Resoconto della seduta n.170 del 30/09/2014
Seduta Aperta sul tema
"Le aree interne protagoniste della tutela e della valorizzazione del territorio"

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, dichiaro aperta la seduta aperta.
Debbo dire ai colleghi che la sollecitazione o meglio il confronto che c'è stato in questi mesi con il Presidente della VI Commissione Politiche Comunitarie, il Consigliere Cardogna, ci ha orientato a dedicare una seduta aperta a questo tema che dire di attualità è financo banale.
Il tema delle aree interne è di grandissimo interesse, aree interne, come recita il titolo di questa seduta aperta, protagoniste della tutela e della valorizzazione del territorio, soprattutto in riferimento alla programmazione europea che è stata tanta parte del nostro lavoro in recenti sedute, in modo particolare per quanto riguarda la programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale in cui è entrato a pieno titolo, in modo consistente, il tema dello sviluppo e della difesa delle aree interne.
Abbiamo ritenuto di invitare a questa nostra seduta dedicata, due personaggi che non hanno bisogno di grandi presentazioni e, fuori da ogni retorica, li ringrazio per aver accettato questo nostro invito. Per chi ha ruoli importanti ed impegni consistenti, non è facile adeguarsi ai nostri tempi, però loro lo hanno fatto con grande cortesia e di questo credo, interpretando anche il pensiero di tutti voi, li ringrazio.
Non hanno bisogno di molte presentazioni, faccio riferimento al Prof. Fabrizio Barca, Dirigente generale del Ministero dell'Economia e Finanze, anche qui è pleonastico dire le tante cose che ha fatto il Prof. Barca: economista, docente universitario, scrittore di libri, saggi, Presidente del Comitato delle Politiche territoriali dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, fino al ruolo di Ministro con il Governo Monti, peraltro, questo forse l'aspetto importante e determinante, ispiratore delle politiche nazionali di sviluppo delle aree interne, che ha iniziato anche prima, ma a cui ha dato spessore da Ministro e che prosegue ancora e giustamente.
L'altro nostro graditissimo ospite, anche qui non c'è davvero bisogno di presentazione, abbiamo avuto fra l'altro modo di condividere con lui altre circostanze, convegni, incontri, è Dom Salvatore Frigerio, monaco camaldolese della Comunità di Montegiove, oltre che uomo di grande spessore culturale. Va ricordato, a tal proposito, da qui questa qualificata presenza, che nel 1996 è stata firmata a Fonte Avellana la Carta di Fonte Avellana, un documento storico che ha affidato, non come memoria, ma come traccia e come road map per la sua attuazione questo straordinario documento sullo sviluppo dei territori montani.
Per essere un'introduzione l'ho fatta sin troppo lunga, quindi, non mi attarderei oltre e darei subito la parola al Prof. Fabrizio Barca.

Prof. Fabrizio BARCA. Grazie davvero, è per me un onore essere qua. E' il primo Consiglio regionale d'Italia che sceglie di discutere di una strategia che, come sapete, è stata lanciata dal Governo Monti, ripresa dal Governo Letta e adesso, con l'attuale Governo, fatta diventare parte del piano nazionale di riforma.
Un riconoscimento importante, un riconoscimento che la tematica del sud-centro-nord dell'Italia, delle aree che hanno problemi significativi legati alla loro distanza dai grandi centri urbani, è una questione nazionale ed oggi la strategia della rete è riconosciuta come uno degli assi della strategia del Paese.
Non è un caso che siano proprio le Marche ad essere le prime a fare questo. Non è un caso per la storia che è stata appena rievoca qui, a cui il Presidente Spacca mi introdusse quando ci incontrammo su questo tema, la Carta del '96, rientra in una cosa che ritengo estremamente importante, non posso tacerla, il forte interessamento del lavoro del Consiglio regionale sulle politiche comunitarie. Così dovrebbe essere, credo, in tutto il Paese con l'esercizio di una funzione di controllo fondamentale da parte dei Consiglio.
Aggiungo che, come vedrete fra un istante dalle slide, nelle Marche le aree interne dal punto di vista dell'estensione geografica, della popolazione raccolta, rappresentano una quota meno grande che nel resto del Paese, sicuramente per la capacità di costruzione delle istituzioni, perché essere aree interne non vuol dire solo stare ad una certa altimetria, vuol dire, come vedete da questa mappa, beneficiare o non beneficiare della capacità di costruzione di servizi.
La Toscana, ad esempio, avrebbe in termini si altimetria molte più aree interne di quante effettivamente ha. La Sicilia dovrebbe averne molte di meno, ma diventano interne aree che in realtà sono pianeggianti, semplicemente di cattivo accesso.
Vedete dalla slide che più sei verde più sei interno, più sei lontano dai servizi. Guardate quella strana cosa che è il risultato del delta del Po, quella è un'area addirittura sott'acqua, quella è pianeggiante, eppure è un'area un po' abbandonata da Dio, se mi passate questa espressione, ai confini tra il Veneto e l'Emilia Romagna, è un po' una terra di nessuno ed è verde perché in questa mappa, a cui siamo venuti, si è scelto di definire le aree interne in base alla lontananza dai servizi fondamentali, quelli che rendono possibile vivere un territorio, quindi, l'accessibilità alla rete ferroviaria o, nel caso della Sardegna, alle coste, agli accessi portuali, la distanza dai servizi della scuola, la possibilità di avere tutta la gamma dei servizi scolastici a disposizione e la lontananza dai servizi sanitari.
Questa è la definizione di aree interne che noi usammo due anni fa e sulla base della quale abbiamo costruito l'impianto di politica che adesso vi descrivo rapidamente. Cosa faccio nella mia esposizione? Vi dico alcuni principi generali che valgono anche per le Marche e poi faccio alcune osservazioni su quello che abbiamo appreso attraverso l'istruttoria che abbiamo condotto con la Regione.
La prima caratteristica fondamentale, ve l'ho già detta, è che, rispetto al passato, viene meno questa scomposizione: viene prima il lavoro e l'occupazione e la crescita o vengono prima i servizi; per vivere in un territorio devi avere lavoro e devi avere servizi, quindi, le due cose vanno fatte assieme.
Il primo asse di questa cosa è farle assieme.
Questa seconda mappa, è molto indicativa. Nella mappa di sinistra trovate l'Italia divisa in due, in quella di sinistra trovate in colore le aree interne, quelle lontane dai servizi, in quella di destra trovate le aree urbane in colore. Il grigio è il complemento.
Guardate, più sei giallo più hai perdita demografica nel periodo dell'ultimo decennio, vedete che il giallo prevale nelle aree interne, mentre il verde prevale, dove c'è aumento demografico, nelle aree non interne. Cosa vuol dire? Non l'abbiamo costruito apposta, non so come dire, vuol dire che se io prendo le aree del Paese che sono distanti dai servizi, guarda caso sono anche le aree dove c'è una forte caduta demografica nell'ultimo decennio.
Caduta che assume aspetti drammatici in alcune parti del Paese, come vedete, nella Basilicata, nella Campania, nel molisano-abruzzese, in Liguria, in alcune aree del Piemonte, ed in Sardegna ed anche in alcune zone di questa regione. La caduta demografica è il primo segnale dell'abbandono di un territorio; quando abbandoni un territorio non c'è più manutenzione, quando non c'è manutenzione sei in una spirale, ma la spirale, ed è l'ultima cosa che voglio far vedere per l'Italia nel suo complesso poi rimaniamo su questa per un po', la vediamo nella slide successiva: l'anzianità della popolazione, la quota di popolazione sopra i 65 anni.
Di nuovo, più sei verde, più sei vecchio. Vedete che nelle aree interne, cioè in quella di sinistra, trovate un verde scuro che in alcuni tratti diventa scurissimo, come ricorda il Prof. Golini, straordinario, temporaneo Presidente dell'Istat durante l'interludium, uno dei maggiori demografi italiani - bisogna essere orgogliosi ogni tanto del contributo del nostro Paese, che resta uno dei Paesi dove sono stati raggiunti i massimi risultati della statistica, della demografia, peccato che questa capacità non la usiamo spesso per fare interventi o per monitorarli - quando la quota di popolazione dei 65enni supera il 30%, cioè il verde scuro scuro, sei ad un punto di non ritorno, cioè in un certo numero di anni la popolazione va a zero, a meno che non ci siano iniezioni significative di popolazione dall'esterno. Deve arrivare qualcuno a fare figli, altrimenti quei territori saranno abbandonati. Quindi la prima novità è l'attenzione alla demografia e l'attenzione ai servizi fondamentali per i cittadini.
La seconda caratteristica deriva da questa: se metto i servizi al centro non posso pensare di finanziarli con i fondi comunitari, perché per definizione i fondi comunitari sono temporanei. Con i fondi comunitari faccio sviluppo, agroalimentare, saperi, faccio una parte fondamentale che sta sul lavoro, sull'occupazione, sulla crescita, ma sui servizi ci devo mettere risorse ordinarie, altrimenti si fa come mi è capitato di vedere anche nella vostra regione, dove con dei soldi comunitari riesco a risolvere il problema del trasporto locale e quando i soldi comunitari finiscono ai cittadini, che magari hanno deciso di andare a vivere in quel territorio perché avevano la connessione, dici: da domani mattina non c'è più la connessione.
E' necessario, quindi, che gli interventi nei servizi siano fatti con fondi ordinari. Da qui la decisione del Governo di allora, del Governo Monti, poi mantenuta nel Governo Letta, e adesso augurabilmente rafforzata dal Governo Renzi, di dedicare alle aree interne dei fondi nella legge di stabilità, quindi, c'è una postazione finanziaria che verrà abbinata. Ogni territorio che verrà selezionato per questo intervento, diciamo, speciale, prototipale, delle aree interne, godrà anche di fondi delle risorse della legge di stabilità. Più o meno ogni area godrà di 3.800.000, 4.000.000 di euro che derivano da un riparto dei 90.000.000 resi disponibili.
Questa è la seconda novità. Se è un intervento ordinario permanente, perché non è che faccio una scuola e poi non la mantengo, non è che faccio lo scuolabus e poi non lo mantengo, non è che introduco l'ecografia che va dai cittadini invece che i cittadini dall'ecografia e poi non la mantengo, devo anche rendere permanente l'assetto del rapporto fra i Comuni, non perdendo l'identità, non obbligandoli necessariamente a delle fusioni, che sono evidentemente liberi di fare, ma forzando e mettendo come requisito e condizione che associno i servizi fondamentali in unioni, inclusi i servizi generali, non soltanto per risparmiare, ma per raggiungere una massa critica e un orientamento comune che faccia sì che quei Comuni, quando utilizzano questi fondi, guardino all'intero territorio e non al singolo, evitando quella frammentazione degli interventi che ha caratterizzato il passato per cui ogni Comune si è fatto la sua cosa, magari competitiva con le cose che faceva il Comune accanto.
Altro motivo, che non devo spiegare a voi, ma a volte dovete spiegare voi a noi romani, è che un intervento di trasporto locale non riguarda solo i Comuni che stanno nella parte montana, ma devo collegarlo anche con i Comuni che stanno in basso perché il trasporto è evidentemente un servizio integrato.
Quindi il secondo requisito è: legge di stabilità, fondi e sistema intercomunale permanente.
Terzo ed ultimo elemento dell'impianto, è semplice, come si dice in Italia, niente nuove norme, niente nuovi regolamenti, basta applicare quelli che ci sono. Questa operazione è fortemente orientata ai risultati attesi. Cosa vuol dire? Se vi andate a guardare il Regolamento comunitario, che sicuramente avrete discusso in quest'Aula, una delle novità rispetto al passato è che chiunque spenda un solo euro comunitario non deve soltanto comunicare la data entro la quale lo spenderà, che già è qualcosa, diciamo, ma deve essere monitorato nell'utilizzo della spesa e deve anche indicare qual è il risultato che si attende di ottenere da quei fondi in termini di qualità della vita dei cittadini. Se spendo soldi sulla formazione non mi interessa il numero di ore di formazione, mi interessa di quanto ho abbassato il numero di settimane medie che quelle persone o quei ragazzi aspetteranno per trovare un lavoro; se faccio un intervento sul trasporto locale devo indicare qual è l'aumento del numero di persone che trasporto.
Questa novità è estremamente importante. E’ contenuta nel Regolamento comunitario 1303 del 2013. Questa strategia l'applicheremo in maniera ossessiva, nel senso che renderemo indispensabile che ogni intervento che venga fatto espliciti l'effetto sui cittadini rendendo, quindi, anche visibile l'intervento in termini di miglioramento. Se intervengo sulla scuola in un territorio in cui alcune scuole hanno delle competenze in matematica e in italiano particolarmente modeste, che gli sega le gambe per il resto della loro vita, e ci spendo dei soldi, mi pongo l'obiettivo e lo indico: migliorare la competenza in matematica secondo le misurazioni invalsi di 4, 5 punti, poi se l'aumento è di 7 o di 2 non casca il mondo, ma l'obiettivo deve essere misurabile e monitorato.
Con questo sono venuto all'aspetto della strategia su cui vi lascio solo tre parole chiave. Ogni territorio che sarà selezionato dovrà indicare una strategia, una strategia d'area che non è un documento da far scrivere, ve lo dico con la franchezza che si può avere in un luogo di persone che sono sul pezzo, non sarà una cosa da affidare ad un’assistenza tecnica che mi prepara un bel progettino d'area in cui in realtà ci sono un sacco di parole, un sacco di grafici, un sacco di tabulati che non servono a niente, ma sarà l'effettiva esplicitazione di quelle 4, 5 cose che il territorio ed i Sindaci, espressione massima, diciamo, della democrazia, hanno raccolto.
Un’attenzione ossessiva di questa strategia a che cosa? A tre cose. Primo: alla domanda. Abbiamo fatto troppi interventi in cui abbiamo privilegiato, anche con fondi comunitari, i contenitori e non i contenuti. Abbiamo restaurato cose e non le abbiamo riempite di niente, perché non avevamo deciso prima cosa metterci. Questo non va bene perché viola il criterio dei risultati. Non lo faccio per fare un cantiere o dare lavoro durante il cantiere, lo faccio per metterci qualche cosa dentro che sia significativo dal punto di vista del lavoro.
Questo vuol dire maggiore attenzione alla domanda quando interveniamo, alla domanda di mercato o ai bisogni, comunque alla domanda.
Seconda parola d'ordine: filiera della conoscenza. Questa ve la dico papale papale, poi gli si può dare anche un ornamento, in Commissione europea la chiamano strategia della specializzazione intelligente, smart specilisation strategy, ma alla fine è una cosa molto concreta: ogni territorio deve partire dai punti in cui è già forte, non inventarsi strane altre cose, e trasformarli, individuarli e trasformarli, non individuarli da soli e sovvenzionarli, ma neanche partire con cose che non hanno nulla a che fare.
Cosa vuol dire? Se in un territorio hai una situazione molto avanzata dal punto di vista agricolo, se in un territorio hai una capacità di attrazione culturale, da quelle parti. Mi riferisco ed ho in testa le cose viste in questo territorio, le trasformi, nel senso che ci aggiungi nuove attività. Per aggiungerci nuove attività devi consentire a tutti di accedere e di dire la loro, deve essere un processo aperto in cui evitiamo di ridare soldi necessariamente nelle mani sempre delle stesse filiere. Filiera della conoscenza, vi dirò una cosa molto concreta che è uscita fuori, ma ve la dirò quando parlerò delle Marche.
Terza ed ultima: la semplicità. Fatemi usare questa parola, che va un po' di moda, quindi, rischio ad usarla perché di solito dico sempre cose antipatiche e fuori moda. Noi siamo un po' complessi, questa è una strategia articolata, che per essere letta deve essere letta bene, deve essere letta con molta attenzione, ma non possiamo renderla troppo complessa. Voglio dire che ogni territorio non fa 20 cose, quando hai una matassa, un bandolo di una matassa, un filo per andare a pescare, devi trovare il bandolo, uno, due, devi leggere il territorio attraverso una chiave di lettura. Se il punto fondamentale di un territorio è il bosco, è la cultura, devi individuare quei due punti ed attorno a quelli ricostruire la filiera.
L’ultima cosa, prima di venire alle Marche, riguarda i tempi. In passato ci siamo incartati sui tempi. Questa volta i tempi sono stati molto stretti. Io devo ringraziare la Regione Marche perché arriva tra l'altro terza in Italia all'appuntamento, a giorni, anche formale, e mi auguro moltissimo che la quarta sia una Regione sud, sarebbe anche questa una novità importante. Perché? Perché prima ancora che venisse approvato l'Accordo di Partenariato, i programmi operativi, ci siamo messi a lavorare con le Regioni per selezionare le aree, che vuol dire che nei programmi operativi ci saranno già i nomi delle aree da cui si partirà, non vuol dire che non ce ne potranno essere altre, ma si saprà che domani mattina si parte con un gruppo di aree e si sa che tra quel gruppo di aree si parte con una, quella che è alimentata dai fondi della legge di stabilità precedente, fermo restando che se questa legge di stabilità, come ci auguriamo, avrà un nuovo finanziamento, ci sarà immediatamente il segnale che anche la seconda potrà andare ai blocchi di partenza e poi tra un anno anche la terza. Questa è la novità di questa operazione.
Spesso in passato abbiamo impiegato due, tre, quattro anni soltanto a scegliere le aree, benissimo i tempi, però quando scegli le aree hai la responsabilità di scegliere con rigore e istruttoria pubblica. L'istruttoria è pubblica e la potete vedere sul sito, per le Marche capiterà fra 7, 10 giorni, del Ministero dello Sviluppo, adesso in realtà della Presidenza del Consiglio, perché il Dipartimento per lo sviluppo adesso è alla Presidenza del Consiglio, io sono un aggiunto di questa operazione. Tanto per una battuta su me stesso: Barca sta qui, a che titolo? Io sono un Dirigente del Ministero dell'Economia e delle Finanze che finita l'attività di Ministro la mattina dopo si è fatto assegnare come dossier questo. Questo è il mio mestiere, io aiuto, sono il coordinatore istituzionale di un progetto che è della Presidenza del Consiglio, diretto da altri, io ci metto la mia esperienza e ci lavoro. E’ l’unico lavoro amministrativo che faccio. Sono l'unico del Ministero dell'Economia e delle Finanze, oltre alle mie due segretarie, che se ne occupa, però, diciamo, che non è del tutto irrilevante che questo progetto abbia una persona al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Finita la parentesi personale, ritorno.
Come abbiamo selezionato le aree? Voglio dirlo e poi vengo alle Marche. Le abbiamo selezionate con una procedura che trovate scritta per Lombardia e Liguria nel sito, siamo partiti dalla mappa delle aree interne, quella che avete visto prima. Dopo aver visto la mappa, abbiamo guardato la demografia, quella che avete visto, abbiamo guardato l'andamento dell'agricoltura, è ovviamente una carta fondamentale di questi territori: come sono andate le superfici agricole, cosa è successo al numero di conduttori giovani, i segnali di vitalità o invece di impoverimento di un territorio, e abbiamo guardato alla tenuta del territorio, cioè ai problemi idrogeologici. Questo ha cominciato un po' a restringere, poi abbiamo guardato un'altra cosa, non irrilevante in questa regione, abbiamo guardato, perché non si può guardare solo indietro, bisogna guardare anche avanti, se c'erano degli shock esogeni all'area. Ad esempio la crisi di un settore manifatturiero in aree vicine, Umbria e Marche, può mettere a repentaglio un territorio che oggi appare per certi versi meno grave, in quanto prenderà la botta di una crisi incombente.
Abbiamo guardato a dei numeri oggettivi, ma abbiamo anche guardato, con un po' di sale in zucca, ad aspetti qualitativi ed abbiamo anche guardato ad una terza cosa importantissima: la capacità di leadership. Dato che dobbiamo costruire dei sistemi intercomunali, vanno costruiti in un gruppo di Comuni che abbiano una coesione, una capacità di stare assieme e che mostrino una leadership, quindi, siamo andati a vedere questo.
Abbiamo fatto una mappa a tavolino, quella che noi amministratori pubblici chiamiamo il lavoro desk, il lavoro da tavolino, e siamo andati sul territorio, la Regione, tutte le Regioni italiane hanno organizzato visite e noi, fino a questo momento, ne abbiamo fatte 38 in tutti i territori di cui 3 nella regione Marche.
Le visite sul campo ci sono servite a capire se tutta questa roba era vera, se teneva, se stava in piedi. Abbiamo voluto vedere il Sindaco leader, abbiamo voluto capire la coesione, se i Sindaci di qualche territorio, non delle Marche, si sarebbero accapigliati davanti ai nostri occhi, dandoci il senso di una coesione lontana. I focus group servono a questo. Abbiamo fatto parlare i dirigenti scolastici, i capi dell'Asur, abbiamo sentito i medici, abbiamo sentito i cittadini, gli insegnanti, gli studenti, abbiamo costruito una cosa che ci desse il senso dal territorio di quello che stavamo facendo e questo ci ha condotto ad alcuni aggiustamenti, anche in questa Regione, come la necessità di ritoccare le perimetrazioni originariamente pensate, perché abbiamo notato delle discrasie, abbiamo cercato di lavorare su questo.
A valle del focus, il Comitato nazionale che ha dentro la Presidenza del Consiglio, il Ministero delle Politiche agricole, il Ministero dell'Istruzione, il Ministero della salute, l'operazione è presidiata a Roma da tutti i Ministeri, perchè è un'operazione che va sui servizi, ha redatto un rapporto, sarà scritto anche per le Marche, per Lombardia e Liguria, con il parere della Regione e su questo, Regione e Stato centrale realizzano una convergenza. Quando la convergenza è raggiunta, la Giunta delibera ed è quello che sta per avvenire nelle Marche, ed è quello che trovate nelle carte per Lombardia e Liguria.
Come ci chiede l'Europa, un'istruttoria pubblica, aperta, contestabile, nel senso che gli elementi siano visibili. Finita l'operazione la Regione cosa fa? Individua un gruppo di aree, ancora qualche minuto e vengo alle Marche, e la mattina dopo si parte. Questa è la grande novità.
L'area che verrà indicata come prima, la mattina dopo comincerà a lavorare ed a scrivere la strategia ed il vostro orologio - se mi permettete è una cosa straordinaria che mi è rimasta in testa, l'idea che ci sia un orologio che viene mosso, mi auguro, visto che siete molto attenti a farlo muovere, quando le cose succedono, potrà accelerarsi e misurare i progressi. Questo in tutta Italia. Questo è un elemento importante perché tutte le aree che entreranno nell'operazione non solo le prime 20, ma tutte, 70, 60, 80, quante saranno le aree che entreranno in una federazione, perché c'è molta esperienza da trasmettere orizzontalmente al di là dei confini regionali. Questa straordinaria Italia è fatta di 1000 esperienze, ce ne sono un sacco e nessuno sa quello che fanno gli altri, quindi, ripeti gli errori oppure perdi occasioni preziose, per questo è importante l'elemento orizzontale di comunicazione fra le aree interne.
Adesso non entro nei dettagli, c'è una piattaforma anche tecnologica che consente di raccontare esperienze, di raccontare agli altri cosa si sta facendo anche, ve lo dico subito, aree che non sono state scelte possono stare sulla piattaforma e raccontare interventi.
Un'ultima battuta prima di venire alle Marche, anzi no, guardiamo le Marche.
La mappa delle Marche, probabilmente la conoscete, immagino l'avrete vista sui siti, questa è la stessa cosa: i poli, in rosso i poli intercomunali, le cinture, sono le aree dove la distanza dai servizi è modesta, le aree di massima difficoltà, le aree intermedie e le aree periferiche.
Vedete subito, la condensazione di queste aree ha determinato, ha orientato le scelte sia nostre che della Regione. Guardate anche la slide successiva, è interessate, non tutte le aree interne hanno la stessa situazione demografica, quindi, noi ci siamo fatti aiutare - tra le altre cose è inutile che vi faccio vedere 2000 dati - dalla caduta demografica, la caduta demografica la vedete nella slide successiva, più sei verde più hai caduta demografica. Qui abbiamo alcune zone particolarmente disastrate, ai confini con la regione Umbria, con la regione Lazio, ma anche aree in difficoltà nella parte più a nord dell'Appennino pesarese e anconetano.
Queste informazioni, come ho detto prima, ma anche altre informazioni sul dissesto idrogeologico, sull'anzianità, informazioni che adesso non vediamo per brevità, questa è l'ultima slide, quindi le osservazioni le faccio guardando questa, hanno orientato il lavoro che abbiamo fatto che, come sapete, ci ha portato ad andare a visitare tre aree: maceratese, area alta di Ascoli Piceno e appennino pesarese-anconetano.
L'analisi di queste tre aree ci ha portato al convincimento che in tutti e tre i casi si trattava di aree opportunamente individuate dalla Regione che rispondevano ai criteri, ovviamente, abbiamo trovato situazioni di maturità estremamente diverse, estremamente diversificate che saranno riflesse, non sta a me oggi anticiparlo, nell'istruttoria che verrà resa pubblica e nella decisione che la Regione prenderà.
Io non sto qui a dire o a fare graduatorie o altro, questo è il lavoro che viene fatto, ma mi interessa segnalarvi, e chiudere, un'altra cosa: per ognuna delle aree voglio indicarvi che tipo di interventi faremo.
Faccio delle esemplificazioni, perché parole, parole, ma quello che vi interessa, credo, e può essere di qualche utilità a questo Consiglio, è che io vi restituisca qualche esempio di problemi delle tre aree che vi faccia capire cosa verrà fatto.
Fermo restando che io continuo a parlare solo delle tre aree, ma ci sono altre aree interne, certo che ci sono altre aree interne nella regione, lo abbiamo detto, il 14% della popolazione della Regione vive in aree interne. Il Italia il 22, in questa regione il 14. Questo è un segno di attenzione o di buona fortuna o se sei molto montagnoso di buon governo. Non lo dico per alzare una pala, ma tanto più un territorio è governato tanto più si sono resi i servizi vicini. Noi non misuriamo l'altitudine, noi misuriamo la lontananza dai servizi. E' evidente che la Regione potrà intervenire ed interverrà. Lo fa la Toscana, lo farà la Sardegna che, pensate, con tante aree interne ne ha scelte solo due, non vuol dire che non interverrà nelle altre otto aree che ha individuato, però non interverrà con questa strategia, ma con altri strumenti.
Questo è estremamente importante perché, ve lo dico con molta sincerità, lasciate perdere i soldi, perché i soldi ci sono, abbiamo risorse umane limitate, quindi, la scelta che è stata fatta è quella di individuare le aree che hanno il massimo della problematicità, ma anche il massimo della capacità di reazione. Questo è molto importante, ma non vuol dire che nelle aree in cui non si interviene non ci saranno interventi nazionali e regionali, ci saranno, fermo restando che la Regione, se le cose andranno meravigliosamente nei primi territori, dopo 3, 4 anni, potrà decidere di dedicare questa strategia anche ad altre aree. Per ora le osservazioni le dico sulle tre aree che abbiamo visitato, faccio l' esempio del maceratese.
Il maceratese colpisce perché ha una specializzazione agro-alimentare molto forte ed una ricettività importante che però va trasformata. Vi ricordate la battuta che ho detto prima: identificare i punti di forza e trasformarli. Cosa è emerso lì? E' emerso che quel territorio, quando sarà il suo turno, potrà costruire una filiera della conoscenza avvantaggiandosi dell'innovazione, degli avanzamenti che vengono anche da un soggetto importante di quel territorio, come l'Università di Camerino, che sta fuori per le sue caratteristiche dal territorio che ne beneficerà. Attenzione, le filiere si costruiscono anche con soggetti esterni, sta fuori nel senso che non sono i cittadini di quell'area che hanno situazioni di difficoltà, ma quel polo, l'intelligenza di quel polo, può dare un contributo importante alla realizzazione dei risultati. Filiera della conoscenza.
Seconda cosa del maceratese che mi interessa segnalarvi, perché è un problema che riguarda anche altre aree, prendo il maceratese a caso, la scuola. Uno dei tre problemi grandi della scuola è il frazionamento dei plessi. Un numero ve lo do, ci tengo molto a dire questo, quando verrà chiusa l'istruttoria troverete una cosa di cui noi siamo molto orgogliosi, noi Regione, noi Stato centrale, (vengono mostrate delle tabelle), una matrice fatta di sei pagine con tutti i dati, dove per ogni territorio è descritta la situazione dei servizi, è descritto quanti minuti ci voglio per arrivare con un'emergenza, la percentuale di persone di quel territorio che viene ricoverata impropriamente in ospedale per patologie che non dovrebbero richiedere il ricovero, come ad esempio il diabete o l'asma. E' una mappa della qualità dei servizi che diventa fondamentale perché consente il monitoraggio. Noi vogliamo che questa mappa sia migliore nei prossimi anni e politicamente, se mi posso permettere, diventa fondamentale perché è quello che racconti ai cittadini. Questo è quello che vengo a fare da voi. Nel caso della scuola, uno dei dati che colpisce nel maceratese, ma non solo, è il frazionamento, pensate che il 53% dei bimbi delle elementari sta in classi composte da meno di 15 alunni, e la media della dimensione dei plessi di quel territorio è 35 bimbi per plesso.
La media italiana è 112 per plesso, la media italiana delle aree interne, e la percentuale è molto più bassa di classi che hanno ..., nella secondaria inferiore il 75% dei ragazzi di quel territorio, dei nostri ragazzi di quel territorio, sta in classi di meno di 15. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi non usiamo bene i fondi che abbiamo, perché abbiamo insegnanti che hanno un numero di bimbi esiguo e soprattutto il mix sociale di questi bambini è molto modesto, perché stanno sempre con gli stessi con cui vivono. Lo so, perché sono due anni e mezzo che lavoro su questo, che c'è un valore nel conservare un plesso, ma è vero che al tempo stesso noi non diamo a questi ragazzi tutta le chance che potrebbero avere.
I territori hanno non l'obbligo, ma l'opportunità di decidere se rischiare, se rischiare la strada degli accorpamenti, questo è vero in tutta Italia, nell'Alta Marmilla, in Sardegna, i dirigenti scolastici e i Sindaci hanno detto: "Noi ce la sentiamo, rischiamo, vogliamo unificare i plessi, però la scuola che si fa deve essere una scuola con una qualità molto più alta, con una pedagogia di livello; lo scuolabus non è che me lo dai per due anni e poi non ce l'ho più, la mensa deve essere a chilometro zero, con i prodotti del territorio", cioè facciamo un progetto che serve a tutto e poi vediamo. Poiché i Sindaci non sono obbligati a farlo, perché non glielo dice la Ragioneria generale dello Stato che lo devono fare, è un'occasione.
Ascoli Piceno, lì abbiamo una situazione di grave serietà sul piano agricolo, caduta della specializzazione, caduta gravissima, il 52% in 10 anni di caduta dei conduttori agricoli giovani che vuol dire abbandono dell'agricoltura da parte dei giovani. (...) Abbiamo trovato, perché c'è sempre un segno importante, un'accurata analisi ambientale e geomorfologica che il territorio ci ha dato, che non è ancora una strategia - perché ve lo dico - che serve proprio a tramutare i segni più positivi in una strategia che a quel punto ha i mezzi ed anche la compattezza per farla.
Abbiamo trovato una situazione della salute più compromessa che altrove, ad esempio è di 24 minuti il tempo medio dalla chiamata di emergenza, dovrebbe essere 16. 8 minuti sono tantissimi quando si ha un problema e questo non è solo un problema per i cittadini che ci abitano, ma anche per garantire a un territorio, di questo tipo, un'altra attività.
L'Appennino pesarese-anconetano. Abbiamo trovato in quei territori, nonostante i molti soldi spesi del fondo europeo di sviluppo regionale, un peggioramento della situazione agro-alimentare, della specializzazione agro-alimentare. E' un territorio che ne avrebbe bisogno, perché è un territorio che soffre e soffrirà ancora di più della crisi dell'area manifatturiera che gli sta accanto. Un territorio che deve giocare la carta della cultura, dovrei tacere perché fra un istante ne sentiremo sicuramente parlare meglio, abbiamo osservato un forte numero di visite, è una delle carte di questo territorio, ma la ricettività è ancora bassa. Un numero, perchè abbiamo i numeri, 107 posti per 1000 abitanti, contro una media delle aree interne che è di 155 posti per abitante, un territorio che mostra di avere un forte potenziale attrattivo che ha molti visitatori, ma che evidentemente rimangono poco o sono costretti ad andarsene.
Un'occasione per una strategia perché qua non stiamo parlando dei problemi del passato, stiamo parlando delle occasioni di affrontarli, quindi lavorare sulla domanda e, se mi permettete e mi farebbe molto piacere in questo modo interloquire, accompagnare - ci siamo detti nel pesaresi-anconetano - il consumo di cultura con la produzione di cultura. Si ricorda Assessore che è un punto che è emerso dalla discussione. Non solo non devi sederti sulla cultura che hai consumato, devi continuare a produrla, addirittura i turisti visitano più volentieri i luoghi dove si continua a produrre cultura, a pensare, a meditare, a dare occasioni per produrre, piuttosto che luoghi in cui si osserva la cultura morta.
Me la sono presa lunga, dico un'ultima questione sulla scuola. Nell'appenino pesarese abbiamo trovato un'esperienza interessante che è quella della sperimentazione di percorsi scuola-lavoro ma, rispetto a questa, anche il bisogno di fare un passo avanti sull'adattamento degli istituti tecnico professionali, io esemplifico sull'appennino pesarese ma vale per tutti, riorientare, adattare gli indirizzi degli istituti tecnico professionali alle vocazioni del territorio, altrimenti rischiamo, negli istituti tecnici professionali, di preparare i nostri ragazzi, per delle cose che servono ad altri territori. In questo caso la responsabilità è di Roma, a volte è rigida, a volte dei parametri non lo consentono, a Roma, perché Barca qua conta poco, conta che a quelle riunioni c'è il Ministero dell'Istruzione che ci mette tutta la sua forza, l'impegno del suo Capo Dipartimento, Capo Dipartimento del Ministro, il ruolo della scuola è fondamentale, nel dire "siamo pronti a derogare da alcune norme nazionali se ci viene una richiesta dal territorio". I soldi possono servire anche a derogare di intesa con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Non è irrilevante questo.
Chiudo con due cose orizzontali che servono un po' a tutti: trasporto locale e digitale. Digitale: in questi territori c'è molto lavoro da fare per portare a 20 mega byte, salvo l'area di Ascoli Piceno che in questo caso ha una situazione migliore, decisamente migliore del resto del territorio, il 45% dei cittadini può beneficiare dei 20 mega byte. Gli altri territori hanno situazioni peggiori, solo 20, so che ci sono in tutta Italia, questi numeri non registrano quello che sta per avvenire, sono numeri che cambiano continuamente, ma lo segnalo perché l'attenzione a quello che già si fa o a quello che si può fare è fondamentale. Non posso inventarmi la medicina a distanza e convincere l'anziano di 80 anni a non andare ad intasare un ospedale, perché dopo tre giorni dall'intervento al fegato può anche starsene a casa, ma lo convinco e sono sicuro se la sera alle 8 quello può fare consulto, perché se esiste una probabilità su 100 che non lo fa, giustamente rimane all'ospedale. Questo è importante.
Poi il trasporto pubblico locale, ho notato, ho visto che questa regione si sta apprestando ad un passo estremamente importante che riguarda la ridefinizione, sulla base di linee guida, che ho visto avete approvato recentissimamente, dei contratti di concessione per il trasporto pubblico locale, i bandi per la gestione del progetto del trasporto pubblico locale. Questo è un passo importante e sarà importante che questi tre territori, tutti e tre, indipendentemente dallo stadio di maturazione, facciano sentire la loro voce. Con questa strategia hanno l'occasione di far sentire la loro voce per dire: nell'adeguare il trasporto locale tieni conto di quelle piccole cose che le aziende di trasporto ci hanno segnalato. Qui non parlo di Marche, parlo di tutta Italia perché è un fenomeno di tutta Italia. Spesso i grandi contratti di concessione sono pensati, ovviamente, per i territori che contano di più dal punto di vista del movimento dei cittadini, del movimento dei professionisti, del movimento delle scuole, col risultato che troviamo delle situazioni dove con pochissimo si può migliorare - non mi riferisco a questa Regione, l'ultima cosa che ho fatto era in Piemonte - fermate in posti impropri, coincidenze mancate per 10 minuti che costringono i ragazzi che vivono in questi territori a lasciare la scuola a volte un'ora, un'ora e mezzo prima. Sono poche cose che si possono fare e che si possono risolvere.
Questi tre territori, tutti e tre, hanno già espresso chiaramente alcune valutazioni che possono essere messe sul tavolo del lavoro che, come Giunta, avete avviato sulle linee guida affinchè in questi nuovi contratti ci siano dei sistemi di incentivazione che non riguardino solo il chilometraggio, ma la quantità del trasporto, in modo tale che i soggetti destinatari costruiscano il trasporto a misura del loro lavoro.
Vi ringrazio molto per l'occasione che mi avete dato di riversare qui quello che, come avete capito, è un lavoro che vede insieme tre livelli di governo: governo centrale, governo regionale e sistemi intercomunali, per parlare di cose concrete addirittura con dei soldini. Devo dire che è un'occasione interessante e se voi, come Consiglio, ci tenete a questo monitoraggio, il ruolo fondamentale che compete a tutti i Consigli, darete anche un buon segnale al Parlamento nazionale che potrebbe fare la stessa cosa.

(Applausi)

PRESIDENTE. Grazie Professore, è un ringraziamento non formale, ma assolutamente sentito e, credo, condiviso.
Passerei la parola all'altro protagonista di questi nostri lavori, a Dom Salvatore Frigerio, Presidente del Collegium "Scriptorium Fontis Avellanae". Prego.

Dom Salvatore FRIGERIO. Anzitutto saluto e ringrazio il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il Presidente del Consiglio Regionale Vittoriano Solazzi e tutti i signori Membri del Consiglio Regionale.
Un saluto particolarmente riconoscente va al Prof. Fabrizio Barca che ci onora, ma soprattutto ci arricchisce della sua presenza la cui preziosità l'abbiamo or ora di nuovo constatata, avendone già avuta consapevolezza quando ci è giunto il suo "Progetto Aree Interne" nell'ottobre del 2012.
Proprio quel suo Progetto è stato da noi accolto come un fecondo ampliamento della "Carta di Fonte Avellana", promulgata da questa Regione nel maggio 1996 e che tuttora è dinamicamente presente nei progetti regionali riguardanti l'ambiente marchigiano agro-forestale, in particolare, ma non esclusivo. Infatti la "Carta" ha affermato, in tempi che non prevedevano le attuali situazioni sociali, politiche ed economiche, che "il ruolo della montagna è fondamentale per assicurare la regimazione delle acque e la tutela del territorio"; che "esiste interdipendenza fra la montagna e le restanti zone, quale integrazione di diverse economie e situazioni ambientali che devono essere fra loro complementari"; che "la diversità culturale e ambientale dell'Appennino e dei suoi sistemi naturali antropizzati è una risorsa a cui attingere per la definizione di modelli sociali ed economici sostenibili". Potremmo proseguire nella lettura di questo documento che consiglio a tutti di rileggere, a volta sembra di sentire quasi un afflato profetico, convinto come sono che abbia davvero precorso i tempi nei quali oggi ci dibattiamo per non averli operativamente preservati con le dovute politiche nazionali.
Debbo riconoscere alla Regione Marche, alla sua Giunta, al Consiglio regionale e ai Firmatari della Carta di Fonte Avellana il merito di aver accolto con premurosa attenzione il "Progetto Aree Interne" proposto dall'allora Ministro per la coesione territoriale Dott. Barca, che ancora ringrazio a nome di tutti noi per il suo documento di cui sentivamo urgente bisogno per ristabilire un'etica del rapporto uomo/ambiente, e su questo io insisto moltissimo, ritrovare questa etica dolorosamente perduta con le conseguenze disastrose che tutti conosciamo. Ben a proposito il documento parte dall'assunto che per "dare un contributo importante al rilancio economico e sociale dell'Italia" occorre rimettere "al centro del nostro impegno, pubblico e privato, della nostra identità nazionale e dei nostri interventi per lo sviluppo, le 'Aree interne' del Paese ".
Mi sollecita il riferimento alla "nostra identità nazionale" che, lungi da arroganti nazionalismi oggi purtroppo di moda, richiama tutti noi alla molteplice ricchezza culturale, ambientale, artistica, di cui il nostro Paese è depositario ma, alle volte, pare essere poco consapevole in amministratori in tutt'altre faccende affaccendati, se mai pronti a intervenire dopo i disastri, forse ottime opportunità televisive. Ma questa non è l'etica che la nostra identità reclama.
Quando abbiamo firmato la Carta di Fonte Avellana, abbiamo proposto una seria riflessione sull'Appennino "che da problema deve diventare opportunità". Questo nostro Appennino che, in recenti incontri, abbiamo definito "l'impresa non delocalizzabile" - non possiamo portare in Romania l'Appennino e neanche in Cina - copre il 53% del territorio italiano e si va spopolando anche, lo abbiamo appena sentito, a causa di gestioni che non prestano attenzione alle vocazioni territoriali oggi quanto mai urgenti e possibili, grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione, quale, ad esempio, la "banda larga" che permette di lavorare in luogo, restando nel rapporto montagna/pianura. E quanto lavoro potrebbe offrire questa saggia opera di prevenzione, tanto spesso invocata e tanto poco realizzata? Credo che la Regione Trentina ci sia in questo maestra e plaudo alla nostra Regione che ne ha fatto motivo di confronto operativo.
Mi stanno interessando alcune "associazioni" di Comuni limitrofi umbro-marchigiani, sono Comuni siti in territori misti, di montagna e pianura, che si stanno associando per concertare di comune accordo i piani riguardanti la sistemazione del territorio, di cui abbiamo un'urgenza senza limiti, la cultura e il turismo.
Il Collegium "Scriptorium Fontis Avellanae" da anni porta avanti un progetto, un progetto scuola, il cui intento è quello di aiutare gli studenti e di promuovere tra gli studenti la conoscenza del loro territorio e di confrontarlo poi con studenti di altri diversi territori. Sono incontri di un enorme interesse quando studenti dell'area marina, come Pesaro, si incontrano con studenti dell'area alpina, ed insieme si confrontano. La cosa ha dato degli ottimi frutti anche dal punto di vista culturale. Insegnanti che si stupiscono di come, dopo quegli incontri, gli studenti scrivono temi. Lo scrittorio si è sempre posto il problema di pensare per aiutare a pensare. Pensare per aiutare a pensare. Io sto osservando queste associazioni, pensando a un vecchio sogno di Convenzione dell'Appennino.
Il professor Barca ci ha parlato, in un modo che mi ha molto sollecitato, di questa possibilità di rapporto tra Comuni diversi. Comuni diversi che confrontano e promuovono e sviluppano le loro diversità, ma in comune accordo, non l'uno contro l'altro, armati come spesso succede. Questo vecchio sogno della Convezione dell'Appennino è emerso dopo la firma della Carta di Fonte Avellana. Sappiamo e conosciamo benissimo la difficoltà: Convenzione delle Alpi, convenzione tra territori abbastanza vicini anche culturalmente; l'Appennino attraversa culture diversissime lungo tutto lo stivale, il lungo stivale italiano, però queste associazioni di Comuni limitrofi sono una novità da sostenere.
Molti di voi conoscono il Progetto "Codice Forestale Camaldolese" promosso dal Collegium "Scriptorium Fontis Avellanae" convenzionato con l'INEA. Il recupero archivistico di oltre 45.000 documenti, tutti digitalizzati, testimoni di un lavoro forestale di 856 anni dei monaci di Camaldoli, e di gestione agraria dei monaci di Fonte Avellana che nel 1200 hanno inventato quella che noi chiamiamo la mezzadria, perché non ci fossero servi della gleba, non servolis et homines, alla pari con i proprietari, dal Monastero di Fonte Avellana.
Nel Monastero di Fonte Avellana è nata una gestione territoriale che nel 1200 ha creato quelle che oggi noi chiamiamo cooperative agrarie. Territori molto vasti consegnati dai proprietari monaci ai contadini che insieme gestivano, decidevano, coltivavano e ne godevano i frutti. Sono cose che la nostra scuola non conosce, la nostra cultura ha dimenticato.
Questa riscoperta e conoscenza di un'etica ambientale attorno alla quale hanno già studiato e pubblicato le Università di Ancona e Padova. Iniziative che hanno promosso convegni alle Università di Palermo e di Torino, ed ha proposto un convegno, l'ultima proposta che mi è stata fatta, il Dipartimento di Architettura Interna e dell'Ambiente dell'Università di Napoli, con promozione di tesi di laurea e di dottorato. Questo vuole dire porre non il Collegium, ma la Regione Marche all'interesse di Regioni extra-marchigiane.
Il Collegio si sta interrogando su come portarne la conoscenza alle scuole superiori.
Ho sempre insistito, quando ho sognato ed iniziato a lavorare attorno al progetto 'Codice forestale,' negli anni in cui stavo a Camaldoli, che non doveva essere una ricerca archeologica, ma la riscoperta e la riproposta di un'etica uomo/ambiente. Uomini della montagna che si preoccupavano non solo della montagna, anche perché la montagna non cadesse in testa alla pianura. Spesso in convegni ho detto: "c'era una volta una montagna che provvedeva alla pianura", e non è una favola. Così è stato fino a quando poi lo Stato sabaudo ha soppresso l'ordine camaldolese ed ha incorporato il tutto nello Stato ed è diventato di pubblica gestione con i risultati che oggi purtroppo conosciamo. Almeno nella foresta camaldola.
Conosco i progetti in corso di studio propositivo per i territori marchigiani dell'Appennino del Catria e del Cesano quale risposta operativa al "Progetto Aree Interne". Progetto del quale il Monastero di Fonte Avellana, proprietario di 350 ettari di bosco, conta di entrare, magari come capofila visto le proposte storiche che può avere.
Anche il Collegium "Scriptorium Fontis Avellanae" si sta interrogando su questo progetto dopo aver incontrato il giorno 9 del mese che sta scadendo, lo scorso mese, nel Monastero di Fonte Avellana, sede dell'Orologio dell'Appennino, ricordato grazie al professor Barca, il dottor Giuseppe Blasi, Direttore generale del Ministero dell'Ambiente, aperto sostenitore del progetto stesso. Tra l'altro un particolare simpatico perché Giuseppe Blasi è nato esattamente ai piedi del Monastero di Fonte Avellana, quelle quattro case che stanno tra Serra Sant'Abbondio e Fonte Avellana. Lì è nato Giuseppe Blasi, molto legato a quel territorio e a quel Monastero.
Tutti voi sapete che la mia attenzione al territorio non nasce da una qualifica accademica di settore ambientale, ma dalla mia appartenenza al mondo monastico benedettino/camaldolese, attento ascoltatore del dettato biblico che consegna all'umano il "giardino" perché ne fosse "il cultore e il custode". Dobbiamo diffidare sempre delle traduzioni italiane della bibbia, spesso sono un disastro, perché si pretende di tradurre in una lingua che è estetica, come l'italiano, una lingua assolutamente simbolica che è quella ebraica, per cui non si parla di dominio sulla natura, ma di servizio, "cultore e custode", ma sotto il termine cultore c'è anche il termine servitore e custode del giardino. Quel giardino che ci è consegnato perché lo serviamo per poterlo coltivare, perché se non lo serviamo non potremmo mai coltivarlo. Questo lo troviamo nel libro della Genesi, capitolo II. Oltretutto la Regola di Benedetto ingiunge alle comunità monastiche di "vivere secondo i tempi e secondo i luoghi', perciò in attento ascolto del territorio, dei suoi abitatori e delle condizioni e necessità loro propri, che devono interessare una politica capace di ascolto accogliente e non tentata da soluzioni demagogiche inutili, se non addirittura dannose, come la Carta di Fonte Avellana sottolinea. Quante decisioni cadute dall'alto su territori che non sapevano che farsene o che addirittura ne subivano le conseguenze. Questa è demagogia, non è etica, non è etica politica e amministrativa oltre che etica locale.
Per questo sono qui, invitato da tutti voi, consapevole dell'ascolto e della volontà che vi sostiene nel servizio al territorio a voi affidato. E per questo ancora auguro a tutti noi, voi ed io, buon lavoro. Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE. Grazie Dom Frigerio.

Dom Salvatore FRIGERIO. Se mi permette vorrei sottolineare una cosa che il Collegium è uno dei pochissimi enti marchigiani convenzionato con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, per cui tutti gli incontri e tutte le attività del Collegio sono considerate corsi di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e grado, non solo nelle Marche, ma nella Nazione. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie di nuovo, anche in questo caso non formale o di circostanza.
Grazie davvero per le cose dette ed anche per la forte tensione ideale ed anche emotiva che gli interventi di Dom Salvatore Frigerio sempre suscitano.
Ha la parola il Presidente Spacca, prego.

Gian Mario SPACCA. Un breve intervento, lasciando poi le conclusioni al Presidente della VI Commissione, se vorrà, per ringraziare il Prof. Barca e Dom Frigerio per queste loro considerazioni, rassicurarli che massimo è l'impegno del Governo regionale rispetto all'avanzamento del progetto che riguarda la strategia delle aree interne ed il piano di riforma.
Nella prossima seduta della Giunta regionale porteremo il progetto che riguarda la prima di queste aree interne sperimentali, quella che è partita per prima ed ha avanzato maggiormente nel percorso di programmazione e di progettazione, secondo i criteri che qui sono stati individuati di integrazione tra lavoro e servizi, con una metodologia nuova che parte dalla consapevolezza di sè, e attraverso la consapevolezza di sè ed i punti di forza che risiedono su quel territorio costruisce poi una strategia di valorizzazione.
Vorrei ringraziare il Prof. Barca per la passione e la serietà con cui ha costruito questo percorso.
Nelle Marche abbiamo avuto la prova di quello che sta facendo nel resto del Paese, abbiamo bisogno di questa metodologia di lavoro che può informare di sè le istituzioni verso obiettivi che sono maggiormente concreti ed utili al fine del risalire le posizioni in cui purtroppo noi oggi ci troviamo.
Ringraziare anche Dom Frigerio che, ancora una volta, con la sua cultura e la sua profondità di riflessione, ci conforta e ci conferma nella necessità di proseguire secondo una strategia che noi ci siamo dati che è una strategia di policentrismo. E' uno degli elementi identitari della nostra regione e oggi nelle mappe che il Prof. Barca ci ha presentato ci evidenzia come, questo minor ritardo che la nostra Regione ha anche nelle aree interne, sia dovuto proprio a questa scelta fatta di organizzare i servizi secondo una logica di policentrismo.
Abbiamo rifiutato il modello metropolitano, che oggi è maggiormente in voga, alla ricerca di una economia in scala, e nonostante tutto siamo convinti che riusciremo a recuperare efficienza proprio grazie a quegli elementi che sono stati riportati al termine della riflessione del Prof. Barca che sono le reti.
Le reti delle conoscenze e soprattutto le reti tecnologiche che si basano sull'informatica e sulle telecomunicazioni, i cui dati, mi permetto di dire, sono leggermente migliori di quelli che sono stati evidenziati, proprio perché sono in corso grandi investimenti e, quindi, avremo la rete regionale che è 20 mega byte che copre l'intero territorio molto presto.
Ringraziare il Dom Frigerio perché ci riporta alla base di quella che è la cultura fondamentale della nostra regione. In questa regione noi abbiamo dei primati straordinari che molto spesso dimentichiamo e forse non conosciamo. Ci ha ricordato il discorso della mezzadria, ma ci sono tanti altri elementi culturali profondi che informano di sè anche gli aspetti della quotidianità del nostro mondo che sono nati su questo nostro territorio: la tradizione monastica, pensiamo soltanto ai Monti di Pietà ed alla nascita della banca moderna che proprio deriva dai Monti di Pietà, oppure alla stessa definizione di capitale che è un'espressione che non è nata in una Università di Oxford o di Cambridge, ma in uno scontro tra due monaci: se il tempo fosse di Dio o dell'uomo, ed il confronto è stato che se il denaro era movimentato, non era più denaro, non era una cosa, ma era un'altra cosa, che appunto era capitale, il denaro movimentato diventava capitale, può essere cosa o un'altra cosa, se movimentato è capitale. Per la prima volta in questo confronto tra monaci nasce la parola capitale, eravamo nel 1380 e, quindi, oggi parliamo di questi elementi, ma già si poneva in luce questa problematica sui nostri appennini, su queste terre dove tanta cultura si è dispersa e noi la dobbiamo recuperare.
Questo è un progetto che riguarda anche le aree interne, in funzione di questo, vi invito nei prossimi tre giorni, il 2, il 3 e il 4 ottobre a seguire il convegno dedicato alle aree interne, al turismo di meditazione, al recupero della tradizione monastica della nostra regione sia benedettina, camaldolese che francescana, che si terrà a Fonte Avellana nell'Eremo di Val di Sasso, recuperato attraverso l'intervento della Regione Marche, ed a Loreto. In questi tre giorni, alcuni dei temi che questa mattina Dom Frigerio ha proposto li recupereremo anche in una dimensione operativa e concreta, quel fare cultura, quel produrre cultura che veniva invocato e che ci può consentire di creare lavoro e reddito per la nostra comunità ed in particolare per le popolazioni dell'entroterra montano.

PRESIDENTE. Grazie Presidente. Do la parola all'Assessore Malaspina, Assessore all'agricoltura, tema legato anche ai fondi relativi al piano di sviluppo rurale.
Prego Assessore.

Maura MALASPINA. Gentilissimo dottor Barca, abbiamo apprezzato molto il suo lavoro da Ministro per la coesione territoriale ed il suo impegno nella sua veste di Dirigente generale del Dipartimento per le politiche di sviluppo e la coesione presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Abbiamo apprezzato molto il contributo che ci ha fornito a Fonte Avellana elaborando una nuova stagione per la programmazione europea per il periodo 2014-2020, sulla scia del percorso intrapreso a partire dalla fine del 2012 dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione territoriale, finalizzato alla promozione di un progetto dedicato allo sviluppo delle aree interne.
È precisa volontà, mia e della Giunta Regionale, far si che il Programma di sviluppo delle aree rurali contribuisca in modo importante al perseguimento degli obiettivi individuati nell'ambito della strategia nazionale per le "aree interne".
Le modalità operative di intervento sono ancora in fase di definizione e dovranno tenere conto delle osservazioni che ci verranno comunicate dalla Direzione generale agricoltura della Commissione Europea, presumibilmente entro il mese di ottobre.
In questa prima fase della programmazione dello sviluppo rurale, vi è stata un'oggettiva difficoltà, derivante dalle incertezze relative alla definizione dell'Accordo di Partenariato nazionale, peraltro non ancora definitivamente chiarite, che non ci hanno consentito di indicare nel testo del Piano di sviluppo rurale approvato dal Consiglio Regionale delle Marche la delimitazione delle aree interne e la dotazione finanziaria ad esse riservata.
A quanto ci è dato sapere, ad oggi, la scelta delle aree interne che potranno essere sostenute dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, dovrà essere giustificata tenendo conto dei maggiori fabbisogni di queste aree rispetto alle altre aree rurali, secondo specifici parametri di "ruralità".
Ho già dato mandato alla mia struttura, di procedere con tutte le elaborazioni statistiche e le analisi necessarie a tale scopo, anticipando in questo modo, per quanto possibile, i tempi di risposta alla Commissione Europea.
Qualora da questa analisi risultasse necessario integrare le aree interne ad oggi già individuate, con ulteriori aree particolarmente critiche dal punto di vista dei parametri della ruralità e nello stesso tempo rispondenti ai requisiti base delle aree interne, queste saranno comunicate in tempi rapidi al Dipartimento sviluppo economico per le necessarie verifiche dei partner nazionali.
Al di là degli aspetti formali, in ogni caso, come ho detto in premessa, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale svolgerà un ruolo fondamentale nello sviluppo delle aree rurali in generale e delle aree interne in particolare, grazie all'elevata dotazione finanziaria assegnata alla priorità 6B, corrispondente all'Obiettivo Tematico 9 dell'Unione Europea, che risulta essere di circa 60 milioni di euro a fronte dei 25 milioni del passato periodo di programmazione.
Ritengo che lo strumento di elezione in tale ambito di intervento sia l'approccio Leader ed i relativi Gruppi di Azione Locale. Nella nostra regione questi, infatti, operano ormai da ben 4 periodi di programmazione ed hanno consolidato un patrimonio di esperienza che non deve in alcun modo andare disperso.
Rispetto al passato, peraltro, è mia intenzione favorire al massimo modalità di intervento integrate sul territorio, che esaltino in modo sinergico le diverse forme di sostegno, sia allo sviluppo economico che al miglioramento di servizi alla popolazione.
Da questo punto di vista i Progetti Integrati Locali, che abbiamo previsto nel nostro PSR, si ispirano agli stessi principi che hanno portato alla definizione della strategia nazionale per le aree interne, con la conseguenza, da un lato di facilitare l'integrazione dei diversi fondi nelle stesse aree interne, dall'altro di estendere gli interventi ad altri territori, favorendone il percorso di avvicinamento ad una possibile futura adesione al progetto nazionale aree interne. Grazie

Presidenza della Vice Presidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Ringrazio anch'io per la presenza il Prof. Barca e Dom Frigerio, ringrazio anche la VI Commissione per aver stimolato questo incontro stamattina.
Quello che mi ha colpito, ma era noto, e mi fa piacere che sia stato condiviso, lo ricordava il Presidente, lo voglio ribadire, è la passione che i due relatori hanno messo nell'illustrare questa strategia.
Una strategia che, ci tengo a sottolineare, non è solo un'occasione che alcuni Comuni hanno di poter accedere a delle risorse straordinarie, ma un preciso percorso culturale ed istituzionale a cui vengono chiamate zone del nostro Paese che hanno delle determinate caratteristiche, determinate necessità e bisogni.
Il Prof. Barca ha sottolineato la caratteristica della strategia: la governance multi livello, credo che sia uno dei punti di forza perché il Governo, attraverso il Professore che ha con il suo documento indicato questa strategia, ha fatto un grande lavoro anche di valutazione dello stato dei nostri territori. Insieme alle Regioni c'è stato stato un confronto diretto e molto puntuale con i territori che rispondevano a determinati criteri e insieme ai Comuni è nata questa progettualità, sta nascendo questa progettualità, questa volontà di superare insieme le difficoltà perché poi la strategia, come veniva ricordato molto bene ed illustrato chiaramente, porta a questo.
C'è un senso di responsabilizzazione dei nostri enti locali molto importante, perché ricordo che i Comuni per potere aderire alla strategia e beneficiare delle risorse che sono messe a disposizione devono compiere anche degli specifici atti e quando parliamo di atti c'è l'obbligo della gestione associata di alcune funzioni, sono obblighi, prima lo diceva bene il Prof. Barca, già preesistenti, però molte volte ci sono reticenze.
Devo dire che avendo accompagnato la delegazione ministeriale proprio nei due giorni di visita nei nostri territori individuati per la strategia, ho sentito un approccio diverso da parte degli enti locali, una volontà forte di voler portare avanti questo percorso, perché c'è una strategia, una finalità forte, una presa di coscienza delle problematiche da risolvere e, quindi, questi percorsi sono necessari per poterle attivare. Anche il senso di maturazione di un territorio è sicuramente importante, come ricordava il Presidente, ed è un senso di maturazione che nasce da politiche che la nostra Regione sta portando avanti da tempo. Politiche policentriche che vanno a valorizzare l'intero territorio regionale ed a superare quei momenti di difficoltà.
Abbiamo fatto un approfondimento partendo dai dati del territorio, dai nostri bisogni, dall'incontro dei bisogni e delle aspirazioni, ma anche dalle potenzialità che venivano espresse molto bene, anche da un punto di vista culturale - secondo me può essere uno dei motori di nuovo rilancio, sviluppo caratteristico ed unico di alcune zone della nostra regione - e credo che la strategia possa dare veramente moltissimo al nostro territorio.
Parliamo di risorse, anche qui le risorse che vengono messe a disposizione sono risorse provenienti da diversi fonti di finanziamento. C'è questo importante intervento ministeriale, legge di stabilità 2014, che mette a disposizione risorse subito per le prime aree, ricordava il Presidente che noi lunedì porteremo in Giunta, perché ci viene chiesto dal Ministero, l'individuazione della prima area pilota, l'area più pronta a partire, quindi, lunedì la porteremo in Giunta e ci sono le risorse ministeriali per quest'area che sono di circa 3,8 milioni di euro.
C'è l'intervento dei fondi europei nell'accordo di partenariato che il Governo italiano ha ormai definito, finalmente dico io, stipulato con la Commissione europea, ed il tema delle aree interne è un tema prioritario. Noi abbiamo già approvato in quest'Aula i nostri Por, nel Por-Fesr abbiamo già allocato 5 milioni di euro per le aree interne, nel Por-Fse abbiamo allocato ulteriori 2 milioni di euro, e mi fa molto piacere che anche il Psr, il Feasr declinato in ambito regionale con il Psr, abbia deciso, nonostante ci siano ancora delle interlocuzione con il Governo centrale per capire bene le modalità e la tempistica, di intervenire nella strategia.
Questo ci tengo a sottolinearlo, con la strategia noi abbiamo individuato tre aree, non che le aree che restano escluse dalla strategia non possono portare avanti altre tipologie di progetti, progetti di valorizzazione e di superamento delle criticità che comunque ci sono.
Questa governance multi livello, questa possibilità di accedere a diverse tipologie di fondi, credo che sia una cosa molto importante.
Per stare accanto anche alle aree, per aiutarle in questa fase progettuale, si ricordava bene che la forza è la coesione degli enti territoriali, quindi, la forza è la coesione tra i Sindaci di voler costruire un percorso di crescita comune, però c'è bisogno anche di un supporto se vogliamo tecnico, e noi come Regione abbiamo la struttura delle politiche comunitarie e, proprio in questi giorni, abbiamo aperto una manifestazione di interesse per individuare delle professionalità che saranno accanto alle tre aree per sviluppare tutta la fase progettuale su quelle esigenze che sono emerse dal territorio, che sono appunto l'incontro tra le volontà del territorio e i bisogni del territorio stesso.
La passione che è stata mostrata stamattina è la stessa passione con cui noi in Giunta abbiamo portato avanti questa iniziativa. Ci crediamo moltissimo, siamo fermamente convinti che le aree interne, le aree più montane, ma non solo montane - ha ben detto prima il Prof. Barca che area interna non è sovrapponibile solo ad area montana, ma è la distanza o la carenza di alcuni servizi - possono essere il motore di sviluppo. Una grande forza perché hanno una tradizione, hanno una grande cultura che va rinnovata, per ridare una grande identità alla nostra regione che ha sempre avuto, ma c'è qualcosa, sicuramente, da portare avanti e da rilanciare.
Non dico altro, perché chiaramente molto è stato detto, rinnovo la gratitudine perché, nonostante il grande sforzo fatto, non è facile comunicare una strategia che non è semplicissima, è di grande impatto e soprattutto può portare grandi risultati.
Penso che stamattina sia stata un'occasione per comunicare all'Assemblea legislativa, poi chiaramente ognuno farà il proprio dovere, per comunicare al territorio, oltre ai territori che con noi la stanno vivendo quotidianamente, a tutta la regione, questa grande iniziativa che enti locali, Regione, Governo centrale, grazie anche ai fondi europei, stanno portando avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente dell'Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi per questa iniziativa, per questa opportunità che ha dato all'Assemblea legislativa delle Marche.
Una grande opportunità anche di carattere culturale perché gli interventi del Prof. Fabrizio Barca e di Dom Salvatore Frigerio sono vere e proprie lezioni di carattere e di spessore elevato, di carattere culturale, di una grande conoscenza di quelle che sono le strategie e non soltanto le strategie delle nostre aree interne e montane.
Parto da una considerazione, è indispensabile avere una strategia, è indispensabile pensare che questa strategia per le aree interne e montane sia un asse della strategia più generale di crescita, di crescita sostenibile e, tra l'altro, è stato già ricordato, in questo territorio marchigiano, partiamo da lontano. Alcune scelte anche di carattere istituzionale sono state poi utilizzate per alcuni modelli organizzativi nell'intero Paese, ne cito soltanto una, il Prof, Barca si è soffermato, con la dovuta attenzione e competenza sulla scuola, ma sulla scuola non c'era soltanto un problema di accorpamento, non c'erano soltanto le pluriclassi, c'era un problema per la sopravvivenza degli stessi istituti, per le stesse dirigenze, da lì con lo spirito della 97/94 sono partiti gli istituti comprensivi come pure l'alternanza scuola/lavoro. Oggi l'alternanza scuola/lavoro è un patrimonio delle scuole più avanzate di questo Paese e gli istituti comprensivi sono presenti a Roma e sono presenti ad Ancona.
Potrei continuare perché il concetto della multifunzionalità che deve essere esteso, è esteso anche alle imprese, al mondo del lavoro, ha un'importanza di non poco conto.
Oggi siamo in un'altra fase, partono queste aree sperimentali, le Marche sono pronte, ce ne sono già tre, verrà selezionata la prima, i criteri, come ci ha ricordato il Prof. Barca, vengono individuati in un'istruttoria pubblica aperta in cui tutti possono dire la loro, ma qui di fatto, dentro queste aree, alcuni percorsi concreti già ci sono, prima parte una poi le altre, ma i criteri ben precisi già ci sono e di fatto il percorso è già avviato.
Ho sentito, tra l'altro, il Presidente Spacca parlare di strategia di attacco, io mi sento di dire che nella strategia d'attacco non può non esserci questa strategia della crescita sostenibile e dell'attenzione alle aree interne montane e anche la messa a regime di alcune leggi su cui questa Assemblea ha già assunto delle decisioni, ma dovrà assumerne altre.
Condivido quel concetto che lei sottolineava Professore, quando ha parlato di semplicità. Noi lo abbiamo detto più volte, rifiutiamo la burocrazia e vogliamo la semplificazione, ci piace la partecipazione, non ci piace il dirigismo, quello che voi avete fatto, quello che lei ha fatto con il documento del 2012, è dentro questa strada, quindi, la ringrazio anche per questa ragione.
Il documento di Fonte Avellana, quella Carta di Fonte Avellana, non volevo dirlo, ma oramai sono qui e lo dico, sono stato uno dei firmatari, perché ho firmato quel documento per conto delle Province marchigiane, a quel documento, la legge 97/94 e molte altre leggi regionali, da quella sulla forestazione ed altre, al Psr, un insieme di leggi della Regione Marche, hanno dato coerenza. Abbiamo rappresentato in qualche modo un sistema, sapendo che ci deve essere un'attenzione alla presenza delle nostre genti, delle persone in montagna, ci deve essere per mantenere le persone nelle zone interne montane, quindi, occorrono quei servizi essenziali a cui è stato fatto riferimento.
Per brevità: il trasporto pubblico locale con quelle caratteristiche a cui si faceva riferimento, la scuola, i luoghi di produzione di cultura, perché oggi nelle nostre zone interne non soltanto siamo la Regione dei teatri e molti di questi sono nelle zone montane, ma ci sono anche altri momenti di produzione culturale, penso anche all'istituzione di alcune reti di carattere museale.
Fondamentali ovviamente sono i servizi alla salute, come l'attenzione a tutti quelli che sono i servizi immateriali, quindi, il digitale è una delle condizioni per poter vivere in questa realtà.
Da quel documento, poi lo dirà il Presidente Cardogna, noi abbiamo voluto che si sviluppasse una discussione anche in quest'Aula e siamo andati all'approvazione, poi il Presidente Cardogna sottolineerà, di un documento che è stato di supporto alla programmazione per i fondi dell'Unione europea, per la programmazione del sessennio 2014-2020. Siamo partiti da quel documento, siamo arrivati in quest'Aula, abbiamo approvato un altro documento che c'è stato di grande aiuto per la programmazione europea.
Risorse oltre a quelle ministeriali, che lei ha ricordato, per tenere insieme servizi, lavoro, garanzia delle condizioni, perché le persone possano vivere nei territori delle zone interne montane.
Vengo ad un altro aspetto che considero la cornice di tutto. Dom Frigerio parlava di etica, di rapporto uomo/ambiente. Bene, se non c'è l'orgoglio, l'amore per la nostra terra madre, difficilmente si riesce a costruire queste politiche, difficilmente si possono fare queste scelte. Allora cito alcune leggi che in questa legislatura sono state approvate da questa Assemblea, per esempio la rete ecologica marchigiana e Natura 2000 che mette a sistema le Sic, le zone di protezione speciali e così via. Abbiamo fatto una legge sul governo dell'acqua ed abbiamo stabilito che ogni qualvolta si realizza un progetto nella gestione del ciclo completo delle acque, potrebbe essere anche un impianto di depurazione, il 94% della spesa di quel progetto va destinato all'impianto di depurazione ed il 6% deve essere destinato alle sorgenti e agli ambienti naturali connessi. Questa è attenzione vera al territorio, è riconoscere quel valore vero di quella che è la nostra madre terra, di quei beni che devono essere tutelati perché sono beni comuni, quindi, si investa in qualsiasi parte del territorio, ma si destini una parte di quelle risorse dove c'è la risorsa principale.
Adesso siamo impegnati su un'altra legge, perché non possiamo ignorare che senza la valorizzazione dei boschi, della fauna, degli allevamenti, dei prodotti dell'agricoltura, della cultura e delle sue tradizioni, delle bellezze paesaggistiche, ci possa essere una seria politica del governo del territorio. Se non teniamo insieme l'ecosistema, se non partiamo dai boschi e dai corsi d'acqua non riusciremo a garantire il ripascimento del mare Adriatico e l'insieme del territorio. Da questo punto di vista scelte concrete, e la legge sul governo del territorio che la Commissione ha già licenziato, che oggi è all'attenzione del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, ha questo aspetto, ha questo sistema, perché vogliamo che la terra torni all'agricoltura, i fiumi tornino alla natura, e si costruisca sul costruito, altrimenti la fragilità del territorio non trova risposte certe, non trova risposte concrete.
Quello spirito, Dom Frigerio, di cui lei parlava, delle terre di Frattula, io non voglio definirlo, perché potrei essere di parte o apparire ideologico, quella scelta che è stata fatta allora, era una scelta che al centro aveva la persona, perché i frati hanno detto, i proprietari hanno detto a quei coltivatori: "Prendete tutto quello che vi serve per vivere per voi e per le vostre famiglie, se rimane qualche cosa e quello che rimane lo date alla proprietà". Non la definisco perché potrei essere ideologico, ma è una scelta avanzatissima, era una scelta giusta che al centro aveva il bisogno e dava una risposta alle speranze di quelle popolazioni. Credo che noi dobbiamo recuperare, come giustamente lei ha detto, anche questa etica.
Sono convinto che le aree interne e montane con la loro storia, lei giustamente ha detto con la loro identità, con la loro cultura, con l'economia, con le popolazioni che ci vivono, con le genti della montagna, rappresentano una risorsa strategica per il Paese e al tempo stesso trasformare, il Prof. Barca ci ha fatto faceva l'esempio dell'Università di Camerino, i punti di forza e le innovazioni in conoscenza, in sperimentazione, rappresenta sicuramente la crescita, rappresentano idee, opportunità e, quindi, questi territori, come luoghi fisici, ideali, di straordinario valore, sono un valore per il futuro della nostra regione e per il futuro dell'Italia.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Direi, se non ci sono altre richieste, di lasciare la chiusura al Presidente della Commissione politiche comunitarie, Consigliere Cardogna, quindi dopo l'intervento del Consigliere Busilacchi chiudiamo con il Presidente Cardogna.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Anch'io voglio iniziare ringraziando il Presidente Solazzi, l'Ufficio di Presidenza ed il Presidente Cardogna per questa iniziativa che credo utile. Voglio ringraziare soprattutto i nostri due illustri ospiti per le loro relazioni.
Credo che sia giusto onorare questo dibattito con un piccolissimo contributo, io non interverrò tanto nel merito, perché mi rappresenta da questo punto di vista l'intervento del Presidente della IV Commissione, Giancarli, vorrei intervenire piuttosto su un tema di metodo, perché credo che la lezione di Fabrizio Barca abbia anche un elemento di metodo sullo sfondo, cioè il fatto che l'utilizzo dei dati, di dati oggettivi, di un'analisi seria, dovrebbe istruire tutta l'analisi e tutta l'azione politico-amministrativa mentre spesso questo aspetto è sottovalutato, ignorato, anche distorto dal dibattito politico. Quante volte assistiamo in televisione ad un dibattito persino sui dati: il tasso di disoccupazione è tot, no è tot.
Credo che partire da un dato freddo, oggettivo, dovrebbe essere la base per un dibattito serio e per una politica seria, se facessimo questo, se questa occasione dell'Ufficio di Presidenza e del Consigliere Cardogna potesse darci, in questo finale di legislatura, un insegnamento, da questo punto di vista, potremmo contribuire a quella rivoluzione della serietà di cui oggi la politica ha bisogno.
Credo che su questo noi, ad esempio, potremmo utilizzare delle banche dati, non solo quelle che ci lasceranno a disposizione i nostri ospiti, ma anche altre che esistono. Ricordo che qualche anno fa il Presidente Spacca giustamente e con lungimiranza chiese quest'analisi, questo studio, Marche 2020, torna questa cifra, e fece molto bene, a quello studio lavorarono alcuni dei più importanti studiosi della nostra regione, ma anche di fuori regione, penso al Prof. Trigilia che all'epoca non ricopriva incarichi di Governo, e credo che sarebbe utile, se quello studio che si è concluso potesse, prima della fine della legislatura, essere l'occasione per un dibattito che ci consenta di comprendere quello che abbiamo fatto, di valutare l'impatto, come diceva il Prof. Barca, delle nostre politiche e di comprendere il futuro.
Credo che sarebbe utile, noi abbiamo, tra l'altro, molte altre banche dati, abbiamo un osservatorio epidemiologico, abbiamo dei dati che ci vengono dalla demografia, dal sistema statistico regionale, questi dati possono orientare le nostre politiche, le nostre scelte sui servizi pubblici locali. Credo che questo approccio ci potrebbe aiutare anche nella gestione del bilancio e penso che l'Assessore Marcolini, da questo punto di vista, sia sensibile e potremmo evitare che, tramite un uso sapiente dei nostri dati e delle nostre analisi, ci sia una cosa a cui troppo spesso assistiamo, cioè una politica fatta a macchia di leopardo che guarda i campanili piuttosto che al bene di una comunità più grande.
Si parlava prima del regionalismo, ne parlava anche il Presidente Spacca, io lo condivido, noi dobbiamo ripensare il regionalismo, il fatto che il nuovo regionalismo sia l'equilibrio tra le varie aree della regione, sia dal punto di vista delle infrastrutture, dei servizi, delle risorse, ma anche un'analisi delle dimensioni ottimali.
Vedo qui l'Assessore Canzian, abbiamo iniziato questo dibattito sugli ambiti ottimali, arriverà presto in Aula la proposta di legge n. 280 che discuterà gli ambiti territoriali sociali, queste analisi ci servono per capire qual è l'ambito ottimale destinatario delle nostre politiche.
Si è parlato di Università, anche su questo dovremmo aprire una riflessione così come sul livello ottimale di accentramento dei servizi che spesso vediamo in sanità.
Concludo perché non la voglio fare lunga, prima Dom Frigerio ha detto una frase molto bella: "Pensare per aiutare a pensare", io ricordo un'altra frase altrettanto bella di Luigi Einaudi che diceva: "Prima bisogna conoscere, poi bisogna discutere e alla fine bisogna deliberare", era il 1955 e questa frase era contenuta in un saggio che si chiamava "Prediche inutili", non vorrei che questi interventi che abbiamo fatto questa mattina siano a distanza di 60 anni ancora delle prediche inutili, ma possano diventare la prospettiva e lo spettro di un nuovo agire politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente della VI Commissione Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Penso che la buona politica abbia bisogno di momenti condivisi e simbolici che rimangano nel tempo affinché gli uomini e le donne, chiamati di volta in volta ad amministrare la cosa pubblica, possano condurre azioni durature.
Oggi è uno di questi, quindi, poco aggiungerei perché tutte le citazioni che andavano fatte sono state fatte, e tutti i riferimenti storici e anche della nostra storia recente di questa regione sono stati portati alla nostra attenzione con grande maestria.
Chiaramente non posso non ringraziare il Presidente e l'Ufficio di Presidenza per aver accettato e condiviso la sollecitazione che la VI Commissione ha portato, soprattutto perché ritengo che abbia voluto valorizzare l'importante lavoro che la Giunta regionale e il Consiglio regionale hanno fatto sulla nuova programmazione comunitaria.
E' del tutto ovvio, ringrazio nostri ospiti per aver accettato l'invito del Presidente e per il contributo veramente importante che hanno portato, il Prof. Barca con questa sua lezione di metodo e Dom Salvatore Frigrio nel ricordare che c'è una storia che ci fa guardare anche al futuro.
In questi anni non posso non ricordare che più volte in questa legislatura il Consiglio regionale ha trattato con particolare coinvolgimento e sensibilità temi che rimandavano, per forza di cose, alle aree interne ed alle aree montane di questa regione. Questo è successo quando abbiamo parlato del dissesto idrogeologico, questo è successo quando abbiamo parlato della riforma delle comunità montane, questo è successo quando abbiamo parlato, per esempio, ultimamente, della definizione degli ambiti territoriali ottimali.
Tutte cose che si tengono tra di loro. Si tengono tra di loro perché c'è una regione che tutta insieme dà una comunità, certo non ci sfugge in questo contesto che aree interne e zone montane non sono la stessa cosa, ma comunque sappiamo che gran parte delle zone montane appartengono a quelle che vengono definite oggi le aree interne secondo le modalità che il Prof. Barca ci ha precisato questa mattina.
Sento doveroso anche esprimere la soddisfazione mia e della Commissione, di cui sono Presidente, per la giornata di oggi, con una punta di attualità. Abbiamo lavorato come Commissione e come Assemblea ai programmi operativi regionali proposti dalla Giunta, rilevando come in modo particolare il Por-Fesr avesse opportunamente e in modo puntuale recepito la strategia nazionale per le aree interne.
Ci siamo altresì convinti, e questo è stato il contributo che abbiamo cercato di dare come Assemblea a quella risoluzione di indirizzo alla Giunta per la predisposizione dei programmi operativi, a cui ha fatto riferimento il Presidente Giancarli, che gli obiettivi della strategia nazionale per le aree interne andavano perseguiti con progetti pilota, ma non solo, con tutte le altre azioni presenti nei fondi che fossero utili a perseguire quella strategia.
In questo c'è stata molto utile la declaratoria che accompagnava la definizione degli interventi di sviluppo locale contenuta nel documento, per capirci, quel tipo di interventi che se realizzati con il concorso di tutti i fondi permetteranno, allora si, di beneficiare delle risorse aggiuntive della legge di stabilità per l'adeguamento dei servizi essenziali.
Quali sono questi interventi prioritari: tutela del territorio, valorizzazione delle risorse materiali e culturali e turismo sostenibile, sistemi agroalimentari e sviluppo locale, risparmio energetico e filiere locali di energia.
Queste priorità sono perseguibili con diverse azioni contenute nei nostri programmi operativi, per esempio, oltre alle filiere, gli accordi agro ambientali d'area che si articolano in accordi per la difesa del suolo, in accordi per la difesa degli equilibri idraulico e geologici della nostra regione e di conservazione della biodiversità, questi sono contenuti nel piano di sviluppo rurale e sono perseguiti anche da altri obiettivi che sono gli obiettivi tematici del Fesr, in modo particolare dal 5 e dal 6 che titolano: "Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico ... tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse".
Crediamo che la grande scommessa si faccia su tutta quanta questa partita, ma la strategia fa un'altra cosa molto importante, che sembra quasi banale se molte volte è l'aspetto di cui più ci si dimentica, afferma e indica chi sono gli attori, chi è l'attore degli interventi di sviluppo locale e questo attore è la popolazione residente, tanto che indica la necessità di ricercare nuove forme di attribuzione a soggetti presenti sul territorio di funzioni pubbliche di natura ambientale e paesaggistiche.
Ecco il contributo che possiamo dare anche in questa direzione, le buone pratiche sviluppate nella nostra regione, alcune di queste modalità, affinché la popolazione residente sia partecipe e attore di questa crescita e di questo sviluppo, noi le abbiamo già praticate e potremmo metterle a disposizione del Prof. Barca nel prosieguo di questa esperienza che abbiamo intrapreso con il Governo nazionale. Grazie.

PRESIDENTE Con questo ultimo intervento si chiude la parte della seduta assembleare aperta.
Ringrazio ancora una volta il Prof. Fabrizio Barca e Dom Salvatore Frigerio a nome mio personale e di tutta l'Assemblea.
Ringrazio l'Assemblea per la partecipazione con la quale ha assistito, ha partecipato a questi lavori.
Proseguiamo con la seduta ordinaria, lasciatemi solo il tempo di salutare i nostri ospiti.

SEDUTA N. 170 DEL 30 SETTEMBRE 2014

La seduta inizia alle ore 12,15

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

Comunicazioni del Presidente

Do per letto il processo verbale della seduta n. 169 del 23 settembre, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 444 in data 29 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica della legge regionale 26 marzo 2012, n. 3 'Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale - VIA'”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere ai sensi dell'articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro, per il parere ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 445 in data 29 settembre, ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Latini, concernente: “Detrazioni fiscali per famiglie numerose o con presenza di familiari a carico con disabilità. Modifica ed integrazione all'articolo 6 della legge regionale 27 novembre 2012, n. 37”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, trasmessa alla V Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento interno e alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 446 in data 29 settembre, ad iniziativa del Consigliere Marconi, concernente: “Istituzione e riconoscimento del marchio 'Impresa amica del sociale'”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro, per il parere ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato il seguente regolamento regionale:
n. 4 in data 11 settembre “Criteri e modalità di iscrizione nell'elenco delle associazioni operanti a livello regionale impegnate nella tutela del diritto alla salute in attuazione dell'articolo 24, comma 1 bis della legge regionale 20 giugno 2003, n. 13”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Badiali, Bucciarelli e D'Anna.
Ora andiamo all'ordine del giorno ed alla proposta di legge n. 423.

Sull'ordine del giorno

(interviene fuori microfono il Consigliere Natali)

PRESIDENTE. Consigliere Natali ho le consegne del Presidente, chiaramente credo che ...

Giulio NATALI. Senta noi non siamo all'asilo. Non ci sono neanche andato, non mi hanno mandato all'asilo.

PRESIDENTE. Ed ha sbagliato, forse ...

Giulio NATALI. Forse mi ha fatto male, però non ci vado a 57 anni, altri forse migliorerebbero, visto il livello qui dentro.

PRESIDENTE. Dato che abbiamo iniziato con la proposta di legge, con la discussione della proposta di legge 423, facciamola, poi, come da Regolamento, abbiamo mezz'ora per le interrogazioni. Credo che sia anche possibile che questa ...
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovani ZINNI. Chiedo una sospensione perché credo che l'opposizione debba parlare un attimo di questa cosa.
Chiedo la sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Sospendiamo per 10 minuti, anche perché diamo modo ai colleghi di rientrare in Aula, considerato che durante le relazioni del Prof. Barca e Dom Frigerio non è che ci fosse una grande affluenza.

La seduta è sospesa alle ore 12,20

La seduta riprende alle ore 12,25

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, mi pare che la minoranza abbia chiesto di andare avanti con l'ordine del giorno, cosa un po' originale, perché di solito quando abbiamo queste sedute impostate così, passiamo subito al punto dell'ordine del giorno che riguarda le leggi, però non c'è problema, il tempo previsto dal Regolamento per la trattazione delle interrogazione è di mezz'ora, quindi lo possiamo accordare.
Cominciamo dalla prima interrogazione oppure avete da segnalarne qualcuna, perché in mezz'ora non è che ne possiamo fare 10, quindi se ci sono delle interrogazioni che ritenete di trattare ..., no, mezz'ora è il tempo minimo previsto dal Regolamento, non faccio un minuto in più, quello facciamo, e poi passiamo al punto 3. Va bene, come sintesi massima.
Se non ci sono richieste, comincio dalla prima.

Interrogazione n. 1699
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Opportunità di effettuare il controllo numerico dei cinghiali mediante uso di armi da fuoco all'interno della Riserva naturale statale Gola del Furlo"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1699, ma non c'è l'interrogante. Il Consigliere Cardogna non c'è, quindi, passo alla prossima.

Interrogazione n. 1777
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
"Situazione Banca delle Marche - problematica blocco azioni"

Interrogazione n. 1394
ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Giancarli
"Percorso di rafforzamento patrimoniale di Banca delle Marche e su un possibile intervento statale volto al consolidamento di Banca Marche"

Interrogazione n. 1677
ad iniziativa dei Consiglieri Zinni, Natali, Acquaroli, Romagnoli
"Situazione Banca Marche"

Interrogazione n. 1356
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
"Grave situazione di Banca Marche"

Interrogazione n. 1331
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Piano esuberi - Banca Marche"
(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1777 del Consigliere Pieroni, l'interrogazione n. 1394 dei Consiglieri Badiali, Giancarli, l'interrogazione n. 1677 dei Consiglieri Zinni, Natali, Acquaroli, Romagnoli, l'interrogazione n. 1356 del Consigliere Pieroni e l'interrogazione n. 1331 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini che non vedo in Aula.
Diciamo che la partecipazione ai lavori è, come dire, discrezionale.

Interrogazione n. 1778
ad iniziativa del Consigliere Natali
"Realizzazione Casa protetta di 20 posti nell'AV5"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1778 del Consigliere Natali.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. il Consigliere Natali chiedeva l'elenco dei responsabili tecnici ed amministrativi per la progettazione, direzione lavori, realizzazione e collaudo della struttura che si sono succeduti negli anni ..., non so se sia il caso di leggerli ... io ce li ho, (...) era solo per abbreviare, glieli davo ..., ed erano:
- il Progettista Ing. Brunetto Carulli, Responsabile Ufficio Tecnico USL 13;
- Direttore dei Lavori Ing. Brunetto Carulli, Responsabile Ufficio Tecnico USL 13;
- Direttore Operativo P.I. Virgilio Petrucci, Funzionario Ufficio Tecnico USL 13;
- Direttore Operativo Geom. Valentino Fantuzi, Funzionario Ufficio Tecnico USL 13;
- Sicurezza fase di progettazione ed esecuzione Promedia Snc, Professionista incaricato;
- Geologo Dott.ssa Simona Tosti, Professionista incaricato;
- Collaudatore Statico Arch. Emidio Cinesi, Genio Civile;
- Responsabile Unico del Procedimento Geom. Remo Bizzarri, Funzionario Ufficio Tecnico USL13.

(interrompe il Consigliere Natali)

Almerino MEZZOLANI. Questo adesso non glielo so dire, tranne quelli che saranno andati in pensione probabilmente o saranno stati trasferiti dall'Asur.
Con decreto del Dirigente del Servizio sanità della Regione Marche n. 475 del 10 dicembre 1998 veniva assegnato a favore dell'Azienda Sanitaria Usl n. 13 un contributo in conto capitale di 1.200.000.000 lire per la realizzazione di una Casa Protetta da 20 posti letto da realizzarsi nel parco del complesso sanitario Luciani.
A seguito del finanziamento l'Ing. Brunetto Carulli, Responsabile dell'Ufficio Tecnico dell'USL n. 13, provvedeva a redigere un progetto esecutivo riferito ad un primo lotto in quanto l'importo finanziato pari a 1.200.000.000 di lire, pur consentendo la realizzazione del manufatto non ne permetteva la completa definizione a livello di fondazione e arredi per la particolare disposizione del terreno, per la necessità di preservare le essenze arboree presenti e per l'utilizzo degli impianti generali esistenti nel complesso sanitario Luciani.
Con il verbale di Conferenza dei Servizi indetta dal Direttore Generale dell'ex Azienda Sanitaria Usl n. 13 in data 5 ottobre 2000 veniva espresso parere favorevole sul progetto esecutivo relativo il 1° lotto subordinando l'inizio dei lavori alla redazione di un'indagine e relazione geologica.
Con provvedimento originale del Direttore Generale n. 1372 del 6 dicembre 2000 veniva tra l'altro approvato il progetto esecutivo relativo il 1° stralcio e nominato il geologo nella persona della Dott.ssa Tosti Simona professionalmente abilitata ad eseguire le necessarie indagini geologiche ed a rilasciarne debita relazione geologica.
In corso d'opera, dopo aver liquidato un primo SAL per lavori eseguiti pari ad euro 173.728 IVA compresa, nel rispetto di quanto stabilito all'art. 20 del capitolato speciale d'appalto, per cause impreviste ed imprevedibili di natura geologica risultate a seguito della suddetta indagine fu redatta una perizia di variante per lavori aggiuntivi contenuti nella misura del 5% dell'importo appaltato, in quanto la relazione fece emergere la necessità di rivedere l'assetto strutturale dell'edificio, alla luce della nuova situazione venutasi a verificare in corso d'opera.
La stessa fu approvata con provvedimento straordinario dell'Azienda Sanitaria Usl n. 13 n. 23 del 15 gennaio 2003.
Infine, sempre in corso d'opera, dopo aver liquidato un 2° SAL per lavori eseguiti pari ad 292.124, euro nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 20 del capitolato speciale d'appalto, con provvedimento originale del Commissario Straordinario n. 648 del 10 giugno 2003 fu approvata una seconda perizia di variante necessaria alla realizzazione di piccole opere di sistemazione esterna oltre a migliorie su prospetto di copertura.
I lavori furono ultimati in data 24 giugno 2003 e collaudati con Certificato di regolare esecuzione emesso dal Direttore dei lavori in data 29 ottobre 2003.
Per il collaudo statico fu incaricato l'Arch. Emidio Cinesi il quale in data 20 ottobre 2003 ha provveduto a redigere apposito certificato e a depositarlo presso gli uffici dell'ex Genio Civile di Ascoli Piceno.
A favore dell'impresa vennero emessi n. 3 certificati di pagamento a seguito di altrettanti stati di avanzamento lavori e liquidato lo stato finale a seguito di Collaudo Amministrativo.
Le spese generali sono riferite alla:
liquidazione del geologo in 15.520 euro;
liquidazione del collaudatore 6.878 euro;
liquidazione sicurezza in fase di progettazione 16.000 euro;
liquidazione sicurezza in fase di esecuzione 30.901 euro;
Totale complessivo di 69.336 euro.
Nel quadro economico della perizia n. 2 le spese generali risultano essere pari ad 69.411 euro di cui 57.843 di spese generali ed 11.568 per IVA in ragione del 20%.
Lavori di straordinaria manutenzione:
- ristrutturazione per la realizzazione di una RSA - 1° lotto - importo finanziamento 1.394.000 euro;
- ristrutturazione per la realizzazione di una RSA - 2° lotto - importo finanziamento 1.048.000 euro.
Lavori di ordinaria manutenzione dal 2001 al 2014 861.000 euro circa, come da specifiche allegate.
Si precisa altresì che per quanto riguarda l'occupazione dell'ex portineria dell'Ospedale Luciani sita in via delle Zeppelle in Ascoli Piceno, non risulta essere mai stata effettuata alcuna autorizzazione in merito da parte dell'AV n. 5. La stessa sin dall'anno 2011, ha provveduto a segnalare tale occupazione abusiva alle competenti autorità: denuncia alla Questura di Ascoli Piceno in data 20 dicembre 2011, attraverso la lettera all'Assessore Servizi Sociali alla Persona ed al Dirigente Settore Attività Culturali, Turismo, Sport e Servizi Sociali del Comune di Ascoli Piceno, alla Questura di Ascoli Piceno, all'Assessorato Politiche Sociali del Comune di Ascoli Piceno ed alla Prefettura di Ascoli Piceno.
Gli Allegati sottoelencati, trasmessi unitamente alla relazione, dall'AV n. 5, sono disponibili in formato elettronico presso il Servizio politiche sociali e sport. Qui ci sono tutti i verbali e tutti i provvedimenti che seguono, Consigliere Natali, penso che non serve leggerli sono allegati all'interrogazione. Va bene?

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Vede Assessore, forse lei non si rende conto, queste sono le foto (mostra delle fotografie), 1.200.000.000, vede Assessore lei ha parlato di queste cose, non so chi le ha fatto la relazione, vorrei che fosse qualcuno di quelli che ha nominato come responsabili di queste prodezze.
Lei rispondendomi ad una interrogazione ha parlato di utilizzo etico delle risorse, se lo ricorda? Sta stampato lì.
Il Presidente Spacca, c'era anche il Consigliere Perazzoli, quando abbiamo inaugurato la Pet, giovedì scorso, ha parlato di tutto quello che viene dalla sanità marchigiana, nella nostra terra, e ha detto che noi, questa Regione non spreca risorse. I miei più vivi complimenti!
L'Assessore Canzian che fa il medico, così come il sottoscritto, ma penso come qualsiasi ascolano, di questo non sa nulla. Sa perché Assessore? Perché il 1.200.000.000 fotografato qui, i reportage sono a disposizioni di tutti, è nascosto, non si vede, se lei va su Google neanche da lì si vede perché sembra un corpo unico con il Luciani.
Qualcuno negli anni si è divertito a buttare 1.200.000.000 così, ma il bello è che non le dicono tutto, perché nella determinazione del 14 luglio 2003, il 1.200.000.000 doveva servire, perché qui c'è scritto, per fare determinate cose, sarebbero mancati soltanto, per i 20 posti di residenza protetta, le rifiniture e l'attrezzatura.
Guardate (mostra delle foto) qualcuno si deve vergognare, sempre se ne è capace, perché per vergognarsi bisogna anche esserne capaci, bisogna capire.
Quando si parla di risorse, questo è un patrimonio di Ascoli Piceno.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Trenta, non vedo nessuno di Ascoli, perché, come dice il Presidente dell'Agenzia, essendo io un povero fascista, nel 1930 il sanatorio di Ascoli Piceno, l'ex sanatorio, il Luciani, era in una pineta di 20 ettari perché la tubercolosi era una malattia sociale, chi era ricco si curava da solo, chi non era ricco andava in sanatorio. Questo sanatorio è durato per anni, è stato una perla della sanità picena fino a che è diventato nel corso degli anni, strutturalmente è in piedi, ma guarda un po' il caso, guardia medica, RSA e posti di residenza protetta.
Nel 2001 decidono di fare altri 20 posti di residenza protetta, facendo che cosa? Disboscando la parte sovrastante, c'è un'altra pineta. Gli ambientalisti, i verdi, non c'erano, dormivano in quel periodo il sonno dei giusti e non si sono accorti che sparivano gli alberi e veniva fatta una cosa di questo genere, una porcata, mi viene solo questo termine, che costa 1.200.000.000 che dal 2003 sta in queste condizioni e questa Regione, questi Assessori, gli Assessori al Piceno non se ne sono accorti, perché non sanno neanche che esiste.
Quando mi hanno chiamato per dirmi: "Hai visto cosa c'è sopra il Luciani?" "No!" "Ma come sono anni!" Alla fine uno mi ci ha portato per mano, perché da sotto non si vede, c'è un muraglione, non si vede niente, e da sopra c'è un altro bosco, non si vede, è nascosto. In tutto questo nascosto ci sono solo 1.200.000.000 lanciati, lanciati, il bello è questo, 1.200.000.000 dovevano servire per queste cose. Siamo partiti da spese generali per 25.000 euro, poi dopo aver dato la I^ tranche di cui parlava l'Assessore Mezzolani, i fenomeni si sono accorti che c'erano problemi alle fondamenta. Di solito noi pensiamo che le relazioni geologiche si facciano prima, che qualcuno i problemi delle fondamentale li verifichi prima, invece qui no. Allora 20.000 euro di variante, poi la II^ tranche, un'altra variante, la cosa bella è che al di là di varianti, le spese generali sono passate da 25.000 a 69.000 euro.
Qualcuno che qui ci ha fatto i soldini c'è. E' facile trovarlo. Lei fa un bel giro, verifica, per esempio, Assessore, anche l'Assessore Canzian, come mai tutti i lavori all'ospedale di Ascoli li fa tale Promedia, magari andiamo a vedere se in questa Promedia c'è qualche dipendente che è parente di qualcuno che lavora all'ospedale di Ascoli.
Ne vogliamo parlare? Utilizzo etico delle risorse, Assessore! Lei lo dice. Io sono un povero fascista. Per capire cosa significasse etico sono andato sul vocabolario a cercarlo. Utilizzo etico! Noi non sprechiamo risorse! Voi fate ridere, direi fate piangere perché far questo, e non accorgersene, è favorire Grillo.
Assessore Canzian, queste cose sono uscite sul giornale, sul Carlino a livello nazionale, e mi hanno detto: "Ma il direttore dell'Area Vasta di Ascoli non dice niente?" Non se ne sarà accorto, del resto è il direttore dell'Area Vasta, mica del patrimonio dell'Area Vasta, starà lì a fare altro, non so che cosa stia facendo. Non mi guardi così Assessore Canzian, perché anche lei dovrebbe rispondere perché è l'Assessore al Piceno e lei su queste cose deve rispondere. Sarà chiamato a rispondere. Fa ridere e chiudo, fa ridere questa vicenda.
Questa vicenda non finirà qui, è evidente, perché chiunque sa di questo ..., c'è una televisione, pensate voi, la televisione della Cei che ha chiamato il direttore dell'Area Vasta per chiedergli spiegazioni, ma il direttore dell'Area Vasta si è negato. Forse è troppo impegnato ad epurare all'ospedale di Ascoli, ma epura male, tra l'altro. Nell'epurare male si farà male, sono messaggi che devono arrivargli, nell'epurare male si farà male, perché non capisce neanche questo. Deve intervenire sulle cose che non funzionano e sono tante.
La Pet a 4 anni di distanza per fare la campagna elettorale o per parlare di ospedale unico. Perché noi dovremo vendere il Luciani? Capito Consigliere Perazzoli? Per fare un ospedale unico vendiamo il Luciani. Forse il Luciani lo vendiamo a qualche privato che ci fa una casa di cura o forse a qualche palazzinaro che ci fa un bel villaggetto in mezzo ad una pineta di 20 ettari.
Questa è la vostra sinistra, sono contento che questa sia la vostra sinistra, andatelo a raccontare ai vostri elettori, vedremo come andrà a finire.

Interrogazione n. 1539
ad iniziativa del Consigliere Zinni
"Reclutamento personale precario"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1539 del Consigliere Zinni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il Consigliere, nell'interrogazione articolata in due punti e dopo la premessa, chiedeva:
"- perché, anziché attingere dalla graduatoria vigente a mezzo dello scorrimento della stessa si sia privilegiato il reclutamento mediante ulteriore assunzione di personale, con ulteriore aggravio di costi;
- se non ritenga opportuno evitare il ricorso a rapporti di lavoro precari, mediante una politica di revisione delle piante organiche e con l'assunzione, seppure con le limitazioni imposte dalle normative vigenti, ...".
In merito a questa interrogazione è stata chiesta una relazione alla Direzione dell'Asur corrisposta in data 21 febbraio 2014, quindi, è anche datata.
In via preliminare è necessario richiamare la legge 13/2003 che prevede che:
- l'Asur, nel rispetto degli obiettivi assegnati e delle direttive impartite dalla Giunta regionale, eserciti a livello centralizzato, le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'attività aziendale e di Area Vasta;
- le Aree Vaste provvedono, tra l'altro, alla gestione delle risorse umane e all'amministrazione del personale, comprese le procedure di reclutamento.
Ciò stante, in materia di ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, l'articolo 7 del decreto legislativo n. 165/2001 prevede che, per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria.
Stante il suddetto contesto normativo, pur nella vigenza di una graduatoria di collaboratore tecnico - settore informatico ancora in corso di validità, il ricorso a contratti di lavoro flessibile da parte dell'Asur e/o delle Aree Vaste - quale forma di reclutamento utilizzata in via del tutto residuale e, comunque, nel pieno rispetto dei presupposti di cui alla citata normativa - si motiva a fronte di situazioni di particolare criticità e di contingenti necessità, che consentono alle pubbliche amministrazioni di avvalersi di forme di flessibilità previste dall'ordinamento. Peraltro, lo spirito della norma e la natura dei rapporti giuridici conseguenti non incidono sugli assetti organici, né sulle dinamiche relative al personale, ma sopperiscono in via del tutto provvisoria ad esigenze che sarebbe stato improprio soddisfare con la stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato, stanti anche i limiti previsti dalla normativa in materia di contenimento della spesa pubblica, in particolare, nell'ambito delle assunzioni a tempo indeterminato da parte delle amministrazioni pubbliche.
Oltre a ciò, si evidenzia che né l'Asur né le altre Aree Vaste, successivamente all'approvazione della graduatoria di collaboratore tecnico - settore informatico avvenuta con determina n. 768 del 2012, hanno pubblicato nuovi bandi/avvisi per l'assunzione a tempo indeterminato della medesima professionalità che, occorre specificare, si distingue da tutte le altre, posto che, fermi restando i requisiti generali previsti per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, per il reclutamento di ogni qualifica e profilo professionale è richiesto il possesso di requisiti di ammissione ben specifici, non potendosi, quindi, parlare di "personale con caratteristiche similari a quelle richieste per l'ammissione al concorso di cui trattasi".
Si evidenzia infine che l'Asur sta operando nel pieno rispetto dei parametri definiti dalla deliberazione di Giunta n. 1161 del 2011, per il triennio 2011-2013, e dalla deliberazione di Giunta n. 977 del 2014, per il biennio 2014-2015, che prevedono per l'anno 2011 una riduzione pari al 10%, per l'anno 2012 pari al 20% e per l'anno 2013 e 2014 pari al 30% rispetto all'ammontare in termini di competenza della spesa per i contratti di lavoro flessibile rispetto al 2009.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente. Devo dire che la risposta - a me dispiace, sembra che uno ce l'ha sempre con l'Assessore Mezzolani, ma probabilmente essendo Assessore alla sanità questo gli tocca - è patetica e scolastica. Praticamente il servizio ha spiegato, lo ringrazio, gli faccia sapere che non sono così ignorante, qual è la normativa di riferimento di assunzione dei lavoratori a tempo determinato.
E' evidente che la gente non sopporta più come la Regione Marche, nel comparto sanità, assume la gente. E' inaccettabile! E' una vergogna! Bisogna finire di prendere in giro la gente, facendo dei concorsi che lasciano in piedi delle graduatorie che poi non vengono utilizzate, perché probabilmente, dico probabilmente, esaurita la funzione della graduatoria, magari doveva essere assunto Tizio piuttosto che Caio, ci si dimentica che esiste e si usa un'altra serie di strumenti normativi per assumere a tempo determinato.
E' un meccanismo che la gente non sopporta più, che porterà, se continueremo così, a disordini sociali nei confronti della politica, disordini di ordine pubblico perché è inaccettabile per una persona vincitrice di concorso o in graduatoria - essere il numero tre - sperare che nell'arco di due anni la graduatoria venga tenuta in considerazione, e poi magicamente vedere che le persone vengono assunte altrove.
Mi sarei aspettato, se fosse stata una risposta seria, Assessore, che lei avesse detto: chiudiamo le porte, via la stampa, facciamo nomi e cognomi e vediamo perché Tizio ha diritto ad essere assunto, rispetto a Caio. Senza giornalisti e senza demagogia. Invece la risposta è patetica, scolastica, serve semplicemente a dire lo sappiamo che abbiamo fatto i furbi, ma l'abbiamo fatto a norma di legge.
Mi aspettavo da lei un segnale politico, una prova di forza, prendo atto che con eleganza ha ammesso le sue colpe, ma la vera domanda è: quando smetteremo di utilizzare gli strumenti di assunzione nel pubblico in questo modo? In un momento in cui con la crisi economica i posti di lavoro non ci sono? Questo è ancora più insopportabile per la gente perché non ci sono posti di lavoro. Non possiamo fare finta di questo e continuare con i vecchi vizi della politica, assumere Tizio in un modo, Caio in un altro, lasciando fuori i non tutelati.
Da questo punto di vista, credo che ogni Consigliere regionale debba iniziare veramente a porsi il problema, soprattutto voi della maggioranza, ponetevelo questo problema, tanto i posti che date sono insufficienti a vincere le elezioni. Visto che sapete che questi concorsi non vi serviranno, perché i concorsi che facevate una volta prendendo in giro la gente per impiegati amministrativi, non li potete rifare, perché non avete le risorse, forse è il caso che iniziate a fare le cose per bene dando dei criteri.
Io ho chiesto in Commissione, sul rendiconto, di avere il rapporto dettagliato di tutte le assunzioni che avvengono nella sanità ed i criteri, perché sono un costo per la pubblica amministrazione.
La sfido Assessore a pretendere che il Servizio dia questi dati all'ufficio ragioneria, quando verrà in Commissione lunedì prossimo, perché su questo si deve avere il coraggio di confrontarsi. Se lei è in buona fede, deve far arrivare questi dati e se verrà fuori che questi dati sono veramente tanti, allora dovrà avere anche il coraggio di affrontare qualunque denuncia dell'opposizione.

Proposta di legge n. 423
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1996, n. 38 'Riordino in materia di diritto allo studio universitario'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 423 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Sarò brevissimo, anche in questa sede si tratta di modificare l'articolo 18, però non credo che susciterà ..., è una legge regionale, quindi, non vi preoccupate!
In realtà è una legge che tende a semplificare i rapporti tra gli enti coinvolti: la Regione, gli Ersu e le Università, evitando duplicazioni di competenze e iter procedurali onerosi per la pubblica amministrazione.
Presentando alcune modifiche all'articolo 18 si consente agli Ersu di stipulare direttamente le convenzioni con lo Stato e le Università per l'uso dei beni immobili delle stesse Università e del materiale mobile in essi esistenti.
Oggi passa tutto tramite la Regione che poi si convenziona con gli Ersu, quindi, costi in termini di ore di lavoro, di procedure, di tempi, eccetera, con questa proposta di legge facciamo il passaggio diretto.
In Commissione l'abbiamo esaminata velocemente, con urgenza e all'unanimità, chiedo di fare altrettanto oggi.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Non c'è il relatore di minoranza, Consigliere Massi.
Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 423. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Vorrei ricordare che c'è la mozione n. 670 "Situazione del virus ebola in Italia e nelle Marche", a mia firma, già discussa due Consigli fa e, quindi, in fase di votazione. Deve essere votata, questo dice il Regolamento.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Natali e Zaffini.

PRESIDENTE. Va bene.

Mozione n. 670
ad iniziativa del Consigliere Zinni
"Situazione virus ebola in Italia e nelle Marche"
(Votazione)
(discussione generale avvenuta nella seduta n. 168 del 16 settembre 2014)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 670 del Consigliere Zinni.
La pongo in votazione per appello nominale, chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali e Zaffini.
Favorevoli: Brini, Bugaro, Carloni, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni;
Contrari: Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini;
Astenuti: Ortenzi.

(L'Assemblea legislativa non approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,05