Resoconto seduta n.22 del 24/01/2006
La seduta inizia alle 10,50



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 23 del 17 gennaio 2006.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 57 del consigliere Brandoni: «Vertenza dei metalmeccanici»;
— n. 58 dei consiglieri Badiali, Benatti e Bucciarelli: «Potenziamento collegamenti marittimi nell’Adriatico».



Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo l’assessore Giaccaglia.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che nella seduta odierna tratteremo soltanto gli atti ispettivi — interrogazioni, interpellanze e mozioni — e che non è prevista la seduta pomeridiana.



Interrogazione (Svolgimento): «Grave episodio accaduto presso l’ospedale San Salvatore di Pesaro» D’Anna (98)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 98 del consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Si tratta di un episodio che si riferisce a un po’ di tempo fa, rispetto al quale faccio presente, intanto, che i confronti verbali tra dirigenti che si sono sviluppati all’interno dell’azienda ospedale San Salvatore non possono essere oggetto di verifica e di provvedimenti da parte dell’assessorato, tant’è che a noi non risulta che siano stati presi provvedimenti di alcun tipo da parte della direzione aziendale o che si siano verificati problemi assistenziali che derivassero da questi colloqui, a seguito degli scontri verbali cui l’interrogazione del consigliere D’Anna fa riferimento. Peraltro non è intervenuta alcuna richiesta di “sostegno” da parte della dott.ssa Catalano, che tra l’altro ho incontrato recentemente e nei cui confronti si è rappresentato l’apprezzamento regionale per l’attività assistenziale e di ricerca che svolge, alla quale la fiducia non è mai venuta meno. Si ritiene pertanto un po’ forzata una interrogazione su un colloquio certamente animato, che verosimilmente, dentro un sistema complesso qual è quello dell’organizzazione sanitaria, sta dentro il novero delle possibilità che ciò accada.
Mi pare di dover registrare questo, perché nessuno a noi ha chiesto di intervenire, abbiamo preso atto, abbiamo discusso, non c’è stata richiesta di sostegno, l’episodio è stato chiarito e credo che vada annoverato fra i normali colloqui di lavoro, in quel caso forzato, dovuto un po’ ai caratteri, un po’ alla situazione di tensione che lì c’era, per cui credo che rimanga questo. Peraltro mi pare che la cosa, alla fine, sia stata anche superata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. La risposta non è assolutamente soddisfacente, nel senso che non si può dire che non è accaduto niente, se i quotidiani locali riportano che la Catalano dice “Mi ha minacciata, mi ha urlato in faccia per 25 minuti il direttore sono io, lei se ne stia nei limiti, altrimenti ci saranno provvedimenti a suo carico”. Dice ancora la Catalano: “Ho provato a chiedere: scusi, quali provvedimenti?”. Il direttore risponde “Lo so io. Poi, lei non può fare la spia, con i giornali, delle cose di cui acquisisce conoscenza come medico professionista”.
Credo che queste siano delle parole gravissime che non sono assolutamente tollerabili. Credo che la risposta che ha dato l’assessore non sia assolutamente adeguata a quello che è accaduto. Se poi non c’è stata una continuità da parte della Catalano, la cosa mi preoccupa ancora di più, perché non si esce sui quotidiani con affermazioni così gravi e poi, d’improvviso, tutto scompare. E’ un sistema che credo debba come minimo insospettire ma anche preoccupare, perché non è tollerabile che alcun dipendente, alcun professionista venga trattato in questo modo in qualsiasi realtà, in particolar modo se l’ambiente è così delicato come quello della sanità dove la gente credo abbia tutto il diritto di sentirsi nelle mani di professionisti che operano in tutta tranquillità. Questo episodio credo che non sia l’unico, perché poi ci sono stati anche altri episodi di minore gravità, però segnalano un forte disagio all’interno di una struttura che spesso viene messo a tacere in due modi: uno, evitando di dare un seguito non tanto alle polemiche ma a dei provvedimenti disciplinari, perché non credo che questo sia un atteggiamento giusto; l’altro, che potrebbe essere quello di un “vogliamoci bene”, con altre finalità e altri obiettivi.
Quindi non sono assolutamente soddisfatto della risposta, ma credo che non lo siano soprattutto i cittadini quando si vengono a trovare di fronte a delle polemiche così gravi, che riguardano un settore così delicato.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l’aula sul modo in cui oggi impegneremo il nostro tempo. Faremo le interrogazioni per un’ora, seguiranno la nomina, la proposta di regolamento e due mozioni, perché dobbiamo concludere in mattinata un ordine del giorno per il quale ci sono degli impegni della Conferenza dei presidenti di gruppo. Qualora residuasse del tempo ulteriore riprenderemo con le interrogazioni.



Interrogazione (Svolgimento): «Tentativi di acquisto delle sedi di rappresentanza della Regione Marche a Roma e Bruxelles” Castelli (79)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 79 del consigliere Castelli. Risponde, per la Giunta, l’assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La verifica dell'esistenza di gravami ipotecari sull'immobile individuato come possibile nuova sede di rappresentanza delta Regione Marche a Roma è stata fatta tempestivamente, cioè prima di procedere al versamento della caparra confirmatoria. Come in ogni contratto, si verificano le condizioni catastali e ipotecarie esattamente prima di versare il primo euro. Fatta tale verifica, nessuna caparra è stata versata, quindi nessun danno è stato arrecato all’Amministrazione regionale. Non è stato fatto alcun errore nella previsione della spesa da sostenere per l’acquisto della sede di Bruxelles.
Al momento della predisposizione dell'assestamento del bilancio 2004 (inizio giugno 2004) il servizio, su richiesta della Presidenza della Giunta, proponeva uno stanziamento di euro 3.900.000 (capitolo 10308403) per l'acquisto della sede di Bruxelles. Tale cifra era la risultante, per le Marche, di una serie di valutazioni e verifiche fatte insieme alle altre Regioni (Regione Toscana capofila) sul valore dell'immobile da acquistare.
Nelle settimane immediatamente successive veniva segnalata, sempre dalla Presidenza della Giunta, la necessità, per finita locazione e in presenza di una richiesta elevatissima di aumento del canone, di acquistare immediatamente la sede di Roma, secondo una previsione di spesa di euro 2.525.000, che pertanto diventava la vera priorità rispetto a Bruxelles.
Sulla base di questa novità il servizio patrimonio, ormai alla vigilia (fine giugno) della formale presentazione della proposta di legge di assestamento in Giunta e nell'impossibilità di adeguare lo stanziamento originario di euro 3.900.000, scomponeva la richiesta di autorizzazione alle spese rispettivamente in euro 2.525.000 per l'acquisto della sede di Roma e in euro 1.375.000 (la somma rimasta a disposizione) per l'acquisto della sede di Bruxelles, lasciando l'intero importo nello stesso unico capitolo 10308403.
Occorre aver presente, pertanto, che la somma di euro 1.375.000 non costituiva la previsione di spesa complessiva per la sede di Bruxelles, ma solo la cifra che rimaneva a disposizione nel bilancio 2004 per tale acquisto; l'integrazione ditale stanziamento residuale sarebbe avvenuta con il bilancio di previsione 2005.
Dopo l'approvazione dell'assestamento del bilancio (agosto 2004), saltava, per le ragioni già chiarite, l'acquisto della sede di Roma e quindi non veniva impegnato lo stanziamento di euro 2.525.000, mentre veniva impegnata entro il 31/12/2004 la somma (parziale) di euro 1.375.000 rimasta a disposizione per acquistare la sede di Bruxelles.
Al momento della predisposizione del bilancio di previsione 2005 e del relativo POA, essendo ormai inequivocabilmente chiusa la prospettiva dell'acquisto della sede di Roma, il servizio decideva di non aumentare lo specifico stanziamento rimasto in bilancio (euro 1.375.000) rimandando l'operazione di spesa ulteriore, al momento in cui sarebbe stato recuperato il residuo di stanziamento di euro 2.525.000 non impegnato per la sede di Roma.
Cosicché nel marzo 2005, dovendosi procedere al completamento della spesa per l'acquisto della sede di Bruxelles, il cui valore, per la quota di compartecipazione della Regione Marche, era stato quantificato in euro 3.478.000 (si veda al riguardo anche la risposta fornita il 2 febbraio 2005 dall'assessore Agostini all'interrogazione n. 1147), ed essendo nel frattempo con decreto del dirigente del servizio Ragioneria confluita nel capitolo 10308403 la somma di euro 2.525.000 come residuo di stanziamento (ex art. 58 della L.R. 31/2001), la Giunta regionale impegnava con deliberazione tale importo.
Infine la legge di assestamento di bilancio 2005 (art. 7 lett. g) stanziava ulteriori euro 123.000 a saldo dell'acquisto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Le precisazioni del dott. Marcolini, al di là della loro oggettività numerica non fanno che confermare le valutazioni fatte dal sottoscritto nel contesto dell’interrogazione, che innanzitutto ha voluto evidenziare una significativa dose di improvvisazione nella cosiddetta politica immobiliare di questa nostra Regione, che due anni fa ipotizza l’acquisto della sede di Roma, acquisto che non si concretizza perché, dopo che la ragioneria aveva addirittura autorizzato l’erogazione della caparra confirmatoria — e siamo, dati alla mano, sul finire del 2004 — ci si rende conto che in realtà quell’immobile per cui erano state portate avanti anche trattative, in realtà era gravato da ipoteche. E’ lecito pensare che quando si deve procedere ad un acquisto, soprattutto da parte di un ente pubblico, queste valutazioni normalmente si fanno prima e non dopo, tanto che la cronaca narra anche di una verifica e di una sorpresa quasi fatta al 90° minuto, quando i funzionari della Regione erano ormai quasi sulle scale che li avrebbero condotti all’ufficio del notaio. Rimane quindi un giudizio abbastanza incredulo e stupito su questo aspetto della vicenda, ma rimane ancora più incredulo e stupito per quanto riguarda poi la decisione di prendere anche i cosiddetti “risparmi”, i soldi non pagati per la sede di Roma e usarli per Bruxelles, con una spesa significativa importante, che si avvicina agli 8 miliardi di lire, per una finalità sulla cui correttezza ed opportunità, ora che viviamo in tempi di vacche magre, lascio ai consiglieri regionali di opposizione fare le proprie valutazioni. Recentemente in Commissione bilancio abbiamo sentito le lamentazioni giaculatorie di chi dice “ci sono pochi soldi, dobbiamo tagliare”, ma appena l’anno scorso si sono spesi 8 miliardi per avere una parte della nostra sede di Bruxelles.
Questo voglio censurare. Voglio in particolare evidenziare come, in tempi così difficili, in situazioni economiche così risicate, a mio modo di vedere questo investimento è stato assolutamente sbagliato e inopportuno.
A questo riguardo vi vorrei leggere, proprio perché credo che questo tipo di intervento della Regione sia assurto ormai a carattere emblematico di come non si dovrebbero spendere i soldi pubblici, un passo di un libro — poi vi dirò di chi è — però soprattutto ai colleghi diessini vorrei ricordare come due autorevoli autori, recentemente, proprio parlando di questo vezzo delle Regioni di fare politica estera, scrivevano che “L’attenzione dell’opinione pubblica è stata richiamata in questi mesi da sprechi e abusi verificatisi nelle Amministrazioni regionali. Le reazioni sdegnate e offese che ne sono seguite da parte di alcuni diretti interessati non hanno smentito dati di fatto che sono ingiustificabili”. Così sono definite queste spese: ingiustificabili. “In primo luogo — dicono i due autori di cui poi vi svelerò l’identità — ci sono le ambasciate regionali. In nome di un malinteso federalismo che le induce a considerarsi come dei piccoli stati, le 20 Regioni italiane hanno aperto negli ultimi anni mini ambasciate a Bruxelles, a Roma e qualcuna anche in stati esteri. Un’inchiesta del quotidiano La Stampa su questo malcostume di acquistare le ambasciate regionali all’estero ha riferito che a Bruxelles lavorano a tal fine oltre 100 persone e sono dipendenti in più rispetto a quelli già distaccati dalle Regioni. Bene ha fatto Ottaviano del Turco, eletto lo scorso anno governatore dell’Abruzzo, a decidere di vendere la sede di Bruxelles e destinare il ricavato ad una politica europea veramente attiva”. Stando ai dati raccolti alla fine del 2003, in un dossier realizzato dal centro di ricerche LaPolis di Ilvo Diamanti, caro a questo Consiglio regionale, perché sappiamo che spesso e volentieri è proprio da LaPolis che avvengono direttive e indicazioni utili, tutte le sedi sono come palazzetti storici sontuosi e questa storia secondo cui emerge una pagina brutta del malcostume regionale, è definita in questo modo — lo dico ai pochi colleghi diessini che ci sono — da Cesare Salvi e Massimo Villone, senatori Ds che hanno scritto questo libro che io voglio consigliare a tutti, che stabiliscono come il malcostume regionale, da sinistra, si concretizza per l’appunto in queste attività inopportune e ingiustificate, che in tempi di vacche magre portano all’acquisizione di beauty farm istituzionali piuttosto che di agenzie in quel di Pechino, che poco o nulla a che fare hanno con le nostre missioni istituzionali che, soprattutto in tempi di magre, dovrebbero richiedere invece morigeratezza, prudenza e soprattutto più rispetto per i soldi pubblici.




Interrogazione (Svolgimento): «Ipotesi di soppressione del volo Ancona-Londra» Bugaro (109)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 109 del consigliere Bugaro. Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli.

Fabio PISTARELLI. In relazione all’interrogazione sulla soppressione del volo Ancona-Londra, quanto è stato detto non risponde al vero in quanto la compagnia Ryan Air non ha mai manifestato la volontà di sopprimere il collegamento Ancona-Londra, anzi nel mese di giugno 2005 è stato rinnovato il contratto con Aerdorica per altri cinque anni.
Per quanto riguarda la richiesta da parte di Ryan Air al servizio turismo di un contributo per un inserimento nel loro sito web del nostro link d’uscita per un certo periodo della nostra pubblicità sulla loro rivista, la richiesta è stata di 100.000 euro. La proposta, così come le altre richieste pervenute per la programmazione a sostegno del settore per il 2006 è in fase di valutazione da parte del competente servizio, tenendo anche conto delle risorse finanziarie che ci sono state messe a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta, perché quando ho presentato questa domanda sembrava che il rapporto fra l’Aerdorica, la Regione Marche e la Ryan Air fosse abbastanza incrinato. Quando l’assessore mi dice che non risponde al vero, io ho prove documentali scritte che dimostrano una certa sofferenza, all’epoca, da parte di Ryan Air che lamentava la mancanza di risposte nonostante le tante domande, le tante e-mail, le tante lettere, le tante telefonate che venivano fatte per cercare un contributo, per allargare e per condurre in porto la questione, cioè il mantenimento della linea. Non posso che essere soddisfatto del fatto che il rapporto e la tratta siano mantenuti perché fondamentali alla vita del nostro territorio, allo sviluppo delle nostre relazioni culturali e commerciali.
Mi sia consentito anche continuare a denunciare la situazione dell’Aerdorica che è priva di qualsiasi piano industriale, che sta bruciando denari pubblici, oltre che privati. I privati fanno quello che vogliono con il loro denaro, per il pubblico non è così. La Giunta regionale si sta disinteressando di queste cose e si è messa la coscienza a posto semplicemente stanziando delle somme per ripianare i futuri debiti che si continuano a generare con l’attuale gestione. Tra l’altro le nomine del consiglio di amministrazione, secondo noi sono anche illegittime, perché sono completamente fuori dagli schemi regolamentari, normativi e legislativi. Tutti si stanno disinteressando, ci sono queste fantomatiche trattative con privati ma sono fuori da ogni logica di sviluppo e di una dinamica di crescita e di una linea politica che mi sembra non esistere per quello che riguarda il trasporto aereo in questa regione. A questo proposito ho chiesto al presidente della III Commissione di avviare a norma dell’art. 105 del regolamento, un’indagine conoscitiva mediante l’audizione dei vertici nelle Commissioni congiunte, co-interessate a questo problema, perché mi sembra che l’Assemblea legislativa delle Marche, oltre che la Giunta, si stiano completamente disinteressando di un aspetto che è fondamentale per la crescita del nostro territorio, che brucia circa 500.000 euro di perdite al mese e non mi sembra che sia più tollerabile questa situazione, che mi sembra aleggiare e che nessuno vuol affrontare. Capisco che il tema è scomodo ma è determinante per il nostro territorio. Sarebbe ora che qualcuno si attivasse in maniera concreta.
Voglio ricordare che lei assessore, nel mese di giugno — sono passati sette mesi — mi disse che entro pochi giorni sarebbe stato presentato il piano industriale. Vorrei capire dov’è il piano industriale di Aerdorica: da giugno abbiamo continuato a bruciare circa 500.000 euro al mese e a casa mia 5x6=30, cioè 3 milioni di euro, di cui oltre 1,5 milioni dei cittadini marchigiani. Complimenti!



Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazione di un metanodotto che attraversa in alcuni tratti il territorio marchigiano» Mollaroli e Altomeni (147)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 147 dei consiglieri Mollaroli e Altomeni. Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In merito alla interrogazione di cui all'oggetto, do una risposta congiunta a nome mio e dell’assessore Carrabs, perché riguarda in parte la questione ambientale e in parte la questione urbanistica.
Attualmente presso il servizio ambiente e difesa del suolo sono attivati tre procedimenti di valutazione di impatto ambientale di competenza statale, riguardanti un progetto per la realizzazione del metanodotto nazionale, linea Brindisi-Minerbio che interessa il territorio marchigiano in tre tratti: Sulmona-Foligno, Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio.
La procedura di V.I.A. ha lo scopo di verificare gli eventuali impatti derivanti dalla realizzazione dell'intervento in questione con l'obiettivo di salvaguardare e tutelare l'ambiente, nel caso particolare l'ambiente delle zone montane.
Allo stato attuale siamo in attesa di ricevere le integrazioni e approfondimenti richiesti tramite il Ministero dell'ambiente per il tratto Foligno-Sestino e per il tratto Sestino-Minerbio..
Gli approfondimenti richiesti relativamente al tratto Foligno-Sestino riguardano le criticità di un tratto (dal Km 94.600 al Km. 96.600) caratterizzato da particolari affioramenti geologici e morfologici.
Riguardo al tratto Sestino-Minerbio sono state richieste integrazioni relative all'aspetto paesaggistico, naturalistico ed agli aspetti di impatto che si verranno a creare in fase di cantiere.
Infine, per il tratto Sulmona-Foligno siamo nella fase di elaborazione degli approfondimenti da richiedere e si sta predisponendo un sopralluogo che verifichi le eventuali criticità ambientali con le quali il tracciato interferisce.
Si rileva che la mancanza di una concertazione Stato-Regione per questa tipologia di impianti a carattere nazionale ed una valutazione strategica di piano, rende difficile modifiche di tracciato rendendolo quasi blindato.
Si fa presente inoltre, che la P.F. Urbanistica, nelle date 05.10.2005 e 03.11.2005 ha ricevuto da parte del Ministero delle infrastrutture e trasporti due richieste per l'accertamento della conformità urbanistica ai fini dell'intesa Stato-Regione ai sensi dell’art. 81 del DPR n.616/77 (così come modificato e integrato dal DPR n.383/94) rispettivamente per il metanodotto "Sulmona-Foligno", interessante il territorio marchigiano per alcuni tratti nei Comuni di Serravalle di Chienti e Visso in provincia di Macerata, e per il metanodotto "Foligno-Sestino" che attraversa per alcuni tratti il territorio marchigiano nei comuni di Apecchio, Borgo Pace e Mercatello sul Metauro in provincia di Pesaro.
Con note rispettivamente del 18.10.2005 e del 09.11.2005, avendo nel contempo comunicato l'avvio dello specifico procedimento regionale, è stato chiesto ai Comuni interessati di verificare la conformità dell'intervento agli strumenti urbanistici comunali e, in caso di non conformità, di esprimere il loro parere con delibere di Consiglio comunale.
Al momento attuale è pervenuta unicamente risposta dal Comune di Mercatello sul Metauro che ha formulato parere favorevole con prescrizioni mediante Del. C.C. n.42 del 29.11.2005.
L’istruttoria di competenza, pertanto, non e' ancora conclusa e si attende l'espressione dei rimanenti Comuni per poter definire la fase regionale del procedimento ai fini dell'intesa stato sugli interventi.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Sono parzialmente soddisfatta di questa riposta, perché ritengo che la Regione potrebbe avere un ruolo più attivo in questa vicenda. Ovviamente nessuno mette in discussione l’opera in quanto tale. In questi giorni in cui stiamo discutendo seriamente della presenza e della possibilità di avere a disposizione metano nel nostro territorio nazionale, credo che sia assolutamente fuori luogo.
La mia parziale soddisfazione deriva dal fatto che sono praticabili, a parere di soggetti e di istituzioni territoriali — mi riferisco in particolare alla Comunità montana del Catria e Nerone e ad altri Comuni — percorsi alternativi a quelli indicati dalla Snam Progetti, quindi noi vorremmo un ruolo più attivo della Regione da questo punto di vista: sì all’impianto, ma valutare con attenzione la possibilità di percorsi alternativi.
Voglio ricordare che questo tracciato che attraverserà per centinaia di chilometri la nostra regione, è un tracciato di oltre 5 metri di profondità, una trincea di oltre cinque metri di profondità, con 40 metri di larghezza, quindi mi pare che l’impatto di natura ambientale sia assolutamente forte. Noi vorremmo che la Regione attivasse i sopralluoghi con grande attenzione. Non ho ragione di diffidare dei tecnici, però vorrei che la politica vigilasse anche su questo, cioè se davvero i sopralluoghi tenuti sono stati fatti con scrupolosità necessaria, e venisse assolutamente valutata la possibilità di considerare percorsi alternativi così come i territori suggeriscono.
Vorrei inoltre che si verificasse la funzionalità delle conferenza di servizi, perché non tutti i soggetti istituzionali sono stati presenti e mi riferisco in particolare alla Comunità montana del Catria e Nerone che ovviamente è interessatissima, perché un tratto del percorso del metanodotto attraversa proprio questo territorio.
Quindi, pur conoscendo le difficoltà ad agire in questo terreno, però la Snam Progetti, essendo anche una società a partecipazione pubblica, deve ovviamente concertare con i soggetti pubblici questo tracciato.
Tra l’altro qui è presente anche l’assessore alla montagna Carrabs, di provenienza politica dei Verdi. I Verdi, Legambiente pochi giorni fa hanno fatto una lettera al presidente della Giunta regionale in cui si ricordano alcune coerenze del programma con il quale ci siamo presentati agli elettori: vi prego di vigilare sugli uffici perché i sopralluoghi siano fatti con la dovuta scrupolosità e la possibilità anche di ragionare su percorsi alternativi così come suggerito dai territori e quindi di attivarsi presso la Snam Progetti per riuscire a portare a casa questi risultati.



Interrogazione (Svolgimento): «Ponte di Villa Potenza di Macerata. Procedure per affidamento progettazione e lavori di ripristino» Pistarelli (81)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 81 del consigliere Pistarelli. Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. La P.F. denominata "Verifica delle procedure di evidenza pubblica ed Osservatorio dei lavori pubblici", alle dipendenze nazionali dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici (e non della Regione Marche), ed ai sensi e per gli effetti dell'articolo 4 della legge n. 109/1994, che raccoglie i dati relativi ai lavori pubblici affidati sul territorio regionale da qualunque amministrazione aggiudicatrice, o soggetto aggiudicatore o realizzatore rientrante nell'ambito soggettivo di cui all'articolo 2 della legge stessa, verificato che la Provincia di Macerata aveva inviato, in data 19 agosto 2005, all'Osservatorio dei lavori pubblici ex articolo 4, comma 10, lettera c), della legge n. 109/i994 (e, per esso, alla medesima struttura regionale), i dati previsti, ha avviato apposita attività istruttoria che si è conclusa con una relazione (n. 36823 del 18 novembre 2005) al servizio ispettivo dell'Autorità per la vigilanza sui lavori.
Sulla base ditale relazione, il predetto servizio ispettivo ha avviato una propria indagine (nota n. 50822 del 14 dicembre 2005) i cui esiti non sono noti.
Per il dettaglio delle risultanze dell'attività istruttoria della struttura regionale, conclusasi, come detto, con la segnalazione della fattispecie all'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, occorre rivolgersi all'Autorità medesima, ai sensi dell'articolo 4, comma 6, terzultimo periodo, della legge n. 109/1994.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Assessore, questa è la risposta più incredibile che io abbia mai ascoltato in dieci anni di Consiglio regionale. La Regione Marche non sa rispondere a questo quesito e ci dice che dobbiamo rivolgerci direttamente all’autorità per la vigilanza, noi, io consigliere regionale. E gli uffici della Giunta che dovrebbero essere gli interpreti sommi dei lavori pubblici, della materia urbanistica delegata da sempre alle Regioni?
Ricordo pareri autorevolissimi delle Regioni che hanno sbloccato contenziosi o comunque pratiche in itinere. Oggi mi si dice che dobbiamo rivolgerci all’autorità per la sorveglianza dei lavori pubblici, ex art. 104 della legge 109? Noi? Io consigliere regionale? Lo farò senz’altro, assessore, ma penso che la linea più diretta sia la sua, o quella dei suoi uffici.
La questione non è di secondaria importanza. Noi chiediamo se si può applicare o no la procedura di dialogo competitivo, quella seguita per il ponte di Villa Potenza che in un mese e mezzo, “evviva, evviva” — abbiamo letto di fuochi d’artificio, di bande — è stato realizzato. Siamo i primi ad essere soddisfatti, la struttura è stata restituita alla pubblica necessità, perfetto. In un mese e mezzo è stata realizzata l’opera di manutenzione straordinaria. Vorremmo sapere se si applica o no questo tipo di procedura voluta da una direttiva europea, la 2004 non ancora attuata in Italia, perché naturalmente tutte le altre autorità locali, tutti gli altri enti locali potranno avvalersene. Ci sono tanti altri enti locali in attesa di vedere avviate, addirittura, le procedure per importanti opere pubbliche.
Questa è una questione decisiva. Noi accorceremmo tanti tempi, tante lungaggini della pubblica amministrazione con il dialogo competitivo. Vogliamo sapere se si applica solo a Macerata per Villa Potenza o si può applicare per le altre questioni. Mi sembra una questione di grande rilievo, dirimente. Magari! Noi abbiamo qualche dubbio, però, che questo tipo di procedura possa essere effettivamente applicata in tutti i casi analoghi a quello di Villa Potenza.
Ritornerò senz’altro sull’argomento rigirando la questione all’autorità per la vigilanza, per sapere a che punto è l’indagine del servizio ispettivo di cui lei mi dice non sono ancora noti gli esiti. Ritornerò perché vogliamo che ci siano parità di condizioni per tutti. Se in un mese hanno fatto l’appalto, l’assegnazione dei lavori, la realizzazione dei lavori, magari! Tra l’altro il presidente Silenzi, nostro ex assessore, ha dedicato l’ultimo numero della rivista La Provincia quasi interamente a questa opera e all’innovazione che c’è stata per quanto riguarda le procedure; ha dedicato i 4/5 della pubblicazione della Provincia, tra l’altro patinata, con belle pagine a colori, con belle foto ecc. a questa opera, a questa procedura: vogliamo sapere se questa procedura sia un unicum che può essere utilizzato solo dal presidente della Provincia di Macerata oppure può essere effettivamente un percorso fattibile per tutti. Ripeto, la questione non è di secondaria importanza, perché se se ne fa vanto la Provincia di Macerata, allora potremmo anche noi, come Regione Marche, indicare a tutti gli enti locali che questo tipo di procedura può essere assolutamente seguita e assolutamente sperimentata in tutti gli altri casi analoghi. Il modello “ponte di Villa Potenza” finalmente potrebbe essere effettivamente un modello non pro domo propria ma un modello per tutti, se è così efficace, efficiente, trasparente, come nelle esternazioni del presidente della Provincia molto spesso è stato definito.
Ci sembra che per altri aspetti, invece, valgano altre regole, non solo le “Merloni”. Si guardi la vicenda della “Quadrilatero”: solo per fare una conferenza di servizi ci sono tutta una serie di problematiche su chi la convoca, chi è autorizzato, chi non è autorizzato e così via. Qui altro che conferenza di servizi, si è saltato pure il bando. Ci sono stati avvisi, si è fatta una riunione plenaria tra quelli che avevano aderito. Questo il dialogo competitivo: riunioni tra i tecnici delle ditte che volevano partecipare a questo appalto, con i tecnici della Provincia, si sono verificati dei dettagli e si è aggiudicato subito il lavoro, nel giro di dieci giorni, subito, senza avvisi, senza bandi, senza gazzette, senza nulla. Se questa cosa può essere fatta ce lo si dica, perché tante altre realtà, compresa la nostra, compresa quella del rapporto Governo-Regione, perché quali più grandi opere o più importanti opere sono quelle del completamento delle nostre direttrici est-ovest? Quali opere non possono essere definite di necessità, di urgenza, come quelle della “Quadrilatero”?
Ringrazio l’aula per l’attenzione, non ringrazio, purtroppo — ma non me ne voglia — l’assessore, perché mi ha dato una risposta che rimanda ad altre autorità quando la Regione dovrebbe essere in grado di sapere qual è l’orientamento delle altre autorità, come quella per la vigilanza sui lavori pubblici.



Interrogazione (Svolgimento): «Ritardi nella realizzazione dei lavori di completamento ed adeguamento dell'ospedale Augusto Murri di Fermo» Ceroni (151)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 151 del consigliere Ceroni. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Come già ricordato in occasione della risposta ad analoga interpellanza del consigliere nel corso della precedente legislatura, la giunta regionale ha approvato - nel settembre 2001 - l'aggiornamento dello studio di fattibilità complessivo dei lavori che sarebbero stati oggetto del 5°, 6° e 7° stralcio ed il progetto preliminare del 5° stralcio.
Successivamente il direttore del dipartimento servizi alla persona ed alla comunità ha approvato il progetto preliminare del 60 stralcio ( nel settembre 2002) e quello del primo lotto del 7° stralcio (nell'ottobre 2003); questi atti hanno consentito lo sviluppo contestuale della progettazione esecutiva per tutti i lavori che, insistendo sullo stesso corpo di fabbrica, avrebbero potuto essere oggetto di un unico appalto.
Questa opportunità favorisce sicuramente una gestione più razionale dei lavori, sia dal punto di vista economico che sotto l'aspetto funzionale, ma può aver comportato un appesantimento dei tempi tecnici di progettazione.
In ogni caso il direttore generale dell'azienda sanitaria unica regionale ha approvato, con propria determina n.366 del 21 luglio 2005, il progetto esecutivo parziale degli stralci sopra ricordati; la documentazione progettuale dovrà essere successivamente integrata con il piano della sicurezza la cui redazione sarà affidata a conclusione della gara indetta con determina ASUR n. 415 del 10 agosto 2005. L' affidamento dell'incarico mediante gara pubblica si é reso necessario, come si legge nella determina ASUR n. 366/05, in considerazione dell'impossibilità di affidare ulteriori incarichi ai professionisti che hanno redatto il progetto esecutivo, in quanto per ognuno dei tre stralci si supererebbe il limite di euro 100.000,00 posto dalla legge per l'affidamento di incarichi fiduciari.
Una volta completata la documentazione con gli elaborati relativi al piano della sicurezza, il progetto esecutivo dovrà essere presentato al servizio lavori pubblici per acquisire l'approvazione regionale che costituisce titolo per l'utilizzo dei finanziamenti disponibili.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Questa storia è veramente paradossale. Siamo di fronte a un accordo di programma stipulato tra il Governo e la Regione Marche del 28 febbraio 2000. Oggi siamo vicini al 28 febbraio 2006. Sono passati esattamente sei anni da quando il Governo ha assegnato alla Regione Marche le risorse necessarie per completare l’ospedale di Fermo.
Nell’interpellanza che ho fatto nella precedente legislatura, la Giunta regionale aveva preso precisi impegni, cioè i progetti esecutivi del 5°, 6° e 7° stralcio sarebbero stati predisposti tra aprile 2002 e dicembre 2003. Rispetto a queste date siamo fuori altri tre anni. Come è pensabile che per realizzare un’opera pubblica di appena 18 miliardi di vecchie lire occorrono sei anni di tempo? Mi domando chi ripagherà i cittadini del Fermano dei disagi del mancato completamento dell’ospedale? Chi farà fronte ai maggiori costi? Qui ci sono sindaci autorevoli come Agostini il quale sa che un conto è realizzare un’opera nel 2000 e un conto nel 2006. E’ possibile che in questa regione nessuno si faccia carico delle proprie responsabilità?
In questa maniera, non completando l’ospedale, abbiamo procurato un disagio, abbiamo aumentato i costi, abbiamo ritardato la razionalizzazione della rete ospedaliera, perché se l’ospedale di Fermo fosse stato completato, certamente avremmo potuto già ridurre gli ospedali in giro: Montegiorgio, Montegranaro, Porto San Giorgio, ospedali che dovranno essere chiusi nel momento in cui sarà completato l’ospedale di Fermo. Se la sanità non funziona, anche per carenza di risorse, ci sono responsabilità precise della Giunta regionale. L’ospedale di Fermo va completato quanto prima. Dopo sei anni da quando sono state assegnate le risorse, è impensabile che non si riesca a realizzare l’opera. Mi aspettavo, questa mattina, un impegno più preciso, nel senso di dire “è vero che hanno sbagliato i nostri predecessori, però oggi ci impegniamo a dire che fra sei mesi partiranno i lavori, la ditta ha 15 mesi per realizzarli...”. Cerchiamo di essere almeno un po’ più seri sulle cose dove è possibile esserlo, perché ci sono cose che non dipendono da noi, che sono imponderabili, ma qui c’è un finanziamento di sei anni, ci sono dei progettisti incaricati, è ridicolo che si dica “abbiamo perso tempo perché abbiamo dovuto fare la gara per assegnare a progettisti esterni la sicurezza”. Ognuno sa, dalla 626 che quando si fa un progetto bisogna nominare i responsabili della sicurezza. Però ce ne accorgiamo alla fine, quando dobbiamo partire con l’opera. Chiamiamo allora i responsabili della Asl di Fermo a rispondere di queste cose, perché mi pare che lì si liquidino anche le incentivazioni corrispondenti al raggiungimento degli obiettivi. Mi pare che obiettivi fondamentali quali sono quelli della realizzazione dei lavori di completamento di quell’ospedale non sono stati raggiunti. Qualcuno, su questo, deve rispondere.
Mi auguro che torneremo ancora sull’argomento, magari mettendo nero su bianco i tempi, per l’inaugurazione di questa importante opera per il fermano.



Interrogazione (Svolgimento: «Problematiche esistenti presso l'ospedale di Recanati» Viventi (165)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 165 del consigliere Viventi. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Premesso che i plessi ospedalieri di Civitanova Marche e Recanati costituiscono, sin dal 1996, un presidio ospedaliero unico, secondo quanto previsto sia dalla normativa vigente sia dalla programmazione regionale, si ritiene che le problematiche di Recanati non possano essere trattate separatamente da quelle di Civitanova, ovviamente analoghe problematiche sorgerebbero per Civitanova Marche stessa.
Relativamente alle affermazioni avanzate nell'interrogazione del Presidente del gruppo Udc occorre fare le seguenti precisazioni.
Sulla questione dell'avvicendamento continuo e ravvicinato dei primari di medicina e chirurgia, i fatti smentiscono quanto sostenuto, infatti per la struttura complessa di chirurgia, il dott. Corradini, dimissionario dal primo novembre 2005 ed ancora in aspettativa, ha ricoperto tale incarico fin dal 1998 (quindi 7 anni). Per la medicina, l'incarico precedente alla dott.ssa Sturbini, attualmente in aspettativa, è durato ben 5 anni.
Sul punto inerente il servizio di radiologia e quello del laboratorio analisi ritenuti privi di responsabili di struttura complessa da moltissimo tempo, va esplicitato che l'unità operativa del laboratorio analisi di Recanati è regolarmente ricoperta e che il servizio di radiologia a Recanati non è previsto come unità operativa complessa autonoma, per cui non si deve procedere alla copertura di nessun "primariato", in quanto l'incarico è svolto dal Dr. Galassi su entrambi i servizi: quello di Civitanova Marche e quello di Recanatì.
Sull'aspetto relativo alla presenza a Recanati di un solo responsabile di struttura complessa su sei reparti occorre evidenziare che i posti di chirurgia e medicina non possono al momento essere considerati vacanti, in quanto su ambedue i titolari sono assenti solo per aspettativa, regolarmente riconosciuta da contratto di lavoro, in caso di copertura d'analogo incarico in altra sede pubblica.
L'incarico di direttore dell'unità operativa complessa di pediatria è regolarmente ricoperto dal 1996 dallo stesso professionista, parimenti dicasi per l'unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia per la quale è previsto un unico direttore per i due plessi ospedalieri.
Per quanto riguarda le liste di attesa va tenuto conto che secondo l'accordo Stato-Regioni dell'11 luglio 2002, occorre rispettare termini pari dì 30 giorni per le visite e di 60 giorni per le prestazioni di diagnostica strumentale, nell'ambito dell'intera Zona e non nei singoli presidi. In realtà per un esame TC senza e con contrasto il tempo di attesa è di 50/55 gg. a Recanati e 37 gg. a Civitanova Marche.
Resta comunque inteso che esiste un percorso veloce per le richieste ritenute urgenti da parte dei medici di famiglia.
Tutto ciò premesso, risultano attualmente coperti tutti gli incarichi. Le iniziative che sono state intraprese riguardano la copertura gli incarichi delle strutture complesse di medicina e di chirurgia, di cui sono stati banditi i concorsi, seppur non ancora espletati, in attesa della scadenza dell'aspettativa obbligatoria per legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Assessore, la ringrazio per le informazioni che mi ha reso. Lei mi dice “è vero che attualmente non ci sono i primari di medicina e chirurgia perché sono in aspettativa”. Sono situazioni particolari che non conosco e ci sono altre situazioni che lei ha accennato, per cui non sembrerebbe del tutto veritiero quanto da me esposto nella mia interrogazione. Il senso che bisogna dare a questa mia interrogazione è che la preoccupazione per gli abitanti di Recanati è che il proprio ospedale si trovi a vivere questo momento in una situazione di precarietà, perché mancano dei primari, perché il pronto soccorso è in una situazione di un certo tipo. Si dice allora che si rafforza l’ospedale di rete di Civitanova e l’ospedale di Recanati rimane indietro. Io ho anche detto, a questi amici, che bisogna essere anche molto realisti. Io non sono un venditore di fumo per professione, quindi non riesco a farlo nemmeno in politica. Bisogna essere coscienti che la situazione è tale, anche dal punto di vista economico-finanziario, per cui alcuni sacrifici, alcune decisioni che consentano la sopravvivenza di questi ospedali in maniera decente, senza pensare di fare voli pindarici, sono necessarie.
Credo che la soluzione potrebbe anche essere quella che in un’armonica visione del problema con Civitanova è inutile rafforzare o creare medicine, chirurgie doppie o forti a distanza di 25-30 chilometri, quanto rivedere, riconvertire questi ospedali dando loro delle finalità, delle specializzazioni che magari, nella zona vicina non ci sono. Questo potrebbe dare anche un senso aziendale, economico alla sussistenza di questi ospedali. L’interrogazione serviva soprattutto per richiamare l’attenzione della Giunta regionale rispetto a questo problema.



Interrogazione (Svolgimento): «Misure urgenti in materia di risparmio energetico e contenimento dell'inquinamento luminoso» Binci (162)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 162 del consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In risposta ai due quesiti posti nell'interrogazione dal consigliere Binci, si precisa quanto segue:
Allo scopo di rendere operativa la L.r. 10/2002 si intende predisporre, con il concorso dei servizi regionali competenti, una proposta di modifica delta legge, volta ad introdurre i correttivi necessari per superare gli elementi di incertezza indicati al punto 2.
Per fare in modo che i Comuni possano accedere in tempi brevi ai finanziamenti, sì propone che l'approvazione della legge di modifica avvenga contestualmente a quella del regolamento attuativo.
Sin dall'entrata in vigore della l.r. 10/2002 le strutture tecniche dell'Assessorato Ambiente, pur in pendenza del ricorso alla Corte Costituzionale promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, si erano attivate redigendo una prima ipotesi di regolamento. In data 30 aprile 2004 è pervenuta copia della sentenza della Corte Costituzionale n. 112 del 25 marzo 2004, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'articolo 10 della l.r. 10/2002. Dal dispositivo della sentenza risulta che il ricorrente, nell'imminenza dell'udienza, aveva delimitato la materia del contendere al solo articolo 10, abbandonando le rimanenti censure, concernenti gli articoli 2, comma 1, lettera a), e comma 2; 6 comma 1; comma 2, nonché l'allegato B, punti 7 ed 8, della legge.
Dalle riflessioni e dagli approfondimenti tecnici conseguenti all'emanazione della sentenza è emerso che la l.r. 10/2002 presenta elementi di debolezza che rendono difficile la stesura del regolamento attuativo senza apportare modifiche alla legge stessa, in particolare: nel testo di legge non c'è alcun richiamo ai parchi e alle riserve naturali istituiti in base alla legge 394/1991, ma si fa esplicito riferimento soltanto alla tutela delle aree naturalistiche protette istituite in base al piano triennale delle aree naturalistiche protette (PTRAP) (cfr.: articolo 4, comma 1, lettera e); articolo 7, commi 3 e 4; articolo 8, comma 2 punto 9 dell'allegato B). Si ritiene quindi opportuno estendere a tutti i parchi e le riserve esistenti nella nostra regione la tutela; che attualmente è circoscritta alle sole riserve naturali regionali orientate di Ripa Bianca, in Comune di Jesi, e della Sentina, in Comune di San Benedetto del Tronto. La l.r. 10/2002 non attribuisce alcun ruolo alle Province, nonostante i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, sanciti dall'articolo 118 della Costituzione, per assicurare l'esercizio unitario delle funzioni amministrative. Alcuni degli adempimenti previsti dalla l.r. 10/2002 sono di natura ordinatoria e la loro attuazione appare legata a valutazioni di opportunità da parte degli organi competenti ad effettuarli (cfr.: articolo 7, comma 1; articolo 3, comma 1, lettere f), i), g) e h);
Alcune disposizioni direttamente applicabili da parte dei Comuni. sono legate, con un sistema articolato di rinvii, alle sanzioni di cui all'articolo il della l.r. 10/2002; poiché tali disposizioni prevedono sì prescrizioni per la generalità degli impianti, ma non termini temporali, risulta infine incerta la possibilità di irrogare sanzioni a chi non vi ottempera (cfr.: articolo 7, comma 4; articolo 13, commi i e 2; articolo 11, comma).
Tutto ciò premesso, si informa il Consiglio che il Servizio Ambiente e Difesa del Suolo sta già lavorando ad una proposta di modifica della l.r. 10/2002 con la quale tra l'altro: si estenderà la tutela a tutte le aree naturale protette istituite ai sensi della legge
394/1991; si introdurranno criteri di tutela degli osservatori astronomici che tengano conto della loro collocazione sul territorio; saranno fissati termini temporali per l'attuazione delle disposizioni di legge; saranno stabilite sanzioni certe per chi non ottempera alle prescrizioni; saranno introdotti compiti specifici da assegnare alle province; saranno stabiliti criteri più efficaci per l'assegnazione dei finanziamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio l’assessore per la risposta. Ricordo che la legge 10 del 2002 promuoveva la riduzione dell’inquinamento luminoso nonché il risparmio energetico su tutto il territorio regionale, attraverso la razionalizzazione degli impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati.
Quello che avevo fatto rimarcare nell’interrogazione, è che da tre anni questa legge prevede la realizzazione di piani di illuminazione pubblica nei comuni e che prevede un risparmio intrinseco di energia. Una messa a norma degli impianti di illuminazione pubblica permette un risparmio energetico che consente di finanziare il rinnovo di tutta l’illuminazione pubblica. E’ quindi un progetto che si autofinanzia. Di cosa ha bisogno questo progetto di messa a norma di tutti gli impianti di illuminazione pubblica? Ha bisogno che ci sia una progettazione e questo manca ai Comuni. Questo permette questa legge.
Nell’interrogazione ho rilevato che erano stanziati, nel 2005, 200.000 euro. Con l’assestamento sono stati sottratti 80.000 euro e sono rimasti disponibili 120.000 euro. Al di là degli aggiustamenti che dovranno essere fatti alla legge, ritengo che questi 120.000 euro possano comunque essere utilizzati e dati ai Comuni in attesa del regolamento di attuazione con le norme transitorie che sono previste all’interno della legge stessa, quindi si potrebbe attivare un bando per il finanziamento di 4-5 piani di illuminazione pubblica — potremmo parlare di un comune per ogni provincia — facendo così partire quel meccanismo virtuoso per cui i Comuni progettano un piano di illuminazione pubblica in cui vedono che è possibile l’autofinanziamento solo con il risparmio energetico, cioè il risparmio energetico annuale permette di finanziare le quote del mutuo per il rinnovo di tutto l’impianto di illuminazione pubblica. Chiedo allora all’assessore di attivare questo percorso virtuoso anche solo con le norme che attualmente ci sono, pur andando avanti negli approfondimenti e nei miglioramenti della legge.



Interrogazione (Svolgimento): «Dispositivi sicurezza personale dipendente della Regione» Ciccioli (89)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 89 del consigliere Ciccioli. Per la Giunta risponde l’assessore Marcolini..

Pietro MARCOLINI. In relazione all'interrogazione in oggetto si comunica quanto segue.
Il Presidente e la Giunta regionale della passata legislatura, hanno più volte sollecitato la realizzazione di un sistema di controllo degli accessi che consentisse di interdire l'ingresso agli estranei non autorizzati e anche per verificare l’effettivo orario di lavoro rispettato dai dipendenti regionali.
A tale scopo, con D.G.R. n. 1308 del 09.11.2004 è stato deciso di realizzare un sistema di controllo accessi che consentisse di interdire l'ingresso agli estranei non autorizzati e di regolare e controllare gli accessi pedonali mediante installazione di varchi motorizzati nei fabbricati regionali "Leopardi", "Raffaello" e "Rossini" ed è stato dato mandato al dirigente del Servizio Provveditorato, Economato e Contratti di dare attuazione a quanto sopra.
Con Decreto del dirigente del Servizio Provveditorato, Economato e Contratti n. 752/PCE del 06.12.2004 è stato deciso di espletare una gara nella forma del pubblico incanto, ai sensi dell'art. 8 del D. Lgs. 20.10.1998 n. 402, punto A, per la fornitura ed installazione del sistema di controllo accessi presso tre edifici della Giunta regionale, entro l'importo di euro 195.000,00 (I.V.A.. esclusa).
Espletate le procedure di gara, dalle quali è risultata migliore offerente con l'importo di euro 138.223,00 (IVA. esclusa) la Ditta DAGO Elettronica S.r.l. di Fano (PU), è stato redatto il D.D.S. n. 151/PCE del 16.03.2005 con il quale sono stati aggiudicate le forniture alla suddetta ditta, ed in data 18.05.2005 è stato firmato il contratto registrato al n. 9814 del registro interno.
Attualmente sono terminati, in data 23 luglio i lavori, è stato firmato il certificato di regolare esecuzione delle forniture e il servizio provveditorato è in attesa di ricevere i dati dai dirigenti dei vari servizi per sapere quante persone, non dipendenti della Regione Marche, dovranno essere dotate di badge per consentirne l'accesso e di effettuare i corsi di formazione del personale per procedere con la messa in funzione del sistema con il minor numero di disagi ed interferenze possibili.
Le organizzazioni sindacali non sono state preventivamente informate in merito alla realizzazione del sistema in quanto non si ritiene che questo abbia ad inficiare né sulla sicurezza, né sulla privacy del personale, inoltre non comporta oneri rilevanti, fatta eccezione per il doppio passaggio dei badge (si fa notare che le tessere attualmente in uso ai dipendenti saranno progressivamente sostituite con badge dotati di lettore di prossimità, pertanto sarà possibile evitare il passaggio nel varco motorizzato accostando semplicemente il badge al lettore che è già predisposto allo scopo).
In merito al dislocamento dei varchi motorizzati, gli stessi sono stati installati all'interno degli edifici, piuttosto che all'esterno come evidenziato dal consigliere Ciccioli, per ovvi motivi di praticità e convenienza economica, in quanto oltre al varchi avremmo dovuto spostare all'esterno anche le reception, dove i visitatori dovranno presentarsi per ricevere le tessere provvisorie che consentono l'accesso, con conseguente realizzazione di tettoie, impianti di illuminazione e climatizzazione ecc.
Per quanto riguarda la rispondenza al D. Lgs 626/94 in data 29.06.2005 si è tenuta una riunione alla quale, tra gli altri, erano presenti il datore di lavoro della Giunta Regionale, il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione della Giunta regionale, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, il prof. Paroncini ed il geom. Manna consulenti per la sicurezza della Regione Marche, il Presidente della R.S.U. della Giunta regionale. Nel corso della riunione non sono stati evidenziati, anche da parte degli esperti presenti, problemi in merito ad eventuali difformità normative o interferenze per le procedure di evacuazione dagli edifici che possano interferire con l'installazione dei varchi anche perché gli edifici sono dotati di uscite di sicurezza a vari livelli ed in numero ampiamente sufficiente, ed i varchi sono dotati di dispositivi che ne consentono l'apertura immediata e permanente in caso di emergenza.
Tutti gli accessi sono dotati di varchi a larghezza maggiorata ed appositamente studiati e costruiti per consentire facilmente l'accesso a persone disabili.
Per quanto riguarda l'estetica dei varchi, si è cercato di richiedere, compatibilmente con quanto consentito dalle regole sulla concorrenza, varchi che avessero un aspetto gradevole rispettando comunque i requisiti di sicurezza. I varchi installati sono sicuramente più gradevoli alla vista rispetto ai "Tornelli" delle metropolitane o di altri edifici pubblici. E’ pur vero che la sicurezza difficilmente si "sposa" con l'estetica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. L’interrogazione mi è stata segnalata da un gruppo di dipendenti della Giunta regionale i quali hanno protestato per il modo con il quale è stato dato incarico di fare tutto questo tipo di meccanismi di accertamento. E’ notorio che il controllo dei dipendenti che prestano servizio nell’istituzione pubblica è un fatto importante. Detto questo tutte le cose sono tate fatte senza informare minimamente né le rappresentanze sindacali né coloro che di fatto seguivano generalmente questo tipo di lavori. E’ stata fatta una scelta, anche sulle soluzioni tecniche, legate più a problemi logistici che altro, del tutto fuori da qualsiasi discussione con i rappresentanti dei lavoratori, che hanno considerato, posta in questo modo, la situazione mortificante.
Ho ascoltato il discorso tecnico, di come sono stati dati in affidamento i lavori, spero che sia stato tutto corretto, quindi non ho nulla da eccepire, rimane il fatto che tutto il meccanismo e tutte le decisioni e scelte sono stati fatti in assoluto isolamento e in assoluta solitudine da coloro che hanno deciso e questo ha urtato la suscettibilità delle organizzazioni sindacali presenti qui dentro, che non sono politicamente a noi vicine, e di molti dei dipendenti stessi.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione rischio amianto edificio Ex SEP Senigallia» Procaccini e Bucciarelli (158)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 158 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli. Per la Giunta risponde l’assessore Marcolini.
In merito all'interrogazione n. 158/2005, di cui all'oggetto, si forniscono i seguenti chiarimenti.
Il complesso immobiliare in Senigallia, via Bixio 1-2, denominato "EX SEP" non è di proprietà della Regione Marche bensì, a tutt'oggi, del demanio dello Stato.
La Regione Marche ha ricevuto in "consegna provvisoria" tale compendio immobiliare dall'Agenzia del demanio, con verbale del 31/0712002, "in attesa che venga definita la questione relativa al trasferimento, in uso o in proprietà, di detti beni alla Regione stessa ovvero al Comune di Senigallia, in base alle direttive che verranno appositamente impartite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Si evidenzia, quindi, che il ruolo attuale della Regione Marche è di mero custode del complesso immobiliare.
Un ostacolo a tale trasferimento definitivo è sicuramente venuto dalla inerzia con cui l'Agenzia del demanio ha ritardato la definizione di un contenzioso per alcune porzioni di area all'interno del SEP, risultanti di proprietà privata per il terreno e di proprietà dello Stato per i fabbricati.
Tale vicenda si è conclusa soltanto nell'agosto u.s. con un atto di permuta.
Alla luce di quanto esposto al punto precedente, per il problema amianto si è allenata, da parte della Regione Marche, l'Agenzia del demanio, referente per le proprietà dello Stato, inoltrandole la comunicazione dell'ASUR di Senigallia, erroneamente inviata al Servizio Bilancio, Demanio e Patrimonio della Regione Marche
L'Agenzia del demanio, filiale Marche, sede di Ancona, con nota protocollo n.2004/99601PU-FAN ha risposto, eccependo che "l'intervento finalizzato alla bonifica e alla messa in sicurezza dei materiali contenenti amianto, data l'assegnazione gratuita del bene, competa alla Regione Marche". Imputando ciò al disposto della L.390/86 ed a un presunto "emanando DPR 13/09/2005" (che peraltro a tutt'oggi non risulta pubblicato).
A tali asserzioni il Servizio programmazione, bilancio e politiche comunitarie ha risposto con nota protocollo n. 50942/2005 confutando che la L.390/86 disciplina altre fattispecie d'uso di immobili, quali le concessioni e locazioni di beni immobili dello Stato e che del DPR 13/09/2005 "si terrà conto dalla sua entrata in vigore e qualora disponesse a tale proposito". E quindi la competenza a rimuovere il rischio amianto compete allo Stato anche in considerazione che la proprietà del complesso immobiliare potrebbe essere assegnata, anche a breve, al Comune di Senigallia.
In data 19/12/2005 si è svolto un incontro presso la struttura SEP, a Senigallia, tra la Regione Marche, Ufficio Patrimonio, e l'Agenzia del demanio (rappresentata dal funzionario Borsella Marina) per consentire all'Agenzia medesima la valutazione dei lavori e dei relativi costi necessari per l'eliminazione del rischio amianto.
A quella riunione stiamo aspettando le risultanze e i compiti successivi da parte dell’agenzia del demanio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Prendiamo atto della risposta dell’assessore, per quanto riguarda la prima parte esaustiva e convincente. Per quanto riguarda la seconda parte, invito l’assessore a chiarire le reciproche competenze, al fine di evitare una sorta di scaricabarile tra Stato, Comune domani e Regione oggi, per la bonifica e quindi la messa a norma dell’immobile stesso. Questo per la tranquillità generale dei cittadini che ne usufruiscono e che comunque transitano anche nelle vicinanze.



Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA


Nomina del difensore civico (l.r. 14 ottobre 1981, n. 29)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina del difensore civico.
Il difensore civico, ai sensi dell’art. 3 della legge regionale 29/81 viene eletto a scrutinio segreto con la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, quindi 27 voti. Dopo la quarta votazione, se nessun candidato ha ottenuto la predetta maggioranza si procede al ballottaggio tra coloro che hanno riportato il maggior numero di voti. Se nella quinta votazione risulti parità di voti viene eletto il candidato più anziano di età.
Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede valide n. 33. Hanno ricevuto voti: Animali Samuele n.14, Cardinali Silvia n. 13, Colli Giuseppe n. 6.
Non avendo alcuno dei candidati raggiunto il quorum previsto dalla legge, si procede alla seconda votazione. Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35, schede valide n. 35, schede bianche n. 1. Hanno ricevuto voti: Animali Samuele n.16, Cardinali Silvia n. 12, Colli Giuseppe n. 7.
Non avendo alcuno dei candidati raggiunto il quorum previsto dalla legge, si procede alla terza votazione. Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 37, schede valide n. 35, schede bianche n. 2. Hanno ricevuto voti: Animali Samuele n.17, Cardinali Silvia n. 12, Colli Giuseppe n. 6.
Non avendo alcun candidato raggiunto il quorum previsto dalla legge, si procede alla quarta votazione. Ricordo che all’esito della quarta votazione, se nessuno raggiunge il quorum, ci sarà il ballottaggio, nella quinta votazione, tra i primi due della quarta. Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 38, schede valide n. 32, schede bianche n. 6. Hanno ricevuto voti: Animali Samuele n.17, Colli Giuseppe n. 15. Non avendo alcuno dei candidati raggiunto il quorum previsto dalla legge, si procede alla quinta votazione di ballottaggio tra Animali Samuele e Colli Giuseppe, i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti. Peraltro sono due soli. In questa quinta votazione risulterà eletto il candidato che riceverà più voti.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto)

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

(Da parte dei consiglieri della minoranza
viene contestata l’idoneità della scheda
utilizzata per la quinta votazione)

PRESIDENTE. Signori consiglieri, state tranquilli. Decideremo secondo norma. Si sta ascoltando la registrazione, per verificare le modalità con le quali è stato chiamato il voto.

Stefania BENATTI. Presidente, o lei ritiene di dover sospendere il Consiglio e lo sospende, oppure proclama la votazione.

PRESIDENTE. Se vuol sapere mi deve permettere di parlare, altrimenti è difficile che alla fine lei sappia qual è il problema.

Stefania BENATTI. Siccome vedo tanta gente che parla con lei...

PRESIDENTE. Con me non ci parla nessuno, deve stare tranquilla, consigliere.
Ci può essere una terza soluzione, perché la contestazione fatta...

Stefania BENATTI. Non è stata formalizzata la contestazione, Presidente, bisogna che venga formalizzata.

PRESIDENTE. Sono d’accordo...

Stefania BENATTI. Presidente, bisogna che qualcuno formalizzi il problema, altrimenti bisogna andare immediatamente alla proclamazione. Se c’è un problema deve essere formalizzato e deve risultare a verbale.

PRESIDENTE. E’ mia intenzione applicare totalmente il regolamento e la norma, la quale, in una eventualità, mi dice che devo prendere una decisione e se la devo prendere, la voglio prendere sentita l’aula, che voglio informare in tutti gli aspetti. Ne manca uno che stanno verificando e vi dirò esattamente qual è la situazione.

Stefania BENATTI. Allora, se è stato rilevato un problema, lo deve rilevare lei questo problema, e mettiamo a verbale che il Presidente ha rilevato il problema, altrimenti nessun consigliere l’ha rilevato e siamo in fase di proclamazione degli eletti, quindi lei deve dire cosa sta succedendo adesso. Lei ha rilevato un problema?

PRESIDENTE. Sta succedendo una cosa semplice: c’è una votazione che è stata espressa ed è da verificare se è stata espressa esplicitando chiaramente i nomi dei due candidati in ballottaggio o se l’indicazione non era stata data. Perché è influente questo tipo di informazione? Per un motivo semplice: perché c’è una parte del Consiglio che ha i suoi rappresentanti nella verifica del voto, che sostiene che, essendo la scheda portatrice di cinque nomi e non di due, non era idonea. Non voglio anticipare questa discussione, perché bastano cinque minuti per capire se sono stati indicati i nomi dei due candidati in ballottaggio, dopodiché vi darò un’informazione completa. Penso che l’aula debba esprimersi, e anche se l’articolo del regolamento indica che devo prendere una decisione io, la voglio prendere sulla base di una interpretazione che l’aula mi aiuterà a dare. Stanno facendo questo tipo di verifica.
Dopo la verifica, comunico il risultato della votazione per la elezione del difensore civico. Votanti n. 40, schede bianche n. 1, schede nulle n. 2, schede valide n. 37. Hanno ricevuto voti: Animali Samuele n. 19, Colli Giuseppe n. 18. Proclamo eletto Animali Samuele.
Ha chiesto di parlare il consigliere Capponi. Ne ha facoltà.

Franco CAPPONI. La scheda per questa votazione, anche in base al regolamento era impropria in quanto il regolamento, all’art. 49 prevede proprio che il consigliere scriva il nome, mentre noi siamo stati dotati di una scheda con cinque nomi già preordinati e non con i due che sono andati al ballottaggio, quindi chiediamo, se possibile, una nuova votazione, altrimenti contestiamo questo risultato. Chiedo che questa mia richiesta venga messa in votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Stiamo ragionando di un richiamo al regolamento. In questo momento c’è una proposta del consigliere Capponi alla quale possono seguire una dichiarazione a favore e una contro.
Ha la parola, per intervenire a favore, il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Richiamandomi all’art. 49 dico che è molto chiaro che non è stato rispettato il regolamento. L’articolo 49 recita infatti: “Ciascun consigliere scrive su apposita scheda...”. Noi non abbiamo scritto alcun nome, abbiamo posto una crocetta su una scheda in cui erano scritti altri nomi che non potevano partecipare a quella votazione. I nomi dei candidati che non sono arrivati al ballottaggio erano presenti su un scheda, potevano indurre in errore, tant’è che ci sono stati due errori. C’è l’indicazione precisa: va scritto il nome. Nessuno dei votanti ha invece scritto il nome, stata posta una crocetta, la scheda è palesemente errata, quindi va rifatta la votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.

Sara GIANNINI. Sulla questione posta dal consigliere Capponi credo che dobbiamo essere molto franchi. Ognuno di noi ha partecipato a votazioni non solo in questa sede ma anche precedentemente, sui nomi. Le schede vengono presentate con i nomi scritti perché ci sono candidature che vengono poste e altre non possono emergere dal Consiglio, perché vi sono dei termini di scadenza precisi. Quando è stata distribuita la scheda per l’ultima votazione, che tutti sappiamo doveva avvenire in ballottaggio dopo la quarta, il Vicepresidente Favia ha annunciato che ci sarebbe stato il ballottaggio tra i primi due, cioè Animali e Colli. Senza entrare nel merito dei nomi, ognuno di noi ha sentito questo e ognuno di noi è capace di leggere e scrivere e di vedere che sulla scheda c’erano i nomi dei due candidati al ballottaggio.
Se si riteneva quella scheda non legittima, si doveva dire prima che si procedesse al voto o anche nel momento in cui si svolgevano le operazioni di voto. Mi sembra offensivo nei confronti della nostra intelligenza che questo venga fatto dopo le operazioni di spoglio, perché crea un legittimo sospetto che, siccome a qualcuno non è gradito l’esito della votazione, si utilizzi questo per rimettere in discussione l’argomento. Siccome questa è un’offesa alla nostra intelligenza, questa cosa la respingo e credo che anche l’aula la debba respingere, quanto meno per rispetto di se stessa. La prossima volta, chi avesse obiezioni sulle schede, lo dica per tempo, in modo che su questo si possa ragionare. Però prima dello spoglio e non successivamente alla votazione. Il problema poteva essere sollevato prima: il Presidente avrebbe sospeso la votazione e si sarebbe rimessa in sesto la questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

Stefania BENATTI. Presidente, credo che non possiamo votare la proposta di ripetizione del voto, per il semplice motivo che questo creerebbe un precedente pericolosissimo. Se mai, voi potete fare ricorso. Mi sembra che questa non possa essere una discussione da sottoporre alla votazione dell’aula, perché se il Consiglio regionale prende l’indirizzo che ad una votazione segreta si possa rispondere con un voto palese per richiedere la ripetizione della precedente votazione, diventa anche una lesione della segretezza del voto. Chiedo anche un parere agli uffici, ma non credo che si debba replicare la votazione la prossima seduta, ma pongo proprio una questione di legittimità del voto, di segretezza delle prerogative dei consiglieri regionali, quindi credo che la risposta ai quesiti del consigliere Capponi sia quella della necessità di un ricorso formale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Credo che ci siano due questioni, una formale e una di sostanza politica. Su quella politica si può convenire che il consigliere regionale sia persona esperta, persona che non si lascia ingannare, avveduta e che capisce quello che fa. Sul piano della forma indubbiamente la scheda era irregolare. In qualsiasi Comune si vada al ballottaggio ci sono due nomi sulla scheda. La stessa cosa in ogni votazione. Quindi sul piano formale la votazione stata sicuramente irregolare, sul piano della sostanza politica ognuno può dire la sua, però c’è anche l’altro aspetto: se esiste una maggioranza a favore di un candidato, questa maggioranza reggerà la prova di un ulteriore voto. A meno che sia così neurolabile, la votazione, che con una semplice ripetizione del voto cambia l’opinione degli elettori. Sul piano della forma è sicuramente irregolare, sulla sostanza decide l’aula.

PRESIDENTE. Avevo anticipato che avrei esposto all’aula il mio punto di vista.
Il consigliere Capponi fa un richiamo al regolamento, in particolare all’art. 49 e abbiamo aperto una discussione rispetto a quanto prevede il regolamento all’art. 49 reattivamente ad una votazione. L’art. 49, infatti, riguarda le nomine.
La prima cosa che dobbiamo valutare, che io intendo valutare, ringraziandovi anche del contributo, è che nessuno mette in discussione che il voto è stato espresso e che hanno partecipato al voto 40 consiglieri. La seconda indicazione che vorrei dare per arrivare poi ad una conclusione, è che la chiamata al voto è avvenuta molto chiaramente e il tempo che è intercorso tra lo spoglio e la dichiarazione del risultato elettorale...

Remigio CERONI. Mai una volta che hai una posizione equilibrata, mai!

PRESIDENTE. E’ possibile, consigliere, continuare?
La chiamata è avvenuta indicando chiaramente i nomi dei partecipanti al ballottaggio.
La questione dello “scrivere” è prevista, ovviamente, per tutte le votazioni, comprese le quattro precedenti.
Questa votazione si è espressa né più né meno con le stesse modalità con le quali abbiamo sempre votato. In tutti i casi abbiamo votato con una procedura di questo tipo. Né d’altra parte è stata espressa, prima di questa votazione, alcuna eccezione anche per le quattro votazioni precedenti.
La quinta considerazione che vorrei fare, è che potrei rassegnare le mie responsabilità e dire “l’aula voti”, ma dal regolamento non è previsto un voto dell’aula rispetto a questo caso. Il regolamento mi assegna la responsabilità, che intendo esercitare, ritenendo la votazione assolutamente regolare.(Dissensi da parte dei consiglieri della minoranza). E’ ora di fare basta, perché l’aula ha una sua dignità. (Continuano dissensi, da parte dei consiglieri della minoranza)



Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Modifiche ed integrazioni del regolamento regionale n. 41/1995. Disciplina delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agrituristico-venatorie» Giunta (2)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 2, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Con il regolamento che si propone, si apportano alcune modifiche a quello vigente, il n. 41 dell’ottobre 1995. Le modifiche in questione si rendono necessarie al fine di adeguare la disciplina delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agrituristico-venatorie alle previsioni del nuovo piano faunistico venatorio approvato nel 2003, n. 89. Infatti il piano, sia per le aziende faunistico-venatorie che per le agrituristico-venatorie, prevede che il rilascio delle relative autorizzazioni avvenga in seguito all’emanazione di specifici bandi indetti dalle Province ed in relazione al possesso di determinati requisiti standardizzati. Il piano stesso individua tali requisiti e fissa il punteggio minimo che dovrà conseguire ciascun tipo di azienda.
Nell’allegato A sono riportati gli elementi per la valutazione dei requisiti di cui trattasi. Con l’occasione si provvede altresì a correggere alcuni errori materiali ed a sopprimere l’obbligo di predisporre all’interno delle aziende agrituristico-venatorie le zone di riproduzione della fauna, i cosiddetti “riservini” e quelle di immissione di soggetti riproduttori, stante le peculiarità e finalità di tali aziende, che sono quelle di fornire animali “pronta caccia” e non utili alla riqualificazione ambientale.
Sulla proposta di regolamento sono state sentite le categorie interessante nonché la Conferenza regionale delle autonomie che in data 18 novembre 2005 ha espresso parere favorevole.
Le indicazioni che in tale sede erano state fornite dalla Provincia di Pesaro e Urbino in ordine alla sostituzione dei titolari delle aziende, sono state recepite in sede di esame da parte della competente Commissione consiliare.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Si tratta di un regolamento che è stato discusso in Commissione consiliare e votato all’unanimità.
La Commissione ha evidenziato soltanto una modifica al testo base della Giunta relativamente all’art. 7, per agevolare quelle aziende faunistico-venatorie già esistenti, circa una eventuale domanda di nuova autorizzazione. Siccome si regolano tutte le aziende faunistico-venatorie, non solo da oggi in avanti ma anche quelle già esistenti sul territorio che sono diverse, con questa modifica si permette di soddisfare le esigenze anche delle categorie e delle aziende faunistico-venatorie già esistenti sul territorio.
E’ un regolamento che si attendeva da diversi anni dalle associazioni di categoria e dalle aziende faunistico-venatorie. Sono state fatte tante discussioni in merito, ma mai era stato portato il regolamento in aula. Oggi abbiamo questo regolamento e siccome la Commissione l’ha votato all’unanimità, penso che tutto il Consiglio lo possa votare all’unanimità, per dare un regolamento chiaro a tutte le aziende faunistico-venatorie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Credo che si debba procedere al voto. Per quanto riguarda il gruppo che rappresento il voto sarà favorevole. E’ evidente che questa modifica del regolamento 41 introduce un elemento di discussione del piano faunistico venatorio regionale. E’ questo il punto delicato, nel senso che il piano faunistico venatorio è del 2003, siamo a metà del suo periodo di applicazione, sarebbe importante che si tornasse su questo punto, perché a tre anni di distanza dall’approvazione del piano, gli effetti veri dello tesso in relazione alla gestione della fauna selvatica, ancora non li abbiamo visti, anche perché, nel frattempo, le Province hanno approvato i piani faunistici provinciali e una comparazione fra i due strumenti non è mai stata fatta e c’è un qualche ritardo, su questo tema.
Si tratterebbe di verificare lo stato del piano faunistico per quel che riguarda le competenze regionali in materia naturalistica e faunistica. C’è allo stesso modo la necessità di vedere anche il sistema informativo per il monitoraggio in campo faunistico e venatorio. Ci sarebbe la necessità di verificare, contemporaneamente, i piani provinciali e il piano faunistico regionale.
Questa modifica del regolamento 41 introduce alcuni elementi importanti, anche se su alcuni punti lo si può ritenere abbastanza debole. Per esempio, avrei meglio chiarito per quel che riguarda il conferimento degli animali di cattura delle aziende private alle Province. Sarebbe opportuno che fossero di cattura vera e non di ripopolamento. Su questo punto ripercorriamo un dibattito abbastanza vecchio, però bisognerebbe scriverlo meglio, all’articolo 5 di questo nuovo regolamento.
Si ritiene positiva la questione del punteggio, cioè la tabella che indicava Rocchi per indicare i requisiti e i punteggi relativamente all’istituzione delle aziende, c’è una parte che riguarda il punteggio per la famosa buona gestione: 50 punti per le aziende turistiche e 80 per quelle venatorie in senso privato. E’ un requisito abbastanza aleatorio, non legato ad elementi di certezza. Purtuttavia credo che si possa considerare una cosa buona.
Noi abbiamo presentato un emendamento in relazione all’articolo 16, che gli uffici mi dicono essere pleonastico, nel senso che le autorizzazioni precedenti a questa proposta rimangono efficaci, purtuttavia per noi, anche le aziende che hanno ottenuto le concessioni precedentemente a questa proposta di regolamento, dovrebbero attenersi, per gli aspetti gestionali, alle indicazioni di questo nuovo regolamento, cioè vengano tolti i “riservini” e vengano conferiti animali di cattura e non di allevamento.
Mi si dice che questo fatto è implicito nel regolamento stesso per cui l’emendamento potrebbe essere ritirato. Non sono del tutto certo ma mi affido alle indicazioni degli uffici.
Ritengo quindi che si possa votare questa proposta di regolamento tenuto conto che introduce un elemento che invita il Consiglio ad approfondire e verificare lo stato di attuazione del piano faunistico regionale, in modo particolare in relazione a quelli provinciali.

Lidio ROCCHI. Presidente, ritiro l’emendamento che abbiamo presentato come Commissione.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, cominciamo la votazione degli articoli. L’emendamento potrà essere ritirato quando arriveremo all’articolo interessato dallo stesso.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. C’è un emendamento della Commissione che viene ritirato dal presidente della stessa.
Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. L’emendamento si ritiene pleonastico, poiché viene ritenuto implicito che anche gli aspetti gestionali che noi richiamiamo in questo emendamento, riferiti alle aziende faunistiche, valgano per tutte le aziende, a prescindere dall’entrata in vigore del presente regolamento il quale stabilisce, all’art. 16, che le concessioni delle aziende precedenti a questo regolamento stesso rimangono fino a scadenza. La nostra preoccupazione era che gli aspetti gestionali, cioè annullamento dei “riservini” e dei conferimenti, fossero in qualche modo riferiti alla data di entrata in vigore del presente regolamento. Noi riteniamo quindi che tali aspetti gestionali debbano valere anche per quelle già esistenti. Mi si dice che è implicito, purtuttavia, se con un voto di questo emendamento si potesse rafforzare questo aspetto, potrebbe essere utile, perché è un’interpretazione.

PRESIDENTE. L’emendamento è già stato ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 16.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di regolamento n. 2.

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Abbiamo dieci minuti di tempo rispetto a quanto programmato all’inizio di questa seduta.
Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Su richiesta dell’assessore, come primo firmatario e insieme agli altri colleghi firmatari riteniamo di soprassedere alla discussione della mozione n. 45, a patto che sia posta al primo punto dell’ordine del giorno, nel primo Consiglio utile dopo la discussione del bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Io ho presentato una mozione che viene immediatamente dopo la 45. Ritengo però che il problema delle biomasse dell’impianto in Orciano di Pesaro sia particolarmente importante e vorrei che venisse discussa come prima mozione del Consiglio immediatamente dopo la seduta di bilancio. E’ una questione di particolare interesse. Anche perché siamo al quarto rinvio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Senza nulla togliere al problema della biomasse, per serietà ricordo che questa nostra mozione è iscritta da molto tempo. L’aula, all’unanimità, prima della sospensione dei lavori per le vacanze natalizie, si è pronunciata affinché fosse inserita come prima mozione nella discussione. Oggi la Giunta chiede di soprassedere. Do il mio assenso, ma gradirei che il voto unanime dell’aula che c’è stato prima di Natale per l’iscrizione della mozione al primo punto, venisse rispettato. Non ritengo che sia un problema discutere prima l’una o l’altra. Diversamente andiamo avanti oggi. E’ anche una questione di fair-play fra le parti.

PRESIDENTE. Il Consiglio regionale in questo momento si configura come una sorta di Conferenza dei presidenti di gruppo che stabilisce il prossimo ordine del giorno. Hanno chiesto di intervenire i consiglieri Bucciarelli e D’Anna. Ha la parola il consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Chiedo al Consiglio di votare la mozione n. 15 sull’educazione alimentare perché l’abbiamo presentata a maggio. Credo che la discussione non ci veda divisi, quindi chiedo che venga votata oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. E’ sconcertante, Presidente. Non si riesce a capire bene come si lavora. I lavori iniziano sempre con un’ora-un’ora e mezza di ritardo. Nel corso delle settimane scorse avevamo avuto tutte le opportunità di discutere la nostra, la vostra, la loro, tutte le mozioni. Oggi l’assessore ha altri impegni, quindi, molto probabilmente, non si discuterà nemmeno oggi la mozione sulle biomasse. Sta diventando veramente una farsa. Come ha impegni l’assessore, qualche volta li hanno anche i consiglieri, quindi va a finire che dopo avere atteso due o tre mesi uno dei consiglieri presentatori della mozione non potrà essere in aula per altri impegni. Credo che non sia la metodologia di lavoro giusta.
Se ci si dà delle scadenze, di rispettino. Tra l’altro, in una delle ultime sedute feci la proposta di anticipare la discussione di quella mozione, i consiglieri presenti votarono per anticiparla e alla fine nessuno ha rispettato il voto uscito da quest’aula. Non è così che si affrontano le cose, perché poi si alimenta la confusione all’esterno, ove si vede che siamo tutti uguali, mentre invece ci sono sensibilità diverse, tanto è vero che ci sono alcuni consiglieri che hanno presentato queste mozioni per affrontare un problema serio, delle risposte da parte del territorio ci devono essere, però non può andar bene che una volta manchi uno e una volta manchi l’altro. Il problema si affronti una volta per tutte, altrimenti ci prendiamo in giro. E’ vero che sono le 14, però è vero che anche oggi abbiamo iniziato con un’ora di ritardo e in quell’ora l’assessore sarebbe stato, molto probabilmente, con noi. Io sono per discuterla oggi, con la presenza o meno dell’assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Vorrei fare una proposta di mediazione. Qualora, a termini di regolamento fosse possibile, siccome la prossima settimana il Consiglio regionale è convocato per cinque giorni per la sessione di bilancio, visto che sembra che tutta l’aula concorda che queste sono le due mozioni più importanti, all’apertura del prossimo Consiglio regionale possiamo discutere queste due mozioni e poi passare alla sessione di bilancio.

PRESIDENTE. Si possono già tirare le conclusioni, però bisogna fare una verifica preliminare. Bucciarelli dice che siamo in grado di votare la mozione 15 senza discussione. Se siete d’accordo, procediamo intanto alla votazione della mozione n. 15.



Mozione (Votazione): «Progetto di comunicazione ed educazione alimentare» Procaccini e Bucciarelli (15)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 15 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli.
Non vi sono interventi, quindi la pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Sono le ore 14 e avevamo concordato di concludere questo Consiglio adesso. Siccome nella Conferenza dei presidenti di gruppo questa mattina è stato assunto l’impegno di mettere all’ordine del giorno successivo, ma collegato, alla sessione di bilancio, un punto all’ordine del giorno, prima di quel punto inseriremo tre interrogazioni e le mozioni sull’Aerdorica e sulla centrale di Schieppe di Orciano. Quindi faremo le tre interrogazioni, le mozioni — se prima l’una o l’altra, poco cambia — e la proposta licenziata dalla III Commissione.

(Così rimane stabilito)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,00