Resoconto seduta n.29 del 09/05/2006
La seduta inizia alle 10,55



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 28 del 21 aprile 2006.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
• n. 91, in data 21 aprile 2006, ad iniziativa del consigliere Mammoli, concernente: «Modifiche alla l.r. 13.03.1995, n. 23: “Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei consiglieri regionali”», assegnata alla I Commissione;
• n. 92, in data 14 aprile 2006, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Cesaroni, Santori e Tiberi: «Azioni di sostegno e valorizzazione della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori marchigiani”», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
• n. 93, in data 28 aprile 2006, ad iniziativa del consigliere Comi: «Modificazioni ed integrazioni alla l.r. 16 dicembre 2005, n. 36: “Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”», assegnata alla IV Commissione;
• n. 94, in data 8 maggio 2006, ad iniziativa della Giunta: «Modifiche alla l.r. 23.02.2005, n. 8 in materia di accertamento della regolarità contributiva delle imprese e interpretazione autentica dell’art. 1, comma 3», assegnata alla III Commissione.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. In data 8.5.2006 è stata presentata, ad iniziativa della Giunta, la proposta di atto amministrativo n. 22: «L.R. 2.09.1996, n. 38, art. 4 - Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella Regione Marche per l'anno accademico 2006-2007”, assegnato alla I Commissione in sede referente.



Mozione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, a iniziativa dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli, la mozione n. 72: «Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti su uccisione Calipari».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
• n. 408 del 10/04/2006: «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 11743/2005 (codici SIOPE)»;
• n. 409 del 10/04/2006: «Art. 26 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Variazione in attuazione dell’accordo di programma quadro sulla viabilità statale del 7.5.99» Euro 747.471,05;
• n. 410 del 10/04/2006: «Art. 20, comma 3 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Prelevamento dal fondo di riserva per spese obbligatorie del bilancio di previsione per l’anno 2006» Euro 190.000,00;
• n. 411 del 10/04/2006: «Art. 25 comma 1 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazioni statali relative al rimborso di oneri sostenuti dalle emittenti radio e TV locali, Legge n. 28/2000, e delle relative spese» Euro 2.246,52;
• n. 412 del 10/04/2006: «Art. 42, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 669.363,31. Modifica al programma operativo annuale 2006 approvato con DGR n. 154 del 20 febbraio 2006 e successive modificazioni ed integrazioni»;
• n. 413 del 10/04/2006: «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato» Euro 580.000,00;
• n. 414 del 10/04/2006: «Art. 22, comma 3, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2006» Euro 806.149,18;
• n. 415 del 10/04/2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10 febbraio 2006, n.3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese» Euro 1.520.000,96;
• n. 450 del 19/04/2006: «Art. 25, commi 1 e 2, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazioni dall’Unione Europea per il progetto Response – Life Environment di iniziativa comunitaria interreg IIIB Cadses»;
• n. 541 del 19/04/2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazioni statali relative al personale non trasferito in materia di invalidità civile» (Euro 448.556,82);
• n. 452 del 19/04/2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione» Euro 60.417.687, 57;
• n. 453 del 19/04/2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006 n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione» Euro 195.280,00.



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Giannotti, Minardi, Spacca, Ciccioli e Ceroni e gli assessori Marcolini e Amagliani.



Sull’ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Pistarelli. Ne ha facoltà.

Fabio PISTARELLI. Presidente, colleghi, vista la gravità delle notizie che abbiamo appreso anche dagli organi di informazione relativamente alla questione della procedura di appalto che ha riguardato le strutture apicali dall’Asur, chiederei che l’assessore, in assenza del Presidente Spacca, informasse l’aula sull’attuale situazione, relativamente alle nostre competenze e alle nostre incombenze, perché non dobbiamo fare in quest’aula il processo ad alcuno. Vista però la gravità delle notizie apprese dalla stampa, riterrei sommamente opportuno che quest’aula fosse informata direttamente dall’assessore su quanto la Giunta e l’assessorato alla sanità hanno fatto fino ad oggi e soprattutto su quanto vogliono fare in termini di atti di autotutela relativamente a questa vicenda.
Mi rendo conto che questa richiesta ha anche ostacoli regolamentari procedurali, poiché non abbiamo un ordine del giorno ad hoc su questa questione, però riterrei che l’aula possa esprimersi favorevolmente sotto questo profilo, limitandosi all’informazione che l’assessore potrà dare all’aula stessa, per poi svolgere un dibattito apposito sull’argomento quando ci sarà anche un documento da discutere, da votare, ordine del giorno o mozione. Però ritengo che l’informazione possa essere un passaggio accoglibile da tutti, anzi auspicabile da tutti, visto la gravità delle notizie che abbiamo appreso dagli organi di informazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Il nostro gruppo chiede l’iscrizione d’urgenza della mozione relativa al fatto, gravissimo, che gli Stati Uniti d’America hanno rifiutato di fornire le generalità, alle nostre autorità, dei responsabili dell’agguato che costò la vita al funzionario del Sismi Calipari.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni pongo in votazione la richiesta del collega Procaccini.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Credo che gli eventi degli ultimi giorni, che hanno visto vittime alcuni militari italiani all’estero debbano avere un riconoscimento anche dal Consiglio regionale. Proprio in questi istanti si stanno svolgendo i funerali degli ultimi due alpini che sono stati vittime di un attentato e credo che sia doveroso osservare un minuto di silenzio.

PRESIDENTE. Ringrazio il consigliere D’Anna e invito l’aula a osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

PRESIDENTE. Circa la richiesta del consigliere Pistarelli, l’assessore Mezzolani intende fare una breve dichiarazione, naturalmente senza dibattito in quanto, essendoci Consiglio la settimana prossima, ci sarà tempo per la presentazione di atti ispettivi. Ringrazio l’assessore per voler rispondere, anche se non è atto dovuto.

Almerino MEZZOLANI. Credo che sia corretto, nei confronti di questo Consiglio, aggiornare anche rispetto all’interrogazione che c’era stata l’altra volta, sulla quale avevamo fornito puntualmente tutte le informazioni in nostro possesso, per fare il punto sulla delicata situazione che si è venuta a creare all’azienda ospedaliera “Ospedali riuniti di Ancona”.
Va intanto puntualizzato che la procedura concorsuale è sospesa e che rispetto alle ultime vicende si aggiunge il fatto che c’è un pubblico ministero il quale chiede, attraverso il gip, la sospensione del direttore generale. Il gip, credo correttamente, dando l’opportunità al direttore generale, di essere sentito per la prima volta, invia un avviso a rendere dichiarazioni allo stesso direttore. Era stato fissato l’incontro per l’8 maggio, ieri, ma è stato rinviato a lunedì prossimo e sulla base delle dichiarazioni che il direttore renderà, il gip si riserverà, correttamente, la decisione da prendere.
Credo che in maniera lineare e coerente con ciò che il governo regionale ha fatto finora, sia giusto e corretto attendere le decisioni del gip, che arriveranno da qui a qualche giorno. Quindi ci rimettiamo con serenità al lavoro che la magistratura farà, seguiamo attentamente la situazione. Ripeto, credo che questo sia l’atteggiamento più corretto, perché porta dietro di sé il rispetto del lavoro dei magistrati da una parte e dall’altro il diritto alla difesa di chi è chiamato in causa.
Naturalmente, nel prosieguo delle questioni informeremo puntualmente questo Consiglio come nostro dovere.

PRESIDENTE. Ringrazio l’assessore per la sensibilità con la quale ha voluto aderire alla richiesta di informare l’aula.



Interpellanze (Rinvio)
«Decreto legge 27.5.2005, n. 87: Disposizioni urgenti per il prezzo dei farmaci non rimborsabili dal servizio sanitario nazionale» Ceroni (9)
«Legge regionale sulla cultura» Favia (10)
«Osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza» Romagnoli (15)

PRESIDENTE. Le interpellanze n. 9 del consigliere Ceroni, n. 10 del sottoscritto e n. 15 del consigliere Romagnoli vengono rinviate.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione di un’azienda di Pergola» Procaccini e Bucciarelli (382)

PRESIDENTE. L'assessore Ascoli ha chiesto che venga anticipata la risposta alla interrogazione n. 382 poiché dovrà assentarsi per motivi istituzionali, quindi ove non vi siano obiezioni ha la parola, per rispondere all’interrogazione n. 382 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli, l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La situazione è abbastanza complessa.
La Italfilter Spa è un'azienda che ha sede in Ancona e ufficio amministrativo a Pergola. L'attività esercitata fa riferimento alla fabbricazione e installazione di macchine di impiego generale ed altro materiale meccanico quali la fabbricazione di filtri per la depurazione dell'aria di uso domestico.
Le problematiche sollevate nell'interrogazione riguardano più un'altra società che appare collegata alla Italfilter Spa: la Tecnoservice Srl.
Questa azienda dal 2001 trasferisce la sua sede legale e amministrativa; originariamente Mergo, a Palmi (RC) e 11 unità locali tutte ubicate nella regione Marche: Mergo, Serra San Quirico, Frontone, Matelica, Staffolo, Monte Roberto, Fabriano, e Pergola .
L'attività produttiva principale esercitata è rappresentata da montaggio di componenti elettrici, parti di ricambi di elettrodomestici, cablaggio, assemblaggio di cappe aspiranti per cucina.
L'azienda è retta da un amministratore - residente in Calabria - cui lo statuto ha conferito i più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della società.
Il sindacato riferisce che non è stato mai in grado di contattare l'amministratore unico per risolvere determinate questioni legate alla gestione delle maestranze.
Infatti, recentemente risulta che una parte di personale della Tecnoservice - che fa parte di un gruppo industriale - sia stato contattato individualmente e invitato a dimettersi con garanzia di ricollocazione presso un'altra azienda con sede legale a Monte Roberto.
E' il caso dell'azienda Generai Service Srl che ha assorbito in data 24 febbraio 2006 n. 53 lavoratori provenienti dalla Tecnoservice Srl in quanto quest'ultima aveva dichiarato che intendeva cessare l'attività produttiva. Questo "passaggio" è stato garantito da un accordo sindacale nel quale l'azienda General Service si impegnava ad assumere dall’1 marzo 2006 tutto il personale operante nello stabilimento di Matelica, con la garanzia di adempimento di diverse condizioni salariali e del riconoscimento dell'anzianità di servizio maturato presso l'azienda di provenienza.
Dai 2001 la Tecnoservice (da quando cioè la sede legale è stata trasferita a Palmi) ha versato solo in parte i contributi ai lavoratori all'Inps.
Prescindendo dalla legalità di siffatte operazioni, risulta che al personale "che viene invitato a licenziarsi" per poi essere riassorbito dalla nuova società, non vengono riconosciute alcune spettanze fondamentali quali il trattamento di fine rapporto.
L'amministratore unico, che ha la rappresentanza legale, non si è reso mai reperibile , risulta quindi sconosciuto alle organizzazioni sindacali. Da qui le difficoltà di intavolare con l'azienda un concreto piano di gestione dei contenzioso legato alle competenze maturate dai lavoratori.
Pertanto, vista la situazione che presenta un certo grado di difficoltà in ordine alla esatta ricostruzione dei diversi passaggi proprietari, è intenzione della Regione proporsi come soggetto di mediazione convocando le parti quanto prima per una definizione di tutta la complessa vicenda.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Intanto voglio ringraziare l’assessore per il lavoro svolto e soprattutto per le intenzioni che ha qui dichiarato, perché crediamo, io e il collega Procaccini, di avere sollevato, con questa interrogazione, una delle situazioni veramente gravi, probabilmente non l’unica, in cui versano tanti lavoratori marchigiani. Qui siamo di fronte — implicitamente l’ha detto l’assessore — di fronte a una società “pirata” che tratta i propri lavoratori, i propri dipendenti, nello stesso modo in cui questi vengono trattati, non in una delle nazioni più industrializzate del mondo quale la nostra, ma nel Terzo Mondo.
Esprimo quindi di nuovo soddisfazione, chiediamo all’assessore una copia della risposta e di essere informati mano a mano che opererà e procederà con i propri interventi.



Interrogazione (Svolgimento)
«Agevolazioni finanziarie per l’acquisto della prima casa previste dall’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno anche in favore di coppie gay e/o lesbiche» Castelli (116)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 116 del consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli in luogo dell’assessore Carrabs.

Loredana PISTELLI. In relazione all'interrogazione n.115/05, relativa all'oggetto, si evidenzia che l'art. 2 della L.R. n. 36 del 16.12.2005 stabilisce che per nucleo familiare si intende “...quello composto dal richiedente, dal coniuge non legalmente separato, dai soggetti con i quali convive e da quelli considerati a suo carico ai fini Irpef. La convivenza è attestata dalla certificazione anagrafica, che dimostra la sussistenza di tale stato di fatto almeno da un anno antecedente la scadenza dei singoli bandi, salvo l'ipotesi in cui il richiedente intenda costituire un nucleo familiare autonomo. In ogni caso, il coniuge non legalmente separato non può costituire nucleo familiare autonomo."
Da tale definizione emerge che non viene fatta alcuna distinzione tra coppie omosessuali ed eterosessuali. Si ritiene, pertanto, che il bando emanato dalla Provincia di Ascoli Piceno sia coerente con la vigente disciplina regionale in materia di politiche abitative.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Sono molto sorpreso di questa risposta che in realtà fa riferimento e dà una risposta a solo uno dei due interrogativi che io avevo posto con la mia interrogazione.
I fatti sono conosciuti, la Provincia di Ascoli Piceno nel settembre del 2005 ha emanato un avviso pubblico per poter effettuare delle agevolazioni finanziarie per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, non effettuando distinzione alcuna per quanto riguarda il carattere eterosessuale o meno delle coppie stesse.
L’interrogazione era riferita a due distinti problemi: innanzitutto sapere e conoscere se l’atteggiamento della Provincia di Ascoli Piceno poteva e doveva essere considerato coerente con le politiche regionali in materia, e su questo l’assessore Pistelli risponde in maniera burocratica, rimettendosi — immagino con una punta di imbarazzo — al dettato della legge; ma il secondo quesito a cui non si dà una risposta è: cosa intende fare la Regione Marche rispetto a una questione così importante, così significativa da suscitare un grossissimo dibattito a sinistra, soprattutto a sinistra, in una coalizione che è caratterizzata da valutazioni molto composite e molto eterogenee sul punto?
Ma andiamo per ordine. Ci dice l’assessore Pistelli che in realtà nelle maglie della legge del 19905, non essendoci nessun riferimento esplicito al carattere eterosessuale, nulla osta che le agevolazioni finanziaria possano essere accordate anche a coppie omosessuali. Ne prendiamo atto, ne devono prendere atto anche le componenti cattoliche della maggioranza del centro-sinistra, auspicando che esse stesse, liberamente si possano esprimere su un aspetto che, dicevo prima, sta invece suscitando un grossissimo dibattito. Tolgo dal campo ogni possibile fraintendimento: qui non si tratta di introdurre discriminazioni o di fare valutazioni poco commendevoli sulle preferenze sessuali di alcuno; si tratta però di stabilire, una volte per tutte, parlando di agevolazioni finanziarie, se le coppie di fatto omosessuali meritino non un riconoscimento in termini di diritti individuali, perché questo è un altro capitolo, ma addirittura di essere incentivate, di essere promosse esattamente come ha fatto la Provincia di Ascoli Piceno.
E allora la risposta, insoddisfacente a mio modo di vedere, dell’assessore Pistelli, non ci consente di conoscere qual è l’opinione, la valutazione condivisa del centro-sinistra su un punto che è tutt’altro che confinabile nel perimetro delle valutazioni moralistiche. Lo dico perché da qui a qualche mese dovremo mettere mano alla famosa “porzione” della legge sull’edilizia residenziale pubblica, che per l’appunto è stata stralciata proprio per un qualche imbarazzo su questi temi, ma mentre la Regione Marche preferisce non rispondere, e prima o poi lo dovrà fare, le cose vanno avanti. Leggevamo infatti sulle cronache di questi ultimi tempi che, addirittura a sinistra, lo stesso Luxuria ha rimproverato Franco Grillini, responsabile dia vere anticipato un po’ i tempi depositando una proposta di legge che prevede il riconoscimento delle coppie omosessuali. Anche Luxuria ha detto “andiamoci piano, perché bisogna prima capire cosa la coalizione voglia fare” e dietro Luxuria sono anche venuti Bobba e altri esponenti della Margherita, che hanno con chiarezza espresso il concetto che uno dei must, degli obblighi, dei punti, dei pilastri di questa coalizione, per il centro-sinistra deve essere appunto individuato nella tutela della famiglia. Queste sono parole che dal mio punto di vista culturale saluto con estrema soddisfazione, ma che purtroppo mi sembra non abbiano il dovuto chiarimento da parte della Giunta regionale. Mi auspicavo che ci fosse una parola chiara, almeno sui principi fondamentali, questo non è.
Ma se fosse problema di Castelli o di Alleanza nazionale transeat: la Giunta pattina su tante cose, potrebbe pattinare anche sugli omosessuali e non sarebbe una cosa che ci meraviglierebbe. La cosa grave in realtà, è che lo stesso presidente della Provincia di Ascoli Piceno Rossi, chiede alla Regione Marche lumi in proposito. Proprio oggi, a margine della polemica suscitata da questa mia interrogazione, il presidente della Provincia Rossi dice “io l’ho fatto perché la Regione non me lo ha impedito e comunque non so cosa voglia fare la Regione Marche, ma da quel poco di cui sono al corrente, sta studiando le modalità per un bando più complesso, rivolto all’edilizia residenziale pubblica”. E’ quindi una domanda che si rivolge alla Giunta regionale da parte del Consiglio regionale e di alcuni suoi esponenti, da parte delle Amministrazioni provinciali, che in assenza di una precisa direttiva aprono gli incentivi finanziari agli omosessuali, cosa che secondo me è profondamente sbagliata, contro la quale sarebbe bene far sentire una voce non per ragioni, ripeto, moralistiche o di stupido e sciocco vilipendio delle preferenze sessuali di qualcuno, ma per un altro semplice motivo: che quando si tratta di incentivare l’acquisto della prima casa, credo che uno degli elementi imprescindibili per poter graduare in maniera corretta questo tipo di beneficio finanziario, sia per lo meno l’attitudine a procreare. Per lo meno un elemento che, fino a prova contraria — salvo che poi la coalizione di centro-sinistra dia il diritto di adozione alle coppie omosessuali, che ancora però non c’è e io spero che non ci sia mai — ritengo doveroso — e questo è l’invito che rivolgo al centro-sinistra, anche alle ali radicali  è che non si può pensare di incentivare, a discriminazione, questa sì, di altre coppie eterosessuali, l’acquisto della prima casa con contributi pubblici nei confronti di chi, programmaticamente, non è nella condizione di poter procreare e quindi di poter mettere al mondo figlioli. Penso che su questo ci si possa incontrare tutti. Non è questo il momento e il luogo di fare battaglie che, ripeto, non c’entrano nulla con i diritti civili, perché ognuno fa quel che crede dei propri costumi sessuali, ma nel momento in cui sono rarefatte le risorse pubbliche, non esistono fondi sufficienti per garantire una sana e importante politica di insediamento abitativo, credo che sia profondamente sbagliato disconoscere alle famiglie di fatto e alle famiglie consacrate dal matrimonio, il diritto e la possibilità di programmare il proprio futuro e la propria possibilità di fare figli dando loro un albergo e un asilo, solo perché per ragioni di vuoto ideologismo — fra le altre cose disconosciute addirittura dalla stessa Wladimir Luxuria — si possa arrivare all’assurdità che non riescono ad avere l’incentivo per la prima casa coppie eterosessuali che con molta fatica mettono sugli averi per poter darsi una famiglia, mentre invece vengono privilegiate — perché di privilegio si tratta — le coppie omosessuali. La condizione normativa che oggi ha consentito alla Provincia di Ascoli Piceno...

PRESIDENTE. Consigliere, ha parlato per dieci minuti, il doppio di quanto consentito.

Guido CASTELLI. ...quello che io denuncio, è una discriminazione al contrario, perché nessuno qui vuol fare discriminazioni, ma ad essere discriminati, nella fattispecie, sono le coppie unite dal matrimonio o eterosessuali, che si vedono messe sullo stesso piano di coppie che figli non ne potranno, fino a prova contraria, fare.



Interrogazione (Rinvio): «Aumento della povertà nelle Marche» Bugaro (172)

PRESIDENTE. L’interrogazione 172 viene rinviata per assenza dell’assessore Amagliani.



Interrogazione (Svolgimento): «Disagi provocati dai continui lavori sulla strada statale 76» Badiali e Mammoli (191)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 191 dei consiglieri Badiali e Mammoli. Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. A seguito di una richiesta di informazioni al dirigente del compartimento ANAS per la viabilità nelle Marche, si sono avute le seguenti informazioni.
I lavori in corso nel novembre 2005, periodo nel quale è stata formulata l'interrogazione in oggetto, sono terminati da tempo.
Attualmente sono in corso soltanto opere di sostituzione delle barriere con lo scopo di migliorare la sicurezza negli svincoli di Maiolati, Cingoli e Jesi est.
I lavori sono iniziati il 21 aprile scorso a partire dallo svincolo di Maiolati e termineranno con Jesi est nella prima decade del prossimo mese di giugno.
Tali opere hanno un costo di poco più di euro 400.000.
Non sono programma altre opere se non il normale taglio dell'erba che non compromette assolutamente la circolazione.
La chiusura temporanea degli svincoli viene sempre preceduta da emissione di ordinanze comunicate per tempo agli enti territoriali interessati affinché ne diano notizia ai cittadini ed agli utenti in genere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Ho presentato questa interrogazione, insieme al consigliere Mammoli, perché i lavori di manutenzione — che, premetto, sono indispensabili — sulla statale 76, non sono segnalati a sufficienza e provocano disagi. Non è sufficiente fare le segnalazioni agli enti pubblici: deve essere l’Anas a segnalare la chiusura delle strade, che è l’amministrazione competente sulle strade. Questo si verifica in continuazione. Anche la settimana scorsa hanno chiuso uno svincolo senza segnalazione. Questo non è giusto perché la strada è molto transitata e all’ultimo momento si possono verificare incidenti a causa della chiusura dell’uscita all’insaputa degli utenti.
Quindi non dico che non debbano essere fatti i lavori, anzi la manutenzione è opportuna e necessaria, ma le ditte che la eseguono devono avere l’accortezza di fare adeguate segnalazioni e soprattutto fare i lavori non in orari di traffico intenso. Si può lavorare nelle ore in cui non vi sono punte massime di traffico.



Interrogazione (Rinvio): «Direttiva 42/2004 — Emissione di composti organici volatili (COV)» Capponi (212)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 212 viene rinviata per assenza dell’assessore Amagliani.



Interrogazione (Rinvio): «Concessione contributo Comune di Pievebovigliana per la ristrutturazione ex scuola materna» Massi (393)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca 393 del consigliere Massi.

Loredana PISTELLI. Chiedo il rinvio per acquisire ulteriori informazioni.

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 393 viene pertanto rinviata.



Interrogazione (Svolgimento): “Politica farmaceutica» Altomeni (233)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 233 del consigliere Altomeni. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione ai quesiti che il consigliere Altomeni pone, si osserva quanto segue.
Il servizio salute ha previsto la posizione funzionale «Politica del Farmaco» le cui attività sono attualmente svolte da un farmacista dirigente a tempo indeterminato.
E’ condivisa l'esigenza di intervenire nella riorganizzazione dei servizi farmaceutici, nel rispetto dei distinti ruoli istituzionali tra Regione e aziende sanitarie. Le eventuali variazioni di organico non possono prescindere dal quadro economico-finanziario e dalle risorse disponibili.
Per quanto riguarda gli acquisti dei farmaci, si precisa che il maggiore onere deriva da medicinali in esclusiva industriale e/o coperti da brevetto. Al momento risulta che l’Asur è in procinto di emanare il bando di gara, mentre ha svolto ed assegnato quella relativa all’ossigenoterapia domiciliare.
Le aziende ospedaliere hanno già svolto, invece, le gare nell’anno 2005.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’assessore per la risposta. Mi pare che da gennaio, quando l’interrogazione è stata presentata, si sono fatti alcuni passi avanti rispetto a questa tematica. Fa bene l’assessorato a fare attenzione al settore della sanità pubblica, perché attraverso lo stesso passa un aspetto qual è quello della spesa farmaceutica. Abbiamo quindi fatto tutta l’operazione dell’unificazione delle aziende con l’obiettivo della centralizzazione degli acquisti ed è pertanto bene che su questo terreno si prosegua e si riesca, anche nel settore del farmaco, a fare dei passi avanti, a fare delle gare comuni. Del resto, in aziende di altre regioni questo aspetto ha dato risultati molto importanti: sono riusciti a fare gare con ribassi molto importanti, aggirando i “cartelli” che spesso le case farmaceutiche fanno, quindi sarebbe opportuno anche da noi andare avanti su questa strada.
L’altro aspetto molto importante che svolgono le farmacie ospedaliere è il controllo delle farmacie territoriali, quindi la carenza di organico risulta essere un problema, perché questa funzione di controllo che i farmacisti ospedalieri dovrebbero svolgere, essendo sotto organico difficilmente riescono a farla. Pertanto questo aspetto del controllo nella nostra regione viene un po’ a mancare, mentre è assolutamente importante.
Comunque mi ritengo soddisfatto se questo è l’inizio di un percorso che porterà poi a ulteriori evoluzioni.



Interrogazione (Svolgimento): «Interventi urgenti per fronteggiare i danni causati dal maltempo» D’Anna (130)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 130 del consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’assessore Agostini in luogo del Presidente Spacca.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. L’andamento climatico dell’intero anno 2005 è stato quanto meno anomalo ed ha visto la nostra regione colpita a più riprese da eventi che hanno causato danni a beni pubblici e privati. In riferimento agli eventi del 18 settembre scorso, è in corso l’istruttoria della pratica per l’eventuale richiesta della dichiarazione dello stato d’emergenza. Tale istruttoria da qualche tempo comprende anche la richiesta ai sindaci dei comuni colpiti, di confermare o meno la richiesta avanzata sulla base delle seguenti considerazioni.
Da tempo le ordinanze emanate in forza di dichiarazioni dello stato di emergenza non hanno una dotazione finanziaria tale da consentire l’assegnazione di contributi al privato (ordinanze nn. 3311 del 2003 e 3276 del 2003, maltempo agosto 2002; ordinanza 3373 del 2004, eventi meteomarini del novembre 2002; ordinanza 3464 del 29.9.2005, bufera di vento del 24.9.2005 e precipitazioni nevose del gennaio 2005). D’altro canto sono pervenute numerose segnalazioni ai cittadini, i quali affermano che le compagnie assicuratrici, in presenza delle richieste dichiarazioni dello stato di emergenza, rifiutano di risarcire il danno sulla base del fatto che una pubblica amministrazione ha valutato l’evento occorso tanto straordinario da comportare, appunto, l’adozione di un provvedimento ex art. 5 della legge 225 del 1999.
Per garantire una migliore risposte operativa ai casi di emergenza, si opera da tempo per rafforzare il sistema della protezione civile. In questa ottica viene assegnato agli enti locali della regione — Comuni, Province e Comunità montane — il 50% del fondo per la protezione civile, proprio perché possano organizzare la propria struttura. Per assicurare ai sindaci una concreta possibilità di intervento, da tempo la Regione si è adoperata per far crescere il volontariato di protezione civile, tanto che ormai fra associazioni di tipo privatistico e gruppi comunali di protezione civile la nostra regione conta su oltre 200 organizzazioni che, in caso di necessità, affiancano le componenti istituzionali. Relativamente alle altre questioni poste dall’interrogazione si ritiene che alle stesse debba essere data risposta dalle strutture della Regione competenti per materia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Giancarlo D’ANNA. Riconosciamo alla protezione civile e anche alla Regione Marche l’impegno portato avanti in situazioni di disagio per i cittadini, però nella risposta non ho sentito parlare, ad esempio, di prevenzione. Eventi eccezionali sono ormai diventati di routine, perché non passa mese che il tempo non arrechi danni alla nostra regione.
Proprio ieri, insieme ad altri consiglieri regionali eletti nella provincia di Pesaro e Urbino, abbiamo avuto un incontro con il presidente della Provincia Ucchielli, il quale, tra le altre cose, ci ha fatto notare la grave difficoltà nella quale versa, ad esempio, la provincia di Pesaro e Urbino, come conseguenza di quelli che vengono definiti eventi eccezionali ma che, ripeto ancora una volta, sono diventati ormai una questione di routine.
Penso che da questo punto di vista, al di là dell’impegno della protezione civile, che nella maggior parte dei casi interviene successivamente all’evento cosiddetto eccezionale, bisogna necessariamente fare un’opera di prevenzione e questa opera di prevenzione va fatta sicuramente con un’attenzione particolare soprattutto ad alcune parti del territorio, tipo l’entroterra che generalmente è più trascurato rispetto ad altre realtà, ma senza trascurare le zone che sono vicino al mare, soprattutto quelle in prossimità delle foci dei fiumi. Non è un caso che a Fano, in quel periodo, vi sono stati gravissimi danni causati proprio dalla presenza della foce del fiume, che non è stata tenuta nella debita considerazione come controllo, come lavori, come prevenzione, soprattutto.
Questa interrogazione, al di là della richiesta dello stato di calamità, vuol essere un sollecito all’Amministrazione regionale ad attuare un piano intelligente, mirato, dando delle priorità di prevenzione, nei limiti del possibile, di alcuni fenomeni, visto poi che nella maggior parte dei casi questi si ripetono sempre e puntualmente nelle stesse zone, creando anzitutto un clima di insicurezza da parte dei cittadini ma anche di sfiducia nelle istituzioni, perché di volta in volta si torna a parlare di eventi eccezionali quando, ripeto per l’ennesima volta, questi eventi capitano ormai ogniqualvolta c’è cattivo tempo.
Quindi chiedo un impegno maggiore sulla prevenzione, anche a nome di coloro che hanno subito danni non solo nella provincia di Pesaro e Urbino ma in tutta la regione.



Interrogazione (Rinvio): «Sistema sanitario regionale — Nomina coordinatore area vasta provincia di Pesaro e Urbino» Giannotti (214)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 214 del consigliere Giannotti viene rinviata per assenza dello stesso consigliere.



Interrogazione (Svolgimento): «Costituzione polo fieristico regionale» Solazzi (355)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 355 del consigliere Solazzi. Per la Giunta risponde, in luogo dell’assessore Amagliani, l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Con riferimento all'interrogazione posta si specifica quanto segue.
La Giunta regionale nella seduta del 23/01/2006 con deliberazione n. 39 ha costituito un gruppo tecnico per il riordino del sistema fieristico regionale così composto: un rappresentante per ciascuna delle 4 Camere di commercio; un rappresentante dell'Anci; un rappresentante per ciascuna delle quattro Province marchigiane; l'assessore regionale competente e/o un suo delegato; un rappresentante dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche (ERF); il dirigente del servizio promozione turismo e commercio e/o un suo delegato; il dirigente del servizio attività istituzionali, legislative e legali e/o un suo delegato.
Tra i compiti del gruppo tecnico vi è la predisposizione di uno studio per la riorganizzazione di tutto il sistema fieristico regionale al fine di verificare le possibilità reali di costituzione di un polo unico regionale che consenta il rilancio ed il miglioramento del sistema fieristico.
Con decreto del dirigente del servizio n. 102/S12 del 13 marzo 2006 è stato istituito il gruppo tecnico così composto: Giampaoli Giampaolo in rappresentanza della Camera di commercio di Ancona; Gibellieri Enio in rappresentanza della Camera di commercio di Ascoli Piceno; Bartoli Luca in rappresentanza della Camera di Commercio di Macerata; Drudi Alberto in rappresentanza della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino; Dubbini Raffaella in rappresentanza della Provincia di Ancona; Zema Maria Grazia in rappresentanza della Provincia di Ascoli Piceno; Pantanetti Giulio in rappresentanza della Provincia di Macerata; Ucchielli Palmiro in rappresentanza della Provincia di Pesaro e Urbino; Bilo' Mirko in rappresentanza dell'Anci; Merlonghi Dante in rappresentanza delI'Erf - Ente regionale per le manifestazioni fieristiche; Agostini Luciano assessore promozione internazionalizzazione e/o il suo delegato Pietro Talarico, responsabile della posizione di funzione turismo e commercio; Pierini Laura dirigente servizio promozione internazionalizzazione turismo e commercio e/o suo delegato Contini Fabio responsabile P.O. interventi finanziari al commercio; Londrillo Paolo dirigente servizio attività istituzionali legislative e legali e/o il suo delegato Antonella Nobili dirigente P.F. attività normativa e consulenza.
A tal fine, il delegato della Giunta regionale nell'assemblea dei soci del Patrimonio Fiere di Pesaro S.p.a., in data 21/02/2006 ha fatto presente ai soci della volontà della Giunta regionale di istituire un gruppo che studiasse la possibilità di costituire un polo unico. L'assemblea dei soci ha deliberato di sospendere per 6 mesi la vendita della Fiera di Pesaro S.r.l., in attesa che ci sia questo studio.
Il gruppo di lavoro è una conseguenza della legge approvata alla fine della scorsa legislatura dal Consiglio regionale, che tracciava la linea di marcia verso la possibilità di costituire un unico polo fieristico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Solazzi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Vittoriano SOLAZZI. Non c’è alcun intento di tipo campanilistico in questa interrogazione. L’interrogazione fa riferimento a due esigenze. Peraltro il Vicepresidente risponde a una di queste due esigenze e questo lo comprendo, perché essendo stato costituito il gruppo di lavoro, è evidente che l’approfondimento prima che si costituisca questo polo è propedeutico ad altre eventuali scelte.
Quindi l’interrogazione non aveva alcun intento di tipo campanilistico ma partiva da una esigenza che io ritengo — ma credo tutti noi dovremmo ritenere — prioritaria in questo settore, che peraltro è contenuta, nelle sue linee essenziali nell’interrogazione. In un momento oggettivamente difficile per il nostro sistema produttivo, in una crisi che non è nemmeno congiunturale ma strutturale ormai da anni e che non riguarda, per la verità, soltanto la nostra regione, c’è la necessità vera, reale, di cui ci dobbiamo fare carico assolutamente, di non disperdere alcuna energia. Il ruolo degli enti pubblici, dei Comuni, delle Province, delle Regioni, dello Stato in una congiuntura di questo tipo, è quello di fare tutto quanto possibile per far sì che le risorse, che sono calanti — e non mi pare che in prospettiva vi potrà essere un’inversione da questo punto di vista — siano utilizzate al meglio.
In questo specifico settore si tratta, peraltro, di impegni degli enti pubblici per far sì che in questa crisi, in qualche modo venga esercitato un ruolo da parte degli enti pubblici, che si estrinseca nell’utilizzazione, nell’ottimizzazione delle risorse disponibili e nel dare un supporto vero al sistema delle imprese, al sistema produttivo.
Per quanto riguarda lo specifico, il sottoscritto ritiene anche che la struttura di Pesaro abbia tutte le caratteristiche per poter svolgere un ruolo che non può essere provinciale ma che deve essere regionale, perché è una struttura esistente, efficiente, capiente, sicuramente sottoutilizzata e che peraltro rischia di trovare approdi fuori da questa regione. Pensiamoci bene, primo perché la necessità di fare un polo unico fieristico regionale c’è, è vera, reale, è la strada per ottimizzare le risorse disponibili; poi, prima di avventurarci in spese relativamente alla creazione di nuove strutture, spese non indifferenti, abbandoniamo qualsiasi visione campanilistica, abbandoniamo qualsiasi presa di posizione per dovere di appartenenza e di rappresentanza di un territorio e guardiamo questi problemi così come ci chiede il mercato, così come ci chiede il sistema delle imprese, così come ci chiede l’emergenza che questo paese vive da un punto di vista economico.
La Commissione è stata istituita, plaudo a questa cosa, però non posso non sottolineare che in ogni attività degli enti ci debbono essere tempi accettabili, ma particolarmente in un settore che riguarda direttamente l’economia, non dobbiamo allungare i tempi, dobbiamo accorciarli, dobbiamo avere il coraggio di fare scelte in tempi compatibili con quelli del mercato, dell’impresa, dell’economia.
Quindi la sollecitazione che faccio è che questa Commissione lavori, realizzi l’obiettivo prima di creare un polo fieristico regionale, perché cadremmo nel ridicolo se in una regione, che da un punto di vista demografico è meno popolata di una grande città di questo paese, non riuscissimo a creare le sinergie per costruire qualcosa che vada nel verso di dare risposte, di ottimizzare le risorse disponibili e creare risparmi. Poi, per quanto riguarda la scelta delle strutture comprendo tutto, comprendo anche le difficoltà di ubicare il centro e il cuore di questo polo unico regionale in una provincia piuttosto che in un’altra, ma anche qui abbiamo l’obbligo di guardare a queste soluzioni non con una visione di tipo campanilistico ma cercando sempre di ottimizzare le risorse disponibili. Non ci si può lamentare di tagli, non ci si può lamentare delle ristrettezze, se quando poi siamo chiamati a fare le scelte, rimangono sullo sfondo queste esigenze e in primo piano ci sono le esigenze, spesso assolutamente parziali, di rappresentanza campanilistica territoriale.
Chiudo dicendo che però ci deve essere un’accelerazione sulla scelta della costruzione del polo fieristico regionale e su questo mi auguro che i tempi siano brevi, altrimenti sarò costretto di nuovo a sollecitare la Giunta affinché da questo punto di vista si vada avanti.



Interrogazioni (Rinvio):
«Assegnazione aree Peep dell’area Borgo 3 di Fabriano» Ciccioli (340)
«Dpefr» Santori (368)

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 340 del consigliere Ciccioli e n. 368 del consigliere Santori vengono rinviate.



Interrogazione (Svolgimento): «Procedimento di localizzazione e realizzazione impianto di selezione e stabilizzazione rifiuti urbani in località Galoppo di Chiaravalle, sito individuato dal consorzio intercomunale Conero Ambiente» Binci e Brandoni (379)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 379 dei consiglieri Binci e Brandoni. Per la Giunta risponde, in luogo dell’assessore Amagliani, il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. L'interrogazione in oggetto, chiede di conoscere quali interventi si intenda adottare in forza dei poteri sostitutivi previsti dall'art. 13 della L.R. n. 28/1999, per: imporre al consorzio Conero Ambiente del bacino I della provincia di Ancona la redazione del piano industriale ai sensi dell'art. 9 della L.R. n. 28/1999; imporre al medesimo consorzio come obiettivo più significativo della sua azione
il raggiungimento dell'obiettivo minimo del 35% di raccolta differenziata degli Rsu a monte degli impianti di trattamento e selezione, in considerazione anche del fatto che il dimensionamento ed i costi degli impianti di cui sopra dipendono immediatamente dalla quantità di rifiuti non differenziati e destinati pertanto al trattamento; attestare che la località Galoppo del comune di Chiaravalle non rientra, alla luce dei riferimenti normativi sopra richiamati tra i siti idonei individuati dal piano di zonizzazione del piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Ancona ed, in tal caso, invitare la Provincia a voler individuare un sito alternativo idoneo.
In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto si evidenzia che i poteri di controllo e vigilanza di cui al citato art. 13 della L.R. n. 28/1999, invocati dai consiglieri Binci e Brandoni, possono essere esercitati dalla Regione solo nei confronti degli enti delegati per l'espletamento delle funzioni delegate che riguardano esclusivamente il regime autorizzatorio degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.
Premesso quanto sopra ne consegue che non rientra tra le competenze della Regione la facoltà di imporre al consorzio Conero Ambiente del bacino 1 della provincia di Ancona la redazione del piano industriale, strumento di attuazione del piano provinciale dei rifiuti previsto all'art. 9 della L.R. n. 28/1999.
Risulta comunque che il consorzio in questione abbia redatto un documento di programmazione nel quale si prevedevano le tipologie impiantistiche e i costi di realizzazione, e che con delibere del consorzio stesso sia stato approvato uno studio di fattibilità degli impianti e la localizzazione degli stessi.
Le disposizioni vigenti non prevedono l'approvazione del piano industriale da parte della Regione.
Per quanto riguarda il raggiungimento dell’obiettivo minimo del 35% della raccolta differenziata, si tratta di un preciso obbligo che la vigente normativa impone agli Ato.
Infine, per quanto concerne la localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera i) della l.r. 28/1999, compete alla Regione la definizione dei criteri per l’individuazione, da parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti.
Sulla base dei citati criteri la Provincia di Ancona ha provveduto alla classificazione delle zone idonee, non come da cartografia allegata al PPGR del 2001 e confermata dalla variante del 2004. Dalla tavola 2B3 del PPGR, abbiamo rilevato che la zona in questione, denominata Galoppo è stata classifica non idonea alla localizzazione di impianti di qualsivoglia tipologia impiantistica.
In sostanza si ribadisce il concetto che la normativa del settore nazionale e regionale assegna alle Province il compito di organizzare la gestione dei rifiuti all’interno dei singoli Ato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Massimo BINCI. Questa interrogazione va a interessare in toto la gestione dei rifiuti.
La legge regionale prevede che debba essere raggiunto il 35% di raccolta differenziata dei rifiuti, a monte del conferimento dei Rsu in discarica, invece siamo solamente al 20%. Mi ritengo soddisfatto della risposta dell’assessore, però i consorzi, che attraverso un piano industriale debbono raggiungere questi obiettivi, poiché c’è un preciso obbligo, come confermato dall’assessore nella risposta, non sono da alcuno invitati all’osservanza di questo obbligo.
L’interrogazione chiedeva anche se la localizzazione dell’impianto di trattamento e selezione dei rifiuti nella località Galoppo rientrasse nei siti idonei. Viene risposto che il sito del Galoppo, così come stabilito nel piano provinciale di gestione dei rifiuti e nella allegata cartografia, non rientra all’interno dei siti idonei, quindi anche qui c’è un errore nella localizzazione. Oltretutto non rientra tra i compiti dei consorzi procedere alla individuazione e localizzazione delle zone idonee ad accogliere, ma si debbono attenere al piano provinciale dei rifiuti e alla cartografia.
Siamo in un evidente, palese contrasto con gli atti di programmazione e quindi sono soddisfatto che questo tipo di valutazione di difformità dagli atti di programmazione per la localizzazione del sito venga attestato dagli uffici competenti.
E’ necessario che con forza ci sia un richiamo ai consorzi che attuano la gestione dei rifiuti in tutti i bacini regionali, a redarre dei piani industriali in cui portino avanti le politiche che la Regione ha delineato nel piano regionale per la gestione dei rifiuti, però evidenzio un vulnus di tipo attuativo, nel senso che chi deve gestire di fatto la politica dei rifiuti, cioè i consorzi, non viene sottoposto ad alcun tipo di controllo e può non raggiungere gli obiettivi per cui i consorzi sono nati. Oltretutto si va in contrasto anche con la programmazione, sia per la gestione che per la localizzazione dei siti di trattamento, come in questo caso. Quindi, secondo me, la Regione con forza deve attivare strumenti per rendere operativo il piano di gestione dei rifiuti, altrimenti facciamo leggi ma non andiamo poi a vedere se funzionano o meno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni, co-firmatario della mozione, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Giuliano BRANDONI. Questa risposta ha un valore importante, perché è significativa e autorevole testimonianza che taglia la testa al toro, perché ribadisce — ma forse non ce n’era nemmeno bisogno — che la località del Galoppo non è idonea alle attività di trattamento dei rifiuti.
Questo è un elemento ulteriormente significativo, che ci fa riflettere su due questioni.
La prima è che repetita iuvant e mi auguro che questa risposta venga trasmessa alla Provincia di Ancona, perché rapidamente faccia il suo lavoro, poiché un ente delegato, il consorzio Conero Ambiente, in questo momento sta operando extra legem, nel senso che sta commissionando studi e lavori in una località rispetto alla quale ormai è noto, ribadito, autorevolmente ripetuto in questo momento dalla risposta della Giunta, non è possibile attivare quel tipo di attività, né attività consimilari per la gestione dei rifiuti.
L’altro elemento che contiene questa risposta, è quello di intervenire rapidamente affinché l’attività che riguarda lo smaltimento dei rifiuti faccia le scelte necessarie, perché c’è il rischio che in questo stato l’emergenza faccia premio alle scelte, e mi spiego. Se continuerà l’attività del consorzio, di ricerca e di individuazione del sito idoneo attorno al Galoppo, mentre gli altri siti — quelli che l’università degli studi di Ancona, quelli che la Provincia ha indicato attraverso i criteri che la Regione ha dato — vengono tenuti distante da questa operazione preliminare ma assolutamente necessaria, c’è la rischiosa possibilità che l’emergenza-rifiuti faccia cambiare opinione a quello che gli studi e le indicazioni hanno deliberato e delimitato.
Ecco perché mi auguro che questa risposta abbia la necessaria veicolazione, sia nei confronti dell’ente delegato, cioè la Provincia di Ancona, sia nei confronti dell’opinione pubblica, perché questa risposta è elemento utilissimo, anzi necessario perché questa querelle, ormai anche stucchevole, per quanto riguarda il territorio di Chiaravalle, Monte San Vito e Montemarciano, presto finisca.



Interrogazioni (Rinvio):
«Situazione economica Aerdorica spa — Assetto societario» Bugaro (182)
«Conti della società Aerdorica» Bugaro (295)
«Situazione amministrativa azienda ospedaliero-universitaria Ospedali riuniti Umberto I-Lancisi-Salesi» Ciccioli (358)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 182 e 295 del consigliere Bugaro, abbinate e l’interrogazione n. 358 del consigliere Ciccioli. Vengono tutte e tre rinviate.

Giacomo BUGARO. Vorrei sapere perché le interrogazioni 182 e 295 vengono rinviate.

PRESIDENTE. Perché la Giunta ha richiesto di poter approfondire l’argomento e rispondere prossimamente.

Giacomo BUGARO. Insisto, dicendo che rispetto a questo problema che è noto, profondo, che la Giunta sta sottovalutando ormai da oltre un anno...

PRESIDENTE. Scusi, consigliere, ma non possiamo aprire un dibattito sul rinvio.

Giacomo BUGARO. E’ l’ennesima presa in giro rispetto a questo problema che è un problema delle Marche e tutti i giorni, tutti i mesi, crea milioni di euro di debiti.



Interrogazione (Svolgimento): «Carenza di servizio improrogabile alla Z.T.L. n. 12» Castelli (117)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 117 del consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento alla interrogazione in oggetto si fa presente quanto segue.
Nel dibattito sul problema sollevato nella interrogazione, è intervenuto il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno che ha affermato che, data la qualità dell'acqua distribuita dall'acquedotto consortile del Piceno, da ritenersi "acqua minerale" in senso tecnico, era opportuno che la stessa fosse erogata nei tre ospedali di rete della provincia tramite erogatori che ne garantissero igienicità e qualità.
A tale proposito la Provincia si è offerta di acquistare gli erogatori, iniziando a sperimentare l'uso di alcuni di essi nei tre ospedali. Questa ipotesi è stata messa a punto in riunioni avvenute nel settembre scorso. Si ritiene tale soluzione la più adeguata alla gestione della problematica.
Nelle more della prospettata soluzione il Rotary Club della città si è impegnato a fornire 60.000 bottiglie di acqua minerale, corrispondenti al fabbisogno di circa 10-12 mesi. La distribuzione è iniziata da circa una settimana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. Prendo atto della risposta a un’interrogazione che aveva il senso di conoscere con esattezza i tempi di attivazione di un progetto comunque condiviso e apprezzato ma che tardava ad essere implementato.



Interpellanza (Svolgimento): «Osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza» Romagnoli (15)

PRESIDENTE. Recuperiamo l’interpellanza n. 15. Per la Giunta risponde, in luogo del Presidente Spacca, l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 11/2002, recante "Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità" il Presidente della Giunta regionale nomina, con proprio decreto, i componenti del comitato di indirizzo dell'osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza.
La composizione del suddetto comitato di indirizzo è determinata dall'art. 3, terzo comma, della citata legge regionale che in particolare, alla lettera c) prevede che dello stesso sono chiamati a fare parte otto sindaci, designati dall'ANCI Marche, d'intesa con UNCEM Marche e con la Lega regionale delle autonomie e dei poteri locali.
Il Presidente della Giunta regionale acquisisce pertanto le designazioni pervenute con la procedura sopra descritta e non ha margini di discrezionalità rispetto alle stesse.
Le considerazioni svolte dal consigliere Romagnoli sono condivisibili nella sottolineatura che viene fatta rispetto alla mancata rappresentanza del territorio della provincia di Fermo nel comitato d'indirizzo dell'osservatorio e rispetto alle sue speciflcità criticità per i problemi della sicurezza e dell'ordine pubblico. Tuttavia, alla luce della normativa descritta, non è nei poteri del Presidente intervenire per assicurare il "riequilibrio" territoriale della rappresentanza dei sindaci delle Marche nell'organismo di che trattasi.
Sarà tuttavia mia cura inviare all'ANCI regionale il resoconto relativo allo svolgimento della presente interpellanza, con l'invito alla stessa associazione a volere valutare eventuali rettifiche alle designazioni che sono pervenute alla Regione, sulla base delle quali ho doverosamente provveduto alla costituzione del comitato di indirizzo dell'osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli, per dichiararsi soddisfatta o meno.

Franca ROMAGNOLI. Prendo atto sia della doglianza che condivide l’assessore riguardo la totale esclusione di un territorio e di una provincia da questo osservatorio — quindi mi fa piacere che si condivida ciò che ho esposto nell’interpellanza — sia dell’intento di rivedere la norma, o meglio di sollecitare l’Anci in tal senso. Dico in ogni caso, per non nascondermi dietro un dito, che nella specifica dei capoluogo di provincia, bene poteva, la stessa Regione mettere tra i rappresentanti di diritto la città di Fermo in quanto capoluogo, perché da quanto mi risulta la legge delega all’Anci l’indicazione dei Comuni ma non la partecipazione automatica dei sindaci dei capoluoghi, che è stata invece restrittivamente intesa e quindi considerati solamente i quattro capoluoghi prima del riconoscimento della provincia di Fermo.
Comunque la presidenza della Giunta avrebbe potuto interpretare estensivamente la locuzione di “capoluoghi”, perché così è, e inserire comunque il capoluogo di Fermo. Spero, in ogni caso, che a questo seguano atti concreti affinché in un osservatorio che comunque è una istituzione importante, che abbiamo peraltro tutti votato — perché seppure nella legge generale facemmo le nostre distinzioni, l’osservatorio lo condividemmo — sia rappresentata equamente tutta la regione.



Interrogazione (Svolgimento): «Mancato espianto di organi all’ospedale San Salvatore di Pesaro» D’Anna (133)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 133 del consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento alla interrogazione in oggetto rispondiamo con la nota che è stata diffusa dalla direzione dell’azienda ospedaliera San Salvatore.
«La direzione dell'azienda ospedaliera ha documentato come i fatti relativi alla procedura di valutazione di morte cerebrale nel possibile caso di donazione d'organi cui si riferisce l'interrogazione sono diversi da quanto riferito dagli organi di stampa.
In particolare deve essere sottolineato che nessun possibile trapianto è stato impedito da eventi di tipo disorganizzativo o professionale, ma semplicemente esso è stato impedito dalla non idoneità del paziente alla donazione ed al suo successivo decesso.
Infatti la valutazione elettroencefalografica di non ammissibilità all'espianto, resa dal neurologo specialista e che rappresenta elemento centrale per la definizione di “morte cerebrale” non avrebbe comunque consentito di procedere alla donazione degli organi.
I percorsi organizzativi che hanno dato avvio alla mobilitazione dei professionisti ed alla procedura prevista per l'accertamento di morte sono stati regolarmente gestiti dalle direzioni di presidio ed infermieristica con la piena collaborazione di tutti i professionisti dell'azienda coinvolti.
Nella tarda mattinata del 20.09.05 la Direzione è stata avvertita dal coordinatore locale per il prelievo di organi della presenza di un paziente ricoverato in condizioni cliniche tali da indicare per il giorno 21.09.05 l'esecuzione di un EEG per verificare la possibilità di attivare o meno le procedure di accertamento di morte cerebrale previste dalla legge.
Nel pomeriggio della stessa giornata i medici della rianimazione comunicavano che il paziente presentava ancora attività respiratoria spontanea e non vi erano condizioni per attivare la procedura di accertamento della morte.
Ciononostante, una volta verificata l'assenza in servizio dei due tecnici di neurofisiologia sono state contattate telefonicamente le direzioni sanitarie degli ospedali vicini richiedendo la disponibilità nel sopperire all'assenza dei due tecnici.
La direzione sanitaria di Fano ha reso disponibile la professionalità di un tecnico di neurofisiologia che, chiamato la mattina del 21.09.05, ha eseguito la rilevazione preliminare EEG evidenziando un tracciato alterato da artefatti tali da non rendere possibile la constatazione di morte cerebrale come richiesta dalla normativa. Successivamente è avvenuto il decesso del paziente per arresto cardiaco.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Giancarlo D’ANNA. Credo che questo sia un fatto che vada ancora approfondito, perché anche per bocca dello stesso assessore si è parlato di assenza di responsabili, di contatti telefonici, il che lascia supporre che comunque sia decorso del tempo e la risposta non mi convince al 100%. Sarebbe gravissimo se un quotidiano locale avesse affermato quello che ha affermato, cioè che a causa dell’assenza degli addetti non si è potuto procedere all’accertamento di morte cerebrale. Questo è stato certificato da un articolo che nessuno ha immediatamente smentito, se non quando c’è stata questa interrogazione, alla quale è seguito il comunicato dell’ospedale.
Credo che la cosa vada valutata con attenzione, anche perché quello dei trapianti è un argomento molto delicato, molto importante per alcune persone che sono in attesa di trapianto, troppo spesso queste attese sono lunghe e se, anche giornalisticamente parlando, viene fuori che un possibile espianto non è stato fatto per una serie di motivi, credo che questo non tranquillizzi affatto, da una parte coloro che sono in attesa di un trapianto, e dall’altra parte coloro che sono intenzionati, per loro e per i propri parenti, a dare una disponibilità.
Quindi chiederei una verifica ulteriore su questo episodio, approfitterei dell’argomento per invitare l’Amministrazione regionale a fare una ulteriore campagna di sensibilizzazione sulle donazioni, perché in effetti sono moltissime le situazioni nelle quali, purtroppo, ci sono dei pazienti in attesa, con tutto quello che ciò comporta o potrebbe comportare, perché sapete benissimo che alla fine delle lunghe attese potrebbero, in qualche situazione, non dico agevolare ma costringere in situazioni a rischio, a prendere strade diverse da quelle previste dalla nostra normativa nazionale. Mi riferisco senza ombra di dubbio a trapianti clandestini e altre cose che possono avvenire, e la cronaca internazionale spesso ci parla di questo. Quindi un maggiore approfondimento della questione. Nel caso in cui avvengano delle segnalazioni che, a detta dell’assessore, sono completamente false, lì ci vuole anche l’immediatezza di una replica per mettere i cittadini in condizioni di giudicare se sono stati commessi degli errori da parte dei medici o da parte di chi ha dato le informazioni alla stampa.
Quindi una maggiore cautela su argomenti delicati come questi.



Interrogazione (Rinvio): «Estensione rete Adsl al comune di Tavoleto» Giannotti (381)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione 381 del consigliere Giannotti, che viene rinviata. Abbiamo così esaurito il punto 2) dell’ordine del giorno.



Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Regolamento per il trattamento dei dati personali sensibili e giudiziari di cui è titolare il Consiglio regionale delle Marche, articoli 20 e 21 del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196: Codice in materia di protezione dati personali» Minardi (1)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 1 ad iniziativa del consigliere Minardi.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Una breve relazione su questo atto dovuto, anzi obbligato. Il tema è già stato anticipato dal Presidente nella lettura del punto all’ordine del giorno. Si tratta del regolamento per il trattamento dei dati personali e sensibili giudiziari di cui è titolare il Consiglio regionale. Questo regolamento trae origine dal D. Lgs. 196/2003, “Codice di protezione dei dati personali”, il quale codice, per quanto non previsto nello stesso ed in particolare agli articoli 20 e 21, obbliga i soggetti pubblici a identificare e rendere pubblici, con regolamento, i tipi di dati e le operazioni relative.
Il regolamento in discussione è frutto di un lavoro concertato con la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali: un apposito gruppo di lavoro di tutti i Consigli regionali d’Italia ha lavorato su questo, è stato prodotto un regolamento tipo adattato alle singole situazioni, come il nostro, che ha avuto anche il parere positivo da parte del garante per la protezione dei dati personali. Va approvato — è la ragione per cui oggi è in discussione, dopo essere stato rinviato in Commissione — perché, ai sensi del “decreto milleproroghe” scade il 15 maggio.
Cosa prevede il regolamento? Si tratta di cinque semplici articoli e relative schede di approfondimento.
Il regolamento indica l’elenco dei trattamenti dei dati personali, le tipologie. Sono undici tipologie che non vi riassumo: rinvio, per chi volesse seguire con attenzione, alla pagina 7 dove vengono indicate le tipologie di dati di cui è titolare il Consiglio regionale, poi, attraverso specifiche schede che sono indicate nelle pagine successive — ad ogni tipologia corrisponde una scheda — la denominazione del trattamento, le fonti normative, la descrizione dei dati trattati, le modalità di trattamento, la loro diffusione e comunicazione.
In sintesi possiamo dire che viene indicato qual è il dato trattato, come viene trattato e la sua comunicazione e discussione.
Ricordo che trattasi di un obbligo, quindi non possiamo assolutamente derogare, altrimenti rischiamo di subire anche danni erariali ed altro, perché il Consiglio regionale tratta appunto dati che ai sensi di questo decreto debbono essere appositamente regolamentati.
Tra l’altro approfitto per ringraziare la cura con la quale il Consiglio e i funzionari hanno lavorato a questo e credo che, con assoluta tranquillità, oltre che con obbligatorietà, possiamo procedere ad un voto di questo atto.
Mi auguro che la minoranza, visto che anche in Commissione l’abbiamo discusso in più di una seduta, possa votare, consentendo quindi l’unanimità, visto anche i richiami e il percorso istituzionale che ha avuto l’atto stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Il consigliere Giannotti, relatore di minoranza, oggi, per impegni che tutti conosciamo, non può essere presente. Ritengo di poter esprimere a nome del nostro gruppo, su questo regolamento, un parere sostanzialmente positivo, seppure non sufficientemente approfondito da parte degli altri componenti del gruppo, ma avendo sentito lo stesso Giannotti che su questa questione nulla ha da eccepire in modo sostanziale, possiamo dare un parere sostanzialmente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Con qualche perplessità votiamo a favore di questo regolamento che, in fondo, è un atto dovuto, decisamente farraginoso e che comporterà, a nostro avviso, anche qualche difficoltà di applicazione e anche nella fase operativa potremmo avere qualche problema. Qualcosa abbiamo già esternato in Commissione, abbiamo anche provveduto a migliorarlo, però rimangono delle perplessità sul fatto che, probabilmente, in alcuni punti siamo andati anche oltre il richiesto. In ogni caso votiamo a favore, anche nel rispetto del lavoro, davvero certosino che la segreteria, i funzionari hanno svolto nel redigere l’atto stesso, sicuramente non facile proprio per le richieste che questo presuppone e per le risposte che ci troviamo a dare, spesso vittime di tutta una serie di normative burocratiche che non so quanto siano poi a nostra tutela e quanto ci vengano invece contro, nel momento in cui vengono esplicitate e rese atto normativo.
Un atto di fiducia verso quello che comunque non possiamo evitare, ma probabilmente ci renderà la vita un po’ più difficile anche nella stessa esplicazione del nostro mandato di consigliere, anche nella esplicazione delle nostre prerogative, degli atti ispettivi, nella discussione che in aula avverrà a seguito delle nostre interrogazioni e interpellanze. Non lo sottovalutiamo, perché le ripercussioni, anche nella vita pratica dell’aula e del Consiglio ci saranno.

PRESIDENTE. Sento di dover ringraziare gli uffici che hanno lavorato all’istruttoria di questa pratica e di dire che la materia è di base difficile. Già la legge da cui si deriva il regolamento è abbastanza farraginosa e difficile, quindi credo che gli uffici siano rimasti aderenti alla natura dell’atto.
Se non vi sono altri interventi, passo alla votazione degli articoli.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva




Nomine

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di due componenti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia “Kuferle” di Ascoli Piceno.
Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 26, schede bianche n. 6, schede nulle n. 3. Hanno ricevuto voti: Ciccantelli Alberto n. 13, Di Battista Novello n. 4. Li proclamo eletti.



Mozione (Discussione e votazione): «Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti su uccisione Calipari», Procaccini e Bucciarelli (72)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 72 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli, iscritta con procedura d’urgenza.
Ha la parola il consigliere Bucciarelli per illustrare la mozione.

Raffaele BUCCIARELLI. Abbiamo presentato questa mozione sulla base delle notizie apparse sulla stampa, e che credo debbano preoccupare l’opinione pubblica e i responsabili nazionali, riferite alla volontà, da parte del governo degli Stati Uniti d’America, di negare notizie che sono ritenute indispensabili dalla magistratura italiana, non solo per capire bene ed accertare come sono avvenuti i fatti che hanno portato alla morte dell’agente del Sismi Calipari, ma anche individuare eventuali responsabilità.
Sembra questa una richiesta normale, logica, fatta da parte di uno stato che si reputa parte lesa — e lo è, evidentemente — nei confronti di uno stato alleato con cui ci sono rapporti e relazioni non solo di collaborazione, come dimostrano i fatti, ma rapporti basati sul reciproco rispetto.
Ebbene, il diniego da parte del governo degli Stati Uniti d’America noi crediamo debba preoccupare la nostra politica e per questo proponiamo al Consiglio regionale di protestare. La nostra non è una richiesta di protesta e di contestazione di quel comportamento basato su un fatto ideologico, quanto invece sulla ovvia esigenza che ci si rispetti in quanto stato alleato, stato collaboratore.
Non è pensabile, tra alleati e tra collaboratori, che ci sia chi detiene un potere in più, un potere di veto, altrimenti non saremmo più nelle condizioni di parità e di collaborazione ma saremmo in condizioni di subalternità, dove a uno dei due è concesso di poter dirigere, di poter decidere anche sulla testa dell’altro e all’altro, in certe condizioni non rimane che subire, che accettare.
Non parlo di diritto, di diritto internazionale, ma il mio è un ragionamento squisitamente politico e io credo anche di buon senso. Noi crediamo veramente che sia giusto che non solo il Consiglio regionale delle Marche si pronunci su questo, ma che sia lo stesso Parlamento nazionale, che sia il Governo italiano, che è tenuto a mantenere alta la dignità del nostro paese, a protestare e far rispettare quello che riteniamo un sacrosanto diritto del nostro paese, del nostro stato. Questo anche in rispetto della memoria di chi è morto in Iraq, facendo il proprio dovere che è anche il frutto di accordi e di collaborazione che il nostro Governo ha assunto con gli Stati Uniti d’America.
Quindi credo che avere nomi e cognomi dei militari statunitensi che quei giorni erano lì e probabilmente hanno anche sparato, probabilmente anche senza volerlo — non è un giudizio che vogliamo dare — probabilmente uccidendo Calipari, sia un diritto del Governo e dello stato nazionale italiano, perché è un suo diritto accertare i fatti e capire bene cosa è successo quel giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Ritengo assolutamente strumentale questa mozione, perché esiste un’indagine avviata dalla procura di Roma in sede penale, per gli accertamenti del caso; esiste una parallela indagine avviata in sede penale dalle autorità giudiziarie americane; esiste una terza indagine, quella militare, ovviamente sottratta alla nostra cognizione.
Durante le indagini — e la procura di Roma le sta svolgendo — certe notizie e certi fatti non debbono essere assolutamente pubblicizzati. Quando la procura avrà terminato le proprie indagini con un risultato negativo, allora potremo parlare di problemi, se ci sono stati, se ce ne saranno, a livello di informazione. Ma oggi penso che questa mozione sia assolutamente strumentale e soltanto un modo di far politica su un argomento che, ahimé, non dovrebbe essere strumentalizzato.
Anche l’urgenza di questa mozione mi pare abbastanza in dubbio, visto che ci sono mozioni, una delle quali da parte mia, presentata il 13 giugno 2005, in attesa di discussione in questo consesso, che riguarda 250 dipendenti della Provincia di Ascoli Piceno. Penso che anche quella dovrebbe avere una certa priorità rispetto alle strumentalizzazioni politiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Abbiamo commemorato i nostri militari caduti in missione all’estero. Credo che anche per quanto riguarda Calipari possiamo parlare di un funzionario della nostra nazione caduto praticamente nelle stesse zone dove sono successi altri gravi episodi.
Non parlerei, in questo momento, di strumentalizzazione come ha fatto il collega di Forza Italia, perché credo che sia comunque diritto della nostra nazione avere informazioni. Noi lo richiediamo per il Consiglio regionale, però vorremmo avere la certezza che le informazioni richieste arrivino, non è che qui si chiede, come Consiglio regionale, di conoscere i nomi: questo tipo di collaborazione va sicuramente data, perché se questa è un’alleanza, è chiaro che devono esserci anche patti chiari tra coloro che fanno parte di questa alleanza. Siccome in quel frangente è caduto un italiano, credo che lo stato italiano abbia tutto il dovere di conoscere come sono andate le cose, nomi e cognomi compresi, che non verranno evidentemente diffusi, ma questo tipo di collaborazione sicuramente va data.
Per quanto mi riguarda, dal punto di vista personale credo che questa esigenza di richiesta di informazioni che consentano al nostro paese ma anche alla vedova di avere molto chiaro quello che è accaduto, vada appoggiata, perché in questo caso non credo che si tratti di strumentalizzazione, bensì di una richiesta più che lecita.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Un brevissimo intervento, per dire che la strumentalità di questa mozione sta solo nel fatto che già il Governo italiano si è mosso in questa direzione. Ricordo la richiesta di chiarimenti e di approfondimenti fatta dal nostro ministro degli esteri Gianfranco Fini. Quindi ritengo che noi dobbiamo anche rispettare le istituzioni preposte, affinché tutta la procedura venga svolta nella correttezza, senza la pressione di strumentalizzazioni che in questo caso ci sono, solamente per questa presa di posizione, perché non è in atto, da parte del nostro Governo, alcuna azione di oscurantismo e di annebbiamento della realtà dei fatti. Tra l’altro il nostro Governo ha chiesto proprio un chiarimento su tutti i fatti avvenuti.
Quindi non mi sembra che ci sia, in questo momento, questo pericolo e pertanto la strumentalità sta solo in questo aspetto e non in un’altra visione della questione.
Per questo Forza Italia non voterà questa mozione, pur condividendo l’impostazione, ed è la domanda che tutti ci facciamo, ma è una strumentalità di tipo politico, addossando al nostro Governo il fatto di non essersi attivato — e questo non è vero — e accusando lo stato americano di un diniego di cui ancora non c’è sicurezza.
Per questi motivi Forza Italia non parteciperà a questo voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Rispetto a questa mozione sono dell’opinione che ogni livello istituzionale ha le sue competenze. Un fatto come questo poteva essere consegnato a un dibattito politico differente, ma una volta sollevato credo che non dobbiamo sottrarci a dare un giudizio sulle questioni che ci vengono poste. Tra l’altro c’è anche una dimensione di carattere politico, poiché diamo quasi per scontato che le questioni di carattere internazionale non sono più all’orizzonte del dibattito politico di questi livelli e ciò è un fatto negativo. Ormai si dà per scontato che ci sono altri livelli, invece credo che sia necessario riprendere, non su queste cose ma su altre questioni, un dibattito di presa di coscienza di come girano le cose nel mondo.
Il problema che è stato sollevato dalla mozione, con gli Stati Uniti l’abbiamo già affrontato un’altra volta. Ricordate Cavalese? Ci hanno preso in giro, quando due piloti, scherzando con i loro “caccia”, hanno tagliato le corde della funivia e non siamo stati capaci di avere l’estradizione dei colpevoli. Questo la dice lunga, perché gli Stati Uniti hanno sempre tenuto questo atteggiamento con le loro forze armate presenti nel nostro paese. E’ una cosa sconcia, un fatto che si ripete ulteriormente.
Questi soldati, dopo i vari processi che dovranno subire, pure se saranno condannati, non saranno sicuramente estradati, tutt’al più li radieranno dall’esercito, come hanno fatto con i piloti dei “caccia”.
Sul piano politico è una raccomandazione che dobbiamo fare, su cui dobbiamo insistere, perché certi rapporti internazionali, soprattutto tra alleati, vanno decisi in maniera diversa, più aperta, più regolare e questo deve rafforzare e rafforza il clima di amicizia che trascende queste beghe di carattere interno e burocratico, piuttosto che relegarle a dei fatti di cronaca così come si andranno a verificare, perché questo diventerà un puro fatto di cronaca e non un fatto politico.
Il discorso di Calipari, un nostro funzionario che ha perso la vita per compiere il suo dovere, dopo quello che era riuscito a fare in Iraq meritava ben altro riconoscimento e ben altro impegno anche da parte degli Stati Uniti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni, perché già il compagno e collega Bucciarelli ha illustrato la nostra mozione. Ringrazio il Consiglio, a nome del gruppo, di questa sensibilità. Vogliamo solo rassicurare tutti i consiglieri che questa non è una mozione strumentale, né tanto meno critica il Governo italiano, anzi la discussione odierna rafforza la richiesta che in maniera vana il Governo Berlusconi ha fatto alle autorità degli Stati Uniti. Non solo non interferisce nell’inchiesta, ma anzi questo rifiuto del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti d’America, inibisce l’inchiesta della quale è titolare la procura di Roma. Si tratta di un’inchiesta internazionale delicata, riguardante un funzionario dello Stato morto per salvare un altro cittadino italiano, colpito in maniera accidentale o volontaria da soldati degli Stati Uniti d’America e questa nazione non fornisce, non solo ad uno stato amico, ma anche dal punto di vista del diritto internazionale, ad una procura titolare dell’inchiesta, i nomi, le modalità di questo agguato che è costato la vita ad una persona. Questo è un atto gravissimo di ingerenza.
Se il capogruppo di Forza Italia Capponi, che stimo, avesse letto con attenzione questa mozione, avrebbe rilevato come in essa non traspare alcuna critica al Governo italiano, anzi...

Franco CAPPONI. Non era urgente.

Cesare PROCACCINI. E’ urgentissima, proprio perché agisce per recuperare la necessità di un’inchiesta seria. Quindi gli Stati Uniti d’America devono fornire i nomi, e se questi nomi non venissero forniti rappresenterebbe una interferenza vera e propria negli affari e nei rapporti di un altro stato. Credo che questo, il Consiglio regionale non lo debba permettere.
Concludo dicendo che il Consiglio regionale può discutere di tutto e non è un caso che da sempre si discuta delle questioni internazionali più disparate. Quindi nessuna polemica ma solo la richiesta, come già fece il Governo Berlusconi, di sapere come sono andate le cose.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Ritengo che la mozione presentata non solo sia particolarmente opportuna ma assolutamente urgente, perché quando c’è in ballo l’onore della nazione — e dovrebbe essere condiviso unanimemente da questo Consiglio — nulla è più urgente. Questa è la prima considerazione.
La seconda considerazione vorrei collegarla a una lunga vicenda storica del nostro paese. Non è la prima volta, purtroppo, che le autorità degli Stati Uniti d’America si comportano con un atteggiamento arrogante, superbo nei confronti del nostro paese e dei Governi del nostro paese. Vorrei ricordare, per chi ha memoria, la tragedia del Cermis, quando, per i “giochi di guerra” delle truppe americane che stanziano nel nostro paese, fatti nell’ebrezza non solo del volo e dell’aria ma nell’ebbrezza delle sostanze alcoliche, morirono numerosi cittadini, non solo italiani. Ma potrei andare indietro.
Proprio in questi giorni si celebra una figura significativa della storia della nostra Repubblica, Enrico Mattei. Enrico Mattei ha rappresentato un’idea della dignità di un paese, dell’orgoglio nazionale...

Marco LUCHETTI. Recuperi anche tu i democristiani...

Giuliano BRANDONI. Certo, ha rappresentato un’idea di quella dignità, non solo, come dice Luchetti, perché era un democristiano, ma perché è stato un partigiano e aveva capito cosa vuol dire, come si recupera la dignità di un popolo, di un paese e di una nazione.
Ma vorrei anche ricordare — recupero una memoria antologica della nostra storia — la vicenda di Sigonella e quello che fece il Governo Craxi nei confronti di una prevaricazione degli Stati Uniti d’America: mandò l’Arma dei carabinieri a circondare quella base.
Dico tutte queste cose, perché come aveva ben spiegato Procaccini prima di me, non c’è una critica al Governo, in questa mozione c’è la volontà di recupero e di dimostrare ovunque, dai Consigli comunali ai Consigli regionali, la voglia di dignità che abbiamo in questo paese. Anche perché Nicola Calipari è un eroe, non lo dimentichiamo; un eroe e dei migliori, una persona che ha saputo dare la propria vita per compiere una missione umanitaria, quella di aiutare la liberazione di un ostaggio.
Queste cose dovrebbero far sì che tutto il Consiglio, indistintamente, veda in questa mozione l’opportunità di ritrovare l’unità, perché è l’unità della dignità di una nazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei fare un breve riferimento. Non è solamente una questione di rispetto e di dignità nazionale, è anche un tentativo di aiutare un paese democratico a diventare più democratico. Questo è uno degli aspetti per i quali la democrazia è limitata negli Stati Uniti, in quanto tutto quello che avviene sotto le sfere dell’esercito e della sicurezza, viene sottratto a qualsiasi giudizio di legittimità e di trasparenza.
Ricordo il film “Codice d’onore”, con Tom Cruise e Jack Nicholson, in cui Jack Nicholson, da comandante della base di Guantanamo aveva dato un “codice rosso”, ordinando di uccidere dei soldati che non avevano ubbidito a un ordine. Quello era un film, però lì c’era la dimostrazione che tutto quello che viene fatto per garantire la sicurezza degli Stati Uniti sarà sempre coperto da una mano materna e paterna che copre tutto. Questo è un problema di democrazia, perché anche l’operato degli eserciti e delle forze dell’ordine deve essere subordinato al giudizio dei tribunali, pur nel rispetto delle leggi, deve essere trasparente e soprattutto in questo caso in cui non c’è la richiesta di estradizione o altro ma c’è semplicemente, da parte dei familiari, dell’opinione pubblica italiana e dello stato italiano di avere informazioni complete affinché ci sia una ricostruzione dei fatti che vada addirittura a favore della memoria di una persona che invece, pur all’interno di una struttura militare — questo fa merito al nostro paese — ha lavorato per mediare le situazioni di conflitto.
Queste sono le considerazioni che questa mozione mi sollecita e che condivido, per far sapere a un paese come gli Stati Uniti che uno stato europeo come l’Italia ritiene che siano una garanzia democratica la trasparenza e l’informazione. Come pure, su un altro fronte, riteniamo che da noi sia inconcepibile la pena di morte, mentre loro la applicano. Evidentemente c’è la possibilità di questo confronto tra i popoli, che speriamo vada nella direzione di evitare episodi come questo, comunque nella direzione di una maggiore trasparenza e democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Sono veramente grato agli amici e compagni del gruppo Comunisti italiani, perché veramente questa mozione segna la fine tra la precedente legislatura e la futura. Non è il 9-10 aprile, questo, perché tutto quello che voi dite sugli Stati Uniti, al di là della simpatia o antipatia pregiudiziale — quello che ha detto Binci adesso — cioè nessuna sudditanza, nessuna ingerenza, la dignità di questo popolo, di questo paese io lo sottoscrivo in pieno. Il “compagno” Brandoni, adesso, ha anche ricordato, con nostalgia, Craxi e i fatti di Sigonella.

Marco LUCHETTI. Mattei, Craxi...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Va benissimo, questo con simpatia lo sottolineo.
Vorrei solo dire una cosa. Perché questa mozione segna la fine della precedente legislatura e l’inizio della prossima? Perché l’avete fatto al momento giusto: non c’è ancora l’insediamento del nuovo Governo, che sarà terribilmente filo-americano, molto più di questo, perché con i Governi di sinistra abbiamo visto che se si va in Iraq è un’invasione, una guerra, se si va in Kosovo, invece, è una missione umanitaria. Quando D’Alema è andato in Kosovo, la stessa cosa che abbiamo fatto a Nassiriya, però a Nassiriya era una guerra, in Kosovo invece era una missione di pace.
Quello che voi dite lo sottoscrivo, però deve essere detto per quanto riguarda ieri, oggi e domani, altrimenti — non voglio fare la Cassandra — non vorrei che qualunque prossima azione degli Stati Uniti contro l’Iran, contro quel signore che sta preparando un “gingilletto” atomico, sarà accolta tranquillamente dalla sinistra perché al Governo nazionale c’è la sinistra. Come cittadino voglio questa garanzia, nel senso che quando mi si dice, anche dalla sinistra, “vogliamo tutte le garanzie distintamente dagli Stati Uniti per quelle che sono le questioni nostre, nazionali, di dignità dei nostri cittadini”, sono d’accordo. Però bisognerà continuare fino in fondo e sulla stessa linea sempre.
Non so se voi potrete ripresentare una mozione di questo tipo in un caso del genere, che mi auguro non avvenga nei prossimi anni e nei prossimi mesi, però se lo farete avrete la mia stima. Voglio dire agli amici di Rifondazione comunista e Comunisti italiani, che altrimenti ritorniamo a un episodio che io ricordo, perché ce l’avevo nella sezione della Dc e ce l’ho oggi nella sezione dell’Udc, in quanto la continuità Dc-Udc mi pare che sia accertata...

Marco LUCHETTI. Nooo!

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Era una battuta non per gli amici di Rifondazione...
Tornando all’aneddoto, nelle nostre sezioni, agli inizi degli anni ‘70, come c’era un manifesto, che era strumentale — il manifesto di Jan Palach, il martire di Praga contro l’invasione sovietica — c’era anche il manifesto che ricordava Vittorio Cuoghi, quel camionista comunista di Modena che i vopos di Berlino ammazzarono mentre passava la frontiera tra le Germania Federale e la Germania Est. Noi giovani democratici cristiani dicevamo: “chi farà giustizia?”, riferendoci a questo operai comunista di Modena. Perché quello era il tempo della guerra fredda tra noi, quindi era facile esaltare cose di questo genere.
Io accetto la totale buona fede di questa mozione, giusta nel merito, anche se quello che ha rilevato politicamente il collega Capponi e giuridicamente il collega Santori mi pare che sia molto appropriato, cioè c’è un’inchiesta in corso, un segreto istruttorio, quindi non mi pare che noi, da qui possiamo penetrare in questo segreto, però dico che questa volontà di sottolineare i rapporti tra il nostro paese e gli Stati Uniti deve proseguire indipendentemente da quello che sta succedendo a Roma. Se questo avverrà anche nella sinistra, noi saremo su questo contenti, anche con tutta la stima.
Per quanto riguarda il voto, sono sulla linea dei colleghi di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.

Sara GIANNINI. Sono stata sollecitata ad intervenire dal consigliere Massi, perché sembrava che desse un segnale significativo di partecipazione al voto. L’ultima frase, invece, ci fa capire che la questione partitica incide.
Noi abbiamo oggi discusso questa mozione che è urgente e non meno importanti sono le questioni che prima sollevava Santori riguardo ai problemi del lavoro che ci sono nella provincia di Ascoli e nelle Marche, però io penso che di fronte alla morte di una persona nello svolgimento di un dovere, in una situazione pericolosa e con grande generosità, mettendo la propria vita a disposizione dello stato e della giornalista, bisogna riflettere profondamente. Se non ci fosse stato Calipari a frapporsi tra la pallottola e la giornalista, sarebbe morta Giuliana Sgrena, che era stata liberata da poco dal rapimento dei terroristi.
Credo che noi non ci intromettiamo in alcuna questione di carattere penali, non ostacoliamo il corso della magistratura che fa il suo lavoro e che ha attivato tutte le procedure riconosciute dalla legge italiana e dal diritto internazionale. Poniamo solamente l’attenzione del Consiglio regionale e credo anche del Governo, la necessità che i rapporti tra alleati siano informati sempre alla correttezza, alla responsabilità e anche alla trasparenza. Sapere i nomi di coloro che hanno, non volontariamente — così fino ad oggi possiamo dire, senza avere notizie in merito — causato la morte di un funzionario dello stato italiano, credo che sia un diritto e un dovere del nostro Governo e della nostra nazione. Non è solamente una questione che riguarda le procure ma una questione di rispetto tra coloro che in questo momento svolgono un’azione in un paese straniero. E’ una forma di rispetto e di tutela perché le morti debbono avere responsabili e debbono essere chiare le motivazioni per le quali una vita è stata sacrificata. Credo che questa sia anche una risposta seria a tanti che in questo momento soffrono e partecipano al dolore delle famiglie che in questi giorni sono state colpite duramente dalla scomparsa di giovani morti senza rivedere il propri cari, lasciando bambini piccoli.
Credo che se la politica recupera anche questo tratto di umanità non ci fa male. La richiesta di discussione urgente noi l’abbiamo votata perché crediamo che questo aspetto vada salvaguardato, come riteniamo che sia utile votare questa mozione, rispetto alla quale non vedo contestazioni o accuse nei confronti del Governo, ma semplicemente il richiamo a un rispetto del diritto internazionale e del rapporto serio tra alleati, che è la base di una convivenza anche civile tra popoli e nazioni che vogliono chiamarsi democratici.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Poche parole per sottolineare l’adesione del governo regionale alla mozione presentata dal gruppo dei Comunisti italiani.
A me pare particolarmente importante sottolineare con un pronunciamiento del massimo consesso regionale, come, di fronte ad alcuni fatti di carattere internazionale, ma che toccano profondamente la vita e la coscienza civile del nostro paese, i responsabili delle istituzioni debbano prendere atto e dare indicazioni su come intendiamo la convivenza civile, le azioni che il nostro paese porta a livello internazionale. A me pare importante dire agli Stati Uniti d’America, anche nel nostro piccolo, che la verità, la chiarezza, la trasparenza su alcuni fatti che hanno toccato profondamente le coscienza del nostro paese, debbono essere messe in primo piano e all’ordine del giorno, perché questo il paese chiede di fronte ad atti che, altrimenti, avrebbero delle pagine oscure che non vogliamo più ripetere.
A me pare quindi importante sottolineare, anche da parte del governo regionale, questo aspetto. E’ chiaro che il pronunciamento della Regione non sconvolge gli equilibri internazionali, ma poter dire quello che noi pensiamo su questo fatto è senz’altro importante.
Di fronte ad alcune considerazioni si rimane allibiti. Una considerazione, piano piano trova uno scivolamento nella cultura del nostro paese, una sorta di revisionismo storico, che prende spunto da ogni fatto, da ogni punto e su cui abbiamo assistito all’accendersi di una discussione nell’ultima campagna elettorale, che è francamente inaccettabile. Dire da parte del consigliere Massi — al quale chiedo scusa, ma proprio non riesco a condividerlo — che questa mozione significherebbe lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo Governo — rispetto a una richiesta di giudizio su un fatto e a una critica su un comportamento di un governo la cui amicizia non viene messa in discussione da nessuno, non può essere cosa da prendere in considerazione. Non è possibile che la parte si evidenzi anche su fatti che toccano profondamente le nostre coscienze. Da qui tornare a parlare e ad incolpare, quasi come se ci fosse una vergogna che nel nostro paese ci sia stato uno dei più grandi partiti comunisti dell’occidente, è inaccettabile dal punto di vista della verità storica. Questo revisionismo non può far parte di una cultura politica nuova che si afferma nel nostro paese.
Noi abbiamo accettato acriticamente, per superare barriere storiche nel nostro paese, l’istituzione della “Giornata della memoria”, la commemorazione delle foibe, perché questo paese facesse un passo in avanti rispetto alla divisione che per 40 anni c’è stata. Non si può accettare, sotto il profilo della cultura politica, che si affermi, da una parte, la non volontà di superare una concezione di contrapposizione e che ha visto nel nostro paese confrontarsi due esperienze storiche, due posizioni diverse nell’ambito di un sistema democratico.
Penso che dal punto di vista della cultura politica noi dobbiamo dare il nostro contributo al superamento di questo steccato, di questa divisione, riconoscendoci l’uno rispetto all’altro, perché se non ci si riconosce fra chi governa e chi fa l’opposizione, tra avversari politici, non ci sarà mai una democrazia compiuta nel nostro paese. Quindi questo sforzo sotto il profilo culturale deve essere fatto, deve essere accettato e si può capire la strumentalità politica della discussione di questi giorni, quando si dice che gli ex comunisti non possono andare alla presidenza della Repubblica. Tutto ciò fa parte di un retaggio culturale a cui dovremmo dare un contributo per superarlo e non per ripristinarlo ed affermarlo. Quindi, anche nella discussione che c’è stata questa mattina su questa mozione, si deve affermare una volontà che io ritengo possa essere unanime, perché va giudicato il fatto in sé, l’atto di trasparenza che può portare a un miglior giudizio del fatto che si è determinato, senza che questo implichi un giudizio, su cui si può avere, ovviamente, divisione, sull’adesione o meno alla guerra in Iraq da parte del nostro Governo, ma stiamo al fatto concreto, al giudizio che deve essere espresso su un fatto delittuoso che si è consumato ai danni di un nostro valoroso concittadino.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Per dichiarazione di voto ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La dichiarazione di voto del gruppo di An è legata all’accoglimento dell’emendamento che abbiamo formalizzato, ma che mi pare sia già nelle parole, almeno così ho capito, dei proponenti, perché noi chiediamo che al primo capoverso sia inserito il riconoscimento del fatto che il Governo italiano ha chiesto esplicitamente, con atti formali, che siano indicati, individuati i responsabili di quel grave atto che c’è stato, per fare in modo che la procura della Repubblica di Roma, competente per quanto riguarda il nostro ordinamento giurisdizionale, possa completare il suo percorso procedimentale. Se questo è — e mi pare lo sia già nelle parole del collega Procaccini — allora condividiamo il documento, anche perché è un documento che rispecchia quanto già il ministro degli esteri Fini e l’intero Governo hanno fatto con atti concreti e ribadito anche ultimamente, quando c’è stata la notizia del dipartimento di stato americano che negava l’indicazione, l’individuazione dei responsabili del grave fatto che ha portato all’uccisione del funzionario di stato Calipari.
Pertanto noi dichiariamo il voto favorevole, condizionato a questo tipo di aggiunta specifica, all’atto così come proposto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi rimaniamo della nostra posizione, ma motivatamente. Qualora infatti questa mozione avesse il senso che qui qualcuno ha cercato di far passare, avrebbe potuto raccogliere l’adesione di tutto il Consiglio regionale. A mio avviso questo atteggiamento è tipico, da parte della sinistra, di voler esercitare un ruolo di giudizio sempre, su tutti gli avvenimenti, e poi richiamarsi al buonismo, all’unitarietà di intenti, alla volontà di lavorare insieme ecc. Nei cinque anni passati non è stato affatto così. Tra l’altro questa missione di pace è stata giudicata in modo netto diversamente, dalla sinistra italiana. Quindi ritengo che vi siano dei vizi di fondo in questa mozione che vanno rimarcati.
Tra l’altro noi ci asteniamo, soprattutto perché — e il nostro Governo ha fatto tutti i passi possibili perché ciò accadesse — rivendichiamo la sovranità nazionale, ma c’è un procedimento in atto, viene anteposto il discorso dei procedimenti in essere e quant’altro. In questa regione, quando abbiamo voluto fare chiarezza su qualche argomento, è stato sempre anteposto il fatto che probabilmente c’era qualche inchiesta in corso e quindi non abbiamo fatto chiarezza sul Ce.M.Im., non abbiamo fatto chiarezza su quello che sta accadendo agli Ospedali riuniti di Ancona, non abbiamo fatto tante altre cose.
Qualcuno ha cercato anche di sminuire la nostra posizione, pensando che noi non abbiamo a cuore la grande figura di Nicola Calipari. Dico a Brandoni che non può espropriarci di questo: noi vogliamo esaltare la figura, il gesto di Nicola Calipari, ma lo potevamo fare insieme. Continuate a distinguervi, facendo uno spartiacque, e noi non giochiamo in questo modo.
Tra l’altro c’è un Governo nazionale che sta esercitando questo modo, ora siamo al passaggio di consegne al nuovo Governo e io mi auguro che il nuovo Governo si comporti come si è comportato quello precedente, proprio per rivendicare questa sovranità nazionale. Su questo ho qualche dubbio, quindi la nostra posizione è di non partecipare a questo voto, non per le cose che qualcuno ha cercato di far passare, in modo molto subdolo e che ci fa pensare alla malafede di quello che è stato presentato.

PRESIDENTE. Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione degli emendamenti. Ne sono stati presentati due simili, uno da parte dei presentatori la mozione e il secondo da parte di Pistarelli ed altri. Se passa il primo, assorbe il secondo, poiché richiedono la stessa, identica aggiunta. Mirano ad aggiungere, alla fine del periodo dopo “preso atto”, l’ulteriore frase “come già richiesto dal Governo italiano”. Il testo reciterebbe: “Preso atto del rifiuto del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti a fornire informazioni e i nomi dei militari che parteciparono all’azione in cui venne ucciso il funzionario del Sismi Nicola Calipari alla procura di Roma, come già richiesto dal Governo italiano”.
Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Il secondo emendamento, sempre dei presentatori, tende a cassare le parole “di ingerenza”, nella seconda frase, che reciterebbe, se accolto: “ritiene tale rifiuto un atto gravissimo nei confronti del nostro paese”.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’intera mozione così come emendata.

Il Consiglio approva

A questo punto, mancando soltanto dieci minuti alle 13,30, e non essendoci oggettivamente tempo per altri atti, considerata anche l’assenza dell’assessore Solari, direi, se siete d’accordo, di chiudere la seduta.

Giancarlo D’ANNA. La mia mozione sul Lisippo sta diventando una presa in giro. Chiedo di discuterne, non è niente di trascendentale.

PRESIDENTE. Manca l’assessore Solari e io credo che sarebbe importante una sua presenza in aula. Del resto avremo seduta di Consiglio fra sette giorni, quindi alla Conferenza dei presidenti di gruppo che terremo fra poco, potremmo prendere impegno di svolgere questa mozione fra una settimana.

Giancarlo D’ANNA. Sono già due-tre volte.

PRESIDENTE. Ci impegniamo a trattarla come prima mozione della seduta del 16 maggio.

Giancarlo D’ANNA. Va bene, grazie.

PRESIDENTE. La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,20