Resoconto seduta n.135 del 10/03/2009
SEDUTA N. 135 DEL 10 MARZO 2009


La seduta inizia alle ore 9,50


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 134 del 3 marzo 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
- n. 10/09, in data 2 marzo 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Comi, Santori, Altomeni, concernente: “Modalità di nomina della rappresentanza della Regione Marche in seno all’Università della pace, art. 15, comma 5 della legge regionale n. 9/02", assegnata alla I Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n 333/09 del Consigliere Brandoni “Situazione del settore della pesca delle vongole”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 1, in data 23 febbraio 2009: “Nuove disposizioni in materia di prevenzione e cura del diabete mellito”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 2 marzo, le seguenti deliberazioni:
- n. 315: “Art. 43, comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 7.197,50";
- n. 316: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di maggiorai entrate accertate nell’anno precedente relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 9.758,77";
- n. 317: “Art. 43, comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 297.500,00";
- n. 318: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 120.000,00";
- n. 319: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 3.603.580,40";
- n. 320: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 894.671,73";
- n. 321: “Art. 43, comma 1 lettera a), della I.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 8.976.210,15";
- n. 322: “Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 50.504,10”;
- n. 323: “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 815.000,00";
- n. 324: “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31 dell’ 11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 25.000,00";
- n. 325: “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31 dell’ 11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 45.000,00".
- n. 326 del 02/03/2009: “Art. 29, comma 1 della I.r. n. 31/01 e art. 26, comma 1, della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 2.959.963,57. Modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008";
- n. 327 del 02/03/2009: “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. 38/2008 - Variazione compensativa di € 100.000,00”;
- n. 328 del 02/03/2009: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 430.557,12";
- n. 329 del 02/03/2009: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 22.094.537,66";
- n. 330 del 02/03/2009: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate nell’anno precedente relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 114.916,87";
- n. 331 del 02/03/2009: “Art. 43, comma 1 lettera c), della l.r. n. 37/2008 - Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2009, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali”. € 1.400.000,00";
- n. 332 del 02/03/2009: “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 26, comma 1 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 28.213.782,17".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri D’Anna e Massi.


Comunicazione (art. 35, comma 6, Regolamento interno)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Prima di passare alle interrogazioni, se lei mi permette, Presidente – poi ovviamente sarà l’Ufficio di Presidenza che lo farà presente a tutta l’Aula – vorrei far presente che oggi ricade l’importante ricorrenza (a cui abbiamo aderito anche come Regione dei 50 anni dell’invasione del Tibet da parte della Cina.
A Roma c’è una manifestazione importante alla quale sarà presente una piccola delegazione del nostro gruppo – il Consigliere D’Anna è assente in Assemblea legislativa proprio per questo motivo –, ma ci sono ovviamente anche tante altre Regioni, Province e Comuni d’Italia che, come noi, hanno votato una mozione di adesione all’Associazione pro-Tibet.
Quindi vorrei che oggi l’Assemblea legislativa ricordasse la ricorrenza dei 50 anni dell’invasione del Tibet – dove purtroppo le violenze continuano a funestare – da parte della Cina.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. Voglio rimarcare che l’Assemblea legislativa delle Marche a suo tempo votò una mozione sull’occupazione del Tibet e sulle violenze a cui è sottoposto il popolo tibetano. Inoltre voglio anche precisare che il Consigliere D’Anna, che ha parlato con me, alla manifestazione a Roma non rappresenta – sarebbe svilire la sua presenza – il gruppo di AN bensì tutta l’Assemblea legislativa, egli infatti è stato da me delegato. Quindi di questo credo tutti i Consiglieri ne possano essere soddisfatti.
Peraltro vedremo come intervenire nel sito della nostra Assemblea legislativa perché, ovviamente, è interesse di tutti che sempre meno la violenza sia lo strumento di confronto e di scontro tra i popoli.


Interrogazioni n. 983, n. 1187, n. 1185, n. 1220

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 983 dobbiamo rinviarla perché non c’è l’Assessore, l’interrogazione n. 1187 dobbiamo rinviarla perché non c’è l’Assessore, l’interrogazione n. 1185 dobbiamo rinviarla perché non c’è l’Assessore, l’interrogazione n. 1220 dobbiamo rinviarla perché non c’è l’Assessore. Allora, colleghi Consiglieri, sospendo la seduta per dieci minuti in attesa che arrivino!


La seduta è sospesa alle ore 9,55

La seduta riprende alle ore 10,05


Interrogazione n. 983
del Consigliere Altomeni
“Sindrome da spopolamento degli alveari nelle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 983 del Consigliere Altomeni. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. II problema della moria delle api ormai da un paio di anni sta causando grosse perdite al settore e sta allarmando, non solo l’Italia e l’Europa ma il mondo intero, per le gravissime ripercussioni che potrebbero insorgere a livello di agricoltura e non solo.
Come è noto il modo scientifico si sta interrogando sulle causa o meglio sull’insieme delle cause che stanno portando allo spopolamento degli alveari. Infatti in primis sono stati chiamanti in causa i neonicotinoidi, molecole utilizzate per la concia delle sementi, il cui impiego è stato sospeso con decreto del 17 settembre 2008 della Sanità. Si è parlato anche di inquinamento elettromagnetico, di inquinamento ambientale, della sempre presente, purtroppo, varroa, di andamenti stagionali asciutti (2007) che hanno compromesso il flusso di nutrimento per le api, ecc.... Fatto sta che a tutt’oggi non è stata definita la causa precisa, né si è trovato un rimedio efficace.
Il problema, seppur a macchia di leopardo, si è presentato anche nella nostra regione e numerose sono state le segnalazioni da parte di apicoltori che hanno perso parte del loro patrimonio apistico, ma un dato assoluto sulle perdite verificatesi nelle Marche non esiste.
Infatti, a seguito del convegno del 29 gennaio 2008 organizzato dall’APAT, il Servizio agricoltura e I’ASSAM, in collaborazione con l’INA di Bologna, hanno inviato agli apicoltori delle Marche (circa 1500) un questionario informativo tendente a rilevare l’entità del fenomeno nelle Marche. Ebbene, di tutte le schede inviate ne sono rientrate solo trentuno, il che non ha permesso alcuna quantificazione del fenomeno. Tra le varie cause che hanno portato al flop del questionario vi è stata anche la scarsa collaborazione da parte organizzazioni di settore (consorzi apistici, associazioni) all’iniziativa proposta.
Nel nuovo bando regionale di accesso (decreto 504 del 24 novembre 2008) ai benefici di cui al Reg. Ce 1234/07 che prevede aiuti specifici per il settore apistico, saranno attuate, tra le altre, due azioni direttamente collegabili al problema della moria delle api.
L’azione F avente per oggetto la ricerca. In particolare sarà finanziato un programma che prevede la creazione di una rete di monitoraggio costituita da un modulo di rilevamento composto da 5 apiari, di 10 alveari ciascuno, a distanza di 50 Km l’uno dall’altro. Nel corso dell’anno gli alveari di ogni postazione saranno accuratamente controllati al fine di conoscere in tempo reale lo stato degli alveari stessi e rilevare eventuali insorgenze di malattie ed analizzare cause di morte delle api. Il programma avrà valenza triennale e sarà realizzato dall’ASSAM in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche – Facoltà di scienze agrarie Dipartimento di entomologia agraria.
L’azione E, avente per oggetto il ripopolamento del patrimonio apistico, prevede contributi al 60% agli apicoltori per l’acquisto di sciami ed api regine. Altri interventi finanziari per il settore e per gli apicoltori al momento non ne esistono.
A mio avviso prima di intraprendere qualsiasi iniziativa finanziaria, anche a livello regionale, sarà bene conoscere con esattezza l’entità del fenomeno e quantificare i danni commerciali al settore. Considerando, comunque, che la maggior parte degli apicoltori delle Marche svolgono la loro attività in forma hobbistica e pertanto sfuggono a qualsiasi rilievo statistico; talché risulta difficile sapere, ad esempio, quanto miele si produce in regione. Per avere dati più precisi si punta a far sì che le organizzazioni di settore riescano ad affinare tecniche di rilevazioni più incisive ed efficaci, ed è anche a questo scopo che nel dicembre scorso si è tenuto un primo incontro a cui ne seguiranno certamente degli altri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’Assessore sia per la chiarezza della risposta, sia per l’impegno che la Giunta ha dimostrato su questo problema. Un problema che prima vista può sembrare una questione marginale, ma che invece è di assoluta rilevanza.
Le api, infatti, sono le principali impollinatrici del nostro sistema naturale, per cui una loro scomparsa consistente, come quella, appunto, che si sta verificando in questi anni, ridurrebbe fortemente anche altre forme di produzione agricola. Quindi in prospettiva una scomparsa sostanziale delle api potrebbe produrre dei danni molto gravi legati alla riduzione della produzione alimentare a livello mondiale.
Le cause ancora non si conoscono – come ha detto anche l’Assessore –, esse infatti sono a tutt’oggi allo studio degli esperti della scienza, anche se in ogni caso sono strettamente connesse a problematiche ambientali ed ecologiche. Quindi sia che si tratti di inquinamento elettromagnetico, sia che si tratti di prodotti agricoli o di risultanze di secondo livello di altre forme di inquinamento come i cambiamenti climatici, siamo comunque di fronte ad un’emergenza legata a problematiche ambientali ecologiche.
Sicché questo fenomeno più in generale dovrebbe farci riflettere sui nostri sistemi di produzione, sul nostro sistema economico e sui risultati che potrebbe produrre in maniera tragica, ma anche su un aspetto come questo della moria delle api.
E’ dunque un problema che ha due chiavi di lettura, una è quella di carattere ecologico legato alla funzione impollinatrice delle api, l’altra è quella più stringente, che interessa in particolare gli agricoltori, ovvero quella della perdita di produttività e di reddito.
Credo che le iniziative intraprese dalla Giunta siano ben mirate e il problema rilevato dall’Assessore è reale, nel senso che questo settore nell’agricoltura è tradizionalmente poco organizzato. Quindi anche il prevedere delle forme di indennizzo e di collaborazione della Regione potrebbero servire per il futuro a far nascere forme di collegamento tra chi esercita questa attività.
Quindi, come si è fatto con gli avicoli, con i suini, ecc., insomma là dove vi è un’emergenza su un settore della produzione agricola, ritengo sia corretto intervenire anche con forme di sostegno per chi vive tali problematiche.
Ritengo altrettanto importante la funzione di ricerca che sta facendo la Regione. Proprio per il livello di preoccupazione che c’è su questo problema in tutto il mondo ci sono forme di ricerca, quindi è bene che anche la Regione, attraverso l’Assam e le sue strutture, faccia la sua parte per individuare quali potrebbero essere le cause di tale problematica.
Poi naturalmente un passo successivo sarà quello di essere molto drastici sulla risposta che si darà. Cioè laddove si capirà quale sarà il tipo di inquinamento o di problematica ambientale che causa questo problema – così come si è fatto nei neonicotinoidi che sono stati vietati in tempi strettissimi – poi lo si faccia anche qualora essa sia attribuibile ad altre forme di inquinanti come i fitofarmaci oggi usati in agricoltura in larga produzione.
Ringrazio nuovamente l’Assessore e la Giunta per l’impegno, con la raccomandazione di continuare a monitorare la situazione e cercare, laddove possibile, di risolvere sia il problema in generale, sia il problema specifico degli apicoltori che vivono l’attività di produzione del miele come fonte di reddito.


Interrogazione n. 1187
del Consigliere Lippi
“Investimenti in zone a rilevanza turistica comuni di Cingoli e Filottrano: risarcimento danni arrecati dalla imminente realizzazione di discariche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1187 del Consigliere Lippi. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Chiedo scusa al Consigliere Lippi, ma questa interrogazione non attiene alla mia responsabilità e alle mie deleghe, io risponderò solo per il terzo punto.
So bene che con la scelta fatta dalle Amministrazioni provinciali di Ancona e Macerata per quanto riguarda l’ubicazione delle due discariche, l’una a Filottrano e l’altra a Cingoli, di fatto si restringono i confini del Comune di Cingoli, per cui si racchiude all’interno di un piccolo territorio l’ubicazione di due discariche.
Quindi mi rimetto alla volontà delle Amministrazioni provinciali, perché l’Amministrazione regionale non può, in questo caso, in alcun modo intervenire su quella che è stata una decisione, appunto, delle Amministrazioni provinciali.
Per cui, davvero, non ho altro da dire, l’unica cosa che potrei dire, da quello che so, è che l’Amministrazione di Macerata, non avendola fatta direttamente, potrebbe rivedere questa scelta. Quindi questa è l’unica possibilità.
Per il resto non so rispondere perché non sono cose che seguo, quindi mi scuso con il Consigliere Lippi. Ora non so se il collega Solazzi arriverà, in ogni caso credo risponderà la prossima seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Avrei voluto una risposta più completa proprio perché l’obiettivo era soprattutto quello che si riferisce alla parte primaria dell’interrogazione.
L’Assessore Amagliani ha giustamente ricordato che le sue competenze sono limitate, se non la possibilità di inserire nella legge di riforma sulla delocalizzazione degli ATO un emendamento per prevedere l’ipotesi di delocalizzare le discariche non a confine tra due province ma con una distanza di garanzia di almeno 2-3 chilometri dallo stesso confine provinciale; questo è il dibattito che si sta facendo in Commissione. Quindi, Assessore, se autorevolmente con le sue strutture si farà carico di un emendamento in tal senso sarebbe da noi ben accolto.
L’obiettivo dell’interrogazione, invece, è soprattutto quello di conoscere quanti finanziamenti sono stati indirizzati in quell’area (sede di due discariche, una individuata dalla Provincia di Macerata, l’altra dalla Provincia di Ancona) per strutture turistiche-ricreative da finanziare, appunto, con obiettivi comunitari; la Regione programma lo sviluppo economico di quell’area con finanziamenti finalizzati al sostegno delle strutture turistico-ricreative.
Ricordo che in quella zona c’è un acquaparco che annualmente attrae dalle 22 mila alle 23 mila presenze, di cui il 60% sono presenze straniere, inoltre ci sono country house, agriturismi e tante altre strutture realizzate addirittura con investimenti di cittadini stranieri (abbiamo inglesi, belgi, lussemburghesi che hanno attrezzato, ad esempio, country house, ecc.). Quindi oltre ad esserci investimenti europei destinati in tal senso, ci sono anche quelli fatti da stranieri che hanno creduto in questo nostro meraviglioso territorio marchigiano.
Noi, invece, in quel reticolo limitato di pochi ettari addirittura andiamo a collocare due discariche!
Ecco perché chiedo alla Regione – vorrei avere una risposta esauriente – se ha investito delle risorse in tal senso. Poi magari apriremo un contenzioso per il risarcimento danni a chi personalmente ha investito in quelle opere, perché sicuramente saranno compromesse tutte le attività economiche di quel settore.
Ora questa interrogazione termina qui per la parte che riguarda l’Assessore Amagliani, a cui chiedo l’impegno di rivedere un potere ampio della legge onde evitare in futuro il verificarci di questi fenomeni, però, ripeto, voglio anche sapere se la Regione è in grado di quantificare quante risorse sono state investite.
Quindi mi riservo di ascoltare l’Assessore Solazzi che, appunto, relazionerà su quante risorse sono state indirizzate e quanti danni in qualità di risarcimento si potranno prevedere. E forse con questo obiettivo si potrà dare a chi programma un campanello d’allarme per evitare quelle sicure lungaggini sia nei processi amministrativi che in quelli di natura contabile – infatti la Corte dei Conti sicuramente sarà chiamata ad intervenire –.
Questo perché non possiamo con una mano dare dei soldi, poi con l’altra toglierli proprio a quei cittadini che credendo nella risorsa turistica investono nel futuro di questa nostra regione.
Quindi mi ritengo soddisfatto per l’impegno dell’Assessore Amagliani, ma voglio anche la risposta dell’Assessore Solazzi.

PRESIDENTE. Invito gli uffici a iscrivere di nuovo questa interrogazione all’ordine del giorno della prossima seduta, chiedendo ovviamente alla Giunta di far rispondere all’Assessore Solazzi.
Peraltro l’assenza dell’Assessore Solazzi in questo momento non permette di dare risposta neppure all’interrogazione n. 1185 della Consigliera Giannini “Proroga decreto De Castro e situazione pesca vongolare”, e all’interrogazione n. 1220 del Consigliere Giannotti “Realizzazione Mostra ‘Raffaello e Urbino’: la sua formazione e i rapporti con la città”. (…) Consigliere Giannotti, per cortesia, non le ho dato la parola! Comunque le dico che se durante la discussione degli atti ispettivi l’Assessore Solazzi arriverà riprenderemo questa sua interrogazione, altrimenti verrà svolta nella prossima seduta.
Anche all’interrogazione n. 1218 del Consigliere Brini “Individuazione progetti culturali di interesse generale” avrebbe dovuto rispondere l’Assessore Solazzi, per cui anche questa è rinviata. (…) Consigliere Brini, questo che dice lei non riguarda l’ordine dei lavori, è un giudizio! Comunque, prego.

Sull’ordine dei lavori

Ottavio BRINI. Allora il giudizio lo cancello, però, Presidente, per rispetto dei Consiglieri regionali inviti i suoi colleghi Assessore della maggioranza di essere presenti in Aula quando si discutono gli atti ispettivi, perlomeno quando sanno che all’ordine del giorno vi è iscritta un’interrogazione già per la seconda volta!

PRESIDENTE. Consigliere, intanto le ricordo… Consigliere, la invito ad accomodarsi! …
Ottavio BRINI. Presidente, lei deve essere democratico, civile e non arrogante, ed inviti il “Ministro degli esteri” e gli Assessori ad essere presenti per un fatto di educazione, altrimenti in questo modo l’ordine del giorno non lo potrete fare! E’ la terza volta che rinviate questo argomento, vergognatevi!

PRESIDENTE. Consigliere!

Interrogazione n. 1209
della Consigliera Mollaroli
“Bando-gara d’appalto del Consorzio di bonifica dei fiumi Foglia, Metauro, Cesano per attività estrattive nei siti del Logo e Lupaiolo collocati rispettivamente nei comuni di Sassocorvaro e di Lunano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1209 del Consigliera Mollaroli. Per la Giunta risponde l’Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. Spero che si plachino un po’ gli animi… (…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri! (…) Consiglieri! Se continuate così sospendo la seduta, poi sarete contenti e soddisfatti del risultato ottenuto! Consigliera Ortenzi, per cortesia, nessuno le ha dato la parola! Prego, Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. Voglio innanzitutto premettere che i dettagli richiesti dalla Consigliera Mollaroli sono contenuti in una relazione scritta che metterò a disposizione sia della Consigliera interrogante che di tutta l’Assemblea legislativa.
Il PRAE ha individuato, tra le altre, 4 aree di possibile esenzione da alcuni vincoli del PPAR, per l’estrazione del materiale di difficile reperibilità denominato Conglomerato Messiniano di Pietrarubbia, nelle località Casino dei Gessi e Il Logo in Comune di Sassocorvaro, e nelle località Il Logo e Lupaiolo in Comune di Lunano.
La Provincia di Pesaro e Urbino, con il PPAE, ha confermato le suddette aree di esenzione individuandovi 5 poli estrattivi, dei quali 2 immediatamente attivabili e 3 attivabili in una seconda fase attuativa.
La Provincia ha esperito la procedura concorsuale per l’assegnazione di un quantitativo massimo di tale materiale di metri cubi 848.000 nei poli immediatamente attivabili, ma non ha potuto assegnare alcun quantitativo in quanto i due progetti presentati non erano risultati approvabili.
Con deliberazione del Consiglio provinciale n. 80 del 28 settembre 2007 è stata approvata la prima variante parziale al PPAE con la quale – premesso che si era determinata l’impossibilità della prevista attivazione dei suddetti due poli estrattivi, con conseguenti ripercussioni negative sul raggiungimento degli obiettivi quantitativi di estrazione annuale e decennale –, su proposta dei due Comuni interessati, ai suddetti due poli è stato sostituito un nuovo unico polo estrattivo precedentemente non individuato, denominato “Lupaiolo Basso” situato in Comune di Lunano.
Con d.g.r. 350 del 17 marzo 2008 la Giunta regionale ha dichiarato “la compatibilità, rispetto alle previsioni della l.r. n. 71/97 e del Piano regionale delle attività estrattive, della suddetta area “, con prescrizioni.
Tuttavia la Società Montefeltro Agricola srl e il Consorzio di bonifica integrale dei fiumi Foglia-Metauro-Cesano hanno impugnato la suddetta delibera del Consiglio provinciale n. 80/2007, avanzando anche istanza di misure cautelari.
L’istanza di misure cautelari non è stata accolta dal TAR Marche, ma è stata accolta dal Consiglio di Stato con ordinanza 1234/2008 del 4 marzo 2008.
In effetti dal verbale della discussione del Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino risulta che il Sindaco del Comune di Sassocorvaro pochi giorni prima della seduta consigliare aveva comunicato “di avere avuto un incontro con i rappresentanti del consorzio nel quale” costoro avevano “consegnato documentazione in opposizione alla proposta di variante al PPAE”, e aveva chiesto al Presidente della Provincia di “valutare l’opportunità di approfondire ulteriormente la questione e di rinviare” l’approvazione della variante.
Risulta che Il Consorzio di bonifica è socio di maggioranza della Società Montefeltro Agricola (S.M.A.) srl.
Risulta che la S.M.A. srl ha bandito una gara per l’appalto dei lavori di coltivazione dei materiali lapidei e brecciosi in tre giacimenti del materiale in questione, inclusi nei terreni di proprietà della stessa, per un totale di circa metri cubi 700.000, dei quali uno in località Il Logo 1, nel polo estrattivo immediatamente attivabile, e due in località Casino dei Gessi e in località Il Logo 2, nei poli estrattivi attivabili nella seconda fase.
Peraltro la S.M.A. si riservava la facoltà di annullare o revocare il bando di gara, di non pervenire all’aggiudicazione e di non stipulare il contratto senza alcuna responsabilità per danni. Il termine per la ricezione delle offerte era fissato per le ore 13,00 del 9 febbraio 2009.
La Giunta regionale, con d.g.r. 114 del 2 febbraio 2009, nell’esercizio delle funzioni di vigilanza sul Consorzio, in quanto ente dipendente dalla Regione, ha deliberato:
- di diffidare formalmente, ai sensi e per effetto dell’articolo 5, comma 5, della l.r. n. 13/2004 il Presidente del Consorzio di bonifica dei fiumi Foglia Metauro e Cesareo a:
a) fornire, entro e non oltre 30 giorni dalla notifica del presente atto, al Dirigente del Servizio agricoltura forestazione e pesca e al Dirigente del Servizio programmazione, bilancio e politiche comunitarie i bilanci e gli atti emessi e non trasmessi;
b) non procedere nell’espletamento della gara stante la situazione di fatto esistente a seguito della dichiarazione di compatibilità, rispetto alle previsioni della l.r. n. 71/1997 e del Piano regionale delle attività estrattive, della Giunta regionale sulla variante del PPAE, approvata dal Consiglio provinciale con delibera del Consiglio provinciale n. 80/2007;
- che la notifica del presente atto al Presidente del Consorzio di bonifica dei fiumi Foglia Metauro e Cesano costituisce, in conformità alle disposizioni di cui alla legge n. 241/1990, comunicazione di avvio del procedimento di nomina di un commissario per l’adozione degli atti obbligatori per disposizioni di legge o di regolamento.
Questa è una risposta squisitamente tecnica preparata, appunto, dal tecnico.
Però, come ho detto poc’anzi, Consigliera Mollaroli, ho anche una relazione più dettagliata che ora le consegno affinché ne possa prendere atto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Seppur l’argomento sia molto complesso, in esso si intrecciano questioni di carattere giuridico e di carattere tecnico, il senso dell’intervento dell’Assessore è comunque chiaro, cioè che i due siti, individuati come possibili luoghi dove condurre una ulteriore attività estrattiva da parte del Consorzio di bonifica, non sono più tali.
Mi pare quindi che il risultato sia stato raggiunto, che il problema sia stato risolto, sicché mi dichiaro soddisfatta della risposta.
La vicenda aveva una particolare gravità, come può immaginare chi ha cercato di capire il senso di questa mia interrogazione, in quanto il Consorzio di bonifica, strumento della Regione, attivava una procedura di intervento di attività estrattiva in luoghi non considerati estraibili da parte della programmazione regionale e provinciale.
Quindi la gravità essendo di forte valenza ha meritato sia un’interrogazione che la determinazione di una correzione da parte della Regione e della Provincia per impedire questa operazione dalla doppia valenza.
Mi dichiaro soddisfatta e farò tesoro della documentazione aggiuntiva che l’Assessore Badiali mi ora ha consegnato.


Interrogazione n. 1185
della Consigliera Giannini
“Proroga decreto De Castro e situazione pesca vongolare”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Interrogazione n. 1185 della Consigliera Giannini. Per la Giunta risponde l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. In relazione all’interrogazione in argomento si forniscono i seguenti elementi:
In merito al punto 1)
Per quanto concerne la disciplina della pesca dei molluschi bivalvi è bene premettere che la gestione di tale risorsa è stata affidata in via sperimentale ai singoli consorzi di gestione con D.M. 44 del 1995 e di seguito rinnovata agli stessi su base quinquennale.
Per quanto riguarda il “Sub Compartimento di Civitanova” si tratta dell’ultimo, in ordine cronologico, istituito in via sperimentale per tre anni con D.M. 28 aprile 2004. Tale affidamento, rinnovato con D.M. 26 luglio 2007 fino al 31 ottobre 2007, è stato ulteriormente prorogato con D.M. del 22 dicembre 2008 per tutto il 2009, giustificando la proroga con riferimento ai positivi risultati ottenuti a seguito della sperimentazione sia sul piano economico che di razionale gestione della risorsa.
In considerazione che l’affidamento ai consorzi è sempre stato effettuato in via sperimentale e dato che anche per il sub compartimento di Civitanova è stata prevista una sperimentazione come presupposto per ogni eventuale rinnovo, la Regione Marche ha più volte fatto richiesta nelle sedi opportune di conoscere i dati della situazione che la riguarda, anche in forma scritta inoltrando al Ministero delle politiche agricole e forestali formale richiesta con cui si chiedeva di poter venire a conoscenza dei risultati delle varie sperimentazioni, in quanto questo è necessario per comprendere davvero la ricchezza o la povertà di uno specchio di mare su cui viene effettuata questo tipo di pesca. Prima con nota del 16 gennaio 2007 a firma del Dirigente della PF pesca e zootecnia e successivamente con nota del 22 gennaio 2009 a firma dell’Assessore alla pesca della Regione Marche. Ad oggi a nessuna delle richieste è seguito alcun riscontro.
IN merito al punto 2)
In merito alla possibilità di impegnare la Giunta in un’azione volta ad ottenere dal Governo centrale una reale attuazione della competenza regionale in materia, si rende noto che a tale proposito, su richiesta di tutte le regioni interessate, il Ministero delle politiche agricole e forestali si è impegnato a costituire una commissione volta alla revisione del decreto legislativo 154/04. Tale decreto recante disposizioni in materia di “modernizzazione del settore pesca ed acquicoltura” da sempre costituisce l’ostacolo all’effettivo trasferimento delle competenze del settore pesca alle amministrazioni costituzionalmente competenti, cioè quelle regionali – questo è un passaggio fondamentale per ricostruire tutta la questione –. Il d.lgs. 154/04 di fatto tende a centralizzare la gestione del settore pesca attraverso la realizzazione di programmi nazionali per il settore pesca e programmi nazionali di promozione della cooperazione e dell’associazionismo ai quali vengono assegnate risorse pubbliche.
Inoltre con tale decreto sono state istituite varie Commissioni nazionali, tra le quali la Commissione consultiva centrale, organo composto da circa 50 componenti presso il quale si discutono le problematiche della pesca.
La Commissione di revisione del decreto legislativo 154/04, prevista negli accordi tra lo Stato e le Regioni dell’anno 2007, non è stata istituita pur essendo stati forniti da tempo i nominativi da parte delle regioni.
Pertanto sarebbe auspicabile che in tempi brevi tutte le amministrazioni regionali interessate per il tramite degli Assessori preposti chiedano di attivare un tavolo di confronto Stato e Regioni con lo scopo di definire in maniera chiara le competenze ed i relativi ambiti di intervento.
Per quanto concerne la disponibilità di fondi comunitari di settore, si fa presente che nell’ambito della programmazione comunitaria F.E.P. (Fondi Europei per la Pesca) 2007-2013 sono previsti fondi a valere sulle cosiddette “Azioni collettive” da poter utilizzare anche per la predisposizione di appositi piani di gestione della risorsa su base locale. A tale proposito, ove la competenza in materia fosse effettivamente riconosciuta in capo alle regioni, si potrebbe ipotizzare la predisposizione anche di un piano di gestione della risorsa “vongole”, andando a prevedere una regolamentazione del settore a livello locale con maggiore attenzione a realtà ed esigenze presenti sul territorio. Tale piano di gestione potrebbe essere realizzato con la partecipazione dell’Amministrazione regionale, degli istituti di ricerca competenti e con il coinvolgimento delle organizzazioni professionali di settore.
La domanda formulata con il punto 3) faceva riferimento alla definizione di un unico compartimento regionale di pesca.
La possibilità di istituire un unico Consorzio di Gestione, nel momento in cui le competenze fossero realmente trasferite all’amministrazione regionale, previo piano di gestione, potrebbe essere oggetto di valutazione da parte della Giunta. E’ chiaro che la conditio sine qua non è che ci sia un trasferimento effettivo di competenze in capo alla Regione.
Però risulta doveroso premettere che dal confronto con gli attuali consorzi di gestione, l’ipotesi di un unico consorzio non sarebbe attualmente accettata da tutti gli operatori, che preferiscono il mantenimento dell’assetto attuale con la suddivisione in tre consorzi distinti e rapportarsi con il Ministero.
Peraltro potrebbe essere valutata la possibilità di “aprire”, seppure con limitazioni, i compartimenti, offrendo l’opportunità agli operatori di acquistare imbarcazioni in un dato compartimento e trasferirle, entro certi limiti e magari con criteri ben definiti, ad un altro compartimento anche appartenente ad altra regione – e questo oggi non è possibile –.
Ciò avrebbe il vantaggio di alleggerire lo sforzo di pesca nelle aree con maggiore presenza di imbarcazioni ed arrivare ad un riequilibrio dello sforzo di pesca stesso.
In considerazione del clima pesante che si registra riguardo in modo particolare a quel sub compartimento che è stato creato e su cui stanno operando le 19 imbarcazioni che facevano riferimento al compartimento di Ancona e le 25 che facevano riferimento al compartimento di San Benedetto, ho chiesto con lettera un incontro al Ministero che però è rimasta senza risposta.
Di questa situazione c’è un aggravamento, perché in questo sub comparto i titolari delle imbarcazioni lamentano un’assoluta mancanza di risorsa per poter operare decentemente, quindi ho fatto nei giorni scorsi un ulteriore tentativo, cioè ho inviato un telegramma al Ministro – che poi vi leggerò – per renderlo consapevole che c’è una situazione di oggettivo conflitto, che secondo me potrebbe produrre anche problemi di ordine pubblico. Quindi è bene che il Ministero sappia e che, considerate le competenze e considerato il tutto, si stabilisca un tavolo dove si incontrino il Ministero, la Regione e le associazioni rappresentative della pesca.
Il testo del telegramma è questo: “Onorevole Ministro Zaia, causa continue agitazioni settore pesca delle vongole con ripercussioni su ordine pubblico, si chiede urgente incontro in sua presenza con associazioni di categoria. Assessore pesca Regione Marche Vittoriano Solazzi”.
Comprendo che un Ministro sia oberato di mille impegni – a livelli più bassi lo siamo tutti, quindi immagino un Ministro! – però faccio un appello a tutti – e quando dico tutti intendo sia le forze di minoranza che di maggioranza – affinché questo tavolo si istituisca, perché questo problema sta producendo una tensione eccessiva.
La necessità di produrre un incontro fra queste associazioni, l’Assessorato della Regione Marche alla pesca e il Ministro competente è urgente, quindi è auspicabile che tutti quelli che avranno a cuore tale questione determineranno sollecitazioni al Ministro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Mi ritengo soddisfatta della sua risposta per l’impegno che lei, Assessore, sta producendo su questa vicenda molto delicata di cui ha riferito, in risposta a questa interrogazione, all’Assemblea legislativa.
Sapevamo già che c’era una resistenza da parte del Ministero a trasferire le funzioni e soprattutto le risorse alle Regioni che sono competenti sulla questione della pesca.
Inoltre segnalo la necessità assoluta dell’incontro con il Ministero insieme a tutte le parti in causa; l’Assessore ha riferito di situazioni al limite della sopportabilità e che potrebbero anche sfociare in problemi seri di ordine pubblico.
Sono quasi quattro anni che alcune delle imprese, che erano inserite nel Consorzio di Ancona, forzosamente, quindi senza che vi sia stata una manifestazione di volontà, sono state trasferite nel Consorzio sub compartimento di Civitanova – al quale, tra l’altro, non hanno mai aderito –. Questo per loro ha costituito un problema di sopravvivenza economica, si sono aperte questioni a livello familiare, ormai ci sono situazioni insostenibili.
Certamente siamo in una situazione generale di crisi, ma questa è stata creata senza alcuna motivazione reale. E’ stata infatti creata attraverso la realizzazione di un sub compartimento e di un Consorzio che, a differenza di quanto stabilisce la norma e quindi con l’adesione volontaria, ha obbligato ad un’adesione coattiva.
C’è un ricorso pendente al TAR nel quale viene richiamata l’autonomia e la responsabilità della Regione per quanto riguarda la competenza in materia, per cui se si dovesse vincere questo ricorso ci sarebbe anche la responsabilità del Ministero per gli atti assunti all’inizio di questa vicenda.
Pertanto denuncio, come rilevato anche dall’Assessore, il fatto che il sub compartimento era sperimentale e che la sua reiterazione doveva essere basata su una comunicazione di dati e risultati, ma che ad oggi non sono stati inoltrati a nessuno, né alla Regione, né alle parti in causa, né a nessun altro ente che su questo ha competenza.
Ciò è molto grave, perché la sperimentazione aveva la finalità di verificare l’efficacia nel tempo, che è un tempo limitato.
Quindi anch’io chiedo a tutti i Consiglieri di sollecitare il Ministro affinché venga insediato immediatamente questo tavolo, perché se ciò non avvenisse le conseguenze potrebbero essere serie e gravi.
Lunedì mattina scorso c’è stata una dimostrazione dei vongolari civitanovesi, inseriti nel Consorzio anconetano, che poi hanno avuto un incontro con l’Assessore. Inoltre su questa vicenda c’è anche un’attenzione di ordine pubblico. Una vicenda, ripeto, che credo non debba essere sottovalutata perché potrebbe avere risvolti ora non prevedibili.
Ringrazio l’Assessore Solazzi che con grande disponibilità ha voluto incontrare, assicurando anche un impegno fattivo e concreto, tutti quelli interessati alla questione.

Interrogazione n. 1220
del Consigliere Giannotti
“Realizzazione Mostra ‘Raffaello e Urbino’: la sua formazione e i rapporti con la città”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Interrogazione n. 1220 del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Rispetto a questa interrogazione va innanzitutto chiarito che l’iniziativa fa capo alla Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici delle Marche, che da tempo ha elaborato il progetto scientifico e attivato i contatti con i prestatori (che comprendono alcuni dei più prestigiosi musei del mondo).
La Soprintendenza ha quindi favorito la costituzione di un Comitato promotore a cui hanno aderito gli enti locali, ciascuno dei quali si è espresso per un contributo finanziario all’iniziativa: la Regione Marche per circa € 350.000,00, il Comune di Urbino per € 100.000,00, la Provincia di Pesaro e Urbino per € 50.000,00, per un totale di € 500.000,00. A tale importo si è successivamente aggiunto quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro per € 200.000,00.
Per la produzione e la promozione dell’evento la Soprintendenza ha quindi richiesto un’offerta di compartecipazione finanziaria a più imprese. La Gebart, concessionaria dei servizi della Galleria nazionale, ha esercitato il diritto di prelazione previsto nel contratto di concessione e stipulato a suo tempo con la Soprintendenza a seguito della aggiudicazione della relativa gara.
Esercitando il diritto di prelazione la Gebart ha pertanto assunto l’impegno a garantire un contributo finanziario di € 1.000.000,00, oltre ad una sponsorizzazione tecnica della comunicazione, a fronte della possibilità di acquisire le sponsorizzazioni e le entrate di biglietteria fino a copertura dell’investimento effettuato. A raggiungimento dell’investimento effettuato la Soprintendenza introiterà il 50% degli interessi ulteriori.
Nella concreta realizzazione di tale impegno Gebart si avvale di Civita Servizi, società che detiene una quota di partecipazione della Gebart stessa ed è specializzata nell’organizzazione e gestione di grandi eventi espositivi.
Per quanto riguarda il budget dei costi, per quello che ci è dato conoscere, il Ministero per i Beni e le attività culturali ha finanziato tutto il lavoro preparatorio per il progetto scientifico e l’acquisizione dei prestiti, garantisce gli spazi espositivi, i consumi e la sorveglianza e ha destinato proprie risorse per gli indispensabili interventi di climatizzazione delle sale espositive.
Non tenendo conto delle voci suddette a carico del Ministero, il preventivo dei costi ammonta a circa € 1.900.000,00 al netto della sponsorizzazione tecnica della comunicazione. Le risorse disponibili sono in realtà € 1.700.000,00 (700.000 degli enti promotori a cui ho fatto riferimento prima, Regione, Provincia, Comune e Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, e 1.000.000 di Gebart/Civita). E’ in corso la richiesta di garanzia di stato per la copertura assicurativa delle opere provenienti dalle collezioni pubbliche italiane, che porterebbe l’abbattimento di costi necessario per l’equilibrio finanziario complessivo.
Per quanto riguarda la preparazione, sempre per quanto ci è dato conoscere, Consigliere Giannotti, in quanto l’iniziativa non è nostra, l’elenco delle opere è completo e i prestiti confermati. I tempi sono regolari in vista dei trasporti, delle coperture assicurative e degli allestimenti. Per quanto riguarda la promozione si fa presente che dal momento dell’incarico a Gebart/Civita è stata fatta la Conferenza stampa ad Urbino, è stato predisposto il piano di comunicazione redatto in base alle risorse disponibili e previsto nel piano economico dell’iniziativa. Inoltre, è stato aperto il sito internet e attivata, con indubbio ed eccessivo ritardo, la prenotazione telefonica (sono comunque al momento pervenute circa 10.000 prenotazioni). Sono iniziate le prime uscite pubblicitarie sulla stampa nazionale e regionale – l’ultima è avvenuta sulla La Repubblica il giorno, non mi vorrei sbagliare, 6 marzo) in occasione della BIT di Milano; la mostra è stata molto pubblicizzata grazie alla disponibilità della Regione Marche – nella sede dove c’era un’attenzione forte da parte della stampa e dei tour operators abbiamo parlato delle mostre più importanti –, infine è in corso il lavoro dell’ufficio stampa, sono in partenza i mailing a gruppi e scuole.
Rispetto ad analoghe iniziative riteniamo di poter affermare che la comunicazione sta procedendo regolarmente. Tra le iniziative che Civita segue o ha seguito di recente vorremmo citare per le Marche la mostra di Gentile da Fabriano e per l’Italia quella di Correggio a Parma, chiusa da pochi giorni, le mostre di Caravaggio a Brera e di Magritte a Palazzo Reale sono attualmente prima e seconda nella classifica delle più visitate in Italia.
Consapevole del fatto che questo è un evento unico e va enfatizzato perché in grado di attrarre l’attenzione di molte persone, il mio Assessorato insieme alla Provincia di Pesaro Urbino e al Comune di Urbino sta valutando la realizzazione di attività collaterali all’evento per portare sul territorio una maggiore conoscenza dell’evento e di fatti culturali collegati. Lo stiamo facendo in questi giorni cercando di enfatizzare questo momento importante e soprattutto farlo condividere all’intero territorio regionale ma quanto meno a quello provinciale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Ritengo che almeno a questi poveri Consiglieri regionali delle Marche possa essere riconosciuto l’effetto spinta! Perché l’attività di sindacato ispettivo che assumiamo – che credo sia la più consistente di questa legislatura – se non altro ha l’effetto sollecitatorio rispetto alle inadempienze e ai ritardi dell’Esecutivo regionale.
Su questo non mi invento niente. Infatti la mostra del Raffaello, operazione culturale ed economica, per il suo rilievo e la sua importanza rappresenta indiscutibilmente una risorsa per il territorio, per la provincia di Pesaro, per le Marche, ma è anche un fatto indiscutibile che sia stata gestita male. E l’Assessore, seppur in maniera larvata, l’ha riconosciuto Quindi, secondo me, è una grande occasione persa.
L’Assessore ha parlato di diecimila prenotazioni, ha parlato di un tentativo estremo di recupero, ma è una toppa messa nei pantaloni scuciti perché il più è fatto!
Mancano esattamente 25 giorni all’inaugurazione, mi sembra che questa iniziativa non sia stata veicolata sul piano della promozione nel momento in cui doveva essere fatto. E soprattutto considerati i costi, perché qui si parla di un’iniziativa culturale di 1,9 milioni di euro, con un impegno della Regione di 350 mila euro (700 milioni delle vecchie lire), tra l’altro utilizzati attraverso il meccanismo dei FAS, che peraltro non so neppure se siano stati confermati.
Quindi prendo atto che l’iniziativa dei Consiglieri di opposizione ha raggiunto almeno l’obiettivo di mettere in moto un meccanismo di sollecitazione nei confronti dell’Esecutivo regionale, ma devo comunque registrare l’assenza di un’iniziativa, certo, forse dovuta al cambio di Assessore quindi al fatto che c’è stato un passaggio delle deleghe, ma prendo atto di una difficoltà oggettiva.
Mi auguro che questa mostra vada benissimo, mi auguro che io non sia stato profeta di sventura e che non lo sia stata neppure l’Assessore alla cultura del Comune di Urbino che prima di me ha denunciato queste cose.
Comunque la gestione di questa iniziativa, peraltro legata anche ad una forma contrattuale particolare, io non l’avrei mai assegnata ad una società privata riconoscendole la titolarità dell’incasso delle sponsorizzazioni e del biglietto d’ingresso.
Quindi ritengo che la Regione Marche, così come gli altri Enti locali, avrebbero dovuto garantire preventivamente una gestione migliore, più oculata e più intelligente, di un’iniziativa culturale come questa che poteva rappresentare molto per il nostro territorio, ma che rischia di trasformarsi in un flop.

Interrogazione n. 1218
del Consigliere Brini
“Individuazione progetti culturali di interesse generale”
(Rinvio)

PRESIDENTE. Interrogazione n. 1218 del Consigliere Brini. Per la Giunta risponde l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Presidente, di questa interrogazione non abbiamo pronta la risposta perché c’è un approfondimento da fare, quindi risponderemo la prossima seduta.

PRESIDENTE. Invito l’Assessore Solazzi, dal momento che non è la prima volta che questa interrogazione viene iscritta all’ordine del giorno, a richiamare gli uffici che devono essere più puntuali nel predisporre le risposte alle legittime interrogazioni di tutti i Consiglieri. (…) Consigliere Brini, solo se vuole intervenire sull’ordine dei lavori, altrimenti non ho motivo di darle la parola. (…) Allora, prego.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Intervengo sull’ordine dei lavori perché oltre a voler illustrare ciò che sta accadendo, ritengo che sarebbe stato opportuno e doveroso rispondere in quanto queste tematiche dovranno approdare anche in Commissione.
Sono tematiche molto importanti per le quali sulla stampa leggiamo sempre di interviste della Consigliera Mollaroli. Poi, Assessore, lei mi dice che gli uffici non sono pronti, ma il fatto gravissimo è che non è pronto lei! Quando invece la Consigliera Mollaroli è prontissima, ha già stabilito chi entra, chi esce, chi sarà finanziato, chi verrà escluso!
Quindi in questo momento il fatto è politico, Presidente, perché parliamo della cultura marchigiana ma poi l’Assessore non è pronto e la Presidente della prima Commissione detta regole e condizioni!
Sicché c’è bisogno di un chiarimento, non è importante solo che lei risponda a me, Assessore, anche se non dimentichiamo che “Civitanova Danza” che ha caratteristiche mondiali avete deciso di escluderla.
Forse qualcuno dimentica che si chiama Civitanova Marche, non si chiama solo Civitanova, quindi fa parte delle Marche. Peraltro vorrei far presente all’Assessore che non si tratta di prosa, come dice la Consigliera Mollaroli, ma si tratta di danza che è cosa ben diversa; a Civitanova Marche abbiamo Cecchetti che è stato coreografo al Bolshoi di Mosca e abbiamo una scuola di danza mondiale.

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere...

Ottavio BRINI. Chiudo, Presidente, però…

PRESIDENTE. Consigliere Brini, io ho già fatto il mio invito all’Assessore e agli uffici proprio perché condivido la necessità di avere risposte quando ci sono interrogazioni.


Proposta di legge regionale n. 287
della Giunta regionale
“Attività della Società di gestione dell’Aeroporto delle Marche di cui alla legge regionale 24 marzo 1986, n. 6"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 287 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa proposta di legge integra le disposizioni della legge regionale n. 6/1986 con la quale è stata prevista la costituzione della società Aerdorica-Sogesam Spa allo scopo di gestire i servizi connessi alla gestione dell’aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara Marittima.
Attualmente la suddetta legge istitutiva prevede agli artt. 3 e 4 che al capitale sociale a maggioranza pubblica partecipano, oltre la Regione e gli Enti locali, anche altri enti pubblici, aziende a partecipazione pubblica, aziende private, nonché aziende ed istituti di credito.
Ad oggi la compagine societaria è costituita per il 50,216 % da azionariato pubblico, di cui il 31,560% corrisponde alla quota regionale, mentre il resto è suddiviso tra Province, Camera di commercio ed i Comuni di Ancona, Senigallia, Jesi, Falconara Marittima e Chiaravalle.
Alla fine del mese di novembre 2008 l’assemblea dei soci ha stabilito un consistente aumento del capitale sociale, ora pari a 6.473.102,00 euro, dando mandato al consiglio di amministrazione di acquisire manifestazioni di interesse all’acquisto di quote sociali da parte di terzi.
Con l’intervento normativo oggi in esame (composto di un solo articolo) la Regione intende modificare l’attuale assetto societario consentendo (comma 1) l’ingresso di nuovi soci all’interno della compagine societaria, anche mediante riduzione della partecipazione azionaria pubblica.
Tale misura si rende indispensabile in quanto l’azionariato odierno ha sostenuto con una certa difficoltà la gestione della fase conseguente al drastico ridimensionamento delle attività delle società partecipate, in particolare di Evolavia srl, riportando l’Aerdorica alla principale funzione di gestore di servizi aeroportuali.
Pertanto al fine di consentire l’attuazione di un programma significativo di rilancio e di sviluppo di nuove rotte, è necessario disporre di più elevate capacità finanziarie ed imprenditoriali che siano interessate ad investire in tale settore.
La IV Commissione assembleare durante l’esame di questa proposta di legge a tal riguardo ha stabilito di fissare un limite alla eventuale riduzione del capitale pubblico (fissato in una quota comunque non inferiore al 20% della compagine societaria) ed ha anche attribuito all’Assemblea legislativa regionale la facoltà di nominare un componente del collegio sindacale ai sensi dell’art. 2449 Codice civile.
Al comma 2, inoltre, la pdl intende riconoscere in modo esplicito ai servizi aeroportuali a terra, svolti da Aerdorica nell’aeroporto “Raffaello Sanzio” e strettamente connessi al trasporto aereo di passeggeri e merci, il carattere di “servizio di interesse economico generale” per la collettività regionale, ai sensi dell’art. 86 del Trattato CE in relazione all’unicità dell’aeroporto nel territorio regionale e delle funzioni strategiche dei servizi svolti.
Di conseguenza i relativi obblighi di servizio pubblico possono essere compensati dalla Regione in applicazione della Comunicazione della Commissione europea 2005/C312/01.
Proprio per tale motivo il comma 3 della pdl prevede che la Giunta regionale approvi, sentita la Commissione assembleare competente, uno schema di convenzione da stipulare tra la regione medesima e la società Aerdorica, al fine di disciplinare le modalità di compensazione di tali obblighi di servizio pubblico mediante definizione, come previsto nella nota sentenza della Corte di Giustizia nella causa Altmark (richiamata nella suddetta Comunicazione al punto 34), di parametri di calcolo definiti preventivamente in modo obiettivo e trasparente, tenendo conto degli introiti e di un margine di utile ragionevole.
In tali condizioni, poiché l’aeroporto di Falconara appartiene alla categoria “D” (aeroporto con un numero di passeggeri inferiore ad 1 milione l’anno), le compensazioni di servizio pubblico costituiscono aiuti di stato compatibili con la normativa europea che, i quanto tali, sono esentati dall’obbligo di notifica preventiva purché siano rispettate le condizioni della sentenza Altmark.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Consigliere Capponi in questo momento non c’è, quindi apro la discussione. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Innanzitutto voglio dire che non è questa proposta di legge ad essere problematica, anzi, va nella direzione che noi anzitempo avevamo auspicato, infatti chiedevano fosse assolutamente necessario aprire ai privati. Ma qui la problematicità sta a monte, essa è emersa, come ha detto anche la collega Ortenzi, in sede di Commissione quando siamo andati a visionare gli ultimi bilanci della società. Bilanci importanti in quanto si correlavano ad una serie di azioni, prima fra tutto l’aumento di capitale deliberato nel novembre 2008, inoltre si andava a correlare alla problematicità delle perdite che questa società aveva maturato negli ultimi due esercizi.
Quindi ci sono delle criticità che a monte. Non abbiamo ancora certezza di che capitale sociale parliamo, a fronte del fatto che abbiamo delle perdite ormai consolidate. Per due esercizi consecutivi abbiamo già un capitale eroso per oltre un terzo. E’ stato deliberato un aumento di capitale in uno di questi due esercizi, senza l’abbattimento delle perdite previste dal Codice, e poi vogliamo mettere sul mercato un pacchetto azionario che in realtà ha una relativa consistenza.
A me risulta – ma datemi il beneficio del dubbio – che non siano tutto questo granché neppure le dimostrazioni di interesse che dovrebbero essere state formalizzate in questi mesi.
Però noi sicuramente abbiamo a cuore l’interesse e la vita futura di questo aeroporto, che comunque è un segmento importante che può rappresentare una delle più grosse prospettive di questo territorio, quindi non ci sentiamo di esprimerci contrari ad una proposta del genere. Però, ribadendo che sono tantissime, importanti e sostanziali le criticità che stanno a monte e che caratterizzano la vita sofferta di questo aeroporto e di questa società, non ci sentiamo di firmare neppure una carta in bianco, quindi ci asterremo.
La nostra, dunque, è una dimostrazione di collaborazione, è un atteggiamento serio e costruttivo di fronte a questa proposta di legge, ma in ogni caso chiediamo all’Assemblea legislativa e soprattutto alla Giunta e al Consiglio di amministrazione di valutare bene nelle prossime settimane la situazione patrimoniale della società, la situazione di bilancio che in questo momento è critica, proprio perché vogliamo dare al mercato una società più stabile, più forte e soprattutto il più credibile possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Farò un intervento breve perché la relatrice ha già delineato gli obiettivi di questa proposta di legge.
Sappiamo che in materia di trasporto aereo la Regione Marche si era impegnata ad individuare nell’aeroporto di Ancona-Falconara una delle modalità più importanti del sistema intermodale di traffico, di passeggeri e di merci. Sono stati fatti, infatti, investimenti notevoli, anche attraverso l’ultimo bilancio l’Assemblea legislativa ha deliberato circa 3 milioni di euro. Però questi investimenti in larga parte, purtroppo, non sono serviti per uno sviluppo di una strategia innovativa, bensì per far fronte al debito pregresso. Debito intervenuto sì per gli alti costi di gestione, ma anche perché gli altri soggetti pubblici e privati, a differenza della Regione Marche, non hanno manifestato un grandissimo interesse nella ricapitalizzazione dello sviluppo dell’aeroporto di Ancona-Falconara.
Quindi per quanto riguarda i vettori di traffico e le nuove competenze regionali, che nel frattempo hanno assunto anche il traffico ferroviario, occorre fare un’analisi economica e anche un’analisi di scelta politica rispetto a questa nuova e peggiore situazione.
Sicché il gruppo Comunista ritiene che questa proposta vada sì accolta ma ad una condizione – ne abbiamo parlato con l’Assessore Marcolini e con il Presidente Spacca –, ovvero, considerato che la riduzione delle quote pubbliche, in particolare di quella regionale, costituirà un risparmio per la Regione stessa, poi lo stesso risparmio dovrà essere riconvertito verso il trasporto pubblico, in particolare quello ferroviario, e verso i servizi sociali.
A questo proposito il nostro gruppo presenterà un ordine del giorno, quindi vincolerà la votazione finale della proposta di legge al suo accoglimento. Infatti avrà un senso ridurre la partecipazione all’aeroporto e alla gestione della società Aerdorica spa se vi sarà questo tipo di riconversione, perché siamo dentro un contesto di difficoltà dove non potremo buttare i soldi dalla finestra.
E’ per questo che diciamo che questa manifestazione di interesse dovrà essere seguita con molta attenzione – l’Assemblea legislativa ha fatto bene a riaprire anche i termini della scadenza – e al tempo stesso occorre una parola chiara su dove andranno a finire gli eventuali risparmi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Soltanto due brevi considerazioni su questo argomento che ritengo sia veramente importante, perché in una fase di crisi economica come quella attuale sarebbe veramente una debacle terribile perdere anche l’unico aeroporto regionale o creare addirittura le condizioni per perderlo.
Occorre difendere questa struttura, quindi anche l’ingresso di alcuni privati più o meno ambiziosi, come ha detto ora l’Assessore, che potrebbe avviare un’azione di rilancio, credo sia un’operazione ben fatta da portare avanti con decisione.
Se il pubblico fa un passo indietro e lascia delle quote a vantaggio dei privati, poi se questi privati sono seri (anche se per ora non so chi potrebbero essere) e se sono imprenditori retti con capacità economiche, allora che possano avere la possibilità di operare quell’azione di rilancio di cui questo aeroporto regionale ha assolutamente necessità.
Quanti potranno essere i risparmi, come ha detto il Consigliere Procaccini, onestamente non lo so, ma viste le perdite accumulate negli anni nella gestione dell’aeroporto dubito che ce ne potranno essere tanti. Su questo comunque sarei contento di ascoltare la relazione dell’Assessore che sicuramente ci farà comprendere meglio la situazione.
In ogni caso l’atteggiamento dell’Unione di centro sarà di disponibilità nei confronti di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Temo che con questa proposta di legge iniziamo dalla fine. Che le vicende dell’aeroporto di Falconara Marittima abbiano sempre interessato questa Assemblea e la Giunta e comunque rappresentino i problemi della economia regionale è ormai noto. E abbiamo sofferto molto per ottenere risultati che in alcuni casi sono anche importanti, penso alla concessione quarantennale della gestione aeroportuale.
Tutte queste iniziative hanno voluto segnalare un impegno ed una riflessione su un’infrastruttura considerata strategica, ma che non dovrebbe essere misurata esclusivamente sulle vicende di carattere finanziario bensì sulla capacità di una infrastruttura che può moltiplicare il risultato economico di questa regione.
A questa riflessione vorrei anche aggiungere che proprio in queste settimane c’è una discussione aperta, interessante, per alcuni aspetti anche enfatica, in relazione all’implementazione infrastrutturale della nostra regione; il famoso accordo quadro tra Governo e Regione parla di questo.
Quindi credo che il problema delle infrastrutture si debba ricollegare anche ad un’altra parola, quella della programmazione. Programmazione vuol dire che il soggetto pubblico ha necessità di svolgere ruolo e indirizzo. Temo, però, anche per le modalità che hanno accompagnato la redazione di questa proposta di legge, che si voglia rinunciare proprio a questo, ovvero allo sforzo di indirizzo e di programmazione che il governo delle infrastrutture deve costituire.
Allora sono proprio i dubbi che ho ascoltato anche in questo dibattito – cioè, chi saranno i privati, quali caratteristiche avranno – che denotano un’improvvisazione, che non riguarda certamente lo spirito di questa legge, essa infatti in qualche modo apre ad un’opportunità. Denotano un’improvvisazione proprio perché, come ho detto all’inizio, incominciamo dalla fine, infatti il dibattito e la riflessione sul destino della programmazione regionale e dell’impegno pubblico che questo intervento economico propone, necessiterebbero di discutere, appunto, quale sia la funzione, il ruolo e anche l’impegno finanziario per la gestione di un’infrastruttura come l’aeroporto.
E’ impensabile che infrastrutture di servizio possano essere misurate esclusivamente sul versante finanziario, anche se, questo è vero, che in altri tempi e in altri momenti ci sono state gestioni e scelte di amministratori delegati non proprio provvide ed adeguate.
Però non è questo l’elemento che oggi dovrebbe produrre questo atto, quindi aggiungo un’ulteriore questione.
Credo che questa proposta di legge meritasse, in maniera propedeutica, anche un confronto ulteriore sulla fase attuale dell’attività aeroportuale. Nessuno dimentica che proprio in questi giorni c’è in discussione un processo di ristrutturazione e di riorganizzazione dei servizi che riguardano la vita concreta dei – tanti, pochi, non lo so ancora – lavoratori e lavoratrici di quell’impianto.
Pertanto su questa vicenda c’è anche la necessità di un’ulteriore riflessione, sicché questa legge avrebbe meritato un elemento di sospensione. E’ vero che ha le caratteristiche della possibilità, ma questa possibilità contiene comunque un indirizzo che però, così com’è, non possiamo condividere.
E’ per questo che il gruppo di Rifondazione comunista su questa legge si asterrà. Nelle prossime settimane proverà a costruire, invitando anche la Presidente della III Commissione, momenti di ulteriore riflessione, attenzione, indirizzo e anche strumenti di carattere legislativo che potranno garantire quello che questa legge fa temere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Di questa vicenda dell’aeroporto di Falconara ne ho parlato molte volte in Commissione dove ci sono stati tre anni e mezzo di discussioni e di tentativi di rilancio di questa struttura. Ed oggi ci siamo resi conto che probabilmente la strada obbligata è quella di andare ad una privatizzazione, ad una riduzione del peso pubblico. Dunque quello che vuole fare questa legge che, appunto, rende possibile la vendita di quote pubbliche ai privati. E’ una strada che si può percorrere, non c’è nessun problema particolare.
Sono a favore di questa legge soprattutto per quanto viene stabilito al comma 3 che rinvia ad una convenzione da stipulare fra Regione e società di gestione. Questo passaggio per me è fondamentale per due ordini di motivi. Perché – apro una parentesi – il Consigliere Procaccini ha parlato di restituire al trasporto pubblico – fra l’altro sappiamo bene che il settore del trasporto pubblico è sempre in deficit e non mi scandalizzo neppure se un aeroporto può perdere qualcosa durante la gestione – però, Consigliere Procaccini, questo potrà avvenire solo se ci sarà la riduzione, se ci sarà realisticamente qualcosa da riversare. Invece la mia preoccupazione è il contrario, cioè bisogna capire se i debiti accumulati in questi anni potranno essere risolti attraverso la vendita di quote e quindi come poter risolvere questo aspetto fondamentale, altrimenti si rischierebbe che solo il pubblico dovrà accollarsi il peso che c’è dentro la società Aerdorica.
Quindi la convenzione, secondo me, è lo strumento che può risolvere questo punto, assieme all’altro punto, poco fa ricordato anche dal Consigliere Brandoni, che riguarda la vicenda della stabilizzazione dei precari. Questioni molto rilevanti che dobbiamo affrontare in quella sede e che credo si farà anche in seno alla Commissione assembleare competente.
Sicché noi voteremo questa proposta di legge, così come voteremo anche l’ordine del giorno presentato dal Consigliere Procaccini. Personalmente sono a favore in quanto ci sarà un ulteriore passaggio di Giunta, che passerà anche in Commissione, per la stipula di una convenzione che potrà risolvere e chiarire meglio i due aspetti più particolari che riguardano il debito pregresso e la questione dei precari.
Ritengo, quindi, che la privatizzazione di Aerdorica sia un passaggio fondamentale affinché questa struttura, come ha detto anche il Consigliere Viventi, possa essere tutelata e difesa dalla Regione Marche e dal suo Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo atto è l’ennesimo che ha per oggetto “Aerdorica”. Ci sono stati atti ispettivi, mozioni, atti legislativi precedenti a questo, l’ultimo ad esempio diceva il contrario di quello che stiamo legiferando oggi, cioè dava autorizzazione alla Regione Marche di superare la maggioranza assoluta delle quote pubbliche.
Quindi ora ci ripensate, e noi da questo ripensamento dobbiamo dedurre che qualcosa non è andato. E questo qualcosa sappiamo bene che da che cosa è stato provocato, sappiamo cioè che cosa è accaduto in questi anni, ovvero che tanti annunci sono stati privi di effetti positivi concreti, sono stati privi di riscontro.
Gli annunci sono rimasti annunci, addirittura le realizzazioni seguite dagli annunci sono state il contrario di quello che era stato annunciato. Si diceva: “ricapitalizziamo, basta con queste perdite notevoli di esercizio, recupereremo, Evolavia, ecc., ecc.”. Ma questo è accaduto – se è accaduto! – in piccola parte rispetto a quello che era stato annunciato.
Si diceva: “facciamo in modo di rivedere i nostri partner (partner tecnici, cioè vettori)”, ma ne abbiamo cambiati un paio, uno peggio dell’altro.
Si diceva: “cambiamo assetto societario”, l’abbiamo fatto snellendo molto, però è rimasto qualche orpello dell’assetto precedente, infatti il sig. Wendler continua a rimanere dentro la nostra compagine malgrado fosse stato rimosso dal suo precedente incarico.
Quindi sono state dette tante cose, però noi oggi le problematiche del passato non vogliamo ingigantirle proiettandole come ombre nel presente perché ci troviamo in un periodo molto delicato ed importante – l’Assessore Marcolini e l’Assessore Rocchi lo sanno –. Riteniamo infatti – anche il Consigliere Silvetti, quale membro della Commissione che si è occupato di questo atto, lo ha detto – che la ricerca di un partner, le offerte da valutare e da verificare in progress, sia sì un passaggio delicato ma certamente positivo ed importante, forse segna un vero e proprio cambio di mentalità.
Però questo non significa che non ci ricordiamo comunque di quella che è stata la gestione che fino a oggi non ha soddisfatto assolutamente i marchigiani; basta parlare con gli operatori, gli imprenditori, in quanto sotto un profilo commerciale e turistico invece di sviluppare abbiamo addirittura ridotto la nostra capacità. E non deve aver neppure soddisfatto quell’amministratore oculato, quale dovrebbe essere la Regione Marche in quanto socio pubblico di maggioranza relativa, e quale dovrebbe essere l’intera Assemblea legislativa che si occupa di queste questioni. Qui si tratta di impegni e denari pubblici che mettiamo e che abbiamo messo per molto tempo fino ad oggi nei bilanci dei marchigiani, nei bilanci di questa Regione, da trasferire poi al bilancio della nostra partecipata Aerdorica spa.
Queste non ci sono ombre però, ripeto, non vogliamo ingigantirle in quanto ci troviamo in un momento delicato che deve essere affrontato con la dovuta ponderazione.
Sicuramente c’è un partner privato da ricercare, quindi è chiaro che questo deve vedere una sicurezza, una certezza di gestione, una mano ferma, un interlocutore valido, però dobbiamo anche dirci, non solo per onestà intellettuale ma anche per senso di responsabilità, che non si possono nascondere i veri nodi e le vere storture che dobbiamo finalmente andare a risolvere.
Questo è il nostro appello di oggi, che però non è solo di oggi, ne possiamo parlare tranquillamente, noi siamo a posto con la nostra coscienza e con il nostro modo di essere stati opposizione, di essere stati controllo in questi mesi e in questi anni, noi l’avevamo detto in tempi non sospetti, non lo diciamo oggi tanto per parlare o tanto per fare l’intervento a margine di una discussione di una proposta di legge.
Pertanto, oggi, questo nostro senso di responsabilità lo vogliamo ancor di più sottolineare, quindi dicendo che non siamo contrari in linea di principio a questo tipo di discorso, l’importante è che se si faccia questa rilevante modifica statutaria – infatti si dice che non sarà più a maggioranza pubblica, anzi, che potremmo addirittura ridurre di molto le quote (ora vedremo quali saranno le offerte) fino ad un limite del 20% –. Però poi non nascondiamo le cose che non vanno sotto il tappeto, perché basterà alzarlo un attimo e la polvere ritornerà fuori!
Sicché la nostra onestà e serietà, il nostro senso di responsabilità che ancora una volta oggi ribadiamo in questa Aula, ci spinge a chiedere che la società sia patrimonio di tutti, soprattutto di chi (ovvero la Regione Marche in quanto Esecutivo e socio) in essa deve rappresentare questo tipo di esigenze. Che non sono più esigenze rinviabili, perché questi passaggi si affrontano se si ha chiaro dove si vuole andare, ma anche se si hanno chiari gli errori del passato. Errori che non dovranno più ripetersi in futuro, ne perderebbe tutta la comunità marchigiana, come purtroppo è accaduto fino ad oggi con l’occasione perduta del nodo infrastrutturale dell’aeroporto, che invece di essere volano e valore aggiunto è stato purtroppo freno e costo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Rocchi.

Lidio ROCCHI. Questo problema l’avevo già potuto toccare con mano quando ero Presidente della terza Commissione. Quindi fin da quella, dopo aver visto il primo piano industriale dell’aeroporto dell’allora nuovo direttore generale, pensavamo di poter raggiungere dei risultati in tempi brevissimi.
Però poi, anno dopo anno, ci siamo accorti che le cose non andavano come avevamo previsto, quindi abbiamo cambiato il direttore generale ed un altro piano industriale, ma le cose, anche questa volta, invece di migliorare sono peggiorate. E questo è accaduto per tanti motivi, non si vogliono dare colpe a nessuno.
Il motivo per cui oggi abbiamo chiesto di poter modificare la legge n. 6/1986 è perché si vuole dare la possibilità di gestire l’aeroporto di Falconara anche ai privati – che certamente dovranno essere imprese serie già in grado di poterlo fare –, quindi per poter rilanciare questa struttura, che peraltro ora non si chiama più aeroporto Raffaello Sanzio bensì Aeroporto delle Marche.
Quindi oggi, insieme al collega Marcolini, dovremmo valutare qual è il bilancio reale dell’aeroporto. Però, e lo dico al collega Procaccini, non credo, anche se me lo auguro, che pur diminuendo la quota parte del capitale sociale potremo riuscire a risparmiare qualcosa.
Dunque dobbiamo capire quale sia il deficit che abbiamo nel bilancio dell’aeroporto. Perché se non riusciamo ad incidere su ciò che tutti noi sappiamo, poi sarà difficile poter rilanciare l’aeroporto di Falconara, una struttura che è sicuramente il punto di riferimento per il nuovo turismo di questa regione.
Quindi dobbiamo ragionare su come poter intervenire per sanare una situazione negativa come quella che abbiamo ora.
Io ancora non ho avuto l’opportunità di partecipare al consiglio di amministrazione dell’aeroporto, ma quando potrò farlo lo dirò anche in quella sede, cioè che non mi sembra giusto che gli otto-dieci co.co.co. debbano essere mandati a casa, mi sembra assurdo che siano loro a pagare le conseguenze di questa situazione negativa; su questo vorrei aprire anche una parentesi, cioè: come mai sono state fatte tutte queste assunzioni? Dove sono stati posti questi ragazzi? Per cui anche su questo si potrebbe ragionare in modo diverso.
Spero che con l’appoggio di tutta l’Assemblea legislativa – quindi mi rivolgo anche all’opposizione – si possa riuscire ad avere una struttura con un bilancio risanato, in modo da poter avere finalmente le condizioni per raggiungere l’obiettivo fondamentale. E questo perché tale piattaforma, ovvero, il porto, l’aeroporto e l’interporto sono le tre strutture che potranno veramente rilanciare l’economia di questa nostra regione.
Ritengo che tutto questo sarà possibile. Inoltre, Consigliere Procaccini, se potremo avere anche fondi da recuperare, benvengano, essi potranno essere trasferiti come lei ha poc’anzi richiesto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Vorrei soltanto aggiungere poche osservazioni a quanto già detto dall’Assessore competente Rocchi e dalla relatrice Consigliera Ortenzi.
Mi pare ci sia una larga condivisione, sono state infatti spese parole di saggio realismo rispetto allo svolgimento di un’attività, per la quale deve essere anche ricordata la distinzione tra bilancio economico e bilancio sociale. Motivo per cui anche sul piano europeo viene consentita, non configurandola come un aiuto di Stato, la compensazione dei mancati equilibri di bilancio; per gli aeroporti inferiori a 1 milione di passeggeri, a differenza di tutte le norme sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato, viene tuttora consentita da parte della pubblica amministrazione un’integrazione per raggiungere il pareggio di bilancio.
E’ il caso del nostro aeroporto, ma anche di quelli di Perugia, di Rimini, di Forlì, di Pescara. Cioè di tutti quegli aeroporti minori che costituiscono ricchezza per la comunità, cioè per quello che si chiama outgoing – quindi non soltanto per quel che riguarda l’incoming – fondamentale per la comunità degli affari e per la strumentazione turistica.
Sicché un corretto bilancio dell’aeroporto delle Marche, così come quello degli altri aeroporti minori, non dovrebbe essere considerato soltanto al netto dei costi e dei ricavi, bensì per gli effetti che l’esercizio e la presenza di questo aeroporto riesce a distribuire sul territorio regionale; penso ovviamente alle presenze turistiche, penso ai vantaggi per i collegamenti nazionali e internazionali in entrata e in uscita per la comunità degli affari, penso ai servizi fondamentali con la capitale, quella politica e quella economica.
Di questo tutti ci rendiamo conto, mi sembra che l’Assemblea ne abbia dato contezza. La valutazione ci differenzia solo su quanto è stato fatto.
Però qui vorrei anche ricordare che per l’ultima parte della gestione, che ovviamente ha sempre avuto condizionamenti, la presidenza è stata affidata al nostro massimo responsabile burocratico che non percepisce indennità aggiuntive, e che sono stati conseguiti quegli obiettivi che avevamo inseguito per anni, come la concessione quarantennale o la riorganizzazione del personale. Negli ultimi anni è stata inoltre potenziata la struttura fisica. Voglio ricordare che quando l’aeroporto svolgeva un’attività di supporto alla missione nella ex Jugoslavia, con più del doppio dei passeggeri trasportati si appoggiava soltanto su quello che attualmente è il transetto di collegamento tra il terminal arrivi e partenze.
Quindi la consapevolezza è quella di accollarsi una parte del costo che si giustifichi in termini di bilancio sociale, e questo realisticamente è quello che è stato detto sia dall’Assessore Rocchi che un po’ da tutti i colleghi intervenuti.
Il rigore nella privatizzazione, quindi il lasciare spazio ad una ancora più efficace gestione dell’aeroporto, deve tener conto di due o tre elementi fondamentali.
Il primo, richiamato anche con toni polemici nelle settimane scorse, riguarda il valore patrimoniale, è stato fatto, per esempio, il richiamo al 2446 c.c. o alla necessità di una ricapitalizzazione. Però vi dico che se guardassimo al valore patrimoniale e all’avviamento di questa società scopriremmo che il valore effettivo della società è un multiplo alto del capitale sociale. Infatti la valutazione che abbiamo fatto per l’interporto ci ha fatto moltiplicare quasi per quattro il valore del capitale sociale formale rispetto a quello effettivo. Quindi anche l’aumento di capitale sociale, che pure era stato previsto, non ha i caratteri di drammaticità e di urgenza richiamabili con il Codice civile.
Mi pare che si stia procedendo con prudenza – e la prudenza è stata anche quella richiamata da tutti gli interventi, penso a quelli dei Consiglieri Procaccini, Brandoni, Ricci, il Consigliere Pistarelli lo ha fatto ripetutamente, il Consigliere Silvetti lo ha fatto nelle polemiche sulla stampa, il Consigliere Viventi –, cioè si sta cercando di trovare il punto di equilibrio, di razionale gestione economica aziendale, garantendo il bilancio sociale e garantendo anche un’integrazione che possa essere alla portata delle nostre finanze.
E’ chiaro che non abbiamo risorse illimitate, ma è anche chiaro che dobbiamo metterci nell’ordine di idee di un’integrazione più modesta capace comunque di garantire la presenza e lo sviluppo dell’attività dell’aeroporto.
Voglio ricordare che nel piano industriale dell’aeroporto ci sono attività di potenziamento e di valorizzazione immobiliare, di collegamento all’area di valorizzazione della quadrilatero, di collegamento con il porto e l’interporto, il tutto in una strategica sintesi che configura la triangolazione porto-interporto-aeroporto come l’unica vera piattaforma logistica delle Marche.
Pertanto sull’indispensabilità di questa presenza e sull’irriducibilità di questa funzione mi sembra che questa mattina l’Assemblea legislativa abbia concordato. Si tratta, ovviamente, di rendere trasparente e lo faremo nei termini della convenzione. Voglio ricordare ai Consiglieri Silvetti e Pistarelli che la convenzione non sarà oggetto di un’istruzione solitaria della Giunta, ma avrà modo di un passaggio assembleare, che spero, con il contributo di tutti, fugherà il timore di una privatizzazione che faccia un regalo ai privati, oppure di una presenza pubblica che garantisca una sorta di protezione rispetto allo spreco e all’inefficienza. Tutti e due i rischi debbono essere eliminati e mi pare che per garantirlo ci siano le condizioni politiche e amministrative dell’Assemblea.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Ordine del giorno n. 1 del Consigliere Procaccini:
“L’Assemblea regionale delle Marche impegna la Giunta regionale a destinare le risorse derivanti dal risparmio della cessione di quote pubbliche della società Aerdorica spa al trasporto pubblico e in particolare a quello ferroviario e al settore dei servizi sociali.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Per dichiarazione di voto sulla proposta di legge n. 287 ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vogliamo ribadire il nostro voto di astensione.
L’ingresso dei privati e l’integrazione vera in una società con soggetti pubblici e privati può essere raggiunta anche attraverso una modifica statutaria che seguirà a questa modifica legislativa che stiamo per approvare.
Rispetto al passaggio assembleare da lei richiamato, Assessore, vorrei precisare che la competenza non è soltanto della terza Commissione, ma è anche della seconda Commissione competente in materia bilancio e programmazione economica e finanziaria. E stranamente questo atto, che incide in maniera pesante sulle questioni di natura economica, non è stato minimamente discusso, appunto, in Commissione bilancio.
Quindi voglio rimarcare – lo dico tra noi gentiluomini, ma voglio anche che rimanga atti – che queste sono competenze plurime che devono riguardare tutte e due le Commissioni, quella con competenza sui trasporti e quella competente in materia di bilancio e programmazione economica. Qui parliamo, infatti, di società partecipate nelle quali abbiamo sempre impegnato molte ed importanti risorse finanziarie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Intervengo soltanto ora perché prima non ero riuscita a prenotare in tempo il mio intervento.
Apprezzo ed approvo questa proposta di legge che oggi giunge in Assemblea legislativa. Certo, non sappiamo ancora, ed è stato detto anche dai colleghi, chi saranno i partners e se ci saranno, quale interesse ci potrà essere o fino a che punto interverranno all’interno di questa compagine, però oggi ho comunque l’impressione che si volti pagina.
Per anni siamo andati avanti dicendo che la società doveva essere assolutamente pubblica, che la maggioranza delle quote doveva essere pubblica, però anche se non si tratta di un servizio sociale è comunque un servizio di trasporto, quindi secondo me se ci sarà anche una forte presenza del privato sicuramente non stonerà.
Siamo andati avanti anche ascoltando, sia qui dentro che nelle Commissioni, i vari direttori. Però poi ognuno affermava che chi c’era stato prima aveva sbagliato, che non aveva saputo fare gli atti nella maniera opportuna, che non era competente, e dunque chi si trovava a gestire avrebbe risparmiato, rilanciato l’aeroporto, ecc..
Ma senza finanziamenti non si rilancia, non ci prendiamo in giro, i miracoli non li fa nessuno!
Quindi oggi si prende atto di una certa situazione, quindi si ha bisogno di un intervento più forte, ci sono settori dove non è necessario ci sia solo il pubblico e dove quindi può esserci, appunto, un intervento più forte da parte del privato.
Però voglio sottolineare che nel momento in cui entreranno i privati – se ci saranno – dobbiamo anche stare molto attenti a quello che succederà.
Tutti abbiamo vissuto l’esperienza dell’Alitalia, certo, non siamo allo stesso livello, ma secondo me anche qui dentro c’è stato un po’ di largheggiamento! Allora stiamo attenti che non accada che ciò che sarà penalizzante poi rimanga al pubblico e quello che potrà rendere, se potrà rendere considerati i deficit accumulati, vada solo al privato.
Il fatto che si debba dire di avere una compagnia di bandiera – come è successo, appunto, anche per l’Alitalia, ma ovviamente anche in questo caso non è la stessa cosa – non risolverà il problema se poi, ripeto, si scaricheranno i costi sul pubblico mentre quel qualcosa di positivo andrà lasciato solo al privato.
Questa è l’unica raccomandazione che mi sento di fare, però sono assolutamente convinta che questa era un’operazione che andava fatta, quindi voterò favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ora…(…) Consigliere Brandoni, ha chiesto la parola? (…) Non mi ero accorto, le chiedo scusa. Prego.

Giuliano BRANDONI. Ho ascoltato attentamente le riflessioni fatte dall’Assessore Marcolini e le assumerei come testimonianza ad adjuvandum del nostro atteggiamento di assoluta prudenza e della non opportunità in questo momento di questa legge.
Lo ribadisco con più convinzione, perché dire, come è stato detto, che una infrastruttura ha due bilanci, uno di carattere economico ed uno di carattere sociale che ne determina il valore, e poi ricordare che è stato impegno di questa maggioranza il valore strategico di un asset che è su più infrastrutture (porto, interporto e aeroporto), testimonia ancor di più la necessità di una riflessione programmatoria che questo atto in qualche modo nega, o meglio, nega dentro un percorso che, come ho ricordato prima, è stato fatto in maniera rovesciata.
Questo lo testimonia, aggiungo, il fatto che ad oggi non è chiaro né il soggetto né il profilo di quei privati interessati ad intervenire dentro questa struttura.
Aggiungo, inoltre, che la vicenda di Alitalia, che secondo me ha poco a che fare con la questione dell’aeroporto di Falconara, ma essa tuttavia ci ricorda l’altro versante – basterebbe ricordare la batracomiomachia tra Malpensa e Fiumicino e gli atteggiamenti dei soggetti che l’affrontarono – per capire che le infrastrutture di questo tipo dentro una vicenda economica hanno soprattutto un valore di carattere implementare. Quindi il ruolo programmatorio è fondamentale.
Torno a dire che avremmo fatto meglio non procedere ora a questo processo anche perché poteva essere modificato, quindi ribadisco il voto di astensione.
Accolgo il fatto che le Commissioni potranno intervenire, ha ragione il Consigliere Pistarelli quando dice che anche la Commissione bilancio ha un suo ruolo e una sua funzione, per cui come Presidente mi assumerò l’impegno che anche questo passaggio venga fatto.
Infine, oltre a questa dichiarazione di voto, se mi è concesso, vorrei fare una riflessione sul nuovo cromatismo di questa nostra votazione elettronica, ovvero, non capisco perché il voto negativo sia associato al rosso, i colori sono tanti, quindi ne avrei preferito un altro!

PRESIDENTE. (…) Consigliere Binci, le dichiarazioni di voto erano chiuse. Prima ho concesso la parola al Consigliere Brandoni, ma stavamo già entrando in fase di votazione, quindi bisogna che i Consiglieri stiano attenti! Comunque, prego.

Massimo BINCI. Credo che l’iscrizione ad intervenire nella discussione generale debba essere prevista durante la fase di un intervento, mentre nella fase di dichiarazione di voto, secondo me, chiunque può interviene fino a quando non si conclude. Quindi visto che nella fase di discussione mi sono astenuto dall’intervenire ora chiedo di poterlo fare per un solo minuto.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, può sicuramente contestare come viene diretta la seduta assembleare, ma io avevo detto, in quanto spetta al Presidente, che le dichiarazioni di voto erano chiuse, quindi eravamo già in fase di votazione. Comunque ora faccio un’eccezione, per cui, prego, intervenga pure.

Massimo BINCI. Grazie, Presidente, occuperò soltanto pochi minuti.
Riconosco che per l’aeroporto siamo in una fase importante. Qui è stato detto che il ruolo programmatorio è fondamentale, però se andiamo a verificare il risultato ottenuto è bene che questo ruolo programmatorio non resti in mano alla Regione. Infatti in questi ultimi periodi come minimo si è persa di vista la parte finanziaria, come pure la parte gestionale, soprattutto non siamo stati in grado di dare una spinta e correggere gli interventi.
Anch’io, quindi, sono preoccupato del fatto che non ci sarà più il controllo di maggioranza pubblico e che la partecipazione della Regione si attesterà ad una percentuale non inferiore al 20%, però ritengo anche che ci troviamo solo in una fase conoscitiva. Per cui prima dovrà esserci la verifica di interesse da parte dei soci privati, poi in una fase successiva si potrà verificare se le proposte, appunto, degli eventuali soci privati saranno interessanti o meno.
Quindi il controllo come pure la possibilità di veto da parte della Regione rispetto a scelte che potranno andare contro l’interesse generale, potrà essere messo all’interno di un eventuale accordo.
L’altra questione riguarda il problema occupazionale. Siccome si è parlato di cassa integrazione sarebbe importante che la Regione continui a sostenere lo stesso livello di occupazione, che peraltro riguarda solo 2-3-4 situazioni occupazionali in più, quindi che si attivi presso il direttore generale affinché possano essere programmati alcuni servizi nuovi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 287. La pongo in votazione.
.
(L’Assemblea legislativa approva)

(contestazione del Consigliere Brandoni sul risultato della votazione)

PRESIDENTE. Consigliere Brandoni, quando si vota – e questo è stato già detto nella spiegazione fatta prima dell’apertura di questa seduta assembleare – bisogna verificare che l’intermittenza del lucetta vicino al proprio nome si blocchi, solo in quel momento il sistema avrà recepito il voto.

Giuliano BRANDONI. Però, Presidente, sul tabellone c’è una discrasia tra i nomi e il numero. Perché gli astenuti sono 8, mentre il numero dichiara che sono 9.

(Segue una discussione sui risultati che appaiono sul cartellone elettronico)

PRESIDENTE. Consiglieri, a questo punto credo sia opportuno ripetere la votazione. Voglio però ricordarvi che dovete controllare il tabellone, in esso infatti appariranno le scritte: prima “votazione aperta” e poi “votazione chiusa”.

Proposta di legge n. 287. La pongo in votazione.
.
(L’Assemblea legislativa approva)

La votazione elettronica non ha percepito il voto favorevole del Consigliere Badiali, quindi lo aggiungiamo tra i favorevoli.

Proposta di legge regionale n. 112
delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli
“Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 112 ad iniziativa delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Presidente, sono ben tre sedute che sono pronta per illustrare questa proposta di legge, ma sono altrettante tre sedute che mi si chiede di rinviarla. Quindi non posso che prendere atto della richiesta dell’Assessore e della Presidente che, appunto, chiedono di rinviarla.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio della proposta di legge n. 112.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 107
della Giunta regionale
“Integrazioni alle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrate delle aree costiere – deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 169/2005”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 107 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questo atto amministrativo propone di apportare alcune integrazioni alle norme tecniche di attuazione del Piano di gestione integrata delle aree costiere. In particolare con l’aggiunta del comma 5 bis e 5 ter dell’articolo 9 si introduce il divieto di alterare il profilo medio della spiaggia mediante la movimentazione meccanica di sabbia o ghiaia. Si precisano, inoltre, le modalità tecniche e costruttive delle fondazioni esistenti di fronte a comprovate condizioni di instabilità statica di manufatti autorizzati sul demanio marittimo.
Le integrazioni apportate all’articolo 13 del Piano di gestione integrata delle aree costiere sono invece finalizzate a determinare (comma 3 bis) alcuni criteri ai quali dovranno attenersi i Comuni nell’approvazione dei Piani particolareggiati di spiaggia. Riguardanti, in particolare, le indicazioni della superficie massima pavimentata e copribile nell’area data in concessione, l’altezza massima dei volumi realizzabili e la larghezza della fascia indicata dall’articolo 8, comma 3, del Piano di gestione integrata delle aree costiere.
Inoltre viene specificata (commi 6 bis e 6 ter aggiunti all’articolo 13) la procedura da seguire per accertare la conformità dei Piani particolareggiati di spiaggia e delle loro varianti alle disposizioni del Piano regionale di gestione integrata delle aree costiere, individuando le precise competenze e prevedendo l’indicazione di una Conferenza di servizi per l’esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti in relazione alle varie competenze regionali in materia.
L’approvazione di queste norme risulta necessaria per garantire l’omogeneità in ambito regionale ai criteri ai quali si devono attenere i Comuni quando approvano i piani particolareggiati di spiaggia. In modo da assicurare giudizi univoci nell’emanazione da parte della Regione dei pareri di conformità al Piano di gestione integrata delle aree costiere dei suddetti piani particolareggiati di spiaggia, per evitare disparità di trattamento tra i Comuni costieri, i titolari delle funzioni in materia di demanio marittimo, infine per uniformare i piani particolareggiati di spiaggia ai criteri di compatibilità e sostenibilità, salvaguardando ovviamente ruoli e prerogative degli Enti locali.
Per completezza penso sia giusto evidenziare che nel documento istruttorio la Giunta ha precisato di aver rispettato nella predisposizione dell’atto in esame le disposizioni di cui all’articolo 4, comma 4, della legge 15/2004 (Disciplina delle funzioni in materia di difesa della costa), secondo le quali gli aggiornamenti al Piano di gestione integrata di difesa della costa sono approvate con le stesse procedure del Piano, mentre le disposizioni relative all’utilizzo delle aree del demanio marittimo sono adottate e modificate sentiti i soggetti di cui all’articolo 6, comma 3, della legge 494/1993.
Concludo dicendo che la IV Commissione nella seduta del 18 febbraio ha licenziato la proposta apportando degli emendamenti che questa mattina valuteremo.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Consigliere Silvetti in questo momento non è in Aula, quindi, se non ci sono richieste di intervento, do la parola all’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. L’atto è stato già illustrato in modo corretto ed esaustivo dalla relatrice di maggioranza Ortenzi, quindi, a beneficio dei Consiglieri, voglio solo sottolineare l’urgenza dell’approvazione di questo atto.
Nel corso degli anni si era prodotta una disparità nella gestione da parte degli Enti comunali di queste aree, ad esempio, con provvedimenti assunti in sede di elaborazione dei piani particolareggiati di spiaggia i comuni utilizzavano parametri diversi.
Si creava quindi una disparità di trattamento, con questo provvedimento, invece, la Regione modifica le norme tecniche del Piano di gestione integrata che risalgono al 2005, e rende omogenei i criteri su scala regionale che valgono per tutti i Comuni.
Quindi è un atto di buon senso, giusto e razionale.
Peraltro c’era anche una forte esigenza, ovvero quella di esprimere un divieto forte e perentorio di alterazione del profilo della spiaggia attraverso – come avviene spesso – la movimentazione meccanica di ghiaia e sabbia.
Quindi a distanza di alcuni anni dalla legge del 2005 e dopo diverse sperimentazioni, oggi apportiamo degli aggiustamenti assolutamente necessari.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Con il Consigliere Silvetti ero d’accordo che avrei dovuto sostituirlo, quindi faccio io l’intervento in merito a questa proposta di atto amministrativo.
Abbiamo esaminato attentamente questo atto e se verranno approvate le modifiche che abbiamo apportato con gli emendamenti n. 5, 6 e 7 potremo esprimere un voto favorevole.
Gli emendamenti chiedono soprattutto di non bloccare le autorizzazioni preesistenti già rilasciate, perché se non viene espressamente previsto rischierebbero di essere bloccate addirittura le autorizzazioni rilasciate ma i cui lavori non sono ancora iniziati.
Riteniamo che questi emendamenti possano essere tranquillamente accolti. Questa procedura è una prassi, ma secondo noi dovrebbe essere esplicitamente riportata.
Sul resto riteniamo che queste modifiche possano essere positive per prevenire nel tempo successivi fenomeni di erosione che arrecano così tanti danni anche agli insediamenti balneari attualmente esistenti.
Con questa normativa si rafforza la stabilizzazione di questi impianti temporanei, quindi questo atto può essere considerato positivo, ma ribadisco ancora che il nostro voto favorevole sarà pregiudiziale al parere favorevole sui nostri emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. In Commissione questa proposta l’abbiamo deliberata velocemente e ci eravamo anche riservati di approfondire la questione, ma alla fine il risultato è quello che il Consigliere Capponi ha ora illustrato per cui non lo ripeto.
L’importante è salvaguardare una risorsa fondamentale, quella dello sfruttamento turistico di queste aree. Quindi evitiamo di bloccare queste attività con atti di imperio, altrimenti saremo costretti a ricorrere successivamente ad una modifica. Sicché se accoglierete gli emendamenti eviteremo successivi ricorsi alla revisione della legge.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 01 del Consigliere Ricci:
Al punto 1 della parte dispositiva, il comma 5 bis dell’articolo 9 è soppresso.

(Discussioni in Aula)

PRESIDENTE. Consiglieri, chiedo scusa, ma ora siamo già in fase di votazione, quindi non capisco perché ci sia ancora qualcuno che voglia presentare un subemendamento ad un atto che stiamo già votando, semmai per poterlo preparare chiedete una sospensione. Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Come dice la collega Mollaroli, il subemendamento che si intende presentare è estremamente importante perché riguarda il superamento delle barriere architettoniche...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, Consigliera Ortenzi, ma visto che c’è un po’ di confusione sul merito degli emendamenti e sull’eventuale possibilità di introdurre subemendamenti, propongo una sospensione dei lavori di cinque minuti, invitando la relatrice (...) allora se non siete d’accordo passo alla votazione dell’emendamento n. 01… (…) Prego, Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Il mio subemendamento riguarda una questione importantissima, è l’indicazione per i Comuni dell’abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso alle spiagge. Però è un sub che riguarda l’emendamento 5, quindi quando si arriverà al punto se ne discuterà.

PRESIDENTE. Però, Consiglieri, visto che siamo già in sede di votazione o sospendiamo oppure votiamo, ma ancora non è pervenuto nessun subemendamento. Quindi se si deve chiedere una sospensione bisogna farlo prima!

Adriana MOLLAROLI. Ma il subemendamento che intendo presentare è all’emendamento n. 5, quindi ne discuteremo normalmente quando arriveremo al punto.

PRESIDENTE. Emendamento 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 della IV Commissione:
Al punto 2 del dispositivo la lettera d) del comma 3 bis, aggiunto all’articolo 13 delle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrata delle aree costiere, è sostituita dalla seguente: “d) l’altezza massima dei volumi realizzati non può superare i metri 4,00".
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Solo per dire che questo emendamento io l’avevo proposto in Commissione poi è stato elaborato dagli uffici. Con esso si chiede di abbassare l’altezza delle costruzioni quindi si permette una maggiore fruizione del paesaggio.
Mentre con l’emendamento successivo si chiede che le ringhiere di perimetrazione dei piani superiori devono essere in ferro o trasparenti per non ostacolare la visibilità del bene spiaggia.
Quindi il metro di paesaggio guadagnato sono contento che sia stato presentato dalla Commissione sotto forma di emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 della IV Commissione:
Al punto 2 del dispositivo dopo la lettera d) del comma 3 bis, aggiunto all’articolo 13 delle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrata delle aree costiere, è inserita la seguente: “d bis) i fabbricati possono avere una copertura piana praticabile, da realizzare in conformità alle vigenti norme edilizie, delimitata, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza, da parapetti o ringhiere di profilatura e consistenza leggere e comunque trasparenti”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 della IV Commissione:
Al punto 2 del dispositivo, alla lettera e) del comma 3 bis, aggiunto all’articolo 13 delle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrata delle aree costiere, le parole “metri 20” sono sostituite dalle parole: “metri 25”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4 della IV Commissione:
Al punto 2 del dispositivo dopo la lettera e) del comma 3 bis, aggiunto all’articolo 13 delle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrata delle aree costiere, è inserita la seguente: “e bis) i manufatti in sequenza, paralleli alla linea di battigia, sono realizzati per un’estensione massima consecutiva di metri cinquanta, con una distanza minima dai successivi manufatti di almeno metri venti”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 05 della Consigliera Mollaroli:
Aggiungere alla fine dell’emendamento n. 5 il seguente punto g bis): “g bis) favorire l’accesso ai diversamente abili alle spiagge attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. E’ un subemendamento molto semplice ma di grande significato. La Regione dà indicazioni ai Comuni che nel predisporre i piani spiaggia si preoccupino di garantire l’accesso alle spiagge ai diversamente abili attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche. Quindi è una questione di grande rilevanza.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 05. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Brini, Tiberi, Giannotti:
Nel dispositivo della delibera, al punto 2) che inizia con la frase: “dopo il comma 3 dell’articolo 13 è inserito il seguente: 3 bis... (omissis) “, aggiungere i seguenti commi: “1) sono fatte salve le opere già regolarmente autorizzate prima dell’entrata in vigore della presente normativa, fino alla ultimazione dei lavori autorizzati;
g) nei tratti di litorale già concessionati, che sono stati interessati da marcati fenomeni erosivi, i parametri previsti nei commi da a) ed e) per il calcolo delle superfici e dei volumi non sono applicabili. Le opere regolarmente autorizzate prima dell’entrata in vigore della presente normativa, possono rispettare i criteri della previgente normativa sino a completamento dei lavori.”
Lo pongo in votazione, così come emendato dal subemendamento n. 05.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 6 del Consigliere Lippi. Decaduto.

Emendamento n. 7 del Consigliere Lippi. Decaduto.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 107, così come emendato. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 110
della Giunta regionale
“Piano triennale regionale per la pesca e l’acquacoltura 2009/2011 – legge regionale 13 maggio 2004, n. 11, articolo 4"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 110 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questo Piano triennale regionale per la pesca e l’acquacoltura prende spunto dalla legge regionale 13 maggio 2004, n. 11. Sinceramente devo dire che si è un po’ in ritardo rispetto all’approvazione di questo atto, ma tale ritardo non deriva da particolari situazioni di negligenza, ma semplicemente perché continuano a persistere, nonostante tutto, alcune questioni.
La prima è legata al conflitto di competenza fra i vari Enti rispetto all’approvazione di questi strumenti relativi alla gestione della pesca professionale.
La seconda è legata all’incertezza della programmazione comunitaria di settore, cioè dei fondi FEP per il periodo 2007-2013. Data slittata, come sapete, di un paio di anni, tuttavia nell’ottobre scorso, in sede di Conferenza Stato-Regioni, è avvenuta l’approvazione definitiva dei singoli piani finanziari regionali per l’attuazione delle misure di competenza regionale del fondo FEP.
Il Piano è stato realizzato attraverso il recepimento prioritario delle indicazioni dello stesso FEP, sia per quanto riguarda gli interventi ammissibili ai criteri di selezione e di ammissibilità dei progetti, sia alle spese stesse.
Complessivamente le risorse comunitarie da utilizzare nel periodo di programmazione, approvate dalla Giunta regionale con deliberazione n. 1285 del 29 settembre 2008, ammontano a euro 11.267.415,00, che per effetto del cofinanziamento statale e regionale raggiungono euro 22.534.830,00 euro.
Oltre alle azioni previste dal FEP, il piano fornisce anche indicazioni utili su alcune azioni da intraprendere, integrative di quelle promosse dal regolamento comunitario, legate per lo più all’incentivazione dell’occupazione giovanile nel settore, al sostegno della piccola pesca, alla promozione e allo sviluppo di attività integrative quali il pescaturismo e l’ittiturismo, inoltre al miglioramento della qualità delle produzioni ittiche regionali. Queste ultime azioni potranno essere inserite nei vari piani annuali di attività previsti dall’articolo 5 della legge regionale 11/2004.
Con il Piano 2009/2011 la pesca marchigiana intende riprendere un percorso diretto alla modernizzazione del comparto attraverso un approccio che tende a declinare in modo innovativo i princìpi di sostenibilità ambientale, sociale, economica ed istituzionale.
Con tale impostazione il Piano intende contrastare le tendenze negative che hanno caratterizzato la recente evoluzione della pesca italiana e che possono essere sintetizzate nei seguenti punti: tendenza al deterioramento degli stock ittici, mitigata da episodici miglioramenti degli indici di abbondanza e densità per talune specie; consistente riduzione della flotta da pesca e dell’occupazione; diminuzione delle quantità sbarcate; consistente aumento dei costi di produzione, solo in parte mitigato dal positivo andamento dei prezzi; andamento negativo dei redditi degli operatori.
Quindi tutta una serie di difficoltà che attraversa il settore della pesca professionale.
Il piano di settore per la pesca e l’acquacoltura che è strutturato essenzialmente in tre parti fondamentali.
Nella prima viene illustrato il comparto pesca della regione Marche al fine di redigere un quadro aggiornato del settore. Viene descritto sinteticamente anche lo stato delle risorse ittiche comunemente sfruttate dalla flotta regionale, il contesto comunitario di riferimento ed in particolare i riferimenti alla politica comune della pesca ed al suo processo di riforma. Inoltre, al fine di poter rendere il piano un vero strumento programmatorio, vengono individuate le principali esigenze del settore.
La seconda parte identifica gli interventi che dovranno essere messi in campo nel triennio 2009/2011 per i settori della pesca e dell’acquacoltura.
La terza ed ultima sezione illustra la dotazione finanziaria messa a disposizione dal FEP 2007/2013 e la ripartizione delle risorse per ogni singola misura d’azione.
Per quanto riguarda la pesca le parti più rilevanti possono essere riassunte nel modo seguente:
- ristrutturazione e ammodernamento della flotta peschereccia;
- ristrutturazione ed ammodernamento dei porti e punti di attracco per la pesca;
- trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca;
- promozione dei prodotti della pesca;
- miglioramento della qualità e tracciabilità delle produzioni ittiche;
- sviluppo dell’associazionismo e della cooperazione;
- azioni innovative, studi, ricerche, progetti pilota e progetti internazionali;
- incentivazione dell’occupazione nel settore della pesca, in particolare quella giovanile;
- promozione e sostegno delle attività di pesca turismo e ittiturismo;
- sostegno della piccola pesca;
- polizze in acquacoltura e pesca;
- osservatorio delle attività ittiche.
E’ quindi un programma triennale molto complesso che, seppure con un ritardo di qualche mese, individua nelle linee guida dei fondi FEP e nelle stesse risorse azioni di intervento mirate al rilancio della pesca nell’Adriatico e nelle Marche.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Concordo con la relazione fatta dal Consigliere Ricci, però da parte nostra rimane comunque un forte rammarico. Questo Piano, infatti, doveva essere approvato almeno due o tre mesi fa, e con questo ritardo abbiamo bloccato, anche se involontariamente, le attività e le iniziative sulla pesca.
Questo Piano in Commissione lo abbiamo discusso ed approvato inserendo un aspetto innovativo, ovvero lo sviluppo dell’acquacoltura nelle acque dolci interne, lo abbiamo fatto per cercare di portare reddito per la produzione del pesce negli invasi delle zone interne.
Abbiamo approvato un Piano sperimentale che cerca di studiare tutte le specie di pesci che sarà possibile allevare nei siti interni di acqua dolce, quindi per portare, visto che ci sono risorse per 23 milioni di euro, un po’ di ricchezza anche nell’entroterra.
Infatti non bisogna fare soltanto allevamenti a mare, ma occorre anche investire e sviluppare quei luoghi dell’entroterra dove è possibile praticare la produzione di pesce.
Altra cosa importante che abbiamo concordato in Commissione riguarda il fatto che quest’anno, Assessore, dobbiamo accorciare i tempi per i bandi per far ripartire e sviluppare le attività entro il 2009.
Abbiamo già perso due anni, però rischiamo di perdere anche gli interventi per il 2009. E non dobbiamo attendere il 2010 magari per fare tutti gli investimenti per quella data solo perché ci saranno le elezioni! Quindi cerchiamo di far partire nel 2009 i bandi e far fare le realizzazioni ai pescatori. Altrimenti potremo trovarci con il rischio che l’anno prossimo ci sarà un rinnovo di tutti i pescherecci in quanto la Regione Marche darà contributi favolosi per la sistemazione dei pescherecci, così i finanziamenti della pesca andranno a finire, invece che nello sviluppo e nella produzione di pesce, nel rinnovamento del parco macchine per praticare la pesca.
Peraltro oggi per colpa della Regione Marche i nostri pescherecci vanno al sud, i pescatori spostano la residenza per cercare di sistemare le loro barche perché da noi non trovano la copertura finanziaria. Infatti questa Regione non ha saputo prendere la quota che le spettava a livello nazionale. Una Regione come le Marche che ha tutto il versante orientale sul mare prende quanto l’Umbria, questo non è possibile! Ripeto, i nostri pescatori a tutt’oggi sono costretti ad andare verso sud per cercare di prendere i finanziamenti e quindi poter rinnovare le loro imbarcazioni.
Quindi, ripeto, di questo Piano ne abbiamo discusso in Commissione e ci troviamo d’accordo, l’importante è accelerare i tempi, non fare sempre le stesse cose, perché è dal 2007 che siamo sempre sugli stessi livelli. Se non si partirà neppure quest’anno, Assessore, il Piano non sarà più 2007/2013, e sarà un caso, ma nel 2010 ci saranno le elezioni regionali!
In Commissione siamo stati velocissimi a licenziare questo atto – meno veloci invece siamo stati per fare la Presidenza della Commissione, ci abbiamo messo tre mesi! –, quindi speriamo che anche l’Assessorato acceleri i tempi per i bandi e che potrà dare una risposta più veloce possibile a chi fa attività di pesca.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Non ci sono interventi, quindi do ha la parola all’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Capisco che ognuno deve poter svolgere legittimamente il suo ruolo, però voglio dire al Consigliere Cesaroni che i ritardi a cui ha fatto riferimento sono imputabili al Governo nazionale.
Basti pensare solo ad un fatto. L’interrogazione della Consigliera Giannini a cui ho risposto segnala una situazione di tensione fortissima per il settore della pesca e in modo specifico per quanto riguarda la vongolare.
Inoltre c’è un Assessore regionale che ha denunciato una situazione di ordine pubblico legata alle difficoltà che sono state create con la realizzazione di un sub comparto – nel quale, peraltro, la Regione Marche non ha potuto proferire parola – e lo ha chiesto con una lettera, lo ha fatto con un telegramma, e stamattina, dopo aver incontrato ancora gli operatori del settore, ha rifatto il telegramma, ma poi il Ministro non si è permesso neppure di rispondere! Allora lezioni da un Consigliere non le posso accettare e non le posso accettare nemmeno su questo atto! (…) Io non mi riscaldo quasi mai, Consigliere, e quando lo faccio significa che ci sono delle buone ragioni! Io infatti sono profondamente dispiaciuto che Istituzioni ai massimi livelli non riescono a parlare fra di loro nemmeno sulla gestione di un fatto emergenziale. Non la trovo una cosa positiva, se invece voi la ritenete positiva vorrà dire che ve ne assumerete le responsabilità rispetto ad un comparto che soffre una situazione derivante da precise scelte che non erano e non sono state fatte dalla Regione.
Anche per quanto riguarda questo Piano parliamoci molto chiaramente! E’ un buon Piano, credo sia condiviso, certo, sono convinto che i bandi vadano accelerati, cosa che stiamo facendo, però il ritardo non è imputabile ad un Assessore, ma è determinato dai ritardi sul FEP e dalla incertezza sull’attribuzione di competenze fra Stato e Regione. Una incertezza che ha impedito... (...) Però, Presidente, quando non rispondo mi rimprovera che non rispondo, poi quando lo faccio mi dice che devo tagliare! Sto parlando di una cosa seria, abbia pazienza, Presidente, se lei ce l’ha con me lo dica manifestamente! Questo è un argomento serio quindi concludo quando ho finito!
Stavo dicendo che il ritardo è stato determinato dal combinato disposto di questi due fattori. Poi che si debba accelerare per quanto riguarda il discorso di bandi, tanto più in un periodo oggettivamente difficile, su questo sono pienamente d’accordo, infatti le strutture hanno avuto mandato e input per procedere celermente.

PRESIDENTE. La mia richiesta, Assessore, se è stata da lei interpretata in modo molesto me ne scuso, però era soltanto finalizzata a realizzare il tempo entro le ore 13,30 per poter arrivare all’approvazione anche dei due atti successivi iscritti all’ordine del giorno. Quindi anche ora invito i Consiglieri a tener conto, se lo condividono, di questo.
Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.

Emendamento n. 1 del Consigliere Ricci:
A pagina 75 del piano allegato, nel capitolo 8 riservato agli interventi previsti, al comma 8.12 “Promozione e sostegno delle attività di pesca turismo e ittiturismo”, dopo il comma C) che termina con le parole “...competenze del comparto peschereccio.”, aggiungere il seguente comma:
“d). Realizzazione di oasi per lo svolgimento della pesca sportiva nelle quali sono realizzate strutture sommerse anche segnalate da boe ad esse ancorate, volte all’aggregazione di specie ittiche demersali. Tali zone potrebbero costituire una meta per le varie tipologie di pesca sportiva esercitata sia con attrezzi Professionali, escluse le reti (nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente), sia con autorespiratore, sia con lenza da imbarcazione. Inoltre, al fine di regolamentare il prelievo della risorsa, in maniera coerente con eventuali piani gestione, possono essere attivate forme di gestione, opportunamente disciplinate sulla base di regolamenti appositamente predisposti a livello regionale.”.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Si tratta di un emendamento orientato ai pescatori professionisti, a chi ha convertito le strutture per la pesca coltura. E’ un emendamento attraverso il quale si può individuare una fetta, magari marginale, del fondo FEP, per fare in modo che possano essere realizzate oasi (tipo nursery) di pesca. Ed eventualmente la pescacoltura piuttosto che farla al largo la si fa anche su queste oasi utili per la riproduzione del patrimonio ittico. Si parla di pesca sportiva ma sempre a vantaggio dei pescatori professionisti e non dei diportisti come me che vanno con la canna da pesca al molo.
Con questo emendamento, quindi, si sta all’interno delle indicazioni del FEP. Potrebbe essere utile proprio perché gli stock ittici stanno calando, molto spesso la pesca viene purtroppo appesantita da alcune tecniche, in questo modo, invece, potremmo intervenire anche per la tutela e la difesa della fauna ittica costiera.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 110. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 113
della Giunta regionale
“Proroga e aggiornamento del Piano regionale per i beni e le attività culturali. Anno 2009. Legge regionale 29 dicembre 1997, n. 75”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 113 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Questo atto, che come sapete è una proroga del Piano triennale per i beni e le attività culturali, arriva in Aula perché non è stato ancora possibile approvare le nuove proposte di legge che modificheranno radicalmente l’attività culturale del nostro governo regionale.
Come l’Assemblea legislativa saprà è stata già licenziata dalla prima Commissione la proposta di legge sullo spettacolo, mentre oggi in Aula è stata rinviata la proposta di legge sul cinema, e non per qualche negligenza ma perché si è ritenuto opportuno approvarle entrambe nella stessa seduta.
La proposta di legge sullo spettacolo è stata approvata dalla Commissione e abbiamo atteso anche oltre i tempi regolamentari il parere del CAL. Avremmo potuto procedere senza questo parere ma non ci sembrava opportuno.
Quindi prossimamente in Aula – mi auguro nella prossima seduta o comunque in una seduta entro il mese di marzo – completeremo il percorso della nuova legge sullo spettacolo e della nuova legge sul cinema.
In Commissione è in discussione anche una nuova proposta di legge sui beni e le attività culturali.
Quindi questa legislatura si chiuderà con una innovazione legislativa notevole nel settore dello spettacolo, dei beni e delle attività culturali.
Questo atto di fatto non fa altro che riproporre indirizzi alle Province sulla partita dei beni e delle attività culturali per l’anno 2009, sostanzialmente vengono rafforzate e mantenute le linee di indirizzo che avevamo negli anni precedenti.
Le linee di indirizzo riguardano il settore dei musei, delle biblioteche, delle attività culturali e dello spettacolo e dei progetti culturali di iniziativa regionale e provinciale.
Questo atto assegna risorse che il bilancio ha già destinato a questo settore. Sono circa 3 milioni e 800 mila euro divisi in investimenti e spesa corrente. Gli investimenti vanno nel segno di adeguare i nostri musei e le biblioteche agli standard nazionali. Invece con la parte relativa alla spesa corrente viene sostenuta l’attività dello spettacolo con risorse destinate prevalentemente ad associazioni regionali attraverso bando.
Sostanzialmente è questo il significato di tale atto.
La Commissione ha apportato delle modifiche non significative, alcune tendono a precisare in maniera più dettagliata che cosa devono fare le Province, per alcune di esse mancava in particolare un riferimento alla rete integrata dei piccoli teatri.
Inoltre abbiamo ritenuto opportuno inserire i progetti che la Regione intende sostenere in questo anno, aggiungendoli e dettagliandoli in maniera precisa, perché vorremmo che l’Assemblea legislativa sia consapevole dei progetti di interesse regionale che verranno sostenuti per quest’anno.
Di uno di questi, tra l’altro, si è parlato anche questa mattina nella fase delle interrogazioni, riguarda la grande mostra di Raffaello ad Urbino. Ci sarà poi una mostra di Pasqualino Rossi, una mostra di Tullio Pericoli ad Ascoli, una mostra del Caravaggio, di Guido Reni e del Guercino al Palazzo Pallotta di Caldarola, già sede di altre prestigiose mostre. Poi vi è un riferimento ad iniziative che verranno prese già a partire dal 2009, anche se le ricorrenze specifiche ricadranno negli anni successivi. Esse sono: la celebrazione di Padre Matto Ricci e il Centenario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi.
La Commissione ha ritenuto opportuno presentare in maniera unitaria anche un ordine del giorno con il quale si ritiene che oltre alle iniziative già indicate nell’atto possono essere prese in considerazioni iniziative: sulla valorizzazione delle espressioni marchigiane del movimento futurista, visto che siamo al centenario Manifesto Futurista, e sapete bene che in Europa e anche in Italia ci sono mostre prestigiose in questo senso; una mostra che riguarda l’attività di lettura e di produzione di testi, come il Salone della parola che dovrebbe interessare l’area del pesarese; il decimo anniversario della morte di Renato Bruscaglia, insigne incisore della scuola di Urbino al quale dovrebbe essere dedicata una mostra nel Palazzo Ducale.
Questo è un inserimento che sollecitiamo anche la Giunta a sostenerlo.
Le risorse destinate a questo settore sono quelle indicate nel bilancio, ma vorrei fare anche una precisazione. In fase di discussione dei fondi FAS avevamo detto che una parte di essi dovranno essere destinati alla cultura e a sostenere alcune di queste attività, quindi sarà la Giunta che dovrà intrecciare le varie modalità di finanziamento.
Rispetto all’anno precedente voglio ricordare che abbiamo mantenuto per questo settore le stesse risorse nel bilancio di previsione, ma sull’assestato mancano 300 mila euro. Questo lo voglio dire per correttezza, auspicando che tra i fondi FAS e un eventuale passaggio in fase di assestamento questo settore non veda tagliarsi le risorse.
Come sappiamo nel corso degli anni abbiamo cercato di mantenere buone risorse pubbliche al settore della cultura anche se non ne abbiamo date di nuove. Oggi la nostra funzione è quella di vigilare affinché venga fatto un investimento significativo.
Rilevo, inoltre, che questo settore, in particolare in questo momento di crisi, non dovrebbe essere considerato come un settore superfluo, la cultura infatti è un investimento significativo che produce economia e lavoro. Questo non dobbiamo dimenticarlo, soprattutto in un momento di difficoltà per il quale tutti diciamo che dovremmo uscirne in maniera completamente diversa da come ne siamo entrati. Quindi dobbiamo dare più spazio a nuovi settori economici, e la cultura è anche questo.
Invito l’Assemblea legislativa ad approvare questo atto, sapendo che nelle prossime settimane dovremmo affrontare la nuova legge sul cinema, la nuova legge sullo spettacolo e la nuova legge sui beni e attività culturali, che credo riusciranno a dare risposte significative e anche più moderne ai bisogni culturali della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giannotti

Roberto GIANNOTTI. Questo atto è lo specchio fedele della incapacità legislativa di questa Giunta regionale. La descrizione più veritiera è proprio questa. Questa legge, infatti, segnala la non produzione legislativa, che peraltro è sia sotto gli occhi dei colleghi, come pure dell’opinione pubblica. E mi auguro anche che al momento di esprimere una valutazione sull’esito di questa legislatura questo venga poi declinato in un giudizio
Peraltro lo stesso ordine del giorno e lo stesso contenuto delle sedute dell’Assemblea legislativa segnalano che l’impegno della Giunta regionale si gioca su altri aspetti. Per esempio con una grande campagna autoreferenziale sui giornali, basta infatti aprire i giornali quotidianamente per rendersi conto che siamo accompagnati dall’informazione su alcuni provvedimenti e dalla promozione degli stessi con pagine a pagamento comprate con i soldi dei contribuenti.
Questo è significativo dell’incapacità gestionale, poi quando questa incapacità si manifesta ci si abitua alla proroga permanente, questo infatti è l’ennesimo atto che viene prorogato. Sono tre anni che si parla di una nuova legge sulla cultura, ma sono tre anni che viene proposta una proroga dell’atto esistente. Questa è la prima considerazione che ritenevo di fare.
La seconda considerazione che voglio fare è per il fatto che qui non si parla di miserie.
La polemica ricorrente della sinistra radicale, della sinistra moderata, dei collaborazionisti della sinistra, rispetto a questo divario… (...) E’ così, vi scandalizza?! Secondo me, Consigliera Mammoli, lei alleandosi con i comunisti realizza un tradimento del patrimonio culturale del partito Repubblicano, come pure sbaglia il rappresentante dell’IdV a sostenere questa tesi. Ma questa è una mia valutazione. (...) Consigliera Mollaroli, lei si permette sempre di fare battute, ma solo quando uscirà dalla cabina telefonica sul piano del consenso avrà diritto di parola in questa Assemblea legislativa! Quando avrà il consenso necessario a dare al suo partito una più elevata dignità politica allora avrà diritto di contraddittorio. (…) Consigliera Giannini, lei pensi alle primarie nella provincia di Fermo! Noi in provincia di Pesaro ci stiamo già pensando e stiamo cercando di recuperare i guasti prodotti da lei e il suo partito, avete costretto 18 mila cittadini a scegliere un’altra regione perché sono mal governati, e non certamente da noi. Quindi stia al posto suo! (…) Consigliera, mi lasci concludere, semmai dopo prenderà la parola per esprimere il suo punto di vista.

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri!

Roberto GIANNOTTI. Stavo dicendo che siamo in una fase di proroga permanente, significativo di una incapacità di reggere una situazione e di esprimere una volontà legislativa. Questo è un dato incontestabile, ma poi si può dire tutto e il contrario di tutto!
I soldi sono pochi, quindi questa litania quotidiana a cui assistiamo, del fatto cioè che il Governo non realizza trasferimenti o che il Governo è carente sul piano, ecc. ecc.. Perché, scusate, cosa spende la regione Marche?! Qual è l’investimento delle Marche per uno dei settori che giustamente la Presidente Mollaroli ha detto essere una risorsa per la nostra regione?! Se le risorse negli anni sono decrescenti, se destiniamo a questo settore le briciole del bilancio regionale, qual è l’investimento che facciamo?!
L’altro aspetto è che in questo provvedimento ci sono due angoli bui. Il primo riguarda la destinazione per spese di investimento e non per spese correnti delle risorse destinate alle Province, che rischiano di rendere difficile l’utilizzo delle risorse. Il secondo riguarda il fatto che non sono chiare le risorse destinate alla Regione, quindi non si garantisce la trasparenza.
Il nuovo Assessore, che è anche mio conterraneo, ha tutta la mia simpatia, però qualche criterio di riferimento preferirei averlo. Non vorrei che fosse l’Assessore o chi per lui a decidere come utilizzare, in che modo, in quale quantità, le risorse previste nel bilancio regionale.
Ora mi rimane da dare ancora un giudizio, peraltro stiamo parlando di cose trite e ritrite. Gli obiettivi programmatici in questo campo sono gli stessi da quattordici anni a questa parte. Quindi non c’è una novità, perché non c’è la capacità di leggere il bisogno del mondo culturale delle Marche, ma soprattutto non c’è la capacità di trasformare questo bisogno in una proposta seria, organica e coerente.
Dunque questi sono i motivi che spingono il nostro gruppo a votare contro tale provvedimento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 del Consigliere Solazzi:
Al punto 5 – Concorso finanziario e criteri per l’assegnazione delle risorse finanziarie, inserire come ultimo comma la seguente frase:
“L’utilizzo della modulistica di presentazione da allegare al progetto esecutivo, allegata al presente atto, e che ne fa parte integrante e sostanziale, è obbligatorio.
I progetti pervenuti privi dell’accompagnamento di detta modulistica, debitamente compilata in ogni sua parte e sottoscritta, non saranno presi in considerazione.”.
In calce alla proposta di atto amministrativo inserire il modulo allegato (depositato agli atti).
Ha la parola l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. (…) Consigliere Giannotti, il problema dell’esibizione dei titoli accademici è un problema suo, non certamente mio, quindi non può interrogarsi sul fatto che io sappia leggere! So leggere, scrivere, far di conto e qualcosa in più! Vorrei chiedere a quest’Aula i suoi titoli accademici! Ma ritengo che almeno in quest’Aula bisognerebbe collegare la bocca al cervello! Comunque, chiudiamo qui questa polemica.
L’esigenza di questo emendamento nasce da un confronto, avvenuto con le Province, con il quale abbiamo accompagnato questo atto fino all’arrivo in Aula, è per abbreviare i tempi. Con questo atto, infatti, vogliamo approvare anche lo schema con cui sia gli enti che i privati potranno inoltrare le domande. Altrimenti rischieremmo di protrarre ancora i tempi per inoltrare le domande.
Quindi è un emendamento tecnico, concordato con le Province, per accorciare i tempi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Assessore Solazzi, so che lei non gradisce l’intervento dei pesaresi, ma io ho solo fatto una battuta. Certamente sono dispiaciuto della sua reazione, ma alla sua reazione cattiva rispondo con una battuta cattiva, cioè che gli elettori credo votino la capacità di essere presenti sul piano istituzionale e non certo per titoli di studio, ci sono laureati somari politicamente e non laureati che magari hanno qualche capacità in più!
Voterò contro questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Grazie a tutti i Consiglieri per i dotti interventi!
Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 di Coordinamento tecnico della Consigliera Mollaroli:
Punto 5. Concorso finanziario e criteri per l’assegnazione delle risorse finanziarie. Nel penultimo periodo le parole “30 marzo 2008” sono sostitute dalle parole “31 marzo 2009”

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno della Consigliera Mollaroli:
L’Assemblea legislativa regionale delle Marche,
Considerato che la I Commissione nella seduta del 18 febbraio 2009 ha esaminato la PAA n. 113/09 e ha ritenuto opportuno che, oltre quelli citati, debbono essere realizzati anche i seguenti progetti culturali:
- iniziative di valorizzazione delle espressioni marchigiane del movimento futurista di cui ricorre il centenario;
- iniziative quali mostre, incontri e convegni su letteratura, storia, ermeneutica e filologia nell’ambito del festival “Salone della parola”;
- celebrazione del decimo anniversario della morte di Renato Bruscaglia insigne incisore della scuola di Urbino con una mostra antologica nel Palazzo Ducale di Urbino;
Impegna la Giunta regionale a sostenere nell’anno 2009 le iniziative sopra indicate.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 113, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge regionale n. 253
dei Consiglieri Ortenzi, Comi
“Partecipazione della Regione Marche alla rete europea degli enti locali e regionali per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio (RECEP)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 253 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Comi. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Questa proposta di legge è stata ampiamente illustrata in Commissione anche se inizialmente si era scelto di rinviarla. E’ un atto semplice con una rilevanza politico-culturale più che immediata. La nostra Regione ha deciso di aderire con legge – avrebbe potuto farlo anche con atto amministrativo – alla “Rete europea degli enti locali e regionali per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio”.
L’Unione europea, infatti, da un paio di anni si è dotata di una Convenzione europea per il paesaggio. Per pubblicizzare tale Convenzione e per creare una nuova cultura che consenta di dare ai territori una moderna adesione alle grandi problematiche ambientali che toccano il mondo, si è dotata di una Rete della quale fanno parte moltissimi Enti locali, molte Regioni, molti Paesi.
La nostra Regione ha dunque deciso di aderire.
La funzione di questa organizzazione è libera, ha lo scopo soltanto di favorire la conoscenza e l’applicazione della Convenzione europea del paesaggio.
Quindi è un atto importante con il quale segniamo la continuità di quella politica regionale che vede nella tutela del paesaggio una tutela dinamica ed intelligente legata alle grandi problematiche dell’oggi. E’ un atto con il quale la nostra Regione, nel promuovere la conoscenza e il rispetto della Convenzione europea sul paesaggio, si rende dunque protagonista.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Soltanto per dire che su questo atto concordiamo, anche in Commissione abbiamo votato favorevolmente.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. E’ una proposta di legge che insieme al collega Comi ho inteso presentare in quanto riteniamo sia estremamente importante aderire alla RECEP, la Rete europea per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio.
Tanti membri vi hanno aderito – come ha detto anche la collega Mollaroli –, ne elenco solo alcuni: Austria, Belgio, Province, Regioni della Spagna, Romania, moltissime Province e Regioni italiane, ad esempio la Provincia di Ascoli Piceno è stata tra i soci fondatori.
Abbiamo visto la presenza sia del Presidente Bucciarelli che quella di tanti operatori urbanisti, ma anche di cittadini comuni che si sono appassionati a questo tema. Dunque anche con l’aiuto della Presidenza dell’Assemblea legislativa già dallo scorso anno si sono sviluppate alcune iniziative nei nostri territori: ad esempio, nell’ambito dell’evento Tipicità 2008 si è svolto un bellissimo convegno sulla valorizzazione del paesaggio marchigiano, un altro convegno c’è stato a Monterubbiano, un altro ancora pochi giorni fa ad Altidona.
Il Presidente Spacca il prossimo venerdì 13 marzo parteciperà ad Ascoli Piceno al quinto incontro indetto con il Consiglio direttivo della RECEP.
Nel 2006, su indicazione dell’allora Presidente Minardi, andai a Napoli al primo incontro degli Stati membri, quindi fin da quel momento ci attrezzammo per cominciare questo percorso virtuoso. Un percorso che ci fa affrontare il tema del paesaggio con la consapevolezza che il paesaggio, appunto, è forse l’elemento più importante per la qualità della vita dei cittadini e che nella nostra regione rappresenta un elemento di grande qualificazione e di grande promozione per lo sviluppo.
L’incontro di venerdì 13, che oltre la presenza del Presidente Spacca vede anche quella sia del prof. Priore, Direttore della rete RECEP, che dei quattro Rettori delle Università marchigiane, ritengo rappresenti un tassello importante proprio per il fatto che oggi voteremo questa proposta di legge.
Perché fare una legge quando si sarebbe potuta fare una semplice adesione? Perché la legge è un atto che rimane anche se dovessero cambiare i colori delle appartenenze, e sono convinta che chiunque si troverà ad affrontare questioni riguardanti l’ambiente e il paesaggio non potrà far altro che proseguire con le buone pratiche.
Pertanto credo si potrà iniziare, attraverso gli interventi che la Regione Marche vorrà sviluppare, a coinvolgere i nostri territori.
Una delle prerogative della legge, infatti, ma soprattutto delle sollecitazioni che la RECEP ha voluto offrire agli Stati membri e a tutti coloro che hanno già aderito, è proprio quello di potersi avvicinare ai cittadini comuni. Affinché, sia attraverso l’azione degli enti preposti – quindi in primis le Regioni ma anche le Province e i Comuni, sia attraverso una volontà condivisa, il paesaggio possa diventare – come dico sempre – il vestito di tutti e che possa dunque rappresentare la nostra vita.
Nella nostra Regione abbiamo un PPAR che ritengo sia consono alle necessità dei nostri territori, ma sicuramente l’adesione alla Convenzione europea del paesaggio che oggi voteremo significherà poter soffermarsi ancora di più su questi temi. Temi che riguardano la tutela dei nostri paesaggi, ma non soltanto quelli di eccellenza che ci rallegrano e che ci soddisfano lo sguardo, bensì anche quelli più degradati e di poco valore e soprattutto i paesaggi ordinari.
Sicché plaudo al fatto che questa legge finalmente, anche se faticosamente, sia arrivata oggi in Aula. E sicuramente il Presidente Spacca nell’incontro di venerdì rappresenterà tutti noi, affinché insieme ai Rettori delle nostre università e soprattutto insieme agli Stati membri della RECEP si possa fare un discorso virtuoso a favore dei nostri paesaggi e della nostra qualità di vita.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. La mia valutazione su questo atto è positiva, anche perché in questo nostro Paese la Convenzione europea per il paesaggio è stata recepita sì tardivamente ma dal Governo Berlusconi. Quindi è stato fatto sicuramente un passo in avanti.
Il nostro Paese ha un’importantissima valenza paesaggistica per quanto riguarda la biodiversità, per quanto riguarda i vari modelli di insediamento che contraddistinguono e segnano la riconoscibilità delle varie culture che hanno governato e che sono state ispiratrici del nostro sviluppo e del nostro modello sociale ed economico.
Quindi ritengo, Presidente Spacca e Consigliera Mollaroli, che dovremmo fare molto di più, non è infatti sufficiente aderire alla RECEP per pensare di fare un qualcosa di positivo per il paesaggio, questo è solo un palliativo.
Faccio due considerazioni. La prima è che in questa Regione abbiamo delle leggi urbanistiche antiquate, siamo l’ultima Regione che deve adeguare la legge urbanistica, ancora la maggioranza non ha chiarito come vorrà farla.
La seconda considerazione, quella più devastante, si riferisce al fatto che abbiamo una normativa urbanistica del territorio agricolo totalmente antiquata e desueta, produce soltanto nuove costruzioni, non permette la riqualificazione del patrimonio preesistente.
Su questo noi abbiamo presentato delle proposte di legge che non sono state purtroppo esaminate, prima perché si era detto che dovevano far parte della legge urbanistica generale, poi per altri motivi che non ritengo opportuni. Ma di queste indicazioni non abbiamo visto nessun recepimento neppure nel PSR. Uno strumento che, invece, dovrebbe essere di trasformazione e di intervento sul territorio, però gli interventi in esso previsti non tengono conto, Consigliera Ortenzi, di quello che lei ha proposto.
Noi abbiamo cercato anche di contribuire presentando quasi un testo unico nel quale abbiamo ritenuto di raccogliere le istanze che venivano dall’ambientalismo responsabile, ma che ovviamente deriva anche dal nostro modello di visione. Ovvero il rispetto dell’ambiente in una possibilità di crescita del nostro modello di sviluppo economico, ma che purtroppo il ritardo e una certa nonchalance e autosufficienza della Giunta rispetto alle indicazioni che vengono dall’Assemblea legislativa hanno determinato una situazione negativa.
Non voglio andare fuori tema, ma vorrei dire al Governatore Spacca che per quanto riguarda la nuova legge sulla semplificazione delle concessioni edilizie per il recupero e la ricostruzione dei fabbricati preesistenti con dei vantaggi volumetrici, noi l’avevamo già previsto un anno fa ma il regolamento della Giunta ancora non c’è. Non voglio accusare nessuno, ma penso sia anche nel vostro stato d’animo una certa inadeguatezza rispetto a quello che magari viene proposto come una certa cementificazione, quando poi in questa Regione avevamo fatto una legge che perseguiva lo stesso obiettivo e che avevamo approvato all’unanimità. Quindi lo permetteva nel rispetto di tutte le regole preesistenti, ma ancora, ripeto, non abbiamo il regolamento; probabilmente ha ragione Berlusconi che invece vuole dare una norma più semplice, più pret à porter.
Concludo riferendomi all’articolo 3 dove si parla delle forme di rappresentanza. Mi sembra del tutto desueto che debba essere la Giunta a dover decidere chi deve rappresentare la Regione, quindi come centro-destra e come forze di opposizione chiediamo di essere rappresentate in quanto riteniamo di poter produrre su questo tema anche un nostro contributo. Se poi volete essere autosufficienti a noi resta soltanto lo strumento della critica, che peraltro è molto alta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. I modi con cui tutti i Governi devono porsi rispetto alla tutela del paesaggio dovrebbero essere quelli che dicono “facciamo e costruiamo indifferentemente”. Infatti chi amministra seriamente è proprio questa Regione che, ad esempio, con l’atto relativo al miglioramento della qualità alberghiera turistica ha previsto delle cubature premiali per il miglioramento degli standard di qualità, mentre con quello sul miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici sono stati previsti notevoli aumenti di cubatura anche fino al 22,5%.
Dunque, Consigliere Capponi, se questa è la direzione benvenga una svolta ambientalista e di risparmio energetico del Governo Berlusconi, se è altro, ovvero se è una semplificazione per gli amici degli amici, per cui al di fuori di qualsiasi partecipazione dei territori e dei cittadini rispetto a ciò che deve essere lo sviluppo delle città, personalmente sono contrario; perché paesaggio – ritornando al tema – significa anche paesaggio dell’anima, significa legame della persona con il territorio in cui vive.
Dunque questo atto è positivo.
Ricordo che la Giunta sta provvedendo all’aggiornamento del PPAR, del quale già ci sono visti i primi risultati, ma l’importante è che tutti questi temi non siano soltanto tecnicistici bensì legati anche al coinvolgimento dei cittadini della nostra regione.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 253. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 325
dei Consiglieri Ricci, Luchetti
“La Regione Marche contro l’emendamento al decreto sicurezza che lede profondamente il diritto alla salute degli immigrati”

Mozione n. 326
del Consigliere Binci
“Contrarietà della Regione Marche alla norma che prevede la possibilità per i medici di denunciare gli stranieri irregolari”

(abbinate)
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Prima di chiudere i lavori dobbiamo votare la risoluzione – discussa ma non votata nella seduta del 3 marzo u.s. – presentata sulle mozioni n. 325 e n. 326 di cui al punto 10 dell’ordine del giorno odierno.
Risoluzione, dei Consiglieri Ricci, Luchetti, Binci “Contrarietà della Regione Marche alla norma che prevede la possibilità per i medici di denunciare gli stranieri irregolari”:
L’Assemblea legislativa delle Marche, premesso:
che la vigente normativa dal 1995 prevede che agli immigrati stranieri temporaneamente presenti (STP) “sono comunque assicurate le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio. Tali prestazioni sono erogate nei servizi pubblici ed accreditati. Sono inoltre estesi agli stranieri irregolari e non iscritti al SSN i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. In particolare devono essere garantiti: a) tutela sociale della gravidanza e maternità, b) tutela della salute del minore, c) vaccinazioni, d) interventi di profilassi internazionale, e) profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive;
che per cure che si intendono le “prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti)” (circolare Ministero della sanità n. 5, 24 marzo 2000);
che ai sensi del comma 5 dell’articolo 35 del testo unico sull’immigrazione (d.lgs. 286/1998, suppl. ord. n. 139/L alla g.u. 18 agosto 1998, n. 191) “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non deve comportare alcun tipo di segnalazione alle autorità di pubblica sicurezza, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto a parità dì condizioni con il cittadino italiano»;
che la possibilità che l’immigrato irregolare che si rivolge ai servizi perché bisognoso di cure mediche venga contestualmente segnalato all’autorità di polizia, impedisce di fatto l’accesso alle cure;
Ritenuta la suddetta segnalazione atto:
a) persecutorio e discriminatorio in quanto sancisce l’esclusione totale da un diritto umano fondamentale, quale quello della salute, di un gruppo di persone sulla base dell’appartenenza .etnica e solo perché hanno “un colore della pelle diverso”;
b) contrario alla Costituzione italiana che prevede che la salute sia tutelata dalle istituzioni come diritto pieno ed incondizionato della persona e a tutela dell’intera collettività;
c) inutile in quanto non è con la persecuzione delle persone bisognose di cure che si garantisce la sicurezza dei cittadini (tanto più che la legge già prevede la segnalazione alle autorità obbligo di referto) nei casi di violenza;
d) dannoso perché la clandestinità sanitaria può comportare la diffusione di malattie che non potranno più essere tenute sotto controllo attraverso la prevenzione e le cure e quindi ci potrebbero essere ricadute sulla salute di tutta la collettività e perché vanifica i successi raggiunti negli ultimi 15 anni relativamente alla salute degli immigrati (riduzione dei tassi di Aids,. stabilizzazione della tubercolosi, miglioramento degli indicatori materno-infantili). A questo proposito si sottolinea che saranno proprio le donne ed i bambini che sono le maggiori utenti dei servizi a subirne le ricadute negative;
e) pericoloso perché incentiverà la nascita di “percorsi sanitari” paralleli al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, aborti clandestini, minori non assistiti);
f) oneroso sul piano economico in quanto comporterà un aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni del Pronto Soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dell’emendamento, le condizioni di arrivo delle persone saranno più gravi e necessiteranno di interventi più lunghi e complessi;
Tenuto conto:
che tutti gli ordini professionali Federazione nazionale .degli ordini dei medici chirurghi ed odontoiatri (FnOMCEO), Federazione nazionale collegi infermieri (IPASVI), Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche (FNCO), Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali (CNOAS) ecc. e la maggior parte delle Regioni, stanno facendo opposizione all’emendamento che modificherebbe la legge in quanto contrario alla Dichiarazione dei diritti umani, all’articolo 32 della Costituzione e al codice deontologico;
che il Presidente della Conferenza Stato-Regioni si è espresso: “Le norme approvate in Senato rischiano di determinare una situazione moralmente insostenibile e pericolosa”. “A parte ogni ragionamento relativo alla necessità di garantire un servizio sanitario fondato su criteri di bisogno e di solidarietà, vanno considerati i problemi relativi alla necessità di una adeguata prevenzione che è tale nella misura in cui, soprattutto per alcune malattie, riguardi tutta la popolazione a garanzia dell’intera comunità. Questa norma non può entrare nell’ordinamento italiano, se ciò avvenisse, sarebbe una cosa gravissima e inaudita”;
Preso atto altresì che in questi giorni è in discussione al Parlamento, nell’ambito del pacchetto sicurezza, l’abolizione del divieto di segnalazione;
Dichiara la contrarietà della Regione Marche alla nonna che prevede la possibilità per i medici di denunciare gli immigrati irregolari;
Impegna la Giunta regionale
- ad attivarsi nei confronti del Governo e del Ministero dell’Interno attraverso le opportune forme di protesta;
- ad adottare tempestivamente i provvedimenti legislativi e regolamentari necessari per ridare e sostenere il diritto di tutti gli individui presenti sul territorio regionale all’accesso ai servizi sanitari pubblici confermando l’obbligo del segreto professionale per tutti gli operatori sanitari e la garanzia dell’anonimato per gli utenti;
- ad avviare una campagna di sensibilizzazione sul diritto alla salute per la popolazione immigrata.

Prima di porla in votazione dobbiamo passare alla verifica del numero legale ora richiesta dalla Consigliera Romagnoli.

Presenti: Bucciarelli, Altomeni, Benatti, Brandoni, D’Isidoro, Giannini, Mammoli, Ortenzi, Procaccini, Solazzi, Spacca, Badiali, Binci, Comi, Donati, Luchetti, Mollaroli, Petrini, Ricci, Sordoni, Romagnoli.
Assenti: Amagliani, Brini, Bugaro, Capponi, Castelli, Cesaroni, Ciriaci, D’Anna, Giannotti, Lippi, Massi, Mezzolani, Minardi, Pistarelli, Rocchi, Santori, Silvetti, Tiberi Viventi.

Il numero legale è garantito, quindi pongo in votazione la risoluzione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,35