Resoconto della seduta n.89 del 18/09/2012
SEDUTA N. 89 DEL 18 SETTEMBRE 2012

La seduta inizia alle ore 11,05


Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 88 dell'11 settembre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 239 in data 4 settembre, ad iniziativa della Consigliera Ciriaci, concernente: "Disposizioni per il miglioramento della sicurezza stradale nella Regione Marche", assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 240 in data 13 settembre, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: "Riordino delle funzioni amministrative provinciali", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di cui all'art. 11, comma 2, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 241 in data 14 settembre, ad iniziativa del Consigliere Acacia Scarpetti, concernente: "Norme per la protezione dell'ambiente mediante l'utilizzo dell'energia termica derivante dagli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da qualsiasi tipo di combustibile", assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Hanno chiesto congedo l'Assessore Luchetti, la Consigliera Malaspina e il Presidente Spacca.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà

Giulio NATALI. Presidente, voglio evidenziare un disguido accaduto nell’ultima seduta: durante la votazione della mozione n. 393, alla quale io ho partecipato, come risulta dalla firma apposta nel registro alla fine dei lavori, ho votato a favore e purtroppo dall'appello nominale, ed onestamente non so spiegarmi il motivo, il mio voto non risulta.
Volevo far presente questa realtà anche in considerazioni di quello che è successo e del fatto che è stato detto che molti Consiglieri sono usciti dall’Aula per non votare. Io sono rimasto in Aula e ho votato. Vorrei che lei, Presidente, ne prendesse atto e ne facesse prendere atto.

PRESIDENTE. Consigliere Natali, non ho nessun problema a dire che si possono correggere i dati relativi a quella votazione, peraltro l'appello nominale mi sembra sia stato chiesto da lei. Il disguido, quasi sicuramente, dipende dal tasto che non ha registrato.
Sono d’accordo nel modificare il risultato del voto, che peraltro non mi pare alteri la sostanza. Comunque il Consigliere Natali aveva chiesto l’appello nominale, quindi mi sembra corretto modificare il risultato di quella votazione aggiungendo il Consigliere fra quelli che hanno votato a favore della proposta di mozione.


Sull’ordine del giorno e sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Riguardo all’ordine del giorno chiedo il rinvio della proposta di deliberazione n. 9 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91 “Nuove norme sulla cittadinanza”. In un momento così difficoltoso per la nostra economia e per il mondo del lavoro, la reputo un oltraggio, Ci sono leggi più impellenti che giacciono in Commissione. Chiedo che si voti questa richiesta di rinvio.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Chiedo di rigettare la proposta del collega Zaffini, perché l’abbiamo già rinviata la scorsa seduta. Credo che i termini offesa e oltraggio non debbano essere assolutamente accettati quindi …(…)

(Il consigliere Zaffini indossa un copricapo arabo e mostra un cartello)

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, lei ha detto che il momento è così difficile? Il momento è così difficile perché in un consesso come questo ci sono persone come lei! O la smette o la faccio portare fuori di forza! (…) Prego i commessi di togliere questa situazione e se serve di accompagnarlo fuori di forza! (…) Lei non può parlare! Se non vuole che io assuma determinazioni più gravi la smetta di fare questa pagliacciata! Lei qui rappresenta l’intera collettività marchigiana e in un momento così difficile, come questo, le è consentito dire tutto, prendere la parola, proporre mozioni, interrogazioni. Lei non può fare il buffone perché non offende l’Aula ma offende la comunità marchigiana! (…) Se non la smette la sbatto fuori! Io non contesto le sue idee, nemmeno la sua richiesta di rinvio, lei rappresenta un’espressione politica e metto in votazione la sua richiesta, però l’oltraggio alla comunità non si può fare in una sede istituzionale come il Consiglio regionale.
Comunque, la Consigliera Ortenzi è contraria alla sua proposta.
Metto in votazione la proposta del Consigliere Zaffini di rinviare il punto 3 all’ordine del giorno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Ciriaci, ne ha facoltà.

Graziella CIRIACI. Presidente, nell’ordine del giorno ci sono iscritte al primo punto le interrogazioni riguardanti lo stoccaggio degli impianti a gas nel Comune di San Benedetto del Tronto, chiedo che venga iscritta l’interrogazione n. 911 che ho presentato il 26 luglio 2012 che riguarda Sant’Elpidio a Mare. Cambia il territorio ma l’argomento è lo stesso.

PRESIDENTE. Questo purtroppo non dipende dalla mia volontà, nel senso che diversamente dalle mozioni le interrogazioni vengono trattate se l’Assessore ha pronta la risposta. L’argomento è identico e quindi poteva essere…(…) Sono due siti diversi? Va bene, allora sollecito l’Assessore a portarla la prossima volta.

Graziella CIRIACI. Ringrazio l’Assessore e chiedo che la prossima volta venga iscritta tra i primi punti. Nel frattempo vorrei che la procedura di autorizzazione e di valutazione dell’impianto venisse bloccata. Questa è la rassicurazione che chiedo soprattutto a nome del territorio.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Presidente, Colleghi, a seguito di quanto si è appreso circa la riunione della Giunta tenutasi sabato scorso, che oltre ad altri temi ha toccato la vicenda degli impianti a biogas e biomasse, chiedo che la Giunta, al più presto, riferisca sulle decisioni prese, visto che abbiamo solo qualche notizia di stampa. Considerata la situazione, credo sia necessaria un'illustrazione ufficiale.
Mi sia consentito sottolineare che una legge si cambia con una legge, quindi non si creino aspettative su mozioni e ordini del giorno. Conoscete il mio pensiero su questi nobili provvedimenti ma abbiamo piene le soffitte di mozioni e ordini del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà.

Enzo GIANCARLI. Presidente, colleghi Consiglieri, ho letto ed ho ascoltato posizioni rispetto alla riunione di Giunta di sabato scorso. Non entro nel merito delle decisioni e delle indicazioni assunte ma faccio riferimento a quanto ho letto rispetto al compito che sarebbe stato affidato al Presidente della IV Commissione consiliare.
In quest’Aula ho espresso due concetti, quello della necessità di discutere e quello di non aver dato, purtroppo, nonostante le riunioni della IV Commissioni e le indicazioni che dalla stessa sono venute, certezze a chi si oppone alla realizzazione delle centrali e certezze a chi le centrali le vuole realizzare, quindi alle imprese. Un ruolo da poter far svolgere in questo nuovo mondo dinamico dell’economia verde nel rispetto dei diritti che vanno tutelati come quello dell’ambiente.
Torno a quanto ho letto. Voglio ricordare, ma i signori Consiglieri lo sanno meglio di me e lo dicevo poc’anzi anche alla Conferenza dei Capigruppo – ci sono Consiglieri che sono alla seconda e alla terza legislatura e quindi lo dico con umiltà e modestia – che ci sono alcuni chiari articoli dello Statuto rispetto ai compiti della Commissione e rispetto alla capacità legislativa. Il Presidente della Commissione in quanto tale non ha iniziativa legislativa. Se, quindi, viene chiesta una legge – ringrazio la Giunta per questa responsabilità che mi affida e anche per la fiducia che mi dà – la sintesi viene fatta da Enzo Giancarli Consigliere regionale del PD.
Sono disponibile a collaborare, a riunire la Commissione in qualsiasi momento, chiedendo altrettanta collaborazione agli Assessori all’energia e all’ambiente, all’industria, all’agricoltura, perché la Commissione come sempre cercherà di fare la sua parte, ma ripeto, il Presidente della Commissione in quanto tale non ha iniziativa legislativa, ce l'ha come Consigliere regionale, quindi a disposizione ma della comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi associo alla richiesta del Consigliere Massi per chiedere che la Giunta relazioni rispetto alle decisioni assunte sabato, in modo che i Consiglieri ne siano edotti.

PRESIDENTE. Ha chi l’ha chiesto?

Massimo BINCI. Ad un rappresentante di Giunta visto che le decisioni sono della Giunta.

PRESIDENTE. Va bene, c’è la richiesta dei Consiglieri Binci e Massi di relazionare sulle decisioni assunte dalla Giunta di sabato.
Non avendo nessuna risposta dalla Giunta proseguo con l’ordine del giorno.

Interrogazione n. 577
del Consigliere Latini
“Impianto di stoccaggio Gas – Comune di San Benedetto del Tronto”

Interrogazione n. 594
del Consigliere Cardogna
“Progetto di costruzione deposito di stoccaggio di gas metano nel Comune di San Benedetto del Tronto”

Interrogazione n. 721
del Consigliere Bucciarelli
“Impianto stoccaggio gas – zona agraria”

Interrogazione n. 831
del Consigliere Pieroni
“Installazione impianto di stoccaggio gas nel comune di San Benedetto del Tronto”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 577 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 594 del Consigliere Cardogna, l’interrogazione n. 721 del Consigliere Bucciarelli, l’interrogazione n. 831 del Consigliere Pieroni, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. Con la presente si forniscono alcuni elementi utili alla riposta alle interrogazioni.
La Società Gas Plus Storage S.r.l., con nota acquisita in data 4 agosto 2010 ha depositato la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale per il progetto riguardante lo "Stoccaggio di gas naturale in strato da denominarsi San Benedetto Stoccaggio”, accompagnata dal progetto e dallo Studio di Impatto Ambientale.
La proposta progettuale riguarda la realizzazione di una centrale di stoccaggio di gas naturale in corpo geologico, sita nel comune di San Benedetto del Tronto e a confine con il comune di Monteprandone.
L'impianto proposto è ubicato nell'attuale Centrale di produzione gas di San Benedetto di proprietà della Società Adriatica Idrocarburi spa sino ad oggi utilizzata per l'estrazione di gas metano.
Le attività in progetto prevedono:
- la realizzazione di una centrale di trattamento e compressione del gas;
- la perforazione fino a 6 nuovi pozzi ad una profondità di circa 2500 metri;
- la realizzazione di circa 100 metri lineari di metanodotto di collegamento tra la centrale con il gasdotto nazionale esistente “Ravenna - Linea metano Chieti". La pressione del giacimento originario era di 303 kg/cmq.
L'area coinvolta dal progetto (area centrale esistente: 1,6 ettari + nuova area cluster dei pozzi: 1 ettaro) è di circa 2,6 ettari.
La capacità di Working gas è di circa 522 milioni di metri cubi.
La pressione di stoccaggio non supererà mai la pressione originaria del giacimento naturale.
La necessità del progetto è legata ad una analisi del Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) che ha selezionato i giacimenti a gas in fase finale produttiva per convertirli in stoccaggio sotterraneo.
Tale esigenza nasce in relazione all’occorrenza di approvvigionamento del Paese e pertanto il Ministero ha emanato un bando per l'affidamento della concessione. La Gas Plus Storage si è aggiudicata la gara.
Lo stoccaggio in un giacimento sotterraneo di gas permette di immagazzinare il metano sfruttando la porosità delle rocce serbatoio (arenarie), per poi essere utilizzato nei periodi invernali al fine di sopperire all'aumento di domanda dei consumi di gas naturale, con un andamento produttivo costante degli altri giacimenti nazionali di gas.
Lo stoccaggio di gas metano ha un uso "strategico", caratterizzato dal suo impiego esclusivamente in momenti di crisi energetica nazionale, ed un utilizzo "stagionale", avente lo scopo di bilanciare la domanda di metano con la fornitura di gas estero e nazionale.
I principali impianti di stoccaggio esistenti si trovano nel nord Italia dove i consumi erano sino ad oggi superiori rispetto aI centro e al sud del paese.
Attualmente sono in esercizio 14 impianti mentre in fase di istruttoria vi sono 10 impianti tra i quali anche quello di San Benedetto del Tronto.
L'articolo 25 del d.lgs. n. 152/2006 stabilisce che nell'ambito del procedimento statale il Ministero dell'Ambiente acquisisce il parere della Regione interessata che nel caso della Regione Marche viene adottato dalla Posizione di Funzione Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali del Servizio Territorio Ambiente ed Energia.
Il Ministero dell'Ambiente ha comunicato la procedibilità dell'istanza di VIA con nota dell’8 settembre 2010 ricevuta il 21 settembre 2010.
L'articolo 17 della l.r. 7/2004 prevede che la Regione, al fine dell'espressione del parere di competenza, acquisisce il parere delle Province e dei Comuni interessati. Inoltre l'Autorità competente regionale svolge una istruttoria in collaborazione con ARPA Marche e Corpo Forestale dello Stato.
La futura concessione di stoccaggio interessa i comuni di San Benedetto del Tronto e quello di Monteprandone, tenendo conto che lo sviluppo della futura centrale ricade tutta nel territorio di San Benedetto del Tronto.
La Provincia interessata è la Provincia di Ascoli Piceno.
In data 5 agosto 2010 è stato pubblicato l'avviso di deposito sul quotidiano a diffusione locale "II Corriere Adriatico". Da questa data decorrono i 60 giorni utili per produrre il parere regionale.
In data 19 gennaio 2011 si è tenuta l'inchiesta pubblica convocata dalla p.f. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali che ha visto la partecipazione del Comune di San Benedetto del Tronto, della ditta proponente, dei soggetti interessati dall'istruttoria regionale e dei cittadini interessati.
II Ministero dell'Ambiente, dopo avere acquisito le richieste della Regione Marche, con nota prot. 1939 del 31 gennaio 2011 ha inviato al proponete la richiesta di integrazioni.
La Società Gas Plus Storage Srl ha trasmesso la documentazione integrativa precedentemente richiesta dal Ministero dell'Ambiente.
Con nostra nota del 22 agosto 2011 inviata agli enti interessati dal procedimento, sono stati inviati gli elaborati integrativi e si è richiesto il competente contributo istruttorio da rilasciare entro 30 giorni.
L'ARPAM ha trasmesso il contributo istruttorio con nota dell’11 ottobre 2011. In tale contributo non vengo evidenziati particolari problematiche ambientali connesse alla realizzazione dell'impianto.
Il Comune di San Benedetto del Tronto ha chiesto una proroga per poter fornire il proprio parere.
Con nostra nota del 9 dicembre 2011 è stato comunicato che entro il corrente mese di gennaio questo ufficio dovrà concludere l'istruttoria di competenza e che tutte le osservazioni pervenute entro tale data saranno adeguatamente analizzate.
L'interrogazione del Consigliere Latini chiede al Presidente della Giunta di conoscere quali siano le iniziative di competenza che intende adottare affinché sì rendano pubblici tutti gli studi effettuati per l'installazione dell'impianto di stoccaggio del gas, al fine di rendere più trasparente il percorso autorizzativo, in modo tale da tranquillizzare la cittadinanza interessata.
L'istruttoria di Valutazione dì Impatto Ambientale è in capo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare che ancora non ha concluso l'iter istruttorio.
In data 5 agosto 2010 è stato pubblicato l'avviso di deposito sul quotidiano a diffusione locale "II Corriere Adriatico". Il progetto definitivo, lo Studio di Impatto Ambientale e le integrazioni sono stati immediatamente resi disponibili alla libera consultazione.
Teoricamente la fase di consultazione si è esaurita da oltre un anno tuttavia l'ufficio regionale competente analizzerà e valuterà tutte le osservazioni che verranno prodotte prima della chiusura dell'istruttoria.
In data 19 gennaio 2011 si è tenuta l'inchiesta pubblica convocata dalla p.f. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali che ha visto la partecipazione del Comune di San Benedetto del Tronto, della ditta proponente, dei soggetti interessati dall'istruttoria regionale e dei cittadini interessati.
Inoltre occorre rappresentare che per agevolare la consultazione da parte del pubblico interessato la Regione Marche ha caricato gli elaborati, anche le integrazioni, sul proprio sito sotto la sezione ambiente e paesaggio all'indirizzo http://www.ambiente.regione.marche.it/Ambiente/Valutazionieautorizzazioni/
ValutazionedilmpattoAmbientale/Arealiberaconsultazione.aspx.
In conclusione, a nostro avviso, non sono mancate le forme di pubblicità circa la proposta progettuale. Si rimane a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Aggiungo che attualmente è stato dato un incarico all’Ispra per valutare ancora meglio da parte del Ministero d’intesa con la Regione la validità tecnica e la sicurezza dello stoccaggio del gas a San Benedetto. Ancora non è pervenuta risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie Assessore per l’esauriente risposta che ha dato.
Ritengo molto importante le iniziative intraprese dalla Regione, quella di coinvolgere l’Ispra, mettendola in capo al Ministero competente, e quella di pubblicare sul sito regionale le valutazioni e le osservazioni non soltanto del comitato ma anche di altri soggetti interessati alla situazione.
La mia interrogazione richiamava l’attenzione degli organi competenti: Ministero, Governo ed anche Regione Marche per quanto riguarda la posizione funzionale, al rispetto del parere in merito ai parametri Pm10 e Pm25. Il rispetto dei parametri è necessario per la tutela della salute delle persone che vivono nel territorio – ricordo che il quartiere Agraria, nel corso degli anni, si è notevolmente sviluppato e presenta una serie di servizi e strutture sociali – ma soprattutto perché nella proposta avanzata dalla Gas Plus, vincitrice del bando di gara nazionale, vi sarebbe, ad avviso di chi mi ha segnalato l’interrogazione, un aumento del livello di Pm10 (superiore a quello previsto come tetto massimo) e la locazione come giacimento in riserva determinerebbe un pericolo ulteriore anche in considerazione che la zona interessata a giacimento è a rischio medio di esondazione, continuamente interessata a fenomeni di allagamenti con situazioni di degrado dal punto di vista dei terreni.
Quindi le attenzioni che pongo, oltre quella che giustamente ha attivato la Regione in concorso con il Ministero per concertare le valutazioni del Comune di San Benedetto del Tronto e di tutti i soggetti interessati, è quella di tener conto di questo aspetto, cioè le valutazioni sulle Pm10 e Pm25. Infatti, in relazione ai documenti forniti da Gas Plus vi sarebbe un aumento del livello che farebbe sforare la situazione e venir meno, nel rispetto della norma, di un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Ringrazio l’Assessore della risposta.
Nella mia interrogazione condivido le preoccupazioni che ha appena espresso il Consigliere Latini, ma non ho compreso bene, per i limiti di quest’Aula, se le risposte soddisfano le domande che ho posto. Non sono in genere abituato a commentare nell’immediatezza le risposte degli Assessori alle mie interrogazioni, quindi le valuterò per contribuire a dare una soluzione, nel senso positivo che io auspico, a questa vicenda.
La cosa che mi preme sottolineare è la grande distorsione che deriva dalla nostra legislazione nazionale e dalle competenze che in materia di energia ha il Governo nazionale.
L’idea che l’energia sia liberalizzata, anche discendendo da legislazioni europee, non è più eludibile e non si può nascondere quanto questo apra a contraddizioni enormi nei territori, dove non è possibile, quasi mai, dare un contributo positivo ed orientare queste scelte.
E’ vero che oggi l’energia è liberalizzata, però si scontra con un altro elemento, quello di un’energia democratica. Democratica nel senso che dovrebbe essere non in mano a poche persone ma nella disponibilità dei cittadini, della comunità e delle imprese. Dovremmo, cioè, anche alla luce di quello che sta accadendo in questi giorni, rispetto ad altri elementi di difficoltà, come le autorizzazioni degli impianti di biogas, avere la possibilità e la volontà di aprire un grande dibattito che da questo Consiglio regionale possa arrivare anche al nostro Governo nazionale.
Grazie Assessore, valuterò le sue risposte e vedrò come contribuire affinché ci sia una soluzione equa di questi problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, voglio essere molto sincero, della risposta non ho capito niente per il modo di leggere dell’Assessore e per il forte brusio. Mi complimento con i colleghi, che mi hanno preceduto, che sono riusciti a capire; chiedo all’Assessore di fornirmi l’elaborato che ha letto dopodiché mi comporterò di conseguenza.


Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 483
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Sicurezza Cantieri Quadrilatero”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 483 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all'interrogazione n. 483, la PF Prevenzione e Promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro ha provveduto a richiedere una dettagliata relazione al Direttore generale dell'ASUR, che spiega quanto segue.
Con l'entrata in vigore della l.r. n. 17 del 1° agosto 2011, modificativa ed integrativa della l.r. n. 13 del 20 giugno 2003, è stata prevista una nuova articolazione dell'ASUR, la soppressione delle Zone Territoriali e la contemporanea istituzione delle Aree Vaste.
Questa riforma della disciplina della organizzazione sanitaria ha naturalmente reso necessario un aggiornamento delle realtà esistenti precedentemente al riordino sia sul versante sanitario sia su quello amministrativo.
Sono state effettuate, pertanto, numerose riunioni che hanno visto coinvolti i vari Servizi delle Aree Vaste interessati alle differenti problematiche al fine di conoscere le realtà fattuali e per ottimizzare il lavoro da intraprendere.
Nelle more del completamento e dell'analisi delle rilevazioni effettuate, e per soddisfare le necessità che verranno definite solo all'esito delle verifiche, si è prevista la possibilità. fin da subito, di utilizzare il personale nelle diverse sedi all'interno della medesima Area Vasta di appartenenza, ed anche la possibilità di realizzare delle collaborazioni tra le diverse Aree Vaste per un miglior utilizzo delle professionalità esistenti.
Un esempio portante è proprio inerente al progetto Grandi Opere ed è quello relativo alla figura sanitaria del Medico del Lavoro. Si è deciso, infatti, di disporre che un Medico del Lavoro svolga la propria attività lavorativa non solo nella sede dello SPSAL di Fabriano ma vada a supportare anche il Servizio di Camerino, fintantoché non si conosceranno i dati finali delle rilevazioni. Questa decisione di far condividere tale professionalità è nata anche nell'ottica di fornire al medico la conoscenza di diverse situazioni e quindi la possibilità di confrontarsi con diverse realtà lavorative-infortunistiche, ed avere un quadro complessivo della situazione. Aprendo una parentesi in merito, Fabriano e Camerino sono le due sedi in cui le attività inerenti le Grandi Opere comportano lavori di particolare pericolosità in quanto sono previste nel loro ambito le gallerie più lunghe dell'intero progetto regionale. Si è ritenuto necessario, quindi, individuare un'unica figura professionale che possa acquisire una formazione, una conoscenza ed una competenza specifica in merito.
Un altro esempio da prendere in considerazione, sempre inerente al progetto Grandi Opere, è quello relativo alla gestione della parte amministrativa. Sempre nell'ottica di ottimizzare l'utilizzo del personale, ed in questo caso anche quello di aver una più efficace supervisione e controllo sul progetto Grandi Opere, si è dedicato in maniera esclusiva del personale amministrativo, facente capo alla Direzione Generale, a tale progetto regionale.
Relativamente alla consistenza del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, a seguito di un primo controllo dei dati inviati, in riscontro alla nota inoltrata all'Area Vasta n. 3 relativa all'aggiornamento della dotazione organica successiva alla riforma della organizzazione sanitaria regionale, risulta che la situazione dei Servizi PSAL, comunque, come si può evincere dalla tabella che segue, non risulta versare in una stato di criticità, in quanto i posti previsti in organico, anche a seguito delle modifiche, delle integrazioni e degli incrementi apportati alle dotazioni organiche ed autorizzati con la delibera di Giunta Regionale Marche n. 2231 del 28 dicembre 2009, risultano quasi nella totalità occupati e per le professionalità i cui posti non sono al momento ricoperti si sta, come prima accennato, procedendo con le procedure selettive.
Leggo brevemente la tabella.
Per quanto riguarda le figure professionali:
Medico del lavoro, dotazione organica 7, unità totali in servizio 6;
Chimico laureato, dotazione organica 1, unità totali in servizio 1;
Ingegnere, dotazione organica 2, unità totali in servizio 1;
Infermiere, dotazione organica 2, unità totali in servizio 2;
Tecnico della prevenzione, dotazione organica 19, unità totali in servizio 10 a tempo indeterminato e 3 a tempo determinato;
Assistente sanitario, dotazione organica 3, unità totali in servizio 1 a tempo indeterminato e 1 a tempo determinato;
Assistente amministrativo, dotazione organica 2, unità totali in servizio 2;
Assistente tecnico, dotazione organica 1, unità totali in servizio 1 a tempo determinato;
Non sono coperti i posti previsti di medico igienista, radiologo e informatico che sono previsti in pianta organica ma non sono in servizio.
Per garantire un servizio emergenza più utile e valido si è sottoscritto, con la società Val di Chienti, un accordo per l'assistenza infermieristica H24 presso le aree dei cantieri delle Grandi Opere (autoambulanza A-BLS (diesel 4x4 munita di verricello) e di un'attività infermieristica ambulatoriale presso i campi base di Muccia e di Serravalle del Chienti.
Si sta, inoltre, procedendo alla redazione di una delibera di Giunta regionale per l'approvazione dello schema di accordo con tutte le società impegnate nelle Grandi Opere (Quadrilatero Marche Umbria S.p.A., Anas S.p.A., RFI S.p.A., Autostrade per l'Italia S.p.A.) per la tutela della salute e della sicurezza e per l'integrazione sociale dei lavoratori nella realizzazione delle infrastrutture strategiche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Assessore. E’ chiaro che la risposta ad un’interrogazione ha il suo significato se questa risposta avviene in tempi, non dico celeri perché è difficile, ma abbastanza ravvicinati.
Questa interrogazione è stata presentata nel settembre dell’anno scorso, quando in quel periodo i giornali scrivevano: “troppo sangue sulla Quadrilatero”, c’era un pressing dei sindacati e c’era la preoccupazione evidente di tutti perché questa grande opera – parlo della Foligno-Civitanova e della Perugia-Ancona – aveva visto tre incidenti mortali e 16 infortuni.
E’ chiaro che sono opere di un’importanza rilevante dal punto di vista della viabilità veloce ma abbisognano di un’assistenza e di un notevole controllo medico, sanitario e altro.
L’Assessore ha detto che ci sono stati degli incontri, anche in base alla nuova situazione della sanità marchigiana, per cercare di venire incontro a un organico carente, ancor oggi non completamente realizzato, e dare risposte alle preoccupazioni dei residenti che hanno visto la mancata realizzazione di alcuni servizi perché il personale infermieristico era utilizzato in quei cantieri.
Parlo di 1.200 operai, 230 alle dipendenze della Valchienti, 130 di Grandi Lavori, un numero considerevole di persone che fanno un lavoro difficile, pericoloso e usurante.
Nel marzo 2012 è stata inaugurata una postazione di primo soccorso con 6 infermieri, che svolgono certamente un’azione di filtro non indifferente, ma credo che, tenendo conto dell’importanza di questa opera, certe figure professionali debbano avere maggiore considerazione e la priorità nell’assunzione.
Soprattutto non si verifichino più incidenti, forse dipendevano da una scarsa attenzione, da figure non in grado di svolgere determinati lavori, da sicurezza non adeguata agli ambienti. In questo settore, vitale per le Marche, è stato fatto molto e credo che un’opera del genere non meriti assolutamente ulteriori infortuni.

Interrogazione n. 696
del Consigliere Zaffini
“Adeguamento normativo del distretto Sanitario di Mondolfo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 696 del Consigliere Zaffini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il primo progetto per l'adeguamento normativo del Distretto di Mondolfo prevedeva un importo complessivo dell'intervento di euro 500.000,00. Successivamente la Direzione per l'Area Vasta 1 ha chiesto la rimodulazione dell'intervento presentato al Ministero della Salute in lavori di straordinaria manutenzione complessiva dello stabile con ristrutturazione ed adeguamento normativo del piano primo per l'importo complessivo euro 1.350.000,00.
La richiesta è stata motivata dalla necessità dell'adeguamento normativo impiantistico e per opere di consolidamento strutturale.
La procedura di aggiudicazione si è protratta per circa un anno a causa dell'impossibilità da parte dell'ufficio tecnico della ZT 3 di procedere all'espletamento della gara per la quale è stata richiesta la collaborazione della Provincia di Pesaro Urbino a cui è stata conferita la funzione di stazione appaltante.
L'intervento è stato aggiudicato il 30/01/2012 al raggruppamento di imprese costituito dalla ditta Cogem S.p.A. con sede a S. Egidio alla Vibrata (TE), capogruppo, e dalla ditta Climambiente s.r.l. con sede a Giulianova (TE).
Le procedure per la verifica dei requisiti si sono protratte a causa della mancata risposta nei tempi stabiliti dal codice degli appalti da parte degli Enti previdenziali e degli organi deputati a rilasciare le certificazioni di regolarità amministrativa e si sono concluse intorno alla metà del mese di giugno.
La determina ASUR di aggiudicazione efficace è stata predisposta.
Relativamente alla seconda domanda si provvederà alla relativa organizzazione in base ai bisogni socio sanitari del territorio, nel rispetto della programmazione del Piano Socio Sanitario, della DGRM 784/12, del Piano di Area Vasta e della compatibilità economica, allorché saranno ultimati i lavori di ristrutturazione dei locali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Penso che dobbiamo veramente arrivare alla question time perché le interrogazioni fatte in questo modo sono veramente difficili da seguire ed ogni Consigliere fa un po’ quello che vuole.
La risposta dell’Assessore Mezzolani è sempre molto tecnica e non guarda mai la parte politica. Io devo rispondere anche politicamente di quanto è avvenuto nel tempo, questo ex ospedale Bartolini è stato chiuso nel ’78 e da allora non se ne è fatto più nulla malgrado le parole e le promesse delle Giunte passate sia regionali che comunali. Un’inadempienza da parte di vari enti amministrativi alle promesse fatte a questa comunità.
Siamo contenti che finalmente i soldi sono stati sbloccati ma è avvilente vedere che sulla stampa ognuno se ne prende il merito. Non sono un appassionato berlusconiano però bisogna dare atto che il finanziamento è dovuto al Governo Berlusconi e Lega che ha concesso, finalmente, questi soldi per ristrutturare questa struttura.
Quello che noi vogliamo capire, perché l’Assessore non l’ha detto, cosa se ne farà di questa struttura, perché l’amministrazione comunale non ha mandato una richiesta specifica. Si prevedeva una Rsa o una casa della salute ma non abbiamo documenti che l’attestano, quindi si ristruttura ma non sappiamo per cosa.
A prescindere dal fatto che ognuno si prende il merito, spesso anche indebitamente, non abbiamo avuto una risposta sul futuro di questo ex ospedale a cui era stata promessa l’integrazione con l’ospedale di Fano, mai avvenuta. Questa è stata la sua morte perché per anni non si è più svolto nessun servizio sanitario.


Interrogazione n. 798
del Consigliere Cardogna
“Acquisti verdi della pubblica amministrazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Interrogazione n. 798 del Consigliere Cardogna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Premesso che la nostra struttura, quella del bilancio e patrimonio, nel procedere con gli acquisti di beni di propria competenza, così come individuati nel Regolamento regionale n. 1/2012, non ha solo effettuato approvvigionamenti di modesti quantitativi di carta riciclata, ma ha aderito alle Convenzioni Consip per varie forniture (pc fissi e portatili, telefonia mobili, arredi) definiti "Acquisti verdi", il che soddisfa, pertanto, anche l'obbligo di riservare una percentuale dei propri acquisti ai prodotti cosiddetti "verdi”.
Nell'adozione dei provvedimenti da adottare a tutela dell'ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile, nonché a tutela della salute dei dipendenti della pubblica amministrazione delle Marche, si ritiene che la competenza non sia della struttura del patrimonio ma più complessivamente entrino in gioco delle integrazioni che riguardano l’ambiente, la sanità. Ma capisco lo spirito dell’interrogante che ci spinge a stabilire questa integrazione.
Il Datore di lavoro – per rispondere agli aspetti di una relativa inadempienza – ai sensi del d.l.gs. 81/08 (Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro), non esercita competenze nell’adozione dei provvedimenti a tutela dell'ambiente ed alla promozione dello sviluppo sostenibile, a dimostrazione che le attività sono di carattere spontaneo e di buona volontà, non previste strettamente dalla legge. Mi pare però che il terreno di lavoro indicato sia del tutto condivisibile.
Il Datore di lavoro ed il Servizio Protezione e Prevenzione svolgono, nell'ambito degli appalti di lavori forniture e servizi, i compiti stabiliti dal citato decreto legislativo relativamente alla analisi del rischio interferenziale prodotto dalle ditte appaltatrici negli ambienti di lavoro della Giunta regionale. Pertanto, per ogni stazione appaltante e per ogni singolo appalto il Datore di lavoro e la struttura da esso coordinata elaborano il cosiddetto DUVRI (Documento unico valutazione rischio interferenziale), nel quale vengono individuate le misure necessarie per eliminare o ridurre il rischio interferenziale prodotto dalle ditte appaltatrici negli ambienti di lavoro dei dipendenti della Giunta regionale.
In occasione della redazione del DUVRI i tecnici della struttura del Datore di lavoro nei casi in cui è necessario un approfondimento tecnico su materiali e sostanze, come ad esempio nel caso dell'affidamento del servizio delle pulizie delle sedi regionali, acquisiscono le schede tecniche dei materiali utilizzati verificandone preventivamente la rispondenza alle norme e la compatibilità dell'utilizzo nelle sedi di lavoro.
Successivamente all’individuazione della ditta appaltatrice il Datore di lavoro e la struttura da esso coordinata effettuano con la ditta, congiuntamente ai rappresentanti della stazione appaltante, una riunione per la cooperazione ed il coordinamento ai fini della sicurezza per verificare concretamente quanto previsto nel DUVRI e per individuare, se necessario, ulteriori misure per la eliminazione o riduzione del rischio interferenziale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Sempre per stare allo spirito dell’interrogazione, che l’Assessore ha giustamente colto, prendo atto e ringrazio per le precisazioni che ha voluto portare al punto 2 della mia interrogazione.
Mi sembra che rimanga per il momento senza risposta quanto chiedevo al punto 1: come mai ancora non c’è il piano triennale per gli acquisti verdi, così come previsto dalla legge n. 36 del 2008; ma voglio valutare in seguito e non voglio giudicare a caldo la risposta dell’Assessore. Approfondirò la cosa e sarà mia cura chiarire questo aspetto direttamente con il Servizio e l’Assessore.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Abbiamo terminato il tempo dedicato al sindacato ispettivo e quindi passiamo alla proposta di legge n. 233. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. In sede di Conferenza dei Capigruppo si era detto di fermarci qui? Perché avrei un’interrogazione a cui l’Assessore Marcolini aveva promesso di rispondere.


Interrogazione n. 799
del Consigliere Cardogna
“Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) come disposto dall'articolo 32 della legge n. 41 del 28.2.1986 e dall'articolo 5 della legge regionale delle Marche n. 52 del 27.4.1990”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 799 del Consigliere Cardogna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Per quanto concerne gli edifici di competenza della Giunta regionale adibiti a sedi istituzionali e ad uffici regionali, anche decentrati nel territorio, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche è attuato nella totalità.
In particolare si evidenzia che nel caso degli uffici della Struttura decentrata dell'Agricoltura di Fermo siti in Via Vespucci, in cui è risultato impossibile rimuovere le barriere per l'accesso al piano primo, è stato predisposto, ovviamente d’accordo con le strutture della sanità a cui la nostra struttura è permanentemente in contatto, un sportello per l'utenza al piano terra.
La sede del Consiglio regionale è dotata di sistemi d'abbattimento delle barriere in oggetto ed è in corso un ulteriore intervento di miglioramento consistente nella realizzazione di breve rampa di superamento del dislivello da marciapiedi antistante l'ingresso al palazzo e il calpestio dell'atrio interno.
E' ultimata, inoltre, la collocazione di piccolo ascensore che consente di portarsi all'ingresso alla quota di partenza, dal piano terra, dall'ascensore ai piani.
A seguito di recenti modifiche organizzative di qualche Struttura decentrata, il DVR (Documento di Valutazione del Rischio) redatto sistematicamente dal Datore di lavoro, è in corso di aggiornamento per eventuale tempestivo adeguamento delle vie di accesso.
Per quanto riguarda gli immobili del Servizio Sanitario regionale, si è inoltrata l'interrogazione ai Dipartimento competente. Capite la complessità del lavoro, perché siamo di fronte a 20 mila dipendenti e ad almeno 40 strutture decentrate.
Relativamente ai P.E.B.A di infrastrutture ed edifici pubblici, che i Comuni e le Province avrebbero dovuto predisporre ai sensi del comma 21, articolo 32, della legge n. 28 febbraio 1986, n. 4, e che risultino inadempienti, sarebbe opportuno semplificarne le procedure per una applicazione puntuale e appropriata da definire, su cui non c’è un compito di vigilanza regionale. Quindi anche noi conveniamo sulla necessità dell’aggiornamento.
Difatti la nomina di commissari ad acta per l'approvazione dei piani suddetti, comporterebbe poi la verifica delle situazioni degli Enti, l'avvio degli adeguamenti e i conseguenti riscontri.
Voglio rilevare, come il Consigliere può riconoscere tranquillamente, che come per la messa a norma delle scuole, in modo particolare delle scuole elementari di costruzione precedente agli anni 80, complessivamente il patrimonio non a norma rilevato informalmente è di circa il 70% dell’esistente. Con il blocco assoluto dei finanziamenti del Governo, con una riduzione degli investimenti per Comuni, Province e Regione, che annullano tutti i trasferimenti, i programmi, anche previsti per legge, rimangono sospesi.
Condivido la preoccupazione e l’animo che ha ispirato l’interrogazione. Per quanto riguarda gli uffici regionali siamo in grado di arrivare a un completamento in un ambito ragionevole che riguardi i semestri e non gli anni, ma per quel che riguarda le nostre strutture decentrate, a partire dalle altre, su cui abbiamo in base al Titolo V della Costituzione una competenza diretta, cioè quella dell’istruzione, l’allarme rimane in piedi anche di fronte ai fatti più eclatanti.
Non abbiamo soltanto l’adeguamento all’aggravamento sismico previsto dalle ultime normative, ma nemmeno quello di base. Le strutture a rischio sono circa il 70% del totale. E’ un allarme che abbiamo già lanciato per le vie formali, ma rispetto al quale senza le risorse non è possibile risolvere.
L’alternativa drammatica è quella che qualche Sindaco ha già avanzato, quella di chiudere gli edifici e impedire l’esercizio delle funzioni negli esercizi non messi a norma, che è sembrato più estremo del danno eventuale.
Questa è la situazione nei confronti della quale ci troviamo a volte disarmati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Come ho già detto prima non è mia abitudine in questa fase interloquire con le risposte che gli Assessori, in questo caso l’Assessore Marcolini, danno ad una mia interrogazione.
Il senso di questa interrogazione nasce da una preoccupazione che non è soltanto di categoria ma riguarda i cittadini in generale di questa regione e delle comunità. E’ una questione non soltanto di civiltà ma di riconoscimento della pari dignità di tutte le persone nell’accedere a servizi e a relazioni.
Data anche la partecipazione del mio partito a questa maggioranza, approfondirò le risposte che l’Assessore mi ha dato e sono sicuro che, eventualmente, per altri chiarimenti troveremo delle vie consone che diano soddisfazione a chi esprime questo bisogno e questo disagio.


Proposta di legge regionale n. 233
ad iniziativa dei Consiglieri Comi, D'Anna, Pieroni, Giorgi, Badiali, Natali, Busilacchi, Camela
“Modifiche alla legge regionale 17 luglio 1996, n. 26: 'Riordino del Servizio Sanitario regionale' ed alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13: 'Riorganizzazione del Servizio Sanitario regionale'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 233 ad iniziativa dei Consiglieri Comi, D'Anna, Pieroni, Giorgi, Badiali, Natali, Busilacchi, Camela. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Colleghi Consiglieri, questa iniziativa legislativa è un’iniziativa della Commissione, quindi di tutti i Consiglieri della Commissione. Ci tengo a dirlo perché questo aggiornamento è maturato dentro la Commissione con lo scopo di apportare alcuni correttivi e alcune integrazioni rispetto a un modello organizzativo che presentava alcune criticità e alcune ambiguità.
Il tema di fondo sul quale ci confrontiamo è quello ostile e indecifrabile della distinzione dei poteri, il potere di programmazione e il potere di gestione, e su questa distinzione ancora discutono giuristi e politici.
Non è facile definire i confini tra programmazione e gestione e questa ambiguità crea problemi organizzativi.
Con questo atto abbiamo voluto chiarire quali sono gli atti principali della programmazione socio-sanitaria dell’Assemblea legislativa e chi sono i titolari delle rispettive competenze.
Nel tracciare i confini di questa articolazione e di queste competenze abbiamo rispettato i principi fondanti contenuti in tutte le leggi che hanno disciplinato dal 1996 al 2003 con tutte le successive modificazioni, il sistema sanitario della regione Marche.
Il Consiglio e la Giunta hanno la funzione di indirizzo, di programmazione e di controllo e gli enti del servizio sanitario regionale hanno la funzione di gestione. E quando parlo di enti mi riferisco alle Aziende, compresa l’Asur, Torrette, Marche nord e l’Inrca.
Le modifiche che abbiamo apportato sono le seguenti.
All’articolo 1 si chiarisce che gli strumenti principali della programmazione sono tre. Primo, il Piano socio-sanitario, che è atto di competenza dell’Assemblea legislativa e che ha teoricamente valore quinquennale. Noi non abbiamo detto che è quinquennale per un motivo pratico, perché la programmazione sanitaria non compete alla sola Regione Marche. Noi non abbiamo la piena sovranità in materia di programmazione di politiche socio-sanitarie, ci sono variabili esogene, ci sono atti amministrativi, norme di rango superiore al nostro con le quali ci dobbiamo confrontare: le leggi finanziarie, la spending review, il decreto Balduzzi, il Patto nazionale per la salute. Quindi la nostra programmazione non sempre può avere durata quinquennale perché deve necessariamente adeguarsi all’evoluzione del quadro nazionale di riferimento. Questo è il primo strumento e compete a noi.
Secondo, i piani di area vasta geograficamente intesa. Questa definizione ha suscitato riflessioni, qualche derisione e qualche incomprensione tra gli addetti ai lavori. Abbiamo distinto l’area vasta giuridicamente intesa da quella geograficamente intesa. L’area vasta è un istituto che confina dentro le province attuali ed è un istituto dell’Asur, quindi è un’articolazione organizzativa di una delle aziende. Quindi l’area vasta giuridicamente intesa attiene a un livello organizzativo di una delle aziende, quella che svolge la principale funzione organizzativa gestionale.
Poi ci sono le altre aziende, Torrette, Marche Nord, Inrca, che non hanno articolazioni territoriali di area vasta provinciali, però sono ramificate sul territorio.
Allora il nostro compito non è quello di programmare solo e separatamente le funzioni gestionali delle singole aziende, ma è anche quello di integrare dentro una visione comune le competenze e le funzioni delle quattro aziende che compongono il sistema sanitario regionale. Quindi i piani annuali di area vasta geograficamente intesa sono la programmazione integrata provincia per provincia delle competenze delle singole aziende.
Lo sforzo di tenerle insieme è difficile, e comprendo l’iniziativa della Giunta regionale, del Presidente e dell’Assessore che nei giorni scorsi attraverso una cabina di regia hanno rafforzato questa esigenza di integrazione e quindi di collaborazione sulla programmazione.
Terzo, i singoli programmi di intervento di area vasta specifici a tutela della salute e i piani settoriali.
In questa legge oltre che definire questi livelli di programmazione abbiamo aggiunto un quarto strumento di programmazione. Accanto al piano di area vasta, sul quale abbiamo dato dei pareri, ci sono i singoli programmi annuali attuativi.
Quindi strumenti di programmazione meno strategici, più puntuali, che contengono in maniera più capillare le azioni che dovremo realizzare, cosa essi devono contenere, in modo da responsabilizzare e impegnare tutta la politica ad assumersi fino in fondo le sue responsabilità.
In questo sforzo di correzione di alcuni errori abbiamo chiarito qual è il modello organizzativo.
Prima c’è il Consiglio regionale con funzione di indirizzo e con il piano socio-sanitario, poi c’è la Giunta che fa gli atti esecutivi e la programmazione più puntuale, elaborando attraverso il Dipartimento i piani di area vasta geograficamente intesa e gli obiettivi strategici, sentendo il Cal e il Crel come previsto dai nostri regolamenti e attraverso il parere obbligatorio della competente Commissione consiliare. Poi ci sono le singole aziende che hanno tutte le altre competenze gestionali.
Ci tengo a dire ai colleghi Consiglieri regionali che hanno rivendicato attraverso questa legge un’aspirazione, quella di discutere il più possibile degli aspetti inerenti la programmazione sanitaria, non scarichiamo sull’apparato burocratico-amministrativo e sulla gestione la responsabilità di scelte di programmazione. In questa aspirazione, in questa esigenza di partecipazione, ci deve essere anche un’esigenza di responsabilizzazione. Non possiamo tenere distinta la parola partecipazione dalla parola responsabilità. Voler discutere significa anche volersi assumere fino in fondo la responsabilità delle scelte.
Nel testo c’è anche una norma che chiarisce che l’articolazione dell’Asur in presidi ospedalieri, quindi il numero dei presidi ospedalieri, è una scelta di programmazione e come tale sarà formulata dalla Giunta, sentiti i pareri di tutti gli organi sussidiari.
Questa legge ha ricevuto il voto favorevole di tutti i Commissari di maggioranza e di minoranza e il parere favorevole della Conferenza delle autonomie locali.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Il Presidente della Commissione ha anticipato che sarebbe stato breve poi invece ha sviscerato tutto quello che c’era da sviscerare.
E' evidente che su questa proposta di legge c'è una condivisione, essendo io uno dei firmatari, insieme al collega Natali e ad altri colleghi della maggioranza.
L'obiettivo era quello di far chiarezza su alcuni aspetti - il Presidente Comi l’ha fatto capire con molta determinazione -, sulle attribuzioni delle varie competenze e sulla necessità che la Commissione abbia il ruolo che le spetta, quello di valutare, di discutere e di dare dei pareri.
Pur essendo favorevole a questa proposta di legge vorrei ricordare che tutte queste correzioni che stanno avvenendo in corso d’opera, e che sono evidentemente necessarie, rilevano c'è un piano socio sanitario che quest’Aula non ha assolutamente condiviso, soprattutto per quel che riguarda la questione dell’area vasta, nella fattispecie la personalità giuridica della stessa.
E’ evidente che con l’assegnazione della personalità giuridica all’area vasta oltre a recepire le istanze che vengono non solo dal territorio ma anche dalle associazioni sindacali, che in più occasioni ne hanno ribadito l’importanza, si sarebbero evitate, a mio avviso, una serie di complicazioni che sono poi avvenute in corso d’opera.
Vorrei ricordare all'Assessore, alla Presidenza e anche ai Consiglieri, che c’è una proposta di legge, - che guarda caso non arriva mai nonostante la disponibilità dell'opposizione a contribuire nel costruire una legge o a portare delle modifiche alle varie leggi -, sull’attribuzione della personalità giuridica alle aree vaste. Vorrei che quanto meno si prendesse l’impegno di discuterla in Commissione, poi vedremo se riusciamo a fare un ragionamento serio e concreto, visto e considerato che la stessa Commissione si è resa conto che molte volte viene bypassata. C’è una proposta di legge, analizziamola.
Approfitto di questo tempo che ho a disposizione per ricordare all’Assessore Mezzolani e alla Presidenza che esistono delle interrogazioni a risposta scritta ferme da diversi mesi. Prima grazie ad un'interrogazione del collega Zaffini, si è parlato dell’ex ospedale di Mondolfo, io ho presentato un’interrogazione a risposta scritta diversi mesi fa, ho fatto due solleciti ed è sconcertante, Assessore, che nell’arco di cinque-sei mesi non si ottenga una risposta, su un argomento che evidentemente riguarda una parte importante del territorio della provincia di Pesaro Urbino, nella fattispecie Mondolfo, che aspetta risposte su quella situazione da oltre vent’anni.
Non capisco perché queste risposte non arrivano e soprattutto di chi sia la responsabilità.
Su questo presenterò un’interrogazione che vorrei discutere quanto prima in Aula perché è un fenomeno che non riguarda solo il sottoscritto ma anche altri Consiglieri, i quali non ricevono mai una risposta né orale né scritta alle loro interrogazioni nei tempi dovuti.
Riguardo alla mia interrogazione su Mondolfo qualcuno potrà dire “sono vent’anni che aspetta, possiamo aspettare ancora”. Non credo che sia assolutamente corretto e francamente non ci fa una bella figura chi poi non dà, non vuol dare o non è capace di dare delle risposte.
Fermo restando il fatto che continua la disponibilità a collaborare, come è già accaduto per questa proposta, questa mattina abbiamo analizzato diversi emendamenti che non sono sostanziali, quindi penso che l'atto si possa votare con tranquillità. La disponibilità mia e di Natali continua ad esserci, ma questo riguarda anche le proposte di legge che vengono dall’opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente.
La montagna ha partorito il topolino in maniera innaturale e se volete i dettagli tecnici anatomici ve li do.
Questa riforma, consigliere Comi, testimonia solo il rispetto per il suo lavoro, ma questo, lo sa bene e poteva essere già sintetizzato la scorsa seduta e se vuole anche prima, e se anche non l’avesse fatta sarebbe stata la stessa cosa.
Mi spiego. Sa quanto rispetto e quanta stima ho per lei e le auguro un futuro politico che sia degno della sua capacità e del suo lavoro ma sono abituato a guardare le cose così come me le propongono, ma poi secondo la mia logica...(…). Quello che voglio dire è questo. In questa riforma la cosa essenziale che manca e che invece traspare, per chi è abituato a pensar male, che non è cristiano ma ci si azzecca, è nient'altro che un raccordo nazionale attraverso le Regioni, e quando gli Assessori dicono, e per ultimo Marcolini, “il Governo taglia, il Governo ci toglie, il Governo, la centralità, eccetera eccetera”, dicono anche “noi possiamo solo portare questo topolino”. Ma questo topolino riguarda una cosa importante del nostro tessuto regionale, riguarda la società, quindi riguarda tutti, nessuno escluso.
Qui è sancito un passaggio che definirei epocale, il passaggio dalla sanità pubblica alla sanità privata.
Questo non è altro che il disfacimento di quello che serve veramente alla società. E guardate che quello che sta succedendo in giro ci riguarda molto da vicino perché stiamo abusando della sopportazione dei cittadini. Questa non è una risposta al cittadino, è semplicemente una serie di orpelli giuridici che passa le responsabilità di quello che resta del potere decisionale della Giunta per le accorciatoie della Commissione che verrà di volta in volta, forse, sentita.
Consigliere Comi, diciamo pure che c’è un patto nazionale dove il signor De Benedetti ha puntato su due settori che hanno sfasciato questa maggioranza, uno è l’energia, così come la propone il candido Assessore Donati, e l’altro è la sanità, che altrettanto candidamente o spudoratamente lei ci sta proponendo parlando di assetto e di riordino.
Non ci sono le risorse ma voi le risorse che prendete le passate alla sanità privata.
Allora io voglio l'elenco di tutte le strutture private convenzionate con la Regione. Voglio l'elenco di tutti i primari che dalle ore 8,00 alle 14,00 svolgono attività ospedaliera e dicono candidamente al paziente “della tua lastra urgente ne riparliamo tra otto mesi” così di come qualsiasi altro problema annesso alla sanità pubblica, cioè il diritto di tutti, nessuno escluso. Presidente Comi, voglio elenco di questi signori che fanno prestazioni ospedaliere, parlo dei primari, parlo dei baroni, parlo di quelle persone che sono gli apicali della struttura, quelle che dovrebbero essere i manager della struttura, che dovrebbero poi andare a rendicontare – e qui mi trovo d’accordo con l’Assessore Marconi – con il direttore di area vasta che ogni lunedì li dovrebbe prendere a… Considerando il fatto che loro tirano dalla sua parte e questa è un’osservazione intelligente. Lei sa che in questo momento la sala operatoria dell’ospedale di Ascoli, area vasta Ascoli-San Benedetto, ha dei problemi? Le è mai venuto in mente di mandare i Nas a controllare le sale operatorie e quegli ospedali? Quindi, quando parliamo di queste riforme, parliamo di giochetti, di rimbalzo tra Commissione, Assessorato e Giunta.
Presidente Comi, le ricordo che voglio, pretendo ed esigo l’elenco di quei primari che dopo le ore 14, guarda caso, svolgono le stesse prestazioni in strutture convenzionate private e lì non esistono liste d’attesa, basta pagare. Se mi rivolgo a una struttura privata, che è convenzionata con la struttura sanitaria pubblica, guarda caso scompare la tanto famigerata e vituperata lista d’attesa.
Questa è la sanità che lei sta portando avanti, in accordo con la Giunta e con l’Assessore Mezzolani, adesso però è ora di finirla!
Per quanto riguarda l’assetto regionale di questa riforma sono scandalosamente portato a sostenere la chiusura di tutti gli ospedali periferici e il rafforzamento dell’ospedale universitario della regione Ancona centrica, che ha una sanità di competenza. Fate dei poliambulatori periferici con trasporto in eliambulanza e il problema è risolto!
La Regione Marche con 1 milione e 500 mila abitanti ha una spesa sanitaria che è quanto quella del quartiere Tuscolano di Roma, con tutta la sanità pubblica e privata e con 800 mila residenti, per passare poi ai quartieri di Grottarossa del Prenestino, di Tufello, Roma una capitale con 3 milioni e mezzo di abitanti ha una sanità molto più razionale. Quindi a fronte di quello che costa la sanità alla Regione e considerate le riduzioni che il sistema sanitario nazionale applica, qual'è il rapporto costo/spesa, cioè la relazione tra la qualità sanitaria e la spesa che noi sosteniamo.
Una riforma del genere ha creato tanti problemi, tant’è che abbiamo dovuto ridiscuterla dopo sette giorni e mi spiega, Assessore Mezzolani, perchè la stessa riforma dopo una settimana trova nuovamente la sua considerazione e sensibilità, rispetto a tutto quello che ho detto e che è sicuramente marginale rispetto all’andazzo amministrativo che voi volete dare a questa riforma.
Queste sono le risposte, Assessore che lei può condividere o meno, così come le ho denunciate e rafforzo il termine denunciate.
Ripeto, la sanità del nord dell’Abruzzo o sud delle Marche, il riordino di questa mega struttura regionale nell’ambito (…) delle province - che venerdì prossimo vedrà il Cal esprimersi senza poter dire nulla -, in questo riordino generale questa riforma come si va a parametrare, come si va a rapportare, come verrà considerata e che considerazione avrà di quel nuovo assetto territoriale? Tutte queste risposte, Assessore, le troverà?
Oggi l’aula approva questo atto importante.
Consigliere Comi, a meno che non ci sia stato quel famoso compromesso così citato dal grande stratega Bersani, che è il suo leader nazionale, mi auguro che sia Renzi a portare una ventata di nuovo, un segno di novità all'interno di questo rapporto, che è poi il problema dell'amministrazione nazionale. Lei semplicemente non ha fatto valere la sua gioventù, la sua giovinezza, la sua freschezza, la sua simpatia, e, come disse il Consigliere Bucciarelli che ancor oggi suscita tanta simpatia per quell’affermazione: "raddrizza la schiena e portaci un atto", un atto che sia veramente sensibile nei confronti di questa sanità regionale e di tutti i nostri purtroppo pazienti, e dico pazienti non in senso medico ma pazienti elettori che ancora ci sopportano e per certi versi ci supportano.
Consigliere Comi, lavori con onestà perché questo deve contraddistinguerla. Questa non è una riforma strutturalmente importante, è importantissima perché parla della sanità regionale e non della sanità politica. Lei oggi ha portato in Aula un atto che parla solo di giochetti e orpelli amministrativi tra Giunta, Commissione e Aula consiliare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. La proposta di legge che ha illustrato il Presidente Comi ha il consenso unanime dei Consiglieri ed è la risposta ad un corto circuito vizioso, fonte di gravi problemi. Questo caso è come la questione del biogas, da una parte c’è una spinta forte a una sorta di dirigismo regionale, di demandare alla tecnica tutte le decisioni, dall'altra c’è un movimentismo territoriale che contesta per mettere in difficoltà i rappresentanti politici istituzionali, in particolare quelli della maggioranza. Si parte in fretta, con velocità di esecuzione, ci si impantana o ci si ferma.
Credo che sia giusto un maggiore coinvolgimento delle istituzioni, delle Commissioni, di tutto quello che c’è di democratico nel processo decisionale, che dovrebbe riorganizzarsi prima attraverso un orientamento politico chiaro, soprattutto nella maggioranza, poi nella programmazione e nella gestione. Se queste cose si mischiano e - programma chi gestisce, e chi, come noi, dovrebbe dare l’orientamento politico ma non lo dà - ci troviamo ad essere come maggioranza governanti e contestatori. Una volta era il PCI il partito di lotta e di governo ora sono le singole persone e non va bene. Quindi è importante instaurare questo nuovo principio non solo per tenere ma per migliorare l’azione di governo regionale.
Ho letto sul giornale con viva soddisfazione, perché è uno dei temi che avrei posto oggi, l'argomento del dualismo esistente tra il dipartimento e l’Asur. La Giunta ha fatto bene ad istituire questa cabina di regia ma, se le cose dovessero continuare come adesso, dovremmo riportare a unità ed evitare dualismi. In passato il Sindaco di San Benedetto ricopriva anche la carica di Presidente dell’ASL e scriveva lettera polemiche praticamente a se stesso. Questo non deve succedere. Se funziona, bene, ma se non funziona bisogna portare a unità, la stessa persona che ricopre due cariche.
Finora ho parlato delle cose positive.
Non va bene il comportamento sulla questione dell'Asur, dell'azienda ospedaliera Marche sud e dell'ospedale unico Marche sud, progetto autorevolissimamente rilanciato dall’Assessore Donati in una conferenza stampa in cui ha detto che è un obiettivo a breve. Spero che a questo ci sia un seguito.
In questo momento nessuno lavora all’obiettivo del nuovo ospedale, che è l’unica strada per impedire che nel presente e nel futuro ci siano ancora tra San Benedetto e Ascoli liti per ogni cosa, su quello che bisogna chiudere e su quello che non bisogna chiudere, perché reparti strategici sia per Ascoli che per San Benedetto stanno andando sotto il livello di sopravvivenza. Se non si unifica andremo a finire male. E purtroppo oggi nessuno lavora a questo progetto, nessuno è stato incaricato e qualcuno non ne è capace.
Il Presidente Comi si era impegnato a portare nel mese di luglio all’ordine del giorno della V Commissione la proposta di legge n. 163, poi ha detto a settembre, se passa pure questo mese vedrò se ci sono dei meccanismi regolamentari per portarla direttamente in Consiglio. E’ una legge semplicissima, si tratta di approvare due righe, lo si faccia quanto prima.
Ultima questione, i direttori di area vasta. Qui dobbiamo essere chiari, se il loro compito è solamente esecutivo noi spediamo troppi soldi. Troppo se sono capaci e se inadeguati andrebbero cambiati. Bisogna dar loro maggiore responsabilità, visto quello che ci costano. Nel primo semestre 2012 il dipartimento di chirurgia di San Benedetto, pur in presenza di ottimi professionisti, ha registrato 600 interventi in meno per responsabilità strutturali e il reparto di ortopedia in un ospedale vocato all’emergenza va avanti grazie allo stacanovismo del dott. Murri e dei suoi collaboratori perchè sono rimasti solo quattro medici.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Poche considerazioni non tanto sugli aspetti formali di questa legge, che sono stati illustrati in modo esaustivo dal Presidente Comi – l’intento di tutti i Commissari era quello di puntualizzare alcuni aspetti della legge 13 che dovevano essere chiariti, in particolare quelli sui presidi ospedalieri – ma considerazioni più generali di carattere politico, ovviamente relative alla sanità.
In questa fase, in cui sono in atto i tagli, le difficoltà, l’attuazione di alcune scelte, dovremmo ricordarci che abbiamo due strumenti importanti: la legge e il piano. Abbiamo la necessità di dare attuazione alla legge e al piano che sono stati votati secondo gli indirizzi su cui già si era espresso il Consiglio regionale. Non sarebbe necessario, però credo sia utile ricordare che la politica ha un ruolo normativo, di indirizzo, di programmazione, e i tecnici hanno un ruolo di attuazione e di esecuzione. In particolare la Giunta propone la programmazione, il Consiglio vota gli atti di indirizzo, le leggi e le aziende, in questo caso, poi eseguono.
In queste settimane e in questi mesi sono in atto le scelte fondamentali di attuazione delle cose che abbiamo votato. Le attuazioni che riguardano i tagli, le delocalizzazione, le scelte riguardanti il personale. La politica ha già fatto il suo mestiere in quest’Aula, adesso è giusto che ci sia chi esegue queste scelte. E’ giusto che avvenga con la concertazione, come fatto con le forze sociali, ma anche con i professionisti. Va benissimo l'idea che ci sia una governance condivisa, una cabina unica di regia, ma non può essere solamente una scelta apicale quella di attuare le singole scelte senza concertarle con i professionisti. Quand'anche ci fosse un'intesa non ci può essere un padrone unico della sanità.
Quando si toccano i posti letto, i reparti, quando si fanno delle scelte che riguardano gli operatori della sanità, i direttori hanno un ruolo fondamentale ma deve esserci massima la concertazione con i professionisti, che sono loro poi che vanno a incontrare i cittadini, l'utenza, il paziente, le persone che stanno male. L’abbiamo detto in Commissione, l’abbiamo detto in tutte le sedi, lo ripetiamo oggi qui in Aula – ripeto anche alcune cose che ha detto il collega Perazzoli, che mi sembra andavano in questa linea – credo, quindi, che ora l’abbiamo detto in tutte le parti.
Mi auguro che queste indicazioni, questo dibattito, sia colto da chi poi si trova ad attuare le scelte, senza la condivisione e senza la concertazione con gli operatori della sanità non si va da nessuna parte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente.
Con l’approvazione di questa proposta di legge, che va a modificare ed integrare la legge 26/1996 e la legge 13/2003, daremo un’indicazione ancor più chiara a coloro che dovranno attuare la politica, la programmazione, ma soprattutto tengo ribadire, la gestione sanitaria all'interno della nostra regione.
Voglio anch’io fare alcune riflessioni, perché ritengo che nel complesso la proposta di legge n. 233 dia ulteriori risposte e, con chiarezza, definisca i percorsi e alcune iniziative che riguardano la sanità nella nostra regione.
Non so, Consiglieri, se è per mia mia scarsa esperienza o se è un metodo che è stato sempre portato avanti, ma a fronte di piani socio-sanitari approvati, a fronte di una serie di iniziative del Consiglio e in parte anche della Giunta regionale, sicuramente nei nostri territori la sanità non è - lo sapete tutti e non nascondo nulla - percepita in maniera forte e chiara soprattutto dai cittadini. Questo perché probabilmente chi gestisce il percorso intrapreso dalla politica, gestisce cioè le proposte presentate e approvate dal Consiglio regionale, trovando tutta una serie di cavilli normativi porta avanti un percorso gestionale che non è quello condiviso dal Consiglio regionale. E qui scattano le valutazione che poc'anzi faceva il Consigliere Busilacchi e ancor prima il Consigliere Perazzoli.
Non è possibile che ci sia questo scollamento tra gli indirizzi che danno il Consiglio e la Giunta e le iniziative portate avanti da chi gestisce, che nulla hanno che fare con le indicazioni.
Agli esempi fatti dai Consiglieri che mi hanno preceduto, posso aggiungere tutta una serie di iniziative previste nel piano socio-sanitario che non solo non sono state attuate ma è stato fatto il contrario di quanto previsto. Voglio capire chi sono quei tecnici che gestiscono la sanità e che, in un territorio vastissimo di più di 250.000 abitanti, che va dalla città di Ancona fino Recanati e Porto Recanati, prevedono la riconversione degli ospedali di polo senza pensare che Torrette giustamente dovrà essere sempre più ospedale di eccellenza, e che l’Inrca, quando sarà completato, avrà una dotazione di 240 posti letto, di cui 150 dedicati giustamente agli ultrasessantacinquenni, per la ricerca, la sperimentazione e la risoluzione delle problematiche legate alla salute della terza età. Rimangono soltanto 90 posti letto dedicati agli ospedali di rete. Pensate che 90 posti letto possano essere impegnati e utili a risolvere le criticità di 250.000 abitanti?
Questa politica, la Giunta e il Consiglio cercano di dare nel territorio uniformità di interventi sanitari e poi chi gestisce lo fa male. Dobbiamo dirlo! Non è più pensabile coprire le responsabilità dei tecnici, non è giusto coprire chi crea dei danni nel territorio.
Questa proposta di legge è un ulteriore arricchimento e a questo proposito voglio ringraziare il Presidente Comi e tutti i Commissari che hanno condiviso questo percorso, non è la soluzione dei problemi ma è un ulteriore passo per cominciare a definire una serie di competenze che fino adesso erano soltanto in mano ad alcuni tecnici
E’ giusto cominciare a dire pane al pane e vino al vino, non possiamo ogni volta coprire le responsabilità. Credo che sia importante che la politica richiami coloro che non perseguono gli obiettivi che la Giunta e il Consiglio regionale si sono dati, almeno fino a conclusione di questa legislatura.
Per quel che mi riguarda, l’ho detto e lo ripeto, se devo decidere tra una gestione scellerata di alcuni tecnici della sanità e i territori, naturalmente starò sempre con i territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Sembra, Presidente, che questa discussione sia un fatto privato tra i componenti della Commissione sanità, non solo perché stanno intervenendo solo loro, (…) al di là del Consigliere Perazzoli, anche perché sembra di parlare di una cosa non molto importante.
Vorrei precisare che il voto favorevole dato, così come detto dal Vicepresidente e dal sottoscritto, è un voto d’auspicio, un voto perché c'è qualcosa di più rispetto a prima. Il Consigliere Trenta diceva che la montagna ha partorito il topolino, ma forse non è né una montagna né un topolino, stiamo proprio al de minimis non curat praetor.
Qui ci siamo accontentati di far sì che le decisioni prese vengano, prima di leggerle sui giornali, in Commissione. Sembra poco, ma non per noi – mi arrogo di parlare anche per il Consigliere D’Anna – ma per voi che siete intervenuti, parlo dei componenti di maggioranza della Commissione altro non è che un mettere in dubbio e un criticare quello che avete approvato qualche mese fa. Noi abbiamo votato contro, voi invece avete votato a favore. E oggi cercate – potrei dire ognuno per i propri territori ma non lo dico, lo penso – di tirare qualche cosa di più.
Oggi il problema vero è che l'intervento deve essere rapido e strutturale. Su questo ci vorrebbe, Assessore, al di là della critica che uno può fare al piano, velocità di intervento.
Dico questo perché sui giornali di oggi leggo che quattro sale operatorie del mio ospedale Mazzoni sono chiuse per infiltrazioni. Qualche lavoro era stato fatto poco tempo fa, caro Assessore, e in tempi di spending review bisognerebbe sapere relativamente ai lavori fatti, chi li ha appaltati, chi li ha realizzati e chi li ha controllati.
Chi non ricorda quando l’estate scorsa quelle stesse sale operatorie sono state chiuse per tre mesi per ristrutturazione? Siccome le sale operatorie sono cinque e tre sono state chiuse l’anno scorso per quattro mesi e oggi quattro sono chiuse, sa io non sono molto bravo in matematica, qualche cosa non mi riporta. Forse qualche sala operatoria in cui era stato fatto quell’intervento subisce oggi degli allagamenti?
Allora capite come per noi diventa non difficile, ma impossibile, ragionare con voi di queste cose in un momento in cui…(…) Questa è spending review?
Chiediamo di prendervi le vostre responsabilità. Al contrario di voi, che avete detto di credete in questo piano socio-sanitario, noi ci crediamo poco. Abbiamo sempre sostenuto un discorso di area vasta, abbiamo sempre sostenuto un qualche cosa di personalità giuridica dell'area vasta, abbiamo saputo un discorso di aziende, e parlo del mio territorio, abbiamo sempre sostenuto un coinvolgimento dei territori. La conferenza dei sindaci non conta più nulla.
Il sistema Asur, che voi rivendicate ancora, anche se cominciate a credere meno nel dogma Asur, doveva servire, e voi dite che è servito, a risparmiare. Sono convintissimo che sia servito a risparmiare, ma questo risparmio è costato troppo in termini di concertazione con il territorio. E forse, Assessore, il controllo dello spreco poteva essere raggiunto lo stesso. Avete buttato bambino e acqua sporca. Potevate buttare l’acqua sporca e invece avete preferito buttare anche il bambino, cioè la concertazione, facendo un sistema in cui tutto viene da Ancona.
Prima dell’Asur, non c’era una Giunta, un Assessore, una struttura che potesse controllare le zone territoriali, all’epoca le aziende? Secondo voi non c’era e avete introdotto questo sistema che portato al limite dà oggi questi risultati.
Non è una contestazione da parte nostra, che è normale e potrebbe essere strumentalmente politica, è la contestazione da parte di tutti i territori.
Oggi e lo vedevamo in Commissione, ci sono emendamenti anconetani. Sì, anconetani! Ancona agisce per conto proprio, perché ognuno non difende la teoria che lei porta avanti sul sistema sanitario nuovo ma difende il proprio territorio. Ma se dovessimo amministrare soltanto in nome di questo sarebbe un ruolo veramente asfittico, ognuno ragiona per questo.
Su queste cose – ed introduco un argomento che potrebbe anche essere estraneo alla materia di cui parliamo e parlo sempre per un territorio di confine qual è il mio - fa ridere parlare di aree vaste e non considerare per esempio dalle nostre parti il nord dell'Abruzzo. Questo implica un ragionamento che non è più la spending review sulle Province ma la spending review, di cui dovremmo parlare tutti, sulle Regioni. Dovremmo cominciare a parlare sui nostri risparmi, su quello che costiamo noi e su quello che potremmo fare per non spendere per noi ma per una struttura.
Assessore, non vorrei che il nostro voto positivo venga enfatizzato in un certo modo. Non vorremmo che tutto questo servisse soltanto a tenere tutti buoni, non noi ma la sua maggioranza che si scontra parlando – e questo è il limite politico della sua maggioranza – delle problematiche delle attuali cinque province delle Marche. Ci vorrebbe un colpo d’ala nell'accelerare certe cose.
Forse è il momento giusto, il momento della crisi, il momento in cui a tutti si possono proporre dei sacrifici. Lei mi può dire “lei parla bene, i sacrifici li abbiamo già fatti, tanti!”, quindi lei sa che non possiamo chiudere più niente dalle parti nostre. Sacrifici come ha fatto la nostra provincia non li ha fatti nessuno. Oggi qualcuno si accorge che cosa significa, e si preoccupa, far saltare una provincia. Noi l’abbiamo visto, ci è passato sopra in piena campagna elettorale, si votava solo in Ascoli Piceno, al Comune e a fine maggio zac, una provincia se ne andava via. Immagini chi amministrava come era contento nei confronti di quel Governo, che pure era del suo colore, anche se quella legge, lei lo sa, è stata approvata da tutti.
Mi aspetto da lei e dalla struttura un vero colpo d’ala. Coraggio, non avete solo l’opposizione che non vi fa muovere, purtroppo per voi e conta molto di più, avete la maggioranza che non vi fa muovere, avete i vostri Consiglieri di maggioranza che hanno esigenze territoriali che vanno contro questo modo di fare.
La sfido ad andare avanti, a farci capire non solo la teoria generale del sistema sanitario regionale nuovo ma quello a cui volete arrivare. Affrettarvi a fare questo!
I tempi sono urgenti, abbiate il coraggio di farlo.
Noi lo contesteremo, certe cose potremo anche condividerle, ma ci vogliamo confrontare su cose serie e non sui pannicelli caldi che abbiamo approvato in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Non ripeterò i concetti espressi dai miei colleghi di Gruppo Trenta e Natali, condivisi al 100%, perché chiedo un’interruzione della trattazione di questo argomento e un rinvio alla prossima seduta, magari alla presenza del Presidente Spacca.
Chiedo la presenza del Presidente perché credo, pur apprezzando la buona volontà di mettere mano a una materia assolutamente spinosa, come il management della nostra sanità, che ci sia bisogno di un approfondimento.
Devo dire peraltro che l’argomento è molto generale, vorrei affrontare in quest’Aula anche il rapporto che c'è tra i politici dell'esecutivo e i funzionari dirigenti, non solo della sanità, che naturalmente attira l’attenzione maggiore per la quantità di risorse destinate. Ma avrei qualcosa da dire anche in relazione alla dirigenza del settore tecnico che per esempio ha seguito la vicenda del biogas e delle biomasse.
Un gioco, permettetemi Assessori, che non è chiaro, spesso la colpa è del dirigente o il merito è del dirigente oppure il merito è del politico. Credo che vadano chiarite di fronte ai cittadini la diversità e la specificità dei ruoli.
Torno rapidamente su questo argomento. Credo che si sia messo mano all’attuale problema del management della sanità, con una soluzione un po’ salomonica che non risolve i problemi. Non voglio approfondire oltre, parlo a persone che conoscono molto bene la situazione.
Ritengo che il ruolo del management sulla sanità debba essere molto chiaro, anche nella distinzione dei ruoli al suo interno. Se la Giunta finora ha affrontato e non risolto alcune difficoltà nella specificità delle competenze del management a disposizione, credo che non risolverà il problema con questa proposta di legge.
Ho chiesto la presenza del Presidente, non per sminuire il ruolo dell’Assessore o dei componenti dell’Esecutivo e neanche della Commissione, ma perché credo che tutti abbiamo bisogno di un ulteriore approfondimento e un'ulteriore chiarezza.
Chiedo ufficialmente il rinvio di questo argomento.

PRESIDENTE. Darei ora la parola al Consigliere Ricci, poi, prima delle conclusioni dell’Assessore, metterei ai voti la proposta del Consigliere Massi, tenendo conto che in questi casi possono chiedere la parola due Consiglieri, uno a favore e uno contro.

Mirco RICCI. Io parlo contro.

PRESIDENTE. Allora lei consigliere Ricci interviene sulla proposta di legge e anche come oratore contro.

Mirco RICCI. Ho ascoltato tutti gli interventi, anche quelli dell’opposizione, alcuni li condivido anche nel merito, perché parlano di un tema primario quale quello della sanità. Ho condiviso, fino ad un certo punto, anche la richiesta del consigliere Massi. Credo però che non vada bene, abbiamo criticato più volte in quest’Aula la prevaricazione della Giunta rispetto al Consiglio ed abbiamo anche passato dei momenti di crisi rispetto ad alcune leggi, questo atto oggi viene in aula con un parere unanime della Commissione e, quindi, non capisco perché si debba rinviare, anche in considerazione del lavoro positivamente svolto dalla Commissione stessa. Chiedo, quindi, di respingere la richiesta di rinvio e di approvare questa proposta di legge.
All’inizio di questo dibattito ero quasi convinto che, rispetto ai contenuti, stavamo sovraccaricando di significato questa legge. Ho cambiato idea durante il dibattito, penso che sia una buona legge e sono convinto nel votarla. Perché in realtà questa regione, la sua struttura organizzativa complessiva del sistema sanitario ce l’ha. La si può condividere o meno, si può pensare che il processo di riforma non sia completo, come penso io, però una struttura organizzativa ce l’ha, c’è l’Asur, c’è il piano socio-sanitario, che abbiamo approvato, c’è il piano triennale delle aree vaste, approvato dalla Giunta, dobbiamo ora, approvare entro il mese di ottobre, i piani annuali.
Questa legge cerca di correggere un equilibrio fra programmazione e gestione.
Penso che se questo Consiglio, attraverso le Commissioni, si riappropria di un momento di riflessione rispetto agli indirizzi e alla programmazione socio-sanitaria di questa Regione non commette una prevaricazione rispetto alla dirigenza, anzi afferma, come in altri casi, il ruolo essenziale della Commissione e del Consiglio rispetto al tema della sanità.
Non nascondo che in questi mesi abbiamo registrato alcune difficoltà di rapporti e di relazione, l’elemento costantemente denunciato, sia dall’Asur che dal Dipartimento salute, era la difficoltà di rapporti tra i dirigenti. Molte volte sollecitando l’Assessore Mezzolani mi sono sentito rispondere “Ricci stai attento, non distingui bene chi programma e chi fa la gestione, devi essere più attento, più prudente, la programmazione è una cosa e sta in capo alla Giunta con il suo dipartimento della salute, l’elemento gestionale è dell’Asur, non confondere i due livelli”.
Non c’è conflitto ma differenza di funzioni. Questa legge secondo me finalizza e corregge, rispetto ai piani di area vasta, questa differenza di funzioni. Penso che sia giusto ed ecco perché durante il dibattito mi sono convinto che questa non è una legge minore che rischiamo di sovraccaricare, ma rappresenta invece la giusta correzione per distinguere più facilmente, anche per me, chi programma e chi gestisce.
Credo, quindi, che possa essere votata oggi, Consigliere Massi…(…) Le difficoltà ci sono, nessuno le nasconde, c’è un po’ di confusione anche in quel campo, ma credo che si possa andare avanti e votarla. Nessun topolino, nessuna montagna, una legge con poche norme che corregge quel punto e, sull’area vasta, si interviene anche attraverso la discussione in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta che interviene a favore della proposta del Consigliere Massi.

Umberto TRENTA. Caro Consigliere Ricci, pensavo di aver chiarito bene la mia posizione, invece lei pone il dubbio anche in me.
Ascoltandolo, ho inizialmente ritenuto che il suo intervento, proprio nella sua laconica sintesi, fosse a favore del rinvio, poi ha argomentato e ha detto di essere a favore della discussione in Aula.
Sostengo la proposta di rinvio perché di fondo c’è una confusione tra i proponenti del piano, sembra sia scandita in maniera inequivocabile quella fantasanità, tante volte evocata, gestita dai dirigenti Qui, Quo e Qua.
Adesso rimane Qui, il dott. Ruta, che conosce la materia del contendere, poi c’è Qua, il dott. Ceccarelli, che sicuramente è persona di alto profilo nella materia sanitaria, che sanciscono proprio questa spaccatura tra nord e sud. Quindi il nord, Ruta, il sud, Ceccarelli.
L’equivoco sull’attività di controllo della Commissione ci sarà pure, ma è un controllo come quello del Cal, se ne parla, qualcuno dice, poi non succede niente perché tutto è già stato sancito. Quindi manca una visione organizzativa d’insieme fra programmazione e gestione. Per questo motivo sarebbe più prudente una settimana di riflessione anche nei confronti di questa società amministrata dalla sanità politica regionale.
Chiedo, quindi, il rinvio.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta del Consigliere Massi di rinviare il punto n. 2: proposta di legge regionale n. 233, sulla richiesta cui c’è stato il parere contrario del Consigliere Ricci e il parere favorevole del Consigliere Trenta.
Dichiaro aperta la votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Avevo chiesto la parola perché volevo intervenire nel merito della discussione, però rinuncio se interviene l’Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Brevemente per non sottrarre tempo ai lavori dell’Aula.
Credo che vada dato a questo provvedimento il giusto peso, senza caricarlo di significati politici che non ha e che non intende avere.
Capisco che ogni discussione sul servizio sanitario, in un momento particolare come questo, sia l'occasione ghiotta per rivangare anche le nostre diversità di opinioni. Tuttavia considero questo provvedimento un ulteriore elemento, magari piccolo, magari quel topolino che si diceva, che contribuisce a mettere un tassello importante nella strada del consolidamento di un operato che le Marche hanno portato avanti sul piano sanitario da diversi anni e che ci ha permesso e ci permette oggi di essere – lo dico al mio amico Trenta – un punto di riferimento per il panorama nazionale e una delle Regioni punto di riferimento per i costi standard che il Governo precedente, e spero anche questo, ci aveva promesso e che metterebbe il sistema sanitario marchigiano a riparo da molte cose.
Credo che su questa strada e su questo principio noi non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, né nulla da copiare, tantomeno alla Regione Lazio che vive giornate particolarmente difficili e non solo sulla questione sanitaria.
Stiamo portando avanti un contributo – spiegherò, poi, di che cosa si tratta anche se mi sembra abbastanza semplice –, possiamo, se ci fa comodo, caricarlo di significati politici, cercando soddisfazioni personali, ma renderemo un cattivo servizio ai cittadini; ma non è questo il tema.
Badate bene, il sistema sanitario nazionale in questo passaggio delicato rischia di saltare. Non siamo noi a non garantire più i servizi ai nostri cittadini, quelli che abbiamo garantito fino a oggi, non siamo noi che rimettiamo in discussione quello che è un modello di welfare che fin qui abbiamo conosciuto. Tutti sappiamo, se ci interroghiamo onestamente, che questo sistema non reggerà. E non ci devono spaventare sinergie nuove che possono, in qualche modo, tenere in piedi ciò che noi abbiamo costruito e che difendiamo, nelle Marche, con le unghie e con i denti.
Stiamo facendo questo!
Per far questo noi abbiamo bisogno di una forte integrazione, di andare avanti su quella strada, se abbiamo salvato il sistema sanitario dalle secche in cui era piombato diversi anni fa lo abbiamo fatto, e lo dico per la prima volta, disegnando una sanità fuori dai campanili territoriali ed abbiamo dato una dimensione nuova, regionale.
Capisco che di fronte alle ristrettezze economiche può esserci la tentazione e qualche volta la convenienza a ricadere dentro queste logiche, ma ognuno di noi sa che sostenendole contribuirà a far saltare un sistema e forse magari si dirà “meglio, così potremmo accusare chi l’ha fatto saltare”, ma in questo momento fa un cattivo servizio al ruolo che svolge, noi rappresentiamo la politica e abbiamo l'obbligo di tutelare i cittadini. Per questo credo che il disegno vada portato avanti, anche con piccoli passi, che vadano comunque in quella direzione.
E’ chiaro che in un momento come questo di debolezza della politica – non a caso abbiamo un governo tecnico – ci sia, da qualche parte, la tentazione di una deriva tecnocratica. Ce lo nascondiamo? Abbiamo un governo tecnico e forse pensiamo che chi lo guida oggi potrà avere anche l'intenzione di candidarsi domani. Allora io credo che il nostro compito sia quello di mettere un argine, ma non in contrapposizione ai tecnici, perché ciò che ha salvato il sistema sanitario marchigiano, pur nelle difficoltà, del sottoscritto in primo luogo, è stato tenere unite politica e tecnica. Questo ci ha portato ad una programmazione corretta, ad un indirizzo corretto e ad una corretta traduzione pratica. Vi assicuro con molta fatica.
E’ l'unica strada che abbiamo davanti, chi ragiona fuori da questi luoghi e fuori da questo concetto, va messo fuori dal nostro sistema. E’ chiaro che quel tentativo c'è e si rafforza anche attraverso la domanda “da dove nasce questa legge che non stravolge niente?” Il problema nasce da una necessità corretta e dall’esigenza dal punto di vista tecnico, di una forte integrazione. I piani di area vasta devono essere varati dai direttori, perché quello è il loro compito, assunti dall’Asur, integrati con le aziende, assunti dal Dipartimento e varati dalla Giunta. E’ una sequenza molto coerente.
Fuori da questo percorso ci può essere integrazione? Io credo di no. E fuori dal percorso di integrazione e fuori dal percorso delle reti noi possiamo salvare questo tipo di situazione? Io dico di no, tant'è che la delibera di Giunta che abbiamo varato sabato va esattamente in questa direzione. Noi chiediamo ai nostri dirigenti di fare sinergie e se non le faranno, e se si perdevano nella tentazione, che spesso hanno avuto e che magari continuano ad avere, di dividersi tra di loro per ragioni di potere, noi dovremo tirare una riga. Abbiamo chiesto questo e il lavoro che è partito già da ieri va esattamente in questa direzione. Dopodiché questo lavoro deve intraprendere un percorso più partecipato, le decisioni devono avere tempi stretti per far fronte alla necessità e all’emergenza che abbiamo. Dobbiamo spaventarci di questo? Si rimette poi in capo, correttamente, alla filiera decisionale ciò che la partecipazione consegna? Io credo che, in un momento come questo, sia un modo logico di lavorare e che il confronto sia strettamente necessario.
Apprezzo molto il lavoro svolto dalla Commissione perché il problema della partecipazione, del dialogo e del confronto nasce dalla preoccupazione comune, che ciascuno di noi ha, proprio perché viene dai territori, che si possa perdere ciò che fino adesso si ha avuto. Allora dobbiamo avere solo una preoccupazione, guai a smarrire una visione complessiva del nostro sistema perché è quella che finora ci ha salvato e dobbiamo continuare ad averla. Dobbiamo comprimere le nostre tentazioni territoriali se contrastano con questa visione, perché a fronte di una soddisfazione immediata del nostro territorio, rischiamo di perdere la battaglia e saremo i responsabili della dequalificazione del nostro sistema. Questo deve essere chiaro.
Questo piccolo passaggio che facciamo oggi e che, ripeto, non è stravolgente, significa rafforzare questo tipo di lavoro. Richiama la politica ad una responsabilità maggiore ed esorta la tecnica a lavorare in forte sinergia con la politica. Solo questo binomio ci permetterà di affrontare le difficoltà che in questo momento vengono, non da noi, ma dal livello nazionale.

PRESIDENTE. Grazie Assessore. Conclusa la discussione, passiamo alla votazione.
Emendamento n. 01/1 del Consigliere Natali. Ha la parola per illustrarlo.

Giulio NATALI. Il comma 6 dell’articolo 20 della l.r. 26/1996 dice: “Al Distretto è preposto un responsabile, nominato dal Direttore generale dell'Azienda USL su proposta congiunta del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo, scelto fra il personale del ruolo sanitario, preferibilmente medico, dell'Azienda USL avente qualifica dirigenziale”. La mia richiesta è la cancellazione della parola “preferibilmente”, cioè che sia un medico.
Ritengo che sulla base della rivisitazione del Distretto e sulla base dell’ultimo decreto del Ministro Balduzzi, che sta venendo fuori in questo senso, anche se non approfonditamente, sia giusta e doverosa la cancellazione del termine “preferibilmente”.
Chiedo l’appello nominale a nome Natali, Zinni, Foschi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Comi.

Francesco COMI. Intervengo su questo emendamento per chiarire con il Consigliere Natali e con i colleghi.
Invito il Consigliere Natali a ritirare questo emendamento perché dobbiamo approfondire la questione, la materia che concerne lo status giuridico del personale sanitario non è così chiara e semplice.
Noi utilizziamo impropriamente dei termini attribuendogli dei significati, quando invece per le norme pregresse ne hanno altri. Cioè, noi intendiamo per personale sanitario tutto il personale dipendente dell’Asur, altri in maniera più limitata lo riconducono al solo personale medico.
Nel d.p.r. 761 sono censite le diverse categorie dell’Asur: il personale sanitario, il personale professionale, il personale tecnico e il personale amministrativo.
Quindi dobbiamo prestare molta attenzione sui termini che utilizziamo, oggi questa chiarezza non siamo riusciti a farla avendo esaminato tardivamente l’emendamento.
Dobbiamo comprendere, ai sensi della 502, che margine di discrezionalità può avere il direttore nella scelta dei suoi collaboratori. I direttori amministrativi li abbiamo annoverati nella categoria dei collaboratori del direttore, sono coloro legati a lui da un rapporto fiduciario. Non vengono nominati per concorso ma per un rapporto fiduciario.
Ci sono dei limiti tra coloro che possono essere scelti? Quali paletti possiamo fissare?
La parola “preferibilmente” era un escamotage giuridico che teneva aperte più interpretazioni, più fronti e quindi scongiurava conflitti interpretativi.
L’impegno che mi prendo è quello di portare in sede di assestamento, quindi a breve, una norma condivisa dalla Commissione, quindi anche da lei Consigliere Natali, rispettosa e coerente con il testo. Non voglio fare una scelta inopportuna e non credo che ci sia fretta, visto che il Consigliere Massi su un testo depositato da mesi oggi chiedeva il rinvio.
Visto che non abbiamo avuto il tempo di esaminare questo emendamento, vi pregherei di darcene la possibilità e di non eliminarlo. Non vorrei votare contro ma approfondirlo. Quindi chiedo al Consigliere Natali di ritirarlo.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la votazione per appello nominale.
Favorevoli: Acquaroli, Bugaro, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Cardogna, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Camela.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Marangoni. Ha la parola per illustrarlo.

Enzo MARANGONI. Il contenuto di questo emendamento è il seguente. Rispetto alla proposta di legge originaria c'è semplicemente, ma ha molto senso, l’aggiunta delle seguenti parole: “possono essere aggiornati annualmente”. Che cosa possono essere aggiornati annualmente? “I singoli piani di area vasta geograficamente intesa hanno durata triennale”. Io chiedo che possano essere aggiornati annualmente.
Questo è importante perché il piano sociosanitario regionale può essere aggiornato annualmente e questo non può avvenire anche i piani di area vasta.
Questo è il significato dell’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Comi.

Francesco COMI. Questo è il nodo di tutta la legge. Noi abbiamo detto, che accanto ai piani triennali – o meglio, l’avete detto, se dovessimo leggere la trascrizione degli interventi, credo anche del Consigliere Marangoni, che i piani che approvavamo erano vaghi, generici, indefiniti e serviva più puntualità - quindi accanto a questi annualmente debbono essere fatti i piani. Oggi non riesco a capire perché l’opposizione torna su posizioni che aveva criticato.
Consigliere Marangoni, noi abbiamo con questa istanza accolto una richiesta che veniva dall’Aula, e questo emendamento la vanifica, forse inconsapevolmente.
Invito a votare contro.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/2 del Consigliere Marangoni. Se passa decade l’emendamento 1/3 a firma Comi. Prego Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Vediamo se questa volta il Presidente Comi mi convince.
“I singoli piani sono adottati dalla Giunta regionale”, e io aggiungo: “previo parere obbligatorio della competente Commissione assembleare e acquisite le valutazioni del Cal e del Crel”. Aggiungo “acquisite le valutazioni del Cal e del Crel” perché è lo stesso piano sociosanitario che lo impone, a pagina 49, e ve lo siete già dimenticati. Eccolo qua, carta canta, quindi chiedo che venga ribadito.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/3 del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

(…) Il Consigliere Pieroni mi comunica di aver premuto il tasto contrario anziché favorevole. Aggiungere un voto favorevole al risultato della votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione così come emendato.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 bis/1 del Consigliere Silvetti. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Non ho votato gli emendamenti né voterò la legge, ma voglio intervenire su questo perché lo trovo semplicemente onesto.
Questo emendamento inserisce un articolo che tende a ripristinare la normalità nell’individuare la sede dell’area vasta, normalità che è baricentrica, meno dispendiosa sul piano delle risorse e più rispettosa dei dipendenti, tant'è che sono intervenuti diversi soggetti e Consiglieri regionali a difesa, o meglio, a modifica di alcune scelte che sono state fatte.
Ecco perché trovo questo emendamento onesto e lo voterò, e chiedo a tutti i Consiglieri che si sono adoperati nel mantenere la sede dell’area vasta a Jesi, contro qualsiasi logica che l’ha portata a Fabriano, di votarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Chiedo al Consigliere Silvetti di ritirare questo emendamento, perché ci sono mozioni che riguardano questo tema e perchè credo non sia appropriato discutere questo problema in questa legge.
Pertanto se il Consigliere Silvetti è d'accordo nel ritirare l'emendamento e nel trasformarlo in mozione, da abbinare alle altre dei suoi colleghi, credo che si ricondurrebbe nel giusto alveo una discussione che appartiene alla definizione del modello organizzativo che non è messo discussione da questa legge.
Reputo, perché è stato anche parte del dibattito, che una discussione appropriata anche sui temi organizzativi abbia a che fare molto con le altre questioni che stanno sul tappeto oggi, come il riordino istituzionale di questa Regione che obbligherà, in qualche modo, a rivedere l'organizzazione generale dei servizi, compreso quello sanitario.
Quindi chiedo al collega Silvetti di ritirare questo emendamento e trasformalo in mozione, che ovviamente troverà nel confronto in Aula il giusto alveo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Bugaro.

Giacomo BUGARO. Prima che il collega Silvetti si esprima sulla richiesta di ritiro dell’emendamento, volevo puntualizzare un fatto. Assessore Mezzolani, lei sa che momento stiamo attraversando e quanti saranno i sacrifici sul versante della sanità, lei sa perfettamente, perché fa l’Assessore al ramo da sette anni, quali sono le strutture mediche e immobiliari che l’Asur può contare nel territorio di Jesi, lei sa le strutture immobiliari di proprietà dell'Asur totalmente libere, quindi, non si capisce, ed uso un eufemismo, perché si è deciso di spendere oltre 3 milioni di euro per comprare una struttura immobiliare ex novo da destinare a uffici amministrativi a Fabriano.
Qualche sciocco dice che qui c'è una lotta fra Jesi e Fabriano. Non è così, è una scelta improvvida che vorrei che quest’Aula, seguendo le sue parole, dibattesse in una prossima occasione, perché questa è veramente troppo grossa per passare sott'occhio e sottotraccia e perché non porteremo nel territorio di Fabriano un nuovo posto di lavoro: sono lavoratori già assunti e già operativi presso l’Asur quelli che tutte le mattine si spostano principalmente da Jesi verso Fabriano, con aggravi di costi familiari e di struttura che questo comporta.
Se dobbiamo fare un regalo a Fabriano perché è un momento di crisi, troviamo delle formule che siano veramente di vantaggio per il territorio e non solo di svantaggio per l'intera comunità e per le sue economie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Anch'io volevo aggiungere un elemento per consentire al collega Silvetti di riflettere.
Credo anch'io che questo tema sia importante e meriti una discussione più ampia. Insieme ai colleghi Badiali, Giancarli e altri abbiamo già presentato una mozione su questo tema e chiedo, eventualmente, che venga calendarizzata nel prossimo Consiglio.
Vorrei dire una cosa al collega Silvetti: inserire in una legge il luogo dove ha sede l'area vasta è abbastanza pesante.
Tra l’altro stiamo discutendo il riassetto degli enti locali, c'è in discussione anche un tema riguardante possibili cambiamenti di confine di Province, Comuni e Regioni, quindi inserire in una legge regionale la sede dell’area vasta mi pare eccessivo. E’ però una discussione che credo vada fatta nel prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Credo fortemente nel contenuto di questo emendamento e non ritengo né fuorviante né inopportuno il fatto di volerlo inserire in una proposta di legge, tant’è che è un emendamento talmente generico e astratto e non si riconduce a una fattispecie o a una porzione del territorio marchigiano.
Capisco il riferimento del collega Busilacchi a Giancarli e Badiali, probabilmente le loro difficoltà sono anche le mie, però è evidente che l’emendamento, che cerca di dare a questa norma un principio generale, che possa valere per tutte le province esistenti, lo poneva come questione centrale. Ritengo quindi che non sia inopportuno.
Non voglio sottrarmi al dibattito, che auspico fortemente possa aprirsi in sede di discussione di una mozione. La mia non voleva essere una furbata né una scorrettezza, però per senso di responsabilità ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. E’ una questione sostanziale perché, rispetto alla disponibilità data da alcuni Consiglieri e dall’Assessore stesso, in sede di discussione del piano sanitario e in sede di affermazione di tutti i responsabili dell’Asur, questa è data come una cosa fatta, come una cosa su cui noi non abbiamo possibilità di decisione, come una cosa già decisa.
Siccome c'è una volontà condivisa della maggioranza del Consiglio di dire specificatamente – io faccio l'esempio concreto almeno rispetto alla sede dell'area vasta 2 – che la sede di Fabriano è la meno baricentrica e crea problemi di organizzazione al personale e nuovi costi aggiuntivi con la nuova sede e con la nuova riorganizzazione, secondo me è bene che il Consiglio regionale esprima in maniera chiara questa volontà.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Bene, l’emendamento viene fatto proprio dal Consigliere Binci. Ha la parola il Consigliere Pieroni per dichiarazione di voto.

Moreno PIERONI. Innanzitutto ringrazio per il senso di responsabilità il Consigliere Silvetti, il quale auspicava, come richiesto un po’ da tutti i Consiglieri che sono intervenuti, un dibattito più ampio e approfondito.
Visto che l’emendamento è stato fatto proprio dal Consigliere Binci voglio motivare il mio voto contrario: spero che nel prossimo Consiglio le mozioni, gli ordini del giorno e le interrogazioni iscritti, già da tanto tempo, vengano discussi.
Questa è la motivazione al mio voto contrario, non voglio sottrarmi alla discussione, ma credo che sia giusto sottolineare il senso di responsabilità del Consigliere Silvetti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Anch'io voglio intervenire per rafforzare quello che è stato detto sia dal collega Silvetti, che ringrazio per l’atto, che dal collega Pieroni, che che voterà contro l’emendamento con l’impegno di discutere le mozioni già presentate, e quelle che si aggiungeranno, per una valutazione generale dell’organizzazione a livello amministrativo di tutta la regione.
Non si parla soltanto di un’area vasta, perché sarebbe una cosa troppo riduttiva, anche se le sedi delle aree vaste sono già state individuate e, secondo me, difficile rimetterle in discussione. E’ pur vero che le sedi non sono concentrate in un posto, possono anche avere la direzione in un luogo e l’assetto amministrativo in un altro. Questo sta all'organizzazione dell'area vasta.
Sono convinto di votare contro questo emendamento perché ritengo non appropriato mettere questo argomento nella legge, ma è opportuno discuterne nel prossimo Consiglio anche per togliere tutte queste voci e questo astio che si è creato nei territori, a mio parere, senza un senso molto alto e molto elegante.
Si poteva fare diversamente, ma non è il caso di essere così critici e così distruttivi.
Quindi penso che ragionare su questo sia opportuno e appropriato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento n. 1 bis/1 del Consigliere Binci…(…) Appello nominale a nome Trenta, Acquaroli, Zaffini:
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, Marangoni, Marinelli, Natali, Perazzoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3/1bis del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/2 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Emendamento n. 3/3 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Articolo 3. Lo pongo in votazione così come emendato.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mirco CARLONI. Sull’emendamento n. 1bis/1 del Consigliere Binci ho sbagliato a votare, voto contrario anziché favorevole.

PRESIDENTE. Bisognerebbe dirlo subito, comunque correggiamo.

Emendamento n. 4 bis/1 del Consigliere Marangoni, che ha la parola per illustrarlo.

Enzo MARANGONI. L’articolo 4 bis introduce una piccola ma significativa modifica all'articolo 20 della legge 13/2003. Che cosa cambia? Si chiede semplicemente che nella Conferenza permanente regionale sociosanitaria, quella prevista all’articolo 20, sia inserito anche un rappresentante del Comitato dei Sindaci. Questo articolo è a favore del coinvolgimento degli enti locali, perché nella Conferenza si tratta di argomenti particolarmente importanti. Il programma di area vasta non avrebbe senso senza il coinvolgimento di un rappresentante degli enti locali, cioè il rappresentante del Comitato dei sindaci. Questo è l’unico significato di questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 del Consigliere Marangoni: Ha la parola per illustrarlo.

Enzo MARANGONI. Praticamente è la stessa logica, consigliere Comi, qui togliamo il riferimento “fatto salvo quanto previsto ai commi 2 e 3” e manteniamo il parere degli enti locali. Se non lo inseriamo svanisce il ruolo degli enti locali, si tratta, quindi, di togliere il riferimento a questi commi per mantenere un certo peso di questi enti.
Il senso di questi emendamenti è sempre quello di dare un maggior peso agli enti locali, che sono pesantemente coinvolti riguardo le decisioni della sanità.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/1 bis del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/2 del Consigliere Marangoni. Ha la parola per illustrarlo.

Enzo MARANGONI. Si chiede, almeno, un'intesa con gli enti locali interessati quando si tratta di modifiche che li riguardano, altrimenti, prendiamo le decisioni sopra la loro testa.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/2 bis del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/3 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/4 del Consigliere Marangoni. Ha la parola per illustrarlo.

Enzo MARANGONI. Questo emendamento fa riferimento alla Conferenza dei sindaci o dei loro delegati che sono esclusi, se passa ci sarebbe un loro coinvolgimento.
Tra l’altro questa cosa, non è che me la invento adesso o la voglio per forza, ma lo prevede la legge, espressamente l’articolo 20 bis, comma 2, della legge 13/2003, che parla di ruolo anche propositivo della Conferenza di area vasta composta dai sindaci dei comuni interessati.
Se volete avere un minimo di rispetto per le comunità locali dovreste approvarlo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione così come emendato.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Prima di mettere in votazione l’intera proposta di legge do la parola al Consigliere Zaffini per dichiarazione di voto.

Roberto ZAFFINI. Per una brevissima dichiarazione di voto contraria, non tanto per il contesto di cui stiamo parlando ma per il vizio di forma che sta coinvolgendo la sanità marchigiana.
Forse da ex regione virtuosa, sicuramente anche per le ragioni che ha poc’anzi annunciato il collega Trenta, che condivido totalmente, si sta passando dalla casa del popolo alla casa della sanità privata. Questo è chiaro dagli atti che si stanno approvando e sicuramente questo governo tecnico che ci ha messo lo zampino per arrivare anche da noi, che eravamo virtuosi e con una sanità che dava una garanzia a tutti, ed incuneare una situazione di privatizzazione. Lo vediamo con la compravendita degli ospedali e delle aree, lo vediamo in tante altre cose.
Il business attuale è solo nella green economy e nella sanità.
E’ la crisi che ci impone di difendere il sistema sociale, mentre qualcuno lo vuole disfare. Forse a qualcuno in Europa o fuori Europa dà fastidio che abbiamo una sanità allargata a tutti. Questa è la realtà. La sinistra si è sempre fatta garante del diritto alla salute dei cittadini, anche meno abbienti, ma ora questo cambiamento lo vediamo nei fatti, basta telefonare al Cup. Sicuramente la sanità non sta andando verso il meglio.
Quanti soldi vengono da Roma rispetto ai 2 miliardi e 700 milioni di euro che si spendono? (…) Altrettanti? (…) Quello che critichiamo aspramente è l’aziendalizzazione delle nostre strutture ospedaliere, perché il servizio non è più tale ma un bene che si compra. Anche la salute non è più un servizio che l’ente regionale eroga, ma sta diventando un bene che si compra come tutte le altre cose. La Regione Marche non è da meno e sta facendo quest'opera, proprio in questo momento di crisi, dove si dovrebbe tutelare la salute della gente. Probabilmente il mercato non offre altro e si stanno buttando tutti qui. Sicuramente questi sono i frutti di una connivenza anche tra vari partiti.
Quindi il mio voto è contrario per queste ragioni valide, suffragate non solo dal mio pensiero ma anche da altri. Ma, purtroppo, non tutti possono parlare.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 233, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Su sollecitazione di molti consiglieri, considerato l'orario e l'argomento particolarmente importante, propongo di rinviare il punto 3: proposta di deliberazione n. 9 “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91 ‘Nuove norme sulla cittadinanza’. Mi prendo l’impegno di metterla al primo punto del prossimo ordine del giorno.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Propongo, visto che può essere approvata senza discussione, l'esame della mozione n. 374 di cui al punto 7, che sollecita la Giunta regionale ad avviare tutte le iniziative per la realizzazione di un polo di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica a livello interregionale e sovranazionale in Ancona.

PRESIDENTE. Se il Consiglio fosse tutto d’accordo…

Raffaele BUCCIARELLI. E’ trasversale…

PRESIDENTE. Non mi pare che siano tutti d’accordo, mi fanno segni che c’è la necessità di discuterla.
Detto questo dichiaro chiusi i lavori.

La seduta termina alle ore 14,05.