Resoconto della seduta n.22 del 20/04/2021
SEDUTA N. 22 DEL 20 APRILE 2021

La seduta inizia alle ore 11,15

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Mi scuso per il ritardo con cui iniziano i lavori dell’odierna seduta dell’Assemblea legislativa regionale, abbiamo atteso la conclusione della Commissione riunita per la valutazione di alcuni emendamenti relativi alla prima proposta di legge, che verrà sottoposta alla nostra attenzione.
Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 22 del 20 aprile 2021. Do per letto il processo verbale della seduta n. 21 del 13 aprile 2021, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Il Consigliere Putzu è assente giustificato perché è in missione per conto della Regione, mentre ci sono altri Consiglieri e Assessori che sono in modalità da remoto.
Sarà valutata prossimamente, se verranno confermate le indicazioni del passaggio a zona gialla di questa regione, una diversa e più chiara composizione dell’attività dell’Assemblea legislativa, i Consiglieri dovranno essere in presenza, partecipare da remoto non potrà essere un’opzione, ma sarà possibile solo in caso di estrema necessità. In questo senso la Consigliera Jessica Marcozzi ha giustificato la sua assenza per motivi strettamente personali, quindi è collegata da remoto.

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4 del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Saluto lei e chi c’era come me alle 10,00, ora in cui lei ha convocato quest’Assise. Ritengo che questa impronta, che ormai abbiamo utilizzato, non va bene, è una questione di dignità, non guardo solo chi parla mentre intervengo. Ritengo che la questione, Presidente, e lo dico per lei, sia di rispetto anche nei suoi confronti, non è più accettabile, non è pensabile, ci sono Consiglieri che arrivano puntuali, ognuno di noi ha una storia amministrativa, sappiamo quanto sia complicato organizzare i lavori, ma questo non è accettabile. Non è pensabile che si arrivi alle 10,00 e alle 11,16 ancora devono iniziare i lavori, non siamo più disponibili, penso che non sia un problema …, so che verrà addebitato come tale, come se al Partito Democratico che non gli va bene nemmeno la gestione dei lavori, ma non siamo in questi termini, penso anche che tanti Consiglieri che erano qui con noi alle ore 10,00 non vogliono più sopportare questo tipo di taglio. Presidente, demandiamo a lei una modalità diversa, alle 10,00 si inizia chi c’è c’è e si procede. Penso che gli Assessori possano delegare ad altri le risposte per le interrogazioni così si ottimizza il tempo e il ritardo che si accumula, nonostante in Commissione si stia facendo un grande lavoro. In Conferenza dei Presidenti pianifichiamo il dettaglio, poi ci troviamo qui in una situazione imbarazzante, di rispetto per tutti, lo dico per lei, per noi e per tutti i cittadini che ci guardano e che poi ci attribuiscono quegli appellativi, aggettivi, che non sono sopportabili. Rispetto anche per i nostri collaboratori che sono qui, io non sono abituato a fare queste figure. Presidente, le chiedo formalmente a nome del nostro gruppo e penso anche di tanti altri di mettere ordine, disciplina, che ogni tanto viene evocata, ne abbiamo bisogno tutti. Mi spiace, ma penso che dopo sei mesi tutti siamo rodati e abbiamo una storia, non è che la guardiamo e viene rimarcata solo per i nostri percorsi, la storia significa anche essere e in questo momento non stiamo facendo una bella figura. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, prendo atto delle sue considerazioni e mi atterrò di conseguenza fin dalla prossima seduta del Consiglio regionale, in quel caso applicando il Regolamento, ove non vi sia la possibilità di farla iniziare, decorsi i 30 minuti canonici, verrà sospesa, diversamente verrà fatta con chiunque sarà in Aula.

Proposta di atto amministrativo n. 9
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano triennale cultura 2021/2023. Legge regionale 9 febbraio 2010, n. 4 e legge regionale 3 aprile 2009, n. 11”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 9 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Buongiorno a tutti i Consiglieri. Capisco il rincrescimento del capogruppo del Partito Democratico per l’attesa in Aula, però insieme agli altri Consiglieri della I Commissione, tra cui due rappresentanti del Partito Democratico, i Consiglieri Cesetti e Biancani, abbiamo cercato di inserire nella proposta del piano, quindi fare nostri, di tutta la Commissione, alcuni emendamenti, parte dei quali sono della minoranza. Questo per dire lo stile che vogliamo avere e che adesso traccerò come relatore di maggioranza su questo atto amministrativo molto importante.
Nella direzione della rivalutazione del profilo della nostra Regione abbiamo tre atti che riteniamo importanti:
1) il piano della cultura triennale;
2) il piano del turismo;
3) l’agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione.
Sono tre cose che mostrano una discontinuità rispetto a precedenti gestioni.
Il primo ringraziamento lo faccio all’Assessore Latini che ha svolto un lavoro difficile perché esiste una continuità istituzionale, non si butta via tutto quello che c’era per il nuovo, il nuovo deve avere le sue radici nel passato, da quello che c’è stato e bisogna far si che le cose buone che ci sono state siano recuperate, conservate, magari migliorate per innestare nuovi rami.
Ringrazio l’Assessore Latini perchè ha saputo ascoltare, cambiare, prendere atto di proposte, alcune anche in una discontinuità difficile, le ha fatte proprie con una mentalità aperta, è riuscita a proporre in Giunta regionale e poi successivamente nella Commissione un testo che secondo me è fortemente innovativo.
Ringrazio anche tutti i componenti della Commissione che hanno lavorato bene, il Presidente Marinelli, come è noto, è persona saggia, ognuno di noi fa il profilo dell’altro da sé …

PRESIDENTE. Consigliere, le chiedo di tenere la mascherina e chiedo a tutti di rispettare le regole dello stare in Aula: rimanere seduti, parlare con la mascherina e non fare assembramenti.

Carlo CICCIOLI. La ringrazio, Presidente, lei sa che a gennaio ho avuto il Covid e ho gli anticorpi molto forti, potrei essere minacciato io dagli altri Consiglieri piuttosto che essere io ...
Ho qualche difficoltà nella respirazione e nel parlare, però faccio del mio meglio.
Detto questo sulla Commissione e sull’Assessorato passo alla politica culturale che intendiamo portare avanti, lo dico a nome di Fratelli d’Italia ed anche a nome della coalizione fortemente coesa.
Noi crediamo che debbano essere prese in parte le distanze dall’eredità amministrativa che abbiamo, il cambiamento non è un colpo di spugna, sarebbe una sciocchezza, poco intelligente, ma auspichiamo un mutamento forte, profondo, graduale, in cui ci sia un’integrazione tra le iniziative che ci sono e quelle che ci onoriamo di proporre. Dobbiamo dare occasioni e opportunità ai tanti operatori della cultura marchigiana che spesso sono stati emarginati, abbiamo dei personaggi, degli autori e degli artisti che hanno trovato successo in altre regioni italiane, addirittura altri in altre nazioni, all’estero, che nelle Marche sono stati denegati. Di questo ne prendiamo atto. Vogliamo che tutte le amministrazioni comunali siano messe nelle condizioni di sviluppare una politica culturale locale, certo organizzata, perché ognuno non può fare da solo.
Il primo compito che ci siamo dati è una revisione critica, e questa conviene a tutti sia a chi è stato protagonista nella passata stagione, nelle passate amministrazioni, che a quelli che sono subentrati e cioè noi. Abbiamo inserito nel testo una critica alla politica culturale che c’è stata, nel pieno rispetto di ciò che è stato compiuto. Secondo noi le amministrazioni di sinistra, soprattutto l’ultima, hanno previlegiato il rapporto personale e strutturale con alcuni soggetti rispetto ad altri. Bisogna utilizzare invece serietà e onestà culturale, intellettuale, quanto è stato il sostegno alle imprese culturali e a quelle creative? Quanto è stata valorizzata la nostra cultura dal punto di vista economico? Una volta si diceva che con la cultura non si mangia, oggi invece soprattutto nei Paesi evoluti ci si mangia e anche molto, quindi bisogna mettere in sinergia pubblico e privato. Per esempio siamo critici sul distretto culturale evoluto che avrebbe dovuto dare grande sviluppo al settore, invece non si è verificata una reale imprenditorialità sia come prodotti che come occupazione. Questo è uno dei dati che ho registrato, una revisione del distretto culturale evoluto è molto importante, verificare quello che è successo e come è andata, perché è generico parlare di ricerca, formazione, istruzione, poi bisogna andare al nodo del problema. Questi sono i risultati.
Le Marche si prestano molto al sistema delle mostre, però è importante che queste abbiano una ricaduta sia nel dibattito politico nazionale che nel numero dei realizzatori, soprattutto nella capacità attrattiva di persone, in questo caso diventano anche veicolo di turismo e di economia. Sulle mostre bisogna cercare di fare un progetto organico affinché nell’arco degli anni ci sia una sinergia tra una mostra e l’altra, tra la capacità di richiamo e di rendere visibile la nostra regione. Qualcuno ha detto più volte, e l’ho condivido, che le Marche sono una regione che non fa notizia, noi invece attraverso il sistema della cultura dobbiamo fare notizia e proporre il nostro progetto.
Ho parlato delle mostre e del sistema dei musei, abbiamo tantissimi musei nella nostra regione, pubblici e privati, abbiamo tanti archivi che vanno utilizzati. Il sistema nazionale dei musei purtroppo non funziona e noi dobbiamo lanciare un nostro sistema dei musei, che devono essere connessi agli eventi e al turismo. La nostra regione deve cercare di offrire qualcosa di molto forte, prima ho parlato di profilo d’immagine, noi dobbiamo dare l’immagine della marchigianità, come hanno fatto altre regioni italiane, per esempio il Veneto ha il patrimonio di Venezia e il retroterra delle terre venete, la Toscana ha Firenze, che è quasi la capitale del mondo della cultura, comunque in competizione con Roma. Dobbiamo dare questo profilo forte alle Marche, una regione al plurale per certi versi un po’ debole perché non riesce a fare aggregazione, anche se ha un giacimento culturale meraviglioso, importantissimo, e proprio perché è un po’ più riservato, più timido sta facendo oggi notizia e questo deve essere valorizzato.
Aggiungo che c’è il problema della transizione digitale, tutti sanno che soprattutto il Covid ha valorizzato l’aspetto della comunicazione, noi abbiamo anche fatto delle sedute assembleari da remoto. Oggi la cultura passa molto attraverso la comunicazione digitale, ci deve essere un vero e proprio piano strategico per la comunicazione digitale, per vendere i nostri musei, le nostre mostre, sollecitando nello stesso tempo la curiosità di toccarli e di andarli a vedere dal vivo, anche i nostri luoghi perché il paesaggio della nostra regione ha un aspetto culturale significativo, anche l’Appennino e quello che ha di cultura, purtroppo è vuoto, abbandonato, sguarnito, ma nel dettaglio ci sono i luoghi della storia e della cultura. Pensiamo ai castelli, alle rocche, alle città fortificate, sono un patrimonio povero di popolazione, ma Urbino, che ha 15.000 abitanti, Camerino e tutti i luoghi del nostro entroterra hanno una storia bellissima e grandissima con un nobile passato.
Passo al mondo dello spettacolo, purtroppo lo spettacolo dal vivo è stato estremamente mortificato dalla vicenda del Covid, le manifestazioni dei bauli vuoti che si sono svolte a Milano, a Roma sono un segnale, dobbiamo recuperare il mondo dello spettacolo che attualmente purtroppo è all’angolo, abbiamo tanti operatori che si stanno riciclando in altri settori, mentre lo spettacolo può essere anche un punto di riferimento della nostra regione che non può passare semplicemente sui canali del fondo unico dello spettacolo (FUS) e del primario interesse regionale (PIR), che di fatto vengono spalmati sempre sugli stessi operatori. Questo è un sistema sul quale, anche in Commissione sono stato abbastanza duro, bisogna rompere, noi non dobbiamo fare una platea chiusa e stretta e solo chi ha i fondi Fus poi prende i fondi dei soggetti di priorità di interesse regionale. La possibilità e l’apertura sono proprio queste, pluralizzare, rendere accessibile, un sistema a favore degli operatori marchigiani, di chi vuole fare cultura, di chi nasce ora. Ci sono personaggi consolidati e affermati, ma noi dobbiamo puntare all’emergenza, a ciò che emerge di vivo e di nuovo da questo mondo, la creatività che ha sempre difficoltà ad affiorare. Se noi finanziamo sempre gli stessi mortifichiamo questa creatività e non permettiamo neanche il cambio generazionale. Se ci sono persone che dominano da 20/30 anni gli enti culturali e sono nei luoghi in cui si prende una decisione sulla cultura, un pezzo di cultura fugge.
E qui andiamo al discorso dei soggetti culturali. La Regione ha promosso nel passato il sistema delle aggregazioni attraverso la costituzione di organismi qualificati, però che cosa è successo? Sono diminuite le spese o ci sono stati organismi che hanno assorbito tutti i fondi disponibili? Io dico che la seconda risposta è quella giusta, ci sono strutture promosse dalla Regione che hanno assorbito tutto il denaro possibile e questo non è …, diventa politica assistenziale e protezione – questo che esprimo è molto importante - di chi è già protetto, noi garantiamo i garantiti. Dobbiamo cercare di dare continuità a coloro che esplicano attività, ma oltre a garantire i garantiti dobbiamo cercare di dare spazio a quelli che non sono garantiti, agli emergenti. Se noi abbiamo solo due assi, il Fus e il Pir, e l’uno obbliga a sostenere l’altro e viceversa noi abbiamo un sistema chiuso. Mi ricordo di un colloquio di molti anni fa con l’allora Priore di Fonte Avellana, c’era stato un convegno dei cattolici e studi sull’anno 1000/1100, gli ottoni, io sono sempre un po’ critico, polemico e discutevamo sulla storia della chiesa e mi disse: “Sai perché la chiesa ha 2000 anni? Perché è un sistema aperto, nella chiesa entrano tutti, escono tutti. Mantiene forte il perimetro, ma il sistema è aperto per cui c’è la destra, c’è la sinistra, ci sono correnti”. Nella cultura a maggior ragione dobbiamo fare un sistema aperto in cui sia possibile entrare e anche uscire, se uno non risponde alle cose che riteniamo.
Sul sistema dei soggetti aggregati, quindi delle organizzazione e aggregazioni culturali, mi sento di dire che bisogna trovare un meccanismo per una reale riduzione dei costi di gestione e per un economico funzionamento delle attività culturali, non è che attraverso quei soggetti si deve spendere di più, si deve spendere di meno, risparmiare. Quale sarà il futuro? Siamo difronte a un cambiamento profondo, si dice sempre così, ma stavolta il cambiamento profondo non è determinato da sé stesso, ma da quello che è accaduto nel mondo, la pandemia, la perdita delle aggregazioni, dei contatti, che ha determinato un qualcosa che non torna più, quello che c’era fino a poco tempo fa non sarà lo stesso, l’hanno detto tutti. Bisogna arrivare ad una impostazione dialogante con le parti della cultura escluse. Nelle Marche sono state escluse parti di cultura, bisogna includerle, fare una ricognizione seria a dodici anni dall’approvazione della legge del settore.
Le tre leggi del settore sono: la n. 11 del 2009, la n. 7 del 2009, la n. 4 del 2010. L’Assessore dice che questo è il piano che va nella direzione di una visione complessiva del quadro normativo generale attraverso le tre leggi. Io sono, Assessore, per un testo unico, bisogna arrivare ad un testo unico, non tre o quattro leggi, un testo unico che sarà l’Assessorato e la struttura burocratica a promuovere, bisogna arrivare a questo.
Mi segnalano, e questo farà piacere ai colleghi alleati della Lega, che la Regione Veneto ha una legge culturale molto valida, la n. 17 del 2019, dobbiamo cercare anche di vedere chi fa meglio, cito Oscar Farinetti, quello di Eataly, in una conferenza a Urbino disse una cosa molto interessante, che tutto è già stato pensato, bisogna capire cosa si può prendere di bello e cercare di riscriverlo in maniera funzionale al proprio progetto. Se ci sono cose che già funzionano in altri quadri normativi, in altre regioni di centro destra o di centro sinistra, non mi preoccupa. Noi dobbiamo andare nella direzione riformatrice dell’intero sistema dei beni culturali e delle attività culturali, cercando di fare sinergia, sintesi, attraverso una scelta profondamente riformatrice.
Ultimi tre punti, il piano europeo di rilancio, il Recovery plan, che dovrebbe dare nelle Marche numerose risorse aggiuntive. Ogni anno nell’arco di programmi comunitari, dei fondi settennali, in questo caso 2021/2027, spendevamo per la cultura circa 30.000.000, dovremmo arrivare a circa 60.000.000, quasi un raddoppio, dobbiamo mettere in sinergia i fondi comunitari, nazionali, regionali e cercare di capitalizzare e fare un progetto di lungo periodo.
L’Assessore Latini è fortunata da questo punto di vista perché può fare una riforma del settore e può finanziarlo perché si può fare la legge migliore possibile, ma se non ci sono i fondi, le risorse, poi diventa una grida manzoniana.
Altri due punti: il rapporto con l’opposizione. Credo che l’opposizione abbia un ruolo molto importante, va sempre presa in considerazione, chi non ascolta l’opposizione, la critica, fa un grave errore perché talvolta anche dalla provocazione, dalla temerarietà dell’opposizione si prendono spunti che possono arricchire chi governa. Quando ho potuto ho sempre utilizzato nel mio ruolo nelle Commissioni, poi come relatore, le proposte che sono state portate, poi quando non piacciono perché non sono in linea con le nostre cose è evidente che maggioranza le respinge, però chiediamo all’opposizione onestà intellettuale. Quando si dice che è stata dimenticata Pesaro si dice una cosa non vera, ne ho parlato più volte con il Consigliere Baiocchi. Pesaro è un luogo di cultura importante, se lo sono conquistati in parte i pesaresi per delle coincidenze fortunate: Rossini ad esempio, il fatto che sia nato lì, la lirica e altro. Pesaro ha la nostra attenzione, così come gli altri centri, lo Sferisterio di Macerata e i 100 anni della rappresentazione teatrale, importantissima, l’occasione per fare anche di Macerata, che è stata già previlegiata nel passato ... Noi puntiamo alle Marche plurali: Ascoli Piceno, Fermo, Jesi, Ancona, dobbiamo arrivare ovunque e in questo senso sono molto soddisfatto della presentazione del progetto dei borghi storici, che sono soprattutto sull’Appennino e non solo, anche sulla costa, per la valorizzazione del nostro territorio.
L’idea è di vedere quello che è accaduto in parte in Umbria e in maniera ancora superiore in Toscana, non è che se l’Umbria e la Toscana sono state governate dalla sinistra non si prendono ad esempio, no, ci sono cose buone da prendere, lasciando lontano, molto lontano il sistema delle clientele.
Questo piano ha l’opportunità di una serie di anniversari: Sisto V per il piceno, Franco Corelli, la lirica, Ancona, Montessori, Chiaravalle, Federico da Montefeltro, sono opportunità e occasioni che tutta la stampa nazionale coglierà e noi dobbiamo avere la massima attenzione nella stampa e nella comunicazione. C’è ancora qualcosa da fare su Raffaello Sanzio, ahimè, su Dante Alighieri il Covid ci ha penalizzato, ma come non recuperare prima di tutti Gradara e il suo castello ed anche Fonte Avellana e Fano per i passaggi di Dante Alighieri nelle Marche. Tutte cose che abbiamo imparato a scuola insieme al cinema.
Il cinema è stata la più grande risorsa culturale per la Puglia e la Calabria per qualificarsi, anche per l’Umbria con Don Matteo, oggi quello che viene trasmesso nella televisione e nel cinema è un segnale fortissimo di promozione. Noi dobbiamo utilizzare le Marche come un palcoscenico per il cinema, su questo so che l’Assessore è molto interessato …

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Carlo CICCIOLI. Concludo perché ho parlato tantissimo, del resto sono il relatore e il piano è più di 120 pagine. Vorrei che cominciasse da questo piano triennale una nuova fase, le ultime elezioni hanno detto che i marchigiani volevano discontinuità, anche sulla cultura, che non è un settore residuale, noi dobbiamo portare avanti questo cambiamento, una fase nuova e diversa per mettere in campo quello che c’è e che non è stato valorizzato, conservare quello che ha valore e costruire giorno per giorno un cambiamento.
Tra tre anni faremo il punto, nel frattempo il piano annuale della cultura subito, prima è meglio è, siamo in ritardo e non per colpa nostra, siamo in ritardo per il Covid perché il mondo della cultura e dello spettacolo è tutto bloccato, ahimè, ma dobbiamo andare subito avanti per recuperare, speriamo nel secondo semestre di quest’anno, le tante cose che la pandemia ha bloccato e che non si sono potute fare per dare speranza e fiducia ai tanti elementi di novità nella cultura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere più veloce possibile visto che il Consigliere Ciccioli ha già fatto un’ampia presentazione.
Il piano triennale della cultura 2021/2023, che ci è stato sottoposto dalla Giunta, è composto di quattro parti, cerco di fare una parte descrittiva un po’ più puntuale visto che prima non è stata fatta.
Nella prima parte è descritto il quadro normativo regionale di riferimento ed il quadro programmatorio nazionale ed europeo in cui la programmazione regionale si inseriscee con cui interagisce nei rapporti istituzionali che intrattiene la Regione.
Nella seconda parte vengono descritti alcuni progetti speciali che caratterizzano la programmazione proposta, ovvero progetti multidisciplinari diretti a valorizzare borghi e centri storici, anche attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e immateriale, i progetti di celebrazione di personaggi illustri e i maggiori eventi espositivi in programma.
Nella terza parte vengono descritti gli interventi sui sistemi culturali, ovvero sul patrimonio monumentale e dei luoghi di cultura, sul sistema museale, sul sistema bibliotecario, sul sistema dello spettacolo dal vivo e sul sistema del cinema ed audiovisivi. In tutti i sistemi si pone l’accento sull’importanza di sostenere i processi di digitalizzazione e le imprese culturali creative.
Nella quarta parta si evidenziano le interazioni della programmazione culturale con la promozione della formazione professionale, dell’educazione scolastica, dell’imprenditorialità e del mondo del volontariato.
Per quanto riguarda invece i contenuti il documento programmatorio contiene alcune indicazioni strategiche condivisibili, come l’impegno a valorizzare il patrimonio culturale diffuso che caratterizza la regione per favorire una maggiore funzione collettiva ed una maggiore attrattività turistica, soprattutto nei borghi delle aree interne.
E’ condivisibile anche l’intenzione di accelerare la digitalizzazione dei servizi legati alla fruizione dei beni culturali del sistema museale e bibliotecario attraverso progetti ad hoc, tipo “Cultura smart”, così come l’intenzione di favorire la riqualificazione sismica ed energetica degli edifici d’interesse culturale, oltre che la riparazione del patrimonio culturale danneggiato dal sisma, a cui vorremmo aggiungere quello danneggiato in tutto il territorio regionale dall’incuria.
Sono inoltre apprezzabili alcuni progetti specifici come: il progetto “Marchestorie” (che valorizza il patrimonio culturale e materiale dei luoghi attraverso spettacoli e manifestazioni di diversa natura), il progetto “InnovaTeatri” (che prevede interventi nei teatri storici della regione di miglioramento della funzionalità e sicurezza, mediante adeguamento degli impianti, messa a norma in materia di prevenzione e incendi e rinnovo degli apparati scenografici e scenotecnici), e il progetto “InnovaCinema” (che prevede bandi mirati ad ammodernare le sale cinematografiche, anche per un uso multifunzionale). Resta però da valutare se questi intenti programmatici verranno declinati in azioni equamente distribuite nel territorio, in discontinuità con quanto avvenuto in passato.
Il piano triennale contiene anche una puntuale descrizione degli interventi effettuati nel triennio precedente, da cui si rileva un’evidente sperequazione territoriale nella spesa. Anche in questo comparto (se si escludono i dovuti interventi connessi all’emergenza del sisma del 2016) i capoluoghi di provincia risultano maggiormente beneficiati, la città di Ancona in particolare. Le località della provincia di Pesaro, che non mancano certo di risorse culturali da valorizzare, risultano essere state particolarmente penalizzate, soprattutto Fano, terza città delle Marche. Sarebbe stato opportuno che nella programmazione del prossimo triennio si fosse prevista una maggiore diffusione delle risorse finanziarie ed equità territoriale nei fatti, non solo nelle enunciazioni programmatiche, equità che per ora non si vede, visto che delle quattro proposte di intervento a valere sul Piano nazionale di ripresa e di resilienza, fondi statali e comunitari, due hanno una caratterizzazione territoriale ben definita e sono importanti interventi che riguardano le città di Ancona e Camerino. Dato che una gran parte della politica culturale della Regione passa attraverso la Fondazione Marche Cultura, sarebbe opportuno che partecipassero alla Fondazione i principali Comuni della regione, non solo Ancona e non solo i capoluoghi di provincia.
Come Movimento 5 Stelle in Commissione abbiamo sollevato la necessità di un’equa distribuzione territoriale della risorsa in Commissione, dove gli uffici e i colleghi di maggioranza ci hanno assicurato che tale esigenza sarà tenuta in debita considerazione nella preparazione dei piani annuali e nello stanziamento effettivo delle risorse in bilancio. Vigileremo in tal senso.
Abbiamo inoltre presentato in Commissione quattro emendamenti anche allo scopo di favorire la perequazione territoriale, oltre che per suggerire ulteriore interessanti ambiti d’intervento, emendamenti che, devo dire, sono stati accolti favorevolmente dai colleghi di maggioranza, così come quelli di altri esponenti della minoranza.
Un altro aspetto su cui vi invitiamo a riflettere è l’opportunità di mettere a sistema le numerose leggi in tema di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale regionale, che si sono sedimentate nel tempo e che vengo più o meno finanziate nei bilanci pluriennali a seconda delle sensibilità politiche prevalenti protempore.
Contiamo oggi tre leggi fondamentali: una in materia di beni e attività culturali, un’altra in materia di spettacolo e l’ultima in materia di cinema ed audiovisivi, sono la n. 4 del 2010, la n. 11 del 2009 e la n. 7 del 2009. Oltre a queste si aggiungono ben 21 altre leggi specifiche a tutela della memoria storica, delle eccellenze locali e territoriali, della promozione della lettura e di commemorazione di personaggi storici di rilievo. Sarebbe opportuno mettere in cantiere una revisione e semplificazione normativa dell’intero comparto, noi siamo disponibili a lavorarci. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro contributo a questo piano triennale della cultura perché, come è stato ricordato, è stato costruito con una campagna di ascolto fatta in poco tempo, il piano triennale è stato fatto in quattro mesi in un clima particolare.
Sappiamo che la cultura è uno dei settori più colpiti, con le chiusure a causa della pandemia, ed ha sofferto tantissimo. Io ho iniziato subito un dialogo virtuoso con le parti sociali e con il mondo dello spettacolo dal vivo e devo dire che quando il piano è finalmente giunto in Commissione ho trovato una grande collaborazione. Quando si parla di cultura, anche quando ero in Parlamento alla Commissione Cultura, si riesce sempre a trovare un punto d’incontro perché, è ovvio, tutti abbiamo interesse a valorizzare il nostro territorio, le nostre Marche, attraverso la cultura che rappresenta la nostra identità, le nostre radici.
In Commissione c’è stato un confronto tra maggioranza e opposizione, secondo me c’è stato un dialogo collaborativo e costruttivo e per questo ringrazio il Presidente Marinelli che ha gestito tutte le sedute, ovviamente ci siamo riuniti più volte per completare questo piano.
Ringrazio il relatore di maggioranza, il Consigliere Ciccioli, che insieme alla maggioranza ha portato degli ulteriori approfondimenti e specificità che hanno arricchito il piano, come anche la relatrice di minoranza, la Consigliera Ruggeri, che è stata molto attiva per completare al meglio questo atto.
Ringrazio tutti i Consiglieri, è vero che alcuni emendamenti sono stati bocciati, ma tanti anche dell’opposizione sono stati inseriti proprio perché non si deve avere un atteggiamento di ostilità dettato dalle appartenenze politiche, ma su una proposta, che può aiutare il territorio ad essere valorizzato da un punto di vista culturale, penso che sia importante la collaborazione di tutti.
Adesso stiamo andando verso una data importante, che è quella del 26, in cui finalmente si potranno riaprire i luoghi della cultura, che sono da troppo tempo chiusi. Sappiamo che i luoghi della cultura, dalle casistiche che sono state riportate, non sono stati luoghi di contaminazione perché lì si applica il distanziamento, c’è la possibilità di poterlo fare e di applicare tutti i protocolli di sicurezza, sia nei musei che nei teatri, quindi è giusto riaprire, per questo sono contenta della posizione che ha preso il Governo e ringrazio per l’attenzione la sottosegretaria Borgonzoni che si è impegnata in questa battaglia.
Abbiamo iniziato una collaborazione anche con lo Sferisterio di Macerata per fare insieme alle università del territorio una relazione per sostenere la riapertura di questi luoghi con le nuove stagioni e in sicurezza. A breve verrà ufficializzato questo documento redatto in collaborazione con il Sovraintendente dello Sferisterio, il Comune, le quattro università, per dare il segnale che nelle Marche si alza la voce di riaprire i luoghi in sicurezza e lo Sferisterio in questo caso è un simbolo perché questo anno si festeggiano i 100 anni dalla prima opera dell’Aida. E’ un bel messaggio che arriva dalle Marche, dallo Sferisterio, con questa ricerca approfondita, che è stata fatta, inerente la riapertura dei luoghi della cultura e può diventare un modello nazionale, come lo è stata l’Arena di Verona che già ha redatto un documento in tal senso.
Adesso vi citerò brevemente quali sono le novità del piano, farò un riassunto veloce anche perché devo dire che i relatori, che mi hanno preceduto, già hanno approfondito in maniera specifica e tecnica.
Come è stato detto il quadro normativo è costituito da tre leggi fondamentali in materia di attività culturali, di spettacolo dal vivo e di cinema e audiovisivi. Anche qui è iniziato un dialogo virtuoso insieme ai sindacati, alle parti sociali, agli artisti per fare delle modifiche, dei miglioramenti, perché sono leggi che, come ci ha ricordato anche il relatore Consigliere Ciccioli, devono essere messe a sistema e dobbiamo prendere in considerazione le esperienze virtuose, come quella del Veneto, per poter far si che ci siano dei riferimenti normativi che siano più attuali e che mettano in maniera semplice ed efficace tutta la disciplina inerente le materia culturali. Ci stiamo muovendo in questa direzione, sono stati già fatti più incontri con i sindacati, gli uffici sono già al lavoro, abbiamo già accolto le loro proposte, ovvio che non si fa dall’oggi al domani, ma sarà un iter complesso che richiederà l’aiuto e il contributo di tutti quanti.
In questo piano dopo una parte introduttiva ci sono una parte dedicata ai progetti speciali e multidisciplinari ed una terza parte dove viene fatto il focus su dei macroambiti, che sono il sistema del patrimonio e dei luoghi della cultura: sistema museale, bibliotecario, dello spettacolo dal vivo e cineaudiovisivo.
Tra le principali novità, avete già ricordato, c’è il progetto di valorizzare i borghi del nostro territorio che non sono solamente quelli dell’entroterra, che sono la parte più colpita e di questo ne siamo consapevoli: sisma, crisi economica, spopolamento, Covid, ma sono anche i borghi della costa. Abbiamo presentato ieri in Regione la legge sui borghi, parte dell’iniziativa anche un festival, che metterà al centro questi luoghi per farli rinascere da un punto di vista culturale, alcuni già fanno delle attività bellissime, ma magari non sono in rete e non hanno neanche la forza per poter promuovere iniziative anche di spessore che fanno. La Regione vuole sostenere queste realtà virtuose che hanno una storia da raccontare, il progetto s’incentrerà tutto sulla messa in scena di spettacoli che raccontano la storia, i miti, le leggende, le tradizioni, gli aneddoti di questi luoghi proprio per mettere in evidenza la loro identità e farli conoscere all’esterno, sia a noi marchigiani, a volte non li conosciamo neanche noi, che per catturare un turismo che vuole vivere le emozioni di questi ambienti. Questo è un progetto ambizioso che andrà di pari passo con il turismo perché avrà una ricaduta turistica, il nostro obiettivo è anche quello di avere una ricaduta turistica importante su questi gioielli della nostra regione, che purtroppo sono poco conosciuti. La missione è proprio quella di far riscoprire questi tesori e lo faremo attraverso il progetto “Marchestorie”.
Il piano della cultura riporta anche un progetto nuovo che è stato già bandito e concluso, è quello del “Light design”, illuminare con idee creative e artistiche le bellezze dei nostri territori, è stato già avviato dalla Regione.
Vorrei anche citare le celebrazioni dei personaggi illustri che avremo nel triennio, alcune facevano parte del 2020, ma purtroppo non siamo riusciti a concluderle a causa della pandemia, come le celebrazioni raffaellesche e quelle di Maria Montessori. Abbiamo il bicentenario di Andrea Vici, il quinto centenario della nascita di Sisto V. Abbiamo avviato già il comitato regionale per l’organizzazione degli eventi per festeggiare questa importante data anche con delle mostre che sono state già pianificate di Pericle Fazzini e Sisto V tra “Terra e cielo”, come l’esposizione e la rinascita delle terre sistine e le collezioni civiche diocesane di Montalto dopo il sisma. Abbiamo poi: le celebrazioni dantesche già citate (come Gradara), che dobbiamo ancora mettere in atto, il quarto centenario della nascita di Giuseppe Diamantini, un appuntamento importante con Gaspare Spontini (nel 2021 sono i centosette anni della morte e nel 2024 saranno i duecentocinquant’anni dalla nascita).
Ho già citato le celebrazioni dei cento anni della prima opera dello Sferisterio, i cento anni della nascita di Francesco Corelli, i cento anni degli Amici della Musica, i dieci anni di Popsophia, i seicento anni delle nascita di Federico di Montefeltro, questo sarà un evento importantissimo che vedrà protagoniste soprattutto le Marche del nord, tra Senigallia Urbino, i cento anni della nascita di Renata Tebaldi.
Mi sembra che sia stato ricordato uno dei grandi eventi regionali a cui abbiamo iniziato a lavorare, che è la mostra dedicata al rinascimento adriatico, sarà una manifestazione di portata regionale molto impegnativa, anche da un punto di vista economico, che potrà dare molta visibilità alla nostra regione, come pure il ciclo pluriennale che approfondirà il seicento delle Marche.
Adesso non sto a citare tutte le mostre che verranno inserite in modo più specifico e puntuale nel piano annuale.
Per quanto riguarda il patrimonio monumentale dei luoghi della cultura è stato citato il progetto di grande novità che è “InnovaTeatri”, con interventi di miglioramento e adeguamento degli impianti e degli apparati tecnologi e di scena. Questa è un’operazione importante che mette al centro il teatro e che dà l’opportunità di lavoro a tutte le maestranze tecniche che in questo periodo soffrono tantissimo.
C’è questa doppia progettualità: avere attenzione al lavoro di coloro che sono stati penalizzati e rinnovare i nostri teatri. Ricordiamo che le Marche sono caratterizzate dalla eccezionalità del numero dei teatri, proprio per questo abbiamo avviato un iter per proporre la candidatura all’Unesco delle Marche regione dei teatri. Penso che sia un percorso che possa dare molto lustro al nostro territorio, anche qui inizieremo ad individuare i teatri storici da proporre nella candidatura.
Per quanto riguarda il sistema museale, i musei non saranno più concepiti solamente come luoghi di conservazione e interpretazione della memoria identitaria della regione, ma come attori di promozione culturale. C’è necessità di rimetterli in rete perché uno degli obiettivi è quello di creare il sistema museale regionale per far si che si abbia un percorso di rete tra i musei anche per agevolare l’offerta turistica.
Un’altra novità è quella della creazione di un fondo unico per i musei che verrà impiegato sia per gli investimenti dedicati al miglioramento e all’adeguamento delle strutture che per i finanziamenti indirizzati al potenziamento dei servizi e delle attività.
Delle azioni strategiche sono state fatte anche nell’ambito del sistema bibliotecario, anche qui prevediamo interventi di riqualificazione sperimentando modelli di gestione innovativa anche con partenariato pubblico privato e qua si prevede anche l’attuazione del piano regionale per la promozione della lettura, in linea con la nuova legge che è stata varata in Parlamento, di cui sono stata anche relatrice, in collaborazione con il centro per il “Libro della lettura” valorizzando la rete delle città che leggono. Il piano regionale per la partecipazione culturale per le fasce giovani e deboli, con dei sostegni specifici, come sconti o card di spesa, processi innovativi e di digitalizzazione massiva, che avete già accennato, partecipazione al progetto “Nati per leggere”, come anche la partecipazione al Salone internazionale di Torino.
Sullo spettacolo dal vivo è già intervenuto il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.
La programmazione 2021/2023 ha l’obiettivo di essere più bilanciata e capace di stimolare l’attrazione di risorse statali e di ampliare anche gli elenchi dei beneficiari già esistenti a favore di soggetti che non sono ancora riconosciuti dal Fus, che non sono ancora Pir, che sono meritevoli di attenzione e devono essere sostenuti dalla Regione al fine di mettere a sistema l’intero territorio regionale.
Per quanto riguarda i teatri abbiamo il progetto dei teatri in comunità, pensato per rianimare in maniera più ricca e continuativa i tanti piccoli teatri delle Marche e a stimolare e sostenere la creatività giovanile degli under 35, con un focus particolare sulla tutela del teatro amatoriale, intesa come incentivazione all’utilizzo dei piccoli teatri mediante interventi a favore di progetti presentati dalle reti di questo particolare segmento dello spettacolo dal vivo.
Il teatro, come vedete, viene messo al centro perché deve ritornare ad essere il punto di riferimento delle nostre comunità, non solamente punto di manifestazione, eventi, spettacoli, ma il collettore delle associazioni culturali, deve ritornare ad essere vivo come lo era in passato perché se la nostra regione ha così tanti teatri è perché il teatro era punto di riferimento della comunità e vogliamo ritornare a questa direzione.
C’è anche il tema del cinema, si è parlato anche del progetto “InnovaCinema” sempre sullo stesso sfondo del progetto “InnovaTeatri”, per rinnovare le dotazioni tecniche, tecnologiche e cinematografiche, poi è stato inserito anche lo sviluppo del distretto del cinema e di animazione con possibili accademy nei vari settori artistici, come anche quello del cinema con la creazione di un cineposto per attrarre investimenti e produzioni nelle Marche.
Secondo me abbiamo una grande opportunità, che è quella di orientare le risorse comunitarie finalmente nelle Marche e creare una nuova visione culturale per potenziare il cineturismo. Ad oggi purtroppo non è stato valorizzato questo aspetto, quindi punteremo a risorse importanti a livello comunitario sia per sostenere le varie produzioni marchigiane che per attrarre produzioni rilevantii perché attraverso il cinema la nostra regione potrà avere una grande visibilità a livello nazionale ed internazionale. Tante regioni hanno seguito questa strada e noi ci stiamo attivando per andare in questa direzione.
Concludo facendo un focus sulla Fondazione Marche Cultura, dove c’è anche la Film Commition, questo sarà uno dei macro obiettivi, ma la Fondazione Marche Cultura deve espandersi, non può essere solamente identificata come Regione e Comune di Ancona, ma dovrà avere un’apertura anche verso gli altri Comuni capoluogo di Provincia, oltre a questi dovrà accogliere tutti coloro che vogliono fare una strategia comune e culturale per coordinarsi ed andare insieme in un’unica direzione, quindi, c’è la prospettiva di ampliare la Fondazione, come verrà data un’impronta innovativa all’Osservatorio della cultura affinché diventi una sorta di cabina di regia in supporto all’Assessorato. L’Osservatorio alla cultura, che c’è sempre stato, prima si occupava di raccolta di dati, di statistiche, di dati culturali del territorio, invece, secondo me, deve essere anche un organismo propositivo con figure di livello in ogni settore culturale specifico, che arricchiscano e sostengano la proposta della Regione.
Concludo con quest’ultima osservazione, ringrazio tutti quanti per la collaborazione, penso e sono convinta che attraverso la cultura possiamo rilanciare la nostra regione, abbiamo un grande cammino da fare dopo le chiusure forzate che hanno attanagliato tutto il mondo culturale e sono sicura che potremo farlo camminando tutti quanti insieme. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Il piano triennale che stiamo discutendo spazia in tutti gli ambiti culturali, è molto ampio.
Vorrei fare una riflessione sul metodo con il quale siamo giunti a questo atto programmatorio. Purtroppo, da una serie di incontri che abbiamo avuto in queste ultime settimane, mi risulta che in realtà è mancato un confronto con il mondo della cultura, con chi lo produce, lo conserva e lo mette a disposizione dei cittadini. Sarebbe stato più utile un coinvolgimento dei soggetti direttamente interessati, con chi in qualche modo gestisce i luoghi della cultura, con chi tiene vive le biblioteche, con chi fa musica, con lo spettacolo dal vivo, teatro, cinema, tutte quelle imprese che creano la cultura, con quell’universo di soggetti che è la spina dorsale del sistema culturale marchigiano, anche per capire quello che si è fatto in questi anni.
Avrei aumentato questa capacità, questa voglia di ascoltare tutti i soggetti per capire bene quello che era stato portato avanti e tutto quello che di buono poteva essere proposto nuovamente e che sarebbe stato opportuno fare per i prossimi anni.
Lo stesso discorso vale per gli enti locali, tanto più in considerazione del fatto che il piano vuole in qualche modo fornire strategie di valorizzazione integrata del patrimonio culturale diffuso nei nostri territori, mi sarei spettato anche qui un maggiore coinvolgimento. Anche in Commissione abbiamo dovuto fare un lavoro, e voglio ringraziare i componenti per aver accolto diversi emendamenti, che denotano il fatto che il piano era carente, soprattutto rispetto alle aree del nostro territorio ed ad alcuni temi. Come ha detto l’Assessore c’è stato poco tempo per poterlo fare, però alcune campagne d’ascolto con gli enti locali sulle le priorità e sulle eccellenze diffuse sul territorio sarebbero state secondo me opportune.
Tra l’altro stiamo votando un atto che ha una valenza programmatoria triennale, quindi, ribadisco che sarebbe stato opportuno partire da questa capacità di dialogo, di confronto con tutti i soggetti, sia quelli che fanno cultura che gli enti locali, che in gran parte la organizzano.
Un’altra riflessione che mi sento di dover fare è che questo provvedimento doveva essere maggiormente contestualizzato nel momento storico che stiamo vivendo. Stiamo faticosamente uscendo, e mi auguro di venire fuori quanto prima, da questa emergenza sanitaria che si è portata dietro anche una crisi sociale, economica, che ha colpito gravemente il settore della cultura, quindi, all’interno del piano avrei preferito vedere alcune parti a sostegno del rilancio dei sistemi culturali per aiutarli maggiormente rispetto alla crisi dell’emergenza Covid.
L’Assessore ha già preso alcuni provvedimenti, li ha già detti anche nella sua relazione, ma avrei dato maggior spazio all’interno del piano ad un capitolo che parlasse di come affrontare l’emergenza rispetto alle tante attività che fanno cultura e che sono in grande difficoltà.
E’ lodevole lo sforzo di voler valorizzare il patrimonio culturale diffuso nella nostra regione, specialmente del nostro entroterra che, come tutti sappiamo, è ricco di un patrimonio storico culturale. Anche in chiave turistica avrei pensato ad un turismo lento, su cui dobbiamo puntare, che ricerca il bello ancora poco conosciuto. Le persone hanno voglia di frequentare posti dove non c’è la massa, hanno voglia di vivere quasi intimamente gli spazi culturali.
Se da una parte ritengo importante l’idea di valorizzare i borghi, i luoghi del nostro entroterra, dall’altra voglio sottolineare che è importante sostenere anche quelli che sono ormai i punti di forza conosciuti e consolidati del patrimonio regionale, anche perché le risorse che abbiamo a disposizione poi non saranno, e mi auguro vivamente di sbagliarmi, tantissime e puntando su troppe cose si rischia di non riuscire a lanciare un messaggio che possa arrivare a livello nazionale, ma soprattutto internazionale.
Non ci dimentichiamo di tutte quelle realtà un po’ più grosse, già presenti sui circuiti nazionali ed internazionali, che hanno bisogno di essere sostenute, trovando un giusto equilibrio tra quelle piccole e quelle più grandi. Bene sostenere le piccole realtà, senza dimenticare di valorizzare anche quelle che sono delle grandi attrattrici, quelle che ci consentono di essere conosciuti a livello internazionale.
Un altro punto che voglio evidenziare è quello delle risorse finanziarie, ricordo che da parte dello Stato negli ultimi anni si è assistito anche a degli aumenti di risorse rispetto ai soggetti Fus con investimenti crescenti, nell’attuale piano mi auguro che ci sia anche la possibilità di seguire gli aumenti che sono stati riconosciuti per i soggetti Fus, implementando il cofinanziamento che la Regione mette a disposizione per tutti questi soggetti.
Questo piano ha degli obiettivi ambiziosi, ma per concretizzarli abbiamo bisogno di risorse finanziarie. Purtroppo quelle attualmente previste nel piano sono: per il 2021 circa 3.700.000 euro, per il 2022 4.800.000 euro, per il 2023 5.300.000 euro, sappiamo tutti benissimo, o meglio, chi ha già fatto come me la seconda legislatura sa benissimo che un piano come questo ha bisogno di almeno 7.000.000 di euro l’anno, mi auguro, quindi, che arrivi presto anche la variazione di bilancio che può in qualche modo finanziare anche il piano annuale con le risorse necessarie.
Attendiamo di capire le risorse che la Regione riuscirà a mettere a disposizione sommate a quelle che potranno arrivare dallo Stato, ma soprattutto quelle del Fondo europeo perché è importante che la Regione venga sostenuta se vuol puntare sullo sviluppo della cultura.
Mi sembra che l’Assessore non l’abbia neanche menzionato, le ricordo che dovrà avere la giusta attenzione al Consorzio Marche Spettacolo che riesce a svolgere un ruolo di aggregazione tra le varie realtà dello spettacolo dal vivo, una funzione che può essere complementare a quella di coordinamento e di sintesi rispetto alle necessità che il mondo dello spettacolo dal vivo può avere per poi riproporle alla Giunta ed infine all’Aula.
Il lavoro in Commissione è stato importante, sono diversi gli emendamenti che sono stati approvati, per cui la ringrazio. Poi ci sono altri emendamenti, di cui non parlerò adesso perché ci sarà la fase dell’illustrazione dopo la presentazione dell’atto, sui quali interverrò, in particolar modo su quelli che mi trovano interessato e che penso che sia importante che questa Aula approvi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Oggi presentiamo un piano triennale della cultura ambizioso, frutto del lavoro di squadra guidato dal nostro Assessore Latini, che nonostante il poco tempo a disposizione ha saputo impostarlo in un’ottica originale e foriera di nuove prospettive.
Un piano che nasce dalla consapevolezza dell’immenso giacimento culturale che le Marche rappresentano e dal confronto tra l’anima politica e quella socio-culturale che da esso trae linfa e ragione.
Un confronto ininterrotto a partire dai lavori della I Commissione, sede deputata alla sintesi tra visione ed emendamenti fini, alla disponibilità di solido background che gli uffici regionali hanno profuso in ogni fase.
Il risultato di questo equilibrio progettuale e di funzione è un piano triennale che si pone in netta discontinuità con il passato individuando nel giacimento Marche la chiave di volta dell’economia e della cultura, ovvero della circolarità virtuosa tra risorse materiali e genius loci.
Gli interventi del piano poggiano su una base strategica comune: un nuovo approccio sistemico d’intervento nel settore dei beni e dell’attività culturale grazie al quale: coniugare gli opposti, quindi costa ed entroterra, integrare le risorse materiali ed immateriali (turismo e cultura), proporre l’unicità dell’esperienza enogastronomica e il paesaggio, impostare lo sviluppo dell’economia della cultura (impresa e lavoro).
Un piano della cultura che punta alla riqualificazione dell’entroterra marchigiano, cosparso di meravigliosi borghi, musei e teatri che meritano la giusta attenzione, prende necessariamente le mosse da un progetto specifico per le Marche laddove la loro anima è più antica ed il sisma la ferisce periodicamente.
E’ stato lungimirante aver avviato una collaborazione finora mai attuata dalla Regione ed inedita anche in ambito nazionale con l’Istituto centrale per il patrimonio immateriale del Mibac. L’accordo quadro tra l’Istituto e la Regione Marche è finalizzato alla valorizzazione, tutela e salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ed etnoantropologico della regione. Oltre che per l’originalità che vale una primogenitura nazionale, la collaborazione è interessante perché darà grande risalto ai nostri borghi e alla promozione dei territori conferendo loro quella riconoscibilità di cui si nutre la comunicazione turistica. Sarà, infatti, anche un modo per sperimentare la capacità di saper connettere l’innovazione tecnologica e la tradizione culturale, la sapienza dei processi produttivi e la creatività. Tutti elementi che portano in dote anche la possibilità di candidarsi al prestigioso riconoscimento Unesco.
La storia delle Marche è costellata del sottile confine tra l’ingegno e la mano con cui si esprime. Talmente sottile tra arte e artigianato artistico, tra creatività e design industriale, tra tradizione manifatturiera e made in Italy da fare della regione la candidata ideale per rappresentare un patrimonio dell’umanità.
Mi fa piacere sottolineare a tal proposito come la Lega sia particolarmente attenta e sollecita verso l’economia della cultura tanto che la prima proposta di legge presentata aveva proprio per oggetto Fabriano e la città della carta.
L’ecosistema “Borghi Marche” potrà avvalersi di progetti speciali multidisciplinari tra cui il progetto pluriennale “MaRCHESTORIE” volto a valorizzare in particolare la cultura immateriale. Sarà un’occasione di studio, ricerca, rivalutazione della musica popolare che vede apprezzate in tutto il mondo molte importanti espressioni di tradizione locale. Occasione di riqualificazione anche il progetto speciale a regia regionale d’intervento artistico in borghi e centri storici di Light design, che coniuga soluzioni innovative e lighting con il concetto dell’istallazione artistica.
Lavoreremo perché l’unica casa in cui dover trascorrere lunghe ore da qui in avanti possano essere i luoghi della cultura, in particolare in teatri storici che sono ben 95 su tutto il territorio.
Con il progetto InnovaTeatri sono stati previsti all’interno del piano degli interventi di adeguamento impiantistico e messa a norma in materia di prevenzione incendi e di adeguamento degli apparati scenografici e scenotecnici. Proprio recentemente l’Assessore Latini ha promosso l’iniziativa “La Regione dei Teatri” proponendo, anche in questo caso, la loro candidatura per il riconoscimento dei teatri storici come patrimonio culturale Unesco.
Sempre con lo scopo di valorizzare queste piccole realtà di teatri si inserisce anche il progetto “Teatri di Comunità” e l’obiettivo è quello di animare in maniera più ricca e continuativa i tanti piccoli teatri delle Marche che impreziosiscono altrettanti borghi al di sotto dei 5.000 abitanti. Nell’inestimabile patrimonio di strutture teatrali della nostra Regione sono infatti quelli a maggior rischio di desertificazione, anche a causa del progressivo depauperamento delle risorse ad essi destinate da parte dei Comuni di riferimento. Il progetto si prefigge lo scopo di stimolare e sostenere la creatività giovanile under 35 nell’ambito delle arti dello spettacolo dal vivo nonché i soggetti che animano i progetti Pir affinché possano “abitare” per un triennio il teatro di un borgo, impegnandosi a realizzare progetti e spettacoli che possono coinvolgere la comunità di riferimento.
Particolarmente diffuso anche il teatro amatoriale, la cui rilevanza a livello sociale e professionale è indubbia, inoltre ha da sempre rivestito un ruolo cruciale nello sviluppo delle arti sceniche. Riveste un ruolo fondamentale non solo per l’occupazione di spazi di spettacolo, ma anche per la vitalità che regalano ai piccoli teatri presenti nella nostra Regione. Giova ricordare a tal proposito la valenza della narrativa che si fa teatro al singolare attraverso il progetto “Nati per leggere”, la cui valenza posso testimoniare anche come volontaria e che mi dà lo spunto per l’ultima riflessione.
Quello che andiamo ad approvare è un piano in cui la cultura non è maniera, ma strumento; non è una passerella, ma esperienza profonda; non è un contributo, ma incentivo alla crescita. Perché cultura non può continuare ad essere solo una parola, un titolo da voce di spesa, ma deve riprendere la sua funzione di segnale: segnale di riscossa che parte dall’anima stessa del territorio delle Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. La prima riflessione è una premessa: abbiamo due relatori di maggioranza, Presidente, la rappresentante del Movimento 5 Stelle unita al Consigliere Ciccioli, ormai mi pare organico da questo punto di vista e ci sarà da porsi un problema sotto questo aspetto, che mi sembra importante.
Devo dire che lo sforzo che viene fatto è abbastanza debole, mi chiedo cosa ci sia di innovativo in questo piano triennale della cultura, dopo averlo letto ed aver constatato solo in maniera quantitativa che 75/80 pagine del documento sono dedicate a quello che è stato fatto fino adesso, tra l’altro in molti passaggi con grandi apprezzamenti.
Non c’è nell’elaborato un piano chiaro, di cambiamento, c’è una sorta di schiacciamento su quello che è stato per anni, su quello che è attualmente il sistema culturale e non vedo questo salto di qualità a cui ha fatto riferimento il Consigliere Ciccioli. Certo, ascoltando il Consigliere Ciccioli sembra di tornare all’800 ed io spero tanto che l’Assessore Latini, a cui sono state dedicate parole di ringraziamento da parte della Consigliera Biondi, possa essere in grado di contenerlo.
Il Consigliere Ciccioli dice che qui bisogna cambiare tutto, bisogna allargare i Pir, bisogna risparmiare, in un passaggio ha detto che bisogna risparmiare perché le aggregazioni dovrebbero portare ad un risparmio. Diciamoci la verità è scandaloso, neppure nell’800 si parlava così e aggiungo che questo tentativo da parte del Consigliere Ciccioli di dividere i buoni ed i cattivi è piuttosto inaccettabile, si potrà intendere di matti, come mi ha attribuito qualche volta, di cultura …, sicuramente diversa da come la intendiamo noi.
Ci sono tante buone ragioni per votare no a questo piano culturale, tantissime, ne elenco alcune perché penso che siano importanti. La prima, è un piano culturale che non tende ad allargare e rafforzare l’ambito di coinvolgimento, non ci sono linee forti, non ci sono linee che demarcano un segno di discontinuità. Una cosa condivido con il Consigliere Ciccioli, il distretto culturale evoluto è stato per certi aspetti una delusione perché l’intento di apportare un rapporto pubblico e privato non c’è stato. Non c’è stato perché, come dice il Consigliere Ciccioli, si tentato di accontentare tutti. Il tema della cultura, Consigliera Ruggeri, non è accontentare tutti, è parlare anche di merito. La cultura vuol dire da un lato coinvolgere le persone, rafforzare il livello di coinvolgimento, dall’altro lavorare sull’alfabetizzazione delle nuove generazioni, in ultima analisi anche dello scarico a terra dell’economia e del lavoro. Questo è il punto centrale di un piano della cultura.
Qui non si vede nulla, è tutto affogato dentro il va bene tutto, da questo punto di vista mancano certamente linee forti in grado di coinvolgere e segnare discontinuità. Assessore vi contraddite, fate un programma elettorale in cui mettete insieme la cultura ed il turismo e addirittura l’ambiente come titolo perfetto, ma poi siete in grado di dividere il piano culturale dal piano del turismo come se fossero due cose diverse. Ma vi rendete conto, in una regione come la nostra in cui cultura e turismo, luoghi, storie, arte, uomini e donne possono contribuire ad attirare le persone, siete stati in grado di dividere i due piani, nonostante voi stessi abbiate scritto nel piano della cultura che il Recovery, il piano nazionale di ripresa e resilienza, parla di cultura e turismo in un contesto integrato, siete stati capaci di dividerli. L’ha detto mi pare il Consigliere Biancani.
Penso al Movimento 5 Stelle, non so se c’è una capacità di analisi critica, vi siete dimenticati di fare un lavoro di partecipazione, capisco che non vi interessa, ma non avete sentito nessuno, non avete condiviso. Io avrei apprezzato un lavoro di partecipazione, coinvolgimento, cercando di ascoltare quelli che il Consigliere Ciccioli pensa che siano stati maltrattati. In questo percorso di partecipazione si poteva fare un salto di qualità, un sistema complessivo che poteva essere migliorato.
E’ un piano che racconta quello che si è fatto, andate a guardare le pagine, le ho contate per curiosità, verso la fine mi sono incuriosito, circa 75 pagine, posso sbagliare di qualcosa, riguardano quello che abbiamo fatto in precedenza e i molti passaggi più importanti si valorizzano giustamente e criticamente.
Ribadisco quello che ho detto sui distretti culturali evoluti, condiviso con il Consigliere Ciccioli.
Ho già detto che manca il tema centrale del lavoro, provo a fare una riflessione costruttiva con il Consigliere Ciccioli ed anche con il Movimento 5 Stelle, la cultura non può essere fine a se stessa, la teoria del Consigliere Ciccioli è quella dell’assistenzialismo, come la teoria della Consigliera Ruggeri è quella dell’assistenzialismo, dare a tutti a prescindere. No, ci devono essere i cardini di un’idea, di una visione. Il lavoro: misurare le iniziative con la possibilità di dare lavoro, di scaricare a terra le risorse sui dipendenti. Lo ricordo anche con un po’ di orgoglio, Macerata Opera Festival determina ventimila giornate di lavoro, 500 persone, è lì che si crea la ricchezza per le famiglie, per le persone, per gli operatori dello spettacolo di cui ci riempiamo la bocca e da questo punto di vista molto spesso ci dimentichiamo. Assessore Latini noi la stagione l’abbiamo fatta anche l’hanno scorso in pieno Covid, non c’è novità. Le voglio dire, visto che ha citato lo Sferisterio, che l’attuale governance guidata dal Sindaco, che qualche volta si sente smarrito, forse non sa dove si trova, è la mancanza di coraggio. Questo è l’anno del centenario della prima Aida, è stato capace di togliere un’opera quando sappiamo che a luglio avrebbe potuto riempire lo Sferisterio perché a luglio le condizioni vaccinali l’avrebbero consentito, si sarebbe celebrata la terza opera con il Rossini celebrando le Marche. Sono stati incapaci, privi di coraggio, pavidi, di poter immaginare una visione e sono molto dispiaciuto perché c’erano tutte le condizioni per farlo, una governance incapace di comprendere dove si trova.
Oltre al lavoro, che mi pare l’elemento essenziale, mancano le nuove frontiere, un piano vero e proprio ha visione. Dove sono le visioni delle nuove frontiere, il rapporto fra la cultura ed il sociale, fra la cultura e la sanità, che poi si scarica nella vita quotidiana di tutti quanti.
C’è un altro elemento di criticità, Assessore, sono felice del progetto dedicato ai piccoli Comuni, ma ho l’impressione che voi non capiate cosa succede nei territori, avreste dovuto comprendere che lo sviluppo di progetti culturali come questi necessitano di un rapporto con le aggregazioni di territorio, di ambito, perché sono quelle che contribuiscono nella costruzione di progetti a valorizzare, ce ne sono e purtroppo si dividono.
Voi pensate che facendo un festival fra quattro Comuni, poi con altri quattro e con altri quattro ancora soddisferete tutti? Non lo farete, l’humus sta nella partecipazione, parlo del territorio maceratese, c’è un’aggregazione di tutti i Comuni che si chiama “MaMa” che avrebbe potuto … o anche gli altri territori avrebbero potuto partecipare. Non c’è una visione che tenta di raccordare anche nello scarico a terra dei progetti fra Regione Comuni.
Manca tutto il tema della produzione che si lega al lavoro, lo segnalo, poi vi viene l’idea di trasformarla su un vostro progetto e vi prendete il meglio, manca la capacità d’innovazione. Lo Stato ha messo in campo l’Artbonu, lei forse lo sa che cos’è, ecco, perché la Regione da questo punto di vista non ha la forza, la capacità, il pensiero, l’idealità di immaginare strumenti che possano coinvolgere di più il privato con la Regione Marche. Dove stanno queste linee innovative? Non ci sono. Ha parlato dell’Osservatorio, ma una Regione avrebbe dovuto, come sulla sanità …, lì non c’è speranza se un Assessore non sa la differenza fra Dea e ospedali siamo… a lei glielo dico con …
Nel sistema dell’Osservatorio coinvolga i territori attraverso i Comuni, ci sono, questa è una regione con tanti piccoli Comuni, coinvolga per settori, perché in quell’Osservatorio saranno l’alimento per costruire progetti e visioni, capovolgendo l’impostazione dirigistica che voi avete dato rispetto a tutto ciò, sarà oggetto di discussione.
Manca rispetto al contemporaneo una linea forte, che non vuol dire fare tutto per tutti, non vuol dire questo, ma dare una motivazione, un indirizzo ai territori. Non c’è una parola sull’integrazione, in questa Regione il 9% delle persone sono straniere, è mai possibile che non ci sia uno sforzo culturale di integrazione, un coinvolgimento? Ecco perché penso che questo piano culturale non possa essere approvato, vi abbiamo dato spunti, speriamo che da questo punto di vista l’auspicio del Consigliere Ciccioli, il vero autore del piano, venga contradetto da una politica che guarda avanti e non all’800, si possa mantenere il livello di cultura di una regione che, ricordo a tutti, basta andare a vedere i numeri, Assessore, non è all’anno zero. Siamo tra le prime regioni d’Italia, certo, con necessità di miglioramento, soprattutto con la necessità di apportare idee, innovazioni ed anche rivoluzioni. Non siete stati capaci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Penso che oggi sia doveroso prendere la parola riguardo a quest’argomento, che è delicato e importante per tutta la regione. Proverò a fare un intervento diverso da quello del Consigliere Carancini basato sulla polemica e sullo scontro politico, mentre invece deve essere un piano per il rilancio. Non ho sentito una parola dal Consigliere riguardo la crisi Covid che ha attanagliato tutto il settore della cultura e questo mi dispiace anche perché è stato Sindaco di un’importante città delle nostre Marche, Macerata.
La cultura riveste un ruolo importante ed è un cardine della società in quanto impatta direttamente nella vita di migliaia di persone che con diverse specializzazioni operano nel settore cultura, dai ballerini agli attori, agli scenografi, agli operatori del cinema. La cultura per antonomasia ha bisogno dell’iniziativa pubblica per svilupparsi ed è normale che sia così in quanto spesso e volentieri è in perdita, difficilmente è un settore che fa guadagno, ma se collegata con il settore del turismo può incrementare l’attività economica di un’area, come le Marche che sono rappresentate.
Bisogna prendere le eccellenze che abbiamo nelle Marche e renderle cardine, centro e perno della cultura della nostra regione. Nell’anno del Covid con la chiusura totale del mondo della cultura il piano triennale 2021/2023 della Giunta Acquaroli ha un valore strategico altissimo.
In Italia quest’anno la spesa per le iniziative culturali è crollata del 47% passando da una spesa media di 113 euro al mese per famiglia nel dicembre 2019 ad uno sconfortante 60 euro a dicembre 2020. Il settore dello spettacolo dal vivo, che ha avuto un crollo verticale del 90% dei propri introiti, del fatturato, fa pensare che quello che stiamo valutando oggi riveste un’importanza elevata. Quando si pensa alla crisi dello spettacolo dal vivo vale la pena sottolineare che cosa ha significato per tutta quella miriade di musicisti, ballerini e attori professionisti e non professionisti che vive di piccoli eventi nelle nostre città. Consigliere Carancini, loro non hanno visto neanche l’ombra di un ristoro, gente che è un anno intero che non percepisce stipendio e non prende sussidi dallo Stato. Questo piano va a bilanciare quel volano di attività che a quella gente dà da vivere. Per assurdo l’unico settore che ha segnato un aumento in quest’anno di crisi con un più 37% è stato quello delle piattaforme TV e degli streaming a pagamento, che notoriamente sono di grandi ditte e multinazionali, tralasciando quel sottofondo di cultura che generalmente senza il Covid riesce a vivere di eventi culturali.
Resilienza e ripartenza sono questi i cardini del messaggio che oggi dalla nostra Aula consiliare si deve levare verso le Marche, per cui la Giunta fa benissimo a tentare di dare discontinuità. Qui dovrebbe spiegarmi perché all’inizio dice che non c’è nessuna differenza con il piano precedente e poi alla fine dice che non lo vota perché è diverso da quello che è stato. Ha espresso due concetti nello stesso intervento che sono antitetici. Nulla c’entra l’uno con l’altro, il vecchio piano triennale 2018/2020 andava a valorizzare un enorme patrimonio culturale diffuso nelle Marche, in maniera non consona a quello che è lo spirito che oggi tentiamo di dare al piano 2021/2023 in cui cerchiamo di rilanciare i borghi, le piccole attività ed il volano economico ad esso legato. Bisogna valorizzare le città d’arte e i musei delle nostre città e tutta la nostra storia, una valorizzazione integrata della cultura e quando parlo di integrato, parlo di riuscir a far convergere il piano della cultura con il piano del turismo al fine di rilanciare tutto quel volano economico ed i due piani, seppur separati, come è stato detto in quest’Aula, dialogano ed hanno il fine di dare più forza economica alla nostra terra, rilanciandola enormemente al livello nazionale.
Bene che nel piano oggi in esame si siano inserite manifestazioni di alto livello: le celebrazioni raffaellesche, la ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Raffaello, le celebrazioni dei 150 anni della nascita di Maria Montessori, i 200 anni della morte del grande architetto Andrea Vinci e gli altri eventi che l’Assessore Latini ci ha illustrato in maniera più ampia di quello che posso fare io. Vorrei porre l’attenzione a ricorrenze che sono importanti per la nostra provincia di Macerata, in particolare i 100 anni dello Sferisterio di Macerata e i 10 anni della manifestazione Popsphia di Civitanova Marche. Ricorre l’obbligo di sottolineare che sono stato con orgoglio uno degli Assessori che hanno dato vita a questo evento. Dieci anni fa fui uno di quelli che promossero e diedero vita a questa magnifica e famosa manifestazione, che ha un richiamo nazionale, dovuto anche al fatto che la manifestazione si svolge nel magnifico teatro nella città alta di Civitanova Marche.
Ultimo punto che voglio sottolineare è la giusta rivisitazione dei fondi Fus, il fondo unico per lo spettacolo, una profonda rivisitazione delle precedenti convenzioni al fine di una puntuale gestione delle risorse, in maniera più oculata e spalmata sul territorio in modo da dare a tutti o a chi non ha avuto in passato la possibilità di creare cultura, volano economico per la nostra terra.
Per quanto sopra devo fare le congratulazioni all’Assessore Latini, al nostro Presidente Acquaroli che ci sta dando una grande possibilità a noi e alla nostra terra in discontinuità con il passato, rilanciare tutta la cultura marchigiana in maniera diversa e più consona al nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Oggi abbiamo una tappa importante che è quella del piano triennale della cultura 2021/2023 con il quale andiamo a pianificare le scelte e le strategie per centrare quelli che sono i nostri obbiettivi.
Anzitutto mi sembra doveroso ringraziare il grande lavoro fatto dall’Assessore Latini, dagli uffici, che hanno collaborato per la predisposizione del piano, dai componenti della Commissione di riferimento. Una tappa importante perché abbiamo la presunzione di pensare che attraverso questo piano possiamo dare delle risposte rilevanti, la nostra mission dovrà essere quella di impegnarsi a valorizzare tutto il nostro patrimonio culturale marchigiano affinché possa diventare un’opportunità non solo di crescita culturale, ma anche economica. In passato qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia, oggi il quadro è ben diverso, la cultura se gestita in un certo modo rappresenta un volano di sviluppo economico delle Marche, anche alla luce del fatto che come in altri settori, ma in questo più di altri, la scure dell’emergenza Covid si è abbattuta, se andiamo ad analizzare, con valori impressionanti. Voglio ricordare alcuni numeri che evidenziano questa grande difficoltà: meno 47% della spesa media mensile per famiglia parametrata a dicembre 2019 con il dicembre 2020, si è passati da 113 euro di spesa mensile a 60 euro, meno 47%. Conseguentemente è più impattante e indicativo il numero di spettatori che hanno potuto frequentare cinema, concerti, teatri: meno 90%. Questo sta a significare che dobbiamo porre la massima attenzione ad un settore su cui scommettiamo, che ha bisogno di sostegno come e più di altri e la nostra sfida sarà quella di favorire un percorso che dovrà non solo riconoscere il valore del patrimonio culturale marchigiano, ma dovrà tutelarlo in primis e valorizzarlo.
Questi saranno le linee guida e le modalità saranno altrettanto importanti per raggiungere i nostri obiettivi. Qualcuno sostentava che non abbiamo coinvolto abbastanza gli attori culturali, io credo che sia il contrario, anzi è evidente che c’è stato un coinvolgimento degli attori culturali, delle istituzioni (Comuni, enti locali, università) e dei tanti attivisti che danno il loro contributo all’interno di associazioni. Il ruolo della Regione, l’ha detto l’Assessore Latini nell’intervento, sarà quello di coordinamento, di riunire le forze e gestire queste risorse che ci sono e che sono tante, che non vadano disperse. Il nostro lavoro sarà quello di ottimizzare questo tipo di patrimonio, che abbiamo per dare al meglio le risposte. Gli strumenti ci sono, dovremo non sbagliare su quelle che saranno le possibilità che potremmo avere con i vari fondi europei, con il Recovery plan. Ci sono tutti gli ingredienti, compresi quelli di carattere oggettivo che nessuno ci può contestare, ossia un ricco patrimonio monumentale di opere, la nostra storia, i nostri borghi, le bellezze naturali e mi sento di dire anche il dinamismo degli attori che gravitano attorno alle associazioni.
Il Consigliere Carancini ha detto che c’è uno schiacciamento sulle vecchie scelte e che non vede novità, mi sento di poter dire che novità ci sono e se il Consigliere Carancini sostiene che c’è uno schiacciamento lo correggo dicendo che c’è un atteggiamento politico responsabile da parte di questa maggioranza che individua le azioni fatte in passato che possono essere applicare perché ritenute valide. La nostra logica, il nostro atteggiamento non è togliere tutto quello che c’era prima perché scelto da altri. No, noi pensiamo di fare un ragionamento molto responsabile, oggettivo e sostenere quello che di buono c’è. questo è quello che hanno fatto l’Assessore Latini e questa amministrazione.
Non ultimo il discorso che ci imputa la colpa di aver diviso cultura e turismo, ritengo di poter dire che non è così, sono piani separati che analizzano dettagliatamente ue piattaforme, che sono la cultura ed il turismo, ma sono due piani che volutamente si integrano perché uno dei principi che ritengo di sposare è che la cultura non è solo la crescita sociale, intellettiva, ma vuol dire economia, turismo, sviluppo economico. Dobbiamo ragionare e fare scelte avendo in testa questo chiaro principio per poter cogliere al meglio quelli che sono i nostri obiettivi, la nostra mission. Ribadisco che la cultura, il nostro patrimonio culturale, deve diventare una completa opportunità di crescita culturale, ma anche turistica ed economica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Latini per il piano triennale della cultura 2021/2023. L’atto amministrativo che ci troviamo oggi ad affrontare è un riassunto di quello che dovrà attuare necessariamente e fortunatamente la nostra Regione di domani, partendo dal passato.
In primis vorrei sottolineare come centrale sia la valorizzazione dei borghi partendo, e da sempre lo sostengo, anche in quest’Assemblea, con un’adeguata rete infrastrutturale sempre più determinante nel rilancio delle Marche. Non secondaria la valorizzazione del nostro ricchissimo capitale artistico fino ad oggi troppo sconosciuto ai più, anche a nostri conterranei. Un patrimonio che fa delle Marche una regione seconda a nessuna in Italia, capitale mondiale dell’arte e della bellezza.
Si va a creare una rete virtuosa della cultura in cui la stessa deve essere il cuore pulsante di una visione imprenditoriale dei nostri capitali artistici, beni inestimabili, che non possono restare relegati e isolati nella loro bellezza, ma devono diventare vero patrimonio di tutti noi. E in questo contesto anche i piccoli Comuni diventano fondamentali perché spesso i nostri tesori sono gelosamente e premurosamente custoditi dalle comunità locali, che però si trovano a dover sostenere delle spese troppo pesanti per le loro realtà e disponibilità finanziarie. In questo ambito diventa essenziale il sistema museale regionale, lavorando per l’accreditamento dei nostri musei con un sistema in grado anche di intercettare le risorse e di gestire e ottimizzare il patrimonio e al contempo renderlo visibile e bene di tutti.
Non certamente secondario è il mondo dello spettacolo che da troppo tempo, e non mi riferisco al drammatico stop legato alla pandemia, soffre in silenzio. Il piano andrà a riequilibrare gli assetti dell’arte sanando disparità e squilibri con ruoli e competenze ben delineate in una sinergia fra territori e peculiarità capaci di intercettare anche ulteriori risorse, che possono fungere da stimolo per favorire la nascita e la crescita di nuove realtà virtuose, il tutto facilmente esportabile e promovibile anche fuori dalle Marche in giro per il mondo. Mi viene da pensare ai teatri e alla lirica, ai teatri e al festival di caratura mondiale.
La nascita nel periodo della pandemia del comitato artisti marchigiani evidenzia come la sovrastruttura manchi della necessaria rappresentatività, tanto da spingere i singoli soggetti a costituirsi in un nuovo organismo per affrontare l’emergenza e avere la necessaria visibilità. Potremo con il piano anche riconoscere il dovuto merito con un sostegno adeguato alla Fondazione Marche Cultura, che può rappresentare il valore aggiunto del quadro complessivo di riorganizzazione della cultura marchigiana.
Penso anche ai percorsi storici e alle mostre, come dicevamo poco fa, tutto ciò può davvero prendere vita solo se a monte c’è una vera, disinteressata e biunivoca sinergia tra gli enti locali, Regione, realtà locali, a partire dai Comuni. Sinergia favorita dai tavoli di confronto che si propongono con il piano.
In chiusura non posso non esprimere proprio perché si parla di enti locali l’apprezzamento per l’inserimento della città di Fermo, esempio virtuoso di apprendimento a 360°, con una puntuale sinergia fra cultura e società, con un ponte virtuale fra passato, presente e futuro fatto sempre di nuove tecnologie, vantando oltretutto livelli d’istruzione scolastica e di formazione di assoluto prestigio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Ringrazio per avermi dato la possibilità di partecipare in sicurezza da remoto; un saluto ai cittadini che ci ascoltano in diretta streaming.
In questi giorni ho letto attentamente il piano della cultura oggetto dell’odierna discussione e ho potuto constatare l’assenza di un vero disegno strategico per il sistema culturale della Regione Marche, pur confermando tutto ciò che negli anni si è costruito nelle Marche con le capacità espresse da un territorio plurale.
La mancanza di un disegno strategico complessivo rischia di vanificare il lavoro importante fatto fino ad oggi rispetto alla cultura e sarà nelle corde del gruppo Rinasci Marche monitorare l’investimento di risorse finanziarie proprie perché il reperimento di fondi nazionali ed europei diviene certo solo se il progetto Marche dimostra e manifesta una chiara forma identitaria, che in questo documento si fa fatica ad individuare. Ciò di cui abbiamo bisogno, oltre a far emergere le nostre individualità storiche, è una regia di governo che sappia adeguatamente promuoverle collocandole come meritano in un progetto identitario regionale. Questo progetto identitario regionale dal nostro punto di vista è indispensabile ed in questo piano tutto questo non c’è, noi non l’abbiamo ritrovato pur avendolo letto e studiato attentamente. Per queste motivazioni dichiaro anticipatamente che il voto di Rinasci Marche sarà contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Questo piano e quello del turismo possono essere integrati. Ringrazio l’Assessore Latini per l’ottima attività che ha svolto coinvolgendo tutte le persone, gli attori, nella realizzazione del piano. Ringrazio tutti i componenti della Commissione che hanno lavorato su questo atto apportando suggerimenti, proposte, idee. Posso solo dire che la mia visione su questo piano triennale alla cultura è positiva e ognuno di noi deve trasmetterla fuori, in questo particolare momento, ai nostri marchigiani.
Il piano triennale della cultura è espressione della forte volontà dell’amministrazione regionale di assumere, tra le qualificanti della sua azione amministrativa, la cultura quale motore per il consolidamento della dimensione sociale ed identitaria. Filosofia e significato di questa impostazione sono esposti nei punti programmatici, chi mi ha preceduto ha ben esposto i lavori, i contenuti, certo tutto è migliorabile, tutto è perfezionabile, ma credo che sia stato fatto un buon lavoro che fa da cornice al piano predetto.
Questa amministrazione è pienamente consapevole del ruolo della cultura nella nostra società e dell’importanza che essa assume nella generazione dei processi di crescita civile e di sviluppo economico sia in senso lato che in senso stretto.
Cultura è al contempo eredità e innovazione. Tale consapevolezza impegna a custodire la memoria del passato, a favorire percorsi di valorizzazione di questa eredità storica e culturale su cui in gran parte si fonda la nostra identità di comunità. Un\’identità arricchita da molteplici apporti e contaminazioni e dal genio creativo dei protagonisti della scena sociale, culturale e produttiva contemporanea.
Innovazione e tradizione sono termini complementari, nulla nasce senza un confronto, un termine di riferimento, anche quando questo viene negato. Credo che il confronto ci sia stato, sicuramente si poteva fare di più, ma l’Assessore l’ha ben detto: vista la situazione e il fatto di non potersi incontrare in presenza.
Creare un ambiente che favorisca l’arte e la cultura è un compito fondamentale di chi amministra ed è un indicatore del grado di civiltà di una comunità. Un’esigenza, la nostra, peraltro fondata sulla comprensione del contributo diretto ed indiretto che la cultura, il turismo, l’ambiente, la nostra gastronomia offrono all’economia e all’occupazione. Studi autorevoli evidenziano l’apporto crescente e in controtendenza rispetto agli andamenti economici complessivi che il sistema produttivo culturale e creativo è in grado di determinare. Per ogni euro investito in cultura l’indotto generato è pari all’1,8% in altri ambiti. Ritengo, quindi, che le professionalità legate alla cultura siano anche le imprese, il lavoro, l’economia, la crescita, l’investimento nel futuro della regione, nei piccoli centri, borghi e periferie, capaci di immaginari spazi vivi e nuove progettualità, creatività e opportunità di condivisione e comunità.
Credo che questa amministrazione, puntando su iniziative di spessore, raccogliendo le istanze delle amministrazioni locali, intenda valorizzare orientando il mondo associativo a proporre progettualità con particolare attenzione al mondo degli anziani, specie se in condizioni di solitudine, ai disabili, ai malati e alle persone in difficoltà, soprattutto in questo difficile momento e soprattutto del nostro entroterra marchigiano.
Molteplici sono dunque le sfide che intendiamo raccogliere, avendo ben chiaro il ruolo e la funzione del pubblico e del privato, le responsabilità dirette ed il ruolo di facilitatore che in molti casi l’amministrazione regionale e per suo conto gli Assessorati alla cultura, e ci metto anche l’Assessorato e la delega del Presidente Acquaroli, intendono svolgere. Voglio ringraziare tutti loro, che si sono impegnati per la creazione e per la visione di un piano triennale sulla cultura, sostenendo quel protagonismo della filiera culturale e quelle iniziative in grado di strutturare queste relazioni per divenire regione ospitante di eventi di grande rilevanza e interesse, per il buon lavoro che inizialmente in apertura ho detto, come voglio ringraziare di nuovo l’Assessore Latini, il Presidente Acquaroli e tutta la Giunta per il grande sforzo, che in questo particolare momento non facile stanno mettendo, per poter risollevare le sorti di questa regione e dei nostri marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Non mi ripeto perché è stato già detto tutto dai colleghi di maggioranza. Intervengo per esprimere un ringraziamento all’Assessore Latini e alla Commissione competente per il lavoro.
E’ un piano condiviso che ha visto la partecipazione di tanti attori ed il recepimento di tante istanze, è un piano dettagliato. Anche per curiosità sono andato a vedere quello che hanno fatto le altre Regioni e comparandolo ho visto che qui si va sul dettaglio e non si lascia indietro nulla. Chiaro che poi tutti i progetti vanno realizzati, ma se, come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino qui c’è già un bel buongiorno.
Voglio ringraziare anche perché è stata posta attenzione sull’archeologia romana, un mondo che nella nostra regione merita di più, quindi, un ringraziamento anche per questo.
Il mio intervento è breve, ma doveroso, per esprimere il voto favorevole dei Civici Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Anch’io intervengo per ringraziare il lavoro certosino fatto dall’Assessore Latini e dalla Commissione rappresentata dal Consigliere Marinelli, un lavoro dettagliato come ha detto il Consigliere Rossi, di cui condivido il pensiero.
Adesso sarà difficile riuscire a portare avanti in maniera forte tutte le azioni che sono state scritte, iniziative, per esempio, a cui tengo molto: la valorizzazione dei borghi delle aree interne, la celebrazione dei geni delle Marche, la mostra Rinascimento adriatico, le mostre sul 600 nelle Marche e poi tutte le attenzioni rivolte agli spettacoli dal vivo, al cinema, ai teatri. Bene, un ottimo lavoro.
Al di là di quello che troviamo dentro il programma della cultura 2021/2023 puntuale e dettagliato, penso che camminando nei prossimi tempi ci saranno e si creeranno tante iniziative culturali nei territori da parte delle Proloco, delle associazioni culturali, della scuola, dei Comuni, anche da parte del mondo del volontariato, iniziative che in questo momento non sono prevedibili e che comunque l’Assessorato dovrà vagliare, recepire e se possibile sostenere rispetto alla loro valenza, iniziative che si creeranno in maniera estemporanea sui territori. A volte si potranno sostenere con i patrocini, anche economicamente se si può, attenzione all’itinere a quello che arriverà, alle proposte che avremo dai territori, dalle Proloco, dalle associazioni culturali, dagli enti, dalla scuola, dai Comuni e anche dal mondo del volontariato. Se si incide promuovendo le attività culturali del territorio, si incide anche sulla valorizzazione dell’identità, della tradizione e delle sue radici. Da uomo del Montefeltro, amo definirmi così, sono nato in quelle terre e vorrei cercare di rappresentarle e valorizzarle meglio che posso insieme ad amici, al Consigliere Rossi ed altri.
Sono particolarmente orgoglioso del prosieguo delle celebrazioni raffaellesche che si faranno nei nostri territori, per il cinquecentenario della morte di Raffaello, e per la celebrazione dei 600 anni della nascita di Federico da Montefeltro, nato nel 1422 a Gubbio morto nel 1482 a 60 anni, un uomo che ha rivoluzionato il nostro territorio, che ha creato una corte bellissima dove si sono alternati dei personaggi incredibili, come architetti e pittori di altissimo livello.
Sarei molto contento se si lavorasse bene soprattutto su questa figura, su questo genio, talento politico, amministrativo e letterario, tra l’altro Federico da Montefeltro è stato un uomo di cultura.
Lavoriamo insieme, andiamo avanti e cerchiamo di dare risposte ai territori che avranno un risvolto non solo artistico e culturale, ma anche economico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Come Presidente della Commissione vorrei ringraziare i componenti per la collaborazione nel portare avanti questo piano, con degli approfondimenti e con delle proposte che abbiamo in parte condiviso.
Non posso non ringraziare l’Assessore Latini per come ha portato avanti questo piano, formandolo e cercando di mettere insieme quello che di buono c’era prima perché non dobbiamo cancellare nulla, ma aggiungere altre iniziative e altri settori che possono essere utili per la rinascita e per far ripartire questa nostra Regione.
Si è guardato a tutte le aree, a tutti i territori, si è cercato di intervenire su tutti i settori culturali ed è stato fatto un buon lavoro e l’augurio è che si possa a breve poter mettere in atto quello che c’è nel piano, perché la vera difficoltà sarà questa.
Da una parte non riesco a condividere alcune critiche che la minoranza giustamente ha portato avanti. Si parla di mancanza di linee forti, che abbiamo diviso la cultura dal turismo, diviso magari negli atti, ma nella sostanza secondo me è rafforzato il legame, averlo diviso vuol dire che non un solo gruppo lavora su questo, ma più gruppi di lavoro che coordinati riescono a dare un risultato migliore.
Tornando a quello che ha detto il Consigliere Carancini, che si dà tutto a prescindere, noi non diamo a tutti a prescindere, noi diamo a tutti la possibilità di poterci essere, non essere dei prediletti e continuare a vita a portare avanti alcune attività. Siamo aperti a tutti ed a tutte le attività. Poi un’affermazione che come maceratese e come amico del Sindaco di Macerata …, quando dice che non ha avuto coraggio nel portare avanti il piano e nel fare un programma approfondito per i 100 anni dello Sferisterio. Io dico che di coraggio ne ha avuto tantissimo nel prendere Macerata dopo un’amministrazione che negli ultimi anni ha ridotto la città, non dico in condizioni miserabili, ma poco ci manca, Non ha la possibilità di avere risorse per fare la terza opera di livello, si sta raccomandando a tutti facendo tessere per fare una terza opera di livello inferiore e riuscire a fare un programma. Dico che di coraggio ne ha avuto tanto a prendersi sulle spalle una città che in questi anni ha sofferto parecchio. Va a lui tutta la mia solidarietà e incoraggiamento e forza per andare avanti perché di problemi ne ha tanti e li porterà avanti.
Concludo dicendo di andare avanti con questo piano, che potrà essere migliorato, non sarà perfetto, ma va nella direzione giusta, quella di valorizzare i territori e dare opportunità alle aree interne. Un riequilibrio anche dal punto di vista culturale che poi si riproduce in un riequilibrio turistico e di attività perché la cultura non è una cosa a se stante, ma è un traino anche per tutte le altre attività. La strada è giusta, andiamo avanti in questa direzione, sperando di poter trovare le risorse per far si che quello che è previsto nel piano si possa portare avanti e finanziarlo. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 001 a firma della I Commissione. Ha la parola, per l’illustraazione, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Questa è una piccola aggiunta che va a sostenere i giovani nei Paesi del cratere. Si aggiunge una frase: “Saranno sostenuti in particolare i progetti artistici lavorati dai giovani dei Comuni del cratere sismico”, per incoraggiare i giovani che soffrono in quelle zone e dare loro la possibilità di essere sostenuti. Grazie.

PRESIDENTE. Come dice il Segretario dell’Assemblea facciamo un emendamento alla volta. Apriamo la discussione su questo emendamento, lo 001: “Nell’allegato A) al punto 2.1 dopo il quinto capoverso, dopo le parole “compagnie teatrali, musicisti, ecc.” (pag. 32) è inserito il seguente: "Saranno sostenuti in particolare i progetti artistici elaborati dai giovani dei Comune del cratere sismico”.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Come relatore do parere favorevole, è stato approvato all’unanimità in Commissione, è una particolare attenzione nei confronti dei giovani di un’area di disagio socio-economico e purtroppo anche culturale vista la perdita delle possibilità di operare. Grazie.

Emendamento n. 001. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 01 a firma della I Commissione. L’emendamento riguarda i progetti speciali, al paragrafo 2.2 “Le grandi celebrazioni di personaggi illustri” in fondo, dopo le parole “capofila il Comune di Pesaro” si aggiunge il seguente periodo …”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. “Si ritiene importante promuovere la rete di enti e Comuni denominata Terre Martiniane, che vede come capofila il Comune di Mondolfo, volta alla valorizzazione della figura di Francesco di Giorgio Martini - architetto, teorico dell’architettura, pittore, ingegnere, scultore, medaglista italiano - uno degli uomini di arte e cultura più significativi del 400, che ha offerto contributi di rilievo alla storia non solo italiana, coinvolgendo i Comuni marchigiani che hanno aderito e che riterranno di aderire alla suddetta rete”.
C’è stato un accordo di tutti i componenti della Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Come relatore di maggioranza do parere favorevole. L’emendamento, che è stato presentato dal Consigliere Baiocchi, è stato integrato perché Francesco di Giorgio Martini è stato un grande ingegnere, un grande architetto, soprattutto di opere militari, ma non solo, anche di altre opere di rilievo, ossia chiese e strutture civili.
Era di origine toscana, non è stato sufficientemente onorato nel passato, ma nelle Marche ha lasciato una traccia fortissima, credo che sia opportuno l’inserimento nei progetti speciali. La Commissione unanimemente è orientata al voto favorevole, quindi, penso che non ci siano osservazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente della Commissione e tutti i membri per aver percepito questo emendamento che riconosce questa figura importante, come ha detto il Consigliere Ciccioli, per l’architettura sia militare che pubblica diffusa in tutto il territorio marchigiano, che ricomprende tantissime provincie della nostra regione. Ringrazio e spero in un accoglimento. Grazie.

Emendamento n. 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento n. 1 a firma della Consigliera Ruggeri, “Al termine del capitolo 2.2 “Le grandi celebrazioni di personaggi illustri”, inserire la seguente frase: “Inoltre, nel 2021 la città di Fano celebra i 150 anni della nascita di Ruggero Ruggeri attore prestigioso, tra i primi e maggiori interpreti pirandelliani”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Nel 2021 saranno i 150 anni dalla nascita di Ruggero Ruggeri e la Fondazione Teatro del Comune di Fano ha in mente a metà novembre tra l’8 e il 14 degli eventi per ricordare questa figura di attore prestigioso, che ha avuto i natali nella nostra città di Fano, è stato uno dei più grandi interpreti delle opere pirandelliane.
Si prevede di fare un paio di conferenze, mettere in scena la presentazione di Enrico IV e poi una mostra fotografica e di testi nel foyer del teatro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. L’emendamento è presentato dal capogruppo di uno dei partiti di opposizione, però è una proposta integrativa molto utile, perché Pirandello è un grande personaggio della cultura dei primi del ‘900 che ha lasciato traccia in tutti i teatri di prosa. Ruggeri è stato forse il più grande interprete anche per assonanza emotiva.
Cercare di celebrare questo nelle Marche è una cosa importante, direi che potrebbe essere associata sul piano della cultura anche alla celebrazione che farà la Regione Sicilia di Pirandello, su questo aspetto culturale potremmo fare una sinergia tra Regioni. E’ un progetto da mettere in piedi.
Non posso che esprimere un parere favorevole e congratularmi per aver sanato un’assenza che non sarebbe stata in altri modi coperta.
Parere favorevole a nome della maggioranza. Grazie.

Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento n. 2 a firma del Consigliere Biancani, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Faccio una breve premessa a questo emendamento, che ritengo molto importante e che ha avuto un percorso abbastanza travagliato. L’avevo già presentato in Commissione mentre guardavamo il piano triennale, ma in quella fase ho capito che avrei rischiato il voto contrario della maggioranza in quanto voleva ben comprendere l’emendamento.
Ho ripresentato dopo la Commissione l’emendamento 2 poi questa mattina c’è stato un ulteriore emendamento del Consigliere Baiocchi, che chiamo emendamento fotocopia, mi passerà il concetto.
In Commissione abbiamo deciso di presentare un emendamento tutti insieme e da quello che ho capito il mio sarebbe stato bocciato, presumo, perché era di un componente dell’opposizione, quindi, annuncio il ritiro di questo emendamento e mi auguro che poi venga approvato il 2/1 della Commissione, che in qualche modo ripropone quello che avevo già presentato.
E’ un emendamento importante perché prevede di inserire un edificio di proprietà dell’Asur, quindi, della Regione, che da decenni rischia un crollo. Devo dire che negli ultimi mesi da parte della Giunta, in particolar modo dell’Assessore Aguzzi, c’è stato un interessamento, che applaudo, è stato redatto tra il Comune e la Regione un protocollo d’intesa che vede l’ente locale partecipare al bando sulla qualità dell’abitare. Il bando prevede una serie di destinazioni di questo edificio, da spazi per i servizi pubblici dell’Asur al recupero di case popolari, al recupero di parte dell’edificio, in particolar modo l’ex lavanderia come spazio culturale.
Il mio emendamento non nasce in contrapposizione a questo protocollo, anzi, l’ho già ribadito più volte anche qui in Aula, va ad integrare quanto prevede e mi auguro che possa andare a buon fine e si possa partire con il recupero di edilizia economico popolare. Siccome questo edificio, come merita, viene inserito, grazie a questo emendamento, all’interno dei progetti di recupero e di rigenerazione urbana a base culturale, in quanto ben si presta, le risorse potranno derivare dal fatto che è previsto tra le priorità regionali di recupero ai fini culturali, quindi, si potranno integrare le opportunità che già questo protocollo mettein campo legate con quelle della partecipazione al bando. Ritenevo importante che fosse inserito anche nella pianificazione del piano triennale.
Alla fine in Commissione abbiamo trovato la quadra, dico sempre che l’importante è il risultato e che ci sia da parte della Regione il riconoscimento dal punto di vista culturale e la possibilità di inserimento nel piano triennale della cultura degli edifici previsti per il recupero e la riqualificazione urbana su base culturale. Grazie.

PRESIDENTE. L’emendamento viene ritirato?

Andrea BIANCANI. Ritirato in quanto sarà sostituito dal 2/1 della Commissione.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Ritirato.
Emendamento n. 2/1 a firma della Commissione, riguarda: “Nella terza parte, 1. I Sistemi culturali, al paragrafo 3.1 Il Sistema del patrimonio monumentale dei luoghi della cultura”, le indicazioni oggetto dell’emendamento.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. A seguito dell’emendamento presentato dal Consigliere Biancani, che sarebbe stato rigettato in Commissione e per questo l’ha ritirato, ne è stato presentato un altro dal Consigliere Baiocchi, sullo stesso edificio, ma con cose diverse. Diciamo che sono sovrapponili per alcuni versi, ma non per altri, poi magari il Consigliere Baiocchi spiegherà in modo più dettagliato.
Si è cercato di mettere insieme queste due proposte per andare ad un documento unico piuttosto che bocciare quello del Consigliere Biancani, che era stato il primo a sollevare il problema. Li abbiamo messi insieme e siamo riusciti a fare un testo condiviso che riguarda la realizzazione di spazi da destinare ad attività culturali e socio-culturali nei singoli blocchi edilizi individuati d’intesa fra Regione Marche, Asur e Comune di Pesaro, o anche ad altre porzioni individuate da Asur e Regione Marche con la medesima destinazione culturale.
Su questo edificio c’era già stato un accordo di programma con l’Assessore Aguzzi per fare in modo che l’intervento potesse essere fatto all’interno o perlomeno nel perimetro che era già stato individuato.
Ciò è quanto si è cercato di fare, unire le due proposte e uscirne con una accolta in modo unanime da tutta la Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Ritengo che sia manifestazione d’intelligenza accogliere proposte che vengono anche dagli altri. Il Consigliere di opposizione Biancani ha sollevato il tema che per la verità è molto complesso e controverso perché tutta la struttura storica, spalmata su più secoli, dell’ex ospedale psichiatrico San Benedetto è una mega struttura di circa 17.000 metri quadrati il cui recupero è un’impresa non voglio dire ciclopica, ma molto forte.
Potrebbe assomigliare ad un edificio che io ho seguito molto ad Ancona, il Lazzaretto di Vanvitelli, che da 10 anni è in ristrutturazione con stralci di 10/12/8 milioni, che ancora non è stato recuperato completamente. Quindi, mettere questo nel piano della cultura è un’azione molto complicata, anche se si inserisce in un’operazione di edilizia abitativa, di cui credo che parlerà l’Assessore Aguzzi, che è prenotato a parlare.
Ringrazio il Consigliere Biancani per la presentazione del testo, che in quel modo era un’indicazione di un problema, non qualcosa che potesse diventare operativo anche perché l’edificio è di proprietà dell’Asur in quanto proviene dai beni sanitari, c’entra il Comune di Pesaro, che ha presentato un suo progetto, e la Regione Marche che deve finanziarlo e forse non solo la Regione Marche. Potrebbe in seguito essere oggetto di fondi europei che dovrebbero, speriamo, finalmente arrivare per un intervento così importante. Abbiamo cercato di trovare, e di questo si è fatto carico il Consigliere Baiocchi, una soluzione che fosse praticabile, sulla quale la Commissione ha discusso. C’è un comitato costituito che cerca di valorizzare alcuni aspetti, alcuni interessi, come quelli del Comune di Pesaro, della municipalità, c’è da fare i conti con le risorse finanziarie, che è l’altro aspetto, le idee ce l’hanno tutti, ma i fatti sono molto più complicati ed è per questo che nella formulazione individuata dal Consigliere Baiocchi, poi in qualche modo emendata dal sottoscritto, abbiamo trovato una quadra che spero sia utile alla soluzione del problema e a quello che è l’orientamento politico della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Apprezzo questo emendamento così come formulato dalla Commissione perché crea le condizioni per potenziali finanziamenti su un’attività culturale che può svolgersi all’interno della struttura nella città di Pesaro e nello stesso momento non mette in discussione una soluzione che intelligentemente come Regione Marche insieme al Comune di Pesaro abbiamo intrapreso dopo molti anni che l’immobile giaceva inutilizzato al centro della città.
E’ stato un percorso portato avanti dalla Regione Marche, dal mio Assessorato insieme al Sindaco di Pesaro, con l’ausilio dei Consiglieri regionali Biancani e Baiocchi, che sono stati presenti agli incontri. Lo ritengo un punto di mediazione molto intelligente per come potrà cogliere l’obiettivo dei finanziamenti per la rigenerazione urbana e, quindi, il riutilizzo.
Quando il Consigliere Biancani dice, non me ne voglia, che ha avuto l’intuizione, che ha capito che la maggioranza l’avrebbe bocciato … Io ho parlato con il Sindaco di Pesaro dopo il suo intervento sulla stampa pochi giorni fa, nel quale annunciava la presentazione di questo emendamento ed ho fatto presente che rischiava di portare fuori strada l’indirizzo che c’eravamo dati, di portarlo su due strade parallele che magari nessuna delle due sarebbe stata presa in considerazione. Il Sindaco di Pesaro mi ha detto che andava bene come avevamo impostato il percorso, lo riporto in quest’Aula per essere corretto con tutti i Consiglieri, ne ho parlato anche con il Consigliere Baiocchi i giorni successivi chiedendo di correggere il tiro con un suo emendamento che portasse la possibilità di questo finanziamento e allo stesso tempo non smentisse una direzione che avevamo portato avanti perché l’emendamento, così come era stato inizialmente presentato unilateralmente dal Consigliere Biancani, pur nella sua legittimità, rischiava di mettere in discussione un percorso che avevamo intrapreso, di creare una confusione e di non cogliere alcun obiettivo.
Mi dispiace che il Consigliere Biancani abbia dichiarato sulla stampa che questo progetto tra il Comune di Pesaro e la Regione Marche non verrà finanziato dal Ministero. Secondo me dovrebbe astenersi dal dire queste cose, che spero non saranno vere. Io invece confido molto sul fatto che questo finanziamento possa esserci, che questo risanamento e recupero dell’immobile possa iniziare, magari coadiuvato da questo potenziale finanziamento, che noi oggi in questo Consiglio, con questo emendamento, inseriamo, magari potrà essere ricompreso anche un finanziamento sulla parte culturale che comunque è prevista in quella ripartizione, così come da protocollo d’intesa firmato ed approvato dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro.
Come si dice tutto è bene quello che finisce bene, però le cose vanno chiarite per quelle che sono state nel loro percorso. Mi piace questo tipo d’impostazione che il Consiglio sta dando. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. La ricostruzione effettuata dall’Assessore Aguzzi e dal Consigliere Ciccioli è pressochè perfetta perché quello che è uscito dalla Commissione per merito dei Commissari e con il contributo del Consigliere Biancani è un emendamento di Commissione. Se avessimo voluto fare una procedura diversa avremo bocciato quello del Consigliere Biancani e approvato quello da me presentato. Non ci interessa mettere a differenza di altri delle bandierine, ma vogliamo arrivare ad un risultato per la città.
Il Consigliere Biancani nel tempo ha portato avanti delle battaglie, questo tema l’ha trattato per molti anni e devo ammettere la sua perseveranza, però riconosco anche che questa Giunta a soli sei mesi dal suo insediamento è riuscita a stipulare un protocollo d’intesa tra l’Assessore Aguzzi ed il Comune di Pesaro che, come ha ben ricordato l’Assessore, è favorevole a percorrere questa strada, a non gettare al vento uno sforzo che si è cercato di fare, anche perché il Comune di Pesaro in ordine a questo progetto ha deciso di effettuare una variante urbanistica, quindi, non vedo perché bisogna partire già sconfitti.
Sono dispiaciuto della dichiarazione sulla stampa del Consigliere Biancani, speriamo che non si avverino quelle sue premonizioni, adesso è il momento di andare avanti uniti, di evidenziare le esigenze di questa struttura bellissima e la sua importanza per la città di Pesaro, quindi, sono molto contento.
Capisco che quando nel tempo si porta avanti un progetto si cerca di metterci una bandierina sopra, ma purtroppo adesso vi trovate in minoranza e dovete fare i conti anche con le esigenze di una maggioranza che può legittimamente anche ricoprire, anche secondo le indicazioni che provengono dalla minoranza, e portare avanti un progetto nell’interesse della città e la riprova è l’emendamento di Commissione firmato dal Presidente Marinelli. Come ha detto lei l’importante è il risultato e non l’appartenenza di un Consigliere che porta un emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi forse siamo l’unico gruppo in quest’Aula che quel protocollo tra Regione, Comune di Pesaro e Asur non lo vede per niente di buon occhio. L’idea di mettere degli appartamenti che siano di lusso, popolari o housing sociale in quel complesso non ci piace proprio per niente. L’ho detto in Commissione un paio di volte e lo ripeto anche in Aula per correttezza.
Quello è un immobile strategico, si trova nel pieno centro di Pesaro, ha dei cortili interni, giardini che se risistemati potrebbero essere un gioiello per la città. Puntando sulla multifunzionalità che quello stabile può avere, lungi da noi l’idea che possa essere di tipo residenziale. Per esempio potremmo accogliere l’idea che lì siano messi gli uffici dell’Asur, che vengano realizzate stanze per l’università per svolgere le lezioni, che venga creato un polo museale, convegnistico, che sia fruibile da parte di tutti i cittadini della città di Pesaro, questo ci sta particolarmente a cuore.
Per fortuna in Commissione siamo riusciti con un gioco di equilibri sofisticati a creare una proposta di emendamento che non citi espressamente quel protocollo. Solo per questo motivo anche noi del Movimento 5 Stelle voteremo a favore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Vorrei solo chiarire che i due emendamenti sono uguali perché viene inserito l’intervento il Comune dovrà essere fatto d’intesa con la Regione e l’Asur. La proprietà è della Regione e dell’Asur, quindi, è normale che il Comune per fare un intervento a casa di un altro faccia un’intesa con il proprietario, e mi va bene, però non è vero che il mio emendamento era diverso, non era accoglibile ed andava in contrasto con il protocollo.
L’altra cosa che voglio dire è che i bambini guardano le figure e a volte si limitano a leggere i titoli, mi aspetterei che la stessa cosa non la facciano i Consiglieri regionali perché sia l’Assessore Aguzzi che il Consigliere Baiocchi hanno detto che io ho dichiarato che il protocollo non andava a buon fine. Non ho mai dichiarato questo al giornale, che ha scritto così il titolo. L’articolo dice che per il Consigliere Biancani l’inserimento all’interno del piano triennale della cultura è positivo, sia se si vince il bando, e si inserisce nel piano triennale della cultura e le risorse che potrebbero arrivare integrano il bando sulla qualità della citta, integrano, sia se il bando non dovesse andare a buon fine, ma potrebbe essere un’opportunità. Io non ho mai detto che il bando non andrà a buon fine, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, sono abituato a tenere i toni bassi, mi conoscete, però neanche mettermi in bocca dichiarazioni che non ho mai fatto e che non mi sogno di fare.
L’emendamento è uguale, mi va bene perché inserisce cose scontate, dall’altra parte non è vero che ho detto che il Comune non vincerà mai il bando. Voglio chiarire perché non va bene una cosa del genere, questo lo riporta il titolo del giornale, io rispetto i giornalisti che fanno il loro lavoro, ma probabilmente avranno pensato che fare un titolo di quel tipo poteva essere più intrigante, e così hanno fatto. Mica posso denunciare o fare una replica, bastava leggere l’articolo e c’era scritto quello che avevo dichiarato. Grazie.

Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento n. 3 a firma del Consigliere Ciccioli, riguarda il punto 3.6.1 dopo le parole “eventi turisticamente attrattivi delle Marche” è aggiunto il periodo che invito il Consigliere a precisare.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. L’emendamento viene ritirato perché abbiamo ritenuto di utilizzare il piano annuale, che sarà presto fatto, ed una serie di canali per intervenire su questa manifestazione. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 3. Ritirato.

Emendamento n. 4 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, riguarda il punto 3.6.1 “Sistema del contemporaneo - pag. 86, dopo la parola “turistico” (fine primo paragrafo) aggiungere al seguente testo …”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Credo che sia abbastanza semplice nell’ambito del “Sistema del contemporaneo”, nella direzione di poter includere le nuove sensibilità, forme artistiche ed espressioni, abbiamo inteso integrare il capitolo chiedendo di promuovere anche progetti interculturali e multietnici ai fini della valorizzazione delle varie componenti etniche presenti nella comunità marchigiana.
Ricordo che questa regione ha un insieme di stranieri che ammontano a circa il 9% della popolazione, è evidente che questo tentativo, questa forma, è un modo per integrare, lavorare insieme, conoscere, dare consapevolezza alle iniziative. Uno specchio ideale di contemporaneità inclusiva con l’obiettivo di un arricchimento grazie alla conoscenza delle reciproche tradizioni, lingue, saperi, musiche, cibi, costumi e folclore. E’ un’azione che scaricata a terra è particolarmente importante dentro una sensibilità particolare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Come relatore di maggioranza esprimo parere negativo a questo emendamento, e lo spiego, non con un atteggiamento ostile, ma il compito nostro è sviluppare la cultura delle Marche, sottolineo delle Marche, quindi l’identità marchigiana. Una serie di proposte, per esempio i borghi storici, la valorizzazione dei borghi dell’Appennino, la valorizzazione della nostra cultura, delle leggende, è assunta dall’identità ed ha lo scopo di creare un brand marchigiano. Senza nessuna discriminazione nei confronti di culture multietniche, ma sarebbe snaturato il nostro orientamento. Non dobbiamo valorizzare le culture maghrebine, senegalesi, nigeriane, visto che siamo a Macerata, dobbiamo valorizzare la nostra identità e questo in positivo, cercando di integrare nella nostra identità marchigiana tutte le culture straniere, le portiamo dentro da noi, questo è il tema vero. Un tema che ha una storia, che è quella dei Mori a Venezia, con l’orologio dei Mori e via di seguito. Non è che a Venezia non ci fossero i Turchi, non ci fossero quelli che allora chiamavano i Mori perché erano scuri di carnagione, ma erano integrati nella cultura veneziana e parliamo di cinque secoli fa. Questo deve fare le Marche, i marchigiani devono essere accoglienti nei confronti delle altrui culture, senza alcuna penalizzazione, ma sottolineare il brand dell’identità marchigiana della nostra cultura e tradizione, quindi il parere è negativo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. E’ abbastanza pericoloso un emendamento come questo e se ci fosse una sostituzione etnica dal punto di vista culturale dovremmo essere preoccupati.
Le argomentazioni del Consigliere Ciccioli non mi sorprendono, niente all’orizzonte. Quello che mi stupirebbe, ma vedremo, sarebbe il voto di una maggioranza così compatta su questo tema.
E’ evidente la sciocchezza politica che viene detta, che noi vendiamo il brand delle Marche.
Ci sono persone che sono cittadini italiani e che hanno origini diverse, che lavorano in questa regione, che hanno permessi di soggiorno, che sono legalmente e regolarmente in questa regione e che apportano ricchezza. Chissà se il Consigliere Ciccioli sa che quelle persone pagano le tasse? Non lo sa. Se avesse letto un bellissimo studio della Politecnica delle Marche fatto non più tardi di un anno fa avrebbe saputo che è evidente la presenza nelle Marche e in Italia del sistema degli stranieri che porta ricchezza con il pagamento delle tasse nel Paese.
E’ una vera e propria discriminazione, c’è un emendamento che fa paura non perché è stato presentato dal Partito Democratico o da me come primo firmatario, fa paura riconoscere e ammettere un principio fondante dell’umanesimo di questa terra, Consigliere Ciccioli, che non fa distinzioni di sesso, di religione, di genere. Spererei che una sensibilità possa immaginarsi e non seguire gli ordini del capo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il voto convinto del Partito Democratico.
E’ imbarazzante, lo dico anche con tutto il rispetto delle tradizioni politiche e culturali del capogruppo di Fratelli d’Italia, perché si possono bocciare gli emendamenti e si argomentano, come prima quando si è detto che il Consigliere Biancani ha detto delle cose, che non erano vere, poi si scrive lo stesso emendamento perché ognuno deve mettere un segno.
Non voler prendere atto di una società che è trasformata, che marca le sue evoluzioni di marchigianità nuova, nella quale dobbiamo trovare il modo di integrare e di costruire, sta dentro gli elementi che abbiamo detto prima, quando non c’è visione, quando non c’è un’idea della prospettiva del futuro, ecco che succedono queste cose, ma lo si fa su argomenti molto imbarazzanti.
Cogliere un suggerimento penso che sia un fatto di pura opportunità, ve lo dico anche ribaltando il ragionamento, non solo e semplicemente la valorizzazione delle culture che non sono autoctone. C’è una città in questa regione che fa il festival della cultura americana, di quel festival è la prima città turistica della regione Marche. Con quel principio lì, siccome è la cultura della musica americana, l’evento dovrebbe essere completamente ghettizzato e nemmeno finanziato, come farete, va bene lo stesso, si chiama “Summer Jamboree”, fa 400.000 presenze e rende quella città ...
Questo vuol dire essere miopi, non ho fatto un esempio di evento etnico che vi poteva imbarazzare, ho parlato di manifestazione che potrebbe evocare rapporti più strutturati, quello vuol dire essere miopi. Con quel principio non dovete nemmeno mettere le risorse per il festival della cultura e della musica americana perché non avete visione ed è imbarazzante, non occorre cogliere ogni passaggio per stigmatizzare la marchigianità antagonista, non lo dovremo fare.
Il voto del Partito Democratico è positivo e un po’ imbarazzato per le cose che abbiamo sentito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli, attendiamo che si colleghi.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il voto di Rinasci Marche all’emendamento del Consigliere Carancini, che voglio riprendere …, nello studio del piano triennale poteva che essere un’opportunità nel senso che come scrive il Partito Democratico …

(malfunzionamento dell’audio)

Luca SANTARELLI. Sono orgoglioso di venire da una città in cui l’amministrazione ha fatto il Festival dei popoli, che ha arricchito la comunità senigalliese di conoscenze, di saperi. Culture che appartengono a concittadini marchigiani che, come ha detto il Consigliere Carancini poc’anzi, si trovano nella nostra realtà, hanno arricchito la comunità senigalliese, anche economicamente perché molti di loro, che un tempo avevano altre cittadinanze, oggi sono cittadini italiani, marchigiani, e spesso attraverso le loro maestranze noi possiamo risiedere in zone sia residenziali che non.
I loro mestieri sono utili, danno forza alla comunità e credo che da un punto di vista culturale sarebbe stato un progetto complementare che poteva arricchire le nostre città, il piano triennale ed in un certo senso anche turistico, per questo motivo il voto di Rinasci Marche sarà favorevole e convinto. Grazie.

Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)


Emendamento n. 5 a firma dei Consiglieri Biancani, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che ha l’obiettivo di inserire all’interno della tabella in cui vengono individuati i festival multidisciplinari, al punto 3.6.2 “Festival, rassegne, premi e attività multidisciplinari” anche il Festival internazionale della Discomusic, che in questi anni ha sempre partecipato al bando sui festival del Servizio cultura e ogni anno è riuscito ad ottenere risorse.
Ho visto che c’è un elenco dei principali festival regionali ritenuti meritevoli all’interno del piano triennale della cultura, ho valutato importante insieme alla Consigliera Vitri presentare questo emendamento, portato in Commissione ed ora in Aula.
Il festival, che riguarda una zona del nostro territorio regionale, in particolare Gabicce, è conosciuto a livello internazionale. La cultura che prevale è quella legata alla discomusic, tutti conosciamo le discoteche nate negli anni ‘60/’70/’80 ed il Comune ha ben pensato di farci un festival. A Senigallia c’è il Summer Jamburee Festival a Gabicce Monte c’è questo evento che attira decine di migliaia di persone. Quindi, mi sembra opportuno che sia inserito all’interno dei festival nominati perché penso abbia la dignità degli altri ed è anche motivo di promozione e di attrazione dal punto di vista culturale del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per dire che questo evento, il Festival internazionale della discomusic, ha più un valore turistico che culturale. Nulla di particolarmente rilevante dal punto di vista della valutazione in sé, però la discomusic con l’affluenza di migliaia di persone in quei territori che erano un po’ la Regina del disco nel nord della nostra regione, appartiene più ad una valutazione di richiamo turistico, la discomusic come bene culturale secondo me è un po’ una forzatura. Quindi, il parere è negativo, ne teniamo conto invece per inserirlo – lo valuteremo a breve perché stiamo rivedendo l’atto – nel piano triennale del turismo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi ci siamo confrontati con i Consiglieri del Movimento 5 Stelle di Gabicce e anche loro mi hanno detto la stessa cosa che adesso ha espresso il Consigliere Ciccioli, e cioè che vedrebbero molto meglio l’inserzione del Festival Disco Diva nel piano del turismo, quindi, visto che c’è stata la dichiarazione che questo sarà fatto, ci asterremo dal voto sull’emendamento presentato dal Consigliere Biancani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Naturalmente voteremo favorevolmente questo emendamento, che ho già presentato all’interno del piano del turismo perché pensavo che potesse essere giusto sia, in alternativa, nel piano del turismo.

Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento n. 6 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. È una sostituzione, ovviamente interpretata in senso positivo, perché già il piano stesso riconosce che non si era riusciti a garantire nei confronti di alcuni soggetti importanti della regione Marche, soggetti ovviamente che sono inquadrati nell’ambito del Fus, gli adeguati finanziamenti.
L’emendamento tende evidentemente a dare atto di questo e quindi a garantire questo sostegno economico che peraltro dovrebbe essere evidentemente maggiore, come avviene in tutte le Regioni italiane, facendo capire il meccanismo a tutti quanti, non so se prima ne ha parlato il Consigliere Borroni o altri, non sono certo, potrei sbagliarmi.
Il Fus è un meccanismo di compartecipazione al finanziamento, è evidente che maggiore è il finanziamento da parte della Regione e maggiore è il finanziamento del Fus, c’è una sorta di concorrenza, ma l’elemento portante di questo sta nel continuare a riconoscere e a valorizzare quelli che sono in realtà i soggetti Fus, forti e organizzate identità capaci peraltro di essere di sostegno alle tante iniziative collaterali.
Su questo provo a fare un esempio, nel piano si parla del sistema della lirica sul territorio e da questo punto di vista i soggetti Fus, che sono stati lo Sferisterio e Pesaro con il Rossini Opera Festival, hanno costituito una rete lirica che è una struttura fondamentale per l’intero territorio e che consente pure in altre città, in altre espressioni, di poter beneficiare dell’organizzazione delle opere liriche anche nel periodo invernale, quindi, questo emendamento tende a riconoscere e a rafforzare i soggetti Fus che, ribadisco, non devono essere interpretati, come si tenta di fare, come quelli che prendono indebitamente di più, ma è evidente che sono quelli che trascinano l’intero sistema culturale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Dico perché come relatore di maggioranza do parere negativo.
Questo è un emendamento sostitutivo, nella nostra relazione c’è scritto che la Regione Marche non è riuscita a garantire l’adeguato sostegno di risorse per un certo tipo di soggetti e cosa viene scritto? Viene scritta una attenuazione della critica, semplicemente si chiede che la Regione si impegni a garantire a tali soggetti un più adeguato sostegno rispetto al passato. Qui mi sento di dire che in fondo, dal suo punto di vista hanno ragione il Consigliere Carancini e gli altri firmatari del PD, è una critica rivolta alla passata gestione. E’ chiaro che uno ha orgoglio della propria passata gestione, noi diciamo le cose in maniera un po’ più secca, non è riuscita a garantire e adesso si lascia nel fumo cos’è successo e si chiede un più adeguato sostegno, ma la cosa che non può passare e che non è affatto vera è che se la Regione da più fondi allora il Fus dà più fondi, pari a quelli degli altri, la cosa è svincolata, quella vincolata è che quando c’è il fondo Fus anche la Regione deve intervenire, quindi è vero il contrario, è il Fus che determina e la Regione in qualche modo subisce.
E’ chiaro, il Fondo unico dello spettacolo nazionale fa la sua politica e rivendico che la Regione faccia la propria politica. L’ho detto in più occasioni, in qualche modo i cittadini hanno scelto, ed hanno scelto di avere una visione differenziata da quella precedente, ovviamente non è che tutto cambia, oppure tutto rimane uguale, ci sono dei cambiamenti progressivi, working in progress, come dicono oggi in lingua inglese. Scrivere che “favorendo in questo modo la massimizzazione dell’assegnazione Fus ai soggetti marchigiani, dato il vigente meccanismo”, eccetera, non è così, c’è l’obbligo di finanziare contemporaneamente, ma poi la Regione deve fare una sua politica, infatti nel mio intervento ho detto che vanno valutati i progetti di interesse regionale da scegliere, noi dobbiamo valutare quali scegliere e su quelli che vogliamo investire di più. Poi dirò una cosa nella replica su un’osservazione che ha fatto il Consigliere Carancini, che ha detto che su 120 pagine di piano 75 sono simili a quelle del passato, sono contento, ci siamo dati una strategia, il 30% delle cose devono cambiare, io non avevo fatto nessun conto delle pagine, ma 75 su 120 all’incirca è il 30%, quindi il 30% di cambiamento va bene, nella prospettiva di cambiare poi il 60%, magari una parte rimarrà per sempre perché riteniamo che sia valida.

Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento n. 7 a firma dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri. L’emendamento riguarda la pag. 102, capitolo 3.7.2., sostituire il periodo: “L’anno 2021 potrà anche consentire di aggiornare la valutazione dei PIR, di estenderlo a nuovi soggetti emergenti nelle mutate condizioni del presente e di rimodulare termini e condizioni delle Convenzioni con i PIR in direzione di una maggiore definizione del servizio restituito al territorio e della tutela delle realtà marchigiane di maggiore qualità di spettacolo dal vivo” con il seguente …
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Alla luce del dibattito odierno, anche del relatore di maggioranza, penso che sia molto utile per le nostre comunità culturali il voto a questo emendamento, perché, vedete, in tanti passaggi è stata sottolineata la costruzione di percorsi partecipativi in cui sono state raccolte le istanze degli operatori, dei professionisti, dei volontari. Tante associazioni si ritrovano in questo atto, invece con i soggetti di primario interesse, quelli riconosciuti dal Ministero, quelli che, come ha detto prima il Consigliere Carancini, si sono aggregati per metterci nelle condizioni non solo di progettare, non solo di sostenere, non solo di difendere, ma anche di reperire le risorse necessarie per non rendere la cultura un semplice orpello, ma un elemento propulsivo per i nostri territori, per la nostra economia e per la nostra occupazione, non si è interfacciato nessuno. Con quelli che hanno fatto un grande percorso evolutivo, che hanno tenuto insieme realtà diverse, forse anche alla luce del mutamento della nostra società c’è la necessità di un ulteriore passaggio per coinvolgere altri soggetti, non c’è stato nessun tipo di confronto. Questi interlocutori avrebbero potuto darci dei consigli, avrebbero potuto darci sostegno, avrebbero potuto darci anche visioni nuove ed innovative.
Noi diciamo che i soggetti di primario interesse non solo vanno sostenuti, ma vanno anche messe ulteriori risorse per consentire loro di interfacciarsi con un mondo che sta evolvendo in ambito culturale, per coinvolgerli e metterli nelle condizioni di essere maggiormente valorizzati.
Questo è lo spirito dell’emendamento, sono convinto che non inventiamo nulla. Il Consigliere Carancini l’ha detto e sottolineato prima nell’emendamento che è stato in maniera anche maldestra bocciato, senza nessun tipo di valutazione nel merito. I Fus non li inventa la Regione Marche, sono organizzati con una legge dello Stato, quindi, dobbiamo metterci nelle condizioni di poter accedere a quegli indispensabili fondi e risorse e metterle a terra.
I Pir in questi anni hanno lavorato in questi termini e noi siamo convinti che quegli interlocutori debbano essere sostenuti perché non sono di parte, invece, con l’idea che il modello organizzativo del passato possa aver messo in campo operazioni previlegiate, che non c’erano, interlocuzioni prioritarie, che non ci sia stata la libertà di azione, di progettazione e di visione, va tutto cancellato, ecco che cancelliamo le organizzazioni, frantumiamo, mentre in questo momento dovremmo fare tutto tranne che questa operazione perché contro una società che si è già sbriciolata del suo, la politica ha l’obbligo, non è una opzione, di tentare di aggregare, di mettere insieme, di valorizzare, di aiutare.
Nel piano non c’è nulla di questo, anzi, c’è tutt’altro, c’è l’idea che i contributi a pioggia, perché dobbiamo tradurli in questo modo, siano la modalità. Non si tratta di valorizzare semplicemente il territorio, ma significa non avere una visione complessiva competitiva, una visione di avanguardia, quindi, si prova a tagliare le organizzazioni. Penso che sia un errore, ma ovviamente ci prepariamo al fatto che l’emendamento sarà bocciato, senza far riferimento al passato, ma all’oggi che è quello che ci dovrebbe interessare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Mi sento di dire che il Consigliere Mangialardi, molto onestamente, ha centrato il nodo del problema, gliene do atto.
Qual è il problema vero? Giustamente il PD cerca di tenere in piedi la baracca, tutto ciò che ha costruito in questi anni. Bersani la chiamava “la Ditta”, ricordo Bersani, persona che stimo molto, molto intelligente, che parlò di ditta, la ditta del PD, ne parlò in sede nazionale, in un congresso.
I soggetti Pir, così come sono stati identificati, sono il cuore della strategia della vecchia amministrazione. E’ legittimo o no che una nuova amministrazione modifichi i codici, gli indirizzi, o è una cosa che non si può fare? Perché qui c’è una cosa brutta, secondo me, che si è instaurata in occidente, tu devi pensare in un certo modo e se vinci o perdi le elezioni non conta niente, il problema è che devi fare le stesse cose che facevano quelli che le hanno perse. No, io rivendico con orgoglio il diritto di modificare i progetti di interesse regionale. Questo non significa che dobbiamo buttar via, cito, il bambino con l’acqua sporca, assolutamente no, le cose buone le vogliamo tenere in piedi, però non possiamo tenere in piedi tutta la baracca di coloro che da 20 anni fanno le stesse cose, hanno gli stessi collaboratori e via di seguito.
Mi sento di dire che alcune cose vanno modificate e ciò che è stato scritto, in questo caso neanche modificato dal relatore, è stato scritto dall’Assessorato e dai funzionari dell’Assessorato, che sono quelli che c’erano anche prima, e potrà anche consentire di aggiornare le valutazioni. Pensate che cosa rivoluzionaria: aggiornare, non stravolgere la valutazione dei Pir, estenderla a nuovi soggetti emergenti nelle mutate condizioni presenti, rimodulare termini, condizioni e convenzioni dei Pir in direzione di una maggiore definizione del servizio restituito al territorio per la tutela delle realtà marchigiane. Pensate anche qui che scandalo, “delle realtà marchigiane di maggiore qualità di spettacolo dal vivo”, pensate che vergogna, quelle migliori devono essere finanziate, abbiamo fatto una cosa scandalosa, da vergognarsi.
Quindi, con grande coscienza mi sento di dire che non esiste continuità, non esistono i pensionati a vita del sistema dello spettacolo, deve nascere il cambiamento, non ci sarà nessuna discriminazione ideologica, di provenienza, però “aggiornare”, che non è “rivoluzionare” o mandare tutti a casa, è tenere le cose buone, maggiore qualità, mi sembra che sia una scelta addirittura di profilo non esagerato di questa amministrazione, che si sente in continuità con l’istituzione, che è qualcosa che va al di là della vecchia nuova amministrazione del passato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Consigliere Ciccioli lo scandalo è lei, non i cambiamenti, lo scandalo è lei che fa oggettivamente vergognare un Consiglio regionale per le cose che dice ogni giorno, quando parla di sostituzione etnica, quando boccia un emendamento sul contemporaneo perché parla di multiculturalismo. E’ evidente che lo scandalo sia lei, che è in grado di raccontare che non si approva un emendamento perché la cultura delle Marche deve essere delle Marche.
Mi chiedo se c’è qualcuno che le scrive quello che dice, ma la cosa più preoccupante è che le vengono dietro, chissà cosa penserà il mondo cattolico, che la sostiene, di quello che dice. Noi ci ridiamo, ma lei è una vergogna rispetto ai principi relativi approvati con la Costituzione, non la Ditta, lasci perdere la Ditta, pensi ai valori ed alla vergogna che offre a questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento n. 8 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e si riferisce. “Pag. 102, fine capitolo 3.7.2., dopo la parola ‘vivo’ aggiungere il seguente testo ...”
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Devo dire che in 10 anni da Sindaco non mi era mai capitato e ho combattuto con persone che la pensavano diversamente da me.

PRESIDENTE. La passione genuina è sempre …

Romano CARANCINI. Non so se è una passione genuina, ma io entro solo nell’aspetto politico, che va sottolineato, e non personale.
Anche questo emendamento tende a valorizzare il riconoscimento, con lo scarico verso altro, del sistema dei teatri di tradizione e istituzioni concertistico-orchestrali, perché lo Stato su questa materia, purtroppo vecchia …, si parla di una legge, quella dei teatri di tradizione e delle istituzioni concertistico-orchestrale, del 1967.
A questo proposito nel piano, non so da chi è stato suggerito, ma lo condivido, si parla di Form.
La Form è la Fondazione orchestra filarmonica marchigiana che ha avuto in questi anni un ruolo fondamentale nello sviluppo concertistico delle Marche, tra l’altro con una crescita dal punto di vista dell’offerta, non solo culturale. Voglio ricordare a tutti che la Form dà lavoro a tante persone.
Il tentativo che c’è attraverso questo emendamento, anche questo spero non faccia paura, è quello di far comprendere che nel piano … Assessore, sarei contento se lei potesse esprimere un pensiero, da questo punto di vista e dare forza alla Form, come peraltro lei ha scritto nel piano, se l’ha scritto lei, e sarebbe un elemento di rafforzamento sull’intero territorio.
Nel piano si denuncia in maniera puntuale che la Form non ha avuto mai una casa bene individuata, l’emendamento in parte va in questa direzione, cioè dice: guardate che i teatri di tradizione, le Ico, sono delle infrastrutture culturali, sono delle professionalità culturali, sono delle esperienze di lavoro, e proprio per l’alto livello che raggiungono, che possono apportare in termini di integrazione, possono essere da questo punto di vista valorizzate nel rapporto con tutte le altre istituzioni, anche non riconosciute dal Fus o attraverso i Pir.
Al riguardo questo è anche un emendamento di indirizzo, non certo si scarica sulle azioni, a pagina 102, quindi, nulla di male, anzi, paradossalmente va verso la coerenza rispetto a quello che scrivete nel piano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Anche qui codifico che il gruppo del PD è il partito leader della conservazione e della protezione di vecchi percorsi, secondo me non è un ruolo che si addice ad un partito riformista o che aspira a rappresentare nuove istanze, però ognuno è padrone del proprio destino.
Mi sento di dire che la Form è oggettivamente una istituzione regionale e merita, cioè ha meritato e merita il riconoscimento dell’istituzione pubblica, che tra l’altro la finanzia, però questo non significa spazzare via tutto.
Mi sito su Pesaro, città in cui notoriamente la sinistra è egemone, la governa da 70 anni, ha un peso anche all’interno del PD, il partito della sinistra più importante, ci sono due formazioni musicali importanti che ruotano intorno al Conservatorio di Pesaro, che tra l’altro non sono riconducibili alla nuova maggioranza o via seguito, una è un’orchestra giovanile, l’altra no. Bene, vogliamo dare anche a loro la possibilità di avere uno spazio, oppure questo non è possibile?
Tra l’altro io non sono un liberista eccessivo, però dico che il sistema della competizione ci deve essere, non possiamo fare le aree protette di attività dello spettacolo o di altre cose.
Sicuramente ciò che c’è di buono va tutelato, che è diverso da protetto o clientelare, però dobbiamo cercare di aprire porte e finestre, cercare di permettere un arricchimento complessivo del nostro tessuto culturale e dello spettacolo regionale.
Per questi motivi siamo contrari a questo atteggiamento in cui c’è qualcuno che gestisce tutto e gli altri sono figli minori.

Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 9 a firma del Consigliere Ciccioli. Ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Carlo CICCIOLI. Anche questo è un emendamento richiesto dal territorio di Ascoli Piceno e d’accordo con l’Assessore lo ritiro perché va inserito nel contesto della politica della Regione nei confronti del cinema per il quale dobbiamo scrivere un capitolo apposito che dia spazio a varie realtà, quindi, lo ritiriamo ed ovviamente sarà valorizzato ed inserito nel piano annuale della cultura.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sono molto amareggiata dal fatto che questo emendamento venga ritirato rispetto al quale avremo votato favorevolmente.
Ritengo che una scuola di cinema non debba essere necessariamente inserita in un contesto molto più ampio ed in una programmazione annuale.
Questa maggioranza avrebbe potuto mantenere l’emendamento, mi meraviglio molto che il Consigliere Ciccioli, che l’ha proposto, si sia consultato con l’Assessore, che come tutti sappiamo è ascolana, per ritirare l’emendamento e per non farlo votare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Vorrei precisare che non è una scelta per depotenziare le attività inerenti il cinema che avvengono ad Ascoli Piceno, che ho sostenuto, sono stata presente anche alla conferenza stampa.
Questo è un emendamento specifico in cui già si individuano un Direttore ed un Presidente di una cosa che ancora non è nata. Nel piano triennale ovviamente si parla già di Accademy, di potenziamento di accademie cinematografiche e si parla anche di cineporto, quindi c’è la massima attenzione.
Se questo progetto riuscirà a realizzarsi su Ascoli Piceno, perché ancora è una cosa in itinere, ovviamente sarò la prima a sostenerlo, ma in questo emendamento abbiamo già i nominativi di Presidenti, Direttori, mentre ancora niente è formalizzato, quindi, non è opportuno metterlo all’interno di un piano triennale della cultura, che già stabilisce il sostegno della Regione per Accademy e per scuole inerenti al cinema.

PRESIDENTE. Emendamento di coordinamento tecnico a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Emendamento di coordinamento tecnico, decaduto per la bocciatura dell’emendamento n. 8.
Chiudiamo la fase della discussione sugli emendamenti, apriamo la fase della dichiarazione di voto sulla proposta di atto amministrativo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Come relatore di maggioranza esprimo soddisfazione per aver condotto in porto questa proposta di atto amministrativo, ho già fatto i ringraziamenti all’Assessore.
Rispetto al progetto originario sono state apportate ampie modifiche che hanno recepito proposte provenienti da altri Consiglieri regionali, anche di opposizione, che hanno contribuito a migliorare il testo, nonché istanze arrivate dagli operatori che credo che abbiano voce in capitolo e possano dare un contributo.
Non è affatto vero quanto è stato detto, che non ci sono state consultazioni, purtroppo le consultazioni in epoca Covid sono state, ahimè, ristrette, personalmente ho fatto una riunione numerosa, in un’altra ha partecipato anche l’Assessore Latini, abbiamo ascoltato dei soggetti, abbiamo visto e personalmente ricevuto tante persone, appunti, abbiamo avuto tante osservazioni, abbiamo avuto anche incoraggiamenti a proseguire sulla linea del cambiamento.
Mi chiedo sempre quando faccio o dico una cosa quale risultato otterrò, nel senso che è corretto capire se le cose che si sono dette hanno un’efficacia, sono state male interpretate e via di seguito.
Mi chiedo, e lo dico in maniera sommessa ed umile, il senso di lealtà e di critica che esprime il Consigliere Carancini quando dice cose che … Uno può dire tutte le cose, anzi, oggi siamo nella società del chiasso, più uno fa rumore e meglio è, però se noi non possiamo operare in maniera diversa rispetto ai precedenti indirizzi è finita la libertà, hai voglia a dire che io sarei liberticida, se non si fa come è stato detto, come è stato fatto, è una cosa gravissima.
A volte si dice che il sottoscritto è stato il regista di tutto il piano della cultura, da una parte sono gratificato perché dico: “Caspita quanto sono bravo”, ma dall’altra, invece, con senso di realismo riconosco che il piano della cultura è stato costruito innanzitutto dalle strutture regionali, quindi, dai dirigenti e dai funzionari che sono qui da anni, che hanno visto il passato e che ci hanno dato un contributo, qualche volta anche critico nei confronti del loro passato, qualche volta autocritico, nell’indirizzo dell’innovazione che giustamente rappresenta l’attuale Assessore alla cultura Latini. Se non avessimo manifestato gli indirizzi che abbiamo proclamato in campagna elettorale saremmo stati dei fedrigrafi, avremmo tradito buona fede delle persone che ci hanno sostenuto.
Il mondo dello spettacolo, va detto, ci ha fortemente sostenuto nella campagna elettorale perché era letteralmente schifato dal sistema di potere del mondo della cultura e dello spettacolo fin qui messo in campo, con nomi e cognomi. Potrei fare i nomi e i cognomi, non li faccio perché non mi sembra di buon gusto, potrei dire cosa hanno fatto alcuni della precedente gestione, i sistemi clientelari e amicali. Poi, invece, ci sono quelli che sono rimasti fuori, che non hanno potuto portare avanti progetti e sono rimasti sempre al palo.
Noi cerchiamo con buon senso di modificare il sistema perché lo strappo totale non funziona bene, io torno al discorso delle 75 e 120 pagine, che mi ha offerto su un piatto d’argento il Consigliere Carancini, 75 sono le cose che già erano scritte, sviluppate, 45 sono le innovazione, questo è un parametro, anche se le pagine non sono il parametro vero, lo sono le risorse finanziarie, quello che fai e tutto il resto.
Mi sento di dire che abbiamo abolito la tabella C targata PD, l’assistenzialismo era targato PD, noi adesso vogliamo fare la tabella del merito anche perché la competenza ed il merito quando vengono premiati pagano perché si hanno il risultato, il successo, il consenso e via. Noi vogliamo andare in questa direzione con il piano triennale che non può essere il ritorno all’800, l’abbiamo appena scritto, ancora deve produrre qualche effetto, non è successo ancora quasi niente, lo stiamo mettendo in moto adesso, la conferenza stampa sui borghi storici e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale è di qualche giorno fa, ancora non si è sviluppata, ancora non siamo riusciti a fare le cose, per adesso ancora molto è il vecchio, invece pensiamo che nei prossimi mesi, contiamo sui tempi un po’ più lunghi, in epoca Covid purtroppo tutto è rallentato, di dare un nuovo progetto, di raccogliere i risultati nel prossimo anno quando speriamo che non ci sarà più l’emergenza, quando riusciremo a fare cose nuove ed a quel punto faremo una valutazione di merito e non di ritorno all’800, al precedente, del nuovo che è stato costruito.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che sia stata persa una grande occasione, lo diciamo rispetto agli interventi che ci sono stati, anche in una sorta di contrapposizione ossessiva perché, vedete, si ha l’idea che non si producano atti, progetti, prospettive in funzione delle necessità di questa comunità, è quasi un approccio demolente delle strutture che si erano organizzate negli anni, l’obiettivo è più quello che la finalità vera e ogni volta ci viene sottolineato: “Guardate, noi abbiamo cambiato perché quello che c’era prima era clientelare. Abbiamo tolto la tabella C dove ognuno aveva il pezzo suo”, ve lo dice uno che la conosceva con un altro ruolo, l’avete trasformata nella tabella E, fate azioni clientelari, dal personale che assumete alle scelte che mettete in campo. Questa cosa la si vede in tutti gli atti.
L’occasione che abbiamo perso tutti è enorme perché qui c’era la necessità di uno strappo, di un cambiamento, di una modalità diversa, c’è la pandemia, c’è un settore, quello della cultura, completamente annientato, i teatri sono stati chiusi, i musei non si aprono più, i professionisti cambiano mestiere perché non sono stati tutelati in maniera adeguata dallo Stato e le Regioni non hanno fatto la loro parte. Abbiamo la necessità di avere una visione nuova e lo dico per il Presidente che in campagna elettorale ha detto, l’ha ricordato il Consigliere Carancini, turismo e cultura insieme perché insieme alla sostenibilità sono il vero propulsore, forse la vera gamba dell’economia di questa regione, il futuro sarà quello, possiamo rincorrere tutto il resto, possiamo tutelare poco, tanto altro, ma l’elemento determinante sarà quello. E noi cosa facciamo? Siamo stati conservatori? Ma lo avete letto il piano o l’hanno scritto i funzionari che avevano scritto anche quello prima? Perché tolti i passaggi che hanno una valenza politica, l’ha detto bene il Consigliere Ciccioli, ma magari efficacia zero, in cui si dice: “Siccome i soggetti di primario interesse sono vostri, dobbiamo scrivere che non li trattiamo, che non ci parliamo”, questa è una valenza politica che ci sta, ma rispetto alle cose da fare le dovevate fare voi ed arrivare oggi con il piano, con percorsi di Commissione, l’ha detto prima il Consigliere Marinelli: “Il piano della cultura e il piano del turismo”, ma dovevamo avanzare un’idea innovativa, un progetto di propulsione che scardinasse il sistema, che mettesse questa regione nelle condizioni di essere competitiva davvero, di valorizzare le grandi qualità che abbiamo e non di polverizzare, oggi polverizziamo, abbiamo accontentato tutti per scontentare il futuro. Ve lo dico, saremo qui, avremo dato qualche risorsa in più a qualche associazione, avremo fatto fare qualche festicciola in più in qualche borgo, ma vuol dire non avere visione e nella cultura e nel turismo non ce lo possiamo permettere perché vuol dire compromettere il futuro e lo dico con grande imbarazzo. 0Stiamo ponderando quante pagine!.
Per fortuna che per la mia città chi aveva un po’ di visione ha pensato che la legge 15/2018, quella di Senigallia città della fotografia, fosse un’idea strategica, un hub per tutta la regione, che mettesse nelle condizioni di progettare insieme agli altri e trovare finanziamenti e non solo, collegarsi con il resto del mondo, quella è un’idea, per fortuna che è stata scritta, perché quella è la modalità.
Prendendola come paradigma uno doveva pensare: ma come c’è Palazzo Gherardi, che può essere il laboratorio marchigiano della fotografia, mettiamo quello per la ristrutturazione e la riconversione, in accordo con il Comune e con i percorsi che si fanno. Si sarebbe capito il valore, parlo di Senigallia, ma lo può mutuare per un numero di situazioni marchigiane e per le Marche.
Non è stato fatto, poi magari vi arriva il sollecito del Comune, lo recuperate come? Con la vecchia modalità, invece c’è bisogno di guidare, di dare regole che siano sfidanti, modalità che siano innovative, che aprano porte ai giovani, alle nuove identità, alle nuove culture.
Non l’abbiamo fatto, grande occasione persa. Un’operazione che avete perso voi perché avete vinto, oggi potevate fare tutto quello che volevate, qui non si tratta di recuperare il passato, si tratta di scrive pagine nuove in un contesto nuovo, io rimarco la mancanza di coraggio. Coraggio e visione, questi ci vogliono.
C’è un’operazione di conservazione per alcuni temi e la demolizione dei rapporti perché si presume che siano legati alle vecchie gestioni, un errore clamoroso! Poi bene i borghi, le risorse che arriveranno per la terra del Duca, per fortuna c’è la legge 145/2008, ma vi manca visione e non avete messo il coraggio perché siete ossessionati dall’idea di strappare con il passato nei rapporti e non con la prospettiva.
Quindi, un voto convintamente negativo da parte del gruppo assembleare del Partito Democratico, si perde un’altra bella occasione per sfidare un momento di grande difficoltà e metterci nelle condizioni di essere competitivi anche in un periodo difficile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi come Movimento 5 Stelle abbiamo una libertà che in pochi in questo Consiglio possono avere, non abbiamo niente del passato che dobbiamo difendere per cui possiamo guardare al futuro.
Questo piano non manca a nostro parere di visione, ma ne ha una diversa rispetto a quanto è stato fatto ad oggi, rientra in un’ottica di cambiamento che non ci vede contrari.
Il nostro voto sarà di astensione perché, come ho detto prima, si parla di superare le sperequazioni territoriali nella spesa che sono avvenute nel passato, anche perché nel piano triennale della cultura ci sono le linee guida, ma non c’è quanto e dove verranno spese le risorse, per questo dobbiamo aspettare i piani annuali, quindi, per il momento ci asteniamo e in attesa verificheremo, soprattutto in I Commissione, che cos’è e come verrà attuato il piano triennale. Per il momento ci asteniamo e per il futuro speriamo che renderete pragmatiche le cose che qui vengono enunciate. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Noi votiamo convintamente a favore del piano, lo votiamo non per quello che è stato fatto prima, ma per i contenuti. C’è stato detto che non abbiamo coraggio e visione, secondo me li abbiamo, li hanno avuti soprattutto gli elettori che ci hanno dato la possibilità di poter far questo piano culturale, è a loro che dobbiamo rispondere, è a loro che dobbiamo rivolgere il nostro operato. Quindi, il piano per noi è strutturato in maniera più che ottima ed il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Questa mattina all’inizio della seduta non ho fatto l’intervento per rendicontare la situazione epidemiologica, però credo che tutti voi abbiate colto il mio rammento delle ultime settimane, anche i dati di oggi sono positivi, bisogna essere sempre molto attenti, anche perché sulle terapie intensive abbiamo ancora una pressione importante, come sulle strutture ospedaliere, anche se si vede una discesa della curva pandemica epidemiologica nella nostra regione.
A tutti raccomando la massima attenzione sui territori, cercheremo di monitorare al massimo la situazione, sia riguardo alla riapertura delle scuole, anche di quelle che dovranno andare in quarantena e degli istituti che potrebbero tornare in DAD qualora più classi siano interessate alla quarantena, che ai Comuni. Come avete visto con le riunioni di ieri delle aree vaste c’è un’interlocuzione tra il Servizio salute, l’Assessorato alla salute e i territori per monitorare quei Comuni che manifestano un’incidenza importante, nonostante tutte le restrizioni ancora oggi attive.
Credo che questo sia un atteggiamento di prudenza che dobbiamo mettere in conto se vogliamo cercare di contenere al massimo l’impatto del contagio nel nostro territorio regionale.
Fatta questa breve premessa, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a questo atto amministrativo, lo voglio fare sinceramente, non è stato facile in questi mesi in cui spesso si è dovuto operare in emergenza, cercando di comprendere come aiutare i tanti del settore dello spettacolo e della cultura, che purtroppo da oltre un anno non hanno la possibilità di lavorare e si vedono preclusa la loro attività, la possibilità di programmare le stagioni, si vedono precluse mille opportunità, sia di crescita che di sostentamento singolo ed individuale. Molte volte ci sono arrivate le testimonianze di quanti nella difficoltà del momento non riescono ad immaginare un futuro per questo settore.
Nonostante questo con l’Assessore Latini, che ringrazio, abbiamo cercato di mettere in campo le risorse che avevamo e cercheremo di farlo ancora di più in questo momento per consentire loro di poter guardare con speranza al futuro.
In una fase così complicata abbiamo cercato di creare uno strumento che sia di partenza, di confronto con le categorie, con le parti sociali, un confronto fatto con i territori nei limiti della pandemia, tra zone rosse e zone arancioni, con l’impossibilità di vedersi in presenza, con la necessità di produrre degli atti nella fase stringente del momento che viviamo, sperando che la stagione possa partire quanto prima.
E’ un documento che vediamo in maniera positiva, da una parte è un primo strumento su cui poter lavorare per tutto il grande settore della cultura, per riuscire a dare e a ricostruire una visione condivisa, che unisca, che non divida e che sappia valutare nel merito la valenza di ognuno, di ogni territorio, di ogni singola fattispecie, dall’altra considera come legare la cultura al turismo che non sono sicuramente slegati, per questo voglio tranquillizzare tutti, il turismo è cultura, però non è solo cultura, è ambiente, è stagionalità, dalla montagna, allo sport, dal mare alla possibilità dell’eno-gastronomia, il turismo colpisce trasversalmente una serie di settori, molte deleghe. Sicuramente prevalente e preponderante è quello della cultura, con tutto il circuito dei teatri, della nostra musica, con il patrimonio artistico e culturale che noi possediamo, che merita una programmazione che deve essere in questo momento solida, riconosciuta e riconoscibile, che si integri con gli altri piani all’azione turistica della nostra regione, questo anche per costruire degli strumenti che possano evolvere parallelamente ed incrociarsi per valorizzarsi reciprocamente, anche rispetto a quelle che possono essere le sfide.
Credo che noi dobbiamo essere aperti e consapevoli del momento che viviamo, che è particolare e difficile, viviamo camminando con i piedi per terra, cercando di guardare alle risorse che abbiamo perché abbiamo la necessità di gettare una prospettiva, una visione ad ampio raggio, comprendendo ed interpretando le necessità del momento.
Oggi venire qua ad illustrare un piano decontestualizzato da quello che stiamo vivendo, da quelli che sono i sentimenti di profonda preoccupazione dei tanti soggetti e attori principali nel mondo della cultura e dello spettacolo, sarebbe stato privo di significato. Noi crediamo che sia necessario trascinarci fuori da questa fase pandemica, farlo con gli strumenti che ce lo consentono, farlo cercando di dare anche un segnale positivo e di speranza a tutti questi soggetti, a tutto questo mondo che ci guarda con la consapevolezza che da noi, anche da quello che facciamo noi, può dipendere molto della loro vita e della loro professionalità. In questo senso credo che dobbiamo continuare a lavorare in Commissione, in Giunta, nelle audizioni, nelle occasioni che ci saranno consentite e che consentiremo insieme affinchè il settore della cultura possa essere oggettivamente fondamentale per il rilancio del nostro territorio. Già questo strumento adeguato lo testimonia, ci sarà tutta la programmazione europea, questo è fondamentale anche per i prossimi anni sulla quale basare e fare leva per il rilancio del nostro territorio regionale. Penso che il piano in questa fase di partenza sia uno strumento ampiamente condiviso e all’altezza della sfida che la nostra Regione sta per compiere e deve compiere.
Su questo voglio ringraziare tutti coloro che ci danno la possibilità di condividere delle riflessioni future sempre nell’auspicio che il lavoro che facciamo possa portare un risultato positivo a tutta la nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Preciso che il Presidente ha parlato ai sensi dell’articolo 62, comunicazioni relative alla situazione sanitaria, ed ha fatto la propria dichiarazione di voto, quindi, rientra nelle norme del Regolamento.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Sarò breve perché tutti si sono espressi sul contenuto dell’atto. Sono contenta che stiamo per approvare questo importante piano culturale per il nostro territorio. Quello che mi sono dimenticata di dire nella mia introduzione, che invece ci tengo ad evidenziare, è che è stata inserita nel piano triennale della cultura, me l’ha ricordato il Consigliere Carancini, la correlazione tra cultura e benessere, il welfare culturale. E’ una delle priorità perché penso che la cultura sia benessere, soprattutto in questo momento difficile che stiamo vivendo tutti quanti noi, la cultura è ancora di più un pilastro per la rinascita del nostro territorio e con la visione di questa indicazione così fondamentale, come Regione ci stiamo accingendo alla sottoscrizione di un protocollo per costituire una rete regionale marchigiana per il welfare culturale, a cui aderiranno sia soggetti privati che pubblici. Ci tenevo a fare questo ulteriore approfondimento, abbiamo già partecipato ad un convegno dove abbiamo visto i dati importanti del welfare culturale, vogliamo sostenere questa importante iniziativa anche con la collaborazione del Comune di Recanati, che si è adoperato come interlocutore.
L’ultimo appunto che vorrei fare è collegato al fatto che voi dite che la cultura è slegata dal turismo, questo non è vero, proprio ieri abbiamo presentato una legge, che porteremo in Commissione e poi in Consiglio, sui borghi, nella quale ci sono articoli che riguardano il turismo, la cultura, l’artigianato, quindi, puntiamo molto sull’intersettorialità, sulla sinergia tra i vari settori e questo ovviamente è ripreso anche nel piano triennale. Mi dispiace vedere quando criticate il vostro stesso piano, nel senso che noi abbiamo mantenuto le cose che pensavamo importanti, non si toglie qualcosa di buono solo perché è stato fatto da qualcun altro. Dico che criticate quello che è stato fatto in passato perché non è stato all’altezza del rilancio culturale della regione Marche.
Ci sono alcuni temi che abbiamo mantenuto perché secondo me erano valevoli, erano delle buone iniziative, abbiamo arricchito il piano con una visione ovviamente nuova, relazionata nel corso di questa sessione molto lunga e approfondita.
Ringrazio tutti per la collaborazione, continuiamo in questo senso, senza strumentalizzazioni politiche, ma andando avanti solamente per costruire perché la cultura serve a questo, per costruire e per fare sinergia. Grazie.

PRESIDENTE Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 9, così come emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)


Proposta di deliberazione n. 2
ad iniziativa dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Rossi, Latini
“Proposta di legge alle Camere concernente: Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 ‘Nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del Pubblico Ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148’”
(articolo 121, secondo comma della Costituzione, articolo 121 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 2 dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Rossi, Latini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Pasqui.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Vado ad illustrare questa proposta di deliberazione, una proposta di legge alle Camere.
Prima vorrei ringraziare il Presidente della I Commissione, Consigliere Marinelli, e tutti i componenti per essere riusciti a condurre, dal mio punto di vista, un lavoro molto importante, egregio e soprattutto unanime, che rileva anche quanto significativa ed importante possa essere questa proposta.
Dopo il ringraziamento sentito ed anche dovuto in termini di lavoro, illustro questa proposta di legge che va ad intervenire sul decreto legislativo del settembre 2012 n. 155, con lo stesso fine ritroviamo anche il decreto legislativo del settembre 2012 n. 156.
Il decreto 155 riguarda la nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del Pubblico Ministero, il decreto 156 invece riforma le circoscrizioni giudiziarie.
Con questo decreto legislativo si attua la soppressione dei Tribunali, oltretutto di quelli di zone già disagiate e periferiche, arrecando anche un danno per certi aspetti sociale, economico, civile.
Le aree interne, soprattutto, hanno subìto le conseguenze di quello che doveva essere un atto principe per portare a miglioramento l’economia dello Stato, che si lega a questo genere di percorso, e nello stesso tempo riorganizzare in maniera ottimale il discorso giudiziario. Tutto questo non è avvenuto, si è avuta invece la soppressione nelle Marche del Tribunale di Camerino, sede oltretutto di un’antica e prestigiosa Università con la facoltà di giurisprudenza, sede anche dell’unico carcere circondariale della provincia di Macerata.
La non bontà di questa iniziativa nazionale o comunque il fatto che le Regioni non videro di buon grado questa iniziativa lo si percepì sin da subito perché nel 2013 diverse le Regioni, tra cui le Marche, proposero un referendum abrogativo, che per una serie di motivazioni non è stato dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale. Comunque mi sembra chiaro ed evidente che il percorso portato avanti attraverso questo decreto non sia stato condiviso.
Quindi, con questa proposta di legge si va a modificare, ad innovare, il sistema che viene delineato e previsto dal decreto del settembre 2012 n. 155, dando la possibilità alle Regioni di intervenire, laddove ritengano questa cosa giusta, presso il Ministero della Giustizia, anche attraverso delle convenzioni per ripristinare la funzione giudiziaria nei luoghi in cui era.
Ritornando alle Marche vorrei anche sottolineare che la sede del Tribunale di Camerino oggi non solo si lega a quanto detto prima, alla Facoltà di Giurisprudenza ed all’unico carcere, ma anche ad un evento catastrofico, tellurico, un evento sismico, quello del 2016, ripristinare, al di là di tutte le cose finora dette, il Tribunale in quella città, significa anche dare un indirizzo per una parte importante di ricostruzione.
Le spese relative ai magistrati, al personale amministrativo e alla polizia giudiziaria resteranno a carico dello Stato, le altre saranno a carico della Regione.
Devo dire che la cosa che mi ha dato soddisfazione è che la I Commissione non ha fatto modifiche significative. E’ favorevole anche il parere del Consiglio delle autonomie locali, salvo la sottolineatura che le spese non potranno essere a carico dei Comuni, ma eventualmente dello Stato e/o delle Regioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Pasqui ha fatto una relazione puntuale.
A suo tempo espressi tutta la mia contrarietà al decreto legislativo n. 155 del 2012 sulla nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del Pubblico Ministero che venne emanato ai sensi della legge delega 148/2011.
Nella nostra regione il provvedimento determinò la soppressione del Tribunale ordinario e della Procura della Repubblica di Camerino e di tutte le Sezioni distaccate nella regione, erano quattro in Ancona e una per tutte le altre province, ad esempio a Fermo c’era Sant’Elpidio a Mare, ad Ascoli Piceno San Benedetto del Tronto, ad Ancona c’era Osimo, Fabriano e via dicendo. Venne mantenuto il Tribunale e la Procura di Urbino perché s’inventarono la questione del co-capoluogo di provina Pesaro-Urbino.
La filosofia era quella di abolire, quindi sopprimere, i Tribunali insediati in quelle realtà che non erano capoluogo di provincia e tutte le Sezioni distaccate.
La mia contrarietà derivava anche dal fatto che questo più che un dibattito era una decisione concomitante con la discussione che iniziava sulla soppressione delle Province, ero il Presidente dell’appena costituita provincia di Fermo ed ovviamente percepii in quell’occasione tutta l’importanza della Provincia, ad esempio la mia Fermo se non fosse stata Provincia avrebbe perso il Tribunale, come è successo ingiustamente nella città del Consigliere Pasqui, sarebbe successo questo se a Fermo nel 2009 non fosse partita la Provincia, anche noi avremmo perso il Tribunale.
Quindi, la mia era una contrarietà convinta perché non può essere quello il criterio, lo dissi fin da quando negli anni ’90 ero un giovane deputato al Parlamento, componente della Commissione giustizia, nell’XI, XII e XIII legislatura. Sono agli atti parlamentari le mie battaglie nel sostenere che anche la giustizia deve essere una giustizia di prossimità, vicina al territorio. Ricordo che quando ero giovanissimo, laureato ed avevo iniziato la professione di avvocato, c’era ancora il Pretore e la sua figura era un presidio di giustizia, di legalità ed anche di sicurezza, perché comunque era un punto di riferimento.
Fatta questa premessa, dichiaro che in Commissione ho votato convintamente e in modo favorevole questa proposta di legge alle Camere, lo farò anche qui ed ho sostenuto questa convinzione all’interno del mio gruppo che ovviamente è libero, io qui sono il relatore di minoranza.
Tra l’altro ho votato favorevolmente perché la Commissione ha portato una significativa modifica, ha aggiunto il termine “ordinario”, quindi, questa proposta di legge riguarda esclusivamente il Tribunale e la Procura di Camerino e non potrebbe essere diversamente perché se non ci fosse stato questo termine si sarebbero ripristinate anche le Sezioni distaccate, ma sarebbe stato un non senso perché se sono distaccate non hanno l’ufficio autonomo della Procura, ad esempio, quindi, abbiamo inserito “ordinario”.
Ricordo che la Consigliera Biondi sosteneva la necessità che venisse ricompreso il tutto, e io, lo voglio ribadire in quest’Aula, ho dato anche la mia disponibilità, per quel che può valere, ad estendere questo ragionamento alle Sezioni distaccate, ci ragioneremo insieme, per cui confermo la mia disponibilità, ma su questo sono favorevole.
Per concludere, diciamo che il provvedimento riguarda esclusivamente il Tribunale ordinario e l’ufficio della Procura della Repubblica della città di Camerino la cui soppressione ha costituito un evidente errore, infatti quel territorio è stato sguarnito, lo ha ricordato dal Consigliere Pasqui, di un importante presidio di giustizia ed anche di sicurezza, con conseguente impoverimento del tessuto e del contesto sociale, economico e produttivo, tra l’altro di un’area interna che come tale, come tutte le aree interne, era già sofferente di per sé. Anche per questo è stato sbagliato il provvedimento.
Non si è tenuto conto, come è stato ricordato, della presenza di un’importante Università di studi giuridici, storica, antica, come la Facoltà di giurisprudenza e del carcere circondariale, ma soprattutto della Facoltà di giurisprudenza dove il Tribunale, anche per i ragazzi che studiano in quella realtà, è importante e fondamentale per la formazione ed anche per la tradizione. La soppressione si è rivelata ancora di più sbagliata, io direi ingiusta, all’esito del dramma del terremoto.
Quindi, sono assolutamente favorevole, però non mi nascondo le criticità di questo atto, pure importante e poi dirò.
La prima è il limite di una proposta di legge alle Camere, sappiamo bene che sono le Camere che la dovranno adottare e su questo ci sono pochi precedenti, l’altra criticità è il tema dell’invarianza finanziaria. Se si può sostenere l’invarianza finanziaria per gli uffici del Tribunale, perché giustamente nella legge si dice che se del caso attraverso convenzioni la Regione sosterrà le spese di manutenzione e strumentali - mentre il personale giudiziario e amministrativo è a carico dello Stato – se si potesse sostenere che per le spese del Tribunale ordinario, per il personale amministrativo e per i giudici c’è l’invarianza perché li prendiamo da un Tribunale e li portiamo lì, però, ad esempio, per l’ufficio della Procura si deve comunque nominare un Procuratore capo e via dicendo. Questo è un elemento di criticità che voglio evidenziare, però per me non è ostativo al voto favorevole.
L’altro tema - questo lo dico al Consigliere Pasqui, poi dirò perché, che giustamente ci tiene, ci tengo io, figuriamoci lui - è questo: attribuire alla Regione, perché questo fa questa legge, il ripristino di un Tribunale ordinario e di un ufficio della Procura della Repubblica collide da una parte con l’articolo 117 - l’Assessore Castelli mi guarda, giustamente - lettera i) della Costituzione che stabilisce che la legislazione esclusiva dello Stato in materia di giurisdizione e norme processuali, ordinamento civile e penale; dall’altra attribuirlo di fatto alla Regione collide - perché qui si dice: “La Regione chiede con una convenzione e il Ministero dà” - con l’articolo 25, comma 1 della Costituzione secondo il quale nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge – che poi è un principio che è previsto anche dalla Convenzione europea all’articolo 6, paragrafo 1 – che significa che il giudice competente, secondo quanto stabilito da una legge sulla base di criteri previgenti rispetto alla quesitone sorta, dovrà decidere, criteri altresì astratti ed assoluti nonché oggettivi.
Questi sono gli elementi di criticità perché se la Regione chiede …, è vero che c’è a monte una legge dello Stato che autorizza, però, ad esempio, una Regione potrebbe chiedere ed un’altra no, quindi di fatto è la Regione che decide e questo secondo me è un elemento di criticità.
Nonostante questo voto convintamente a favore perché auspico che le Camere nell’esaminare questa proposta di legge raccolgano il segnale che proviene dai territori, in questo caso da Camerino e dalla sua area interna, e nel raccoglierlo, lo dico anche al Consigliere Marinelli, potrebbero ben ripristinare tout court il Tribunale ordinario, perché nel momento in cui dovessero decidere, come io auspico che lo facciano, ma non credo che esamineranno questo proposta, ma se volessero potrebbero farlo e in quella occasione potrebbero apportare una modifica con la quale ripristinare in questo caso puramente e semplicemente il Tribunale di Camerino e la Procura della Repubblica e verrebbero meno tutte quelle criticità che ho poc’anzi evidenziato.
Se posso dare anche un consiglio è quello di indirizzare questa proposta di legge accompagnandola con queste considerazioni, che spero siano convincenti, per cercare di superare queste criticità. Comunque il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. La proposta di deliberazione oggi in discussione non può non essere condivisa in quanto rappresenta un primo passo importante di una visione complessiva che dovrà portare in tutto il territorio regionale ad una piena operatività dei servizi dei Tribunali per riportare l'amministrazione della giustizia nei territori vicino alla collettività.
La Regione avvalendosi, infatti, della titolarità dell'iniziativa legislativa ha richiesto al Parlamento una revisione del D.Lgs. 155 del 2012 con il quale era stata attuata una riorganizzazione della funzione giudiziaria nel territorio. Nello specifico questo atto interessa tutti i Tribunali ordinari, ed in particolare nella nostra regione il Tribunale di Camerino, anch'esso soppresso nonostante fosse un Tribunale ordinario, ciò senza tener conto dell'importante funzione svolta dal presidio camerte, sede di una storica Università con Facoltà di Giurisprudenza e di un carcere circondariale.
Questa riorganizzazione ha determinato nell'intero territorio nazionale la soppressione di ben 31 Tribunali, 220 Sezioni distaccate di Tribunale e ben 667 uffici del Giudice di pace. Queste chiusure hanno comportato in molte situazioni effetti negativi sugli uffici accorpanti perché hanno dovuto fronteggiare l'aumento di nuove pratiche con conseguente incremento delle pendenze e della durata dei procedimenti. Basti pensare che nella sola regione Marche la riorganizzazione della geografia giudiziaria ha determinato, ad esempio, nella provincia di Macerata la chiusura oltre che del Tribunale ordinario di Camerino anche della Sezione distaccata di Civitanova Marche che dista più di 100 chilometri dal capoluogo Macerata. Meno traumatica ma comunque significativa è stata la soppressione del Tribunale di Fano che, anche se dista poco più di 15 chilometri dalla città di Pesaro in cui è rimasto il Tribunale, rimane pur sempre la terza città più popolosa della regione. Nella Provincia di Ancona sono state chiuse le Sezioni distaccate di Jesi, Osimo, Senigallia e di Fabriano, quest'ultima posta ad una distanza di circa 70 chilometri con un collegamento ancora difficoltoso verso il capoluogo di provincia. Nella Provincia di Fermo è stata soppressa la sezione distaccata di Sant'Elpidio a Mare fortunatamente poco distante dal capoluogo e da ultimo nella Provincia di Ascoli Piceno è stata disposta la chiusura della sezione distaccata di San Benedetto del Tronto.
La giustificazione utilizzata per questo cambiamento è stata quella della riduzione della spesa pubblica e del miglioramento dell'efficienza del sistema giustizia. Ma questo non è stato, anzi, l'accesso alla giustizia per tutti è stato reso più difficile, in quanto ha disincentivato gli utenti ad adire le vie legali per l'aumento dei costi rinunciando pertanto all'esercizio del diritto di difesa previsto dalla Costituzione. Non si è tenuto conto di alcune "specificità territoriali" quali: la conformazione orografica e la situazione dei collegamenti infrastrutturali fra territori; la diversa dimensione della "domanda di giustizia" espressa dal territorio, sia sul versante civile che sul versante penale portando ad un allungamento dei tempi dei processi, oltre l'aumento dei disservizi e delle spese.
Basti pensare che ricadono sui privati cittadini tutte quelle spese dovute alle trasferte dei legali, spese che sono inevitabilmente incrementate per l'aumento delle distanze che gli avvocati devono percorrere per arrivare al Tribunale preposto.
Anche le spese di notifica degli atti, nonostante le notifiche in via telematica siano esponenzialmente in aumento e che, per evitare aggravi di spese, sussiste la modalità della notificazione a mezzo posta, residuano ancora molte casistiche nelle quali il mittente, volontariamente o perché non può fare diversamente (pensiamo alla richiesta di notifica dei pignoramenti) deve far ricorso all'Ufficiale giudiziario che determina inevitabilmente una lievitazione dei costi che variano a seconda della lontananza del luogo ove il preposto alla notifica deve consegnare l'atto.
Così il risparmio, se veramente c'è stato, in realtà è stato ottenuto spalmando i costi sugli utenti dei Tribunali quali avvocati e privati cittadini nonché sul personale impiegato.
Questa situazione è peggiorata con l'emergenza pandemica da Covid-19 che ha comportato un incremento massiccio di carichi di lavoro dovuto agli arretrati venutisi a creare a causa del periodo di sospensione, un ingolfamento che potrebbe essere risolto restituendo operatività alle sedi distaccate soppresse.
Un altro aspetto rilevante che questa riorganizzazione ha comportato è consistito nell'eliminazione di servizi essenziali alla popolazione residente, che si vede costretta, al fine di evadere pratiche delicate, come quelle di competenza ad esempio del giudice tutelare e più in generale quelle di volontaria giurisdizione (pensiamo alla rinuncia all'eredità), a raggiungere i Tribunali nei capoluoghi percorrendo sensibili distanze. Alcune città dell'entroterra si sono viste private di servizi importanti e ciò ha inevitabilmente comportato una perdita economica che ha coinvolto tutta una serie di attività che ruotano intorno ai Tribunali (si pensi ed esempio agli esercizi di vendita di valori bollati). Il personale amministrativo in forza presso i Tribunali soppressi e in genere tutti gli addetti che erano impiegati nelle sedi ordinarie e nelle sezioni distaccate hanno visto mutare il proprio stile di vita, essendo costretto a raggiungere una sede di lavoro distante molti chilometri e rimanere fuori casa per l'intera giornata, con evidenti difficoltà nella gestione familiare e con un ulteriore aggravio di spese.
A distanza oramai di quasi otto anni dalla sua entrata in vigore la riforma ha mostrato in evidenza tutti i dubbi che gli esperti avevano preannunciato e cioè il venire in essere di disservizi e diseguaglianze per i cittadini, non compensati con effettivi risparmi di spesa per Io Stato.
Aver privato alcuni territori dei presidi di giustizia e del relativo apparato amministrativo ha inevitabilmente impoverito tutto il contesto, sociale, economico e civile. In particolare chi ha risentito della riforma del riordino della geografia giudiziaria sono state le aree interne, come Camerino e Fabriano, già colpite da fenomeni di spopolamento dovuti al sisma o alla crisi economica che le ha interessate e che oggi a causa della perdita di vari servizi essenziali, tra cui quello della giustizia, soffrono l'isolamento.
La predetta soppressione dei Tribunali ordinari come quello di Camerino e delle Sezioni distaccate dei Tribunali risulta in evidente e grave contrasto con il principio di prossimità stabilito dall'articolo 10 del Trattato di Lisbona, ove si prevede che l'amministrazione, anche della giustizia, sia esercitata il più vicino possibile ai cittadini.
Per tutte le ragioni sopra esposte insieme ai Consiglieri di maggioranza, avvocati Assenti e Baiocchi, nonché unitamente ai capigruppo abbiamo promosso una mozione di indirizzo che sarà discussa prossimamente in cui sarà posta l'attenzione sulle Sezioni distaccate in quanto è la naturale e conseguente prosecuzione di un percorso che inizia con l'approvazione oggi di questo importante atto per riportare l'amministrazione della giustizia nei territori vicino alla collettività.
Nella nostra duplice funzione di legislatori e di politici non possiamo ridurre le scelte che hanno un impatto sociale e che incidono nel quotidiano ad un mero "efficientismo" e ad un risparmio di costi (peraltro presunti).
Noi oggi abbiamo il compito storico di considerare, soprattutto alla luce delle motivazioni che ho già spiegato, che la nostra prima funzione è quella di garantire a tutti i cittadini, della costa e dell'entroterra, l'accesso a servizi efficienti, omogenei nel territorio e, nel caso specifico della giustizia, anche nel minor tempo possibile.
Oggi tutto questo non accade.
Per questo lavoreremo affinché questo problema trovi una soluzione, a cominciare da questo primo passo che ci apprestiamo a votare in questo Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Sarò brevissimo, dico che sono molto soddisfatto di questa iniziativa, prendo spunto da chi mi ha preceduto che ha ben illustrato in maniera analitica ed efficace l’utilità di questo presidio ed anche le difficoltà, sperando che queste possano essere risolte da chi sta a Roma, anche con un interesse importante.
Soprattutto, lo dico, mi ha molto colpito e fatto piacere l’intervento del Consigliere Cesetti quando ha parlato della giustizia di prossimità, vicina al territorio, di legalità e sicurezza, cose che ritengo fondamentali da ex appartenente alle Forze dell’ordine. Non posso che essere soddisfatto, vicini alla Magistratura, vicini alle Forze e dell’ordine, con l’impegno di stare attenti e di essere grandi osservatori perché la regione Marche nei prossimi anni avrà dei finanziamenti nazionali ed europei (Recovery Fund, ricostruzione post sisma), dovremo essere molto attenti e ben vengano queste strutture, ben venga la giustizia di prossimità, vicina al territorio, per la sicurezza dei nostri cittadini e per la nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Il voto della Lega è favorevole all’iniziativa, ne abbiamo discusso in Commissione, abbiamo fatto parecchie sedute per chiarire bene la situazione.
Ringrazio tutti per essersi convogliati su un provvedimento unico per avere l’unanimità, cosa fondamentale affinché questo atto possa essere accolto dalle Camere.
Auspico che questo percorso possa andare avanti affinché gli uffici della giustizia siano decentrati sul territorio, soprattutto per l’area di Camerino così colpita dal sisma affinché rinasca.
Tra le motivazioni, secondo me, al di là del reinserimento del Tribunale per motivi di giustizia, questa manovra va fatta per ridare fiducia a quei territori affinché apprendano che vogliamo ripartire, e questo potrebbe essere un segnale importante. Quindi, il voto della Lega è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Forza Italia è sicuramente favorevole.
La sottoscritta che era relatrice di maggioranza ha abdicato a favore del Consigliere Pasqui perché non solo è il primo firmatario, ma proviene proprio da Camerino, è stato Sindaco di quella città a cui tiene tantissimo.
Purtroppo questa proposta di legge alle Camere riguarda il Tribunale di Camerino. Nell’ottica del contenimento della spesa pubblica, della stabilizzazione finanziaria e di una migliore organizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, la riforma del 2012 ha avuto come conseguenza fondamentale la soppressione del Tribunale e questo ha portato all’impoverimento del territorio, ma soprattutto un impoverimento della Facoltà di Giurisprudenza.
Mi auguro che questa proposta alle Camere possa essere accolta per la città di Camerino. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Non possiamo che sostenere la proposta del Consigliere Pasqui nel merito molto condivisibile. Da avvocato non posso che riconoscere tutte le preoccupazioni e le problematiche espresse dal Consigliere, quindi non mi dilungo perché chi mi hanno preceduto ha esplicitato in maniera molto chiara quali sono le motivazioni di questa proposta di legge alle Camere, che sosterremo fermamente. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione illustrativa. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione tecnico finanziaria. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di deliberazione n. 2. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 149 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Dimissioni Direttore Area Vasta 4”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 149 - a risposta immediata - dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per questa prima interrogazione risponderò da remoto in attesa della conclusione dell’accordo per la vaccinazione nelle farmacie, dopodiché per le alte verrò in Aula.
L’interrogazione 149 chiede spiegazioni ed informazioni sulle dimissioni del Direttore dell’Area vasta 4. La risposta è la seguente: il Direttore dell’Area vasta 4 ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico il 12 aprile scorso, chiedendo altresì di essere esonerato dal periodo di comporto che avrebbe determinato il prolungamento della sua attività per altri due mesi e chiedendo di essere contemporaneamente inserito all’interno della sua precedente funzione, che era quella di Direttore del distretto di Fermo. Contestualmente a questa sua richiesta dal 16 aprile è il Direttore del distretto sanitario di Fermo e la Direzione dell’Area vasta 4 è stata assunta ad interim dal Direttore generale dell’Asur.
Questa mattina in riunione di Giunta abbiamo già votato una direttiva al Direttore generale dell’Asur affinché sia avviata la procedura di evidenza pubblica, aprendo il bando per ricoprire il posto nell’Area vasta 4 a tutti i Dirigenti della regione che ne hanno i requisiti. Quindi, la Giunta regionale conta di concludere la procedura di evidenza pubblica, così come prevede la legge, e di assegnare al più presto l’incarico per l’Area vasta 4. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. A me spiace che non ci sia l’Assessore Saltamartini, perché io, che ho sempre difeso per certi versi dai banchi dell’opposizione il suo operato, comprendendolo, in questo caso mi debbo ricredere, mi devo ricredere su tutto e ritengo che abbiano avuto sempre ragione i miei colleghi del gruppo.
Questa vicenda grida vendetta e vi dico perché. Questa Giunta, questa maggioranza, all’atto dell’insediamento ha confermato tutta la struttura organizzativa e dirigenziale in sanità insediata dalla precedente amministrazione, questo l’ho detto già l’altra volta, lo ha fatto perché riteneva e ritiene che la struttura organizzativa e dirigenziale avesse ben fronteggiato la prima fase dell’emergenza sanitaria, altrimenti avrebbe dovuto avvicendarla e cambiarla. Secondo noi ha fatto bene perché è stata capace di fronteggiare quell’emergenza ed anche questa per fortuna. Tra queste conferme c’era il Direttore dell’area vasta 4 di Fermo, del quale unanimemente sono stati sottolineati da più parti gli sforzi, le capacità, la determinazione organizzativa, oltre che una marcata generosità personale, e lo dice uno che ci si è scontrato in modo leale ed anche durissimo.
Un Direttore che ha sempre dimostrato la sua autonomia dalla politica, non ha ascoltato mai, ed ha fatto bene per come lo conosco io, i richiami, le “sirene” della politica, ma ha ascoltato le esigenze della necessità e in questa fase più volte ha invocato dei provvedimenti perché l’emergenza sanitaria nella provincia di Fermo è stata drammatica e solo adesso si stava vedendo, grazie soprattutto al Direttore, un po’ di luce, tant’è che come gruppo lo abbiamo sottolineato più volte, prima con una risoluzione del 9 novembre, poi con una interrogazione del 14 gennaio, infine con un’altra del 23 febbraio, nella quale chiedevamo provvedimenti.
Alla fine cosa è successo? Il Direttore dell’Area vasta 4 evidentemente non ce l’ha fatta più ed ha fatto un’affermazione: “La nostra situazione è veramente critica, è peggio di un anno fa, il sistema ha fallito”. Sapete cos’è successo? Lui magari non lo dice, ma la verità è questa, all’esito di queste dichiarazioni è stato avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti, a quel punto cosa doveva fare? Ha rassegnato le dimissioni per non essere “processato” sul nulla, comunque si era già deciso di farlo fuori e la cosa grave, che a me dà fastidio anche personalmente, per gli ottimi rapporti che penso di avere con l’Assessore Saltamartini da qualche decennio, è che, come ho scritto nell’interrogazione, ho chiesto la settimana scorsa all’Assessore Saltamartini di chiedere al Direttore dell’Area vasta 4 di ritirare le dimissioni, cercando di comporre questa situazione che è componibile, perché giù c’era bisogno di lui. L’Assessore Saltamartini mi ha detto che l’avrebbe convocato e ci avrebbe parlato, ma non mi risulta che l’abbia fatto. Le dimissioni stanno lì, adesso c’è questo avvicendamento …, so che devo concludere.
Voglio dire solo una cosa, è stato fatto un danno enorme alla gestione della sanità di quel territorio, è inutile che oggi si dica abbiamo aperto … A parte che prima ha detto che si doveva fare un concorso, l’Assessore Saltamartini deve sapere che i Direttori non si nominano con concorso, ma è semplicemente una proposta che fa il Direttore generale e poi la Giunta decide, non è un concorso, finalmente si è capito che non è un concorso e che si andrà a nominare su una proposta che farà il Direttore generale.
Presidente, scriverò su un biglietto il nome di chi verrà nominato in barba a quei principi di trasparenza che vengono evocati, si sa già chi sarà e sarà qualcuno che è vicino o meglio che si è avvicinato, così mi capisce, a questa maggioranza di centro destra e questo sotto il profilo istituzionale è una vergogna.

Interrogazione n. 150 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Sostegno urgente a tutte le organizzazioni sportive operanti nelle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 150 - a risposta immediata - dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Come sapete abbiamo messo a disposizione 1,2 milioni di euro, di cui 250 mila agli impianti natatori aventi almeno un lato maggiore di 25 metri, e 950 mila euro finalizzati alle associazioni e alle società sportive dilettantistiche, utilizzatrici dei gestori delle altre categorie di impianti sportivi.
Ad oggi si è deciso di individuare i destinatari del bando, sono state fatte più riunioni nell’ambito del Comitato regionale dello sport e del tempo libero, che è previsto dall’articolo 4 della legge regionale 5/2012, anche sulla scorta di una richiesta di informazione al Dipartimento per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Questo criterio è stato assunto nel corso dell’ultima riunione del Comitato regionale dello sport e si è presa questa decisione perché il Dipartimento dello sport ha comunicato con nota del 9 febbraio 2021 che dal mese di giugno 2020 ha erogato contributi a 1.240 tra associazioni e società sportive della regione Marche.
In relazione ai dati in possesso del Coni e del Cip, tali per cui erano state stimate circa 3.500/4.000 associazioni e società sportive operanti nelle Marche, pur in presenza di un certo numero di associazioni e di società sportive di partita Iva che potrebbero aver avuto accesso ai contributi riconosciuti per il tramite dell’Agenzia delle entrate, si sono stimati circa 1.600/1.800 tra associazioni e società sportive dilettantistiche che potevano non aver ricevuto contributi governativi di livello statale, quindi i destinatari sono stati stimati, dopo vari approfondimenti intercorsi con il Comitato, tra 1.600 e 1.800.
Alla data del 19 aprile 2021 alle ore 14,35 sono state presentate 200 domande di contributo da parte delle associazioni e società marchigiane, che hanno dichiarato di non aver beneficiato dei contributi statali, immaginando una progressione lineare del caricamento delle richieste si stimano circa in 600 il numero minimo dei richiedenti, che garantirebbe a ciascuno un contributo medio pro capite di circa 1.500 euro in linea con la quota base a suo tempo riconosciuta con la misura 27 della piattaforma 210.
E’ ovvio che questa decisione è stata presa facendo riferimento alle risorse che avevamo avuto a disposizione con il primo bilancio, quindi si è deciso insieme, con il confronto con il Coni e il Cip, di adottare questo criterio, poi con l’assestamento di bilancio potremo individuare ulteriori risorse e anche allargare la platea dei soggetti che necessitano di essere sostenuti a seguito di questa grande crisi che ha interessato anche il settore dello sport. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Questa interrogazione ne segue un’altra che avevamo presentato a dicembre 2020 al termine di quella risposta ho ringraziato l’Assessore per aver messo anche delle risorse regionali a sostegno delle associazioni e delle società sportive regionali.
Una volta uscito il bando devo dire che sono rimasto un po’ deluso. Sono consapevole che la gran parte delle società sportive ha beneficiato dei contributi nazionali, ma soprattutto bisogna capire quali in realtà. Sono sicuramente le società e le associazioni sportive più organizzate, che hanno anche dei costi più elevati per la gestione degli impianti, quindi aver previsto nel bando, anche se in accordo con le realtà che lei Assessore ha evidenziato, un’esclusione automatica di tutti questi soggetti secondo me non ci consentirà di aiutare quelle organizzazioni e associazioni sportive che hanno dei costi da affrontare.
Ho capito che ora lei verificherà la possibilità di inserire ulteriori risorse a bilancio con l’assestamento, ma la mia proposta è quella di capire sin da subito, di allargare anche alle altre associazioni sportive, a tutte quelle che hanno la necessità, al di là del fatto di avere già avuto accesso ai contributi statali. Non ci sono altre categorie che hanno beneficiato di contributi statali che sono state escluse dalle Regioni per questo motivo.
Il tema è che queste realtà hanno avuto contributi statali, ma sono ridotti rispetto alle spese a cui devono far fronte, quindi, propongo di riaprire il bando per dare a tutte le associazioni sportive la possibilità di fare domanda, con la piattaforma della Giunta precedente erano stati stanziati 4 milioni di euro e si è dato risposta a circa 1.500 realtà sportive, alcune delle quali hanno avuto anche importi di circa 5.000 euro, non chiedo la stessa cosa perché mi rendo conto che trovare queste risorse non è così semplice, ma neppure fare un bando che escluda la gran parte di quelle realtà sportive che hanno questa necessità.
L’invito è a rivedere quello che è stato fatto fino ad oggi perché ritengo che questa esclusione vada a favorire diverse centinaia di associazioni, ma magari associazioni che non hanno dei costi per poter andare avanti e garantire l’attività sportiva, soprattutto dilettantistica di molti giovani del nostro territorio.

Interrogazione n. 151 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani
“Mancanza di personale sanitario all’ospedale di Urbino”

Interrogazione n. 157 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Serfilippi, Cancellieri
“Potenziamento dell’organico sanitario dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia Urbino”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 151 - a risposta immediata - dei Consiglieri Vitri, Biancani e l’interrogazione n. 157 - a risposta immediata - dei Consiglieri Serfilippi, Cancellieri, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Queste due interrogazioni sono molto importanti, tanto è vero che sono state formulate dai Consiglieri Vitri e Biancani per l’opposizione e dai Consiglieri Serfilippi e Cancellieri per la maggioranza.
L’Asur ha fornito una bozza di risposta che tuttavia non può essere esaustiva del problema, quindi, per la natura dell’interrogazione a risposta immediata, non sono in grado di fornire compiutamente la risposta che i Consiglieri attendono, ma nei prossimi giorni ci sarà la risposta complessiva che riguarderà la fotografia attuale della pianta organica e l’organico che l’ospedale di Urbino deve avere in servizio, anche per quanto riguarda il numero in organico degli infermieri, dei tecnici di radiologia, c’è un problema con i fisioterapisti, soprattutto c’è una questione di rapporto di funzionalità con l’attuale piano socio-sanitario e il ruolo che l’ospedale di Urbino svolge all’interno dell’Area vasta 1. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Non nascondo la mia delusione perché questa risposta sinceramente avrebbe dovuto essere non pronta, di più, perché l’appello è stato lanciato già da una settimana, non solo attraverso i media, ma cercando in ogni modo di coinvolgere i responsabili della sanità nel territorio. Quindi, non arriva a sorpresa il lunedì mattina alle 10,00 perlomeno la mia interrogazione, anche se poi è arrivata a sorpresa quella dei Consiglieri di maggioranza, ma la mia non era un’interrogazione inattesa.
Si richiede di intervenire a sostegno dell’ospedale per la carenza di personale, anche a livello organizzativo perché non è più possibile che solo sull’ospedale di Urbino gravi il bacino di richieste di personale per il Covid Hospital di Civitanova Marche.
Questa non è una novità per cui occorre attendere i dati dall’Asur, ma spetta all’Assessore essere informato, interessato, sulla situazione che è arrivata davvero al fondo, allo stremo, perché l’ospedale di Urbino non può andare avanti con un fabbisogno di 44 infermieri, mentre ne sono stati concessi solo 9, inizialmente erano stati previsti 24, ma poi 8 hanno rinunciato ed altri 7 erano già stabilizzati, quindi erano già presenti, alla fine il fabbisogno è stato coperto solo per il 20%.
Al di là di quello che ha detto l’Assessore relativamente al fabbisogno che è stato coperto, come ho detto solo per il 20%, il problema è anche organizzativo, per cui non occorre attendere tanti dati per decidere come riorganizzare il centro unico di reclutamento. Per chi non lo sapesse al Covid Hospital di Civitanova Marche arrivano medici ed infermieri solo ed esclusivamente dagli ospedali di Urbino e di Macerata, quelli di Macerata sono anche abbastanza vicini, ma per gli operatori sanitari dell’ospedale di Urbino significa una trasferta di 275 chilometri, quindi non è accettabile, non è più sostenibile per i medici e gli infermieri che sono costretti, come è stato evidenziato negli ultimi giorni anche attraverso i media e sulla stampa, a rinunciare agli incarichi all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino anche per questo motivo. Oltretutto vorrei aggiungere, l’Assessore dovrebbe saperlo, che il personale di Urbino è anche l’unico impegnato per le vaccinazioni nella provincia di Pesaro-Urbino, è l’unico a coprire i punti di vaccinazione anche di Pesaro e Fano.
Sarebbe sufficiente provvedere allo scorrimento delle graduatorie in attesa dei dati Asur, questo già oggi poteva essere un punto di partenza, già nella risposta di oggi si poteva dare un bel segnale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Semplicemente per dire che io conosco la vicenda dell’ospedale di Urbino, penso da 35 anni, non da due giorni come magari la Consigliera Vitri o altri.
Quella lista della spesa è stata fornita da qualcuno che lavora in quell’ospedale da molto tempo, io quella lista la conosco molto bene, avremmo potuto benissimo presentarla noi 10 anni fa, perché più o meno la situazione è la stessa.
La cronica carenza di personale di Urbino è dovuta a una politica restrittiva suggellata dal decreto Balduzzi, che ha smantellato la sanità nei nostri territori, dalle valli alla costa in maniera …

(intervento fuori microfono)

Giorgio CANCELLIERI. Sono contento che il Consigliere Mangialardi, che ha fatto il Sindaco in una città importante, convenga con me su questo tema.
Il problema è che quella politica, che ha messo in crisi non soltanto l’ospedale di rete della città di Urbino, ma anche tutti gli ospedali di comunità che da noi si chiamano Sassocorvaro, Cagli, Fossombrone, ha messo in crisi anche l’ospedale di Pergola oltre modo.
La carenza di personale è cronica nei nostri ospedali, ce la portiamo dietro per una politica che non ha nulla a che fare con la sanità etica e morale, ma è una sanità amministrativa tesa al risparmio, a forza di risparmiare i servizi sui territori praticamente non si danno, quindi, faccio fatica oggi ad accettare un’interrogazione, una lista della spesa che doveva essere esaudita tantissimi anni fa, non ora.
Tra l’altro mi occupo da mesi della questione dei rianimatori di Urbino che vengono trasferiti al Covid 19 di Civitanova Marche, ricordo in questa sede che il primario di quella rianimazione ha studiato con me a Bologna tantissimi anni fa, quindi ho un rapporto personale, e la caposala di quel reparto ha con me un’amicizia fraterna che dura da decenni.
Ora vedermi portare questa lista della spesa come si fa al Conad sinceramente non mi piace, dal 2010 al 2019 in questo Paese sono stati investiti nella sanità 37 miliardi di euro in meno, questo è il risultato.
Quello che succede nei nostri ospedali, in tutti quanti, non soltanto ad Urbino, è frutto di una politica che ha portato ad un disinvestimento di 37 miliardi di euro in 9 anni, questo è il tema.
Allora, se vogliamo parlare di questo bene, sennò vi dico che noi attraverso il Piano socio-sanitario intendiamo investire sull’ospedale di Urbino e su tutti gli altri ospedali di questa regione, non solo su quelli di rete, ma sugli ospedali di città più importanti e su quelli di comunità rimettendo in quei contenitori oggi vuoti qualcosa. Questo è un nostro impegno.
Un altro problema è il seguente: c’è questa carenza di personale sanitario e parasanitario dobbiamo decidere se credere in quella struttura sanitaria o meno, se decidiamo di credere nell’ospedale di Urbino dobbiamo investirci, che vuol dire creare anche una attrazione nei confronti dei professionisti che se vengono possono avere una aspettativa di carriera. Questo è il tema centrale, dobbiamo investire in quell’ospedale politicamente per creare un’attrattiva nei confronti dei professionisti che potranno venire a lavorare lì in futuro, ma questo discorso vale per tutti gli ospedali di questa regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta che, seppur parziale, lo vede coinvolto ogni giorno, dalla mattina alla sera, ed anche di notte sulle questioni per affrontare l’emergenza sanitaria.
Mi dispiace onestamente che alcuni dei nostri colleghi del Partito Democratico continuino a soffiare sull’emergenza perché la crisi, la difficoltà che sta vivendo l’ospedale di Urbino, la stanno vivendo tutti gli ospedali delle Marche, purtroppo la carenza di personale è ovunque. Noi dovremmo ringraziarlo dalla mattina alla sera per quello che sta svolgendo.
Prima la Consigliera ha citato il caso dei medici e degli infermieri che si trasferiscono a Civitanova Marche, al Covid Center delle Marche, lo vogliamo chiudere? Perché poi ci dovete dire anche che cosa volete fare, non potete solamente soffiare sul fuoco per alimentare una polemica sterile e fine a sè stessa.
E’ intenzione dell’amministrazione regionale, certamente il prima possibile, di assumere personale e andare a ricoprire quei posti che purtroppo oggi mancano, ma questa emergenza è nazionale, internazionale, ci sta in questo momento, ormai da tempo. Il pubblico è andato a prendere anche gli infermieri che lavoravano nel privato, più di così è difficile fare, è una guerra tra poveri, questa è la verità.
Quindi, ringrazio l’Assessore per la risposta che comunque oggi ci ha dato, sono sicuro che cercherà nelle prossime settimane insieme all’Area vasta,…, che sta facendo un lavoro straordinario, mettendo il cuore oltre l’ostacolo con tutti gli operatori amministrativi, infermieri e medici perché qui si coinvolge tutti.
Mi auguro che si riesca a risolvere la problematica di Urbino con i tecnici specializzati, ma anche di tutti gli altri ospedali. Queste carenze non nascono da noi, ma da una gestione che va avanti da diversi anni ed i protagonisti sono coloro che hanno presentato di nuovo un’altra interrogazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Dico che siamo un po’ arrivati alla follia, secondo i Consiglieri di maggioranza noi abbiamo presentato un’interrogazione che non va bene, che ripete le cose e loro fanno un’interrogazione uguale alla nostra, copiata.
Un conto è l’Assessore che giustamente, se voleva, poteva rispondere dicendo: “Mi avete stufato con queste interrogazioni, problemi non ce ne sono”, ma risponde l’Assessore, non vedo perché altri Consiglieri di maggioranza debbano fare un’interrogazione uguale, non per capire cosa risponde l’Assessore, ma per evidenziare il fatto che i Consiglieri di opposizione hanno presentato un’altra interrogazione su Urbino.
Il tema del personale era un problema prima e lo è oggi, noi siamo all’opposizione, facciamo il nostro lavoro, evidenziamo che su Urbino c’è una criticità, evidenziamo che ci sono delle graduatorie che possono essere utilizzate per assumere personale ed evidenziamo i disagi che ci sono. Non vedo che senso a presentare interrogazioni per andare contro ad altri Consiglieri. Smetto perché mi sembra di essere in un film, non so in che tipo di film, non esiste.
E’ giusto che la maggioranza presenti le sue interrogazioni e le opposizioni le loro, ma non si presentano atti per andare contro alle interrogazioni, ricordo che fino a sei mesi fa la vecchia opposizione faceva giustamente le barricate, compresi i Sindaci che venivano in Regione a dire che mancava il personale e altro, le leggi di oggi sono quelle di allora, quindi non capisco perché quella volta era colpa della Regione e oggi non lo è più, ma è colpa di qualcun altro.
Rimaniamo all’interno delle questioni, dove dobbiamo rimanere, senza fare inutili polemiche che secondo me non hanno senso. Ci credo che il Consigliere Cancellieri segue la cosa da anni, lo fa come lavoro, abita lì, mi sembra il minimo, ci mancherebbe, però è anche nostro compito evidenziare le cose che non vanno in un momento come questo, in cui l’ospedale di Urbino ha grosse difficoltà a mantenere i servizi in quanto il personale è carente anche alla luce del fatto che viene mandato al Covid Hospital, quando ci sarebbero tante altre possibilità, ma purtroppo proprio Urbino ...

Interrogazione n. 154 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Mastrovincenzo, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Vitri
“Vertenza Elica, incontro tra Regione Marche e parti sociali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 154 - a risposta immediata - dei Consiglieri Mangialardi, Mastrovincenzo, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Questa è una delle situazioni indubbiamente più delicate e difficili che la nostra regione sul versante lavoro vedrà da qui, spero, ai prossimi anni, nel senso che non ce ne siano altre di altrettanta gravità.
Per questo un po’ mi meraviglia, adesso non certo per polemizzare, ma per riportare alla vera essenza della situazione il richiamo fatto in questa interrogazione, che è del tutto opportuno ovviamente perché mette in risalto una situazione gravissima sulla quale occorre la massima attenzione e il massimo impegno di tutti, però quando dico limitativa …, dopo una breve premessa si chiede: “quali richieste sono state avanzate dalla Giunta regionale all’amministratore delegato di Elica Spa durante l’incontro dell’8 aprile”, come se una richiesta in una situazione di questo genere portata alla Giunta regionale fosse esaustiva.
Siamo di fronte ad una crisi epocale, una situazione gravissima che si è posta solo oltre 10 anni fa durante la crisi Merloni, non si era più posta una cosa di questa portata negli ultimi anni, nonostante le crisi superate e passate.
Qui si parla di una desertificazione complessiva di un territorio con circa 800/900 esuberi, tutti insieme, vuol dire svuotare l’alta valle dell’Esino, completamente.
Non so se ci rendiamo conto, è gravissima questa situazione e non la si affronta semplicemente facendo una proposta, detto così, semplicemente, come è stato fatto in questa interrogazione alla Giunta regionale.
Adesso vi dico esattamente come sono avvenute le cose, per quanto di nostra conoscenza, al di là di quanto è emerso all’esterno. La questione ha preso un po’ tutti in contro piede, anche nelle modalità, se ci permettete, perché una crisi di questo genere è nata ed è stata buttata con una notizia Ansa. Prima ancora di eventuali incontri e cose di questo genere, l’azienda è uscita con una notizia Ansa andata sui giornali, nella quale diceva che è sua intenzione per tutta una serie di motivazioni addotte e dal suo punto di vista plausibili delocalizzare in Polonia buona parte dell’attività oggi svolta a Fabriano. Su questo ci troveremo di fronte a 409 esuberi che tendenzialmente potranno non raddoppiarsi, ma quasi, rispetto all’indotto presente sul territorio.
La notizia è uscita, mi pare, lunedì o martedì prima di Pasqua, per rendermi conto meglio della situazione personalmente il giorno di Pasqua mi sono recato davanti ai cancelli delle due imprese di Cerreto d’Esi e di Mergo per capire meglio e toccare con mano le situazioni, così come hanno fatto giustamente anche altri rappresentanti di questo consesso in quelle ore e di ogni schieramento politico. Ho parlato con i lavoratori, ho preso atto visivamente e praticamente di questa situazione sul posto, ripeto, il giorno di Pasqua. Quel giorno avevo già convocato le parti per i giorni successivi, quindi dopo tre giorni che la notizia era uscita sulla stampa la Regione Marche ha convocato le parti, qui ho un promemoria, per l’8 aprile 2021, un primo incontro con le parti in Regione. Il giorno di Pasqua, quando sono stato ad incontrare i lavoratori davanti ai cancelli, avevo già convocato questo incontro, a cui sono stati presenti anche il Presidente Acquaroli, il Vicepresidente, altri Assessori, al di là di chi era presente dell’amministrazione, c’erano ovviamente tutte le sigle sindacali, territoriali e Rsu, c’era l’azienda che con molto candore …, quando dico candore lo dico con molta schiettezza. L’azienda non è venuta lì a dirci mezze cose o corsi fumosi, ha fatto una serie di deduzioni, con una serie di slide, facendoci presente la propria situazione complessiva, le produzioni, gli andamenti, alla fin fine le ultime due slide sono andate a bomba sulla questione dicendo che avrebbe portato in Polonia questo, quest’altro e questi sono gli esuberi. Guardate, adesso semplifico, ma è stato di poco diverso l’andamento di quella iniziativa da quello che sto portando in quest’Aula.
Di fronte a questa cosa ovviamente non abbiamo potuto che esprimere la nostra massima preoccupazione, invitare a rivisitare e a rivedere questo percorso mettendo a disposizione quanto è possibile da parte della Regione Marche di fronte ad una situazione di questo genere, di questa portata e di questa gravità. Non abbiamo in mano chissà quali strumenti, però si sono resi disponibili ovviamente a ragionare su qualsiasi tipo di possibilità di intervento regionale.
Abbiamo preso l’impegno in quel momento di rivedere le parti bilateralmente, prima l’azienda e poi il sindacato, in un percorso di trattativa per capire quale potenziale iniziativa e mediazione portare avanti. Ho anche annunciato in quel momento che qualora avessimo capito la difficoltà immaginabile e il possibile problema di affrontare a livello regionale questa situazione, non avrei escluso di portare la cosa sui tavoli nazionali.
La parte sindacale quel giorno con molta chiarezza ha detto che di fronte ad un piano industriale di quel genere non si sarebbe neanche mai seduta ad un tavolo di trattativa, se non fosse stata ritirata una proposta di quel genere. Questa è la prima situazione che abbiamo abbozzato nel primo incontro dell’8 aprile. Poi ho partecipato il 9 aprile ad un incontro on line convocato dal Presidente del Consiglio comunale di Fabriano per portare meglio a conoscenza della situazione, il 13 aprile c’è stata invece una cosa che non era prevedibile in quel primo incontro, nel senso che noi avevamo già stabilito un ulteriore incontro, sul quale poi tornerò, con la parte aziendale, così eravamo rimasti d’accordo in quella prima occasione, l’8, di iniziare i discorsi bilaterali, un primo incontro con l’azienda che poi c’è stato, però siamo stati anticipati dal Mise, dal Sottosegretario Todde che mi ha contattato a cavallo di queste ore che vi sto ripercorrendo, dicendo che da parte loro c’era l’intenzione convocare subito un tavolo nazionale ed in questo senso erano stati sollecitati dalle parti sindacali nazionali, nel giro delle stesse ore …, non dico che siamo stati scavalcati, ma una delle ipotesi che avevo fatto era che probabilmente questo tavolo sarebbe finito in ambito nazionale, ma ancor prima di una nostra eventuale richiesta il Ministero mi ha contattato ed insieme abbiamo stabilito una data per un primo incontro, che è avvenuto il 13 aprile 2021, come vedete a distanza di pochissime ore, pochissimi giorni uno dall’altro.
Le parti sindacali e le parti aziendali sono state convocate insieme alla Regione dal Mise, dal Sottosegretario, l’azienda ha effettivamente ripetuto …

PRESIDENTE. Assessore, deve chiudere anche se capisco che è interessantissimo.

Stefano AGUZZI, Questo primo incontro fatto al Mise è avvenuto con la parte aziendale, non con tutte le parti, che ha ribadito quando aveva detto con estrema chiarezza in Regione. Noi abbiamo riconvocato l’azienda per capire meglio, toccando con mano le situazioni, l’abbiamo convocata nei giorni scorsi, da parte aziendale c’è la tendenza a dire: noi siamo decisi a fare questo, chiediamo al sindacato di sedersi ad un tavolo per capire come lenire e addolcire questo percorso con le uscite, le uscite concordate e altro. Poco fa si è concluso il tavolo nazionale, dal quale vengo, con il Sottosegretario Todde e le parti sindacali e quest’ultime hanno appena ribadito, 5 minuti fa, che non intendono sedersi a nessun tavolo se non viene ritirato il piano aziendale. Ci si è lasciati prevedendo un nuovo incontro il 29 aprile con entrambe le parti, in questo caso, per capire che tipo di approccio si può portare avanti.
Quindi, non è che non stiamo seguendo, stiamo seguendo perfettamente per quanto ci è consentito, con attenzione, preoccupazione e anche con un po’ di responsabilità su questo perché è semplice dire che proposte avete fatto, qui non si tratta delle proposte che abbiamo fatto, ma di capire quale può essere il punto di incontro, anche se secondo me l’azienda, ho la netta impressione, non vuole tornare indietro minimamente su questa cosa. Sarà una fase molto dolorosa.
Questo lo dico per essere realista, tutti, al di là delle parti, dobbiamo fare in modo che ci possa essere un ripensamento perché, credetemi, questa è una delle fasi più delicate per il territorio della nostra regione, dopo le famose crisi che molti anni fa ci hanno fortemente toccato, oltretutto negli stessi territori, non se ne erano viste di uguali e spero che non se ne vedranno di simili.
Ho ripercorso le tappe con la preoccupazione che abbiamo, con la volontà che abbiamo di seguirle passo passo. Se qualcuno mi chiede: ma da che parte state? Io non sottovaluto mai le iniziative portate avanti dalle istanze aziendali, ma in questo momento se qualcuno mi chiede da che parte sto, io sto dalla parte dei lavoratori, perché qui si tratta di desertificare un territorio, non si tratta tanto di addolcire una pillola, ma di desertificare un territorio. Questa situazione è gravissima, occorre che tutti noi siamo responsabili e consapevoli di questo.

PRESIDENTE. Vista la lunghezza di questa risposta propongo per le tante situazioni che mi giungono, come appuntamenti istituzionali, che comprometterebbero la non partecipazione dei Consiglieri e degli Assessori, di terminare il Consiglio con le repliche a questa risposta, quindi, di completare il Consiglio qui, poi ci aggiorniamo a martedì prossimo con un’altra seduta.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Non siamo per nulla soddisfatti. Presidente, mi rivolgo a lei, abbiamo fatto un’interrogazione garbata, chiedendo cosa vi siete detti, non è che l’Assessore ogni volta può fare il permaloso, non sta nemmeno nel mio linguaggio, non rispondo su facebook. Non devono fare il permalosi perché ha ragione, qui c’è una crisi enorme di un’azienda che ha messo in difficoltà un territorio, senza avvisare nessuno, anche sul piano morale, prima di Pasqua, una cosa inaccettabile e noi stiamo qui.
Ho fatto una richiesta: cosa vi siete detti? La Consigliera Casini mi ha detto che potevo argomentarla meglio, ma io voglio ascoltare quello che vi siete detti. Assessore, vale l’ultimo passaggio, quando ha detto che sta dalla parte degli operai, allora, non ci si mette nemmeno al tavolo se quelli non ritirano il piano industriale!
Non è che: rimoduliamo, vediamo, quelli hanno fatto un atto piratesco. Lei è andato là domenica, io ci sono stato giovedì, ci sono stati tutti i colleghi, siamo andati lì non solo per solidarietà ma perchè, nell’imbarazzo di tutti, questa cosa ci ha preso in contropiede. 409 sono le famiglie di un territorio già massacrato dalle precedenti vicende del bianco, dal terremoto e improvvisamente si, si sta dalla parte degli operai. Le rappresentanze sindacali non si siedono fintanto che non viene ritirato il piano industriale e se noi vogliamo stare da quella parte lo dobbiamo fare con gli atti, non ci si siede fintanto che quel piano industriale degli anni 2000 … Quella è una cosa terribile, la delocalizzazione, mi viene da pensare allo slogan “prima gli italiani”, poi quando gli italiani vanno ad investire in Polonia ce lo dimentichiamo, sono figure non solo industriali, sono figure politiche, non tutti siamo intonsi dal nostro percorso.
Presidente, noi non siamo soddisfatti per nulla, perché la convocazione al Mise la dovevamo chiedere noi in quella data e a loro dovevamo chiedere il ritiro per aprire una trattativa, però prima si riparte da zero. Non siamo schiocchi, sappiamo tutti quanto è complicata, quanto sarà difficile, quanto sarà tragica, ma io voglio capire come noi tutti incidiamo sul Governo.
Invece li abbiamo lasciati da soli perché poi è stato il sindacato …, che ringrazio, li abbiamo incontrati tutti ed è stata anche una partita molto complicata sul piano delle emozioni, senza essere permalosi, perché lì non si è impermalosito nessuno, quelli non si impermalosiscono, quelli piangono, lottano e fanno bene. Hanno occupato gli impianti all’esterno per paura che in quei giorni avvenisse qualche processo di transumanza della tecnologia dell’impianto.
Quindi, caro Presidente, non siamo soddisfatti e non siamo soddisfatti nemmeno di essere trattati così ogni volta, perché dopo uno li chiama e se si alzano i toni anche su questi temi vuol dire che uno se li va in cerca, non è che uno va a leggere solo quello che ha scritto Mangialardi non so dove e mi risponde su facebook, come se io fossi un leone da tastiera, mica funziona così, c’è un ruolo e uno lo esercita fino in fondo, lo esercita come serve, con il rispetto di tutti, ma non per me, non mi interessa, ho le spalli grandi, ma per quelli che erano lì fuori, per quelle famiglie che non si meritano nemmeno lo scherno di chi li rappresenta. Io sento il dovere di rappresentarli, quindi, non sono soddisfatto per niente dell’azione messa in campo.

PRESIDENTE. Il rispetto in questa situazione deve essere dato dal punto di vista istituzionale, del ruolo e delle funzioni che ciascuno di noi ha assunto attraverso l’elezione e la partecipazione alla competizione democratica, quindi, giustissimo.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Da parte mia aggiungo, rispetto alle parole che adesso ha detto lei stesso, che anch’io sono insoddisfatto della risposta dell’Assessore e sorpreso della sua meraviglia.
Aggiungo anche questo fatto, un Assessore, non è l’Assessore Aguzzi, non risponde ad una precedente interrogazione e altri Consiglieri della maggioranza si permettono di intervenire sulle interrogazioni dei colleghi, chiedo a lei Presidente che questa cosa non avvenga più perché è inaccettabile.
Detto ciò, tornando sul tema in oggetto, credo che quanto detto dall’Assessore sia importante, l’ultima frase è importante, sta dalla parte dei lavoratori, però questa ultima affermazione non è in sintonia con quanto detto precedentemente.
Al tavolo con le parti sindacali e aziendali la Giunta regionale largamente presente a quell’incontro ha espresso massima preoccupazione, della massima preoccupazione non ci facciamo niente, soprattutto di quella di persone che compongono la Giunta regionale e che hanno rapporti molto intensi con quell’azienda. Oltre alla massima preoccupazione dovrebbero far sentire il loro pesante dissenso, i componenti della Giunta e in particolare il Presidente della Giunta regionale, su una situazione che lei stesso Assessore ha definito gravissima per la desertificazione complessiva di quel territorio.
Mi aspetto, quindi, dalla Giunta regionale una posizione netta, senza infingimenti, parole chiare, di condanna e atti concreti, perché la Regione può fare soprattutto dal punto di vista politico.
Considerato i rapporti che avete con il Ministro allo sviluppo economico, ad esempio, non credo che questa vertenza debba essere seguita dal Sottosegretario, con tutto il rispetto, ma direttamente dal Ministro, con un ruolo attivo, partecipativo, netto e chiaro della Giunta regionale tutta, al completo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatti o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ribadisco quanto appena asserito dal Consigliere Mastrovincenzo e cioè che solo questa Giunta può risolvere la questione di Elica e questo perché lei Assessore Aguzzi è dello stesso partito del Presidente del gruppo Elica, perché il Vicepresidente Carloni è stato suo assistente parlamentare quando era Senatore, poi ci sono una Consigliera che è stata eletta come Consigliera di Fabriano, che ha messo il suo cognome a disposizione di tutta Fabriano, e l’Assessore Latini che è di Fabriano.
Assessore, lei ha dichiarato di voler stare dalla parte dei lavoratori, può fare solo una cosa per dimostrarlo: dimettersi e senza stipendio andare a protestare con i lavoratori perché dire che lei sta dalla parte dei lavoratori, fare questo intervento …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Prego gli altri Consiglieri di non intervenire. No, no! La replica non solo è giusta e legittima. Prego.

Manuela BORA. E’ insopportabile quello che sta accadendo, il vostro silenzio ed il vostro atteggiamento pieni di demagogia …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Per favore non accetto comportamenti e interdizioni quando parla un Consigliere, soprattutto se replica perché è il momento in cui agisce in funzione di una richiesta precisa, cioè quella di avere spiegazioni da parte della Giunta della Regione Marche. Rispettiamo ciascun ruolo, nessun assembramento, vi prego. Vi prego di rimanere ai vostri posti o di andare a parlare fuori.
Chiedo scusa per averla interrotta.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Apprezzo il modo in cui ha fatto rispettare le regole.
Ho detto che è troppo semplice dire che si sta dalla parte dei lavoratori, uno si aspetta chissà quale intervento energico, cosa avrebbe fatto l’Assessore Aguzzi? E’ stato a vedere il gruppo Elica che presentava le slide, per di più il giorno di Pasqua è andato davanti all’azienda. Non sono d’accordo su quanto lui asserisce, che il 70% della forza lavoro viene delocalizzata in Polonia a seguito della crisi epocale che stiamo attraversando, no, perché Elica, mi risulta, non ha mai nemmeno presentato al Mise un piano di rilancio, di ricerca e sviluppo, non solo, il Presidente del gruppo Elica da anni fa il professore su tutto e oggi abbiamo scoperto che può continuare a fare qualsiasi cosa, ma certamente non il professore, perché non è in grado nemmeno di fare i conti a casa propria, o meglio noi non accettiamo che i conti lui li faccia sulla pelle di tantissimi lavoratori. E questo perché, come l’imprenditore stesso ha dichiarato il giorno dell’insediamento della nuova Giunta: “E’ un’alba che inizia questa per le Marche che hanno bisogno di gente valida e io vi conosco. Non poteva andarci meglio. Contiamo su di voi”.
Aver ascoltato da lei Assessore che la Giunta ha appreso dall’Ansa di questa scelta strategica del gruppo non fa che confermare proprio questo, che lui non ha nemmeno tentato di risolvere la questione occupazionale, perché a lui non interessa niente, però, ripeto, se c’è una Giunta che lo può fare, questa Giunta è proprio la Giunta Acquaroli e lei non può dire di stare dalla parte dei lavoratori limitandosi a vedere le slide che vengono proiettate.
Ovviamente la nostra posizione è di estrema insoddisfazione, ci aspettiamo da questa Giunta una presa di posizione dura almeno tanto quanto il futuro che si prospetta per queste famiglie. Grazie.

PRESIDENTE. L’Assessore Aguzzi ha chiesto di intervenire, può farlo per fatto personale, se ce lo può eplicitare.

Stefano AGUZZI. Dico che approfittare per mettersi in mostra politicamente di fronte ad una situazione come questa secondo me è vergognoso e comunque sfido i Consiglieri …

PRESIDENTE. Ascolti Assessore è fuori dal regolamento, lei deve dire …

Stefano AGUZZI. Mi è stata lanciata la sfida personale di dimettermi e lasciare il mio stipendio a favore di Elica, perfetto, io non esco da questa Aula se insieme ai Consiglieri firmatari di questa mozione non firmiamo tutti insieme le dimissioni di fronte al Segretario Generale, sono disponibile, però le firmate voi insieme a me, non usciamo da qui, sono disponibile.
Io non ho problemi a tornare alla mia azienda agricola invece di fare l’Assessore, ma voi le firmate insieme a me adesso qui, prima di uscire da quest’Aula.

PRESIDENTE. Per favore niente applausi. Devo rammentare a tutti, e siamo quasi tutte persone che da molto tempo calcano le Aule dei Consigli elettivi di vario genere ed il regolamento di applicazione è pressappoco uguale, che per fatto personale si intende quando viene attributo un fatto non vero a mo’ di calunnia o vengono espresse delle diffamazioni. Non possiamo usare questa norma del Regolamento per una competizione ed una dialettica politica per quanto accesa.
Le occasioni per tornare su questo argomento, quando qualcuno si sente accusato o viene chiamato in causa per qualcosa o si sente preso d’impeto, ce ne sono tante, ci sono tantissime situazioni, il Consiglio regionale si riunisce quasi ogni martedì, quindi occasioni ce ne sono, però se andiamo fuori dal Regolamento significa che non abbiamo certezza di quello che si deve compiere in quest’Aula ed io non lo posso permettere.
Scusate, vi chiedo il massimo silenzio, altrimenti interrompo, anzi chiudo questa seduta e vi dico che per la prima volta vi censuro in grande maggioranza perché non c’è il rispetto, è vero che sono 6 ore che siamo qua, ma è anche vero che il rispetto a questa istituzione, a questo emiciclo, ci è dovuto, quindi, per favore, dalla prossima volta le norme non tanto si rispettano pedissequamente, ma nel senso sostanziale.
Il fatto personale, soprattutto, non può essere utilizzato se uno si sente attaccato politicamente, ma personalmente e lo dico non rivolgendomi all’Assessore Aguzzi per riprenderlo, non è mio costume, non voglio farlo, ma per dire che dobbiamo rispettare le norme nel senso buono del termine ed è chiaro che se facciamo politica su argomenti molto importanti, come la difesa dell’occupazione e del lavoro, ci sta che si esce fuori da alcune situazioni, ma se si rimane nell’ambito della dialettica e non si entra nelle contumelie personali aggravanti che ledono l’onore e la dignità delle persone, non può essere fatto personale.
Il fatto personale deve essere prima esplicitato, il Presidente lo deve ritenere adeguato, chiunque sia il Presidente pro tempore, e dare la parola, invece parliamo senza soluzione di continuità, lo facciamo sempre, non è possibile perché mettiamo anche chi parla nella condizione di doversi fermare e di non dire qualcosa che vorrebbe dire perché rischia di vedersi poi contro il fatto personale, oppure utilizziamo questa norma in maniera sbagliata. Da quando sono qua, questa è la seconda volta che sono Consigliere regionale, avviene di continuo, significa che in qualche modo non abbiamo compreso o meglio cerchiamo di deviare e forzare l’uso di una norma che invece deve essere utilizzata rarissimamente.
Fa bene, lo dico ad alta voce, qualche Consigliere, come è successo questa mattina, che ha preso un attacco politico, perché era solo politico, alcune affermazioni che gli sono state lanciate da altri, con ironia e positività, questo è il senso che dobbiamo intraprendere.
Poi torno a ripetere che le occasioni di risposta su argomenti diversi da quelli che si trattano ne abbiamo a iosa, non possiamo ogni volta giungere ad una situazione di scontro quando, anche in questo caso, nell’ambito di questo Consiglio regionale, siamo stati nelle norme di un rapporto e di una dialettica molto positivi su tutti gli argomenti che abbiamo trattato, dalla cultura alla sanità, lo dico io che ho l’opportunità di vederlo da un punto di vista neutro. Quindi continuiamo a farlo.
Ha la parola la Consigliera Bora se ritiene di replicare, attenendoci a quella specifica situazione, poi c’è il Consigliere Carancini e per oggi, visto che siamo tutti stanchi, visto che molti devono andare in altri luoghi istituzionali, concludiamo qui.
Mi dispiace che le due interrogazioni a risposta immediata, una delle Consigliere del gruppo Movimento 5 Stelle e l’altra sulla sanità del gruppo PD, le facciamo martedì prossimo. Credo che sia anche un motivo per stemperare la situazione, fra una settimana questi due problemi rimarranno comunque sul tappeto come questioni attuali, quindi, li affronteremo con una freschezza di idee e con un rapporto interpersonale, sono sicuro, di nuovo fortissimo e leale.
Ha la parola, per replica, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Il fatto personale è il seguente e probabilmente con le mascherine l’Assessore Aguzzi non ha ben capito. Io non ho detto di devolvere lo stipendio ai lavoratori dell’Elica perché questo è populismo, io ho detto, ma probabilmente a lui ha fatto comodo dare un’altra interpretazione, che fa parte di una Giunta che può fare tanto, è l’unica che può aiutare quei lavoratori, allora si dimetta per prendere le distanze dalla Giunta che non fa nulla, questo era il senso ed è per questo che lei e solo lei si può dimettere.
Poi tra parentesi …

(interventi fuori microfono)

Manuela BORA. Le piace paragonare la sua situazione a chi è stato eletto con le preferenze e non ripescato, ma il senso era esattamente un altro, lei fa parte di una Giunta e per mettersi dalla parte dei lavoratori non può che prenderne le distanze con i fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. La risposta dell’Assessore è stata irridente, ha fatto il Sindaco e mi stupisco del suo atteggiamento perché non si risponde in questa maniera.
Le dico nel merito, lei non è stato capace nella sua risposta di spiegare a quest’Aula, che rappresenta la regione Marche in tutte le espressioni, quali sono state le problematiche da parte di Elica, sono riconducibili a cosa? E’ stato capace di capire a che cosa siano dovute?
Non glielo dico perché lei è capace, è una persona intelligente, se fa l’Assessore qualcosa avrà, però quando si fa l’Assessore si comprendono i problemi e l’Aula ha il diritto di sapere cosa Elica sia venuta a dirvi. Per quali ragioni tecniche, finanziarie, economiche, di costo del lavoro, sta facendo questa scelta e lei aveva il dovere di raccontarlo al Consiglio.
Il secondo tema è che un buon amministratore affronta i problemi e cerca, non dico di portare la soluzione, di comprendere se ci sono le condizioni per intervenire, lei su questi due aspetti non ha detto nulla. Certo, lo capisco, l’attacco al Consigliere Mangialardi perché le ha fatto questa domanda, però lei si mette la medaglia per essere andato il giorno di Pasqua lì, se l’è attaccata da solo, però non è in grado di spiegare al Consiglio regionale quali siano le ragioni aziendali che hanno portato a quella scelta, perché se le avesse capito o avesse ascoltato certamente avrebbe potuto riportarle e il Consiglio regionale avrebbe … Lei per primo fa l’amministratore, è lei che ha la responsabilità, ma siccome è un tema che accomuna tutti, avremmo potuto capire e verificare se nell’ambito delle competenze regionali ci possono essere i margini per contribuire alla soluzione.
Lei non ha dato risposta e un amministratore che non dà risposta, non a noi, alle 400 persone, alle famiglie … Rimanga lì, rimanga nel suo ruolo, a me se si dimette o non si dimette non me ne frega niente, però oggi lei dimostra solo di guardare all’immagine, è andato a Pasqua lì, ma ci dice per quale motivo e in presenza di dati economici, che sono positivi, l’azienda fa questo? E’ stato capace di ascoltare? E’ stato capace di farci capire? Noi abbiamo il diritto di saperlo!

PRESIDENTE Bene, con questa replica si conclude il Consiglio regionale odierno, l’appuntamento è per martedì prossimo, grazie a tutti, grazie per la collaborazione e l’intensità degli interventi.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Lupini. Siamo in chiusura, so bene che sulle interrogazioni e le mozioni siamo in ritardo.

Simona LUPINI. Finiamo almeno le interrogazioni a risposta immediata, sennò fra una settimana non sono più a risposta immediata

PRESIDENTE. Se continuiamo con le due interrogazioni a risposta immediata abbiamo sicuramente altri 40/45 minuti.

Simona LUPINI. Rispettiamo i tempi di intervento in modo più pedissequo e facciamole, altrimenti non ha senso l’esistenza delle interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. Se l’Assessore è ancora presente facciamo le due interrogazioni nel rispetto assoluto dei tempi per le risposte, come dovrebbe essere da Regolamento al fine di chiudere le interrogazioni a risposta immediata.

Interrogazione n. 155 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo
“Urgenza di nuovi protocolli per le persone con disabilità in relazione alla pandemia COVID”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 155 - a risposta immediata - dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie Presidente. L’interrogazione della Consigliera Bora è da condividere nelle sue finalità, che sono state esplicitate nell’atto ricognitivo e ispettivo sull’attività dell’amministrazione. In sostanza chiede che siano rimossi o che siano previsti nuovi protocolli per eliminare l’obbligo per le persone con disabilità di indossare la mascherina ed intervenire in materia di sottoposizione di queste persone al tampone antigenico ogni 15 giorni.
Ciò premesso, la risposta che intendo esplicitare è la seguente. Con circolare ministeriale 15 marzo 2021 il Ministero ha stabilito che le mascherine sono obbligatorie per le persone che vivono la possibilità di adottare questo presidio e non si applicano alle persone che hanno determinate condizioni cliniche, pertanto questo principio è garantito dalla circolare.
Tengo semplicemente a sottolineare che questo principio è stabilito anche dalla nostra Costituzione, dall’articolo 23, secondo cui nessuna impostazione di tipo coercitivo può essere addossata in capo alle persone se non in forza di una legge, quindi la riserva di legge sulle condotte e sulle prestazioni, di facile o non facile …
Per quanto riguarda invece i test, con nota del 28 agosto 2020 adottata dalla precedente amministrazione, quindi la Consigliera Bora era Assessore, si è già stabilito, quindi la normativa è vigente, che nei casi di questa fattispecie per queste persone non si applica il tampone naso/faringeo, ma solamente il tampone salivare.
Per quanto riguarda l’ultima domanda: “se debbano essere mantenuti gli screening periodici”, si deve precisare che la circolare ministeriale del 15 marzo 2021 del Ministero della sanità enuncia letteralmente che alla luce delle conoscenze acquisite non si ritiene di dover modificare i programmi di screening Sars 2 in atto per gli operatori sanitari e per le persone sottoposte a inabilità, quindi, la stessa circolare non fornisce indicazioni specifiche per l’eliminazione di queste procedure.
Tengo comunque a precisare che, al di là delle circolari e delle leggi, queste persone devono essere assistite da una sensibilità particolare e che il trattamento a loro riservato deve essere accompagnato non solo da professionalità e sensibilità, ma anche dalla capacità di valutare caso per caso la dignità delle persone. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Su questo aspetto mi ero anche interfacciata con la Presidente Leonardi, che ringrazio per la disponibilità, mi riservo di leggere meglio la risposta dell’Assessore Saltamartini, se me la può fornire, perché tra i vari giri di parole ha evidenziato quello che noi sosteniamo da sempre e cioè che su molti aspetti non ci sono informazioni specifiche.
Ora a me risulta che dal primo dpcm del marzo 2020 all’ultimo dpcm del marzo 2021 sono escluse da questo tipo di obbligo le persone la cui disabilità è incompatibile con l’utilizzo della mascherina, che addirittura mi risulta non essere obbligatoria nemmeno per gli accompagnatori e gli operatori di assistenza nel caso sia incompatibile con il tipo di disabilità.
Il 9 aprile è accaduto un fatto grave del quale ho messo subito al corrente la Presidente Leonardi, non solo in queste settimane, ma in questi mesi non siamo riusciti a fare dei passi in avanti.
Lei, e la ringrazio per l’attenzione che ha dedicato a questa interrogazione, ha fatto un excursus di quello che è stato e di quello che è possibile fare fino ad oggi finché, io spero, si possano fare insieme dei passi in avanti, Chi glielo dice è stata precursore nella Giunta precedente anche dell’apertura di tante attività, laddove ancora il Governo non aveva normato. Noi avevamo proposto di individuare dei protocolli, che oltretutto sono stati confermati con piacere e mi piacerebbe molto, anzi le assicuro che le farò complimenti pubblici, se lei riuscirà sul fronte della disabilità a delineare questo tipo di percorso perché queste persone al momento sono addirittura vessate.
Quello che è successo il 9 aprile è gravissimo, non solo a queste persone è stato detto che se non tenevano la mascherina non gli avrebbero fatto il tampone, ma le hanno addirittura cacciate, questo è assolutamente grave ed inaccettabile. Io ho chiesto alla Presidente Leonardi se era possibile quanto meno convocarle per chiedere loro scusa perché quello che è successo in un Paese civile non è tollerabile.
Se lei ritiene il gruppo del Partito Democratico è a disposizione anche per dare degli input per il protocollo, però, la prego Assessore, so quanto lei sia sensibile a queste tematiche, cerchi di fare qualcosa perché questi ragazzi e le loro famiglie non meritano questo tipo di sofferenza, cerchiamo di evitare anche di far loro il tampone, sono disponibili anche i familiari ad assumersi loro la responsabilità di eventuali contagi, per favore fate qualcosa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Velocemente, solo per ribadire l’importanza di questi protocolli.
Questo fatto increscioso del 9 aprile so che si è verificato anche, ad esempio, nella provincia di Fermo in una situazione simile, sarebbe importante, visto che i familiari delle persone che accompagnano i loro congiunti disabili a fare il tampone hanno ricevuto una nota da parte dei responsabili medici assolutamente non corretta, non corrispondente al vero, fare un bel gesto di solidarietà, Assessore, nei confronti di questi familiari, magari una nota o una lettera inviata loro per solidarizzare e condannare quanto hanno dovuto subire. Grazie.

Interrogazione n. 156 - a risposta immediata
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Ritardi nella vaccinazione anti Covid-19 per i genitori di disabili gravi e gravissimi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 156 - a risposta immediata - delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per quanto concerne il segnalato ritardo nella vaccinazione per i genitori di disabili gravi e gravissimi, tengo a precisare che le prenotazioni di questi soggetti sono state avviate recentemente sulla base del rifornimento dei vaccini, che era stato programmato dal Commissario Covid.
Teniamo presente che nell’elenco delle priorità sono stati inseriti prima il target degli over ’80, che abbiamo esaurito, siamo una delle prime Regioni ad aver vaccinato questo tipo di popolazione, sia quella prenotata, circa 96.000 persone, che coloro che sono stati vaccinati a casa per merito dei medici di medicina generale.
Immediatamente poi si è aperto lo slot delle persone disabili, tenendo conto che la loro fragilità e la loro condizione hanno comportato l’applicazione di un sistema basato su tre pilastri fondamentali: le persone che sono in carico presso gli enti di appartenenza, come per esempio il Santo Stefano, sono vaccinati da questi enti, le persone in carico agli ospedali, come per esempio i trapiantati, sono vaccinate nei presidi ospedalieri, le altre persone sono vaccinate dai medici di medicina generale.
Finora su un target stimato dalla Regione di circa 130.000 persone sono stati vaccinati circa 60.000 disabili e siamo stati una delle prime Regioni ad aver iniziato la vaccinazione di queste persone.
Tuttavia, come ho già detto in altre circostanze, la programmazione della vaccinazione dipende dall’approvvigionamento dei vaccini e la nostra Regione che si era attestata su un target di circa 11.000 vaccinati al giorno, dovrà ridurre questo piano per effetto di una lettera che il Commissario Figliolo ci ha inviato. Dovremmo rallentare il piano di vaccinazione per attestarci sui 9.500 vaccini.
In questo momento stiamo interloquendo con il Governo, la mia assenza di questa mattina derivava da questa sollecitazione nei riguardi dell’esecutivo e del Commissario anche perché dobbiamo conoscere esattamente quando e quanti vaccini arriveranno nei mesi di maggio e di giugno, quando dovrebbero essere pronti per la nostra regione dai 600 ai 700 mila vaccini. Quindi, non abbiamo solo l’obbligo e l’onere di una programmazione della vaccinazione, ma anche di allestire ulteriori punti vaccinali nei Comuni con il personale volontario, con i medici pensionati, con la Croce Rossa, la Croce Azzurra e gli enti che si occupano della materia per far sì che la vaccinazione possa essere portata a compimento entro la fine di maggio e giugno.
I familiari delle persone disabili, che possono iscriversi nella piattaforma delle regioni, saranno chiamati dagli enti di riferimento dei loro assistiti.
Teniamo anche conto che noi abbiamo fatto una stima di circa 99.000 persone che coabitano con le persone disabili e che hanno diritto alla vaccinazione, ma già dai primi elementi sulle prenotazioni si stima che siano ben 5 soggetti per ogni persona invalida che si prenotano per la vaccinazione, il che significa che non siamo in grado ancora di stimare il volume complessivo di chi convive con il soggetto disabile. Teniamo conto che non è richiesta all’atto della vaccinazione una autocertificazione delle condizioni che abilitano a questa precedenza. Ciò premesso stiamo rivedendo il piano di somministrazione di vaccini sulla base dei rifornimenti che dovrebbero arrivare nella nostra regione.
Concludo dicendo che siamo arrivati al 90% della somministrazione dei vaccini che abbiamo ricevuto, siamo la quinta Regione, a pari merito con l’Emilia-Romagna, ma preannuncio che il piano di vaccinazione dovrà essere rivisto al ribasso con un rallentamento dai prossimi giorni, fino al 29 aprile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie Assessore per la risposta. Soprattutto ringrazio il Presidente Latini perché aveva già chiuso il Consiglio, però penso che la mia richiesta fosse più che accettabile.
Ringrazio per la sensibilità anche perché ci troviamo di fronte ad un argomento urgente, di interesse pubblico e non mi sembrava giusto rimandarlo alla prossima settimana per i cittadini e le cittadine che me lo hanno segnalato. Credo che a tutti i Consiglieri siano arrivate segnalazioni di genitori di disabili gravi e gravissimi rispetto alla preoccupazione di non veder aperta la slot per loro quando è stata aperta quella per gli over 65.
Abbiamo depositato questa interrogazione lunedì mattina e nello stesso giorno a mezzogiorno ho visto che si erano aperte le prenotazioni e vedo che state controllando che tutto funzioni.
Ho capito bene che ogni ente, ogni ospedale, che ha in carico un paziente vaccinerà anche il caregiver o il genitore. Siamo fiduciosi che la Regione avrà un sistema per controllare le autocertificazioni perché è chiaro che noi vorremmo vaccinare tutti subito, lo diciamo sempre, ma gli approvvigionamenti sono quelli che sono, quindi, dobbiamo essere realisti e dare la precedenza a chi ha in casa qualcuno che non può occuparsi di sè stesso.
L’ultima cosa poi chiudo nel rispetto dei tempi, se opportuno chiederemo di poter visionare la comunicazione scritta del Comandante Figliolo. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,20