Resoconto seduta n.149 del 29/09/2009
SEDUTA N. 149 DEL 29 SETTEMBRE 2009


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 148 del 25 settembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del regolamento interno.
E’ stata presentata, in data 17 settembre 2009, la seguente proposta di legge:
- n. 342/09, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Norme per la promozione e la disciplina del volontariato”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere di cui all’articolo 69 del regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n. 368/09 dei Consiglieri Procaccini, Pistarelli, Comi, Brandoni, Viventi, Lippi, D’Isidoro, Massi, Ricci, Brini “Vertenza Poltrona Frau. Sostegno alla posizione della RSU e dei lavoratori”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ciriaci e Sordoni.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Così come concordato in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi assembleari, chiedo all’Assemblea legislativa di votare l’iscrizione, dopo le interrogazioni, della mozione n. 368, poc’anzi comunicata, dei Consiglieri Procaccini, Pistarelli, Comi, Brandoni, Viventi, Lippi, D’Isidoro, Massi, Ricci, Brini, Brini, su “Vertenza Poltrona Frau. Sostegno alla posizione della RSU e dei lavoratori”.

(L’Assemblea legislativa approva)



Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Nel 2006 ho presentato un’interrogazione sul gravissimo problema del dragaggio dei porti di Pesaro, Fano e Senigallia, problema che sta mettendo in seria difficoltà le varie marinerie.
In questi giorni presso la vasca di colmata del porto di San Benedetto vengono conferiti i fanghi di dragaggio di Senigallia. Ma questa operazione sta bloccando lo smaltimento dei fanghi del porto di Fano, dove in certe giornate per la marineria è quasi impossibile uscire dal porto.
Vorrei quindi sollecitare ancora una volta questo problema – ne ho parlato diverse volte con l’Assessore Carrabs –, perché si tratta proprio di una questione di sicurezza e di ordine pubblico. Di sicurezza perché non essendoci il pescaggio adeguato e con l’arrivo della cattiva stagione potrebbero verificarsi degli incidenti – ricorderete che lo scorso anno all’imboccatura del porto di Fano c’è stato anche un morto –. Di ordine pubblico perché la marineria è esasperata, e peraltro è presa anche da altre problematiche.
Quindi invito la Giunta a fare pressione sull’Assessore Carrabs affinché vengano conferiti quei fanghi indispensabili per la pulizia del porto di Fano, che altrimenti correrebbe il rischio di rimanere bloccato, con conseguenti gravi problemi sia di sicurezza per la marineria, sia per il blocco delle attività economiche ad esso collegate, sia di ordine pubblico.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere. Invieremo all’Assessore Carrabs, che in questo momento è assente, l’estratto del resoconto che si riferisce al questo suo intervento.


Interrogazione n. 1213
del Consigliere Altomeni
“Lavori di asfaltatura della pista dell’Aeroporto di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1213 del Consigliere Altomeni. Per la Giunta risponde l’Assessore Rocchi.

Lidio ROCCHI. In ordine alle questioni poste nell’interrogazione presentata dal .Consigliere Altomeni, si precisa che:
1. L’aeroporto di Fano, in quanto aeroporto minore, è a gestione diretta dell’ENAC e rientra tra gli aeroporti di competenza della Direzione aeroportuale Ancona-Pescara.
Contattato direttamente il Comune di Fano in merito alle questioni poste, lo stesso ha trasmesso copia della nota con cui I’ENAC, Direzione aeroportuale Ancona-Pescara, in data 5 marzo 2009, comunica al Comune il “Piano di investimenti triennio 2009-2011”, nella quale si evince che:
- il Consiglio di amministrazione dell’ENAC ha approvato in data 4 marzo /2009, il piano triennale 2009-2011 per gli investimenti sugli aeroporti minori a gestione diretta dell’Ente, tra cui l’Aeroporto di Fano;
- la somma stanziata per l’aeroporto di Fano è di € 1.400.000,00, destinati alla nuova pavimentazione dell’attuale pista in erba.
2. Tale potenziamento era già ipotizzato dallo Studio SVIM (febbraio 2004) che tuttavia prevedeva “un unico piano d’area di riqualificazione e sviluppo della zona in cui l’adeguamento della pista debba inserirsi armoniosamente in un contesto ambientale che faccia parte esso stesso del progetto infrastrutturale, naturalmente delimitato nella sua fisicità e nella sua funzionalità, presente e futura, dal parco.”; in conclusione lo Studio disponeva “...in prima battuta la realizzazione del parco e poi l’adeguamento della pista...”. In ogni caso è il Comune di Fano, proprietario tra l’altro di alcune delle aree circostanti l’aeroporto, a doversi far carico della realizzazione del parco, nei limiti consentiti dalle norme tecniche dell’aeroporto.
3. L’ENAC gestisce nelle Marche i soli aeroporti di Falconara (aviazione commerciale) e Fano (aviazione generale) e il finanziamento, destinato esclusivamente agli aeroporti minori, al quale fanno capo le risorse destinate a Fano, non può essere utilizzato altrimenti, in quanto Fano è l’unico “aeroporto minore” della Regione di proprietà statale.
4.-5. La Regione Marche non ha competenze sovraordinate su tale progetto, ma, in base alla normativa nazionale in materia di Valutazione di impatto ambientale (decreto legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale” è il soggetto attuatore, per il tramite del progettista, che deve asseverare se il progetto è assoggettato alla procedura di VIA, in quanto compreso in uno degli ambiti di applicazione previsti dalla normativa regionale vigente (l.r. n. 7 del 14 aprile 2004 “Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale”). In particolare va verificato, nel caso di un aeroporto esistente, se l’intervento possa modificare in modo sostanziale i parametri ambientali esistenti prima della realizzazione e, in tal caso, esso va sottoposto a valutazione d’impatto regionale.
6. La Regione non intende far fronte a nessuna richiesta di contributo gestionale al di fuori di quello all’Aerdorica; pertanto gli amministratori della Società aeroportuale “Fanum fortunae”, dovranno far fronte ai costi di gestione e manutenzione che si verranno a determinare.
7. Il Dipartimento della Protezione civile della Regione Marche ha dichiarato di non essere stato interpellato e di non avere alcun coinvolgimento in tale iniziativa, ma di limitarsi ad utilizzare le strutture esistenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’Assessore per la completezza della risposta all’interrogazione.
In merito all’interrogativo posto dall’Assessore, cioè se questo progetto rientri tra quelli che richiedono la valutazione di impatto ambientale da parte della Regione, credo sia proprio così. Non tanto per l’impatto dell’opera stessa, cioè una pista ad erba che diventa una pista in cemento, tanto per il fatto che una pista in cemento porta con sé un tipo di aviazione completamente diversa da quella che attualmente utilizza l’aeroporto di Fano.
Quindi se ora ci sono soprattutto voli ultraleggeri e piccoli aerei, con la pista in cemento potranno esserci anche aerei di maggiore potenza.
Quindi questo cambierebbe sicuramente il quadro dell’impatto ambientale dell’aeroporto. Un aeroporto peraltro che si trova – lo ricordo per chi non lo conosce – incastonato tra tre quartieri della città molto densamente abitati. Per cui l’impatto del rumore e del rischio verrebbe sensibilmente aumentato dal potenziamento della pista.
L’Assessore ha ricordato che lo studio SVIM diceva che la priorità doveva essere data alla realizzazione del parco. Parco che ad oggi, e temiamo neppure nel prossimo futuro, non sarà realizzato. Quindi si attuerebbe un’opera non in conformità a quanto suggerito dallo studio SVIM, dove si dice che la pista potrebbe essere realizzata successivamente al parco, non è una priorità, se ne può fare tranquillamente a meno.
E’ chiaro, infatti, a chiunque abbia studiato la situazione, che della pista in cemento si può fare tranquillamente a meno, sarebbero più i disagi e i problemi che ne deriverebbero rispetto a lasciarla com’è. Ma nonostante questo si è deciso, per promesse elettorali, per valutazioni meramente politiche, di potenziare quell’aeroporto.
Per quanto riguarda la Regione non posso che ritenermi soddisfatto del fatto che non partecipi in alcun modo all’operazione dal punto di vista finanziario e politico.
Ritengo che in sede di valutazione di impatto ambientale, convinto del fatto che sia necessaria, la Regione debba fare una valutazione molto attenta rispetto, appunto, all’impatto di quest’opera, fino a valutarne anche l’eccessiva dannosità rispetto al territorio che lo circonda.
Il problema vero è che i cittadini fanesi sono relativamente poco consapevoli di che cosa potrebbe succedere con la realizzazione di questa pista. E non solo sul piano ambientale, quindi del rischio – che è stato in qualche modo discusso –, ma anche sul fatto che un aeroporto, come quello che si configura dopo la realizzazione della pista, avrà dei costi di gestione molti, molto più consistenti di quelli attuali.
Oggi l’Assessore giustamente ci dice che non si intendono spendere altri soldi sugli aeroporti oltre a quello di Falconara. Però l’impressione che abbiamo è che nel giro di qualche anno quell’aeroporto avrà costi che non saranno sostenibili da parte degli attuali gestori (il Comune di Fano e della società che lo gestisce), quindi ben presto verranno a bussare cassa anche presso questo Ente.
Quei costi non saranno più sostenibili se l’aeroporto avrà dei costi eccessivi rispetto alle entrate e ai benefici per il territorio. Benefici che tra l’altro che tra l’altro si basano su ipotesi assolutamente non verificate e non studiate, bensì su un’idea di alcune associazioni di categoria che ritengono che il potenziamento dell’aeroporto porterà turisti e chissà che giri di affari nella città di Fano. Una città che sicuramente non ha bisogno di questo tipo di infrastrutture ma di altre ben più urgenti.
Però gli amministratori di Fano hanno deciso che questa è una priorità, quindi vedremo quali saranno i successivi sviluppi dell’operazione.
L’auspicio che voglio manifestare è che la Regione mantenga la posizione che ha attualmente, ossia quella di non partecipare, e di mantenerla, esplicitandolo fin da ora, anche per il futuro. Quindi che la Regione dichiari che neppure per il futuro sarà disposta a sobbarcarsi eventuali perdite, debiti e problemi finanziari che questo aeroporto senza dubbio andrà a creare all’interno della nostra regione.


Interrogazione n. 1295
del Consigliere Brini
“Concessione di sussidi straordinari assistenziali una tantum a fondo perduto alle famiglie in difficoltà economica e/o a soggetti in situazione di particolare fragilità sociale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1295 del Consigliere Brini. Per la Giunta risponde l’Assessore Benatti.

Stefania BENATTI. In riferimento all’interrogazione in oggetto, l’Assessorato agli enti locali, considerata la valenza giuridica degli approfondimenti che si rendono necessari – mi risulta peraltro che su questo tema ci dovrebbe essere anche un’indagine dell’Autorità giudiziaria e contabile – ha interessato della questione il Servizio attività istituzionali, legislative e legali, che con nota prot. 466558 del 26 agosto 2009 ha richiesto al Segretario della Comunità montana una dettagliata relazione in merito a tutti i punti toccati dal Consigliere Brini in sede di sindacato ispettivo.
Tale richiesta è stata riscontrata con la nota prot. 4403 del 22 settembre 2009, mediante la quale il Segretario generale ha inviato gli atti dai quali emergono i dati e le informazioni richieste.
Fra gli allegati – che poi consegnerò al Consigliere – va citata la nota prot. 2570 del 26 maggio 2009, mediante la quale è stata inviata ai Sindaci della Comunità montana di Camerino la copia del provvedimento relativo alla determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione di sussidi straordinari una tantum a famiglie ed imprese in grave difficoltà economica.
Con determina del 27 maggio 2009, n. 65, allegata alla nota del Segretario generale, sono stati concessi contributi dalla Comunità montana di Camerino a n. 6 soggetti residenti nei Comuni di Visso, Fiordimonte e Pieve Torina, per importi che variano dai 1.000 ai 1.500 euro.
Tale determina stabilisce di provvedere al pagamento dei beneficiari mediante assegno circolare non trasferibile, con autorizzazione all’economo al ritiro dei titoli presso il servizio di tesoreria dell’ente.
Con determina del 27 maggio 2009, n. 64, allegata alla nota del Segretario generale, sono stati concessi contributi dalla Comunità montana di Camerino a n. 29 soggetti residenti nei Comuni di Acquacanina, Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Fiordimonte, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, per importi che variano dai 250 ai 2.400 euro.
Tale determina stabilisce di provvedere al pagamento dei beneficiari mediante assegno circolare non trasferibile, con autorizzazione all’economo al ritiro dei titoli presso il servizio di tesoreria dell’ente.
Entrambe le determine citate sono state adottate in attuazione della deliberazione del Commissario della Comunità montana di Camerino n. 32 del 27 aprile 2009, mediante la quale sono stati approvati i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi.
La deliberazione del Commissario della Comunità montana di Camerino n. 32 del 27 aprile 2009, allegata nella citata nota di riscontro, disciplina I’iter del riparto dei contributi stanziati nel bilancio 2009, quanto ad euro 35.000 per contributi a fondo perduto alle imprese artigiane in difficoltà economica, quanto ad ulteriori euro 30.000 per contributi una tantum a fondo perduto per famiglie in difficoltà economica e per il sostegno a persone in situazione di particolare fragilità sociale.
Per l’esame delle domande accertate e documentate dal Comune di residenza, la Comunità montana procede secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande, fino all’esaurimento dei fondi, fatta salva la possibilità di prescindere dall’ordine cronologico per le istanze prodotte in relazione all’assenza di reddito, a gravi fatti accidentali, a gravi malattie, allo stato di grave disagio e ad altre gravi situazioni delle imprese interessate, la cui valutazione sia segnalata dal Sindaco.
L’importo del sussidio è determinato dal Presidente con specifico atto, previo parere del servizio servizi sociali della Comunità montana, tenendo conto dei seguenti parametri: gravità del caso; rilevanza dell’impatto socio economico; particolare urgenza dell’intervento finanziario in riferimento alle condizioni di disagio.
Per quanto riguarda la concessione di sussidi una tantum alle imprese artigiane in difficoltà, commerciali e di servizi, i beneficiari sono le imprese con sede nei Comuni della Comunità montana e che ivi esercitano la propria attività. Ai fini dell’ottenimento dei contributi, le imprese devono attestare l’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane o del Registro delle imprese, ed i carichi penali pendenti.
Quanto alla misura del sussidio, sono individuati alcuni criteri di quantificazione, in relazione alla gravità delle situazioni, al numero dei componenti del nucleo familiare, allo stato di disoccupazione di uno o entrambi i coniugi, al nucleo monogenitoriale con figli minori a carico, alla presenza di disabili e alla situazione di fragilità o disagio sociale.
Per le imprese il sussidio non può superare i 1.500 €, mentre per i cittadini il tetto è di 500 euro una tantum o di 200 euro mensili da corrispondere per un periodo massimo di dodici mesi.
La deliberazione prevede che le istanze per la richiesta dei contributi siano inoltrate alla Comunità montana preferibilmente per il tramite del Comune di residenza dell’interessato, il quale è tenuto a verificare la situazione di difficoltà economica dichiarata dall’interessato. E’ inoltre prevista una fase istruttoria di verifica delle domande presentate direttamente alla Comunità montana, da parte degli uffici della Comunità montana stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Ringrazio l’Assessore Benatti per la celerità con cui ha risposto a questa interrogazione.
Come ci ha detto anche l’Assessore, a seguito della presentazione di esposti da parte di alcuni cittadini, ci sono stati accertamenti da parte della Magistratura.
Però mi rimane un dubbio, ovvero se non sarebbe opportuno che la Regione Marche, oltre a questa relazione, faccia anche un’ispezione. Ci fidiamo di quello che è stato scritto, nessuno lo mette in discussione, però per una maggiore tranquillità sarebbe opportuno, viste le polemiche e i continui articoli apparsi sulla stampa, che la Regione Marche mandi un suo rappresentante a fare un’ispezione per controllare quanto è stato detto in risposta a questa interrogazione


Interrogazione n. 1237
del Consigliere Brandoni
“Affidamento del servizio di gestione dei fondi agevolati per le imprese artigiane”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1237 del Consigliere D’Anna è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1290
del Consigliere D’Anna
“Mancato inserimento di alcune associazioni di volontariato nell’Albo regionale delle associazioni”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1290 del Consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all’interrogazione in oggetto, riguardante l’iscrizione di organizzazioni di volontariato al Registro regionale del volontariato, si forniscono qui di seguito i necessari elementi di conoscenza per la risposta.
In ordine ai vari punti sollevati si evidenzia quanto di seguito riportato.
L’interrogante pone in primo luogo l’accento sul fatto che le associazioni di volontariato debbano iscriversi al Registro regionale del volontariato per essere riconosciute come Onlus e godere quindi dei relativi benefici.
In merito si deve chiarire, sulla base della vigente normativa, che ad una organizzazione può comunque essere riconosciuto lo status di Onlus anche se non possiede i requisiti previsti dalla normativa del volontariato.
Infatti il decreto legislativo del 4 dicembre 1997 n. 460, all’articolo 10 enuncia i requisiti che identificano le Onlus, il cui riconoscimento compete all’Agenzia delle entrate. Al comma 8 del medesimo articolo si stabilisce, altresì, che sono in ogni caso considerati Onlus, nel rispetto della loro struttura e delle loro finalità, gli organismi di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266 iscritti nei registri istituiti dalle Regioni.
Pertanto lo status di Onlus può essere acquisito sia con il riconoscimento da parte dell’Agenzia delle entrate, sia con l’iscrizione al Registro regionale del volontariato, previo accertamento dei requisiti previsti dalla normativa in materia, per equiparazione dell’organizzazione di volontariato alla Onlus.
In conclusione, riguardo alla possibilità di accesso per le suddette organizzazioni alle agevolazioni fiscali previste per legge, si chiarisce che la mancata iscrizione al Registro del volontariato non preclude il riconoscimento dello status di Onlus da parte dell’Agenzia delle entrate, come sopra dettagliato, mentre per l’iscrizione al Registro regionale del volontariato non si può prescindere dall’accertamento del possesso dei requisiti previsti dalla legge 266/91 e dalla l.r. 48/95.
Con riferimento al rilievo posto dall’interrogante circa i differenti criteri di valutazione delle istruttorie da parte dei vari servizi regionali e la supposta mancata accettazione di istanze nell’ultimo triennio da parte del Servizio salute, si chiarisce che nel corso degli ultimi tre anni si è comunque proceduto, da parte del Servizio salute, all’istruttoria delle istanze nel rispetto del disposto della normativa, che ha contestualmente provveduto a segnare al Servizio politiche sociali, cui compete la tenuta del Registro generale regionale ed al quale ha fatto costantemente riferimento, la necessità di trovare soluzioni giuridiche per risolvere problematiche di fondo che si venivano via via presentando, sottolineando la necessità di adottare univocità di metodologia per l’istruttoria da parte dei servizi competenti per le varie sezioni componenti il Registro.
Nei casi in cui le istanze sono state perfezionate ai sensi della normativa in vigore si è potuto procedere regolarmente alle iscrizioni al Registro in questione. Invece per i soggetti che hanno ritenuto di non aderire alle prescrizioni normative si è proceduto a formulare il diniego all’iscrizione.
Per le associazioni a carattere nazionale con articolazioni territoriali nella regione Marche, cui in passato era stata concessa l’iscrizione, in presenza di perplessità emerse anche in altre Regioni, si è ritenuto di dover approfondire in fase istruttoria il possesso dei requisiti previsti dalla legge.
A tal fine le problematiche emerse sono state comunicate agli interessati.
Riguardo a talune domande delle associazioni Avis si è preferito non procedere con il diniego immediato, ma rimandare la conclusione del procedimento amministrativo al momento del riscontro all’istruttoria.
Effettivamente si riconosce che la vigente normativa, sia nazionale che regionale, si presta ad interpretazioni anche contrastanti, tant’è che sussistono proposte di modifica della legge nazionale ed è in fase avanzata di studio anche una proposta di modifica della legge regionale in materia.
Si confida quindi che in tale ambito si possa superare l’attuale situazione.
Si assicura, comunque, che in attesa della normativa chiarificatrice saranno disposte le ulteriori necessarie direttive a tutti i Servizi competenti per cercare di uniformare l’applicazione della normativa vigente.



PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. La risposta che è stata predisposta, al di là dell’introduzione, certifica ciò che è evidenziato nell’interrogazione. Cioè che ci sono delle situazioni, con particolare riferimento ad alcune sezioni dell’Avis, che non necessitano di presentazione, che si trovano in difficoltà per i motivi che ha dichiarato lo stesso Assessore. Ossia che la normativa in alcuni casi crea degli ostacoli proprio a quelle associazioni che vengono sempre citate o prese come esempio per l’opera che svolgono sul territorio – senza nulla togliere alle altre associazioni –, sono associazioni che hanno dei riscontri incredibilmente positivi soprattutto per coloro che hanno bisogno di sangue e che quindi si trovano in estrema difficoltà.
Credo debba essere fatto tutto il possibile nel più breve tempo possibile proprio per evitare che ci siano delle differenze di trattamento tra le varie associazioni. Perché se per le associazioni che si occupano ad esempio di cultura e ambiente non ci sono assolutamente problemi per l’accoglimento delle richieste di adesione, non è così per queste associazioni che, ripeto, senza nulla togliere alle altre, hanno un ruolo riconosciuto da tutti.
Quindi l’invito è ancora una volta quello di accelerare i tempi per la soluzione di questo problema…(…) Lo so che è in Commissione, allora visto che le risposte alle interrogazioni che si presentano arrivano sempre con ritardo, alla fine sorge anche il sospetto che si vuole rispondere dopo uno-due-cinque-dieci anni quando il problema è risolto! Ritengo che questo non sia corretto. Peraltro prendo anche lo spunto per ricordare che ci sono un’enormità di proposte di legge, interrogazioni, mozioni che si trascinano da anni, alcune addirittura dalla scorsa legislatura, senza essere mai affrontate. Questo è un bruttissimo segnale che questo consesso dà all’opinione pubblica.


Interrogazione n. 1229
del Consigliere Sordoni
“Approvazione del regolamento riguardante le modifiche dei criteri per il calcolo degli alloggi ERP sovvenzionata con riferimento all’attuazione dell’articolo 20 quaterdecies della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1229 viene rinviata per congedo del Consigliere interrogante Sordoni.


Interrogazione n. 1231
del Consigliere Viventi
“Problematiche relative alla ristrutturazione della Telecom Italia spa.”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1231 del Consigliere Viventi. Per la Giunta risponde l’Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. La Regione Marche segue le vicende relative alla Telecom da diversi anni con un’interlocuzione pressoché continua, sia per le questioni relative agli investimenti, agli accordi e contratti nelle nuove tecnologie della comunicazione funzionale al nostro sistema produttivo, sia riguardo le vicende occupazionali.
In particolare relativamente al lavoro e ai livelli occupazionali l’Amministrazione regionale non ha mai fatto mancare il suo intervento e contributo per salvaguardare il più possibile i nostri posti e luoghi di lavoro, anzi, spesso si è interloquito con l’azienda anche sull’incremento del ritorno occupazionale degli investimenti che Telecom e la stessa Regione mettono in essere nelle nuove tecnologie di cui sopra.
Nei tempi più recenti la Regione, in occasione dello sciopero e della manifestazione del 13 marzo scorso, ha ricevuto una delegazione delle organizzazioni sindacali e della Rsu aziendale della Telecom che protestavano contro la ristrutturazione con conseguenti eventuali chiusure di alcuni uffici e su di un altro versante con degli esuberi.
A partire da quell’incontro e dalle istanze dei lavoratori la Regione attraverso il suo Presidente si è immediatamente attivata per scrivere ai vertici Telecom con la richiesta di un incontro. L’Azienda accogliendo positivamente l’invito ha inviato, il 16 aprile seguente, una delegazione composta da alcuni dei più alti dirigenti nazionali che hanno incontrato Il presidente Spacca e il sottoscritto.
Il Presidente ha rappresentato con molta cordialità e determinazione la preoccupazione riguardo agli effetti della pesante crisi sui livelli occupazionali, chiedendo alla Telecom di fare uno sforzo nel non individuare esuberi nella fase di ristrutturazione e di valutare ogni possibilità alternativa alla chiusura di uffici e sedi.
Così come è stato ricordato il disagio che si è creato quando si è sparsa l’indiscrezione secondo cui l’Azienda stava tagliando gli investimenti nelle Marche.
Ovviamente l’azienda ha smentito che ci sia una volontà di disinvestire, anzi, tutt’altro, ha confermato che tutti gli investimenti previsti saranno attuati e che altri potrebbero essere decisi a breve insieme all’Amministrazione regionale. Inoltre i dirigenti Telecom hanno ribadito tutta l’attenzione chiesta dal Presidente Spacca riguardo alla volontà di valutare tutte le possibilità, compatibilmente con le esigenze aziendali, di ridurre al minimo l’impatto occupazionale (esuberi solo per i volontari) e l’impatto delle eventuali chiusure di alcuni servizi.
II 6 luglio ho incontrato una delegazione sindacale della Telecom che ci ha rappresentato la permanenza di alcune preoccupazioni in quanto la trattativa in corso presso il Ministero sulla procedura di mobilità non aveva portato ad alcun accordo e i giorni che mancano alla scadenza sono pochi.
Ancora una volta ci siamo attivati immediatamente sentendo il Dirigente del Ministero che segue la trattativa a Roma, mentre il Presidente Spacca inviava una lettera direttamente al Presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri di Genola.
Nella nota inviata il Presidente della Regione rinnovava l’invito a valutare possibilità alternative per evitare qualsiasi esubero che non sia volontario e a rivedere le vicende relative alle possibili chiusure delle sedi 187 di Pesaro e Macerata.
II 21 luglio scorso presso il Ministero del lavoro si è firmato un accordo per l’applicazione di un contratto di solidarietà che attraverso la riduzione dell’orario di lavoro evita qualsiasi esubero. L’accordo prevede che non ci saranno esuberi nei settori in oggetto (il servizio 1254) almeno per i prossimi 2 anni.
Lo stesso giorno è stato siglato un ulteriore accordo tra l’azienda e le organizzazioni sindacali per quanto riguarda i lavoratori del 187 di Pesaro e Macerata per le Marche. L’accordo prevede testualmente: “le parti concordano di ricercare soluzioni non traumatiche per i lavoratori operanti nelle unità organizzative in chiusura, sia attraverso la riallocazione su strutture presenti nel medesimo Comune – ricorrendone le condizioni –, sia attraverso l’incentivazione della mobilità volontaria, inoltre, ricorrendone i presupposti, all’incentivazione all’esodo.”
Va ricordato che questi accordi sono stati sottoscritti da Cgil-Cisl-Uil e non da Snater e Ugl che ritengono non ci siano garanzie occupazionali allo scadere dei due anni previsti nell’accordo.
Ad oggi la situazione è questa, quindi ritengo che si siano raggiunti degli accordi che consentono di evitare gli esuberi nell’immediato e di lavorare nei prossimi due anni affinché non solo si evitino licenziamenti ma si creino le condizioni per incrementare l’occupazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Questa interrogazione è del 27 febbraio 2009, è evidente che è un po’ stantia. Quindi gli accordi raggiunti a fine luglio o addirittura a settembre non potevano essere, non avendo doti di preveggenza, a mia conoscenza.
Ma sicuramente una situazione di difficoltà, che viene confermata anche dalle parole dell’Assessore, che ringrazio per la risposta, all’interno di Telecom c’è, perché si parla di un accordo per mobilità incentivata o volontaria, quindi si tratta sempre di riduzione di posti di lavoro.
La mia preoccupazione era perché già nella nostra regione subiamo una perdita di posti di lavoro sul manifatturiero, un settore dove ci sono posti di lavoro di non alta specializzazione e aziende a non elevata tecnologia applicata, allora se cominciamo a perdere colpi anche nel settore della telecomunicazione, che invece è uno dei settori più avanzati, significherebbe per le Marche una perdita importante.
Credo che questi accordi, da quello che ho capito nella sua risposta, Assessore, consentano di evitare situazioni più pesanti e di risolvere il tutto con dimissioni incentivate e mobilità volontaria. Quindi che fra due anni si possa garantire o riprendere l’occupazione tutti ce lo auguriamo, ma io con questi chiari di luna a questo ci credo poco. Però in questi momenti già il fatto di difendere e mantenere alcune posizioni è sicuramente positivo, poi in futuro si vedrà se si potrà riprendere la corsa.

Interrogazione n. 1219
del Consigliere Comi
“Servizio idrico integrato”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1219 del Consigliere Comi. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Presidente, chiedo il rinvio di questa interrogazione perché gli uffici non hanno avuto tempo di fornirmi la risposta.

PRESIDENTE. Bene.


Interrogazione n. 1286
del Consigliere Giannotti
“Situazione foce fiume Genica”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1286 del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. In merito all’interrogazione in oggetto si rappresenta, per quanto di competenza, che a seguito della costituzione del gruppo di lavoro per la progettazione dell’intervento in oggetto (nota prot. 0706586 del 17 dicembre /2008 a firma del Segretario Generale), è stato nominato come responsabile unico del procedimento I’ing. Piermattei Luigi della P.F. Mobilità, trasporti e relative Infrastrutture.
Per completezza si riporta di seguito l’iter procedurale seguito dalla P.F. Difesa della costa dal 2005 al 17 dicembre 2007.
23 marzo 2005 La P.F. Difesa della costa invia al Comune di Pesaro lo Studio di fattibilità riguardante la sistemazione della foce del torrente Genica con indicazione della “armatura della foce” come soluzione tecnicamente ed economicamente possibile (la richiesta di effettuare lo studio di fattibilità è pervenuta a questa P.F. il 16 marzo 2008);
5 luglio 2006 Il Comune di Pesaro convoca un tavolo di confronto con le associazioni ambientaliste per valutare ulteriori proposte sulla sistemazione del torrente Genica;
18 luglio 2006 L’associazione ambientalista “Lupus in fabula” (Acqualagna -PU) chiede al Comune di Pesaro di costituire un gruppo di lavoro per valutare le possibili alternative alla sistemazione del torrente Genica manifestando dubbi sulla soluzione proposta dell’armatura della foce;
27 ottobre 2006 su proposta della P.F. viene effettuato un sopralluogo a Marina di Massa con l’Assessore Barbanti ed i tecnici del Comune di Pesaro, ad un’opera simile a quella proposta per il torrente Genica (armatura della foce);
9 magio 2007 Il Comune di Pesaro richiede alla P.F. Difesa della costa di predisporre il “Progetto preliminare” di sistemazione della foce del torrente Genica;
10 settembre 2007 A seguito della d.g.r. n. 160, del 5 marzo 2007 che istituisce la procedura da seguire per la redazione della progettazione interna ai sensi del d.lgs. n. 163/06, il dirigente della P.F. Difesa della costa inoltra al dirigente del Servizio governo del territorio, mobilità ed infrastrutture la richiesta del Comune di Pesaro del 9 maggio 2007 per la costituzione del gruppo di lavoro per la redazione del “Progetto preliminare” di sistemazione della foce del torrente Genica;
17 dicembre 2008 Costituzione del gruppo di lavoro (nota prot. 0706586 del 17 dicembre 2008 a firma del Segretario generale) per la progettazione di “Intervento di riqualificazione ambientale per il miglioramento della qualità delle acque di balneazione alla foce del torrente Genica nel comune di Pesaro”.
Successivamente sono seguiti vari incontri con il Comune di Pesaro per concordare l’intervento in oggetto, senza però nessuna determinazione specifica vista la contrarietà di alcune associazioni ambientaliste e successive perplessità dell’Amministrazione riguardo le modalità progettuali portate avanti dalla Regione.
Pertanto se ad oggi vi fossero le condizioni per poter procedere con la stesura condivisa del progetto preliminare dell’opera in questione, sarei disponibile a predisporre l’allocazione finanziaria in bilancio per la corretta previsione di spesa nel rispetto della normativa (art.128, d.lgs. n.163/06).
Infatti in una congiuntura economica così difficile, con una sempre più carente disponibilità finanziaria, allocare risorse senza avere la certezza di realizzare gli interventi, è un lusso che la Regione Marche non può permettersi.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Sono sbigottito dalla risposta dell’Assessore Carrabs! Sono sbigottito perché nel massimo consesso delle Marche sentir dire che il risanamento della foce del fiume Genica, che è una delle emergenze principali della città di Pesaro, non è stato possibile realizzarlo fino ad oggi per l’interdizione politica di un gruppo ambientalista, ed oggi non ancora è possibile per la mancata volontà del Comune di Pesaro di dare seguito agli impegni dell’Assessore, ma lascia sconcertato.
Sono venti anni che esiste questo problema, sono venti anni che la popolazione della città e gli operatori di spiaggia richiamano l’esigenza di un intervento di bonifica che consenta di mettere a regime una delle spiagge più belle della città, ossia la spiaggia di levante. Dopo diversi tavoli di lavoro, dopo sopralluoghi, incontri – ad alcuni dei quali ho partecipato anch’io, sia nella mia veste dell’allora responsabile dell’associazione degli artigiani della provincia di Pesaro, sia oggi come Consigliere regionale – oggi mi sento dire: “ io sono anche disponibile a localizzare le risorse finanziarie per fare questo intervento”, quindi la cosa al di là della responsabilità sul passato è un atto di estrema responsabilità, “ma questo non è possibile perché mancano le condizioni politiche per arrivare ad un’ipotesi progettuale in grado di risolvere la questione”. Questo è gravissimo! Richiama le responsabilità del Comune di Pesaro, richiama le responsabilità di questa sinistra che non riesce nemmeno a mettere a posto la foce di un torrente!


Interrogazione n. 1270
del Consigliere Brandoni
“Piano regolatore di spiaggia, variante generale del Comune di San Benedetto del Tronto”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1270 del Consigliere Brandoni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Proposta di legge n. 269
della Giunta regionale
“Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”

Proposta di atto amministrativo n. 7
della Giunta regionale
“Modifiche al Piano Regionale per la gestione dei rifiuti approvato con delibera consiliare 15 dicembre 1999, n. 284 legge regionale 28 ottobre 1999, n. 28”

(Rinvio)

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Presidente, chiedo il rinvio di questi atti alla settimana prossima, in quanto sono sopraggiunti soltanto ieri circa 35 nuovi emendamenti e contestualmente è arrivato il sollecito ad un nuovo incontro con il Comune di Cingoli.
Inoltre chiedo all’Aula l’impegno, visto che sono ormai tre anni che questa proposta di legge è in discussione e quindi c’è stato tutto il tempo necessario per produrre emendamenti, di impegnarsi a non farne di nuovi di carattere anche strumentale.
L’impegno pertanto è di rinviare l’atto per esaminare i nuovi emendamenti sopraggiunti, oltre alla richiesta di impegno da parte dei Consiglieri di minoranza e di maggioranza di non produrne costantemente di nuovi.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta del Vicepresidente Comi di rinvio alla prossima seduta della proposta di legge n. 269 e della proposta di amministrativo n. 7.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 126
della Giunta regionale
“Modifica del Piano finanziario del Programma operativo regionale “Competitività regionale e occupazione” Fondo europeo di sviluppo regionale approvato dalla Commissione europea con decisione CE n. (2007) 3986/2007"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 126 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa proposta di atto amministrativo, di competenza dell’Assemblea legislativa in quanto va a modificare un atto di programmazione, ossia la dotazione del Fondo europeo di sviluppo regionale approvato, appunto, dall’Assemblea legislativa, interviene per evitare il rischio di disimpegno.
I fondi messi nel Piano operativo erano destinati ad alcuni Assi e Misure, nella fattispecie all’Asse 2 Società dell’informazione, interventi sull’informatica, e all’Asse 4 Accessibilità ai servizi di trasporto, interventi strutturali sui trasporti. E gli interventi di questi Assi non sono ancora in situazione di spendibilità proprio perché prevedono una progettualità ed un confronto con le Amministrazioni.
Quindi, per evitare il meccanismo del disimpegno automatico, a giugno la Giunta aveva già deliberato una modifica del Piano finanziario, oggi modifica ulteriormente in quanto c’è un ripristino dei fondi per l’Asse 5 Promozione dell’attività di marketing, che l’Assessore Solazzi ha reso spendibili.
Tale adeguamento del Piano finanziario del FES di fatto ha una portata di 8,7 milioni di euro, pari al 3,02 del totale del POR FERS.
Lo spostamento dei fondi riguarda l’Asse 1, Innovazione e economia della conoscenza, quindi interventi per i progetti di innovazione e per sostenere gli investimenti tecnologici. Allo stesso tempo attiva un intervento per facilitare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese per 1,7 milioni di euro.
Quindi ha una funzione anticrisi, perché assegna risorse a un fondo di rotazione sul conto interessi a favore dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese.
Questa modifica è orientata soprattutto a favorire gli Assi con graduatorie che permettono la spendibilità dei fondi ed evitano il disimpegno automatico, spostando risorse da Assi e interventi che ancora non sono in fase di cantierabilità e di spendibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere di minoranza Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Prendo atto di questa modifica che ripara, anche se non completamente, il vecchio metodo, ossia quello sul disimpegno automatico. Se oggi ci troviamo a discutere di questa nuova proposta è proprio perché alcune risorse in passato non sono state utilizzate.
In ogni caso, nonostante la capacità del Presidente Binci che ha cercato di presentare nel miglior modo questa proposta di atto amministrativo, qualche perplessità da parte nostra ancora c’è. Ossia non riusciamo a capire come mai queste somme non sono state utilizzate.
Però, dopo questo passo negativo della Giunta, il fatto positivo è che di fronte a una crisi economica che ha colpito le Marche gran parte di queste risorse sono state riutilizzate per la piccola e media impresa – cosa molto importante –, anche se a svantaggio di chi in passato non ha utilizzato queste somme, inoltre viene tolto, ripeto, il rispetto della regola del disimpegno automatico.
Quindi per quanto mi riguarda il voto poteva essere favorevole, ma visto che rimangono ancora delle perplessità sulla gestione di questi fondi da parte della Giunta regionale e sul disimpegno automatico, il voto sarà di astensione.
Comunque mi auguro che non essendoci più il disimpegno automatico questi fondi verranno finalmente utilizzati nel rispetto degli atti deliberativi.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 126. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)





Nomina
Immobiliare Regione Marche - IRMA s.r.l. - Revisore unico (l.r. 9.12.2005, n. 29 - art. 3, comma 2, lett. C - Statuto Ente)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina del Revisore unico dell’Immobiliare Regione Marche IRMA srl.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: votanti n. 27, schede bianche n. 11, schede nulle n. 3, schede valide n. 13. Ha ricevuto voti: Buzzo Lorenzo n. 13.
Ricordo che l’Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletto Revisore unico dell’Immobiliare Regione Marche IRMA srl il signor Buzzo Lorenzo.


Nomina
Cooperativa Artigiana di Garanzia Metaurense di Fano
Sostituzione di un rappresentante nel Consiglio di amministrazione (Statuto ente articolo 35)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la sostituzione di un rappresentante nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa Artigiana di Garanzia Metaurense di Fano.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: votanti n. 29, schede bianche n. 11, schede valide n. 18. Hanno ricevuto voti: Palma Ileno n. 18.
Ricordo che l’Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletto rappresentante nel Consiglio di amministrazione della Cooperativa Artigiana di Garanzia Metaurense di Fano il signor Palma Ileno.


Mozione n. 368
dei Consiglieri Procaccini, Pistarelli, Comi, Brandoni, Viventi, Lippi, D’Isidoro, Massi, Ricci, Brini
“Vertenza Poltrona Frau. Sostegno alla posizione della RSU e dei lavoratori”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 368 dei Consiglieri Procaccini ed altri. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Consigliere Procaccini, forse anche lei potrà dire: “Questa non è una mozione solo di Procaccini ed altri”. Infatti è arrivato, tra l’altro per il tramite della Presidenza dell’Assemblea legislativa, un testo che come Presidenti di Gruppi abbiamo unanimemente fatto proprio, quindi è un testo dell’Aula.
Ho voluto sottolinearlo proprio per dare atto del lavoro svolto precedentemente che, appunto, ha raggiunto questo tipo di documento e di sintesi.
Pertanto il nostro voto è chiaramente favorevole, perché anche noi, come tutti gli altri, siamo tra coloro che hanno approvato e accolto questo invito. Che peraltro non è solo un invito, bensì una solidarietà ed una cosa concreta che riguarda una situazione molto delicata di questi giorni, di queste ore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Consigliere Pistarelli, lei è un tempista di provata esperienza, ma io non volevo rubare la scena a nessuno.
Questo per dire che sulla Poltrona Frau e più in generale sulla crisi economica questa mozione è opportuna perché completa la discussione monotematica fatta venerdì scorso in questa Assemblea legislativa. La discussione riguarda un comparto che tutti riteniamo di altissima qualità e che quindi potrebbe avere un mercato.
Sicché l’unanimità su questa mozione è molto importante in quanto segnala la volontà dell’Assemblea legislativa regionale di richiamare le diverse proprietà ad un atteggiamento di grande serietà. Gli interventi pubblici nazionali ed europei sono stati cospicui. Ma proprio in queste ore sta chiudendo nella provincia di Ascoli Piceno un’altra fabbrica di sole donne, 78 donne espulse dal ciclo produttivo.
In conclusione ritegno si ponga una riflessione per il prossimo bilancio. Nel senso che bisogna dare continuità alle misure anticrisi, e chiedere al Governo nazionale – senza voler fare polemica e propaganda – risorse aggiuntive, ma non far passare per risorse aggiuntive quelle che già sono state tolte agli Enti locali.
E soprattutto occorre approvare gli atti legislativi e poi farli funzionare. Già l’Assemblea legislativa ha approvato la legge che obbliga chi ha delocalizzato di restituire i soldi alla Regione. C’è poi un’altra proposta di legge che prevede la possibilità di formare cooperative a quei lavoratori licenziati, che così potrebbero avere un mercato della loro produzione, cosicché oltre al sostegno economico daremo anche un sostegno legislativo.
Con queste brevi e schematiche riflessioni dichiaro che voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Anch’io voterò questo documento. Voglio sono aggiungere una riflessione ed un invito particolare, peraltro già espresso nell’ultima seduta assembleare. La dico all’Istituzione Regione, Assemblea legislativa, Giunta e anche Presidente.
Non mi è piaciuto che nell’esposizione del Presidente della Giunta, fatta nell’ultima seduta assembleare, riguardante la relazione sulla crisi, sia stata redatta una lista che è poi andata su tutti gli organi di stampa e nella quale – io avevo chiesto questa particolare attenzione ma non sono stato ascoltato – i casi diversi sono stati trattati tutti allo stesso modo.
Ci sono aziende che si stanno ristrutturando e non hanno crisi di mercato, ci sono aziende che sono in crisi ma lo sarebbero state anche se ci fosse stato il boom economico. Quindi dire che la Frau è come gli altri casi, ad esempio come quello della Manuli, non è giusto, ci facciamo male ulteriormente.
Pertanto chiedo al Presidente di rettificare, ripeto, i casi riportati nella lista delle aziende in crisi, casi che non sono tutti uguali. Se quella lista viene presa dagli organi di stampa nazionale – faccio l’esempio di giornali che anche il Presidente conosce bene, Il Sole 24 Ore, Milano Finanza, ecc. – e viene fuori che la Frau è nelle stesse condizioni della Gabrielli Pelletterie o della Manuli, ci facciamo male da soli. Sono casi diversi! Quindi ritengo ci sia bisogno di una rettifica.
Ora veniamo alla questione lavoratori, ai quali esprimiamo tutta la massima solidarietà, abbiamo incontrato i sindacati questa estate, tutte le Istituzioni sono coinvolte, e credo che tutte stiano facendo il loro dovere.
Su questo documento non è mancata la mia firma e non mancherà neppure il mio voto, perché è un sollecito che con tutto il cuore mi sento di fare insieme ai miei colleghi – come ha detto anche il collega Pistarelli –, però dobbiamo chiarire una cosa.
Qui c’è un punto che parla della crisi della Frau perché c’è anche un incremento di assunzioni di dirigente. Quindi la cosa stride, perché ai lavoratori di livello inferiori si chiede il prepensionamento o la cassa integrazione e forse per altri anche il licenziamento – però mi auguro che tutta questa manovra sarà contenuta e sono sicuro che ci saranno le condizioni –. Però quando su un documento di questo genere, su cui diamo l’assenso, si parla del management, allora anche in questo caso vorrei interloquire con il Presidente Spacca, che considero uomo d’azienda, uomo economico.
Ovvero, il problema nostro non è il fatto che la dirigenza viene presa fuori – la Regione Marche ci insegna che a suo tempo abbiamo preso Zuccatelli e poi Malucelli fuori dalla regione –. Quindi se oggi approviamo questo documento dovremmo dire che anche la Regione Marche non dovrebbe avere un dirigente fuori dalle Marche perché non conosce il territorio. Magari ci fosse la Mercedes a produrre da noi con la testa in Germania! Quindi il problema non è questo.
I lavoratori hanno chiesto al Presidente Spacca di parlare con Montezemolo, non so se lo ha già fatto e semmai spero lo farà. Ho voluto dire questo per togliere alcune di quelle ipocrisie che ogni tanto ci rimpalliamo, quindi è bene che ci chiariamo tra uomini più che tra politici. Allo stesso tempo è per dire che i casi vanno trattati come sono. Questo è essenziale, e lo è anche per l’immagine della regione, del territorio, degli imprenditori a cui teniamo tutti quanti.
Allora credo che il Presidente Spacca, forte anche di questo documento che oggi approveremo unitariamente, debba chiedere a Montezemolo, non tanto come e perché la dirigenza sia di Milano o di Torino – a me personalmente interessa poco –, bensì se la strategia è quella di rafforzare gli stabilimenti che sono nel nostro territorio. Come indicazione c’è perché negli ultimi venti giorni sono stati riassunti tutti i lavoratori interinali della Frau Car, quindi questo indica che il settore funziona e tira. Quindi se veramente l’intenzione del management è quella di mantenere i lavoratori qui.
E’ chiaro che qualche dirigente potrebbe essere spostato da Tolentino a Milano, questo fa parte del ruolo dei dirigenti – io faccio il Segretario comunale, mi è capitato di girare dappertutto –, ma non credo sia questo il problema, il problema è vedere se il lavoro si svilupperà ancora da noi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Comi. Durante questo intervento chiuderò le iscrizioni a parlare. Preciso, inoltre, così come ha detto il Consigliere Pistarelli, che questa mozione è stata richiesta dalla Rsu della Poltrona Frau e che, su proposta del sottoscritto, è stata all’unanimità sottoscritta da tutti i Capigruppo. Prego, Consigliere Comi.

Francesco COMI. Innanzitutto voglio ringraziare tutti i Capigruppo e i tutti i Consiglieri regionali che hanno sottoscritto questa mozione a sostegno dei lavoratori della Poltrona Frau. Non è un ringraziamento rituale, è un ringraziamento sostanziale.
Ora vorrei far notare una cosa all’Aula. Stiamo vivendo una situazione di imbarazzo e di grande impotenza di fronte alle tante aziende che chiudono, di fronte alla minaccia che potranno essere ancora di più i lavoratori che andranno in mobilità o in cassa integrazione, soffriamo l’impotenza di una crisi di un sistema al quale non riusciamo, spesso, a dare risposte adeguate. Ma quello che vorrei far notare a quest’Aula è che non tutte le situazioni di crisi aziendali sono uguali. Alcune situazioni sono critiche, rispetto alle quali, appunto, siamo impotenti, altre situazioni, che apparentemente sono critiche, sono invece il frutto di una scelta strategica aziendale.
La Poltrona Frau di Tolentino non ha le caratteristiche tipiche di un’azienda in crisi sia da un punto di vista economico, sia finanziario e strategico.
Allora il tema è: un’azienda che non ha le caratteristiche tipiche della crisi perché decide comunque di ridimensionare il numero dei lavoratori? Possiamo noi accettare supinamente, passivamente, che anche laddove non ci sono le caratteristiche tipiche di una crisi, per mera strategia aziendale si possa indebolire un tessuto produttivo e storico di un’azienda?
Questo è il tema che volevo sottoporvi.
Noi per far fronte alla crisi agitiamo uno strumento, ovvero diciamo che per risolvere la crisi dobbiamo rafforzare la qualità del prodotto, dobbiamo rafforzare l’internazionalizzazione dell’azione sul mercato, dobbiamo potenziare gli investimenti. Sicché se puntiamo alla qualità e agli investimenti riusciremo a resistere.
Dunque. La Poltrona Frau di Tolentino è stata scelta dall’attuale proprietà come azienda leader italiana per guidare un prodotto di nicchia, quello della pelletteria. Negli ultimi due anni l’attuale proprietà ha fatto grandissimi investimenti, ha acquistato tutte le aziende italiane del mondo della pelletteria e della poltrona, ha messo come capogruppo la Poltrona Frau, riconoscendogli quindi una funzione leader in quanto era quella che tra tutte poteva meglio qualificare il prodotto.
Ma oggi, di fronte al riconoscimento della qualità del prodotto di un’azienda, della sua storia e del suo radicamento, si decide di trasferire la testa, l’intelligenza dalle Marche a Milano!
Credo allora che questa debba essere una battaglia marchigiana, Presidente, non è una questione locale, non è la stessa cosa della Nazzareno Gabrielli – sono d’accordo con il Consigliere Massi –. Perché se accettassimo l’idea che una nostra azienda forte, robusta, che ha un prodotto di qualità e capacità di prospettiva, poi la si possa smantellare perché strategicamente forse conviene trasferire il management magari a Milano, credo non avremmo più nessun argomento da opporre nel futuro per resistere ad una crisi.
Il tema quindi che dobbiamo chiarire è questo: perché un’azienda che non ha le caratteristiche tipiche di un’azienda in crisi, invece di sostenere nuovi investimenti e sviluppo commerciali, si preoccupa solo di tagliare i costi? Perché taglia il numero degli operai e aumenta il numero dei manager che deve assumere a Milano?
Pertanto dobbiamo chiarire tale questione. Certamente il fatto che sia stata presentata una mozione da tutti i Consiglieri regionali e da tutti i Capigruppo di maggioranza e di minoranza, è un segno di grande attenzione dell’Assemblea legislativa, che a me, come cittadino di Tolentino, rende orgoglioso. Vorrei però che il Presidente e la Giunta regionale cogliessero una necessità, ossia che non tutte le aziende in crisi sono uguali, alcune lo sono per necessità, altre lo sono per scelta. Noi non possiamo permettere che qualcuno scelga di smantellare una nostra eccellenza!

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Da molti è stato già detto che non tutte le situazioni sono uguali, però oggi ci troviamo in un periodo nel quale da una parte la crisi dall’altra le scelte aziendali condizionano fortemente il tessuto economico e sociale del nostro territorio.
In più situazioni la nostra regione era stata presa a modello, ma oggi, ripeto, non solo la crisi ma anche le scelte che vengono prese stanno incidendo in modo pesante sul nostro territorio.
Secondo me nei prossimi mesi ci saranno altre situazioni come queste, per cui ritengo sia opportuno dare un taglio complessivo sulle scelte che vuole fare la Regione su tutto il territorio, ed occorre mostrare anche un’attenzione verso quello che succede a livello nazionale. Infatti la legge sulla partecipazione, che verrà discussa in Parlamento, che nelle scelte, appunto, vede coinvolti anche gli operai, credo sia un valore aggiunto che in simili situazioni potrebbe un taglio diverso alle scelte che vengono fatte e che inevitabilmente penalizzano il nostro territorio.
Peraltro il nostro territorio è già abbastanza penalizzato dall’insediamento di grossi centri commerciali, che molto spesso prima si arricchiscono nelle Marche e poi esportano, senza lasciare nulla, tutti i capitali raccolti.
Il segnale che si vuole dare oggi con questo accordo preso da tutti i Capigruppo è certamente significativo, perché sicuramente questo è un momento che richiede responsabilità. Ma allo stesso tempo richiede anche delle scelte. Ritengo, infatti, che in momenti come questi ai primi segnali di ripresa dell’economia bisogna porre le basi per un suo rilancio. Non dobbiamo assolutamente farci trovare impreparati quando la crisi volgerà veramente al termine e ci farà vedere così uno spiraglio per un nuovo inizio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Mi auguro che non inizi o non continui una triste liturgia della puntiforme attenzione su una vicenda grave come quella della Frau e che rischia di ripetersi a matrice in tantissime occasioni. Ritengo, invece, che da questa mozione, da questa riflessione dovremmo trarre un percorso di iniziative politiche e legislative.
Il Consigliere Comi si stupisce – non lo dico in tono polemico –, ma vorrei fare presente che le imprese ragionano con una logica, in alcuni casi addirittura lontana dalla responsabilità sociale, sicuramente ben diversa dalla valorizzazione dell’interesse collettivo.
Basterebbe ricordare il monumento ideologico del capitalismo, la ricchezza delle nazioni, dove Smith ci ricorda che i macellai non si incontrano per trascorrere domeniche serene ma si incontrano per decidere strategie senza alcun impegno a fornire buona carne ai cittadini, perché l’importante è venderla e venderla bene.
Questo è dunque un punto della logica del modello sociale che abbiamo di fronte.
Allora lo stupore dovrebbe essere dedicato ad altro, ossia al fatto che le Istituzioni pubbliche sono impotenti di fronte a vicende come queste, e lo sono ormai da più di venti anni. Mi viene in mente non a caso una data, anno 1984, che vide un passaggio significativo nella storia sociale del nostro Paese con il famoso referendum sulla scala mobile, con tutto quello che si portò dietro dal punto di vista culturale, ideologico e di intervento.
Si portò dietro una delegificazione sul versante dell’economia che ha consentito e consente alle imprese e ai loro interessi, legittimi ma non di valore collettivo, di avere campo libero.
Quindi oggi abbiamo esattamente questo il problema, ossia quello di ridare alle pubbliche Istituzioni, anche in economia, un ruolo, una funzione, come pure una forza in virtù di legge.
Venerdì scorso c’è stata una seduta monotematica dell’Assemblea legislativa nella quale abbiamo affrontato una riflessione sulla fase sociale ed economica in generale e in particolare della nostra regione. A conclusione di quella seduta, debbo dire con grande stupore – anche se è vero che la fine seduta è un po’ come l’ultima ora a scuola, si è sempre più agitati e ci sono sempre meno frequentati –, non è stata approvata una risoluzione, presentata dal Consigliere Procaccini e da me, che aveva la volontà di essere un contributo generale. Ossia, intanto chiedeva uno strumento da affidare alla Giunta che consentisse di analizzare la situazione di crisi specifica per ogni impresa, e in questo offrisse la possibilità di un percorso e in alcuni casi di un intervento pubblico specifico, adeguato o comunque a contributo dell’azione anti-crisi.
Quell’azione anticrisi che soprattutto svolgono, lo debbo dire senza retorica, i lavoratori. E le azioni anti crisi svolte dai lavoratori sono le loro mobilitazioni, le loro lotte, il loro essere davanti alle fabbriche; d’altronde anche questa mozione, come ci ha ricordato poc’anzi il Presidente, nasce proprio perché una Rsu ci ha chiesto di riflettere e di agire.
Sicché mi stupisco poco di Montezemolo, mi stupisco invece del fatto che dentro una crisi come questa non riusciamo a riflettere sulla necessità di invertire una tendenza sia dal punto di vista delle norme e dell’azione legislativa, sia del protagonismo pubblico.
Una crisi dove si disvela – magari anche per la notorietà di alcuni degli imprenditori che oggi hanno in mano un’azienda così importante e significativa come la Poltrona Frau – il carattere che Adam Smith (che prima di essere un economista era un filosofo) aveva individuato nella natura del capitalismo.
Quindi c’è un elemento da questo punto di vista che meriterebbe una riflessione e un’attenzione, da una parte il più grande critico del capitalismo Marx lo vede in realtà come forza propulsiva, dall’altra il pessimismo che una figura come Smith lo vede in un progetto che aiuta.
Per cui la mozione di oggi meriterebbe una riflessione anche su questo. Ma quello che a me interessa sul piano politico immediato è che questa Assemblea legislativa rifletta sull’errore che abbiamo fatto solo pochi giorni fa quando non è stata tenuta in considerazione la risoluzione che poc’anzi ho richiamato, per trovare quindi i passaggi per recuperare quel protagonismo che, appunto, tale risoluzione chiedeva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo stabilito che considerata l’urgenza e la drammaticità del momento dovevamo subito votare, senza discussione, questa mozione. Però visto che gli altri colleghi hanno fatto un intervento abbastanza ampio, quindi non solo riferito alla mozione, anch’io vorrei ribadire alcune questioni di cui ho parlato anche nell’ultima seduta assembleare.
Intanto anticipo comunque che il nostro sarà favorevole.
La Regione Marche è carente di una vera programmazione su quei settori più delicati che in questo momento si trovano in difficoltà, come ad esempio l’agricoltura, la pesca – per questi l’altro giorno si è svolta una grande manifestazione e ci sono ancora scioperi in corso –, l’artigianato, il commercio, l’industria, il turismo.
Su questi settori non serve distribuire interventi a pioggia o interventi dati sull’emotività del caso o della singola azienda.
Qui il problema va al di là della singola azienda – condivido quello che ha detto il Consigliere Brandoni – e bisogna vederlo in un contesto non solo regionale. Una volta il nostro modello marchigiano veniva esportato, oggi nelle Marche abbiamo addirittura difficoltà a difendere l’occupazione, la cassa integrazione ha assunto cifre sbalorditive, la disoccupazione sta raggiungendo livelli impensabili.
Allora mi sorge un interrogativo: cosa sta facendo la Regione Marche per superare questo momento di crisi? Quali sono le risorse?
Faccio i complimenti al Presidente Spacca perché è bravissimo a farsi pubblicità! Lui è bravo sì a comprare le pagine dei giornali, ma non a fermare la disoccupazione o la cassa integrazione! E’ bravo ad andare in giro a tagliare i nastri però non va dove ci sono i cassintegrati oppure... (…) Consigliera Mollaroli, per favore non interrompa! Questa è una realtà nella quale purtroppo avete il nervo scoperto, voi dell’idea di sinistra non avete più niente! Oggi siete integrati in un sistema nel quale dell’operaio non ve ne importa più niente! Non vi interessa più il disoccupato, il cassaintegrato, insomma non fate più una politica a difesa dei lavoratori. Dovete prenderne atto! Inoltre non siete neppure più al passo con la società che oggi sta andando verso la globalizzazione.
Noi non vogliamo né ci permettiamo di dare lezioni a nessuno, Consigliera Giannini, ognuno ha le proprie idee. Però dovete fare un esame attento sullo sperpero di denaro che fate, voi vivete solo di effimero, di pubblicità, una realtà che sta sotto gli occhi di tutti. Ridete, ridete pure! A me dispiace soprattutto per le nuove generazioni che sono in mano a voi, voi che non avete un minimo senso di responsabilità! Sulla formazione non si sa quello che state facendo, la sanità l’avete distrutta. Avete delle responsabilità gravissime!
La Regione Marche e l’Assemblea legislativa sono distanti dai marchigiani. E quando c’è un problema secondo voi la colpa è magari del Comune o della Provincia. Sapeste quanti danni fate! (…) Ma perché mi risponde, Consigliera Giannini! Lei che sui problemi arriva sempre dopo l’amen! Abbia almeno il buon senso di ascoltare anche se magari non condivide quello che uno dice. Rispetti chi parla! Lei parla di pronto soccorso e dopo tre anni si accorge che ci sono le file, parla dei problemi dei vongolari e fa una confusione che ci disorienta a tutti! Quindi bisogna stare calmi e prestare attenzione. …(…) Esatto, ma sa qual è la differenza? Che voi andate a dare la solidarietà ma poi nelle aule istituzionali non risolvete il problema! La solidarietà da sola non conta niente, conta il risultato finale! Voi tentate di fare i vecchi compromessi democristiani, ma non ne siete capaci! La scuola democristiana era tutto un’altra cosa, si basava sui valori, sul confronto, sul rapporto, sulla dialettica. Voi dai democristiani non avete ancora imparato nulla! (…) Ah, sì, certo, Spacca è un vero democristiano, non c’è alcun dubbio, ma voi comunque dovete ancora imparare.
Allora dal Consigliere Procaccini, con la sua famosa riserva comunista, sempre pronto a fare le battaglie insieme al suo collega Consigliere Brandoni, fatevi indicare qualche idea di sinistra, così in questi cinque mesi potremo iniziare a fare una progettazione seria.
Ora vorrei leggervi tre righe di un volantino degli agricoltori della Copagri: 6 uova, come 1 litro di latte, vengono pagati 36 centesimi a fronte di 50 di produzione. L’agricoltore con queste 6 uova e 1 litro di latte non ci fa niente, al massimo ci paga dieci minuti di parcheggio in una grande città. Per un caffè occorrono 2 litri e mezzo di latte o 15 uova, per una bibita in lattina 6 litri di latte o 33 uova, per un pacchetto di sigarette 10 litri di latte o 60 uova, per una pizza ci vuole quasi un quintale di grano.
Questo è un esempio che gli agricoltori mandano in giro a dimostrazione, ma a voi non ve ne importa un bel niente, siete sordi!
Quindi occorre fare un dibattito serio, noi siamo disposti a darvi una mano sull’agricoltura, sul turismo, sull’artigianato, sul commercio e soprattutto sulla sanità.
La sanità è un settore allo sbando. Oggi sui giornali si legge che per fare un’analisi ci vogliono 10 ore. Vi rendete conto che servizi date ai cittadini! L’altro giorno c’era scritto che una paziente di 80 anni per fare un elettrocardiogramma deve aspettare 9 mesi. Consigliera Giannini, ma che cosa dice quando parla sui giornali! Sul pronto soccorso ci ha dato i dati taroccati! Al pronto soccorso di Civitanova per fare una visita si aspettano anche 8 ore, voi avete detto 46 minuti! Questa è l’informazione che date ai cittadini! (…) Come dice? Si cambia il primario? No, cambiamo voi, no il primario! Siete voi che indicate i dirigenti, chi l’ha nominato il primario! (…) No, no! Non dovevamo parlare della Frau, dovevamo votare la mozione senza intervenire, l’accordo fatto nella Conferenza dei Capigruppo era questo, ma qui il discorso è stato allargato da tutti.
Allora, certo, si era detto di non fare discussione, ed io mi sono adeguato, ma invito il Presidente Spacca a ritornare su queste problematiche e ad occuparsi di un problema alla volta. Facciamo una seduta tematica sull’agricoltura, una sul turismo, una sulla sanità, poi vedremo se maggioranza e opposizione, insieme, per il bene dei cittadini riusciranno a trovare una convergenza.
Questa è la sostanza che ho voluto dare al mio intervento. Quindi mi auguro – anche se è normale che ognuno cercherà di portare acqua al suo mulino, fra cinque mesi ci sarà la campagna elettorale, ci sarà la gara a chi la sparerà più grossa. – che almeno sui problemi seri, come quello della sanità, potremo trovare una convergenza per il bene di tutti. Soprattutto quando si parla di occupazione si deve essere in grado di dire: “abbiamo 10 euro, bene, allora bisogna utilizzarli nel miglior modo possibile”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Non mi stupisco del fatto che su questa mozione si sia raggiunta l’unanimità. In fondo è una prova di etica pubblica, di responsabilità politica, sociale, civile, ma allo stesso tempo è anche un invito a non minimizzare la crisi occupazionale.
Il Consigliere Brini ci richiama ad essere sinceri e a dire le cose come stanno. Allora io dico che sono veramente inquietanti e preoccupanti i dati che ci ha messo a disposizione l’Inps. Si parla addirittura di domande di indennità di disoccupazione aumentate del 52,2% (quasi un milione). Il che significa, come sempre ha evidenziato l’Inps, che la metà non può beneficiare di alcuna indennità, ossia soltanto chi è coperto dall’Inps ha una tutela. Dunque c’è una platea di lavoratori che non ha alcun ombrello protettivo.
Abbiamo, inoltre, una cassa integrazione che è salita del 222%, il 660% soltanto per l’industria.
Dunque, dare la colpa alla Regione, consentitemi, mi sembra veramente riduttivo e in qualche caso veramente grottesco. Qui noi abbiamo bisogno di modifiche normative, abbiamo bisogno di investimenti pubblici massicci. Dobbiamo aprire una nuova era.
Mi dovete scusare se cito Rasmussen, l’ex premier danese, il quale ha detto che ormai dobbiamo ragionare secondo un’ottica europea, quindi se vogliamo creare occupazione, se vogliamo creare nuovi posti di lavoro, se vogliamo parlare veramente di sviluppo, occorrono delle dinamiche trasfrontaliere.
Si dice, inoltre, che c’è “molto fieno in cascina”, così si esprime Tremonti, ossia che ci sono risorse inimmaginabili per gli ammortizzatori sociali. Però allora qualcosa non funziona! Non funziona perché ci sono molti lavoratori che vedono i primi euro soltanto dopo sei mesi.
Quindi dovremmo fare chiarezza anche sulle procedure. Peraltro, tra le altre cose – nella sua relazione il Presidente Spacca è stato convincente e preciso –, molti accordi vengono disattesi.
Quindi che ci siano anche riforme strutturali. E come si è tentato di creare una sorta task force in Regione, penso che occorra una task force anche alla Presidenza del Consiglio, soprattutto per una discussione sulle diverse crisi aziendali – ha ragione il Consigliere Massi e lo ha detto anche il Consigliere Comi –, perché ci sono diversità tra caso e caso.
Quindi occorre dare certezze e soprattutto delle riforme che si combinino con lo sviluppo e con la creazione di nuovi posti di lavoro.
Tra l’altro ringrazio il Consigliere Procaccini che è sempre molto attento, penso si riferisse alla vicenda dell’Agos del territorio piceno, un’altra riprova dell’estrema criticità di quel territorio nel quale manca sicuramente una vocazione imprenditoriale. Anche in quel caso penso che dovremmo creare una task force locale che sia capace di dare un impulso per cambiare le condizioni di contesto. Occorre un’attività di animazione politica, sociale ed economica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Penso sia importante che l’Assemblea legislativa abbia trovato l’unità su una mozione che vede convergere tutti i Gruppi e tutte le forze politiche. Sul tema della difesa del lavoro, infatti, dobbiamo trovare tutte le convergenze possibili, sia in questa sede, sia con le altre istituzioni di carattere locale che nazionale, come pure con le organizzazioni di categoria e le forze sociali. Ritengo che questa sia la forma migliore per affrontare seriamente la crisi economica che incombe.
Però oltre a questo sforzo unitario e congiunto dobbiamo anche ascoltarci di più, in modo che le argomentazioni che socializziamo ci servano a non ripeterci e quindi per impegnare le nostre energie su processi che avanzano, non dunque per ritardare su un sentiero che già di per sé è impervio e tortuoso.
Ad esempio. Al di là della valutazione della lista delle situazioni in difficoltà, che è stata presentata nel corso della seduta scorsa dell’Assemblea legislativa, avendo a riferimento la relazione dal Presidente della Regione, credo sia stata comunque sufficientemente chiarita nel dibattito che, peraltro, abbiamo avuto in diverse sedi, ma che a qualcuno forse è sfuggito.
Effettivamente queste situazioni di difficoltà sono state affrontate nella nostra regione con logiche molto differenti. E quell’elenco di vicende qui rappresentato, sui tavoli di confronto con le organizzazioni dei lavoratori, degli imprenditori, con le Istituzioni, sono state affrontate con logiche profondamente diverse, come appunto diverse sono le situazioni caso a caso. Dunque non esiste soltanto un ranger bipolare bensì una graduazione di situazioni differenti, per cui si passa da situazioni che sviluppano strategie unicamente ispirate a logiche di costo e di prezzo, a situazioni che invece presentano delle risorse umane straordinariamente importante che operano sulle altissime tecnologie.
Questa crisi è pesantissima, ha significato cancellare il 20% dell’economia mondiale, ha toccato tutti, quindi a questa crisi si risponde con strategie differenti, e che noi abbiamo pensato per ogni singola situazione. E a me dispiace che questo non sia stato sufficientemente recepito neppure da autorevoli rappresentanti di questa Assemblea.
Ad esempio quello che abbiamo pensato per l’Aethra è profondamente differente da quello che abbiamo pensato per la Manuli, e quello che abbiamo pensato per la Poltrona Frau è profondamente diverso da quello che abbiamo pensato per l’Antonio Merloni. Ognuno è un caso specifico che richiede di mettere in campo perimetri di interventi radicalmente diversi.
Nel caso della Poltrona Frau abbiamo chiarissimo qual è il profilo strategico che questa impresa storica riveste per l’economia della nostra regione, inoltre quali sono le componenti immateriali che su questo progetto vanno a scaricarsi, oltre a quale tipo di sfida rispetto al futuro della nostra regione ci stiamo giocando in questo momento.
Per cui sappiamo che qui non si tratta soltanto di difendere il lavoro e di tutelare alcuni lavoratori rispetto alla possibilità di proseguire la loro esperienza di occupazione, ma si tratta anche di intervenire, di difendere un progetto strategico, che per la sua natura qualifica complessivamente il futuro della nostra regione. Questo perché si compone di elementi che non sono soltanto produttivi e tecnologici ma di immaterialità su cui si giocherà il cammino progressivo della nostra regione.
E’ per questo che abbiamo portato questa vertenza alla proprietà ai massimi livelli. In modo tale di avere chiarezza, non solo sulla ristrutturazione organizzativa di questa impresa, ma per capire anche qual è la missione strategica di questa azienda rispetto al dato complessivo di integrazione in altri gruppi che nel frattempo sono stati acquisiti. Affinché dunque le Marche non perda uno dei suoi punti di maggiore qualificazione. Che è l’approccio seguito dalla Giunta regionale, che il Presidente e l’Assessore alle attività produttive hanno seguito.
Però qui dobbiamo riflettere anche su un altro argomento, al di là delle polemiche che si ripetono in ogni Assemblea legislativa: voi non avete fatto niente; voi avete fatto qualcosa; abbiamo fatto tanto; noi abbiamo fatto di più, ecc.. Perché quello che abbiamo fatto lo dicono i dati, io non li ripeto, Consigliere Brini! Sono i dati dell’Istat. In questo Paese oggi ci sono tre Regioni, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e le Marche, che nei tre trimestri della crisi, ovvero il quarto trimestre del 2008, il primo e il secondo trimestre del 2009 (cioè a giugno 2009) non hanno perso un posto di lavoro e non hanno partecipato alla perdita dei posti di lavoro che il nostro Paese ha registrato in questo momento. E sono, ripeto, le Marche, l’Emilia Romagna ed il Trentino Alto Adige.
Quindi questo significa, siccome l’Italia è unita, è uniforme, che la differenza in questi territori è stata data dalla tipologia d’impresa, dalla capacità di resistenza del tessuto produttivo, oltre alle misure – ce lo riconoscono gli stessi imprenditori – che sono state messi in campo dai Governi locali.
Quindi i contratti di solidarietà – su cui siamo partiti molto prima che partisse il Governo nazionale –, i contratti a sostegno del reddito dei lavoratori, la cassa integrazione in deroga, inventata nella nostra regione nel 2005 per il piceno e su cui abbiamo erogato ben 75 milioni di euro di risorse, sono tutte quelle misure che ci hanno consentito di raggiungere tale risultato.
Questo è dunque il dato oggettivo, su cui non ci ritorno in quanto ne abbiamo parlato nella seduta assembleare scorsa.
Però ora se abbiamo veramente a cuore la nostra regione dobbiamo chiederci il perché grandi imprenditori che hanno grandi griffe, grandi marchi – e non è solo il caso della Poltrona Frau – si vanno a fregiare di modelli culturali differenti dalle Marche, quasi avessero paura di presentarsi come marchigiani. Perché la Poltrona Frau non valorizza il fatto di essere nelle Marche? Perché altri imprenditori del distretto delle calzature quasi si vergognano di essere marchigiani e vanno a cercare di proiettare la loro immagine al di fuori della nostra regione, magari in Toscana o da qualche altra parte? E’ questa la vera riflessione che dobbiamo fare! E noi come Governo regionale la stiamo facendo. Cioè stiamo cercando di valorizzare il brand Marche, stiamo cercando di far capire che non siamo bravi soltanto a produrre o a fare, ma che dobbiamo avere più orgoglio di quello che facciamo, dobbiamo essere più bravi a venderci. In modo tale che stare nelle Marche divenga un valore aggiunto della produzione di grande qualità che intrinsecamente hanno i nostri prodotti.
Questa è la vera sfida che dobbiamo assumere, ossia investire nelle fasi a valle del processo produttivo, non soltanto essere bravi a fabbricare le cose ma saperle anche promuoverle e saperle vendere.
E questo grande sforzo mi dispiace che venga visto soltanto sotto un profilo strumentale. Perché in realtà non stiamo facendo un discorso politico, stiamo cercando di valorizzare l’immagine della nostra regione in Europa e nel mondo, affinché anche la produzione della nostra regione possa accrescere del valore aggiunto che gli deriva dall’appartenere a una storia, a una tradizione, insomma ad un insieme di valori che viene riconosciuto al pari, se non di più, della Toscana. Questo è lo sforzo che stiamo facendo!
E sulla Poltrona Frau ci giochiamo questa battaglia, perché la Poltrona Frau all’interno ha delle componenti immateriali che stanno proprio nella fase a valle della produzione, cioè, il riconoscimento di un marchio, il riconoscimento di design, il riconoscimento di una cultura che noi dobbiamo difendere e valorizzare.
Dunque è giusto che questa sia una vertenza di carattere regionale, però deve andare in questa prospettiva, e noi questa battaglia la faremo fino in fondo con i vertici della proprietà.
Poi è chiaro che gli strumenti che abbiamo a disposizione sono quelli della nostra credibilità, della nostra capacità di iniziativa, della nostra insistenza, del fatto di presentarci in modo più unito possibile a questi appuntamenti. Perché le imprese stanno sul libero mercato. Quindi noi non abbiamo armi, se non gli incentivi, che però non possiamo mettere in campo in questo momento perché li stiamo tutti utilizzando per difendere il lavoro, per convincere gli imprenditori a definire le loro strategie in rapporto con il territorio.
Allora è chiaro che più che presentarci uniti, più che insistere, più che far capire quanto stiamo investendo sul nostro territorio e che possiamo dare tanto alle imprese che qui rimangono, non possiamo fare.
E’ vero quello che dice il Consigliere Brandoni, Adam Smith scriveva che non è né dalla benevolenza del macellaio né dalla benevolenza fornaio che tu hai la bistecca o il pane sulla tua tavola, ma dal loro interesse a guadagnare e fare profitto.
Questa è la nostra economia, che noi dunque cerchiamo di correggere con i nostri provvedimenti, con i nostri comportamenti, con le nostre iniziative, affinché questo tipo di economia, che voi difendete e di cui siete i massimi rappresentanti e i portabandiera, sia in qualche modo corretta per poter essere più giusta e che quindi si faccia carico anche dei problemi di coesione sociale e di rispetto della persona.
Più di questo non possiamo fare, ma sicuramente quello che possiamo fare lo faremo fino in fondo.

PRESIDENTE. La discussione è conclusa. Pongo in votazione la mozione n. 368.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 335
dei Consiglieri Lippi, Comi
“Ricostruzione post–terremoto del settembre 1997 – Situazione di degrado dei beni culturali, degli edifici pubblici e privati danneggiati”

Mozione n. 342
dei Consiglieri Lippi
“Sicurezza costruzioni antisismiche: certificazioni qualità e tracciabilità materiali inerti per composizione calcestruzzi e malte per edilizia e verifica del patrimonio edilizio pubblico”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 335 dei Consiglieri Lippi, Comi e la mozione n. 342 del Consigliere Lippi, abbinate. Per l’illustrazione ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questa mozione è stata presentata prima dell’evento calamitoso dell’Aquila. Quindi si deve seriamente comprendere che chiedere risorse per completare la ricostruzione è un dovere istituzionale di questa Assemblea legislativa. Pertanto lo abbiamo fatto. Avevamo accantonato questa mozione solo per farla slittare in tempi più lontani dall’evento calamitoso.
Il suo obiettivo, oltre a quello...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere, vorrei richiamare i Consiglieri al silenzio. Grazie.

Leonardo LIPPI. Stavo dicendo che l’obiettivo fondamentale non è solo quello di chiedere risorse per completare la ricostruzione. C’è stato un incontro a Fabriano il 4 agosto nel quale si sono confrontati gli amministratori e i Sindaci delle zone colpite dall’evento dell’Aquila, e lì è stato presentato il nostro modello di ricostruzione che ha permesso di dare risposte in tempi rapidissimi – proprio oggi cade la consegna degli alloggi, attivati in tempi eccezionali, che consente ai terremotati di abbandonare le tende –
E questo lo si deve grazie anche all’esperienza fatta sul nostro territorio. La nostra è stata una gestione dal basso, dove gli attori coinvolti erano gli stessi cittadini con le loro rappresentanze, ossia i Sindaci delle città colpite, che hanno saputo portare un contributo attivo e costante, un contributo attivo e costante anche nella gestione della norma e della legislazione.
Voglio ricordare, infatti, che gli atti approvati da questa Assemblea legislativa dal 1997 in poi sono stati tutti votati all’unanimità, c’è stato sempre un ampio consenso e dibattito nel concertare tutte le azioni.
Quello della costruzione dal basso di tutti i provvedimenti è un modello fondamentale.
L’altro aspetto fondamentale riguarda la sicurezza delle costruzioni.
Nel terremoto dell’Aquila abbiamo visto che anche edifici di recente costruzione hanno collassato e non hanno reagito in modo adeguato alla sollecitazione sismica.
Questo è un problema serissimo per la nostra nazione.
Il controllo e la qualità dei prodotti impiegati nelle costruzioni sia pubbliche che private deve essere partire fin dagli stessi cittadini. Sappiamo che ci sono norme specifiche, norme che tendono a garantire gli appalti, ci sono i collaudatori. Ad esempio, si confezionano cubetti con i calcestruzzi ma non ci sono controllori. E’ questo il dramma della gestione degli appalti pubblici! Io ho visto lavori pubblici importanti – mi riferisco alla realizzazione di strutture sanitarie e scolastiche – dove lì vengono lasciati i cubetti in balia di qualsiasi cittadino che magari li può sostituire o prendere.
I controlli non sono significativi, servono solo a garantire i certificati, la norma tecnicamente, invece noi abbiamo bisogno di una certificazione delle stesse imprese che immettono nel mercato questi prodotti, dagli inerti ai cementi, al materiale impiegato nelle strutture edilizie. Questo è fondamentale.
Quindi i protocolli di certificazione devono essere rivisti non solo da parte dei progettisti o dei certificatori, ma soprattutto con un’azione forte di controllo che deve essere fatta con una fondamentale informazione ai cittadini in modo che poi diventino loro stessi i primi controllori.
Ecco perché la volontà di queste mozioni è proprio quella di far porre l’attenzione ad un’Aula così importante per garantire strumenti. C’eravamo dati anche un impegno con le associazioni di categoria al fine di realizzare un tavolo tematico, aprire un dibattito forte tra costruttori, cittadini, politici, affinché questi temi trovino soluzione anche nella norma legislativa ed accolti sia come formazione che come informazione per tutti i cittadini.
E’ da qui l’importanza di queste mozioni.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Comi.

Francesco COMI. Molto brevemente solo per dare la sensazione alla maggioranza che l’intervento del Consigliere Lippi non è l’intervento di un Consigliere della minoranza, ma è l’intervento di un componente della IV Commissione che dunque parla anche a nome, appunto, della IV Commissione.
Noi dopo il terremoto ogni anno abbiamo portato in Aula una nuova legge per assegnare le risorse che ci venivano conferite dal Governo per fronteggiare la ricostruzione, ma quest’anno, invece – forse pochi lo avranno notato –, non abbiamo potuto più distribuire alcunché. Dall’ultima finanziaria, infatti, non sono arrivate risorse per completare una ricostruzione che è sì in grande stato di avanzamento ma che non è ancora ultimata.
Quindi insieme si è ritenuto, attraverso questa mozione, di sollecitare il Governo a non dimenticare gli impegni assunti e a mettere a disposizione nuove risorse.
Siamo consapevoli che all’indomani della presentazione di questa mozione c’è stata la novità drammatica del terremoto abruzzese, però riteniamo che un impegno ancora maggiore ci debba comunque essere.
Questa nostra preoccupazione è la preoccupazione dei Comuni, delle Province, di tutte le Istituzioni regionali. Perché lo stato di degrado che hanno molti beni culturali e molte abitazioni che non sono state ancora ristrutturate, sta aggravando le condizioni di quegli edifici e i costi futuri di ristrutturazione.
Quindi quello che chiediamo con il Consigliere Lippi è che la Giunta regionale – lo dico al Vicepresidente Petrini – si faccia carico di promuovere nell’ambito dell’incontro Stato-Regioni un appuntamento per poter risollevare la questione del terremoto marchigiano.
Non mancano poche risorse, mancano 1.450 milioni, non li vogliamo tutti ma almeno una parte per completare le opere essenziali, quindi quantomeno le prime case che ne sono rimaste pochissime.
Il Consigliere Lippi ha presentato una risoluzione, visto però che coincide nella sostanza, volevo invitarlo a ritirarla e a votare semplicemente la due mozione con l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Va bene la formulazione del Consigliere Comi, quindi votiamo le due mozioni separatamente.

PRESIDENTE. Mozione n. 335. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 342.
Emendamento n. 1 del Consigliere Lippi:
Nel dispositivo integrare il secondo punto nella richiesta di impegno alla Giunta regionale con la seguente disposizione:
“2a) adottare le procedure necessarie a garantire l’utilizzazione nelle costruzioni di edifici pubblici (scuole, ospedali) di tecnologie ad elastomeri atte all’isolamento sismico”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 342, così come emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

A questo punto credo sia opportuno che sciolga la seduta, visto peraltro che il numero dei presenti è abbastanza scarso.

La seduta termina alle ore 12,35