Resoconto seduta n.43 del 17/10/2006
La seduta inizia alle 10,20



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto e approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 42 del 10 ottobre 2006.

(E’ approvato)



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 114 del consigliere Romagnoli: «Stato di attuazione della Legge 11.06.04 istitutiva della provincia di Fermo e disegno di legge finanziaria per l'anno 2007»;
— n. 115 del consigliere Lippi: «Infrastrutture - Porto turistico a Porto Recanati»;
— n. 116 del consigliere D'Anna: «Ritiro della proposta di applicazione della tassa di soggiorno»;
— n 117 dei consiglieri Bugaro, Capponi, Brini, Ciriaci, Cesaroni, Giannotti, Santori e Tiberi: «Richiesta di intervento a favore delle imprese colpite dall'alluvione del 16 settembre u.s., zona di Ancona sud».



Proposta di legge
(Ritiro)

PRESIDENTE. Il consigliere Mammoli ha ritirato, in data 16 ottobre 2006 la proposta di legge n. 91 concernente: «Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei consiglieri regionali».



Deliberazioni inviate dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso, in data 2 ottobre 2006, le seguenti deliberazioni:
— n. 1085: «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 11743 del 18/2/2005 (codici Siope). Modifica al Programma Operativo Annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 e sue successive modificazioni»;
— n. 1086: «Art. 25, comma 2 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate soggetti terzi vincolati a scopi spesici e delle relative spese - _ 752.656,39 – Modifica al Programma Operativo Annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 e successive modificazioni»;
— n. 1087: «Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n . 31 e art. 16 della l.r. 2 agosto 2006, n. 13 – Variazione compensativa»;
— n. 1089: «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 11743/2005 (codici Siope)».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Badiali, Massi e Petrini.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Ritardi nell’attuazione del Piano del Parco del Monte San Bartolo», Giannotti (106)
«Ritardi nell’attuazione del Piano del Parco del Monte San Bartolo», Giannotti (490)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 106 e 490 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione all’interrogazione si risponde quanto segue.
L'ente Parco, nel dare riscontro alla richiesta avanzata dalla Regione, riferisce che: la parte normativa del piano é terminata; gli elaborati grafici, la cui redazione era stata affidata al servizio urbanistica del Comune di Pesaro con convenzione sottoscritta dai due enti (Comune di Pesaro ed ente Parco), dopo l'elaborazione fatta dall’ufficio di piano del Parco, sono stati consegnati dal Comune in data 25.02.2005;
L’ente Parco, preso atto che nel Comune di Gabicce Mare, a seguito delle elezioni amministrative del 2004, era stato eletto un nuovo sindaco ed una nuova Giunta, ha ritenuto opportuno aprire un confronto con la nuova Amministrazione gabiccese per verificare la condivisione delle valutazioni e delle scelte. concordate con l'Amministrazione precedente. Il confronto si é concluso con l'accordo su una serie di modifiche marginali richieste dal Comune di Gabicce Mare e trasmesse, in data 14.07.2005, dall'ente Parco al servizio urbanistica del Comune di Pesaro perché le recepisse nelle relative tavole grafiche. Il termine per la restituzione delle tavole era stato concordato essere di due mesi (14.09.20Q5).
Visto che gli elaborati modificati non venivano restituiti dal Comune di Pesaro, con comunicazione prot. n. 355 del 14.04.2006 è stato inviato un sollecito scritto al sindaco; in tale nota è stato richiesto un confronto per risolvere eventuali problemi nel frattempo sorti. La nota dell'ente Parco non ha avuto riscontro.
Successivamente, a seguito di iniziativa della comunità del parco, con nota in data 07.08.2006, è stato chiesto nuovamente al sindaco di Pesaro di convocare un incontro per poter fare il punto sulla situazione. Finalmente l'incontro si è svolto su convocazione del presidente della Provincia, sen. Palmiro Ucchielli mercoledì 27 settembre 2006 nella sede della Provincia ed erano presenti, oltre al presidente della Provincia, i sindaci di Pesaro e di Gabicce Mare, la presidente dell'ente Parco ed il Presidente della comunità del Parco.
In questa riunione, alle sollecitazioni avanzate da tutti i presenti, il sindaco di Pesaro ha assicurato che il materiale grafico del piano del parco sarà presto consegnato perché è pressoché pronto.
La legge regionale n. 15/1994 all'articolo 15 comma 10 dispone la nomina di un commissario ad acta qualora l'ente Parco non abbia predisposto e conseguentemente adottato il piano.
Ma il piano del Parco del Monte San Bartolo da tempo è stato predisposto e l'adozione sembra essere imminente, considerato che il Comune di Pesaro è prossimo alla restituzione al Parco degli elaborati corretti in base alla modifiche richieste dal Comune di Gabicce Mare ed accolte dall'ente Parco stesso.
Per quanto sopra scritto si ritiene che all'Ente parco non si possano imputare ritardi od omissioni specifiche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Assessore, sono allibito, nel senso che, conoscendola, pensavo che lei non si sarebbe limitato a registrare la presa di posizione del Parco. Le ricordo che la responsabilità della sorveglianza, del controllo sul regolare svolgimento è sua, non dell’ente Parco. Io mi sarei aspettato che questa mattina lei fosse venuto qui a dirmi quello che lei, pensa, non quello che l’ente Parco le dice. Una ricostruzione notarile come lei ha fatto, è un fatto gravissimo, perché lesivo delle nostre competenze. Lei deve controllare queste cose, lei deve vigilare. Le ripeto che l’istituzione dei parchi proviene da una legge regionale che rimanda alla Regione il compito di controllare. Qui siamo di fronte ad una palese inadempienza, siamo di fronte ad un atto politico gravissimo del sindaco della città di Pesaro. Lei lo sa meglio di me e l’ha letto. Sostanzialmente lei ha detto che il sindaco di Pesaro ha tenuto il piano del parco nel cassetto per due anni, perché voleva sostituire il presidente di quell’ente. Lei conosce meglio di me i motivi, la disputa che c’è stata fra il sindaco di Pesaro e il presidente del Parco, una rappresentante del movimento dei verdi. Ma a parte questo, che mi interessa relativamente, sono due anni che questo strumento di programmazione è stato predisposto e la Regione non ha mosso un dito per garantire il rispetto di un diritto da parte dei cittadini residenti. Ci sono volute interrogazioni a raffica delle opposizioni, in particolare del sottoscritto, per costringerla a venire in Consiglio e leggere una presa di posizione dell’ente Parco. Poveretti, cosa vuole che le dicano? Cosa vuole che le dica la Regnoli, che è colpa sua? Certo che non è colpa sua. Lei ha fatto quello che doveva, ha elaborato il piano in collaborazione con l’ufficio urbanistica del Comune di Pesaro, il Comune l’ha tenuto lì. Lei doveva intervenire per la continuazione delle procedure. La legge fra l’altro è stata fatta in modo garantista, perché le dava la possibilità di nominare subito un commissario ad acta...

Marco AMAGLIANI. Il commissario ad acta non lo posso nominare sul Comune.

Roberto GIANNOTTI. Il Comune impropriamente, grazie alla propria struttura, ha aiutato il parco nella elaborazione del piano. Lei doveva nominare il commissario ad acta, perché il comitato del parco, la maggioranza che governa quel parco non ha voluto compiere l’ultimo passo, cioè il licenziamento dell’atto che fra l’altro, lei sa meglio di me deve essere approvato dal Consiglio regionale.
Io sono molto insoddisfatto del fatto che li è venuto in Consiglio a rappresentare la posizione del parco, che mi interessa relativamente e che conosco, non a dirmi quello che pensa lei amministratore regionale, responsabile dell’esercizio dei controlli sulla regolare attività di questi strumenti.
Mi dispiace questa caduta di stile, prendo atto che fino alle scorse elezioni amministrative c’era una Giunta di centro-destra, anche se anomala, al Comune di Gabicce, quindi quando il piano era pronto, adesso che è cambiata l’Amministrazione comunale e c’è una sintonia politica di fra Pesaro e Gabicce, diventa tutto più facile. Comunque come amministratore regionale mi interessa che si rompano gli indugi, il piano venga adottato e questo Consiglio regionale abbia la possibilità di valutare e di esprimere un giudizio, però rimane il fatto che mi sarei aspettato, da lei, un atto di coraggio che invece non ha avuto.




Interrogazione (Svolgimento): «Piano sanitario regionale 2003/2006: incremento posti letto in residenza protetta», Procaccini e Bucciarelli (384)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 3284 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento alla interrogazione si forniscono i seguenti elementi di conoscenza, con la premessa che l percorso di riqualificazione dei posti letto nelle residenze protette (RP), nelle modalità indicate dal piano sanitario regionale e definito dalla L.R. 20/02 e successivo regolamento 1/2004, è stato avviato tramite uno specifico impegno di spesa che ha quantificato, per l'anno 2005, l'importo necessario ad ogni zona territoriale per attivare nuove convenzioni con le strutture che ospitano soggetti non autosufficienti e che intenderanno farsi autorizzare come residenze protette.
Gli interventi avviati sono la prima risposta alle indicazioni strategiche riportate da questo governo regionale in sede di insediamento laddove veniva riportato, tra gli indirizzi operativi finalizzati a sostenere elevati livelli di sicurezza sociale "la qualificazione dell'intervento sanitario nelle strutture protette al fine di assicurare un adeguato e uniforme sistema di prestazioni a tutela della salute degli anziani”.
Il percorso si situa altresì all'interno di un obiettivo di carattere generale, sempre riportato nelle "linee guida del programma di governo" che riguarda l'impulso da dare alle politiche complessive per anziani per "prevenire, contrastare, ridurre e accompagnare la non autosufficienza".
La Regione ha già propri riferimenti normativi e programmatici in tal senso che la mettono nelle condizioni di lavorare ad ampio raggio a partire dal piano sanitario regionale 2003-2006 in corso fino ad arrivare al “Piano sistema dei servizi per gli anziani della Regione Marche: sviluppo programmatico e organizzativo - prevenire, contrastare, ridurre e accompagnare la non autosufficienza" approvato nel dicembre 2004 che inquadra in una strategia complessiva di intervento tutta la questione anziani.
All'interno di questa strategia di fondo il percorso specifico ha seguito le seguenti tappe:
Il 5 novembre 2004 è stato sottoscritto tra la Regione Marche e le organizzazioni sindacali confederali e dei pensionati il "protocollo d'intesa regionale sulla non autosufficienza" recepito successivamente con DGR n. 1322 del 9.11.2004.
Il protocollo individua, all'interno della strategia complessiva sugli anziani, l'obiettivo prioritario della non autosufficienza indicando percorsi concreti da attivare con l'individuazione delle risorse necessarie come la messa a regime dei posti letto in RSA e RP, l'approvazione dell'atto di accreditamento delle strutture socio-sanitarie, la creazione di accesso unici alla rete dei servizi, la definizione di linee guida sull'Isee, la estensione/qualificazione dell'Adi, il riordino del sistema tariffario, il potenziamento complessivo delle "cure domiciliari" con interventi finalizzati anche alla emersione e qualificazione del lavoro di assistenza ad anziani.
All'interno di questa "rete" di servizi da riordinare e potenziare il protocollo stabilisce e quantifica l'impegno regionale necessario per garantire il livello minimo di assistenza sanitaria previsto dal regolamento regionale n. 1/04 concernente "Disciplina in materia di autorizzazione delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale" attraverso un percorso che si articola nel triennio 2005-2007, con un impegno già definito di 10 milioni di euro per l'anno 2005.
Su questa linea è stato attivato un intenso lavoro sulla residenzialità anziani in stretto collegamento con le organizzazioni sindacali finalizzato all'utilizzo dei necessari finanziamenti per qualificare una rete di offerta fino ad oggi poco o nulla regolamentata. Si è pervenuti così alla DGR n. 323/2005 con la quale è stato recepito l'ulteriore accordo sindacale del 3.02.05 assieme a: a) definizione dei criteri tariffari relativi alla compartecipazione alberghiera e ai criteri di esenzione dalla compartecipazione alberghiera in Rsa e alla componente sanitaria e alberghiera delle Rp; b) schema di convenzione da sottoscrivere con gli enti gestori; c) percorso di concertazione per la suddivisione dei posti letto a livello di zona;
Sempre in attuazione della cennata DGR 323/2005 - con percorso condiviso con i distretti, gli ambiti, i Comuni, le zone territoriali, l'Asur e tutti gli attori del settore - sono stati altresì adottati altri due provvedimenti e segnatamente: con decreto dirigenziale n. 289 del 21 luglio 2005, tenuto conto della differente distribuzione dei posti letto delle case di riposo della regione (significativa concentrazione nella provincia di Ancona), è stata ridefinita la ripartizione dei posti letto in Rsa e Rp e individuata la allocazione delle risorse aggiuntive; con decreto dirigenziale n. 501 del 2.11.2005 è stato definito nel dettaglio l'impegno di spesa da trasferire alle zone territoriali per la stipula delle nuove convenzioni con l'indicazione dell'incremento assistenziale
Il processo è stato quindi avviato, finanziamenti aggiuntivi sono a disposizione, i meccanismi di verifica e controllo pure, i direttori di zona unitamente ai comitati dei sindaci e ai coordinatori di ambito sono stati coinvolti, gli enti gestori delle case di riposo e residenze protette sono stati adeguatamente informati, sono state costituite le commissioni a livello di ambito sociale deputate a sostenere i singoli comuni nel percorso di autorizzazione di cui alla L. 20/02, la Regione ha avviato un percorso di formazione e di confronto con le varie commissioni affinché applichino nel migliore dei modi il regolamento 1/04, l’Asur è stata incaricata di seguire nel dettaglio il rapporto con i direttori di zona deputati a stipulare le nuove convenzioni, i finanziamenti per compartecipare al sostegno delle necessarie ristrutturazioni dei locali delle residenze protette ai sensi della l.r. 20/02 sono stati erogati dalla Regione in questi anni, utilizzando fondi propri e finanziamenti europei, e verranno erogati anche nel prossimo anno al fine di permettere interventi seri anche in sede strutturale, è stata formalizzata una cabina di regia socio-sanitaria deputata a controllare l'attuazione delle indicazioni regionali.
Altre azioni sono in essere sempre per quanto attiene la residenzialità anziani e tra queste ricordiamo: la costituzione del "Gruppo di lavoro Alzheimer"; la costituzione di un gruppo di lavoro per la definizione del sistema tariffario Rsa e relativi profili di assistenza; è in itinere l'approvazione di un atto regionale dì recepimento della normativa nazionale sui Lea; è in itinere il "Progetto obiettivo: organizzazione e sviluppo della riabilitazione e della post-acuzie nelle Marche; sono state definite e condivise le "Linee guida sull'assistenza distrettuale"; continuano con regolarità gli incontri con le 00.SS
Per quanto attiene ai quesiti posti dagli interroganti - preso atto degli oggettivi limiti fissati dal piano sanitario regionale, peraltro in scadenza e dato atto anche di alcune difficoltà applicative che si stanno incontrando nel consolidamento di questa prima fase (es: verifica dell'effettivo innalzamento livello assistenziale), si ritiene, al momento, inopportuno apportare nuove modifiche.
Resta inteso che - compatibilmente con le disponibilità di bilancio che verrebbero a configurarsi come risorse quasi esclusivamente regionali in quanto il fondo per la non autosufficienza previsto nella finanziaria 2007 è limitato a soli 50 milioni di euro su base nazionale e quindi disponibile per pochi progetti sperimentali - le soluzione prospettate nell’interrogazione saranno prese nella dovuta considerazione nell'ambito della nuova programmazione sanitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Ringraziamo l’assessore Mezzolani di questa risposta ed anche di un impegno, seppur limitato, che ha preso, tuttavia vorremmo dire che nel nuovo piano sanitario, il problema della non autosufficienza dovrebbe essere preso molto in considerazione, anche perché siamo nella fase di una ulteriore necessità di razionalizzare le strutture. Avendo classificato nel piano in scadenza, la gerarchia ospedaliera in tre grossi gangli — regionale, di rete e di polo — in questo nuovo piano dovremmo fare un ulteriore sforzo per vedere se dentro una nuova organizzazione il problema dei posti letto che oggi sono inadeguati debba essere rivisto, perché la legge 20 ha cercato di fare una selezione tra casa di riposo per autosufficienti e tutto il resto per non autosufficienti e da questo punto di vista la casa protetta acquisisce un’importanza molto rilevante. Crediamo che per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse generali sul versante dell’assistenza, uno dei problemi della essere proprio questo.
Proprio per questi motivi abbiamo chiesto con forza e chiederemo di integrare la sanità con il sociale, proprio per rispondere meglio ad una popolazione che invecchia e che molto spesso ha delle difficoltà proprio nella sussistenza quotidiana.
Mi auguro che questo impegno che la Giunta regionale assume questa mattina, sia concretizzato nel nuovo piano sanitario, e comunque, nella discussione preparatoria e anche negli atti concreti cercheremo di dare il nostro contributo affinché ciò si realizzi. Comunque la ringraziamo.




Interrogazione (Svolgimento): «Mancata concessione di spazi pubblici per la raccolta di firme in favore dell’intitolazione di una via del Comune di Spinetoli ai martiri di Nassiriya», Castelli (93)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 93 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Nel rispondere al consigliere Castelli devo osservare, preliminarmente, che l'interrogazione chiama in causa il Presidente della Giunta regionale su questioni che esulano totalmente dalle proprie competenze.
Infatti l'interrogante chiede alla Giunta regionale di esprimere giudizi o, peggio ancora, di esercitare un ruolo di sindacato su questioni che attengono strettamente alle attività di un Comune, nei suoi pieni poteri amministrativi e nell'ambito delle sue legittime e autonome valutazioni politiche rispetto alle quali non può sussistere in alcun modo spazio di iniziativa della stessa Giunta regionale.
Credo che vada fatta una riflessione sulla ammissibilità di atti ispettivi di questa natura, poiché non è la prima volta che essi vengono proposti all'attenzione del Consiglio regionale sotto forma di interrogazione o di interpellanza. Alla luce di ciò, invito la Presidenza del Consiglio regionale a valutare tale problema di carattere generale.
Poiché tuttavia, nella fattispecie, l'interrogazione n. 93 è pervenuta all'ordine del giorno di questa seduta consiliare riferisco che già nel settembre 2005 avevo provveduto a chiedere notizie al sindaco di Spinetoli sui farti denunciati dal consigliere Castelli,. relativi ad una "mancata concessione di spazi pubblici per la raccolta di firme a favore della intitolazione di una via del comune di Spinetoli ai Martiri di Nassiriya".
L'interrogazione n. 93 del consigliere Castelli ricalca nella sostanza una sua precedente interrogazione, la n. 1167 del 2004, che non fu discussa nel Consiglio regionale per scadenza di legislatura. Già in quella circostanza, tuttavia, il sindaco di Spinetoli, con nota del 14 ottobre 2004, aveva inviato all'allora presidente Vito D'Ambrosio una relazione sulla vicenda in esame, che conserva oggi la sua validità e della quale do lettura integrale:
“Egregio presidente, le comunico qui di seguito tutte le informazioni utili riguardo all’interrogazione 1167 del 2004 concernente l’oggetto, per fornire una precisa e puntuale risposta al consigliere Castelli, come da sua richiesta del 27/9/2004.
Il 12 agosto scorso, il responsabile locale di Azione Giovani Nucleo di Spinetoli, richiedeva per iscritto un'autorizzazione "per poter effettuare un banchetto per una petizione popolare, per intitolare una piazza del Comune ai Caduti di Nassiriya, in piazza Kennedy il giorno 14/08/04 dalle ore 9.00 alle ore 13.00".
Nonostante la concomitanza della presenza in quel giorno, in piazza Kennedy, dell’abituale mercato settimanale e dell'immediatezza della richiesta, senza alcuna esitazione veniva rilasciata la relativa autorizzazione.
Pertanto non corrisponde al vero quanto dichiarato dal consigliere Castelli nella sua interrogazione: “L’iniziativa di A.G., a prescindere dai divieti comunali, ha già fatto registrare in pochi giorni l'adesione dl circa 300 sottoscrittori".
Nei giorni seguenti, sentiti gli assessori, si decideva di accogliere favorevolmente l'iniziativa di Azione Giovani, impegnandosi ad intitolare uno spazio pubblico ai Caduti di Nassiriya, cosa che verrà a presto formalizzata con apposita delibera di Giunta.
Tutto questo veniva comunicato al responsabile locale di Azione Giovani in risposta ad un'identica richiesta di postazione di un banchetto, presentata il 2 settembre, per il giorno 04/09/04 dalle ore 9.00 alle ore 13.00".
A completamento delle informazioni si rappresenta quanto segue.
Le uniche due richieste (una dei responsabili locali di Forza Italia e Alleanza nazionale; l'altra dei consiglieri dl minoranza della lista "Liberi di Cambiare) ufficiali d'intitolazione, giunte all'Amministrazione comunale, sono datate entrambe il 9 settembre scorso, cioè dopo la data di presentazione dell'interrogazione in oggetto e dopo la decisione della Giunta di accogliere con favore l'iniziativa di Azione Giovani (come da comunicazione al responsabile locale del 3 settembre) e che Azione Giovani Nucleo di Spinetoli non ha mai fatto richiesta ufficiale in proposito. E' evidente che In nessun modo l'Amministrazione comunale si è opposta ad una richiesta d'intitolazione di spazi pubblici ai Martiri di Nassiriya.
L'Amministrazione comunale di Spinetoli si è sempre contraddistinta per il suo impegno solidale verso quanti si sono adoperati e si adoperano per consegnare al mondo un futuro di pace. (come non ricordare la convocazione di un Consiglio comunale straordinario aperto all'indomani della strage di Nassiriya; la realizzazione di un monumento all’Arma dei carabinieri che presto sarà inaugurato).
E' in quest'ottica che abbiamo accolto con favore l'iniziativa di Azione Giovani di Spinetoli circa la volontà di dedicare un riconoscimento tangibile in memoria del Caduti di Nassiriya, (autorizzando senza alcuna esitazione il 12 agosto scorso la raccolta di firme) impegnandoci ad intitolare loro una piazza o comunque uno spazio pubblico affinché il sacrificio di questi ragazzi resista indelebile nel tempo e nella memoria di tutti.
Tutto questo è stato comunicato al responsabile locale dl Azione Giovani, ma evidentemente si è preferito ignorare il tutto, a favore di un'inutile strumentalizzazione politica fine a se stessa.
Un comune sentire, quello cui daremo presto seguito, che non può essere scalfito però né dalle polemiche, né dalle menzogne, né dalle mistificazioni che pure ci sono state, perché il dolore come il ricordo non possono essere solo di una parte, ma di tutti i cittadini che hanno a cuore la pace e le sorti dell'intera umanità.
Accogliendo e facendo proprio il comune sentire al riguardo, ho visto nella continuazione della raccolta di firme solo un tentativo di speculazione politica e di appropriazione di un dolore e di un ricordo che è di tutti.
Questo è quanto dice il sindaco Canala.
Ad integrazione della trattazione di questo argomento desidero infine fare presente che il Comune di Spinetoli mi ha comunicato che, con proprio atto n. 131 dell'1 settembre 2005, ha deliberato di intitolare ai "Martiri di Nassiriya" una piazza del paese, dove da poco tempo prima era stato collocato un monumento dedicato all'Arma dei Carabinieri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. I toni usati dal sindaco di Spinetoli nella sua replica danno la dimostrazione del personaggio, un personaggio che ha vietato, lo confermo, indebitamente e illegittimamente che un gruppo di ragazzi promuovesse la raccolta di firme per l’intitolazione di una via ai Martiri di Nassiriya. E’ un fatto che si commenta da solo, gravissimo, perché viene poi successivamente confermato nella sua sostanziale e vergognosa gravità, da una replica che deforma la realtà dei fatti e tende a evidenziare solo in coda dell’esposizione del sindaco Canala di Spinetoli, qual è stata la reale finalità di questo provvedimento di diniego e di rifiuto, ovvero pensare, ipotizzare che si trattasse di una strumentalizzazione politica, tanto da generare nel sindaco la decisione di bloccare questa raccolta di firme. Se uno pensa a questo tipo di ragionamento, c’è solo da rabbrividire, perché il sindaco si erge a verificatore, a selettore delle volontà dei corpi politici. E’ di una gravità sconvolgente che solo chi non conosce Spinetoli può pensare di non rabbrividire. Siamo, a questo punto, alla confutazione del diritto di espressione del pensiero, della libertà di associazione e della promozione politica. Il sindaco, violando le leggi — perché non c’è nessun bisogno di autorizzazione per creare, realizzare banchetti e raccolta di firme, perché la legge prevede che qualora il cosiddetto banchetto occupi uno spazio modesto, inferiore a cinque metri, non c’è neanche bisogno di autorizzazione — abusa delle proprie facoltà per quanto riguarda la competenza in materia di occupazione dello spazio pubblico, per impedire quello che a suo dire è una strumentalizzazione. Mi chiedo chi sarà mai il sindaco di Spinetoli per stabilire qual è il retropensiero di cittadini, in particolare ragazzi, che vogliono fare un’opera di sensibilizzazione. Anche da sinistra bisognerebbe rabbrividire, di fronte ad atteggiamenti che sono semplicemente autocratici, che quindi non dovrebbero neanche essere letti alla luce di valutazioni di carattere ideologico. E’ gravissimo, comunque, che accadano. Pensate se un sindaco di destra impedisse a dei ragazzi di sinistra di fare una raccolta di firme: probabilmente verrebbero giù il presidente della Repubblica, l’Anpi, l’Anci, l’Upi, l’Uncem e quant’altro a rivendicare i diritti, giusti tra l’altro, di quei ragazzi a esprimere il loro pensiero.
Fra le altre cose, il fatto che l’Amministrazione, su sollecitazione dei gruppi di minoranza di Spinetoli, abbia poi promosso amministrativamente e accolto la decisione dei ragazzi, non fa altro che aggravare la stessa posizione del sindaco Canala, il quale non è contrario all’idea della piazza intitolata ai martiri, è contrario al fatto che la propongano i ragazzi di Alleanza nazionale, cose che veramente sembrano tratte pari pari da un libro di qualche decennio fa, ma fortunatamente queste cose non solo accadono ormai raramente, visto la mutata temperie politica, ma soprattutto hanno la possibilità di dare voce e di dare rilievo pubblicistico a queste cadute di stile dei sindaci. Questo è il senso dell’interrogazione che ciascuno consigliere regionale ha diritto di fare su argomenti — questa è la differenza fra interrogazione e interpellanza — che non ricadono nella competenza diretta della Regione.
E’ gravissimo chiedere a Bucciarelli, come ha fatto l’assessore Agostini, di non accogliere più le interrogazioni che non attengono alle competenze strette della Giunta, perché esistono dei limiti, ci mancherebbe altro, e sono i limiti che sono riversati sul nostro regolamento — ci sono tutta una serie di impedimenti allo svolgimento e alla presentazione delle interrogazioni — ma se siamo al punto da chiedere l’esclusione è un fatto capitale, caro Presidente, anche come membro dell’ufficio di presidenza sono preoccupato se la Giunta dice “mettiamo il bavaglio ai consiglieri su cui che non attiene direttamente alla competenza della Regione. Ripeto, esiste l’istituto dell’interrogazione per questo, nel frangente sono doppiamente preoccupato, perché verrebbe in mente il timore che, sul caso di Spinetoli, i ragazzi non hanno la possibilità di raccogliere le firme, Castelli non ha neanche il diritto di protestare e credo che da questo punto di vista arriveremmo a una ferita del tessuto democratico, senza scomodare aggettivi esagerati, ma dalle piccole cose si vede la coerenza o meno con quei principi democratici di cui tutti si riempiono la bocca, ma che poi, nel territorio dove si pensa che i riflettori della stampa o dei consiglieri regionali non arrivino, si giunge a questa grave opera di ridimensionamento, tentato, perché i ragazzi sono rimasti, hanno fatto la loro raccolta di firme, l’hanno reiterata, ci sono stati altri tentativi di coartare la loro libera scelta, la loro determinazione. Sono contento che, grazie a questa interrogazione, si sia consentito a tutti i consiglieri regionali di fare il punto su un aspetto che non deve portare alcuno di noi a sottovalutare certi fenomeni di autocrazia sindacale che sono nemici della democrazia in sé ma anche di un sano e corretto rapporto di relazioni politiche fra i gruppi regionali e non.

PRESIDENTE. Voglio rassicurarla che nessuno intende instaurare un regime, tanto è vero che lei ha parlato il doppio del tempo ammesso.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. La proposta di legge n. 91 è stata ritirata, quindi passiamo alle nomine.

Guido CASTELLI. Presidente, sono quattro Consigli consecutivi che non riesco a ottenere una risposta della Giunta sulla volontà o meno della Regione Marche di impugnare il “decreto Bersani”. Siccome è un argomento che abbiamo visto trattare da Spacca su Il Sole 24 Ore, credo che non sia corretto e giusto leggere le opinioni del proprio Presidente che non c’è mai, sui giornali, senza che lui si degni di venire in Consiglio a rispondere. Nessuno vuole instaurare un regime, va bene, però certe prassi sono ancora più velenose di quanto non lo siano le richieste di ridimensionamento delle interrogazioni.
Quindi accetto la decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo, però faccio voti e chiedo al Presidente del Consiglio che in occasione della prossima seduta il Presidente della Giunta ci sia, perché sta dappertutto meno che in Consiglio regionale, e in secondo luogo dia una risposta a ciò che sicuramente ricade nelle competenze della Giunta.

PRESIDENTE. Accolgo l’indicazione del consigliere Castelli e ricordo che prima di ogni seduta del Consiglio regionale il Presidente convoca la Conferenza dei presidenti di gruppo, luogo in cui i presidenti di gruppo discutono ed orientano i lavori.




Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la elezione del presidente del collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale del Fermano (Cosif).

(Segue la votazione, per scheda segreta))

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 26, schede bianche n. 1, schede nulle n. 1, schede valide n. 24. Hanno ricevuto voti: Mezzanotte Alessandro n. 13, Sandroni Marco n. 11. Proclamo eletto Mezzanotte Alessandro.
Prego di distribuire le schede per la elezione del presidente del collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale Zone imprenditoriali provincia di Ancona (Zipa).

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Presenti e votanti n. 25, schede bianche n. 4, schede valide n. 21. Hanno ricevuto voti: Dini Piergiorgio n. 11, Santucci Alessandro n. 10.
Proclamo eletto Dini Piergiorgio.



Mozioni (Discussione e votazione):
«Sostegno ai giornalisti italiani nella vertenza per il rinnovo del contratto», Ricci, Solazzi, Brandoni, Pistarelli, Rocchi, Favia, Massi, Viventi, Procaccini e Binci (111)
«Sostegno ai giornalisti italiani nella vertenza per il rinnovo del contratto» Capponi (112)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 111 dei consiglieri Ricci ed altri e n. 112 del consigliere Capponi. Ha la parola, per illustrare la mozione n. 111, il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Fra le due mozioni presentate, la differenza è davvero sottile e di conseguenza si potrebbe arrivare anche ad un unico documento. Il conigliere Capponi presentatore dell’altra mozione, che non è in aula ma con il quale ho parlato poco fa, credo che in qualche modo sia d’accordo a procedere in questo senso.
Con la mozione firmata da me e da altri si vuole innanzitutto esprimere sostegno e solidarietà ai giornalisti italiani impegnati in questa importante, per loro, vertenza sul rinnovo del contratto di lavoro ed è una vertenza che si lega ad una piattaforma nella quale mi sembra di avere colto che i giornalisti non chiedono né grandi aumenti di stipendio né particolari condizioni professionali, si potrebbe dire non chiedono la luna nel pozzo. Anzi, c’è una riflessione abbastanza interessante su quello che deve essere il giornalismo contemporaneo, come ci si misura con quella importante professione, che riguarda i temi dell’informazione e un moderno giornalismo.
C’è la necessità, piuttosto che rincorrere la crescita, l’aumento di queste figure all’interno dei giornali e qualche volta con contratti particolari, precari, che non garantiscono questo tipo di lavoratore di fare formazione continua, un ulteriore grado di preparazione attraverso anche i famosi corsi di laurea triennale che in alcune università ci sono, migliorare quella figura che in qualche modo sta all’interno del sistema dell’informazione di questo paese. Un giornalista più è informato, più è capace e più è autonomo dalla politica, quindi più è indipendente ed è un altro elemento importante da mettere in relazione a questa vertenza, anche perché così si realizza un principio costituzionale, quello della corretta informazione, richiamato anche dal capo dello Stato. Di contro sembra che questo atteggiamento, io credo importante, anche costruttivo dei giornalisti, sia in qualche modo disatteso. Non si tratta quindi di dover difendere o prendere posizione rispetto a una categoria di lavoratori, si tratta di farlo in questo frangente per questo tipo di categoria, per i giornalisti, coloro i quali sono legati strettamente al mondo dell’informazione, che poi rivendicano anche — ed è giusto — il diritto ad avere un contratto di lavoro di un certo tipo e non forme particolari di praticantato.
Credo che siano, tutto sommato, richieste anche moderate per migliorare la condizione, soprattutto qualitativa, dei giornalisti, piuttosto che quantitativa. Quindi si tratta di dare solidarietà, di verificare come oggi può essere meglio considerata questa categoria di lavoratori.
A quello che risulta a tutt’oggi, è che il confronto sembra ripartito, anche per opera del ministro che sta gestendo questa vertenza. Secondo noi deve essere un confronto senza pregiudiziali, un confronto che sembra orientato su due tavoli distinti, due tavoli tecnici che il ministro ha cercato di introdurre per risolvere questa vertenza. Uno riguarda i contratti in sé dei giornalisti, il secondo il tema della previdenza. Sul secondo punto sembra che ci sia accordo, mentre rimane invece una sorta di rigidità rispetto al tema che riguarda in maniera più precisa i contratti veri e propri dei lavoratori. Su questo tema c’è più disaccordo da parte della Federazione degli editori, si tratta di invitare con queste due mozioni, a superare questa fase, quindi sostenere l’apertura di questo confronto, fare in modo che riparta un dialogo per trovare soluzioni. Siamo convinti che il muro contro muro non serva, in modo particolare su questo tema che riguarda soggetti legati in maniera così pregnante al mondo dell’informazione, che è uno degli elementi essenziali della politica democratica di questo paese.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Preliminarmente vorrei tornare su un argomento che avevo trattato in precedenza, relativo all’attinenza di ciò che facciamo in Regione e ciò di cui discutiamo, per quanto riguarda le nostre competenze. Questo è un caso tipico di non diretta competenza della Regione rispetto a un argomento che è il problema del contratto dei giornalisti, che pure è giusto e opportuno trattare in questa sede, perché esprimiamo anche indirizzi, esprimiamo orientamenti, auspici che secondo me hanno tutta la dignità per poter essere accolti nelle discussioni di questo Consiglio. Credo che anche in questo caso la mozione meriti di essere approvata, non senza un esplicito richiamo a un problema che è sempre maggiore per quanto riguarda i rapporti interni alla stampa, quello che viene spesso sollecitato, del precariato di tanti giornalisti che purtroppo, in ragione delle tendenze generali, degli strumenti normativi, della forza degli editori, porta decine e decine, soprattutto di giornalisti più giovani, a vivere inevitabilmente il proprio rapporto professionale all’insegna dell’assoluta incertezza della durata del loro rapporto, delle garanzie di ordine indennitario. Quindi credo che la vertenza che si è aperta e che ha portato anche a scioperi, sospensione del servizio, sia pubblico che privato, non solo valga la pena di essere caldeggiata facendo voti affinché davvero si possa riuscire, nel rispetto dei diritti delle parti, a trovare un momento di concertazione positivo; credo sia giusto e pertinente, allo stesso modo, fare un richiamo a quella che purtroppo è la condizione di tantissimi giovani lavoratori aspiranti giornalisti, che vivono le condizioni che dicevamo e che rappresentano la maggior parte della forza lavoro di tanti quotidiani.
E’ un problema serio che attiene proprio alla possibilità di formarsi una professionalità specifica in questo ambiente, coltivando questa aspirazione, che tocchiamo e vediamo giornalmente. Quindi un nuovo contratto che si deve necessariamente auspicare, ma anche una nuova dinamica che possa dare dignità professionale a tutti coloro che spesso, anche dopo un apprendistato di anni e anni, versano in una condizione che presto o tardi porta di fronte a scelte anche draconiane come quella di promuovere vertenze. Sono infatti tantissimi i giornalisti che sono diventati professionisti solo per effetto di pronunciamenti giudiziari che, andando ad accertare il carattere prolungato di certi rapporti, ha poi individuato e sacralizzato la cosa come espressione di un rapporto di lavoro di carattere subordinato a tempo indeterminato.
Quindi la nostra valutazione sulla mozione è positiva, sarebbe opportuno e giusto integrarla con un esplicito richiamo a questa auspicabile evoluzione dei rapporti interni al mondo del giornalismo, che andrebbero sicuramente a migliorare sia le garanzie di indipendenza del mondo del giornalismo, delle professionalità giornalistiche, sia a dare una certezza nel tempo a tutti coloro che oggi formano e arricchiscono la schiera dei tanti, troppi, probabilmente, avventizi che sono costretti a mantenere inalterate le loro aspirazioni professionali, a dispetto e malgrado una condizione di lavoro che certo non favorisce la formazione più puntuale e garantita della propria cultura professionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. E’ inutile ricordare l’importanza fondamentale del lavoro che svolgono i giornalisti. Noi che viviamo in questo mondo che ha necessità di avere un dialogo continuo, un rapporto continuo con il pubblico, con gli elettori, con i cittadini, sappiamo che questo è un mondo che va tenuto molto in considerazione. Evidentemente non accade sempre, non accade nei confronti dei giornalisti che sono scesi di nuovo in sciopero. Il discorso delle giovani generazioni è quello che va approfondito più di altri, perché se a un impegno costante, preciso e puntuale dei giornalisti non corrisponde, anche dal punto di vista economico, un riscontro evidente, è chiaro che questo va anche a discapito della qualità del giornalismo nel complesso.
Nonostante questo, lo sforzo sembra sia quello di dare la migliore informazione possibile, però è evidente che un lavoro, un impegno come quello che portano avanti i giornalisti, merita molta più attenzione, sia da parte degli editori che del mondo della politica, che si deve impegnare ad andare incontro alle esigenze di queste categorie. Anche personalmente conosco dei giornalisti molto giovani che arrancano, non hanno prospettive ben definite per il proprio futuro e vedono che i colleghi che sono più anziani dal punto di vista della pratica, ancora a distanza di decenni si trovano in seria difficoltà. Quindi ben venga questa mozione che vuole sollecitare una maggiore attenzione, una maggiore presenza anche delle istituzioni, per far sì che l’informazione, che è un elemento indispensabile di una nazione moderna, abbia tutte le possibilità di esprimersi e di tenere costantemente informato il pubblico, quindi i cittadini e gli elettori.
Credo che da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi a un voto unanime su questa mozione, che evidentemente va non solo nell’interesse del giusto riconoscimento di un ruolo, di un lavoro svolto, ma anche nel senso di una informazione precisa e puntuale che è indispensabile per dare la possibilità a tutti di svolgere al meglio il proprio lavoro, a iniziare dai giornalisti.
Quindi il mio voto sarà positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Anche noi abbiamo sottoscritto questa mozione, la voteremo perché la precarietà dei giornalisti, al pari di qualsiasi altra precarietà, è molto negativa, inoltre nel campo del giornalismo e dell’informazione limita la libertà in generale e anche l’agibilità dei soggetti interessati, che molto spesso sono sotto ricatto.
Quindi esiste un problema dei diritti del lavoro in generale, esiste anche un problema dell’informazione, del pluralismo, del diritto di cronaca e da questo punto di vista, nel votare questa mozione, poniamo anche la necessità che in prospettiva le istituzioni discutano. Ci sarà il nuovo comitato regionale delle comunicazioni, ma esiste in questa regione, a nostro modo di vedere, un problema su come viene data l’informazione, che è cosa diversa dal commento. Poi gli editori, i giornali hanno proprie linee autonome, che possono essere condivise e non condivise, comunque debbono essere libere ma al tempo stesso deve esistere il diritto all’informazione per i cittadini e talvolta, ad esempio, i lavori, le iniziative di questo Consiglio regionale non hanno quella dignità che meriterebbero, per la ricaduta su tutto il territorio, nell’informazione. Credo che in un rapporto serio di reciproca autonomia, questo vada detto al mondo dell’informazione, perché a volte esiste un soggettivismo molto negativo, lesivo del pluralismo e che secondo noi va superato.

PRESIDENTE. E’ pervenuto un emendamento che tende ad unificare le due mozioni. Viene ritirata la 112 e si modifica la 111 nella parte dispositiva in questo modo: “esprime solidarietà e sostegno ai giornalisti italiani impegnati in questa difficile vertenza ed invita la Fieg a recedere dall’attuale posizione di indisponibilità verso l’apertura della trattativa ed il rinnovo del contratto; si auspica inoltre che le parti ispirino i loro atteggiamenti ai principi del dialogo non pregiudiziale e all’attenzione alla soluzione della problematica del precariato”.
Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. In un atteggiamento unanime del Consiglio regionale questo era il passaggio che noi chiedevamo, perché da un esame della problematica, anche da un contatto con gli editori, veniva messo in risalto il problema della mancanza di dialogo, della chiusura delle proposte e delle offerte. In questo senso ritengo che oggi qualsiasi contratto di lavoro debba avere tutti gli attori, sia la parte datoriale che la parte lavoratrice disponibile a vedere soprattutto qualora questa prospettiva guardi al futuro, alle modificazioni del settore, alla specializzazione che oggi è necessaria in qualsiasi attività e professionalità.
Per questo motivo ho ritenuto di ritirare la mia mozione per andare una soluzione unitaria, ma con un’aggiunta di questo tipo, sulla estrema necessità di disponibilità al dialogo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. A nome del gruppo di Alleanza nazionale annuncio il voto favorevole in ragione degli emendamenti che sono stati accolti nel senso auspicato dal capogruppo di Forza Italia Capponi e anche per quanto riguarda la problematica del precariato che trova ingresso nel testo finale della mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Annuncio il voto favorevole anche del gruppo Udc, vista l’unificazione delle due mozioni e l’importanza di questo atto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la mozione n. 111 come emendata.

Il Consiglio approva




Mozione (Discussione e votazione): «Regione Marche: necessità di infrastrutture e Quadrilatero SpA» , Pistarelli, Capponi, Massi e Viventi (83)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 83 dei consiglieri Pistarelli ed altri.
Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Chiedo all’aula di aprire la discussione, di avviare il confronto, ma prima di arrivare a una votazione, sospendere i lavori per ricercare l’opportunità di una soluzione condivisa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi per illustrare la mozione.

Franco CAPPONI. Questa mozione è stata presentata molto tempo fa, quando la problematica inerente la Quadrilatero che voi tutti conoscete, era all’ordine del giorno soprattutto per una mancanza di sensibilità da parte della Regione e delle Province interessate, al loro coinvolgimento per un sostegno a questa importantissima iniziativa, tra l’altro ammessa a finanziamento dal precedente Governo e deliberata dal Cipe per un importo che supera addirittura i 1.100 milioni di euro. Oggi, alla luce anche della visita del ministro Di Pietro, agli incontri fatti con la Giunta regionale aperta ai presidenti di gruppo, non quello con il ministro Di Pietro, chiusa invece all’opposizione e ai presidenti di gruppo di opposizione — non capiamo per quale motivo — riteniamo che sia ancora più importante prendere una direzione specifica da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale in merito a questa importante infrastruttura.
La piega di questi ultimi tempi — cosa non riportata nella mozione perché non c’erano stati questi sviluppi — cioè la soppressione della società Quadrilatero, a mio avviso rappresenta un gravissimo pericolo, quindi un atto che se la maggioranza intenderà avallare se ne assumerà tutte le responsabilità, perché questo progetto e il suo finanziamento, quello già accordato, finirebbero per essere assorbiti dalla gestione Anas e quindi, sostanzialmente, questa importante opera strategica per le Marche avrebbe ulteriori ritardi, con il rischio di una sua cancellazione.
Sono d’accordo, Comi, a fare una mozione unitaria, ma la mozione unitaria deve avere dei precisi caratteri e termini, cioè no alla soppressione della società Quadrilatero, sì alla realizzazione delle opere. Se questo è l’accordo che volete fare, noi siamo qui per sottoscriverlo, ma qualora non fosse questo, è inutile che facciamo incontri bilaterali per trovare una soluzione. Questi sono i paletti.
Il rischio, oggi, di vedere implodere questo importante progetto è serissimo. Tra l’altro gli assunti da cui partiva questa maggioranza regionale erano solamente demagogici, contro il Governo che voleva realizzare quest’opera nelle Marche, quindi una specie di “scavallamento” dei poteri forti di questa Regione per la realizzazione di quest’opera invece sostenuta dal Governo e dai territori.
Tutte le pregiudiziali che la Regione aveva avanzato sono cadute nel tempo. La Quadrilatero si è sostanzialmente adeguata a tutte le indicazioni della Regione, ivi compreso il discorso della autonoma determinazione delle amministrazioni locali per la partecipazione all’area vasta, alla “cattura di valore” che questa determinava, quindi, teoricamente, su questo progetto oggi abbiamo avuto la sostanziale condivisione di quelli che erano d’accordo e avevamo i fondi per poter realizzare, con quelli già assegnati, il 70% delle opere, ma la legge obiettivo prevedeva che poi le finanziarie successive avessero coperto quello che mancava e che non era possibile recuperare, con il famoso marchingegno della cattura di valore.
Concludo questa illustrazione dicendo qual è il nostro obiettivo in merito a questa mozione: se la maggioranza intende aderire a questa nostra proposta bene, altrimenti discutiamo e votiamo in questa sede.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Questo problema sta molto a cuore alla città di Civitanova Marche, perché a differenza di altre amministrazioni, quella comunale di Civitanova Marche, del Polo, ha dimostrato serietà, coerenza, senza obbedire a comanda, quando dall’alto vengono degli ordini, come fate voi delle sinistre.
Qualcuno ha cercato di strumentalizzare la posizione del Comune di Civitanova in modo stupido, sciocco e inopportuno. Noi condividiamo questo progetto della Quadrilatero, una cosa che va al di là di ogni previsione e solo un cieco non si rende conto dell’importanza che dopo 50 anni questo progetto ha per le Marche. Noi abbiamo delle strade che ancora si percorrono con i muli, nell’entroterra, per andare in Toscana e in Umbria ci vuole più che per andare a Roma passando per il Gran Sasso.
Ecco allora la riflessione che dovevamo fare: no alla demagogia, no alla strumentalizzazione, no alla diffidenza. Qualcuno della sinistra pensava che il Comune di Civitanova volesse “alzare il prezzo” per entrare nei vecchi giochi degli incarichi, delle lottizzazioni, delle speculazioni edilizie. Invece il no secco c’è stato, perché la città di Civitanova Marche non si è svenduta ad alcuno e ha mantenuto coerenza e serietà anche di fronte a un Governo amico e a un viceministro amico, che in più di una occasione ha cercato di spiegare nell’area vasta e nell’area commerciale, quali erano i benefici e i vantaggi per questa importante opera pubblica. Abbiamo tenuto duro, siamo stati coerenti, alla fine i fatti ci hanno dato ragione. In queste opere pubbliche ognuno deve fare la sua parte, dai piccoli ai grandi Comuni, perché tutti ne traggono vantaggio, dall’Umbria alle Marche, però qualcuno ha giocato su questo, ci ha speculato, ci ha voluto mettere in difficoltà e io devo ringraziare pubblicamente il Presidente Spacca il quale in più di una occasione — ho avuto un colloqui con lui per discutere se questa opera pubblica creasse grosse difficoltà a Civitanova pubblica — ci ha risposto “quando siete pronti date il vostro nulla osta”. Questa è un’azione che va a merito del Presidente Spacca ma non di chi speculava cercando di dividere il ministro Baldassarri dal Polo a Civitanova Marche. Questa è la bassa politica che si sta ancora facendo. Nessuno, da parte delle sinistre, ha fatto lo sforzo di cercare di capire quando un Comune voleva fare un’azione seria, non permettendo un assalto alla diligenza e mettendo in campo delle risorse giuste ed eque, non sproporzionate rispetto al valore e agli abitanti di una città. Ecco allora il salto di qualità che dobbiamo fare tutti quanti, ecco il discorso che faceva oggi Comi: questo si doveva fare prima, caro Comi, quando sul tavolo c’era questo dibattito. Voi a Civitanova non eravate capaci di fare una semplice proposta di fronte a un problema così grande, oggi ci dite “facciamo una proposta unitaria”. Su che cosa? Su quali basi? La riprova l’abbiamo avuta con il piano regolatore approvato definitivamente una settimana fa. Il Comune di Civitanova Marche ancora una volta ha lasciato la porta aperta alla Quadrilatero che oggi sembrerebbe venire smantellata, perché un certo Calzolaio, 7-8 mesi fa ha detto “questo baraccone deve essere chiuso”, sempre per cercare di punire. Discutiamone, parliamone, miglioriamo quello che non va bene, non prendiamo sempre posizioni drastiche, per cui quello che fa il centro non va bene, quello che fanno le sinistre è oro colato. Procaccini parla sempre di “destre”, quindi fatemi dire che noi siamo il “centro”, non la “destra”. Procaccini, tu sei sempre stato una persona seria e coerente: ebbene, su questo dibattito noi chiediamo serietà e coerenza e non vogliamo prendere ordini da nessuno, come non li abbiamo presi nel passato. Vogliamo essere liberi e siamo credibili sotto questo aspetto, perché c’è stato un dibattito per 14 mesi su questa problematica. Era facile arricchirsi con incarichi, con lottizzazioni, con speculazioni, noi abbiamo detto no, non per alzare il prezzo, ma perché la città non doveva essere svenduta, il territorio non doveva essere lottizzato, cementificato. I verdi solo a parole fanno questi discorsi, poi nei fatti, dove amministrano abbassano la testa, si piegano di fronte a chi comanda.
E’ così, caro Binci: avete fatto una battaglia solo per un ponte, non per tutte le lottizzazioni e le speculazioni che venivano fuori. Quella era un’operazione da oltre 100 miliardi, vi rendete conto di cosa parliamo? Non riesco a ricordarmi qual è la cubatura, su una città di 40.000 abitanti, su un’area limitata. Non è stata detta una parola, oggi si dice “cerchiamo un accordo unitario”. E’ giusto unitario, ma ripartiamo anche le risorse, Comi, perché benefici ne trarranno tutti da questa operazione. Se è vero che la testa parte da Civitanova, può partire anche dall’Umbria e avere la coda a Civitanova. Quindi bisogna vedere se si parte da Civitanova o dall’Umbria.
Secondo me il Governo Berlusconi ha fatto un capolavoro con questo, e bisogna prenderne atto. Non ridere Comi, perché governi democristiani, con Merloni, con Forlani, a differenza di Remo Gaspari — se vai in Abruzzo non sai quale autostrada prendere, tante ce ne sono — hanno lasciato le mulattiere. Tu stai a Tolentino e quando devi andare a Camerino, a Cingoli a Esanatoglia, nemmeno con l’autobus te la senti di farlo, per quanto è pericoloso. Procaccini che percorre quelle strade tutti i giorni lo sa. Per andare a Roma noi passiamo per l’Abruzzo, non per le Marche. E’ una vergogna. Non vi ricordate che avete avuto i Governi Prodi, Amato, D’Alema, oggi riavete Prodi? Non avete fatto un metro di strade. Ieri venivamo da Milano e si cominciava a vedere qualche cartello con scritto “terza corsia autostrada”. Qualche soldo a Spacca è arrivato. Quindi non demonizzate sempre Berlusconi, preoccupatevi di voi stessi che siete capaci solo di dire no anche di fronte alle strade. Le strade non sono né di destra né di sinistra, debbono prenderle tutti, quindi non demonizzate la Quadrilatero. La volete migliorare? Cambiate il presidente, cambiate i segretari, cambiate tutti, ma non possiamo tutto in mano all’Anas, perché l’Anas è un carrozzone. Molto spesso vi capita di scrivere all’Anas “questa strada non va bene, questa non funziona, qui non c’è la manutenzione”. Non scarichiamo, poi, problemi su chi non è responsabile: è sempre pubblica la società che ha la maggioranza. Voi avete un ruolo molto importante come Regione Marche, il Comune di Civitanova dà la disponibilità a discutere su quello che dovrà essere realizzato dalla Quadrilatero, ma Civitanova non si svende a nessuno. Come ha detto il Presidente Spacca la titolarità urbanistica rimane ai Comuni e con forza la terremo, augurandoci di vincere il prossimo anno, altrimenti saccheggerete la città “nel bene del progresso e della civiltà,” cosa che avete fatto anche nel passato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Colleghi, voi sapete che su questo argomento delle infrastrutture io sono intervenuto spesso sia in aula che sulla stampa e l’ho fatto sempre per un interesse generale, mai particolare. L’arretratezza delle nostre infrastrutture è nota, per cui io ho detto che se c’è un Governo, di centro-destra o di centro-sinistra che mette a disposizione fondi, progetti ecc., è giusto che si collabori per realizzare. Questa è stata sempre la mia posizione, è stata sempre la posizione del gruppo Udc.
Non riesco obiettivamente a capire, ancora, perché ci siano questi ritardi, e ho letto l’intervista del ministro Di Pietro nella quale egli dice “cancelliamo la società Quadrilatero spa, non mi piace, non credo nel project financing, non credo in altre cose”, quindi al di là dei fondi che materialmente sono già stati messi a disposizione vogliamo rivedere la struttura che andrà a gestire questi fondi stessi ed i lavori.
Io faccio delle domande molto realistiche. Questa società oggi ha firmato i contratti, gli appalti sono stati fatti, sono stati firmati i contratti con le società, quindi nel mondo giuridico c’è una società che ha firmato un contratto che ha preso degli impegni. I finanziamenti che prima si sospettava non ci fossero ci sono, abbiamo visto che il Governo era stato onesto nel dire che i finanziamenti ci fossero e ci sono, quindi assegnati i lavori, adesso cosa vogliamo fare? Non so chi subentrerebbe a questa società. Nel mondo giuridico che cosa accadrebbe, avvocato Comi? Togliamo la società Quadrilatero? Affidiamo tutto all’Anas? Nei giorni scorsi ho sentito dire “fuori Sviluppo Italia”, che è il socio al 49%, rimane Anas al 51%, quindi tutto Anas, togliamo il consiglio di amministrazione e ci affidiamo a un amministratore unico”. Io rimango un po’ perplesso rispetto a questo ragionamento, perché se non c’era una grande fiducia in un consiglio di amministrazione, credo che sia ancora più rischioso affidare la questione a un amministratore unico.
Tra l’altro, a onor del vero, noi siamo stati anche fortunati, tutto sommato, perché presidente della Quadrilatero è l’ing. Gennaro Pieralisi che credo abbia lavorato alacremente in questo periodo, ha portato avanti tutto quello che doveva fare, è una persona di assoluta trasparenza in tutti i sensi e credo anche di assoluta fiducia nella gestione di quello che si deve gestire. Stiamo parlando di opere che sono già state appaltate, lavori per 2.000 miliardi di vecchie lire, ma nel loro completamento mi sembra raggiungano la cifra ragguardevole di circa 4.000 miliardi di vecchie lire. Quindi dobbiamo essere molto attenti. La prima cosa è far partire questi lavori, che purtroppo ad oggi non sono partiti, non so perché: probabilmente mancherà qualcosa. Il Presidente Spacca dice che mancano i progetti esecutivi, benissimo. Dobbiamo quindi avere punti fermi: far partire immediatamente i lavori; spiegare perché deve essere cancellata la società Quadrilatero affidando tutto a un amministratore unico. Se ci fate capire questo passaggio ve ne saremo grati, perché io non l’ho capito se non in una logica solo di pura gestione del potere, ma credo che questo non sia un argomento che possa interessare il Consiglio regionale nel momento in cui affronta il problema delle infrastrutture delle Marche e credo che non si farebbe nemmeno bella figura a portare il ragionamento solo su una questione di questa natura. Mancano degli esecutivi? Si fanno gli esecutivi. Io ho sempre spinto perché Regione Marche e Regione Umbria lavorassero insieme alla società. Ci sono dei chiarimenti da dare? Ben vengano, però realizziamo queste strade nell’interesse di tutti. oggi c’è un governo regionale che mette al primo punto delle priorità la realizzazione delle infrastrutture, su questo siamo tutti d’accordo, non vedo perché dobbiamo perdere altro tempo in discorsi inutili. Quello dell’aspetto societario è marginale, secondo me. Solo se si vuol pensare male acquisisce una rilevanza politica, altrimenti non dovrebbe averla.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Mi pare che la discussione che nel frattempo è evoluta su questa questione, abbia portato anche ad una positività, cioè ad individuare come obiettivo come quello della realizzazione delle infrastrutture e questa necessità comune di realizzare le infrastrutture è positiva, perché le istituzioni intravedono in questo fatto anche un fattore dello sviluppo, se realizzato in maniera equilibrata.
La Regione aveva posto delle perplessità, contrarietà e ricorsi rispetto al metodo come questo obiettivo doveva essere perseguito: quello della Quadrilatero spa. In verità la Quadrilatero come nome era stata individuata proprio da questa maggioranza di centro-sinistra all’indomani del terremoto. Il quadrilatero era il perimetro fisico in cui occorreva intervenire per recuperare i danni del terremoto dal punto di vista delle infrastrutture e dal punto di vista economico-sociale e fu prospettata all’allora Governo D’Alema questa necessità di una intesa. Poi intervenne il Governo Berlusconi e attraverso la legge obiettivo del 2001 si volle accelerare questa necessità. Io non sono polemico, cerco di mantenere un equilibrio sulla necessità e sull’obiettivo, che è comune. Questa legge obiettivo aveva questa prospettiva e questa necessità, ma aveva un limite, a nostro modo di vedere: che attraverso la necessità di reperire risorse aggiuntive a quelle disponibili, c’erano due rischi. In primo luogo uno di tipo politico ed istituzionale: che attraverso una modalità sovraordinata si ledeva — e di fatto si è leso — la possibilità e la sovranità degli enti locali di intervenire in materia di programmazione e pianificazione degli strumenti urbanistici. In secondo luogo, proprio attraverso questa necessità di reperire le risorse si invertiva la priorità: prima si dovevano fare i piani di area vasta (Pav) e, attraverso le risorse realizzare le infrastrutture. Ma in realtà, nella concreta pratica, questo non si è verificato e bisogna vedere perché non si è verificato. Soprattutto perché non esistono progetti, ma anche perché il territorio delle Marche e delle zone interessate non ha bisogno dei piani di area vasta, ha bisogno delle infrastrutture, delle ferrovie, delle strade, altrimenti rischiamo che per giungere ad un obiettivo giusto si cementifichi il territorio, si distorca la possibilità di intravedere una diversificazione di modello di sviluppo. Quindi dobbiamo stare molto attenti.
Il Governo cambia la legge obiettivo? Noi saremmo d’accordo, se lo facesse in tempi rapidi, anche perché vorrei ricordare che la legge obiettivo, anche la società Quadrilatero era composta da diverse sfaccettature: c’era il Ministero, c’era l’Anas, c’era Sviluppo Italia che non è preposta alla costruzione delle infrastrutture ma alla promozione, alla valorizzazione del territorio, delle bellezze, per cui esiste anche una contraddizione, da questo punto di vista. Sarà l’Anas il nuovo soggetto, Presidente Spacca? Noi siamo d’accordo, ma stiamo attenti, perché la Regione deve comunque controllare, partecipare alla fase transitoria e soprattutto deve avere il controllo sulla gestione, affinché le risorse siano finalizzate con una specifica destinazione.
Io credo che il Consiglio regionale debba giungere ad una soluzione di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Intervengo innanzitutto perché condivido lo spirito di questa mozione. E’ evidente che il problema delle infrastrutture è sentito, in particolar modo in due aree della nostra regione, quella più a sud e quella più a nord, senza dimenticare il resto della regione nel suo complesso.
Credo che una mozione come questa debba anche tener presente anche altre realtà, se non altro appena citate, perché il Presidente Spacca conosce benissimo le problematiche, per esempio, della provincia di Pesaro e Urbino alla quale mi sto riferendo in questo istante, che sono quelle della Fano-Grosseto, uno dei problemi più importanti della provincia, con particolare riferimento anche al discorso del Montefeltro. Sappiamo benissimo che nelle prossime settimane ci sarà un referendum che vede alcuni Comuni votare per un allontanamento di parte del Montefeltro dalla Regione Marche. Una delle problematiche sollevata da questi Comuni è proprio quella delle infrastrutture e della viabilità. Se c’è l’intenzione, come è stato detto da alcuni prima, di fare una mozione unica, inserirei anche il discorso delle infrastrutture che riguardano la provincia di Pesaro e Urbino, in principal modo relativamente alla Fano-Grosseto, che anche dal punto di vista dell’inizio dei lavori, forse è una delle più vecchie infrastrutture iniziate e mai terminate. Io ero ragazzino e ricordo che venne Andreotti a Fano a inaugurare quel tratto che si trovava più o meno all’ingresso del casello attuale dell’autostrada, dopodiché si è visto poco o niente. Quella è una delle infrastrutture più importanti, insieme alla Quadrilatero, di questa regione. Perdere questo treno sarebbe pericoloso. Io credo che le riposte che ha dato il ministro Di Pietro quando è venuto, siano totalmente insufficienti per quanto riguarda la Fano-Grosseto, perché arrivare, a 35-40 anni di distanza dall’inaugurazione di quel tratto dire che oggi si fa con il project financing non è una risposta concreta a qualcosa che è stato avviato molto tempo fa.
Approfitto ancora una volta — e lo farò tutte le volte che c’è da parlare di infrastrutture — per ricordare al Presidente Spacca, all’assessore Marcolini e anche agli altri assessori, la questione che secondo me non va sottovalutata, pur nella mancanza di risorse, pur nelle difficoltà economiche che hanno lo Stato nazionale e la Regione, il discorso della linea ferroviaria Fano-Urbino, con tutti gli annessi e gli agganci possibili e immaginabili, che sono quelli con Pergola e con il resto della regione Marche.
Domenica scorsa c’è stata una manifestazione alla stazione ferroviaria di Fermignano, nella quale appassionati, ma anche coloro che credono nell’alternativa del traffico su ferro rispetto a quello su gomma, si sono incontrati. Questo vuol essere da una parte un invito agli estensori di questa mozione a inserire anche l’infrastruttura di cui ho parlato prima, in particolar modo la Fano-Grosseto e un ulteriore stimolo all’Amministrazione regionale a non dimenticare anche il discorso della linea ferroviaria Fano-Urbino, pur nelle difficoltà evidenti che ci sono, però io credo che, se non altro, in un programma futuro questa debba essere tenuta in alta considerazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Quello di oggi è uno dei tanti temi seri che affrontiamo, rispetto al quale dobbiamo sviluppare un confronto autentico per colmare un gap enorme della nostra regione. Alcune considerazioni di carattere generale sulla mozione proposta da Capponi, Brini e Pistarelli intendo farle. Innanzitutto c’è la piena consapevolezza, in questa regione, del fortissimo ritardo nelle opere di viabilità, con la ripercussione negativa che questo ritardo determina su tutti i settori dell’economia. E’ intenzione di questa Regione recuperare questo ritardo, per assolvere a una delle priorità del proprio mandato. Questo ritardo riguarda in particolare due argomenti, cioè l’asse longitudinale meglio conosciuto come corridoio adriatico nord-sud e i collegamenti trasversali per l’intera regione.
Queste premesse sottolineano e rendono esplicita l’intenzione, l’opportunità di questa maggioranza e di questo Consiglio di avere una unità di intenti con le istituzioni locali tutte, perché si realizzino interventi equilibrati, senza esclusioni importanti e che ci sia quindi una proposta unitaria e largamente condivisa. E’ con questo spirito che noi abbiamo chiesto e chiediamo alla minoranza di questo Consiglio regionale di sviluppare una discussione autentica e un confronto serio.
Occorre poi entrare nel merito, perché un’operazione verità serve, soprattutto sulla Quadrilatero. Questa Regione, con altrettanta determinazione ritiene che i lavori iniziati debbano andare avanti, e questo il Presidente Spacca l’ha chiarito più volte, che quelli ideati vadano inseriti e messi in ordine secondo le priorità, ma al tempo stesso che nessun cantiere sia aperto se non c’è la possibilità concreta di realizzarlo. Quindi occorre resistere alla tentazione di fare facili demagogie e occorre guardare in faccia alla realtà.
Su questo voglio evidenziare alcune cose, perché una visione realistica è opportuno averla. Innanzitutto chi si candida al governo di una Regione non può non avere una visione seria, non solo sulle cose da fare ma anche su come realizzarle. Noi su questo abbiamo le idee chiare: innanzitutto riteniamo che occorra riequilibrare il rapporto gomma-ferro e soprattutto assumere la questione dei tempi di realizzazione delle opere come questione decisiva. Un’infrastruttura non può sicuramente aspettare minimo 20 anni per essere pensata e realizzata. Per questo bisogna rendere più celeri le procedure ed essere anche aperti a modalità innovative di realizzazione che sono applicate in altri paesi europei.
Dico questo pensando anche alla società Quadrilatero e al lavoro fatto. Non possiamo pensare di passare i prossimi cinque anni a smantellare quel poco che è stato fatto dal centro-destra, occorre invece recuperare i ritardi e bonificare le situazioni che hanno prodotto delle iniquità e poche trasparenze.
Le risorse finanziate per il progetto Quadrilatero sono pari a 1.063 milioni di euro, per cui finora chi ha detto che c’erano altre nuove risorse non ha detto tutto. Questa società si sarebbe dovuta fare carico di tutto. Chi dice questo non dice il vero. Resta fuori, oggi, oltre la metà delle risorse complessivamente preventivate. La questione della copertura da parte dello Stato della quota parte che il territorio dovrebbe fornire a integrazione della realizzazione dell’opera non è possibile, per cui decade una delle condizioni fondamentali per garantire, in primo luogo agli enti locali, che una simile compartecipazione non provochi pericolosi dissesti nei bilanci.
Alla luce di questi elementi, di questa chiarezza, ma anche della volontà di questa maggioranza di non perdere tempo, di guardare avanti, di realizzare in fretta e seriamente le emergenze infrastrutturali di cui questa regione ha bisogno, noi riteniamo che la società Quadrilatero, strumento ampiamente discutibile, ampiamente discusso e con notevoli criticità da un punto di vista tecnico, finanziario, contrattuale, debba essere oggetto di un serio approfondimento che ne valuti la reale ed effettiva utilità, allo scopo di realizzare in modo certo e celere, oltre che trasparente, le opere che noi abbiamo programmato con il territorio.
Questa è la visione più realistica, nessuno di noi vuole scaricare responsabilità al Governo precedente, né possiamo tollerare o accettare lo sforzo, sia pure comprensibile e in un certo senso politicamente condivisibile, di scaricare sul centro-sinistra i ritardi o le difficoltà di un Governo che non ha fino in fondo finanziato ciò che aveva millantato e promesso.
Non voglio parlare di Berlusconi, Brini, però parafrasando una scritta che veniva incisa su una lapide in un cimitero parigino, ricordo che si diceva, con riferimento a quel grande uomo di governo: “Nella sua vita politica fece poco bene e tanto male”. Solo che quel poco di bene lo fece malissimo e quel tanto di male lo fece benissimo.
Noi pensiamo che bisogna guardare avanti, pensiamo che questa regione abbia bisogno di infrastrutture, pensiamo che il progetto Quadrilatero sia attuale e indispensabile, soprattutto per l’entroterra e per l’attraversamento trasversale di questa regione, pensiamo che la Regione debba essere all’interno della società Quadrilatero per garantire maggiore trasparenza, un controllo e una gestione pubblici delle risorse indispensabili per il nostro futuro. Chiediamo però una maggiore attenzione rispetto a come sono state impegnate fino ad oggi alcune risorse, con l’auspicio che finiscano quelle litanie e quegli appuntamenti scanditi troppo spesso alla vigilia di ogni scadenza elettorale — penso alle provinciali del 2004, alle regionali del 2005, alle nazionali del 2006 — dove, a suo di convegni, ogni volta a una settimana dal voto riappariva la società e promuoveva iniziative. Accantoniamo questa fase, costruiamo una proposta unitaria nella quale i giudizi vengano messi da parte e ci si concentri, piuttosto, sulla prospettiva politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Sarà una mia impressione, ma questo dibattito non mi sembra che abbia quella attenzione che meriterebbe. Non so se è una mia impressione. Ringrazio il Presidente Spacca per la presenza in aula, però vedo da parte dei gruppi, dei colleghi anche della restante parte di Giunta poca attenzione, poco interesse. Forse la prima causa è che ci sono stati troppi rinvii prima di arrivare alla discussione di oggi. Questa è una mozione che noi abbiamo presentato a giugno e molta acqua è passata sotto i ponti. C’è stata una visita, di recente, del ministro delle infrastrutture Di Pietro. Non so se è stato ricordato dai colleghi, ma penso di sì. Non ho sentito, invece, voci da parte della maggioranza.

Cesare PROCACCINI. Sei arrivato tardi...

Fabio PISTARELLI. Non mi pare che Comi abbia citato questo passaggio...

Cesare PROCACCINI. Prima di Comi ne hanno parlato 7-8 della maggioranza.

Fabio PISTARELLI. Però era importante sapere anche che cosa ne pensassero i Ds, essendo il primo partito della maggioranza. Questo è un passaggio che a mio avviso non può essere liquidato con qualche battuta, perché se avessimo discusso prima questo documento potevamo dire che l’intero Consiglio regionale si stringeva attorno a determinate questioni e ne faceva una posizione di tutta la Regione Marche, di tutte le sue espressioni e di fronte a questo un ministro ne avrebbe dovuto trarre conclusioni più favorevoli e positive rispetto a quelle che invece ha tratto dopo l’incontro di ormai qualche settimana fa. Io ho il resoconto di quell’incontro, non mi sembra che ci siano stati chiarimenti, ma soprattutto disponibilità serie e concrete ad affrontare i nodi complessivamente riguardanti le infrastrutture della regione Marche. Quadrilatero è uno degli aspetti, e anzi è quello più avanti, perché, fortunatamente e a differenza di tante Cassandre che abbiamo ascoltato negli anni e nei mesi scorsi, è l’unica progettualità che ha finanziamenti. Pochi? Non mi sembrano pochi 1,1 milioni di euro disponibili, subito. Non mi sembrano assolutamente trascurabili, soprattutto perché si diceva anche, pochi mesi prima delle elezioni, “questo Governo ha fatto ma propaganda, non ci ha messo una lira, non è vero nulla, non c’è niente”. Ci sono delle gare, dei contratti e dei finanziamenti, 1,1 milioni di euro.
Questo è uno degli aspetti. Sugli altri e su questo, l’autorevole ministro Di Pietro che cosa ci è venuto a dire? “Non se ne parla”, né del nord, né del sud, né del centro delle Marche. “Non ci sono soldi”. Su questo, nessuna chiarezza negli intendimenti, perché abbiamo dovuto aspettare un altro passaggio, quello dell’interpellanza del verde Lion in Parlamento, per capire che forse si sta parlando di una trasformazione della società Quadrilatero per quanto riguarda il suo assetto interno, cioè le sue quote sociali. Sviluppo Italia dovrebbe uscire, entrando Anas al 100%, quindi cambiando la rappresentanza, non si parlerebbe più di questo consiglio di amministrazione, dell’attuale dirigenza, si parlerebbe, forse, di un amministratore unico e questa società finalmente avrebbe i “favori” politici dell’attuale maggioranza.
Altro passaggio non chiarito da Di Pietro ma ancora non chiaro per quanto riguarda i suoi spetti concreti. Cosa significa questo? Che è una questione di uomini? Di rappresentanti all’interno di questa società? Che è una questione di maggiore affidabilità dell’Anas rispetto a Sviluppo Italia? Non mi sembra che ci siano così gravi e grandi differenze: Sviluppo Italia è comunque una società pubblica, deve fare sostegno allo sviluppo, Anas ha problemi di pregresso ancora non risolti, tanti progetti rimasti nel cassetto, forse pochi rispetto a quelli che erano necessari. E’ solo una questione di società, è solo una questione di presidente, di consiglieri? Mi pare immiserire il discorso relativo alla questione sulle infrastrutture, perché si deve dire o meno se le scelte sono condivise, e mi sembra che su questo pochi possano dire che non è condivisibile completare trasversali est-ovest che da Pesaro ad Ascoli non sono completate, sono rimaste a metà, tutte.
Questo è condivisibile, inoltre abbiamo detto — lo ha detto anche il Presidente Spacca — che bisogna sfruttare il momento, fare in modo che queste risorse non vengano perdute. Questo passaggio di trasformazione societaria che cosa significherà in concreto per i nostri progetti, per i progetti che sono già stati non solo approvati, ma oggetto di gara completata, conclusa, con lavori affidati? Cosa significherà la trasformazione societaria?
Noi abbiamo detto, nell’incontro di presidenti di gruppo del Consiglio regionale e Spacca prima di Di Pietro: c’è il rischio che si perda tempo e si perda questo tipo di risorse. La trasformazione della società può significare questo, tant’è che oggi è tutto fermo, non si è mosso nulla e questo è da denunciare. Non si è mosso nulla, ci sono tutte le possibilità per aprire concretamente i cantieri, ma i cantieri non sono stati aperti, tant’è che si sta facendo un gioco delle tre carte, si sta dicendo “è partito l’ultimo tratto Sfercia-Collesentino”, ma era dal 1993 che era ferma quella realizzazione, perché quel tratto era l’ultimo pezzo del triennale Anas, ex decennale Anas, cioè tutte quelle cose che si facevano con una metodologia che non ha portato un chilometro di strada se non dopo dieci anni di attese.
Quindi chiarezza su questo punto. Noi a giugno volevamo discutere di questo, noi volevamo che la Regione prendesse posizione a giugno per prepararsi nel confronto con il Governo, per fare in modo di difendere i finanziamenti che ci sono, le gare e i progetti che sono stati approvati e realizzati, per fare in modo che si realizzasse l’opera. Questo non è stato possibile, la maggioranza è ancora divisa, lo abbiamo sentito anche oggi, gli intendimenti sembrano quelli soprattutto di natura di rappresentanza all’interno della Quadrilatero.
Su questo attendiamo la replica di Spacca, per poi vedere che cosa di concreto può essere sintetizzato in un documento. Noi siamo pronti e disposti a far sì che un documento possa uscire da quest’aula in maniera corale, però vogliamo vedere quelle che sono, oggi, le determinazioni di questa maggioranza regionale, che non mi sembra siano condivisibili, perché quello che è anticipato da Comi non ci soddisfa, anzi ci lascia assolutamente preoccupati per il futuro di questa realizzazione così importante per il territorio delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Non devo aggiungere molto rispetto anche al mio collega di partito Comi, però alcune cose le voglio dire.
Intanto rispetto al documento che la Regione Marche ha portato di fronte al ministro Di Pietro. Su questo non si può che dare atto all’impegno della Giunta regionale rispetto all’elenco delle priorità infrastrutturali di questa regione. C’è equilibrio nelle indicazioni, nelle scelte, ci sono risposte nel documento presentato sulle infrastrutture strategiche per questa regione, che riguardano il nord, il centro e il sud delle Marche. E’ già una cosa di grande rilevanza, perché l’indicazione di quelle priorità tende a chiedere la risoluzione di problemi che anche lo stesso Comi stava indicando, cioè problemi legati alle infrastrutture in senso longitudinale, ovvero il corridoio adriatico e i collegamenti trasversali.
Se il collega Pistarelli si aspettava anche da noi salti di gioia rispetto all’incontro con il ministro, non ci sono stati, nel senso, che, riconosciuta la validità di quel documento, è evidente che c’è sempre un’aspettativa di vedere individuate risorse certe piuttosto che altre formule di finanziamento. Mi riferisco a opere della provincia di Pesaro e Urbino. Però bisogna dire anche che il ministro è stato corretto, trasparente, onesto da questo punto di vista. Io credo che rispetto alle risorse del Governo precedente e a quelle del Governo attuale sulle infrastrutture, a parte che non conviene capire chi ne ha messe di più, certo è che la legge obiettivo comprendeva opere senza copertura finanziaria, certo è che oggi, rispetto a questo Governo, ho aspettative che spero non siano disilluse, anche sulle opere ferme. Quindi la scommessa sul tema delle infrastrutture, non riguarda solo i banchi della maggioranza e della minoranza, è un’esigenza che abbiamo nelle Marche ed è questo il punto su cui bisogna riflettere e noi lo facciamo con piena lealtà, convinti che si andrà avanti. Uno dei temi di fondo del Governo di questa tornata legislativa sono le infrastrutture insieme al piano energetico, insieme al nuovo piano sanitario. Sono quattro pilastri sui quali noi abbiamo scommesso la nostra sfida di governo per i prossimi anni.
Non si tratta di fare un appello — Pistarelli l’ha fatto e lo condivido — ad uscire da questa discussione con un’iniziativa corale. Questo va certamente fatto. Anche rispetto alle risorse, sono importanti, non penso che rispetto alle esperienze precedenti noi si debba essere superficiali e lasciare indietro le risorse destinate alla Quadrilatero e purtroppo solo a quella, però è chiaro che è un 50%. Vogliamo essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno? E’ sempre il 50% che manca e che non c’è. Ma non vanno perse, perché la fatica per avere visto nella provincia di Pesaro e Urbino rifinanziare il completamento della bretella, è durata 7-8 anni. Proviene dal Governo precedente, è stato sbloccato da questo ministro? Lascerei perdere, depurerei la discussione, in questo momento, dai giudizi politici, posto che ognuno fa il suo mestiere, sceglie l’intervento che vuole, però siamo in una situazione nella quale lascerei questo indietro.
Gli strumenti per realizzare le opere, in questo caso lo strumento della Quadrilatero non lo vorrei nemmeno citare, nel senso che l’interesse è quello di realizzare infrastrutture necessaria per questa regione. Il quadrilatero è una struttura necessaria per le Marche, perché è un insieme di reti stradali, lo si è pensato attraverso la formula di una società, la Quadrilatero spa. Lo strumento utilizzato sarebbe un dogma se la sua trasformazione aiutasse il proseguimento degli interventi? Oppure va difeso così com’è, senza verificare se anche in quel passaggio c’è stato un elemento di criticità? Su questi elementi, rispetto all’urgenza e al tema di cui stiamo parlando, mi sembra che uno sforzo in questa sede dobbiamo farlo tutti, depurandolo di giudizi politici che ci porterebbero fuori strada.
Ripeto, non voglio fare un appello ecumenico, però il tema è importante. Non mi pare che siamo in ritardo. Siamo invece in una situazione nella quale potremmo rafforzare, in qualche modo, la possibilità di andare a conclusione, almeno di vedere i primi lavori appaltati, uscendo da questo Consiglio con un atteggiamento il più unitario possibile. Mi pare che le premesse, tutto sommato, ci siano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Continuo sulla stessa linea del consigliere Ricci. Abbiamo condiviso, nella Commissione, tra relatore di maggioranza e relatore di minoranza, e abbiamo trovato la formula “uniti si vince”. Se vogliamo perdere dobbiamo solo dividerci. Questa è un’occasione unica che si offre a questa maggioranza di governo ma soprattutto ai marchigiani tutti di presentare una mozione unica, perché le 13 vallate delle Marche, contrapposte tra un castello e l’altro, devono unirsi per avere un unico obiettivo e richiedere le risorse fondamentali che non sono state chieste dal dopoguerra ad oggi. Il mio invito è a fare una mozione unitaria, che dia la forza al Presidente di chiedere risorse aggiuntive e non perdere quelle che già ci sono, per completare l’infrastrutturazione di questa regione che è fondamentale per lo sviluppo delle Marche che dovrà passare da un manifatturiero povero a strutture economico-finanziarie e di sviluppo diverse rispetto a quelle che attualmente ci sono in questa regione, quindi se non siamo competitivi su questo aspetto, saremo sempre l’ultima ruota del carro e andremo a rimorchio degli altri. Invece uniti possiamo chiedere con forza quello che ci spetta da tanti anni e che i sogni dei marchigiani vengano realizzati. Ecco l’impegno che chiedo ai colleghi di maggioranza per dare unitarietà e forza a uno strumento fondamentale come quello proposto dalla minoranza con questa mozione.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistelli.

Fabio PISTARELLI. A me sembra che su questo tema delle infrastrutture c’è una condivisione quasi generale sulla necessità e sulla volontà da parte di tutti, di trovare le modalità per la loro realizzazione.
In base alle priorità che noi abbiamo individuato, anche al momento dell’incontro con il ministro Di Pietro, cercando di valutare attentamente tutte le esigenze del territorio, da nord a sud, stiamo facendo una serie di incontri sulle questioni specifiche, proprio per verificare concretamente i modi come realizzare le infrastrutture che riteniamo opportune. Proprio sulla base di queste priorità, di questi incontri, di questi confronti che stiamo facendo a livello ministeriale, si è discusso della Quadrilatero. Io ritengo che rispetto a questa partita di cui tanto abbiamo discusso, si è cercato di mettere ordine in una situazione dove le articolazioni, le valutazioni, anche i numeri che venivano dati erano tanti e differenti. Più volte si è detto in maniera abbastanza chiara, anche al ministro, che la nostra priorità è la realizzazione delle due infrastrutture all’interno del quadrilatero, la 76 e la 77. Questa è la nostra priorità e in base a questo vanno individuati e salvaguardati tutti gli stanziamenti che sono stati destinati a quella realizzazione, a quelle infrastrutture. Ci sono state voci abbastanza contraddittorie sull’entità dei finanziamenti a disposizione, sulla necessità di oltre 2 miliardi di euro per realizzare queste due infrastrutture. Noi, oggi abbiamo a disposizione 1.066 milioni di euro per realizzare queste due infrastrutture. Queste sono al netto anche di tutto quello che riguarda le aree leader, che portano una ulteriore possibilità di utilizzo dei finanziamenti. Sono aree che sono state approvate dal Cipe sulla base di indicazioni dei Consigli comunali, quindi sulla base di quelle indicazioni, con la condivisione dei Consigli comunali, queste aree che sono state individuate potranno portare altri introiti da poter realizzare investimenti relativi a queste due infrastrutture.
Penso che rispetto a questa partita, la richiesta che abbiamo avanzato ulteriormente al ministro, è che i soldi mancanti per il completamento di queste due infrastrutture, che si aggirano sui 500 milioni di euro, devono essere comunque ricercati nei prossimi finanziamenti per quanto riguarda il piano delle infrastrutture del Ministero. Questo significa, di fatto, che sia la 76 che la 77 debbono essere completate nella loro interezza in base ai progetti che erano stati già presentati, relativi alla proposta avanzata dalla società Quadrilatero. Ad oggi non c’è la completezza dei progetti per quanto riguarda le due opere, in quanto una parte dei progetti sono definitivi, gran parte sono progetti preliminari, quindi anche su questo è necessario che si arrivi al più presto anche alla definizione dei progetti per poter avviare concretamente i lavori e per poter utilizzare i finanziamenti necessari.
Questo va fatto indipendentemente dalla natura e dalla struttura della società Quadrilatero. Circa la discussione sul mantenere o meno la società Quadrilatero, noi abbiamo avanzato le nostre idee insieme alla Regione Umbria, che oggi ha, come abbiamo avuto noi, un incontro con il ministro Di Pietro. Anche la Regione Umbria ha la priorità della realizzazione della 76 e della 77, ma oltre a questo c’è anche in discussione la natura della società Quadrilatero. Nell’incontro che noi abbiamo avuto con il ministro Di Pietro di fatto erano state anticipate le dichiarazioni che poi lui ha fatto all’on. Lion, nel senso che già nella sua visita ci ha fatto presente e si era impegnato a dire che i soldi stanziati sarebbero stati mantenuti, avanzando anche ipotesi diverse rispetto al mantenimento di quei fondi. Noi abbiamo fatto presente in quella sede che i fondi non potevano andare all’interno del bilancio dell’Anas, altrimenti non sarebbero più stati utilizzati per le infrastrutture delle Marche. In quell’occasione è anche stato fatto presente che, qualora fosse stata quella la strada, comunque sarebbe stato un fondo finalizzato alla realizzazione delle infrastrutture. La valutazione che lo stesso ministro ha fatto e che ha ribadito all’on. Lion è quella di una riformulazione della società Quadrilatero rispetto alle presenze al suo interno, con una richiesta avanzata sia dalle Marche che dall’Umbria, che questa nuova composizione societaria fosse comprensiva delle due Regioni, per poter meglio verificare anche i tempi e la realizzazione delle opere.
Voglio ricordare che questo era stato un impegno della Regione già previsto nel bilancio, ove è stato destinato un milione di euro per partecipazione azionaria alla società Quadrilatero e credo che su questo dovremmo valutare attentamente rispetto anche alla necessità di definire questa nostra partecipazione, in modo da poter accelerare i tempi per quanto riguarda la realizzazione e la verifica delle infrastrutture.
Tutto questo l’abbiamo fatto e dobbiamo continuare a farlo in maniera congiunta con la Regione Umbria, perché queste due infrastrutture collegano strettamente le due regioni, ma dobbiamo anche avere la consapevolezza che per quanto riguarda la nostra regione, queste diventano due infrastrutture, insieme alla Fano-Grosseto, all’uscita dal porto, alla terza corsia dell’autostrada, fondamentali per quanto riguarda la concretizzazione di infrastrutture che mettano il territorio in collegamento con tutto il resto del paese.
Quindi penso che sulla base di questo, sulla base delle verifiche ormai fatte e approfondite e degli incontri ancora in corso sia con il Ministero, sia con l’Anas che con la Regione Umbria, noi dovremmo arrivare al più presto a una definizione sia di quanto riguarda la società, sia di quanto riguarda le modalità e i tempi di avvio dei lavori di queste infrastrutture. Per questo mi sembra importante la discussione che si sta facendo e mi sembra importante anche che su questo si possa addivenire a una valutazione comune rispetto alle necessità e alle priorità e rispetto al mantenimento dei finanziamenti destinati a queste due infrastrutture. Ritengo questa una cosa fondamentale e indispensabile anche alla luce dei finanziamenti che sono stati individuati dalla stessa finanziaria in merito alle infrastrutture di carattere nazionale.

Presidenza del Presidente
RAFFAELE BUCCIARELLI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Vorrei attenermi alla mozione presentata, perché troppo spesso il dibattito è sui titoli. Viene da dire che alcune preoccupazioni di altra natura sullo stato del dibattito in questo Consiglio potrebbero essere accolte. Qualche consigliere si era preoccupato delle condizioni psico-fisiche del Consiglio intero: forse avrà tratto considerazioni da questo tipo di dibattito.
Vorrei invece attenermi alla mozione e direi intanto che ci sono cose che questo Consiglio condivide da tempo, perché fanno parte del dibattito, delle necessità di questa nostra regione. Alcuni ritardi infrastrutturali sono segnalati da tempo e da tempo c’è una ricerca di arrivare a soluzioni rapide ed efficaci.
Questa mozione in realtà non di questo parla, ed è quello che si può definire un “cavallo ruffiano”. Parla di un’altra cosa, in gran parte; parla di un giudizio largamente positivo su uno strumento — la legge obiettivo — e sul un risultato — la società Quadrilatero spa — e su un modello di finanziamento delle opere pubbliche, il cosiddetto project financing, ma anche qui mi permetterei di correggere, perché in realtà il modello della Quadrilatero spa, di project financing ha poco, perché i project financing di solito sono risorse private che concorrono alla realizzazione di opere pubbliche, qui invece sono risorse pubbliche che concorrono a favorire la profittevolezza dei privati, in un percorso molto articolato.
Se di questo si tratta e per questo è stata presentata la mozione, è assolutamente evidente che da parte nostra non può esserci condivisione, perché in realtà il modello Quadrilatero spa, cioè il marchingegno con cui si è tentato non tanto di intervenire per la realizzazione delle infrastrutture rispetto alle quali tutti abbiamo cura e interesse a che siano realizzate, ma per sovrapporre all’ordinato e democratico sviluppo del territorio, espropria di fatto le amministrazioni comunali, i territori dalle decisioni della programmazione. Nel suo intervento iniziale questo ci ha detto il consigliere Brini. L’ha detto a modo suo, l’ha articolato in maniera diffusa, un po’ prudente, perché si trattava in qualche modo di correggere, rivendicando una autonomia di pensiero che da questi banchi forse non può venire. Rivendicando questa autonomia di pensiero ci ricordava che i territori, attraverso questo marchingegno in gran parte verrebbero espropriati della loro decisione.
Io rilevo con particolare soddisfazione che oggi, nei territori marchigiani, nei comuni c’è una riflessione, un ripensamento largo e diffuso, perché non solo tutte le cosiddette aree Pav che dovevano finanziare il progetto Quadrilatero si sono ridotte perché diverse amministrazioni comunali hanno avuto modo di riflettere e opinare, ma altre che prima avevano aderito in maniera incondizionata, oggi riaprono la riflessione in maniera più attenta, più articolata e più partecipata.
Di questo stiamo parlando, a questo la mozione ci invita.
La questione delle infrastrutture: necessità, esigenza assoluta, ma necessità ed esigenza assoluta che oggi ha un altro interlocutore. Troppo tempo e troppe volte il dibattito sulle infrastrutture ha avuto solo una serie di interlocutori economici del territorio. Non basta, perché anche sabato scorso, a Roma, migliaia di persone — comitati, associazioni — hanno manifestato rispetto al sistema delle grandi opere, dal famoso ponte sullo Stretto di Messina alla Tav della Val di Susa, affermando un principio che io mi sento di accogliere e di sostenere non solo da questi banchi, perché il partito della Rifondazione comunista lo farà anche, sempre, nella società: vogliono essere, i soggetti sociali, le articolazioni del territorio, un interlocutore capace di decidere sul modello di sviluppo. Dentro il “marchingegno Quadrilatero” c’era questo e rispetto a questo c’è, fortunatamente, l’opportunità di una più ampia riflessione. Oggi sappiamo in maniera certa — e di questo dobbiamo dire grazie anche al ministro Di Pietro — quali sono le risorse disponibili, dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo operare con grande determinazione e celerità perché nemmeno un euro sia perso per queste opere, ma dentro questo quadro di interlocuzione diretta con i soggetti che non sono solo i soggetti economici ma anche i soggetti sociali, che spingono in questa direzione. Dobbiamo fare le opere che sono necessarie e dovremo fare, ahinoi, anche da questo punto di vista, alcune scelte, perché la questione delle infrastrutture non è il quaderno dei desideri ma l’esercizio del pensiero politico più fecondo, che è quello della scelta e della decisione. Rispetto alla questione della società Quadrilatero sappiamo che oggi, più che una necessità per rendere rapido questo tipo di risultato, è un orpello. Ho sentito qui che è stato ringraziato — e anch’io lo ringrazio — il presidente della società Quadrilatero, è stato detto che si è impegnato con grande determinazione. Gli riconosciamo questo impegno, dopo l’impegno c’è il tempo della riflessione e del riposo. Anzi, per dirla molto esplicitamente, credo che nella nuova fase politica rispetto a questa vicenda, che è la fase della decisione e della determinazione, meglio sarebbe stato se la discussione sulla Quadrilatero spa fosse stata libera anche dai personalismi — pur riconoscendo l’impegno e la determinazione — probabilmente aiutando e accelerando il percorso delle decisioni e il percorso delle decisioni e l’obiettivo del fare credo siano largamente condivisi da questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch’io penso che la riflessione in questo momento riguardi un’esperienza che è quella della legge obiettivo e della struttura della società Quadrilatero che è stata messa in piedi dal Governo di centro-destra. Di fatto è una sperimentazione che era stata imposta al nostro territorio, era stata pensata dall’ex viceministro Baldassarri per reperire risorse per la 77 per la quale non era stato previsto il finanziamento, e siccome i finanziamenti previsti per questo territorio riguardavano solo la 76, il viceministro Baldassarri ha messo in piedi questo strumento di ingegneria finanziaria con il principio dei frati, che dicevano “se c’è una persona in più allunghiamo il brodo”, e ha messo nel calderone dei finanziamenti che erano disponibili per la 76, anche la 77, che riguarda il suo territorio, il suo bacino elettorale, dopodiché i soldi non bastavano. E allora ha inventato il project financing e la Quadrilatero, cioè uno strumento con il quale il 20% dei fondi complessivi dovevano venire dal territorio. Un conto era che questo fosse stato chiesto ai territori della 77, ma è stato chiesto a tutti i territori di mettere a disposizione aree per la cattura di valore. Naturalmente, come verdi abbiamo contestato questo meccanismo, perché questo meccanismo antidemocratico di programmazione andava sopra le possibilità di scelta dei Comuni e della Regione. Proprio per questa opposizione si era addivenuti alla formula — lo avevano chiesto il Presidente e la Giunta regionale — di salvaguardare l’autonomia dei territori, comunque, di fatto, quello che stava dietro questo processo messo in atto dal centro-destra, è stato, per lo meno per le Marche, un continuo rimando e creazione di problemi tecnici, dall’uscita dal porto alla stessa 76, per non realizzare infrastrutture nelle Marche, di fatto.
Il ministro Di Pietro, molto correttamente e molto realisticamente ci ha detto una cosa semplice: i 1.100 milioni di euro previsti come quota di finanziamento dell’intervento quale quota pubblica rimangono, “cercate di farli fruttare al meglio”. Qui mi permetto di dissentire con l’assessore Pistelli quando dice che dobbiamo trovare i soldi mancanti. Più volte è stato detto che con quei soldi dobbiamo realizzare le opere, perché iniziare nuovamente il discorso, che qualcuno dall’opposizione ha fatto, di chiedere al Ministero di finanziare completamente l’opera, è un modo per non prenderci la responsabilità di programmare gli interventi, anche dal punto di vista della progettazione, della soluzione e del confronto sul territorio. Avevamo detto che dovevano essere eliminate bretelle, che dovevano essere eliminati tutti gli interventi complementari all’arteria e in questo modo, con quei soldi dobbiamo terminare l’opera. La Quadrilatero a questo punto perde la sua necessità, l’importante è che ci sia un capitolo di spesa “infrastrutture”, con 76, 77. Quindi questo inno alla Quadrilatero non è condiviso. E’ condivisa, da parte dei verdi, la necessità di ben programmare, ben operare e partire velocemente per la realizzazione delle infrastrutture che servono alla nostra regione, parallelamente a una riflessione su una rivisitazione del piano regionale dei trasporti, di un piano della logistica, del trasporto delle merci e delle persone, perché non può essere che la riflessione avvenga solo sulle strade. Le strade, per svolgere la loro funzione devono essere affiancate da una programmazione trasportistica e logistica.
E’ un lavoro che questa amministrazione sta portando avanti, un lavoro molto concreto, nel quale la stessa amministrazione misurerà se è in grado di amministrare.


PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

David FAVIA. Sarò molto breve, perché ribadisco concetti che abbiamo già espresso anche come maggioranza, più volte. Mi sembra chiaro e palese che ci sia un’esigenza enorme di infrastrutture, tra le altre di queste infrastrutture della Quadrilatero di cui stiamo parlando. Mi sembra altresì — e in questo non condivido alcuni interventi di consiglieri di maggioranza — che lo strumento societario nell’ambito della legge obiettivo sia uno strumento insostituibile, nel senso che i soldi ci sono intanto e in quanto l’opera si fa attraverso questo strumento. Credo quindi che per non perdere i finanziamenti dobbiamo andare avanti per questa strada. Prendiamo atto della volontà politico-istituzionale espressa dal ministro delle infrastrutture Di Pietro di riacquisire il 49% di Sviluppo Italia all’Anas, quindi realizzare, di fatto, una società unipersonale di proprietà dell’Anas, la qual cosa potrebbe ritenersi tranquillizzante. Abbiamo la problematica della volontà di mettere un amministratore unico, che da una parte potrebbe essere un organismo di snellezza delle procedure, dall’altra c’è l’esigenza della rappresentanza delle Regioni interessate Umbria e Marche, e starà alla negoziazione dei presidenti con il ministro arrivare ad un consiglio di amministrazione di tre o a un amministratore unico condiviso, ma non credo che su questo la cosa si debba fermare. Ripeto, non credo che si possa tornare indietro, cioè recuperare i soldi al fondo unico dell’Anas cambiando stazione appaltante, perché secondo me chi propone questo si contraddice nei termini, nel senso che da una parte dice “non dobbiamo perdere una lira, non dobbiamo perdere un minuto”, ma poi sappiamo che, cambiando le procedure, rischiamo di perdere soldi e tempo.
Quindi ribadisco la posizione politica dei Popolari-Udeur, che è quella di andare avanti per non perdere tempo, per non perdere soldi, anche con questo strumento, a patto che sia nel pieno controllo del Ministero delle infrastrutture e della Regione Marche, affinché le infrastrutture di cui la nostra regione ha bisogno, vengano realizzate al più presto possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca, per le conclusioni.

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. Presidente, cari colleghi, trovo difficoltà a sintetizzare la mia riflessione sulla base della complessità e della vastità delle riflessioni che hanno caratterizzato questo dibattito, che non hanno riguardato soltanto i temi che erano scritti nella mozione ma hanno spaziato sull’intero tema delle infrastrutture, sul quale, peraltro, sono stati posti problemi sia di carattere generale, che strategico e contemporaneamente anche di carattere puntuale, con forte valenza sul piano giuridico.
Cercando di riprendere quelli che possono essere considerati i temi principali, vorrei anzitutto inquadrare, così come ha fatto l’assessore nel suo intervento, le linee fondamentali che ispirano in questo momento l’azione del governo regionale. Condividiamo tutti che abbiamo un problema prioritario per la nostra regione, per la vita della nostra regione, per la società regionale, che è quello delle infrastrutture.
Abbiamo un profilo di società manifatturiera molto forte, siamo la prima regione d’Italia da questo punto di vista, non abbiamo poli logistici e siamo agli ultimi posti tra le regioni d’Europa per sistemi infrastrutturali. Questa è una dissociazione che impoverisce il nostro futuro e rispetto alla quale dobbiamo agire il più velocemente possibile.
L’incontro con il ministro Di Pietro è stata un’occasione preziosa per rappresentare questa esigenza prioritaria. Al ministro, che ci ha rappresentato le difficoltà che in questo momento hanno le casse del nostro stato, cercando di comprendere le sue argomentazioni abbiamo rappresentato una situazione molto articolata. Lui ci chiedeva di presentare una priorità e noi una priorità a lui l’abbiamo rappresentata in termini molto corretti rispetto alle risorse che saranno iscritte nella prossima finanziaria, quella che riguarderà l’anno 2007, dicendo che noi, come Regione avevamo, per il nostro futuro, due priorità fondamentali che erano state condivise con la nostra comunità, attraverso la rappresentanza istituzionale dei Comuni principali e delle Province, che erano: la variante alla strada statale 16 in corrispondenza soprattutto con il territorio di Pesaro e Fano e la realizzazione del collegamento tra Fermo e Teramo, la strada cosiddetta “Mezzina”, che si collega con la pedemontana dell’Abruzzo. Queste sono le priorità future che noi abbiamo rappresentato al ministro che ci ha chiamato a dire, con i fondi ordinari del bilancio dello Stato che cosa fare. Ma non abbiamo esaurito la nostra riflessione con le risorse che verranno, abbiamo cercato di capire con lui quale strategia realizzare per corrispondere ai bisogni consistenti e considerevoli della nostra comunità, quindi abbiamo passato in esame i vari capitoli che afferiscono alle competenze che lui esercita e abbiamo detto “ministro, tu stai facendo una rivisitazione di tutte le opere, non puoi assolutamente toccare quelle che sono state cantierate”. Nelle sue intenzioni c’era anche la possibilità di ritornare indietro rispetto ad opere cantierate che non avevano iniziato i lavori.
Quindi, su questo abbiamo avuto la conferma di due interventi, che riguardano la bretella di Urbino e la Salaria, in provincia di Ascoli Piceno, che saranno realizzati e completati.
Per il futuro le priorità sono quelle che vi dicevo prima: Mezzina e variante alla strada statale 16 tra Fano e Pesaro, per le opere cantierate vengono confermate le scelte già effettuate, quindi bretella di Urbino e Salaria, per quanto riguarda il terzo capitolo, cioè le opere contrattualizzate, nell’ambito del quale si inserisce “Quadrilatero” e si sviluppa il dibattito, rimaneva il quarto capitolo, cioè l’affidamento a forme nuove per la realizzazione di opere compatibilmente con ipotesi fortemente realistiche, cioè che si potessero concretizzare nella realtà, perché esisteva un interesse marcato alla loro realizzazione. Quindi abbiamo acceduto alla disponibilità del ministro a sperimentare questa formula e abbiamo iscritto nel quarto capitolo, che è il project financing, tre opere molto importanti che sono: la Fano-Grosseto, che è considerata priorità sia per la Regione Umbria che per la Regione Toscana; l’autostrada dei due mari, per la quale occorrono ancora cinque miliardi di euro, impossibili da trovare nelle casse dello Stato, quindi perseguibili soltanto attraverso un progetto di finanza rispetto al quale già si manifestavano degli interessi molto concreti da parte di società internazionali, al punto tale che lui ha avviato la gara per la ricerca del promoter finanziario per la realizzazione dell’opera.
Quindi non è un’ipotesi teorica e astratta ma un’ipotesi molto concreta, cui noi abbiamo dato la nostra disponibilità, peraltro con una clausola di riserva, dicendo che se questa gara per la ricerca del promoter finanziario non fosse andata a buon fine, comunque lo Stato era impegnato a procedere nel finanziamento dell’opera per stralci e noi eravamo interessati al lotto 10 che consente praticamente la realizzazione della seconda canna, con il collegamento con Urbino, realizzando comunque un completamento funzionale della viabilità per quanto riguarda il territorio marchigiano.
La seconda opera che abbiamo iscritto nel quarto capitolo del project financing è stata quella dell’uscita da Ancona, del collegamento tra il porto e la A14 rispetto a cui esiste una disponibilità di Società Autostrade a realizzare l’opera, naturalmente con il meccanismo del pedaggio. La terza cosa che abbiamo iscritto nel quarto capitolo del project financing è stata la bretella della Valmarecchia, in connessione con il progetto di realizzazione della Orte-Mestre, la trasformazione della E45, sostanzialmente, in autostrada che collega queste due città. Anche questo è un progetto concretizzato al punto tale che qui già esiste il promotore finanziario che sta realizzando la progettazione dell’opera.
Ma torniamo al terzo capitolo oggetto della mozione, quello delle opere contrattualizzate, quindi soldi che già esistono, perché, ripeto, i soldi nuovi che appartengono a questa legislatura del Governo Prodi, noi abbiamo chiesto che fossero allocati su quelle priorità che ho citato all’inizio. Stiamo quindi parlando di risorse vecchie, che già esistevano, di opere addirittura cantierate, contrattualizzate e quindi di “Quadrilatero”.
L’incontro con Di Pietro ci ha consentito di chiarire alcuni aspetti. Uno sul profilo finanziario. Si diceva che queste opere relative a “Quadrilatero” non avessero risorse finanziarie, invece risorse finanziarie ci sono, per un importo complessivo che deriva dai fondi dello Stato messi su un bilancio pluriennale che consente l’attivazione di un mutuo a “Quadrilatero” presso la Cassa depositi e prestiti per oltre 900 milioni, più le risorse consegnate dalla nostra Regione, ottenute sulla base della legge 61 per il terremoto. Complessivamente un ammontare di 1.063 milioni di euro, a cui vanno aggiunti, essendo pere contrattualizzate, per le quali sono state fatte le gare, dei ribassi d’asta per altri 270 milioni di euro. Questa è la somma a disposizione, a cui si potrebbero aggiungere qualora andassero a buon fine, le iniziative rispetto alle aree leader, che vengono considerate piano di area vasta, che potrebbero partecipare al co-finanziamento dell’opera, su sui il ministro non crede, ma che di fatto esistono e che sono state costruite nel rispetto dell’autonomia dei Comuni, della loro possibilità di organizzare il territorio, rispettando le prerogative di sovranità che spettano ai Comuni. Quindi non c’è stata l’applicazione della legge obiettivo, non c’è stata un’interferenza da parte della Regione, a me meraviglia, in questi giorni, che ci sia un sindaco della provincia di Ancona che aspetta l’incontro con il presidente della Regione per decidere cosa fare delle sue aree leader. Lo decide lui, con il suo Consiglio comunale e con la sua comunità. Noi abbiamo accettato l’utilizzazione della ree leader sulla base della volontà che i Comuni hanno espresso, tant’è che il progetto originario che ci è stato presentato da Sviluppo Italia come area leader è stato tagliato del 52%, perché il 52% dei Comuni non hanno accolto quel tipo di proposta, tra cui il Comune di Civitanova. Quindi c’è stato un rispetto assoluto della volontà e delle prerogative dei Comuni e questo progetto partecipa alla realizzazione delle infrastrutture connesse con Quadrilatero.
Quindi ci troviamo in una situazione in cui abbiamo 1.063 milioni di euro di disponibilità, 270 milioni di ribassi d’asta, più una serie di risorse che verranno della realizzazione delle aree leader che oggi non siamo in grado di quantizzare perché dipenderà dalle logiche che il mercato determinerà.
Il secondo problema era quello riferito alla società “Quadrilatero”, che è nata con un peccato originale: buon senso e prudenza avrebbero voluto che fin dall’inizio la società “Quadrilatero” fosse stata aperta alla partecipazione delle autonomie locali e delle due Regioni. Non si è voluto così e sono testimone della mancanza di attenzione che c’è stata da parte del Governo di quel periodo nella ricerca di un coinvolgimento delle due Regioni. Anzi, nella fase di costituzione della società “Quadrilatero” c’è stata una accelerazione del processo di costituzione, di fronte alla “paura” che le due Regioni partecipassero. Dirò di più: il presidente Pieralisi è stato indicato come second best rispetto a un’altra persona che aveva posto come condizione, per accettare la presidenza di “Quadrilatero”, che entrassero le due Regioni Marche e Umbria, ma appena questa persona a cui è stato rivolto questo invito ad assumere la presidenza di “Quadrilatero” ha posto questa condizione, immediatamente dopo c’è stata questa accelerazione, per costituire la società unicamente con il 49% di Sviluppo Italia e il 51% di Anas. Questo fa parte della storia, e potremmo anche intervistare coloro che hanno seguito con particolare attenzione questa vicenda. In futuro potremmo anche scrivere un libro si questa vicenda, perché sarà particolarmente interessante. Comunque così è stato, parola di presidente della Regione marche.
Questo, secondo me, è stato un peccato originale che ha generato sospetti e soprattutto ha creato farraginosità, tutta una serie di problemi alla vita di questa società, perché nonostante la legge obiettivo c’è un rapporto con il territorio che è ineludibile, perché i Comuni governano il loro territorio, le Province governano il loro territorio, programmano il loro territorio, la Regione ha delle responsabilità che inevitabilmente si intrecciano con la vita di una società che non può pensare di calare dall’alto delle iniziative o delle determinazioni che poi si confrontano con la realtà. Certamente esiste una responsabilità: quella che compete a tutti noi, ai Comuni, alle Province, alle comunità, alle Regioni, di esercitare questa responsabilità di governo del territorio con grande buon senso, perché non dobbiamo neanche dimenticare che nel nostro paese un chilometro di infrastruttura strategica costa il doppio della Spagna di Zapatero, più che della Francia di Chirac, comunque un chilometro di infrastruttura strategica in Italia costa 25 milioni di euro, in Spagna 12, in Francia 14. Bisogna che noi, anche nell’esercizio delle nostre funzioni, quando parliamo di mitigazioni o di controllo del territorio, questo controllo del territorio lo facciamo in nome e per conto di esigenze che appartengono veramente ai diritti della nostra comunità e non ad astrazioni, altrimenti rischiamo di pagarlo in termini di competitività.
Di fatto, a questo punto, sulla società “Quadrilatero” sono nati dubbi e perplessità che il ministro ha raccolto e rispetto a cui è arrivato alla determinazione che la società non si scioglie, rimane, ma “Quadrilatero” spa è partecipata in grandissima misura dall’Anas, che acquisisce le quote, incorpora, acquista le quote di Sviluppo Italia. Abbiamo detto al ministro che per garantire questo 1.063 milioni, più 270 milioni di ribasso d’asta rimangano ancorati alle Marche e all’Umbria e sarebbe opportuno, come abbiamo detto in questo Consiglio regionale nel momento in cui abbiamo approvato il bilancio di previsione 2006, dove sono previsti un milione di euro per l’ingresso della Regione Marche nella società “Quadrilatero”, che le due Regioni, Marche e Umbria, entrassero nella società “Quadrilatero” a garantire trasparenza, correttezza, a verificare i conti, le scelte, ma soprattutto a garantire che queste risorse rimangano ancorate alle nostre due Regioni. Questa è la posizione delle Marche e dell’Umbria. La proposta è che Marche e Umbria entrino insieme all’Anas in piccolissima misura, nella società “Quadrilatero” che gestirà l’operazione di realizzazione delle infrastrutture.
Noi non abbiamo intenzione di perdere né un giorno né un euro da questa operazione, siamo disponibili anche con il ministro a rivedere le opere in modo tale che corrispondano ai finanziamenti disponibili, ma senza toccare i due assi che sono fondamentali rispetto alla comunicazione trasversale, che è strategicamente importantissima per la nostra regione, perché connette tutta l’Italia centrale alle infrastrutture e alla logistica strategica delle Marche, in modo particolare vorrei sottolineare che la Perugia-Ancona è fondamentale rispetto al dibattito che è in corso in questi giorni sul ruolo che Ancona dovrà esercitare come “porta d’Oriente” rispetto al Mare Adriatico e al Mar Mediterraneo.
Quindi anche il dibattito che vuol collocare la realizzazione di “Quadrilatero” nella logica di rivitalizzazione delle aree terremotate, non riconoscere invece il ruolo e la funzione che la realizzazione di queste infrastrutture avrebbe nell’equilibrio complessivo della nostra regione, che dal primo documento di programmazione del 1978 cerca la realizzazione di questa trasversale. Se voi guardate le Marche sono collegate con autostrade, con tutti i capoluoghi di regioni confinanti — con Bologna con un’autostrada e con strade statali, con L’Aquila e con Pescara con autostrade e strade statali — ma non siamo collegati, se non con una strada larga 7,5 metri, con Perugia che è alla disperata ricerca, non avendo il mare, di un punto di approdo con cui cercare i traffici verso l’est, che diventano sempre più importanti dopo l’ampliamento del Canale di Suez e dopo l’ingresso della Cina come protagonista sul mercato mondiale, che utilizza appunto la logistica marittima.
Quindi non perdere un giorno, e non stiamo perdendo niente, perché in questo momento la materia è nelle mani del codice civile: la società “Quadrilatero” esiste, ha contrattualizzato le opere, le società che hanno i contratti in mano stanno procedendo secondo quello che i contratti scrivono. I general contractor stanno facendo in questo momento la progettazione esecutiva delle opere, che non esiste perché è affidata a loro. Ecco perché non compete a nessun altro e mi dispiace che non ci sia Viventi in aula, in questo momento, perché lui dice “stiamo perdendo tempo”, m noi non abbiamo nessuna competenza in questo momento, salvo quella di una vigilanza, di un controllo sull’azione che le società stanno realizzando, perché il contratto si è perfezionato nel momento in cui è stato sottoscritto e prevede che in questo momento le due società, che tra l’altro sono miste, con partecipazioni anche internazionali, realizzino i progetti esecutivi da cui poi partirà la realizzazione delle opere.
Quindi con il nostro dibattito non creiamo ritardi, dobbiamo essere soltanto attenti e far sì che questo meccanismo che è stato montato corrisponda a un principio di funzionalità e il principio di funzionalità in questo momento è fare attenzione che la società non si sciolga, che le risorse finanziarie non finiscano nel calderone dell’Anas, perché in quel modo sarebbero distribuite su tutto il territorio nazionale e noi le perderemmo, che rimangano nella stessa società “Quadrilatero” e che servano per realizzare e completare le opere secondo un principio di buon senso, ancora una volta. Se non riusciamo a fare le mille bretelle che sono state create intorno all’asse Civitanova-Foligno, se non riusciamo a fare le bretelle che sono tate create sull’asse Perugia-Ancona le rimanderemo; ci dobbiamo rendere conto che in questo momento esiste una congiuntura finanziaria che non è favorevole, purtroppo. Se fossimo stati negli anni ‘80 probabilmente avremmo realizzato tutto, purtroppo non è così, siamo in una fase di vacche magrissime, quindi dobbiamo selezionare le urgenze e le priorità e le urgenze e le priorità sono i due assi, perché ci servono per sostenere l’economia regionale, e su questo siamo fortemente determinati a realizzare l’obiettivo.
Credo che siamo nelle condizioni di poterci riuscire, il dibattito di questa mattina testimonia una sostanziale unità del Consiglio regionale rispetto a questo obiettivo e credo che da questa sostanziale unità del Consiglio regionale possa nascere anche una disponibilità del Governo a risolvere velocemente l’ultima questione in discussione, quella della società, una società che deve rimanere, con l’ingresso, a mio avviso, delle due Regioni Marche e Umbria, a garanzia che queste risorse rimangano vincolate allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio.

PRESIDENTE. Credo che a questo punto si possa accogliere la proposta fatta dal consigliere Comi di una sospensione del Consiglio per dieci minuti, al fine di arrivare ad un voto il più condiviso possibile su un tema così importante come quello che è stato discusso questa mattina, quindi sospendo la seduta per dieci minuti.

La seduta, sospesa alle 13,30,
riprende alle 14,00

PRESIDENTE. Do lettura del dispositivo della risoluzione firmata dai consiglierei Capponi, Comi, Pistarelli, Ricci, Solazzi, Rocchi, Mammoli, Massi e Viventi: “Impegna: il Presidente della Giunta ad attivarsi in tutte le sedi competenti affinché non ci siano ulteriori ritardi nell'esecuzione delle opere ed la partecipare, unitamente alla Regione Umbria alla compagine sociale della Quadrilatero Spa; la Giunta a riferire sistematicamente al Consiglio sull'evoluzione dei lavori, dei finanziamenti, delle procedure, in sintonia con le autonomie locali”.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi abbiamo aderito alla modifica della mozione, soprattutto in considerazione della relazione e delle comunicazioni del Presidente Spacca, il quale ha chiarito definitivamente quali sono le intenzioni di questa Regione, proprio quelle di eseguire nel minor tempo possibile le opere previste dalla Quadrilatero, oltre quelle previste negli altri accordi in funzione del miglioramento delle infrastrutture di tutta la regione, e di mantenere la società Quadrilatero come strumento di garanzia per questa regione, del mantenimento delle risorse già stanziate dal Governo precedente. L’unico punto su cui non concordiamo — ma non inficia il nostro parere positivo a questa modificazione della nostra mozione — è il rischio che alcune delle opere previste nel progetto quadrilatero — mi riferisco in particolare al progetto della pedemontana, all’intervalliva di Macerata e alle intervallive di San Severino e Tolentino — non siano fatte. Noi continueremo a chiedere un’assoluta garanzia che queste opere vengano realizzate all’interno di quel progetto. Quindi nel tempo chiederemo che non vengano stravolte le opere, ma dovremo chiedere al Governo le risorse mancanti, così come descrive la legge obiettivo, che è una legge di programmazione decennale, nella quale vengono individuate le risorse iniziali, poi si dice che man mano i lavori proseguono. La legge obiettivo garantisce il finanziamento a questi lavori. Certamente oggi non siamo al Governo e non possiamo mantenere questa promessa, che abbiamo però mantenuto nella prima fase di vigenza della legge obiettivo, quindi abbiamo dato l’esempio, chiediamo che anche il Governo di centro-sinistra mantenga gli impegni nei confronti degli italiani, dei marchigiani e che continui a garantire le risorse che mancano per la completa realizzazione di tutte le opere previste nel cosiddetto “progetto quadrilatero”.
Debbo solo esprimere compiacimento al Presidente Spacca che ha chiarito effettivamente anche a noi, perché chi ha fatto disinformazione su questo progetto non siamo stati noi ma altre forze della maggioranza che hanno messo in dubbio l’esistenza dei finanziamenti, che hanno sempre criticato questo progetto, che hanno criticato la società. Oggi mi sembra che venga dato un giusto peso a quello che abbiamo fatto. Probabilmente non tutto era perfetto, ma vi chiedo di guardare se voi avete fatto tutto perfettamente. Negli anni passati non è stata realizzata alcuna opera infrastrutturale in questa regione, quindi diamoci una mano tutti quanti a guardare positivamente al futuro e non sempre demolire quello che fa l’altro, cosa che noi in questo momento non stiamo facendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Preannuncio il voto contrario a questa mozione, soprattutto per il modo in cui nasce. Questa mozione nasce dall’esigenza del centro-destra di incensare e valorizzare un’esperienza fallimentare calata dall’alto, complicata, antidemocratica da un punto di vista urbanistico e ambientale. Non capisco come questo incrocio tra maggioranza e opposizione sia avvenuto. Nella parte fondamentale, di sostanza — è un aspetto della dialettica politica — condivido l’analisi di chi realisticamente dice “gestiamo queste risorse e lavoriamo”. Questo è il compito, noi condividiamo che non si debbano perdere i fondi e si vada avanti. Questo voto è politico rispetto a un’impostazione che parte dalla necessità di condividere una infrastrutturazione che oltretutto è costata ai cittadini e non ha prodotto niente. Certamente una società di scopo, come sarà quella gestita dall’Anas per la realizzazione di queste opere, speriamo riesca in tempo molto più veloce e immediato a realizzare le infrastrutture viarie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Noi abbiamo contribuito a realizzare questa risoluzione per rivendicare una nostra precisa determinazione: quella che il centro-sinistra che governa questa Regione si candida a governare fino in fondo le scelte strategiche dello sviluppo. Noi non abbiamo mai avuto alcun dubbio su cosa bisognava fare e sulle inerzie, sui ritardi, sulle responsabilità. Ci siamo concentrati, se mai, sul come realizzarle. Assumere la questione centrale dei tempi di realizzazione non è cosa di poco conto, perché un’infrastruttura non può aspettare venti anni per essere realizzata ma deve avere tempi anche adeguati a soddisfare tempestivamente le aspettative di sviluppo di un territorio. Per questo non siamo chiusi ma aperti a ragionare anche su nuove modalità organizzative dello sviluppo. La Regione Marche ha chiarito il suo giudizio sulla società Quadrilatero, lo ha fatto alla luce delle iniziative che ha svolto la società, anche di tipo politico, lo ha fatto chiarendo la quantità delle risorse che questa aveva nei fatti messo a disposizione, lo ha fatto chiedendo, di concerto con il Governo, maggiore chiarezza, maggiore trasparenza.
Noi non vogliamo ragionare solo sugli strumenti, ma sui tempi e sugli obiettivi. Però una cosa l’abbiamo ben chiara: che il nuovo strumento per gestire lo sviluppo e le infrastrutture nel futuro dovrà vedere la partecipazione della Regione Marche come anche della Regione Umbria. Questa precisa determinazione c’è in entrambe le Regioni, ce l’ha confermato il Presidente Spacca, ce l’ha confermato la presidente della Regione Umbria. Noi stessi abbiamo votato un bilancio nel quale abbiamo considerato anche un impegno di spesa di un milione di euro per la partecipazione a questa società. Quindi non stiamo discutendo su quale società ma stiamo discutendo sul ruolo che deve esercitare il pubblico nella gestione, nel controllo e in quella posizione come verificare fino in fondo la trasparenza, la serietà, l’obiettività di alcune iniziative.
Questa mozione nasce dall’obiettivo, che mi spiace non abbiano capito tutti fino in fondo, di mettere da parte i giudizi politici, di emanciparci un po’ dalla tentazione demagogica e anche ideologica di alcune posizioni che noi tutti, io per primo ho avuto, quella di dare un messaggio forte, unitario dell’istituzione regionale a voler impegnare tutte quelle risorse senza perdere tempo e senza perderne altre.
Il nostro messaggio è forte se unito e con questo auspicio ci siamo rivolti al centro-destra, con questo auspicio abbiamo superato alcune nostre posizioni.
I giudizi politici rimangono, quindi rimane il nostro giudizio politico su tutte le perplessità che ci sono sotto il profilo tecnico, finanziario, contrattuale, rimane la nostra aspirazione a migliorare, a verificare, a integrare e anche a costruire, di fatto una nuova società. Definendo un nuovo strumento noi vogliamo continuare a lavorare su un obiettivo che è sempre lo stesso, quello che da anni aspiriamo di realizzare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Debbo esprimere innanzitutto un rammarico, perché questo dibattito, questa riflessione, le conclusioni del Presidente Spacca potevano consentire a questa maggioranza di trovare le opportunità di dimostrare una volta di più — perché tante volte l’abbiamo fatto — un elemento di coesione, di forza e di determinazione, tanto più su una questione come quella delle scelte infrastrutturali, che da tempo ci ha visto realizzare non solo un confronto molto franco ma ci ha visto realizzare anche obiettivi, scegliere, indicare, anche come è accaduto nel confronto con il ministro Di Pietro.
Proprio per questo avremmo avuto bisogno di una mozione che oltre all’unità e alla forza, avesse contenuto il pregio dell’assoluta chiarezza. Purtroppo non siamo o non si è riusciti, considerato che tra i firmatari di questa mozione non c’è né il mio nome come capogruppo né il nome di alcun altro consigliere del partito della Rifondazione comunista, a esprimere quella chiarezza necessaria, quella determinazione necessaria.
Ci sono cose in questa mozione che non si possono non condividere, e le condividiamo, le vogliamo condividere con questa maggioranza, perché la scelta di un’attivazione piena e compiuta l’abbiamo fatta anche nel percorso. E’ stata ricordata nel dibattito la scelta che era stata fatta anche in sede di bilancio di previsione, di prevedere un impegno anche finanziario, in un percorso di partecipazione a una compagine di scopo relativa alla resa in efficacia della realizzazione di questa infrastruttura. Proprio per questa vicenda, per questo dibattito e anche perché, come stato ricordato nell’intervento del Presidente Spacca, da allora ad oggi, quando si pensava di pensare questa infrastruttura come un elemento di coordinamento fra due regioni e oggi invece, in un quadro internazionale nuovo, più articolato, più ricco di opportunità, queste infrastrutture aumentano dal punto di vista della necessità. Proprio per questo e proprio perché le vogliamo realizzare subito e in solidarietà in rapporto con i territori, con le loro esigenze, con i loro bisogni e con le popolazioni — perché i territori sono fatti di popolazioni, di uomini, di donne, di esigenze e di bisogni — potevamo realizzare una mozione che contenesse tutto questo, con chiarezza e in maniera assolutamente esplicita, in considerazione del fatto che dal punto di vista dell’impegno del Governo c’era e c’è la volontà di costruire uno strumento nuovo, di fatto, efficace e determinato, credo che oggi registriamo nella foga di ottenere un consenso diffuso, ma in quanto diffuso poco convinto — a volte la larghezza del consenso non corrisponde alla forza della sua capacità di comunicare con la società — il voto del gruppo di Rifondazione comunista sarà di astensione. Un voto di astensione che è in qualche modo un richiamo alla maggioranza a riflettere sulle modalità di comunicazione, di costruzione delle decisioni, perché solo attraverso una comunicazione costante e una decisione partecipata e convinta otterremo quelle indicazioni che ci possano permettere di realizzare gli obiettivi programmatici che tutti insieme abbiamo scelto e ci siamo dati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La proposta di risoluzione è stata firmata dal gruppo di Alleanza nazionale perché è una sintesi condivisibile. Non capisco le parole del consigliere Binci. Se i documenti, tutti i documenti che si presentano sono viziati dal fatto che sono stati presentai e pertanto sono di parte o sono comunque spinti da motivazioni di parte, allora è finita la democrazia, Binci, nessuno deve presentare più nulla.

Massimo BINCI. Chi l’ha detto?

Fabio PISTARELLI. Tu hai detto che il documento è stato firmato, sottoscritto e presentato dalla destra per chissà quali fini e finalità di parte, a difesa di chissà quali interessi. Il documento parla delle cose del documento. Se dietro ad ogni firma si vuole intendere una volontà di parte, di frazione o faziosa, allora nessuno deve firmare più nulla, a meno che tutti i documenti, tutte le leggi, tutti i regolamenti, tutte le mozioni siano firmati all’unanimità. Qui è finita la democrazia, è finito il confronto. Noi scriviamo le cose che scriviamo: i documenti si leggono e si giudicano per quello che sono. Mi pare che sia stata una fotografia assolutamente asettica di quello che è stato: l’unico grosso intervento dello Stato dopo 50 anni, nella regione Marche, attraverso strumenti certamente innovativi, altrimenti non c’era strada al Cipe, nessuno vedeva nemmeno con il cannocchiale le Marche, come è stato per cinquant’anni. La strada innovativa era lo strumento della compartecipazione, cattura di valore ecc., quella di un gestore che fosse in grado di mettere tutto in procedure pratiche e unificanti anche a livello di esito perché c’è un general contractor. Senza questo non ci sarebbe stata partita per le Marche sulle infrastrutture, invece grazie a Dio abbiamo 1.300 milioni di euro circa, con i ribassi d’asta, che non sono poca cosa. Abbiamo allora ulteriormente compiuto uno sforzo come gruppi, tutti i gruppi, facendo in modo che il documento sia uscito scevro da ogni tipo di giudizio. Sospendiamo i giudizi. Noi riteniamo che questa sia stata una partita positiva, pur nei limiti o nelle manchevolezze che ci sono sempre, in ogni attività umana Voi ritenete che sia stato più il lato dei limiti? Abbiamo fatto in modo che il documento fosse scevro da ogni giudizio.
Dov’è il punto di equilibrio? Sul fatto che queste opere o le facciamo ora o questo treno è passato e le Marche continueranno ad essere prive delle infrastrutture che già ci sono. Non stiamo pensando a qualche cosa di nuovo, ci sono e devono essere completate, lo diciamo tutti da trent’anni. E’ scandaloso questo? Non mi sembra. Raggiungere la sintesi è stato uno sforzo anche nostro, perché Spacca continua a dire che le Regioni sono state “trascurate”, noi continuiamo a sostenere che gli sforzi sono stati compiuti tutti, in tutte le direzioni. Purtroppo vi sono state — forse questo è vero — reciproche incomprensioni. Sicuramente la volontà è che le Regioni siano dentro, come gli enti locali, senza la cui partecipazione non si fanno né aree leader, né aree vaste, né altro. il punto di equilibrio, pertanto, è quello dell’impegno affinché il Presidente si attivi in tutte le sedi e porti avanti un’unica voce, nelle Marche, affinché le opere vengano compiute e riferisca, garantendo un punto di equilibrio che sia dinamicamente mantenuto, cioè il coinvolgimento dell’intera istituzione regionale.
Sotto questo profilo è meno di quello che avremmo voluto fosse stato questo documento, è più di quello che abbiamo tante volte ascoltato, purtroppo, da certi banchi, che non hanno fatto altro che dire che nulla era vero, che nulla dovesse essere raggiunto, come obiettivo. Cerchiamo invece di fare in modo che questo sia patrimonio di tutti, l’obiettivo da raggiungere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini, che ha presentato l’emendamento appena distribuito.

Cesare PROCACCINI. Purtroppo, più di una volta ci incartiamo sul contenitore anziché parlare dei contenuti. Inviterei alcuni consiglieri ad essere più seri, più rigorosi nell’esposizione, perché non si possono gettare parole al vento e dire che in 50 anni non si è fatto niente e fortunatamente Quadrilatero ha risolto la situazione della viabilità delle Marche. Questa è una cosa poco seria, che lascia il tempo che trova.

Fabio PISTARELLI. E’ la fotografia dell’esistente.

Cesare PROCACCINI. Io non accetto la provocazione, ma non è un caso che la società originaria Quadrilatero ha impedito alle Regioni Marche e Umbria di entrare, perché aveva paura di interloquire con il sistema degli enti locali, in primo luogo con le Regioni. A parte questo, capisco l’esigenza del centro-destra di una riabilitazione dello strumento ora per allora, ma noi non abbiamo neanche la volontà della demonizzazione ed è proprio per questa serietà, in linea con le conclusioni del Presidente Spacca, che parliamo di una nuova società Quadrilatero, perché non esiste più Sviluppo Italia, non ci sono più alcuni soggetti, c’è l’Anas e proprio per garantire né la perdita di tempo né la perdita di denaro, chiediamo che le Regioni siano dentro questa società Quadrilatero.
In questo senso abbiamo presentato un emendamento. Se questo emendamento sarà accolto voteremo la proposta di risoluzione unitaria, altrimenti non la voteremo, perché nel gioco delle parti che parla esclusivamente al contenitore, ci sarebbe solo una effimera vittoria del centro-destra che riabilita ora per allora questo strumento. Siccome noi non vogliamo né demonizzare né riabilitare, parliamo della nuova società e nella nuova società Quadrilatero la Regione deve entrare prima possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Abbiamo scelto di confrontarci in forma unitaria su un tema di merito di grande rilevanza. La mozione presentata dal centro-destra poteva anche dare un altro sviluppo al dibattito: piuttosto che approfondire un tema, si respinge una mozione con i voti di maggioranza. Abbiamo scelto un’altra cosa, cercando di avere tutti i voti della maggioranza e poi di confrontarci. Spero che questo avvenga, anche limando ulteriormente la proposta di risoluzione che stiamo discutendo, se possibile, trovando una ulteriore forma, perché altrimenti si lascerebbe indietro qualche pezzo e questo non sarebbe un gran segnale su un tema come questo. L’intervento del Presidente Spacca ha ricostruito il percorso rispetto a questa questione, puntualizzando tutti i passaggi in maniera chiara anche rispetto alle intenzioni del ministro Di Pietro.
In questa mozione vedo due-tre cose chiarissime. La prima, che al di là delle parole che sceglieremo per comporre la mozione, avremo un’altra cosa rispetto alla vecchia Quadrilatero: avremo un nuovo strumento di gestione del percorso, nel quale entreranno le Regioni Marche e Umbria. E’ una cosa nuova o no? Penso di sì?. Vogliamo rafforzare il passato con qualche parola diversa? Possiamo anche farlo, ma è certo che se questo avverrà, il giudizio sulla Quadrilatero del vecchio percorso, per quel che mi riguarda è dato. Un giudizio non del tutto positivo, di fatto perché il percorso che il Presidente in qualche modo faceva — l’incontro con il ministro, la possibilità di entrare con due Regioni — dà un giudizio su quanto si è fatto fin qui e prepara un’altra cosa. E’ inutile andare a puntualizzare le parole.
Un altro elemento sul quale vedo una chiarezza ulteriore, è che c’è la necessità di tenere il soggetto “strade” al primo posto, rispetto al secondo elemento, cioè “sentiti gli enti locali sul territorio”. Laddove si configurano dei conflitti nei quali tutti gli elementi legati alla cattura di valore e così via hanno difficoltà a trovare consenso, ci si riferisce agli enti locali, ove si dice “in sintonia con le autonomie locali”. Quindi c’è questo riferimento al fatto che il soggetto principale sono le opere stradali e qualora si debba discutere di altri elementi, c’è l’autonomia dei territori. Questi elementi nella mozione presentata li ritrovo tutti. Trovo un giudizio ovviamente non positivo sulla vecchia esperienza che va in qualche modo modificata con l’intervento delle due Regioni, ci vedo una separazione di giudizio anche sotto l’aspetto stradale. Quindi mi pare che si possa andare avanti cercando, se possibile, di trovare altre piccole forme che possano permettere di avere, prima di tutto, il consenso di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. La finalità concreta è di impegnare il Presidente della Giunta regionale a seguire un determinato comportamento, quindi al di là di tutte le altre argomentazioni, credo che dovremmo dare un senso ai lavori di questa mattina, esprimendo una precisa direttiva da affidare alla Giunta regionale e al suo presidente. Il presidente della Giunta regionale è vincolato nella sua azione dal dibattito complessivo che si svolge in quest’aula che non inizia oggi ma che è iniziato fin dal momento stesso in cui la Giunta regionale ha presentato il suo programma di governo.
Leggo il programma di governo che è stato presentato in quest’aula e che vincola in maniera preponderante, in modo assoluto, i comportamenti del governo: “Vogliamo superare in questa legislatura il ritardo delle infrastrutture strategiche attraverso la realizzazione e il completamento delle infrastrutture viarie fondamentali per le Marche, i relativi svincoli, terza corsia della A14, Fano-Grosseto, raddoppio delle SS 77 e SS 76, raddoppio della ferrovia Orte-Falconara, potenziamento dell’aeroporto di Falconara e dell’interporto, realizzazione del collegamento tra il porto di Ancona e il territorio regionale, adesione alla società Quadrilatero in accordo con la Regione Umbria, salvaguardando le prerogative di Comuni, Province e Regioni in materia di programmazione territoriale e di garanzia da parte dello Stato circa il finanziamento delle opere”. Questa era la mozione programmatica con cui noi ci siamo presentati e con cui è nato questo governo, che credo sia un elemento fondamentale di riflessione per tutti.
C’è stato il dibattito sul bilancio di previsione 2006, nell’ambito del quale sono stati iscritti un milione di euro per l’ingresso della Regione Marche nella società Quadrilatero, a condizione che quello che era scritto nel programma di governo venisse salvaguardato e l’azione del governo regionale è stata sempre ispirata a questo principio di salvaguardare le prerogative dei Comuni e delle Province in relazione soprattutto alla costruzione dei cosiddetti programmi riferiti alle aree leader.
Qual è l’elemento di novità che oggi abbiamo rispetto al percorso fatto fin qui? Abbiamo le dichiarazioni del ministro Di Pietro il quale, nella sua infinita saggezza e nella sua grande potenzialità, dice che non è convinto della società Quadrilatero, cosa per la quale, anche molti di noi esprimono dei dubbi, delle perplessità, a cominciare dal sottoscritto per le ragioni che vi ho detto durante il precedente intervento.
Il ministro ci annuncia “io voglio realizzare le opere che sono previste nel progetto Quadrilatero, quindi non sottrarrò neanche una lira di risorse da questo progetto, voglio completarlo, però non sono convinto della società, quindi la società la rivedo, nel senso che voglio che sia soprattutto l’Anas ad avere il controllo assoluto della società, dopodiché se voi Regioni Marche e Umbria volete entrare, potete farlo”.
Noi ci troviamo alla vigilia di una ridefinizione della compagine azionaria della società, dove Anas acquista le quote di Sviluppo Italia e dove entrano Marche ed Umbria in quote infinitesimali, perché le nostre risorse finanziarie non ci consentono di fare diversamente.
Di fatto oggi il Consiglio regionale credo non possa fare altro che dare mandato al Presidente della Giunta in coerenza con la mozione programmatica e con quanto è stato iscritto nel bilancio di previsione, di aderire, come sta facendo in questo momento la collega Lorenzetti, che, guarda caso, proprio oggi ha l’incontro con il ministro Di Pietro, “noi aderiamo alla nuova compagine sociale di Quadrilatero”, perché nuova compagine sociale è con l’ingresso delle due Regioni Marche e Umbria e con il fatto che Anas acquista le quote di Sviluppo Italia. Ma per noi questa partita è puramente marginale, perché noi abbiamo detto che questa è la parte strumentale rispetto all’obiettivo che ci proponiamo, che è comunque quello di realizzare le opere. Dopodiché se avessimo avuto la garanzia che le opere ce le avesse fatte l’Anas direttamente, potevamo anche fare a meno della società Quadrilatero, ma siccome sappiamo in che condizioni versa l’Anas, noi vogliamo una garanzia — Di Pietro ce la offre — che queste risorse rimangano ancorate al territorio attraverso la nuova compagine sociale di Quadrilatero.
Quindi credo che alla fine di tutto questo dibattito, il Consiglio regionale, se vuol rendere produttivi i lavori dell’aula, debba dare mandato alla Giunta regionale a entrare nella nuova configurazione della società Quadrilatero insieme alla Regione Umbria per realizzare le opere che sono previste nel progetto Quadrilatero secondo le finalità della mozione programmatica, senza altri indugi o altre riflessioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Accolgo l’appello del Presidente alla fiducia nei suoi confronti...

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. Non ho posto una questione di fiducia.

Massimo BINCI. La parte che ritengo di condividere è quella degli impegni e anche il modo in cui è stata presenta la società di scopo, con il fine di gestire e di non perdere i fondi sin qui ottenuti. Quindi permangono tutte le mie perplessità riguardo alle modalità di presentazione e al percorso della mozione, pertanto modifico il mio voto contrario in un voto di astensione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento presentato dal consigliere Procaccini, che aggiunge la parola “nuova”, prima di “compagine sociale della Quadrilatero spa”.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione la proposta di risoluzione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,40