Resoconto seduta n.114 del 23/09/2008
SEDUTA N. 114 DEL 23 SETTEMBRE 2008


La seduta inizia alle ore 10,15


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 113 del 16 settembre 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 262, in data 18 settembre 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Norme in materia di reti e impianti per le acque meteoriche di dilavamento", assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 263, in data 18 settembre 2008, ad iniziativa della Giunta regionale concernente: "Sanzioni in materia di trasporto pubblico locale", assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmessole seguenti deliberazioni:
in data 8 settembre:
- n. 1142: "Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 39.485,22";
- n. 1143: "Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 93.000,00";
- n. 1144: "Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 50.000,00";
- n. 1145: "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 10.000,00";
- n. 1146: "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 - Importo € 15.000,00";
- n. 1147: "Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. 20/2007- ¬Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dello stato dei fondi d.p.c.m. ambiente per l'anno 2008 - Importo € 3.327.785,09";
- n. 1148: "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 - € 79.000,00. Revoca della d.g.r. n. 1062/2008";
in data 15 settembre:
- n. 1188: "Art. 20 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell'elenco n. 3 " Spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2008 - € 662.000,00";
- n. 1190: "Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 140.965,00";
- n. 1191: "Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 6.000,00 - modifica al Poa 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007";
- n. 1192: "Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. 20/2007. ¬Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dello stato e della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Importo € 3.011.565,60 - modifica al Poa 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007";
- n. 1193: "Art. 22, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva di cassa per l'integrazione dello stanziamento di cassa ai capitoli di spesa del bilancio 2008 - Importo € 931,36 - modifica al Poa 2008 approvato con d.g.r. 1588/2007".
Ha chiesto congedo il Presidente Spacca.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Chiedo che venga inserita al primo punto dell’ordine del giorno la proposta di legge n. 113, concernente: “Modifica della legge regionale 19 dicembre 2001, n. 35 ‘Provvedimenti tributari in materia di addizionale regionale Irpef, di tasse automobilistiche e di imposta regionale sulle attività produttive”, iscritta al punto 46) dell’ordine del giorno della seduta odierna a norma dell’articolo 67 del Regolamento interno, che è una facoltà dei singoli Consiglieri.
Su questo atto vorrei che ci fosse una riflessione da parte dell’Assemblea legislativa regionale in quanto risale al 2006, quindi un atto datato ma che affronta un problema attualissimo.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, quindi lei non sta facendo una proposta di iscrizione perché è già iscritta...

Roberto GIANNOTTI. Certo, sto chiedendo di trattarla al primo punto dell’ordine del giorno, però vorrei motivare il perché di tale richiesta.

PRESIDENTE. Prego.

Roberto GIANNOTTI. Esiste in questa Assemblea legislativa regionale un problema politico legato all’incapacità dell’Esecutivo di affrontare le proposte legislative delle opposizioni.
Purtroppo devo rilevare con disappunto che a tre quarti di legislatura la Giunta regionale, forse troppo impegnata nella ridefinizione di equilibri politici, non è in grado di rispondere alle proposte di contenuto formulate dall’opposizione. Questo è un problema istituzionale in quanto riguarda il rispetto delle linee democratiche.
Ci sono decine e decine di proposte di legge, anche significative, verso la famiglia, la sanità…

PRESIDENTE. Consigliere, va bene, però ciò che sta dicendo non riguarda più la sua richiesta, quindi ora l’Assemblea legislativa regionale dovrà essere chiamata a votare.

Roberto GIANNOTTI. Però voglio dire che c’è bisogno di un atto politico di cui lei può anche farsi carico, cioè la calendarizzazione delle proposte di legge formulate dalle opposizioni.


PRESIDENTE. Lo abbiamo capito, Consigliere, prego si accomodi. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Mi sembra che il rispetto del lavoro dell’opposizione sia stato quasi sempre riconosciuto. Comunque, venendo a questa proposta, Consigliere Giannotti, siccome questo atto che chiede di anticipare non lo conosco e quindi non lo abbiamo approfondito, potremmo magari essere d’accordo per la prossima seduta assembleare, in modo che durante la settimana avremo modo di dargli un’occhiata.
Lei chiede una cosa che va anche nella direzione di tener conto del lavoro dell’opposizione, va bene, però, ripeto, la proposta di legge che lei chiede di anticipare io personalmente non l’ho vista, avrei bisogno di guardarla, come penso anche altri Consiglieri, quindi potremo trattarla nella prossima seduta assembleare.
Fra l’altro mi suggeriscono che questa proposta di legge deve andare in Commissione in quanto è cambiato il relatore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Per la Regione questa legislatura è stata la peggiore dal punto di vista della programmazione dei lavori e della proposta che dall’Assemblea legislativa regionale è venuta in favore della Giunta, ma non solo, anche in favore della soluzione dei problemi dei marchigiani.
D’ora in poi su questo strumento batteremo in continuazione proprio perché ci sono moltissime proposte che oggi sono diventate la soluzione dei tanti problemi emergenziali presenti in questa regione e che sono state completamente disattese sia dalle Commissioni che dall’Assemblea legislativa regionale.
Quindi chiediamo che questa proposta venga trattata questa mattina, invitiamo anche i Presidenti delle Commissioni a tener conto dello Statuto e del Regolamento che vige in questa Assemblea legislativa regionale, e pertanto che vengano esaminate tutte le proposte di legge comprese quelle che dignitosamente la minoranza ha presentato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Giannotti di anticipare la discussione della proposta di legge n. 113 al primo punto dell’ordine del giorno.

(L’Assemblea legislativa non approva)


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1049 “Lavori eseguiti a salvaguardia della costa nel Comune di Montemarciano” del Consigliere Bugaro, però l’Assessore Carrabs in questo momento non è presente, quindi, visto che non ha chiesto congedo, la posticipiamo.

Interrogazione n. 886
del Consigliere Altomeni
“Mancato rimborso spese ai partecipanti ad un corso Ifts”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 886 del Consigliere Altomeni. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La Regione Marche nel 2002 ha ammesso a finanziamento un progetto Ifts "Tecnico superiore per lo sviluppo software" proposto dall'Asfo (Associazione servizi per la formazione e l'orientamento promossa dalla Compagnia delle opere di Pesaro), per un importo di € 175.744. L'ente gestore ha presentato a supporto delle spese sostenute per la realizzazione del corso Ifts una documentazione incompleta; l'ufficio preposto alla verifica amministrativo/contabile, dopo numerose richieste di integrazione della documentazione presentata, ha riconosciuto ammissibili spese pari ad € 143.963.
L'ente gestore Asfo ha percepito dalla Regione Marche, nel novembre 2003, un acconto di € 123.000 sul contributo concesso pari a € 143.963 per la realizzazione di tale corso. Nel maggio 2007 la Regione Marche ha liquidato all'Asfo ulteriori € 16 mila a fronte della rendicontazione presentata.
Tuttavia l'Asfo deve ancora dimostrare alla Regione l'avvenuto pagamento effettivo di somme pari a € 63.815. Infatti nel caso in cui l'Asfo, a fronte di fatture presentate per il rendiconto, non dovesse dimostrare il pagamento di tali spese, non potrebbe vedersi riconosciute tali somme dalla Regione. Siamo ancora in attesa di tali riscontri da parte dell'Asfo.
Si fa presente che con nota del 28 gennaio 2008 l'Asfo dichiara di aver rimborsato agli studenti quanto loro dovuto per un importo pari ad € 14.412; pertanto l'Asfo deve ancora dimostrare l'avvenuto pagamento della restante cifra pari ad € 49.403, che altrimenti dovrà essere richiesta all'Asfo dalla Regione.
L'Asfo avrebbe dovuto procedere al pagamento destinando le risorse in via prioritaria ai rimborsi spettanti agli allievi, e quindi procedere a tali rimborsi già con le risorse erogate dalla Regione Marche con l'anticipo di € 123.000, così come disposto dal “Vademecum regionale per la gestione ed il controllo delle attività di formazione professionale” al punto 1.2 Obblighi dei soggetti attuatori.
Ciò non è avvenuto, contravvenendo quindi alle modalità ed ai tempi previsti dalle disposizioni regionali.
Il Servizio ha diffidato formalmente l'ente per quanto concerne il pagamento dei creditori e immediatamente ha effettuato un'ispezione in loco evidenziando una serie di difficoltà tecnico¬organizzative.
E' importante sottolineare che ancor prima della trasmissione televisiva la Regione aveva già emesso un provvedimento di sospensione dell'accreditamento, cui ha fatto seguito la cancellazione definitiva dell'Asfo dall'Elenco delle strutture accreditate dalla Regione per svolgere attività di formazione professionale.

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore. Per cortesia, Consiglieri. Consigliere Brini. Scusate, ma è veramente impossibile riuscire a sentire ciò che dice l’Assessore, quindi vi chiedo un po’ di silenzio. Prego, Assessore, continui pure.

Ugo ASCOLI. L'ente ad oggi non risulta più accreditato a svolgere attività formative finanziate non avendo, a scadenza, presentato richiesta in tal senso.
E' evidente come il Servizio abbia effettuato tutti i possibili controlli in itinere e sul rendiconto delle attività; altro non avrebbe potuto fare non avendo titolo ad intervenire liquidando direttamente i beneficiari.
Per prevenire alle anomalie registrate in questo caso il sistema di accreditamento delle strutture formative si sta sempre più perfezionando al fine di affidare le risorse pubbliche ad enti che dimostrino di esserne all'altezza.
Relativamente alla tutela dell'immagine della Regione e dei propri dipendenti, la Giunta regionale ha ritenuto sufficiente quanto comunicato alla stampa locale che bene ha evidenziato lo svolgimento dei fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Credo che il valore di questa interrogazione sta soprattutto nel fatto di fare un po’ di giustizia.
Abbiamo avuto notizia di questa problematica da una trasmissione televisiva che, devo dire, l’ha trattata in maniera alquanto parziale. Da quella trasmissione, infatti, era uscita un’immagine che faceva capire che la responsabilità di questo mancato rimborso era sostanzialmente della Regione e dei suoi dipendenti, quando invece, anche da una prima superficiale indagine, risultava esattamente il contrario.
Qui abbiamo a che fare con un ente che non ha svolto bene il suo lavoro – prendo atto con piacere che non è più accreditato e quindi non avremo più a che farci in futuro –, quindi, ripeto, questa interrogazione aveva il valore di restituire la giusta dignità e il giusto riconoscimento ai quei dipendenti della Regione che avevano svolto pienamente ed egregiamente il loro lavoro.
Ora rimane il problema del rimborso dei corsisti, quindi, prendendo comunque atto che la Regione non può intervenire direttamente, invito a studiare la situazione e cosa sarà possibile fare, perché chi ha frequentato questo corso naturalmente ha maturato il diritto a ricevere il rimborso, quindi questa cosa va portata avanti.
Speriamo che l’ente di formazione si decida ad espletare quanto di suo dovere e che la Regione faccia tutto quanto il possibile, come ha fatto finora, affinché questa vicenda si chiuda nella dovuta maniera.
Ringrazio l’Assessore in quanto su questa vicenda per lo meno abbiamo fatto un po’ di chiarezza e reso giustizia ad una piccola ingiustizia causata da un’informazione televisiva.



Interrogazione n. 582
del Consigliere Silvetti
“Istituzione Potes a Filottrano”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 582 decade per assenza del Consigliere interrogante.


PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Volevo chiedere se si possono avere notizie dell’Assessore Carrabs. La mia interrogazione n. 1049 è ormai da cinque o sei sedute al primo punto dell’ordine del giorno, quindi, non so, hanno per caso arrestato l’Assessore Carrabs?! Altrimenti comincio a pensare che voglia evitare strumentalmente di affrontare il problema.

PRESIDENTE. Visto che non ha chiesto congedo ho motivo di ritenere che l’Assessore Carrabs arriverà, quindi eventualmente riprenderemo l’interrogazione n. 1049.


Interrogazione n. 1087
del consigliere Rocchi
“Progetto per il sistema aperto – integrato per la mobilità sostenibile al servizio del turismo per il comprensorio di Montelago di Sassoferrato”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1087 del Consigliere Rocchi. Per la Giunta risponde l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. La legge 29 marzo 2001, n. 135 "Riforma della legislazione nazionale del turismo ", all'articolo 5, comma 5, dispone che il Ministero delle Attività produttive preveda interventi di cofinanziamento a favore dei Sistemi turistici locali per i progetti di sviluppo nel settore del turismo che presentino interesse in ambiti interregionali o sovraregionali.
Con decreto dell'11 novembre 2004 il Ministero delle attività produttive ha definito le finalità, la ripartizione delle risorse fra le Regioni e le Province autonome, le modalità di presentazione dei progetti di sviluppo, i loro contenuti, gli interventi ammissibili, la percentuale di cofinanziamento, la durata dei progetti e le modalità di erogazione dei finanziamenti.
Le finalità degli interventi di cui ai citati decreti sono quelle di conseguire la valorizzazione dei territori e delle loro potenzialità turistiche attraverso il ruolo fondamentale svolto dalle Regioni in ciò supportate dall'interazione positiva con le Autonomie Locali e le Associazioni imprenditoriali del settore.
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 1411 del 23 novembre 2004 è stato approvato, per le finalità di cui al citato articolo 5, comma 5, l'elenco dei progetti di sviluppo nel settore del turismo che interessano ambiti interregionali o sovraregionali tra cui è compreso il progetto "Itinerari della dorsale appenninica e un laboratorio di turismo per tutti".
Il progetto è stato presentato al competente Ministero dalle Regioni Marche e Umbria.
Il soggetto attuatore è stato individuato nella Comunità montana dell'Esino-Frasassi.
Il progetto esecutivo punta a diversificare l'economia locale attraverso azioni volte all'aumento delle presenze turistiche, concretizzando iniziative di promozione e valorizzazione delle risorse tipiche del territorio in un'ottica sinergica con le componenti sociali, culturali, storiche, ambientali di questo tratto di Appennino umbro-marchigiano.
Lo scopo finale è quello di creare un sistema turistico locale integrato con le realtà limitrofe tra Marche e Umbria. Si vuole inserire la località di Montelago, potenziando servizi e strutture, nel circuito turistico che passa attraverso il Parco naturale regionale del Monte Cucco, il Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, attraversa la sinclinale camertina e giunge al Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Il progetto, scaturito dalle necessità espresse dalla popolazione, è stato sviluppato, in piena collaborazione con la Comunità locale sulla individuazione e sistemazione di una rete sentieristica collegata a quella già esistente dell'Umbria.
Per l'attuazione del progetto operativo sono stati individuati tre percorsi, due sulle pendici del Monte della Strega e il terzo dalla piazza del paese sul versante orientale del Colle Pian Cerreto.
Oltre all'arredo per la segnalazione dei sentieri, bacheche e panche in legno, il progetto si concretezza con opere di assestamento del fondo stradale, regimazione delle acque meteoriche e rinaturazione di scarpate con impianti di specie arbustive autoctone, realizzate con tecniche proprie dell'ingegneria naturalistica.
La Regione Marche ha finanziato il progetto con un contributo di 81.000,00 euro.
Inoltre saranno attuati interventi comuni tra le due Regioni che riguarderanno: la costituzione di una rete di sentieri e il completamento di itinerari, nonché interventi promozionali meglio specificati nel progetto approvato. Per gli interventi comuni verranno spesi 18.000,00 euro.
La Regione Marche liquida il contributo di 81.000,00 euro alla Comunità montana dell'Esino-Frasassi secondo le seguenti modalità: 20 % quale quota di anticipazione; 60 % alla data di comunicazione dell'inizio dei lavori; 20 % alla data di fine dei lavori.
Con il decreto del Dirigente del Servizio promozione, internazionalizzazione, turismo e commercio n. 751 del 22 novembre 2006 è stato formalmente approvato il progetto interregionale relativo a "Itinerari della dorsale appenninica e un laboratorio di turismo per tutti", unitamente all'intervento relativo alla costituzione di un sistema per la mobilità sostenibile a servizio del turismo nel comprensorio di Montelago del Comune di Sassoferrato.
Con il predetto decreto è stata liquidata alla Comunità montana dell'Esino-Frasassi la somma di euro 16.200,00 equivalente al 20% del contributo complessivo di euro 81.000,00.
Con il successivo decreto n. 31 del 25 giugno 2008 è stata liquidata alla Comunità montana la somma di 48.600,00 euro pari al 60% del contributo concesso, in quanto il soggetto attuatore ha comunicato che i lavori relativi all'intervento sono in avanzato stato di attuazione; infatti è stata sistemata l'area adiacente al vecchio fontanile nella località Montelago ed eseguite le opere di ingegneria naturalistica previste in località Le Fonti.
Per quanto concerne l'esistenza di un antico lago, e all'interno del progetto dare quindi supporto all'ipotesi di un eventuale ripristino dello specchio d'acqua, si sottolinea che un’eventuale rimodulazione del programma di intervento già approvato dovrà essere concordata tra le Regioni co-presentatrici e comunicata al Dipartimento del turismo, ai sensi dell'articolo 7 del decreto ministeriale dell'11 novembre 2004.
Mentre la presentazione di un nuovo progetto per la valorizzazione dell'area interessata al lago con conseguente assegnazione di risorse finanziarie aggiuntive a quelle attuali, dovrà essere verificata nell'ambito delle risorse destinate alle Regioni dal Dipartimento del turismo, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in attuazione dell'articolo 1, comma 1227 della legge n. 296/06, nonché sulla base di un rinnovato accordo con la Regione Umbria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Ringrazio innanzitutto l’Assessore per la completezza della sua risposta.
Questo è un progetto interregionale che venne a suo tempo approvato anche dal Dipartimento del turismo di Roma. Ora non ricordo bene la somma che avevamo messo a disposizione… (…) 81 mila euro non credo fosse la somma concordata, forse era di circa 100 mila euro. Comunque, da quello che ho potuto capire, il 20% è già stato dato tramite la Comunità montana, mentre l’altro 60% è stato già versato alla Comunità preposta a seguire tale progetto.
Il problema è che i tempi sono lunghissimi. Infatti dal progetto approvato e finanziato con i fondi della legge n. 135 – quella con cui lo Stato dava la possibilità alle Regioni di finanziare progetti interregionali – sono già trascorsi parecchi anni, quindi ci troviamo ancora a liquidare fondi di qualche anno fa. Questo mi sembra poco piacevole.
Ora, è vero che la Comunità montana e la Comunità di Montelago dovranno accordarsi per presentare un ulteriore progetto, che riguarda un particolare molto importante per il turismo di quella zona, cioè il recupero di questo lago, però vorrei sapere se ci sono ulteriori fondi che servono per poter realizzare quel lavoro già iniziato da un Comitato scientifico.
Se non mettiamo a disposizione altri fondi, peraltro recuperabili tramite la legge 135 dello Stato, non potremo sicuramente dare delle risposte positive a questa richiesta.
Quindi la pregherei, Assessore, di intervenire affinché questo progetto, importante e determinante per quella zona, possa in tempi brevissimi avere una risposta positiva.

PRESIDENTE. Passiamo ora…prego Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Ribadisco che l’intervento per quanto riguarda la Regione Marche è di 81 mila euro, probabilmente la cifra superiore è determinata dal fatto che sul progetto complessivamente ci sarà stata una cifra anche di competenza dell’altra Regione.

Lidio ROCCHI. Con l’altra Regione prima di iniziare l’iter di questo progetto ci fu un accordo. Tanto è vero, in un incontro con l’Assessore dell’Umbria, ci fu la disponibilità di quasi 500 mila euro, concordando una suddivisione di 50 e 50, quindi avevamo a disposizione 250 mila euro...

PRESIDENTE. Consigliere Rocchi, Assessore, scusatemi, ma non è previsto un dibattito a due. Eventualmente, qualora il Consigliere Rocchi non sia soddisfatto, può sempre presentare un’altra interrogazione.


Interrogazione n. 1049
del Consigliere Bugaro
“Lavori eseguiti a salvaguardia della costa nel comune di Montemarciano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. E’ arrivato l’Assessore Carrabs quindi gli diamo subito la parola per rispondere all’interrogazione n. 1049 del Consigliere Bugaro.

Gianluca CARRABS. In relazione a questa interrogazione vengono esposte le seguenti deduzioni.
Le azioni da intraprendere per contrastare l'arretramento della linea di costa causato dalle mareggiate in località Marina di Montemarciano sono contenute nell'atto di pianificazione, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 169/2005, a cui occorre fare riferimento e che è il Piano di Gestione integrata delle aree Costiere.
Tale Piano per lo specifico tratto costiero prevede sostanzialmente lavori di manutenzione straordinaria e che hanno come obiettivo la riconfigurazione geometrica delle opere marittime precedentemente realizzate. Inoltre sono previsti interventi di ripascimento (completamento delle opere progettate nel 1995 dal Prof. Vitale, progettista incaricato dal Comune di Montemarciano). Si fa presente, infine, che nel protocollo d'intesa stipulato tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione, a dicembre 2007 è previsto un intervento per valutare la possibilità che il fiume Esino possa costituire, dopo aver eseguito le verifiche necessarie a garantire gli equilibri ambientali e fluviali, una zona di prelievo di materiale utile al ripascimento della spiaggia di Marina.
Per quanto riguarda il coinvolgimento dell'ing. Vito Macchia in procedimenti autorizzativi si fa presente quanto segue.
Il soggetto attuatore e responsabile dell'intervento richiamato dall'interrogante era il Comune. Infatti la Regione Marche nel 2002 ha emesso un provvedimento di esclusione dalla procedura di Via, di conseguenza gli Uffici regionali non hanno espresso alcuna autorizzazione sul merito del progetto.
Si precisa che il parere di esclusione è stato costruito sulla base di quanto espresso dal competente ufficio Opere Marittime. Il responsabile del procedimento di esclusione dalla procedura Via ha ritenuto non dovuto il parere dell'Autorità di bacino, rappresentata dal funzionario ing. Vito Macchia, poiché tale struttura è competente sulla difesa del suolo frane e alluvioni e non della costa.
Infine si rappresenta che nella Regione Marche non è stata mai istituita alcuna commissione Via e pertanto l'ing. Vito Macchia non poteva essere sollevato dall'incarico richiamato nell'interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Rimango sconcertato da questa risposta perché con un tono e un lessico politichese e burocratese si è voluto evitare un problema.
Nel 1995 si è deciso di fare un’opera per un tratto di litorale molto breve e ad oggi sono stati spesi 6 milioni di euro, dico 6 milioni di euro, una cifra mai vista! Sono stati spesi per un tratto di nemmeno un chilometro, ma il problema invece di risolversi si è aggravato, tant’è che oggi siamo ancora qui a parlarne e quindi a dover spendere ulteriori denari.
Addirittura sul giornalino del Comune di Montemarciano il Sindaco Raffaelli ha il coraggio di dire che il sottoscritto dice delle cose e che il giorno dopo le ritratta. Allora dico, tanto per essere chiari, che io sono per le barriere soffolte, così parlo a lei, Assessore, ma rispondo anche a Raffaelli, un sindaco sconsiderato e corresponsabile di questo sperpero di denaro pubblico.
Chiaramente qui partirà un’indagine alla Corte dei Conti, perché è impossibile, è incredibile che si spendano oltre 6 milioni di euro per non risolvere il problema. Lei, Assessore, su una questione del genere dovrebbe immediatamente aprire un’inchiesta interna. Si rende conto della gravità del problema!
Conosco perfettamente la reazione di imbarazzo dei suoi uffici il giorno che hanno visto questa interrogazione, sembrava scottasse, per rispondere a questo problema c’è stato uno scaricabarile.
Questo è un problema che giace e che finalmente sta venendo fuori. E’ un problema di una gravità inaudita, non so come potete pensare di non intervenire, e non solo per risistemare quella schifezza che avete fatto con le barriere a pettine (…) sì, è una schifezza perché ha prodotto danni su danni, per non risolvere il problema ogni giorno i cittadini marchigiani vengono presi e buttati a mare!
Ripeto, non so come potete non aprire un’inchiesta interna per conoscere le responsabilità che hanno portato a questo scempio pubblico. La comunità marchigiana non può non rimanere silente rispetto a una vicenda che è chiaramente – mi assumo la responsabilità di quello che dico – una “marchetta” di carattere politico.
Nel 1995 c’era stata una chiara risposta da parte degli uffici regionali che respingevano il progetto proprio perché si ritenevano le barriere a pettine lesive e non idonee a garantire una risposta al problema.
Però, visto che il Sindaco Raffaelli, allora Ds, si era esposto in Consiglio comunale e non poteva tornare indietro, era venuto su da voi a piangere, ha fatto appello alla comunanza politica di segno delle due Giunte, quindi, guarda caso, venne fatta un’inversione. Cioè, prima la Regione aveva detto che non si dovevano fare perché non andava bene, poi, con uno scaricabarile dei vari funzionari, alla fine si è trovata la compiacenza, è cambiato il parere, quindi il progetto si è fatto.
Il progetto è partito, i danni hanno iniziato a prodursi, si sono spesi 6 milioni di euro, ma oggi il problema ancora c’è. Tra l’altro si è dovuto intervenire perché il mare stava portando via due stabilimenti balneari e un parcheggio, il mare è praticamente arrivato sotto le fondamenta di due stabilimenti balneari, quindi ci vogliono altri denari, ma il problema rimane ancora irrisolto. E chi paga queste decisioni?! Chi paga questi soldi buttati via in maniera irresponsabile da parte di incapaci amministratori?! Amministratori che oggi hanno anche il coraggio di venire a dire a noi come stanno le cose!
Quindi, ripeto, lo dico sempre, lei Assessore lo sa, io sono per le barriere soffolte, che sono cosa diversa – lo spieghi al suo sodale Raffaelli – rispetto a quelle a pettine.
Tornerò su questo argomento, non vi lascerò spazio perché è una vergogna.
Lei, Assessore, si deve assumere la responsabilità di aprire un’inchiesta interna, perché non è tollerabile, in un paese dove vogliamo amministrare la cosa pubblica con giudizio e con il criterio del buon padre di famiglia, che tutto questo passi sotto silenzio.


Interrogazione n. 1062
del Consigliere Binci
“Articolo 113, legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria 2001) – Fondi per le città italiane sede di impianti di raffinazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1062 del Consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. L’interrogazione posta dal Consigliere Binci ha fondamento giuridico e politico.
La discussione che ha visto protagonista anche il collega Amagliani e tutta la Giunta sulla vicenda del Comune di Falconara partiva anche dalla valutazione dell’opportunità, prevista dalla Finanziaria 2001, per compensare il rischio ambientale, in modo da finanziare opere di miglioramento ambientale nei luoghi della raffinazione di oli minerali.
La discussione in questi giorni è ridiventata di attuale impegno nel confronto delle Regioni con lo Stato. Il testo del federalismo, nella seconda bozza presentata dal Ministro Calderoli, prevede all’articolo 20, nel coordinamento della finanza delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, la possibilità che in conformità con il diritto comunitario forme di fiscalità di sviluppo possano essere disciplinate anche modalità per l’attribuzione alle Regioni di quote di gettito derivante dalle accise sugli oli minerali in proporzione ai volumi raffinati sui loro territori.
Qui si è posta prima una questione di carattere giuridico e poi di carattere politico-istituzionale. Giuridico perché l’Iva, come è noto, è un’imposta sui consumi e non sulla produzione, quindi va a colpire l’atto del consumo, della distribuzione, cosa che ovviamente non coinvolge i luoghi della raffinazione ma sono sparpagliati secondo le percentuali di consumo.
Però, al di là della questione di carattere giuridico, l’articolo 20 limita soltanto alle Regioni a Statuto speciale questa facoltà di compartecipazione. (…) Perché è l’unica che sta sul tappeto, è quella più avanzata, parlo delle disponibilità su cui il Governo si è mosso, Consigliere Binci, e non delle intenzioni della Regione Marche.
La Regione Marche insieme alle altre Regioni ha chiesto che tale privilegio delle Regioni a Statuto speciale venga allargato a tutte le Regioni, comprendendosi, quindi, anche la possibilità a cui lei allude nell’interrogazione. Pertanto non soltanto la possibilità di compartecipazione a una quota dell’aliquota Iva sulla raffinazione nelle Regioni a Statuto speciale, di cui cinque raffinerie su sei sono dislocate nella regione Sicilia; è stato anche titolato da due economisti, come Bordignon e Boeri, un tributo ad personam, ad istituzionem, che riguarda sostanzialmente la compensazione delle preoccupazioni della Regione Sicilia.
Domani nella Conferenza dei Presidenti e dopodomani nella Conferenza Stato-Regioni, le Regioni a statuto ordinario saranno impegnate – delle due una – o ad allargare la possibilità di compartecipazione a tutte le Regioni che hanno impianti di raffinazione, prevedendosi poi l’applicazione anche per regioni come le Marche che pagano un tributo ambientale pesante per la raffinazione che si svolge sul proprio territorio, oppure si metterà in discussione lo stesso principio.
Lo stato delle cose è piuttosto accidentato perché, mentre sul testo complessivo della seconda bozza Calderoli le Regioni hanno raccolto un giudizio unanime, presentando giovedì scorso al Governo delle proposte di emendamento, poi l’unico punto rimasto in sospeso è proprio l’articolo 20, con la comprensibile ma non condivisibile resistenza della Regione Sicilia ad adire all’allargamento o comunque alla compartecipazione secondo criteri equitativi.
Nella Finanziaria 2001 non c’è la disponibilità ad accedervi, infatti, nonostante le richieste fatte dalle Regioni, il Governo non è disponibile ad accedere alla traduzione a quella previsione a cui lei, Consigliere Binci, fa riferimento, cioè l’articolo 113 della Finanziaria del 2001.
Ovviamente in materia fiscale la riserva statale è assoluta. Ripeto, l’occasione che abbiamo colto, e non soltanto noi ma tutte le Regioni a Statuto ordinario, è quella di agganciarci alla possibilità dell’articolo 20 per avere una prospettiva in tal senso.
La situazione è in standby, domani pomeriggio ci sarà la Conferenza dei Presidenti, giovedì la Conferenza Stato-Regioni, quindi anticipo il mio immediato impegno a riferire in Aula su questo tema di rilevante importanza istituzionale e finanziaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non posso ritenermi soddisfatto non della risposta, ma del punto in cui si trova la questione.
C’era una Finanziaria 2001 che prevedeva una compartecipazione alle accise sedi impianti di raffinazione, ma il problema fu quello che le Regioni non attivarono mai la Conferenza Stato-Regioni rispetto a questo punto.
Quindi mi sembra ci sia stata scarsa attenzione da parte delle Regioni sedi di impianti di raffinazione, quindi anche della Regione Marche, riguardo all’attivazione del tavolo Stato-Regioni, condizione senza la quale il Governo centrale non si attiva. Pertanto credo che questo percorso all’interno della Conferenza Stato-Regioni debba essere portato avanti.
Riguardo al testo sul federalismo invito l’Assessore Marcolini a portare avanti le motivazioni anche delle Regioni a Statuto ordinario, altrimenti veramente c’è una legge “ad regionem”, nel senso che si vuole valorizzare solo lo sforzo della Regione Sicilia.
È importante, oltretutto, che all’interno di questo percorso ci sia anche il mantenimento del riconoscimento del tributo del peso ambientale che danno i Comuni sede di raffineria. Quindi in questo senso, anche all’interno del testo sul federalismo, bisognerebbe mantenere eventualmente la previsione di una compartecipazione dei Comuni ad una quota delle accise destinate alla salvaguardia ambientale. Certo, non compensative del rischio ambientale, perché non è possibile compensare in alcun modo la perdita della salute e la perdita della qualità della vita dei cittadini, ma comunque destinate alla salvaguardia ambientale e quindi ad interventi migliorativi del territorio su cui la raffinazione è impiantata.
Invito l’Assessore a portare avanti l’impegno che qui si è assunto e lo ringrazio.

Interrogazione n. 805
del Consigliere Massi
“Hotel Marche di Tolentino mancata vendita all’asta”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 805 del Consigliere Massi. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Il Consigliere Massi, visto che l’interrogazione è molto risalente nel tempo, non è informato del fatto che la Regione Marche ha esperito più aste pubbliche per la vendita dell'Hotel Marche di Tolentino, è per questo che continua – è la seconda che reiteriamo nella discussione – a presentare interrogazioni sulla questione.
In particolare, con decreto n. 271/S03 del 18 settembre 2007, quindi un anno fa, l'Hotel Marche è stato messo in vendita con asta pubblica al prezzo di € 7.995.002,00.
Essendo andata deserta tale asta, con decreto n. 110/S03 del 12 marzo 2008 è stata indetta una nuova asta al prezzo base ribassato di € 6.795.751,70, ovviamente con aggiudicazione a favore del migliore offerente. Anche tale asta è andata deserta.
Oltre alla aste pubbliche la Regione Marche si è più volte attivata con il Comune di Tolentino e la Provincia di Macerata nella ricerca di soluzioni che, nel rispetto delle condizioni previste dalle norme di legge, possono portare all'alienazione dell'immobile.
La Regione Marche è fortemente determinata alla vendita dell'Hotel Marche di Tolentino, atteso che abbiamo avuto notizia proprio ieri dalla Provincia di Macerata che ci sarà il disimpegno del centro per l’impiego nei prossimi giorni. Quindi anche il vincolo fortemente condizionante per l’utilizzo e per i lavori di ristrutturazione verrebbe meno. E’ un bene patrimoniale di proprietà al 50% della Provincia e della Regione che rischia di rimanere inutilizzato. Pertanto siamo preoccupati come e quanto l’interrogante.
Già una volta, tuttavia, il prezzo di vendita dell'immobile è stato ribassato con apposita norma di legge regionale e tale procedura sarà ripetuta fino ad arrivare alla vendita effettiva.
Mi rendo conto che ormai nell’amministrazione pubblica molto spesso, per il timore di perizie generose, quando si vende si vende oro e quando si acquista si acquista piombo. Quindi le aste pubbliche stesse rischiano spesso di andare deserte, dovendosi prorogare i termini in maniera spesso insostenibili economicamente, con un danno per l’amministrazione. Però su questo esistono perizie giurate e depositate da cui non possiamo prescindere.
L'Hotel Marche di Tolentino fa parte del patrimonio immobiliare che la Regione Marche ha deciso, come sanno i Consiglieri, di alienare in quanto già da due esercizi non più utilizzabile per fini istituzionali Nella legge finanziaria c’è un elenco di specificazione delle alienazioni, che speriamo di effettuare nel corso dell’anno, comunque, come voi sapete, questo sarà il terzo anno che iscriveremo a bilancio.
Il complesso – come sanno i Consiglieri e soprattutto un ex Sindaco di Tolentino – è stato utilizzato fino a pochi anni fa come sede della scuola di Formazione professionale alberghiera, è stato già dichiarato cedibile con la legge di assestamento fin dal bilancio 2003, che ha stabilito il diritto di prelazione, doveroso, per il Comune di Tolentino e la Provincia di Macerata.
II Consigliere Massi sa che a differenza delle procedure di vendita che possono seguire i soggetti privati, la pubblica amministrazione, nel momento in cui intende procedere alla vendita di propri beni immobili, deve rispettare una serie precisa di condizioni e di finalità specifiche.
Ciò condiziona necessariamente i tempi delle operazioni, di cui ci possiamo privatamente lamentare, ma che costituisce la garanzia della loro trasparenza e della loro riuscita in termini economici.
II valore di stima dell'immobile è stato giudicato dalle amministrazioni pubbliche interessate eccessivamente elevato.
Abbiamo parlato ripetutamente sia con l’Amministrazione provinciale che con quella comunale. L’Amministrazione provinciale ha fruito fino ad oggi dell’ospitalità per cinque anni, da quest’anno rende libero l’immobile, mentre il Comune di Tolentino si dichiara interessato ma per l’acquisto è incapiente come disponibilità finanziaria.
Quindi le proposte informali del Comune sono state nettamente inferiori agli obiettivi a cui in base alla stima la Regione era tenuta. Infatti siamo ad un’offerta informale di 1/10 rispetto al valore di stima..
D'altra parte la possibilità di vendita dell'Hotel è stata fino a quest'anno condizionata dal parziale uso che, come ho già detto, è in via di disimpegno. La Provincia di Macerata ha chiesto ripetutamente, e l’ha ottenuta sino a quest’anno, una proroga dell’affitto per consentire la realizzazione di una sede alternativa.
Quindi adesso anche l’ultimo ostacolo di un utilizzo promiscuo è stato eliminato, speriamo che potendo abbassare di un ulteriore 20% il valore dell’immobile potremo avere un impiego economicamente e funzionalmente capace di soddisfare le esigenze della comunità di Tolentino e anche la finanza della Provincia e della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. L’Assessore Marcolini ha svolto una relazione dettagliata di come stanno le cose e di come sono andati i fatti.
E’ vero che la mia interrogazione risale a più di un anno fa, ma assicuro l’Assessore che la vicenda dell’Hotel Marche di Tolentino è veramente esplosiva. E dirò perché.
Comunque tutto quello che dirò non è totalmente imputabile all’attuale Assessore Marcolini. Infatti i passaggi che riguardano l’Hotel Marche sono iniziati nel 1995, quando la Giunta D’Ambrosio pose fine all’attività commerciale dell’albergo, e quell’immobile aveva ospitato prima solo la scuola e poi il centro per l’impiego. Pertanto al questione è datata.
Il problema è che in tutti questi anni non è stata affrontata la questione della vendita. E’ vero che c’era il centro per l’impiego, ma si sono affrontate le aste che – me lo consentirà l’Assessore – sono partite in ritardo.
Ora mi sembra di capire che finiti gli esperimenti d’asta, siamo nella possibilità di accogliere offerte a trattativa privata.
Vorrei capire una cosa, e ne voglio discutere qui con l’Assessore perché parliamo di un patrimonio regionale almeno per il 50%. Che cosa ci facciamo? Probabilmente ci sono soggetti interessati all’acquisto e forse non tutti ci vogliono fare l’albergo, e naturalmente io non sono tra quelli che ci vuole fare un residence o degli appartamenti, questo sia chiaro, però altre strutture sono possibili.
Faccio un esempio – ora scatenerò qualche sospetto degli amici della sinistra –, se dovesse esserci qualche società della sanità privata che vuole metterci una clinica specializzata, che dà lavoro, dà servizi convenzionati del nostro sistema sanitario, io non lo rifiuterei, anzi, lo cercherei. (...) Vediamo cosa è meglio, però stiamo con i piedi per terra, certo, non credo – con tutto l’amore e l’affetto che abbiamo per il nostro entroterra e per questa città – che arriveranno Sheraton o Hilton per fare lì un albergo a cinque stelle!
Quindi, se siamo nella situazione della trattativa privata, vorrei fare una proposta, Assessore. Cioè se è possibile renderla nota, ovvero farci un minimo di pubblicità – ne spendete di soldi in pubblicità! – e dire che è aperta la possibilità di ricevere offerte, e magari farlo su internet o ovunque possiamo rilanciarlo. Peraltro credo che sia anche una questione economica a livello europeo, infatti, visto che è un immobile dei primi anni settanta, per acquistarlo e per metterlo a posto chi compra dovrà fare un investimento.
Ho un po’ di invidia per quello che ha fatto con l’Hotel Marche di Ascoli la Provincia e il Comune di Ascoli, e lo stesso mi pare sia stato fatto anche per Senigallia.
Quindi c’è stata una totale assenza dei nostri enti locali e questo è grave. La Provincia voi l’avete ospitata, però la stessa Provincia e il Comune non hanno provato per niente a comperarlo, a fare una società con cui magari, insieme a privati, si poteva tentare l’acquisto. Questo è gravissimo, però naturalmente non riguarda la Regione.
Pertanto chiedo all’Assessore di rendere pubblica la notizia sul fatto che c’è possibilità di andare a trattativa privata e chiedo inoltre di farsi un’idea su come stimolare un certo tipo di mercato.


Interrogazione n. 436
del Consigliere Castelli
“Mancato utilizzo delle risorse assegnate alla regione Marche per la realizzazione di piste ciclabili ed itinerari pedonali nelle aree urbane”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 436 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. A questa interrogazione era stata già data risposta con una nota del 26 luglio 2006 nella quale si comunicava la correzione dell’errore nel bilancio di previsione del 2005 della somma di euro 400 mila anziché quella di 200 mila.
Dai contatti avuti con la struttura regionale (Servizio sport e tempo libero) che sin dal 1994 aveva gestito la questione, si convenne che si trattava di fondi già assegnati ai Comuni di Ancona, Jesi, Fossombrone. Civitanova, San Benedetto e Pesaro che dovevano completare la realizzazione delle opere, per cui si decise che la gestione dei contributi venisse portata a termine dalla struttura che fino a quel momento l'aveva seguita.
Successivamente, dalle informazioni che sono state assunte, i Comuni di Ancona e Pesaro, seppur sollecitati, non hanno mai consegnato i progetti esecutivi e il certificato di inizio lavori.
Mentre il Comune di Jesi, pur avendoli presentati, non ha più esibito richieste di contributo in base a stati di avanzamento e i fondi ad oggi disponibili, euro 200.281,99 si riferiscono appunto alle quote assegnate agli stessi Comuni. Tutti gli altri Comuni sopra citati sono stati liquidati dal servizio suddetto.
Poiché con l'assestamento di bilancio 2008 la competenza della gestione contabile è stata attribuita alla posizione di funzione del governo del territorio, entro il corrente anno i fondi verranno utilizzati per liquidare i Comuni assegnatari nel caso in cui abbiano realizzato le opere, altrimenti si procederà ad assegnarli ad altri Comuni presenti nelle graduatorie che riguardano le piste ciclabili.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Vorrei fare innanzitutto una prima considerazione, quella del ritardo con cui nella nostra Regione sono state avviate le procedure per l’utilizzo dei soldi che sono in cassa dal 2001 e relativi ad un aspetto importante e particolarmente coerente anche con il modello culturale di cui questa maggioranza è portatrice, mi riferisco alla mobilità dolce, alla pedonalizzazione e in particolare alla realizzazione di piste ciclabili.
Credo che nello spaccato offertoci amministrativamente proprio dalla ricostruzione dell’Assessore Pistelli si possano trarre almeno tre considerazioni.
Prima considerazione. Non sempre alle assegnazioni statali corrisponde una prontezza amministrativa della nostra Regione o del sistema delle Autonomie locali tale da garantire la giusta utilizzazione di queste risorse. Quindi il problema non è solo invocare denaro, ma è saperlo spendere. Perché c’è una pagina della mala amministrazione che spesso sfugge alle ricostruzioni giornalistiche che magari meritano invece la prima pagina. E questi non sono sprechi, sono mancati utilizzi, ma il frutto è lo stesso.
Seconda considerazione. Dal 2001 esistono denari per favorire l’attività delle piste ciclabili e quindi per la realizzazione di un’infrastrutturazione assolutamente decisiva anche per il rilancio turistico delle nostre coste e dei nostri territori. Pertanto è particolarmente incoerente l’atteggiamento di un ente, che pure individuando nello sviluppo turistico l’obiettivo primo per quanto riguarda le possibilità di sviluppo di tanta parte del territorio compreso l’entroterra, poi difetta nella capacità di dare concretezza a quelle possibilità che pure la legge consente.
Terza considerazione. C’è un problema di corretta utilizzazione della risorsa pubblica erariale. Spesso e volentieri il reticolo delle nostre piste ciclabili, anche per effetto dei ritardi dei Comuni – dobbiamo essere onesti in questo senso –, è tale per cui parecchi investimenti, che pure hanno portato magari a singole infrastrutturazioni ciclistiche, non è raccordato attraverso terminali che consentano poi la fruibilità complessiva.
Il caso di Ascoli in questo senso è abbastanza eclatante. Sono quasi alle viste le procedure che completeranno uno dei tratti di una pista ciclabile lungo il Castellano – parlo della mia città -, però rimane ancora sul tappeto l’esigenza e la necessità, avvertita un po’ da tutti, di connettere in maniera non frazionata tutto l’insieme di risorse che riguarda, appunto, le piste ciclabili della bassa valle del Tronto.
Dunque spero e voglio persuadermi del fatto che i Comuni ritardatari potranno adempiere a questi loro obblighi. Auspico, tuttavia, che qualora vi fossero delle economie a seguito della sanzione che verrebbe irrogata a questi Comuni inadempienti – come ha detto l’Assessore Pistelli –, è bene che tali economie vengano utilizzate per mettere a sistema e completare i tratti di pista ciclabile già in essere e che aspettano semplicemente, è il caso della bassa vallata del Tronto, di poter usufruire di piccole suture che potrebbero in tempi ragionevolmente brevi, da Ascoli fino a Porto Sant’Elpidio dell’Assessore Petrini, fruire di un asse ciclo-pedonale di assoluto rilievo di prestigio regionale e direi anche nazionale.


Interpellanza n. 45
della Consigliera Giannini
“Crisi idrica dell’ascolano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 45 della Consigliera Giannini, che ha la parola per illustrarla.

Sara GIANNINI. Anche questa interpellanza è datata, riguarda la crisi idrica che ha interessato per moltissimi giorni la città di Ascoli e la vallata del Tronto che, appunto, si sono trovate senza erogazione di acqua potabile a causa di un guasto alla tubatura collegata alla sorgente principale.
In Ascoli il Consorzio CIIP avrebbe dovuto intanto predisporre, come ho citato nell’interpellanza, tutte quelle azioni per sostenere i Comuni che hanno dovuto affrontare la crisi idrica. Ma la cosa che soprattutto dovrebbe essere verificata, indipendentemente dal tempo passato, è se corrisponde al vero la notizia che l’Aato 5 sin dal 2004 aveva stanziato la somma di 200 mila euro per la manutenzione straordinaria della condotta oggetto del guasto.
Quindi la Commissione ispettiva che avevo chiesto di istituire secondo me è ancora utile, affinché si accertino le responsabilità di questi accadimenti e si eviti che per il futuro accadano nuovamente.
Peraltro per le attività economiche nel periodo estivo la mancanza di acqua potabile ha comportato un danno economico che nessuno ha ancora ristorato.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In riferimento all'interpellanza in oggetto, si riferisce quanto segue.
Riguardo al punto 1, cioè se ci sia stata mancanza di manutenzione sulla condotta acquedottistica della linea Pescara d'Arquata in considerazione della vita tecnica di circa 50 anni di dei ponti tubo gestiti, nel Piano d'Ambito per l'affidamento transitorio giugno 2003-maggio 2008 è stato previsto l'intervento "Consolidamento statico ponti tubo delle linee acquedottistiche Pescara d'Arquata e Sibillini" del costo previsto di € 968.000 e con criticità C7, corrispondente a inadeguatezza generica del sistema – lo stato di conservazione di cespiti è insufficiente – riabilitazione e/o sostituzione dei cespiti. Pertanto non è stato considerato di particolare urgenza dall'Aato 5 Marche Sud, il quale diversamente gli avrebbe attribuito un diverso livello di criticità e/o priorità.
In merito a tale intervento si è finora svolto l'iter di seguito descritto:
- delibera c.d.a. CIIP (Cicli integrati impianti primari s.p.a.) n. 48 del 1° giugno 2000: affidamento all'esterno di incarichi di progettazione;
- affidamento incarichi di cui sopra tramite apposite gare;
- 22 settembre 2000: incarico di ricognizione dei ponti tubo che necessitano di intervento manutentivo, progettazione preliminare, definitiva, esecutiva – verifica di compatibilità ambientale (eventuale) e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione;
- 2 maggio 2001: ultimazione della ricognizione dei ponti tubo ed avvio della progettazione definitiva;
- sopralluoghi del 7, 8 e 9 dicembre 2002: cedimento di pila di fondazione del ponte scatolare in località Santa Caterina nel Comune di Sant'Elpidio a Mare;
- delibera c.d.a. CIIP n. 66 del 13 giugno 2003: Approvazione del progetto esecutivo stralcio quale intervento urgente in ordine al ponte sul fiume Tenna nei pressi dell'impianto di soccorso di S. Caterina, anticipandone l'iter rispetto agli altri, ed affidamento dei relativi lavori a trattativa privata;
- consegna dei suddetti lavori il 12 gennaio 2004 e loro ultimazione il 25 giugno 2004;
- 30 marzo 2004: consegna dei progetto generale definitivo relativo a 12 ponti canale articolato in n. 2 stralci;
- 30 giugno 2004: approvazione del progetto definitivo da parte dell'Aato;
- 28 giugno 2005: Conferenza dei servizi per l'acquisizione dei necessari pareri e nulla osta;
- 27 ottobre 2005: Avvio della progettazione esecutiva.
In una relazione del 9 gennaio 2008 circa i ritardi verificatosi nella redazione della progettazione, il progettista ha evidenziato quanto segue: “La progettazione di consolidamento statico dei ponti tubo sulle linee acquedottistiche Pescara d'Acquata e Sibillini ...è stata particolarmente gravosa richiedendo tempi maggiori di quelli originariamente previsti al momento dell'incarico della progettazione, perché non si conosceva esattamente lo stato di consistenza e le condizioni dei manufatti su cui era previsto l'intervento manutentivo... Il progetto definitivo, evidenziava un degrado diffuso delle superfici dei calcestruzzi e delle armature periferiche, per il solo ponte di Pedaso un dissesto statico per cui era stato definito un intervento di consolidamento fondale; per gli altri è stato riscontrato, come risulta dalla relazione progettuale, in particolare quanto segue:
1. debito manutentivo accentuato;
2. degrado delle armature metalliche con riduzione delle sezioni utili (ma non tale da far presumere una cedimento delle stesse non essendo manifestato alcun quadro fessurativo significativo);
3. presenza di manufatti su siti disagiatissimi, impervi, difficilissimi da raggiungere;
4. che gli interventi progettati sono finalizzati al risanamento dei calcestruzzi, senza evidenziare dissesti strutturali particolari, se non nel caso di Pedaso;
5. dai rilievi e dai sopralluoghi non risultano cedimenti o segni di dissesto nel ponte di Tallacano. L’estrema assoluta e non comune difficoltà dei luoghi interessati ha richiesto un approfondimento progettuale che ha determinato tempi maggiori di quelli ipotizzabili in condizioni normali.”.
Peraltro la CIIP spa ha dichiarato di avere effettuato nel corso degli anni una serie di sopralluoghi presso i manufatti oggetto della rottura (16 gennaio, 23 gennaio e 9 maggio 2003, 25 ottobre 2004, 7 aprile 2005, 10 marzo, 11 maggio e 23 agosto 2006, 23 gennaio, 1 agosto e 2 ottobre 2007) senza rilevare variazioni meritevoli di segnalazione circa lo stato di conservazione dei manufatti citati.
AI fine di chiarire le cause che hanno determinato il crollo del ponte tubo, in data 21 gennaio 2008 la CIIP ha depositato presso il Tribunale di Ascoli Piceno un ricorso per accertamento tecnico preventivo ex art. 696 del codice di procedura civile.
L'Aato ha esaminato la situazione con il proprio Consiglio di amministrazione, svolgendo in data 9 gennaio 2008 un'audizione del gestore CIIP spa e deliberando in data 6 febbraio 2008 di costituirsi nella procedura per ricorso innanzi al Tribunale di Ascoli Piceno avviata dalla CIIP spa.
Riguardo al punto 2 dell’interpellanza, cioè se sia stato approntato o meno un piano di emergenza previsto per queste situazioni, nel caso specifico la struttura aziendale del gestore CIIP spa ha elaborato un piano progettuale così articolato:
Fase 1 - Effettuazione di un primo intervento di emergenza per addurre un quantitativo di non meno del 50% della risorsa idrica nel minor tempo possibile, stimato in quattro giorni su tre turni di lavoro a ciclo continuo. Tal intervento consiste nell'intercettazione della condotta originale a monte e a valle della rottura con due collettori, ai quali innestare cinque condotte in polietilene da collocare nella valle del torrente Tallacano in adiacenza alle pile ed alle spalle del ponte-tubo crollato. Tale intervento è stato effettuato di concerto con la Protezione civile nazionale ed il Genio pontieri. Esso è iniziato il 1° gennaio ed è stato ultimato in data 4 gennaio 2008, con l'attivazione della quinta condotta prevista che ha avuto come risultato l'adduzione di circa il 65% della portata originaria, corrispondente a 200 litri al secondo. In data 7 gennaio la Protezione civile ha dichiarato finita l'emergenza chiudendo contestualmente la sala operativa integrata che era stata attivata nella serata del 28 dicembre 2007.
Fase 2 - Effettuazione di un secondo intervento provvisorio per addurre il 100% della risorsa idrica disponibile da attuare nel minor tempo possibile, stimato in ventuno giorni su due turni di lavoro. Tale intervento consiste nel collegamento ai due collettori, installati nella fase 1, di una condotta in acciaio da collocare ad una distanza di circa 20-30 metri a monte rispetto alle condotte in polietilene. Il cronoprogramma prevedeva la conclusione di questo intervento il 31 gennaio 2008; in un comunicato stampa in data 23 gennaio 2008 il CIIP ha comunicato l'avvenuta conclusione.
Fase 3 - Effettuazione dell'intervento definitivo di ricostruzione del ponte canale, i cui tempi di realizzazione sono stimati in quattro mesi, con conclusione entro il mese di maggio 2008. Con tale intervento si conta di ripristinare la condotta di caratteristiche identiche a quella esistente con cui addurre il 100% della risorsa idrica necessaria a rifornire i territori serviti dall'acquedotto nella stagione estiva (circa 600 litri al secondo).
Poc’anzi ho riferito in ordine al piano di emergenza ed alle fasi nelle quali lo stesso è stato articolato. In particolare nella Fase 1 era prevista la comunicazione del grave avvenimento a tutti i Comuni serviti dall'azienda, alla Prefettura, alla Protezione civile e a tutti gli enti, associazioni ed organi di informazione, con inserimento dell'informazione sul sito internet della CIIP spa.
In particolare risulta tale effettivo inserimento dell'informazione sul sito internet della CIIP spa oltre che nel sito internet dell'Autorità di ambito territoriale ottimale n. 5 Marche Sud - Ascoli Piceno. La CIIP spa ha completato l'allestimento della pagina informativa nel proprio sito in data 2 gennaio 2008.
Allo stato attuale l'informazione più recente risulta quella di cui al comunicato del 23 gennaio 2008 già sopra citato.
Nella serata di venerdì 28 dicembre 2007 la Protezione civile ha riunito il tavolo di gestione della crisi e ha attivato tutti i servizi sostitutivi per la cittadinanza, consistenti in autobotti per la consegna dell'acqua sia potabile sia non potabile, servizio domiciliare per le categorie deboli ad opera della Croce rossa italiana, attivazione dei gruppi comunali di volontari della Protezione civile, ecc. Nella giornata del 29 dicembre 2007 sono stati convocati telefonicamente presso la Sala operativa integrata (Soi) della Protezione Civile tutti i Sindaci dei Comuni coinvolti dall'emergenza idrica che sono stati resi edotti delle misure che si erano approntate. Nei giorni successivi, oltre alle riunioni periodiche in Protezione civile, i Sindaci sono stati contattati telefonicamente dalla CIIP, dall'Aato e dalla Protezione civile.
Riguardo al punto 4, cioè se sono stati presi tutti i provvedimenti atti ad assicurarsi delle giuste ed alte professionalità per garantire una rapida ed efficace soluzione dell'emergenza e la riparazione del guasto prodottosi, si ritiene di poter rispondere in maniera affermativa. Infatti, come già accennato, le misure messe in atto sono state definite di concerto con la Protezione civile, a livello sia locale sia nazionale, la quale ha messo a disposizione un proprio consulente, il prof. Luigi Da Deppo, la ditta Sacim srl (gruppo Tecnoappalti), specializzata in progettazione, produzione e commercializzazione di strutture metalliche, ed il Genio pontieri, valutando anche ipotesi di intervento diverse da quelle poi effettivamente adottate. Riguardo a queste ultime, ed in particolare agli interventi nel frattempo ultimati, come già evidenziato per il punto 2, sono stati conseguiti gli obiettivi prefissati.
Riguardo al punto 5, cioè se è vero che l’Ato 5 aveva sin dal 2004 stanziato la somma di 250.000 euro per la manutenzione straordinaria della condotta oggetto del guasto, è necessario chiarire due cose:
a) con la deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'Ato 5 n. 45 del 30 giugno 2004 è stato approvato il progetto definitivo dell'intervento "Consolidamento statico ponti tubo sulle linee acquedottistiche Pescara d'Arquata", integralmente finanziato con le tariffe e la cui realizzazione è stata prevista nel Piano d'ambito. Con la suddetta deliberazione non è stata stanziata alcuna somma, ma è stata verificata la coerenza della redazione del progetto con gli obiettivi della pianificazione in atto;
b) l'art. 13 della legge 36/94 (legge Galli) ha previsto che le tariffe del servizio idrico integrato siano fissate sulla base del metodo normalizzato, proposto dal Comitato di Vigilanza, sull'uso delle risorse idriche ed emanato dal Ministro dei Lavori Pubblici. Tale metodo si ispira alla regolamentazione tramite limiti alla crescita del prezzo, cioè il regolatore stabilisce che la tariffa aumenti non più del limite di crescita programmato. In altre parole, l'Autorità di ambito, sulla base del piano degli investimenti, calcola la tariffa di riferimento e in base al limite agli incrementi tariffari determina la tariffa reale d'ambito, che poi viene applicata dal gestore. In base al metodo l'Autorità di ambito: predispone il piano degli investimenti ritenuti necessari; calcola i costi operativi attesi sulla base delle formule predisposte dal metodo; calcola gli ammortamenti derivati dagli investimenti e la remunerazione del capitale investito in base al tasso previsto dal metodo; calcola la tariffa di riferimento ed i suoi incrementi nel periodo del piano.
Le somme preventivate per sostenere gli investimenti incidono sulla tariffa annualmente solo per le aliquote relative all'ammortamento e alla remunerazione del capitale investito, a partire dall'anno dell'entrata in servizio prevista per il cespite, quindi per una minima parte rispetto al valore dell'intervento stesso.
Considerato che: l'età media dei cespiti in questione è di circa 50 anni; gli interventi previsti per le manutenzioni straordinarie in via generale incrementano la vita utile del cespite di circa il 40%; la remunerazione del capitale investito è pari al 7% del valore dell'investimento.
Tuttavia deve essere sottolineato che tale valutazione è fatta a cura dell'Aato al termine di ogni anno di gestione considerando tutti i parametri che incidono sulla gestione del servizio, e cioè: costi operativi effettivamente sostenuti; ricavi di gestione in relazione ai metri cubi di acqua effettivamente venduti; somme effettivamente spese per tutti gli investimenti realizzati; tasso di inflazione reale rilevato per l'anno di riferimento. Ciò allo scopo di controllare se la tariffa applicata alle utenze è coerente con il metodo e corretta.
Le verifiche effettuate dall'Aato a tutt'oggi non hanno dato alcun rilevo in tal senso.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini per la replica.

Sara GIANNINI. Sono soddisfatta per l’accuratezza con la quale l’Assessore ha risposto all’interpellanza, invece sono parzialmente soddisfatta per il contenuto della sua risposta.
Ritengo che dal 2000 al 2008 sia un tempo un po’ troppo lungo nel quale i progettisti devono accertare le eventuali deficienze strutturali di impianti così importanti come quelli dell’erogazione di acqua potabile e che, tra l’altro, riguardano un numero elevato di comuni, di popolazioni e di territorio.
Credo sia ancora più urgente un’indicazione della commissione ispettiva, perché è abbastanza strano che una rottura avvenuta in modo così repentino – con tutti i controlli che lei ha citato, Assessore – non sia stata monitorata e verificata.
Per quell’esperienza che ognuno di noi ha nell’amministrazione pubblica, rotture di questo tipo non possono considerarsi improvvise a meno che non esistano fatti che sono caratteristici delle catastrofi.
Quindi credo ci sia bisogno di un approfondimento abbastanza serio, perché non vorrei che con tutti i controlli sui diversi ponti e allacci che in questo momento sono monitorati, fra un anno si verificasse qualche altra rottura, che adesso viene considerata imprevedibile o imprevista, ma che potrà rimandare quei territori nell’emergenza.
L’altra questione sulla quale non sono soddisfatta riguarda l’informazione ai Sindaci. In realtà i Sindaci hanno lamentato di aver dovuto provvedere, anche con pochissimi dati e notizie a loro disposizione, ad informare i propri cittadini sia delle motivazioni della mancanza dell’erogazione dell’acqua potabile che, nei giorni successivi, dei tempi e degli orari con cui si sarebbe ridata l’erogazione anche solo parziale. Hanno dovuto ricercare le informazioni, e lei stesso, Assessore, in qualche modo lo dice quando afferma che il completamento dei dati nella pagina internet della CIIP e dell’Ato dal 28 dicembre è stato registrato il 4 gennaio.
Inoltre tengo a precisare che in questo tipo di attività e di azioni internet non è agevole da consultare. L’utilizzo di informazione tramite internet, che peraltro non tutti ce l’hanno, quando a qualcuno manca l’acqua, mi sembra un po’ esagerato.
Credo che sia mancato un coordinamento e la consapevolezza sia della consistenza del guasto che della lunghezza dei tempi necessari, quindi riformulo la necessità di costituire una commissione ispettiva.


Interpellanza n. 49
del Consigliere Castelli
“Legittimità determina Direttore generale Asur 4/2008”

Interpellanza n. 50
del Consigliere Castelli
“Legittimità determina Direttore generale Asur 32/2008”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interpellanze n. 49 e n. 50 (abbinate) del Consigliere Castelli, che ha la parola per illustrarla.

Guido CASTELLI. In medicina si discute da tempo se l’omeopatia meriti la valorizzazione nell’ambito delle branche conosciute dell’intervento medico a tutela della salute.
Sicuramente il Direttore Malucelli, il grande protagonista di queste mie due determine, con il suo comportamento ha già determinato l’efficacia dell’omeopatia, ovvero di quel processo che si fonda sulla somministrazione lenta e graduale del principio attivo di una sostanza, spesso un veleno, che tuttavia abilita l’organismo a evolvere e a cambiare nel modo desiderato.
Credo che storicamente – se la storia può essere scomodata quando si parla di Asur – va ascritto questo merito – ma secondo me non è un merito – a Malucelli.
Il Direttore Malucelli di fatto ha realizzato ciò che nel 2003 il centro-sinistra, o meglio quella parte di centro-sinistra convinta della centralizzazione radicale del sistema sanitario, non aveva avuto possibilità di raggiungere. E questo per effetto del contrasto sociale, dei sindacati, e anche di una parte considerevole della porzione più progressista della sinistra – se mi si passa il termine – la quale aveva voluto che residuassero in capo alle Zone alcune importanti funzioni fra cui quella della gestione del personale ma non solo.
Nelle mie interpellanze rendo conto al potere politico e all’Assessore Mezzolani di queste due determine.
Cosa dicono queste due determine? La prima dice che tutti gli atti, nessuno escluso, delle Zone, anche quelle che la legge n. 13 riannette alla competenza delle Zone, devono passare sotto il vaglio di un nucleo, una specie di piccolo polit bureau costituito di task force, di securitate sanitaria che Malucelli ha istituito attingendo sei funzionari da diverse Zone.
Quindi il principio è che ogni determina, nessuna esclusa, deve essere sottoposta al vaglio preventivo, un fatto non previsto dalla legge n. 13, un fatto indubbiamente innovativo anche dal punto di vista normativo. Malucelli per certi versi si comporta come i glossatori che via via andavano apponendo modifiche al codice giustinianeo, andando per stratificazioni successive a cambiare il diritto in virtù di una prassi che diventa tale se si ha la forza di imporla. Evidentemente Malucelli ha la forza di imporre una prassi che non è contemplata nella legge, ma che oggi porta l’Asur ad avere una conformazione diversa da quella che aveva in precedenza.
Se la prima determina che ho messo sotto il riflettore riguarda questo nucleo, questa piccola securitate, la seconda determina riguarda una cosa che attiene proprio alla gestione del potere concreto, infatti riguarda la centralizzazione, su base Asur, del nucleo di valutazione dei dirigenti. Mentre i dirigenti delle nostre Zone – sono tantissimi, abbiamo 20 mila dipendenti – fino al gennaio 2008 venivano sottoposti a valutazione per effetto di un sindacato a livello zonale che rimandava anche ad una possibilità di interferenza e di controllo delle autonomie locali, oggi invece è cambiato, i dirigenti dipendono da un nucleo centralizzato.
Al di là di come la si vede, il punto è che sicuramente si è verificato un cambio, una modifica strutturale dell’organizzazione sanitaria.
Il secondo punto attiene alla rappresentanza democratica – scusate se anche in questo caso scomodo un’espressione forse troppo altisonante –, ma ciò che si sottrae anche per via omeopatica alle Zone di fatto si sottrae anche al sistema delle autonomie locali. Perché il vero diaframma che ancora, sia pure in maniera estremamente labile e fragile collegava la dinamica sanitaria al territorio, era il diaframma della Zona che prevede e che si articola, proprio per il suo funzionamento, in una serie di rapporti con la Conferenza dei Sindaci.
Quindi l’atto di Malucelli, che ha vinto la battaglia anche con i direttori di Zona che si rendevano tetragoni a questi cambiamenti omeopatici, ha portato sicuramente a quella situazione che vediamo oggi, ovvero l’Asur ha tutte le caratteristiche dell’Azienda unica. E devo dire che questo sistema si è prodotto nonostante un divisamento diverso di questa nostra Assemblea legislativa regionale. Voglio ricordare che a luglio dell’anno scorso nel Piano sanitario avevamo chiesto, ad esempio, lumi e indicazioni concrete su quelli che dovevano essere gli elementi costitutivi dell’area vasta, proprio perché l’area vasta era un terreno di confronto fra Assemblea legislativa, Giunta e Assessorato per addivenire a quegli assestamenti che tutti richiedevano e che si individuavano utili.
Voglio dire di più. In questi giorni stiamo discutendo in quinta Commissione l’atto sul dimensionamento e i poteri delle aree vaste che di fatto, secondo me, è svuotato di significato proprio alla luce di ciò che è avvenuto successivamente nel gennaio.
Quindi che cosa ho chiesto in riferimento a queste due determine? Ho chiesto, innanzitutto, se l’Assessore sapesse. In quest’Aula si è parlato di poteri opachi, allora non è secondario sapere se il potere politico era informato. In realtà in questo mondo politico sempre più marcatamente si determina una situazione che vede la politica così debole da essere spesso, non voglio dire raggirata ma, certo, non impegnata nella possibilità di dire la propria anche su atti che la riguardano. Dunque, l’Assessore sapeva di queste due determine?
Seconda cosa. E’ legittima la determina che condiziona, quasi vi fosse un super Coreco della sanità, gli atti delle Zone al previo concerto di Malucelli?
Terza cosa. E’ coerente con il Piano quello che fa Malucelli? E se le prime due domande le rimetto alla valutazione prudente dell’Assessore, la terza domanda, invece, attiene a noi, attiene alla vicenda di Minardi. Esiste il fondato sospetto, come fosse la classica forma di formaggio che il topolino erode dal di dentro fino a rimanere solo l’involucro un po’ duro, che le cose accadano in senso contrario rispetto a quello che l’Assemblea legislativa regionale ha detto.
Quindi sono tre domande tranquille. Ripeto, ormai il dado è tratto, il grande omeopata Malucelli ha vinto, dove si vada non si sa, però sarei giustamente e legittimamente curioso di sapere se la cura omeopatica era stata prescritta dall’Assessore Mezzolani oppure no.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Se la cura omeopatica funziona, benvenga! Comunque, Consigliere Castelli, questa interpellanza mi dà modo di fare il punto, prima ancora di entrare nel dettaglio dell’interpellanza stessa, su cosa sta accadendo rispetto al sistema sanitario regionale.
Credo che i risultati migliori si conseguano nel momento in cui si applicano le leggi che si hanno e le regole che si sono determinate, quelle che abbiamo scelto. Lo sforzo che abbiamo compiuto in questi anni è principalmente quello – che ha poi prodotto i risultati – di uscire da un’ambiguità, da un non detto – chiamiamolo così – di una legge che indicava un’organizzazione di un certo sistema e poi applicare quell’organizzazione in maniera differente.
Capisco il timore di un’organizzazione che era abituata alla partecipazione del territorio, ma penso anche che in questi anni ci sia stata anche una discussione impropria che ha assommato organizzazione e partecipazione, due cose differenti.
Ad esempio, Consigliere Castelli, lei chiede che cos’è l’area vasta. Le aree vaste, al di là di come meglio nella norma si possono dettagliare, stanno già funzionando, perché altro non è che quello che avevamo detto, cioè un luogo dentro il quale i nostri direttori e il nostro servizio sanità si confronta, dialoga e sceglie le soluzioni per rispondere al meglio ai bisogni del territorio. E questo sta già avvenendo. Naturalmente se abbiamo una legge che consegna la personalità giuridica ad un’entità e tiene l’ambiguità sul territorio di personalità giuridiche che non sempre seguono questo indirizzo, è chiaro che lì dentro disperdiamo energie, risorse, efficienza, qualità.
Noi siamo usciti da questa ambiguità. Quando abbiamo detto che non vogliamo più discutere di organizzazione non lo facciamo perché siamo innamorati di questa, sappiamo benissimo che nei sistemi complessi l’organizzazione deve essere costantemente adeguata, quindi è quello che faremo, ma lo dobbiamo fare nel momento in cui abbiamo chiara qual è la nostra programmazione sanitaria. Non è la programmazione che deve inseguire il modello organizzativo, ma è esattamente il contrario, è una programmazione che insegue i bisogni e sulla base di questa calibra la sua organizzazione.
Questo è quello che abbiamo in mente, cioè l’applicazione dello scioglimento di questa ambiguità di fondo che rischiava di minare il nostro sistema sanitario, infatti eravamo sull’orlo del baratro e ne siamo usciti grazie a questo tipo di impostazione.
Io sono tra quelli convinti, Consigliere Castelli, che se avessimo accavallato ancora una volta quelle discussioni improprie probabilmente saremmo ancora qui a discutere del Piano sanitario, non l’avremmo avuto, ci saremmo persi dentro una discussione che magari faceva comodo politicamente allungare ma che non avrebbe risolto i problemi della sanità marchigiana.
E’ proprio qui che la politica è intervenuta, ha detto chiaramente quello che aveva in mente, e noi avevamo in mente di programmare il servizio e poi di pensare all’organizzazione. Questa è stata la svolta, perché se mantenevamo quella frammentazione organizzativa sul territorio, con un forte personalità giuridica sulle Zone, avremmo mantenuto un’ambiguità che avrebbe affossato il sistema. Questo dobbiamo averlo chiaro.
Oggi i nostri compiti, checché se ne dica nelle polemiche politiche, sono a posto anche per questo, perché la politica è ritornata a svolgere il suo ruolo, ha dato i suoi indirizzi, abbiamo cioè ordinato correttamente qual è il sistema.
Le polemiche di questi giorni stanno dietro alle scelte che abbiamo fatto, ma la cosa peggiore sarebbe stata non scegliere, e noi andremo avanti per questa strada.
Quindi la discussione che sollecita questa interpellanza sta qui dentro.
Voglio ora venire ai punti in maniera più dettagliata dell’interpellanza del Consigliere Castelli.
Punto 1. Il Direttore generale dell'Asur non era tenuto ad informare la Giunta o il Servizio salute in quanto l'atto rientra fra i compiti del Direttore stesso e la legge regionale n. 13/03 gli assegna specificamente la competenza relativa alla valutazione della Dirigenza.
In particolare, il Direttore generale dell'Asur, con nota prot n. 1907 dell'8 febbraio 2008, riferisce che la determina n. 4/2008 relativa alla costituzione del Nucleo di valutazione aziendale è coerente con il dettato normativo della legge regionale n. 13/03 (art. 10, comma 2). Precisando che il Nucleo è un organismo unico che fornisce ad ogni Direttore di Zona le valutazioni tecniche necessarie per esercitare le proprie competenze in materia di gestione del personale, ed è previsto sia dall'art. 15, comma 6 del d.lgs. 502/92 e s.m.i., sia dall'atto aziendale dell'Asur approvato con dgrm. n. 330/05, in cui viene definito come organismo che sopporta i processi di valutazione, elaborando proposte di tipo metodologico per le varie articolazioni organizzative dell'Asur, ossia per le singole Zone territoriali.
II Direttore generale dell'Asur, nella stessa determina n. 4 del 3 gennaio 2008, ha indicato i criteri generali su cui articolare i livelli della valutazione. Articolazione più precisa in merito ai livelli in cui esercitare detta funzione, contemperando le esigenze di funzionalità ed unicità del sistema, oltre a garantire l'omogeneità delle funzioni "valutative", correlandole alle norme contenute nella legge regionale 13/03 di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale e nei contratti collettivi nazionali di lavoro.
II Nucleo di valutazione aziendale predispone i criteri di valutazione per macro aree, con riferimento agli obiettivi assegnati dal Direttore generale alle direzioni zonali ed il rispetto del budget assegnato dalla Giunta regionale al fine di rendere omogeneo ed equilibrato l'intero processo. I citati criteri sono oggetto di informazione preventiva e consultazione con le Organizzazioni sindacali delle aree contrattuali di riferimento.
II primo livello di valutazione dei risultati conseguiti dal responsabile dell'Unità operativa va effettuato dal dirigente gerarchicamente sovraordinato all'unità operativa stessa. Il secondo livello è rappresentato dal nucleo di valutazione zonale (Nvz) che opera come valutatore di seconda istanza presso le zone territoriali ricomprese nell'area vasta, applicando la metodologia ed i criteri stabiliti per macro aree dal Nucleo di Valutazione Aziendale costituito con la citata determina n 4/08 del Direttore generale dell'Asur.
Il Nucleo di valutazione costituito in Area vasta definisce i criteri specifici di valutazione, in contrattazione di 2 livello ed in contraddittorio con le Organizzazioni sindacali di ogni Zona, nel rispetto dei criteri per macro aree stabiliti dal Nucleo di valutazione aziendale.
Punto 2. La determina è legittima in quanto la costituzione del Nucleo di valutazione si configura quale attuazione dei principi contenuti nell'atto aziendale e dei dettati normativi delle disposizioni regionali. II Nucleo non sottrae ai Direttori di Zona le competenze che la legge regionale n. 13/03 attribuisce loro in materia di verifiche gestionali e tecnico-professionali dei dirigenti, perché tale organismo svolge un'attività tecnica di carattere consultivo e non si sostituisce agli organi di amministrazione attiva nei quali si articola l'Asur, ivi comprese le Zone territoriali, nell'esercizio delle rispettive competenze in materia di verifica del personale.
Punto 3. La determina è coerente con gli indirizzi dell’Assemblea legislativa regionale relativi al Psr 2007¬2009, dato che si tratta di una competenza obbligatoria prevista dal Ccnl della dirigenza del Ssr, sia medico-veterinaria, sia per le professioni tecniche.
Punto 4. Il Direttore non ha stabilito il compenso per i componenti del Nucleo di valutazione e si riserva di farlo con successivo atto.
Infine, relativamente all’ultimo punto, alla luce di quanto analizzato e sopra esposto, non si ritiene di dover assumere provvedimenti in merito alla determina in oggetto, in quanto il Direttore generale dell'Asur ha rispettato la normativa vigente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli per la replica.

Guido CASTELLI. Devo riconoscere all’Assessore Mezzolani una chiarezza di linguaggio e una coerenza che va a suo merito, perché giustamente ha detto che siamo usciti da una fase che sicuramente non era accettabile, quella dell’ambiguità.
Non tornerò su quello che ha detto, accetto il suo punto di vista, cerco di andare avanti.
Oggi l’Asur c’è e si è portata a compimento per effetto – lo dicevo scherzando – della cura omeopatica, ora però vediamo di non farne oggetto di idolatria in nome dell’efficienza e della salute. Nel senso che dobbiamo valutare freddamente e pragmaticamente quali sono i correttivi non organizzativi, ma i correttivi necessari per sposare la centralizzazione dell’Asur da quella che è la caratteristica, vorrei dire morfologica e territoriale, della nostra regione.
Prima considerazione. Uno dei punti su cui questa Giunta e questa maggioranza si dovrà misurare è quello dei territori, delle aree di confine, del fatto che il nostro non è un tessuto omogeneo.
L’Assessore sa che dobbiamo lavorare – e so che lo sta facendo, quindi personalmente esprimo anche la mia concordanza – per raggiungere in alcune zone, anche in maniera omogenea, un’aziendalizzazione ulteriore per quanto riguarda quelle zone che oggi sono sprovviste di questi strumenti.
Uno dei punti di scontro dialettici del nostro sistema sanitario sono le aziende ospedaliere, in quanto drenano denaro in maniera doppia rispetto ad ogni altro presidio, ricevono soldi dalla Giunta e ricevono soldi dalle Zone. E’ lì che non c’è quella cultura della valutazione del risultato che dovrebbe giustamente, Assessore Mezzolani, essere il vincolo e il limite dell’agire. (…) Certo, è una zona della zona, sicché si duplica. Ma la mia preoccupazione non è di natura geopolitica, è che all’interno di questi presidi, così forti anche dal punto di vista economico e finanziario, il rischio poi è che non si affermi quella cultura della gestione rigorosa delle risorse. Perché è evidente che se non ci sono vincoli all’utilizzo della risorsa è maggiore il rischio che poi vengano utilizzati in maniera non appropriata.
Quindi – qui divergiamo rispetto all’analisi del Consigliere Procaccini – sono convinto che ci vorrebbe un’azienda ospedaliera per territorio, cioè fare in modo che ovunque le Zone siano solo i soggetti pagatori delle prestazioni delle aziende ospedaliere, che non sono da definire come super ospedali californiani, ma comunque centri dotati di quella autonomia finanziaria che in nome di una certa equanimità di risorse si possano interfacciare in maniera non ancillare e subordinata con l’Asur. Questa è un’idea su cui secondo me possiamo lavorare.
La seconda cosa è che non ci dobbiamo scordare dei territori e della partecipazione.
Qualsiasi meccanismo aziendalista non può, almeno per la nostra tradizione, prescindere da un ruolo partecipativo delle autonomie locali – per un attimo faccio un discorso di sinistra –.
Questo è un punto su cui dovete misurarvi, perché è vero che la Zona era frutto di un compromesso che aveva portato quel carattere generico, però era pur sempre il punto che assicurava la partecipazione. Quindi vi invito a riflettere su questo.
Prendo atto delle evoluzioni che, bon gré mal gré, dobbiamo accettare, perché l’Asur ormai c’è e c’è nella versione ante-compromesso del giugno 2003 con i sindacati.
Comunque indico almeno queste due emergenze come punti di riflessione che spero vorremmo fare insieme, cioè un’aziendalizzazione equanime, rispettosa dei territori di confine, quelli del sud ma anche il maceratese e Civitanova, che devono poter contare su una struttura di questo genere, e la partecipazione.
Il non rendersi impermeabile al controllo e alla partecipazione democratica credo che in materia di salute sia un obbligo morale prima che politico.


Proposta di atto amministrativo n. 101
della Giunta regionale
“Concessione di un finanziamento al Comune di Tolentino destinato agli interventi di ricostruzione del Teatro “Nicola Vaccaj ” compreso nel Piano degli edifici pubblici di cui all’articolo 2, comma 3, lettera e) della Legge 30 marzo 1998, n. 61”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 101 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. L’atto che approviamo ha un valore di straordinarietà. Rappresenta il contributo dell’Assemblea legislativa delle Marche, e credo di poter dire un contributo unitario, visto il rapporto di stretta collaborazione che c’è stato in Commissione tra i Commissari, tra il sottoscritto relatore di maggioranza e quello di minoranza Capponi, per trovare una soluzione al dramma che ha colpito la città di Tolentino.
Come avrete letto dalla cronaca il giorno 29 luglio 2008 si è sviluppato un forte incendio che ha gravemente danneggiato il teatro storico Nicola Vaccaj di proprietà del Comune di Tolentino.
Dall’accertamento effettuato prima dal Comando dei vigili del fuoco e poi dalla Sovrintendenza e dal Ministero, le fiamme hanno interessato la parte centrale della copertura della sala, che al momento da parte di una ditta specializzata era oggetto di lavori di straordinaria manutenzione e impermeabilizzazione.
L’incendio ha completamente distrutto il tetto e ha danneggiato la platea e il palcoscenico, arrecando in tutta la nostra comunità un danno non solo materiale, ma anche una ferita.
Tolentino, infatti, da molti anni viene riconosciuta ed apprezzata a livello nazionale come la piccola Broadway d’Italia, fama che gli è derivata dai tanti spettacoli musicali che la Compagnia della Rancia, diretta da Saverio Marconi, ha messo in scena in questo teatro. Lo dico senza esagerare, senza prosopopea, in quanto la Compagnia che ha prodotto gli ultimi musical in Italia, l’unica italiana, quella di maggiore successo, è appunto la Compagnia della Rancia.
Questo teatro, tra l’altro, era stato già danneggiato dal sisma nel 1997 e a seguito di quel danneggiamento era stato compreso nel piano degli interventi di ripristino degli edifici di proprietà delle Regioni e degli enti locali.
Il progetto di ristrutturazione, di messa in sicurezza, di manutenzione straordinaria e di impermeabilizzazione era stato un progetto ritenuto idoneo e ricompreso nel piano degli interventi da finanziare con la legge n. 61.
Il problema è che questo intervento, pur dichiarato ammissibile, nella graduatoria non aveva ancora trovato le risorse necessarie e quindi era in attesa di un finanziamento.
E’ accaduto, però, che nel luglio 2006 il Comune di Tolentino, non potendo più aspettare la ristrutturazione e avendo accertato dopo un sopralluogo che c’era un grave stato di danneggiamento alla copertura, per cui occorreva un intervento straordinario, non era più possibile, stante i gravi danni, proseguire nell’azione di promozione turistica teatrale, aveva deciso di eseguire i lavori in anticipazione rispetto alle somme che poi sarebbero dovute arrivare dalla Regione Marche. Quindi era stato individuato e autorizzato un progetto.
In data 25 marzo l’amministrazione comunale aveva trasmesso la variante al progetto approvato, individuando un primo stralcio con un intervento sulle coperture da eseguire in anticipazione per 420 mila euro.
E’ proprio durante questi lavori di ristrutturazione in anticipazione che è avvenuto il dramma dell’incendio.
Devo dire – essendo stato il relatore – che con la legge n. 61 , approvata all’unanimità, che ha finanziato i beni culturali, abbiamo previsto 12 milioni di euro per i beni culturali, però abbiamo accolto solo l’istanza di ristrutturazione dei soli beni individuati nella graduatoria, ad eccezione di 1,5 milioni di euro destinati per il completamento del Palazzo Trevi di Senigallia. Questo a seguito di un impegno preso con il Governo della Repubblica in occasione del IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci.
Quindi la Regione aveva messo a disposizione delle risorse, ma che non servono a garantire la copertura di tutti i beni culturali, avendo dato priorità soprattutto alle opere pubbliche che riguardano edifici adibiti a scuole o a sedi municipali e che hanno un interesse maggiore e istituzionale.
A seguito dell’incendio, che ha completamente distrutto il tetto e danneggiato la platea e il palcoscenico, tutti i livelli istituzionali, compresa la Regione Marche, si sono attivati.
Il 28 agosto 2008 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nel Comune di Tolentino. Questo significa che avremo la possibilità di attingere a risorse governative nei prossimi mesi, risorse che ci consentiranno un’opera di ristrutturazione. Tali risorse non saranno certamente sufficienti, ma con la solidarietà che si è attivata sicuramente ci consentiranno di completare l’opera.
Allora perché la Regione è intervenuta? E’ intervenuta perché occorre accelerare l’opera di ricostruzione del teatro prima che questo si degradi e si danneggi ulteriormente.
La Regione per dare il proprio contributo ha utilizzato il fondo di riserva, di circa 2 milioni di euro, previsto dalla legge n. 61 sul terremoto.
Da questo punto di vista voglio chiarire bene. Noi non abbiamo attinto a risorse straordinarie o a nuove risorse, abbiamo preso in considerazione, all’interno dei 55 milioni di euro destinati alla ricostruzione, il fondo di riserva di 2 milioni. Quel fondo di euro che ci serviva per risolvere problemi che nel frattempo sarebbero potuti sorgere e che ogni anno è stato messo a disposizione dall’Assemblea legislativa regionale per risolvere situazioni di emergenza.
Questo fondo non viene utilizzato a caso e non potrà essere così neanche in futuro, infatti possiamo attingervi solo perché prendiamo una quantità di risorse, 799 mila euro, che riguardano un progetto per il quale già c’era stato il giudizio di idoneità da parte della Regione Marche, quindi destinatario potenziale di un intervento di ristrutturazione. Sarà poi la Regione Marche, attraverso la Giunta, una volta approvato questo intervento a decidere, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico, le modalità e i criteri di utilizzazione.
Quindi non andiamo a ledere alcuna prerogativa o alcuna aspettativa su beni culturali, infrastrutture e opere pubbliche.
Voglio ringraziare tutta la Commissione, dalla Presidente al Vicepresidente, dal relatore Capponi, ai Consiglieri regionali, dal Presidente della Giunta al Presidente dell’Assemblea legislativa, perché hanno dimostrato una grande attenzione, una grande tempestività non solo nel predisporre immediatamente questo atto, ma per accertarsi non ritualmente ma concretamente dell’entità dei danni e per essersi adoperati per risolverli.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. L’atto che stiamo per votare rappresenta un momento di dimostrazione della solidarietà verso un bene culturale importantissimo, come è il Teatro Vaccaj sia per la città di Tolentino che per tutta la comunità artistica marchigiana.
Questo evento tragico, accaduto probabilmente per delle colpe, che per la loro individuazione c’è in corso la Magistratura, ha avuto una solidarietà non indifferente di tutta la comunità marchigiana. In primis l’ha avuta del Governo nazionale che con un atto estremamente sollecito del 29 luglio, proprio in conseguenza dell’incendio del teatro Vaccaj, ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio del Comune di Tolentino. Pertanto la dichiarazione dello stato di emergenza significa che anche il Governo metterà a disposizione delle risorse specifiche.
Ringraziamo tutti gli enti che hanno voluto manifestare la loro solidarietà, ad esempio la Fondazione Carima, che tra l’altro in questo periodo è oggetto di un attacco misterioso da parte di alcuni politici locali, viene tacciata di non perseguire finalità di interesse generale, però mi sembra che questo fatto smentisca tale situazione.
Riteniamo che la collocazione dell’intervento regionale all’interno dei fondi del terremoto debba essere accettata solo in via temporanea, perché sono gli unici fondi a disposizione a pronto effetto. Questi fondi, inseriti nel fondo di riserva, possono essere utilizzati come forma di anticipazione per l’intervento, ma in attesa di definizione di due situazioni che abbiamo chiesto venissero riportate nell’atto. Così non è stato perché gli uffici regionali ci hanno garantito che ciò è insito proprio nella normativa che regola il fondo di riserva. Cioè il fondo di riserva dovrà essere reintegrato o con un atto di trasferimento di risorse dal bilancio regionale oppure potrà essere reintegrato qualora venissero individuate le responsabilità, che sicuramente ci saranno essendo stato un incendio di origine colposa – speriamo che non sia dolosa –. Quindi riteniamo che queste somme debbano rientrare nella disponibilità del fondo del terremoto.
Abbiamo chiesto, ripeto, che questo venisse scritto nella deliberazione ma così non è stato perché gli uffici hanno garantito che è così per legge. Pertanto non abbiamo insistito ma lo voglio sottolineare affinché rimanga a disposizione del dibattito di oggi.
Ho tenuto molto a precisare questo aspetto proprio perché le responsabilità colpose di questo incendio possono ravvisarsi in tante configurazioni, dunque sia di responsabilità dell’ente locale, sia di responsabilità di privati che stavano effettuando i lavori.
Qualora dovesse esserci questa colpa da parte di terzi non dovrà essere la comunità regionale a sanare i danni realizzati, bensì coloro che li hanno effettivamente provocati o alimentati.
Pertanto il nostro voto sarà favorevole ma condizionato a questo aspetto di correttezza e di rispetto della legalità.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo fatto è un grave incidente, è così che dobbiamo definirlo visto che in quel momento al teatro Vaccaj di Tolentino c’erano dei lavori in corso. E’ stato un atto sicuramente derivante dall’intervento che si stava effettuando, poi le colpe o le responsabilità le vedremo, c’è un’inchiesta in corso, quindi non entro nel merito di questo, però è comunque da annoverarsi nell’ambito degli incidenti. Non è una causa accidentale o comunque fortuita, ripeto, è sicuramente riconducibile agli interventi che si stavano effettuando.
In ogni caso la notizia ha colpito tutti per i motivi che hanno accennato i relatori di maggioranza e di minoranza, perché il Vaccaj di Tolentino è un teatro storico, uno dei più belli e conosciuti della regione, che però, purtroppo, è stato leso gravemente.
Da parte di tutti fin da subito è stato richiesto l’intervento in via d’urgenza per ripristinare l’integrità dell’immobile del Teatro Vaccaj, tutti da subito hanno manifestato la loro volontà a contribuire.
Io lo voglio rifare anche in quest’Aula, come lo ha fatto già il relatore di minoranza, infatti i nostri gruppi sono assolutamente concordi nel condividere un intervento di natura straordinaria come quello che oggi stiamo discutendo e votando.
L’unica cosa che aggiungo a queste mie considerazioni è che, innanzitutto, non deve abbassarsi l’attenzione sugli accertamenti delle responsabilità, sicuramente vi deve essere un’attenzione a questo problema che è addirittura sfociato in un gravissimo incendio che ha distrutto tutta la copertura e grossa parte del teatro.
Non abbassare l’attenzione significa anche fare in modo che la Commissione che si sta formando – ne parlerà anche il collega Massi che è di Tolentino ed è stato Sindaco di quella città -, che è derivazione dello stato di calamità decretato a livello centrale – a questo proposito possiamo dire che il Governo è intervenuto con una tempestività che tutti devono riconoscere, Bertolaso è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a questo tipo di eventi –, possa essere affidata a personaggio terzo, di garanzia, in grado di rappresentare veramente l’intera comunità tolentinate e marchigiana in genere.
Lo dico perché mi sembra che ancora su questo punto non ci sia chiarezza, mentre è cosa che è stata invocata sia dai Consiglieri locali che dai rappresentanti dei nostri gruppi consiliari e politici.
Per amore di verità voglio fare anche una seconda considerazione.
Questo intervento utilizza lo strumento del fondo di riserva, uno strumento delicato che in quanto tale deve essere considerato in maniera adeguata, il che significa che non ci devono essere procedimenti poco trasparenti, poco partecipati, poco chiari, poco confrontati. In questo caso, ad esempio, c’eravamo già espressi ex ante, cioè tutti avevamo detto della necessità di intervenire, ma quanti altri casi potrebbero essere sollevati?! Voglio dire che ci deve essere la stessa procedura per tutti, e questo significa confronto, partecipazione e una condivisione di tutte le componenti non solo della nostra Assemblea legislativa ma anche e soprattutto della società o dei territori che vengono a porre le questioni.
Partecipazione, per esempio, significa fare dei passaggi non solo nella Commissione competente per la ricostruzione post-sisma, ma anche in quella Commissione che valuta nel merito l’impatto di natura finanziaria, di natura economica o che valuta nel merito le stime fatte, ecc..
In questi casi, come negli altri che potrebbero essere sollevati, vi deve essere un’attenzione particolare – l’ho già detto nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ma desidero ribadirlo anche qui in Aula – anche da parte della Commissione preposta alla programmazione finanziaria.
E’ vero che non è un vincolo, una necessità, come oggi è stato chiarito dagli uffici, ma motivi di opportunità rendono importante e indispensabile fare anche questo passaggio, cioè il controllo di impatto di natura finanziaria e degli spostamenti che vengono effettuati.
Qui si parla di fondi di riserva, andiamo in “anticipazione”, quindi siamo tutti tranquilli che è solo un’anticipazione, cioè abbiamo anticipato quei tempi che potevano essere più lunghi, ma il bene è già inserito nella lista dei beni culturali finanziabili. La questione è chiarissima. Però essendo un’anticipazione, essendo un caso che crea un precedente, non vorremmo trovarci nelle condizioni di discutere di altri casi – speriamo non così gravi – che potrebbero essere sottoposti in maniera troppo accelerata e superficiale.
Quindi se valuteremo e condivideremo insieme le questioni saremo i primi a partecipare – come stiamo facendo oggi – a degli atti che trovano la loro convergenza come volontà, come merito, come sostanza.
Pertanto siamo d’accordo, però dobbiamo anche essere d’accordo sul fatto che questo tipo di procedure devono essere improntate alla massima trasparenza e condivisione, perché sono procedure di natura eccezionale.
L’eccezionalità, precedentemente alla predisposizione dell’atto, l’avevamo già annunciata, per cui oggi la dobbiamo solo riconfermare, però proprio perché è eccezionale tutti quanti dobbiamo condividerla sempre fino in fondo.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Approvo con soddisfazione questo atto e mi complimento non soltanto con i proponenti, ma con tutta la Commissione che, come giustamente è stato detto pochi minuti fa, è riuscita a seguire, seppur nell’eccezionalità, una procedura trasparente nel farsi carico di un problema sorto improvvisamente e che ha toccato il cuore di tutti.
Questo atto, che oggi probabilmente verrà approvato all’unanimità, non deriva dall’emotività dell’accaduto che può aver spinto, soprattutto i proponenti, ad andare incontro alla soluzione di questi problemi – a volte succede che tanta è l’emotività e tante sono le notizie che appaiono sulla stampa che poi si fa di più del necessario –, perché in questo caso è stata fatta una scelta ottima per quel piccolo gioiello che è il Teatro Vaccaj.
Per fortuna gran parte di questo teatro si è salvato, e a parte il soffitto che sarà difficile riportare nella situazione originaria, resterà comunque un gioiello artistico e architettonico che merita tutte quelle attenzioni che anche la Regione vorrà dare.
Per quanto riguarda la stessa intitolazione del teatro – e oggi non ne ho sentito parlare se non per nominarlo – non so quanti cittadini marchigiani sanno, al di là di quelli che abitano nel territorio, chi sia Nicola Vaccaj; infatti quando si parla di musica, di opera lirica magari si ricordano i grandi autori dei melodrammi ma Nicola Vaccaj non è mai tra questi.
Vaccaj non soltanto all’interno della regione ha avuto un compito importantissimo attuato soprattutto con la sua opera più famosa, Giulietta e Romeo – che tra l’altro abbiamo riproposto pochi anni fa –, ma avuto un ruolo importantissimo anche perché a suo tempo fu uno dei maggiori protagonisti del settore musicale. Quindi il fatto che attraverso il teatro si ricordi questo importante autore marchigiano va a merito della cultura e di chi ha proposto questo.
Tutti ricordiamo, anche chi non era presente nell’allora Consiglio regionale, quanti investimenti fece la Regione Marche affinché potessero essere riaperti quasi tutti i teatri delle Marche. Abbiamo teatri grandi e teatri piccoli – lo abbiamo detto tanto volte – ma tutti sono di grandissimo spessore sia dal punto di vista architettonico che dal punto di vista artistico.
Sono stati fatti tanti finanziamenti perché potessero essere riaperti, ma purtroppo non c’è stata altrettanta lungimiranza e attenzione per far sì che all’interno di questi teatri si potessero fare anche altre attività. Ultimamente si è tentato di farlo, mentre in passato si è pensato più a riaprirli che a quello che avrebbe potuto significare la stessa apertura.
Il teatro di Tolentino, al di là del discorso generale sui teatri marchigiani, è veramente un teatro che brilla per l’attività svolta in esso, non soltanto nel settore della prosa e nel settore musicale, ma soprattutto, come è stato detto, nel settore del musical. Saverio Marconi e la Compagnia della Rancia all’interno di questo teatro sono riusciti a fare un piccolo miracolo, un piccolo capolavoro.
Ricordo che in passato ci fu una lotta tra il Teatro Stabile, che sorge con la Compagnia della Tee, e la Compagnia della Rancia per la quale c’era la volontà di un riconoscimento di stabilità da parte dello Stato e delle Marche. Bene, il primo ha avuto il riconoscimento di stabilità da parte dello Stato e ultimamente anche da parte delle Marche, ma ha anche grandi problemi di carattere economico e di produzione, mentre l’altra è andata avanti quasi solo con le proprie forze, non ha avuto altrettanti riconoscimenti né altrettanta attenzione da parte della politica, però ha avuto un riconoscimento ben più grande, quello del pubblico, quello del fatto che anche con mezzi non eclatanti sia riuscita a fare produzioni, quello del fatto che per tanti anni ha vinto il biglietto d’oro del pubblico.
Quindi, oltre che per il valore artistico e architettonico del teatro, ma anche per quella attività che si svolge al suo interno, è necessario che si faccia del tutto affinché questo teatro rimanga chiuso il minor tempo possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Comincio da quest’ultimo intervento della collega Mammoli in quanto voglio ringraziarla di aver ricordato la figura di Vaccaj a cui si intitola il teatro.
Vaccaj è nato a Tolentino e vissuto a Pesaro, quindi un collegamento tra queste due realtà culturali che c’è da tempo. Voglio inoltre sottolineare che è conosciuto nel mondo anche per il famoso “metodo Vaccaj” con cui si formano tutti i cantanti lirici. Era famosissimo alla fine dell’ottocento perché il terzo atto di Giulietta e Romeo venne interpretato dalla Malibran, la Callas dell’ottocento. Quindi grazie, Consigliera Mammoli, per aver sottolineato questo valore.
Questo è un momento di soddisfazione perché maggioranza e minoranza hanno svolto una convergenza utile e necessaria per il reperimento di un finanziamento. Quindi ringrazio i relatori di maggioranza Comi e di minoranza Capponi e sottolineo come tutto il centro-destra si riconosca perfettamente nell’opera svolta dal Consigliere Capponi e anche nelle riflessioni che ha fatto il collega Pistarelli.
Pertanto non ho altro da aggiungere se non un paio di riflessioni.
La Regione ha dato una risposta e ha mantenuto la promessa. E’ stato sottolineato che siamo sui fondi del terremoto, però non credo di andare oltre le righe se chiedo alla Regione – la ricostruzione non sarà domani, ci vorranno spero pochi anni, ma comunque forse due, tre o quattro – di pensare anche ad un finanziamento ordinario per il futuro, perché probabilmente ci vorranno 6-7 milioni di euro. Questi 800 mila euro sono molto utili, sono un grande incoraggiamento che, insieme a quelli della Fondazione e a quelli del Comune, costituiscono un budget con cui ripartire, però chiedo alla Regione, come è avvenuto anche dal più importante, Le Muse, agli altri teatri, di programmare un finanziamento ordinario a partire dal prossimo bilancio. Credo che su questo il Presidente Spacca debba dare una risposta.
La seconda considerazione è sul fatto che con soddisfazione abbiamo visto una grande mobilitazione da parte del Governo, infatti Bertolaso è arrivato il 9 agosto ed è ritornato il 31 agosto. Quindi spero che questa sinergia Regione-Governo ci sia.
E anche se localmente, durante la manifestazione con Bertolaso, qualcuno si è anche dimenticato di dire che è il Sottosegretario dell’attuale Governo, poi di fronte a una Protezione civile con la nomina a Bertolaso, quella Protezione civile – l’ho già detto a Oreficini e lo voglio dire anche apertamente – che è un fiore all’occhiello per l’ente Regione e per tutto il territorio regionale, credo che la nomina di Bertolaso a Sottosegretario della Presidenza del Consiglio sia una forte valorizzazione del patrimonio della stessa Protezione civile. Dunque a Tolentino c’è stato questo momento di dimenticanza, un po’ vecchio retaggio di battute ideologiche, quindi penso che non ci sarebbe stato nulla di male se veniva sottolineato il ruolo di Bertolaso.
Infine mi voglio rivolgere all’Assessore alla cultura. C’è bisogno di un supporto della Regione – a parte con i soldi e a parte questo momento – anche nella programmazione. Perché mi sembra, al di là dell’aspetto impulsivo del momento, positivo anche questo, che si vada avanti a tentoni su come riprogrammare il progetto culturale che è attorno alla stagione teatrale. Oggi ne sentiamo tante, sono tutti impulsi e magari anche intuizioni positive, si sente parlare di Teatro Tenda che ha dei costi, però chiedo all’Assessorato, visto che adesso c’è una commissione paritetica Regione-Province-Comuni, dove è rappresentata maggioranza e minoranza di ogni ente, di venire al tavolo di questa commissione e cercare di dare un indirizzo. Perché, ripeto, con la buona volontà e con gli impulsi positivi temo si sprechino diverse risorse ma poi non si finalizzino.
Questo per due motivi. Uno per non interrompere la proposta culturale che c’era attorno al Vaccaj in cui è coinvolto anche Saverio Marconi. E voglio dire ai colleghi maceratesi – questo forse i colleghi delle altre province non l’hanno seguito – che ancora devo capire perché l’Associazione Sferisterio nega a Saverio Marconi lo Sferisterio. Me lo dovete spiegare! Abbiamo avuto i colossi della musica leggera, come il rock, da Musicultura a De André a De Gregori, alla Premiata Forneria Marconi, a Lucio Dalla, poi a Saverio Marconi si nega lo Sferisterio per il musical. Allora vorrei capire in base a quale programmazione avviene questo! Il musical è sulla cresta dell’onda, ha un grande seguito popolare proprio perché ci vanno tutte le famiglie e in tutte le età, quindi, cara Consigliera Giannini, dovrebbe scrivere a Silenzi per chiedergli di spiegarmi perché è stato negato lo Sferisterio a Saverio Marconi! (…) Ne parlo perché Saverio Marconi è un interna corporis nel teatro Vaccaj e quindi una proposta di Saverio Marconi per lo Sferisterio andava colta al volo! E Saverio Marconi non mi sembra che si sia schierato qualche volta con il centro-destra, anzi, tutt’altro, però mi pare venga trattato come uno straniero. Assessore alla cultura, pensaci! Perché veramente non si è capito, infatti con il musical allo Sferisterio si farebbero altre dieci serate di pieno, però non è stato fatto!
Quindi, ribadendo la soddisfazione con i Consiglieri Comi, Capponi, Pistarelli e con la collega Mammoli per tutto quello che è stato, adesso, Assessore, dobbiamo pensare ad quella programmazione urgente per capire come si riparte sulla proposta culturale.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Intanto come battuta voglio dire al Consigliere Capponi che la dimenticanza non è mai dei Comunisti, perché i Comunisti in generale hanno stile, quindi se fossero stati loro alla Presidenza non si sarebbero dimenticati!
Naturalmente voteremo a favore di questo atto perché il Teatro Vaccaj è un patrimonio culturale e architettonico non solo di Tolentino ma anche di tutte le Marche e nazionale.
Oggi con questo atto in via prioritaria, ma anche giusta, si attinge dal fondo di riserva, la legge n. 61 stanzia fondi generali, c’è un fondo di riserva di 2 milioni di euro e tre quarti di questo fondo verrà utilizzato per l’inizio della ricostruzione, però voglio cogliere l’occasione – non vedo l’Assessore Marcolini e il Presidente Spacca – per dire che c’è un’altra emergenza. Cioè che nelle Marche esistono sessanta casi di prima abitazione, case che per diversi motivi non sono state ricomprese nell’allegato A della ricostruzione, ma sono andate a finire nelle seconde case, quindi nell’allegato B. Sono errori di tipo tecnico, perché in molti casi il titolare della domanda dell’immobile dove insisteva la prima casa abitata al momento del terremoto in realtà era titolare di una seconda casa.
Voglio dire – e a tale proposito come gruppo produrremmo un atto – che l’Assemblea legislativa regionale, la Giunta regionale ed anche il Governo nazionale debbono mettere fondi aggiuntivi per risolvere il problema della prima casa ancora non risolto. Per fortuna non è una casistica elevatissima ma tuttavia questi cittadini hanno maturato un diritto che devono vedere garantito.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 101. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)



Proposta di legge regionale n. 211
della Giunta regionale
“Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposta a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria ed a favore degli ex detenuti”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta legge n. 211 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Chiedo il rinvio di questa proposta in quanto è stata licenziata dalla Commissione non completa perché abbiamo ricevuto alcune sollecitazioni nelle ultime ore che ci impegnano ad una più seria riflessione.
L’Assemblea legislativa regionale un mese fa ha approvato una legge che riguarda le competenze, le prerogative e le funzioni del Difensore civico, quindi occorre esaminare se c’è un intreccio di competenze con la figura del Garante che abbiamo previsto per i detenuti. Inoltre questa mattina dall’Assessorato è arrivato un emendamento degno di considerazione.
Pertanto vorrei chiedere il rinvio alla prossima seduta facendo anche questa considerazione, cioè che quest’anno non saremo in grado di attuare la legge perché non ci sono le risorse, ci siamo impegnati a realizzarla dal prossimo anno, quindi una settimana di tempo per una più opportuna riflessione non ci provoca alcun rallentamento istituzionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio della proposta di legge n. 211.
(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Nelle scorse settimane il sottoscritto, il gruppo di Alleanza Nazionale e i colleghi di Forza Italia hanno presentato due mozioni (n. 283 e n. 288) sulla gravissima situazione creatasi in India nei confronti dei cristiani.
Credo che da parte dell’Assemblea legislativa regionale sia doveroso intervenire, perché oltre ad essere una questione che per ovvi motivi va al di là dei nostri confini, è anche perché, rispetto alla presentazione delle due mozioni – una è del 3 settembre, l’altra è del 15 settembre – gli episodi di violenza anziché ridursi si sono moltiplicati. Si stanno allargando a macchia d’olio in tutta l’India, persino in Kerala dove sono moltissimi anni che vive e lavora indisturbata una comunità di cristiani, addirittura lungo le spiagge le barche hanno le bandierine con raffigurati i nostri santi. Quindi anche la zona del Kerala, dove la convivenza con i cristiani è stata sempre ben tollerata, si sta modificando. Addirittura nella zona del Madhya Pradesh nei giorni scorsi è stato ucciso un altro prete e sono state assalite alcune suore che fanno parte del gruppo di Madre Teresa di Calcutta.
Quindi credo sia doveroso da parte dell’Assemblea legislativa regionale dare un forte segnale che vada nella direzione di una sollecitazione non solo del Governo, ma anche delle autorità indiane. Autorità con cui molto spesso intratteniamo rapporti commerciali, ma poi quando si tratta di parlare di diritti umani o di difendere le nostre comunità o comunque quelle che con noi hanno qualcosa in comune, non c’è rispetto, si preferisce il business al discorso dei diritti umani.
Quindi, ripeto, credo sia doveroso da parte della nostra Assemblea legislativa regionale dare un segnale forte che vada non solo a difesa delle comunità cristiane ma di tutte quelle comunità che cercano un percorso diverso di fede o di scelta di vita.
Pertanto, insieme ai colleghi di Forza Italia, chiedo l’anticipo di queste mozioni. So che da parte della maggioranza c’è disponibilità ad accettarle, ma preferirei che questa cosa venisse fatta oggi anche perché nel corso dei prossimi giorni ci sarà sicuramente un’escalation.
Fare una sintesi oggi credo sia più opportuno perché sono già passati venti giorni dalla presentazione della prima mozione. Solo oggi ho visto una certa disponibilità, ma si è avuto anche tempo sufficiente per elaborare un documento comune.
Comunque, anche nel caso si decidesse di elaborare un documento comune, oggi come minimo credo sia opportuno dare almeno un segnale specifico, magari con un minuto di silenzio, affinché questa Assemblea possa dimostrare che è molto sensibile e soprattutto molto preoccupata di quello che sta accadendo in India ma che da tempo succede anche in Cina.

PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.

Stefania BENATTI. Come già annunciato c'è la disponibilità della maggioranza a ragionare su una risoluzione comune, però in questo momento c'è un problema logistico in quanto era il collega Brandoni che la stava valutando ma si è dovuto assentare.
Pertanto la proposta è quella di rinviare il punto a martedì prossimo in modo che su questo tema possiamo arrivare ad un confronto con tutti i gruppi dell'Assemblea legislativa e quindi ad una risoluzione che possa avere la firma di tutti.

PRESIDENTE. Se la richiesta di rinviare la discussione di questo tema a martedì prossimo trova l'accordo di tutti, ora osserviamo un minuto di silenzio così come chiesto dal Consigliere D'Anna.

(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Mozione n. 262
dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci
“Integrazione dei migranti”
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 262 dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Il testo di questa mozione è molto semplice, non ha bisogno di una grande illustrazione. Prende atto dalle vicende che caratterizzano in questi ultimi tempi anche i mezzi di informazione sulla tematica dell'immigrazione.
L'impressione è che su questa tematica si stia facendo una grande demagogia, una grande speculazione politica, e in realtà non è solo un'impressione, ma è un dato oggettivo.
Mentre da una parte abbiamo forze politiche e mezzi di informazione che ci parlano di un'emergenza in crescita esponenziale di assalti, di drammi, ecc., poi andando a vedere i dati del Ministero dell'interno sulla criminalità e su queste problematiche ci rendiamo conto che il nostro è un Paese che non solo presenta livelli di sicurezza non riscontrabili in altri Paesi d’Europa, ma che negli ultimi anni ha visto progressivamente decrescere i fenomeni della criminalità e quindi ciò che possiamo vedere con il fenomeno dell'immigrazione.
Più in generale l'impressione è che il tipo di risposte che il Governo intende dare sono più sul piano della demagogia che della risposta reale. Si restringono le frontiere rispetto a un fenomeno che invece è ineluttabile; sappiamo bene che le cause dell'immigrazione stanno altrove, stanno in problematiche sociali, geopolitiche, in alcuni casi anche ambientali, infatti è sempre più diffuso il fenomeno dell'esodo ambientale, cioè di popolazioni che fuggono da disastri e catastrofi provocati da fenomeni ambientali ed ecologici.
Insomma, da una parte abbiamo una pressione che spinge i fenomeni immigratori – come peraltro sempre successo nella storia dell'umanità, anche se ovviamente in proporzioni diverse perché queste dipendono dai mezzi di comunicazione e dalle possibilità che ci sono –, dall’altro il problema è che se uno Stato sceglie di affrontare queste tematiche solo mettendosi le mani sugli occhi, cioè facendo delle leggi che vietano l'ingresso in un Paese, poi queste riescono realmente a bloccare i fenomeni immigratori. Così invece non è, perché sappiamo che norme che credono di poter bloccare fenomeni immigratori in realtà servono solo ad aumentare la clandestinità.
Questo si lega al fatto che le problematiche che abbiamo spesso con il mondo dell'immigrazione sono strettamente legate al fenomeno della clandestinità.
A causa del fatto che c'è una spinta che non si riesce a fermare, quella cioè della necessità di varie popolazioni di emigrare, poi questi fenomeni immigratori difficilmente avvengono attraverso canali legali, passano attraverso organizzazioni criminali e quindi portano direttamente in sé quei problemi che vengono denunciati e che riscontriamo.
Questo avviene per il fenomeno della prostituzione, avviene per il fenomeno dello spaccio dove i traffici sono spesso gestiti dalla criminalità, quindi gli immigrati diventano automaticamente manovalanza di queste forme di criminalità.
Inoltre sappiamo bene che i fenomeni della criminalità maturano nel substrato del disagio sociale, dove ci sono sacche di povertà, sacche di disagio e di emarginazione.
Quindi è chiaro che la criminalità riguarda maggiormente chi arriva da un Paese straniero e che fa fatica ad instaurare legami, chi non ha forme di protezione sociale e vive in condizioni di povertà, piuttosto di chi in questo Paese è nato, cresciuto ed ha forme di protezione.
Pertanto ciò che realmente servirebbe, visto che il fenomeno è ineluttabile, sono le politiche di accoglienza, quelle scelte che permettano di integrare questi nuovi flussi migratori e che possa creare quelle condizioni affinché non si passi attraverso la criminalità organizzata ma attraverso forme di inserimento sociale.
Tutto questo andrebbe coniugato anche con un'altra cosa, a cui purtroppo i Paesi occidentali, in particolare l'Italia, hanno fortemente rinunciato negli ultimi anni, cioè con una seria politica di cooperazione internazionale.
Negli anni da questo punto di vista abbiamo visto decrescere gli investimenti, i pochi che si fanno sono spesso finalizzati alla penetrazione economica piuttosto che alla soluzione dei problemi reali delle popolazioni. Abbiamo visto costantemente disattesi gli impegni che a livello internazionale venivano presi. Si è fatta la scelta di abbandonare le popolazioni del sud del mondo al loro destino o comunque di vederle solo come risorsa da sfruttare quando ci fa comodo e da respingere quando abbiamo l'impressione che ci crea problemi.
La mozione vuole offrire uno spunto di dibattito più sereno di quello che si fa solitamente su queste tematiche, quindi vuole essere un momento di riflessione da parte dell'Assemblea legislativa. Nello specifico, essendo stata presentata alcuni mesi fa, si proponeva di sollecitare l'iter della legge regionale che sapevamo essere in corso. Dunque in questo ultimo aspetto la mozione è quasi superata, perché sappiamo che alcuni giorni fa è arrivata la convocazione della consulta dell'immigrazione e ci risulta che la Giunta abbia predisposto un testo che sarà sottoposto alla stessa consulta giovedì prossimo.
Quindi crediamo che l'iter di questa proposta di legge sia imminente, non abbiamo ancora visto il testo, lo vedremo nei prossimi giorni, ma l'auspicio è che raccolga, per la parte può fare la Regione Marche, anche lo spirito e le istanze contenute in questa mozione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Brevissime considerazioni perché condivido la relazione del Consigliere Altomeni.
Vorrei proporrei a questa mozione, se i presentatori sono d'accordo, un emendamento che oltre a voler segnalare la necessità dell'integrazione che deve avvenire tra le diverse culture nella differenza, senza nessuna volontà di supremazia, e vuole smarcarsi dal tentativo in atto di una criminalizzazione dello straniero.
Quindi dopo le parole “forma di xenofobia e razzismo”, se il Consigliere Altomeni è d'accordo, aggiungerei che l'integrazione deve avvenire in un contesto di diritti e di doveri uguali per tutti.
Se volete lo formalizzo.

(L’Assemblea attende brevi minuti per la formalizzazione dell’emendamento)

PRESIDENTE. Il Consigliere Procaccini ha presentato un emendamento che così recita: “Dopo le parole ‘xenofobia e razzismo’ aggiungere: ‘L'integrazione deve avvenire in un contesto di diritti e di doveri uguali per tutti’ ”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Siamo contrari a questa mozione che, tra l'altro, è retrodatata, Consigliere Altomeni, nel senso che le riforme di cui lei condanna la realizzazione sono già state emanate dal Governo con un’impostazione verso nessuna persecuzione, bensì verso la legittimazione dell'immigrazione clandestina con tutti i reati ad essa connessi dalla legislazione che è già in atto.
E’ una mozione che va contro una legge dello Stato recentemente approvata, una legge che cerca di rendere la presenza degli extracomunitari quanto più compatibile con i diritti e i doveri dei cittadini italiani.
Quindi non siamo assolutamente d'accordo sull'impostazione di questa mozione, perché tutto quello che c'era da dire e da fare su questo tema è stato già portato avanti dal Governo attuale, mentre il lassismo e il qualunquismo con cui il Governo Prodi aveva affrontato questa tematica ha portato ad una degenerazione e ad un incremento enorme dei reati commessi da soggetti extracomunitari.
Ci sembra che il rispetto delle persone, soprattutto in un Paese come il nostro che vive di legittimità e di legalità, debba essere perseguito da tutte le forze politiche, comprese quelle di maggioranza che però, come in questo momento, non vedo assumersi una responsabilità di guida del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Credo che questa mozione sia opportuna, perché discutere di temi così delicati è assolutamente necessario, è bene farlo. E' bene anche che i nostri enti locali, a partire dalla Regione, al di là di ciò che compete allo Stato e alla normativa nazionale, comincino ad affrontare più seriamente la questione delle politiche dell'integrazione, dell'inclusione sociale, della coesione sociale, per farne oggetto significativo delle politiche sociali e non solo.
Nel Paese c'è un clima difficile, le questioni vanno affrontate non con superficialità, ormai il fenomeno dell'immigrazione, al di là che sia un fenomeno storico, come detto nella mozione, interessa in maniera notevole i nostri territori, quindi non possiamo non avere politiche adeguate.
Condivido sostanzialmente la mozione, però mi sembra un po' troppo calcato un passaggio che riterrei di sopprimere proprio per la delicatezza delle questioni, pur ritenendo che da parte del Governo nazionale ci sia un approccio a queste politiche e a questi problemi non adeguato.
Utilizzare il termine “progrom” mi sembra esagerato, riterrei di sopprimere quel passaggio che va da “stigmatizza” a “non accertati”, e a queste condizioni votare poi la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Non ho problemi se questo è l'elemento che ci aiuta a trovare la sintesi. Comunque credo che anche la Consigliera Mollaroli concordi, al di là dei termini usati, che comunque rispetto a fenomeni episodici, da una parte i mezzi di informazione e dall'altra le forze politiche, tendono a forzare la realtà. E questo avvia a fenomeni preoccupanti, nel senso che quando si esaspera una situazione poi anche i cittadini che vivono la paura tendono comprensibilmente a mettere in moto meccanismi di difesa in alcuni casi anche violenti, infatti episodi in questo senso non sono mancati.
Con questa mozione si voleva invitare ad usare toni più rispondenti alla realtà, cioè che quando si tratta di questo fenomeno occorre partire magari dai dati.
Comunque, visto che capisco che inserito in questa mozione in tre righe forse si rischia di non dare la giusta idea di ciò che si voleva dire, non c'è problema da parte mia ad accogliere l'emendamento proposto dalla Consigliera Mollaroli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Con molta serenità chiedo al Consigliere Altomeni di ritirare questa mozione, è posta male proprio nei suoi contenuti, tra l'altro riporta diverse frasi che sono fuori luogo, ad esempio si dice “la politica razzista che il Governo sta applicando”. Consigliere Altomeni, sia serio! Politiche razziste sono parole forti e fuori luogo.
Oltretutto deve sapere che la revisione del trattato di Schengen, tra l'altro previsto, è stata accettata con accordi bilaterali fra Governo italiano, bulgaro e rumeno – se permette ne so qualcosa! –. (...) La Bulgaria vive una crescita del Pil del 7,5%, ha un'assistenza sanitaria migliorata rispetto alle condizioni in cui per cinquant'anni l'avete ridotta, ma non apriamo questa discussione che oggi sarebbe anch'essa fuori luogo e che potrebbe generare un confronto su cui penso che la storia, Consigliere Procaccini, ha già dato la sua sentenza. O forse lei è rimasto uno degli ultimi indiani a voler portare ad esempio! (...) Consigliere Procaccini non provochi, cerchi di parlare quando è il suo turno, per cortesia, e cerchi di rispettare gli interventi dei suoi colleghi con molta serenità.
Questa è una mozione fuorviante perché fotografa una situazione che non è così. Tutti noi abbiamo a cuore le sorte dei rapporti bilaterali e soprattutto abbiamo a cuore l'essere umano che per noi è al centro di ogni nostro interesse, occorrono le politiche di integrazione. In ogni caso oggi c'è una sofferenza, Consigliere Altomeni, c'è il riscontro che oggi un particolare numero di reati di sangue provengono esclusivamente da un certo tipo di circolazione – perché non si può parlare più di immigrazione clandestina posto che la Romania è ormai Paese comunitario –.
Vorrei che questa mozione che lei, Consigliere Altomeni, ha avuto l'ardire di presentare, l'andasse a spiegare a quelle tante famiglie che sono state colpite da eventi delittuosi provocati da cittadini rumeni che ultimamente si sono caratterizzati con questo tipo di comportamento. Invito alla serietà...(…)

PRESIDENTE. Per cortesia non disturbate, non interrompete il relatore.

Giacomo BUGARO. Presidente, quando interrompe o interviene qualche esponente del suo partito vedo che lei si volta sempre dall'altra parte, quindi la invito ad assumere un comportamento più consono all'alto ufficio che lei ricopre.

PRESIDENTE. Ho chiesto ai Consiglieri di non interrompere e di non disturbare il relatore. Prego, Consigliere Bugaro, continui! (…) Scusate, Consiglieri, non continuate ad interloquire fra di voi, se volete la parola semmai la chiedete.

Giacomo BUGARO. Invito caldamente a ritirare questa mozione e se questo non avverrà voteremo contro. Perché, ripeto, è una mozione posta male, è ideologica, è fuorviante di una realtà che, invece, deve essere trattata in maniera più seria, più delicata e più approfondita anche dal punto di vista dei meccanismi e delle dinamiche che in questo momento regolano i rapporti bilaterali fra i nostri Paesi.
Quindi la invito, Consigliere Altomeni, non solo ad approfondire, ma a studiare in maniera più profonda, e se lei lo facesse vedrebbe che questa mozione automaticamente si ritirerebbe da sola.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Questi argomenti sono sempre abbastanza delicati, proprio adesso ho sentito la collega Mollaroli citare gli episodi recenti che si sono verificati a Milano, che sono sì gravi ma anche significativi di un clima che non è dovuto ai Governi che si succedono, ma al forte cambiamento che sta subendo la nostra Nazione con l'arrivo di comunità molto lontane dal nostro modo di vivere, di pensare e di convivere.
Molto spesso alcune cose che si davamo per acquisite, dopo il lungo percorso dal dopoguerra ad oggi, si stanno rimettendo in discussione proprio perché c'è un enorme flusso di persone che viene da altri luoghi. Luoghi che ho avuto la fortuna di visitare, quindi mi rendo conto della difficoltà di queste persone che vengono nel nostro Paese e che devono adeguarsi a regole diverse, quelle regole che comunque devono pur esserci.
Quello che succede, purtroppo, è la differenza di trattamento che c'è non tanto tra noi e loro ma tra loro stessi. Ad esempio un episodio di violenza in un paese mussulmano non viene trattato come qui da noi, personalmente mi è capitato di vedere alcune scene, anche di particolare violenza, per un semplice palpeggiamento o per il furto della classica mela.
Il senso di impunità diffuso che abbiamo in Italia, rispetto alle varie legislazioni dei paesi di provenienza di queste persone, fa sì che ci sia un aumento esponenziale della violenza. Perché se è vero che in Nigeria quando prendono un ladro gli mettono due copertoni in mezzo alla strada e poi gli danno fuoco, è chiaro che noi non dobbiamo fare la stessa cosa, ma non dobbiamo fare neanche in modo che chi ruba e chi delinque il giorno dopo è fuori.
Pertanto i fenomeni che si sono verificati sono sicuramente dovuti all'esasperazione di chi molto spesso si trova costretto a fare giustizia da solo, cosa che ovviamente non condividiamo. Magari sarebbe opportuno – e credo che si stia andando in questa direzione anche in altre Nazioni dove ci sono forti immigrazioni – dove ci sono delle grosse comunità di stranieri inserire tra le forze di polizia anche persone che provengono dagli stessi Paesi di provenienza, questo per entrare in sintonia in modo diverso ed anche in modo comportamentale. Altrimenti non ne usciremo fuori.
Capisco che il Consigliere Altomeni – con il quale sono stato tra i banchi del Consiglio comunale a Fano per tantissimo tempo - ed io abbiamo sensibilità diverse, però quello che sta succedendo in giro per il mondo e anche il comportamento della Regione e dei Consiglieri regionali nei confronti di altri episodi – ne abbiamo accennato qualche istante fa anche con l'altra mozione – non lo capisco.
Signori miei, qualche settimana fa abbiamo accolto con onori e gloria il rappresentante di una Nazione dove ci sono oltre 5.000 condannati a morte che altro non sono dei pezzi di ricambio per il traffico internazionale di organi, gli abbiamo preparato anche il buffet!
Allora qui ci vuole chiarezza anche su quello che pensiamo siano i valori. Se guardate un video su You Tube – tra l'altro l'ho messo sul mio sito, e non è per fargli pubblicità, ma per abbreviare – c'è un giornalista della Bbc che è andato all'interno di un ospedale cinese, che nel corso degli ultimi anni è diventato dieci volte più grande, nel quale programmano le condanne a morte in base alle richieste di organi che ci sono in giro per il mondo, e i clienti siamo noi! Poi arriva qui l'ambasciatore e tutti baci e abbracci!
Consigliere Altomeni, capisco la sua sensibilità, però su queste cose dobbiamo essere coerenti. Se arrivano dei boia li dobbiamo trattare da boia! E l'ambasciatore cinese che è venuto qua rappresenta quel tipo di politica, quella dove si programmano le esecuzioni capitali in base alle richieste di organi! Informatevi colleghi, sono oltre 5.000! Questo mi dice che se c'è un giudice che deve decidere tra la pena di morte o no, e poi ci sono tot richieste di organi, può darsi che abbia la tentazione di condannare a morte qualcuno, perché solo il fegato costa 70 mila sterline, che sono oltre 100 mila euro!
Allora dobbiamo fare un discorso serio, lo dobbiamo programmare insieme, lo dobbiamo fare una volta per tutte, stabiliamo delle regole che non fanno differenza tra i cinesi e gli altri, tra quelli che ci portano business e quelli che non ce lo portano, tra quelli che sono costretti ad essere carne da macello e quelli che non lo sono!
Quindi se vogliamo fare una seduta dell'Assemblea legislativa regionale sui diritti umani e su tutto quello che avviene, e anche su quelle regole e quei principi che comunque tutti tuteliamo, va bene, altrimenti, per favore, non facciamo mozioni come queste. Oppure continuate a farle ma poi è evidente che non c'è nessuna coerenza sulla scelta di cosa dobbiamo difendere, perché il valore della vita e il rispetto dell'essere umano è valido sempre.
Per favore, ripeto, non accogliamo chi rappresenta regimi di quel genere, ad esempio come quello cinese, solo perché c'è il business dietro. Mi sta bene che lo facciano alcuni partiti, non mi sta bene o comunque è in contraddizione se lo fanno quei partiti che da una parte sono contro un certo tipo di capitalismo e poi, giacca, camicia e cravatta, arriva l'ambasciatore e ci dimentichiamo di tutto!
Quindi occorre coerenza, cerchiamo di averla insieme, cerchiamo di programmare una visione dell'Assemblea legislativa regionale nel rispetto di certe situazioni che si verificano sia in Italia che all'estero.
Oggi con la globalizzazione si arriva prima in Cina in aereo che in Sicilia in macchina, quindi quello che succede in Cina ci interessa, anche perché molti di quelli che vanno in Cina a prendere il fegato dei malati sono anche italiani!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi per dichiarazione di voto

Franco CAPPONI. Le conclusioni di questa mozione potevano essere accettabili, non dice nulla di nuovo, sono cose in cui crediamo e che sono alla base del nostro sistema valoriale, ma le premesse sono devastanti dal punto di vista ideologico. E’ una pura espressione di demagogia politica che si scatena contro un Governo che si è insediato da poco e che ha avuto la capacità di approvare delle regole sulla convivenza con il sistema della migrazione. Peraltro questo era anche alla base di un discorso che il centro-sinistra aveva fatto, ma che non era riuscito a portare a termine per una divergenza di vedute tra l'ala estremista di sinistra e l'ala riformista del Partito Democratico. (...) Se scrivete questo non siete estremisti, siete extraparlamentari estremisti!
Il discorso che portate avanti sulla regolarizzazione dell'immigrazione, legata alle capacità di assorbimento del sistema lavoro del nostro Paese, per due anni lo avete fatto anche voi con il Governo Prodi. Nessuno ha cambiato la legge Bossi-Fini, voi l’avete continuata ad applicare facendo quello che avevano fatto gli altri.
Quindi è una condanna anche verso quella parte politica, Consigliere Altomeni, che vi accomuna in questa vostra maggioranza così variopinta, diversificata e strampalata, che ci sta portando a discussioni del tutto fuorvianti.
Comunque la cosa che grida scandalo, Consigliere Altomeni, è quell’affermazione che dice che il Governo italiano in questo momento sta facendo una politica razzista. Devo dire che potrebbe essere anche passibile di denuncia, quindi visto che la mozione è firmata la trasmetterò agli Organi preposti a valutare se in questo c'è reato. In ogni caso ritengo che un'affermazione di questo tipo sia assolutamente fuorviante e addirittura dissacrante del sistema democratico che abbiamo in questo Paese. Quel sistema democratico a cui noi facciamo costantemente riferimento e che tutti i giorni cerchiamo di difendere da attacchi come quelli che lei, Consigliere Altomeni, ha portato quest’oggi.
E’ per questo motivo che noi stiamo dall'altra parte, perché difendiamo la legalità e la legittimità, come legittimo è il Governo di questo Paese, che non è un Governo razzista come lei dice perché altrimenti neanche noi saremmo qua.
Questa mozione è intrisa da un ideologismo estremista che innanzitutto non fa onore a quella maggioranza che guida questa Assemblea legislativa regionale e a quella coalizione a cui esponenti di un partito riformista come quello Democratico chiede l'appoggio per poter governare.
E’ dunque una mozione assolutamente da condannare, da respingere e da stigmatizzare, per cui il nostro voto non sarà solo contrario, neanche vi parteciperemo, il testo di questo documento è scandaloso e irricevibile da un consesso come questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. La mozione innanzitutto pone al primo punto la necessità della discussione della legge regionale sull'immigrazione. Infatti all'interno di questa legge viene finanziata ed organizzata la rete di legalità per fare in modo che tutte le iniziative siano coordinate fra loro e che ci siano interventi di tutti gli enti locali che vadano nella direzione di un’integrazione scolastica, delle problematiche sanitarie, abitative e lavorative.
C'è la necessità che la nostra Regione, lo Stato italiano e i Comuni forniscano gli strumenti per un'integrazione partendo dai diritti di chi qui lavora e di chi ha la propria famiglia, i propri figli che devono frequentare le scuole, ecc..
Quindi occorre fare in modo che i diritti vengano acclarati e facilitati – per esempio c’è la necessità di mediatori linguistici presso gli uffici – affinché l'integrazione possa avvenire nel miglior modo possibile.
L'altra questione è quella della rete che va a favore di chi si potrebbe trovare, ad esempio, in difficoltà lavorative e così non rischi di cadere in mano al reclutamento della criminalità.
Questa mozione ribadisce la fermezza contro qualsiasi forma di criminalità e di chi mette a rischio la sicurezza dei cittadini, poi è logico che le regole devono valere per tutti, però per gli immigrati deve esserci anche una necessaria partecipazione ad un tessuto sociale.
Per esempio anche la Regione potrebbe confrontarsi con le comunità degli immigrati. Infatti ci vogliono sì più interventi possibili, ma il controllo rispetto alla sicurezza, più volte evidenziato dai Consiglieri di opposizione, sarà possibile soltanto con un confronto con le di quei pochi che agiscono in maniera illegale, quindi senz'altro saranno le prime a fare in modo che anche le mele marce vengano integrate al loro interno con percorsi di recupero e inserimento lavorativo.
Dunque mi sembra una mozione propositiva che impegna la Giunta e l'Assemblea legislativa, inoltre vi condivido anche l'impegno finale di discussione e approvazione della legge regionale sull'immigrazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli per dichiarazione di voto.

Katia MAMMOLI. Mi asterrò su questa mozione. Credo sia assolutamente vero, come è stato detto, che il problema è molto grave ed importante e che quindi richiede tanta sensibilità e conoscenza di tutte quelle soluzioni che potrebbero essere adottate rispetto alla situazione che si sta creando in Italia.
Quando si fa questo tipo di discussione da un lato c’è una posizione di estrema difesa ad oltranza, dall'altro – non è il caso di oggi, ma in genere è così – c’è una posizione di estremo attacco ad oltranza. Ma questo non porta alla soluzione dei problemi, ma solo ad uno scontro all'interno della società, delle stesse forze politiche e soprattutto dei cittadini, non aiuta il problema in se stesso.
Questo problema venne fuori anche qualche mese fa quando si parlò di quel giovane ubriaco che investì dei ragazzi provocando una strage. Anche in quel caso ci fu una difesa ad oltranza sia di chi lo trattava soltanto come una vittima, che di chi lo trattava come un assassino.
Comunque la sensibilità è sul territorio, infatti i problemi veri e la preoccupazione è più diffusa negli strati sociali del territorio, e non negli strati sociali economicamente e culturalmente più elevati che hanno quelle protezioni sociali che non li costringe a fare i conti con i cittadini di altre nazioni, ma quelle fasce della popolazione italiana più povere, più deboli, che per motivi di convivenza si trovano a vivere in questo tipo di situazione.
Quindi vedere tutto questo come uno scontro di una parte o dell'altra di cittadini o di posizioni politiche, secondo me è la maniera più deleteria e più sbagliata per risolvere questo problema. Il problema esiste da una parte e dall'altra, esiste perché i cittadini che vengono in Italia vogliono giustamente vedere tutelati i loro diritti e il rispetto della loro cultura, delle loro abitudini e della loro vita, d'altro canto, però, non possiamo negare che il problema esiste.
Esiste per quelle proposte che dovrebbero essere fatte, dichiarate anche nella illustrazione dal Consigliere Binci, ma che poi non sono all'interno di questa mozione. Perché la mozione è una difesa ad oltranza rispetto ad una situazione che esiste e che deve essere affrontata con quegli strumenti che possano garantire il rispetto, la dignità, il lavoro.
Peraltro, parlando di lavoro, il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro degli stranieri, che a volte vengono sfruttati, che lavorano senza avere la professionalità necessaria, il fatto che – ne parleremo la prossima volta se discuteremo la legge sulla legge 194 sull'aborto – in certi ospedali gli aborti sono aumentati perché per alcune di queste popolazioni l'aborto è diventata una forma di contraccezione – basta andare a verificare i dati e ce ne accorgeremo –, significa che non possiamo affrontare problemi di tale portata con una mozione in questi termini.
Quindi sarebbe bene che il Consigliere Altomeni la ritirasse perché è opportuna una discussione più allargata per verificare tutto quello che comporta un problema di questo genere.
Se non sarà così su questa mozione mi asterrò, perché se il principio da cui si muove è giusto poi il modo e i termini con cui è stata presentata non sono quelli che possono raggiungere quell'obiettivo che tutti auspichiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Isidoro.

Antonio D'ISIDORO. Vorrei riprendere il discorso della Consigliera Mammoli, però non vorrei passare per quello che vuole sabotare tout court una mozione sull'integrazione.
Nel senso che ritengo che una discussione approfondita tra noi dovrebbe essere fatta, ma partendo dal presupposto che un'impostazione etica pubblica dovrebbe porre con fermezza forme di integrazione più radicali e diffuse e soprattutto far divenire parte dello spazio sociale chi ne resta fuori. Inglobando le risorse umane offerte dall'immigrazione e anche dall’emarginazione, imponendo, come è stato detto, delle regole precise, delle regole chiare. Però anche formazione, cultura, assistenza, magari avviando il diritto di cittadinanza o per lo meno aprendo una discussione sulla nuova forma della stessa. Altrimenti la democrazia è destinata a morire, soprattutto viene a mancare l'obiettivo fondamentale della solidarietà sociale e quello dell'educazione ai valori della cittadinanza attiva.
Quindi se la mozione viene ritirata per un discorso più serrato e per una riflessione approfondita su questo tema, va bene, ed mi sentirei anche in pace con me stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Chiedo la votazione per appello nominale e la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Quale chiede, Consigliere D’Anna? Perché è evidente che l'appello nominale ha senso se c'è il numero legale.

Giancarlo D'ANNA. Allora chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Bene. Consigliere Altomeni la prego di procedere alla verifica del numero legale.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani presente
Fabio Badiali presente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni assente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi assente
Giancarlo D’Anna presente
Antonio D'Isidoro presente
Sandro Donati assente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti presente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani presente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi assente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci presente
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi presente
Franco Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente

PRESIDENTE. Il numero legale non c’è, quindi la seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,40