Resoconto della seduta n.177 del 25/11/2014
Seduta aperta sul tema
"Presentazione delle attività socioculturali ed artistiche svolte negli Istituti penitenziari delle Marche" (legge regionale 28/2008)

PRESIDENTE. Colleghi consiglieri buona giornata, diamo inizio alla seduta aperta dedicata ad una iniziativa che nasce dalla proposta del Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria delle Marche condivisa dall'Assessorato ai servizi sociali di questa Regione, dalla Presidenza dell'Assemblea legislativa, dall'Ombudsman regionale che, fra i compiti che gli sono attribuiti, oltre alla difesa civica, ai diritti degli immigrati, alla tutela dei diritti dell'infanzia, ha anche la funzione di tutela dei diritti dei detenuti.
E' con grande piacere, senza retorica, siamo la prima Regione d'Italia a realizzare un evento di questo tipo che nella sostanza è l'opportunità, la possibilità di far conoscere all'Assemblea legislativa delle Marche, alla stessa Assemblea legislativa che ha realizzato in Italia una delle leggi che si pone all'avanguardia nel panorama legislativo regionale in materia, precisamente la legge 28 del 2008 che realizza l'obiettivo, assolutamente condivisibile, di un rapporto costante e di un supporto nei confronti dell'attività dei detenuti.
In altre circostante ho avuto occasione di dire che è il dettame costituzionale che dovrebbe orientare il rapporto con la popolazione carceraria, è il dettame costituzionale che dovrebbe dettare il rapporto con i detenuti che scontano una pena detentiva, il giusto tributo che viene pagato per aver commesso un reato, ma nella Costituzione c'è l'altra faccia della medaglia e cioè che la pena detentiva non può esaurirsi soltanto ed esclusivamente nello scontare una pena a fronte di un atto delittuoso, ma deve costituire, questo spesso non accade e viene tralasciato, per questo spesso non ci si adopera, l'occasione della riabilitazione del detenuto. La detenzione deve costituire lo strumento per far si che quando la pena sia scontata il detenuto non sia in condizioni di difficoltà al reingresso nella società, ma il suo reinserimento a pieno titolo nella società sia agevolato dal lavoro e dall'attività svolta, dall'impegno educativo riabilitativo che all'interno delle carceri dovrebbe verificarsi.
Sono consapevole del fatto che nel nostro Paese ci siano difficoltà oggettive per quanto riguarda i nostri penitenziari. I problemi sono diversi, il sovraffollamento certamente non agevola una pena che deve conservare i criteri di umanità, di un rapporto umanizzato con il detenuto. Oltre al sovraffollamento spesso le condizioni delle carceri in Italia mal si addicono a quei principi costituzionali a cui ho fatto riferimento perché ci sono condizioni difficili, deteriorate. Un altro tema lamentato in molte parti d'Italia è relativo alla non proporzionalità fra popolazione detenuta e numero di addetti adibiti alla cura, alla sorveglianza, all'attività del carcere.
Sia pure in un quadro di questo tipo, sia pure con la consapevolezza di alcune emergenze che caratterizzano il nostro sistema carcerario italiano, credo che ognuno debba avere il compito di fare con responsabilità quello che gli viene attribuito. Bene ha fatto la Regione Marche, ripeto, attraverso la legge 28 del 2008 a fare in modo, a tentare per lo meno, a provarci, che quel principio costituzionale a cui ho fatto riferimento coniugi al meglio la pena detentiva, come pagamento del prezzo per il delitto commesso, con la necessità di un'attività che non solo riabiliti, ma crei le condizioni per il reinserimento del detenuto nella società civile.
Io ho sempre pensato in questo modo, credo che sia un elemento essenziale perché se non è questo, se non è così, come spesso non èì, l'uscita dal carcere, dopo aver scontato la pena, può creare le condizioni per cui un soggetto che non trova alcuna possibilità o ha difficoltà di reinserimento, rischia di scivolare nuovamente nell'attività delittuosa.
Tutto quello che si fa, tutto quello che si produce, tutto l'impegno che si mette per ispirare la detenzione a questi principi, credo che sia un servizio sociale non soltanto in favore del detenuto, ma in favore di una società in cui il detenuto una volta, scontata la pena, dovrà tentare di reinserirsi.
Ecco perchè abbiamo voluto l'idea che abbiamo condiviso, ripeto, concordemente con l'Amministrazione penitenziaria, il Provveditorato regionale ed è qui con me sul tavolo della Presidenza che ringrazio per il lavoro svolto, l'impegno profuso, la dottoressa Rusteni, ed è con me anche il Garante, l'Ombudsman, in questa funzione di Garante dei diritti dei detenuti, dottor Italo Tanoni.
Quello che vedremo stamattina è un riassunto, è un concentrato delle attività che vengono svolte all'interno delle carceri. Attività ispirate a motivi, a ragioni di tipo socio culturale: attività di scrittura creativa, di radiofonia, di teatro, di tenuta del sistema bibliotecario regionale, di realizzazione di giornali; una serie di attività che vengono svolte nel solco individuato dalla legge, secondo i principi a cui ho fatto riferimento prima.
Ne avremo un sunto, quindi prego tutti i Consiglieri regionali non solo di fare attenzione alle cose che ci vengono proposte, ma di far tesoro, e di questo non ho dubbi, della condivisione dell'impegno di tante persone che in questa attività si spendono in modo davvero encomiabile. Non faccio i nomi a parte quello della dottoressa Rusteni e mi rivolgo a tutti coloro che sono protagonisti, facilitatori, attivatori, di questo impegno socio culturale.
Detto questo, prima di passare la parola al sig. Sabbatini che è il coordinatore che ci guiderà nel dipanarsi degli eventi e delle performance, delle attività, darei la parola alla …, un attimo, c'è un Consigliere che mi chiede di intervenire? Prego Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Prendo atto di quello che lei dice che tutti quanti condividiamo, vorrei Presidente che lei guardasse sotto di lei e vedesse che sono presenti due Assessori, questo per rispetto non solo dei Consiglieri regionali, questo sarebbe sempre, ma di chi è qui fuori …

PRESIDENTE. Consigliere Natali, non ho bisogno di guardare di sotto e non ho bisogno di constatare che ci sono solo due Assessori, perché fino a due minuti fa non ce ne era nessuno!
Considerata la giornata non voglio fare altre sottolineature, mi esimio dal fare altre sottolineature.
Do la parola immediatamente al Provveditore regionale dottoressa Rusteni. Prego dottoressa.

Ilse RUSTENI. Porgo innanzitutto il mio saluto ed il ringraziamento al Presidente ed al Consiglio regionale per aver voluto questo evento che dà visibilità al mondo penitenziario, a tutte le iniziative finanziate dalla Regione e rivolte agli otto istituti che insistono in questa regione.
Iniziative che contribuiscono al superamento del binomio carcere e società, ma carcere parte della società, carcere che riceve dalla società persone che hanno infranto la legalità e restituiscono alla società medesima queste persone. Carcere come momento, come passaggio, come investimento, come risorsa di detenuti e non solo come costo.
Iniziative queste finanziate dalla Regione alla riprova di una consolidata sinergia con il territorio, iniziative che non solo riempiono il tempo, ma che costituiscono anche un valido presupposto per un recupero ed un futuro reinserimento sociale.
Lascio parlare le immagini, grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE. Grazie dottoressa, passerei il testimone al sig. Sabbatini che condurrà questo nostro incontro, prego.

Lorenzo SABBATINI. Buongiorno a tutti, veramente l'emozione è tantissima in questo momento perché il lavoro che ci ha portato qui è stato lungo, emozionante e vorremmo che questi sentimenti si trasmettessero a voi attraverso le situazioni che siamo venuti a portarvi.
Avevamo da tempo l'ambizione di raccogliere in un unico momento le moltissime persone che si occupano del lavoro in carcere e di portarlo proprio davanti a chi, politicamente, questo lo permette. Oggi questo è possibile grazie all'accoglienza favorevole del Presidente che ringrazio e grazie anche al sostegno che l'Assessorato alle politiche sociali ed alla cultura da tempo continua nei nostri confronti e naturalmente un ringraziamento va anche alla presenza dell'Ombudsman che con i suoi interventi sostiene azioni concreti negli istituti.
La strada che percorriamo oggi non è segnata da alcuna mappa, spesso il lavoro in carcere rimane recluso quanto i suoi fruitori, spesso è difficile portare fuori le esperienze. Nel volerle sintetizzare per potervene fare regalo oggi abbiamo fatto un grande sforzo di condensazione che speriamo risulti fruibile e gradevole a tutti voi. Daremo voce, come da scaletta, a diversi protagonisti del mondo recluso nel quale operiamo, a loro la parola sulle nostre parole ed azioni che vorremmo portassero a voi veramente quelle emozioni che suscitano quotidianamente a noi.
Non voglio rubare altro tempo ed inizio con il presentarvi Barbara Mancini che leggerà per noi brani tratti dal volume "Lettere, parole da dentro" pubblicazione curata dall'associazione L'Officina. Grazie.

Barbara MANCINI.

Ho perso una lacrima nell'oceano.
Quando la troveranno,
smetterò di amarti.
(Said)

"Erano a pochi metri da noi" di Alberto Ramundo
Erano a pochi metri da noi Giovanna e Said, se ne sono andati per non tornare più.
Se ne sono andati in due modi diversi.
Giovanna è caduta sentendosi male, chiedendo aiuto, chiamando le sue amiche, perché voleva a tutti i costi rimanere qui. L'aspettavano suo figlio e la mamma. Erano a pochi metri, nella sala colloqui, vicinissimi, avranno quasi sentito il suo battito spegnersi.
Era malata, lo diceva, andava dal dottore, lo diceva, voleva curarsi, lo diceva, ma era una "fuorilegge" e non ha fatto in tempo.
In uno scritto pubblicato su questo libro, Giovanna dice che le persone che lavoravano dentro il carcere di Pesaro la aiutavano ed erano buone. Di questo non ho dubbi, ma forse lei non doveva e non poteva stare lì: era malata, era malata, era malata, era malata...
Said se n'è andato in un altro modo. Si è ammazzato. Ha aspettato che il suo amico andasse fuori dalla cella; poi, avrà detto, questo lo immagino io, "Fanculo a tutto e a tutti". E giù, impiccato.
Fine.
Vogliamo dire qualcosa su questo? Ma no..., lasciamo stare. Tanto succede..., in carcere....
Giovanna era dolce, delicata, aveva un modo di fare così riservato; quando mi chiedeva qualcosa aspettava sempre il momento giusto e con la sua dolcezza mi parlava cercando sempre di capire.
Said era un bel ragazzo, aveva voglia di fare, aveva l'umiltà di ascoltare e sorrideva spesso.
Mi diceva, l'ultima volta che l'ho incontrato, che probabilmente il libro gliel'avrei dovuto spedire, perché c'era la possibilità che uscisse dal carcere.
È uscito, insieme a Giovanna. Se n'è andato da questo cazzo di posto che, in una società chiamata civile, di cui anch'io faccio parte e di cui anche il carcere fa parte, non riesce, anche con tutti gli sforzi positivi delle persone che ci lavorano, a rispettare gli esseri umani.
Ciao Giovanna.
Ciao Said.

Lorenzo SABBATINI. Grazie Barbara.
Devo essere sincero, la mia emozione continua a crescere perché il prossimo percorso che vi presento mi vede coinvolto personalmente come operatore bibliotecario all'interno dei diversi istituti della regione Marche e come operatore della cultura, impegnato anche in gruppi, in azioni, in situazioni che sono dei veri e propri viaggi emotivi, proprio come quelli che vorremmo invitare voi a percorrere insieme a noi.
Viaggi che ora cercheranno di proporci dei bravissimi lettori attraverso parole scritte da detenuti, educatori, agenti di polizia penitenziaria ed operatori esterni.
Ringrazio anche Umberto Dolcini che ci ha fornito le bellissime immagini che vedrete scorrere nello schermo, grazie.

Persone per le persone
(Voce A) - La mente rinchiusa subisce dei notevoli turbamenti, che sfiorano o portano alla follia, alla sconsideratezza, alla dissennatezza e speso anche al suicidio.
Ma se riesci a focalizzare le forze verso il naturale amore per la conoscenza allora anche rinchiusa la mente può trovare vie nuove ... questo è possibile anche e soprattutto grazie ai molti operatori che lavorano con e per noi, con professionalità"
(Voce B) - Persone che non guardano il perché sei rinchiuso, ma il tuo essere persona, appartenete a questo nostro mondo. Persone con le persone.
(Voce A) - Persone speciali che fanno la differenza e che conducono a fare un viaggio di riscoperta di te e del mondo fuori.
Siamo noi gli artefici delle avventure del Capitano Nemo in Ventimila leghe sotto i mari di Verne ... non cercate Moby Dick, su di una baleniera, come novelli capitani Achab solo per ucciderla, ma cercatela per conoscerla!
Perché ricordatevelo c'è sempre una balena bianca in ognuno di noi che vuole vivere libera.

Le chiavi della libertà: libri e biblioteche d'evasione
(Voce A) - "Buongiorno Assistente!"
(Voce B) - "Buongiorno" rispose l'appuntato di guardia dove era ubicata la biblioteca, accennando un sorriso di cortesia.
(Voce A) - Armesid, il bibliotecario era intento a separare dei nuovi libri appena donati dall'esterno. Io cominciavo a girare tra gli scaffali, alla ricerca di un titolo, un'immagine di copertina che catturasse la mia attenzione, quando i miei occhi, venivano catturati dal volume di un'enciclopedia medica, identica a quella che sin da bambino piccolissimo avevo visto nella libreria di casa, uno dei ricordi più vecchi che avevo della mia infanzia.
"...una biblioteca è una biblioteca ovunque, così come una casa, un ponte o una stazione, qui dentro il libro è una nave su cui salpare, l'innocente evasione della mente che nessuno può imprigionare".

Il crescere come ragione di vita
Nell'immaginario collettivo si pensa che la prigione sia una carenza di spazio "compensata" da un'abbondanza di tempo. In realtà tale "compensazione" invece di essere un fattore di equilibrio e di recupero sulla via del reinserimento, diventa per motivi spesso banali quanto inspiegabili, la principale fonte d'afflizione del detenuto.
Già di per sé l'insopportabile pesantezza del tempo in cattività grava come un macigno paralizzante e poiché il valore del tempo è ciò che fa valere il tempo, per ottimizzare quindi tale bene dietro le sbarre, la crescita culturale è la via maestra.
Non avevo mai pensato che il carcere potesse arricchirmi in qualche modo, ma, nonostante io sia ancora detenuto, posso dire che la crescita culturale mi ha salvato e lo studio mi ha dato una ragione di vita.

Ponti di confine
Quando dieci anni fa, in un giorno di autunno, per la prima volta ho varcato il cancello della Casa Mandamentale di Macerata Feltria per prestare servizio, non potevo immaginare cosa mi avrebbe riservato il futuro. Ero stato distaccato in questa piccola sede dell'entroterra pesarese per seguire lo sviluppo di una fattoria agricola.
Con l'arrivo della primavera i primi clienti si affacciavano oltre la soglia un po' esitanti.
C'era da comprenderli: dovevano vincere l'istintiva diffidenza che da sempre li aveva tenuti a prudente distanza dal penitenziario e dalle persone compromesse con la giustizia.
Era solo questione di tempo. Il carcere di Macerata Feltria si era affacciato sul mondo e dimostrava di saper vivere nel mondo, col mondo. Nello spazio aperto del vivaio i detenuti respiravano, quasi sempre per la prima volta dall'inizio della carcerazione, un clima di fiducia; a interessarsi a loro non erano più soltanto operatori penitenziari o delle associazioni di volontariato come accade in tutti gli istituti, ma persone comuni che, col semplice gesto di acquistare un fiore, riempivano di significato il lavoro svolto.
Come non riflettere davanti allo stupore dei detenuti?
(Voce esterna) La Casa Mandamentale di Macerata Feltria a breve chiuderà i battenti per via dei tagli indiscriminati alla spesa pubblica.

Da un'educatrice ai suoi detenuti
In questi anni ho ascoltato e raccolto storie, emozioni, paure, aggressività, dolcezze, gioie e dolori di intensità e sensibilità diverse.
"Non è detto che tutti abbiano voglia di riflettere con gli operatori sui propri errori e dolori: si rispetta la scelta di viversi in solitudine le proprie intimità. E il rispetto è l'approccio delicato nella relazione umana costituiscono il fondamento"
Le sollecitazioni, che si coniugano con le offerte trattamentali in senso lato, tra mille difficoltà e limiti, esistono e possono essere raccolte da chi vuole ma queste non bastano se le determinazioni personali sono altre.

Un Professore di filosofia
Lo scorso ottobre, nel corso della presentazione di un volume collettivo scritto da alcuni detenuti, diversi di loro mi hanno chiesto quando avremmo ripreso gli incontri; uno, Cosimo, mi ha anche rammentato che gli avevo promesso di inviargli uno scritto sulla menzogna.
Una promessa non mantenuta è una promessa?
Ma c'è un altro punto che è emerso nel corso di quell'incontro, oltre che nei precedenti: ciascuno degli autori del volume ha una storia, una famiglia, una madre, dei figli, che scontano una pena pur non avendo commesso reati.
È evidente quanto il carcere sia diffuso e presente nella nostra vita quotidiana.
Dei miei compagni di giochi di un tempo più di uno è finito in carcere, uno vi è anche morto.
La madre, ogni volta che la vedo, mi bacia e compiange il suo Claudio.
Ma anche le vittime hanno un volto, non sono generici "sbagli", anche loro hanno una famiglia, dei figli, che scontano una pena per un crimine che non hanno commesso.

Operatore esterno
Ho imparato grazie a questo lavoro di frontiera, ad aprire altri canali comunicativi, a capire meglio la valenza del libro e a valutare con meno filtri gli esseri umani. Siano essi uomini apparentemente liberi, civili, o reclusi.
Insomma, grazie a questo lavoro, grazie a questi uomini reclusi ho imparato la libertà.
Libertà di essere e di sentire.
Essere un uomo libero insieme ad uomini liberi di esprimersi, con me, in un luogo di massima reclusione.
Investire in queste attività culturali rinchiuse significa lavorare a favore della libertà intellettuale di tutti noi oltre che dar vita a percorsi educativi salvifici.

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Grazie ai lettori, grazie a Giovanni, grazie a Guido, grazie a Vito, fare il bibliotecari in carcere insegna ad essere liberi.
Era il 13 gennaio 1968 e all'interno del carcere di massima sicurezza di Follsom, in California, Johnny Cash volle omaggiare i detenuti tenendo una delle sue migliori performance e dedicando loro addirittura una canzone, Folsom Prison Blus.

Blues della prigione di Folsom
Sento quel treno che arriva, arriva da dietro la curva.
Non ho più veduto la luce del sole da talmente tanto tempo che nemmeno io mi ricordo da quando.
Sono rimasto rinchiuso nella prigione di Folsom dove il tempo scorreva interminabile e sento quel fischio che soffia giù a San Antone.
Quando ero solo un bimbo mia mamma mi disse: figlio,
sii sempre un bravo ragazzo, non giocare mai con le pistole.
Ma uccisi un uomo a Reno solo per vederlo morire.
Quando sento quel treno che avanza piego la testa e piango.
Scommetto che ci sono persone ricche nelle sue fantastiche carrozze risplendenti e probabilmente bevono caffè e fumano grossi sigari.
Ma so che io dovevo aspettarmelo, so che non sarò libero
ma loro continuano a muoversi, ed è questo che mi tormenta.
Se mi facessero uscir di prigione, se quel treno fosse il mio.
Potete scommetterci che lo sposterei ancora un po' lungo i binari
lontano dalla prigione di Folsom
e lascerei che quel triste fischio si porti via la mia tristezza.

(live voce chitarra)

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Grazie a Fabrizio. C'è una piccola storia da dire: due giorni fa è nata la sua bimba Olivia e la prima cosa che mi ha detto, noi siamo veramente molto amici, lui è diventato un amico anche degli 8 istituti, tanto è vero che una promessa che mi è stata fatta dal Provveditorato è quella di portarlo in tourneè, proprio come Jonny Cash, in tutti gli istituti, quando sono andato a trovare lui, sua moglie e la bimba neonata, è stata: "Dai per martedì ce la facciamo!".
Bene, cambiamo registro, passiamo ad uno spazio informativo curato da Teresa Valiani, Direttrice della testata giornalistica "Io e Caino", testata giornalistica dell'istituto penitenziario di Ascoli, che ci illustrerà alcune attività di particolare rilievo nei vari istituti della regione, grazie.

Teresa VALIANI. Si chiama "Libertà" la nuova nave che campeggia nel cortile del carcere di Ascoli, disegnata per dirci che è possibile superare i nostri limiti. In quella posizione la vedono tutti: i 41 bis che entrano in istituto per non uscire più, i detenuti comuni col calendario agli sgoccioli, gli arrestati, freschi di manette. E la vedono i loro figli, quando attraversano il cortile per andare a colloquio.
I murales li abbiamo fatti pensando soprattutto ai bambini. Perché occuparsi di carcere è anche prendersi cura di chi la galera la subisce, senza meritarla.
Il progetto si chiama "Coloriamo il carcere" ed è una delle attività più importanti avviate dalla redazione di lo e Caino, il periodico della Casa circondariale di Ascoli Piceno.
Io e Caino fa parte del Coordinamento giornali dal carcere delle Marche insieme ad altre quattro testate: Fuori Riga a Montacuto, Penna Libera Tutti a Villa Fastiggi, L'altra chiave news a Fermo e Mondo a quadretti a Fossombrone.
Fare un giornale in carcere significa raccontare un mondo che non è parallelo al nostro, ma sua parte integrante. Perché i detenuti non sono solo criminali di lungo corso: in carcere ci finiscono anche tanti giovani che sono i nostri ragazzi, così come persone della società civile la cui vita improvvisamente ha deragliato.
Il carcere ha il compito di riconsegnare all'esterno uomini e donne migliori, ma se nel momento della scarcerazione la società non è pronta a reinserirle, molto del lavoro intramurario rischia di andare perso.
Un po' di dati. Negli otto istituti delle Marche ci sono al momento 882 detenuti, di cui 441 marchigiani. 44 41 bis sono rinchiusi nel carcere di Ascoli, 119 detenuti sono nell'alta sicurezza di Montacuto e Fossombrone e 79 in regime protetto a Pesaro.
208 detenuti lavorano per l'amministrazione penitenziaria e 29 per terzi. 73 stranieri seguono corsi di alfabetizzazione, 80 detenuti quelli per la licenza elementare, 60 per la media superiore e 66 i corsi di informatica ed inglese.
Le Marche sono tra le regioni all'avanguardia in fatto di interventi sul carcere. La preziosa sinergia tra Regione, Prap e direzioni degli istituti, ha permesso l'avvio di importanti progetti: borse lavoro, lavori di pubblica utilità, coordinamento, convenzioni con enti pubblici e privati. E una legge, la 28 del 2008, che molte realtà ci invidiano.
Non ultimo, l'importante passaggio di testimone dal carcere alla società civile, per i detenuti che escono e che, nel primo anno dalla scarcerazione, possono ricevere aiuti per il reinserimento.
Questi interventi sono chiesti dal Comune di residenza alla Regione, attraverso gli ambiti territoriali sociali che svolgono un ruolo sempre più determinante nel percorso di recupero e risocializzazione.
Ma perché investire risorse per delinquenti che non cambieranno mai, quando ci sono giovani diplomati e laureati senza alcuna prospettiva di impiego?
Questa è la domanda più frequente che mi viene rivolta quando dico che collaboro con il carcere.
Allora rispondo con le parole di un regista teatrale: i detenuti prima o poi usciranno, e verranno a vivere nelle nostre città, nei nostri quartieri.
Come voglio che sia il mio vicino di casa? Sicuramente migliore della persona che entra in carcere e che, senza alcun intervento, esce più rabbiosa e pericolosa di prima.
Per questo, occuparsi di carcere, significa fare sicurezza. E farla per tutti.
Armando Uka è un ragazzotto albanese di 1 metro e 90 con una condanna pesante. Per settimane lo tartasso invitandolo a leggere i giornali tutte le mattine. Lui sorride, non risponde e puntualmente non legge.
Un giorno arriva tutto contento e mi dice: "Ho preso la licenza elementare! Ma la cosa più bella è che ho imparato a scrivere e l'ho potuto dire, con una lettera, anche a mia madre!".
Armando Uka, 30 anni, non leggeva i giornali perché non sapeva leggere né scrivere. Io non so se le nostre lezioni siano servite a fargli spostare almeno di un paio di tacche il limite tra il bene e il male. Ma di una cosa sono sicura: adesso ha uno strumento in più per acquisire consapevolezza.
Penso alle borse lavoro e penso ad Aldo, 22 anni, che dopo un breve periodo di detenzione ha avuto la possibilità di scontare diversamente la sua pena, a casa, ai domiciliari, con regole ferree che puntualmente rispetta. In attesa di tornare libero ha trovato un lavoro e ha avuto anche una bambina.
Ricordo il suo ingresso in carcere. La disperazione, la paura di non farcela. Poi qualcuno ha creduto in lui, ha scommesso. E ha vinto. Insieme a tutta la comunità.
Penso a Daniele e a tutti i detenuti che ho visto uscire per i lavori di pubblica utilità. Penso a Raffaele che dopo 6 mesi di borsa lavoro ha trovato un'associazione sportiva che lo ha assunto e che gli consentirà di ricominciare qui, lontano dal sud e dalle vecchie amicizie.
Li guardo adesso, da Facebook, con le loro famiglie, e immagino cosa sarebbe stato se fossero ancora rinchiusi in una cella.
Grazie al progetto "Il lavoro penitenziario: una sfida per tutti", cofinanziato dalla Regione Marche, 28 detenuti hanno concluso il percorso di formazione all'esterno, sei sono stati assunti e 20 sono avviati al percorso formativo presso enti locali ed enti pubblici.
Tra le iniziative di rilievo, anche la creazione di un sito web informativo che spiega i meccanismi della legge Smuraglia. Lo trovate all'indirizzo www.unasfidapertutti.it.
L'ampliamento della rete delle Aziende e dei Comuni che collaborano con il carcere e la creazione della custodia attenuta ad Ancona Barcaglione.
Una particolarità per concludere: nelle Marche sei carceri su otto sono diretti da donne; il vertice del prap è governato da un dirigente generale donna; a tre degli uffici del Prap ci sono dirigenti donne e anche l'Ufficio esecuzione penale esterna è diretto da donne.
Una squadra al femminile ai vertici dell'ambiente maschile per eccellenza, ci piace ricordarlo oggi in particolare, grazie.

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Grazie a Teresa per questo spazio informativo. Passiamo ora ad un nuovo viaggio che vi proponiamo, uno spazio teatro curato da Francesca Marchetti dell'Associazione Art'O, con gli attori detenuti dell'istituto di Barcaglione ed invito, così come poi entreranno in scena, Eddy, Francesco, Costantino e Daniele che ci racconteranno storie dei rocker che come loro hanno vissuto l'esperienza della prigione, ma in questo momento vorrei ringraziare anche gli agenti della polizia penitenziaria che grazie al loro supporto permettono questi eventi. Grazie.

(Live canzone rap)

(Applausi)

Jim Morrison
Uno dei più grandi cantanti della storia del rock, impetuoso profeta della libertà e poeta. Incarnò simbolicamente la rivolta dei giovani del '68 divenendo per tutti una delle icone della rivoluzione di costume degli anni '60.

(musica)

Ma oltre alle porte del successo per Jim Morrison si aprirono anche le porte di stazioni di polizia e tribunali, alla voce James Douglas Morrison, il vero nome di Jim, l'F.B.I. dispone di un elenco composto da ben 10 arresti, non pochissimi per uno che ha vissuto solamente 27 anni.

(musica)

"Sono sempre stato attratto dalle idee di rivolta contro le autorità" affermava lui stesso, turbativa dell'ordine pubblico, atti osceni, offese varie, ubriachezza molesta, sono queste le accuse del tempo.
Il primo marzo del '69 Jim Morrison sale già ubriaco sul palco di Miami, viene tuttavia arrestato per oltraggio al pudore nonché turpiloquio; nel rapporto si legge "In un'ora ha cantato una sola canzone e per il resto del tempo ha grugnito, sospirato, roteato e gesticolato in modo da infiammare il pubblico", contestazioni di somma rilevanza criminale direi.
La giustizia americana lo condanna così a 6 mesi di carcere ma Jim non sconterà mai quelle sanzioni, e molto probabilmente si trasferì in Francia anche a causa di quegli eventi.
E' il 3 luglio del 1971, Jim Morrison muore in circostanze mai chiarite, viene trovato senza vita nella sua abitazione dopo aver proposto appello contro quella assurda sentenza, per oltre 40 anni però l'ordine di arresto rimane pendente, nel 2010 poi per iniziativa del Governatore della Florida a Jim Morrison viene concessa la grazia.
Una grazia post mortem, d'altronde non poteva essere altrimenti per un genio immortale come lui.

(Applausi)

Voglio raccontarvi una storia di una band napoletana, 99 pos, una band sempre attenta ai problemi delle carceri, e alle parti più svantaggiate della società. Una band che ha incontrato direttamente la giustizia quando il leader del gruppo, Luca Persico, detto Zulù, ha conosciuto la vita in cella per un paio di settimane, o quando il gruppo è stato rinviato a giudizio per aver fumato hascish sul palco durante un concerto, o ancora quando il leader Battista ha conosciuto la vita in cella ed è stato condannato ad un anno e mezzo di galera con pena sospesa.
Nell'ottobre del 2011 uscì il loro album "Cattivi guaglioni".
"Siamo stanchi di morire un pochino tutti i giorni" scrisse Carmelo Mesumeci ergastolano ostativo del carcere di Spoleto e dalla sua penna uscì anche la ballata dell'ergastolano che i 99 pos hanno tradotto in musica.

(canzone)

Nella storia di Tego Calderon il tempo della prigione è stato usato per pensare, il giovane rapper ha scontato 2 anni di detenzione per traffico di droga e possesso d'armi.
In prigione Tego aderì a un programma di riabilitazione e a commettere reati non c'è più tornato, nel 2002 pubblicò il suo primo album "El Abayarde", un disco che ebbe enorme successo negli Stati Uniti.
E così cominciò la sua carriera musicale da uomo libero, grazie.

(Applausi)

(canzone)

Lorenzo SABBATINI. Grazie ad Eddy, Francesco, Costantino e Daniele, grazie davvero.

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Ora passiamo ad un video contributo, sono due brevi proiezioni di due momenti, il primo è tratto dall'opera teatrale portata in scena dai detenuti della casa di reclusione di Fossombrone, sull'opera di Edoardo De Filippo "Caffè", a cura dell'associazione teatrale La Pioletta.
Il secondo immediatamente a seguire sono "I burattini di Federico Garcia Lorca" a cura dell'associazione teatro Aenigma e della compagnia Lo Spacco messe in scena presso la casa circondariale di Pesaro.

(proiezioni tratte dalle opere teatrali "Caffè" e "I burattini)

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Grazie, naturalmente l'applauso va a loro che sono rimasti nello loro quotidianità e non possono essere qui con noi, ma grazie alla tecnologia anche loro possono essere qui con noi.
Abbiamo ora una parentesi poetica, una lettura ad alta voce di poesie tratte dal libero "Fine pena mai" scritte da Marco Cinque e Alberto Ramundo, libro che fa seguito ad un reportage fotografico e poetico in carcere, legge Alberto Ramundo della cooperativa officina.

Alberto RAMUNDO.
La notte
Questa notte vorrei restasse notte
questa notte vorrei uccidesse il giorno
questa notte vorrei che il respiro
fosse un uragano di rumore da ascoltare.

Questa notte mi fa pensare che domani è di nuovo giorno
quel giorno che mi trapassa la pelle
fino ad arrivare agli angoli più bui della mia presenza.

Questa notte mi fa pensare che domani è di nuovo giorno
dove anime si frantumano con mani appoggiate
su sbarre di ferro che emanano un freddo che sradica l'amore
fino a portarlo in una terra senza tempo e senza storia.

Questa notte mi fa pensare che domani è di nuovo giorno
la voglio tenere per me, solo per me
per cercare quello che non trovo da tempo
per assaporare i sogni che rincorrono i miei sogni
per respirare sopra la speranza
per amare questa notte come la donna
che ho perso in questo cammino tetro e alienante.

Questa notte mi fa pensare che domani è di nuovo giorno
e non voglio
non voglio più vedere quel giorno pieno
di sbarre, rumori, mani, occhi, angosce, chiavi, porte chiuse
non voglio più pensarlo
non voglio più sentirlo
non voglio più viverlo
per questo
questa notte sarà l'abbraccio d'un infinito viaggio
dove notte e giorno si fondono fino al delta del nulla.

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Abbiamo ora una video presentazione del progetto curato dall'Ombudsman delle Marche, "Liberamente". Un'esperienza iniziata nel 2011 avviata prima negli istituti di Montacuto e Barcaglione continuata poi presso l'istituto di Pesaro.
Il progetto ha cercato di coniugare in carcere lezioni di tecnica figurativa e poetica, accompagnate dalla testimonianza di grandi artisti presenti nello scenario della cultura contemporanea come Bruno D'Acervia, Elio Marchegiani, Umberto Piersanti, Alessandro Fo. Oltre a questi artisti hanno partecipato gli studenti dei licei artistici Mannucci e Mengaroni di Pesaro, prego.

(rappresentazione progetto "Liberamente")

(Applausi)

Lorenzo SABBATINI. Grazie, ascolteremo ora un estratto delle registrazioni tratte da uno dei laboratori radiofonici che l'associazione Radioincredibile propone in alcuni degli istituti della regione.
Ogni gruppo di detenuti ogni anno dà un nome alla redazione creatasi e forse non è così casuale che quest'anno abbiano scelto Radio Freedom, buon ascolto.

(registrazioni Radio Freedom)

(canzone "La libertà" di Giorgio Gaber).

PRESIDENTE. Credendo di interpretare il sentimento dell'intera Assemblea vi ringrazio davvero non in maniera formale, ma in modo sincero per quello che avete fatto, per l'impegno, la passione, la professionalità, l'amore, la dedizione con cui ci avete rappresentato uno spaccato della attività che viene svolta all'interno delle carceri della nostra regione e, mentre ascoltavo le cose che avete presentato, ho fatto questa riflessione: talvolta noi che siamo in un'Aula nella quale si prendono decisioni che passano attraverso atti amministrativi, che passano attraverso le leggi, facciamo difficoltà, nel momento in cui approviamo una legge, ad immaginare quali effetti produrrà, qualche volta non solo abbiamo questo dubbio, questa perplessità, ma abbiamo difficoltà anche a posteriori, ex post, a renderci conto di cosa un atto amministrativo, una legge, un provvedimento, che abbiamo assunto, abbia prodotto e come sia entrato nel tessuto, nella quotidianità, nel governo delle cose.
Oggi abbiamo avuto la dimostrazione di una legge che, l'ho detto prima in apertura di seduta, è all'avanguardia nel panorama della legislazione in questa materia in Italia.
Abbiamo avuto, come dire, una rappresentazione, uno spaccato, una testimonianza di quanto quella legge abbia trovato un riscontro. Un riscontro straordinario di quello che siamo in grado di produrre e, quindi, vi ringrazio anche per questa ulteriore opportunità che avete dato all'Assemblea legislativa delle Marche.
Alla fine di questa seduta aperta inviterei, se lo vuole, l'Assessore ai servizi sociali a prendere la parola, non prima di aver di nuovo ringraziato il Provveditore dottoressa Rusteni e l'Ombudsman regionale.
Un saluto particolare vorrei rivolgerlo a nome dell'intera Assemblea ai protagonisti di questa mattinata, a quelli che non essendo qui presenti hanno comunque condiviso, e partecipato a questa mattinata ed anche agli altri protagonisti di questo nostro sistema penitenziario regionale a cui va il ringraziamento per l'impegno, la professionalità e la dedizione con cui svolgono il loro lavoro, c'è una rappresentanza qui in Aula, parlo della Polizia Penitenziaria.
Prima di passare la parola all'Assessore ai servizi sociali, come avviene in diverse occasioni, abbiamo la fortuna di ospitare stamattina nell'Aula consiliare dell'Assemblea legislativa delle Marche, le classi II B e II E della scuola media Donatello di Ancona.
Quando ospitiamo queste classi, faccio un plauso ai loro insegnanti perché oltre all'attività ordinaria, l'impegno degli insegnanti, degli educatori di avvicinare i ragazzi alle istituzioni, è assolutamente encomiabile.
In un momento di grande distacco delle persone dalla politica e soprattutto dalle istituzioni, investire sulla conoscenza dei ragazzi, degli alunni sul funzionamento delle istituzioni e delle persone che assumono decisioni, che non sono decisioni che rimangono nel luogo in cui vengono prese, ma si calano quotidianamente nelle scelte della società, è un fatto assolutamente importante.
Anche stamattina, come faccio sempre, ringrazio gli insegnanti per questo lavoro che fanno e poi non posso non sottolineare che per altro le classi, ripeto, II B e II E della scuola media Donatello di Ancona, stamattina hanno avuto una fortuna ulteriore perché hanno assistito ad una seduta dell'Assemblea legislativa regionale assolutamente particolare e credo unica.
Grazie e benvenuti nella nostra sede, nella sede dell'Assemblea legislativa delle Marche.

(Applausi)

PRESIDENTE. Ci congediamo con l'invito all'Assessore Viventi a chiudere questa nostra seduta aperta.

Luigi VIVENTI. Grazie. Mi associo ai ringraziamenti del Presidente del Consiglio nei confronti di tutti gli organizzatori di questo importante momento di riflessione.
Aggiungo due brevissime parole, ricordando quando nel 1978 stavo preparando la tesi di laurea che mi era stata assegnata dal Prof. Aldo Moro, che poi ovviamente non potei discutere con lui per i noti eventi drammatici, intitolata "la riforma carceraria" e il tema principale era "l'emenda del reo", argomento che abbiamo discusso questa stamattina, che abbiamo sentito a più riprese anche con accenti particolari.
Credo che sia l'obiettivo dello sforzo della Regione Marche, intesa come Assemblea legislativa, tutta l'Assemblea legislativa e non solo il Governo della Regione, cercare di favorire il recupero ed il reinserimento nella società civile di coloro che hanno sbagliato.
Credo che questo sia il nostro compito, lo svolgiamo con tutte le nostre limitazioni, con i nostri difetti di cui chiediamo scusa, ma anche in questo settore qualcosa di buono a volte riusciamo a farlo. Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE. Bene, grazie Assessore.
Si chiude la seduta aperta dell'Assemblea legislativa.

SEDUTA N. 177 DEL 25 NOVEMBRE 2014

La seduta inizia alle ore 11,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 177 del 25 novembre 2014. Do per letti i processi verbali n. 175 e 176 rispettivamente dell'11 e 18 novembre, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 459 in data 21 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Assestamento del bilancio 2014”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008;
n. 460 in data 18 novembre, ad iniziativa dei Consiglieri Zinni, Natali, Romagnoli, concernente: “Istituzione in via sperimentale del sostegno al reddito minimo familiare per l'infanzia”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008, alla II Commissione assembleare per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno e alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 91 in data 18 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato n. 1890 del 16.04.2014 di annullamento parziale della deliberazione amministrativa n. 152 del 2.02.2010 di approvazione, con prescrizioni del Piano del Parco del Monte San Bartolo”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 4, della l.r. n. 4/2007.
E' stata presentata la seguente proposta di regolamento interno:
n. 10 in data 20 novembre ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Modalità di approvazione per l'anno 2014 degli atti regionali di programmazione economico finanziaria” (Iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 750 dei Consiglieri Perazzoli, Massi, Eusebi, Marangoni, Ortenzi, Romagnoli, Traversini: “Attività motoria nella scuola primaria”;
n. 751 dei Consiglieri Eusebi, Marconi, Camela, Bugaro, Marangoni, Bucciarelli, Giancarli, Zinni, Natali: “A difesa dei patronati, presidio di conoscenza e legalità”;
n. 752 del Consigliere D'Anna: “Riconoscimento, individuazione e cura della sindrome fibromialgica”.
Hanno chiesto congedo il Presidente Spacca ed il Consigliere Silvetti.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Presidente la ringrazio. Vorrei sollevare un problema a mio avviso abbastanza grave relativo ad alcuni fatti che si sono verificati ieri, tra la IV e la V Commissione consiliare. Ringraziando anticipatamente i tecnici dell'Asur, dell'Arpam, che erano presenti, si è ravvisato un fatto gravissimo: noi Commissari avevamo concordato, con il Presidente Giancarli, Presidente della IV Commissione la discussione di un problema che riguarda un'interpellanza fatta da una parlamentare del gruppo Sel sulla questione di Falconara. Una vicenda che riguarda il Ministro Lorenzin e l'Assessore alla sanità che oggi è assente, non lo vedo in Aula (...), è presente, ma è assente, sarà al bar, non so dove sarà (...) non giustificate sempre cose ingiustificabili! Siete sempre pronti a giustificare anche le cose che sono evidenti, prendete atto che non c'è, non giustificate ... al bagno? Può essere andato dove gli pare, ma deve stare in Aula per lo meno ascolta.
Vado alla conclusione, Presidente, questi lo fanno apposta per farmi perdere tempo in modo che non posso dire il concetto che voglio esprimere.
Ieri non si sono presentati per esaminare la questione su cui lei, Presidente, cortesemente, con intelligenza, con capacità, aveva detto "non veniamo in Aula a discutere questo problema perché dovete trattarlo a livello di Commissione". Bene, su questo abbiamo seguito il nostro Presidente, ma ieri non si sono presentati né l'Assessore alla sanità né quello all'ambiente.
E' una vergogna, come Gruppo Forza Italia non parteciperemo più alle Commissioni congiunte, le fate da soli come PD con i vostri Assessori.
Chiediamo, Presidente, come Gruppo Forza Italia che questa problematica venga portata in Consiglio per far si che l'Assessore Mezzolani e l'Assessore Malaspina riferiscano su quanto si è detto in questi giorni, perché c'è un'incongruenza tra le parole e lo scritto dell'Assessore Mezzolani e quanto dichiarato dal Ministro Lorenzin.
Presidente Giancarli non ce ne voglia, noi la stimiamo molto, ma non parteciperemo più a delle riunioni visto che gli Assessori ci snobbano senza dare giustificazioni per la loro assenza, Presidente, avessero mandato due righe che dicevano "per impegni assunti precedentemente", nessuno li ha giustificati, quindi noi come Gruppo Forza Italia ci dissociamo, Presidente non ce ne voglia, ma non parteciperemo più alle riunioni del PD.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente. Voglio ringraziare la Presidenza in particolare, e gli istituti penitenziari e le associazioni per la giornata di questa mattina che è stata davvero molto importante e che ci esorta a fare ancora di più e sempre meglio per ridare dignità a persone che certamente hanno sbagliato, ma che assolutamente meritano una seconda chance.
Abbiamo parlato di privazione della libertà e la violenza è una privazione della libertà, quindi, non posso fare a meno di ricordare che oggi è il 25 novembre ed è la giornata contro la violenza sulle donne.
Senza dilungarmi troppo, voglio ricordare che, faccio parte del Forum come la Consigliera Ciriaci, abbiamo purtroppo registrato che anche nella nostra regione nel 2013, rispetto al 2012, i casi di violenza sulle donne marchigiane sono aumentati. I casi sono passati da 307 del 2012 a 439 del 2013, in particolare sottolineo che, io provengo da Fermo, lì sono più che triplicati i contatti ai centri antiviolenza.
Abbiamo 5 centri antiviolenza, abbiamo una casa rifugio, presto ne avremo anche altre, grazie a nuovi fondi che stanno arrivando, fondi statali, grazie alla legge 119 del 2013, in più ci sono i nostri fondi regionali, sono 97.000 euro che andranno sia per l'informazione, la sensibilizzazione che per la costruzione di nuove strutture perché abbiamo bisogno di più posti letto, di più case rifugio, e abbiamo bisogno di un lavoro di rete ancora più grande con le istituzioni, le associazioni, le forze di polizia.
Sono cose che diciamo sempre, che diciamo ogni anno, che molte di noi dicono ogni giorno, ma purtroppo i dati ancora non ci confortano perché questo fenomeno è sempre più grave.

PRESIDENTE. Per la verità devo dire che l'Assessore Giorgi mi aveva chiesto nei giorni passati di aprire questo Consiglio con una prima parte aperta su questo tema, che lei molto opportunamente ha sottolineato, però avevo già preso un impegno da un po' di tempo perché sulla cosa di stamattina ci stiamo lavorando da più di un mese, e per ragioni che comprenderete non era possibile una volta organizzato il tutto e stabilita la data rinviare questa iniziativa a cui abbiamo partecipato, per cui ho detto all'Assessore Giorgi di non poter dedicare la prima parte a questo tema e lei si è promessa di fare altre iniziative. Non vedo l'Assessore Giorgi, ma tenevo a dire che c'era stata questa richiesta esplicita.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Pochissime parole così non perdiamo tempo, è importante che la proposta di legge n. 280, al punto 3 dell'ordine del giorno, venga discussa oggi. Credo che abbiamo tutto il tempo perché il punto 2 può essere trattato velocemente, la proposta è importante e c'è una grande attenzione ...

PRESIDENTE. Va bene se è importante non ne parliamo adesso, andiamo avanti, è questo il tema?

Gianluca BUSILACCHI. No, dicevo che poi entra la sessione di bilancio ed il rischio è che tutte ...

PRESIDENTE. Quindi, lei mi chiede di andare avanti, quanto meno, fino alla trattazione del punto 3?

Gianluca BUSILACCHI. Esattamente.

PRESIDENTE. Perfetto!
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente due cose, la prima è che non sono d'accordo nel saltare le interrogazioni anche perché egoisticamente ne ho una che viene rimpallata da 3-4 mesi ed avrei interesse ad una risposta da parte dell'Assessore Mezzolani, riguarda la fantasmagorica vicenda che voi sapete, quella della bambina figlia di una ex suora e relativa adozione che getta luci inquietanti su tutta la questione, sulla nostra civiltà ed ho detto anche sul Tribunale dei minori.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

Francesco MASSI. La seconda cosa che voglio dirle è che so che le nostre soffitte, i nostri scantinati, sono pieni di mozioni e ordini del giorno che finiscono lì ormai dimenticati, ma voglio ricordare che abbiamo approvato, due martedì fa, la mozione che riguarda la chiusura delle emittenti televisive delle Marche.
Lei Presidente ha detto che se ne sarebbe fatto carico, penso, insieme alla Giunta, però non mi risulta che la Regione Marche si sia attivata in questo senso, anzi mi pare che, visto il modo in cui si sono mosse Abruzzo, Molise, Puglia, Emilia Romagna e Veneto, la Regione Marche sia l'unica che non si sia mossa in nessun luogo e qui a breve chiuderanno le emittenti televisive private, lo risottolineo perché è una cosa che mi pare molto grave.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Massi. La sua lunga esperienza le dovrebbe consigliare che quello che può fare l'Ufficio di Presidenza è trasmettere, con una certa urgenza, la mozione approvata in Consiglio che si rivolge direttamente alla Giunta in quanto a lei indirizzata, cosa che abbiamo fatto con tempestività e anche con solleciti successivi. Oltre questo non ho altri spazi, posso a livello di moral suasion continuare ad insistere perché chi di competenza se ne faccia carico.
Ad ogni modo, se siete d'accordo, io non ho nulla in contrario a trattare la sua interrogazione, la n. 1745, è la prima, se l'Assessore è d'accordo, in 5 minuti la ...

Interrogazione n. 1745
ad iniziativa del Consigliere Massi
"Chiarimenti sulla risposta all'interrogazione n. 1690 del 9 maggio 2014 presentata dal Consigliere Massi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1745 del Consigliere Massi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. C'erano delle precisazioni da fare, però è in atto, come lei ben sa, una verifica che sta facendo l'Azienda per cercare, in qualche modo, di vedere se possibile introdurre un'azione legale.
Rispetto all'aggiornamento che lei chiede in riferimento a questa interrogazione si precisa che nella richiamata risposta per mero errore materiale, erano stati indicati n. 12 giorni quale periodo di degenza della puerpera presso la Pediatria (Patologia Neonatale) dell'Ospedale San Salvatore di Pesaro, mentre in realtà - come risulta dalla documentazione agli atti dell'Azienda Ospedaliera di Pesaro - tali giorni sono relativi alla degenza della figlia in tale reparto. La puerpera, infatti, è stata ricoverata solo per n. 2 giorni presso l'Unità Operativa di Ostetricia dell'Ospedale San Salvatore di Pesaro, così come correttamente riportato nei decreti del Tribunale dei Minori.
Nella risposta data l'altra volta, si intendeva evidenziare che nei 12 giorni di ricovero della bambina - e non solo quindi nei due giorni di ricovero della madre - la puerpera non ha mai fatto visita alla neonata e non ha mai dimostrato direttamente o indirettamente di voler recedere dalla decisione.
Pertanto, relativamente ai quesiti posti dall'interrogante, le questionai stanno in questo modo:
1) i giorni di degenza della puerpera presso l'Ospedale di Pesaro non sono 12, bensì sono 2 ed il suddetto ricovero è avvenuto presso l'Unità Operativa di Ostetricia dell'Ospedale San Salvatore di Pesaro: accettazione e parto il giorno 22 dicembre 2011, dimissioni il 24 dicembre 2011;
2) la puerpera non è mai stata ricoverata presso la Pediatria di Pesaro, ove invece è stata ricoverata la bimba partorita da quest'ultima (presso patologia Natale) dal 22 dicembre 2011 al 4 gennaio 2012.
Rispetto a tutta la vicenda che naturalmente ha gettato ombre sull'operato, ombre ampiamente chiarite dalla Direzione e dagli operatori che hanno seguito questa vicenda, c'è in atto una valutazione dell'Ufficio legale dell'Azienda Marche Nord per vedere se ci sono tutti i presupposti per addivenire ad una denuncia per diffamazione rispetto a quello che è stato detto sull'operato degli operatori e, quindi dell'Azienda stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Prendo atto della risposta dell'Assessore, prendo atto delle date e dei periodi di degenza, e le chiedo di accelerare il parere dell'Ufficio legale dell'Azienda San Salvatore perché la questione è assolutamente grave e, lo ribadisco di fronte al Consiglio, le cose sono due: o una persona ha diffamato o se nessuno ha diffamato c'è qualcuno nel reparto che ha sbagliato.
Io su questo sono di parte, lo dico perché ho visto tutti gli atti e, a mio avviso, occorre una querela per tutelare l'Azienda pubblica San Salvatore, per tutelare la Regione, perché quello che ha detto questa signora ex suora è una cosa infamante.
Assessore, la prego per quanto lei può di accelerare questo parere perché la Regione non può esimersi da un'azione precisa, querela o provvedimenti disciplinari, siamo ad un bivio, non c'è altra soluzione.

Proposta di regolamento n. 10
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Modalità di approvazione per l'anno 2014 degli atti regionali di programmazione economico e finanziaria"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 10 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Un semplice punto che prevede che la Conferenza dei Capigruppo, dei Presidenti dei gruppi assembleari, decida la data della sessione di bilancio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'atto. E' richiesta la maggioranza assoluta. Vedo un po' di assenze. Vedo molte assenze!
Articolo 1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ragazzi questa roba ci mette in difficoltà. E' vergognosa questa assenza dalla seduta! Ci mette veramente in difficoltà!
Avete capito perché ci mette in difficoltà il fatto che non sia passata?
Non lo dico figuriamoci ..., non è questo un atto impartito, questo è un atto dell'Ufficio di Presidenza che ci crea problemi operativi.
Benissimo, dico agli assenti soprattutto a quelli della maggioranza che, per colpa di quello che è accaduto, non siamo in grado di fare la sessione di bilancio, non so se qualcuno si rende conto.
Peraltro ho detto all'inizio che ci voleva la maggioranza qualificata e, come non mi capita spesso, sapendo l'importanza dell'atto, ho anche atteso, non si è mosso niente ma, ripeto, se fosse un atto ad iniziativa di parte non farei queste sottolineature, le faccio soltanto con senso di responsabilità, come Presidente, perché questo ci pregiudica la sessione di bilancio e non so se è una cosa da poco e di cui ci rendiamo conto.
Su questa cosa peraltro non transigo nemmeno a qualche giochetto che qualcuno dovesse inventare.

Proposta di legge n. 280 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia"

Proposta di legge n. 125
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Norme per l'organizzazione del sistema integrato dei servizi sociali e per la gestione dei relativi interventi nel territorio regionale"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 280 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 125 del Consigliere Latini, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge molto importante è una delle proposte di legge più attese, direi forse che è la proposta di legge riguardante il tema del sociale più importante di questa legislatura e non solo, c'è una ... voglio ringraziare gli uffici della Giunta, del Consiglio, il dott. Mannucci, il dott. Santarelli, la dott.ssa Alessandrelli e la dott.ssa Giannetti, un ringraziamento alla dott.ssa Granardi per il prezioso lavoro che è stato fatto relativamente alle audizioni.
Scusate colleghi faccio davvero fatica a sentire me stesso.
E' stato un percorso lungo che ha tra l'altro visto anche moltissime audizioni di tutti i portatori di interessi relativamente al sistema dei servizi sociali della nostra regione, di condivisione rispetto alle note pervenute e molte delle modifiche, avanzate da questi portatori di interessi, sono state recepite.
Questa legge quadro è importante perché c'era bisogno di una legge sui servizi sociali, è del 1988 la legge n. 43, ma soprattutto dalla 328 del 2000, dall'anno in cui è stata approvata la legge sul sistema integrato dei servizi sociali, che le Marche ne attendono il recepimento, altre Regioni lo hanno fatto, quindi oggi colmiamo un ritardo significativo.
Che cosa prevede la proposta di legge 280 sul sistema integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia? Intanto norma alcuni aspetti che già erano previsti da alcune delibere, alcuni aspetti relativi alla gestione dei servizi sociali, al funzionamento degli ambiti territoriali sociali, in particolare, ad esempio, il funzionamento degli uffici di piano, il funzionamento del piano sociale di ambito, la conferenza dei coordinatori di ambito sociale, tutti aspetti che erano previsti con delibera e che in questo momento sono previsti per legge.
Sul piano dei principi si costruisce un sistema integrato di servizi basato sui principi dell'universalità delle prestazioni, della dignità e dell'autonomia della persona, dell'uguaglianza di trattamento, della sussidiarietà e del sostegno alla famiglia nonchè della partecipazione attiva ai servizi da parte degli utenti.
Vengo alle questioni più significative, le dividerei in due aspetti, alcune di carattere generale ed altre di carattere puntuale.
Una delle novità più significative è che, recependo tra l'altro un contributo portato da molte associazioni, vengono previsti livelli essenziali delle prestazioni garantite rispetto alle disponibilità di bilancio. Viene prevista anche la possibilità di far si che l'insieme della strumentazione delle politiche della protezione sociale a livello nazionale e locale possano costituire una maglia contro la povertà estrema per impedire che ci siano persone al di sotto di una soglia minima di reddito.
Viene istituito il fondo per le politiche sociali, i singoli fondi, quello per la non autosufficienza, per la disabilità, insomma sul piano delle risorse c'è uno sforzo importante. Viene prevista nella legge l'integrazione socio sanitaria, la sua importanza, la sua centralità, e viene svolta negli ambiti territoriali sociali in accordo con i distretti.
Si interviene in alcuni ambiti: anziani, dipendenze patologiche, povertà che non avevano nelle Marche delle leggi di settore, quindi sul piano generale direi che è una legge molto significativa.
Quattro aspetti puntuali e mi avvio a concludere, anche perché mi pare che non ci sia la sufficiente attenzione dell'Aula, è un peccato, questa è una legge attesa da 25 anni in tutte le Marche, in tutti i Comuni delle Marche.
Il primo aspetto è quello che riguarda il potenziamento delle funzioni degli ambiti territoriali sociali, non solamente per l'integrazione socio sanitaria, come ho detto prima, ma anche per altre politiche, quelle dell'infanzia, dell'adolescenza, quella della violenza alle donne, visto che oggi giustamente ne è stata ricordata la giornata.
Questo per favorire una programmazione più ampia, gli ambiti territoriali sono il luogo della programmazione, ma anche quello della gestione associata. Forse la novità più significativa in assoluto di questa legge è che noi rendiamo obbligatoria la gestione associata del sociale all'interno degli ambiti territoriali sociali. Non solamente per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, come sarà obbligatorio per tutte le funzioni dei Comuni dal 31 dicembre, ma anche per quelli sopra. Si prevede la conferenza permanente dei coordinatori di ambito.
Un secondo punto molto importante e molto significativo è che viene innalzata la qualità dei servizi sociali potenziando la professionalità degli operatori. Viene prevista l'istituzione dei registri delle professioni sociali, naturalmente per la parte che le Regioni possono normare, e sugli appalti è prevista la coprogettazione con il privato sociale ed impedite le gare al massimo ribasso.
Infine è stabilita una riserva del 5% per l'affidamento di forniture beni e servizi per le categorie di tipo B.
Terzo punto: la compartecipazione degli assistiti per quanto riguarda i servizi di tipo residenziale, tema noto agli addetti ai lavori, viene inserito l'Isee da questo punto di vista.
Concludo brevemente: lo strumento di programmazione. Qualcuno può pensare che l'inserimento del piano sociale sia un tornare indietro, ma non lo è. Noi prevediamo un piano socio sanitario per tutti gli aspetti sia della sanità che del sociale integrato alla sanità. Tutti gli aspetti sanitari e socio sanitari troveranno lo strumento di programmazione nel piano socio sanitario. Poi c'è un sociale sociale, cioè tutto il sociale che non aveva nulla a che vedere con la sanità, le politiche per la casa, le politiche per la povertà, le politiche giovanili, le politiche per l'immigrazione, tutte cose che non avevano ragione di stare in un piano socio sanitario e che fino ad oggi non avevano uno strumento di programmazione, ma singoli piani di settore, vengono tenute insieme in un piano sociale.
Il piano sociale torna ad esistere non in conflitto con il piano socio sanitario, ma per fare il welfare che non ha nulla a che vedere con la sanità.
Concludo, dicendo che è una legge molto importante, è una legge attesa da tempo e credo che meriterebbe, se non l'attenzione al relatore di maggioranza, una maggiore attenzione in fase di votazione. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bugaro, Vice Presidente dell'Assemblea legislativa.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente. Intervengo molto più modestamente come relatore di minoranza, per dire che non voglio ripetere le cose condivisibili che ha elencato il relatore di maggioranza perché apprezziamo il potenziamento che è percepibile all'interno della proposta di legge degli ambiti sociali.
Sappiamo che viviamo momenti di grande difficoltà ed è per questa ragione che la legge diviene importante perché va a toccare le cosiddette fragilità, cioè tutti quegli aspetti che mettono le persone davanti alle difficoltà fisiche e non del nostro tempo.
Mi limiterò a elencare gli elementi che possono, mi auguro con una larga condivisione migliorare con gli emendamenti che abbiamo concordato, in parte concordato, la proposta di legge.
Sarebbe opportuno che il sistema sostenesse in particolar modo le famiglie numerose, intese come numero di figli, dal quarto figlio in poi, perché sono sempre alle prese con problemi sociali ed economici difficili, soprattutto in relazione ai tempi che viviamo.
Ritengo giusto considerare la famiglia quale soggetto centrale e attivo nella costruzione del sistema solidale e sociale, facendo riferimento al fatto che noi siamo passati dal welfare state al welfare mix e mi auguro che con questa legge e con la sua corretta applicazione possiamo passare al welfare comunity, cioè al coinvolgimento della famiglia quale soggetto attivo nelle politiche sociali, avendo contezza che lo stato di crisi porta ad una minore potenziale disponibilità economica per cui bisogna andare verso formule anche innovative di gestione del servizio sociale.
Ho presentato un emendamento che recepisce un'impostazione che già nel 2008 era stata approvata, quella cioè di far corrispondere progressivamente gli ATS agli ex distretti sanitari perché l'integrazione socio sanitaria è fondamentale alla riuscita ed alla sostenibilità del sistema.
E' necessario completare il sistema di protezione sociale che promuova sul territorio nuove formule di solidarietà e reciprocità attraverso l'integrazione ed il coinvolgimento della comunità. Studiare il territorio e ricercare il disagio sociale, potenziare i servizi a domicilio per quanto possibile e infine le residenze, ma sempre in un contesto di protezione sociale. Attuare un processo in progress, un progetto aperto dove non ci si limiti a prendere in cura gli abitanti fragili, ma si tenga sotto monitoraggio costante l'intero territorio di riferimento, pronti a prevenire e ad intervenire ad ogni cambiamento che possa provocare disagio.
Come dicevo nel welfare comunity è l'intero territorio che viene preso in cura applicando il principio di sussidiarietà soprattutto orizzontale, coinvolgendo le famiglie e gli utenti, inserendoli nelle reti sociali e sanitarie con le quali interagire di concerto con gli organismi preposti pubblici e privati.
Ritengo che le Marche, sin dal 1988, mi sembra con la legge 43, furono le prime, le precursori del modello sociale che oggi noi in parte modifichiamo.
Sono convinto che la sfida dei nostri tempi è quella di tenere aperta, Presidente Busilacchi, la finestra sui servizi sociali perché le esigenze sono mutevoli. Le esigenze dell'88 e le problematiche dell'88 non sono quelle odierne e forse non saranno, anzi sicuramente, quelle dei prossimi anni a venire, penso ad esempio alla aspettativa di vita che è una variabile non da poco nella gestione dei servizi sociali.
E' facilmente intuibile quante cose sono cambiate dall'88, per questo dobbiamo saper coniugare il cambiamento delle condizioni generali e formule innovative anche in base alle minori risorse a disposizione.
A mio modo di vedere, ci torno sopra perché lo ritengo importate, la rispondenza degli ATS con gli ex distretti sanitari è fondamentale perché aiuta ad eliminare burocrazia e sovrappone i due sistemi, quello sanitario con quello sociale.
Non aggiungo nient'altro perché penso che il messaggio del relatore di maggioranza, con il quale ci siamo confrontati, sia sufficiente a far comprendere la portata delle modifiche che abbiamo proposto ed in Commissione c'è stata la disponibilità, che mi auguro sia recepita dall'Aula, ad alcune modifiche emendative del testo e, per quanto mi riguarda il voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge ad iniziativa della Giunta regionale vede paradossalmente, come il Presidente Busilacchi ha evidenziato, l'articolo più importante, quello che nessuno mai legge, ultimo, il 28 che è quello che elenca una serie significativa di abrogazioni di legge preesistenti. Potremmo dire, in maniera giovanile, la mitica 43 dell'88, poi la 37 del '92 ed ancora la 37 del '97.
Non sto dando i numeri, sto semplicemente dicendo, come insieme a tanti altri articoli, questo testo unico sul quale viene richiamata un po' più di attenzione non risolve l'intera rivisitazione della materia dei servizi sociali, ma apre una finestra importante, per quella che è la parte generale della gestione dei servizi sociali che potrebbe seguire, dovrebbe seguire, ormai nella prossima legislatura, una rivisitazione di tutti i settori.
Due anni di lavoro, anzi tre, la legge viene presentata nel dicembre 2012 in Giunta ed ho avuto l'onore di farlo come Assessore al ramo competente. Dopo più di un anno di confronto e di analisi la legge viene fatta, una volta tanto, partendo dall'esistente e non dalla necessità di applicare nuove normative nazionali, quindi una legge tutta nostra, regionale, dal 2012 fino ad oggi, poi il lavoro prosegue nel 2013 e 2014 in Commissione con decine e decine di sedute. Un'attività che ha visto una grande collaborazione fra la Giunta e il Consiglio regionale e per questo ringrazio sia l'ex Presidente Comi che l'ottimo Presidente Busilacchi che ha raccolto e portato a conclusione una cosa che non era facile chiudere, perché a dispetto di quanto qualcuno ha detto e cioè che è una legge che serve a poco nulla - qualcuno in verità - in realtà è una legge che riconferma alcuni pilastri fondamentali e, come dicevo, ne apre altri.
Uno per tutti, creiamo, caro Consigliere Busilacchi, per la prima volta, 23 Comuni sociali, forse l'unico settore nella regione Marche dove abbiamo realizzato di fatto l'unione di Comuni e non 3, 4 o 5 Comuni di 500 abitanti, ma Comuni di 100.000 abitanti, ne abbiamo 23, che raccolgono in forma associata tutta la materia dei servizi sociali, perché la legge non mira semplicemente a disciplinare la parte dei fondi cosiddetti del fondo sociale comune che riguarda i Comuni, ma gestisce anche tutti i fondi di settore. Per la prima volta attraverso questa legge i fondi non arrivano ai Comuni, ma all'ambito. E' una grande modifica, una significativa modifica della gestione, quindi entriamo nel cuore della gestione dei servizi sociali e finalmente non avremmo più l'idea di 10 asili nido su un territorio che lavorano in concorrenza fra loro, ma l'idea di una pianificazione che va ad ottimizzare le risorse.
Questo si rende quanto mai necessario perché, e mi dispiace che l'attenzione a questa legge, sicuramente molto alta soprattutto da parte di decine e decine di operatori sociali, non tenga conto del fatto che va a incidere su una parte significativa del nostro bilancio, ben 110 milioni, e con i fondi regionali questo è il settore più significativo in assoluto perchè riguarda e tocca qualche cosa come 60.000 persone nella nostra regione, tanti sono gli assistiti che vengono a vario titolo, non sono sempre gli stessi, girano, ruotano, toccati da questa legge.
E' importante aver tentato di riorganizzare i servizi perché la legge naturalmente detta dei principi, poi sarà decisivo e fondamentale che gli operatori su questo lavorino.
Questo lavoro, in qualche maniera, ha anticipato perché, per esempio, per questa legge i più importanti interlocutori sono stati i Presidenti e i coordinatori degli ambiti territoriali sociali, non abbiamo lavorato sulle loro teste, ma con loro, con l'Assessorato prima e con gli uffici e la Commissione poi.
Questo passaggio è importante perché da una parte i 110 milioni sono gli stessi dal 2010, e ringraziamo per aver mantenuto questo livello di spesa nel bilancio, tutti gli altri settori sono stati tagliati ad eccezione di questo, ma nel frattempo, purtroppo, la platea degli assistiti è cresciuta.
Questa mattina abbiamo avuto una bella esperienza e per la questione del servizio c'è una legge regionale che destina fondi per i detenuti e gli ex detenuti. Mi permetto di ricordare che la Giunta nel 2011, 3 anni fa, ha raddoppiato, addirittura, i fondi destinati a questo settore, da 450 a 850 milioni. Non sono state chiacchiere quelle che abbiamo sentito oggi, i detenuti che sono venuti hanno presentato progetti che si sono realizzati grazie fondamentalmente al contributo, dal teatro alle biblioteche, dalle iniziative culturali all'inserimento lavorativo, ed alcuni ci hanno dato diretta testimonianza. Certo se avessimo 5 milioni per questo settore si potrebbe fare molto di più, ma quello che abbiamo visto questa mattina è frutto di una precisa opera politica, di una precisa scelta politico-amministrativa della Giunta e direi dell'intero Consiglio regionale, perché i passaggi in Commissione sono stati sempre condivisi a larga maggioranza se non all'unanimità come, mi auguro, Consigliere Bugaro, oggi annuncia il relatore di minoranza.
Grazie a tutti quelli che hanno operato, non posso non ringraziare i dipendenti, i collaboratori dei servizi sociali con i quali ho lavorato per la stesura del testo.
La Commissione ha fatto delle modifiche significative e ha apportato delle ottime variazioni che, sicuramente, hanno migliorato il testo in alcune parti particolarmente complesse, purtroppo non c'è il tempo per registrarle tutte, ma da quello che ho visto ha accentuato la necessità di integrazione socio sanitaria costringendo, in qualche maniera, l'area sanitaria dei nostri servizi, diciamolo, sempre molto restia alla gestione politico amministrativa, ad avere un interlocutore. Lo dico non in senso polemico, Presidente, lo dico perché abbiamo creato l'Asur, e mi sta bene, ma questo non significa che 2 miliardi e 900 milioni di spesa debbano essere sempre e comunque sottratti a questo dialogo che non faremo noi, ma costringeremo i nostri uffici, perché i distretti sono i nostri uffici della Regione, a dialogare con i Sindaci, con le associazioni che si occupano di servizi sociali perché l'integrazione socio sanitaria è una cosa seria.
E' vero che la Regione ha la responsabilità della gestione dei fondi, ma è anche vero che questo settore, bene l'ha detto il Consigliere Busilacchi, incrocia centinaia e migliaia di persone che in questo mondo lavorano senza percepire un euro e lo fanno a buon diritto con l'intenzione anche di dire la loro e di poter intervenire, in qualche maniera, nell'indirizzo della gestione dei servizi.
Chiudo signor Presidente, ringrazio per la pazienza oltre il termine che non so di quanto ho sforato, non me ne sono reso conto, ma mi giustifico con la passione dei 3 anni di lavoro che ho dedicato a questa legge, dicendo che non posso non condividere l'emendamento del Consigliere Bugaro, l'emendamento 1/1 da: "particolare a quella" a "numerosa" dato che anch'io ne faccio parte con i miei 4 figli, quindi non per interesse, perché andrei in conflitto di interessi, ma per una ovvia adesione di natura ideale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Il Gruppo Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale non ha pregiudiziali nei confronti di questa legge perché ovviamente un testo unico che raccordi una serie di norme che già esistevano non può che essere, per i beneficiari, un fatto positivo e necessario in termini quanto meno di chiarezza normativa.
Detto questo è ovvia, come tutti i testi unici, i testi quadro, che delineano delle procedure, ma non stanziano direttamente dei fondi, la riflessione politica, in un momento come questo, in cui da qualche anno a questa parte vengono tagliati i fondi per le Regioni, per i Comuni, per le Province e da poco, da un paio di anni a questa parte, si tagliano sensibilmente anche i fondi per la sanità che in passato non erano mai stati intaccati dalla politica dei tagli, da chiunque si fosse cimentato a livello di Governo nazionale.
Quello che preoccupa non è tanto questa legge, ma il dopo, quando andremo a declinare i servizi perchè è ovvio che ci sono sensibilità politiche differenti, a volte ci sono, come non pensare a come individuare innanzitutto i destinatari dei servizi socio sanitari.
Io cito una questione che mi sta molto a cuore: noi abbiamo presentato, come Gruppo, una proposta di legge che si prefigge l'obiettivo di affrontare uno dei temi che riguardano le nuove povertà, quello della tutela dei minori, dei figli, in rapporto anche all'aspetto del numero di quelle famiglie che sono classificate a povertà e che hanno dimostrato anche un radicamento territoriale con il criterio della residenzialità, perché è evidente che anche per i servizi sociali - questo sistema economico tende a far crescere la mobilità delle persone sia per questioni di lavoro che generali - la mobilità, per certi aspetti, crea anche scompensi nel sistema di una Regione, di un Comune, di una realtà, perché magari arrivano delle persone che stanno due anni, usufruiscono di servizi e poi scompaiono perché vanno altrove. Bisognerebbe individuare dei criteri che redistribuiscano, lo dico senza ipocrisia, più equamente i servizi fra cittadini italiani e residenti extra comunitari, due parametri, due categorie di persone diverse dal punto di vista giuridico. Una ha la cittadinanza, l'altra ha solo la residenza.
Dico a nome del Gruppo che noi siamo disposti ad astenerci su questo testo unico perché non vogliamo avere un pregiudizio sullo sviluppo, sulla declinazione di questo testo, però mi sento di chiedere al Presidente della Commissione sanità, Consigliere Busilacchi, un impegno certo, preciso, visto che abbiamo pochissimi mesi di lavoro, veramente pochi, abbiamo dicembre, gennaio e febbraio, dopo di che non possiamo neanche più per legge intervenire, perché 45 giorni prima delle elezioni questo Consiglio potrà fare solo attività di ordinaria amministrazione, quindi, chiedo l'impegno a far si che entro i primissimi giorni di febbraio si sia già approfondito in Commissione questo tema, si siano confrontate le proposte di legge esistenti e si possa licenziare una norma ad hoc che vada a rivolgersi al settore della povertà che oggi è un dato reale, drammatico che dobbiamo contrastare in ogni modo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Bugaro. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 1/2/1 a firma dei Consiglieri Bugaro e Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/2 a firma del Consigliere Bugaro. Decaduto
Emendamento 1/3 a firma del Consigliere Bugaro. Ritirato

Articolo 1 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma del Consigliere Bugaro. Ritirato

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma del Consigliere Bugaro. Ritirato

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma del Consigliere Bugaro. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Qui l'unica questione è quella relativa un po' a tutta la legge, cioè non ci sono risorse, non chiedeteci i soldi.
La Giunta regionale istituisce l'osservatorio regionale alle politiche sociali al fine della ricognizione del monitoraggio dei bisogni sociali della popolazione per i quali si avvale dei dati forniti dal sistema informativo regionale, dal sistema statistico regionale ed è vero che delle persone ci dovranno lavorare, lo abbiamo visto anche ieri riguardo all'istituzione del registro tumori e di studi epidemiologici completi per il quale è necessario attivare delle convenzioni, per esempio con l'Istat, se non ci sono dati in proprio su alcune cose, quindi, quando si dice: "istituito senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio", sembra (...) Si, ho capito, però non vedo perché precisarlo, precisarlo vuol dire non ci mettiamo una persona in più, niente. Stava comunque in piedi e non individuava oneri di bilancio anche senza questa postilla che va quasi a sminuire, a limitare le azioni di questo strumento che è importantissimo perché il piano sociale individuerà i bisogni e ne vedrà anche il soddisfacimento, cioè quello che siamo riusciti a dare e quello che rimane fuori.
Invito a porre attenzione a questa fase, alla fase del monitoraggio che è prevista, penso che non si possono fare le nozze con i fichi secchi.

PRESIDENTE. Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento 16/1 a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 16/2 a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16 bis.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Qui si parla di affidamento di forniture di beni e servizi a cooperative sociali di tipo B, per cui la legge riserva una quota annua pari almeno al 5%.
Ritengo che questa riserva non sia mai stata utilizzata né nessuno ne abbia mai verificato l'applicazione, penso, quindi, che la Giunta regionale, la maggioranza e gli Assessori debbano verificare il rispetto della riserva dei servizi alle cooperative di tipo B.
Specialmente in questa fase di crisi economica in cui non ci sono risorse, nessuno va a verificare questo tipo di affidamenti, ma ricordo che le cooperative di tipo B fanno inserimento lavorativo per persone svantaggiate, diciamo, quasi a costo zero, quindi il rischio è di azzerare la possibilità di inserimento lavorativo gratuito a cui dovremmo sopperire con un disagio sociale più ampio o con costi ulteriori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Mi unisco all'osservazione fatta dal Consigliere Binci, l'intenzione di questa norma è quella di ribadire in effetti l'esistente. Sono lieto che la Commissione l'abbia anche formulata in maniera più ampia e prescrittiva, rimane sempre il punto che non abbiamo strumenti per costringere, l'unica cosa che mi permetto di suggerire alla Giunta, in questo caso al Vicepresidente, se può raccogliere questa semplice osservazione, è che venga pubblicato ogni anno l'elenco dettagliato dei Comuni della Regione che hanno rispettato questa norma e quelli che non l'hanno rispettata compresa la stessa Regione con i suoi uffici dall'Asur in giù.
Questo perché ci sia l'elenco degli infami che non applicano questa norma.

PRESIDENTE. Articolo 16 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo è un aspetto importante, la compartecipazione degli assistiti alla spesa del servizio erogato, in teoria è un concetto razionale che tutti condividiamo, il problema è che le soglie di reddito sono talmente basse che è quasi difficile la compartecipazione.
Penso per esempio all'assistenza domiciliare, si dice che da noi l'assistenza domiciliare è bassissima, ma è bassissima perché le quote di compartecipazione prevedono limiti di reddito per l'esenzione quasi inesistenti.
Varrebbe la pena fare una riflessione sul tema della compartecipazione degli assistiti, soprattutto sulla prestazione dei servizi e soprattutto per le persone non autosufficienti e disabili. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Praticamente l'intervento è assorbito dalla spiegazione del Presidente, c'è solo una preoccupazione che non credo sia esattamente quella del Consigliere Binci relativamente all'affidamento della tariffa massima, cioè noi abbiamo una situazione nella quale oggettivamente il ricco assoluto si trova nella condizione di avere uno sconto sul servizio perché il servizio, la tariffa sul servizio è sulla ...
Credo che la Commissione ha fatto bene a chiudere in questa maniera perché la previsione c'è. Quello che può essere fatto è in sede comunale, sono i Comuni che nella loro autonomia possono decidere sopra i 100.000 euro di reddito, dico una stupidaggine, che il costo dell'intero servizio di un asilo nido sia a pagamento, cioè 6.000 euro; nella formulazione che la Giunta aveva previsto sembra venissero esclusi dal servizio, invece uno accede, ma eventualmente paga una tariffa massima, come ha scritto la Commissione.

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento 19/1 a firma dei Consiglieri Bugaro e Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 24.
Emendamento 24/1 a firma della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 24 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 28.
Emendamento 28/1 a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 28 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approvato)

Proposta di legge n. 280 (testo base), così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approvata)

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Non porterò via tempo al Consiglio. Voglio solo approfittare come Assessore ai servizi sociali, e questa parte investe il socio sanitario, per ringraziare la Commissione per il buon lavoro che ha svolto e ringrazio anche il Consigliere Marconi che prima di me si è occupato di questo settore e che obiettivamente ha spinto con efficacia in questa direzione.
Ne parlavo prima con il capogruppo Consigliere Camela e ricordavo che noi abbiamo investito anche su questa legge, su un punto fondamentale nel quale ci riconosciamo, e cioè il riconoscimento di quello che è il ruolo della famiglia e di tutto ciò che ruota attorno ad essa in termini di servizi sociali.
E' un riordino importante che crea le condizioni che già esistevano, ma le norma, per un'integrazione socio sanitaria efficace, e per dare uno spazio laddove si parla di sociale che può svolgere la sua funzione e produrre i suoi effetti con più efficacia. Grazie anche all'Aula per questo lavoro.

PRESIDENTE. Colleghi per oggi, come d'accordo, la seduta è conclusa, buona giornata.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 12,40.