Resoconto seduta n.55 del 12/02/2007
SEDUTA N. 55 DEL 12 FEBBRAIO 2007


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

Do per letto il processo verbale della seduta n. 54 del 30 gennaio 2007, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 145, in data 31 gennaio 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Rocchi, Ricci, Comi, Benatti, Ortenzi, Cesaroni, Bugaro, Capponi, Ciriaci, Solazzi, Luchetti, Giannini, Mammoli, Favia, Silvetti, Lippi, Massi e Pistarelli, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 8 marzo 1990, n. 13, recante: “Norme edilizie per il territorio agricolo”, assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 146, in data 31 gennaio 2007, ad iniziativa del Consigliere Rocchi, concernente: “Integrazione alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 147, in data 5 febbraio 2007, ad iniziativa del Consigliere Massi, concernente: “Modifiche alla legge regionale 2 giugno 1992, n. 21 “Nuove norme per la promozione di attività di educazione permanente”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
E’ stata presentata, in data 7 febbraio 2007, la seguente proposta di regolamento:
- n. 9, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Modifiche agli articolo 28 bis e 67 bis del regolamento interno del Consiglio Regionale” (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate, le seguenti mozioni:
- n. 153, in data 6 febbraio 2007, dei Consiglieri Mollaroli e Altomeni concernente: “Aggressione subita da dirigenti DS nella città di Fano nella notte tra l’1 ed il 2 febbraio 2007”;
- n. 154, in data 6 febbraio 2007, del Consigliere Brandoni: “Tickets sanitari previsti nella legge finanziaria”;
- n. 155, del Consigliere Brandoni, concernente: “Adesione alla manifestazione indetta a Vicenza per il giorno 17 febbraio da una vasta platea di associazioni, movimenti, forze politiche e sociali contro la costruzione della nuova base militare americana”.
In data 5 febbraio 2007 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge:
- n. 1 “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 2004, n. 11 concernente: “Norme in materia di pesca marittima e acquicoltura” e alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 24 sulle funzioni amministrative in materia agroalimentare, forestale, di caccia e di pesca”.
Hanno chiesto congedo l’Assessore Giaccaglia, il Consigliere Castelli.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Chiedo di iscrivere, e di trattare in mattinata, la mozione n. 153 presentata da me e dal Consigliere Altomeni sull’aggressione subita da due dirigenti DS a Fano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno odierno della mozione n. 155 da me presentata concernente la manifestazione indetta da varie organizzazioni per il giorno 17 febbraio a Vicenza, è evidente e giusto che questa discussione sia preventiva all’accadimento temporale della stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Chiedo, anche a nome dei colleghi Pistarelli e Capponi, l’iscrizione urgente della mozione che abbiamo depositato questa mattina relativa alla vicenda dell’Università di Macerata, sull’intervento del Ministro Mussi per la sospensione della nomina di un docente. Credo sia urgente in quanto l’Università di Macerata è stata al centro di un dibattito nazionale.

PRESIDENTE. Mi rendo conto che lei la reputa urgente, sicuramente lo è, ma non abbiamo neanche il testo e non è stata annunciata. In attesa di chiarire questo aspetto ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Vorrei sollevare un problema procedurale. Questo Consiglio non è stato ritualmente convocato. Mi sono accertato personalmente con il mio segretario che la convocazione è pervenuta nelle nostre sedi di Ancona, come previsto dallo Statuto, soltanto giovedì sera, quindi i cinque giorni previsti dall’articolo 28 dello Statuto non sono stati rispettati. Questa è una nullità radicale che comporta la nullità della delibera. Quindi, se non ci si dà prova che la notifica della convocazione è avvenuta cinque giorni prima mediante pubblicazione o mediante ricevuta da parte dei nostri assistenti, questo Consiglio deve essere rinviato perché una nullità radicale renderebbe nullo tutto il contesto.

PRESIDENTE. Questo è un problema che è già stato sollevato, comunico che il Regolamento interno tutt’ora vigente dice che la convocazione deve avvenire tramite recapito postale a domicilio del Consigliere. Per quanto riguarda la seduta odierna dagli uffici risulta che questo sia avvenuto nei tempi previsti dal regolamento, quindi credo che ogni discussione sia impropria.

Vittorio SANTORI. Deve provarlo, la convocazione arrivata al mio domicilio è partita da Ancona il 9 febbraio, la porterò qui alla prima occasione.

PRESIDENTE. So con certezza che è stata spedita con posta prioritaria nei tempi previsti dal regolamento, quindi la seduta del Consiglio è sicuramente valida.
Ci sono tre richieste, una di iscrivere e discutere in via preliminare la mozione n. 153, poi l’iscrizione della mozione n. 155, infine quella della mozione sull’Università di Macerata presentata dal Consigliere Massi.
Pongo in votazione l’iscrizione all’ordine del giorno e l’anticipo della discussione della mozione n. 153 dei Consiglieri Mollaroli e Altomeni.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’iscrizione della mozione n. 155, da discutere subito dopo la mozione n. 153.

Il Consiglio approva


Interrogazione n. 227
del Consigliere Castelli
“Costi, ricavi e modalità di espletamento dell’attività di recupero del bollo auto operate dalla Regione Marche relativamente agli anni 2000, 2001 e 2002”

Interrogazione n. 603
del Consigliere D’Anna
“Accertamenti tasse automobilistiche anno 2003”
(abbinate)
Rinvio

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 227 del Consigliere Castelli e n. 603 del Consigliere D’Anna sono rinviate per assenza del Consigliere Castelli.


Interrogazione n. 600
del Consigliere Rocchi
“Mancata attuazione dell’organigramma inerente la segreteria tecnico-operativa dell’Autorità di bacino interregionale del fiume Tronto”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 600 del Consigliere Rocchi. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Con l'interrogazione il Consigliere Rocchi, premesse alcune notazioni di carattere politico e richiamate circostanze e fatti di carattere organizzativo, pone in sintesi l'attenzione sulla necessità di conferire alla segreteria tecnica dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto un livello di funzionalità adeguato ai compiti attribuiti a tali organismi.
Proprio intorno a questo aspetto, e specificatamente intorno al ruolo ed alle funzioni delle Autorità di bacino, si sono vissute negli ultimi anni rilevanti incertezze dovute ad un assetto normativo in evoluzione, o per meglio dire in regressione, che hanno limitato la possibilità di sviluppare appieno l'organizzazione ed il funzionamento delle stesse Autorità.
Mi riferisco a questioni, opportunamente richiamate nell'interrogazione del Consigliere Rocchi, che hanno condizionato e condizionano tuttora le prospettive di tutte le Autorità di Bacino istituite con la norma quadro sulla difesa del suolo del 1989 (la legge 183), in quanto la legge delega in materia ambientale ne aveva prima messo in discussione i cardini, e il decreto ambientale - emanato al termine della scorsa legislatura - ne ha previsto addirittura la soppressione.
È infatti il caso di ricordare che sin dalla legge delega del Parlamento al Governo (la legge 308 del dicembre 2004), quindi da ben due anni e da prima dell'avvio di questa legislatura regionale, è stato condotto un percorso normativo volto al riordino, al coordinamento ed all'integrazione della legislazione in materia ambientale; ad esito di quel percorso è stata espressamente prevista la soppressione delle Autorità di Bacino idrografico (più di 30, la maggior parte a gestione prevalentemente regionale) in favore dell'istituzione di sole 8 nuove Autorità di Distretto idrografico, in cui il controllo del Governo - rappresentato nella Conferenza istituzionale da ben 7 Ministri o sottosegretari - avrebbe reso subordinata la partecipazione ed il peso delle Regioni.
In questo schema, gli accorpamenti delle attuali Autorità nelle Autorità di Distretto prevedevano che il bacino del Tronto fosse accorpato al Distretto idrografico dell'Appennino Centrale, insieme al bacino del Tevere, ai bacini del Lazio, a quelli dell'Abruzzo ed a quelli della parte Sud delle Marche, mentre la parte Nord delle Marche sarebbe confluita nel Distretto dell'Appennino Settentrionale insieme ai bacini della Toscana (con un forte ruolo di guida del bacino dell'Arno), ai bacini della Romagna e addirittura ai bacini della Liguria, al limite del territorio francese.
In particolare il Decreto Legislativo di riordino della materia ambientale, n. 152 del 3 aprile 2006, ha espressamente stabilito che la soppressione delle Autorità di Bacino istituite dalla legge 183/1989 (e l'abrogazione della stessa legge 183) decorresse dal 30 aprile 2006, prevedendo che con un ulteriore decreto sarebbero stati definiti criteri e modalità per l'attribuzione o il trasferimento del personale e delle risorse patrimoniali e finanziarie; immaginiamo quali difficoltà si sarebbero registrate nell'organizzazione delle nuove Autorità Distrettuali dal punto di vista del personale e da quello finanziario, tenendo conto che il riordino della difesa del suolo doveva essere attuato senza oneri aggiuntivi rispetto al quadro previdente.
Si può certamente capire quindi che una particolare attenzione alla pianta organica dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto, prossima alla soppressione come le altre Autorità, sarebbe stata - almeno nell'ambito della legislatura in corso - quanto meno inopportuna e difficilmente sostenibile, essendo tra l'altro in atto una contrazione delle assunzioni e delle spese di personale.
Allo stato attuale, il nuovo Governo sta cercando con grande impegno di rendere più funzionale e motivato, anche dal punto di vista costituzionale, il nuovo assetto delle Autorità di Distretto; come giustamente richiamato dal Consigliere Rocchi, solo il 24 novembre 2006 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n. 284 dell'8 novembre 2006 - correttivo del decreto 152/2006 - con cui, tra l'altro, sono state prorogate le originarie Autorità di Bacino di cui alla legge 183189.
Senza entrare in ulteriori dettagli, si può notare come il processo normativo e di riordino sia ancora nel pieno della sua costruzione, in attesa del regolamento di attuazione dei principi grossolanamente introdotti dal decreto ambientale al fine di adeguare la normativa statale di settore a quella comunitaria.
Da tali sviluppi dipenderanno le ulteriori e fondamentali scelte organizzative da assumere, che - sentito il collega Agostini, Presidente dell'Autorità di Bacino del Tronto - potranno sicuramente riguardare anche i dipendenti della Segreteria Tecnica di quell'Autorità quando vi fossero condizioni certe sotto il profilo normativo e finanziario.
A tal fine potrà risultare senz'altro positivo il prossimo recupero, sollecitato dall'Autorità del Tronto e dagli uffici, delle somme di cofinanziamento, per un totale di 80.000 € circa, che le Regioni Abruzzo e Lazio sono state chiamate a versare a rimborso per le spese di funzionamento dell'Autorità del Tronto.
Tali risorse potranno contribuire, previa verifica di fattibilità giuridico amministrativa, ad una maggiore possibilità di accoglimento delle richieste avanzate nell'interrogazione in ordine all'assegnazione degli incarichi di Posizione Organizzativa, la cui titolarità - ricordo - è comunque proposta dai dirigenti della struttura presso cui i dipendenti operano.
Dal punto di vista amministrativo, devo evidenziare che con nota 280560 del 28 dicembre 2006 il dirigente del Servizio Ambiente e Difesa del Suolo, cui sono funzionalmente assegnati i dipendenti operanti presso la Segreteria Tecnica dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto, ha proposto tra le altre la riqualificazione dei dipendenti di quella segreteria tecnica in possesso di diploma di laurea, nell'intento di ridurre lo stato di sofferenza della struttura di appartenenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Credo che la risposta data dall’Assessore sia positiva, considerata anche l’ultima parte dove viene comunicato che è possibile avere un cofinanziamento per 80 mila euro che dovrà servire per poter sistemare il personale regionale. Per questa possibilità che viene data al personale regionale si può significare una risposta parzialmente positiva.


Interrogazione n. 564
del Consigliere Pistarelli
“Ripristino ufficio Agricolo di Zona di San Ginesio”
Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 564 del Consigliere Pistarelli viene rinviata perché manca il proponente.


Interpellanza n. 28
del Consigliere Castelli
“Determinazioni Giunta regionale in ordine all’impugnazione del decreto-legge n. 223 del 4 luglio 2006 convertito dalla legge del 4 agosto 2006, n. 248 (decreto Bersani)”
Rinvio

PRESIDENTE. L’’interpellanza n. 28 del Consigliere Castelli è rinviata per assenza dello stesso.


Interpellanza n. 29
dei Consiglieri Brandoni, Binci
“Collegamento al Porto di Ancona con la grande viabilità: ruolo di indirizzo e programmazione della Regione Marche”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 29 dei Consiglieri Brandoni e Binci. Ha la parola l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. La Regione e il Comune di Ancona hanno già espresso il loro parere positivo sulla realizzazione dell'uscita ad Ovest (collegamento diretto del porto con I'A14 all'altezza di Casine di Paterno) evidenziandone il ruolo strategicamente rilevante per lo sviluppo del porto di Ancona.
Lo stesso Ministro Di Pietro ha ribadito il ruolo strategico dello scalo dorico, punto di riferimento per i rapporti con i Balcani e l'Oriente e soprattutto per i nuovi paesi europei per i quali Ancona è polo logistico attraverso il porto, l'aeroporto e l'interporto.
In merito al progetto preliminare del collegamento viario, la Giunta regionale, con atto deliberativo n. 833 del 17/7/2006 (inviato al Ministro delle Infrastrutture) ha concluso l'iter amministrativo relativo all'accertamento della conformità urbanistica; con tale atto si è voluto quindi perfezionare e concludere quanto era nelle competenze sia del comune di Ancona sia della Regione.
E' indubbio che un progetto così complesso richiede in sede esecutiva la verifica di aspetti tecnici ed anche economici.
La Giunta regionale, con atto deliberativo n. 19/2006, aveva esplicitamente richiesto all'ANAS di concordare con la Società Autostrade il trasferimento a quest'ultima del progetto esecutivo unitamente all'individuazione del nuovo casello autostradale di Casine di Paterno.
Dopo l'incontro del 4 settembre u.s., il Ministro Di Pietro ha invitato l'ANAS e Autostrade per l'Italia s.p.a. a rivalutare attentamente il progetto.
Nell'incontro del 28 settembre u.s., l'ANAS si è impegnata con il Ministro delle Infrastrutture alla prosecuzione dell'iter tecnico per la definizione del progetto esecutivo che sarà il punto di partenza per la realizzazione dell'infrastruttura da parte del soggetto attuatore.
Nel predetto incontro, l'ANAS ha, altresì, ribadito la validità del progetto stesso evidenziando, tra l'altro, la complessità e le particolari caratteristiche dell'infrastruttura che deve il suo alto costo al fatto di prevedere due gallerie naturali, cinque gallerie artificiali e tre viadotti.
Attualmente, è in corso da parte dell'ANAS, una verifica tecnico-economica del progetto al fine di inserirlo negli interventi per la realizzazione della terza corsia dell'A14, ove si riconosce essere un opera complementare.
Questo è quanto stato scritto dal Ministro alle infrastrutture nel volume che è stato presentato nell’ultima riunione con le Regioni.
D’altra parte, rispetto a questa partita, rispetto anche all’importanza, la Regione ritiene sia necessario il collegamento Porto con l’autostrada, quindi una via di uscita dal porto. E’ stata anche predisposta da parte della Giunta una proposta di legge che prevede la possibilità del project financing di autostrade all’interno della regione Marche. Questo nel rispetto alla centralità e alla necessità di arrivare, in tempi brevi, alla realizzazione di questa importante infrastruttura e al confronto che è in atto e che deve essere realizzato su questo tema con il Ministro alle infrastrutture.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Mi dispiace di non aver ascoltato l’inizio della risposta dell’Assessore e soprattutto di non aver potuto illustrare questa interpellanza.
Ascoltando la risposta dell’Assessore penso che dobbiamo partire intanto da una prima considerazione. Il collegamento tra il porto e la grande viabilità è sicuramente una necessità e una priorità per questa regione. E’ una priorità, lo vediamo tutti i giorni, proprio per questa preoccupazione, necessità e urgenza. Tuttavia abbiamo sempre pensato che le soluzioni approntate fossero, per molti aspetti, frutto di inadeguatezza alla necessità della risposta. Questa riflessione è stata confortata, purtroppo, anche dalle considerazioni che via via sono venute in campo tecnico e in campo politico, ultime, al tempo della presentazione dell’interpellanza, quelle del Ministro Di Pietro.
C’era e resta la necessità di una riflessione complessa e complessiva intanto sulla possibilità finanziaria di questa vicenda. In questi giorni, più di una volta, la stampa ha annunciato un impegno di Giunta sul project financing. Credo che queste nuove possibilità di carattere finanziario possano essere una opportunità. Ma per l’ambiguità del project financing, per le riflessioni che propone e per gli impegni finanziari significativi, si parla di 60 milioni di euro, alla Regione necessita un ruolo nuovo, diverso e decisivo, quello di protagonista progettuale.
Finora abbiamo avuto una risposta, dal punto di vista progettuale, largamente al di sotto alla necessità dei tempi e delle opere.
La Regione oggi deve prendere atto della nuova situazione che si è realizzata, prenda atto contemporaneamente del fatto che deve svolgere un ruolo di assoluto protagonista anche dal punto di vista finanziario, sulla base di questo ponga immediatamente l’accento sull’attuale situazione progettuale che non soddisfa e non conforta. L’attuale situazione progettuale è largamente onerosa, l’abbiamo visto, non risponde alla polifunzionalità di un raccordo con la grande viabilità, che non può essere solo quella nord-sud ma anche quella est-ovest, che vede e non può non vedere in sinergia le altre grandi infrastrutture logistiche di questa regione, l’aeroporto e l’interporto.
Queste riflessioni, oggi, ci inducono a risottolineare ancora di più un atteggiamento contemporaneamente deciso e prudente, deciso sul ruolo che la Regione deve svolgere, prudente sull’accogliere le progettualità altrui che si sono rivelate più un ostacolo che un’opportunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per riprendere le argomentazioni del collega Brandoni sulla questione dell’uscita dal porto, alla luce dell’impegno della Regione. In effetti attualmente è stato previsto un inserimento di 60 milioni di euro dal Fas per la partecipazione della Regione al project financing. Questo significa che attualmente l’unico finanziatore disponibile alla realizzazione dell’uscita dal porto, opera fondamentale e urgente, è la Regione. Quindi la Regione deve prendere in mano la partita della progettualità e dei fondi, la partita del rapporto con il Ministero e delle disponibilità del Ministero riguardo alla realizzazione dell’opera.
L’unico progetto attualmente disponibile è un progetto giudicato dal Ministro Di Pietro troppo costoso. Si parla di 70-80 milioni di euro a chilometro, visto che è un percorso tutto in galleria, oltretutto non prevede una polifunzionalità rispetto all’interporto e all’aeroporto. Quindi è necessaria da parte della Regione, come per tutte le opere, come richiesto nella fase di progettualità dalla Comunità Europea, una progettazione alternativa sia rispetto al tracciato e soprattutto rispetto ai costi, perché è inutile portare avanti con forza una progettualità se questa non potrà essere finanziata. Quindi è necessaria una progettazione alternativa che tenga conto dell’eventualità di finanziamenti minori, eventualità molto concreta che ci è stata paventata dal Ministro Di Pietro. Quindi proprio perché la Regione intende impegnarsi in prima persona è anche corresponsabile dell’efficacia e della velocità dell’intervento.
Non è possibile che ci siano prospettive a sei-sette anni, nella migliore delle ipotesi, di una soluzione di questo genere. Oltretutto ci sono sul tappeto proposte tampone, come altre bretelle, altre occupazioni del territorio, funzionali a soluzioni tampone per l’uscita dal porto che occupano altro territorio. Quindi è da valutare, secondo me, la presentazione di una seconda ipotesi – che è la prima ipotesi presentata dal Comune di Ancona – di un collegamento diretto, non con l’autostrada ma con la grande viabilità cioè la statale 16, un collegamento diretto porto-statale 16 che garantirebbe tempi brevissimi di realizzazione di questo progetto con costi della misura tre-quattro volte inferiore, certezza quindi delle realizzazioni e reperimento dei fondi, perché a questo punto i 60 milioni di euro della Regione coprirebbero quasi la metà dell’intervento.
Oltretutto questa seconda ipotesi, da affiancare a quella attualmente in campo, permetterebbe e faciliterebbe il raddoppio della variante della statale 16, almeno nel tratto che va da Ancona a Ancona Nord, e realizzerebbe un’altra necessità, quella di una variante di Ancona su un tratto di strada a due corsie, alternate a una, che ha mietuto in questi anni decine di vittime. E’ dal 1984 che c’è una progettualità degli enti locali per il raddoppio della variante della statale 16, è una vergogna che in venti anni ancora non siamo usciti dalla progettualità per passare alla realizzazione. La creazione di un secondo progetto da affiancare a quello attualmente in campo, che è dell’ordine di 450-500 milioni di euro, che prevede la realizzazione dell’uscita dal porto anche in presenza di finanziamenti fortemente inferiori a quelli previsti, è una ipotesi che deve essere realizzata. Ci deve essere un confronto tra le due ipotesi per poter rispondere alle esigenze dell’uscita dal porto anche in carenza di finanziamenti, e per dare la possibilità di realizzare anche la variante della statale 16 e il collegamento con l’aeroporto e l’interporto. Un progetto che costa tre volte di meno e che raggiungerebbe un obiettivo addirittura superiore.

Proposta di regolamento n. 9
dell’Ufficio di Presidenza
“Modifiche agli articoli 28 bis e 67 bis del Regolamento Interno del Consiglio Regionale”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 9 dell’Ufficio di Presidenza.
Ha la parola il relatore Consigliere Favia.

David FAVIA. La proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale riguarda gli articoli inerenti la presentazione in aula del bilancio. Come sapete c’è stato dibattito su questo argomento, soprattutto in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. E’ stato preso atto che il regolamento avrebbe comunque consentito di portare in aula il testo varato dalla Giunta, qualunque fosse stato lo stato dei lavori della Commissione, tuttavia la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha ritenuto, per rispetto verso i lavori della Commissione che erano ancora in corso e soprattutto nei confronti della richiesta della minoranza, di prendere atto di una oggettiva insufficienza dei tempi consentiti per il lavoro della Commissione per poter poi portare in aula il bilancio e della compatibilità temporale con l’esercizio provvisorio che scade il 28 febbraio.
L’Ufficio di Presidenza ha quindi elaborato questa modifica che consente l’ultimazione dei lavori della Commissione e consente di convocare la sessione di bilancio a partire dal 19 e non dal 12 come era previsto.
Tengo a ribadire che comunque il Regolamento prevedeva una via d’uscita, cioè avrebbe consentito, come è giusto che sia altrimenti avremmo la previsione dell’impossibilità di portare in aula il bilancio, di portare in aula il testo della Giunta e poi di effettuare attraverso gli emendamenti tutte le modifiche possibili.
Si è deciso questo allungamento dei termini proprio per consentire alla Commissione di completare il proprio lavoro. Il testo è molto semplice, credo che non sia problematica la sua approvazione.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione generale. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Esprimiamo un voto favorevole. Nonostante abbia una breve esperienza di lavori di quest’aula devo dire, come già l’anno precedente e come ricordava il Vicepresidente Favia, rispetto alle sessioni di bilancio e ai tempi previsti per discuterlo, arriviamo davvero in affanno ed è un errore. Su un dibattito del genere, come quello sul bilancio, occorre dedicare tutto il tempo necessario.
Se non ho capito male era possibile iscrivere il bilancio nella seduta di oggi, verificate alcune norme che prevedono questa possibilità, tuttavia credo sia stato giusto non forzare, sia stato giusto modificare il regolamento per fare in modo che la Commissione, che si riunisce oggi pomeriggio alle 14,30, possa continuare a discutere di tutti gli atti e gli emendamenti al bilancio. Sembrava davvero inopportuno forzare ma, anche se le norme previste avrebbero potuto farci iscrivere il bilancio in seduta odierna, è stato giusto fare questo passaggio di modifica dei giorni previsti per la sessione di bilancio.
E’ evidente che, lo dico in maniera molto trasparente, si arriva anche in una situazione di affanno per questioni legate ai lavori della Commissione, per questioni legate agli emendamenti, per nodi politici che la maggioranza si trova a dover risolvere, nodi risolti ma che hanno richiesto qualche ora di dibattito in più. In questo quadro su un tema del genere non credo ci si debba trovare per forza una speculazione.
Crediamo che l’aumento di cinque giorni della sessione di bilancio sia un’opportunità per il futuro cioè quella di avere un po’ più spazio per arrivare in Consiglio con un dibattito completo della seconda Commissione sul bilancio e sugli emendamenti, così come deve essere.
Siamo favorevoli a questo spostamento, ritengo che alcune cose le abbiamo risolte, la Commissione si riunirà questo pomeriggio e risolverà ulteriori questioni, senza che questo possa determinare una speculazione di chissà quale tipo. Si poteva forzare, ma è giusto ci sia questo passaggio chiaro e trasparente. Cinque giorni in più saranno necessari non solo in questa sessione ma anche nei prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Noi siamo decisamente contrari a questa modifica perché riteniamo che in realtà ci siano problemi di carattere non amministrativo-giuridico ma esigenze di carattere esclusivamente politico, di cui credo non si debba far carico questo Consiglio. Se non esiste un accordo, un’intesa tra il Consiglio e la Giunta, se ci sono esigenze di carattere politico fra i vari Gruppi che compongono la vostra maggioranza, credo che di questo problema non si debba far carico il Consiglio nella sua interezza, né la Regione Marche, né i cittadini delle Marche. Ecco perché riteniamo assolutamente inopportuna questa modifica, a cui voteremo contro. Prendiamo atto comunque delle difficoltà che questa maggioranza ha nel comporre uno degli atti principali della vita amministrativa di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ascoltando le parole del Capogruppo dei Ds sembra sia un atto tranquillo e dovuto. Non ritengo, Consigliere Ricci, che sia come è avvenuto nella discussione per l’avvicendamento di Giunta tra Solari e Minardi, dove abbiamo affrontato il problema delle difficoltà che ha questa Amministrazione regionale, sopratutto nel rapporto tra la Giunta e il Consiglio e nel rapporto all’interno delle forze che lo compongono, altrimenti la definizione del documento di programmazione economica e finanziaria e il bilancio sarebbe stato posto in discussione oggi.
Sappiamo delle grandi difficoltà della Commissione, dei maxi emendamenti presentati dalla Giunta e non approvati dalla stessa, sappiamo della confusione che regna nella gestione del bilancio di questa Regione, delle difficoltà di bilancio che ci sono. Ritengo che tutto quello di cui stiamo parlando oggi sia assolutamente un fatto negativo che danneggia il sistema Marche.
Proponete un rinvio in un momento in cui tutti chiedono una accelerazione delle procedure amministrative per dare strumenti efficaci ed efficienti alla nostra economia e ai nostri servizi, quindi un rinvio assolutamente in controtendenza rispetto a tutto quello che la società marchigiana chiede. E’ un allungamento dei tempi non per mera difficoltà di lettura, di programmazione economica, ma per difficoltà politica.
Sarebbe stato più logico, Consigliere Ricci, dire che avete avuto delle difficoltà e quindi non siete riusciti a portare a termine la discussione sul bilancio, che avete opinioni diverse nella maggioranza, certamente questo sarebbe stato più corretto. L’atto che proponete oggi non è così semplice, farlo passare sottotono sarebbe come prendere in giro i marchigiani.
Vogliamo mettere in risalto quello che è in atto, senza drammatizzare, cioè uno scollamento dell’attività della Giunta da quella della maggioranza, uno scollamento all’interno dei partiti di maggioranza che non riescono a trovare l’accordo sull’atto fondamentale che governa questa Regione, il bilancio. Quando questo emerge, come oggi, ve ne dovete assumere la responsabilità e non dire che c’è bisogno di qualche giorno in più di riflessione, non è così.
Non vogliamo drammatizzare, ma la cosa che sta sotto tutto questo è esclusivamente l’aspetto politico, cioè che questa maggioranza non riesce a governare. A solo un anno e mezzo dal suo inizio, prima i rimpasti di Giunta, ora lo slittamento del bilancio, forse dovreste fare una riflessione più approfondita sul fatto se riuscite a governare questa Regione, quali sono le strategie di governo di questa Regione, e non una mera sussistenza del potere di gestione, una mera sussistenza del potere di governo di questa Regione che in questo momento fate vedere molto traballante e insicura. Una Regione come la nostra, indietro rispetto alle altre, avrebbe bisogno di una guida certa, di un timone sicuro, non di tutti questi tentennamenti. Per questo voteremo contro perché è stato sottaciuto l’aspetto più importante che è proprio quello politico.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Ascoltando gli interventi dell’opposizione sinceramente mi sono chiesta se l’incontro che abbiamo fatto come Presidenti di Gruppo sia avvenuto o meno. Non posso fare a meno di intervenire perchè oggi sono diverse le interpretazioni che vengono date in quest’aula rispetto a quelle che invece sono state date quando abbiamo fatto l’incontro con i Capigruppo.
Dal punto di vista tecnico, era stata proposta la modalità, si poteva andare avanti anche con i tempi regolari per approvare questo bilancio, io ero di questo parere. C’erano le modalità e i tempi, purché la sera la Commissione avesse concluso i propri lavori, c’era il tempo anche per questo.
Rispetto a questa proposta, che non aveva niente di trascendentale né di particolarmente strano, c’è stata una sollevazione da parte dell’opposizione che ha preteso - mi dispiace che la maggioranza gli sia andata dietro, se vogliamo essere chiari - il rinvio. Un minimo di acume politico avrebbe dovuto far capire che sarebbe servito soltanto per dire oggi in aula quello che l’opposizione sta dicendo. Per volontà di democrazia, di debolezza, non so perchè - userei un’altra parola che in questo momento non dico - siamo andati dietro alle richieste dell’opposizione che sta strumentalizzando la richiesta che essa stessa ha fatto.
Visto che sono presente oggi ed ero presente nell’altra sede, credo sia corretto prendere atto di quello che si è chiesto, prendere atto dei toni che sono stati usati, addirittura di attentato alla democrazia se fossimo andati avanti con i tempi richiesti.
I problemi sul bilancio ci sono sempre, sarebbe illusorio non ci fossero, ma utilizzare cinque giorni di ritardo per dire che questa maggioranza non si confronta con la Giunta o per dire che questa maggioranza non ha i voti per approvare un bilancio, mi pare un po’ troppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Intervengo perché, oltre alle riflessioni che condivido espresse dal collega Capponi, mi pare che un chiarimento su questa vicenda, seppur legittimo, richiesto dalla collega Mammoli, sia doveroso da parte nostra.
Un conto è lo strumento della valutazione sulla procedura, un conto è la valutazione nel merito.
Sul metodo, noi della minoranza abbiamo detto che se occorrono rinvii, possiamo deprecarli ma è meglio formalizzarli, naturalmente ce se ne assume la responsabilità. Quindi noi diciamo che abbiamo voluto il rinvio tecnico votato con questo regolamento perchè è più chiaro, ma nello stesso tempo ci si assumono le responsabilità politiche. Alla Consigliera Mammoli voglio dire che ora non si critica lo strumento, lo strumento è giusto, la procedura è giusta, se bisogna rinviare è meglio farlo di una settimana, ma non ci si può chiedere la responsabilità della votazione, questo è un fatto politico. Non la interpretare come una imboscata, non lo è, è una critica nel merito. Non credo che le difficoltà siano dovute solo a problemi tecnici, in questi giorni emerge anche una divisione politica, che è legittima, nessuno si scandalizza di questo, nelle assegnazioni dei budget negli assessorati la contrattazione non è facile.
Quando il Consigliere Capponi giustamente dice che c’è tutto un mondo che aspetta il bilancio regionale, con questa settimana si procurano per esempio ritardi ai bilanci dei nostri Comuni, è vero. Questo è un momento in cui l’indicazione si attende con una certa tempestività, Assessore Marcolini, ma siamo nel mondo del possibile. Non sto gridando allo scandalo, dico soltanto che c’è tutto un mondo, compreso quello del turismo, le fiere, l’internazionalizzazione, che vede slittare questa programmazione, quindi è un danno che si produce alla nostra comunità.
E’ chiaro che non possiamo prenderci la responsabilità politica di condividere questo rinvio. La procedura tecnica è accettabile ma non la votiamo perché implica un coinvolgimento politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Come mai, colleghi, ci si riunisce di lunedì? Non è una domanda retorica. Di solito è il martedì! E’ per motivi di comodità? O perché oggi doveva iniziare la sessione bilancio fissata come da normativa vigente ormai da più di dieci anni.
La modifica del regolamento è del 1992 e il regolamento parla chiaro. E’ il primo lunedì dopo i trenta giorni dal deposito della proposta di bilancio in Consiglio.
Oggi, ripeto sicuramente cose che sono state dette dai colleghi, accade una cosa straordinaria, si cambia la norma perché non si sono rispettati i termini. Si è costretti a cambiare una norma tassativa, è come se per una cambiale scaduta il 30 maggio si modificasse il calendario, non è più maggio ma si anticipa il calendario ad aprile, così questa cambiale ha ancora un mese di tempo. Si modifica il calendario? No. Stiamo facendo la stessa cosa, si cambia la norma per rientrare nei termini di legge. Questa è una cosa straordinaria, che non è mai accaduta, è segno di un disagio profondo, per non parlare di altro, che attraversa la maggioranza. Lo hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto, non è una questione formale, ma sostanziale, è una questione di natura politica. Spero ci sia spazio per discuterne quando il bilancio arriverà in aula, non vorrei anticipare ad oggi le discussioni che nella sostanza voglio affrontare con i colleghi di maggioranza.
Oggi è necessario sottolineare questo dato, è necessario farlo perché è una questione che non è mai accaduta. Non è un tecnicismo, è una questione che riguarda equilibri politici che ancora non sono stati raggiunti malgrado la proposta di bilancio sia conosciuta dalla maggioranza da molto più dei trenta giorni canonici decorsi. In Giunta una proposta di bilancio era già stata abbozzata alla fine dello scorso anno, si era trovata un’intesa di massima per posticipare tutto ad inizio anno, anticipando la discussione sul Dpfr per guadagnare altro tempo per la discussione.
Siamo arrivati alla discussione di oggi perché le critiche, i confronti, le discussioni si sono aperte e riaperte, dove questo è accaduto, e non hanno avuto ancora modo di chiudersi.
E’ un dato politico che voglio sottolineare con forza perché se fosse accaduto a parti inverse avremmo assistito ad un attacco che abbiamo conosciuto per altri motivi. Abbiamo visto settimane, mesi di discussioni e di polemiche su questioni molto meno rilevanti che riguardavano il Governo nazionale nei cinque anni di guida del centro-destra.
Oggi i motivi sono molto più gravi, noi stiamo usando una responsabilità che si è spinta anche a tenere nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi delle posizioni molto ferme a difesa di prerogative, diritti e procedure che non possono essere macchiate da nessun tipo di vulnus, da nessun tipo di attacco o modificazione peggiorativa. Mi riferisco al fatto che non si voleva compiere questo passaggio di oggi ma addirittura giungere all’apertura della discussione senza aver chiuso i lavori di Commissione. E’ stato provato anche questo tentativo, è assolutamente inaccettabile. Si deve essere molto più chiari e coerenti in questo senso, cioè venire qui in aula e richiedere un termine diverso rispetto a quello che la normativa prevede.
Su questi punti abbiamo tenuto una ferma ma responsabile posizione che continueremo a tenere, perché sfidiamo nel merito questa maggioranza che deve venire in aula e sostenere le ragioni anche critiche che hanno portato a questo rinvio, sfidiamo la maggioranza a dichiarare quali sono i motivi di dissidio in alcuni suoi settori che hanno portato all’impossibilità di rispettare i termini. Se non ci sono venite in aula e difendete una procedura sicuramente abnorme ed anomala, di cui parleremo nella sessione bilancio. Abbiamo letto in più di un versante, come quello delle parti sociali, che non c’è stato un confronto, non c’è stata discussione, c’è stata mancanza di puntualità di informazione sulla proposta del Governo regionale per quanto riguarda il futuro di questa regione, perché questi sono i documenti di programmazione finanziaria ed economica, sono il bilancio di previsione e il bilancio triennale.
Venite in aula e diteci qual è la vostra proposta politica finale, la ricaduta di tutte queste questioni e difendete le vostre ragioni. Fino ad oggi abbiamo ascoltato solo divisioni, confusione e appelli caduti nella maggior parte dei casi nel vuoto, come quelli di un confronto sostanziale venuto da più parti, primi fra tutti le parti sociali.
Spero che i marchigiani si rendano conto di quello che stanno vivendo oggi, lo ripeto per fare in modo che una cambiale non scada più, che si faccia del calendario una rivisitazione, una modifica, per fare in modo che i termini si rinnovino.
Abbiamo anticipato una discussione che faremo la prossima settimana in apertura della sessione di bilancio in maniera profonda e serrata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Sono francamente meravigliato dell’intervento del Consigliere Pistarelli, perché enfatizzare il rinvio di qualche giorno della sessione di bilancio, al di là della normativa, mi segnala una carenza, una assoluta mancanza di argomentazioni su fatti sostanziali della vita della Regione, e che i marchigiani vengano così penalizzati dallo spostamento di qualche giorno della data della discussione del bilancio, è davvero incredibile.
Quanto alle ragioni di divisione della maggioranza, nell’esperienza di questi due anni, le ho viste tutte nei gruppi di minoranza dove alcuni Consiglieri votano contro, altri a favore, altri si astengono. Quindi lezioni di unità e di educazione non ne vedo dalla minoranza.

Ottavio BRINI. Non ci prendere in giro. Vi abbiamo salvato il Presidente del Consiglio e altro. Ringrazia.

PRESIDENTE. Per cortesia Consigliere Brini.

Vittoriano SOLAZZI. Mi pare sia veramente un oltraggio alle Istituzioni continuare a perdere tempo su un problema che non esiste.
Di che cosa ci si stupisce? Del fatto che ci vuole una settimana in più per approfondire il bilancio? Non mi pare che questo sia un problema.
Intervengo solo per stigmatizzare il comportamento della minoranza, su una questione che doveva essere approvata in cinque minuti stiamo perdendo due ore, questo sì. Stiamo negando all’Istituzione lo svolgimento dei propri lavori che è la cosa che ci chiede la collettività marchigiana. Fate proposte sul bilancio, criticatelo, fate proposte alternative, entrate nel merito. Se poi c’è l’articolazione all’interno della maggioranza, anche in sede di bilancio, la riaffermo, la difendo, dico che è una ricchezza di chi governa e di chi sta insieme nel governare, perché qui nessuno di noi, tanto meno io, pensa di assolvere questo ruolo in modo automatico. Quindi che ci sia discussione, che ci sia l’approfondimento, che ci siano anche posizioni diverse, è una ricchezza. Tutto questo peraltro avviene in modo assolutamente trasparente, come avviene nelle Commissioni, in quella di bilancio a cui il Consigliere Pistarelli fa parte. Ho notato peraltro nella Commissione bilancio, in questa fase di approvazione, uno straordinario silenzio da parte del Consigliere Pistarelli, mentre il sottoscritto approfondisce e qualche volta si dichiara anche non d’accordo su tutto quello che viene proposto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. L’ex amico di Forze Nuove, Vittoriano Solazzi, che tanti anni fa usava un linguaggio diverso, oggi parla di articolazione, di ricchezza, quindi complimenti, da quando sei diventato “cat-comunista” sei migliorato sotto l’aspetto del linguaggio politico e culturale, ma non ti era mai capitato di offendere l’intelligenza delle persone di questo Consiglio regionale.
Noi non chiediamo che tu o i tuoi colleghi quando state in affanno o in agonia dite che le opposizioni sono brave, quando non avete né i numeri né le proposte concrete per andare avanti. In questo scorcio di legislatura basta fare un excursus, ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Quindi queste lezioni da un forzanovista come te non me le sarei aspettate questa mattina, noi eravamo di Forze Nuove. Noi siamo dell’opposizione non della minoranza, della minoranza lo eravamo dentro la Democrazia Cristiana, quando ci facevano parlare e non contavamo nulla, contavano solo i potentati, i padroni delle tessere, ma la parola nessuna ce l’ha mai tolta, come nessuno ce la toglierà oggi, e non facciamo perdere tempo, Vittoriano! Ricordi la vicenda del Presidente del Consiglio, fra di voi avete fatto una carneficina pur di non eleggere Bucciarelli, poi il giorno dopo avete smentito, e come facce di bronzo nessuno si è assunto la responsabilità di dire “noi non l’abbiamo votato”. Sono i codardi che si comportano così, non la gente d’onore. Non avevate i numeri neanche sul piano scolastico, bastava che l’Udc, Forza Italia e An abbandonassero l’aula e non avreste approvato il piano. Oggi si è rispettato di discutere il piano sul turismo al primo punto dell’ordine del giorno perchè avevamo preso un impegno. E tu ci vieni a dire che ti facciamo perdere tempo!
Caro Vittoriano non ci siamo per i motivi che ti ho detto prima. Il problema – oggi hai usato termini diversi, articolazioni, ricchezza – è che non c’è una maggioranza coesa, siete divisi su tutto, siete divisi sul quadrilatero, sul bilancio, sulla sanità, parlate più sui giornali che in questa aula. Verifiche, controverifiche, Rifondazione, Comunisti italiani, non gli vanno bene i manager nominati. Dite queste cose qui dentro, non sui giornali!
Fra poco parleremo di turismo, oggi non c’è il Consigliere Comi ma c’è il Consigliere Procaccini. Non vi vergognate di non essere capaci di nominare neanche un presidente di un parco? E poi dici che noi vi facciamo perdere tempo, è una vergogna!
La prossima volta, Vittoriano – te lo dico con il cuore – non dare lezioni, la nostra provenienza è la stessa, il nostro sangue bolle quando sentiamo cose che non vanno bene, ma la correttezza è un’altra cosa. La vostra incapacità politica e propositiva non scaricatela sulle opposizioni, i vostri problemi non li scaricate sulle opposizioni, non siete una maggioranza omogenea, siete una maggioranza di sinistra senza “trattino, centro”, siete sbilanciati a sinistra, devi prenderne atto, come sta prendendone atto Prodi a livello nazionale. Sta nei fatti, siete un piccolo centro, un “centrino”.
Oggi non c’è il Presidente Spacca, Assessore Marcolini - io la penso come te – una settimana non è la fine del mondo ma lasciaci fare una critica politica, almeno questo. Non sarà colpa sua se ritarda, non sarà colpa vostra, ma la colpa di qualcuno è, non è certo colpa nostra che vi facciamo perdere tempo perchè non portate il bilancio, bastava dire che avevate alcuni problemi. Minardi oggi non c’è, dove è andato, aveva dei problemi anche lui?! Avete rinviato tre volte le Commissioni per la ripartizione dei fondi della cultura. Più parliamo e più ce n’è, avete tanto da fare, se c’era un falegname da voi avrebbe fatto un sacco di soldi con tutti quei tavoli che state facendo! I vostri problemi non li scaricate sulle opposizioni: Minardi non c’è, il bilancio viene con ritardo.
Chi si deve rimettere in una circostanza come questa, Presidente Bucciarelli, il Ministro Pecoraro Scanio o quei Consiglieri che hanno dato una parola a questo Consiglio? Io ho firmato un emendamento con Procaccini e Comi, contro le direttive del mio gruppo perché pensavo – e chiedo scusa al mio gruppo e agli altri colleghi, forse sarò un sognatore – che sarebbero riusciti ad ottenere, a spuntare qualcosa. Presidente della Giunta Spacca, Presidente dell’Umbria sempre dell’area dei Ds, Ministro Pecoraro Scanio, come fate a non nominare un presidente? Qual è il problema? Vedi Vittoriano io ti pongo dei problemi, dateci delle risposte e non parleremo più. Fate delle critiche fra di voi, sulle nomine, non parlo di lottizzazioni, di spartizioni, è un termine ormai superato, a ruoli invertiti ci avreste massacrato, bastava leggere sui giornali lottizzatori, speculatori, vi dividete tutto. Il nostro silenzio non lo si deve interpretare come il non volere intervenire perchè è una critica più grave rispetto alle parole che si possono dire. Questo ti deve far riflettere e ed è una riflessione che dobbiamo fare tutti. Quando rimanete in diciannove il problema non è nostro ma di qualcuno che scappa, non pensate di galleggiare per altri due anni e mezzo, perché chi galleggia non è un buon politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Ho assistito a invettive ciceroniane quindi non vorrei entrare in questo livello di discussione, ma vorrei fare alcune considerazioni che riguardano affermazioni che sono state fatte e che per amor di verità vorrei smentire.
Il Consigliere Pistarelli ha accennato, su questo mi corre l’obbligo di smentire come Presidente della Commissione, ad una presunta disinvolta procedura rispetto alla quale la Commissione avrebbe licenziato l’atto, indipendentemente dalla discussione degli emendamenti e delle proposte che su questo erano state fatte. L’atteggiamento è stato tutt’altro, non parlo per me ma per tutta la Commissione, è stato quello di produrre e proporre percorsi per garantire questo dibattito, affinché il ruolo della Commissione, e con esso il ruolo del Consiglio, fossero ampiamente tutelati. Vorrei innanzitutto che questo venisse riconosciuto. In questo dibattito mi sembra si sia, in alcuni momenti, una bizzarra idea della democrazia, perchè la minoranza, come legittimo e direi anche giusto, ha sottolineato alcuni passaggi rispetto ai quali c’è stata la necessità di un confronto che ha avuto caratteristiche politiche. Se questo è, una settimana, un giorno, un mese, non è indifferente ma non è essenziale, non è l’elemento che inficia il percorso del bilancio.
Credo che i cittadini marchigiani abbisognino di un bilancio riflettuto, meditato, articolato, all’interno del quale ogni forza politica, maggioranza e minoranza, si deve assumere la responsabilità del caso. Lo richiede la situazione economica e finanziaria, lo richiede la comunità marchigiana che ha bisogno di scelte chiare e precise. Credo che mettere nella discussione sul bilancio luoghi comuni, come la perdita di tempo e altri come quelli che ho ascoltato in questo dibattito, sia un cattivo servizio che si fa alla comunità marchigiana e a se stessi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Non credo, come ha detto il Consigliere Solazzi, che si tratti di una questione tecnica, ritengo si tratti di una questione soprattutto politica. Se da una parte si chiede ai cittadini di rispettare le scadenze, gli appuntamenti, la Regione, in questo caso la maggioranza, non può permettersi di modificare regolamenti e norme a suo piacimento e soprattutto a sua convenienza, è anche diseducativo nei confronti dei cittadini.
Qui si tratta di una questione squisitamente politica, non è la prima volta che la maggioranza si vede costretta a rinviare argomenti di fondamentale importanza per la condizione della Regione, credo che questo sia stato l’argomento che ha voluto sviluppare il capogruppo Pistarelli.
E’ una situazione nella quale si accentuano le difficoltà di una maggioranza che molto spesso non riesce nemmeno a garantire la presenza in aula non solo dei Consiglieri ma anche degli Assessori e del Presidente. Credo sia testimonianza di una mancanza di attaccamento riguardo al dovere da svolgere, alla tempistica e alle problematiche importanti.
Stiamo parlando del bilancio, non di altri argomenti, ma sono proprio gli altri argomenti, anche quelli di minore importanza, che ci danno conferma che qui siamo sempre in ritardo. Siamo stati in ritardo con il testo unico del turismo, siamo in ritardo oggi sulla discussione della programmazione, siamo in ritardo su tante cose quando fuori ci sono delle aspettative in un momento di difficoltà come questo, c’è attenzione nei confronti di quello che facciamo, o meglio ancora, dovremmo fare in quest’aula.
Quindi si tratta anche di una questione politica, non si possono tirare fuori giustificazioni come quelle che il Consigliere Solazzi ha appena esposto.
Noi, come sempre, svolgiamo al meglio il nostro ruolo, con le difficoltà che può avere una minoranza con una legge elettorale come quella che c’è, ma l’attenzione sicuramente c’è, tanta e tale, come ha detto qualcuno prima di me, che in moltissime occasioni, con senso di responsabilità, siamo rimasti in aula per far andare avanti alcune situazioni che altrimenti si sarebbero bloccate o comunque rinviate. Quindi è una questione politica non solo tecnica.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Doverosamente faccio qualche considerazione di carattere politico perché, come è già stato fatto notare, molto spesso forma, sostanza, metodo e merito, si intrecciano indissolubilmente e spesso vengono scambiati anche i ruoli e gli argomenti della polemica.
Secondo le possibilità garantite dallo Statuto il Consiglio regionale oggi avrebbe potuto discutere del documento di bilancio ed è soltanto sulla scorta di una considerazione volta a valorizzare ed esaltare i diritti del Consiglio e della discussione consiliare che si è scelto di rinviare di una settimana.
Pur non banalizzando la discussione, non parlando di questioni minimali, assolutamente formalistiche, vorrei sottolineare questo aspetto, cioè che non da un difetto di forza, quanto da una volontà di ascolto, sia derivata la possibilità di rinvio di sette giorni per la discussione del bilancio.
Voglio sottolineare questo aspetto perché le regole del fair play e del rispetto pieno delle regole del parlamentarismo, non vengano confuse per debolezza oppure per ingenuità. Lo dicevano bene alcuni Consiglieri intervenendo, bisogna valutare anche per il futuro e saper distinguere la valorizzazione dei diritti e dei doveri dei Consiglieri, l’esaltazione dei diritti dell’Assemblea e degli organismi consiliari, da quelli che sono, e quelli che sono stati anche adesso ritorsivamente richiamati, come i diritti della comunità che vanno contemperati secondo le regole della democrazia e dell’efficienza.
Un importante uomo politico non più pronunciabile parlava della propria organizzazione come di un bambino robustus ac malitiosus. Non vorrei che la maggioranza solida di questo Consiglio venga scambiata per grande, disponibile e ingenua, disarmata.
Da questo punto di vista condivido le osservazioni fatte dalla Consigliera Mammoli e dal Consigliere Solazzi. Ci deve essere una consapevolezza che molto spesso il fair play può essere la base per una strumentalizzazione a volte sbracata.
Sono convinto che sono diverse le considerazioni, solitamente sagge del Consigliere Brini e di altri toni che abbiamo sentito qui, di una premessa per una strumentalizzazione politica inammissibile e per certi versi indecente. Si rassegni l’opposizione e polemizzi sul merito, sul metodo, come diritto e dovere dell’opposizione, ma non scambi la disponibilità per debolezza e non provi a strumentalizzare, come rispetto di un diritto, quello che prima chiede, con l’arroganza e la ritorsione.


PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Hanno chiesto la votazione per appello nominale i Consiglieri Ricci, Solazzi, Giannini. Prego procedere alla chiama partendo dalla lettera A.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama.
Agostini sì
Altomeni sì
Amagliani sì
Badiali sì
Benatti sì
Binci sì
Brandoni sì
Brini no
Bucciarelli sì
Bugaro no
Capponi no
Castelli assente
Cesaroni assente
Ciriaci no
Comi assente
D’Anna no
Donati sì
Favia sì
Giannini sì
Giannotti assente
Lippi assente
Luchetti sì
Mammoli sì
Massi no
Mezzolani sì
Minardi assente
Mollaroli sì
Ortenzi sì
Petrini sì
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Santori assente
Silvetti no
Solazzi sì
Spacca assente
Tiberi no
Viventi no


Il Consiglio approva


Proposta di atto amministrativo n. 41
della Giunta regionale
“Programma di promozione turistica anno 2007. Obiettivi e attività”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 41.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Il testo unico sul turismo approvato lo scorso anno prevede che il Consiglio regionale approvi il programma annuale di promozione turistica, l’atto che viene sottoposto oggi in questa aula.
Questo piano di programmazione per la promozione turistica analizza molto opportunamente l’andamento della domanda turistica e le aree su cui va privilegiato l’impegno di tipo promozionale, gli strumenti e le attività da intraprendere per la promozione turistica delle Marche.
A mio avviso questo programma è buono, direi ottimo, perché riesce a non fare della programmazione un fatto sporadico e non coordinato, rappresenta un vero e proprio piano di marketing per la promozione turistica della nostra regione. Inserisce la promozione turistica nella più ampia promozione globale della regione che non è solo promozione sul turismo ma è promozione che ricomprende anche i settori della pesca, dell’agroalimentare, dell’industria e dell’artigianato, si creano le sinergie affinché ogni attività che si relaziona con i territori extra-regionali e extra paese Italia possa farlo in modo coordinato, nell’obiettivo comune di promuovere nel complesso la regione Marche.
Questo piano è coerente anche con le scelte dello scorso anno che hanno consentito a questa Regione di confermare un trend positivo sia per quanto riguarda il numero degli arrivi che le permanenze, confermando, peraltro, il mercato tedesco come il primo mercato estero per quanto riguarda questa regione.
Questo piano è un vero e proprio piano di marketing e prevede una serie di progetti da attuare che partono molto opportunamente dal progetto osservatorio. Voglio sottolineare questo perché in tutte le iniziative di tipo imprenditoriale – e il settore turistico è sicuramente un settore strategico nell’economia di questa regione – la fase della lettura dei dati, la fase di conoscenza dei mercati di riferimento, la fase di individuazione dei target, sono fasi importanti e strategiche. Si può fare una vera azione di tipo promozionale solo se si è a conoscenza di dati e di informazioni, quindi il progetto osservatorio va opportunamente in questo senso, perché una conoscenza delle potenzialità, dei target, agevola, anche da un punto di vista finanziario, l’azione di sviluppo e di promozione.
L’osservatorio ha questo compito che è ex ante rispetto alla domanda ma ne ha uno anche ex post, quello di misurare, rispetto alla promozione, il grado di soddisfazione, quello che si chiama la customer satisfaction. E’ fondamentale capire rispetto all’offerta qual è stata la riposta in termini di acquisto del nostro territorio e qual è stato il grado di soddisfazione. Questo si inserisce in una procedura corretta da un punto di vista commerciale.
Questo piano prevede una serie molto vasta di iniziative e di progetti, per ragioni di tempo non sto a sottolinearle tutte, però bene è il potenziamento del call center, bene il potenziamento del numero verde, bene l’aggiornamento di tutto il materiale promo-pubblicitario, particolarmente bene la scelta, che viene ribadita, di intensificare le public relation con soggetti ben precisi, con gli opinion leader, attraverso anche l’iniziativa degli educational in modo particolare per i giornalisti. Questo sicuramente è positivo.
L’altro aspetto che mi sembra altrettanto positivo – salto la riconferma della partecipazione a borse e a fiere del turismo nazionali e internazionali, peraltro molto vasta – è che questo piano si fa carico di comprendere e tradurre in proposte operative il fatto che oggi il turismo non può essere considerato in modo generalizzato. Parlare di turismo in modo generico dice poco, bisogna capire che il mercato turistico è un mercato che è fortemente segmentato e ogni target di riferimento va colpito con proposte assolutamente mirate. Questo nella proposta è altrettanto positivo, perché c’è un turismo sportivo, c’è un turismo culturale, c’è un turismo ambientale, un turismo congressuale, c’è un turismo relativo alle iniziative di carattere culturale, di spettacolo, ecc.. Questo piano coglie anche questi elementi.
Va sottolineato, inoltre, che in questo piano continua opportunamente il rapporto della regione di accoglienza sostenendo le attività dei sistemi turistici locali e degli enti locali. Dobbiamo considerare questo un fattore strategico perché il turista, nel momento in cui acquista una vacanza, lo fa con una domanda sempre più esigente e selettiva. Non è indifferente, rispetto al soggiorno in una qualsiasi località, la capacità di questa località di farsi garante di un’offerta che va oltre quella turistica in senso stretto. Questo va sotto il nome dell’accoglienza e delle iniziative che sul territorio prendono vita.
In estrema sintesi mi pare che questo piano risponda, per ora da un punto di vista teorico, sono consapevole che poi vada declinato in pratica, con il realizzarsi delle iniziative contenute in questo piano. E’ un piano da condividere che punta ad una qualificazione della promozione turistica, inserendola nella promozione più vasta di questa Regione, quindi, secondo me, coglie il principale e vero obiettivo che questo nostro ente doveva individuare.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Se andiamo a vedere la proposta di atto amministrativo 41 “Programma di promozione turistica per l’anno 2007” ci rendiamo subito conto che in questo programma c’è di tutto e di più, quindi visto che c’è tutto lo approviamo e chiudiamo un capitolo. Resta un problema essenziale che è quello delle risorse, si possono fare tutti i programmi con tutte le buone intenzioni ma la questione delle risorse va tenuta nella debita considerazione, altrimenti diventa quello che in altri tempi veniva chiamato il libro dei sogni e delle illusioni.
Sicuramente alcuni aspetti sono positivi, quello che riguarda l’analisi di mercato, sul progetto osservatorio, invece, ho qualche dubbio, la questione delle iniziative dei sistemi on line sicuramente è un argomento da affrontare, la visibilità sui motori di ricerca è essenziale per avere una promozione importante, per essere presenti sempre e ovunque. Buone anche quelle che vengono definite iniziative di pubblica relazione, educational, ecc., anche se da questo punto di vista prendo lo spunto per ricordare che quando ci sono, come è accaduto in passato, degli educational che vedono la presenza sul nostro territorio di giornalisti, nella fattispecie inglesi, credo che bisognerebbe prestare un po’ più di attenzione a tutte le realtà, o per lo meno quelle più importanti del territorio, e non trascurare città importanti sia dal punto di vista storico che turistico come è avvenuto in passato.
Il problema della promozione nelle varie fiere all’estero si pone. Si pone anche il problema della visibilità. I Consiglieri che hanno avuto l’opportunità di frequentare qualche borsa del turismo, come quella di Londra, si renderanno conto che la proposta turistica della nostra regione scompare all’interno delle città italiane, lo stand delle Marche è meno visibile e la presenza delle eccellenze del territorio si nota appena, ci vorrebbe i gps e gli stl per andare a scoprire dove fanno promozione i nostri comuni.
Credo che uno degli elementi fondamentali di una promozione turistica non sia tanto quella all’estero ma quanto quella sul territorio.
E’ fondamentale avere innanzitutto una disponibilità importante di risorse e puntare sull’accoglienza. Una delle problematiche maggiori che i nostri operatori stanno affrontando è quella della riqualificazione delle strutture alberghiere. A questo si accompagna una burocrazia che molto spesso fa perdere tempo e denaro, a questo si accompagna una limitatezza delle agevolazioni del credito e anche la mancanza, in alcune situazioni particolari, di contributi a fondo perduto che possono far sì che ci sia un adeguamento delle nostre strutture alberghiere a quelle della concorrenza sempre più accesa e accanita da parte degli altri paesi, anche coloro che sono entrati di recente nella Comunità Europea. Per esempio la regione Marche ha tra le sue eccellenze il mare, ci sono delle realtà, come la Bulgaria, dove alcuni laghi sono stati trasformati in località balneari quindi sono altamente concorrenziali alle nostre.
La promozione si fa anche tutelando la costa, qui mi riallaccio alla problematica dell’erosione marina che in alcune realtà sta creando serie difficoltà, Nella provincia di Pesaro Urbino ci sono spiagge che scompaiono e compaiono, dove solo con un ripascimento provvisorio all’ultimo momento si riesce a dare una risposta agli operatori che hanno investito centinaia di migliaia di euro.
La promozione si fa anche con delle strutture e delle infrastrutture efficienti. Come possiamo fare promozione turistica quando, ad esempio, ci sono diversi porti che hanno il problema dei fondali, Senigallia, Fano, Pesaro hanno delle problematiche serie. Lo scorso anno sarebbe dovuto partire da Fano un servizio di aliscafi che doveva andare in Croazia e da lì portare turisti – tedeschi o comunitari – nella fattispecie a Fano, questo non è accaduto perché il giorno in cui doveva iniziare il servizio l’aliscafo si è arenato, quindi è stato bloccato un progetto che poteva dare l’opportunità di sviluppare ancora di più il turismo.
Stessa problematica vivono le imprese che operano nella cantieristica a Pesaro. Qualche settimana fa durante il varo di una nave costruita a Pesaro, questa nave è stata bloccata e la ditta in questione ha dovuto spendere 70 mila euro per disincagliarla attraverso una ditta specializzata di Ravenna.
La promozione si fa anche con dei servizi efficienti all’aeroporto, nella fattispecie nell’aeroporto di Falconara, sappiamo che le cose non vanno molto bene. Ci sono state delle problematiche nelle scorse settimane che hanno visto alcuni turisti italiani rimanere a piedi, altri che dovevano rientrare e che non ne hanno avuto la possibilità.
Queste cose fanno sicuramente più pubblicità, più promozione di tante promesse che molto spesso non si riescono a mantenere.
Altrettanto importante è il discorso delle ferrovie. Qui non passa giorno che non ci siano problematiche legate a disservizi e per i quali la Regione Marche sborsa consistenti cifre.
Il discorso delle infrastrutture è necessariamente collegato ad una promozione e ad una possibilità di arrivare per i turisti. Mi preme sollevare ancora una volta l’urgenza della definitiva soluzione delle problematiche collegate alla Fano-Grosseto.
Importante anche un rilancio forte del nostro entroterra, se importante è stato il mare negli anni scorsi, oggi l’entroterra è una risorsa che non possiamo assolutamente sottovalutare. E’ una forma di turismo nuovo che prevede molta più attenzione di quella che fino ad oggi è stata rivolta. Nella promozione dovremmo puntare a quell’attenzione e a quelle sensibilità che oggi vanno incontro ad esigenze chiare, definite, di un target di possibili ospiti che magari preferiscono andare in albergo, in una struttura ricettiva dove, ad esempio, le fonti energetiche alternative sono un punto di forza, un punto di richiamo. In tale programma questo non è stato tenuto nella debita considerazione.
Mi riferisco anche ad alcune problematiche che mi sono state segnalate dalle associazioni di categoria. Il contributo regionale per la pubblicazione di cataloghi da parte delle associazioni è basato, ad esempio, su un numero troppo alto, 10.000 copie. Ci sono associazioni che non hanno la possibilità per cui sarebbe inutile produrre materiale che poi rimane, come spesso accade, inutilizzato.
Ci sono manifestazioni che sono sicuramente strumento di promozione ma che non vengono tenute nella debita considerazione. Si parla che ieri al carnevale di Fano c’è stata una affluenza di 70-80 mila persone. Da parte della Regione ci sono delle cifre ridicole rispetto ad un affluenza di pubblico come questa che nelle tre giornate arriva intorno alle 200 mila persone. Quello è uno strumento di promozione importante che non viene tenuto nella debita considerazione. Come Fano ci sono anche altre manifestazioni, quindi va fatto un discorso serio sul dovere di come intervenire anche economicamente in manifestazioni che portano sul territorio gente da tutta Italia e dall’estero, è uno strumento di promozione che va collegato a pacchetti turistici che possono essere allargati al resto della regione.
Alla fine di questo mio intervento qualcuno potrebbe dire che D’Anna è di minoranza quindi deve andare a cercare il pelo nell’uovo. Questo uovo è abbastanza grande e se di frittata dobbiamo parlare deve essere anche condivisa. Ho qui un quotidiano di ieri che fa riferimento ad un convegno della Confcommercio che dice: “Siamo preoccupati - aggiunge il segretario Massimiliano Polacco - per una programmazione incerta da parte della Regione e i cambiamenti all’interno del servizio non sono chiari”. Ci sono poi delle richieste, simili a quelle che ho enunciato: “Per gli albergatori la Regione quanto prima deve indicare con maggiore chiarezza le risorse destinate al comparto turistico che nel momento figurano inserite in voci che sommano anche altri settori e deve consentire la riqualificazione delle strutture alberghiere alleggerendo la burocrazia necessaria e determinando interventi per agevolare l’accesso al credito istituendo contributi a fondo perduto”.
Questa è una ulteriore testimonianza che questa proposta di atto amministrativo, con tutta la buona volontà che è stata espressa e con tutti i settori che sono stati compresi, non focalizza l’attenzione sugli argomenti principi, espressi in modo molto chiaro anche dalle associazioni di categoria. E’ quindi evidente che l’atto così com’è, pur comprendendo diverse realtà, non focalizza l’attenzione su una seria programmazione e su una continuità, soprattutto non evidenzia le risorse che permettono di attuare questo piano.

Presidenza del Vice Presidente
David Favia

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Condivido questo atto di programmazione turistica per l’anno 2007 dove trovo elementi importanti e interessanti.
E’ vero quanto è stato detto, cioè che è impossibile pensare ad una promozione turistica, ad uno sviluppo del turismo se poi le risorse che si mettono nel settore non sono sufficienti a garantire quanto è nel programma. E’ altrettanto importante però che i finanziamenti che vengono erogati per questo settore siano spesi nella maniera opportuna.
Nella prima dichiarazione che trovo nell’atto stesso c’è una coerenza che apprezzo. Si dice che si ripropone la strategia degli anni precedenti perché ha dato risultati positivi. Non succede spesso che si ammette, che si accetta, di proseguire con una strategia che è già stata fatta e di non voler modificarla per dimostrare di fare qualche cosa di diverso. Se la strategia approntata precedentemente ha dato risultati buoni, così come dichiarato, è giusto che non si sprechino finanziamenti, che non si sprechi impegno, anche di carattere lavorativo e professionale, per andare a cercare strategie diverse. Lo vedremo nei dati se effettivamente corrispondono.
L’altro spunto importante che troviamo riconfermato in questo programma di promozione turistica è il fatto che sia necessario mettere insieme i vari comparti del turismo o i vari comparti di un governo regionale che incidono nel settore turismo. Questo, secondo me, sarà la parte più difficile da attivare, l’ho già detto in altre occasioni, penso sia giusto farlo. Il territorio come il nostro non è molto grande, non ha potenzialità particolari o situazioni che possono trascinare tutto il turismo marchigiano, come avviene invece in altre regioni dove ci sono città – faccio l’esempio di Venezia, Firenze, ecc. – che fanno da traino per tutto il turismo regionale. Qui da noi c’è un turismo diffuso che ha necessità di essere venduto come turismo di un’area territoriale, come un turismo che riguarda tutta la regione. Per questo è necessario mettere insieme i vari comparti dove la Regione interviene, proprio perché è la promozione del territorio in quanto tale, della qualità delle vita in quanto tale, della struttura Regione in quanto tale con tutte le sue potenzialità che possono servire per attirare un turismo nella nostra regione.
Allora va bene che oltre alla cultura che da sempre si lega al turismo, viene naturale legarlo, ci sia anche l’ambiente e il settore agroalimentare che è un settore che tira tantissimo. Lo vediamo anche in televisione, sono tantissimi i servizi legati alla promozione turistica che riguardano il settore agroalimentare. In questo discorso siamo ad un buonissimo livello, i nostri prodotti, che spesso sono prodotti di nicchia ma sempre prodotti di alta qualità, vanno legati a tutto il resto e spesi per una promozione di carattere turistico.
La promozione globale che riguarda anche la pesca, l’industria, l’artigianato, il vino ed altro, quindi il territorio in quanto tale, sicuramente è quello che dovrebbe contemperare la promozione turistica.
Così come il potenziamento degli strumenti e delle analisi. Dobbiamo essere in grado di verificare effettivamente dove dobbiamo andare a mirare per fare una promozione turistica, qual è il settore che più di tutti attira in quel momento. Sappiamo che il turismo è molto variabile, cambia in continuazione, le esigenze del pubblico cambiano in continuazione, anche le mode cambiano in continuazione. Quindi se non siamo in grado di verificare continuamente, attraverso gli strumenti di analisi che abbiamo, di sapere qual è il trend del turismo al momento, potremmo mettere tutti i finanziamenti che abbiamo ma non riusciremmo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi.
In questo senso il finanziamento di questa struttura è assolutamente necessario, anche perché, oltre ai discorsi di mode, di sensibilità cui ho fatto riferimento, ci sono, nell’area globale, anche in Europa, delle aree che improvvisamente, per motivi politici o economici si arricchiscono, che hanno migliorato enormemente la propria situazione. E’ chiaro quindi che in quelle aree dove precedentemente non si è lavorato fortemente perché la stessa situazione economica lo impediva, ci sia un certo tipo di turismo, un’attenzione di carattere turistica, queste aree che ora stanno economicamente emergendo possono essere mercati di altissimo valore.
Volevo porre l’attenzione ai dati di arrivi e di presenze che ci sono all’interno della regione Marche. Questi dati sono più o meno consoni ai dati di arrivi e di presenze che ci sono a livello nazionale, sono dati in crescita, sia a livello nazionale che a livello della nostra regione, questo sicuramente è un punto positivo. Bisognerebbe, però, fare due tipi di valutazione. Ho notato che mentre la crescita degli arrivi e delle presenze nelle strutture alberghiere, sia a livello nazionale che marchigiano, è abbastanza alta, quindi la percentuale è notevole, invece inferiore è la percentuale nelle strutture extra-alberghiere, quindi c’è meno interesse da parte del turismo a utilizzare strutture alberghiere anziché quelle extra-alberghiere. Questo può essere spiegabile per diverse situazioni in Italia, ma per quanto riguarda le Marche la presenza delle strutture extra-albeghiere potrebbe essere incentivata proprio per i motivi che dicevo prima. Tutto il territorio marchigiano va sponsorizzato, va venduto, ha un suo interesse, la distanza tra mare, collina e montagna varia anche se di pochissimi chilometri, quindi consente una presenza che di solito è più lunga rispetto a quella nelle strutture extra-alberghiere. Secondo me questo è un settore su cui si dovrebbe lavorare perché le Marche hanno questa potenzialità.
L’altra nota su cui ancora di più dovrebbe essere posta attenzione è il fatto che mentre in tre province marchigiane, prima Ascoli, poi Pesaro e Macerata, ci sia un incremento notevole di presenze turistiche negli anni precedenti e nell’ultimo anno in particolare, l’incremento residuale è invece nella provincia di Ancona. Qui andrebbe fatta una valutazione, quali sono le motivazioni per cui è successo questo, cioè se la promozione turistica non è stata quella opportuna. Non credo ci siano problemi di offerta turistica perché la provincia di Ancona non ha niente di meno da offrire rispetto alle altre su tutti i settori di cui abbiamo parlato sino ad ora. Anzi la provincia di Ancona ha due strumenti ancora più forti di quanto ne abbiano le altre province, parlo della vicinanza del porto di Ancona e dell’aeroporto. Quindi, se nonostante questa maggiore facilità viaria all’interno della provincia di Ancona l’aumento è residuale rispetto alle altre province, su questo bisogna fare una valutazione, anche con la Provincia stessa, per verificare come si può andare ad incentivare il discorso turistico all’interno della provincia di Ancona.
Per quanto riguarda il progetto osservatorio ho già detto che va benissimo, perché prima della promozione è necessario lo studio, uno studio il più possibile competente in maniera da poter attivare la promozione nella maniera opportuna, come pure il progetto di comunicazione. Se dobbiamo vendere tutto il territorio e se tutto il territorio ha ricchezze varie, conciliabili e compatibili fra di loro, tanto che unite insieme costituiscono la ricchezza del territorio stesso, allora il tema “Vivere le Marche” è assolutamente opportuno. Già precedentemente abbiamo usato altri slogan che hanno reso molto bene la situazione del turismo all’interno delle Marche, perché le Marche vanno vissute, non possono essere una regione in cui si arriva e si sta un giorno o due cogliendone solo le essenzialità, non si scoprirebbe il territorio marchigiano, quello che rappresenta come la qualità della vita, i prodotti, l’accoglienza da parte della popolazione che non è quella tipicamente commerciale che il turista comprende immediatamente ma è quell’accoglienza di chi è abituato a vivere in una regione democratica, quindi di chi accoglie gli altri.
Anche le iniziative a sostegno della commercializzazione sono assolutamente importanti. Qui, se fosse possibile aggiungere dei finanziamenti in più, perché se poi non riusciamo a lavorare e non riusciamo a far lavorare in particolare i tour operator che fanno incoming, sicuramente, nonostante tutta la promozione che possono fare gli enti pubblici, Regione, Provincia e Comune, se non c’è la commercializzazione vera e propria, è difficile che questo avvenga.
Purtroppo qui c’è una nota negativa. Anche a me è capitato di andare ad alcune fiere turistiche, non dico se lo stand della Regione fosse più o meno grande, ma spesso non erano presenti non solo i tour operator ma anche i proprietari delle strutture alberghiere o extra-alberghiere della nostra regione. Quelli sono strumenti importanti dove non può essere soltanto presente l’ente pubblico, è un momento, sopratutto nei work shop, dove si può promuovere e vendere il territorio e la propria struttura, quindi perdiamo un momento importante e rischiamo di far fallire un progetto che dovrebbe portare dei contributi forti. Non so se in questi ultimi periodi è cambiata la situazione ma difficilmente gli operatori turistici, ancora di più i proprietari di strutture, sono presenti in questo tipo di iniziative. Su questo, oltre a lamentarsi che non si fa tanto, bisognerebbe che gli operatori privati fossero più presenti, bisognerebbe lavorare per garantire o sostenere di più la loro presenza, a volte c’è anche una mancanza di conoscenza.
L’ultima nota che volevo fare in questo mio intervento è quella relativa alla film commission. Ne abbiamo parlato moltissimo precedentemente anche nel settore della cultura, questo è un grandissimo veicolo di promozione turistica. Vediamo quanto alcuni filmati, alcune fiction televisive, hanno portato interesse rispetto a certe realtà. Non parlo di Gubbio che era già conosciuta ma sappiamo quanta gente in più si è interessata. Faccio solo un esempio: Montalbano. Ultimamente ho notato che molti viaggi in Sicilia riguardano la costa occidentale, riguardano quelle aree. Non sarà stato per Montalbano, non lo so, comunque effettivamente l’interesse si è spostato soprattutto nella parte occidentale. Noi abbiamo avuto alcuni film legati al territorio marchigiano, quel film stupendo di Nanni Moretti “La stanza del figlio”. Sicuramente quando si gira un film, o una fiction televisiva, la realtà in cui si gira ha un momento di valenza anche economica. Ma devono essere gli esterni di quel territorio che lo rilanciano, i monumenti, il paesaggio o altro, altrimenti si rischia che alla fine ci mettiamo il nome in fondo e non abbiamo altro risultato. Proprio in questi giorni ho sentito che – non so se c’entra niente il film commission, presumo di no – si girerà a Fano o a Pesaro uno sceneggiato televisivo che verrà girato all’interno di un carcere. Va bene che si faccia uno sceneggiato televisivo ma sicuramente dal punto di vista turistico non è quello che aiuta.
Ripeto che, secondo me, questi strumenti hanno una grandissima validità, sono anche costosi, ma se li adoperiamo bisogna fare in modo che promuovano gli esterni e non gli interni, che promuovano i monumenti e i paesaggi della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Per questo programma di promozione turistica, Assessore, ci siamo tutti impegnati affinché questa discussione avvenisse il prima possibile, perché c’è un’esigenza in questa regione di dare delle certezze a un settore che non è stato ben trattato nel passato.
Su questo programma volevo fare delle riflessioni ed esprimere dei pareri a volte non benevoli ma sempre nell’ottica di migliorare e rafforzare lo strumento di cui stiamo discutendo.
Esprimo innanzitutto una sorpresa, Assessore, nel constatare che il piano integrato turismo, artigianato, industria, agroalimentare e pesca del 2006, fiore all’occhiello della neo Giunta regionale, è stato solo una meteora. Questo ragionamento a 360 gradi era stato da noi apprezzato ma è stato accantonato nello strumento di cui stiamo parlando. Penso che oggi sia logico chiedere all’Assessore e alla Giunta se queste idee che sembravano chiare o non lo erano o si sta continuando a non dare dei punti di riferimento al settore, nel gioco del fare e del disfare. E’ ormai abbastanza chiaro che a due anni dal vostro insediamento non notiamo quello scatto, sopratutto nella messa a disposizione di risorse, quella energia nel cambiare la marcia del sostegno e della valorizzazione che, a nostro avviso, è la più strategica condizione per rafforzare il settore del turismo che va a incidere profondamente nel Pil di questa regione.
Sulle risorse finanziarie prendiamo atto che sono sempre meno quelle destinate alla promozione turistica. Si è infatti tornati allo stanziamento uguale a quello del 2002, di 3 milioni e mezzo di euro, dopo che aveva raggiunto negli anni 2003-2005 una disponibilità quasi doppia, grazie ai circa 14 milioni di euro destinati in tre anni al turismo marchigiano dal Governo di centro-destra per favorire lo sviluppo dei sistemi turistici locali e dei progetti di promozione interregionale.
Tenuto conto delle minori risorse finanziarie si ritiene che queste debbano essere ben canalizzate attraverso interventi mirati, sostenute da varie strategie di marketing e di comunicazione. A questo proposito dovrebbero essere evitati quest’anno, data la scarsità di risorse, sprechi finanziari in campagne pubblicitarie di dubbia efficacia, mi riferisco in particolare alla campagna pubblicitaria effettuata nel 2006 nelle stazioni ferroviarie attraverso grandi impianti come quello alla stazione di Milano costato centinaia di migliaia di euro.
Fermo restando la validità di questo mezzo di comunicazione, ci chiediamo se qualcuno abbia capito il messaggio che si voleva trasmettere o peggio ancora se qualcuno sia riuscito a capire che ciò che si voleva pubblicizzare era una regione italiana, in particolare erano le Marche.
Il fondo unico istituito con il recente testo unico del turismo, la legge n. 9, è destinato a sostenere i progetti degli enti locali e i sistemi turistici delle associazioni di categoria delle pro-loco e delle associazioni senza scopo di lucro, la proposta di bilancio destina solo 1 milione e mezzo di euro per promuovere e qualificare concretamente il territorio e le sue eccellenze. Insufficiente è il nostro giudizio. Una seria politica turistica richiede risorse ben maggiori per evitare anche nei fatti una dispersione della parcellizzazione.
Nel programma, inoltre, i criteri di riparto del fondo si riducono a cinque generici parametri e niente più, mentre la definizione più puntuale degli stessi viene demandata a successivo atto del dirigente del servizio turismo, su questo abbiamo presentato, insieme ad altri capigruppo, una proposta di modifica.
Il programma non indica né in che percentuale la Regione compartecipa ai progetti, né quanto pesa ciascuno dei parametri in esso indicati, neppure viene indicata la quota riservata al finanziamento dei progetti presentati dagli enti locali in forma associata e dai sistemi turistici locali. Non si riesce a capire il perché non siano contenuti direttamente nel programma in modo tale da permettere già da subito agli operatori coinvolti di prenderne visione e quindi di attivare le sinergie che questi comportano. Siamo ormai quasi a fine febbraio quindi tutto questo crea incertezza per l’attività degli enti, operatori e associazioni coinvolte, che investono nel settore le loro migliori energie professionali ed economiche, la cui programmazione viene effettuata, tra l’altro, nell’anno precedente.
Si pone inoltre l’attenzione della tragica situazione verificatesi lo scorso anno. I soggetti interessati hanno dovuto aspettare la fine di dicembre per sapere se i progetti presentati erano stati accolti oppure no, e in quali termini finanziari. Ci si auspica che non sia così anche quest’anno.
Inoltre non ci è dato sapere quali siano stati i risultati concreti derivati dall’applicazione dei criteri del 2006. Ci risulta che il riparto è stato formalizzato alla fine di dicembre scorso da un apposito atto amministrativo di cui non ci è stato possibile prenderne visione, è l’unico provvedimento a non apparire anche consultando l’apposito sito web della Regione che consente, oltre che a noi anche ai cittadini, in virtù dei principi della trasparenza della pubblica amministrazione, di poter accedere ai decreti dei dirigenti dei servizi regionali. Questo ci sembra una bizzarra stranezza. Colgo l’occasione per invitare l’Assessore Agostini a verificare con i responsabili dei propri uffici burocratici la motivazione di questa strana anomalia.
Si pone infine l’attenzione sui sistemi turistici locali quali attori fondamentali e maggiormente coinvolti nelle azioni previste dal programma promozionale turistico. La Giunta regionale ha definito con una delibera approvata nel dicembre scorso i criteri e le modalità per il loro riconoscimento, ai sensi dell’articolo 8 del testo unico. Dai criteri in questione si evince che gli stessi vengono sostanzialmente omogeneizzati agli ambiti provinciali, viene infatti stabilito che i sistemi turistici locali devono avere una estensione territoriale che deve corrispondere almeno all’80% del territorio della provincia di riferimento e noi, Presidente, ci eravamo battuti, erano stati approvati emendamenti affinché l’iniziativa dei sistemi turistici locali non andasse in questa direzione. Questa è la dimostrazione che a nulla è servito battersi, discutere durante le fasi di approvazione del testo unico che pure abbiamo avallato, affinché si rispettasse la libera scelta degli operatori e degli enti evitando di creare, in un settore aperto e dinamico come quello del turismo, delle gabbie che debbono coincidere necessariamente con un ambito politico-amministrativo. Ciò significa ridurre il ruolo degli operatori turistici che al contrario debbono costituire la centralità del sistema turistico regionale in quanto sono gli unici capaci di rendere fruibile e vendibile il prodotto turistico di questa regione.
Debbo dire, Assessore, che nei giorni scorsi, in alcuni incontri con gli enti locali, abbiamo potuto constatare con mano quanto scarsi siano i risultati derivanti dall’applicazione dell’articolo 19, quello del vantaggio urbanistico per favorire la riconversione, il potenziamento e l’aumento di categoria delle strutture turistico-alberghiere di questa regione. Un emendamento a firma di alcuni esponenti della maggioranza, infatti, ha castrato sostanzialmente l’operatività di questo articolo e, da quanto ci risulta, non ci sono attualmente in corso richieste di applicazione di questo articolo. Quindi capite che quell’articolo 19 è praticamente un articolo morto della legge regionale sul turismo, del testo unico che abbiamo approvato. Ritengo che soprattutto la maggioranza, il mio è solo un intervento di stimolo, deve prendere atto di questo e rimettere mano, magari con una specificazione maggiore, all’applicazione dell’articolo 19.
Il sottoscritto e altri componenti della Casa delle Libertà hanno presentato degli emendamenti che cercano di potenziare in alcuni settori l’efficacia delle azioni di promozione del settore turistico, ci auspichiamo che essi vengano approvati. Rimando per questo la dichiarazione di voto finale sull’intero atto.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Intervengo per flash su questo piano annuale sul turismo ricordando che è stata modificata la previsione dell’approvazione da parte del Consiglio di un piano triennale proprio per dare possibilità di aggiustamenti e flessibilità agli interventi in questo settore. Quindi annualmente analizzeremo questo piano turistico, bisogna cogliere questa opportunità. Da una parte si poteva pensare che il fatto che non ci sia una programmazione pluriennale fosse un limite, secondo me bisogna cogliere l’opportunità di questa nuova modalità di analisi degli interventi turistici.
Riguardo le risorse disponibili non c’è una quantificazione in questo momento. Negli strumenti di programmazione economica, i piani operativi a livello comunitario, come per esempio all’interno del Fers, ci sono decine di milioni di euro nel periodo di programmazione 2007-2013 che sono per la valorizzazione del territorio a fini turistici. Quindi ci sono le risorse e dobbiamo approfittare di questo primo piano annuale che è ben fatto e traccia un percorso a 360 gradi su come lavorare nel settore turistico. I fondi ci sono e verranno in maniera ingente, oltre che dai fondi nazionali e da quelli regionali, dai fondi comunitari.
Il problema è l’efficacia del percorso che qui viene disegnato. Una funzione fondamentale, viene svolta dal progetto osservatorio, quello che dovrebbe verificare l’efficacia e la rispondenza di tutti gli altri interventi, cioè dovrebbe, oltre che raccogliere i dati sul flusso turistico, sull’andamento dei mercati, quindi indirizzare l’individuazione dei mercati su cui spingere la nostra promozione all’estero, raccogliere anche le informazioni sull’accoglienza, come viene svolta, sui progetti di valorizzazione, sugli effetti delle campagne promo-pubblicitarie. Il Consigliere Capponi aveva posto il problema del dimensionamento dei progetti che devono almeno interessare l’80% di un territorio provinciale. Questo è fondamentale se andiamo nella direzione di far cogliere innanzitutto il prodotto Marche. Questa è una necessità venuta da tutti gli operatori turistici che lavorano sull’incoming, i più grossi operatori turistici stranieri hanno detto che dobbiamo aumentare la visibilità del prodotto Marche e del nostro territorio. In questa direzione è importante, Assessore, il progetto osservatorio in quanto dovrebbe essere lo strumento di studio e di validità dell’intervento portato avanti durante l’anno e dovrebbe essere quello che ci presenta ciò che ha funzionato, ciò che non ha funzionato e quello che bisogna correggere nel piano annuale successivo. Una valutazione dell’efficacia dei nostri interventi, secondo me, non c’è mai stata, o non c’è mai stata in una forma aziendale. Questo è un settore, un comparto economico, che rappresenta dal 6 all’8 al 10% del Pil della nostra regione, è un settore considerato strategico nel programma dell’Unione e nel programma di legislatura del governatore Spacca e dei partiti che lo appoggiano, assorbirà ingenti risorse e deciderà della trasformazione futura delle nostre Marche nei prossimi anni, quindi è bene che questo settore venga gestito in una visione manageriale dell’efficacia degli interventi e delle risorse che qui vengono investite.
Nelle strategie di intervento vedo un limite, quello di indicare all’ultimo punto tra gli obiettivi da raggiungere il rafforzamento dell’immagine dell’intero sistema Marche attraverso la promozione della peculiarità della ricchezza del territorio, al fine di qualificare la proposta regionale nel suo insieme. Secondo me questo non può essere l’ultimo punto delle strategie di intervento ma deve essere al primo, perché da tutti, nelle discussioni, è stato posto il problema dell’individuazione e dell’evidenziazione del prodotto Marche in un progetto complessivo che integri l’internazionalizzazione, il turismo con i prodotti tipici, il turismo con le produzioni di qualità del nostro territorio e con i prodotti artigianali e industriali di qualità riconosciuti all’estero. Quindi anche da un punto di vista di composizione delle strategie di intervento questo deve essere al primo posto, altrimenti non si dà chiaramente l’idea di una strategia che a parole viene definita in un modo e poi mettiamo all’ultimo punto la questione del prodotto Marche.
Altra questione importante è quella del progetto comunicazione. C’è la necessità che, come per l’editoria, il progetto comunicazione, soprattutto dei sistemi on line, venga dotato di una organicità e di un sistema di valori e di priorità. Il Consigliere D’Anna chiedeva a che punto sta la parola Marche all’interno dei vari motori di ricerca. Secondo me il lavoro principale deve essere in questa direzione, cioè che qualsiasi operatore, cliente o turista straniero, cliccando su un motore di ricerca la parola Marche, deve avere la possibilità di scegliere un pacchetto turistico offerto dalla Regione Marche, deve avere la chiara visione del territorio delle Marche, quindi scegliere direttamente on line il settore che interessa, che sia l’agriturismo in montagna o l’agriturismo al mare, l’albergo al mare o in montagna, una fattoria sulle nostre colline o i campeggi.
Ormai va in questa direzione sia il mercato del singolo turista che quello degli operatori a cui il turista si rivolge in qualsiasi altra parte del mondo.
Questo deve essere uno dei settori dove in questo primo anno di applicazione ci deve essere un grossissimo sforzo, uno sforzo di semplificazione, non può essere che ci siano interventi uno sopra l’altro da anni, dove l’intervento di quest’anno fatto dalla Regione Marche si aggiungerà in coda a quelli già esistenti nei singoli sistemi turistici, dai singoli operatori privati o dai singoli Comuni, così non rendiamo efficaci le risorse che indirizziamo per raggiungere un obiettivo. E’ la Regione che deve costruire dei meccanismi per quanto riguarda l’on line, quindi la possibilità di prenotazione informatica, deve evidenziare la possibilità di raggiungere le Marche con un semplice clic attraverso un motore di ricerca. Quando questo avverrà, il 50% del lavoro sarà fatto. Anche gli altri settori, dall’editoria a quello della presenza alle fiere, se gestiti in questo modo all’interno del prodotto Marche, inizieranno a rendere chiara qual è la nostra regione, quali sono i siti, cosa riesce ad offrire.
Attualmente ci sono fiere nelle quali ci sono stand di Comuni, di Province, della Regione, neanche poste vicine l’una all’altro, che non chiariscono che cosa sono le Marche, anzi danno la sensazione che le Marche siano una regione che non ha un sistema turistico organizzato.
Questo piano annuale, che è sistematico, che coglie tutti gli aspetti, dovrà svolgere questo grosso compito, che l’Assessore Agostini dovrà svolgere insieme alla Giunta. Questa è la direzione nella quale dovranno essere incanalate risorse importanti che verranno anche dalla Comunità Europea.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni perché in realtà c’è sempre una forte contraddizione tra le necessità delle risorse e la possibilità degli enti locali a far fronte a queste necessità, soprattutto nel turismo, nella sua programmazione e organizzazione, dove è in vigore una concorrenza senza quartieri.
La globalizzazione ha accentuato questa concorrenza e rischia di spazzare via quelle regioni che sono più deboli dal punto di vista economico e finanziario. La programmazione regionale sta affrontando il problema della promozione e dell’organizzazione del turismo cercando di mettere in rete, con una organizzazione flessibile, la promozione del turismo e soprattutto le bellezze e il patrimonio delle Marche, ma occorre – e qui ho ascoltato alcune citazioni – evitare toni provincialistici che pensano che la regione Marche sia la più bella del mondo, e che le sue difficoltà e i suoi limiti derivino dalla organizzazione o dalle istituzioni che non saprebbero affrontare il problema.
Non è così perché, se possiamo leggere i dati in maniera sommaria – non abbiamo tempo questa mattina e non lo faccio per brevità – nel 2006 le Marche hanno un attivo positivo sul turismo. Non lo dicono solo i dati, che sono pure significativi perché abbiamo 60 mila pernottamenti in più, non sono cose di poco conto, abbiamo 100 mila turisti in più rispetto al 2005, ma lo dicono soprattutto gli operatori del turismo che di solito sono parchi e restii alle esaltazioni.
Quindi, con realismo, diamo per questo, in maniera convinta, il sostegno al piano di promozione turistica. Occorre incentivare le forme nuove di promozione all’estero e in Italia, iniziando dalla Borsa internazionale del turismo che ci sarà tra pochi giorni, dal Salone mondiale del turismo di Parigi che ci sarà a marzo, ed anche l’acquisto di spazi nei quotidiani internazionali possono, se non fare la differenza, costituire un’ulteriore possibilità per il turismo delle Marche, senza comunque pensare che le Marche sono uniche, nel mondo e in Italia, a fare turismo.
L’intesa con gli enti locali, il ruolo delle organizzazioni territoriali del turismo, e tutte quelle possibilità che possono aiutare lo sviluppo economico di questa regione in una visione nazionale ed internazionale, vanno sempre nella giusta direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Ho partecipato ai lavori della III Commissione dove è stata analizzata questa proposta di atto amministrativo. Il gruppo dell’Udc che rappresento ha espresso un voto di astensione, voto che confermo, che significa un’attenzione nei confronti dello sforzo che è stato fatto in direzione di questo settore, condividendo, per esempio, l’analisi e le parole che il collega Binci poco fa ha detto, che il discorso che il turismo vada gestito e impostato in maniera manageriale, va benissimo, ma non è stato fatto, ho qualche dubbio che sarà fatto, ma conoscendo l’impegno che l’Assessore Agostini mette nella gestione delle sue cose abbiamo la speranza che questo avvenga.
Il turismo non lavora da solo, come se fosse una realtà a se stante, ma lavora in simbiosi con tutte le altre attività della regione, industriali, commerciali, agricole, ecc..
Sicuramente un gap che c’è da superare nella nostra regione – lo dico da molto tempo – è quello delle infrastrutture, perché se vogliamo incentivare, al di là del turismo lungo la costa, anche il turismo all’interno dei nostri bellissimi centri delle colline e della montagna, dobbiamo consentire che la gente possa andarci in breve tempo, altrimenti uno non ha più l’interesse e la motivazione per farlo.
Quindi sicuramente vanno bene tutte le iniziative di promozione turistica fatte utilizzando gli strumenti moderni oggi a disposizione, ma dobbiamo fare uno sforzo per superare tutti i ritardi che ci sono sul fronte delle infrastrutture, come quando parliamo di politiche energetiche, sembrerebbe di no invece c’entra molto anche questo.
Su questi due settori mi sono sempre premesso di far pervenire l’attenzione da parte dell’Amministrazione regionale, credo siano ancora attualissimi e indispensabili per far funzionare al meglio la macchina turistica regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Non è questa la sede per fare una riflessione più compiuta su tutte le azioni di politica turistica che dobbiamo fare nelle Marche, cosa che abbiamo fatto con l’approvazione del testo unico, avremo altre occasioni per confrontarci tra di noi sulla complessità e sulla quantità delle politiche turistiche da mettere in piedi.
Mi limiterò a rispondere ad alcune osservazioni che sono state sollevate negli interventi dei Consiglieri, che ringrazio anche per la qualità e l’approfondimento, a partire dai relatori di maggioranza e di minoranza, che hanno messo nel confronto e nel dibattito consiliare.
La prima brevissima considerazione la voglio fare sull’ultimo intervento del Consigliere Viventi, che, ovviamente, da buon uomo di azienda qual è, dà lo spessore e il tenore che noi vorremmo che il turismo acquisisse sempre di più, cioè quello di un vero e proprio settore economico, che entra a pieno titolo nel grande clan dei settori strategici ed economici della Regione e quindi come tale debba essere considerato. Se così è, e lo sforzo che stiamo producendo è sempre più quello di credere in questo settore economico e dare la possibilità e la capacità da parte degli imprenditori di investire sempre di più nel settore, è evidente che c’è una intersettorialità che non può essere non considerata e non può venir meno, dalle infrastrutture all’energia, dalla ricerca alla qualità del prodotto, tutte le parole che nel lessico moderno vengono acquisite per un settore economico devono essere immediatamente traslate anche nel settore del turismo.
La prima considerazione che vorrei fare è sul piano annuale. Nel testo unico la Commissione, il Consiglio, la Giunta e il Governo aderirono a riportare da piano biennale al piano annuale. Diamo coerenza ai nostri ragionamenti, perché qualche mese fa dicemmo che avevamo bisogno di un piano annuale proprio per la flessibilità che il piano di promozione doveva avere, l’adeguamento che dovevamo fare in corso d’opera per cercare di aggredire i mercati migliori, oggi non possiamo dire che manca il piano pluriennale, perché o vale l’uno o vale l’altro, nel testo unico abbiamo fatto la scelta di reinserire il piano annuale.
La compatibilità delle risorse. E’ evidente che se abbiamo inserito nel testo unico che il piano promozionale deve essere approvato entro il 30 ottobre dell’anno precedente, è chiaro che la compatibilità finanziaria avverrà con atto successivo, non mi sembra che ci sia nulla di scollegato, nel piano promozionale prevediamo le azioni e poi cerchiamo di mettere dentro le risorse compatibilmente al discorso del bilancio generale. Questo già aveva un motivo preciso per cui noi inserimmo quella norma nel testo unico, quel vincolo di approvazione del piano di promozione, perché troppo spesso e per troppi anni gli operatori, gli imprenditori turistici, si vedevano approvare il piano delle azioni di promozione quasi a consuntivo. Quindi quest’anno, approvandolo oggi, c’è un primo grande sforzo che la Regione fa per dare uno strumento importante in mano agli operatori turistici tale da poter consentire un minimo di pianificazione nelle azioni di promozione che facciamo.
L’altra cosa che mi pare importante sottolineare è l’osservatorio. Condivido il ragionamento che faceva il Consigliere Binci, cioè che abbiamo costruito questo nuovo importante strumento che deve essere la sede e il luogo dove ricerchiamo i dati, ma insieme a questo dobbiamo anche accompagnare il lavoro dell’osservatorio di ricerca di iniziative nuove, tale da andare a scorgere le possibili nuove nicchie di mercato da aggredire. Quindi il lavoro dell’osservatorio non sarà solo di recepimento dei dati, che pure sono utili per darci lo spaccato di ciò che accade di stagione in stagione, ma anche la possibilità di impostare nuove politiche, nuove azioni, alla ricerca di nuovi mercati.
Se dovessimo oggi fare un bilancio – da questo punto di vista mi sento di aderire alle considerazioni che faceva la Consigliera Mammoli – del turismo nelle Marche per l’anno passato, non può che essere positivo, perché a fronte di un trend nazionale che ritorna ad essere positivo noi incrementiamo si un 3,5% degli arrivi e di un 3,6% delle presenze, quindi un trend che si consolida in maniera forse troppo positiva rispetto alle aspettative che avevamo, da questo punto di vista siamo un po’ preoccupati per il 2007 che speriamo abbia comunque un’ulteriore andamento di crescita. Su quei dati ci sono alcuni elementi che vanno considerati, per esempio un ritorno in positivo dell’affluenza straniera, tra questi soprattutto i nostri mercati di riferimento principali sono quelli del nord Europa, Germania, Inghilterra, Svezia, che hanno dato una risposta di incremento molto forte dal punto di vista degli arrivi, così come avevamo previsto e intuito qualche azione sull’est europeo che possono essere, per quanto riguarda le Marche, i mercati di riferimento. Anche lì abbiamo avuto delle risposte molto importanti ad azioni che abbiamo fatto, pensiamo alla Repubblica Ceca, oggi è il secondo paese in termini di arrivo e di presenze nella regione Marche, questo grazie ad alcuni accordi con tour operator e iniziative che abbiamo fatto in quella realtà. Quindi l’osservatorio ci dovrà accompagnare in questa nuova avventura di ricerche e consolidamento di mercati, in particolare europei.
La visione che abbiamo voluto cercare di spostare è stata quella di dire “prepariamo un prodotto turistico che sia il più rappresentativo della completezza della nostra regione”. Abbiamo un punto di valore molto forte, ha ragione il Consigliere Procaccini, i nostri competitor oggi dal punto di vista turistico sono fortissimi, quindi se ci presentassimo solo con un prodotto molto settorializzato, mare, montagna, saremmo probabilmente spazzati via da competitor molto più importanti. Le iniziative che abbiamo intrapreso, cioè quelle di dare un prodotto il più possibile integrato e raffigurante l’insieme del nostro territorio che ha un valore eccezionale, quello di poter avere una rappresentazione in poco tempo del mare, della montagna, dei parchi, dell’ambiente, delle città storiche, dei borghi medievali, un valore che abbiamo e che abbiamo il dovere di mettere a sistema. Ecco allora Vivere le Marche, la Regione e il paese, l’Italia in una regione, tutti questi slogan che tentano di dare questa rappresentazione, quest’anno riproporremo alla Bit uno stand che è un viaggio all’interno delle Marche per cercare di dare la sensazione che il prodotto turistico della nostra regione sia il più completo e integrato con le eccellenze enograstronomiche, dell’artigianato tipico, quindi le nostre tante eccellenze.
Sul piano di promozione quindi ripresentiamo questa strategia cercando, proprio per la limitazione di fondi che abbiamo, di cogliere alcune opportunità che vi sono state. Lo scorso anno abbiamo avuto risultati importanti nel collegamento con la cultura, pensiamo alla mostra del Gentile da Fabriano, alla mostra sul Leonardo, ad altri eventi di carattere nazionale che si sono determinati, come quest’anno cercheremo di riproporre lo schema turismo-cultura con la mostra del De Magistris a Caldarola, con una possibile mostra di Raffaello a Urbino – ancora tutta da costruire ma nelle possibilità dell’Assessorato turismo cultura – punteremo molto ad un grande evento nazionale dell’1 e 2 settembre, l’agorà dei giovani con la presenza nella piana di Montorso del Papa. Quindi cercando di mettere nel sistema gli eventi che vengono costruiti anche da altri soggetti nelle Marche e dargli da questo punto di vista un respiro anche sul piano della promozione turistica.
Le risorse sono poche, sono quelle che abbiamo, dobbiamo fare tesoro di ciò che abbiamo. Potemmo fare tanto di più ma ritengo che le risorse che abbiamo stanziato in questi anni siano adeguate alla compatibilità del nostro bilancio. Ricordo lo sforzo e il segnale che abbiamo dato con l’iniziativa del patto per lo sviluppo dove abbiamo individuato il turismo come uno dei settori trainante a cui dare maggiore importanza e lì abbiamo inserito 3 milioni aggiuntivi soprattutto per la riqualificazione della rete recettiva dei nostri alberghi. In più quest’anno torniamo ad avere finanziamenti nazionali. Ricordo che la legge n. 135, fatta dall’allora ministro Bersani e finanziata per 3 anni, 2001, 2002 e 2003, dall’allora Governo di centro-sinistra, poi, dal 2004 al 2006, non si sono avute nelle Finanziarie provvidenze di ogni genere, lo stanziamento della legge n. 135 prevedeva zero, quest’anno invece torniamo ad avere provvidenze sostanzialmente in due direzioni: una su quella del portale nazionale a cui faceva riferimento il Consigliere Binci, cioè che per via telematica è sempre più importante avere una rete in grado di poter soddisfare le nuove esigenze del turismo, due, si ritorna ad uno stanziamento triennale nella 135. Da questo punto di vista, con una punta di orgoglio, voglio dire al Consiglio che passiamo in queste due linee finanziarie nazionali da un riparto che ci vede presenti quasi sempre con il 2% del dividendo, siamo riusciti a raddoppiarlo e a passare al 4% attraverso una trattativa che abbiamo sostenuto, quindi avremo qualche risorsa in più da mettere a disposizione sia per la via telematica che per la 135. Certamente, con risorse maggiori si potrebbe fare tanto di più, ma penso che, come abbiamo fatto lo scorso anno, possiamo costruire un piano dove, se finalizziamo bene le azioni che dentro, con molta duttilità, vi sono state poste, possiamo continuare a raggiungere risultati molto importanti.
Relativamente ai consigli che venivano dal capogruppo di Forza Italia, li ho trasmessi al relatore di maggioranza per una sua valutazione, ma, ovviamente, sono per raccogliere queste indicazioni, perché stanno nell’ambito di linee direttrici generali e non settoriali e puntiformi.
L’emendamento per ridare alla Giunta la funzione possibile di eventuale modifica qualora se ne ravvisasse la necessità di deroga rispetto al piano, l’ho proposto io, quindi con molta soddisfazione ringrazio i capigruppo che l’hanno proposto.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione degli emendamenti.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Capponi, Pistarelli, Viventi, Massi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 2 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Subemendamento n. 03 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 3 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 4 dei Consiglieri Ricci, Rocchi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Proposta di atto amministrativo n. 41. La pongo in votazione.

Il Consiglio approva


Mozione n. 153
dei Consiglieri Mollaroli e Altomeni
“Aggressione subita da dirigenti DS nella città di Fano nella notte tra l’1 ed il 2 febbraio 2007”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. Come deciso dal Consiglio l’ordine del giorno reca la mozione n. 153 dei Consiglieri Mollaroli e Altomeni.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. La mozione che ho presentato e che chiedo al Consiglio di discutere e di votare, seppur si rendono necessarie alcune modificazioni perché rispetto al momento in cui è stata presentata sono intervenuti fatti nuovi, riguarda fatti gravi accaduti nella nostra città, dove nella notte tra l’1 e il 2 febbraio due dirigenti dei Democratici di Sinistra hanno subito una violenta aggressione che, nelle modalità in cui il fatto è accaduto e nell’abbigliamento che avevano, si presume trattasi di una azione di soggetti dell’estrema destra. Nelle caratteristiche questa iniziativa ricorda una vera e propria azione squadristica.
Abbiamo presentato questa mozione perché riteniamo sia particolarmente grave il fatto che nella città di Fano, per ben due volte, il Comune abbia autorizzato una manifestazione di Forza Nuova. Una prima volta questo poteva essere “giustificabile” con il dovere di garantire la partecipazione democratica a tutti i soggetti che fanno politica in questa nostra regione, la seconda volta ci è parso un fatto non giustificabile. La seconda volta, in particolare, Forza Nuova voleva tenere nella città di Fano una manifestazione con corteo e fiaccolata in coincidenza con il 10 febbraio, giornata nazionale nella quale si ricorda un fenomeno storico come quello delle Foibe. Fortunatamente, sulla base di una forte pressione popolare, manifestazioni, prese di posizioni e raccolte di firme, la Questura di Pesaro non ha consentito questa manifestazione. Tant’è che nella mozione, presentata prima, chiedevo alla Regione Marche di impegnarsi affinché questo non potesse accadere. La Questura quindi ha dato ragione a chi riteneva preoccupante quella possibile manifestazione, voglio ringraziare il Presidente della Giunta regionale che si è attivato nei confronti del Ministero degli interni perché questo non accadesse.
Con questa mozione voglio essere molto chiara e molto franca in questo contesto, ritengo sia grave ciò che è accaduto nella nostra città, ma altrettanto ritengo sia importante che le nostre istituzioni si impegnino affinché si mantenga nel nostro paese un clima di convivenza e di rispetto delle idee che consenta e stia dentro ai contenuti della nostra Costituzione e degli stili che in questi anni hanno contraddistinto le nostre realtà, dove il confronto politico è sempre avvenuto per via democratica, con un confronto di opinioni, che utilizzasse gli strumenti della partecipazione, gli strumenti dei mass media, e non forme di aggressione come purtroppo è accaduto.
Ritengo quindi sia bene che il Consiglio regionale discuta di questi fatti, si pronunci affinché nella nostra Regione ci si impegni perché questo non accada più e aggiungo, come nella mozione, che ci si attivi in particolare presso le istituzioni scolastiche che sono i luoghi della formazione delle idee, della conoscenza della storia, della circolazione delle notizie e delle informazioni, affinché si consolidi la conoscenza della nostra Costituzione, le ragioni per cui la nostra Costituzione è dichiaratamente antifascista e perché di questi valori si torni a discutere anche nel mondo di oggi.
Sono preoccupata che il confronto nelle nostre realtà ci faccia rivivere momenti di esaltazione e di modalità estremiste che avevamo cancellato nel corso degli anni.
Seppure la mia mozione aveva come urgenza quella di impedire la manifestazione del 10, ritengo che questo Consiglio debba approvarla togliendo dal testo i due riferimenti precisi a quella manifestazione che fortunatamente non è stata consentita. Ritengo siano valide tutte le altre considerazioni che ho espresso, soprattutto l’impegno affinché nella nostra regione ci si confronti tra le idee, quelle che ovviamente sono praticabili dentro il contesto della nostra Carta Costituzionale e soprattutto ci sia un impegno dei valori della nostra Costituzione, in particolare riferiti alle giovani generazioni dove mi sembra più fragile la formazione, quindi dove c’è bisogno di un maggiore impulso e di un nuovo impegno delle Istituzioni sia politiche che scolastiche.

PRESIDENTE. Sono le ore 13.30, dobbiamo votare il proseguimento, abbiamo tempo fino alle ore 14,00.

Il Consiglio approva

Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Francamente sono sconcertato della definizione che la Consigliera Mollaroli ha dato delle Foibe, ha detto un fenomeno storico. Il termine fenomeno è utilizzato in riferimento ad un evento osservabile, talvolta nell’uso corrente, se si tratta di qualcosa di speciale, nel rispetto degli italiani massacrati dai partigiani titini nelle foibe, credo debba essere chiamato con un nome e un cognome. Non è un fenomeno ma semplicemente un omicidio studiato a tavolino, lo ha detto anche il Presidente della Repubblica, per anni questa cosa è stata rimossa, noto che ancora c’è chi lo tratta come un fenomeno.
Detto questo credo che nelle ultime settimane nella città di Fano ci siano state una serie di iniziative e di tensioni alle quali bisogna porre assolutamente fine. Per questa problematica, venuta fuori a ridosso della commemorazione delle vittime uccise dai partigiani titini nelle Foibe, è successo di tutto e di più. Alcune scuole sono state sollecitate dall’amministrazione comunale a non partecipare a una manifestazione organizzata, come prevedono le leggi dello Stato, questo è un fatto grave e antidemocratico. C’è stata una aggressione nella quale gli aggrediti, o i presunti aggrediti, hanno dichiarato di aver notato cinque persone con le teste rasate, con un bomber nero, con dei simboli celtici, con degli occhiali da sole nel buio, ma non sono stati capaci di dire da che macchina sono scesi, qual era il numero di targa, chi c’era lì vicino, senza giustificare niente. Le mani si tengono in tasca, perché per violenta aggressione sette giorni di prognosi è la prassi che si ha, quindi caliamo i toni per non creare quello che è successo o che potrebbe continuare ad accadere.
I due dirigenti dei Ds erano in giro a mezzanotte e mezza quando è accaduto il fatto, sono stati, dicono, aggrediti, contemporaneamente a questo sono apparsi dei manifesti dei Ds attaccati fuori dagli spazi previsti dalla legge…(interruzione)

Pietro MARCOLINI. Non è un buon motivo per bastonarli. Gli atti di violenza, comunque, non vanno giustificati. Per le Foibe si fa un ragionamento per gli atti di violenza se ne fa un altro?!. Non diamo ospitalità ai neonazisti.

Giancarlo D’ANNA. Condanno l’aggressione, Assessore, la storia va fatta. Ho detto e ribadisco che le mani ognuno se le deve tenere nelle proprie tasche, le mani addosso sicuramente non vanno messe, però non va fatta nemmeno un’opera di criminalizzazione di una manifestazione organizzata dal Comune di Fano, non vanno sollecitati gli insegnanti, un Preside, addirittura, si è rifiutato di fare un minuto di silenzio in commemorazione delle Foibe, è stato criminalizzato addirittura il relatore, che poi si è dimostrato tutt’altro che uomo di parte nell’esposizione delle cose durante la manifestazione di commemorazione delle Foibe. Quindi, condannando qualsiasi atto di violenza, da qualsiasi parte venga, non mi sembra corretto questo atteggiamento che vuole la chiusura di un capitolo che ha riportato la città di Fano indietro di trenta anni, e continuare con una mozione di questo genere. I fatti sono avvenuti, la Magistratura sta indagando sull’aggressione accaduta, ma rimane grave anche il comportamento e l’atteggiamento di chi ha preteso che alcuni non manifestassero. Nello stesso giorno si è tenuta una manifestazione dei centri sociali ed in quell’occasione è apparsa una scritta, come testimoniano documentazioni di alcuni quotidiani, contro il poliziotto ucciso durante gli scontri di Catania, una scritta sulla fontana della Fortuna “Raciti game over”, la partita è finita. Quindi caliamo i toni, quella è una città che oggi è amministrata dal centro-destra, una coalizione che prevede i partiti di destra, non trasformiamola in un luogo di scontro e di battaglia politica, chi fa questo si assume delle grosse responsabilità.
Sono da sempre un uomo di destra, non vorrei che ragazzi di 18 anni si ritrovassero come è accaduto a chi parla, con tanto di fotografia nella piazza centrale di Fano, con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono, per invitare qualche "amico" ad andarlo a trovare la sera. Evitiamo chi continua a incidere su questa cosa …(interruzione)

Luciano AGOSTINI. Sono camerati che sbagliano. Siete stati in grado di mettere lo stemma del Comune su una iniziativa politica.

Giancarlo D’ANNA. Non sono camerati, io non devo difendere nessuno. Quello che voglio difendere, Assessore, è semplicemente l’equilibrio civile che in tanti anni …(interruzione)

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompiamo, chi vuole intervenire chieda la parola.

Giancarlo D’ANNA. Assessore, mi scusi, quello che sto dicendo è che chi vuol soffiare sul fuoco corre il rischio di creare tensioni delle quali non c’è assolutamente bisogno. Lo scontro tra giovani di destra e giovani di sinistra c’è stato tanti anni fa, mi auguro che non si ripeta, quindi chiudiamo un capitolo perché da quello scontro chi è uscito fuori vincitore era chi diceva di qua sono cattivi, di là pure, al centro ci siamo noi, ce l'hanno messa in "saccoccia" tutti quanti. C’è chi c’è passato, non vorrei che le nuove generazioni si trovino un’altra volta di fronte ad un atteggiamento di chi dice “quelli avevano la testa rasata quindi sono di destra”. L’altro giorno in piazza con i centri sociali c’era tanta gente con la testa rasata, non dico che sono stati loro perché la testa rasata è anche una moda. Se vogliamo ritornare a dire che quelli con le scarpe a punta sono di destra e quelli con l’eschimo sono di sinistra questa è la strada buona.
Quindi chiudiamo un capitolo, condanniamo la violenza, le mani ognuno se le tenga nelle proprie tasche non addosso a qualcuno.
Noi condanniamo la violenza però condanniamo anche chi vorrebbe trasformare un episodio, ancora tutto da chiarire, in una battaglia politica per mettere in difficoltà l’amministrazione di una città. Questo non va assolutamente bene. Se va condannata la violenza, va condannata anche la strumentalizzazione della violenza, soprattutto fino a quando non vengono trovati i responsabili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni, Presidente, colleghi. Il gruppo dei Comunisti italiani aderisce e voterà la mozione proposta dai Consiglieri Mollaroli e Altomeni ed esprime solidarietà totale ai compagni dei Democratici di Sinistra aggrediti da esponenti di organizzazioni neo fasciste. Sentire in quest’aula una sorta di giustificazione messa sullo stesso piano di fatti così diversi fra di loro sconcerta, testimonia una continuità culturale, se non politica e nominale, perché la storia e le leggi vietano anche l’uso di nomi e di simboli.
Quest’anno si celebra il 60° anniversario della Costituzione, atto fondamentale nato dalla guerra di Liberazione contro i fascisti e contro i tedeschi. Il fatto stesso che la legge principale dello Stato vieta la ricostruzione, nelle varie forme, del partito fascista e delle sue idee, significa che non c’è bisogno di una pacificazione ora per allora, perché l’agibilità democratica è e deve essere garantita.
Gli atti di violenza sono sempre da condannare in tutte le occasioni. Anche sulle Foibe, nella nostra analisi, anche se non è oggi in discussione questo fatto, non deve esserci nessuna rimozione, nessun negazionismo. Le Foibe, è bene ricordarlo ai distratti, a quelli interessati della destra ma anche a quelli sopiti del centro-sinistra e delle forze democratiche, sono stati gli effetti di una guerra di invasione del fascismo e del nazismo verso altri popoli. Qualcuno può avere anche insofferenza in questa aula, ma quella guerra portò alla creazione dei campi di concentramento, ad uccisioni, a stupri, a deportazioni, ad incendiare villaggi che furono rasi al suolo utilizzando i gas, furono italianizzati i nomi che erano allora iugoslavi. Quindi le Foibe, sempre deprecabili, furono effetto di una causa più tragica che non va rimossa.
Voglio ora parlare della mozione sull’aggressione accaduta a Fano, che non è un fatto solo di Fano ma è un fatto in generale, perché è in atto una riabilitazione strisciante del fascismo per una forza autonoma di queste idee che, in qualche modo, in una società senza ideali e senza principi rischia di riemergere. Voi potete ridere ma si è giunti a questi fatti anche perché c’è stata una certa sottovalutazione di alcune forze democratiche che, alla ricerca di una nuova e non richiesta legittimazione, si sono spinte alla rimozione della storia, dei fatti, tutti sono stati messi in una zona grigia, tutti uguali, carnefici ed aggrediti, aggressori e vittime. Noi rappresentiamo, seppur piccola forza ancora, quelle idee e quella necessità di non abbandonare del tutto gli strumenti della critica, anche in un mondo che cambia, diciamo quindi che questi fatti sono gravi e portano a questi fenomeni.
Per cui è giusto che il Consiglio regionale discuta e condanni, la democrazia non si esercita dando agibilità a forme di fascismo e di nazismo si esercita applicando la Costituzione e applicando la necessità della convivenza democratica che parla a tutti i cittadini, nella prospettiva di una società migliore, con delle idee salde che facciano progredire, in una autonoma convivenza, idee che in tempi moderni vogliono celebrare non un museo polveroso ma guardare al presente e al futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. A nome dei Democratici di Sinistra ringrazio tutti coloro che dopo questo fatto hanno espresso la solidarietà ai compagni che sono stati coinvolti in questa brutale aggressione. Sono state parole da noi valutate e valorizzate molto positivamente per l’attenzione che molti esponenti delle Istituzioni, a partire dal Presidente della Giunta regionale e dei partiti politici, hanno avuto nei nostri confronti e nei confronti del Segretario dell’Unione comunale di Fano e di Samuele Mascarini dell’esecutivo nazionale della Sinistra giovanile.
Ho ascoltato, oltre l’intervento della Consigliera Mollaroli, quello del Consigliere D’Anna. Oggi parliamo della questione che attiene ad una situazione che a Fano non è nata perché i Ds hanno appeso qualche manifesto fuori dagli spazi, allora a Roma che i manifesti di Alleanza Nazionale sono sempre affissi fuori dagli spazi ci sarebbero sempre brutali aggressioni. Diciamo che la motivazione per cui nasce quell’aggressione è perché si pensa che la violenza risolva quello che non risolvono le parole. Da questa aula, dove si fanno le leggi, quindi la massima espressione democratica della nostra regione, credo debba venire una forte condanna a chi pensa che attraverso la violenza e le aggressioni si possa avere la ragione che non ha.
Nella città di Fano la posizione dei Ds è di avversione rispetto alla politica di quella Giunta perché non la condividiamo, credo che questa sia un’azione che all’opposizione deve essere riconosciuta, come è riconosciuta nel Consiglio regionale e in qualunque altra istituzione democratica. Cosa diversa è esprimere una motivazione politica, un dissenso politico sul fatto che la città di Fano ospiti iniziative promosse da associazioni neo-fasciste. Se è questo, se democraticamente lo si afferma, credo che la risposta non possa essere l’aggressione a mezzanotte e mezza. Vorrei ricordare al Consigliere D’Anna che ancora non è stato istituito il coprifuoco quindi se due persone passeggiano sul corso di Fano a quell’ora, come accade in moltissime altre città delle Marche, non devono temere di essere aggredite, né dobbiamo chiedere loro di rintracciare la macchina di chi li ha aggrediti, questo spetta alle forze dell’ordine, tra l’altro, dopo che uno è stato picchiato è difficile che si ricordi di prendere la targa della macchina o si ricordi il modello di macchina di coloro che lo hanno aggredito. Non ci si può attaccare agli specchi, avrei voluto dal Consigliere D’Anna parole severe di condanna nei confronti di chi ha esplicitato questa azione, riconoscendo che ci possono essere in quelle associazioni delle persone che, tra l’altro, non fanno bene nemmeno a quell’associazione, che pensano che con la violenza si risolvono le questioni, che non hanno nulla a che vedere con l’opposizione che noi svolgiamo in quella città. Sulla decisione del Sindaco di affidare la sala del Consiglio comunale a quell’iniziativa, credo ci debba essere una riflessione che devono fare i compagni e le forze di opposizione di Fano. Per quanto mi riguarda credo sia stata inopportuna e assolutamente non condivisibile l’azione del Sindaco di Fano e che non ci sia una questione di responsabilità amministrativa, ma se le azioni che vengono espletate lì producono una seria frattura nel sentimento della società civile di Fano, il Sindaco l’avrebbe dovuto valutare prima e non dopo che due suoi cittadini sono stati aggrediti e brutalmente picchiati. Se sono poi sette o dieci i giorni di prognosi, tra l’altro per fortuna, non si dovrebbe valutare la gravità del fatto che uno viene picchiato da quanti giorni i medici assegnano nel certificato. Se uno mi spara e non mi prende probabilmente non mi danno nemmeno un giorno di prognosi ma mi ha sparato, quindi la valutazione è sulla brutalità dell’aggressione non sulle conseguenze. Data anche la giovane età dei ragazzi coinvolti questo ha anche più valore.
Mi aspetto da questo Consiglio l’approvazione della mozione presentata dalla Consigliera Mollaroli e dal Consigliere Altomeni, quindi una ferma condanna di quello che è accaduto e il richiamo, prima di tutto a noi stessi e alle Istituzioni delle Marche, di evitare che azioni che possono creare tensioni nelle nostre città debbano essere valutate e meditate prima che accadano, piangere sul latte versato molte volte è poco utile. Se a quell’aggressione invece di sette giorni fossero seguite cose ben più gravi per la salute e la vita di quei due ragazzi, oggi probabilmente si discuterebbe con un altro tono.
Credo quindi sia un insegnamento, soprattutto perché la città di Fano è una città civile che ha una forte tradizione democratica, quindi ancora di più quel fatto ha ferito e ferisce la nostra vita democratica e le nostre Istituzioni. Chiedo al Consiglio l’approvazione della mozione presentata dai Consiglieri Mollaroli e Altomeni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Voglio subito andare in capo a qualsiasi equivoco. Alleanza Nazionale condanna assolutamente qualsiasi fatto delittuoso, di qualsiasi violenza, perpetuato nei confronti di persone fisiche, o danni arrecati a patrimoni. Ci auguriamo che l’attività delle forze inquirenti producano quanto prima un risultato efficace, si conosca il nome e cognome di chi ha agito che dovrà essere conseguentemente punito.
Detto questo, che ci sembrava quantomeno doveroso, è evidente che un documento di questo genere, che trasuda strumentalizzazione politica, che vuole portare al centro una questione che, secondo noi, dovrebbe essere condannata in modo deciso ma non così enfatizzata, anche perché qui si chiede un impegno per un evento che è già trascorso e si fa un generico riferimento a questioni di carattere politico-ideologico che aprirebbero in questo momento un dibattito assolutamente pretestuoso.
Non sta a noi né ad Alleanza Nazionale difendere le ragioni, gli interessi di Forza Nuova. E’ una associazione che, seppur con contenuti contestabili, non condivisibili, comunque esprime un pensiero. A mia memoria non risultano manifestazioni – lo dico per onor di cronaca – della destra o dell’estrema destra, così come è citato, che non sia mai avvenuta all’interno dei permessi delle autorità, quelle politiche, quelle dichiarate istituzionali, i Comuni, e quelle delle forze dell’ordine. Non è mai avvenuta una manifestazione al di fuori dei confini della legalità, mai. Cosa ben diversa si dovrebbe dire per organizzazioni che stanno diametralmente opposte, oggi questo non è motivo di discussione ma lo sarà perché a questo punto bisognerà fare i necessari distinguo.
Ripeto, non sta a noi difendere, se non il principio cardine della Costituzione qui citata, che è appunto la libertà di espressione. Le cronache locali erano continuamente fatte oggetto, da parte di associazioni benemerite, associazioni importanti, che hanno un certo ruolo sociale, perché questa manifestazione non si dovesse tenere, perché i contenuti erano scomodi politicamente, perché comunque l’avversario doveva essere negato fisicamente. Questo è assolutamente inaccettabile, non è possibile negare l’opportunità a una qualsiasi associazione che democraticamente richiede i necessari permessi, che democraticamente e non violentemente esprime un pensiero, qualsiasi esso sia, gli viene negata la possibilità di esprimersi all’interno di un convegno o di una manifestazione. Secondo le regole democratiche qualsiasi associazione deve essere tutelata e non scoraggiata. Poi si può entrare nel merito, si può dibattere, si può contestare il contenuto della manifestazione, anche questa è libertà di espressione. Ma dai discorsi e dalle argomentazioni che si pongono a sostegno di questa mozione vedo la negazione dell’identità, non di una persona fisica ma di una associazione o comunque di un movimento.
Non sta a noi difendere le ragioni di Forza Nuova, ci sono delle differenze importanti che ci differenziano, come differenziano Rifondazione dai Democratici di Sinistra o dai Comunisti italiani, differenziazioni sostanziali che hanno portato ad un allontanamento politico. Ma da qui a negare il diritto di pensiero ce ne corre, e questo non potrà che vederci contrari comunque e sempre nei confronti di qualsiasi associazione culturale o politica, di qualsiasi orientamento.
Ecco perché riteniamo assolutamente pretestuosa, assolutamente inutile, anzi direi pericolosa, per i contenuti e per i temi che sono stati prodotti qui in aula. Ritengo debbano essere condannate tutte le forme di violenza ma attenzione perché certe argomentazioni possono soltanto fomentarle.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Approverò questa mozione, la Consigliera Mollaroli ha fatto bene a presentarla perché quello che è accaduto a Fano, al di là che siano 6-7-10 giorni, come diceva la collega Giannini, non è quello il problema, è un fatto gravissimo. Che si siano voluti utilizzare certi mezzi per opporsi a chi in quel momento tranquillamente la pensava diversamente da chi quei modi ha utilizzato, è una cosa che non è accettabile in una regione come la nostra che è altamente democratica e in una città come Fano che, qualunque sia l’amministrazione che la governa, è sicuramente una città altamente democratica. Sicuramente sono stati fatti errori per quello che è successo e su cui bisognava discutere prima.
Nell’ultimo Consiglio è girato un documento da parte dell’Anpi dove si chiedeva la sottoscrizione dei Consiglieri regionali. Io non ho firmato quel documento e alla luce di quello che è successo sono ulteriormente convinta che non lo dovessi fare. Visto quello che stava succedendo, quello di cui si stava parlando sulla stampa, quello che si temeva sarebbe successo, secondo me, i Consiglieri regionali non dovevano firmare un documento o fare un comunicato stampa ma dovevano proporre una propria mozione per fare una discussione all’interno dell’aula di questo Consiglio regionale, magari dividendosi – oggi mi auguravo non ci saremmo divisi visto che si parla di una aggressione – per affrontare il problema di quello che stava accadendo. I Consiglieri regionali rappresentano l’Istituzione che ha il diritto e il dovere di esporsi per ciò rappresenta. C’è anche un motivo in più per cui non ho firmato quel documento, secondo me c’era una certa sottovalutazione del problema delle Foibe. Con grande piacere ho ascoltato le parole del Presidente della Repubblica che ha parlato di questo fatto. Quello che è ancora più grave, mi rivolgo al centro destra, è che rispetto a tragedie di tale portata, soprattutto se il centro-destra le ritiene tragedie di tale portata, non può essere che si trasformino in valutazioni di carattere politico, che si strumentalizzino quei morti. Questa è la cosa più vergognosa e inaccettabile che si possa fare, né da una parte né dall’altra si devono strumentalizzare i morti, soprattutto quando ci sono fatti realmente accaduti.
Quindi va benissimo sia stato presentato questo documento, però abbiamo perso una occasione perché lo dovevamo presentare prima che quei fatti accadessero, su quelli confrontarci e non lasciarli in mano a chi li vuole strumentalizzare, saranno poi le Istituzioni che ne dovranno parlare con la serietà che richiedono quei fatti, soprattutto nel rispetto delle vittime succubi dei fatti stessi.
Approvo sicuramente questo documento, ringrazio i Consiglieri di averlo presentato. Mi dispiace che non siamo tutti d’accordo su questo documento, sul fatto cioè che non si debba assolutamente accettare e quindi condannare ogni tipo di brutalità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendo la parola anche se sull’argomento iscritto d’urgenza all’ordine del giorno non ho potuto fare tutti gli approfondimenti che avrei gradito fare. Dalla discussione e soprattutto dalla presentazione di questa mozione traspare qualcosa che non è assonante con le dichiarazioni che sono state fatte.
Il gruppo di Forza Italia condanna gravemente i fatti che sono avvenuti a Fano. Una condanna di questo tipo, però, non può essere svolta con una mozione di questo tenore. Siamo contro qualsiasi forma di violenza che riporti in auge alcuni passati storici della politica italiana. Ritengo che una mozione di condanna di questo tipo poteva essere svolta con metodi e modi molto più condivisi.

Adriana MOLLAROLI. A Fano non avete chiesto di fare neanche un Consiglio straordinario.

Franco CAPPONI. Ho detto che non conosco tutte le vicende però mi sembra che nulla sia stato accertato ufficialmente. Condanno quello che è avvenuto ma non penso che oggi si possa presupporre una condanna di natura esclusivamente politica.
Questo documento tende a inasprire e a far rivivere momenti che nessuno pensa più di vivere, è un po’ retrodatato ideologicamente. Consigliera Mollaroli, abbiamo superato questo periodo storico, siamo un poco più avanti, condanniamo questi eventi come si condanna qualsiasi attentato, qualsiasi altro fatto malavitoso o di qualsiasi altro genere, ma non era il caso di esaltarlo a queste valenze fino a quando i fatti non verranno dimostrati.
La condanna sul fatto c’è ma non ritengo che da questo si dovesse degenerare in una discussione politica di questo livello. Mi ritengo forza antifascista, contro qualsiasi forma di violenza politica, come c'è invece da esponenti no-global o di altri che stanno al governo oggi con il centro sinistra. Condanno tutte queste cose ma le vorrei condannare con i fatti e non con l’ideologia, con il ripristinare di alcuni vecchi schemi che non sono più logici né in questa regione né in Italia. Non mi sembra che state facendo una battaglia che pensi a un futuro diverso, facciamo ancora battaglie che guardano il passato.
Su questo terreno condanniamo quello che è avvenuto ma non veniamo su giudizi di questo tipo. Sulla limitazione di libertà che la Costituzione garantisce a tutti, non è possibile che un Consiglio comunale istighi a non svolgere una manifestazione democraticamente autorizzata da un ente che avrà preso tutte le delucidazioni e tutte le informazioni sul caso.
Quindi vi chiediamo di modificare questa mozione portandola ad un atto di tutto il Consiglio regionale, non solo di una parte, perché pecca sostanzialmente di una speculazione di tipo politico che non riteniamo oggi abbia senso e logica, altrimenti non voteremo e usciremo dall’aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Voglio partire da alcune considerazioni che faceva il Consigliere Capponi, cioè dal fatto che questa sia una mozione retrodatata che parla di storia ormai passata. Purtroppo da un lato sappiamo che la storia tende a ripetersi – lo dicono anche eminenti filosofi appartenenti non alla mia parte politica, anzi principalmente è una preposizione politica che viene da filosofi a cui si rifà la cultura di destra e non quella di sinistra, quella per cui la storia tende a ripetersi – e dall’altro non è qualcosa che parla di ipotesi, di fatti futuribili, di minacce imminenti, ma parla di fatti avvenuti, di cose che succedono, sono successe nella nostra regione, fanno scalpore perché sono successe forse dopo tanti anni che episodi di questo tipo non avvenivano ma che purtroppo sono da un po’ di tempo all’ordine della cronaca in tutta Italia, per non parlare del resto d’Europa. Quindi fa tutt’altro che porre un problema datato o superato, secondo me pone un problema di stringente attualità perché parla di fatti concreti, di cose che sono successe.
Tra l’altro, altra cosa che non capisco da alcuni interventi che mi hanno preceduto, è proprio il voler trovare in una mozione che è assolutamente tecnica nella sua stesura, contenuti di strumentalizzazione. Sto a quello che abbiamo scritto, tanto più sto a quello che abbiamo scritto con l’annuncio della Consigliera Mollaroli, di emendare la mozione nella parte che riguarda la manifestazione del 10 febbraio che è superata, quindi rimane un testo assolutamente chiaro, leggibile, senza nessuna dietrologia, che non parla di Foibe, né di altre questioni, su cui potremmo volentieri aprire un dibattito, ma che in questa mozione non ci sono. Questa mozione parla di una condanna di un atto di violenza, quindi è la mozione che andrò a votare. Quello che mi preoccupa è che dall’altra parte ci sia una volontà di lettura di quel tipo di questo documento, per giustificare la volontà di non votarla che non riesco a capire perché parliamo di una condanna di un atto di violenza. Purtroppo il fatto è che la politica può avere anche toni particolarmente accesi, a volte anche sopra le righe, è comprensibile, però parliamo di toni, di verbalità, ma quando la politica sfocia e passa quella soglia sottile che va dalla verbalità all’uso delle mani e della violenza e della forza, quello è il momento in cui le istituzioni, i partiti, chi crede nella democrazia, perde. Qui purtroppo siamo in una situazione in cui abbiamo perso, quella sottile soglia è stata varcata e si è passati da uno scontro verbale, anche feroce che c’era a Fano rispetto alla presenza di questa forza politica, all’uso materiale delle mani. Questo è il dato di fatto da cui parte questa mozione, cioè la condanna del superamento di questa linea.
Più in generale il problema è che questi fatti, anzi il clima che, secondo me, da qualche mese in questa regione si sta respirando dal punto di vista politico per la presenza di forze politiche di questo tipo, ci dovrebbero far preoccupare più in generale, perché purtroppo qualcuno qui dice che sono fatti superati, Consigliere Capponi, altri dicono che rischiano di ritornare, si rivivono in qualche modo situazioni che la storia di questo paese già ci ha fatto vedere. Un processo di trasformazione della politica sul piano della violenza, sul piano della forza, non avviene mai in maniera brutale da un giorno all’altro, un colpo di Stato, una dittatura, un regime, non si instaurano all’improvviso perché alcune persone una mattina si svegliano e decidono di fare un colpo di Stato, ma è un processo fatto di passi lenti, uno dietro l’altro, e di progressive e continue sottovalutazioni del problema. Comincia da piccoli atti, da piccole situazioni che vengono ignorate, condannate con leggerezza, lasciate perdere, e poi ci si risveglia una mattina in una situazione drammatica arrivata al punto tale che non si può più porre rimedio. Questo è il motivo per cui, quando succedono queste cose, l’attenzione delle Istituzioni deve essere alta e immediata ed avere prese di posizioni chiare, perché poi il punto di partenza più o meno si intuisce ma il punto di arrivo a cui si può arrivare può essere sempre di proporzioni molto preoccupanti.
Ammesso che le democrazie hanno una storia lunga – cosa di cui ho sempre dubitato – sono più solide, la nostra democrazia ha per di più l’aggravante di non avere una storia particolarmente lunga, quindi è tutt’altro che solida. Anche qui la storia più recente di questo Paese ce l’ha dimostrato e ribadito. Negli anni ’70 abbiamo visto quanto questo Paese abbia rischiato un pesante ritorno indietro. In quegli anni episodi di questo tipo erano all’ordine del giorno, si partiva da situazioni “limitate”, “piccole”, sottovalutate come potrebbe essere per questa e come alcuni tendono a fare per questa. Non a caso dentro quell’organizzazione politica ci sono personaggi che con quegli anni, con quelle storie, con quei processi hanno implicazioni pesanti, che poi sono cadute in prescrizione, passate nella giustizia italiana in maniera più o meno ripulita, ma sappiamo bene che esponenti di quella forza politica hanno implicazioni pesantissime sui fatti di quegli anni.
Tanto più mi preoccupo perché mi chiedo, girando questa città, ma anche la mia, come una forza politica di quel tipo – che nella mia città ha una militanza piccola, fatta di poche persone, tra l’altro molto giovani – riesca a trovare le risorse economiche, umane, le energie materiali per organizzare con tale forza una propaganda e una presenza politica sul territorio della portata che vediamo in questa città o in altre delle Marche. Siccome gli anni ’70 ci hanno insegnato che spesso la forza di quei movimenti era data non dal numero delle persone o dal radicamento di quelle persone nel tessuto sociale e dal fatto che le persone sposassero le loro ideologie, ma dal fatto che questi soggetti fossero ampiamente finanziati, sovvenzionati e sostenuti da determinati soggetti più o meno parastatali, più o meno privati. Questa è una domanda che mi sto ponendo da alcuni mesi con preoccupazione rispetto a una storia che abbiamo vissuto, e che dopo questi fatti non fa che accrescere.
Il Consigliere D’Anna poneva il fatto che con questa mozione si vuole strumentalizzare per attaccare l’amministrazione comunale a Fano. Personalmente credo che l’amministrazione comunale di Fano su questa vicenda si sia fatta del male da sola senza bisogno di ribadire la questione, senza bisogno di strumentalizzarla. Eravamo in una situazione dove il Sindaco, di fronte alle perplessità espresse da alcune forze sociali e politiche rispetto a quelle autorizzazioni, ha fatto una difesa strenua sui giornali, addirittura accusando chi poneva il problema di strumentalizzazione, ecc., per cui la sua scelta di autorizzarla era assolutamente legittima e incontrovertibile, e il giorno dopo i fatti, ha firmato una petizione, tra l’altro indirizzata a se stesso, in cui si chiedeva al Sindaco di revocare l’autorizzazione, dichiarando poi sui giornali che in fondo era vero che non doveva autorizzarla.
L’ultima questione è sull’emendamento che propone il Consigliere Favia, sono favorevole a questo emendamento se questo può essere il modo per allargare il consenso su questa mozione, anche se poi dovremmo entrare nella discussione Olocausto, Foibe, evitiamo, diciamo che la scuola ha una funzione in questo senso, e la eserciti al di là dell’antifascismo. Quello che l’emendamento del Consigliere Favia mi fa pensare è che questi fatti, l’Olocausto, le Foibe, e fatti di questo genere, sono legati strettamente ad una cultura della guerra che a sua volta discende dalla cultura della violenza, cioè dalla situazione in cui la politica discussa cede il passo alle mani e alla violenza che portata su scala internazionale diventa cedere il passo alle armi e all’uso della forza. E’ una fase storica in cui viviamo questo in maniera pesantissima e con grosse responsabilità da parte del nostro Paese. Questo di cui parliamo, l’Olocausto, le Foibe, e la violenza in determinati casi, è la conseguenza di quella. Quindi colgo questa cosa nell’ottica di rifiuto di quel tipo di cultura, la cultura della violenza che poi si traduce in violenza politica armata, civile, all’interno di una paese, o in guerra a livello internazionale, che dobbiamo condannare sempre, in qualunque caso. L’uso della guerra non è mai giustificabile, non esistono guerre umanitarie, guerre giustificabili o accettabili, così come la violenza, in qualunque caso, in politica non è mai accettabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Favia.

David FAVIA. Ho presentato questo emendamento ma voterò questa mozione anche se venisse bocciato, perché un atto di violenza è comunque censurabile e condannabile.
Debbo anche dire che non mi piace il clima di questo dibattito, né da una parte né dall’altra, il mio emendamento è in qualche modo provocatorio. Dico questo perché da una parte non mi piace l’atteggiamento che ha preso tutta l’opposizione, o quasi tutta, non ho sentito gli esponenti dell’Udc, di strenua difesa, quasi ci fossero in questa mozione dei convitati di pietra, il centro-destra sembra quasi arroccarsi a difesa dell’operato del Sindaco di Fano, dove è in amministrazione e, atteggiamento ancor peggiore, il tentativo a difesa di un movimento che, caro amico Silvetti, è vero che è un movimento ma ha le sue pecche, ha i distinguo da fare a suo proposito, non una qualsiasi manifestazione di un qualsiasi movimento può essere accettata quando è sempre limitrofo alla violenza o comunque alla strumentalizzazione.
Raccolgo l’invito del Consigliere Capponi e prego la mia parte politica di accoglierlo, di trovare la definizione di un testo comune, perché dividersi sulla condanna di un atto di violenza mi sembra veramente, da parte di questo Consiglio regionale e da parte di tutti i gruppi che lo compongono, una follia.
Così come non mi piace il trattamento riservato all’altro convitato di pietra dalla coalizione di cui faccio parte, che è l’oggetto della manifestazione che si voleva fare a Fano, quasi ci sia paura a condannare …(interruzione)

Adriana MOLLAROLI. Non si fa il processo alle intenzioni.

David FAVIA. Sto facendo un processo alle intenzioni, perché a mio giudizio va chiuso un cerchio.
Quella manifestazione era sottesa a condannare, poi i fatti sono trascesi è stato ovviamente sbagliato e censurabile, un fatto storicamente censurabile nei confronti del quale c’è stata da una parte politica per lungo tempo difficoltà alla censura, credo che dovremmo dimostrare tutti – per questo faccio l’appello a tutti – di … (interruzione)

Adriana MOLLAROLI. Abbiamo fatto una legge.

David FAVIA. Benissimo, c’è una legge che istituisce la Giornata del ricordo che è il 10 febbraio, c’è una legge che istituisce la Giornata della Memoria che è il 27 gennaio, il Consiglio regionale ha partecipato ad entrambe le manifestazioni. A Fano questa manifestazione doveva essere fatta proprio nella censura delle Foibe, quindi dobbiamo censurare da una parte il comportamento violento di questi signori ma non guasta, a mio giudizio, ricordare nel dispositivo di questa mozione che le scuole marchigiane devono mantenere viva la conoscenza della storia italiana del dopoguerra, in particolare si dice che devono ricordare la liberazione del nostro paese dal nazifascismo, non mi sembra momento inferiore ricordare, proprio nell’ottica di ripudio della violenza e della guerra, di cui parlava prima il Consigliere Altomeni, l’orrore dell’Olocausto e delle Foibe. E’ vero che hanno alle spalle, come prima accennava il Consigliere Procaccini, l’orrore delle violenze fasciste, ma non è possibile, sebbene in maniera sottesa, giustificare una strage orribile con una provocazione che, a mio giudizio, è impossibile porre alle spalle di una violenza nei confronti, non solo dei fascisti provocatori, non sarebbe stata comunque giustificata come strage o come violenza, ma nei confronti di tanti italiani i cui epigoni abbiamo poi accolto nella nostra regione, nella nostra città, li abbiamo ricordati sabato con la scopertura di una targa all’università di economia e commercio di Villarey. Quella caserma ha ospitato tanti esuli giuliani e dalmati.
Se vogliamo essere equilibrati condanniamo tutte le violenze, comprese, da ultimo, questo gesto. Ricordo quello che ho detto all’inizio, voterò comunque questa mozione ma faccio appello a tutti perché si trovi una composizione, perché uscire da quest’aula – lo dico soprattutto al centro-destra – senza un voto unanime contro questo atto di violenza di Fano è una vergogna.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Sono stupito da alcune riflessioni su questo dibattito, la mozione mi sembrava semplice, equilibrata, particolarmente attenta a costruire attorno a se un consenso più vasto delle forze politiche che l’avevano proposta, perché di un fatto si parla, un fatto gravissimo, che è sinonimo di una situazione grave, ancora più grave, cioè quella di una sottovalutazione che in questi anni è stata fatta del ritorno di ideologie, condannate non solo dalla storia ma anche dalla nostra Carta Costituzionale, quindi fanno parte dei valori fondanti di questa comunità, quando intendo comunità intendo il nostro Paese nel suo complesso. Una mozione che poteva e doveva evitare quei pericoli che in alcuni interventi ho ascoltato, il pericolo di avere lo sguardo e l’attenzione tutta volta all’indietro. In realtà questa mozione propone di nuovo una attenzione e una preoccupazione affinché da quel passato, che nessuno di noi vuol far riemergere, non solo ritornino momenti particolarmente gravi per il nostro Paese, ma con essi ritorni il rischio grave di un minare la democrazia.
Sono intervenuto non tanto per chiosare il dibattito, non è questo il mio compito, ma perché ritengo, e vorrei invitare il Consigliere Favia a riflettere, che sul suo pur lodevole tentativo, attraverso l'emendamento, di costruire quella impossibile unità, perché si è mostrata impossibile nell’accezione e nella misura degli interventi, sul tentativo di allargare la riflessione su questo squarcio. Ho ascoltato l’intervento e ho capito che l’emendamento aveva questo tentativo. Penso che l’emendamento sia particolarmente rischioso perché l'oggettiva equiparazione dell’Olocausto alla drammatica e dolorosissima vicenda delle Foibe in realtà, anziché una operazione di chiarezza produce una operazione di gravissima confusione, non perché la storia decide anche delle ragioni e dei torti, non è quello, perché le ragioni e i torti non sono quelle delle vittime, di chi è morto e di chi ha dato la vita, non è quello. E’ perché rischia veramente di aiutare quella confusione grave che c'è stata e che può esserci. Quando sono state istituite la Giornata della memoria e la Giornata del ricordo, ho pensato che si facesse un gravissimo errore che addirittura sta producendo riflessioni superficiali anche da parte di autorità e di alte cariche dello Stato. Sono due vicende diverse, l’Olocausto è la più orrenda delle tragedie del ventesimo secolo, anzi una delle più orrende tragedie dell’umanità, ha una natura e una storia definita. La vicenda delle Foibe è ben diversa, mi permetto anche di correggere il Consigliere Procaccini, non è solo il frutto drammatico e durissimo del tallone fascista in quelle terre, purtroppo non è solo quello, ma demanda una storia ancora più cupa, quella dei nazionalismi che hanno segnato tutta la vicenda dell’800, è una storia di questo tipo che però ha anche connotazioni molto evidenti nei soggetti sociali che li rappresentano.
Per amore di unità è bene che il Consiglio trovi il massimo del consenso su una mozione che condanna un fatto violento e pericoloso, ma per amore di questo si rischia di aprire o creare quelle confusioni dove poi seminano e germogliano quegli atteggiamenti che hanno prodotto le vicende come quelle di Fano.
Inviterei i Consiglieri a navigare qualche volta su internet per verificare cosa è, per esempio, e cosa rappresenta, una forza politica che dice di aver fatto dei percorsi democratici, come Forza Nuova. C’è da rimanere allibiti, qui non si tratta di differenze politiche, non si tratta di sensibilità, non si tratta di culture, ma di altro, quei pericoli vanno segnalati subito e combattuti subito con la stessa decisione. Per vincerli c’è bisogno della chiarezza e della determinazione, ecco perché mi atterrei a questa mozione e alle sue caratteristiche.

PRESIDENTE. Sospendiamo il Consiglio per cinque minuti.

La seduta è sospesa alle ore 14.30

La seduta riprende alle ore 14.35

Adriana MOLLAROLI. Indico quali sono gli emendamenti. Nel primo capoverso aggiungere prima “dell’ultra destra” la parola “presumibilmente”; sopprimere il punto che inizia con la parola “rilevato”; quello che inizia con “esprime condanna” sì, quello che inizia con “esprime altresì”, no; Dopo “invita il presidente della Giunta ad operarsi affinché”, il primo punto, no, perché la manifestazione non c’è più, aggiungere dopo le parole “vigilanza antifascista“ le parole “e verso ogni forma di violenza politica”; nella parte riferita alle scuole “le scuole marchigiane mantengano viva la conoscenza della storia italiana del dopoguerra, senza negoziazione, in particolar modo, della liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, e a diffondere i valori della Costituzione”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli per dichiarazione di voto.

Fabio PISTARELLI. Molto brevemente poiché il dibattito ha visto già più voci intervenire.
Il testo della Consigliera Mollaroli è sicuramente un passo avanti rispetto alla stesura iniziale del documento.
Premesso che si condanna fermamente l’atto di violenza, Alleanza Nazionale lo ribadisce in maniera chiara se ciò non fosse stato finora espresso altrettanto chiaramente dai colleghi. Non si comprende da parte nostra, e lo dico anche ai Comunisti che sono tra i banchi del Consiglio regionale e in Parlamento – c’è un partito che si chiama Comunisti italiani e un altro partito che si chiama Rifondazione comunista – perché si voglia fare per forza di cose una operazione “aggressione uguale fascismo”. Lo dico a loro perché anche noi potremmo innescare questo tipo di meccanismo “aggressione uguale comunismo”. Mi pare che la violenza dei regimi comunisti non sia stata seconda a quella dei regimi fascisti o nazisti, che ormai la storia stia scrivendo delle pagine inequivocabili sotto questo profilo, e non mi pare che si difenda da parte vostra la stagione dello stalinismo. Perché ritornare a queste discussioni? Siamo d’accordo sul fatto di condannare la violenza, sono stati oggetto di aggressione due esponenti dei Ds, condanniamo quindi l’aggressione, ma perché la vogliamo qualificare quando non abbiamo nemmeno gli elementi per farlo? Ci sono indagini in corso, non si capisce da quale provenienza venga questa aggressione, perché dobbiamo dire presumibilmente dell’ultradestra e poi iniziare tutta una serie di questioni sull’antifascismo, la vigilanza antifascista, la conoscenza della storia italiana del dopoguerra, la liberazione. Ma che cosa c’entra nel 2007 il fascismo e la liberazione, con un atto di aggressione? Può essere che uno del 1920 è rinato oggi, e con la camicia nera viene là a sprangare due esponenti dei Ds? Come si fa a qualificare nel 2007 fascisti questi personaggi che hanno aggredito. E’ rinato il fascismo e non ce ne siamo accorti?! E’ teppismo, violenza, condanniamola e basta. Con questi steccati, con queste divisioni per schemi buoni e cattivi, non finiremo mai. Perché, ripeto, non può essere allora etichettata come comunista la violenza, quando il comunismo è stato violenza, volete negare questo storicamente? Volete negare i gulag, volete negare Solgenitzin? Volete negare i milioni di morti? Io non ho negato mai, siete voi che state entrando dentro un tunnel che in questo momento non esiste. Non è possibile, sottraiamoci da questa discussione,
Dichiariamo la nostra contrarietà e la nostra condanna all’atto di violenza. Se i documenti dicono questo siamo pronti a votarli, se invece continuano a dire della violenza fascista, della violenza derivante dall’ultradestra, non è accettabile.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione della mozione n. 153, così come emendata dalla Consigliera Mollaroli.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 14,45