Resoconto seduta n.38 del 25/07/2006
La seduta riprende alle 15,10



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. In attesa che si riunisca la Commissione e dia i propri pareri sugli emendamenti relativi ai punti 12 e 13 dell’ordine del giorno, propongo di iniziare con la proposta di legge n. 94 ad iniziativa della Giunta.

(Così rimane stabilito)



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Modifiche alla l.r. 23 febbraio 2005, n. 8, in materia di accertamento della regolarità contributiva delle imprese e interpretazione autentica dell’art. 1, comma 3» Giunta (94)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 94, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Questa modifica si è resa necessaria in quanto la legge n. 8 approvata nel febbraio 2005, ha evidenziato, nella sua applicazione, delle negatività. L’emendamento che sostituisce l’articolo 1 della proposta di legge nasce dalle ulteriori esigenze di cambiamento e perfezionamento del testo normativo, emerse nel corso di diverse riunioni tenutesi con i rappresentanti degli enti previdenziali, degli ordini, dei collegi professionali, nonché delle associazioni sindacali e datoriali di categoria successivamente alla presentazione della proposta da parte della Giunta.
Il testo recita che alla lettera b) del comma 1 dell’art. 8 della legge 8 si intende allargare la rosa dei destinatari della notifica preliminare di cui all’art. 11 del D. Lgs. 494, quindi non introduce alcun obbligo aggiuntivo di effettuare la notifica medesima al di fuori dei casi previsti dalla normativa statale. Qui c’era stata una controversia di applicazione.
Al comma 2 la verifica di regolarità che il comma 2 dell’art. 1 sempre della legge 8 assegna ai direttori dei lavori, è effettuata dal coordinatore per l’esecuzione, nei casi in cui la figura è prevista per legge. Quindi, dove c’è il coordinatore per l’esecuzione è lui il responsabile dell’attività, non il direttore dei lavori.
L’ultimo puto è il più importante. Si propone l’inserimento di un comma 2 bis che serve ad esplicitare il contenuto e le modalità di esercizi della verifica di regolarità. La stessa consiste in un controllo periodico dell’eventuale presenza nel cantiere di personale non autorizzato e va esercitato esclusivamente attraverso l’esame della documentazione, registro delle presenze e libro matricola, che a tale scopo deve essere tenuto a disposizione in originale o in copia conforme. Questo anche per combattere l’abusivismo nei cantieri di lavoro.
Tutti questi cambiamenti sono stati concordati con le associazioni, con i sindacati e con la Giunta. La Commissione ha stabilito che almeno una volta al mese devono essere controllati il registro delle presenze e il libro matricola.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Concordo con l’intervento del relatore di maggioranza. L’atto è stato votato all’unanimità in Commissione, poiché si trattava in parte di una modifica tecnica richiesta anche dalle associazioni di categoria e degli industriali. Sull’ultimo punto, giustamente la Commissione ha aggiunto che ogni mese deve essere controllato il registro delle presenze, per procedere alla verifica di eventuali irregolarità. Speriamo di riuscire a fare qualcosa di utile nei cantieri, per cercare di eliminare i casi di persone che lavorano e non sono in regola a livello contributivo.
Noi siamo d’accordo, perché si tratta di un discorso esclusivamente tecnico.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione. Se non vi sono interventi, comunico che è stato presentato un emendamento relativo al comma 1 dell’articolo 1 da parte del consigliere Luchetti. Si chiede il parere del relatore di maggioranza relativamente a questo emendamento.
Nomino consiglieri segretari i consiglieri Lippi e Mammoli.

Fabio BADIALI. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo 1. Emendamento proposto dal consigliere Luchetti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva







Proposta di legge (Esame degli articoli e votazione): «Istituzione Ente parco regionale del Conero» Giunta (86)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 86, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Comi.

Francesco COMI. Presidente, vorrei ricordare all’aula che nell’ultima seduta del Consiglio regionale si è svolto il dibattito nel merito: ci sono state le relazioni di maggioranza e di minoranza, ci sono state le considerazioni di rito e di merito e si attendeva la discussione sugli articoli e sugli emendamenti.
Credo quindi che dovremmo discutere dell’articolato, piuttosto che del merito.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1, emendamento n. 1 a firma Silvetti. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. La Commissione ha valutato la proposta di emendamento n. 1, come pure quella relativa agli emendamenti 2 e 3. Si chiede di inserire la presenza dei sindaci dei Comuni aderenti al parco. La valutazione fatta dalla Commissione è la seguente. Ci siamo posti un problema di legittimità della proposta, prima ancora che di merito, perché i richiedenti aspirano a garantire nell’esecutivo i sindaci, che sono però contestualmente anche componenti dell’organo di indirizzo e di controllo, ovvero la Comunità. Il principio che viene messo in discussione con questo emendamento è quello della distinzione dei ruoli tra l’organo di governo e quello di indirizzo. Essendo i sindaci componenti anche della Comunità, si pone il dubbio se essi possano contestualmente essere anche organi di governo.
Di fronte a questo dubbio di legittimità che abbiamo maturato, non in funzione di una valutazione arbitraria ma in funzione di una valutazione meditata e consapevole, legata, per esempio, ai principi ordinamentali contenuti nel testo unico degli enti locali, si è ritenuto di non specificare quale soggetto dovrà partecipare all’organo di governo, delegando, se mai, la responsabilità al Comune interessato di individuare egli chi li dovrà rappresentare.
La Regione non può decidere di mettere i sindaci nell’organo di governo, esponendosi al rischio eventuale di un ricorso agli organi della giurisdizione amministrativa, pertanto noi ci limitiamo a dire che debbono partecipare i Comuni. Poi, se i Comuni decideranno di far partecipare i sindaci, saranno loro ad esporsi a un rischio di illegittimità.
Tra l’altro la questione ci ha sorpreso, perché nella audizione che si era tenuta con i sindaci era stato posto un dubbio di legittimità forte dagli stessi sindaci, i quali contestavano la presenza del Presidente della Giunta nell’organo di governo, sostenendo che, in quanto presente anche nella Comunità del parco non poteva svolgere ambedue le funzioni di indirizzo e di governo. A questa logica considerazione che abbiamo accolto e condiviso, è seguita invece la specificazione che i sindaci potessero far parte di entrambi.
Il nostro voto è contrario per motivi di legittimità ma anche di merito, perché la distinzione dei poteri ha un fondamento anche politico, che è quello di distinguere, nella articolazione delle funzioni, coloro che dovranno svolgere la funzione più generale di programmazione e di indirizzo da coloro che dovranno invece quotidianamente, metodicamente, con grande presenza, svolgere la funzione di governo.
Per queste ragioni votiamo contro. Credo che ci sia una certa confusione nel merito della questione e sono sorpreso, perché fino ad oggi c’è stato e c’è ancora un clima di collaborazione, di condivisione che ci ha portato ad accogliere insieme unitariamente diverse proposte. E’ un clima che non solo abbiamo accolto, ma auspichiamo che la Commissione sia anche il luogo e il contesto nel quale continuare a lavorare insieme.
La proposta così perentoria posta dai consiglieri di centro-destra, secondo me non ha un vero fondamento e, mi duole dirlo, sembra più una proposta strumentale che una proposta seria e meditata. Credo che da un’attenta analisi, da una riflessione più meditata, da una valutazione di legittimità e di merito, i consiglieri tutti, di maggioranza e di minoranza, non potranno non condividere tutti, fino in fondo, questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Questa proposta di legge non ci entusiasma, l’abbiamo già rilevato in Commissione, perché dopo una prima stesura che era abbastanza accettabile, è stata “imbastardita” con questa assurda proposta di inserire le associazioni ambientaliste. Il consiglio direttivo dell’ente parco era previsto fosse composto solamente dai rappresentanti istituzionali,. Oltretutto applicando anche quel principio di solidarietà costituzionalmente previsto, avevamo anche chiesto, in risposta ai Comuni che sono i principali attori nella gestione del territorio, che i Comuni di Numana, Sirolo, Camerano e Ancona potessero assumere la presidenza a rotazione, con il principio della non possibilità di fare due mandati consecutivi, lasciando alla Provincia e al Comune il compito di controllo. Questo è stato cassato, nonostante nelle audizioni svolte in Commissione i sindaci di questi Comuni abbiano chiesto espressamente, non solo verbalmente ma anche per iscritto, questa volontà che è anche una necessità operativa, di gestione del territorio.
Secondo i mio punto di vista — opinione corroborata anche da alcuni pareri che i sindaci si sono fatti fare — questa legge è anche incostituzionale e noi spingeremo, qualora fosse approvata, i sindaci ad opporre ricorso presso la Consulta, perché così come composta oggi, non va verso la gestione del territorio ma tenta di occupare una istituzione del territorio.
Non mi voglio dilungare. Abbiamo presentato un emendamento, perché c’è chi vuole la presenza degli ambientalisti e chi vuole la presenza dei cacciatori. A quel punto noi chiediamo anche la presenza degli albergatori che sono una parte integrante e importante dell’economia del parco del Conero e della riviera del Conero. Chi vive da queste parti conosce l’incidenza di quelle attività economiche.
Ci sarebbe piaciuto che questa pagina non fosse stata scritta, perché avrebbero dovuto essere le istituzioni a gestire l’ente parco, so che la sinistra estrema ha voluto con grande forza, contrariamente a come si era espressa, questo tipo di modifica verso la quale noi siamo assolutamente contrari, quindi a nome di Forza Italia esprimo la netta contrarietà rispetto a questa legge assolutamente fuori luogo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Credo di avere già detto nel dibattito generale la volta scorsa, che davvero non comprendo — non credo che sia un problema mio — questa cosa. Evidentemente le motivazioni che sono portate non sono convincenti, perché anche nell’ultimo intervento del consigliere Bugaro ho sentito parlare di un accanimento della sinistra estrema e credo che tra la sinistra estrema comprendesse anche il sottoscritto. Per la verità io mi sono sempre considerato un uomo di sinistra, poi per il resto fate voi. Si dice che è una proposta di legge assurda. L’assurdità di questa proposta di legge starebbe dove? Il parco del Conero sarà in linea con tutto il resto della situazione regionale, ma anche nazionale. Vi inviterei a verificare all’interno della tabella che è stata presentata nella deliberazione 231 del 6 marzo 2006 con cui la Giunta regionale ha licenziato la proposta di legge, qual è la situazione regionale, ma vi inviterei a verificare la situazione nazionale, in modo particolare rispetto alla presenza delle associazioni ambientaliste.
Io non sono un ambientalista, la mia storia politica è un’altra: sono un ambientalista di fatto ma non di titolo, sono un comunista da sempre e sono andato a verificare a livello nazionale se è vero o meno che in tutti gli enti d’Italia è presente un membro delle associazioni ambientaliste. Vi invito a fare la stessa verifica: è così, ma non per caso, perché gli enti parco, le aree protette, le riserve naturali nascono, volenti o nolenti — e potete anche essere dolenti di questo — per impegno specifico delle associazioni ambientaliste e non delle associazioni venatorie. Tant’è che non c’è un solo parco in Italia che preveda al suo interno le associazioni venatorie, non perché ci sia un insanabile dissidio, ma perché questa è la storia delle aree naturali protette di questo nostro paese. Questo vuol dire che, siccome questa è la situazione, la situazione è immodificabile? No, questa è la situazione, nel senso che da questo punto di vista non è esistito mai il problema, perché le funzioni delle aree naturali, dei parchi, delle riserve naturali sono quelle di accrescere la cultura ambientalista in questo nostro paese e di preservare ambientalmente alcuni luoghi, alcune aree, alcuni territori, la qual cosa ha sempre funzionato.
Io ho concertato questa proposta di legge con i sindaci, con il presidente della Provincia di Ancona e c’è stato un sindaco in particolare che si è accanito contro questa proposta di legge, il sindaco di Sirolo i quale dice “voi, con questa proposta di legge cercate di appropriarvi di qualcosa che è nostro”. Ma dove sta scritto? Non sta scritto da nessuna parte, nessuno vuol fare questo. Qui si prevede ancora una volta, dopo avere concertato questa deliberazione, la presenza dei vari enti, quindi dei quattro Comuni, della Provincia di Ancona e la novità è la presenza di quell’ente che da sempre finanzia l’ex consorzio ente parco. Questa è la situazione. Dove sta l’incostituzionalità? E’ del tutto evidente che ogni proposta di legge può essere impugnata: fatelo. Io credo che sarà un buco nell’acqua, perché non c’è nulla di incostituzionale. Se così fosse, se questa nuova predisposizione dell’ente parco fosse viziata da elementi di incostituzionalità, allora vi dico che sarebbero incostituzionali tutti gli enti parco d’Italia, perché tutti prevedono la presenza della Regione, delle associazioni ambientaliste. Per la prima volta nelle Marche si fa un passo avanti che è già stato fatto in altri enti.
La presenza delle associazioni degli agricoltori non è un caso. Già la nostra politica regionale, in qualche modo è, voi direte “viziata” — ma io non credo che sia così — dal fatto che il servizio ambiente e il servizio agricoltura comunicano, e comunicano fortemente, perché alcune politiche sono fortemente intrecciate tra loro. Su tutte vorrei portare l’esempio delle biomasse. Tant’è che proprio la Confederazione degli agricoltori fa un plauso grandissimo al nostro Ppar, perché evidentemente lega le varie questioni che all’interno vanno riconosciute proprio a questo tipo di attività e di necessità di collaborazione.
Vorrei evitare di intervenire ancora. Vedo che tutta una serie di emendamenti sono del tutto ostruzionistici, perché non ne vedo la necessità, comunque rispetto la volontà di tutti di presentare qualsiasi emendamento e in modo particolare rispetto il lavoro e la volontà di quest’aula. Dico però che davvero non comprendo, non riesco a comprendere questo grande accanimento nei confronti di una proposta di legge che punta solo a migliorare ciò che già esisteva, a dare la possibilità alla Regione Marche di entrare nel consiglio di amministrazione del parco del Conero, per riuscire non a controllare o a determinare ma a portare la propria voce, a difesa dei valori essenziali di un ente parco, cioè la difesa dell’ambiente, la cultura ambientale, quindi l’avanzamento di questo tipo di cultura. Non c’è assolutamente altro.
Quindi mi auguro che in questo senso la proposta di legge possa essere portata a compimento da quest’aula e voglio cogliere questa occasione per non reintervenire, perché sarei costretto a ripetere le stesse cose, a meno che non sia stimolato dal dibattito per cui servano risposte specifiche.
Nella Conferenza delle autonomie, nel primo passaggio che facemmo, ci fu un’osservazione giusta dei rappresentanti del parco naturale della Gola della Rossa, che venne poi approvata dalla Conferenza stessa, di stralciare una parte, perché nella legge non era previsto, in cui si prevedeva di intervenire anche sul parco naturale della Gola della Rossa. Era un errore perché questa indicazione cozzava con un’altra legge regionale — art. 24 della legge 12/1995 — in cui si riconosceva alle Comunità montane di intervenire direttamente in tal senso, per cui stralciammo questa parte già in Conferenza delle autonomie e per un mero errore la relazione è rimasta così com’era, tant’è che ieri la Giunta ha approvato questa mia comunicazione che ho fatto ieri in Giunta e che oggi ripeto qui per risolvere definitivamente la questione che tra l’altro è stata posta da alcuni Comuni che sono interessati allo stesso parco.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 2. Ha la parola il consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome mio e di Pistarelli e Lippi.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, .

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Amagliani no
Badiali no
Benatti no
Binci no
Brandoni no
Brini assente
Bucciarelli no
Bugaro assente
Capponi assente
Cesaroni assente
Ciriaci assente
Comi no
D’Anna assente
Donati assente
Favia no
Giannini no
Giannotti assente
Lippi astenuto
Luchetti no
Mammoli no
Massi assente
Mezzolani no
Minardi no
Mollaroli no
Ortenzi no
Petrini no
Pistarelli astenuto
Procaccini no
Ricci no
Rocchi no
Romagnoli assente
Santori assente
Silvetti sì
Solazzi no
Spacca assente
Tiberi assente
Viventi assente
Agostini assente
Altomeni no

Il Consiglio non approva

Ottavio BRINI. Presidente, prima di passare alla discussione sul bilancio chiedo di anticipare la discussione della proposta di legge regionale n. 100, su cui siamo tutti d’accordo.

PRESIDENTE. Proporrò l’inversione appena conclusa la trattazione di questo punto all’ordine del giorno.
Emendamento n. 3. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo n. 2. Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 6. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 7. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 8. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 9. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 10. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 11. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Oltre tutto quello che abbiamo detto sulla contrarietà della Casa delle libertà all’approvazione di una legge che va contro tutti i principi della concertazione che abbiamo svolto in Commissione con l’audizione di tutti i sindaci e di tutte le associazioni, quindi va contro quello che la Commissione aveva percepito, questo emendamento tenta di recuperare la distorsione sul fatto che i Comuni sostanzialmente contino meno di un’associazione nella difesa e nell’organizzazione del proprio territorio, quindi riportare a 2 i rappresentanti degli enti locali rafforza la loro forza, in quanto territorialmente sono coloro che hanno il maggiore interesse a partecipare. Dato che qui parliamo di gestione di materia urbanistica, di sviluppo economico, di tutte quelle leve e quelle funzioni che sono tipiche dell’ente locale, si rafforza questa presenza.

PRESIDENTE. Il parere della Commissione è negativo. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi abbiamo recepito l’istanza dei sindaci che erano venuti in audizione e riteniamo che il rappresentante del Comune non possa che essere il sindaco, eletto direttamente. Quindi, anche come esponente della Casa delle libertà, anche su questo si ravvisa una sostanziale illegittimità della proposta.

Francesco COMI. Il parere della Commissione è negativo. Voglio specificare che il testo che andiamo ad approvare non limita in alcun modo la possibilità, ai sindaci, di partecipare a questo organo di governo, però spetta all’ente locale delegare il suo sindaco a rappresentarlo. La scelta di non specificare la presenza del sindaco è legata ad un rischio di illegittimità del testo, perché avremmo dovuto scrivere che il sindaco era membro dell’assemblea e contestualmente membro dell’organo di governo che dall’assemblea riceve gli indirizzi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 13. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 14. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 15. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 16. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 17. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 18. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 19. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 20. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 21. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 22. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 23. Non c’è bisogno di votarlo, perché identico.
Emendamento n. 24. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva
L’emendamento n. 25 è decaduto.
Emendamento n. 26. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 27. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Ha la parola l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Chiedo una breve sospensione per un incontro di maggioranza.

Roberto GIANNOTTI. Noi abbiamo oggi modificato l’ordine dei lavori della seduta, stavamo votando un atto, abbiamo rinviato l’apertura della discussione sull’articolato e sugli emendamenti perché c’era la riunione della Commissione, c’è una proposta del consigliere Brini di anticipare la discussione della proposta di legge n. 100, quindi prendiamo per buona la proposta del consigliere Brini.

Marco AMAGLIANI. E’ una breve sospensione, al massimo di cinque minuti.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,00,
riprende alle 16,20

PRESIDENTE. Subemendamento 028 a firma Bugaro, che ha la parola.

Giacomo BUGARO. Noi riteniamo che l’associazione degli albergatori sia una delle parti economiche più attive e vitali della Riviera del Conero. Tra l’altro la parte di parco che insiste nei comuni di Numana, Sirolo e Camerano è oltre il 90% dell’intero territorio del parco, è fortemente caratterizzata da queste attività imprenditoriali e quindi la loro presenza in seno al Consiglio, visto che abbiamo aperto alle associazioni ambientaliste mi sembra indispensabile, perché caratterizzano fortemente la vita del territorio di cui sono attori principali e non secondari.
Vista l’importanza della questione chiedo, a nome mio, di Capponi e di Pistarelli, la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal numero 2.

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Altomeni no
Amagliani no
Badiali no
Benatti no
Binci no
Brandoni no
Brini sì
Bucciarelli no
Bugaro sì
Capponi sì
Castelli sì
Cesaroni sì
Ciriaci assente
Comi no
D’Anna sì
Donati no
Favia assente
Giannini no
Giannotti sì
Lippi sì
Luchetti no
Mammoli assente
Massi sì
Mezzolani no
Minardi no
Mollaroli no
Ortenzi no
Petrini no
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci no
Romagnoli sì
Santori sì
Silvetti sì
Solazzi no
Spacca assente
Tiberi sì
Viventi assente
Agostini assente

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 28. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Vedo che i paladini dei cacciatori della maggioranza preferiscono stare fuori dalla porta piuttosto che venire in aula a sostenere coerentemente gli emendamenti che presentano. Questa è la coerenza che contraddistingue il comportamento di alcuni consiglieri ed è ora di farsela finita; Se le categorie vogliono essere rappresentate non solo in campagna elettorale ma anche quando si va a chiedere i voti, bisogna che coerentemente si confrontino con gli atti che si presentano in Consiglio. Mi riferisco a chi ha presento l’emendamento sui cacciatori, che personalmente condivido perché è una categoria che ho particolarmente in simpatia, ma anche altri consiglieri si sono dileguati pur di non vedere il loro nome accanto alla dicitura “no” in questa votazione. Chiedo prima la verifica del numero legale, poi la votazione per appello nominale a nome mio, di Capponi e di Cesaroni.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Agostini assente
Altomeni presente
Amagliani presente
Badiali presente
Benatti presente
Binci presente
Brandoni presente
Brini assente
Bucciarelli presente
Bugaro presente
Capponi assente
Castelli assente
Cesaroni assente
Ciriaci assente
Comi presente
D’Anna assente
Donati presente
Favia presente
Giannini presente
Giannotti assente
Lippi assente
Luchetti presente
Mammoli assente
Massi assente
Mezzolani presente
Minardi presente
Mollaroli presente
Ortenzi presente
Petrini presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci presente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Santori assente
Silvetti assente
Solazzi presente
Spacca assente
Tiberi assente
Viventi assente

PRESIDENTE. C’è il numero legale, quindi procediamo alla votazione per appello nominale, a nome dei consiglieri Bugaro, Capponi e Cesaroni, dell’emendamento n. 28.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, richiesta dai consiglieri

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Agostini assente
Altomeni no
Amagliani no
Badiali no
Benatti no
Binci no
Brandoni no
Brini assente
Bucciarelli no
Bugaro sì
Capponi sì
Castelli sì
Cesaroni sì
Ciriaci assente
Comi no
D’Anna sì
Donati no
Favia assente
Giannini no
Giannotti sì
Lippi sì
Luchetti no
Mammoli assente
Massi sì
Mezzolani no
Minardi no
Mollaroli no
Ortenzi no
Petrini no
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci no
Rocchi assente
Romagnoli sì
Santori sì
Silvetti sì
Solazzi no
Spacca assente
Tiberi sì
Viventi assente

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Emendamento n. 28 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 29. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 30. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 31. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 32. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 33. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 34. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 35. Decade.

Emendamento n. 36. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 37. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 38. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 39. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 40. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 41. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Emendamento n. 42. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 3.

Il Consiglio approva

Articolo n. 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Emendamento n. 43. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 44. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 45. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 46. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 47. Il parere della Commissione è negativo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 5.

Il Consiglio approva

Articolo 6 Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Comi.

Francesco COMI. Colleghi consiglieri, giungiamo al termine di un dibattito che alla fine è risultato più impegnativo di quanto ci aspettassimo, un dibattito che rispetto, tutto legittimo, a volte estenuante, che ha anche risentito di un dibattito politico più generale.
Insieme agli altri colleghi abbiamo concesso a questa discussione una attenzione seria, consapevole, per niente rituale e il dibattito che abbiamo fatto in questi mesi in Commissione è stato consapevole. Una discussione che solo nelle ultime giornate è scemata e degenerata quasi a livello imbarazzante, ma è stata, da principio, una discussione meditata ed equilibrata, che ha offerto alla Regione Marche uno strumento importante di programmazione. Sono state sollevata alcune questioni che, mi duole riconoscere, hanno anche manifestato un certo stato confusionale nella minoranza. Sono state fatte alcune critiche che io vorrei venissero ben inserite nel contesto oggettivo in cui debbono essere confrontate. E’ stato contestato il numero dei rappresentanti, lamentando un organismo ampio, pletorico che nessuna risposta dà a una esigenza di razionalizzazione e di economia, ma noi con questo atto riduciamo da 25 a 8 il numero dei rappresentanti dell’organo di gestione, di fatto semplificando notevolmente e facendo economie concrete rispetto alle spese che venivano lamentate.
L’altra questione che veniva contestata e sulla quale c’è stato anche uno scontro duro in Commissione è la presenza del Presidente della Giunta regionale all’interno dell’organo di gestione, una discussione che ha raccolto da parte nostra anche una condivisione sul merito e sull’opportunità di quella presenza, ma poi è venuta subito meno la credibilità di quella proposta quando sono stati proposti i sindaci a far parte dell’organo di gestione, perché l’obiezione alla presenza del Presidente era che lui è organo di governo presente nella Comunità del parco. Stessa obiezione può essere fatta per i sindaci.
E’ stata sollevata una terza critica: quella di una assenza di autonomie vera di questo nuovo organo dalla Regione marche, una assenza di autonomia che di fatto imbriglierebbe, irrigidirebbe le prospettive autonome di gestione di questo ente, vincolato a lacci e lacciuoli burocratici, però chi la pone al tempo stesso rivendica un ruolo importante della Regione nel decidere anche sui bilanci sugli statuti, su tutti gli strumenti di gestione finanziaria e amministrativa. Quindi anche qui una contraddizione in termini da chi da un lato rivendica autonomia e dall’altro ci propone soluzioni che sono quelle tipiche non di un soggetto responsabilizzato e autonomo di autogoverno bensì di un ente strumentale legato a un ente più ampio qual è la Regione Marche.
La terza critica che ci è stata fatta, quella più sostanziale, è quella della rappresentanza. Abbiamo discusso a lungo sulla presenza di alcune categorie e sulla opportunità di escluderne altre. Credo che noi, oggi non decidiamo definitivamente nel merito della rappresentanza perché gli enti parco non sono disciplinati solo da questa legge di settore ma da due leggi più importanti, la legge 394 del 1991 e la legge regionale 15 del 1994. Quando si rivedrà quella nazionale e quando decideremo di rivedere quella nazionale, potremo, anche in quella sede, affrontare una discussione nella quale serenamente e senza rigidità considerare la presenza di tutti i soggetti: albergatori, associazioni venatorie ecc. In quella sede, definendo la disciplina generale, faremo una valutazione più ampia e di merito, una valutazione che oggi non abbiamo affrontato perché abbiamo sposato un modello di riferimento: il modello nazionale e il modello praticato nelle varie Regioni. Un modello che fino ad oggi né a livello nazionale né a livello regionale alcuno ha contestato. Non mi risulta che la legge 394 sia stata contestata in Parlamento dal centro-destra quando governava, non mi risulta che la legge regionale 15 che prevede i vari livelli e organi di rappresentanza, abbia mai proposto modifiche per inserire albergatori od altre categorie. Mai è stato fatto. Chi lo volesse fare ha tutte le occasioni per farlo con le leggi più specifiche.
Quello che noi proponiamo è un modello di governance, di convivenza auspicabile, un tentativo che non è solo di salvaguardare e valorizzare un patrimonio ma gestire unitariamente e solidalmente un progetto integrato di risorse e di opportunità.
Questa è la legge che andiamo ad approvare e io spero che l’opposizione ne colga fino in fondo il valore e rinunci ad alcune posizioni strumentali e non condivisibili che ha promosso fino ad ora.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. In quest’aula abbiamo oggi scritto uno spartito di musica strana, perché quello che è mancato quello che tanto piace alla sinistra italiana: la concertazione. Quindi questa musica sarà stonata per forza, perché si è consumata la lesa sovranità popolare dei rappresentanti delle istituzioni popolari. I Comuni che oggi sono l’istituzione rappresentata dai sindaci direttamente, sono stati calpestati con un atto di forza proposto all’interno di quest’aula, su spinta della Giunta stessa che se ne è assunta le responsabilità, dirette e di governo, eliminando uno degli elementi più importanti, che è quello di condividere un percorso legislativo attraverso i vari attori delle istituzioni tutte.
I Comuni non sono enti subordinati come qualcuno ancora crede all’interno di quest’aula, ma sono enti a sovranità legittimata costituzionalmente dal nuovo titolo V che è stato approvato dalla maggioranza di centro-sinistra nel 2000. Questo non è polemica, ma si è voluto superare la concertazione con le istituzioni tutte. Noi abbiamo audito in Commissione le varie istituzioni e abbiamo raggiunto tutti insieme un’ipotesi concordata unanimemente. Eravamo disponibili a votare questo atto, poi quando è venuto in aula c’è stato lo sconvolgimento.
Pertanto annunciamo il nostro voto contrario per questi motivi, poiché si calpestano i diritti di alcune associazioni nei confronti di altre, si calpestano le istituzioni, evidenziando un forte conflitto istituzionale tra Comuni, Province e Regione. Questo non si sana con questo atto che fra qualche mese spero torneremo a modificare.
Pertanto diamo un voto contrario, poiché non si governa un aspetto così importante quale quello di un ente parco che deve essere una risorsa e non un problema per le nostre comunità, in questo modo. Deve essere un momento di sviluppo economico basato su criteri di ecosostenibilità, fondamentali per dare risposte ai cittadini che vivono in quelle aree, ma che soprattutto utilizzano l’economia fondamentale di quelle aree e sono una ricchezza importantissima per la nostra regione.
Con questo voto contrario auspico che si ritorni sui propri passi, che si ascoltano i Comuni che hanno visto i loro diritti calpestati e soprattutto auspico che si modifichi, con un atto di revisione, la rappresentanza istituzionale in modo che non vi siano categorie di serie A e categorie di serie B, addirittura alcune di serie Z.
Pertanto dichiariamo il voto contrario a questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Ho ascoltato con grande attenzione l’intervento del collega Comi che, in qualità di relatore di maggioranza, ha seguito ogni singolo passo che questa proposta di legge ha fatto in Commissione, ma devo purtroppo registrare che gli sono sfuggiti alcuni passaggi di non poco conto. Da parte dell’opposizione c’è stata una condotta costruttiva, tant’è che non ha fatto mai mistero di voler partecipare alla stesura di una proposta di legge ampiamente condivisa. C’era da parte nostra la massima considerazione e questa proposta andava a delineare un nuovo modo, diverso, urgente, necessario, sicuramente legittimo, di gestione di una porzione di territorio particolarmente importante. Però il metodo e la proposta politica che c’era dietro non potevano essere condivisi, perché in questo modo, secondo noi, secondo il nostro punto di vista, non si fa un servizio al territorio ma si arreca un danno che negli anni a venire potrebbe gravemente ritorcersi contro il territorio, le realtà locali, le categorie che ci lavorano, che esistono e che comunque sono il tessuto connettivo di una porzione importante e consistente della nostra regione.
Ecco perché non eravamo in modo preconcetto contrari all’allargamento, assolutamente legittimo. Io non ritengo che sia incostituzionale, ritengo che sia una proposta che può essere contrastata ma che in qualche modo ha un suo fondamento. Nel momento in cui si vanno a scegliere le categorie, i soggetti che entrano a far parte di un consiglio direttivo, che è ormai monco, a maggior ragione, proprio per le motivazioni che hanno portato al restringimento dei soggetti che ne fanno parte, per un discorso di risparmio, di concentrazione dell’attività, perché escludere aprioristicamente alcune categorie, alcuni soggetti che operano, esistono sul territorio e che comunque sono linfa vitale del territorio stesso?
Sorge anche un altro dubbio: perché proprio quelle categorie lì e non altre, quelle suggerite dal centro-destra ma anche da un autorevole consigliere della maggioranza? A noi interessava la sostanza di questa proposta di legge, la finalità ultima, quella di dotare questa porzione di territorio di uno strumento nuovo, efficace, che potesse dare voce alle realtà locali, potesse dare loro modo di operare efficacemente, potesse dare modo agli enti locali di operare e di gestire il territorio. Abbiamo invece l’impressione che con questa ingerenza da parte della Regione ci sia più da parte di quest’ultima la volontà di gestire il territorio, cosa che non le compete.
Ecco perché riteniamo assolutamente non condivisibile lo spirito di questa legge, non possiamo condividerne nemmeno i presupposti e di conseguenza il nostro sarà un voto contrario che tiene conto anche di questa mancata collegialità, che era indispensabile, era la prima condizione per poter varare una proposta di legge così importante.
Manca il consenso politico di una parte consistente di questa regione, perché piaccia o no la Casa delle libertà ha una sua consistenza elettorale, politica, ha un suo fondamento sul territorio, ha un suo collegamento sul territorio proprio con quelle categorie che sono state escluse in modo un po’ troppo frettoloso. Si scontentano anche alcune realtà locali che avevano chiesto a gran voce, con alcune proposte di emendamento, anche di poter partecipare, garantendosi la possibilità di presiedere questo organo direttivo, in modo tale che proprio quelle realtà come Sirolo, Numana e Camerano che hanno il loro territorio quasi al 100% all’interno di questo parco, potessero garantirsi la possibilità di dire la propria, di essere attori principali nella gestione del territorio, cosa che probabilmente non avverrà, proprio perché sono venuti meno i presupposti sostanziali di questa proposta e sono invece emerse le necessità politiche di questa maggioranza di gestire una promozione particolarmente importante e strategica del territorio marchigiano. Purtroppo abbiamo dovuto registrare anche un inciampo di questa maggioranza, laddove si tentava di far passare un emendamento da noi ampiamente condiviso, quello di un consigliere di maggioranza, che riteniamo tuttora sia uno degli emendamenti più di sostanza. Parliamoci chiaro, riconosciamo tutti gli altri, questo era particolarmente importante, poteva dare un indirizzo diverso, poteva dare un esito diverso anche in sede di votazione. Poi si scontenta il territorio e le categorie che esistono sul territorio: associazioni venatorie, albergatori, quelle attinenti al settore del turismo, all’artigianato, anche quelle categorie che non sono produttive, come, ad esempio, alcune forze armate — sul Monte Conero esistono tre forze armate che operano su alcune basi — che spesso e volentieri sono particolarmente produttive in termini di servizi e di controllo del territorio e svolgono un’attività costante non solo dal punto di vista militare ma proprio di tutela del territorio e lo fanno giornalmente. Lo so perché, avendo prestato servizio in una di queste ho visto che cosa giornalmente fa, ad esempio, la marina militare sul Monte Conero. Questa non è stata inserita in alcun modo all’interno di quei soggetti che possono e devono gestire il territorio.
Ecco perché riteniamo che questa proposta di legge sia più che altro figlia di una necessità politica e non il risultato di una assentita proposta politica, amministrativa, che dovrebbe in modo saggio ed efficace gestire il territorio e non gestire, invece, il quotidiano politico di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendo la parola per constatare la sconfitta del dialogo che abbiamo messo noi, come Casa delle libertà, all’interno di questo atto. Non è la Casa delle libertà che non ha partecipato al dibattito, Comi: piano piano, all’interno di questo atto sono emersi i veri obiettivi che c’erano dietro la proposta, che era quella di andare a gestire un territorio che invece doveva essere lasciato nell’autodeterminazione delle amministrazioni che sono normalmente e democraticamente elette dai cittadini.
La Regione è entrata a gamba tesa in questa partita, ma in più piano piano ha disarticolato la sua posizione, chiedendo anche l’immissione di rappresentanti assolutamente estranei alla gestione del territori, quali gli ambientalisti e ora, per compensazione dei rapporti di forza all’interno della maggioranza, anche degli agricoltori, rispetto ai quali non ho nulla in contrario, ma debbono essere rappresentati, come gli altri settori produttivi, all’interno della comunità del parco.
Era molto più responsabile l’atteggiamento politico del presidente della Provincia di Ancona che aveva accettato questa impostazione, così come della Regione, ma nel tempo, attraverso l’intervento dell’assessore Amagliani, tutto questo è stato disatteso e stravolto. Quindi è stata disattesa la concertazione che era stata fatta con gli enti locali, perché di concertazione si è trattato, ci sono verbali che attestano che la Regione accettava la proposta di mediazione fatta dalla Provincia di Ancona, con gli enti locali.
Questo è un atto dove si vede un’altra impostazione, l’impostazione dell’imposizione di alcune forze ideologicamente presenti dentro la maggioranza, che vogliono continuare ad avere dei pied-à-terre all’interno di determinate strutture di gestione. Noi avevamo proposto un metodo nuovo e penso che da questo potevamo partire anche per la modifica della legge 15, con una nuova ottica di semplificazione, di snellimento, in cui il ruolo principale spettasse agli enti che hanno la responsabilità di gestione del territorio, poi la Comunità del parco che rappresenta tutte le istanze del territorio. Quella che abbiamo portato avanti noi era una proposta di buon senso, non di rottura e neanche una proposta per non arrivare alla formulazione di una regolamentazione anche in questo caso.
Quindi la nostra posizione resta di totale dissenso a questa proposta di legge che, ugualmente, non ci fa vedere un rapporto nuovo nella gestione del territorio e nella semplificazione della gestione del territorio che questa maggioranza vuol portare in questa regione. Questo è centralismo, è non democrazia, non rappresentatività democratica all’interno di istituzioni che avranno anche ruoli determinanti, sia in tema di organizzazione urbanistica che di sviluppo economico e, soprattutto, di concertazione con tutti gli enti che si interessano di ambiente, di sviluppo economico e di amministrazione.
Questa è la posizione della Casa delle libertà, ce l’abbiamo messa tutta per fare qualcosa di diverso, ma le rigidità che sono insite nei rapporti di forza all’interno della maggioranza ce lo hanno di nuovo impedito.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge n. 86 nel suo complesso.

Il Consiglio approva





Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Dal momento che non possiamo procedere con la votazione degli atti amministrativi relativi al rendiconto e all’assestamento di bilancio in quanto mancano i pareri della Commissione, propongo di interrompere la seduta odierna ora, per dare modo alla Commissione di riunirsi e riprendere domani mattina alle 10, puntualmente, la discussione dei due atti.
Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Chiedo al Consiglio di iscrivere una mozione che ho appena depositato, quindi chiedo al Presidente di darne comunicazione domani mattina. Poi chiederò l’iscrizione urgente, perché riguarda la crisi del Medio Oriente e i problemi del Libano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Chiedo il rinvio della proposta di legge n. 109, rispetto alla quale c’è un impegno in Commissione di discussione a settembre, insieme ad un altro provvedimento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio a settembre della proposta di legge n. 109.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 17,10