Resoconto seduta n.78 del 18/09/2007
SEDUTA N. 78 DEL 18 SETTEMBRE 2007



La seduta inizia alle ore 11,15

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 77 dell’11 settembre 2007 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate, le seguenti proposte di legge:
- n. 183, in data 2 agosto 2007, ad iniziativa del Consigliere Solazzi: “Modifica alla legge regionale 23 luglio 1996, n. 28”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 184, in data 11 settembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale: “Norme in materia di costi per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute nei cantieri temporali o mobili”, assegnata alla V Commissione in sede referente;
- n. 185, in data 11 settembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale: “Modifiche alla l.r. n. 20/2003 ‘Testo Unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 186, in data 11 settembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale: “Disciplina dell’attività di acconciatore e di estetista”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 187, in data 13 settembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale: “Anticipazione finanziaria al Comune di Falconara Marittima”, assegnata alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 201 del Consigliere Bugaro “Vertenza croce gialla di Ancona”;
- n. 202 del Consigliere Procaccini “Piano Regionale Edilizia residenziale 2006 – 2008”.
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 15 giugno 2007, le seguenti deliberazioni:
- n. 938 del 5 agosto 2007: “Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2007 approvato con DGR n. 171/2007 e sue successive modificazioni. € 82.503,15. Modifica al programma operativo annuale 2007 approvato con DGR n. 171/2007 e sue successive modificazioni”;
- n. 939 del 05 settembre 2007: “Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, Variazione compensativa al programma operativo annuale 2007 approvato con DGR n. 171/2007 e sue successive modificazioni. € 200.000,00. Modifica al programma operativo annuale 2007 approvato con DGR n. 171/2007 e sue successive modificazioni”;
- n. 940 del 5 settembre 2007: “Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2007 approvato con DGR n. 171/2007 e sue successive modificazioni. € 88.800,00”;
- n. 941 del 5 settembre 2007: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2201, n. 31 – Variazione compensativa di euro 45.391,78”;
- n. 942 del 5 settembre 2007: “Art. 34, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2007 – importo di euro 246.086,50”;
- n. 943 del 5 settembre 2007: “Attuazione della l.r. n. 6/2007”;
- n. 944 del 5 settembre 2007: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativi euro 100.000,00”;
- n. 945 del 5 settembre 2007: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001 e art. 27 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 – Variazione compensativa di euro €. 75.000,00”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brini, Giannini e l’Assessore Amagliani.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Così come richiesto durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, pongo in votazione l’anticipazione del punto 3) all’ordine del giorno relativo alle “Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito agli ulteriori sviluppi sulla vicenda della Quadrilatero S.p.A.”.

(Il Consiglio approva)



Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito agli ulteriori sviluppi sulla vicenda della Quadrilatero S.p.A.

PRESIDENTE. L’assenza del Presidente Spacca è giustificata in quanto è dovuto partire per Bruxelles. D’altra parte, purtroppo, iniziamo la seduta con un’ora e un quarto di ritardo. Ha la parola l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. In merito agli ulteriori sviluppi riguardanti la società Quadrilatero e dopo l’illustrazione fatta in un apposito Consiglio dal Presidente della Giunta relativa alla volontà della Regione Marche di entrare all’interno della società, voglio ricordare anche le date in maniera cronologica rispetto a tutto l’iter della Quadrilatero.
La prima delibera del Cipe n. 13 di approvazione del progetto è datata 27 maggio 2004, a dicembre 2005 si sono individuate le cinque aree leader, il 29 aprile 2006 il Cipe ha approvato le cinque aree leader e ha avviato anche l’approvazione per l’esproprio di quelle aree.
Prima del 9 giugno 2006 e per l’applicazione di quanto stabilito dal Cipe, si doveva firmare l’accordo di programma per l’area leader tra i Comuni che avevano deliberato e la società Quadrilatero. La Giunta regionale aveva definito l’accordo di programma, ma l’approvazione è stata sospesa da parte dei Comuni perché in quel periodo il Ministero aveva manifestato l’intenzione di pervenire allo scioglimento della società Quadrilatero. Quindi rispetto all’accordo di programma in quel momento non abbiamo dato attuazione all’approvazione. Successivamente il Ministro alle infrastrutture, anche durante la visita nelle Marche, ha confermato la validità della società Quadrilatero e ha ribadito la necessità che sarebbe cambiata la compagine societaria e la possibilità per le Regioni di entrare nella società stessa.
Da quel momento si sono definiti tutti gli atti da parte della Giunta regionale che davano approvata la soluzione con la quale il Presidente della Giunta regionale poteva impegnarsi per quanto riguardava tutte le iniziative previste per entrare all’interno della società, congiuntamente con la Regione Umbria.
A ottobre del 2006 l’Anas ha comunicato che sarebbe aumentato il capitale sociale, quindi la possibilità per le Regioni di poter entrare. Cosa fatta successivamente nel gennaio 2007 quando è stato comunicato all’Anas l’impegno da parte della Regione di partecipare al capitale sociale per 1 milione di euro. Quindi è stata fatta l’adesione da parte della Regione Marche e da parte anche della Provincia di Macerata, della Camera di Commercio di Macerata e della Regione Umbria.
Per quanto riguarda la realizzazione e l’applicazione pratica di quanto contenuto nell’accordo Cipe e nell’adesione alla società Quadrilatero si è dato anche atto della composizione del nuovo Consiglio di amministrazione, composto da cinque membri di cui tre nominati dall’Anas, uno della Regione Marche, uno dalla Regione Umbria e sindaco revisore supplente dalla Provincia di Macerata.
Da questo momento, quindi, riparte l’iter per l’approvazione dell’accordo di programma da realizzare tra i Comuni che hanno deliberato l’area leader e la società Quadrilatero.
Nel momento dell’avvio della definizione di questo accordo di programma, così come era stato concepito nel passato, sono sopraggiunti i problemi relativi al Comune di Falconara Marittima.
Voglio ricordare che nella delibera Cipe era previsto che gli oneri di prima urbanizzazione andavano al Comune perché c’erano delle opere da realizzare, gli oneri di seconda urbanizzazione e i costi di costruzione erano destinati alla Quadrilatero.
Rispetto alle difficoltà e alle esigenze sorte in quel momento e sottoposte dal Comune di Falconara alla Regione, abbiamo avviato una trattativa con la società Quadrilatero chiedendo che una parte degli oneri di seconda urbanizzazione e i costi di costruzione ritornassero ai Comuni e lo abbiamo quantificato nel 30%.
Inoltre abbiamo concordato con la società Quadrilatero che tutti i costi di manutenzione del verde, delle strade, dell’illuminazione, previsti all’interno dell’area leader per tutto il periodo della concessione, fossero a carico del concessionario.
Questo tipo di modifica all’accordo di programma l’abbiamo dovuta sottoporre anche alla valutazione della Regione Umbria perché non poteva riguardare esclusivamente il Comune di Falconara, ma comportava un impegno verso tutti i Comuni. Naturalmente questa percentuale significa che va incidere in meno alla cattura di valore come era stata inizialmente ipotizzato.
La Regione Umbria ha a sua volta deliberato questa nuova formulazione di accordo di programma. Anche noi come Giunta lo abbiamo approvato e lo abbiamo inviato a tutti i Comuni interessati, Fabriano, Muccia, Caldarola e Serrapetrona che a loro volta hanno già deliberato l’approvazione dell’accordo di programma e questa mattina hanno firmato con la società Quadrilatero.
Per quanto riguarda il Comune di Falconara, e di conseguenza anche il Comune di Chiaravalle che è strettamente collegato all’area leader di Falconara, l’accordo è in discussione in questi giorni e non è stato ancora approvato dal Consiglio comunale per le note vicende del Comune di Falconara.
Da parte della Regione, dopo una verifica attenta di tutte le ipotesi possibili e valutabili, si è ritenuto di poter stimare quella percentuale, che in base all’accordo di programma andava destinata ai Comuni, e di anticiparla direttamente, con un accordo diretto tra Regione e Comune, al Comune di Falconara tramite la cessione del credito. Quindi la Regione diventa sostitutiva del Comune di Falconara per quei tipi di interventi.
L’altra novità è che è partito il bando da parte della società Quadrilatero per le aree leader e anche qui vedremo poi chi saranno i promoter, cioè quelli che si aggiudicheranno la gara per poter realizzare i progetti all’interno delle aree leader.
Rispetto a questo e rispetto anche ai lavori per la parte infrastrutturale, quindi i due assi, i due collegamenti, nel Dpf era stato previsto da parte dello Stato un ulteriore stanziamento di 480 milioni di euro invece di 640 milioni, che la Finanziaria naturalmente dovrà riconoscere.
Sono partiti i cantieri per quanto riguarda la 77 e a fine anno dovranno partire anche i cantieri per quanto riguarda la 76.
Questo è ad oggi è lo stato di avanzamento della società Quadrilatero e tutte le implicazioni e i rapporti con i Comuni interessati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Assessore, le do atto di una puntuale ricostruzione dei fatti, come aveva annunciato, che è molto scarna, ma veritiera per quanto riguarda le date e i tempi delle vicende che ha illustrato.
Faccio un breve intervento per rilanciare alla Giunta e alla maggioranza una riflessione che scaturisce proprio dall’esposizione corretta e trasparente che ha fatto l’Assessore.
In questa Assemblea ci rendiamo conto di quanto è costato in tempi, in efficienza ed in efficacia l’ostruzionismo ideologico-pregiudiziale che il centro-sinistra ha svolto in questi anni e soprattutto durante il Governo di centro-destra. Ce ne rendiamo conto o no? Si è dovuto aspettare che il nuovo Ministro alle infrastrutture venisse nelle Marche a dire “Sì, la Quadrilatero va bene”, anche se poi è cambiato l’assetto societario con l’intervento dell’Anas. Io non ce l’ho assolutamente con il Ministro che ha detto questo, chiedo solo una riflessione su quanto è costato quell’ostruzionismo. Ora vi farò un esempio anche se più maceratese.
Tralascio l’esaltazione, seppure sarebbe giusta, di quello che è stato l’investimento in soldi dello Stato nelle Marche, rispetto a quelle campagne che tutti conosciamo e che sono state fatte con i manifesti apparsi in provincia di Macerata, quando si diceva “cari cittadini è tutta una bufala, i soldi non ci sono”. Ricordiamoci che questi sono manifesti apparsi nel 2004 e nel 2005 dove si diceva che il Governo di centro-destra stava portando in giro le Marche.
Dalla ricostruzione dell’Assessore Pistelli, che naturalmente acquisisco e per la mia parte farò circolare perché almeno ha sancito la verità sui finanziamenti, sappiamo che quei soldi c’erano. Quando un provvedimento del Cipe viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ci hanno insegnato fin dall’asilo che è legge, solo qui non significava nulla e veniva disconosciuto.
Tralascio questo perché voglio riprendere un motto che il Presidente della Regione ci ha comunicato e ci propina da un anno a questa parte: “Faremo di tutto per non perdere né un euro, né un minuto”. Ve lo ricordate? Allora adesso noi vigileremo che questo si avveri, pensando anche a quello che è stato perso.
Faccio un esempio. L’ostruzionismo politico, assurdo, pregiudiziale, settario e fazioso in provincia di Macerata ha portato alcuni Comuni, su ordine di partito, – mi prendo la responsabilità di quello che dico – a non aderire alle aree leader, vedasi un Comune come Tolentino – che io e il Consigliere Comi conosciamo – che per ordine di partito, quindi su una direttiva pregiudiziale ideologica, non ha aderito.
Sei mesi fa poi il Presidente Silenzi ha pronunciato la fatidica frase: “Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori”. E no! Prima sono stati incentivati certi Comuni a non aderire e adesso sono fuori?! Assessore, le chiedo, è possibile reinserirsi? Perché quelle comunità vorrebbero essere alla pari di quegli amministratori del centro-sinistra – vedasi, per esempio, Morrovalle, Montecosaro o Caldarola – che non ascoltando i propri partiti hanno aderito e hanno dimostrato lungimiranza e non faziosità – lo dico di fronte a tutti –. Poi nel contesto del centro-sinistra sono stati isolati perché hanno agito per le loro comunità, ma che sono stati anche bravi perché adesso l’Assessore ci dice delle aree leader, dei fondi di cui la Quadrilatero si fa carico per le urbanizzazioni, delle aree verdi, ecc..
Onore a quegli amministratori, ma penso anche agli altri che vittime di una strategia veramente suicida per le comunità stanno fuori.
Come si possono reinserire? Mi permetto di sollevare questo problema dicendo che abbiamo vissuto un momento veramente oscuro dove a causa della faziosità si sono fatti perdere investimenti alle nostre comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo che la comunicazione dell’Assessore Pistelli sia un elemento utile per la riflessione, ma credo sia anche opportuno che questo Consiglio trovi un’occasione più ampia e articolata per una riflessione politica più intensa.
Parto da una considerazione. E’ noto che la società Quadrilatero era inserita nella legge obiettivo e che fortunatamente il Governo di centro-sinistra nel suo programma ha largamente criticato, che si pone nella necessità di una sua revisione, anche se a tutt’oggi questa legge è efficace ed operante. Dentro questa organizzazione legislativa c’era appunto l’idea della società Quadrilatero, così costruita attraverso quella legge, un consiglio di amministrazione nominato dal Governo Berlusconi, senza tener conto della tipicità territoriale, sociale e politica in cui l’azione della società Quadrilatero andava a realizzarsi, appunto le Marche e l’Umbria dove gran parte delle amministrazioni – come ricordava poc’anzi il Consigliere Massi – sono governate dal centro-sinistra. Quindi una progettazione poco dialetticamente costruita con i territori, i cittadini, i comitati, i bisogni.
Ora il quadro è profondamente cambiato tanto che oggi c’è la possibilità, come ha ricordato l’Assessore, di riaprire una trattativa con la società Quadrilatero, che nel caso specifico riguarda alcune partite finanziarie, ma che dovrebbe, credo, essere attentamente giocata sul terreno della progettualità. Il punto politico direi che è questo.
Per questa maggioranza regionale, per la maggioranza regionale che governa la Regione Umbria, per il Governo di centro-sinistra che oggi guida il Paese, il progetto Baldassarri, Pieralisi, Romozi, e non parlo dello strumento società Quadrilatero, è congruo? Vogliamo ripartire da quello? Vogliamo riaprire una discussione su quel progetto? Vogliamo riaprire una discussione sugli obiettivi territoriali che si pongono nei cosiddetti piani di area vasta? Quello che c’è lì dentro ci sta bene?
Credo che dovremmo ritornare un attimo anche ad un’altra riflessione, quella sul nostro programma. Il nostro programma dice una cosa chiarissima e cioè che la Regione Marche voleva entrare nella società Quadrilatero con un obiettivo anche qui chiarissimo, quello di garantire gli enti locali e la loro autonomia, questa era la missione. Riaprire su quel versante una discussione sui progetti, sugli indirizzi, sulle cose da fare nei territori, come farle e come deciderle.
Oggi vorrei ricordare che nei territori oltre alla politica, visto che siamo in clima di dibattito di come la società si esprime e in quali forme lo fa, si ha bisogno di ascoltare fortemente la società.
Non è ignoto che in tutte le realtà dove il progetto Quadrilatero ha avanzato la sua proposta sono nati comitati di cittadini che pongono delle riflessioni, pongono dei problemi e pongono delle attenzioni. Non è ignoto che molte amministrazioni comunali hanno vissuto la vicenda Quadrilatero in alcuni casi – e mi assumo questa responsabilità di critica – con assoluta inconsapevolezza anche di amministrazioni che hanno dato la loro adesione a quel progetto.
Ora si apre una fase politicamente nuova. Compito di questa maggioranza e di questa Giunta è quello di obbedire alla sua missione prevista nel programma, e questo significa esaltare e dare la possibilità alle autonomie locali di esprimersi e di esercitare la propria potestà. A me pare che tutto ciò non sia avvenuto.
E’ vero che c’è un caso in più, lo ricordava l’Assessore, la vicenda di Falconara Marittima, le vicende finanziarie drammatiche di quel Comune, che in qualche caso hanno determinato concitazione nell’individuare scelte e percorsi, ma proprio per questo quella concitazione ha prodotto un’azione contraria alla nostra missione.
C’è stato un atteggiamento con il quale quelle difficoltà finanziarie sono state tenute in considerazione, ma sono state collegate al fatto che quell’amministrazione stava riflettendo sulla possibilità di ridiscutere e rivedere la posizione presa dall’amministrazione precedente sull’adesione alla società Quadrilatero. In quella realtà la discussione era aperta e le comunità stavano di nuovo pensando ad un ulteriore percorso.
Credo che abbiamo fatto molto male a collegare e a mettere in simbiosi questa situazione. Penso che sia necessario per l’importanza geopolitica che il Comune di Falconara ha in questa Regione, non fosse altro per il fatto che ospita alcune infrastrutture importanti come l’aeroporto, che ha una delle aziende più pericolose e più importanti della nostra regione che ha condizionato lo sviluppo e forse anche il futuro, è chiaro che l’attenzione anche regionale ha una valenza politica di questa natura. Quindi credo che le vicende finanziarie di quell’amministrazione vadano tenute in considerazione, vadano percorse tutte le strade possibili per dare l’opportunità a quella comunità di continuare la sua scelta attraverso la politica e non attraverso le forme dell’amministratore controllato cioè il commissario.
Proprio per questo collegare le due vicende è non solo sbagliato, ma è capace di produrre un’ulteriore gravissima frattura con la comunità.
Per cui penso che questa riflessione e questi passaggi avrebbero meritato una condivisione di maggioranza più assidua, più articolata, un dibattito consiliare meno tardivo di quello che stiamo facendo oggi, ancorché sollecitato dal gruppo di Rifondazione Comunista.
Non c’è niente di ideologico in tutto questo, come pensa il Consigliere Massi, ma c’è la valorizzazione da una parte della qualificazione programmatica che ci siamo dati costruendo il documento regionale su cui abbiamo chiesto ai cittadini marchigiani di votarci, la valorizzazione delle autonomie, la valorizzazione del territorio, la ricerca dei momenti partecipativi ne sono l’anima; l’anima del nostro programma dovrebbe continuare ad essere quello e non un efficientismo o una attenzione ad uno sviluppo che oggi è elemento della critica.
Questa è la partita politica che abbiamo di fronte e chiedo che la riflessione vada adeguata a questa. Oggi c’è la necessità e il dovere che la partita Quadrilatero dal punto di vista delle progettualità previste, ripeto, il famoso progetto Romozi-Pieralisi-Baldassarri, debba essere messo a critica, a revisione, senza ideologie, magari accogliendo e recuperando quanto di importante quel piano propone, anche se dal mio punto di vista è più ampio lo spazio della critica che della condivisione, e dando la possibilità ai territori, quindi anche alle amministrazioni comunali, di non decidere tra un sì o un no, perché il ragionamento binario è il più stupido. Occorre la costruzione, e la politica ha bisogno di farlo, di un ragionamento che guardi a opportunità e a scelte più ampie che richiedono e impongono le forme della partecipazione.
Noi abbiamo l’opportunità di fare questo e dovremmo tentare di farlo, anche perché il ruolo che oggi ha la Regione Marche all’interno della società Quadrilatero, il fatto che la partecipa dal punto di vista azionario e ne indica membri nel Consiglio di amministrazione, le dà quella autorità e quella forza che può essere foriera di notevoli cambiamenti. Ma per esercitarsi quella opportunità e quella forza hanno bisogno del collegamento vero con le realtà locali, quel collegamento che non può essere e non può avere una direzionalità dall’alto al basso, ma deve invertirla dal basso all’alto.
Abbiamo qualcosa da imparare, abbiamo molto da ascoltare, credo che questa maggioranza lo debba fare e lo sappia fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. I colleghi sanno quanto mi sono battuto negli anni scorsi per la realizzazione di queste infrastrutture e quante volte ho a suo tempo sollecitato l’adesione della Regione Marche alla società Quadrilatero, perché una intesa tra Stato e Regione avrebbe favorito l’iter di questa pratica.
Purtroppo bisogna dire che finché non c’è stato il cambio di maggioranza a livello nazionale questo non è potuto avvenire, senza voler far polemiche che a questo punto nemmeno servono, questa è una constatazione. Io sono abituato a guardare oltre, ma le constatazioni vere bisogna farle.
Il Consigliere Massi prima ha utilizzato una battuta quando ha detto “chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori”, io aggiungerei anche “scurdammuce u’ passato”. Il passato è quello – anche il Consigliere Massi lo ha evidenziato con molta chiarezza -, ma c’è anche il presente, c’è il futuro, c’è questa regione che ha un bisogno terribile di infrastrutture viarie. Quindi bisogna andare avanti con celerità perché del tempo noi ne abbiamo perso tanto, ma non solo adesso, lo abbiamo perso anche prima che si parlasse di Quadrilatero, bisogna essere onesti, questa è una delle regioni più arretrate.
A questo punto togliamo un alone politico che è stato steso sulla realizzazione di queste strutture, parliamo in termini un po’ più concreti di realizzazioni, guardiamo ai costi, all’efficienza, ai tempi perché qui c’è un problema di tempistica.
Se non facciamo in fretta con queste arterie le opportunità di sviluppo se ne andranno, perché chi deve insediare qui un’attività non lo farà perché i costi di trasporto sono enormi, chi deve fare un’attività turistica non la farà perché i posti sono difficilmente raggiungibili.
Quindi c’è bisogno di lavorare sodo mettendo da parte le polemiche, ma consentiteci di dire che quello che avevamo previsto di fatto si è realizzato. Anche tutte le questioni e le polemiche sui Pav sembrano che attualmente si stiano miracolosamente superando. Bisogna dare atto che quando la sinistra è al Governo riesce a digerire cose che quando è all’opposizione non digerisce, dando così una giustificazione a quella destra economica che fa accordi con la sinistra perché dice che così almeno ci faranno realizzare qualche cosa.
Scusi, Assessore, forse sono stato poco attento o non ho capito bene nella confusione, ma mi sembra che la Regione Umbria ha firmato l’accordo sui Pav questa mattina, vero? Bene, quindi credo che si possa andare avanti speditamente con i lavori che sono stati già appaltati, credo manchi soltanto la definizione dei progetti esecutivi che erano a carico delle ditte che dovevano realizzare i lavori, non so se sono stati completati anche gli interventi esecutivi, ma fatti questi mi pare che di fatto i lavori potranno iniziare, i soldi ci sono, gli appalti ci sono, quindi si può cominciare. Assessore, una piccola domanda, per quando prevedete un effettivo inizio dei lavori?

Loredana PISTELLI. A fine anno.

Luigi VIVENTI. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questa è una discussione che si riprende a cicli in questo Consiglio regionale.
Noi crediamo che non bisogna confondere l’originario “progetto” Quadrilatero, che fu proposto dalla Regione Marche dall’allora Governo D’Alema e che serviva per la ricostruzione del terremoto del ’97, con la Quadrilatero Spa che è un’altra cosa.
Questa società, al di là del nome, è il frutto di una lunga stagione dove lo Stato ha delegato a soggetti esterni la progettazione, la realizzazione e la gestione di importantissime infrastrutture e servizi, compresa la gestione del ciclo delle acque e della sanità. In ciò si è passati dalla gestione diretta dello Stato e degli enti locali, che possiamo definire gestione in economia, ad una gestione aziendalista con una visione di tipo privatistico.
In definitiva si è pensato di creare sovrastrutture che nella realtà dei fatti si sono dimostrate più costose e meno rapide. La Quadrilatero Spa nasce il 6 giugno 2003 e in base al d.lgs. n. 190 del 2002 e’ il soggetto aggiudicatore unico. La Quadrilatero Marche-Umbria Spa, con un capitale ripartito del 51% e con il 49% di Sviluppo Italia, che è un’agenzia nazionale per lo sviluppo delle imprese, in particolare per il sud del Paese, si aggiudica tutta la realizzazione del progetto complessivo Marche-Umbria ed Umbria-Marche, è una società nata con la volontà di escludere Umbria e Marche, e per questo ci furono i ricorsi della nostra Regione, ma anche della Regione Umbria.
Con il concetto perverso della cattura di valore le infrastrutture primarie, vale a dire le strade, per l’insufficienza delle risorse sono passate in secondo piano, sono state surclassate dai cosiddetti piani di area vasta che nulla hanno a che vedere con la viabilità, ma servivano e servono ad incamerare risorse.
In definitiva negli accordi di programma tra Quadrilatero gli enti locali venivano del tutto surclassati, avevano un ruolo subalterno quasi quello di prendere o lasciare. Prevedevano su questo punto un fatto molto negativo perché la programmazione non passava più al Consiglio comunale o agli altri enti, ma diventava quasi un fatto tecnico.
I comuni avevano un ruolo del tutto subalterno, che oggi in qualche modo viene superato, perdevano infatti sul punto specifico della pianificazione urbanistica la possibilità della decisione ultima.
Al di là della inutilità di una sovrastruttura che si sostituiva agli enti locali e allo Stato per la realizzazione della grande viabilità, il punto più importante era che si ledeva il ruolo dei Comuni, delle Province e delle Regioni previsto dalla Costituzione sulla programmazione e sullo sviluppo dei territori.
Noi Comunisti Italiani, insieme ad altri soggetti e partiti, in questo contesto abbiamo manifestato una netta contrarietà all’adesione della Regione Marche ad una simile società.
Oggi la situazione, anche grazie a questa battaglia, si è modificata. Certo la sovrastruttura rimane, anche con la declinazione del concetto del pedaggio, perché per un lungo periodo gli oneri di urbanizzazione dei piani di area vasta delle aree leader saranno riscossi dai soggetti attivatori.
Tuttavia siamo in presenza di una nuova compagine societaria, non c’è più Sviluppo Italia, è 100% Anas. In questo contesto perde un po’ di consistenza il concetto dei piani di area vasta, soprattutto per il nuovo accordo di programma previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 98 del 1° agosto di quest’anno, dove all’articolo 3, comma 1, viene chiarito in maniera seria il ruolo dei Comuni.
Rispetto a questa delibera della Giunta regionale c’è anche un dato critico, cioè che essa viene sviluppata solo per il Comune di Falconara.
Questo protocollo deve diventare un protocollo tipo per tutti i Comuni. I Comunisti Italiani sono contrari ad un atto confuso per un soggetto singolo che mischia società Quadrilatero e sua adesione con il bilancio del Comune medesimo.
Questo è un punto utile che prima non esisteva, in questo contesto si può aderire alla società Quadrilatero?
Di fatto l’unico atto che c’è stato in Consiglio regionale è il milione di euro che questo consesso ha votato all’unanimità, peraltro, della maggioranza, per la quota parte regionale messa a disposizione, è stato approvato in bilancio, quindi, al di là degli atti successivi, in pratica la Regione ha aderito a questa società.
La nostra posizione è che in via di principio la società Quadrilatero non serve, rimane una inutile sovrastruttura. Il Ministro Di Pietro in una audizione alla Camera dei Deputati, decima Commissione attività produttive, ha detto testualmente: “la società Quadrilatero Spa è una scatola vuota che va superata anche perché alla fine paga tutto lo Stato”.
Purtroppo alle parole non hanno seguito i fatti, ma l’impegno deve continuare. Tuttavia riconosciamo che la situazione si è evoluta, i Comuni e gli enti locali, che non sono obbligati ad aderire, hanno riacquistato la loro sovranità. Questo è un fatto positivo che prima non c’era ed è in linea con il programma dell’Unione delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Scusami collega Massi, ma secondo me la relazione dell’Assessore Pistelli è assolutamente insufficiente anche sulla cronologia, per esempio non ha ricordato i due ricorsi giurisdizionali che ha fatto la Regione Marche contro la Quadrilatero e contro la legge obiettivo. E’ la Regione Marche, Assessore, c’è continuità, anche perché il Vicepresidente di allora è il Presidente di oggi, perciò penso che la Giunta abbia ampiamente discusso questa questione con l’allora Presidente D’Ambrosio.
Ci sono stati due ricorsi giurisdizionali pesantissimi, uno alla Corte Costituzionale e un altro al Tar, perché si diceva che quella legge, quello strumento che era la società Quadrilatero erano illegittimi.
Che cosa è successo, compagni, nel frattempo? Voglio sapere cosa è successo! Come mai va bene la Pav, come mai vanno bene le aree leader! Come mai va bene tutto! Anzi, si utilizzano anche le pubblicità, i finanziamenti per la comunicazione istituzionale per dire che i lavori sono finalmente partiti, che sono opera vostra, opera della Regione Marche. Su questo ho fatto un’interrogazione, io vorrei sapere con quale faccia dite che i lavori sono opera vostra! Addirittura vi appropriate anche dei lavori dell’A14 dove la Regione Marche non c’entra assolutamente nulla, anche lì abbiamo letto spazi pubblicitari dove di legge “la A14 diventerà a tre corsie”. Siamo veramente a livello di ridicolo e di ipocrisia.
Io voglio sapere anche gli esiti di questi due ricorsi, quanto ci sono costati, quanto sono costati alla comunità. Si parla della buona politica, dell’antipolitica, queste questioni allora mettiamole davanti.
L’Assessore non ha ricordato le dichiarazioni che dicevano “è tutta una bufala, non ci sono soldi, non è vero che il Cipe ha deliberato, non c’è niente in cantiere”, lo dicevano esponenti della Regione di primissimo livello, esponenti nazionali di primissimo livello come l’On. Calzolaio ed altri delle nostre parti.
Non ha ricordato le manifestazioni della sinistra cosiddetta radicale contro le aree leader ecc. fatte con tanto di striscioni, di cartelli, volantini, bandiere.
Oggi magicamente che cosa è accaduto? Addirittura si propone una legge – nei prossimi giorni avremo modo di parlarne – per anticipare soldi al Comune di Falconara che dovrebbero derivare dall’area leader individuata tra Falconara e Chiaravalle. Addirittura anticipiamo danari affinché la bontà del progetto possa andare avanti e il Comune possa avere dei benefici immediati per un bilancio che è abbastanza in disordine. Questa penso sia veramente illegittimo, è contro ogni principio e ogni regola.
Queste cose le dobbiamo ricordare se vogliamo discutere di quale è lo stato dell’arte sulla Quadrilatero.
Lo stato dell’arte è che i lavori del primo maxi lotto sono partiti grazie alle delibere fatte dal Governo di centro-destra, grazie alle leggi fatte dal Governo di centro-destra, grazie agli strumenti messi in atto dal Governo di centro-destra come la legge obiettivo, gli strumenti operativi, compresa la Quadrilatero Spa, che si sono rivelati assolutamente efficaci perché nel giro di poco tempo si sono bandite gare molto impegnative, tra l’altro aggiudicate da parte di gruppi assolutamente qualificati, grandi e molto efficienti, basta guardare la 77 e quello che sta accadendo nel tratto da Sfercia verso Muccia dove ci sono già chilometri e chilometri di cantiere aperto, efficace ed efficiente.
Questo grazie alle nostre scelte e alla coerenza che noi abbiamo avuto e che voi non avete avuto e che non dimostrate di avere nemmeno oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Come ha detto il Consigliere Viventi, condivido una frase del Presidente Spacca, cioè che la società Quadrilatero deve essere la cassaforte per i finanziamenti statali affinché rimangano vincolati per le infrastrutture delle Marche.
Non condivido, invece, che sia sopravvissuta la cattura di valore dai territori, perché questa cattura di valore ha finora raggiunto il 7,5% del valore dell’opera, che sono 70-80 milioni di euro su 1 miliardo e 200 milioni di finanziamenti attualmente disponibili, che potrebbero – e lo stesso Presidente Spacca in parte lo ha accennato – corrispondere ai ribassi d’asta e alla correzione dei progetti.
Penso che sia compito dello Stato costruire strade e infrastrutture. Questo lo dico anche in riferimento al territorio nel quale vivo, Falconara, che non ha firmato l’accordo di programma. Ad agosto dello scorso anno la Giunta di Falconara che adesso chiede di avere anticipazioni, ha chiesto di avere per intero gli oneri. Oltretutto quello che è previsto dalla Pav (Piano di area vasta) per quel territorio era quello che il piano regolatore prevedeva, ma in qualche delibera ho letto che la Pav permetterà di realizzare queste infrastrutture. Se è così allora trasformiamo la Quadrilatero in una immobiliare costruttrice che ha il compito di realizzare e rendere effettive le previsioni di tutti i piani regolatori di tutti i Comuni delle Marche. Perché se i Comuni non sono in grado di realizzare quello che è previsto nei loro piani regolatori, allora mettiamo una sorta di commissariamento, mettiamo una sorta di società dedita alle infrastrutture. In questo modo ci sarebbe un trattamento equo per tutti, ma penso che ci sarebbe una grossa perdita di diritti da parte delle comunità che costituiscono insieme al territorio l’essenza giuridica dell’ente locale.
L’essenza giuridica di un ente locale è data dalla popolazione e dal territorio. Quindi dare la possibilità ai territori di concorrere alle scelte urbanistiche, alla qualità del progetto e alle dimensioni del progetto, deve essere il contenuto minimo che questa società Quadrilatero deve avere da un punto di vista qualitativo e politico e deve ridistribuire sul territorio la cattura di valore.
Il Comune di Falconara ha fatto una richiesta di anticipazione dei proventi che, ricordo, con l’attuazione del piano regolatore per quell’area sarebbero di 12 milioni di euro. La Quadrilatero dà al Comune di Falconara solo 2 milioni e 800 mila euro, di cui 1,7 dovranno essere utilizzati per la realizzazione delle infrastrutture, quindi dà 1 milione e 100 mila euro. In questa situazione la richiesta di anticipazione fatta sotto l’esigenza dei problemi finanziari è un po’ come la consegna di un bene al Monte di Pietà, certi che c’è una perdita di valore, ma certi anche dell’ineluttabilità della scelta.
La Regione non deve assistere a questa perdita di dignità degli enti locali, ci sono altre forme per valorizzare i territori e per riconoscere loro le funzioni che svolgono, come per Falconara quella di essere sede dell’unica raffineria che produce circa il 70-80% della produzione di energia elettrica prodotta nelle Marche, di essere un’area ad elevato rischio di crisi ambientale, un’area in cui è situato un sito da bonificare di interesse nazionale, che cede dal 2001 alla Regione Marche 5-6 milioni di Irap annuale proprio per la raffineria.
Quindi, come a livello nazionale si è fatta una legge per la ridistribuzione delle accise ai Comuni sede di raffineria, chiedo che la Regione Marche faccia una legge per la ridistribuzione, non dico di un grossa percentuale, ma del 10% dell’Irap che incamera per la presenza della raffineria, in quanto la presenza della raffineria è un costo per la comunità di Falconara che deve fare una serie di interventi di controllo, deve mantenere una serie di strutture e un costo ambientale.
C’è anche una legge ugualmente attiva, ma non effettiva dal punto di vista della ripartizione, che è quella che prevede una percentuale delle accise per i Comuni sedi di raffinerie.
In un accordo nella scorsa Finanziaria, che ho seguito in diretta perché c’è stato un confronto nella trasmissione “Primo Piano” del Tg3 alle ore 23, la capogruppo dei DS al Senato, Finocchiaro, e il capogruppo di FI Schifani, si erano promessi reciproco aiuto bipartisan per far avere le accise ai Comuni siciliani e questo è successo! Nessuno ha fatto sì che ci fosse lo stesso diritto per i Comuni sede di raffineria nelle altre parti d’Italia. Questo è anticostituzionale, questo bipartisan è una schifezza!
I politici delle Marche dove sono? La Regione Marche dov’è?
Altra questione è quella sulle tasse aeroportuali. C’è una legge che dice che le tasse aeroportuali vanno riversate in parte sui Comuni sedi di aeroporto per operazioni di risanamento ambientale e acustico. Ci sono 500 mila passeggeri che transitano sul Comune di Falconara, se lasciano un euro di tassa aeroportuale al Comune che tutti i giorni si assorbe i gas di scarico dell’atterraggio e della partenza, i rumori, che ha ceduto una parte del territorio per un servizio di interesse regionale, penso che non sia una prebenda, ma il riconoscimento di una funzione prevista dalla legge.
Il porto di Ancona guadagna il 70% delle sue entrate grazie al transito delle petroliere che vanno alla raffineria di Falconara. Allora perché l’autorità portuale non riversa al Comune di Falconara, che deve sottostare agli incidenti e ai sversamenti del pontile, una quota di queste per interventi di risanamento ambientale?
Questo è quello che il Comune e i cittadini di Falconara chiedono. Chiediamo di non essere sottoposti a ricatto, chiediamo di avere diritti e chiediamo la valorizzazione per ciò che offriamo alla nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Intervengo per puntualizzare molte cose che questa mattina, a partire dalla relazione dell’Assessore Pistelli, hanno messo in risalto ancor di più le incongruenze e le scelte politiche che questa Regione, questo Governo di centro-sinistra ha fatto negli ultimi anni.
L’Assessore Pistelli questa mattina ha dato del bugiardo a tutti coloro che si sono impegnati nell’amministrazione di questa Regione, quindi nel governo di centro-sinistra della passata legislatura. Ha riconosciuto, ma non occorreva che lo ripetesse perché nella discussione di una mozione il 17 ottobre scorso proprio il Presidente Spacca disse “Si diceva che queste opere relative alla Quadrilatero non avessero risorse finanziarie, abbiamo appurato invece che le risorse finanziarie ci sono, per un importo complessivo che deriva dai fondi dello Stato messi su un bilancio pluriennale che consente l’attivazione di un mutuo alla società Quadrilatero presso la Cassa Depositi e Prestiti per oltre 900 milioni più le risorse consegnate alla nostra Regione a valere sulla legge del terremoto n. 61, per complessivi 1.063 milioni di euro”.
Quindi, come anche altri colleghi hanno detto, c’è stato il riconoscimento di questa mistificazione che prima era stata fatta, è stato detto “non ci sono i soldi, il Governo dice stupidaggini, non abbiamo le risorse è tutta una montatura politica elettorale”. Questo è un refrain che ha percorso questa Regione per almeno quattro anni della precedente legislatura.
Penso che persone corrette moralmente ed intellettualmente potrebbero essersi già ribellate in precedenza a questo stato di fatto. Ritengo che una Regione vada impostata su un corretto rapporto tra Stato-Regione, qualsiasi Governo ci sia, perché la collaborazione è l’unica che può dare risultati. Quindi quando c’è un Governo diverso dal colore proprio bisogna relazionarsi per le cose che ci spettano. Il Governo Berlusconi aveva riconosciuto il gravissimo gap infrastrutturale delle Marche e per questo era stato approvato il progetto Quadrilatero finanziato sia con soldi, ma anche come idea innovativa perché questo consentiva di mettere alla pari di altre opere strategiche nazionali la infrastrutturazione delle Marche.
Nella legge obiettivo, e penso che pochissimi della maggioranza l’abbiano letta approfonditamente, c’erano opere di primario interesse infrastrutturale nazionale. Il progetto Quadrilatero aveva in sé una connotazione più di una rete infrastrutturale viaria di valenza regionale che nazionale. Quindi il progetto Quadrilatero è entrato dentro la legge obiettivo perché prevedeva una forma di finanziamento – se uno legge la legge – diversa dalle altre, non solo lo Stato, ma anche una partecipazione del territorio attraverso la cattura di valore, aree vaste e leader.
Questo era giusto perché tra l’altro noi abbiamo messo dentro la Quadrilatero, oltre le due direttrici Civitanova-Foligno e Ancona-Perugia, anche la pedemontana Fabriano-Muccia, le intervallive di Macerata e di San Severino-Tolentino, inoltre, la sistemazione della statale 78 per Sarnano.
Quindi questo era, qui invece abbiamo mistificato tutto, abbiamo messo dentro un pastone tutte queste critiche, queste chiacchiere, questo ideologismo che hanno prima bloccato e poi ritardato almeno di due anni l’iter della Quadrilatero per i ricorsi delle Regioni Marche e Umbria – come diceva prima il Consigliere Pistarelli – e per i riardi del centro-sinistra che hanno appesantito l’iter di approvazione che competeva alla regione, compresa la valutazione di impatto ambientale. Una mistificazione completa.
Poi la decisione del Presidente Spacca che disse: “Non voglio perdere né un euro né un giorno, quindi chi ci sta ci sta, noi andiamo avanti”. Il centro-destra di questo Consiglio regionale ha aderito a questa idea e l’abbiamo sostenuta, abbiamo detto: “Andate avanti, non ci importa neanche il fatto che state facendo, per andare avanti, una questione di poltrona spicciola come quella della sostituzione dei vertici della Quadrilatero”.
L’unica cosa che è cambiata rispetto a tre anni fa è che oggi c’è soltanto un nuovo consiglio di amministrazione dove la Regione Marche ha nominato il suo rappresentante in quota di un partito che doveva essere accontentato nella logica spartitoria che qui vige.
Ora che cosa succede? Succede che non sono state rimosse neanche le altre questioni residuali. Si dice che la Regione non poteva entrare nella Quadrilatero prima. Non è assolutamente vero, poteva entrare, ma essendoci un contenzioso in corso certo che non è entrata, ma poteva entrare quando voleva perché lo Statuto della società è ancora quello. I Comuni non potevano entrare, non è vero, le aree leader erano proposte.
Infatti, ancora al potere il Governo di centro-destra di questo Paese, sono state approvate le aree leader tagliandone addirittura il 52%. Perché? Perché la legge, la società Quadrilatero e lo statuto prevedevano che i Comuni potevano scegliere liberamente se aderire o no. E’ uscita Civitanova, come sono usciti liberamente altri Comuni.
Queste sono alcune mistificazioni residuali che bisogna togliere da tutto questo arcano.
Oggi che cosa non si sta verificando? Non si sta verificando la non perdita né di un minuto, né di un’ora, né di un giorno, né la perdita di risorse, per quale motivo? Per due fondamentali motivi: i ribassi d’asta della Quadrilatero, 270 milioni di euro per il Ministro Di Pietro non vanno reinvestiti nella Quadrilatero bensì rimessi nel calderone della legge obiettivo per finanziare altre opere strategiche in Italia, in questa Regione nessuno ha detto nulla né si è mosso; l’altro è che tutta questa operazione del non perdere un’ora non si sta verificando.
Il problema di Falconara di cui stiamo parlando oggi è venuto tra capo e collo ugualmente per screditare e fermare il Quadrilatero, e guarda caso ci sono i partiti della cosiddetta sinistra democratica che stanno lavorando sia a Falconara che qui in Regione per bloccare la Quadrilatero. Il progetto è più ampio e ambiguo, quello che sta venendo avanti in questi giorni non è solo il fatto di salvare il Comune di Falconara, ma è quello di far ritardare e far perdere il treno della Quadrilatero.
Queste sono le cose di cui i marchigiani si dovrebbero occupare. Dobbiamo fare anche meno celebrazioni, Vicepresidente, celebrazioni che non rispecchiano la volontà di questa Giunta di affrontare realmente i problemi delle Marche.
I problemi delle Marche sono quelli delle infrastrutture, sono quelli del completamento del terremoto, sono quelli dell’avvio del Piano sanitario, ecc., ma su queste cose oggi non avete una maggioranza certa, quindi non siete in grado di portarle avanti.
Noi vi chiediamo un atto di coraggio, vi chiediamo di fare una verifica, cioè se questi quattro-cinque obiettivi sono quelli di cui la Giunta Spacca si era appropriato. Io ho detto che Spacca aveva un’assicurazione sulla vita perché aveva impostato questa legislatura sulle cose fatte, noi finora abbiamo parlato di Quadrilatero finanziato da noi, di terremoto finanziato soprattutto dal Governo di centro-destra, di sanità che è stata rafforzata da continui aumenti di trasferimenti che hanno raggiunto il 55% in cinque anni per questa Regione. Quindi l’impostazione di questa Giunta è quella di una Giunta che lavora sulle cose fatte e che non è in grado di portarle avanti. Fate una specie di summit, fatelo in modo trasparente, non prendiamo più in giro i marchigiani con le feste, con gli inni, con le lodi, con le celebrazioni, ma facciamo veramente politica amministrativa e di sviluppo per questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Sarò brevissimo perché è stato detto molto e l’intervento del collega Capponi ha racchiuso quasi tutti gli aspetti.
Voglio semplicemente ricordare l’ultima delle incongruenze del vostro centro-sinistra, cioè che la Provincia di Ancona non ha aderito alla società Quadrilatero. Questa è la dimostrazione che un ente importante nella vita istituzionale della regione non condivide questo progetto, questa impostazione, questa idea innovativa di applicare la finanza, l’uso del territorio alle grandi infrastrutture.
Come sempre avviene nella vita, chi sputa per aria poi gli ricade addosso, questo è quello che sta avvenendo nello schieramento di centro-sinistra, perché per anni avete demonizzato, anche con toni estremamente aspri e calunniosi, l’opera della Quadrilatero e del Governo che l’aveva pensata, voluta e portata ad avviamento.
Ricordo quando esponenti del centro-sinistra con livore e con toni al limite della calunnia hanno accusato di fare affari e di rimestare nel torbido gli amministratori della Quadrilatero e chi aveva pensato questa società.
Molti di voi non si dicono più comunisti, ma il metodo è sempre lo stesso, è sempre quello della calunnia, è sempre quello che si rifà al fatto che voi volete essere comunque i vergini della situazione mentre gli altri sono gli sporchi. Questa è una cultura che vi portate dietro da sempre, di togliattiana e gramsciana memoria, e che invece viene spesso smentita dai fatti.
La Quadrilatero è un esempio chiaro. Su questa questione basta andare a rileggere gli interventi, la rassegna stampa, i giudizi sprezzanti che la vostra parte politica a vario titolo e in varie riprese ha fatto nel qualificare e identificare la Quadrilatero accusando anche gli amministratori di chissà quali torbidi affari. Questo è un modo calunnioso di rappresentare la realtà.
Guarda caso poi cambia il Governo, voi vi trovate ad essere dalla parte di chi governa i processi, ed ecco che la Quadrilatero non solo va avanti, ma diventa uno strumento imperioso per dare a questo territorio nuove infrastrutture. E’ la stessa identica Quadrilatero sostituita soltanto negli amministratori, perché come sempre avviene – il caso Rai è ormai evidente e mi auguro che il Parlamento giovedì censuri quella decisione – ogni volta che andate al potere occupate tutto, primo, perché dovete piazzare i vostri uomini che non possono essere più mantenuti dalla vecchia struttura del partito comunista per mancanza di fondi, secondo, perché la gestione del potere deve essere totale. Però la struttura, l’essenza, l’oggetto, il mandato della Quadrilatero è rimasto lo stesso – scusa collega Agostini io non ho interrotto nessuno quando parlavate voi, gradirei la stessa cosa , è la stessa identica società dell’epoca, la stessa società della quale avete tappezzato le Marche di manifesti che erano, appunto, contro la Quadrilatero, cosa che oggi invece sostenete.
Devo, però, dare atto ai Comunisti italiani di un minimo di coerenza perché continuano a dissociarsi dalla volontà della maggioranza di voler proseguire nella Quadrilatero. Maggioranza che mostra, tra l’altro, una profonda crepa della sua politica.. Se una maggioranza regionale non è tale, soprattutto per quello che riguarda le infrastrutture, che tipo di maggioranza ha, visto che le infrastrutture per le Marche sono una delle più grandi e più importanti emergenze che caratterizzano la nostra regione.
Quando si è forza di governo bisogna essere una forza responsabile, alla stessa maniera di quando si è – non voglio fare lezione a nessuno – forza di opposizione. Ricordatevi che quello che avete detto negli ultimi cinque anni rimane, la gente lo legge e poi fa le valutazioni, la gente sa perfettamente come stanno le cose.
Dunque, oggi le opere si fanno e sono le stese opere volute dal Governo di centro-destra – non è una rivendicazione, ma è semplicemente una sottolineatura –, sono le stesse sulle quali avete continuamente sputato per tre anni.

PRESIDENTE. Ha la parola per la replica il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Brevi e rapidissime considerazioni perché non è la prima volta che parliamo di questo problema, un problema centrale per la comunità marchigiana, un problema che è stato sempre a cuore dei Governi della Regione Marche ed è un problema che legittimamente è stato e lo è ancora molto a cuore al Consiglio regionale, quindi alla maggioranza e all’opposizione.
Si può essere d’accordo o non d’accordo, si può ovviamente criticare, ma la posizione del Governo e della maggioranza, al di là dei distinguo che si sono manifestati in alcune decisioni dell’azione del governo regionale, mi pare sia abbastanza chiara e coerente, tale da non supporre nessuna ricaduta, come diceva il Consigliere Bugaro, di eventuali sputi nell’aria.
Se oggi c’è la necessità da parte del Governo nazionale, ad esempio, di cambiare il consiglio di amministrazione della Rai, come minimo si abbia l’onestà di dire “facciamo uno a uno”, se c’è questa necessità è perché l’occupazione da parte del Governo di centro-destra l’aveva programmata e costruita precedentemente. Tra l’altro c’è il cambio di un amministratore e non di tutto il consiglio e per la commissione di vigilanza mi pare che la presidenza non sia di appannaggio della maggioranza.
Al di là di questo, non mi interessa entrare nel merito, vorrei ripristinare alcuni aspetti. Intanto le infrastrutture che sono un tema caldo della regione Marche e della nostra comunità è uno degli aspetti su cui oggi il Governo regionale dà priorità, ma c’è un oggettivo riconoscimento storico del nostro deficit infrastrutturale, non è che questo deficit è stato causato da questo o dal precedente Governo di centro-sinistra, anzi, le nostre appartenenze storiche, Consigliere Capponi, ci indurrebbero a ben altre considerazioni sulle valutazioni del deficit infrastrutturale. Non lo discuto, prendiamolo dall’oggi e sappiamo che le Marche hanno storicamente deciso, per esempio, di attraversare gli Appennini nella direzione est-ovest almeno in quattro direzioni su 200 chilometri di distanza. E’ un livello di programmazione a cui oggi sicuramente né la maggioranza né la minoranza sarebbero arrivati, ma è una condizione storica a cui dobbiamo comunque dare una risposta, perché la Fano-Grosseto, la 76, la 77, la Salaria, il traforo del Cornello sono lì, quindi oggettivamente un qualsiasi Governo di qualsiasi maggioranza deve fare i conti con questa eredità che determina un deficit storico infrastrutturale per la nostra regione.
Quindi per il termine Quadrilatero e la necessità di avviare un ragionamento definitivo su quell’area definita Quadrilatero, bisogna risalire al post-terremoto, nel 1997, quando l’azione del Governo nazionale e del Governo regionale definì quell’area come un’area sensibile su cui investire, su cui cogliere la disgrazia del terremoto per investire di nuovo e dare sviluppo a quella zona. Fu in quella occasione che si definì l’asse prioritario della Quadrilatero definito sulla 76, sulla 77 e la Pedemontana. Quindi non c’è stata nessuna invenzione postuma se non il riconoscimento di questa necessità individuata a seguito del terremoto del 1997.
Successivamente c’è stata l’idea e la realizzazione, a cui la Regione Marche – se andiamo a vedere gli atti – non dice “no” sul piano ideologico e della contrapposizione tout-court come oggi si vuol fare apparire, noi abbiamo detto “no” ad alcune parti che allora non ci sembravano potessero essere accolte. Innanzitutto la legge obiettivo – qui lo ribadisco – , e cioè che la Regione Marche è stata tra le Regioni, se non la Regione capofila, che si è opposta alla legge obiettivo, perché prevaricava quello che la Costituzione qualche anno prima aveva sancito, cioè che i Comuni, le Province e le Regioni erano titolari dello sviluppo del territorio. Quindi la legge obiettivo con un colpo di mano cambiava questa determinazione costituzionale.

Luigi VIVENTI. Scusa, Assessore Agostini, ma la Corte Costituzionale non ci ha dato ragione.

Luciano AGOSTINI. Non ha dato ragione a noi perché noi abbiamo ritirato il ricorso a seguito di un accordo avvenuto tra la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e l’allora Ministro La Loggia che, indicando la mediazione tra lo sviluppo del territorio attraverso Regioni, Province e Comuni, propose le famose intese istituzionali. Quindi qualsiasi tipo di intervento il Governo avrebbe deciso di fare sul territorio sarebbe dovuto avvenire attraverso una intesa istituzionale tra Governo e Regioni. Fu il Ministro La Loggia a recepire e a proporre una mediazione e a seguito di questa si ritirarono i ricorsi presso la Corte Costituzionale.
Dicemmo che quella legge non ci andava bene perché espropriava i Comuni del proprio sviluppo e, conseguentemente a questa critica, il percorso che abbiamo avviato e costruito ci ha portato a dare ai Comuni la possibilità di aderire o meno al famoso piano di area vasta. Noi individuavamo dei punti di merito di critica, non pregiudiziali preconcetti, quindi quando i Comuni sono ritornati ad avere la potestà di decidere sul proprio sviluppo, cioè se aderire o non aderire, abbiamo eliminato un punto importante e fondamentale della nostra critica.
L’altro punto era sulla necessità che la società Quadrilatero, senza voler introdurre dubbi di alcun genere, dovesse avere una compagine sociale molto forte e molto autorevole basata sull’Anas, ed è quello che poi il Governo ha successivamente fatto con il coinvolgimento delle Regioni e delle Province interessate che hanno aderito alla compagine sociale e che inizialmente erano state escluse.
C’era necessità che i fondi venissero individuati con chiarezza prima nella Finanziaria e poi nelle delibere Cipe. Nel momento in cui tutto questo è stato cambiato dall’impianto generale, perché avremmo dovuto dire “no” alla realizzazione di una infrastruttura che, ripeto, era stata precedentemente individuata come vitale e sostanziale nello sviluppo della regione Marche.
Le considerazioni che faccio sono per riportare un po’ di chiarezza e di coerenza, poi, ovviamente, ognuno deve poter fare il gioco delle parti, ma qui c’è un punto vero di azione del Governo regionale.
Il Consigliere Massi chiede se i Comuni potranno successivamente ancora intervenire. Io dico di sì, nel senso che se ci sono Comuni che non avevano aderito o che erano stati inizialmente non previsti nell’area di sviluppo e che oggi a seguito dell’inizio di questo sviluppo vogliono ancora dare il loro contributo ed entrare nel progetto Quadrilatero, non ci troverei nulla di strano. Anzi, penso che la nostra azione possa essere indirizzata ed implementata nel contribuire affinché i Comuni che lo vogliono potranno entrare in questo programma.
Per ultimo, non ci risulta – lo dico con molta chiarezza al Consigliere Capponi che aveva individuato un punto di fragilità – che il Ministro Di Pietro e il Governo abbiano intenzione di togliere dal computo generale del finanziamento i ribassi d’asta. Qualora fosse vero, ovviamente, la Giunta regionale, e credo anche il Consiglio regionale, sarebbe fortemente critica e contraria ad un’ipotesi di questo genere.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. C’è la richiesta del Consigliere Viventi di anticipare l’interrogazione n. 796. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Interrogazione n. 796
del Consigliere Viventi
“Problematiche relative alla ricostruzione post sisma”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 796 del Consigliere Viventi. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Con riferimento a questa interrogazione per quanto di competenza si evidenzia quanto segue:
1. Per il rientro abitanti: l'articolo 3 della legge n. 61/98 ed i successivi provvedimenti applicativi regionali hanno stabilito norme per la predisposizione, valutazione ed approvazione dei "programmi di recupero" post sisma.
Con delibera n. 343 del 15 febbraio 1999 la Giunta regionale ha valutato ed approvato i 10 programmi di recupero predisposti dal Comune di Fabriano, tra cui quello relativo al nucleo storico di Belvedere, ed ammesso a finanziamento gli interventi unitari e le opere di urbanizzazione primaria.
Per gli interventi unitari ad oggi risultano ultimati i lavori di riparazione dei danni e miglioramento sismico su 12 rispetto ai complessivi 13 interventi unitari individuati dal programma all'interno della Frazione di Belvedere.
L'intervento unitario n. 13 non è ancora stato attuato a causa di rinvenimenti archeologici ed al conseguente coinvolgimento delle competenti Soprintendenze. Peraltro, con riferimento al rilievo, si precisa che nello stesso non risultano abitazioni a titolo principale.
Per le opere di urbanizzazione primaria gli interventi relativi ai sottoservizi risultano ultimati ad eccezione delle opere di competenza degli enti erogatori dei servizi del gas e della linea telefonica, in corso di completamento come di seguito evidenziato. In particolare: va effettuato l'allaccia della linea di distribuzione del gas già completata all'interno dell'abitato con l'impianto di stoccaggio esterno di competenza dell'Italgas, per il quale il Comune si è già attivato; è da effettuare da parte della Telecom il solo cablaggio della linea telefonica¬. A riguardo la Regione si è attivata promuovendo una serie di incontri. Nell'ultimo incontro tenutosi in data 19/07/2007 è stata concordata con il responsabile della Direzione Rete Telecom-Area Centro Nord, Ing. Sergio Schinaia, la programmazione degli interventi da attuarsi per il completamento delle opere previste nei "programmi di recupero", tra cui l'impegno formale per Belvedere di finire i lavori di competenza Telecom entro il 31 dicembre 2007; resta da realizzare l'accesso viabile da nord, necessariamente in variante a seguito di rinvenimenti archeologici (mura castellane), per il quale il Comune sta predisponendo i relativi elaborati progettuali da sottoporre ad approvazione. In ogni modo l'accesso alla frazione è garantito a sud provenendo da Campodonico, mentre attualmente l'accesso a nord è costituito da una passerella pedonale.
2. Spese complessive: a seguito della predisposizione dei progetti esecutivi e della relativa istruttoria da parte degli uffici regionali, sulla base delle disposizioni dei programmi finanziari annuali approvati dal Consiglio regionale, sono stati concessi con appositi decreti o accantonati i seguenti finanziamenti per:
- interventi unitari € 6.595.832,06
- opere di urbanizzazione € 1.910.577,06
- indagini geologiche € 12.911,42
- lavori dovuti a situazioni impreviste ed
imprevedibili sopraggiunte in corso d'opera
(rinvenimenti archeologici) € 347.000,00
Per quanto riguarda gli interventi in autonomia attuativa, di competenza della "P.F. Rischio sismico e opere pubbliche di emergenza", si desume dalla banca dati Tellus il costo complessivo degli interventi pari ad oggi a € 1.273.822,44.
3. Incidenza oneri di Belvedere su stanziamenti complessivi: il recupero del nucleo storico di Belvedere sull'ammontare complessivo di 427 milioni di curo stanziati per l'attuazione dei 95 programmi di recupero ha inciso per una percentuale pari a circa il 2%.
Belvedere è stata l'unica dei 95 insediamenti interessati dai programmi di recupero per il quale è stato costituito un "consorzio di II grado" che ha coinvolto i proprietari di 11 su 13 interventi unitari. "Mentre i consorzi di primo grado sono obbligatori per legge (art. 3, comma 5 della legge n. 61/98 - art. 12 della Dgr n. 2158/98 - Dgr n. 76/99), i consorzi di secondo grado sono facoltativi e, quindi, possono essere costituiti soltanto con la spontanea adesione dei soggetti proprietari degli immobili ricompresi negli interventi unitari e già consorziati, che conferiscono procura speciale al responsabile del consorzio di secondo grado” (stralcio Dgr n. 1879/99, Documento istruttorio).
"Una volta costituito, dato il superiore interesse pubblico ad attuare gli interventi di ricostruzione, il consorzio di II grado vincola tutti i soggetti aderenti alla unitaria progettazione ed alla organica esecuzione degli interventi” (Dgr 1897/99, Documento istruttorio).
Si tratta dunque di un rapporto a carattere privatistico, rientrante nella disciplina del Codice Civile, che interessa i singoli proprietari ed il soggetto loro rappresentante, cui sono affidate tutte le attività successive alla presentazione della domanda di contributo, dalla redazione dei progetti alla riscossione dei contributi, fino alla completa attuazione degli interventi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio l’Assessore Carrabs per questa risposta, ringrazio il Consiglio per aver consentito la discussione di questa interrogazione, in questo clima di celebrazione dei dieci anni di tale evento.
Volevo chiarire che le ragioni per cui ho presentato questa interrogazione provengono da una richiesta di chiarimenti da parte degli abitanti della frazione di Belvedere, che è una graziosa frazione del comune di Fabriano che è stata considerata dalla Giunta regionale come un momento, come un modello di ricostruzione particolare perché è stata ricostruita ex novo.
Nel mese di aprile di quest’anno Belvedere è stato citato come modello di efficienza ricostruttiva, e in questo mese, poco prima delle elezioni comunali, c’è stata l’inaugurazione del paese alla presenza del Presidente Spacca, dell’On. Maria Paola Merloni, del Sindaco Sorci, del Vicepresidente della Provincia Sagramola, insomma tutti quanti.
Purtroppo oggi siamo alla metà di settembre e ancora nessun cittadino è entrato nella propria abitazione. Quindi questo modello mostra delle crepe e alcuni cittadini hanno detto “Ma l’opposizione chiede niente?”. Allora io, essendo Consigliere regionale di Fabriano, mi sono assunto l’onere di chiedere queste informazioni e questi chiarimenti.
Prendo atto che non si è ancora potuto consentire l’ingresso dei cittadini perché mancano gli allacci del gas e del telefono. Quindi è chiaro che l’inaugurazione è stata una trovata pubblicitaria per le elezioni, questo è evidente, ma forse chissà se a parti invertite non l’avremmo fatto anche noi, ce ne sono tante per cui di questo ci scandalizziamo relativamente.
Il problema è che lì, al di là di queste battaglie pubblicitarie, ci sono dei problemi seri nel senso che questi cittadini, avendo aderito al consorzio hanno praticamente firmato quasi una delega in bianco a chi lo gestiva. Non hanno potuto incidere sulla progettazione delle proprie abitazioni, né sull’esecuzione dei lavori, sono stati chiamati a pagare la quota di accollo, enormemente cresciuta rispetto alle previsioni, soltanto al momento della conclusione, quindi come se “se vuoi le chiavi per entrare devi prima pagare la quota”.
Si stanno verificando casi dove purtroppo una volta entrati trovano anche alcune magagne e c’è il rischio che questi signori debbano pagare di nuovo per avere riparate queste situazioni. Noi sappiamo benissimo che un lavoro prima deve essere consegnato a regola d’arte e poi si può pagare. Questo è un primo problema.
L’altro problema è che nel frattempo questi cittadini hanno ricevuto una ordinanza di sgombero dalle casette di legno occupate da parte del Sindaco del Comune di Fabriano.
Allora, se queste case non sono ancora pronte perché non c’è il gas e il Sindaco fa l’ordinanza di sgombero, questi cittadini che cosa devono fare, dove devono andare?
Questi sono i problemi, oltre all’altro evidenziato dall’Assessore, cioè che adesso sono stati bloccati i lavori per l’accesso a nord della frazione per un muretto che dicono abbia valore archeologico – non so chi ha stabilito questo valore archeologico, io l’ho visto, non sono un esperto, ma è certo che lì una strada di accesso si può comunque fare con quattro soldi –.
L’altro elemento che fa riflettere è che chi non ha aderito ai consorzi, la maggioranza invece ha aderito – mi pare che su 13 in 12 hanno aderito – e hanno fatto privatamente, sono circa tre anni che sono già nelle proprie abitazioni e hanno speso di meno.
Questi sono dati inconfutabili che probabilmente non piace che vengano discussi, ma è la verità.
Quando parliamo di queste cose ci vuole un po’ meno di prosopopea e un po’più di umiltà nell’andare a vedere come stanno effettivamente le cose, perché problemi reali ci sono ancora e non sono stati risolti, al di là dell’inaugurazione. Quindi al di là delle facile polemiche che non servono, invito semplicemente chi di competenza a prenderne visione e ad adoperarsi per risolverli.


Interrogazione n. 818
del Consigliere Castelli
“Mancata attuazione norme finanziaria 2007 in materia di consulenze e incarichi”

Interrogazione n. 767
del Consigliere Castelli
“Consulenze esterne affidate dalla Regione Marche”

(abbinate)
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 818 e n. 767 del Consigliere Castelli, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Vorrei innanzitutto puntualizzare che il comma 735 della legge finanziaria del 2007 prevede, per le sole società partecipate da Comuni e Province (anche insieme ad altri soci pubblici e/o privati) l'obbligo di pubblicare sui siti informatici dei soci pubblici l'elenco degli amministratori ed i relativi compensi nominati in dette società. L'unica società oggetto della disposizione è Aerdorica Spa in quanto partecipata da Comuni, Province e Regione Marche.
I prospetti con le suddette informazioni riguardanti – si badi bene – non solo I'Aerdorica, quella per cui c’è l’obbligo esplicito di legge, ma l'insieme completo di tutte le partecipazioni dirette ed indirette, la misura delle partecipazioni, l'onere complessivo gravante sul bilancio regionale per ognuna di esse, i nominativi ed i relativi compensi degli amministratori di nomina regionale, sono stati pubblicati sin dal 19 giugno u.s. sul sito della Regione Marche al seguente indirizzo: http:/lbilancio.regione.marche.it/bilancio, come attraverso la stampa ho già avuto modo due volte di chiarire. Il dato è inoppugnabile, l’imprinting non è cancellabile – abbiamo un protocollo informatico guardato dalla polizia postale che garantisce l’immodificabilità degli indirizzi elettronici – la stampa della lettura è allegata alla risposta che ho qui, per la dimostrazione inconfutabile che il dato è stato pubblicato – siamo stati la terza Regione a farlo – in eccesso rispetto alla legge, fin dal 19 giugno scorso.
Abbiamo inviato questi prospetti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la Funzione pubblica.
In definitiva vorrei dire al Consigliere Castelli che è stato mal informato, ma non ha avuto mai modo, almeno da giugno, di sfogliare il sito della Regione Marche. Se avesse visitato il sito non solo avrebbe trovato le informazioni imposte dalla legge e che lui definisce "segregate", ma avrebbe trovato tutte le informazioni e i dati delle partecipazioni regionali non imposte da nessuna norma, ed io convengo con il Consigliere Castelli che è dovere di ogni pubblica amministrazione riferire. Scoprirà, come penso sia nel frattempo riuscito a fare, che la spesa per i componenti nominati dalla Regione Marche nei vari CdA complessivamente sommati non supera i 65.000 euro.
In merito, infine, all'altra disposizione di legge, l’altro comma invocato, il 593 che prevede la pubblicazione sul sito internet dei compensi agli "amministratori di società partecipate, dei dirigenti esterni, dei consulenti, dei membri di commissione e di collegi o dei titolari di qualsivoglia incarico", la direttiva è stata precisata del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 16 marzo 2007 che ha chiarito che tale disposizione è riferita alle sole Amministrazioni dello Stato e non anche alle Regioni e agli enti Locali. Fermo restando, quindi, il non obbligo di legge e in virtù dei principi già citati di trasparenza, pubblicità ed economicità, su cui siamo lieti di essere sollecitati da chiunque, il nostro Assessorato, di concerto con l'Assessorato al personale che ha lavorato analiticamente alla distinta delle posizioni e anche delle funzioni, stanno studiando la possibilità dì raccogliere e pubblicare al più presto tali dati in maniera organica su entrambi i siti internet, quindi su quelli generali del personale, cui spetta peraltro l’istruzione e il conferimento degli incarichi, e su quelli cui fanno riferimento i dati della spesa e i rapporti anche della Presidenza del Consiglio curati dal bilancio.
Vorrei ricordare, peraltro, che la citata direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri chiarisce che gli incarichi professionali a cui si riferisce il comma 593 non sono quelli disciplinati dai contratti d'opera o d'opera professionale, quali incarichi di studio, ricerca e consulenza, cioè come individuati nell’interrogazione, ma ai consulenti a supporto degli organi di direzione politica, come i Consiglieri dei Ministri, cioè gli incarichi parapolitici e non quelli che surrogano o integrano le funzioni tecniche e amministrative.
Ora vorrei rispondere anche all’interrogazione n. 767.
Per quanto riguarda le consulenze esterne della Regione Marche, in attuazione delle disposizioni precedenti della legge finanziaria del 2007, quella della legge finanziaria 2005 in materia di incarichi di studio, consulenza e ricerca attivati dalle pubbliche amministrazioni, la Giunta regionale, con proprie deliberazioni del 6 giugno 2005, n. 690 e 13 marzo 2006, n. 244, ha adottato misure organizzative interne dirette sia ad ottemperare alle norme di riferimento, restrittiva-riduttiva, sia a conseguire ulteriori e più incisivi risultati in termini di contenimento della spesa.
Per quanto riguarda lo specifico obbligo di trasmissione degli atti alla Corte dei Conti, allo scopo di garantire sistematicità a tale adempimento, con circolare 7 luglio 2005, n. 37390 dell'allora Dipartimento programmazione e bilancio, si era stabilito che l'invio venisse curato, in modo centralizzato, dagli ex Servizi organizzazione e programmazione – da cui la nostra riposta congiunta degli assessorati alla programmazione e bilancio e l’organizzazione – a seconda della tipologia di incarico. Con la citata d.g.r. n. 244, l'obbligo di trasmissione è stato attualizzato alla nuova organizzazione, individuando come tramite il Servizio programmazione, bilancio e politiche comunitarie.
Per quanto sopra, successivamente alle disposizioni interne a cui si è fatto cenno, e segnatamente alla nota dell'allora Direttore del Dipartimento programmazione e bilancio, i provvedimenti di incarico sono stati tutti regolarmente trasmessi alla Corte dei Conti dalle strutture – prima il Dipartimento poi il Servizio bilancio, programmazione e politiche comunitarie – a ciò preposte.
L'elenco degli incarichi, dei compensi e dei beneficiari sono rappresentati nella tabella allegata che vi consegno. Circa i "risultati concretamente raggiunti" eventuale informativa di dettaglio potrà essere richiesta alle strutture di riferimento che relazionano per motivare la richiesta e rendicontano per completare la collaborazione, in base alle prerogative di accesso agli atti riconosciute ai Consiglieri regionali, che siamo contenti di poter onorare.
Come si desume dagli elenchi allegati, le comunicazioni sono avvenute indipendentemente dal beneficiario, che in qualche caso è la SVIM Spa, e dalla finalità dell'incarico, compresa l'assistenza tecnica per la realizzazione di programmi comunitari.
Si ritiene utile precisare che dagli elenchi e dalle comunicazioni alla Corte dei Conti rimangono, ovviamente, escluse tutte le esternalizzazioni che non trovano fondamento giuridico nella prestazione di opera intellettuale di cui all’art. 2230 del codice civile a cui si riferiscono le norme della legge n. 311/2004, bensì nell'appalto di servizi di cui all’art. 1677 del codice civile il cui affidamento è regolato dal rinnovato d.lgs. n. 163/2006, cosiddetto contratto moderno e più rigoroso, codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Invoco la generosità del Presidente del Consiglio che spero mi consentirà di cumulare per la risposta i tempi previsti dal regolamento.
Assessore Marcolini, per quanto riguarda la seconda interrogazione mi riservo di verificare l’elenco che giustamente non ha letto, prendo atto comunque che le comunicazioni sono state fatte e esaminerò l’insieme dei dati ivi contenuti.
Più interessante, quindi esprimo la mia soddisfazione, è la risposta relativa alla precedente interrogazione, che ci ha visti protagonisti dell’ennesima polemica giornalistica.
L’Assessore Marcolini dice “Castelli non sfoglia (idealmente) bene i byte del sito, perché in realtà l’onere posto dalla Finanziaria secondo il quale i compensi devono essere indicati – anche se solo limitatamente alla Aerdorica – è possibile verificarli cliccando”.
L’Assessore Marcolini, se mi consente, fa un po’ il furbo quando dice che è tutto nel sito, perché è vero, ma è come se dicesse che è tutto nell’universo mondo. Perché cliccando quell’indirizzo si aprono in realtà tre documenti in formato Adobe che sono nient’altro che il bilancio pubblicato nel Bur, la deliberazione legislativa con cui abbiamo approvato il Dpfr e la relazione al bilancio.
Non è quello che la Finanziaria pretendeva dalle amministrazioni e soprattutto non è quello che può essere considerato un motivo sufficiente a dare trasparenza di quel che accade nell’Amministrazione, perché quella richiesta di trasparenza non è stata tarata per un Consigliere regionale, che inevitabilmente ha altri strumenti per attingere a certe informazioni, ma per il cittadino.
L’ultima Finanziaria, quella dell’Ulivo, Assessore Marcolini, ha previsto proprio in quella parte tutta una serie di norme, che forse possiamo anche considerare un po’ demagogiche, caricando le amministrazioni pubbliche di una serie di oneri sulla trasparenza informatica, fra questi l’onere di evidenziare in maniera chiara, attingibile, accessibile, il novero di queste componenti.
Quindi io ho cliccato, ho anche ricliccato, e cosa trovo? Mica trovo un paginone in cui si dice “Cittadino…!”, cioè quello che voleva la Finanziaria, quello che immagino voleva la Ministra Lanzillotta, trovo tutta un’altra cosa e non semplicemente il trasferimento d’amblé di una mole cartacea di 647 pagine. Io ho cliccato, Assessore, dove lei mi ha detto e non lo ho trovato io che sono un Consigliere regionale dotato di intelligenza media, io ho trovato veramente http:\\bilancio.regione, l’ho messo sui preferiti, guardate, vi faccio il bello della diretta, visto che siamo stati dotati di pc posso farvelo vedere ora.
Fra l’altro, Assessore, sono in buona compagnia, perché le contesta la mancanza di trasparenza informatica anche il Sole 24 Ore, io sono un povero Consigliere regionale che viene dalle lande sud picene, ma il Sole 24 Ore Centro Nord del 5 settembre lo dice in un articolo di spalla “Società partecipate, trasparenza in attesa”, né Toscana, né Emilia, né Umbria, né Marche hanno pubblicato nei loro siti internet l’elenco delle società da esse partecipate. Quindi il mio analfabetismo informatico di ritorno potrebbe avermi indotto a cliccare il bottone sbagliato però, Assessore Marcolini, se lo pensa anche il Sole 24 Ore è cosa che deve generare un qualche sospetto.
Abbiamo un sito superato anche come organizzazione, ma credo che sia opportuno, proprio per le moltitudini di grilli che saltano sulla testa degli italiani relativi alla trasparenza, essere più chiari e formulare le nostre indicazioni maggiori, perché, ripeto, scaricare nel sito il bilancio e il Dpfr non è intercettare la domanda e la richiesta di trasparenza che voleva realizzare la Ministra Lanzillotta.
Per il resto è vero che la direttiva del Presidente del Consiglio ha limitato agli organismi statali la pubblicazione di tutta una serie di informazioni per quanto riguarda invece – parlo dell’articolo 593 – la retribuzione dei dirigenti, dei consulenti, dei membri di commissione, ma ritengo che al di là della direttiva, come lei mi pare abbia accennato, sarebbe una cosa molto interessante e molto intelligente, anche perché il cittadino, volendo, riesce comunque anche se con difficoltà ad ottenere quelle informazioni. Il non farlo, potrei invocare la direttiva del Presidente del Consiglio, potrebbe far pensare che abbiamo qualcosa da nascondere. Farlo, anticipando anche i tempi e precorrendo quelle che immagino saranno le richieste sempre più pressanti e sempre più frequenti, potrebbe essere un utile sistema di partecipazione, di trasparenza per ciò che significano queste norme che, ripeto, in parte sono sicuramente demagogiche, però, visto che ci sono, mi sembra giusto e opportuno rispettarle.
Un ultimo quesito è quello relativo alla multa che, secondo me, dovrebbe esserle irrogata, Assessore Marcolini, perché la Ministra Lanzillotta non si è limitata a dire “bisogna inserire quegli incarichi e quei compensi in maniera chiara ed accessibile sul web”, quindi il soggetto inadempiente, la Regione Marche, che non si può dire che abbia adempiuto ad un obbligo di chiarificazione informatica nei termini che prima ricordavo, è passibile di una multa fino a 10 mila euro, e competente sarebbe il Prefetto di Ancona.
La Ministra Lanzillotta, il Presidente del Consiglio Prodi, questo per dire che lei si trova a fronteggiare richieste che sono titolate e prestigiose.

Pietro MARCOLINI. Noi abbiamo inviato i dati alla Presidenza del Consiglio e lei non può scambiare un suo augurio per una previsione tecnicamente e giuridicamente fondata.

Guido CASTELLI. Dico semplicemente che la Ministra Lanzillotta su altre cose ha dato indicazioni che mi sono permesso di considerare un po’ demagogiche, su un punto ha addirittura previsto una sanzione amministrativa e il fatto che vi sia questa mi fa pensare che è la strada su cui il suo Governo, Assessore Marcolini, vuole chiarezza e anche determinazione.
Durante la precedente legislatura eravamo soliti ascoltare le sue invettive contro il Governo, è diventato inopinatamente e immediatamente silente e reticente, non ha più parlato male del Governo nazionale dal 2005 – questo lo deve tollerare –, ma da questo punto di vista ritengo che l’aspetto della norma imponga il Presidente del Consiglio a notiziare “rimettiamo all’arbitrato del Prefetto di Ancona la situazione che si è venuta a creare”. A mio modo di vedere non è stata rispettata, ma al di là di questo aspetto la cosa più importante è che venga rispettata da ora in poi, perché, oltre le rivendicazioni e le polemiche tra opposizione e maggioranza, l’importante è che sia assolto questo obbligo sempre in una forma migliore.
Abbiamo come Consiglio regionale un sito che è stato rinnovato da poco, anche la Giunta dovrebbe dedicare un link proprio alla partecipazione in modo tale che sia quasi il primo bottone che viene davanti quando si scopre il sito Regione Marche. Allora, probabilmente, faremmo una cosa che anticipa i tempi, precorre le sfide informatiche che ci sono poste dai comici che recentemente hanno deciso di avviare fenomeni e flussi politici e, probabilmente, faremmo anche una cosa intelligente e giusta.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni sull’ordine dei lavori.

Michele ALTOMENI. Durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari dell’ultimo Consiglio avevamo chiesto di inserire la mozione che oggi si trova al punto 6). Siccome è una questione che ha anche una scadenza perché siamo chiamati a dare un parere entro il mese di settembre, considerato che probabilmente martedì prossimo non ci sarà Consiglio per cui l’altro sarà ad ottobre, visto che la mozione è stata costruita su un testo che gli enti locali e la Provincia di Pesaro compresa hanno approvato all’unanimità, chiedo, se vogliamo rispettare i termini e se siamo d’accordo, di votare la mozione senza illustrazione e senza dibattito per dare, quindi, indicazione alla Giunta rispetto al parere da formulare al Ministero.

PRESIDENTE. Nel frattempo che viene valutata tale richiesta proporrei, visto che è finito il tempo a disposizione per gli atti ispettivi, di discutere il punto 4) all’ordine del giorno.


Proposta di atto amministrativo n. 58
della Giunta regionale
“Programma degli interventi per l’anno 2007 – criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli artt. 2 e 3 della l.r. n. 51/1997 – Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Questo atto ogni anno viene in Consiglio regionale. Si tratta del programma degli interventi per le norme a sostegno dell’informazione e dell’editoria locale.
L’atto non ha grossi cambiamenti rispetto a quello che abbiamo votato lo scorso anno, tranne una piccola modifica finanziaria di cui parlerò.
Questo atto riguarda tutti i soggetti che operano all’interno della regione Marche o che hanno sede legale nella regione. Tratta dell’informazione sia televisiva, che radiofonica ed editoriale. Una informazione che deve riguardare la promozione dell’immagine della regione, la diffusione della cultura regionale, la divulgazione delle notizie relative alle azioni del Governo regionale e la sensibilizzazione dei cittadini sui temi del comportamento civico, sociale ed economico, oltre alla realizzazione di strumenti informativi di interesse regionale che riguarda la parte finanziaria del settore degli investimenti.
Sono esclusi da questi finanziamenti i quotidiani, gli strumenti di comunicazione istituzionale, quindi gli strumenti da parte dei Comuni, enti locali e altro, che riguardano tipicamente la comunicazione di carattere istituzionale, e quei soggetti o quelle riviste che abbiano più del 30% di spazi pubblicitari o che non abbiamo la continuità di quattro numeri progressivi o di quattro riviste progressive.
La cifra globale è la stessa dello scorso anno, anche se le richieste sono sempre in numero maggiore, quindi potrebbe essere utile, se fosse possibile, all’interno del bilancio regionale poter aumentare un po’ questa cifra, questo anche perché c’è stata una modifica.
I 10.700 euro circa riguardano finanziamenti per il settore librario, 37.500 euro per l’informazione radiofonica, 37.500 euro per l’informazione televisiva, 32.000 euro per i periodici.
La differenza rispetto allo scorso anno è che è stata aggiunta l’informazione elettronica che l’anno scorso avevamo cancellato, per cui la cifra dei periodici che era 42 mila euro quest’anno diventa di 32 mila euro. La richiesta c’era stata già lo scorso anno, ma in Commissione non avevamo ritenuto opportuno introdurla perché non era chiara la modalità né l’operazione rispetto a questo settore. Quest’anno è stata introdotta perché effettivamente ci sono dei notiziari on line, quindi si è ritenuto opportuno che anche su questo ci doveva essere un minimo di contributo.
Altri 80.900 euro sono contributi in conto capitale soprattutto per l’innovazione e l’ammodernamento della tecnologia.
Vengono finanziati libri e riviste di carattere storico, letterario, artistico, scientifico e naturalistico, libri che devono riguardare le tradizioni locali oppure l’informazione volta a promuovere l’immagine delle Marche, la diffusione della sua cultura e la sensibilizzazione dei cittadini sui temi del comportamento civico, sociale ed economico.
Anche su questo c’era stata una bella discussione lo scorso anno in Commissione, queste sono le proposte che avevamo presentato e riteniamo che possano essere riconfermate perché sono abbastanza comprensive del settore degli interventi.
C’è poi il discorso di graduatoria soprattutto per i periodici e le iniziative editoriali. Anche questo è stato oggetto di una discussione abbastanza approfondita dove ci sono dei punteggi abbastanza chiari. Il 70% del punteggio che viene dato è di carattere oggettivo – anche per questo lo scorso anno c’era stata una bella discussione –, il bacino di copertura di queste riviste se riguarda una diffusione extra regionale avrà un punteggio in più rispetto a quello che ha una diffusione tipicamente localistica o regionale.
Su questo c’è stata unanimità da parte della Commissione, anche per garantire all’interno di questo settore la presenza di personale con contratto a tempo indeterminato, che soprattutto dovrà avere una preparazione, quindi non si dovranno utilizzare all’ultimo minuto giovani che pur di far guadagnare qualche cosa, non hanno poi alcuna competenza nel settore editoriale e giornalistico. Quindi si chiede da un lato che abbiano una certa competenza e preparazione e dall’altro che possano avere un contratto a tempo indeterminato. Se nell’anno attuale contratti a tempo determinato verranno trasformati in contratto a tempo indeterminato, anche questo costituirà un punteggio per avere finanziamenti che, ripeto, non sono esorbitanti, ma sono comunque un aiuto per questo tipo di pubblicazione.
Vengono anche conteggiate, soprattutto per le emittenti radio e televisive o i quotidiani, le ore o il numero delle pagine che si utilizzano per la promozione del settore di cui ho parlato prima.
Un altro aspetto positivo di questo atto rispetto agli anni precedenti è sul fatto che è stata resa la modulistica molto più semplice. Negli anni precedenti doveva essere presentato da parte di coloro che facevano richiesta di finanziamento tutto un malloppo per dimostrare quanto dichiarato, adesso basta un’autocertificazione, quindi nella richiesta di contributo attraverso la modulistica si dichiara che cosa si intende fare. E’ evidente che poi ci dovrà essere una forma di controllo perché tutto non sempre viene rispettato, per cui il Corecom potrà attivare una forma di controllo su quanto è stato dichiarato nel momento della richiesta di finanziamento.
L’atto è abbastanza semplice, si modifica rispetto all’anno precedente soltanto il fatto dei 10 mila euro per l’informatica, in Commissione c’è stata l’unanimità – naturalmente poi spetterà alla relazione di minoranza intervenire su questo –. Quindi non ci sono grosse modifiche rispetto all’atto dello scorso anno su quale era stata fatta una discussione molto approfondita che aveva visto il voto favorevole unanime dei componenti della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questo è un atto che da qualche anno lo reiteriamo, poche sono le modifiche sostanziali che possiamo fare, soprattutto perché lo stanziamento delle somme non è grande né è stato aumentato quest’anno.
Abbiamo cercato comunque di fare delle modifiche per privilegiare il radicamento marchigiano regionale delle attività, quindi dell’editoria che viene finanziata.
Prendendo in particolare il primo articolo, che ci sia davvero un interesse regionale su queste pubblicazioni, che non ci sia una parcellizzazione o un frazionamento a pioggia di contributi e che non vengano privilegiati gli amici di sempre.
Dico questo perché l’atto da un punto di vista formale sicuramente garantisce, abbiamo fatto anche in modo che la modulistica sia migliore e più semplice, quindi si garantisce una certa concorsualità, ma poi scorgendo i beneficiati dello scorso anno abbiamo visto che ci sono sempre i soliti nomi, c’è chi ha più difficoltà ad arrivare a questi finanziamenti e chi, invece, indipendentemente dalle produzioni, figura da anni.
In particolare, quindi, l’attenzione si sposta sul controllo, abbiamo auspicato che il Corecom lo svolga sull’editoria, sulle televisioni e su tutto quello che molto spesso disattende o lede la par condicio o che non indirizza i finanziamenti nelle cose di valenza regionale. Questo è il senso del sostegno, cioè quello di privilegiare ciò che può davvero promuovere e ciò che può approfondire lo studio delle nostre tradizioni, della nostra marchigianità che non va celebrata solo con le giornate all’estero, ma che potrebbe essere fatta anche con l’editoria, i giornali, i libri e le riviste. Molti lo fanno, ma hanno più difficoltà di altri a prendere il finanziamento.
Il giudizio è sostanzialmente favorevole. In Commissione per quanto emendabile ognuno ha apportato le proprie proposte e modifiche. Valuteremo ora se il voto sarà favorevole – parlo in particolare di AN – o se ci sarà un’astensione sulla gestione successiva delle graduatorie per questi finanziamenti e sul ruolo che il Corecom svolgerà, ma non nego che ho fiducia di questo nuovo Corecom.
Abbiamo affrontato anche il problema di queste autorità di garanzia, non capisco perché la modifica di legge non possa vedere la luce. Da tempo in Commissione stiamo esaminando il riordino di queste Autorità, soprattutto del Corecom, per affidare più mezzi e più poteri, perché mi pare, in particolare la Presidenza, sia molto ben intenzionata a svolgere seriamente il suo ruolo. Quindi è un auspicio che questo avvenga anche sulla vigilanza di questo atto che oggi approveremo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Intervengo in linea con le considerazioni della relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli che ha parlato a nome del nostro gruppo e anche dell’intera opposizione.
Ho il resoconto di come sono stati utilizzati questi fondi per l’anno 2006. E’ su questo che vogliamo che nei prossimi tempi ci sia una verifica al fine di dare una mano all’istruttoria delle prossime richieste di contributo che dovremo analizzare, dare una mano nel senso della trasparenza, della pluralità di voci che vengono sostenute da parte nostra e soprattutto rispondenza a quei requisiti e a quei criteri che rimangono comunque, anche se precisati quest’anno, con un margine normale di discrezionalità. Questa discrezionalità deve essere utilizzata al meglio e con attenzione.
I fondi non sono ingenti, stiamo parlando di piccole cifre, allora, primo, magari per il bilancio prossimo sforziamoci tutti a finanziare ancor più e meglio questi capitoli che sono importanti per un sostengo a questo circuito informativo e di comunicazione, secondo, premettendo però quello che abbiamo detto cioè una trasparenza di scelte.
Vedo che non c’è solo l’informazione televisiva e radiofonica, ci sono anche tutta una serie di interventi sulla carta stampata relativa a pubblicazioni, tomi, numeri, che vanno a diffondere uno o più aspetti della nostra regione. Per esempio, il Patrono di Pesaro – per carità, piccole voci di finanziamento – è un trattato che è stato finanziato da noi, come i Militari pesaresi in guerra, il Mutuo soccorso nella Fano dell’800. Ritengo che siano tutte iniziative di pregevole fattura e di interesse, ma tante altre immagino avranno purtroppo avuto una istruttoria negativa, non avranno potuto accedere agli stessi contributi perché oltre una certa somma non si può andare.
In queste scelte, quindi, occorre una verifica soprattutto del rispetto del pluralismo delle voci, non solo sotto l’aspetto territoriale, che è già una componente importante, ma anche sotto l’aspetto culturale e più in generale su quello sociale.
Su questo ritengo debba essere fatto il prudente apprezzamento. Noi siamo a favore di questa legge, anzi, saremmo a favore di una legge che finanzi ancora di più questi strumenti. Siamo dell’idea che debba essere gestita in maniera oculata, trasparente, obiettiva e aperta.
Ecco perché ritengo che il prudente atteggiamento della relatrice di minoranza Consigliera Mollaroli sia assolutamente condivisibile, perciò rimando a quella che è stata la sua considerazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Per brevi considerazioni perché condivido le preoccupazioni espresse dalle due colleghe che hanno relazionato sull’atto e dal Consigliere Pistarelli.
In effetti questi finanziamenti pubblici, seppure non enormi, vengono utilizzati non per una editoria e per una informazione di tipo regionale complessiva, ma talvolta, un po’ per la noncuranza generale, un po’ per la pressione dei territori – del tutto legittima, non c’è dubbio – vanno a svilire il ruolo di una legge regionale.
Quindi mettere nei criteri una maggiore necessità e possibilità di controllo è giusto oltre che più opportuno.
Visto che la legge ormai si estende anche alla informazione radio-televisiva ed elettronica dell’informatizzazione, non sarebbe male una rivisitazione della legge che istituì prima il Corecom e poi il Comitato regionale di controllo sull’informazione, ma non con una visione di tipo centralistico o di supremazia regionale per il controllo dell’informazione, ma al contrario come garanzia per i cittadini di una informazione pluralistica che sia rispettosa di tutte le espressioni sia quelle culturali, istituzionali e politiche, ma anche quelle dei territori. Una legge che sia non di semplice pari opportunità, ma anche di pari diritti.
In questo senso noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 58. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Mozione n. 200
dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Mollaroli, D’Anna.
“Metanodotto Brindisi – Minerbio”
Votazione

Interrogazione n. 560
del Consigliere D’Anna
“Metanodotto Brindisi Minerbio”
Ritirata

PRESIDENTE. Passiamo ora alla votazione della mozione n. 200 dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Mollaroli, D’Anna, senza illustrazione e discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Solo una precisazione, Presidente. Io ho presentato l’interrogazione abbinata che più o meno ha lo stesso percorso della mozione, quindi la ritiro perché ho aderito alla mozione apponendo anche la mia firma.

PRESIDENTE. Mozione n. 200. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,30