Resoconto della seduta n.75 del 05/07/2022
SEDUTA N. 75 DEL 5 LUGLIO 2022

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 75 del 5 luglio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 74 del 28 giugno 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Comunico che la Consigliera Marta Ruggeri non è in presenza, ma è collegata da remoto.

Interrogazione n. 509 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Casini, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti
“Potenziale rischio di perdita di medici di continuità assistenziale nel territorio della Provincia di Pesaro e Urbino”

Interrogazione n. 513 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Mancato pagamento dei compensi aggiuntivi alle guardie mediche”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 509 – a risposta immediata- dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Casini, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti e l’interrogazione n. 513 – a risposta immediata - della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione riguarda il ritardo nella corresponsione di emolumenti per le prestazioni di continuità assistenziale, che verranno liquidati nel corrente mese di luglio.
Cos’è accaduto? Con una delibera del 7 marzo la Giunta regionale ha approvato un accordo integrativo della continuità assistenziale relativo ad alcune prestazioni aggiuntive che potevano essere svolte o erogate da medici di continuità assistenziale, che contribuivano ad aumentare il quantum delle remunerazioni per questo tipo di prestazioni. Questo l’accordo, questa delibera di Giunta regionale è del 7 marzo. Successivamente il 28 aprile 2022 è stato chiuso l'accordo collettivo nazionale di lavoro, quindi si è posto il problema se la norma regionale fosse compatibile con l'accordo collettivo nazionale sottoscritto. Per questa ragione gli uffici hanno valutato attentamente che le due disposizioni, le due normative, non collidessero con i principi dell'ordinamento in materia ed in data 9 giugno 2022 è stato riattivato tutto il percorso e sono stati calendarizzati i poteri erogatori e conseguentemente questi emolumenti verranno corrisposti con tutti gli arretrati nel corrente mese di luglio, nel trattamento stipendiale del mese di luglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta e mi fa piacere che verranno versati tutti gli emolumenti dovuti, anche se il ritardo rimane imperdonabile perché abbiamo già otto postazioni di guardia medica chiuse nella provincia di Pesaro e Urbino e questa leggerezza rischia di continuare a far perdere medici di continuità assistenziale.
Proprio in questi giorni ho cercato di recuperare l’accordo integrativo a cui lei ha fatto riferimento e devo ammettere che mi sembra un’umiliazione per i medici di continuità assistenziale che pur coprendo turni quasi h24 in ogni postazione, perfino nelle aree disagiate, nella nostra Regione continuano ad essere sottopagati.
Voglio riportarlo in quanto è importante rendersi conto che un medico, che copre solo una postazione di guardia medica scoperta per tutte le prestazioni (telefonica, domiciliare, ambulatoriale) con l’accordo integrativo, a cui lei ha fatto riferimento, percepisce solo 6,61 euro in più rispetto ai 23 euro di busta paga, non arriva nemmeno a 30 euro lorde l’ora. Invece una guardia medica che copre una postazione in una sede disagiata, sempre per tutte le prestazioni, ha un’integrazione di 11,61 euro ed in questo caso, 23 euro più 11 euro, non arriva nemmeno a 40 euro come in altre Regioni. Solo la guardia medica che copre ben due postazioni scoperte per tutte le prestazioni ha un’integrazione di 11,61 euro e chi ne copre due, di cui una in area disagiata, ha un’integrazione di 16,61 euro.
Guardando questi compensi, che sono nero su bianco nell’accordo integrativo regionale, non fatichiamo a capire perché scappano tutti e decidono di rinunciare all’incarico di guardia medica, e ci ritroviamo con otto postazioni chiuse. I medici che da Usca devono diventare Uca rifiutano in quanto non hanno lo stesso compenso. L’ho verificato proprio ieri, i medici delle Usca che passano all’unità di continuità assistenziale non hanno lo stesso compenso, 40 euro lorde l’ora, oltretutto con l’aumento esponenziale dei casi di positivi rischiamo di ritrovarci senza Usca, senza guardie mediche e con ulteriori dimissioni anche nelle prossime settimane. La situazione sta davvero degenerando. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri (in collegamento da remoto)

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta che ci lascia parzialmente soddisfatti, nel senso che …

PRESIDENTE. Un attimo solo perché non si sente in Aula.

Marta RUGGERI. Ringrazio lei per avermi dato la parola e ringrazio anche l’Assessore Saltamartini per la replica che mi vede parzialmente soddisfatta, nel senso che da un lato è positivo che si sia corso ai ripari per superate queste problematiche di ordine burocratico che erano state segnalate e si pervenga a mettere nella busta paga di luglio gli arretrati di aprile e di maggio delle guardie mediche, però quello che non mi lascia tranquilla, per niente, è che tutto questo doveva essere evitato alla radice dato che abbiamo un grossissimo problema nel reperire il personale.
Vedo che annuisce, l'Assessore ne è più a conoscenza di me e quello che ha dichiarato sul giornale il dottor XY è molto importante. I medici che sono attualmente in servizio devono essere tutelati, valorizzati e ritengo che incidenti di questo tipo siano molto gravi perché il dottore dice anche che è inutile ad Ancona investire sulle borse di studio per i medici se poi è questo il trattamento che viene loro riservato.
Dobbiamo renderci conto che i medici che sono al pronto soccorso, nelle guardie mediche e che lavorano per il 118 sono da anni sotto stress, quanto meno riconoscere quel poco che siamo riusciti a far riconoscere.
La Consigliera Vitri prima ha fatto una disamina perfetta, massimo arrivano a 40 euro all’ora coprendo più sedi, quelle che sono rimaste scoperte. Quanto meno cerchiamo di essere puntuali nei pagamenti perché nel caso sfortunato in cui la profezia, che alcuni stiano pensando di dimettersi, si avverasse lascerebbe la nostra provincia, la provincia di Pesaro, in una situazione, che già è gravissima, non affrontabile, quindi più precisione nell’evitare piccoli e grandi incidenti, come questi che poi vengono sempre risolti quando diventano pubblici, quando arrivano sui giornali e quando ci muoviamo con le interrogazioni. Tutto ciò sarebbe evitabile. Grazie

Interrogazione n. 510 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Attivazione urgente di incarichi a tempo determinato fino al 31 dicembre 2022 a medici e specializzandi per la gestione domiciliare dei pazienti, in particolare affetti da Covid-19 precedentemente gestita dalle USCA, e per l’attuazione della sperimentazione prevista nella DGR 734/22 con termine 15 settembre 2022”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 510 - a risposta immediata - dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questa interrogazione, come quella precedente, si collega al trattamento orario riservato alla continuità assistenziale e in questo caso anche agli equipaggi UCA, unità di continuità assistenziale diurna, previsti dal recente decreto ministeriale n. 77 del 23 maggio 2022, che sostituisce gli equipaggi Usca, il cui trattamento è stabilito dall'accordo nazionale di lavoro. Quindi se vogliamo continuare a dire che la Regione Marche non corrisponde il trattamento previsto, diciamo delle cose non vere.
Se con questo metodo si fa l’interrogazione e poi si dice il contrario, che non risponde a verità, credo che poi la legittimazione della politica abbia un valore molto limitato.
Cerchiamo di essere molto chiari e precisi, il trattamento orario per questo tipo di servizi è di 23 euro l'ora, così come stabilito dall'accordo nazionale di lavoro, non ci sono altre possibilità. Le Usca erano state introdotte nel nostro ordinamento con il decreto-legge n.18 del 2000, che aveva stabilito che il trattamento corrispondesse a 40 euro l'ora. Questo trattamento è stato previsto per legge e non è stato inserito nell'ambito della contrattazione collettiva di lavoro. La cessazione dell'impiego delle Usca dal mese di giugno ha creato un problema per tutte le Regioni italiane, tant'è vero che le Regioni Marche, Toscana e Umbria hanno immediatamente emanato dei provvedimenti mediante i quali questo servizio può proseguire, ma c'è il tema del trattamento, per cui molti di questi medici, che precedentemente prestavano servizio come Usca e che ricevevano 40 euro l'ora, non hanno accettano di proseguire le stesse prestazione a 23 euro l'ora.
Questo tema è stato sollevato nella Conferenza delle Regioni, abbiamo chiesto di convocare un incontro con il Governo, ma non riguarda la Regione Marche. Lo voglio dire una volta per tutte - sono convinto che domani ci ritroveremo con articoli sulla stampa - il trattamento remunerativo del personale è stabilito dal contratto nazionale di lavoro, non lo stabilisce le Regioni, che possono affrontare il trattamento accessorio dei contratti successivi di produttività e questo non riguarda queste prestazioni.
Se vogliamo motivare questi medici senza fare tanto populismo dobbiamo intervenire con legge o con decreto-legge o con un nuovo accordo nazionale di lavoro in materia, stabilendo queste prestazioni.
Sia chiaro che la partita degli emolumenti è molto complicata perché a 40 euro l'ora i trattamenti del personale sono superiori a quelli del personale che presta servizio nei pronti soccorsi. C'è un problema di conflitto di remunerazione tra la qualità e la quantità del lavoro prestato a parità di professionalità.
La Regione Marche garantirà il rinnovo dei contratti fino alla fine di quest'anno, quindi noi abbiamo detto alle Aziende di procedere al rinnovo dei contratti fino al 31 dicembre, la questione dei trattamenti deve essere risolta a monte della contrattazione collettiva nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Questa interrogazione è stata fatta perché siamo a conoscenza che il 30 giugno 2022 è terminato il contratto dei medici che si occupavano delle Usca, che, ricordo, in questi anni sono andati direttamente nelle case, soprattutto per l'emergenza Covid, hanno fatto un lavoro straordinario ed hanno acquisito un’esperienza che è molto importante.
Oggi siamo nella situazione in cui stanno aumentando ulteriormente i contagi ed il Governo ha previsto la possibilità di prorogare questi contratti fino al 31 dicembre 2022.
Il tema che lei, Assessore, ha in qualche modo evidenziato è che questi contratti fanno riferimento alla continuità assistenziale, alla situazione di unità speciali e queste persone dovrebbero andare a fare lo stesso lavoro il giorno dopo a 24 euro invece che a 40 euro.
Rispetto al contratto collettivo nazionale, a cui lei ha fatto riferimento, ho fatto in questi giorni alcune verifiche e Regioni come l’Emilia-Romagna e la Sardegna hanno fatto dei provvedimenti, in quanto questi soggetti vanno nelle case e sono molto più a rischio di contagio Covid rispetto ad altre figure professionali, ed hanno riconfermato i 40 euro.
Capisco che lo Stato ha fatto un decreto che prevede di tornare a 24 euro, ma ci sono Regioni che per evitare di non avere medici che fanno assistenza domiciliare …, se poi mancano queste figure le persone andranno … Se la guardia medica non c’è andranno tutti al pronto soccorso con il rischio di infettare e portare il Covid all’interno di queste strutture.
La nostra interrogazione vuole in qualche modo evidenziare l'importanza di accelerare … Nell’interrogazione chiedevo quanti contratti sono stati fatti, ma il dato non è riuscito a darmelo. Vorrei capire se in questi giorni i contratti si stanno facendo o non si stanno facendo. Altre Regioni li stanno facendo a 40 euro, consapevoli che se non li faranno a 40 euro verranno fuori problemi e non ci saranno medici disponibili a fare assistenza domiciliare. Come hanno fatto? Mettendo risorse proprie della Regione, che vanno ad integrare dai 23 euro ai 40 euro, utilizzando risorse proprie, non per forza in ambito sanitario, per finanziare quella parte che manca per fare in modo che l’assistenza domiciliare, soprattutto fino alla fine del 2022, non venga a mancare.
Assessore, la ringrazio perché riconosco la sua presenza e la sua disponibilità a rispondere a tutte le interrogazioni rispetto ad altri Assessori che purtroppo spesso mancano. Grazie.

Interrogazione n. 511 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Conferimento dell'incarico quinquennale di Direttore Medico della Struttura Complessa U.O.C. Chirurgia Generale dello S.O. “Mazzoni” di Ascoli Piceno presso il P.O.U. dell’Area Vasta 5”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 511 - a risposta immediata - dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Prima di rispondere nel merito a questa interrogazione occorre premettere che l'articolo 7 bis e l’articolo15 del decreto legislativo 502/1992, che è la legge fondamentale in materia di organizzazione alla sanità, stabilisce che il Direttore generale individua il candidato da nominare nell'ambito della terna predisposta dalla Commissione, ove intenda nominare uno dei candidati che non hanno conseguito il miglior punteggio deve motivare analiticamente la scelta.
Nel caso di specie, oggetto dell’interrogazione, è accaduto che il Direttore generale abbia validato il secondo in ordine di graduatoria rispetto al primo.
Come avevo già detto in una precedente interrogazione relativa a un caso omologo a Fermo, il provvedimento rientra nell'attività di gestione di competenza del Direttore generale, il quale deve motivare adeguatamente la scelta.
Personalmente non condivido queste scelte, l'ho già detto nel caso di Fermo e non condivido neppure questa scelta perché di fatto c'è un conflitto tra analisi e tra valutazioni, quindi, c'è un evidente vizio del provvedimento amministrativo, sia in termini di eccesso di potere che di violazione di legge. Ho appreso che la persona ha adito le vie legali, per cui sarà il giudice a dirimere questa vicenda.
Sono d'accordo con coloro i quali, a de iure condendo, hanno previsto che vi debba essere una modifica dell'articolo 15 della legge 502 del 1992 dato che non vi può essere una discrezionalità che possa spostare addirittura l'ordine di merito che comunque un procedimento selettivo determina.
Conclusivamente, il provvedimento rientra nella responsabilità del Direttore generale, personalmente non condivido le scelte, seppur motivate, di scegliere il secondo o addirittura il terzo della selezione. Spero che vi sia una modifica dell'ordinamento nazionale in materia, che possa evitare queste contraddizioni, che sono evidenti, tra gli apparati della stessa amministrazione.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi fa molto piacere che lei non condivida i contenuti di questa determina, non nel merito in quanto noi non possiamo entrare nel merito non essendo tecnici, ma nel metodo sicuramente sì. Come lei saprà c’è stata un’ennesima determina del Direttore che si è reso conto che la casistica di 268 interventi di chirurgia colon rettale del dottor XX non era stata da lui considerata e questa è una cosa grave perché la Commissione tecnica l’aveva considerata redigendo una graduatoria nella quale, come tutti sanno, il dottor XX era arrivato primo. Questi 268 interventi, invece, non erano stati considerati nella determina nella quale era stato scelto il chirurgo arrivato secondo. Viene fatta quindi una rettifica, che dice che in effetti la casistica prodotta dal dottor XX presenta 268 interventi, mentre l’altro medico ne ha molto meno, 42 interventi, tanto per rendersi conto, tuttavia, malgrado nella precedente determina il dottor XX abbia avuto meno casi di interventi di chirurgia colon rettale, decido di mantenere il dottor XX secondo. Dopo quattro giorni con un’altra determina si dà un incarico per facente funzioni del reparto di chirurgia dell'Ospedale Mazzoni di Ascoli al dottor XX, il quale è già facente funzioni da circa due anni e mezzo. Si dice poi che il dottor XX non ha raggiunto gli obiettivi del 2020/2021, peccato che gli siano stati dati nel 2022, e questa è un’altra cosa che credo dovrà essere spiegata.
Noi per legge non possiamo entrare nel merito delle determine, sono atti individuati in capo alla dirigenza, però, Assessore, noi abbiamo il dovere del controllo e della verifica degli atti, questo le chiedo di fare e di verificare anche con la Direzione dell’Asur se all’interno di questi atti ci sia qualcosa che è stato fatto e che non sia coerente con quello che doveva essere fatto. Nel caso di specie entrare nelle questioni che riguardano tecnicamente la Commissione ed entrare in un ambito in cui la legge, che consente al Direttore di poter scegliere il secondo classificato con le dovute motivazione, prevede che vengano date delle motivazioni ben chiare, che qui non sono date.
Inoltre, come lei ha ben accennato, l’articolo 15 è nelle more di modifica perché la legge ha avuto un passaggio alla Camera ed uno al Senato e si aspetta il secondo passaggio al Senato, per cui rimarrà di esclusiva competenza della Commissione tecnica, che come tutti sanno viene estratta a sorte, la scelta di chi sia il migliore partecipante a qualunque tipo di concorso.
Siccome di tratta di sanità, si lavora con le persone e si tratta di chirurgia, le chiedo grande accortezza a prescindere dalle qualità e dalla conoscenza del dottor XX. In ogni caso l’attenzione va sempre data, lei lo ha già detto c’è stato un caso a Fermo cerchiamo di non ripeterlo e di non arrivare alle vie legali, ma di trovare una soluzione che sia migliore per i cittadini. Grazie.

Interrogazione n. 514 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri “
Carenza di medici al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Senigallia”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 510 - a risposta immediata - dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione emerge ancora una volta il grave disagio e le difficoltà dei nostri pronto soccorso.
Le ragioni sono note, non è un caso che il decreto ministeriale 77 sulle cure territoriali abbia previsto la realizzazione di case di comunità, ospedali di comunità, Cot (centrali operative territoriali) al fine di impedire quello che avviene in tutta Italia e cioè che l'80% degli accessi siano caratterizzati da codici bianchi e codici rossi.
Il secondo pilastro di questo problema è la mancata programmazione nella formazione del personale e la scarsa appetibilità dei medici a prestare servizio nei pronto soccorso, dunque per le specializzazioni in medicina d'urgenza.
Cosa si è deciso di fare in attesa che le borse di specializzazione, che la Regione Marche ha programmato, possano produrre i loro effetti nei prossimi anni? In attesa della riorganizzazione della medicina primaria del territorio, con case di comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali, si è deciso di strutturare una serie di interventi per far sì che volontariamente, nel caso di un afflusso abnorme nei pronto soccorso, il poco personale che vi presta servizio possa essere aiutato, possa chiedere in ausilio medici che abbiano specializzazioni equipollenti.
Nel caso di Senigallia si prevede che il turno pomeridiano, che finisce alle 20, possa essere protratto per altre due ore, fino alle 22.00 con un trattamento aggiuntivo di 60 euro; si prevede poi che alcuni tipi di prestazioni, tipo prestazioni di ortopedia leggera, possano essere immediatamente trattati dai medici dei reparti; la terza misura che abbiamo adottato in assenza di personale specializzato è quella del procedimento di evidenza pubblica per cercare di reperire sul mercato, attraverso le cosiddette cooperative, questo tipo di specializzazione.
Nel caso di Senigallia il bando è aperto fino al 31 dicembre di quest'anno, non c'è stato alcun tipo di offerta da parte di nessuna cooperativa, ma se dovessero pervenire le Aziende hanno ricevuto la direttiva di acquisire tutte le professionalità che possono servire per garantire al personale non solo il giusto riposo e le ferie, che dopo due anni di Covid si merita, ed ai cittadini che afferiscono al pronto soccorso un trattamento che sia di una sanità moderna e con interventi appropriati.
Questo è quello che stiamo facendo non solo per Senigallia, ma per tutta la regione, a questo si è aggiunto un ulteriore intervento per far sì che vi sia per ogni plesso ospedaliero un bed manager, cioè un medico incaricato di trovare posto nelle corsie per le persone che dal pronto soccorso devono transitare nei reparti per acuti.
Questo problema evidenzia anche una gravissima carenza della nostra Regione, che dopo 20 mesi non siamo stati in grado di risolvere, che è quello della penuria di posti letto nelle poste acuzie e nelle Rsa per l'invecchiamento della popolazione.
Diciamo che nei pronto soccorso si concentrano tutti le problematiche della sanità che per almeno per 10 anni sono state trascurate.
Le risposte che noi cerchiamo di dare sono sia dal punto di vista riorganizzativo che dei trattamenti al personale, garantendo a chiunque voglia fare un turno aggiuntivo nel pronto soccorso un trattamento orario previsto dalla contrattazione collettiva nazionale di 60 euro l'ora. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio Mangialardi. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare l'Assessore Saltamartini per esserci, visto che ancora una volta è l'unico che garantisce la presenza fisica per i componenti della Giunta. Sappiamo tutti che anche oggi dovremmo saltare delle interrogazioni in quanto gli Assessori sono impegnati su altri fronti, non quello del rispetto istituzionale di questa Assise, non solo, non lasciano nemmeno le risposte degli atti ispettivi che sono giacenti da un lungo periodo di tempo.
Nel merito, Assessore, non voglio nemmeno dichiararla perché colgo la sua grande difficoltà, anche con eleganza ha cercato di dire che le risposte non ci sono ora e non ci saranno dopo, stiamo tentando di mettere in campo una serie di operazioni, io dico qualche volta anche imbarazzanti, perché pensare di privatizzare l'emergenza urgenza nel pronto soccorso ritengo che sia una cosa che imbarazzi tutti, con la contrattazione economica completamente diversa tra i medici. Nella fattispecie quelli di Senigallia, 5 sui 13 previsti dall'unità operativa complessa, più il dirigente medico responsabile della stessa, hanno un trattamento diverso che già mette in difficoltà quelli che sono costretti a rinunciare oggi alle ferie, ai turni e che si trovano in grandissima apnea.
Assessore, nessuna soddisfazione, non è Senigallia, la prendiamo come paradigma solo per le sollecitazioni, ma lei sa benissimo che da domani, anzi tra qualche giorno, saremo in piena attività turistica e le strutture che dovrebbero rispondere con maggiore rapidità e prontezza a quei numeri fortemente incrementati di cittadini e di pazienti non saranno in grado di rispondere a nulla, tenuto conto anche dei temi che sono stati prima svolti e sottolineati dalla Consigliera Vitri rispetto alle nuove modalità che non siete riusciti a riuscire a incrementare. Per esempio, quando parliamo di guardie mediche estive, il rischio per le città della costa è quello di emulare il triste paradigma dello scorso anno che sono state aperte solo per qualche giorno e solo forse in maniera simbolica, inutile che poi invochiamo il piano nazionale rispetto agli ospedali di comunità, le Cot e le case di comunità, in quanto prima che questi andranno a regime ovviamente non saremmo in grado di dare quelle risposte di emergenza urgenza del nostro pronto soccorso di Senigallia, ma solo come paradigma, vale per tutti gli altri.
Assessore, non c'è soddisfazione, non basta nemmeno ricondurre ai mancati adempimenti degli impegni di campagna elettorale perché oggi ne cogliamo tutti i grandi limiti e quelle promesse almeno da lei sono state accantonate, giustamente, evidenziando un tema a cui oggi non siamo riusciti a rispondere con le tante aspettative che invece si erano create. Grazie.

Interrogazione n. 515 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Ripresa della campagna vaccinale regionale anti-Covid”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 515 - a risposta immediata - dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogante Consigliere Carancini pone un problema reale, che è quello di incentivare la vaccinazione con la quarta dose, seconda dose booster, in considerazione dell’aumento dei contagi, in qualche caso anche dei ricoveri presso le strutture ospedaliere.
Questo fenomeno determina altresì una pressione abnorme sui pronti soccorsi e sui reparti per acuti, stante la necessità ancora di separare i pazienti Covid dai pazienti ordinari. Ciò ha portato, per esempio ieri, alcuni primari importanti degli ospedali non solo della nostra regione a dire che forse non deve esserci più questa distinzione di cure e di trattamento tra i pazienti Covid e non Covid.
Tutto ciò premesso, le disposizioni che in questo momento vivono in materia prevedono che la vaccinazione con la quarta dose possa essere ammessa per le persone in carico nei presidi ospedalieri e deve essere eseguita all'interno dei presidi ospedalieri. Quindi, c'è una presa in carico dei pazienti e in seconda analisi ci può essere la vaccinazione di persone fragili o di persone che hanno più di ottant'anni, tutte le altre, con più di sessant'anni, possono prenotarsi sul sito delle Poste.
Per le persone fragili prese in carico la vaccinazione con la seconda dose booster, quarta dose, avviene negli ospedali mentre per chi non è ricoverato in ospedale, la vaccinazione può essere operata dai medici di medicina generale e anche nei distretti.
Qual è il vulnus della campagna di vaccinazione ed anche della promozione? E’ che i vaccini disponibili in questo momento sono stati realizzati sulla base e sulla consistenza del virus di gennaio, c’è una corsa delle case farmaceutiche a garantire che vi sia nel mese di settembre, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, un vaccino che sia adeguato anche a scontrarsi con le ultime modifiche dello stesso virus.
Nella Conferenza delle Regioni che ci sarà oggi o domani è previsto un tema, un punto su questo argomento e dalle dichiarazioni che sono state rese dal Ministro della salute si ricava che questo vaccino, onnicomprensivo di tutte le trasformazioni Covid, non sia ancora disponibile, quindi sarà necessario curare un'adeguata informazione dei cittadini, dell’opinione pubblica.
Conclusivamente, le persone fragili che sono prese in carico possono essere vaccinate negli ospedali con la quarta dose, le persone con più di ottant'anni possono essere vaccinate nei distretti dei medici di medicina generale e per quanto concerne l’avvio della campagna di vaccinazione, per chi volesse, c'è da tener conto che possono prenotarsi le persone sia sul sistema Poste che recandosi direttamente nei distretti.
Speriamo che le case farmaceutiche possano realizzare questo vaccino, diciamo così, aggiornato alle moderne varianti.
In ogni caso condivido perfettamente quello che dice l’interrogante, che c'è la necessità di spingere i cittadini a eseguire la quarta dose nelle condizioni che verranno predisposte dal Ministero della sanità, sperando di avere un vaccino aggiornato per tutte le varianti. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore, ancora una volta ascoltandola si ha l'impressione di una improvvisazione. Ha eluso e continua ad eludere il tema dell'interrogazione che era quello dell'assenza da molti mesi di una vera e propria azione di sensibilizzazione che si ponesse senza soluzione di continuità con il passato.
Le Marche hanno abbandonato il tema della vaccinazione, le cito alcuni dati: con il 71,81% le Marche sono la platea tra le meno immunizzate dopo la terza dose, tra gli over 80 è tra le ultime quattro Regioni che non hanno accolto con favore il tema della quarta dose ed anche nella fascia di età fra i venti e i quarant'anni è tra le ultime Regioni in Italia.
E’ il frutto, Assessore, di una estemporaneità, di un’improvvisazione che peraltro non è casuale, voi in 24 mesi avete dimostrato di non avere una cultura di governo - l’apprezzo perché viene in Aula, vedo anche oggi l'assenza del Presidente – l’avete dimostrato nelle cose più piccole e più grandi. Ha teorizzato, impostato, la questione delle Uca senza mettere le risorse per convincere i medici a seguirle.
Purtroppo è un problema serio, ci state trascinando in un vortice negativo e i dati politici che emergono non più tardi di ieri dimostrano che siete in caduta libera, quindi quello che vi chiediamo è di avere responsabilità in quanto noi non siamo contenti di questo, siamo preoccupati anche per quello che avete impostato, peraltro nessuno ancora conosce il Piano socio-sanitario. Ci riportate al secolo scorso in un'ottica contrappositiva con la pianificazione.
La vaccinazione, sulla base di tutte le indicazioni centrali del Ministero, di tutti i primari, è il punto centrale che non doveva essere abbandonato e voi avreste dovuto programmare un'azione costante di comunicazione, promozione, conoscenza, sensibilizzazione verso le persone che in questo momento sono a maggior rischio.
Aggiungo una considerazione, prendete in esame la possibilità che la quarta dose possa essere fatta anche agli over 70, non solo agli over 80, perché questa è la frontiera che oggi le autorità sanitarie nazionali e internazionali vi stanno indicando. Grazie.

Interrogazione n. 516 - a risposta immediata
a iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri Bora
“Caso Antonio” - Intervento della Regione Marche affinché il Servizio sanitario regionale ottemperi tempestivamente a quanto previsto dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 516 - a risposta immediata - dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri Bora.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Si pone ancora una volta nel Consiglio regionale delle Marche il tema dell’aiuto al suicidio e ancora una volta viene chiesto all’Asur di garantire l'accesso al suicidio assistito.
Le Marche, non è un caso, sono l'unica Regione che ha questa serie di procedimenti proprio perché sta rispettando la sentenza della Corte costituzionale.
Detto questo, occorre sempre rinnovare il tema di cui stiamo discutendo dato che nel nostro ordinamento penale c'è il reato, punito con la pena minima di 5 anni, dell’aiuto al suicidio.
La Corte costituzionale ha stabilito che non costituisce reato, che non è punibile l'aiuto al suicidio quando la persona che si aiuta a cessare la propria esistenza si trova nelle quattro condizioni, che sono: patologia irreversibile, capacità di intendere e di volere, sofferenza insopportabile, essere attaccata ad una strumentazione che la mantiene in vita.
Sul fatto stesso, che non costituisce ipotesi di reato, per essere molto chiari, comunque si apre un procedimento a carico della persona che aiuta il suicida, che poi in sede giudiziaria dovrà avvalersi della causa di non punibilità.
La Regione Marche in questi casi, quando gli interessati chiedono di accedere a questo servizio, interessa del procedimento, come è avvenuto nel caso di specie, il comitato etico, il quale viene incaricato di accertare se sussistano i quattro presupposti.
C'è anche da tener conto che in questo caso si chiede che qualcuno aiuti la persona al suicidio e questo incontro crea un problema tra i sanitari, la stragrande maggioranza dei quali dicono di aver fatto un giuramento a Ippocrate per salvare le persone, non certo per somministrare dosi letali.
Il tema di cui abbiamo più volte discusso in questa Assemblea è quello di giungere ad un ordinamento mediante una legge dello Stato perché la sentenza alla Corte costituzionale ha aperto un varco alla non punibilità dell'aiuto al suicidio, ma non può per sua natura, seppure con le sentenze creative, additive, interpretative, di accoglimento e di rigetto, creare norme giuridiche. Questo è il quadro delineato in Costituzione.
C'è anche da aggiungere che esiste la legge sul cosiddetto “fine vita”, per cui le persone possono rifiutare, attraverso un atto notorio certo, l'alimentazione e l'idratazione e accompagnate da una sedazione adeguata possono giungere ad una morte lieve.
Le due questioni non possono essere sovrapposte, qui si chiede di far sì che vi sia la somministrazione di una sostanza benefica, nell'altro caso, invece, c'è la libertà di chi vuole arrivare alla morte dolce.
Conclusivamente, la Regione Marche non si oppone a nulla, questi procedimenti sono incardinati in capo alle Aziende e non è il potere di indirizzo politico che può incidere sul riconoscimento di questi trattamenti, quindi, rispondendo a questa interrogazione, rinnovo la richiesta affinché le forze politiche che sono in Parlamento possano legiferare in materia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Cesetti, pur avendo firmato per primo questa interrogazione – il nuovo Regolamento ci impedisce di poter replicare a più voci, invece l’avrebbe meritato - mi dà la possibilità di rispondere, non solo in veste di capogruppo, ma come soggetto che si è sempre occupato di questo diritto alla dignità.
Non è nella vostra disponibilità decidere la modalità, se è quella del suicidio assistito o della sedazione profonda, non lo decidete voi, c'è una sentenza.
Assessore, la invito …, forse non le è stata ancora girata, conoscendo la posizione del Presidente Acquaroli in voce della sua Segretaria nazionale capisco che forse non le ha girato nemmeno la missiva del Ministro, che chiarisce ulteriormente, semmai ce ne fosse bisogno, quello che dovete fare. E’ vero che la Regione Marche sta ottemperando a seguito delle decisioni del nostro tribunale e delle denunce continue che i dirigenti dell'Asur ricevono per mancanza di un indirizzo politico e siamo molto rammaricati e anche preoccupati per loro perché i vostri dirigenti continuano ad avere denunce e l'ultima penso che sia quella relativa a XX dato che l’avete costretto alla sedazione profonda quando lui avrebbe voluto scegliere un altro percorso, ma non avete risposto per tempo, vedo l'Assessore …

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, stavamo discutendo sul punto della questione alla quale lei sta replicando.

Maurizio MANGIALARDI. Se poi l’Assessore ha della documentazione ulteriore da metterci a disposizione è sempre gradita, invece la invito a recuperare la missiva del 20 giugno del Ministro della sanità, che impone una tempistica precisa e non solo, chiede al sistema sanitario di farsi carico di tutte le spese, mentre YY l'avete costretto ad una imbarazzante, per la sua immensa dignità, raccolta di fondi per la pompa necessaria a rispettare il dettato del comitato etico.
Assessore, non siamo per niente soddisfatti perchè il tempo per chi soffre, che ha avuto il riconoscimento del comitato etico, dei tempi, delle modalità e dei quattro requisiti ai quali lei ha fatto riferimento, diventa determinante.
Ci sarà l'ennesima denuncia, un'ulteriore umiliazione per chi invece, vista la sentenza della Corte costituzionale, grazie all'azione immensa che ha messo in campo l’associazione Luca Coscioni …, mentre voi continuate a disattendere, se non nella sostanza nel tempo e in quel caso il tempo, per la dignità di quelle persone, è un elemento determinante. Grazie.

Interrogazione n. 471
a iniziativa della Consigliera Lupini
“Sanità privata non ospedaliera: iniziative per rinnovo CCNL della riabilitazione privata fermo da 14 anni e stanziamento adeguate risorse economiche regionali da destinare in modo temporaneo ai lavoratori del settore in attesa del rinnovo nazionale del contratto”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 471 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questa interrogazione chiede se la Regione intenda promuovere opportune iniziative per sollecitare la ripresa delle trattative a livello nazionale del contratto collettivo nazionale di lavoro della riabilitazione privata.
La risposta è che la competenza, com'è noto, è dello Stato, anche se questo tema però incide pesantemente sui trattamenti del personale della sanità privata che riceve degli emolumenti inferiori del 10-15% rispetto ai pari dipendenti della sanità pubblica, quindi a parità di prestazione c'è una discriminazione enorme.
Ciò detto, la richiesta di riaprire il tavolo nazionale è stata avviata dalla nostra Regione nella Conferenza delle Regioni, che è lo strumento di coordinamento delle politiche tra Stato e Regioni.
Alla seconda domanda: se la Regione Marche intenda stanziare adeguate risorse economiche da destinare in modo temporaneo ai lavoratori del settore in attesa del rinnovo del contratto nazionale di lavoro; la risposta è che i trasferimenti sulla sanità della Regione avvengono per garantire i Lea e i servizi indispensabili per la sanità. Il servizio sanitario regionale non può farsi carico, attraverso il fondo sanitario regionale, di finanziare aggiornamenti o anticipazioni sui benefici che possono essere riconosciuti solamente a livello nazionale.
Si tenga conto che la materia di cui ci siamo occupati questa mattina, anche con toni diretti ad avvicinare il personale sui trattamenti remunerativi, deve tener conto che le politiche retributive del nostro personale pubblico sono legate al contenimento della spesa pubblica, ai processi inflattivi ed alle norme del diritto europeo, sono norme vincolate per tutti i comparti del pubblico impiego sia del settore sanità che di tutti gli altri settori. Non si può espungere una categoria per far sì che questa rinnovi i contratti di lavoro al di fuori delle norme che prescrivono aumenti in misura pari al tasso di inflazione programmato.
Questo lo voglio ricordare: i trattamenti della pubblica amministrazione sono bloccati dal meccanismo per cui possono essere rinnovati semplicemente in misura pari al tasso di inflazione programmata. Questi sono i principi che vigono nel nostro Paese, non nella Regione Marche.
Per quanto concerne, invece, i trattamenti specifici, come quelli di cui ci stiamo occupando, è evidente la discrasia, il fatto stesso che a parità di prestazioni di qualifica professionale il personale della sanità privata riceva un trattamento inferiore di circa il 10% rispetto al sistema pubblico mi pare che confligga con il parametro costituzionale dell'articolo 36, che vuole che le prestazioni siano proporzionate alla qualità e quantità del lavoro prestato. Se la prestazione è la stessa e l’orario addirittura è superiore, non vedo perché ci debba essere questa discriminazione.
Tutto ciò premesso, sarebbe importante che i gruppi parlamentari che sono presenti nel Consiglio regionale della Regione Marche facciano valere i giusti propositi di cui noi discutiamo anche nelle sedi competenti dato che la Regione non ha la disponibilità della materia della contrattazione collettiva per le ragioni che ho esposto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta, che lascia emergere un problema enorme, reale, che ha fatto capire come le risorse regionali siano vincolate e blindate rispetto alla possibile soluzione. Credo che la sua risposta vada in questa direzione e la Regione non potrà pensare di destinare delle risorse, neanche in modo temporaneo, per completare l'emolumento di questi professionisti.
Mi sembra che sia giusto che i cittadini e le cittadine capiscano bene qual è la competenza della Regione, qual è la volontà della Giunta in questo caso e la possibilità di potersi muovere.
La risposta affermativa, invece, se ho ben capito e se ben riassumo, è che la questione è stata dibattuta nella Conferenza Stato Regioni da parte dell’Assessore della Regione Marche, che la rappresenta a quel tavolo.
E’ vero, le trattative, a quanto ci risulta, a livello nazionale sono state interrotte e questa disparità è davvero gravissima, coinvolge almeno duemila marchigiani lavoratori, che sono stati preziosi in questo ultimo periodo, ma lo erano già prima.
La sanità privata convenzionata è un servizio al cittadino, che raccoglie anche fondi dalla Regione, che sono elargiti sia alla sanità pubblica che a quella privata, soprattutto e durante la pandemia.
Chiediamo la massima attenzione a queste tematiche, considerando i vincoli di competenza, però ci sembra giusto e doveroso dare voce anche a questi lavoratori.
Per conoscenza dei cittadini, sappiamo che la disparità è per esempio di 400 euro al mese in meno rispetto a un pari livello professionale della sanità pubblica, lavorando due ore in più a settimana rispetto ai colleghi. Questo per tradurre questa grande disparità, che insieme a tutte le altre questioni di stamattina mi sembrano centrali.
Abbiamo dibattuto a lungo sulla carenza dei sanitari, dei professionisti, sui ritardi nei pagamenti, sulle condizioni di pronto soccorso, ma è giusto anche evidenziare questo aspetto della sanità. Grazie.

Interrogazione n. 419
a iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Punti di assistenza in presenza alla clientela, sostitutivi dei Punti Blu chiusi lungo la rete autostradale nel territorio marchigiano”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 419 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti chiedono: se la Regione abbia avuto garanzia dalla società Autostrade e dalla società Free To X della conservazione di almeno un punto di assistenza in presenza alla clientela nel tratto marchigiano della rete autostradale; se non ritenga che tale struttura debba comunque essere resa disponibile quanto prima e non in relazione alla realizzazione del parcheggio scambiatore presso il casello di Ancona nord; quali iniziative eventualmente assumere per sollecitare i suddetti interlocutori.
In riferimento all'interrogazione si rappresenta quanto segue: “Il Dipartimento infrastrutture territori Protezione Civile, con note dell'11 novembre 2021 e del 13 giugno 2022, e nel corso di incontri operativi ha richiesto all'amministratore delegato ed ai referenti tecnici di società Autostrade la previsione di un punto di assistenza Free To X nel tratto autostradale dell'A14, in corrispondenza del casello di Ancona nord. A seguito di tale nota si è svolto un incontro con società Autostrade e con i rappresentanti della società Free To X, i quali hanno manifestato un'apertura nel valutare il mantenimento di un punto Free To X nel territorio della regione Marche. La predetta società ha altresì chiarito che l'eliminazione di Punti blu nel tratto marchigiano era stata dettata da scelte strategiche aziendali ponderate con riferimento ai numeri di accesso, ma ciononostante si rende disponibile a riconsiderare sempre nell'ottica del servizio al cliente la riapertura di un punto di assistenza in presenza nella rete autostradale. L'opportunità e le eventuali modalità di riapertura saranno strettamente collegate alle nuove tipologie di servizi che Free To X, società di tipo privatistico distinta da società Autostrade, in un mercato non più in regime di monopolio, con ingresso di operatori concorrenti, fornirà alla clientela non esclusivamente legata al servizio telepass e fermo restando il coinvolgimento della società autostrade.
Premesso quanto sopra, negli incontri tenuti è inoltre emerso che i punti Eni station sia lungo la rete autostradale che all'interno della rete stradale secondaria marchigiana svolgono già attività afferenti alla gestione del telepass. Ad oggi, rispetto all’unico Punto blu, che avevamo lungo la rete autostradale, ne risultano oltre 10 già attivi o in via di attivazione in tutto il territorio marchigiano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Il nostro territorio regionale rischia di perdere tutta una serie di servizi ai clienti, in questo caso parliamo della rete dei Punti blu, che gestivano il telepass ed i servizi legati alle via card e che con il nuovo piano strategico di Autostrade, che ha comportato tutta una serie di trasformazioni, un nuovo piano industriale, oggi vengono gestiti da Free To X.
Dei 56 Punti blu che erano presenti a livello nazionale lungo le nostre autostrade la nuova società ne hanno mantenuti aperti solamente 15. Ricordo che nelle Marche c'erano tre Punti blu: uno in corrispondenza dell'uscita di Pesaro e Urbino, uno ad Ancona nord ed uno a Civitanova Marche e attualmente dei 15 Punti blu presenti a livello nazionale nessuno è nelle Marche, per cui si è passati da tre punti a zero.
Oggi i cittadini marchigiani, che vogliono in qualche modo informazioni ed hanno bisogno di interfacciarsi con questa società, devono far riferimento a Pescara o Rimini e nell’interrogazione si chiede almeno la riattivazione del punto di Ancona nord.
Si riconosce ad Ancona nord un punto strategico di accesso per quanto riguarda gli autoveicoli, i mezzi pesanti che sbarcano al porto di Ancona, c’è quindi la necessità almeno di aprire questo.
Dalla risposta dell'Assessore ho percepito che comunque la Regione si è attivata, c'è stata una serie di incontri nel corso dei quali ci si è resi disponibili all'apertura del punto di Ancona nord. Questa è sicuramente una buona cosa, però chiedo alla Regione di continuare ad insistere perché a queste realtà non bastano uno o due incontri, occorre stare con il fiato sul collo fino a quando non c’è la certezza della riapertura dato che sarebbe un’ulteriore perdita per il nostro territorio di servizi che vengono forniti ai nostri cittadini.
La ringrazio per la risposta, le chiedo di continuare a seguire la vicenda in quanto ho paura che dopo la prima disponibilità non segua nessun fatto concreto. Grazie.

Interrogazione n.479
a iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Parcheggi a servizio dell’aeroporto ‘Raffaello Sanzio’”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 479 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. La Consigliera Ruggeri ci chiede: quali sono gli atti amministrativi ad oggi adottati e l'intenzione della Giunta regionale in merito all'ubicazione, programmazione, realizzazione, gestione di nuovo o di nuovi parcheggi descritti in premessa, quali siano gli studi sulla mobilità e gli altri documenti in base ai quali la Giunta intende fondare le proprie scelte riguardo l'ubicazione del nuovo dei nuovi parcheggi descritti in premessa, ossia in prossimità dell'uscita del casello A14 dell'aeroporto; se le aree prese in considerazione per la realizzazione del nuovo o dei nuovi parcheggi descritti in premessa siano di proprietà privata o di proprietà pubblica; quali siano le previsioni di spesa per ogni soluzione prospettata; se la Giunta regionale intende chiedere il parere della società di gestione aeroportuale in merito alle scelte che saranno adottate a riguardo.
In riferimento a quanto richiesto dalla Consigliera, sul parcheggio in prossimità dello svincolo Ancona nord dell'autostrada A14 non sono stati adottati atti amministrativi, ma si sono tenute interlocuzioni tecniche con la società Autostrade, che sono continue, come per l'interrogazione precedente, al fine di valutare l'opportunità di realizzazione e l'analisi tecnica costi benefici della infrastruttura.
Relativamente al parcheggio da realizzarsi in Via della Stazione, l'intervento è compreso all'interno della convezione denominata “Contributo straordinario per la realizzazione di investimenti infrastrutturali di interesse regionale tra Regione Marche e Comune di Falconara”, sottoscritta in data 30 dicembre 2020 in forza della delibera della Giunta regionale n. 1660 del 30 dicembre 2020. Con nota protocollo n. 840016 del 2020 la Regione Marche ha richiesto al Comune di Falconara Marittima di trasmettere una proposta progettuale da sviluppare sulla base dei tavoli tecnici svolti con la D di Aerdorica S.p.A. ed i tecnici regionali di importo complessivo pari ad almeno 2.843.380,45 euro relativa alla realizzazione di investimenti infrastrutturali di interesse regionale. Con successive note il Comune di Falconara Marittima ha trasmesso la propria proposta progettuale per un importo complessivo sopraccitato di 2.843.380 euro. L’intervento di cui al punto 5) della convenzione sopra citata, per un importo complessivo di euro 350.000 euro, concernente “infrastrutturazione nuova area da destinare ai servizi, compresa tra Via del Consorzio e la ferrovia”, ha il fine di realizzare un parcheggio destinato alla sosta, un nodo di scambio intermodale ferro gomma aria con previsioni di spazi di sosta bus urbani, extra urbani, stalli di sosta destinati al car sharing e al car pooling. Il Comune di Falconara Marittima ha avviato la progettazione di interventi di cui alla convenzione sopra richiamata e redige una rendicontazione con cadenza semestrale, come indicato dall'articolo 6 della convenzione, al fine di monitorare l'avanzamento delle fasi di progettazione, affidamento lavori ed esecuzione.
Nell'ultimo atto pervenuto il 29 giugno 2022 si riporta che l'intervento medesimo in fase di attivazione è in attesa della definizione dell'accordo tra il Comune di Falconara Marittima e la società Ancona International Airport per la gestione delle aree di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana.
Risposta al punto 2: Il quadro preliminare illustrato da Aspi in occasione delle interlocuzioni informali sopra citate è stato realizzato sulla base di uno studio di traffico condotto dalla società stessa per valutare la fattibilità trasportistica del nuovo parcheggio di scambio nelle adiacenze dello svincolo di Ancona nord dell’autostrada A14. Secondo lo studio redatto da Autostrade, la domanda potenziale attuale del parcheggio risulta essere pari a 223 unità nel giorno medio feriale, 62 nel giorno medio festivo. Il risultato del tutto comparabile alle esigenze registrate in tutte le principali uscite autostradali italiane, quindi anche marchigiane, molte delle quali sono già fornite di parcheggi scambiatori. L'area considerata da Aspi per il parcheggio scambiatore in prossimità del casello di Ancona nord nel Comune di Falconara Marittima risulta in gran parte di proprietà privata e in parte di Autostrade per l'Italia. Il piano regolatore del Comune di Falconara Marittima già prevede la destinazione dell'area parcheggio. L’area invece da destinare al parcheggio situata tra Via del Consorzio e la ferrovia risulta in parte di proprietà del Comune di Falconara Marittima, in parte di Rete Ferroviaria Italiana ed in altra parte di proprietà privata. Anche in questo caso l’area ricade dell'interno del PRG del Comune di Falconara Marittima con destinazione parcheggio.
La quantificazione economica per la realizzazione di un parcheggio scambiatore nelle adiacenze dello svincolo di Ancona nord dell’autostrada A14 potrà essere determinata solo a seguito della redazione di un compito metrico estimativo ad oggi non ricompreso nello studio di Aspi.
L'area da destinare a servizi compresa tra Via del Consorzio e la ferrovia prevede un investimento regionale di 350.000 euro. L'amministrazione regionale sta attuando i necessari confronti ed interlocuzioni con la società Ancona International Airport al fine di coinvolgere la società stessa nell'azione di sviluppo e potenziamento infrastrutturale dell'aeroporto e dei servizi ad esso afferenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta, come al solito gli chiedo, se sarà possibile, anche se in maniera magari un po' più complessa perché non sono in Aula, di avere la risposta scritta in quanto ho seguito, ma la risposta è stata molto tecnica, quindi mi farebbe piacere un approfondimento.
Quello che a noi sta a cuore è che prima di fare una scelta così importante la Regione giustamente valuti tutte le possibilità, faccia un’analisi costi e benefici e soprattutto concerti con chi in questo momento sta gestendo l'aeroporto in un momento così delicato, come sappiamo.
Sicuramente il Covid non ha aiutato nella ripresa l'aeroporto marchigiano.
Mi auguro che tutto questo si stia facendo e da quello che mi sembra di aver capito in effetti l’Assessore ha detto che è così e per le questioni tecniche mi riservo di leggere il documento e poi semmai interverrò in altre sedi. Grazie.

Interrogazione n. 508
a iniziativa dei Consiglieri Ciccioli, Marinelli, Marcozzi, Latini D., Rossi
“Visita nel pesarese del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 508 dei Consiglieri Ciccioli, Marinelli, Marcozzi, Latini D., Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. I Consiglieri interroganti ci chiedono: se il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile abbia risposto alla missiva inviata dal Presidente Acquaroli; se durante la sua visita nella provincia di Pesaro, prevista nei giorni 1 e 2 luglio prossimi il Ministro - già si è tenuta - abbia in programma di incontrare la Regione Marche e i Sindaci della costa per effettuare un sopralluogo, come da richiesta presente nella lettera del Presidente Acquaroli del 30 marzo scorso.
La risposta è molto semplice: alla suddetta nota del 30 marzo scorso non c'è stato un riscontro formale, tuttavia, grazie al costante lavoro della Giunta regionale, anche in prima persona non solo dell’Assessore alle infrastrutture, ma del nostro Presidente Francesco Acquaroli, che ha coinvolto gli uffici regionali che sono in continuo contatto con gli uffici ministeriali, è in corso di revisione da parte del Ministero la proposta iniziale del semplice by pass di Pesaro.
Vorrei ricordare a tutti che quando si ha di fronte un'occasione che viene definita storica, storica per lo Stato perché ha individuato il corridoio adriatico come corridoio principale del trasporto delle merci nord-sud, queste questioni non possono essere trattate in maniera individualistica e personalistica, ma devono essere considerate in una gestione ed in una visione complessiva della nostra Regione, altrimenti potremmo condannare interi territori, compreso il nord della provincia di Pesaro, prevalentemente al passaggio di treni merci. Quindi, nell'interesse nazionale dobbiamo tenere in considerazione e conciliare anche l'interesse delle comunità regionali, delle nostre cinque province, ad iniziare dalla provincia di Pesaro, si inizia da nord, da Bologna a scendere nella rettifica della linea adriatica, rettifica necessaria, ricordiamolo, per non aumentare, lo ha ricordato smentendo anche autorevoli rappresentanti istituzionali delle comunità locali, il traffico merci di 5/10 treni al giorno, ma di ben circa 180 treni al giorno, uno ogni otto minuti.
Grazie a questo intervento complessivo della Regione Marche il Ministero sta studiando una revisione della prima ipotesi progettuale. La Regione sta svolgendo un ruolo di cabina di regia tra i territori ed il Ministero, auspicando una soluzione complessiva e condivisa per tutto il territorio marchigiano, anche realizzabile in più fasi, come è stato sottolineato più volte, nell'ottica di un gioco di squadra che non lasci spazi, lo ripeto, agli individualismi e alle visioni parziali, perché proprio per gli individualismi e le visioni parziali questa Regione non ha ancora l'alta velocità, non ha un progetto sull’alta velocità, non ha una terza corsia autostradale lungo le Marche, non ha un anello ferroviario che colleghi le nostre province alle direttrici, quella adriatica, la Roma- Ancona e la Orte-Falconara, che sono le due direttrici ferroviarie principali della nostra regione.
Informalmente sono filtrate, lo dico ai Consiglieri interroganti, delle ipotesi migliorative, ma non ancora soddisfacenti, come ad esempio a nord non più il rientro a Fosso Sejore, come già chiesto dalla Regione Marche, ma nella zona di Metaurilia, che però potrebbe aggravare i problemi di sostenibilità ed interferire negativamente con il tessuto urbano ed una viabilità non più adeguata. Tra l'altro questo intervento lascerebbe fuori, e caricherebbe del passaggio dei circa 180 treni merci, le comunità di Marotta-Mondolfo, Senigallia, Falconara, quindi è necessario prevedere una visione complessiva che non impatti su questi tre Comuni della nostra regione nella zona nord; nella zona sud con interventi che non risolvono le problematiche dei principali centri costieri del territorio. Uno su tutti, mi viene in mente ad esempio San Benedetto del Tronto, che vedrebbe transitare quel numero di convogli giornalieri.
Non diciamo oggi, domani, ma negli obiettivi programmatici di sviluppo di questa rete Cor, quella ferroviaria, l'Europa ha individuato, meglio l'Italia ha suggerito all'Europa di individuare il corridoio merci nord-sud, sud-nord.
Come evidenziato dallo stesso Ministro nella recente visita la linea adriatica sosterrà il traffico merci italiano in questa direttrice mentre la fascia tirrenica, per la visione che c’era nel passato e per le proposte che erano state fatte dalle altre Regioni, è stata scelta prevalentemente per il trasporto di passeggeri con l'alta velocità.
Solo una visione complessiva delle infrastrutture può ottenere dunque il giusto equilibrio tra interessi trasportistici nazionali ed esigenze di sviluppo locale da un punto di vista della qualità della vita dei cittadini e delle attività economiche legate al commercio ed al turismo.
Grazie al costante raccordo con gli uffici ministeriali è imminente un incontro in presenza tra il Presidente della Giunta regionale e il Ministro delle infrastrutture per discutere delle tematiche in oggetto. Sarà cura dell'amministrazione regionale continuare a coinvolgere i rappresentanti dei Comuni della costa al fine di condividere le ipotesi progettuali, come già fatto nelle precedenti occasioni sul tema in argomento.
Concludo dicendo che la filiera istituzionale della nostra regione, come la filiera economica, ha finalmente deciso di dare una visione che non c’era nel passato alle nostre infrastrutture regionali. Nel dialogo e nella lealtà istituzionale, che hanno sempre dimostrato, il Presidente Acquaroli e la sua Giunta riusciranno a far comprendere la situazione anche al Ministro, che nella visita dei giorni scorsi si è rivelato particolarmente sensibile alle istanze che abbiamo formalizzato, ed a trovare una concreta soluzione per Pesaro, Fano, per la zona nord della nostra regione, a cui dovrà necessariamente aggiungersi anche in stralci la soluzione di tutti i problemi che segnaliamo per la parte sud delle Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. La vicenda del Ministro alle infrastrutture nelle Marche in sé è una cosa buona, mi ha però suscitato grandissime perplessità.
Comprendo che esistano le relazioni politiche, che i Ministri siano tirati per la giacca da Sindaci e amministratori locali, però vorrei qui ricordare che il problema della linea ferroviaria è materia che interessa le relazioni tra Stato e Regioni. E’ lo Stato, che tra l’altro è il titolare di Rete Ferroviaria Italiana e delle Ferrovie dello Stato, due società totalmente partecipate dallo Stato per la mobilità ferroviaria, che ha il pallino in mano, ma le leggi stabiliscono che deve concordare le iniziative e le progettualità con le Regioni.
Il Ministro ha accettato una visita e quando ho detto perplessità … Il 30 marzo scorso c'è stato un incontro di tutti i Sindaci della costa, la Regione non può sponsorizzare questo o quell'altro, ed io ho chiesto un incontro con il Ministro per un sopralluogo, lo stesso hanno fatto il 21 aprile tutte le associazioni di categoria: Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, CNA, Confesercenti, Confagricoltura, Coldiretti e C.I.A. Non c'è stata risposta, però il Ministro ha accettato questa visita, ben venga dato che le visite ognuno decide di farle dove vuole, ma non può non esserci un'interlocuzione con la Regione perché questo sarebbe un grave sgarro istituzionale.
Il Ministro delle infrastrutture, devo dire che sono andato in uno dei due posti, a Mondavio, l'ho incontrato, ci siamo presentati ed ha detto che non farà nulla senza avere interloquito e condiviso con la Regione, però tutti sanno che i progetti quando vanno avanti, poi partono a stralci e rischiamo di avere una risposta che a noi non va bene. So che il Ministro si è reso disponibile per un incontro nei prossimi giorni con il Presidente della Regione ed io spero anche con la costa. L'infrastruttura ferroviaria fu pensata nel secolo scorso, anzi due secoli fa, parliamo dell'800, lungo il litorale in quanto tutta la nostra economia ed il grosso della popolazione vivevano nell'entroterra ed era il luogo più facile per postare i binari. Oggi le cose, dopo più di150 anni, sono cambiate, quindi bisogna capire qual è l'ottimizzazione in presenza di una decisione dell’Unione Europea che stabilisce che il corridoio tirrenico è il corridoio privilegiato per la mobilità di passeggeri e l'alta velocità fino a Reggio Calabria ed il corridoio adriatico è privilegiato per le merci, la media è stata calcolata, è un calcolo teorico, ed i treni merci dovrebbero essere 176 e ne passerebbe uno ogni 6/8 minuti lungo la litoranea. Questa sarebbe la distruzione del turismo, un’infrastruttura a ciclo continuo, questo colpirebbe città come Senigallia, visto che ho qui il Consigliere Mangialardi nativo di quel luogo di cui é stato Sindaco, Marotta, ma anche il sud delle Marche, Porto Recanati. Deve essere data una risposta complessiva. La risposta complessiva sono alcuni stralci, alcuni by pass.
Voglio sperare che sia confermato dal Ministro delle infrastrutture il fatto che tutta la linea costiera, da Pesaro fino ad Ancona, verrà spostata ed anche se le procedure per i lavori saranno progressive già questa è una prima parte.
Il sud delle Marche ugualmente ha una questione turistica, vale per Porto Recanati, Porto Sant'Elpidio, Civitanova Marche, per la costa, Pedaso, Cupra Marittima, fino a San Benedetto del Tronto. La portata del problema per San Benedetto del Tronto e Grottammare è fortissima, più modesta in altre zone. Su questo credo che la richiesta di incontro con il Ministro a breve debba essere confermata.
Ci deve essere un piano complessivo che renda tutti i cittadini marchigiani uguali e tutte località equamente rappresentate e non ci possono essere privilegiati e non privilegiati.
Questa legislatura è a termine, tra marzo e maggio del prossimo anno verrà un nuovo Governo e magari la presenza di un altro Ministro, non è pensabile che uno progetti da qui al prossimo anno perché poi le cose potrebbero cambiare ed allora il nuovo Ministro che fa punisce una zona per favorirne un'altra? Non è questo istituzionale nè corretto nei confronti dei marchigiani. Grazie.

Interrogazione n. 482
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Biancani, Casini, Bora, Carancini, Mastrovincenzo
“Area pilota della Strategia nazionale delle Aree Interne Appennino basso pesarese ed anconetano”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 482 dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Biancani, Casini, Bora, Carancini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. I Consiglieri interroganti chiedono per sapere se la Regione Marche intende inserire il Comune di Pergola nell’area pilota della Strategia nazionale delle aree interne Appennino basso pesarese ed anconetano; per conoscere i tempi con i quali la Regione intende rispondere Ministero del sud e della coesione; per conoscere le motivazioni per le quali l’Assessore in oltre un anno e mezzo non abbia ritenuto opportuno incontrare, nonostante le svariate richieste, anche tramite PEC, l'amministrazione comunale di Pergola.
Con delibera di Giunta regionale n. 701 del 6 giugno 2022, la Regione Marche ha confermato il riconoscimento Snai, Strategia nazionale delle aree interne denominate Appennino basso pesarese ed anconetano, Ascoli Piceno ed alto maceratese.
Per il ciclo di programmazione europea 2021/2027, così come perimetrata nella mappa riportata nell'allegato 1) della medesima delibera, accogliendo anche l'istanza del Comune di Pergola, è stata individuata l'area geografica denominata Potenza Esino Musone, composta dai Comuni di Apiro, Castelraimondo, Cingoli, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Matelica, Pioraco, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Sefro e Treia, quale ulteriore area interna candidata dalla Regione Marche; ha scelto di candidare al riconoscimento Snai (Strategia nazionale delle aree interne) le aree interne denominate Montefeltro e Alto Metauro, Appennino Alto Fermano e Potenza Esino Musone, così come sperimentate nella mappa riportata nell’allegato 2) della predetta delibera.
Facendo seguito, dunque, alla delibera di Giunta regionale n. 701 del 2022, sopraccitata, la Regione, settore territori interni, parchi, rete ecologica regionale, ha trasmesso con nota Pec del 7 giugno 2022 e nei tempi concordati dagli uffici ministeriali e dagli uffici regionali al Capo dipartimento per le politiche di coesione le candidature nell'ambito della strategia nazionale delle aree interne per il ciclo di programmazione 2021/2027. Alla nota sono stati allegati i seguenti documenti: mappa delle aree interne già riconosciute nella Snai, mappe delle ulteriori aree da riconoscere nella Snai e dossier di candidatura.
Il settore territori interni, parchi e area ecologica regionale, in relazione all'ultima domanda sulle interlocuzioni dirette con le amministrazioni comunali, è stato formalmente costituito l'1 gennaio 2022, ma un ufficio dedicato alle politiche della montagna delle aree interne per la prima volta nella Regione Marche è stato istituito ed è divenuto operativo, su richiesta dell'Assessore alle infrastrutture e ai territori interni della politica della montagna, con l'istituzione di una posizione organizzativa in data 21 maggio 2022.
Si è parlato sempre di rilancio dei territori interni, delle aree interne, delle politiche della montagna, ma non avevamo un ufficio dedicato a questo rilancio. Pensiamo a quanto si teneva al rilancio di queste aree bassamente popolate rispetto ad altre realtà territoriali, quindi anche meno appetibili dal punto di vista elettorale, tanto che le strategie nazionali delle aree interne nei nuovi protocolli riconoscono che la vecchia strategia non ha funzionato. Continuo a ripetere qui che se vogliamo dare vita ai territori interni in un equilibrio che faccia vivere anche la costa è necessario cambiare strategie, ossia individuare come strategie nazionali ed europee … Il ripopolamento delle aree interne può avvenire solo se si riescono a garantire e si finanziano servizi essenziali e non servizi secondari. È su questa linea il Ministero nell'ultima circolare ha riconosciuto la regia per il rilancio delle aree interne in capo alle Regioni perché solo a livello locale si può gestire una strategia per il ripopolamento. Dico questo in quanto la nuova strategia riconosce che non c'è stata alcuna inversione di tendenza, è addirittura aumentato lo spopolamento nei nostri territori interni in maniera esponenziale rispetto alla decrescita democratica degli altri territori.
Un incontro operativo sarebbe stato possibile solo a partire da tale data, ma nel frattempo è stata accolta l'istanza anche del Comune di Pergola, come di altre aree, in questa logica complessiva sulla quale sta riflettendo anche il Ministero a livello centrale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, di cui mi preme evidenziare due punti. Ci fa molto piacere che lei abbia fatto marcia indietro in modo così drastico, ma anche positivo per il territorio di Pergola perché purtroppo era stato escluso dalla strategia delle aree interne quando lei guidava quell'amministrazione comunale. Pergola era stata sfilata dalla lista dei Comuni beneficiari che potevano entrare nella Snai ed ha perso occasioni importantissime legate all’accesso a servizi, per esempio negli ambiti turistico e dei trasporti. Dai quattro pilastri della strategia: infrastrutture, scuola, sanità e innovazione tecnologica, Pergola era stata completamente esclusa dato che lei stesso quando era Sindaco non aveva voluto che facesse parte di questo elenco per motivazioni infondate, visto che in questo momento fa retromarcia anche grazie a pressioni, dobbiamo riconoscerlo, dell’attuale Giunta comunale di Pergola guidata dalla Sindaca XY ed alle nostre richieste perché il 20 maggio con il mio capogruppo, che ringrazio per avermi delegato ora alla risposta, abbiamo depositato la nostra prima interrogazione chiedendo di intervenire inserendo anche Pergola nella Snai. Il 20, 22 e 23 maggio per giornate ravvicinate abbiamo sollecitato la Giunta regionale ad inserire Pergola nella Snai per non perdere un'occasione preziosa per il rilancio di quel territorio visto che ci sono sul piatto 4.000.000 di euro subito ed altri 172.000.000 di euro nel settennio 2021/2027 che altrimenti avremmo rischiato di perdere.
L’altro punto del suo intervento che vorrei evidenziare è che mentre noi in quei giorni, tra il 20 ed il 23 maggio, le chiedevamo di fare retromarcia rispetto alla posizione che aveva assunto in precedenza alla guida del Comune di Pergola, nelle stesse giornate, l’ha detto, lo vengo a sapere ora, il 22 maggio ha istituito una P.O., un ufficio regionale dedicato al rilancio della montagna. Deduco che le nostre pressioni ed i nostri solleciti siano stati ascoltati al punto da creare proprio due giorni dopo la nostra interrogazione una apposita P.O. in Giunta regionale. Mi chiedo come mai non l’abbia fatto prima, visto che si stava parlando da tempo di questa necessità, ma ne prendo atto e ci fa piacere. Rimane comunque il rammarico che questa P.O. sia stata creata solo il 22 maggio e che non aspettava assolutamente ad una P.O. appena creata di incontrare il Comune di Pergola, che le chiedeva un incontro già da mesi e mesi e che lei non ha mai voluto incontrare, non ha mai voluto nessun confronto nonostante il tema della Snai fosse importantissimo, una delle priorità che doveva porsi come Assessore.
Comunque grazie al lavoro portato avanti dall’attuale amministrazione di Pergola ed ai nostri solleciti finalmente questo territorio ha avuto ciò che era stato negato in precedenza, ovvero l'accesso alla Snai, e potrà entrare a far parte di tutti i territori che avranno delle risorse preziose. Ora si tratta di dare gambe a questi progetti per fare in modo che le risorse non vengano perse.
Mi auguro, Assessore, che su questo lei possa essere in prima linea per aiutare il Comune di Pergola, finalmente, ad avere ciò che gli spetta perché le risorse potranno essere messe a terra solo con un adeguato sostegno al territorio ed all’amministrazione comunale per accedere ai finanziamenti. Spero che non avvenga ciò che invece è stato messo in evidenza a proposito del potenziamento della linea ferroviaria dal Consigliere Ciccioli.
Apro una brevissima parentesi, lo stesso Consigliere Ciccioli ha evidenziato il totale fallimento di questa Giunta tanto che lui stesso ha dovuto incontrare il Ministro delle infrastrutture e farsi portavoce di una richiesta di incontro in quanto nè il Presidente Acquaroli nè l’Assessore Baldelli c’erano riusciti. Grazie.

Interrogazione n. 501
a iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Realizzazione del tratto stradale Sassoferrato-Cagli”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 501 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Finalmente parliamo di aree interne, dei territori interni, di ciò che serve alla nostra comunità per il rilancio dei nostri luoghi. Basta con i bla-bla che sento pronunciare per appartenenza politica perché se finalmente poco più di un mese fa l'Assessore Baldelli ha chiesto alla Regione Marche di istituire una posizione organizzativa che …, ovviamente chi è distratto e non conosce di diritto amministrativo non sa che la conseguenza della riorganizzazione della Regione ha dei tempi stabiliti per legge e si è concretizzata poche settimane fa con la nomina di una posizione organizzativa, con del personale e con un ufficio che è stato creato, mentre da oltre 10 anni si parla di rilancio delle aree interne e nessuno, sicuramente non noi che non governavamo questa Regione, aveva costituito un ufficio che curasse gli interessi in maniera equilibrata di tutta la fascia subappenninica delle nostre Marche.
E’ alquanto imbarazzante dover poi rispondere ad un'interrogazione che chiede a che punto sia lo sviluppo del tratto pedemontano, che collega la provincia di Ancona con la provincia di Pesaro, se pensiamo che dopo il 1999 e il 2004 la Regione Marche non ha fatto nessuna azione formale per la realizzazione di quel tratto pedemontano. Infatti, la progettazione della strada pedemontana nel tratto Berbentina di Sassoferrato-Cagli …
L'interrogazione chiede quando si intende rifinanziare il progetto definitivo del tratto stradale Sassoferrato-Cagli e, in caso di risposta affermativa, quali sono i tempi per il finanziamento del progetto definitivo e l'inizio dei lavori.
Informo l'Assemblea legislativa che della strada pedemontana il tratto Berbentina di Sassoferrato-Cagli era inserito nell'accordo di programma quadro per la viabilità del 7 maggio 1999, ben 23 anni fa, che la Regione Marche sottoscrisse con i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'economia e delle finanze con Anas, con l'obiettivo di realizzare infrastrutture nel territorio colpito dal sisma del 1997.
I costi per la progettazione dell'intervento, per un importo pari a circa 1,8 milioni di euro derivanti dai finanziamenti ex delibera CIPE n. 7098, erano stati posti a carico della Regione Marche. Successivamente la delibera CIPE n. 20/2004 ha consentito il finanziamento di singole fasi progettuali. Allo scopo di procedere alla realizzazione e alla redazione della progettazione preliminare definitiva dello studio di impatto ambientale, in data 5 maggio 2005, 17 anni fa, è stato sottoscritto un accordo di programma tra Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino e Provincia di Ancona. Sulla base di suddetto accordo il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale sono stati sviluppati dal personale della Regione ed approvati dal servizio progettazione opere pubbliche e Via, mentre per la redazione del progetto definitivo l'incarico è stato assunto dalla provincia di Pesaro-Urbino, e su sollecitazione dell’attuale Giunta regionale verrà consegnato entro il prossimo agosto, sono passati 23 anni.
L’attuale Giunta regionale con delibera n. 481 del 19 aprile 2021 ha approvato gli indirizzi per l'aggiornamento del piano infrastrutturale, mobilità e logistica, già approvato con nota n. 51 del 3 luglio 2012, confermando prioritario il collegamento della strada statale 76, Quadrilatero, con la 78, mediante il completamento del sistema delle pedemontane intervallive delle Marche.
Al fine di proseguire il sopraccitato obiettivo, la Regione Marche si è attivata partendo dal tratto di incompiuta Fabriano-Sassoferrato, primo tratto a sud della pedemontana Fabriano-Cagli, utilizzando parte delle proprie quote di fondi FSC 2021/ 2027, sia per l'aggiornamento del progetto definitivo, che deve essere rivisto ed aggiornato considerati i tempi trascorsi, per la redazione del progetto esecutivo per un totale di 5 milioni di euro, che per il cofinanziamento della realizzazione dei lavori per ulteriori 20 milioni di euro di fondi destinati alla Regione. I relativi fondi sono stati stanziati rispettivamente con delibere CIPE n. 79 del 21 dicembre 2021 e n. 1 del 15 febbraio 2022.
La Regione Marche ha già richiesto i primi 175.000.000 di euro, non parliamo di spicci, divisi tra 10 Comuni per far loro accettare un'inferiorità da un punto di vista infrastrutturale, sanitario, scolastico, parliamo di atti concreti richiesti dalla Regione Marche per tirare fuori dall'isolamento tutta la nostra fascia pedemontana e metterla in sinergia, tramite le nostre superstrade marchigiane: Fano-Grosseto, strade statali 76, 77 e la strada statale Salaria, con la nostra costa in maniera tale da superare campanilismi, far dialogare e dare ossigeno a tutte le Marche.
La Regione Marche ha già richiesto i primi 175.000.000 euro per una attività che perdura dal 1999, per il completamento di un'attività iniziata e mai terminata e con riferimento alle attività progettuali si sono attesi ben 17 anni. Successivamente si attiverà per il tratto restante della pedemontana verso nord, chiedendo l'inserimento dell'intervento e del relativo finanziamento nel successivo contratto di programma, la cui approvazione è prevista nei prossimi mesi.
Finalmente la Regione Marche e la Giunta regionale hanno voluto atti concreti per il completamento della pedemontana che nella visione complessiva - adesso parliamo di un tratto - deve andare da Carpegna ad Ascoli Piceno e vogliamo andare un po' oltre Ascoli Piceno dato che dobbiamo arrivare sulla A24 nel tratto Ascoli Piceno-Teramo. Se riusciamo a fare questo, non tutto insieme, con una realizzazione a stralci, visto che la Fabriano-Muccia è in corso di completamento, noi avremmo fatto un'azione di rilancio dei territori interni.
Ecco perché mi viene da sorridere quando si parla di politiche, che lo stesso Ministero ha riconosciuto non valide per il rilancio dei territori interni dato che servono infrastrutture e non elemosine. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore Baldelli, per la risposta. In realtà rimangono alcuni dubbi per ciò che riguarda la mia interrogazione perché volevamo sapere esattamente quando e come sarà finanziato il progetto definitivo del tratto stradale Sassoferrato-Cagli. Lei mi ha detto che ci sono 5 milioni di euro per riaggiornare il progetto e riavere quello definitivo. Non capisco che cosa intende per riaggiornare, visto che il progetto era già definitivo nel 2014; non capisco quale sia l’aggiornamento necessario visto che c'è anche il dubbio, più volte evidenziato, a cui lei non ha mai risposto, che queste risorse possano essere sottratte, dubbi leciti a causa di alcune sue dichiarazioni, per prevedere invece un nuovo tratto tra Pergola e Fossombrone e non si capisce se sia in alternativa alla Sassoferrato-Cagli o in aggiunta.
Lei ha ripercorso giustamente ciò che è avvenuto negli anni scorsi, il tempo perso, ma dobbiamo anche riconoscere che siamo in una nuova fase storica, grazie al PNRR abbiamo davanti opportunità senza precedenti.
Questa Giunta ha la fortuna finalmente di avere le risorse, ma speriamo che oltre alle risorse, che nessuno ha mai avuto fino ad oggi, abbia le capacità per poterle utilizzare, cosa che purtroppo ad oggi, devo riconoscere, non sembra.
Per quanto riguarda il tratto Sassoferrato-Cagli ha detto che ci sono 5 milioni per il progetto definitivo che sarà riaggiornato, mi piacerebbe sapere, se potrà dichiararlo anche in un’altra occasione, perché e come necessita di essere riaggiornato, e sui 20 milioni per l’esecuzione quali saranno i tempi previsti, visto che il tratto Sassoferrato-Cagli è prioritario per valorizzare e ridar vita a tutto l'entroterra.
Inoltre lei ha ipotizzato un’ulteriore spesa di 1.520.000 euro per la progettazione della Pergola-Fossombrone, come ho detto, quindi anche su questo speriamo si possa far chiarezza per capire i tempi, come, quando e se sarà un'alternativa o un’integrazione all’altro tratto. Grazie.

Mozione n. 131
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Programmazione e tutela della risorsa idrica”;

Mozione n. 147
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Interventi per contrastare la riduzione della disponibilità di acqua potabile nelle Marche ed in particolare nella provincia di Pesaro e Urbino”

Mozione n. 172
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Pasqui, Marcozzi, Rossi, Santarelli
“Provvedimenti per superare la crisi idrica delle Marche”

Mozione n. 266
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Contrasto alla siccità”

Mozione n. 267
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Crisi idrica nelle Marche”

Interrogazione n. 503
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Emergenza siccità nelle Marche”.
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 131 delle Consigliere Ruggeri, Lupini, la mozione n. 147 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, la mozione n. 172 dei Consiglieri Latini, Pasqui, Marcozzi, Rossi, Santarelli, la mozione n. 266 del Consigliere Santarelli, la mozione n. 267 del Consigliere Latini e l’interrogazione n. 503 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 131, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Mi fa piacere che finalmente siamo arrivati a discutere questa serie di mozioni, così come ho richiesto nella scorsa seduta dei Presidenti di gruppo, visto che spesso ci capita di discutere mozioni con una certa urgenza, che vengono dichiarate urgenti, quando urgenti a mio parere non sono. Queste erano rimaste incredibilmente indietro.
Vorrei segnalare che la mozione che stiamo per discutere, quella sottoscritta dal Movimento 5 Stelle, è del 2 settembre 2021, eravamo alla fine dell'emergenza idrica dell’anno scorso, e dopo questa mozione se ne sono aggiunte tante altre, come lei giustamente ha detto, alcune quasi subito, come quella del PD che più o meno ricalca le richieste portate avanti dal Movimento 5 Stelle e poi altre che trattano altri argomenti, quindi da un certo punto di vista mi auguro che si possa pervenire a una risoluzione perché la maggior parte sono proposte che hanno un senso e che potrebbero essere integrate.
Detto questo, la nostra mozione ha una parte introduttiva che è tecnica, che cita i due più importanti strumenti regionali di programmazione e pianificazione dell'uso della risorsa acqua, che sono: il piano regolatore degli acquedotti ed il piano di tutela delle acque e vengono indicati entrambi gli obiettivi, poi viene citata anche la mozione di cui era primo firmatario il Consigliere regionale XY del Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, Una mozione che è stata approvata all'unanimità nel 2019, che aveva come titolo “Urgente redazione del programma di gestione dei sedimenti a livello di bacino idrico”, che poneva l'accento sull'impegno da parte della Giunta regionale a farsi parte attiva presso gli enti competenti in materia affinché si potesse redigere la pianificazione e la programmazione individuate dal decreto legislativo n.152 del 2006, con particolare riferimento all'urgente emissione del programma di gestione dei sedimenti. Purtroppo questa mozione approvata all'unanimità non ha trovato ad oggi applicazione, stiamo parlando del 2019.
Uno dei problemi più importanti, di cui leggo - ho anche ascoltato ed ho partecipato a degli incontri pubblici – e di cui l’Assessore si sta facendo carico è quello dell’accumulo di materiali all'interno dei relativi bacini. Per esempio nella nostra provincia e nel pesarese quasi il 50% del volume inizialmente disponibile negli invasi, in particolare in quelli del Furlo, San Lazzaro e Tavarnelle, si è ridotto negli anni per interramento. Poi c’è il problema della carenza dell’acqua per uso domestico e per uso agricolo. Basta aprire un qualsiasi giornale in questi ultimi mesi e si scopre che siamo arrivati all'emergenza ben un mese prima rispetto all'anno scorso.
Quello che profondamente mi dispiace è che abbiamo avuto tanto tempo, quasi un anno per arrivare a fare questa discussione in Aula, mi dispiace ancora di più perché tutte le cose che ancora bisogna fare sapevamo già negli anni passati che bisognava arrivare a farle e non si è stati in grado. La passata legislatura non è stata in grado di farlo, non è che sono particolarmente fan dell’amministrazione di centrodestra, però mi auguro che l’Assessore Aguzzi riesca a risolvere quanto meno i due problemi che abbiamo rilevato, che sono i due principali di cui anche oggi si parla in continuazione, questo per il bene dei marchigiani.
A nostro avviso bisognerebbe istituire una cabina di regina che abbia come scopo questi due punti: la programmazione e l'esecuzione di una attività di sfangamento di tutti gli invasi, che hanno perso più del 30% del volume iniziale, e su questo punto mi sembra che l’Assessore Aguzzi ci stia già lavorando, ma sarebbe bello che si pervenisse a una risoluzione molto presto.
Il secondo punto indica la definizione e l’implementazione delle misure necessarie per il raggiungimento in ogni ambito territoriale regionale dell'obiettivo minimo di contenimento delle perdite nella rete di adduzione e in quella di distribuzione nella misura non superiore al 20%, limite definito tecnicamente accettabile dal DPCM 4 marzo 1996, entro fine di questa legislatura. Sappiamo bene per esempio che nel pesarese attraverso il PNRR Marche Multiservizi ha già presentato un progetto che prevede il rilievo e la modellazione della rete idrica, la ricerca delle perdite con tecnologia d'avanguardia, la suddivisione delle reti di acquedotti in distretti controllati da strumenti di misura e di analisi, il telecontrollo dei consumi di utenze produttive e il rinnovamento delle reti di acquedotto per il recupero di risorsa idrica. Ci auguriamo tutti che questo progetto venga accolto e che sia finanziato, progetti simili ci si augura che vengano anche presentati nelle altre Ato.
Nello stesso tempo questi, a nostro avviso, sono i due aspetti che nell'immediato bisogna mettere in campo per la risoluzione del problema dell'acqua. Dopo ci sono altre questioni di cui si dibatte e si parla, che noi non abbiamo volutamente inserito in questa mozione, che sono per esempio la realizzazione del grande invaso, eccetera, perché da quello che sappiamo sono in corso degli studi, fatti anche con supporto delle varie università marchigiane e non solo. Quindi all'esito di questi studi si capirà meglio che cosa fare nel lungo periodo, però nell’immediato queste sono le due questioni che andrebbero affrontate. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione alla mozione n. 147, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Come ha detto la Consigliera Ruggeri anche la nostra mozione risale a settembre del 2021, ma comunque è importante che oggi siamo arrivati alla discussione.
Quello che voglio evidenziare è che si parla più spesso di siccità e di crisi idrica olamente quando siamo in situazioni di emergenza e purtroppo non è più un’emergenza che avviene ogni 10/15 anni, ma tutti gli anni, anche perché nel corso di questi anni il cambiamento climatico ha ridotto le precipitazioni durante il corso dell'anno, ma soprattutto gli eventi climatici sono sempre più concentrati e violenti. Questo comporta una riduzione della quantità di acque superficiali presenti, i bacini riescono a tenere una certa quantità di acqua, e queste precipitazioni riducono le acque sotterranee che a causa di questi cambiamenti climatici vengono sempre meno rafforzate e sostituite.
La nostra mozione in particolar modo si occupa di questioni generali, ma focalizza le principali problematiche presenti soprattutto nella provincia di Pesaro e Urbino che, a differenza delle altre province, è caratterizzata dal fatto che la quasi totalità, oltre l’80%, delle acque che vengono utilizzate e che arrivano nei rubinetti delle case dei vari cittadini provengono da acque superficiali.
La scarsità delle precipitazioni ed anche il tema legato alle perdite fanno sì che la nostra provincia risulti più fragile rispetto alle altre.
Devo dire che per quanto riguarda le perdite il nostro territorio perde circa 6 metri cubi a chilometro/giorno. E’ un dato comunque allarmante rispetto alla stazione media nazionale, in cui le perdite nazionali sono di 22 metri cubi al giorno, mentre ci sono altri territori in cui si arriva a 43. Questo non deve sicuramente farci di abbassare la guardia in quanto il tema delle perdite deve essere affrontato con grande serietà.
Nel dispositivo chiediamo di anticipare lo sfangamento, sappiamo che i nostri bacini, in particolar modo i tre i bacini principali presenti nella provincia di Pesaro e Urbino, dai quali si prende l’acqua per portarla nelle case, ad oggi hanno perso oltre 50% della loro capacità. Questi bacini sono in concessione ad Enel ed è previsto nel contratto, nel piano di gestione degli invasi, che Enel faccia dello sfangamento entro il 2029. Siamo nel 2022 e vediamo i problemi che ci sono. Su quello che abbiamo chiesto ho capito che l’Assessore si è attivato, ma è fondamentale che Enel anticipi lo sfangamento dato che rischiamo di andare più in difficoltà rispetto al punto in cui siamo oggi.
Ricordo che nella precedente legislatura abbiamo approvato una legge che consente la possibilità di riutilizzare i materiali ed era stata considerata molto importante perché consentiva di ridurre i costi, anche dello smaltimento. Oggi si è passati da circa 2,8 milioni di metri cubi che questi tre bacini possono ricevere complessivamente a circa 0,9 milioni di metri cubi, siamo al di sotto del 50%.
Per quanto riguarda il rinnovo della rete acquedottistica le perdite sono preoccupanti anche nel nostro territorio, benchè non ci siano i livelli del resto d’Italia, però facendo due conti … Ho chiesto a chi si occupa di questa attività quanto costa fare 1 chilometro di rete nuova, costa almeno 100.000 euro, considerando che solo nella provincia di Pesaro ci sono 5.000 chilometri di rete, sostituire la metà di questa rete vuol dire almeno 150 milioni di euro, i conti sono semplici da fare. Pensare di trovare le risorse e che questi investimenti vengano finanziati con la tariffa vuol dire che da domani mattina dovremo chiedere ai nostri cittadini un aumento importante ed è per questo che nella mozione si chiede di trovare più risorse.
Dalle verifiche che ho fatto, ma poi l'Assessore sarà più preciso di me, le risorse del PNRR non si possono utilizzare o comunque non ci sono disposizioni relative a risorse del PNRR disponibili o utilizzabili di questa entità per fare le nuove reti, quindi occorre riuscire a prendere le nuove risorse statali, ma anche la Regione deve prevedere con la programmazione europea risorse che possano essere dedicate alle varie provincie per poi dare seguito realmente al miglioramento delle reti, anche perché nessuna amministrazione è contenta di aumentare le tariffe, anche se temo che sarà obbligatorio , se questi sono i costi pensare di farlo solamente con le risorse a disposizione sarà molto dura, ma più soldi la Regione o lo Stato riescono a trovare meno l’aumento delle tariffe sarà dovuto.
Dall’altra parte abbiamo fatto un’analisi rispetto alla capacità di reperire risorse europee, statali ma anche la Regione deve fare la sua parte con le risorse che le vengono assegnate.
Noi chiediamo l’approvazione, consapevoli che il piano regolatore degli acquedotti è fermo da anni, ma anche questo può essere uno strumento importante per riuscire a dare delle indicazioni chiare alle varie Ato.
Non è da trascurare una campagna di sensibilizzazione perché da questo punto di vista è rilevante che anche i cittadini vengano resi in qualche modo consapevoli di quanto vale la risorsa acqua e che occorre non sprecarla. Anche qui ho cercato di prendere un po’ di dati, rispetto alla media nazionale di un consumo giornaliero di 200 litri al giorno, nella nostra regione si consuma 115 litri, molto meno di quanto si consuma a livello nazionale, ma questo non basta, perciò penso che occorra procedere con la campagna di sensibilizzazione rispetto alla riduzione dei consumi e ad una maggiore attenzione nel consumo della risorsa idrica, che ritengo sia molto rilevante.
La risorsa idrica dico spesso che non si compra, mentre per l’energia e il gas, anche se oggi con i momenti che stiamo vivendo sono difficili da trovare, ci sono delle condotte e un mercato legato al gas, un mercato legato all’acqua non c’è.
L’acqua è un problema nazionale, anzi globale, che bisogna risolvere a livello locale e se non riusciamo a risolverlo poi non sarà possibile trovare zone del territorio a livello nazionale che siano disponibili a darci l’acqua, anche se a prezzi alti, dato che l’acqua è una risorsa che manca più o meno in tutto il Paese e occorre trovare soluzioni che siano legate ai nostri territori.
Da ultimo, ma non per ultimo, è sicuramente rilvante soprattutto nella nostra provincia, so che l’Ato stava lavorando in questa direzione, finanziare e potenziare le interconnessioni. Abbiamo l’Assessore Aguzzi che sa meglio di me che le zone del nostro entroterra purtroppo pagano di più la carenza di condutture e ci sono parecchi camion che girano per portare l’acqua.
E’ previsto da un progetto l’aumento di interconnessioni, questo vuol dire nuovi tubi per fare in modo che anche il nostro entroterra sia collegato alla rete idrica principale, ma tutte queste azioni costano ed hanno bisogno di essere sostenute.
Non so come procederemo, se con la presentazione di una risoluzione o con l’approvazione delle singole mozioni anche perché ogni mozione, quella mia e della Consigliera Ruggeri, anche se con sfumature, sono differenti e non è semplice fare una risoluzione unica. Le altre che sono state presentate si occupano di altri aspetti, sono meno specifiche, deciderà il Presidente come intende andare avanti, ma ritengo che sia importante approvare una risoluzione unica o le varie mozioni per consentire alla Giunta di prendere atto della discussione che è avventa all’interno del Consiglio regionale e anche dei suggerimenti, delle indicazioni e delle richieste in merito a quelle che vengono definite priorità, che l’Aula saprà dare con l’approvazione di queste mozioni.
La priorità è lo sfangamento in quanto è la cosa più veloce da fare, poi le Ato stanno facendo i loro progetti.
Oggi non parliamo di progetti nuovi perché rischieremo di ingavinarci e di perdere di vista le reali esigenze. Penso che spetti ai tecnici trovare soluzioni, poi la politica deve avere la capacità di dar seguito alle soluzioni che vengono individuate, soprattutto trovare le risorse e riuscire ad agire in tempi rapidi dato che il tempo è scaduto e la responsabilità è un po’ di tutti ed anche del cambiamento climatico, che sta accelerando rispetto alle previsioni e sta aumentando sempre di più, quindi occorrono azioni concrete per evitare di ritrovarci con interi territori senza acqua. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 172, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Innanzitutto condivido in pieno quello che è stato già detto da chi mi ha preceduto, ormai il tema siccità è una problematica non solo a livello locale, regionale, ma mondiale.
Vorrei fare una precisazione, noi questa mozione l'abbiamo presentata il 10 novembre 2021, lo scorso anno, e molte delle richieste sono state già esaudite perché il nostro Assessore, quindi la Regione, si è subito attivato.
Vengo al dunque, cosa chiede questa mozione? Noi chiediamo di avviare iniziative in proprio o tramite enti o aziende interessate affinchè si provveda: a contrastare la dispersione della rete idrica causa della perdita di oltre 1/3 della risorsa; ad avviare un'opera di sensibilizzazione e politiche mirate ad una corretta gestione della risorsa acqua; a pulire gli invasi in modo da renderli utilizzabili appieno; ma anche progettarne e realizzarne altri; a sensibilizzare ad un uso parsimonioso e corretto dell'acqua, iniziando dalle scuole, in ogni ambito, effettuando appropriati controlli; ad incentivare i sistemi di irrigazione a goccia che consentono un risparmio notevole; alla manutenzione e sostituzione delle tubature per limitare le perdite di acqua stimate nella nostra regione in una percentuale del 34%; a promuovere politiche che incentivino l'utilizzo dell'acqua piovana attraverso il suo recupero con cisterne collegate alle grondaie; a sensibilizzare la popolazione e le categorie interessate riguardo l’installazione di rubinetti e docce dotati di nebulizzatore che consentono un risparmio di acqua, riducendone la portata senza diminuire la pressione; a dotare gli scarichi dei bagni della doppia cassetta - sono tutte necessità importanti -; ad istituire forme incentivanti, come la detrazione fiscale per l'installazione di appositi dispositivi negli impianti esistenti; a riorganizzare le aziende e i gestori del servizio idrico con la concentrazione di una realtà per ogni Ato e con l'assoluto controllo di un gestore pubblico di tutte le fonti di captazione e di approvvigionamento acquedottistico.
Quello che chiediamo con questa mozione che, ripeto, è del 2021, è un po' superato perché la Regione ed il nostro Assessore si sono subito attivati ed il 30 giugno è stato chiesto ai Comuni di fare un'ordinanza per evitare lo spreco dell’acqua. Inoltre c’è stato un incontro dell’Assessore a Roma per lo stato di emergenza. Oggi siamo in attesa dei criteri.
Insieme alla Protezione Civile sono state previste delle autobotti per la zootecnia e la Regione sta valutando l'ipotesi di ricorrere a falde sotterranee, come il pozzo del Burano, ma purtroppo occorre fronteggiare anche il problema della contaminazione delle acque.
Nella mozione chiediamo, anche se si sta già lavorando in questa direzione, di pulire tutti gli invalsi e le reti, c’è già un incontro, allo stesso tempo di ragionare su una diga, come pure su un sistema diffuso di laghi, approvvigionando acqua piovana nei mesi più piovosi. Inoltre nel PNRR si prevedono anche fondi per sistemare le reti idriche. A livello regionale si è subito attivato il nostro Assessore anche per chiedere a Roma lo stato di emergenza, e siamo in attesa dei criteri.
La siccità è un problema grave, non solo a livello locale, ma anche a livello internazionale e la Regione si sta attivando.
Questa è una mozione del 2021, alcune richieste sono superate perché la Regione e l’Assessore si sono subito attivati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 266, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Oltre alla mozione n. 266, come ha ricordato la Presidente del gruppo Forza Italia Consigliera Marcozzi, sono firmatario anche della mozione 172, con cui già nell'autunno, nel mese di novembre, assieme ad altri Consiglieri firmatari, Latini, Pasqui e Rossi, avevamo posto il tema, molto sentito, dei provvedimenti per superare la crisi idrica che già all'interno del nostro territorio marchigiano avveniva nel periodo autunnale. Si era considerato che comunque in ogni estate si susseguono crisi idriche che impongono misure di controllo dell'uso dell'acqua in quasi tutte le province della nostra regione.
Le crisi idriche sono indubbiamente importanti e spesso vengono imputate ai mutamenti climatici che leggiamo quotidianamente sulla stampa.
Si era anche considerato che il modello basato sullo sfruttamento delle risorse per garantire comunque una crescita economica aveva messo in crisi, negli ultimi decenni, la capacità di rigenerazione delle risorse dell'ecosistema, a partire dall’acqua e che i fenomeni naturali, come la siccità e le alluvioni, sono sempre più evidenti, come i corsi d'acqua che non hanno più la loro portata – l’ho vediamo quotidianamente anche sui mezzi di comunicazione – portando a dissecare numerosi piccoli fiumi o laghetti delle Marche. Erano state anche valutate le crescenti difficoltà nella gestione delle risorse idriche rispetto alle esigenze della stagione, per cui si era ritenuto opportuno la sensibilizzazione delle politiche mirate ad una corretta gestione della risorsa acqua per un necessario efficientamento del ciclo della stessa, a cominciare dalla raccolta e utilizzo dell'acqua piovana.
Con la mozione n. 266, depositata da me come unico firmatario il 24 giugno, quindi pochi giorni fa, ho premesso che la prevenzione dei pericoli naturali e la pianificazione dello smaltimento delle acque finora hanno prestato poca attenzione all'acqua piovana negli insediamenti urbani.
Questa situazione è poi cambiata negli ultimi anni ed ha innescato il fenomeno di surriscaldamento superficiale.
Il cambiamento climatico lascia prevedere un aumento della frequenza e della intensità delle precipitazioni persistenti, con un conseguente ulteriore aumento del potenziale rischio. L'acqua piovana non deve essere considerata soltanto come un problema da risolvere, ma come una risorsa preziosa per affrontare le temperature più elevate, per i periodi di siccità prolungati che accompagnano i cambiamenti climatici e che pongono le città e gli agglomerati di fronte grandi sfide. Oggi il verde urbano è alimentato dalla pioggia, che crea un clima gradevole anche negli insediamenti. Per avere questo effetto nel periodo di siccità occorre trattenere l'acqua piovana, come avviene nel ciclo naturale dell’acqua.
Consideriamo che il concetto della cosiddetta città spugna è un approccio pianificatorio volto ad affrontare le sfide principali poste dall'adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree urbane densamente edificate: l'aumento sia delle precipitazioni a forte intensità che dei periodi di siccità delle ondate di calore.
Occorre ripensare ad una città sviluppata come una spugna che assorbe la pioggia in eccesso per poi all’occorrenza metterla lentamente a disposizione. La pianificazione delle norme e delle direttive costituisce la base per l'esecuzione di uno sviluppo degli insediamenti futuri legati ai cambiamenti climatici.
Recentemente sono state proiettate sui canali nazionali le cosiddette città galleggianti, queste non hanno una sostenibilità economica perché i loro costi sono improponibili, però l'aumento delle acque e soprattutto il problema dei ghiacciai ci impone di guardare al futuro ed il futuro è oggi.
La nuova carta dei pericoli, che è uno strumento rilevante, ha dato buoni risultati.
Leggi, strumenti e direttive costituiscono la base per pianificare la gestione dell'acqua e per la pianificazione di misure di attuazione.
Trattenere l'acqua sulla superficie serve a prevenire l'insorgere di conseguenze dannose dovute alle piene.
Considerare questi fenomeni come una pratica comune costituisce un ruolo sempre più importante nei processi di pianificazione e di approvazione di linee di indirizzo comuni, in linea di massima, le basi legali e gli strumenti attuali consentono comunque già una buona gestione dell'acqua piovana.
Come gruppo Rinasci Marche impegniamo il Presidente e la Giunta regionale a promuovere incentivi economici con i fondi del PNRR a favore di cittadini che intendono praticare la corretta raccolta dell'acqua piovana con il metodo della filtrazione decentralizzata, favorendo una risorsa idrica con vantaggi che ne derivano in termini di microclima; a promuovere nuove norme sulle acque di scarico nelle città, come ha detto il Consigliere Biancani i costi al chilometro sono fondamentali, per far sì che queste misure riducano fortemente gli sprechi nei deflussi. Grazie.

PRESIDENTE. In riferimento all’ultima mozione, la n. 267, non voglio essere ripetitivo rispetto a quanto già stato detto, si pone solo l'accento con questa mozione sull’idropotabilità delle Marche, delle acque delle Marche, della nostra regione e sulla possibilità non soltanto di tenere conto della sensibilità del problema, fdi arne un punto cardine anche culturale e di impostazione etica della nostra comunità per il futuro, ma anche soprattutto per valorizzare l'attuale sistema di raccolta e di conservazione delle acque e modificare la possibilità dell'uso nei vari settori, fra i più importanti quelli dell'agricoltura e dell'allevamento, che toccano vaste parti del nostro territorio.
Progetti di idropotabilità, quindi la necessità che ci sia da parte della Regione un’ulteriore iniziativa legislativa che ponga in essere questo progetto fondamentale su cui la programmazione del Consiglio regionale esercita e deve svolgere una rilevante funzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi per la risposta all’interrogazione n. 503 e per la posizione della Giunta su tutte le mozioni, poi apriamo gli interventi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. E’ bene discutere di queste situazioni, poi torneremo anche sulle cose che riguardano gli argomenti delle mozioni.
Questa singola interrogazione fa una premessa molto ampia, parla di una crisi idrica diffusa e particolarmente delle problematiche legate al settore agricolo; fa riferimento all’aumento dei prezzi dei carburanti, dei fertilizzanti, ad una minore produzione dovuta anche alla siccità, tutte cose reali facilmente riscontrabili. Personalmente le riscontro anch’io essendo un agricoltore, avendo una piccola azienda agricola.
Per quel che riguarda la crisi idrica voglio dire che ad oggi la minore produzione è dovuta sì ad una crisi idrica diffusa, ma se prendiamo l'esempio dei cereali non si può intervenire in qualche modo, ottimizzando magari le procedure di irrigazione, nel senso che non può dipendere da situazioni legate all'amministrazione il fatto che abbia … in maniera diffusa perché per quel che riguarda i cereali non si irrigano i campi di grano, è una cosa dovuta alla stagionalità e alla occasionalità delle situazioni. Una volta piove di più, una volta piove di meno, non tutto questo è riconducibile ad una gestione quando si parla di agricoltura. Ci sono delle situazioni che possono riguardare anche la gestione e non voglio eluderle, ad esempio voglio elencare l’attuale situazione degli invasi nelle Marche perché oggi come oggi ancora non ci possiamo considerare all'interno di una crisi, poi sarò più preciso.
Mi sono fatto fare un piccolo rendiconto, molto veloce, richiamato dalle interrogazioni, da parte del consorzio di bonifica mi viene rappresentata questa situazione: attualmente le cinque dighe gestite dal consorzio di bonifica nelle Marche hanno 4 milioni di metri cubi in più stoccati di acqua rispetto al 2021, non siamo ancora in crisi, soprattutto per quel che riguarda le dighe di Mercatale e Castriccioni i volumi di invaso sono superiori a quello del 2021, nell’invaso di Mercatale sono anche superiori alla media del 2017/2021, quell'acqua si è in parte immagazzinata per quanto non abbia piovuto molto durante l’inverno e non abbia neanche nevicato moltissimo, presso le dighe di San Ruffida e Comunanza la percentuale di invaso è rilevante, rispettivamente del 96% e del 73%, anche questo in linea con il passato, con quello del 2021.
Una sofferenza presente è relativa alla situazione dell’invaso delimitato dalla diga di Rio Canale, la più piccola tra quelle di proprietà del consorzio di bonifica delle Marche, che serve un’area di circa 640 ettari, ma anche qui ad oggi non c'è un deflusso così ridimensionato rispetto al passato. Direi che oggi, per quel che riguarda l'utilizzo dei bacini gestiti dal consorzio di bonifica, non si ha una sofferenza, ma è chiaro che se dovesse continuare a non piovere e con questo caldo le questioni potrebbero cambiare nel corso delle prossime settimane, potrebbero cambiare soprattutto laddove i prelievi vengono effettuati dai fiumi che stanno invece soffrendo particolarmente, soprattutto quelli non legati agli invasi a monte, in quanto quelli legati agli invasi a monte possono avere un rilascio ulteriore di risorse che, come si vede, sono ancora fortunatamente presenti a sufficienza. Invece ci sono fiumi …, ad esempio mi viene in mente il fiume Cesano, sul quale viene fatto un forte prelievo agricolo, non ha invasi a monte ed oggi di fatto alla foce è già quasi asciutto, quindi probabilmente come avvenuto lo scorso anno ci saranno delle situazioni di sofferenza se non pioverà.
Ho voluto portare questa situazione, dicendo che per quel che riguarda il settore agricolo la mancanza di pioggia è generalizzata rispetto a tutto il territorio e su questo non si può intervenire, per quel che riguarda l'approvvigionamento da bacini gestiti dal consorzio di bonifica o da aste fluviali, dove si preleva in maniera naturale, non c'è un'emergenza in corso, ma è un'emergenza che potrebbe nascere soprattutto in alcuni territori. Rispetto a questo non riusciamo oggi a dare una risposta, tanto meno rispetto al settore agricolo.
Se parliamo di uso potabile sarò più preciso parlando di alcuni invasi, per quello che riguarda l’agricoltura possiamo, e lo faremo, richiedere lo stato di emergenza.
Ho partecipato la settimana scorsa ad un incontro a Roma col Dipartimento di Protezione civile nazionale in cui sono state indicate cinque regioni che sono già in massima emergenza o l'hanno dichiarata ieri: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che si approvvigionano dal Po, che è in grandissima sofferenza molto evidente.
Per tutte le altre Regioni ancora non è possibile chiedere lo stato di emergenza perché devono indicare i criteri per poterlo richiedere. Siamo in attesa dei criteri tramite quali poi chiedere lo stato di emergenza, vedremo quali saranno. Deduco che anche la Regione Marche, sia per quel che riguarda la situazione agricoltura, la zootecnia …, ad esempio da Visso ci hanno già richiesto un intervento con autobotti per gli animali, come è già successo anche negli anni addietro e risponderemo appena ci sarà la richiesta ufficiale. Ci hanno preallertato per il momento.
Per quel che riguarda l’idropotabile, ad esempio sul fiume Metauro, dove si approvvigionano le città di Fano e di Pesaro, non c'è ancora un’emergenza ad oggi ma è probabile che potrà verificarsi se continuerà a non piovere. Anche in questo caso attiveremo il pozzo del Burano, come già avvenuto lo scorso anno e risponderemo a questa emergenza.
Una carenza idrica idropotabile non credo che si porrà, una sofferenza complessiva è indubbia, tutto questo può far presagire il fatto che noi potremmo rientrare in una richiesta di stato di emergenza. Vedremo quando ci verranno indicati i criteri da qui alle prossime ore, ai prossimi giorni.
Per quel che riguarda queste interpellanze non ho problemi a dire che per la zootecnia, laddove servirà, utilizzeremo le autobotti, come è avvenuto lo scorso anno in emergenza.
Per quel che riguarda l’idropotabile attiveremo i pozzi così come lo scorso anno e per una serie di situazioni, per i rimborsi agricoli, per quel che riguarda il mio settore, la Protezione Civile, chiederemo lo stato di emergenza. Non riguarda neanche direttamente il settore che io seguo, sono fondi legati al PSR che riguardano più l’agricoltura, ma io deduco che non mancherà l'attenzione dell'Assessore che segue questo tipo di settore.
Ad oggi vi ho portato i dati ed una crisi idrica fino da oggi, per quel che riguarda l'utilizzo agricolo, ancora non c'è, se non una crisi generalizzata dovuta alle minori piogge che irrigano regolarmente la complessità dei nostri campi, ma non è che la regione o il consorzio di bonifica irrighi tutti i campi di cereali, irriga alcune zone particolari, le aree più orticole, più densamente coltivate.
Non c'è un'emergenza ancora conclamata, ma secondo me ci possono essere i presupposti per richiederla e avere magari successivamente dei ristori perché non è che dichiarando lo stato di emergenza arriva l'acqua, dichiarando lo stato di emergenza potremmo, in qualche modo, probabilmente, sia a livello di pubblico che di attività private legate all'agricoltura arrivare a dei ristori, legati alla dichiarazione di stato di emergenza. Grazie.

PRESIDENTE. Assessore sulle mozioni questo è il suo intervento oppure vuole proseguire?
Questa è la risposta all’interrogazione, facciamo un unico intervento?
Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Presidente, mi era sfuggita questa cosa. In questo caso era per l’interrogazione, ma non dirò più di tanto per quel che riguarda le mozioni, senonché che tutte quelle presentate dai vari gruppi consiliari mettono in evidenza e creano attenzione su questo problema, sul fatto di dover evitare gli sprechi, sulla sensibilizzazione a consumi più attenti, sulla pulizia degli invasi esistenti, sulla sensibilizzazione per gli usi agricoli con tecniche più moderne, tipo l’impianto di irrigazione a goccia, sul risanamento di reti pubbliche che spesso hanno delle perdite e nel sensibilizzare le Ato alla creazione anche di nuove strategie, nuove strutture, compresi anche nuovi invasi.
Molto brevemente che per quel che riguarda, ad esempio, l'accortezza agli sprechi, noi abbiamo già invitato pochi giorni fa a tutti i Comuni delle Marche una lettera come Protezione Civile per richiedere il divieto di uso di acqua per cose non urgenti. Abbiamo visto l'ordinanza che molti Comuni hanno emesso: di non lavare le auto, di non irrigare i giardini, di non avere un uso improprio del bene acqua.
Per quel che riguarda la pulizia degli invasi ci sono stati già diversi incontri, uno anche la settimana scorsa, ce ne sarà un altro domani con Enel Green Power che comunque si dice disponibile ed ha già per alcuni invasi, con quello del Furlo sul fiume Metauro, dei progetti di massima sui quali intende intervenire. Domani faremo il punto e voglio pensare che ci sarà un primo passo concreto verso la pulizia di uno di questi invasi molto, molto importante perché poi ne va dell'approvvigionamento idrico per uso idropotabile della provincia di Pesaro e Urbino in buona parte. Per quanto concerne ad esempio alcune richieste di indirizzare i fondi PNRR o quelli del Por Fers per risanare la vetustà delle reti, su questo l’amministrazione regionale ha previsto dei fondi che andranno, tramite bandi, ai Comuni per il risanamento della rete e per intervenire per il minor spreco. Su tutto questo posso dire, l'ho appena detto nella risposta all’interrogazione, che chiederemo anche lo stato emergenza.
Su tutte le cose che sono state poste dalle cinque mozioni ne trovo una che difficilmente potrà avere una risposta, una delle questioni poste dal Consigliere Santarelli, che dice di indirizzare i fondi del PNRR verso privati che intendono realizzare invasi. Devo dire che questo non sarà possibile, nel senso che i fondi del PNRR non possono essere finalizzati verso attività di privati, ma bensì verso azioni che possono essere portate avanti dalle amministrazioni pubbliche.
In riferimento a quanto detto nella stessa mozione dal Consigliere Santarelli, l’attenzione al recupero dell'acqua piovana per usi agricoli e civili, nella nuova legge urbanistica che stiamo redigendo, in accordo e a confronto con tutto l'associazionismo diffuso portatore di interessi, ci sono norme di premialità in questo senso, norme che in aree urbane possono consentire l'immagazzinamento di acqua piovana per poi essere riutilizzata per usi civili, che possono essere l’irrigazione di giardini piuttosto che la pulizia di alcune aree, questo lo stiamo tenendo in considerazione.
Dal mio punto di vista, però non sta a me decidere, sono cinque mozioni, tranne quella della particolarità dei fondi PNRR che non possono essere indirizzati per questioni che riguardano i privati, complessivamente plausibili. Sarebbe anche bello, fare un’unica risoluzione che raggruppi un po' tutte queste situazioni, però mi rendo conto quanto possa essere complicato metterci a tavolino e raggruppare tutte queste particolarità.
Un consiglio che mi sento di dare: secondo me sono tutte mozioni da votare, sarebbe una cosa bella vedere magari una votazione, mozione per mozione, unanime, di tutto il Consiglio. Capisco che può essere complesso raggrupparle in un unico contesto. Questo può essere, Presidente, un mio auspicio, un mio indirizzo, poi lasciamo al dibattito che i Consiglieri vorranno portare avanti.
Tutte le mozioni sono indubbiamente utili e plausibili sia per quanto propongono che per quanto tendono a far emergere sulle problematiche della mancanza d'acqua. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi. Ho ascoltato l'intervento dell'Assessore Aguzzi, condivido le sue parole sulla votazione delle mozioni e personalmente auspico una risoluzione comune, anche se mi rendo conto che è un po' tecnicamente difficile, come ha detto l'Assessore. Magari possiamo continuare i lavori ed i rappresentanti dei gruppi, uno per gruppo o un capogruppo, possono riunirsi per una ventina di minuti e mettere giù un testo sintetico, anche perché è vero che va benissimo approvare tutte le mozioni, tra l'altro siamo favorevoli, però è anche bello dare un segnale così che tutto il Consiglio si possa esprime all'unanimità, in comunione su questo argomento.
La mia proposta è di continuare i lavori e di organizzarci con alcuni rappresentanti per gruppo per stendere una risoluzione condivisa.
C'è poco da dire in quanto da un certo punto di vista sono argomenti presenti, attuali che ci vedono tutti accomunati da una seria e reale volontà nel risolverli. Certo, alcuni atti non possono essere messi in campo, auspicando una risoluzione immediata, ci vuole un po' di tempo, un po' di programmazione su alcune cose.
Nel frattempo annuncio che come gruppo Lega abbiamo depositato una proposta di legge che riguarda indirettamente anche il problema che stiamo trattando, ovvero, per trovare le risorse necessarie per intervenire sull'emergenza idrica, possiamo in qualche modo chiedere aiuto alla stessa acqua, intesa come produttrice di energia, come sistema di produzione idroelettrica.
Non so se siete tutti al corrente che da un paio di anni diverse Regioni, tranne le Marche, si sono allineate ad un decreto legislativo del 99, il famoso decreto Bersani sulla liberalizzazione del monopolio dell'energia e la vendita delle energie e su iniziativa della Regione Lombardia le concessioni delle grandi derivazioni dei bacini che producono idroelettrico sopra i 3000 kW passano dalla gestione nazionale a quella delle Regioni. Ciò significa che le Regioni avranno degli introiti annui alti, di una certa importanza dal punto di vista economico perché in sostanza si decidono sia i canoni da attuare per kilowatt che gli introiti e la ridistribuzione di questi incassi.
Nella proposta di legge che dovrà seguire il suo iter in sostanza cosa si andrà a fare? Si andranno a sostituire e ad individuare attraverso nuovi bandi i nuovi concessionari nella gestione di questi grandi bacini idroelettrici, sopra ai 3000 kW, che abbiamo nelle Marche. In pratica noi abbiamo già individuato quello che poi la Giunta dovrà predisporre attraverso la ridistribuzione di questi canoni e sostanzialmente, lo dico in maniera sintetica perché riguarda già una risposta al problema che stiamo oggi trattando, tra le varie destinazioni, alcune obbligate per legge, viene individuata anche una quota per destinare annualmente al finanziamento delle misure dei Piani di gestione e del Piano regionale di tutela delle acque dirette al risparmio idrico, alla tutela e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati alle derivazioni.
Con questa proposta di legge, che dalla prossima settimana comincerà il proprio iter in Commissione, alla scadenza delle concessioni o alla rinuncia, come già è successo nelle Marche, la Regione prepara dei bandi specifici con l'individuazione del nuovo canone e la riscossione. Parliamo di somme importanti che dovranno essere ridistribuite sul territorio, in parte proprio per combattere l'emergenza acqua con azioni dirette al risparmio idrico, alla tutela, al ripristino ambientale dei corpi idrici. D’altra parte, questo ve lo dico, ma sarà poi argomento successivo quando parleremo della proposta di legge, le risorse saranno distribuite attraverso i Comuni interessati dai bacini, soprattutto dai bacini imbriferi montani, per ridurre lo svantaggio economico sociale e per sostenere il territorio anche a livello infrastrutturale.
Un'altra parte rilevante verrà utilizzata a sostegno delle energie, consumo delle energie rinnovabili perché è tutto un sistema, quello del sostegno e del potenziamento di tutta l’azione per le energie rinnovabili, quindi alternative, che attraverso questa azione viene fortemente potenziato.
Questo è il contributo che il gruppo Lega vuole dare alla giornata di oggi e non solo, in prospettiva anche alle politiche sulle acque, sulle energie che la Regione deve mettere in campo in maniera pronta.
Allo stesso tempo ribadisco l'invito, se raccolto, di individuare dei rappresentanti per gruppo e formulare una proposta unitaria attraverso una risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Credo che ci siano tre dati oggettivi, il primo è che la questione va affrontata a parere mio con cognizione di causa. Molte volte un argomento così importante è affrontato con discorsi generalisti e troppe volte anche con discorsi da bar.
Un'altra che io ritengo essere la verità è che non c'è una soluzione a questo problema, ma ci sono tante soluzioni diversificate; la terza verità è che questa di oggi deve essere l'ultima chiacchiera, le ultime parole su questo argomento in quanto c'è da intervenire subito in quanto, come ben sapete, la situazione è prioritaria e va affrontata come tale, soprattutto con costanza, anche perché se la realtà dura così a settembre saremmo in grandissima difficoltà.
Ho parlato di soluzioni plurime, di soluzioni differenziate, di dispersione, in alcune zone della nostra regione la dispersione delle condutture arriva al 33%. Invero ci sta mettendo un po' mano qualche gestore, ma va fatto tanto.
La tanto citata pulizia degli invasi, una cosa è certa: fino adesso non è stato fatto niente, anche dalla minoranza, che parla abbastanza a sproposito, dato che negli ultimi anni non è stato pulito nessun invaso. Do atto all'Assessore Aguzzi di aver iniziato questo confronto, ma dico anche e soprattutto che nella nostra provincia di Pesaro e Urbino l’Enel deve fare la propria parte e richiamo il ruolo dei partiti nei confronti di Enel, che non può fare sempre l'orecchio da mercante, non può continuare a promettere queste pulizie, visto che deve farle, e rimandare tutto alla prossima riunione, alla prossima Conferenza dei servizi. Anche qui bisogna che ci sia una calendarizzazione degli interventi, sennò ad ogni riunione rimandiamo alla prossima e non succede niente.
Pensiamo di essere diversi dalla precedente maggioranza, invito quindi a fare un vero e proprio calendario e responsabilizzare i partiti a far pressione su Enel per intervenire. Dobbiamo pulire gli invasi del Furlo, delle Tavernelle e di San Lazzaro in provincia di Pesaro e Urbino, pulizia che darebbe un respiro di sicurezza idrica per oltre due mesi. Usciremo dall’emergenza solo con la pulizia di questi invasi.
Poi c'è il discorso, sempre poco citato, della bonifica delle riserve idriche sotterranee, come nel caso delle riserve della costa, anche qui Aset sta facendo la sua parte con una nuova bonifica dei pozzi inquinati dai nitrati, ma anche su questo molto va fatto.
Due sconosciuti di cui non si parla mai, la desalinizzazione, noi nella nostra provincia abbiamo un'azienda leader a livello mondiale che produce desalinizzazione in tante nazioni del mondo, che vanno avanti grazie ai progetti delle nostre aziende e qui nemmeno si prendono in considerazione. Ovvio che la desalinizzazione non è una risposta definitiva, ma può essere abbastanza immediata, per alcuni periodi e per alcuni luoghi della nostra regione che in estate necessitano di più acqua come la costa per via dell'aumento turistico. Ci sono navi in cui viene effettuata la desalinizzazione, addirittura nella nostra regione, che fanno questo, però di desalinizzazione non si parla mai, soprattutto si parla poco di spreco idrico.
Non possiamo più tollerare campi di mais irrigati con dei getti in aria a mezzogiorno, all’una, alle due del pomeriggio, di questo non si parla mai. Va rifatta da parte dell'Assessorato all'agricoltura una riflessione su come poter gestire l'irrigazione di alcune specie vegetali, per non parlare di alcuni tipi di industrie che sprecano tanti litri di acqua.
Si interviene con le ordinanze con le quali si chiede al vecchietto di non innaffiare l'orto, tra l’altro il rispetto di queste ordinanze non lo controlla nessuno, avete mai visto una multa? I Comuni fanno le ordinanze e poi non le rispetta nessuno. Si colpisce l'anziano che dà l'acqua ad una zucchina dietro casa e magari quei getti continuano ad esserci senza che nessuno dice niente.
Vorrei portare all’attenzione anche un’altra questione, basta con l'utilizzo indiscriminato delle riserve determinate e sotterranee come il pozzo del Burano, che non a caso strategiche. E qui voglio ringraziare l'Assessore Aguzzi che per la prima volta parla, sempre con cautela, di questa riserva idrica che, come è stato detto in un recente incontro, necessita di 9 anni per un suo rimpinguamento. Quella è una riserva strategica che va usata quando non si può usare e va chiusa non appena si può chiudere. Ricordo che negli anni precedenti ci sono state settimane e settimane in cui il pozzo poteva essere chiuso, ma è andato con un nocumento incredibile delle sorgenti a monte. Cito il Montecatria, ogni volta che si apre il pozzo del Burano le fonti a monte si prosciugano. Come se non bastassero tutte le varie captazioni che nel nostro entroterra vengono fatte oramai da anni, che portano ad un depauperamento anche del nostro ambiente, però questa è una questione molto più complessa.
Anch’io sono d'accordo nel fare una risoluzione unitaria, anche perché, per esempio, in una mozione, non mi ricordo di chi, si parla di interconnessione di acquedotti e anche su questo non sono d'accordo. Invece di interconnettere gli acquedotti, parliamo di intervenire sulla dispersione delle tubature, giacché quando si parla di interconnessione si possono andare a toccare anche dei sistemi un po' delicati. Interconnessioni per chi e per cosa? Dove la prendiamo l'acqua, da chi e a chi la diamo? Quando parliamo di interconnessioni, cosa vogliamo interconnettere? Parti che hanno l’acqua con parti che non ce l'hanno per niente e con che criterio lo facciamo? Anche sull’interconnessione degli acquedotti, come l'intubazione del pozzo del Burano, bisogna fare tanta attenzione dal momento che se si parla di interconnessione di acquedotti va specificato cosa si vuole interconnettere. Vogliamo interconnettere la riserva idrica che ha l’entroterra anconetano o l'entroterra pesarese con chi, con che cosa e con che criterio? Quando parlate di interconnessione con gli acquedotti dovete sapere quello che si dice. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Sono rientrato dall'esterno, ringrazio la struttura, tra l'altro, per aver consentito attraverso il rialzo del volume la possibilità di seguire i lavori dall'esterno in quanto in quest'Aula, Presidente, non si riesce a stare e non è soltanto un problema che pongo io, ma mi pare sia generalizzato dato che oggi mi sembra che non ci sia qualcuno che ritenga possibile stare qua per qualche ora. Qui la gestione dell'area condizionata è una gestione di emergenza e se la Conferenza dei capigruppo, legittimamente, da una parte prevede la prosecuzione dei lavori fino ad ora tarda, e questo è giusto, nel contempo dovrebbe garantire le condizioni della permanenza in quest'Aula, Presidente, dal momento che non possiamo stare qui con l'aria condizionata che ci spara addosso e che ci toglie la voce. Una volta per tutte cerchiamo di risolvere questa problematica, se all'esterno di quest'Aula il clima è accettabile non è possibile che in quest'Aula non si riesca a stare. Qui c'è un medico, il dottor Cancellieri che può confermare come questo non sia possibile, io voglio stare in Aula, dico questo perché se ne faccia carico la Presidenza e l'Ufficio di Presidenza.
Nel replicare all'Assessore Aguzzi, che ringrazio, quando noi parliamo di emergenze c'è un tema della gestione delle emergenze e delle sue conseguenze. E’ vero che non possiamo risolvere e per certi versi non c'entra nulla l'emergenza idrica o l’emergenza siccità con la possibilità di annaffiare i cereali. Certo che i cereali non vanno annaffiati, ci mancherebbe altro, però c'è il tema dei suoi effetti in quanto l'assenza delle precipitazioni negli ultimi mesi ha provocato danni al comparto agricolo su tutto il territorio regionale. Basti pensare ad esempio alla scarsità dei raccolti, che è frutto di questo, se poi ci mettiamo gli aumenti del costo del carburante e dei fertilizzanti a causa anche del conflitto russo-ucraino, vediamo che tutto questo attiene all’emergenza siccità nelle Marche, perché questo determina che i danni in agricoltura siano una conseguenza che deve essere gestita.
Non a caso, poi ci arriveremo, ieri sera il Consiglio dei Ministri che si è riunito per dichiarare lo stato di emergenza, ha raccolto il grido di allarme delle amministrazioni regionali che chiedevano i primi sostegni e ristori per gli agricoltori alle prese con la drammatica assenza di piogge. Questo è il comunicato ed è coerente quello che noi abbiamo scritto nell'interrogazione sul tema,
Nel ringraziare l'Assessore Aguzzi della sua presenza lamento l'assenza dell'Assessore all'agricoltura perché ci sono atti che sono prioritariamente di competenza di questu’ultimo.
Se un Consiglio dei Ministri si riunisce d'urgenza ed appositamente per dichiarare per cinque regioni lo stato di emergenza a seguito della drammatica assenza di piogge nel nostro Paese, se l'Assemblea legislativa delle Marche si riunisce per discutere questo tema con molte mozioni e interrogazioni, credo che la presenza dell'Assessore all’agricoltura si imponesse oggi in quest'Aula, su un’emergenza anche per la nostra Regione tant’è che l’Assessore Aguzzi dice che chiederà lo stato di emergenza. Quindi lamento l'assenza dell'Assessore competente, come c'è l’Assessore Aguzzi, che è l'Assessore alla Protezione civile, ci doveva essere l’Assessore all’agricoltura, questo è anche un fatto di rispetto nei confronti dell’Aula.
Nel merito diciamo quello che ho già scritto nell'interrogazione, oggi anch'io sono d'accordo con quello che ha detto il Consigliere Antonini, che si giunga ad una risoluzione, possibilmente unitaria, ritengo che ce ne siano tutte le condizioni, che raccolga anche quello che dice l’Assessore Aguzzi in quanto può tranquillamente raccogliere, anzi deve raccogliere le cinque mozioni che sono state fatte, basta richiamarle nella premessa, come abbiamo fatto in occasione della discussione sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo richiamato tutte le mozioni che c'erano in un'unica risoluzione e ne abbiamo dato nella premessa quali parti integranti e sostanziali. Poi c'è una parte dispositiva che magari attualizzi l'impegno politico del Governo regionale perché le mozioni che sono state presentate dal mio punto di vista sono tutte condivisibili, per carità, molte sono relative a qualche tempo addietro. Tutte condivisibili, però oggi è il tempo dell'emergenza idrica e della sua gestione, poi verrà il tempo, scaduto per la verità, dei necessari interventi infrastrutturali e strutturali, verrà quel tempo scaduto, ma oggi è il tempo della gestione dell'emergenza e delle sue conseguenze, tant'è vero che il Consiglio dei Ministri si è riunito ieri sera e ha dichiarato lo stato di emergenza in cinque regioni, non nelle Marche, per le quali ha stanziato circa 30 milioni, se non sbaglio, che sono risorse limitate alla gestione dell'emergenza. Non ci sono risorse infrastrutturali o strutturali, interventi che vanno fatti nel tempo, ma oggi è questo che dobbiamo fare.
Richiamiamo il dispositivo di quelle mozioni assolutamente condivisibili, arriviamo ad un dispositivo che impegni innanzitutto il Governo regionale a chiedere lo stato di emergenza, quello che dice l’Assessore Aguzzi, che però doveva essere stato già chiesto, o meglio a chiedere l'estensione dello stato di emergenza, dichiarato per cinque regioni, anche alla Regione Marche, si chiede e non si devono dire quali sono gli elementi per chiederlo. Per lo stato di emergenza o ci sono le condizioni o non ci sono e derivano dalla straordinarietà dell'evento e c'entra poco la crisi idropotabile, c'entra certo, ma non è che l’emergenza si dichiara se a me non arriva più l'acqua per farmi la doccia, si dichiara se c’è una siccità come quella attuale, che è enorme nella nostra regione, che determina, ad esempio, danni al comparto agricolo. Le condizioni c'erano già ieri e sono scadute.
Si impegni da una parte il Governo regionale a chiedere l'estensione dello stato di emergenza anche alla nostra Regione, come ha fatto l'Emilia Romagna, dall'altra si impegni il Governo regionale, quindi dell'Assessore all'agricoltura, che non vedo, a prevedere sostegni e ristori per gli agricoltori. Su questo ho visto che la mozione ultima presentata dal Presidente Latini dice qualcosa. Basta raccogliere questo perché credo che sia importante prevedere sostegni e ristori per il comparto agricolo ed anche una rimodulazione delle risorse che ci sono, pensiamo alle risorse comunitarie, e delle condizioni per accedere a quelle risorse, finanziamenti che guardino a progettualità future per prevenire certi fenomeni.
In questa direzione dobbiamo oggi cercare di intervenire e ritengo che ci siano tutte le condizioni per una risoluzione unitaria che richiami tutte le mozioni e tenga conto della situazione attuale, che impegni il Governo regionale a richiedere immediatamente l'estensione dello stato di emergenza ed a prevedere sostegni e ristori per il comparto agricolo. Se c'è una risoluzione in questa direzione sono ben contento di votarla e con essa di votare tutte le mozioni. Diversamente, se non ci sono questi punti, sarebbe una risoluzione del tutto inutile. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Su questo tema siamo tutti sensibilizzati e non ci sono scontri ideologici. Il fatto che tornando indietro di decenni, in qualche caso di secoli e non si possa garantire l'accesso alla fruizione delle acque è indubbiamente un problema che sopravvive purtroppo da sempre in alcuni continenti, anche se nel nostro continente e in Italia in particolare era stato superato.
Ragioni climatiche, una sorta di trionfo della siccità, soprattutto nei periodi estivi determinano un ritorno a questa problematica. Sull'impostazione di fondo è evidente che siamo tutti d'accordo, chiamiamole le quattro linee di condotta: il sistema degli invasi artificiali, il miglioramento della rete e il contenimento delle perdite per trasporto dell'acqua, la gestione della rete, qui intendo la diversificazione tra le varie qualità di acqua, che hanno diverse qualità a seconda da dove vengono recepite, e anche del rischio nel trasferimento dell'acqua, che complessivamente su un piano organico è l'unica risposta possibile.
Si tratta di una risposta soprattutto tecnica che fa capo al Piano regolatore degli acquedotti, al Piano di tutela delle acque, una serie di norme fondamentali che sono leggi dello Stato, recepite poi da provvedimenti regionali.
E’ un dato di fatto che questo argomento sia stato abbastanza trascurato nei decenni, per esempio quando si dice che alcuni invasi hanno la possibilità di trattenere delle acque nella misura del 50% delle potenzialità significa che negli anni si sono stratificati nel fondo detriti e terre di risulta che non permettono di utilizzare al meglio gli impianti che già ci sono.
Del resto nella cultura corrente, che è la cultura del contrasto, ogni volta che viene detto di fare un nuovo invaso, delle vasche di trasferimento delle acque, in genere c'è un'insurrezione, anche in questi giorni c'è stato un comitato che si è opposto alla creazione del nuovo invaso. Al contrario a mio parere l'utilizzo ottimizzato delle acque è un dato importantissimo, l'acqua è uno dei beni essenziali. Io sono uno di quelli che ritiene che l'acqua pubblica, appare una visione di sinistra, è un bene legale che deve essere garantito.
Aggiungo che c'è una cosa di cui non si parla molto, che ormai è quasi utilizzata nei Paesi del sud del mondo, sono stato qualche mese fa in Arabia Saudita, ed è l'utilizzo dell'acqua del mare, la desalinizzazione, un tema che ormai da decenni è all'attenzione. Cominciò lo Stato d'Israele, che nella sua posizione è poverissimo di acque, ma ormai la stanno praticando addirittura alcuni Stati del nord America.
Credo che una visione avveduta e futuribile di debba tener presente le acque di grande qualità, quelle che devono essere usate soprattutto per l'uso umano, l'acqua potabile, e quelle invece che potrebbero essere utilizzate per l'irrigazione, che tra l'altro sottrae una grandissima quantità di acqua, ma che poi restituisce.
Il ciclo delle acque, si chiama proprio così, non voglio tornare alla fisica in cui nulla si crea e nulla si distrugge, è una delle cose fondamentali della fisica e del clima. Si tratta di gestirlo e questo deve essere l'obiettivo della Regione, delle istituzioni delegate, degli Ato e quant'altro nella nostra Regione e anche delle leggi dello Stato. A questo dobbiamo arrivare.
Recepisco in maniera favorevole il suggerimento del primo intervento, del Consigliere Antonini, che è anche Presidente della Commissione competente che si occupa della risorsa idrica, di andare ad una risoluzione comune affinché ci siano delle linee guida. In realtà nell'intervento l'Assessore ha già impostato una visione, una risoluzione del problema, ma che ci sia un testo normativo condiviso e una visione condivisa è un dato importante, un documento importante a cui deve attenersi la Giunta, a cui si ispirano i provvedimenti del Consiglio regionale.
Su questo Fratelli d'Italia, il gruppo che rappresento, è allineato, crede nella possibilità che un tema così rilevante, che oggi forse non è eccessivamente compreso, ma che potrebbe diventare fondamentale in futuro, debba avere una progettazione che anticipi la questione, sennò ci troviamo sempre a rincorrere l'emergenza, l'urgenza e mai a determinare lavori, opere pubbliche, soluzioni che invece siano di lungo respiro e che possano dare sicurezza, tranquillità alla popolazione e soprattutto possano garantire la risorsa per tutte le attività economiche che sono essenziali, come l’agricoltura e determinati tipi di industria che assorbono grandissima quantità di acque. Comunque tutte le attività umane passano per l'acqua.
Con questo spirito costruttivo, spero di condivisione, do sin da ora il parere favorevole alla votazione di un documento condiviso, una risoluzione condivisa. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Spero anch’io di trovare una condivisione, visto che l'acqua è un bene primario, dovremmo trovarla assolutamente.
Penso che ci siano due temi da affrontare: uno è quello della gestione del ciclo integrato delle acque e come sia stata fatta, se bene o male. Sono convinta che nella mia provincia non sia stata fatta bene, se è vero che abbiamo impegnato 13 milioni di euro dal 2016 per l’emergenza del terremoto, ancora abbiamo il 33% di perdite nell'acquedotto e non abbiamo cercato nuove sorgenti. Succede che le sorgenti si possono modificare non soltanto per la siccità, si modificano anche con il terremoto, infatti le sorgenti dei Sibillini si sono spostate, le falde si sono abbassate e si sono spostate tutte verso l'Umbria, fortunata l’Umbria, sfortunati noi. A quel punto andavano cercati nuovi pozzi, che possono essere cercati, e nuove sorgenti. Non è affatto vero che non si possono cercare nelle zone parco dato che le sorgenti si trovano tutte in zone montane ed è lì che vanno cercate. L’acquifero che abbiamo nella regione Marche è importante e sarebbe importante sapere, lo chiedo all'Assessore, qual è il ciclo di variazione delle sorgenti, se è ancora fisiologico o se ha qualche criticità dal momento che non vorrei che sulla siccità ci si confondesse.
Prima ho sentito parlare di chi spreca l’acqua, chi spreca l’acqua è anche il signore che annaffia i fagiolini nel suo recinto di casa, certamente non possiamo dire che le aziende che sono state autorizzate a captare l’acqua e autorizzate nel ciclo integrato con le Awa sprechino l’acqua perché la usano per produrre qualcosa avendo un ciclo di produzione nel quale serve l’acqua, come in agricoltura, gli agricoltori non sprecano l’acqua, questa è una cosa che io vorrei sottolineare.
Con il Piano di sviluppo rurale, mi dispiace che il Consigliere Cesetti non se lo sia ricordato, abbiamo utilizzato decine di milioni di euro per gli impianti di irrigazione delle vigne e dell’ortofrutta, come abbiamo impiegato, per attutire i cambiamenti climatici, decine e decine di milioni di euro per le reti per proteggere la frutta, gli ulivi e alcuni vigneti dalla grandine, che è un altro fenomeno determinato dai cambiamenti climatici.
Molto si è investito, molto si è fatto e non basta, l’abbiamo visto con la valanga, con la slavina, ci siamo resi conto che probabilmente abbiamo combinato più guai di quelli che immaginavamo.
Abbiamo finanziato con il Piano di sviluppo rurale, con la misura 4.1 in particolare, proprio queste cose. L’Assessore, vorrei se fosse un attimo interessato, ha parlato prima di Visso e del problema della zootecnia estensiva, che è rilevante per noi, perché nella zootecnia estensiva gli animali sono tenuti allo stato brado, per intenderci, siano essi bovini o ovini e sono importantissimi in quanto fanno in modo che non aumenti l'area boscata. Per assurdo nelle nostre aree interne non serve piantare gli alberi, serve esattamente il contrario, serve evitare che il territorio venga impermeabilizzato e che l’acqua che cade scivoli nel sottobosco, che non viene più coltivato, ed aumentino i famosi tempi di corrivazione, che sono nient'altro che la velocità con la quale una goccia d’acqua che cade in montagna arriva nel fondo valle, più veloce è la corsa dell’acqua meno viene assorbita dal terreno, non si spreca, va direttamente al mare, e meno le falde, soprattutto nelle aree interne, vengono rimpolpate.
La questione è proprio questa: mantenere la zootecnia. Assessore, mentre lei parlava con il Presidente, io le ho ricordato Visso dato che lei l’ha citato, e mi fa molto piacere, e lì ci sono degli allevatori che trasportano l’acqua da soli con le autobotti, e questo non è più possibile. Se noi leviamo quegli ovini e quei bovini dalle aree interne, dalle nostre aree montane, facciamo un danno grandissimo a loro, che sono davvero eroici, e poi aumenta il bosco e si riduce il prato a pascolo. Quindi facciamo dei danni al terreno che diventa impermeabile, per cui l’acqua scivola e non va a ricaricare le falde che invece ci servono molto.
Per la mancata pulizia degli invasi, questo è problema squisitamente di gestione e credo che possa essere risolto, Assessore, chiedendo notizie sul perché non sia stata fatta.
Le perdite invece sono una questione fondamentale, parlo del caso del Piceno, penso che investire sull'anello dei Sibillini quando non abbiamo nuove sorgenti d'acqua per farci trasportare forse il vino e non utilizzare le risorse per cercare nuovi pozzi ...
Bene la desalinizzazione, bene tutto quello che si fa in parti del mondo dove l’acqua non c’è, per fortuna in Italia e nelle Marche abbiamo un’acqua squisita, molte delle nostre acque di rubinetto erano fino a qualche tempo fa delle acque minerali o oligominerali, questo significa che avevano dei residui fissi a 180 gradi ed erano importanti dal punto di vista sia della nutrizione che dei contenuti minerali. Perché non possiamo continuare a bere quell’acqua pensando di utilizzare l'acqua di pozzo o l’acqua desalinizzata per tutto il resto, per l'acqua non potabile?
Un ragionamento serio sarebbe separiamo il ciclo integrato, da una parte pensiamo all’acqua potabile, che deve essere buona di qualità e possibilmente non calcarea, e dall'altra pensiamo a come proteggere le nostre imprese, fornendo loro acqua, che magari sia ricavata da altri metodi.
Forse una maggiore pianificazione da parte delle Ata, Assessore, me l'aspetto. Mi si dice oggi che abbiamo ancora, dopo 13 milioni di euro e 12 anni di gestione dello stesso CDA, il 33% di perdite. Lei capisce, è vero, che l’acqua persa non fa altro che tornare nel ciclo naturale delle acque, però sarebbe forse più utile che la bevessero i cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Rischio di ripetermi, però alcune considerazioni le voglio fare. Sicuramente sposo l'intervento del Consigliere Antonini, anche vista la proposta di legge che abbiamo presentato come Lega che riguarda gli investimenti nel settore del servizio idrico.
La prima cosa che mi viene da dire, al di là di tutto quello che ci siamo detti, è che secondo me bisogna potenziare, Assessore, l'ufficio che segue la parte delle acque. Ritengo che se, come ho sentito oggi, siamo unanimi su tutte le buone azioni che si possono portare avanti, queste buone azioni hanno bisogno di un supporto tecnico e proprio sul discorso tecnico credo che la politica in generale, soprattutto in questo momento, dovrebbe fare un passo indietro, specialmente per quanto riguarda un settore delicato come quello dell'acqua. I tecnici più dei politici devono suggerirci le soluzioni, mentre spetta alla politica il potere e il dovere di finanziare gli interventi.
Dico questo in quanto dobbiamo ridurre le perdite che ancora purtroppo si verificano nei servizi acquedottistici delle nostre città. Dobbiamo ridurre gli sprechi dei cittadini e delle aziende che ogni giorno comunque consumano acqua. Bene le ordinanze dei Sindaci che condivido, ma devono esserci anche delle sanzioni. Se i Sindaci emettono le ordinanze e poi nessuno controlla è solamente un modo per lavarsi le mani, non dar seguito ad un'ordinanza che invece ha un ruolo rilevante nell'ordinamento italiano.
Per quanto riguarda il risparmio dobbiamo pulire gli invasi, quindi, bene l’azione dell'Assessore Aguzzi. Ad esempio nel nostro territorio l'invaso del Furlo deve essere pulito da Enel Green Power, speriamo di passare dalle parole ai fatti, in quanto pulirlo consentirebbe di aumentare la capacità idrica del nostro territorio.
A me non appassionano le battaglie per l'eventuale nuovo invaso nella nostra zona, che i gestori propongono, anche perché credo che spetti alla Regione pianificare gli interventi sulla base di studi tecnici e non ai gestori fare politica regionale.
La Regione deve fare la politica regionale su uno studio affidato alle università, ai professori che insegnano e che sono competenti in materia, anche studi ingegneristici, l’importante è che ci sia uno studio fatto bene.
In relazione alla battaglia del pozzo del Burano, ritengo che debba essere come ultima soluzione dato che i pozzi naturali vanno mantenuti e sono l'ultima azione che dovremmo mettere in campo, però penso che sia fondamentale mettere in collegamento, ad esempio, gli acquedotti del nostro territorio dal momento che se non attingessimo in caso di emergenza al pozzo del Burano, una città come quella di Pesaro e Fano si troverebbero a rischio d’acqua.
Credo che dovremmo fare meno battaglie politiche e anche non mettere in competizione la costa con l'entroterra perché quando parliamo dell'acqua parliamo della vita di ognuno di noi, delle nostre aziende, di chi lavora.
Penso che debba essere fatto uno studio serio, debba essere potenziato il servizio regionale con nuovo personale, che so essere in grande difficoltà in quanto manca di dipententi, debbano essere aggiornati i piani di tutela delle acque e di gestione delle acque.
Nella Commissione di cui faccio parte presto arriverà anche la proposta di legge della Consigliera Ruggeri, che propone un atto unico in tutta la Regione Marche, dovremmo discuterne sia in maggioranza sia in Commissione, ma credo che le Ato, se ci sono, per quanto riguarda l'acqua e i rifiuti, devono avere personale sufficiente per svolgere la funzione che hanno, che è molto importante e che fino ad oggi, dobbiamo dire la verità, nonostante il grande impegno degli pochi dipendenti, non hanno svolto quel lavoro che la legge regionale fondante nel 2011 a demandato loro.
Penso che le Ato debbano fare una programmazione insieme alla Regione Marche, fondamentale, con degli investimenti sia per gli invasi che per il sistema di acquedotto perché le perdite che abbiamo sono vergognose.
Ci tengo a chiudere il mio intervento facendo l'esempio della nostra città di Fano dove l’Aset gestisce in house il servizio idrico integrato e dove ogni anno fa milioni di investimenti per ridurre le perdite. Ritengo che sia un modello da esportare anche in altre realtà della nostra regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. L’intervento del Consigliere Serfilippi stimola una breve riflessione rispetto all'insieme delle considerazioni che sono arrivate. Parto proprio dall'ultimo richiamo, dall'esperienza di Fano che non conosco, ma certo posso portare l'esperienza delle società in house che stanno nel territorio della provincia di Macerata, in particolare l’ATM.
La chiave delle perdite è la volontà politica di investire. Le decisioni sugli investimenti le fanno i Sindaci, chi ha responsabilità politiche e chi non ha voluto investire ed ha sperperato o addirittura per ricavare consenso non ha aumentato le tariffe è evidente che oggi si ritrova al 33% o al 40% o anche peggio rispetto alle perdite.
La chiave è la serietà della politica, che deve comprendere come immaginare una rete idrica, che non abbia perdite e che necessiti di interventi di manutenzione costante e continua. Si tenga conto che noi abbiamo la fortuna, tra l'altro l’ha detto la Consigliera Casini, di avere le montagne con sorgenti che consentono di avere acqua di alta qualità e con relativa abbondanza.
Porto con orgoglio l'esperienza di Macerata, che è tra le prime cinque città in Italia per minori perdite, ad oggi ha circa un 6%, perché nel tempo, purtroppo o per fortuna, nella bolletta di tutte le utenze della società in house i 120.000 abitanti dei vari Comuni, che sono collegati all'ATM, hanno costantemente avuto la corrispondente remunerazione all'interno della tariffa.
Quando si dice che mancano i tecnici credo che la responsabilità vada attribuita a noi politici, a tutti coloro che da questo punto di vista hanno la responsabilità nella individuazione e nell'uso delle risorse pubbliche e più che il personale abbiamo la responsabilità di prenderci cura e di fare scelte talvolta apparentemente impopolari, che invece da questo punto di vista sono lungimiranti. Ne parlavo con il Consigliere Mangialardi poco fa e mi raccontava l'esperienza di Gorgovivo, quando cinquant'anni fa si mise in campo una progettazione, una infrastruttura che tendesse a fornire l'intero servizio sui Comuni relativi. Qualche volta occorre mettere da parte il facile consenso ed avere la forza politica di investire sulle infrastrutture, e questo è il primo tema.
Non ho visto la proposta di legge sull'atto unico e dico al Consigliere Serfilippi che l'atto unico sarebbe un servizio alle major, alle più grandi società che vogliono entrare nelle Marche e che vogliono fare affari. Lo dico in anticipo, non ho visto il contenuto, ma non vorrei che Pesaro in questo, attraverso la sua grande società che non è riuscita fin qui a sfondare al sud, attraverso, speriamo di no, i servizi della politica oggi arrivi a farlo.
L'esperienza dell'acqua pubblica, le società in house quando gestite e amministrate con serietà valgono più delle major e soprattutto esercitano un migliore servizio ai cittadini.
Attenzione a quando preparerete nuove proposte di legge che sono al servizio delle grandi società e non sono attente ai cittadini, ci tengo a dirlo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Voglio fare un piccolo chiarimento perché dall’intervento del Consigliere Serfilippi si è aperta una riflessione che non corrisponde a come stanno le cose. Ci tengo a chiarire questo: la proposta di legge di cui sono firmataria non è per l'atto unico, ma per l'istituzione di due Ato, Marche nord e Marche sud, poi spero che in Commissione ci sia modo di discutere insieme, maggioranza e opposizione.
Alla base c’è proprio quello che dice il Consigliere Carancini, garantire che la gestione dell’acqua sia pubblica, l'esatto opposto di quello che ha sostenuto perché noi nel pesarese conosciamo bene la questione che riguarda il gestore pubblico/privato, che ha un AD privato, quindi le politiche messe in campo sono quelle di fare profitto, piuttosto che buoni servizi o abbassare le tariffe per gli utenti.
Questo è un discorso che faremo in un'altra sede, ma nel caso si arrivasse ad una risoluzione, per chiarire meglio questo concetto a tutti noi, direi che l'ultimo punto della mozione n. 172 del Presidente Latini, che è il primo firmatario, poi sottoscritta da altri Consiglieri, è molto importante. Magari mettiamolo a chiare lettere in modo che sgomberiamo il campo, dove dice di riorganizzare le aziende ed i gestori del servizio idrico con la concentrazione di una realtà per ogni Ato - questo lo prevede la legge e bisognerà farlo a prescindere che siano due, cinque o che sia uno, se la maggioranza ha intenzione di portare avanti questa visione - con l'assoluto controllo del gestore pubblico di tutte le fonti di captazione, di approvvigionamento acquedottistico, leggo qua. Siccome si parla di servizio idrico integrato chiederei che sia ampliato da tutto ciò che compete la gestione dell’acqua, la distribuzione, la depurazione, l'utilizzo delle fognature. Se si arriverà ad una risoluzione mettiamo a chiare lettere questo punto, magari ampliamolo in modo che non ci sia il dubbio che per altri servizi la gestione privata ci vada bene lo stesso. Ricordiamoci tutti del referendum del 2011.
Poi al Consigliere Carancini avrò modo di spiegare la ratio di quella proposta, che è l'opposto di quello che sentito dire dalle sue parole, proprio l'esatto contrario, mettere in sicurezza la gestione pubblica dell'acqua. Mi fermo qui. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Nel mio intervento mi sono dimenticato chiaramente di citare l'importanza dei piccoli invasi. Vorrei anche ribadire da questa posizione l'assurdità di pensare nei nostri territori a dei mega invasi sul modello cinese, tra l'altro invasi proposti dal gestore e non dall’Ato.
Da qui vorrei lanciare l'appello: una riflessione seria sulla possibilità di predisporre dei piccoli invasi e mettere da parte la paventata proposta antiscientifica che è venuta nella nostra provincia.
Torno invece sul collegamento degli acquedotti, di cui ha parlato il Consigliere Serfilippi, non c'è bisogno di intubare il pozzo del Burano, anche perché il pozzo del Burano, sversando nel Metauro, garantisce l'approvvigionamento idrico della costa e allo stesso tempo il deflusso minimo vitale che continua a far vivere anche il fiume più importante della nostra regione, il Metauro.
Intubare e mettere in rete il sistema acquedottistico potrebbe essere una cosa piuttosto dannosa e va affrontata anche questa in maniera seria e non a parole dal momento che quando si parla di collegamento degli acquedotti va citato quale acquedotto si intende collegare e come, sennò sono dei propositi. Mentre tutti possiamo condividere la necessità di invasi, di piccoli invasi, allo stesso tempo non possiamo condividere, o meglio lo dovremmo condividere in maniera più tecnica, il discorso del collegamento degli acquedotti. Tra l'altro l’intubatura dei pozzi profondi, come quello del Burano, va scongiurata.
Vorrei replicare anche alla Consigliera Casini, nessuno ha detto che in agricoltura si spreca l’acqua, ma anche l'utilizzo dell'acqua in agricoltura in alcuni casi va rimodulato. Prendo l'esempio di Israele dove c'è il miglior utilizzo delle acque, soprattutto per le culture orticole, tra l'altro l’università di Gerusalemme fa dei master proprio sull'utilizzo dell'acqua in agricoltura e sulle orticole. Se continuiamo ancora a credere che sparare litri e litri d'acqua in aria alle 13,00 del giorno sia l'utilizzo migliore per l'agricoltura …, credo che non lo sia, ma questo lo capisce anche un bambino perché in gran parte l’acqua evapora. Nessuno ce l'ha con l'agricoltura, figuriamoci, io stesso sono un agricoltore, però è auspicabile un utilizzo ottimale di questa risorsa, dato che in alcuni casi viene a mancare per altre colture, quindi è importante rivedere, anche tramite il nostro Assessorato, politiche che possano in qualche maniera dare la possibilità di un maggiore e miglior utilizzo delle risorse idriche, anche a fronte di quei provvedimenti che saranno predisposti all'interno del PSR, che sono i piccoli invasi per le aziende agricole, le cosiddette pozze che una volta avevano un ruolo fondamentale per il sostentamento delle aziende agricole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Mi pare che sia stata una discussione molto opportuna è anche molto matura, ma su questo non avevo dubbi. Le posizioni sono in grandissima parte condivisibili, così come le preoccupazioni di tutti.
A questo punto non ho capito bene se si preferisce fare una risoluzione unica oppure votare tutte le mozioni, comunque sia è importante dare un contributo, un incoraggiamento a proseguire su tutte queste questioni che sono state sollevate.
Per quel che mi riguarda sono nella loro totalità da prendere in considerazione, l'unico dubbio, adesso vedo che è rientrato anche il Consigliere Santarelli, prima quando sono intervenuto era fuori, è quella cosa sui fondi PNRR che non possono andare verso attività private, come indicato nella sua mozione, mentre il resto, l’ho già detto prima, è completamente condivisibile. A parte questa piccola situazione che può essere ripresa, rivisitata, vorrei capire se si va verso una risoluzione unica o se si votano tutte le mozioni. Qualora non si vada su un atto unitario vi inviterei a votarle tutte all'unanimità, voglio sperare, perché c’è stato un dibattito molto utile e alto. Domani ho un incontro con Enel Green Power, che dovrebbe essere abbastanza operativo per iniziare la pulizia degli invasi, soprattutto su uno in particolare, quello del Furlo. Grazie.

PRESIDENTE. La situazione è questa, viene presentata una proposta di ordine del giorno per quanto riguarda la dichiarazione dello stato di emergenza poi si passa alle singole mozioni, una per una.
Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Una piccola dimenticanza sulla questione che è stata ripresa prima dal Consigliere Cesetti ed anche da altri, la dichiarazione dello stato di emergenza. Siamo intenzionati a richiederlo, anche se oggi non è effettivamente in corso una reale emergenza, ma lo sarà e ci saranno comunque dei danni, dei maggiori costi, soprattutto per quel che riguarda le imprese agricole. Di conseguenza lo stato di emergenza può far sì che ci siano dei ristori o delle situazioni per compensare i maggiori costi o gli interventi di emergenza che potrebbero esserci. Non lo abbiamo ancora fatto, in accordo del resto con tutte le altre Regioni, tranne le cinque che si approvvigionano dal fiume Po, che è già di fatto in secca, perché la Protezione civile nazionale ci indicherà dei parametri di priorità sui quali poi poter richiedere lo stato di emergenza. Stiamo attendendo in queste ore che ci indichino quelli che sono i presupposti per poter fare la richiesta di stato di emergenza. Immagino sarà innanzitutto l’uso idropotabile, quello zootecnico e poi quello dell’agricoltura. Di fatto è una formalità, ma per richiederlo attendiamo indicazioni da parte del Dipartimento nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Cesetti, Marinelli, Mangialardi, Carancini, Mastrovincenzo, Ciccioli, Biancani, Marcozzi, Rossi, Santarelli, Antonini, Serfilippi, Bilò, Menghi, Borroni, Baiocchi e Lupini, ivi compresa la Consigliera Ruggeri, che ha dato l'assenso trovandosi da remoto adesso, lo firma anche il Vicepresidente Pasqui.
Leggo il testo in modo tale che si possa procedere subito alla dichiarazione di voto: “Preso atto della discussione delle mozioni nn. 131, 147, 172, 266, 267 e dell’interrogazione n. 503 concernenti il problema dell'emergenza siccità nelle Marche; considerata la risposta dell’Assessore alla Protezione civile; impegna il Presidente della Giunta Regione Marche a chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri l'estensione al territorio della Regione Marche dello stato di emergenza dichiarato dal Governo nella riunione del 4 luglio 2022; a prevedere sostegni e ristori per i danni subiti dal comparto agricolo a seguito dell'emergenza siccità nelle Marche; a porre in essere tutte le azioni utili per una migliore ottimizzazione delle risorse idriche.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Marinelli e i colleghi del mio gruppo ed anche quegli degli altri che hanno sottoscritto questo ordine del giorno perché credo che l'approvazione, auspicabile, dia un po' il senso a questo punto, dato che le mozioni, tutte condivisibili, che poi voteremo, erano state presentate molto tempo addietro.
Oggi c’è stata una discussione ed anche la risposta dell’Assessore alla mia interrogazione, in cui si è dichiarato disponibile a richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza, che è stato dichiarato per cinque Regioni e non c'è motivo che il Governo non lo estenda anche alla nostra Regione, così duramente colpita, anche per la sua continuità, se vogliamo, all'Emilia Romagna, che è stata inserita. A prevedere sostegni e ristori per i danni subiti dal comparto agricolo, che sono significativi, poi l’altro punto suggerito espressamente dal Consigliere Marinelli, a porre in essere tutte le azioni utili per la migliore ottimizzazione delle risorse idriche.
E’ un impegno generico, che tale deve essere perché qui non possiamo indicare quali sono le misure, che dovranno essere adeguate ed efficienti allo scopo.
L’auspicabile voto unanime su questo ordine del giorno credo che dia un significato politico importante e attualizzi, se vogliamo, questa discussione sulle mozioni, che erano, ad eccezione di quella del Presidente Latini e della mia interrogazione che erano più recenti, sebbene tutte condivisibili, di tempi diversi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Presidente e Consiglieri, è un po' quello che ci siamo detti in mattinata, ho questo dubbio, se si potesse esplicitare meglio, va bene quando si dice: “chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri l’estensione al territorio delle Marche dello stato di emergenza”, poi sul secondo punto “a prevedere sostegni e ristori per i danni subiti dal comparto agricolo a seguito dell'emergenza siccità delle Marche”, sarei cauto nel senso che si capisca che allo Stato chiediamo lo stato di emergenza. Lo chiediamo alla Regione? Ristori per gli agricoltori? Fatemi capire perché non è che tutto sia così fattibile, lo dico al Consiglio. Non voglio porre limiti alla provvidenza, Consigliere, non mi capisca male.

PRESIDENTE. Un attimo solo, facciamo concludere all’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Voglio solo porre questo perché nel momento in cui noi chiediamo lo stato emergenza significa che nel momento in cui viene riconosciuto si può fare richiesta al Dipartimento nazionale di eventuali ristori per danni subiti o per spese sostenute, tipo servizi eccezionali che potremmo dare con le autobotti. Dichiarato lo stato di emergenza, se riconosciuto, si possono chiedere ristori per le spese sostenute. Se non venisse riconosciuto lo stato di emergenza, adesso parlo per astratto, non lo posso sapere finché non sarà portato avanti il percorso, vorrebbe dire che la Regione deve dare i ristori agli agricoltori e dipende se poi è in grado di fare una cosa di questo genere in quanto i ristori per gli agricoltori vogliono dire molto: un conto è dire una cultura orticola che non siamo riusciti ad irrigare, è limitata, ci può stare, un conto è dire che quest'anno invece di 60 quintali all'ettaro il grano ne ha fatti 40 perché non è piovuto, dovremmo ristorare tutti gli agricoltori delle Marche e non è una cosa così fattibile per una Regione. Dovremmo specificare meglio qual è la sostanza di questa frase, inserirei dicendo che nello stato di emergenza si chiede al Governo di sostenere la Regione Marche in eventuali ristori, farei un riferimento al Governo nazionale, più che lasciarlo così generico, altrimenti secondo me si crea un equivoco. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. L’Assessore Aguzzi in questo momento mi ha dato un assist facile al centro del campo perché ha parlato di Governo nazionale. Il partito di Forza Italia ha un Sottosegretario all'agricoltura ed oggi a me duole vedere che in questo contesto manca proprio l'Assessore all’agricoltura. Oggi era il minimo sindacale dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto come Consiglieri regionali, addirittura il gruppo Rinasci Marche ha due mozioni, una anche con il centrodestra, con i Consiglieri Pasqui, Marcozzi e Rossi ed una a firma indipendente.
Uso un po' anche le parole l'Assessore Aguzzi, i nostri padri ci hanno insegnato a raccogliere l'acqua, concedere un contributo regionale è il minimo che, attraverso il PNRR, se non lo prevede, possiamo mettere in campo, un contributo della Regione per combattere la siccità è un incentivo ben speso.
Questo ordine del giorno va proprio nel senso che impariamo dalla storia a non commettere certi errori e l'impegno che noi chiediamo al Presidente e alla Giunta è un impegno concreto e l’ordine del giorno va in questa direzione.
E’ risarcito il lavoro che tutti i gruppi consiliari hanno fatto per questo ordine del giorno.
Voglio risottolineare l'assenza dell’Assessore all’agricoltura, che oggi non so per quale motivo manca, però doveva lavorare con noi. E’ un grande assente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. L’Assessore Aguzzi a cui non difetta l'esperienza ed anche se vogliamo la furbizia, che è una parte dell'esperienza, è normale che con la furbizia si sopravvive in politica, è volutamente generico, raccogliendo anche sul terzo punto l'indicazione del Consigliere Marinelli. Volutamente generico perché da una parte lascia aperta la possibilità di chiedere questi sostegni e ristori al Governo nazionale all’esito della dichiarazione dello stato di emergenza, dall’altra lascia aperta la possibilità che la Regione preveda essa stessa con risorse proprie o europee sostegni e ristori per i danni subiti. Questa dicitura io l'ho presa di sana pianta dal comunicato delle Regioni, laddove dice: “Le amministrazioni regionali chiedono primi sostegni e ristori per gli agricoltori alle prese con la drammatica assenza di piogge”, è volutamente generico. Tra l’altro la Regione, se fosse necessario, potrebbe prevedere sostegni e ristori, è talmente generico che non deve essere ristorato tutto, d'altra parte sono stati previsti all'esito della pandemia, e questo l’ho detto prima nel mio intervento. Non ho dimenticato, come ha detto la Consigliera Casini, quello che la nostra amministrazione ha fatto a sostegno dell’agricoltura, ma ho detto quello che si può fare, tant’è che ho lamentato anche l'assenza dell'Assessore all'agricoltura.
La dicitura è volutamente generica perché è un impegno politico, non può essere altro, non viene indicata specificatamente la misura, come quando al terzo punto diciamo: “Porre in essere tutte le azioni utili per una migliore ottimizzazione delle risorse idriche”. E’ volutamente generico, poi sarà compito dell'esecutivo vedere quali saranno queste azioni utili, sarà compito dell'esecutivo se chiedere sostegno e ristori al Governo nazionale oppure prevederli con risorse proprie dal momento che le risorse in agricoltura potranno essere tranquillamente legate a questa emergenza. E’ volutamente scritto in modo generico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. E’ generico, però l'interpretazione che avevo fatto io, ma penso un po' tutti, è quella di chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri l'estensione dello stato di emergenza, allo stesso modo anche la possibilità di ristori. Se poi questi non dovessero venire, se c'è la possibilità, questo è l’intendimento.
L'ultimo punto chiede di porre in essere tutte le azioni utili, che è un po' la sintesi di tutte le mozioni che sono state presentate. Chi, come e con quali forme poterle attuare sarà compito della Giunta, come sollecitare il Governo affinché vengano prese determinate misure.
Questa è la sintesi di tutte le mozioni in modo da poterle raccogliere. Tante sono state le indicazioni, le più generiche, magari tutte utili, ma poi ci vuole una linea comune che le coordini.
L’indicazione è questa, penso che sia un ordine del giorno rivolto al Governo su tutto, però la Regione se vuole ha la possibilità di poter intervenire. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Ricordo che è stata sottoscritta anche dalla Consigliera Ruggeri anche se è da remoto.
Proposta di ordine del giorno sulle mozioni nn. 131, 147, 172, 266 e 267. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per anticipare il voto favorevole a tutte le mozioni da parte del nostro gruppo, hanno valori diversi e sono state presentate anche in tempi stratificati, lo facciamo anche nei nostri atti in emergenza, che dovrebbe essere invece quel tema che dovremmo superare.
Abbiamo presentato la mozione l'anno scorso dopo la crisi idrica e il periodo di siccità marcata del 2021, quest’anno l'abbiamo recuperata anche in sincronia rispetto alle situazioni di carattere nazionale, tant’è che giustamente, su proposta del Consigliere Cesetti, in ausilio all'azione del Governo regionale, con la disponibilità dell'Assessore Aguzzi, abbiamo sostenuto la richiesta dello stato di emergenza anche per la nostra Regione.
Oggi c’è stato un dibattito molto interessante, abbiamo portato tante valutazioni sul piano politico, molte soluzioni sul piano tecnico, vengo da un percorso che mi impone di ragionare sull'importanza dell'acqua bene comune, bene pubblico.
In questi anni abbiamo tanto dibattuto il tema ed oggi penso che debba essere al centro delle nostre priorità, poi le modalità di gestione e di pianificazioni le vedremo. Se è necessario un Ato unico provinciale non è questo il momento, però dobbiamo partire, e l’ha detto prima il Consigliere Carancini, ci siamo confrontati, anche da grandi esempi perché se ragioniamo sempre in emergenza ci accorgiamo …, grandi stimoli e grandi propulsioni di ognuno di noi.
Oggi ci rendiamo conto che c'è un cambiamento climatico vero, vediamo la Marmolada che si scioglie in maniera tragica e che intere aree della pianura padana sono e senza acqua, allora ricominciamo a riflettere. Speriamo che almeno questi siano campanelli adeguati per metterci nelle condizioni di guardare con la prospettiva opportuna.
A fine anni ‘60, prima anni ‘70 in un territorio, parlo per quello in cui ho vissuto e che conosco, guardo il Consigliere Santarelli in quanto l’abbiamo sostenuto insieme, abbiamo ereditato scelte di grande visione. C’erano tre fiumi che interessavano un territorio: Misa, Cesano ed Esino e degli amministratori con grande visione pensarono che fosse necessario mettere in campo un progetto per le future generazioni, andarono ad intercettare la fonte di Gorgovivo e si costruirono 1600 metri di gallerie, 14 pozzi di captazione. Anche per sincerarmi personalmente proprio ieri pomeriggio sono andato a rivisitare quella struttura, è emozionante come da Genga ci sia un tubo, tra qualche mese due, che capta l’acqua in quel punto e la mette a disposizione dell'intera nostra provincia. Quegli amministratori in quel momento furono fortemente criticati dato che non c'era bisogno, i fiumi erano lì, c’era tanta l’acqua, perché spendere i soldi per costruire una cosa che poteva essere risolta con qualche pompa dentro il Cesano e l’Esino? Lì c'è stata la visione.
Potessimo ritornare a quella visione politica che non guarda solo al consenso puntuale, che non prende atto delle situazioni che si determinano, che ha il coraggio di sfidare e mettere a disposizione dell'intero pianeta iniziative puntuali, non è che si contrasta solo aspettando che ci siano scelte di carattere complessivo, si possono fare scelte di carattere locale e contribuire al contrasto di quei cambiamenti.
Facciamo votare tutte le mozioni che sono state messe a disposizione, ci servono poi atti concreti per preservare il nostro territorio attraverso la tutela dell'acqua come fatto principale, quindi un voto favorevole su tutte le mozioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. La prima mozione è quella presentata dalle Consigliere Ruggeri e Lupini nel settembre 2021, devo dire che ne condivido il grande lavoro perché dietro c'è tutto un articolato molto complesso che prende in considerazione le leggi nazionali e dà un indirizzo, così come un po' tutte le mozioni,
L’Assessore ha dato parere favorevole a nome del Governo regionale ai vari documenti proposti, credo che questo sia uno spirito costruttivo, dichiaro, quindi, fin da adesso il voto favorevole alla mozione presentata dalle Consigliere Ruggeri e Lupini e do ulteriore motivazione di voto favorevole alle altre. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Con lo stesso spirito con il quale è intervenuto il capogruppo del Partito Democratico Consigliere Mangialardi, con la visione che al tempo avemmo su Gorgovivo, oggi facciamo una sintesi di queste cinque mozioni. La prima inizia il 2 settembre, dopo la crisi della scorsa estate, poi abbiamo visto il Presidente Latini depositare una mozione d'urgenza sempre sullo stesso tema l'altro giorno. Sono trascorsi quasi 10 mesi, dobbiamo trovare una sintesi che va fatta con lo stesso spirito che avemmo noi amministratori locali nei Comuni quando al tempo riunimmo i tre corsi d'acqua, come ha sottolineato il Consigliere Mangialardi, Cesano Misa ed Esino, per portare l'acqua dall'interno, da quelle montagne a Genga.
Nello stesso tempo noi abbiamo un'opportunità, purtroppo oggi non condivisa per la solita assenza degli Assessori al ramo, carenti di disponibilità nei confronti di questa Assise, in cui noi abbiamo lavorato insieme ad un ordine del giorno. Anticipiamo che tutte le mozioni verranno votate positivamente dal gruppo Rinasci Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Voterò a favore di tutte le mozioni e credo di aver già votato a favore dell'ordine del giorno, che ha come primo firmatario il Consigliere Cesetti. C’è stata una votazione che non mi è stata ben chiaro che cosa fosse, immagino che fosse l'ordine del giorno. Sei voti a favore, ci tengo a dirlo dal momento che essendo da remoto non ho bene il polso della situazione.
Voglio anche ringraziare il Consigliere Ciccioli che ha parlato prima di me per le parole che ha speso sulla nostra mozione, che in effetti ci ha portato via un paio di mesi di lavoro perché abbiamo cominciato a lavorarci a luglio dell'anno scorso, abbiamo fatto una bella ricognizione di tutte le leggi nazionali in vigore e naturalmente anche di quelle regionali e con questo atto abbiamo dato il via e anche un po' semplificato le mozioni che sono venute dopo in quanto penso che il quadro l’abbiamo delineato molto bene.
Il voto del Movimento Cinque Stelle sarà a favore di tutte le proposte. Grazie.

PRESIDENTE. Confermo che la Consigliera Ruggeri ha votato favorevolmente l’ordine del giorno, che abbiamo presentato e innanzi votato.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Anch'io vorrei fare un plauso alla Consigliera Ruggeri per l'approfondimento che ha svolto sulla sua mozione, che non denota un lavoro semplicistico.
Sono favorevole a tutte le mozioni, mi asterrò su quella del Partito Democratico perché, come ho detto prima nel mio intervento, ho delle remore sul punto 4) quando si parla di sostenere gli investimenti nell'interconnessione degli acquedotti della provincia di Pesaro e Urbino.
Credo che questo sia un argomento da approfondire meglio, da non trattare in maniera così generica e semplicistica, in quanto vorrei capire quali sono gli acquedotti da interconnettere, perché vanno interconnessi e secondo quali esigenze.
Siccome il sottoscritto quando è qui vota qualcosa che impegna la Giunta, non mi sento tranquillo a sostenere questo punto e su questa mozione mi asterrò, anche se ne condivido tutti gli altri punti. Comunque devo dire che anche il Partito Democratico ha fatto un bell'approfondimento sul tema, però il punto 4) non mi convince e su questo mi astengo. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 131. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 147. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva

Mozione n. 172. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 266. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 267/1 a firma del Consigliere Latini: “Nel dispositivo il terzo periodo è sostituito dal seguente: ‘Intervenire efficacemente, anche avviando un iter legislativo, affinché si possa fin da subito prevedere che le acque reflue siano recuperate per fini irrigui, in linea con quanto stabilito dalle norme comunitari’” Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 267, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 174
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Latini, Ciccioli, Marcozzi, Pasqui, Cancellieri, Leonardi
“Uniformazione ed aggiornamento/sostituzione delle centrali telefoniche ASUR per miglioramento servizio utenza”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 174 dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Latini, Ciccioli, Marcozzi, Pasqui, Cancellieri, Leonardi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Questa mozione concerne un problema in teoria tanto semplice quanto importante, riguarda l’aggiornamento e la sostituzione delle centrali telefoniche per il miglioramento del servizio all’utenza.
Ci troviamo di fronte ad una non uniformità per quanto riguarda l'acquisto, la manutenzione, la configurazione, la gestione delle centrali telefoniche in dotazione al nostro servizio sanitario e in assenza di linee guida regionali tali centrali risultano tante volte persino obsolete per tipologie, impostazione e settaggi.
Attualmente la maggior parte degli utenti chiamati e non rispondenti ai numeri del Servizio sanitario regionale sono impossibilitati a vedere il numero del chiamante e perciò a richiamare, anche qualora la questione sia urgente e delicata, questioni che riguardano la salute. Non esiste a monte, in taluni casi la possibilità organizzativa ed amministrativa da parte del personale di rispondere alle chiamate dell'utente/paziente.
Leggo anche il dispositivo: “Sarebbe opportuno prevedere la possibilità da parte dell’utente/paziente di poter richiamare il servizio che l'ha contattato”, non so se ho ben spiegato qual è l'importanza di questa cosa, in quanto i cittadini, soprattutto i malati, hanno il diritto di essere informati, di ricevere le informazioni mediche con le migliori procedure.
Vogliamo impegnare il Presidente e la Giunta regionale a chiedere di verificare e porre in atto gli adeguamenti/acquisti necessari per consentire agli utenti pazienti, che vengono contattati dal Servizio sanitario, di visualizzare il numero chiamante, rendendo possibile in caso di chiamata persa di ricontattarlo; a sollecitare il servizio sanitario ad adottare delle linee guida comuni a tutte le Aree vaste regionali, cercando di individuare per ciascuna un responsabile unico di procedimento per coordinare in fase di gara l'acquisto di queste apparecchiature; a sollecitare il servizio sanitario ad individuare il personale tecnico addetto alla manutenzione in ciascuna Area Vasta, oppure individuando a livello centrale uno staff dedicato a tale funzione; si invita ad adottare tutte le opportune iniziative di comunicazione per portare a conoscenza dell'utenza la numerazione che sarà resa accessibile, contribuendo a promuovere una visione del servizio sanitario regionale, efficace e in costante miglioramento.
Vorrei ringraziare gli uffici e i dirigenti che mi hanno coadiuvato per avere tutte le informazioni necessarie, tra l’altro anche loro condividevano il fatto che era necessario gestire meglio questo rapporto telefonico tra utenza e servizio sanitario. Sembra una cosa da poco, ma è molto importante, io stesso ci sono passato, sulla mia pelle, e ringrazio l'Assessore Saltamartini che condivide la necessità di migliorare questo servizio.
Mi auguro anche che nelle prossime riforme, nei prossimi Piani sanitari possa essere attenzionato tutto questo e credo che il voto del Consiglio, spero unanime, serva a porre l'accento su questo problema e a uniformare tutto questo sistema ad altre Regioni ben più efficienti della nostra per quanto riguarda questo servizio che, ripeto, è rilevante per il paziente. Grazie.

PRESIDENTE. Mozione n. 174. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Nessuna situazione, ha votato comunque, il voto è sulla tastiera del Consigliere Marinangeli invece che del Consigliere Antonini.

Adesso passiamo al punto 5 dell’ordine del giorno: le mozioni nn. 254, 260 e l’interrogazione n. 486, ma non vedo l’Assessore Saltamartini.
Perfetto facciamo le mozioni in cui non è necessaria la presenza dell’Assessore, quindi passiamo al punto 6, alla mozione n. 101 … Sulle mozioni non serve la presenza dell’Assessore, se decidiamo di andare avanti possiamo fare i punti che riguardano le mozioni.
Dobbiamo rinviare le mozioni, se ritorna l’Assessore … , che è in un intervento di natura istituzionale.
Se gli Assessori ritornano mentre è ancora aperta l'attività del Consiglio le riprendiamo, se vogliamo procedere …, però tutte le mozioni riguardano gli Assessori che in questo momento non sono presenti in Aula: gli Assessori Saltamartini, Castelli, Latini e Carloni.
Ci fermiamo qua oppure andiamo avanti tenendo conto che per quanto riguarda le mozioni non c’è la necessità della presenza del rappresentante competente della Giunta, oppure sospendiamo e riprendiamo. Andiamo avanti?

Mozione n. 101
ad iniziativa dei Consiglieri Pasqui, Latini, Marcozzi, Rossi, Leonardi “
Danno indiretto”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 101 dei Consiglieri Pasqui, Latini, Marcozzi, Rossi, Leonardi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Pasqui.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Siamo di fronte ad una mozione che ha un tema estremamente importante, quello del danno indiretto. Sono a precisare che il Consiglio regionale delle Marche ha anche approvato all'unanimità la mozione n. 536 del 2020, presentata dalla Consigliera Leonardi, concernente: “Contributo per il danno indiretto a seguito del sisma del 2016: necessità di riapertura delle domande di richiesta dell'agevolazione e di revisione dei termini del calcolo del contributo per evitare discriminazioni”.
Dopo l'approvazione di questa mozione sono stati destinati fondi pari a 3.050.000 euro per oltre 100 imprese, le quali hanno partecipato al bando, pur non avendo aperto nel biennio 2017/2018. In seguito è stata anche raggiunta la possibilità di giustificare i costi di gestione anche del biennio 2019/2020, recuperando numerose ditte che altrimenti non avrebbero potuto accedere al contributo. Sembrerebbero esserci anche delle disponibilità economiche per quanto riguarda degli avanzi.
Con questa mozione si impegna il Presidente e la Giunta regionale per far sì che venga richiesto al Governo centrale un intervento economico volto a concedere un contributo una tantum alle aziende del territorio sismico, che non hanno potuto riaprire, ma che riescono a dimostrare di aver subito dei danni sul fatturato e che hanno subito danni alle scorte, alle attrezzature e merci, senza prevedere l'impiego in azienda dimostrabili dai costi di produzione; a prevedere la possibilità di prorogare di un altro biennio i costi di produzione al fine di permettere a molte aziende di riaprire la propria attività spendendo con serenità il proprio contributo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. La mozione riguarda un aspetto particolare, nel senso che chi non ha potuto ricevere il contributo che riguardava le scorte, i danni subiti ed anche i danni subiti dal fatturato, può ottenere un ricalcolo. Questo credo che possa essere condivisibile, anche se il Consigliere Pasqui sa che rimangono in campo due problemi enormi. Sia lui che io abbiamo fatto delle interrogazioni riguardo a questo e a quello che attiene ai mutui all'interno del cratere per i quali non basta più prorogare la scadenza, ma bisognerà anche arrivare ad un punto che in questa mozione è in nuce e decidere chi davvero ha avuto dei danni aziendali pesanti e non può continuare a pagare il mutuo, soprattutto non può pagarlo quando finiranno le proroghe e non può pagare i tassi che nel frattempo corrono. Questo è un tema che abbiamo sollevato e magari, se possibile, si potrebbe anche aggiungere.
L’altro tema è quello dell’Iva per le aziende agricole, che è al 4% in regime ordinario, che invece per quello che riguarda la ricostruzione viene calcolata al 22%. Questo impedisce a gran parte delle aziende agricole e delle aziende più piccole di scaricare l’Iva.
Il tema dei mutui è molto importante e anche qui bisognerebbe cominciare a discernere chi davvero non può riaprire l'attività. Per esempio c’è un caso che io conosco: al centro di Camerino c'era un negozio di grande qualità, una pasticceria, la ragazza aveva investito tutti i suoi beni, aveva anche acceso un mutuo di quasi 200.000 euro per la pasticceria. Terremoto, zona rossa, impossibilità di delocalizzare, perché è chiaro che il centro di Camerino non è delocalizzabile avendo un valore superiore a qualunque altro posto e anche a qualunque altra Sae, per cui quando si ricomincerà a pagare le rate del mutuo questa ragazza, che ha 30 anni, avrà davanti a sè 15 anni di mutuo, senza avere il bene su cui era stato acceso.
Dovremmo chiedere al Governo di attivarsi per salvaguardare queste imprese, queste realtà che sono all'interno del cratere. Come chi non è riuscito a valutare il danno indiretto e non se lo è visto riconosciuto.
Va bene che la problematica relativa al danno indiretto venga sollevata e ridiscussa, ma anche questa dei mutui …, non possiamo arrivare, e lei Vicepresidente lo sa bene, alla fine dell’anno in ginocchio per chiedere la proroga della quale beneficeranno anche soggetti che non hanno necessità. Penso a chi ha acceso un mutuo per una seconda casa, oppure per un'attività non prevalente o per un'attività che ha potuto delocalizzare.
Ci sono realtà diverse, andrebbero aiutati coloro che hanno delle attività o delle prime case inagibili nel cratere, inagibili non per loro volontà, ma perché sono ancora in zone sottoposte ai piani di recupero.
Ritengo che questa mozione abbia una ratio che mi interessa, che è quella di separare la parte del cratere, quella più colpita, e di riconoscere quelle realtà che hanno subito particolari danni. Da questo punto di vista credo che noi dobbiamo chiedere al Governo di cominciare a decidere dove devono andare in particolare le risorse, soprattutto a chi ha ricevuto dei danni, siano essi danni diretti che indiretti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Anch'io ho voluto sottoscrivere questa mozione del Consigliere Pasqui e nel mio intervento vorrei ringraziarlo per l'attenzione che spesso pone per i diritti delle imprese e soprattutto per l'accortezza che porta in questa Assise per i cittadini marchigiani che hanno subito il sisma.
E’ lodevole l'interesse che il Vicepresidente Pasqui ha nei confronti dei cittadini marchigiani terremotati, che spesso dalle istituzioni sono lasciati un po' …, non dico dimenticati, però è sempre bene riportare nelle sedi istituzionali la voce dei territori, dei nostri cittadini e dei terremotati in quanto forse col passare del tempo ci si dimentica.
Vorrei esprimere un ringraziamento perché con i suoi interventi, non solo questo, si continua all'interno di questa Assemblea a dar voce a questi nostri cittadini. Il nostro voto sarà positivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. La rilevanza del tema posto in questa mozione mi induce ad intervenire in quanto è molto giusto e opportuno discutere in Assemblea legislativa delle misure che debbono essere attivate per sostenere le imprese del nostro territorio, in particolare quelle che insistono nell'area interessata dal sisma del 2016.
Permettetemi di dire che qui, come in tante altre occasioni, registriamo ritardi inaccettabili nella calendarizzazione e votazione di una mozione che tra le altre cose chiede una proroga biennale. Se pensiamo che questa mozione è stata presentata più di un anno fa, chiedere una proroga di due anni e discuterla un anno dopo, francamente ha dell'assurdo.
Ad ogni modo, il cuore di questa mozione ha una richiesta formulata nei confronti del Governo affinché conceda un contributo una tantum alle aziende del territorio sismico che non hanno potuto riaprire.
Per danno indiretto si intendono i mancati guadagni delle imprese ricadenti sui Comuni ricompresi nel cratere sismico e su questo tema fu approvata già nel 2020 una mozione a firma della Consigliera Leonardi, che ricorderà, che fu votata all'unanimità dall’allora Consiglio regionale.
Ritengo giusto ribadire il principio secondo cui è necessario partire dall'attività commerciale, dalle imprese perché solo così possono ripartire i territori, ma non bisogna chiedere solo al Governo bisogna avere la stessa onestà intellettuale di allora quando opposizione chiese al Governo regionale di intervenire, quindi significa che gli stessi soggetti credevano che la Regione potesse e dovesse fare qualcosa per loro. Devo dire che la Giunta, anzi la maggioranza che allora votò quella mozione non solo non si sottrasse dal fare la propria parte, ma purtroppo quell’impegno che abbiamo profuso ad oggi rimane, io dico purtroppo e lo sottolineo, senza precedenti.
Benissimo votare questa mozione, ma il Governo regionale non può lavarsi le mani, deve fare la propria parte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Ringrazio il primo firmatario, il proponente Consigliere Pasqui, che torna a sollecitare un tema che è vitale per i territori colpiti dal sisma e lo fa ripartendo in continuità rispetto ad una mozione che presentai nel 2019, nella scorsa legislatura, proprio perché venisse riconosciuto il danno indiretto anche a quelle attività che non avevano potuto in qualche modo e per diversi motivi riaprire, ricostruire o delocalizzare. Questo già da subito, parliamo del 2019, erano due anni e mezzo, neanche tre, dalle scosse. La ripartenza di quei territori era legata anche dalla ripartenza delle condizioni economiche e sociali, oltre che di costruzione delle case che consentisse di continuare ad operare una scelta di vita nei territori colpiti dal sisma.
Ora credo che l'intervento che il Governo può e deve fare nei confronti di queste realtà possa essere indubbiamente sollecitato anche dagli interventi che ho sentito fare dall’altra metà di questo emiciclo, che possa arrivare un coro unanime dalla Regione Marche indipendentemente dalle posizioni politiche.
Mi rifaccio anche agli interventi che sono stati fatti richiamando un altro tema molto importante che avevo seguito nella scorsa legislatura ed anche in questa, quello dei cosiddetti mutui sulle macerie. Ricordo bene gli incontri anche pubblici, i confronti fatti con il comitato che era sorto e ricordo anche bene la posizione e il caso specifico citato dalla Consigliera Casini rispetto ad una giovane imprenditrice che non ha potuto riaprire la sua attività e che si troverà …, in quanto queste proroghe non sono sempre scontate, quelle che vengono fatte quest'anno ... l’anno scorso ci siamo trovati con un Governo … Purtroppo alcuni istituti di credito non sempre aspettano che venga fatta la proroga, ma fanno ripartire le cartelle e la richiesta delle rate dei mutui arriva come un fulmine a ciel sereno a persone che su quelle attività non hanno neanche potuto rimettere la chiave nella toppa, non dico riaprire, ma neanche poter utilizzare quei muri.
Ricordo degli incontri rilevanti fatti con il comitato ed anche con i rappresentanti dell’Abi ai quali mancava un tassello cruciale, che è proprio quello del Governo, perché bisognerebbe avere contezza totale della dimensione del fenomeno. Solo un istituto di credito gli ha cancellati dall’inizio, li ha estinti su queste realtà, tutti gli altri istituti non sappiamo, non riescono a fornire o non forniscono il dato, neanche al comitato che sta facendo da diversi anni questa battaglia, che credo debba trovare, mi sembra dalle posizioni che ho sentito, anche negli interventi, una volontà unanime da parte dell'Aula.
Sono segnali importanti quelli che diamo oggi, messaggi importanti che però devono trovare un accoglimento su questi temi, lo faccio ogni volta che intervengo, chiedendo a tutti di sollecitare i propri rappresentanti parlamentari e nel Governo a trovare delle soluzioni concrete dal momento che, purtroppo l’abbiamo visto in questi ormai tanti anni, non sempre c’è piena consapevolezza di quello che succede nelle nostre terre.
Chi non ha vissuto, non vive, non si è trovato, non è passato, non è venuto volontariamente a vedere quale fosse la distruzione fisica e morale che il terremoto ha avuto nelle nostre terre non si rende conto, secondo me, appieno della devastazione anche e soprattutto sociale che questa tragedia ha portato nei nostri territori.
Tornare ogni tanto a sollecitare direttamente degli interventi, una consapevolezza, penso che sia essere lo strumento migliore per riuscire ad arrivare ad una soluzione del problema.
Non solo da sottoscrittore della mozione auspico un voto unanime perché ritengo che sia un passo importante, un passo importante insieme ad altri, che si possa fare nei confronti di queste comunità terremotate che non si sentano ulteriormente abbandonate.
Sappiamo che, dopo uno slancio, una ripresa che sembrava dovesse partire l’anno scorso nei confronti della ricostruzione oggi c'è un nuovo freno legato anche alle situazioni contingenti, all'aumento dei costi, all'impatto che sulle nostre realtà ha avuto anche la questione del 110 che ha impiegato fondamentalmente le imprese locali, quasi tutte, che si sono spostate verso quest'altra forma di attività, creando un ulteriore problema ai nostri territori che volevano cercare di ripartire. Non ultima, la questione dei prezzi con gli aumenti legati a tutta una serie di situazioni contingenti che, anche grazie all'intervento della Giunta regionale, del Presidente e degli Assessori, ha portato ad un innalzamento di quella prima valutazione che il Commissario con le altre Regioni avevano portato, che non era sufficiente rispetto alle Marche che avevano già di per sè un prezzario più alto delle altre, segno anche del fatto che purtroppo nel nostro territorio, quello marchigiano, la devastazione in termini di strutture è più alta che nelle tre Regioni coinvolte dal sisma e l’impatto sulla nostra realtà ancora più forte.
Credo che un voto unanime dell’Aula possa essere un messaggio forte ed importante. Grazie.

PRESIDENTE. Mozione n. 101. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. A questo punto mi assumo la responsabilità di chiudere qui la seduta dell'Assemblea-Consiglio regionale odierno perché le prossime mozioni sono a carattere sensibile e necessitano della posizione degli Assessori competenti della Giunta, a mio avviso, quindi concludo i lavori.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Noi avevamo deciso di chiudere i lavori alle 20 poi in Conferenza dei Capigruppo c'è stata la disponibilità nostra a chiudere alle 18 per l'assenza di alcuni Assessori ed adesso rinviamo di nuovo mozioni che sono ferme da almeno un anno e avete visto che poi rischiamo di discutere di argomenti che, come ha detto la Consigliera Bora prima, arrivano dopo i provvedimenti.
Ancora una volta ribadisco la nostra posizione, Presidente, che gli Assessori debbano stare in Aula, bisogna che si organizzino in funzione dei lavori della stessa.
Mi spiace perché oggi le mozioni riguardano forse l'unico Assessore che in effetti è sempre qui dentro, l’Assessore Saltamartini.
Siamo contrari alla chiusura anticipata dei lavori del Consiglio, non c’è l’adesione del nostro gruppo a questa modifica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. I punti rimandati riguardano la sanità e il pronto soccorso, tutte problematiche bollenti dell'estate, a noi dispiace essere contrari proprio per l'assenza dell'Assessore Saltamartini che ha sempre risposto puntualmente.
Sottolineo l'assenza imbarazzante di alcuni Assessori che, ahimè, ma questo non è un problema di Rinasci Marche, sono già in campagna elettorale per le prossime politiche.
Noi abbiamo la fortuna di avere una lista civica regionale, lavoreremo sempre per i marchigiani fino al 2025, non abbiamo altre ambizioni e facciamo un lavoro a servizio.
Abbiamo la speranza anche come gruppo di opposizione che questo canale YouTube, per così dire pubblico, aperto all'esterno, non venga ascoltato perché qualora venisse ascoltato con tutta la crisi sanitaria …, vedi il pronto soccorso di Senigallia in cui addirittura abbiamo avuto l'offerta di una cooperativa, che non si è neanche presentata, quindi la media dei cittadini aspetta di essere visitata da un medico, neanche del pronto soccorso. Venerdì ad un aperitivo informale, un caro amico, un primario, non faccio il nome, fa tutte altre cose, perché è medico …

PRESIDENTE. Direi di non uscire dal seminato.

Luca SANTARELLI. Non usciamo dal seminato, però gli tocca a fare i turni al pronto soccorso. Noi chiudiamo alle 15,00 quando fuori c'è quello che sappiamo, anche perché avevamo deciso di chiudere la seduta del Consiglio alle 20, poi alle 18.00 mentre adesso sono le 15.22. Complimenti a tutti noi. Grazie.

PRESIDENTE. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,25.