Resoconto seduta n.110 del 15/07/2008
SEDUTA N. 110 DEL 15 LUGLIO 2008


La seduta inizia alle ore 11,00


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della sedute n. 109 dell'8 luglio 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 255, in data 7 luglio 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Santori, Benatti, Altomeni, Castelli, concernente: "Modifiche alla legge regionale 30 giugno 2003, n. 14 "Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale", assegnata alla II Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 98, in data 4 luglio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Approvazione del documento unitario di programmazione regionale", assegnata alla Il Commissione in sede referente ed al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi della lett. a), comma 2, art. 11 della legge regionale n. 4/07;
- n. 99, in data 11 luglio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Modifica del programma di sviluppo rurale della Regione Marche in attuazione del Reg. Ce n. 1968 del Consiglio del 20 settembre 2005", assegnata alla III Commissione in sede referente ed alla VI Commissione per il parere obbligatorio.
E' stata presentata la seguente proposta di regolamento:
- n. 12, ad iniziativa del Consigliere Luchetti, concernente: "Modifica al regolamento regionale 22 dicembre 2004, n. 13 - "Requisiti e modalità per l'autorizzazione e l'accreditamento dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie di cui alla l.r. 13 maggio 2003, n. 9", assegnata alla V Commissione in sede referente. (Iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
E' stata presentata la seguente mozione:
- n. 278, dei Consiglieri Altomeni, Capponi, Lippi "Lavori Assemblea legislativa - istituzione del ‘question-time’ ".
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 18, in data 1 luglio 2008: "Norme in materia di Comunità montane e di esercizio
associato di funzioni e servizi comunali".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Viventi, Romagnoli.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Insieme ad altri colleghi ieri ho presentato un’interrogazione urgente per quanto accaduto nella vicina regione Abruzzo. L’urgenza di tale questione è legata a due fatti, il primo è la contiguità della nostra regione che è coinvolgibile nella vicenda abruzzese per l’alto tasso di mobilità passiva che si verifica nella parte sud, l’altro è il fatto che una delle persone implicate – almeno per quanto ci è dato di conoscere nella vicenda giudiziaria – è il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, rispetto al quale tra l’altro il gruppo di Forza Italia in più di una occasione, anche attraverso un libro bianco, ne aveva richiamato le gravissime responsabilità sul piano della gestione dell’Agenzia.
Pertanto credo sia doveroso che il Presidente questa mattina fornisca all’Assemblea legislativa regionale tutti quegli elementi di valutazione per capire quale livello di implicazione c’è rispetto a questa vicenda.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Al di là del generico riferimento del Consigliere Giannotti vorrei dettagliare la richiesta. Oggi un’emittente nazionale ha fatto riferimento ad indagini che riguardano anche le Marche, del resto sono cose che non sorprendono perché sappiamo che soprattutto nell’area sud delle Marche il problema sta nel fatto che c’è un flusso di mobilità passiva extra-regionale che si è diretta proprio nella clinica oggetto della vicenda.
Quindi nessuno di noi ipotizza coinvolgimenti, chiariamolo, ma di fronte all’obiettiva portata di questa vicenda chiediamo di poter sapere se risulta o meno al Presidente della Giunta regionale che siano state interessate strutture o comunque elementi operativi del sistema sanitario marchigiano. E questo non in relazione a loro responsabilità, ma al fatto che le indagini – notizia Ansa – hanno riguardato anche le Marche e oggi – notizia Sky – si sono estese nelle stesse Marche. Inoltre la mobilità passiva extra-regionale, come dice il Piano regionale sanitario approvato l’anno scorso, verso l’Abruzzo è una mobilità anomala, e non mi riferisco alla mobilità passiva extra-regionale verso gli ospedali pubblici del Teramano, ma verso le cliniche private.
Ad esempio so che vi sono stati degli interventi proprio in relazione a richieste di rimborso che sono state legittimamente e giustamente bloccate dall’Assessorato.
Quindi non stiamo qui a fare la caccia alle streghe, ma vogliamo sapere, anche perché da San Benedetto e da Ascoli si va verso quella clinica e spesso si va proprio perché qualcuno te lo dice.
Allora, siccome si è parlato di accordo di confine proprio per regolamentare questa vicenda, siccome è noto che proprio la Zona 12 di San Benedetto è intervenuta a limitare questi flussi, vorremmo sapere come stanno le cose perché ce lo chiedono.

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, stando al regolamento…

Guido CASTELLI. Non è questione di regolamento, Presidente, è una questione di politica nazionale, quindi, ripeto, nessuno di noi vuole fare polemica però vogliamo sapere.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Credo che dovremmo avere il massimo della prudenza nell’affrontare una questione che ha una dimensione di carattere nazionale e sulla quale mancano quelle informazioni e approfondimenti che servono, quindi lascerei tranquillamente lavorare la Magistratura e poi eventualmente dare i giudizi che ne conseguono.
Per quel che ci riguarda non abbiamo nessun problema e se ci sono indagini anche allargate alle Marche benvenga la trasparenza, su questo non abbiamo nessun timore anche perché non abbiamo rapporti con l’imprenditore coinvolto nella vicenda.
Quando abbiamo affrontato la questione del nostro disavanzo e dei conti della nostra sanità abbiamo rigorosamente esteso un maggiore controllo sul sistema. Nel momento in cui abbiamo affrontato i temi della mobilità in uscita questo controllo lo abbiamo fatto in accordo con l’Emilia Romagna e siamo andati a vedere i flussi di mobilità che andavano al sud. E’ da questi controlli che sono risultate le anomalie di cui diceva il Consigliere Castelli e quindi abbiamo contestato quello che dovevamo rimborsare alla Regione Abruzzo e cioè la parte economica che faceva riferimento a quei flussi. Abbiamo poi evitato di pagare in attesa di verificare attentamente e lo abbiamo fatto in accordo con la Regione Abruzzo, dicendo “guardate che ci risulta questo, dunque vogliamo approfondire”. Le indagini relative a questa vicenda oggi in corso forse diranno che avevamo ragione e probabilmente succederà che quei soldi non li dovremo.
Questo è quello che sappiamo e questa è stata l’attenzione attraverso la quale abbiamo lavorato in funzione di questo aspetto.
Dopodiché il fatto che un direttore che ha lavorato qui e oggi è coinvolto in queste vicende a poco a che vedere con tutto questo. Naturalmente, Consigliere Giannotti, quando lo abbiamo cambiato non l’avevamo fatto perché avevamo elementi per dire chissà che cosa, io non so che cosa sia successo nel precedente consiglio (…) Che c’entra! A scadenza del contratto non glielo abbiamo rinnovato, è tutto qui!
Ora attenderei l’esito di questa vicenda e certamente non l’abbinerei al percorso che ha fatto la sanità marchigiana nel corso di questi ultimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Volevo precisare che la mia richiesta era solo riferita ad una notizia, poi ovviamente dal punto di vista politico il discorso è altro in quanto i personaggi facevano parte dell’altra Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Comunicazione

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Come già avrete potuto apprendere dalla stampa, comunico che il gruppo da me rappresentato, denominato Per le Marche, si federa con il gruppo di Forza Italia. Ho annunciato già ampiamente le motivazioni e per dovere di correttezza le ribadisco anche in quest’Aula.
La scelta deriva da una visione e da un’esperienza condivisa di un tragitto iniziato già fin dal 2005 quando ho avuto l’onore di rappresentare il centro-destra come candidato alla presidenza della Regione e quando ho condiviso con i colleghi del centro-destra tanti valori, tante motivazioni e tanti passaggi.
Nel quadro nuovo della politica italiana e naturalmente nella condivisione di valori comuni mi sembra di dover contribuire ad una semplificazione.
Aggiungo che la motivazione che mi spinge a questa adesione non è solo per il passato, ma anche per la costruzione di quell’area moderata unica del centro-destra italiano che per dichiarazioni di tutti i leader si rifarà al Partito Popolare Europeo.
Dunque oggi siamo tutti impegnati a migliorare quella che è stata la richiesta del popolo italiano, quella cioè di costruire il sistema politico italiano su un bipolarismo di tipo europeo.
Sappiamo che per quelli lo hanno iniziato il percorso non è terminato e che per quelli che lo stanno iniziando è tutto da costruire, però la condivisione dei valori è il faro che ci guida.
Quindi da questo momento rinuncio alle prerogative di Capogruppo e mi riconosco nel gruppo di Forza Italia, con il quale il mio gruppo si è federato, e quindi con il Capogruppo Franco Capponi.

Sull’ordine del giorno

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Se mi consente, Presidente, vorrei dire anche un’altra cosa. C’è una mozione significativamente sottoscritta da tutti i gruppi e che oggi non è iscritta all’ordine del giorno, quindi ne chiedo l’iscrizione e magari anche con un’approvazione senza discussione. E’ un documento con cui l’Assemblea legislativa regionale dà il sostegno a tutte le iniziative degli enti locali, delle scuole, delle associazioni, delle Anpi e di tutte le altre. Riguarda i deportati ai campi di Kahla e agli altri campi di concentramento durante i fatti drammatici della seconda guerra mondiale.
Pertanto ne chiedo l’iscrizione e se possibile l’approvazione visto che è stata votata da tutti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 271 ''Viaggio di studio dei ragazzi, componenti i Consigli comunali dei ragazzi, nei lager di Kahla a Buchenwald nella regione della Turingia, a ricordo dei deportati italiani caduti nei terribili campi di lavoro nazisti e posa di una lapide a ricordo dei deportati marchigiani”.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 271
dei Consiglieri Massi, Procaccini, Brandoni, Capponi, Rocchi, Pistarelli, Ricci, Viventi
''Viaggio di studio dei ragazzi, componenti i Consigli comunali dei ragazzi, nei lager di Kahla a Buchenwald nella regione della Turingia, a ricordo dei deportati italiani caduti nei terribili campi di lavoro nazisti'' e posa di una lapide a ricordo dei deportati marchigiani”
(Votazione)

PRESIDENTE. Se i Consiglieri sono d’accordo pongo in votazione senza discussione la mozione n. 271.

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 634
del Consigliere Giannotti
“Privatizzazione servizi Ersu di Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 634 del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. In merito a questa interrogazione del Consigliere Giannotti sulla cosiddetta privatizzazione dei servizi dell'Ersu di Urbino, si fa presente quanto segue.
Il documento a cui si fa riferimento, a firma dei presidenti Ersu degli inizi del mese di dicembre 2006, conteneva alcune osservazioni sui rapporti Regione/Ersu, di carattere interno, in qualità di scaletta per un incontro effettuato con me stesso, tra cui "società: sblocco da parte della Regione della costituzione di società tra gli Ersu con altri enti pubblici (es. Università, Province, Comuni) e società private”.
Relativamente alla costituzione della società a capitale pubblico-privato, l'Assessorato competente aveva già espresso una chiara posizione invitando l'Ersu di Ancona a non dare corso agli atti e alle operazioni previste nello statuto della società.
Attualmente la società dell'Ersu di Ancona è in liquidazione e il liquidatore ha provveduto a quanto di competenza a lui demandato dall'assemblea. Si presume la chiusura definitiva di questa società, che non mai stata operativa, entro i prossimi due-tre mesi.
In merito alla gestione dei servizi, ristorazione e abitativo, la l.r. 38/96 consente la possibilità di appalto nel rispetto dei principi di efficienza ed economicità degli stessi. In particolare l'esternalizzazione del servizio ristorazione è una possibilità prevista dall'art. 25, commi 1 e 2, della l.r. n. 38/96 e anche per il servizio abitativo è prevista la possibilità di stipulare convenzioni con enti pubblici e privati per la fornitura del servizio (art. 26, commi 2 e 8 della l.r. 38/96).
Il Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario per l'anno accademico 2007/2008 non è intervenuto sulle modalità di gestione dei servizi, essendo già disciplinate dalla legge regionale, limitandosi a richiederne l'economicità e stabilendo le tariffe minime dei servizi stessi.
Non ci sono atti dell’Assemblea legislativa regionale che esplicitamente autorizzano la partecipazione degli Ersu a società miste pubblico-private.
Ciò premesso si precisa, inoltre, che acquisite le informazioni presso lo stesso Ersu di Urbino le problematiche sollevate dal Consigliere Giannotti non sono mai state oggetto di delibera da parte del Consiglio di amministrazione dell'Ersu, né sono state mai sottoposte al suo esame come punto all'ordine del giorno di una seduta assembleare.
La Giunta regionale si è sempre attenuta alla normativa vigente.
La posizione della Regione Marche è chiara, infatti i temi fondamentali dei servizi universitari, del diritto allo studio e del lavoro restano prioritari e quindi potranno sempre essere oggetto di un confronto approfondito.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Per dichiarare la più totale insoddisfazione rispetto all’intervento dell’Assessore Ascoli. Lo dico non tanto per il contenuto della riposta molto notarile, infatti è evidente che il Consiglio di amministrazione dell’Ersu non ha mai deciso la esternalizzazione, ad Urbino per diversi mesi in uno studio notarile si è discussa una proposta di costituzione di una società. Capisco che lei, Assessore, sta in Ancona e non ha la possibilità di conoscere da vicino gli enti che dipendono da lei, però questi sono i fatti. Fatti riportati sulla stampa e richiamati dalle organizzazioni sindacali, dagli enti locali e dalle forze politiche.
Ma la mia insoddisfazione è politica, cioè è rispetto alla gestione di un settore, quale quello dell’Ersu, dove siamo al ridicolo. Ancora oggi devo capire se l’Assessore vuole realizzare l’ente unico regionale o se ha deciso, dietro le pressioni dei Ds urbinati o dei Ds di Pesaro, di fare marcia indietro. Devo ancora capire le scelte strategiche dell’Assessorato rispetto al problema collegi di Urbino. C’è un nodo da sciogliere relativo all’Università di Urbino in sofferenza che deve rientrare rispetto al deficit – ci fu una richiesta formale da parte del sottoscritto di un intervento regionale complessivo che si facesse carico di questo –, c’è un cantiere aperto che rischia di diventare una cattedrale nel deserto, cioè noi abbiamo costruito un pezzo di nuovo college a Castelcavallino e poi non sappiamo cosa vuol fare la Regione della parte rimanente dell’intervento.
Quindi c’è una babele di linguaggi e di azioni che segnalano l’inadeguatezza della gestione politica in questo settore. La mia insoddisfazione deriva esclusivamente da questo, ma poi saranno anche i cittadini a giudicare nel concreto.


Interrogazione n. 1022
del Consigliere Binci
“Organizzazione e funzionamento nel territorio regionale dell'assistenza domiciliare integrale (Adi)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1022 del Consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione è stata presentata in data 24 aprile 2008 e il Consigliere Binci partiva da una premessa, cioè che la programmazione nazionale e regionale poneva e pone particolare enfasi riguardo lo sviluppo e il potenziamento delle cure domiciliari al fine di una migliore qualità della vita delle persone non autosufficienti, per ridurre ospedalizzazione e per ritardare il più possibile l'istituzionalizzazione.
Inoltre faceva delle considerazioni, che leggerò nei punti in quanto poi a discendere da questi enuncerò le risposte.
“Considerato:
- che il sistema delle cure domiciliari nella nostra regione è regolamentato in particolare dalla deliberazione della Giunta regionale 606/2001 relativa alle linee guida per le cure regionali, in cui vengono stabilite le prestazioni erogabili in regime Adi insieme alle modalità erogative (giorni alla settimana);
- che tali indicazioni trovano applicazione in modo molto eterogeneo nelle diverse Zone territoriali, sia a riguardo delle tipologie di prestazioni che dei tempi di erogazione, ed anche all'interno delle stesse;
- che nella gran parte dei casi le Zone territoriali non informano i cittadini in merito alle prestazioni garantite ed ai tempi di erogazione;
- che le prestazioni di assistenza infermieristica, secondo la normativa citata, devono essere garantite con i seguenti standard minimi: dal lunedì al venerdì 6 ore di mattina e 3 di pomeriggio; sabato e prefestivi 6 ore di mattina. Inoltre per i casi individuati dall'Unità di valutazione del distretto, in particolare per i pazienti oncologici in fase critica e/o terminale, i pazienti in trattamento antalgico, i pazienti con respiratore automatico e i pazienti in condizioni assimilabili, il servizio di assistenza infermieristica domiciliare dovrà essere garantito nei giorni festivi e prefestivi almeno per interventi programmati o di emergenza;
- che le prestazioni di assistenza riabilitativa, secondo la normativa citata, devono essere garantite con i seguenti standard minimi: dal lunedì al venerdì 6 ore di mattina e 3 di pomeriggio; sabato e prefestivi 6 ore di mattina;
- che almeno le seguenti branche specialistiche devono essere garantite al domicilio: geriatria, fisiatria, cardiologia, chirurgia, algologia/anestesia, neurologia, oncologia, psicologia;
- che non risultano vengano erogate al domicilio dell'utente prestazioni di assistenza tutelare che la normativa nazionale vigente specifica essere finanziate al 50 per cento dal fondo sanitario e per il restante dall'utente o dal Comune, mentre le stesse prestazioni vengono riconosciute, sempre attraverso il fondo Adi, per interventi erogati all'interno delle case di riposo e residenze protette;
- che risulta inoltre che gran parte del fondo regionale per l'assistenza domiciliare integrata viene utilizzato per finanziare l'assistenza sanitaria all'interno delle strutture socio-sanitarie per anziani non autosufficienti riducendo così fortemente le prestazioni da erogare a domicilio dell'utente;
Ritenuto:
- che il malfunzionamento del sistema delle cure domiciliati ha ricadute sulla qualità della vita delle persone che ne hanno necessità;
- che tale situazione oltre che danneggiare i cittadini che ne hanno bisogno aumenta i costi a carico del sistema sanitario con un maggior ricorso alla ospedalizzazione, all'allungamento dei tempi di degenza e all'aumento della istituzionalizzazione;”.
Rispetto a queste considerazioni l’interrogazione vuole conoscere:
“1) il dato riferito all'erogazione dell'Adi all'interno delle Zone territoriali (prestazioni erogate e tempi);
2) per quali motivi le Zone territoriali non rispondono alle indicazioni regionali in tema di cure domiciliati negando ai cittadini prestazioni di cui hanno necessità e diritto; 3) la cifra del fondo per le cure domiciliati utilizzata all'interno delle strutture residenziali che ospitano anziani malati non autosufficienti;
4) per quale motivo le prestazioni di assistenza tutelare vengono erogate all'interno delle strutture e non al domicilio dell'utente.”.
In merito al punto numero 1 dell’interrogazione va premesso che nella nostra Regione le modalità di erogazione delle prestazioni ai pazienti in regime di assistenza domiciliare sono quelle previste dalla d.g.r. 606/01 relativa alle linee guida regionali per le cure domiciliari, per quanto attiene alla attivazione del servizio da parte del distretto sanitario esso è immediato per le prestazioni semplici (prelievo, cambio catetere) e comunque entro e non oltre le 48 ore dal recepimento della richiesta/proposta per i casi in cui il medico di medicina generale, l'Ups o il medico del reparto, in occasione di dimissioni protette, ritengano talune situazioni compromissorie per la salute ed il benessere psico-fisico della persona, in attesa della valutazione e definizione del progetto personalizzato da parte della Uvd (Unità di valutazione distrettuale).
Inoltre, dal bilancio consuntivo Asur anno 2007 riscontriamo: relativamente al settore dell'assistenza domiciliare integrata, va innanzitutto specificato che rispetto all'anno 2006, nell'anno 2007 è stato adottato un nuovo modello di rilevazione dei dati di attività, in cui sono state previste voci che oltre a quelle relative ai dati numerici sono in grado di offrire una lettura che consente di avere informazioni sul grado di complessità delle prestazioni rese.
Nell'anno 2008 si ha come obiettivo la uniforme ed omogenea rilevazione dei dati nelle 13 zone territoriali che come appare evidente in alcune zone ha ancora necessità di essere affinato.
Dall'analisi dei dati si evidenzia un incremento dei casi trattati (7% circa) ed un aumento di complessità degli stessi, volendo significare che sono stati coinvolti nei processi delle cure domiciliati più figure professionali, ad esempio i terapisti della riabilitazione per un numero totale di ore nel 2007 pari a 95.594 rispetto alle 73.684 del 2006, con un impegno professionale che passa da 3,5 a circa 5 ore per paziente trattato. La successiva tabella evidenzia, altresì, l'assoluta mancanza di liste di attesa e fa emergere il dato assolutamente positivo circa l'attenzione posta verso questo livello assistenziale.
I dati di attività provenienti dalla medesima fonte sono i seguenti – leggo le cifre totali, ma lei, Consigliere Binci, ha la tabella zona per zona –: i casi trattati sono stati in totale 15.883, gli anziani trattati sono stati 13.484, i malati terminali sono stati 1.626, gli utenti in lista di attesa sono stati 8, gli accessi del personale medico sono stati 135.455, gli accessi del personale medico rivolto agli anziani sono stati 69.050, gli accessi del personale medico rivolto ai malati terminali sono stati 11.699.
In merito al punto numero 3 dell’interrogazione, dal bilancio consuntivo Asur anno 2007 e dai dati provvisori del flusso, riscontriamo quanto segue.
Per quanto al punto 3 (fondo per le cure domiciliari) si precisa che il finanziamento è generico ed indistinto per il livello Adi sia che le prestazioni siano erogate al domicilio dell'utente, sia che l'assistenza venga fornita nelle strutture residenziali.
Dal modello LA definitivo per l'anno 2006 alla voce Assistenza programmata a domicilio (Adi) risulta un costo pari a € 43.769.000, mentre per l'anno 2007 il valore risulta essere di € 45.273.000.
L'attribuzione di prestazioni Adi erogate alle strutture residenziali non avviene per posto letto, ma sulla base della valutazione della Unità valutativa integrata del singolo caso, per cui non è possibile rispondere a quanto richiesto, cioè una specifica quota assegnata alle strutture residenziali, per lo meno allo stato attuale della contabilità analitica.
Per quanto concerne i punti 2 e 4 si precisa che sono in corso di predisposizione nuove linee guida e/o regolamenti sull'Adi coerenti con il Piano sanitario regionale attualmente vigente.
Nel frattempo la Regione Marche ha istituito il Fondo regionale per la non autosufficienza che fornisce un ulteriore supporto economico, integrandosi tra competenza sociale e sanitaria, e che ricomprende nelle sue azioni anche il potenziamento dell'assistenza domiciliare in una integrazione complessiva del percorso assistenziale dell'anziano fragile nell'ambito del suo contesto usuale di vita.
Va peraltro tenuto presente che l'allora Ministero della salute aveva emanato nuove linee guida sulla modalità classificativa delle cure domiciliavi e che tali indirizzi sono stati recepiti all'interno del nuovo dpcm sui Livelli essenziali di assistenza ancora in corso di pubblicazione.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Dalla risposta mi sembra che l’Assessore confermi che al momento c’è un finanziamento generico per l’assistenza domiciliare senza la possibilità di rilevare la quota che va sulle strutture residenziali che ospitano malati non autosufficienti e non si riesce a desumere quanta parte dei servizi viene data per l’assistenza domiciliare.
Questa è una questione importante. L’Assessore fa rilevare che dal 2007 c’è un nuovo modello di rilevazione e nel 2008 c’è addirittura una rilevazione dei dati suddivisa per zone territoriali, quindi chiedo all’Assessore di inserire la possibilità – basterebbe semplicemente una casella con una crocetta – di indicare se l’assistenza è stata prestata presso strutture residenziali o presso il domicilio. Ciò è importante altrimenti non c’è la possibilità di verificare tutte quelle cose che ho chiesto.
La somma delle prestazioni erogate non garantisce che le zone territoriali non informano i cittadini in merito alle prestazioni garantite e ai tempi di erogazione. E’ importante che le famiglie che si trovano in difficoltà vengano informate rispetto alle prestazioni di cui hanno diritto.
L’altra questione è l’applicazione delle varie tipologie di prestazioni tra le diverse Zone territoriali E’ importante che ci sia omogeneità di trattamento di un servizio pubblico, come quello della salute, tra le diverse Zone territoriali, altrimenti si avrà una diversa ripartizione delle risorse tra chi abita in una zona più attenta rispetto a chi abita in una zona meno attenta che non informa sui diritti.
Altra questione è in merito agli standard minimi della qualità dell’assistenza riabilitativa a domicilio. La legge prevede che per alcuni pazienti, tipo quelli oncologici o in trattamento per il dolore oppure i pazienti con respiratore automatico o in condizioni assimilabili, il servizio di assistenza infermieristica domiciliare deve essere garantito anche nei giorni festivi e prefestivi. Molte volte questo non viene fornito, quindi dovrebbe esserci un intervento e un controllo dell’Assessorato per garantire questi livelli minimi di assistenza.
Pertanto la questione fondamentale è quella di verificare la ripartizione in quanto se tutto o gran parte del budget viene assorbito dall’assistenza presso le strutture residenziali, poi le Zone territoriali non hanno risorse per l’assistenza domiciliare.
Questo è un aspetto importante che spero l’Assessore voglia continuare a monitorare e spero anche ad organizzare la rilevazione dei dati da cui si possa desumere la qualità del servizio erogato.


Interrogazione n. 1039
del Consigliere Pistarelli
“Ersu di Macerata”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1039 del Consigliere Pistarelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. In merito a questa interrogazione del Consigliere Pistarelli mi preme fare chiarezza.
Ci trovavamo di fronte alla decisione se rinominare il Consiglio di amministrazione dell’Ersu di Macerata, come legittimamente richiesto da più parti, oppure se pensare ad una soluzione ponte in vista delle ulteriori decisioni che la Giunta e poi l’Assemblea legislativa dovranno prendere per quanto riguarda il futuro degli Enti regionali per il diritto allo studio. Quindi abbiamo deciso di non rinominare il consiglio di amministrazione dell’Ersu di Macerata e abbiamo provveduto con una delibera di Giunta regionale del 27 giugno 2008 a nominare l’attuale commissario straordinario dell'Ersu di Macerata, Avv. Maurizio Natali, sino all'entrata in vigore della legge di assestamento di bilancio 2008 che verrà approvata dall’Assemblea legislativa regionale nella giornata del prossimo 22 luglio. In questa legge di assestamento di bilancio sarà prevista una proroga degli organi degli Ersu di Macerata per un periodo non superiore a tre mesi.
Quindi siamo in una situazione di eccezionalità con tempi e scadenza molto stretti, tutto ciò allo scopo di garantire – e questa è l’unica preoccupazione che ha mosso la Giunta regionale e me stesso – la funzionalità dell'Ersu di Macerata. Dico questo perché l’assetto organizzativo degli Ersu cambierà non appena sarà approvata la nuova legge regionale di riordino degli Ersu. Siccome prevediamo che questa legge occuperà quest’Aula alla ripresa dell’attività, è chiaro che ora non ci siamo sentiti in animo di nominare un consiglio di amministrazione da una vita così breve.
Pertanto abbiamo fatto questa delibera e poi abbiamo provveduto a portare avanti anche la proposta di legge per il riordino degli Ersu, esaminata dalla Conferenza dei servizi in data 24 giugno.
In collegamento con la delibera che ha ulteriormente nominato l’Avv. Natali commissario e in collegamento con la proposta di legge che sta viaggiando all’interno della Regione, nella proposta di legge di assestamento del bilancio 2008, attualmente all'esame dell’Assemblea legislativa regionale, sarà inserita un’apposita norma diretta a mantenere in carica per i mesi che ho detto il commissario straordinario dell'Ersu di Macerata, ciò allo scopo di evitare di procedere alla ricostituzione degli organi dello stesso ente in attesa della approvazione della sopra richiamata legge regionale di riordino.
Qual è il principio generale che abbiamo seguito, essendo venuto a scadenza il periodo di incarico del commissario straordinario a suo tempo nominato dalla Giunta regionale e senza che nel contempo fosse entrata in vigore la legge regionale di assestamento di bilancio 2008? Che era comunque necessario procedere ad una nuova nomina e questo per il buon motivo che non si può lasciare un ente senza una guida e al fine di assicurare la continuità dell'azione amministrativa che, come è noto, è un principio generale a cui occorre uniformarsi.
Quindi la continuità dell’azione amministrativa è il faro che ci ha guidato per la buona funzionalità dell’Ersu di Macerata di cui la stessa Regione è responsabile. Cioè a tutela e a garanzia dell'esercizio del diritto allo studio da parte della popolazione studentesca interessata. Inoltre con l’unico motivo di non creare dei terremoti negli assetti di governo dell’Ersu per non turbare la normale funzionalità dell’ente e anche in previsione del nuovo anno accademico. Anno accademico che inizierà in ottobre, ma che già vede le decisioni degli studenti per quanto riguarda l’iscrizione alle facoltà universitarie, l’accesso alle borse di studio e tutto il resto che è stato appena messo in campo dai bandi degli Ersu della regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Torniamo in Aula su una questione che se ricordate era stata già oggetto di dibattito qualche mese or sono, cioè la vicenda Ersu di Macerata. Io la definisco una vicenda paradossale in quanto a novembre del 2007 la Giunta regionale commissariava l’Ersu. E’ un atto grave, non ce ne sono molti altri o di analoghi, infatti è una cosa straordinaria vedere la Regione che interviene su un ente ad essa collegata e che poi che lo commissaria.
Non si è ben capito che cosa sia successo, si è capito che c’erano state, come la democrazia impone, delle votazioni in consiglio di amministrazione e che le stesse avevano visto prevalere un orientamento piuttosto che un altro rispetto ad una politica di sviluppo dell’ente. Dunque niente di particolare, niente di illecito o di illegittimo, forse qualche ritardo fisiologico dipendente anche dall’andamento delle pratiche interne, ma niente di particolare, almeno da quel che sappiamo.
Perché dico che è paradossale? Perché non solo si interviene con una mannaia, appunto quella del commissariamento, ma si nomina commissario lo stesso presidente che guidava l’ente nel momento che avvennero i fatti che hanno portato al commissariamento. Questa mi sembra una prima anomalia.
A questa prima anomalia ne stanno succedendo altre. Caro Assessore lei ha un po’ imbellettato la cosa, ma la sostanza è che la delibera del 12 novembre 2007 della Giunta regionale indicava la nomina del commissario straordinario per il periodo strettamente necessario, leggo testualmente: “al rinnovo del consiglio di amministrazione e comunque non superiore a sei mesi”.
Ora sono stati rinnovati tutti i membri del consiglio di amministrazione, l’Assemblea legislativa regionale ne ha nominati due, l’Università ha nominato il suo, gli studenti si sono recati nuovamente alle urne per indicare lo studente, quindi tutti hanno compiuto la loro parte, sono stati indicati tutti i nuovi membri del consiglio. Ma sono scaduti i sei mesi e la Giunta regionale che fa? Rinnova il mandato al commissario, prolungandolo con un’altra delibera del 27 giugno scorso, e inserisce – e per ora lo ha fatto solo in Commissione -nell’assestamento di bilancio un emendamento tutto normativo. Tra l’altro è anche inammissibile in quanto in una manovra di assestamento non può essere inserito, secondo me, un emendamento normativo, esso recita: “il commissario straordinario nominato presso l’ente di Macerata resta in carica fino alla data di entrata in vigore della legge regionale di riorganizzazione dell’Ersu. Sono validi ed efficaci gli atti adottati dal commissario prima della data di entrata in vigore della presente legge di assestamento di bilancio.”.
Uno, non c’entra niente con l’assestamento di bilancio, due, si prolunga ulteriormente lo stato straordinario di commissariamento, e il commissariamento – lo ha detto anche l’Assessore - deve essere di natura transitoria, rapida, straordinaria proprio perché è una sospensione della democrazia, non vi è una dialettica, non vi è quella funzionalità piena dell’organo che deve vedere tutta una serie di rappresentanze.
La spiegazione quale è stata? Che siamo in attesa della legge di riordino. Ma la legge di riordino prima di tutto addirittura deve ancora arrivare in Commissione, inoltre potrà anche avere un iter più o meno lungo, una discussione più o meno ampia, potrà magari non vedere la luce perché nell’iter si potrebbe anche bloccare per tanti motivi in quanto quella potrebbe essere una strada non condivisa dalla Commissione e dall’Aula. Tra l’altro mi sembra di aver capito che è anche una strada perigliosa, sembra che gli Ersu vengano tutti azzerati e che si faccia un Ersu unico regionale con diramazioni amministrative. Quindi l’azzeramento degli Ersu e l’accentramento di tutte le funzioni in un unico Ersu regionale con diramazioni amministrative non so se troverà il favore degli Atenei o il favore delle comunità universitarie delle Marche. Anche perché questo modello lo abbiamo già visto in sanità, dove non mi pare sia brillantissimo, e sul turismo dove si è tornati indietro.
Pertanto non mi pare una spiegazione legittima, ovvia ed accettabile.
Ancora una volta, Assessore, faccio appello alla sua sensibilità e alla sensibilità della Giunta sul fatto di ricostituire l’organismo anche dovesse funzionare tre, quattro o cinque mesi, e questo perché la democrazia non può continuare ad essere sospesa. Ci sono tutte le nomine fatte quindi bisogna ricostituirlo, d’altronde era in animo anche del suo assessorato, è così che avevo capito dai colloqui informali che abbiamo avuto. Che cosa è successo nel frattempo?! Anche perché l’ente per il diritto allo studio deve occuparsi di funzioni e prerogative importanti come quelle del prossimo anno accademico, inoltre ci sono i fondi che abbiamo destinato regolarmente a tutti gli Ersu, compreso quello di Macerata, che non possono essere gestiti attraverso una gestione commissariale.
Ripeto, la situazione che si è venuta a creare a Macerata penso sia da definire paradossale quindi dobbiamo risolverla al più presto.
Questo è il mio appello e la sua risposta la considero insoddisfacente.

Proposta di atto amministrativo n. 88
della Giunta regionale
“Piano telematico regionale per lo sviluppo della banda larga e il superamento del digital divide”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 88 ad iniziativa della Giunta regionale.
Nella scorsa seduta terminata la discussione generale era stata richiesta la verifica del numero legale che a termini di regolamento può essere richiesta soltanto al momento del voto, quindi intendendosi esaurito il tempo per le dichiarazioni di voto oggi, riprendendo da quel momento, possiamo solo votare.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. L’osservazione formale sollevata è assolutamente corretta, infatti avevamo esaurito l’opportunità di fare sia il dibattito che le dichiarazioni di voto, però vorrei fare una considerazione. Visto che la volta scorsa ci trovavamo in coda di una lunga seduta assembleare molto impegnativa e quindi, cercando di accelerare i tempi, avevamo rinunciato alle dichiarazione di voto proprio per poter arrivare alla fine, ora se l’Assemblea legislativa è d’accordo con serenità potremmo fare le dichiarazioni di voto e recuperare, altrimenti andiamo subito al voto.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere. Quindi, ribadendo ciò che ho detto prima, se l’Assemblea legislativa è unanime per fare le dichiarazioni di voto non ho problemi, altrimenti voteremo subito. (…) Bene, allora passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 88. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 81
della Giunta regionale
“Piano Sociale 2008-2010. Partecipazione, tutela dei diritti, programmazione locale in un processo di continuità, stabilizzazione e integrazione delle politiche di welfare”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 81 ad iniziativa della Giunta regionale.
Nel corso della Conferenza dei Presidenti dei gruppi assembleari è stato richiesto il rinvio di questo atto in quanto l’Assessore competente è stato chiamato a Roma. Quindi pongo in votazione il rinvio della proposta di atto amministrativo n. 81.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di regolamento n. 12
del Consigliere Luchetti
“Modifica al Regolamento regionale 22 dicembre 2004, n. 13 – Requisiti e modalità per l’autorizzazione e l’accreditamento dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie di cui alla legge regionale 13 maggio 2003, n. 9”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 12 ad iniziativa del Consigliere Luchetti. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questa proposta è una modifica del regolamento n. 13 in attuazione della legge n. 9. E’ in rapporto ai termini posti in tale regolamento relativamente all’accesso della funzione di educatore.
I termini previsti per poter ricoprire i posti delle strutture di carattere educativo erano relativi al possesso della laurea in scienze dell’educazione e sotto questo punto di vista abbiamo verificato che in particolare le Province hanno approvato, dopo la modifica, corsi che abilitavano la stessa funzione, quindi sarebbero corsi inefficaci proprio perché svolti dopo la scadenza del termine.
Pertanto, preso atto di questa situazione, abbiamo pensato di modificare il regolamento portando al 31 luglio di questo anno la possibilità dell’acquisizione dei diplomi previsti dallo stesso regolamento, ciò per consentire di accedere a chi già ha svolto quei corsi.
E’ chiaro che rimane fermo il requisito, che la legge n. 9 prevede per la figura di educatore, della laurea dopo il 31 luglio. Pertanto con il 31 luglio si fissa una data dalla quale partire con la nuova regolamentazione, mentre tutti coloro che posseggono i diplomi previsti dal regolamento possono comunque ricoprire il ruolo di educatore.
Questo è un adeguamento dovuto rispetto a fatti intervenuti dopo l’approvazione del regolamento.
Approfitto per dire, Presidente, che gli emendamenti presentati su questo atto sono accoglibili in quanto ne abbiamo verificato la congruità perché sostanzialmente trattano di norme che rendono più flessibile il regolamento rispetto all’acquisizione dei requisiti previsti per gli educatori e per il coordinamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Come relatore di minoranza non posso che condividere le valutazioni del Consigliere Luchetti sull’obiettivo iniziale e primario della proposta di regolamento. Infatti la preoccupazione avvertita in Commissione è stata quella di non segnare una diminuzione della qualità professionale richiesta per lo svolgimento di queste funzioni. Tuttavia è vero che la transitorietà rischiava di introdurre elementi di provvisorietà e probabilmente anche di iniquità fra coloro che, avendo conseguito il diploma, potevano o non potevano.
Comunque rimane il principio che la scelta forte della laurea come requisito di studio non deve essere ritenuta secondaria in quanto è una scelta di sistema, ma questa transitorietà apriva la strada a interpretazioni diverse.
Gli emendamenti proposti dall’Assessore Amagliani erano stati in qualche misura annunciati, anche se inizialmente sembrava una modifica minimale e finalizzata soprattutto a superare un problema di transitorietà mentre ora si è arricchita di argomenti che magari l’Assessore avrebbe potuto più tempestivamente portarli all’attenzione della Commissione, dove se ne è parlato ma è oggi che li vediamo codificati. Quindi la stessa Commissione non è stata messa nelle condizioni di valutare nella pienezza questi aspetti, che mi sembrano tecnici e relativi soprattutto alla tipologia di laurea.
Onestamente mi manca, pertanto, una più approfondita capacità critica di valutare questi tre emendamenti presentati, è per questo che propongo, pur essendo d’accordo di approvare l’articolo 1 iniziale, ai gruppi di opposizione di astenersi in quanto, ripeto, non si è avuta materialmente la possibilità di approfondire.
Comunque siamo politicamente d’accordo con l’impianto del regolamento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1 dell’Assessore Amagliani:
Prima del comma 1 è aggiunto il seguente:
“01. Il comma 1 dell’articolo 14 del regolamento regionale 22 dicembre 2004, n. 13 è sostituito dal seguente: ‘1. Gli educatori devono essere in possesso di una delle lauree in campo educativo e formativo, ovvero psicologico e sociale previste dalla normativa statale vigente.’ “.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 (aggiuntivo) dell’Assessore Amagliani:
Dopo l’articolo 1 è aggiunto il seguente:
“Articolo 1 bis. Il comma 1 dell’articolo 15 del regolamento regionale 22 dicembre 2004, n. 13 è sostituito dal seguente: ‘1. I coordinatori con responsabilità pedagogiche ed organizzative di cui all’articolo 12, comma 3 della legge, devono essere in possesso di una delle lauree magistrali in campo educativo e formativo, ovvero psicologico e sociale previste dalla normativa statale vigente.’”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 (aggiuntivo) dell’Assessore Amagliani:
Dopo l’articolo 1 è aggiunto il seguente:
“Articolo 1 bis. Dopo il comma 1 dell’articolo 17 del regolamento regionale 22 dicembre 2004, n. 13 è aggiunto il seguente comma: ‘1 bis. La lettera a) del comma 1 si applica altresì ai soggetti privati individuati all’articolo 8, comma 1, lettera b), della legge regionale 13 maggio 2003, n. 9.’ “.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento n. 12, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge regionale n. 254
dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Romagnoli, Mammoli, Massi, Giannotti, Binci, Brandoni, Lippi, Sordoni, D’Isidoro
“Istituzione dell’autorità per la garanzia della legalità e della trasparenza”
Nuova titolazione: “Autorità di Garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 254 ad iniziativa dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Romagnoli, Mammoli, Massi, Giannotti, Binci, Brandoni, Lippi, Sordoni, D’Isidoro.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. La presente proposta di legge ha carattere di riforma, prende le mosse dalla richiesta avanzata lo scorso anno dall’Assessore Amagliani, quella cioè di istituire il Garante dei detenuti.
Da allora è stato avviato un dibattito di merito rivolto a capire come far crescere nella nostra regione la cultura dei diritti e della legalità, offrendo ai cittadini strumenti aggiuntivi rispetto alle assemblee democratiche, come lo sono già il Difensore civico, il Garante dei minori, la Commissione pari opportunità e il Corecom.
Parimenti ci siamo chiesti come portare ad unità e coerenza questa vasta attività di tutela dei diritti e degli interessi legittimi che caratterizza la nostra Regione, peraltro senza disperdere risorse umane e finanziarie.
Abbiamo concluso questo dibattito con la convinzione che il moltiplicarsi di figure specifiche nei diversi settori non avrebbe aiutato il processo di rafforzamento delle garanzie. Questo lo vediamo anche nel dibattito che si sta sviluppando in Italia dove sta crescendo la richiesta di istituire dei garanti, vuoi per i detenuti, vuoi per il contribuente o per la legalità in senso generico e per le comunicazioni.
Abbiamo fatto una scelta che vuole dare una prospettiva diversa a questo ampio settore, quindi crediamo che questa sia una proposta forte che possa rafforzare il concetto di difesa civica in senso ampio.
Al centro della proposta che presentiamo questa mattina all’Assemblea legislativa regionale c’è la creazione di quella che abbiamo chiamato, dopo una lunga discussione anche in Commissione, Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini, a cui oggi con un emendamento chiedo di aggiungere l’ulteriore definizione di ombudsman.
Questa Autorità di garanzia crea un organismo forte incentrato su una persona e quindi sarà visibile alla comunità regionale come il difensore degli interessi legittimi dei cittadini, che assomma a sé tutte le diverse definizioni e funzioni che si vuole corrispondere con questo termine ampio di difesa civica.
Le strade per tutelare i diritti e gli interessi legittimi dei cittadini sono di due tipi, c’è la forma classica del Difensore civico, quello che ha funzioni generali e residuali, poi c’è la figura del Garante che ha invece competenze specifiche, ecco quindi il Garante dei minori o il Garante dei detenuti che prevediamo oggi, ma ci sono anche altre forme di garanzie a tema o rivolte a categorie di persone.
Con questa proposta diamo una razionalizzazione a tutta questa area, che diventa un’area strategica all’interno della nostra regione, una regione che si caratterizza per un’attenzione particolare alla tutela dei diritti e alla partecipazione.
In particolare questa legislatura sta dando grandi segnali di apertura nei confronti del mondo esterno della rappresentanza dei cittadini. E’ della settimana scorsa l’approvazione del Crel ed è di pochi mesi fa l’approvazione del Cal, tutti istituti che servono ai cittadini per partecipare e poter dire la loro opinione. Infatti è lo Statuto della Regine Marche che prevede il Difensore civico, il Garante dei minori, la Commissione pari opportunità, il Corecom, istituti di garanzia rivolti a dare la possibilità ai cittadini di interloquire con la pubblica amministrazione e di avere dei rappresentanti che tutelino i loro interessi legittimi laddove non fossero corrisposti.
Pensiamo che con questa proposta la Regione Marche faccia un passo avanti in quanto istituisce anche il Garante dei diritti dei detenuti, un’area che assomma a sé quelle funzioni che sono attualmente dal Difensore civico e dal Garante dei minori. Tale proposta prevede inoltre che a queste funzioni se ne potranno assommare altre, cioè tutte quelle che l’Assemblea legislativa regionale dovesse riscontrare utili per l’esercizio della tutela dei diritti.
Pensiamo che questa proposta abbia il merito di rendere maggiormente visibile la figura di garanzia che viene assommata in un’unica persona, che peraltro avrà a disposizione – di questo ne dovremmo parlare anche in sede di Commissione assembleare – una struttura adeguata che lavorerà per settori. Quindi l’Autorità di garanzia rappresenterà politicamente nei confronti dell’opinione pubblica lo strumento di garanzia e poi potrà operare con specifiche consulenze; questo per esempio lo abbiamo previsto anche per i minori, un’area su cui la Regione Marche intende continuare ad investire molto.
Con un emendamento, come dicevo poc’anzi, chiedo di integrare la definizione dell’autorità con la definizione di ombudsman. E’ una parola straniera ed io non amo inserire termini stranieri nella legislazione regionale, ma questo ha una valenza specifica in quanto è il termine riconosciuto a livello internazionale proprio per definire la difesa civica in senso generale, inoltre nelle esperienze di altri Paesi europei va anche un po’ oltre a quella che è la figura del difensore civico così come l’abbiamo conosciuta in questi anni. Quindi questo richiamo da una parte lo facciamo per avere un riferimento storico, giuridico e di giurisprudenza al concetto di difesa civica in senso ampio, dall’altra per dare l’idea che è un’azione che intendiamo svolgere a 360 gradi.
La proposta di legge si compone di quattro Capi. Il primo, principi generali, afferma come vengono affidate all’Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini le funzioni attualmente svolte dal Difensore civico, dall’Ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza e dall’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti, inoltre ogni altra funzione che verrà ad essa attribuita dalla legislazione regionale, nazionale o comunitaria.
All’Autorità di garanzia viene ovviamente garantita, così come prevede il nostro Statuto, autonomia e indipendenza. Si avvale della struttura organizzativa che con l’avvio del percorso di razionalizzazione abbiamo già previsto con la legge n. 3/08, legge che ha messo a lavorare insieme i servizi dei vari uffici, compresi quelli che sono a disposizione della Commissione pari opportunità e del Corecom.
Si prevede, come ho già detto, che l’Autorità possa avvalersi di competenze specifiche in quanto è evidente che una sola persona non può avere una competenza a 360 gradi in tutti i settori. Pertanto in questa prima fase della tutela per i diritti dei bambini abbiamo previsto la possibilità che l’Autorità possa avvalersi di una competenza ad hoc.
Il Capo I continua con le modalità di elezione che rimangono quelle di un’ampia garanzia, prevede cioè per le prime tre votazioni la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea legislativa regionale.
Si mantengono inalterate le incompatibilità e le ineleggibilità previste sia per il Difensore civico che per il Garante dei minori, c’è dunque una ineleggibilità per tutte le cariche politico-istituzionali e di rappresentanza delle categorie ed una incompatibilità assoluta con ogni altra attività di lavoro autonomo subordinato. Anche su questo, a garanzia di un’assoluta indipendenza, ho presentato due emendamenti che rafforzano il regime di incompatibilità e di ineleggibilità
Viene previsto che l’Autorità di garanzia, nelle modalità che regolamenteremo con il Regolamento interno, deve riferire annualmente all’Assemblea legislativa regionale.
I Capi II, III e IV prevedono soprattutto la ridefinizione dei compiti degli uffici che fanno capo all’Autorità stessa, mi riferisco al Difensore civico con le funzioni che ha svolto fino ad oggi.
In Commissione abbiamo operato una rivisitazione della figura del Garante dei minori, anche qui facendo una scelta molto specifica di rafforzamento del ruolo di tutela del Garante. Dalla Commissione è stata valutata positivamente la pregevole attività svolta dal Garante dei minori in questo suo primo mandato.
A conclusione di questa esperienza abbiamo di fatto stralciato tutta l’attività di promozione e di gestione ordinaria di politica a favore dell’infanzia, in quanto riteniamo che questa parte debba essere inserita pienamente nell’attività svolta dagli ambiti sociali, dai Comuni, pertanto un’attività che deve inserita nell’ambito del Piano sociale e nell’attività ordinaria delle pubbliche amministrazioni.
Al Garante dei minori, invece, abbiamo incrementato il ruolo di difesa dei diritti dei bambini e soprattutto di vigilanza nei confronti delle amministrazioni locali. C’è quindi un concetto meno di gestione e più di attenzione alla legalità in senso generale.
Il Capo IV prevede le competenze dell’ufficio di Garante dei diritti dei detenuti. Questo in continuità e soprattutto in collegamento con l’attività che l’Assessore Amagliani sta svolgendo con grande sollecitudine su questo settore. Pertanto anche l’Assemblea legislativa regionale potrà avere un’interlocuzione che sarà utile per una migliore collaborazione fra la Giunta e la stessa Assemblea legislativa.
Nelle norme transitorie prevediamo che la funzione di Autorità di garanzia in questa prima fase e fino alla fine della legislatura venga svolta dall’attuale Difensore civico, che riteniamo pienamente legittimato a continuare il suo lavoro e che per poter esplicare al meglio questa nuova figura lo farà avvalendosi di alcune collaborazioni. Successivamente sarà l’Assemblea legislativa regionale che definirà modalità diverse di lavoro.
Propongo all’Assemblea legislativa regionale di approvare questa proposta di legge anche con gli emendamenti, che se sarà necessario illustrerò nel dettaglio durante la votazione.
Ciò nella convinzione che vogliamo continuare un’azione di razionalizzazione intelligente e quindi di utilizzo delle risorse migliori. Come Assemblea legislativa regionale vogliamo attivare quante più sinergie possiamo - pensiamo ad esempio alla collaborazione già attivata da questi istituti di garanzia con il Corecom - con la Giunta regionale e con i diversi Assessorati che hanno competenze in queste materie. E lo vogliamo fare soprattutto con il mondo esterno, con il mondo delle istituzioni pubbliche proprio perché vogliamo continuare a perseguire una politica rivolta, da una parte a rafforzare la possibilità dei cittadini di partecipare alle decisioni della cosa pubblica e a pretendere il rispetto dei propri diritti e degli interessi legittimi, dall’altra rivolta a portare tutta questa grande area di attività ad una maggiore unità e coerenza anche amministrativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Aggiungerò poche riflessioni a quelle ben descritte dalla relatrice di maggioranza ed anche perché in Commissione il testo è stato votato all’unanimità da tutti i Consiglieri. Quindi abbiamo condiviso, dopo un lavoro molto approfondito, le diverse impostazioni riportate negli articoli. Condivido, inoltre, anche gli emendamenti che sono stati presentati, pertanto, dicevo, aggiungerò solo alcune riflessioni.
La prima è che ci troviamo in un momento particolare dove il cittadino chiede trasparenza e partecipazione, o meglio, da una parte vuole la possibilità di capire e dall’altra l’esigenza di tutela di fronte alla macchina della governance regionale.
Su questo rispondiamo con un’articolazione di garanzia e di tutela che mi pare all’altezza della situazione. Si è creato un criterio divisionale, cioè il Garante complessivo ha sotto di sé tre divisioni, quella della difesa civica, quella dei minori e quella dei detenuti.
In qualche modo si sottolinea che la garanzia si rivolge a due casi, da un lato c’è l’eccezionalità, cioè quando c’è la disfunzione, la patologia o l’atto che non è né efficace né efficiente, dall’altro la normalità, cioè quando c’è da sottolineare aspetti che devono migliorare nella gestione della cosa pubblica.
Quindi attraverso questa figura diamo la garanzia sia nel momento della disfunzione e della patologia che in quello della normalità.
C’è un’attenzione particolare nei confronti dei soggetti ritenuti più deboli, intendiamo i minori o una parte dei detenuti, ma in Commissione abbiamo anche detto che è una garanzia erga omnes in quanto, avendo sottolineato la tutela dei diritti nei confronti dell’esplicazione dei servizi regionali e del lavoro degli uffici, può riguardare anche i soggetti diversamente abili, gli anziani o altre forme di emarginazione.
E’ giusto, inoltre, che queste figure abbiano un po’ anche il diritto-dovere di segnalare quelle disfunzioni che si avvertono nella gestione di altre amministrazioni, e questo aspetto innovativo che abbiamo inserito è secondo me molto positivo.
Vorrei concludere dicendo un’ultima cosa. Nell’articolato c’è un requisito che non abbiamo messo, ma che riguarda la nostra dignità di rappresentanti delle Istituzioni e, colleghi, se permettete, riguarda anche la nostra nobile funzione di legislatori di questa Regione. Cioè questa figura potrà esplicare al massimo la sua funzione con dignità, con obiettività, con saggezza, con vera garanzia nei confronti dei cittadini, sia che siano colpiti o no da un atto, solo se con questa individuazione la politica farà un passo indietro. Voglio dire che quando nomineremo queste persone dovremo fare appello ai requisiti culturali, alla sensibilità sociale, all’attenzione nei confronti di questo territorio, quindi dovranno essere persone di assoluta garanzia. Che cosa significa questo? Certo, non andremo a parlar male di uno che ha un’idea politica, non mi importa questo, il problema è che per la sua esperienza possa essere qualcuno in grado di garantire i cittadini marchigiani con una funzione di assoluta trasparenza, obiettività ed equidistanza.
Questo negli articoli non lo abbiamo scritto, però ci dobbiamo guardare in faccia e dire che se vogliamo dare credibilità a questa istituzione ci riusciremo soltanto se al momento della nomina – e bene è stato fatto ad inserire questa figura sotto l’organizzazione dell’Assemblea legislativa regionale, quindi sottraendola alla Giunta, ed è stato fatto non per un motivo di guerra istituzionale, ma solo per un motivo di opportunità e di rappresentanza complessiva del cittadino del territorio - faremo appello a tutta la nostra saggezza e a tutta la nostra prudenza per scegliere la persona che meglio potrà garantire il contesto a cui ci rivolgiamo.
Ritengo il lavoro svolto in Commissione particolarmente completo, salvo aggiustamenti con emendamenti e subemendamenti che i colleghi vorranno proporre, quindi è un momento di sintesi molto alto che dà una riposta ad una esigenza forte della società marchigiana.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Non voglio turbare questo idillio trasversale, voglio dire però che i Comunisti Italiani sono contrari ad un’impostazione di questo tipo.
Avevamo chiesto sia all’Assessore che alla relatrice di rivedere questa proposta di legge in quanto secondo la nostra analisi è negativa, rappresenta un passo indietro, si iscrive nella logica della semplificazione e della razionalizzazione e in questo contesto si inseriscono anche le forme di garanzia verso i minori. E’ una proposta di legge in controtendenza rispetto a tutti gli indicatori nazionali e internazionali, in primo luogo dell’Unione europea ma anche dell’Unesco, organismo delle Nazioni Unite, che vedono nella tutela dei minori e dell’infanzia la necessità di prevedere forme di garanzia.
Però questa visione semplificatrice e falsamente di risparmio in realtà costerà di più e sarà meno efficiente, perché all’articolo 2, comma 3 si dice che saranno necessarie delle consulenze o delle collaborazioni, è ovvio che questa figura di garanzia unica non potrà seguire tutto ciò che riguarda la tutela del detenuto sino alla tutela dei minori.
Quindi, se abbiamo ancora un attimo di tempo, vi chiediamo di lasciare aperto uno spiraglio, di non approvare oggi la legge e di rinviarla in Commissione.
Vi chiediamo di stralciare da questa legge omnicomprensiva l’istituto del Garante dei minori. Questa proposta è sbagliata in quanto siamo in un fase dove i fenomeni degenerativi, presenti nella società e di conseguenza anche in molte famiglie che non sono impermeabili, nessuno di noi è impermeabile, meritano e richiedono un’attenzione maggiore e certamente non marginale verso le forme di garanzia e di tutela dei minori.
Queste forme di garanzia ai minori non possono, Consigliere e Consiglieri, essere relegate al soggettivismo dell’Autorità, che può o non può attivare, a seconda delle necessità, delle consulenze o delle collaborazioni.
Quindi, se la legge sarà interloquita e ridiscussa in Commissione credo che l’Assemblea legislativa regionale assolverà ad un grande ruolo, se invece vuole andare avanti annuncio il voto contrario.

PRESIDENTE. Per il rispetto dell’alternanza doveva prendere la parola il Consigliere Pistarelli che però in questo momento non vedo in Aula, quindi nel frattempo do la parola alla Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Ho ascoltato con attenzione le relazioni della Consigliera Benatti, relatrice di maggioranza e Vice Presidente di questa Assemblea, del Consigliere Massi e del Consigliere Procaccini. So bene che quello che affrontiamo questa mattina è un passaggio abbastanza impegnativo, un passaggio che riforma una legge che come Consiglio regionale ci eravamo dati soltanto pochissimi anni fa e che in questa materia ci collocava tra le Regioni più avanzate d’Italia essendo una delle poche che si dotava di un Garante per l’infanzia.
Io vivo questo passaggio di oggi non come una decurtazione della nostra Assemblea legislativa regionale in quanto credo che con questo passaggio, sia pure non indolore e abbastanza discusso e dove anche i rilievi critici fatti dal Consigliere Procaccini debbano essere tenuti nella giusta considerazione, ci impegniamo come Regione di dotarci di un’Autorità di garanzia che darà sicuramente prestigio, esperienza e competenza a questi delicatissimi settori sempre più all’attenzione della cittadinanza, una figura cioè che possa sostenere i cittadini, che li tuteli, li accompagni in quel complesso percorso che a volte vediamo nel rapporto cittadini-pubblica amministrazione.
L’infanzia ha sicuramente bisogno di maggiori attenzioni e di politiche più adeguate. La nostra è una regione che nelle politiche sociali penso abbia due polarità, da una parte vediamo aumentare il numero degli anziani in maniera anche consistente, ma poi abbiamo un tasso di natalità molto basso.
Quindi le politiche sociali della nostra Regione dovranno sicuramente farsi carico di queste questioni, dobbiamo prepararci a gestire politiche sociali che affrontino queste due polarità e dobbiamo dotarci di strumenti di politiche adeguate per poter dare risposte a queste due forti esigenze.
La figura del Garante in questi anni ha lavorato dignitosamente, dobbiamo sicuramente ringraziare chi ha svolto questo ruolo ed oggi dobbiamo con serenità affrontare questo passo.
Ripeto, non vivo come una diminuzione il fatto di volersi dotare di una figura forte che si occupi di queste materie e che si doterà anche degli strumenti necessari, pertanto dobbiamo essere sereni.
Vorrei invitare il Consigliere Procaccini di ritirare la proposta di rinvio in Commissione e nel caso esistessero bisogni di migliorare il percorso della legge la stessa Commissione qui presente potrebbe anche correggere in seduta stante e raccogliere quindi, come abbiamo fatto anche in altre occasioni, gli eventuali suggerimenti che arriveranno dall’Assemblea legislativa. Dunque credo che il contesto nel quale abbiamo lavorato, quello che vede maggioranza e minoranza condividere questo percorso, potrà portare in questa sede le aggiustature necessarie.
Vorrei che la nostra Regione – oggi è assente l’Assessore alle politiche sociali, ma ci torneremo anche nella prossima seduta quando discuteremo del Piano sociale – si attrezzi meglio, in particolare l’Esecutivo, affinché si doti di un servizio che possa occuparsi complessivamente dell’infanzia. Nelle le politiche sociali abbiamo alcuni funzionari che si occupano del servizio all’infanzia soltanto per che riguarda gli asili-nido e nell’Assessorato all’istruzione abbiamo altre competenze. Invece credo sia giunto il momento che più che avere una figura solo di garante che tuteli i bambini spesso o soltanto nelle situazioni problematiche, l’Esecutivo dovrebbe dotarsi di quegli strumenti per poter affrontare nella loro compiutezza e anche nella loro trasversalità le politiche che riguardano l’infanzia. Politiche che non possono essere confinate dentro degli ambiti, in quanto parlare di infanzia significa parlare di famiglie, significa parlare di lavoro degli uomini e delle donne, di come sono fatte le nostre città, di come vengono tutelate e protette le aree verdi, significa parlare di quali condizioni riserviamo complessivamente all’infanzia nella nostra regione.
E’ per questa ragione che mi sento di dire che tale passaggio non impoverisce la Regione Marche dal punto di vista delle opportunità date all’infanzia, ma contemporaneamente dobbiamo assumere la problematicità e le questioni che davvero interessano i giovani e le famiglie della nostra regione e quindi facendone occasione di una discussione più generale su che cosa significa davvero parlare di infanzia in un mondo come quello di oggi e in una regione come quella di oggi.
Ribadisco che parlare di infanzia significa parlare delle politiche complessive, delle politiche di sviluppo, dei servizi alle famiglie, di come si fa scuola, di come costruiamo le nostre città, di come tuteliamo l’ambiente. Questo è un modo serio di ragionare su una questione interessante e per la quale servono politiche adeguate.
Quindi chiedo di votare con serenità questa legge sapendo che gli impegni che riguardano l’infanzia hanno quello spettro più ampio di cui ora ho fatto riferimento.
Termino rivolgendomi di nuovo al Presidente del gruppo dei Comunisti Italiani chiedendogli di non esprimere una contrarietà perché se esistono delle richieste per migliorare il testo legislativo possiamo farlo qui in Aula, la Commissione potrebbe anche riunirsi, lo chiedo in quanto penso sia da evitare il percorso di un rinvio e di un ritorno in Aula.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi considero chiusa la discussione e metto in votazione la richiesta di rinvio in Commissione del Consigliere Procaccini che prima, però, ha chiesto la parola.

Cesare PROCACCINI. Sono rispettoso della volontà dell’Assemblea legislativa regionale, ci mancherebbe altro, ma mi pare che l’Aula voglia approvare questa importante legge in maniera troppo distratta e rapida, quindi chiedo la possibilità di ragionare per stralciare nelle forme possibile l’istituto del Garante per l’infanzia rivedendo anche tutto l’appannaggio, ecc.. Secondo me è un errore mettere il Garante dell’infanzia nella stessa figura e nelle stesse mani del Garante dei detenuti, del Difensore civico o del Corecom.
Pertanto chiedo un atto di ascolto, ma è chiaro che l’Assemblea legislativa regionale è sovrana e quindi ne prenderò atto con serenità.

PRESIDENTE. Consigliere Procaccini, ritira l’istanza?

Cesare PROCACCINI. No, non la ritiro, ma se non c’è la volontà neanche dovremmo votarla in quanto i rapporti di forza sono evidenti, il problema non è che dobbiamo perdere 39 a 1, non è questo!

PRESIDENTE. In ogni caso devo sapere se lei formalizza la richiesta di rinvio oppure no.

Cesare PROCACCINI. Sì, la formalizzo, la mia richiesta di rinvio è per cambiare la legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Prima di votare la proposta di rinvio del Consigliere Procaccini penso sia utile completare la discussione generale, pertanto vorrei fare due considerazioni.
Questa proposta, come mi è sembrato di cogliere anche dalle firme dei componenti, è nata da una volontà unitaria, però in Aula mi sembra che le posizioni siano più articolate quindi sarà l’Aula stessa che deciderà sul da farsi.
Nata in questo senso la proposta tende ad una più organica impostazione della questione dei diritti di legalità, di trasparenza, di garanzia, ma in effetti penso ci siano alcune perplessità sulla impostazione come scaturito alla fine dei lavori della Commissione. Perplessità dovute non tanto ai profili indicati dal Consigliere Procaccini, quanto al fatto che nella intelaiatura si è inserita tutta una serie di materie eterogenee, si pensi ad esempio ai diritti dei detenuti rispetto ad altre materie.
Sui diritti dei detenuti in Commissione la discussione è stata ampia, in più di un’occasione anche la nostra Consigliera Romagnoli, Vicepresidente della I Commissione, aveva fatto presente che sulla questione specifica ci potrebbe essere una sovrapposizione di ruoli, cioè una duplicazione di figure. Infatti nel nostro impianto normativo generale vi è già la figura del magistrato di sorveglianza che serve per verificare le dinamiche relative allo stato di detenzione. Quindi inserire anche in questa materia un’ulteriore figura, cioè quella del Garante dei diritti dei detenuti, potrebbe creare più che vantaggi delle disfunzioni. Questo perché si sovrapporrebbero due figure destinate alla stessa funzione, una quella relativa alla normativa generale, l’altra quella che introduciamo con legge regionale.
Questo è l’aspetto che ci rende non completamente soddisfatti su un impianto che però, ripeto, partiva da una considerazione da tutti accettata, partiva cioè da una razionalizzazione, da una semplificazione, da una più organica trattazione delle materie relative alle garanzie, ai diritti, alla legalità, alla trasparenza, quindi a tutte quelle autorità di garanzia che fanno parte della nostra impalcatura istituzionale regionale.
Per essere ancora più espliciti, riteniamo che l’impianto sia valido nella sua razionalizzazione e semplificazione, però ci lascia perplessi questa eterogeneità di figure che vanno dall’adolescente all’adulto o al detenuto, figure che non so se riusciranno nell’opera di semplificazione e razionalizzazione. Soprattutto per questo ultimo aspetto, cioè il detenuto, nell’ordinamento generale c’è già la figura specifica di magistrato di sorveglianza che si occupa specificamente ed esclusivamente proprio dell’aspetto della garanzia dei diritti e del rispetto dei doveri di coloro che, detenuti in forza di giudicato o di provvedimento dall’autorità giudiziaria, hanno uno status preciso garantito, appunto, da tutta una serie di norme.
Questa è la nostra perplessità sull’impianto della legge, poi sarà l’Aula che verificherà se ci sarà bisogno di un ulteriore approfondimento o di un ulteriore passaggio istruttorio prima della votazione finale.
Mi fermo qui dando a tutti la possibilità di esprimere la loro opinione sulla proposta di approfondimento richiesta dal Consigliere Procaccini.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Comprendo i rilievi sollevati sia dal Consigliere Procaccini che dal Consigliere Pistarelli, quindi a loro vorrei dire questo. E’ evidente che tutte le opinioni sempre legittime in politica su questa materia lo sono ancora di più, questo perché oggi abbiamo una proposta di legge che io definisco innovativa, non ce ne sono altre in Italia, mentre, Consigliere Pistarelli, ce ne sono altre che riguardano i diritti dei detenuti. Quindi vedremo nel corso d’opera se ci saranno sovrapposizioni ed eventualmente con l’esperienza potremo correggere la legge. In ogni caso il Garante dei diritti dei detenuti è presente in Campania, in Emilia Romagna, in Lazio, in Puglia, in Toscana e in Umbria, pertanto ci sono altre esperienze, per cui possiamo serenamente andare alla definizione di questo nuovo ufficio salvo, ripeto, fare delle correzioni in corso d’opera che saranno assolutamente legittime.
Sulla proposta del collega Procaccini invito l’Assemblea legislativa a fare una riflessione. Noi siamo abituati a lavorare per Commissioni e la prima Commissione sta discutendo di questo argomento per via formale ed informale da più di un anno, cioè da quando l’Assessore Amagliani ha posto questo problema. Quindi stralciare adesso il Garante vorrebbe dire rendere nulla la legge, allora a questo punto la ritirerei in quanto non avrebbe senso una legge per due istituti di garanzia.
Pertanto dovremmo accedere all’ipotesi di sperimentare questa nuova formula con una figura politica forte e con degli uffici attrezzati, e su questo sottolineo che la struttura attuale non è adeguata. Tra l’altro anche riguardo al personale dovremmo fare una riflessione su come l’Assemblea legislativa regionale si dovrà attrezzare con questi nuovi istituti (Cal, Crel e questa nuova Autorità) perché se scegliamo la via della partecipazione e della tutela dei diritti dobbiamo anche essere conseguenti, dobbiamo cioè dare strumenti adeguati a tutte questi uffici. Su questo argomento voglio aprire solo una parentesi, ma credo che la questione del personale dell’Assemblea legislativa regionale sia ormai ineludibile e quindi dobbiamo affrontarla.
Dunque è sicuramente centro che questa Autorità debba avere tutti gli strumenti idonei per poter lavorare al meglio, altrimenti avremo ancora una volta creato un’aspettativa che come effetto avrebbe da parte dei cittadini non la soddisfazione di un diritto, ma solo una delusione.
Questa secondo me è la vera frontiera della nostra volontà di realizzare queste cose.
Rimango del parere che aggiungere un garante all’anno rischia di annullare la questione della difesa civica e delle garanzie, perché più Garanti ci saranno e meno saranno visibili. Ad esempio, la settimana scorsa la Regione Calabria ha approvato il Garante della sanità, oppure, Consigliere Procaccini, la passata legislatura in sede di approvazione della legge sul lavoro abbiamo soprasseduto al Garante dei disabili.
Quindi ci sono una serie di funzioni che oggi possiamo inserire e dare in capo all’Autorità, se invece proseguiamo nella strada del Garante dovremmo anche metterci un taglio, e allora dico perché sì i detenuti e magari non i disabili oppure perché sì ai minori e non ai contribuenti?!
Con questa figura che si presta ad avere delle articolazioni diamo in qualche modo una possibilità di sviluppo in base alla domanda e non secondo la struttura. Ci sarà più bisogno di investire sui minori? Bene, lo faremo perché l’abbiamo fatto fino adesso. Ci sarà bisogno di fare uno sforzo maggiore sulla tutela dei contribuenti, per i prezzi, ecc.? Diremo all’Autorità di investire e magari troveremo anche una collaborazione che possa aiutare questo ufficio.
Comunque, ripeto, tutte le tesi sono attendibili, ma ribadisco che la Commissione ha lavorato e pertanto ritengo inutile il rinvio. Quindi che l’Aula si esprima se vuole stralciarlo e dunque dare mandato per questo alla Commissione, ma a quel punto, come ho già detto, riterrei inutile la legge perché o andiamo verso una direzione oppure rimaniamo con quello che c’è, che non metto in discussione sia assolutamente legittimo.
Però vorrei anche sottolineare che nella mia relazione ho parlato poco di razionalizzazione proprio perché questa legge non nasce per risparmiare, ma nasce per allargare i diritti della tutela a quanti più soggetti possibili e quindi vuole svolgere un’azione a 360 gradi.
E’ una strada innovativa e forse anche rischiosa, ma credo che la questione della partecipazione non la possiamo più trattare come facevamo negli anni ottanta dove con consulte o comitati risolvevamo tutto. Abbiamo visto, infatti, che consulte e comitati ormai non servono più, quindi dobbiamo pur sperimentare altre strade per vedere quale sarà la strada migliore – nella vita non c’è niente di definitivo - e magari l’Assemblea legislativa regionale tirerà le conclusioni fra uno o due anni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio in Commissione del Consigliere Procaccini.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Passiamo alla discussione e votazione degli articoli e degli emendamenti.
Sull’emendamento n. 1 e l’emendamento n. 2 faremo un’unica votazione in quanto il testo è identico.

Emendamento n. 1 della Consigliera Benatti:
Nella nuova titolazione dopo la parola “bambini” aggiungere “- Ombudsman regionale”
.
Articolo 1.
Emendamento n. 2 della Consigliera Benatti:
Al comma 1 aggiungere dopo la parola “bambini” le parole: “Ombudsman regionale”.
Li pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 2 bis della I Commissione:
Alla fine del comma 1 aggiungere le seguenti parole: “e dei requisiti idonei”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 3 della Consigliera Benatti:
Dopo il comma 1 inserire il seguente:
“1 bis. Sono altresì in eleggibili ad Autorità i candidati alla carica di membro del Parlamento nazionale ed europeo, Presidente della Regione, Presidente della Provincia, Sindaco, Consigliere regionale, provinciale, comunale.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4 della Consigliera Benatti:
Dopo il comma 2 inserire il seguente comma:
“2 bis. E’ comunque incompatibile con la carica di Autorità chiunque, successivamente all’elezione, venga a trovarsi in una delle condizioni di ineleggibilità previste ai commi 1 e 1 bis.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 5 della Consigliera Benatti:
Al comma 3 aggiungere dopo la parola “acquisizione” le parole: “dei documenti”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 5 bis della I Commissione:
“Alla lettera h) del comma 2 inserire dopo la parola “straniero” e prima delle parole “non accompagnato” la parola “anche”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11.
Emendamento n. 5 ter della I Commissione:
Aggiungere la lettera e) con la dicitura: “segnala alle Autorità competenti la violazione di diritti e danni dei minori”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’articolo 13 ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo è un articolo che non ci ha convinti quindi la nostra posizione sarà di astensione. Esso rende ulteriormente eterogeneo, lo diceva anche il Consigliere Procaccini, infatti le problematiche dell’adolescenza, dell’adulto o i diritti più in generale del cittadino tutelato, certamente sono questioni assolutamente diverse da affrontare con le Autorità di garanzia, sono problematiche che molto spesso non possono essere allineate e affrontate alla stessa maniera.
In questo caso specifico è ulteriormente marcata la difficoltà di vedere omogeneizzate certe funzioni. Quindi a questo articolo daremo un voto contrario e questo sarà il significato del senso della nostra posizione in Aula.

PRESIDENTE. Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18 bis (dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 254. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei chiedere se è possibile anticipare le nomine in quanto serve il numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sulla proposta di atto amministrativo n. 96 riguardante l'individuazione delle aree del demanio utilizzabile ai fini della pesca scientifica e acquacoltura, non credo ci sia una grossa discussione in quanto è stata approvata unanimemente anche dalla Commissione.
Quindi chiedo di rispettare l'ordine del giorno passando alla votazione anche dell’ultimo atto. Anche perché poi potrebbe non esserci il numero legale, mentre qui c'è la necessità di approvare questo piano che oltretutto è condiviso sia dalle forze politiche che dagli operatori.

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, rinuncia alla sua richiesta di anticipo delle nomine?

Roberto GIANNOTTI. Sì.


Proposta di atto amministrativo n. 96
della Giunta regionale
“Legge regionale 13 maggio 2004, n. 11, articolo 4 – Individuazione dei criteri e delle zone di mare territoriale e delle altre aree del demanio marittimo che possono essere utilizzate ai fini di pesca scientifica e acquacoltura”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 96 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

(discussione in Aula per l’assenza del relatore di minoranza)

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Scusate, Consiglieri, per cortesia, è stata data la parola al relatore di maggioranza Consigliere Binci, quindi anche in assenza del relatore di minoranza si può proseguire. Prego Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa proposta di atto amministrativo individua i criteri delle zone del demanio territoriale e delle altre aree del demanio marittimo che possono essere utilizzate ai fini di pesca scientifica e acquacoltura ai sensi della legge regionale n. 11 del 2004 che norma in materia di pesca marittima e acquacoltura.
Il positivo bilancio dei primi due anni di vigenza del piano ha confermato la bontà della scelta fatta a suo tempo e il nostro piano è citato ad esempio a livello nazionale, pertanto si prosegue nella stessa logica.
Prosegue lo scopo di favorire una gestione razionale e integrata dalla fascia costiera attraverso l'individuazione di apposite e specifiche superfici destinate allo sviluppo della maricoltura, quindi una sorta di piano regolatore del mare.
La collocazione di concessioni demaniali per l'attività di acquacoltura in zone ben delimitate sicuramente incontra i seguenti vantaggi: una chiara demarcazione tra le aree destinate alla pesca e all'acquacoltura, una gestione razionale degli spazi e minor intralcio alla navigazione, la creazione di aree interdette alla pesca e quindi favorenti il ripopolamento ittico, l'ottimizzazione dei controlli sanitari sulle acque e sul prodotto.
I principali requisiti delle zone destinate alla maricoltura sono i seguenti: devono essere situate oltre le due miglia dalla linea di costa generalmente identificata come limite per la pesca delle vongole, molluschi in genere; deve rientrare con il limite esterno entro la fascia delle tre miglia; deve avere una distanza da barriere artificiali sommerse con una profondità minima del fondale pari a metri 12 su tutta l’area.
Le principali differenze rispetto al piano precedente consistono: nella riduzione delle zone sia in numero che in superficie complessiva disponibile; nell’eliminazione del corridoio intermedio di pesca tra la fascia interna ed esterna e con recupero di superficie utile.
Per quanto concerne il numero si passa da un totale di 15 zone (5 per ogni Compartimento marittimo) a 9 zone, così distribuite: 4 nel compartimento di Pesaro, 2 in quello di Ancona e 3 in quello di San Benedetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. In Commissione abbiamo valutato questa proposta di atto amministrativo, abbiamo ascoltato anche le categorie interessate, quindi era sicuramente necessario intervenire per fare un po' più di chiarezza su questo settore.
A mio avviso al di là dell'atto amministrativo fine a se stesso credo sia necessario in questo momento di crisi della pesca focalizzare l'attenzione anche sulle alternative per coloro, appunto, che si occupano di pesca.
Dunque questa sicuramente è una valida iniziativa che però non può essere abbandonata a se stessa, infatti la rottamazione che sta avvenendo dei pescherecci insieme all'alto prezzo del costo del gasolio fanno sì che in molte realtà alcune marinerie tradizionali stanno scomparendo.
E' necessaria una riconversione e da questo punto di vista bisogna necessariamente puntare su qualcosa di alternativo e questa può essere una delle varie alternative anche per questioni abbastanza logiche. Infatti molto spesso queste aree non si trovano molto distanti dalla costa e quindi anche il consumo del gasolio è limitato rispetto alla pesca tradizionale.
Pertanto bisognerà che la Regione si impegni non solo nell'individuare delle zone, ma anche per trovare agevolazioni per un settore in forti difficoltà.
Come è stato già detto all'interno della Commissione c'è stata un’unanimità quindi il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta e se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 96. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Nomine:
Cooperativa Artigiana di Garanzia “Confartigianato Fidi Pesaro e Urbino” di Pesaro, due componenti del Consiglio di Amministrazione (statuto ente, articolo 29)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di due componenti nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di ganrazia “Confartigianato Fidi Pesaro e Urbino” di Pesaro. Il voto di ciascun Consigliere è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede bianche n. 3, schede nulle n. 1, schede valide n. 24.
Hanno ricevuto voti: Piattella Vincenzo n. 1, Secondini Valentina n. 11, Falasconi Adriano n. 12.
Ricordo che l'Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletti come componenti del Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia “Confartigianato Fidi Pesaro e Urbino” di Pesaro i Signori Falasconi Adriano e Secondini Valentina.


Cooperativa Artigiana di Garanzia “Metaurense” di Fano, due componenti del Consiglio di Amministrazione (statuto ente, articolo 35)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di due componenti nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana “Metaurense” di Fano. Il voto di ciascun Consigliere è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 25, schede bianche n. 4, schede valide n. 21.
Hanno ricevuto voti: Pierotti Giuseppe n. 1, Piattella Vincenzo n. 2, Amone Francesco n. 7, Morelli Virginio n. 11.
Ricordo che l'Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletti come componenti del Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana “Metaurense” di Fano i Signori Morelli Virginio e Amone Francesco.


Cooperativa Artigiana di Garanzia “Mario Pierucci” di Macerata, due componenti del Consiglio di Amministrazione (statuto ente, articolo 36)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di due componenti nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia “Mario Pierucci” di Macerata. Il voto di ciascun Consigliere è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 26, schede bianche n. 5, schede nulle n. 1, schede valide n. 21.
Hanno ricevuto voti: Piattella Vincenzo n. 1, Maccioni Alessandro n. 12, Costantini Daniele n. 8.
Ricordo che l'Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletti come componenti del Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia “Mario Pierucci” di Macerata i Signori Maccioni Alessandro e Costantini Daniele.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,35