Resoconto della seduta n.39 del 29/03/2011
SEDUTA N. 39 DEL 29 MARZO 2011


La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 38 del 22 marzo 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 81/11 in data 25 febbraio 2011, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Norme per la promozione e la disciplina del volontariato”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno e al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 82/11, in data 15 marzo 2011, ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro, D’Anna, Massi, Trenta, Carloni, Ciriaci, Foschi, Natali, Zinni, Acquaroli, Marinelli, concernente: “Introduzione della ‘Carta sconto metano/gpl’ per l’incentivazione all’utilizzo di carburanti a basso impatto ambientale”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 130/2011 del Consigliere D’Anna: “Dragaggio del porto di Fano - Dichiarazione dello stato di emergenza”;
- n. 132/2011 del Consigliere Latini: “Futuro delle energie rinnovabili”;
- n. 133/2011 del Consigliere Binci “Per le Marche denuclearizzate”;
- n. 134/2011 della Consigliera Ciriaci: “Costituzione tavoli tecnici e centro operativo per ripristino zone alluvionate”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- in data 8 marzo 2011:
- n. 261 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 1.743,75. Modifiche al POA anno 2011";
- n. 262 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 795.405,98";
- n. 263 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 8.811.078,68";
- n. 264 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 4.125.919,47";
- n. 265 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 2, della l.r. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 750.000,00";
- n. 266 “Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 2.236.251,68";
- n. 267 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 2, della l.r. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Progetto “Comunic EAD” - Programma europeo AID. € 330.000,00 “;
- n. 268 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 20.000,00”;
- n. 269 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 1.650.000,00”;
- n. 270 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 120.000,00”;
- n. 271 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n.1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 39.680,70”;
- n. 272 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 45.000,00”;
- n. 273 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 50.000,00”;
- n. 274 “Art. 29, comma 3, della l.r. n. 31/2001 e art. 26, comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e rettifica della d.g.r. 140/2011. € 3.700.000,00”;
- n. 275 “Art. 20, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 1 “Spese obbligatorie” del bilancio 2011. € 200.000,00";
- n. 276 “Art. 20, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 1 “Spese obbligatorie” del bilancio 2011. € 10.000,00";
- n. 277 “Art. 2, comma 3, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese per corsi di formazione. € 47.500,00”;
- n. 278 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 2.527.548,86";
- n. 281 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 2, della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte della Unione Europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Progetto “URBAL III EU-LA-WIN” - Programma EuropeAid. € 39.190,00";
- n. 282 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 400.000,00";
- n. 283 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 6.720,00. Modifica al POA 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010”;
- n. 284 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 39.242,55”;
- n. 285 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 1.014.008,00";
In data 14 marzo 2011:
- n. 331 “Art. 20, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 1 “Spese obbligatorie” del bilancio 2011. € 138.886,00";
- n. 332 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 11.912,62”;
- n. 333 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. n. 21/2010 - iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 3.835.666,00";
- n. 334 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 50.000,00. Modifica al POA 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010”;
- n. 335 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 267.146,08";
- n. 336 “Art. 2, comma 1, lett. a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 1.693.769,29";
- n. 337 “Art. 2, comma 2, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. € 111.000,00 “;
- n. 338 “Art. 2, comma 2, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale - restituzione di euro 6.100,00”;
- n. 339 “Art. 2, comma 2, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale € 70.000,00”.
Hanno chiesto congedo il Presidente della Giunta Spacca e i Consiglieri Cardogna e Natali.


Comunicazioni ai sensi dell’art. 35, sesto comma, Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, ieri, a seguito di un’inchiesta apertasi su uno scandalo della sanità nella regione Puglia, è stata effettuata una perquisizione dei NAS della Puglia nella sede di una società di Urbino. Credo sia importante sapere dall’Assessore se questa società - coinvolta non si sa a che livello nello scandalo pugliese – abbia o meno avuto rapporti con la Regione Marche, se sì, di quale tipo, quando e per quali importi. E’ una risposta che penso l’Assessore debba darci questa mattina in quanto trattasi di una situazione abbastanza seria, è arrivata anche alla cronaca nazionale.

Sull’ordine del giorno

Giancarlo D’ANNA. Chiedo, inoltre, l’iscrizione e l’anticipo della mozione n. 130 sul dragaggio del porto di Fano.
Dopo l’incontro della scorsa settimana, seppure ci sia stata da parte dell’Assessore Viventi la massima partecipazione e intenzione a risolvere il problema, c’è stata un’ordinanza del Comandante del porto di Fano che ha ulteriormente ridotto il pescaggio autorizzato, mettendo così a rischio anche il Fano Yacht Festival. Una manifestazione che si dovrà tenere tra qualche mese e per la quale la direzione della manifestazione stessa ha già annunciato che citerà il Comune di Fano se verrà limitato l’ingresso al porto di Fano.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la sua prima richiesta valuterà l’Assessore Mezzolani, il quale farà sapere a questa Presidenza, dopodiché ci regoleremo di conseguenza.
Riguardo invece alla seconda richiesta, siccome prima della seduta ci riuniamo in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, sottolineo che sarebbe bene far pervenire lì tutte le eventuali richieste, altrimenti prima decidiamo delle cose e poi in Aula ricominciamo daccapo, rischiando così di perdere tempo.
Fatta questa premessa, Consigliere, dovrebbe dirmi a che mozione si riferisce.

Giancarlo D’ANNA. E’ la n. 130 del 2011. E’ stata presentata ma non è iscritta.

PRESIDENTE. Bene, quindi l’Aula deve esprimersi. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha stabilito che la mozione n. 119 passa al punto 4 bis), a seguire i punti 5) e 6). La sua richiesta è per inserirla a che punto? (…) Allora la iscriviamo al punto 6 bis).
Pongo in votazione la richiesta del Consigliere D’Anna. Dichiaro aperta la...(...) Un attimo, sospendiamo la votazione. Ha chiesto di intervenire l’Assessore Viventi. Prego Assessore.

Luigi VIVENTI. Presidente, è per praticità e concretezza dei lavori. Domenica sera ho visto il servizio del TG3 fatto sul porto di Fano, come credo l’abbia visto il Consigliere D’Anna ed altri.
Come lei sa, Consigliere, ci stiamo impegnando per risolvere il problema. Abbiamo anche fatto un incontro insieme alle rappresentanze e non c’è nessuna difficoltà a discutere di questo problema anche in Aula.
Però per raccontare il cosiddetto piano B dovremmo discuterne avendo in mano degli elementi.
Il piano A, che abbiamo abbozzato nelle altre riunioni, prevede alcuni passaggi che ci dovrebbero portare entro il mese di giugno a risolvere, almeno in buona parte, il problema. Dopodiché, visto che c’è un’emergenza, ieri mattina ho telefonato immediatamente ai nostri dirigenti chiedendo loro di verificare la fattibilità del piano B, quello appunto emergenziale, il che significa andare lì dragare un po’ di sabbia e fare uno stoccaggio provvisorio.
Ma appena ho balenato questa idea – non so se voi c’eravate – immediatamente ci hanno detto: “no, non si può fare”. Pertanto sto aspettando, tra oggi e domani, delle risposte per verificare se questo intervento straordinario possa invece essere reso possibile rispettando leggi e norme, cioè senza rischiare nulla.
Quindi riterrei più opportuno iscrivere questa mozione all’ordine del giorno della prossima seduta, magari mettendola come primo punto, potendo così dire come stanno le cose, mentre oggi più di questo non sarei in grado di dirvi altro.
Sono stato comunque contento di aver potuto anticipare che appunto entro domani dovremmo avere una risposta.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, a questo punto debbo chiederle se mantiene la richiesta di iscrizione ad oggi oppure se accoglie la proposta dell’Assessore.

Giancarlo D’ANNA. Accolgo la richiesta dell’Assessore perché penso sia questo il modo di agire.
Ripeto, tra la riunione della scorsa volta e oggi c’è stata questa novità dell’ordinanza del comandante, per cui, considerato che a rischio c’è una manifestazione importante come il Fano Yacht Festival, non possiamo sicuramente aspettare fino a giugno.
Quindi seguirò con molta attenzione. La ringrazio, Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 133 sul nucleare, poc’anzi annunciata, e di abbinarla alle mozioni iscritte al punto 6) che appunto riguardano lo stesso argomento.

PRESIDENTE. Sì, Consigliere, questo argomento è stato trattato anche nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, per cui c’è già il parere favorevole a discuterlo dell’Ufficio di Presidenza.
Pongo quindi in votazione la richiesta di iscrizione e di abbinamento del Consigliere Binci.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha chiesto la parola l’Assessore Petrini. Prego Assessore.

Paolo PETRINI. A nome della Giunta regionale chiedo il rinvio della proposta di legge n. 27. La motivazione è legata all’estrema importanza di questa discussione; il Presidente stesso ha espressamente richiesto di poter essere presente.
Una discussione che non è puramente legata agli aspetti di necessità riorganizzativa, ma attiene anche al diritto allo studio, che in relazione alle risorse che abbiamo oggi a disposizione si fa sempre più impellente.
Tra l’altro una tale richiesta di rinvio ce l’ha fa anche il CAL dopo che il CREL ha rigettato la proposta chiedendoci appunto una riflessione. Quindi, al di là del merito della questione, ci pare corretto assecondare queste richieste.

PRESIDENTE. Consiglieri, vedo che ci sono altre richieste di intervento, ma prima vorrei riuscire a dare una certa consequenzialità. Vedo ad esempio che richiedono di intervenire i Consiglieri Silvetti, Zinni, Bucciarelli, Massi, quindi vorrei sapere se è sulla questione sollevata dall’Assessore. (…) Perfetto. Allora nell’ordine interverranno Silvetti, Bucciarelli, Massi...(...) Bèh, allora calma, perché se si apre un dibattito epocale bisogna che ci segniamo tutto! Quindi nell’ordine, dicevo, Silvetti, Bucciarelli, Massi, Eusebi, Ricci, Trenta..., però debbo dirvi che, certo, un po’ di tolleranza di una visione elastica del Regolamento deve esserci, fa parte del mio modus operandi, ma non bisogna esagerare. Il Regolamento prevede infatti che su una proposta ci può essere un intervento a favore ed uno contro. Per cui se nell’intervenire rispettate i tempi europei bene, altrimenti non potrò dare la parola a tutti.
Vedo che il Consigliere Trenta, persona sempre molto sensibile, rinuncia, la ringrazio.
Ha la parola il Consigliere Silvetti. (...)

Mirco RICCI. Presidente, posso avere la parola? Altrimenti è inutile che chiediamo di intervenire! Ci eravamo detti delle cose!

PRESIDENTE. Interpretando il gesto del Consigliere Silvetti, do la parola al Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Chiedo scusa, ma è per dire che ai Capigruppo avevo chiesto che la richiesta di rinvio dell’atto venisse posta nel momento in cui si arrivava al punto all’ordine del giorno che vede appunto iscritto l’atto, non prima. In questo frattempo chiesi di poter raccogliere le indicazioni dei Capigruppo di maggioranza e della Commissione per un eventuale rinvio. Se non ricordo male questa fu la mia richiesta. Quindi ora il fatto che la richiesta di rinvio sia stata formulata prima dello svolgimento delle interrogazioni non mi dà il tempo di organizzare un minimo di sintesi possibile. Presidente, la richiamo a questo, se se lo ricorda!

PRESIDENTE. Io mi ricordo tutto, Consigliere! Certo, si era deciso nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, ma adesso c’è stato comunque l’intervento di un autorevole rappresentante della Giunta nella persona del Vicepresidente che ha posto un tema. Conoscendo però la sensibilità del Vicepresidente posso semmai chiedergli di posticipare la votazione di questa sua proposta a un tempo entro il quale la maggioranza e i Capigruppo potranno fare sintesi rispetto a questo. Va bene? (…) Bene, rinviamo il voto su questa proposta di rinvio del Vicepresidente.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Silvetti, ne ha facoltà.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. Quindi soprassediamo sulla richiesta fatta dall’Assessore.
Come da accordi raggiunti nella Conferenza dei Capigruppo chiedo l’anticipazione al punto 4 bis) della mozione n. 119 avente ad oggetto “Erosione litorale Marina di Montemarciano”.

PRESIDENTE. Su tale richiesta di anticipo si era già pronunciata favorevolmente la Conferenza dei Presidenti.
Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Silvetti.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Sull’ordine del giorno (ripresa del punto di cui alla richiesta dell’Assessore Petrini)

Raffaele BUCCIARELLI. Intervengo in merito alla proposta del Vicepresidente Petrini, rivolgendomi ai Capigruppo di maggioranza che si stanno riunendo, riservandomi di intervenire anche al momento della votazione.
Il mio appello è quello di rispettare il lavoro della Commissione assembleare, che rappresenta l’Assemblea legislativa, organismo che ha la prerogativa di approvare proposte di legge e di atto amministrativo. Ed è stato l’organismo che ha inviato al Consiglio delle autonomie locali, quindi ai Comuni, Province e Comunità montane, la proposta di legge varata dalla Commissione, su cui appunto il CAL non ha richiesto il rinvio ma l’ha approvata.
Quindi dal momento che i Capigruppo di maggioranza sono in riunione mi appello al loro senso di rispetto delle prerogative dell’Assemblea legislativa e di quanto deciso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Però, scusate un attimo! Avevamo deciso di posticipare la richiesta dell’Assessore, ed eventualmente il relativo dibattito, alla riunione dei Capigruppo, quindi ora non possiamo aprire una discussione su questo punto, altrimenti ne parliamo prima e dopo, non è possibile! Anzi, a tal proposito chiedo ai Consiglieri Massi, Eusebi, Ricci e Latini se la loro richiesta di parola è su questo caso specifico, che di fatto, ripeto, è superato in quanto abbiamo posticipato la specifica votazione. (…) Bene, per cui rimangono soltanto le richieste di intervento dei Consiglieri Latini e Zinni.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Latini.

Dino LATINI. Chiedo l’anticipazione della mozione n. 129 riguardante l’accoglimento dei profughi del Maghreb E ALTRO, considerata l’attualità e l’urgenza della questione.

PRESIDENTE. La mozione n. 129 non è all’ordine del giorno!

Dino LATINI. Però è nelle comunicazioni.

PRESIDENTE. A noi non risulta neppure tra le comunicazioni. (…) Consigliere Latini, per il momento proseguiamo, nel frattempo valuteremo e poi passeremo alla decisione.
Ha chiesto parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Per chiedere l’iscrizione d’urgenza dell’interpellanza n. 21 a firma del sottoscritto e del Consigliere Bugaro inerente la chiusura della guardia medica del comune di Ostra. Ovvero chiedo cortesemente all’Assessore Mezzolani la disponibilità per la prossima seduta a poter rispondere. E’ un provvedimento imminente quindi se la discussione non la facciamo adesso successivamente avrebbe poco senso.

PRESIDENTE. Consigliere Zinni, per quanto riguarda le interrogazioni e le interpellanze non è nella nostra disponibilità poterne anticipare la discussione, perché, come lei sa, dipende dal fatto se è pronta o meno la risposta da parte dell’Assessore competente. L’Ufficio di presidenza può però sollecitare, vista l’urgenza e l’attualità della richiesta, a rispondere nella prossima seduta, con l’impegno poi di iscriverla tra le prime interpellanze all’ordine del giorno.
Ora, rimandando a dopo la questione della richiesta di iscrizione della mozione n. 129 del Consigliere Latini, passiamo allo svolgimento delle interrogazioni.


Interrogazione n. 149
dei Consiglieri Marangoni, Zaffini
“Malfunzionamento delle emettitrici self-service di biglietti nelle stazioni sprovviste di biglietteria a Porto Recanati e in altre stazioni della Regione Marche”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 149 dei Consiglieri Marangoni, Zaffini. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Questa interrogazione è un po’ datata, ma visti i contenuti possiamo dire che è sempre attuale. Peraltro nelle stazioni ferroviarie non c’è una vendita diretta...

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore Viventi, ma non mi ero accorto che in questo momento – prima c’erano - non sono presenti in Aula gli interroganti, e senza di loro ovviamente non possiamo procedere con la risposta. Debbo pertanto dichiarare decaduta l’interrogazione, semmai la ripresenteranno.


Interrogazione n. 170
del Consigliere Bucciarelli
“Riconversione SADAM”

Interrogazione n. 200
del Consigliere Latini
“Riconversione SADAM”

Interrogazione n. 261
dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Busilacchi
“Riconversione SADAM e prospettive occupazionali nella Vallesina”

Interrogazione n. 300
del Consigliere Latini
“Progressivo smaltimento produzione SADAM”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 170 del Consigliere Bucciarelli, l’interrogazione n. 200 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 261 dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Busilacchi, l’interrogazione n. 300 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Questo è un tema che purtroppo ci trasciniamo da anni, da quando cioè è stata fatta la riforma dell’OCM zucchero, in relazione alla quale la Regione si è immediatamente attivata con l’organizzazione di una task force; per Fermo e per Jesi si è riunita decine e decine di volte, coinvolgendo ogni volta non solo gli enti locali interessati (Comune e Provincia), ma anche i sindacati e non ultime le associazioni di categoria immediatamente interessate, cioè le organizzazioni agricole e le associazioni delle cooperative agricole.
La firma degli accordi di programma - a Jesi è avvenuto l’anno scorso - è riservata agli enti chiamati in causa, è dunque a loro che si chiede di firmare questo tipo di accordo.
Andando per ordine. L’accordo di conversione dello zuccherificio di Jesi, firmato il 15 febbraio 2010, ha subìto uno stop per una serie di motivi. Alcuni di questi sono di natura politica, perché la proposta di riconversione prestata dalla SADAM, pur avendo avuto l’accoglimento delle istituzioni coinvolte, è stata una proposta molto dibattuta, estremamente controversa, che ha reso molto difficile anche l’iter procedurale.
La questione dirimente è però stata un’altra, ovvero la non convenienza economica di quell’ipotesi di riconversione che nel tempo aveva perso appeal. Cioè la produzione di biodiesel in Europa, non solo in Italia, è diventata deficitaria sotto il profilo economico.
Quindi si va verso una rigenerazione di quell’accordo di programma, di fatto verso un accordo che cambi gli elementi che in quell’accordo di programma erano stati condivisi.
Certo, una parte sostanziale anche del prossimo accordo dovrà per forza di cose essere la garanzia dell’occupazione che appunto rimane la motivazione principale del piano di ristrutturazione, dovranno essere rispettati i piani sociali e di ristrutturazione presentati ai sensi del regolamento CE.
Attraverso questa rigenerazione dell’accordo verrà quindi garantita l’applicazione delle norme nazionali sugli ammortizzatori sociali, ovviamente riguardo prima alla cassa integrazione in deroga e dopo a quella per la ristrutturazione. Perché, come sapete, ci sono stati degli accordi straordinari su questi istituti per i quali si arriva ai quattro-cinque anni invece dei due previsti. Già oggi siamo in cassa integrazione fino al 30 giugno 2011 con la possibilità di prorogare, a parte la ristrutturazione, fino al 31 dicembre 2011.
Il piano di ristrutturazione, come dicevo, verrà presentato secondo i regolamenti previsti. La cassa integrazione, tra l’altro, verrà integrata dall’azienda in modo che i dipendenti abbiano una retribuzione il più possibile vicina a quella che c’era con le attività dello stabilimento in corso.
L’impegno delle istituzioni fino al 2010 fu quello di perseguire la concretizzazione di quell’accordo. Così come oggi vi è quello di vigilare che anche questa rigenerazione possa di nuovo garantire l’occupazione attraverso quella richiesta specifica che abbiamo fatto al Gruppo Maccaferri, cioè quella di rimanere con la presenza industriale su quell’area, in modo da dare una prospettiva industriale di qualità al futuro non solo di quell’area ma dell’economia della Vallesina nel suo complesso.
A livello procedurale voglio ricordare che l’azienda SADAM, così come tutte quelle aziende bieticole saccarifere che hanno dovuto chiudere i 15 stabilimenti sui 19 presenti in Italia, non ha particolari obblighi rispetto ai tempi o ad altre questioni, se non quelli legati alla bonifica; devono cioè presentare uno specifico piano di caratterizzazione e ovviamente eseguirlo secondo i tempi previsti dal regolamento comunitario. L’altra questione è quella di mettere in campo gli ammortizzatori sociali di cui dicevo prima; naturalmente per la bonifica vi è tutta la procedura di approvazione e di controllo in particolare da parte dell’Arpam.
La Regione è in contatto con il Ministero per le politiche agricole in quanto è in previsione un comitato interministeriale che a sua volta vigila non solo sugli accordi ma anche sulla redazione di nuovi accordi o sulle modifiche degli accordi già sottoscritti.
Noi abbiamo fatto, come ho ricordato all’inizio, diversi incontri, gli ultimi il 16 marzo scorso, al mattino con i sindacati, il pomeriggio con l’azienda, il Comune di Jesi e la Provincia di Ancona.
Ciò che di fatto sta prendendo forma nelle proposte che l’azienda sta ponendo sul tavolo è una riconversione dell’area in senso industriale e commerciale, ottimizzando sotto il profilo urbanistico le destinazioni già presenti su quell’area, ritagliando diversamente la presenza industriale e sopratutto puntando a una presenza commerciale sia in termini di medie superfici che in termini di grandi superfici.
Riguardo a un altro aspetto, ossia quello legato a una riconversione che consenta in termini innovativi di dare una prospettiva all’economia manifatturiera della Vallesina, la stessa azienda ha già condiviso uno statuto per un accordo con l’Università Politecnica di Ancona per dare il via a una serie di Spin Off di carattere industriale in collaborazione con la stessa Università di Ancona. Quindi attraverso questo accordo si tratta di dare il via a incubatoi di imprese che possano permettere lo Spin Off universitario e quindi dare il via su quell’area a nuove attività.
Ora prima di Pasqua abbiamo previsto altre riunioni, tra cui anche l’incontro interministeriale a Roma.
Nel frattempo la SADAM, così come la Provincia di Ancona e il Comune di Jesi, stanno verificando la fattibilità di queste proposte, sopratutto per quanto riguarda gli elementi di carattere commerciale, in relazione alle normative vigenti e alle procedure che devono essere assolutamente rispettate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Prendo atto della risposta del Vicepresidente Petrini.
Voglio ricordare che la SADAM rappresenta, o meglio, rappresentava per Jesi e per la Vallesina un’importante fonte di occupazione e se volete, nel momento in cui venne costruita, anche di innovazione, ma sappiamo tutti che in base alla riforma OCM zucchero ha poi dovuto chiudere.
Nella mia interrogazione chiedevo se la Giunta era a conoscenza del piano industriale, e ora il Vicepresidente ci ha detto che sta maturando questa proposta, rispetto però a un’esigenza, che pure l’Assessore ha dichiarato, cioè che la presenza industriale nella Vallesina resti tale.
A modesto giudizio del sottoscritto mi sembra di capire che la posizione del Governo regionale sia per certi aspetti più avanzata di quella del Comune e della Provincia, che, invece, starebbero discutendo da un lato il progetto di Spin Off universitario e dall’altro un centro commerciale su medie e grandi superfici.
Credo che il risultato della politica di insediamento dei grandi centri commerciali sulle nostre valli sia sotto gli occhi di tutti, non penso possa generare occupazione né tanto meno sviluppo. Mi permetto di dire – ma credo che altri lo ripeteranno – che la città di Jesi nell’offerta commerciale abbonda già di per sé. Motivo dunque per cui chiedo al Governo regionale di porre in essere tutto quanto può affinché si eviti un’ulteriore espansione commerciale con quel depauperamento della città che, ripeto, è un po’ sotto gli occhi di tutti. Che invece si avvii il prima possibile l’opera di bonifica con il controllo e la supervisione dell’Arpam e l’avvio della riconversione.
Puntare alla riconversione significa mettere nelle condizioni la Vallesina di poter fornire tecnici, competenze e saperi adeguati alle esigenze attuali, mentre aprire centri commerciali va sicuramente nella direzione opposta.
Ringrazio comunque il Vicepresidente per la sua risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Anch’io, come il Consigliere Bucciarelli, voglio ringraziare il Vicepresidente Petrini, e non soltanto per la sua risposta, ma anche per quell’interesse e attenzione con cui in questi lunghi mesi ha seguito la vicenda.
Credo però che l’attenzione della Regione o delle altre Istituzioni non possa non far rimanere in primo piano la pesantezza, la gravità della situazione.
Leggevo pochi giorni fa una dichiarazione del presidente del consiglio di gestione di una grande struttura commerciale, che non cito, che faceva riferimento ad alcune prese di posizione del Ministro dell’economia rispetto alla crisi mondiale, su un punto ha fatto riferimento alla modifica della struttura dei mercati che è completamente cambiata, ovvero prima l’offerta alimentare superava la domanda adesso è l’inverso.
Il mondo ha fame e l’agricoltura si deve adeguare, deve riguardare le produzioni cercando di tenerle a riparo da inaccettabili speculazioni finanziarie. Quindi anche l’Europa si deve adeguare. Occorre recuperare errori strategici, perché abbiamo smantellato il nostro settore bieticolo saccarifero per poi ritrovarci oggi a comprare zucchero da tutto il mondo.
Per la riforma OCM – neppure il Consigliere Bucciarelli credo condividesse quella posizione – si è dovuto, si era detto, chiudere lo zuccherificio. Su questo io ho sempre mantenuto una mia idea, ossia, con la riforma OCM c’è chi ha voluto chiudere gli zuccherifici perché di fatto eravamo in presenza di un’economia drogata.
Fra l’altro anche pochi giorni fa, rispetto a questa dichiarazione, in un incontro con la Rsu un sindacalista della Cisl mi ha detto che aveva avuto modo di parlare con un ex Ministro dell’agricoltura - e non era il Ministro Alemanno, perché con il Ministro Alemanno riuscimmo a chiudere la vertenza con 6 e non con 4 zuccherifici. E sui 6 Jesi c’era! E la partita si è riaperta dopo 13-14 mesi. Quindi a mio avviso occorreva più tenacia per far sì, visto appunto che si era passati da 19 a 6, che quello di Jesi potesse essere salvato -, bene, questo Ministro ha detto che è stato commesso un errore.
Credo che siamo ancora in presenza di una situazione pesantissima. C’è un immobilismo dell’azienda che nonostante siano passati circa tredici mesi dalla firma dell’accordo di riconversione - tra l’altro voglio ricordare che il Sindaco si è assunto tutta la responsabilità in quell’accordo di riconversione, perché ha firmato contro il parere del Consiglio comunale, quindi se non altro andava usata delicatezza nei confronti di un amministratore che si era assunta la responsabilità – non ha presentato alcun progetto per la valutazione di impatto ambientale e nessun atto per l’avvio dell’iter autorizzatorio. Non ha presentato un serio progetto industriale.
Concordo con le dichiarazioni che faceva nel merito il Presidente Bucciarelli, ossia, non possiamo accettare proposte legate ad attività commerciali, non è questo. Tra l’altro queste devono essere pianificate e programmate dalle istituzioni, no che le istituzioni stanno a recepire proposte dopo aver chiuso industrie che hanno rappresentato tantissimo per l’economia e per l’occupazione del nostro territorio.
Credo che fra le ragioni che hanno portato a sottoscrivere l’accordo c’era anche il valore del mantenimento di un gruppo industriale a Jesi e nel territorio marchigiano. Allora proprio questo valore l’azienda deve dimostrarlo presentando un piano industriale serio, credibile e che garantisca occupazione.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Mi associo totalmente alle dichiarazioni fatte dal Consigliere Giancarli, quindi il mio intervento sarà breve.
La realtà dei fatti è che allo stato attuale la società Maccaferri ha portato a casa 70 milioni di euro a seguito di una moratoria relativa alla chiusura degli zuccherifici in base a disposizioni della Comunità europea, e purtroppo sui territori ha lasciato macerie.
E queste macerie rischiano di concretizzarsi in un progetto industriale che potrebbe creare nuove polemiche, perché, come ci ha illustrato il Vicepresidente della Giunta, la proposta è quella di una riconversione e recupero delle aree in zone industriali e commerciali. Ma tutti sappiamo che il rischio evidente non è tanto quello di realizzare un ennesimo centro commerciale di grandi dimensioni, quanto il fatto che le potenzialità di occupazione determinate dalla presenza della SADAM a Jesi, e direi anche a Fermo, erano così evidenti, variegate e intercategoriali che nessun centro commerciale le potrà mantenere in vita in una simile proporzione.
Quindi la difficoltà non soltanto rischiamo di subirla ma anche di averla come peso all’interno della comunità e delle istituzioni.
La domanda più evidente è se questa trasformazione attraverso un progetto industriale e commerciale ha validità nel contesto del panorama regionale, in quanto tutti siamo d’accordo a limitare i grandi centri commerciali e le grandi superfici espositive. E soprattutto se la ricaduta sul piano dell’occupazione sarà ancora una volta a livello di precariato giovanile, come appunto vediamo fare in tutti i centri commerciali, oppure se sarà in funzione la creazione di Spin Off, ovvero l’avvio di nuove attività di impresa che generano volano occupazionale e volano economico.
Io su questo sono pessimista, la grande occasione, infatti, è già stata persa nel non imporre a Maccaferri, come si doveva fare, le condizioni di uscita da questo settore in questa nostra regione; una regione che era una delle più importanti nel settore saccarifero, pur nelle condizioni delle imposizioni normative.
La proposta che vorrei ora porre all’attenzione è quella di pensare non soltanto agli Spin Off, che certamente rappresentano una grande occasione, seppure per alcune scelte sperimentale, come ha detto giustamente l’Assessore, ma anche di pensare a quell’area come un’occasione di investimento per quanto riguarda le energie rinnovabili. E’ vero che non c’è più la spinta verso il biodiesel, ma ci sono comunque tante altre situazioni per l’occupazione e per lo sviluppo delle energie rinnovabili per quei settori su cui l’investimento europeo e nazionale ancora esiste, e quindi occorre puntare affinché ci sia un centro regionale di produzione, di tecnologia, di investimento su questo settore.
Credo che una nicchia dello spacchettamento della SADAM zuccherificio Jesi lo meriti se non altro come radice storica dal punto di vista della produttività di quella zona un tempo chiamata la piccola Milano, ma che oggi rischia, tra cassa integrazione e attività di poco peso, di divenire veramente un peso enorme per un’intera vallata, per una buona parte della regione.


Interrogazione n. 152
del Consigliere Zinni
“Situazione del Centro regionale dialisi pediatrico”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 152 del Consigliere Zinni decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 177
dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Traversini
“Patrimonio boschivo delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 177 dei Consiglieri Giancarli, Badiali, Traversini.
Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. In merito a questa interrogazione rappresento quanto segue.
Il PSR Marche 2007/2013 prevede le seguenti misure destinate al settore forestale: 1.2.2 (migliore valorizzazione economica delle foreste), 2.2.1 (imboschimento superfici agricole), 2.2.2 (primo impianto di sistemi agroforestali), 2.2.4 (indennità Natura 2000 terreni forestali), 2.2.6 (ricostituzione del potenziale forestale ed interventi preventivi, 2.2.7 (investimenti non produttivi forestali), stanziando complessivamente 26.108.969,00 euro, divisi ovviamente per le diverse misure – poi consegnerò la tabella in maniera possa essere tutto più intellegibile –.
Di questi 26.108.969,00 euro sono stati impegnati 12 milioni 308 mila, cioè il 47,14%.
Ricordo che siamo vicini a metà del periodo di programmazione, con la possibilità di rendicontare le spese fino al 31 dicembre 2015. Insomma, siamo a metà cifra impegnata, a metà del periodo di programmazione e con due anni in più per rendicontare.
Alla Misura 1.2.2 abbiamo apportato delle modifiche, le abbiamo portate al Comitato di sorveglianza, sono state recepite dall’Assemblea legislativa e ratificate dalla Commissione europea. Stiamo ora attendendo il prossimo Comitato di sorveglianza. Solo successivamente potremmo ratificarle con la Giunta regionale e quindi mettere in campo le disposizioni attuative necessarie per questa Misura, per la quale l’Autorità di gestione emanerà immediatamente un bando.
Riguardo alla Misura 2.2.1 dopo la chiusura del primo bando impegneremo la dotazione residuale, che ad oggi è di circa 1 milione 282 mila, in un bando successivo.
Per la Misura 2.2.2 non faremo immediatamente un bando, lo prevediamo per il prossimo anno.
Per la Misura 2.2.4 il bando scade il 15 maggio 2011. In seguito potremo valutare la risposta dei beneficiari alle indennità concesse per valutare un’eventuale modifica dell’attuale scheda di misura. Modifica che può essere anche funzionale per attuare gli accordi agroambientali d’area, come è nostra intenzione fare.
Riguardo la Misura 2.2.6 l’importo residuale di 4 milioni 900 mila coprirà finanziariamente i bandi da emanare nel 2012 e nel 2013, secondo il programma che ci siamo dati a seguito delle nuove disposizioni attuative adottate dalla Giunta regionale. II 1° bando, quello che conteneva 8 milioni 508 mila, si è concluso. Il 2° bando prevede quale termine di scadenza il 20 maggio 2011. Il 3° bando sarà adottato dopo la chiusura del 2° e comunque entro il 2011.
Anche per la Misura 2.2.7 sono state predisposte le disposizioni attuative. Per valutare le stesse sarà a breve convocato un tavolo. Siamo inoltre in relazione con la Commissione europea per apportare le ultime modifiche, sulle quali non ci sono comunque problemi.
Dato che il 2011 è l’Anno internazionale delle foreste, così come proclamato dalle Nazioni Unite, e che nel 2012 scade la prima dead-line relativa al rispetto degli impegni internazionali e comunitari per arrestare il declino della biodiversità e per migliorarla in termini quali-quantitativi, obiettivi sanciti in sede di Conferenze mondiali sulla Conservazione della Biodiversità (CBD), si ritiene opportuno concentrare le risorse sull’azione c) della Misura, la quale prevede appunto il finanziamento di investimenti finalizzati all’aumento della biodiversità forestale da perseguire mediante l’esecuzione di opportuni lavori selvicolturali. Ciò, con riferimento al terzo punto dell’interrogazione, anche per favorire l’occupazione nel settore forestale, dato che le azioni a) e b) prevedono invece interventi strutturali ed infrastrutturali sui fabbricati e la viabilità forestale demaniale e, pertanto, soprattutto di ingegneria edile e civile.
Ricordo, inoltre, che ai sensi del Reg. CE n. 369/2009 le schede delle Misure 2.2.6 e 2.2.7 sono state oggetto di notifica alla competente struttura della Commissione europea in quanto costituiscono Aiuto di Stato ai sensi del Trattato dell’Unione, e che l’approvazione delle stesse è avvenuta con Decisioni comunitarie alla fine del dicembre 2009. In particolare, per quel che riguarda la Misura 2.2.7, l’iter si è concluso il 17 maggio 2010. Tale circostanza ha condizionato l’attuazione di tali Misure, soprattutto della 2.2.7, anche per l’impegno garantito dalle strutture regionali competenti (PF Forestazione e PF Politiche comunitarie) a supportare le relative e positive Decisioni finali della Commissione europea.
Inoltre il processo di riordino degli enti montani, ai sensi della l.r. n 18/2008, ha altresì reso necessario procedere a modifiche delle schede di misura, delle deliberazioni regionali riguardanti le disposizioni attuative ed il riparto dei fondi, atti propedeutici all’emanazione dei bandi di accesso agli aiuti.
Con riferimento al terzo punto dell’interrogazione, l’impegno è ovviamente quello del pieno utilizzo delle risorse disponibili per le foreste e il settore forestale, per le motivazioni e le esigenze che condivido con coloro che hanno svolto le interrogazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Innanzitutto, anche a nome dei colleghi Badiali e Traversini ringrazio per la risposta il Vicepresidente Paolo Petrini.
Noi con questa interrogazione volevamo soltanto segnalare un’attenzione, una sensibilità necessaria alle nostre zone interne e montane, rifacendoci, tra l’altro, anche ad alcuni grandi momenti di elaborazione politico-culturale come quello della Carta di Fonte Avellana o dello stesso Progetto Appennino.
Quindi ringraziamo il Vicepresidente per questo impegno. Ovviamente anche noi invitiamo a sollecitare questo Comitato di sorveglianza, perché riteniamo consenta, una volta assunte delle decisioni, di liberare risorse aggiuntive, come pure sollecitiamo tutti gli atti di carattere burocratico affinché si possa investire quanto prima.
Il 2011, come ricordava l’Assessore, è stato proclamato dall’Assemblea generale dell’ONU l’Anno delle foreste e dei popoli che vi abitano. Quindi alle nostre popolazioni che vivono nelle zone interne e montane dobbiamo dare dei segnali di attenzione, dei segnali di investimento.
Sappiamo quanto siano importanti i boschi per la biodiversità terrestre. Pertanto, essendo peraltro impegnati in una situazione più generale di difesa dei beni comuni, riteniamo che tali investimenti possano marcare un ulteriore contributo in direzione appunto di una crescita sostenibile del territorio.
Siamo fiduciosi che l’azione dell’Assessorato all’agricoltura della nostra Regione sarà tutta improntata a far sì che si faccia non soltanto quanto di necessario ma che lo si faccia anche in fretta.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Prima di procedere alla prossima interrogazione ritorniamo alla richiesta di iscrizione della mozione n. 129 “Gestione emigrati dei paesi in rivolta” formulata all’inizio dei nostri lavori dal Consigliere Latini e momentaneamente sospesa.
Pongo in votazione l’iscrizione della mozione n. 129, proponendo di abbinarla alle mozioni, poste al punto 5), che trattano l’argomento della Libia.

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 154
dei Consiglieri Bugaro, Zinni
“Tutela della salute e salvaguardia ovvero potenziamento dei servizi e delle strutture sanitarie della Zona territoriale n. 4 dell’ASUR”

Interrogazione n. 198
del Consigliere Latini
“ASUR - Zona territoriale 4 - Ospedale di Senigallia”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 154 dei Consiglieri Bugaro, Zinni e l’interrogazione n. 198 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Riguardo all’interrogazione n. 154, a seguito di una dettagliata relazione del Direttore di Zona, si precisa quanto segue.
Risulta priva di fondamento l’affermazione dell’interrogazione secondo cui la chiusura degli Ospedali Ostra, Ostra Vetere e Corinaldo ha messo in condizione la Zona Territoriale di Senigallia di “costruire nel tempo, una rete di servizi sanitari, che non hanno comunque bilanciato quanto prima rimosso”. Infatti, la Zona territoriale dispone attualmente di 342 posti letto attivi che è leggermente superiore alla dotazione di posti letto previsti dalla programmazione sanitaria nazionale. Le norme attuali, infatti, prevedono una dotazione di 4 posti letto per mille abitanti a fronte di una dotazione della Zona territoriale di Senigallia pari al 4,3 per mille abitanti.
Non risulta, nonostante una attenta ricerca, alcuna dichiarazione del Sindaco di Senigallia circa la definizione e la collocazione dell’ospedale di Senigallia quale “ospedale satellite dell’ospedale regionale di Torrette”.
Risulta priva di fondamento l’affermazione degli interroganti secondo cui ci sarebbero state differenti comunicazioni sull’andamento della situazione finanziaria della Zona territoriale n. 4 di Senigallia. II Direttore di Zona ha sempre fornito un solo dato, lo stesso che è stato comunicato alla conferenza dei Sindaci il 30 luglio 2010. Come è stato brillantemente ricostruito anche dalla stampa locale altri soggetti hanno alimentato le polemiche fornendo altri dati privi di fondamento.
E’ altrettanto priva di fondamento l’ipotesi di un depotenziamento dell’ospedale di Senigallia, ipotesi peraltro non supportata da atti conseguenti. E’ invece vero che l’ospedale punta ad una ulteriore qualificazione con la disponibilità di nuovi spazi (sono in atto i trasferimenti di riabilitazione, neurologia, diabetologia, ecc.) per l’utilizzo del nuovo monoblocco, la riorganizzazione del CUP (in spazi più ampi dove centralizzare tutte le risorse), il completamento di 3 nuove sale operatorie per l’area ostetrica e chirurgica, il potenziamento del Pronto soccorso (per ridurre i tempi di attesa dei codici bianchi e verdi), l’implementazione di una degenza di riabilitazione (oggi assente) all’interno della UO di lungodegenza post acuzie, il completamento della messa a norma dell’ospedale, il trasferimento in una nuova sede della Psichiatria, la riorganizzazione del laboratorio di analisi, il potenziamento dell’attività di ricovero diurno, ecc.
Si condivide l’affermazione secondo cui “la RSA e gli altri servizi poliambulatoriali, compresi quelli socio-assistenziali presenti nel territorio comunale di Ostra Vetere (Centro diurno “G. Romita” per diversamente abili) siano fondamentali per garantire il diritto alla salute dei cittadini e delle famiglie e che pertanto vadano, anziché eliminati, riqualificati e potenziati”. Si ritiene inoltre che anche i servizi sanitari e socio assistenziali presenti negli altri comuni della Zona svolgano un ruolo importantissimo e da sostenere.
Pur nel rispetto le indicazioni della Conferenza dei Sindaci sulle Potes ricomprese nel territorio della Zona territoriale 4, si ritiene che il confronto con la Regione Marche debba riguardare l’intera distribuzione delle stesse su tutto il territorio regionale attraverso la modifica della legge regionale 36/1988, tra l’altro già modificata appena due anni fa con la legge regionale 13/2008.
In ordine all’interrogazione n. 198 il Consigliere Latini si osserva quanto segue.
La Zona Territoriale di Senigallia non ha una dotazione di personale inferiore alle zone territoriali di Jesi e di Fano, come invece sostenuto dal Consigliere Latini. Infatti la ZT di Senigallia ha una dotazione di personale pari 1,28 unità per 100 residenti, mentre la ZT di Fano di 1,03 e di Jesi di 1,27 (dati desumibili dalla proposta di Piano sociosanitario regionale).
Risulta priva di fondamento l’affermazione secondo cui la Zona Territoriale di Senigallia vedrà ridurre di 30 unità il proprio personale nel corso del 2010. Nel 2010 si sono registrate 145 assunzioni a qualunque titolo a fronte di 155 cessazioni dal servizio. La differenza negativa di 10 unità sarà recuperata nel 2011.
Per quanto riguarda il Pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia, il personale medico ed infermieristico della struttura è al completo. Manca il solo direttore che sarà assunto nel corso di quest’anno.
Il Dipartimento delle dipendenze ha recentemente ed improvvisamente perso due unità mediche per dimissioni volontarie dello stesso personale interessato a lavorare in altre Zone territoriali. Il concorso per la loro sostituzione è stato completato il mese di febbraio 2011 e prima possibile si provvederà ad assumere i due vincitori.
Il Servizio di emergenza territoriale è in grado di svolgere le funzioni assegnate senza alcun pregiudizio.
Risulta priva di fondamento l’affermazione secondo cui non è nota la data di assunzione dei Direttori di unità operativa; il Collegio di direzione e le organizzazioni sindacali e le unità operative interessate sono state informate che i nuovi direttori prenderanno servizio il 1° luglio 2011.
Le disposizioni emanate all’ASUR Marche, in considerazione di quanto approvato dalla Giunta regionale con d.g.r. n. 1227 del 2 agosto 2010 relativa al processo di budget, prevedono sia per l’anno 2010 sia per l’anno 2011 la sostituzione del turnover in ragione del 70% delle cessazioni per tutte le Zone territoriali in condizioni di tendenziale squilibrio finanziario; tali disposizioni dell’ASUR Marche sono rispettate anche dalla Zona territoriale n. 4 di Senigallia.
L’applicazione delle disposizioni di cui al punto sopra è stata attuata nel rispetto del mantenimento di tutti i servizi sanitari senza alcuna riduzione di attività.
Tutto ciò premesso il Direttore della Zona territoriale ritiene non ci sia l’ipotesi di un depotenziamento dell’ospedale di Senigallia, ipotesi peraltro non supportata da atti conseguenti.
L’ospedale punta ad una ulteriore qualificazione con: la disponibilità di nuovi spazi (sono in atto i trasferimenti per l’utilizzo del nuovo monoblocco), l’inserimento di nuove specialità (per esempio Urologia in collaborazione con la ZT di Jesi), la riorganizzazione del CUP (in spazi più ampi dove centralizzare tutte le risorse), il completamento di tre nuove sale operatorie per l’area ostetrica e chirurgica, il potenziamento del Pronto soccorso (per ridurre i tempi di attesa dei codici bianchi e verdi), l’implementazione di una degenza di riabilitazione (oggi invece assente come UO di lungodegenza post acuzie).

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Con molto equilibrio e altrettanta pacatezza replico alla risposta datami dall’Assessore.
Il problema investe un’area molto considerevole del nostro territorio, la seconda città della provincia per densità e tutta la vallata del Misa e della Nevola che ha in Senigallia il suo punto di raccordo.
Devo dire, Assessore, che rispetto a quello che lei ha appena espresso trovo delle contraddizioni. Ad esempio le notizie apparse in questi giorni sulla stampa - faccio presente che l’interrogazione è datata 22 settembre 2010 - vanno in segno contrario rispetto a quello che lei ha detto, ossia il potenziamento della struttura. E le notizie non sono frutto di indiscrezioni, sono bensì dichiarazioni puntuali di chi è deputato oggi per delega della Giunta a rappresentare e gestire tecnicamente la Zona territoriale e quindi l’ospedale. Mi riferisco al dott. Pesaresi che ha affermato che c’è un processo sostanziale che vede una sorta di depotenziamento dell’ospedale di Senigallia a favore dell’ospedale di Torrette. E ciò non solo è innaturale, ma secondo me è problematico sia dal punto di vista logistico come pure del fatto che Torrette è già pesantemente congestionato.
Lei questa mattina, Assessore, ha ricevuto il Sindaco di Ostra che le ha elevato la preoccupazione per la decisione presa da Pesaresi in assoluta autonomia, senza aver consultato, come la legge vorrebbe, la Conferenza dei Sindaci, quella cioè di chiudere la guardia medica di Ostra che, ricordo, è il comune capofila di quella vallata.
Insomma, tutti elementi che sommati creano sconcerto e preoccupazione nel settore più delicato, quello della sanità, e che rendono un’intera area in grande sofferenza.
Allora mi auguro, Assessore – e lo prenda come un auspicio da chi non guarda il colore politico bensì ai problemi della gente – che quanto lei mi ha appena risposto trovi reale compimento e fondamento. Seppure, purtroppo, la storia recente di questa Regione e del Governo regionale mi induce ad avere dei forti dubbi. Infatti troppo spesso ho visto – ho ormai l’onore di stare in quest’Aula da due legislature – che vengono date in quest’Aula risposte alle interrogazioni di un certo tenore e poi le decisioni assunte si dimostrano diametralmente opposte. Mi auguro non sia questo il caso e che quindi le mie preoccupazioni non solo vengano fugate ma addirittura smentite.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Innanzitutto, Assessore, devo dire che c’è un po’ da vergognarsi sulla tempistica di risposta a questa interrogazione, sono infatti passati sei mesi. (…) Sì, certo, sono convinto che non sia colpa sua, probabilmente ha dovuto aspettare che le dessero per iscritto le informazioni da lei richieste.
Ma di fatto siamo arrivati a un punto in cui un Consigliere regionale deve chiedere informazioni con una interrogazione. Perché? Perché a seguito di dichiarazioni stampa, queste sì, fulminee e veloci, questa estate il Sindaco Mangialardi ha affermato che Senigallia come filosofia doveva diventare il satellite di Ancona ospedale. E questo suffragato dalla mancata delucidazione di tutto ciò nella Conferenza dei Sindaci dell’area in oggetto. Cioè una mattina il Sindaco di Senigallia si sveglia, si fa più bello dei Sindaci delle Valli del Misa e del Nevola, lo fa con l’ausilio del direttore Pesaresi, e lancia questo grande messaggio. Nessuno capisce di che cosa si tratta per cui scatta la fibrillazione, la paura in alcuni comuni di perdere quel poco di servizi che hanno.
Quindi ora ci ritroviamo a commentare, a dover rispondere su un quesito che per lei e la sua amministrazione direi è quasi banale, è cioè poco rispetto al CUP, rispetto al Piano sanitario regionale complessivo, rispetto a investimenti per migliaia di euro. Però la risposta di oggi non solo è comunque deludente ma non è neppure una risposta di un direttore tecnico, è bensì la risposta politica di un apparato. Perché? Perché di fronte a una serie di timori che entro Natale andavano demoliti con risposte tecniche e concrete di numeri ora la risposta è “tutto è infondato”. Ossia, non c’è una sola spiegazione tecnica di dove si vuole andare a parare, nessuno ha capito cosa diavolo vuol dire questo spot che parla dell’ospedale di Senigallia come satellite di quello di Ancona. Non si capisce quale sarà lo sviluppo dei reparti.
Inoltre, in un momento in cui sono anni che decidiamo di accorpare gli ospedali ma soprattutto di prevenire l’intasamento di alcuni servizi, non si capisce nemmeno che senso abbia il potenziamento del pronto soccorso sui codici bianchi e verdi. Vorrei ricordare che le politiche sanitarie sul pronto soccorso tendono non a aumentare i codici bianchi e i codici verdi bensì a ridurli attraverso il rapporto con il medico di famiglia, attraverso la medicina preventiva e la diagnostica poliambulatoriale. Invece il direttore Pesaresi immagina di potenziare il pronto soccorso non sui codici rossi ma sui codici bianchi e i codici verdi, quindi in controtendenza con le linee di gestione amministrative degli ospedali.
A ciò aggiungo che l’unica nota positiva della sua risposta, Assessore – ma le dico molto francamente che su questo c’è chi ha dovuto combattere sul territorio - è la salvaguardia dei servizi poliambulatoriali delle Valli del Misa e del Nevola e la RSA di Ostra Vetere. Ma questo da quando abbiamo fatto le interrogazioni ad oggi è stato deciso attraverso, ripeto, un pressing incredibile dei Sindaci di quelle Valli; prima le ho anche chiesto di iscrivere per la prossima seduta l’interpellanza a firma mia e del Consigliere Bugaro sulla guardia medica di Ostra, perché è evidente che è un discorso associato a questo.
Concludo dicendo che è giusto accorpare gli ospedali, è giusto tagliare le centrali di costo, è giusto cercare di garantire coefficienti di prestazioni sanitarie anche con strumenti diversi dagli ospedali, quello invece che non è giusto, ed è attinente alla politica, è di non rimanere prigionieri delle statistiche, di non rimanere prigionieri del rapporto posti letto per abitante, del rapporto servizi per abitante. Dobbiamo infatti capire anche il dato antropico del nostro territorio. Le Valli del Misa e del Nevola sono una realtà ben precisa e non è certo colpa loro se hanno una densità di popolazione minore rispetto… (…) Certamente sì, Assessore, però voglio arrivare al succo del ragionamento. Se in passato l’entroterra senigalliese ha visto la chiusura di alcune strutture perché erano fuori dalle ovvietà politiche gestionali, vale a dire che non si può fare un ospedale per ogni paese, è però altrettanto vero, Assessore, che dobbiamo pensare bene nell’iniziare questo meccanismo molto politico e poco di sostanza, ovvero quello che vede da un lato la centralità di Senigallia rispetto a tutte le Valli, dall’altro Senigallia che andrà comunque a perdere qualcosa in termini di efficienza dei reparti in quell’ottica di crescita dell’ospedale regionale di Torrette.
(…) Collega Busilacchi, lo spero tanto, ma spero anche che qualcuno ci dimostri qualche dato concreto. Perché ad oggi, ripeto, la risposta del direttore Pesaresi è stata politica e non tecnica numerica. Cioè a tutt’oggi non sappiamo quali siano le condizioni effettive del bilancio del debito di Senigallia, sappiamo soltanto che l’abbiamo spuntata con la nostra opposizione sulla chiusura dei servizi poliambulatoriali e della RSA di Ostra Vetere.
Quindi confidiamo, Assessore, che lei intervenga e che dimostri attenzione per le Valli del Misa e del Nevola nonostante sia proveniente da altro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Il mio intervento sarà molto breve e funzionale all’interrogazione da me presentata.
Ringrazio l’Assessore per la risposta in quanto tende a dare certezze a tutte quelle voci diffuse apparse sia nelle sedi istituzionali e amministrative che sulla stampa, alimentate anche dagli stessi protagonisti, a cominciare dagli operatori sanitari dell’ospedale.
La risposta data è nella logica della razionalizzazione delle spese e sono convinto anche nella concretizzazione di quegli impegni che rispetto a un ospedale davvero importante come quello di Senigallia sono necessari e che vanno verso quella filiera di efficienza ed efficacia amministrativa che tenderà non a renderlo, come è stato chiamato, satellite dell’ospedale di Torrette, bensì polo centrico dell’attività sanitaria di base per almeno tre vallate, ossia per una comunità di oltre 150 mila abitanti come richiesto dalle ultime disposizioni.
Ma credo sia necessario passare ad atti concreti, perché ci sono stati dubbi, polemiche, c’è stata una sorta di stallo, ormai però superata dalle disposizioni e dalle indicazioni economiche che appunto devono favorire il rilancio di quella attività storicamente importante come è quella della sanità del senigalliese, delle potenzialità che ha l’ospedale dal punto di vista del rinnovo delle attività, soprattutto per quanto riguarda le post acuzie che, secondo me, è uno dei filoni più importanti del nuovo piano sanitario regionale.


Interrogazione n. 247
del Consigliere Binci
“Residenze protette per anziani non autosufficienti. Applicazioni d.g.r. 1230/2010 e 1729/2010”

Interrogazione n. 251
dei Consiglieri Pieroni, Giancarli, Bucciarelli, Badiali
“Convenzione tra Azienda sanitaria unica regionale e Residenze protette per anziani”

Interrogazione n. 259
del Consigliere Latini
“Residenze protette per anziani”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 247 del Consigliere Binci, l’interrogazione n. 251 dei Consiglieri Pieroni, Giancarli, Bucciarelli, Badiali, l’interrogazione n. 259 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Occorre partire innanzitutto da una premessa. Le Residenze protette per anziani sono strutture residenziali sociali autorizzate ai sensi della l.r. 20/02 che si occupa, appunto, alle strutture che afferiscono all’area sociale. Rivolgendosi a persone anziane non autosufficienti la normativa nazionale (d.p.c.m. 14 febbraio 2001 e d.p.c.m. 29 novembre 2001) prevede una quota a carico del Servizio sanitario regionale pari al 50% della tariffa giornaliera e compartecipazione per la restante metà del cittadino o, in caso di indigenza, del comune di residenza. I circa 4.200 posti letto di Residenza protetta autorizzati attualmente sul territorio regionale afferiscono a circa 150 strutture, di varia grandezza e natura giuridica (Comuni, IPAB, cooperazione sociale, privato for profit) ed il tetto di fabbisogno fissato dalla Regione con d.g.r. 1789/09 è di 3.411 posti letto convenzionabili.
La Giunta regionale ha piena consapevolezza che le “Residenze protette per anziani rappresentano un nodo di network sociosanitario della Regione Marche” tanto che ha avviato da alcuni anni un impegnativo percorso di progressivo allineamento delle articolate e diversificate situazioni territoriali alle indicazioni della l.r. 20/02, con particolare riferimento ai livelli dell’assistenza socio-sanitaria erogata e della quota sanitaria a carico della sanità regionale.
Per quanto concerne il percorso di regolamentazione delle Residenze protette, è iniziato nel 2005 e nel 2010 ha visto il suo completamento formale con l’accordo tra Giunta regionale e Organizzazioni sindacali che stabilisce di concludere nel 2013 il riallineamento di livelli di assistenza erogati e conferimento della intera quota spettante alla sanità pubblica agli Enti gestori.
Nel 2010 la Giunta regionale, pur nella permanente congiuntura economica negativa, ha formalizzato la conclusione dell’accordo con le Organizzazioni sindacali che, con un impegno aggiuntivo di oltre 40 milioni di euro tra il 2010 ed il 2013 a carico del fondo sanitario regionale, permetterà di raggiungere e garantire la quota sanitaria del 50% della tariffa giornaliera in più di 3.400 posti letto convenzionati di Residenza protetta.
Con d.g.r. n. 1230 del 2 agosto 2010 è stato formalmente approvato lo schema di accordo con le Organizzazioni sindacali con il quale la Giunta si è impegnata a procedere all’allineamento delle tariffe delle Residenze protette alla normativa regionale da raggiungere in quattro anni, tramite una disponibilità aggiuntiva di finanziamenti regionali.
Con la d.g.r. 1729 del 29 novembre 2010 è stato portato a compimento il percorso concordato con le Organizzazioni sindacali che prevede, nelle more della definizione dei nuovi regimi tariffari per tutto il sistema residenziale sanitario e sociosanitario, la garanzia per gli Enti gestori di una stabilità di contratto pluriennale, all’interno della tariffa vigente, peraltro adeguata al tasso di inflazione programmato per l’anno 2010.
Lo schema di convenzione tra ASUR e Residenze protette, approvato dalla Giunta regionale alla fine del novembre scorso (d.g.r. 1729/10), prevede tra le altre cose: una progressiva diminuzione della quota pagata dai cittadini accolti fino ad arrivare al 50% della tariffa giornaliera e, per la prima volta, la garanzia di un contratto pluriennale per gli Enti gestori. Con decreto del dirigente del Servizio Salute n. 50 del 28 dicembre 2010, sono stati altresì disposti l’assegnazione e l’impegno a favore dell’ASUR dei costi per l’anno 2010, comprensivi della quota aggiuntiva per i mesi ottobre--dicembre prevista dall’accordo, quale contributo regionale per il fondo annuale per la non autosufficienza nella quota per le residenze protette, quantificata per singola Zona territoriale.
Questi sono i presupposti amministrativi che hanno permesso all’ASUR di attivare il complesso iter burocratico finalizzato alla stipula delle convenzioni di cui alla d.g.r. 1729/2010.
Lo stato dell’arte, i rapporti con gli Enti gestori, i tempi e le prospettive.
Il fatto che, come scritto in premessa ad una interrogazione, “tale convenzione non è stata ancora firmata dalle parti interessate” non è dovuto tanto al fatto che “secondo gli enti gestori la convenzione non garantisce loro livelli di remunerazione certi”, quanto al normale iter di applicazione delle disposizioni regionali da parte dell’ASUR: con la predisposizione del “Piano di convenzionamento” completo dell’elenco delle strutture ammesse a convenzionamento e dei corrispettivi economici derivanti dagli atti regionali; con la successiva approvazione formale dello stesso Piano da parte dell’ASUR e dalla sottoscrizione delle convenzioni con gli enti gestori delegata alle singole Zone territoriali.
La Giunta regionale condivide la preoccupazione del Consigliere Latini per una eventuale “mancata firma della convenzione tra ASUR e gestori delle Residenze protette”.
Proprio per superare le resistenze espresse da alcuni enti gestori il Direttore del Dipartimento Salute e Servizi Sociali ha incontrato (il primo febbraio scorso) un’ampia rappresentanza del variegato panorama dei diversi soggetti titolari delle Residenze protette (Comuni, IPAB, cooperazione sociale, privato for profit ecc..), concordando l’emanazione di una lettera interpretativa dell’applicazione della convenzione, con particolare riferimento alle “eventuali prestazioni aggiuntive a carico del cittadino” previste nella convenzione stessa.
In questi anni, anche se non sempre formalizzato, è stato frequente e costante il confronto con l’articolato mondo degli Enti gestori delle Residenze protette, per cui non risponde a verità l’affermazione di una mancanza di “una vera volontà di dialogo, con i legittimi rappresentanti delle stesse, da parte della Giunta regionale”.
Testimonianza della disponibilità della Giunta regionale è anche il recente incontro (il primo febbraio scorso) del Direttore del Dipartimento Salute e Servizi Sociali, con un’ampia rappresentanza dei diversi soggetti titolari delle Residenze protette.
In quell’incontro, oltre all’ascolto di “indicazioni e suggerimenti” degli Enti gestori e l’impegno a definire parametri per la indicazione di una rappresentanza ufficiale e stabile degli stessi per i rapporti con gli Assessorati competenti, si sono affrontate le questioni poste dalle Organizzazioni e rilanciate dalla interrogazione dei Consiglieri Pieroni, Giancarli, Bucciarelli, Badiali.
Sulla questione della retroattività della convenzione dall’1 ottobre 2010 va specificato che l’accordo Giunta regionale - Organizzazioni sindacali prevedeva 5.000.000 € aggiuntivi per il 2010, diventati 1.250.000 € in relazione alla data di sottoscrizione dell’accordo stesso; questi soldi sono stati già stanziati e assegnati all’ASUR (decreto del Dirigente del Servizio Salute n. 50 del 28 dicembre 2010) che verificherà le procedure di applicazione agli ultimi mesi del 2010 indicando agli enti gestori le modalità praticabili di adempimento delle condizioni previste dalla convenzione stessa.
I presunti vincoli posti dalla Regione agli obblighi di bilancio degli Enti gestori a causa della durata triennale della convenzione (scelta che invece dà per la prima volta garanzia e certezze agli organismi) non sono tali in quanto ogni anno dovrà essere confermato l’incremento della quota sanitaria regionale e, soprattutto, identificata la quota incrementale dell’inflazione annuale individuata nella convenzione.
Le motivazioni da cui emergano le esigenze dei gestori sono state prese in considerazione nell’incontro citato dal quale è emersa la decisione di emanare, a cura del Dipartimento Salute e Servizi sociali, una lettera interpretativa dell’applicazione della convenzione, con particolare riferimento alle “eventuali prestazioni aggiuntive a carico del cittadino” previste nella convenzione stessa. In questa logica si confida che con questo potrà essere superata “la volontà di non firmare le convenzioni” da parte degli organismi.
La tariffa giornaliera di 66,00 €, valida per la durata della convenzione è sì stabile dal 2005, ma l’accordo tra Giunta regionale e Organizzazioni sindacali, da cui discende il percorso di convenzionamento pluriennale, prevede da un lato la ridefinizione del Sistema tariffario con l’istituzione di un apposito gruppo di lavoro chiamato a predisporre una proposta di atto alla Giunta regionale e che fino alla approvazione di questo atto la tariffa giornaliera di riferimento per le Residenze protette rimane fissata in 66,00 € per l’erogazione di 100 minuti di assistenza giornaliera ad ospite e, dall’altro, se emergessero disponibilità economiche aggiuntive sarà possibile rimodulare sia la durata che l’entità degli incrementi previsti dal presente accordo.
Per quanto riguarda i quesiti specifici di ogni interrogazione, si precisa quanto segue.
Nell’interrogazione n. 247 si chiede ciò che è indicato nei seguenti punti.
1) Per quali motivi ad oggi non risulta vi sia stato né aumento di assistenza, né riduzione di rette.
Avendo concluso il 28 dicembre scorso l’iter di approvazione degli adempimenti amministrativi regionali necessari, con l’inizio dell’anno l’ASUR ha avviato la predisposizione del Piano di convenzionamento con l’elenco delle strutture ammesse a convenzionamento e dei corrispettivi economici derivanti dagli atti regionali. Tale Piano sarà approvato formalmente dall’ASUR e seguito dalla sottoscrizione delle convenzioni con gli Enti gestori delegata alle singole Zone territoriali.
Poiché il modello di convenzione approvato dalla Giunta prevede la decorrenza della nuova convenzione, con l’applicazione degli impegni relativi ad aumento di assistenza e riduzione della compartecipazione dei cittadini, dal 1° ottobre 2010 l’ASUR provvederà a garantire comunque l’effettiva applicazione della convenzione nei termini previsti.
2) Con quali criteri verranno verificati i minutaggi dichiarati dalle strutture.
Nel modello di convenzione approvato dalla Giunta regionale sono stati previsti una serie di dispositivi che permetteranno di verificare gli adempimenti degli Enti gestori, anche in relazione all’assistenza erogata.
Vengono definite le responsabilità rispetto alle attività e alla loro verifica, con identificazione dei ruoli del Direttore del Distretto sanitario, del Coordinatore dell’Ambito territoriale sociale, del Responsabile della Struttura e del Medico di medicina generale (artt. 8 e 10).
Vengono date indicazioni cogenti sulla pianificazione delle attività rispetto: all’organizzazione, al Piano di assistenza individualizzato, alla Carta dei Servizi, alle modalità di accesso dei familiari e delle associazioni di volontariato (artt. 11, 12, 13);
Si articola il processo di controllo e verifica e si ridisegnano le modalità di rendicontazione e di assolvimento del debito informativo, con particolare rilievo all’allineamento con le richieste del livello nazionale: flusso assistenza residenziale (FAR) e Sistema RUG (artt. 9 e 20);
Si valuterà l’efficacia dell’attività assistenziale anche attraverso il monitoraggio di alcuni indicatori e si valorizza la prospettiva della qualità percepita con un questionario (che si vorrebbe unitario a livello regionale) da somministrare a ciascun ospite della Residenza protetta, o suo familiare (artt. 20 e 21).
Attraverso gli allegati alla convenzione sarà possibile raccogliere i valori economici complessivi delle convenzioni, che oltre ad essere necessari sia all’ASUR per una gestione unitaria del processo di convenzionamento sia alla programmazione regionale, permetteranno di avere riscontri tra i corrispettivi economici corrisposti e l’assistenza erogata. La convenzione conferma e ribadisce il ruolo dei Tavoli zonali di monitoraggio previsti dalla d.g.r. 1493/08 e dal successivo decreto 5/S04 del 2009.
Per la verifica dello stato di avanzamento del percorso di applicazione dell’accordo è stato convocato il Tavolo regionale di monitoraggio per il giorno 28 febbraio 2011 e successivamente potranno essere riattivati i tavoli di monitoraggio zonali.
3) Quanti sono gli anziani non autosufficienti in lista di attesa per un posto di Residenza protetta.
Questa informazione sarà disponibile e potrà essere monitorata a partire dall’applicazione dell’accordo in quanto l’art. 5 del modello di convenzione in cui vengono specificate le modalità di accesso alla Residenza protetta, in sintonia con il quadro concettuale complessivo del governo della domanda espresso nella proposta di Piano Socio Sanitario Regionale, e che, tra l’altro, prevede: l’inserimento del cittadino con i requisiti per l’accesso alla Residenza protetta in una lista di attesa di livello distrettuale/sovra distrettuale; l’accoglienza nella Residenza protetta nel rispetto della lista di attesa di livello distrettuale/sovradistrettuale e della disponibilità di posti letto della struttura; la trasparenza della lista di attesa di livello distrettuale/sovra distrettuale è garantita dal responsabile dell’Unità Valutativa Integrata.
4) Se c’è l’assicurazione che nessuna prestazione sanitaria o sociosanitaria possa figurare tra quelle aggiuntive a carico degli utenti e dunque provvedere ad una modifica degli atti in tal senso.
Le uniche prestazioni sanitarie o socio-sanitarie aggiuntive a carico degli utenti sono quelle previste e regolamentate dal comma 6 dell’art. 14 del modello di convenzione ed evidenziate negli appositi allegati A1 e A2 che, tra l’altro, permetteranno il riscontro di eventuali contraddizioni e incongruenze rispetto all’applicazione degli standard indicati dalla convenzione stessa.
5) Quali siano le prestazioni alberghiere che devono essere assicurate e quali quelle da considerare come aggiuntive
L’art. 14 del modello di convenzione specifica gli standard assistenziali, relativi alla situazione a regime, compresi nella tariffa giornaliera, determinati con riferimento ad un modulo di 20 posti letto, con riferimento alle prestazioni assistenziali ed alberghiere: prestazioni assistenziali - personale sanitario, coordinatore del servizio, Personale assistenziale; vitto e alloggio - tipologia sistemazione, pasti, pulizie, lavanderia e guardaroba; gestione servizio - personale per gestione servizio.
Le eventuali prestazioni aggiuntive sono quelle eventualmente previste dal già citato comma 6 dello stesso articolo.
I parametri relativi all’assistenza vanno commisurati ai diversi minutaggi garantiti negli anni di vigenza della convenzione.
6) Come si intende garantire il diritto alle cure anche al circa 1.000 anziani non autosufficienti ricoverati presso le strutture, ma non rientranti nei 3.411 posti convenzionati che dunque devono pagarsi per intero anche l’assistenza sanitaria e sociosanitaria.
Allo stato attuale le persistenti difficoltà economico-finanziarie non permettono di alzare il tetto del fabbisogno previsto dalla d.g.r. 1789/09 che consente il convenzionamento, come si ricordava, con le Residenze protette fino ad un massimo di 3.411 posti letto.
Per gli anziani non autosufficienti ricoverati presso le Residenze protette, ma non rientranti nei posti letto convenzionati, è attivo il servizio di Assistenza domiciliare integrata (ADI) in residenze, già potenziato con i fondi aggiuntivi di 2.000.000 di euro stanziati con la d.g.r. 1493/08. Il servizio di ADI è attuato in modalità differenti e non omogenee sul territorio regionale, per cui è previsto anche dal Piano socio sanitario Regionale un riordino della materia, sia per una migliore integrazione della presa in carico sanitaria domiciliare con riferimento al SAD (Servizio di assistenza domiciliare) dei Comuni, sia per una più adeguata copertura, in termini di numero di assistiti e di minutaggio giornaliero, dei cittadini accolti nei posti letto non convenzionati delle Residenze protette.
Per quanto riguarda la risposta all’interrogazione n. 251 si specifica quanto segue.
Non si ritiene opportuno e necessario sospendere l’efficacia della d.g.r. n. 1729 dei 29/11/2010, anche perché questo comporterebbe la permanenza se non l’aggravamento di una situazione di incertezza e di precarietà nel settore dell’assistenza residenziale per gli anziani non autosufficienti, con evidenti conseguenze negative per gli ospiti delle Residenze protette e delle loro famiglie.
Si conferma che le azioni intraprese vanno nel senso della individuazione di soluzioni eque e condivise, nell’interesse preminente della popolazione anziana ricoverata in tali strutture e delle loro famiglie. Su questa linea si pone l’incontro citato finalizzato, oltre a quanto precedentemente specificato, a tenere in considerazione - per quanto compatibili - le indicazioni ed i suggerimenti degli Enti gestori e a verificare, pur nel momento difficile per le casse regionali dovuto ai mancati incrementi del finanziamento nazionale nell’area sanitaria ed quella sociale, le modalità di ridefinizione di un organico sistema tariffario per l’intero settore sanitario extraospedaliero, socio-sanitario e sociale, ai sensi della d.g.r. 1493/08 e di quanto previsto dall’accordo Giunta regionale-Organizzazioni sindacali ratificato dalla d.g.r. 1230/10.
Interrogazione n. 259.
Quanto espresso in premessa contiene già la risposta a tale interrogazione in quanto sono state rappresentate le azioni concrete messe in campo dalla Giunta regionale per un Servizio sanitario regionale che fornisca interventi assistenziali e servizi sociali a favore delle persone anziane e/o disabili ed in particolare a favore di quelle in stato di non autosufficienza fisica e/o psichica per garantire loro la migliore qualità di vita possibile.
Nello specifico delle Residenze protette gli interventi della Giunta regionale sono improntati non solo al contrasto del possibile aumento delle rette pagate dagli utenti temuto dal Consigliere, ma anche ad evitare disservizi e qualificare l’offerta di assistenza socio-sanitaria per gli anziani ospitati nelle Residenze protette.
Più in generale la proposta di Piano socio-sanitario regionale della Giunta regionale, attualmente in discussione in V Commissione dell’Assemblea legislativa, contiene indicazioni ed impegni precisi in merito alla ristrutturazione dei fondamentali macroprocessi del livello territoriale di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale:
- governo della domanda: la ridefinizione e la riorganizzazione dei servizi per la gestione integrata sociale e sanitaria delle aree logiche dell’accesso, della valutazione e della presa in carico;
- sistema tariffario: un sistema tariffario, calibrato sui diversi fattori di produzione e organizzazione dei servizi, all’interno di una cornice unitaria che permette una comparazione tra settori e tipologie di servizi;
- autorizzazione/accreditamento: un percorso di autorizzazione e accreditamento dei servizi adeguato e rispondente all’articolazione delle risposte prevista dalle normative generali e di settore.
- fabbisogno: la definizione dell’atto di fabbisogno che quantifica le necessità per i diversi livelli dell’intervento e le diverse tipologie di servizi dei settori dell’integrazione socio-sanitaria.
- sistema informativo: un sistema informativo appropriato per l’integrazione socio-sanitaria e integrato con i diversi sistemi, in grado di garantire il monitoraggio dei servizi e delle attività realizzate e di supportare la programmazione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questa interrogazione, che ho presentato alcuni mesi fa, in merito allo stato delle Residenze protette per anziani non autosufficienti, chiedevo l’impegno della Giunta sull’applicazione della propria delibera n. 1729/2010 che stabiliva che da ottobre ci sarebbe stato l’aumento del finanziamento da parte della Regione affinché aumentasse il minutaggio di assistenza a favore delle persone anziane non autosufficienti. Ma purtroppo questa convenzione non è stata firmata dagli enti gestori. Quindi di fatto l’impegno della Regione e l’accordo con i sindacati non può essere ancora applicato. Di conseguenza non c’è stato alcun aumento di assistenza né si è resa possibile una riduzione delle rette.
Non sono oltretutto partite tutte quelle altre cose positive stabilite nella convenzione, come la verifica dei livelli di assistenza e il tavolo con le Ipab, gli enti, i sindacati e la Regione.
A proposito di questi tavoli secondo me lì manca un ruolo delle associazioni di tutela e dei familiari. Senza questo ruolo si rischia che questi tavoli, che devono appunto verificare la qualità dei servizi erogati e la qualità dell’assistenza di cui fruiscono i nostri anziani non autosufficienti, di fatto poi non effettuino quel necessario controllo. Perché? Perché appunto il tavolo Regione-enti-sindacati di fatto si interessa più dei contributi regionali, più dei livelli occupazionali o di altri simili questioni, anziché della qualità della vita delle persone che stanno nelle Residenze protette.
Quindi nei tavoli di confronto ritengo debba aumentare il ruolo e la presenza delle associazioni dei familiari e delle associazioni di tutela dei malati. Altrimenti tale convenzione rischia di costruire solo una struttura burocratica di controllo e non una struttura innanzitutto orientata, viste anche le maggiori risorse messe con il bilancio regionale, a migliorare la qualità della vita delle persone.
Insomma, oltre al danno c’è la beffa, perché c’è il rischio che la Regione seppure metta più soldi poi al contempo non ci sia un vero aumento della qualità dei servizi nei confronti degli utenti.
Pertanto questo rischio, ripeto, può essere superato soltanto facendo partecipare ai tavoli di verifica regionali, oltre gli enti gestori delle residenze protette, i sindacati e la Regione, anche i familiari e le associazioni di tutela.
Altra questione. Nella convenzione è prevista una lista d’attesa distrettuale trasparente, importante aspetto che permette alla famiglia che ha una persona anziana non autosufficiente di andare presso i distretti per vedere se ci sono posti presso strutture convenzionate. Dunque una cosa importante che ci permetterebbe di uscire da una sanità medievale e clientelare, ovvero che per entrare nelle residenze protette convenzionate non sia più necessaria la raccomandazione del politico o di altro tipo.
La lista di attesa distrettuale è una misura di trasparenza, di democrazia e di pari dignità dei cittadini, dunque è anche una questione di etica e di moralità.
Un’altra questione a mio parere molto grave – ma anche a parere di molte associazioni di tutela e dei familiari – è che nella convenzione sono previste, soprattutto per la parte sanitaria, delle quote aggiuntive a carico degli utenti.
Invece secondo me, e la legge lo dice, la quota socio-sanitaria, almeno per quelle convenzionate, visto che andiamo ad aumentare il minutaggio, debba essere a carico delle Regioni. Ossia nella convenzione non dovrebbero essere messi interventi socio-sanitari a carico degli utenti in maniera discrezionale, altrimenti qualsiasi ente gestore ricoverata in una casa di riposo deve poter usufruire dell’assistenza dell’ADI, deve poter usufruire, come è per il domicilio, dell’infermiere delle strutture pubbliche, ecc..
Quindi secondo me la discrezionalità da parte delle Residenze protette sulle spese sanitarie aggiuntive a carico degli utenti va tolta.
Altra questione sono le prestazioni alberghiere. Nell’elenco allegato alla convenzione sono previste come gratuite le funzioni alberghiere di base.
Insomma, molte questioni poste nell’interrogazione non hanno avuto risposta. Quindi non mi ritengo soddisfatto, ma soprattutto non mi ritengo soddisfatto per il fatto che questa convenzione ancora non sia partita.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Il mio intervento è per sottolineare quella necessità di valutazione che la Giunta regionale ha compiuto su questo particolare tema, ossia per mettere in risalto il grande impegno che è stato profuso a partire dal 2008/2009 per quanto riguarda le Residenze protette per anziani non autosufficienti, in merito cioè alla applicazione del d.g.r. 123/2010, all’aumento del minutaggio per l’assistenza alle persone non autosufficienti.
Dunque un’azione di buona volontà e di obiettivi programmatici che la Regione si è posta nel campo del profilo sociale, un’azione veramente importante anche ai fini dell’andamento demografico e dell’età anagrafica che assumerà la popolazione marchigiana.
Vorrei però sottolineare, ma credo che l’Assessore ne sia consapevole, le difficoltà che molte Residenze protette hanno per quanto riguarda la composizione del costo spesa dei servizi portati avanti dal 2004 ad oggi. Ed una sottovalutazione di questo problema, soprattutto in relazione ai futuri inquadramenti delle attuazioni delle politiche socio-sanitarie, rischia di andare a depotenziare, ad annullare, a scarnificare i servizi stessi fino a riportarli a quel concetto antico che volgarmente nelle originarie case di riposo veniva chiamato cronicario.
Quindi l’attenzione, al di là del rapporto tenuto attraverso le organizzazioni sindacali, i rappresentanti delle Residenze protette e di coloro che attraverso i servizi unificati sostengono i servizi per gli anziani non autosufficienti, deve essere quella volta a recuperare uno spazio vitale dal punto di vista economico, o meglio, un inquadramento generale dell’applicazione dell’aumento del minutaggio anche in termini esponenziali. E non parlo tanto di aumento della spesa, quanto di una rimodulazione affinché queste funzioni possano avere forza ed efficacia anche per il futuro.
E’ un grido di dolore che viene evidenziato non per fare una battaglia demagogica o per fare una battaglia di nicchia di settore, ma perché quelle funzionalità il futuro piano socio-sanitario e l’aspetto sociale dello stesso le inquadra proprio come priorità determinanti.
Quindi da un punto di vista prettamente economico rischiare di far venire meno questo aspetto sul piano di una quantificazione che oggi è giustamente in aumento…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Latini. Colleghi Consiglieri, se non volete ascoltare uscite, non si riesce a capire nulla di quello che dice il Consigliere Latini!

Dino LATINI. Concludo Presidente.

PRESIDENTE. No, Consigliere Latini, non è un sollecito per lei a concludere, è per il rispetto di chi parla. Prego, continui pure.

Dino LATINI. La preoccupazione e l’allarme che voglio lanciare attraverso a questa interrogazione ancora una volta è sul fatto che occorre riflettere bene sulle indicazioni delle Residenze protette, che non sono soltanto la mera lista della spesa, ma è un inquadramento che dobbiamo valutare e rimodificare per consentire alle stesse di dare quei servizi che oggi sono veramente essenziali e che un domani saranno ancor più determinanti e prioritari. Insomma, occorre fare in modo che le Residenze abbiano quella funzionalità che però dovrà rappresentare non un costo, ma veramente, come tutti auspichiamo, un investimento per il nostro futuro e soprattutto per il futuro dei nostri anziani.


PRESIDENTE. Bene, a questo punto direi di chiudere con le interrogazioni e le interpellanze e passare al punto 3) che reca la proposta di legge regionale n. 27. (…) Consigliere Zaffini, vuole intervenire su questo punto?

Sull’ordine dei lavori

Roberto ZAFFINI. Presidente, è per dire che le interpellanze non si discutono mai. Io ne ho una depositata a fine novembre. E’ veramente scandaloso! E questo si va ad aggiungere a quegli altri problemi che abbiamo, come sapete, di organizzazione dei gruppi, problemi anche questi scandalosamente inascoltati.
Quindi rivendico una accelerazione nella discussione di alcune interpellanze, è da tanto tempo che...

PRESIDENTE. Bene, allora la prossima seduta ci prendiamo l’impegno di iniziare con le interpellanze.

Roberto ZAFFINI. Sì, altrimenti sarebbe veramente scandaloso.

PRESIDENTE. Però non usiamo termini eccessivi per definire una cosa sulla quale ci possiamo intendere, di scandaloso ci sono molte altre cose, Consigliere Zaffini! Ecco, cerchiamo di tenere un contegno rispettoso delle Istituzioni. Comunque, al di là dell’approccio non molto istituzionale, le dico che la prossima seduta cominceremo con le interpellanze.


Proposta di legge n. 27
della Giunta regionale
“Riordino degli Enti regionali per il diritto allo studio universitario (ERSU) e degli Enti regionali per l’abitazione pubblica (ERAP)”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 27 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ricordo che su questo punto l’Assessore Petrini ha fatto una richiesta di rinvio e ci siamo lasciati con la necessità di riunire i Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Noi aderiremo alla richiesta di rinvio della proposta di legge di riforma degli ERSU e degli ERAP, chiedendo anche scusa ai Consiglieri della prima Commissione che hanno comunque svolto un ottimo lavoro di sintesi. Però tale rinvio verrà accolto se sarà un rinvio di seduta, cioè se questa proposta di legge verrà nuovamente iscritta, Presidente, alla prossima seduta dell’Assemblea legislativa. Inoltre, come ovvio, che la base di partenza non può che essere il lavoro fatto dalla prima Commissione. Certamente la discussione potrebbe portare ad emendamenti, a modifiche parziali o più significative, ma sempre sul testo della Commissione.
Quindi deve trattarsi non di un rinvio di Commissione bensì di un rinvio di seduta, ovvero di iscrizione automatica della proposta alla prossima seduta dell’Assemblea legislativa, già fissata dai Capigruppo questa mattina per martedì 5 aprile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Prendo atto, Presidente, di questa richiesta del Capogruppo del PD che parla a nome della maggioranza. Evidentemente la maggioranza reputa che sia utile, dopo il lavoro svolto dalla Commissione, cioè da tutta l’Assemblea legislativa regionale, un ulteriore rimando. Però si evidenzia una divisione all’interno della maggioranza che non sembra ricomponibile ai fatti, tanto è vero che si mette dei puntelli sul rinvio, ovvero che non venga vanificato il lavoro della Commissione.
Ecco, questa è la situazione politica in cui è ridotta la maggioranza! E’ infatti chiaro che c’è una divisione, un braccio di ferro tra la volontà della Giunta da una parte e l’Assemblea legislativa dall’altra. Tanto è vero, ripeto, che il Capogruppo del PD, ossia del partito di maggioranza relativa, non solo ringrazia la Commissione, ma mette dei paletti, dice: “rinviamo sì di una settimana ma discuteremo di questo”. Ed io lo ringrazio per il rispetto che ha dei Consiglieri.
Certo, io voterò contro il rinvio perché appunto è tutto un discorso interno a questa maggioranza. Una maggioranza nuova, veloce, puntuale, come leggiamo anche oggi sulla stampa, ma che poi non è in grado a distanza di sei mesi di approvare una leggina che va negli indirizzi dettati dalla Giunta regionale, cioè il risparmio, la velocità di decisione e la trasparenza degli organismi.
E’ veramente una contraddizione di cui la cittadinanza marchigiana deve essere messa a conoscenza. Troppo spesso accade che i fatti dicono una cosa poi nella stampa si legge l’esatto contrario. E quello di oggi è proprio uno dei classici casi in cui la maggioranza non solo non riesce a trovare un accordo, ma è divisa, cerca di umiliare l’Assemblea legislativa, cerca di umiliare il lavoro fatto con grande impegno dalla Commissione assembleare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Esprimo particolare soddisfazione per il lavoro svolto in Commissione. Dalle audizioni, dai confronti che abbiamo avuto sui territori, consultando i tecnici, i funzionari, gli utenti, gli enti locali, i sindacati, siamo riusciti – lo dico alla Presidente della Commissione Ortenzi, al collega di maggioranza Perazzoli e agli altri colleghi della Commissione – ad elaborare un testo che, come si diceva adesso, va veramente nella direzione della razionalizzazione del risparmio e per certi versi anche di una riorganizzazione dal punto di vista del controllo tecnico-contabile che, parliamoci chiaro, era un obiettivo che si poneva per la gestione di questi enti.
Ora colgo la richiesta, prima della Giunta poi del collega Ricci, di un rinvio. E l’esperienza mi dice che di fronte a queste due richieste uno può scegliere due comportamenti, o alzare la protesta per il rinvio oppure consentire – in questo caso lo dico come Capogruppo del PdL partito di opposizione – che nella maggioranza si svolga un approfondimento, un chiarimento. Ed il buonsenso mi dice che oggi noi vogliamo consentire questa settimana in più per il necessario chiarimento. Ribadendo che la linea del PdL è quella scritta nella proposta di legge n. 27.
Un piccolo rammarico lo esprimo per il parere del CREL. Spero in questa settimana di poter approfondire con il CREL, con i singoli componenti, con tutto l’organismo, ma intanto debbo dire che il suo parere lo considero un po’ sorprendente rispetto al dibattito che c’era stato nei mesi precedenti, pensavo che anche i singoli componenti del CREL avessero un po’ condiviso quello che abbiamo scritto, collega Perazzoli, su questa proposta. Però, certo, è una prerogativa del CREL che rispettiamo, anche se come Gruppo è un parere che non accettiamo, lo respingiamo nel merito.
Il CAL mi sembra invece sia stato più prudente, evidentemente la presenza degli amministratori ha consentito una riflessione, seppur con una richiesta di rinvio, più vicina alla nostra elaborazione.
Quindi noi, collega Ricci, Assessore Petrini, ci asterremo su questa votazione, nella speranza che si arrivi presto a un chiarimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Eusebi, ne ha facoltà.

Paolo EUSEBI. Come al mio solito sarò veloce e sintetico, Presidente. Intanto ringraziamo anche noi per il lavoro svolto dalla Commissione. E voglio subito dire, rispondendo al collega Bucciarelli, che questa adesione del Gruppo del PD ad una settimana di messa a punto ci sembra vada proprio in uno spirito di maggioranza coesa e che non fa mai forzature.
Noi in questa proposta, il cui relatore, non mi stancherò ma di dirlo, è l’ottimo Paolo Perazzoli, abbiamo un punto di divergenza fondamentale, quello cioè della non attenzione ad un processo di maggiore omogeneizzazione tra gli aventi diritto, cioè tra gli studenti delle Marche. In questi mesi ci sono stati dei problemi che ci hanno forse impedito di coordinarci meglio.
E’ vero che il tempo di una settimana è poco, ma tra gente perbene e seria può darsi che riusciamo a trovare un’ulteriore sintesi.
Noi quindi aderiamo alla proposta qui formulata dall’Assessore Petrini, a cui ha dato l’assenso il Capogruppo Mirco Ricci, voteremo pertanto a favore del rinvio.

PRESIDENTE. Non essendoci più richieste di intervento pongo in votazione la proposta di rinvio della proposta di legge n. 27 fatta dall’Assessore Petrini.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomine:
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Ancona - due componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 10, comma 1, lettera a);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Ancona - Revisore unico (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 13, comma 1);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Camerino - due componenti nel Consiglio di amministrazione (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 10, comma 1, lettera a);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Camerino - Revisore unico (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 13, comma 1);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Macerata - due componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 10, comma 1, lettera a);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Macerata - Revisore unico (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 13, comma 1);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Urbino - due componenti nel consiglio di Amministrazione (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 10, comma 1, lettera a);
- Ente regionale per il diritto allo studio universitario ERSU di Urbino - Revisore unico (l.r. 2 settembre 1996, n. 38, articolo 13, comma 1);
- Ente regionale per l’abitazione pubblica ERAP di Ancona - tre componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 16 dicembre 2005, n. 36, articolo 24, comma 2, lettera a):
- Ente regionale per l’abitazione pubblica ERAP di Ascoli Piceno - tre componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 16 dicembre 2005, n. 36, articolo 24, comma 2, lettera a);
- Ente regionale per l’abitazione pubblica ERAP di Fermo - tre componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 16 dicembre 2005, n. 36, articolo 24, comma 2, lettera a);
- Ente regionale per l’abitazione pubblica ERAP di Macerata - tre componenti nel Consiglio di Amministrazione (l.r. 16 dicembre 2005, n. 36, articolo 24, comma 2, lettera a)

(Rinvio)

PRESIDENTE. Dobbiamo ora procedere, non essendo pervenuta alla Presidenza nessuna richiesta di rinvio, all’elezione dei componenti dei Consigli di amministrazione degli enti ERSU ed ERAP.
Ha chiesto la parola il Consigliere Eusebi, ne ha facoltà.

Paolo EUSEBI. Mi sembra di fare un po’ l’emulo di Monsieur de La Palisse! Chiedo, Presidente, il rinvio di queste nomine.

PRESIDENTE. Bene. Voglio comunque rendere edotta l’Assemblea legislativa che la richiesta di rinvio del punto 4), appunto relativo alle nomine, comporta, non essendo stata ancora approvata la nuova legge, che in via surrogatoria il potere di nomina passi al Presidente, perché nella legge di proroga il tempo per la nomina è fissato al 30 marzo e quindi questa è l’ultima seduta assembleare utile.
Detto questo pongo in votazione la richiesta di rinvio…(…) Non sono stato chiaro? (…) No, Consigliere, pensavo volesse una delucidazione. (…) Bene, ha chiesto di intervenire il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Premesso che voterò a favore della proposta di rinvio sulle nomine formulata dal Consigliere Eusebi, vorrei chiarire con i colleghi – ne abbiamo parlato anche in Commissione – che restando così le cose è chiaro che scattano i 45 giorni per la nomina di competenza del Presidente, però se poi voteremo la legge ripartono tutti i termini e tutta la procedura. Giusto? Chiedo quindi al Presidente di non procedere alle nomine da qui alla prossima seduta.

PRESIDENTE. E’ evidente Consigliere Massi. Se noi stamattina avessimo approvato la proposta di legge non avremmo proceduto con le nomine che fanno riferimento alla legge attuale, che appunto sarebbe stata precedente rispetto a quella approvata, ossia ci sarebbero stati dei nuovi termini per fare le nomine.
Non avendo oggi approvato la legge giustamente rinviamo queste nomine e quindi di fatto scatta il potere surrogatorio, però voglio ribadire, come ho avuto già modo di dire in Conferenza dei Presidenti di Gruppo, che sino agli ultimi giorni di decorrenza del termine dei 45 giorni io non farò, come del resto ho sempre fatto, le nomine, in attesa appunto di un nuovo provvedimento legislativo. Ma è evidente che non verrò meno al dovere nel caso in cui nei 45 giorni non ci sia una nuova legge che va a sostituire quella precedente, provvederei perché così deve essere.
Chiarito questo aspetto pongo in votazione la proposta di rinvio del punto 4) fatta dal Consigliere Eusebi.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 119
del Consigliere Silvetti
“Erosione litorale Marina di Montemarciano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come da accordi passiamo ora al punto di cui alla mozione n. 119 del Consigliere Silvetti, che ha la parola per illustrarla.

Daniele SILVETTI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere sintetico, anche perché la mozione, che credo abbiate visto, è molto tecnica.
Sostanzialmente questa mozione si prefigge la messa in sicurezza della parte bassa… Presidente, c’è un'eco che non permette…

PRESIDENTE. Ha ragione, collega Silvetti, è mortificante per chi prende la parola! Un po’ di silenzio!

Daniele SILVETTI. La mozione, dicevo, si prefigge due obiettivi, la messa in sicurezza della parte bassa del fiume Esino e il ripascimento della costa antistante il comune di Montemarciano.
Come si vuole conseguire tali finalità? Tramite l’attivazione della convenzione denominata ARSTEL-COR.A.L.E. sottoscritta dalla Regione Marche, Provincia di Ancona, Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Falconara Marittima, Jesi, Montemarciano, Monte San Vito e Monsano. Tale convenzione ha poi visto una progettazione di 35 mila euro, che la Regione ha già pagato, e ha definito gli ambiti, le modalità, le tempistiche e i costi attraverso cui, appunto, raggiungere questi due obiettivi.
Ovviamente parliamo di un’attività importante e risolutiva, per lo meno organica rispetto ai tanti interventi fatti, a volte condivisi, a volte urgenti, che hanno procurato anche danni ambientali.
Infatti l’attivazione di questa convenzione vuole mettere un freno anche a quell’azione politica, a quell’attività estemporanea che purtroppo ha danneggiato non poco le coste e l’ambiente.
Voglio qui sottolineare che l’indagine della guardia forestale ha definito in circa 12 milioni di euro i danni ambientali. Danni arrecati appunto all’ambiente, alla costa e non solo, proprio da questi interventi tampone che non hanno risolto alcunché. Interventi che essendo stati realizzati in via di urgenza non hanno potuto ovviamente osservare la procedura di Valutazione di impatto ambientale.
Quindi ora troviamo una situazione urgente e grave, ancor più acuita dalle mareggiate e dalle alluvioni, che caratterizza negativamente lo stato dei luoghi.
Questa mozione vuole quindi dare impulso alla convenzione, già esistente e sottoscritta nel 2005, che si prefigge degli obiettivi molto chiari. Uno è appunto la progettazione già realizzata e, ripeto, già pagata dalla Regione Marche, attraverso cui si vuole recuperare quel materiale ghiaioso che si trova già nell’alveo e nell’asta fluviale dell’Esino, mettendo quindi in sicurezza a costo zero, fatta eccezione per i trasporti. Inoltre il ripascimento contestuale della costa di Montemarciano e non solo.
Ho peraltro avuto notizia che anche il dirigente geologo… Signori miei, non è possibile! Capisco che ci sono cose più importanti, ma almeno un minimo di attenzione! Dicevo che ho avuto notizia che anche il dirigente Piccinini, geologo in forza all’ufficio Valutazione impatto ambientale, suggerisce agli uffici e all’Assessorato di ricorrere quanto prima a questa convenzione in quanto utile, indispensabile e necessaria.
Ovviamente questo impegnerebbe una spesa di circa 1 milione e 180 mila euro, ma va anche sollevato il fatto che sono nella disponibilità di questa Regione circa 400 mila euro, già stanziati per il precedente fatto alluvionale del 2008, che di fatto ridurrebbero l’impegno di spesa futuro della Regione Marche.
L’attivazione della convenzione permetterebbe, come dicevo poc’anzi, la riduzione del rischio di esondazione del fiume Esino e la ricostruzione in maniera naturale di alcuni tratti della zona litorale del montemarcianese, così come è stato fatto in zona Passetto, Portonovo, Numana, Marina Palmense.
Ciò dunque metterebbe uno stop a quel tentativo tampone che non ha risolto il caso ma che, anzi, ha arrecato gravi danni, sperando peraltro non ci siano conseguenze per i responsabili, ce lo auguriamo. Insomma, ciò che soprattutto ci interessa è risolvere un problema ormai annoso.
Quindi sottopongo all’attenzione dei colleghi dell’Assemblea legislativa delle Marche l’approvazione di questa mozione che vuole impegnare la Giunta a porre in essere tutte le azioni necessarie affinché la convenzione da progettuale diventi esecutiva.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà

Massimo BINCI. Pur avendo presente la situazione disperata del litorale di Montemarciano ho alcune perplessità, non sulla mozione, quanto riguardo al progetto in essa richiamato.
Una prima perplessità riguarda la realizzazione di sei scogliere emerse di 90 metri poste a 100 metri dalla linea di costa. In quella zona la questione della creazione di scogliere emerse è sempre stata vista in modo problematico in quanto vi è il rischio che l’erosione da Montemarciano poi si sposti verso il litorale di Senigallia.
L’altra perplessità riguarda i ripascimenti con l’utilizzo di ghiaia prelevata dal fiume. Abbiamo visto che con le recenti alluvioni il problema dei nostri fiumi è stata la velocità delle acque. Quindi la ghiaia presente, la ghiaia ammucchiata non è stata causa, almeno negli ultimi eventi, della esondazione del fiume, anzi, quando la portata di ghiaia è molto elevata il fiume la sposta verso mare, riempiendo così i buchi e così via.
Dunque queste due perplessità non mi permettono di votare la mozione.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento pongo in votazione la mozione n. 119.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 125
dei Consiglieri Bucciarelli, Binci
“Situazione della Libia e sull’intervento militare in corso”

Mozione n. 127
dei Consiglieri Giorgi, Eusebi
“Revoca del trattato di amicizia sottoscritto nel 2008 da Gheddafi e Berlusconi”

Mozione n. 129
del Consigliere Latini
“Gestione emigrati dei paesi in rivolta”

(abbinate)
(Discussione, votazione risoluzione su mozioni n. 125 e n. 129, votazione mozione n. 129)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 125 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci, la mozione n. 127 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, la mozione n. 129 del Consigliere Latini, abbinate.
Per l’illustrazione della mozione n. 125 ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Questa mozione, che tra l’altro si trasformerà in una risoluzione sottoscritta oltre che dal sottoscritto anche dal Capogruppo del PD e dalla Vicepresidente Giorgi, cerca di attirare l’attenzione su ciò che sta accadendo in Libia.
Siamo di fronte a una situazione di guerra, al di là delle motivazioni, che non solo non risolve i problemi della Libia - le guerre mai risolvono i problemi semmai li aggravano -, ma non sembra neppure rispondere appieno al mandato ONU. Infatti la premessa per un intervento multinazionale ONU era una trattativa politica tra le parti che si fronteggiavano, cioè quelle del colonnello Gheddafi e le parti degli insorti.
Sappiamo quale sia stata l’escalation. C’era la Francia che, per motivi tutti interni e non solo, era già pronta e quindi è intervenuta dopo mezzora della risoluzione ONU per recuperare, è evidente, sia sul piano dello scenario internazionale quell’immagine che aveva perso con i fatti accaduti in Tunisia, sia sul piano interno; tra poco infatti la Francia andrà alle elezioni e quindi il Presidente ha bisogno di recuperare una popolarità che sembra, almeno per una parte consistente, aver perso, e la vuole recuperare parlando alla pancia dei francesi, quindi richiamando la grandeur.
A questo è poi seguita tutta una serie di entrate in scena di diversi Paesi europei, tra cui noi, con l’eccezione della Germania.
Noi ora crediamo – questo è lo spirito della mozione – che l’attività militare debba cessare immediatamente e debba riprendere un ruolo che compete alla politica, ossia la trattativa, ovvero ciò che era originariamente previsto in prima battuta dalla risoluzione ONU. Anche perché credo – questo non è detto nella mozione, quindi lo aggiungo io a titolo personale – che una risoluzione condivisa e la meno cruente possibile darebbe modo all’Unione europea di trovare quell’unità necessaria per poter accogliere i profughi e instaurare delle politiche di sviluppo endogeno in Africa di cui c’è tanto bisogno, tra l’altro anche per affrontare il tema dell’esodo biblico che dal continente africano si rivolge verso l’Europa.
Questo è dunque il contenuto della mozione su cui speriamo che l’Assemblea legislativa si esprima favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Sulla questione i colleghi Bucciarelli e Binci hanno espresso la tipica mozione che politicamente un certo tipo di sinistra poteva mettere in campo.
Essa consta di due aspetti. Uno è attinente ad un’enunciazione ideologica di contrarietà alla guerra, una contrarietà che in realtà è abbondantemente condivisibile da tutto il resto dell’umanità, a nessuno piace la guerra, e purtroppo le guerre ci sono ma solo come difetto dell’essere umano, non certo come cosa positiva. E la posizione politica che dice “dobbiamo stare sempre fuori dalla Nato, non dare le basi italiane, non partecipare è quella classica posizione sulla quale è fin troppo scontato dire che sono contrario. In ambito di politica internazionale ci si deve certo assumere delle responsabilità ben precise, non si può far finta di non appartenere a una coalizione consistente che va dall’Europa unita agli Stati Uniti d’America, da cui non è che si può entrare e uscire come una fisarmonica, perché non darebbe credibilità ed emarginerebbe l’Italia dal resto del mondo.
Invece la seconda parte del dispositivo della mozione la condivido, il Governo italiano del resto l’ha già fatto. Si chiede cioè di lavorare a livello internazionale affinché il conflitto giunga a un rapido e effettivo cessato il fuoco e a dar vita a una trattativa che risparmi alle popolazioni civili ulteriori sofferenze. Vorrei ricordare che il Governo ha fatto surrogare l’iniziativa intrapresa dalla Francia con un comando Nato, che non solo è teso a gestire le operazioni militari in un certo modo, ma anche ad iniziare ad immaginare uno scenario politico di diplomazia, di cui, tra l’altro, varie ipotesi sono già uscite sui giornali e una di queste è quella di aprire una trattativa fra le tre tribù principali che di fatto gestiscono territorialmente la Libia.
Va detto che ormai il ruolo di Gheddafi è fastidioso, si è infatti provato in tutti i modi a trovare una quadra riguardo al rispetto dei diritti civili. Però non bisogna essere neppure ipocriti. Questa nostra Assemblea legislativa ha avuto a che fare con la Cina in tante circostanze, economiche, politiche e sociali, e la Cina è uno dei maggiori paesi al mondo in cui i cittadini vengono private delle libertà individuali.
Quindi dare un significato esclusivamente morale a questo conflitto, consentitemelo, lo trovo abbastanza utopico e ipocrita.
Pertanto la partita credo si debba giocare sulla seconda parte di questa mozione, per cui se i proponenti sono disposti a togliere la prima parte del dispositivo…(…) Bene, se c’è una risoluzione tanto meglio. Comunque intanto sulla mozione mi esprimo contrariamente al primo dispositivo e favorevolmente al secondo.
Infine sul discorso della solidarietà vorrei spendere una parola su ciò che ha detto ieri il Ministro Maroni, in quanto è abbastanza preoccupante, ovvero il fatto che nessuna Regione in passato ha mai voluto un centro di immigrazione-espulsione e il fatto che oggi le Regioni non vogliano prendersi i profughi.
Io credo si debba interpretare il federalismo per ciò che è ad esso attinente. Quindi quando si tratta della solidarietà umana, quando si tratta delle drammaticità, è evidente che ognuno deve fare la sua parte, si può discutere sul quantum, ma non si può discutere sul merito.
Pertanto credo che anche noi marchigiani dobbiamo accollarci questo problema. E soprattutto credo che la Regione Marche debba iniziare a riflettere attentamente. Quindi chiedo alla Giunta, nella figura del Vicepresidente Petrini, visto che il Presidente Spacca non c’è, di riferire a quest’Aula che tipo di provvedimenti o di intendimenti intende perseguire sul discorso del ricevimento dei profughi, affinché si renda corresponsabile anche quest’Aula sui processi a venire.
Concludo il mio intervento ringraziando il Governo nazionale che è stato non solo responsabile ma anche molto efficace. Ma ora i guai arriveranno, quindi per poterli gestire dobbiamo farci trovare pronti e propositivi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. L’intervento del Consigliere Bucciarelli, che ho ascoltato attentamente, mi trova d’accordo in quanto pone alla nostra attenzione un problema importante, la guerra in Libia. E la guerra in Libia è una escalation logica di un pensiero internazionale diverso.
Presidente, ora le chiedo attenzione perché sto per farle una proposta. Abbiamo qui parlato della Francia, una nazione dove è maggiormente presente la razza nordafricana, tant’è che Sarkozy non ebbe remore ad indicare come ministro della giustizia una valente donna di origine marocchina.
Poi è stata puntualizzata la puntualità – scusatemi la cacofonia – della Francia che dopo mezz’ora dalla risoluzione ONU ecc. ecc.. Ma questa non è una mezz’ora da orario, la Francia lo sapeva prima, come lo sapeva prima chi era informato che questa è una guerra, per quanto cruenta, diversa.
E’ cioè una guerra che mette in risalto l’arroganza dei poteri forti che si celano sotto la dicitura latina E pluribus unum, che sta nella sala ovale del Presidente Obama, Premio Nobel per la pace. Penso che questo non sia sfuggito a nessuno.
Sono anche costretto, Consigliere Bucciarelli, a chiederle scusa, perché tante volte in nome della legge regionale n. 9 magari mi sono lasciato andare, ma ho un dubbio che mi attanaglia. Noi seguiamo una guerra decretata da un Premio Nobel per la pace, quando la pace per un cattolico, per un mussulmano, per un ebreo, è la parola di Dio. “Siate costruttori di pace” è il messaggio di Papa Wojtyla, quel Papa che a maggio mi auguro venga proclamato beato.
Allora mi pongo questa domanda: perché la Germania non ha seguito il principio della grandeur francese? Perché la Merkel ha detto di no ad Obama?
L’ONU, che ha già fallito sulle risoluzioni per i bambini – Presidente poi le faccio la proposta –, fallisce ancora una volta con una risoluzione dove prevale, guarda caso, la parola “ipocritos”, quella parola che nel Vangelo ha la maggiore rilevanza rispetto ad amore. Amore sostituisce la solidarietà, è un discorso diverso. Per cui dico: veto voto vita, no al veto, sì al voto, sì alla vita.
E la risoluzione dell’ONU si discosta da questo, perché nella carta dei valori dell’uomo si parla dei diritti umani.
Presidente, la diplomazia non può essere meno cruente di una guerra che non può essere meno pacifica nella sua risoluzione.
Noi siamo presenti come forza di Governo, quindi la Regione Marche nella Conferenza Stato-Regioni dovrà dire la sua.
Ossia, qualcuno ha stabilito per noi un criterio per l’accoglienza di questo esodo biblico. Noi assistiamo ad una guerra che ci viene mediaticamente rappresentata come un’invasione di diecimila anime disperse nel mare Adriatico, nel mare Mediterraneo, nel mar Ionio, cioè in questo grande lago che ha solo uno sfogo a Gibilterra. Ma guarda caso poi è un problema solo italiano. E qualcuno ci dice che non siamo un Stato presente se non riusciamo a contenere diecimila profughi, che poi devono essere spalmati, come se fossero mele, pere, zucchine o cavolfiori, ognuno per la sua quota parte.
La dignità dell’uomo, Presidente – e qui arrivo alla proposta – è qualcosa di diverso - mi ascolti, Presidente, il mio è un intervento che parla di tre cardini precisi: geopolitica, diritti internazionali, economia etica -, dobbiamo essere in grado di capirlo. Lei oggi come Presidente dell’Assemblea legislativa è pienamente titolato e titolare esclusivo della legge regionale n. 9, sicché dovremmo fare un ordine del giorno, che dovrà essere unitario come è avvenuto per la legge regionale n. 9, rivolto al Ministro degli esteri Frattini, ministro che venne chiamato dal Presidente Spacca ad inaugurare e quindi a firmare lo Statuto della Macro Regione Adriatico-Jonica. Ecco, qui veniamo al principio della legge. E voi potete pensare che io mi occupo solo di questo tipo di problema, ma questo tipo di problema è il problema! E’ il problema drammatico a cui siamo chiamati per volontà altrui a dare risposte e risoluzioni. Allora, dicevo, se i quattro cardini della legge regionale n. 9 sono verità, giustizia, amore e libertà, mi chiedo – e qui debbo essere un po’ polemico – come mai i Consiglieri Binci e Bucciarelli bocciarono quell’emendamento - di cui io ebbi l’incauto, non la scortesia, di non rappresentare al Presidente Latini - per assegnare un assegno universitario-borsa di studio; emendamento su cui, spontaneo come sono, non chiesi neanche il voto per appello nominale.
Per cui se noi oggi, Presidente, vogliamo parlare di questa mozione dobbiamo prendere in considerazione di fare un ordine del giorno condiviso, daremo così una risposta concreta per ufficializzare il CUMDU (Consorzio universitario marchigiano sui diritti umani), da sottoporre allo Statuto che ha firmato il Ministro degli esteri Frattini, affinché possa poi rappresentarlo all’ONU. La stessa risoluzione dell’ONU recita testualmente nel suo organico giuridico che le università per la pace devono essere lo strumento di ogni Governo, di ogni Regione, di ogni sito e contesto dove si legifera.
Questo metterebbe da parte l’ipocritos e ci porterebbe verso la cultura dell’amore, della condivisione e dell’accoglienza. Perché questo è il secolo della condivisione e del perdono – mi capisca bene, Presidente – verso quella civiltà dell’amore di cui il mar Mediterraneo è la culla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgi.

Paola GIORGI. Io credo che la questione Libia stia mettendo un po’ a nudo l’inadeguatezza e un po’ anche la superficialità del Governo nazionale nella politica estera.
Voglio comunque partire da un fatto accaduto ieri sera e che è stato citato qui in maniera probabilmente non corretta. Il Ministro Frattini ieri sera in diretta in una trasmissione su La 7 intervistato da Lilli Gruber ha fatto un’affermazione grave e falsa, ha cioè detto che la Regione Marche per via dell’alluvione non vuole ospitare nessun profugo. Questo non è assolutamente vero, perché in più occasioni, anche di fronte al Ministro Maroni, la Regione Marche ha dato la disponibilità di ospitare i profughi. Una regione, che sebbene colpita dall’alluvione e su cui peraltro grava la spada di Damocle di quell’assurda tassa sulle disgrazie, ha quindi dimostrato solidarietà e spirito di unità nell’affrontare il problema dei profughi. Il Ministro Frattini invece di fare queste affermazioni dovrebbe agire con maggiore incisività a livello internazionale affinché il problema dei profughi venga affrontato in maniera più decisa da tutta la comunità europea.
Tra l’altro ieri sera si è svolta una conferenza tra il Presidente americano Obama, il Presidente francesce Sarkozy, il Premier britannico Cameron e la Cancelliera tedesca Angela Merkel che, come ricordava anche il Consigliere Trenta, rappresenta uno Stato che non è intervenuto direttamente nella questione libica. E questo incontro ha preceduto la Conferenza che si terrà oggi a Londra nella quale si inizierà a discutere del dopo risoluzione ONU, ovvero ciò che accadrà dopo Gheddafi.
Naturalmente l’assenza dell’Italia a questo summit balza subito all’occhio. Perché? Perché l’Italia geograficamente ha una posizione strategica, nel Mediterraneo siamo il Paese più prossimo alla Libia, siamo infatti l’approdo più diretto dei profughi non solo della Libia ma anche di tutti gli altri Paesi del nord Africa. Allora perché l’Italia non è stata invitata? Credo sia perché finora nella questione della Libia l’Italia ha dimostrato una certa schizofrenia.
Voglio qui ricordare solo alcune cose. Il 18 gennaio 2011 – la risoluzione dell’ONU è del 17 marzo 2011, quindi appena due mesi prima – il Ministro Frattini aveva indicato Gheddafi come “modello del riformismo arabo”. Ricordo inoltre - altra cosa su cui l’Italia dei Valori si sta battendo molto e su cui chiediamo una presa di posizione da parte di questa Assemblea legislativa - che il 2 marzo 2009 è entrato in vigore il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra Berlusconi e Gheddafi – che in realtà è un accordo tra queste due persone –, trattato poi ratificato dal Parlamento italiano con legge 7 del febbraio 2009.
Di quel Trattato vi voglio leggere soltanto tre articoli.
L’articolo 4 prevede il principio di “non ingerenza negli affari interni” con le previsioni che: “le parti – cioè Italia e Libia – si astengano da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato”. E ancora: “Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l’Italia”.
Nel successivo articolo 5 afferma il principio della “soluzione pacifica delle controversie”, in quanto “in uno spirito conforme alle motivazioni che hanno portato alla stipula del presente Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione, le Parti definiscono in modo pacifico le controversie che potrebbero insorgere tra di loro, favorendo l’adozione di soluzioni giuste ed eque, in modo da non pregiudicare la pace e la sicurezza regionale e internazionale”.
L’articolo 20 impegna l’Italia a versare alla Libia 5 miliardi di dollari in venti anni, formalmente a titolo di risarcimento per le efferatezze del nostro colonialismo, di fatto a sostegno delle opere infrastrutturali che impegnano nostre imprese sul suolo libico. Ricordo che in Libia non c’è una regolamentazione degli appalti pubblici. Cioè l’Italia versa questi 5 miliardi di dollari che poi vengono utilizzati per far lavorare delle non meglio precisate imprese italiane.
Dunque credo che questo Trattato sia un problema.
Il Ministro Frattini lo scorso mercoledì in Parlamento ha affermato che a norma dell’art. 103 dell’ONU questo Trattato non vale. Quindi è sospeso. Ma quel Trattato deve essere annullato con un voto in Parlamento, così come in Parlamento è stato approvato. E questa è la richiesta che chiediamo venga avanzata anche dalla nostra Regione, una richiesta contenuta nella risoluzione che abbiamo preparato insieme ai Consiglieri Bucciarelli e Ricci.
Il fatto che il Governo italiano non voglia che ci sia una risoluzione con cui il Parlamento impegni il Governo a notificare al Governo libico che con esso non vuole avere più niente a che fare dimostra solo una cosa, dimostra cioè il recondito pensiero di mantenere con quel Governo un filo per continuare, semmai Gheddafi dovesse rimanere al potere, a farci degli affari.
Non dobbiamo tra l’altro dimenticare che l’Italia non solo è uno dei principali partner commerciali della Libia, ma è il maggiore esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi; i rapporti dell’Unione europea sulle esportazioni di materiali e sistemi militari certificano che nel biennio 2008-2009 l’Italia ha autorizzato alle proprie ditte l’invio di armamenti alla Libia per oltre 205 milioni di euro che ricoprono più di un terzo (il 34,5%) di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’Unione europea (circa 595 milioni di euro).
Il Consigliere Zinni prima ricordava che l’Italia ha ottenuto dalla Nato il comando delle forze navali che devono sorvegliare sulla questione dell’embargo. Questo dato mi fa un po’ pensare. Mi chiedo quale credibilità internazionale può avere un Governo che si nasconde dietro alcune contraddizioni che sono state sotto gli occhi di tutti, parlo della “visita” del presidente Gheddafi in Italia.
Ieri sera il Presidente Napolitano - lui sì che ci ha messo la faccia, al contrario di qualcun altro! - ha ricordato l’importanza e la legittimazione del ruolo del nostro Paese per garantire l’attuazione stretta e rigorosa della risoluzione ONU 1973 che opera nel pieno rispetto dell’articolo 11 della Costituzione italiana. Voglio qui brevemente ricordare che la risoluzione ONU ha stabilito che non bisogna permettere agli aerei di Gheddafi di andare a bombardare, che bisogna proteggere Bengasi e la popolazione, che bisogna intervenire con embargo e blocco dei beni, che bisogna stabilire un corridoio umanitario.
Dunque che questa Assemblea chieda al Presidente Spacca di portare la nostra voce, chiedendo innanzitutto al Governo nazionale di revocare il Trattato di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi, chiedendo che l’intervento dell’Italia sia solo nell’ambito della risoluzione ONU e soprattutto che ci sia solidarietà rispetto all’accoglimento dei profughi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Per illustrare la mozione che ho presentato che è molto meno importante dal punto di vista dei princìpi di quelle che mi hanno preceduto e della risoluzione che si andrà a votare. Ma tende comunque a mettere in risalto un argomento che sarà prossimo, se ci sarà, quello cioè relativo all’accoglimento dei migranti. Dico migranti perché credo che la dizione giusta non sia né clandestini, né profughi, bensì è riposto nel concetto generale di queste persone che fuggono da Paesi in cui la guerra in questo momento prevale, oppure che fuggono – e questi sono i profughi letteralmente intesi - da situazioni di intolleranza dal punto di vista dei diritti civili e della democrazia.
Dunque la domanda che pongo a tutti voi è relativa a quel cordone di attività, in cui l’opinione pubblica deve essere in qualche modo già impegnata, e parlo dell’opinione pubblica marchigiana, affinché i 1.000 profughi (questo è il pacchetto assegnato alle Marche in proporzione al nostro circa milione di abitanti) siano gestiti in modo non ci siano difficoltà di integrazione con la popolazione residente, ossia con quelli che potrei chiamare i nativi.
Ma viste le esperienze di questi giorni a cominciare dal paese di Mineo e i comuni circostanti del catanese, alle ronde nate spontaneamente vicino a Manduria, probabilmente vi sarà difficoltà di rapporto fra i circa 1.000 profughi o migranti che ci saranno assegnati e le comunità che dovranno accoglierli. Si parla di Falconara, si parla di Pesaro, ma questo è un problema che riguarda il Ministero dell’interno con le Prefetture. Invece alla Regione riguarda – e francamente mi sembra lo stiamo prendendo un po’ sottogamba – il disagio che la popolazione in termini di sicurezza sente sempre sempre di più, in funzione anche degli avvenimenti che avvengono nell’Italia meridionale. E tale preoccupazione scadrà sicuramente in polemica artefatta, artificiosa, magari anche non voluta, non meglio chiarita, proprio perché c’è questa sensazione di insicurezza, ossia non si sa quanti saranno, chi saranno, quanto rimarranno sul nostro territorio.
Se dunque non impegniamo la Regione, le Province, gli Enti locali, la Protezione civile, i centri istituzionali o meno che rappresentano la comunità marchigiana, avremo molte difficoltà a mantenere in piedi quell’integrazione che, invece, a livello di principio e a livello civile come comunità e come istituzione marchigiana, come ha detto la collega Giorgi, vogliamo giustamente rappresentare.
Quindi la mia mozione tende a sottolineare la necessità da parte della Regione di mettere in atto fin d’ora ogni opportuno altro provvedimento, quindi non quello relativo a ciò che viene indicato dal Ministero dell’interno, bensì tutti quelli successivi, ovviamente circostanti lo stesso, affinché ci sia un’integrazione chiara, puntuale, certa e accettata dell’opinione pubblica. Come appunto da impegno preso nei confronti del Governo e nel rispetto delle persone che verranno qui per cercare aiuti umanitari e assistenza personale alla loro sopravvivenza.
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PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Abbiamo constatato che c’è veramente un’emergenza immigrazione, quindi il problema è estremamente complesso e non esistono soluzioni facili. Però sappiamo che la gente ci spinge a comportamenti drastici. Sappiamo che i nostri cittadini non ne possono più di clandestini, di rifugiati o profughi che siano. I nostri cittadini hanno già una marea di problemi, di difficoltà quotidiane, economiche, cassa integrazione e c’è un’economia che non riparte.
Quindi il nostro concetto rimane sempre quello di aiutarli a casa loro. Peraltro anche la CEI, seppure con altri termini, si è espressa nella stessa direzione.
L’immigrazione è stata sempre un punto chiave del nostro programma, quindi non possiamo far finta di niente.
Questa guerra secondo noi poteva essere evitata, noi pensavamo potesse essere evitata con la diplomazia. Apprezziamo il comportamento della Germania che si è tirata fuori. Anche noi potevamo adottare un atteggiamento del genere.
Le guerre sono sempre dannose, non ci sono guerre umanitarie, come qualcuno vuol farci credere, altrimenti l’occidente dovrebbe intervenire anche per altre numerose situazioni. Non si capisce perché alcune sono considerate guerre umanitarie mentre altre no.
Noi dunque siamo contrari a un accoglimento tout court, per cui spingiamo la Regione ad avere un atteggiamento molto rigoroso, e seppure questi siano ordini ministeriali, la Regione può comunque rivendicare le sue prerogative.
In tanti si dichiarano buonisti, abbiamo tanti sindaci di sinistra, che allora si diano da fare per trovare delle aree e che per primi siano loro i promotori a portare la propria candidatura per accogliere questi profughi.
Questo è il mio pensiero rispetto ad un problema che ritengo sia molto, molto grave.

PRESIDENTE. Informo che è pervenuta all’Ufficio di presidenza una proposta di risoluzione a firma Bucciarelli, Ricci, Giorgi, che assumendo come testo base la mozione n. 125 ne modifica la parte dispositiva:

L’Assemblea legislativa delle Marche,
Vista la preoccupante e complessa situazione interna alla Libia, dove alla sollevazione di importanti regioni e città contro il regime del colonnello Gheddafi è seguita una risposta di inaudita violenza che ha visto le forze lealiste impiegare armamenti pesanti ed aerei, con gravi conseguenze sulla popolazione civile;
Considerato che, a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU della risoluzione che prevede l’istituzione di una “no fly zone” nello spazio aereo libico, alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno scatenato una pesantissima offensiva missilistica ed aerea contro le infrastrutture militari e contro le forze armate fedeli al colonnello Gheddafi, che rischia di produrre ulteriori danni alla popolazione civile già stremata da settimane di guerra civile, tantoché a decine di migliaia si contano ormai i cittadini in fuga dalle zone di guerra;
Ricordato che la storia recente ha già troppe volte visto iniziare guerre che nascondevano dietro motivazioni umanitarie interessi legati al controllo di aree di particolare interesse geopolitico o di risorse minerarie ed energetiche preziose;
Ricordato altresì che l’Italia ripudia all’articolo 11 della sua Costituzione il ricorso alla guerra per la risoluzione delle controversie internazionali;
Espressa la più totale solidarietà della comunità marchigiana alle popolazioni civili della Libia che soffrono per le conseguenze della guerra civile e dell’attacco delle forze della coalizione.
Impegna la Giunta regionale:
1) a comunicare al Governo la contrarietà dell’Assemblea legislativa delle Marche all’uso delle armi;
2) a chiedere al Governo di operare esclusivamente all’interno del mandato dell’ONU senza accedere all’uso della forza revocando contemporaneamente il Trattato di amicizia sottoscritto con Gheddafi previo voto parlamentare;
3) a chiedere al Governo italiano un impegno a livello internazionale affinché tra le parti in conflitto si giunga ad un rapido, effettivo e verificabile cessate il fuoco e si dia vita ad una trattativa che risparmi alle popolazioni civili ulteriori sofferenze e apra la possibilità per il popolo e la nazione libica di una soluzione pacifica ed autodeterminata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Trenta, ne ha facoltà.

Umberto TRENTA. Ringrazio il Consigliere Binci perché mi consente di far rilevare il senso democratico che lui ha, chiudo la parentesi, nomen omen.
Presidente, ancora una volta quando si parla di risoluzioni, quando si parla di mozioni, quando si parla di risoluzioni dell’ONU, che hanno come fondo base, anche se non esplicitamente dichiarato, il progetto sulla pace, questa Assemblea legislativa, quell’organismo che approvò all’unanimità la legge regionale n. 9 al cui articolo 15 ha ben citato il progetto Associazione Università per la pace, evita l’argomento.
Farò quindi una lettera circostanziata a tutti quelli che sono intervenuti ogni qualvolta si è parlato in tema di pace o di diritti umani, per far capire, signori miei, che ipocritos non è solo nel Vangelo ma che è pregnante soprattutto in quest’Aula. Voi non avete il coraggio di manifestare con concretezza quello che significa risoluzione dell’ONU e diritti umani.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Fra le mozioni che facevano corpo nel punto 5) c’era anche la mozione n. 129 presentata dal Consigliere Latini, collegata sì al tema della Libia, ma che in qualche modo tocca un tema diverso. Nel dispositivo così stabilisce: “Impegna il Presidente della Giunta, a mettere in atto e predisporre ogni più opportuno provvedimento atto eventualmente in caso di urgenza e necessità, a fronteggiare l’esigenza di cui sopra secondo quanto sarà stabilito dal Governo e per le specifiche finalità stabilite dallo stesso”.
Quindi non essendo assorbita dalla risoluzione, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta, vi do appuntamento alla prossime seduta. Buon pomeriggio a tutti.

La seduta termina alle ore 13,45