Non parlerei di cautela, ma di competenza e la competenza è del Servizio infrastrutture, trasporto ed energia, della Posizione difesa del suolo autorità di bacino, della forestazione, della valutazione ed autorizzazione ambientale. Parlerei di responsabilità istituzionale e intelligenza politica dei Consiglieri che da anni seguono questa vicenda. Il primo incontro si è tenuto quasi all'inizio della legislatura, nel gennaio 2011, a Jesi, ricorderà l'Assessore Donati, l'ex Assessore Donati, in cui si è parlato del fiume, delle sue potenzialità, del suo valore, delle norme, delle leggi che regolano la gestione dei fiumi stessi.
La dichiarazione di voto ed ovviamente il mio un voto non possono che essere favorevoli perché qui c'è un contenuto forte. Il fiume come spina dorsale di rinascita del territorio ed attraverso il fiume vogliamo favorire forme di autogoverno, di auto sostenibilità, di sicurezza ambientale, di crescita dell'economia, di strategie, di politiche pluviali. Questo è il contratto di fiume. Non siamo semplicemente a quelle che sono le linee guida, quindi, il fiume a partire dalla sua sicurezza, dalla sua sostenibilità, dalla valorizzazione basata sulla crescita locale dei beni anche culturali, turistici, agricoli, basata sulle risorse umane che sono nelle valli, lungo i fiumi, quella comunità legata al fiume.
Il fiume com'era un tempo legato all'attività estrattiva, legato alle reti fognarie, a forme di inquinamento, qui non trova spazio. Su questi provvedimenti, sulle due leggi e su questa proposta di atto amministrativo, quel fiume non trova spazio, ma trova spazio il fiume sicuro che è quello, ne siamo consapevoli, lasciato in grado di avere una sua dinamica naturale, con ampie golene, con zone di vegetazione fluviale che svolgono la funzione di protezione per quanto riguarda l'erosione ed il rallentamento delle acque.
Il fiume non è un museo, in quelle zone particolarmente alluvionali bisogna intervenire, questa è la filosofia di tutto quello che è stato costruito in questi atti.
Chiudo, quindi, con un voto decisamente convinto.
Il fiume come risorsa principale dell'ecosistema, il fiume come grande elemento della biodiversità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Capisco che siamo nell'epoca delle comunicazioni mass-mediali e nell'epoca dell'importante è dire le cose, però, con tutto il rispetto per il mio Presidente di Commissione, penso che i fiumi in Italia siano stati dimenticati per anni. Non c'è programmazione, non ci sono interventi, non c'è gestione ecologica, non c'è niente e, guarda caso, ci si ricorda del fiume solo quando fa dei danni.
E' simbolico anche il modo in cui questa legge è partita. E' partita il giorno dopo di un'alluvione, come a dire: adesso ci pensiamo noi, lo mandiamo in galera, faremo le peggiori torture, perché si è permesso di mettersi contro l'uomo.
Io non darei questa lettura, è vero, il fiume è una potenzialità economica, è una potenzialità dal punto di vista turistico, potrebbero sorgere le reti di collegamento ciclabili e pedonali lungo l'asta delle valli marchigiane, è un'importante rete ecologica, eccetera, però il fiume è ancora visto in maniera estemporanea e soprattutto come fattore di rischio.
Non mi sembra che noi, ma anche le generazioni passate, in merito al fiume abbiamo avuto quell'attenzione e quel rispetto anche nella gestione. Mi sembra che siamo un po' nella logica dell'uomo tecnologico che guarda e propone soluzioni di tipo meccanicistico, verso quello che invece è sempre stata una fonte, e qui ritorno all'enfasi poetica, di vita per le nostre comunità ed una fonte di rapporto con la natura. Secondo me, è sempre stato un vicino dimenticato.
Non mi piace l'approccio di questa legge che si ripresenta anche nel regolamento che definisce il prelievo di ghiaia come possibilità di finanziamento. In questo concordo con il relatore di maggioranza, Consigliere Marconi, se veramente crediamo che sia necessaria una gestione del fiume, bisogna che la Regione indirizzi parte certe di risorse verso questo discorso. Per esempio, la Regione ha previsto dei finanziamenti se i Comuni faranno l'adeguamento dei piani regolatori al PAR (piano ambientale regionale), perché questo è un costo e, secondo me, almeno per la redazione dei piani generali di gestione dei corsi d'acqua, bisognerebbe prevedere un minimo di finanziamento affinché, questo piano generale di gestione nasca, altrimenti tutti gli interventi si tradurranno in interventi puntuali. Qui si dice unità omogenee, di fatto non sono indicate le lunghezze, per cui facilmente si ritornerà all'era in cui c'erano solo gli interventi puntuali, senza verificare se gli effetti degli interventi avessero effetti positivi sulla struttura complessiva.
Non si può lasciare in maniera indefinita la questione del prelievo della ghiaia. Prelievo già previsto dalla normativa attuale. La ghiaia si può togliere dove è in eccesso per essere messa dove manca o per essere portata sulla costa come opportunità di ripascimento. La vendita mi sembra un furto di un bene comune e, secondo me, è anche contraria a quella che sono le normative comunitarie e di tutela ambientale dell'Unione europea. Penso che nessuna Regione, nessuno Stato, preveda la vendita della ghiaia di fiume, è un atto di inciviltà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Dichiaro il mio voto di astensione.
Apprezzo, come ho detto prima e desidero ribadirlo, il lavoro fatto dai Servizi e dalla Commissione che hanno tentato di limitare i danni di un presupposto erroneo che, confermo, essere quello che ha dato origine alla discussione all'indomani dell'alluvione del 2011, quindi, dichiaro il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. L'intervento per dichiarazione di voto è per specificare che noi non siamo contrari alla legge, lo siamo a come questa legge vuole essere utilizzata dalla maggioranza che ha, in qualche maniera, rimandato alla Commissione, ai territori ed alle Province l'elaborazione dell'atto ed ha dato più volte intendimento di voler intervenire, ma non è mai intervenuta.
Questo strumento non deve essere, ed è questa un po' l'aria, l'intenzione che gira in questa Aula oggi, ma che in questi anni è girata intorno a questo argomento, centrale per la sicurezza dei nostri territori.
Il nostro voto sarà contrario, ma non è contrario all'elaborazione, al lavoro, anzi ringrazio, torno a ringraziare la Commissione, è contrario perché non vediamo un impegno forte, quello monetario, economico, finanziario a risoluzione di un problema che è annoso e che dimostra l'inadempienza della Regione negli ultimi vent'anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Una legge voluta dagli enti locali che va incontro ad esigenze pratiche ed a problematiche: 'ogni volta che i dissesti ambientali si verificano nella loro totale forza ed indipendenza' ci dovrebbe esortare ad una buona legge e ad essere rapidi. Lo stesso Renzi dice: "Facciamo in fretta, la burocrazia deve essere azzerata", e noi ancora torniamo sul solito discorso, ormai antico, che la gente non sopporta più, che bisogna sempre stare al parere di qualcun altro.
Presidente, noi non possiamo non essere a favore di una legge così, però di fronte alla burocrazia, diciamo: basta, diamogli un taglio. Lei che è così rapido nel capire, lei che come Presidente è sempre avanti a tutti, dia e tracci delle linee fantastiche, ma arriviamo in Aula, Presidente, voci inascoltate, quindi, io sono d'accordo con lei.
L'ho apprezzata prima nel ribadire, con forza, il rispetto per le istituzioni, spesso, nei passati Consigli, abbiamo sparato contro noi stessi. Oggi la gente viene qui e ci fischia, ha fatto bene! Giusto quel richiamo Presidente! Io sono con lei, ma su queste leggi, Presidente, dico: abbasso la retorica e andiamo avanti con la pratica, togliamo quei tempi maledetti, bruciamoli, azzeriamoli e risolviamo i problemi. In questo senso siamo favorevoli, nell'altro senso, rispetto all'istituzione, sono costretto a chiedere l'astensione del mio gruppo. A favore della legge, ma astensione contro la burocrazia.

PRESIDENTE. Cosa vuole che le dica, Consigliere Trenta, purtroppo non siamo, né io né lei, investiti di un potere monocratico, dobbiamo attenerci alla ...
Proposta di atto amministrativo n. 73, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Bellabarba, Perazzoli, Sciapichetti.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Eusebi, Giancarli, Latini, Marconi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, D'Anna, Natali, Romagnoli, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Cardogna, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Trenta.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. In diversi, per impegni, mi sollecitano la chiusura della seduta, però credo che qualche atto dovremo ancora farlo.
Se siete d'accordo, metterei in votazione la risoluzione relativa alle mozioni ed alle interrogazioni che abbiamo discusso all'inizio della seduta sui problemi riguardo al sistema ferroviario. Il testo vi è stato distribuito.

Mozione n. 30
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Disservizi del servizio ferroviario nella provincia di Macerata”

Mozione n. 351
ad iniziativa del Consigliere Sciapichetti
“Situazione del sistema ferroviario nella provincia di Macerata”

Mozione n. 400
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
“Indennizzo a favore dei pendolari che hanno subìto disagi e ritardi causati da disservizi dei treni nella Regione Marche”

Interrogazione n. 308
ad iniziativa del Consigliere Acquaroli
“Situazione del trasporto ferroviario”

Interrogazione n. 330
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Situazione trasporti ferroviari - Fabriano"

Interrogazione n. 405
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Gravi disservizi nelle linee ferroviarie delle Marche”

Interrogazione n. 484
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Treni fantasma, ennesimi disservizi sulla tratta Civitanova-Macerata”

Interrogazione n. 518
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Dismissione linee ferroviarie Fabriano - Pergola e Civitanova - Albacina"

Interrogazione n. 544
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Stato di salute delle linee ferroviarie del fabrianese”

Interrogazione n. 614
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Trenitalia - tagli ai trasporti ferroviari”

Interrogazione n. 668
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Disservizi Gruppo FS e Trenitalia durante l'emergenza neve”

Interrogazione n. 673
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Trenitalia - Disagi e disservizi”

Interrogazione n. 686
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Disservizi del trasporto ferroviario periodo neve”

Interrogazione n. 808
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Malfunzionamento linea ferroviaria Fabriano-Civitanova Marche”

Interrogazione n. 1627
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Situazione del trasporto ferroviario nella tratta Fabriano - Civitanova Marche"

Interrogazione n. 1628
ad iniziativa della Consigliera Ciriaci
"Situazione del trasporto ferroviario - ennesima storia senza fine del giorno 17 marzo 2014"

Interrogazione n. 1632
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
"Criticità tratte ferroviarie Civitanova Marche-Fabriano e Macerata-Civitanova Marche-Ancona"
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di risoluzione a firma dei consiglieri Giancarli, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, D'Anna, Bellabarba, Marconi, Comi, Massi, Marinelli, Ciriaci, Latini, Donati, Busilacchi, Cardogna, Perazzoli, Badiali.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Bene, torniamo un attimo indietro, poi chiudiamo se siete d'accordo, ma prima direi di discutere il punto 4.

Proposta di legge n. 406
ad iniziativa dei Consiglieri D'Anna, Natali, Zinni, Zaffini, Trenta, Silvetti, Marinelli, Camela, Cardogna, Acacia Scarpetti, Bellabarba, Perazzoli
"Modifiche alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9: Testo unico delle norme regionali in materia di turismo"

(Nuova titolazione) "Modifiche alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9: Testo unico delle norme regionali in materia di turismo e alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6: Legge forestale regionale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 406 dei Consiglieri D'Anna, Natali, Zinni, Zaffini, Trenta, Silvetti, Marinelli, Camela, Cardogna, Acacia Scarpetti, Bellabarba, Perazzoli.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Il testo proposto relativo al primo argomento, questa è una legge plurima, abbiamo due interventi differenti, riguarda l'introduzione delle residenze d'epoca. C'è assoluta unanimità all'interno della Commissione, non è un puro riconoscimento formale, perché entra nella classificazione di queste strutture che, da un punto di vista commerciale, diventano alberghi, camere in affitto, qualsiasi cosa può essere fatta all'interno delle residenze d'epoca e su questo credo nulla questio.
La seconda parte invece è un po' più complessa, perché rispetto al testo proposto, abbiamo un emendamento che la Commissione ha introdotto questa mattina, perché l'intenzione originaria, nella modifica della legge 6 del 2005 conseguente alla modifica della legge 3 del 2014 recentemente approvata, quella che riguarda specificamente la legge forestale regionale, aveva introdotto una previsione per la procedura di autorizzazione per il taglio di superfici boschive in piccoli appezzamenti con inclinazioni superiori al 60%. Questa previsione, introdotta a suo tempo con emendamento, si propone di cassarla di nuovo, perché da un'ulteriore verifica dei vari organi tecnici, fra cui anche la Forestale, le Comunità montane ed altri, si rileva che questa opportunità è difficilmente praticabile, quindi, c'è stata, come dire, forse una mancata tempistica nelle comunicazioni, ma quello che tutti i soggetti interessati ci segnalano è che la rilevazione di un'inclinazione superiore al 60% in montagna è oggettivamente molto difficile.
Questo non significa che il taglio in piccoli appezzamenti non sia soggetto ad una verifica preventiva, non un'autorizzazione specifica, ma essendo prevista la dichiarazione di inizio lavori questa viene comunque verificata da parte delle Comunità montane, quindi, non entriamo in un campo di facile e non controllato intervento, semplicemente viene tolta quella previsione del 60% di inclinazione che è, ripeto, oggettivamente impraticabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Marinelli.

Erminio MARINELLI. Sul secondo punto, quello inerente la legge forestale regionale, ha relazionato il Consigliere Marconi.
Il primo punto, vorrei porre l'attenzione all'Aula, è quello di colmare un vuoto legislativo, perché se voi andate a cliccare sul sito della Regione "dove dormire", le residenze d'epoca non sono adeguatamente inserite, sono inserite come "strutture ricettive extra alberghiere". Con questa proposta di legge proponiamo di inserirle fra le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere, per una più facile ricerca a livello mediatico, sapendo quanto sono importanti le residenze d'epoca e dove sono ubicate avremo la possibilità di poterle utilizzare.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, chiedo la parola per questo emendamento che ha illustrato or ora il Consigliere Marconi in merito al vincolo del 60% che avevamo inserito. Mi tornano alla mente le parole che spesso ho sentito dire dal Presidente Spacca quando dice che l'ambiente è il buco nero, secondo lui, della macchina della Regione Marche.
Io direi di più, purtroppo, a me pare che le politiche ambientali della Regione Marche siano veramente coperte da una maledizione dello tsunami, un qualche cosa del genere, perché non è possibile pensare di togliere un emendamento così sano, frutto di suggerimenti tecnici. Non so con quali tecnici parlano gli uffici della Giunta, io con i tecnici ci parlo, il 60% è una pendenza enorme e se, in quelle aree, non viene regolamentato il taglio significa decorticare di humus tutto il terreno fino ad arrivare alla parte più rocciosa di cui sono formati i nostri terreni, perdendo i boschi per generazioni e generazioni.
L'humus si forma, in condizioni di pianura, 1 centimetro ogni 25 anni di vita del bosco, voi pensate su una pendenza dove non c'è più bosco o dove sarà rarissimo, perché tagliato in maniera libera, cosa sarà di quel versante. Per centinaia di anni non crescerà più il bosco. Girando nella regione Marche con la macchina, a piedi, in bicicletta, le vediamo mai quelle frane, franette? Sono provocate da questi interventi non regolamentati, stiamo parlando dell'acqua calda, ma purtroppo qualcuno ci costringe a parlare dell'acqua calda.
Mi sono informato, rispetto alla semplice presentazione di una piantina con tutti gli strumenti che tutti gli uffici pubblici hanno, perché la Regione ha fornito a tutti quanti le cartografie e le auto foto card del territorio, ci vogliono dai due ai cinque minuti per determinare la pendenza percentuale di un terreno, io non so ... Le Comunità montane, i Comuni, le Province ci sono?
Il dissesto idrogeologico è la seconda emergenza in Italia da un punto di vista socio-economico dopo la sanità, noi dovremmo regolamentare per un quieto vivere, anche perché i più danneggiati sono i padroni dei terreni e lo fanno per mancanza di sensibilità, per mancanza di cultura, altrimenti le frane non esisterebbero, gli smottamenti nei campi lavorati non esisterebbero, sembra un campo minato, non se ne può parlare.
Rimango basito, ma darò fondo a tutto il mio self control, per non usare parole che potrebbero offendere qualcuno, ma veramente non riesco a capacitarmi, mi sono consultato con fior fiore di tecnici pubblici, professori universitari, docenti, tutto il mondo accademico, il 60% è già un valore molto elevato, senza contare che lo stesso articolo dice bosco di piccola misura, cosa vuol dire piccola misura? Bisogna andare a scavare nelle norme di polizia forestale per capire che il bosco di piccola misura è di 2 ettari, 20.000 metri quadrati, 4 campi di calcio di serie A, però la sanzione se tu tagli una pianta senza autorizzazione in un bosco è di 2.000 metri quadri, noi perdiamo ogni volta occasioni per dare un'organizzazione seria, proporzionale, rispetto ai vari aspetti alla materia ambiente e passa anche questo treno.
Mi dispiace per gli amici di maggioranza, ma io sono fortemente contrario a questo emendamento per le ragioni che ho appena esposto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Ho ascoltato con attenzione le parole del Consigliere Acacia Scarpetti e devo dire che il problema del dissesto idrogeologico è un problema serio tant'è che questo emendamento, di cui noi oggi chiediamo l'abrogazione, l'abbiamo approvato in Commissione la mattina in cui si discuteva la legge, in maniera anche affrettata, con la convinzione che andasse incontro alla problematica del dissesto idrogeologico. Ci sembrava opportuno da un punto di vista strategico, di principio, di fondo.
Al di là del principio, siccome non abbiamo avuto il tempo per approfondire il tema, le cose le abbiamo viste e valutate sul territorio, nel senso che le Comunità montane, tutte, preposte a far osservare quelle che sono le normative e a dare il permesso di taglio, si sono rese conto, insieme al Corpo forestale dello Stato, altro corpo che fa vigilanza su quello che riguarda il taglio, dell'inapplicabilità della normativa e della difficoltà che si creava ai proprietari del bosco che facevano la domanda di taglio.
Questo ha complicato la questione della gestione del taglio dei boschi non rispondendo a quelle che erano le esigenze del dissesto idrogeologico, diventando inapplicabile, perché la morfologia del territorio marchigiano è così particolare che all'interno di una particella ci possono essere frazioni anche minimali di porzioni di pendenza al 60% e questo crea grossi problemi sia a chi deve fare il taglio che agli uffici che devono riscontrarlo. Quando parliamo di pendenze ci viene in mente la salita, la strada che è molto semplice, in realtà quando questo si sposta sul versante dei boschi tutto diventa più complicato.
Questa norma è di difficile applicazione e crea un eccesso di burocrazia che non rispetta assolutamente la questione ambientale, complica solamente l'iter autorizzativo del taglio dei boschi. Altra cosa è, credo che la Commissione possa dare disponibilità a farlo, prevedere un ragionamento di un piano dove si individuano aree su cui il taglio dei boschi non si può fare, magari legato alle pendenze che è una cosa ben diversa, che non complica la vita ai cittadini che prima di fare la domanda devono chiamare un tecnico per capire se il terreno ha il 60% o meno di pendenza. Quando si parla del 60% di pendenza, ci sembra una pendenza elevatissima, in realtà se uno si ricorda come si calcola la pendenza - 100 x 100, quello che viene è il 100% - non è così ed in montagna questi problemi si acuiscono ancora di più.
Credo che questa norma vada abrogata, va fatto un tavolo, va fatto un ragionamento sul dissesto idrogeologico perché credo che sia importante, casomai d'accordo con le forestali, con le Comunità montane, va fatto un piano dove si individuano quelle zone che vanno protette dal taglio dei boschi perché, sono d'accordo, possono creare un problema di dissesto idrogeologico. Questa la norma, però, va abrogata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Noi abbiamo fatto questa discussione sulle pendenze un mese e mezzo fa, in corrispondenza dell'approvazione della legge forestale e proprio i proponenti, che qui fanno aggiustamenti, ci hanno rassicurato rispetto alla percentuale del 60%, anzi allora andava bene questa percentuale, perché il 100% di fatto è una pendenza di 45°, il 60% è una pendenza di 35°, comunque sia è una pendenza significativa.
Però addirittura proporre un emendamento soppressivo ...! E' un emendamento che lascia senza tutela complessiva. Dopo che la Regione Marche è passata da 9.000 a 42.000 zone in frana, noi interveniamo in questo modo, togliendo la verifica rispetto alla pendenza.
Qui si parla di burocrazia, ma burocrazia rispetto alla verifica del rischio di frana? Allora burocrazia è la verifica rispetto alle norme sismiche degli edifici, burocrazia è pure rispetto a qualsiasi altro intervento umano su tutti i settori, ma la tutela della salute prevede controlli che sono specifici, leggerli come burocratici .... Norme a tutela della salute della persona, a tutela del territorio e dell'assetto idrogeologico del territorio, verificare se c'è un rischio o non c'è, considerarlo burocrazia mi sembra un po' eccessivo, adesso va bene tutto, è burocrazia, un conto sono i tempi, un conto sono i costi, ma addirittura eliminare il controllo di tutela, questa non è burocrazia, questa è dabbenaggine, per non dire, non agire in maniera corretta come amministratori e come legislatori. E' una cosa che non sta né in cielo, né in terra.
Chiedo ai proponenti di rimandare in Commissione questo aspetto e di rivederlo, non c'è urgenza, penso che possa tornare nell'arco di 20 giorni un testo con una riflessione, io non chiedo di bocciarlo, chiedo di tornare in Commissione e riflettere su questo aspetto, altrimenti chiedo all'Aula di bocciare l'intera legge, visto che non c'è né urgenza, né necessità. Questa si è burocrazia, legiferare in maniera errata e provocare danni, altro che burocrazia!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Sono abbastanza stupito per due ragioni.
Primo, in una leggina che riguarda il turismo si parla di tutt'altro, secondo, questo emendamento a firma del Consigliere Badiali, mi pare tanto una marchetta per qualcuno ...

PRESIDENTE. Per favore, linguaggio consono al ruolo ricoperto e all'ambiente nel quale ...

Enzo MARANGONI. Deriva da marketing ...

PRESIDENTE. Essendo io uno dei più grandi esperti di marketing della Regione, se mi permette, il presunto etimo di marketing non è quello che lei ha detto.

Enzo MARANGONI. Condivido, è per sdrammatizzare, Presidente.
Terzo motivo per cui sono sorpreso è che questo emendamento, l'1bis/1, sostituisce l'articolo 1bis approvato in Commissione che andava benissimo e fino a stamattina eravamo pronti a votare, almeno io ero pronto a votare con entusiasmo, laddove l'articolo 1bis, uscito dalla Commissione, diceva o dice, se viene tolto da questo sub emendamento del Consigliere Badiali, il comma 4, dell'articolo 34 della legge regionale 23 febbraio 2005. n. 6, legge forestale regionale, è abrogato.
Fuori dai tecnicismi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un problema che io ho sollevato con energia, come faccio di solito, perché studio e faccio gli emendamenti, il giorno 11 marzo, quando abbiamo approvato la legge di modifica alla legge forestale. Cosa abbiamo fatto l'11 marzo? C'era la legge di modifica della legge forestale e c'erano una serie di miei emendamenti che criticavano e che cercano di porre un freno a quello che era, che è, un abuso e rimane tale, se non approviamo questo articolo 1bis nella formula approvata dalla Commissione, un abuso dei Comuni che nei centri, all'interno dell'area urbana, tagliano indiscriminatamente querce ed alberi importanti motivando con ragioni non degne, la sicurezza, eccetera. In realtà c'è la difficoltà di manutenzione, in realtà davano fastidio a qualcuno, perché manca in quasi tutti i Comuni, purtroppo, sono pochi i Comuni che ce l'hanno, il regolamento del verde.
L'11 marzo, con i miei emendamenti avevo chiesto che il taglio di questi alberi importanti, querce e quant'altro, fosse soggetto all'autorizzazione obbligatoria da parte del Corpo forestale dello Stato, come ente terzo, super partes.
L'11 marzo, quegli emendamenti me li avete bocciati tutti. Tutti me li avete bocciati, invece l'articolo 1bis, nella formula che è venuta qua stamattina, prima dell'emendamento del Consigliere Badiali, che è una cosa che non deriva dal marketing, come mi ha corretto giustamente il Presidente, ma che ha quel senso, come ho detto prima, sostanzialmente accoglieva, seppure in forma diversa, il concetto che io dico e ribadisco: i Comuni nell'ambito urbano abusano del loro potere perché tagliano piante di pregio, piante storiche, perché, in quasi tutti i Comuni, manca il regolamento del verde e la Giunta continua a non fare il regolamento regionale su questo tema.
Così come formulato articolo 1bis, prima dell'emendamento del Consigliere Badiali, sostanzialmente accoglieva, in forma indiretta e diversa, quella che era la mia posizione, laddove presentavo emendamenti in data 11 marzo.
Secondo me l'articolo 1bis va benissimo nella formula originaria approvata dalla Commissione, invece è da respingere, per derivazione impropria da marketing, quello che è l'emendamento del Consigliere Badiali che peggiora ulteriormente la situazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sarò velocissimo Presidente, non intendendo votare contro la modifica alla legge regionale n. 9 del 2006, chiedo se è possibile la votazione di questi due articoli per parti separate, altrimenti sarò costretto a votare contro l'intera legge.

PRESIDENTE. Votazioni per parti separate di che cosa?

Paolo EUSEBI. La legge è di due articoli Presidente, in realtà sono due leggi (...) Benissimo.

PRESIDENTE. Ci sono due articoli, si votano separatamente. Prima del secondo articolo, che è l'articolo 1bis, c'è un emendamento, l'1bis/1 a firma della III^ Commissione, che votiamo separatamente, se no, non saprei cosa fare.
Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis.
Emendamento 1bis/1 a firma del Presidente della III^ Commissione, sostitutivo dell'articolo 1bis.
La Commissione è favorevole. L'emendamento è del Presidente della Commissione.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Intervengo per presentare l'emendamento che è quello di cui abbiamo discusso prima, cioè toglie la verifica sui tagli nelle pendenze superiore al 60%, quindi, sui piccoli appezzamenti che, come ha precisato il Consigliere Acacia Scarpetti, sono 2 ettari, non c'è più il controllo, non è più obbligatorio il controllo, ma va fatto in maniera indiretta, eventualmente quando si legge il progetto.
Secondo me e secondo tanti Consiglieri questa è una modalità troppo rischiosa, è una modalità che compromette la sicurezza umana, aumenta il rischio delle frane e, comunque sia, è un costo per la comunità. Interventi di questo tipo, con questo tipo di pendenze, vanno sottoposti ad una valutazione tecnica del rischio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Riprendendo il discorso che ho fatto prima, sottolineo che si tratta solo di appezzamenti di piccole dimensioni, la difficoltà è qui, perché l'iter prevede che la Comunità montana dia risposta alla richiesta di taglio dei boschi, in genere per i sopralluoghi per le grandi dimensioni passano 30 giorni, per le piccole dimensioni non è che non si fanno, che non si va a vedere, ma passano più di 30 giorni.
Il problema per le piccole dimensioni è che il 60% aggrava quella che è la questione burocratica. La Comunità montana, nel momento in cui sa, perché vede che ci può essere rischio, va a fare il sopralluogo, non c'è un obbligo.
A questo punto obbligare ad un controllo su tutte le pratiche, anche di piccoli appezzamenti, crea un eccesso di burocrazia ed un problema enorme per la gestione del taglio dei boschi. E' un'altra cosa il rispetto dell'ambiente ed i problemi del dissesto.

PRESIDENTE. Emendamento 1bis/1, se approvato sostituisce l'articolo 1bis, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io non sono soddisfatto del modo in cui, come Consiglio regionale, abbiamo affrontato questa questione.
Noi abbiamo votato un mese fa. Un mese fa abbiamo fatto una discussione sulle pendenze, abbiamo detto che era troppo bassa e l'abbiamo aggiustata, l'abbiamo ridotta, poi qui parliamo di eccesso di burocrazia rispetto ... quando c'è una situazione di rischio, non c'è eccesso di burocrazia, casomai in questo caso c'è un'altra cosa, rischia di esserci mancanza di controllo, mancanza di attenzione per evitare rischi e costi per la comunità.
Non capisco come Consiglieri regionali, anche di maggioranza, possano accettare! Ma abbiamo l'anello al naso?
Abbiamo votato un mese fa una cosa, adesso ne votiamo un'altra cosa, poi per che cosa? Si giustifica dicendo che sono piccoli appezzamenti, benissimo, non c'è neanche l'interesse economico, è valorizzazione funzionale all'utilizzo diretto della persona, l'utilizzo diretto della persona verrà fatto nelle modalità e nei modi previsti dalla legge. Lo abbiamo visto con il fotovoltaico il fatto che non ci fosse l'effetto cumulativo, qui non c'è l'effetto cumulativo, basta che la richiesta per l'appezzamento interessato sia fatta in maniera frazionata e siamo di fronte ad una serie di piccoli appezzamenti. Oltretutto in montagna le proprietà degli appezzamenti di bosco hanno la conformazione parcellizzata, per cui ognuno ha piccole frazioni separate di bosco, quindi, in qualche modo, si generalizza questo rischio e non abbiamo neanche accettato la richiesta di riportare questa problematica in Commissione. Valutiamo la questione, chiediamo una valutazione anche dell'ufficio che segue il Pai ed il discorso dell'assetto idrogeologico, sono richieste di tutela che, secondo me, come Consiglio regionale dovremmo accogliere.
Chiedo di votare complessivamente contro questa legge, altrimenti non facciamo, secondo me, bene il compito del Consigliere regionale.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 406, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Prima di passare all'ultimo punto dell'ordine del giorno, che è la mozione 623, do comunicazione, così come concordato con la Conferenza dei Presidenti, che è stata presentata la mozione n. 673 sul riordino del Titolo V della Costituzione, di cui si sta parlando a livello nazionale.
Ne do comunicazione perché, come d'accordo con gli altri Capigruppo che mi hanno richiesto questa cosa, la prossima seduta, al primo punto dell'ordine del giorno, si aprirà il dibattito su questo tema.

Mozione n. 623
ad iniziativa della Consigliera Bellabarba
"Impianto a biogas da realizzarsi in località Fontebella nel Comune di Montegiorgio"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 623 della Consigliera Bellabarba, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00